Ritratto
della Sardegna
4 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA
R I T R AT TO DI S A R D E G N A 5
LO SVILUPPO ECONOMICO
Tra passato e modernità, la
vicenda economica della
Sardegna è stata complessa
e ricca di contraddizioni. In
principio furono l’agricoltu-
ra e la pastorizia a reggere il
peso principale dello
sviluppo.
Poi, dopo l’Unità d’Italia,
geologi e ingegneri diedero
il via allo sviluppo minera-
rio di molte zone, tra cui il
delle altre precedenti religioni – si Sulcis, ricche di carbone e di metalli.
manifestano in una serie di feste e Fondamentalmente povera, l’industria
celebrazioni che si basano spesso sul mineraria isolana entrò in crisi
rapporto strettissimo dell’uomo con la soprattutto nel secondo dopoguerra, e
natura. oggi sembra destinata a una fine
Nell’interno dell’isola si parlano una dolorosa. Lo sviluppo industriale,
serie di dialetti fortemente differenzia- consistito nell’apertura di alcuni “poli”
ti, e la lingua dei sardi deve molto al di notevole importanza, non ha dato i
latino antico. Sopravvivono però risultati sperati e ha influito negativa-
influenze genovesi, spagnole e toscane, mente sull’ambiente sardo. Ma, nello
che fanno del sardo un vero e proprio stesso momento, la comparsa dei
mosaico composto da tante tessere potenti insetticidi degli anni Cinquan-
quanti furono gli antichi conquistatori ta ha ottenuto un risultato eclatante. In
dell’isola. pochi anni le coste – evitate da sempre
Le feste, i matrimoni, la vita di tutti i perché poco salubri e popolate da
giorni, soprattutto nell’interno, sono zanzare portatrici di malaria – sono
accompagnati da una musica molto divenute accessibili pur rimanendo
particolare. Definita da studiosi e selvagge e incontaminate.
musicisti – come Peter Gabriel, che ha
voluto il canto dei Tenores de Bitti LA SARDEGNA OGGI: IL TURISMO
nella sua collana di musica etnica – Nato a piccoli passi, poi trasformatosi
“unica in Europa”, la musica tradizio- in una corsa senza limiti, lo sviluppo
nale sarda attraversa oggi un momento turistico dell’isola ha avuto molti
di particolare sviluppo. Ricchis- difetti, ma anche alcuni pregi. Ha fatto
simo di voci e di conoscere l’isola nel mondo, ha aperto
strumenti, il le porte della Sardegna verso l’esterno,
panorama ha fatto parlare di ambiente e ha
musicale valorizzato la cultura e la storia.
dell’isola ruota Dopo l’abbuffata di cemento degli
attorno al suono scorsi decenni sono nati o stanno per
delle launeddas e vedere la luce riserve naturali, parchi
alle quattro voci marini e un grande parco nazionale, il
che compongono il Gennargentu. Per chi ha conosciuto la
Canto a tenores, che si può ascoltare wilderness del Golfo di Orosei – e si è
durante le feste (soprattutto nelle aree reso conto che in Sardegna ci sono
centrali dell’isola), e di cui è oramai ancora alcuni degli angoli naturali più
reperibile un’ampia discografia. selvaggi d’Europa – la via da intra-
prendere pare oramai chiara: coniuga-
R I T R AT TO DI S A R D E G N A 7
8 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA
La musica e il ballo
La musica della sardegna è una delle
più antiche del Mediterraneo: lo
testimonia il bronzetto nuragico corpo rigido, i ballerini si muovono a
dell’VIII-VII secolo a.C. di Ittiri, piccoli passi tenendo immobile il
conservato al Museo archeologico di corpo.
Cagliari, che raffigura un suonatore di
launeddas, strumento polifonico a tre IL MUSEO DELLA MUSICA
canne tipico dell’isola, utiizzato ancora A Tadasuni, un piccolo paese sulle rive
oggi in processioni e balli. Difficile da del lago Omodeo, si nasconde un vero
suonare – richiede una tecnica di gioiello: il Museo degli strumenti della
respirazione circolare – è formato da musica popolare della Sardegna, che
tre canne di diversa lunghezza: su raccoglie più di trecento strumenti
tumbu (la più lunga), sa mancosa e sa musicali. Il merito è di Don Giovanni
mancosedda. Senza accompagnamento Dore, parroco del paese, che da anni
è invece il canto a Tenores, una setaccia l’isola alla ricerca di strumen-
polifonica a quattro voci maschili: sa ti. I più numerosi sono i caratteristici
boghe (voce solista, dirige il canto); sa strumenti sardi, a fiato o ad aria, che
contra e su basso (voci d’accompagna- vanno dallo zufolo alle launeddas,
mento, scandiscono le sillabe con costruiti in genere in canna palustre.
suono gutturale), sa
mesa boghe (mezza
voce, ha il compito
di amalgamare il
coro). Il ballo è
momento
integrante di
feste religiose e
sagre legate
all’agricoltura e
alla pastorizia. A
testa alta, con il
R I T R AT TO DI S A R D E G N A 13
Note
INTRODUZIONE
ALLA SARDEGNA
Note storiche
16 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA
NOTE STORICHE 17
Tra i circa 7.000 nuraghi costruiti in solo al termine della Seconda guerra
terra sarda, alcuni sono giunti fino a mondiale verranno bonificate le paludi
noi in ottime condizioni, come i e gli stagni costieri: questo segnerà
complessi di Barumini e di Santu l’inizio del turismo e della storia della
Antine e il nuraghe Losa. I Fenici Sardegna di oggi.
raggiunsero la Sardegna 1.000 anni
prima di Cristo e si stabilirono sulle
coste (Tharros, Nora, Bithia e Cagliari)
e i Romani, al termine delle guerre
La preistoria
puniche, si insediarono sull’isola. Il
controllo romano durò 700 anni e Anche se il ritrovamento di alcuni
lasciò una serie di utensili litici a Perfugas attesta la
testimonianze presenza dell’uomo sin dal Paleolitico
importanti, ma (150 mila anni fa), è solo intorno al
alla caduta 9000 a.C. che la Sardegna inizia a
dell’Impero essere popolata da popolazioni
l’isola divenne provenienti dall’Asia Minore, dalle
nuovamente coste africane, dalla Penisola iberica e
terra di dalla Liguria. La ricchezza dei prodotti
conquista. della terra e le miniere di ossidiana di
Vandali, Monte Arci assicurarono contatti e
Bizantini, sviluppo. Intorno al 3000 a.C. i Sardi
18 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA
La dominazione spagnola
Il Regno di Sardegna
Non è facile la (1718-1860)
conquista
spagnola della
Tra i primi atti del
Sardegna: i governo sabaudo
giudici
c’è un piano per
d’Arborea la rinascita
intraprendo-
delle universi-
no una lunga tà sarde. A
guerra contro
causa di una
gli invasori, Alghero si ribella varie profonda
volte e la corona è costretta a dar vita,
crisi econo-
nel 1355, alle “costituzioni”, sorta di mica e
parlamento in cui sono rappresentate
sociale,
le sei maggiori città dell’isola. Il potere nell’isola si diffonde il banditismo.
passa definitivamente nelle mani degli
Dopo la Rivoluzione del 1789 fallisco-
Aragonesi solo nel 1409 quando, dopo no gli attacchi all’isola da parte della
la sanguinosa battaglia di Sanluri, il
Francia rivoluzionaria, ma nel 1795 la
giudicato di Arborea viene cancellato e
20 INTRODUZIONE ALLA SARDEGNA
La Sardegna dell’Unità
(1861-1948) La Sardegna oggi
Se la Sardegna odierna ha una data di
nascita, probabilmente è il 12 aprile
1946, quando fu fondato l’Ente
Regionale per la Lotta Antianofelica,
che porterà, nel 1950, alla bonifica
delle paludi costiere. Le coste, rifuggite
per millenni, divengono accessibili, e
nasce la Sardegna del mare: la Costa
Smeralda, invenzione dell’Aga Khan
L’industrializzazione della Sardegna degli Ismailiti, diviene un nome
famoso in tutto il mondo. Nel frattem-
avanza: nel 1871 entra in funzione il
primo tronco della ferrovia sarda e po, la vita dei sardi cambia, diminui-
scono pastori ed agricoltori, si
ferve il lavoro nelle miniere del Sulcis e
dell’Iglesiente. Nascono i primi sviluppano l’industria e il terziario
causando però danni ingenti all’am-
quotidiani, e a fine secolo Nuoro
diviene la culla di un movimento biente naturale. Oggi la Sardegna è a
un bivio. Da un lato, il proseguimento
culturale che darà i suoi frutti con
Grazia Deledda. Nella Prima guerra dello “sviluppo” senza freni, dall’altro,
una nuova, costante attenzione alla
mondiale, l’eroismo della Brigata
Sassari diviene il simbolo della vera ricchezza dell’isola: la natura
incontaminata e la diversità degli
rinascita sarda che, nel 1921, porterà
alla nascita del Partito Sardo d’Azione. ambienti.
NOTE STORICHE 21
22 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
Note
LA SARDEGNA
ZONA PER ZONA
Cagliari e il Sud
24 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
CAGLIARI E IL SUD 25
SANLURI
Importante paese ai bordi del
Posta tra il campidano e le montagne Campidano, si è sviluppato intorno al
del Sulcis, Uta è un fiorente centro Castello di Eleonora d’Arborea.
agricolo. Ai margini dell’abitato sorge L’edificio, costruito nel XIV secolo,
la chiesa di Santa Maria, costruita nel passò di mano diverse volte prima di
1140 dai Vittorini di Marsiglia. La entrare in possesso degli Aragona.
facciata, in pietra chiara con qualche Oggi è proprietà dei conti Villasanta
concio di colore più scuro, è decorata che lo hanno restaurato ospitando un
con cornici ad archetti pensili e Museo del Risorgimento. La struttura
CAGLIARI E IL SUD 31
VILLANOVAFORRU
SÀRDARA
Ai margini del Campidano,
Sàrdara è un borgo che
ha avuto una storia
movimentata,
vista la sua
posizione al
confine
tra il
Giudica-
to di Centro agricolo ai piedi della
Arborea Marmilla, ha la topografia tipica del
e quello Seicento, quando venne fondato sotto
di Cagliari. Dell’epoca medievale gli Spagnoli. La struttura delle
rimangono i ruderi del Castello di abitazioni ha conservato i tratti
Monreale, in cima a un dosso che tradizionali e nel palazzetto del Monte
domina la pianura. Il paese ha una Granatico (una specie di banca del
pianta irregolare, dovuta alle successi- grano) è allestito un piccolo ma curato
ve fasi di espansione, ma conserva Museo Archeologico. Da vedere, al
grandi case in pietra con portale ad secondo piano, gli oggetti votivi
arco nella zona intorno alla chiesa dedicati al culto di Demetra e Core
romanico-gotica di San Gregorio, dalla (epoca punico-romana). Sulla stessa
facciata alta e stretta, con un bel piazza, in due tradizionali abitazioni
rosone scolpito. Nella parte alta, posto ristrutturate dal Comune, si organizza-
a pochi vicoli di distanza dalla no mostre temporanee. Nei dintorni,
cinquecentesca parrocchiale della ben segnalato sulla strada verso
Beata Vergine Assunta sorge il Tempio Collinas, il complesso nuragico di
nuragico a pozzo di Sant’Anastasia. Genna Maria. Il nuraghe, riportato alla
Risale al IX-X secolo a.C. ed è formato luce solo nel 1977 e ancora oggetto di
da blocchi di basalto e calcare non scavo, sorge in posizione dominante
squadrati. Una sorgente di acque sulla cima di una collina. A pianta
curative che sgorga vicino gli valse trilobata, ha un torrione centrale,
nell’antichità il nome di “Fontana dei circondato da tre grandi torri unite tra
dolori”: un canaletto in pietra portava loro da spesse mura che racchiudono
al tempio l’acqua della sorgente sacra. all’interno un cortile con pozzo a
Nei locali del vecchio municipio, thòlos. All’esterno dell’area del
infine, il Museo Archeologico Villa villaggio corre un’altra cinta di mura
Abbas espone una serie di oggetti con sei torri angolari.
provenienti dall’area di Sant’Anastasia,
da tombe nuragiche, fenicie e romane
della zona. Interessanti anche le GÙSPINI
mostre di reperti medioevali.
Centro del Campidano, nel cuore della
Dintorni: a 2 km i resti del complesso regione mineraria, ha una bella chiesa
termale romano Aquae Neapolitanae.
del XV secolo, San Nicola di Mira, che
Sono visibili una vasca quadrata, le ne costituisce il fulcro. Il borgo è
fondamenta degli edifici vicini e la
CAGLIARI E IL SUD 33
BUGGERRU
MINIERA MONTEPONI
La costa che dalla spiaggia di
Fontanamare porta a Masua è selvag-
gia e molto panoramica grazie ai
faraglioni di Masua e al Pan di
Zucchero, uno scoglio bianco che
raggiunge l’altezza di 132 m. A
completare il quadro le rovine di
archeologia industriale intorno a
Nebida, piccolo centro minerario con i
suggestivi resti della Caveria La
Marmora, in bilico tra terra e mare,
che può essere raggiunta con una
panoramica passeggiata. Oltre Nebida
si giunge a Masua, con una spiaggia
dominata dalla falesia calcarea di
Monte Nai.
38 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
Note
LA SARDEGNA
ZONA PER ZONA
La Costa orientale
46 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
L A C O S TA O R I E N TA L E 47
strada è stato tagliato nella roccia dai sembra sia stata costruita nella prima
carbonai piemontesi che tra la metà e metà dell’XI secolo dalla figlia del re di
la fine dell’Ottocento frequentavano Navarra come ringraziamento per uno
(unici stranieri) queste valli impervie, scampato naufragio. Sul sagrato sorge
tagliando gli alberi che caricavano poi un gigantesco olivastro, che dicono
sulle navi per il Continente. Un vecchio di oltre mille anni. La bella
disboscamento poi rivelatosi spiaggia è delimitata da una pineta e
irreversibile. protetta da una torre aragonese del
’600. Di fronte il grande scoglio a
forma di piramide
ARBATAX dell’Agugliastra, o Sa
Pedra Longa,
Questo centro sorge ai
piedi di Capo un sottile
pinnacolo
Bellavista, una falesia
di porfido rosso che termina in mare calcareo che sporge dal mare per 128
m. Si raggiunge in pochi minuti di
con le celebri rocce del medesimo
colore, di grande effetto cromatico. Il navigazione dal porticciolo da dove
partono anche i barconi per Cala Luna,
porto, protetto da una torre spagnola,
è il capolinea dei treni a scartamento Cala Sisine e Cala Goloritzè.
ridotto che arrivano da Cagliari. La
costa vanta acque limpidissime e baie
IL PARCO DEL GENNARGENTU
incantevoli, come Cala Moresca, dove
il porfido rosso contrasta con alcuni I 73.935 ettari di questo parco naziona-
le, i cui confini sono indicati da
blocchi di granito grigio e con
l’azzurro delle acque. Più a sud Porto un’intesa del 1992, si trovano in
provincia di Nuoro (esclusa l’isola
Frailis, protetto anch’esso da una torre
spagnola, e la lunga spiaggia di Orrì. dell’Asinara). I comuni interessati
dall’area protetta sono Aritzo, Arzana,
Dal Faro di Capo Bellavista si gode un
bel panorama sul mare e Baunei, Belvì, Desulo, Dorgali,
Fonni, Gairo, Gavoi, Lodine,
sugli isolotti
dell’Ogliastra. Nella baia Meana Sardo, Oliena, Ollolai,
Olzai, Ovodda, Orgosolo,
una strada privata
porta al club Vacanze Seui, Seulo, Sorgono,
Talana, Tiana, Tonara,
di Cala Moresca,
ricostruzione di un Urzulei, Ussassai e
Villagrande. Per visitare la
tipico villaggio
mediterraneo, con zona, bisogna tener
presente che la diversità
portoni in legno
massiccio e inferriate degli ambienti consiglia
differenti stagioni. In generale, però, a
provenienti dalle case che furono
abbandonate a Gairo Vecchia dopo un meno di non aver mete esclusivamente
balneari, le stagioni di mezzo rappre-
terremoto.
sentano il compromesso migliore tra il
caldo dell’estate e il gelo dell’inverno.
Mete interessanti sono la salita ai 1834
SANTA MARIA m della Punta La Marmora e, sul
NAVARRESE Supramonte, oltre alle rovine di
Piccolo centro balneare costruito Tiscali, le gole di Su Gorroppu e la
intorno a una bella chiesa campestre sorgente di Su Gologone. Verso il mare
da cui ha preso il nome. La chiesa, a si può scegliere tra la visita alla Grotta
tre navate con abside semicircolare, del Bue Marino e la discesa a piedi
della Codula di Luna.
L A C O S TA O R I E N TA L E 49
dall’insabbiamento del
fiume. Attraverso un
intrico di stradine si
arriva alla centrale
piazza del Popolo su cui
si affacciano tre chiese.
In cima a una scalinata
la Parrocchiale di San
Giacomo Maggiore
dalla facciata settecente-
sca e con più cupole
ricoperte in cotto. Sul
lato opposto la Chiesa
Del Rosario, con una
facciata barocca, e la Chiesa delle
Anime, fondate dalle confraternite
protagoniste dei riti della Settimana GALTELLÌ
Santa. La Chiesa di Sant’Antonio Alle pendici del Monte Tuttavista,
Abate, un tempo santuario campestre, Galtellì era nel Medioevo il centro più
è stata inglobata dall’espansione della importante della regione, fino al 1496
città. Nella torre pisana, all’interno del sede della Diocesi, come testimonia la
recinto, è allestita una esposizione di chiesa romanica di San Pietro, l’antica
artigianato locale. Anche il secentesco cattedrale del XII secolo. Decaduto a
Santuario della Madonna del Rimedio, causa della malaria e delle incursioni
fino a qualche anno fa isolato nella barbaresche, conserva tracce del
campagna, è diventato parte della passato splendore nella Parrocchiale
periferia. È circondato da cumbessias del SS. Crocifisso, che custodisce
che si riempiono nei primi giorni di interessanti statue lignee del ’500 e del
settembre in occasione del pellegrinag- ’600. Il nucleo centrale è molto bello
gio. con palazzetti e case in
Dintorni: in prossimità calce bianca che
della foce del Cedrino, danno all’insieme
sorge la Chiesa di Santa un aspetto lindo.
Maria ’e Mare, fondata Dintorni: una delle
nel XIII secolo da escursioni più
mercanti pisani. Piena di interessanti nei
ex voto, l’ultima domenica di dintorni porta al Monte
maggio è meta di un pellegrinaggio Tuttavista lungo una strada sterrata
con la statua della Madonna che (poi sentiero percorribile solo a piedi)
scende il fiume su una barca seguita che porta a Sa Pedra Istampada, la
dalle barche dei pescatori. Alla foce il Roccia Forata, un arco scolpito dal
fiume si divide in due rami: quello vento alto ben 30 m. Si può raggiunge-
settentrionale entra in un canale re anche la cima per godere di un
artificiale, quello meridionale dà vita panorama a 360 gradi. In località La
allo stagno Su Petrosu, una zona Traversa, a 12 km da Galtellì, si trova
umida dove vivono folaghe, gallinelle, l’interessante Tomba di Giganti di Sa
germani reali e il pollo sultano. Ena ’e Thomes. Suggestivo monumen-
Dove l’acqua è più bassa si trovano to preistorico con una stele, alta 3 m,
avocette e cavalieri d’Italia, aironi scolpita in un unico blocco di granito.
cinerini e garzette.
52 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
ORROLI
Centro del sarcidano dedito all’alleva-
mento, sorge in una conca
dell’altopiano di Pranemuru, una landa
56 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
seconda cerchia, nel VI secolo, allo regione dei “tacchi”, possenti formazio-
scopo di perfezionare il sistema di ni calcaree che sporgono candide dalla
difesa. Intorno sono visibili i resti del macchia mediterranea. La strada che
villaggio nuragico, con capanne a porta a Jerzu è una delle più panora-
pianta circolare e rettangolare. miche perché corre su un altopiano ai
piedi di queste cime dolomitiche con
PERDASDEFOGU vista spettacolare sul mare e sulla
lontana Perda Liana. Lungo la strada si
Paese montano della bassa Ogliastra,
in posizione isolata al margine della incontra la chiesa campestre di
Sant’Antonio, in un bel prato ai piedi
di Punta Coróngiu, il tacco più
spettacolare.
58 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
LA SARDEGNA
ZONA PER ZONA
Il Centro e la Barbagia
60 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
IL CENTRO E LA BARBAGIA 61
conferimento del Premio Nobel per la tiene in onore del Redentore cui
Letteratura del 1926. partecipano rappresentanze in
costume di tutta la Sardegna.
IL MUSEO ETNOGRAFICO DI NUORO
Per ospitare una collezione di oggetti e NECROPOLI DI SAS CONCAS
costumi della vita quotidiana Percorrere la SS 131 in direzione
sarda, l’architetto Antonio di Abbasanta, proseguire poi per
Simon Mossa ha progettato Oniferi. La necropoli è poco
negli anni Sessanta la replica lontana dallo svincolo sulla
di un villaggio ideale, con le destra a poche decine di metri
sue corti, le vie e le scale. dalla strada. Il complesso è
Nelle sale, percorse ogni anno composto da una serie di
da 70.000 visitatori, si trovano domus de janas tra cui alcune,
mobili, gioielli, le forme del come la “Tomba
pane tradizionale, telai e dell’Emiciclo”, sono istoriate
tappeti e i costumi caratteristi- da incisioni e bassorilievi: il
ci della vita di tutti i giorni e sito è aperto e incustodito.
delle feste. Ogni due anni, il Utile, quindi, una torcia
museo ospita una rassegna di cinema elettrica.
antropologico ed etnografico nel mese
di ottobre.
BITTI
MONTE ORTOBENE Questo borgo pastorale deve la sua
La città nacque sulle pendici granitiche
recente notorietà al gruppo musicale
del monte, e tutti i nuoresi hanno un dei “Tenores de Bitti”, la cui interpreta-
rapporto speciale con questa monta-
zione del canto polifonico tradizionale
gna. Per salire verso i suoi boschi, sardo ha conquistato estimatori in
bisogna uscire dalla città in direzione
tutta Europa. Secondo molti studiosi, il
di Orosei, passando a fianco alla dialetto di Bitti sarebbe la parlata sarda
Chiesa della Solitudine, dove si
più simile al latino. Sulla piazza
trovano le spoglie di Grazia Deledda. Giorgio Asproni si trova la
Dopo una serie di tornanti in un
ottocentesca chiesa di San Giorgio
ambiente fatto di boschi e grandi Martire, nella cui casa parrocchiale si
massi, si raggiunge la vetta, dove si
può visitare una piccola collezione di
erge la statua in bronzo del Redentore, reperti archeologici.
che si affaccia sulla città sottostante.
Dintorni: non lontano dal paese in
Nei pressi della statua si trova la chiesa direzione di Orune (la strada è
di Nostra Signora del Monte che,
segnalata da cartelli ma non semplice
l’ultima domenica d’agosto, diviene da seguire) è il tempio a pozzo di Su
meta della grande processione che si
Tempiesu, costituito da vari ambienti -
realizzati con grandi pietre basaltiche
squadrate - che ospitano il pozzo sacro
che attingeva a una vena d’acqua
utilizzata per scopi rituali. Nelle
campagne attorno a Bitti si incontrano
una serie di chiese campestri (tra
queste Santo Stefano e Babbu Mannu,
cioè Spirito Santo) che, in occasione
delle ricorrenze annuali, si animano di
feste.
IL CENTRO E LA BARBAGIA 65
66 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
TETI
In alto sulle
montagne che
sovrastano il lago di
Cucchinadorza, Teti
ospita un museo
piccolo ma molto
interessante, poiché il
paese sorge al centro
di un territorio ricco di
testimonianze del lontano
passato. Nei locali del
Museo Archeologico
Comprensoriale, gestito da una società
di giovani, è illustrata con chiarezza e
con attenzione la storia degli antichi
insediamenti nuragici (soprattutto il
villaggio di S’Urbale e il luogo sacro
nuragico di Abini) e nelle vetrine
dell’esposizione sono in mostra gli
oggetti della vita quotidiana rinvenuti
negli scavi. In una sala del museo è
ricostruita una capanna di epoca
nuragica (risalente a circa il 1000 a.C.)
in cui sono esposti vasi di terracotta,
materiali necessari alla filatura, piccole
accette, macine di granito; al centro si
trova lo spazio che era destinato al
focolare domestico. Nelle sale del
piano sottostante vengono allestite
esposizioni temporanee dedicate alla
IL CENTRO E LA BARBAGIA 75
76 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
SÒRGONO LÀCONI
Famoso per i Di Làconi colpiscono due particolarità:
vini la roccia che circonda l’abitato e la
(soprattutto suggestiva posizione in cui sorgono le
il rovine del Castello Aymerich. Questa
Cannonau), fortezza, di cui si conservano alcune
Sòrgono è il parti (una torre che risale al 1053, una
più importante centro della regione del sala del XV secolo e un portico
Mandrolisai. Vi sono i resti assai seicentesco), si erge al centro di un bel
degradati di un palazzotto secentesco parco. Prima capoluogo della curatoria
(la Casa Carta) e di una fonte di di Porto Valenza, poi centro di
origine pisana. Non lontano dal paese signoria e infine di marchesato, Làconi
si trova invece uno dei santuari conserva il palazzo Aymerich, di gusto
campestri più antichi e interessanti neoclassico, realizzato nella prima
della Sardegna: la chiesa di San Mauro. metà dell’800 dall’architetto cagliarita-
Circondata dal tradizionale recinto
delle cumbessias destinate al riposo
dei pellegrini, la costruzione è
imponente. Lo stile è il prodotto di
una ben riuscita fusione tra l’anima
popolare e i tratti caratteristici della
architettura gotico-aragonese.
La facciata di trachite grigia si
raggiunge grazie a una scala a fianco
della quale vegliano le statue di due
leoni mentre in alto occhieggia uno dei
più riusciti rosoni scolpiti della
Sardegna dei secoli gotici. Sulle pietre
della chiesa non è difficile trovare
iscrizioni antiche e moderne che
ricordano la visita di pellegrini.
L’interno della chiesa, coperto da una
volta unica e separato solo dall’arco
che dà accesso al presbiterio, ospita un
altare barocco. Vicino al santuario si
possono inoltre ammirare la Tomba di
Giganti di Funtana Morta e il grande
vano coperto all’interno del Nuraghe
Talei.
Dintorni: da vedere è il Museo
Regionale d’Arte moderna e contem-
IL CENTRO E LA BARBAGIA 77
BELVÌ
Il paese di Belvì sorge in alto, a
dominare la valle dell’Iscra, fittamente
coltivata a noccioleti e orti. Nel passato
il ruolo del paese - sia economico che
come luogo di scambio commerciale -
doveva essere ben più importante
tanto che una intera zona delle
montagne barbaricine ha tuttora il
nome di Barbagia di Belvì. Non
lontano dalle case del paese scorrono i
binari a scartamento ridotto della linea
ferroviaria che collega - con mille
78 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
IL TORRONE
Il torrone è uno dei dolci più diffusi
nella cultura e nelle tradizione sarda
dell’interno. Non c’è festa o sagra in cui
manchi la bancarella che offre il
famoso torrone di Tonara, Dèsulo o di
uno degli altri paesi della montagna.
Gli ingredienti principali sono
mandorle, noci, nocciole, miele di
varie qualità e uova (di cui in alcuni
casi si utilizza anche il tuorlo). La
lunga cottura (durante la quale
l’impasto va controllato e mescolato
continuamente) dura più di 5 ore, e la
variazione del tipo di miele, dei sapori
di noci o mandorle, del numero di
tuorli aggiunti all’impasto crea diverse
varietà di torrone. Gli artigiani che
vendono questo dolce sono molti:
basta entrare in un laboratorio, grande
o piccolo che sia, per assistere alla
preparazione, oppure solamente per
poter scegliere di persona il gusto
preferito da un blocco che verrà
tagliato sull’istante. Merita una visita la
signora Anna Peddes che, al numero 6
di via Roma, a Tonara, produce un
torrone profumato e fragrante.
IL CENTRO E LA BARBAGIA 81
82 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
IL CENTRO E LA BARBAGIA 83
LA SARDEGNA
ZONA PER ZONA
La Costa occidentale
84 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
Note
L A C O S TA O C C I D E N TA L E 85
nota come Torre degli Ebrei, a causa torre dell’Esperò Real (il nome
del contributo della comunità ebraica significa Torre dello Sperone Reale),
cittadina allo sforzo militare del re costruita nella prima metà del XVI
Pietro III, ed era uno dei due ingressi secolo in sostituzione di una
della cinta muraria alla città. La struttura militare più
porta era anche munita di un antica. Alta 23 m, la
ponte levatoio che poggiava torre ha un interno
sulla grande arcata gotica, molto interessante,
trasformata oggi in composto da ampi
monumento ai caduti. Il ambienti sovrapposti,
piano terreno, chiuso da collegati da una scala
una volta in pietra, è un elicoidale.
piccolo centro per mostre.
Il lungomaree il Forte de la Magdalena
TORRE DELL’ESPERÒ REAL La passeggiata a mare diviene, sul far
Piazza Sulis. della sera, una meta piacevole e
Sulla piazza, centro della vita cittadina frequentata. Partendo da sud, al
di Alghero, è la mole imponente della lungomare Dante seguono i lungomare
88 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
I commerci con la città di Kàralis Dintorni: non lontano vi è uno dei siti
transitavano lungo la principale via più interessanti della Sardegna antica:
dell’isola, mentre gli stretti rapporti il santuario prenuragico di Monte
della colonia con Roma sono testimo- d’Accoddi. Da Porto Torres seguire la
niati dai mosaici rinvenuti nel Foro SS131 in direzione di Sassari: poco
delle Corporazioni di Ostia. Dopo un oltre il bivio per Platamona (al km
declino che cominciò nel Medioevo, 222,300)
Porto Torres crebbe nell’Ottocento - una strada sterrata conduce all’ingres-
divenendo il porto di Sassari - e con so dell’area archeologica.
l’industrializzazione nel Novecento. In Unico esempio di altare megalitico
città si trova la basilica di San Gavino, conosciuto in tutto il bacino del
una delle chiese romaniche più Mediterraneo occidentale, la costru-
importanti della Sardegna, edificata in zione risale all’Età del rame (2450-
stile pisano nel 1111. Da notare il 1850 a.C.) e ha una forma a tronco di
portale sulla facciata nord, con i suoi piramide con base trapezoidale
bassorilievi quattrocenteschi e il vicino sorretta da mura di blocchi di pietra.
portale in stile gotico con influenze Sul lato sud una rampa sale alla
catalane. All’interno vi sono una cripta sommità, a una decina di metri
che dà accesso a una zona di resti di d’altezza, mentre la base misura
epoca romana, le statue 30 m per 38. Attorno alla
settecentesche dei mole dell’altare si trovano
martiri Gavino, numerose fondamenta di
Proto e Gianuario e capanne, delle tavole
varie iscrizioni di sacrificali e alcuni menhir
epoca abbattuti. Un gruppo di
altomedievale. domus de janas (non facili
L’area archeologica da raggiungere) faceva parte
delle Terme Centrali offre una visione del complesso. I materiali scavati nella
abbastanza fedele di un quartiere zona - soprattutto ceramiche - sono
dell’antica città romana, mentre conservati nel Museo Nazionale di
nell’Antiquarium Turritano sono Sassari.
esposti i reperti provenienti dagli scavi
archeologici. Non lontano vi è infine il
cosiddetto Ponte Romano che, con le STINTINO
sue sette arcate, scavalca in 135 m la
Salendo in direzione del Capo Falcone,
foce del Rio Mannu. si raggiunge Stintino (dal sardo
L A C O S TA O C C I D E N TA L E 91
ASINARA
Chiusa al pubblico fino a poco tempo
fa, a causa della presenza del carcere di
massima sicurezza di Fornelli,
l’Asinara fa parte del Parco Nazionale
del Gennargentu, di recente istituzio-
ne. Lunga poco meno di 18 km e larga
al massimo 6, l’isola culmina nella
punta della Scomunica a 408 m di
quota e rappresenta un ambiente
naturale unico nel Mediterraneo
occidentale per la presenza di specie
92 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
ARGENTIERA
Molti luoghi, in Sardegna,
riconducono alla storia delle antiche
miniere. All’Argentiera, non lontana
dal moderno borgo di Palmadula,
Romani e Pisani si dedicarono a lungo
all’estrazione del prezioso minerale che
avrebbe dato il nome alla zona.
Affacciati sul mare, da dove proveniva-
no navi e barche da carico necessarie al
trasferimento e al commercio del
minerale, gli stabilimenti minerari
ottocenteschi sono imponenti, con le
loro costruzioni in legno e in
muratura. Negli ultimi anni una serie
di restauri e rifacimenti (non ancora
portati a termine) ha cambiato il colpo
d’occhio sul complesso minerario, che
resta tuttavia uno dei più affascinanti
esempi di archeologia industriale che è
possibile visitare in Sardegna. Durante
l’estate la baia è frequentata dai
bagnanti che qui più che altrove
trovano tranquillità e acque cristalline.
CAPO CACCIA
ABBASANTA
Il piccolo paese, con il suo centro dove
ancora si incontrano le vecchie case
della tradizione fatte di pietra basaltica
scura, ruota attorno alla ottocentesca
chiesa parrocchiale di Santa Cristina,
ispirata a
imponenti
forme
architettoniche
rinascimentali.
Al centro di
una regione
dove è molto sviluppata l’agricoltura,
Abbasanta deve la sua importanza alla
posizione rispetto alle principali vie di
comunicazione, antiche e moderne,
che attraversano il centro dell’isola.
Non lontano da Abbasanta vi sono due
dei siti di rilevante interesse archeolo-
gico dell’isola: il Nuraghe Losa e il
complesso nuragico di Santa Cristina
(p 137). Per raggiungere il Nuraghe
96 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
CASTELLO MALASPINA
Costruito nel 1112 dai marchesi di
Malaspina dello Spino Secco, ha un
aspetto imponente nonostante restino
solo le torri e il muro di cinta.
Ampliato e ricostruito nel ’300,
racchiude una superficie di diecimila
metri quadrati. Del castello vero e
proprio rimangono in piedi solo alcuni
muri nell’angolo nord-est del recinto,
ai piedi della Torre maestra. Costruita
in blocchi di trachite ocra chiaro agli
inizi del Trecento, è oggi in fase di
ristrutturazione. All’interno delle
mura l’unica costruzione rimasta in
piedi è la chiesa di Nostra Signora di
Regnos Altos, costruita nel Trecento e
L A C O S TA O C C I D E N TA L E 99
CABRAS
A pochi chilometri da Oristano,
Cabras è un paese dalle case a un
piano che ha conservato l’impianto
antico. Sorge ai bordi dello stagno,
esteso per 2.000 ha, che è il più grande
stagno di acqua dolce della Sardegna e
comunica col mare attraverso una
serie di canali. La presenza contempo-
102 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
corteo di cavalieri, trombettieri e una bella vista sullo stagno, uno dei
tamburini che attraversa la città fino più pescosi dell’isola, solcato ancora da
alla piazza della giostra. A un segnale is fassonis, le lunghe imbarcazioni di
convenuto si lancia al galoppo per la falasco, di lontana origine fenicia;
via che costeggia l’Arcivescovado e la durante la sagra di Santa Giusta
Cattedrale. Nella corsa il capocorda gareggiano in una spettacolare regata.
deve infilare la spada nel foro al centro La specialità locale è la bottarga,
di una stella appesa a un filo. Se ci costituita da uova di muggine
riesce il raccolto dell’anno sarà essiccate.
abbondante.
ARBOREA
SANTA GIUSTA Al centro di una piana
Sulle sponde dello stagno omonimo, è bonificata in epoca
un borgo agricolo che sorge sui resti fascista, Arborea è
della città romana di Ottona. Su un sorta nel 1930 con il
rilievo all’ingresso del paese si trova la nome di
Cattedrale di Santa Giusta, gioiello Mussolinia.
dell’architettura romanico-pisana che Immerso nel verde
risente di influssi arabi e lombardi. dei campi, il paese
Costruita nella prima metà del XII ha la tipica struttura
secolo, presenta una facciata slanciata, regolare degli insediamenti recenti. Gli
il cui effetto risulta amplificato dalla edifici pubblici (la scuola, la parroc-
scalinata, con triplice arcata, che chia, l’albergo e il palazzo del Comu-
inquadra il portale e una finestra a ne) si affacciano su piazza Maria
trifora. Nell’interno, a tre navate, le Ausiliatrice, da cui partono le vie
colonne hanno stili e forme divesi principali che seguono uno sviluppo
perché provengono dai resti delle ortogonale. I viali sono alberati, le case
vicine città romane di Neapolis, a due piani in stile neogotico sono
Tharros e Othoca. Dal sagrato si gode circondate dal verde. Nel Palazzo
110 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
L A C O S TA O C C I D E N TA L E 111
112 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
Comunale si trova la Collezione Civica “casa aragonese” del primo ’600, con
Archeologica: una raccolta di reperti portali e finestre in stile catalano. Sulla
archeologici, provenienti dalla stessa via, la cinquecentesca parroc-
necropoli romana di S’Ungroni. A chiale di San Pietro Apostolo in
circa 9 km si trova il borgo di pescatori trachite rossa, quasi interamente rifatta
di Marceddi sui bordi dello stagno, in epoca moderna. In riva al fiume ci
dominato dalla cinquecentesca sono le Terme Romane, oggi visitabili
Torrevecchia. dopo un lungo
restauro. La
piscina
FORDONGIANUS rettangolare
raccoglie
Nella bella valle del Tirso, l’antica
Forum Traiani è la più importante città ancor oggi
l’acqua calda
romana dell’interno, avamposto
fortificato contro le popolazioni (a una
temperatura di circa 50 gradi)
barbaricine. Le case del centro sono in
pietra rossa e grigia. Una delle meglio proveniente dalle sorgenti termali e
utilizzata dalle donne del paese per il
conservate è casa Madeddu, l’antica
bucato. All’interno un porticato e belle
L A C O S TA O C C I D E N TA L E 113
PAULILÀTINO
Circondata
da oliveti e
boschi di
sughere,
questa
borgata
agricola
sorge ai margini dell’altopiano
basaltico di Abbasanta. Le case sono in
pietra scura, con portali in stile
aragonese e balconcini in ferro battuto.
Scura anche la parrocchiale di San
Teodoro del XVII secolo in stile
gotico-aragonese, con un rosone dai
vetri colorati e campanile a cipolla. Nel
Palazzo Atzori è aperto un Museo
etnografico che raccoglie oggetti di uso
quotidiano e utensili domestici tipici
della zona.
Dintorni: a 4 km dal centro, sulla
superstrada 131, deviando si arriva al
villaggio nuragico di Santa Cristina.
Un muro a secco delimita la zona
114 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
una preesistente chiesa del XII secolo. torrioni di Trebina Longa e Trebina
Due campanili con cupole in ceramica Lada, le cime più alte di Monte Arci,
chiudono la facciata. L’interno, in stile punte residue dell’antico cratere.
barocco, ha una sagrestia arredata con Lungo i sentieri si possono notare le
mobili intagliati e un raro crocifisso schegge di ossidiana, il prezioso vetro
del Trecento. Nell’Archivio capitolare si naturale che, ridotto in sottilissime
trovano raffinate opere di oreficeria. lastre, serviva per la fabbrica-
Sulla stessa piazza si affacciano il zione di punte di frecce,
Palazzo vescovile, il Seminario e lance e raschiatoi.
l’Oratorio della Madonna del Rosario. L’ossidiana di Monte Arci
Àles è il paese natale di Antonio non riforniva soltanto la
Gramsci (1891-1937), come ricordano Sardegna ma, tra il VI e il
il monumento di Giò Pomodoro e la III millennio a.C., veniva
targa apposta sulla sua casa natale. esportata in tutto il
Mediterraneo.
Dintorni: il paese è il punto di
partenza per salire ai panoramici
LA SARDEGNA
ZONA PER ZONA
Il Nord e la
Costa Smeralda
118 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
Note
I L N O R D E L A C O S TA S M E R A L D A 119
zione della macchia si raggiunge infine direzione di Olbia e, dopo 600 m, alla
il faro di Capo Testa. fine dell’abitato, seguire un bivio e un
sentiero sulla destra; una volta
raggiunta la costruzione, con una scala
ARZACHENA che sale al livello superiore si può
raggiungere un corpo laterale. Sono
Fino a quarant’anni fa, Arzachena era
un pacifico borgo pastorale dell’inter- ancora visibili le mensole sporgenti di
pietra necessarie a sorreggere l’antica
no. Oggi, trasformato nel capoluogo di
una regione turistica tra le più note del struttura in legno.
mondo, la Costa Smeralda, il paese è
cambiato molto. In alto, sopra le case, TOMBA DI GIGANTI CODDU VECCHIU
Percorrere la SS427 in direzione
vi è una curiosa roccia scolpita dal
vento che per la sua forma viene Calangianus e poi, dopo circa 3 km,
seguire il bivio verso destra in
chiamata il Fungo, e nei dintorni molte
sono le tracce della preistoria. Tra i siti direzione di Luogosanto. Dopo circa
1,800 km, ci si immette sulla strada di
più interessanti per un’escursione
nell’interno sono il Nuraghe Capichera e poche centinaia di metri
più avanti (un breve sentiero deve
Albicciu, la Tomba di
Giganti Coddu essere percorso a piedi),
sulla destra si incontra la
Vecchiu e la
Necropoli Li tomba. Al centro del
monumento
Muri.
NURAGHE funerario vi è una
stele alta 4 m
ALBUCCIU
Uscire da circondata da una
quinta
Arzachena in
124 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
AGGIUS
ARCIPELAGO DELLA La natura ha dato la forma al paese e al
MADDALENA suo circondario.
Sette isole (Maddalena, Caprera e La roccia
granitica
Santo Stefano a sud-est, Spargi,
Budelli, Razzoli e Santa Maria a nord- domina nel
paesaggio di
ovest) costituiscono l’Arcipelago della
Maddalena, oltre il quale si apre lo Aggius, sia tra
le alture del Parco Capitza che
stretto delle Bocche di Bonifacio
diventato parco marino dall’inizio del sovrastano il paese, che nel fantastico
labirinto di massi della vicina Valle
1997. Coste frastagliate, rocce erose
dal vento e il tenace rigoglio della della Luna. In passato sotto il dominio
dei Doria e poi degli Aragonesi, il
I L N O R D E L A C O S TA S M E R A L D A 125
paese deve oggi la sua prosperità del consorte Ubaldo Visconti, prima di
all’estrazione e alla lavorazione del divenire feudo delle nobili famiglie
granito, anche se l’artigianato (soprat- italiane dei Doria e dei Malaspina. Su
tutto la produzione di tappeti che tutto domina la sagoma articolata del
viene eseguita in ogni sua fase Monte Limbara, il vero centro
utilizzando tecniche tradizionali) è in geografico delle alture della Gallura.
notevole sviluppo. Il centro del paese
ha un aspetto gradevole per la cura
con cui vengono conservate le antiche BUDDUSÒ
case in pietra, forse tra le più belle
Grosso borgo che deve la sua prosperi-
dell’intera Gallura. Durante i tà alla pastorizia, all’estrazione del
festeggiamenti della prima domenica
granito e alla lavorazione e
di ottobre si svolge anche la festa “di li commercializzazione del sughero,
’agghiani”, cioè degli scapoli, nella
Buddusò ha un centro storico le cui
quale si può gustare la “suppa cuata”, strade lastricate si snodano davanti alle
tipica minestra gallurese. La strada che
facciate di palazzetti di pietra scura. In
da Aggius va verso Isola Rossa epoca romana, qui passava la grande
raggiunge in breve il fondo della Valle
strada commerciale da Kàralis
della Luna, paesaggio impressionante a (Cagliari) a Olbia e il paese aveva il
causa dell’enorme quantità di
nome di Caput Thirsi. Interessante una
affioramenti rocciosi, resti dell’antico visita alla parrocchiale di Santa
modellamento glaciale. In corrispon-
Anastasia (e ai dipinti conservati nella
denza di una curva a sinistra, si stacca sagrestia) e da non perdere la gita
dalla strada sulla destra un viottolo
attraverso i Monti di Alà.
sterrato che va abbandonato poco Dintorni: non lontano il Nuraghe Iselle
prima di un ponte per seguire la
(verso Pattada) e il Nuraghe Loelle, in
stradina che, sulla destra, conduce al direzione di Mamone.
Nuraghe Izzana, nel centro della valle.
uno dei pochi superstiti della serie di e lentisco. Si racconta che nel secolo
stagni costieri che si stendeva a sud del scorso Carlo Alberto, re di Piemonte e
golfo di Olbia. Sull’acqua non è Sardegna, sbarcato sull’isola a caccia
difficile osservare i germani reali e le delle mitiche capre dai denti d’oro
folaghe che, se avvistano un rapace o (fenomeno causato da un’erba che
un pericolo, si radunano in gruppi lascia quei riflessi), rimanesse affasci-
scuri e vocianti. Aironi cenerini, aironi nato dal posto tanto da nominare il
rossi e fratini si aggirano in cerca di suo unico abitante, Paolo Bertolini, “re
preda, mentre non è raro osservare il della Tavolara” con tanto di carta
volo del gheppio, uno dei rapaci più protocollare. D’estate si raggiunge
piccoli dei nostri cieli. facilmente da Olbia.
OZIERI
Adagiata sul fondo di una conca
naturale, Ozieri è una delle mete più
accattivanti della Sardegna del nord-
est. Interessanti le tradizioni e
l’architettura del paese, affascinante la
storia millenaria che, andando indietro
nel tempo di millenni, ci porta a
conoscere la cultura di cui Ozieri fu la
Dintorni: non lontano dal paese, in culla, la più recente delle culture
direzione di Buddusò, vi è la mole del neolitiche. Il tessuto urbanistico del
nuraghe Ruju, con il suo villaggio paese è vario, e si adatta al pendio dei
preistorico che emerge dalla colli: tra le case alte spunta di quando
vegetazione.In direzione di Monti, in quando un’altana adorna di fiori. Ai
invece, dopo una lunga traversata margini della parte antica del paese - i
sull’altopiano costellato di grossi massi cui punti di maggiore interesse sono le
di tutte le forme e dimensioni, una piazze Carlo Alberto e quella dell’anti-
deviazione conduce al santuario di San ca Fonte Grixoni - vi è la cattedrale che
Pietro l’Eremita, lungo un percorso ospita uno splendido polittico del ’500
che a tratti si apre verso il mare con in sardo realizzato dal “maestro di
lontananza la mole della rocciosa Ozieri”, il più importante pittore del
Tavolara. La chiesa, romanica, è stata XVI secolo. Il polittico, che rappresen-
recentemente restaurata e tutti gli ta la miracolosa apparizione del
anni, il giorno di Ferragosto, si affolla Santuario della Madonna di Loreto,
di numerosi pellegrini provenienti dai mostra influenze spagnole e spunti di
dintorni. maniera fiamminga. Il
complesso del convento
secentesco di San Francesco,
PATTADA invece, ospita il Museo
Archeologico, nelle cui sale
Al centro di un territorio
sono esposti materiali prove-
ricchissimo di nuraghi e di
nienti dagli scavi nella zona e
testimonianze dell’antichità,
precedentemente esposti nel
Pattada è famosa in tutto il
museo di Sassari. Buona parte dei
mondo per l’artigianato dei
reperti è riferibile alla cultura detta
coltelli, nato proprio qui a
di Ozieri - o di San Michele dal nome
causa della presenza di un
della grotta nella quale sono stati
ricco giacimento di
effettuati i più importanti ritrovamenti
minerale ferroso sfruttato
- che, tra il 3.500 e il 2.700 a.C., ha
fin dall’antichità. Molti
dominato nell’isola.
128 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
SASSARI
Seconda città sarda per importanza
commerciale, politica e culturale,
Sassari sorge su un tavolato che
digrada dolcemente verso il mare tra
oliveti, valli fertili e ben coltivate. Ha
una lunga storia di invasioni, conquiste
e razzie, ma anche una forte tradizione
di ribellioni e sommosse dovute allo
spirito combattivo e individualista dei
suoi abitanti. Pisani, Genovesi e
Aragonesi tentarono di sottometterla,
ma sempre lo spirito indomito dei
Sassaresi riuscì a riconfermare la
propria autonomia e indipendenza.
Non a caso, l’eroe simbolo è Carlo
Maria Angioj, capo della rivolta del
1796 da un gruppo di radicali contro il
governo dei Savoia che volevano
imporre un sistema feudale. La città ha
dato i natali a due presidenti della
Repubblica, Antonio Segni e Francesco
Cossiga, e al segretario del PCI, Enrico
Berlinguer.
VISITANDO SASSARI
La città vecchia, dai vicoli tortuosi e
intricati che partono dalle arterie
principali, era un tempo delimitata da
una cerchia di mura che correvano
lungo gli attuali corso Vico, corso
Trinità, via Brigata Sassari e corso
Margherita. Ora della cinta muraria
La zona circostante il paese è ricca di esistono solo pochi frammenti (come
testimonianze storiche e quello all’inizio di corso Trinità), ma la
archeologiche, come le domus de janas città conserva un centro storico che,
di Butule, la necropoli di San Pantaleo, seppur degradato, mantiene una
il dolmen di Montiju Coronas. La fisionomia ben precisa.
grotta di San Michele si apre in uno Il nucleo storico si può visitare tutto a
spiazzo alle spalle dell’ospedale di piedi nel corso di una mattinata. Le
Ozieri, presso il campo sportivo; tappe fonda- mentali sono costituite
proprio nel corso della costruzione di dal Duomo, da
questo una parte della grotta è andata piazza Italia, dalla
distrutta. Nella cavità sono stati fonte del Rosello,
rinvenuti numerosi frammenti di dalle chiese di
ceramica decorata, ossa umane, una Sant’Antonio,
Dea Madre e frammenti di ossidiana di Santa Maria di
Monte Arci. Tutti reperti che avvalora- Betlem e San
no la teoria che ci sia una continuità Pietro in Silki e
fra la cultura di Bonu Ighinu e quella dal museo Sanna.
di questo periodo.
I L N O R D E L A C O S TA S M E R A L D A 129
IL DUOMO
Dedicato a San Nicola, presenta
un’imponente facciata barocca che
contrasta con la sua mole e con le linee
semplici ed eleganti della piazzetta
settecentesca dalla caratteristica forma
semicircolare sulla quale si affaccia.
Frutto di sovrapposizioni operate nei
secoli, sorge su una primitiva chiesa
romanica di cui rimangono la parte
inferiore del campanile e la base della
facciata. Alla fine del Quattrocento, la
struttura originaria subì trasformazio-
ni radicali che ne modificarono la
sagoma, ampliandola fino a farle
assumere proporzioni inusuali. I
fianchi vennero rinforzati da pesanti
contrafforti decorati con doccioni
dalle forme di animali mostruosi,
mentre l’interno venne ricostruito in
stile gotico. Alla fine del Settecento,
venne modificata la parte superiore
della facciata che fu abbellita da
pesanti quanto sfarzose decorazioni
barocche: volute, fiori, angioletti e
figure mostruose. Al centro, la statua
di San Nicola è sovrastata dalle
rappresentazioni dei tre martiri
turritani Gavino, Proto e Gianuario
racchiuse in tre nicchie. Alla parte
inferiore del campanile, in stile
lombardo, venne aggiunta, sempre nel
Settecento, una sopraelevazione
ottagonale decorata con maioliche
policrome. L’interno della chiesa (che è
stato completamente restaurato)
conserva la semplicità delle linee
gotiche, nonostante la presenza di
alcuni altari barocchi. Notevole il coro,
frutto del lavoro di artisti sardi del
Settecento. Il Museo del Duomo, cui si
accede tramite la “cappella aragonese”
sulla destra, conserva lo Stendardo
processionale di un anonimo del
Quattrocento e la statua di San Gavino una piccola scalinata in pietra che un
in argento, sbalzato secondo la tecnica po’ pomposamente prende il nome di
messicana in voga nella seconda metà via Col di Lana porta alla Fontana del
del Seicento. Rosello in fondo al vallone di Valverde.
In realtà, della valle e del boschetto che
FONTANA DEL ROSELLO un tempo dovevano costituire lo
Sul lato destro della chiesa della sfondo naturale di questo piccolo
Santissima Trinità in piazza Mercato, gioiello in stile rinascimentale, è
130 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
rimasto ben poco. Questo non torri, che sono il simbolo della città; il
significa però che l’amore che i tutto è sormontato da due archi
sassaresi nutrono per la fonte sia incrociati che proteggono l’immagine
diminuito: un tempo ritrovo della di San Gavino.
borghesia illuminata e centro della
raccolta dell’acqua che sgorgava dalle SANT’ANTONIO ABATE
otto bocche di leone alla base della L’imponente facciata barocca della
fontana per gli acquaioli della città, è chiesa, che risale ai primi anni del
ora uno dei simboli della città. La Settecento, domina con le sue linee
fonte, opera di artisti genovesi, risale ai semplici e la struttura ben proporzio-
primi anni del XVII secolo ed è nata la piazza alberata che si apre al
formata da due parallelepipedi termine di corso Trinità. Il portale reca
sovrapposti in marmo bianco e verde. ancora nella parte superiore l’emblema
Le bocche di leone sono circondate della confraternita che la fece costrui-
dalle statue che simboleggiano le re, mentre l’interno conserva uno dei
quattro stagioni, i cui originali più raffinati altari
andarono distrutti durante i moti del in legno della
1795-96. Al centro, una divinità città, sormon-
barbuta e un po’ arcigna, conosciuta tato da un
come Giogli, è circondata da piccole retablo in
I L N O R D E L A C O S TA S M E R A L D A 131
ceri votivi donati dalle corporazioni. di una statua della stessa all’interno di
Nel chiostro, purtroppo in parte una colonna posta sul piazzale e
murato ma ancora visitabile, sorge la rimane uno degli esempi migliori dello
trecentesca fontana di pietra granitica stile gotico-catalano dell’isola.
del Brigliadore che un tempo riforniva Dall’altra parte della piazza, proprio di
di acqua gran parte della città. fronte alla chiesa, il convento dei Frati
Minori ospita una delle biblioteche più
SAN PIETRO IN SILKI ricche della Sardegna: più di 14.000
La chiesa romanica di San Pietro in volumi recuperati dai Francescani al
Silki si apre su un bel piazzale alberato momento della chiusura di molti dei
e porta il nome dell’antico borgo loro conventi.
medievale su cui fu eretta nel XII
secolo. La semplice facciata secentesca CORSO VITTORIO EMANUELE
presenta un ampio atrio che conduce Arteria principale della città, il corso
alla navata interna in stile gotico su cui collega piazza Sant’Antonio con piazza
si affacciano quattro cappelle. La Cavallino, attraversando il cuore della
prima venne dedicata nella seconda città vecchia. Antiche case
metà del Quattrocento alla Madonna ottocentesche e palazzi aragonesi
delle Grazie, in seguito al ritrovamento cinquecenteschi lasciano spesso
I L N O R D E L A C O S TA S M E R A L D A 133
PIAZZA D’ITALIA
La grande piazza (un ettaro di
superficie) sorge proprio all’inizio
della città ottocentesca. Circondata da
eleganti quanto armoniosi edifici in
stile neoclassico, costituisce un
ambiente omogeneo: al centro, fra alte
palme e aiuole ben tenute, troneggia la
statua di Vittorio Emanuele II. Tra gli
edifici, spicca il Palazzo della Provin-
cia, dalle pure linee neoclassiche. Al
primo piano è possibile visitare l’aula
consiliare: lungo le pareti corrono
dipinti ottocenteschi che illustrano
momenti importanti della vita politica
cittadina, come La proclamazione
degli Statuti Sassaresi e L’ingresso di
Carlo Maria Angioj a Sassari. È inoltre
possibile visitare l’attiguo appartamen-
to reale realizzato nel 1884 in occasio-
ne della visita del re di Sardegna. Nelle
serate estive il cortile è a disposizione
per rappresentazioni teatrali e
concerti. Belli i portici Bargone e
Crispi che portano, sul lato nord-ovest
della piazza, a piazza Castello. Di
I L N O R D E L A C O S TA S M E R A L D A 135
SANTA CATERINA
Nella chiesa, eretta alla fine del XVI
sec. per la Compagnia di Gesù,
mescola elementi di tradizione gotica
con forme rinascimentali. Pregevole la
decorazione a intagli di pietra.
All’interno sono custoditi dipinti di
Giovanni Bilevelt.
CASTELSARDO
In alto su un promon-
torio vulcanico
Castelsardo ha
cambiato nome
più volte nel
corso
della
sua
storia.
Fondato nel 1102 dalla nobile famiglia
genovese dei Doria, il paese si chiamò
inizialmente Castelgenovese, nome che
mantenne fino al 1448 quando, dopo la
conquista spagnola, divenne
Castellaragonese. Solo nel 1776
assunse il nome attuale. A dominare il
panorama è il castello, che ospita un
museo dedicato all’arte dell’intreccio,
mentre sul mare si affaccia la cattedra-
le di Sant’Antonio Abate. È
consigliabile una visita accurata, anche
per la possibilità di acquistare oggetti
d’artigianato nei numerosi negozietti
che si aprono sui vicoli del centro. La
cucina di mare è basata sul pesce e
sulle aragoste. Il lunedì della Settimana
Santa, il paese di Castelsardo è teatro
136 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA
IL CASTELLO
Costruita tra il XII e il XIV secolo, la
fortezza è composta da diversi
ambienti in cui sono esposti oggetti
intrecciati realizzati con i vari materia-
li della tradizione: palma, asfodelo,
giunco. Dalle terrazze del castello il
panorama è aperto sul golfo
dell’Asinara con, sullo sfondo, nelle
giornate limpide, i monti della Corsica.
LA ROCCIA DELL’ELEFANTE
Non lontano da
Castelsardo, in
località
Multeddu, a
fianco della
strada si erge
l’imponente
mole della
Roccia dell’Elefante, un blocco di
trachite scura scolpita dal vento; si
tratta di una delle rocce scolpite più
famose della regione, utilizzata
anticamente come luogo di inumazio-
ne. Alla sua base infatti si trovano i
piccoli imbocchi scolpiti di alcune
domus de janas.
ISOLA ROSSA
Le ultime colline della Gallura scendo-
no verso il mare in un paesaggio
caratterizzato dalle bizzarre forme delle
rocce rosate erose dal vento. Isola
Rossa, piccolo insediamento di
pescatori, sorge su un promontorio ai
piedi di una imponente torre
d’avvistamento cinquecentesca. Al largo
della costa vi è l’isolotto che, per il suo
colore rossiccio, diede il nome al paese,
mentre in una piccola cala vengono
tutti i giorni tirati in secco i
pescherecci di ritorno
dal mare. La costa dei
dintorni è di notevole
interesse, soprattutto
verso oriente, dove
merita una deviazione
il monte Tinnari, affacciato
sul mare. A occidente, invece, la costa si
abbassa in corrispondenza della foce
del Rio Coghina, a poca distanza dalla
mole di Castelsardo.
138 LA SARDEGNA ZONA PER ZONA