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SAN BAO - Centro Studi Kung Fu

SCUOLA DI DISCIPLINE ORIENTALI - LE PAROLE DEI MAESTRI -

La Padronanza della Forza


Un Antico Maestro ci parla di Kung Fu

II testo qui riportato è opera di un maestro di Kung Fu. La data dell'opera è degli ultimi anni del
1800, circa 200 anni fa, il nome dell'autore è sconosciuto, ma la sua opera, sottoforma di
manoscritto, è stata conservata da un Maestro di Taiwan e pubblicata in lingua Inglese sul libro:
"Secrets of Shaolin Temple Boxing".

"Tutto inizia e finisce con il Qi, l'energia interna. Essere padroni di questa energia
significa penetrare in un mondo sconosciuto e raggiungere uno stato in cui la vita e la
morte perdono le loro caratteristiche di paura. Quando raggiungete questo stato, diventerete
veramente voi stessi...
Il Qi va prima coltivato e poi esercitato. Per coltivarlo bisogna tenerlo ben
bilanciato nell'interno del nostro corpo. In tal modo la mente si tranquillizza e ogni
movimento diventa armonioso, pieno di grazia. Solo raggiungendo questo stato sarete in
grado di affrontare un avversario...
Il Qi viene coltivato senza uno sforzo cosciente, ma deve essere esercitato, ossia
fatto circolare nel corpo, tramite una tecnica respiratoria diretta dalla mente....
Il bravo praticante combina sempre la durezza con la morbidezza. Il monaco Chueh
Yuan (colui che ha uniformato lo stile Shaolin) diceva:
"La forza si trasforma da morbida in dura e il Qi si manifesta coltivandolo. La forza deriva dal Qi e
opera quando il Qi va verso il Basso del nostro corpo. Senza Qi non vi è vera forza. Un praticante di basso
livello tira pugni con atteggiamento feroce, ma non vi è vera forza nei suoi colpi. Un bravo praticante non è
cosi appariscente, ma un suo colpo è pesante come una montagna.
Questo succedi perché egli possiede il Qi. (Dopo una (unga pratica è possibile concentrare tutto
il Qi nel punto che viene attaccato. La mente comanda ed il Qi si dirige istantaneamente in qualsiasi
parte del corpo".
Prima di esercitare il Qi è necessario apprendere le posizioni. La
posizione del cavaliere è eccellente perché rende forti i fianchi e le gambe;
essa conferisce al corpo grande stabilità. Adottando questa posizione potrete
stare in equilibrio anche accanto a un burrone. Nella posizione del cavaliere
indirizzate il Qi verso il basso del vostro corpo, non lasciatelo fluttuare nel
petto. Solo cosi potrete radicare i piedi a terra. 1

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Un vecchio proverbio dice: "prima di imparare a combattere impara a stare in piedi".
Concentrate dunque il vostro Qi sotto l'ombelico, ciò renderà la posizione forte e stabile in ogni
occasione. Solo allora potrete iniziare ad apprendere le tecniche di combattimento. Nella via
delle arti marziali, esistono tre gradi di abilità. Essi sono basati sulla capacità di combinare la
durezza con la morbidezza.
Il praticante di primo grado, quello più elevato, non è ne duro ne morbido, ma è duro e
morbido contemporaneamente. L'avversario non può anticiparne le azioni perché i suoi movimenti
sono imprevedibili. Le sue dita appaiono morbide, ma quando toccano si trasformano in scalpelli
d'acciaio. Chi viene colpito non sa né come né da dove sia venuto l'attacco. In breve dunque, la
morbidezza è associata ad una prodigiosa forza e durezza.
Il praticante di secondo grado è molto inferiore a quello di primo, perché non è in grado di
armonizzare la durezza con la morbidezza. I suoi avversar! possono spaventarsi per il suo aspetto
esteriore, ma i suoi muscoli non riescono a competere con la manovra morbida di un praticante
di primo grado.
I praticanti di terzo grado sono ancora peggio. Anche un buon Maestro ha poche possibilità di
farli progredire, perché le loro abitudini sono ormai radicate. Essi danno esclusiva importanza alla
forza fisica e ciò a detrimento dell'azione coordinata di tutto il corpo....
In conclusione il primo grado armonizza il duro con il morbido, il secondo grado da
maggior importanza alla durezza, il terzo grado conosce solo la durezza.
Una buona vista è un requisito fondamentale per un praticante di arti marziali.
/ segreti dei campioni stanno in occhi acuti, mani veloci, grande coraggio, passo sicuro e vera forza.
Dove bisogna guardare quando si combatte? Dipende dalle scuole. Alla scuola di Shansi
insegnano a guardare le spalle dell'avversario, i combattenti della scuola della provincia di Honan
guardano invece il petto. Molti praticanti del nord guardano la punta delle dita dell'avversario,
mentre quelli delle regioni di Szechwan, Kweichow, Hunan e Hupei fissano gli occhi dei loro nemici.
Non si può dire quale metodo sia il migliore. E' meglio praticarli tutti e utilizzare il metodo giusto nel
momento giusto. Il vostro sguardo deve essere fiero come quello del leone e acuto come quello
dell'aquila. La vostra mente deve essere libera da pensieri di vita o di morte e con la vista dovete
abbracciare tutto senza la presenza di pensieri consci.
Ascoltare è molto importante per difendersi da un attacco alle spalle. Un udito sottile è il
risultato di molte ore di pratica solitaria. Dicono che la Mo, dopo essere rimasto per nove anni in
meditazione di fronte a un muro, potesse ascoltare la conversazione delle formiche!
I Boxer di Shaolin affermano che i colpi veramente efficaci sono invisibili. Il nemico
deve cadere senza vedere le vostre mani che lo colpiscono.

Quando raggiungerete questo risultato, quanto sto scrivendo non avrà più alcuna utilità per
voi.

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