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Tu sei santo, Signore Iddio unico, che fai cose stupende.

Tu sei forte. Tu sei grande. Tu sei l'Altissimo. Tu sei il Re onnipotente.


Tu sei il Padre santo, Re del cielo e della terra.
Tu sei trino e uno, Signore Iddio degli dei. Tu sei il bene, tutto il bene,
il sommo bene, Signore Iddio vivo e vero.
Tu sei amore, carità. Tu sei sapienza. Tu sei umiltà. Tu sei pazienza.
Tu sei bellezza. Tu sei sicurezza. Tu sei la pace. Tu sei gaudio e letizia.
Tu sei temperanza. Tu sei ogni nostra ricchezza.
Tu sei bellezza. Tu sei mitezza. Tu sei il protettore. Tu sei il custode e
il difensore nostro. Tu sei fortezza. Tu sei rifugio.
Tu sei la nostra speranza. Tu sei la nostra fede. Tu sei la nostra carità.
Tu sei la nostra dolcezza. Tu sei la nostra vita eterna, grande e ammirabile
Signore, Dio onnipotente, misericordioso Salvatore.

Lodi di Dio altissimo.


San Francesco di Assisi
(Autografo conservato nella Basilica inferiore di Assisi; la nostra “versione ne differisce un
poco).

“.....L'uomo (il padre, commentando le Lodi di Dio altissimo, vede come nella prima parte
Francesco è completamente dimentico di sé, nell'estasi; poi è come se si risvegliasse,
ritornasse in sé, verso la metà delle Lodi) ora è cosciente di sé si rende pienamente conto
che tutta la sua vita interiore è esercizio di virtù teologali: Dio è soggetto e oggetto della sua
fede, della sua speranza, della sua carità. L'anima non vive che la presenza di Dio in sé:
nella sua intelligenza mediante la fede, nella sua volontà mediante l'amore, nella sua
memoria mediante la speranza. (…)
Se la fede diviene sempre più l'unico contenuto dell'intelligenza e l'amore l'unico contenuto
della volontà, soltanto nella speranza si realizza l'unità reale dell'uomo, perché la vera unità
è in Dio che è eterno. La fede stabilisce l'uomo in una conoscenza di Dio e la sua vita
diviene già una visione oscura, non solo perché Dio si rivela come incomprensibile, ma
anche perché la sua presenza oscura ogni creatura e il mondo di quaggiù sparisce lentamente
all'intelletto dell'uomo. Così' per la carità l'uomo possiede Dio: lo possiede e ne è posseduto.
La vita cristiana è esercizio delle virtù teologali. Mediante questo esercizio Dio diviene la
vita dell'uomo, perché attraverso le sue potenze spirituali é Dio che vive in lui e in lui si fa
presente: la fede per l'intelligenza, la carità per la volontà, la speranza, cioè l'unità
dell'essere, per la nostra memoria. Di fatto san Francesco vive la presenza di Dio nel Cristo.
E questa vita non è conoscenza astrattiva per la ragione, non è impegno duro di ascesi per la
volontà: è suprema dolcezza.
La fede diviene luce viva che illumina l'uomo, la speranza è dinamismo di una vita che
sempre ti sollecita e ti spinge a un Dio che si fa presente proprio in un desiderio insaziabile
di sé, la carità è finalmente possesso di Dio. (…).
La vita teologale di Francesco è racchiusa così nell'espressione: “Tu sei la nostra dolcezza.
Tu sei la nostra vita eterna”. (…).
La povertà di Francesco è il segno della pienezza di Dio che lo riempie: Dio è tutto, il
possesso di qualunque cosa gli impedirebbe di godere la Presenza divina nel suo cuore.

(San Francesco preghiera vivente, pag. 193-194)

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