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“.....L'uomo (il padre, commentando le Lodi di Dio altissimo, vede come nella prima parte
Francesco è completamente dimentico di sé, nell'estasi; poi è come se si risvegliasse,
ritornasse in sé, verso la metà delle Lodi) ora è cosciente di sé si rende pienamente conto
che tutta la sua vita interiore è esercizio di virtù teologali: Dio è soggetto e oggetto della sua
fede, della sua speranza, della sua carità. L'anima non vive che la presenza di Dio in sé:
nella sua intelligenza mediante la fede, nella sua volontà mediante l'amore, nella sua
memoria mediante la speranza. (…)
Se la fede diviene sempre più l'unico contenuto dell'intelligenza e l'amore l'unico contenuto
della volontà, soltanto nella speranza si realizza l'unità reale dell'uomo, perché la vera unità
è in Dio che è eterno. La fede stabilisce l'uomo in una conoscenza di Dio e la sua vita
diviene già una visione oscura, non solo perché Dio si rivela come incomprensibile, ma
anche perché la sua presenza oscura ogni creatura e il mondo di quaggiù sparisce lentamente
all'intelletto dell'uomo. Così' per la carità l'uomo possiede Dio: lo possiede e ne è posseduto.
La vita cristiana è esercizio delle virtù teologali. Mediante questo esercizio Dio diviene la
vita dell'uomo, perché attraverso le sue potenze spirituali é Dio che vive in lui e in lui si fa
presente: la fede per l'intelligenza, la carità per la volontà, la speranza, cioè l'unità
dell'essere, per la nostra memoria. Di fatto san Francesco vive la presenza di Dio nel Cristo.
E questa vita non è conoscenza astrattiva per la ragione, non è impegno duro di ascesi per la
volontà: è suprema dolcezza.
La fede diviene luce viva che illumina l'uomo, la speranza è dinamismo di una vita che
sempre ti sollecita e ti spinge a un Dio che si fa presente proprio in un desiderio insaziabile
di sé, la carità è finalmente possesso di Dio. (…).
La vita teologale di Francesco è racchiusa così nell'espressione: “Tu sei la nostra dolcezza.
Tu sei la nostra vita eterna”. (…).
La povertà di Francesco è il segno della pienezza di Dio che lo riempie: Dio è tutto, il
possesso di qualunque cosa gli impedirebbe di godere la Presenza divina nel suo cuore.