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su eresse
DI ELETTRONICA - RADIO - OM • 27 MHz
PRATICA
A&
PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3° /70 - ANNO XX - N. 1- GENNAIO 1991
ED. ELETTRONICA PRATICA- VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO - TEL. 02/6697945 L.5.000

RIMI DIODI APPARATO


CONTROLLATI PROTETTIVO DA
ISSI SCR SOVRACCARICHI

VOLTMETRO
PERRF

DIDATTICO
PER
ONDE MEDIE

RADIORICEVITORE
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MOD. TS 280 D - L. 132.000
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portale - Visualizzatore cristallo liquido
a 33 cifre altezza mm 12,5 montato su elastomeri - Integrati
montali su zoccoli professionali- Batteria 9 V - Autonomia
1000 ore per il tipo zinco carbone, 2000 ore per la batteria
alcalina - Indicatore automatico di balleria scarica quando
rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
- Bassa portata ohmmetrica (20 2)- 10 A misura diretta in D.C.
e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi -
Boccole antinfortunistiche- Dimensione mm 170 x 87 x 42 -
Peso Kg 0,343

PORTATE
VOLT D.C 200 mV-2V-20V-200 V- 1 ooe v
VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A
AMP. A.C. 200 A- 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e distinta dei compo-
nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolali da avvitare
sui puntali.

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MOD. TS 260 - L. 62.000
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate
Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
,,
. "" [g
. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e parli accessorie
Puntali

Gli strumenti pubblicizzati in questa pagina possono essere richiesti inviando anticipatamente
l'importo, nel quale sono già comprese le spese di spedizione, tramite vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale n. 46013207 a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20.
AUGURI
Riprende, a partire da questo mese, con rinnovato vigore,
l'attività tecnico editoriale che ci terrà impegnati nel nuovo
anno. Con lo stimolo dell'interesse per il lavoro che ci aspetta
e la speranza che il tempo futuro sia prodigo di maggiore
serenità per tutti. Per voi che, giustamente, mirate ad
esercitare l'hobby dell'elettronica in un clima diverso, assai più
disteso, cordiale e costruttivo. Per noi che, giorno dopo giorno,
dobbiamo superare tanti, troppi impedimenti burocratici,
momenti di economia difficile, ingerenze che, indubbiamente
e pesantemente, colpiscono l'editoria periodica. Ma che si
riflettono negativamente sugli entusiasmi del nostro pubblico,
costretto a sopportare costi sempre crescenti, a subire
interruzioni nell'esercizio applicato, a soffrire i molti disservizi,
pubblici e privati, che comprimono i settori merceologici,
tecnologici e didattici. Eppure dobbiamo adoperarci in ogni
modo per ritrovare una totale fiducia nei buoni propositi,
richiamandoci al senso del dovere, senza rimanere inerti e
passivi, nella convinzione che basta percorrere il cammino
dell'operosità, per superare ogni ostacolo ed avviare il tutto
verso un lieto fine. Con tali fermi auspici, dunque, ci
rivolgiamo ai lettori, assidui od occasionali, amatori o
abbonati, per esprimere loro il più schietto augurio di buon
anno ed il ringraziamento per i continui, ripetuti messaggi di
plauso alla linea da noi fin qui seguita.
ORME DI ABBOl o
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PER L'ITALIA L. 50.00
PER L'ESTERO L. 60.000
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ELETTRONICA PRATI
VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO
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spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

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tamente presso la nostra sede:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO ■ VA ZURETTI, 52 ■ TEL. 6697945
ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA - ANNO 20 - N. 1 GENNAIO 1991

LA COPERTINA - Propone, questo mese, due


diversi, importanti progetti: quello di un
radioricevitore didattico, per l'ascolto in
altoparlante della gamma delle onde medie e
l'altro, consigliabile ai lettori più preparati, del
dispositivo di protezione, contro i sovraccarichi,
degli amplificatori di bassa frequenza.

Sommario
4
editrice
ELETTRONICA PRATICA
RADIORICEVITORE
PER ONDE MEDIE
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
14
disegno tecnico PROTEZIONE
CORRADO EUGENIO
DA SOVRACCARICHI
stampa
TIMEC
ALBAIRATE - MILANO 24
PREAMPLIFICATORE
Distributore esclusivo per l'Italia:
A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27 - 20126
SIMMETRICO
Milano tel. 25261 autorizzazione Tribunale
Civile di Milano - N. 7 4 del 29-12-1972-
pubblicità inferiore al 25%. 34
VOLTMETRO ELETTRONICO
UNA COPIA L. 5.000 PER TENSIONI BF-RF
ARRETRATO L 5.000
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I FASCICOLI ARRETRATI DEBBONO ESSERE
RICHIESTI ESCLUSIVAMENTE A:
PRIMI PASSI
ELETTRONICA PRATICA DIODI SCR
Via Zureti, 52 - 20125 MILANO

DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE - PUBBLI-


CITÀ - VIA ZURETTI 52 - 20125 MILANO 52
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sono riservati a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono. 55
LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


Un piacevole esercizio
di radiotecnica applicata.

Impiego di componenti moderni


ma economIc1.

RICEVITORE RADIO
DIDATTICO
La pubblicazione del progetto di un semplice prezzi, i più svariati modelli di ricevitori, in gran
radioricevitore portatile, adatto all'ascolto delle parte provenienti dall'estremo oriente, costruiti
sole onde medie, non può rappresentare, così con tecniche e caratteristiche certamente non
come poteva accadere un tempo, l'occasione raggiungibili da un dilettante. Ma il suggeri-
per realizzare ed entrare in possesso di un ap- mento applicativo che, di quando in quando, il
parato di sicuro valore commerciale. Perché nostro periodico propone ai suoi lettori, assume
l'attuale mercato dell'elettronica offre a tutti e ben altro significato: esattamente quello di par-
in ogni luogo l'opportunità di acquistare, a bassi tecipare ad una breve lezione di radioelettroni-
ca pratica, che si impone come tappa d'obbligo
per l'arricchimento della formazione intellet-
tuale, necessaria per affrontare, in futuro, pro-
grammi assai più complessi e prodighi di soddi-
La costruzione di un ricevitore sfazioni personali. Dunque, l'apparecchio radio,
qui presentato e descritto, risponde pienamente
radio per onde medie, alle esigenze ed alle aspirazioni di coloro che,
alimentato a pila, di piccole nella disciplina elettronica, stanno muovendo i
primi passi e non possono, evidentemente, sot-
dimensioni e con ascolto in toporsi a difficili procedimenti di taratura, sia
altoparlante, rappresenta un per giustificata inesperienza, sia per carenza di
importante traguardo nella attrezzature e strumenti. Conseguentemente,
l'ascolto, pur ottenuto attraverso un piccolo al-
didattica della radiotelefonìa. Ma toparlante, è limitato alla sola gamma a modu-
anche l'esercizio pratico, più lazione d'ampiezza e, in particolare, alle emit-
tenti radiofoniche locali di maggior potenza,
elementare, che mette alla prova pur ricorrendo ai circuiti di antenna e di terra,
le attitudini di ogni hobbysta. ma garantendo la presenza delle fondamentali

4 Elettronica Pratica
Ricevitore radio didattico

Esaltazione delle caratteristiche di sensibilità e selettività.

qualità della sensibilità di ricezione e della se- ro il conduttore elettrico che, all'estremità op-
lettività dei segnali, derivando l'alimentazione posta, raggiunge un rubinetto dell'acqua od un
da una piccola pila. tubo dell'impianto di riscaldamento.
In fase di progettazione del circuito del radiori- Sulla linea di discesa dell'antenna è presente il
cevitore, sono state di proposito ignorate le tec- compensatore Cl, che è un piccolo condensato-
niche della reazione, reflex, supereterodina e re il cui valore capacitivo può essere regolato,
quant'altro appartiene ai diversi metodi dell'in- per mezzo di un cacciavite, fra un minimo di 10
segnamento mirato alla preparazione professio- pF ed un massimo dì 60 pF, allo scopo di adat-
nale dell'allievo, per lasciare spazio, invece, a tare il comportamento dell'antenna adottata a
quello della rivelazione diretta e dell'ingresso quello del circuito oscillante, composto dalla
ad alta impedenza. Ma lasciamo da parte, a bobina L1 e dal condensatore variabile C2, il
questo punto, ogni ulteriore elemento introdut- cui perno ruotante consente la ricerca delle
tivo, per iniziare subito un attento esame delle emittenti radiofoniche e costituisce, quindi, il
prime sezioni dello schema elettrico di figura 1. comando di sintonia del ricevitore.
Più precisamente, il condensatore variabile C2
seleziona i segnali radio captati dall'antenna ed
IL CIRCUITO OSCILLANTE applicati al circuito oscillante, per concedere via
libera soltanto ad uno di questi. Perché la posi-
Sul morsetto contrassegnato con la lettera A va zione delle lamine mobili, rispetto a quelle fisse
collegato il conduttore di discesa dell'antenna, del variabile C2, stabilisce, assieme alle caratte-
che può essere rappresentata da uno spezzone ristiche radioelettriche della bobina Ll, la fre-
di filo conduttore qualsiasi. Su quello indicato quenza di risonanza, che si identifica con quella
con la lettera T si applica la linea di terra, ovve- del segnale radio che si vuol ricevere.

Elettronica Pratica 5
Ricevitore radio didattico

ANT -·-·-·-·-·-·-·-·- ---·-·-· •I

[.r CI R1
=
~
9V
e

I -- - " C2

R2 R

1J;;-

Fig. 1- Schema elettrico del radioricevitore per onde medie, con ascolto in altoparlante, de-
scritto nel testo. Con C1si regola la selettività, con C2 si effettua la sintonia, con R5 si con-
trolla il volume dell'audio.

----COMPONENTI-----
Resistenze
R1 = 220.000 ohm - 1/4 W
Condensatori R2 = 100.000 ohm - 1/4 W.
C1 = 10/60 pF (compensatore) R3 = 1.500 ohm - 1/4 W
C2 = variabile (vedi testo) R4 = 68 ohm -1/4
C3 = 100.000 pF (ceramico) R5 = 22.000 ohm (trimmer)
C4 = 100.000 pF (ceramico) R6 = 10 ohm - 1/4W
C5 = 100.000 pF (ceramico)
C6 = 100.000 pF (ceramico) Varie
C7 = 1F (non polarizzato)
CB = 220 F - 16 VI (elettrolitico) L1 = imp. RF (330 H)
C9 = 10 F- 16 VI (elettrolitico) MF1 = BF960
C10 = 50.000 pF (ceramico) IC1 = LM386
C11= 220 F- 16 VI (elettrolitico) AP =8ohm
S1 = interrutt.
ALIM. = 9 Vcc

Le grandezze elettriche, che caratterizzano il legati assieme, nel nostro caso in parallelo, que-
circuito oscillante, sono essenzialmente due: sti elementi formano il circuito oscillante, chia-
l'induttanza e la capacità. La prima è introdotta mato pure circuito accordato, dato che, durante
dalla bobina, la seconda dal condensatore. Col- la rotazione del perno di C2, si "accorda" il cir-

6 Elettronica Pratica
Ricevitore radio didattico

SINTONIA

9V

Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico dell'apparato radioricevente. Le piste di ra-
me dél circuito stampato, qui riportate in colore, debbono intendersi viste in trasparenza,
giacché si trovano sulla faccia della basetta supporto opposta a quella in cui sono inseriti I
componenti elettronici.

cuito sulla frequenza della emittente in ascolto. su nucleo di ferrite piatta o cilindrica, di grosse
Sotto l'aspetto teorico, il circuito risonante deve dimensioni, è qui rappresentata da una microin-
considerarsi perfetto, ma in realtà le cose non duttanza, la cui espressione costruttiva è ripor-
vanno così. Perché a causa delle perdite intro- tata in figura 5 ed il cui normale impiego è
dotte dal condensatore, dall'induttanza e, so- quello di impedenza a radiofrequenza, comune-
prattutto, dal carico collegato, che nel circuito mente conosciuta tramite la sigla JAF.
di figura 1 è rappresentato dal transistor MFl, Le impedenze a radiofrequenza, di produzione
le condizioni ideali di funzionamento non sono attuale, sono realizzate su un piccolo nucleo di
più rispettate. Conseguentemente si verifica ferrite. L'avvolgimento, dunque, è composto da
una diminuzione della caratteristica di risonan- poche spire, se rapportate al valore dell'indut-
za del circuito stesso o, come si suol dire con tanza, che introducono nel circuito oscillante
linguaggio tecnico, del "fattore di merito", me- una bassa resistenza ohmmica. Pertanto, come
glio noto come "fattore Q". dimostra il diagramma di figura 4, il fattore di
Tanto più elevato è il fattore di merito Q di un merito Q è assai elevato.
circuito accordato, tanto più sensibile e selettivo Il modello di impedenza pubblicato in figura 5
esso appare, come indica il diagramma riporta- interpreta essenzialmente la costruttività del
to in figura 4, che riflette una delle maggiori ca- componente, dato che in realtà esso appare ri-
ratteristiche del particolare tipo di bobina L1 coperto con sostanza isolante protettiva, sopra
impiegata nel progetto di figura 1. Questa infat- la quale è stampigliato il valore in H o in mH
ti, in sostituzione della consueta bobina avvolta (microhenry o millihenry).

Elettronica Pratica 7
Ricevitore radio didattico

Fig. 3- Disegno in grandezza naturale del circuito stampato che il radiomontatore deve com-
porre su una delle due facce di una basetta di materiale isolante, di forma rettangolare, del-
le dimensioni di 10 cm x 6 cm.

TRANSISTOR MOSFET Guadagno max. pot. = 23 d1 a 200 MHz


Fig. di rumore = 1,6dB a 200 MHz
Completata l'analisi del circuito accordato del
ricevitore ed esaltato il suo alto fattore di meri- I transistor MOS appartengono alla categoria di
to Q, sorge ora il problema di conservare tale quelli ad effetto di campo e, parimenti a guanto
qualità intrinseca della sezione d'ingresso del- si verifica nei FET, sono dotati degli elettrodi di
l'apparecchio radio, che si rispecchia in un ele- gate, drain e source. Il secondo gate, quando
vato grado di sensibilità ed in una notevole se- questo è presente come nel modello qui in esa-
lettività. A tale scopo, quindi, è necessario ap- me, funge da resistenza variabile di controllo
plicare al circuito oscillante LC un carico ad al- del funzionamento del MOS.
tissima impedenza. E la scelta è caduta ovvia- Quella del FET rappresenta la prima realizza-
mente sul transistor MOSFET che, per brevità zione, su scala industriale, dei transistor ad ef-
di dizione, viene chiamato più riduttivamente fetto di campo, ma la tecnologia MOS vanta
transistor MOS. certamente il primato della scoperta ed oggi è
Quello impiegato nel progetto di figura 1 è un l'ultima a coinvolgere il mondo produttivo, al
MOS a doppio gate, modello BF 960, le cui punto che i MOS sono attualmente i più diffusi
maggiori grandezze caratteristiche sono riporta- fra tutti. Specialmente perché questi possono
te nell'apposita tabella. essere costruiti in piccolissime dimensioni, gra-
zie ad alcune particolarità del processo tecnolo-
DATI CARATTERISTICI DEL MOSFET gico, che consentono di agglomerare, in uno
BF 960 stesso circuito integrato, decine di milioni di
transistor.
Freq. di lav. = 1.000 KHz Per interpretare brevemente il comportamento
Tens. d-s = 20 V (max.) del transistor MOS, si può dire soltanto che
Corr. d-s = 30 mA (max.) questo controlla la resistenza fra source e drain,
Pot. max. diss. = 200 mW come se si trattasse di un reostato regolabile
Capacità ingr. gl = 1,8 pF con tensione di gate, sia per la corrente conti-

8 Elettronica Pratica
Ricevitore radio didattico

V
ALTO Q

,
>Asso 0
'
....
,.... .,..
,,, • -.. F

FR

Fig. 4 - II diagramma riportato in posizione centrale interpreta, analiticamente, la collocazio-


ne della frequenza di risonanza FR del circuito oscillante del ricevitore e, conseguentemen-
te, il suo elevato fattore di merito a, che esalta la sensibilità e la selettività dell'apparecchio.

nua sia per quella alternata. Il che li distingue effettuata dallo stadio di entrata, vengono invia-
ulteriormente dai transistor bipolari. ti direttamente al gate (gl) di MFl per essere
Teoricamente il MOS non consuma corrente in da questo rivelati e resi disponibili sull'elettrodo
entrata, né quando conduce, né quando è inter- di drain ( d). Ma il transistor MFl provvede pu-
detto. Il consumo si manifesta invece durante le re ad amplificare, in una certa misura, i segnali
commutazioni, a causa della capacità d'ingresso prima di applicarli, tramite il condensatore C7,
che deve essere caricata e scaricata. al trimmer R5, che costituisce il comando di vo-
La principale caratteristica del MOS, impiegato lume del ricevitore.
nel progetto di figura 1, è quella di presentare Il condensatore C5 libera il segnale di bassa fre-
una elevatissima impedenza d'ingresso, che be- quenza ossia il segnale rivelato, dai suoi conte-
ne si accorda con quella del circuito oscillante, nuti di tensioni ad alta frequenza, scaricandole
comportandosi quasi come un condensatore da a massa, cioè sulla linea di terra che, nello sche-
1,8 pF. Dunque, a meno che non si sia tanto ma del ricevitore, coincide con quella di ali-
sfortunati da abitare in zone dove le emittenti mentazione negativa della pila a 9 V.
locali lavorano con frequenze di valore poco di- Il condensatore C7 blocca la tensione di ali-
verso l'uno dall'altro, il ricevitore così concepito mentazione positiva continua con cui la pila ali-
non solleva alcun problema di separazione dei menta l'elettrodo di drain (d) di MFl, ma lascia
segnali radio. passare i segnali di bassa frequenza che rag-
giungono il trimmer R5. Dunque, sui terminali
di questa resistenza variabile è rilevabile la ten-
AMPLIFICAZIONE BF sione rappresentativa della bassa frequenza, che
viene prelevata, nella misur iesiderata, dal
La denominazione di ricevitore a rivelazione di- cursore del componente ed applicata all'inte-
retta, già citata in precedenza, deriva dall'assen- grato ICl, per il quale si è fatto uso del model-
za di stadi amplificatori ad alta frequenza. Ciò lo LM 386.
significa che, nel circuito di figura 1, i segnali L'integrato ICl, il cui schema elettrico interno
radio, che sono segnali AF, dopo la selezione è pubblicato a sinistra di figura 8, mentre sulla

Elettronica Pratica 9
Ricevitore radio didattico

Fig. 5 - Le impedenze a radiofrequenza, di attuale pro-


duzione, sono composte con poche spire di filo condut-
tore avvolte su nucleo di ferrite. Questi componenti ven-
gono ricoperti con materiale isolante protettivo, sul qua-
TERMINALI le appare stampigliato il valore elettrico.

destra della stessa figura si nota la conformazio- CARATTERISTICHE DELL'INTEGRATO


ne esteriore reale del componente con la relati- LM386
va piedinatura, pilota lo stadio amplificatore BF
del ricevitore. Esso, quindi, eleva il livello dei V alim. = 4 V (min.) - 14 V (max.)
segnali al punto ritenuto adatto a far funzionare I riposo = 4 mA
un piccolo altoparlante di 3,5 cm di diametro e Pot. use. = O, 7 W a 9 V su 8 ohm
con impedenza di 8 ohm. Freq. max. lav. = 300 KHz
I segnali amplificati da ICl vengono prelevati Resist. entr. = 50 Kohm
dall'uscita del componente, cioè dal piedino 5, Guadagno max. = 200 volte
per essere applicati, tramite il condensatore Dist. arm. = 0,2%
elettrolitico CI1, al piccolo altoparlante AP. La
resistenza R6 ed il condensatore ClO sono La descrizione teorica del progetto di figura 1 si
componenti richiesti dall'impiego corretto del- conclude ora spendendo qualche parola a bene-
l'integrato, le cui caratteristiche elettriche sono ficio del circuito di alimentazione, ossia dell'ali-
elencate nell'apposita tabella. mentatore. Il quale, come è stato detto, rimane

d
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I I I I
a I'o'I fori nel
è circ. stamp

Fig. 6 - Sulla sinistra del disegno appare il transistor MF1 visto superiormente. Sulla destra
viene suggerito all'operatore il modo di ripiegamento degli elettrodi del componente prima
del suo inserimento sul modulo del ricevitore.

lO Elettronica Pratica
Ricevitore radio didattico

rappresentato da una pila da 9 V, nel caso in OSC.


cui si faccia poco uso dell'apparecchio, ma che
deve essere composto con due pile piatte, da
4,5 V ciascuna, collegate in serie tra loro, se il ANT.y\.11\.-MASSA
ricevitore vien fatto funzionare in tempi assai
lunghi.
L'interruttore S 1 consente di accendere e spe-
gnere a piacere il radioricevitore. , (p

MONTAGGIO DELL'APPARECCHIO e] _

Per ridurre il più possibile le dimensioni del ra-
dioricevitore, al sistema di montaggio cablato è
stato preferito quello maggiormente ordinato e
razionale del circuito stampato, che respinge
ogni possibile formazione di falsi contatti e cor- Fig. 7-I condensatori variabili di tipo miniatura, più
tocircuiti fra i componenti. Dunque, prima di comuni e facilmente reperibili in commercio, sono
iniziare le operazioni di composizione dell'ap- quelli appositamente costruiti per i ricevitori supere-
terodina, come il modello qui pubblicato ed utilizza-
parecchio, il dilettante è chiamato ad eseguire, bile nel circuito del progetto dell'apparecchio pre-
per mezzo di uno dei tanti metodi consentiti sentato e descritto in questa sede.
dalle varie tecniche attualmente disponibili, il
circuito stampato, il cui disegno in grandezza
reale è pubblicato in figura 3, servendosi di una
piastrina di materiale isolante, di forma rettan-
golare, delle dimensioni di 10 cm x 6 cm, sulla
quale si dovranno pure praticare tutti i fori ne-
cessari per l'introduzione dei terminali dei com-
ponenti elettronici. Poi, una volta approntata la
basetta supporto, tenendo sott'occhio il piano Il condensatore variabile C2, che assieme al-
costruttivo di figura 2, si inseriranno su questa i l'impedenza a radiofrequenza L1 da 330 H
vari elementi. Successivamente, a lavoro ultima- compone il circuito oscillante d'ingresso, può
to e dopo aver constatato l'efficienza del ricevi- presentarsi', con aspetti esteriori diversi, ma
tore, il modulo elettronico potrà essere intro- quello più comune è riportato in figura 7. In
dotto in un piccolo contenitore di plastica o di ogni caso il valore capacitivo può variare fra i
legno, comunque di materiale non metallico, al- 160 pF e i 300 pF.
lo scopo di favorire l'ingresso dei segnali radio Il modello illustrato in figura 7 è adatto per i ri-
anche direttamente sul circuito accordato d'en- cevitori radio con circuito supereterodina, ma
trata. bene si adegua al circuito accordato del proget-
Nel prototipo, da noi realizzato e collaudato, è to di figura 1. Questo componente è caratteriz-
stato montato un altoparlante di tipo "piatto", zato dalla presenza di tre terminali, uno dei
di minime dimensioni che, come accade in tutti quali, situato in posizione centrale, va collegato
i trasduttori acustici molto piccoli, non può van- a massa, perché internamente rimane elettrica-
tare una buona riproduzione sonora, soprattut- mente connesso con le lamine mobili delle due
to per l'assenza di un'adatta cassa di risonanza. sezioni capacitive e con il perno di comando. Le
E ciò è un vero peccato, perché la riproduzione due sezioni assumono le denominazioni di
audio del progetto è molto buona. Pertanto, oscillatore (OSC.) ed antenna (ANT.). Ognuna
coloro che volessero rinunciare alle dimensioni di queste è raggiungibile tramite un terminale,
miniaturizzate del ricevitore ed esaltare que- sul quale si effettua la saldatura a stagno. Ma
st'ultima caratteristica, dovranno sostituire l'al- nel nostro caso, come del resto è ben evidenzia-
toparlante piatto con una cassa acustica da 8 to nello schema di figura 1, le due sezioni deb-
ohm, oppure con un modello comune di alto- bono essere unite assieme, con lo scopo di rea-
parlante, ma di diametro non inferiore ai 10 lizzare un condensatore unico, con una sola se-
cm. zione fissa ed una mobile. Il collegamento, fa-

Elettronica Pratica 11
Ricevitore radio didattico

1 8
2 7
3 6
2
4 5

Fig. 8 - Sulla sinistra è pubblicato lo schema teorico dell'integrato LM 386 che pilota lo sta-
dio amplificatore di bassa frequenza del ricevitore radio. Sulla destra si nota il componente
nella sua veste reale, visto di sopra, con gli elementi guida che consentono l'individuazione
degli otto piedini.

cendo uso del circuito stampato, è già previsto li attraverso 1 cornspondenti fori del circuito
dalla presenza di un corrispondente tratto di pi- stampato.
sta di rame, che esime l'operatore da qualsiasi
operazione di connessioni esterne sul compo-
nente. COLLAUDO DEL RICEVITORE
Nell'apposito elenco, è stato prescritto per ICl
il modello a otto piedini LM 386. Il quale va in- A montaggio ultimato del modulo elettronico,
nestato su apposito zoccoletto, in precedenza prima di procedere con il collaudo del ricevito-
inserito sul circuito stampato, i cui terminali so- re, si deve inserire sul terminale A uno spezzo-
no stati accuratamente saldati a stagno, sulle ne di filo conduttore, di lunghezza non inferiore
corrispondenti piste di rame, per mezzo di un ad un metro. Sul terminale T, invece, occorre
saldatore dotato di punta molto sottile. applicare un conduttore di rame proveniente da
Il transistor MFl che, come è stato detto, ap- un rubinetto dell'acqua. Questo collegamento
partiene alla schiera dei MOSFET e per il qua- di terra è superfluo se, in sostituzione delle pile
le è stato scelto il modello BF 960, si presenta, di alimentazione, si utilizza un alimentatore da
nella sua parte superiore, secondo l'espressione rete. Si regola poi al massimo il controllo di vo-
riportata a sinistra di figura 6, con quattro ter- lume sonoro con il trimmer R5, che deve essere
minali disposti su uno stesso piano e a croce la- dotato di una rotellina di comando manuale e si
tina, in contrapposizione l'uno con l'altro. Gli ruota lentamente il perno del condensatore va-
elettrodi gl - g2 - s (gate 1- gate 2 - source) riabile C2 per sintonizzare il radioricevitore su
hanno la stessa lunghezza, quella di drain (d) è una emittente locale ad onda media, ovviamen-
il più lungo fra i quattro e si trova da quella te quella di maggior potenza e già nota all'ope-
parte del componente in cui, a volte, è rilevabi- ratore.
le una piccola smussatura o una zona diversa- Constatato il buon funzionamento dell'apparec-
mente colorata. chio, se la ricezione è molto debole, occorre
Prima dell'inserimento di MFl sul modulo elet- provvedere all'installazione di una buona anten-
tronico, i piedini di questo vanno ripiegati verso na, perché principalmente da questa dipendono
il basso nel modo segnalato a destra di figura 6, i migliori risultati del progetto.
allo scopo di agevolare il passaggio dei termina- Il compensatore Cl va regolato di volta in volta

12 Elettronico Pratica
Ricevitore radio didattico

con il modello di antenna utilizzata, che può es- Facendo funzionare il ricevitore al massimo vo-
sere concepita con un semplice spezzone di filo, lume, può accadere che la riproduzione audio
con un conduttore teso lungo le pareti di una appaia alterata da fenomeni distorsivi di bassa
stanza o con una lunga trecciola di rame siste- frequenza. Un tale inconveniente va attribuito
mata in posizione orizzontale, fra due paletti ad un sovraccarico dell'integrato ICl provocato
isolanti di sostegno, sulla parte più alta del tetto da segnali radio eccessivamente elevati applicati
della casa in cui si opera. al circuito d'entrata. Per eliminarlo è sufficiente
La regolazione del compensatore Cl si esegue abbassare il volume sonoro con il trimmer R5.
tramite piccolo cacciavite e in modo da raggiun- Concludiamo ricordando che l'alimentazione
gere la migliore selettività del radioricevitore, del ricevitore può assumere valori di tensione
che è la prerogativa di un apparecchio di sepa- compresi fra 4,5 V e 13,5 V, con risultati finali
rare nettamente una emittente radiofonica da ovviamente diversi, che il lettore potrà ampia-
altra molto vicina e in grado di sovrapporsi alla mente sperimentare. Anche se quello da noi
prima con grave danno all'intellegibilità dell'au- consigliato rimane il valore di 9 V, derivato da
dio. una o più pile collegate fra loro.

.
MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO
L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica- La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura - I condensatori- I resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

Elettronica Pratica 13
DISPOSITIVO
DI PROTEZIONE
DA SOVRACCARICHI

Stabilizza e filtra le sorgenti di


tensioni continue a basso
voltaggio.

Non è un comune fusibile


elettronico.

Regola automaticamente, su
valori non distruttivi, gli
assorbimenti di potenza .


Questo apparato, da collegare
all'uscita di ogni alimentatore
in continua e a bassa tensione,
o) protegge i carichi elettronici ed
elettrici da ogni eventuale e
pericoloso sovraccarico.

14 Elettronica Pratica
Dispositivo di protezione do sovraccarichi

Coloro che si occupano di modellismo, gli ap- sua primaria funzione di protettore contro gli
passionati della banda cittadina, molti radioa- eccessi di potenze assorbite, questo dispositivo
matori e, più in generale, tutti i dilettanti di assume compiti di notevole importanza elettri-
elettronica che si servono di alimentatori eco- ca, che lo distinguono nettamente dal semplice
nomici, con uscita a bassa tensione continua, di fusibile elettronico. Gli ulteriori elementi, poi,
valore compreso fra i 6 Vcc e i 24 V cc, possono che possono esaltare le qualità positive del sem-
individuare, in questo dispositivo, un valido ac- plice circuito protettore vanno individuate nella
cessorio, da interporre, fra alimentatore e cari- sua facilità costruttiva, nell'immediata assimila-
co utilizzato, onde proteggere quest'ultimo da zione del funzionamento e nella disponibilità di
eventuali e pericolosi sovraccarichi, che posso- adattarsi a molte e particolari soluzioni prati-
no sempre insorgere in occasione di guasti o che.
cortocircuiti nelle apparecchiature elettriche, Prima di iniziare l'esame del progetto pubblica-
elettroniche ed elettromeccaniche. to in figura 1, vogliamo appena ricordare ai
Ovviamente, avendo considerato che il progetto principianti che cosa si intende per sovraccarico
qui proposto ai lettori va abbinato con quegli e lo facciamo attraverso un esempio. Supponia-
alimentatori che sono sprowisti di elementi mo, quindi, di disporre di un alimentatore in
protettivi, si è ritenuto opportuno di aggiungere grado di erogare la tensione continua di 12 Vcc,
alla sua principale caratteristica già menzionata, con una corrente massima di 3 A A questa sor-
anche quelle di stabilizzatore, di filtro e di rego- gente colleghiamo un carico, ovvero un appara-
latore della tensione d'uscita nella misura desi- to elettrico che assorbe la corrente di 0,5 A Eb-
derata. Dunque, anche quando non svolge la bene, se nei circuiti del carico, a causa di un

Elettronico Pratico 15
Dispositivo di protezione da sovraccarichi

TR1

r
e3
R2 B

. r TR2
A

E
G
e
Ls
Tc, .$ e
...,,
(Q
u
y7
Ht
C2 Il
± W..DZ
Il $. r,
~

R5 '
Fig. 1- Circuito teorico del dispositivo di protezione delle apparecchiature elettriche ed elet-
troniche dai sovraccarichi. Il ponticello, che inserisce a piacere una delle due resistenze R2
o R3, può essere sostituito con un deviatore.

----CO
Condensatori R3 = vedi tabella
R4 = 2.700 ohm - 1/4 W
C1 =2.200 F - 36 VI (elettrolitico) R5 = 1.000 ohm - 1/4 W
(vedi testo)
C2 = 2.200 F - 16 VI (elettrolitico) Varie
(vedi testo)
C3 = 22F- 36 VI (elettrolitico) TR1 = TIP 3055
TR2 = 2N1711
Resistenze DZ = diodo zener (15 V - 5 W)
R1= 330 ohm - 3 W D1 = diodo al silicio (1N4004)
R2 = vedi tabella

guasto improvviso, l'assorbimento di corrente si PROGETTO DEL DISPOSITIVO


raddoppia, elevandosi ad 1A, si verifica un fe-
nomeno dì sovraccarico, che può arrecare gravi Nell'elenco componenti, relativo al circuito di
danni all'alimentatore e all'apparecchio alimen- figura 1, non tutti gli elementi sono qualificati
tato. con precisi valori elettrici, semplicemente per-
Un guaio analogo può capitare nei motori elet- ché il progetto, come avremo modo di asserire
trici, quando vengono sottoposti a sforzi ecces- più avanti, vanta la possibilità di regolare l'in-
sivi, con conseguenti surriscaldamenti ed esage- tensità massima della corrente assorbita caso
rati assorbimenti di correnti. Tutto ciò, peraltro, per caso, a seconda delle necessità dell'operato-
può essere evitato, se fra l'alimentatore ed il ca- re o, meglio, di chi si accinge a montare l'appa-
rico si interpone il nostro circuito protettore. recchio. E tale caratteristica diviene fondamen-

l6 Elettronico Pratica
Dispositivo di protezione da sovraccarichi

7
u
J
Fig. 2 - Realizzazione del modulo elettronico dell'apparato descritto nel testo. Il transistor
TR1è montato su apposito dissipatore termico di grosse dimensioni, per TR2 invece è suffi-
ciente un piccolo dispersore a raggiera.

tale durante prove sperimentali prolungate e trica, si può qui concludere affermando che il
nei sistemi di alimentazioni non tenute sotto nostro dispositivo, riducendo sempre più la po-
controllo continuo. Perché i guasti, che nei pic- tenza con l'aumentare dei guasti verificatisi nel
coli circuiti non di potenza si manifestano attra- carico, scongiura pure il pericolo di incendi.
verso considerevoli assorbimenti di corrente, Si tenga comunque ben presente che la poten-
possono provocare surriscaldamenti eccessivi za, cui si è fatto riferimento, è quella erogata
delle parti ed innescare incendi. Mentre in oc- dal circuito di figura 1 e non la potenza preleva-
casione di avarìe circuitali, se la corrente viene ta dall'alimentatore, che tende a rimanere co-
limitata ad una ragionevole grandezza, la ten- stante e che, in occasione di sovraccarichi, viene
sione scende fino a valori nulli, come accade in assorbita e dissipata dal nostro circuito di prote-
presenza di un cortocircuito netto. Se poi la zione di figura 1 che, per svolgere questa fun-
corrente è mantenuta costante, come nel caso zione, è stato dotato di un grosso dissipatore di
di intervento del progetto di figura 1, anche la calore, il quale obbliga la sistemazione del di-
potenza erogata scende con l'abbassarsi della spositivo in posti ben ventilati, possibilmente
tensione, giacché questa è stabilita dalla formu- aiutando il processo di raffreddamento tramite
la: un piccolo ventilatore.
Giunto a questo punto, il lettore avrà certamen-
W = VxA te compreso che il comune fusibile elettronico
in sostituzione del circuito di figura 1, avrebbe
ovvero certamente interrotto l'assorbimento eccessivo
di corrente, ma avrebbe pure impedito tutte
Watt = Volt x Ampere quelle prove di laboratorio che necessitano la
continuità dell'indagine, con opportuno, imme-
E poiché, per surriscaldare un apparato, occor- diato ed automatico adattamento della tensio-
re immettere in questo una certa potenza elet- ne, che permette la prosecuzione degli esperi-

Elettronica Pratica 17
Dispositivo di protezione da sovraccarichi

Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato, da riportare su una basetta sup-
porto delle dimensioni di 8,1cm x 7 cm.

menti, nonché le operazioni di messa a punto, tuali sovraccarichi ed è presieduta dal transistor
taratura e riparazione di molti circuiti. TR2.
Anche negli impieghi audio e in quelli similari, Il condensatore elettrolitico Cl, per il quale
il dispositivo di protezione sopporta ottimamen- nell'elenco componenti è stato prescritto il va-
te i rapidi e momentanei sovraccarichi, prose- lore capacitivo di 2.200 F - 36 VI, deve essere
guendo poi ad alimentare normalmente il cir- inserito nel circuito soltanto se, a monte, vale a
cuito di potenza, mentre con il fusibile elettro- dire all'uscita dell'alimentatore cui il dispositivo
nico è sufficiente un brevissimo sovraccarico protettore di figura 1 verrà accoppiato, non è
per spegnere l'apparato. Negli impianti elettrici presente. Altrimenti, per Cl è sufficiente un
dei veicoli con motore a scoppio, inoltre, il cir- condensatore elettrolitico da 100 F, con ten-
cuito di figura 1 può svolgere l'importante fun- sione di lavoro analoga a quella inserita sui ter-
zione protettiva contro i disturbi dei campi elet- minali d'entrata E. Per esempio, se la tensione
tromagnetici. assume il valore di 18 Vcc, la Vl di Cl potrà es-
sere di 24 VI.
Proseguiamo ora con l'analisi circuitale del pro-
ESAME CIRCUITALE getto di figura 1 e supponiamo che all'entrata E
di questo, venga introdotta la tensione continua
Concettualmente, il progetto di figura 1 può es- di 18 Vcc. La quale, dopo aver subito un primo
sere suddiviso in due sezioni distinte, quella pi- intervento di filtraggio ad opera del condensa-
lotata dal transistor TR 1, che svolge la funzione tore elettrolitico che, come è stato detto, può
di filtraggio e di controllo della potenza elettri- essere rappresentato da un modello da 2.200
ca, stabilizzata tramite il diodo zener DZ, e F o da 100 F, raggiunge, attraverso la resi-
quella che funge da valvola di controllo di even- stenza Rl, la base del transistor TRl, che è di

18 Elettronico Pratica
Dispositivo di protezione da sovraccarichi

tipo NPN, modello TIP 3055.


Sulla base di TR 1 è inserito un diodo zener
(DZ), per il quale è stato suggerito il valore di
15 V - 5 W ma che, a seconda delle tensioni
d'entrata e di uscita E- U del dispositivo di
protezione, può assumere valori diversi, come
segnalato nell'apposita tabella. Conseguente-
mente, anche la tensione di lavoro del conden-
satore elettrolitico C2 deve cambiare, nel senso
che deve prendere un valore superiore a quello
della tensione di zener.
Il diodo zener DZ stabilizza la tensione, mante-
nendola costante e consentendo soltanto una
lieve fluttuazione, se il carico previsto rispetta i
limiti prestabiliti.
Il condensatore elettrolitico C2, sul quale ci sia-
mo prima intrattenuti, serve a filtrare ulterior- Fig. 4- Coloro che non riuscissero ad acquistare il
mente la tensione di entrata. diodo zener da 11 V, perché irreperibile in commer-
cio, potranno ugualmente comporre questo elemen-
to, collegando, in serie tra loro, due diodi zener da 5
V e 6 V, rispettivamente.
VALORI ATTRIBUIBILI A DZ

Vusc. Ventr. Vzener


5 9 7
6 11 8
9 15 11 VALORI OHMMICI DI R2 - R3
12 17 14
13,5 18 15,5 R2-R3 lmax. use. (ampere)
24 29 26
I
56ohm- 1 W ' 0,025
22 ohm - 1 W 0,064
l0ohm- 1 W 0,14
La corrente d'uscita del dispositivo, quella de- 5,6 ohm- 2W 0,25
stinata ad alimentare il carico collegato, viene 2,2ohm- 2W 0,64
prelevata dall'emittore del transistor TRl tra- 1ohm- 5 W 1,14
mite una delle due resistenze R2- R3, inseribili 0,56 ohm - 5 W 2,5
con un ponticello o un comune deviatore. 0,22 ohm - 10 W 6,4
Le due resistenze R2- R3, i cui valori ohmmici N.B. - Le potenze elettriche sono state volu-
possono essere scelti, in relazione con la cor- tamente maggiorate per ragioni di sicurezza.
rente massima uscente dal circuito di protezio-
ne, consentono all'operatore di disporre di due
diverse portate, da utilizzare, di volta in volta, a
seconda degli impieghi del dispositivo. La cerni- nella quale con R si valuta la resistenza ohmmi-
ta dei valori da attribuire ad R2- R3 va esegui- ca di R2 o R3. Pertanto, il lettore, servendosi
ta in modo da assegnare ad R2 una grandezza della formula citata potrà individuare molti altri
maggiore e ad R3 una minore, deducendole valori ohmmici, onde realizzare quelle applica-
dall'apposita tabella. zioni particolari non contemplate nelle tabelle
La prima consente una minore tensione in usci- pubblicate.
ta, la seconda favorisce un aumento di tensione. Esaurita a questo punto l'analisi della prima se-
I valori resistivi elencati nell'apposita tabella so- zione del circuito di figura 1, passiamo ora all'e-
no stati calcolati applicando la formula: same della seconda sezione che, come è stato
detto, funge da valvola di controllo del transi-
Imax. use. = 1,4: R stor TRl.

Elettronica Protico 19
ispositivo di protezione da sovraccarichi

RADIA7

TR1

@e
occhiello

Fig. 5 - Disegno Interpretativo del montaggio del transistor TR1 su dissipatore termico di
elevate dimensioni.

Quando la corrente assorbita all'uscita U supe- sporre di una maggior tensione in uscita, allora,
ra per intensità le grandezze previste, ovvero occorre diminuire la resistenza ohmmica di R2,
quando nel carico insorge una condizione ano- deviando il collegamento su R3, ossia, commu-
mala, tale da richiedere un sovraccarico, sui ter- tando il punto B con il punto A. Si tenga pre-
minali della resistenza collegata in serie con l'u- sente, in ogni caso, che non intervenendo la
scita, che può essere la R2 o la R3, viene a for- protezione ora descritta, la Vusc. è sempre pari
marsi una differenza di potenziale, cioè una ca- alla Vzener diminuita di 2,1 V circa. Perché nel
duta di tensione superiore a 1,4 V, che rende la circuito di figura 1 sono presenti tre giunzioni
base di TR2 più positiva dell'emittore e che di semiconduttore al silicio, con differenze di
mette in conduzione il transistor che, ricordia- potenziale di O, 7 V ciascuna e che sono ravvisa-
mo,. è di tipo NPN e che, come è risaputo, per bili nel diodo D 1 e nelle due giunzioni base-
"accendersi", cioè per divenire conduttore, de- emittore di TRl e TR2. Si ottiene quindi:
ve essere polarizzato con una tensione di base
più positiva rispetto a quella di emittore. 0,7x3 = 2,1V
Ma l'entrata in conduzione del transistor TR2
provoca una diminuzione della tensione di po- Tuttavia questo valore, a seconda delle correnti
larizzazione di base del transistor TRl che, con- di lavoro, può variare entro i limiti di 1,7 V e
seguentemente, abbassa la tensione sui termi- 2,8 V. Per tale motivo, dunque, considerando le
nali d'uscita U del circuito protettore. Per di- tensioni in gioco, abbiamo elencato, nell'apposi-

20 Elettronica Pratica
ta tabella, i voltaggi dei diodi zener da utilizzare
MANUALE DEI DIODI
per DZ, in corrispondenza con le due tensioni
di entrata e di uscita del dispositivo in esame.
E DEI TRANSISTOR
Per questi diodi, invece, non sono state segnala-
te le potenze, che debbono essere di 3 W per
L. 19.000
correnti in uscita fino ad 1 A e di 5 W per quel- Un prestigioso volumetto di 160 pagine,
le superiori all'ampere. con 85 illustrazioni e 75 tabelle con le
Coloro che in commercio non riuscissero a re- caratteristiche di circa 1.200 transistor e
perire lo zener da 11 V, potranno ugualmente 140 diodi.
raggiungere questa grandezza collegando, in se- L'opera vuol èssere una facile guida, di
rie tra loro, due diodi zener, uno da 5 V e l'al- rapida consultazione, nel laboratorio
tro da 6 V, come indicato in figura 4. hobbystico, dove rappresenta un ele-
mento integrante del corredo abituale
delle attrezzature.
MONTAGGIO DEL DISPOSITIVO

Il montaggio del dispositivo di protezione da


sovraccarichi si esegue nel modo segnalato in fi-
gura 2 e dopo aver osservato la foto riprodotta
all'inizio del presente articolo. In ogni caso, la
prima operazione pratica, che il lettore dovrà
eseguire, consiste nell'approntare il circuito
stampato, il cui disegno in grandezza reale è
pubblicato in figura 3.
La basetta supporto, su una delle cui facce è ri-
portato il circuito stampato, è ovviamente di
materiale isolante, bachelite o vetronite, indif-
ferentemente, ma di forma rettangolare, delle
dimensioni di 8,1 cm x 7 cm.
Particolare rilievo dobbiamo attribuire al mon-
taggio del transistor TRl sul potente e volumi-
noso radiatore, le cui dimensioni, per quanto ri-
guarda larghezza e profondità sono pari a quel-
le della basetta supporto, mentre in altezza mi-
sura 2,5 cm circa.
L'applicazione di TRl deve rappresentare l'ulti-
ma operazione di montaggio del dispositivo e
va eseguita nel modo interpretato in figura 5. Tra i principali argomenti trattati, ricor-
Ossia, i piedini di TRl vanno ripiegati ad ango- diamo:
lo retto (90°) ed infilati e saldati a stagno, con
le loro estremità, nei tre fori del circuito stam- Diodi al germanio e al silicio - Semicon-
pato. Quindi si avvicina la basetta supporto al duttori P ed N - Verifiche pratiche - Diodi
varicap - Diodi zener - Transistor -
radiatore e si segnano, su questo, i punti in cui Aspetti strutturali - Amplificazione a
si praticheranno successivamente i tre fori, due transistor - Configurazioni - Piedinature -
relativi alle viti di fissaggio, con distanziali, per Sigle - Riferimenti guida.
tenere unite le due parti, basetta e radiatore, il
terzo per il montaggio del transistor TRl sul ra-
diatore.
I due distanziali, che mantengono separati tra
loro il modulo ed il radiatore, potranno assu-
mere la misura di mezzo centimetro.
Tra il corpo del semiconduttore e la superficie
metallica del radiatore, si interpone un foglietto
di mica isolante, possibilmente dopo aver asper-

Elettronica Pratica 21
Disp ositivo di protezione da sovracca richi

T1

p s +

vu
C3

Fig. 6 - Progetto di alimentatore idoneo all'accoppiamento con l'entrata dell'apparato di pro-


tezione da sovraccarichi. Il trasformatore T1 e la resistenza R1 vanno calcolati In relazione
con le grandezze elettriche in gioco nel circuito, come ampiamente spiegato nel testo.

-----COMPONENTI----
C1= 47.000 pF (ceramico) R1= 1.000 + 3.300 ohm (vedi testo) - 1/4 W
C2 = 47.000 pF (ceramico) DL = diodo led (qualsiasi mod.)
C3 = 47.000 pF (ceramico) T1 = trasf. (vedi testo)
S1= interrutt.
p1= ponte raddrizz. (80 V -1 + 5A)

so la parte interessata con del grasso di silicone. una cinquantina di watt durante l'uso prolunga-
Una volta praticati tutti i fori sulla superficie li- to del dispositivo di protezione.
scia del radiatore e dopo aver incollato col sili- Coloro che, allo scopo di perfezionare l'appa-
cone la mica, si fissa il transistor TRl, utilizzan- recchio, volessero eseguire un test termico, do-
do vite e dado, possibilmente di plastica, ma in- vranno cortocircuitare l'uscita, dopo aver pro-
terponendo un passante (occhiello) sicuramen- grammato il necessario assorbimento di corren-
te di materiale isolante, perché l'aletta metalli- te, e controllare poi la temperatura della cu-
ca del semiconduttore si trova in contatto elet- stodia di TRl con un termometro a rapida indi-
trico con l'elettrodo di collettore. cazione, per assicurarsi che questa non superi i
L'importanza dell'impiego del grosso dissipato- 100°C.
re di calore è da attribuirsi alla necessità da Per impieghi dell'apparato su autoveicoli o na-
parte del transistor TRl, di dissipare la potenza tanti, può rendersi necessario, all'entrata del
non erogata in caso di sovraccarico. E a tal pro- circuito, l'impiego di un filtro LC, del tipo di
posito facciamo presente che, pur avendo ap- quelli per autoradio, attualmente presenti in
prontato un sistema di raffreddamento ad aria commercio, onde minimizzare i disturbi. Ma
forzata, non si deve mai superare la potenza di conviene pure montare un fusibile e collegare

22 Elettronico Pratica
Dispositivo di protezione da sovraccarichi

un condensatore ceramico, da 100.000 pF, in Il valore ohmmico della resistenza Rl va dedot-


parallelo con il diodo zener. Identico condensa- to in corrispondenza con le diverse tensioni du-
tore può anche essere connesso in parallelo con scita, dall'apposita tabella.
l'uscita.
TABELLA DEI VALORI DI R1 (Fig. 6)

ALIMENTATORE I
Vusc. Ohm

A beneficio di coloro che non disponessero del- 10 1.000


l'alimentatore, da accoppiare con il dispositivo 15 1.500
di protezione dai sovraccarichi, pubblichiamo, 18 1.800
in figura 6, lo schema di un alimentatore da re- 24 2.400
te idoneo all'abbinamento con il progetto di fi- 30 3.300
gura 1.
La tensione alternata di 220 Vca viene ridotta,
TABELLA DELLE TENSIONI VS E VU (Fig. 6)
nella misura desiderata sul secondario S del tra-
sformatore Tl, la cui potenza deve essere calco-
lata moltiplicando il valore della tensione alter- VS vu
nata ridotta per la corrente necessaria. Per
esempio, con una tensione su S di 13 V ed una
8 ' 9
corrente di 2 A, la potenza di Tl vale 13 V x 2
10 11
A = 26 V A circa. Questo valore va poi aumen- 13 15
tato di un 30% : 40%, sia per tener conto del
14 17
rendimento del trasformatore, sia in riferimen-
15 18
to al fattore di potenza.
22 29

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
tole di montaggio, sempre disponibili a
richiesta dei lettori.

COSTA L. 5.000
Chi non ne fosse in possesso, può ri-
chiederlo a:

ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente


l'importo di L. 5.000 a mezzo vaglia postale, conto corrente postale n. 916205 o asse-
gno bancario.

Elettronica Pratica 23
PREAMPLIFICATORE
IMMETRICO
Nel settore della riproduzione audio, il proble- mente difficile rendere immune da rumori
ma dei disturbi e delle' interferenze insorge ogni estranei un altoparlante quando, ad un amplifi-
qual volta si debbono amplificare, in misura no- catore di potenza, certamente in grado di eleva-
tevole, i segnali di bassa frequenza e di minimo re il segnale di origine di parecchie decine di
livello. Ma, in particolar modo, quando non si migliaia di volte, si collega un microfono che
possono evitare i lunghi collegamenti, tra sor- fornisce segnali di alcune frazioni di millivolt
gente sonora ed entrata dell'amplificatore, sia soltanto. E lo è ancor di più se il collegamento,
pure tramite cavo schermato. Infatti, è vera- fra i due elementi, raggiunge misure non comu-

L'efficacia del dispositivo, qui presentato, emerge, in tutta la


sua completezza, nei processi di amplificazione dei segnali più
deboli di bassa frequenza, perché elimina molte rumorosità e
talvolta, riduce l'intensità del ronzìo di refe.

24 Elettronica Pratica
Preamplificatore simmetrico

Possibilità di lunghi collegamenti


tra sorgenti audio e
amplificatori BF.

Eliminazione dei rumori di


fondo.
ni. L'apparato presentato in questa sede, dun-
que, si propone di risolvere largamente, anche
se non del tutto, l'inconveniente della riprodu- Perfezionate l'impiego
zione, attraverso i normali trasduttori acustici, dei vostri microfoni.
dei due tipi di rumori più noti, quelli cosiddetti
di "modo comune" e gli altri denominati di
"modo differenziale", sulla cui natura avremo
occasione di soffermarci nel corso dell'articolo.
Per ora, invece, possiamo assicurare il lettore
che questo progetto, realizzato e positivamente
collaudato dai nostri tecnici e che abbiamo qua-
lificato come un preamplificatore simmetrico,
per il suo comportamento circuitale, è nato per
ottimizzare l'impiego dei microfoni nei vari si-
stemi di amplificazione a bassa frequenza, par-
ticolarmente in quelli ad alta fedeltà. Anche se
l'apparato in oggetto può essere adibito ad altre
applicazioni, peraltro relative ai segnali audio.

DUE TIPI DI DISTURBI


Come è già stato annunciato, nell'ambito del-
l'amplificazione BF, si è chiamati spesso a com-
battere due specie di disturbi, quelli di modo

Elettronica Pratica 25
Pre amplificatore simmetrico

Fig. 1 - Schemi elettrici indicativi dei tre tipi di micro-

e foni più comuni attualmente in uso. Il trasduttore


acustico, che è un generatore di segnali elettrici è
qui segnalato con la lettera G. Gli schemi in A e in B
interpretano i sistemi di collegamento degli elettrodi
di un modello professionale e di un altro più econo-
e
mico. Quello riportato in è il meno noto fra i tre.

comune e i differenziali. Ma vediamo subito di per quello "freddo". Ebbene, esattamente que-
che cosa si tratta. sti disturbi vengono chiamati "di modo comu-
Di solito, il collegamento, fra microfono ed am- ne". Ma esistono altri esempi di disturbi, che si
plificatore, si effettua con due fili conduttori, introducono in modo diverso sui due condutto-
entrambi attivi, anche se nella pratica comune, ri, soprattutto se questi sono asimmetrici, come
come avremo modo di dire, i conduttori posso- è il caso del cavo schermato, con calza metallica
no risultare in numero maggiore. Ora, se la sor- esterna e conduttore interno. Oppure quando i
gente di disturbo, è collocata esternamente ai conduttori sono lontani e racchiudono un certo
conduttori e alle apparecchiature, questa può spazio; o nel caso in cui i circuiti dei due con-
indurre, sui due fili di collegamento, lo stesso duttori sono diversi e non identici per tutta la
segnale di disturbo, chiaramente per intervento gamma di frequenze interessate nella catena
del fenomeno dell'induzione elettromagnetica. audio; infine, quando il disturbo è captato dal
E ciò si verifica tanto più sensibilmente, quanto generatore. Ebbene, questi esempi di disturbi
più vicini o strettamente legati tra loro sono i prendono il nome di "disturbi di modo diffe-
conduttori; per spiegarci meglio come il doppi- renziale" e sono difficili da eliminare, talvolta
no telefonico. Il fenomeno poi si accentua mag- pure con l'ausilio di speciali filtri o complicate
giormente quando le estremità, sia dal lato mi- elaborazioni del segnale. Anche se la soluzione
crofono, come da quello dell'amplificatore, migliore consiste quasi sempre nell'evitare l'in-
coinvolgono circuiti identici, ovvero simmetrici sorgere dei disturbi con l'uso di collegamenti in
che, rispetto a massa, presentano la medesima doppino, con uno schermo elettrico esterno, od
impedenza, vuoi per il conduttore "caldo", vuoi anche due, non utilizzato per il segnale.

26 Elettronica Pratica
Preamplifica tore simmetrico

A
u

B \}l'/Y'
,1
t

U , I,

r
7

Fig. 2 - Il sistema semplificato di amplificazione dei segnali di bassa frequenza, provenienti


da un microfono M, riportato in A, è quello tradizionale, nel quale vengono pure amplificati i
disturbi di modo comune. Con il circuito presentato in B, tutti i disturbi di origine esterna
scompaiono.

Attualmente, sono abbastanza diffuse in com- ri acustici, è un generatore di segnali elettrici di


mercio e, soprattutto, utilizzate nei settori pro- bassa frequenza che debbono essere amplificati
fessionali, delle sorgenti, con uscita simmetrica notevolmente. Più precisamente, il microfono
rispetto alla massa, predisposte per tali collega- trasforma l'energia meccanica in quella elettri-
menti. Unitamente, sono messi in vendita cavi ca, ossia il suono in segnali elettrici.
con due fili attorcigliati e schermo esterno. Ma In figura 1, questo elemento è contrassegnato
non sempre, purtroppo, gli apparati amplifica- nei tre schemi con la lettera G (generatore) ed
tori, come ad esempio gli hi-fi, sono dotati di è inserito in un cerchietto, rappresentativo, nel-
ingressi simmetrici rispetto alla massa e certa- la realtà, dell'involucro esterno che racchiude il
mente insensibili ai segnali di "modo comune", componente elettronico.
ovvero identici sui due fili conduttori di segnale. Come accade in tutti i generatori elettrici, an-
che nel microfono sono presenti due morsetti,
identificabili, negli schemi di figura 1, con i se-
IL MICROFONO gni + e -. Il contenitore è collegato con un
terzo filo (C), che va applicato a massa e che è
Il microfono, ovvero uno dei più noti trasdutto- rappresentato dalla calza metallica di un cavo

Elettronica Pro±cc 27
Preamplificatore simmetrico

r 'l le s
m

(AMPLuE)
R6
I
4 i
O12v
I
I O comune

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c
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5]'='
·i [
+
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-· ....J

Fig. 3 - Progetto del preamplificatore simmetrico di bassa frequenza in grado di eliminare i


disturbi provenienti da sorgenti esterne agli apparati riproduttori. Le linee tratteggiate rac-
chiudono il settore circuitale montato su basetta supporto con circuito stampato, rappresen-
tativa del modulo elettronico dell'apparato.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie
C1= 3,3 F (non polarizz.) R1= 220 0hm- 1/4 W M = microfono
C2 = 3,3 F (non polarizz.) R2 = 220 ohm- 1/4 W IC1 = TLO71
C3 = 100 F- 16 VI (elettrolitico) R3 = 10.000 ohm - 1/4W ALIM. = 12 Vcc (duale)
C4 = 100 F- 16 VI (elettrolitico) RA = 100 ohm - 1/4 W
C5 = 100 pF (ceramico) R5 = 10.000 ohm - 1/4 W
C6 = 3,3 F (non polarizz.) R6 = 500.000 ohm - 1/4 W

schermato contenente, all'interno i due condut- far uso di un cavo schermato ad un solo condut-
tori. Questo cavo vuol proteggere, da eventuali tore interno e calza metallica esterna.
disturbi elettromagnetici di origine ambientale, Può capitare a volte che il reoforo microfonico,
il segnale che, uscendo dal microfono, raggiun- contrassegnato con il segno, sia collegato
ge l'altoparlante. Tutto ciò è schematizzato nel esternamente al contenitore metallico, come
particolare A di figura 1. Il particolare B, inve- schematizzato nel particolare C di figura 1.
ce, interpreta una soluzione circuitale semplifi- In ogni caso, i modelli più comuni sono quelli
cata. Nella quale, un terminale è collegato elet- interpretati con i circuiti teorici A e B, di cui il
tricamente con l'involucro metallico del micro- primo è da considerarsi di tipo professionale, il
fono (C). Un tale sistema, quindi, consente di secondo, invece, è un componente economico.

28 Elettronica Pratica
Preamplificatore simmetrico

comune

Fig. 4- Modulo elettronico del preamplificatore simmetrico di bassa frequenza che, a mon-
taggio ultimato, deve essere racchiuso in adatto contenitore con funzioni di schermo elettro-
magnetico.

Ultimata, a questo punto, l'interpretazione teo- interpreta un'applicazione pratica di microfono


rico-pratica degli elettrodi presenti nei microfo- simmetrico, vale a dire a tre conduttori.
ni, quelli sui quali si realizzano i collegamenti Cominciamo con l'esame dello schema A di fi-
dei fili conduttori, vediamo ora come sia possi- gura 2. In questo, i due elettrodi del microfono
bile comporre un dispositivo preamplificatore, M sono collegati con le due entrate El ed E2,
da inserire tra l'uscita del trasduttore acustico e cioè invertente e non invertente, di un amplifi-
l'entrata dell'amplificatore di potenza di bassa catore operazionale. il terzo terminale viene
frequenza, con lo scopo di evitare l'ingresso e la unito al secondo ed entrambi inviati a massa.
riproduzione dei due tipi di disturbi prima de- Pertanto anche l'entrata non invertente E2 ri-
scritti. mane connessa con la massa.
Supponiamo ora che, sul segnale di origine,
uscente dal microfono M si inserisca il segnale
COMPORTAMENTO DELL'OPERAZIONA- disturbo "d". Ebbene, sull'uscita U dell'opera-
LE zionale riappaiono entrambi questi segnali, am-
plificati ed invertiti nelle loro fasi, ossia rove-
Per analizzare il funzionamento del progetto sciati rispetto a quelli applicati all'entrata El-
del preamplificatore simmetrico di bassa fre- (invertente ). E ciò è quanto accade negli ampli-
quenza, pubblicato in figura 3, occorre dappri- ficatori di bassa frequenza di tipo tradizionale.
ma esaminare i circuiti teorici di figura 2. Nella Vediamo adesso che cosa succede nello schema
quale, lo schema A si riferisce all'impiego di un B di figura 2. Dove il microfono utilizzato M è
microfono di tipo normale, mentre lo schema B un modello simmetrico a tre elettrodi, cioè con

Elettronica 'Pratico 29
eampliticatore simmetrico

Fig. 5 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-


pato da riportare su una delle due facce di una ba-
setta supporto delle dimensioni di 6 cm x 5,5 cm.

tre fili uscenti. Orbene, il comportamento del CIRCUITO DEL PREAMPLIFICATORE


segnale originale rimane lo stesso già conside-
rato nello schema A, ciò che cambia, invece, è L'esame teorico, ora esteso ai microfoni simme-
la sorte subìta dal segnale disturbo "d". Che trici ed al comportamento di un amplificatore
questa volta si manifesta nella stessa forma e operazionale, in presenza di disturbi di modo
con la medesima intensità in entrambi i condut- comune, agevola il compito interpretativo del
tori del microfono simmetrico, per raggiungere, funzionamento del circuito del preamplificatore
contemporaneamente, le due entrate El- ed di bassa frequenza pubblicato in figura 3. Alme-
El+ dell'amplificatore operazionale. Ma l'in- no per quanto riguarda la prima parte schema-
gresso El- è quello invertente dell'operazio- tica, quella a sinistra del progetto. Merita inve-
nale e ciò significa che un segnale positivo ad ce una breve interpretazione il circuito interno
esso applicato tende a generare in uscita U un all'operazionale, qui rappresentato dal modello
segnale negativo, mentre l'ingresso non inver- TL071 e riprodotto in figura 7.
tente E2 +, in presenza di segnale positivo, ten- Gli ingressi E- ed E+, invertente e non inver-
de a produrre in uscita un segnale positivo. tente, del circuito dell'integrato pubblicato in fi-
Dunque, applicando alle due entrate dell'ope- gura 7, raggiungono i gates di due transistor ad
razionale lo stesso segnale, questo agisce in sen- effetto di campo, che sono caratterizzati da una
so opposto ed uguale sugli stadi successivi, sen- elevata impedenza e da basso rumore proprio.
za nulla produrre in uscita. Si suole dire pertan- Questi sono collegati secondo la configurazione
to che l'amplificatore presenta una reiezione ai dello stadio differenziale, che garantisce un'ot-
segnali di modo comune. Mentre quelli prove- tima reiezione dei disturbi di modo comune,
nienti dal microfono non subiscono alcuna eli- grazie anche alla presenza del generatore di
minazione. Ma tutto ciò vale nel campo delle corrente che lo alimenta.
frequenze in cui l'amplificatore operazionale ed L'uscita è impostata su uno "specchio" di cor-
i relativi componenti si comportano in modo rente che devia tutto il segnale amplificato sullo
adeguato, generalmente per tutta la banda a stadio amplificatore di tensione, visibile sulla
bassa frequenza. destra dello schema e basato su una configura-
Il sistema ora descritto è pure applicabile ai zione di due transistor in Darlington. Tale sta-
normali pick-up. dio alimenta i due transistor a simmetria com-
plementare, di tipo PNP ed NPN, presenti in

30 Elettronica Pratica
Preamplificatore simmetrico

dB

o ,....
-- 3
~/ ----- N' ~ .........
e
-10 -
F
20 50 100 200 500 1 2 5 10 15 20 30 40
~--HZ----' -----KHZ-----~

Fig. 6 - Il diagramma, qui riportato, interpreta il comportamento della banda passante che,
fra i 30 Hz e i 20 KHz, appare relativamente lineare.

posizione centrale del circuito di figura 7, che lano i numerosi transistor, che poi polarizzano i
alimentano a loro volta l'uscita. Più a destra si singoli stadi.
notano i circuiti di polarizzazione, che contro!- In serie con l'uscita è presente il circuito che li-

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Elettronica Pratica 31
PreompliJica tore simmetrico

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Fig. 7 - Circuito elettrico interno all'integrato operazionale modello TL071.

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in passato, potranno ora aggiunge-
re, alla loro iniziale collezione di ri-
viste, questa annata proposta in of-
ferta speciale a tuffi i nuovi lettori.

32 Elettronico Pratico
Preamplificatore simmetrico

mita la corrente, onde proteggere l'integrato da MONTAGGIO DEL PREAMPLIFICATORE


eventuali cortocircuiti.
I dati elettrici, esposti dai costruttori negli ap- La foto riprodotta all'inizio del presente artico-
positi prontuari, sono i seguenti: lo e lo schema pratico del modulo elettronico di
figura 4, sono i due principali elementi che il
Alim. = 18 Vcc max. lettore, interessato alla costruzione del pream-
Pot. diss. = 680mW plificatore simmetrico di bassa frequenza, deve
Imp. entr. = 1012 ohm tenere sott'occhio.
Banda pass. = 4MHz Il modulo elettronico, realizzato su circuito
Dist. arm. = 0,01% stampato, va insérito, a montaggio ultimato, in
un adatto contenitore metallico collegato a
massa.
Il circuito stampato, il cui disegno in grandezza
I valori della banda passante, del progetto del reale è pubblicato in figura 5, va composto, con
preamplificatore di figura 3, sono individuabili uno dei tanti metodi oggi proposti in commer-
nel diagramma riportato in figura 6. Nella quale cio, su una basetta di materiale isolante, di for-
si nota come questa, nei limiti di - 3 dB, tra i ma rettangolare, delle dimensioni di 6 cm x 5,5
valori di 30 Hz e 12.000 Hz, appaia relativa- cm.
mente iinéare. Su una delle due facce della basetta supporto
Coloro che desiderassero migliorare la banda del modulo elettronico del preamplificatore,
più bassa, quella intorno ai 20 Hz, dovranno tri- quella opposta alle piste di rame, si inseriscono
plicare, elevandolo a 10 F, il valore capacitivo tutti i componenti elettronici, servendosi, per
dei tre condensatori non polarizzati C1- C2- l'operazionale ICl, di apposito zoccoletto a otto
C6, per i quali è stata prescritta la capacità di piedini, in modo da evitare le difficili saldature
3,3 F. a stagno sui piedini del componente.
Il trimmer R6 consente di regolare il processo Sul terminale 3, che si trova a sinistra dello
di amplificazione dell'integrato operazionale schema pratico di figura 4, si collega la calza
ICl. Ma se questo dovesse essere sostituito con metallica del cavo proveniente dal microfono.
un potenziometro, si dovrà ricorrere all'uso di Sui terminali 1 e2si fissano i due conduttori in-
un modello adatto per l'applicazione su circuiti terni al cavo.
stampati. Nel terminale 4 (COMUNE), a destra di figura
L'alimentazione del circuito di figura 3 è di tipo 4, rappresentativo della linea di massa si inseri-
duale + 12 Vcc e - 12 Vcc. Questa, ovviamen- sce il conduttore comune dell'alimentazione
te, deve essere perfettamente filtrata, quindi duale, mentre l'uscita dei segnali amplificati e
esente da qualsiasi tipo di disturbo, tenendo privi di disturbi si identifica con il morsetto 6,
conto che l'assorbimento di corrente del pro- quello contrassegnato con la lettera U in figura
getto si aggira intorno ai pochi milliampere. 4.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a
;

ELETTRONICA PRATICA
Elettronica Pratica 33
Idoneo alle misure su
circuiti a radiofrequenza.

r .'
%
2-
L'alta impedenza non
altera le condizioni di
4, lavoro degli stadi in
esame.

Valuta le tensioni
continue a bassa ed alta
frequenza, perché opera
su larga banda.

VOLTMETRO
PER TENSIONI BF-RF
L'impiego di strumenti di misure e controlli irreparabili. Mentre il tecnico deve riconoscere,
elettrici, necessari durante le operazioni di ripa- con precisione e facilità, la presenza dei segnali
razione degli stadi a radiofrequenza e in quelle e controllarne l'ampiezza, sia per confronto con
di valutazione dei relativi segnali, può sempre altri segnali, onde rilevarne l'amplificazione e
dar luogo, negli apparati in esame, a perturba- l'attenuazione, sia per comparazione con se
zioni più o meno lievi, talvolta spinte al punto stesso, allo scopo di stabilirne i valori di massi-
di provocare blocchi di funzionamento o danni mo e di minimo, soprattutto nel corso di inter-

Validissimo strumento, con alimentazione a pile, per usi di


laboratorio, sia professionale che dilettantistico. E
indispensabile nelle riparazioni di stadi a radiofrequenza e
nelle operazioni di taratura e messa a punto di apparati per
radiotrasmissioni.

34 Elettronica Pratica
Voltmetro per tensioni BF.RF

venti di messa a punto e taratura. Owiamente, tronico ad altissima impedenza. A questo stru-
senza alcuna preoccupazione che lo strumento mento, poi, si deve abbinare un rivelatore di se-
adottato possa divenire il protagonista di rileva- gnali alternati, di adeguate caratteristiche, per
menti sbagliati o, peggio, di avarie circuitali. adattare il voltmetro ad operare nel campo di
Agli operatori elettronici, tuttavia, si possono tutte le tensioni, sia di bassa frequenza, sia ara-
presentare ulteriori problemi, legati all'uso de- diofrequenza. Ma anche per realizzare un appa-
gli strumenti di laboratorio: quelli di intervenire recchio in grado di localizzare qualsiasi sorgen-
su bande diverse, anche sconosciute, per misu- te di segnali a frequenza elevata, come ad
rare le tensioni continue di polarizzazione dei esempio quelle che generano disturbi nei colle-
vari stadi che, utilizzando valvole elettroniche o gamenti via radio, oppure le microspie occulta-
transistor ad effetto di campo, vengono sempre te con finalità illecite.
ed inevitabilmente disturbati dai comuni tester Il progetto del voltmetro, qui proposto ai letto-
ad alta sensibilità. ri, è composto da· due circuiti separati:
Ma questi ed altri problemi ancora vengono
completamente risolti, servendosi del dispositi- 1°- La sonda
vo, qui presentato e descritto, che appare sem- 2°- Il voltmetro
plice ed affidabile, che non pone questioni di
interferenze di rete, perché alimentato a pile e Il primo è pubblicato in figura 1, il secondo in
che si rivela poco ingombrante, facilmente tra- figura 3. E per entrambi sono riportati rispetti-
sportabile, meccanicamente robusto e principal- vamente alle figure 2 e 4, i relativi schemi prati-
mente assai economico. ci. Ma cominciamo col dire che il progetto del
voltmetro di figura 3 è stato essenzialmente
concepito per impieghi nei vari settori della ra-
DUE CIRCUITI SEPARATI diofrequenza, anche se, con la sola sostituzione
di un condensatore, come avremo occasione di
Per misurare le tensioni continue, senza carica- dire più avanti, il dispositivo può lavorare otti-
re il circuito in esame, serve un voltmetro elet- mamente in bassa frequenza, fino al limite mi-

Elettronica Pratica 35
Voltmetro per tensioni BF-RF

scatola stagnabile
o e e e e
57---1
punta I C1 RI
l cavo scherm
Ma ]
f- - - - - -uscita ...
I
I I
I R2 I
I
I c2 I

pinza

Fig. 1 - Schema elettrico della sonda da accoppiare con l'entrata del voltmetro elettronico
descritto nel testo. Le linee tratteggiate delimitano la parte circuitale da inserire in un picco-
lo contenitore metallico con funzioni di schermo elettromagnetico.

----COMPONENTI-----
C1= 56 pF (ceramico) R1 = 100.000 ohm - 1/4 W
C2 = 100 pF (ceramico) R2 = 1megaohm- 1/4 W
DG = diodo al germanio (OA 95)

nimo dei 10 Hz! Tuttavia, per i due diversi tipi re le tensioni alternate in tensioni continue ed
di interventi, quello in bassa e l'altro in alta fre- applicarle poi al cavo schermato d'uscita.
quenza, si consiglia la realizzazione di due son- Il gruppo RC è composto dalla resistenza Rl,
de distinte. da 100.000 ohm e dal condensatore, di tipo ce-
Riassumendo: l'argomento qui trattato viene di- ramico, Cl, del valore capacitivo di 56 pF, per
viso in due parti, nella prima si analizza il cir- la banda di frequenze compresa fra i 150 MHz
cuito sonda e se ne interpreta la pratica costru- e 1 MHz, ma con valore di 4.700 pF se la sonda
zione, nella seconda si esamina il circuito del deve operare nel campo di frequenze di 1 MHz
voltmetro elettronico, se ne presenta la realiz- : 10Hz.
zazione e, cosa molto importante, se ne descri- Il diodo al germanio DG, per il quale si consi-
ve la necessaria taratura. glia il modello OA95, che è più facilmente re-
peribile in commercio, può essere scelto, a pia-
cere, fra i seguenti semiconduttori: OA 81-OA
IL CIRCUITO SONDA 85-OA 91- OA 95. Quel che importa, in que-
sti componenti, è la cosiddetta tensione inversa
La punta metallica del circuito sonda, chiara- VR (Reverse Voltage), il cui valore deve aggi-
mente segnalata sulla sinistra dello schema di rarsi intorno ai 100 : 110 VR.
figura 1, preleva le tensioni a radiofrequenza Al diodo al germanio DG è affidato il compito
dai dispositivi in esame e le applica, attraverso di raddrizzare i segnali a radiofrequenza e di
un gruppo capacitivo-resistivo, all'anodo del caricare il condensatore C2 con i valori di ten-
diodo al germanio DG, allo scopo di trasforma- sione corrispondenti a quelli di picco.

36 Elettronica Pratica
Voltmetro per tensioni BF-RF

eo# -> SCATOLA


STAGNABILE

Fig. 2 - Schema costruttivo della sonda per tensioni a radiofrequenza. Dalla parte posteriore
fuoriesce, tramite gommino protettivo, il cavo schermato conduttore dei segnali da valutare
con il voltmetro e la cui calza metallica è collegata a massa.

Il circuito sonda di figura 1 presenta un'impe- stabilendo distanza ed orientamento se si vo-


denza d'entrata elevatissima, dell'ordine di 1 gliono eseguire misure relative.
megaohm, che non perturba, se non in misura Nel primo caso, ovviamente, si valuteranno di
debolissima, lo stato dei circuiti posti sotto con- più le componenti elettriche del segnale, nel se-
trollo. condo quelle magnetiche.
Soltanto in casi eccezionali, particolarmente cri- Per impieghi particolari del voltmetro elettroni-
tici, qualora le capacità o le induttanze equiva- co, è possibile inserire, a monte della sonda, dei
lenti della sonda dovessero disturbare il circuito filtri LC (induttivo-capacitivi), allo scopo di se-
in esame, è sempre possibile raggiungere una lezionare la banda di frequenze desiderate. An-
valutazione certa, anche se meno accurata, rea- che se una certa selezione è resa possibile inter-
lizzando un accoppiamento lasco tramite sonda venendo sul valore capacitivo di Cl. Perché con
di tipo capacitivo, ovvero con una piccola lami- le capacità più basse si eleva la frequenza mini-
na isolata, colJegata alla punta ed avvicinata ad ma della banda e viceversa. Quella massima in-
una distanza fissa, con un orientamento ben vece rimane la stessa agendo soltanto su Cl.
stabilito rispetto al circuito. Oppure con una
sonda induttiva, composta da poche spire di filo
conduttore, distanziate fra loro, avvolte in aria REALIZZAZIONE DELLA SONDA
su diametro di qualche centimetro, ma ben iso-
late e con i terminali collegati al puntale e a Il semplice piano costruttivo della sonda è pub-
massa. Anche questa sonda deve essere avvici- blicato in figura 2. Il contenitore, definito
nata al circuito nella misura ritenuta sufficiente, "Scatola Stagnabile" deve essere chiaramente

Elettronica Pratica 37
Voltmetro per tensioni BF-RF

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Fig. 3 - Progetto del voltmetro elettronico di valutazione di tensioni a radiofrequenza. L'ele-


vatissima impedenza d'entrata si identifica con quella caratteristica del transistor amplifica-
tore ad effetto di campo. Con il commutatore S1 si posiziona il circuito in una delle due pos-
sibili portate. Con il trimmer R7 si regola l'indice del microamperometro sulla massima de-
viazione, con R8 lo si tara sul valore zero.

-----COMPONENTI
Condensatore R8 = 2.200 ohm (trimmer)
R9 = 10.000 ohm - 1/4 W
C1= 1.000 pF (ceramico) R10 = 1.200 ohm - 1/4 W

Resistenze Varie
R1 = 4,7 megaohm - 1/4 W FT1 = 2N3819
R2 = 1megaohm (trimmer) A = microamperometro (100 µA f.s.)
R3 = 1megaohm - 1/4 W DL = diodo led
R4 = 4,7 megaohm (trimmer) DZ = diodo zener (6 V)
R5 = 100.000 ohm - 1/4 W S1 =comm. (2 posiz. - 1 via)
RS = 330 ohm - 1/4 W S2 = interrutt.
R7 = 2.200 ohm (trimmer) ALIM. = 9 Vcc

di tipo metallico, per fungere da schermo elet- "coccodrillo", per il collegamento con la massa
tromagnetico contro eventuali segnali di distur- del circuito in esame.
bo esterni e per non lasciare sfuggire quelli in- Non occorre alcun supporto per il cablaggio del
terni raccolti dal puntale. circuito della sonda, giacché le poche saldature
La punta metallica, saldata su uno spinotto, va a stagno dei reofori di alcuni elementi sono più
innestata su apposita boccola isolata. Il condut- che sufficienti per irrigidire la composizione cir-
tore, applicato tramite saldatura a stagno su un cuitale. Si consiglia, invece, di realizzare colle-
lato del contenitore, in prossimità della punta, è gamenti molto corti e saldature a regola d'arte.
munito, all'estremità opposta, di pinzetta Il cavo schermato uscente dal dispositivo, quel-

38 Elettronica Pratica
Voltmetro per tensioni BF-RF

O
A

2PILE DA 4,5V

Fig. 4 - Piano costruttivo del voltmetro elettronico, interamente inserito dentro contenitore
metallico, sul cui pannello frontale compaiono il commutatore di portata S1, la boccola per
l'entrata dei segnali da valutare, il diodo led, l'interruttore S1 e la scala del microampero-
metro. L'alimentazione è derivata da due pile piatte da 4,5 V, collegate in serie.

lo che applica i segnali in tensione continua al trata tramite il cavo schermato proveniente dal-
voltmetro elettronico, è collegato a massa inter- la sonda, vengono dosati in ampiezza tramite i
namente al contenitore metallico. Un gommino due trimmer R2 o R4, a seconda della posizio-
passante lo protegge dal tagliente foro metalli- ne assegnata al commutatore ad una via e due
co praticato in posizione opposta a quella in cui posizioni S 1.
è fissata la punta. Il commutatore S 1 consente di disporre di due
riferimenti a fondo scala dell'indice del mi-
croamperometro µA, quello di 10 V e l'altro di
CIRCUITO DEL VOLTMETRO 100 V. Più precisamente, con S1 su A, l'indice
dello strumento analogico valuta 100 V fondo
Il progetto del voltmetro elettronico è pubblica- scala. Con S 1 commutato su B si dispone invece
to in figura 3. Come si può subito osservare, si della scala inferiore, quella di 10 V f.s. In so-
tratta di un circuito con uscita a ponte, che uti- stanza, il commutatore S 1 attribuisce al vol-
lizza un transistor amplificatore di tipo FET tmetro la disponibilità di due portate.
con alta impedenza d'entrata. Il diodo zener, con tensione di 6 V, protegge il
I segnali in tensione continua, applicati in en- transistor FTl dai forti segnali elettrici, anche

Elettronica Pratica 39
Voltmetro per tensioni BF-RF

# e, %
L'interrutore S2 chiude il circuito di alimenta-
zione a 9 Vcc, realizzato con due pile piatte da
o
i 4,5 V ciascuna e collegate in serie tra loro, onde
erogare la tensione di valore complessivo di 9
Vcc.
Il trimmer R7 consente di regolare la posizione
@
• dell'indice dei microamperometro A sul fondo
scala e in corrispondenza della sua massima de-
viazione. Il trimmer R8 invece serve per tarare
io zero di inizio scala dello strumento.

MONTAGGIO DEL VOLTMETRO

La realizzazione pratica del voltmetro necessita


di un contenitore metallico, dentro il quale si
inseriscono il modulo elettronico, lo strumento
Fig. 5 - Disegno in grandezza reale del circuito stam- analogico e le pile di alimentazione. Questi ele-
pato da riprodurre su basetta supporto di materiale menti, infatti, debbono rimanere raggruppati
isolante, destinata a rappresentare il modulo elettro- nel modo indicato in figura 4. Ma il montaggio
nico del voltmetro.
del voltmetro deve iniziare con la composizione
del circuito stampato, il cui disegno in grandez-
za reale è riportato in figura 5. Poi, una volta
resa disponibile la basetta supporto, si inseri-
accidentali, come ad esempio le scariche elet- scono su questa i diversi componenti elettronici,
trostatiche o le tensioni indotte da saldatori non tenendo in visione costante la sezione schemati-
collegati a massa, che potrebbero distruggerlo. ca riportata sulla destra del piano costruttivo di
Il diodo led DL funge da elemento indicatore figura 4.
di apparecchio acceso; la resistenza di protezio- Consigliamo di inserire per ultimo il transistor
ne RlO, collegata in serie, assume il valore di FT1 oppure, in caso contrario, di mantenere in
1.200 ohm. cortocircuito i suoi elettrodi fino a montaggio

TESTER
T1 IN VOLT
R] DI R2

PRIM II> SC 1
- $- +
c::::::::::l

Cl alla
ENTR CC

RETE

40 Elettronica Pratica
Voltmetro per tensioni BF-RF

ultimato, utilizzando qualche spira di filo di ra- massa, applicando all'entrata del voltmetro (non
me nudo. della sonda) la tensione continua di 10 Vcc.
Sul pannello frontale del contenitore debbono
comparire, a lavoro completato, la boccola 5° - Regolare il trimmer R4 in modo che l'indi-
d'entrata delle tensioni continue da misurare, il ce del microamperometro A raggiunga il fon-
diodo led, che tiene informato l'operatore sullo do scala.
stato elettrico dell'apparato, il commutatore di
portata S 1, l'interrutore S2 e la scala del mi- 6° - Commutare S1 in A (alta tensione) e spo-
croamperometro. stare il cursore del trimmer R2 tutto verso
La linea di alimentazione negativa rimane col- massa.
legata a massa e si identifica con questa.
7° - Applicare all'ingresso del voltmetro la ten-
sione continua di 100 Vcc e regolare il trimmer
TARATURA DEL VOLTMETRO R2 con lo scopo di costringere l'indice del mi-
croamperometro a raggiungere il fondo scala.
Siamo così giunti alle ultime operazioni di ap-
prontamento del dispositivo descritto nel testo, Eseguite queste operazioni, il lettore sa di di-
quelle, non meno importanti delle precedenti, sporre ora di due riferimenti a fondo scala,
di taratura e messa a punto delle parti circuitali. quello di 10 Vcc e l'altro di 100 Vcc, rappresen-
Che debbono iniziare col porre in cortocircuito, tativi delle due portate dello strumento. A que-
tramite terminali cortissimi, lo stadio d'entrata sto punto, però, i due trimmer R2 ed R4 non
del voltmetro, per procedere poi, con grande debbono essere più toccati. Potrà invece capita-
pazienza, nel modo seguente: re di dover nuovamente intervenire sul trimmer
R8 per azzerare l'indice del microamperometro
1°- Chiudere S2 per alimentare il dispositivo e che, col passare del tempo, può spostarsi dall'i-
regolare il trimmer R8 in modo che l'indice del nizio scala.
microamperometro coincida con l'inizio scala.

2°- Regolare il trimmer R7 a centro corsa. TENSIONI CAMPIONE

3°- Eliminare il cortocircuito precedentemente Può essere assai facile disporre della tensione
provocato. campione di 10 Vcc, necessaria per le operazio-
ni di taratura ora descritte; lo è un po' meno,
4° - Commutare S1 in B (bassa tensione) e spo- invece, per la tensione di 100 V cc. In ogni mo-
stare completamente il cursore di R4 verso do, per produrre i due valori citati, basta realiz-
zare lo schema di figura 6. Nel quale la potenza
del trasformatore Tl non riveste alcuna impor-
tanza ai fini del risultato che si vuol perseguire.
Fig. 6 - Progetto di semplice alimentatore in grado di
Mentre il suo avvolgimento primario deve esse-
erogare le due diverse tensioni campione, quella di re adatto alla tensione di rete di 220 Vca ed il
10 Vcc e l'altra di 100 Vcc, necessarie per effettuare secondario deve ridurre tale tensione ai valori
la taratura del voltmetro elettronico. di 100: 120 Vca.

< C1=
COMPONENTI
32 F- 350 VI (elettrolitico)
I
Il diodo D 1 ed i successivi elementi raddrizzano
e livellano la tensione, trasformandola nei valo-
ri continui necessari e derivabili tramite il po-
tenziometro R3.
Fra il cursore ed il terminale di massa di R3 si
collega un tester, meglio se di tipo digitale, per
D1= diodo al silicio (1N4007) leggere, sulla scala di questo, i due valori utiliz-
R1 = 150 ohm - 1/4 W zabili di 10 V cc e 100 V cc.
R2 = 3.300 ohm - 1/4 W Si tenga presente che questo alimentatore non
R3 = 10.000 ohm (potenz. a filo) può creare alcun problema elettrico, giacché la
T1 = trasf. (220 Vca - 100 Vca) corrente assorbita in ingresso dal voltmetro a
FET è veramente infinitesimale.

Elettronica Pratica 4l
ASS
DIODI SCR
Meglio conosciuto con la denominazione di Invertendo le polarità della tensione, il compo-
"diodo controllato", l'SCR (Silicon - Controlled nente rimane ancora bloccato, contrariamente a
- Rectifier), ovvero "rettificatore controllato al ciò che accade nel normale diodo, nel quale si
silicio", è un componente elettronico a tre elet- ha conduzione elettrica. Ma la condizione di
trodi, internamente èomposto da due giunzioni blocco rimane finché non arriva sull'elettrodo
PN, che formano un semiconduttore di tipo di gate un impulso di tensione, positivo rispetto
PNPN, simile a due diodi normali collegati in al catodo e di ampiezza tale da mettere l'SCR
serie, come segnalato nel disegno di figura 1. in completa conduzione di corrente.
Il terminale relativo all'anodo fa capo al semi- Lo schema elettrico riportato in figura 4 vuol ri-
conduttore P più esterno, mentre il catodo ri- cordare, prima di procedere con l'analisi del
mane collegato con il semiconduttore N situato nuovo componente, il comportamento del dio-
nella parte opposta. Al secondo settore di ma- do al silicio in presenza della tensione alternata.
teriale P è collegato l'elettrodo rappresentativo Un tale circuito, infatti, facilmente realizzabile,
del "gate", detto pure "porta". evidenzia, con l'alternarsi delle accensioni delle
Il simbolo elettrico, che individua il diodo SCR, due lampadine LPl ed LP2, la conduzione del
è pubblicato in figura 2, mentre la configurazio- diodo al silicio D 1, in presenza delle semionde
ne esterna del componente può assumere uno positive, e quella del diodo D2 quando sul suo
dei tanti aspetti evidenziati in figura 3. catodo si affacciano le semionde negative della
Quando si applica all'anodo una tensione nega- tensione alternata, erogata dall'avvolgimento
tiva rispetto al catodo, non si verifica alcuna secondario del trasformatore di rete Tl. In pra-
conduzione elettrica attraverso l'SCR, così tica, dunque, una delle due lampadine si accen-
come avviene nel comune diodo a semicondut- de mentre l'altra rimane spenta e viceversa, con
tore. In tali condizioni il diodo controllato si il risultato che in ogni momento il sistema ema-
comporta come un interruttore aperto. na luce, perché i due diodi sono collegati in an-

42 Elettronico Pratica
Primi Passi

tiparallelo, cioè uno rimane polarizzato in un


modo, il secondo è polarizzato in senso inverso.
In sede di realizzazione del progetto di figura 4,
si tenga presente che i modelli di diodi al silicio,
prescritti nell'apposito elenco componenti, pos-
sono essere sostituiti con altri simili e che la po-
tenza del trasformatore di alimentazione Tl
può oscillare fra i 5 W e i 15 W, mentre la ten-
sione disponibile sull'avvolgimento secondario
può rimanere compresa fra i 12 V e i 15 V, con
disponibilità di assorbimento di corrente di va-
lore inserito nei limiti di 0,5 A - 1 A.

INTERRUTTORE ELETTRONICO
Il diodo controllato, dopo aver ricevuto l'impul-
so di tensione sul suo gate, conduce corrente
attraverso gli elettrodi di anodo e catodo, ma ri-
mane innescato finché questa corrente non vie-
ne in qualche modo interrotta.
Per comprendere bene questo importante con-
cetto relativo al comportamento dell'SCR, pro-
poniamo al lettore la realizzazione del semplice
circuito presentato in figura 5, nel quale il semi-
conduttore viene alimentato con la tensione

continua, che può essere quella erogata da una


o più pile collegate in serie.
ANODO In figura 6 è pubblicato lo schema pratico del
circuito sperimentale, il cui supporto è rappre-
sentato da una tavoletta di legno sulla quale si
p applica, tramite due viti, una morsettiera a cin-
que ancoraggi, con lo scopo di razionalizzare il
N cablaggio ed irrigidire i terminali di alcuni com-
ponenti, esattamente delle due resistenze, della
GATE lampadina LP e del diodo controllato SCR che,
identificandosi nel modello Cl06D, può essere
N acquistato in commercio in una delle due
espressioni esteriori pubblicate in figura 7. Che
presentano la medesima piedinatura, ma di-
CATODO mensioni strutturali diverse. Nel modello a sini-
stra di figura 7, l'aletta di raffreddamento me-
tallica del componente si trova in contatto elet-
trico con l'elettrodo di anodo (a). Ma in en-
trambi il catodo, segnalato con la lettera k, si
Fig. 1- Il diodo controllato SCR è un semiconduttore
a tre elettrodi, internamente formato dal collegamen- trova sulla sinistra di colui che osserva il diodo
to di quattro strati di silicio di tipo P ed N. controllato dalla parte in cui è stampata la sigla.
Su una piastrina metallica, in funzione di pan-

Elettronico Pratico
Primi Passi

SCR lanodo

$3
gate /f Fig. 2 - Simbolo elettrico, universalmente adottato
nella composizione degli schemi teorici, identificato-
re del diodo controllato SCR.

nello frontale del dispositivo, si applicano l'inter- mento circuitale, dunque, è quello derivante
ruttore Sl ed il pulsante, di tipo sempre aperto, dalle considerazioni teoriche sull'SCR prece-
Pl, sui quali il lettore dovrà intervenire per speri- dentemente menzionate. Mancando l'impulso
mentare il funzionamento del diodo SCR. di tensione sull'elettrodo di gate (g), il semicon-
L'alimentatore è realizzato con due pile piatte, duttore si comporta come un interruttore aper-
da 4,5 V ciascuna, collegate in serie tra loro nel to.
modo illustrato nel piano di cablaggio di figura Ora, se per un attimo si preme il pulsante Pl,
6, in modo da erogare la tensione di 9 Vcc. che è di tipo normalmente aperto, si può notare
E veniamo finalmente agli esperimenti da ese- l'immediata accensione della lampada LP. Per-
guire sul montaggio di figura 6, non prima, tut- ché con questa operazione si applica al gate
tavia, di averli analizzati sullo schema elettrico dell'SCR un impulso di tensione, che provvede
di figura 5. ad innescare il componente elettronico. Ma in
Quando si interviene sull'interruttore S 1 per tale situazione il circuito permane, anche dopo
chiudere ed alimentare il circuito, la lampada aver abbandonato il pulsante Pl, purché riman-
LP rimane spenta, segnalando lo stato di inter- ga attivo l'alimentatore. Si può dire pertanto
dizione del diodo controllato SCR. Il comporta- che, una volta applicato l'impulso di tensione al

Fig. 3 - Alcuni modelli di diodi controllati SCR attualmente disponibili in commercio.

44 Elettronica Pratica
Primi Passi

D1

A 8

12V

Fig. 4 - I comuni diodi al silicio, in presenza della tensione alternata, si comporta-


no da veri e propri semiconduttori, lasciandosi attraversare soltanto dalle semion-
de di uno stesso nome, quelle positive o le negative, a seconda del verso di inseri-
mento del componente nel circuito utilizzatore.

-----COMPONENTI
D1 = diodo al silicio (1N4004) LP1 = lampadina (12 V- 0,3 A)
D2 = diodo al silicio (1N4004) LP2 = lampadina (12 V-0,3 A)
T1 = trasf. (15 W-220 V- 15 V)

gate, l'SCR si comporta come un interruttore Il modello da noi utilizzato per la realizzazione
elettronico chiuso. del progetto di figura 5, è il classico C106D, che
Per spegnere la lampada LP basta interrompere con un impulso di soli 30 A, può attivare un
per un momento l'alimentazione, aprendo l'in- circuito interessato da una corrente di ben 4 A,
terruttore Sl. ovvero di 133.333 volte superiore. Infatti:
Servendosi della terminologia elettronica mo-
derna, si suole pure dire che il diodo controlla- 4 A : 30 A = 133.333
to si comporta come una "memoria", dato che,
una volta ricevuto il comando di avviamento, perché 30 A = 0,00003 A.
non abbandona più lo stato di conduttività, se Rammentiamo che in commercio sono presenti
non a causa di un'interruzione dell'alimentazio- diversi tipi di SCR recanti la sigla C106. Tra i
ne. quali ricordiamo i seguenti: C106Q - C106C -
Praticamente, il gate dell'SCR richiede una mi- C106A - C106D - C106M. Per ognuno di questi
nima corrente, dell'ordine di alcuni microampe- mutano i valori delle tensioni di lavoro, che
re, per imporre l'innesco del componente, il debbono essere richieste al rivenditore, oppure
quale può essere assimilato ad un relè in grado individuate negli appositi prontuari.
di pilotare, con poca energia, elevate potenze Quanto fin qui esposto va ora sperimentato di-
elettriche. rettamente sul montaggio reale di figura 6, in-

E I ettron ica Pratica 45


Primi Passi

LP

51

D
/

9V 1--<PI ~SCR
e
' g k
Fig. 5 - Circuito sperimentale di
R2 analisi del comportamento di un
diodo controllato SCR quando
questo viene alimentato con la
tensione continua.

-----COMPONENTI-----
R1 = 5.600 ohm - 1/4 W SCR = C106D
R2 = 1.000 ohm - 1/4 W P1 = pulsante (n.a.)
LP = lampadina (12 V - 0,3 A) S1 = interrutt.
ALIM. = 9Vcc

9VC.C. ___-
/
/

~
=t

plL I
r
p.4, 5\1
Fig. 6 - Piano costruttivo dell'ap-
parecchio didattico che, tramite
l'interruttore S1 ed il pulsante
P1, consente di esaminare il fun-
zionamento del diodo SCR.

46 Elettronica Pratica
[P rim i Passi

or o
SIGLA SIGLA

Fig. 7 - Il diodo controllato SCR, modello C106D,


prescritto per la realizzazione dei circuiti sperimen-
tali descritti nel testo, può essere reperito in com-
mercio in una delle due espressioni qui riportate, la cui
piedinatura è la stessa per entrambi i diodi. La lettera
K segnala la posizione dell'elettrodo di catodo.
k a g k ag

tervenendo, con le operazioni descritte, sull'in- Punto A =


chiusura S 1
terruttore Sl e sul pulsante Pl. Ma i risultati Punto B = chiusura P1
raggiunti possono essere così sintetizzati, facen- Punto C = apertura Pl
do preciso riferimento al diagramma riportato Punto D =
apertura S1
in figura 8: Punto E =
chiusura S 1

conduz. SCR

SI
»

NO T

A B C o E€

Fig. 8 - Le condizioni elettriche del circuito di figura 5 sono interpretate in questo semplice
diagramma, i cui punti segnalati con lettere maiuscole trovano ampie spiegazioni nel testo.

Elettronica Pratico 47
Primi Passi

T1 11
-
S1
-
-
Rl
LP
i

Il

SCR
a

12V
! g
llk
R2

Fig. 9 - Progetto del dispositivo sperimentale di controllo del funzionamento di un diodo


SCR quando questo viene alimentato con la tensione alternata.

-----COMPONENTI-----
R1 = 5.600 ohm- 1/4 W SCR = C106D
R2 = 1.000 ohm - 1/4 W P1 = pulsante (n.a.)
LP = lampadina (12 V - 0,3 A) S1 = interrutt.
ALIM. = 12 Vca

Come si può notare, sul punto B, all'atto in cui ma per interdire il diodo controllato ed è quello
si preme il pulsante P1, dopo aver chiuso l'in- di invertire le polarità dell'alimentazione. An-
terruttore di alimentazione S 1, la corrente, che che questo concetto può essere facilmente con-
fluisce attraverso l'SCR, cioè fra anodo e cato- trollato servendosi dello stesso montaggio di fi-
do, assume immediatamente il suo massimo va- gura 6.
lore di intensità, che si conserva finché non si Concludiamo questa prima parte dell'esame del
interviene nuovamente sull'interruttore di ali- diodo SCR ricordando che, pur avendo pre-
mentazione Sl, aprendolo. scritto il classico C106D, nel montaggio speri-
Nel diagramma di figura 8, il tempo necessario mentale, tenuto conto delle basse tensioni in
al diodo controllato per divenire conduttore, gioco, può essere utilizzato qualsiasi modello di
dopo aver inviato sul suo gate l'impulso di ten- SCR, in modo particolare il Cl06M, che potrà
sione positiva rispetto al catodo, sembra istanta- servire in futuro, quando si rendessero necessa-
neo, ma nella realtà, pur rimanendo brevissimo, rie prestazioni elettriche superiori.
si aggira intorno a 0,5 microsecondi, ossia a
mezzo milionesimo di secondo.
È stato affermato che per riportare all'interdi- L'SCR IN ALTERNATA
zione l'SCR, occorre aprire l'interruttore S 1,
owero togliere, sia pure per un momento, l'ali- Tutte le analisi fin qui condotte sul funziona-
mentazione. Ma esiste anche un secondo siste- mento del diodo SCR, sono state limitate al si-

48 Elettronica Pratica
Primi Passi

T1
220V 7
in

12V

RETE

Fig. 10- L'apparecchio con cui si analizza il comportamento del diodo SCR in regime di ten-
sione alternata, è alimentato per mezzo di un comune trasformatore per campanelli elettrici.

sterna di alimentazione del componente con la volta, non si utilizzano le pile, ma si ricorre al-
tensione continua, quella generata da una o più l'impiego della tensione alternata di rete.
pile. Rimane ora da vedere quali comporta- Il circuito sperimentale, che interpreta il modo
menti possa assumere l'SCR in presenza delle di comportarsi di un SCR, quando fra i suoi
tensioni alternate. elettrodi di anodo e catodo è inserita la tensio-
Diciamo subito che, per introdurre questa nuo- ne alternata di rete, è pubblicato in figura 9. In
va teoria, gli schemi cui il lettore è invitato a far questo, il trasformatore Tl, che può essere rap-
riferimento, sono press'a poco uguali a quelli presentato da un modello per campanelli elet-
già consultati in precedenza. Anche se, questa trici, riduce la tensione di 220 V ca al valore di
12 Vca. E questa bassa tensione, attraverso l'in-
terruttore S1 e la lampada LP, viene applicata
agli elettrodi "a" e "k" dell'SCR, che può esse-
re ancora lo stesso componente già utilizzato
per l'esperimento di figura 6, ovvero il C106D.
abbonatevi a: Supponiamo ora che l'interruttore S1 sia stato
chiuso e rileviamo che la lampadina LP rimane
spenta. Ciò significa che, ancora una volta, in
ELETTRONICA assenza della tensione di innesco sull'elettrodo
di gate (g), il diodo controllato rimane all'inter-
PRATICA dizione, ossia non è conduttore.
Premiamo quindi e manteniamo premuto il pul-
sante Pl, per osservare due fenomeni: quello
dell'accensione della lampada LP, come accade
nel circuito di figura 5, alimentato in continua,

Elettronico Pratica 49
Primi Passi

T
...
... . . ... .. .
.. .. .. ·...
·'
..
A B e o
Fig. 11 • Le linee intere delle sinusoidi, caratteristiche della rappresentazione analitica della
tensione alternata, si riferiscono ai periodi di tempo in cui il diodo SCR rimane conduttore.
Quelle tratteggiate misurano il tempo durante il quale l'SCR è all'interdizione.

e quello dello spegnimento della stessa lampa- In presenza dei tratti di sinusoide a linea intera
da LP appena si abbandona la pressione su Pl, (figura 11), sull'anodo dell'SCR è applicata la
questa volta al contrario di quanto verificato nel tensione positiva e se il pulsante Pl è premuto
precedente progetto, per il quale, dopo aver il diodo conduce corrente. Ma nel momento in
immesso il segnale di innesco sul gate dell'SCR, cui la sinusoide passa attraverso il valore di O V,
la lampada rimaneva accesa. per assumere quelli negativi, le polarità si inver-
Il primo fenomeno è già stato analizzato, il se- tono e l'SCR va all'interdizione. Poi, quando la
condo merita invece una accurata interpretazio- tensione ritorna a percorrere i valori positivi, se
ne. Consideriamo dunque nuovamente l'esperi- il pulsante Pl viene premuto, la lampada LP si
mento: chiudiamo l'interruttore di alimentazio- riaccende.
ne Sl, premiamo il pulsante Pl per un certo Concludendo, ma con riferimento al diagram-
tempo ed osserviamo la lampadina LP, la quale ma di figura 11, ovvero ai punti in questo con-
non si accende come nel progetto di figura 5, trassegnati con lettere maiuscole, si ha:
ma con una luminosità alquanto ridotta, esatta-
mente nella misura del 50%. Interpretiamo, A = chiusura S1
pertanto, i due diversi comportamenti del diodo B = conduz. di SCR con Pl premuto
controllato quando questo viene inserito in un C = abbandono Pl
circuito alimentato in corrente alternata. D = chiusura S 1
È stato detto in precedenza che, per disinnesca-
re l'SCR alimentato in continua, si poteva ricor- Si noti come al punto C, pur avendo abbando-
rere a due metodi: quello di interrompere l'ali- nato il pulsante Pl, la lampada LP rimanga an-
mentazione e l'altro dell'inversione di polarità. cora accesa durante l'ultimo tratto di linea in-
Ebbene, il secondo è proprio quello che agisce tera discendente della sinusoide. E questo tem-
nel circuito di figura 9, dove l'operatore è co- po di accensione coincide con quello in cui
stretto a tenere premuto costantemente il pul- l'SCR è ancora conduttore.
sante Pl, per applicare in continuità sul gate gli Le linee tratteggiate, nel diagramma di figura
impulsi di avviamento della conduttività del se- 11, si riferiscono alle semionde negative della
miconduttore. Ciò rimane ampiamente dimo- tensione alternata, quelle che portano il diodo
strato nel diagramma di figura 11, il quale inter- controllato all'interdizione ed impediscono il
preta la misura dei tempi in cui la lampada LP passaggio di corrente.
rimane accesa e che si identifica con quella in La resistenza Rl assume la funzione di elemen-
cui sono attive le semionde positive della ten- to limitatore della corrente di gate, la R2, inve-
sione alternata. ce, mantiene il gate al livello della linea di ter-

50 Elettronica Pratica
Primi Passi

ra. In assenza di questa seconda resistenza, e sostituendole con il trasformatore Tl, la cui
l'SCR potrebbe innescarsi in presenza di un potenza si aggira intorno ai 5 + 15 W ed il cui
solo disturbo elettrico di origine esterna al cir- avvolgimento secondario deve erogare una ten-
cuito. sione di valore compreso fra 12 e 15 Vca. La
corrente derivabile può variare entro i limiti di
0,5 - 1 A Pertanto, anche un semplice trasfor-
REALIZZAZIONE PRATICA matore per campanelli elettrici può essere mon-
tato nel circuito del progetto di figura 9. In par-
La costruzione del dispositivo, che permette di ticolare, nel modello disegnato in figura 10, la
analizzare il comportamento di un diodo SCR tensione di 12 V viene prelevata dai due mor-
quando questo è alimentato in alternata, va setti esterni fra i tre che raccolgono i conduttori
eseguita nel modo suggerito in figura 10, che è terminali dell'avvolgimento secondario, perché
lo stesso con cui è stato costruito il progetto di il primo di questi ed il morsetto centrale forni-
figura 5. Si consiglia quindi, trattandosi di stru- scono la tensione di 6 Vca. Due morsetti soltan-
menti didattici, di utilizzare lo stesso montaggio to, invece, caratterizzano i terminali di entrata
di figura 6, eliminando le pile di alimentazione dell'avvolgimento primario a 220 Vca.

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Elettronica Pratica 53
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54 Elettronica Pratica
LA PISTA DE IETIDRE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

MOTORI SENZA SPAZZOLE posto con avvolgimenti trifase, che possono toc-
care le velocità a lei necessarie, soprattutto se
Mi servirebbe un motore elettrico di piccole di- avrà cura di scegliere un modello di piccolo dia-
mensioni, particolarmente adatto a far funzio- metro, per esempio di 35 mm e della lunghezza di
nare un utensile con elevatissimo numero di giri 90 mm. Questi motori sono in grado di fo mire
al minuto, fra i 30.000 e i 40.000. Ho pensato di potenze specifiche elevatissime, ma per ottimizza-
utilizzare un motore a collettore a magneti per- re il loro rendimento, senza ricorrere all'impiego
manenti, dato che, per quanto io ne sappia, è il di conduttori troppo grossi, le consigliamo di
meno ingombrante di tutti. Ma questo, purtrop- adottare tensioni di alimentazione superiori ai 40
po, non è in condizioni di sopportare regimi di V, tuttavia non esageratamente, per ragioni di si-
rotazione tanto elevati. Il raggiungimento di curezza, collegando accuratamente a terra le parti
una velocità elevata, per mezzo di un sistema di metalliche. Unitamente al motore a commutazio-
ingranaggi, poi, è da scartare a priori, a causa ne elettronica, dovrà acquistare anche l'apposito
del volume intollerabile nella mia applicazione. modulo che regola la velocità, assicura un mini-
Come posso risolvere questo problema? mo di protezione e, principalmente, effettua le
FROSIO MARINO commutazioni. Per usi prolungati, peraltro, con-
La Spezia viene prevedere un sistema di raffreddamento ad
aria forzata, anche tramite tubi concentrici. Con-
I motori elettrici a collettore, essendo dotati di un cludiamo qui la risposta alla sua domanda ricor-
commutatore meccanico di corrente sugli avvolgi- dando che, questi tipi di motori, sono in pratica
menti del rotore, non possono raggiungere veloci- delle macchine sincrone trifasi, con rotore a ma-
tà di rotazione dell'albero superiori agli ottomila, gneti permanenti, dotate di sensori di posizione
novemila giri al minuto, nemmeno quando il nu- ad effetto Hall, noti in commercio con il nome di
mero dei poli e, quindi, delle commutazioni, è ri- "motori brushless", ovvero motori senza spazzole.
dotto al minimo. Infatti, l'alta velocità provoche- Costruttrice di tali prodotti è, ad esempio, la ditta
rebbe una rapida usura delle spazzole ed un con- svizzera Minimotor, ma anche altre industrie ita-
tatto precario di queste. Fortunatamente, oggi, so- liane stanno attualmente immettendo sul mercato
no disponibili in commercio dei motori elettrici a questi motori, dato che il loro impiego si sta dif-
commutazione elettronica, realizzati con rotore a fondendo in applicazioni di comune interesse,
magneti permanenti e statore generalmente com- come gli elettrodomestici e l'automobile.

Elettronica Pratico 55
La posta del lettore

GENERATORE BF Condensatori
C1= 470.000 pF (ceramico)
Potreste indicarmi in quale fascicolo arretrato C2 = 33.000 pF (ceramico)
del periodico è stato presentato il progetto di C3 = 100.000 pF (ceramico)
un generatore BF ad onda quadra, o rettango-
lare, con uscita a 20 Hz + 10 KHz? Resistenze
LUPRANO MAR IO R1 = 15.000ohm-1/4W
Foggia R2 = 1.000ohm- 1/4W
R3 = 100.000 ohm (potenz. lin.)
Per non sottoporla ad ulteriori perdite di tempo, R4 = 1.000ohm- 1/4 W
preferiamo proporle questo nuovo progetto nel R5 = 1.000ohm (potenz. lin.)
quale, quando è inserito il condensatore C 1 da
470 KpF, la frequenza generata varia fra 20 Hz e Varie
500 Hz, mentre con C2 si va da 400 Hz a 12.000 IC1 = 4011B
Hz circa. Con R3 si regola la frequenza, con R5 TR1= 2N1711
l'ampiezza del segnale uscente. S1 = comm. (1via-2posiz.)
S2 = interrutt.
ALIM. = 9Vcc

INTERRUTTORE OTTICO
Devo pilotare un circuito elettrico tramite la lu- Il funzionamento dello schema qui pubblicato è
ce. Potete pubblicare un semplice progetto elet- semplicissimo: quando la luce colpisce la cellula
tronico in grado di risolvere questo problema? fotovoltaica, il relè RL commuta i suoi contatti.
PRADA ANGELO Con il trimmer R2 si regola la sensibilità circuita-
Ferrara le.

TR1

TR2

e
%e
u e

l I »
CFl • + e
12V
C1

Condensatore Resistenze Varie


C1= 100F- 16Vl R1= 10.000ohm- 1/4 W TR1= BC107
R2 = 1.000ohm (trimmer) TR2 = 2N1711
D1 = 1N4004
CF = cellula fotovoltaica
RL = relè (100/300ohm- 12 Vcc)

56 Elettronica Pratica
La posta del lettore

L'IMPIANTO HL-FI DISTURBATO Lei deve realizzare questo semplice circuito e col-
legarlo con l'entrata BF del suo hi-fi quando ac-
Ritengo, ma non ne sono certo, che il mio im- cusa i disturbi menzionati. Si tratta di un rivelato-
pianto hi-fi venga disturbato da un CB abitante re che le permetterà l'ascolto delle emissioni del
nel mio stesso palazzo. Cosa posso fare per ac- CB. La bobina LI è composta da IO spire di filo
certarmene? di rame smaltato del diametro di 0,5 mm, avvolte
GIUSTINI PIERO su un supporto cilindrico di 7 mm di diametro.
Genova Per l'antenna sono sufficienti 2,5 metri di filo
conduttore.

ANT

R2
BF
C2 C3

L1
Condensatori Resistenze
C1= 100pF (condens. variabile) R1 = 3.300 ohm -1/4W
C2 = 1.000pF R2 = 10.000 ohm -1/4W
C3 = 1.000pF DG = diodo al germanio

Elettronica Protiro
CALIBRATORE A 2 MHE

Allo scopo di riconoscere l'inizio e la fine ban-


da dei 2 metri (144 - 146 MHz), vorrei disporre
Sono cellule pronte per il fun- di un calibratore a 2 MHz che per me, non ve-
zionamento e provviste, sulla dente, sarebbe di grande utilità.
SANNITO SETTIMO
faccia retrostante, di attacchi Bari
in ottone, che consentono il
Applichi all'uscita di questo circuito un'antenna
collegamento, in serie o pa- lunga 50 cm, onde irradiare il segnale generato e
rallelo, di più elementi, per raccoglierlo poi con il ricevitore in grado di rile-
eventuali e necessari aumenti vare gli estremi di banda. Con C2 si tara l'oscilla-
tore sul valore di frequenza di 2 MHz. Il calibra-
di tensione o corrente. tore va sistemato nelle immediate vicinanze del-
l'RX o dell'RTX.

Condensatori
C1= 100pF (mica)
C2 = 100pF (compens.)
C3 = 100.000 pF (ceramico)
C4= 1.000pF

SONDA LOGICA

Con uscita su due diodi led, di colore diverso,


vorrei costruire una semplicissima sonda logica
per l'analisi dei circuiti TIL.
Vengono vendute in due mo- OLIVA MASSIMO
Napoli
delli, incapsulati in contenito-
re di plastica, che erogano la Il funzionamento del circuito qui proposto è il se-
stessa tensione di 450 mV, guente: quando si accende il led rosso DLR, lo
stato logico rilevato è quello "alto" o "l". Quan-
ma una diversa corrente. do si accende il verde DLV, si tratta di uno stato
logico "basso" o "O". Se entrambi rimangono ac-
cesi, il segnale, ad onda quadra è caratterizzato
Modello A = 400 mA {76x46 mm)
da una frequenza elevata, superiore ai 20 Hz.
L. 6.500 (spese di spediz. comprese)
Con R2 si regola il punto di lavoro di TR
Modello B = 70o mAA (96x66 mm)
L. 7 .600 (spese di spediz. comprese) Condensatori
C1= 1.000pF (ceramico)
C2 = 100.000 pF (ceramico)

a: ST Resistenze
20124 MILAN R1= 8.6000hm- 1/4W
tramite voglia R2 = 100.000 ohm (trimmer)
c.c.p. N. 4601 R3 = 22.000 ohm- 1/4W
al numero. e al R4= 220ohm- 1/4W
R5= 180ohm-1/4W

58 Elettronica Pratica
La posta del lettore

R2 R4

6 C4

5V
e
0111 02
6

I C 1

Resistenze Varie
R1 = 100ohm-1/4W IC1 = 7400
R2 = 1.800ohm-1/4W XTAL = quarzo (2 MHz)
R3= 220ohm-1/4W D1 - D2 = diodi al silicio (1N914)
R4 = 560ohm-1/4W ALIM. = 5Vccstabilizz.

R4

+5/

DLR

e D2 a

sonda R1 Il Il
~
I e

ìf R3
Varie
c2 li J Il D1

?E}_ e@osso
D1 =
=
led (verde)
1N914
D2 = 1N914 ....
TR = BC109
gnd

Elettronica Pratica 59
KIT PER CIRCUITI ALIMENTATORI PER RTX
STAMPATI L. 1.ooo Mi è capitato di sentire che gli alimentatori per
i circuiti RF debbono essere concepiti in modo
particolare. Se ciò risponde al vero, potreste
Dotato di tutti gli elementi necessari per pubblicare lo schema di un siffatto dispositivo a
la composizione di circuiti stampati su 13 Vcc-3 A, da applicare al mio RTX?
vetronite o bachelite, con risultati tali da BIANCHI IGNAZIO
soddisfare anche i tecnici più esigenti, Pesaro
questo kit contiene pure la speciale pen-
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro. Si è vero. Alcuni alimentatori, infatti, possono
provocare rumori di vario tipo, se non addirittura
la sovrapposizione delle emittenti locali forti su
quelle deboli. Tutto sta nel maggiore o minore
numero di filtri inseriti. Nel circuito qui presenta-
to, il trimmer Rl consente di regolare la tensione
in uscita tra 1,2Vcc e 15 Vcc. F1 è un filtro da
rete idoneo al passaggio della corrente di 1 A, F2
deve sopportare bene i 10 A.
Condensatori
C1-C2-C3-C4 = 22.000 pF (ceramici)
C5 = 4 elementi da 22.000 F - 26 VI in parallelo
(tutti elettrolitici)
C6 = 100.000 pF (ceramico)
C7 = 10F- 16VI(elettrolitico)
ca = 100.000 pF (ceramico)
C9= 22F -26VI (elettrolitico)
- Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche LIMITATORE DI PICCHI
dopo conservazione illimitata nel
tempo. In qualità di appassionato di computer, dispo-
nendo di alcuni programmi per la elaborazione
- Il contenuto è sufficiente per tratta-
di segnali radio, mi servirebbe lo schema di un
re più di un migliaio di centimetri
circuito che limiti i picchi del segnale BF del-
quadrati di superfici ramate.
l'RX ad un valore di 0,7 V.
MONTINI GHERARD O
MODALITÀ DI RICHIESTE Bologna
II kit per circuiti stampati è corredato di un
pieghevole, riccamente illustrato, In cui so- Il circuito qui pubblicato dispone di un altopar-
lante per il monitoraggio audio del segnale rice-
no elencate e abbondantemente interpretate
tutte le operazioni pratiche attraverso le vuto. Con Rl si regola il volume sonoro di AP.
quali, si perviene all'approntamento del clr- Sull'entrata E si collega l'altoparlante del ricevi-
culto. Il suo prezzo, comprensivo delle spe- tore, sull'uscita U il computer. Il trasfonnatore T1
è di tipo per apparati a valvole, con secondario a
se di spedizione, è di L. 18.000.
4 ohm e primario a 5. 000 ohm, ma può essere
Le richieste debbono essere fatte inviando
l'importo citato a: STOCK RADIO - 20124 rappresentato da un modello da da 6V/220 V-5
MILANO - Via P. Castaldi, 20 (Tel. 2049831) w.
a mezzo vaglia postale, assegno bancario, Condensatore
assegno circolare o c.c.p. n. 46013207.
C1= 1.000pF(ceramico)

60 Elettronica Pratica
La posta del lettore

T1

+ F2
c5

Resistenze Varie
R1= 4. 700 ohm (trimmer) F1 = filtro da rete (1A)
R2 = 270ohm-1/2W F2 = filtro da rete (2A)
S1 = interrutt.
T1 = trasf. (220V-18V-3A)
P1 = ponte raddrizz. (80V-5A)
IC1= LM338K

R1

AP

Resistenze Varie
R1= 100ohm (potenz. log.) D1-D2 = diodi al silicio (1N4004)
R2 = 100ohm-1/4W T1 = trasf. d'uscita valvolare
R3 = 1.000ohm- 1/4W AP = 8 ohm (piccolo diametro)

Elettronica Pratica 61
La posta del lettore

VXOCONFET
Pilotato con un FET 2N3819 o MPF102, vorrei Per coprire l'intera banda di 7.000 KHz -,- 7.030
realizzare un VXO, cioè un oscillatore a cristal- KHz, tenuto conto che, tramite l'impedenza Jl da
lo con possibilità di variazione di frequenza, in 10 H, si ha una variazione di frequenza di 10
grado di funzionare sulla gamma dei 40 metri KHz circa, servono tre quarzi. Provveda a far se-
(7 MHz). guire al circuito uno stadio separatore.
DEL GIUDICE ALBINO
Brescia

Condensatori Resistenze Varie


C1 = 75 pF (variabile) R1 = 100.000 ohm - 1/4 W FT1 = 2N3819
C2 = 20 pF (a mica) R2 = 100 ohm - 1/4 W J1 = imp. RF (10 H)
C3 = 33 pF (a mica) J2 = imp. RF (100 H)
C4 = 33 pF (a mica) X1 = quarzo (7 MHz)
C5 = 100.000 pF (ceramico) ALIM. = 12Vcc- stabilizz.
C6 = 100.000 pF (ceramico)
C7 = 100pF (ceramico)

LARINGOFONO
Come posso utilizzare, in accoppiamento con il Lo schema qui pubblicato vale anche per l'impie-
mio RTX in auto, un laringofono a carbone, da go di normali microfoni a carbone. Il trimmer Rl
me recentemente acquistato in un mercato sur- va regolato per la miglior risposta audio. Con la
plus? sigla M è segnalato il laringofono a carbone. Con
PELOSI MAURIZIO GND la linea di massa.
Mantova

R2 R3

Rl

c2 c3 C4 C5

+12 V
BF
GN

Condensatori Resistenze
C1= 100.000pF R1= 1.000ohm (trimmer)
C2 = 100.000 pF R2 = 680ohm- 1/2W
C3 = 100F- 16V (elettrolitico) R3 = 680ohm- 1/2W
C4 = 100.000 pF
es = 100F- 16V (elettrolitico)

62 Elettronica Pratica
La posta del lettore

FT1
Xl R2
+

-
g 72V

R1
C3

• lf 6

C4
)2 Il 1
" ? RF

TOTOCALCIO ELETTRONICO ANTIFURTO PER MOTO RIDUTTORE DI TENSIONE, PER AUTO LUCI PSICOROTANTI MICROFONICHE
A DISPLAY Og ni volta che la moto viene spo stata e qui~ i l'appo sito 4,5 A 3 VIE
sensore (interruttore al mercuno) en1ra in az ione, un mi- Riduce la tensione di batterla 12 V delle autovl!!ttu- Tre luci si inseguono al rit:11·13121...!1 r,_.n. c.; .:::'L."\;. ::.:-
Con questo KIT si realizza un sorteggiatore elettroni-
co rigorosamente casuale
ro relè si ec cita e rimane tale per circa 2 minuti 30 e re a tensioni comprese tra 4 e 9 V. sì u_n so rprendente effetto IUffll -.i:_~
secondi anche se la moto è stata rimessa nella poSizio- Il dispositivo è dotato dì capsu-& -,c:-- cJ y -:., i:.-.;."""-
Premendo l'apposito pulsante le funzioni 1 X 2 si "mi- Graz ie alla sua grande corrente di uscita (4,5 A mas-
schiano". mentre rilasciandolo, sul display. apparirà il
risultato sorteggia1'J (1 X 2)
zz±%4%%2rm %%
az1on;::ire una sirena, un _lamp,egi)atore. ecc., oppure pos-
simi) può essere utlllzzato nei modi più svariati e
soprattutto per l'alimentaz ione dl telecamere, video-
ca ta, di regolatore di senstuta e3-et
si acc ende al ritmo del\a rriu-=.1:a
.<. -e

Per l'alimentazione occorre una normale batteria per sono essere usa t_I pe r disattivare il circuito di accensione registratori e apparecchi a grande assorb imento. L'alimentaz ione prevista es s: Es zs ±
ra'dioline da 9 V della moto. Grazie ad un partico lare circuito integ rato, il I! dispositivo è protetto contro i corto clrcultl accl- il massimo canico applicate sz 4 4r z4 2e
dispo sitivo può funzionare inditterenteme rte con batte- dentall che possono verificarsi alla sua uscita.
L"assorb1mento massimo è di circa 40 mA
t%%4.# %14.%2%%
e 100 mA in situaz ione di ALLARME (relè ecc itato). Tut•
te queste situaz ioni so no seg nalate da tre LED

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{i E@]atea.--
utilizzare ! appos-
eso +a8e200 Chm
- ·3mute due apposi tummner è possibile regolare a trequen-
!1 Dtli s-:r::tnai~ Ira 100d e 4000 Hz e il volume di ascolto
Quando la bicicletta é lerma o proce<!e molto lentamente sarà
la batteria di gile ad alimentare le lampadine de; fanah. qua,;do
invece le velocità è appena poco più che normale automatica- - -- Il scrivendo a:
Pe
e z 9V


orazione occorre una normale batteria per radi0li

~~'"".,niornassimoèdi25rnA
gnato su d un circuito stampalo di soli 3754 mm
mente, le lampadine vengono alimenlate daWaltema10fe de1a ~
cicletta e le !ile~ Ni-Gd si ricaricano: durante questa fase si
acce~d!'.' un LED VERDE. Quando invece sono le file ad alimen.
tare le uc s accende un LED ROSSO
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OHM 20 2-200 0-2K2-20 K? - 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A - 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
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Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 O/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
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Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
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PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
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VOLT A.C. 2,5 V- 10V- 25V- 100 V- 250 V- 500 V -
1000 V
OHM 2x1-0x10-Qx100-2x 1000
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 mA- 50 mA -0,5 A-5 A
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L'EDITRICE
RINGRAZIA
Ogni mese, questa pagina della rivista rimane assegnata al
primo contatto, alla virtuale stretta di mano con il Lettore, cui
il corpo redazionale anticipa qualche notizia, espone alcune
riflessioni, definisce scelte e programmi editoriali. Ovviamente,
dopo aver ascoltato ed analizzato, nell'arco di tempo che
separa l'uscita della pubblicazione da quella precedente,
suggerimenti, pareri, consensi ed anche dissensi. Dunque,
nell'attuale appuntamento mensile, in seguito al soddisfacente
numero di abbonamenti raccolti, vogliamo ringraziare coloro
che, attraverso questo forma indiretta di approvazione
dell'indirizzo tecnico didattico fin qui perseguito, hanno
dimostrato di voler sostenere, nel presente e nel futuro, i
nostri molteplici impegni, per incrementare ogni reale energia
do finalizzare al consolidamento dell'impresa. Ma un
doveroso ringraziamento va pure rivolto a quanti, pur
essendo fermamente intenzionati a farlo, non sono ancora
riusciti, per vari motivi, o comunicarci le loro gradite adesioni.
Perché anche costoro rappresentano per noi una potenziale
ricchezza, una forza viva dell'elettronica dilettantistica, che
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ci inorgoglisce sprono a rimanere sempre più determinati
ed operosi.
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ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA - ANNO 20 - N. 2 FEBBRAIO 1991

LA COPERTINA - Riproduce gli apparati di


grande interesse descritti nelle prime pagine del
presente fascicolo: quello per il pilotaggio
fototermico di due relè separati e l'altro per
l'analisi e la selezione di transistor fet e mosfet.

Sommario
68
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ELETTRONICA PRATICA CON DUE RELE'
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LA POSTA DEL LETTORE

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PILOTAGGIO
FOTOTERMICO
CON
DUE RELE

Il funzionamento del dispositivo presentato e nella configurazione a trigger, perde il suo na-
descritto in questa sede, si può riassumere in turale equilibrio ed eccita uno dei due relè pre-
poche parole. Quando un sensore, proponibile senti in uscita. Dunque, al superamento di una
tramite una fotoresistenza o un termistore, av- soglia di temperatura o luminosità, positiva o
verte una variazione di luminosità o temperatu- negativa, due relè, che agiscono indipendente-
ra, al di là dei limiti di una gamma prefissata, il mente l'uno dall'altro, provvedono ad attivare,
punto di lavoro di un circuito elettronico, pre- o disattivare, con i loro contatti, altrettanti cir-
sieduto da un integrato operazionale, collegato cuiti di carico, automaticamente e senza alcun
intervento da parte di chicchessia.
Il lettore, che ha ora assimilato il principio di
funzionamento dell'apparato, si chiederà quali
potevano essere i motivi che hanno indotto i
nostri tecnici a progettare un siffatto circuito,
quando sarebbe bastato servirsi di un solo relè,
Le variazioni di temperatura o dotato di un certo numero di scambi, per pilo-
luminosità, segnalate da un tare o, comunque, tenere sotto controllo più
elementi di carico. Ma ecco, qui di seguito, la
termistore o una fotoresistenza, doverosa spiegazione.
alterano il comportamento Assai spesso può capitare che ai contatti di un
solo relè vengano richieste caratteristiche elet-
circuitale di un integrafo, che triche diverse, oppure che insorga la necessità
attiva un relè di minimo oppure di mantenere ben distanziati, fra loro, gli scam-
uno di massimo, assolutamente bi, contrariamente a quanto si verifica nei mo-
delli elettromeccanici di produzione attuale.
indipendenti fra loro. Inoltre, quando capita di controllare carichi
elettrici situati in posizioni diverse, gli installa-
tori sono costretti a stendere grossi ed ingom-
branti cavi di potenza, lungo percorsi a volte

68 Elettronica Pratica
Pilotaggio fo totermico con due re lè

Utile nei sistemi di controllo


di temperature,
luce, tempi,
livelli, portate e spazi.

È praticamente
un doppio relè elettronico.

Adattabile anche ai semplici impieghi professionali.

tortuosi, per raggiungere T'unico relè disponibi- piccolissimo, delicato ma prezioso segnale elet-
le, sottoponendosi a costi di impianto elevati, trico. E concludiamo menzionando le molte cir-
accettando frequenti cadute di tensione e pro- costanze in cui gli scambi dovrebbero essere
vocando disturbi di origine elettromagnetica temporizzati, con la possibilità di controllare i
nelle vicinanze. Tutto ciò, invece, può essere tempi di apertura dei contatti NC (Normalmen-
agevolmente evitato utilizzando il progetto a te Chiusi) e di quelli NA (Normalmente Aper-
due relè proposto in queste pagine. Ma conti- ti), e viceversa, onde verificare se vi siano o me-
nuiamo ancora ad elencare le varie occasioni in no sovrapposizioni nel tempo di azione durante
cui è maggiormente conveniente l'impiego di le commutazioni.
due relè distinti. E citiamo quelle della misura, Da quanto finora detto, il lettore potrà ora fa-
trasmissione od elaborazione di piccolissimi se- cilmente immaginare quali e quante possono
gnali, in modo particolare di tipo a radiofre- essere le pratiche applicazioni realizzabili con
quenza, con i quali spesso i dilettanti hanno a questo apparato, che si rivela circuitalmente
che fare. Ricordiamo poi il caso di utilizzazione semplice e molto economico. E nel quale tutti
di relè ad alta sensibilità, nei quali, per mancan- potranno cogliere l'opportunità di costruire un
za di spazio, non sono presenti i contatti NC, sistema di controllo reale ed automatico della
ovvero normalmente aperti. Oppure quello in temperatura, della luminosità, del livello delle
cui non sono disponibili i contatti di potenza sostanze liquide, dell'avviamento o dello spe-
elevata, sia perché apparirebbero troppo grossi, gnimento di apparecchiature elettriche ed elet-
sia perché sarebbe oltremodo difficile realizzare troniche, di motori, di sistemi di riscaldamento
i necessari isolamenti e le camere di spegni- o refrigerazione e di tutti quei dispositivi in cui
mento degli archi voltaici. lJlteriori difficoltà sono necessari pilotaggi e controlli con due relè
scaturiscono ancora dall'utilizzazione di quei re- separati.
lè nei quali un contatto dovrebbe essere di po-
tenza, mentre l'altro dovrebbe commutare un

Elettronica Pratica 69
Pilotaggio fototermico con due relè

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70 Elettronica Pratica
Pilotaggio fo toterm ico con due relè

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Elettronìca Pratica 71
Pilotaggio fototermico con due relè

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Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stampato, da riportare su una delle due facce
di una basetta supporto, di materiale isolante, di forma rettangolare, delle dimensioni di 13
cmx4 cm.

L'ELEMENTO SENSORE per quanto riguarda le entità termiche, oppure


le fotoresistenze per le verifiche luminose.
All'estrema sinistra del progetto di figura 1 ap- Mentre per i controlli cli tensione si può ricor-
pare inserito il simbolo elettrico di un sensore, rere alle note resistenze VDR ed MDR e per
ovvero di un elemento resistivo variabile, entro quelli di pressione agli elastometri o gomme
una certa gamma di valori, al variare delle gran- conduttive.
dezze fisiche da tenere sotto controllo e che, Nel prototipo, illustrato nelle prime pagine, si
nella maggioranza dei casi, sono la temperatura utilizza una resistenza a coefficiente negativo
e la luce. Pertanto si possono utilizzare i noti NTC, da 47.000 ohm, con lo scopo di adibire il
componenti conosciuti con le sigle PTC o NTC, progetto a vigilanze di ordine termico.
Giunti a questo punto, prima dì procedere con
l'esame del circuito di figura 1, riteniamo dove-
roso, a beneficio di molti lettori principianti, in-
trattenerci brevemente sulla natura dei sensori
ora citati ed il loro impiego, invitando i più pre-
parati a sorvolare le immediate menzioni e a
raggiungere subito la parte descrittiva circuitale.
Le resistenze NTC (Negative Temperature
1 8 Coefficient), chiamate pure Termistori, sono
2 7 componenti resistivi, caratterizzati da un eleva-
3 6 to coefficiente di temperatura negativo, che si
comportano in modo del tutto opposto a quello
4 5
dei Termistori PTC. Questi ultimi, infatti, sono
dotati di un alto coefficiente di temperatura po-
sitivo (Positive Temperature Coefficient); ossia,
all'aumentare della temperatura esterna, au-
menta in essi notevolmente il valore resistivo.
Nelle NTC, invece, all'aumentare della tempe-
Flg. 4 - Piedinatura ed elementi guida dell'integrato ratura esterna, diminuisce la resistenza interna.
operazionale A741, che nel progetto qui presentato I termistori PTC sono realizzati con materiale
e descritto viene collegato nella configurazione di
trlgger. ceramico, dotato di proprietà semiconduttrici. I
termistori NTC sono composti da una miscela
di ossidi metallici, trattati chimicamente, pres-

72 Elettronica Pratica
Pilotaggio fototermico con due relè

RLI eccit
RL2 eccit.
t .

RLJ eccit.
+ H« STACCO

t
RL2 eccit.

Flg. 5- Senza l'inserimento della resistenza R4, che nello schema di figura 1 è segnalata
come elemento facoltativo, la commutazione fra i due relè è istantanea, come segnalato nel
disegno riportato in alto di figura. Utilizzando la resistenza R4, conformemente al valore
ohmmico a questa attribuito, tra le successive eccitazioni dei due relè si inserisce un certo
Intervallo di tempo.

sati assieme ad un legante plastico e sinterizzati stenze VDR e MDR. Le prime, denominate
ad alta temperatura, in modo da presentare ca- pure variatori di tensione, sono rappresentate
ratteristiche semiconduttrici. Il valore nominale· da elementi nei quali il valore della resistenza
della resistenza viene di solito valutato a 25C. varia, in misura non lineare, al variare della ten-
Dunque, in sede di impiego pratico, il compo- sione applicata. Il significato della sigla qualifi-
nente è assai utile per conoscere le variazioni cativa è interpretato dalle tre seguenti parole:
termiche al variare della sua resistenza. La di- Voltage Dependent Resistor. Ma solitamente,
pendenza tra questi due parametri è di tipo lo- quando si fa riferimento ad una resistenza
garitmico. VDR, si indica quel modello nel quale il valore
Il fotoresistore, noto pure con il nome di foto- della resistenza varia coll'aumentare della ten-
resistenza, è un componente elettronico di fon- sione applicata.
damentale importanza, perché rimane sensibile Per quanto riguarda le resistenze MDR, basta
alle variazioni di luce. Infatti, la sua resistenza ricordare che queste godono della proprietà di
varia di valore al mutare dell'intensità della luce variare linearmente il proprio valore al variare
che lo colpisce. Più precisamente, al buio, il fo- del campo magnetico in cui sono immerse. La
toresistore si comporta come un isolante o qua- sigla che le definisce è composta con le prime
si, presentando resistenze che superano spesso tre lettere delle seguenti parole: Magnetic De-
il milione di ohm e raggiungono anche i dieci pendent Resistor.
megaohrn.
Mano a mano che la luce incidente aumenta, il
fotoresistore diviene sempre più conduttore, si- ESAME DEL PROGETTO
no a raggiungere, sotto una luce intensa, valori
di poche centinaia di ohm o, addirittura, di al- Qualunque sia il modello di sensore S scelto
cune decine di ohm. Pertanto, il campo di varia- per il funzionamento del progetto di figura 1, si
zione della resistenza è veramente grande e ciò deve far in modo che questo, tramite una preci-
rende la fotoresistenza un componente ricco di sa taratura dei due trimmer Rl ed R3, provochi
possibilità di pratico impiego. una esatta condizione di equilibrio del compor-
Ulteriori elementi sonda, come già preannun- tamento del circuito di trigger in cui è montato
ciato, possono essere rappresentati dalle resi- l'integrato ICl. Praticamente, le due entrate,

Elettronica Pratica 73
Pilotaggio fototermico co n due relè

+J2V

ey
R
10'000
n

ov

s
10'000
no
-12V

Flg. 6 - Interpretazione elettronica ed analogica, ovvero meccanica, della condizione di per-


fetto equilibrio dei circuiti d'entrata del progetto presentato in questa sede. All'ingresso In-
vertente dell'integrato il segnale è di O V e tale è quello presente in uscita; la situazione è
paragonabile a quella di una leva con Il fulcro in posizione centrale.

quella non invertente e la invertente, debbono cata una tensione negativa di qualche millivolt e
trovarsi al potenziale di O V. viceversa.
L'entrata non invertente, che potremmo segna- Non essendo presente alcuna controreazione in
lare con la sigla E.N.I., è individuabile nel pie- corrente continua, l'integrato ICl amplifica
dino 3 ( +) di ICl, quella invertente, proponibi- moltissimo, circa 200.000 volte, per cui una lie-
le con la sigla E.I. si identifica con il terminale 2 ve differenza elettrica sul piedino 2 (inverten-
(-) dell'integrato, qui rappresentato dall'ope- te), ne provoca una enorme sul terminale d'u-
razionale A7 41. scita 6. Ovviamente si tratta di tensione con po-
Riassumendo, con l'aiuto delle sigle menziona- larità opposta a quella d'entrata, essendo stato
te, la condizione di assoluto equilibrio del cir- utilizzato l'ingresso invertente. Ma se questo di-
cuito d'entrata del progetto si raggiunge quando: venta leggermente positivo, anche l'uscita 6
commuta verso i valori di tensione negativa.
E.N.L (entr. non invert.) = O V Visto il comportamento dell'integrato IC1, con-
E.I. (entr. invert.) OV= seguentemente a quello del sensore S d'entrata,
possiamo ora arguire come la presenza di una
Ma, lo ripetiamo, ciò si ottiene tramite lo stato tensione positiva, sul piedino 6 di !Cl, sia in
elettrico conferito al sensore e ai due trimmer, grado di avviare la conduzione del diodo led
che possono essere sostituiti da altrettanti po- DLR (Diodo Led Rosso), il quale si accende e
tenziometri a variazione lineare, cui vengono tramite la resistenza R6 polarizza la base del
conferite le seguenti funzioni: transistor TRl di tipo NPN.
Una volta polarizzato, TRl diviene conduttore
Rl = regolazione fine e provvede ad eccitare il relè RLl. Viceversa, in
R3 = regolazione approssimativa presenza di una tensione negativa all'uscita di
ICl, sul piedino 6, viene attivato il diodo led
Ora, quando la resistenza del sensore S subisce DLV (Diodo Led Verde) che, tramite la resi-
una variazione, l'equilibrio del sistema circuita- stenza R5, polarizza la base del transistor TR2,
le d'ingresso viene meno e la tensione d'uscita, il quale, divenendo conduttore, provoca l'eccita-
rilevata sul piedino 6, raggiunge il valore di zione del secondo ed indipendente relè RL2.
+ 12 V, se al piedino 2 (invertente) viene appli- Riassumendo: quando il sensore S applica una

74 Elettronica Pratica
Pilotaggio fototermico con due relè

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Flg. 7 - La presenza di un segnale negativo, sull'entrata invertente dell'integrato, equivale


ad una differenza di valori ohmmlci tra R ed S, che applicano una tensione negativa sul pie-
dino d'entrata e rendono disponibile la tensione di + 12V in uscita. Con un processo analo-
go a quello della leva nella quale il fulcro venga spostato verso destra.

variazione negativa di tensione all'entrata inver- gisce ai segnali inviati dal sensore.
tente 2 di ICl, si accende il diodo led rosso Se si desidera introdurre nel sistema di eccita-
DLR e rimane eccitato il relè RLl. Quando al- zione dei relè, la cui commutazione è istanta-
l'ingresso invertente 2 di ICI giunge una varia- nea, un tempo di ritardo, ossia volendo mante-
zione di tensione positiva, si accende il diodo nere i due relè RLl ed RL2 a riposo prima del-
led verde DLV e si eccita il relè RL2. la commutazione, si deve inserire, in parallelo
Ai condensatori Cl e C2 è affidato il compito con il condensatore C2, la resistenza R4, il cui
di elimin are disturbi ed interferenze. In partico- valore ohmmico può variare fra 1 megaohm e
lare, il condensatore Cl cortocircuita le elevate 470.000 ohm e la cui presenza, nel progetto di
frequenze d'ingresso, impedendo anòmali com- figura 1, è segnalata mediante due frecce, che
portamenti dell'integrato ICl conseguenti ad stanno ad indicare la sua facoltativa applicazione.
eventuali disturbi. Il condensatore C2, invece, Il diagramma di figura 5 interpreta le due con-
provvede ad integrare il segnale in ingresso, in dizioni elettriche ora proposte, quella che si ve-
misura tale che soltanto le variazioni conferma- rifica in assenza della resistenza R4 e l'altra
te dai circuiti d'entrata siano in grado di far raggiungibile con l'inserimento di questo ulte-
scattare l'uscita. La cui attivazione necessita di riore componente.
un segnale debole, ma prolungato nel tempo, Senza la resistenza R4, la commutazione, fra un
oppure un segnale forte in un tempo ridotto, relè e l'altro è istantanea, come segnalato nel
perché ciò che conta nel risultato è il prodotto disegno riportato in alto di figura 5. Con la resi-
fra le due grandezze ampiezza e tempo. stenza R4, tra le due eccitazioni intercorre un
Il condensatore C2, per il quale nell'apposito certo tempo, che dipende dal valore assegnato
elenco componenti è stato prescritto il valore alla resistenza. Per esempio, con il valore
capacitivo di 4.700 pF, può essere elevato fino a ohmmico di 1 megaohm, la commutazione vie-
100.000 pF, purché si faccia uso di un modello ne ritardata di un secondo circa; con R4 pari a
ceramico. Ma il suo valore capacitivo può anche 470.000 ohm, il ritardo aumenta a due secondi
essere diminuito, ricordando che l'insensibilità circa.
ai disturbi aumenta coll'aumentare del valore L'intervallo di tempo, fra un'eccitazione e l'al-
capacitivo, ma che, contemporaneamente, au- tra, potrebbe divenire una necessità, se non
menta il ritardo con cui il circuito d'entrata rea- proprio una tolleranza circuitale. Infatti, se si

Elettronica Pratica 75
Pilotaggio fo totermico con due relè

+J2V -'
mV

.l

-12 V
10'000
n0
0
u
ov


Il I. ,/

s<
10'010
1l
-12V

Flg. 8 - Quando Il segnale, applicato all'Ingresso invertente dell'integrato, è positivo, equiva-


lendo ad una differenza di valorl delle resistenze R ed S a favore di quest'ultima, in uscita è
presente la tensione di - 12V. Come se il fulcro della leva fosse spostato verso sinistra.

utilizza il progetto di figura 1 nel controllo di mento dell'integrato rispetto ai segnali ad esso
una gamma di temperature e lo si tara in modo inviati dall'elemento sensore.
che lo scatto avvenga sul valore di 21°C, la com- Lo schema di figura 6 interpreta l'esatto equi-
mutazione avviene quando la temperatura sale librio elettrico, perché nessuna differenza di po-
al di sopra o scende al di sotto di pochi decimi tenziale viene applicata all'ingresso invertente.
di grado centigrado rispetto al punto di taratu- L'uscita pertanto rimane al valore di O V. E ciò
ra, rendendo assai critico lo scatto. Se invece si è paragonabile ad una leva ( disegno a destra di
inserisce nel circuito di figura 1 la resistenza figura 6), il cui fulcro si trova in posizione equi-
R4, la commutazione può avvenire soltanto distante fra le due estremità.
quando la temperatura varia di parecchi decimi Lo schema di figura 7, invece, interpreta la con-
di grado intorno al valore di taratura. E questo dizione in cui all'entrata invertente di IC viene
accade perché la resistenza R4 diminuisce l'am- applicata una tensione negativa, che eleva l'u-
plificazione esercitata dall'integrato ICl, intro- scita al valore di + 12 V. Analogicamente tutto
ducendo nel circuito una controreazione in cor- avviene come se si spostasse verso destra il ful-
rente continua. cro della leva. Elettricamente ciò equivale ad
Concludiamo qui la parte descrittiva del circui- una sensibile amplificazione del segnale d'en-
to di figura 1, facendo presente che l'alimenta- trata verso i valori positivi.
zione di questo è di tipo duale ( 12 V + 12 V) e Nello schema di figura 8, la resistenza del sen-
che la corrente assorbita, a seconda dei modelli sore S è aumentata rispetto alla R, per applica-
di relè adottati, si aggira intorno ai 50+ 100 mA. re all'ingresso invertente un segnale positivo,
identificabile, in uscita, in un segnale negativo a
12 V. L'analogia, in tal caso, propone uno
L'EQUILIBRIO NELL'ANALOGIA spostamento del fulcro verso sinistra. I segnali
elettrici, corrispondentemente, sono aumentati
Alcune interpretazioni analogiche della condi- notevolmente verso i valori negativi.
zione di equilibrio dei circuiti d'entrata del pro- I tre scherni, ora presentati, consentono di ana-
getto di figura 1, peraltro abbondantemente lizzare le tre condizioni di equilibrio o instabili-
analizzati in fase di esame teorico del circuito, tà negativa o positiva dei circuiti d'entrata del
possono ulteriormente chiarire il comporta- progetto di figura 1, sia nell'aspetto elettronico,

76 Elettronica Pratica
Pilotaggio fototermico con due relè

sia in quello analogico per spostamenti del ful- per non trasformare il circuito in un oscillatore.
cro di una leva o di pesi diversi caricati sulle A tale scopo il piedino 3 di ICI, anziché essere
due estremità. collegato direttamente a massa, deve sopporta-
re l'interposizione di una resistenza da 1.000
REALIZZAZIONE ohm; inoltre, tra l'uscita (piedino 6) e lo stesso
piedino 3, occorrerà inserire una seconda resi-
La pratica realizzazione del progetto descritto stenza da 100.000 ohm, che consentirà di rag-
in queste pagine si esegue controllando lo sche- giungere un'isteresi dell'I% circa.
ma pratico riportato in figura 2, dopo aver ap- Per regolare le temporizzazioni, occorre appli-
prontato la basetta supporto con circuito stam- care, tra base ed emittore del transistor che pi-
pato, pubblicato, in grandezza reale, in figura 3. lota il relè di cui si vuole ritardare lo scatto, un
La basetta rettangolare, di materiale isolante, condensatore elettrolitico da 6 VI e di capacità
deve avere le seguenti dimensioni: 13 cm x 4 cm. sufficiente a realizzare il ritardo desiderato, te-
Sui terminali contrassegnati con la lettera S si nendo conto che, ad ogni microfarad corrispon-
applica il cavo schermato, contenente due con- de poco più di un millisecondo. Per TR1, l'elet-
duttori, da collegarsi sui capicorda contrasse- trodo negativo del condensatore va collegato
gnati con i numeri 1-3, mentre sul terminale 2 con l'emittore, per TR2 con la base. Ma per la
si salda a stagno la calza metallica del cavo. stabilità in temperatura, si consiglia di utilizzare
L'integrato ICI, la cui piedinatura è rilevabile condensatori al tantalio.
osservando il disegno di figura 4, va inserito nel Per impieghi gravosi conviene equipaggiare i
circuito tramite uno zoccoletto. due transistor TR1 - TR2 con adatti dissipatori
Il trimmer R1, per la regolazione fine della sen- dell'energia termica.
sibilità del circuito d'entrata, deve essere dotato Chiudiamo a questo punto l'argomento, ripe-
di perno di plastica di comando. Quello per il tendo ancora che nei controlli di temperatura, è
controllo superficiale R3, si regola mediante consigliabile utilizzare un sensore S di tipo
cacciavite. NTC-47.000 ohm, mentre per quelli luminosi
Coloro che volessero raggiungere uno scatto conviene impiegare una fotoresistenza da 47.000
più deciso del sistema, unitamente ad una mag- ohm. Per l'osservazione dei livelli di sostanze li-
giore insensibilità ai disturbi, accettando la pre- quide, invece, occorre servirsi di un potenzio-
senza di una certa isteresi, potranno introdurre metro collegato ad un galleggiante.
una reazione positiva, peraltro molto contenuta,

Elettronica Pratica 77
CONTROLL
FET - MOSFET
I transistor fet e i mosfet sono componenti assai te sconsigliabili agli hobbysti, specialmente
delicati che, prima di essere utilizzati, meritano quando, con l'aiuto di questa pubblicazione, il
un accurato controllo dei loro parametri, so- problema può essere facilmente risolto con un
prattutto quando si vogliono reimpiegare mo- minimo dispendio di elementi e ad un costo ac-
delli non completamente nuovi, cui non è possi- cessibile a tutti. Come accade in questa circo-
bile concedere un totale affidamento. Il dilet- stanza, nella quale provvediamo a colmare
tante, tuttavia, per condurre questi particolari un'ulteriore lacuna del settore strumentale, ri-
esami, non può ricorrere all'uso di strumenti di servato ai principianti di elettronica, che voglio-
misura commerciali, troppo costosi e certamen- no controllare lo stato dei fet e dei mosfet, di
selezionarne i modelli in loro possesso e di va-
lutarne la resa. Ma cominciamo col ricordare
che i transistor ad effetto di campo sono carat-
terizzati da una elevata irnpendenza d'ingresso
e dalla possibilità di operare anche in presenza
Soltanto se in ottimo stato, Fet e di segnali a frequenza molto alta, ovvero da due
qualità che, generalmente, si trovano in con-
MosFet eseguono ottimamente i traddizione fra loro. Infatti, per disporre di bas-
compiti loro affidati. Occorre se costanti di tempo nei circuiti a forte impe-
sempre evitare, quindi, ogni denza, si deve disporre di capacità alquanto pic-
cole, essendo la frequenza di taglio legata al
semiconduttore di recupero o prodotto RC. Quindi, le caratteristiche che ren-
riciclato, se questo non è sfato dono preziosi tali transistor, creano, d'altro can-
to, alcuni problemi agli operatori che li debbo-
accuratamente analizzato con lo no utilizzare o, più semplicemente, controllare,
strumento presentato in queste esaminare e misurare. Anche se i circuiti ad alta
pagine impedenza e a radiofrequenza si rivelano parti-
colarmente vantaggiosi, perché si adattano ad
ogni tipo di segnale e in modo particolare a
quelli di tensione. Ma quando si inserisce un

78 Elettronica Pratica
Controllo fet - mosfet

normale tester, nei punti più critici, questi cir- mente inserito nel suo circuito di esercizio. Ma
cuiti cessano di funzionare, perché le tensioni a questo punto ci si potrà chiedere per quali
vincolate alle alte impedenze vengono inesora- motivi tali componenti non vengano protetti, in
bilmente alterate. entrata, con opportuni circuiti, quali le resisten-

LE CARICHE ELETTROSTATICHE
Un'ulteriore vulnerabilità dei transistor ad ef- Valutate rigorosamente le
fetto di campo va riconosciuta nella formazione condizioni di funzionamento di
di cariche elettrostatiche sui loro elettrodi. Per-
ché un eccesso numerico di queste può distrug- fet e mosfet.
gere il componente coinvolto in tale fenomeno.
Le cariche elettrostatiche sono sempre presenti
sui materiali di lavoro ed anche sul corpo degli Servitevi di questo semplice ed
operatori, per effetto della triboelettricità. Ecco economico dispositivo, che tutti
perché, tutti questi transistor, vanno manipolati
costantemente, con gli opportuni accorgimenti, possono realizzare.
tramite l'anello di messa a terra, il collegamen-
to a massa e senza indossare abiti di materiale
sintetico, specialmente durante le giornate sec- 11 progetto esegue prove a
che, ovvero di scarsa umidità atmosferica e con- radiofrequenza.
servando il cortocircuito fra gli elettrodi fino al
momento in cui il componente non è definitiva-

Elettronica Pratica 79
Controllo fet - mosfet

.a -°
DL
Or q

FET o
MOSFET

c1

□ C2
T R3 R5 c5 c7

Fig. 1- Circuito elettrico del dispositivo di prova dei transistor fet e mosfet. Il nucleo di ferri-
te della bobina L1ed il trimmer R8 vanno tarati nel modo interpretato nel testo. Le segnala-
zlonl indicative sullo stato dei transistor in esame vengono espresse dal comportamento del
diodo led DL e dagll spostamenti dell'Indice dello strumento analogico VU.

COMPONENTI
Condensatori Resistenze Varie
C1 = 10.000 pF R1 = 33 ohm - 1/4 W DL = diodo led
C2 = 10.000 pF R2 = 100.000 ohm - 1/4 W P1 = pulsante (N.A.)
C3 = 470pF R3 = 100.000 ohm- 1/4 W X1 = quarzo (14+17 MHz)
C4 = 68 pF R4 = 220.000 ohm - 1/2 W L1 = bobina (vedi testo)
C5 = 10.000 pF R5 = 150 ohm- 1/4 W DG = diodo al germanio
C6 = 10.000 pF R6 = 27.000 ohm- 1/2 W VU = voltmetro BF
C7 = 10.000 pF R7 = 1.000 ohm - 1/2 W ALIM. = 9 Vcc
R8 = 22.000 ohm (trimmer)

ze, i diodi, gli zener, eventualmente integrati sariamente, le opportune precauzioni durante
nella stessa struttura del semiconduttore, così la manipolazione di fet e mosfet. Ricordando
come accade nei circuiti logici e nelle memorie pure che, assai spesso, le cariche elettrostatiche
di tipo MOS e CMOS. Ebbene, la risposta è im- non distruggono completamente il dispositivo,
mediata. Perché i circuiti di protezione intro- ma provocano soltanto dei guasti in talune sue
durrebbero capacità parassite e rumore, cioè piccolissime regioni. E questi, ad un esame
degli ospiti davvero indesiderati nei sistemi ad sommario, possono sfuggire al tecnico, che è in-
alta impedenza, chiamati ad operare in alta fre- dotto a ritenere il componente perfettamente
quenza su piccolissimi segnali. Ciò induce colo- funzionante, quando invece, col passare del
ro che vogliono raggiungere le massime presta- tempo, finirà presto per guastarsi completa-
zioni, con questi elementi, di assumere, neces- mente.

80 Elettronica Pratica
Controllo fet - mostet

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Fig. 2-Schema pratico dell'apparecchio di analisi e controllo dello stato elettrico di transi-
stor fet e mosfet a canale N, che debbono essere appoggiati con i loro reofori, oppure salda-
ti a stagno sulla piazzola suddivisa In quattro sezioni e recante le sigle g1-g2-d-s. A
montaggio ultimato, il modulo elettronico deve rimanere introdotto in un contenitore metallico.

PROVE A RADIOFREQUENZA dei consimili modelli commerciali, peraltro as-


sai costosi, non si limita a valutare i parametri
L'utilità dello strumento di controllo, proposto statici, ossia il comportamento dei semicondut-
in questa sede, va riscontrata pure in tutti quei tori quando questi vengono polarizzati con ten-
casi in cui, essendo scomparse le sigle di ricono- sioni continue. Dato che, generalmente, oltre
scimento dei semiconduttori, oppure non essen- che polarizzare il componente, occorre applica-
do queste incluse nei comuni prontuari, risulta re in entrata, tramite adeguato accoppiamento,
assai problematico risalire alla conoscenza delle un segnale a radiofrequenza, dapprima debole
caratteristiche di fet e mosfet. Dunque, per rag- e poi forte, onde raggiungere un'indicazione si-
giungere questi risultati, per riconoscere i com- cura sull'efficienza del componente in prova.
ponenti degradati, per selezionarli ed essere si- Eppure, se si dovessero eseguire separatamente
curi del loro funzionamento nei circuiti applica- tutte le operazioni fin qui menzionate, la stru-
tivi, necessitano delle prove a radiofrequenza, mentazione necessaria sarebbe veramente note-
come quelle raggiungibili con l'apparecchio che vole, anche perché il segnale deve essere misu-
ci accingiamo a descrivere e che, a differenza rato in uscita. E l'impiego degli stessi strumenti

Elettronica Protico 8l
Controllo fet - mostet

o o
+
Fig. 3- Disegno in grandezza naturale del circuito stampato, che il montatore deve compor-
re su una delle due facce di una basetta di materiale isolante, delle dimensioni di 10 cmx 4 cm.

risulterebbe oltremodo difficile. Ecco perché ai vengono richieste da tutti i circuiti a radiofre-
nostri tecnici è balenata l'idea di inserire il tran- quenza.
sistor da esaminare in un circuito oscillante di
precisione, dotato di uno strumento analogico
in grado di valutare l'uscita a radiofrequenza. IL PROGETTO
Ed infatti, un circuito oscillante, dapprima ope-
ra su segnali deboli, ma sempre a radiofrequen- L'alimentazione del progetto di figura 1 è deri-
za, dato che, durante la fase di innesco delle vata da una piccola pila a 9 V e la chiusura del
oscillazioni, si deve iniziare, nei primi cicli, con circuito di erogazione di corrente è ottenuta
l'amplificazione di piccolissimi segnali, prima di tramite il pulsante, di tipo normalmente aperto
stabilire le forti oscillazioni che caratterizzano il Pl, che sostituisce il più comune interruttore al-
funzionamento a regime. In altre parole, un lo scopo di salvaguardare la pila che, dimenti-
oscillatore, per funzionare egregiamente, richie- cando il circuito aperto, potrebbe esaurirsi rapi-
de al transistor un comportamento normale, damente. Con l'impiego del pulsante P1, inve-
inizialmente con i piccoli segnali a radiofre- ce, il consumo avviene soltanto nel breve perio-
quenza, per lavorare poi con quelli forti, con- do di tempo in cui questo rimane premuto.
formemente al guadagno, alla banda passante Il diodo led DL, che può essere di qualsiasi tipo
ed al rumore di fondo. Il che equivale alla pre- e di qualunque colore, avverte l'operatore che il
senza di buone tensioni di saturazione, di linea- dispositivo è sotto tensione.
rità, guadagno ed ottima efficienza termica. Se il componente in prova è in buono stato, il
Con tutte queste premesse, ogni lettore si sa- circuito oscilla a radiofrequenza, con valori sta-
rebbe aspettato un progetto complesso e costo- biliti dal quarzo Xl, la cui frequenza, come se-
so, mentre con il nostro ... uovo di Colombo i gnalato nell'elenco componenti, può assumere
problemi vengono risolti nel più semplice dei qualsiasi grandezza compresa fra 12 MHz e 18
modi, con una minima spesa, facilmente, ma MHz. Perché tutti i quarzi, fatta eccezione per
operando con quelle poche cautele che di solito quelli di taglio particolare, potranno essere uti-

82 Elettronica Pratica
Controllo fet - mosfet

Fig. 4 - Elementi indicativi inerenti la composi-


zione della piazzola quadrata, di due centime-
tri di lato, sulla quale si applicano i, semicon-
duttori in prova. Prima di stagnare abbondan-
temente le quattro sezioni triangolari di rame,
la piastrina deve essere incisa diagonalmen-
te, allo scopo di separare elettricamente tra
loro le parti.

lizzati in questo progetto, purché lavorino in mantenere negativa la tensione fra gate e sour-
fondamentale. Nel nostro prototipo, ad esem- ce, grazie alla caduta di valore introdotta dalla
pio, si è fatto impiego di un quarzo da 14 MHz resistenza R5, che stabilisce così l'intensità di
circa, del tipo di quelli adottati dai radioamato- corrente fra source e drain e, conseguentemen-
ri. Per rispanniare, tuttavia, ai nostri lettori con- te, il punto di lavoro del transistor in prova,
sigliamo di montare nel circuito un componente esattamente come avviene nelle valvole ter-
di provenienza surplus. moioniche.
Il circuito di polarizzazione dei fet e mosfet in Per i transistor sprovvisti di gate ausiliario si
prova è realizzato sull'elettrodo dì gate ausilia- può cortocircuitare gl con g2 ed eliminare il
rio, ovviamente per quei componenti che sono condensatore C2.
dotati di doppio gate e che presentano una Il diodo al germanio DG, che può essere di
stretta similitudine con le vecchie valvole elet- qualsiasi tipo, provvede, unitamente alla cellula
troniche denominate tetrodi. R 7-C5- C6, a rivelare la radiofrequenza e ad
Tramite le due resistenze R3 - R4, filtrate me- applicarla allo strumento VU, che ne visualizza
diante il condensatore C2, la tensione di pola- la grandezza.
rizzazione viene applicata a g2, con lo scopo di

40673 BF960 2N3819


Flg. 5 - Alcuni esempi di Inserimento di mosfet e fet sulla piazzola di appoggio del semicon-
duttori In prova. Per il fet 2N3819 non si utilizza la sezione destinata alla griglia ausiliaria g2
(n.u. = non utilizzata).

!Elettronica Pratica 83
Controllo fet - mostet

ffl
Fig. 6 - L'Industria elettronica produce attualmente i transistor fet e mosfet in contenitori di-
versi; per esempio, come qui segnalato, da sinistra a destra, in T03 - T0220 - HD1 - T039.

LO STRUMENTO ANALOGICO MONTAGGIO

Per lo strumento analogico si consiglia di utiliz- La foto di apertura del presente articolo e lo
zare un modello di tipo VU, ossia un voltmetro schema pratico di figura 2, costituiscono gli ele-
con uscita per basse frequenze, che viene a CO- menti guida che il lettore dovrà costantemente
stare poco ed è generalmente dotato di una consultare durante le varie fasi costruttive del
scala con la parte finale, a tre quarti dall'inizio, progetto.
di colore diverso. li modulo elettronico va composto su una ba-
Gli strumenti analogici di tipo VU presentano setta supporto, di materiale isolante, bachelite o
di solito una scala a variazione logaritmica. Ciò vetronite, di forma rettangolare, delle dimen-
significa che non sono in grado di rispondere li- sioni di 10 cm x 4 cm. Su una delle facce di que-
nearmente al segnale applicato all'ingresso. sta si riporta il circuito stampato, il cui disegno
Tuttavia, mentre risultano sensibili ai piccoli se- in grandezza reale è pubblicato in figura 3.
gnali, lo sono sempre meno a mano a mano che La bobina L1 non è un prodotto di tipo com-
i segnali aumentano di intensità, con possibilità merciale e deve essere costruita direttamente
di valutazioni su un'ampia dinamica, sia in pre- dal montatore nel modo seguente: su un sup-
senza di segnali deboli come in quella di segnali porto di materiale isolante, di forma cilindrica,
forti, senza dover mutare portata dello stru- del diametro esterno di 7 mm, si avvolgono 35
mento o inserire adeguati circuiti attenuatori. spire compatte di filo di rame smaltato del dia-
In altre parole, le misure con questi strumenti metro di 0,3 mm. Il supporto deve essere dota-
possono essere effettuate direttamente in deci- to di un piccolo nucleo di ferrite cilindrica rego-
bel ( dB) e tali grandezze vengono solitamente labile, la cui taratura si effettua nel modo se-
menzionate sulla scala. guente: dopo aver inserito nel circuito di prova
In ogni caso ricordiamo che, alla maggiore de- un fet assolutamente nuovo, ovvero, sicuramen-
flessione dell'indice di VU, corrisponde una su- te funzionante, si avvita o si svita il piccolo nu-
periore efficienza del transistor in prova. E alla cleo cilindrico, introducendolo o estraendolo
miglior resa del componente fa riscontro un al- dal supporto, nella misura necessaria e suffi-
tissimo guadagno di questo, che lo qualifica ciente e provocare la massima deviazione del-
come un modello ottimo per la costruzione di l'indice dello strumento VU. Se questa dovesse
apparati preamplificatori. Quando invece si poi apparire eccessiva, allora si ritornerà a re-
debbono realizzare circuiti con identica resa, lo golare il trimmer R8, onde realizzare la condi-
strumento diviene necessario per individuare zione precedentemente ricordata dal posiziona-
quei transistor che, sottoposti alla prova, deter- mento dell'indice a tre quarti di scala.
minano la medesima deflessione dell'indice del- Sulla zona di sinistra del piano costruttivo di fi-
lo strumento VU. gura 2, è visibile la piazzola di appoggio e di
Il trimm er R8 va tarato in modo che, sotto ali- prova dei transistor da sottoporre ad esame.
mentazione, l'indice rimanga posizionato a circa Questa, come indicato in figura 4, si ottiene ri-
tre quarti di scala. tagliando, da una piastra con superficie ramata,

84 Elettronica Pratica
Controllo fet - mosfet

di quelle con cui si approntano i circuiti stam- Diciamo subito che il dispositivo è idoneo all'e-
pati, un piccolo quadrato, di lato 20 mm (2 cm) same di semiconduttori a canale N. Tuttavia,
e stagnando abbondantemente la superficie di volendo analizzare componenti a canale P, l'ap-
rame, con lo scopo di favorire il solo contatto parecchio si rivelerà ugualmente utile, purché
elettrico dei reofori dei componenti in esame, vengano invertite le polarità dell'alimentatore
oppure la loro saldatura a stagno. Ma, come se- (pila).
gnalato in figura 4, si faccia bene attenzione a Quando si analizzano i mosfet, tutti e quattro i
non stagnare l'intera superficie quadrata della triangoli in cui è suddivisa la piazzola rimango-
piazzola, perché si debbono ricavare quattro se- no interessati dai terminali dei componenti,
zioni elettricamente isolate, incidendo diagonal- come segnalato nei primi due esempi, a partire
mente il rame ancor prima di stendere lo sta- da sinistra, di figura 5. Per i transistor fet, inve-
gno sui quattro triangoli. ce, non si utilizza il triangolo riservato all'elet-
In posizione centrale va praticato un foro, desti- trodo g2. Infatti, nel terzo esempio, a destra di
nato a favorire l'inserimento dei transistor mo- figura 5, la corrispondente piazzola reca la sigla
sfet, modello BF 960, come illustrato in figura 5. "n.u.", che significa "non utilizzata".
Il lavoro costruttivo della piazzola si completa Vediamo ora quali condizioni elettriche posso-
con l'applicazione, sui quattro vertici della pia- no verificarsi premendo il pulsante Pl, dopo
strina quadrata, di altrettanti spezzoni di filo di aver ovviamente applicato il semiconduttore
rame rigido, che consentono il fissaggio di que- che si vuol controllare.
sto particolare elemento sul modulo elettronico. Se il diodo led DL si accende, ma nessuna de-
Una volta completato il lavoro costruttivo del flessione dell'indice dello strumento analogico
modulo elettronico, secondo quanto illustrato VU si verifica, si deve ritenere guasto il compo-
nello schema pratico di figura 2, il dispositivo nente in prova, a meno che questo non sia stato
dovrà essere inserito in un contenitore metalli- erroneamente inserito nella piazzola di accogli-
co opportunamente forato e collegato a massa, mento.
onde evitare influenze provocate da segnali Se invece il diodo led DL non si accende, il se-
esterni ed accoppiamenti parassiti. miconduttore è internamente interrotto o appli-
cato in maniera errata.
Quando la deflessione dell'indice dello stru-
ESAME DI FET E MOSFET mento è minima o impercettibile, il transistor
deve considerarsi danneggiato in qualche misu-
Giunto a questo punto, il lettore avrà ormai ra e va scartato.
ben capito che l'esame dei semiconduttori si ot- Concludiamo qui questo interessante argomen-
tiene applicando questi direttamente sulle piaz- to, ricordando che, desiderando una variazione
zole, ponendoli semplicemente a contatto con della corrente di prova dei semiconduttori, si
le sezioni stagnate, oppure saldando su queste i deve intervenire sul valore ohmmico della resi-
terminali dei componenti e premendo poi il stenza R5, nel senso che, diminuendolo, la cor-
pulsante P 1, che provvede ad inserire la pila di rente aumenta e viceversa.
alimentazione a 9 V.

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
Elettronica Pratica 85
ALIMENTAT RE
DUALE
La disponibilità di un unico alimentatore, con regolabili entro una precisa gamma di valori.
due sorgenti di tensioni uguali o diverse, che si -Come è accaduto per alcuni di quelli già propo-
accendono e spengono contemporaneamente e sti in passato in questa stessa pubblicazione, op-
siano protette allo stesso modo, è sempre più pure nel pilotaggio fototermico con due relè, il
avvertita nel mondo dell'elettronica e, in parti- cui progetto è presentato nella prima parte del
colare, in quello dei dilettanti. Perché sono or- presente fascicolo. Dedichiamo, dunque, un po'
mai molti gli apparati utilizzatori che prevedo- di spazio a questo importante argomento, pe-
no l'impiego di alimentatori duali, stabilizzati e raltro reiteratamente richiesto dai lettori, pren-

Molti dispositivi elettronici necessitano, attualmente, di due


sorgenti di alimentazione perfettamente simmetriche e
provenienti da uno stesso circuito. Il progetto descritto in
questa sede risolve un tale problema.

86 Elettronico Pratica
Alimentatore duale

dendo lo spunto da un generico schema, sul accorge subito che questo è composto da due
quale il tecnico più preparato potrà intervenire parti perfettamente simmetriche, ma entrambe
mediante variazioni circuitali e dimensionamen- alimentate dallo stesso trasformatore Tl. Il
ti diversi, allo scopo di adattarlo agli usi perso- quale riduce la tensione di rete di 220 V ca al
nali, ma che il principiante dovrà realizzare se- valore di 15 Vca sui due awolgimenti seconda-
guendo i nostri consigli, onde venire in possesso ri, che debbono assolutamente essere separati,
di un dispositivo con due fonti di tensioni sepa- owero privi di qualsi.!si intercontatto elettrico.
rate, entrambe stabilizzate e regolabili fra i va- Ognuno dei due secondari, poi, deve rimanere
lori di 1,2 Vcc e 14 Vcc e con assorbimenti di caratterizzato dalla possibilità di erogare una
corrente normali intorno a 0,5 A. corrente massima di mezzo ampère. Natural-
mente, le caratteristiche elettriche del trasfor-
matore di alimentazione Tl condizionano quel-
DUE CIRCUITI SIMMETRICI le di uscita dell'alimentatore duale, che dipen-
dono appunto da Tl. E ciò significa pure che la
Osservando lo schema di figura 1, il lettore si gamma di valori delle tensioni in uscita e gli as-

Variabile e stabilizzato fra 1,2 Vcc e 14 Vcc.

Si possono derivare, all'uscita, tensioni continue fino a 28 V.

Il valore medio della corrente in uscita si aggira intorno a 0,5 A.

Elettronica Pratica 87
Alimentatore duale

i-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·f·-·-·-·
- +E} I.T7% "1
DLI

T1 R3

GNO

r , lrc2}+,
R R2

+
+ &}
I
I
I
r
DL2 ° 1

R6

Fig. 1 • Progetto completo dell'alimentatore duale. Le linee tratteggiate racchiudono la parte


circuitale destinata a comporre il modulo elettronico del dispositivo. Tutti gli altri elementi
vanno applicati su una lastra di alluminio di chiusura di un contenitore di materiale isolante.
SI noti la totale separazione elettrica del due avvolgimenti secondari del trasformatore T1,
che vieta l'Impiego dei modelli con secondari a presa centrale.
r

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze
C1-C3 = 22.000 pF (ceramici) R1 - R2 = 470 ohm - 1/4 W
C2-C4 = 22.000 pF (ceramici) R3 - R4 = 1.000 ohm - 1/4 W
es -C7 = 1.000F-24 + 63 VI (elettrolitici) RS - R6 = 4.700 ohm (potenz. lin.)
C6 - ca = 1.000F-24 + 63 VI (elettrolitici)
C9 -C10 = 100.000 pF (ceramici) Varie
C11-C12 = 10F- 16 VI (elettrolitici)
C13-C14= 10F- 16 VI (elettrolitici) IC1-IC2 = LM317
C15-C16 = 22.000 pF (ceramici) DL1- DL2 = diodi led (quals. mod.)
P1 - P2 = ponti raddrizz. (80 V -1A)
T1 = trasf. (220 V - 15 + 15 V - 0,5 A)
S 1 = doppio interrutt.

88 Elettronica Pratica
Alimentatore duale

o
/Cl

o
/C2

Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico dell'alimentatore duale. Si noti la presenza,
nelle vicinanze dei due integrati stabilizzatori, di due ponticelli, che assicurano la continuità
elettrica delle piste del circuito stampato che, in questo disegno, deve intendersi visto in
trasparenza (disegno in colore).

sorbimenti delle correnti consentiti e preceden- dovuto impiegare un trasformatore Tl con se-
temente citati, assumono significato reale sol- condari a 18 Vca e 1,5 A. Pertanto, a coloro che
tanto se per Tl viene impiegato un modello con volessero introdurre nel progetto originale l'e-
gli stessi requisiti prescritti nell'apposito elenco stensione di gamma di tensioni stabilizzate, ora
componenti. Per la precisione, invero, con un menzionate, consigliamo di montare un trasfor-
assorbimento di corrente di 0,5 A, la massima matore con due secondari separati da 17 --;- 18
tensione stabilizzata sulle uscite Ul e U2 del Vca e 1 A.
progetto di figura 1, è di 13 Vcc. Ma con eroga- I condensatori Cl - C2, ma analogamente quelli
zioni di correnti inferiori, ossia, applicando sul- siglati con C3 e C4, servono per eliminare i di-
le uscite carichi elettrici più discreti, la tensione sturbi a radiofrequenza e di commutazione dei
può raggiungere i 15 V cc, anche se con qualche diodi che compongono i due ponti raddrizzatori
ondulazione, cioè non più perfettamente stabi- Pl e P2, che in alcuni apparati utilizzatori po-
lizzata. Perché per raggiungere la stabilizzazio- trebbero creare ronzio.
ne fino al massimo valore di 15 V cc, si sarebbe I quattro condensatori elettrolitici C5 - C6-C7

Elettronica Pratica 89
Alimentatore duale

ogl
7

'f
quo
: il
4

't
do Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-

e" pato, da riportare su una delle due facce di una ba-


setta di materiale isolante delle dimensioni di 6 cm x
! 7cm.

- C8 provvedono a livellare la corrente raddriz- all'assorbimento, da parte del transistor ora ci-
zata da Pl e P2, mentre C9 e ClO eliminano i tato, della differenza di tensione, tra quella sta-
disturbi ed assicurano la stabilità di comporta- bile richiesta dal carico in uscita e l'altra varia-
mento dei due integrati stabilizzatori di tensio- bile ed ondulata fornita dal ponte raddrizzato-
ne ICl e IC2. re.
Per tutti i condensatori, che concorrono alla I circuiti interni ad ICl e IC2 provvedono pure
composizione del progetto di figura 1, fatta ec- a disabilitare il transistor darlington prima ri-
cezione per quelli di tipo elettrolitico, sono stati cordato, quando gli assorbimenti di corrente di-
prescritti modelli in ceramica, anche se ciò non ventano eccessivi, oppure quando il transistor
è rigorosamente necessario, mentre lo è sicura- stesso esce dall'area di sicurezza, ma anche in
mente per C9 e ClO. occasione di un superamento della temperatura
interna rispetto a quella esterna all'integrato,
normalmente al di là dei 120C.
INTEGRATI RADDRIZZATORI La tensione in uscita dall'integrato stabilizzato-
re viene regolata tramite un potenziometro di
Il processo di stabilizzazione della tensione tipo a variazione lineare (R5 - R6). Esattamen-
uscente dalle cellule di rettificazione e livella- te da R5 per ICl e da R6 per IC2.
mento è affidato ai due integrati ICl - IC2. I Poiché il circuito di figura 1 è quello di uno sta-
quali sono dotati di tre terminali recanti, nel bilizzatore di tensione di tipo "serie", la porzio-
progetto di figura 1, le seguenti indicazioni: ne di tensione non assorbita dal carico si stabili-
sce sul circuito integrato di controllo, che deve
quindi dissipare in calore una potenza pari al-
E= Entrata l'energia non utilizzata, ovvero una potenza sta-
R = Regolazione
bilita dal prodotto di tale tensione per la cor-
U = Uscita
rente richiesta dal carico. Dunque, in presenza
di elevati assorbimenti di corrente, occorre far
La stabilità della tensione, mantenuta dai due in modo che la differenza di tensione, fra entra-
integrati, avviene fra entrata ed uscita, ma ri- ta E ed uscita U degli integrati ICl ed IC2 sta-
spetto all'elettrodo di regolazione R. E ciò si bilizzatori, non superi di molto i 3 5 V. Ri-
verifica grazie all'azione di un transistor darlin- cordando che i modelli plastici LM 317, da noi
gton, di tipo NPN, con l'emittore sull'uscita ed prescritti nell'elenco componenti per i due inte-
il collettore all'ingresso, contenuto nel dispositi- grati, sono in grado di fornire una corrente
vo. Il cui circuito, agendo sulla base, provvede massima di 1,5 A alla temperatura di 25°C.

90 Elettronica Pratica
Alimentatore duale

REG.Ul REG. U2
o o

@9.9] S1
9 &
alla
spi

Ul

GND

U2
o o
CIRC. STAMP

Fig. 4 - Piano costruttivo generale dell'allmentatore duale realizzato su lastra di alluminio


delle dimensioni di 21cmx 12,5 cm. È consigliabile l'inserimento, in serie con uno dei con-
duttori di rete, di un fusibile. Sulle due uscite si possono inserire due voltmetri per il costan-
te monitoraggio delle tensioni erogate. I conduttori, qui disegnati con linee nere, sono di
piccolo diametro, gli altri hanno diametro di almeno 1 mm.

Talvolta, allo scopo di realizzare varie portate provoca un conseguente ritardo nella limitazio-
negli alimentatori stabilizzati, come quello pro- ne di corrente. In altre parole, finché i conden-
posto in questa sede, è consigliabile utilizzare satori d'uscita non saranno scaricati, il circuito
dei trasformatori con prese multiple, sempre potrà erogare forti correnti.
adottando lo stesso circuito, anche se è vero
che l'integrato LM 317 è un modello protetto
termicamente. CONTROLLO DELLA STABILIZZAZIONE
Concludiamo qui la descrizione teorica del pro-
getto dell'alimentatore duale, pubblicato in fi-
gura 1, citando per ultimi i due condensatori Il procedimento di controllo del massimo valo-
elettrolitici C13 e C14,i cui valori capacitivi so- re di tensione al quale sussiste la stabilizzazione
no stati assunti nelle misure più basse possibili, è il seguente. Prima su uno e poi sull'altro dei
onde garantire la stabilità di funzionamento dei due canali di alimentazione si applica, ovvia-
due integrati ICl ed IC2. Questi valori possono mente in parallelo fra loro e sulle uscite Ul ed
essere elevati, soprattutto quando si debbano U2, un tester commutato nella funzione di vol-
alimentare carichi che necessitano di impulsi di tmetro per tensioni continue, possibilmente di
corrente anche notevoli. Ma una tale variazione tipo digitale ed una resistenza da 12 ohm - 10

Elettronica Pratica 91
Alimentatore duale

accentuata a mano a mano che, agendo sui per-


ni dei potenziometri R5 ed R6 si provvede a far
aumentare la tensione d'uscita.
Il punto in cui la tensione comincia a diminuire
deve essere assunto come quello del massimo
valore di tensione stabilizzata derivabile dall'ali-
mentatore. E in corrispondenza di tale valore di
soglia si dovrà apporre, sul pannello frontale
dell'apparecchio, in prossimità della manopola
di regolazione, il numero segnalato dal voltme-
tro, che potrà essere quello di 14 Vcc, oppure
Flg. 5 - Non disponendo di un voltmetro In uscita, si di 13 Vcc. Tuttavia, volendo disporre di un mar-
potrà comporre, In corrispondenza delle manopole gine di tensione superiore, anche non perfetta-
di regolazione delle tensioni, una piccola scala di mente stabilizzata, al di sopra dei valori di 13 +:
valori, come qui segnalato.
14 Vcc, si potranno trascrivere quelli di 15 +
16 Vcc.
L'operazione di controllo della stabilizzazione
ora descritta si può eseguire anche elettrica-
mente, variando i valori delle resistenze R 1 -
W, mantenendo inizialmente i due potenziome- R2.
tri R5 ed R6 sui valori minimi. Poi si aumenta In sede di taratura dei due canali di alimenta-
la tensione in uscita, inserendo e disinserendo, zione del progetto di figura 1, potrà capitare
con manovre successive, la resistenza di carico che i valori massimi delle tensioni d'uscita stabi-
ora citata. Ebbene, osservando il tester, si vedrà lizzate risultino lievemente diversi fra loro. Per
che questo, ad un certo punto, segnala una di- esempio, si potranno misurare 14,2 Vcc su Ul e
minuzione di tensione, che diverrà sempre più 14,5 Vcc su U2, ma ciò dipende dalla natura dei
componenti montati nel circuito che, pur essen-
do caratterizzati da valori nominali identici, in
pratica assumono dimensioni leggermente di-
verse.
Le piccole differenze di tensione fra le due

o uscite del progetto, non pregiudicano la validità


di impiego del dispositivo.

LM COLLEGAMENTI IN USCITA
317 Le boccole d'uscita dall'alimentatore sono cin-
p que. Quella centrale contrassegnata con la sigla

I' GDN (ground), che significa massa o terra,


consente di connettere in un circuito di massa
comune l'apparato, proteggendo l'operatore da
eventuali contatti con la fase attiva della tensio-
I I

Rl
ne di rete a 220 Vca, che viene applicata al di-
spositivo tramite il doppio interruttore S 1. Le
E altre quattro, suddivise in due coppie, erogano
u le due tensioni continue e stabilizzate, prove-
nienti dai due canali di alimentazione. Ma tutte
queste, come segnalato negli schemi pubblicati
Flg. 6 - Pledlnatura degli Integrati stablllzzatorl mo- nelle figure 7-8-9, possono essere variamente
dello LM 317.Le tre lettere Indicano rispettivamente interconnesse, allo scopo di offrire al tecnico la
Il terminale regolatore (R), quello d'uscita (U) ed il possibilità di derivare dall'alimentatore tensioni
terzo di entrata (E).
con valori diversi da quelli rilevabili sulle due
singole uscite U 1 ed U2. Per esempio, volendo

92 Elettronica Pratica
Alimentatore duale

@ @
Ul alim.1 U1
è} m ~ alirn Tfvf

:
GND

@
@}
U2 1 a/im. 2
~
U2
Il

Flg. 7 - Esempio circuitale di impiego delle boccole Fig. 8 - Collegamento in serie delle uscite dell'ali-
d'uscita dell'alimentatore, che consente di disporre mentatore, che consente di raggiungere la tensione
di alimentazione doppia, con linea negativa comune massima (TM) possibile derivabile dall'apparato.
ma uscite positive separate.

disporre di un'alimentazione doppia, ovvero negativa sono in comune tra loro e con la mas-
un'uscita con due tensioni separate, anche di sa, mentre quelle positive sono separate e inter-
valore diverso, ma entrambe positive rispetto al dipendenti.
terminale GDN, basta realizzare il circuito di fi- La massima tensione in uscita TM ( tensione
gura 7, nel quale ambedue le linee a tensione massima) si raggiunge tramite le connessioni

@ posit.
U1
~ I lt: zero com.

F pnegat.

GND

Flg. 9 - Sistema interconnettivo delle boccole d'usci-


ta più congeniale, chiamato pure di alimentazione
duale.

Elettronica Pratica 93
Alimentatore duale

Fig. 10 - Si noti, in questa foto, l'impiego di condensatori ceramici ed elettrolitici e le poche


resistenze di piccola potenza. Ma, soprattutto, conviene distinguere fra loro i conduttori di
minimo diametro da quello di più grosso diametro.

presentate nello schema di figura 8. Si tratta in- viamente, per il completamento di quest'ultima
fatti di comporre un collegamento del tipo in parte, ci si dovrà attenere a quanto illustrato
serie delle due uscite Ul ed U2, il cui valore di nello schema di figura 4 e nelle foto delle figure
tensione risultante è dato dalla somma delle 10 e 11. La foto di apertura del presente artico-
due massime tensioni raggiungibili con i due ca- lo, invece, interpreta la composizione del pan-
nali di alimentazione. Per esempio, se le tensio- nello frontale dell'alimentatore, visto dalla par-
ni massime di questi sono uguali e valgono en- te della faccia operativa.
trambe 14 Vcc, la tensione disponibile nello Per quanto riguarda la costruzione del modulo
schema di figura 8 è di 28 V cc. elettronico di figura 2, ricordiamo che questo va
Il circuito presentato in figura 9 interpreta il si- realizzato su una basetta di materiale isolante,
stema interconnettivo più usuale delle boccole di forma rettangolare, delle dimensioni di 6 cm
d'uscita dell'alimentatore, quello per cui è stato x 7 cm, su una delle cui facce si deve comporre
principalmente progettato il dispositivo descrit- il circuito stampato, riportato nel disegno a
to in questa sede, che prende appunto il nome grandezza reale di figura 3.
di alimentatore duale. Le due alette di raffreddamento, dei due inte-
Un'ultima utilizzazione delle boccole d'uscita grati stabilizzatori ICl ed IC2, debbono essere
dell'apparecchio può essere quella del collega- fissate, tramite viti e dadi di plastica, cioè di
mento a massa, ossia con GDN, di una soltanto materiale isolante, alla lastra di alluminio del
delle due linee di alimentazione negativa. pannello frontale dell'alimentatore, dopo aver
interposto un foglietto di mica isolante asperso
di grasso al silicone. Soltanto in previsione di
MONTAGGIO DELL'ALIMENTATORE impieghi gravosi del dispositivo, i due integrati
dovranno essere diversamente montati preve-
La pratica realizzazione dell'alimentatore duale dendo per essi due grossi dissipatori di allumi-
si effettua in due tempi diversi. Dapprima si nio alettati e ben ventilati. Conseguentemente,
compone il modulo elettronico vero e proprio, anche il contenitore sarà provvisto di larghi fori
secondo il piano costruttivo pubblicato in figura per la necessaria ventilazione. In ogni caso, pri-
2, poi si completa l'opera costruendo il cablag- ma di effettuare le saldature a stagno, fra i pie-
gio su una delle due facce di una lastra di allu- dini dei due integrati stabilizzatori e i corrispon-
minio in funzione di pannello frontale di chiu- denti terminali del circuito stampato, il lettore
sura di un contenitore di tipo commerciale. Ov- dovrà prendere visione di quanto illustrato in fi-

94 Elettronica Pratica
Alimentatore duale

Fig. 11- In questa foto si possono facilmente intravedere le viti, con i corrispondenti dadi di
fissaggio, di plastica, che stringono le alette di raffreddamento dei due integrati stabilizzato-
rl sulla lastra di alluminio.

gura 6, dove le sigle R- U- E segnalano le nello di figura 4, deve avere obbligatoriamente


esatte posizioni degli elettrodi di Regolazione - due avvolgimenti secondari separati; i modelli
Uscita - Entrata dei due modelli LM 317 di sta- con avvolgimento secondario a presa centrale
bilizzatori prescritti per la realizzazione dell'ali- non possono essere utilizzati per questo mon-
mentatore duale. taggio.
Per quanto attiene il completamento del modu- In serie con il doppio interrutore S 1 si consiglia
lo elettronico, raccomandiamo di non dimenti- di inserire un fusibile ritardato da O, 7 A, onde
care l'inserimento dei due ponticelli, che nello disporre di una completa protezione dell'ali-
schema di figura 2 si possono notare in prossi- mentatore, soprattutto durante gli impieghi non
mità di ICl ed IC2 e che realizzano la continui- sorvegliati.
tà circuitale delle piste di rame. Questi due I due potenziometri a variazione lineare R5 -
ponticelli sono rappresentati da altrettanti spez- R6 consentono all'operatore di regolare la ten-
zoni di filo di rame rigido; senza la loro presen- sione d'uscita dei due canali nella misura desi-
za, l'alimentatore non funziona. derata, per la quale sarebbe utile, sia pure per
Una volta composto il modulo elettronico, si realizzare una costruzione a carattere completo
deve iniziare il lavoro di cablaggio su una delle e professionale, la presenza in uscita di due vol-
due facce di una lastra di alluminio, destinata a tmetri. Tuttavia, in assenza di questo utilissimo
fungere da pannello di chiusura di un mobiletto monitoraggio, si possono comporre, in corri-
di materiale isolante. Per il quale, i nostri tecni- spondenza delle due manopole di regolazione,
ci si sono serviti di un contenitore TEKO mod. innestate sui perni dei due potenziometri, due
P/4, con le seguenti dimensioni: 21,5 cm (lar- scale di valori, come segnalato in figura 5.
ghezza) x 13 cm (altezza) x 7,7 cm (profondità). Per la composizione delle scale di figura 5 oc-
Il cablaggio, come è stato· detto, si esegue te- corre applicare in uscita un voltmetro, ossia un
nendo sott'occhio lo schema di figura 4 e le fo- tester commutato nelle funzioni voltmetriche a
to riprodotte nelle figure 10 e 11, tenendo pre- tensione continua e sulla scala dei 15 V cc f.s. Si
sente che i conduttori disegnati in nero, in figu- tenga presente che, il diodo led, posizionato so-
ra 4, debbono essere di piccolo diametro, men- pra la manopola, si accende soltanto al di sopra
tre quelli più chiari, a doppio tratto, dovranno di 1,5 .;- 2 Vcc. Al di sotto di questi valori il led
avere un diametro di almeno 1 mm. rimane spento.
Il trasformatore Tl, fissato sulla destra del pan-

Elettronica Pratica 95
ROSMETRO
PASSANTE
Uno dei maggiori problemi, di chi opera nel cati surplus, i più disparati modelli di trasmetti-
settore della radiofrequenza, soprattutto in pre- tori, amplificatori, antenne, cavi, filtri, carichi
senza di potenze notevoli, è certamente quello ed altro ancora, per accoppiarli poi senza otte-
di rendere compatibili i funzionamenti di alcuni nere i risultati sperati, ma attribuendo a questi,
apparati destinati a lavorare contemporanea- troppo frettolosamente, l'origine di tanti piccoli
mente. È facile, infatti, acquistare, presso i mer- insuccessi: spesso perché si ritengono le appa-

Per controllare la misura di energia a radiofrequenza,


trasmessa da un sistema ad un altro, occorre un particolare
strumento, che può essere acquistato in commercio, ma che
conviene realizzare nel proprio laboratorio dilettantistico.

96 Elettronica Pratica
Rosmetro passante

Per raggiungere il massimo


trasferimento di energia tra
sorgente e carico.

Per semplificare la conoscenza di


alcuni fenomeni a
radiofrequenza.

Per raggiungere il corretto


funzionamento di molte
apparecchiature.

recchiature prive di adattamenti di impedenza fatto che, nel settore della radiofrequenza, ov-
o, più semplicemente, delle necessarie tarature, vero nei circuiti a parametri distribuiti, gli adat-
messe a punto dei circuiti d'ingresso e di uscita tamenti di impedenza debbono essere rispettati
o di accoppiamenti più o meno laschi. Anche in tutti i punti di collegamento, non soltanto
perché è risaputo che il massimo trasferimento mediamente sull'intero impianto, perché molti
di energia, tra una sorgente ed un carico, si rag- danni possono derivare dai soli disadattamenti
giunge, teoricamente, quando le impedenze dei locali, per i quali un esempio si impone su tutti:
due elementi sono uguali. E il mancato rispetto quello dell'antenna centralizzata di un condo-
di tale principio, non soltanto impedisce il mag- minio, dove il collegamento scorretto, anche di
gior passaggio di energia fra due circuiti, ma una sola discesa, è sufficiente per compromet-
provoca uno scambio reattivo, che si manifesta tere il funzionamento di altre parte dell'impian-
tramite un continuo riversamento energetico da to collettivo.
un serbatoio all'altro, con inevitabili, conse-
guenti perdite e formazione di fenomeni paras-
siti che, raggiungendo valori elevati, provocano PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
surriscaldamenti e danneggiamenti ai compo-
nenti elettronici interessati. Appare quindi evi- Mentre le misure dei disadattamenti di impe-
dente l'importanza di misurare, in modo agevo- denza non sono mai semplici e richiedono, da
le, l'adattamento o il disadattamento di impe- parte dell'operatore, grande esperienza, gli
denza, visto che conoscerlo o prevederlo è spes- stessi guai che i disadattamenti provocano pos-
so assai difficile ed impreciso. Sia pure per il sono risultare di grande aiuto nell'approntare

Elettronica Pratica 97
Rosmetro passante

scatola metallica

E T1 u
o

Jl

schermo

R D

c7 SJ CB

R3
4

Flg. 1 - Pro.getto del rosmetro descritto nel testo. Le lettere maiuscole R e O, riportate in
corrispondenza del commutatore S1, segnalano i segnali riflessi e quelli diretti. Il potenzio-
metro R3 regola la sensibilità dello strumento.

----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze
C1 = 2+ 10 pF (compensatore) R1 = 10 ohm - 1/4 W
C2 = 2+ 10 pF (compensatore) R2 = 10 ohm - 1/4 W
C3 = 330 pF (ceramico) R3 = 22.000 ohm - (potenz. lin.)
C4 = 330 pF (ceramico)
es = 1.000 pF (condens. pass.)
Varie
es = 1.000 pF (condens. pass.)
C7 = 4.700 pF (ceramico) T1 = trasf. (vedi testo)
C8 = 4.700 pF (ceramico) DG1 = diodo al germanio (quals. mod.)
Co - 10.000 pF (ceramico) DG2 = diodo al germanio (quals. mod.)
J1 = imp. RF (500 H)
J2 = imp. RF (500 H)
S1 = comm. (1 via - 2 posiz.)
A = microamperometro (100 A f.s.)

98 Elettronica Pratica
Rosmetro passante

A
Flg. 2 - Piano costruttivo, realizzato in contenitore di lamiera stagnablle, del rosmetro pre-
sentato In questa sede. Lo schermo trasversale separa lo stadio a radiofrequenza da quello
di misura vislblle in basso.

un sistema di misure non troppo complesso. Ed rapporto fra le onde stazionarie e quelle utili
è proprio su questo concetto che ci siamo ap- (R.O.S.), con uno strumento che prende appun-
poggiati per progettare il dispositivo descritto to il nome di "rosmetro" e che riesce pure a
qui di seguito, considerando il comportamento misurare i flussi di energia nelle due direzioni,
elettromagnetico del disadattamento e dei suoi quella normale e l'altra di opposizione, con i se-
conseguenti rimbalzi di energia ed immaginan- guenti risultati: quanto più elevato è il flusso di
do che, al segnale convogliato da un circuito ad energia nella direzione sorgente-carico, tanto
un altro, si sovrappongono delle onde staziona- maggiore dovrà ritenersi l'adattamento fra le
rie, in entrambi i sensi, con un continuo rimbal- due entità. Al contrario, quanto più elevato è il
zo di energia reattiva e conseguenti perdite a flusso di energia tra carico e sorgente, tanto più
danno della sorgente. In sostanza, si è pensato grande sarà il disadattamento fra le parti in esa-
di utilizzare, come misura del disadattamento, il me.

Elettronica Pratica 99
Rosmetro passante

e a

Fig. 3 - Dettagli costruttivi della sezione a radiofrequenza del rosmetro. Si notano: il trasfor-
matore realizzato su nucleo toroidale (particolari b - c), i compensatori per la taratura del
circuito (particolari a) e i condensatori passanti (particolari d).

La configurazione circuitale del dispositivo pre- tente e l'antenna. Ma cominciamo col ricordare
sentato in questa sede, pur risultando semplice che la denominazione di rosmetro significa
e facile da costruire, richiede, da parte del mon- esattamente: misuratore del Rapporto di Onde
tatore, una certa esperienza nel settore delle Stazionarie. Questo è pure conosciuto con il
realizzazioni di apparati a radiofrequenza. Ai termine anglosassone equivalente di swr-meter
meno esperti, quindi, prima di cimentarsi in (standing wave ratio). Dunque, il rosmetro è
questo lavoro, consigliamo di leggere le poche e uno stumento che valuta il R.O.S.
successive note teoriche che, in qualche misura, Le onde stazionarie costituiscono un particolare
possono completare la preparazione del lettore fenomeno caratteristico dei trasmettitori, ma
in un campo dell'elettronica non del tutto fami- queste si presentano pure in molte altre occa-
liare. sioni e si manifestano anche in altre apparec-
chiature. In ogni caso, il fenomeno delle onde
stazionarie prende avvio quando non esiste un
CHE COS'È IL ROSMETRO perfetto adattamento di impedenza tra la linea
di trasmissione, rappresentata dal cavo coassia-
Da quanto finora detto, si è potuto intuire che le e dal carico, ossia dall'antenna e l'apparato
il rosmetro è lo strumento in grado di rilevare trasmittente.
1'adattamento di impedenza fra i vari clementi Il fenomeno delle onde stazionarie, come si è
che compongono un sistema di trasferimento di potuto fin qui capire, è abbastanza complesso
energia, per esempio fra una stazione trasmit- per essere analizzato dettagliatamente, dato che

100 Elettronico Pratica


Rosmetro passante

richiederebbe una sequenza di interpretazioni AVVOLG.


matematiche non sempre gradite al lettore.
Possiamo invece ricordare che, quando un se-
gnale elettrico, dopo aver attraversato una linea
di trasmissione, raggiunge un carico, viene da
\
questo completamente assorbito soltanto se il
valore di impedenza è pari a quello della linea
di trasmissione. In caso contrario, parte del se-
gnale ritorna indietro, generando un nuovo se-
gnale riflesso che è causa di molti inconvenienti
come, ad esempio, la distorsione o, peggio, il
sovraccarico del generatore di energia. Un tale
fenomeno è tanto più evidente quanto maggio- NUCLEO
re è la discordanza di impedenza tra la linea di
alimentazione ed il carico.
L'onda riflessa, dunque, è una forma di energia
passiva, che non viene irradiata dall'antenna, Fig. 4 - A sinistra di figura è riprodotto il nucleo to-
nel caso di una stazione trasmittente, ma che va roidale sul quale si costruisce il trasformatore T1;
sulla destra si nota l'avvolgimento secondario del
a sovraccaricare il trasmettitore. trasformatore, realizzato con sessanta spire equidi-
Il R.O.S. viene espresso mediante la seguente stanti di filo di rame smaltato del diametro di 0,30 mm.
formula:

energia diretta + energia riflessa


R.O.S. = energia diretta - energia riflessa bilizza una caduta di tensione che dipende dalla
corrente che scorre in quel punto del cavo,
Normalmente il R.O.S., oltre che venir espresso come se si trattasse di una resistenza inserita
tramite un numero, per esempio 1,25, rimane fra l'entrata E e l'uscita U del circuito di figura
segnalato attraverso un rapporto, per esempio 1.
1,25 : 1,ma il concetto non cambia. L'avvolgimento secondario alimenta un partito-
In pratica, un R.O.S. di 1 : 1 segnala la presen-
za di un sistema perfettamente adattato, men-
tre un rapporto molto elevato indica disadatta-
mento tra le parti in esame.

CIRCUITO DEL ROSMETRO

Il progetto del rosmetro è pubblicato in figura


1. Come si può notare, si tratta di un circuito a
ponte, costruito attorno ad un trasformatore di
corrente indicato con la sigla Tl.
L'avvolgimento primario di Tl è costituito da
una sola spira aperta, praticamente realizzata
con un tratto di cavo schermato, infilato in un
nucleo toroidale, sul quale è composto l'avvol- RG8
gimento secondario a più spire. Con questo si-
stema si realizza uno schermo di Faraday tra
avvolgimento primario ed avvolgimento secon- Fig. 5- La spira aperta, che rappresenta l'avvolgi-
mento primario del trasformatore T1, è costituita da
dario, nel quale Io schermo è rappresentato uno spezzone di cavo coassiale RG8, dal quale è
dalla calza metallica del cavo, che isola gli av- stata eliminata la guaina isolante di plastica.
volgimenti dagli effetti capacitivi.
Sui terminali dell'avvolgimento primario si sta-

Elettronica Pratica 1O1


Rosmetro passante

re di tensione rappresentato dalle due resisten-


ze R1- R2 assolutamente uguali nei valori e
dello stesso tipo antiinduttivo per radiofrequen-
za, ovvero ad impasto. Il punto centrale di R1-
R2 è collegato a massa. Pertanto, sui terminali
di Rl è presente un segnale in fase con la cor-
rente di ritorno, se questa è presente, mentre
sui terminali di R2 si stabilisce la tensione ca-
ratteristica del segnale, di valore proporzionale
a quello della corrente diretta. Ovviamente, in-
vertendo il senso dell'avvolgimento in Tl, i fe-
nomeni si invertono e per ristabilire il corretto
funzionamento è sufficiente, in tal caso infilare
lo spezzone di cavo schermato, nel toroide, in
senso contrario.
Dopo i due partitori di tensione resistivi ora Flg. 6 - I due compensatori, montati nel circuito del
rosmetro, si presentano, esteriormente, nel modo
analizzati, si notano altri due partitori di tensio- qui segnalato. Le due armature (1 - 3) sono isolate
ne capacitivi, composti tramite le due coppie tramite uno strato dielettrico ceramico (2). Interve-
C1-C3 e C2- C4. In particolare, Cl e C2 sono nendo sulla vite, variano i valori capacitivi del com-
rappresentati da altrettanti compensatori, men- ponente.
tre C3 e C4 sono condensatori fissi di tipo cera-
mico.
Nel punto centrale dei due partitori di tensione
capacitivi, sempre rispetto a massa, come nel
caso dei due partitori resistivi, è presente un se- mente dal montatore. Cominciamo dunque col
gnale in fase con la tensione rilevabile sul colle- descrivere questa particolare composizione, per
gamento. la quale si deve acquistare un nucleo toroidale
Combinando, tramite il diodo al germanio AMIDON T68-2 ( colore rosso), il cui diametro
DG 1, la tensione presente sul punto centrale di esterno misura 18 mm circa. Si osservi quindi la
C1- C3 con il segnale di corrente, si ottiene
una tensione continua, proporzionale al segnale
di ritorno, poiché in tal caso la corrente di an-
data tende ad annullare il relativo segnale sul
condensatore C7, tenuto conto della fase.
Ragionando in modo analogo, si conclude che,
un segnale legato all'onda diretta, è presente
sul condensatore C8. La commutazione di S 1
consente di valutare ora l'uno e ora l'altro dei
due segnali:
SCHERMO
R = segnale riflesso
D = segnale diretto

MONTAGGIO
Prima di iniziare il lavoro di montaggio del cir-
cuito del rosmetro, il cui piano costruttivo è Fig. 7 - I condensatori passanti, configurati nel mo-
pubblicato in figura 2, il lettore dovrà procurar- dello riportato a sinistra di figura, debbono rimanere
si tutti i componenti elettronici necessari, ini- Inseriti nello schermo metallico nel modo Indicato a
destra. Le saldature a stagno si realizzano nei punti
ziando con il trasformatore Tl, che non è un segnalati dalle frecce.
componente commerciale ed il cui avvolgimen-
to secondario deve essere composto diretta-

102 Elettronica Pratica


Rosmetro passante

figura 4 dove, sulla sinistra, è rappresentato il l'operazione di inserimento e saldatura a stagno


nucleo toroidale e, sulla destra, l'avvolgimento del condensatore passante, il cui valore capaci-
completo del secondario, le cui spire, in nume- tivo deve essere sicuramente di 1.000 pF e non
ro di sessanta (60), sono ugualmente distribuite inferiore a tale misura.
ovvero equidistanti per quanto attiene la spa- Dopo aver infilato i due condensatori passanti
ziatura lungo la superficie utile dell'anello. nei rispettivi fori, in precedenza praticati sullo
Il filo da impiegare per l'avvolgimento deve es- schermo separatore, le saldature a stagno ver-
sere di rame smaltato del diametro di 0,30 mm. ranno effettuate nei punti indicati con le frecce
Naturalmente, prima di saldare i terminali del- in figura 7, mantenendo in posizione il compo-
l'avvolgimento su quelli di un piccolo ancorag- nente con una pinza.
gio, ben evidenziato nello schema dettagliato di La parte circuitale, in basso di figura 2, si com-
figura 3, i conduttori dovranno essere raschiati, pleta inserendo i due condensatori ceramici C7
con lo scopo di eliminare tutto lo smalto isolan- - C8, il commutatore ad una via e due posizioni
te ed evidenziare la lucentezza del metallo. Sl, che consente di valutare i due segnali R (ri-
L'avvolgimento primario di Tl, qui rappresen- flesso) e D (diretto), il potenziometro R3, che
tato da una spira aperta, si identifica con lo regola la sensibilità ed il microamperometro
spezzone di cavo coassiale RG8, riprodotto in .A da 100 A fondo-scala.
figura 5, il quale va inserito dentro il nucleo to- A montaggio avvenuto il contenitore metallico
roidale del trasformatore Tl; si tenga presente verrà chiuso completamente, allo scopo di ren-
che, dallo spezzone di cavo, come segnalato in derlo insensibile ad eventuali segnali esterni.
figura 5, va eliminata la guaina isolante esterna.
Dentro il contenitore metallico si realizza in un TARATURA
primo tempo la sezione a radiofrequenza, quel-
la pubblicata in figura 3 e, soltanto successiva- La taratura del dispositivo testè descritto è vali-
mente, si monta la parte che rimane al di là del da soltanto per un determinato valore di impe-
lamierino separatore orizzontale. Ma ciò che denza, per esempio quella assai comune di 50
più conta è l'attenersi scrupolosamente alla di- ohm. Ma questa deve essere rifatta se si utiliz-
stribuzione dei componenti elettronici da noi zano circuiti a 75 ohm. Meglio sarebbe, tuttavia,
indicata, che per nessun motivo deve differen- realizzare un rosmetro per ogni valore di impe-
ziarsi da quella di figura 3. denza dei circuiti in esame, con lo scopo di otti-
Tra i due bocchettoni di entrata e di uscita, en- mizzare anche i cavi ed i bocchettoni usati per
trambi di tipo PL 259, e fra i terminali del tra- la realizzazione. Ad ogni modo le operazioni di
sformatore Tl, si debbono inserire i due com- taratura del rosmetro si eseguono nella seguen-
pensatori Cl e C2 (particolari "a" di figura 3). te maniera.
Questi due elementi sono costruiti nel modo il- Inizialmente si collega, sul bocchettone d'uscita
lustrato in figura 6. In essi, le due armature U, un carico di precisione per radiofrequenza
(part. 1 - 3) rimangono isolate per mezzo di un assolutamente corretto, mentre sul bocchettone
dielettrico ceramico (part.2). La vite, sporgente d'entrata E si applica la sorgente di segnale, do-
dalla parte superiore del componente, rimane po essersi accertati che questa possiede il valore
collegata elettricamente con l'armatura 1. La di impedenza richiesta. Quindi si commuta S1
capacità varia avvitando o svitando più o meno su R (riflesso) e si tara C 1 in modo che il mi-
la vite di taratura. • croamperometro non dia alcuna segnalazione
Lo schema di figura 3 mostra come l'armatura 1 (segnalazione nulla). Poi, dopo aver impostato
sia direttamente saldata a stagno con il bocchet- con il potenziometro R3 il livello di sensibilità
tone ed un terminale del trasformatore Tl voluto, partendo con il cursore spostato verso
(part. "a"), mentre la seconda armatura è colle- massa, ma non troppo lontano da questa, si
gata con un terminale del diodo al germanio, di ruota lentamente il perno di R3 per raggiunge-
un condensatore e di un'impedenza RF. Gli al- re il lato caldo, onde perfezionare la taratura.
tri due terminali, delle due impedenze RF, con- Successivamente si scambiano i collegamenti
ducono i segnali al di là della piastrina metallica del carico e della sorgente, applicando il primo
di separazione per mezzo di due condensatori su E e la seconda su U e commutando S 1 nella
passanti (C5 - C6), la cui espressione esteriore posizione D (segnale diretto). Si tara quindi il
è quella riportata sulla sinistra di figura 7. Sulla compensatore C2 per una segnalazione nulla
destra di questa stessa figura viene interpretata del microamperometro.

Elettronica Pratica l 03
ELEMENTARE
ETTRONICA

RIMI

DIAC E TRIAC
Il dispositivo più semplice, fra i tre noti commu- stenza, supponiamo di applicare, sui due elet-
tatori statici, DIAC, TRIAC ed SCR, è certa- trodi disponibili, una tensione alternata, per
mente il primo, se considerato nel suo aspetto esempio quella di rete, ma regolabile manual-
funzionale. Perché, costruttivamente, tale semi- mente fra il valore O Vca e 220 Vca. Ebbene,
conduttore è assai complesso, essendo realizza- realizzando il circuito sperimentale di figura 3,
to con cinque strati di materiale P ed N, sovrap- ci si accorgerebbe che, fino ad un certo valore
posti nella successione NPNPN. Ma al princi- di tensione, caratteristico di ogni modello di se-
piante di elettronica la struttura fisica del com- miconduttore, la corrente che attraversa il
ponente interessa in misura assai inferiore a DIAC rimane pressocché nulla, fatta eccezione
quella del suo impiego e del comportamento per una debole corrente di perdita. Poi, rag-
pratico in ogni tipo di applicazione. Dunque, giunto un certo valore di tensione di innesco, la
dopo aver ricordato che il simbolo elettrico, corrente aumenta e rimane praticamente rego-
universalmente adottato negli schemi teorici, è lata dal carico esterno. Nel diagramma di figura
quello riportato in figura 1 e che il termine 2, la tensione di innesco, chiamata pure tensio-
DIAC significa Diade Alternate Current, ovve- ne di break-over, è stata fissata, a solo scopo in-
ro "diodo per corrente alternata", invitiamo il dicativo, nel valore di 30 V.
lettore a considerare il diagramma di figura 2, Si può ora dire che il DIAC agisce come un in-
che esprime analiticamente la caratteristica del terruttore automatico, che si autoinnesca nel
diodo e che va interpretato nel seguente modo. momento in cui viene superato il valore della
Premesso che il DIAC, contrariamente a quan- propria tensione di soglia. Naturalmente, que-
to si può arguire osservando il simbolo elettrico sto stesso comportamento, in virtù della struttu-
di figura 1, nel quale si distinguono due anodi, ra simmetrica del diodo, si manifesta sia in pre-
"anodo 1- anodo 2", non è un elemento pola- senza di sole tensioni negative, sia di quelle po-
rizzato e va utilizzato come una normale resi- sitive.

l 04 Elettronica Pratica
Primi Passi

CIRCUITO SPERIMENTALE led, perché sugli elettrodi del DIAC viene ora
applicata la tensione di innesco, che varia fra un
Coloro che, pur avendo assimilato i concetti modello e l'altro e che generalmente si aggira
teorici ora citati, volessero sperimentare prati- intorno ai 20-:- 30 V. Questo valore di tensione
camente il comportamento del DIAC, potranno viene esattamente indicato dallo strumento ad
realizzare il circuito di figura 3, facendo bene indice.
attenzione a premunirsi contro i pericoli delle Il campo di applicazione del DIAC è normal-
scosse della tensione di rete. Che possono esse- mente ristretto ai circuiti di comando dei
re scongiurati servendosi di un cacciavite "cer- TRIA C sui quali, qui di seguito, ci soffermeremo.
cafase" per elettricisti ed individuando, con
questo, fra i due conduttori, quello neutro, che
deve rimanere collegato nel modo indicato nel- ILTRIAC
lo schema di figura 3.
Questo esperimento, oltre che interpretare il Il TRIAC presenta una struttura fisica interna
comportamento del DIAC, può servire per in- analoga a quella del DIAC, ma in esso è stata
dividuare la tensione di innesco del componen- aggiunta un'ulteriore giunzione, alla quale èap-
te, quando questa sia sconosciuta. Infatti, ini- plicato un terzo elettrodo, quello di "gate" o
ziando la prova con il cursore del potenziome- "porta", come segnalato nel corrispondente
tro R2 commutato tutto verso il neutro, ci si ac- simbolo elettrico, adottato nella composizione
corgerà che il diodo led DL rimane spento e degli schemi teorici e pubblicato in figura 4.
che l'indice del tester, commutato nelle misure Si può anche dire che il TRIAC è un parente
voltmetriche alternate e sulla portata di 250 stretto dell'SCR, dato che la sua composizione
Vca fondo-scala, rimane fermo sul valore di O scaturisce dal collegamento di due diodi in anti-
Vca. Poi, ruotando lentamente il perno di R2, parallelo, come indicato in figura 5. Ma i suoi
pur osservando un corrispondente aumento del- elettrodi, anziché chiamarsi anodo-catodo-gate,
la tensione alternata sotto misura, si constaterà come avviene nel diodo SCR, vengono denomi-
che il led DL rimane ancora spento. Ma la pro- nati, rispettivamente, anodo 1- anodo 2 - gate,
gressiva rotazione del perno di R2, ad un certo come riportato nel simbolo teorico di figura 4.
momento provoca la completa accensione del Anche per il TRIAC, come per I'SCR, esistono

Elettronica Pratica l 05
Primi Passi

a~odo 1 te i anodo 2 Flg. 1 - Simbolo elettrico del DIAC (Diode Alternate


Current) normalmente adottato nella composizione
del circuiti teorici. Trattandosi di un componente
simmetrico, la segnalazione, qui riportata, di "anodo
fanodo 2", assume soltanto valore Indicativo,
giacché il semiconduttore viene praticamente utlllz-
DIAC zato come una comune resistenza, senza tener con-
to della posizione dei due elettrodi.

due espressioni molto comuni in commercio, gli anodi e delle correnti sul gate. Queste stesse
quelle riportate in figura 6, che appaiono com- condizioni elettriche vengono ulteriormente in-
pletamente uguali a quelle dei diodi controllati terpretate nello schema di figura 8. Dove si può
e che, proprio per tale motivo, possono genera- osservare che gli impulsi forniti al gate, per in-
re nella mente del principiante grande confu- nescare la conduzione del TRIAC, assumono
sione. Ciò che cambia, invece, è l'applicazione normalmente la medesima polarità dell'anodo
pratica dei due componenti e la denominazione 2. In altre parole, se a2 è positivo rispetto ad
dei loro elettrodi. al, si raggiunge la conduzione del componente,
Il TRIAC gode della proprietà di condurre ca- in corrispondenza di una certa tensione applica-
riche elettriche in entrambi i sensi, ossia dall'a- ta, elevando il gate a potenziale positivo rispet-
nodo 1 all'anodo 2 e viceversa ed il fenomeno to ad al; viceversa, se al è positivo rispetto ad
della conduzione può essere comandato tramite a2, si ottiene la conduzione di corrente, attra-
impulsi di corrente sull'elettrodo di gate. verso il dispositivo, fornendo al gate un impulso
Il diagramma di figura 7 interpreta, con i suoi di verso opposto al precedente.
quattro quadranti, i quattro possibili modi ope- L'interdizione del TRIAC, che viene sempre
rativi del TRIAC, in funzione delle polarità de- impiegato in circuiti in corrente alternata, si

[+

}30V

/+ V-

Flg. 2 - Diagramma caratteristico del diodo DIAC.


Tutte le tensioni, varlablli, positive o negative, pos-
sono promuovere il flusso di corrente attraverso il
semiconduttore, purché queste superino un certo
valore di soglia, proprio di ogni modello ma che, ge-
neraimente, si aggira Intorno al 20 + 30 V.

l 06 Elettronica Pratica
Primi Passi

Rl DIAC

R2

NEUTRO
220 V

Fig. 3 - Circuito sperimentale in grado di verificare il comportamento elettrico del DIAC e,


soprattutto, di misurarne la tensione di soglia, altrimenti chiamata di "break-over".

-----COMPONENTI-----
Resistenze Varie
R1= 15.000 ohm - 2 W DL = diodo led (quals. tipo)
R2 = 10.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) DIAC = quals. modello
R3 = 10.000 ohm -1W

a2
anodo 2

g
'a
Fig. 4 - Simbolo teorico del TRIAC comunemente im-
piegato nella realizzazione figurativa dei progetti
elettronici. Si noti la presenza dei tre elettrodi carat-
-
gate
lano do 1
teristici del semiconduttore: anodo 1 (a1) - anodo 2
(a2) - gate (g). al

Elettronica Pratica l 07
Primi Passi

a2

o-°

al

Fig. 5 - Il TRIAC, strutturalmente, costituisce la risul-


TRIAC tante del collegamento, in antiparallelo, di due diodi.

raggiunge annullando la differenza di potenzia- INTERRUTTORE ELETTRONICO


le sui suoi elettrodi.
Anche se il diagramma di figura 7 e lo schema I concetti, fin qui brevemente riportati, in rela-
di figura 8 dimostrano che il funzionamento del zione al comportamento elettrico del TRIAC,
TRIA C è possibile in tutte e quattro le condi- possono ricevere un ulteriore chiarimento in or-
zioni, il componente viene generalmente utiliz- dine alla funzione di interruttore elettronico del
zato soltanto nei sistemi segnalati nei quadranti semiconduttore in esame. Consideriamo quindi
QI e QIII. uno schema teorico elementare di applicazione,

Fig. 6 - Esempi di TRIAC di tipo commerciale molto


comuni e perfettamente identici, esteriormente, ai
diodi controllati, rispetto al quali cambiano soltanto
TRIAC le denominazioni degli elettrodi.

l 08 Elettronica Pratica
Primi Passi

QII QI
conduz.
interdiz.
4et»et»

V
.....................
interdiz.
Flg. 7 - Diagramma caratteristico del
comportamento del TRIAC, il quale di-
conduz
viene attivo in tutte e quattro le condi-
zioni elettriche verificabili nei quattro
quadranti, ma che in pratica viene co-
munemente utilizzato nei sistemi indi-
Q III QI
cati nei quadranti QI e QIII.

come quello pubblicato in figura 9. CIRCUITO INTERPRETATIVO


In assenza di impulso di tensione sul gate, che
può essere positivo o negativo, il TRIAC non Per apprendere dal vivo il comportamento del
conduce, cioè si comporta come un interruttore semiconduttore descritto in questa sede, ovvia-
aperto e la lampada LP rimane spenta. Appli- mente dopo averne assimilato i concetti teorici
cando invece una piccola tensione, positiva o fondamentali, precedentemente menzionati, si
negativa, sul gate, il TRIA C diventa conduttore, è ritenuto opportuno presentare, a beneficio
equivalendo ad un interruttore chiuso, che pro- dei lettori principianti, un circuito sperimentale,
voca l'accensione della lampada LP. Il compo- applicativo, sicuramente in grado di interpreta-
nente, dunque, essendo alimentato in tensione re il funzionamento del TRIA C.
alternata, si lascia attraversare da entrambe le Consideriamo quindi il progetto di figura 11, il
semionde, come indica lo schema di figura 10, cui piano costruttivo, di semplice ed immediata
in virtù della sua struttura interna, corrispon- realizzazione, è pubblicato in figura 12.
dente a quella di due diodi in antiparallelo, ma Il circuito di figura 11 viene alimentato tramite
con l'elettrodo di innesco in comune. il trasformatore della tensione di rete, dal valo-
Il TRIA C può essere innescato applicando un re di 220 V a quello di 12 V, denominato Tl,
impulso di tensione sul suo gate, ma si autoin- per il quale si può utilizzare un comune trasfor-
nesca quando il valore della tensione alternata, matore da campanelli elettrici, della potenza di
applicata sui due anodi, oltrepassa un certo li- 5 + 10 W, in condizioni di erogare una corrente
mite, chiamato tensione di breakdown. Facendo di valore compreso fra 0,5 A e 1A.
poi diminuire la corrente ed aumentare la resi- La tensione di gate, tramite un rudimentale
stenza di carico, si raggiunge un punto in cui la commutatore (S1), realizzato con una pinzetta
corrente non è più in grado di mantenere in a bocca di coccodrillo e collegata al circuito con
conduzione il TRIA C. uno spezzone di filo conduttore flessibile, può
Il valore minimo della corrente, che può mante- essere prelevata direttamente dall'avvolgimento
nere innescato il semiconduttore, viene comu- secondario del trasformatore Tl (posizione 1 di
nemente indicato come corrente di Hold, cioè Sl), da una pila Pl da 4,5 V (posizione 2 di S1),
corrente di mantenimento. oppure da una seconda pila da 4,5 V, con pala-

Elettronica Pratica l 09
Primi Passi

V
QII +la2 QI

- g e/

al
-
-+ g

- g
e

+ g
+la]
Q III 0I
Flg. 8 - Polarità delle tensioni e delle correnti che attivano la conduzione del TRIAC in corri-
spondenza dei quattro quadranti separati dagli assi del diagramma caratteristico di figura 7.

rità invertite rispetto alla prima (posizione 3 di PROVE PRATICHE


Sl).
I due diodi a semiconduttore D1-D2 sono rap- Le prove pratiche realizzabili con il circuito di
presentati da altrettanti componenti al silicio di figura 11 sono ovviamente tre e consistono nello
tipo 1N4004, ma collegati in antiparallelo, con spostare la pinzetta coccodrillo, segnalata con
lo scopo di favorire il passaggio delle semionde Sl, sulle successive tre posizioni 1-2-3.
positive (D1) della corrente alternata e di quel- Nella posiziòne 1, che è quella indicata in figura
le negative (D2). 11, l'elettrodo di gate viene eccitato dalla ten-
Le due lampadine, del tipo a pisello, da 12 V - sione alternata a 12 V ca, la stessa che alimenta
0,3 A, si accendono in presenza di tensione sui le due lampadine LPl ed LP2, le quali si accen-
loro terminali. dono, confermando la conduttività del TRIAC.
Il TRIAC, impiegato nell'esperimento è il mo- Nella posizione 2, il gate rimane alimentato dal-
dello BT A 08- 700B, ma questo può essere so- la tensione negativa della pila P1, mentre nella
stituito con altri tipi similari o diversi, perché posizione 3 il gate riceve la tensione positiva
tutti possono rendersi utili ai fini sperimentali. della pila P2. Ebbene, qualunque sia la posizio-

110 Elettronica Pratica


Primi Passi

C.A.
o
,,.....,
0
Fig. 9 - Esempio di impiego di un TRIAC, in funzione
di interruttore elettronico, in un circuito di accensio-
ne di una lampada alimentata in corrente alternata.

ne del commutatore S1, nulla cambia nel fun- mentati in tensione alternata. Inoltre, il TRIAC
zionamento del circuito di figura 11, perché in lavora bene sia con tensioni negative sul gate,
tutti e tre i casi le due lampadine si accendono, sia con quelle positive. Infatti, nella posizione 1,
confermando il flusso di corrente attraverso il il gate viene interessato da una sequenza di on-
TRIA C. de positive e onde negative, alla nota frequenza
Con questo esperimento si sono dimostrati i se- di 50 Hz. In pratica tutto avviene come se si
guenti concetti: il TRIAC viene attivato da en- commutassero, cinquanta volte al secondo, le
trambe le semionde della corrente alternata, sia due pile P 1 e P2.
attraverso il diodo D1, sia attraverso il diodo Si fa presente che, nell'esercizio sperimentale di
D2. Dunque, il componente in esame può esse- figura 11, non vengono trattati quei particolari
re vantaggiosamente impiegato nei circuiti ali- effetti ottenibili con il TRIAC, come ad esem-

+ + + 4
TRIAC

Fig. 10 - Poiché nel TRIAC sono contenuti due diodi collegati in antiparallelo, tutte le se-
mionde, quelle positive e le negative della corrente alternata, attraversano il semiconduttore.

Elettronica Pratica 1 11
Primi Passi

Dl LP1
T1

02 LP2

12V
TRIAC

12

RETE
SI

Fig. 11- Circuito sperimentale di controllo del funzionamento del TRIAC. Le prove consisto-
no nello spostare successivamente, sulle tre diverse posizioni 1 - 2 - 3, il commutatore rudi-
mentale S1, ad una via e tre posizioni, qui rappresentato da una comune pinzetta a bocca di
coccodrillo.

-----COMPONENTI-----
R1 = 270 ohm - 1/4W S1 = commutatore {1 via - 3 posiz.)
D1 = diodo al silicio (1N4004) TRIAC = BTA 08-700 B
D2 = diodo al silicio (1N4004) T1 = trasf. (220 Vca - 12 Vca - 1A)
LP1 = lampada-pisello (12 V- 0,3 A) P1 = pila (4,5 V)
LP2 = lampada-pisello (12 V - 0,3 A) P2 = pila (4,5 V)

pio la variazione di potenza perché questo im- Il montaggio, come è dato a vedere, si realizza
porrebbe una trattazione assai lunga, che ci fa- su una tavoletta di legno, che funge da elemen-
rebbe uscire dai limiti mensilmente fissati per la to di sostegno isolante dei vari componenti.
presente rubrica. Se il trasformatore per campanelli adottato è
del tipo di quello disegnato nello schema, si
tenga presente che l'avvolgimento primario,
MONTAGGIO quello sul quale vanno applicati i conduttori di
rete, rimane identificato dai due morsetti situati
In figura 12 è pubblicato lo schema costruttivo su uno dei due lati del componente. L'avvolgi-
del progetto sperimentale di controllo del fun- mento secondario, invece, fa capo a tre morset-
zionamento del TRIAC. ti, fra i quali si possono derivare almeno due
112 Elettronica Pratica
Primi Passi

LPJ LP2

TRIAC

}@: .{st
ai_ basetta
... /
·•··· /
? "

5 #à 9
.....,..;_
2

Ab
RETE 6l-=
--1
id?
+ 1

L.

Fig. 12 - Piano costruttivo, eseguito su tavoletta di legno, del dispositivo di controllo speri-
mentale del funzionamento del TRIAC. La tensione a 12 Vca viene prelevata dai due morsetti
estremi fra i tre rappresentativi dei terminali degli avvolgimenti secondari del trasformatore
per campanelli.

valori diversi di tensioni alternate: quello a 6 tensione di rete, si raccomanda la massima pru-
Vca e l'altro a 12 Vca, che è presente sempre denza durante l'impiego sperimentale del pro-
fra i due morsetti posti alle due estremità. getto.
La morsettiera a sette ancoraggi agevola il lavo-
ro di cablaggio, rendendolo più razionale, rigi-
do e semplificato.
Naturalmente, per ottenere i risultati prima
elencati, non si possono commettere errori cir-
cuitali. Per esempio, i due diodi al silicio D 1 - f
D2 debbono essere inseriti in antiparallelo, con
le due fascette-guida (anelli) sistemate in posi-
zioni opposte. Anche le due pile debbono rima-
abbonatevi a:
nere inserite con le polarità chiaramente segna-
late nello schema pratico di figura 12. Non sus- ELETTRONICA
sistono problemi invece per le due lampadine
LPl ed LP2, mentre per il TRIAC occorre di-
stinguere esattamente i tre elettrodi, ovvero PRATICA
conoscere la piedinatura del componente prima
del suo inserimento nel circuito.
Trattandosi di un dispositivo alimentato dalla

Elettronica Pratica 113


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pubblicato. In ogni caso non verranno 1963- ottobre 1966 - dicembre 1967 - giugno
accettati e, ovviamente, pubblicati, 1971- settembre 1978.
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Principiante" dal 1986 al 1990.
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MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura - I condensatori - I resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

Elettronica Pratica 115


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hanno conosciuto ed apprezzato la
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ca, immaginandone la vastità di
programmi tecnico-editoriali svolti
in passato, potranno ora aggiunge-
re, alla loro iniziale collezione di ri-
viste, questa annata proposta in of-
ferta speciale a tutti i nuovi lettori.

116 Elettronico Protico


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spongo anche del fascicolo di maggio ottobre di- Diodi al germanio e al silicio - Semicon-
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Elettronica Pratica 11 7
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te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

TESTO (scrivere a macchina o in stampatello)

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Inserite il tagliar.do in una busta e spedite a:


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ELETTRONICA PRATICA
- Rubrica • Vendite - Acquisti - Permute •
Via Zuretti, 52 - MILANO

118 Elettronica Pratica


LA POSTA DE LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

solamente sui libri di testo o, comunque, scientifi-


LACUNE INCOLMABILI
ci. Come si può facilmente intendere anche attra-
Nella mia veste di assiduo lettore ed abbonato a verso l'esempio da lei citato e nel quale l'elemen-
Elettronica Pratica, mi permetto di rilevare una to focale è costituito dal condensatore Cl, senza
lacuna tecnico-didattica finora rimasta incolma- concedere spazio al calcolo di C3-C4- C5- C6.
ta nel periodico: l'assenza delle formule di cal- Perché questi componenti svolgono il compito di
colo dei valori capacitivi dei condensatori. Cito, sopprimere i disturbi, con valori capacitivi che di-
ad esempio, il fascicolo di giugno 1985, nel qua- pendono da troppe variabili, di cui fondamentale
le è pubblicato il progetto di un alimentatore da è la frequenza e per i quali si dovrebbero applica-
rete con condensatore di "caduta", di cui sono re formule estremamente complesse, certamente
esposte le relative formule per il calcolo della ricusabili dai principianti. Le basti pensare che,
reattanza, mentre per i condensatori con fun- noi stessi, abbiamo prescritto quei valori appel-
zioni di livellamento ed antidisturbo è menzio- landoci, principalmente all'esperienza e ad alcune
nata la sola capacità, impedendo così all'opera- valutazioni oscillografiche, oltre che, ovviamente,
tore di adattare il circuito ad altre esigenze ap- ad altre osservazioni strumentali. Tuttavia, per
plicative, con superiori correnti massimali in completare la nostra risposta, le ricordiamo che,
nei circuiti di amplificazione di bassa frequenza, i
uscita.
PIRASTRU GAVINANGELO condensatori debbono rimanere caratterizzati da
Sassari una reattanza molto bassa, alla frequenza in gio-
co inferiore, per esempio a 25 Hz. Viceversa, in
Il problema da lei sollevato supera i limiti teori- un amplificatore a radiofrequenza, conviene con-
co-didattici in cui, mensilmente, si articola la siderare il valore minimo di frequenza in fase di
materia trattata nel nostro periodico. Che deve ri- impiego dell'apparato. Pertanto, in un dispositivo
manere inserito fra quei confini, accettati dalla operante fra 1 MHz e 30 MHz, la reattanza dei
maggior parte dei lettori, che ci impediscono di condensatori deve essere calcolata a 1 MHz e
addentrarci, con più rigore, in ogni esposizione non a 30 MHz. Ma questo sembra un discorso
teorica. Soltanto di rado, invece, i redattori si assai semplice, che non risolve certamente i suoi
concedono alcune occasionali evasioni, mirate a problemi, i quali trovano risposta in altre sedi,
proiettare l'appassionato di elettronica verso argo- che nulla hanno a che vedere con l'elettronica in-
menti maggiormente esaurienti, da approfondire tesa come hobby ricreativo.

Elettronica Pratica 119


KIT PER CIRCUITI LA VALVOLA 6AT6
STAMPATI L 1.ooo A scopo sperimentale, vorrei realizzare uno sta-
dio amplificatore di bassa frequenza pilotato da
una valvola elettronica tipo 6AT6.
Dotato di tutti gli elementi necessari per MIGONE FERNAND O
la composizione di circuiti stampati su Savona
vetronite o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche i tecnici più esigenti, Un tempo, questa valvola veniva impiegata nei
questo kit contiene pure la speciale pen- circuiti dei ricevitori radio in veste di rivelatrice e
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro. preamplificatrice BF. Ma per i suoi esperimenti
può costruire il semplice circuito qui pubblicato.

Condensatori
C1= 100.000 pF
C2 = 10 F - 25 VI (elettrolitico)
C3 = 2.200 pF
C4 = 8 F - 250 VI (elettrolitico)

Resistenze
R1 = 1megaohm - 1/4 W
R2 = 330 ohm - 1/2W
R3 = 1.000 ohm- 1W

SATELLITI TV
- Consente un controllo visivo conti- Da un quotidiano locale ho appreso la notizia
nuo del processo di asporto. che i satelliti TV trasmetteranno in banda X e
Evita ogni contatto delle mani con Ku, abbandonando le attuali fasi sperimentali
il prodotto finito. nelle bande L ed S. Quale significato assumono
- E' sempre pronto per l'uso, anche le sigle citate?
dopo conservazione illimitata nel SALA SALVATORE
tempo. Perugia
- Il contenuto è sufficiente per tratta-
Le bande di frequenza sono state suddivise, rela-
re più di un migliaio di centimetri
tivamente alle loro particolari caratteristiche di
quadrati di superfici ramate.
funzionamento, nel seguente ordine:

Sigla banda Gamma frequenza


è corredato
ustrato, Incui so- HF 3-30 MHz
mente Interpretate VHF 30 - 300 MHz
heattraverso le UHF 300 - 1000 MHz
ntamento del clr- L 1000 - 2000 MHz
rensivodelle spe-

-~
s 2000 - 4000 MHz
0oo. ±" e
X
4000 - 8000 MHz
8000 - 12,000 MHz
Ku 12- 18 GHz
K 18-27 GHz
·-~ 1( ~----- .,.•. ·-.:·~- ~-.,~--~ Ka 27 -40 GHz
assegno
circolar mm 40 - 300 GHz

120 Elettronica Pratica


La posta del lettore

ii '
WW
R3 lt +160V n
C3

r- ?L
C1
. i l Il+

Enc
Al I\c4
Il
Il - 1111-1 Il 6V

± R2
Il Il
Jf

Varie
Alim. anodica = 160 Vcc - 10 mA
V1 = 6AT6 Alim. fil. = 6 Vca - 150 mA
Cuffia = 600-;- 4.000 ohm Massa = comune

ELETTRONICA
p T[;A
se±use arso9
ELETTRONICA - RADIO - 0M -27 Mx lIl
IL FASCICOLO ARRETRATO
ESTATE 1986
ONCOE+SE SPEDO IA9e POST G# J/70 L1so0
O xv. "n» Lu3Lu0/Aosrc t9et
È un numero speciale di teoria e applicazioni varie,
DIDATTICA NUMERO SPECIALE appositamente concepito per i principianti che vogliono
ED APPLICAZIONI ESTATE '86 apprendere, in casa propria, quegli elementi che consen-
tono di costruire, collaudare e riparare molti apparati
elettronici.

Il contenuto' e la materia trattata fanno di questo fascico-


lo un vero

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Chi non ne fosse ancora in possesso, può richiederlo a:


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Elettronica Pratico 121


CELLULE AMPLIFICATORE CON TBA 810

SOLARI Con l'integrato TBA 810 vorrei realizzare un


amplificatore di bassa frequenza. Potete pubbli-
care il circuito utilizzatore?
Sono cellule pronte per il fun- ROCCIA IVANO
zionamento e provviste, sulla Catanzaro
faccia retrostante, di attacchi Si ricordi di collegare a massa le due alette di raf-
in ottone, che consentono il freddamento dell'IC che, per impieghi gravosi,
debbono essere saldate su un dissipatore di rame
collegamento, in serie o pa- sottile, dello spessore di O, 5 mm e di superficie 20
rallelo, di più elementi, per cm circa. Il condensatore C8 deve rimanere col-
eventuali e necessari aumenti legato in prossimità del piedino I di /C. Per l'in-
serimento dei segnali d'entrata utilizzi cavo scher-
di tensione o corrente. mato, ricordando che la potenza disponibile all'u-
scita è di 6 W con l'alimentazione di 14 Vcc.

Condensatori
C1 = 1F (non polarizzato)
C2 = 470 F - 16VI (elettrolitico)
C3 = 100 F - 16VI (elettrolitico)
C4 = 6.800 pF
C5 = 1.000 pF
C6 = 100 F - 24 VI (elettrolitico)
C7 = 1.000 F - 16 VI (elettrolitico)
es = 100.000 pF
C9 = 100 F - 36 VI (elettrolitico)

Resistenze
R1 = 100.000 ohm - 1/4 W
R2 = 47.000 ohm - 1/4 W
Vengono vendute in due mo- R3 = 47 ohm - 1/4 W
delli, incapsulati in contenito- Varie
re di plastica, che erogano la IC = TBA 810
stessa tensione di 450 m V, AP = 8 ohm -6 W
ma una diversa corrente. Vcc = 14Vcc

Modello A = 400 mA (76x46 mm)


L. 6.500 (spese di spediz. comprese)
Modello B = 700 mA (96x66 mm)
L. 7.600 (spese di spediz. comprese)
OMISSIS

Nell'elenco componenti, relativo al progetto de


tester logico, pubblicato a pagina 682 del fasci-
colo di dicembre delJo scorso anno, è stato in-
volontariamente omesso il valore resistivo de
componente R9, che vale esattamente 3.300 ohrr
- 1/8W.

122 Elettronica Pratica


La posta del lettore

C8 u+
• ---"-

e
4
BI
I C Il Il C9

-
C1

l I 7 T ll s

Il
ll6 1110
RI

e!!;
E
C2!
To Il [± 1~
12 7

RA~T. 6 Il """\ li i

♦+
vcc

Raccolta PRIMI PASSI - L. 14.000


Nove fascicoli arretrati di maggiore rilevanza didattica per il principiante elet-
tronico.

Le copie sono state attentamente selezionate fra quelle la cui rubrica "PRIMI
PASSI" ha riscosso il massimo successo editoriale con i seguenti argomenti:

1° - Trasformatori di bassa frequenza


2° - Trasformatori per radiofrequenze
3° - La radio circuiti classici
4° - Antenne utilità adattamenti
5°- Dalla pila alla lampadina
6° - Energia tensione corrente
7° - Resistenze a valori costanti
"P7
P ie,
-s
y
8° - Resistenze a valori variabili
9°- Legge di OHM
~.

Elettronica Pratica 123


La posta del lettore

CONTROLLO DEGLI SCR LP


. a
Avendo, acquistato una' partita di diodi control- ±
lati SCR, pressò un mercato delle occasioni,
vorrei conoscere un metodo rapido, ma sicuro,
per accertarne la funzionalità.
CAVUTOENZO
± Rl
SCR
Treviso ,__ g TEST

Realizzi questo semplice dispositivo, nel quale


ò
12Vca
7 ~
l'accensione della lampada LP analizza lo stato
dell'SCR in prova. Se la LP non si accende, il
componente è fuori uso, se rimane sempre accesa
a piena luce, il diodo deve ritenersi in cortocircui-
to. Se l'illuminazione avviene al 50%, l'SCR è da
considerarsi buono. k

R1 = 1.000 0hm - 1W p1 = pulsante (normai. aperto)


LP = lampada (12V-5 W) ALIM. = 12 Vca

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
tole di montaggio, sempre disponibili a
ET7M9MI
-:=::z-r-.
richiesta dei lettori. ESTATE 1990
,um,an

COSTA L. 5.000
Chi non ne fosse in possesso, può ri-
chiederlo a:

124 Elettronica Pratica


La posta del lettore

TRANSISTOR MRF 449

Gradirei conoscere caratteristiche e piedinatura del


transistor per radiofrequenza modello MRF 449.
CELLA MICHELE
Benevento

Queste sono le grandezze elettriche che caratteriz-


zano il transistor citato, che è molto noto nel
mondo degli hobbysti:

Valim.
Max.freq.
Max. guadagno
=
=
=
13,6 V
30 MHz
12dB

La massima potenza d'uscita dipende dal pilotag-


gio, dalla Vcc e dalla frequenza. Ma il valore tipi-
si
e e

co si aggira intorno ai 30 W output, con O, 75 W


di pilotaggio e 12 Vcc di alimentazione. Con 2 W Il semiconduttore è attualmente reperibile in due
input e 14 Vcc si raggiungono i 65 W a 30 MHz. contenitori, quelli qui riportati.

SALDATORE
ISTANTANEO
A PISTOLA
L. 18.000

CARATTERISTICHE:

1
Tempo di riscaldamento: 3 secondi
Alimentazione: 220 V
E dotato di punta di ricambio e di
Potenza: 100 W istruzioni per l'uso. Ed è particolar-
mente adatto per lavori intermittenti
Illuminazione del punto di saldatura
professionali e dilettantistici.

Elettronico Pratico 125


La posta del lettore

RELÈ A SFIORAMENTO
Condensatori
Immagino, che nella vostra produzione tecnico- C1 = 50.000 pF
editoriale, il progetto di un relè a tocco sia stato C2 = 1F (non polarizz.)
più volte pubblicato. Vi prego quindi di consi-
gliarmi verso quale fascicolo arretrato posso ri-
Resistenze
volgermi.
GIUFFRIDA NICOLANGELO R1 2,2 megaohm - 1/4 W
Orvieto R2 10 megaohm (trimmer)
R3 100.000 ohm - 1/4 W
Pensiamo di risolvere assai più rapidamente il
problema pubblicando un ulteriore circuito del ti- Varie
po richiestoci. Nel quale, il sensore S è rappresen- IC = 555
tato da una piastra metallica quadrata, delle di- S = piastra-sensore
mensioni di 2 cm x 2 cm o 3 cm x 3 cm, a secon- RL = relè (12 Vcc-330 ohm)
da del tipo di impiego. Con R2 si regola il tempo D1 = diodo al silicio (1N4004)
di eccitazione del relè RL. VCC = 12Vcc

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 26.000
Per agevolare il lavoro di chi inizia la pratica dell'elettronica è stato approntato
questo utilissimo kit, contenente, oltre che un moderno saldatore, leggero e ma-
neggevole, adatto per tutte le esigenze del principiante, altri elementi ed utensili,
offerti ai lettori del presente periodico ad un prezzo assolutamente eccezionale.

CONTENUTO:

Saldatore elettrico (220 V - 25 W)


Appoggiasaldatore da banco
Spiralina filo-stagno
Scatola contenente pasta disossidante
Pinza a molla in materiale isolante
Tronchesino tranciaconduttori con impugna-
tura anatomica ed apertura a molla
Cacciavite micro per regolazioni varie

126 Elettronica Pratica


La posta del lettore

R2

R1 ~ + • % C2

71 t Il e
T Vcc
~
211 I
T" RL 11 11 D7
Il Il
"""""
s

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co r,gorosamenie casuale re a tensioni comprese Ira 4 e 9 V. sl un sorprenden1e elfittnD lumlflll so
secondi anche se la mto è stata rimessa nella posizio-
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tc:h.!ano" mentre rilasciandolo, sul display. apparirà il
nsu\lato sorteggiato ( 1 • X • 2)
z2%/%2%:%.%%
az ion are una sirena, un lampe ggiatore, ecc., oppure pos-
slml) può esse re utmzza to nel modi più svariati e
soprallutto per l'allmentaz ione di teleca me re, video--
cata, di regolatore di sensibta e d mon itor a LEDO cre
si accende al ritmo della mus.ca
g !'alimentazione occorre una normale batteria per scmo essere usatì pe r disa111vare rl c1rcuIto d1 acce nsione registratori e apparecchi a grande ass orbimento. L'alimentazione prev\sia I! r:,va1,1,1 d• ro11ie .!! 220 'le! ce
a'ilne da 9 V de:la moto Graz ie ad un part1co!are circuito inIegrato, il 11 dispositivo è protetto contro ! corto circuiti acci- il mass imo carico appca be e
d 400 W o,:,.- c:t:l't:Li!.
assorbimento massimno è di duca 40 mA d_ispos i11vc pu6 funiion arP.. 1nd:f!e(enteme me cor'I bane- dentali che possono verificarsi alla sua uscita .
rie a 6 o 12 V. L"asso rbimen!o e di circa 12 mA quand o
l'anlilurto é D!SIN$ERITO. 10 niA q_uando è INSERITO
e 100 mA in situaz ione di AU...A RME (relè ec citato). Tu 1
1e ques1e s!tua zion, SON> seg nalale da :re LE D

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:r,!5.3 11.;1 8 e 200 Ol'l in
aevt due appo siti tmmer è possib,lr ,ego!are la 1requen-
Quand o la b,clcie na é !erma o procede molto lentame nte sara
la batteria di ale ad alimentare le lampa~ne de! tanali. quando
ulihzzare l'apposito tagliando
n ae- .egnale tra 1000 e 4000 Hz e .i volume di ascollo
e invece te veloo lii. è appe na poco PIÙ che nor:ma/e )uloma tica- scrivendo a:
eza V
lame ntazione ccorte una normale batteria 2et rad.o,

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ccen a e ehie a NCd syrca rano dusett e gesta 'a se si
accer.de vn LED VERDE Quanco rwece soro le Le ad aume n-
tare ~ ltJC• s1 accende un LED ROSSO
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Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
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. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

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I NOSTRI ORARI
Altre volte, in passato, lo avevamo comunicato, ma i lettori si
rinnovano, nel corso degli anni, e quelli di recente
acquisizione non possono sapere che i nostri uffici, il sabato,
per l'intera giornata, rimangono chiusi e che durante la
settimana le attività della casa editrice iniziano alle ore otto e
trenta e cessano alle diciassette e trenta, con un breve
intervallo di riposo fra le dodici e trenta e le quattordici e
trenta. E inutile quindi, in quel giorno o fuori orario, ogni
tentativo di comunicazione telefonica, sia pure mirato
all'affidamento di un gradito ordine, alla formulazione di una
cortese richiesta, alla conferma di un preciso ragguaglio
tecnico o amministrativo. Così come è vano il proposito di
accedere alla sede di Elettronica Pratica al di là dei tempi e
dei giorni di chiusura. Dunque, chi ancora non conosce questi
pochi e semplici regolamenti, corre il rischio di perdere tempo
ed incorrere in qualche piccola delusione, se non proprio di
incappare in un momento di stizza e disagio. Anche se lo
zelo dimostratoci, in una certa misura può farci piacere.
Perché testimonia l'entusiasmo per questa disciplina di nome
elettronica, ma che non deve esimerci dal promuovere un
messaggio informativo, certamente in grado di coordinare
meglio l'operosità di ogni hobbysta.
NORME DI ABBONAMENTO
Quote valevoli per tutto il 1991
PER L'ITALIA L. 50.000
PER L'ESTERO L. 60.000
La durata dell'abbonamento è annuale,
con decorrenza da qualsiasi mese.

Per sottoscrivere un nuovo abbonamento, o rinnovare quello scadu-


to, basta inviare l'importo a:
ELETTRONICA PRATICA
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servendosi di vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
tramite c.c.p. N. 9 7 6205. Si prega di scrivere con la massima chia-
rezza, possibilmente in stampatello, citando con grande precisione:
cognome, nome, indirizzo e data di decorrenza dell'abbonamento.

ABBONARSI: significa acquisire il diritto a ricevere in


casa propria, tramite i servizi postali di
Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
dell'anno.
ABBONARSl: "vol dire risparmiare sulla gorrison@lente
spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
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ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA- ANNO 20 - N. 3 MARZO 1991

LA COPERTINA - Illustra il dispositivo per il


controllo di fiamma, la cui descrizione prende
inizio dalla pagina seguente. Nello stato di
allarme, ricevuto da una fotoresistenza, un
buzzer fischia mentre un led lampeggia.

Sommario
132
editrice
ELETTRONICA PRATICA
CONTROLLO-FIAMMA
RAPIDO E PRECISO
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
142
disegno tecnico SIMULATORE
CORRADO EUGENIO
Dli GIOCHI
stampa
TIMEC
ALBAIRATE - MILANO 152
MONITORAGGIO
Distributore esclusivo per l'Italia: DELLE GIUNZIONI
A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27- 20126
Milano tel. 25261 autoriuazione Tribunale
Civile di Milano- N. 74 del 29-12-1972
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L'OSCILLOSCOPIO
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sono riservati a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono. 185
LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


CONTROLLO FI
Il compito di questo semplice dispositivo consi- sa corrente d'aria, o a causa di una momenta-
ste nel far lampeggiare un grosso diodo led, di nea sospensione dell'erogazione di combustibi-
color rosso, mettendo contemporaneamente in le, oppure per una fuoriuscita di liquido da un
azione un buzzer, quando una fiamma, di qual- recipiente di cottura. Come può accadere negli
siasi dimensione, posta sotto controllo, si spe- scaldabagni, in certi modelli di stufette o nei
gne per motivi indipendenti dalla volontà di chi fornelli a gas per uso domestico. Con un conse-
ne deve usufruire. Ad esempio per un'improvvi- guente grave pericolo di avvelenamento per le
persone e di esplosioni negli ambienti in cui si
vive.
Come molti sanno, in commercio esistono da
tempo apparati sensori di gas, rivelatori antin-
cendio, congegni di controllo di accensione e
regolare funzionamento di stufe per riscalda-
Pur essendo appositamente mento a legna e a carbone, assai utili quando le
sorgenti di calore funzionano anche di notte, o
concepito per tenere sono sistemate in zone lontane dal controllo di-
costantemente sotto controllo la retto degli addetti alla manutenzione, come nel
caso di serre o stalle. Ma tutti questi non equi-
regolarità di una fiamma, nello valgono al nostro sistema, che interviene elet-
scaldabagno, nei fornelli o nelle tronicamente e con notevole anticipo su ogni
stufe a gas, questo dispositivo altro, in occasione di spegnimento di fiamma
costantemente controllata. Molto prima che un
può essere adibito a moltissime locale divenga parzialmente saturo di gas o in
altre applicazioni. tempo utile affinché, negli impianti di riscalda-
mento a gasolio, con lo spegnersi della fiamma,
si possa evitare la pericolosa inondazione del
bruciatore da parte del combustibile.

132 Elettronica Pratica


Controllo fiamma

Quando la fiamma si spegne, il tano di operazioni di intervento fastidiose e, si-


buzzer fischia ed il led curamente, non alla portata di tutti.
làmpeggid.
IL RIVELATORE OTTICO
E un sistema di sicurezza in
casa, nelle serre o nelle stalle. Il progetto, qui presentato e descritto, è certa-
mente ·affidabile e preciso, sicuramente in gra-
do di svolgere per anni il compito affidatogli.
Interviene con grande rapidità e La sua concezione circuitale è alquanto sempli-
ce, tanto da poter essere realizzato in poche
precisione. ore.
Tra i molti vantaggi che questo apparato vanta
rispetto agli analoghi dispositivi pilotati ad
energia termica, che sono sensibili principal-
mente alle dimensioni e all'orientamento della
fiamma tenuta sotto controllo e, conseguente-
Alcuni modelli di rivelatori di fiamma, attual- mente, alle improvvise correnti d'aria o agli ab-
mente assai diffusi, utilizzano una termocoppia bassamenti di pressione del gas erogato dai ser-
di comando dell'elettrovalvola di afflusso del vizi pubblici, che possono far scattare allarmi
gas, oppure un sistema pneumatico che prevede incerti o imprecisi, il nostro rivelatore ottico
il riscaldamento di un gas il quale, con la sua presenta la possibilità di essere regolato per se-
espans ione, mantiene aperta una valvola. In al- gnalare lo spegnimento di fiamme piccole e
tri dispositivi, invece, si ricorre alla caratteristica grosse, di qualsiasi orientamento, così come si
lelle lamine bimetalliche di subire piegatura comporterebbe l'occhio umano, purché lungo la
meccani ca in presenza di energia termica. An- traiettoria ottica non si infrappongano oggetti
che questi sistemi, tuttavia, ,sono lenti e necessi- opachi o schermi separatori.

Elettronica Pratico 133


Controllo fiamma

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134 Elettronica Pratica


Controllo fiamma

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Elettronica Pratica 135


Controllo fiamma

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Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stampato che l'operatore dovrà riportare su
°,
una delle due facce di una basetta supporto rettangolare delle dimensioni di 13,5 cm x 5 cm.

Un altro importante vantaggio del progetto di pria resistenza interna, con una conseguente di-
figura 1 va riscontrato nella possibilità di essere minuzione della caduta di tensione sui suoi ter-
impiegato con funzioni inverse, ovvero di met- minali. Ne deriva che, sul morsetto 1 del circui-
tere in funzione i due sistemi di allarme, ottico to di figura 1 e sul terminale 2 invertente del-
ed acustico, non quando la fiamma si spegne, l'integrato ICl, la tensione è inferiore a quella
ma quando questa si accende, assumendo in tal presente sul piedino 3 non invertente dello stes-
caso il compito di circuito anticendio. Tra le al- so componente. Dunque, in presenza di fiam-
tre, pratiche applicazioni, tuttavia, va ricordata ma, l'uscita di ICl, vale a dire il piedino 6 di
quella di fotocellula. rivelatrice di presenza o questo, si trova allo stato logico "alto". AI con-
mancanza di luce, come ad esempio l'interru- trario, in assenza di fiamma, cioè quando la
zione di un raggio luminoso. Ricordiamo infine fiamma si spegne, la tensione sui terminali di
che il progetto di figura 1 è stato concepito per FR aumenta assieme a quella misurata sul mor-
un consumo ridotto di energia elettrica, onde setto circuitale 1 e sul piedino 2 invertente di
permetterne il funzionamento per lunghi perio- ICl, perché la resistenza interna di FR, al buio,
di di tempo anche tramite pile. L'ingombro di- aumenta, stabilendo, sul piedino d'uscita 6, lo
mensionale del rivelatore, poi, è talmente ridot- stato logico "basso". Tradotti in valori reali,
to da consentirne l'installazione in ogni dove, questi due stati misurano, sul piedino d'uscita 6
purché il circuito rimanga al riparo da fonti di di ICl, le tensioni di + 5 V e O V. Ma quanto
calore ed il sensore, rappresentato da una foto- ora detto si può così riassumere:
resistenza, sia ben esposto verso la fiamma te-
nuta sotto controllo. Fiamma accesa = uscita "alta" di IC 1
Fiamma spenta = uscita "bassa" di ICl

ESAME DEL CIRCUITO Facendo riferimento alle condizioni in cui si


trova la fotoresistenza FR, si può anche stabili-
La fotoresistenza FR, che può essere di qualsia- re la seguente corrispondenza:
si tipo e modello, quando viene colpita dalla lu-
ce, ossia quando la fiamma tenuta sotto con- FR illuminata = uscita "alta" di ICl
trollo è regolarmente accesa, diminuisce la pro- FR al buio = uscita "bassa" di ICl

136 Elettronica Pratica


Contro llo fiamm a

Il
+12VJ

ov-~
1sec. ,{
Fig. 4- L'integrato IC2 si comporta come un oscillatore audio, con la frequenza di 2 Hz, se il
circuito viene alimentato con la tensione di 12 Vcc.

oppure, per quanto verrà detto qui di seguito: l'accensione ad intermittenza del BIGLED
DLR di colore rosso, che funge in questo modo
Presenza di fiamma = nessun allarme da allarme visivo dello spegnimento di fiamma.
Assenza di fiamma = allarme in atto Contemporaneamente, anche il buzzer BA, di
tipo attivo, piezoelettrico, emette un fischio
Infatti, quando la fotoresistenza FR è colpita acutissimo, sicuramente udibile anche in am-
dalla luce e la sua resistenza interna diventa bienti rumorosi o da persone che soffrono per
bassa, trovandosi il piedino 2 di ICl ad una ten- problemi d'udito, rappresentando un valido si-
sione inferiore a quella presente sul piedino stema di allarme acustico di interruzione di
non invertente 3, in uscita (piedino 6) si misura- fiamma.
no 5 V: 6 V, a seconda del valore della ten- Riassumendo, con riferimento alle condizioni
sione di alimentazione, che sono sufficienti per dei diodi led e del buzzer, si possono verificare i
polarizzare, attraverso il diodo al silicio D 1, la seguenti fenomeni:
base del transistor NPN siglato, in figura 1, con
TRl. Questo, dunque, diviene conduttore e DLV acceso = tutto è regolare
provoca l'accensione del BIGLED DLV, dico- DLR lampeggiante = allarme
lore verde, che è inserito sul circuito di colletto- BA in funzione = allarme
re. Pertanto, quando si accende e rimane acce-
so il grosso led verde, la fiamma tenuta sotto Ma, ripetiamo, a differenza del diodo led verde,
controllo deve considerarsi accesa, ricordando che rimane costantemente acceso, quando le
che: sorgenti di luce funzionano regolarmente, quel-
lo rosso, in occasione di uno stato di allarme,
Presenza di fiamma = BIGLED verde acceso lampeggia alla frequenza di 2 Hz.
Coloro che desiderano far funzionare il circuito
Viceversa, quando viene a mancare la luce che di figura 1 nella condizione inversa di quella
colpisce la fotoresistenza FR, ovvero quando si ora descritta, ovvero:
spegne la fiamma controllata con il circuito di
figura 1, la tensione sul piedino invertente 2 di Presenza di fiamma =
allarme in atto
ICl cresce e supera quella rilevabile sul piedino Assenza di fiamma = nessun allarme
non invertente 3, stabilendo lo stato logico
"basso" dell'uscita di ICl (piedino 6), che scen- dovranno invertire tra loro le posizioni della re-
de al valore di O V. Ciò provoca l'entrata in' sistenza R1 con quella della fotoresistenza FR,
funzione dello stato oscillatorio dell'integrato oppure, senza spostare il conduttore di FR con
IC2, che genera un segnale ad onda quadra, massa, potranno intervenire sui soli collega-
nell'espressione grafica pubblicata in figura 4, menti ai due ingressi, invertente e non inverten-
alla frequenza di 2 Hz. Un tale segnale attiva te, di ICl, scambiandoli. Ciò diviene assai più

Elettronica Pratica 137


Controllo fiammo

LUCE

::::: CATRAME
I

Fig. 5 - La fotoresistenza deve rimanere introdotta in un piccolo tubo metallico che, in sede
di appllcazlone del dispositivo, va rivolta verso la fiamma da tenere sotto controllo.

agevole ed utile quando il conduttore, fra la to- diversamente influenzare i due rami del ponte,
toresistenza FR e i due morsetti circuitali 1-2, mentre le annulla, immunizzando il dispositivo
è rappresentato da un cavo schermato e si vuol contro tali inconvenienti. Ma in ogni caso, allo
evitare la sostituzione del conduttore di ritorno, scopo di raggiungere le migliori prestazioni del-
ovvero la calza metallica del cavo, utilizzata l'apparato, conviene servirsi di un alimentatore
come elemento di massa, in perfetto contatto con tensione stabilizzata, possibilmente con bat-
elettrico con il contenitore metallico del modu- teria in tampone, in modo che le possibili, brevi
lo del dispositivo. interruzioni sulla rete di distribuzione dell'e-
L'inversione di funzionamento dell'apparato, lo nergia elettrica, non possano far scattare erro-
trasforma in un preciso sistema. di allarme con- neamente il circuito di allarme.
tro gli incendi. Per interventi di controllo brevi, l'alimentatore
può essere rappresentato da una batteria di tre
pile piatte, da 4,5 V, ciascuna, collegate in serie
ALIMENTAZIONE tra loro, in modo da erogare la tensione di 13,5
V. Ma in ogni caso si tenga presente che, con la
L'alimentazione del circuito di figura 1 può as- tensione di alimentazione di 12 V cc, il circuito
sumere tutti i valori compresi fra 9 Vcc e 14 di figura 1 assorbe la corrente di 10 mA circa,
Vcc. Ciò che importa è la qualità dell'alimenta- sia nello stato di riposo come in quello di allar-
zione che deve essere perfettamente continua e me.
stabilizzata. Infatti, come si può notare con un
esame più attento del circuito a ponte d'ingres- Naturalmente, più è alta la tensione di alimen-
so del progetto di figura 1, questo evita, ovvia- tazione, maggiore è la resa del buzzer piezoe-
mente entro certi limiti, che le variazioni even- lettrico, per il quale i valori ideali vanno indivi-
tuali della tensione di alimentazione possano duati fra i12Vcc e i 14 Vcc.

138 Elettronico Pratico


Controllo fiamma

MONTAGGIO secondo caso, la calza metallica del cavetto va


saldata sul terminale 2, mentre il conduttore in-
La realizzazione del modulo elettronico del ri- terno deve essere applicato al morsetto circuita-
velatore di fiamma si ottiene nel modo segnala- le 1.
to in figura 2, che rappresenta il piano costrutti- Sulle due piazzole di rame, contrassegnate con i
vo dell'apparato. numeri 3 - 4, si saldano i conduttori provenienti
La basetta supporto, di materiale isolante, ba- dall'alimentatore che, come è stato detto, può
chelite o vetronite, di forma rettangolare, delle essere di tipo da rete, stabilizzato, oppure com-
dimensioni di 13,5 cm x 5 cm, deve riprodurre, posto da più pile in serie tra loro.
in una delle sue facce, il circuito stampato, il cui I due circuiti integrati, ICI ed IC2, sono identi-
disegno, in grandezza reale, è pubblicato in fi- ci (A 741) e debbono essere applicati tramite
gura 3. due zoccoletti portaintegrato, onde evitare le
Sui terminali 1 - 2 vanno collegati i conduttori difficili saldature a stagno direttamente sui pie-
provenienti dalla fotoresistenza FR, che posso- dini dei due componenti.
no essere rappresentati da una trecciola di fili Naturalmente, prima di innestare i due integrati
flessibili o da un cavetto schermato. In questo sui rispettivi zoccoletti, occorrerà individuare

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONIICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, Ila precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura - I condensatori - I resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

Elettronica Pratica 139


Controllo fiamma

Flg. 6 - Sulla faccia anteriore, del contenitore metallico dell'apparecchio di controllo di fiam-
ma, sono presenti i seguenti elementi: l'interruttore, il buzzer, i due diodi led e la manopola
di regolazione della sensibilità circuitale.

l'esatta posizione del piedino 1, che si trova in qualsiasi altro modello potrà essere impiegato
prossimità di un piccolo elemento guida im- nella realizzazione del dispositivo, purché si
presso sul corpo superiore del componente, tratti di un buzzer piezoelettrico di tipo attivo.
come segnalato nello schema pratico di figura La fotoresistenza FR, per la quale può venire
2. - adottato qualsiasi modello, deve rimanere mon-
Si tenga presente che, dimenticando l'inseri- tata con il sistema presentato in figura 5. Il sup-
mento dei due ponticelli, situati in prossimità di porto è un tubo metallico, che va rivolto verso
C3 e di C2, si interrompe la continuità circuita- la fiamma da controllare, senza ricevere luce da
le delle piste di rame. Questi elementi si realiz- altre sorgenti luminose.
zano con due piccoli spezzoni di filo di rame ri- A montaggio ultimato, il modulo elettronico
gido. deve essere introdotto in un contenitore metal-
I due diodi denominati BIGLED sono dei led lico, sulla cui parte frontale compariranno l'in-
di dimensioni superiori a quelle dei led normali, terruttore Sl, il buzzer BA, i due BIGLED e la
in modo da risultare assai più visibili, anche da manopolina innestata sul perno del trimmer
lontano. Anche questi, tuttavia, sono compo- R2, che va regolata in modo che, con il tubo
nenti polarizzati, che non possono essere inseri- contenente la fotoresistenza FR rivolto verso la
ti casualmente nel circuito, ma nell'assoluto ri- fiamma accesa, il sistema di allarme complessi-
spetto delle posizioni degli elettrodi di anodo e vo rimanga nello stato di riposo. Questa è la so-
di catodo; quest'ultimo, infatti, si trova da quel- la e semplicissima operazione di taratura, che
la parte del componente in cui, sulla circonfe- l'operatore è chiamato ad eseguire, tutte le vol-
renza di base, è stata praticata una piccola te che l'apparecchio subisce spostamenti, per
smussatura guida. essere adibito ai più svariati controlli di fonti lu-
Anche il diodo al silicio è un elemento polariz- minose.
zato, dotato di anodo e catodo, che deve essere
applicato al circuito nel modo segnalato nel pia-
no costruttivo di figura 2, con il catodo (anello PERFEZIONAMENTI E MODIFICHE
guida) rivolto a sinistra. Analoga raccomanda-
zione si estende ai condensatori elettrolitici, sui Se i collegamenti, fra la fotoresistenza FR ed il
quali il terminale positivo viene contrassegnato contenitore di figura 6, debbono attraversare
con una crocetta. zone eccessivamente riscaldate, si consiglia l'im-
Il buzze r BA. scelto per questo particolare piego di cavi schermati in teflon o in gomma si-
montaggio , è di tipo per circuiti stampati, ma liconica, particolarmente concepita per resiste-
Controllo fiamma

re, senza danni, alle alte temperature. la percentuale di isteresi introdotta, ma è bene
Nel caso di impiego dell'apparato di controllo non esagerare in tal senso, perché il circuito po-
di fiamma in ambienti troppo ricchi di disturbi trebbe trasformarsi in un flip-flop, ovvero in un
luminosi, che possono dar luogo a falsi allarmi oscillatore bistabile.
e qualora si desideri un funzionamento lieve- Coloro che volessero comandare con questo ap-
mente ritardato dell'apparecchio, in pratica di parato una elettrovalvola, dovranno inserire, in
alcune decine di millisecondi, occorre inserire, serie con la resistenza R6, il fotodiodo di un re-
fra i piedini 2-6 dell'integrato ICl, un conden- lè allo stato solido, che è in grado di pilotare
satore ceramico della capacità di alcune decine grossi carichi senza generare scintille o rumori
di migliaia di picofarad, che trasforma il circuito durante la commutazione, al passaggio attraver-
in un integratore di Miller. so lo zero.
Altri condensatori, tutti di tipo ceramico e del Tenuto conto che l'integrato IC2 funge da
valore di 100.000 pF, possono essere applicati oscillatore audio di governo del trasduttore acu-
fra i piedini 7-4 e 3-4 di ICl, sempre con lo stico BA, caricando e scaricando, attraverso la
scopo di evitare le conseguenze negative di pro- resistenza R 10, il condensatore elettrolitico C4,
babili disturbi. è ovvio che, per variare la frequenza del suono
Per ulteriori richieste di sicurezza, si può ag- emesso dal buzzer, basta intervenire sul valore
giungere una certa isteresi al primo stadio del capacitivo di questo condensatore, ricordando
circuito di figura 1, collegando, fra i piedini 3 - che alle capacità più elevate corrisponde una
6 di ICl, una resistenza da 1 megaohm. Dimi- diminuzione della frequenza sonora e viceversa.
nuendo il valore di questa resistenza, aumenta

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1989

Coloro che, soltanto recentemente,


hanno conosciuto ed apprezzato la
validità didattica di Elettronica Prati-
ca, immaginandone la vastità di
programmi tecnico-editoriali svolti
in passato, potranno ora aggiunge-
re, alla loro iniziale collezione di ri-
viste, questa annata proposta in of-
ferta speciale a tutti i nuovi lettori.

Elettronica Pratica 141


SIMULATORE
DI GIOCHI

Esercitatevi,
divertendovi,
con il sistema
di numerazione
binario.

Con l'elettronica, qualche volta, è possibile ab- mero, attraverso una gara condotta in allegria
binare lo studio e la pratica sperimentale con il assieme ad altri concorrenti. Ma, più seriamen-
divertimento. Come in questa occasione, dove te, il progetto può essere destinato agli esercizi
l'utile e il dilettevole,coesistono, durante la rea- didattici, per apprendere il sistema di numera-
lizzazione e l'impiego dell'apparato qui di se- zione binario che, come è risaputo, rappresenta,
guito descritto. Con il quale il lettore potrà gio- fra tutti gli altri, quello a base minore e, nello
care alla roulette elettronica, ovviamente simu- stesso tempo, si presta egregiamente all'uso
lata, oppure valutare la consistenza della fortu- elettronico. Perché le due sole cifre che lo for-
na che ci accompagna nella vita, nel tentativo di mano possono essere poste in corrispondenza
indovinare, anche con approssimazione, un nu- con situazioni elettriche ben definite, quali il

Tre diodi led diversamente colorati, in rosso, verde e giallo,


segnalano con la loro accensione, il risultato del pronostico
formulato dal giocatore di turno che preme un pulsante di
avviamento del gioco.

142 Elettronica Pratica


Simulatore di giochi

passaggio o l'interruzione della corrente, la pre- mente reperibili in commercio. Tuttavia, la


senza di questo o quel valore di tensione. complessità degli integrati o l'interpretazione
Allo stato attuale, la tecnica costruttiva di molti dei loro circuiti interni, che pure abbiamo volu-
giochi è uscita dall'applicazione univoca, rigoro- to pubblicare a beneficio dei più preparati, non
sa, dei propri prodotti, dai quali oggi il grosso debbono preoccupare i principianti che, in que-
pubblico pretende adattabilità sempre maggiori, sto caso, sono invitati al solo montaggio dei
per far spaziare la fantasia dell'utente al di là di componenti e, successivamente, all'impiego del
pochi limiti ristretti e, soprattutto, per concede- dispositivo, che si riduce alla sola pressione di
re all'immaginazione nuove ed interessanti at- un tasto in funzione di interrutore di alimenta-
tuazioni. zione.
Per ottenere tanto, abbiamo riunito, in un unico
circuito, tre blocchi distinti, che svolgono tre
macrofunzioni diverse, dalle quali si possono TRE BLOCCHI CIRCUITALI
derivare molti tipi di giochi di rilevante interes-
se applicativo e scientifico. Prima di analizzare i tre blocchi circuitali, che
A presidiare i tre blocchi, ora menzionati, sono compongono il progetto di figura 1, vogliamo
stati scelti dei circuiti integrati, due dei quali so- semplicemente elencarli:
no assai complessi, ma di basso costo e facil-

Indovinate, con questo apparato, un numero prefissato


casualmente.

Intuite un evento sconosciuto, precedentemente verificatosi.

Elettronico Pratica 143


Simulatore di giochi

--·-·-·-· I

DLG DLV DLR

Rl

8 4 11/6
7 'RJ
16 5 6 7

R2 IC1 IC2 IC3


6 3 5l e
I 8 5
2
3 B e

Cl

li
+ " SD TSC S ISA

'p
i/

Flg. 1 - Progetto del dispositivo simulatore di giochi. L'alimentazione a 5 Vcc può anche es-
sere derivata da una pila piatta da 4,5 V, purché in ottimo stato di carica.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1 =
100.000 pF (ceramico) IC1 = 555
C2 = 220F - 16 VI (elettrolitico) IC2 = 74193
C3 = 100.000 pF (ceramico) IC3 = 74LS85
P1 = pulsante (nor. aperto)
DLG = BIGLED (giallo)
Resistenze DLV = BIGLED (verde)
R1 = 47.000 ohm - 1/4 W DLR = BIGLED (rosso)
R2 = 1.200 ohm - 1/4 W SD - se - SB - SA = interrutt. a slitta
R3 = 200 ohm - 1/4W ALIM. = 5 Vcc

1° blocco = generatore di eventi di stati logici e che, nel gioco, determina il caso
2° blocco = memorizzatore di eventi casuali o il destino, a seconda delle finalità prescelte.
3° blocco = intervento operativo L'integrato ICl lavora come oscillatore e la sua
entrata in attività inizia nel momento in cui si
Il primo blocco fa capo all'integrato ICI, per il preme il pulsante P 1, che chiude il circuito di
quale è stato scelto un comunissimo e ben noto alimentazione.
modello 555. Che funge da generatore casuale Premendo il pulsante Pl si applica, al blocco

144 Elettronica Pratica


Simulatore di giochi

es.
sv
r 1 A.33 Tl

SC S SA

Fig. 2 - Schema pratico del progetto descritto nel testo. In serie con la resistenza R3 convie-
ne applicare un interruttore a slitta, per eliminare l'alimentazione dei tre diodi led durante
l'impostazione delle scommesse.

successivo, un segnale, ovvero si stabilisce un evento, oppure sul tentativo di riconoscerli.


numero di impulsi a caso, che verranno utilizza- Il terzo blocco è costituito da un insieme di
ti dagli stadi seguenti. E ciò accade in un tempo quattro interrutori, di tipo a slitta, e dall'inte-
incontrollabile per l'operatore, a causa dell'e- grato IC3.
strema velocità con cui variano gli stati logici. Con i quattro interruttori SD - SC- SB - SA,
Praticamente, il primo blocco, se trasposto nel che possono essere sostituiti con un digitswitch
mondo dei giochi e, in particolare, in quello esadecimale, se qualcuno Io possiede o riesce a
della roulette, simula il comportamento del di- procurarselo, l'operatore compone il suo pro-
sco girevole e quello della pallina. Più in gene- nostico, nel tentativo di indovinare il numero o
rale, il primo blocco imita le operazioni di sor- l'evento prefissati dopo aver premuto il pulsan-
teggio nelle lotterie. te Pl.
11 successivo, secondo blocco, memorizza l'e- Con riferimento al gioco più volte citato, quello
vento casuale ottenuto premendo il tasto Pl, della roulette, i quattro interrutori simulano le
ovvero conta gli impulsi ricevuti secondo il mo- giocate fatte sul tappeto verde. Che l'integrato
dulo 16 o esadecimale. Cioè ripercorre ciclica- IC3, attraverso tre diodi led, con dimensioni
mente sedici stati logici ogni sedici impulsi rice- maggiori di quelli comuni, sentenzia se hanno
vuti. Ma la memorizzazione è occulta, ossia, il vinto, se hanno superato il responso o sono ri-
dato memorizzato non è visibile all'operatore, maste al di sotto dell'entità predisposta dal ca-
rimane totalmente ignorato, consentendo la so, nel seguente ordine:
conduzione di giochi fondati sul pronostico, sul-
l'intuizione nell'indovinare un numero o un Risposta precisa = led verde acceso

Elettronica Pratica 145


Simulatore di giochi

I 3

EP
r 1 •

+
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato, che l'operatore deve riportare su
una delle due facce di una basetta supporto, isolante, delle dimensioni di 10,5 cm x 6 cm.

Impostazione superiore = led giallo acceso precisione o l'errore di impostazione del nume-
Impostazione inferiore = led rosso acceso ro tramite i quattro interruttori, ma più in gene-
rale si deve parlare di risposta ad una previsio-
Nell'esempio riportato, il responso riguarda la ne di evento già accaduto in precedenza, dopo

D e B A
o o o o

i~~i
o o o o

11 II Flg. 4 - Esempio di impostazione scommettitrice del

1 O 0 1 9 numero decimale nove, tramite regolazione dei


quattro interruttori nei diversi stati di "chiuso" e
"aperto''.

146 Elettronica Pratica


Simulatore di giochi

Io

o
o
Fig. 5 - Allo stato "aperto" dell'interruttore corri-
sponde quello logico "1". AIlo stato "chiuso" del-
l'interruttore corrisponde lo stato logico "O".
Io
11 Il

che l'operatore ha premuto il pulsante Pl. se questo viene dichiarato maggiore o minore;
Riassumendo, il pulsante Pl si identifica con la quindi si compone un'altra combinazione, a tre
sorte, i quattro interrutori con le giocate degli quarti o ad un quarto del numero precedente,
scommettitori e l'accensione di uno dei tre dio- al di sopra o al di sotto di questo, a seconda
di led con il risultato raggiunto. In particolare, dell'antecedente responso e si osserva, attraver-
l'integrato IC3, non solo dice se il numero im- so il comportamento dei diodi led, se la nuova
postato è uguale all'evento memorizzato, ma di- - risposta è superiore o inferiore a quella di pri-
ce pure se è maggiore o minore, offrendo all'o- ma.
peratore un preciso suggerimento al modo di In seguito si continua ancora con lo stesso me-
correggere, nelle successive impostazioni, le po- todo, dividendo per due l'intervallo numerico
sizioni dei quattro interruttori. In altre parole, rimasto, ovvero si passa agli ottavi, per procede-
l'integrato IC3 offre le chiavi per dirigere, nel re poi analogamente fino all'individuazione pre-
modo migliore, la strategia del gioco, cioè con il cisa del numero, attraverso l'accensione del dio-
minor numero possibile di sequenze di tentativi. do verde.
Ma questo gioco consente pure di familiarizza-
re, contemporaneamente, con il sistema di nu-
merazione binario, perché i circuiti ... parlano il COMPORTAMENTO CIRCUITALE
linguaggio binario.
Per coloro che volessero sicuramente individua- Osserviamo ora il progetto di figura 1 e consta-
re l'evento o il numero impostato dalla sorte, tiamo che l'integrato ICl, per il quale si fa im-
ovviamente con un gran numero di pronostici, piego del modello 555, funziona nel classico cir-
ossia di giocate, giacché il caso continua a rima- cuito di oscillatore astabile, che carica e scarica
nere preponderante in tutte le operazioni, sug- i] ndensatore
co CI tra due soglie di tensione
geriamo, qui di seguito, la strategia certamente ben determinate, ad un terzo e a due terzi di
vincente. Che è quella delle approssimazioni quella di alimentazione, che è prevista nella mi-
successive e consiste nell'impostare dapprima, sura di 5 Vcc, ma che può anche essere rappre-
tramite i soliti quattro interruttori, la metà del sentata da quella erogata da una pila piatta da
numero massimo pronosticato, per constatare 4,5 V ben carica.

Elettronica Pratica 14 7
Simulatore di giochi

15
pool
ood

l bo

Fig. 6 - Schema a blocchi interpretativo del circuito elettrico interno all'integrato 74193.

Lo stadio oscillatore viene alimentato, ossia de- ne memorizzato in IC2. E tale stato è riscontra-
riva energia dall'alimentatore, soltanto nei brevi bile, senza essere visto, sui piedini 3-2-6-7 di
istanti in cui rimane premuto il pulsante Pl. IC2, in codice binario esadecimale, secondo
Per variare la frequenza di oscillazione dello quanto elencato nell'apposita TABELLA, che
stadio, basta mutare il valore capacitivo del cita i numeri binari ed i corrispondenti decima-
condensatore Cl, prescritto, nell'elenco compo- li. Per esempio, allo stato 1-0-0- 1, come si
nenti, nella misura di 100.000 pF e tenendo può notare sulla colonna di destra della tabella,
conto che, agli aumenti della capacità corri- corrisponde il numero decimale 9.
sponde una diminuzione della frequenza di Il codice memorizzato in IC2 viene applicato al-
oscillazione, mentre alle riduzioni capacitive fa l'integrato IC3, attraverso i piedini 9-11-14-
riscontro l'aumento della frequenza. 1; per maggiore chiarezza diciamo che il nume-
Il segnale ad onda quadra, generato da ICl, è ro viene a trovarsi nella zona A di IC3.
disponibile sul piedino 3 del componente e vie- Sulla zona B dello stesso componente sono col-
ne applicato direttamente al piedino 5 dell'inte- legati quattro interruttori, segnalati con la lette-
grato IC2, che si identifica nel modello 74193 ra maiuscola S, alla quale è abbinata una secon-
ed il cui circuito interno è pubblicato in figura da lettera maiuscola, quella del corrispondente
6, a beneficio di coloro che desiderano adden- piedino della zona A, che ha ricevuto e memo-
trarsi nella tecnica circuitale integrata. rizzato il segnale in codice binario.
L'integrato IC2 è un contatore esadecimale, I quattro interruttori SD- SC- SB - SA, a se-
che avanza di uno stato logico ad ogni impulso conda del loro stato, aperto o chiuso, compon-
ricevuto da ICl, fino a raggiungere il sedicesi- gono, nella zona B di IC3, un numero che,
mo, per ricominciare poi da capo il conteggio e espresso in codice binario, appartiene ad una
continuarlo finché non cessano gli impulsi. Per- delle sedici righe riportate nella tabella, oppure,
ché soltanto in questo momento, che coincide con riferimento al sistema di numerazione deci-
con l'interruzione dell'alimentazione dell'inte- male, ad uno dei sedici numeri elencati nella
grato ICl, l'ultimo stato logico raggiunto rima- colonna di destra della tabella e compresi fra O

148 Elettronica Pratica


Simulatore di giochi

. ] ==== D--

5)
A> B

a
dal llk

3 _§_
AB

:z__
A<B

le n-- se
Fig. 7-Schema a blocchi logici relativo al circuito interno dell'integrato 74LS85.

e 15. corrisponde al piedino con uscita "alta" 5, si de-


La figura 5 interpreta i due risultati che si pos- ve arguire che il numero della zona A è mag-
sono ottenere nelle due condizioni in cui vengo- giore di quello della sezione B, ovvero il nume-
no regolati i quattro interrutori a slitta. In alto ro pronosticato è inferiore a quello da indovi-
di figura, ad interruttore aperto corrisponde lo nare. Il contrario si verifica quando si accende il
stato logico "P, in basso di figura, con l'inter- diodo led rosso DLR, mentre l'accensione che,
ruttore chiuso, si definisce lo stato logico "0. lo ripetiamo, è assai difficile da realizzare, del
Intervenendo sui quattro interruttori, dopo aver diodo verde DLV, significa ... vittoria!
premuto e successivamente rilasciato il pulsante
Pl, l'operatore imposta il suo pronostico per
controllare se questo corrisponde al numero o MONTAGGIO
evento proposto dalla sorte e memorizzato da.
IC3. Perché questo componente, il cui schema La composizione. del modulo elettronico del-
elettrico interno è pubblicato in figura 7, deci- l'apparato simulatore di giochi e pronostici, si
de, attraverso una serie di comparatori logici, se - effettua nel modo suggerito dallo schema prati-
il numero composto nella zona B è uguale, co pubblicato in figura 2. Per il quale si utilizza
maggiore o minore di quello formato dal caso una basetta supporto, di materiale isolante, ba-
nella zona A di IC3. Con la particolarità che, chelite o vetronite, di forma rettangolare e del-
qualora si accenda il diodo led giallo DLG, che le dimensioni di 10,5 cm x 6 cm.

Elettronica Pratico 149


Simulatore di giochi

Su una delle due facce della basetta supporto tre diodi led DLG - DLV- DLR che, per essere
deve essere realizzato il circuito stampato, il cui ben visibili anche a distanza, da più persone
disegno in grandezza reale è presentato in figu- partecipanti al gioco, vanno scelti fra i modelli
ra 3. Per questa operazione, peraltro semplice, di maggiori dimensioni, che attualmente sono
suggeriamo di servirsi del kit, appositamente conosciuti come BIGLED.
concepito e mensilmente pubblicizzato in una Per i quattro interruttori, adibiti alle scommesse
delle pagine del periodico. o pronostici, SD - SC- SB - SA, suggeriamo
Si fa notare che, allo scopo di semplificare lo l'impiego di quattro elementi a slitta, ovvero
schema del circuito stampato, si è reso necessa- quattro comuni deviatori, che consentono ope-
rio l'inserimento di alcuni ponticelli, ovvero di razioni di gioco molto agevoli. Anche se in
collegamenti ausiliari, sulla parte della basetta commercio esistono degli appositi digit-switch
opposta a quella in cui sono presenti le piste di esadecimali o dei dip-switch che possono svol-
rame, rappresentati da spezzoni di filo condut- gere le funzioni dei quattro interruttori, ma che
tore rigido. Per la precisione, questi sono in nu- sono troppo piccoli e praticamente anche poco
mero di cinque; due si trovano in prossimità pratici.
dell'integrato IC2 e tre sono applicati nelle vici- Nei due schemi, elettrico e costruttivo, delle fi-
nanze di IC3, come del resto è ben evidenziato gure 1-2, manca l'interruttore di alimentazio-
nel piano costruttivo di figura 2. Senza uno sol- ne, la cui applicazione, in serie con la linea del-
tanto di questi cinque ponticelli, il circuito non la tensione positiva è data per scontata. Invitia-
può funzionare. mo quindi gli operatori a provvedere ugualmen-
L'applicazione dei tre circuiti integrati, ICI - te a tale inserimento. Ma un altro interruttore
1C2- 1C3, va fatta tramite appositi zoccoletti può essere montato in serie con la resistenza
portaintegrati, uno ad otto piedini e due a sedi- R3, possibilmente di tipo a levetta, la cui fun-
ci piedini, allo scopo di evitare qualsiasi contat- zione consiste nel mantenere spenti i tre diodi
to della punta del saldatore con i terminali dei led durante le manovre di impostazione delle
componenti. scommesse sui selettori SD- SC- SB - SA, per
Per il pulsante Pl, qualsiasi elemento di questo evitare false indicazioni da parte dei componen-
tipo, purché normalmente aperto, può essere ti optoelettronici.
montato nel circuito. Ciò non vale invece per i

150 Elettronica Pratica


TABELLA
MANUALE DEI DIODI
E DEI TRANSISTOR
NUMERI BINARI NUMERI
DECIMALI
L. 19.000
Un prestigioso volumetto di 160 pagine,
con 85 illustrazioni e 75 tabelle con le
o o o o o caratteristiche di circa 1.200 transistor e
140 diodi.
L'opera vuol essere una facile guida, di
rapida consultazione, nel laboratorio
o o o l 1
hobbystico, dove rappresenta un ele-
I
mento integrante del corredo abituale
delle attrezzature.
o o 1 o 2

o o 1 l 3 MANUALE
DEI
1ODI E DEI TRANSISTOR
o 1 o o 4

·a4?
o

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1

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I

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10 Tra i principali argomenti trattati, ricor-
diamo:

1 o
»
I
·l 11 Diodi al germanio e al silicio - Semicon-
duttori P ed N - Verifiche pratiche - Diodi
varicap - Diodi zener - Transistor -
Aspetti strutturali - Amplificazione a
1 I o o I
12 transistor - Configurazioni - Piedinature -
I
Sigle - Riferimenti guida.

I 1 o 1 13

1 l I o 14
'

I 1 1 l 15

Elettronica Pratico 15 l
MONITORAGGIO
SEMICONDUTTORI
Poco dopo la nascita. dell'oscilloscopio, ci si rese di errori, potevano stabilire. Perché oscillosco-
subito conto che uno strumento tanto flessibile pio, oltre che valutare tutte le grandezze elettri-
poteva visualizzare certe caratteristiche e taluni che, o quasi, le disegna in forma chiara e preci-
comportamenti funzionali di semiconduttori sa, offrendole otticamente all'esame dell'opera-
che, soltanto misure complesse, talvolta di in- tore elettronico. Chi, infatti, ha già cominciato
terpretazione alquanto difficile e con possibilità ad utilizzare questo strumento, anche se di pre-
stazioni assai limitate, non riesce più a farne a
meno, non sentendosi sicuro delle proprie inda-
gini, se non dopo aver. .. visto ciò che accade in
un componente o in uno stadio circuitale. Di-
menticando, sia pure lentamente, ma non in
Con l'accoppiamento, fra questo maniera assoluta, il vecchio tester, al punto che
semplice dispositivo e l'oscilloscopio viene oggi impiegato anche per
valutare la continuità elettrica. Se poi allo stru-
l'oscilloscopio, tutti possono mento si uniscono certi semplici, ma importanti
analizzare, visivamente, la accessori, allora le possibilità grafiche non co-
qualità delle giunzioni dei noscono praticamente più limiti di applicazione
nel laboratorio professionale e dilettantistico.
semiconduttori. In questo articolo, dunque, avremo occasione di
presentare e descrivere uno di questi accessori,
che trasforma l'oscilloscopio in un "tracciacur-
152 Elettronica Pratica
Monitoraggio semiconduttori

Con un semplice accessorio, trasformate l'oscilloscopio in un


tracciacurve.

Costruite uno strumento destinato a soppiantare in parte il


vecchio tester.

ve", ovvero in quello strumento, apparso subito Computando, più precisamente, i valori della
dopo e diffusosi soltanto nei laboratori scientifi- tensione sull'asse orizzontale (asse X) e quelli
ci, professionali e scolastici, a causa dell'elevato della corrente sull'asse verticale (asse Y). In
prezzo d'acquisto. Uno strumento che, a fami- pratica si è programmato di tracciare il dia-
liarità acquisita, non rimane mai più spento. gramma della corrente in funzione della tensio-
ne applicata sui terminali di un dipolo, ossia di
un circuito a due terminali. Con Io scopo di in-
IDEAZIONE DEL PROGETTO dividuare che cosa c'è nel dipolo o, almeno, a
cosa equivale elettricamente e di capire poi se
Nel progettare questo dispositivo si è pensato questo è perfettamente efficiente, se è degrada-
subito di visualizzare, sul piano cartesiano, in to, se le caratteristiche rimangono stabili nel
corrispondenza degli assi X e Y, che tutti cono- tempo e al variare della temperatura, consen-
scono come asse orizzontale ed asse verticale, tendo inoltre di effettuare confronti con model-
l'andamento della tensione applicata fra due li analoghi o diversi ed ottenere selezioni.
punti e quello della corrispondente corrente.

Elettronica Pratica 153


Monitoraggio semico nduttori

ALL' OSCILLOSC.

-
V H

1
I
I
I
I T1
R2

C1

9V

-------- ----11
RETE

Flg. 1 • Progetto del semplice accessorio necessario per trasformare l'oscilloscopio in un


utilissimo strumento tracciacurve. I due terminali delle giunzioni dei semiconduttori si appli-
cano sulle piazzole di rame contrassegnate con i numeri 1- 2. Sulle boccole V- H si innesta-
no gll spinotti dei cavi che raggiungono le entrate, orizzontale e verticale, dell'oscilloscopio.

-----COMPONENTI·-----
Condensatore Resistenze Varie

C1 = 200.000 pF R1 = 680 ohm- 1/4 W T1 = trasf. (220 Vca-9 Vca - 3 + 5 W)


R2 == 2.200 ohm - 1/4 W DL = diodo led (quals. mod.)

Una volta, per tutte queste analisi, si dovevano relativo diagramma, con evidenti perdite di
condurre misure con amperometri, voltmetri e tempo che rendevano poco pratici tali interven-
generatori di tensioni e correnti, per disegnare ti.
successivamente i valori rilevati e comporre il Se si considera poi che, per alcune misure, non

154 Elettronica Pratica


Monitoraggio semiconduttori

ALL'0SCILLOSC.

Fig. 2- Modulo elettronico dell'accessorio per oscilloscopio. Si noti la tecnica costruttiva,


diversa da quella usuale, con la quale i componenti vengono qui inseriti sulla faccia della
basetta supporto in cui sono presenti le piste di rame. I due morsetti a 220 Vca del trasfor-
matore T1 vanno isolati accuratamente, onde evitare il pericolo delle scariche elettriche sul-
l'operatore.

si sono individuati sistemi di valutazione miglio- re un oscilloscopio, non è necessario affrontare


re, si può concludere affermando che, la scarsa le grandi spese, dato che sono sufficienti poche
diffusione dello strumento nei laboratori dilet- migliaia di lire, o anche nulla se si fruga nel cas-
tantistici ed hobbystici, è da attribuirsi esclusiva- setto dei componenti conservati, e poche ore di
mente al costo elevato. Mentre il dilettante, as- lavoro, per risolvere brillantemente il problema,
sai spesso, avrebbe necessità di sapere se un cioè per entrare in possesso di un valido trac-
giunzione, ad esempio quella di un diodo inte- ciacurve.
grato, è stata danneggiata da una scarica elet-
trostatica, oppure non è perfettamente efficien-
te per difetto di fabbricazione. CIÒ CHE SERVE
Ma i nostri tecnici hanno voluto considerare
che, almeno per coloro che già possono utilizza- Per svolgere il programma ora suggerito, serve

Elettronica Pratica 155


Monitoraggio semiconduttori

]
Fig. 3 - Disegno in grandezza naturale del circuito stampato da comporre su una basetta
supporto, di materiale isolante, delle dimensioni di 10,2 cmx 7,2 cm.

un generatore di tensione variabile con conti- matore di tensione di rete, che abbassi il valore
nuità, possibilmente in modo automatico, ad di 220 Vca a quello di 9 Vca. Poi, applicando in
una frequenza abbastanza bassa da sensibilizza- serie al dipolo da esaminare una resistenza di
re, staticamente, la maggior parte dei compo- valore adeguato e misurando la caduta di ten-
nenti, ma tanto rapida da alimentare la traccia, sione sui terminali di questa, si ottiene l'entità
sullo schermo dell'oscilloscopio, affinché l'oc- della corrente che attraversa il dipolo. La cadu-
chio non si avveda di alcun movimento. Ebbe- ta di tensione può essere comunicata all'oscillo-
ne, un tale generatore è disponibile in tutte le scopio attraverso il canale verticale, asse Y,
nostre case ed è rappresentato dalla tensione a mentre la tensione presente sui terminali del di-
220 Vca, alla frequenza di 50 Hz, erogata sulle polo si applica al canale orizzontale, asse X.
linee di distribuzione dell'energia elettrica pub- Variando il valore ohmmico della resistenza
blica. collegata in serie con il dipolo, cambia la gam-
La frequenza a 50 Hz deve ritenersi ideale per ma di grandezze delle correnti, con la regola
risolvere il problema proposto, perché l'occhio che, ai valori resistivi inferiori, corrispondono
umano conserva la sua sensibilità ai movimenti quelli più elevati delle correnti. Ovviamente,
fino alle frequenze di 20 Hz circa. Al di là di nelle operazioni di variazioni resistive, occorre
questi valori, le immagini, a causa del fenome- star bene attenti a non dissipare eccessiva po-
no della persistenza sulla retina, sembrano fer- tenza sul dipolo in esame, che potrebbe rimane-
me. re danneggiato. Per le stesse resistenze, inoltre,
Ora, poiché la tensione di rete è di tipo alterna- si debbono scegliere wattaggi adeguati.
to, questa permette di considerare valori positi- La stessa tensione può essere mutata, anche se
vi e negativi, cioè di visualizzare, sui quattro è pericoloso raggiungere i valori più alti. In
quadranti del piano cartesiano, la caratteristica ogni caso, quelli da noi scelti e prescritti vanno
I = f (V). Ciò che serve, quindi, è un trasfor- bene nella maggioranza delle applicazioni.

156 Elettronico Pratico


Monitoraggio semico nduttori

entr.
VERT

Fig. 4 - Disposizione di impiego dell'accessorio per oscilloscopio. I semiconduttori, sottopo-


sti ad esame, si applicano sulle due piazzole di rame del modulo contrassegnate con I nu-
meri 1 - 2. L'accensione del diodo led segnala la presenza di tensione nel circuito.

CIRCUITO DELL'ACCESSORIO L'elemento da esaminare, ovvero la giunzione


di semiconduttore, va collegata sulle piazzole di
Lo schema teorico dell'accessorio, che trasfor- rame contrassegnate con i numeri 1 e 2, mentre
ma l'oscilloscopio in un tracciacurve, è pubbli- le due prese, segnalate con le lettere V e H
cato in figura 1. vanno collegate, tramite cavetti schermati, alle
Sulla sinistra è simboleggiato il trasformatore di corrispondenti prese VERTICALE ed ORIZ-
piccola potenza (3 W --;- 5 W), che riduce la ZONTALE dell'oscilloscopio. Owiamente, lo
tensione di rete di 220 Vca al valore di 9 Vca. strumento, che può essere di modestissime pre-
In parallelo all'awolgimento secondario di Tl, stazioni, deve essere dotato dell'entrata H oriz-
è inserito il condensatore Cl da 200.000 pF, zontale (asse X), che è presente nella maggio-
che provvede ad eliminare la presenza di segna- ranza dei modelli. Questi, peraltro, al momento
li a radiofrequenza eventualmente presenti sul- dell'impiego, debbono rimanere regolati con H
la rete luce. EXT, in modo da disattivare la base dei tempi
Il diodo led DL, per il quale sul nostro prototi- interni tramite l'apposito deviatore o altro ele-
po è stato montato un modello di color verde, mento di comando, ricordando, come amp1a-
segnala all'operatore la presenza di tensione a 9 mente spiegato nel successivo articolo, total-
V sul-circuito. mente riservato alla descrizione semplificata

Elettronica Pratica l 57
Monitoraggio semico nduttori

PIAZZOLE PIAZZOLE

ITJ
APERTE
[I]
7 CORTOCIRC. +
Fig. 5 - A piazzole di rame 1- 2 aperte, sullo scher- Fig. 6 - Cortocircuitando le due piazzole di rame, do-
mo dell'oscilloscopio compare una linea verticale. ve si applicano i terminali delle giunzioni in prova, si
forma una linea orizzontale sullo schermo dello stru-
mento.

PIAZZOLE PIAZZOLE

LI
\ /A

'' 1
IN
\ 2200 Il ......l

Fig. 7 - Questo è il diagramma formatosi sullo scher- Fig. 8- Inserendo un condensatore, non polarizzato,
mo dell'oscilloscopio dopo aver collegate le due tra le due piazzole 1-2, il disegno formatosi sul tu-
piazzole 1-2 con una resistenza da 2.200 ohm. bo a raggi catodici è di tipo ellissoidale.

PIAZZOLE PIAZZOLE

." IND. D

Fig. 9 - La traccia ellissoidale, composta in posizio- Fig. 10- Il diodo a semiconduttore, al silicio o al ger-
ne orizzontale, si forma In presenza di una induttan- manio, inserito sui terminali 1- 2 del dispositivo de-
za collegata fra le due piazzole di prova dell'acces- scritto nel testo, disegna sullo schermo dell'oscillo-
sorio per oscilloscopio. scopio questa geometrica traccia.

158 Elettronica Pratica


Monitoraggio semiconduttori

PIAZZOLE PIAZZOLE
I
I I 1
- ....
i

----
I I
b
i
DL

NPN
Fig. 11- Traccia oscilloscopica realizzata con l'ap- Fig. 12 - Sottoponendo ad analisi diagrammata la
plicazione, fra i terminali di prova dell'accessorio, di giunzione base-emittore di un transistor NPN ad alto
un diodo led. guadagno, si ottiene questa traccia.

PIAZZOLE PIAZZOLE

[I] [1]
I I I I tt1 I I
I I rH I I

Ns
I 11
+ 4- 4 + # + il
b

NPN NPN
(pot]
Fig. 13 - Esame oscilloscopico, con l'apparato ac- Fig. 14- Il controllo oscilloscopico, della giunzione
cessorio descritto in queste pagine, della giunzione base-emittore di un transistor NPN di potenza, pro-
base-collettore di un transistor NPN ad elevato gua- voca questo disegno sullo schermo dello strumento.
dagno.

PIAZZOLE PIAZZOLE
1
, __ 4l4
b I

NPN NPN
(pot]

Fig. 15 - La prova della giunzione base-collettore, di Fig. 16- Analizzata con il sistema suggerito in que-
un transistor di potenza perfettamente efficiente, de- sta sede, la giunzione emittore-collettore di un tran-
termina, sullo schermo oscilloscopico, questa traccia. sistor NPN modello 2N1711, stabilisce il disegno
oscilloscopico qui riprodotto.

Elettronica Pratica 159


Monitoraggio semiconduttori

PIAZZOLE PIAZZOLE

PNP PNP
Fig. 17 - Diagramma raggiunto con l'esame della Fig. 18 - Se si analizza la giunzione base-collettore
giunzione base-emittore di un transistor PNP model- di un transistor PNP, modello BC177, si ottiene il ri-
lo BC177. sultato qui raffigurato.

PIAZZOLE PIAZZOLE

-
PNP PMP
(pot)

Fig. 19 - Risultato analitico dell'esame della giunzio- Fig. 20 - Controllo oscilloscopico della giunzione ba-
ne emittore-collettore di un transistor, in perfetto se-emittore di un transistor PNP di potenza, modello
stato di funzionamento, tipo PNP, modello 2N2905. 2N2955.

dell'oscilloscopio, che, normale in presenza di segnale sullo schermo.


Si tenga presente che, regolando gli elementi di
H = HORIZZONTAL comando della sensibilità verticale ed orizzonta-
EXT = EXTERNAL le, se questi sono presenti nel modello di oscil-
loscopio adottato, si varia la forma e la penden-
Così regolato, l'oscilloscopio produce un picco- za del diagramma. Ciò significa che, nel caso di
lo punto, molto luminoso, al centro dello scher- misure e raffronti, ci si deve sempre ricordare
mo del tubo a raggi catodici, che non può esse- di annotare, su disegni o foto, i valori di sensibi-
re tollerato dal tubo se non per pochi secondi. lità in precedenza assunti. In particolare, cono-
In ogni caso, qualora il puntino fosse troppo lu- scendo l'ampiezza in volt del segnale sul canale
minoso, si dovrà abbassare immediatamente la verticale e dividendo questo valore per 2.200, si
luminosità, intervenendo sull'apposito coman- ottiene quello della corrente, espresso in ampe-
do, allo scopo di evitare di bruciare i fosfori de- re, che scorre attraverso la giunzione in esame,
positati nella parte interna del tubo. Questo mentre la tensione sull'asse orizzontale va letta
comando potrà poi essere riportato in posizione direttamente.

160 Elettronica Pratica


Monitoraggio semiconduttori

PIAZZOLE PIAZZOLE

1 2

PNP
{pot]
FET 'N '
Fig. 21- Diagramma ottenuto con l'esame della giun- Fig. 22 - Messe alla prova, le giunzioni gate-source-
zione base-collettore di un transistor PNP di poten- drain di un transistor FET a canale N, modello
za, modello 2N2955. 2N3819, stabiliscono la curva oscilloscopica qui raf-
figurata.

PIAZZOLE PIAZZOLE

2
i.
-i--
7 7
4
Me al
SCR TRIAC
Fig. 23- Esame della giunzione g-k di un diodo con- Fig. 24 - La prova, tramite l'accessorio descritto nel
trollato SCR di qualsiasi tipo. testo, della giunzione g-a1 di un qualsiasi TRIAC,
compone, sullo schermo dell'oscilloscopio, la linea
obliqua qui riprodotta.

IMPIEGO CIRCUITALE mantenute aperte. Se queste, invece, vengono


cortocircuitate, la traccia diventa quella di figu-
Quando il circuito di figura 1 è sotto tensione e ra 6. Ma queste due prime tracce possono esse-
collegato all'oscilloscopio nel modo segnalato in re scambiate tra loro se si invertono i collega-
figura 4, il puntino luminoso di cui si è fatto menti dei due cavi sulle entrate VERT. e
cenno in precedenza, diventa una linea vertica- ORIZZ. dell'oscilloscopio.
le. Ciò vuole pure consigliare il lettore a colle- Se tra le due piazzole 1-2si applica una resi-
gare, in un primo tempo, il dispositivo accesso- stenza da 2.200 ohm, la traccia ottenuta sullo
rio di figura 2 nel modo indicato in figura 4 e di schermo dello strumento è quella riportata in
provvedere soltanto in un secondo tempo all'ac- figura, 7. Collegando invece un condensatore,
censione dell'oscilloscopio. non polarizzato, da 1 F, si riproduce il disegno
La traccia verticale, visualizzata sullo schermo segnalato in figura 8. L'ovale orizzontale di fi-
dell'oscilloscopio e riprodotta in figura 5, si ot- gura 9, invece, si presenta inserendo, tra le due
tiene con la semplice realizzazione interpretata piazzole, un'induttanza, più esattamente l'avvol-
in figura 4, vale a dire con le piazzole 1-2 gimento secondario di un trasformatore da 12

Elettronica Pratica 16 1
Monitoraggio semico nduttori

v-0,5 A zuola 2 e l'anodo su quella 1, come in figura 10.


Gli ovali delle figure 8 e 9, ottenuti in presenza Anche se è possibile inserire liberamente il se-
di reattanze, capacitive o induttive, possono di- miconduttore in senso contrario a quello ora
sporsi in senso verticale od orizzontale, oppure consigliato, purché in avvenire si continui sem-
assumere una conformazione rotonda a secon- pre con lo stesso metodo. I risultati saranno i
da dell'entità reattiva. Ma possono anche di- medesimi, con la sola differenza che i disegni
sporsi con una inclinazione più o meno accen- verranno riprodotti inversamente.
tuata, a seconda del valore resistivo introdotto. Il disegno ottenuto e pubblicato in figura 10, a
Tutto questo, peraltro, non riguarda l'analisi dei seguito dell'esame di un diodo al silicio perfet-
semiconduttori, di cui, qui di seguito, elenchia- tamente funzionante, è valido pure per i diodi
mo le prove eseguite su componenti certamente al germanio. Quello di figura 11 è il risultato
in ottimo stato. del controllo, con il nostro dispositivo, di un
diodo led.
Le giunzioni nei transistor si esaminano a due
PROVA DELLE GIUNZIONI per volta, nel modo segnalato nelle successive
figure, dalla 12 alla 21 compresa, relativamente
Prima di iniziare le prove delle giunzioni dei se- a transistor ad alto guadagno, di potenza e di
miconduttori, il lettore deve assumere un mo- modelli diversi, ma scelti fra quelli di maggior
dello di comportamento, allo scopo di semplifi- uso e consumo nel settore dilettantistico.
care nel modo più completo gli esami e per non La figura 22 propone il disegno analitico della
creare confusioni. In pratica vogliamo dire che, giunzione gate-source di un transistor ad effetto
nel controllare i diodi, ad esempio, conviene di campo. La 23 sottopone a controllo oscillo-
sempre inserire il catodo di questi sulla piaz- scopico un diodo SCR ed infine la 24 interpreta

ELETTRONICA
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162 Elettronica Pratico


Monitoraggio semiconduttori

il responso ottenuto dall'esame della giunzione cun pericolo per l'operatore che, a montaggio
gate-anodo 1 di un TRIAC perfettamente fun- ultimato del modulo di figura 2, può rinchiude-
zionante. re questo in apposito contenitore di materiale
isolante, lasciando liberi il diodo led DL, le due
piazzole 1 - 2sulle quali si applicano i due ter-
COSTRUZIONE DELL'ACCESSORIO minali delle giunzioni dei semiconduttori e le
due boccole per l'innesto degli spinotti dei cavi
Il prototipo, dell'accessorio per oscilloscopio, è che vanno a congiungersi con le entrate, verti-
stato da noi realizzato su una basetta per circui- cale ed orizzontale, dell'oscilloscopio.
ti stampati con una faccia completamente ra- Osservando lo schema pratico di figura 2, si no-
mata. E su questa parte della basetta supporto ta che la tecnica di inserimento dei pochi com-
è stata asportata la porzione di rame superflua, ponenti, necessari per completare il circuito, è
onde lasciare soltanto il disegno del circuito diversa da quella consueta. Perché ogni ele-
pubblicato, in grandezza reale, in figura 3. mento viene saldato a stagno direttamente sulle
La basetta, di materiale isolante e di forma ret- piste di rame del circuito stampato, mentre la
tangolare, misura 10,2 cmx 7,2 cm. faccia opposta della basetta rimane completa-
Poiché l'avvolgimento primario del trasformato- mente libera. Con tale sistema si evita la foratu-
re Tl si trova costantemente sotto tensione, si ra della basetta supporto e si agevolano le ope-
raccomanda di isolarne i terminali a 220 Vca. razioni di montaggio. Ma questo metodo co-
Tutte le altre zone circuitali, coinvolte dalla struttivo, ovviamente, nori è sempre possibile.
bassa tensione a 9 Vca, non rappresentano al-

Il NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
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Elettronica Pratico 163


Che cos'è

Come è fatto

A cosa serve

OSCILLOSCOPIO
Sono pochi i lettori di questo periodico che, nel di questo meraviglioso strumento, che trasfor-
loro laboratorio hobbystico, posseggono l'oscil- ma i segnali elettrici in precisi disegni, netta-
loscopio. Ma alcuni pensano di acquistarlo mente definiti e ben visibili su uno schermo,
quanto prima, mentre i più, almeno durante le piacevolmente colorato di verde, non sempre ri-
fasi iniziali della loro attività, vogliono conosce- mane un puro ed illusorio vagheggiamento di
re, sia pure a grandi linee, la struttura e l'impie- un bene irraggiungibile. Dato che, molti appas-
go di quello che viene ritenuto il più famoso fra sionati, rinunciando alle più grandi generali ca-
gli strumenti elettronici. A costoro quindi ci ri- ratteristiche di professionalità dell'apparecchio,
volgiamo, con una certa sequenza di note infor- riescono a procurarselo, a basso prezzo, sui
mative, più o meno illustrate, ma sicuramente mercati surplus o in quelli dell'usato. Dove un
in grado di soddisfare la curiosità di molti. oscilloscopio, con risposta di frequnze fino a 10
Cominciamo dunque col ricordare che l'oscillo- MHz -,- 20 MHz, monotraccia o a doppia trac-
scopio è un apparato che consente di visualizza- cia, si può facilmente acquistare al prezzo di
re, sullo schermo di un cinescopio, tutti i feno- 250.000 -,- 300.000 lire, ma dove si possono an-
meni elettrici e non soltanto questi e che la sua che trovare strumenti a prezzi molto più bassi,
ridotta diffusione nel mondo dilettantistico è de che noi tuttavia sconsigliamo di comperare.
attribuirsi principalmente al prezzo troppo ele- Esiste peraltro un ulteriore motivo, che intimi-
vato per molte borse. Anche se la disponibilità disce il dilettante nell'avvicinarsi in qualche mo-

164 Elettronico Pratico


Oscillosco pio

do all'oscilloscopio: la presenza dei troppi ele- elettronica deve conoscere. Perché mediante
menti di comando sul pannello frontale dello opportune manovre su tali elementi, si mette in
strumento, molti dei quali, occorre affermarlo funzione l'oscilloscopio e si analizzano i segnali
fin d'ora, assai raramente vengono utilizzati, elettrici più semplici. Prendiamo quindi in con-
perché servono esclusivamente ed occasional- siderazione il disegno di figura 3, che interpre-
mente per esaminare particolari segnali elettri- ta, nella maniera più elementare, la disposizio-
ci, che non possono riguardare l'hobbysta, ma ne di alcune manopole e pochi commutatori
interessano solamente i tecnici professionisti. sulla parte anteriore di un ipotetico oscillosco-
pio di espressione didattica. Da questo disegno,
poi, estrapoliamo alcune parti, quelle pubblica-
COMANDI ESSENZIALI te nelle figure 4-5-6, onde evitare confusioni
nella mente del lettore e facilitare la seguente
Tra le molte unità di pilotaggio, ordinatamente esposizione.
ammassate sull'esiguo spazio del pannello di Sulla sinistra di figura 4, sono presenti tre ma-
comando dell'oscilloscopio, come del resto è nopole, sulla destra è applicato un pulsante.
immediatamente rilevabile osservando i modelli Le corrispondenti diciture sono:
professionali pubblicati nelle figure 1 e 2, ve ne
sono alcune che possiamo definire essenziali e FOCUS fuoco
che sono proprio quelle che il principiante di LUM. = luminosità
POS. = posizione
ON = accensione
Su questi quattro elementi deve essere indiriz-
zata, inizialmente, l'attenzione di chi ci sta se-
guendo. Perché con il pulsante si accende l'o-
Prima di acquistare scilloscopio, talvolta con l'illuminazione dello
schermo situato in posizione centrale di figura
l'oscilloscopio, ogni hobbysta 4, con la manopola di FOCUS si mette a fuoco,
deve conoscere, almeno sul reticolo, il disegno relativo al segnale elettri-
teoricamente, la composizione co esaminato, con quella denominata LUM. si
regola la luminosità della traccia oscilloscopica
interna ed esterna di questo e con la terza, POS., si posiziona la traccia in
importante strumento, i cui senso verticale.
Lo schermo del cinescopio è dotato di un reti-
principali elementi di comando colo quadrettato nella misura di 1 cm, al quale
vengono dettagliatamente si fa riferimento, sia per valutare i processi di
descritti nel presente articolo. amplificazione, sia per il computo dei tempi.
Passiamo ora ad interpretare la parte riportata
in figura 5, che propone la zona di comandi
presenti a sinistra, in basso di figura 3. I tre

Elettronica Pratica 165


Oscillosco pio

Fig. 1- Modello di oscilloscopio di produzione TEKTRONIX per usi professionali, con banda
passante fino a 60 MHz, in grado di visualizzare quattro tracce di altrettanti segnali diversi.
Gli elementi principali sono: schermo (1); primo canale vert. (2); secondo canale vert. (3);
base dei tempi e comandi orizz. (4); comandi secondari (5); comandi trigger (6).

comandi recano le seguenti scritte: 0,2x3 = 0,6V


AC - GDN - DC = alternata - massa - continua Concludendo, alle rotazioni verso destra della
INPUT Y = ingresso asse Y manopola, dove sono impressi i numeri più bas-
VOLT/DIV. = amplificazione in entrata si, corrisponde una maggiore sensibilità dell'o-
scilloscopio. Per esempio, quello di 20 m V rap-
Il commutatore a slitta, quando viene posizio- presenta già un buon valore per l'hobbysta.
nato in AC, inserisce in entrata un condensato- Se in figura 5 sono stati raggruppati gli elemen-
re, che favorisce il transito dei segnali alternati- ti che riguardano la sezione dell'ingresso verti-
vi, mentre blocca quelli in corrente continua. cale, quella dell'asse Y dell'oscilloscopio, la fi-
Quando il commutatore è spostato verso il bas- gura 6 illustra la zona dei comandi relativi al-
so (DC), l'oscilloscopio analizza i segnali conti- l'ingresso orizzontale (asse X).
nui o, comunque, quelli contenenti una compo- In questa parte del pannello dello strumento
nente continua significativa. appare la manopola con la scritta POS., che
Se il commutatore si trova in posizione centra- consente di spostare la traccia in senso orizzon-
le, l'ingresso dell'amplificatore viene cortocir- tale. Il deviatore INTerno - EXT.erno commu-
cuitato verso massa, consentendo inoltre di ot- ta il pilotaggio dello spostamento della traccia
tenere un livello zero di riferimento della trac- su due sistemi di pilotaggio diversi, quello con
cia. segnale interno e l'altro con segnale esterno.
La manopola VOLT/DIV. stabilisce l'entità del- Quest'ultimo deve essere comandato da un ge-
l'amplificazione in entrata. Ad esempio, se que- neratore dei tempi, di tipo a denti di sega, che
sta è ruotata su .2, pari a 0,2, ogni quadratino viene regolato con la manopola TIME. Per
del reticolo misura 0,2 V, ovvero, ad un centi- esempio, se la manopola è ruotata sul valore di
metro di lato corrisponde la tensione di 0,2 V. 50 S, ciò significa che, nel tempo di 50 micro-
Analogamente, se il segnale applicato sviluppa, secondi, viene coperto un quadratino di un cen-
in senso verticale, un disegno alto tre quadretti- timetro di Iato.
ni, cioè tre centimetri, la tensione di quel se-
gnale vale:

166 Elettronica Pratica


Oscillosco pio

Fig. 2 - Oscilloscopio IWATSU per laboratori di alta professionalità. Si noti il gran numero di
elementi di pilotaggio dello strumento, che solo un tecnico provetto può essere in grado di
manovrare.

CIRCUITI INTERNI che l'amplificatore ha una sensibilità di 100


mV.
Gli stadi principali, che compongono i circuiti Se la tensione da misurare è eccessivamente
interni dell'oscilloscopio, sono illustrati nello grande per l'amplificatore, essa deve prima ve-
schema a blocchi di figura 7. Questi sono così nire attenuata per mezzo di un attenuatore,
chiamati: rappresentato da un partitore di tensione com-
posto da resistori e condensatori. La divisione
AMPLIFICATORE VERTICALE di tensione può essere regolata con continuità
AMPLIFICATORE ORIZZONTALE mediante un potenziometro, oppure per valori
GENERATORE DEI TEMPI fissi successivi con un selettore.
ALIMENTATORE ALTA TENSIONE L'amplificatore verticale vanta una banda pas-
ALIMENTATORE BASSA TENSIONE sante caratteristica che si estende da O a 20
TUBO A RAGGI CATODICI MHz. Ciò significa che qualsiasi segnale, dentro
questi limiti, viene elaborato linearmente.
All'amplificatore verticale vengono inviati, at- L'amplificatore orizzontale è uno stadio alquan-
traverso il bocchettone d'entrata verticale EV, i to simile a quello dell'amplificatore verticale,
segnali da analizzare. I quali vengono dapprima ma con la caratteristica di accettare un segnale
amplificati e poi applicati alle placchette ·verti- esterno attraverso il bocchettone EO. Il più del-
cali del tubo a raggi catodici. le volte questo segnale viene pilotato dallo sta-
La sensibilità delle placchette di deflessione è dio generatore dei tempi.
dell'ordine di 20 o 30 V, ma la tensione da mi- Come lo stadio amplificatore verticale viene
surare non assume generalmente questo valore. chiamato "canale Y", analogamente, quello
Ecco perché deve essere sottoposta ad un pro- orizzontale assume la denominazione di
cesso di amplificazione prima di raggiungere gli "canale X". Ed anche questo possiede un cir-
elettrodi del cinescopio. Tuttavia è abbastanza cuito attenuatore che provvede a controllare la
agevole ottenere un'amplificazione che consen- sensibilità, mentre l'oscillogramma può essere
ta una deflessione di 1 cm con una tensione spostato orizzontalmente per mezzo dell'appo-
d'entrata, ad esempio, di 100 mV. Si dice allora sito comando.

Elettronica Pratica 167


Oscil loscopio

F'Oeus lUJ1. t POs,


-
0 !
e)
ON
----
AC I TIME

$.3
I
GND
Dc 2,', •~ ;i
_.,

V
INPUT
'·OS
53+

'
~•OJ
V0!.T/01v. - ~
Exr.
INPuT

a 6
. -
Fig. 3 - Riproduzione semplificata, con funzioni esclusivamente didattiche, del pannello
frontale dell'oscilloscopio preso in esame nel testo. Gli elementi di comando sono esclusi-
vamente quelli essenziali per la formazione e la regolazione della traccia che si vuol far
comparire sul reticolo del cinescopio.

j I 0@o
FOCUS LUl'I. t_ POS,
~ ON
e Fig. 4 - In questa zona del pannello dell'oscillosco-
pio descritto nel testo sono visibili i comandi di mes-
sa a fuoco dell'immagine, di luminosità della traccia
e della sua posizione in senso verticale sul reticolo
del tubo a raggi catodici. Sulla destra si nota il pul-
sante che accende o spegne lo strumento.
',
-

Fig. 5 - Il comando a slitta predispone l'oscillosco- Fig. 6 - In questa zona del pannello dell'oscillatore
pio per l'analisi di segnali elettrici in tensione conti- didattico, preso a modello nel testo, sono raggrup-
nua (DC), oppure in alternata (AC). Nella posizione pati i comandi relativi all'amplificatore orizzontale.
centrale, l'ingresso viene cortocircuitato verso mas- Con la manopola POS, si posiziona la traccia in sen-
sa. Sul bocchettone V si applicano i segnali che rag- so orizzontale, con il commutatore INT. - EXT. l'am-
giungono l'amplificatore verticale, la cui operatività plificatore orizzontale viene pilotato tramite segnale
è regolata con la manopola VOLT/DIV. esterno, oppure con segnale interno, comandato da
un generatore dei tempi, di tipo a denti di sega, re-
golato con la manopola TIME.

168 El1ettronica Pratica


Oscilloscopio

f
RETE

11 AI
ALIM. BT
CIRC.
GEN. TEMPI

C0MM.
TEMPI

Fig. 7 - Schema a blocchi dei principali stadi interni dell'oscilloscopio. Questi sono: l'ampli-
ficatore verticale, quello orizzontale ed il generatore dei tempi. L'alimentatore AT è destinato
esclusivamente a fornire le necessarie tensioni di funzionamento del cinescopio, quello di
bassa tensione alimenta i circuiti elettronici interni dello strumento.

L'entrata del canale X può essere commutata ga, il quale viene chiamato "unità per la base
con il commutatore EST. - INT. Il quale, tro- dei tempi". Tale dispositivo funziona pratica-
vandosi in posizione EST. (esterno), applica al mente secondo il principio per cui la tensione,
canale il segnale prelevato dal bocchettone EO sui terminali di un condensatore, varia linear-
(Entrata Orizzontale). In assenza di tensione su mente con il tempo, quando il condensatore
EO, non si verifica alcuna deflessione X. viene caricato o scaricato con una corrente co-
Nella posizione INT. del commutatore, la ten- stante.
sione di uscita dello stadio GEN. TEMPI viene • Sui due stadi alimentatori, quello ad alta tensio-
applicata al canale X. ne e l'altro a bassa tensione non riteniamo ne-
Lo stadio generatore dei tempi sviluppa una cessario soffermarci. Dato che appare intuitivo
tensione che varia linearmente con il tempo. che il primo serve ad alimentare gli elettrodi
Perciò, con il commutatore posizionato in INT., AT del cinescopio, il secondo invece alimenta i
la deflessione X risulta proporzionale al tempo. circuiti elettronici dei diversi stadi dell'oscillo-
Viene così rappresentata sullo schermo la varia- scopio. Merita invece una certa considerazione
zione della tensione applicata al canale Y in il cinescopio, ovvero il tubo a raggi catodici
funzione del tempo. (RC), sul cui schermo appaiono le configurazio-
Tutti gli oscilloscopi sono equipaggiati con un ni diagrammate dei segnali elettrici in esame.
circuito che genera una tensione a denti di se-

Elettronica Pratica 169


O scillosco pio

Fig. B - Composizione semplificata degli ele-


menti Interni al cinescopio. Il filamento, che
provvede a riscaldare il catodo, è contenuto
dentro Il cilindretto metallico generatore di
elettroni. Il pennello elettronico, proiettato
verso la superficie interna della grande valvo-
la, è pilotato, durante la sua corsa, da partico-
lari "lenti" e dalle due coppie di placche oriz-
zontali e verticali.

IL CINESCOPIO sione elettronica e quindi la luminosità dello


schermo, fino al migliaio di volt, circa, per la
Il cinescopio può essere considerato come una griglia più lontana dal catodo.
grande valvolva elettronica a vuoto spinto, in Il pennello elettronico, formatosi all'interno del
cui si muovono gli elettroni uscenti dal catodo cannone elettronico, ed uscente da questo con
ed attratti dalle tensioni applicate alle placche. una certa velocità, vien fatto passare attraverso
Questi elettroni, che compongono il cosiddetto due serie di placche, in posizione ortogonale fra
"pennello elettronico", vanno a colpire la parte loro, che consentono, se convenientemente po-
anteriore del cinescopio, ossia lo schermo rive- larizzate, la deflessione in senso orizzontale ed
stito di sostanze fluorescenti, che divengono lu- in quello verticale del pennello elettronico.
minose proprio quando vengono colpite dal fa- Dopo l'operazione di deflessione, il pennello
scio di elettroni. può colpire lo schermo fluorescente, disegnan-
La generazione del pennello elettronico viene dovi le figure ottenute dalla combinazione della
realizzata dal "cannone elettronico", composto deflessione orizzontale con quella verticale, si-
da un filamento, che riscalda il catodo e da un multaneamente.
sistema di griglie, simili ad otturatori ottici, che Nei cinescopi di una certa classe esiste la possi-
fungono da lenti elettroniche e concentrano il bilità di utilizzare una tensione elevata, detta di
fascio di elettroni, prodotti dal catodo, in un· "post accelerazione", in prossimità dello scher-
sottile pennello. mo, essendo il tubo rivestito, internamente, di
Per ottenere il pennello elettronico è necessario materiale conduttore. Questa tensione ha il
che le griglie risultino polarizzate rispetto al ca- vantaggio di non degradare la sensibilità delle
todo, in modo da garantire una sufficiente acce- placche di deflessione, essendo applicata dopo
lerazione degli elettroni che escono dal la stessa deflessione.
"cannone" e si dirigono verso lo schermo fluo-
rescente.
I potenziali elettrici impiegati si estendono dai ELETTRONICA DEL TUBO RC
valori di alcune decine di volt, negativi per la
griglia più vicina al catodo, che controlla l'emis- Per coloro che volessero approfondire le nozio-

170 Elettronica Pratica


O sci I loscopio

Flg. 9 - Circuiti interni di un moderno oscilloscopio,


modello G 4030, prodotto dall'industria nazionale
UNAOHM.

ro di elettroni, che sono cariche elettriche nega-


tive e che vengono respinti dal cilindro di W e-
hnelt. Ecco perché ad un aumento di questa
tensione negativa corrisponde un minor nume-
ro di elettroni che attraversano il cilindro e ad
un indebolimento del puntino luminoso sullo
schermo.
Il cilindro di Wehnelt è seguito da tre elettrodi
cilindrici o anodi, diversamente polarizzati con
altrettante tensioni, il cui compito è quello di
attirare e velocizzare verso lo schermo gli elet-
troni emessi dal catodo. Per la loro particolare
forma, questi anodi non intercettano gli elettro-
ni, e si comportano come una lente elettronica
che influisce sul tragitto degli stessi elettroni fa-
cendoli convergere su un solo punto. Variando
ni teoriche, relative alla composizione interna con un potenziometro le tensioni sui tre anodi
ed al funzionamento del cinescopio, aggiungia- della "lente", il fuoco si sposta e si realizza il
mo, qui di seguito, alcune altre caratteristiche "controllo del fuoco".
tecniche inerenti a tale importante componen- Dopo il cilindro di Wehnelt sono sistemate le
te. placchette di deflessione verticale ed orizzonta-
Abbiamo ricordato che il tubo RC è rappresen- le, le cui differenze di potenziali applicati pro-
tato da un bulbo di vetro, sagomato a forma di vocano la deflessione del pennello elettronico
campana, dentro il quale è stato praticato il nei due sensi. Pertanto, se fra le quattro plac-
vuoto. Ed abbiamo detto che, nello stretto collo chette non esiste alcuna differenza di potenzia-
di vetro sono contenuti i vari elettrodi, mentre le, il puntino luminoso rimane fermo al centro
l'estremità più larga è chiusa da una lastra di dello schermo. Se una delle due placchette ver-
vetro, quasi piana, con un sottile strato di mate- ticali è più positiva rispetto all'altra, il puntino
riale fluorescente depositato internamente. Ab- luminoso si sposta verso l'alto o verso il basso
biamo pure aggiunto che lo schermo si illumina dello schermo. Lo stesso fenomeno, poi, si veri-
quando viene bombardato dagli elettroni; il fica quando una delle due placchette orizzontali
puntino luminoso è solitamente di color verde, è più positiva rispetto all'altra, con il conse-
ma in qualche caso è blu. L'intensità della luce guente spostamento del puntino verde verso
dipende dal numero di elettroni e dalla velocità destra o sinistra. Gli spostamenti sono tanto più
con cui questi colpiscono lo schermo. Gli elet- sensibili quanto più elevata è la differenza di
troni sono ottenuti per emissione termica dal potenziale tra le placchette.
catodo (vedi figura 8), che viene riscaldato dal Se si applica una tensione alternata fra le plac-
filamento alimentato a bassa tensione. chette verticali, il puntino luminoso oscilla ver-
Immediatamente davanti al catodo, non dise- ticalmente sullo schermo. Se l'oscillazione è ra-
gnato in figura 8 per motivi di semplicità rap- pida, sullo schermo si forma una linea verticale
presentativa, è posto un cilindro metallico, de- stazionaria, per effetto della persistenza della
nominato cilindro di Wehnelt, polarizzato con visione e di quella di illuminazione dello scher-
una tensione negativa rispetto al catodo, che mo. Analogamente, quando fra le placchette
viene regolata mediante un potenziometro de- orizzontali viene applicata una tensione alterna-
stinato a fungere da elemento di controllo di lu- ta a frequenza piuttosto alta, sullo schermo si
minosità. Una tale regolazione agisce sul nume- forma una linea orizzontale stazionaria.

Elettronica Pratica 171


ELEMENTARE
ETTRONICA

RIMI

DIODI LED
TEMPORIZZATI
Il diodo led temporizzato costituisce il risultato In figura 1 è riportato il simbolo elettrico del
di un accoppiamento elettronico fra il led classi- diodo led temporizzato, che si differenzia dal-
co ed un circuito integrato. Il suo aspetto este- l'omonimo componente minore per la presenza
riore rimane quello del vecchio led, ma il conte- di un puntino nero, rappresentativo dell'inte-
nuto interno è diverso, mentre i colori rimango- grato internamente contenuto nel dispositivo.
no ancora gli stessi: rosso, giallo, arancio e ver- La figura 2 propone il componente nella sua
de che, sotto l'aspetto visivo, è il più efficiente espressione reale complessiva, che presume una
fra tutti, perché proprio sulle frequenze del ver- totale trasparenza del contenitore colorato. Ma
de l'occhio umano presenta la sua massima sen- ignorando per ora il circuito interno, si deve in-
sibilità. Dunque, il diodo led temporizzato non vece notare la presenza dei due elettrodi o ter-
rivoluziona affatto il mondo. dell'optoelettro- minali esterni, che prendono i nomi di catodo
nica, semmai lo perfeziona, rivelandosi un com- (K) e anodo (A) e che, quasi sempre, sono di
ponente decisamente individuabile e in grado di lunghezza diversa, nel senso che il conduttore
richiamare immediatamente l'attenzione di ogni di catodo è il più corto fra i due. Questo parti-
operatore. Infatti, il led temporizzato viene oggi colare, unitamente alla presenza di una piccola
montato nei sistemi segnalatori d'allarme o di tacca guida, ricavata sulla circonferenza di base
cattivo funzionamento delle apparecchiature del componente in corrispondenza dell'elettro-
elettroniche, in fabbrica, nel laboratorio o in do di catodo, consente al tecnico di riconoscere
auto, senza richiedere null'altro che una sempli- immediatamente i due conduttori e di evitare
ce connessione all'alimentatore, allo stesso mo- errori di montaggio.
do con cui si opera con il più comune diodo led.

172 Elettronica Pratica


Primi Passi

CIRCUITO INTERNO
La composizione elettrica interna del diodo led
temporizzato è riportata in figura 3, nella quale
il componente è disegnato senza il suo conteni-
tore.
Come si può notare, sul terminale di anodo (A)
è applicato il circuito integrato IC, la cui funzio-
ne consiste nell'accendere e spegnere, con una
frequenza di tre o quattro volte al secondo, il
diodo luminescente LED posto sulla piastrina
superiore della lamina trapezoidale con cui ter-
mina il conduttore di catodo (K). Dunque, l'in-
tegrato IC crea l'intermittenza luminosa ed il
diodo LED obbedisce agli ordini impartiti dal-
l'IC.
Il DLT (Diodo Led Temporizzato) si cabla elet-
tricamente come ogni diodo led; tuttavia, a cau-
sa della presenza interna di un integrato, occor-
re far in modo che la tensione continua, appli-
cata ai suoi elettrodi e definita con la siglia DT
nello schema applicativo di figura 4, sia almeno
di 4 Vcc, pur ricordando che taluni componenti,
peraltro non comuni, funzionano con la tensio-
ne minima di 3 V cc.

RESISTENZA DI PROTEZIONE
mediante un tester analogico, durante il funzio-
Se la tensione minima VD, necessaria per ac- namento di DLT. Anche se ci si accorge che
cendere il led temporizzato DLT, si aggira in- l'indice dello strumento oscilla a causa del feno-
torno ai valori di 3 Vcc -'--- 4 Vcc, è bene ricor- meno di inerzia, attorno ad un valore medio.
dare che la corrente più bassa di accensione del Una semplice, pratica applicazione della formu-
componente è di 4 mA : 5 mA, mentre quella la prima citata potrà ora chiarire ulteriormente
massima, a livello hobbystico, può raggiungere i il procedimento di valutazione della resistenza
50 mA. di protezione R del led temporizzato.
Con l'ausilio della legge di Ohm: Si supponga di voler far scorrere attraverso il
componente una corrente di 30 mA, conside-
R = V:I rando di montare, nel circuito applicativo, un
led temporizzato di tipo più comune, ovvero di
è facile individuare il valore della resistenza R quelli che necessitano, per la loro accensione,
di protezione di DLT inserita nel circuito apph- di una tensione minima VD di 4 Vcc. Allora,
cativo di figura 4. Basta infatti eseguire questo applicando la formula precedente ed attribuen-
semplice calcolo: do alla sorgente di tensione VCC il valore di 12
Vcc, si ha:
VCC - 4 Vcc
R=----- VCC - 4 Vcc
ID R=-----
30mA
dove con ID si identifica il valore della corrente Pertanto:
che si intende far circolare attraverso il led tem-
porizzato, onde disporre di una maggiore o mi- 12 Vcc-- 4Vcc 8Vcc
nore luminosità. Naturalmente con ID si inten- R------- 0,034
- - 5 266,66 ohm
de la misura dell'intensità di corrente, rilevata 0,03 A

Elettronico Pratico 173


Primi Passi

di 12 Vcc e attraverso il led DLT si vuol far


scorrere la corrente di 30 mA, utilizzando un
ANODO modello con tensione di accensione minima di 4
V cc, la resistenza R di protezione deve assume-
A re la misura di 270 ohm.
Da quanto finora detto è possibile dedurre il
seguente ed importante concetto: a differenza
dei normali diodi led, che possono funzionare
sia in corrente continua come in alternata, il led
temporizzato va alimentato esclusivamente con
CATODO
tensioni e correnti continue.

IL LED IN FUNZIONE
Fig. 1- Simbolo teorico del diodo led temporizzato.
La differenza con quello dell'omonimo, comune Nell'esempio applicativo precedente si è suppo-
componente, consiste nella presenza di un puntino sto che la sorgente di alimentazione del circuito
nero, che segnala l'inserimento, nel dispositivo, di
un circuito integrato. fosse di 12 V cc e che la VD minima, in grado di
assicurare il funzionamento del led temporizza-
to fosse di 4 Vcc. Prendiamo ora in esame un
modello, con una VD minima di 3 Vcc, inserito
in un circuito applicativo alimentato con una pi-
la da 9 V. Ebbene, se si disponesse di un moni-
tor oscilloscopico, l'andamento della tensione
Ma in commercio non esistono resistori di gran- VD osservato sarebbe quello pubblicato in figu-
dezza ohmmica pari a quella ora calcolata. Si ra 5. Nella quale, sull'asse verticale del dia-
deve dunque ricorrere alla misura standard più gramma vengono valutate le variazioni della
prossima, che è quella di 270 ohm. tensione VD, mentre in quello orizzontale sono
Concludendo, se nel circuito applicativo di figu- computati i tempi.
ra 4 si attribuisce all'alimentatore VCC il valore Lungo i tratti orizzontali a 9 V cc, il diodo led

LED
TRAPEZ-0
;,€
0. I
»

K A
CATODO ANODO

K A

Fig. 2 - Il comune diodo led luminoso è applicato Fig. 3 - Composizione reale interna del circuito del
sulla parte superiore della lamina trapezoidale, che diodo led temporizzato. Sottilissimi fili conduttori
identifica l'elettrodo di catodo (K). Sull'estremità di congiungono i vari elementi elettronici.
quello di anodo (A), invece, è inserito l'integrato IC.

17 4 Elettronica Pratica
Primi Passi

e
=
vcc
e
N

a
Fig. 4- Circuito applicativo del diodo led temporiz-
zato. Con la sigla VD viene segnalata la minima ten- VD
sione applicabile sui terminali del componente affin-
ché questo possa funzionare correttamente. La resi-
stenza H protegge il diodo da flussi di correnti ec-
cessive o, comunque, intollerabili.

temporizzato rimane spento, durante quelli quenza degli impulsi luminosi, quindi, come è
orizzontali del diagramma, fissati sul valore di 3 stato detto all'inizio, è di 3 Hz, cioè d tre ccl
Vcc, il diodo rimane acceso. E l'intero processo al secondo. Ma questo valore aumenta coll'au-
è compreso nella durata di tempo di un secon- mentare della tensione di alimentazione, per
do. Dunque, durante un secondo, il led tempo- cui la frequenza delle accensioni va inserita nel-
rizzato, nel modello citato e con la tensione di la gamma di 3 Hz : 4 Hz.
alimentazione della pila, si accende per ben tre Osservando il diagramma di figura 5, si nota
volte e per altrettante volte si spegne. La fre- che la tensione VD, valutata sull'asse verticale,

V
spento
9

3
o
- \
acceso

J secondo

Fig. 5- Supponendo di inserire il diodo led temporizzato in un circuito utilizzatore, alimenta-


to con la tensione di 9 Vcc, questo è il diagramma interpretativo delle successive fasi di spe-
gnimento ed accensione del componente nel tempo di un secondo.

Elettronica Pratico
Primi Passi

e
vcc
e
DLT2 DLT3 DLTA DLT5

@
FIg. 6 - Cablaggio composito, praticamente realizzabile, di più diodi temporizzati. Nella con-
figurazione 1, la frequenza delle oscillazioni di DLT1 non è più regolare e rallenta notevol-
mente a causa della presenza del led comune DL1. Nel circuito 2, uro dei due led temporiz-
zati oscilla regolarmente, mentre l'altro si accende soltanto quando il primo rimane spento.
Nello schema 3 i due diodi sono correttamente collegati.

è quasi identificabile con quella di alimentazio- alimentazione VCC e calcolato il valore di Rl,
ne del circuito di impiego, ossia di 9 Vcc, quan- si accorgerà che la frequenza degli impulsi lu-
do il led temporizzato rimane spento, cioè du- minosi non rimane stabile nella gamma di 3 Hz
rante il tempo in cui la corrente che lo attraver- + 4 Hz, ma diminuisce notevolmente a causa
sa è quasi nulla. Viceversa, nei periodi di tempo della presenza del diodo DLl.
in cui il led temporizzato rimane acceso, la ten- In questo stesso esperimento potrebbe divenire
sione VD scende al valore minimo di funziona- interessante la dimostrazione che, al posto del
mento del componente optoelettronico, che in solo led normale DLl, ce ne potevano essere
questo caso è di 3 V cc. due o tre, mentre non è assolutamente possibile
collegare in serie i diodi led temporizzati.
Al contrario, come segnalato nella posizione
APPLICAZIONI VARIE centrale 2 di figura 6, il collegamento in paral-
lelo di due diodi temporizzati DLT2 - DLT3 è
Un buon numero di pratiche applicazioni del realizzabile, ma il risultato luminoso è un po'
diodo led temporizzato è certamente in grado anomalo, perché uno dei due componenti oscil-
di favorire la migliore assimilazione dei concetti la regolarmente, mentre l'altro rallenta di mol-
teorici fin qui elencati e relativi a questo inte- to la frequenza degli impulsi luminosi, accen-
ressante componente optoelettronico. Comin- dendosi soltanto quando il primo è spento.
ciamo quindi con l'analizzare i diversi compor- Il circuito proposto sull'estrema destra di figura
tamenti del diodo nei collegamenti in serie e in 6, nella posizione 3, interpreta il corretto colle-
parallelo, come illustrato nello schema di figura gamento in parallelo di due led temporizzati
6. Dove, in posizione 1, il led temporizzato DLT4 - DLT5, i quali vengono alimentati attra-
DLTl è collegato in serie con un led normale verso due resistenze (R3- R4) tra loro indipen-
DLl e la resistenza di protezione Rl. denti. Ovviamente, in questo tipo di collega-
Chi vorrà realizzare la configurazione circuitale mento, i led temporizzati possono essere più di
1, ovviamente dopo aver stabilito la tensione di due, tanti quanti ne consente l'alimentatore.

17 6 Elettronica Pratica
Primi Passi

Il circuito applicativo presentato in figura 7 sta


a dimostrare come un solo diodo led temporiz-
zato DLT sia in grado di accendere e spegnere,
ad intermittenza, una ben più luminosa lampa-
da LP, purché questa non assorba una corrente
superiore ai 50 mA (0,05 A). Ma vediamo come
si calcola il valore della tensione di alimentazio-
ne VCC del circuito di figura 7, montando in
questo una lampadina da 6 Vcc - 0,05 A. e
Vcc
Tenendo conto che la tensione minima di fun-
zionamento del diodo led temporizzato DLT è 6
di 4 Vcc e che quella della lampadina è di 6
V cc, in questo caso si esegue la somma delle
due tensioni:

6 Vcc + 4 Vcc = 10 Vcc


Dunque, il circuito di figura 7 deve essere ali-
mentato con la tensione di 10 Vcc, mentre alla
resistenza di protezione R occorre attribuire il Fig. 7 - In questo circuito applicativo, il diodo tempo-
valore di 10 ohm. Ma questa applicazione pre- rizzato riflette Il suo comportamento oscillatorio sul-
senta una limitazione perentoria, quella di non la lampadina LP. La tensione di alimentazione VCC è
pari a 10 Vcc; la lampadina LP è caratterizzata dal
superare l'intensità di corrente di 50 mA. seguenti valori: 6 Vcc- 50 mA. Alla resistenza R si
L'applicazione interpretata tramite il circuito di deve attribuire il valore di 10 ohm - 1/4 W.
figura 8 consente di temporizzare ciclicamente
il piccolo relè RL. La presenza del condensato-
re elettrolitico C, che assume il valore capaciti-
vo di 10 F- 24 VI, garantisce le regolari varia-
zioni di eccitazione e diseccitazione del relè
RL. Senza questo condensatore, le oscillazioni R
diverrebbero irregolari, a, causa delle tensioni
negative, di origine impulsiva, originate dalle
correnti commutate sulla bobina del relè. e
La stessa limitazione imposta dal circuito appli-
cativo di figura 7, per cui la massima corrente
non deve oltrepassare i 50 mA, è valida anche
nel circuito di figura 8, nel quale il relè RL non
deve assorbire, con la tensione nominale di e
vcc
esercizio di 12 Vcc, una corrente superiore ai
50mA. e
Per il calcolo della tensione di alimentazione
VCC del circuito di figura 8, si deve sommare il
valore della tensione nominale del relè di 12
V cc con quello VD del diodo led temporizzato,
che si presume fissato, ancora una volta, nella
misura di 4 Vcc. Pertanto:

vCC = 12 Vcc + 4 Vcc = 16Vcc


Fig. 8 - Per far aprire e chiudere I contatti di un relè,
alla stessa frequenza delle oscillazioni di un diodo
led temporizzato, basta realizzare questo semplice
La tensione VD, lo ripetiamo, è quella di mini- . circuito, nel quale VCC = 16 Vcc, R = 10 ohm - 1/4
mo funzionamento del diodo led temporizzato. W,C= 10F- 24 Vl(elettrolitico), RL = 12 Vcc.
La resistenza di protezione R assume il valore
di 10 ohm.

Elettronica Pratica 177


Primi Passi

R1 TR1
R2
> /
vcc
e a

Fig. 9 - Esempio di circuito applicativo corretto di un diodo led temporizzato, in funzione di


elemento pilota dei lampeggìi di una lampadina di piccola potenza.

-----COMPONENTI-----
R1 = 470 ohm - 1/4 W LP = lampada (6 Vcc - 0,3 A)
R2 = 4.700 0hm + 10.000 ohm- 1/4 W DLT = led temporizz. (quals. mod.)
TR1 = 2N2905 VCC = 9Vcc

VISUALIZZAZIONE CICLICA
progetto di figura 9, che non rimane più condi-
Per visualizzare vistosamente gli impulsi lumi- zionato, come è accaduto nelle due precedenti
nosi di un diodo led temporizzato, tramite una pratiche applicazioni, da un valore massimo di
lampadina a filamento, occorre realizzare il corrente, ovviamente entro certi limiti. Perché

Ricordate il nostro indirizzo!

EDITRICE ELETTRONICA PRATICA


Via Zuretti 52 • 20125 Milano
178 Elettronica Pratica
Primi Passi

,/
é-- ..,
72
-7
%
PILA 4,5 V
-<

Fig. 10- Piano costruttivo del circuito applicativo sperimentale di cui, in figura 9, è pubblica-
to lo schema elettrico. La realizzazione è composta su tavoletta di legno e l'alimentazione è
derivata dal collegamento in serie di due pile piatte.

Fig. 11- Variante circuitale al progetto


di figura 9, necessaria per pilotare; tra-
mite il relè AL, una lampadina di poten-
+
za alimentata con la tensione di rete at-
traverso i contatti U. I lampeggìi con-
servano la frequenza delle oscillazioni
TR1
del diodo led temporizzato.

R2 =
TR1=
4.700 ohm : 10.000 ohm - 1/4 W
2N2905
D1 u
D1 = diodo al silicio (1N4004)
RL = relè (12 Vcc - 300 ohm)
ALIM. = 12Vcc + 13Vcc RL

Elettronica Pratica 179


CELLULE in questo caso la lampada LP viene alimentata

SOLARI direttamente dalla corrente di collettore di un


transistor PNP e non più tramite il led tempo-
rizzato. Infatti, l'azione di DLT, nel circuito di
Sono cellule pronte per il fun- figura 9, viene esercitata sulla tensione di pola-
zionamento e provviste, sulla rizzazione di base del transistor TRl, che segue
esattamente l'andamento del diodo. Conse-
faccia retrostante, di affacchi guentemente, il transistor conduce, oppure va
in ottone, che consentono il all'interdizione, accendendo o spegnendo la
collegamento, in serie o pa- lampadina LP.
Per eseguire l'esperimento di figura 9, basta at-
rallelo, di più elementi, per tenersi esattamente a quanto illustrato nello
eventuali e necessari aumenti schema costruttivo di figura 10. Nel quale il ca-
blaggio viene composto sui sette ancoraggi di
di tensione o corrente. una piccola morsettiera, fissata su una tavoletta
di legno in funzione di supporto. Naturalmente,
per ottenere un risultato corretto, non si debbo-
no commettere errori di cablaggio. Per esem-
pio, non si possono scambiare tra loro gli elet-
trodi di anodo (a) e di catodo (k) del diodo led
temporizzato DLT, così come non si debbono
confondere tra loro i terminali di collettore (c),
base (b) ed emittore (e) del transistor TR1, ri-
cordando che il conduttore di catodo di DLT si
trova da quella parte del componente in cui è
ricavata una piccola smussatura, oppure verifi-
cando la lunghezza di questo elettrodo, che de-
ve risultare più corta di quella dell'anodo. Per
quanto attiene al transistor, invece, l'individua-
zione dei tre elettrodi rimane agevolata dalla
presenza di una piccola tacca metallica ricavata
Vengono vendute in due mo- sul contenitore in prossimità del conduttore di
emittore (e); quello di base (b) si trova in posi-
delli, incapsulati in contenito- zione centrale, mentre all'estremità opposta si
re di plastica, che erogano la trova il conduttore di collettore.
stessa tensione di 450 m, L'alimentazione dell'esperimento di figura 9 è
derivata da due pile piatte da 4,5 V, collegate in
ma una diversa corrente. serie tra loro, in modo da erogare la tensione di
valore complessivo di 9 V. Una tale soluzione è
preferibile all'impiego di una sola piccola pila
Modello A =
400 mA (76x46 mm) da 9 V, la cui autonomia di esercizio durerebbe
L. 6.500 (spese di spediz. comprese) ben poco, vanificando nel tempo l'utilità del
Modello B =
700 mAA (96x66 mm) montaggio di figura 10.
Alla resistenza R2, che alimenta la base del
L. 7 .600 (spese di spediz. comprese)
transistor TRl, si possono attribuire diversi va-
lori, ma quello esatto va individuato nella gam-
ma che si estende fra i 4.700 ohm e i 10.000
ohm. Il valore ohmmico scelto deve essere tale
da provocare una successione ordinata di per-
fetti lampeggìi da parte della lampadina LP, la
quale, pur essendo prevista per una tensione di
alimentazione di 6 Vcc, questa volta viene acce-
sa con la tensione di 9 Vcc, come è facile con-
statare osservando lo schema teorico di figura

180 Elettronica Pratica


Primi Passi

9, allo scopo di erogare una maggiore luminosi- stico, che accende e spegne una lampada di po-
tà. tenza e non più quella di modestissima lumino-
sità montata nel circuito di figura 10.
Il diodo al silicio D1, per il quale è prescritto
VISUALIZZAZIONE CON RELÈ un modello di tipo 2N4004, provvede ad elimi-
nare le extracorrenti generate dalla bobina del
Per rendere ancor più vistoso il comportamento relè RL e a regolarizzare gli scatti del compo-
lampeggiante del diodo led temporizzato, il cir- nente elettromeccanico.
cuito di figura 9 può essere utilizzato con la va- Anche in questo esperimento, il valore della re-
riante pubblicata in figura 11. La quale consiste sistenza R2 va individuato fra quelli compresi
nel sostituire la lampadina LP con un relè da 12 nella gamma di 4.700 ohm : 10.000 ohm, con
Vcc - 300 ohm, sui terminali utili del quale si lo scopo di raggiungere il miglior funzionamen-
applica una lampada da 100 W alimentata con to del circuito.
la tensione di rete di 220 V ca. In sostanza, gli La tensione di alimentazione del circuito di fi-
ancoraggi del relè vengono utilizzati nella fun- gura 11 deve rimanere compreso fra i 12 V cc e
zione di un comune interruttore di luce dome- i 13 Vcc.

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2° - Dall'antenna alla rivelazione
3° - Trasformatori per radiofrequenze
4° - Radio: sezione audio
5° - Radio: circuiti classici
6° - Buzzer: categorie e tipi
7° • Resistenze fisse
8° - Resistenze variabili
9° -La legge di Ohm

Elettronica Pratica 181


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- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

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184 Elettronica Pratico


LA PUSIA DE LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

ALIMENTAZIONI PROTETTE infatti, operano sovente con quelle piastre logiche


che, da un certo punto in poi, debbono comuni-
Nel mettere a punto alcune mie realizzazioni, care con i settori elettronici di attuazione e di po-
oppure durante la riparazione di schede rilevate tenza. I secondi, invece, intervengono spesso su
da apparati commerciali, mi capita di danneg- moduli analogici di ricetrasmettitori ed amplifica-
giare, se non proprio distruggere, molti compo- tori ad alta fedeltà, nei quali si distinguono sem-
nenti logici. E questo increscioso inconveniente pre due zone: quella con segnali di bassa potenza
si verifica quando debbo intervenire negli stadi e l'altra a potenza elevata. Dunque, tenuto conto
di attuazione di potenza, ovvero nei circuiti di che, nella quasi totalità delle applicazioni, gli sta-
comando dei relè, in quelli dei motori elettrici di di potenza sono alimentati con tensioni più al-
e, talvolta, pure sugli elementi di pilotaggio di te di quelle delle logiche, o dei circuiti a. piccoli
altoparlanti. Più frequentemente si tratta di segnali, le ricordiamo che la propagazione dei
cortocircuiti accidentali, inavvertitamente pro- guasti si verifica in conseguenza di un innalza-
vocati, durante le normali operazioni di verifica, mento della tensione più bassa, provocato dai
nelle aree di potenza. Pertanto, mi rivolgo a voi guasti stessi. In pratica, i valori raggiunti si identi-
per chiedervi in che modo sia possibile ovviare ficano, o quasi, con quelli dell'alimentazione di
a tali inconvenienti, cioè quali accorgimenti potenza, distruggendo o danneggiando molti
debbano essere presi per proteggere la parte lo- componenti. Alla sua domanda, quindi, rispon-
gica dalla disastrosa propagazione dei guasti oc- diamo invitandola a prevedere, sul circuito di ali-
casionali, i quali complicano in misura notevole mentazione della parte logica, o in quello a basso
sia gli inteventi di riparazione, sia quelli di mes- segnale, un sistema di protezione dalle sovraten-
sa a punto. sioni. Che può divenire molto economico e di fa-
GIACOBAZZI PASQUALE cile inserimento anche su apparecchiature già
Modena realizzate, se lei si affida a quanto da noi ampia-
mente suggerito, sul fascicolo arretrato del gen-
Di buon grado diamo risposta alla Sua interes- naio 1987, nel corso dell'articolo "Alimentazioni
sante domanda, nella certezza di richiamare lat- protette", ovviamente scegliendo la tensione di ze-
tenzione di molti nostri lettori. Sia perché l'argo- ner con un valore del 15% superiore a quello
mento coinvolge coloro che operano nel settore massimo della tensione di alimentazione della lo-
semiprofessionale, sia perché gli incidenti da lei gica o della sezione a basso segnale.
segnalati sono frequenti fra i dilettanti. I primi,

Elettronica Pratica 185


La posta del lettore

ALIMENTATORE A 9 Vcc luminio alettato. Sull'avvolgimento primario di


TI conviene collegare un fusibile da O, 7 A di tipo
Per evitare un eccessivo consumo di pile, vorrei ritardato.
alimentare il mio piccolo ricevitore con la ten-
sione di rete, tramite apposito alimentatore, per
il quale è prevista la relativa presa.
ANFOSSI GLAUCO
Condensatori
Cremona
C1-C4 =4 condens. ceramici da 10.000 pF
Il circuito qui pubblicato fornisce la tensione ri- es = 2.200 F - 16 VI (elettrolitico)
chiesta, ma stabilizzata e ben filtrata. I condensa- C6 = 100.000 pF (ceramico)
tori, collegati in parallelo con i diodi raddrizzato- C7 = 100.000 pF (ceramico)
ri, assumono grande importanza, perché blocca-
es = 10 F - 16VI (elettrolitico)
no il ronzio dell'alternata. I loro terminali, tutta-
via, debbono essere tranciati in modo da risultare Varie
assai corti e vanno saldati vicino ai diodi. Anche Id1 = 7809
C6 e C7 vanno montati in prossimità di ICI, che D1-D4 = 4 diodi 1N4007
deve essere fissato su un grosso dissipatore di al- T1 = trasf. (5 W)

ONDE STAZIONARIE to in questo circuito sono basse, l'impianto della


sua ricetrasmittente è da ritenersi perfetto. Tenga
Vorrei costruirmi una piccola sonda rilevatrice presente, tuttavia, che la presenza di onde stazio-
di onde stazionarie lungo i cavi coassiali d'an- narie varia l'intensità del campo elettromagnetico
tenna della mia stazione CB. generato dalla corrente esterna lungo la calza del
RABITTO ANTONIO cavo, dove si stabiliscono dei valori massimi e
Caserta minimi. Con RI si regola la sensibilità. La bobi-
na LI è avvolta in aria, su diametro di 3 cm con
Se le indicazioni dello strumento ad indice inseri- 3 spire di filo da I mm.

DG

cavo coass.

Ll

R1 = 10.000 ohm (potenz. lin.)


DG = diodo al germanio (quals. tipo) L1 = bobina
C1 = 10.000 pF (ceramico) A = microamperometro (50/100 A)

186 Elettronica Pratica


La posta del lettore

T1 mm [-C
01+04

e u

+ +
7cs
C6 c7 ce Q
9V
e
IJ 22ov

IL CORREDO DEL PRINCIPIANTE


L. 26.000
Per agevolare il lavoro di chi inizia la pratica dell'elettronica è stato approntato
questo utilissimo kit, contenente, oltre che un moderno saldatore, leggero e ma-
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CONTENUTO:

Saldatore elettrico (220 V- 25 W)


Appoggiasaldatore da banco
Spiralina filo-stagno
Scatola contenente pasta disossidante
Pinza a molla in materiale isolante
Tronchesino tranciaconduttori con impugna-
tura anatomica ed apertura a molla
Cacciavite micro per regolazioni varie

Elettronica Pratica 18 7
La posta del lettore

QUARZI FT 243 Il circuito qui pubblicato può far oscillare i quarzi


con frequenza tra 100 KHz e 10 MHz (fondamen-
Trovandomi in possesso di un certo numero di tale). L'uscita Uva collegata con un frequenzi-
quarzi FT 243, di provenienza surplus, vorrei metro, che consente di osservare se il componente
costruire un dispositivo sicuramente adatto per oscilla e se la sua frequenza si è spostata col tem-
farli oscillare. po. Si ricordi che, alcuni quarzi, pur essendo otti-
VOLPI OTTORINO mi, non funzionano con questo dispositivo.
Rovigo

Rl
C1

rR1 l ]
e
l c3
12V
e
%e " R5
R3 u

Condensatori Resistenze Varie


C1= 100pF R1 = 100.000ohm- 1/4 W TR1 = 2N2222
C2 = 33pF R2 = 3.300 ohm - 1/4 W TR2 = 2N2222
C3 = 100.000 pF R3 = 10.000 ohm - 1/4 W XTAL = quarzo in prova
R4 = 100.000 ohm - 1/4W ALIM. = 12Vcc
R5 = 10.000 ohm - 1/4W
R6 = 3.300 ohm - 1/4W

NECESSITÀ DI FERROMODELLISTA un microinterruttore od altro ancora. Il relè RL


deve avere una resistenza relativamente elevata,
Nel mio plastico di modello ferroviario, debbo mentre il valore di C 1 può essere compreso fra
risolvere il problema di ritardare la chiusura di 100 F e 10.000 F - 36 Vl. Il potenziometro R2
un relè in un tempo compreso tra zero ed alcu- è di tipo lineare a filo.
ni secondi, disponendo della tensione continua
di 24 Vcc.
GIANQUINTO GENNARO
Salerno C1 = 100 + 10.000 F - 36 VI (elettrolitico)
R1 = 100 0hm- 1W
Nello schema qui pubblicato, la sigla CA defini- R2 = potenz. a filo
sce il contatto di comando di avviamento, che RL = 1.000 ohm - 24 Vcc
può essere un pulsante, un interruttore, un relè, Vcc = 24 Vcc

188 Elettronica Pratica


La posta del lettore

DIODI TUNNEL La bobina L 1 è composta da dieci spire di filo di


rame smaltato, del diametro di 0,3 mm, avvolte
Con un diodo tunnel, modello 1N3716, vorrei su un supporto di materiale isolante, di diametro
realizzare un piccolo trasmettitore in ampiezza interno di 6 mm, munito di nucleo di ferrite. Il
modulata, con nota fissa a 27 MHz. condensatore C2 va regolato per il massimo se-
FORNI DOMENICO gnale emesso. L'antenna deve essere collegata di-
Roma rettamente con l'uscita, senza impiego di cavo.

DT

J1 Il
4%
w., ,.,IWi
nC3

Xl
l"
[
I
l Il
po
C1
L• R2$ R3

Condensatori Resistenze Varie


C1 = 3,3 F (ceramico) R1 = 10ohm-1/4W DT = diodo tunnel (1N3716)
C2 = 40 pF (compensatore) R2 = 10ohm- 1/4 W J1 = imp. AF (2,2 mH)
C3 = 220 pF (ceramico) R3 = 75 ohm - 1/4 W L1 = bobina
X1 = quarzo (27 MHz)
ALIM. = 1,5Vcc

Elettronica Pratica 189


KIT PER CIRCUITI BANDA AERONAUTICA
STAMPATI .1a.ooo Ad un radioricevitore, di provenienza surplus e
dotato della gamma aeronautica di 120 -:- 140
MHz, vorrei accoppiare un preamplificatore a
Dotato di tutti gli elementi necessari per radiofrequenza appositamente concepito per
la composizione di circuiti stampati su tale banda di frequenze.
vetronite o bachelite, con risultati tali da PILIA RAFFAELE
soddisfare anche i tecnici più esigenti,
questo kit contiene pure la speciale pen- Marsala
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro. Premesso che la realizzazione di questo progetto è
un po' difficile, se non si posseggono precedenti
esperienze in materia, le ricordiamo che il dispo-
sitivo dovrà rimanere in prossimità del ricevitore.
La bobina L 1 va realizzata avvolgendo, in aria e
su un diametro interno di 8 mm, 7 spire di filo di
rame argentato del diametro dì 1 mm, tra loro
spaziate di 1 mm. La presa di antenna è ricavata
alla prima spira contata dal lato massa. Cerchi di
raggiungere la sintonizzazione sui 140 MHz con il
variabile aperto. Eventualmente avvicini tra loro
le spire di LI.

Consente un controllo visivo conti-


nuo del processo di asporto.
Condensatori
Evita ogni contatto delle mani con C1= 20pF (compens. con perno)
il prodotto finito. C2 = 10.000 pF
- E' sempre pronto per l'uso, anche C3 = 10.000 pF
dopo conservazione illimitata nel C4 = 1.000 pF
tempo. C5 = 10.000 pF
Il contenuto è sufficiente per tratta- C6 = 10.000 pF
re più di un migliaio di centimetri
quadrati di superfici ramate.
Resistenze
R1= 33.000 ohm- 1/4 W
R2 = 22.000 ohm- 1/4 W
R3 = 270 ohm - 1/4 W
R4 = 3.300 ohm - 1/4 W
R5 = 10.000 ohm - 1/4 W
R6 = 33.000 ohm- 1/4 W
R7 = 220 ohm- 1/4 W
R8 = 220 ohm - 1/4 W

Varie
MS1= BF960
TR1 = BFR91
L1 = bobina
ALIM. = 9Vcc + 12Vcc

190 Elettronica Pratica


La posta del lettore

.=======F=========,..========1► + Vcc

= fv!S1
sR4

7
ff #xi g] s Il \---..._i C6

TI
• l
t ±e
Cl
CJ.l
o n Il ~ ~- !RB <tusc
C2
R3

LAMPEGGIATORE BILAIIIPADA PER


AUTO AUTOCARRI AmlfURTI
.2:.: :±.e.1%
ltlt~iort.!tramite_unappo.<110~\fiatm
raie 2d un paztKolare circu~o d1 st.i~nllazloot può_cs.;ae allrn<'.lllalo a
±::.:2±·
La po1enza massima dl ogni :arnpada non deve superare I 24 W 5e
allmeilai.oJ Il ve 48se alimentato 24 \i.
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,,,.,,, ..,,_~·
.. /in
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Battitempo

ITE PO
Sono sempre più numerose le persone che, in ticolare, nei raduni di preparazione metodica
tuta ginnica e di corsa, percorrono viali e vialet- del fisico alle gare, dove l'istruttore stabilisce e
ti dei parchi, sentieri di campagna, lungomari mantiene le giuste cadenze degli esercizi. Per ritmare i movimenti degli sportivi
delle località balneari. Soprattutto il sabato e la In queste pagine, dunque, vogliamo proporre,
domenica, durante il tempo libero, quando, per ai lettori direttamente interessati, la soluzione
motivi igienici, salutari o sportivi, si pratica il di un problema assai importante: il controllo Per regolare i tempi degli esercizi ginnici.
cosiddetto "jogging". I cui benefici appaiono della successione ritmica dei passi durante la
certamenti maggiori, più efficaci e vantaggiosi, corsa che, per essere veramente utile, non può
se i movimenti corporei vengono coordinati da tollerare accelerazioni o ritardi. Ma in quale Per ridurre lo sforzo degli atleti.
un ritmo preciso, sempre uguale, ovviamente modo? Sicuramente con un sistema elettronico,
adatto all'età e alle condizioni fisiologiche di chi che non appesantisca la tenuta atletica, che non
produce lo sforzo. Così come avviene nelle pa- diffonda rumori nell'ambiente, inquinandolo
lestre, nei centri di educazione muscolare e ar- acusticamente, che possa adattarsi ad ogni per-
sonale esigenza, tramite semplici e rapide rego-
lazioni. In poche parole, con un dispositivo il
cui peso è principalmente quello di una piccola rente. La sezione "a" si identifica con un gene- presenza di questo elemento si è resa necessa-
pila, ed i cui battiti sonori vengono recepiti at- ratore di segnale ad onda rettangolare, che è ria per impedire che, l'inevitabile esaurimento
traverso un auricolare o una minicuffia. quello che dà origine alla cadenza cui lo sporti- della pila di alimentazione, durante il funziona-
Un piccolo dispositivo battitempo, vo adegua i propri movimenti, la sezione "b" mento del battitempo, possa alterare il ritmo
di minimo peso, ovvero portatile, rappresenta l'oscillatore a 200 Hz circa, che del segnale ascoltato in cuffia. Pertanto, la pre-
SEMPLICITÀ CIRCUITALE
ma generatore di un suono oscilla soltanto per alcuni attimi e non per tutta
la durata dell'onda quadra generata dalla prima
senza dello stabilizzatore IC2 garantisce la co-
stanza della frequenza generata anche dopo un
gradevole e regolabile nel Vediamo ora in che cosa consiste e come fun- sezione "a" di ICl, le due sezioni "c" e "d", in- calo di 2 o 3 V della tensione della pila da 9 V.
volume e nella cadenza, può ziona questo piccolo apparecchio, il cui schema fine, compongono un amplificatore di corrente, Al massimo volume, regolabile tramite R5, il
elettrico è pubblicato in figura 1 e nel quale le di intensità sufficiente e necessaria a pilotare circuito di figura 1 assorbe la corrente di 3,2
divenire utile in molti settori della principali funzioni elettriche sono svolte da un un piccolo trasduttore acustico, collegato sull'u- mA.
vita sociale. integrato di tipo 4093 B. scita circuitale U. Con il trimmer R2 si regola a piacere la caden-
Le quattro sezioni NANO (a-b-c-d) di ICl, Lo stabilizzatore di tensione IC2, per il quale si za dei segnali acustici udibili in cuffia o nell'au-
realizzato in tecnologia CMOS a gate metallico, utilizza il modello 78L05, mantiene costante la ricolare di tipo piezoelettrico.
fungono da oscillatori ed amplificatori di cor- tensione di alimentazione dell'integrato ICl. La
260 Elettronico Pratica Elettronico Pratico 26 1
Battitempo Battitempo

CA O.
R1 R2 JC2
I c 1

+ /T1.° es.

a. in!
»
'
e
9V
e
+
CI
c3
u
ial

I PRESA JACK
____ I

Fig. 2- Schema pratico del battltempo. Si noti l'impiego di due trimmer dotati di rotelline
dentate, che facilitano le operazioni di regolazione. La pila rimane fissata rigidamente alla
Fig. 1- Schema elettrico del battitempo. Con il trimmer R2 si regola a piacere il ritmo dei
basetta, onde evitare che si possa muovere durante l'impiego del dispositivo.
battiti sonori. Con R5 si controlla il volume dell'audio in cuffia o auricolare, da applicare alla
presa U.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie
sistor MOS, uno a canale Ne l'altro a canale P, na di silicio. E in modo analogo si attuane strut-
C1= 5F- 16VI (elettrolitico) R1= 100.000 ohm - 1/4 W IC1 = 4093 B collegati in push-pull. Da qui proviene il nome ture a transistor MOS complementari per le al-
C2 = 470.000 pF (ceramico) R2 = 100.000 ohm (trimmer) IC2 = 78L05 MOS Complementare o, più semplicemente, tre funzioni logiche. In particolare, si può dota-
C3 = 220.000 pF (ceramico) R3 = 120.000 ohm - 1/4 W S1 = interrutt. quello in terminologia inglese di CMOS. re l'ingresso di una notevole isteresi sulle soglie
C4= 10F- 35 VI (elettrolitico) R4 = 27.000 ohm - 1/4 W ALIM. = 9 Vcc I due transistor MOS sono realizzati con il me- di scatto, anche pari al 50% della tensione di
es = 100.000 pF (ceramico) R5 = 1.000 ohm (trimmer) desimo processo produttivo sulla stessa piastri- alimentazione. Il che significa che, per rendere
C6 = 1F (non polarizz.)

L'INTEGRATO CMOS Come si è detto, il progetto di figura 1 com-


+ :E
Per coloro che cercano di addentrarsi maggior-
mente nello studio del comportamento dei si-
prende due sistemi oscillatori ed alcune funzio-
ni accessorie. I due oscillatori, seppure diversi
fra loro, funzionano in base allo stesso principio
Flg. 3 - Disegno in grandezza reale del
·=<#%7%
stemi integrati, prendiamo lo spunto dal funzio-
namento dei due oscillatori, sommariamente
e sono costruiti attorno ad un inverter a trigger
di Schmitt, realizzato appunto da un integrato
circuito stampato, da riprodurre su una
delle due facce di una basetta supporto
delle dimensioni di 9 cm x 3,5 cm. EP "l/«
descritti, per citare alcune importanti nozioni in tecnologia CMOS a gate metallico. o
relative alla tecnologia CMOS, cui l'integrato
4093B appartiene e che i lettori principianti
possono sorvolare.
In questa tecnologia, come del resto in quella
CMOS a gate in silicio, ora più diffusa, la fun-
zione logica di inverter viene svolta da due tran- + +
262 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 263
Batti tempo
Batti tempo

I
R
5V

o
J I I I I I
PIED. 3

+
}'I

Fig. 4 - Questo semplice schema illustra gli elementi essenziali che caratterizzano i due cir- 5V
cuiti oscillatori del battitempo. Sulla destra è riportato il diagramma del segnale generato, L,-00 z
con la misura del periodo T.


Flg. 5 - Andamento dei segnali e forme
d'onda rilevabili sul piedini 3 - 5-4- 10- PIED. 4/o/1
11 dell'integrato 4093 B durante il funzio-
namento del progetto descritto nel testo.

bassa l'uscita, l'ingresso deve superare il 75% glia 4000, poi, è in grado di lavorare con tensio-
della tensione di alimentazione, mentre per in- ni di alimentazione comprese fra i 3 V e i 18 V,
viarla sull'alto, l'ingresso deve scendere al di sia pure con prestazioni diversé, anche se a 5 V
sotto del 25% della tensione di alimentazione. queste risultano già ragguardevoli.
Questa isteresi, tipica dei circuiti a scatto, chia-
mati pure trigger di Schmitt, garantisce scatti
monotoni e privi di incertezze sulle uscite, an- LE SCARICHE PERICOLOSE prodotta da un condensatore da 150 pF, attra- dato che il corpo umano, in certe condizioni di
che in presenza di segnali lentamente crescenti verso una resistenza da 1.000 ohm, che simula clima secco o in presenza di indumenti o mo-
in entrata e con rumore sovrapposto. Grande attenzione deve essere rivolta ai dispo- grossolanamente la resistenza del corpo umano, quette sintetica, raggiunge facilmente il poten-
Pure l'immunità al rumore appare aumentata e sitivi descritti, per evitare che gli ingressi e le quando il condensatore è caricato fra cento ed ziale elettrico di 20.000 volt, con punte anche di
le stesse soglie vengono riferite, con una certa uscite di questi vengano danneggiati da scariche alcune centinaia di volt. Naturalmente ciò di- 40.000 volt, è facile comprendere quale pericolo
precisione, alla tensione di alimentazione, an- elettriche, come ad esempio quelle elettrostati- pende dalla casa costruttrice e dal modello. Ma, possa rappresentare per il CMOS una sua Sem-
che al variare della temperatura. Cosa questa, che o derivanti da tensioni alternate indotte.
che non si verifica, ad esempio, negli integrati Perché tali circuiti posseggono uno strato di os-
ITL. sido di silicio, isolante, molto sottile e delicato,
Concludendo, con la tecnologia CMOS, se la che può rimanere danneggiato anche dalla pre-
tensione di alimentazione non varia, le soglie ri- senza di una tensione di 50 V. Ecco perché, allo
mangono costanti. scopo di evitare facili rotture, durante la mani- riferim.
Un'altra caratteristica, degna di menzione, va polazione dei componenti, un tempo venivano \
riscontrata nel basso consumo di energia dei inseriti sugli ingressi dei circuiti di "clamp", os- 14
circuiti CMOS, che assorbono corrente soltanto sia dei dispositivi tosatori, composti da diodi e 2 13
durante le commutazioni, dovendo caricare e resistenze. Ma questi sono stati poi eliminati, 12
-
scaricare piccoli condensatori parassiti, mentre
in condizioni statiche l'assorbimento è pratica-
mente nullo, dato che è sufficiente assicurare la
presenza delle tensioni di polarizzazione, nei
quando si è constatato che tali accorgimenti da-
vano origine alla formazione di SCR parassiti
che, in presenza di scariche violente, si innesca-
vano, distruggendo il dispositivo e cortocircui-
Fig. 6 - Schema a blocchi e piedinatura
dell'integrato 4093 B. Sulla destra sono
segnalati gli elementi di riferimento del
f
5
6
10
9

circuiti ad impedenza teoricamente infinita e tando i piedini corrispondenti all'alimentazione. componente, che consentono l'individua-
quindi in assenza di apprezzabili correnti assor- Attualmente, i componenti presenti sul merca- zione del piedino 1.
bite, per rendere funzionale il CMOS. La fami- to, sopportano scariche equivalenti a quella

264 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 265
Battitempo Battitempo

di alimentazione, l'uscita è da considerarsi alta,



o
essendo hassa l'entrata. Ma in questo caso la
resistenza R fa scorrere una corrente in C, a
IL SECONDO OSCILLATORE
3/wc
o La sezione "b" di ICl realizza il secondo circui-
I partire dall'uscita alta, ovvero dal valore positi- to oscillatore, che fa capo ad un solo ingresso
e vo della tensione di alimentazione. E il conden-
satore C continua a caricarsi fino al valore 3/4
della porta NAND, corrispondente al piedino 6.
L'altra entrata, cioè il piedino 5, serve come
della tensione di alimentazione, ossia fino alla elemento di abilitazione. E ciò si deduce dalla
soglia di scatto per l'uscita bassa della porta. In tabella della verità delle porte NAND, dove si
virtù dell'isteresi, l'uscita scatta a piena velocità può riscontrare che, se un ingresso è alto, l'usci-
verso il basso, realizzando il fronte di discesa ta segue l'opposto dell'altro ingresso, mentre ri-
della forma d'onda quadra riportata in figura 4. manendo bassa, l'uscita resta bloccata sull'alto.
u e Successivamente il condensatore C si scarica at- Dunque l'oscillatore funziona soltanto se l'in-
m traverso la resistenza R, fino a raggiungere gresso 5 è alto. Allora, come si può notare nel
nuovamente il valore pari ad 1/4 della tensione diagramma pubblicato in posizione centrale di
di alimentazione, quando provoca lo scatto ver- figura 5, il condensatore C2 applica la parte più Fig. 8 - La presa jack, per auricolare o cuffia, deve
Fig. 7 - Disposizione dei tre elettrodi di uscita (u), so l'alto dell'uscita, per realizzare il fronte di sa- variabile del segnale, uscente dal primo oscilla- essere utilizzata senza collegare il terminale 3 (NC).
massa (m) ed entrata (e), dell'integrato stabilizzato- lita della forma d'onda di figura 4. Quindi il ci- tore e presente sul piedino 3, al piedino 5.
re modello 78L05. clo si ripete. Il fronte di discesa del segnale viene tosato dai
li tempo di carica del condensatore C, che è diodi di protezione presenti sull'ingresso 5. Per-
quasi uguale a quello di scarica, rimane calcola- tanto, il secondo oscillatore lavora alla frequen-
to dal prodotto del valore della resistenza R, za più alta di quella della sezione "a", soltanto
espresso in ohm, per la capacità di C valutata in quando la tensione sul piedino 5 supera il valo-
farad, con il risultato indicato in minuti secondi. re della tensione di alimentazione nella misura
Due semiperiodi, come segnalato nel diagram- di 3/4 di questa. condensatore C6, il cui valore capacitivo può
ma di figura 4, esprimono il tempo totale del Aumentando la capacità di C2, aumenta la du- essere variato, quando si desidera mutare il
periodo T. rata degli impulsi ad ogni periodo e viceversa. timbro del suono.
plice manipolazione. È opportuno quindi tratta- Si ha così la possibilità di variare il suono a se- Facendo funzionare il battitempo in ambienti
re con la massima cautela questi dispositivi, so- conda dell'impiego del dispositivo e dei gusti disturbati, si consiglia di inserire, tra i piedini 7
prattutto quando non sono già montati nei cir- IL PRIMO OSCILLATORE dell'operatore. e 14 di ICl e fra i terminali "u" ed "m" di IC2,
cuiti di impiego. Si consiglia, dunque, di servirsi un condensatore ceramico da 100.000 pF - 50
di utensili collegati a massa e di collegare a Le resistenze di carica della sezione "a" di ICl,
VI. Per aumentare poi il segnale in uscita, è an-
massa, tramite un bracciale conduttivo, anche le che costituisce il primo circuito oscillatore, van- AMPLIFICAZIONE DI CORRENTE cora possibile utilizzare per IC2 un regolatore
mani. In ogni caso, il CMOS va conservato, il no identificate in Rl + R2, essendo la seconda
da 7,5 V, in sostituzione di quello prescritto da
più a lungo possibile, con i suoi piedini in corto- rappresentata da un trimmer, che consente al- Le ultime due sezioni "c" e "d" di ICI servono 5 V.
circuito, tramite l'apposita spugnetta nera o ro- l'operatore di variare il tempo di oscillazione. ad isolare l'oscillatore e a dare più corrente al- In caso di collegamento del circuito di figura 1
sa. Volendo ottenere una variazione lineare del l'uscita, come del resto è stato già detto in pre- con apparati amplificatori di bassa frequenza,
tempo o parabolica della frequenza, si deve uti- cedenza. Facciamo tuttavia presente che, per occorre modificare il sistema di impiego della
lizzare per R2 un potenziometro lineare, altri- minimizzare i consumi, viene inviata al carico presa jack d'uscita, inviando a massa anche l'an-
IL SEGNALE AD ONDA QUADRA menti si fa uso di un modello logaritmico. soltanto la parte alternata del segnale, tramite il coraggio 3, normalmente non utilizzato (NC).
Il condensatore elettrolitico di carica e scarica
Gli elementi essenziali, che caratterizzano i due Cl dovrebbe risultare di tipo a film plastico, on-
circuiti oscillatori del battitempo, sono evidenzia- de assicurare una buona stabilità di funziona-
ti nello schema di figura 4 e si riducono a tre mento, soprattutto in occasione di variazioni di
soli elementi: un inverter, realizzato a partire temperatura. Tuttavia, valori capacitivi tanto
elevati, sia pure a bassa tensione, non sono
da una porta NAND, una resistenza R ed un
condensatore C.
L'inverter è dotato di isteresi e ha i due ingressi
sempre facilmente reperibili. Si può ovviare, pe-
raltro, all'inconveniente, montando un conden-
satore al tantalio o ad alluminio solido, che pre-
Un'idea vantaggiosa:
collegati assieme, perché, come è risaputo, una
porta NAND, con gli ingressi allo stesso livello
logico, diviene equivalente ad un inverter, owe-
senta una bassa tensione di fuga.
Volendo variare il campo di regolazione della
l'abbonamento annuale a
ro l'uscita si trova sempre ad un livello logico frequenza, che è molto bassa, si deve interveni-
opposto a quello dell'entrata.
Supponendo ora che il condensatore C di figura
4 sia scarico a meno di un quarto della tensione
re sul valore capacitivo di Cl, ricordando che,
aumentandolo, la frequenza diminuisce e vice-
versa.
ELETTRONICA PRATICA
266 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 267
Battitempo Battitempo

tre si dovrà ritenere questa inattuabilità un sicu- Comunque, all'atto dell'acquisto del trasduttore
ro vantaggio pratico, dato che avverte l'utente acustico, conviene considerare il valore di impe-
del battitempo ad intervenire sull'interruttore denza del componente. Per esempio una cuffia
S 1 per spegnere il circuito e a non consumare la da 50 ohm va preferita a quella da 8 ohm, per-
pila quando si depone il dispositivo. ché l'impedenza della prima, con il sistema di
La presa jack, illustrata in figura 8, va utilizzata collegamento suggerito, sale a 100 ohm, mentre
senza connettere (NC) il terminale di massa. quella della seconda raggiunge soltanto i 16
Perché in questo modo, come rilevabile nello ohm.
@ @ schema B di figura 9, contrariamente a quanto
avviene di solito con l'impiego dello schema A
Concludiamo ricordando che le cuffie, o gli au-
ricolari di tipo piezoelettrico, meglio si adattano
della stessa figura, i due padiglioni della cuffia allo scopo.
rimangono collegati in serie, con un raddoppio Una leggera scatola di plastica, a montaggio ul-
dell'impedenza che, in tal caso, meglio si adatta timato, potrà essere adibita alla funzione di
all'uscita dell'integrato IC1. contenitore del circuito del battitempo.

1
2

Fig. 9-Sulla sinistra viene interpretato il tipo di collegamento in parallelo dei due padiglioni
della cuffia (A). Sulla destra, lo schema B suggerisce il sistema di connessione in serie de-
MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO
gli auricolari, come proposto nel testo. L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico, E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
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tante.
gura 7 e corrispondono ai terminali di: Il volumetto è di facile e rapida consultazione
MONTAGGIO per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
La costruzione del battitempo si esegue secon- e = entrata esattezza di un dato, la precisione di una for-
do quanto illustrato nello schema pratico di fi- u = uscita mula o le caratteristiche di un componente. E
m = massa rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
gura 2, utilizzando una basetta supporto di ma- appassionati di elettronica, che poco o nulla
teriale isolante, di forma rettangolare, delle di- sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
mensioni di 9 cm x 3,3 cm e recante, in una del- Ai lettori principianti raccomandiamo di inseri- riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
le sue facce, il circuito stampato, il cui disegno re i due condensatori elettrolitici Cl e C4 nel ti descritti In ogni fascicolo di Elettronica Pra-
rispetto delle loro precise polarità, ricordando tica.
in grandezza reale è riportato in figura 3. Tra i molti argomenti trattati si possono men-
L'integrato ICl va applicato tramite apposito che l'elettrolitico Cl può essere vantaggiosa- zionare:
zoccoletto a quattordici piedini, tenendo conto mente sostituito con un modello al tantalio. Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
che il piedino 1 è facilmente individuabile per Allo scopo di evitare che la pila da 9 V possa tensione e la corrente- La potenza- Le unità
essere vicino agli elementi di riferimento, chia- muoversi, durante la marcia o la corsa dello di misura- ! condensatori- I resistori- I diodi
- I transistor - Pratica di laboratorio.
ramente segnalati sulla destra di figura 6. Natu- sportivo, si consiglia di evitare la comune presa Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
ralmente, come è stato detto in precedenza, polarizzata, saldando a stagno i morsetti, sulle cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
questo componente deve essere trattato con le rispettive piste di rame del circuito, tramite due Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
piccoli spezzoni di filo conduttore rigido, inter- Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere il successo
massime precauzioni, per evitare di danneggiar- posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
lo. Pertanto le mani dell'operatore, durante la ponendo inoltre una porzione di collante cellu- a due colori,
manipolazione di ICl, debbono rimanere in losico fra la basetta supporto e la pila stessa.
collegamento con la massa, alla quale vanno I due trimmer R2 ed R5, che consentono di re-
pure connessi gli eventuali utensili necessari per golare il ritmo del suono ed il suo volume in
l'innesto dell'elemento sullo zoccolo. cuffia, debbono essere dotati di rotelline denta-
Per quanto riguarda poi gli elettrodi dell'inte- te, onde facilitare le manovre di taratura.
grato stabilizzatore IC2, questi sono segnalati Ma per il trimmer R5 ci si accorgerà che sarà
con le lettere "u", "m" ed "e" nel disegno di fi- impossibile sopprimere del tutto il suono, men-

268 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 269


Servocomando progressivo

AVANTI -ALT- INDIETRO


Necessario
per i ferromodellisti.

Per piccoli e grossi motori


alimentati in continua.

SERVOCOMANDO
PROGRESSIVO non modellisti potranno utilizzarlo nei sistemi
automatici, là dove sia necessario controllare la
Ora, prima di iniziare la descrizione del servo-
comando, che maggiormente interessa coloro
velocità delle manovre, oppure nei processi di che vorranno attuarlo quanto prima, vogliamo
Il progetto, qui presentato e descritto, serve a pure provocarne l'arresto. Dunque, si tratta di regolazione delle portate degli impianti a pom- soffermarci su alcuni concetti inerenti i motori,
pilotare dolcemente un motore elettrico, di pic- un dispositivo di grande interesse per molti let- pa e, più generalmente, in una vasta, gamma di anche per giustificare la scelta del progetto da
cola o relativamente grande potenza, di tipo a tori e, in modo particolare, per i modellisti, che pratiche soluzioni, nei più svariati settori pro- noi concepito e pubblicato in figura 1. Tuttavia,
corrente continua, con collettore, tramite un con questo apparecchio saranno in grado di go- fessionali o del tempo libero, come ad esempio la seguente esposizione teorica può essere tra-
comune potenziometro a variazione lineare. vernare agevolmente i movimenti dei loro treni- nel mondo dei giochi per i giovani. scurata da chi ha più fretta, per raggiungere im-
Con il quale si può far ruotare l'albero della ni, delle piccole autovetture, dei natanti e di La realizzazione pratica del servocomando, suf- mediatamente il capitolo "Principio di funzio-
macchina dinamica in un senso o nell'altro, op- ogni altro automezzo in miniatura. Mentre i ficientemente economica ed attuabile da tutti, namento", queilo che entra nel vivo dell'argo-
ovvero anche dai lettori principianti, purché si mento, perché analizza il preciso comportamen-
rispettino le regole dettate in sede di descrizio- to del servocomando.
ne del montaggio, può essere effettuata con
uno o due moduli elettronici, a seconda della
potenza del motore che si vuol tenere sotto REGOLAZIONE DEL MOTORE
controllo. Perché nel primo caso occorre co-
Con l'impiego di questo servocomando elettronico, molti struire il solo progetto di figura 1, nel secondo La regolazione del comportamento di un moto-
modellisti potranno risolvere taluni problemi di pilotaggio dei si abbina a questo il circuito pubblicato in figura re, di qualunque natura questo sia e in ogni tipo
6, allo scopo di comporre l'insieme presentato di applicazione, è quasi importante quanto il
loro veicoli, soprattutto nel regolarne dolcemente i movimenti, in figura 9, che può essere alimentato con un motore stesso. Infatti, buona parte delle presta-
gli arresti e le inversioni di marcia. adatto, unico alimentatore a 14 Vcc : 15 Vcc e zioni del servomeccanismo o della motorizza-
potenza di 0,5 W + 20 W, oppure tramite bat- zione, dipendono dalla possibilità di controllo
teria per auto a 12 V. della coppia, della velocità, del senso di rotazio-

270 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 271


Servocomando progressivo Servocomando progressivo

<..>
F 3Q(@

gel· • l--··· -· • • •

<o
<..> a

Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo regolatore di velocità dei motori


elettrici. Si noti, in posizione parallela all'integrato, la presenza di un
ponticello che consente di attuare la continuità elettrica del circuito
stampato.

<")
<..>
< COMPONENTI I
AI] 4 Condensatori R3 = 5.600 ohm - 1/4 W - 1%
<") C1= 100.000 pF (ceramico) R4 = 5.600 ohm- 1/4 W- 1%
Cl: t C2 = 100.000 pF (ceramico) R5 = 2,2 ohm - 1/4 W
C3 = 22 F- 40 VI (elettrolitico) R6 = 1.000 ohm - 1/4 W
C4 = 100.000 pF (ceramico)
es = 100.000 pF (ceramico) Varie
4 IL 4 C6 = 150.000 pF (ceramico) IC1 = TDA2004
DL1 = led rosso
Resistenze DL2 = led verde
R1= 1.000 ohm (potenz. lin.) M = motore elettrico
y R2 = 15.000 ohm - 1/4 W VCC = 14 Vcc -;- 15 Vcc
Cl:

ne, del punto e del modo di arresto del motore. massima potenza, senza possibilità di regolazio-
Per lo stesso motivo per cui a nulla servirebbe il ne della coppia, della velocità o della riduzione
motore della più potente autovettura di formu- del numero di giri.
la uno, se questo rimanesse acceso soltanto alla Ma ogni motore, ovviamente, richiede una

272 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 273


Servocomando progressivo Servocomando progressivo

grandissima diffusione, sia in quelli di eccelse e


sofisticate applicazioni. E questo è il motore a
corrente continua a collettore. Di cui il modello
più diffuso, nel settore delle piccole potenze, è
certamente quello a magneti permanenti. Dove
TDA2004
il campo magnetico dello statore è generato e
conservato dalla presenza di magneti perma-
nenti, solitamente di ferrite o, nei motori più
costosi e di elevate prestaziom, anche in terre
rare come il Samario-Cobalto. In tali modelli,
quindi, il campo magnetico interagisce con la
corrente che scorre attraverso il rotore e genera
o
la coppia motrice che fa ruotare l'albero, rima- TDA 200
Flg. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato del modulo regolatore di velocità nendo costante. A differenza di quanto avviene
dei motori elettrici. nei motori ad eccitazione in serie, nei quali il
campo magnetico varia al variare della corren-
te, oppure in quelli ad eccitazione separata, in
cui le variazioni si ottengono agendo sull'ali-
mentazione dell'avvolgimento di campo statori-
co.
esclusiva strategia di controllo, con particolari stazioni, non solo in termini di potenza erogata Ora, se si tiene conto che l'entità e la rapidità
caratteristiche tecniche di attuazione. Per esem- in rapporto al peso, ma anche in misura di pre- della variazione di flusso concatenato con l'av- Fig. 5 - Piedinatura ed elementi guida nell'integrato
volgimento rotorico sono le cause che determi- TDA 2004 - L'aletta metallica si trova in contatto elet-
pio, in questa sede ci si occupa di uno di quei cisione, rapidità e facilità di controllo, che ne trico con Il piedino 6.
motori da cui si possono derivare elevate pre- giustificano il largo impiego sia nei settori a nano la tensione controelettromotrice e la
coppia, è facile dedurre che, nei motori a ma-
gneti permamenti, la tensione controelettromo-
trice indotta nel motore, per una velocità co-
stante, rimane stabile, essendo tali il flusso ma-
gnetico e la velocità con cui gli avvolgimenti lo
"tagliano". La tensione controelettromotrice, no le polarità della tensione, o si scambiano i
poi, essendo un'entità reattiva, si oppone alla collegamenti sui morsetti del motore, questo in-
tensione applicata, fino al punto da far assume- verte il senso di marcia, rimanendo costante il
re al motore un regime tale da renderla uguale
Il Il alla tensione di alimentazione, ovviamente di-
campo magnetico, ma risultando invertito quel-
lo di scorrimento della corrente rotorica. In tal
minuita della caduta causata dal rotore e dalle caso, dunque, la coppia si inverte. Se poi la ten-

«é R2
spazzole, che appare generalmente trascurabile
nelle piccole potenze e nelle alte velocità di ro-
tazione.
sione sui terminali del motore viene ridotta a
zero volt, il motore tende a rimanere fermo o a
frenare ed arrestarsi, se prima era in rotazione.
Concludendo, se la tensione di alimentazione Ecco dunque trovato un modo per controllare
rimane costante, la velocità tende a rimanere con continuità e precisione un motore a collet-
stabile, anche quando varia il carico e fino a che tore a magneti permanenti, con la possibilità di
la caduta di tensione sul rotore, stabilita dalla realizzare un lungo programma di pratiche ap-
formula: plicazioni, alcune delle quali sono già state
elencate in precedenza.
V= RxI

+è rimane trascurabile, valutando con V la caduta


di tensione, con R la resistenza del rotore e con
ALIMENTAZIONE

Fig. 4 - Volendo decelerare la marcia del motore, in uno I la corrente assorbita. Normalmente, per disporre di una tensione
-r dei due sensi di rotazione, la parte iniziale del progetto
originale deve essere corretta in questo modo, inseren-
do la resistenza A o la B ed attribuendo a queste il valo-
Si ottiene in tal modo un mezzo semplicissimo
per regolare la velocità del motore: quello di
continua e variabile a piacere, ma perfettamen-
te controllata, si ricorre all'impiego di un ali-
controllare la sua tensione di alimentazione, ri-
I re di 220 ohm : 1.500 ohm.
cordando che, coll'aumentare della tensione, il
mentatore da laboratorio. Ma questa può rive-
larsi una soluzione costosa, quando un tale ap-
motore ruota più velocemente. E se si inverto- parecchio è dotato di particolari caratteristiche,

27 4 Elettronico Pratico Elettronico Pratica 275


Servocomando progressivo Servocomando progressivo

-; L [
TR1 TR2 TR3
• + r n j
- - -
I o o o
I
F PNP NPN PNP
R7
I

oowo ;
I
PILOTA Cc8

I
I
I
R8

Fig. 7 - Piano costruttivo del modulo amplificatore di potenza. I quattro transistor debbono
essere dotati di opportuno, grosso elemento radiatore.

Fig. 6 • Circuito elettrico del modulo amplificatore, da accoppiare a quello regolatore di figu-
ra 1, nel caso di pilotaggio di motori elettrici con potenze comprese fra i 10W e i 20 W.

Ecco perché ci è sembrato assai più pratico ed parso assai difficile da mettere a punto, pur be-
-----COMPONENTI----- alquanto economico prendere le mosse da una
tensione unica di alimentazione, anche non
neficiando di un aumento di rendimento. La
commutazione, tuttavia, avrebbe sollevato note-
molto stabilizzata, o non stabilizzata affatto e voli problemi di formazione di campi disturba-
Varie
superficialmente filtrata, derivata quindi da un tori, incompatibili con gli ambienti domestici,
Condensatori Resistenze
comune alimentatore a trasformatore, ponte di dove funzionano le apparecchiature radiorice-
C7 = 220 F- 16 VI (elettrolitico) R7 = 100 ohm - 2 W TR1 = TIP3055 diodi raddrizzatori e grosso condensatore elet- venti, i televisori, gli amplificatori hi-fi e i rice-
C8 = 220.000 pF (ceramico) R8 = 100 ohm • 2 W TR2 = TI P2905 trolitico, vantaggiosamente sostituibile con una trasmettitori.
TR3 = TIP3055 batteria d'auto, sufficiente a pilotare motori fi- Concludendo, nel ritenere poco importante l'ef-
TR4 = TIP2905 no ad alcuni watt di potenza resa, cioè molto ficienza, abbiamo privilegiato l'assenza di di-
M = motore elettrico piccoli. sturbi e la precisione, scegliendo un regolatore
VCC = 14Vcc : 15 Vcc Con una tale tensione, dunque, si è deciso di di tipo "serie", nel quale la tensione, non assor-
alimentare il semplice ed economico circuito bita dal motore, venisse da questo assimilata.
elettronico di figura 1, da noi ampiamente spe- Il progetto di figura 1, che va considerato come
rimentato e collaudato e certamente in grado di una sorta di potenziometro di potenza, control-
pilotare, con dolcezza e precisione ma, soprat- lato elettronicamente, potrà essere adibito al
come ad esempio il basso rumore in uscita, che delle polarità della tensione, per il quale si deb- tutto, in modo agevole, il motore elettrico a pilotaggio di un motorino a collettore per gira-
non può riguardare i motori elettrici. Oppure bono impiegare complicati dispositivi di com- magneti permanenti. dischi, alle soluzioni acustiche più impensate
quando si debba realizzare l'inversione del sen- mutazione meccanica, difficilmente sincronizza- È pur vero che si poteva scegliere un approccio nelle discoteche ed a quelle già menzionate in
so di rotazione del motore tramite lo scambio bili con il passaggio per lo zero della tensione. di tipo a commutazione, ma questo sarebbe ap- precedenza.
27 6 Elettronica Pratica
Elettronica Pratica 2 77
Servocomando progressivo

MANUALE DEI DIODI


+ in antiparallelo, due diodi led, uno di color ros-
so, l'altro di color verde, che con la loro accen-
sione stabiliscono il verso di rotazione dell'albe-
E DEI TRANSISTOR
ro motore. Questi elementi optoelettronici, in-
vece, rimangono simultaneamente spenti quan-
L. 19.000
do il motore è fermo, ovvero quando il cursore Un prestigioso volumetto di 160 pagine,
del potenziometro R1 è sistemato in posizione con 85 illustrazioni e 75 tabelle con le
centrale. caratteristiche di circa 1.200 transistor e
Non è qui possibile affermare quando all'accen- 140 diodi.
sione di uno dei due diodi corrisponde il verso L'opera vuol essere una facile guida, di
9 di rotazione destrorso o quello sinistrorso, per- rapida consultazione, nel laboratorio
ché ciò dipende dal modo di collegamento delle hobbystico, dove rappresenta un ele-
due polarità del motore elettrico per corrente mento integrante del corredo abituale
delle attrezzature.
continua. In sede di collaudo dell'apparecchio,
Fig. 8 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato, da riportare su una basetta sup- tuttavia, ciò può essere stabilito con la massima
porto, delle dimensioni di 9,4 cm x 4 cm, sul quale si costruisce il modulo elettronico del-
l'ampllflcatore di potenza. precisione, senza equivoco alcuno. Perché dopo
la semplice osservazione del movimento dell'al-
bero si potranno apporre, in corrispondenza dei
due diodi led, le lettere D (destrorso) ed S (si-
nistrorso).
In ogni caso, spetterà al lettore, a seconda delle
pratiche esigenze applicative, stabilire l'ordine
di collegamento delle polarità del motore elet-
PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO contenuti due stadi amplificatori separati, ma trico.
uguali. Le cui uscite, ravvisabili nei piedini 8 -
Quando il cursore del potenziometro Rl vien 10, variano nella differenza di potenziale, inver- VARIANTE CIRCUITALE
fatto ruotare tutto verso il terminale 1 del cir- tendo pure le polarità, durante una rotazione
cuito elettrico pubblicato in figura 1, l'albero completa del perno del potenziometro Rl. Ma Una semplice variante circuitale può rendersi
del motore M gira in senso destrorso, ovvero da per meglio comprendere questo concetto, sup- necessaria nel progetto di figura 1, quando que-
sinistra verso destra. Quando invece si fa ruota- poniamo di inserire un voltmetro tra il morsetto sto viene utilizzato nel settore ferromodellisti-
re il perno di Rl verso la posizione centrale, la negativo dell'alimentatore ed il terminale 10 di co. Dove occorre che il trenino raggiunga una
velocità di rotazione del motore diminuisce, con ICI. E supponiamo pure di collegare analogo buona velocità di marcia soltanto in fase di
una relativa perdita di potenza, fino all'arresto strumento fra il morsetto negativo dell'alimen- avanzamento, ma non quando manovra in re-
totale. Poi, continuando a spostare il cursore di tatore ed il piedino 8 di ICI. Ebbene, se il cur- tromarcia. Quindi, per risolvere questo proble-
Rl verso il terminale 3 del circuito di figura 1, il sore di Rl è tutto spostato verso il terminale 1 ma si deve collegare, in serie con il potenzio-
movimento riprende fino a raggiungere la mas- del circuito, il primo voltmetro segnala un valo- metro Rl, una resistenza fissa di valore com-
sima velocità, ma questa volta in senso sino- re di 12 V, il secondo quello di 0,8 V. In tal ca- preso fra i 220 ohm e i 1.500 ohm, ovviamente
strorso, ossia da destra verso sinistra. so il motore gira con moto destrorso. di piccola potenza, cioè da 0,5 W circa. Come Tra i principali argomenti trattati, ricor-
In ciò consiste il funzionamento del progetto di Quando il cursore di Rl viene sistemato in po- segnalato nello schema correttivo di figura 4, in diamo:
figura 1, nel quale l'alimentatore va applicato sizione centrale, le due tensioni, misurate sui cui la resistenza può essere la A o la B, a secon-
nel rispetto delle sue polarità, mentre il motore piedini 8- 10 di ICI sono uguali, pari a 7 V ed da del verso di rotazione del motore elettrico Diodi al germanio e al silicio - Semicon-
elettrico può essere comunque inserito sui mor- il motore rimane fermo. Se invece il cursore di del trenino. duttori P ed N - Verifiche pratiche - Diodi
setti M-M. Rl è tutto ruotato verso il terminale 3 del cir- Con tale accorgimento, il motore eroga tutta la varicap - Diodi zener - Transistor -
L'integrato ICI è qui rappresentato dal model- cuito, sul piedino 8 di ICI si misurano 12 V, sua potenza quando gira in senso destrorso, Aspetti strutturali - Amplificazione a
lo TDA 2004, la cui configurazione reale è pub- mentre sul piedino 10 dell'integrato si rilevano transistor - Configurazioni - Piedinature -
mentre offre soltanto una parte di questa quan- Sigle - Riferimenti guida.
blicata in figura 5. In questa stessa figura è se- soltanto 0,8 V ed il verso di rotazione del moto- do ruota in verso sinistrorso, o viceversa. Per-
gnalata la piedinatura, con gli altri elementi di re è ora contrario a quello precedente. Ma è ché come si vede nello schema elettrico di figu-
riferimento; in particolare, si tenga presente chiaro che, fra destro, stop e sinistro, le varia- ra 1, il simbolo del motore elettrico M non ap-
che il piedino 6 rimane elettricamente collegato zioni di velocità sono progressive. pare contrassegnato con le solite indicazioni +
con l'aletta metallica del componente, che si e (positivo e negativo).
identifica, nel circuito di figura 1, con la linea di
massa. I DIODI L.ED MONTAGGIO DEL REGOLATORE
Dentro l'integrato ICI, appositamente concepi-
to per l'amplificazione in bassa frequenza, sono Sull'uscita del circuito di figura 1 sono inseriti, Il montaggio del progetto di figura 1 va realiz-

278 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 279


Servocomando progressivo Servocomando progressivo

TRANSISTOR basetta supporto di materiale isolante, rettango- metalliche di raffreddamento dei componenti.
lare, delle dimensioni di 9,4 cm x 4 cm recante, Pertanto, mentre i collettori di TR2 e TR4 pos-
ICI in una delle due facce, il circuito stampato, il sono fare contatto con la piastra del radiatore,
cui disegno in grandezza reale è pubblicato in così non deve accadere per i collettori di TR 1 e
figura 8. TR3, fra le cui alette di raffreddamento e la
Anche per questo secondo circuito stampato, la piastra del radiatore si deve interporre un fo-
continuità elettrica deve essere completata con glietto di mica isolante e del grasso al silicone,
l'inserimento di un ponticello fra l'elettrodo di che favorisce la trasmissione dell'energia termi-
emittore del transistor TR2 ed il terminale d'u- ca.
scita U più basso nel disegno di figura 7. A conclusione dell'argomento fin qui trattato,
I quattro transistor TRl - TR2 - TR3 - TR4, ricordiamo che, facendo funzionare il servoco-
anche se ciò non appare segnalato nello schema mando in ambienti elettricamente rumorosi,
pratico di figura 7, debbono essere raffreddati può rendersi necessario collegare, fra i piedini 6
tramite apposito e grosso radiatore, come si e 9 dell'integrato ICl, un condensatore da
LED ROSSO può notare nella foto di apertura del presente 100.000 pF. Inoltre, è da tener presente che le
articolo, che illustra il prototipo, completo di frenate brusche del motore, soprattutto quando
LED VERDE
modulo amplificatore, realizzato nei nostri la- questo rimane collegato ad un carico inerziale,
boratori. pososno danneggiare l'integrato ICl, così come
Nel montare un unico radiatore, si tenga pre- possono divenire causa di inconvenienti le re-
REGOLA Z. sente che gli elettrodi di collettore dei quattro pentine inversioni del senso di marcia dell'albe-
transistor sono in contatto elettrico con le alette ro del motore.
VELOCITA
E ROTAZ. MOTORE

Fig. 9 - Accoppiamento elettrico fra i due moduli elettronici per la regolazione ed il controllo
della velocità e del verso di rotazione dei motori.

IL F CICOLO ARRETR o
TATE 1986
zato nel modo segnalato in figura 2, dopo aver assorbita interamente dal motore, questa deve
approntato una basetta supporto, di bachelite o essere dissipata dal circuito regolatore. Ecco È un numero speciale di teoria e applicazioni varie,
vetronite, di forma rettangolare, delle dimen- perché l'integrato ICl necessita di un robusto DIDATTICA NUMERO SPECIALE appositamente concepito per i principianti che vogliono
sioni di 10,5 cm x 4 cm recante, in una delle due radiatore del calore in eccesso. ED APPLICAZIONI ESTATE '86 apprendere, in casa propria, quegli elementi che consen-
facce, il circuito stampato, il cui disegno in tono di costruire, collaudare e riparare molti apparati
elettronici.
grandezza reale è pubblicato in figura 3.
Le due resistenze R3 - R4 debbono avere una UN SECONDO MODULO Il contenuto e la materia trattata fanno di questo fascico-
tolleranza dell'l %, perché in caso contrario le lo un vero
tensioni in uscita possono apparire leggermente Mentre il primo modulo elettronico, più preci-
diverse, ad esempio di 12 V e 11 V. samente quello pubblicato in figura 2, può pilo-
Si tenga presente che, per il completamento del tare motori elettrici in continua di piccola po-
circuito, è necessario applicare un ponticello fra
la pista di rame che raggiunge il terminale posi-
tenza, fino a 0,5 W, per far funzionare motori
di potenza superiore, pari a 10 W + 20 W, si
ANUALE-GUIDA
tivo del condensatore elettrolitico C3 e la linea deve realizzare un secondo modulo elettronico l prezzo di l. 5.000
della tensione di alimentazione positiva. Tale di potenza, amplificatore, come quello riportato
ponticéllo è rappresentato da uno spezzone di in figura 6, la cui semplicità circuitale non ri-
filo conduttore rigido, peraltro ben visibile, in chiede particolari commenti. Chi non ne fosse ancora in possesso, può richiederlo a:
posizione parallela all'integrato ICl, nel dise- Il montaggio del circuito di figura 6 si effettua ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti,
MANUALE - GUADA 52, inviando anticipatamente l'importo di L. 5.000 a
gno del piano costruttivo di figura 2. nel modo segnalato in figura 7, nella quale è ri-
mezzo vaglia postale, conto corrente postale n. 916205
Come è stato detto in precedenza, quando la portato il piano costruttivo del modulo di po- PER ELETTRO DILETTANTI o assegno bancario.
potenza elettrica dell'alimentatore non viene tenza. E per il quale occorre approntare una

280 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 28 l
DISTORSIOMETRO Distorsiometro

Valutate la distorsione armonica dei vostri apparati.

Analizzate microfoni, pick-up, altoparlanti ed altri dispositivi


elaboratori di segnali.

Controllate l'andamento dei fenomeni nei circuiti amplificatori.

Sono molti i settori dell'elettronica applicata in ficazioni indesiderate, che alterano la purezza
cui si pretende che il trattamento di un segnale di un segnale durante un processo di trattamen-
avvenga senza che questo subisca alterazioni to elettronico.
sensibili. Per esempio quello delle catene audio, Uno degli inconvenienti più sgradevoli ed intol-
dove i trasduttori acustici, microfoni, pick-up, lerabili, che un segnale elettrico può palesare
altoparlanti o gli stessi circuiti di amplificazione dopo aver subìto una certa elaborazione, è cer-
di bassa frequenza, possono interferire negati- tamente quello della distorsione o, meglio, del-
vamente sulla fedeltà dei suoni che, riprodotti la distorsione armonica, che prende origine
altrove, perdono alcune delle caratteristiche ogni volta che manca una relazione lineare, fra
originali, talvolta assumendone altre di natura le grandezze elettriche iniziali e finali, in ur
assai diversa. Tuttavia, se l'esigenza non può blocco operativo.
Il controllo della distorsione armonica va effettuato, ancora essere totalmente soddisfatta, si consta-
ta che, allo stato attuale della tecnica, i risultati
periodicamente, lungo le catene audio, soprattutto dopo raggiunti sono già discreti e, negli apparati di CHE COS'È LA DISTORSIONE
interventi di riparazione, taratura e messa a punto delle miglior qualità, addirittura piacevoli. Lo affer-
ma il giudizio di tanti esperti, degli utenti di Ogni segnale periodico può essere completa-
apparecchiature. buon gusto e, soprattutto, il verdetto emesso da mente descritto per mezzo di alcuni parametri,
appositi strumenti, certamente in grado di indi- fra i quali i due più importanti sono la frequen-
viduare, con sufficiente precisione, quelle modi- za e la forma. Il primo, come si sa, indica quan-

282 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 283


Distorsiometro Distorsiometro

vu te volte in un minuto secondo si ripete l'anda-


mento del segnale, che viene appunto definito
A "periodico" e al quale è legata l'acutezza o me-
no della nota. Per esempio, pur assomigliandosi
nella forma, le note di· uno stesso strumento
@ F
hanno un valore di frequenza diverso, in modo
che un "do" appaia più grave di un "mi", un
"fa" più acuto di un "re", e così via. Ma la fre-
quenza non è sufficiente per contraddistinguere
un segnale. Infatti, un "do" di trombone è ben
diverso da un "do" di chitarra, pur avendo le
due note la stessa frequenza. Dunque, le note
sono identiche, ma vengono generate con due 0 F F2 F3 F4 F5 F6 7

o.E._ VE
___ sistemi fisici differenti, così da mostrare un
timbro dissimile.
Fig. 1- La caratteristica lineare di un segnale indi-
Immaginando di visualizzare il fenomeno ora
storto, rappresentata dalla linea retta A, si trasforma descritto sullo schermo di un oscilloscopio, ci si
in quella sinusoidale della curva tratteggiata B accorgerebbe che le due note, pur possedendo
quando il segnale si arricchisce di frequenze armo- un identico periodo, differiscono notevolmente
niche.
nella forma. Tale fenomeno è da attribuirsi al F ) F2 F3 F4 F5 F6 F7
diverso contenuto armonico dei due segnali (SOPPR
che, sovrapponendosi all'onda sinusoidale prin- OIST0RS.
cipale, alterano il contorno e, conseguentemen-
te, il timbro. Fig. 3-La frequenza fondamentale F, diagrammata in 1, appare suddivisa, nel suo aspetto
Le armoniche sono sinusoidali, con frequenza spettrale, formato dalle frequenze armoniche, nel diagramma 2. Il filtro notch, descritto nel
multipla di quella dell'onda fondamentale. testo, sopprime la frequenza fondamentale e concede libero transito a tutti gli altri segnali
rappresentativi della distorsione, come segnalato nel diagramma 3.
Dunque, potendo mescolare le armoniche a
piacere, si intuisce facilmente come sia possibile
generare in pratica un'infinità di suoni, che as-
somigliano a quelli degli strumento più classici.
Con questo sistema, inoltre, vi è anche la possi-
bilità di creare nuovi suoni, che stanno poi alla CARICO TESTER ',l
base della moderna musica elettronica. (uc.A)
Concludendo, la distorsione rappresenta la per-
centuale delle armoniche aggiunte al segnale si-
nusoidale ed indica il cambiamento di forma
dell'onda stessa.
Facendo riferimento ad un apparato di elabora-
zione del segnale elettrico, si dice che, per man-
tenere una relazione lineare tra segnale entran-
"- " e
te ed uscente, quando si raddoppia l'intensità in
ingresso, questa deve raddoppiare pure per il
segnale in uscita. E ciò deve accadere per tutti
vOL.

o o
10O

+±l @
Ig±
{93)1e e·

f,
'@
gli elementi che concorrono alla composizione (j) I I
di un sistema di elaborazione di segnali. Perché
se ciò non si verifica, come segnala il diagram-
ma di figura 1, il segnale in ingresso appare di- GENERAT AMPLIFIC. MISURAT
storto in uscita, dato che la caratteristica lineare
A si trasforma in quella sinusoidale B (tratteg-
giata). Fig. 4 - Schema applicativo a blocchi del sistema di misura del tasso di distorsione presente
Fig. 2-Le forme distorte dei segnali elettrici posso- all'uscita di un amplificatore. La numerazione, qui riportata, trova precisa corrispondenza
I diagrammi riportati in figura 2 mostrano come con le interpretazioni grafiche pubblicate in figura 3. All'entrata dell'amplificatore è presente
no essere molteplici. Quello sinusoidale, riportato in
A, può trasformarsi negli altri tre segnalati in B-C -
le forme distorsive possano essere molte. Ad il segnale sinusoidale puro; sull'altoparlante si rileva quello composito, in uscita si misura
D. esempio, il segnale sinusoidale riportato in A di soltanto l'insieme di frequenze rappresentative della distorsione.
figura 2, a seconda del tipo di non linearità, può

284 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 285


Distorsiometro Distorsiometro

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VOLTM.
C.A.

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- . - . - ·-· -·•"1•·--
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o i= e Fig. 6- Piano costruttivo del dispositivo descritto in queste pagine e necessario per valutare
z Ni
,- ,- ,- ,-
I I I
il tasso di distorsione presente nei segnali elettrici sottoposti ad elaborazione.
uI >5
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O O O O a, a, a, a, O
rr- oo 00 0 r
. trasformarsi nei segnali indicati in B-C- D
della stessa figura.
trailo dell'apparecchio tramite uno strumento
imparziale, che consenta di evidenziare sul na-

8
o::,
""
(J Cl::
? roso Analizzato sotto l'aspetto matematico, il feno- scere fenomeni tanto spiacevoli. Ma il controllo
dr o t o0M 00 0
meno può essere inteso come se al segnale di di segnali, che possono rimanere affetti da di-
a: a: a: a: a: a: a: a: a: a: storsione, debbono essere effettuati anche su
ingresso, che contiene la sola frequenza fonda-
mentale F (vedi figura 3), venissero aggiunte molti altri tipi di apparecchiature e non soltanto
delle frequenze armoniche. Ciò è segnalato nel sugli amplificatori audio. Per esempio sugli
diagramma 2 di figura 3, che riporta la compo- oscillatori sinusoidali, nei modulatori e nei de-
~ sizione spettrale del segnale: tutto quanto non è modulatori, dove è necessario valutare il mi-
a frequenza fondamentale viene chiamato glior compromesso tra semplicità, efficienza e
"distorsione", come presentato nel diagramma linearità.
3 di figura 3.
Di solito, in una catena audio, gli elementi che
introducono i maggiori fenomeni di distorsione MISURA DEL.LA DISTORSIONE
sono i microfoni e gli altoparlanti; gli altri, so-
prattutto quelli di tipo digitale, non sono ritenu- Per misurare la distorsione occorre uno stru-
ti sorgenti di grosse distorsioni. Dunque, è sui mento che elimini il segnale da elaborare da
primi che bisogna sempre intervenire per i ne- quello elaborato, ovvero il segnale d'entrata da
·;:: cessari controlli e le conseguenti valutazioni; quello d'uscita di un determinato apparato.
o r ooooMr
iii ooooo::r ma può succedere pure che la causa del feno- Inoltre, un tale strumento deve poter valutare
a o2o
00000 meno sia da ricercarsi nei circuiti dell'amplifica- quanto rimane, cioè la somma delle intensità
a, o::!' o::!' o::!' o::!' dei segnali rimanenti riferita, in percentuale, al
-g Il II Il 11 11 Il 11
tore, in modo particolare dopo un guasto o una
cattiva messa a punto di questo. Che può gra- segnale con frequenza fondamentale. In prati-
o ,- N M o::!' lt') (0 l'-
u ooooooo dualmente adattare l'orecchio all'innaturalezza ca, lo strumento deve misurare tutto quanto
dei suoni e per cui s'impone un periodico con- non è a frequenza fondamentale, quando in in-

286 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 287


Distorsiometro
Distorsiometro

+ IL FILTRO NOTCH
Letteralmente notch significa "incisione",
amatoriale. Perché la sua funzione diviene utile
e necessaria ogni volta che, da un segnale com-
plesso, si desidera escludere un ben preciso va-
"intaglio", "dentellatura", mentre con l'espres- lore di frequenza.
sione "filtro notch" si designa un particolare E veniamo alla rete del filtro notch vero e pro-
circuito, in grado di ridurre un preciso settore prio che, nello schema di figura 5, è stato realiz-
di frequenze che compongono un segnale elet- zato con quattro resistori a tolleranza dell' 1 %
trico. E poiché la banda di frequenze è normal- (R5 - R6- R7- R8), ciascuno dei quali misura
mente molto stretta, questo tipo di filtro bene si una resistenza di 6940 ohm. Ebbene, con questi
adatta alla eliminazione di segnali spuri a fre- quattro elementi e con quattro condensatori del
quenza fissa. Si pensi, ad esempio, ad una rice- valore capacitivo di 49.000 pF (C2-C3-CA-
zione radiantistica, disturbata da un fischio in- C5), la frequenza di risonanza del filtro notch è
tenso e continuo, imputabile al battimento tra di 500 Hz circa, mentre l'attenuazione, come ri-
Fig. 7 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da riportare in una delle due facce due emittenti. E si pensi ai benefici apportati, levabile nel diagramma di figura 8, raggiunge i
di una basetta supporto delle dimensioni di 10,4 cm x 4 cm.
in tal caso, dall'impiego di un filtro notch, che 60 dB, che si riducono a 30 -:- 40 dB se si utiliz-
consente di eliminare, pressoché totalmente, il zano componenti di minor precisione. Pertanto,
disturbo, consentendo una chiara ricezione del quando si collega all'entrata del circuito del di-
segnale audio. storsiometro di figura 5 un generatore di segna-
Ma il campo di applicazioni del filtro notch è le, ovviamente a bassa distorsione, regolato sul
molto vasto e non soltanto limitato al settore valore di 500 Hz, il voltmetro presente in uscita,
gresso sia presente un segnale puramente sinu- punto e taratura del distorsiometro.
soidale. La formula è la seguente: Non è stato presentato in questa sede il proget-
to del generatore di bassa frequenza, perché un
V armoniche tale strumento è ormai molto diffuso anche fra
D % = ----- x 100
V segnale i dilettanti. Del resto, coloro che ne fossero
sprovvisti, potranno facilmente realizzarlo ricor- ECCEZIONALMENTE RICHIEDETECI
rendo ad uno dei tanti progetti pubblicati in
in cui D misura percentuale di distorsione, V passato su questo stesso periodico. IN VENDITA L'ANNATA
armoniche la tensione in uscita e V segnale II generatore di bassa frequenza viene impiega-
quella d'entrata. to, in accoppiamento con il distorsiometro, nel A SOLE L. 18.500 COMPLETA
In ogni caso, prima di iniziare ogni operazione modo indicato nello schema applicativo a bloc-
mirata alla determinazione della percentuale di
distorsione, è consigliabile misurare il segnale
chi di figura 4.
Volendo analizzare un amplificatore di bassa
1989
in ingresso e valutare la distorsione in esso con- frequenza, il generatore di segnali si applica al-
tenuta. Soltanto dopo sarà conveniente effet- l'entrata dell'apparecchio, mentre all'uscita ri- i4
tuare la misura in uscita, tenendo conto della mane inserito il normale carico, cioè l'altopar-
percentuale di distorsione introdotta dal siste- lante e l'ingresso del distorsiometro che, in fi-
ma di misura. gura 4, è segnalato con la dicitura MISURAT. Coloro che, soltanto recentemente,
Dunque, in pratica occorre determinare il rap- Quest'ultimo può essere dotato di voltmetro hanno conosciuto ed apprezzato la
porto fra due tensioni, quella delle armoniche e per tensioni alternate, sulla scala del quale si ef- validità didattica di Elettronica Prati-
quella del segnale. È quindi indispensabile sot- fettuano le letture. Tuttavia, nel nostro sistema ca, immaginandone la vastità di
trarre al segnale originale l'onda sinusoidale di misure, allo scopo di semplificare il circuito programmi tecnico-editoriali svolti
con frequenza fondamentale, isolando le fre- del distorsiometro e per economizzare sulla in passato, potranno ora aggiunge-
quenze spurie. Ma per raggiungere questo sco- spesa della realizzazione, si è consigliato l'im- re, alla loro iniziale collezione di ri-
po occorrono due strumenti: piego del tester commutato nella funzione di viste, questa annata proposta in of-
voltmetro per tensioni alternate. ferta speciale a tutti i nuovi lettori.
1 - Un generatore sinusoidale Termina qui la descrizione del sistema di misu-
2 - Un distorsiometro ra del tasso di distorsione suggerita in queste
pagine e che Io schema d'insieme di figura 4 il-
II generatore sinusoidale, di bassa frequenza, lustra molto chiaramente, mentre inizia ora l'e-
deve erogare un segnale a 500 Hz, regolabile same del distorsiometro vero e proprio, princi-
almeno fra- 50 Hz e + 50 Hz. Questo inter- palmente rappresentato da un filtro notch e
vallo si rende necessario in sede di messa a pubblicato in figura 5.

288 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 289


Distorsiometro Distorsi o metro

ATT. carico, generalmente rappresentata dall'altopar- Una volta realizzato il modulo elettronico di fi-
dB r-
lante, che può essere segnalato con la sigla Vl gura 7, questo verrà inserito in un contenitore
e quella valutata a valle del filtro notch, che va metallico, al quale si può conferire l'aspetto
.
o
· 4 /\ t
indicata con V2. Poi si applica la formula già
menzionata:
esteriore dell'apparato chiamato MISURAT.
ed inserito nello schema applicativo di figura 4.
Il diodo led DL, va posizionato sopra l'interrut-
'
'
' I D %= 100 x (V2 : Vl) tore acceso-spento S2, in modo da avvertire lo-
peratore in quali condizioni elettriche si trova il
- 20 '' '
Il

I
Entrambe le misure di tensione si effettuano in- distorsiometro.
I I
tervenendo sul commutatore S 1 del distorsio- Abbiamo già detto che la precisione di analisi
t
metro, mentre le letture dei due valori vanno ri- del circuito dipende essenzialmente da quella
levate sulla scala del medesimo voltmetro. La delle quattro resistenze R5- R6- R7- R8, la
-0
'' prima lettura si ottiene con S 1 commutato su T,
la seconda con S 1 su M.
cui tolleranza non deve superare l'l %. Tuttavia,
accontentandosi di una resa inferiore del notch,
l
i valori di 6940 ohm, difficilmente reperibili in
V1= S1su T commercio, ma sicuramente trovabili presso la
V2= S1su M ditta B.C.A. Elettronica di Imola (BO), posso-
I 11 I no essere sostituiti con quelli standard di 6.800
- 60 Facciamo un esempio: supponiamo di aver rile- ohm al 5%. Si tenga conto comunque che, va-
01 0,5 10 vato i seguenti due valori di tensioni: riando i valori attribuibili alle quattro resistenze
FREO. KHZ menzionate e ai quattro condensatori C2 - C3 -
V1= 10V C4- C5, purché sempre uguali fra loro, varia
V2= 50 mV soltanto la frequenza di risonanza.
Per individuare i quattro condensatori con lo
Fig. 8-La frequenza di risonanza del filtro notch è di 500 Hz circa, se i componenti elettroni- Applicando la formula menzionata si ottiene: D stesso valore capacitivo, si possono selezionare,
ci assumono i valori prescritti nell'apposito elenco. L'attenuazione raggiunge i 60 decibel.
% = 0,5%. E questo è il tasso di distorsione tramite un capacimetro digitale, una ventina al-
globale introdotto da quell'apparato esaminato meno di componenti della stessa capacità nomi-
che ha fatto rilevare i due valori di tensione nale, per scegliere poi, fra tutti questi, quelli
supposti nell'esempio citato. che più si avvicinano ai 49.000 pF. Nel nostro
prototipo abbiamo montato, per C2 e C3, due
condensatori da 49.000 pF esatti, mentre per
MONTAGGIO C4 e C5 abbiamo individuato due grandezze ca-
pacitive diverse: 48.100 pF e 49.800 pF che,
ma sostituibile con un tester, deve segnalare un re due valori di tensione, quello rilevabile sulla Il montaggio del circuito del distorsiometro si sommate, danno 97.900 pF, anziché 98.000 pF.
valore di tensione prossimo allo zero o, tutt'al resistenza di carico dell'apparecchio posto in esegue nel modo segnalato in figura 6, utiliz- Il motivo per cui C4 e C5 sono montati in pa-
più, compreso fra pochi millivolt e 1 Vpp. esame, che normalmente si identifica con l'alto- zando una piastrina supporto di materiale iso- rallelo si spiega subito ricordando che diventa
Concludendo, dopo aver alimentato con S2 il parlante e quello presente all'uscita del filtro lante, bachelite o vetronite, di forma rettango- assai più facile avvicinarsi ai 98.000 pF con que-
circuito di figura 5 e dopo aver posizionato S 1 notch. La prima misura si realizza con Sl com- lare, delle dimensioni di 10,4 cm x 4 cm recan- sto collegamento che non utilizzando un solo
in M, l'indice del voltmetro deve rimanere qua- mutato su T, la seconda con S 1 su M. te, in una delle due facce, il circuito stampato, il componente.
si fermo quando in entrata E viene introdotto Per l'integrato ICl si è utilizzato il modello cui disegno in grandezza reale è pubblicato in
un segnale perfettamente sinusoidale a 500 Hz, TL061, che è dotato di una elevatissima impe- figura 7.
perché questo non può attraversare il filtro denza d'ingresso, mentre rimane caratterizzato
notch, mentre trovano via libera tutti gli altri da un guadagno unitario. Si tratta inoltre di un
segnali. Il filtro, dunque, sopprime un'unica fre- componente a basso rumore e minima distor-
quenza, la fondamentale del segnale applicato sione.
in ingresso. Ricordate il nostro indirizzo!
Il potenziometro R2, del valore resistivo di
1.000 ohm e di tipo a variazione lineare, serve ESEMPIO DI MISURA
per regolare la sensibilità del circuito. La sua
taratura va eseguita in modo da adattare l'enti-
tà dei segnali in gioco con la scala del voltme-
In pratica, quando si vuole conoscere il tasso di
distorsione in percentuale, introdotto da un ap-
EDITRICE ELETTRONICA PRATICA
tro. parato durante l'elaborazione di un segnale
Il commutatore ad una via e due posizioni S1, elettrico, si debbono misurare due tensioni,
quella presente sui terminali della resistenza di
Via Zuretti 52 - 20125 Milano
come diremo più avanti, viene usato per valuta-

290 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 291


Filtri BF

-11:

-'8 "
le
·- "
FILTRI BF
Si sente spesso parlare di filtri passa alto, passa Sostanzialmente, i filtri possono essere di quat-
basso, passa banda o notch, ma non tutti i nostri tro tipi principali: Inseriteli nei circuiti di preamplificazione BF.
lettori sanno di che cosa si tratta. Per tale moti-
vo, quindi, abbiamo ritenuto necessario riserva- I° - Passa alto
re, questo mese, alcune pagine del periodico, 2°- Passa basso Perfezionate la resa degli altoparlanti.
ad un argomento tanto importante, sia sotto l'a- 3°- Passa banda
spetto teorico che quello pratico. Cominciamo 4° - Notch
dunque col dire che i filtri rappresentano quei Costruitevi un filtro audio per la vostra radio.
circuiti che sono in grado di controllare, sotto- Al primo tipo appartengono quei dispositivi che
ponendoli a particolare trattamento, i segnali si lasciano attraversare soltanto da segnali ap-
che appartengono ad una certa banda di fre- partenenti ad una gamma di frequenze di valo-
quenza. re superiore a quello stabilito da ogni determi-
nato progetto. Per esempio, in un filtro passa
alto a 450 Hz, possono transitare i segnali con un tale circuito è stato già ampiamente trattato esempio limite, in questo settore di filtri, è rap-
frequenza superiore ai 450 Hz, ma non trovano in precedenti fascicoli della rivista, anche di re- presentato dalle linee di ritardo, che rallentano,
via libera quelli con valori di frequenza inferio- cente pubblicazione, alla cui consultazione rin- anche di molti cicli, la fase del segnale, senza
ri. viamo i lettori e che, in questa sede, eviteremo variarne l'ampiezza.
Al secondo tipo di filtro, ovvero alla categoria di analizzare. Mentre parleremo dei primi tre L'attenuazione o l'esaltazione, introdotte nei
dei passa basso, vengono assegnati quei circuiti tipi di filtri, presentandone altrettanti validi circuiti di utilizzazione dei filtri, si misurano in
che si comportano in maniera opposta a quella progetti, che molti potranno destinare agli im- decibel ( dB), così come avviene per il guadagno
Attraverso la presentazione di tre con cui agiscono i passa alto, lasciandosi attra- pieghi più svariati nel settore della riproduzione degli amplificatori o per l'attenuazione degli at-
versare da segnali di frequenza inferiore ad un audio. tenuatori o partitori, che si identifica nella mi-
filtri di bassa frequenza, a certo valore, ma non da quelli a frequenze su- sura di venti volte il logaritmo in base dieci del
guadagno unitario e facilmente periori. GENERALITÀ SUI FILTRI rapporto fra il segnale di uscita e quello di en-
realizzabili si vuole invitare il Il terzo tipo di filtro, il passa banda, è quel cir- trata. Ovvero, per dirla con parole diverse,
cuito che concede il passaggio ad una sola e Alle quattro categorie di filtri, elencati in prece- quando il segnale in uscita è dieci volte più
lettore all'approfondimento di un certa banda di frequenza, ma non a quelle che denza, si sarebbe potuto aggiungere il filtro "ali grande di quello in ingresso, misurato in tensio-
tema assai importante nel settore rimangono al di fuori di questa. Per esempio al- pass", ossia il filtro passa tutto, che non è uno ne o in corrente, ma non in potenza, si dice che
la banda che si estende fra i 400 Hz e i 600 Hz, spezzone di filo conduttore, come si potrebbe il filtro guadagna 20 dB.
della bassa frequenza. oppure a quella che va dai 300 Hz ai 3.000 Hz e credere con il solo affidamento all'intuito per- I circuiti dei filtri, quando vengono realizzati
così via. sonale, ma una complicata rete, che non altera con componenti privi di guadagno, come le in-
Infine, il modello notch, è quel filtro che elimi- l'ampiezza del segnale alle varie frequenze, ma duttanze, i condensatori o le resistenze, vengo-
na una stretta o strettissima banda di frequen- agisce sulla fase, ritardandola o anticipandola a no chiamati "filtri passivi". Se invece sono dota-
ze, per esempio quella dei 95 Hz + 105 Hz. Ma seconda delle esigenze dell'operatore. Un ti di elementi amplificatori, allora assumono la

292 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 293


Filtri BF Filtri BF

I
Ii[
f +www-{h}
h" l m=

I
RI

c
VCc
+
vcc
e
/ C 1 R5 R4

' I
Ml

Ì ··-·-·-·-·-·-·-·-·PASSA ALTO
c6

([lbel

i
u

M
E

M
u

Fig. 1- Circuito teorico del filtro passa alto, con frequenza di taglio di 300 Hz, descritto nel
testo. I due condensatori es - C6 sono di tipo al tantalio.

Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico del filtro passa alto. Con le lettere E ed U
-----COMPONENTI----- sono indicati i terminali di entrata e di uscita; con la lettera M è segnalata la linea di massa.

Condensatori Resistenze Varie


C1= 33.000 pF R1 = 10.000 ohm - 1%- 1/8 W IC1 = TL082

+ti
C2 = 33.000 pF R2 = 10.000 ohm - 1%- 1/8 W VCC = 9 Vcc : 12Vcc
C3 = 33.000 pF R3 = 47.000 ohm - 1%- 1/8W CIRCUIT REALIZZABILI
C4 =
es =
33.000 pF
10F - 35 VI (tantalio)
R4
R5
=
=
47.000 ohm -
22.000 ohm -
1%- 1/8 W
1/8 W I circuiti di filtri, che stiamo per presentare, so-
no di tipo a guadagno unitario, ossia il valore
1 PASSA
ALTO -+
·'a
C6 = 10F- 35 VI (tantalio) R6 = 22.000 ohm - 1/8 W
C7 = 2F (non polarizzato) R7 = 100 ohm - 1/4 W della tensione in entrata è uguale a quello della
tensione in uscita, o quasi, senza superare cer-
tamente i limiti stabiliti dal filtro.
L'impedenza d'entrata è elevatissima, mentre
quella di uscita è medio-bassa e si aggira intor-
no ai 1.000 ohm -;.- 300 ohm. Pertanto, coloro
che volessero utilizzare i filtri in accoppiamento

denominazione di "filtri attivi". fino al raggiungimento delle prestazioni deside-


rate. Ogni cella del secondo ordine equivale ad
con un altoparlante, dovranno servirsi di un pic-
colo amplificatore di bassa frequenza. Più avan-
ti, comunque, interpreteremo il modo di com-
porre un filtro audio, da inserire all'uscita o
:1'
La progettazione dei filtri è sempre un compito
impegnativo, ma per semplificare il problema,
che insorge in tantissime occasioni, quando si
un circuito con una induttanza ed una capacità,
in grado di realizzare pendenze, nella curva di
risposta in frequenza, di 12 dB per ottava, equi-
presa per cuffia di un ricevitore radio.
I progetti, qui presentati e descritti, sono del
quarto ordine. Impiegano dunque due filtri
+
realizzano circuiti o dispositivi elettronici, sono
state messe a punto delle tecniche standard di valenti a 40 dB per decade. uguali, collegati in serie tra loro e l'attenuazio- Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-
produzione, di tipo modulare, cercando di sin- Nei filtri attivi vale la regola per cui ogni grup- ne teorica è di 24 dB per ottava. pato su cui si realizza il modulo elettronico del filtro
po resistivo-capacitivo indipendente, che non Per i principianti ricordiamo che l'ottava rap- passa alto. Le dimensioni della basetta supporto so-
tetizzare i vari sistemi di filtro a partire da celle no di 6 cmx 6,3 cm.
elementari del secondo ordine, per poi colle- interagisce con altri, determina una pendenza presenta il raddoppio di una frequenza. Per
garle in cascata, in un numero scelto a piacere, di 6 dB per ottava. esempio, facendo riferimento alla frequenza di

294 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 295


Filtri BF
Filtri BF

vu FILTRO PASSA BASSO denze bassissime o praticamente trascurabili.


Tali condizioni ideali di funzionamento consen-
• Il circuito del filtro passa basso è riportato in fi- tono ai gruppi RC di simulare prestazioni ana-
gura 5; di esso descriviamo dettagliatamente il loghe a quelle dei gruppi RLC.
ve\I[III , comportamento in quanto, proprio da questo, La re»utenza R2, unitamente al condensatore
semplicemente scambiando di posto le resisten- C3, compone la prima cella passa basso atte-
ze con i condensatori, ovviamente per i soli nuatrice delle frequenze nel progetto di figura
componenti che riguardano il filtro vero e pro- 5. La seconda cella è formata dalla resistenza
prio, si ottiene il filtro passa alto già presentato Rl e dal condensatore Cl.
in figura 1. Il condensatore C8, anche se in realtà è un pas-
Le resistenze R6 - R7 formano un partitore che sa alto, rappresenta un elemento di isolamento
offre un valore di tensione pari al 50% di quel- della componente continua dei segnali. Questo
u lo di alimentazione VCC che, come prescritto, componente, proprio per tale comportamento
01 0,5 2 3 5 7 deve aggirarsi fra i 9 Vcc e i 12 Vcc. principale, non appare più nel secondo stadio.
KHZ La tensione del partitore viene applicata agli in- Giunti a questo punto, facciamo notare al letto-
gressi non invertenti ( +) degli operazionali, on- re che se avessimo impiegato i due gruppi resi-
de stabilire la posizione di riposo di entrata ed stivo-capacitivi senza l'inserimento dell'integra-
Fig. 4 - Diagramma relativo alla banda passante del filtro passa alto con frequenza di taglio uscita in assenza di segnale. to operazionale, difficilmente avremmo rag-
di 300 Hz. Con VU vengono computati i valori delle tensioni in uscita, con VE quelli delle Il condensatore al tantalio C6 filtra questa ten- giunto le stesse prestazioni del filtro passa bas-
tensioni in entrata.
sione dalle componenti alternate, mentre la re- so, ovvero il fattore di qualità del circuito sareb-
sistenza R5 la invia al piedino 3 di ICl, impe- be apparso assai degradato e con questo anche
dendo al segnale di cortocircuitarsi su C6. le pendenze di attenuazione ed il segnale utile
Il secondo stadio, polarizzato dal primo, è tenu- avrebbero lasciato alquanto a desiderare, se-
to a riposo tramite le resistenze R3 - R4 - ma gnalando perdite paurose.
entrambi sono collegati in modo da stabilire Il circuito di figura 5 può alimentare, in uscita
1.000 Hz, la prima ottava vale 2.000 Hz, la se- la frequenza.
Il montaggio del filtro passa alto si esegue nel un'amplificazione unitaria non invertente, pari U, carichi dell'ordine di 1.000 ohm : 10.000
conda ottava vale 4.000 Hz, la terza ottava a O dB, in quanto il logaritmo di 1 vale O. Infat- ohm, mentre non accetta lunghi cavi schermati,
8.000 Hz e così via. modo segnalato in figura 2, che ne rappresenta
il piano costruttivo. Dunque, occorre appronta- ti, collegando fra loro i piedini 1 e 2di ICl, si quando in presenza di carichi capacitivi, supe-
re una basetta supporto, di materiale isolante, collega tutto il segnale di uscita all'ingresso in- riori ai 100 pF, può innescare oscillazioni a ra-
vertente e si stabilisce una controreazione del diofrequenza in grado di distorcere il segnale e
FILTRO PASSA ALTO di forma rettangolare, delle dimensioni di 6 cm
100%. Owvero, l'uscita deve obbligatoriamente per le quali si rende necessario l'inserimento, in
x 6,3 cm e riportare, su una delle due facce di
seguire il piedino 3 perché, se l'operazionale serie con il condensatore C5, di una resistenza
In figura 1 è presentato il circuito elettrico del questa, il circuito stampato, il cui disegno in
ICl funziona in zona lineare, cioè non satura e da 100 ohm.
filtro passa alto del quarto ordine che, con una grandezza reale è pubblicato in figura 3.
non distorce, i piedini 2 e 3 si trovano pratica-
frequenza di taglio di 300 Hz, attenua i segnali Per la realizzazione del progetto di figura 1, so-
mente allo stesso potenziale; diversamente l'o-
a 600 Hz di 24 dB. no stati impiegati condensatori da 32,7 KpF (Cl
perazionale reagisce per mantenere appunto ta- MONTAGGIO DEL PASSA BASSO
La banda passante in questo circuito è diagram- - C2 - C3 - C4). Ma queste grandezze capacitive
le condizione.
mata in figura 4, dove con VU si computano i non sono di tipo standard; il lettore, dunque,
Coloro che volessero invece ottenere un guada- Il modulo del filtro passa basso si realizza nel
valori delle tensioni in uscita, con VE quelli in deve servirsi di componenti da 33.000 pF, sce-
gno, per esempio di dieci volte, pari a 20 dB, modo indicato nel piano costruttivo riportato in
entrata. gliendoli fra un numero relativamente elevato
dovranno collegare, tra il piedino 1 di ICl e la figura 6, dopo aver approntata la basetta sup-
I condensatori Cl - C2 - C3 - C4 debbono esse- di condensatori con lo stesso valore nominale,
linea di massa, un partitore in grado di attenua-
re tutti della stessa capacità. Aumentandola, di- ma individuando fra questi quelli che maggior-
re, nella misura di dieci volte, il segnale, com-
minuisce la frequenza di taglio e viceversa. Nel mente si avvicinano al reale valore di 33.000 pF,
posto ad esempio da due resistenze da 900 ohm
primo caso possono transitare quindi segnali oppure a quello di 32,7 KpF. Non si possono in-
e 100 ohm, con quest'ultima inserita verso mas-
con frequenza inferiore ai 300 Hz, nel secondo vece montare nel modulo elettronico di figura 2
sa; contemporaneamente il piedino 2, anziché
quelli con frequenza superiore ai 300 Hz. un condensatore da 32.500 pF, uno da 32.700
La resistenze Rl - R2 debbono assumere lo
stesso valore ohmmico, mentre le R3 - R4 do-
pF, uno da 33.000 pF ed uno da 33.500 pF, per-
ché in questo modo la curva di figura 4 diviene
al piedino 1, dovrà essere collegato al punto
centrale del partitore. abbonatevi a:
Il blocco operazionale, nel circuito di figura 5,
vrebbero presentare una misura doppia delle
prime due. Tuttavia, aumentando il valore di
meno ripida.
Dunque, proprio nella scelta delle resistenze e
ha la sola funzione di creare condizioni di im-
pedenza ideali per i gruppi resistivo-capacitivi,
ELETTRONICA
quasi quattro volte, si ottiene una modesta am- dei condensatori sta l'unica difficoltà realizzati-
che di solito sono impossibili nei dispositivi nor-
plificazione al ginocchio di taglio della frequen-
za, con una conseguente maggiore reiezione dei
va dei filtri. Perché difficilmente il dilettante
riesce oggi a reperire in commercio resistenze e
mali, dato che ICl presenta una impedenza di
carico praticamente infinita o comunque molto
PRATICA
segnali più bassi che si vogliono eliminare. Tutti condensatori di elevatissima precisione, con tol-
elevata ai gruppi RC e li alimenta con impe-
gli altri componenti circuitali non sono legati al- leranze dell'l %.
Elettronico Pratico 297
296 Elettronico Pratico
Filtri BF Filtri BF

! !
I
I
i
i
I
+
vcc
R3

I C 7 286 I\T!i, ?
E i w- ~ ~
T c4 Il L I Au Il E u
1U
R7

M M
...e-.
PASSA BASSO I

Fig. 5 - Circuito elettrico del filtro passa basso con frequenza di taglio di 3.000 Hz. I conden-
satori C6 e C7 sono di tipo al tantalio. Le linee tratteggiate delimitano la parte circuitale
montata su una basetta supporto con circuito stampato.
Fig. 6- Schema pratico del modulo elettronico del filtro passa basso, nel quale i componenti
C1-C2- C3- CA4 ed R1 - R2- R3 - R4 debbono avere precisi valori reali con tolleranze

-----COMPONENTI----- delr'1%.

Condensatori Resistenze Varie


C1= 10.000 pF R1= 10.000 ohm - 1/8 W IC1 = TL082 Tutti gli altri componenti del circuito di figura 5
C2 = 10.000 pF
C3 = 2.200 pF
C4 = 2.200 pF
C5 = 2,2 F (non polarizz.)
R2 = 10.000 ohm - 1/8 W
R3 = 10.000 ohm - 1/8 W
R4 = 10.000 ohm - 1/8 W
VCC = 9Vcc : 12Vcc non influenzano il comportamento elettrico del
filtro passa basso. +
R5 = 100.000 ohm - 1/8 W
C6 = 10F- 35 VI (tantalio) R6 = 22.000 ohm - 1/8W FILTRO PASSA BANDA
C7= 10F- 35 VI (tantalio) R7 = 22.000 ohm - 1/8W
C8 = 2,2 F (non polarizz.) R8 = 100 ohm- 1/2 W Collegando in serie tra loro i due progetti di fi-
gura 1 e figura 5, ossia quello del filtro passa al-
to e l'altro del filtro passa basso, si realizza un
filtro passa banda che, con i due progetti de-
scritti, consente il transito di segnali compresi
porto, di forma rettangolare, delle dimensioni narle fra tante a disposizione, tramite un preci- nella banda di frequenze che si estende da 300
di 6 cm x 6,3 cm recante, in una delle sue facce, so ohmmetro digitale. Hz a 3.000 Hz e che costituisce il filtro ideale
il circuito stampato, il cui disegno a grandezza I due condensatori C1- C2, che migliorano la da inserire sulla presa per cuffia di un ricevitore
naturale è pubblicato in figura 7. curva della banda passante, avrebbero dovuto radio o un ricetrasmettitore, perché elimina
Il diagramma di figura 8 interpreta l'andamento avere lo stesso valore capacitivo di C3-C4, ov- certamente ogni eventuale presenza di fischi e
della banda passante del filtro passa basso di fi- vero quella di 2.200 pF. Ma l'aumento capaciti- ronzìi. In pratica, dunque, la composizione cir-
gura 5. vo a 10.000 pF introduce una sensibile esalta- cuitale di figura 9 esalta e pulisce il parlato ne-
Le quattro resistenze R1-R2-R3-R4 debbo- zione del circuito del filtro di figura 5. gli apparati radioriproduttori. Fig. 7 - Disegno in grandezza naturale del circuito
no essere uguali fra loro, ma non nel valore no- In ogni caso, le due coppie di condensatori, Cl Volendo collegare all'uscita del filtro passa ban- stampato, da riportarsi su una delle due facce di una
da un piccolo altoparlante, anziché la cuffia, si basetta supporto, del modulo del filtro passa basso.
minale, bensì in quello reale. Prima di inserirle - C2e C3- C4, debbono avere valori identici,
nel modulo elettronico, quindi, conviene misu- reali e non nominali, quindi selezionati tramite deve interporre, fra questo e l'uscita U- M, un
rarle accuratamente ed eventualmente selezio- capacimetri di precisione di tipo digitale. semplice amplificatore di bassa frequenza, co-

298 Elettronico Pratico Elettronico Pratico 299


Filtri BF Filtri BF

vu vu

VE
--- ----~ - --- ---- - - - - - ~ - - - ---- - - - - VE

~
-
01 0,5 0,1 0,5
KHZ KHZ

Fig. 8 - Diagramma interpretativo della banda passante nel filtro passa basso. Con VU si
misurano le tensioni in uscita, con VE quelle d'entrata. Fig. 10- Interpretazione analitica del comportamento del filtro passa banda in rapporto ai
segnall di frequenza compresa fra i 300 Hz e i 3.000 Hz.

p
PHONE input
iUi
LOW-PASS output
AMPLIF BF
RADIO EP3 (/ 90) [j /T

a s°
S'
!'

e input BAND-PASS output

n CUFFIA

__ _jj
Fig. 11- In questa esposizione fotografica, riassuntiva, sono ripresi i principali concetti ine-
renti i filtri di bassa frequenza analizzati nel testo. In A la pulizia del segnale d'ingresso (in-
put) esercitata dal filtro passa basso (low-pass) è visibile sulla destra (output). In B dal se-
gnale AF il filtro passa alto (high-pass) elimina la parte BF. In C il filtro passa banda elimina
le frequenze più alte e quelle più basse, lasciando via libera ad un segnale perfetto. In D
viene riprodotto un ulteriore effetto conferito ai segnali dai circuiti di filtro.
RESIST

ALIM.
me può essere quello presentato e descritto sul banda di figura 9, non è critico e può aggirarsi
fascicolo arretrato luglio-agosto 1990, a pagina attorno ai 100 ohm - 1/2 W.
402, approntato in scatola di montaggio. Ma è Concludiamo ricordando che in figura 10 è ri-
Fig. 9 - Composizione circuitale del filtro passa banda, ottenuto tramite l'accoppiamento del ovvio che qualsiasi altro piccolo amplificatore portata la curva caratteristica del filtro passa
passa alto con il passa basso. Il valore non critico della resistenza di carico, collegata all'in- BF, con analoghi requisiti, può essere utilmente banda di figura 9 e che in figura 11 sono stati
gresso del passa alto (E-M), è di 100 ohm - 0,5 W.
impiegato. raggruppati, analiticamente, i principali concetti
Il valore della resistenza di carico, collegata in teorici esposti nel corso del presente articolo ed
parallelo con l'entrata E - M del filtro passa inerenti i filtri di bassa frequenza.

300 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 30 l


ELEMENTARE
Primi Passi

Dunque, la figura 2 costituisce una base di par-

.ETTRONICA tenza simbolica, del resto abituale nel mondo


della tecnica, che offre, attraverso le due giun-
zioni realizzate con tre zone di materiale semi-
conduttore, un punto di riferimento per quanto
verrà detto nel prosieguo dello svolgimento te-
matico.

VACANZE ED ELETTRONI

La zona centrale del dispositivo pubblicato in fi-


gura 2 è drogata positivamente (P). Ciò signifi-

RIMI ca che questa vanta un eccesso di "vuoti" o,


come si dice attualmente, di vacanze elettroni-
che nella struttura cristallina. E questo perché
alcune impurità di materiale, essendo meno ric-
che di elettroni rispetto al silicio, presentano,
nella banda esterna di valenza, dei posti vuoti di
elettroni. I quali vengono poi casualmente
riempiti da elettroni che, a loro volta, lasciando
un posto vuoto, creano delle nuove vacanze,
che vagano quasi liberamente all'interno della
struttura cristallina.
Analogamente, nelle zone N, a causa di un dro-

FOTOTRANSISTOR gaggio con materiali dotati di un maggior nu-


mero di elettroni, rispetto all'elemento di base,
sempre nella banda di valenza, che è quella
Il fototransistor, simboleggiato in figura 2, è di
tipo NPN, ma si possono costruire pure modelli
di tipo PNP, che presentano strutture e polarità

FOTODARLINGTON
esterna all'atomo, si manifesta un addensamen- opposte. In entrambi, tuttavia, la zona contras-
to di cariche negative. segnata con la lettera X, chiamata zona di svuo-

Il fototransistor, ovvero il semiconduttore pilo- e


oltre il lecito soltanto a scopi didattici, il foto-
tato dalla luce che lo colpisce, è un componente transistor viene ridotto alla sola sovrapposizio- e
elettronico la cui presentazione obbliga la men- ne dei tre cristalli diversamente drogati. Quan-
e
te del lettore ad evocare taluni fenomeni fisici do invece si sarebbero dovuti considerare ben
del mondo delle particelle infime della materia, altri aspetti fondamentali, quali la struttura cri-
quelle che risiedono nel transistor e danno ori- stallina del diodo base-emittore, differenziata
gine al suo funzionamento. Ma cominciamo da quella del diodo base-collettore, oppure la b
coll'apprendere la conformazione del simbolo modulazione della zona di base e tutti gli ele-
elettrico di questo elemento, ossia lo schema menti tecnologici che conducono alla definizio- N
grafico che lo contraddistingue fra ogni altro ne reale della struttura dei vari tipi di transistor, ET
componente elettronico e che viene attualmen- correlati a quei fenomeni secondari, come ad
te utilizzato nella composizione dei circuiti teo- esempio le correnti superficiali e l'andamento e e
rici, quello pubblicato in figura 1, nel quale le dei gradienti di potenziale, che non possono ve-
frecce simboleggiano i raggi di luce che sensibi- nir inseriti in una rubrica indirizzata ai princi-
lizzano questo particolare transistor. Mentre pianti. Per dirla con parole diverse, il lettore
nella realtà fisica si tratta di un dispositivo, non deve confondere il disegno di figura 2 con Fig. 1- Simbolo elettrico del fototransistor. Le frecce Fig. 2 - Struttura fisica, semplificata a scopo didatti-
ricordano che il funzionamento del componente di- co, di un fototransistor di tipo NPN, nel quale la zona
montato in una custodia, almeno in parte tra- il reale aspetto fisico del transistor, dato che il pende dai raggi di luce che lo colpiscono. contrassegnata con la lettera X è quella sensibile al-
sparente, costruito in modo tale che la luce pos- disegno va preso come uno schema astratto, la luce.
sa raggiungere la giunzione di collettore. Come che consente di illustrare alcune nozioni che
segnalato in figura 2, nella quale, semplificando avremo occasione di esporre più avanti.

302 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 303


Primi Passi
Primi Passi

ro I
+
-$@rs e
" 9V
~

°
Fig. 3 - Il fototransistor è un elemento equivalente al- Fig. 5 - Questo esperimento consente
l'accoppiamento di un fotodiodo FD e di un transi- di verificare in pratica il fenomeno per
stor. La corrente di emittore è data dalla somma di cui, coll'aumentare della luce incidente
e quella di base più la corrente di collettore. su FT, la tensione di collettore cresce
di valore.

tamento, è responsabile del funzionamento del le correnti di fuga, di pochi nanoampere, ossia
diodo, soprattutto quando questo viene polariz- dell'ordine dei miliardesimi di ampere, possono
zato inversamente. Ma nel funzionamento nor- mettersi in movimento. TESTER
male del transistor, il diodo base-collettore è Ora, se la zona X del fototransistor schematiz- 10 V f.s.
polarizzato inversamente e non consente lo zato in figura 2 viene colpita dalla luce, i fotoni,
scorrimento della corrente a causa della barrie- in essa contenuti, cedono energia agli elettroni
ra di potenziale, che si viene a formare nella zo- esterni presenti negli atomi della struttura cri-
na di svuotamento, mentre soltanto delle picco- stallina, liberandoli e lasciandoli liberi di muo-

ros

basetta
lente

z u 1
-<LUCE
FD Fig. 6 - Piano costruttivo dell'esperi-
Fig. 4 - Con riferimento alle grandezze elettriche In mento con Il quale si dimostra il com- FT
gioco, il fototransistor può essere così configurato, portamento del fototransistor FT al va-
indicando con C la sua grande capacità d'ingresso, riare dell'intensità di luce che lo inve-
con A la tensione e con Z l'impedenza d'entrata. ste.

304 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 305


Primi Passi
Primi Passi

Ricordiamo che "beta" misura il guadagno di


corrente del transistor ad emittore comune, ov- e
vero quante volte la corrente tra emittore e col-
lettore supera quella di base nel funzionamento
normale del componente.

EQUIVALENZA SCHEMATICA
Il funzionamento del fototransistor, ora descrit-
to, può essere ulteriormente interpretato attra-
verso lo schema teorico di figura 3. Nel quale il
Fig. 7 - Questo è il modello fototransistor viene sostituito con un transistor
BPW 14 C di fototransistor in cui, fra base e collettore, è inserito un foto- N N
prescritto per l'esecuzione
del primo esperimento prati-
diodo.
co descritto nel testo. La len- L'equivalenza si ravvisa nel fatto che, l'illumina-
te si trova nella parte supe- zione del diodo base-collettore, contenuto nel
riore del componente. fototransistor, si identifica con il collegamento
c e esterno del diodo FD, tra base e collettore del
b transistor TR di figura 3. La quale evidenzia il
vantaggio pratico ed economico ottenuto ser-
vendosi del fototransistor anziché dei due com- e
ponenti separati: il fotodiodo FD ed il transi-
stor TR.
versi. E in tal caso, tra collettore e base, si veri- Dunque, con l'impiego del fototransistor, l'in- Fig. 9- Struttura fisica simbolica di un fotodarlington, nel quale l'area sensibile alla luce
fica un flusso di corrente che, per le caratteristi- gombro circuitale diminuisce e diminuisce la appare raddoppiata.
che tipiche del transistor, sarà in grado di inne- spesa, senza considerare che, nel caso di piccoli
scare una corrente beta volte superiore tra col- segnali luminosi, si raggiunge un segnale ampli-
lettore ed emittore. Questo significa che il tran-
sistor va in conduzione anche senza apporto di
corrente sulla base dall'esterno.
ficato sui terminali d'uscita del componente.
Ricordiamo che, nello schema teorico di figura
3, l'espressione le rappresenta la somma delle
------------------e /cJ
due correnti di base Ib e di collettore le. Si ha
infatti che: --
FD1
l FD2

~
FT

gesere
e
le = 1b + le
mentre con le lettere b-c-e sono segnalati i
tre elettrodi di base - collettore ed emittore del
transistor TR.
g "@
TR1
lel
El
AMPLIFICATORE LINEARE TR2
Le Il fototransistor funziona come amplificatore li-
neare, eroga cioè una debole corrente, se la lu-
ce che lo colpisce è poca, mentre avvia una cor-
lle2

rente di elevata intensità quando la luce inci-


dente è forte. e
Praticamente, il limite inferiore della corrente
si identifica con quello della corrente di fuga
Fig. 10-I fotodarlington, può essere assimilato all'accoppiamento di due transistor In cui,
Fig. 8 - Simbolo elettrico del fotodarlington univer- caratteristica del semiconduttore. Ma per man- fra gli elettrodi di base e collettore, sono stati inseriti due fotodiodi (FD1 - FD2).
salmente adottato nella composizione dei circuiti tenerla bassa, si debbono impiegare modelli di
elettrici.
fototransistor di buona qualità e conservare la
tensione di alimentazione sui valori più piccoli,

306 Elettronica Pratica


Elettronica Pratica 307
Primi Passi Primi Passi

R1 R2

UTiL1zz.
FT1
ges-es
s33 e e
vcc
stro
adesi"°
13,5V
$

6
7,
~
~~~
- #±
± V

Fig. 11- Schema teorico del dispositivo con cui si dimostra il comportamento lineare del
fotodarlington e la sua aumentata potenza di intervento rispetto al normale fototransistor.
--
Fig. 12- Piano costruttivo del secondo esperimento proposto nel testo, quello in cui si utiliz-
Condensatore Resistenze Varie za un fotodarlington ed un relè in veste di carico di collettore di un transistor pilota TR1.
C1= 10F- 16VI (elettrolitico) R1= 12.000 ohm- 1/2 W FT1 = 2N5777
R2 = 10.000 ohm - 1/2 W TR1= BC177
RL1 = relè (12 V - 300 ohm)

-----COMPONENT rilevata dallo strumento analogico diminuisce e C, le cui principali caratteristiche sono le se-
viceversa. A tale scopo si deve considerare lo guenti:
possibilmente al di sotto del volt e soprattutto no comunque dei tipi speciali per alte velocità, schema di figura 5, nel quale con FT viene se-
per il fototransistor. attualmente sviluppati per applicazioni nelle fi- gnalato il fototransistor modello BPW 14 C, Max. freq. utilizzata = 200 KHz
Il limite superiore della corrente, invece, è sta- bre ottiche, che utilizzano tecnologie espressa- con R1 una resistenza da 3.300 ohm e con V un Angolo della lente = + -40°
bilito dai componenti esterni e dalla massima mente studiate, ma che per ora non sono pre- tester commutato nella funzione voltmetrica e Max. diss. a 25° C = 250mW
corrente erogabile dal fototransistor, ma que- senti nel commercio al dettaglio per i princi- nella scala dei 10 V f.s .. L'alimentazione è deri- Max. VCEO = 70V
sta, trattandosi nella generalità dei casi di im- pianti. vata da due pile piatte, da 4,5 V ciascuna, colle- Max. sens. al colore = 780 nm
pieghi di segnale, è da ritenersi più che suffi- Questi ulteriori concetti teorici vengono simbo- gate in serie tra loro in· modo da erogare la ten-
ciente. Infatti, quando occorre disporre di una leggiati nello schema equipollente di figura 4, sione risultante di 9 Vcc. La piedinatura del fototransistor utilizzato nel-
certa potenza, si possono sempre aggiungere al nel quale con A si segnala il guadagno in volt, li fototransistor FT, riportato nella sua espres- l'esperimento è individuabile in figura 7, dove si
dispositivo degli stadi amplificatori. con Z l'impedenza d'ingresso e con C la grossa sione reale in figura 7, presenta la zona traspa- può notare come l'elettrodo di emittore (e) si
La velocità di funzionamento del fototransistor capacità d'entrata del fototransistor. rente sulla parte superiore. E su questa occorre trovi da quella parte del componente in cui è
è elevata, ma non troppo, a causa delle lievi inviare un fascio di raggi luminosi, dapprima presente una tacca-guida metallica.
correnti in gioco e della relativamente grossa debole e successivamente, ma gradatamente,
capacità di ingresso del semiconduttore, dovuta PRIMO ESPERIMENTO più intensa, tenendo sott'occhio la scala del te-
alla necessità di disporre di una vasta area da ster.
esporre alla luce. In pratica, tuttavia, è difficile Il primo esperimento, chiarificatore di alcune In figura 6 viene proposto il piano costruttivo FOTODARLINGTON
superare il megahertz, ossia il milione di cicli al nozioni esposte in precedenza, vuol dimostrare dell'insieme sperimentale di controllo del foto-
secondo, tenendo conto che, in genere, i model- che, aumentando la luce che colpisce il foto- transistor FT al variare della luce incidente. Il Quando si debbono amplificare segnali lumino-
li meno sensibili sono anche i più veloci. Esisto- transistor nella sua parte sensibile, la tensione modello usato, come è stato detto, è il BPW 14 si alquanto deboli, oppure quando è necessario

308 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 309


Primi Passi Primi Passi

disporre di forti segnali elettrici, provocati da strutturale di figura 2, rievocando in doppia mi- sta è rilevabile dalla figura 13, nella quale è pu- Si può così comcludere che lo stesso fotodarlin-
variazioni di intensità luminose, come accade sura quanto menzionato durante l'esame del re segnalata la zona trasparente attraverso cui gton è un componente che lavora o, meglio,
ad esempio nelle barriere a raggi luminosi o in- più comune fototransistor. Perché questa volta deve entrare la luce eccitante. amplifica linearmente.
frarossi, sulle lunghe distanze, nelle trasmissioni alla zona X se ne aggiunge un'altra perfetta- Se la luce che investe FT1 è quella erogata da Inserendo il condensatore elettrolitico Cl, le vi-
su fibra ottica a bassa velocità, nelle comunica- mente identica, che raddoppia l'area di esposi- una lampadina a filamento, alimentata con la brazione del relè RLl spariscono ed il funzio-
zioni audio tramite la luce o in altre occasioni zione alla luce del componente e con questa tensione di rete a 220 Vca e alla frequenza di namento del circuito di figura 11 diviene nor-
ancora, conviene collegare due fototransistor in anche i conseguenti fenomeni elettrici prece- 50 Hz, il relè RLl vibra alla frequenza di 50 male.
conformazione Darlington, oppure utilizzare un dentemente esaminati. Hz, se non si inserisce nel circuito il condensa- In figura 12 viene presentato il piano costrutti-
dispositivo già integrato, che presenta il vantag- Lo schema riportato in figura 10 interpreta più tore elettrolitico Cl, collegato fra collettore di vo del secondo esperimento proposto in queste
gio di una maggiore semplicità circuitale, un realisticamente la composizione di un fotodar- TR 1 e massa, ovvero con la linea di alimenta- pagine, per il quale conviene servirsi di una ta-
minor ingombro ed un'area, da esporre alla lu- lington, che può essere assimilato al collega- zione negativa. voletta di legno in veste di supporto circuitale e
ce, assai più vasta. mento, nella configurazione Darlington, di due Questa, dunque, è una prova da eseguire, per- di una morsettiera a nove ancoraggi, per l'appli-
transistor di tipo NPN (TRl - TR2), su ciscuno ché dimostra come il circuito di figura 11 lavori cazione e l'irrigidimento dei vari componenti.
dei quali è applicato, fra i due elettrodi di base in classe lineare, avvertendo la frequenza di 50 L'alimentatore a 13,5 Vcc è ottenuto mediante
e collettore, un fotodiodo (FDl - FD2). Hz caratteristica della tensione di rete che, at- il collegamento in serie di tre pile piatte da 4,5
Anche per questo circuito, come è stato affer- traverso la luce della lampadina, Frl recepisce. V ciascuna.
mato per quello di figura 3, la corrente totale di
emittore del transistor TR2 è uguale alla som-
ma della corrente di base Ib2 più quella di col-
lettore Ic2:

Raccolta PRIMII PASSI - L. 14.000


le2 = Ib2 + lc2

Ora, per constatare dal vero la grande sensibili-


tà del fotodarlington, conviene con questo pas-
sare alla via sperimentale, che può anche dimo- Nove fascicoli arretrati di maggiore rilevanza didattica per il principiante elet-
strare come questo componente lavori in classe tronico.
lineare.
Le copie sono state attentamente selezionate fra quelle la cui rubrica "PRIMI
PASSI" ha riscosso il massimo successo editoriale con i seguenti argomenti:
b SECONDO ESPERIMENTO
C e
Il progetto, assai semplice, riportato in figura
11, interpreta l'esperimento, proposto per se-
Fig. 13 - Conformazione reale del fotodarlington, condo in questa sede, ma ora con l'impiego di 1° - Condensatori e Compensatori
modello 2N5777, previsto per la realizzazione del un fotodarlington che, colpito dalla luce, eccita
secondo esperimento descritto nel testo. 2°- Dall'antenna alla rivelazione
un relè.
La debolissima illuminazione di Frl, il cui elet- 3°- Trasformatori per radiofrequenze
trodo di base rimane non collegato (nc), dà ori- 4° - Radio: sezione audio
gine ad una corrente di collettore che, attraver- 5° - Radio: circuiti classici
sando la resistenza R 1, polarizza la base del 6°- Buzzer: categorie e tipi
transistor TR 1, il cui carico di collettore è rap-
presentato dal relè RLl. 1° - Resistenze fisse
li fotodarlington, utilizzato per questo esperi- 8° - Resistenze variabili
Un tale elemento integrato prende il nome di mento, è il modello 2N5777, le cui caratteristi- 9° -La legge di Ohm
fotodarlington ed il suo simbolo elettrico, utiliz- che elettriche sono le seguenti:
zato nella composizione degli schemi teorici, è
quello pubblicato in figura 8 con la sigla FT. Max. freq. utilizzata = 1MHz
Questo simbolo, ripetendo la teoria valida per i Angolo lente +- (60°
comuni transistor, è di tipo NPN, ma si possono Max. diss. a 25C = 200 mW
costruire pure elementi PNP. In ogni caso, la Max. VCEO = 40V
struttura fisica del fotodarlington, semplificata Max. sens. al colore = 800 nm
oltremodo a scopi didattici, è quella riportata in
figura 9, la quale raddoppia la composizione. Per quanto riguarda la piedinatura di FT1, que-

31 O Elettronica Pratica Elettronica Pratica 311


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312 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 313
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te » sono invitati ad utilizzare il presente tagliando.

ELETTROCALAMITA VIBRANTE tensione alternata, genera un campo magnetico


variabile con la stessa frequenza della tensione di
TESTO (scrivere a macchina o in stampatello) Su un supporto di cartone, che poi ho infilato in alimentazione. Ciò significa che, sulle espansioni
un pacco lamellare a forma di E, ho avvolto, polari si formano, alternativamente, dei poli ma-
con lo scopo di realizzare una potente elettro- gnetici nord e sud. Ora, all'avvicinarsi di materia-
calamita, un migliaio di spire di filo di rame li ferrosi, in virtù del fenomeno dell'induzione
smaltato del diametro di 0,5 mm. Poi ho ali- magnetica, su questi si manifestano, con la stessa
mentato l'awolgimento con la tensione di rete frequenza, le polarità di segno opposto. E la forza
ed ho subito constatato come il dispositivo fun- che si stabilisce è sempre di natura attrattiva, allo
zionasse egregiamente, attirando corpi ferrosi stesso modo di quanto accade tra una calamita
anche di notevoli dimensioni. Tuttavia, l'impie- ed un pezzetto di ferro. Anche se nel suo caso le
go cui intendevo destinare l'elettromagnete era forze di attrazione sono di tipo pulsante, perché
quello di mantenere aperto un grosso cancello generate da una alimentazione di origine sinusoi-
di ferro sollecitato a chiudersi da una molla dale. Per eliminare le pulsazioni, infatti, servireb-
d'acciaio. In pratica, invece, le forze magnetiche be l'alimentazione trifase, raramente disponibile
si sono rivelate insufficienti. Allora ho pensato nelle abitazioni civili. Ma nella sua particolare
di montare sul cancello, in posizione corrispon- applicazione, le vibrazioni assumono una forte
dente all'elettrocalamita, un magnete perma- intensità, perché alle espansioni polari dell'elet-
nente ricavato da un vecchio motore. Ma con tromagnete si affaccia un potente magnete per-
mia grande sorpresa ho notato che, all'avvici- manente, con polarità già ben costituite. Per cui
narsi dei due elementi, anziché aumentare le la forza meccanica è attrattiva quando le polarità
Inserite il tagliando in una busta e spedite a: forze attrattive, insorgevano delle vibrazioni che sono opposte a quelle dell'elettrocalamita, ed è
rendevano ancor più precario l'aggancio del repulsiva quando le polarità sono le stesse. Le
cancello. Come mai? consigliamo pertanto di eliminare il magnete per-
ELETTRONICA PRATICA MAURI LEONARDO
Firenze
manente e di rendere perfettamente piane e paral-
lele le superfici di contatto tra elettromagnete e
- Rubrica « Vendite - Acquisti - Permute »

Via Zuretti, 52 - MILANO.


cancello, eliminando, eventualmente, ogni sottile
Il fenomeno da lei rilevato si spiega assai facil- strato di vernice di protezione.
mente. Ogni elettromagnete, alimentato con la

314 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 315


La posta del lettore

BATTERIA PROTETTA

Con una batteria da 12 V alimento una lampa-


da di illuminazione di un locale sprovvisto di
Sono cellule pronte per il fun- impianto luce. A volte, purtroppo, mi dimentico R1
zionamento e provviste, sulla di controllare la tensione che, scendendo molto
al di sotto del valore nominale, danneggia irre-
TR1
faccia retrostante, di attacchi parabilmente la batteria.
in ottone, che consentono il
collegamento, in serie o pa-
CALASCIBETIA LUCA
Catania
+
rallelo, di più elementi, per Il suo problema si risolve collegando, in serie con
E
eventuali e necessari aumenti la batteria, questo circuito. Quando la tensione
scende al di sotto di quella di zener, i due transi-
di tensione o corrente. stor vanno all'interdizione. Tenga presente che il
transistor TR2 deve essere montato su robusto ra-
diatore.

Resistenze
R3
+
R1= 4.700ohm-1/4W
R2= 1.000ohm-1/4W
R3 = 10.000 ohm - 1/4 W
DZ
u
Varie
TR1 = 2N2905
TR2 = 2N3055
DZ = diodo zener (9 V - 1 W)
D1

Vengono vendute in due mo- BATTERIE IN PARALLELO D2


delli, incapsulati in contenito- Con alcune batterie di tipo ricaricabile, prove- D3
re di plastica, che erogano la nienti da un sistema per antifurto, vorrei ali-
stessa tensione di 450 m V, mentare un mio ricetrasmettitore CB. Mi è sta-
to detto, tuttavia, che il collegamento in paral-
ma una diversa corrente. lelo non è possibile. Faccio presente che i pic-
coli accumulatori sono da 12 V - 1 A.
ROMANELLO SAVINO
Modello A = 400 mA (76x46 mm) Perugia
L. 6.500 (spese di spediz. comprese) e
Modello B = 700 mA (96x66 mm) Quanto riferitole risponde a verità, perché in tale u
L. 7.600 (spese di spediz. comprese)
collegamento si verificherebbe il travaso di ener-
gia dall'elemento più carico a quello meno cari-
B1 B2 B3
e
co. Ma con questo artificio, il parallelo si può fa-
re ed è valido anche per due, quattro o più batte-
rie.

B 1 = batteria ricar. 12 V-1 A


B2 = batteria ricar. 12V-1 A
B3 = batteria ricar. 12 V-1 A
D1-D2-D3 = diodi al silicio (3A + 5A)
$
316 Elettronica Pratica Elettronica Pratica 317
La posta del lettore

AWISATORE ACUSTICO ALIMENTATORE STABILIZZATO In scatola


di montaggio

Potete propormi lo schema di un semplice avvi- Costruisca questo elementare circuito, nel quale il Caratteristiche
satore acustico, in grado di erogare un discreto trimmer RI consente di regolare la tonalità del Tensione regolabile 5+ 13 V
livello audio su un altoparlante di 100 mm di suono. Corr. max. ass. 0,7A
diametro - 16 ohm - 1 W? Corr. picco 1A
BERTOLI ANDREA Rlpple 1mV con 0,1A d'use.
Bolzano 5mV con 0,6A d'usc.
Condensatori
Stabilizz. a 5V d'usc. 100mV
c1 22.000 pF
C2 22.000 pF R3
c3 100 µF - 16 VI (elettrolitico) Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-
vrariscaldamenti.

Resistenze L. 24.800
R1 100.000 ohm (trimmer)
R2 22.000 ohm - 1/4 W
R3 12 ohm - 1/2 W

Varie
TR1 = BC109
TR2 = 2N2905 CI
S1 = interrutt.
AP = altoparlante (16 ohm- 1W)
ALIM. = 12Vcc

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


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318 Elettronico Pratica Elettronica Pratica 319


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9 Vcc + 15 Vcc
5 mA con alim. 9 Vcc
10 mW 50 mW

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1000 V
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AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 mA- 50 mA -0,5 A-5 A
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
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PRENOTATELO
FIN D"ORA
Anche quest'anno, per i due mesi delle vacanze estive,
l'editrice di Elettronica Pratica ha programmato l'uscita di un
numero unico, speciale, che nell'interesse di ogni lettore
merita d'essere prenotato fin d'ora, presso i vari punti di
rivendita in cui si è abituali clienti. Per non essere poi
scoraggiati da inutili tentativi di ricerca in quelle edicole dove
la rivista è già scomparsa, o per la straordinarietà dell'evento,
oppure a causa della quantità limitata di copie diffuse che,
come è facile prevedere, subiranno presto un rapido
esaurimento. Perché il fascicolo di luglio-agosto, del prossimo
periodo editoriale, non si identifica con il solito opuscolo
mensile, approntato in conformità dei canoni di composizione
ben noti, ma con un vero e proprio volumetto tecnico, in cui
viene presentata una lunga serie di progetti di strumenti
autocostruibili, quali la "memoria per voltmetro", il
"provacircuiti audiovisivo", il "termometro da laboratorio", il
"millivoltmetro", il "generatore BF", "l'impedenzimetro", il
"frequenzimetro" ed altri ancora, tutti assolutamente inediti e
necessari all'elettronico dilettante, ma che consentono un
notevole risparmio di denaro nell'allestimento del proprio
laboratorio.
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servendosi di vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
tramite c.c.p. N. 916205. Si prega di scrivere con la massima chia-
rezza, possibilmente in stampatello, citando con grande precisione:
cognome, nome, indirizzo e data di decorrenza dell'abbonamento.
I• significa acquisire il diritto a ricevere in
mar eosa propria, tramite i servizi postali di
Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
dell'anno.
I• vuol dire risparmiare sulla corrispondente
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le di copertina nel tempo di dodici mesi.

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costruito e collaudato nei laboratori di
progettazione di questo periodico, del
famosissimo trasformatore di Tesla. Che
rappresenta una tappa d'obbligo nello studio
dell'elettrotecnica e con il quale il lettore può
realizzare una lunga serie di interessanti
esperimenti.

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direttore responsobile
ZEFFERINO DE SANCTIS

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ALBAIRATE - MILANO 344
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A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27 - 20126 DI PRESSIONE
Milano tel. 25261 autorizzazione Tribunale
Civile di Milano- N. 74 del 29-12.1972
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Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono. 375
LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


TRASFORMATORE
DI TESLA
SCINTILLE
LUCI
MAGIE

Apriamo, questo fascicolo di giugno della rivi- bili con questo famoso trasformatore, avremo
sta, su una delle pagine più classiche della di- occasione di soffermarci più avanti, dovendo
dattica, che tutti gli allievi di elettronica leggo- ora anticipare una breve e sintetica traccia del
no o hanno già letto con grande interesse, rima- profilo scientifico dell'autore, il cui nome iden-
nendone affascinati. Perché con la bobina di tifica questa e molte altre invenzioni.
Tesla si possono realizzare certi esperimenti Nicola Tesla, nato in Croazia nel 1856 e quindi
che meravigliano gli operatori e lasciano attoni- di origine slava, è stato il primo uomo ad inven-
ti i profani. Al punto che, talune prove, facil- tare il sistema per generare le altissime tensio-
mente ripetibili senza alcun pericolo per l'inco- ni, per esempio quelle che oggi sono sotto gli
lumità personale, vengono spesso presentate, occhi di tutti e che servono a produrre le scintil-
nelle fiere e sui mercati, allo scopo di esercitare le nelle candele dei motori a scoppio. I suoi stu-
un richiamo irresistibile sul pubblico. Ma sulla di li fece in Austria, poi, dopo aver inventato a
qualità ed il carattere dei pratici esercizi, attua- Budapest il ripetitore telefonico, nel 1884 si tra-

324 Elettronica Pratica


Trasformatore di Tesla

È un generatore di altissima
tensione ad elevata frequenza.

Produce effetti strani, quasi


stupefacenti.

Non vi è nulla di tanto


affascinante ed istruttivo, per gli
appassionati di elettronica,
quanto il trasformatore di Tesla.
Con il quale si realizza un gran
numero di esperimenti, non
ottenibili con qualsiasi altro
dispositivo.

sferì negliStati Uniti d'America, dove realizzò Successivamente, ottenuti i brevetti per tutte le
quel glorioso trasformatore che, alimentato dal- sue invenzioni, li cedette a G. Westinghouse,
la scarica di un condensatore, erogava tensioni che li utilizzò per la costruzione delle macchine
assai elevate, dell'ordine dei dodici milioni e delle centrali elettriche americane. Poi Tesla
mezzo di volt, stabilendo in tal modo un record proseguì i suoi studi sulle trasmissioni senza fili,
che è durato fino ai giorni nostri. lasciando ai posteri una lunga serie di scoperte.
Nel 1899, a Colorado Springs, l'ingegnere elet- Per esempio, alcune osservazioni sulla forma-
trotecnico Tesla riuscì a dimostrare che era zione di bolle di plasma, provocate dalle scari-
possibile trasmettere, attorno al mondo, poten- che di tensioni elevatissime, sono state riprese
za elettrica ed informazioni, ponendo così le ed approfondite in tempi recenti e rappresenta-
basi per quell'esperimento con cui, tre anni do- no tuttora avvio di importanti ricerche nel set-
po, Guglielmo Marconi inviò la lettera "S" del tore della fusione termonucleare, che è la mag-
codice Morse al di là dell'oceano Atlantico. giore candidata alla fornitura di energia inesau-

Elettronica Pratica 325


T rasforrn atore di Tesla

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326 Elettronica Pratica


Trasformatore di Tesla

Flg. 2 - Il modulo elettronico del trasformatore, qui riprodotto, deve essere montato su una
basetta supporto di materiale isolante con circuito stampato. L'integrato IC2 va applicato
tramite apposito zoccoletto a quattordici piedini.

Condensatori R3 = 1.800 ohm - 1/4 W


R4 = 150 ohm-2 W
C1 = 560 pF (NPO) R5 = 5.600 ohm - 1/4 W
C2 = 47F- 16 VI (elettrolitico) R6 = 220 ohm - 1/2 W
C3 = 100.000 pF (ceramico)
C4 = 100.000 pF (ceramico) Varie
es = 100 pF (a mica)
C6 = 100.000 pF (NPO) IC1 = 7805
C7 = 100.000 pF (NPO) IC2 =74LS132
ca = 10.000 pF (NPO) TR1 = 2N3866
C9 = 220 F - 36 VI (elettrolitico) MF 1= IRF532
LN = NEON (con resist. incorp.)
Resistenze L 1 - L2 - L3 = bobine (vedi testo)
VCC = 14Vcc + 18Vcc
R 1 = 560 ohm - 1/4 W
R2 = 1.000 ohm (potenz. lin.)

Elettronica Pratica 327


Trasformatore di Tesla

Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stam-


pato da riprodurre su una delle due facce di una ba-
setta di materiale isolante delle dimensioni di 6,4 cm
x 5,3 cm.

ribile e pulita all'intera umanità. ta a quella stessa che deriva da un fiammifero


Per concludere, ricordiamo che, in onore del- acceso, che non va gettato sulla moquette o av-
l'uomo di scienza Tesla, viene così chiamata (T) vicinato a liquidi infiammabili. Così come la
l'unità di misura dell'induzione magnetica. scintilla della bobina di Tesla, possedendo un
alto potere calorico, potrebbe divenire causa di
incendi. Ma è sufficiente tenere l'apparecchio
IL PROGETTO lontano da quanto può facilmente bruciare, in
modo particolare dai carburanti volatili, per eti-
Quello che presentiamo in queste pagine non è chettare l'apparato con la dicitura di "non peri-
un modello di trasformatore identico all'origi- coloso".
nale ideato da Tesla ed ormai relegato alla sto- reali inconvenienti che si possono creare con
ria della elettrotecnica. Perché nel primitivo ap- l'impiego del trasformatore sono invece di altra
parecchio, l'oscillatore impiegato era quello natura. Il primo di questi, infatti, va riscontrato
classico, di vecchio tipo, non più attualmente ri- nella diffusione, attraverso lo spazio circostante,
producibile. Dato che oggi non esistono più le di campi elettromagnetici alla frequenza di 1
bottiglie di Leyda, gli isolatori a paraffina e gut- MHz circa, che possono disturbare la ricezione
taperca ed altri antiquati componenti. Ma i ri- dei radioapparati in funzione nelle vicinanze. Il
sultati sono sempre gli stessi: dalla parte supe- secondo si ravvisa nella fragilità del transistor
riore di una lunga bobina esce una scintilla lun- mosfet utilizzato nel circuito, che non sopporta
ga alcuni centimetri, azzurrognola, frastagliata, una prolungata produzione della scintilla sul
assolutamente innocua. Mentre per la composi- terminale estremo della bobina di Tesla. In
zione del circuito oscillatore si utilizzano gli in- ogni caso si consiglia di far funzionare il dispo-
tegrati, i condensatori di alta qualità e gli isola- sitivo alla distanza di almeno due metri dalle
menti in plastica o bachelite e vetronite. apparecchiature elettroniche, come ad esempio,
Pur avendo ripetuto più volte che l'apparecchio i televisori, i computers, le calcolatrici e i tanti
descritto in questa sede non è pericoloso, anche componenti elettronici che rientrano nella sfera
se si tratta di un generatore di tensione a radio- dei semiconduttori, come i transistor FET, i
frequenza, del valore di parecchie decine di mi- MOSFET e così via. Perché il campo elettro-
gliaia di volt, qualche lettore potrebbe ancora magnetico irradiato dalla bobina è fortissimo e
rimanere dubbioso sulla veridicità delle nostre può indurre, sui corpi vicini, tensioni molto
affermazioni. Ebbene, se proprio non siamo to- dannose.
talmente creduti, possiamo aggiungere che la Prima di iniziare l'esame del circuito elettrico di
pericolosità della scintilla può essere paragona- figura 1, ripetiamo ancora che il trasformatore

328 Elettronica Pratica


Trasfo rmatore di Tesla

L1-L3

massa
radiat,
-7)2

\
BASETTA
RADIAT.

Fig. 4 - Piano di montaggio dei diversi componenti elettronici sulle due facce del radiatore. I
terminall contrassegnati con i numeri 1-2 -3segnalano la presenza dei conduttori che van-
no a congiungersi con i corrispondenti punti del circuito stampato del modulo elettronico.

di Tesla è semplicemente una macchina statica, Sugli esperimenti che si possono realizzare con
che eleva una piccola tensione a valori alquanto la bobina di Tesla, tuttavia, avremo occasione di
elevati e ad alta frequenza, il cui avvolgimento soffermarci a fine articolo, mentre, a questo
secondario è composto da un grande numero di punto, si impone l'esame del progetto pubblica-
spire. Nel nostro prototipo, le cui prestazioni to in figura 1.
sono relativamente modeste per quanto riguar-
da l'alta tensione, sono state raggiunte scintille
della lunghezza massima di due centimetri e ANALISI CIRCUITALE
fiocchi di corona del diametro di tre centimetri.
Una lampada elettrofluorescente o al neon si è L'integrato IC2, per il quale si utilizza il model-
accesa autonomamente soltanto dopo averla av- lo 74LS132, è dotato, internamente, di quattro
vicinata alla bobina ad una distanza di mezzo porte NAND . La prima delle quali, siglata con
metro. Piccole strisce di carta, immerse nella "a", oscilla intorno ad 1 MHz, con variazioni
scintilla. si sono incendiate. regolabili, fra 0,600 MHz e 1,600 MHz, tramite

Elettronica Pratica 329


Trasfo rmatore di Tesla

il potenziometro o trimmer lineare R2. ALIMENTAZIONE


Il funzionamento dell'oscillatore si basa sul pro-
cesso di carica e scarica del condensatore Cl, a L'intero circuito di figura 1 va alimentato con
partire dalla tensione di uscita, disponibile sul una tensione continua di valore compreso fra i
piedino 3 di IC2 ed applicata dal ramo resistivo 18 Vcc e i 20 Vcc; tuttavia, come diremo più
Rl + R2. Dunque, la frequenza di oscillazione avanti, si possono anche utilizzare alimentatori
della sezione "a" di IC2 varia regolando R2 e con uscite superiori ai 20 V cc, purché si adotti
tenendo conto che, con i valori resistivi più pic- un certo accorgimento.
coli, la frequenza del segnale generato è mag- Con la tensione di 18 V cc -;- 20 V cc, la corren-
giore. te assorbita dal transistor MFl raggiunge i 3 A
Coloro che volessero mutare la gamma delle : 4 A circa ed il duty-cycle è del SO%. Ciò si-
frequenze di oscillazione, dovranno cambiare il gnifica che la corrente istantanea è pari a 6 A
valore capacitivo del condensatore Cl, che deve -;- 8 A Pertanto, la potenza input vale:
rimanere di tipo NPO.
La sezione NAND di IC2, siglata con la lettera vcc x I = 18 x 4 = 72 W
"b", separa lo stadio oscillatore da quello am-
plificatore di corrente, rappresentato dalle se- Per assicurare stabilità alla frequenza del segna-
zioni "c" e "d. le generato dall'oscillatore, la tensione di ali-
Il segnale amplificato in corrente ed uscente dai mentazione rimane stabilizzata tramite l'inte-
piedini 8 - 11 di IC2 viene poi applicato alla ba- grato IC1.
se del transistor TRl, che è di tipo NPN e per il F,acciamo presente che, per chiudere verso la li-
quale si utilizza il modello 2N3866. nea di alimentazione negativa il circuito a ra-
Il transistor TRl amplifica il segnale in corrente diofrequenza, sono stati utilizzati quattro con-
e in tensione, adattandolo, con le sue velocissi- densatori (C6 - C7 - C8 - C9) di ottima qualità
me commutazioni, alla carica e scarica della ca- e assolutamente non di tipo miniaturizzato.
pacità d'ingresso, relativamente elevata, del Perché se avessimo montato un solo condensa-
transistor MOSFET MFl, che non assorbe cor- tore, questo sarebbe esploso ben presto a causa
rente, essendo controllato in tensione. In prati- del calore generato dal segnale RF. Infatti, ogni
ca, il pilotaggio del gate (g) di MFl, così realiz- condensatore, oltre che rimanere caratterizzato
zato, consente al transistor di aprire e chiudere dal suo valore capacitivo, viene pure qualificato
il suo circuito, come un interruttore, per un mi- dalla tensione di isolamento e dalla potenza
lione di volte al secondo! reattiva che riesce a controllare in sede di lavo-
Il carico di drain (d) di MFl è rappresentato ro, ossia dalla corrente reattiva che sopporta
dalle due bobine Ll - L3 e dal condensatore senza distruggersi o riscaldarsi eccessivamente.
C5, che deve essere scelto fra i modelli di po- Sui cataloghi, a volte, per i condensatori viene
tenza o composto con molti elementi di tipo menzionato il parametro dV/dt, che segnala
NPO. Un tale carico deve considerarsi come un quale variazione di tensione nel tempo il com-
circuito oscillante induttivo capacitivo (LC), in ponente è in grado di tollerare. Ecco perché,
grado di erogare la sua massima sovratensione, nella realizzazione del trasformatore di Tesla, è
quando la frequenza di accordo coincide con preferibile montare condensatori ad elevata dV
quella del segnale generato dalla sezione oscil- su dt, ovviamente scelti fra i modelli ceramici di
latrice "a" di IC2. In pratica, dunque, la fre- tipo NPO o X7R, per le capacità più elevate,
quenza dell'oscillatore deve essere tarata con il eventualmente ricorrendo al collegamento in
solo trimmer R2 per la massima tensione in parallelo di più elementi per raggiungere il va-
uscita, dato che il circuito oscillante finale è di lore capacitivo necessario.
tipo a capacità fissa. In particolare, per C5, si consiglia un condensa-
Per ottenere tensioni più elevate, si deve au- tore a mica con tensione di isolamento di 1.000
mentare il numero di spire della bobina L3 ed VI.
individuare poi la nuova frequenza di accordo, Coloro che posseggono un alimentatore che
oltre che prowedere all'aumento della tensione eroga una tensione continua superiore ai 20
di alimentazione. Ma una tale correzione, al cir- Vcc, potranno parimenti servirsene, purché in
cuito originale di figura 1, introduce sicuramen- serie con la linea di alimentazione positiva, così
te alcuni problemi di isolamento, non facilmen- come segnalato in basso a destra di figura 1,
te risolvibili con le tecniche normali. venga inserita una resistenza da 1 ohm - 10 W.

330 Elettronica Pratica


Trasformatore di Tesla

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Fig. 5 - Elementi costruttivi inerenti le tre bobine L1- L2 - L3. La scintilla generata dal tra-
sformatore, assolutamente innocua, è presente sul terminale in alto della bobina L3 (PUN-
TA). Le lettere alfabetiche, qui riportate, corrispondono esattamente a quelle segnalate nello
schema di figura 4.

Elettronica Pratica 331


Trasformatore di Tesla

Fig. 6 - Si può notare, in questa foto, la composizione circuitale del modulo elettronico del
dispositivo ed il sistema di applicazione di questo sul contenitore di alluminio. E ben visibi-
le, inoltre, il posizionamento ed il metodo di fissaggio del transistor MF1 sulla parete liscia
del radiatore.

Senza tale accorgimento si rischia di bruciare il LE BOBINE


transistor MFl. Tuttavia, in considerazione del
fatto che il MOSFET da noi prescritto, cioè il Prima di iniziare la costruzione del dispositivo
modello IRF 532, costa assai poco, si consiglia di Tesla, il lettore deve approntare tutto il ma-
di acquistarne almeno due o tre esemplari e teriale necessario, cominciando con la prepara-
conservarli a motivo di scorta. In sede speri- zione delle bobine, che non sono componenti
mentale, nel nostro prototipo non si sono verifi- acquistabili nei negozi di rivendita di materiali
cati inconvenienti con tensioni di alimentazione elettronici.
fino a 18 V cc, ma con quelle superiori ai 18 V cc I due supporti, necessari per comporre gli av-
alcuni semiconduttori sono andati in cortocir- volgimenti delle tre bobine L1-L2-L3, sono
cuito. Nulla invece può accadere se si utilizzano rappresentati da altrettanti tubi PVC per instal-
modelli che possono assorbire picchi di tensio- lazioni idrauliche. Quello della bobina L3 deve
ne elevati, ma che naturalmente sono più costo- avere un diametro di 40 mm ed una lunghezza
si, come ad esempio l'IRF 840, che è un MO- di 390 mm (39 cm), il secondo, necessario per
SFET per correnti di 8 A a 500 V. la composizione delle due bobine L1 ed L2, de-
In ogni caso, l'alimentatore maggiormente con- ve avere un diametro di 62 mm ed una altezza
sigliato per il funzionamento del circuito di fi- di 120 mm (12 cm).
gura 1 è quello prescritto nell'elenco compo- L'avvolgimento L3 è composto da 1.000 spire di
nenti, con tensione di uscita massima di 18 Vcc filo di rame smaltato del diametro di 0,35 mm.
e corrente di 4 A o anche più. Il terminale superiore, ovvero la PUNTA, come
La tensione minima, alla quale il trasformatore segnalato in figura 5, costituisce lo "spintero-
di Tesla da noi progettato può ancora funziona- geno". Il terminale inferiore F va ricoperto con
re è di 14 Vcc. una guaina di materiale isolante e collegato alla

332 Elettronica Pratica


Trasformatore di Tesla

Fig. 7 - Visto da questa posizione, il trasformatore di Tesla espone la morsettiera, sulla qua-
le vanno fissati i conduttori provenienti dall'alimentatore a 18 Vcc, le bobine L1-L2 e la
zona posteriore del radiatore.

massa del grosso radiatore visibile nello schema compiere un lavoro rigorosamente preciso, os-
di figura 4. sia per ottenere il miglior sistema di isolamen-
La bobina Ll si realizza con 35 spire di filo con- to, converrebbe servirsi di filo a smalto doppio,
duttore flessibile ricoperto in plastica. Il tipo di peraltro non facilmente reperibile in commer-
filo non si rivela particolarmente critico. Nel cio. Considerando poi che, lungo l'avvolgimento
prototipo, ad esempio, è stata impiegata urla L3, si stabiliscono forti differenze di potenziale,
trecciola di sette fili, ciascuno del diametro dì sarebbe maggiormente utile utilizzare, come
0,15 mm, protetta da guaina isolante. Si può supporto, un tubo in poliestere o in teflon, asso-
quindi utilizzare una trecciola da un millimetro lutamente pulito in precedenza con alcool e
circa di diametro. successivamente spruzzato con vernice isolante
La bobina L2 è composta da una sola spira del- per alte tensioni, del tipo di quella adoperata
lo stesso tipo di filo adottato per la bobina Ll e per lo stadio finale TV o per i collegamenti ad
serve soltanto per alimentare la lampadina al alta tensione dell'impianto elettrico degli auto-
neon LN di tipo con resistenza incorporata. Al- veicoli, che si può agevolmente acquistare in
la quale è affidata la funzione di segnalare il confezioni spray.
raggiungimento dell'accordo a radiofrequenza, La PUNTA dell'avvolgimento L3 deve essere
ottenibile operando sul potenziometro R2. conservata in posizione verticale, onde evitare
La presa intermedia B, ricavata sulla bobina Ll, che la scarica ricada sugli isolamenti, danneg-
è posizionata sulla quarta spira, contata a parti- giandoli. Si raccomanda comunque di non ali-
re dal lato "freddo", cioè dal terminale A mentare il circuito di figura 1, se prima la bobi-
Abbiamo consigliato, per l'avvolgimento L3, il na L3 non è stata infilata dentro e in posizione
filo di rame smaltato di tipo normale, ma per concentrica con la bobina Ll.

Elettronica Pratica 333


Trasformatore di Tesla

MONTAGGIO applica il transistor MFl, interponendo, fra la-


letta metallica e la superficie del radiatore, un
Il montaggio completo del dispositivo di Tesla foglietto di mica e dopo aver cosparsa la parte
si effettua su una lastra di vetronite, di forma con grasso al silicone. Sulla vite metallica di fis-
rettangolare e delle dimensioni di 10 cm x 20 saggio, nel lato opposto del radiatore, si intro-
cm. In questo modo, infatti, è stato composto il duce un anellino isolatore, allo scopo di garan-
prototipo illustrato nella figura di testa e in tire il totale isolamento dell'elettrodo di drain
quelle di fine articolo 6 e 7. (d) di MFl dalla massa del radiatore e di assi-
La prima parte lavorativa consiste nell'appron- curare invece la continuità elettrica con il con-
tamento del modulo elettronico, che deve esse- duttore B (fig. 4 ).
re realizzato nel modo indicato nel piano co- Sull'altra faccia del radiatore, quella in cui sono
struttivo presentato in figura 2 e per il quale oc- presenti gli elementi che provvedono ad irradia-
corre preparare la basetta supporto, di bacheli- re e disperdere il calore generato dal transistor
te o vetronite, di forma rettangolare, delle di- MF1, si applica, anche questa volta con il siste-
mensioni di 6,4 cm x 5,3 cm, munita, in una del- ma di viti e dadi, una piccola morsettiera, muni-
le sue facce, del circuito stampato, il cui dise- ta di sei ancoraggi, sui quali si compone il cir-
gno in grandezza reale è riportato in figura 3. cuito illustrato sulla destra di figura 4, che com-
Una volta costruito il modulo elettronico, pub- prende il condensatore C5 ed i quattro conden-
blicato in figura 2, questo deve essere inserito satori in parallelo (C6 - C7 - C8 - C9), oltre che
1 i terminali dei conduttori destinati a raggiunge-
in un contenitore aperto di alluminio, sulla cui
parte anteriore rimane affacciato il perno del re le bobine ed il morsetto di alimentazione ri-
trimmer R2, munito di apposita manopolina prodotto in alto di figura 4.
per la regolazione dell'accordo di frequenza. Ricordiamo ora che il cablaggio testè descritto
Non prima, tuttavia, di aver saldato a stagno, rappresenta la parte più difficile da comporre
sui terminali 2-3 del circuito, gli elettrodi di dell'intero circuito. Per la quale servono grande
gate (g) e di source (s) del transistor MOSFET attenzione e rigorosa precisione. Per esempio, è
MFl e ricordando di mantenere questi due assai importante che il collegamento di massa
conduttori nella loro lunghezza originale, allo avvenga soltanto sulla vite che, da un lato, è
scopo di agevolare il fissaggio del componente, 1 collegata con la source di MFl e dall'altro con
tramite vite e dado isolati, alla massa del radia- il morsetto della tensione negativa di alimenta-
tore, come segnalato in figura 4. Nella quale si zione. Tutti i dadi di fissaggio, inoltre, debbono
nota che l'elettrodo di drain (d) di MFl rimane rimanere ben stretti sulle corrispondenti viti e
inutilizzato apparentemente, perché essendo le saldature a stagno, degli elettrodi dei compo-
questo in contatto elettrico con l'aletta di raf- nenti e dei terminali dei conduttori, vanno ef-
freddamento del semiconduttore, la sua con- fettuate a regola d'arte.
duttività viene realizzata attraverso la vite di fis-
saggio ed il corrispondente conduttore B, che (
va a raggiungere l'omonima presa intermedia MESSA IN FUNZIONE
della bobina L1 (fig. 5).
Anche il conduttore di alimentazione positiva, Una volta montato ed accuratamente controlla-
quello che in figura 4 raggiunge la morsettiera, to il montaggio del trasformatore di Tesla, que-
deve venir saldato a stagno sul terminale 1 del sto può essere predisposto per il collaudo, dopo
circuito stampato, prima che il modulo venga aver ovviamente infilato dentro la bobina Ll, in
applicato, tramite due distanziali ( colonnine posizione concentrica con questa, la bobina L3,
metalliche filettate alle estremità), al contenito- che rimane in equilibrio stabile anche senza al-
re di alluminio. La cui parte posteriore, opposta cun fissaggio particolare sulla lastra di appoggio
a quella in cui è fissato il potenziometro R2, va di vetronite. Tuttavia, coloro che desiderassero
applicata alla superficie liscia del radiatore per realizzare un preciso irrigidimento anche di
mezzo di due viti e due dadi. Ma tutto ciò rima- questo componente, potranno infilare, nella
ne ampiamente illustrato nelle figure riprodotte parte inferiore del supporto, un tappo di sughe-
durante l'estensione del testo. ro, perfettamente asciutto o asciugato dentro
Lo schema di figura 4 illustra il montaggio dei un forno e poi applicare il tutto con un po' di
vari componenti elettronici sulle due facce del collante alla superficie di appoggio.
radiatore. Su quella liscia, come è stato detto, si Ora si possono finalmente inserire nella mor-

334 Elettronica Pratica


settiera i conduttori provenienti dall'alimenta-
MANUALE DEI DIODI
tore, facendo attenzione a non scambiare tra lo-
ro quello positivo con l'altro negativo. E si ripe-
E DEI TRANSISTOR
te l'operazione di regolazione dell'alimentatore,
sul valore di 14 V cc - 4 A, dopo averlo acceso.
L.. 19.000
Quindi si regola il potenziometro R2 in modo Un prestigioso volumetto di 160 pagine,
da provocare l'accensione della lampada al con 85 illustrazioni e 75 tabelle con le
neon LN, che funge da elemento spia per l'ac- caratteristiche di circa 1.200 transistor e
cordo dell'alta frequenza. Successivamente, il 140 diodi.
perno di R2 va ancora ruotato di poco e lenta- L'opera vuol essere una facile guida, di
mente, in avanti e all'indietro, fino a riscontrare rapida consultazione, nel laboratorio
la presenza della massima scintilla sulla PUN- hobbystico, dove rappresenta un ele-
mento integrante del corredo abituale
TA della bobina L3. Poi si interviene nuova- delle attrezzature.
mente sull'alimentatore, per elevare la tensione
di 14 Vcc a 18 Vcc e raggiungere infine, tramite
piccolissime manovre su R2, la maggior lun-
ghezza possibile della scintilla. MANUALE
Per quanto riguarda le modalità d'impiego del DEI
trasformatore di Tesla, abbiamo avuto occasio- ODI E DEI TRANSISTOR
ne, in precedenza, di suggerire alcune norme.
Ma la più importante di queste recita che il di-
spositivo va fatto funzionare a distanza da mas-
se metalliche.
L'apparecchio funziona male o non funziona af-
fatto, se l'ambiente è molto umido. Oppure se
la bobina L3, per essere stata eccessivamente
manipolata, non appare perfettamente pulita.

GLI ESPERIMENTI
Abbiamo già accennato ad alcuni possibili espe-
rimenti, realizzabili con il trasformatore di Te-
sla. Ma vogliamo anzitutto avvertire il lettore a«.wn"
che questi, nella maggior parte, vanno eseguiti ,oc rR""
in ambiente buio.
Si potrà cominciare coli' avvicinare alla PUNTA
della bobina L3 una lampada elettrofluorescen- Tra i principali argomenti trattati, ricor-
te e poi una lampadina ad incandescenza. diamo:
Un altro esperimento consiste nell'avvicinare
un dito della mano all'elettrodo della bobina, Diòdi al germanio e al silicio - Semicon-
per constatare la formazione della scintilla sen- duttori P ed N - Verifiche pratiche - Diodi
varicap - Diodi zener - Transistor -
za che alcuna sensazione fisica venga avvertita.
Aspetti strutturali - Amplificazione a
Molti esperimenti di elettrostatica sì possono transistor - Configurazioni - Piedinature -
inoltre realizzare con questo trasformatore. Per Sigle - Riferimenti guida.
esempio, si potrà far funzionare un elettrosco-
pio o caricare di elettricità dello stesso nome
due sfere metalliche, per poi far scoccare fra
queste delle belle scintille di color violaceo. Ma
lasciamo alla fantasia del lettore la possibilità di
sbizzarrirsi nelle più strane prove pratiche, ri-
cordando che, con questo dispositivo, tutti po-
tranno agevolmente evidenziare il ben noto ef-
fetto corona.

Elettronica Pratico 335


Raddoppiate,
con l'ottava superiore,
le vostre esecuzioni
musicali.

Inseritelo fra
lo strumento elettrico
e l'amplificatore di
, potenza.

Simulate la presenza
di una seconda
chitarra fantasma.

RADDOPPIATORE
MUSICALE
Anche se il dispositivo presentato in questa sede può essere
abbinato con qualunque strumento musicale, elettrico od
elettronico, il suo impiego più naturale si verifica in
accoppiamento con la chitarra.

336 Elettronica Pratica


Raddoppiotore musicale

Inserendo questo modulo elettronico, fra l'usci- Si potrebbe ancora pensare di risolvere il pro-
ta del riproduttore musicale elettrico e l'entrata blema con l'impiego di un distorsore, dato che,
dell'amplificatore di bassa frequenza, si rad- seppure in parte, l'effetto ricorda quello intro-
doppia l'esecuzione, simulando la presenza di dotto da un tale dispositivo. Tuttavia i risultati
un secondo strumento fantasma, che suona allo sarebbero diversi. Perché la distorsione si mani-
stesso modo e contemporaneamente su un'otta- festa con un arricchimento di armoniche, men-
va superiore. Ancora una volta, dunque, propo- tre nel nostro caso si tratta di aggiungere al
niamo ai lettori una elaborazione dei suoni, pe- timbro soltanto o prevalentemente la seconda
raltro nuova ed originale, certamente inedita, armonica e non tutte le altre. Più esattamente,
che molti sapranno apprezzare e la cui realizza- con il nostro progetto si moltiplicano per due le
zione trae origine dalla possibilità di intervenire frequenze delle note appartenenti ad un'ottava
tecnicamente sulla natura dei segnali acustici musicale, allo scopo di comporre, simultanea-
che, in questi ultimi tempi, si è sviluppata a di- mente, l'ottava superiore.
smisura. In sostanza, quindi, in queste pagine
offriremo un esempio preciso di apparizione
elettronica di uno strumento musicale, che se- IL CIRCUITO TEORICO
gue fedelmente quello reale che si sta suonan-
do, ma su un'ottava più sopra e qualunque sia Per capire rapidamente e con facilità il compor-
la sorgente, voce compresa. tamento del dispositivo presentato in questa se-
Chi ci sta leggendo potrebbe obiettare che de, si consiglia di tenere sott'occhio, allo stesso
qualcosa di simile si otterrebbe tramite registra- tempo, sia il progetto di figura 1, sia lo schema
zione su nastro magnetico. Ma un tale procedi- a blocchi pubblicato in figura 5. Perché proprio
mento, anche se in qualche modo realizzabile, osservando quest'ultimo si possono considerare,
diverrebbe alquanto laborioso e sicuramente a grandi linee, le quattro funzioni principali del
inaccettabile durante le esecuzioni improvvisa- circuito.
te. Il segnale elettrico, proveniente dal trasduttore

Elettronica Pratica 337


Raddoppiatore musicale

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338 Elettronica Pratica


Raddoppiatore musica le

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12V

E
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Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico che simula la presenza di un secondo stru-
mento musicale. Si noti la presenza del ponticello, interposto fra C3 e es, che assicura la
continuità elettrica delle piste di rame del circuito stampato.

-----COMPONENTl-----
r
Condensatori R6 = 330 ohm - 1/4 W
R7 = 1.200 0hm- 1/4 W
C1 = 1F (non polarizzato)
C2 = 100 µF - 25 VI (elettrolitico)
R8 = 1.200 ohm - 1/4 W
R9 = 10.000 ohm - 1/4 W
C3 = 100 F- 25 VI (elettrolitico)
R10 = 10.000 ohm - 1/4 W
C4 = 1F (non polarizzato)
R11 = 10.000 ohm - 1/4 W
es = 1F (non polarizzato)
R12 = 1megaohm - 1/4 W
C6 = 1F (non polarizzato)
R13 = 330 ohm - 1/4 W
C7 = 1F (non polarizzato)
R14 = 1.200 ohm - 1/4W
ca = 1F (non polarizzato)
C9 = 1F (non polarizzato)
Varie
C10 = 100 F - 25 VI (elettrolitico)
C11= 100 F- 25 VI (elettrolitico) FT1 = 2N3819
FT2 = 2N3819
Resistenze FT3 = 2N3819
DG1 = diodo al germanio (quals. tipo)
R1 = 1megaohm - 1/4 W
DG2 = diodo al germanio (quals. tipo)
R2 = 4.700 ohm (trimmer)
S1 = comm. (1 via - 2 posiz.)
R3 = 4. 700 ohm (trimmer)
ALIM. == 12Vcc (stabilizz.)
R4 = 4700hm- 1/4 W
RS = 1megaohm - 1/4 W

Elettronica Pratica 339


Raddoppiatore musicale

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['.] {".
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+ , +
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da riprodurre su una delle due fac-
ce di una basetta rettangolare delle dimensioni di 10,5 cmx 6 cm.

inserito nella chitarra elettrica, nell'organo o in diventa attiva quella del trimmer R3, il quale,
altro strumento musicale a corda, a fiato o per- tramite il condensatore di accoppiamento C5,
cussione, raggiunge l'entrata E del blocco am- applica il segnale, amplificato dal transistor
plificatore, che provvede ad elevarne l'ampiez- FT1, al transistor FT2, che è dello stesso tipo,
za, normalmente troppo ridotta per essere in cioè 2N3819.
grado di pilotare i blocchi successivi. E tale
compito viene svolto dal transistor fet Ffl, per
il quale, nel progetto di figura 1, si impiega il SEGNALI IN CONTROFASE
modello 2N3819.
Il carico di drain ( d) di Ffl è rappresentato da Lo schema di figura 4, estrapolato dal circuito
due trimmer (R2- R3) collegati in parallelo fra di figura 1, evidenzia le due uscite di segnale
loro e dello stesso valore ohmmico. Con en- utilizzate nel fet FT2, il quale può essere assi-
trambi si regola il livello del segnale in uscita, milato ad un trasformatore con presa centrale
ovvero il volume sonoro. che, sui terminali estremi, eroga due segnali
Un commutatore ad una via e due posizioni sfasati tra loro di 180°, cioè in controfase. In
(S1) consente di inserire od eliminare la funzio- particolare, come si può notare in figura 4, il se-
ne del trimmer R2, che è quella di regolare il li- gnale uscente dalla source (s) rimane in fase
vello audio dei suoni originali, applicati all'en- con quello originale applicato all'entrata di
trata E, quando non si desidera il raddoppia- FT2, ossia al suo gate (g).
mento di questi sull'ottava superiore. Pertanto, La precisa corrispondenza fra i tre segnali dia-
con S1 posizionato in "a", nessun effetto musi- grammati in figura 4 ed i loro punti di rileva-
cale si produce con il circuito di figura 1, se non mento è la seguente:
quello di trasmettere il segnale audio, amplifi-
cato e regolato in ampiezza, direttamente all'u- g = segnale applicato al gate
scita U. d = segnale uscente dal drain
Con S 1 commutato in "b", come indicato nello s = segnale uscente dalla source
schema di figura 1, la funzione di regolatore di
volume dei suoni di R2 viene a cessare, mentre Ma la coppia di segnali sfasati di 180° rappre-

340 Elettronica Pratica


Raddoppiatore musica le

Fig. 4 - Stadio intermedio del progetto del raddoppiatore di ottava musicale, pilotato da tran-
sistor ad effetto di campo, dal quale fuoriescono due segnali identici ma in opposizione di
fase.

senta il risultato dell'intervento da parte del fet nello schema a blocchi di figura 5 è indicato con
FT2, che compone il blocco sfasatore (SFAS.) la dicitura AMPL. CORR., è pilotato dal transi-
riportato per secondo, a partire da sinistra, in stor FT3, che amplifica il segnale in corrente,
figura 5. allo scopo di alimentare cavi schermati o in-
Di questi due segnali vengono prelevate le sole gressi a bassa impedenza, svolgendo dunque le
semionde positive con la presenza di due diodi funzioni di adattatore di impedenza e di separa-
rettificatori al germanio, di qualsiasi tipo, posi- tore degli stadi precedenti dal carico applicato
zionati, come si nota nello schema di figura 1, in uscita.
con l'anodo rivolto verso le sorgenti di segnale Anche il fet FT3 e dello stesso tipo degli altri
drain e source. due che lo precedono nel progetto di figura 1.
Le due semionde positive, che nel terzo blocco Si conclude qui il rapido esame del dispositivo
RETI. dello schema di figura 5 vengono segna- raddoppiatore di musica, nel quale i due poten-
late con i numeri 3 - 4, si sommano sulla resi- ziometri di controllo del livello dei suoni vanno
stenza R 12, sui terminali della quale si misura regolati secondo le esigenze degli esecutori, ov-
l'entità del segnale con frequenza doppia ri- vero in relazione con l'estensione dei locali in
spetto a quella caratterizzante la tensione origi- cui si producono i suoni.
nale. Ricordiamo ancora che il circuito di figura 1 va
inserito tra la sorgente di segnali a bassa fre-
quenza e l'amplificatore-riproduttore di poten-
L'AMPLIFICATORE DI CORRENTE za, tenendo conto che l'entrata E è di tipo ad
impedenza molto elevata e che la massima ten-
L'ultimo stadio del progetto di figura 1, che sione del segnale applicabile non deve superare

Elettronica Pratica 34 1
Raddoppiatore musicale

ANT

MIXER 1 .. /v1 F
diodo
rivel.
7 potenz
volume

• l,BFI
• •
linea cag
• -'

Fig. 5 - Schema a blocchi del progetto del raddoppiatore musicale descritto nel testo. In
corrispondenza di ogni funzione fondamentale è stato riportato il diagramma del relativo se-
gnale elettrico presente.

il valore di 0,5 Vpp. Perché in presenza di se- un ponticello, rappresentato da un breve spez-
gnali a livelli di tensione superiori, quelli in zone di filo conduttore rigido, peraltro ben visi-
uscita subirebbero certamente una sensibile to- bile nello schema pratico di figura 2.
satura. Ovviamente, per raggiungere il successo elet-
tronico desiderato con l'applicazione di questo
dispositivo, non si debbono commettere errori
MONTAGGIO di cablaggio. Per esempio, i condensatori elet-
trolitici debbono essere tutti inseriti nel rispetto
Il montaggio del dispositivo raddoppiatore di delle loro polarità, osservando che, nello sche-
ottava musicale si riassume, principalmente nel- ma di figura 2, i reofori positivi sono contrasse-
la realizzazione del modulo elettronico illustra- gnati con una crocetta.
to nella foto di apertura del presente articolo e Anche i due diodi al gèrmanio DG 1- DG2, per
nel piano costruttivo di figura 2. i quali, come abbiamo detto, si può utilizzare
La basetta supporto è di forma rettangolare, qualsiasi modello, vanno applicati al circuito te-
delle dimensioni di 10,5 cm x 6 cm, di materiale nendo conto delle esatte posizioni degli elettro-
isolante, bachelite o vetronite, munita, in una di di anodo die catodo. Ma anche in questo ca-
delle sue facce, del circuito stampato, il cui di- so è assai improbabile sbagliare, dato che in
segno in grandezza reale è pubblicato in figura prossimità del terminale di catodo, sull'involu-
3. cro del componente, quasi sempre è stampato
In ogni caso conviene comporre il circuito su un un anellino guida.
piano di massa, inscatolandolo poi in una cu- Nell'elenco componenti, per tutte le resistenze
stodia metallica. abbiamo suggerito la potenza di un quarto di
Tutti i condensatori, fatta eccezione per gli elet- watt, soltanto perché questo valore è facilmente
trolitici, debbono essere di plastica o ceramici, reperibile presso tutti i rivenditori di materiali
con tensioni di lavoro sicuramente superiori ai elettronici. Tuttavia, rimanendo il progetto di
25 V. figura 1 coinvolto da correnti di modestissima
Si fa presente che, per completare la continuità entità, si possono utilizzare resistenze da un ot-
circuitale delle piste di rame dello stampato, oc- tavo di watt, che occupano meno spazio e con-
corre inserire, in posizione parallela con il con- sentono di comporre un circuito più semplifica-
densatore elettrolitico C3 e quello ceramico C5, to.

342 Elettronico Pratica


Raddoppiatore musicale

Per quanto riguarda la posizione degli elettrodi compariranno i perni di comando dei due po-
del transistor FET utilizzato per FTl - FT2 - tenziometri e la levetta del commutatore Sl.
FT3, questa appare chiaramente segnalata nello Poi, sui due perni di R2 ed R3 si applicheranno
schema costruttivo di figura 2, perché in corri- altrettante manopole di regolazione del volume
spondenza di tali elementi sono sempre riporta- sonoro.
te le lettere "d" - "g" - "s", che sono le iniziali In taluni casi, per essere certi di agire sicura-
di "drain" - "gate" - "source". mente sulla frequenza fondamentale del suono,
A proposito dell'alimentazione del circuito di e non sulle sue armoniche superiori, soprattutto
figura 1, ricordiamo che questa può essere in- in presenza di suoni alquanto distorti, conviene
differentemente derivata da un insieme di pile inserire, in parallelo con la resistenza Rl, tra il
o da apposito alimentatore stabilizzato a 12 condensatore Cl ed il gate (g) del transistor
Vcc, ma anche dall'alimentatore dell'amplifica- FTl, un condensatore di alcune decine di pico-
tore di bassa frequenza, se in questo è disponi- farad. Una resistenza da 10.000 ohm - 1/8 W,
bile un tale valore di tensione. Tuttavia, ciò che invece, deve essere applicata tra Cl ed il gate di
maggiormente importa è il filtraggio dell'ali- FTl. Si realizza in tal modo un filtro in grado di
mentazione, che deve essere purificata da se- attenuare le armoniche e di agire soltanto sulla
gnali spuri tramite adatto filtro RLC. nota presente; ma il condensatore deve essere
tanto grosso da lasciar passare la nota più alta
che lo strumento musicale può suonare.
MESSA A PUNTO Terminano a questo punto i nostri consigli ed i
suggerimenti relativi al buon funzionamento del
Una volta completato il lavoro di montaggio del raddoppiatore di ottava musicale, che vogliamo
modulo elettronico di figura 2, questo verrà in- inserire in quella preziosa collezione di proget-
trodotto in un contenitore metallico, con fun- ti, appositamente concepiti per la produzione di
zioni di schermo elettromagnetico e piano di originali e ricercati effetti sonori, che gli appas-
massa. Su questo si potranno applicare due sionati di musica leggera applicano alle loro
bocchettoni schermati in veste di prese di entra- esecuzioni attraverso un continuo processo di
ta ed uscita del segnale originale e di quello rinnovamento e di attualità, dopo aver abban-
elaborato (E-U). donato i pedali degli apparati distorsori più
I conduttori saranno rappresentati da cavi classici, nella più completa accettazione dei
schermati, mentre i due trimmer R2- R3 do- nuovi sistemi di dosatura del timbro della musi-
vranno essere scelti fra i modelli muniti di per- ca e della sua contemporanea doppiatura. Dato
no di comando in plastica. che finora è apparso a tutti impossibile suonare
Riassumendo, sulle due parti laterali del conte- uno strumento a corde su due ottave contem-
nitore metallico verranno applicati i due boc- poraneamente, o far esibire un secondo cantan-
chettoni di entrata e di uscita del segnale, sulla te su un'ottava più alta di quella del primo.
parte anteriore, attraverso tre opportuni fori,

Elettronica Pratica 343


Avverte e segnala
la presenza
di forze fisiche esterne.

4
t

RIVELATORE
DINAMICO
Chi pratica l'elettronica, intesa come hobby,
certamente ha avuto occasione di familiarizzare
con una lunga serie di sensori, ottici, termici,
magnetici, elettromagnetici e così via. Difficil-
È un dispositivo in grado di far mente, invece, ha conosciuto un dispositivo sen-
sore di forza o rivelatore di pressione, come
scattare un relè, o di attivare un quello che, in questa sede, stiamo per presenta-
buzzer, non appena che un re. Eppure, la sensibilità alla pressione è un'at-
sensore, principalmente costruito titudine fondamentale nella vita di ognuno di
noi. Perché con essa riusciamo ad udire i suoni,
con un pezzetto di materiale oppure a costruire trasduttori acustici sempre
deformabile, elastico e più perfezionati, assieme a manometri di vario
tipo e ai più comuni barometri.
conduttore, subisce una qualsiasi Anche i pick-up dei giradischi funzionano in
pressione od urto, volontari o virtù della presenza di pressioni meccaniche,
casuali, sulla sua superficie. come pure awiene nelle bilance elettroniche
moderne e nella massima parte dei sistemi di
comando a pulsante. Oggi, poi, si progettano e
costruiscono apparati di allarme che, in funzio-
ne di elementi indicatori della tenuta di condut-

344 Elettronica Pratica


Rivelatore dinamico

Può essere utilizzato in veste di sensore di pioggia od umidità.

È sensibile ad ogni tipo di pressione esercitata su gomma conduttrice.

ture e serbatoi, impiegano i trasduttori di pres- IL SENSORE


sione, talvolta e solamente per segnalare un
contatto anomalo od un vero urto. Ma i sensori Osservando il progetto di figura 1, si nota che il
di pressione possono essere concepiti nei modi dispositivo è composto, principalmente, di tre
più svariati, appellandosi ai molti principi noti parti: il sensore S, il circuito elettronico ed il re-
della scienza e della tecnica, giacché la pressio- lè accoppiato ad un segnalatore acustico, esat-
ne, ovvero la forza esercitata su una superficie, tamente un buzzer (BA) di tipo attivo. Dunque,
svolge un ruolo di notevole rilievo in molti fe- l'esame del rivelatore di pressione deve iniziare
nomeni fisici. Per esempio in quelli piezoelettri- dalla sinistra dello schema di figura 1, ossia dal-
ci, che consentono la formazione di elevati po- l'elemento S.
tenziali su cristalli sottoposti a deformazioni Come è noto, la resistenza di un conduttore è
meccaniche. In ogni caso, tuttavia, è sempre direttamente proporzionale alla sua lunghezza
possibile concepire dei sensori di pressione di ed inversamente proporzionale alla sezione.
facile comprensione, realizzazione ed applica- Ciò in pratica significa che, fra due conduttori
zione. Anzi, in talune circostanze, con grande della stessa sezione, quello più lungo assume un
sorpresa per l'operatore, è proprio l'uso del valore ohmmico maggiore; mentre a parità di
sensore più semplice ed economico ad offrire le lunghezza, ma con diversa sezione, la minor re-
migliori prestazioni. Così come avremo modo di sistenza ohmmica si misura nel conduttore più
dimostrare con il nostro elementare rivelatore grosso. Ora, tenendo conto di questa importan-
dinamico. te legge dell'elettrologia, si è pensato di sfrutta-

Elettronica Pratico 345


Rivelatore dinam ico

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346 Elettronica Pratica


Rivelatore dinamico

n
Elettronica Pratica 34 7
Rivelatore dinamico

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3

Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato, da riprodurre su una delle due
facce di una basetta di materiale isolante delle dimensioni di 9 cm x 3,5 cm, necessario per
la costruzione del modulo elettronico del rivelatore di pressione.

re tale concetto nel nostro rivelatore dinamico, pedenze elevate, senza peraltro sollevare aspet-
riducendo il problema alla sola scelta del mate- ti critici o rinunciare a sicure ed eccellenti pre-
riale in grado di mutare valore resistivo durante stazioni.
le sollecitazioni meccaniche esercitate sul suo
corpo. Occorreva quindi individuare un tipo di
elemento, sufficientemente buon conduttore di PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
elettricità e facilmente deformabile in modo re-
versibile, ossia di natura quasi elastica. Quando il sensore S di figura 1, cioè la spugnet-
In commercio esistono molti prodotti utilizzabi- ta conduttrice, subisce una compressione, il va-
li a questo scopo, come ad esempio le gomme lore resistivo di questa diminuisce. Viceversa,
conduttive, più o meno soffici, o i vari composti quando ritorna allo stato fisico naturale, la resi-
di plastica, più o meno rigidi, ma tutti rappre- stenza aumenta. Dunque, il sensore S, allo sco-
sentati da un'ampia scelta di modelli. Ai nostri po di capire il funzionamento del dispositivo, va
lettori, invece, per questo particolare dispositi- considerato come una resistenza variabile, che
vo, consigliamo l'impiego di una spugnetta con- provoca variazioni di tensione sugli ingressi 1 -
duttiva, del tipo di quelle con cui vengono con- 2, collegati assieme, della prima porta NAND
fezionati e conservati i circuiti integrati sensibili dell'integrato ICl, segnalata con la lettera "a".
alle scariche elettrostatiche che sono pratica- Il trimmer Rl regola la tensione, proveniente
mente e abbondantemente disponibili presso dall'alimentatore VCC, sulle due entrate della
tutti i laboratori e che, siamo certi, si possono sezione "a" di ICl, affinché il diodo led LD ri-
reperire gratuitamente presso ogni rivenditore manga appena spento. Perché in queste condi-
di componenti elettronici. zioni gli ingressi del primo NAND (1-2) si tro-
Una tale spugnetta, generalmente, è soltanto vano sicuramente allo stato logico "l", mentre
blandamente conduttiva e nei tipi migliori può l'uscita (piedino 3) si trova allo stato logico "0".
stabilire variazioni resistive fra qualche migliaio Ora, se il sensore S subisce una compressione,
di ohm e le unità di megaohm, anche se in alcu- la sua resistenza diminuisce e diminuisce pure
ni modelli si raggiungono valori resistivi ancor la tensione prima stabilita sui terminali 1-2
più elevati. In ogni caso, per rimanere sensibi- della porta "a" di ICI, che raggiungono, conse-
lizzati da impedenze tanto alte, occorrono cir- guentemente, lo stato logico "0", mentre il pie-
cuiti elettronici appositamente progettati, ma dino d'uscita del NAND va ad "1 e provoca
non necessariamente complessi e costosi. Come l'accensione del led LD, che precedentemente
quello pubblicato in figura 1 che, utilizzando un era spento.
integrato in tecnologia Mos Complementare Riassumendo, se il sensore S rimane immune
(CMOS), lavora con tutta naturalezza sulle im- da urti o pressioni, il led è spento; viceversa, il

348 Elettronica Pratica


Rivelatore dinamico

14
V

8,0
B
7,8 -LED SPENTO
7,6
\
\) 7,4
A
7,2 --LED ACCESO
7,0
Fig. 4-In questo schema grafico viene interpretato il
fenomeno dell'isteresi, ampiamente analizzato nel
testo e per il quale le tensioni di accensione e spe-
gnimento del diodo led sono diverse, a seconda che
queste variano in salita o in discesa.

led si accende quando il sensore S subisce una con la tensione in salita la commutazione si ve-
qualsiasi sollecitazione meccanica esterna di rifica sul valore di 7,8 V, con una differenza di
compressione. Ciò significa pure che, in sede di 0,6 V tra innesco e disinnesco. In ciò consiste il
taratura del circuito di figura 1, il trimmer Rl fenomeno di isteresi illustrato graficamente in
va regolato in modo che il led si trovi appena figura 4. Nella quale con la linea nera A si valu-
sulla soglia di accensione, ma spento. tano i valori della tensione calante, con la B
È stato fin qui raggiunto. un sistema, semplice e quelli della tensione crescente. In questo sche-
sicuro, di rivelazione di pressione, esercitata sul ma, quindi, si dimostra come il diodo led si ac-
sensore S, di natura ottica. Vediamo adesso cenda e si spenga su soglie di tensione diverse,
come la stessa pressione possa venir rivelata an- a seconda che la tensione stessa sia in discesa o
che acusticamente ed in altro modo attraverso in salita.
un relè elettromeccanico. Per chiudere la parentesi sull'isteresi, possiamo
ancora aggiungere che questo fenomeno au-
menta l'immunità al rumore del terminale 1 del
BUZZER E RELÈ circuito di figura 1.
Quando la sezione "b" di ICl riceve dal piedi-
L'integrato ICl contiene internamente quattro no 3 del primo NAND lo stato logico 1, que-
porte NAND a due ingressi. La sua tabella del- sta oscilla alla frequenza di 1 Hz e tale oscilla-
la verità può essere sintetizzata nella seguente zione viene inviata poi alle sezioni "c" e "d".
espressione: l'uscita è bassa se e soltanto quan- La sezione "b" di ICl costituisce un oscillatore
do entrambi gli ingressi sono contemporanea- controllato dal livello presente sul piedino 6.
mente alti. Ogni entrata, poi, è dotata di una Pertanto il NAND oscilla se il livello logico è
isteresi pari a circa il 50% della tensione di ali- alto. Le oscillazioni si verificano attraverso la
mentazione. Per esempio, se il circuito di figura resistenza R4, attorno alle cariche e scariche
1 è alimentato con la tensione di 14 Vcc, ogni del condensatore elettrolitico C2. Quindi, colo-
ingresso commuta sul valore di tensione di 7,2 ro che volessero aumentare la frequenza di
V circa, se la tensione è in diminuzione, mentre oscillazione, dovranno diminuire il valore capa-

Elettronica Pratica 349


Rivelatore dinamico

Fig. 5 - Ritagli di gomma conduttrice, fra i quali il let-


tore potrà Individuare quello maggiormente adatto
alla composizione della sonda del dispositivo di ri-
velazione di urti e pesi.

citivo del condensatore C2 che, se di valore in- un'intera settimana, possiamo qui affermare
feriore a quello prescritto nell'elenco compo- che l'integrato, più volte controllato, è rimasto
nenti, conviene che sia al tantalio o ceramico. costantemente alla temperatura ambientale.
Le sezioni "c" e "d" di ICl sono collegate in Per quanto riguarda l'alimentazione del circuito
parallelo allo scopo di raddoppiare l'intensità di figura 1, ricordiamo che questa dovrà essere
della corrente in uscita, elevandola a valori suf- preferibilmente stabilizzata e priva di disturbi;
ficienti a sensibilizzare ii relè RL ed il buzzer quindi, eventualmente filtrata con circuiti LC
attivo BA (induttivo-capacitivi), senza mai superare il va-
Ovviamente, qualora la funzione del buzzer fos- lore di 15 Vcc. Inoltre per raggiungere una si-
se ritenuta sufficiente, come elemento di segna- cura protezione dell'integrato ICl dalle scari-
lazione, il relè RL potrà essere eliminato dal che di tensione, cui i modelli CMOS della serie
circuito e viceversa. 4000 sono particolarmente esposti, è consiglia-
A conclusione dell'esame dell'integrato ICl bile collegare fra i terminali 1-2 del circuito di
possiamo aggiungere che, a molti lettori, potrà figura 1, un diodo zener da 12 V - 1 W, con il
sembrare strano che il modello 4093B possa catodo rivolto verso il terminale 1. Contempo-
riuscire a pilotare contemporaneamente relè e raneamente si dovrà inserire, fra il catodo dello
buzzer, eppure, dopo aver sottoposto il prototi- zener e gli ingressi 1-2 (piedini) della sezione
po a prova di funzionamento continuato, per "a" di ICl, una resistenza da 100.000 ohm.

Fig. 6 - Disegno in grandezza naturale della basetta


di vetronite, la cui zona centrale è stata completa-
mente liberata dalla superficie ramata, sulla quale si
costruisce la sonda del rivelatore di pressione.

350 Elettronica Pratica


Rivelatore dinam ico

Fig. 7 - Esposizione particolareggiata degli


elementi che compongono la sonda rivelatrice
di forze esterne. A partire dall'alto al basso, si
notano: la piastra di vetronite di chiusura del
pacchetto (1); la porzione di gomma o spugna
conduttrice (2); il circuito stampato con le due
fasce laterali conduttrici (3) e la zona centrale
isolante (4).

COSTRUZIONE DELLA SONDA


ma o spugna conduttrice va ritagliata, nella mi-
I momenti costruttivi del rivelatore dinamico sura citata, da un campione scelto fra alcuni ri-
sono due. Dapprima si realizza la sonda S ed in tagli, quelli segnalati in figura 5. Il circuito
secondo tempo il modulo elettronico, il cui stampato, ovvero il terzo elemento del sensore,
schema è pubblicato in figura 2. va sottoposto ad un certo trattamento, prima di
La composizione particolareggiata dell'elemen- chiudere il pacchetto illustrato in figura 7. In
to sensibile è presentata in figura 7. I suoi tre pratica, da questo, si deve asportare il rame che
componenti sono: occupa la porzione centrale e che, in figura 7, è
segnalato con una superficie punteggiata nel
1- Piastra di vetronite particolare 4, mentre rimangono le due fasce
2- Spugna conduttrice laterali di rame (particolare 3).
3- Circuito stampato La figura 6, che presenta il circuito stampato in
grandezza naturale, consente di rilevare le di-
La forma d'insieme è rettangolare e le dimen- mensioni della superficie centrale di bachelite o
sioni sono: 3 cm x 4 cm. La piastrina superiore vetronite, che sono di 2 cm x 3 cm circa. Ma se
di vetronite, ovviamente, è priva di superficie questi non sono elementi da rispettare troppo
ramata, ossia completamente isolante. La gom- ngorosamente, nessuna tolleranza può essere

Elettronica Pratica 35 l
Rivelatore dinamico

gnalazione di umidità o presenza improvvisa


d'acqua, per esempio per avvertire eventuali fu-
ghe o perdite nelle lavatrici, dovranno servirsi
del solo circuito stampato di figura 6, peraltro
diversamente concepito, cioè con una zona cen-
trale priva di rame, ridotta a qualche millimetro
di larghezza. Per questa applicazione, quindi, le
variazioni resistive non sono più esercitate dalle
deformazioni della spugnetta conduttrice, ma
dalla maggiore o minore conduttività dell'ac-
qua.
Per utilizzare invece il progetto come sistema di
allarme o, comunque, di segnalazione del livello
di un liquido in una vasca, in una botte o in una
cisterna, l'elemento sensore deve essere compo-
sto nel modo indicato in figura 8. Nella quale
con il numero 1 è raccomandato l'impiego, in
veste di ottimo isolante, di un blocchetto di ple-
xiglas, con il 2 sono presentati i due capicorda,
sui quali si saldano a stagno i conduttori che
vanno a raggiungere il modulo elettronico, con .
il 3 le viti di fissaggio e con il 4 le due sonde di
rame, le cui misure, di valore puramente indica-
tivo, possono essere di 2 cm x 10 cm, con uno
spessore di 2 mm, dato che le dimensioni della
sonda di figura 8 non sono affatto critiche e
Fig. 8 - Composizione della sonda di controllo dei li- vengono dettate dalle diverse circostanze di
velli di liquidi. Le parti che concorrono alla costru- pratica applicazione.
zione dell'elemento sono: blocchetto di plexiglàs
(1), capicorda (2), viti di fissaggio (3), sbarrette di
rame (4).
IL MODULO ELETTRONICO

Lo schema realizzativo del modulo elettronico


del rivelatore dinamico è illustrato in figura 2.
concessa alla netta separazione tra le due zone Per la sua costruzione occorre servirsi di una
ramate, che debbono risultare assolutamente e basetta supporto, di materiale isolante, con cir-
completamente isolate fra loro. cuito stampato, il cui disegno in grandezza reale
Sulle due superfici ramate, in posizione angola- è pubblicato in figura 3.
re, come segnalato in figura 7, si saldano a sta- Le dimensioni della basetta sono di 9 cm x 3,5
gno i conduttori che, all'altro terminale, rag- cm e questa può essere, indifferentemente, di
giungono le piazzole 1-2del circuito stampato bachelite o di vetronite.
del modulo elettronico di figura 2. Tuttavia, se Come prescritto nell'elenco componenti, il relè
questi dovessero assumere una lunghezza note- RL, alimentabile con la tensione continua di 12
vole, dovranno necessariamente essere sostituiti V, deve avere un valore resistivo compreso fra i
con un cavetto. schermato, applicando poi il 300 ohm e i 500 ohm, che non deve essere in al-
conduttore interno al capocorda 1 del progetto cun modo inferiore ai 300 ohm; quello ideale è
e al 2 la calza metallica. / il più prossimo ai 500 ohm.
Per eliminare la presenza di segnali a radiofre- Il buzzer BA, essendo un modello di tipo attivo,
quenza residui, potrebbe rivelarsi necessario rimane polarizzato, ovvero munito di condutto-
l'inserimento, in parallelo con i terminali 1- 2 re positivo e negativo. Servendosi di un compo-
del modulo elettronico di figura 2, di un con- nente MURATA, il conduttore positivo è di
densatore ceramico da 100.000 pF. color rosso, quello negativo è nero. Il condutto-
Coloro che volessero utilizzare il progetto pre- re rosso, dunque, va collegato con la piazzola 4
sentato in questa sede come strumento di se- del modulo elettronico di figura 2, quello nero

352 Elenronica Pratico


Rivelatore dinam ico

con la piazzola contrassegnata con il numero 3, tiche e, soprattutto, alle scariche di tensione,
che è poi la stessa nella quale si applica la ten- che possono danneggiarlo irreparabilmente.
sione di alimentazione negativa. Per il led LD si consiglia di montare nel circuito
Utilizzando, come elemento segnalatore della un modello BIG, ovvero un led di dimensioni
pressione, il solo buzzer, la tensione di alimen- superiori a quelle normali.
tazione può variare fra i 9 Vcce i 14 Vcc. Ma A lavoro ultimato, si dovrà tarare il trimmer
impiegando il relè RL, oppure entrambi gli ele- Rl, che controlla la sensibilità di intervento del
menti, relè e buzzer, la tensione di alimentazio- rivelatore dinamico. Quest'ultima operazione va
ne del dispositivo deve rimanere compresa fra eseguita con la massima calma e con una serie
12 Vcc e 14 Vcc. Questa inoltre, come è stato di prove successive, ovvero applicando al senso-
in precedenza raccomandato, è in ogni caso da re S varie forze di compressione e tenendo con-
preferirsi se di tipo stabilizzato. to che le variazioni resistive di questo oscillano,
L'integrato ICI va innestato per ultimo nel suo nei valori tipici; fra i 100.000 ohm, in assenza di
corrispondente zoccoletto, senza eccessive e pe- peso e 2.000 ohm, in presenza della massima
ricolose manipolazioni, dato che si tratta di un pressione esercitata con il dito pollice di una
CMOS, troppo sensibile alle cariche elettrosta- mano.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra I molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza - Le unità

L. 20.000 di misura - I condensatori - I resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali,
a due colori

Elettronica Pratica 353


STRENGTH
METER

MISURATORE DI CAMPO

Tutti i radioricevitori a carattere professionale vertimento che questo modello di segnalatore


e, in misura particolare, quelli utilizzati dai ra- può essere adottato soltanto in presenza delle
dioamatori e dagli utenti della banda cittadina, bande ad onda lunga, media e corta in modula-
sono dotati dell'S-Meter, owero di quello stru- zione d'ampiezza (AM), ma non di quelle a
mento che misura (meter) l'intensità (strenght) modulazione di frequenza (FM), per le quali
del segnale radio ricevuto. Alcuni apparati, tut- servirebbe un circuito assai più complesso di
tavia, talvolta di provenienza surplus, pur van- quelli pubblicati nelle figure 2 e 3. D'altra parte
tando pregi non comuni, ne sono sprovvisti. Ec- occorre considerare che, sulla gamma a modu-
co perché, con la presentazione di questo sem- lazione di frequenza, lavorano quasi esclusiva-
plice ed economico progettino, si sono voluti mente le emittenti commerciali e, come tutti
aiutare quei lettori che, ben intenzionati ad ag- hanno potuto constatare, fra gli 80 MHz e i 110
giungere ai loro apparecchi riceventi un valido MHz l'intensità dei segnali è talmente elevata
misuratore di campo, ancora non hanno trovato che l'indice dello strumento analogico dell'S-
una soluzione idonea del problema. Con l'av- Meter, qualora venisse inserito nel ricevitore
radio, rimarrebbe costantemente a fondo-scala.
Dunque, in FM il dispositivo chiamato in causa
non serve. Anche perché il guadagno, negli ap-
positi ricevitori, è limitato al solo stadio pream-
plificatore a radiofrequenza, onde evitare ec-
Questo semplice ed economico cessive distorsioni nella sezione miscelatrice del
dispositivo, che preleva il segnale convertitore di frequenza.
da valutare dal circuito di
controllo automatico di IL CIRCUITO CAG
guadagno dei radioricevitori, In tutti i ricervitori dotati della gamma di rice-
offre al radioascoltatore zione a modulazione d'ampiezza, chiamata AM,
l'opportunità di arricchire la esiste un particolare circuito che, un tempo, ve-
niva segnalato con la sigla CAV, ovvero Con-
propria stazione ricevente con trollo Automatico di Volume, ma che oggi vien
uno strumento di indiscussa definito, assai più modernamente, tramite la
denominazione di circuito CAG, cioé circuito di
utilità. Controllo Automatico del Guadagno, il cui
principio di funzionamento è schematizzato in
figura 1.
La presenza di questi circuiti di controllo va in-

354 Elettronica Pratica


Strength Meter

Visualizzate l'intensità dei segnali ricevuti.

È indispensabile nelle operazioni di messa a punto degli impianti


d'antenna.

Consente di emettere giudizi obiettivi sull'efficienza dei collegamenti


via radio.

dividuata nella necessità di evitare la saturazio- il potenziometro regolatore di volume sonoro


ne dei vari stadi in occasione di presenza di se- del ricevitore radio e quella continua, con pola-
gnali forti captati dall'antenna. rità tale da diminuire la tensione di polarizza-
Nel mondo della radio si conoscono circuiti di zione di base dei transistor amplificatori che pi-
controllo di guadagno sia per gli stadi a radio- lotano le sezioni 1° MF- 2° MF- 3° MF. Oue-
frequenza, sia per quelli a frequenza interme- sta tensione continua e di polarità inversa è
dia. Nel primo caso, tali circuiti provvedono al proporzionale all'intensità del segnale captato
corretto funzionamento del convertitore del cir- dall'antenna. Ne consegue che, in assenza di se-
cuito supereterodina, nel secondo servono a ga- gnali sintonizzati o in presenza di quelli debolis-
rantire il miglior rapporto segnale disturbo. Ma simi, l'apparecchio radio amplifica nella massi-
ritorniamo allo schema a blocchi di figura 1, per ma misura possibile. Viceversa, in occasione di
meglio analizzarne il funzionamento. segnali forti, questi subiscono la necessaria ri-
Il diodo rivelatore, inserito sull'uscita del quar- duzione da parte del CAG.
to blocco, cioè a valle del terzo stadio di media Nella realtà applicativa, un buon circuito auto-
frequenza, fornisce due tensioni: quella che matico di guadagno vanta una dinamica di 60
identifica il segnale audio, che va a raggiungere dB, elevabile fino a 100 dB.

Elettronica Pratica 355


Strength Meter

RET7 AMPL. CORR.

E
------ . . . .
u
\
Fig. 1- Schema a blocchi, rappresentativo dei primi stadi di un ricevitore radio a modulazio-
ne d'ampiezza (AM), in cui è dato particolare rilievo alla rete CAG (Controllo Automatico di
Guadagno). Il segnale di pilotaggio dell'S-Meter va prelevato dal punto E, a valle del diodo
rivelatore.

La linea CAG del circuito di figura 1 è di tipo a causa della bassa impedenza o resistenza dello
tensione negativa ed è quella caratteristica dei strumento di misura analogico, provocherebbe
moderni radioricevitori che montano transistor una decisa alterazione nel corretto funziona-
NPN, e nei quali la linea di alimentazione nega- mento della linea del CAG, penalizzando le ca-
tiva si identifica con quella di massa. ratteristiche principali dell'apparecchio radiori-
Nei ricevitori radio di vecchio tipo, in cui sono cevente. Dunque, per raggiungere lo scopo pre-
montati transistor PNP, con le basi alimentate fissato, serve un trasformatore di impedenza,
negativamente, il diodo rivelatore assume la po- come quello pubblicato in figura 2 o l'altro, del
sizione inversa di quella indicata in figura 1. In tutto simile, presentato in figura 3. Perchè sol-
ogni caso occorre ricordare che la tensione tanto con l'interposizione di questi circuiti adat-
CAG, in tutti i ricevitori radio, è presente sul tatori di impedenza non si interferisce, in alcu-
diodo rivelatore che precede il potenziometro na misura, sulla tensione della rete CAG.
di volume, ovvero sul punto E di figura 1. Tut- I due progetti, riportati nelle figure 2 e 3, sono
tavia, per essere certi che questa particolare quasi uguali fra loro, perché la sola differenza
tensione sia proprio quella da utilizzare nell'im- che li contraddistingue va riscontrata nelle di-
piego dell'S-Meter, conviene sempre effettuare verse polarità e nel modello di transistor FET
un controllo con il tester, che deve segnalare utilizzato. Infatti, nel circuito di figura 2, la ten-
valori di tensioni debolissimi, compresi fra O V sione di alimentazione negativa si identifica con
e 1 V e comunque variabili a seconda della po- la linea di massa ed il transistor FET è di tipo a
tenza del segnale ricevuto. canale N, mentre, nel circuito di figura 3, la li-
nea di alimentazione positiva è collegata a mas-
sa' ed il transistor FET è scelto fra i modelli a
DUE CIRCUITI QUASI UGUALI canale P. Per il resto tutto rimane invariato.
Quindi, fatta eccezione per il FET, l'elenco
Qualcuno potrebbe osservare che il problema, componenti vale per entrambi gli schemi ed an-
fin qui sollevato, potrebbe trovare la sua più na- che il piano costruttivo appare lo stesso. Ma il
turale ed immediata soluzione con la semplice circuito di figura 2 va impiegato in quei ricevi-
applicazione di un microamperometro sul pun- tori radio a modulazione d'ampiezza nei quali
to E dello schema di figura 1. Più esattamente la linea di alimentazione negativa coincide con
fra quel punto e la linea di massa del ricevitore quella di massa mentre il circuito di figura 3 va
radio. Tuttavia, un simile comportamento, a utilizzato soltanto quando la linea positiva di

356 Elettronico Pratico


Strength Meter

alimentazione del ricevitore è a massa. Nel pri- viene sensibilissimo il suo sbilanciamento, che
mo caso, il FET utilizzato è il modello a canale può essere provocato dalle variazioni resistive
N siglato 2N3819, nel secondo caso il FET, a del transistor FET.
canale P, è rappresentato dal modello 2N3820. La resistenza variabile R5, qui rappresentata da
un trimmer, essendo collegata in serie con il
microamperometro A, ne determina la sensi-
ESAME DEL CIRCUITO bilità. L'altro trimmer, invece, quello siglato con
R7, consente di regolare l'equilibrio del circuito
Poiché, come è stato detto, i due circuiti ripor- a ponte. Questo elemento necessita di quando
tati nelle figure 2 e 3 sono uguali, o quasi, l'esa- in quando di alcuni lievi ritocchi, soprattutto in
me teorico, qui di seguito presentato, vale per presenza di forti escursioni termiche.
entrambi gli schemi. L'alimentazione dei due circuiti delle figure 2 e
Nel menzionare gli schemi delle figure 2 e 3 si è 3, anche se ciò non è strettamente necessario,
fin qui parlato di trasformatori o adattatori di può essere di tipo stabilizzato. Ma in ogni caso
impedenza ma, come ora avremo occasione di deve rimanere compresa fra i valori di 6 Vcc e
dire, i due progetti non rappresentano soltanto 12 Vcc.
questo, giacché ad essi è pure conferita la fun-
zione di circuiti misuratori del segnale radio ri-
cevuto dall'apparecchio in cui si applica l'S- MONTAGGIO
Meter.
Per ben penetrare il principio di funzionamento II montaggio dell'S-Meter si effettua dopo aver
dei due circuiti in oggetto, si deve assimilare la accertato quale polarità della tensione di ali-
funzione del transistor FET a quella di una re-
sistenza variabile, comandata dalla tensione
presente fra source (s) e gate (g). La quale in-
terferisce sull'equilibrio del circuito a ponte
presente a valle del transistor.
Il microamperometro A, da 50 A fondo-
scala, rimane collegato fra due rami del circuito
a ponte, di cui il primo è formato dalle tre resi-
stenze R6- R7- R8, mentre il secondo è com-
posto dal transistor FET e dalla resistenza R4.
Pertanto, in tale collegamento, il microampero-
metro A rimane abbastanza insensibile alle va-
riazioni della tensione di alimentazione, che si
riflette su entrambi i rami del ponte, mentre di-

Elettronica Pratica 35 7
Strength Meter

~I posit.

R6

C2 "+

R8

(-r
@

neg -·-· I
-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·J
massa

Fig. 2- Circuito teorico di S-Meter applicabile a quei ricevitori radio con linea di alimentazio-
ne negativa a massa. Il transistor FTN è qui rappresentato dal modello 2N3819. Il trimmer R5
regola la sensibilità dello strumento, l'R7 consente di equilibrare il circuito a ponte.

I
I negat.
)E =
R6
Il
FTp

±-
R1 R2 C2

Il+
R5 I
\
Cl 5
R3
±». R8

- ·-·-·-·-. -· ---· -·-· -· -· __ J


massa
Fig. 3- Circuito elettrico di S-Meter inseribile in quei ricevitori radio in cui la linea di alimen-
tazione positiva si identifica con quella di massa. Il transistor a canale P è qui rappresentato
dal modello 2N3820. Rispetto al circuito di figura 2, il senso di appllcazione dell'alimentato-
re, del microamperometro e del condensatore elettrolitico, appare Invertito.

358 Elettronica Pratica


Strength Meter

< COMPONENTI I

Condensatori R5 = 4.700 ohm (trimmer)


R6 = 680 ohm - 1/8W
C1= 10.000 pF
R7 = 470 ohm - (trimmer)
C2 = 10 F- 16 VI (elettrolitico)
R8 = 470 ohm - 1/8W

Resistenze Varie
R1 = 2,2 megaohm - 1/8 W FTN = 2N3819
R2 = 2,2 megaohm - 1/8 W A = microamper. (50 A f.s.)
R3 = 1+ 10megaohm (vedi testo) ALIM.= 6Vcc : 12Vcc
R4 = 4.700 ohm - 1/8 W

Fig. 4 - Il piano di cablaggio del modulo elettronico dell'S-Meter, qui presentato, si riferisce
al circuito teorico di figura 3, quello con alimentazione positiva a massa.

Elettronica Pratica 359


Strength Meter

Fig. 5 • Disegno in grandezza reale del circuito stam-


pato, da riportare su una delle due facce di una ba-
setta supporto, di materiale isolante, delle dimensio-
ni di 3 cmx 5cm.

mentazione del ricevitore radio si identifica con croamperometro A, invece è direttamente


la linea di massa. Conseguentemente la scelta connesso con il cursore del trimmer R5.
deve cadere su uno dei due circuiti delle figure Owiamente, se avessimo pubblicato il piano co-
2 e 3, che vanno montati nello stesso modo, ri- struttivo del circuito teorico di figura 2, avrem-
cordando, tuttavia, che le tre sole differenze mo dovuto presentare un disegno quasi uguale
vanno rilevate nel senso di orientamento delle a quello di figura 4, ma con i terminali del mi-
polarità dell'alimentatore a 6 Vcc : 12 Vcc, croamperometro, dell'elettrolitico C2 e dell'ali-
del microamperometro A e del condensatore mentazione invertiti. Giacché per il transistor
elettrolitico C2. Fra i componenti, invece, FTN nulla sarebbe mutato nel piano costrutti-
cambia soltanto il modello del transistor FET. vo, essendo la differenza di canale da N a P una
Dunque, una volta scelto il circuito, questo va caratteristica interna del semiconduttore, asso-
cablato su una piastrina supporto di materiale lutamente indeterminante in sede costruttiva.
isolante, bachelite o vetronite, di forma rettan- Facciamo presente che il modulo di figura 4 è
golare, delle dimensioni di 3 cm x 5 cm, recan- un dispositivo ad altissima impedenza, quindi
te, in una delle sue facce, il circuito stampato, il sensibile ai disturbi esterni e alle condizioni
cui disegno a grandezza reale è pubblicato in fi- elettromagnetiche presenti nella zona vicina a
gura 5. quella di funzionamento. Ecco perché si consi-
Il montaggio dell'S-Meter si esegue secondo glia, a montaggio ultimato e dopo aver termina-
quanto illustrato nel piano costruttivo di figura te le necessarie operazioni di taratura e messa a
4, che propone il cablaggio del circuito elettrico punto, la completa schermatura del modulo,
di figura 3, quello che utilizza il FET di tipo che si realizza inserendolo in un contenitore
2N3820 e nel quale la linea positiva è a massa, metallico quasi completamente chiuso, ma do-
assieme all'elettrodo positivo del condensatore tato di fori per il passaggio dei conduttori e per
elettrolitico C2. Il morsetto positivo del mi- l'introduzione di un cacciavite di taratura dei
trimmer R5 ed R7.

MESSA A PUNTO E TARATURA


abbonatevi a: Diciamo subito che la realizzazione dell'S-
Meter, pur essendo semplicissima, richiede
ELETTRONICA molta attenzione e che le operazioni di messa a
punto e taratura vanno eseguite con il circuito a
temperatura di regime.
PRATICA Innanzitutto si potrebbe cominciare con l'indivi-
duazione, nel ricevitore radio, dello spazio dove
inserire il microamperometro ed il modulo elet-

360 Elettronica Pratica


Strength Meter

tronico di figura 4, naturalmente dopo essersi megaohm, 4,7 megaohm, 10 megaohm, tenendo
accertati che tutto funziona regolarmente. Ma conto che ai valori resistivi maggiori corrispon-
cominciamo con l'elenco delle necessarie ope- dono le più ampie deviazioni dell'indice del mi-
razioni di taratura. croamperometro. La massima deviazione, in
Il trimmer R7 va regolato in modo che l'indice ogni caso, si raggiunge senza inserire nel circui-
del microamperometro, con il ricevitore radio to la resistenza R3. E questi sono i reali motivi
acceso, ma senza segnale sintonizzato, si posi- per cui, negli schemi delle figure 2 e 3, la resi-
zioni sullo zero. Il t,rimmer R5, invece, va rego- stenza R3 appare applicata con i reofori termi-
lato in modo che l'indice del microamperome- nanti con due frecce.
tro subisca la massima deviazione, dopo aver Ovviamente, qualora si dovesse riscontrare che
sintonizzato nella radio l'emittente locale più l'indice del microamperometro si sposta all'in-
forte che si possa ricevere, ricordando che: dietro, anziché in avanti, si dovrà arguire che lo
strumento è stato inserito in senso errato. Ma
basterà invertire l'ordine di collegamento dei
Trimmer RS = sensibilità A
due morsetti per riportare il tutto nel regolare
Trimmer R7 = equilibrio ponte
funzionamento.
Concludiamo col ricordare che lo strumento più
Se il trimmer R5, che regola la sensibilità del adatto per questa realizzazione è il microampe-
microamperometro, non consentisse una rego- rometro munito di scala tarata in millivolt
lare e sufficiente deviazione dell'indice dello (mV). Al rivenditore di materiali elettrici ed
strumento, allora si renderebbe necessario un elettronici, quindi, si deve chiedere un mi-
immediato intervento sul valore della resistenza croamperometro da 50 A o 100 A fondo-
R3, tramite successivi tentativi e con i seguenti scala, per S-Meter, oppure un normale mi-
valori ohmmici: 1 megaohm, 2.2 megaohm, 3,3 croamperometro da 50 A fondo-scala.

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
"TRONI
: PRATeme,
tole di montaggio, sempre disponibili a
richiesta dei lettori.

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Chi non ne fosse in possesso, può ri-
chiederlo a:

Elettronica Pratica 36 1
ELEMENTARE
ETTRONICA

RIMI

FOTORESISTENZE
Le fotoresistenze sono dispositivi sensibili alla sempre legate al valore massimo della potenza
luce, perché al variare di questa muta il valore dissipabile, e ciò significa che, prima di acqui-
ohmmico del componente. Praticamente, quin- stare una fotoresistenza, occorre avere idee
di, sono delle resistenze variabili, il cui simbolo chiare sul suo futuro utilizzo. Perché un model-
elettrico è riportato in figura 1 e nel quale le lo chiamato a pilotare un relè viene sicuramen-
piccole frecce simboleggiano i raggi di luce che te coinvolto da una potenza maggiore di quella
colpiscono la fotoresistenza. Ma questa, a se- in gioco nei circuiti di polarizzazione di base dei
conda del modello o della casa produttrice, può transistor alimentati a bassa tensione, per i qua-
assumere aspetti esteriori diversi, come segna- li è sufficiente una fotoresistenza a bassissima
lato in figura 2, dove sono riprodotti tre tipi di- dissipazione. Dunque, là dove sono attive le
versi, scelti fra quelli più comuni e maggior- maggiori potenze elettriche, le fotoresistenze
mente impiegati dai principianti. sono più grandi, mentre quelle di piccole di-
L'involucro, nel quale è inserita la fotoresisten- mensioni si notano nei circuiti in cui tensioni ed
za, deve essere ovviamente di materiale traspa- amperaggi sono assai modesti.
rente, allo scopo di consentire ai raggi luminosi
di co lpire il componente nella sua zona più in-
terna. Per esempio, nei modelli di fotoresisten- COMPOSIZIONE STRUTTURALE
ze più moderni si ricorre all'incapsulamento in
plastica che, agli evidenti vantaggi di robustez- La figura 3 propone la schematizzazione strut-
za, unisce quello del risparmio economico. turale, interna ed esterna, di una comunissima
Le forme e le dimensioni delle fotoresistenze fotoresistenza.
sono certamente tra le più disparate, ma in ogni Su un supporto di materiale inerte, che può es-
caso condizionate dal pratico impiego dell'ele- sere di ceramica, mica od altro materiale isolan-
mento. In particolare, le dimensioni rimangono te, viene depositato un sottile strato di solfuro

362 Elettronica Pratica


Primi Passi

di cadmio, che rappresenta l'elemento sensibile


alla luce. Il quale, anziché liberare elettroni
esternamente al materiale, agisce internamente
a questo, favorendo la conduzione elettrica,
cioè variando la propria resistenza.
Sopra lo strato di solfuro di cadmio viene ulte-
riormente depositata, generalmente a forma di
doppio pettine, una pellicola di materiale alta-
mente conduttore, di solito l'argento e in qual-
che caso pure l'oro, per le loro proprietà di
inerzia chimica. Si viene così a creare, fra le due
bande conduttrici che costituiscono gli elettrodi
della fotoresistenza, una serpentina di sostanza
fotosensibile, che in pratica compone, nel mini-
mo spazio concepibile, una lunga striscia di ma-
teriale fotoelettrico, in grado di esaltare la sen-
sibilità del componente, anche se le dimensioni
di questo appaiono molto ridotte.
Concludiamo ricordando che la fotoresistenza
non è un dispositivo polarizzato e questo signi- I
fica che, in sede di applicazione dell'elemento,
nel circuito di impiego, non è assolutamente
necessario rispettare alcun senso di inserimen-
to, ma ciò del resto è facilmente intuibile se si
pensa alla perfetta simmetria con cui è costrui-
to il componente.

UN PROSPETTO ANALOGICO

Una volta che è stato considerato l'aspetto fisi-


co del comportamento della fotoresistenza e della sua costruzione, non resta ora che descri-
verne le proprietà elettriche.
Tenendo conto che questo componente elettro-
nico varia la propria resistenza al mutare della
luce che la investe, si suole affermare che, al
buio, la fotoresistenza si comporta come un iso-
lante, assumendo valori resistivi che spesso su-
perano il milione di ohm, per raggiungere tal-
volta anche i dieci megaohm. Ma, coll'aumenta-
re della luce che la colpisce nella sua zona sen-
sibile, la fotoresistenza diviene sempre più con-
duttrice, sino a raggiungere, sotto una luce in-
tensa, valori di poche centinaia di ohm o, addi-
rittura, di qualche decina di ohm.
In figura 4 abbiamo simboleggiato questo feno-
meno, con lo scopo di renderlo maggiormente
comprensibile, anche se i valori ohmmici, ripor-
tati in corrispondenza delle diverse condizioni
di luminosità, debbono considerarsi soltanto in-
Fig. 1 - Simbolo elettrico della fotoresistenza. Le dicativi, rimanendo questi principalmente defi-
frecce indicano la sensibilità del componente ai rag- niti dal modello di fotoresistenza utilizzato. Di
gi di luce che lo colpiscono.
norma, tuttavia, le grandezze resistive sono
quelle segnalate in figura 4, nella quale si nota

Elettronica Pratica 363


Primi Passi

a
Fig. 2-A seconda dell'impiego cui viene destinata la fotoresistenza ma, soprattutto, dal tipo
di produzione industriale, questa può presentarsi in forme e dimensioni diverse. I modelli
qui pubblicati sono stati scelti tra i più diffusi nel settore dilettantistico.

come al buio la resistenza sia quasi infinita, operazioni suggerite nelle figure 5 e 6.
mentre alla luce del sole assume i minimi valo- Con l'esperimento di figura 5 si verifica pratica-
n. mente il concetto di variabilità resistiva della fo-
Quanto affermato potrà venire facilmente com- toresistenza al variare della luce cui viene espo-
provato sperimentalmente realizzando le due sta, allontanando o avvicinando la lampadina

Fig. 3- Struttura fisica di una fotoresistenza. I princi-


pali elementi che la compongono sono: il contenito-
re (1), il materiale inerte (2), la metallizzazione (3), la
serpentina di materiale fotosensibile (4) e gli elettro-
di (5).

364 Elettronica Pratica


Primi Passi

VALORE
RESISTIVO
DELLA FR

a [suo]

b [Gora]

C il! I 5 KflI
liii

«l2
-o
-7
Fig. 4 - Prospetto analogico relativo al comporta-
mento fisico di una fotoresistenza nelle più diverse
condizioni di luminosità: al buio (a) in presenza del-
la fiamma di una candela (b), alla luce di una lampa-
- ✓
dina (c) e durante l'esposizione ai raggi solari (d). I
valori resistivi, qui elencati assumono soltanto signl-
ficato indicativo, dato che in pratica variano a secon-
d 1 I 50 I
da dei modelli di fotoresistenze.

accesa alla parte sensibile del componente e lo spostamento della lampadina accesa in un
dopo aver approntato il tester nella funzione senso o nell'altro. Ma in ogni caso questa prova
ohmmetrica e sulla scala di ohm x 100. suggerisce, immediatamente, una importante,
Con la prova di figura 6, dopo aver spento la pratica utilizzazione della fotoresistenza in fun-
lampadina, si constata come il valore ohmmico zione di elemento di allarme o di controllo.
della fotoresistenza sia aumentato a valori altis- Perché basta sostituire il tester con una lampa-
simi in assenza di luce. da od un relè e collegare in serie a questi una
In entrambi i controlli. descritti, le fotoresisten- pila di alimentazione, per comporre il più ele-
ze vengono alimentate dalla pila contenuta in- mentare sistema informatore in relazione alle
ternamente al tester, quando questo funziona variazioni di luce ambientale. La lampada infor-
da ohmmetro. matrice, infatti, si accende, oppure il relè si ec-
Ovviamente, l'esperimento di figura 5 assume cita, quando nel locale, in cui è sistemato il dr-
validità didattica nel rilevare le diverse grandez- cuito, viene superato un determinato valore di
ze resistive, segnalate dall'ohmmetro, durante soglia dell'intensità luminosa.

Elettronica Pratica 365


Primi Passi

LAMP
~ ACCESA

I \\
LUCE
/
BASSA RESIST

Fig. 5 - Tipico esperimento con il quale è facile dimostrare il comportamento elettrico di una
fotoresistenza quando, alla sua parte sensibile, si avvicina o si allontana una lampadina ac-
cesa. Il tester, commutato nella funzione ohmmetrica, va utilizzato nella portata ohm x 100.

PILOTAGGIO DI TRANSISTOR la fotoresistenza FR rimane al buio, una lampa-


da LP, che si trova in luogo separato da TR, si
L'impiego di transistor, in veste di elementi di accende e, viceversa, quando la FR è investita
pilotaggio delle fotoresistenze, consente di dalla luce, la LP rimane spenta. Riassumendo:
estendere notevolmente le pratiche applicazioni
di questi componenti elettronici. Perché i tran- FR al buio = LP accesa
sistor possono amplificare di molto la sensibilità FR in luce == LP spenta
delle fotoresistenze, evidenziando pure le mini-
me variazioni di luce incidente sulla zona sensi- Del circuito teorico di figura 7 viene presentato
tiva. Ma questo concetto può essere agevol- più avanti lo schema pratico, la cui realizzazio-
mente interpretato attraverso l'esame del cir- ne troverà certamente utile impiego in moltissi-
cuito applicativo di figura 7, nel quale, quando me applicazioni. Ma iniziamo subito l'analisi del

366 Elettronica Pratica


Primi Passi

LAMP
SPENTA

BUIO
ALTA RESIST

Fig. 6 - Quando una lampadina, che illumina la zona sensibile di una fotoresistenza, viene
spenta, l'indice del tester, adoperato nella funzione di ohmmetro, si sposta dai valori più
bassi a quelli più elevati.

comportamento del progetto di figura 7, nel stenza FR, la base del transistor TRl non rice-
quale si impiegano due transistor NPN (TRl - ve la corrente di polarizzazione attraverso il po-
TR2). E cominciamo col supporre che la foto- tenziometro R2, qualunque sia la posizione del
resistenza FR sia immersa nel buio. Ebbene, suo cursore. Pertanto, TRl rimane all'interdi-
per quanto in precedenza affermato e tenendo zione, ovvero non è conduttore ed il circuito di
conto del prospetto analogico di figura 4, in tali figura 7 si comporta come se al di là della resi-
condizioni la resistenza interna ad FR è massi- stenza Rl non vi fosse più alcun elemento o
ma, certamente in grado di ostacolare il flusso quasi. Ecco perché in tal caso la corrente può
di corrente erogato dall'alimentatore VCC, la fluire attraverso le resistenze R4 ed R5 e pola-
cui tensione deve rimanere compresa fra 12 rizzare la base del transistor TR2, che diviene
Vcc e 14 Vcc. Dunque, rimanendo ostacolato il conduttore e può accendere la lampada LP, che
passaggio della corrente a causa della fotoresi- rappresenta il carico di collettore di TR2.

Elettronica Pratica 36 7
Primi Passi

R1

4
a

e
e
vcc
° @
è » b e
e
TR2
R3

Fig. 7 - Dispositivo con il quale si possono ottenere le due condizioni elettriche di lampada
LP accesa o spenta, a seconda che la fotoresistenza FR si trovi immersa nel buio o investita
dalla luce.

-----COMPONENTI-----
Resistenze Varie

R1 = 10.000 ohm - 1/2 W TR1= BC107


R2 = 220.000 ohm (potenz. lin.) TR2 = 2N1711
R3 = 1.000 ohm - 1/2 W FA = fotoresist. (quals. modello)
R4 = 2.200 ohm - 1/2W LP = lampadina (12 V - 50 -è- 200 mA)
R5 = 1.000 ohm - 1/4 W VCC = 12 Vcc -è- 14 Vcc

Consideriamo ora la condizione elettrica oppo- minata, la corrente promossa dal generatore
sta, quella in cui la fotoresistenza FR viene in- VCC può ora circolare attraverso Rl, FR, R2
vestita dalla luce e, conseguentemente, la lam- ed R3. Ma quel che importa è che sulla base
pada LP si spegne e rimane spenta. del transistor TRl possa giungere la corrente di
Se si tiene a mente il prospetto di figura 4, tutti polarizzazione, in grado di attivare il semicon-
rammentano che, alla luce, la fotoresistenza FR duttore, il quale avvia un flusso di corrente nel
presenta i suoi valori minimi di resistenza circuito collettore-emittore e resistenza R4, in
ohmmica interna; ciò significa che, con FR illu- virtù della quale la tensione, rilevata sul collet-

368 Elettronica Pratica


Primi Passi

TAVOLETTA
IN LEGNO

TRl
Fig. 8 - Il circuito teorico, pubblicato in figura 7, può essere realizzato nel modo qui illustra-
to, utilizzando una tavoletta di legno in veste di elemento di supporto. Ovviamente, per il
corretto funzionamento del dispositivo, la fotoresistenza FR e la lampada LP debbono rima-
nere molto distanziate fra loro.

tore di TR1, è nulla. Ed è nulla pure quella sul- di 220.000 ohm, si regola la sensibilità di com-
la resistenza R5, che non può inviare corrente portamento del circuito di figura 7, ovvero si
sulla base del transistor TR2, il quale rimane al- stabilisce su quale soglia debba scattare il fun-
l'interdizione, cioè non entra in funzione e non zionamento. Praticamente, con R7 si decide
conduce corrente fra collettore ed emittore e, con quale entità luminosa debba accendersi o
ciò che ora importa, non alimenta il carico di spegnersi la lampada LP.
collettore rappresentato dalla lampada LP, che
in queste condizioni rimane spenta.
Naturalmente, i due casi ora esaminati sono MONTAGGIO CIRCUITALE
quelli estremi di massima oscurità e luminosità.
Ma si debbono considerare tutti i valori inter- Poiché il progetto pubblicato in figura 7 ci è
medi fra questi due, che possono essere in gra- sembrato particolarmente semplice, utilizzabile
do di far funzionare o bloccare il funzionamen- in varie occasioni e ricco di spunti didattici, ab-
to della lampada LP, a seconda delle diverse biamo ritenuto doveroso presentarne anche la
correnti di polarizzazione dei transistor, più o versione costruttiva, che appare riportata in fi-
meno sufficienti alla loro attivazione. gura 8. Ma per la quale non conviene comporre
Con il potenziometro R2, che deve essere scel- alcun circuito stampato, se si considera il valore
to fra i modelli a variazione lineare, nel valore sperimentale del dispositivo. Che può essere

Elettronica Pratica 369


Primi Passi

dell'emittore, si trova l'elettrodo di collettore;


per ognuno dei tre elettrodi, nello schema di fi-
RL gura 8, è riportata la lettera iniziale "e" - "b" -
"e".
D1 Il montaggio del potenziometro R2, regolatore
della sensibilità del dispositivo, si realizza trami-
te un supporto di lamiera opportunamente fo-
rato per l'inserimento del perno e per il fissag-
gio di alcune viti da legno che lo fanno aderire
solidamente alla tavoletta supporto.
O
/
Concludiamo qui la descrizione della parte co-
vcc struttiva del progetto di figura 7, ricordando
e che, nello schema pratico di figura 8, per sem-
plicità di disegno, la fotoresistenza FR e la lam-
pada LP si trovano assai vicine fra loro. Ma in
sede di installazione dell'apparato questi due
TR2 elementi debbono rimanere lontani, ovvero di-
stanziati, perché la lampada LP non deve in-
fluenzare la fotoresistenza, con la sua luminosi-
tà, quando rimane accesa.
Per la fotoresistenza FR non è stato segnalato
alcun modello specifico, dato che tutti possono
venire utilizzati per il funzionamento del circui-
to di figura 7. Possiamo tuttavia consigliare il
lettore di orientarsi verso le fotoresistenze più
Fig. 9 - Coloro che, con il circuito pubblicato in figu- economiche e a bassa dissipazione, consideran-
ra 7, volessero pilotare un carico di ordine superiore do che l'applicazione non è di carattere profes-
a quello della semplice lampadina, dovranno appor- sionale, ma principalmente didattico.
tare questa variante al progetto originale, sostituen-
do praticamente la lampadina con un relè. Per quanto riguarda l'alimentatore VCC, la cui
tensione può essere di valore compreso fra i 12
Vcc e i 14 Vcc, questo sarà rappresentato dal
collegamento in serie di tre pile piatte da 4,5 V
ciascuna, oppure da una batteria per auto da 12
Vcc. Chi è in possesso di alimentatore a tensio-
ne d'uscita variabile, potrà servirsi di questo ap-
realizzato su una tavoletta di legno, con funzio- parecchio dopo averlo regolato sul valore di
ne di supporto isolante, munita di una morset- tensione d'uscita richiesto e prima citato, tenen-
tiera a nove ancoraggi, sui quali si saldano a do conto che la lampadina LP deve rimanere
stagno i terminali dei due transistor, quelli delle rappresentata da un modello funzionante a 12
quattro resistenze fisse Rl - R3 - R4 - R5 ed al- V, con assorbimento di corrente di valore com-
tri spezzoni di fili conduttori, come chiaramente preso fra 50 mA e 200 mA. Dunque, dall'even-
segnalato nello schema di figura 8. Ricordiamo tuale alimentatore si deve poter assorbire una
infatti che, con il sistema della morsettiera, si corrente massima di 200 mA.
razionalizza il circuito e si irrigidiscono i con-
duttori.
I due transistor TR 1 - TR2 sono di tipo molto VARIANTE CIRCUITALE
comune e possono essere sostituiti con altri mo-
delli equivalenti. Quelli da noi prescritti sono il Coloro che, con il progetto di figura 7, volesse-
BC107 ed il 2N1711. In entrambi l'elettrodo di ro pilotare un carico di potenza assai superiore
emittore è facilmente individuabile, perché si a quella della piccola lampada LP, dovranno so-
trova da quella parte del semiconduttore in cui, stituire il carico di collettore di TR2, ovvero la
nella zona metallica più bassa, è ricavata una lampada LP, con un relè, nel modo segnalato
linguetta guida. Successivamente si incontra l'e- dalla variante al circuito originale che abbiamo
lettrodo di basc e, in posizione opposta a quella pubblicato in figura 9.

370 Elettronica Pratica


Dir Dcci

È owio che l'alimentazione rimane sempre la dalle eventuali formazioni di scintille, imputabi-
stessa, quella adottata per l'accensione della li alle extracorrenti di apertura e chiusura cir-
lampada LP, perché il circuito di potenza si ap- cuitale. Questo, dunque, è il motivo per cui, in
plica sui terminali utili del relè, che sono com- parallelo con il relè RL, si rende necessario l'in-
pletamente isolati dal circuito di comando. Tut- serimento del diodo al silicio Dl, per il quale si
tavia, lo stesso relè, che nella sua sezione elet- prescrive il modello 1N4004. Che in sede di
tromeccanica viene interessato dal funziona- montaggio deve rimanere collegato nel pieno
mento del dispositivo di pilotaggio, deve essere rispetto delle sue polarità. Il suo anodo, infatti,
scelto fra i modelli alimentabili a 12 Vcc e con è rivolto verso l'elettrodo di collettore di TR2,
avvolgimento a 300 ohm. il catodo verso la linea di alimentazione positiva
La sola sostituzione della lampada LP con il re- del circuito.
lè RL, non è sufficiente per far funzionare re- Si tenga presente che il catodo del diodo al sili-
golarmente il progetto di figura 7. Perché es- cio D1 è facilmente individuabile, fra i due elet-
sendo ora presente nel circuito un'induttanza, trodi del componente, per la presenza di un
quella della bobina contenuta nel relè RL, i se- anellino stampato sul corpo del semicondutto-
miconduttori potrebbero rimanere danneggiati re, proprio in prossimità di questo elettrodo.

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2°- Dall'antenna alla rivelazione
3° - Trasformatori per radiofrequenze
4° - Radio: sezione audio
5° - Radio: circuiti classici
6° - Buzzer: categorie e tipi
7° - Resistenze fisse
8° - Resistenze variabili
9° -La legge di Ohm

Elettronica Pratico 3 71
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374 Elettronico Pratica


LA PUSTA DEl LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

IL PIANO DI MASSA estendere l'analisi a tutte le gamme di frequenze


interessate. Ma è possibile, invece, fissare alcune
Una certa parte dei progetti da voi presentati idee fondamentali. Per esempio, si può subito di-
sulla rivista, ma soprattutto quelli interessati da re che la funzione del piano di massa è assoluta-
segnali a radiofrequenza, debbono essere rea- mente attiva, mentre gli schermi elettromagnetici
lizzati su un piano di massa. La cui funzione, al- svolgono un ruolo passivo. Infatti, questi ultimi,
meno per un principiante come me, non si è sono semplicemente collegati a massa, a volte in
mai rivelata troppo chiara. Infatti, se si tratta di un punto soltanto, laddove il primo viene utilizza-
comporre una valida schermatura del circuito, to come via di ritorno di tutte le alimentazioni e
questa a mio avviso rimane incompleta, giacché dei vari segnali in gioco. E quando i collegamenti
occorrono altre cinque superfici per costruire di andata vengono disposti a poca distanza dal
un completo contenitore metallico, certamente piano di massa, i campi elettromagnetici, da que-
in grado di svolgere le mansioni della classica sti provocati, generano, sul piano sottostante, un
gabbia di Faraday. E quando è già presente la percorso parallelo a bassa induttanza. Pertanto,
custodia esterna di lamiera, il piano di massa la corrente di ritorno, alternata ed impulsiva, se-
non diventa un'inutile ripetizione tecnica? Con- gue esattamente, sul piano di massa, l'andamento
cludo ricordando che, seguendo i vostri consigli, del conduttore di andata sovrapposto. Si realizza-
ovvero servendomi della superficie conduttiva no così dei collegamenti a bassissima induttanza,
collegata a massa, i risultati sono sempre stati non facilmente ottenibili altrimenti, ed una spira
ottimi. Ma proprio per questo vorrei approfon- ad area sottesa molto ridotta, se non proprio mi-
dire l'argomento. nima. Tali considerazioni interpretano pure la
PRANDONI VITTORIO presenza di una particolare immunità ai disturbi,
Como che agiscono, nella stessa misura, sia sui percorsi
di andata come in quelli di ritorno, annullandosi
Riassumere in poche righe il comportamento di reciprocamente. E ciò vale principalmente per i
un cablaggio, realizzato con la tecnica del ground disturbi di natura elettromagnetica, contro i quali
piane, ovvero del piano di massa, non è certa- gli schermi elettrostatici poco possono fare.
mente un 'impresa facile. Soprattutto se si vuole

Elettronica Pratica 3 75
CELLULE MILLIVOLTMETRO ECONOMICO

SOLARI Per realizzare il bilanciamento di apparati au-


dioriproduttori, vorrei costruire un economico
Sono cellule pronte per il fun- strumento di misura, in grado di valutare ten-
sioni dell'ordine di alcune centinaia di millivolt.
zionamento e provviste, sulla RIGON MAN ILO
faccia retrostante, di attacchi Verona
in ottone, che consentono il L'impedenza d'ingresso del circuito qui pubblica-
collegamento, in serie o pa- to è di 1 megaohm. Il tester va commutato nelle
rallelo, di più elementi, per funzioni voltmetriche e sulla portata di 10 Vcc. Il
potenziometro R2 va regolato in modo che FT
eventuali e necessari aumenti amplifichi dieci volte. Ossia, quando in entrata
di tensione o corrente. viene applicata la tensione di O, 1 V, il tester deve
segnalare la tensione di 1 V e quando la tensione
applicata è di 1 V, il tester deve indicare 10 Vcc.

Condensatori
C1 = 100.000 pF
C2 = 4,7 F- 16 VI(elettrolitico)
C3 = 1F (non polarizz.)
C4 = 2.200 pF

Vengono vendute in due mo- SPEGNIMENTO LENTO


delli, incapsulati in contenito-
re di plastica, che erogano la Dovrei comandare una lampadina da 12 V - 5
W con un circuito in grado di spegnerla lenta-
stessa tensione di 450 m V, mente in un tempo possibilmente variabile.
ma una diversa corrente. GALESSO MAR CELLO
Trani

Modello A = 400 mA {76x46 mm) In questo circuito, quando SI è commutato in 2,


L. 6.500 (spese di spediz. comprese) la lampadina rimane sempre accesa, perché attra-
verso Rl i transistor sono tutti in saturazione.
Modello B = 700 mA (96x66 mm) Commutando SI in posizione I, Cl cede lenta-
L. 7 .600 (spese di spediz. comprese) mente la sua energia attraverso R2- R3 e la lam-
padina si spegne lentamente in un tempo che di-
pende dalla capacità assegnata a Cl e dalla tara-
tura effettuata con R2.

Condensatori
C1 = 10F -24 VI (elettrolitico)
C2 = 10.000 pF

376 Elettronica Pratica


La posta del lettore

R2
CJ

r
Cl
c
9V
e
+
TESTER(V}


ENTR. Rl C2II+
R3

Resistenze Varie
R1 1 megaohm - 1/4 W FT = 2N3819
R2 10.000 ohm (potenz. lin.) D 1... D4 = diodi al germanio
R3 3.300 ohm - 1/4 W ALIM. = 9 Vcc (stabilizz.)

TRJ
e
-$
'2~ e
12V
e

C1

Varie
Resistenze TR1 = BC108
R1 = 10.000 ohm - 1/2 W TR2 =2N1711
R2 = 10 megaohm (trimmer) TR3 = TIP 3055
R3 = 100.000 ohm - 1/4 W LP = lampada ( 12 V- 1W5 W)
S1 = deviatore
ALIM. = 12 Vcc

Elettronica Pratica 377


La posta del lettore

PROVAOUARII

Capitandomi spesso di controllare ricetrasmet- Inserendo il quarzo sulle prese A - B, il diodo led
titori quarzati, mi servirebbe un semplicissimo DL si accende soltanto se questo è in buono sta-
dispositivo in grado di verificare, sia pure gros- to; se il quarzo non funziona, il led rimane spen-
solanamente, l'integrità e la funzionalità dei cri- to.
stalli.
AMA TI STEFANO
Roma

Condensatori Resistenze Varie


C1= 100pF (ceramico) R1= 47.000ohm- 1/4 W TR1 = BC108
C2 = 1.000 pF (ceramico) R2 = 22.000 ohm- 1/4 W TR2 = BC177
C3= 1.000pF (ceramico) R3 = 4700hm- 1/4W DG1-DG2 = diodi al germ. (quals. mod.)
C4 = 100.000 pF R4 = 1.0000hm- 1/4 W DL = diodo led
C5 = 10.000 pF p1 = pulsante (normai. aperto)
ALIM. = 9Vcc

AUTOASCOLTO

Da poco tempo sono entrato nella vasta schiera Deve captare, via aria, le sue trasmissioni ed ap-
dei CB e vorrei controllare, riascoltandole, le plicare i corrispondenti segnali all'entrata del re-
mie emissioni. Chiaramente servendomi di un gistratore con questo dispositivo, nel quale l'an-
registratore. Come posso fare? tenna è di tipo filare, della lunghezza di due metri
REDIVO LUCIANO circa. Con R2 si tara, una volta per tutte, il livello
Bergamo del segnale.

Condensatori
C1= 4.700pF
C2 = 4.700pF
C3= 1F(non polarizz.)

·±"_
c3
JJ
Resistenze

C2 R1= 1.000ohm- 1/4 W


rrtcc »tcast
R2 = 10.000 ohm (trimmer)
cavo scherm.
Varie
J1= imp. RF (1mH)
DG = diodo al germanio

378 Elettronica Pratica


:t,_ PT
I)

C4
R1-:/é. TR1 Il II c5
va'
M Il OG/

G
9V
e
.r E
A e
C3
T
73, Tc, Il
R2
• Il Il
R3 Il
DL

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1989

Coloro che, soltanto recentemente,


hanno conosciuto ed apprezzato lo
validità didattico di Elettronico Prati-
ca, immaginandone la vastità di
programmi tecnico-editoriali svolti
in passato, potranno ora aggiunge-
re, allo loro iniziale collezione di ri-
viste, questo annoto proposto in of-
ferto speciale o tutti i nuovi lettori.

Elettronica Pratico 379


La posta del lettore

UN AP PER MICROFONO

Considerando che l'altoparlante è un compo- Il circuito applicativo è quello pubblicato qui ac-
nente reversibile, è possibile utilizzare questo canto. Il trimmer R3 va regolato per la migliore
come microfono? In caso affermativo, occorre riproduzione audio e l'alimentazione può essere
realizzare qualche circuito di adattamento? derivata da una o più pile, con tensione compresa
RASPA EUGENIO fra i 6 Vcc e i 12 Vcc.
Reggio Calabria

c1
+

+ e
Vcc

AP R1

Condensatori R2 = 1megaohm - 1/4 W


C1= 10F- 16VI (elettrolitico) R3 = 2 megaohm (trimmer)
C2 = 10F- 16VI (elettrolitico) R4 = 4.700 ohm - 1/4 W
C3 = 10F- 16VI (elettrolitico)
C4 = 100 F- 16 VI(elettrolitico)
Varie
Resistenze TR = BC108
R1 = 100 0hm - 1/4 W AP = altoparlante (8 -:- 50 ohm)
VCC = 6 12Vcc

ALIMENTATORE STABILIZZATO In scatola


di montaggio

Caratteristiche
Tensione regolabile 5 -:- 13 V
Corr. max. ass. 0,7A
Corr. picco 1A
Ripple 1mV con 0,1A d'usc.
5mV con 0,6A d'use.
Stabilizz. a 5V d'use. 100mV

Protezione totale da cortocircuiti, sovraccarichi e so-


vrariscaldamentl,

L. 24.800

380 Elemromua Pratco


La posta del lettore

AMPLIFICATORE CC
Con una corrente di valore massimo di 1 mA, Nel circuito abbiamo inserito il diodo al silicio
proveniente da un circuito TTL, vorrei pilotare D 1, allo scopo di elevare le prestazioni del dispo-
un amplificatore in continua, in grado di ali- sitivo che, in sostituzione della lampada LP, può
mentare una lampadina da 6 V - 1 W, con la comandare un relè, un motore passo passo ed al-
tensione di 5 V cc. tro ancora.
PANZERIROBERTO
Livorno

LP

e
5V
TR1 = BC107
TR2 = 2N1711
e
,D1 = 1N4004
R1 = 10.000ohm-1/2W
R2 = 100ohm-1/2W
LP = 6V-3W
ALIM. = 5Vcc

ELETTRONICA
p Tjj
su useagrnssom
I ELETTR ONICA - RADIO - OM - 27 MH El
IL FASCICOLO ARRETRATO
ESTATE 1986
P O«CO ME NSA.E -SPEDO IN AB PO ST GR J/70 L3s0 0
ANO YV N t/- LUGLIO/AGOSTO + 986
È un numero speciale di teoria e applicazioni varie,
DIDATTICA NUMERO SPECIALE appositamente concepito per i principianti che vogliono
ED APPLICAZIONI ESTATE '86 apprendere, in casa propria, quegli elementi che consen-
tono di costruire, collaudare e riparare molti apparati
elettronici.

Il contenuto' e la materia trattata fanno di questo fascico-


lo un vero

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Chi non ne fosse ancora in possesso, può richiederlo a:
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Elettronica Pratica 38 l
KIT PER CIRCUITI
STAMPATI .1.ooo TRASMETTITORE SURPLUS

Un amico mi consiglia l'acquisto di un trasmet-


titore di provenienza surplus recante la sigla
AN-ART 13. Potete dirmi di che apparato si
Dotato di tutti gli elementi necessari per tratta e quali sono le sue principali caratteristi-
la composizione di circuiti stampati su che?
vetronite o bachelite, con risultati tali da
soddisfare anche i tecnici più esigenti, PEGORARO GIORDANO
questo kit contiene pure la speciale pen- Brescia
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro. È un ottimo trasmettitore in CW e in AM (fonia),
il cui prezzo può oscillare fra le 100.000 e le
200.000 lire. Il grosso problema sollevato dall'im-
piego di questo dispositivo sta nell'alimentazione
(1.250 -;- 2.000 V), che può essere assai pericolo-
sa se l'operatore non è persona esperta. Le fre-
quenze di lavoro si estendono fra i 1. 000 e i
18.100 KHz. La potenza d'uscita è di 200 W.

Consente un controllo visivo conti-


nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con FOTODIODO BPW 34
il prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche Gradirei conoscere le caratteristiche elettriche
dopo conservazione illimitata nel del fotodiodo modello BPW 34.
tempo. GRANDI RENZO
Orvieto
- Il contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri
La superficie fotosensibile del semiconduttore mi-
quadrati di superfici ramate.
sura 7,5 mm'. La tensione d'uscita, con illumina-
zione di J.000 lux, è di 350 mV. La massima sen-
sibilità all'infrarosso vale 940 nm. L'elettrodo di
catodo si differenzia da quello di anodo per la
presenza di un puntino di color blu o nero.

Pw 3t

PUNTO
BLU

CATODO

382 Elettronica Pratica


La posta del lettore

REGOLATORE DI LUMINOSITÀ Realizzi questo circuito in cui sono citati i valori


dei componenti. Il diac può essere di qualunque
Mi trovo in possesso di un triac 40669 della tipo. Con il potenziometro si regola la luminosità
RCA, con il quale vorrei realizzare un semplice della lampada o di più lampade, con assorbimen-
regolatore di luminosità, da applicare in un lo- ti fino a 2 A.
cale isolato, dove non ci sono problemi di irra-
diazione di segnali disturbo.
VERGA ILARIO
Alessandria

CARICO
(Q

220V
INT
• J -e # 100KpF
500Vl
~ i,
TRIAC~

A2

100KpF DIAC
500vl

RS 284 rivelatore passivo RS 285 relè con memoria RS 286 monitor per RS 28 7 scaccia zanzare
di raggi infrarossi batterle elettronico quarzato 220 Vca-9 Vcc

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RS 288 amplificatore
per videoregistratori
L~-~

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carica batterle 12 V
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degli elementi didattici introduttivi di questa affascinante disciplina che è
l'elettronica del tempo libero, abbiamo approntato un insieme di riviste
che, acquistate separatamente verrebbero a costare L.5.000 ciascuna, ma
che in un blocco unico, anziché L.50.000, si possono avere per sole L. 15.000.

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Misure di temperatura
e portata 1 O A
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TS-361
1%-¼Q,..-1,,.,.,
r,.q %o, Dotato con
5c
,...,~, iniettore di segnali
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l'importo, nel quale sono già comprese le spese di spedizione, tramite vaglia postale, assegno
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ETTITORE
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Funziona anche senza antenna. È dotato di ec-


cezionale sensibilità. Può fungere da radiomi.
crofono e microspia.

L'originalità di questo microtrasmettito-


re, di dimensioni tascabili, si ravvisa
nella particolare estensione della gam-
ma di emissione, che può uscire da
quella commerciale, attualmente troppo
affollata e priva di spazi liberi.

CARATTERISTICHE

EMISSIONE FM
GAMME DI LAVORO : 52 MHz - 158 MHz
ALIMENTAZIONE 9 Vcc + 15 Vcc
ASSORBIMENTO 5 mA con alim. 9 Vcc
POTENZA D'USCITA: 10 mw - 50 mW
SENSIBILITÀ regolabile
BOBINE OSCILL. Intercambiabili
DIMENSIONI : 6,5 cm x 5 cm
set.gess re.guerce
DI ELETTRONICA - RADIO - CB • 27 MHz
PRATICA
A&
PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3° /70 -ANNO XX - N. 7/8 - LUGLIO-AGOSTO 1991
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NUMERO SPECIALE - ESTATE 1991


--- ~ - - - - - - --- ~ - - --

STRUMENTI
DEL DILETTANTE
STRUMENTI DI MISURA __
MULTI METRO DIGITALE
MOD. TS 280 D - L. 132.000
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate - Visualizzatore cristallo liquido
a 33 cifre altezza mm 12,5 montato su elastomeri - Integrati
montati su zoccoli professionali - Batteria 9 V - Autonomia
1000 ore per il tipo zinco carbone, 2000 ore per la batteria
alcalina - Indicatore automatico di balleria scarica quando
rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
- Bassa portata ohmmetrica (20 Q) - 10 A misura diretta in D.C.
e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi -
Boccole antinfortunistiche- Dimensione mm 170 x 87 x 42 -
Peso Kg 0,343

PORTATE
VOLT D.C 200 mv-2 V-20V- 200 V- 1000 V
VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K? - 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A - 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10A
AMP. A.C. 200 A- 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e distinta dei compo-
nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolali da avvitare
sui puntali.

TESTER ANALOGICO
MOD. TS 260 - L. 62.000
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura.- 31 portate
Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 O/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V- 10V- 25V- 100 V- 250 V- 500 V -
1000 V
OHM 2x1-0x10-Qx100-2x 1000
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 mA- 50 mA -0,5 A-5 A
AMP. A.C. 250 A- 1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A
CAPACITÀ = 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e parli accessorie -
Puntali

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l'importo, nel quale sono già comprese le spese di spedizione, tramite vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale n. 46013207 a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20.
STRUMENTI
DI MISURA

f~~

a2/ag
l[±i #

I costi di allestimento del laboratorio, nella sua parte strumentale, sia pure
a livello dilettantistico, sono attualmente troppo elevati. In qualche caso co-
sì alti da scoraggiare l'appassionato di elettronica quando, per l'acquisto
di tutto il corredo, o parte di questo, si rivolge al mercato ordinario. Dove,
per esempio, è assai difficile reperire uno strumento a basso prezzo, appo-
sitamente concepito a beneficio dei principianti che, pur necessitando subi-
to di una certa funzionalità, non cercano oggi un costoso apparato profes-
sionale, ma rinviano giustamente a domani l'ampliamento ed il perfeziona-
mento delle proprie attività. Ecco perché, in considerazione di tali esigenze
pratiche, il corpo redazionale del periodico ha voluto raggruppare, nelle
ottanta pagine che compongono il presente e speciale fascicolo, quei pro-
getti, facilmente realizzabili con pochissima spesa, con i quali tutti possono
approntare il necessario numero di strumenti di misura, controllo, analisi e
pronto intervento che, più degli altri e con maggiore frequenza, vengono
utilizzati durante l'esercizio della sperimentazione.
NORME DI ABBONAMENTO
Quote valevoli per tutto il 1991
PER L'ITALIA L. 50.000
PER L'ESTERO L. 60.000
La durata dell'abbonamento è annuale,
con decorrenza da qualsiasi mese.

Per sottoscrivere un nuovo abbonamento, o rinnovare quello scadu-


to, basta inviare l'importo a:
ELETTRONICA PRATICA
VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO
servendosi di vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
tramite c.c.p. N. 916205. Si prega di scrivere con la massima chia-
rezza, possibilmente in stampatello, citando con grande precisione:
cognome, nome, indirizzo e data di decorrenza dell'abbonamento.
ABBONARSI: sigoifica acquisire il difinto e
ricevere i
casa propria, tramite i servizi postali di
Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
dell'anno.
ABBONARSI: vuol dire risparmiare sulla gorrison@ente
spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO ■ VA ZURETTI, 52 ■ TEL. 6697945
ELETTRONIC PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA - ANNO 20 - N. 7-8 LUGLIO/AGOSTO 1991

LA COPERTINA - Raccoglie, in poco spazio,


alcuni moduli elettronici degli strumenti di misura
e controllo, descritti nelle pagine interne del
presente fascicolo, con i quali ogni dilettante può
completare l'attrezzatura del proprio laboratorio.

Sommario
388
editrice TEINSIONI MEMORIZZATE
ELETTRONICA PRATICA

direttore responsabile
396
ZEFFERINO DE SANCTIS MILLIVOLTMETRO CA
disegno tecnico 402
CORRADO EUGENIO
MILLIVOLTMETRO CC
stampa
TIMEC
408
ALBAIRATE - MILANO
ALIMENTATORE DUALE
Distributore esclusivo per l'Italia:
A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27 - 20126
416
Mifono tel. 25261 autorizzazione Tribunale
Civile di Milano - N. 74 del 29-12-1972-
GENERATORE BF
pubblicità inferiore al 25%.
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UNA COPIA L. 7.000 PROVATRANSISTOR
ARRETRATO L. 7.000 430
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I FASCICOLI ARRETRATI DEBBONO ESSERE
RICHIESTI ESCLUSIVAMENTE A:
ELETTRONICA PRATICA 440
Via' Zuretti, 52 - 20125 MILANO
FREQUENZIMETRO
DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE- PUBBLI-
CTÀ - VIA ZURETTI 52 - 20125 MILANO 448
Tutti i diritti di proprietà letterario ed artistica PROVACIRCUITI AUDIOVISIVO
sono riservati a termine di Legge per tutti i
esi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono.
454
TERMOMETRO ELETTRONICO

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


Memorizza,
per lungo tempo,
i valori
delle piccole tensioni
rilevate con il tester.

TENSIONI
MEMORIZZATE
Apriamo questo speciale fascicolo di Elettroni- arguire quali e quanti vantaggi possono deriva-
ca Pratica, interamente riservato agli strumenti re dall'impiego di tale circuito, che va inserito
del laboratorio dilettantistico, con la presenta- fra la zona di misura e le boccole d'entrata del-
zione di un semplice ed economico dispositivo, lo strumento ad indice, consentendo di rivolge-
che vogliamo ritenere di comune interesse per re ogni attenzione alle manovre con i puntali e
tutti i lettori e con il quale si memorizzano, per di trascurare, per il momento, le oscillazioni
un tempo sufficientemente lungo, i valori delle dell'indice del voltmetro. Guai, infatti, a lasciar-
piccole tensioni, continue o alternate, rilevate si sfuggire di mano, durante le misure, un pun-
con il tester. Nel senso che, dopo aver tolto i tale fra le piste ravvicinate di un circuito stam-
puntali del voltmetro dai punti di misura, l'indi- pato o fra i piedini di un integrato. Perché ne
ce dello strumento analogico, anziché riportarsi scaturirebbe un contemporaneo cortocircuito
automaticamente sull'inizio scala, rimane im- con evidenti' danni materiali. Che difficilmente
mobile sul valore misurato, consentendo all'o- possono accadere all'esperto, ma che diventano
peratore una lettura tranquilla, sicura e senza più frequenti fra i principianti. Pertanto, quan-
fretta alcuna. do si adopera il tester, occorre prestare la mas-
Da queste prime, poche anticipazioni, è facile sima attenzione alla maniera con. cui si posizio-

Una delle principali nemiche di tuffi gli strumenti di misura è certamente


la fretta, che può condurre ad errori di valutazione, a danneggiamenti
degli apparati sotto controllo. Ma per combatterla c'è un solo metodo,
quello di memorizzare le misure rilevate.

388 Elettronico Pratico


Tensioni memorizzate

È un dispositivo consigliato
ai meno esperti.

Aiuta coloro
che hanno difficoltà
nel] manovrare i puntali.

nano i puntali, senza distrarsi durante la lettura FUNZIONAMENTO DEL CIRCUITO


ei valori sulle scale dello strumento e tenendo
sempre le mani ben ferme. Nelle brevi note introduttive si è detto che que-
A volte, tuttavia, queste precauzioni non basta- sto utilissimo dispositivo serve soltanto per la
no, perché sono molti i fattori occasionali che misura di piccole tensioni continue e alternate.
possono trovarsi all'origine di un movimento Dato che, abbinandolo al tester, quest'ultimo
brusco del corpo o delle mani. Ad esempio l'età dovrà essere commutato nelle scale delle ten-
avanzata del tecnico o la presenza in questo di sioni comprese fra O V e 15 V circa. Che non
disturbi nervosi, oppure una vista assai ridotta. rappresentano una grave limitazione per il labo-
Ebbene, per superare tutti gli ostacoli menzio- ratorio, perché i valori delle alimentazioni degli
nati ed evitare la contemporaneità del posizio- apparati elettronici, nella stragrande maggio-
namento dei puntali e della lettura dei valori ranza dei casi, sono compresi entro i limiti ora
ulla scala dello strumento, vogliamo qui sugge- citati. Ma vediamo di interpretare subito il com-
rire. ai nostri lettori, I'impiego di un metodo di portamento del progetto della memoria voltme-
sure che offre- le maggiori garanzie contro i trica, il cui schema elettrico è pubblicato in fi-
blemi testè sollevati e che consiste, come ab- gura 1. E cominciamo col dire che il circuito co-
1o già detto, nell'interporre, fra il punto di stituisce un trasformatore di impedenza o, più
ione ed il tester, un circuito memorizzatore, precisamente, un elevatore di impedenza, rea-
ovvero una memoria elettronica. lizzato con l'amplificatore operazionale ICl,
_ uindi. i puntali si usano ancora, ma per il quale si fa uso del moderno integrato
i'attenzkme del tecnico va posta soltanto TL061.
esclusivamente su questi, dimenticando mo- La figura 4 interpreta la piedinatura di ICl,
taneamente la scala dello strumento, che mentre la 5 propone il circuito elettronico in-
> consultata soltanto in un secondo tempo, terno dell'operazionale, la cui impedenza d'in-
il dispositivo, qui presentato e descrit- gresso ammonta a 10" ohm!
• raccolto il valore di tensione che si L'integrato ICl, che è montato nella configura-
, conosc ere, lo ha memorizzato e lo conser- zione ''voltage follower", precede il normale te-
qualche tempo a disposizione dell'opera- ster che, in pratica, misura la tensione di carica
del condensatore Cl, che deve essere di tipo in

Elettronica Pratica 389


Tensioni memorizzate

·-·-·-·-·-·- -·-·-·-·-· I

I
I
I
2
I
3

rosso

nero
+ e:
El (cc) s i-------~~:,, ~

%. I
i, D1
) -±sk 18V
@
18V
@

Fig. 1 • Progetto del dispositivo memorizzatore di tensioni, il cui assorbimento di corrente è


di 100 A con il condensatore C1 carico e di 200 A con io stesso componente. scarico. I
puntali ausiliari, che prelevano le tensioni da misurare, si applicano sulle entrate E1 - E2.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Varie
C1= 100.000 pF (poliestere) IC1 = TL061
C2 = 100.000pF D1 = 1N914
C3= 22F- 35 VI (elettrolitico) P1 = pulsante (N.A.)
C4 = 100.000 pF S1 = comm. (2 vie- 2 posiz.)
es= 22 F- 35 VI (elettrolitico) ALIM = duale(18Vcc + 18Vcc)

poliestere e che viene caricato attraverso due co per lungo tempo, anche per un'ora, prima
puntali ausiliari connessi con le entrate El o che si possa osservare uno spostamento sensibi-
E2, a seconda che si tratti di misure in continua le dell'indice del tester. Nel senso che, ad esem-
o in alternata. pio, una segnalazione di 7 V si trasforma in
La carica di Cl avviene quasi istantaneamente, quella di 6,8 V soltanto dopo una sessantina di
data la bassa resistenza verso il circuito di misu- minuti primi. Purché, ovviamente, il condensa-
ra. Dunque, i puntali ausiliari si possono toglie- tore Cl, sia stato scelto fra i modelli a bassissi-
re subito dai punti di tensione sotto misura, con ma perdita, ovvero, come è stato detto, con iso-
la certezza che il condensatore Cl rimarrà cari- lamento in poliestere.

390 Elettronica Pratica


Tensioni memorizzate

+
E
u

-"
18V 18V Sl

Flg. 2- Modulo elettronico del memorizzatore di tensioni, nel quale sono contenuti tutti gli
elementi racchiusi fra linee tratteggiate nello schema teorico di figura 1. Il tratto di condutto-
re (ponticello), inserito fra i due condensatori elettrolitici e quelli comuni contrassegnati con
C2 e C4, assicura la continuità elettrica del circuito stampato.

ando i puntali ausiliari vengono rimossi, a lettura dei valori, dopo aver tolto i puntali dai
misura avvenuta, il condensatore Cl tende a circuiti sotto controllo.
• rsi verso l'ingresso non invertente (piedi- Se il tester fosse stato connesso direttamente
dell'operazionale ICl. Ma la particolare sui terminali del condensatore Cl, anziché sul-
azione in cui è montato l'integrato, con l'uscita (piedino 6) dell'operazionale ICl, il
reazione completa dell'uscita verso l'entrata in- condensatore, a causa della bassa impedenza
nte (piedino 2), conferisce all'implificatore d'entrata del tester, si sarebbe scaricato imme-
un'impedenza d'ingresso eccezionalmente ele- diatamente attraverso i circuiti dello strumento,
ll'ordine di parecchie decine di me- rendendo impossibile la lettura dei valori di
che introduce una costante di scarica tensione dopo aver rimosso i puntali.
prolungata nel tempo. Pertanto, la me-
zonizzazione del dispositivo consiste pratica-

lla scarica, molto lenta, del condensa- TENSIONI ALTERNATE


il quale costringe l'indice del tester a
rimanere pressoché immobile sul punto della Il circuito di figura 1, oltre che misurare le ten-
ispondente al valore della tensione sioni continue di valore compreso fra O V e 15
dai puntali ausiliari, offrendo all'ope- Vcc, può valutare pure tensioni alternate o im-
il tempo possibile per una comoda pulsive della stessa grandezza, purché i puntali

Elettronica Pratica 391


Tensioni memorizzate

+
Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da comporre su una basetta sup-
porto delle dimensioni di 9 cm x 3,5 cm.

ausiliari vengano applicati all'entrata E2, in se- potrebbe rappresentare un elemento di filtro, in
rie alla quale è inserito il diodo raddrizzatore al grado di bloccare il funzionamento del circuito
silicio D1, che rappresenta ora l'elemento di ca- in esame o, quanto meno, di alterarne le carat-
rica del condensatore Cl, che può essere cari- teristiche.
cato anche da un impulso di tensione, consen- Il pulsante Pl, di tipo normalmente aperto
tendone la reale misura del valore di picco. (N.A.), rappresenta il "reset" nel circuito di fi-
L'unica limitazione, in questo tipo di misure, gura 1, owero consente di scaricare completa-
può essere sollevata proprio dal condensatore mente il condensatore Cl ogni volta che si vuol
Cl, che potrebbe influenzare negativamente il effettuare una nuova misura. Infatti, premendo
circuito sotto misura. Perché il condensatore Pl, il condensatore Cl viene cortocircuitato e si

n7 e- e+

Flg. 4 - Piedinatura del circuito integrato IC1 montato nel


TL 61 progetto del dispositivo memorizzatore di tensioni.

392 Elettronica Pratica


Tensioni memorizzate

7
, Ò()

E+
3Dg[

6ò 4òe)
u

Fig. 5 - Circuito elettrico interno all'integrato TL061, che è un amplificatore operazionale a


bassissimo consumo di corrente e con entrate a J - FET.

scarica completamente. REALIZZAZIONE DEL MODULO


consum o di corrente dell'integrato TL061 è
ridottissimo e si aggira intorno ai 100 A : II modulo elettronico del memorizzatore si rea-
2300 A. Per tale motivo l'alimentazione del cir- lizza secondo quanto indicato nel piano costrut-
o di figura 1 può essere derivata da un col- tivo di figura 2, dopo aver approntata la basetta
• g +--:■no di pile da 9 V ciascuna, collegate se- supporto, di materiale isolante, di forma rettan-
la configurazione riportata in figura 6, golare, delle dimensioni di 9 cm x 3,5 cm, dota-
compone un alimentatore duale, esatta- ta, in una delle sue facce, del circuito stampato,
come quello richiesto dal progetto del il cui disegno in grandezza reale è pubblicato in
1W1w;;izzMore di tensione. Più avanti, tuttavia, figura 3.
dopo il terzo progetto pubblicato nel L'integrato ICI si inserisce, nell'apposito zocco-
psemte fascico lo, viene proposto il circuito di letto, come ultimo elemento, dopo aver applica-
alimentatore adatto per questo ed altri di- to tutti gli altri componenti.
spositivi elettronici. Mentre per il condensatore Cl è prescritto un

Elettronica Pratica 393


Tensioni memorizzate

ZERO
+ 18V/ Volt

-18/

4 PILE
DA 9V
Fig. 6 - L'alimentatore per la memoria elettronica descritta nel testo può essere rappresenta-
to da questo collegamento di pile in serie da 9 V, nel quale la presa centrale corrisponde al
valore di tensione di zero volt. I conduttori di color bianco sono quelli che, di solito, nelle
prese polarizzate, appaiono di color rosso.

modello in poliestere, per C2 e C4 si possono sto potrà essere. inserito in un contenitore di


utilizzare condensatori di qualsiasi tipo, anche metallo o di materiale isolante, indifferente-
se nel nostro prototipo sono stati montati con- mente. Nel primo caso, tuttavia, ci si dovrà ser-
densatori dello stesso tipo di C 1. vire di boccole isolate, sia per i conduttori di
Facciamo notare che il commutatore S1, con- alimentazione, sia per quelli di entrata ed usci-
trariamente a quanto appare nello schema teo- ta. Questi ultimi, poi, dovranno essere adatti
rico di figura 1, è applicato con i terminali cen- agli spinotti dei puntali ausiliari e a quelli del
trali in contatto con le piste di rame che rag- tester, a meno che non si voglia utilizzare un
giungono le piazzole circuitali contrassegnate voltmetro in sostituzione dell'analizzatore uni-
con i numeri 3 e 5 nello schema di figura 2. Ciò versale. Perché in tal caso le boccole d'uscita U
è stato fatto solamente per ottenere un fissag- non servono, giacché i due conduttori, positivo
gio più robusto di S 1 sulla basetta supporto, e negativo del voltmetro per basse tensioni, ver-
perché agli effetti elettrici il collegamento cita- ranno collegati direttamente con le piazzole di
to risulta assolutamente privo di influenza. rame 6-7 del circuito stampato.
Una volta realizzato il modulo elettronico, que- Le stesse boccole per l'alimentatore verranno

394 Elettronica Pratica


Tensioni memorizzate

eliminate se, internamente al contenitore, si scita, invece, servono due boccole soltanto, ma
vorrà inserire il blocchetto di pile illustrato in contrassegnate con i segni della tensione conti-
figura 6. nua e sulle quali si applicheranno gli spinotti
L'unico elemento esterno di comando del cir- dei puntali del tester, quello positivo e l'altro
cuito è rappresentato dal commutatore S 1, che negativo, come segnalato nello schema teorico
consente di inserire e disinserire l'alimentatore di figura 1 (rosso - nero).
duale a 18 + 18 V cc. In serie con la boccola di E2, collegata con
Per le misure delle piccole tensioni alternate, si quella positiva di El, si deve inserire il diodo al
deve inserire il diodo al silicio D 1 fra l'ingresso silicio Dl, con il catodo rivolto verso la piazzola
E2e la linea positiva di El. Questo particolare, 1 del circuito stampato.

infatti, non è segnalato nel piano costruttivo di Si ta presente che, in corrispondenza delle due
figura 2, che contiene solamente quei compo- entrate E 1- E2, nello schema teorico di figura
nenti che, nel circuito teorico di figura 1, sono 1 sono state disegnate quattro boccole, ma in
racchiusi fra linee tratteggiate. Dunque, sul sede di cablaggio del dispositivo ne servono sol-
tenitore, in corrispondenza delle due entra- tanto tre, perché le due centrali sono entrambe
te El - E2, si applicheranno tre boccole, che collegate con la piazzola 2 del circuito stampato
dovranno realizzare il circuito riportato a sini- e quindi ne basta una soltanto, in prossimità
dello schema elettrico di figura 1 e che fa della quale si apporranno i due segni indicativi
alle due piazzole di rame, del circuito della tensione negativa e di quella alternata.
stampato, segnalate con i numeri 1 - 2. Natural- Ai meno esperti ricordiamo che, dal collega-
te. in prossimità delle boccole dell'ingresso mento in serie delle quattro pile da 9 V, ripor-
EI, si apporranno i segni + (positivo) e- (ne- tato in figura 6, occorre derivare la presa cen-
•• quali elementi guida per l'operatore trale a zero volt (O V), tenendo conto che i con-
inserire i puntali ausiliari. duttori in bianco corrispondono a quelli rossi
Riassumendo: per E1 - E2 servono tre boccole, delle normali prese polarizzate per pile da 9 V.
ctrasse gnate con i segni della tensione positi- Quelli in nero, invece, corrispondono ai condut-
negativa e con quelli dell'alternata. Per l'u- tori di solito neri o blu delle stesse prese.

Elettronica Pratica 395


Per la misura precisa
di segnali
a basso livello.

MILLIVOLTMETRO CA
La principale caratteristica, che contraddistin- I tester analogici attualmente in commercio
gue tra loro gli strumenti analizzatori ad indice, presentano una sensibilità che si aggira fra i
è la sensibilità. Che definisce l'attitudine alla 4.000 ohm e i 40.000 ohm per volt. Ma i modelli
misura di correnti deboli, ma che non viene più diffusi sono quelli con sensibilità di 20.000
espressa in microampere, bensì in ohm per volt, ohm per volt, perché questi vantano, oltre che
con l'intenzione di segnalare la resistenza inter- una buona sensibilità, anche una eccellente ro-
na complessiva dello strumento. Spieghiamoci bustezza meccanica.
meglio, con riferimento al tester, che tutti i di- La bassa resistenza d'entrata dei tester, soprat-
lettanti conoscono, posseggono ed impiegano tutto sulle portate inferiori, costituisce dunque
durante le loro esercitazioni. Supponiamo quin- un difetto, perché comporta un notevole assor-
di di commutare questo nella funzione voltme- bimento di corrente dai circuiti in esame, fal-
trica e sulla portata di 1 V. Ebbene, un tale va- sando le letture. E tale inconveniente aumenta
lore di resistenza, sulle portate superiori, au- ancor più, quando il tester viene utilizzato per
menta proporzionalmente. Per esempio, un te- valutare le tensioni alternate di minima gran-
ster da 20.000 ohm per volt, oppone al passag- dezza. Infatti, uno strumento con sensibilità di
gio della corrente una resistenza interna di 20.000 ohm per volt, in corrente continua, vede
20.000 ohm, se commutato nella portata di 1 V, diminuire la sua principale caratteristica a soli
mentre la resistenza aumenta a 40.000 ohm se 4.000 ohm per volt, quando le misure riguarda-
la commutazione dello strumento avviene sulla no le tensioni alternate sulla scala più sensibile
portata di 2 V.

Quando si debbono effeffuare misure di tensioni alternate molto basse,


occorre sensibilizzare maggiormente il comune tester, anteponendo un
circuito di amplificazione e conversione dei segnali da valutare.

396 Elettronico Pratica


Millivoltmetro CA

di soli 2 V. sione che sono tipiche dei diodi rettificatori. Ma


Interponendo, fra i punti di misura e l'entrata cominciamo col dire che la sezione ICla dell'in-
del tester, il circuito presentato in queste pagi- tegrato TL062, montato in questo progetto, am-
ne, l'inconveniente menzionato scompare, per- plifica di 10 o 100 volte il segnale applicato, a
ché la componente alternata, del segnale appli- seconda del valore attribuito alla resistenza R2,
cato all'ingresso, viene convertita in un segnale che può essere quello di 470.000 ohm, oppure
continuo, ma corrispondente a quello di picco l'altro di 4,7 megaohm.
alternato. Ossia:

R2 = 470.000 ohm = guadagno 10 volte


IL CIRCUITO ELETTRO R2 = 4,7 megaohm = guadagno 100 volte

Il circuito teorico, pubblicato in figura 1, può Dunque, la sezione integrale ICla amplifica la
mere la denominazione di millivoltmetro tensione alternata del segnale d'ingresso appli-
per tensioni alternate di piccola grandezza, se cato ai terminali 1 - 2del circuito e questa am-
riman e accoppiato al tester commutato nella plificazione è stabilita dalla formula:
funzione di voltmetro per piccole tensioni con-
tinue, perché, come abbiamo già detto, il circui-
di figura 1 converte le tensioni alternate in Amplif. = R2 : Rl
continue, senza provocare, durante il
processo di rettificazione, quelle cadute di ten- dalla quale si deduce che l'operatore potrà sce-

tegrare la scarsa sensibilità dei tester nella misura delle piccole ten-
ernate.

crementare la disponibilità strumentale del laboratorio dilettantistico.

Elettronica Pratica 397


Millivoltmetro CA

ii ·- - -- -·- - - ~ - -
, 2- TESTER

i C7

JT l4
I
C6
ò
u
@

()==ti
rosso

nero
I

f]$ e

Flg. 1- Progetto del millivoltmetro per basse tensioni alternate. L'alimentazione è di tipo
duale e può essere derivata da un raggruppamento di pile.

1
COMPONENTI
Condensatori Resistenze
C1= 1F (poliestere) R1= 47.000 ohm - 1/2 W
C2 = 100.000 pF (ceramico) R2 = 470.000 ohm - 1/2W (vedi testo)
C3 = 22 F- 35 VI (elettrolitico)
C4 = 100.000 pF (ceramico) Varie
C5 = 22 F- 35 VI (elettrolitico)
IC1 = TL062 (integrato)
C6= 22 F- 35 VI (elettrolitico)
D1 = 1N914 (diodo al silicio)
S1 = comm. (2 posiz. - 2 vie)
ALIM. = duale (18 Vcc + 18Vcc)

gliere, in relazione con le proprie esigenze, il Vpp. Superando questo valore, la sezione inte-
valore da attribuire alla resistenza R2. Tuttavia, grale ICla tosa i picchi di tensione e può subire
per estendere ulteriormente le possibilità di mi- danno.
sura del proprio tester, si possono inserire nel Il tester, i cui puntali polarizzati vanno applicati
circuito di figura 1 entrambe le resistenze, sele- ai terminali 6-7 del circuito nel modo indicato
zionabili tramite un comune switch per circuiti in figura 1, deve essere commutato in Vcc e sul-
stampati. la scala dei lOV f.s.
La massima tensione alternata, applicabile sui Qualora alla resistenza R2 si voglia assegnare il
terminali 1-2 del circuito di figura 1, è di 15 valore di 470.000 ohm, tra i valori reali delle

398 Elettronica Pratica


Millivoltmetro CA

u
2
Rl

Fig. 2 - Schema pratico del modulo elettronico del millivoltmetro. Si noti la presenza, in
prossimità dei condensatori C2 - C4, del ponticello che assicura la continuità elettrica del
circuito stampato.

tensioni alternate applicate all'ingresso del cir- mente presente all'ingresso 1-2, viene bloccata
cuito e quelli segnalati dal tester, si avranno le dal condensatore Cl e quindi non è valutata dal
guenti corrispondenze: tester. Per Cl si consiglia quindi di utilizzare un
componente in poliestere o plastico, con tensio-
ne di lavoro di almeno 250 V.
Volendo leggere anche le tensioni continue, il
alori reali Segnalaz. tester
condensatore Cl deve essere omesso. Ma non
sono queste le finalità del circuito di figura 1, il
1Vcc
cui compito fondamentale è quello di converti-
2 Vcc re la componente alternata in un segnale conti-
3 Vcc nuo, corrispondente al valore di picco di quello
10 Vcc
alternato.
Il valore minimo di frequenza del segnale alter-
nato, accettabile dal circuito di figura 1, è deter-
NTO CIRCUITALE minato da Cl ed Rl. Con le grandezze prescrit-
te per questi elementi nell'apposito elenco, la
finora detto aggiungiamo, qui di se- frequenza ammissibile si aggira intorno alla
alcune notizie di carattere teorico a bene- trentina di hertz. Pertanto il dispositivo deve
coloro che volessero maggiormente ap- considerarsi adatto alle misure delle basse ten-
pofodire il funzionamento del semplice pro- sioni alternate BF. Ma in ogni caso si tenga pre-
figura 1. sente che, per frequenze più alte, occorre dimi-
componente continua del segnale, eventual- nuire Cl o Rl e viceversa.

Elettronica Pratica 399


Millivoltmetro CA

+
@l
, o
8

+
o0a
,, ,
Fig. 3- Disegno in grandezza reale del
circuito stampato da riportare su baset-
ta supporto, di materiale isolante, delle
dimensioni di 9 cm x 3,5 cm.

La resistenza Rl stabilisce pure l'impedenza ca a spese di un certo ritardo temporale, che


d'ingresso circuitale. La quale aumenta elevan- rende impossibile l'applicazione di tale princi-
do il valore ohmmico di Rl, per esempio por- pio ai segnali a radiofrequenza.
tandolo a 470.000 ohm, ma tenendo conto che, Concludiamo affermando che il circuito di figu-
per conservare gli stessi guadagni, si deve au- ra 1 è caratterizzato dalla facoltà di decidere il
mentare di dieci volte anche R2. passaggio o meno di segnali di grandezza infe-
Come si è detto, la sezione ICla dell'integrato riore al millivolt, ricordando che, volendo ope-
TL062 rappresenta lo stadio preamplificatore rare su segnali molto bassi, bisogna pure com-
del millivoltmetro, che può essere eliminato pensare la tensione di offset degli operazionali,
qualora non si ritenga necessario amplificare il collegando, fra il piedino 3 di ICla e massa, un
segnale, con lo scopo di aumentare l'impedenza partitore di tensione capace di erogare la ten-
d'entrata del circuito. In questo caso il segnale sione di ± 10 mV e tarandolo in modo che l'u-
da misurare va applicato al piedino 5 della se- scita 7 di IClb possa oscillare in continuazione
zione IClb dell'integrato, interponendo even- tra + 0,7V ed una grandezza di tensione negativa.
tualmente un condensatore di disaccoppiamen- Il condensatore elettrolitico C6 viene caricato
to, ma collegando, tra il piedino 5 e massa, una al valore di picco del segnale applicato all'en-
resistenza di elevato valore ohmmico, per esem-
pio di 10 megaohm.
La sezione IClb realizza, almeno per la bassa
frequenza, il cosiddetto diodo ideale, quello che
blocca i segnali dal valore di OV all'ingiù, men-
tre lascia passare quelli da OV e più. Perché,
come è risaputo, il normale diodo non si com-
porta in questo modo, presentando una soglia
di alcune centinaia di millivolt, a seconda dei
modelli ed una zona di transizione, nella quale
8
assomiglia più ad una resistenza variabile con il
segnale, anziché ad un diodo ideale. Invece, in- 7
serito nel circuito di reazione di un amplificato- 6
re operazionale, come nel circuito di figura 1, 5
esattamente tra il piedino d'uscita 7 e quello
d'ingresso 6 della sezione integrale IClb, la so-
glia rimane recuperata dallo stesso operaziona-
le o, meglio, dalla sua azione, mentre la transi- Fig. 4- Elementi guida per il riconoscimento della
zione viene ridotta dall'amplificazione dell'inte- esatta posizione del piedino 1 dell'integrato TL062.
grato che, come è stato fatto rilevare in prece-
denza, è alquanto elevata. Ciò tuttavia, si verifi-

400 Elettronica Pratica


M illivoltm etro CA

sostituzione del tester con un microamperome-


tro nel progetto di figura 1, allo scopo di realiz-
zare uno strumento di misura completo, indi-
'7E pendente dall'accoppiamento con eventuali
analizzatori universali. A tale scopo, quindi, sui
terminali 6 - 7 del dispositivo, anziché i puntali
del tester, si deve aggiungere il semplice circui-
uA to pubblicato in figura 5, che utilizza un trim-
mer da 10.000 ohm ed un microamperometro
da 100 A fondo-scala.
Il trimmer va regolato in modo che il valore di
10 Vcc, rilevati con il tester, corrisponda a quel-
lo di 100 A sul microamperometro.
Per raggiungere il risultato ora programmato, si
procede nel modo seguente: si inietta sull'en-
trata E del circuito di figura 1, esattamente sui
Etl ±
terminali 1-2, un segnale di bassa frequenza, af-
finché sulla scala del tester si ottenga una se-
gnalazione di 10 V cc. Quindi si sostituisce il te-
ster con il circuito di figura 5 e si tara il trimmer
da 10.000 ohm in modo da leggere, sulla scala
Fig. 5 - Circuito sostitutivo del tester nel mllllampe-
del microamperometro, il valore di 100 A, che
rometro. Lo strumento ad indice è un microampero- corrisponde a quello reale di O, 1 V ca.
metro da 100 A fondo-scala.

MONTAGGIO DEL DISPOSITIVO

La realizzazione del progetto del milliampero-


metro inizia con l'approntamento del circuito
trata del circuito; questo componente conserva stampato, il cui disegno in gradenzza reale è
la carica acquisita per un certo tempo, onde pubblicato in figura 3.
permettere una comoda lettura sulla scala del La basetta supporto, sulla quale si aggregano i
tester. componenti destinati a comporre il modulo
L'alimentazione del circuito di figura 1 è di tipo elettronico, può essere di bachelite o vetronite,
duale, di -18 V + 18 V e può essere derivata di forma rettangolare, delle dimensioni di 9 cm.
da un collegamento di pile da 4,5 V, quello X 3,5 cm.
stesso suggerito per il precedente progetto rela- La figura 2 propone il piano costruttivo del mil-
tivo alla memorizzazione delle tensioni, dato liamperometro, quello stesso seguito durante
che il consumo di corrente dell'integrato TL062 l'approntamento del prototipo.
ammonta a 200 A + 400 A circa. Più avanti, L'integrato ICl va inserito tramite apposito
tuttavia, subito dopo il progetto del moltiplica- zoccoletto ad otto piedini, dopo aver individua-
tore di tensione per voltmetri, è presentato il to esattamente la posizione del piedino 1 trami-
circuito di un alimentatore adatto per questo ed te gli elementi guida segnalati in figura 4.
altri dispositivi elettronici. Si fa presente che il commutatore Sl, che in
Nel circuito di figura 1, la sezione IClb potreb- pratica è un doppio interruttore, contrariamen-
be sembrare priva di alimentazione, ma così te a quanto appare nello schema teorico di figu-
non è, perché le due sezioni dell'integrato sono ra 1, è applicato con i terminali centrali in con-
alimentate in comune, all'interno del compo- tatto con le piste di rame che raggiungono le
nente, tramite i soli piedini 4 e 8. piazzole circuitali contrassegnate con i numeri
3-5. Ciò è stato fatto esclusivamente per realiz-
zare un fissaggio più robusto del commutatore
SOSTITUZIONE DEL TESTER S 1 sulla basetta supporto, dato che, agli effetti
elettrici, il collegamento rimane completamente
Qualche lettore potrà ritenere vantaggiosa la privo di influenza.

Elettronica Pratica 401


MILLIVOLTMETRO CC
Si completa, con questo progetto, la prima serie quelli che i normali strumenti di tipo analogico,
di strumenti di misura autocostruibili, che am- ovvero ad indice, non possono segnalare.
montano esattamente a tre e ai quali fa seguito, La strada da percorrere è ancora quella sugge-
nel successivo articolo, un'appendice, già prean- rita precedentemente: le tensioni continue, che
nunciata in precedenza, concernente un parti- si debbono conoscere nella loro precisa gran-
colare alimentatore, appositamente concepito dezza, vengono applicate all'entrata di un sem-
per l'accoppiamento con tutti gli schemi fin qui plicissimo circuito elettronico presieduto da un
pubblicati, che potrà pure servire come utile di- integrato operazionale, mentre il tester, com-
spositivo nel laboratorio dilettantistico. mutato nelle funzioni voltmetriche, in continua
Riprendendo il concetto svolto in precedenza, e sulla scala più bassa, rimane inserito sull'usci-
che permetteva di trasformare il comune tester, ta del dispositivo. Inoltre, verificandosi nel cir-
impiegato nella funzione di millivoltmetro per cuito un assorbimento di corrente ridottissimo,
tensioni alternate, in un voltmetro elettronico durante le misure, l'alimentazione può essere
in grado di misurare i minimi voltaggi, in questa derivata da un raggruppamento di più pile, che
sede ci proponiamo di adattare lo stesso tester trasformano il piccolo voltmetro elettronico in
alle piccole misure delle tensioni continue. uno strumento di misura portatile, di modeste
Riassumendo, mentre nelle pagine precedenti dimensioni, sol che si sostituisca l'analizzatore
si è insegnato il metodo di valutare facilmente e universale con un microamperometro di portata
con poca spesa i V ca, ora indicheremo al letto- idonea alla soluzione del problema.
re come comportarsi per la misura dei V cc,

L'esigenza di conoscere i piccoli valori delle tensioni continue, quelli che i


normali analizzatori ad indice non possono segnalare, è sempre più dif-
fusa nel mondo dilettantistico. Con questo dispositivo, tuttavia, il proble-
ma si risolve con facilità e molto economicamente.

402 Elettronica Pratica


Millivoltmetro CC

IL CIRCUITO ELETTRICO Amplif. = R2 : Rl

Il circuito di figura 1 è molto simile a quello del Attribuendo alla resistenza R2 il valore di
progetto precedente. Come si può notare, infat- 470.000 ohm, si ottiene un'amplificazione del
ti, la sola differenza più appariscente consiste segnale sotto misura di 10 volte. Con R2 di va-
nella posizione del condensatore Cl, che in lore pari a 4,7 megaohrn, invece, l'amplificazio-
questa occasione rimane collegato in parallelo ne del segnale viene elevata di ben 100 volte.
all'entrata circuitale E. Perché a questo compo-
nente spetta la funzione di limitare, in misura Valore di R2
Amplific.
predeterminata, la risposta in frequenza, qualo-
ra i segnali sotto misura posseggano componen- 470.000 ohm
x 10
ti variabili che, per essere completamente elimi- 4,7 megaohm
x 100
nate, necessitano, per Cl, l'impiego di un mo-
dello a film plastico di valore capacitivo elevato.
L'amplificazione dei segnali da esaminare rima- Per quanto riguarda l'integrato operazionale
ne stabilita dal rapporto: ICl, in questo progetto viene impiegato il mo-

È un moltiplicatore di portata per i tester commutati in Vcc.


Consente la misura delle piccole tensioni continue.

Completa le insufficienze degli strumenti analogici.

Elettronica Pratica 403


M illivoltm etro CC

• -· ·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-· I
R2
I TESTER
I
R1
I
I

nero
+
E U
C1 +O •
rosso "

I. -·

Flg. 1- Circuito teorico del dispositivo da accoppiare al tester, per trasformare lo strumento
analogico in un apparato di misura delle piccole tensioni continue.

COMPONENTI
Condensatori Resistenze
C1= 10.000 pF R1= 47.000 ohm - 1/2 W
C2 = 100.000 pF R2 = 470.000 ohm - 1/2 W
C3= 22F- 24 VI (elettrolitico)
C4 = 100.000 pF Varie
es = 22 F- 24 VI (elettrolitico)
IC1 = TL061 (Integrato)
S1 = comm. (2 vie - 2 posiz.)
ALIM. = duale (18 Vcc + 18 Vcc)

dello TL061, che amplifica il segnale ad esso applicata al piedino 2 di !Cl, che rappresenta
applicato nelle misure già menzionate. l'ingresso invertente. Pertanto, sul piedino d'u-
La tensione positiva del segnale che si deve mi- scita 6, è presente la tensione amplificata del
surare o, più esattamente, amplificare, viene segnale, ma invertita di segno, ovvero, mentre
404 Elettronica Pratica
M illivoltmetro CC

-
u
+

+ + SI
18V 18 V

4
Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico dell'apparato descritto nel testo. Il supporto
è rappresentato da una basetta di materiale isolante delle dimensioni di 9 cm x 3,5 cm.

in entrata la tensione è positiva, in uscita questa lativo alla memorizzazione delle tensioni.
appare di segno opposto, cioè negativa. E que- La corrente assorbita dal progetto di questo
sto è il motivo per cui il tester, applicato sui ter- millivoltmetro elettronico per tensioni continue
minali 6-7 del circuito di figura 1, può sembra- si aggira intorno ai 200 A : 300 A. Si tratta
re inserito in modo errato, dato che il puntale quindi di consumi minimi di energia, che giusti-
positivo, quello rosso, viene applicato in questa ficano ampiamente l'impiego delle pile in sosti-
occasione alla linea della tensione apparente- tuzione di apposito alimentatore da rete. Che
mente negativa, ma che in realtà è quella di O può essere adottato anche per questo progetto
V, ovvero positiva rispetto alla tensione negati- e che è quello pubblicato e descritto immedia-
va uscente dal piedino 6 di ICl. tamente dopo il presente articolo.
Anche per questo circuito è possibile sostituire Ricordiamo che, applicando segnali compositi
il tester, commutato nella funzione voltmetrica all'entrata E del circuito di figura 1, il conden-
e sulla portata dei millivolt, con un microampe- satore Cl, con il suo valore di 10.000 pF, prov-
rometro da 100 A fondo-scala. vede ad eliminare quelli con frequenza superio-
L'alimentazione del circuito di figura 1 è di tipo re ai 300 KHz, scaricandoli a massa. Ma questo
duale, di -18 Vcc + 18 Vcc e può essere deri- valore può essere ulteriormente ridotto interve-
vata da un pacchetto di pile piatte, da 4,5 V cia- nendo sul guadagno dell'operazionale. Per
scuna, opportunamente collegate fra loro nel esempio, con l'amplificazione di 100 volte, te-
modo chiaramente interpretato nel corso del nendo conto che il prodotto banda guadagno
primo articolo del presente fascicolo, quello re- non supera i 3 MHz, la massima frequenza pri-

Elettronica Pratica 405


Millivoltmetro CC

+ +
Fig. 3- Disegno in grandezza naturale del circuito stampato del modulo elettronico del milli-
voltmetro per tensioni continue.

ma citata si riduce a 30 KHz circa, ossia: to elettrico di figura 1, questi elementi riman-
gono al di fuori delle linee tratteggiate, che rac-
3.000.000 : 100 = 30.000 chiudono soltanto tutto ciò che deve essere
montato nel modulo elettronico dello strumento.
Tali considerazioni, tuttavia, assumono un pre- L'integrato ICl deve essere applicato al circuito
ciso significato, qualora si voglia sottoporre l'in- tramite apposito zoccoletto ad otto piedini, do-
tegrato ICl ai due diversi processi di amplifica- po aver ovviamente individuata l'esatta posizio-
zione, quello delle tensioni continue e l'altro ne del piedino 1, che si trova da quella parte
delle tensioni alternate, per il quale, del resto, è del componente in cui è presente una piccola
stato appositamente concepito il progetto del tacca guida.
millivoltmetro elettronico in CA precedente- Pari osservazione si estende ai due condensato-
mente proposto. Perché il progetto di figura 1, ri elettrolitici C3- C5, che vanno inseriti nel cir-
lo ripetiamo, è stato approntato per la misura cuito dopo aver individuate le posizioni degli
delle sole piccole tensioni continue. elettrodi positivi e negativi.
Per completare la continuità circuitale del pro-
getto e, allo stesso tempo, per semplificare la
MONTAGGIO composizione del circuito stampato, sono stati
inseriti due ponticelli, in posizione trasversale,
Il primo elemento da costruire, necessario per accanto ai condensatori C2 - C4 e C3- C5.
la realizzazione del millivoltmetro elettronico in Questi sono rappresentati da altrettanti spezzo-
continua, è il circuito stampato. Il cui disegno, ni di filo conduttore rigido, inseriti sulla faccia
in grandezza naturale, riportato in figura 3, va della basetta opposta a quella in cui sono im-
riprodotto su una delle due facce di una basetta presse le piste di rame.
supporto, di materiale isolante, bachelite o ve- L'interruttore Sl, che in pratica è rappresentato
tronite, di forma rettangolare, delle dimensioni da un doppio interruttore e che serve ad inseri-
di 9 cmx 3,5 cm. re o disinserire l'alimentazione duale a ± 18
Sulla stessa basetta supporto, dalla parte oppo- Vcc, è applicato con i terminali centrali in con-
sta a quella in cui sono presenti le piste di rame tatto con le piste di rame del circuito stampato,
del circuito stampato, si applicano tutti i com- che nello schema pratico di figura 2 debbono
ponenti elettronici nel modo suggerito dallo intendersi viste in trasparenza, contrassegnate
schema pratico di figura 2. Dalla basetta, inve- con i numeri 3 e 5. Si è ricorsi ad un tale accor-
ce, rimangono fuori l'alimentatore ed il tester. gimento con il solo scopo di realizzare un fis-
Infatti. come si può notare, osservando il circui- saggio più affidabile del commutatore Sl, men-

406 Elettronica Pratica


Millivoltmetro CC

tre agli effetti elettrici il collegamento rimane


assolutamente privo di rilevanza tecnica.
In sede di misura delle piccole tensioni conti-
nue, non si deve dimenticare l'orientamento
con cui i puntali del tester vanno applicati ai
terminali 6-7 del circuito, sui quali si fisseran-
no a stagno dei robusti capicorda. Perché in
corrispondenza del 6 si deve inserire il puntale
rosso, quello positivo, mentre sul 7 va inserito il
puntale nero, ovvero quello negativo. Ma il mo-
tivo di ciò è stato abbondantemente interpreta-
to in precedenza, per cui riteniamo chiuso l'ar-
gomento.
Dobbiamo ancora aggiungere che, fino a questo
momento, si è parlato di terminali circuitali
contrassegnati con numeri e di capicorda inseri-
ti su alcuni di questi o su tutti. Ma ciò vale fin-
ché si analizza il modulo elettronico di figura 2,
che a montaggio ultimato deve invece rimanere
introdotto in apposito contenitore metallico o
di materiale isolante, sui cui Iati estremi si deb-
bono praticare dei fori per l'introduzione di
boccole isolate, se il contenitore è di metallo,
comuni se questo è di plastica o di legno. Una
coppia di boccole deve rimanere collegata, elet-
tricamente e internamente al contenitore, con i ponenti di colore diverso, possibilmente quello
terminali 1-2 del circuito, per rappresentare stesso dei puntali del tester, che di norma sono
l'entrata del voltmetro elettronico, quella in cui il rosso ed il nero. Per completare l'opera, pe-
si introduce la tensione continua di piccolissima raltro, si consiglia di apporre, in prossimità del-
grandezza, che si deve misurare sulla scala del le quattro boccole, i simboli delle tensioni posi-
tester o del microamperometro. La seconda tive e negative (più e meno).
coppia di boccole va collegata, sempre all'inter- Volendolo, anche per la tensione duale di ali-
no del contenitore, con i capicorda saldati a sta- mentazione si possono utilizzare tre boccole,
gno sui terminali d'uscita del circuito 6-7. Ma una per la tensione di -18 Vcc, un'altra per lo
per queste due boccole si consigliano due com- O V e la terza per il valore di + 18 V cc.

l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
Elettronica Pratica 407
ALIMENTATORE
DUALE
Per alimentare i circuiti fin qui pubblicati, sepa- TENSIONI MEMORIZZATE
ratamente o tutti contemporaneamente, abbia- MILLIVOLTMETRO CA
mo concepito questo semplice alimentatore da MILLIVOLTMETRO CC
rete, di tipo duale, che sostituisce vantaggiosa-
mente l'impiego delle pile quando gli strumenti perché con questo apparato si potranno alimen-
debbano essere sottoposti ad un uso frequente. tare molti altri circuiti elettronici con assorbi-
Ma che, ovviamente, toglie ai dispositivi il van- menti di correnti relativamente modeste, rive-
taggio della portatilità il quale, del resto, non è landosi assai utile in tante occasioni.
apprezzato quando gli apparati soggetti a con-
trollo rimangono sul banco di lavoro e gli stru-
menti di misura possono restare ordinati sul- IL CIRCUITO
l'apposita mensola sovrastante il piano operati-
vo. Tuttavia, le finalità con cui si è progettato A volte, quando un progetto deve essere ali-
l'alimentatore duale superano le facoltà di ac- mentato con una tensione negativa ed una posi-
coppiarsi con i tre primi moduli elettronici pre- tiva, rispetto alla massa comune, conviene che
cedentemente proposti e che abbiamo così de- gli alimentatori siano perfettamente identici.
nominato: Non è infatti sufficiente che questi forniscano le

Pur essendo appositamente progettato per alimentare i moduli elettronici


precedentemente presentati, questo circuito è stato sovradimensionato
per l'impiego in accoppiamento con molti altri dispositivi.

408 Elettronica Pratica


Alimentatore duale

tensioni e le correnti previste e con le modalità ra 1 è composto da un trasformatore da rete


necessarie, ma debbono pure rimanere caratte- con secondario a 24 Vca; segue un duplicatore
rizzati dal transitorio di accensione e di spegni- di tensione, formato principalmente dai due
mento, dal comportamento al sovraccarico, sia diodi al silicio D 1-D2 e, successivamente, dai
di corrente come di temperatura, dalla impe- due integrati stabilizzatori di tensione 1C1 - 1C2.
denza opposta in bassa ed in alta frequenza. Il trasformatore Tl è previsto per erogare la
Dunque, al di là del conforto di pilotare con un corrente di limitazione dei due integrati, onde
solo interruttore la doppia alimentazione, esi- evitare che, in presenza di sovraccarico, possa
stono motivi ancor più fondati per ricorrere a danneggiarsi; perché di regola si scaldano prima
due alimentatori progettati in modo identico, gli integrati, spegnendosi per surriscaldamento.
ma con tensioni opposte. Ma non sempre accade questo, perché con gli
Analizzato con poche parole, il circuito di fignu- integrati equipaggiati con grossi dissipatori ter-

+ 18 Vcc MASSA - 18 Vcc

Due alimentatori perfettamente simmetrici in un solo circuito.

Utilizzatelo con i primi tre progetti fin qui pubblicati.

Elettronica Pratica 409


Alimentatore duale

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4lO Elettronica Pratica


Alimentatore duale

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Elettronica Pratica 4 11
Alimentatore duale

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+- +
Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stampato che l'operatore deve approntare su
una delle due facce di una basetta supporto delle dimensioni di 10 cm x 7 cm.

mici, si può riscaldare di più il trasformatore. gura 1 un sistema di protezione contro i disturbi
Pertanto, per ragioni del tutto prudenziali, con- introdotti dalla rete-luce, dovranno applicare,
viene utilizzare per Tl un modello da 75 W. prima dei morsetti R-R, un filtro da rete da 250
Anche se viene concesso l'impiego di trasfor- Vca - 1 A almeno, ad una o due celle, scelto fra
matori autoprotetti verso i cortocircuiti e con i numerosi modelli attualmente reperibili in
potenza inferiore. commercio.
Un trasformatore di minor potenza può essere
pure adottato accoppiando termicamente gli in-
tegrati stabilizzatori e lo stesso trasformatore,
oppure calcolando accuratamente il fusibile ad FUNZIONAMENTO CIRCUITALE
immagine termica del trasformatore, in modo
che questo fonda prima che il trasformatore L'esame del comportamento circuitale dell'ali-
possa danneggiarsi. Può essere utile quindi un mentatore di figura 1 si riduce a poche osserva-
fusibile ritardato da 250 v- 0,1 A o poco più. zioni, giacché tutte le funzioni più complesse
Anche se diventa sempre conveniente l'inseri- vengono svolte dai due integrati stabilizzatori
mento del fusibile in serie con uno dei condut- ICl ed IC2. I quali posseggono, nelle loro com-
tori di rete che raggiungono l'awolgimento pri- posizioni interne, un circuito regolatore di ten-
mario di T1, ovvero con uno dei due morsetti sione che confronta, istante per istante, la ten-
segnalati con le lettere R nello schema teorico sione in uscita con un riferimento preciso al
di figura 1. 5%, talvolta al 2% ed anche all'l % a seconda
Anche l'interruttore, peraltro, deve essere ap- dei modelli, ma estremamente stabile col tra-
plicato in questa stessa parte circuitale, ossia scorrere del tempo e al variare della temperatu-
dal lato rete. ra. Tale dispositivo regola uno stadio di poten-
Coloro che volessero inserire nel circuito di fi- za, che funge da resistenza in serie, variabile,

4 12 Elettronica Pratica
Alimentatore duale

m e
o o
7818 7918
I I J l

Flg. 4 - Piedlnatura dei due integrati stabilizzatori e u m u


montati nel circuito dell'alimentatore duale; a sini-
stra quello positivo, a destra l'altro negativo. m e

che assume la funzione di mantenere stabile la I quattro condensatori ceramici C2-C3-C6-


tensione d'uscita al variare della corrente assor- C7 filtrano i disturbi a radiofrequenza e provve-
bita e della tensione fornita dal raddrizzatore, dono ad evitare l'insorgenza di oscillazioni pa-
purché non si oltrepassino le grandezze per le rassite negli integrati IC1 - 1C2. La loro tensio-
quali è assicurata la regolazione. ne di lavoro deve raggiungere almeno i 50 Vca.
Un altro circuito, internamente presente negli I due condensatori elettrolitici C4 e C8 provve-
integrati, controlla il flusso di corrente ed inter- dono ad abbassare l'impedenza d'uscita dell'ali-
viene quando questo supera i valori di protezio- mentatore su una gamma di frequenze abba-
ne, impedendo che ciò avvenga. stanza estesa verso il basso. Ma per carichi par-
Un terzo dispositivo, proprio degli integrati ICl ticolarmente gravosi, oppure nel prevedere as-
ed IC2, controlla la temperatura interna del sorbimenti di correnti di picco molto forti, pur
componente che, dinamicamente, ossia per bre- con valori medi bassi, le capacità di questi elet-
vi istanti, può essere molto superiore a quella trolitici debbono essere aumentate, senza pre-
esterna; infatti, quando vengono superati i scrizioni di limiti, con una tensione di lavoro
150° C circa, l'integrato cessa di funzionare e si anche inferiore a quella citata nell'elenco com-
riattiva soltanto quando la temperatura è ridi- ponenti, ma non inferiore ai 25 VI. Tuttavia, se
scesa sui valori normali. si aumenta la capacità di C4 e C8, conviene ap-
Gli impulsi di tensione positiva e negativa per- plicare un diodo al silicio di protezione su cia-
mettono ai due diodi al silicio D1 e D2 di river- scuno dei due integrati stabilizzatori, dato che,
sare impulsi di corrente, positiva e negativa, sui nel caso di scarica di Cl e C5, antecedente
due condensatori elettrolitici di grande capacità quella di C4 e C8, gli integrati possono rimane-
Cl - C5, che fungono da serbatoio e livellano la re danneggiati. I due diodi, rappresentati dai
tensione raddrizzata, in modo che l'ondulazione modelli 1N4007, in questo caso vanno così inse-
residua sia compatibile con le possibilità di re- riti: il primo va collegato con il catodo sull'elet-
golazione degli integrati, i quali provvedono al- trodo di entrata "e" di ICl e con l'anodo sul
le ultime operazioni di filtraggio. terminale d'uscita "u"; il secondo va fissato con
I condensatori elettrolitici Cl e C5 possono es- il catodo sull'uscita "u" di IC2 e con l'anodo
sere aumentati nei loro valori capacitivi, se si sull'entrata "e".
prevedono pratiche applicazioni a bassissimo Altri due diodi di protezione si possono collega-
ronzìo residuo. re in parallelo con la resistenza R 1 e con la R2.

Elettronica Pratica 4 13
Alimentatore duale

- MEMO
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1
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al im.

al mVCA


alim.

El mVCC

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I %
Fig. 5 - In considerazione dell'esiguo assorbimento
di corrente richiesto dai tre progetti, precedente-
mente pubblicati ed elencati all'inizio del presente
articolo, questi possono venir alimentati simultanea-
mente, con lo stesso alimentatore duale, nel modo
qui illustrato. rete

Il primo deve rivolgere il catodo a massa, il se- 24 V. Per tensioni di 5 V, occorrono 9 V sul se-
condo invece deve indirizzare l'anodo a massa. condario di Tl.
Questi diodi, rappresentabili pure da due zener
da 5 W - 21 V, sono necessari quando il circuito
di figura 1 viene accoppiato con apparecchiatu- MONTAGGIO
re in parte già alimentate da accumulatori, pile
o altri alimentatori, onde proteggere il disposi- Il montaggio dell'alimentatore duale si esegue
tivo di figura 1 ed il suo carico da sovratensioni nel modo segnalato in figura 2, rappresentativa
accidentali. del piano costruttivo del modulo elettronico
Concludiamo qui l'esame del funzionamento dell'apparato. Ma la realizzazione deve iniziare
del progetto di figura 1, ricordando che il cir- dopo aver approntato la basetta supporto, di
cuito può essere adattato all'erogazione di ten- forma rettangolare, delle dimensioni di 10 cm x
sioni diverse da quelle per cui è stato concepito, 7 cm, per la quale si può utilizzare la bachelite
purché si usino integrati stabilizzatori diversi e, o la vetronite, indifferentemente, purché dello
conseguentemente, venga pure altrimenti di- spessore di almeno un millimetro, giacché deve
mensionato il secondario del trasformatore Tl. sopportare il peso del trasformatore Tl e dei
Per esempio, con integrati da 12 V, la tensione due grossi condensatori elettrolitici Cl e C5.
va ridotta di un terzo, cioè a soli 16 V, anziché Su una delle due facce della basetta si compone

414 Elettronica Pratica


Alimentatore duale

il circuito stampato, il cui disegno, in grandezza elettrodi positivo e negativo.


naturale, è pubblicato in figura 3. Poi, sulla par- Per quanto riguarda i due integrati stabilizzatori
te opposta a quella in cui sono presenti le piste ICl ed IC2, di cui il primo è il modello 7818,
di rame, si applicano, uno ad uno, i vari compo- mentre per il secondo si utilizza il componente
nenti, secondo l'ordine stabilito nello schema 7918, si deve far bene attenzione all'esatta posi-
pratico di figura 2. zione dei tre piedini, che è diversa nei due ele-
Nell'inserire i due diodi al silicio D1 - D2, oc- menti, come chiaramente segnalato nel disegno
corre stabilire la posizione esatta dei due termi- riportato in figura 4. Inoltre, in questi due stabi-
nali di anodo e di catodo, ricordando che quello lizzatori, anche le alette di raffreddamento pre-
di catodo si trova dalla parte del componente in sentano una differente corrispondenza con gli
cui è presente un anellino guida, peraltro ben elettrodi. Infatti, mentre in ICl, ossia nel 7818,
evidenziato nel piano costruttivo di figura 2. l'aletta di raffreddamento è collegata con l'elet-
Analoga attenzione va riservata ai quattro con- trodo di massa (m), in IC2, ovvero nel 7918, la-
densatori elettrolitici Cl - C5 - C4 - C8, che so- letta metallica si trova in collegamento elettrico
no componenti polarizzati, ovvero muniti di con il terminale di entrata (e).

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notlzle e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per I nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura - I condensatori - I resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dllet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

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Elettronica Pratica 415


t
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GENERATORE BF
ONDA QUADRA
Il maggior impiego di un generatore di segnali sia richiesta l'esattezza sui tempi o la scala oriz-
di bassa frequenza, ad onda rettangolare, avvie- zontale sia già tarata, si presta pure come stru-
ne nel controllo del funzionamento degli ampli- mento calibratore per oscilloscopi.
ficatori. Perché con questo dispositivo si è in Aggiungiamo ancora che lo schema prevede la
grado di stabilire la qualità, di effettuare la disponibilità di due bande di frequenze, esatta-
messa a punto o la riparazione di molti audiori- mente quelle di:
produttori, anche quelli ad alta fedeltà che i di-
lettanti amano costruire, sia per motivi econo- 30 Hz : 1.400 Hz
mici che per ambizione personale. 1.300 Hz + 60.000 Hz
Il progetto esposto in questa sede utilizza un in-
tegrato in tecnoloiga MOS complementare, il con due livelli di tensioni diverse: quello di 0,9
quale consente di realizzare un generatore di V sull'uscita Ul e l'altro di 9 V sull'uscita U2,
segnali particolarmente preciso in ampiezza, se purché l'alimentazione del generatore avvenga
alimentato con tensione stabilizzata e ben filtra- con tensione continua, stabilizzata, di 9 V cc.
ta. Inoltre, non caricando l'uscita con valori in- L'uscita U2 può essere utilizzata nelle operazio-
feriori ai 47.000 ohm, qu_esto circuito, ove non ni di controllo dei circuiti logici.

Nel laboratorio del dilettante non può mancare un semplice ed econo-


mico generatore di segnali rettangolari, da utilizzare nella riparazione e
messa a punto degli amplificatori e come calibratore per oscilloscopi.

416 Elettronica Pratica


Generatore BF onda quadra

Due bande di frequenze 30 Hz .400


1 Hz
1.300 Hz 60.000 Hz

Due uscite con diversi livelli di segnale.

UTILITÀ DELL'ONDA QUADRA mente, dopo la trentesima armonica, non vi è


più alcun contributo apprezzabile alla formazio-
Con la tecnica dell'onda quadra non è più ne- ne dell'onda quadra.
cessario, nel laboratorio dilettantistico, l'uso Un'onda quadra con la frequenza di 1.000 Hz,
dell'oscilloscopio a doppia traccia, perché tutte ad esempio, è il risultato della sovrapposizione
le informazioni sul comportamento dell'amplifi- di tante onde sinusoidali da 1.000, 2.000, 3.000
catore di bassa frequenza in esame, cioè sul ... Hz, sino al valore massimo di 30.000 Hz. Per-
processo di amplificazione, sullo sfasamento, le tanto da ciò appare evidente che, con un solo
distorsioni, le oscillazioni ed altro ancora, ven- segnale ad onda quadra, è possibile eseguire un
gono rilevate completamente sul segnale uscen- elevato numero di prove normalmente effettua-
te, anche se il metodo comporta una certa diffi- te con onde sinusoidali.
coltà di interpretazione dei risultati. Ma se ci si Quando in un amplificatore, che non ha re-
limita ad un'analisi qualitativa e non quantitati- sponso lineare, si inietta un segnale rettangola-
va, ovvero alla misura dei tassi di distorsione, di re, questo si presenta all'uscita in forma diversa
sfasamento, ecc., l'estrema velocità di questo si- da quello applicato all'entrata, perché non tutte
stema è senza dubbio da preferirsi ad ogni al- le armoniche vengono amplificate in ugual mi-
tro. sura. Dunque, a seconda del tipo di deforma-
L'onda quadra, come è dimostrabile matemati- zione subita dal segnale, si possono conoscere
camente, deve considerarsi il risultato della so- le anomalie di funzionamento di un amplifica-
vrapposizione di un numero infinito di onde si- tore di bassa frequenza. Si può constatare, cioè,
nusoidali, con frequenza uguale o multipla di se l'amplificatore agisce eccessivamente sulle
quella della stessa onda quadra. E l'ampiezza di note gravi, sulle acute, oppure se introduce di-
tali onde sinusoidali diminuisce a mano a mano storsioni nel segnale.
che aumenta l'ordine dell'armonica. Pratica-

Elettronica Pratica 41 7
Generatore BF onda quadra

I C 1

R1
.. 7
» e
9V
M e
R2
51 Il

. Il ~ R4

1 R5
U2
llil't

I ------------ -- -- - -
U1

Fig. 1- Circuito teorico del generatore di segnali di bassa frequenza. Con S1 si commutano
le due disponibili gamme di frequenze. Con il trimmer R2 si ottiene la sintonizzazione del
segnali, mentre da U1si derivano i segnali a livello più basso (0,9 V) e dall'uscita U2 quelli a
livello più alto (9 V).

I
/

----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 820 ohm - 1/2 W
R4 = 10.000 ohm - 1/2 W
C1 = 100.000 pF
R5 = 1.000 ohm - 1/2 W
C2 = 2.200 pF
R6 = 2.200 ohm - 1/2 W
C3 = 100.000 pF
C4 = 22 F - 35 VI {elettrolitico)
Varie
Resistenze IC1 = 4093B {integr.)
DL = diodo led
R1 = 47.000 ohm - 1/2 W
S1 = comm. (1 via - 2 posiz.)
R2 = 2,2 megaohm {trlmmer)
ALIM. = 9 Vcc {stabilizz.)

4 18 Elettronica Pratica
Generatore BF onda quadra

Rl
O
/
9V
e
1

Ul

Flg. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico del generatore di segnali di bassa frequen-
za. L'integrato IC1 rimane innestato su apposito zoccoletto a quattordici piedini. I due con-
densatori C1 - C2 debbono essere scelti fra i modelli a film plastico di ottima qualità.

ANALISI DEL PROGETTO tenga presente che, senza reazione positiva, non
possono verificarsi oscillazioni stabili.
Il circuito integrato in tecnologia MOS comple- Nel circuito teorico di figura 1, la sezione oscil-
mentare a gate in silicio ICl, per il quale si uti- latrice è rappresentata dalla porta NAND se-
lizza il modello 4093 B, è composto da quattro gnalata con "a", che viene utilizzata, del resto
porte NAND a due ingressi, che nello schema come tutte le altre porte, nella funzione di in-
di figura 1 vengono individuate nelle quattro se- verter, avendo gli ingressi 1-2 collegati fra loro
zione "a-b-c-d. e facendo corrispondere l'uscita alla condizione
In ciascuna porta NAND, l'uscita è bassa sol- opposta a quella dell'entrata, con lo scopo di
tanto e solamente se gli ingressi sono alti. Os- caricare e scaricare, tra le soglie del ciclo di
sia, quando gli ingressi si trovano allo stato logi- isteresi e in continuazione, i due condensatori
co ", l'uscita rimane allo stato logico "O". Cl o C2 attraverso la resistenza Rl ed il trim-
Inoltre, tutti gli ingressi sono caratterizzati dalla mer R2. Infatti, non appena l'uscita da "bassa"
presenza di un'isteresi pari al 50% del valore diviene "alta", esattamente dopo il tempo T co-
della tensione di alimentazione, con una reazio- sì valutato:
ne positiva ottenuta all'interno del circuito inte-
grato. Con tali vantaggi, quindi, è possibile rea- T = CxRl + R2
lizzare un circuito oscillatore, che utilizza una
sola sezione NAND dell'integrato ICl ed un dove C può essere rappresentato da Cl o C2,
solo gruppo resistivo-capacitivo, necessario per questa riesce a portare "alto" l'ingresso, identi-
stabilire la costante dei tempi, in quanto la rea- ficabile nei piedini 1-2 di ICl, ma scatta subito
zione positiva rimane già contemplata in ICl; si verso il "basso", sul piedino 3 di ICl, dando

Elettronica Pratica 4 19
G enera tore BF onda quadra

Flg. 3- Disegno in grandezza naturale


del circuito a piste di rame, da riportare
in una delle due facce di una basetta
supporto delle dimensioni di 9,5 cm x
4,5 cm.

origine ad un secondo semiciclo simmetrico ed zione, prescritta nel valore normale di 9 Vcc, si
analogo dell'oscillazione. In sostanza, in questo fa presente che questa può anche variare fra i
meccanismo, l'uscita, trovandosi in opposizione limiti di 5 V cc e 15 V cc, purché si provveda a
con l'entrata, insegue quest'ultima continua- sostituire la resistenza R3, che regola la corren-
mente, ma vanamente. te di scorrimento attraverso il diodo led, che
La sezione "b" di ICl isola l'oscillatore "a" dal tiene informato l'operatore sullo stato elettrico
buffer finale, ovvero dal circuito separatore, in del generatore, con altra di valore adeguato.
termini di impedenza, fra le parti operative. Per esempio, con la tensione di alimentazione
Il buffer è qui rappresentato dalle due sezioni di 5 V cc, la R3 deve scendere da 820 ohm a 4 70
"c" e "d" collegate fra loro in parallelo, con lo ohm, mentre può conservare il valore originale
scopo di aumentare di due volte l'intensità della se l'alimentazione awiene con la tensione di 12
corrente in uscita. Questo circuito, dunque, am- Vcc. Ciò che importa è che il led mantenga una
plifica la corrente e separa i circuiti logici da sufficiente luminosità in tutti i casi. Ma il diodo
quelli utilizzatori con due diversi livelli. DL deve essere assolutamente eliminato quan-
Per aumentare ulteriormente il flusso di corren- do il generatore di bassa frequenza viene ali-
te e in occasione di applicazioni a media impe- mentato a pile, con lo scopo di costruire uno
denza, si può rinunciare allo stadio intermedio, strumento portatile e indipendente dalla rete
ovvero alla sezione "b" di ICl, collegandola in luce, perché l'assorbimento di corrente risulte-
parallelo con le altre due del buffer, ossia con rebbe in tal caso eccessivo e sicuramente non
le sezioni "c" e "d", perché in tal senso non sopportabile dalle pile, che si esaurirebbero ben
sussistono rimarchevoli controindicazioni. presto nel corso di impieghi prolungati dello
Potrebbe capitare che, la presenza di sottoten- strumento.
sioni o sovratensioni, anche accidentali, inve- Volendo disaccoppiare l'uscita circuitale dalle
stendo il terminale 3 del circuito stampato, componenti continue e regolare gradualmente
quello che fa capo al conduttore "caldo" dellu- 1 il livello del segnale uscente, si può collegare,
scita U2 con livello a 9 V cc, si rivelasse nociva sui terminali 2-3 del circuito di figura 1, il
per l'integrato ICl. Pertanto, in previsione di semplice dispositivo pubblicato in figura 4, com-
tale inconveniente, si consiglia di inserire un posto da due condensatori e da un potenzio-
diodo zener da 9 V - 1 W, se la tensione di ali- metro a variazione lineare da 1.000 ohm. Ma
mentazione del circuito di figura 1 è quella di 9 questo circuito attenuatore va impiegato sola-
Vcc, fra il morsetto circuitale 3 e massa, con la- mente quando al generatore si accoppiano cari-
nodo rivolto a massa ed il catodo sul terminale chi ad alta o media impedenza, per collegamen-
3. Contemporaneamente, fra il morsetto 3 ed i ti brevi, realizzati con cavi a bassa capacità. I
piedini 10 e 11 delle sezioni "c" e "d" di ICl, due condensatori, rispettivamente da 220 pF e
occorre applicare una resistenza da 2.200 ohm - 1 F, collegati in parallelo, sono di tipo cerami-
1/2 W. co o a film.
Per quel che riguarda la tensione di alimenta- Concludiamo a questo punto l'esame del circui-

420 Elettronica Pratica


G enera tore BF onda quadra

I 220pF

"et
I
Flg. 4 - Circuito attenuatore, da utilizzare in presenza 12 I • I
di carichi ad alta e media Impedenza, In collegamen-
ti brevi con cavi a bassa capacità, in grado di disac-
coppiare le uscite cJrcOltall del generatore dalle
componenti continue.
I•

to elettrico del generatore di segnali a bassa coppiato con apposito alimentatore, tenendo
frequenza ricordando che, le due bande di fre- conto che il circuito assorbe la corrente di 10
quenze, menzionate all'inizio dell'articolo, sono mA, se si monta il diodo led DL, ma che la cor-
selezionabili tramite il commutatore ad una via rente si riduce a soli 200 A + 300 A se il led
e due posizioni S1, mentre con il trimmer R2 si viene omesso.
sintonizzano le frequenze. Che possono venir Le operazioni di montaggio possono iniziare
generate, oltre che con i due condensatori Cl e dopo aver approntato la basetta supporto, di
C2, anche con altri condensatori di valore inter- materiale isolante, bachelite o vetronite, di for-
medio, purché si sostituisca Sl con altro com- ma rettangolare, delle dimensioni di 9,5 cm x
mutatore a più posizioni. Tuttavia, senza ricor- 4,5 cm recante, in una delle sue facce, il circuito
rere all'inserimento di ulteriori componenti, è stampato, il cui disegno in grandezza naturale
possibile mutare i valori capacitivi di Cl e C2, appare pubblicato in figura 3.
ricorrendo all'apposita tabella, in cui con C viene Sulla basetta supporto, nella parte opposta a
segnalata, genericamente, la grandezza complessi- quella in cui sono presenti le piste di rame, si
va dei condensatori, valevole per entrambi. inseriscono tutti i componenti elettronici nel
modo segnalato nel piano costruttivo riportato
Tabella corrispondenze capacità-frequenze in figura 2.
L'integrato ICl, che deve essere innestato su
apposito zoccoletto a quattordici piedini, va ap-
Capacità Freq. max. Freq. min. plicato come ultimo elemento, in considerazio-
100 pF 700 KHz 35 KHz ne della delicatezza dei componenti MOS.
2.200 pF 60 KHz 1.300 Hz Il condensatore C3 può essere indifferentemen-
100.000 pF 1.400 Hz 30 Hz te di tipo ceramico o a film, mentre il conden-
2,2 F 60 Hz 0,5 Hz satore elettrolitico C4, per il quale è stato pre-
scritto il valore capacitivo di 22 F, può essere
sostituito con altro di capacità superiore, qualo-
ra il sistema di alimentazione da rete dovesse
MONTAGGIO introdurre un certo ronzìo. Ma ciò che più im-
porta è che i due condensatori Cl e C2 siano di
La costruzione di questo generatore di segnali tipo a film plastico e di ottima qualità, dato che
di bassa frequenza, particolarmente adatto per da questa dipende, in larga misura, la precisio-
il laboratorio del dilettante, può assumere la ca- ne delle risposte del generatore di segnali di
ratteristica della portatilità, se alimentato a pile, bassa frequenza.
oppure quella dello strumento da banco, se ac-
Elettronica Pratica 421
PROVATRANSISTOR
Con la maggior parte dei provatransistor si ef- za nel controllo dei transistor sanno che, quasi
fettuano semplici controlli di tipo statico. Ma sempre, un componente adatto per lavorare in
con il dispositivo, qui presentato e descritto, si alta frequenza, sottoposto a prove statiche per
ottengono risultati che scaturiscono da vere e mezzo di un comune provatransistor, presenta
proprie prove dinamiche, che offrono indicazio- caratteristiche elettriche nettamente inferiori a
ni molto più attendibili, soprattutto quando il quelle di un transistor appositamente concepito
circuito viene utilizzato come elemento attivo per funzionare da amplificatore audio. Mentre
per alta frequenza. Non basta infatti confronta- una prova dinamica, a frequenza elevata, smen-
re tra loro due transistor in condizioni statiche, tisce un simile risultato, rivelando un netto calo
ovvero sottoporli al flusso della corrente conti- del guadagno nel secondo modello di transistor.
nua, per giudicare quale dei due componenti Dunque, la possibilità di controllare, oltre che i
sia dotato di un guadagno migliore. Perché que- transistor bipolari, anche i fet e i mosfet, com-
sto varia notevolmente col mutare della fre- presi quelli a doppio gate, rende questo stru-
quenza in relazione con la composizione tecni- mento utilissimo e quasi indispensabile nel la-
ca del semiconduttore. boratorio dilettantistico e, in modo particolare,
Coloro che possono vantare una certa esperien- in quello di coloro che rifiutano gli strumenti di
misura e controllo commerciali, sia per motivi
di ordine economico, sia per ragioni di pratica
conoscenza.
Per concludere la sequenza di queste poche no-
te introduttive, vogliamo ricordare interamente,
qui di seguito, le varie possibilità di controllo
disponibili con questo strumento:
Le prove effettuabili sono almeno
cinque e si estendono dai compo- 1- Stato dei transistor PNP e NPN
2° - Controllo FET a canale P e N
nenti attivi a semiconduttore ai 3°- Verifica dei transistor MOSFET
cristalli di quarzo, qualunque sia il 4° - Esame cristalli di quarzo
valore della frequenza di oscilla-
zione di questi. Ora, prima di iniziare la presentazione del pro-
getto dello strumento, vogliamo citare, a bene-
ficio dei lettori principianti, le maggiori caratte-
ristiche che contraddistinguono fra loro i semi-

422 Elettronica Pratica


Provatransistor

I risultati raggiunti
dipendono da vere
e proprie prove dinamiche.

Con questo strumento


è possibile controllare
l'efficienza
dei transistor e dei quarzi.

conduttori analizzabili con il dispositivo e i cui tore, che può essere di tipo N o P e che viene
simboli elettrici sono riportati in figura 7. comunemente chiamata "canale", conseguente-
mente alla tensione applicata al gate.
Il transistor mos può essere considerato come
COMPONENTI AfflVI un prodotto più avanzato del fet. In questo, in-
fatti, l'elettrodo di gate è isolato dal canale per
Il comune transistor bipolare, che può essere di mezzo di ossidi metallici. E proprio dalla pre-
tipo PNP o NPN, è dotato di tre terminali, cor- senza di questi ossidi proviene la denominazio-
rispondenti agli elettrodi di emittore, base e ne di mos (metal-oxide-semiconductor).
collettore; questi, all'interno del componente, Dall'unione ipotetica di due transistor mos na-
fanno capo ad altrettante zone di semicondut- sce il mos a doppio gate, detto pure mosfet, il
tore, che possono essere di germanio o di silicio cui simbolo elettrico è riportato sulla destra di
No P, che formano due giunzioni. figura 7. I due gate permettono un controllo in-
Il transistor fet, chiamato anche transistor ad terdipendente del canale.
effetto di campo o transistor unipolare, è an-
ch'esso dotato di tre elettrodi, che prendono i
nomi di: IL CIRCUITO ANALIZZATORE

SOURCE = s Il principio di funzionamento del dispositivo


GATE = g analizzatore di transistor e di quarzi si basa sul-
DRAIN =d la misura della tensione d'uscita prodotta da
uno stadio oscillatore pilotato a cristallo di
Il simbolo elettrico di questo componente è ri- quarzo.
portato in posizione centrale di figura 7. Il suo Il comune transistor o quello speciale, sottopo-
funzionamento dipende dalla strozzatura che si sti a controllo, vengono praticamente inseriti,
produce in una barretta di cristallo semicondut- nel circuito di figura 1, in veste di elementi atti-

Elettronica Pratica 423


Provatransistor

è 11 Il
I
(.J
!! s

424 Elettronica Pratica


Provatransistor

ZOCCOLI
XTAL

o
Al PIEDINI
SEMICOND.

CIRC. STAMG.
LATO RAME SI
E COMPONENTI
o o

9V

Flg. 2 - Plano costruttivo, interamente realizzato su una lastra di alluminio, del provatransl-
stor. SI noti Il particolare montaggio del componenti elettronici effettuato direttamente sulle
piste di rame del circuito stampato. Le pile di alimentazione rimangono Inserite dentro Il
contenitore.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R4 = 220.000 ohm- 1/4 W
R5 = 330hm- 1/4W
C1 = 10.000pF
R6 = 47.000ohm- 1/4W
C2 = 100.000 pF
R7 = 22.000ohm - (potenz. lin.)
C3 = 100.000 pF
C4 = 10pF
Varie
C5 = 8,2pF
C6 = 10.000pF DG1 = diodo al germanio (quals. tipo)
DG2 = diodo al germanio (quals. tipo)
N.B. - Tutti i condensatori sono di tipo ceramico J1 == imp.AF(2mH)
S1 = interrutt.
Resistenze S2 = comm. (2 vie - 2 poslz.)
S3 = comm. (2 vie- 2 posiz.)
R1= 270.000 ohm- 1/4 W
X = quarzo (vedi testo)
R2 = 100.000 ohm - 1/4W
A = microamperometro (500 At.s.)
R3 = 860ohm- 1/4 W

Elettronico Pratico 42 5
Provatransistor

Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stam-


pato sul quale si compone il modulo elettronico del

+ provatransistor.

vi di uno stadio oscillatore, dove è applicato un Con questo accorgimento, il progetto di figura
cristallo di quarzo sicuramente efficiente che, 1, disponendo di un transistor sicuramente effi-
oltretutto, stabilisce la frequenza di prova del ciente, potrà venir impiegato in funzione di
transistor. strumento provaquarzi per paragone. Per stabi-
Disponendo ad esempio di tre cristalli di quar- lire, ad esempio, il rendimento di due quarzi di-
zo, con frequenze prossime ai seguenti tre valo- versi, dotati della stessa frequenza di oscillazio-
ri: ne, oppure di una frequenza molto simile.
Il paragone fra cristalli di quarzo con frequenza
Freq. = 100 KHz molto diversa non ha senso, dato che interver-
Freq. = 3MHz rebbero altre cause a falsare il paragone, quali,
Freq. = 20 MHz ad esempio, la variazione di guadagno del tran-
sistor o le capacità parassite.
si può valutare l'andamento del guadagno di un
transistor in esame alle varie frequenze, per de-
cidere poi se il semiconduttore può essere uti- ESAME DEL CIRCUITO
lizzato negli stadi di alta frequenza, oppure se il
suo impiego debba limitarsi a quelli di media o Il circuito completo del provatransistor è pub-
bassa frequenza. blicato in figura 1. In esso si distinguono l'inter-
Il circuito oscillatore presente nello schema di ruttore di alimentazione Sl, il commutatore a
figura 1, è di tipo aperiodico, allo scopo di con- due vie e due posizioni S2 e quello dello stesso
sentire l'inserimento di quarzi con valori di fre- tipo S3. Quest'ultimo serve a predisporre il cir-
quenza diversi, senza dover ricorrere a noiose o cuito secondo lo schema di un oscillatore a
difficili regolazioni di stadi accordati. transistor bipolari NPN o PNP (posiz. T), oppu-

426 Elettronica Pratica


Provatransistor

9V 9V

Jl
R4 Jl

X C6 E
X
C6 E
+ /a} }]l {I} + Ii

R6
TR
.43==
C2 R6

R3

Fig. 4 - Il principio di funzionamento del provatransi- Flg. 5 • Il transistor fet viene inserito nel circuito del
stor si basa sulla misura della tensione d'uscita pro- provatransistor in veste di elemento attivo di uno
dotta da uno stadio oscillatore pilotato a quarzo (X). stadio oscillatore quarzato.

re a transistor fet o mosfet (Posiz. F). Il com- A fondo-scala, sostituibile ovviamente con un
mutatore S2, invece, consente di invertire le po- tester commutato sulla portata di 50 A.
larità di alimentazione dell'oscillatore, adattan- Si noti come il segnale a radiofrequenza venga
dole ai transistor PNP e ai fet a canale P, oppu- prelevato, per mezzo del condensatore C4, dal-
re ai transistor NPN e, corrispondentemente, ai la apposita uscita RF, la cui presenza permette
fet a canale N. l'inserimento nel circuito di un eventuale fre-
Per i transistor di tipo mosfet a doppio gate è quenzimetro per RF, con il quale si possono va-
previsto il collegamento g2 ad una tensione di lutare le frequenze di oscillazione dei cristalli di
polarizzazione fissa, stabilita dal partitore di quarzo in cui non risulti impresso alcun dato
tensione R1-R2. tecnico, oppure quando l'indicazione della fre-
Dai terminali dell'induttanza di blocco J 1 viene quenza, sui componenti, sia stata cancellata dal
derivato il circuito di misura, composto da una tempo e dall'usura.
sonda per alta frequenza, ottenuta tramite i due Dal circuito del provatransistor fuoriescono
diodi al germanio DG1 - DG2. quattro fili conduttori, collegati ad altrettante
Il segnale RF, raddrizzato dai due diodi e livel- pinzette-coccodrillo. Su ciascuno dei conduttori
lato dal condensatore C6, viene inviato, attra- sono riportate, nello schema teorico di figura 1,
verso il potenziometro regolatore di sensibilità delle lettere, il cui significato viene qui di segui-
R7, al microamperometro A da 50 A : 200 to elencato:

Elettronica Pratica 427


Provatransistor

o o
o
use. RF
o ZOCCOLI
XTAL o [se. ]e
o

o o o
o POT.
DEVIATORI

o o

Flg. 6 - Lastra di alluminio di chiusura del contenitore del provatransistor vista dalla parte
posteriore e qui riportata in grandezza naturale.

g2 = gate 2 patta, come segnalato nello schema di figura 2,


e = emittore dove si può osservare come una buona parte di
s = source componenti elettronici rimanga applicata al cir-
b = base cuito stampato dalla parte in cui sono presenti
g (1) = gate e gate 1 le piste di rame. Dunque, i collegamenti do-
e = collettore vranno rimanere molto corti e le saldature ese-
d = drain guite a regola d'arte.
L'inserimento dei cristalli di quarzo, che si ef-
È ovvio che il conduttore contrassegnato con la fettua sulla parte anteriore del pannello fronta-
sigla g2 verrà collegato soltanto nel caso in cui le, è facilitato dall'impiego di tre zoccoletti, di
il componente in esame sia un mos a doppio diverse dimensioni, collegati in parallelo fra lo-
gate; in tutte le altre prove questo conduttore ro, in modo da consentire l'innesto di quarzi di
rimane libero. ogni misura. Nello schema di figura 2, questi
zoccoletti sono disegnati con linee tratteggiate,
perché rimangono fissati sulla faccia della ba-
MONTAGGIO DELL'APPARATO setta supporto opposta a quella in cui sono pre-
senti le piste di rame. Questa stessa osservazio-
Trattandosi sostanzialmente di un circuito a ra- ne si estende al potenziometro R7.
diofrequenza, il piano di cablaggio del prova- Il disegno del circuito stampato è pubblicato in
transistor deve essere realizzato in forma com- grandezza naturale in figura 3, mentre in figura

428 Elettronica Pratica


Provatransistor

e l d Id
b
~~

e
3 1S
g2D
g1
ls

transistor fet mosfet


Flg. 7 - Simboli elettrici dei diversi tipi di transistor che possono essere sottoposti a prova
con lo strumento descritto nel testo.

6, ancora in misura reale, è presentato lo sche- continua di 9 V, che può essere quella erogata
ma della lastra di alluminio che chiude il conte- da una comune pila o da due pile piatte, da 4,5
nitore di materiale isolante in cui viene intro- V, collegate in serie tra loro.
dotto il montaggio del provatransistor e sulla Se il transistor in prova è in ottimo stato, il cir-
quale si compone il pannello frontale dello cuito deve oscillare ed il microamperometro
strumento; i fori e le altre aperture, quindi, so- -.A deve segnalare il passaggio di corrente. Ov-
no anch'essi riportati in grandezza naturale. Ma viamente, la deviazione dell'indice dello stru-
si tenga ben presente che il disegno di figura 6 mento analogico sarà tanto maggiore quanto
si intende visto dalla parte posteriore, quella più efficiente sarà il transistor alla frequenza di
che, a lavoro ultimato, rimane dentro il conteni- prova.
tore. In maniera analoga si procede per stabilire la
bontà di un cristallo di quarzo. Infatti, per que-
sto tipo di controllo, si deve applicare al circuito
IMPIEGO DEL DISPOSITIVO un transistor sicuramente efficiente, scelto fra i
modelli più adatti a lavorare in radiofrequenza,
L'impiego del dispositivo testè descritto è sem- oppure fra quelli dotati di una frequenza di ta-
plicissimo. Per l'esame dei transistor, infatti, ba- glio elevata. Poi si applica il quarzo da esamina-
sta applicare le tre pinzette coccodrillo, collega- re nello zoccoletto più adatto e si osserva lindi-
te ai conduttori uscenti dall'apposito foro pre- ce del microamperometro, la cui deviazione as-
sente sul pannello frontale e contrassegnati con sai vistosa segnala una sicura efficienza del
le sigle "cd - es - bg" in figura 2, agli elettrodi di componente. Tuttavia occorre ricordare che ta-
collettore-emittore-base del componente; poi si luni cristalli di quarzo, di provenienza surplus,
inserisce un quarzo sicuramente efficiente nel si dimostrano "duri" alla prova, ovvero non
corrispondente zoccoletto e si predispongono i oscillano in circuiti a transistor, perché si tratta
due commutatori S2- S3 nelle posizioni oppor- di vecchi elementi concepiti per funzionare ne-
tune. Per esempio, trattandosi di un transistor gli apparati a valvole elettroniche. La mancata
di tipo NPN, il commutatore S2 va posizionato deviazione dell'indice del microamperometro,
in N e l'S3 in T. Successivamente si interviene quindi, non deve trarre in inganno quando si ha
su Sl per alimentare il circuito con la tensione a che fare con quarzi di taglio particolare.

Elettronica Pratica 429


IMPEDENZIMETRO
Al dilettante non serve rilevare il valore rigoro- dal progettista, comportando l'apporto di alcu-
samente preciso dell'impedenza di un altopar- ne varianti tecniche, che spesso richiedono mi-
lante, un microfono, una cuffia, un buzzer, un sure elettriche particolari.
auricolare, un relè, un trasformatore d'uscita o Facciamo un esempio. Quando si vuol interve-
d'altri elementi ancora, che implicano l'impiego nire sugli stadi finali di un riproduttore audio
di strumenti commerciali, costosi, la cui presen- ad alta fedeltà, si debbono conoscere i valori
za è giustificata soltanto nei laboratori profes- delle impedenze d'uscita, onde inserire trasdut-
sionali. Perché a coloro che praticano l'elettro- tori acustici con identici valori di impedenza.
nica come hobby è sufficiente conoscere alcune Perché non è possibile montare un altoparlante
grandezze approssimative, certamente non ad alta impedenza, se l'uscita è a bassa impe-
troppo diverse da quelle reali e per le quali ba- denza o viceversa. La riproduzione audio, infat-
sta l'uso di un impedenzimetro come il modello ti, subirebbe gravi danni. Per evitare i quali,
qui presentato e descritto. Che diventa necessa- quando si prescrive il modello di un altoparlan-
rio in molte occasioni, soprattutto quando, do- te, assieme ad altri dati viene pure citato quello
po aver realizzato un progetto, non ci si accon- dell'impedenza, che è espresso in ohm, ma che
tenta di adibirlo all'utilizzazione cui questo è nulla ha a che vedere con la ben nota resistenza
destinato, ma si pretende di farlo funzionare in ohmmica, almeno sotto l'aspetto puramente
condizioni ed ambienti diversi da quelli stabiliti tecnico.

L'impedenzimetro non è uno strumento di misura di uso molto frequen-


te, come lo è invece il tester. Ma il suo impiego, sia pure discontinuo,
può offrire indicazioni valide ne~'attività dilettantistica.

430 Elettronica Pratica


lmpedenzim etro

Consente la misura di valori fino a 550 ohm.

Valutate l'impedenza di trasduttori acustici, trasformatori e relè.

L'uso dello strumento è indispensabile quando si cambiano


gli altoparlanti.

CHE COS'È L'IMPEDENZA quando si ha a che fare con tensioni e correnti


variabili anziché continue.
A beneficio di quei lettori che soltanto da poco Come accade per la resistenza elettrica, che vie-
tempo sono entrati nel mondo dell'elettronica, ne sempre segnalata con la lettera R, l'impe-
intesa come occupazione del tempo libero, pri- denza rimane indicata con la lettera maiuscola
ma di iniziare la presentazione del progetto del z.
frequenzimetro, vogliamo, qui di seguito, espor- Secondo la legge di Ohm, la resistenza R espri-
re una breve interpretazione del concetto d'im- me il rapporto tra la tensione continua e la cor-
pedenza, che assai spesso viene confuso erro- rente continua, ossia:
neamente, con la resistenza.
Quello di impedenza è un termine molto ricor- R = V:I
rente in elettronica e costituisce una delle gran-
dezze che caratterizzano il comportamento di L'impedenza Z esprime lo stesso rapporto, ma
molti componenti, quando questi sono interes- riferito alla tensione e alla corrente variabile,
sati da correnti elettriche variabili. E proprio cioè:
per tale motivo si potrebbe dire che l'impeden-
za rappresenta l'equivalente della resistenza, Z = V:I
Elettronica Pratico 431
lmpedenzimetro

T1 a
R
V
tC

zx
"
Fig. 1- Questo semplice circuito, di valore completamente teorico, sintetizza il funzionamen-
to del progetto dell'impedenzimetro pubblicato in figura 4.

A complicare un poco le cose, tuttavia, in que- presenza di tensioni e correnti variabili, come
sta seconda formula subentra il concetto della ad esempio le alternate, la legge di Ohm, nella
vettorialità, ovvero, non sempre tensione e cor- sua forma più elementare, non serve più e non
rente sono tra loro in fase. Inoltre, mentre la serve più nemmeno l'ohmmetro, mentre occor-
resistenza, per un dato componente, rimane rono formule molto più complesse o uno stru-
una grandezza costante, non così si verifica per mento appositamente concepito, che prende il
l'impedenza Z, che risulta legata al valore della nome di frequenzimetro.
frequenza del segnale considerato, quando il
componente è del tutto o in parte di natura in-
duttiva o capacitiva. Dunque, finché i compo- PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
nenti o i circuiti con questi realizzati sono inte-
ressati da correnti e tensioni continue, è facile li sistema di misura dell'impedenza, adottato
risalire ai valori resistivi tramite la legge di nello strumento qui di seguito analizzato, può
Ohm, ma quando questi sono coinvolti dalla essere schematizzato nel circuito di figura l.

Ricordate il nostro indirizzo!

EDITRICE ELETTRONICA PRATICA


Via Zuretti 52 • 20125 Milano

432 Elettronica Pratico


lmpedenzimetro

R
Fig. 2 - Quando il carico circuitale è di tipo resistivo,
la legge di Ohm consente di valutare la corrente ero-
gata dal generatore di tensione.

Che non è il progetto completo dell'impedenzi- sente fra il terminale centrale dell'avvolgimento
metro, ma che consente di sintetizzare, a grandi secondario del trasformatore Tl ed il punto cir-
linee, il funzionamento del circuito, assai più cuitale "C" del ponte, si può ottenere una vali-
complesso, riportato in figura 4. da indicazione dell'impedenza incognita ZX.
Lo schema di figura 1 è praticamente quello di Infatti, il perfetto equilibrio del ponte si ottiene
un ponte resistivo, nel quale tuttavia un ramo quando l'impedenza del ramo R uguaglia quella
soltanto è rappresentato da una resistenza del ramo ZX. E poiché l'impedenza nota è rap-
ohmmica, quello in cui è montato il potenzio- presentata in realtà dalla resistenza R, il vol-
metro R. Altri due rami sono identificabili nei tmetro, inserito sulla diagonale del ponte, indi-
due avvolgimenti secondari del trasformatore ca uno zero reale quando pure ZX è una resi-
Tl. Il quarto ramo è costituito dall'impedenza stenza di pari valore. Ma in altri casi non è pos-
incognita ZX di cui si vuol conoscere il valore. sibile raggiungere un perfetto azzeramento del
Nei punti contrassegnati con le lettere "a" e voltmetro, pur azionando il perno del potenzio-
"b" sono presenti due tensioni uguali in am- metro R, dovendosi invece accontentare della
piezza, ma in opposizione di fase. Dunque, mi- minima deviazione dell'indice dello strumento
surando il valore della tensione alternata, pre- analogico. E questo è il principio di funziona-

z
Fig. 3 - Se il carico circuitale, collegato al generatore
di tensione, è rappresentato da un'impedenza Z, l'In-
tensità di corrente non può essere più valutata con
la legge di Ohm, ma misurata con l'lmpedenzimetro.

Elettronica Pratica 433


lmpedenzimetro

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434 Elettronica Pratica


lmpedenzimetro

Elettronica Pratica 435


lmpedenzimetro

Fig. 6 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da riportare su una basetta suppor-
to delle dimensioni di 13 cmx 4 cm.

mento del progetto dell'impedenzimetro di fi- 100 Hz e l'altro di 1.000 Hz, come segnalato in
gura 4. corrispondenza dei condensatori Cl e C2.
Lo schema di figura 2, che interpreta il concetto Il segnale generato da ICI raggiunge il transi-
di resistenza, è composto da un generatore di stor TR 1, che funge in questo caso da elemento
tensione alternata e dalla resistenza R, che vie- amplificatore di corrente e per il quale si fa uso
ne attraversata dalla corrente: del modello TIP 3055.
L'impedenza di valore incognito ZX è collegata
I= V:R fra i terminali 2 - 3 del circuito. Il tester, com-
mutato nella funzione di voltmetro per tensioni
Nello schema di figura 3, che vuol interpretare alternate e sulla scala dei 2 Vca, rimane colle-
la nozione di impedenza, il generatore è sem- gato fra i terminali 1 e 2del circuito e può esse-
pre quello di figura 2, ma il carico è in questo re sostituito con un microamperometro, da 50
caso segnalato con Z, una impedenza che, al .A : 100 A fondo-scala, nel modo interpre-
passaggio della corrente, non oppone soltanto tato dallo schema di figura 7, del quale parlere-
una resistenza ohmmica, ma anche un altro tipo mo più avanti.
di resistenza particolare, che ostacola il flusso In sede di misura delle impedenze incognite,
della corrente alternata e che aumenta coll'au- può capitare che queste siano composte soltan-
mentare della frequenza della tensione erogata to da un valore resistivo e da uno induttivo,
dal generatore. cioè da R + L. Ma può anche succedere che
l'impedenza contenga pure un'entità capacitiva
nella somma R + L + C. Nel primo caso, pur
ESAME DEL CIRCUITO commutando S 1 sulle due posizioni possibili, la
segnalazione di minimo offerta dallo strumento
Anche se da un punto di vista teorico, la sezio- analogico è la stessa. Nel secondo, invece, è di-
ne principale del progetto di figura 4 è certa- versa. E ciò si verifica, ad esempio, quando si va
mente quella del circuito di misura, riportato a misurare l'impedenza di un altoparlante mu-
sulla destra dello schema, sotto l'aspetto pratico nito di cavi di collegamento assai lunghi e per il
la parte più importante è quella del generatore quale la commutazione di SI, sui due valori di
di tensione variabile. Che viene qui ottenuto frequenza, determina due diversi minimi spo-
sfruttando le possibilità di impiego di un classi- stamenti dell'indice dello strumento.
co integrato, esattamente un 555 (ICl), che Applicando un frequenzimetro sul punto circui-
oscilla con due possibili valori di frequenza, se- tale TP (Test Point), è possibile misurare i due
lezionabili tramite il commutatore SI, quello di valori di frequenza generata da ICI tramite la

436 Elettronica Pratica


lmpedenzimetro

DI

D02

+
C1

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Fig. 7 - Variante al circuito originale di figura 4 in grado di sostituire l'impiego del tester con
un microamperometro.

COMPONENTI
Condensatore Varie
C1= 10F- 16VI(elettrolitico) DG = diodo al germanio (quals. tipo)
D1 = diodoalsilicio(1N914)
Resistenze D2 = diodoalsilicio(1N914)
A = microamperometro (50 + 100 Af.s.)
R1= 100ohm- 1/2W
R2 = 22.000 ohm (trimmer)

commutazione di S 1. Che possono essere tarati sere inserita sui terminali 2 e 3 del circuito,
per mezzo del trimmer R2, che non influisce, mentre il tester va collegato fra i punti 1 e 2.
tuttavia, sul regolare funzionamento del circuito L'interruttore Sl va chiuso, in modo da alimen-
di figura 4. Dunque, la taratura a 100 Hz o a tare il circuito dell'impedenzimetro con la ten-
1.000 Hz è indipendente dal comportamento sione continua e stabilizzata di 5 Vcc e tenendo
dell'impedenzimetro, ovvero non interferisce conto che l'assorbimento di corrente ammonta
sulla misura di ZX. Anche se conviene far uso a 100 mA circa. Poi si regolano i due potenzio-
di quella frequenza che, più delle altre tende ad metri R8 ed R9, allo scopo di ottenere la mini-
azzerare lo strumento ad indice. ma deviazione dell'indice del tester, sia con S1
Vediamo ora come si esegue la lettura del valo- commutato su Cl, sia nella commutazione su
re di un'impedenza incognita ZX, che deve es- C2. Quindi, raggiunto il minim o o, nella miglio-

Elettronica Pratica 437


lmpedenzimetro

Fig. 8 - Piedinatura ed aspetto esteriore del transistor amplificatore di


b e e corrente TR1 montato nel circuito dell'impedenzimetro.

re delle ipotesi, l'azzeramento dello strumento, si ottiene la regolazione grossolana, mentre con
si apre S2 e si toglie l'impedenza ZX. Si com- R8 si effettua la regolazione fine. Ma è pure
muta poi il tester nella funzione ohmmetrica e possibile inserire, in serie con R8 ed R9, un ter-
si misura con questo la resistenza presente fra i zo potenziometro del valore di 10 ohm, onde
punti circuitali 1 e 2, che si identifica con l'im- migliorare la valutazione delle impedenze più
pedenza incognita ZX o quasi. basse, per le quali il potenziometro R9 va cor-
Si tenga presenta che, con il potenziometro R9, tocircuitato. Ciò si rende necessario, ad esem-

CIRCUITO ELETTRONICO
=GGGo

Fig. 9- Esempio di montaggio completo dell'impedenzimetro con impiego di microampero-


metro In sostituzione del più classico tester.

438 Elettronica Pratica


MANUALE DEI DIODI
pio, quando si misurano altoparlanti con impe-
denza di 4 ohm. In ogni caso, con il dispositivo
presentato in queste pagine, si possono misura-
E DEI TRANSISTOR
re impedenze fino a 550 ohm, che corrispondo-
no alla somma dei valori delle resistenze dei
L. 19.000
due potenziometri R8 ed R9 (50 ohm + 500 Un prestigioso volumetto di 160 pagine,
ohm = 550 ohm). con 85 illustrazioni e 75 tabelle con le
Coloro che volessero evitare di utilizzare il te- caratteristiche di circa 1.200 transistor e
ster come ohmmetro, potranno riportare, in 140 diodi.
corrispondenza delle due manopole inserite sui L'opera vuol essere una facile guida, di
perni di R8 ed R9, delle graduazioni in ohm, rapida consultazione, nel laboratorio
hobbystico, dove rappresenta un ele-
per agevolare una più immediata e facile lettura mento integrante del corredo abituale
dei valori di impedenza. delle attrezzature.
Lo schema di figura 7 consente di sostituire il
tester con un microamperometro da 50/100 A
fondo-scala. In esso, il trimmer R2 va regolato
in modo che l'indice dello strumento non debba MANUALE
colpire violentemente l'estremità di destra della DEI
1ODI E DEi TRANSISTOR
scala, evitando in tal modo di danneggiare lo
strumento.
Concludiamo qui l'analisi del progetto dell'im-
pedenzimetro, ricordando che il sistema di mi-
sure realizzato con la variante circuitale, pre-
sentata in figura 7, è assai più perfetto di quello
ottenuto con l'impiego del tester.

MONTAGGIO

Per la realizzazione dell'impedenzimetro è con-


sigliabile seguire il piano costruttivo riportato in
figura 5, che utilizza un circuito stampato, il cui
disegno in grandezza reale è pubblicato in figu-
ra 6.
La basetta supporto, di forma rettangolare e di
materiale isolante, presenta le seguenti misure:
13 cmx4 cm.
Il trasformatore Tl è un normale trasformatore Tra i principali argomenti trattati, ricor-
d'uscita per ricevitori radio. L'avvolgimento pri- diamo:
mario, in questa occasione, viene utilizzato
Diodi al germanio e al silicio - Semicon-
come avvolgimento secondario e deve essere duttori P ed N - Verifiche pratiche - Diodi
munito di presa centrale, adatto quindi per varicap - Diodi zener - Transistor -
uscite in push-pull. L'avvolgimento secondario, Aspetti strutturali - Amplificazione a
invece, viene qui utilizzato come primario e de- transistor - Configurazioni - Piedinature -
ve avere un'impedenza di 8 ohm. La potenza di Sigle - Riferimenti guida.
T1 è di 1 W.
In figura 8 è riportato il disegno del transistor
TIP 3055, la cui aletta metallica si trova in con-
tatto elettrico con l'elettrodo di collettore del
componente.
Una volta realizzato il modulo elettronico di fi-
gura 5, conviene racchiudere questo in un con-
tenitore, di qualsiasi tipo, come suggerito in fi-
gura 9.

Elettronico Pratico 43
La gamma di frequenze
si estende fra i 2 Hz
e i 500.000 Hz.

Possibilità di letture
su cinque portate.

Alimentazione a pile.

FREQUENZIMETRO
In tutte le applicazioni dilettantistiche, il fre- so aumentato a soli 8 mA. Non è tuttavia possi-
quenzimetro analogico è da preferirsi a quello bile utilizzare una tensione di alimentazione in-
digitale, che è assai più costoso, di non facile feriore agli 8,5 V, perché in tal caso il frequen-
realizzazione e i cui vantaggi possono essere ap- zimetro non è più preciso.
prezzati soltanto nei settori professionali. Dun-
que, in questa sede, viene presentato e descritto
uno strumento misuratore della frequenza di IL PROGETTO
segnali sinusoidali, triangolari, quadrati, ma non
quelli impulsivi, con lettura di valori su scala di Al condensatore Cl spetta il compito di isolare
microamperometro ad indice e, attraverso cin- il circuito d'entrata di figura 1 da eventuali ten-
que gamme selezionabili, nel campo di 2 Hz --;- sioni continue. Il componente non è polarizzato
500.000 Hz. e va scelto fra i modelli in poliestere.
Il circuito può essere alimentato con una qual- Il segnale, di cui si vuol conoscere la frequenza,
siasi delle tensioni continue comprese fra i 9 V viene applicato alla sezione "a" di ICl, che lo
e i 14 V. Quindi si possono utilizzare le pile, applica poi a quella "b", per sottoporlo ad una
conferendo al dispositivo il carattere della por- amplificazione lineare, rilevabile sul piedino 4.
tatilità. Nel nostro prototipo, ad esempio, si è Il risultato di tale processo di amplificazione è
fatto impiego di una piccola pila da 9 V, con la illustrato in figura 4, esattamente tramite i dia-
quale l'assorbimento di corrente complessivo è grammi A e B, che interpretano, analiticamen-
risultato di 7,5 mA, mentre con la tensione di te, la trasformazione del segnale d'ingresso (A)
alimentazione di 14 V, l'assorbimento è appar- in quello d'uscita (B) presente sul piedino 4 di

Il frequenzimetro analogico, ovvero munito di strumento di lettura ad in-


dice, è ancora il preferito nel laboratorio del princi
piante, perché di facile
impiego, economico e semplice da realizzare.

440 Elettronica Pratica


Frequenzimetro

2
MOLTIPL.

ICI. tre funzioni logiche, ma nel progetto di figura 1


Le sezioni "c" e "d" di !Cl elaborano ulterior- è stato inserito in modo che il suo principale
mente il segnale, trasformandolo in una succes- compito sia quello del doppio contatore in base
sioni di onde rettangolari, come segnalato nel 10. In conclusione, nel circuito di figura 1 sono
diagramma C di figura 4, che interpreta la for- disponibili quattro contatori per dieci i quali,
ma del segnale presente sui piedini 10 e 11 di collegati in cascata, consentono una divisione
ICI. per 10.000.
Quello in alto di figura 4 è un segnale sinusoi-
dale assolutamente inadatto a pilotare un cir-
cuito logico e questo è il motivo per cui le pri- CONVERSIONE DI FREQUENZA
me due sezioni di ICI sono collegate in modo
da comporre un amplificatore lineare a due sta- Il segnale prelevato da S 1 viene applicato al cir-
di. Ma in ogni caso, il valore minimo, necessario cuito convertitore d1 frequenza, che è formato
per far funzionare il frequenzimetro, applicabi- dal condensatore ClO, dai due diodi al silicio
le sull'entrata E, non può essere inferiore ai 50 D1-D2, dal trimmer R4, dal diodo al germanio
m V, come segnalato in alto di figura 4. D3 e dal microamperometro per correnti conti-
Il segnale rettangolare, presente sui piedini 10 e nue (A) da 50 A fondo-scala.
11 di ICl, è pronto per pilotare i contatori IC2 Il principio di funzionamento del convertitore
e IC3, che sono due integrati dello stesso tipo: di frequenza è assai semplice. Esso sfrutta le
4518e le cui funzioni sono interpretate in figu- variazioni di impedenza del condensatore ClO
ra 7, nello schema in alto e in quello centrale. al variare della frequenza della corrente cui è
Ogni integrato modello 4518 contiene due divi- sottoposto.
sori per 10, ossia due circuiti a logica sequenzia- Il microamperometro A è alimentato dal rad-
le, la cui conformazione è basata sul flip-flop; drizzatore ad una semionda, identificabile nel
pertanto, ad ogni dieci impulsi, o fronti di salita diodo al silicio D2, mentre il diodo D1 consente
del segnale, presenti all'entrata, si verifica un la scarica del condensatore C 10, che rimane
cambiamento dello stato logico in uscita. collegato in serie con l'impedenza dello stru-
Ovviamente, il dispositivo 4518 può svolgere al- mento analogico e con il relativo circuito di rad-

Elettronica Proticc 441


Frequenzisnetro

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442 Elettronica Pratica


frequenzimetro

µA VCC

Fig. 2- Piano costruttivo del modulo elettronico del frequenzimetro. Si noti la presenza di
sei ponticelli, che assicurano la continuità elettrica del circuito stampato e che sono rappre-
sentati da altrettanti spezzoni di filo conduttore rigido.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R3 = 6.800 ohm- 1/4W
R4 = 2.200 ohm (trimmer)
C1 = 1F(non polarizzato) R5 = 120ohm- 1/2W
C2 = 1F (non polarizzato)
C3 = 47 F-25 VI (elettrolitico) Varie
C4 = 100.000 pF (ceramico)
es = 100.000 pF (ceramico) IC1 = 4011B(integrato)
C6 = 100.000pF (ceramico) IC2 = 4518 (integrato)
C7 = 100.000 pF (ceramico) IC3 = 4518 (integrato)
ca = 47µF-25Vl(elettrolitico) IC4 = LM78L05 (stabilizz.)
C9 = 100.000 pF (ceramico) D1 = 1N914(diodosilicio)
C10 = 680.000 pF (poliestere) D2 = 1N914(diodosilicio)
D3 = diodo al germanio (quals. tipo)
Resistenze S1 = comm.(1via-5posiz.)
S2 = interrutt.
R1= 560.000ohm- 1/4 W A = microamperometro (50 At.s.)
R2 = 560.000 ohm- 1/4 W
ALIM. = 9Vcc- 14Vcc

Elettronica Pratico 443


Frequenzimetro

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gas

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Fig. 3 - Disegno in grandezza naturale del circuito stampato da riportare in una delle due
facce di una basetta di materiale isolante delle dimensioni di 10,5 cm x 7 cm.

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@ Fig. 5 - Aspetto esteriore e piedi-


natura dell'integrato stabilizza-
tore di tensione e di bassa po-
tenza IC4.

drizzamento. Il condensatore ClO, quindi, fa


© 5V passare, attraverso il microamperometro, una
corrente di intensità proporzionale alla fre-
quenza.
li diodo al germanio D3, collegato in parallelo
con il microamperometro, protegge lo strumen-
to ad indice da possibili, errate manovre.
Fig. 4 - Curve rappresentative dei segnali presenti
all'entrata del frequenzimetro (A), sul piedino 4 del- ALIMENTATORE
l'integrato IC1 (B) e sui piedini 10- 11 dello stesso
componente.
La tensione di alimentazione del progetto di fi-
gura 1, derivata da una pila da 9 V o da più pi-

444 Elettronica Pratica


Frequenzimetro

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Fig. 6 - Piano costruttivo del frequenzimetro realizzato sulla faccia posteriore della lastra di
allumlnio che chiude il contenitore del dispositivo. Si noti la presenza del diodo al germanio
D3, che protegge il microamperometro da false manovre, applicato fra I due morsetti, positi-
vo e negativo, dello strumento.

le, potendo variare fra i valori di 9 Vcc e 14 MONTAGGIO


Vcc, viene inserita chiudendo l'interruttore S1.
Il quale provoca l'accensione del diodo led DL, La costruzione del frequenzimetro si effettua in
collegato in serie con l'alimentatore e in grado due tempi diversi. Dapprima si compone il mo-
di tenere informato l'operatore quando il fre- dulo elettronico, nel modo segnalato in figura
quenzimetro è acceso o spento. 2, poi si monta l'intero apparato secondo quan-
L'integrato IC4, per il quale si fa uso del mo- to illustrato in figura 6, pur osservando la foto
dello 78L05, presentato nella sua veste esterio- di apertura del presente articolo e quella ripor-
re e con l'esatta piedinatura in figura 5, stabiliz- tata in figura 8.
za la tensione di alimentazione sul valore di 5 Per realizzare il modulo elettronico occorre ser-
V cc, necessario per il funzionamento dei transi- virsi di una basetta supporto, di materiale iso-
stor ICl - IC2 - IC3. In pratica si tratta di un in- lante, bachelite o vetronite, di forma rettango-
tegrato stabilizzatore di bassa potenza. lare, delle dimensioni di 10,5 cm x 7 cm. Poi, su
Alimentando il progetto di figura 1 con la ten- una delle due facce di questa, si riporta il circui-
sione di 9 Vcc, l'assorbimento di corrente totale to stampato, il cui disegno in grandezza reale è
è di 7,5 mA, mentre con la tensione di 14 Vcc pubblicato in figura 3.
l'assorbimento aumenta a 8 mA. I tre integrati ICl - IC2 - IC3 debbono essere
inseriti nel circuito tramite altrettanti zoccoletti,
come appare in figura 8, che visualizza il proto-

Elettronica Pratica 445


Frequenzimetro

VDO
tipo da noi realizzato.
Una volta completato il montaggio del modulo
elettronico di figura 2, si potrà iniziare la secon-
da parte costruttiva del frequenzimetro, che
consiste nel realizzare il pannello dello stru- 1° DIVISORE

mento sulle due facce anteriore e posteriore.


Quella anteriore è riportata nella foto di inizio
16
0 e \10
articolo, quella posteriore è individuabile nello
schema di figura 6 e nella foto di figura 8. vss
Sulla parte anteriore della lastra di alluminio,
che chiude il contenitore di materiale isolante,
sono presenti: il quadrante del microampero-
metro, l'interruttore S2 di acceso-spento, la ma-
nopola del commutatore Sl, in corrispondenza
della quale sono segnalati i valori delle portate,
il diodo led e la boccola d'entrata.
Le portate sono le seguenti:

x1 = 2Hz +: 50 Hz CA EA 14 024 034 Q6A RA VSS


(GNO)
x10 = 20Hz : 500 Hz
x 100 =200 Hz : 5KHz
x1.000 = 2KHz + 50 KHz
x 10.000 = 20 KHz + 500 KHz

Per coloro che volessero realizzare un montag-


gio identico a quello del nostro prototipo, ricor-
diamo che le dimensioni del contenitore di pla-
stica, nel quale è stato racchiuso il circuito del
frequenzimetro, sono le seguenti:
EA EA UA UB E EB VS
(GNo)
Altezza = 13,2 cm
Larghezza = 21,4 cm
Profondità = 7,5 cm
Fig. 7 - Il primo schema in alto interpreta le funzioni
dell'integrato 4518, nel quale i due divisori per dieci
appaiono indipendenti fra loro. Quello al centro mo-
MESSA A PUNTO E TARATURA stra la corrispondenza fra i due divisori ed i sedici
piedini del componente. Lo schema in basso, inve-
Il trimmer R4 va regolato in modo che l'indice ce, si riferisce alla piedinatura dell'integrato 4011.
del microamperometro segnali il valore di 50
A iniettando, sull'entrata E del frequenzime-
tro, un segnale a 50 Hz e con tensione compre-
sa fra 1 V e 0,5 V.
Potrà capitare che le segnalazioni intermedie
non corrispondano esattamente ai valori delle
frequenze campione. Ma questo dipende so- do delicatamente il contenitore dello strumento
prattutto dalla non linearità dello strumento ad ed incollando, sopra quella originale, la nuova
indice. scala composta, con inchiostro di china, su carta
Le frequenze campione verranno introdotte nel patinata. I valori potranno essere quelli di 10
circuito tramite un generatore di bassa frequen- Hz- 20 Hz- 30 Hz- 40 Hz - 50 Hz, ovviamente
za variabile. corrispondenti ai segnali introdotti per mezzo
Per raggiungere la massima precisione possibile di un buon generatore. La taratura della scala
nelle misure di frequenza, è consigliabile rifare del microamperometro con i nuovi numeri sarà
la scala del microamperometro, con una opera- valida, naturalmente, per tutte le bande di fre-
zione di intervento molto cauta, ovvero, apren- quenza.

446 Elettronica Pratica


Frequenzimetro

Fig. 8- Questa foto riproduce il montaggio del frequenzimetro realizzato sulla lastra di allu-
minio, delle dimensioni di 12,5 cmx 21 cm, che chiude il contenitore dell'apparecchio.

Fig. 9-Si noti come il modulo elettronico rimanga sostenuto meccanicamente soltanto dal
commutatore multiplo S1 e dal grosso conduttore di massa applicato sul bocchettone d'en-
trata.

Si fa presente che, sui valori di frequenza più come misura valida, quella media fra le due se-
bassi, l'indice dello strumento analogico vibra gnalazioni estreme raggiunte dall'indice del mi-
sensibilmente. In tal caso si deve assumere, croamperometro.

Elettronica Pratica 44 7
Per controllare
la continuità circuitale.

Per valutare rapidamente


e con approssimazione
i valori resistivi.

PROVACIRCUITI
AUDIOVISIVO
Lo strumento provacircuiti, presentato in que- ogni anomalia attraverso il suono emesso da un
sta sede, deve considerarsi un dispositivo di normale buzzer e l'accensione di un diodo led.
emergenza, che sostituisce vantaggiosamente il Come si può arguire, dunque, si tratta di un si-
tester, quando si debba controllare la continuità stema di rivelazione che offre una notevole fles-
elettrica di un qualsiasi circuito o di un compo- sibilità di impiego, sia in campo elettronico
nente conduttore di corrente, come ad esempio come in quello elettrotecnico, in ambienti scar-
le resistenze. IL suo impiego, quindi, non è li- samente illuminati ed in quelli molto rumorosi.
mitato alle attività del tecnico elettronico dilet-
tante, ma si estende all'elettricista e all'elettrau-
to, che deve operare in condizioni di luminosità IL CIRCUITO ELEffRICO
precaria, con l'impossibilità di osservare, con-
temporaneamente, le segnalazioni di un indice Sui terminali 1 - 2 del circuito di figura 1 si ap-
su una scala graduata ed il punto di controllo. plicano i puntali sonda, che possono essere rap-
Perché questo indicatore di continuità non ri- presentati da due cavetti di filo conduttore fles-
chiede alcuna osservazione da parte del tecnico sibile, terminanti con pinzette coccodrillo o
durante le manovre di controllo, rivelando esso puntali. Questi, a seconda del valore resistivo

Per evitare l'uso del tester, quando la precisione delle misure non è ri-
chiesta e si deve operare in fretta, conviene servirsi di questo semplice di-
spositivo di controllo della continuità elettrica di circuiti e componenti vari.

448 Elettronico Pratica


Provacircuiti audiovisivo

TABELLA DI CORRISPONDENZE

Resist. tra Oscill. Fond. Freq. buzzer Freq. led


puntali ICl (Hz) (: 16) Hz (: 1024) Hz
I
infinita 2.560 160 2.5 I
I 470Kohm 2.720 170 2,6 I
2,8
I 220Kobm 2.880 180 1
I lOOKohm 4.160 260 4 l
47Kobm 6.720 420 6.5 l
22Kohm 11.440 715 11
l0Kohm 17.920 1.120 17
4,7 Kohm 24.848 1.553 24
2,2 Kohm 30.400 1.900 29 !I
I

33
I lKohm 34.560 2.160 ~
I
470ohm 36.480 2.280 35 li
220ohm 36.800 2.300 36
I 100ohm 37.920 2.370 37 I
!
; 47ohm 38.560 2.410 38 I
cortodrc. 40.000 2.500 39

Elettronica Pratica 4
Provacircuiti audiovisivo

,·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-,
] r [

16

.r' 1 7

o
; 64
J.;2
-.I
< I Rf
11 I C 1
I e
9V
z
a I ,
R3 1024 T e
I O
5
~
Ct
12 8

·--·--. -- . -- . --· --· -- . --· --· --· --· --· -- • --· --

Flg. 1 - Progetto del provacirculti. Il pulsante P1 serve per chiudere il circuito di alimentazio-
ne soltanto nel momenti in cui si effettuano i controlli.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie
C1= 1.000 pF (ceramico) R1 = 270.000 ohm- 1/4 W IC1 = 4060B (integrato)
C2 = 1F(poliestere) R2 = 4.700ohm- 1/4W DL = diodo led
R3 = 470.000 ohm - 1/4 W B = buzzer (non attivo)
R4= 1.000ohm- 1/4 W p1 = pulsante (N.A.)
ALIM. = 9Vcc

tra loro interposto e i cui limiti estremi sono di nito si rileva quando i due puntali del provacir-
O ohm e di resistenza infinita, alterano la misu- cuiti sono ben distanziati l'uno dall'altro.
ra ohmmica fissa di Rl, che è di 270.000 ohm e Ovviamente, cambiando la frequenza di oscilla-
che, a sua volta muta la frequenza di oscillazio- zione di ICl, cambia pure il suono emesso dal
ne dell'integrato ICl, per il quale si utilizza il buzzer B e cambiano anche i lampeggìi emessi
modello 4060 B. dal diodo led DL, protetto dalla resistenza R4.
Il valore resistivo limite di O ohm si misura con i Nell'apposita tabella sono elencati, in corri-
due puntali in cortocircuito, ovvero in perfetto spondenza dei valori resistivi applicati sui pun-
contatto elettrico fra loro; quello di valore infi- tali sonda del provacircuiti, quelli approssimati-

450 Elettronica Pratica


Provacircuiti audiovisivo

Fig. 2 - Schema pratico del modulo elettronico del provacircuiti. L'integrato IC1 è inserito
tramite apposito zoccoletto a sedici piedini.

vi di oscillazione dell'integrato lCl e gli altri, Invece, per quanto attiene il diodo led, si ha:
pure generici, relativi al suono emesso dal buz-
zer e ai lampeggìi del diodo led. Lampeggìi rapidi =
bassa resistenza
In pratica, al fischio acuto del buzzer B corri- Lampeggìi lenti = grande resistenza
spondono valori resistivi bassi inseriti fra i pun-
tali. Ma anche il diodo led segue questo princi- La frequenza generata dal gruppo resistivo ca-
pio, lampeggiando tuttavia ad una frequenza pacitivo dell'integrato ICl viene utilizzata nella
molto più bassa di quella del buzzer. divisione per 16 (piedino 7) per il buzzer B e in
In sede applicativa dello strumento, dunque, si quella per 1024 per il led, con una differenza di
possono verificare le seguenti condizioni: 64. Pertanto il diodo led lampeggia alla fre-
quenza di:

Suoni acuti = bassa resistenza freq. buzzer


Suoni gravi =
grande resistenza 64

Fig. 3 - Disegno in grandezza naturale del circuito stampato da riportare in una delle due
facce di una basetta supporto delle dimensioni di 10 cm x 3 cm.

Elettronico Pratico 45
Provacircuiti audiovisivo

UN CICLO

DL ACC. DL SP

Fig. 4 - Diagramma relativo al compor-


tamento del diodo led, che si accende
soltanto per Il tempo di metà periodo,
mentre rimane spento nell'altra metà.

Infatti: 6 mA, avviene soltanto quando, dopo aver fissa-


to i puntali sui punti di controllo, si preme il
1024: 16 = 64 pulsante Pl e si ascolta il suono emesso dal
buzzer, per valutare l'ordine di grandezza della
Poiché il duty cycle è del 50%, il led rimane ac- resistenza che si sta misurando, oppure per sta-
ceso soltanto durante la metà di ogni ciclo del bilire se, fra i punti circuitali, in cui sono appli-
segnale (DL ACC.), come segnalato nel dia- cati i puntali, vi è continuità elettrica. Natural-
gramma di figura 4, mentre rimane spento nella mente, per completare l'operazione di control-
seconda metà (DL SP.). Ma in pratica, al di so- lo, soltanto se ciò è possibile, conviene pure
pra di un certo valore di frequenza del segnale gettare uno sguardo al diodo led, ovvero al mo-
di pilotaggio, il diodo led appare costantemente do di lampeggiare di questo.
acceso e questo fenomeno deve essere sempre
ricordato dall'operatore durante l'uso dello
strumento. MONTAGGIO
TI pulsante Pl serve a chiudere il circuito di ali-
mentazione e, quindi, a far risparmiare energia TI sistema migliore per costruire il provacircuiti
elettrica che, in questo tipo di apparato, viene audiovisivo è quello di utilizzare una piastrina
derivata da una piccola pila da 9 V. Perché l'as- supporto recante, in una delle sue facce, il cir-
sorbimento di corrente, che si aggira intorno ai cuito stampato, il cui disegno in grandezza reale

Fig. 5 - Il contenitore del provacircuiti


deve essere leggero, maneggevole e di
materiale Isolante. Le sonde possono
essere rappresentate da pinzette coc-
PINZA codrlllo o da puntali metallici.

452 Elettronica Pratica


Provacircuiti audiovisivo

è nportato in figura 3. lucro esterno, è presente una piccola smussatu-


La basetta supporto è di forma rettangolare, di ra, va collegato con la resistenza R4, mentre la-
materiale isolante, bachelite o vetronite, delle nodo rimane saldato sul piedino 15 dello zocco-
dimensioni di 10 cm x 3 cm. lo di ICl.
Il montaggio si ottiene nel modo suggerito in fi- Il buzzer B è di tipo comune, ossia non deve es-
gura 2, che propone il piano costruttivo del cir- sere un componente attivo. Il pulsante Pl è di
cuito. tipo normalmente aperto (N.A.).
L'integrato ICl va inserito tramite apposito Una volta realizzato il modulo elettronico di fi-
zoccoletto a sedici piedini, facendo attenzione gura 2, questo dovrà essere inserito in un conte-
alla posizione del piedino 1, che si trova in nitore di piccole dimensioni, leggero e maneg-
quella zona del componente in cui sul corpo gevole, dentro il quale si introduce pure la pila
esterno, è riportato un contrassegno guida. di alimentazione a 9 V.
Il diodo led DL è un componente polarizzato, Il disegno riportato in figura 5 vuol essere sol-
che va inserito nel circuito dopo aver individua- tanto un suggerimento costruttivo del provacir-
to le esatte posizioni dei due elettrodi di anodo cuiti. Sulla parte superiore del contenitore sono
e di catodo, che nello schema pratico di figura 2 praticati tre fori: uno per la fuoriuscita parziale
non sono segnalate, ma che si possono chiara- del diodo led, un secondo per favorire l'espan-
mente osservare in quello teorico di figura 1. In sione dei suoni emessi dal buzzer ed un terzo
pratica, quindi, il conduttore di catodo, che si per l'accessibilità al tasto del pulsante di ali-
trova da quella parte del diodo in cui, sull'invo- mentazione circuitale.

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Elettronica Pratica 45
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le superfici radianti
dei dissipatori termici.

TERMOMETRO
ELETTRONICO
Anche la misura della temperatura rappresenta bassa potenza.
una necessità tecnica del dilettante elettronico. Il termometro elettronico a lettura diretta, tut-
Il quale deve rendersi conto del comportamen- tavia, non interessa soltanto il tecnico elettroni-
to termico dei transistor, dei trasformatori o di co, perché lo strumento può rivelarsi utilissimo
altri componenti a pieno regime di funziona- in molti settori. Per esempio in quello dei bagni
mento. Ma per ottenere queste informazioni, fotografici e delle elettrodeposizioni, per non
serve uno strumento di misura semplice, mo- parlare poi dei motori a scoppio degli autovei-
derno, di grande precisione, come in realtà lo è coli, il cui conduttore deve rimanere costante-
quello presentato in questo articolo, la cui rea- mente informato sul comportamento della tem-
lizzazione richiede soltanto una certa dose di peratura di taluni organi. Dunque, l'impiego del
pazienza in fase di taratura del dispositivo che termometro viene esercitato un po' dappertutto
utilizza, quale elemento sensibile nella sonda, e desta grande interesse quando è un modello a
una comune resistenza a coefficiente negativo, segnalazioni sufficientemente rapide come
le cui variazioni ohmmiche vengono amplificate quelle che ci prepariamo a descrivere.
ed esaltate da un noto integrato operazionale di

La misura della temperatura costituisce un dato tecnico di rilevante im-


portanza nel laboratorio dilettantistico, in occasione di collaudi, controlli
o delle riparazioni di molti dispositivi.

454 Elettronica Pratica


Termometro elettronico

IL PROGETTO cinque, dieci volte circa, il segnale elettrico ad


esso applicato o, meglio, le variazioni di questo
L'entrata del circuito di figura 1 propone, attra- al variare della resistenza della NTC che, in tale
verso una resistenza a coefficiente negativo, occasione, funge da elemento sonda della tem-
delle variazioni di tensione all'ingresso 2 dello- peratura. Dunque, sul piedino 6 di ICI si riflet-
perazionale ICI. Il quale provvede ad amplifi- tono delle variazioni di tensione maggiori e
care queste tensioni e ad applicarle, attraverso quindi meglio sfruttabili per le operazioni di
la resistenza R5, al morsetto positivo del mi- misura, soprattutto quando si intende restringe-
croamperometro µA, che rimane protetto dal re il campo di controllo entro limiti poco di-
diodo al silicio D l. stanziati fra loro, per esempio fra i 35C e i
La resistenza NTC (Negative Temperature 40°C.
Coefficient) è un componente che, contraria- Il progetto di figura 1 consente di utilizzare una
mente a quanto avviene nelle normali resisten- gamma di misure di temperature comprese fra
ze, coll'aumentare della temperatura tende a 0Ce 100C, ossia fra quella del ghiaccio e l'al-
diminuire il suo valore ohmmico, ma in misura tra dell'acqua bollente. Perché con tale campo
assai più accentuata di quella che si verifica, pur di valori, si possono far coincidere quelli delle
in senso inverso, nei comuni resistori. Ecco per- temperature con gli altri del microamperome-
ché questo tipo di resistenza bene si adatta alla tro A, rappresentato da un modello da 100
costruzione di un termometro elettronico. Il .A fondo-scala, in modo da realizzare un ter-
modello da noi utilizzato presenta una valore mometro elettronico a lettura diretta.
resistivo di 2.200 ohm alla temperatura di Coloro che volessero impostare una diversa
+ 18° C circa, quello di 4.000 ohm alla tempera- gamma di valori di temperature, dovranno ri-
tura di 0° C ed una resistenza di 300 ohm alla comporre la scala del microamperometro, che
temperatura di + 150° C. Questi tre soli valori nmarrà anche in questo caso rappresentato da
sono sufficienti a dimostrare come la NTC di- un modello da 100 A fondo-scala. Tuttavia,
minuisce la sua resistenza all'aumentare della dovendo destinare il termometro agli usi labo-
temperatura. ratoriali, riteniamo che il campo di misure pri-
L'operazionale ICI provvede ad amplificare di ma menzionato, sia da preferirsi in ogni caso.

Elettronica Pratica 455


Termometro elettronico

- . .

R2

R6

R35- II R9

ey l
l ,p li

Fig. 1 • Progetto del termometro elettronico. Le linee tratteggiate racchiudono quella parte
schematica che va composta su una basetta con circuito stampato. I due trimmer R6 - R8
servono soltanto per tarare il microamperometro A, sulla cui scala si leggono i valori delle
temperature rllevate dalla sonda NTC.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R7 = 10.000ohm- 1/4 W
R8 = 1.000ohm (trimmer)
C1= 100.000pF (ceramico)
R9 = 1.000ohm- 1/4W
C2 = 100.000pF (ceramico)
Varie
Resistenze
1C1 = TL061 (integrato)
R1 =· 1.000ohm-1/4W
IC2 = 78L05 (integrato)
R2 = 10.000ohm- 1/4W
D1 = 1N914 (diodo al silicio)
R3 = 1.000ohm- 1/4W
R4 = 10.000 ohm - 1/4W
A = microamperometro (100 µA f.s.)
NTC = 2.200ohm a 18°C(vedi testo)
R5 = 1.000ohm- 1/4W
S1 = interrutt.
R6 = 47.000ohm (trimmer)
ALIM. = 9Vcc

Per conferire al progetto di figura 1 una mag- ohm, che permette di raggiungere un aumento
giore sensibilità, si consiglia di sostituire la resi- di sensibilità di ben dieci volte.
stenza R4, da 10.000 ohm, con altra da 100.000 L'alimentazione del circuito di figura 1 può es-

456 Elettronica Pratica


Termometro elettronico

+
9V

Fig. 2- Piano costruttivo del modulo elettronico del termometro. La resistenza NTC è qui
collegata soltanto a scopo indicativo, perché in realtà questo elemento si inserisce tramite
cavetto schermato, di lunghezza sufficiente ad eseguire le misure di temperatura.

Flg. 3- Disegno a grandezza naturale del circuito


stampato da riportare su una delle due facce di una
basetta supporto delle dimensioni di 6,5 cm x 5 cm.
i
Termometro elettronico

o o
SI
01 @i

~ ...,4 CIRC .

t I 3 LETTR.

• r--2ies±i
se ) 3] 5
I
=E!r!9
alla NTC
o

Fig. 4 - Realizzazione del termometro elettronico su pannello di alluminio di chiusura di un


contenitore di plastica. La pila di alimentazione a 9 V resta racchiusa dentro lo stesso invo-
lucro.

u Fig. 5 - Piedinatura dell'integrato stabilizzatore di tensione IC2. Le


lettere riportate in corrispondenza dei tre elettrodi assumono i se-
m guenti significati: u = uscita; m = massa; e = entrata.

458 Elettronica Pratica


Termometro elettronico

NTC
cavo scherm.
m
A
~ erm ore s tr:
"tubetti a

FIg. 6 - Composizione della sonda di prelievo delle temperature. La calza metallica del ca-
vetto funge da conduttore di uno del due elettrodi della resistenza NTC. I tubetti termore-
stringentl proteggono ed isolano i conduttori dagli elementi esterni.

sere derivata da una piccola pila da 9 V, in con- sta osservare la figura 5, nella quale con "u" è
siderazione dell'esiguo assorbimento di corren- segnalato il conduttore d'uscita, con "m" quello
te totale, che si aggira intorno ai 4 mA circa. di massa e con "e" l'elettrodo di entrata.
L'integrato operazionale ICl viene alimentato Per l'applicazione dell'operazionale ICl si con-
attraverso l'altro integrato stabilizzatore di ten- siglia di utilizzare uno zoccoletto a otto piedini.
sione a 5 Vcc, denominato IC2.
LA SONDA
IL MODULO ELETTRONICO
La sonda, con la quale si prelevano le tempera-
Il modulo elettronico dello strumento si realiz- ture da inviare al circuito di misura, deve essere
za secondo il piano costruttivo di figura 2, ser- costruita nel modo illustrato in figura 6, serven-
vendosi di una basetta supporto, con circuito dosi di cavo schermato e tubetti termorestrin-
stampato, delle dimensioni di 6,5cm x 5 cm. genti.
Il disegno del circuito stampato è riportato in La pasticca della NTC deve fuoriuscire dal tu-
grandezza naturale in figura 3. betto isolante quel tanto che basta per poterla
Soltanto per scopi indicativi, nello schema pra- appoggiare, con perfetta e completa aderenza,
tico di figura 2, la resistenza NTC appare diret- sulle superfici da esaminare, per esempio, come
tamente applicata sui terminali 1-2 senza alcu- segnalato in figura 8, su quella di un transistor
na protezione. Perché più avanti verrà interpre- di potenza che, durante il funzionamento, tende
tata la composizione pratica della sonda, dentro a riscaldarsi notevolmente.
la quale rimane inserita la resistenza a coeffi- Durante le misure, la resistenza a coefficiente
ciente negativo. Per ora ricordiamo che, nel negativo va lasciata sul corpo caldo finché l'in-
modulo elettronico, vanno inseriti tutti gli ele- dice del microamperometro A non si sia stabi-
menti racchiusi fra linee tratteggiate nello sche- lizzato in una posizione definitiva.
ma elettrico di figura 1 e che, per individuare Il modello di resistenza NTC, consigliato per la
gli elettrodi dell'integrato stabilizzatore IC2, ba- realizzazione della sonda di figura 6, è di tipo

Elettronica Pratica 459


Termometro elettronico

Fig. 7 - Le resistenze NTC in bulbo di vetro offrono una risposta istantanea nella misura del-
le temperature, ma il loro costo è assai elevato.

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2°- Dall'antenna alla rivelazione
3° - Trasformatori per radiofrequenze
4° - Radio: sezione audio
5° - Radio: circuiti classici
6° - Buzzer: categorie e tipi
7° - Resistenze fisse
8° - Resistenze variabili
9° -La legge di Ohm

460 Elettronica Pratica


Termometro elettronico

SONDA
k

Fig. 8 - Quando si vuol rilevare la temperatura rag-


giunta da un transistor di potenza durante il suo fun-
zionamento, la resistenza NTC deve rimanere per al-
cuni minuti In totale contatto con la superficie del
componente.

economico. Ma il lettore, volendolo, potrebbe Che consiste nell'immergere, dapprima, la resi-


utilizzare un modello di NTC in vetro, come stenza NTC in una boccetta contenente smalto
quello pubblicato in figura 7, che offre una ri- per unghie, allo scopo di impermeabilizzare il
sposta istantanea della temperatura, ma il cui componente. Poi, dopo aver fatto asciugare lo
costo è alquanto elevato. smalto, si prende un bicchiere e lo si riempie di
ghiaccio e soltanto quando la metà di questo si
è sciolto, ovvero quando il bicchiere contiene
TARATURA metà acqua e metà ghiaccio, vi si immerge la
sonda, facendo attenzione che la resistenza
Una volta realizzato il modulo elettronico del NTC non tocchi le pareti di vetro del bicchiere,
termometro e la sonda, il dispositivo necessita che si trovano sempre ad una temperatura su-
di un semplice intervento di messa a punto. periore a quella di 0°C. Quindi si lasciano scor-
rere quattro o cinque minuti, necessari alla
NTC per raggiungere la temperatura del ghiac-
cio e si chiude l'interruttore S1 per alimentare il
circuito elettrico del termometro. A questo
punto si interviene sul trimmer R8 e lo si regola
in modo che l'indice del microamperometro A
abbonatevi a: si stabilizzi sul valore di 0 A della scala, corri-
spondente alla temperatura di 0° C. Natural-
mente, questa operazione va ripetuta almeno
ELETTRONICA un paio di volte, onde raggiungere una taratura
precisa del termometro, come segnalato in figu-
ra 9.
PRATICA Ora si può passare alla taratura del valore di
100° C del termometro elettronico, per la quale
occorre procurarsi dell'acqua distillata bollente,
che deve bollire in continuazione, nel periodo

Elettronica Pratica 461


Termometro elettronico

fine scala inizio scala

:
Flg. 9 - I due trimmer R6 ed R8 consentono di tarare
la scala del microamperometro in corrispondenza
del due valori estremi di temperatura, quello di o· e e
l'altro di 100°C. e::,

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462 Elettronica Pratica


Termo metro elettronico

di tempo in cui si esegue la taratura, per ripete- mente tra i 40 A e i 60 A. Le differenze, tut-
re correttamente la precedente operazione. Ma tavia, sono minime, ma a queste si potrebbe ov-
questa volta, finché la resistenza NTC rimane viare rifacendo la scala dello strumento, oppure
immersa nella massa d'acqua bollente, si inter- sostituendolo con altro di qualità superiore. In
viene sull'altro trimmer, cioè su R6, per rego- ogni caso, per risparmiare sul costo complessivo
larlo in modo che l'indice del microamperome- del termometro elettronico, si può sostituire il
tro si sposti esattamente a fondo scala, sul valo- microamperometro con il tester commutato
re di 100 A, corrispondente a quello di tempe- nella funzione amperometrica e sulla scala dei
ratura di 100° C. Anche in questo caso, tuttavia, 100 µA.
prima di intervenire sul trimmer R6, occorre Durante la seconda parte della taratura, quan-
aspettare che la NTC abbia raggiunto una con- do si interviene sul trimmer R6, può capitare
dizione di stabilità, per la quale serve un tempo che non si riesca a provocare lo spostamento
di quattro o cinque minuti. E qui finiscono le dell'indice del microamperometro sul fondo
operazioni di taratura e messa a punto del ter- scala. Una tale impossibilità va attribuita ad una
mometro elettronico. insufficiente sensibilità del circuito elettronico
Facciamo presente che, in alcuni microampero- per il quale, come è già stato suggerito in pre-
metri, soprattutto in quelli di scarsa sensibilità, cedenza, la resistenza R4 va sostituita con altra
si possono verificare delle discordanze fra le di valore ohmmico superiore, per esempio di
misure nella zona centrale della scala, esatta- 15.000 ohm o 22.000 ohm.

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PERIODICO MENSILE - SPED. IN ABB. POST. GR. 3° /70 -ANNO XX-N. 10- OTTOBRE 1991
ED. ELETTRONICA PRATICA - VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO - TEL. 02/6697945 L.5.000

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SI ACCOPPIATORI RUMORI SPAZIALI

SPERIMENTALE
DIDATTICO

FUNZIONA
CON ENERGIA
SOLARE

RICEVITORE OM
STRUMENTI DI MISURA __
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MOD. TS 280 D - L. 132.000
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portale - Visualizzatore cristallo liquido
a 33 cifre altezza mm 12,5 montato su elastomeri - Integrati
montali su zoccoli professionali- Batteria 9 V - Autonomia
1000 ore per il tipo zinco carbone, 2000 ore per la batteria
alcalina - Indicatore automatico di balleria scarica quando
rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
- Bassa portata ohmmetrica (20 2)- 10 A misura diretta in D.C.
e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi -
Boccole antinfortunistiche- Dimensione mm 170 x 87 x 42 -
Peso Kg 0,343

PORTATE
VOLT D.C 200 mV-2V-20V-200 V- 1 ooe v
VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A
AMP. A.C. 200 A- 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e distinta dei compo-
nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolali da avvitare
sui puntali.

TESTER ANALOGICO
MOD. TS 260 - L. 62.000
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate
Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
,,
. "" [g
. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e parli accessorie
Puntali

Gli strumenti pubblicizzati in questa pagina possono essere richiesti inviando anticipatamente
l'importo, nel quale sono già comprese le spese di spedizione, tramite vaglia postale, assegno
bancario o conto corrente postale n. 46013207 a: STOCK RADIO - 20124 MILANO - Via P. Castaldi, 20.
ENERGIA SOLARE
Due anni or sono, questo periodico svolse un programma
editoriale ambizioso, proponendo, al vasto pubblico dei lettori, la
trasformazione del l'energia solare in quella elettrica, per mezzo di
una o più cellule fotovoltaiche. Con le quali, mese dopo mese, i
nostri tecnici sono stati impegnati a progettare innumerevoli e
suggestivi apparati, che hanno avuto successo per la loro utilità
ed originalità. Poi l'argomento si è progressivamente e lentamente
esaurito, anche perché il sistema di conversione energetica non si
è rivelato tra i più economici. Oggi, tuttavia, a giusta ragione, si
afferma che l'energia solare costa meno, perché il progresso
tecnologico, anche in questo settore, ha compiuto passi
giganteschi, tali da riproporla al mondo intero per la sua eterna
validità, per la sua vantaggiosa sostituzione con le fonti
energetiche tradizionali, quali il petrolio, il metano, il carbone, per
l'assenza totale di inquinamento che ne consegue dall'uso. Noi
stessi, dunque, fin da questo fascicolo, abbiamo voluto rientrare
nel tema, iniziando con la presentazione di un generatore
elettronico solare, di notevole contenuto didattico e interesse
pratico. Al quale, nei prossimi numeri, si aggiungeranno altri
stimolanti dispositivi, mirati a sensibilizzare e convincere chi ci
legge che, fra le energie alternative, da fonti pulite ed inesauribili,
il posto d'onore spetta per eccellenza a quella solare.
NORME DI ABBONAMENTO
Quote valevoli per tutto il 1991
PER L'ITALIA L. 50.000
PER L'ESTERO L. 60.000
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to, basta inviare l'importo a:
ELETTRONICA PRATICA
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Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
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• spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO ■ VA ZURETTI, 52 ■ TEL. 6697945
ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA- ANNO 20 - N. l O OTTOBRE 1991

LA COPERTINA - Riproduce il modulo elettronico del


radioricevitore sperimentale per l'ascolto, in
altoparlante, dei programmi radiofonici trasmessi sulle
onde medie. L'apparecchio è stato progettato per
funzionare anche con l'energia solare.

Sommario
532
editrice RADIORICEVITORE
ELETTRONICA PRATICA
SPERIMENTALE OM
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
542
disegno tecnico GENERATORE DI SUONI
CORRADO EUGENIO
PER EFFETTI SPECIALI
stampa
TIMEC
ALBAIRATE - MILANO 552
CARICABATTERIE
Distributore esclusivo per l'Italia: FOTOVOLTAICO
A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27- 20126
Milano tel. 25261 autorizzazione Tribunale
Civile di Milano- N. 74 del 29-12.1972-
pubblicità inferiore al 25%. 564
FUNZIONE PLL
UNA COPIA L. 5.000 CON INTEGRATO 4046
ARRETRATO L. 5.000

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I FASCICOLI ARRETRATI DEBBONO ESSERE
RICHIESTI ESCLUSIVAMENTE A:
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DIREZIONE - AMMINISTRAZIONE - PUBBLI-


CITA- VIA ZURETTI 52 - 20125 MILANO 586
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Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica
sono riservati a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono. 588
LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


AD ENERGIA
SOLARE

ONDE
MEDIE

RADIORICEVITORE
SPERIMENTALE
La composizione del modulo elettronico di un due obiettivi menzionati se ne aggiunge un ter-
radioricevitore portatile, in grado di captare i zo, valido per tutti i lettori, di grandissimo in-
segnali ad onda media e di trasformarli in voci teresse sperimentale, che soltanto le attuali tec-
e suoni attraverso un piccolo altoparlante, rap- nologie possono offrire: quello della verifica
presenta un semplice esercizio pratico, che met- delle eccezionali caratteristiche del più piccolo
te alla prova le attitudini dell'appassionato di integrato di potenza finora mai prodotto e che,
elettronica e lo invita, in pari tempo, a raggiun- nei nostri laboratori, ha rilevato risorse davvero
gere un importante traguardo nella didattica incredibili e sul quale, più avanti, avremo occa-
della radiotelefonia. Questa volta, tuttavia, ai sione di soffermarci minuziosamente. Mentre

L'impiego di una sola pila o di qualche cellula solare è


sufficiente per far funzionare questo interessante apparecchio
radioricevente, la cui realizzazione costituisce pure una breve,
ma valida lezione di radiotecnica pratica.

32 Elettronica Pratica
Radioricevitore sperimentale

/
per ora vogliamo citare alcune notizie relative Quindi occorre prodigarsi nella ricerca di confi-
alla progettazione e realizzazione di un piccolo gurazioni circuitali opportune, che mantengano
apparecchio radio che, necessariamente, deve al minimo l'assorbimento di corrente, soprattut-
essere alimentato a pile o a cellule solari. to quando il dispositivo assume la condizione di
Quando l'energia che fa funzionare un appara- riposo. Inoltre, ci si deve ricordare che l'appa-
to elettronico è derivata da una o più pile, si recchiatura deve risultare di piccole dimensioni,
debbono obbligatoriamente affrontare alcune leggera, resistente agli urti meccanici, composta
limitazioni. Prima fra tutte quella della riduzio- di parti di facile reperibilità commerciale ed
ne al minimo della tensione di alimentazione, economicamente accessibile a tutte le borse.
considerando che, ad ogni aumento di 1,5 V, Fino a qualche tempo fa, quando si volevano
corrisponde l'inserimento di un ulteriore ele- realizzare circuiti in grado di funzionare con
mento di pila. Poi l'attenzione va rivolta al con- tensioni a partire da 1,5 V, si dovevano conce-
sumo di energia, che implica l'impiego di com- pire dei progetti a transistor alquanto comples-
ponenti a basso dispendio di potenza elettrica. si, ricorrendo talvolta all'uso di costosi e poco

Con l'impiego di un integrato amplificatore doppio di potenza.

I collegamenti di antenna-terra sono necessari solo in presenza


di segnali deboli.

L'ascolto, in altoparlante, è perfetto.

Elettronica Pratica 533


Fig. 1- Progetto completo del radioricevitore per
onde medie con ascolto in altoparlante. Le linee
tratteggiate delimitano lo schema interamente
composto su circuito stampato. L'alimentazione,
di tipo a pile o cellule fotovoltaiche, può assume-
re valori compresi fra 1,5 Vcc e 4,5 Vcc. Tramite
R3 si regola Il volume sonoro in altoparlante.

COMPONENTI
Condensatori
C1 = 330 pF (ceramico)
o
c2 = 330 pF (variabile)

ti
u C3 = 2.200 pF (ceramico)
C4 = 1F (non polarizz.)
es = 10.000 pF (ceramico)
C6 = 100.000 pF (ceramico)

-
(..)

-aI
Il
C7
ca
C9
=
=
=
1F
100 F
100.000 pF
(non polarizz.)
- 16 VI (elettrolitico)
(ceramico)
lii
C10 = 100.000 pF (ceramico)
C11 = 220 F - 16 VI(elettrolitico)
C12 = 470 F - 16 VI (elettrolitico)
....u
Resistenze
R1 = 15.000 ohm - 1/4 W
R2 = 8.200 ohm - 1/4 W
R3 = 2.200 ohm (trimmer)
R4 = 8.200 ohm - 1/4 W
R5 = 4,7ohm-1/4W

Varie
L1-L2 = bobine (vedi testo)
t
IC1 = integrato (TDA 2822M)
EH Il + lk » + L DG
AP
= diodo-germanio (quals. tipo)
= altoparlante (8 ohm)
VCC = 1,5 Vcc 7 4,5 Vcc
I ·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·-·I

534 Elettronica Pratica


Radioricevitore sperimentale

Elettronica Pratica 535


Radioricevitore sperimentale

+
Fig. 3 - Disegno in grandezza naturale del circuito stampato che il lettore dovrà riportare su
una delle due facce di una basetta di materiale isolante delle dimensioni di 13,3 cm x 4 cm.

efficienti convertitori di tensione. Oggi, invece, in condizioni particolari, è possibile, pure non
lo sviluppo tecnologico, sollecitato anche dalle con tutti i circuiti disponibili, andare ben oltre i
forti richieste commerciali, ha immesso sul mer- termini fissati, per sfruttare maggiormente al li-
cato intere famiglie di integrati, le cui applica- mitre la frequenza di lavoro dei singoli transistor.
zioni spaziano dalla logica alla elaborazione dei
segnali, dalle telecomunicazioni agli strumenti
di misura e controllo, dal telefono cellulare ai L'INTEGRATO TDA 2822M
più disparati oggetti di uso domestico.
Questi integrati, a volte molto piccoli e dotati di I nostri tecnici, abilissimi nel saper utilizzare
un numero esiguo di piedini, considerati poco ogni possibilità dei componenti comuni, hanno
più di un comune transistor, racchiudono inter- individuato nel modello di integrato IDA 2822M,
namente gli sforzi compiuti da decine di mi- che in precedenza abbiamo definito come il più
gliaia di tecnici e scienziati, che hanno operato piccolo componente di potenza forse mai pro-
in vari settori della fisica, della chimica, della dotto prima d'ora, alcune risorse veramente
fotolitografia, con il risultato di interessare straordinarie. Infatti, questo elemento, dall'a-
suerfici di infima misura e con risultati, in molti spetto esteriormente modesto, racchiude, nel
casi, superiori alle aspettative e a quanto pru- suo piccolo contenitore, un amplificatore ste-
denzialmente dichiarato. Perché la tecnica ha reofonico di potenza, in grado di erogare la cor-
consentito la realizzazione di transistor che agi- rente di 1 A per ciascuno dei due canali, rive-
scono su frequenze comprese fra alcune centi- landosi completo degli stadi preamplificatori e
naia di megahertz ed il gigahertz, anche in que- di polarizzazione.
gli integrati destinati ad impieghi in bassa fre- L'integrato, di cui si fa uso nel progetto del ri-
quenza. E ciò grazie soprattutto alla riduzione cevitore radio ad onde medie, pubblicato in fi-
delle piccole dimensioni, che si identificano con gura 1, può funzionare con tutti i valori di ten-
le minime capacità, con le ridotte induttanze sione compresi fra 1,8 Vcc e 15 Vcc, ma come
parassite e la grande possibilità di controllo dei accade per quasi tutti gli altri integrati, anche
flussi di corrente. Anche se questo non vuol di- questo può essere alimentato con la tensione di
re che il circuito complessivo, che generalmente 1,5 Vcc, lievemente inferiore a quella minima
incorpora un numero di transistor che si esten- prescritta.
de dalle cinquanta unità a qualche milione di Lo stadio d'uscita del componente elettronico,
esemplari, possa operare efficacemente con fre- siglato con ICl nello schema di figura 1, è a
quenze tanto alte. Ma significa certamente che, simmetria quasi complementare, allo scopo di

536 Elettronica Pratica


Radioricevitore sperimentale

Fig. 4 - Schema di corrispondenza fra le due sezioni


dell'Integrato TDA 2822M e gll otto piedini di cui è
fornito il componente.

essere efficiente sui segnali forti. piedino 5 - E- entr. inv. (a)


Una tale sezione, nei comuni integrati, presenta piedino 6 - E+ = entr. non inv. (a)
il famoso difetto di consumare troppa energia, piedino 7 - E+ = entr. non inv. (b)
in presenza di deboli segnali o in assenza totale piedino 8 - E- = entr. inv. (a)
di questi, sollevando pure l'inconveniente della
famigerata distorsione d'incrocio, che viene in- In figura 5 è pubblicato il circuito elettrico in-
trodotta dal transistor durante la transizione da terno all'integrato IDA 2822M. In questo si
acceso a spento. Dunque, soltanto se si riesce possono notare le due sezioni uguali posiziona-
ad eliminare la forte corrente di riposo, che te a destra e a sinistra dello schema, mentre i
mantiene accesi i transistor finali, anche in pre- due piccoli rettangoli, rilevabili nella zona cen-
senza di piccoli segnali, gli inconvenienti citati trale, simboleggiano i circuiti di stabilizzazione.
possono rimanere soppressi. I doppi anelli, invece, identificano i generatori
Nell'integrato IDA 2822M è presente un parti- di corrente.
colare circuito brevettato, che avvia la corrente In realtà, nello schema di figura 5 sono resi visi-
di polarizzazione soltanto quando questa serve bili solamente i semiconduttori impegnati nel
e non in assenza di segnali o in presenza di processo vero e proprio di amplificazione, men-
quelli forti, riducendo al minimo il consumo di tre non appaiono disegnati tutti gli altri elemen-
corrente nello stato di riposo ed annullando la ti di servizio, come ad esempio quelJi di prote-
distorsione d'incrocio, che è quella che in prati- zione, accensione, funzione di stand-by ed altro
ca determina il suono gracchiante. ancora.
In figura 4 è pubblicato Io schema a blocchi del-
l'integrato ICl con la rispettiva piedinatura nu-
merata dall' 1 all'8 ed interpretata attraverso le CIRCUITO DEL RICEVITORE
varie lettere alfabetiche dal seguente significato:
Ritenendo completata l'analisi dell'integrato,
piedino 1 - u = uscita sez. b che presiede al funzionamento del circuito del
piedino 2 - vcc = alim. radioricevitore, passiamo ora all'esame del pro-
piedino 3 - u = uscita sez. a getto di figura 1.
piedino 4 - GDN = terra Sul morsetto contrassegnato con la lettera A va

Elettronica Pratica 537


Radioricevitore sperimentale

E- E+ E + E-

Fig. 5 - Circuito elettrico interno all'integrato TDA 2822M, nel quale si possono notare le due
sezioni uguali, a destra e a sinistra e, nella zona centrale, i due piccoli rettangoli, che simbo-
leggiano i circuiti di stabilizzazione. I doppi anelli, invece, identificano i generatori di corrente.

collegato il conduttore di discesa dell'antenna, Assieme agli avvolgimenti L1 - L2, il variabile


che può essere rappresentato da uno spezzone C2 compone il circuito oscillante. Dunque, il
di conduttore qualsiasi, mentre l'antenna vera e condensatore C2 seleziona i segnali radio ca-
propria si rende necessaria in quelle località di ptati dall'antenna ed applicati al circuito oscil-
ascolto in cui i segnali radio sono assai deboli. lante, per concedere via libera soltanto ad uno
Sul morsetto segnalato con la lettera T si appli- di questi, quello che si desidera ascoltare. Infat-
ca la linea di terra ovvero il conduttore elettri- ti, la posizione delle lamine mobili di C2 rispet-
co che, all'estremità opposta, raggiunge il rubi- to a quelle fisse stabilisce, unitamente alle ca-
netto dell'acqua od una tubazione dell'impianto ratteristiche radioelettriche delle bobine L1 -
di riscaldamento. L2, la frequenza di risonanza, che si identifica
Sulla linea di discesa dell'antenna è presente il con quella del segnale radio che si vuol riceve-
condensatore Cl, che isola le componenti elet- re.
triche continue, quelle, ad esempio, generate Le grandezze elettriche, che caratterizzano il
dalle cariche elettrostatiche. Ma C1 provvede circuito oscillante, sono essenzialmente due:
pure ad eliminare i segnali di bassa frequenza l'induttanza e la capacità. La prima è introdotta
che, in altoparlante, si trasformerebbero in ru- dalle bobine, la seconda dal condensatore. Col-
mori di disturbo e stabilisce anche l'accordo con legati assieme, in questo caso in parallelo, que-
l'antenna. Per esso è stato prescritto il valore di sti elementi compongono il circuito oscillante,
330 pF, ma questo può variare fra i limiti estre- chiamato pure circuito accordato, dato che, du-
mi di 33 pF e 3.300 pF, allo scopo di raggiunge- rante la rotazione del perno di C2, si "accorda"
re i migliori risultati compatibili con il modello il circuito sulla frequenza della emittente in
di antenna adottato. ascolto. Con la sua elevata impedenza soltanto
Il condensatore variabile C2 rappresenta il durante la risonanza, infatti, il circuito oscillan-
comando manuale di sintonia, quello che con- te cortocircuita le frequenze fuori banda.
sente all'utente la ricerca delle emittenti radio- L'avvolgimento L2 costituisce il secondario di
foniche ad onda media. Ll, allo scopo di offrire una bassa impedenza

538 Elettronica Pratica


Radioricevitore sperimentale

agli stadi successivi, in pratica per non caricare


il circuito oscillante e consentire una elevata se-
lettività.
Sotto l'aspetto teorico, il circuito risonante deve
considerarsi perfetto, ma in realtà le cose non
vanno così. Perché a causa dell'induttanza e del
carico collegato a valle le condizioni ideali di
funzionamento non sono più rispettate. Conse-
guentemente si verifica una diminuzione della
caratteristica di risonanza del circuito stesso o,
come si suol dire nel linguaggio tecnico, del
"fattore di merito", meglio noto come fattore
"Q".
Tanto più è elevato il fattore di merito Q di un
circuito accordato, tanto più sensibile e selettivo
esso appare. e
AMPLIFICAZIONE RF Flg. 6 • Le bobine L1- L2, che compongono assieme
al condensatore C2 il circuito accordato e che risul-
Esaurito l'esame del circuito di sintonia del ri- tano avvolte a trasformatore, possono essere sosti-
cevitore radio, procediamo ora con quello del- tuite con questo tipo di avvolgimento ad autotrasfor-
matore.
l'amplificazione a radiofrequenza esercitata dal-
la sezione "a" dell'integrato ICl.
L'accoppiamento fra il circuito di sintonia e la
rimanente parte circuitale dello schema di figu-
ra 1, è ottenuto tramite il condensatore C3, il
quale isola la componente continua presente
sugli ingressi di ICl, impedendo a questa di quenza audio. E poiché il primo stadio di ICl
raggiungere il circuito accordato. Infatti, occor- lavora su segnali piccoli, è possibile sfruttare
re ricordare che l'integrato contiene una rete di tutta l'amplificazione concessa dai transistor in-
polarizzazione, che stabilisce il punto di lavoro terni all'integrato, anche in presenza di segnali
dei transistor e che agisce sull'ingresso inverten- ad onda media.
te di IC1, praticamente sul piedino 5. Il condensatore C5 isola la componente conti-
La resistenza R 1 chiude verso massa la corrente mm ed applica il segnale a radiofrequenza am-
di polarizzazione dell'ingresso non invertente plificato al diodo rilevatore al germanio DG.
della sezione "a" di ICl, cioé del piedino 6. Il
condensatore C4, invece, chiude verso il circui-
to di terra, almeno per quanto riguarda i segna- AMPLIFICAZIONE BF
li alternati, l'ingresso invertente della stessa se-
zione dell'integrato identificabile sul piedino 5. La resistenza R2, collegata tra l'anodo di DG e
Inoltre, questo condensatore permette alla con- la linea di terra, polarizza il semiconduttore, il
troreazione interna, generata dalle resistenze cui carico è rappresentato dal trimmer R3, che
collegate fra l'entrata E- e l'uscita U (3) ed dosa pure il livello del segnale di bassa frequen-
osservabili nello schema di figura 5, di stabilire za prima di inviarlo allo stadio amplificatore BF
il guadagno a 40 dB, almeno fino a quando il e funge quindi da elemento di controllo manua-
prodotto banda x guadagno è sufficientemente le del volume dell'audio in altoparlante.
accettabile, mentre in presenza delle alte fre- Il diodo al germanio raddrizza il segnale a ra-
quenze il guadagno decresce fino a rendersi diofrequenza ed il condensatore C6 lo rettifica.
unitario verso i 3 MHz, ma ciò in occasione di Assieme, dunque, questi due componenti rive-
piccoli segnali, ossia quando l'uscita si deve lano la modulante dell'onda media captata dal-
muovere per pochi millivolt. Dato che, per am- l'antenna.
pi segnali, entrano in gioco altre limitazioni, che Il condensatore C7 applica il segnale rivelato
restringono la banda utile poco oltre la fre- alla sezione "b" dell'integrato ICl che, come è

Elettronica Pratica 539


Radioricevitore sperimentale

OSC. è data preferenza al sistema di montaggio, ordi-


nato e razionale, tramite circuito stampato, che
respinge ogni possibilità di formazione di falsi
ANT. contatti o cortocircuiti fra componenti. Dun-
que, prima di iniziare le operazioni di composi-
zione dell'apparecchio, il dilettante è chiamato
ad eseguire, per mezzo di uno dei tanti metodi
consentiti dalle varie tecniche attualmente di-
sponibili, il circuito stampato, il cui disegno in
grandezza reale è pubblicato in figura 3, serven-
dosi di una piastrina di materiale isolante, di
forma rettangolare, delle dimensioni di 13,3 cm
x 4 cm, sulla quale si dovranno pure praticare i
fori necessari per il passaggio dei terminali dei
componenti elettronici. Poi, una volta appronta-
Fig. 7 - I condensatori variabili di tipo miniatura, più
comuni e facilmente reperibili in commercio, sono
ta la basetta supporto, tenendo sott'occhio il
quelli appositamente costruiti per I radioricevitori a piano costruttivo di figura 2 e la foto di apertu-
circuito supereterodina, come il modello qui raffigu- ra del presente articolo, si inseriscono su questa
rato, che può essere utilizzato nel progetto descritto i vari elementi.
in questa sede, purché I due terminali OSC. e ANT.
vengano collegati assieme e quello di MASSA con la
Soltanto a lavoro ultimato e dopo aver consta-
linea di terra. tato l'efficienza del radioricevitore, il modulo
elettronico di figura 2 potrà essere introdotto in
un piccolo contenitore di plastica o di legno,
comunque non di materiale metallico, che osta-
colerebbe la captazione delle onde radio e, in
stato detto in precedenza, opera su ampi segna- misura particolare, il coinvolgimento della bobi-
li, ma nel caso specifico, su quelli a bassa fre- na-antenna di ferrite. Che rappresenta un com-
quenza. È questo il motivo per cui il condensa- ponente di tipo commerciale e può essere pre-
tore elettrolitico C8 assume un valore capaciti- levata da una vecchia radiolina fuori uso. Do-
vo maggiore di C4, nel rispetto delle più basse vendola acquistare in commercio, al rivenditore
frequenze in gioco. verrà chiesta una ferrite cilindrica con avvolgi-
Il valore capacitivo dell'elettrolitico C8 può es- menti (primario e secondario) a trasformatore
sere diminuito qualora si voglia ridurre lo spet- per onde medie. Anche se questa può essere
tro delle frequenze audio verso il basso, per sostituita, in caso di irrepenbilità della prima,
esempio nel caso in cui si debbano eliminare con altro elemento dello stesso tipo, ma ad au-
dei ronzìi. totrasformatore, come segnalato nello schema
Il gruppo R5 - C9 stabilizza l'amplificatore di di figura 6, i cui terminali sono contrassegnati
bassa frequenza, ossia la sezione amplificatrice con le medesime lettere riportate nel disegno
"b" di ICl, anche in presenza di carichi indutti- del piano costruttivo di figura 2, nel quale le
vi. E ciò, in tale occasione, è assolutamente ne- bobine L1 -L2, avvolte su ferrite cilindrica, ap-
cessario per la presenza in uscita dell'altopar- paiono sollevate rispetto allo schema, con lo
lante AP. scopo esclusivo di evidenziare i tre collegamen-
Il condensatore elettrolitico Cll applica i se- ti.
gnali di bassa frequenza all'altoparlante ed isola L'applicazione delle estremità della ferrite sulla
la tensione continua, presente sul piedino 1 del- piastrina supporto si ottiene tramite legacci di
la sezione "b" dell'integrato, il cui valore am- nylon, evitando nella maniera più assoluta l'im-
monta a metà circa di quello di alimentazione piego di fascette metalliche, anelli od altri ele-
(1/2 Vcc). menti che comprometterebbero il buon funzio-
namento del radioricevitore.
Soltanto se le bobine sono dotate di piazzole di
MONTAGGIO DELL'RX stagnatura, i conduttori terminali potranno con-
siderarsi sufficienti a mantenere il fissaggio del
Per ridurre il più possibile le dimensioni del ra- componente sulla basetta supporto.
dioricevitore testé descritto, ancora una volta si Il condensatore variabile C2, che assieme alle

540 Elettronico Pratica


Radioricevitore sperimentale

bobine L1 - L2 compone il circuito accordato, Si raccomanda, ai lettori principianti, di inserire


può presentarsi sotto aspetti esteriori diversi, nel circuito i vari componenti polarizzati nel
anche se il più comune è quello riportato in fi- pieno rispetto delle loro polarità. Ciò vale per i
gura 7. In ogni caso , il valore capacitivo può condensatori elettrolitici e per il diodo al ger-
variare fra i 160 pF e i 300 pF circa. manio DG. Le resistenze, invece, possono esse-
Il modello illustrato in figura 7 è adatto per ra- re comunque inserite nel circuito e per queste,
dioricevitori di tipo supereterodina, ma bene si anche se suggerito il wattaggio di 1/4 W, che è il
adegua al circuito oscillante di figura 1. Tale più commerciabile fra tutti, si possono montare
componente è caratterizzato dalla presenza di elementi da 1/8 W, in considerazione dell'esi-
tre terminali, uno dei quali, situato in posizione guo assorbimento di corrente derivato dall'ali-
centrale, va collegato a massa perché interna- mentatore, che rimane compreso fra i valori di
mente rimane elettricamente collegato con le 40 mA e 80 mA, a seconda della regolazione
lamine mobili delle due sezioni capacitive e con del trimmer R3, ovvero della potenza audio con
il perno di comando. Le due sezioni assumono cui si fa funzionare l'altoparlante AP, la cui im-
le denominazioni di oscillatore (OSC.) ed an- pedenza deve essere di soli 8 ohm.
tenna (ANT .). Ognuna di queste è raggiungibile I quattro valori delle potenze d'uscita, in corri-
attraverso il corrispondente terminale, sul quale spondenza degli altrettanti valori delle tensioni
si effettua la saldatura a stagno. Ma nel nostro minime di alimentazione, sono deducibili dal-
caso le due sezioni debbono essere unite assie- l'apposita TABELLA.
me, allo scopo di comporre un unico condensa-
tore con una sola sezione fissa ed una mobile.
Ovviamente, questi particolari adattamenti non TABELLA VCC - P. out
vengono eseguiti se si riesce ad acquistare un

t
condensatore variabile ad una sola sezione, con
un valore capacitivo di 300 pF circa. 'C (minimi) 1,5 Vcc 2Vcc 3 Vcc 4,5 Vcc
L'integrato ICl va innestato su apposito zocco-
letto ad otto piedini, in precedenza fissato sulla Pot. Use. 50 mW lOOmW 125 mW 250 mW
basetta supporto.

Elettronica Pratica 54 1
,"»

'
?# CANTI DI UCCELLI

%% VERSI DI ANIMALI
/
~, RUMORI SPAZIALI

%
GENERATORE
DI SUONI
La grande varietà di suoni, versi di animali, can- ascoltato tutto quanto è possibile far uscire da
ti di uccelli, rumori di macchine, vaporiere ed un altoparlante, con il solo intervento manuale
altro ancora, riproducibili con questo semplice su tre piccoli potenziometri, può capitare di co-
dispositivo elettronico, non finisce mai di stupi- gliere un nuovo segnale acustico, da assimilare
re. Perché proprio quando si è convinti di aver alla presenza di sconosciuti esseri viventi, di ra-
ra specie, a richiami provenienti dagli spazi si-
derali, a voci strane, scoppiettìi e sbuffi. Come
ad esempio quelli della vecchia, romantica loco-
motiva che, anni addietro, percorreva le strade
ferrate e di cui oggi rimane soltanto un caro ri-
cordo, che è rimasto nel cuore di tanti modelli-
Basta operare sui perni di tre soli sti, di- molti cineasti, di alcuni fabbricanti di gio-
potenziometri, per riprodurre, cattoli. I quali, pur adoperandosi con tutte le lo-
ro capacità nel riprodurre fedelmente i modelli
attraverso qualsiasi altoparlante, di quei mezzi di trazione, non sempre riescono
un 'intera gamma di suoni comuni a realizzare la sonorizzazione inequivocabil-
e stravaganti, che non finiscono mente inconfondibile che rende perfetta l'imi-
tazione.
mai di stupire. Naturalmente, in occasione di impiego del mo-
dulo elettronico qui presentato e descritto e, so-
prattutto, nel corso di ricerca di un particolare
suono, il lettore deve parzialmente appellarsi
542 Elettronica Pratica
Generatore di suoni

alla propria fantasia, nel senso che l'imitazione principali: quella dell'oscillatore ad onda rettan-
perfetta del canto di un grillo, del cinguettìo di golare, presieduta dall'integrato ICl, quella del
un volatile esotico, di uno sparo spaziale o quan- VCO, identificabile nell'integrato IC2 e l'ultima
t'altro ancora sia possibile derivare da questo di- di potenza, pilotata dal transistor TRl.
spositivo, deve fondarsi un po' sulle personali ed Il circuito oscillatore ad onda rettangolare è
altrui convinzioni, con generosi giudizi e fondate rappresentato dalle sole due porte NANO "a"
persuasioni che, assai spesso, dopo alcune varianti e "b", mentre le altre due porte NAND "c" e
al progetto originale, peraltro ampiamente sugge- "d rimangono inutilizzate.
rito durante l'analisi circuitale, vengono ampia- Quando si preme il pulsante Pl, che rimane
mente premiate dai risultati raggiunti. normalmente aperto, si alimenta con la tensio-
Una tale abbondanza di effetti sonori è stata ot- ne di 9 Vcc la sezione oscillatrice del progetto
tenuta tramite un interessante circuito integra- di figura 1, la quale genera una serie di impulsi
to, il modello 4046 B, che di proposito abbiamo
evitato di descrivere in questa sede, per non
prolungarci troppo su uno stesso argomento,
ma rinviando il lettore alla lettura di un succes-
sivo articolo, pubblicato in questo stesso fasci-
colo ed interamente rivolto alla conoscenza e
alle varie pratiche applicazioni del componente, Per sollevare stupore e divertirsi.
del quale sono citati elementi caratteristici e
destinazioni diverse. Ma lasciamo da parte ogni Per agevolare il lavoro di modelli-
ulteriore considerazione su questo importante
integrato e passiamo subito all'analisi del circui- sti e cineasti.
to generatore di suoni.
Per la ricerca di effetti sonori origi-
OSCILLATORE AD ONDA QUADRA nali.
Il progetto di figura 1 è composto da tre sezioni

Elettronica Pratica 543


Generatore di suoni

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544 Elettronica Pratica


Generatore di suoni

Fig. 2 - Piano costruttivo dell'audiogeneratore montato su basetta supporto con circuito


stampato. I tre trimmer, per la regolazione e la composizione dei vari suoni emessi da un
piccolo altoparlante, possono essere sostituiti con altrettanti potenziometri di tipo a varia-
zione lineare.

-----COMPONENTI-----
Condensatori R7 = 2,2 megaohm (trimmer)
R8 = 10 megaohm - 1/4 W
c1 = 100.000 pF (ceramico)
R9 = 4.700 ohm - 1/4 W
c2 = 100.000 pF (ceramico) R10 = 100.000 ohm (trimmer)
C3 = 100 F - 16 V (elettrolitico) R11 = 33.000 ohm - 1/4 W
C4 = 200.000 pF (ceramico) R12 = 12.000 ohm - 1/4 W
es = 22.000 pF (ceramico) R13 = 10 ohm + 1.000 ohm- 1/4 W
C6 = 1F (ceramico) (vedi testo)
C7 = 10 F- 35 VI (elettrolitico) Varie
C8 = 100.000 pF (ceramico) .
IC1 = 4011 B
IC2 = 4046 B
Resistenze
TR1 = 2N1711
R1 = 47.000 ohm - 1/4 W - D1 = 1N914 (diodo silicio)
R2 = 4, 7 megaohm (trimmer) D2 = 1N914 (diodo silicio)
R3 = 1 megaohm - 1/4 W P1 = pulsante (norm. aperto)
R4 = 47.000 ohm - 1/4 W s1 = interruttore
RS = 6.800 ohm - 1/4 W AP = altoparlante (8 ohm - 0,3 W)
R6 = 100.000 ohm - 1/4 W ALIM. = 9 Vcc

Elettronica Pratica 545


Generatore di suoni

i- ve z+ g

i
j ~

o '-<+
Fig. 3- Disegno in grandezza reale del circuito stampato da riprodurre su una delle due fac-
ce di una basetta supporto, di materiale isolante, delle dimensioni di 10,5 cmx 4 cm.

come quelli riportati nel diagramma di figura 6. mento in zona lineare, almeno in un primo
Gli impulsi possono essere più o meno frequen- istante. Perché il condensatore Cl, con la sua
ti a seconda della regolazione del trimmer R2. presenza, stabilisce una reazione positiva e le
La resistenza R4 ed il diodo al silicio D 1 svol- due reazioni inverse riportano il segnale in fase
gono il compito di ridurre il "duty cycle", ovve- costringendo il circuito ad oscillare.
ro il rapporto vuoto-pieno nella giusta misura, Il condensatore Cl si carica con l'energia pro-
definendo la larghezza "T degli impulsi chiara- veniente dall'uscita di ICla, precisamente dal
mente segnalata in figura 6. piedino 3 dell'integrato e attraverso il trimmer
Gli impulsi, generati dai primi due NAND di R2 e la resistenza R3, mentre si scarica su que-
ICl, caricano, attraverso il diodo al silicio D2, il ste due stesse resistenze e quella connessa in
condensatore C4, nel quale si forma una tensio- parallelo R4, a causa della presenza del diodo
ne continua che fa oscillare l'integrato IC2 di al silicio D 1. In questo modo, quindi, si raggiun-
frequenze diverse. _Ma ritorniamo ancor più ge la possibilità di rendere asimmetrico il ciclo
dettagliatamente sulla sezione oscillatrice del di oscillazione. Anzi, modificando il rapporto
progetto di figura 1, per analizzare meglio il tra i due rami resistivi, è possibile variare il gra-
comportamento dell'integrato ICI. do di asimmetria.
Quando il pulsante Pl rimane premuto, la por- Per mutare la gamma di frequenza delle oscilla-
ta NAND "a", essendo la resistenza Rl collega- zioni generate da ICI, basta cambiare il valore
ta a massa e salendo la tensione da bassa ad al- capacitivo assegnato al condensatore Cl, ser-
ta, può venire abilitata a funzionare da inverter, vendosi sempre di modelli plastici o ceramici e
mentre la "b" funziona decisamente come in- tenendo conto che, con i valori più elevati, la
verter. Infatti, le porte NAND di ICl, che ne frequenza diminuisce.
contiene quattro, hanno l'uscita bassa se e sol- La resistenza R5 applica il segnale al diodo al
tanto quando entrambi gli ingressi sono alti. Ne silicio D2, il quale carica positivamente il con-
risulta che un ingresso basso blocca l'uscita alta, densatore C4 ad ogni impulso positivo dell'on-
mentre un ingresso alto obbliga l'uscita a segui- da rettangolare. Ne deriva che il condensatore
re l'inverso del segnale applicato all'altro in- C4 viene bruscamente caricato dalla resistenza
gresso. • R5, ma lentamente scaricato attraverso la resi-
Quando il pulsante P 1 è premuto e chiude il stenza R6 ed il trimmer R7. Giocando su questi
circuito di alimentazione, le due resistenze R2 valori, pertanto è possibile ottenere varie forme
ed R3 introducono una controreazione in cor- d'onda, da quella quasi continua con R6 di va-
rente continua che impone ad ICla il funziona- lore superiore ad R5, all'onda a dente di sega,

546 Elettronica Pratica


Generatore di suoni

PILE (tot.9V)

PULSANTE
CIRC. STAMPATO

Fig. 4 - Esposizione del montaggio completo del dispositivo descritto nel testo ed alimenta-
to con la tensione di 9 Vcc, derivata dal collegamento in serie di due pile piatte da 4,5 V
ciascuna.

con R6 + R7 di valore simile ad R5, per giun- C4, provocando, attraverso le sue regolazioni
gere ai brevi impulsi, con l'eliminazione del manuali, le conseguenti variazioni di gamma
condensatore C4. Anche se è possibile elimina- delle oscillazioni generate da IC2.
re il diodo al silicio D2 e modificare il valore Per ottenere effetti speciali, si può entrare, con
del condensatore C4. un segnale audio solamente positivo, possibil-
mente applicato all'anodo del diodo D2, sul
piedino 9 di IC2, oppure sostituire le resistenze
II V€o di I€2 R5 - R6 con fotoresistenze illuminate da luci
variabili.
La tensione, formatasi nel condensatore C#, pi- La gamma delle frequenze ottenibili viene con·
lota la sezione VCO (Voltage - Controlled - trollata da R9 + RIO e dal condensatore C5.
Oscillator), contenuta nell'integrato IC2 e se- Dunque, per variare la gamma delle frequenze,
gnalata nello schema teorico a blocchi del com- si debbono mutare i valori di questi componen-
ponente di figura 5, attraverso il piedino 9. Per- ti. Ma neltimpiego del generatore di suoni di fi-
tanto, sul piedino d'uscita 4 di IC2, fa frequenza ·gura 1 è sufficiente intervenire manualm:ente
del segnale varia con la tensione di C4. • sul trimmer RIO, con il quale si possono rag-
Il trimmer R7 accelera o decelera la scarica di giungere effetti particolari, soprattutto in com-

Elettronica Pratica 54 7
Generatore di suoni

vss
ENTR. 114
SEGN.

u5C.CF2

R2

M=
VSs8
Vcol I VDD
· R1

r
7
I F'I-VS5

Fig. 5 - Schema a blocchi del circuito inter-


no all'integrato 4046 B montato per IC2 nel
progetto di figura 1 ed ampiamente de-
scritto in altro articolo pubblicato, più
avanti, In questo stesso fascicolo.

binazione con le regolazioni degli altri trimmer. cuito di collettore di TRl, agisce soltanto sulla
Tuttavia, queste regolazioni, qualora i risultati corrente unidirezionale, dato che il condensato-
non fossero ritenuti soddisfacenti, si possono re elettrolitico C7 provvede a cortocircuitare il
completare sostituendo il valore attribuito al segnale. In sostanza, la resistenza R13, assieme
condensatore C5 con quelli compresi fra 10.000 alle altre due Rll ed Rl2, stabilisce la massima
pF e 100.000 pF. corrente erogabile dal transistor TR 1.
Le due resistenze Rll ed R12 formano un par-
titore di tensione, che applica soltanto una fra-
LO STADIO DI POTENZA zione di segnale alla base di TRl. Ne consegue
che, per aumentare il segnale, occorre diminui-
La resistenza Rl 1 applica il segnale uscente da re Rll ed elevare R12.
IC2 alla base di un transistor con uscita di emit- In presenza di alte frequenze, più precisamente
tore, montato nella configurazione a collettore durante i fronti del segnale, agisce il condensa-
comune. Il transistor TRl, quindi, rappresenta tore C6, che applica questi segnali direttamente
lo stadio di potenza del progetto di figura 1, alla base del transistor TR 1, esaltando quindi i
quello che provvede ad aumentare la corrente segnali a frequenza più elevata. Ciò significa
al carico, in modo da consentire il 'funziona- che, ai valori più alti assegnati al condensatore
mento dell'altoparlante AP, con impedenza di 8 C6, corrisponde una più energica azione e vice-
ohm e potenza di 0,3 W. versa.
La resistenza R13, montata in serie con il cir- Al condensatore C8 è affidato il compito di am-
548 Elettronica Pratica
Generatore di suoni

Flg. 6 - Dlagrammi interpretativi della forma e del


comportamento degli Impulsi generati dalla sezione
oscillatrice del generatore di suoni.

morbidire il suono emesso dall'altoparlante AP derivato dalla pila di alimentazione.


e quello di smorzare le sovratensioni formatesi In pratica, ci si deve ricordare che, ai valori resisti-
sul carico induttivo. vi più bassi di R13, corrispondono un maggiore li-
In sede applicativa, dopo quanto è stato detto vello audio ed un più elevato consumo della pila.
sulla funzione della resistenza R 13, il lettore è Per esempio, con R13 di 10 ohm, l'assorbimento
invitato a scegliere, tramite il valore assegnato a di corrente ammonta a 50 mA, mentre con R 13
questo componente, il punto di lavoro del tran- di 1.000 ohm scende a soli 10 mA.
sistor TR 1 che, con una prima regolazione,-si Se si decide di attribuire alla resistenza R 13 un
raggiunge manovrando il perno di comando del valore basso, occorre provvedere al raffredda-
trimmer RIO. Ma nell'elenco componenti, per mento del semiconduttore, allo scopo di evitare
la resistenza R13 o, meglio, per il valore resisti- le conseguenze dell'aumento della corrente di
vo di questa, viene lasciata libera scelta in collettore di TRI, inserendo sul corpo del com-
un'ampia gamma di grandezze, tenendo conto ponente un adatto radiatore, che diventa asso-
che, al di là degli effetti sonori ottenuti, questa lutamente necessario quando si prevede di far
resistenza stabilisce l'entità della potenza d'u- funzionare per tempi lunghi il generatore di
scita del dispositivo ed il consumo di energia suoni.

R 11
I
3
IC2
l
·I I
C6 Il

1uF
10

Fig. 7 - Variante circuitale, da apportare nella zo-


na d'uscita dell'integrato IC2, necessaria per
l'accoppiamento del generatore di suoni con un
amplificatore di bassa frequenza e di potenza, in
sostituzione del piccolo altoparlante previsto ori-
-
Kn2

';
ginariamente.

Elettronica Pratica 549


Generatore di suoni

T1
15,4V
12/
r
6,4V
0,24 60 m A
+
+ Jb
c1Il
± T,
9V

Fig. 8 - Progetto di semplice alimentatore da rete, adatto a sostituire le pile nel generatore di
suoni e in grado di erogare la necessaria tensione di 9 Vcc.

-----COMPONENTI-----
c1 = 1.000 F - 35 VI (elettrolitico) DZ = diodo zener (9 V - 3 W)
C2 = 1.000 F - 16 VI (elettrolitico) p1 = ponte raddrizz.(80 V- 1 A)
R1 = 86 ohm- 1W T3 = trasf. (220 Vca- 12 Vca - 0,2 A-3 W)

VARIANTE CIRCUITALE lineare, deve assumere, in questo caso, il valore


di 10.000 ohm. Da questo poi, si prelevano i se-
La variante circuitale, suggerita con lo schema gnali per mezzo di un condensatore non pola-
elettrico riportato in figura 7, propone la sostitu- rizzato da 1 F, che a sua volta li applica ad un
zione dello stadio audioriproduttore di potenza, bocchettone d'uscita. Su quest'ultimo, quindi, si
ora descritto, con un vero e proprio amplificatore innesta un corrispondente spinotto, applicato
di bassa frequenza e di potenza adeguata. Il quale ad un cavo schermato possibilmente corto, da
deve rimanere caratterizzato da un ingresso ad al- collegare, all'estremità opposta, con l'entrata
ta impedenza, di 100.000 ohm almeno, e collegato dell'amplificatore di potenza.
tramite cavi schermati di breve lunghezza. Per elevare il livello audio, prima ancora di in-
La variante consiste nell'eliminazione di tutta la trodurre la variante circuitale testé descritta,
parte circuitale a valle della resistenza Rll e conviene provare un'altra soluzione, consistente
del condensatore C6, i quali vengono conservati nell'abbassamento del valore resistivo di R13 e
con i loro valori prescritti nell'elenco compo- nella sostituzione dell'alimentatore a pile con
nenti. Il trimmer, invece, che può essere sosti- altro da rete, come quello il cui progetto appare
tuito con un potenziometro di tipo a variazione pubblicato in figura 8.

550 Elettronica Pratica


Generatore di suoni

MONTAGGIO DEL GENERATORE AUDIO pulsante Pl, si può affermare che l'alimentazio-
ne a pile del dispositivo è da preferirsi ad ogni
Il montaggio del generatore di suoni si esegue altra, anche perché attribuisce all'apparato il
nel modo indicato in figura 2, che rappresenta il carattere della portatilità, che lo fa funzionare
piano costruttivo del dispositivo elettronico, ma in ogni dove, senza sollevare problemi di ricerca
tenendo pure sott'occhio la foto di apertura del di prese luce. Dunque, la tensione a 9 V, deri-
presente articolo. Ad ogni modo, prima di ini- vata da due pile piatte da 4,5 V ciascuna e col-
ziare le operazioni costruttive, conviene prepa- legate in serie tra loro, come segnalato nello
rare tutti i componenti necessari al completa- schema costruttivo completo di figura 4, è da
mento del progetto, approntando, per primo, il prediligere. Ma si tenga tuttavia in considera-
supporto con circuito stampato, rappresentato zione che il circuito dell'audiogeneratore può
da una basetta di materiale isolante, quali la ba- funzionare con tutti i valori di tensione conti-
chelite o la vetronite, di forma rettangolare e nua compresi fra 6 Vcc e 12 V cc, pur valutando
delle dimensioni di 10,5 cm x 4 cm. migliore fra tutti quello di 9 V cc.
Su una delle due facce della basetta supporto si Coloro che volessero evitare l'impiego delle pi-
compone, attraverso uno dei metodi più abitua- le, per destinare il dispositivo a funzionamenti
li per il montatore, il circuito stampato, il cui di- assai prolungati nel tempo, potranno anzitutto
segno in grandezza naturale è riportato in figu- eliminare il pulsante P 1, per affidare la chiusura
ra 3. Successivamente si provvede a forare nei del circuito di alimentazione al solo interruttore
vari punti la basetta, onde permettere il passag- S1 e poi sostituire le pile con un alimentatore
gio dei reofori dei componenti, che vanno ap- da rete, che potrà essere realizzato secondo il
plicati sulla faccia opposta a quella in cui sono progetto di figura 8, nel quale sono anche ri-
presenti le piste di rame del circuito. Ciò signi- portate alcune indicazioni relative alle tensioni
fica pure che il circuito stampato, riprodotto in e correnti.
colore nello schema pratico di figura 2, deve in-
tendersi visto in trasparenza.
Si tenga ben presente che i due circuiti integrati
ICl ed IC2 non debbono essere applicati diret-
tamente sulla basetta supporto, bensì attraverso
appositi zoccoletti, i cui piedini vanno saldati a
stagno sulle corrispondenti piazzole di rame,
senza innestare in questi, in un primo tempo, i
due integrati, per evitare di danneggiarli in
qualche modo durante le operazioni di saldatu-
ra.
Si osservi pure che, in prossimità della resisten-
za R9, quasi parallelamente a questa, occorre
applicare un ponticello, costituito da uno spez-
zone di filo conduttore, che assicura la continui-
tà circuitale dello stampato, semplificandone
contemporaneamente la composizione.
A lavoro ultimato, ovvero al momento del col-
laudo del generatore audio, non resta che ma-
novrare i tre trimmer R2- R7 - R1O, dopo
averli posizionati tutti a metà corsa. Ricordiamo
inoltre che questi tre componenti possono esse-
re sostituiti con altrettanti potenziometri tutti di
tipo a variazione lineare.

ALIMENTAZIONE
Dato che il progetto del generatore di suoni
funziona soltanto quando si tiene premuto il

Elettronica Pratica 551


Per la conversione energetica da luce
ad elettricità.

Per: ricaricare i piccoli accumulatori da


1,2 V.

Per sperimentare e controllare tensioni


e correnti.

GENERATORE
FOTOVOLTAICO
Il piccolo box, di forma parallelepipeda, qui siderata una fonte di molte, interessanti appli-
presentato e descritto e che sta nel palmo di cazioni pratiche, completamente ispirate a me-
una mano, è stato appositamente concepito e todi ecologici e che abbiamo voluto, qui di se-
commercializzato per ricaricare, in tempi più o guito, proporre ai nostri lettori. Ma intanto ri-
meno lunghi, fino a quattro accumulatori al ni- cordiamo che, al dispositivo, è stata assegnata la
chel-cadmio, del tipo di quelli con tensione di sigla di riconoscimento ELB, che unisce le tre
1,2 v e simili, esteriormente, alle comuni pile lettere iniziali delle parole Electric Light Box,
stilo, tramite l'energia solare. Ovvero, con la lu- dal significato di "scatola elettrica a conversio-
ce proveniente dal sole o quella irradiata da al- ne di luce". Dato che, come si può notare nella
tra sorgente luminosa artificiale. Noi, tuttavia, foto di apertura del presente articolo e in alcuni
pur conservando ed apprezzando la funzione dei successivi disegni, questa è munita di un co-
primaria dell'originale scatolina, l'abbiamo con- perchio di chiusura dotato di sei cellule fotovol-

Anche se concepito e commercializzato per operazioni di


ricarica, questo piccolo box può essere utilizzato come
strumento didattico per l'analisi di un interessante settore
dell'optoelettronica.

552 Elettronica Pratica


Generatore fotovoltaico

taiche, collegate in serie fra loro, che debbono plicazioni tecniche e che alcuni già conoscono
rimanere esposte ai raggi di luce, allo scopo di per aver operato con fotoresistenze, fotodiodi,
generare tensione elettrica. Che può essere diodi led, fibre ottiche ed altro ancora. In parti-
principalmente utilizzata per la ricarica di pic- colare, da questo punto in poi, ogni argomento
coli accumulatori e, secondariamente, per ali- introdotto va considerato una conseguenza del-
mentare un ricevitore radio miniaturizzato, sva- l'effetto fotovoltaico, che presiede al processo
riati circuiti elettronici e, in modo particolare, di trasformazione della luce in energia elettrica.
per realizzare alcuni esperimenti di contenuto L'effetto ora citato sfrutta il comportamento
didattico, mirati ad ampliare le conoscenze dei della giunzione di due semiconduttori, uno di
principianti di elettronica. tipo P, l'altro di tipo N, la quale, nel venire col-
pita dalla luce, dà origine ad una differenza di
potenziale che è proporzionale al numero di fo-
PRINCIPI DI OPTOELETTRONICA toni che raggiungono la zona in cui le due su-
perfici di semiconduttore si congiungono e che
Come molti avranno già intuito, in questa sede viene chiamata "depletion region".
si tocca un settore dell'optoelettronica, cioé Praticamente, tutti i diodi ed i transistor bipola-
dell'ottica elettronica, nella quale si studiano ri, quando sono investiti dalla luce, possono ge-
quegli effetti che stanno alla base di tante ap- nerare la tensione fotovoltaica, a meno che non

Elettronica Pratica 553


Generatore fotovoltaico

LUCE
a
~ D
•k
Fig. 1 - Qualsiasi diodo, purché realizzato in conteni-
tore trasparente, quando viene colpito dalla luce
promuove l'effetto fotovoltaico, che avvia una debo-
lissima torrente, misurabile sul microamperometro.

vengano inseriti in custodie opache, in grado di contiene sei cellule fotovoltaiche. Ebbene, dopo
isolarli da fonti luminose, come del resto avvie- aver ricordato l'effetto che si manifesta sulla
ne nella maggior parte di questi prodotti. giunzione di due semiconduttori, si può asserire
Abbiamo già detto che il coperchio dellELB che, assimilando ciascuna delle sei cellule con-

6 CELLULE FOTOVOLT.
)
Il
H#REE#i# a

Fig. 2-Il coperchio di chiusura del box, presentato e


descritto in queste pagine, contiene sei cellule foto-
voltaiche collegate in serie tra loro.

554 Elettronico Pratica


Generatore fotovoltaico

tenute nel coperchio del box ELB ad un diodo LUCE


al silicio, particolarmente grosso e racchiuso in
una custodia di materiale trasparente, in pre-
senza di luce incidente la piccola scatola diventa
un generatore di tensione. E questa tensione si
identifica con la somma delle differenze di po-
tenziale createsi tra anodo e catodo di ciascun
diodo. Dunque, essendo i diodi in numero di
sei e tutti collegati in serie fra loro, il valore
complessivo della tensione generata è di:

0,5 Vx6= 3V

erogando ogni cellula fotovoltaica la tensione di


0,5 V, quando rimane investita da luce piena.
Che può essere quella del sole o l'altra prove- Fig. 3 - Il rendimento delle cellule fotovoltaiche au-
menta coll'aumentare della quantità di luce cui ri-
niente da una lampada a filamento da 75 W, si- mangono esposte. Conseguentemente aumenta la
stemata ad una distanza di 20 --:- 30 cm dal co- potenza elettrica disponibile.
perchio del box.
Ovviamente, il valore di 3 V, sopra calcolato, si
intende valido quando nessun carico viene ap-
plicato al generatore. Questa tensione poi è in
grado di promuovere una corrente complessiva
di 150 mA, da considerare come corrente di per i seguenti motivi.
cortocircuito. Poiché la "tensione di soglia" di ciascun diodo
Riassumendo, poiché ogni cellula fotovoltaica, e, quindi, di ogni cellula fotovoltaica, può esse-
più nota come cellula solare, può essere assimi- re valutata nella misura di 0,6 V, essendo le cel-
lata ad un diodo al silicio, come indicato in fi- lule in numero di sei, affinché queste possano
gura 1, in virtù del collegamento in serie dei sei entrare in conduzione, occorre applicare dall'e-
elementi, il pannello riportato in figura 2 è un sterno una tensione superiore a:
generatore di tensione, in piena luce, di 3 V
massimi. 0,6 Vx6 = 3,6V

CONDUTTIVITÀ DELLE CELLULE

Se si collega un solo accumulatore da'1,2 V con


una singola cellula fotovoltaica colpita dalla lu-
ce e quindi in funzione di generatore di tensio-
ne di 0,5 V, si avvia una corrente che, repenti-
namente, scarica l'accumulatore. Perché l'e-
nergia a massima tensione, contenuta da que-
sto, si riversa nel circuito chiuso ·attraverso la
cellula solare.
Sorge quindi spontanea la domanda se, inseren- CF
do nel box uno, due, tre o quattro accumulatori,
da sottoporre al processo di ricarica, non si cor-
ra il rischio, in assenza di luce incidente sul
pannello solare, di cortocircuitare i piccoli ge-
neratori di tensione attraverso gli elementi fo- Fig. 4 - Ogni cellula fotovoltaica, quando rimane col-
tovoltaici, ottenendo un effetto contrario a pita da luce intensa, genera una tensione continua di
quello che si vuol raggiungere. Ebbene, la ri- o,sv.
sposta a tale domanda è assolutamente negativa
Elettronica Pratica 555
Generatore fotovoltaico

o~

Fig. 5-Le parti che compongono il dispositivo di ricarica degli accumulatori da 1,2 V sono:
coperchio di chiusura del contenitore (1), cerniere di sostegno del coperchio, attraverso le
quali passano i conduttori elettrici (2), accumulatore da 1,2 V inserito regolarmente (3), po-
larità positiva (4), magnete di ritenzione del coperchio (5), molle della polarità negativa (6).

Ovviamente, in questo semplice calcolo, non in- come un diodo a semiconduttore in diretta.
terviene la tensione autogenerata dalle cellule, Infatti, se il pannello del box fosse stato dotato
che si suppongono immerse nel buio totale. di una sola cellula solare, anziché di sei elemen-
In realtà, una piccola conduzione di corrente ti, la tensione di 1,2 V, generata dall'accumula-
inizia già a metà del valore della tensione ora tore, avrebbe inviato in conduzione il diodo,
valutata, soprattutto se le cellule si trovano in cioé la cellula, con possibili conseguenti dan-
ambienti a temperature molto basse. Ma in neggiamenti ad entrambi i generatori. Con il si-
ogni caso si tratta di correnti insignificanti agli stema adottato, invece, quando manca la luce,
effetti pratici. gli accumulatori non si caricano, in presenza di
Dunque, le cellule fotovoltaiche possono essere luce si ricaricano perché le cellule solari, com-
impunemente collegate agli accumulatori da 1,2 portandosi come gemeratori di tensione di 3 V
V, quando questi vengono inseriti in parallelo e massimi, riversano la loro energia sui generatori
le cellule sono parallelate in numero di sei, an- di tensione inferiore, cioé sugli accumulatori.
che quando manca la luce e la cellula non eroga È vero che, ad evitare certi danni, si sarebbe
più tensione, comportandosi semplicemente potuto inserire nel circuito un diodo di prote-

556 Elettronica Pratica


Generatore fotovoltaico

zione, ma un tale intervento avrebbe introdotto di tensione siano quasi del tutto scarichi, prima
una perdita di tensione di 0,6 V nel processo di di sottoporli al processo di rinvigorimento tra-
carica, con una perdita del 40% di preziosa mite il dispositivo ELB. Perché gli accumulatori
energia, dato che occorrono almeno tre cellue lasciati scarichi, anche per brevi periodi di tem-
solari, collegate in serie, per superare di poco la po, possono subire danni irreparabili.
tensione di 1,2 V di un accumulatore. Gli accumulatori a forma di pile, tipo stilo, re-
Concludendo, la presenza di sei elementi foto- cano spesso indicata la massima corrente di ca-
voltaici, collegati in serie, rende impossibile la rica o scarica, sopportabile per lunghi tempi
scarica di un singolo accumulatore, anche senza senza riscaldarsi troppo. Questa, in genere, am-
illuminazione e alle basse temperature, con il monta ad un decimo della capacità dell'accu-
vantaggio di riuscire a ricaricare gli accumulato- mulatore e, in certi modelli, supera tale valore.
ri in condizioni di luminosità precarie. Si ricordi, ad esempio, che la capacità di 150
mAh (milliamperora) designa la possibilità di
erogazione di corrente di 150 mA nell'arco di
RICARICA DI ACCUMULATORI tempo di un'ora.
Superando i limiti di esercizio prescritti per cia-
Coloro che fanno uso di accumulatori al nichel- scun accumulatore, la vita di questo rimane pre-
cadmio, che impropriamente i profani chiama- giudicata. Inoltre, per evitare altri guasti imme-
no pile ricaricabili, debbono sempre ricordarsi diati, conviene pure controllare la temperatura
di non aspettare mai che gli elementi generatori dei generatori. Quella esterna, s'intende, per-

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in passato, potranno ora aggiunge-
re, alla loro iniziale collezione di ri-
viste, questa annata proposta in of-
ferta speciale a tutti i nuovi lettori.

Elettronica Pratica 55 7
Generatore fotovoltaico

+
@

Fig. 6- Collegamento sperimentale in serie di due box (1-2) per la valutazione, della tensio-
ne e corrente risultanti, tramite opportuni strumenti. Con l'interruttore S1 chiuso, si misura la
corrente di cortocircuito. '

ché la temperatura interna, che sale molto rapi- CONVERSIONE ENERGETICA


damente in presenza di correnti assai forti, non
può essere valutata. Soltanto per chi volesse approfondire ulterior-
In presenza di accumulatori sconosciuti e dal mente il meccanismo della conversione energe-
comportamento critico, certamente non adatti tica, da luce ad elettricità, aggiungiamo, qui di
alle cariche rapide, conviene inserire una resi- seguito, alcune notizie relative alla fisica del fe-
stenza di un centinaio di ohm tra generatore e nomeno fotovoltaico ed al suo rendimento, in
cellula, per motivi di sicurezza, onde limitare ordine pure agli sviluppi tecnologici industriali
l'intensità della corrente di ricarica. nel tempo in varie zone mondiali. Subito dopo
558 Elettronica Pratica
Generatore fotovoltaico

Fig. 7 - Con Il sistema del collegamento inserie di due box, contenenti ciascuno un accumula-
tore In parallelo con le cellule fotovoltaiche, Il valore della tensione in U ammonta a 2,6 Vcc.

passeremo alle pratiche applicazioni del, box in ni, dunque, provoca, senza ombra di dubbio, un
precedenza annunciate. grande scompiglio fra gli elettrodi degli atomi,
Con riferimento alle più moderne_ teorie elet- estraendoli dalle loro orbite e rendendoli quin-
troniche, si vuole affermare che, quando un fo- di liberi. Analogamente a quanto avviene nel
tone colpisce la regione in cui è realizzata la gioco del biliardo, nel quale una biglia, lanciata
giunzione fra due semiconduttori, questo ha in mezzo ad un gruppo di tante altre, si arresta
buone probabilità di urtare contro un elettrone per mettere in movimento alcune di queste. Ce-
orbitante attorno al nucleo dell'atomo di cui è dendo, ovviamente, la propria energia meccani-
composto il materiale. Una moltitudine di foto- ca, così come il fotone, nel liberare l'elettrone,

Elettronica Pratica 559


Generatore fotovoltaico

FORO

Fig. 8 - Allo scopo di realizzare gli esperimenti descritti nel testo, sul fianco di ogni box oc-
corre praticare un forellino del diametro di 4 mm.

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560 Elettronica Pratica


Generatore fotovoltaico

Flg. 9 - Con il sistema di collegamento di due box, proposto nell'esperimento suggerito in


figura 7, è possibile far funzionare un piccolo ricevitore radio con tensione di alimentazione
di 3 Vcc.

cede a questo il proprio contenuto energetico. visto sotto l'aspetto ecologico, è da considerarsi
Gli elettroni, che sono cariche elettriche negati- molto interessante. Sia perché il sole è una sor-
ve, contribuiscono ad un aumento del potenzia- gente di energia inesauribile, che a detta degli
le negativo della zona N della giunzione, crean- scienziati dovrebbe rimanere integra per alcuni
do contemporaneamente un eccesso di "vuoti", milioni di anni ancora, sia perché non inquina
ovvero di cariche elettriche positive, che vanno la vita naturale.
ad aumentare il potenziale della zona P. Ora, se
si applica una resistenza di valore estremamen-
te basso, ovvero un carico elettrico, tra la zona PROVE PRATICHE
N e la P, le cariche si mettono in movimento,
dando luogo alla formazione di una corrente È stato detto e ripetuto più volte che ciascuna
elettrica, il cui flusso cede evidentemente l'e- delle sei cellule fotovoltaiche, che compongono
nergia ricevuta dalla luce. il pannello di chiusura del box di tipo commer-
Il rendimento energetico del fenomeno analiz- ciale, rappresenta un generatore di tensione di
zato dipende in gran parte dalla natura dei ma- 0,5 V, ovviamente quando questa è invertita
teriali impiegati ma, con quelli attualmente più dalla luce solare o di una lampadina a filamen-
diffusi, si può toccare anche il 20%. Tuttavia, le to, della potenza di 75 W almeno, sistemata a
inevitabili limitazioni pratiche, di ordine tecnico breve distanza. Ebbene, ciò significa che il box,
ed economico, abbassano tale valore al 10%, non considerato come dispositivo di ricarica de-
sempre che l'illuminazione della giunzione av- gli accumulatori da 1,2 V, può servire da gene-
venga in condizioni atmosferiche ottimali, ovve- ratore di tensione massima di 3 V, dato che, nel
ro in pieno sole e con i raggi incidenti perpen- suo coperchio contiene sei generatori di tensio-
dicolari. Perché con illuminazioni di intensità ne da 0,5 V, come quello teoricamente illustra-
inferiore il rendimento diminuisce ulteriormen- to in figura 4, collegati in serie tra loro. Ma ve-
te, come segnalato nel diagramma di figura 3. diamo subito, nei dettagli, come è composto un
Concludiamo affermando che l'effetto voltaico, box e facciamo riferimento alla figura 5, nella

Elettronico Pratica 561


Generatore fotovoltaico

quale sono riportati i numeri dall'l al 6, che se- nel modo segnalato (3). Dato che la tensione
gnalano le parti principali del dispositivo, che si positiva è disponibile lungo la fascia metallica
presenta sotto forma di contenitore delle di- (4) e quella negativa sulle molle di fissaggio (3).
mensioni di 10 cm x 6,3 cm x 2,7 cm. E giunto ora il momento di effettuare alcune
Le sei cellule fotovoltaiche sono montate sulla prove pratiche di misure, allo scopo di verifica-
faccia esterna del coperchio di chiusura ( 1 ), il re quanto fin qui asserito teoricamente. Ma a
quale, quando è chiuso, resta fissato in virtù questo scopo il lettore deve fornirsi di un box,
della presenza di un piccolo magnete (5). Il po- almeno e, se possibile, di due dispositivi uguali,
sizionamento del coperchio, verso la sorgente di il cui acquisto può essere effettuato esclusiva-
luce, rimane agevolato dalle due cerniere (2), mente presso la ditta fornitrice citata a fine ar-
attraverso le quali passano i conduttori della ticolo.
tensione proveniente dalle cellule fotovoltaiche. La prima prova consiste nell'aprire il coperchio
Gli accumulatori, da sottoporre al processo di del dispositivo, orientarlo verso la sorgente di
ricarica, debbono essere inseriti nel contenitore luce e, senza introdurre nel contenitore alcun
accumulatore, constatare, tramite il tester, com-
mutato nella funzione voltmetrica per tensioni
continue e sulla scala dei 5 V cc, come la tensio-

abbonatevi a: ne generata possa raggiungere i valori di 2,3


V cc --;. 3 V cc. Successivamente, collegando in
serie ai terminali, positivo ( 4) e negativo ( 6), il
ELETTRONICA tester, commutato nella funzione amperometri-
ca in continua, si potrà misurare la corrente di
cortocircuito, che deve aggirarsi intorno ai 150
PRATICA mA.
La seconda prova sperimentale, qui consigliata,
è illustrata in figura 6 e consiste nel collegare,

562 Elettronica Pratica


Generatore fotovoltaico

in serie tra loro, due box, allo scopo di raddop- correnti si possono differenziare, sia pure di po-
piare il valore della tensione generata da un co, dai valori citati, a causa di piccole differenze
singolo dispositivo. costruttive dei vari elementi.
Il voltmetro V segnala questa volta la presenza Con il circuito sperimentale, presentato in figu-
di una tensione continua di 4,6 Vcc : 6 Vcc, ra 7, si può alimentare una radiolina funzionan-
mentre il valore della corrente rimane sempre te a 3 Vcc. Poi, quando si spegne la radio, i due
lo stesso, quello di 150 mA, rilevabile attraverso dispositivi potranno rimanere esposti al sole, al-
l'amperometro A, dopo aver cortocircuitato le lo scopo di ricaricare i due accumulatori, come
cellule fotovoltaiche tramite l'interruttore S l. segnalato in figura 9.
Per aumentare la possibilità di un assorbimento Per la realizzazione degli esperimenti ora de-
di corrente maggiore, basta inserire un accumu- scritti o l'alimentazione di radioline, ovvero per
latore in tampone, come segnalato in figura 7. quelle applicazioni che si discostano dalla fun-
Così facendo, sia pure per brevi istanti, è possi- zione primaria di ricarica degli accumulatori del
bile assorbire una corrente fino ad 1 A, perché dispositivo, si deve praticare un forellino sul
l'eccesso di corrente viene ceduto dall'accumu- contenitore, nel punto segnalato in figura 8, ne-
latore in parallelo. Ma la tensione, in questo ca- cessario per far passare i conduttori. Questo fo-
so, ammonta a soli 1,3 V cc. ro, che deve avere un diametro di almeno 4 mm
Collegando in serie tra loro due box, contenenti si pratica in tempi successivi, per non rompere
ciascuno un accumulatore in parallelo con le la plastica. Inizialmente, quindi, si esegue un
cellule fotovoltaiche, come suggerito nello sche- primo foro da 1 mm, poi si allarga questo con
ma di figura 7, la tensione complessiva, valutata una punta da trapano da 3 mm, e infine, si con-
all'uscita U, ammonta a 2,6 Vcc. Ma tensioni e clude il lavoro con una terza punta da 4 mm.

GENERATORE FOTOVOLTAICO
PER LA RICARICA DI 4 ACCUMULATORI DA 1,2 V

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10 cm x 6,3 cmx 2,7 cm. L. 28.500

Il generatore, composto da 6 cellule


fotovoltaiche, eroga la tensione
massima di 3 Vcc.

Elettronica Pratica 563


FUNZIONE PLL
CON IC 4046
Uno dei circuiti integrati, che meglio d'ogni al- nostri lettori, soprattutto dopo alcune pratiche
tro può svolgere la funzione PLL, è certamente applicazioni che, a completamento dell'esposi-
il modello 4046, che è pure uno dei più diffusi zione teorica, proporremo in seguito, con lo
ed economici e quindi alla portata di ciascun di- scopo di sperimentare l'influenza dei vari com-
lettante. Alla sua conoscenza, dunque, anche se ponenti sul funzionamento dell'integrato o, più
superficiale, possono agevolmente pervenire i precisamente, su quello dei blocchi del PLL.

La grande diffusione commerciale ed il basso costo di questo


comunissimo integrato, invitano il lettore alla pratica
sperimentazione, onde stabilire un primo approccio
soddisfacente con tale, importante componente elettronico.

564 Elettronica Pratica


Funzione PLL co n IC 4046

Teoria e pratica con l'anello regolatore ad aggancio di fase.

In molti dispositivi, l'integrato 4046 introduce un aumento di


prestazioni.

Ma che cos'è questo PLL? Lo diremo quasi su- @ s 16


bito. Mentre per ora vogliamo aggiungere che il
I I 15
4046 è un integrato realizzato in tecnologia a
transistor MOS complementari, conosciuta con I I 14
la sigla CMOS, che consente, in modo estrema- I I 13
mente semplice, la composizione di funzioni ·lo-
giche ed analogiche. Inoltre, le particolari carat- I I 12
teristiche dei transistor MOS, di presentare ele- I I 11
vate impedenze di ingresso, assenza di tensioni I I 10
di soglia in uscita e simmetria degli stadi, quasi
tutti in push-pull, permettono di ottenere cir- I I 9
cuiti comparatori di fase ed oscillatori control-
lati in tensione, dotati di eccellenti prestazioni,
Fig. 1- Piedinatura ed elementi guida per l'orienta-
nonostante la loro semplicità. mento, in sede applicativa, dell'integrato modello
La figura 1 interpreta la piedinatura dell'inte- 4046 B descritto nel testo ed ampiamente utilizzato
grato 4046 B con il quale, più avanti, il lettore è in alcuni esperimenti.
invitato a sperimentare. In figura 2, invece, è

Elettronica Pratica 565


Funzione PLL co n IC 4046

IMPULSI di EASE

vss
ENTR. 114
CF2 SEGN.

USC.CF2

R2

VSS8
INSEG. vco VDD
R1

t
vss ENTR. V
(GND)

Fig. 2 - Schema a blocchi dell'integrato modello 4046 B a sedici piedini, le cui funzioni sono
dettagliatamente descritte nel testo.

pubblicato lo schema a blocchi interno dello tato con un inseguitore di "source", presenta
stesso componente. Nel quale si notano i due l'uscita sul piedino 10.
comparatori di fase CFl e CF2, che assicurano La gamma di frequenze, su cui opera il VCO, è
il miglior adattamento con i diversi segnali e dei controllata dalle resistenze collegate in serie sui
quali il primo è più idoneo ai segnali logici, il terminali 11 e 12 (R1- R2).
secondo a quelli analogici. Il piedino 14 si identifica con l'ingresso di un
Il VCO, invece, è dotato di un amplificatore di amplificatore di segnale e di altri segnali di ser-
corrente, che abbassa l'impedenza d'uscita, on- vizio. È anche indispensabile la presenza di un
de pilotare gli stadi presenti a valle senza diffi- diodo zener, sul piedino 15, da 5,2 V, per stabi-
coltà ed interferenze. Questo stadio VCO (Vol- lizzare eventualmente l'alimentazione.
tage - Controlled - Oscillator), che è implemen- Il circuito integrato, soprattutto se utilizzato in

566 Elettronica Pratica


Funzione PLL co n IC 4046

TENS. CC DI OSCILL. 30 MH2


CONTROLLO

1 I USC.RF

t
OSC. DI RIE
E1 I
300 KHz 44046 B u
E2

±
DIVIS. X 100
300 KHz 30 MHz

Fig. 3 - Circuito PLL alla cui formazione partecipano un oscillatore a 30 MHz, a destra, un
divisore per cento, in posizione centrale e in basso, un oscillatore di riferimento, all'estrema
sinistra, e l'integrato 4046 B.

bassa frequenza, consuma poco perché come può divenire instabile o funzionare malamente
accade per tutti i CMOS, il consumo avviene a seconda del dimensionamento e della messa a
durante le commutazioni. punto. In particolare, il PLL non è un circuito
dei più semplici da stabilizzare e tarare, soprat-
tutto quando da esso si pretende di derivare il
CIRCUITO PLL massimo dei risultati. Ma in ogni caso, dal cir-
cuito PLL si possono ottenere risultati sorpren-
Vediamo ora che cosa si intende per circuito denti, anche esplorando, come è nostra abitudi-
PLL, fa cui sigla riporta le iniziali delle tre pa- ne suggerire ai lettori, funzionalità particolari.
role Phase Locked Loop, che significano: II circuito PLL viene attualmente impiegato in
"anello di regolazione ad aggancio di fase". moltissimi settori dell'elettronica, dalla radiori-
Tradotte alla lettera, suonano così: Fase Aggan- cezione e radiotelericezione alla registrazione
cio Anello. Ma abbandoniamo ogni ulteriore audio e video, alle memorie magnetiche a disco
commento alla sigla e passiamo senz'altro all'e- e a nastro dei calcolatori, alle telecomunicazio-
same di questo tipo di circuito, che merita di es- ni per sincronizzare i dati, al controllo della ve-
ser conosciuto sia per la sua notorietà, sia per locità dei motori, in automazione; nei giradi-
l'incremento di prestazioni che, in genere, ag- schi, registratori ed orologi.
giunge nei dispositivi in cui viene utilizzato. La sigla iPLL, dunque, appare spesso su molte
Il PLL permette di sincronizzare due segnali a apparecchiature e sempre, o quasi sempre, assi-
frequenza diversa, anche quando la frequenza cura prestazioni veramente superbe.
di questi è indicata da un numero indivisibile
per un numero intero. Ma in sostanza il circuito
risulta formato da non molti componenti, facil- PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
mente conglobabili in un integrato e, quindi, as-
sai economico. Tuttavia si tratta di un sistema Il principio su cui si fonda il funzionamento del
reazionato che, come tutti quelli di questo tipo, circuito PLL è alquanto semplice. Infatti, quan-

Elettronica Pratica 567


Funzione PLL con IC 4046

Cl

16 1,1,
9I 3
/C
.I l @
9V
5 8Il IIJJ
e
_ Il _u
R2

R1
2 <
Fig. 4 - Circuito sperimentale di controllo del VCO contenuto nell'integrato 4046 B. La fre-
quenza del segnale in uscita, riproducibile attraverso un amplificatore audio, varia con le
regolazioni effettuate sul trimmer R1.

-----COMPONENTI-----
Condensatori Resistenze Varie
C1 = 10.000 pF (ceramico) R1 = 100.000 ohm (trimmer) IC = 4046 B (integrato)
C2 = 100.000 pF (ceramico) R2 = 100.000 ohm - 1/4 W ALIM. = 9Vcc

----..,
do si vuole sincronizzare o agganciare ad un al- Ma tale operazione vale quando la frequenza
tro, un segnale con frequenza anche diversa, in- del segnale da controllare è superiore a quella
modo che il segnale controllato possa variare del segnale di riferimento. Altrimenti occorre
soltanto come quello di riferimento, si deve dividere quest'ultimo, giacché l'operazione di
operare nella seguente maniera. moltiplicazione non è cosa facile. E questo è il
Tramite un divisore di frequenza, ovvero con motivo per cui serve un circuito PLL:
una serie di flip-flop, collegati in modo oppor- Una volta uguagliate le frequenze dei due se-
tuno, si divide la frequenza del segnale origina- gnali, queste vengono inviate ad un comparato-
le in modo da renderla uguale a quella del se- re di fase, che ne misura lo sfasamento, erogan-
gnale di riferimento, tenendo conto che, mag- do pure, in uscita, una tensione o corrente che
giori sono le cifre che compongono il divisore, si identificano con il segnale d'errore amplifica-
più elevato diventa il numero di stadi necessari. to del sistema reazionato. Questo stesso segnale

568 Elettronica Pratica


Funzione PLL co n IC 4046

9V

Fig. 5 - Realizzazione pratica, su basetta supporto di tipo commerciale, del circuito di con-
trollo del comportamento del VCO contenuto nell'integrato 4046 B.

viene poi utilizzato per correggere la frequenza sua validità, la facoltà di un circuito PLL di ag-
dell'oscillatore posto sotto controllo. ganciare la frequenxa di sintonia di un radiori-
L'aggancio di frequenza diventa tanto più preci- cevitore a quella di un oscillatore quarzato.
so quanto più elevato è il guadagno della spira Concludiamo ricordando che il circuito PLL
di regolazione. Ma, allo stesso tempo, appare può essere usato pure per demodulare la mo-
assai più difficile la stabilizzazione e maggior- dulazione di frequenza.
mente ristretta la gamma di frequenze su cui
poter operare.
Anche l'aumento del numero che divide la fre- APPLICAZIONE DEL PLL
quenza implica un accrescimento del guadagno
d'anello. Lo schema pubblicato in figura 3 costitmsce
I tempi di risposta, del sistema ora analizzato, un'applicazione dell'integrato 4046 B in circuito
rimangono influenzati dal modo con cui viene PLL, nel quale vengono evidenziati i vari bloc-
concepito l'anello di reazione e dal guadagno di chi.
questo. In pratica è assai difficile ottenere tem- In alto, a destra dello schema, è simboleggiato
pi rapidi ma, fortunatamente, non sempre que- un dispositivo oscillatore a 30 MHz, munito di
sti servono. diodo varicap, che consente di regolare la fre-
Da quanto finora detto, gli appassionati di ra- quenza del segnale generato.
dioricezione potranno apprezzare, in tutta la Parte del segnale uscente dall'oscillatore a ra-

Elettronica Pratica 569


Funzione PLL con IC 4046

D1 11
R2

16 1211 6l 71. -~ 3
t=
·l /C • I
4 l- cg
9V

fl s Ila
I
11
T ~
111 u
( - ;
0211 Il sR3

16 611 711
13
RJ
I
IC
91 I.I l
-
cg
9V
- e

r .a
Il '1P
,,]2 p81

R2 R3

570 Elettronica Pratica


Funzione PLL co n IC 4046

Fig. 6 - Variando la posizione del cursore del trim- diofrequenza (RF) viene inviato al divisore per
mer R1 si può apprezzare il campo di controllo del
VCO, ovvero la gamma di variazioni di frequenza in
100 che, all'uscita, propone un segnale alla fre-
uscita. quenza di 300 KHz. Il quale raggiunge l'entrata
E2 dell'integrato, mentre sull'altra entrata si
inietta il segnale proveniente dall'oscillatore di
riferimento, a cristallo di quarzo, che eroga una
• COMPONENTI frequenza stabilissima a 300 KHz e che è rap-
presentato dal primo blocco, a sinistra dello
schema di figura 3.
Condensatori L'integrato 4046 B compara le fasi di questi due
C1 = 100.000 pF (ceramico) segnali che, se sono uguali fra loro, ovvero
C2 = 100.000 pF (ceramico) quando il circuito PLL è "agganciato", danno
luogo ad un'uscita U costante in tensione, men-
Resistenze tre l'oscillatore libero genera segnali dell'esatto
valore di 30 MHz. Soltanto se si verifica uno
R1 = 100.000 ohm (trimmer) spostamento di frequenza, non essendo più in
R2 = 10 megaohm - 1/4 W
fase i segnali a 300 KHz, allora interviene l'inte-
R3 = 100.000 ohm - 1/4W
grato, che muta il valore della tensione d'uscita
per riportare T'oscillatore a 30 MHz in fase per-
Varie
fetta.
IC = 4046 B (integrato) Volendo variare la frequenza dell'oscillatore a
D1 = 1N4148 (diodo silicio) 30 MHz, per mezzo del diodo varicap, si deve
D2 = 1N4148 (diodo silicio) cambiare quella dell'oscillatore di riferimento,
ALIM. = 9Vcc oppure il numero delle divisioni, come del resto
è stato ampiamente detto in precedenza. Ma in
questo caso si tratta di comporre circuiti assai
complicati e di difficile realizzazione pratica.
Ecco perché del circuito PLL è stato offerto un
sintetico cenno attraverso lo schema a blocchi
Fig. 7 - Per affidare la scelta del minimo valore di di figura 3.
frequenza ottenibile dal VCO alla resistenza R2, que- Prima di chiudere questa breve analisi del cir-
sta deve rimanere collegata fra il piedino 12 di IC e cuito PLL, occorre interpretare ancora la natu-
la linea di massa.
ra e la funzione del filtro passa basso FPB, inse-
rito fra l'uscita dell'integrato 4046 B e l'entrata
dell'oscillatore a 30 MHz.
• COMPONENTI Il filtro FPB costituisce un dispositivo fonda-
mentale nel funzionamento del circuito PLL,
Condensatori giacché il segnale uscente dal comparatore di
fase è di tipo variabile, composto dal segnale
C1 = 100.000 pF (ceramico)
C2 = 100.000 pF (ceramico) somma e da quello differenza, ossia da altre
due frequenze. Mentre soltanto il valore medio
Resistenze di questo, filtrato dalle componenti più elevate,
è in grado di regolare il VCO (Voltage Con-
R1 = 100.000 ohm (trimmer) trolled Oscillator) contenuto nell'integrato.
R2 = 4,7 megaohm - 1/4 W Senza il filtro passa basso, dunque, il circuito
R3 = 100.000 ohm - 1/4 W PLL non funziona, anche se esso introduce nel
sistema elettronico un ritardo che tende a ren-
Varie dere instabile la regolazione, oltre che a ritar-
IC = 4046 B (integrato) darne la risposta. La sua messa a punto, pertan-
ALIM. = 9 Vcc to, costituisce l'operazione più critica fra ogni
altra del PLL, sia pure perché da questa, a pari-
tà di restanti condizioni, dipendono in grande
misura i risultati raggiunti.
Elettronica Pratica 571
Funzione PLL con IC 4046

1611 74 Il 6I 7 .. 2
I E-

4 /C
E Il
.gre
l. @
9V
~
5 8ll Iln

U1 U2
R2

Fig. 8 - Esempio di impiego del comparatore di fase digitale dell'integrato 4046 B. In uscita
vengono utilizzate l'onda diretta e quella sfasata di 180°.

C OMPONENTI
Condensatori Resistenze Varie
C1 = 100.000 pF (ceramico) R1 = 220.000 ohm (trimmer) IC = 4046 B (integrato)
C2 = 100.000 pF (ceramico) R2 = 10.000 ohm - 1/4 W ALIM. = 9Vcc

FUNZIONAMENTO DEL YCO comunissimo collegamento resistivo-capacitivo


(RC).
L'integrato 4046 B contiene gran parte degli Nell'integrato 4046 B, come abbiamo avuto oc-
elementi necessari per comporre un circuito casione di dire più volte, è contenuto il disposi-
PLL Infatti, confrontandolo con lo schema a tivo VCO, ossia l'oscillatore controllato in ten-
blocchi di figura 3, si può notare che, per il sione, il cui funzionamento può essere ampia-
completamento del dispositivo, mancano sol- mente e facilmente sperimentato attraverso la
tanto il divisore di frequenza ed il filtro passa realizzazione di quattro circuiti. I quali, tutti,
basso, che debbono essere necessariamente generano un segnale ad onda rettangolare,
esterni al componente. Ma il divisore di fre- come quello pubblicato in figura 9.
quenza può essere scelto fra i tanti disponibili Cominciamo col prendere in esame il circuito
nelle varie famiglie di integrati logici, mentre il di figura 4, in cui mantenendo fissa la tensione
filtro passa basso FPB rimane composto da un di controllo a 9 V, applicata sul piedino 9 (EN-

572 Elettronica Pratica


Funzione PLL co n IC 4046

TR. VCO), la frequenza del segnale generato,


disponibile sull'uscita U, dipende dal valore del- U1
la resistenza presente in serie con il piedino 11. o
Questa resistenza equivale alla somma della re-
sistenza fissa R2 e della parte resistiva manual- ------------------t
mente impostata sul trimmer R2.
Il significato di questo esperimento consiste nel
dimostrare come, al variare della resistenza sul U2
terminale 11, possa mutare la frequenza di
oscillazione del VCO contenuto in IC. o
Di questa applicazione è pure pubblicato, in fi-
gura 5, lo schema pratico, che si avvale, in veste Flg. 9 - Tutti I segnali emessi dai dispositivi speri-
di supporto, dell'impiego di una di quelle pia- mentali, presentati in queste pagine, sono di forma
strine che, tempo addietro, questa rivista consi- rettangolare. Quelli qui riportati si riferiscono alle
gliava ai lettori nella sperimentazione degli in- uscite del circuito utilizzatore del comparatore di fa-
se digitale dell'integrato 4046 B.
tegrati analizzati in apposita rubrica mensile.
Tali piastrine vengono tuttora vendute in nume-
ro di due dalla Stock Radio di Via Panfilo Ca-
staldi, 20 - 20124 Milano, alla quale possono es-
sere richieste inviando anticipa tamente l'impor-
to di L. 10.000, per ogni coppia, tramite vaglia
postale, assegno bancario o conto corrente po- Variando la posizione del cursore di Rl, è pos-
stale n° 46013207 (spese di spedizione compre- sibile apprezzare il campo di controllo del
se). VCO, cioé la gamma di variazioni della fre-
Ovviamente l'integrato, allo scopo di evitare le quenza in uscita.
saldature a stagno sui suoi terminali, deve esse- I segnali generati, anche in questo caso, vengo-
re applicato al circuito tramite apposito zocco- no ascoltati attraverso l'altoparlante di un am-
letto. plificatore audio, collegato tramite cavo scher-
Una volta montato il circuito di figura 5, si do- mato.
vrà collegare l'uscita, chiaramente segnalata sul Nel circuito di figura 7, la resistenza R2, che
piano costruttivo, all'entrata di un qualsiasi am- nello schema precedente di figura 6 era collega-
plificatore di bassa frequenza, servendosi di un ta fra il piedino 12 di IC e la linea di alimenta-
cavo schermato, la cui calza metallica verrà con- zione positiva, questa volta rimane connessa fra
nessa con il morsetto negativo della pila di ali- lo stesso piedino di IC e massa. Con tale va-
mentazione a 9 V. riante, la frequenza minima resta scelta dalla
Facendo ruotare il cursore del trimmer R 1, si resistenza R2 e dal condensatore Cl, mentre
potrà ascoltare un preciso cambiamento di fre- quella massima rimane fissata dal condensatore
quenza del suono emesso dall'altoparlante del- Cl e dal collegamento in parallelo di R2 ed R3.
l'amplificatore audio, con la possibilità di spa- Nel circuito di figura 8 è stato utilizzato il com-
ziare in una gamma che si estende fra qualche paratore di fase digitale dell'integrato IC, quel-
centinaio ed alcune migliaia di hertz. lo che in figura 2 è segnalato con la sigla CFl
Sulla stessa piastrina supporto, su cui si è com- ed il cui ingresso invertente è riscontrabile sul
posto il circuito di controllo del VCO dell'inte- piedino 3 di IC, mentre l'uscita rimane indivi-
grato IC, si potranno comporre poi i successivi duata sul piedino 2. Si è inoltre provveduto a
circuiti proposti nelle figure 6 - 7 - 8. mantenere sempre alto l'ingresso analogico am-
Mentre nel circuito di figura 4 la tensione di ali- plificato (piedino 14).
mentazione del VCO rimane costantemente sul Il comparatore di fase è qui impiegato in fun-
valore di 9 V, in quello di figura 6 la tensione zione di inverter, allo scopo di utilizzare, in
del VCO è variabile e ricavata dalla pila attra- uscita, sia l'onda diretta come quella comple-
verso il diodo D 1 ed il trimmer R 1. In questo mentata, sfasata di 180°. E per ottenere tale ri-
schema, la massima frequenza rimane stabilita sultato è stato sufficiente collegare l'uscita del
dalla resistenza R3 e dal condensatore Cl, VCO (piedino 3 di IC) con il comparatore di
mentre la resistenza R2 imposta il valore mini- fase (piedino 3 di IC).
mo di frequenza.
Elettronica Pratico 573
ELEMENTARE
ETTRONICA

RIMI

MODULI
OPTOACCOPPIATORI
Agli optointerruttori e optoriflettori, già analiz- quando la tensione alternata di rete viene con-
zati nel precedente fascicolo di settembre, fan- siderata pericolosa.
no seguito, in questa sede, alcune considerazio-
ni teoriche ed applicazioni pratiche sui fotoac-
coppiatori, altrimenti denominati optoaccoppia- MODELLI DIVERSI
tori o moduli di isolamento elettrico per mezzo
della luce. La cui funzione primaria, come verrà I modelli di optoaccoppiatori, attualmente in
più avanti segnalato, è quella di isolare un cir- commercio, sono molteplici, con forme esteriori
cuito di controllo o pilota da un altro di poten- e prezzi diversi, che variano a seconda della de-
za, generalmente interessato da tensioni di va- stinazione dei componenti. Ma quelli cui vien
lore molto elevato. L'argomento, dunque, è as- fatto riferimento in questo articolo sono com-
sai interessante, perché offre a tutti la possibili- posti in un piccolo integrato, a sei piedini, come
tà di sperimentare un modulo elettronico mo- segnalato in figura 1, in alto a destra. Mentre
derno, che si è imposto, per le sue particolari sulla sinistra della stessa figura è simboleggiato
caratteristiche, nel mondo dell'elettronica e in lo schema elettrico interno del componente,
quello dell'elettrotecnica, in modo particolare concettualmente formato da un diodo led e da
là dove i tradizionali sistemi di isolamento pos- un fototransistor. Un esempio di fotoaccoppia-
sono rivelarsi poco economici o irrazionali e tore di potenza, invece, è illustrato in figura 2;

574 Elettronica Pratica


Prim i Passi

le dimensioni fisiche, in questo caso, sono di 20


mm x 10 mm x 6 mm, senza tener conto, ovvia-
mente, della presenza di quattro elettrodi con-
trassegnati con le lettere "a-k-e-c", il cui si-
gnificato è il seguente:

a = anodo del diodo


k = catodo del diodo
e = emittore transistor
e = collettore transistor

L'elettrodo di base, come accade in quasi tutte


le applicazioni pratiche dei fotoaccoppiatori, ri-
mane inutilizzato e nel caso del componente di
potenza di figura 2 è addirittura assente.
Per quanto riguarda le tensioni che possono ri-
manere isolate, tramite l'impiego degli optoac-
coppiatori, queste sono talvolta elevatissime,
dell'ordine dei 10.000 V - 15.000 V - 50.000 V,
anche se di norma l'isolamento più comune è
da ritenersi intorno ai 5.000 V. Il modello di
potenza, illustrato in figura 2, ad esempio, può
isolare tensioni superiori ai 15.000 V.
Un'ulteriore particolarità, che differenzia tra lo- lata la presenza di un circuito di comando, o
ro i vari modelli di optoaccoppiatori, è da rile- circuito pilota, alimentato con tensioni di basso
vare nel tipo di fototransistor contenuto nel valore (BT), mentre sulla destra è presente il
modulo elettronico, che può essere sostituito da dispositivo di. potenza, alimentato con la tensio-
un fotodarlington o da un fototriac. Mentre il
ne di rete o, comunque, con tensioni elettriche
diodo led è sempre presente e rappresenta l'e-
lemento di comando ottico all'interno del com- elevate e quindi pericolose. Fra i due appare in-
ponente. terposto il fotoaccoppiatore, che esercita la sua
In figura 3 è riportato lo schema teorico con la funzione di isolamento elettrico e che è compo-
corrispondente piedinatura, di un fotoaccoppia- sto da un diodo led DL e da un fototransistor. I
tore dotato, internamente, di transistor fotodar- lampeggìi del diodo led DL pilotano il fototran-
lington. sistor FTR che, a sua volta, mette in funzione il
Lo schema elettrico di un fotoaccoppiatore, circuito di potenza. Ma nello schema di figura
contenente all'interno un fototriac, è illustrato 5, i due semiconduttori appaiono separati, quasi
in figura 4. In questo circuito, i terminali del fo- fossero due elementi singoli, da impiegare se-
totriac sono presenti sui piedini contrassegnati condo tecniche e modalità stabilite dall'opera-
con i simboli della tensione alternata e numera- tore. Mentre così non è, perché i due semicon-
ti con 4 e 6. Questi sono da considerarsi inverti- duttori sono conglobati in una unica struttura
bili tra loro. Il terminale 5, siglato con "s", nor- elettronica, chiusa in un contenitore, così come
malmente non viene utilizzato (ne) e rimane in- accade per un comune circuito integrato. Una
ternamente collegato con il "substrato". struttura chiamata "fotoaccoppiatore".
La composizione reale di un normale fotoac-
coppiatore, contenuto nell'involucro protettivo,
COMPOSIZIONE STRUTTURALE è quella pubblicata in figura 6. Il fotoaccoppia-
tore vero e proprio, che costituisce il cosiddetto
Lo schema di figura 5 ribadisce il concetto, più CHIP dell'integrato, rimane posizionato in zona
volte ripetuto, di isolamento elettrico fra due si- centrale ed i suoi conduttori sono collegati con i
stemi operativi, ottenuto tramite l'interposizio- terminali del componente. I tre elettrodi, pre-
ne di un fotoaccoppiatore. Come si può notare, senti a sinistra di figura 6, si riferiscono al diodo
infatti, sulla sinistra della stessa figura è segna- led DL (anodo = a, catodo = k) e al terminale
Elettronica Pratica 575
Primi Passi

o 1 6

a 2 5
3 4

nc13

Fig. 1- Schema elettrico del circuito interno di un optoaccoppiatore con relativa piedinatura.
Sulla destra, in alto, si nota il componente nella sua struttura esteriore, che appare simile a
quella di un comune integrato.

non collegato (nc), ma applicato al substrato. I dei terminali del componente.


tre elettrodi di destra della stessa figura, invece, Ma entriamo ora nella struttura intima del fo-
si riferiscono ai conduttori di collettore (c), ba- toaccoppiatore, owero awiciniamoci di più alla
se (b) ed emittore (e) del foto transistor FTR. conoscenza del CHIP integrato, che è stato
In alto, a sinistra del supporto, è presente la chiaramente interpretato tramite il disegno
tacca guida di orientamento della disposizione pubblicato in figura 7. Nel quale si nota come il

Fig. 2- Esempio di fotoaccoppiatore di potenza. Da


una parte sono presenti gli elettrodi di anodo (a) e di
catodo (k) del diodo led, dall'altra quelli di emittore
k
(e) e di collettore (c) del fototransistor. Manca l'elet-
trodo di base che, in questi componenti, rimane inu-
tilizzato. e
576 Elettronico Pratica
Primi Passi

a o

Flg. 3 - Circuito interno e piedlnatura di un fotoac-


e
coppiatore nel quale è inserito, in sostituzione del
comune fototransistor, un fotodarllngton.

diodo led DL rimanga posizionato nella parte minime, se confrontate con quelle, già menzio-
superiore del CHIP, mentre il fototransistor è nate in precedenza, di tutto l'integrato.
sistemato in quella inferiore. Del diodo led DL
sono segnalati i due elettrodi, di anodo (a) e di
catodo (k), mentre per il foto transistor FTR DEBOLI SEGNALI LUMINOSI
vengono indicati i conduttori di emittore - base
- collettore (e - b - c). Quando si debbono amplificare segnali lumino-
Naturalmente, le dimensioni del CHIP sono si alquanto deboli, come possono essere quelli

o I'\.,
a

Flg. 4 - Schema elettrico del circuito interno di


un fotoaccopplatore nel quale è inserito un fo- 0
totrlac, che caratterizza Il componente per usi
di media potenza.

Elettronica Pratica 577


Primi Passi

DL FTR

f±. .sl
CIRCUITO CIRCUITO

HO
DI DI
COMANDO POTENZA

+ 5l
H"
\ ISOLAM. ELETTR.
•I o
I
7 RETE

Fig. 5 - Circuito Interpretativo del funzionamento di un fotoaccoppiatore. Il circuito di coman-


do, alimentato con bassa tensione, mette In azione il led che, con i suoi raggi luminosi, pilo-
ta il fototransistor, il quale attiva il dispositivo di potenza.

emessi da un piccolo diodo led, oppure quando tato nel circuito sperimentale qui di seguito
è necessario disporre di forti segnali elettrici, presentato e nel quale si utilizza pure un diodo
provocati da variazioni di intensità luminose, led temporizzato che richiede, a beneficio dei
come accade ad esempio nelle barriere a raggi lettori principianti, alcune delucidazioni teori-
luminosi o infrarossi, sulle lunghe distanze, nel- che.
le trasmissioni su fibra ottica a bassa velocità,
nelle comunicazioni audio tramite luce o in al-
tre occasioni ancora, conviene collegare due fo- LED TEMPORIZZATI
totransistor in configurazione Darlington, oppu-
re utilizzare un dispositivo già integrato, che I diodi led temporizzati costituiscono il risultato
presenta il vantaggio' di una maggiore semplici- dell'accoppiamento fra i led comuni ed i circuiti
tà circuitale, un minor ingombro ed un'area da integrati. Il loro aspetto esteriore non si diffe-
esporre alla luce assai più vasta. renzia da quello del comune led, ma il contenu-
Un tale elemento prende il nome di to interno è diverso, mentre i colori rimangono
"fotodarlington" ed il suo simbolo elettrico, uti- ancora gli stessi: rosso, giallo, arancio e verde
lizzato nella composizione degli schemi teorici, che, sotto l'aspetto visivo, è il più efficiente fra
è quello pubblicato sulla destra, in basso di fi- tutti, perché proprio sulle frequenze del verde
gura 3. Ebbene, il fotodarlington è entrato pure l'occhio umano vanta la sua massima sensibilità.
nella composizione dei fotoaccoppiatori, dove Dunque, il diodo led temporizzato non rivolu-
risolve tutti i problemi dianzi citati, conferendo ziona affatto il mondo dell'optoelettronica,
al dispositivo optoisolatore caratteristiche eccel- semmai lo perfeziona, rivelandosi un compo-
lenti. nente decisamente individuabile ed in grado di
Nel fotoaccoppiatore, tuttavia, come è stato richiamare immediatamente l'attenzione di ogni
detto in precedenza, è pure entrato, in sostitu- operatore. E questo è il motivo per cui il led
zione del fototransistor e del fotodarlington, temporizzato viene oggi montato nei sistemi se-
anche il fototriac, il cui simbolo elettrico è ri- gnalatori d'allarme o di cattivo funzionamento
portato a destra, in basso di figura 4. Ma del di molte apparecchiature elettroniche, in fabbri-
quale non viene utilizzato l'elettrodo di gate e ca, nel laboratorio o in auto, senza richiedere
con cui è composto il fotoaccoppiatore modello null'altro che una semplice connessione all'ali-
K 3020 P della Telefunken, che abbiamo mon- mentazione, aUo stesso modo con cui si opera

578 Elettronica Pratica


Primi Passi

CHIP

FTR

~
i)-
I
\/
\
Flg. 6 - Struttura fisica interna di un fotoac-
copplatore, le cui parti di maggiori dimen-
\--- ---
sioni sono rappresentate dal supporto e
dal sei piedini. Il fotoaccopplatore vero e
proprio, identificabile nel chip, rimane fis-
sato in posizione centrale. ne

DL a
\

/SOL.

FTR
Flg. 7 - Composizione Interpretativa della struttura fisica del chip di un fotoaccoppiatore.
Nella zona superiore è presente Il diodo led, in quella Inferiore rimane applicato il tototransi-
stor.

Elettronico Prefica 579


Primi Passi

DLT LP

T1
FA
1
,- -H ----
6
- -,
I
1
I
I I
I I
I I
I I
I I
I
'- - e e

-
2 4
P1
R1

RETE I

Flg. 8 - Progetto sperimentale di Interpretazione del comportamento di un fotoaccopplatore.


Premendo il pulsante P1, li led temporizzato DLT lampeggia e fa lampeggiare, a sua volta, Il
led contenuto In FA, che attiva o neutralizza Il funzionamento del triac, facendo lampeggiare
la lampada LP.

C OMPONENTI
P1 =
pulsante (normai. aperto) FA = K 3020 P (Telefunken)
DLT = led tempòrlzzato (qualsiasi mod.) LP = lampada-pisello (12 Vca - 0,3 A)
R1 = 470 ohm - 1/4 W T1 = trast. (220 Vca- 12Vca-5 + 10W)

con il più comune diodo led. mente alla presenza di un piccolo incavo guida,
Il simbolo elettrico del diodo temporizzato, che ricavato sulla circonferenza di base del compo-
si differenzia dall'omonimo componente mino- nente, in corrispondenza dell'elettrodo di cato-
re per la presenza di un puntino nero, è facil- do, consente al tecnico di riconoscere immedia-
mente riconoscibile in alto a· sinistra del proget- tamente i due conduttori e di evitare errori di
to di figura 8. montaggio.
Il puntino nero identifica la presenza di un cir- La funzione dell'integrato, contenuto nel led
cuito integrato incorporato nel contenitore del temporizzato, consiste nell'accendere e spegne-
componente optoelettronico. I cui due elettrodi re, con una frequenza di tre o quattro volte al
uscenti prendono i nomi di anodo e catodo, allo secondo, il diodo luminescente led. Dunque,
stesso modo di un normale diodo led. l'integrato serve a creare l'intermittenza lumi-
La lunghezza dei due reofori è quasi sempre di- nosa ed il led obbedisce agli ordini impartitigli.
versa, nel senso che il conduttore di catodo è il Nella pratica corrente, il diodo led temporizza-
più corto fra i due. Questo particolare, unita- to si cabla elettricamente, come ogni altro led.
580 Elettronica Pratica
Primi Passi

12VCA

Fig. 9 - Schema pratico del circuito sperimentale di interpretazione del funzionamento di un


fotoaccoppiatore. La piastrina supporto, di tipo commerciale, può essere richiesta dalla ditta
citata nel testo.

Tuttavia, a causa della presenza interna di un Diciamo subito che i modelli di fotoisolatori
integrato, occorre far in modo che la tensione con fototriac non sono in grado di pilotare po-
continua, applicata ai suoi elettrodi, non risulti tenze elevate o tensioni di grande valore. Infat-
inferiore ai 4 Vcc. Nel progetto di figura 8, il ti, questi tipi di componenti vengono abitual-
led temporizzato DLT vien fatto funzionare con mente impiegati per il pilotaggio di altri triac di
la tensione continua di 9 Vcc. potenza. Tuttavia, per l'esperimento che ci ac-
Coloro che fossero in possesso di un oscillosco- cingiamo a descrivere, questo e qualsiasi altro
pio, potrebbero osservare l'andamento delle tipo di fotoaccoppiatore possono essere util-
tensioni sugli elettrodi di DLT, corrispondenti mente montati nel progetto, senza che i risultati
al treno di accensioni e spegnimenti del compo- pratici debbano cambiare.
nente secondo il diagramma pubblicato in figu- Il circuito di figura 8 è composto, principalmen-
ra 11. te, da tre sezioni elettroniche: quella di pilotag-
gio, l'altra del fotoisolatore e la terza che ese-
gue gli ordini inviati dalla prima.
CIRCUITO SPERIMENTALE La sezione di pilotaggio è composta da un ali-
mentatore, formato dal collegamento in serie di
Quello di figura 8 è un circuito di valore speri- due pile piatte, da 4,5 V ciascuna, allo scopo di
mentale, con il quale viene interpretata una erogare la tensione complessiva di 9 V, da un
semplice applicazione del fotoaccoppiatore, il diodo led temporizzato DLT, le cui caratteristi-
cui modello prescritto è formato, internamente, che sono state appena citate, da un pulsante
da un diodo led e da un fototriac. (Pl) di tipo normalmente aperto e dalla resi-

Elettronica Pratica 581


Primi Passi

Fig. 10- Questa foto riproduce il prototipo del circuito applicativo del fotoaccoppiatore mo-
dello K 3020 P della Telefunken realizzato nei nostri laboratori.

stenza Rl, che prende il nome di resistenza di


limitazione ed impedisce un assorbimento ec-
cessivo di corrente dall'alimentatore.

r- --·------"7
I
La seconda sezione, quella centrale dello sche-
ma di figura 8, è rappresentata dal fotoisolatore
I FA, di cui abbiamo abbondantemente parlato
in precedenza.
I
I La terza sezione, quella a destra dello schema
I di figura 8, costituisce il circuito di potenza, in-
I teressato dalla tensione di rete, che si vuol pilo-
I I tare tramite la prima sezione del circuito, pur

I I conservando tra le parti un completo isolamen-


to elettrico. Quest'ultima sezione del progetto è
I
-
composta da una lampada LP e da un trasfor-
I matore della tensione di rete dal valore di 220
_____ J Vca a quello di 12 Vca.
La lampada LP è rappresentata, nel montaggio
reale di figura 8, da un elemento "pisello" da
12 Vca - 100 mA : 300 mA e questi valori
non possono essere superati per alcun motivo.

582 Elettronica Pratica


Primi Passi

Ma vediamo subito come funziona il circuito di rente promossa dell'avvolgimento secondario a


figura 8, anche se molti lettori, giunti a questo 12 Vca del trasformatore Tl. Conseguentemen-
punto dell'esposizione, avranno già intuito, al- te, a testimonianza della veridicità dei concetti
meno in parte, il comportamento del dispositi- riportati in sede teorica, la lampada-pisello LP
vo. si accende e si spegne. Ovviamente, questo fe-
Quando si preme il pulsante Pl, vien chiuso il nomeno dura per tutto il tempo in cui viene te-
circuito alimentatore - diodo led temporizzato - nuto premuto il piulsante Pl.
diodo led incorporato nel fotoaccoppiatore FA Una volta eseguito questo primo esperimento,
- resistenza di limitazione Rl - interruttore Pl. conviene, subito dopo, effettuarne un secondo.
Dunque, in questo circuito scorre la corrente Che consiste nel cortocircuitare per pochi se-
promossa dalle pile, che fa lampeggiare il diodo condi, tramite uno spezzone di conduttore, o
DLT che, a sua volta, provoca una sequenza di con un piccolo cacciavite, i due elettrodi di ano-
accensioni e di spegnimenti del diodo led nor- do e di catodo del diodo temporizzato DLT.
male inserito nel fotoaccoppiatore FA. Que- Con questa ulteriore prova si elimina l'effetto
st'ultimo poi, innesca e disinnesca la conduttivi- lampeggiante segnalato dalla lampada pisello
tà del triac, avviando o interrompendo la cor- LP, che invece rimane costantemente accesa,

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica • La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità
di misura- I condensatori - I resistori - I diodi
- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampla analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori,

Elettronica Pratica 583


Primi Passi

V
spento
9

3
o
- acceso

1 secondo

Fig. 11 - Diagramma interpretativo del comportamento del diodo led temporizzato DLT, ali-
mentato con la tensione di 9 Vcc. Le successive fasi di accensione e spegnimento si manife-
stano nel tempo di un secondo.

purché naturalmente si tenga premuto il pul- la realizzazione pratica del progetto di figura 8,
sante Pl. Ma, lo ripetiamo, questa prova deve abbiamo proposto al lettore il montaggio illu-
durare soltanto pochi secondi. strato nel piano costruttivo di figura 9 e nella
foto di figura 10. Per il quale viene utilizzata
una basettina del tipo di quelle che Elettronica
MONTAGGIO DEL DISPOSITIVO Pratica, a suo tempo, durante la presentazione
a puntate successive del corso di avviamento al-
Senza ricorrere all'approntamento di circuiti l'uso degli integrati digitali, mise in vendita a
stampati, allo scopo di semplificare oltremodo beneficio dei lettori interessati e che ora può

Un'idea vantaggiosa:
l'abbonamento annuale a

ELETTRONICA PRATICA
584 Elettronica Pratica
Primi Passi

essere richiesta alla Stock Radio - Via Panf ilo co n quals ias i altro m od ello repe nbil e in co mm ercio.
Castaldi, 20 - 20124 M ilano, ricordando che le N ell'applicare il diodo led tem porizzato D LT, si
piastrine vengono vendute in coppia di due fa ccia bene attenz ione all e posizioni dei due
esem plari identici al prezzo di L. 10. 000 ( spese elettro di di anodo e di catodo, che non debbo-
di spedizione co m prese). L'im porto deve essere no essere scam biati erroneam ente tra loro in
inviato anticipatam ente a m ezzo vaglia postale, sede di cablaggio.
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Elettronica Pratica 587


LA PSIA DE LETTIERE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

SENSIBILITÀ Al DISTURBI stato di degrado elettrico dobbiamo convivere.


Contro il quale, per la verità, sono state e si stan-
Gestisco un piccolo laboratorio di montaggi di no promulgando nonne sempre più severe, in
apparati elettronici su ordinazione. Che hanno particolar modo mirate a migliorare la qualità de-
sempre soddisfatto la mia clientela, sollevando gli assorbimenti dalla rete di distribuzione elettri-
soltanto qualche osservazione sulla sensibilità di ca. Ad ogni modo, la difesa dai campi elettroma-
questi ai disturbi elettrici. Soprattutto quando si gnetici e dalle scariche elettrostatiche è un dovere
tratta di circuiti antifurto o di automatismi. Per di tutti. E per esercitarlo serve un generatore di
tali motivi mi sono deciso di scrivervi allo scopo alta tensione, munito di appositi puntali, in grado
di sapere da voi se esiste un metodo semplice e di applicare le scariche sull'apparato sotto con-
rapido per valutare la disponibilità delle appa- trollo, in prossimità dei circuiti e non direttamen-
recchiature elettroniche a subire dannose inter- te su questi e tra i vari punti della massa o della
ferenze sul proprio funzionamento a causa del- custodia metallica. Ricordando sempre che il di-
la presenza, negli spazi circostanti, di segnali spositivo analizzato deve trovarsi in condizioni di
molesti. lavoro nonnali, con tutti i cavi collegati, perché,
GUERRINI SERGIO spesso, proprio questi sono i più esposti. Per
Rovigo quanto riguarda il generatore di alta tensione, le
consigliamo di utilizzare quello il cui progetto è
stato presentato nel fascicolo arretrato di settem-
Il problema che lei espone è veramente interes- bre 1988, a pagina 519, sostituendo, eventual-
sante ed attuale. Perché l'inquinamento elettro- mente, il circuito collegato all'avvolgimento pri-
magnetico degli spazi, vale a dire il continuo au- mario del trasfonnatore, con quello pubblicato a
mento delle interferenze di tale natura, ha rag- pagina 458 del fascicolo luglio-agosto dello stesso
giunto onnai livelli preoccupanti. Basta pensare anno. Perché questo, per mezzo del trimmer R4,
alla diffusione dei regolatori a triac di lampade e pennette di regolare la frequenza delle scariche.
motori, che attualmente possono controllare po- Operazione assai importante durante le prove,
tenze elettriche dell'ordine delle migliaia di watt, dato che, generalmente, un aumento della fre-
oppure alla presenza di relé e di motori elettrici quenza delle scariche comporta un aumento di
nelle zone residenziali, per convincersi con quale errore di giudizio.

588 Elettronica Pratica


La posta del lettore

INSERIMENTO DEI QUARZI sistenza R. L'impedenza relativamente elevata del


condensatore in parallelo CP rimane praticamen-
Non ho ancora individuato, nelle vostre pubbli- te cortocircuitata dal basso valore di impedenza
cazioni, un articolo relativo al comportamento introdotto dalla resistenza R
dei quarzi oscillanti in serie e in parallelo.
CERA TI GIAN PAOLO
Varese
\____.,;
Certamente, in questa sede, non è possibile esau-
rire completamente l'argomento, che potrà invece
XTAL
fonnare il tema conduttore di un prossimo artico-
lo. Per ora possiamo ricordarle che un quarzo
può oscillare in serie o in parallelo, in relazione
CP
con il sistema di impiego del componente, in que-
sto o quel circuito oscillatore. In particolare, il
quarzo può essere tagliato per oscillare meglio in 2
serie oppure in parallelo e ciò importa soprattutto
quando interessa una grande precisione della fre-
quenza generata. Ma di solito il quarzo oscilla
con risonanza in serie. Lo schema, qui riportato,
interpreta il comportamento di un qualsiasi quar-
zo. Nel collegamento in serie entrano in gioco
l'induttanza L, il condensatore in serie CS e la re-

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
tole di montaggio, sempre disponibili a
richiesta dei lettori.

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Chi non ne fosse in possesso, può ri-
chiederlo a:

Elettronica Pratica 589


La posta del lettore

CACCIA Al DISTURBI
KIT PER CIRCUITI
Sul mio radioricevitore hi-fi si verifica un feno- STAMPATI • 1.ooo
meno spiacevole. Assai spesso le emittenti loca-
li RAI si sovrappongono rendendo impossibile
l'ascolto. Un tecnico da me consultato mi ha as- Dotato di tutti gli elementi necessari per
sicurato che il difetto non dipende dall'apparec- la composizione di circuiti stampati su
chio. Infatti, ben diverse sono le ricezioni con vetronite o bachelite, con risultati tali da
alimentazione da rete e quella con pile. Cosa soddisfare anche i tecnici più esigenti,
mi potete dire? questo kit contiene pure la speciale pen-
LAUDISA FRANCO na riempita di inchiostro resistente al
percloruro.
Leece

Si tratta certamente di un difetto imputabile alle


troppe apparecchiature elettroniche presenti in
casa. Nelle quali, ad esempio, la presenza di dio-
di rettificatori rappresenta un sistema di rivelazio-
ne di segnali da radiofrequenza, che vanno a mo-
dulare quelli delle emittenti radiofoniche. Occorre
dunque agire su questi componenti nel modo in-
dicato in A, quando si tratta di un solo diodo o in
quello segnalato in B quando ci si trova in pre-
senza di ponti raddrizzatori. I condensatori, da
collegare in parallelo con i semiconduttori, devo-
no essere di tipo ceramico e del valore di 20.000
pF + 100.000 pF.

Consente un controllo visivo conti-

A
f
'D}'
nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
- E' sempre pronto per l'uso, anche
o dopo conservazione illimitata nel
tempo.
- Il contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri
quadrati di superfici ramate.

B- +

590 Elettronica Pratica


Lo posto del lettore

LA VALVOLA 4CX 250 B glia G2 fa capo ad un anello metallico (RING)


che, con l'apposito zoccolo, funge da condensato-
Potrei conoscere, attraverso una vostra diretta re di fuga RF.
risposta o tramite la rubrica "La posta del Let-
tore" le caratteristiche elettriche della valvola
elettronica 4CX 250?
DE MAR CO ALESSIO p p
Cosenza

La valvola citata viene utilizzata nei circuiti tra-


smettitori. È largamente diffusa, di facile reperibi-
lità commerciale e costa poco. Ma richiede uno
zoccolo speciale che, a volte, costa più del tubo
stesso. Durante il funzionamento necessita di una
ventilazione forzata. Può erogare una potenza, a
radiofrequenza, di 0,5 KW E realizzata in cera-
mica e metallo e può sembrare assai robusta,
mentre si rivela alquanto fragile. La seconda gri- GJ Gl

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VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
- 20 MO
AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A
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Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
,,
. "" [g
. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
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fra i dodici mesi del l'anno, quello di novembre è certamente il più
vantaggioso per sottoscrivere un nuovo abbonamento, oppure per
rinnovare quel simpatico e gradito impegno, con Elettronico
Pratica, attualmente prossimo olla scadenza. Perché le
comunicazioni tempestive, trasmesse con un certo anticipo,
mettono sempre al riparo i lettori da eventuali e, di questi tempi,
non improbabili aumenti del canone. Ma anche perché,
accettando il nostro invito, l'editrice può valutare, precorrendo i
tempi, la consistenza degli attestati di fiducia, di cordiale simpatia
e tangibile riconoscimento degli sforzi profusi in quest'opera, che
vuol garantire la continuità di un dialogo ricreativo e costruttivo
congiuntamente. Il quale, fin da questo numero, apre la sua lunga
serie di argomenti all'impostazione di un nuovo corso di
radiotecnica, a puntate mensili, che si prefigge di interessare ed
appassionare quell'esercito di collezionisti delle vecchie radio a
valvole, che sta diventando sempre più numeroso, sia per motivi
commerciali, sia per ragioni di analisi e di studio. Il corrente mese
di novembre, dunque, offre due giovevoli opportunità: quella di
abbonarsi al periodico e l'altra, non meno importante, di
frequentare, fin dalla prima puntata, il ciclo di lezioni sui sistemi di
radioricezione del tempo che fu.
NORME DI ABBONAMENTO
Quote valevoli per tutto il 1991
PER L'ITALIA L. 50.000
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con decorrenza da qualsiasi mese.

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servendosi di vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
tramite c.c.p. N. 916205. Si prega di scrivere con la massima chia-
rezza, possibilmente in stampatello, citando con grande precisione:
cognome, nome, indirizzo e data di decorrenza dell'abbonamento.
ABBONARSI: sigoifica acquisire il difinto e
ricevere i
casa propria, tramite i servizi postali di
Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
dell'anno.
ABBONARSI• vuol dire risparmiare sulla corrispondente
• spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
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RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA- ANNO 20 - N. 11 NOVEMBRE 1991

LA COPERTINA - Interpreta il contenuto del nuovo corso


di elettronica a puntate che, o partire dal presente
fascicolo, attraverso una sequenza di interessanti
esposizioni, toccherà i punti più salienti di tutto lo
radiotecnico delle vecchie rodio o valvole.

Sommario
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editrice
ELETTRONICA PRATICA
VECCHIE RADIO A VALVOLE
OPERAZIONI DI RESTAURO
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
604
disegno tecnico
CORRADO EUGENIO
IONIMETRO ELETTROFISICO
PER LABORATORI IGIENICI
stampa
TIMEC
ALBAIRATE - MILANO 614
Distributore esclusivo per l'Italia:
PROTEZIONE CISTERNE
A.&G. Marco - Via Fortezza n. 27 - 20126 PER LIQUIDI INFIAMMABILI
Milano tel. 25261 autorizzazione Tribunale
Civile di Milano - N. 74 del 29-12.1972 -
pubblicità inferiore al 25%.
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sono riservati a termine di Legge per tutti i
Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono.
649
LA POSTA DEL LETTORE

20125 MILANO - VIA ZURETTI, 52 - Telefono (02) 6697945


VECCHIE
RADIO
A
VALVOLE
OPERAZIONE
RESTAURO
L'esercito di appassionati delle cose antiche si Che conservano ancora un particolare fascino,
fa sempre più numeroso. Tanto che, oggi, le at- fra le mura domestiche, in chi vuole abbellire
tenzioni dei collezionisti sono rivolte anche alle meglio la propria casa, fra i tecnici più giovani
radio a valvole di trenta, quaranta e più anni fa. che, della storia della radio riportata sui libri
non si accontentano, ma vogliono praticamente
introdursi nella produzione del tempo che fu,
fra gli esperti più maturi, desiderosi di rientra-
re, almeno per qualche ora, in quell'apparente
intrico di fili e componenti colorati che forma-
Inizia, a partire dal presente vano il cablaggio degli apparati radioriceventi di
fascicolo, una serie di articoli, un periodo tecnologico ormai trascorso.
Un tale fervore nella raccolta di svariatissimi
calorosamente richiesti da un modelli di apparecchiature vetuste, praticata
gran numero di lettori, principalmente a scopi culturali, talvolta per
una vera curiosità o addirittura manìa, ha sensi-
concernenti le tecniche di bilizzato pure la nostra redazione, cui molti let-
ripristino, esteriore e funzionale, tori si sono appellati per chiedere consigli, per
dei vecchi ricevitori radio a ordinare la loro corsa all'acquisto, per conosce-
re le varie tecniche di funzionamento e, soprat-
valvole, che attualmente sfanno tutto, saper mettere le mani riparatrici là dove
diventando sempre più preziosi. uno stadio si è interrotto ed occorre sostituire
un elemento avariato con altro perfettamente
efficiente. Insomma, per restituire al suo origi-
nale e prodigioso compito l'amato, ma ingiusta-
596 Elettronica Pratica
Vecchie radio a valvole

Tratta mento del mobile. Condizioni di lavoro.

Pulizia delle parti interne. Il pericolo delle scosse.

Eliminazione della polvere. Rigenerazione delle valvole.

mente negletto, apparecchio radio a tre, cinque, L'OPERA DI RINNOVAMENTO


sette e più valvole termoioniche.
Dunque, attraverso una sequenza di esposizioni Le vecchie radio, attualmente, si possono acqui-
mensili, che in questo periodico comporranno stare presso i mercati rionali, i robivecchi ed al-
una nuova rubrica, toccheremo i punti più sa- cuni negozi specializzati presenti soltanto nelle
lienti della materia che fu dei nostri padri e dei grandi città e che, all'apparenza, sono uguali al-
più anziani fra noi, ma che tutt'ora, come dimo- le decine di punti di rivendita di elettrodomesti-
strato dall'affannosa ricerca dei pezzi di ricam- ci ma che, dopo una sosta di pochi minuti, tra-
bio, desta grande interesse. sportano l'osservatore indietro nel tempo.

Elettronica Pratica 597


Vecchie radio a valvole

Fig. 1- Le valvole elettroniche possono assumere forme e dimensioni diverse, a seconda


dell'anno di produzione e della loro funzione.

Anche nelle cantine o nelle soffitte di molte lucido e resa funzionante con tutti i suoi com-
abitazioni, ricoperti di polvere e ragnatele, sì ponenti originali.
possono reperire molti oggetti preziosi, come Le operazioni di rinnovamento, pertanto, sono
quelli di cui ci stiamo occupando ed il cui valore di due tipi: quella di restauro del mobile e l'al-
in lire varia moltissimo a seconda dell'età, dello tra di natura radiotecnica. Ma la prima, se non
stato del mobile e di quello tecnico. Il conteg- si è veramente esperti, conviene affidarla ad un
gio, infatti, oscilla fra le cinquantamila lire ed il falegname competente in materia, anche se la
milione di lire. Per esempio, una radio sporca e spesa, in tale occasione, potrà rivelarsi esagera-
non funzionante, del valore commerciale di ta. La seconda, invece, sarà confacente all'indo-
centomila lire, potrà valerne cinquecentomila le e alla preparazione tecnica del lettore che, in
dopo essere stata accuratamente pulita, tirata a questa attività, potrà anche conoscere una fonte

Fig. 2 - Se il corpo dell'operatore non è elettricamen-


te isolato da massa, quasi sempre capita di prende-
re una scossa, anche di forte intensità, quando le
mani toccano le parti interne dell'apparecchio radio.

598 Elettronica Pratica


Vecchie radio a valvole

Fig. 3 - Così appare il contenuto di un ricevitore radio a valvole, di produzione relativamente


recente, quando si toglie il pannello di chiusura posteriore.

di facili e onesti guadagni. A coloro che si tro- IL PERICOLO DELLE SCOSSE


vano già coinvolti in un lavoro urgente di re-
stauro, prima ancora di introdurci nel vivo della Chi è in grado di operare con i semiconduttori,
materia, formuliamo tre successive raccoman- lo è anche con le valvole termoioniche le quali,
dazioni: a seconda dell'epoca di appartenenza, possono
presentarsi in forme e misure diverse, come se-
gnalato in figura 1 e di cui molti modelli sono
1° - Se il mobile è di legno, non si debbono tuttora reperibili presso i rivenditori di materiali
mai impiegare solventi per la sua pulizia, radioelettrici. Anche perché qualche piccola in-
ma soltanto un batuffolo di cotone imbe- dustria continua ancor oggi a produrli. Alcune
vuto di una piccola quantità di alcool. case americane, poi, hanno immesso sul merca-
to delle versioni equivalenti di valvole elettroni-
2° - Se il mobile è di plastica, per la sua puli- che, ma realizzate a transistor, che possono es-
zia ci si deve servire di detersivo liquido sere inserite sullo stesso zoccolo portavalvola
sciolto in acqua e di un batuffolo di coto- nel quale era innestato il componente originale.
ne. Si tratta comunque di elementi difficilmente re-
peribili nel nostro territorio nazionale.
3° - La scala parlante può essere pulita sol- In ogni caso, quando si entra in possesso di una
tanto esternamente con un batuffolo di co- radio a valvole, non bisogna mai provare ad ac-
tone imbevuto di acqua e detersivo. cenderla subito, perché si potrebbero creare
grossi guai. Ancor meno si debbono introdurre
Ovviamente, nel susseguirsi delle varie puntate le mani nelle zone interne degli apparati, dove
relative all'argomento, i pochi elementi ora sug- si potrebbe ricevere una pericolosa scossa elet-
geriti, così come quelli che ora faranno seguito, trica (figura 2). Occorre invece limitarsi, in un
verranno ampiamente ripresi ed analizzati. Per- primo tempo, a togliere il pannello posteriore
ché le poche e generiche notizie, qui raccolte, di chiusura, come segnalato in figura 3, per ini-
assumono esclusivamente un valore riassuntivo ziare ad eliminare la polvere contenuta sul te-
per chi si accinge a manipolare un vecchio ap- laio metallico e depositata fra le varie parti del
parecchio radio a valvole. ricevitore, servendosi di un pennello morbidissi-

Elettronica Pra:ca 599


hie radio a valvole

Flg. 4 - Esempio di cablaggio, realizzato nella zona inferiore di un telaio metallico, di un


normale radioricevitore valvolare a circuito supereterodina.

mo e soffiando dentro l'apparato con una can- averlo analizzato tecnicamente, potranno inizia-
nuccia, come segnalato in figura 6. Contempo- re i lavori di riparazione, che vanno eseguiti su
raneamente, anche se ciò potrebbe apparire su- un tavolo di legno, tenendo i piedi su una peda-
perfluo, converrebbe pure utilizzare un buon na di plastica o di legno e sedendosi su uno sga-
aspirapolvere dotato di particolari accessori. bello pure di legno, tenendo conto che le scosse
Soltanto se si riscontrano tracce di elettrolita, elettriche si prendono assai più facilmente nei
fuoriuscito dai condensatori elettrolitici, si deve piani più bassi delle case e nei giorni molto
provvedere ad asportare tutta la massa gelati- umidi.
resa. sciogliendola con alcool denaturato. Chi A differenza dei semiconduttori, le valvole fun-
poi ha la fortuna di possedere un compressore zionano in circuiti elettrici che non possono es-
d'aria, di bassa potenza, potrà vantaggiosamen- sere toccati con le mani. Soprattutto, non si
te servirsi di tale utensile per la pulizia interna debbono mai porre le mani contemporanea-
.della radio. Ma, lo ricordiamo ancora una volta, mente su due punti diversi della radio, perché il
occorre evitare l'alimentazione dei circuiti ra- corpo umano, come segnalato in figura 5, può
dioelettrici fino al momento in cui non si è essere assimilato ad una rete di resistenze che,
compiuto un attento esame del cablaggio che, parzialmente, si oppongono al passaggio della
schematicamente, può essere quello pubblicato corrente elettrica, ma non isolano la persona
in figura 4. dalle conseguenze degli elevati voltaggi. Si può
Soltanto in un secondo tempo, dopo aver pulito dire, infatti, che nella maggioranza delle even-
a dovere il ricevitore dentro e fuori, e dopo tualità, pur rivelandosi dolorose, le scosse non
600 Elettronico Pratica
Vecchie radio a valvole

sono pericolose. Resta tuttavia un buon uno per


cento di probabilità in cui la folgorazione è in
grado di produrre effetti gravissimi.

EFFETTI FISIOLOGICI

Con i ricevitori radio a transistor, alimentati a


pile, non ci sono problemi di pericolosità elet-
trica. Soltanto con quelli alimentabili anche con
la tensione di rete, occorre un po' di prudenza,
quando si interviene nello stadio alimentatore,
a valle del quale, invece, le tensioni sono asso-
lutamente innocue. Ma con le vecchie radio a
valvole, come abbiamo detto, le cose cambiano,
perché le tensioni elevate sono presenti un po'
dovunque.
Nei processi elettrici, la corrente rappresenta
un effetto, mentre la tensione ne costituisce la
causa. Dunque, per valutare gli effetti fisiologici
Fig. 5 - Gli arti ed il dorso costituiscono gli elementi
della corrente, occorre tener contro anche della resistivi di maggior rilevanza del corpo umano, quel-
causa che produce la corrente stessa, cioé la li che si oppongono ad un agevole flusso delle cor-
tensione elettrica. renti elettriche le quali, appena raggiungono l'inten-
Contrariamente a quanto si crede, non sono le sità di un millesimo di ampère, provocano la sensa-
zione di dolore fisico attraverso la scossa.
tensioni elevate la causa prima di effetti letali,
bensì le correnti che attraversano il corpo uma-
no. Il nostro organismo, infatti, accusa già una
sensazione chiaramente percettibile, ovvero una
scossa, quando è attraversato da una corrente
anche inferiore ad un millesimo di ampère.
Dunque, gli effetti fisiologici dell'elettricità su
di noi dipendono esclusivamente dalla corrente
che percorre i nostri arti, e, in misura particola-
re, il muscolo cardiaco. Ma questa è nulla, cioé
vale zero ampère, qualunque sia la tensione
presente, se il contatto avviene in modo che ne
sia impedito il flusso. Facciamo un esempio.
Sulla bobina ad alta tensione dell'impianto elet-
trico di un'autovettura è presente una tensione
dell'ordine di alcune migliaia di volt, ovvero
una tensione molto elevata. Ma questa, anche
se applicata al corpo umano, non rappresenta
alcun pericolo mortale, perché la corrente che
si può assorbire è di debole intensità. Viceversa,
con la tensione di rete di soli 220 Vca, si posso-
no verificare effetti gravissimi. Perché, realiz-
zando un ottimo collegamento fra rete-luce e
terra, l'intensità di corrente può raggiungere va-
lori di una decina di milliampère, sufficienti a Flg. 6 - L'eliminazione della polvere, dalle parti inter-
paralizzare i muscoli del corpo umano, compre- ne del vecchio radioricevitore a valvole, può essere
so quello cardiaco. Dunque, occorre ricordare ottenuta soffiando fra le parti con una cannuccia.
bene che, se di pericolo si deve parlare, quando
si lavora con l'elettricità, questo dipende soltan-
Elettroni-ca Pratica 60 l
Vec chie rodio o valvole

radischi, percorrendo il tratto interno del mobi-


le, di solito abbastanza lungo, come si può os-
servare nelle figure 7 e 8, che partendo dalla
zona intermedia raggiunge quella più alta. Que-
sti conduttori, quindi, debbono risultare ben
isolati e fissati sulle pareti interne di legno.

CONTROLLI PRINCIPALI
Nei vecchi radioricevitori radio, da sottoporre
ad opera di restauro esteriore e di funziona-
mento, le valvole sono generalmente esaurite.
Ciò significa che i loro catodi non sono più in
grado di emettere elettroni, o ne emettono in
quantità insufficiente a formare il necessario
flusso di corrente interna al bulbo di vetro. E
questo può accadere anche se il filamento si il-
lumina. Coloro che posseggono uno strumento
provavalvole possono rendersi conto rapida-
mente dello stato elettrico di questi componenti

Fig. 7 - Tipico esempio di radiogrammofono d'epoca,


nel quale il giradischi è sistemato nella parte più alta
del mobile.

to dell'intensità di corrente e non dalla tensione


elettrica.
In pratica, quando si ripara la vecchia radio a
valvole, si prende la scossa se si tocca un con-
duttore e si appoggiano i piedi per terra. Ma
nulla può accadere se i piedi rimangono solle-
vati o isolati dal pavimento tramite una asciutta
tavola di legno, alla stessa maniera con cui gli
uccelli si posano, senza subire danno alcuno, sui
fili delle linee di trasmissione dell'energia elet-
trica. Non si possono invece toccare allo stesso
tempo due punti circuitali con entrambe le ma-
ni, che favorirebbero il passaggio di corrente fra
le braccia ed il cuore, rischiando la folgorazio- Fig. 8 - Modello di radiogrammofono di produzione
ne. americana con altoparlante montato in basso e pro-
tetto da uno speciale tessuto.
Se l'apparecchio da revisionare è un radiogram-
mofono, occorre ricordare che la tensione di re-
te alimenta il vecchio motorino elettrico del gi-

602 Elettronico Pratico


Vecchie radio a valvole

sostituiti con elementi nuovi, di attuale produ-


zione e perfettamente efficienti. Ma anche que-
ste operazioni debbono essere eseguite prima
di alimentare l'apparecchio radio.
Pure i cavi di alimentazione, e tutti quelli del
cablaggio, che rivelano tracce di consumo dei
rivestimenti isolanti od erosioni dei metalli con-
duttori, vanno eliminati e rimpiazzati con altri
assolutamente nuovi e di produzione recente,
ma colorati allo stesso modo di quelli eliminati,
sia per conservare i concetti di collegamento
stabiliti dai progettisti, sia per ripristinare ogni
aspetto esteriore della radio anche nelle sue
parti circuitali.
Se non sono presenti, conviene applicare due
fusibili in serie con i conduttori della tensione
di rete, ciascuno da 0,5 A- 250 V, di tipo ritar-
dato.
Gli ultimi elementi da sottoporre ad accurato
Fig. 9 - I primi modelli di ricevitori radio a valvole controllo, prima di accendere la radio, sono
erano privi di scala parlante. Soltanto un piccolo di-
sco rotante, opportunamente graduato, consentiva, l'interruttore generale, che di solito è incorpo-
attraverso una finestra praticata sul mobile, la ricer- rato nel potenziometro di controllo del volume
ca delle emittenti radiofoniche. sonoro, gli altoparlanti e le eventuali cuffie, i
cui avvolgimenti delle bobine interne non deb-
bono rivelarsi aperti. Tuttavia, lo ripetiamo an-
cora una volta, tutte queste sono notizie di ca-
rattere generale, da considerarsi come le più
elementari istruzioni pratiche per coloro che
e decidere se sottoporli ad un tentativo di rige- hanno fretta di rigenerare le vecchie radio, dato
nerazione, oppure sostituirli con altri nuovi o di che gli argomenti, qui appena accennati, ver-
recupero, ma ancora parzialmente efficienti. ranno accuratamente ripresi ed analizzati nei
La rigenerazione avviene, quando il filamento, prossimi fascicoli del periodico.
che funge pure da elettrodo di catodo, è di tipo
al tungsteno, sovralimentando, per pochi secon-
di, al massimo dieci, l'elemento, con una tensio-
ne superiore di due o tre volte quella nominale
prescritta ed applicando all'anodo, attraverso
una resistenza di limitazione di almeno 100.000
ohm 2 W, la tensione di un migliaio di volt, a
brevi impulsi, toccando con un puntale per alta
tensione la placca, che deve rimanere disinseri-
ta. Una tale operazione può essere eseguita tra-
mite appositi strumenti, quasi sempre presenti
presso i radiolaboratori professionali.
Dopo il trattamento ora suggerito, che tuttavia
può vantare poche probabilità di successo, i fila-
menti delJe valvole vanno sovralimentati in per-
manenza, con una tensione superiore a quella
normale di esercizio nella misura del 20% o
30%. Ma la vitalità di questi tubi, parzialmente
rigenerati, resta ovviamente accorciata.
Gli altri componenti, che nelle vecchie radio

l'
hanno subìto il maggior deterioramento, sono
individuabili nei condensatori elettrolitici e in
quelli a carta di un tempo. Tutti vanno sempre

Elettronica Pratica 603


IONIMETRO
Un gruppo di studiosi e sperimentatori d'ol- menzionate, sono sufficienti per dimostrare
treoceano, alcune decine di anni or sono, ebbe quale importanza, per le nostre condizioni di vi-
a proclamare che la presenza di ioni nell'aria ta, possa assumere l'esatta conoscenza del tipo
che ci circonda influenzerebbe gli atteggiamenti di ionizzazione, positiva o negativa, soprattutto
umani. Più esattamente, anche se i risultati di nella sua misura di intensità, che noi tutti ogni
quelle ricerche scientifiche non furono mai uffi- giorno subiamo.
cialmente confermati, si disse che gli ioni positi- Anche nel mondo degli hobbysti, in talune oc-
vi provocherebbero irascibilità, mentre quelli casioni, è utile conoscere l'entità di ionizzazione
negativi favorirebbero la distensione. Più sicuro, dell'aria, che viene utilizzata in molti processi
comunque, è il fenomeno per cui gli ioni nega- chimici, fisici e biologici. Nei laboratori elettro-
tivi, raggruppati in quantità moderate, inducono nici, poi, questa deve essere costantemente co-
il pulviscolo atmosferico a precipitare al suolo o nosciuta, onde evitare gli effetti della triboelet-
ad aderire ad oggetti e pareti. Meno certe, inve- tricità, ovvero dell'elettrizzazione per strofinìo
ce, sono le conseguenze tumorali, che le ecces- che, con le sue pericolose scariche elettrostati-
sive concentrazioni di ioni sono in grado di che, quasi sempre distrugge i delicati compo-
creare nel nostro organismo e contro le quali nenti MOS e CMOS.
sono già in vigore alcune normative internazio- Dunque, per soddisfare tali esigenze, che sono
nali, che impongono il controllo della diffusione comuni nella casa, in ufficio e nel laboratorio,
di ioni in molti tipi di apparecchiature, come ad serve un adeguato strumento, che in questa se-
esempio le fotocopiatrici o le stampanti laser. de ci siamo premurati di presentare ed analiz-
In ogni caso, le poche note introduttive, qui zare a beneficio dei lettori più o meno interes-

Questo particolare elettrometro, di facile realizzazione, ma di


faticosa messa a punto, è in grado di misurare le concentrazioni
di ioni positivi o negativi con una semplice manovra di
commutazione circuita/e.

604 Elettronica Pratica


lonimetro

sati alla misura e alla natura della ionizzazione.


Per raggiungere lo scopo prefissato, occorre un
elettrometro, ossia uno strumento in grado di
valutare le cariche elettriche, dotato di un'im-
pedenza d'ingresso elevatissima, equivalente ad
un circuito aperto, che non cortocircuiti le de-
boli cariche vaganti, annullandole. Perché gli io-
ni sono atomi, o raggruppamenti di atomi, dota-
ti di carica elettrica, indicati con il simbolo chi-
mico dell'elemento o con l'insieme dei simboli
del gruppo atomico, seguiti, in alto a destra, da
tanti + o - , a seconda del numero delle cari-
che positive o negative da essi possedute, cioé a
seconda del numero di elettroni perduti od ac-
quisiti. E si tenga presente che la conduzione
elettrica nei liquidi e nei gas è dovuta proprio al
movimento di ioni i quali, se possiedono carica
positiva, vengono chiamati "cationi", mentre
quelli dotati di carica negativa vengono detti
"anioni".
L'elettrometro, precedentemente menzionato,
da solo non basterebbe per raggiungere le valu-
tazioni necessarie, perché servono pure degli
elettrodi appositamente concepiti. Pur tuttavia,
entrambi i dispositivi possono rimanere rag-
gruppati in un unico apparato, compatto e tra-
sportabile, per la cui realizzazione bastano un
po' di esperienza con i montaggi elettronici, un
attento intervento di taratura ed una precisa va-
A
lutazione dei risultati.
p

r
Analizzeremo ora il progetto dello strumento di
misura della quantità di ioni presenti in un de-
POL.
terminato ambiente e di analisi del loro segno
N elettrico, positivo o negativo, separando ideal-
mente il circuito in due parti, quella relativa al
survoltore e l'altra inerente l'elettrometro vero
e proprio.

CIRCUITO DEL SURVOLTORE


Per valutare la quantità ambienta-
le di cationi ed anioni. Il survoltore deve fornire la tensione di 140 Vcc
circa alla griglia captatrice di ioni che, nello
Per tutelare la propria salute con- schema elettrico di figura 1, è segnalata con la
tro i rischi delle grosse quantità di dicitura SONDA. E per raggiungere un tale va-
1on1. lore di tensione, utilizzando come generatore
una semplice e innocua pila da 9 V, si è dovuto
Per conoscere le condizioni elet- comporre un circuito oscillatore, presieduto dal
trofisiche dei laboratori in cui si transistor unigiunzione UJT, il quale genera
studia, analizza e sperimenta. una serie di impulsi, nella misura di settecento
volte al secondo.
Gli impulsi di corrente si manifestano ogni vol-
ta che il condensatore Cl si carica attraverso la
Elettronico Pratica 605
lonimetro

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606 Elettronica Pratica


lonimetro

Fig. 1- Progetto del misuratore di ioni concepito con due stadi principali: quello del survol-
tore, a sinistra e l'altro dell'elettrometro, a destra. Il commutatore 52 consente di predispor-
re il dispositivo nella misura di ioni positivi P o negativi N.

GND +VCCc

Fig. 2 - Schema costruttivo del modulo elettronico del dispositivo di misura delle concentra-
zioni di cationi ed anioni presenti in un determinato ambiente.

Elettronica Pratica 607


Ioni metro

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Fig. 3 - Montaggio, sulla faccia posteriore di un pannello metallico di chiusura di un box di


plastica, di tutti gli elementi che compongono li circuito dello ionimetro descritto nel testo.

608 Elettronica Pratica


Ioni metro

resistenza Rl e raggiunge la tensione di soglia


di innesco dell'UJT.
Prelevati dalla base b 1, gli impulsi di corrente
vengono successivamete applicati all'avvolgi-
mento primario P di un trasformatore Tl eleva-
tore di tensione, dal cui secondario S vengono
poi prelevati ed affidati, attraverso il condensa-
tore C2, ai due diodi rettificatori al silicio D 1 -
D2, per essere raddrizzati ed elevati al valore di
140 Vcc circa. Dunque, i quattro elementi C2 -
D 1 - D2 - C3 compongono un duplicatore di
tensione, altrimenti noto come pompa a diodi.
Vogliamo qui ricordare che la tensione di 140
V cc, rilevabile sui terminali del condensatore
C3, può essere valutata soltanto con un vol-
tmetro elettronico, mentre con quello analogi-
co, ovvero con il tester da 40.000 ohm x volt,
commutato nella funzione voltmetrica in conti-
nua, si misurerebbero grandezze inferiori, pres-
s' a poco di 120 V cc. Fig. 4 - Disegno, in grandezza reale, del circuito
Durante il funzionamento del survoltore, il tra- stampato, da riprodurre su una delle due facce di
sformatore Tl emette un leggero sibilo, che una basetta supporto di materiale isolante, delle di-
mensioni di 6,5 cm x 4 cm.
funge da segnale acustico indicatore di apparec-
chio acceso.
Gli impulsi di corrente, erogati dal survoltore, si
susseguono con lo stesso ritmo con cui il con-
densatore Cl si carica e si scarica, attraverso la
resistenza Rl e l'avvolgimento primario P del con il tipo di tensione applicata alla resistenza
trasformatore Tl, derivando l'energia dalla pila R3 e, successivamente, alla SONDA. Nell'e-
a9 V. sempio di figura 1, essendo S2 commutato in P,
La tensione di 140 Vcc, prodotta dal survoltore, la sonda rimane polarizzata positivamente ed è
viene applicata, tramite il commutatore a due in grado di captare gli ioni negativi (anioni) va-
vie e due posizioni S2 e la resistenza R3, all'e- ganti nell'aria circostante o depositati negli og-
lettrodo SONDA che, come verrà detto più getti vicini.
avanti, è rappresentato da un cilindretto co- Si deve anche dire, a questo punto, che la reti-
struito con una reticella metallica a maglia rela- cella funge pure da schermo per l'asta metallica
tivamente stretta. interna, sistemata in posizione concentrica. In-
La sonda, che elettricamente va considerata fatti, quando la sonda è polarizzata positiva-
come una griglia polarizzata, attrae gli ioni di mente, questa attrae gli ioni negativi, ma re-
polarità opposta a quella di polarizzazione, i spinge quelli positivi e viceversa, facendo con-
quali vengono poi richiamati e captati dall'elet- fluire sull'asta interna soltanto ioni di uno stes-
trodo centrale connesso con il circuito dell'elet- so nome.
trometro, che li misura attraverso un microam-
perometro a zero centrale.
La funzione del commutatore S2 consiste, a se- CIRCUITO DELL'ELETTROMETRO
conda della posizione assunta, nell'applicare al-
la griglia (reticella) la tensione positiva di + La seconda sezione del progetto di figura 1,
140 Vcc, oppure quella negativa di - 140 Vcc, quella che si trova a destra dello schema, a par-
polarizzando la sonda positivamente o negativa- tire dal terminale 3, costituisce il circuito di mi-
mente, onde captare ioni negativi (anioni) o po- sura. Esso è rappresentato da uno stadio con-
sitivi ( cationi). Nello schema elettrico di figura vertitore di impedenza, presieduto dal transi-
1, le due possibili posizioni di S2 sono segnalate stor MOS, siglato con MFT, nel quale il flusso
con P (positiva) ed N (negativa), in relazione di corrente tra source (s) e drain (d) è contro!-

Elettronica Pratica 609


Ioni metro

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Fig. 5 - Suggerimenti di ordine meccanico, relativi al-


la realizzazione ed applicazione sul contenitore del-
la sonda captatrice di ioni.

lato dal campo elettrico generato dai due elet- ne viene convertita in corrente, in misura im-
trodi di gate g 1 e g2. mune dalle variazioni di temperatura, da uno
I due gate di MFT rimangono elettricamente stadio a transconduttanza, formato da TR 1 e
isolati dal canale drain-source per mezzo di uno TR2, che compongono un circuito differenziale.
strato di ossido di silicio. Pertanto, in assenza di La transconduttanza è stabilita dal rapporto tra
difetti del semiconduttore, l'impedenza d'entra- corrente in uscita e tensione in ingresso, mentre
ta del componente, rispetto alle basse tensioni, il trimmer R8 stabilisce il punto di lavoro dei
si valuta nell'ordine delle decine di migliaia di due transistor TR1- TR2 in condizioni di ripo-
megaohm! so e va tarato mantenendo il cursore del poten-
La tensione, che le cariche elettriche distribuite ziometro R7 a metà corsa ed operando in am-
lungo l'asta centrale della sonda applicano all'e- biente privo di cariche elettrostatiche, possibil-
sigua capacità di gate di MFT, si riflette, a bassa mente in camera schermata a gabbia di Fara-
impedenza, sulla resistenza R4. Non interamen- day. Questa taratura può essere eseguita dentro
te, ben inteso, ma ridotta dei pochi volt di so- un contenitore metallico a chiusura ermetica,
glia di MFT. Comunque, proprio questa tensio- collegato a massa, una mezz'ora dopo che l'ap-

6lO Elettronica Pratica


lonimetro

parecchio è stato acceso e facendo in modo che rare una scarica che lo distruggerebbe, a meno
l'indice del microamperometro stazioni a centro che non si conservino in cortocircuito i suoi
scala, ossia sullo zero centrale della scala. elettrodi con alcune spire di rame nudo, da eli-
In sostanza, lo stadio a transconduttanza TR 1 - minare dopo il montaggio definitivo del disposi-
TR2 confronta la tensione presente sui termi- tivo. In ogni caso, se si considera che l'introdu-
nali della resistenza R4 con quella rilevabile su zione di elementi di protezione, come diodi ze-
R12, stabilendo, sul potenziometro R6 e attra- ner e scaricatori, provocherebbero una diminu-
verso il microamperometro A, una corrente zione dell'impedenza d'ingresso, con errori di
proporzionale alla differenza fra le due tensio- misura dei fenomeni di ionizzazione assoluta-
ni. Dunque, il potenziometro R6 regola la sen- mente inaccettabili, si consiglia di stabilire un
sibilità del microamperometro, che è massima contatto di cortocircuito, tramite interruttore o
se questo componente rimane cortocircuitato. spinotto, tra gli elettrodi gl, g2 e massa, ovvero
Il diodo zener DZ, unitamente alla resistenza con la linea negativa di alimentazione, da elimi-
R2 e al condensatore elettrolitico C4, stabilizza nare soltanto nell'istante della misura.
la tensione di alimentazione al variare di quella Tutte le resistenze montate sul circuito del mo-
di esercizio e principale, evitando che il rumore dulo elettronico sono di piccolo wattaggio, per-
elettrico del survoltore influenzi il circuito di ché la corrente che le percorre è di lieve entità.
misura. Si pensi soltanto che l'assorbimento totale di
Riassumendo: il potenziometro R6 regola l'en- corrente dell'intero circuito ammonta a poche
tità delle deviazioni dell'indice dello strumento decine di milliampere.
(microamperometro) a zero centrale. Interve-
nendo su questo, si evita che l'indice possa de-
viare violentemente verso le estremità della sca- REALIZZAZIONE DELLA SONDA
la positiva o negativa, costringendolo a rimane-
re entro i limiti consentiti. Con il potenziome- Lo schema costruttivo di figura 5 interpreta la
tro R7, invece, si regola il bilanciamento a cen- composizione meccanica della sonda e il siste-
tro scala del microamperometro. Infine, inter- ma di applicazione di questa sulla parte supe-
venendo sul trimmer R8, si stabilisce, nel modo riore di un contenitore di materiale isolante con
precedentemente descritto, il punto di lavoro pannello frontale metallico.
dei due transistor TR1-TR2. Per costruire la sonda ci si serve di una porzio-
Le operazioni di taratura vanno eseguite lenta- ne di reticella metallica stagnata, a maglie rela-
mente e ripetute più volte, fino a quando i pra- tivamente strette, della misura di 10,5 cm x
tici interventi non siano ritenuti soddisfacenti. 12,60 cm.
Il pezzo di reticella va avvolto su un tubo cilin-
drico di diametro esterno di 4 cm, saldandone
poi a stagno le due estremità longitudinali.
COSTRUZIONE DEL MODULO Quindi si stagnano, su una delle due estremità
del cilindretto a rete, in posizioni diametral-
Il modulo elettronico, che rappresenta una del- mente opposte, due capicorda che, come segna-
le parti di maggior rilievo tecnico dell'intero di- lato in figura 5, consentono il fissaggio della
spositivo, il cui circuito completo è pubblicato sonda sulla parte alta del contenitore. Soltanto
in figura 3, va realizzato secondo quanto illu- ora si può finalmente sfilare il supporto cilindri-
strato nel piano costruttivo riportato in figura 2, co, sul quale è stata inizialmente avvolta la reti-
dopo aver composto, su una delle due facce di cella, considerando pronto per l'uso l'elettrodo
una basetta supporto, di materiale isolante, il captatore di ioni.
circuito stampato, il cui disegno, in grandezza Concludendo, a lavoro compiuto, il cilindretto
reale, è riprodotto in figura 4. con funzioni di sonda dovrà misurare un dia-
La basetta supporto, che può essere di bachelite metro di 4 cm ed una lunghezza di 10,5 cm. Ma,
o vetronite, è di forma rettangolare, delle di- lo ricordiamo, queste misure possono essere
mensioni di 6,5 cm x 4 cm. considerate approssimative, dato che, centime-
Ai principianti si raccomanda di far bene atten- tro più o centimetro meno, non possono pre-
zione durante il montaggio del transistor MFT, giudicare il corretto funzionamento del misura-
perché si tratta di un componente molto delica- tore di ioni.
to. Basta infatti un minimo strofinìo per gene- La pìccola asta centrale può essere di qualsiasi
Elettronica Pratica 611
lonimetro

punta

"'
box
isolante

Fig. 6 - Per controllare il perfetto funzionamento dello ionimetro, si ricorre a questo elemen-
tare accorgimento, che funge da erogatore di ioni nell'aria e che, come detto nel testo, deve
essere alimentato con un generatore SHT (Super - Higth - Tension).

metallo, rame, argento, ferro, acciaio, od altro il nostro prototipo si è utilizzato un BOX di
ancora. Un suo terminale va infilato dentro il plastica modello TEKO P/3, delle seguenti di-
foro di un distanziale, di forma esagonale, di ot- mensioni: 16 cm (altezza) x 9,5 cm (larghezza) x
tone e quivi saldato a stagno. Tale elettrodo, 6 cm (profondità).
grazie alla filettatura propria del distanziale, Sul pannello frontale metallico si applicano tut-
viene fissato sulla zona più alta del contenitore, ti i componenti. Nella zona più alta si fissa il
tramite vite con interposto capocorda, in modo microamperometro A a zero centrale ed
da rimanere in posizione perfettamente con- estremità, destra e sinistra, a + 100 A e -100
centrica rispetto al cilindretto della sonda. .A. Poi si monta il modulo elettronico e, a de-
I due capicorda, quello ora menzionato e l'altro stra e a sinistra di questo, i due potenziometri,
applicato fra vite e dado di uno dei due ele- di tipo a variazione lineare, R6 ed R7, di cui il
menti di applicazione della reticella al conteni- primo regola la sensibilità dello strumento (mi-
tore, servono per la realizzazione delle saldatu- croamperometro), il secondo il bilanciamento a
re a stagno dei terminali dei relativi conduttori, centro scala di A.
come indicato nello schema dì figura 3. Più in basso di figura 3 si notano il commutato-
re a due vie e due posizioni S2 e l'interruttore
di alimentazione S 1.
MONTAGGIO FINALE Per ultimo, appare applicato il trasformatore
elevatore di tensione Tl, sulle cui zone laterali
Il montaggio definitivo dell'apparato si esegue sono fissate due piccole morsettiere, che irrigi-
nel modo segnalato in figura 3, servendosi di un discono e razionalizzano il cablaggio di alcuni
contenitore con pannello frontale metallico. Per componenti.

612 Elettronico Pratica


Ioni metro

La resistenza R3 applica la tensione di polariz- Per l'utilizzazione di quel generatore SHT (Su-
zazione della griglia metallica (sonda), ma limi- per Higth Tension), si deve costruire il semplice
ta, in pari tempo, l'intensità di corrente di scari- apparecchio pubblicato in figura 6, che è rap-
ca che potrebbe verificarsi in occasione di con- presentato da un contenitore di materiale iso-
tatti accidentali. Dunque, per svolgere queste lante e contenente, all'interno, il circuito SHT e
funzioni, si consiglia, per motivi di sicurezza, di nella parte superiore una piccola morsettiera, a
utilizzare, per la resistenza R3, un componente due ancoraggi, sui quali sono saldati a stagno
di elevato wattaggio, per esempio di 2 W. un anello metallico, sostenuto da una piccola
La pila di alimentazione del circuito di figura 1 asta, ed una punta.
deve rimanere inserita dentro il mobile conteni- L'anello, di diametro 50 mm, è realizzato con
tore. Ricorrendo invece all'impiego di un ali- filo di rame nudo del diametro di 1 mm, mentre
mentatore a parte, si consiglia di collegare, fra i la punta, che costituisce l'elemento scaricatore,
terminali 1 - 2 del circuito stampato, un con- può essere rappresentata da un ago d'acciaio
densatore elettrolitico da 1.000 F - 16 VI. per sartoria. L'asta, che sostiene l'anello, deve
Coloro che volessero controllare il funziona- distare dalla punta dell'ago di almeno 50 mm.
mento dell'apparato, dovranno munirsi di un Per produrre ioni positivi, col sistema ora de-
generatore di ioni, come quello presentato e scritto, il terminale 4 del generatore SHT va
descritto a pagina 270 del fascicolo arretrato di collegato con l'ago, mentre il terminale 3 rima-
Elettronica Pratica del maggio 1990, che può ne connesso con l'anello, esattamente come se-
essere richiesto alla nostra editrice inviando gnalato in figura 6. Per produrre ioni negativi,
l'importo di L. 5.000. invece, i due collegamenti vanno invertiti.

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validità didattica di Elettronica Prati-
ca, immaginandone la vastità di
programmi tecnico-editoriali svolti
in passato, potranno ora aggiunge-
re, alla loro iniziale collezione di ri-
viste, questa annata proposta in of-
ferta speciale a tutti i nuovi lettori.

Elettronico Pratica 613


I
L

PROTEZIONE
CISTERNE
INTERRATE
La maggior parte delle nostre case viene attual- un sottoprodotto del petrolio, ovvero una mi-
mente riscaldata con quel combustibile liquido, scela di idrocarburi. La quale, quasi sempre, è
di colore nerastro e dall'odore poco piacevole, conservata in capienti cisterne metalliche affo-
che prende il nome di gasolio e che rappresenta gate nel terreno, in prossimità delle abitazioni.

Il gasolio per riscaldamento viene conservato in serbatoi


metallici messi sottoterra, che sono molto costosi e facilmente
danneggiabili da taluni processi chimici ed elettrochimici, contro
i quali meritano opportuna e sicura protezione.

614 Elettronica Pratica


Protezione cisterne interrate

Evitate ogni tipo di corrosione o perforazione delle lamiere inter-


rate.
Prolungate, oltre ogni ragionevole limite, la vita delle vostre ci-
sterne.
Il circuito elettronico protettivo è molto economico e di facile ap-
plicazione.

Soltanto l'imboccatura di queste, allo scopo di nomico, soprattutto se si tiene in considerazio-


agevolare le operazioni di rifornimento, affiora ne il costo, talvolta proibitivo, di una cisterna
alla superficie del suolo. nuova, del dissotterramento di quella vecchia e
Tutte le cisterne destinate al contenimento di della messa in opera del serbatoio di ricambio.
liquidi combustibili, pure quelle installate all'a- Tuttavia, prima ancora di presentare e descrive-
perto, sono ricoperte di alcuni strati sovrapposti re il modulo elettronico, che raffigura un gene-
di vernici protettive, che garantiscono l'immuni- ratore di corrente continua e costante e che co-
tà del metallo contro eventuali corrosioni o pe- stituisce la parte principale del nostro sistema
ricolose perforazioni. Ma con l'andar degli anni, di protezione delle lamiere, vogliamo soffer-
anche le vernici tecnicamente più resistenti e marci brevemente sul concetto di azione di que-
collaudate possono cedere agli agenti chimici sto.
ed elettrochimici che agiscono in terreni ricchi
di sali, umidi ed elettricamente carichi. Con tut-
te le pericolose conseguenze che si possono im- MOVIMENTO DI IONI
maginare. Eppure, contro questi nemici esiste
un procedimento di difesa. assai valido, quello Come tutti sanno, la ruggine e numerosissimi
che ci prepariamo a descrivere, che è assai eco- altri fenomeni di corrosione sono il risultato di

Elettronica Pratica 615


Protezione cisterne interrate

-
GCC
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I
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d

cisterna ·-
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Fig. 1- Questo semplice schema, di valore puramente teorico, interpreta il concetto di prote-
zione elettronica delle cisterne metalliche sotterrate e destinate alla conservazione di liquidi
infiammabili. Il generatore di corrente continua GCC costringe la sonda, rappresentata da
un picchetto metallico, ad inviare ioni positivi verso la lamiera del contenitore, dove si depo-
sitano.

una serie di processi elettrochimici, ovvero del materiali contenuti nel suolo, che non può mai
movimento di particelle di materia, portatrici di essere perfettamente neutro e secco.
cariche elettriche, chiamate ioni, che possono
essere positivi o negativi, a seconda della loro La superficie metallica della cisterna identifica
natura e che si muovono sotto l'azione di campi l'anodo di questa grande e poco appariscente
elettrici. pila, mentre il catodo è costituito dai vari ele-
Gli ioni, con il loro migrare da un punto ad un menti presenti nel terreno. Dall'anodo, ossia
altro, sottraggono parte della materia alla zona dall'elettrodo positivo, sollecitati dai campi elet-
di partenza e la scaricano in quella d'arrivo. Ov- trici, escono gli ioni positivi, che impoveriscono
viamente, lo scambio di materia avviene assai a lungo andare lo spessore della lamiera, per
lentamente nel tempo e non è assolutamente arricchire invece quanto funge da catodo nella
visibile ad occhio nudo, almeno durante i primi pila. Quasi sempre, tuttavia, la erosione metalli-
momenti in cui comincia a verificarsi. Ma quan- ca diviene più accentuata in alcune parti della
do il processo elettrochimico diviene evidente cisterna, nelle quali l'azione elettrica costante
ed assume proporzioni macroscopiche, è gene- finisce per produrre una perforazione. Anche
ralmente troppo tardi per porre riparo al dan- se la superficie delle cisterne, come abbiamo
no, che di solito si manifesta sotto forma di per- detto, è ricoperta da uno strato, più o meno
forazione della lamiera. spesso, di sostanze protettive, che isolano il fer-
Affinché il movimento di ioni abbia luogo, è ne- ro dalla terra che rimane a contatto con questo,
cessaria la presenza di un campo elettrico, an- ma la cui efficacia non può mai raggiungere la
che molto debole. Dunque, occorre la presenza massima sicurezza col trascorrere degli anni.
di una pila, sia pure rudimentale. E questa pila, Soprattutto se si tiene conto che, in fase di in-
nel caso delle cisterne interrate, è rappresenta- terramento del contenitore, la caduta di qual-
ta dal metallo del contenitore e dai più svariati che pietra o un'errata manovra meccanica pos-

616 Elettronica Pratica


Protezione cisterne interrate

, J2V T1

CIRCUITO ELETTRON.

GND

Fig. 2 • Il modulo elettronico del dispositivo di protezione delle cisterne


metalliche viene alimentato con la tensione di rete, ridotta ai valori di
12 Vca+ 12 Vca per mezzo di un trasformatore della potenza di 5 W.

sono scalfire la superficie protetta, mettendo a sione di alcuni volt, rispettando le polarità ri-
nudo la presenza del metallo con cui è costruita portate in figura 1. Il campo elettrico, così crea-
la cisterna. to nel suolo, inverte il movimento degli ioni di
ferro che, invece di partire dalla cisterna per di-
sperdersi nel suolo, come è stato affermato in
SISTEMA PROTETTIVO precedenza, partono ora dal picchetto per an-
dare a depositarsi sulla superficie della cisterna.
Lo schema pubblicato in figura 1 interpreta In questo modo non può più sussistere alcun
chiaramente il principio di funzionamento del pericolo di perforazioni dei contenitori metalli-
sistema protettivo elettrochimico delle cisterne ci, purché si provveda a cambiare il picchetto
metalliche interrate. Come si può notare, si piantato in terra quando questo viene comple-
tratta di un metodo di protezione catodica, che tamente corroso dal processo di asporto conti-
scongiura per sempre il rischio di perforazione nuato di ferro. Perché, in pratica, il movimento
delle lamiere depositate sotto terra, qualunque di ioni provocato dal campo elettrico impoveri-
sia il corpo cui appartengono: tinozze, pozzi, sce, a poco a poco, lo spessore della sonda.
serbatoi, vasche. Il lettore, a questo punto della nostra esposizio-
Ad una cinquantina di centimetri dalla cisterna, ne, è in grado di apprezzare i grandi vantaggi
si pianta nel terreno una sonda di ferro (pic- economici derivati dall'applicazione di questo
chetto), della lunghezza di un metro circa e di semplice sistema protettivo, che sostituisce al
una certa sezione. E fra questo e la cisterna si costo elevato di una nuova cisterna quello mo-
applica, mediante un generatore (GCC), la ten- desto di un comune paletto di ferro. Il cui logo-

Elettron i ca Pratica 617


Protezione cisterne interrate

s r i
Cl
Cl.. Cl.. Cl.. Cl.. (.'.)
.r,;;i.-.~---R- - -~---r=:1---
1

I
I COMPONENTI
I Condensatore
C1 = 470 µF - 25 VI (elettro!.)

Resistenze
R1 = 1.000 ohm
R2 = 5.600 ohm
R3 = 15 ohm
R4 = 100 ohm
R5 = 820 ohm
R6 = 12 ohm
R7 = 5.600 ohm
R8 = 15 ohm
= 100 ohm
--
R9
R10 820 ohm
R11 12 ohm

---
R12 = 5.600 ohm
R13 15 ohm
R14 100 ohm
R15 820 ohm
R16 = 12 ohm
R17 = 5.600 ohm
= 15 ohm
--
R18
R19 100 ohm
R20 820 ohm
R21 = 12 ohm

N.B. - Tutte le resistenze sono da


1/4 W con tolleranza del 5%.

Varie
TR1 = BC107
TR2 = 2N1711
TR3 = BC177
TRA = BC107
TR5 = 2N1711
TR6 = BC177
TR7 = BC107
TR8 = 2N1711
TR9 = BC177
TR10 = BC107
c TR11 = 2N1711
H.
TR12 = BC177
DLT = led temporizz. (verde)
DL 1 ... DL4 = led rossi (quals. tipo)
D1 - D2 = diodi silicio (1N4004)

6 18 Elettronico Pratica
Protezione cisterne interrate

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Elettronica Pratico 619


Protezione cisterne interrate

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620 Elettronica Pratica


Protezione cisterne interrate

p] P2
d

cist.

P3 pP 4

Fig. 6 - I quattro paletti di ferro nudo, di grossa sezione e della lunghezza di un metro e
mezzo, segnalati con P1- P2 - P3 - P4, distano dagli angoli della cisterna di 50 centimetri.

rio è tenuto costantemente sotto controllo nel osserva che il circuito elettronico viene alimen-
generatore di corrente continua e costante tata con la tensione di rete di 220 V ca tramite
GCC, tramite quattro diodi led rossi, in modo opportuno- trasformatore, che va dimensionato
automatico. Ma iniziamo a questo punto la de- con una certa abbondanza in considerazione del
scrizione del circuito elettronico, di cui l'unica fatto che questo componente è obbligato a la-
apparente difficoltà costruttiva potrebbe essere vorare in continuazione, ventiquattro ore su
rappresentata dall'approntamento del circuito ventiquattro ogni giorno. Si consiglia dunque
stampato il quale, tuttavia, con l'ausilio di uno l'impiego di un elemento Tl dotato di avvolgi-
dei tanti kit attualmente proposti in commercio mento primario a 220 Vca e secondario a 12
al pubblico dei dilettanti, potrà essere agevol- V ca + 12V ca, munito di presa centrale a zero
mente composto senza commettere errori. volt. Il che significa che la tensione rilevata fra
le due estremità dell'avvolgimento secondario
vale 24 V ca, ma che di questa si prelevano le
MODULO ELETTRONICO due frazioni a 12 V ca, che vengono poi rettifi-
cate da due diodi al silicio, onde effettuare il
Il modulo elettronico del generatore di tensio- raddrizzamento dell'onda alternata intera.
ne continua e costante si realizza su una basetta I due conduttori a 12 Vca di T1 vengono colle-
con circuito stampato, numerata dall' 1 al 7 su gati con i terminali 6 - 7 del circuito elettronico,
uno dei due lati minori. Tale numerazione è ne- mentre quello a O Vca va connesso con il termi-
cessaria per un corretto collegamento dei con- nale 1 rappresentativo della linea di terra
duttori, che verrà ampiamente interpretato più (GND) che, nel progetto di figura 3, coincide
avanti. con quella di alimentazione negativa
Facendo riferimento allo schema di figura 2, si La potenza consigliabile per T1 è di 4 o 5 VA,

Elettronica Pratica 621


Protezione cisterne interrate

circa 5 W. l'alimentatore ed i quattro led dei generatori di


Il circuito del modulo elettronico è composto corrente, poi, non va riscontrata soltanto nel
da quattro sezioni identiche, chiaramente indi- colore dei componenti optoelettronici, ma an-
viduabili nello schema teorico di figura 3. Cia- che nel loro comportamento, che è normale nei
scuna di queste è composta da tre transistor, da led rossi ed oscillatorio, ovvero lampeggiante,
un diodo led e da cinque resistenze. Pertanto, nel led temporizzato. Ma passiamo subito all'e-
essendo le quattro sezioni tutte uguali e rappre- same di un generatore di corrente.
sentando ognuna di esse un generatore di cor- Al momento dell'alimentazione del circuito di
rente costante e continua di 50 mA, ci limitere- figura 3, la base del transistor TR2, polarizzata
mo ad esaminare il funzionamento di una sola attraverso la resistenza R2, rende conduttore
di queste, senza noiosamente ripeterci in una questo componente, il cui flusso di corrente fra
uguale descrizione delle rimanenti tre. collettore ed emittore attraversa pure la resi-
La possibilità di disporre di ben quattro genera- stenza R6, sulla quale si verifica una caduta di
tori di corrente, soddisfa la necessità di sistema- tensione. E finché tale caduta di tensione non
re quattro picchetti di ferro, in corrispondenza raggiunge e supera il valore di 0,6 V, necessario
dei quattro angoli del serbatoio di gasolio, co- per polarizzare la base di TRl, quest'altro tran-
me segnalato nello schema costruttivo di figura sistor rimane all'interdizione, cioé non conduce
6, allo scopo di raggiungere una distribuzione corrente. Pertanto, il transistor TR2 rimane in
ottimale delJe correnti elettriche fra le quattro conduzione e TRl resta bloccato. Ma appena
sonde e la lamiera della cisterna. raggiunto lo 0,6 V sulla base di TRl, questo di-
viene progressivamente conduttore, sottraendo
energia alla base del transistor TR2, ovvero ri-
GENERATORE DI CORRENTE ducendo la tensione di polarizzazione di que-
st'ultimo e, conseguentemente, la corrente che
La tensione alternata, erogata dall'avvolgimen- lo attraversa. Si raggiunge così uno stato di
to secondario del trasformatore Tl viene rettifi- equilibrio del sistema corrispondente ad una
cata dai due diodi al silicio Dl - D2 e successi- corrente d'uscita che vale:
vamente livellata tramite il grosso condensatore
elettrolitico Cl. Questa nuova tensione conti- I use. = 0,6V: R6
nua alimenta, tramite la resistenza di protezio-
ne Rl, il diodo led temporizzato DLT, di color ossia ad una corrente continua dell'ordine dei
verde perché, come è risaputo, proprio sul color 50mA.
verde l'occhio umano presenta la sua massima Dal terminale della resistenza R6, collegato con
sensibilità. Ed anche perché, fungendo DLT da l'elettrodo di emittore del transistor TRl, la cor-
elemento spia del sistema di alimentazione, rente generata viene inviata al morsetto 2 del mo-
questo deve distinguersi dagli altri quattro diodi dulo elettronico, dal quale si diparte il conduttore
led, di color rosso, inseriti nei quattro circuiti destinato a raggiungere il picchetto di ferro Pl.
generatori di corrente e riscontrabili nel proget- Dal secondo generatore di corrente, ovvero da
to di figura 3. La diversità fra il diodo spia del- un terminale della resistenza Rll, la corrente

Ricordate il nostro indirizzo!

EDITRICE ELETTRONICA PRATICA


Via Zuretti 52 • 20125 Milano
622 Elettronica Pratica
Protezione cisterne interrate

CIRCUITO ELETTRON.

P] comune (GND)

p3

(n"4 sonde)

cisterna

Fig. 7-Schema completo di installazione del dispositivo di protezione delle cisterne metalli-
che interrate. I conduttori, che congiungono i morsetti 1- 2- 3 - 4-5 del circuito elettronico
con I paletti di ferro P1-P2 - P3 - P4 e con un punto del pozzetto (GDN), debbono essere di
rame, della sezione di 1 mm circa, perfettamente isolati e quindi in condizione di non forma-
re alcun contatto con il terreno.

viene convogliata verso il morsetto 3 del modu- rimanenti due generatori di corrente, che deb-
lo elettronico, sul quale si salda un terminale bono alimentare i picchetti di ferro P3 e P4 e
del conduttore che raggiunge il picchetto di fer- che prelevano le rispettive correnti dai morsetti
ro P2. Analoghe considerazioni si estendono ai 4 e 5 del modulo elettronico.
Elettronica Pratica 623
Protezione cisterne interrate

Nell'attraversare la resistenza R3 del primo ge- mente sul banco di lavoro tramite il tester com-
neratore, la corrente continua e costante provo- mutato nella funzione delle misure amperome-
ca un'ulteriore caduta di tensione che, attraver- triche in continua. In pratica, dopo aver alimen-
so la resistenza di polarizzazione R4, assicura la tato il dispositivo mediante chiusura dell'inter-
conduzione del transistor TR3 il quale, a sua ruttore S, si deve constatare che tutti i diodi led
volta, attraverso la resistenza di limitazione R5, rossi, fatta eccezione per quello temporizzato
alimenta il diodo led rosso DLl che, se tutto verde DLT che si accende, rimangono spenti.
funziona regolarmente, rimane costantemente Quindi si pone mano al tester e lo si commuta
acceso. Dunque, questo componente optoelet- nelle misure milliamperometriche in continua.
tronico controlla lo stato del picchetto di ferro Poi si fissa il puntale negativo dello strumento
Pl che, in caso di interruzione del cavo di ali- sul morsetto 1 (GDN) del modulo elettronico e
mentazione o di corrosione totale del ferro, quello positivo, in successione progressiva, sui
provoca lo spegnimento del led. Concludendo, morsetti 2 - 3 - 4 -5, nei quali il tester simula la
si può dire che la funzione dei quattro diodi led presenza dei picchetti Pl - P2 - P3 - P4. Duran-
rossi è essenziale. Perché un loro eventuale spe- te queste quattro prove, i diodi led rossi debbo-
gnimento invita l'operatore ad intervenire o sul no accendersi uno alla volta, assicurando al
relativo circuito generatore di corrente, oppure montatore il corretto funzionamento dei quat-
sul picchetto di ferro definitivamente deteriora- tro generatori di corrente.
to. Ad ogni misura di corrente, il tester deve se-
gnalare la presenza di correnti continue dell'or-
dine di 50 mA circa. perché la natura dei com-
MONTAGGIO ponenti adottati per il montaggio del modulo
elettronico può condizionare leggermente, in
La realizzazione del modulo elettronico si ottie- più o in meno, il valore stabilito di 50 mA.
ne nel modo segnalato in figura 4, in cui è pub- Finisce qui il collaudo dell'apparato, che ora
blicato il piano costruttivo. può essere introdotto in un contenitore di ma-
Il supporto del modulo è rappresentato da una teriale isolante, dentro il quale deve trovar po-
basetta di materiale isolante, di forma rettango- sto anche il trasformatore di alimentazione Tl,
lare, delle dimensioni di 6 cm x 20 cm. ricordandosi di realizzare degli ottimi isolamen-
Su una delle due facce della basetta di bachelite ti nella parte circuitale interessata dalla tensio-
o vetronite si compone, tramite uno dei tanti si- ne alternata di rete.
stemi noti ai lettori, il circuito stampato, il cui
disegno in grandezza reale è pubblicato in figu-
ra 5. MESSA IN OPERA
Il solo trasformatore di alimentazione da 5 W
circa rimane al di fuori del modulo elettronico L'installazione del sistema di protezione delle
di figura 4. cisterne per gasolio od altri liquidi infiammabili,
La posizione circuitale, assegnata ai transistor dopo quanto finora detto, diviene un'operazio-
TR2 - TR5 - TR8 - TR 11, appare leggermente ne assai semplice ed immediata, purché si pren-
distanziata dagli altri componenti nello schema dano in considerazione gli schemi presentati al-
pratico di figura 4. Una tale sistemazione, infat- le figure 6 e 7.
ti, è stata voluta di proposito, allo scopo di age- In figura 6 viene interpretato il lavoro di collo-
volare il compito del montatore che decide di camento nel terreno dei quattro picchetti di fer-
munire questi quattro transistor di adatti radia- ro P1-P2- P3- P4, che debbono essere siste-
tori a raggiera o di altri modelli di dispersori di mati ad una distanza di 50 cm circa dai quattro
calore cilindrici muniti di alette. perché in prati- angoli del contenitore.
ca, i transistor menzionati, si riscaldano un po' Ogni picchetto è rappresentato da un comune
durante il loro funzionamento. bastone di ferro di sezione più grossa possibile
A montaggio avvenuto, dopo aver controllato e della lunghezza di 1 metro ed anche 1,5 metri.
l'assenza totale di errori di cablaggio, che pos- Il collegamento elettrico, fra la testa di ciascun
sono rivelarsi in un mancato rispetto delle pola- picchetto ed il corrispondente morsetto del cir-
rità dei due diodi al silicio D 1 - D2, di quelle cuito elettronico, segnalato nello schema di fi-
del condensatore elettrolitico Cl o dei diodi gura 7, va eseguito con filo di rame isolato, per
led, il circuito può essere controllato diretta- il quale si può utilizzare il conduttore di solito

624 Elettronica Pratica


Protezione cisterne interrate

impiegato negli impianti elettrici di casa. Ciò I tubi flessibili, che collegano il bruciatore con
che importa è che il conduttore elettrico o, me- la cisterna, debbono apparire ben isolati, altri-
glio, il rame interno alla guaina protettrice ed menti, nel circuito del bruciatore, si verifiche-
isolante, non venga in nessun punto a contatto rebbe una sensibile derivazione di corrente elet-
con il terreno che, con i suoi processi elettroliti- trica, che investirebbe pure la caldaia e le con-
ci naturali, lo interromperebbe ben presto in dutture dell'acqua. Dunque, questa è una im-
più parti. portante verifica che l'installatore deve esegui-
Il fissaggio sulla parte superiore del picchetto si re, ancor prima di iniziare il lavoro di messa in
ottiene mediante saldatura, oppure tramite bullo- opera del sistema di protezione descritto in pre-
ne serrafili. In questo secondo caso, tutto il bullo- cedenza.
ne deve venir sottoposto ad un procedimento di Concludiamo qui l'argomento trattato, ripeten-
copertura ed isolamento tramite silicone. do ancora una volta che un modesto investi-
Lo stesso trattamento va applicato al punto di mento di denaro ed alcune ore di piacevole la-
saldatura del conduttore comune GDN, prove- voro sono in grado di proteggere, in modo effi-
niente dal morsetto 1 del circuito elettronico, cace e sicuro qualsiasi tipo di contenitore me-
con un punto del pozzetto della cisterna. tallico conservato sotto terra.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura- I condensatori - l resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi dei prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito In formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante. consentiranno di raggiungere il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
a due colori.

Elettronica Pratica 625


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BETAMETRO
DI POTENZA
Non è la prima volta che sulle pagine di questo
periodico viene presentato il progetto di uno
strumento elettronico con la funzione di beta-
metro. Tuttavia, quello che qui viene proposto
Tecnici ed hobbysti, tramite ai lettori, mai prima aveva trovato spazio sulle
gli appositi prontuari, pagine di Elettronica Pratica. Perché questa
volta si tratta di un dispositivo destinato alla mi-
possono rimanere informati sura del coefficiente di amplificazione dei tran-
sui limiti di gamma, entro i sistor di potenza. Il quale, come è risaputo, of-
quali variano i coefficienti di fre un'indicazione valida per stabilire l'efficien-
za di questi semiconduttori, il loro preciso com-
amplificazione dei transistor. portamento in sede applicativa e la corretta se-
Ma per conoscerne l'esatta lezione fra due o più elementi. Infatti, occorre
ricordare che il transistor bipolare di potenza è
misura, occorre far uso di un stato principalmente concepito per controllare
betametro. un notevole flusso di corrente, tra emittore e
collettore, tramite una debole corrente avviata
fra emittore e base, onde svolgere la nota fun-
zione di amplificatore. II rapporto fra le due

626 Elettronica Pratica


Betametro di potenza

Un alimentatore, alcuni resi- Il coefficiente di amplificazio-


stori, il tester, due led e due ne dei transistor di potenza è
pulsanti, sono sufficienti per un dato di rilevante importan-
costruire questo utilissimo za per tutti gli appassionati di
strumento. elettronica.

correnti, poi, quella di collettore e l'altra di ba- che può far scambiare il collettore con l'emitto-
se, identifica il guadagno in corrente e fornisce re. Ma la simmetria non è perfetta, perché la
un'idea esatta sull'efficienza del processo di regione di base è asimmetrica ed il guadagno di
amplificazione, purché il semiconduttore sia re- corrente, con riferimento ad emittore di base, è
golarmente operante. elevato, mentre appare basso quello tra collet-
La misura del "beta" dei transistor, oltre che tore e base. Quest'ultimo poi, è di poco inferio-
fissarne l'efficienza e consentirne la selezione, re all'unità e si rivela, anziché un guadagno, una
permette pure di individuare e distinguere fra perdita, che assume la denominazione di "alfa".
loro gli elettrodi di emittore e collettore. Ricor- La configurazione inversa, ora menzionata, of-
diamo, per inciso, che il transistor bipolare è fre il vantaggio di una tensione di saturazione
così chiamato per la sua struttura simmetrica, bassa, consentendone l'impiego in veste di in-

Elettronica Pratico 62 7
Betametro di potenza

j
Fig. 1- II betametro descritto in queste pagine consente di pervenire, in modo rapido ed
agevole, alla conoscenza dei coefficienti di amplificazione dei transistor di potenza, come
quelli qui riprodotti.

terruttore di segnale. lA 30 = 0,033 A = 33 mA


Concludendo, quando si scopre un guadagno
unitario, ciò significa che, con tutta probabilità, lA 100 = 0,1A = 100 mA
si è scambiato l'emittore con il collettore.
Le due grandezze ora calcolate sono molto di-
verse tra loro. La seconda, infatti, risulta tre
IMPORTANZA DEL "BETA"" volte circa superiore alla prima.
Ma occorre pure considerare che il "beta", ol-
Il seguente esempio basta da solo a dimostrare tre che variare fra un modello e l'altro di un
la grande importanza attribuibile al coefficiente transistor dello stesso nome e sigla, muta anche
di amplificazione "beta". con la corrente di collettore. Per esempio, nei
Prendiamo in considerazione un transistor qual- transistor al silicio, esso tende ad annullarsi in
siasi, caratterizzato da un coefficiente "be- presenza di correnti di collettore al di sotto dei
ta" reale di valore 50. Ebbene, se si dovesse 10 A, mentre con le correnti più elevate di
consultare l'apposito prontuario o il rivenditore quelle massime consentite, dapprima si riduce
del semiconduttore, si verrebbe a sapere che ad un terzo e poi si abbassa bruscamente.
questa grandezza è compresa fra 30 e 100, po- Il coefficiente di amplificazione diminuisce an-
tendo variare, da un modello all'altro, entro tali che in presenza di valori ridotti della tensione
limiti. di collettore che, durante le operazioni di con-
Supponiamo ora di far funzionare quel transi- trollo dei semiconduttori, non deve scendere
stor con corrente e tensione di collettore pari a: mai al di sotto dei 5 V.
Le stesse variazioni di temperatura influenzano il
le = lA Ve = 5V "beta". Il quale aumenta col crescere della tem-
peratura e diminuisce quando questa si abbassa.
L'entità della corrente di base viene calcolata Ricordiamo, infine, che il "beta" dei transistor
applicando la seguente formula: dello stesso tipo stabilisce la massima tensione
di collettore che il semiconduttore può soppor-
1b = le: beta tare, che varia quindi col mutare dell'entità del
coefficiente di amplificazione. In particolare,
più basso è il valore del "beta" di un transistor,
Pertanto, facendo riferimento al valore massi- più elevata è la tensione di collettore che que-
mo e a quello minimo di "beta", segnalati dal- sto può sopportare, anche se difficilmente si
l'apposito prontuario, le due corrispondenti possono raggiungere grandezze raddoppiate ri-
correnti di base valgono: spetto a quelle dichiarate dal costruttore.

628 Elettronica Pratica


Betametro di potenza

Rb

G
12V
e

Fig. 2-La funzione del betametro è quella di valuta-


e
re l'entità della corrente di collettore le, dopo aver
applicato alla base una determinata corrente lb. Dal
rapporto le: lb scaturisce il valore di "beta".

TRANSISTOR DI POTENZA lizzabile in condizioni di non commutazione. In


sostanza occorre uno strumento in grado di
Il parametro variabile, che forma l'oggetto del analizzare i transistor di potenza, come quelli
presente articolo, può essere compensato cir- riprodotti in figura 1.
cuitalmente soltanto negli stadi di bassa poten-
za e non in quelli di grande potenza come, ad
esempio, gli amplificatori di bassa frequenza, gli CIRCUITO DEL BETAMETRO
alimentatori, i survoltori, i dispositivi di pilotag-
gio di lampade, solenoidi, motori, ecc. Dunque, La disponibilità di correnti molto intense costi-
la necessità, in tutti questi casi, di conoscere tuisce la prima difficoltà di realizzazione di un
perfettamente il "beta", oppure quella di sele- betametro di potenza, ma anche la sola in quel-
zionare più transistor con un "beta" simile od lo che ci accingiamo a presentare e che, per mi-
uguale, possono rivestire un grande rilievo tec- surare il valore di "beta" dei transistor, deve se-
nico. Ma i comuni betametri, sia pure di tipo gnalare quelli di le e 1b indicati nello schema
commerciale, di solito servono per il controllo teorico di figura 2. Perché, come è stato detto,
dei transistor di piccola e media potenza, inte- la conoscenza del fattore di amplificazione sca-
ressati da deboli correnti. Le quali, come è sta- turisce dal rapporto:
to detto, non caratterizzano bene i semicondut-
tori sottoposti a prove e controlli. Mentre si beta = le : 1b
debbono impiegare, assai più convenientemen-
te, correnti di intensità comprese nella gamma Dunque occorre un dispositivo a 12 V cc, in gra-
centrale dei valori di pratica applicazione, per do di erogare una corrente di almeno 5 A, co-
poi considerare il punto di forte corrente, che me quello pubblicato in figura 3 e che funziona
riduce il "beta" ad un terzo, risultando questa nel modo seguente.
grandezza come la massima normalmente uti- Quando sugli appositi terminali "c-b-e" si ap-

Elettronica Pratica 629


Betametro di potenza

Y'
A

R2 e b e

R4

e p1 P2
12V
~ I-< K R5

R6

Fig. 3 - Progetto del betametro descritto nel testo e adatto a rilevare il coefficiente di amplifi-
cazione dei transistor di tipo NPN. Per i PNP occorre invertire l'ordine di applicazione dei
puntali del tester e quello dei conduttori dell'alimentatore. Nel primo caso si accende il led
rosso DLR, nel secondo quello verde DLV.

----COMPONENTI-----
Resistenze Varie
R1 = 820 ohm - 1/2W DLR = led rosso
R2 = 5,6 ohm-5 W DLV = led verde
R3 = 18 ohm - 1W P1 = pulsante (n.a.)
R4 = 5,6 ohm- 5 W P2 = pulsante (n.a.)
R5 = 2.200 ohm - 1/2W ALIM. = 12 Vcc - 5 A
R6 = 220 ohm - 1/2 W

630 Elettronico Protico


Betametro di potenza

Fig. 4 - Plano costruttivo del modulo elettronico del betametro in cui, come si può osservare,
i diversi elementi sono applicati direttamente sulle piste di rame del circuito stampato.

plicano gli elettrodi del transistor TR "X" da Riportando poi il tester sulla scala dei 5 Ace, si
sottoporre ad esame, il tester, commutato nella preme il pulsante P2, di tipo normalmente
funzione amperometrica in continua e sulla sca- aperto (n.a.), con lo scopo di inviare alla base
la dei 5 A, non deve offrire alcuna segnalazio- "b" di TR una corrente di 5 mA circa ( esatta-
ne. L'indice dello strumento analogico, inoltre, mente 5,4 mA), mentre premendo il pulsante Pl,
non deve muoversi nemmeno dopo aver com- dello stesso tipo di P2, si applica alla stessa base la
mutato il tester sulla scala di 50 A. Perché se corrente di 50 mA ( esattamente 54 mA).
ciò non si verificasse, il transistor in prova sa- Durante queste due prove, ovvero dopo aver
rebbe da ritenersi in perdita o in cortocircuito. premuto uno alla volta i due pulsanti, si leggo-

Elettronico Pratica 631


Betametro di potenza

} gate in parallelo (R2 - R3 - R4) è presto detto.


Ees Con questo sistema, infatti, si raggiunge una
maggiore precisione ohmmica ed una migliore
dissipazione di calore. Contro i 2,5 ohm teorici,
si toccano i 2,42 ohm.
Almeno in teoria, il gruppo di resistori così con-
cepito può dissipare la potenza di 60 W.
Infatti:
12Vx5A = 60W

Il breve tempo, durante il quale si conducono


gli esami dei transistor, consente tuttavia l'im-
piego di potenze inferiori.
Riassumendo: una volta note le due correnti di
collettore, quella ottenuta con la corrente di ba-
se di 54 mA e l'altra raggiunta con una lb di 5,4
mA, si applica la formula le : 1b per conoscere
il "beta" del transistor in esame, tenendo conto
che non sempre conviene far cadere la scelta
sui modelli a "beta" più elevato.

UN TERZO PULSANTE
Per applicare alla base del transistor un terzo
valore di corrente, superiore a quelli già men-
zionati, ossia 540 mA, si deve inserire nel circui-
to di figura 3 un terzo pulsante. Ma per questa
variante, allo schema originale del betametro si
Fig. 5 - Disegno in grandezza reale del circuito stam- deve collegare, in serie con l'eventuale, nuovo
pato da riportare su una delle due facce di una ba-
setta supporto di materiale isolante e di forma ret- pulsante, una resistenza da 22 ohm- 1/2 W.
tangolare. Inoltré, la resistenza di collettore, il cui valore
complessivo con l'impiego di due soli pulsanti
era di 2,42 ohm, deve essere ora ridotta a 0,25
ohm, mentre la potenza va elevata a 20 W. L'a-
limentatore, poi, verrà concepito in modo da
erogare correnti di 20 A --,- 30 A almeno. Si trat-
no, sulla scala del tester, i corrispondenti valori ta comunque di condizioni elettriche estreme
delle correnti di collettore e si applica la formu- nel funzionamento del betametro, anche se cor-
la precedentemente pubblicata. renti di base di 540 mA, per i grossi transistor,
Con i due risultati ottenuti, l'operatore potrà debbono considerarsi normali.
constatare come il "beta" possa apparire diver-
so con le due differenti correnti di base, osser-
vando che in certi casi può risultare addirittura REALIZZAZIONE DEL BETAMETRO
piccolissimo.
Le prove ora menzionate debbono essere con- La realizzazione del betametro si ottiene secon-
dotte assai velocemente, perché i transistor in do quanto illustrato nel piano costruttivo di fi-
esame dissipano potenza e possono riscaldarsi gura 4 dove, in questo caso, i componenti sono
oltremodo, anche pericolosamente. Ma il feno- applicati direttamente sulle varie piste del cir-
meno non è grave quando non vengono supera- cuito stampato e non nella faccia opposta della
ti i70C+80C. basetta supporto, come di solito accade.
Il motivo per cui la corrente di collettore viene Alla piastrina supporto possono essere attribui-
controllata da un gruppo di tre resistenze colle- te le dimensioni di 7 cm x 10 cm. Su una delle

632 Elettronica Pratica


Betametro di potenza

c ,
o' o
TIP MIE
3055 3055

I l

b e e e llc lb
2N3055

Fig. 6- Prima di applicare un transistor sul betametro, per rilevarne il coefficiente di amplifi-
cazione, l'operatore deve individuare l'esatta posizione degli elettrodi che, come accade per
il modello 3055, può essere diversa nelle varie versioni del componente.

sue facce va riportato il circuito stampato,il cui Operando in presenza di correnti di forte inten-
disegno in grandezza reale è pubblicato in figu- sità, si deve provvedere al raffreddamento dei
ra 5. transistor in prova, dotandoli di appropriati ele-
I cavi provenienti dall'alimentatore a 12Vcc-5 menti radianti dell'energia termica.
A debbono rimanere saldati a stagno diretta- Le stesse misure debbono venir effettuate in
mente sulle corrispondenti piste contrassegnate, tempi brevissimi, di uno o due secondi, con un
nello schema di figura 4, con i simboli + e - certo intervallo fra una prova e l'altra del me-
(più e meno). Anche le estremità dei puntali desimo componente. Si consideri comunque l'e-
del tester vanno saldate a stagno sulle relative vento di una temperatura eccessiva sui radiato-
piste di rame del circuito stampato che, in pre- ri, superiore ai 100°C+ 15OC, certamente indi-
cedenza, saranno state ricoperte con uno strato cativa di gravi inconvenienti all'interno dei tran-
di stagno, allo scopo di agevolare tutte le opera- sistor.
zioni di stagnatura dei vari elementi. Quando si inserisce un transistor di potenza sul
Il motivo per cui si consiglia di saldare a stagno, betametro, occorre far bene attenzione alla di-
sul circuito stampato, i puntali del tester ed i sposizione dei suoi elettrodi, che può apparire
conduttori provenienti dall'alimentatore, è da diversa da modello a modello, come accade, ad
attribuirsi all'impedimento totale di formazione esempio, per il transistor 3055 la cui piedinatu-
di resistenze di contatto delle parti, che false- ra, nelle tre possibili versioni, è riportata in fi-
rebbero le letture delle correnti sulla scala dello gura 6.
strumento analogico.
Le vaste tracce ramate e stagnate del circuito Il circuito di figura 4 appare cablato per l'esame
consentono una buona dissipazione del calore dei transistor di potenza di tipo NPN, che pro-
generato dai transistor durante le prove. Gli vocano l'accensione del diodo led DLR rosso.
elettrodi di questi, infatti debbono essere di vol- Per controllare invece i transistor di tipo PNP,
ta in volta saldati e dissaldati dalle tre zone cir- si debbono invertire tra loro i puntali del tester
cuitali contrassegnate con le lettere "b-c-e". ed i conduttori dell'alimentatore. In tal caso si
Per le prove con correnti molto elevate, sareb- accende il diodo led verde DLV.
be consigliabile utilizzare almeno due alimenta- Concludiamo questo argomento, raccomandan-
\tori, uno da 12 Vcc- 1 A per il circuito di base do al lettore di non toccare mai con le mani i
del transistor in prova, l'altro da 24 Vcc ed an- transistor durante le prove di corrente, perché
che più per l'elettrodo di collettore. Quest'ulti- questi possono raggiungere temperature assai
mo poi dovrebbe essere regolabile in tensione. pericolose in pochi secondi.
Elettronica Pratico 633
CO ELEMENTARE
ET
IRONICA

RIMI
ASSI
LAMPADE AL NEON
L'elettronica attuale affida principalmente ai LA SCARICA LUMINOSA
dispositivi allo stato solido la funzione di lam-
pada spia o di segnalazione, avendo soppiantato È risaputo che, in condizioni normali, l'aria, che
da tempo le piccole lampade a gas. Eppure, è un gas, può essre considerata come un ele-
queste, ancor oggi, continuano a imporsi, per la mento isolante. Lo dimostra il fatto per cui, ap-
loro funzionalità, in alcuni settori tecnologici, plicando una tensione elettrica fra due elettrodi
dove l'esempio più comune si identifica nell'uti- distanziati tra loro, ben difficilmente si verifica
lissimo cacciavite cercafase, che tutti gli elettri- il passaggio della corrente elettrica. Mentre un
cisti adoperano durante le proprie attività arti- debole flusso di corrente può essere ottenuto
gianali e dentro il quale è inserita una lampadi- ionizzando l'aria, ad esempio con la fiamma di
na al neon. Dunque, anche questo componente una candela o sottoponendo lo spazio interelet-
merita di essere portato a conoscenza dei prin- trodico ai raggi ultravioletti, oppure con altri si-
cipianti, sia nel suo aspetto teorico, sia in quello mili sistemi. Ma se si aumenta fortemente il va-
applicativo. Perché la lampada al neon rimane lore della tensione, ovvero quello del campo
tuttora un valido indicatore luminoso in una va- elettrico, si raggiunge un limite in cui gli even-
sta gamma di circuiti, quali i trigger, gli oscilla- tuali ioni presenti vengono fortemente accelera-
tori a rilassamento o gli stabilizzatori di tensio- ti e costretti a colpire gli atomi dell'aria che
ne. Tuttavia, prima di addentrarci nel vivo della producono nuovi ioni, con una reazione a cate-
materia o nell'ambito delle realizzazioni prati- na che diviene causa di flusso di corrente elet-
che, là dove le lampade al neon assumono veste trica, attraverso una scarica luminosa e violenta.
essenziale, cercheremo di riassumere breve- Nell'aria, quando la pressione atmosferica è
mente il principio di funzionamento di questi normale, questa scarica si manifesta soltanto se
elementi che, come è facile intuire, si basa sulla l'intensità del campo elettrico raggiunge i
conduzione elettrica dei gas. 24.000 V per centimetro. Un esempio in tal
634 Elettronica Pratica
Primi passi

senso, di questo fenomeno, ci viene offerto da-


gli elettrodi delle candele dei motori a scoppio,
fra i quali scocca la scintilla che va ad accende-
re la miscela benzina aria. Ma l'espressione più
emblematica, di questo tipo di scarica elettrica,
va ravvisata nella formazione di fulmini nel cor-
so dei fenomeni temporaleschi.
Se il gas, che circonda due elettrodi, anziché
LN
trovarsi ad un valore di pressione normale, rag-
giunge una sensibile riduzione pressoria, sino a
pochi decimi di millimetri di mercurio, allora
possono bastare poche centinaia di volt per pro-
vocare il flusso di corrente, cioé la scarica elet-
trica. E per ottenere questa condizione basta
racchiudere ermeticamente gli elettrodi dentro
un'ampolla di vetro o di plastica, creando all'in-
terno di questa una depressione gassosa me-
diante estrazione di una parte dell'aria con ap-
posita pompa.
La scarica, che si manifesta fra i due elettrodi,
può assumere diverse colorazioni, in relazione
con il gas contenuto nell'involucro, anche se
quello più comunemente utilizzato è il neon, con il simbolo pubblicato in figura 1, che evi-
che emette radiazioni ultraviolette lungo tutta denzia chiaramente il sistema costruttivo di tale
l'ampolla in cui sono racchiusi gli elettrodi. componente: i due elettrodi sono racchiusi in
Nei tubi elettrofluorescenti, le radiazioni di luce un involucro di materiale trasparente, nel quale
invisibile, emesse dalla scarica interelettrodica è stato introdotto il gas.
si trasformano in raggi di luce visibile nel mo-
mento in cui colpiscono gli strati fluorescenti.
Un particolare comportamento della scarica si
verifica in prossimità del catodo, cioé dell'elet-
trodo negativo, intorno al quale si crea una zo-
na priva di luminosità. Ma lo stesso catodo,
quando è costruito con opportuni materiali,
presenta una luminescenza di color arancio,
provocata dall'urto degli ioni contro lo stesso
elettrodo. Questo fenomeno secondario viene
principalmente sfru ttato nelle lampadine al
neon con finalità di elementi segnalatori (lam-
pade-spia), perché consente di avvicinare note-
volmente tra loro gli elettrodi e di produrre,
quindi, lampadine di dimensioni estremamente
ridotte, come ad esempio i ben noti "pisellini"
LN
dell'albero natalizio.
Un'altra caratteristica assai importante dei tubi
a scarica è rappresentata dalla tensione di in-
nesco, che rimane ben definita e costante per
ogni modello di lampada.
Fig. 1-Le lampade al neon, come ogni altro compo-
nente elettronico, vengono indicate, negli schemi
teorici, con questo simbolo elettrico, che evidenzia
LAMPADE SPIA / chiaramente la composizione reale dell'elemento.
I

La lampada al neon, quella montata nei circuiti


elettronici, viene indicata negli schemi teorici

/
I
I Elettronico Pratica 635
Primi passi

A B e
?

Il
a b b
a b

Flg. 2 - Le lampade al neon, utilizzate In elettronica, possono assumere forme e grandezze


diverse. Quelle, qui pubblicate, possono considerarsi le più comuni fra tutte: a pisello con
due reofori uscenti (A), cilindrica con innesto a baionetta (B), a goccia con attacco standard
e con resistenza interna di limitazione (C).

In commercio sono presenti attualmente mol- concentrica, con elettrodi sagomati in molte
tissimi modelli di lampade al neon, di grandez- maniere ed attacchi variamente concepiti.
ze e forme diverse. Alcune sono costruite in In figura 2 sono riportati tre comuni tipi di lam-
vetro, altre in plastica, munite o no di lente pade al neon facilmente riscontrabili nel settore

RL

V
LN
Flg. 3 - Esempio di circuito di utilizzazione di una
lampada al neon LN con resistenza di limitazione del
flusso di corrente AL collegata in serie con uno del
due elettrodi del componente.

636 Elettronica Pratica


Primi passi

200

180

760

140

120

700

80

60

40

20
Fig. 4 - Interpretazione grafica del comportamento mA
del flusso di corrente, che attraversa una lampada al e-
neon, in relazione con le variazioni della tensione di o 1000
alimentazione. 70 700

elettronico. La prima, a sinistra di figura (A), trale della stessa figura è di forma cilindrica e
identifica la lampadina "pisello", dotata di due possiede un sistema di applicazione a baionetta.
reofori uscenti ( a- b ); quella in posizione cen- La terza (C) è denominata "lampada a goccia"

U TILIZZ.

ST
LN

RETE TRASE

Fig. 5 - Uno degli impieghi più comuni delle lampade al neon è quello delle spie luminose
nei circuiti di alimentazione delle apparecchiature elettroniche. La resistenza di limitazione
R è sempre necessaria quando la lampadina rimane collegata In parallelo con la linea della
tensione di rete.

Elettronico Pratico 637


Primi passi

Fig. 6 - Quando si alimenta una lampada al neon con la


corrente continua (disegno a sinistra) un solo elettrodo di
questa diventa luminoso, mentre si accendono entrambi
quando l'alimentazione viene effettuata con la corrente al-
ternata.

e vanta un attacco standard, ma nell'interno questa resistenza deve essere collegata in serie
contiene una resistenza R di limitazione della con la' linea di alimentazione, come segnalato
corrente, chiamata "resistenza limitatrice". nello schema di figura 3. Ovviamente, in assen-
La resistenza limitatrice di corrente si rende ne- za della resistenza di limitazione, la corrente as-
cessaria quando la lampada al neon viene utiliz- sorbita dalla lampada può raggiungere valori ta-
zata nella normale funzione di elemento indica- li da distruggerla. Dunque, la necessità della re-
tore. E se non è conglobata nel componente, sistenza limitatrice è risentita in tutti quei casi

VOLT

700 V ---1--------+-------+-----+--------t--

80v e-
p? e I ,'
. $.s#
7ov. H- i.,

li f
o + 1fii±pii e2e,f5G2E -4
NORMALE€,,ANORMALE5,,gSTRUITV

ov
o,, 10 1 10
mA mA A A

Fig. 7 - Con questo diagramma è possibile evidenziare il comportamento di una lampada al


neon su diversi valori di tensione e corrente. La prima zona identifica il funzionamento nor-
male, la seconda quello anormale e la terza il fenomeno distruttivo.

638 Elettronica Pratica


Primi passi

WlLN LN

-
o
/
vcc RL
RL
6
~
POS.

i - ----
Fig. 8 - La presenza di una tensione continua può essere segnalata tramite lampada al neon
osservando l'accensione del solo elettrodo positivo del componente. Quella della tensione
alternata rimane accertata dall'illuminazione contemporanea di entrambi gli elettrodi (sche-
ma a destra).

in cui una variazione, anche minima, della ten- gli elettrodi contemporaneamente. Mentre in
sione di alimentazione della lampada, può pro- realtà, gli elettrodi si accendono alternativa-
vocare un notevole sbalzo della corrente. Il dia- mente, col mutare continuo di polarità della
gramma di figura 4 interpreta graficamente tensione. Perché sulla retina dell'occhio le im-
questo particolare fenomeno: al di là di un cer- a
magini rimangono impresse più lungo, provo-
to valore della tensione di alimentazione, la cando il fenomeno ottico ora menzionato, come
corrente aumenta violentemente. In pratica, per segnalato in figura 6. Ma vediamo come si pos-
ottenere un funzionamento regolare della lam- sa evidenziare il comportamento elettrico di
pada, la resistenza limitatrice, collegata in serie, una lampada al neon tramite un diagramma
deve essere valutata, di volta in volta, a seconda come quello pubblicato in figura 7, dove alcune
dell'alimentazione disponibile. In ogni caso, la zone tipiche sono diversamente segnalate al di
resistenza è sempre presente sulle lampade spia sotto della linea nera della curva caratteristica
collegate direttamente sulle linee di alimenta- tensione-corrente. In questa, infatti, si nota
zione con tensione compresa fra i 110 V e i 380 come il valore della corrente rimanga costante
V, sia in corrente continua che in alternata. Lo finché non si raggiunge la tensione di ionizza-
schema di figura 5 interpreta tale affermazione. zione, ovvero quella di innesco che, nel dia-
gramma, si aggira intorno ai 90 V circa. Succes-
sivamente, superato questo valore, il gas conte-
COMPORTAMENTO ELETTRICO nuto nella lampada al neon diviene conduttore
e rimane tale anche se la tensione scende a 80
Quando si alimenta una piccola lampada al V, ossia diventa leggermente più bassa di quella
neon con la corrente continua, la luminescenza di innesco. Durante questo tempo la resistenza
color arancio si manifesta soltanto in prossimità dinamica della lampada è nulla o quasi. Si os-
di un elettrodo. Quando invece la stessa lampa- servi infatti che, per variazioni di corrente com-
dina viene alimentata con la tensione alternata, prese fra O, 1 mA e 10 mA, la tensione rimane
si ha la sensazione di veder illuminati entrambi costante. Ecco perché, per far funzionare nor-

Elettronico Pratico 6J
Primi passi

R3 R4

+ C2

Cl
LN

RETE

Fig. 9- Circuito sperimentale di oscillatore a rilassamento con lampada la neon LN. La fre-
quenza dei lampeggli della lampada può essere controllata e regolata mediante il potenzio-
metro R4 di tipo a variazione lineare.

COMPONENTI
/-~.

Condensatori R3 = 500.000 ohm - 1/2 W


R4 = 2megaohm (potenz. lin.)
C1 = 32 F- 350 VI (elettrolitico)
C2 = 1F- 250 Vcc (non polarizzato)
Varie
Resistenze
D1 = 1N4004 (diodo silicio)
R1 = 10.000 ohm-2 W LN = lampada neon (senza resist. int.)
R2 = 12.000 ohm -2 W AI.IM. = 220 Vca (rete)

malmente la lampada al neon, si ricorre al col- tensione sui terminali della lampadina. Poi, un
legamento esterno di una resistenza limitatrice ulteriore aumento della corrente conduce la
di corrente. lampada nella zona di scarica, che diviene causa
La zona di funzionamento normale della lam- della formazione di un arco voltaico fra gli elet-
pada al neon viene sfruttata, oltre che per l'illu- trodi del componente. E l'arco distrugge, quasi
minazione, anche per la stabilizzazione della istantaneamente, la lampada al neon.
tensione.
Al di là dei 10 mA vi è una zona di funziona-
mento anormale della lampada al neon, carat- IMPIEGHI PRATICI
terizzata da una forte ionizzazione del gas e
nella quale si ritorna ad un andamento della ca- Utilizzando una sola lampada al neon, dopo
ratteristica tensione-corrente in cui, agli aumen- quanto è stato finora detto, è facile capire come
ti di corrente, corrispondono incrementi della con questa si possa accertare il livello di una
640 Elettronica Pratica
Primi passi

basette ,
isolanti
,

RETE
t

R4,

,1

7
OSCILLAT

Fig. 10- Piano costruttivo, da realizzarsi su basetta di legno od altro materiale isolante, del
dispositivo oscillatore di tipo a rilassamento descritto nel testo.

tensione sconosciuta. Ma è pure agevole con mai perfettamente. Per esempio, se per eccitare
questo componente, riconoscere e distinguere il una lampada al neon occorre una tensione di 90
terminale negativo da quello positivo di un ge- V, per diseccitare questa stessa lampada occor-
neratore in continua. Un'ulteriore possibilità di re diminuire progressivamente la tensione sino
indagine, con le lampade al neon, è ottenuta a 70 V. Ebbene, questo fenomeno viene sfrutta-
nell'analisi delle correnti elettriche, quando si to nella realizzazione di economici oscillatori a
vuol sapere se queste sono continue o alternate. rilassamento, il cui impiego non è eccezionale.
Per tutte queste prove pratiche basta ricorrere Per realizzare questo tipo di circuito sono suffi-
ai circuiti di figura 8. Per esempio, osservando cienti pochi componenti di tipo passivo, con-
la luminescenza della lampada al neon, in corri- densatori e resistenze. Alla semplicità circuitale
spondenza degli elettrodi, si può agevolmente poi si accompagna un funzionamento alquanto
risalire alla conoscenza delle polarità di una semplice dell'oscillatore a rilassamento.
tensione in esame, ricordando che l'accensione Facendo riferimento al progetto di figura 9, la
della lampada si manifesta nel modo segnalato sezione dell'oscillatore rimane sulla destra del cir-
a sinistra di figura 8. cuito, mentre sulla sinistra è presente un alimen-
Se i due elettrodi della lampada al neon si illu- tatore in alternata a 220 V, ovvero un alimentato-
minano, si può essere certi di trovarsi in presen- re da rete, che trasforma la tensione alternata in
za di tensione alternata, come illustrato a destra quella continua, ad un valore di 110 Vcc.
di figura 8. L'alimentatore, che non fa uso di costosi ed in-
gombranti trasformatori, è composto da due re-
sistenze di caduta di una certa potenza, da un
CIRCUITO OSCILLATORE diodo al silicio in funzione di elemento raddriz-
zatore di corrente e da un condensatore elettro-
È stato detto che le tensioni di innesco e disin- litico in veste di rettificatore. Tutti questi ele-
nesco di una lampada al neon non coincidono menti, nello schema di figura 9, sono segnalati

Elettronica Pratica 64 l
Primi passi

CARICA

SCARICA

T
Fig. 11- Interpretazione grafica dei processi di cari-
ca e scarica del condensatore collegato in parallelo
te ts con la lampada al neon nel progetto dell'oscillatore
a rilassamento.

con le sigle Rl - R2-D1-C1. i circuito di figura 9, comincia pure quello di ca-


Il circuito dell'oscillatore, riportato a destra del- rica del condensatore C2, perché la corrente
lo schema di figura 9, è composto dalla resi- fluisce attraverso la resistenza fissa R3 e quella
stenza R3, dal potenziometro R4, dalla lampa- parziale o totale del potenziometro R4. Ma fin-
da al neon LN e dal condensatore C2. Vediamo ché la tensione presente sui terminali del con-
ora come funziona questo dispositivo, facendo densatore C2 si mantiene inferiore a quella di
subito riferimento alla tensione di alimentazio- innesco della lampada al neon LN, questa rima-
ne, disponibile sul catodo del diodo al silicio D1 ne spenta.
e al condensatore C2. Appena il valore della tensione supera quello di
Quando inizia il processo di alimentazione del soglia, cioé di innesco, la lampada al neon LN si

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ELETTRONICA PRATICA
642 Elettronico Pratica
Primi passi

R3

Rl ..±
e
I Il
è
150+200V
~
Lx,LM ir
LN!

Fig. 12 - Esempio pratico di circuito oscillatore a rilassamento con funzione di doppio lam-
peggiatore.

-----COMPONENTI-----
e = 100.000 pF + 500.000 pF R3 = 100.000 ohm - 1/2 W
R1 = 100.000 ohm - 1/2 W ALIM. = 150 -è- 200 Vcc
R2 = 100.000 ohm - 1/2 W

accende e conduce corrente. Tuttavia, a causa non conduce più corrente. Ma qui ricomincia
dell'elevato valore delle resistenze R3 ed R4, la. un nuovo ciclo di ricarica di C2, con una nuova
lampada non può ricevere tutta la corrente ne- e successiva accensione della lampada al neon.
cessaria ed è quindi costretta a prelevare ener- Il tempo durante il quale la lampada LN rima-
gia dal condensatore C2 precedentemente cari- ne spenta può essere regolato manualmente, in-
cato. Questo condensatore, quindi, subisce un tervenendo sul potenziometro R4. In pratica,
processo di scarica progressiva, fino a raggiun- quindi, ruotando il perno di R4 si cambia la fre-
gere il valore di tensione di disinnesco della quenza dei lampeggìi della lampada al neon.
lampada LN che, improvvisamente, si spegne e

COSTRUZIONE DELL'OSCILLATORE

La realizzazione del progetto di figura 9, dell'o-


scillatore a rilassamento, si esegue secondo
quanto indicato nel disegno del piano costrutti-
vo di figura 10, servendosi di una tavoletta di le-
gno in funzione di base di appoggio, di due pic-
cole morsettiere a cinque ancoraggi ciascuna.
che irrigidiscono il cablaggio e di una squadret-
ta metallica sulla quale si fissa il potenziometro.
di tipo a variazione lineare, R4, con cui si varia

Elettronica Protico 643


Primi passi

a piacere la frequenza dei lampeggìi della lam- nente, dato che, in prossimità dell'elettrodo po-
pada al neon LN. Questo potenziometro deve sitivo, i costruttori imprimono una o più crocet-
essere caratterizzato da un valore resistivo tota- te. Quelle del semiconduttore, cioé del diodo al
le di 2 megaohm. silicio D1, si deducono immediatamente dopo
Le resistenze R 1-R2, che compongono un par- aver notato da che parte del componente appa-
titore resistivo di tensione, quella di rete di 220 re visibile un anello di riferimento, che può es-
Vca, sono di una certa potenza, allo scopo di sere bianco o colorato; infatti, la posizione del-
dissipare parte dell'energia termica prodotta l'anello identifica quella dell'elettrodo di cato-
dal flusso di corrente. Sul loro punto in comune do, mentre l'anodo si trova dalla parte opposta.
viene prelevata la tensione alternata ridotta di Il conduttore di catodo, come si può notare nel-
110 Vca, da applicare al circuito raddrizzatore- lo schema pratico di figura 10, resta collegato
livellatore, composto dal diodo al silicio Dl, per con quello positivo del condensatore elettroliti-
il quale si utilizza i:I modello 1N4004 e dal con- co Cl.
densatore elettrolitico Cl, che assume il valore Il condensatore C2 si carica e scarica, in conti-
capacitivo di 32 F, con una tensione di lavoro nuazione, ovviamente finché il dispositivo rima-
di350V. ne alimentato, secondo una regola interpretata
Questi due componenti (DI-CI) sono elemen- dal diagramma riportato in figura 11 dove, lun-
ti polarizzati, che debbono rimanere inseriti nel go l'asse delle ascisse vengono valutati i tempi
dispositivo in modo corretto, tenendo conto T di carica del condensatore (te) e quelli di sca-
delle loro esatte polarità. rica (ts) dello stesso elemento, mentre sull'asse
Le polarità del condensatore elettrolitico Cl, verticale delle ordinate sono computati i valori
sono facilmente rilevabili sullo stesso campo- delle tensioni applicate ai terminali del conden-

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644 Elettronica Pratica


Primi passi

satore C. Che é di tipo non polarizzato, con duzione, il condensatore C si carica attraverso
tensione di lavoro di 250 Vcc. le resistenze R2- R3 finché la lampada al neon
La lampada al neon, qui utilizzata, è di tipo LN2 non raggiunge la tensione di innesco. Sol-
senza resistenza interna di limitazione, perché il tanto in questo momento, l'accensione di LN2
compito di limitare il flusso di corrente è affida- provoca una brusca diminuzione della tensione
to all'insieme resistivo R3- R4. sui terminali di LNl, provocandone lo spegni-
mento ed invertendo il ciclo. In pratica, quando
la lampada LNl è accesa, la LN2 rimane spenta
DOPPIO LAMPEGGIATORE e viceversa.
La frequenza dei lampeggii, nel dispositivo di
L'accoppiamento di due identici circuiti di oscil- figura 12, può essere variata a piacere asse-
latori a rilassamento consente di realizzare un gnando al condensatore C valori capacitivi di-
semplice, doppio lampeggiatore, come quello versi da quello prescritto. L'alimentazione è, in
riportato in figura 12 e nel quale, quando la questo caso, in tensione continua a 150 + 200
lampada al neon LNl è accesa, ovvero in con- Vcc.

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Elettronico Pratica 645


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648 Elenronica Pratico


LA PISTA DEl LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

MISURE PARTICOLARI appositi trasduttori, che erogano in uscita ten-


sioni pulsanti o continue, ma so anche che, va-
Nel corso dei miei esperimenti dilettantistici, ho lutarle con il normale tester, sempre caratteriz-
spesso rinunciato alla necessità di valutare talu- zato da una certa inerzia, è impresa assoluta-
ne grandezze fisiche ed elettriche, nei loro valo- mente impossibile, soprattutto quando il perio-
ri massimi, che raramente si manifestano nei do di osservazione è molto lungo.
periodi di rapide osservazioni. Perché mi è sem- SPREAFICO FRANCESCO
pre stato impossibile colmare una tale lacuna a Verona
causa della privazione di un adatto strumento di
controllo. A volte, infatti, mi servirebbe cono- Il suo è un quesito di carattere generale cui ri-
scere la temperatura massima raggiunta dai spondiamo volentieri, nella certezza di interessare
componenti elettronici come ad esempio i tran- molti altri lettori. Dunque, a lei serve un circuito
sistor di potenza durante i loro cicli reali di fun- in grado di controllare costantemente l'andamen-
zionamento che, in genere, sono alquanto varia- to di una tensione variabile nel tempo, memoriz-
bili. In altre occasioni, invece, mi occorrerebbe zandone il massimo valore raggiunto nello spazio
sapere se un segnale di bassa frequenza rag- di alcune ore. Pertanto le consigliamo di realizza-
giunge livelli così elevati da saturare gli apparati re un dispositivo a due stadi, ricavandone il pro-
audioriproduttori, costringendoli a distorcere e getto da due schemi pubblicati sul numero spe-
a funzionare in modo poco corretto. Per quanto ciale estate '91. il primo stadio d'ingresso può es-
riguarda poi il mondo dei motori a magneti sere quello indicato con JC/b a pagina 398, nel
permanenti, mi sarebbe necessario valutare la quale deve applicare il segnale sul piedino 5 e so-
massima corrente che scorre in questi, per ac- stituire C6 con un condensatore ceramico o pla-
certarmi che non raggiunga entità smagnetiz- stico da 4, 7F- 25 Vl. Il secondo stadio va inve-
zanti. Anche nei settori della pressione e dei ce realizzato nel modo con cui è cablato JC I a
pesi, sarebbe per me assai utile conoscere le pagina 390 dello stesso fascicolo, collegando il
maggiori sollecitazioni dinamiche che, in taluni piedino 3 al condensatore C6 già menzionato e
momenti possono assumere aspetti molto peri- gli altri secondo la numerazione di ICla. Conclu-
colosi. Cito, ad esempio, i movimenti bruschi dendo: /Clb funge da stadio d'ingresso, da rad-
sugli ascensori, gli strappi al gancio di traino di drizzatore a diodo ideale e da rivelatore di picco.
un automezzo, la sovrapressione nelle condut- Esso carica C6 al valore massimo del segnale da
ture idriche provocate dai "colpi d'ariete" e così esaminare, consentendone la misura in tensione
via. So bene che, per questi controlli si fa uso di con il tester collegato allo stadio IC la d'uscita.

Elettronico Pratico 64 9
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STAMPATI 1e.ooo
TEMPORIZZATORE

Per un tempo di 15' debbo tenere accesa una


lampada da 12 V-3 W. Potete pubblicare il cir-
cuito di un temporizzatore in grado di soddisfa-
Dotato di tutti gli elementi necessari per re tale condizione?
la composizione di circuiti stampati su TERUZZI LUCA
vetronite o bachelite, con risultati tali da Milano
soddisfare anche i tecnici più esigenti,
questo kit contiene pure la speciale pen- Chiudendo l'interruttore SI, la lampada LP si ac-
na riempita di inchiostro resistente al
percloruro. cende e, dopo quindici minuti primi, si spegne.
PI rappresenta il comando di reset. TRI va mon-
tato con radiatore. Mutando i valori assegnati a
Cl e ad Rl, cambia il tempo di accensione.

Condensatori
C1 = 1.000 F - 24 VI (elettrolitico)
C2 = 100.000 pF (ceramico)

Resistenze
R1 1megaohm - 1/4 W
R2 = 180 ohm- 1/4 W

Varie
IC1 = 555
TR1 = 1711
p{ = pulsante di reset
Consente un controllo visivo conti-
nuo del processo di asporto.
Evita ogni contatto delle mani con
il prodotto finito.
E' sempre pronto per l'uso, anche
dopo conservazione illimitata nel
tempo.
Il contenuto è sufficiente per tratta-
re più di un migliaio di centimetri IL FLASH SECONDARIO
quadrati di superfici ramate.
Quale circuito potete propormi per ottenere
l'accensione simultanea con il flash della mac-
china fotografica di un flash secondario?
SIGNORELLI LEONARDO
Venezia

In questo schema, la fotoresistenza, colpita dal


flash principale, attiva i semiconduttori che, a lo-
ro volta accendono il flash secondario. L'esatta
regolazione della sensibilità, tramite Rl, si ottiene
premendo il pulsante P 1 e constatando che il led
DL rimane spento, mentre si accende subito do-
po il flash principale. Diversamente si interviene
su Rl e soltanto a regolazione avvenuta si può in-
serire il flash secondario.

650 Elettronica Pratica


La posta del lettore

S1

Rl Il e $
@

·~
T
8
71
R2 b~
IIC TR1 e
/Cl Il U 12 V
e
6 I Il e
+
...,
'r Il I Il

C1 >-I
Pt

-
FR SI

TR

a
e

>I j
$3
J "'
vcc
e

°
2" FLASH

Resistenze TR = BC 109
R1 = 10.000 ohm (trimmer) SCR = C106
R2 = 1.000 ohm- 1/4 W D1 = 1N914 (diodo silicio)
R3 = 330 ohm - 1/4 W P1 = pulsante (norm. aperto)
DL = diodo led
Varie S1 = interrutt.
FR = fotoresistenza (quals. tipo) VCC = 4,5 Vcc

Elettronica Pratico 651


CELLULE AMPLIFICATORE CON TBA 810 P
SOLARI Essendomi stati regalati alcuni integrati model-
lo TBA 810 P, vorrei con questi costruire alcuni
Sono cellule pronte per il fun- amplificatori BF muniti di elementi di controllo
zionamento e provviste, sulla di tonalità separati.
faccia retrostante, di attacchi RONDELLI CARLO
Bologna
in ottone, che consentono il
collegamento, in serie o pa- Con R5 si controllano le note basse, con Rll
quelle alte, con R8 invece si regola il livello audio
rallelo, di più elementi, per in uscita (controllo di volume). La potenza d'u-
eventuali e necessari aumenti scita è di 7 W circa, con alimentazione a 16 V Le
di tensione o corrente. due alette di ICI vanno saldate a massa su piste
molto larghe, certamente in grado di dissipare il
calore generato.

Condensatori
c1 1 F (non polarizz.)
c2 100 F - 16 VI (elettrolitico)
c3 10 F - 16VI (elettrolitico)
C4 10 F- 16VI (elettrolitico)
C5 10.000 pF (ceramico)
C6 2.200 pF (ceramico)
C7 3.300 pF (ceramico)
C8 = 100.000 pF (ceramico)
C9 100 F - 16VI (elettrolitico)
c10 5.600 pf (ceramico)
C11 1.500 pF (ceramico)
C12 100 F - 16VI (elettrolitico)
Vengono vendute in due mo-
delli, incapsulati in contenito-
re di plastica, che erogano la
stessa tensione di 450 m V, CONSIGLI ALL'OM
ma una diversa corrente. Ho appena ottenuto la licenza di radiomatore e
vorrei iniziare la costruzione di un piccolo tra-
Modello A = 400 mA {76x46 mm) smettitore in banda VHF o UHF. Potete sugge-
L. 6.500 (spese di spediz. comprese) rirmi qualche consiglio in merito?
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Brevemente le consigliamo di realizzare il proget-
to derivato dal famoso RADIO HANDBOOK
americano, tenendo collegamenti cortissimi, uti-
lizzando stagno di ottima qualità e componendo i
circuiti stampati su supporti in vetronite. I con-
densatori ceramici debbono avere reofori di lun-
ghezza ridottissima. In questa stessa sede le pro-
poniamo due abachi sui valori reattivi delle pic-
cole capacità e delle induttanze utilizzate nelle
bande da lei menzionate.

652 Elettronica Pratica


La posta del lertore

RIO
w o
i. 6
'PJ5
,,..,..
·--

T Il


Rl3

c4 Il .,
114

r
Cl C6I lii

"] 1c 1

I R8
"T i

C13 = 100.000 pF (ceramico) R9 5.600 ohm - 1/4 W


C14 = 1.000 µ,F - 16 VI (elettrolitico) R10 330 ohm - 1/2 W
C15 = 220 µ,F - 24 VI (elettrolitico) R11 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
R12 56 ohm - 1/4 W
Resistenze R13 100 ohm - 1/4 W
R1 = 1 megaohm - 1/4 W R14 1 ohm - 1/4 W
R2 3.300 ohm - 1/4 W
R3 470 ohm - 1/4 W Varie
R4 5.600 ohm - 1/4 W
R5 = 100.000 ohm (potenz. a variaz. lin.) FT1 = 2N3819
R6 4.700 ohm - 1/4 W IC1 = TBA 810 P
R7 = 33.000 ohm - 1/4 W AP = 4ohm
RB = 100.000 ohm (potenz. a variaz. log.) vcc = 12Vcc -è- 16Vcc

100

0,11 I I I I IIII V I I I 1.4 I ~ 70

So
4o
30

20
...
E
-

/84' i 20 30 40
REATTANZA
60 100 200
INDUTTIVA
300 50o
(OHM)
4000 20 30
R.EATTAN'ZA
40 6o 100 200
CAPACITIVA
00
(OHM)
500 1000

Elettronica Pratica 653


La posta del lettore

PIASTRA SENSITIVA Condensatori


C1 = 1.000 pF
Sulla porta d'ingresso della casa di un mio co- C2 = 1F (non polarizz.)
noscente, per suonare il campanello, basta toc- C3 = 10 F- 16 VI (elettrolitico)
care con un dito una piastrina metallica. Posso Resistenze
applicare lo stesso sistema nella mia abitazio-
ne? R1 = 10 megaohm - 1/4W
LOCATELLIEMANUELE R2 = 47.000 ohm - 1/4 W
Novara R3 = 100 ohm - 1/2W
R4 = 8.600 ohm - 1/2 W
Certamente. Utilizzi per S una piastrina per cir- R5 = 560 ohm - 1/4 W
Varie
cuiti stampati, con superficie ramata, delle di-
mensioni di 20 mm x 20 mm. Il cavo schermato FT1 = 2N3819
non deve essere collegato elettricamente con il sen- TR1' = BC237
sore S che, una volta toccato con il dito, fa scattare TR2 = 2N1711
il relè RL, mantenendolo eccitato per tutto il tempo D1 = diodo silicio (1N4004)
in cui il dito tocca S ed anche per qualche attimo RL = relè (12 Vcc)
ancora in virtù della presenza di C3. S1 = interrutt.

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massima di 3 Vcc.

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nella particolare estensione della gam-
ma di emissione, che può uscire da
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affollata e priva di spazi liberi.

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EMISSIONE FM
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ALIMENTAZIONE 9 Vcc + 15 Vcc
ASSORBIMENTO 5 mA con alim. 9 Vcc
POTENZA D'USCITA: 10 mw - 50 mW
SENSIBILITÀ regolabile
BOBINE OSCILL. Intercambiabili
DIMENSIONI : 6,5 cm x 5 cm
rea.nane±r e.su eresse
DI ELETTRONICA - RADIO - OM • 27 MHz
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montali su zoccoli professionali- Batteria 9 V - Autonomia
1000 ore per il tipo zinco carbone, 2000 ore per la batteria
alcalina - Indicatore automatico di balleria scarica quando
rimane una autonomia inferiore al 10%- Fusibile di protezione
- Bassa portata ohmmetrica (20 2)- 10 A misura diretta in D.C.
e A.C. - Cicalino per la misura della continuità e prova diodi -
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Peso Kg 0,343

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VOLT D.C 200 mV-2V-20V-200 V- 1 ooe v
VOLT A.C. 200 mv-2V-20 V- 200 V- 750 V
OHM 20 2-200 0-2K2-20 K?- 200 KO - 2 MO
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AMP. D. C. 200 A- 2 mA - 20 mA - 200 mA - 2000 mA
- 10 A
AMP. A.C. 200 A- 2 mA- 20 mA - 200 mA - 2000 mA
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Libretto istruzione con schema elettrico e distinta dei compo-
nenti - Puntali antinfortunistici - Coccodrilli isolali da avvitare
sui puntali.

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MOD. TS 260 - L. 62.000
CARATTERISTICHE GENERALI
7 Campi di misura - 31 portate
Sensibilità 20.000 Q/V D.C.- 4.000 Q/V A.C.
Dimensioni mm 103 x 103 x 38
Peso Kg 0,250
Scala mm 95
Pile 2 elementi da 1,5 V
2 Fusibili
Spinotti speciali contro le errate inserzioni

PORTATE
VOLT D.C 100 m V-0,5V-2V-5V-20V-50V- 100
V- 200 V- 1 000 V
VOLT A.C. 2,5 V-10V- 25V-100 V- 250 V- 500 V - a ti

1000 V
OHM 2x1-0x10-0x100-2x 1000
a., , -
AMP. D.C. 50 A- 500 A- 5 m4- 50 mA - 0,5 A-5 A
i
,,
. "" [g
. [gy
li-·\··A±
AMP. A.C. 250 ,11 A-1,5 mA- 15 mA- 150 mA- 1,5 A-
10 A % I f, glg""
CAPACITÀ= 0- 50 F-0 500 F (con batteria interna)
dB 22 dB- 30 dB- 42 dB- 50 dB- 56 dB- 62 dB

ACCESSORI
Libretto istruzione con schema elettrico e parli accessorie
Puntali

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'
PUNTUALITA
D'USCITA
Continuano a giungere, presso ta nostra sede, numerose
segnalazioni, telefoniche e scritte, di lettori amareggiati per non
aver trovato lo rivista in edicola. Spesso nella convinzione che la
puntualità mensile sia venuto meno o che la stampo del periodico
abbia subìto una battuta d'arresto. Talvolta a seguito di alcune
risposte improprie, ma sempre in buona fede degli edicolanti che,
ricevendo poche copie dalla diffusione nazionale, frequentemente
mescolate con altre centinaia di pubblicazioni settoriali, non
riescono a memorizzare una testata o non trovano spazio
sufficiente per esporla. Mentre Elettronica Pratico, durante il suo
ventennio di vita, non ha mai interrotto, neppure una sola volta, il
suo ciclo produttivo, comparendo tutti i mesi sul mercato
dell'editoria. Ma in questa sede non è possibile analizzare i vari
motivi che possono sollevare quei contrattempi che gli
appassionati di elettronica lamentano e ai quali consigliamo di
invitare il giornalaio od esercitare le necessarie pressioni, sui
distributori locali, per aumentare o perfezionare le forniture. Anche
se la certezza di entrare in possesso, in casa propria, di questo
strumento educativo, didattico e divertente, senza impegnarsi nel
pesante lavoro di sistematica ricerca del fascicolo, va ravvisata
nella sottoscrizione dell'abbonamento annuale.
NORME DI ABBO TO
Quote valevoli per tutto il 1991
PER L'ITALIA L. 50.00
PER L'ESTERO L. 60.00
La durata dell'abbonamento è annuale,
con decorrenza da qualsiasi mese.

Per sottoscrivere un nuovo abbonamento, o rinnovare quello scadu-


to, basta inviare l'importo a:
ELETTRONICA PRATI
VIA ZURETTI, 52 - 20125 MILANO
servendosi di vaglia postale, assegno bancario o circolare, oppure
tramite c.c.p. N. 9 76205. Si prega di scrivere con la massima chia-
rezza, possibilmente in stampatello, citando con grande precisione:
cognome, nome, indirizzo e data di decorrenza dell'abbonamento.
e significa acquisire il diritto a ricevere in
• casa propria, tramite i servizi postali di
Stato, tutti i fascicoli mensili editi nel corso
dell'anno.
ABBONARSI: vuol dire risparmiare sulla corrispondente
spesa d'acquisto del periodico in edicola.
Soprattutto perché si blocca il prezzo inizia-
le di copertina nel tempo di dodici mesi.

È possibile sottoscrivere l'abbonamento o rinnovare quello scaduto diret-


tamente presso la nostra sede:
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ELETTRONICA PRATICA
RIVISTA MENSILE DI ELETTRONICA - ANNO 20 - N. 12 DICEMBRE 1991

LA COPERTINA - Riproduce il modulo elettronico di un


originale alimentatore, di bassa potenza e a frequenza
variabile, presentato e descritto nelle prime pagine del
fascicolo. Con esso è possibile alimentare piccoli motori
elettrici, ad una o più fasi e a frequenza diversa da
quella di rete.

Sommario
editrice
660
ELETTRONICA PRATICA MINIALIMENTATORE BT
A FREQUENZA VARIABILE
direttore responsabile
ZEFFERINO DE SANCTIS
670
disegno tecnico CONTROLLO FOTOELETTRICO
CORRADO EUGENIO
DI LUMINOSITÀ
stampa
TIMEC
ALBAIRATE - MILANO
680
RECUPERO BATTERIE
Distributore esclusivo per l'Italia: AL NICHEL CADMIO
A.&G. Marco - Vio Fortezza n. 27- 20126
Milano tel. 25261 autorizzazione Tribunale
Civile di Milano- N. 74 del 29-121972-
688
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Tutti i diritti di proprietà letteraria ed artistica
sono riservati a termine di Legge per tutti i
LA POSTA DEL LETTORE
Paesi. I manoscritti, i disegni, le fotografie, an-
che se non pubblicati, non si restituiscono. 718
INDICE DELL'ANNATA 1991

20125 MILANO - VIA ZURETrl, 52 - Telefono (02) 6697945


MINIALIMENTATORE

A FREQUENZA VARIABILE
PER CARICHI DI BASSA POTENZA
Il dilettante elettronico, il modellista ed il ra- tanti mercati che, mediamente ogni quindici
diante alle prime armi, si imbattono talvolta in giorni, si tengono in molte località.
problemi che, normalmente, non vengono solle- I più esperti sanno quali accorgimenti tecnici si
vati e risolti nella didattica elementare. Per devono adottare, ma i principianti, anche quan-
esempio, quando capita di utilizzare componen- do si tratta di dispositivi di piccola o media po-
ti o mettere in funzione apparati di recupero, i tenza, non sono certamente in grado di affron-
quali necessitano di alimentazioni con tensioni tare la nuova situazione. E questo è il motivo
a frequenza diversa da quella di rete a 50 Hz, per cui nei centri di vendita di materiali surplus
molti appassionati di questa disciplina si trova- giacciono invenduti molti·apparati di grande in-
no in difficoltà. Perché non sanno come conver- teresse, che potrebbero essere acquistati a prez-
tire la frequenza, con cui viene distribuita l'e- zi di gran lunga inferiori a quelli che si pagano
nergia in tutto il nostro territorio nazionale, in nei comuni negozi. Ma che i più si rifiutano di
quella richiesta da molti prodotti, sia nuovi che considerare a causa della diversa frequenza del-
usati, che possono essere acquistati in uno dei la tensione di esercizio.

Il progetto del dispositivo presentato in queste pagine è quello di


un convertitore di basse tensioni continue in tensioni a
frequenza regolabile, da utilizzare per l'alimentazione di
apparati di provenienza surplus, che necessitano di energia
elettrica con caratteristiche non disponibili sulla rete nazionale.

660 Elettronica Pratica


Minialimentatore

Potrete alimentare piccoli motori elettrici, ad una o più fasi, ori-


ginariamente concepiti per funzionare con tensioni di frequenze
diverse da quella di 50 Hz.

Può essere utilizzato per il funzionamento di una sirena di po-


tenza.

Molte apparecchiature, in larga misura quelle sioni di alimentazione ad onda quadra e a fre-
di origine americana, funzionano con la tensio- quenza regolabile entro una gamma di valori
ne di 117 Vca - 400 Hz ed assorbono potenze che si estendono fra i 98 Hz e i 760 Hz, con una
che si aggirano intorno ai 300 W. Altre, invece, potenza massima derivabile in uscita di 63 W.
quali i commutatori rotativi telecomandati, i
Dunque, con questo convertitore, che abbiamo
motorini elettrici ad una o più fasi, lavorano
on potenze assai inferiori. Ora, se per le prime denominato "minialimentatore", perché il mo-
il problema dell'alimentazione può apparire dulo elettronico deve essere collegato ad un ali-
mplicato, per le seconde tutto si semplifica mentatore in continua con tensioni in uscita di
mediante l'impiego di un convertitore da conti- 22 Vcc:28 Vcc, tutti potranno mettere in fun-
mua ad alterata, come quello qui presentato e zione uno dei tanti apparati offerti nei mercati
descritto. che è in grado di erogare piccole ten- degli acquisti convenienti.
Elettronica Pratica 66l
Minialimentatore

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~

I.O ·-- ·-- ·--· -- ·--·--·--·--••'t

+
LC)
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<o
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lla=========9+n7a

662 Elettronica Pratica


Minialimentatore

T/

- =%
c1- •

Fig. 2 - Piano costruttivo del modulo elettronico del convertitore di tensione continua in altra
variabile a frequenza regolabile. I due transistor di potenza TR3 - TR4 sono montati in modo
da lasciare spazio ad eventuali radiatori del calore generato. Con la lettera M viene segnala-
ta la posizione di collegamento di un eventuale motore bifase di tipo ad induzione.

< COMPONENTI I

Condensatori R5 = 1.500 ohm - 1/2 W


R6 = 220 ohm -1W
C1 = 100 F - 16VI(elettro!.) 270 ohm -2 W
R7 =
C2 = 220.000 pF (vedi testo)
C3 = 2.200 F - 40 VI (elettrol.)
C4 = 4,7 F (non polarizz.)
C5 = 1.000 F - 40 VI (elettro!.) Varie
IC1 = 555
TR1 = BC107
Resistenze
TR2 = 2N1711
R1 - 680 ohm - 1/2 W TR3 = TIP 3055
R2 = 22.000 ohm (trimmer) TR4 = TIP 2955
R3 = 10.000 ohm - 1/2 W DZ = diodo zener (15 V - 1W)
R4 - 47.000 ohm - 1/2W vcc = 22Vcc + 28 Vcc

Elettronica Pratica 663


Minialimentatore

Fig. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito stampato da riportare su una delle due facce
di una basetta supporto, di materiale isolante, delle dimensioni di 5 cm x10cm.

L'OSCILLATORE SIMMETRICO cioé allo stesso modo, così che il periodo com-
plessivo di un singolo ciclo vale:
Il progetto del minialimentatore o, più precisa-
mente, del convertitore di frequenza pubblicato T = TI + T2 = 1,386x (R2 + R3) x C2
in figura 1, si compone essenzialmente di due
parti: quella oscillatrice, presieduta dall'integra- e la frequenza è data da:
to 555 e l'altra amplificatrice in corrente conti-
nua, in cui operano i due transistor TRl - TR2, f = 0,722
ma che diventa poi corrente variabile per la (R2 + R3) x C2
presenza degli ultimi due transistor TR3 - TRA.
La sezione oscillatrice, che può essere esamina- Questo tipo di oscillatore, per rimanere simme-
ta nello schema estrapolato da quello di figura trico, deve essere poco caricato, e tale è il moti-
1 e pubblicato in figura 4, eroga all'uscita un se- vo per cui il segnale viene prelevato, tramite la
gnale perfettamente rettangolare o, come si resistenza R4, del valore di 47.000 ohm, dal
suol dire, di tipo a forma d'onda quadra, con cursore del trimmer R2.
duty-cycle al 50%. Successivamente il segnale viene applicato ai
In questo circuito, il condensatore di temporizza- due transistor TRl - TR2, che lo amplificano in
zione C2 si carica, con legge esponenziale, al valo- corrente continua.
re della tensione di alimentazione, tramite le resi- La corrente che esce dal collettore di TR2 vale:
stenze R2 + R3. Pertanto il periodo di tempo in
cui l'uscita rimane "alta", è determinato da: le= VCC: R7

TI = 0,693 x (R2 + R3) x C2 ossia:

Viceversa, quando la tensione sui terminali del 24 Vcc: 270 ohm = 88,8 mA
condensatore C2 raggiunge il valore pari a 2/3
di quello di alimentazione, l'uscita U diventa Questa corrente fa lavorare i due transistor di
"bassa" e C2 si scarica attraverso R2 + R3. E potenza, presenti all'uscita del circuito di figura
questa volta il tempo T2 si misura con: 1, nel modo seguente. Quando il collettore di
TR2 si trova allo stato logico "alto", il transistor
T2 = 0,693 x (R2 + R3)x C2 TR3 raggiunge la saturazione, essendo di tipo
664 Elettronica Pratica
Minialimentatore

4 cl 3
Rl

R2

IC1
H
t.
Li u LnL e

C2

Fig. 4 - Estrapolazione dal circuito completo del convertitore di tensione dello stadio oscilla-
tore, sul quale si articola buona parte dell'analisi teorica presentata nel testo.

NPN. Viceversa, quando il collettore di TR2 si 0,0888 A x 30 = 2,664 A


trova allo stato "basso", allora è il transistor
TR4 che conduce, perché è di tipo PNP. Dun- Dunque, la potenza d'uscita, con la tensione di
que, sui due emittori di TR3 e TR4 si misura- alimentazione di 24 Vcc, è di:
no, alternativamente, i valori di tensione di O V
e 24 Vcc. W= VxA
Attraverso il condensatore elettrolitico C3, il
segnale variabile raggiunge i terminali circuitali cioé
contrassegnati con i numeri 1 - 2, tra i quali è
presente un segnale molto forte e sui quali è 24 Vx2,664 A = 64 W (circa)
possibile applicare un altoparlante di adeguata
potenza, in funzione di sirena. Ma vediamo ora
di calcolare la massima potenza disponibile sui
terminali d'uscita 1-2.

POTENZA D'USCITA
Supponendo che il coefficiente di amplificazio-
ne "beta" dei due transistor finali TR3- TR4,
sia di 30, in considerazione pure del fatto che
questi non lavorano con correnti elevatissime,
essendo la corrente di base, precedentemente
calcolata, di 0,0888A, quella di collettore diven-
ta:

le= Ib x beta
ossia
Elettronica Pratica 665
Questa pertanto è la massima potenza elettrica
T: erogabile dal nostro modulo, che non deve mai
essere superata, onde evitare pericolosi surri-
scaldamenti dei due transistor di potenza.
In pratica, quando sui terminali 1-2 si applica
un dispositivo utilizzatore, conviene sempre,
dopo qualche minuto, misurare la temperatura
raggiunta dai semiconduttori, che non deve su-
/ l, perare i 90° C 100° C.
La funzione dell'uscita 3 verrà analizzata più
avanti, in sede di interpretazione dei pratici im-
pieghi del modulo elettronico di figura 2.
La tensione di alimentazione di 24 Vcc è stata
scelta in questa grandezza nominale perché la
maggior parte dei dispositivi elettrici utilizzabili
792"O
J funzionano con tale valore. Ma il circuito di fi-
gura 1 può funzionare anche alla tensione di 12
V cc, purché si elimini la resistenza R6 ed il dio-
do zener DZ da 15 V che, con tale variante,
non lavorerebbe.
Naturalmente, con la tensione di 12 Vcc, la po-
tenza del convertitore diminuisce e si riducono,
conseguentemente, le sue prestazioni.

VARIABILITÀ DELLA FREQUENZA

La frequenza della tensione variabile a 24 V,


presente fra i terminali 1 e 2, dipende dai valori
5[ capacitivi attribuiti al condensatore 2 e dalla
posizione assegnata al cursore del trimmer R2.
L'apposita tabella elenca, in questo senso, alcu-
ne grandezze di maggior interesse pratico.

FREQUENZE IN USCITA
[

I C2 R2 min. R2 max.

100.000 pF 240Hz 760Hz


220.000 pF 106 Hz 420Hz
470.000 pF 46Hz 140 Hz
GND pF 98Hz
1 680.000 32Hz
i

Fig. 5 - In alto appare simboleggiato il sistema di Naturalmente, assegnando al condensatore C2


collegamento, all'uscita del modulo del convertitore, altri valori, si possono ottenere quei segnali va-
di un motore elettrico monofase; in basso è segnala- riabili che, con idonee frequenze, possono ali-
to il modo, con cui vanno collegati i conduttori di un mentare gli apparati provenienti da mercati sur-
motore bifase.
plus o, comunque, di produzione non nazionale.
In ogni caso, dopo essere intervenuti sul con-
densatore C2 e sulla posizione del cursore del

666 nico Pratico


Minialimentatore

trimmer R2, è consigliabile valutare la frequen-


za della tensione d'uscita mediante un frequen-
zimetro.
Per quanto riguarda la tensione d'uscita, questa
deve essere di pari valore di quella citata sulla
targhetta dell'apparato che ci si accinge a colle-
gare sui terminali 1 - 2, che può essere di 12 V -
24 V - 36 V - 48 V.
Per le tensioni di 36 V e 48 V, si deve aumenta-
re R6 nel valore ohmmico e in quello di poten-
za; corrispondentemente occorre aumentare
pure il diodo zener DZ e la tensione di lavoro
dei due condensatori elettrolitici Cl - C5.

MONTAGGIO DEL MODULO

Il disegno pubblicato in figura 2 propone il pia-


no costruttivo del modulo elettronico del con-
vertitore, che va realizzato su basetta supporto
di materiale isolante, di forma rettangolare,
delle dimensioni di 5x10 cm, munita, in una del-
le sue facce, del circuito stampato, il cui dise- dispositivi elettrici utilizzatori monofasi. Su
gno in grandezza reale è pubblicato in figura 3. quelli contrassegnati con 1-2-3 E, i bifasi.
Come si può notare, i due transistor di potenza Sui terminali VCC vanno collegati i conduttori
TR3 e TR4 sono stati applicati su un lato della provenienti da apposito alimentatore, ben cal-
basetta, allo scopo di ottenere la possibilità di colato e in grado di erogare una corrente di al-
raffreddarli in occasione di superlavoro. Ma meno 2 A --:-- 3 A alla tensione di 24 Vcc, ricor-
questa vuol essere soltanto una norma precau- dando che, in assenza di carico inserito, il cir-
zionale, perché il dimensionamento circuitale cuito di figura 1 assorbe una corrente di 90 mA
non prevede condizioni di surriscaldamento dei alla tensione di 24 Vcc.
semiconduttori. Qualora si dovessero riscontrare correnti di va-
Il transistor TR3 dovrà essere isolato con mica, lore superiore a quello ora menzionato, ovvia-
il TR4 no. mente in assenza di carichi, queste verranno ri-
Il condensatore C2 non deve essere di tipo ce- tenute anòmale ed imporranno al costruttore
ramico, perché in tal caso risulterebbe instabile una attenta revisione sulla qualità ed efficienza
al variare della temperatura. dei componenti elettronici utilizzati per la co-
Sui terminali 1 - 2, come segnalato in alto dello struzione del convertitore.
schema elettrico di figura 5, vanno applicati i A montaggio ultimato, il modulo elettronico va

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Elettronica Pratico 66 7
Minialimentatore

inserito in un contenitore metallico collegato a Nel caso in cui il funzionamento del motore do-
massa. vesse creare disturbi radioelettrici, si possono
inserire dei condensatori ceramici, da 10.000
pF, tra i morsetti 1-2e tra 1 e 3.
IL MOTORE A DUE FASI
Volendo alimentare con il modulo di figura 2 MOTORI ELETTRICI
un motore a due fasi, dal quale fuoriescono tre
fili conduttori, si ottiene la seconda fase per Poiché l'impiego principale del modulo conver-
mezzo di un condensatore che sfasa una delle titore awiene in abbinamento con dispositivi
altre fasi. Ebbene, nel progetto di figura 1, tale muniti di motori elettrici monofasi o bifasi, a
condizione viene raggiunta tramite il condensa- chiusura del presente argomento riteniamo uti-
tore C4, il cui valore deve dipendere dalle ca- le soffermarci, anche se non troppo incisiva-
ratteristiche del motore che si vuol alimentare, mente, su questi tipi di motori.
principalmente dalla potenza e dalla frequenza Cominciamo quindi col. ricordare che, general-
di questo, individuandolo sperimentalmente fra mente, i motori montati nei ventilatori sono
i 4,7 F- 2F e 10 F e scegliendo quello che modelli bifase ad induzione, dello stesso tipo di
assegna la miglior potenza di funzionamento quelli presenti nei comuni elettrodomestici, che
del motore, ma ricordando che alcuni motori sono denominati "motori a condensatore", per-
per i 400 Hz si comportano meglio se alimentati ché normalmente la seconda fase viene preleva-
a 200 Hz, in virtù della tensione ad onda qua- ta dalla distribuzione monofase dell'energia
dra. elettrica a 50 Hz tramite lo sfasamento di 90°
lJ motore ora preso ad esempio va collegato sui introdotto da un condensatore in serie con una
terminali 1-2-3, considerando che il termina- delle due fasi.
le 1è quello di massa (GND) e che, scambian- Tutti i motori citati hanno uno statore con av-
do tra loro i conduttori collegati sui terminali 2 volgimento bifase, previsto quindi per essere
- 3, si inverte il senso di marcia del motore. alimentato con due tensioni sfasate di 90° o

668 Elenronico Pratica


Minialimentatore

press'a poco in questa misura. Lo statore è attualmente si sta diffondendo maggiormente.


composto da un insieme di bobine montate in Ora, tenendo conto che un motore ad induzio-
modo da risultare equivalenti a due bobine po- ne può essere assimilato, sotto un punto di vista
sizionate ad un quarto dal passo polare, allo elettrico, ad un trasformatore, si deve tener
scopo di generare un campo magnetico rotante, presente che, riducendo la frequenza della ten-
esattamente quello ideato da Galileo Ferraris sione di alimentazione, la corrente aumenta. È
all'inizio del secolo. noto infatti che l'impedenza di una bobina di-
Il campo magnetico rotante genera sul rotore minuisce con il diminuire della frequenza e ciò
delle correnti che interagiscono con il campo significa che, a parità di tensione, la corrente
stesso, dando origine alla coppia meccanica. aumenta. E se non si riduce la tensione di ali-
Ovvero a quella forza, applicata tangenzialmen- mentazione, il motore può assorbire troppa cor-
te ad una circonferenza, che mette in movimen- rente, con serio pericolo di guasti. Ma se non si
to il rotore ed il relativo carico meccanico, co- scende troppo con la frequenza e non si ali-
me può essere ad esempio una ventola. menta il motore con tensioni elevate, oppure se
Il rotore, del tipo a gabbia di scoiattolo, è costi- si inserisce una resistenza di limitazione in se-
tuito da un avvologimento in cortocircuito, im- rie, i motori di tipo bifase possono essere abbi-
merso in un nucleo di forma cilindrica di ferro nati al convertitore presentato in queste pagine.
opportunamente trattato, in modo da attribuire Nei motori trifase l'alimentazione deve avvenire
al tutto semplicità costruttiva e robustezza. con una tema di tensioni sfasate di 120°, ma i
Questi motori tendono a ruotare in sincronismo livelli di potenza e la complessità circuitale ren-
con il campo magnetico generato. Se ne deduce dono meno facile la soluzione del problema già
che il numero di giri compiuto è in funzione risolto per i motori bifase. Anche se in linea di
della frequenza della tensione di alimentazione. principio, mediante l'impiego di due o tre di-
Dunque, per regolare il numero di giri si può spositivi come quello di figura 1, anche i motori
variare la frequenza e questa è la tecnica che trifase possono essere avviati.

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Elettronica Pratica 669


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nel precedente articolo, costituisce una novità dallo stato di luminosità a quello di oscurità, o
assoluta per il nostro periodico e quindi in gra- viceversa, ma scatta durante una diminuzione o
do di suscitare vasto interesse fra tutti i lettori. un aumento di luce, sia grande che piccolo, di
Perché il fotorelè, di cui stiamo per presentare intensità prestabilita dall'operatore e captato da
il circuito e descriverne il funzionamento, con- una fotoresistenza. In pratica, dunque. chi vuole
trariamente a quanto accade negli analoghi di- controllare che la quantità di luce diffusa in un

Il comportamento elettrico di questo circuito può essere


brevemente interpretato. Con intervento manuale lo si tara su
qualsiasi valore di luminosità ambientale che, aumentando o
diminuendo anche di poco, sensibilizza un relè.

670 Elettronica Pratica


Fotorelè

determinato ambiente rimanga sempre la stes- cherà un valido sistema di allarme alquanto
sa, deve utilizzare questo semplice modulo elet- economico, che ogni dilettante è certamente
tronico, regolarlo su una precisa soglia di inter- nelle condizioni di costruire. Dato che il modu-
vento e collegare, sui terminali disponibili di un lo pilota, quello sulle cui uscite si possono ap-
relè, qualsivoglia apparato informatore. Pertan- plicare i vari apparati utilizzatori, necessita, per
to, un tale progetto, oltre che risolvere un buon il suo cablaggio di un piccolo trasformatore a
numero di problemi a livello hobbystico, potrà bassa potenza, di un comunissimo integrato, un
fornire le sue prestazioni anche nel settore in- relè, un potenziometro e pochi altri componen-
dustriale, dove sarà possibile realizzare un rigo- ti.
roso controllo della stabilità luminosa nelle ser-
re, di quella degli impianti di allevamento di vo-
latili od altre specie di animali e, ancora, nei la- CIRCUITO DEL FOTORELÉ
boratori fotografici, di chimica e fisica. Inoltre,
ricordando che il dispositivo può essere ma- Il progetto completo del fotorelè è pubblicato
nualmente sensibilizzato in massima misura, ov- in figura 1. In esso le linee tratteggiate racchiu-
vero entro limiti ristrettissimi di variabilità di lu- dono quella parte circuitale che va cablata su
ce, questo avvertirà pure lo spostamento di una basetta di supporto, mentre tutti gli altri
un'ombra, come ad esempio quella di persona elementi rimangono al di fuori del modulo elet-
malintenzionata o, più semplicemente, di ani- tronico. Questi sono rappresentati dalla fotore-
male in fuga e quindi, se ben installato, identifi- sistenza FR, dal potenziometro R 1 e dagli ap-

Elettron ica Pratica 671


Fotorelè

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672 Elettronica Pratica


Fotorelè

Il
T1

Fig. 2 - Cablaggio del modulo elettronico del fotorelè realizzato su basetta supporto con cir-
cuito stampato. In posizione esterna rimangono la fotoresistenza ed il potenziometro di re-
golazione della soglia di scatto del relè. I trlmmer R2 ed R4 sono muniti di duerotelle che
facilitano la regolazione resistiva.

parati utilizzatori, quali i segnalatori ottici ed tente tramite i vari comandi. Appena l'intensità
acustici, gli interruttori di avviamento elettrico di luce subisce una variazione positiva o negati-
o di interruzione di una alimentazione ed altro va, il relè RL viene sensibilizzato e i contatti di
ancora. utilizzazione si chiudono o, meglio, mutano la
Il circuito di figura 1 rimane allo stato di riposo loro posizione naturale.
quando la fotoresistenza FR viene colpita da Il trirnmer R2 regola il punto di lavoro del cir-
quantità di luce prefissata manualmente dall'u- cuito, ovviamente assieme al potenziometro Rl,

Elettronica Pratica 673


otorele

Flg. 3 - Disegno in grandezza reale del circuito


stampato che il montatore deve riportare su una
delle due facce di una basetta supporto, di mate-
16-@ 7 ... riale isolante, di forma rettangolare, delle dimen-
sioni di 7,5 cmx8 cm.
1

che rappresenta il comando di regolazione fine. via, anche le forti variazioni delle condizioni di
Il trimmer R4, invece, consente di stabilire l'en- illuminazione e di temperatura, possono richie-
tità dell'amplificazione dei segnali effettuata dere qualche ritocco nella taratura del trimmer
dall'integrato ICl. R2.
L'elemento sensibile alla luce va individuato
nella fotoresistenza FR la quale, come è risapu-
to, è costruita con materiale semiconduttore. L'INTEGRATO OPERAZIONALE
Questo, in presenza di luce esterna, diminuisce
la propria resistenza, mentre al buio la aumenta L'integrato ICl è qui rappresentato da un mo-
sino al valore di alcuni megaohm. dello contenente un singolo amplificatore ope-
Nel circuito di figura 1, in presenza di luce, la razionale. È di tipo economico e assai diffuso
resistenza di FR si riduce ad alcune centinaia di anche tra i principianti, la sua sigla è A741.
ohm e la tensione, valutata sul punto 2 del par- L'operazionale, pur essendo nato alcuni decen-
titore di tensione, fra + 12 Vcc e -12 Vcc, au- ni or sono, permette la realizzazione di circuiti
menta. estremamente precisi e si rivela addirittura esu-
Il partitore di tensione ora menzionato è com- berante in questa applicazione, nella quale vie-
posto da FR- R1- R2. ne impiegato soprattutto per il basso costo e la
Riassumendo, gli aumenti di luminosità costrin- semplicità d'uso. Le sue prestazioni sono corre-
gono la tensione sul punto 2 ad avvicinarsi sem- late alla struttura interna, che è composta da
pre più al valore di + 12 V cc, le diminuzioni di uno stadio d'ingresso differenziale, sensibile
luce fanno scendere la tensione sul cursore di soltanto, entro ampi limiti, alla differenza delle
R 1 verso i valori negativi di - 12 Vcc. tensioni presenti sulle due entrate e non a quel-
Il trimmer R2 deve essere tarato ogni volta che la applicata ad entrambe, comunemente chia-
si cambia modello di fotoresistenza, allo scopo mata tensione di modo comune.
di compensare il valore resistivo caratteristico Lo stadio d'ingresso di ICl pilota un altro sta-
del componente utilizzato ed agevolare le rego- dio intermedio, dotato di un elevatissimo gua-
lazioni del potenziometro Rl. In pratica, tutta- dagno in tensione, che ne assicura uno com-

674 Elettronica Pratica


Fotorelè

R8 R9

T
p
Fig. 4 - Esempio di voltmetro per il rilevamento
della tensione di O V sul piedino d'uscita dell'in-
tegrato. Il trlmmer R9 regola la sensibilità del mi-
croamperometro A, la resistenza R8 protegge il uA
dispositivo. I valori resistivi sono: R8 = 10.000
ohm; R9 = 47.000 ohm.

plessivo, comune a tutto l'operazionale. come ad esempio accade durante lo sfarfallio di


A sua volta, lo stadio intermedio comanda quel- una lampada, conviene inserire un condensato-
lo finale, a simmetria quasi complementare, di re ceramico o plastico, del valore capacitivo di
tipo push-pull, ovvero in condizioni di erogare o 100.000 pF - 25 VI o più, tra i piedini 2 e 3 di
assorbire corrente, con l'attitudine a governare ICl.
carichi fino a 15 mA +20 mA, abbassando ad Per rallentare ulteriormente la velocità di inter-
un centinaio di ohm l'impedenza di uscita a spi- vento del fotorelè, basta aumentare ancora la
ra aperta. capacità del condensatore ora menzionato.
Collegando l'uscita di ICl, identificabile sul pie-
dino 6, con l'ingresso invertente (piedino 2) tra-
mite una resistenza (R5 + R4), si realizza una IL RELÈ
controreazione in tensione, che riduce il guada-
gno in volt al valore desiderato, rendendolo in- Il relè RL lavora sia con tensioni positive che
dipendente dalle variazioni di temperatura, di negative. Più precisamente, quando la luce di-
frequenza e dal modello di A741 impiegato, minuisce, viene sensibilizzato dalle tensioni po-
almeno entro certi limiti e a bassa frequenza. sitive, quando la luce aumenta rimane eccitato
Ma nel nostro progetto il guadagno rimane sta- dalle negative, ma sempre da correnti continue.
bilito solamente dal rapporto: Ecco perché il modello va scelto fra quelli per
correnti continue, i quali solitamente sono
G = R4 + R5 sprovvisti di magneti permanenti e scattano sia
R3 con tensioni positive che negative, ma continue.
Quello da noi prescritto è un relè da 12 Vcc,
ovvero dai valori assegnati alle resistenze esterne. caratterizzato da una resistenza da 500-: 600
Diminuendo la resistenza nel trimmer R4, dimi- ohm.
nuisce il guadagno, perché aumenta la contro- Gli apparati utilizzatori vanno collegati sui mor-
reazione in tensione ed il circuito diventa meno setti contrassegnati con i numeri 4 - 5 - 6 nello
sensibile, ma anche meno critico alle variazioni schema elettrico di figura 1.
sia di luce che di temperatura. In ogni caso,
conviene sempre regolare R4 per il minimo
guadagno necessario in ogni specifica applica- L'ALIMENTATORE
zione.
Negli ambienti elettricamente rumorosi, oppure L'alimentazione del circuito del fotorelè è deri-
quando non si voglia rendere il dispositivo trop- vata dalla rete luce per mezzo di un piccolo tra-
po sensibile alle variazioni rapide di luminosità, sformatore da pochi watt, del tipo di quelli uti-
Elettronica Pratica 675
Fotorelè

TESTER

T
p

Fig. 5 - Altro esempio di voltmetro per la misura della tensione presente sul piedino 6 di IC1.
Il ponte di diodi è composto da quattro semiconduttori di tipo 1N914; il tester è commutato
nella funzione voltmetrica in continua e sulla scala di 15 Vcc.

lizzati per far funzionare i campanelli sulle por- sibilizzarlo. Tutto dipende quindi dalla posizio-
te di casa. ne attribuita ai cursori di Rl ed R4, in relazione
L'avvolgimento primario di T1 è quindi dimen- con una certa quantità di luce ambientale.
sionato per la tensione alternata di 220 V, quel- Le piccole variazioni di tensione da O V verso i
lo secondario invece riduce la tensione di rete + 12 Vcc o i 12Vcc vengono amplificate dal-
al valore di 12 Vca. Su questo poi viene collega- l'integrato che, per mezzo della regolazione ef-
to un circuito di tipo a raddoppio di tensione a fettuata con il trimmer R4, le eleva ai valori ne-
due semionde, che fornisce la tensione di + 12 cessari per far scattare il relè.
Vcc al piedino 7 dell'integrato ICI e quella di Per usi continuati del fotorelè, conviene inseri-
-12Vcc al piedino 4 dell'integrato. re, in serie con l'avvolgimento primario del tra-
Con questo sistema di alimentazione, l'entrata sformatore di limentazione
a T1, un fusibile di
non invertente di ICI, riscontrabile sul piedino tipo ritardato da O, 1 A - 250 V ca.
3, rimanendo collegata con il punto centrale
dell'alimentatore, assume valore O V, stabiizza-
to dalla presenza dei due diodi zener DZ 1 - MONTAGGIO
DZ2. Ma alla tensione di O V viene a trovarsi
pure l'uscita di ICI, ovvero il piedino 6. Dun- Il cablaggio del circuito del fotorelè si realizza
que, sui terminali del relé RL, potendosi misu- su una basetta supporto con circuito stampato,
rare O V da una parte e O V dall'altra, non vi è il cui disegno in grandezza reale è pubblicato in
alcuna differenza di potenziale ed il relè rimane figura 3.
diseccitato. La basetta, di forma rettangolare e delle dimen-
Soltanto quando sul piedino 2 di ICI, rappre- sioni di 7,5 cm x 8 cm, deve essere di bachelite
sentativo dell'entrata invertente, si presenta una o vetronite, indifferentemente. Su di essa i vari
tensione positiva, l'uscita diventa negativa e vi- componenti vanno applicati nell'ordine illustra-
ceversa, provocando quella differenza di poten- to in figura 2, mentre il potenziometro di rego-
ziale, sui terminali del relè, necessaria per sen- lazione fine della sensibilità circuitale Rl e la
676 Elettronica Pratica
Fo torelè

FR

I '
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o
i T
CIRCUITO
ELETTRONICO

5
Cl
6
a

RETE
UTILIZZ 220V

Fig. 6 - Piano costruttivo completo del fotorelè che, in sede di applicazione pratica, può es-
sere inserito in apposito contenitore, fissando sulla faccia anteriore il potenziometro R1.

Elettronica Pratica 677


fotoresistenza FR vengono montati in posizioni importa invece che questi rimangano ben isolati
esterne, come segnalato nello schema pratico fra loro.
completo di figura 6. Ulteriori raccomandazioni vanno rivolte a colo-
Ovviamente, a cablaggio ultimato, il modulo ro che, trovandosi alle prime armi con l'elettro-
elettronico potrà essere inserito in adatto con- nica applicata, debbono montare componenti
tenitore, che renda facilmente raggiungibili i polarizzati, quali i condensatori elettrolitici, i
due trimmer R2 ed R4, mentre il perno del po- diodi al silicio e quelli zener, che debbono esse-
tenziometro, munito di apposita manopola di re collegati nel rispetto delle loro polarità.
comando, potrà apparire sul lato frontale del
contenitore. Per la fotoresistenza, invece, si de-
ve provvedere ad appropriata installazione nel MESSA A PUNTO E TARATURA
punto più adatto al rilevamento delle variazioni
di luce. Siamo ora giunti al momento in cui dobbiamo
Ai principianti ricordiamo che per FR si può interpretare il motivo della presenza, nel pro-
utilizzare una qualsiasi fotoresistenza e questo è getto di figura 1, dei due terminali contrasse-
il motivo per cui, nell'elenco dei componenti, gnati con le lettere T - P, segnalati in prossimità
non è stato prescritto un determinato modello. dell'uscita (piedino 6) dell'integrato ICl. Ebbe-
In ogni caso, poiché non si tratta di elemento ne, questi due punti servono per l'inserimento
polarizzato, l'ordine di collegamento dei con- di un voltmetro a zero centrale, che può essere
duttori non assume alcuna rilevanza tecnica; quello di figura 4 o l'altro di figura 5, ma en-

678 Elettronica Pratica


Fo torelè

trambi in grado di effettuare la semplice taratu- lizzato. E se le variazioni luminose sono quasi
ra della tensione fra i punti menzionati, agendo impercettibili dall'occhio dell'operatore, allora,
sul potenziometro R1 e sul trimmer R2. per eccitare il dispositivo, occorre intervenire
In pratica, uno dei due strumenti di misura, sul trimmer R4, aumentandone il valore resistivo.
pubblicato nelle figure 4 e 5, vanno applicati sui Concludiamo ricordando che il voltmetro di fi-
punti T e P e con questi si verifica che, nello gura 4 si costruisce servendosi di uno strumento
stato di riposo circuitale, in presenza di una cer- ad indice a zero centrale (A), la cui sensibilità
ta quantità di luce da tenere sotto controllo, la viene regolata per mezzo del trimmer R9 da
tensione sia di O V. Se così non fosse, si inter- 47.000 ohm, mentre la resistenza di protezione
viene sui due regolatori R1-R2 in modo da ot- assume il valore di 10.000 ohm (R8).
tenere la condizione elettrica citata. L'altro sistema di misura della tensione, pubbli-
Questo elementare intervento di taratura è pu- cato in figura 5, prevede l'impiego di un tester,
re utilissimo per sapere in che punto sta lavo- commutato nella funzione voltmetrica in conti-
rando l'integrato ICl. nua, munito di ponte raddrizzatore a diodi al si-
In sede di collaudo si noterà che, ad ogni picco- licio di tipo 1N914. Lo strumento va posiziona-
la variazione di luce, il relé RL rimane sensibi- to sulla portata di 15 V cc fondo-scala.

MANUALE DEL PRINCIPIANTE ELETTRONICO


L'opera è Il frutto dell'esperienza pluridecenna-
le della redazione e dei collaboratori di questo
periodico. E vuol essere un autentico ferro del
mestiere da tenere sempre a portata di mano,
una sorgente amica di notizie e informazioni,
una guida sicura sul banco di lavoro del dilet-
tante.
Il volumetto è di facile e rapida consultazione
per principianti, dilettanti e professionisti. Ad
esso si ricorre quando si voglia confrontare la
esattezza di un dato, la precisione di una for-
mula o le caratteristiche di un componente. E
rappresenta pure un libro di testo per i nuovi
appassionati di elettronica, che poco o nulla
sanno di questa disciplina e non vogliono ulte-
riormente rinviare il piacere di realizzare i proget-
ti descritti in ogni fascicolo di Elettronica Pra-
tica.
Tra i molti argomenti trattati si possono men-
zionare:
Il simbolismo elettrico - L'energia elettrica - La
tensione e la corrente- La potenza- Le unità

L. 20.000 di misura - I condensatori- I resistori - I diodi


- I transistor - Pratica di laboratorio.
Viene inoltre esposta un'ampia analisi del prin-
cipali componenti elettronici, con l'arricchimento
Edito in formato tascabile, a cura della di moltissimi suggerimenti pratici che, al dilet-
Redazione di Elettronica Pratica, è com- tante, consentiranno di raggiungere Il successo
posto di 128 pagine riccamente illustrate fin dalle prime fasi sperimentali.
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""" " r- +·iM '

Elettronica Pratico 679


RECUPERO
BATTERIE i-cd

Le batterie al nichel-cadmio, ovvero i piccoli ac- Al punto che, come suggerisce la tecnica di
cumulatori ricaricabili, che attualmente l'indu- pronto intervento, debbono essere rimossi, get-
stria inserisce in molte apparecchiature elettro- tati via e sostituiti con elementi nuovi. Tuttavia,
niche, in funzione di alimentatori supplementa- prima di intervenire in questo senso, chi si oc-
ri, come ad esempio i videoregistratori, le vi- cupa di elettronica, sia pure in misura dilettan-
deocamere, i computer, gli antifurti, taluni gio- tistica, deve accertarsi che la batteria sia vera-
chi elettronici e moltissimi altri dispositivi, pos- mente fuori uso e che nulla si possa fare per ri-
sono subìre dei danni e diventare inutilizzabili. pristinarne il funzionamento. Anche perché gli

Basta un semplicissimo dispositivo di prova, controllo e richiamo


funzionale dell'elettrolita dei piccoli accumulatori, per decidere
se questi sono definitivamente danneggiati o meritevoli di
rinvigorimento elettrico.

680 Elettronica Pratica


Recupero batterie Ni- Cd

Prima di gettarle, verificate se si possono recuperare.

A volte qualche semplice intervento può ripristinarne il funziona-


mento.

accumulatori al nichel-cadmio, finché sono ni d'usèita multiple di quella di 1,2 V di un uni-


composti da un insieme di singoli componenti, co componente, vale a dire di 2,4 V-3,6V-4,8
non incidono sensibilmente sul costo di eserci- V-6V-7,2V-8,4V-9,6V- 10,8 V-12V,
zio delle apparecchiature elettroniche, ma allora l'accumulatore risultante viene a costare
quando l'alimentatore è rappresentato da un alcune decine di migliaia di lire, con un peso
"pack", cioé da un assemblaggio di più batterie economico che non tutti sono disposti a soppor-
rinchiuse in un contenitore sigillato, con tensia- tare. Dunque, in questo articolo, il lettore verrà

Elettronica Pratica 681


Recupero batterie Ni - Cd

edotto sul modo di verificare lo stato reale e


Il non soltanto apparente delle batterie ricaricabi-
li, con l'invito ad effettuare alcune operazioni di
+ ripristino dei componenti prima della drastica
decisione di eliminarli per sempre.
0
c
..._ CAUSE DI DETERIORAMENTO
B )
Vediamo ora di elencare le principali cause che
o
....... conducono le batterie al nichel-cadmio alla de-
c
o
gradazione funzionale. Owiamente facendo ri-
ferimento soltanto a questi tipi di accumulatori
e non a quelli al piombo dotati di elettrolita li-
0 quido, o agli altri attualmente in commercio,

1 come i "gel" o i "drift".


Possiamo dire che le maggiori cause che provo-
cano la messa fuori uso delle batterie si riassu-
mono in quattro punti:
Fig. 1 - Quando sui morsetti dell'accumulatore non si
misura alcuna tensione, conviene effettuare la prova 1°- Inutilizzo per lungo tempo.
qui suggerita, che consiste nel cortocircuitare per un
attimo la batteria tramite un conduttore del diametro
di 2+3 mm.

INT

\
-
+ BATT
B 8 IN V.
e

Fig. 2 - Questo sistema di tentata riattivazione di una Fig. 3 - Un altro sistema di tentativo di rigenerazione
batterla può dare risultati favorevoli. Il condensatore di una batterla senza tensione consiste nell'alternare
C, di valore elevatissimo, 50.000 F - 36 VI, deve es- le polarità di questa sul circuito di scarica del con-
sere caricato con tensione doppia di quella nomina- densatore elettrolitico.
le dell'accumulatore B e l'interruttore INT. va chiuso
per un attimo.

682 Elettronica Pratica


Recupero batterie Ni - Cd

RV
+

+
e
/
vcc B
e

Flg. 4 - Durante i processi di scariche violente applicate dall'esterno ad una batteria senza
tensione, conviene, di quando in quando, tentare l'operazione di normale ricarica, misuran-
do l'entità della corrente, opportunamente regolata tramite resistenza variabile RV.

2° - Calore prodotto dall'apparato utilizzatore. re recuperato, soprattutto quando le tempera-


3° - Ricarica malamente eseguita. ture raggiunte sono risultate troppo elevate.
4° - Invecchiamento del ciclo vitale.

Le batterie abbandonate a se stesse, senza le GUASTI RILEVABILI


regolari cure di conservazione, oppure quelle
inserite nelle apparecchiature rimaste a lungo Le singole batterie a 1,2 V, oppure i"power pa-
inoperose, tendono ad esaurirsi naturalmente e ck" a tensioni multiple, in precedenza già elen-
a rivelarsi all'utente prive del loro valore di ten- cate, possono offrire all'operatore i seguenti
sione nominale. sintomi:
Il calore è un nemico delle batterie e non solo
di quelle di cui ci stiamo occupando. I fabbri-
canti, infatti, consigliano sempre di conservarle r - La batteria eroga poca energia.
in luoghi freschi ed aerati. Gli apparati elettro- 2°-La batteria non riceve corrente di ricarica.
nici, in cui sono inserite le batterie ricaricabili, 3° - La batteria assorbe troppa corrente.
sono dotati di particolari circuiti interni che 4° - Dopo la ricarica la tensione rimane bassa.
provvedono a ricaricare automaticamente gli 5° -La tensione ai morsetti è nulla.
accumulatori quando la carica di questi dimi-
nuisce. Ma quando tali dispositivi funzionano Nessun sintomo, invece, viene rilevato quando
male o non funzionano del tutto, essi stessi di- le batterie sono in ottimo stato e al loro proces-
ventano la causa dell'impoverimento dell'ener- so di ricarica provvede il "caricatore", in dota-
gia conservata nella batteria, se non proprio zione all'apparato elettronico che l'accumulato-
della distruzione di questa. Perché l'accumula- re alimenta allorché manca l'alimentazione di
tore può surriscaldarsi per una prolungata scari- rete. Dunque, soltanto nei casi ora elencati si
ca, oppure per una carica a corrente troppo ele- può intervenire nei modi qui di seguito descrit-
vata o mantenuta assai a lungo. E questi sono i ti.
casi in cui difficilmente il componente può esse- Consideriamo ora, per primo, il caso citato al

Elettronica Pratica 683


Recupero batterie Ni - Cd

2 51 TESTER

3 $2

a
b
L5 I +
o
+ 53 I +
= I I d,
c1 e ef I B

Fig. 5 - Progetto del dispositivo di rigenerazione delle batterie al nichel-cadmio completa-


mente scariche o semiscariche. Il tester deve essere commutato nelle funzioni amperometri-
che.

OM I
/ = 12 V-0,3 A (lampadina)
c1 = 50.000 F - 36 VI (elettrol.) L5
D1 = 5 A- 100 V (diodo al silicio) s1 = comm. (1 via-3 posiz.)
L1 = 24 V-5 W (lampadina) s2 = interrutt.
L2 = 12 V-0,3 A (pisello) S3 = comm. (1 via - 5 posiz.)
L3 = 6 V- 150 mA (pisello) T1 = trasf. (220 Vca - 24 Vca
L4 = 6 V- 50 mA (pisello) 30W)

punto quinto, che è il più frequente fra tutti gli carica interni vengano rimossi e l'elettrolita ri-
altri. prenda a funzionare.
Quando sui morsetti della batteria non si misu- Più fruttuoso può divenire il sistema di inter-
ra alcun valore di tensione, questa può essere vento di figura 2, che consiste nel cortocircuita-
internamente in cortocircuito, oppure può risul- re la batteria su un condensatore elettrolitico
tare completamente priva di energia. Ebbene, ben carico a tensione doppia di quella dell'ac-
prima di eliminare il componente, conviene sot- cumulatore. L'interruttore INT. va chiuso per
toporlo all'operazione suggerita in figura 1, la un attimo. La scarica può distruggere i piccoli
quale consiste nel cortocircuitare per un attimo contatti di cortocircuito interno ed avviare il
i due morsetti, con il proposito che i residui di processo di rigenerazione dell'elettrolita.

684 Elettronica Pratica


Recupero batterie Ni - Cd

TESTER
I

Fig. 6 - Piano costruttivo dell'apparato di analisi e ripristino dei piccoli accumulatori talvolta
apparentemente scarichi. Tutti i conduttori debbono rimanere ben Isolati dal metallo del co-
perchio di chiusura del contenitore.

Le prove fin qui descritte vanno ripetute più batterie al nichel-cadmio teoricamente suggeri-
volte e se ancora non dovessero sortire alcun te nelle figure 1-2-3-4.
esito positivo, allora si potrà tentare la prova Il trasformatore Tl è dotato di avvolgimento
suggerita in figura 3, che consiste nell'inserire la primario a 220 Vca e di avvolgimento seconda-
batteria con le polarità invertite, per poi ripe- rio con valore massimo di 24 V ca, ma dotato di
terle a polarità regolare. Ma tra un intervento e prese intermedie a 18 Vca - 12 Vca - 6 Vca.
l'altro, conviene controllare se la batteria è in Queste tensioni servono per intervenire, rispet-
grado di ricevere la carica, misurandone la cor- tivamente, su batterie a 12 V-8 : 10V-4,8
rente nel modo segnalato in figura 4. 8V- 1,2: 3,6 V, ricordando, ad esempio,
Le prove ora elencate assumono ovviamente si- che il valore di 12 Vca diventa di 33,6 Vcc, per-
gnificato teorico, dato che per eseguirle occorre ché:
approntare un semplice dispositivo con il quale
poter agire in ogni modo e che il dilettante po- 24 Vca x 1,4 = 33,6 Vcc
trà conservare nel proprio laboratorio.
La selezione delle tensioni presenti sull'avvolgi-
mento secondario di Tl si ottiene tramite uno
STRUMENTO DI CONTROLLO spinotto da innestare su quattro boccole diverse
e opportunamente contrassegnate.
Il progetto pubblicato in figura 5 consente di Il diodo al silicio D1 rettifica le tensioni alter-
realizzare tutte le prove di rigenerazione delle nate e attraverso la lampada Ll, da 24 V - 5 W,

Elettronica Pratica 685


Recupero batterie Ni - Cd

RETE
TESTER
4
2 @ @
?
P'SI
INCL.~ESCL■
s2
-

e
+
24 18
@
a"
@" Fig. 7 • Pannello frontale dello strumento di
53 controllo e ripristino delle batterie ricaricabili
al nlchel-cadmio, che debbono essere appli-
cate sui morsetti presenti a destra del conte-
nitore secondo le loro esatte polarità.

provvede a caricare il condensatore elettrolitico MONTAGGIO


Cl, di capacità elevatissima: 50.000 F - 36 VI.
In commercio si può facilmente acquistare un L'apparecchio di controllo ed eventuale ripristi-
tale componente, ma il suo prezzo si aggira in- no del funzionamento delle pile ricaricabili si
torno alle 30.000 --,- 40.000 lire. Per spendere costruisce secondo quanto illustrato nel piano
molto meno, quindi, conviene comporre un col- di cablaggio di figura 6, servendosi di un conte-
legamento in parallelo di più condensatori, per nitore metallico, sul cui pannello di chiusura
esempio cinque elettrolitici da 10.000 F cia- vengono applicati quasi tutti i componenti. I
scuno, che dovranno essere del tipo a morsetti due morsetti per l'applicazione delJe batterie ed
e non di quelli a reofori filari. il trasformatore Tl, infatti, rimangono fissati sui
La lampada L1 si accende soltanto per il breve due fianchi opposti del mobiletto.
tempo in cui Cl si carica, poi si spegne. Come si può notare, per Cl è stato montato un
I conduttori disegnati con linee grosse nere se- solo componente, ma in sostituzione di questo
gnalano la presenza di quei conduttori che deb- converrà comporre un parallelo di cinque ele-
bono avere un diametro di almeno 2 --,- 3 mm. menti da 1.000 F - 36 VI o, meglio, 50 VI, on-
Il commutatore S1 consente di applicare alla de evitare l'inserimento di troppe resistenze in
batteria B tre diversi valori di correnti di ricari- serie.E se questi sono del tipo a bassa resisten-
ca. za in serie, si possono utilizzare i modelli con
Il commutatore S2, che in pratica è rappresen- terminali da saldare. Ma in ogni caso è impor-
tato da un interruttore, provvede ad inserire lo tante che il loro collegamento con il commuta-
strumento di misura della corrente di ricarica, tore S3 venga effettuato tramite conduttori di
oppure a cortocircuitarlo. grossa sezione.
Infine, il commutatore S3 è quello con il quale Quello riprodotto in figura 6 è un modello do-
si conducono le prove che più avanti verranno tato di morsetti, sui quali si realizzano le salda-
descritte. ture a stagno.
Questo componente, essendo interessato da
correnti anche di forte intensità, deve essere di
tipo adatto a tale scopo, ovvero in grado di sop- PROVE PRATICHE
portare commutazioni di potenza a bassa ten-
sione ma di alcune decine di ampere, possibil- Prima di descrivere le singole operazioni di pro-
mente anche di centinaia di ampere, soprattutto va, carica, ricarica e scarica delle batterie, ricor-
per le posizioni "e" e "d". diamo che è sempre conveniente controllare la
In sostituzione di questo componente, si posso- temperatura degli accumulatori, che non deve
no utilizzare interruttori da 50 A ed anche più, mai superare i 60°C --;- 70°C interni, altrimenti
collegando eventualmente in parallelo i contatti occorre sospendere le prove per un'ora o due,
in esubero. lasciando riposare e raffreddare l'elemento.
686 Elettronica Pratica
Recupero batterie Ni- Cd

Supponiamo ora di disporre di una batteria sen- "d", ma senza mai tornare su "e".
za segni di vita. Ebbene, la prima operazione Volendo aumentare la corrente di carica, occor-
consiste nell'innestare lo spinotto nell'apposita re intervenire su Sl, dove le tre lampadine L2-
boccola, tenendo conto di quanto detto in pre- L3- L4 rappresentano altrettante resistenze di
cedenza a proposito delle tensioni degli accu- limitazione e sono di tipo a pisello.
mulatori. Quindi si posiziona Sl in "l" ed S3 in
"a". Si chiude S2 e si applica la batteria sugli
appositi morsetti. BATTERIE SEMISCARICHE
L'interruttore S2 va chiuso se si elimina il te-
ster, ma va aperto qualora si desideri leggere, Le operazioni di recupero fin qui descritte, so-
sulla scala dello strumento, in funzione di am- no state tutte effettuate su batterie apparente-
perometro, la corrente in transito. mente fuori uso. Ma può capitare, assai fre-
Ora si commuti S3 su "b" e poi rapidamente su quentemente, il caso di accumulatori semiscari-
"d", con lo scopo di cortocircuitare la batteria. Per chi. Per esempio, una batteria da 12 V cc può
questa seconda operazione bastano dieci secondi. segnalare la tensione di 9 V cc, che il normale
Successivamente si commuti S3 in "b" per con- procedimento di ricarica non è in grado di ri-
trollare con l'amperometro (S2 aperto), se la portare al valore di 12 Vcc.
batteria assorbe corrente, dapprima di piccola In questi casi, per ricondurre la batteria alle ori-
intensità e poi sempre più forte. Se ciò avviene, gini, si commuta S3 sulle posizioni "c" e "d",
il successo è a portata di mano. Viceversa, se mai su "e". Le due scariche, quella più lenta at-
l'amperometro non segnala alcun passaggio di traverso la posizione "c" e l'altra rapida su "d",
corrente, allora si deve commutare S3 su "e", dopo aver commutato Sl in "3", rappresentano
per sottoporre la batteria ad una carica ultrara- la cura migliore per distruggere la "memoria",
pida e con corrente elevatissima, perché tutta a tensione inferiore, rispetto a quella nominale,
l'energia incorporata da Cl si riversa sull'accu- delle batterie semiscariche, assunta dall'elettro-
mulatore. lita.
Questa manovra serve per raggiungere due scopi: Quando si utilizzano correnti forti, anche le
lampadine collegate su S 1 fanno più luce e vice-
r°- Fondere eventuali cortocircuiti interni. versa. Ma queste non vengono osservate dall'o-
2° - Rimettere al lavoro l'elettrolita. peratore, perché rimangono all'interno del con-
tenitore dove svolgono la loro funzione. di resi-
Quando Cl si scarica, la lampadina L1 si accen- stenze di limitazione di corrente in serie.
de ed il condensatore torna a caricarsi. Analizzando batterie di grossa capacità, per
Occorre adesso ricontrollare se si verifica il pas- esempio da 10 Ah, la L2 dovrà avere una po-
saggio di corrente attraverso l'amperometro, tenza di 10 W (12 V - 0,8 A).
dopo aver commutato S3 su "b". Se ciò non ac- Riassumendo: se la batteria dimostra segnali di
cade, l'operazione appena descritta va ripetuta recupero, la corrente segnalata dal tester, anche
alcune volte ad intervalli più o meno lunghi. se irregolare, deve rivelarsi in continuo, costan-
Soltanto se non si manifesta ancora un flusso di te aumento. Ma una volta recuperata, la batte-
corrente, allora si effettua l'ultimo tentativo, in- ria non può ancora considerarsi affidabile, per-
vertendo le polarità della batteria e commutan- ché occorre caricarla e scaricarla rapidamente
do S3 su "e" e poi reinserendo l'accumulatore almeno un paio di volte. Successivamente, dopo
nel verso giusto e portando S3 su "b". l'ultima carica, la si deve lasciare inoperosa per
Se la corrente non passa ancora, la batteria è da cinque o sei giorni per poi rimetterla alla prova.
buttare, ma se lo strumento offre qualche pic- Questi ultimi accorgimenti servono a scongiura-
cola indicazione, con spostamenti in avanti e al- re la presenza di correnti di autoscarica.
l'indietro dell'indice, poi costantemente in Ricordiamo che le batterie da 4 Ah, se ben cari-
avanti, allora le speranze si rinnovano. pertanto, che, possono erogare correnti di scarica istanta-
raggiunta la corrente di carica normale, si lasci nea o di cortocircuito fino a 100 A, con conse-
la batteria sotto tensione per almeno dieci ore. guente surriscaldamento dei conduttori ad esse
Quindi si sposti S3 su "c" e si controlli la scarica applicati. Ecco perché, quando si opera su accu-
nel tempo attraverso la lampadina L5, accele- mulatori di buona potenza, conviene disporre di
rando eventualmente il processo tramite la pinze e cesoie, per non intervenire, in caso di
commutazione, per qualche secondo, di S3 su necessità, a mani nude.

Elettronica Pratica 687


VECCHIE
RADIO
A
VALVOLE

RIATTIVAZIONI
PRELIMINARI
Quando in casa nostra arriva una vecchia radio possibilità di riattivare il regolare comporta-
a valvole, occorre assolutamente resistere alla mento del radioricevitore. Che inizialmente de-
tentazione di infilare la spina nella presa di rete ve essere trattato secondo regole tecniche pre-
per controllare se l'apparecchio funziona o, cise, senza alcuna fretta di ascoltare voci e suo-
quanto meno, se dall'altoparlante escono se- ni i quali, soltanto in un secondo tempo, dopo
gnali di vita. Perché una tale manovra potrebbe precisi ed accurati interventi laboratoriali, di-
condurre a distruzione sicura alcuni componen- verranno intelleggibili e forti come al tempo in
ti o parte del cablaggio, riducendo di molto le cui l'apparato è uscito dalla fabbrica. Pertanto,
la prima operazione da eseguire dopo quelle di
pulizia del mobile e rimozione della polvere,
consiste nell'estrarre totalmente il telaio e l'al-
toparlante dalle loro sedi naturali e riporli sul
I primi interventi, su un vecchio banco di lavoro. E ciò si ottiene togliendo il
radioricevitore a valvole, rimasto pannello di chiusura posteriore, le manopole
frontali innestate sui perni dei potenziometri e
inattivo per lungo tempo, le viti che fissano lo chassis metallico al mobile.
debbono compiersi con grande Le manopole possono essere bloccate mediante
piccole viti, il cui allentamento va fatto con
prudenza e massima cura. Perché adatto cacciavite, ma possono pure risultare in-
da questi dipende, in larga filate nei rispettivi perni tramite pressione ma-
misura, il buon funzionamento nuale. In ogni caso occorre far attenzione a non
danneggiarle nel rimuoverle, perché l'eventuale
dell'apparecchio. sostituzione con altre più moderne pregiudiche-
rebbe il valore e l'originalità della vecchia radio

688 Elettronica Pratica


Riattivazioni preliminari

Primi interventi Trasformatore d'alimentazione

Condensatore variabile Antenna-Terra

Ca m biotensione Tensioni di collaudo

a valvole che, una volta sistemata sul tavolo del buiti i vari componenti rimane press'a poco lo
laboratorio dilettantistico, assume un aspetto stesso. Perché le valvole, normalmente, sono in
tecnico esteriore simile a quello del ricevitore numero di cinque o sei nel caso sia presente
presentato in figura 1 e nel quale gli elementi l'occhio magico, il trasformatore d'alimentazio-
che richiedono una prima osservazione, con ne è uno soltanto, le medie frequenze sono
eventuale controllo strumentale, sono segnalati due, mentre appare montato un solo condensa-
mediante frecce regolarmente numerate. tore variabile. Dunque, ogni operazione di con-
E ovvio che non tutte le vecchie radio a valvole trollo o di riparazione viene riferita al modello
assomigliano perfettamente a quella pubblicata di figura 1, nella convinzione che queste possa-
in figura 1, ma il concetto con cui sono distri- no facilmente estendersi agli apparati anche

Elettronica Praticc 689


Riattivazioni preliminari

Fig. 1- I primi controlli, sul vecchio ricevitore radio a valvole, vanno rlvolti verso gli elementi
qui segnalati mediante frecce: 1 = condensatore varlabile; 2 = scala parlante; 3 = trasfor-
matore d'alimentazione; 4 = cono mobile dell'altoparlante; 5 = condensatori elettrolitici.


'
Fig. 2 - La colorazione scura, nella parte più bassa delle prime due valvole a sinistra, offre
una prima indicazione di buona salute di questi componenti. Le macchie biancastre, Invece,
segnalano l'ingresso d'aria dentro Il bulbo di vetro.

690 Elettronica Pratica


Riattivazioni preliminari

Flg. 3 - Quando la spina ed il cavo di alimentazione appaiono logorati in più punti, in misura
tale da non offrire garanzia di corretto funzionamento, occorre intervenire con piccole ripa-
razioni o con la sostituzione completa dell'elemento. Uno spinotto parzialmente spezzato (a)
genera scintille e surriscaldamento dei conduttori. Una rottura dell'Impugnatura della spina
(b) può diventare pericolosa per l'operatore; consumazione della guaina (c) o vecchie fa-
sciature del cavo (d) vanno attentamente esaminate ed eventualmente riparate.

molto diversi nella struttura reale, ma uguali in ta, naturalmente, un primo superficiale control-
quella concettuale. lo di questi elementi, i cui esami, veri e propri,
vanno condotti in tempi successivi anche con
apposita strumentazione.
PRIMI INTERVENTI Un secondo, attento esame esplorativo deve es-
sere indirizzato verso lo stato funzionale dei ca-
Un primo, immediato sguardo va rivolto alle vi elettrici, in misura particolare di quello di ali-
valvole elettroniche le quali, assai spesso, rivela- mentazione, che può rivelarsi protetto in più
no qualche fenomeno di bruciatura verso il bas- punti con nastro isolante o addirittura privo di
so, in prossimità dello zoccolo, come segnalato guaina avvolgente in altri, come segnalato nei
dalle frecce sulle due valvole a sinistra di figura particolari "c" e "d" di figura 3. Ma anche la
2. Ebbene, quelle apparenti bruciature o, me- 1 spina, dopo tanti anni di servizio, può aver per-
glio, quelle zone scure sul vetro, garantiscono il duto parte della sua integrità, sia negli spinotti
buono stato di questi componenti. Se invece le come nell'impugnatura di materiale protettivo,
macchie, come segnalato nel modello a destra così come indicato nei particolari "a" e "b" del-
di figura 2, appaiono con una colorazione lat- la stessa figura 3. E se i guasti sono gravi, allora
tea, si deve arguire che, all'interno dell'ampolla occorre provvedere alla sostituzione delle parti
di vetro, è entrata dell'aria, che ha reso difetto- danneggiate con altre nuove, onde scongiurare
sa la valvola. il pericolo di cortocircuiti, fiammate o folgora-
L'osservazione delle macchie interne sul vetro zioni.
che racchiude le valvole elettroniche rappresen- Naturalmente, i controlli ora menzionati vanno

Elettronica Pratica 691


Riattivazioni preliminari

Fig. 4 • Le lamine mobili esterne del condensatore


variabile, qui in numero di quattro, possono apparire
leggermente ripiegate in qualche settore. Perché su
queste, in sede di taratura, è intervenuto meccanica-
mente il tecnico, allo scopo di raggiungere certe
condizioni di funzionamento dell'apparecchio radio.

pure estesi al cavetto che congiunge l'altopar- due parti, che vengono pilotate simultaneamen-
lante con il circuito elettrico del ricevitore. te dallo stesso perno di comando. La prima ap-
Sul cono mobile dell'altoparlante, segnalato con partiene alla sezione oscillatrice del ricevitore
il numero 4 in figura 1, può essersi depositato radio, la seconda a quella di sintonia dei segnali
un leggero strato di polvere impastata con va- captati dall'antenna ricevente. Ora, chi osserva
pore acqueo che, nelle abitazioni civili, non attentamente la condizione delle lamine mobili
manca mai. Un tale elemento può aver irrigidi- esterne dei due gruppi, che sono munite di al-
to il cono stesso nella zona anteriore e in quella cune aperture radiali, cioé di tre o più tagli, po-
posteriore, peraltro in parte protetta dal cestel- trebbe notare che una o più d'una delle quattro
lo metallico, privando il componente della ne- lamine, se non solamente un settore di queste,
cessaria elasticità. Occorre dunque provvedere appare leggermente piegato, ovvero non esatta-
in qualche modo alla rimozione di tale agente mente diritto, invogliando il radiotecnico princi-
esterno, con grande delicatezza ed attenzione, piante a raddrizzarlo. Ma una tale operazione
per non provocare incrinature o perforazioni non va assolutamente eseguita, perché certe
della sottile membrana. curvature laminari possono essere state esegui-
te in sede di messa a punto del ricevitore, allo
scopo di raggiungere il perfetto allineamento
IL CONDENSATORE VARIABILE sulla scala parlante.
Concludendo, i tagli praticati sulle quattro lami-
Nelle vecchie radio a valvole, così come in quel- ne mobili laterali del condensatore variabile, se-
le transistorizzate moderne, quando non è uti- gnalate con altrettante frecce nel disegno pub-
lizzato l'induttore variabile o il sistema di sin- blicato in figura 4, servono in sede di taratura
tonia a diodi varicap, è presente un condensato- ed un loro mancato allineamento può essere
re variabile, isolato ad aria, metallico, di dimen- stato praticato di proposito. Mentre tutte le al-
sioni relativamente grandi e quasi sempre con- tre lamine, sia mobili che fisse, debbono risulta-
cepito come quello riprodotto in figura 4. Que- re assolutamente allineate, in modo che, duran-
sto elemento rimane posizionato in prossimità te la rotazione del perno di comando del com-
degli stadi di alta frequenza, come segnalato in ponente, nessun contatto metallico debba veri-
figura 1, dove il componente è individuato dalla ficarsi fra le parti.
freccia 1. Il controllo del condensatore variabile non deve
Il condensatore variabile di figura 4 è diviso in esaurirsi a quanto ora ricordato, dato che ancor

692 Elettronica Pratica


Riattivazioni preliminari

Fig. 5 - Prima di accendere il vec-


chio ricevitore a valvole, ci si deve
accertare che il cambiotensione sia
commutato sul valore di 220 Vca. CAMBIOTENS.

prima, ci si deve accertare che nessun corpo IL CAMBIOTENSIONE


estraneo sia entrato negli spazi interlamellari,
nemmeno la polvere e che la carcassa metallica, Al tempo in cui l'industria radiotecnica produ-
unitamente al perno di comando e alle lamine ceva i ricevitori radio a valvole, la tensione del-
mobili risultino in contatto elettrico con il te- l'energia elettrica, distribuita su tutta la rete na-
laio, tenendo conto che la continuità della linea zionale, poteva variare entro i limiti di 110 V ca
di massa può essere garantita dalle viti di fissag- e 220 V ca. Contrariamente a quanto accade ora
gio del componente, oppure tramite conduttore che i valori sono stati unificati e normalizzati
saldato sulla apposita linguetta (capocorda) di dappertutto sulla misura di 220 Vca. Per quel
massa. motivo, quindi, gli apparati radioriceventi erano

Fig. 6 - Modelli di cambiotensione di tipo rotativo,


nel, q,uali Il valore della tensione applicato alla radio
rimane segnalato attraverso una finestrella.

Elettronica Pratica 693


Riattivazioni preliminari

RETTIr.

Boc:c.oLA DI
TERR

TRRSE.

VALVOLA
RETTI f. CAMBI0-
TENSIONE

+
COND. LP INT.

BOCCOLA
DI TERRA

Fig. 7-Nel disegno in alto si nota la posizione usuale del cambiotensioni; in basso è pubbli-
cato lo schema elettrico dello stadio alimentatore del ricevitore radio a valvole e, In partico-
lare, quello teorico del cambiotensione.

694 Elettronica Pratica


Riattivazioni preliminari

FILO TENNP

Flg. 8 - Prima di far funzionare l'appa-


recchio radio, si deve applicare, sulla
boccola contrassegnata con la lettera
A, uno spezzone di filo di rame, della PRE5 NT.
lunghezza di cinque metri circa, isolato
dal muro del locale in cui si lavora, con
la funzione di antenna.

dotati di un particolare componente, chiamato cambiotensione rimane simboleggiato con un


"cambiotensione", che permetteva di adattare archetto, disegnato in prossimità del terminale
ogni apparecchio al valore di tensione presente a 220 Vca dell'avvolgimento primario del tra-
nelle località in cui era destinato a funzionare. sformatore di alimentazione. Quell'archetto
Un tale elemento, di solito, appariva montato può essere spostato a piacere dalla presa a 220
nella parte posteriore del telaio, esattamente Vca, sulla quale appare innestato nello schema
nella zona circuitale dove era cablato lo stadio teorico, ad ogni altra presa relativa alle tensioni
di alimentazione. La sua conformazione co- locali d'esercizio.
struttiva poteva essere quella di figura 5 o l'al- È ovvio che, durante le fasi iniziali di esame
tra di figura 6. dello stato del vecchio ricevitore a valvole e in
L'adattamento, mediante il cambiotensione di quelle immediatamente successive di riattiva-
figura 5, si otteneva spostando l'apposita spinet- zione delle varie parti componenti, il tecnico re-
ta sulla presa corrispondente alla tensione di stauratore deve controllare, con una certa im-
rete. mediatezza, se il cambiotensione è regolarmen-
Con quelli di figura 6, il posizionamento si otte- te commutato sulla tensione di 220 Vca, perché
neva tramite rotazione di una manopolina di in caso contrario, al momento dell'accensione
comando che, attraverso una piccola finestra, dell'apparecchio, la radio può subire danni gra-
consentiva di leggere il valore della tensione in vissimi, producendo anche fuoco e fumo ed
cui il cambiotensione era commutato. estendendo i guasti all'intero impianto elettrico
Lo schema elettrico di figura 7 interpreta chia- di casa.
ramente la funzione pratica del cambiotensione
che, come è facile notare, agisce direttamente
sull'avvolgimento primario del trasformatore di TRASFORMATORE D'ALIMENTAZIONE
alimentazione, dotato di alcune prese interme-
die, comunemente in corrispondenza con i valo- Il trasformatore di alimentazione delle vecchie
ri delle tensioni di rete di 220 Vca - 160 Vca - radio a valvole è un componente di grosse di-
140 Vca - 125 Vca - 110 Vca. mensioni assai pesante, perché realizzato con
Nello schema elettrico, in basso di figura 7, il pacchi lamellari di ferro e avvolgimenti di filo

Elettronica Pratica 695


Riattivazioni preliminari

E TE
-.

AUTOTRASF. %8,23)
sy° ·{
'cs

LAM.

Fig. 9 - Per controllare se il telaio del ricevitore radio si trova al potenziale elettrico di rete,
basta collegare una lampadina nel modo qui segnalato. Per motivi di sicurezza, inizialmen-
te, il circuito va alimentato con una tensione dimezzata di 110 Vca, derivata da autotrasfor-
matore.

di rame smaltato. Il tutto rimane racchiuso circuito. In pratica, tuttavia, questo interruttore
dentro una corazza metallica, che provvede a non si trova inserito nella zona del trasformato-
stringere i pacchi lamellari e a schermare il re, ma rimane incorporato nel potenziometro di
componente, impedendo l'emissione di onde volume sonoro della radio. Pertanto, nel cablag-
elettromagnetiche a bassa frequenza. gio, uno dei due conduttori del cordone di ali-
In alcuni modelli di apparecchi radio di tipo mentazione e quello proveniente dal terminale
economico, il trasformatore di alimentazione è del trasformatore prossimo al condensatore di
sostituito con un autotrasformatore il quale, rete C.R., raggiungono i due morsetti dell'inter-
purtroppo, non isola elettricamente le fasi della ruttore INT. applicati al componente di con-
rete luce dal telaio metallico, rendendolo peri- trollo audio.
coloso per chi sbadatamente dovesse toccarlo. Gli avvolgimenti secondari del trasformatore di
Lo schema elettrico del trasformatore di ali- alimentazione sono solitamente tre: uno ad alta
mentazione, di tipo più comune, è quello pub- tensione, necessario per alimentare le due plac-
blicato in basso di figura 7, dove con la sigla che della valvola raddrizzatrice, un secondo a
C.R. è segnalata la presenza del condensatore bassa tensione che alimenta il filamento in fun-
di rete e con quella INT. l'esatta posizione elet- zione di catodo della stessa valvola ed infine un
trica dell'interruttore generale della radio, terzo avvolgimento, ancora a bassa tensione,
agendo sul quale si accende o si spegne l'intero ma in grado di erogare una corrente di una cer-

696 Elettronica Pratica


Riattivazioni preliminari

TESTER
IN VOLT
TRSE

VALVOLA
ETTIF. CMI0-
TENSIONE

INT.

BOCCOLA
DI TERA

Fig. 10 - Uno dei primi controlli, da eseguire con il tester commutato nella funzione voltme-
trica in continua, consiste nel valutare la tensione presente sui terminali dei condensatori
elettrolitici.

ta intensità, che alimenta i filamenti di tutte le Nella parte posteriore del ricevitore, come si
rimanenti valvole e le eventuali lampadine di il- può osservare nel disegno di figura 8, esatta-
luminazione della scala parlante (LP). mente sulla sinistra del telaio, sono presenti
Il trasformatore di alimentazione, se di ottima due boccole, sopra le quali possono essere
qualità, non deve riscaldarsi durante il funzio- stampate le lettere A e T, iniziali dei termini
namento della radio, ma soltanto intiepidirsi, Antenna e Terra. Ma il collegamento del con-
ovvero raggiungere una temperatura moderata duttore di terra non è strettamente necessario,
dopo una trentina di minuti dall'accensione del dato che la presenza del condensatore di rete
ricevitore. C.R., già menzionato in precedenza e rilevabile
sulla destra, in basso dello schema teorico pub-
blicato in figura 7, assicura un parziale collega-
ANTENNA· TERRA mento di terra. Serve invece il conduttore di an-
tenna che, durante le operazioni di ripristino
Tra le operazioni preliminari, quelle che antici- del funzionamento del vecchio ricevitore, può
pano la prima accensione di prova della vecchia essere provvisoriamente rappresentato da uno
radio a valvole, va menzionata l'applicazione al spezzone di filo di rame, della lunghezza di tre
ricevitore di una antenna provvisoria ed even- o cinque metri, applicato lungo una parete della
tualmente di un circuito di terra. stanza in cui si lavora, ma isolato dal muro per

Elettronica Pratica 697


Riattivazioni preliminar i

mezzo di alcuni isolatori distanziali. circuito di alimentazione si deve applicare ini-


Chi non è troppo esperto e non sa capire se nel zialmente una tensione dimezzata di 110 Vca.
ricevitore radio è montato un trasformatore o Per ottenere la condizione ora menzionata, si
un autotrasformatore o, più semplicemente, per deve comporre il sistema di alimentazione pro-
motivi di sicurezza strettamente personale, può posto in figura 9, che utilizza un autotrasforma-
realizzare il circuito di figura 9, che consiste nel tore esterno, interposto fra la presa di corrente
collegare, fra il telaio ed un qualsiasi tubo del- e la spina del ricevitore radio.
l'impianto idrico di casa, una lampadina ad in- L'autotrasformatore deve essere caratterizzato
candescenza da 220 V- 100 W. Che dovrà ri- da una presa di entrata a 220 Vca ed alcune
manere spenta, ma che potrà anche accendersi prese d'uscita con tensioni comprese fra i 110
quando il telaio, attraverso l'autotrasformatore V ca e i 220 V ca. La sua potenza può aggirarsi
od un contatto interno con i conduttori di rete, intorno ai 100 W : 200 W. Tuttavia, disponen-
assume il pericoloso potenziale elettrico della do di un trasformatore con queste tensioni in
rete di distribuzione dell'energia elettrica. uscita, si potrà fare a meno dell'autotrasfor-
L'accensione della lampadina deve considerarsi matore, sempre che il controllo con la lampadi-
un fenomeno normale in alcuni modelli di vec- na, suggerito nello schema di figura 9, sia stato
chie radio a valvole degli anni sessanta, di tipo effettuato in precedenza.
economico. Ma non lo è più in quelli dotati di Con l'alimentazione a tensione dimezzata, dopo
trasformatore di alimentazione. Pertanto, nel aver finalmente chiuso l'interruttore generale
primo caso basta invertire l'ordine di inserimen- che, come è stato detto, rimane incorporato nel
to della spina nella presa di corrente, allo scopo potenziometro di volume sonoro, le lampadine
di spegnere la lampadina e liberare il telaio dal della scala parlante ed i filamenti delle valvole
potenziale elettrico, nel secondo caso occorre potranno arrossarsi leggermente. In ogni caso,
ispezionare tutto il circuito· di alimentazione, per una buona diagnosi sullo stato elettrico del
onde individuare la fuga di tensione. circuito dell'apparecchio ricevente, questo deve
rimanere acceso almeno per un'ora di seguito,
scrutando continuamente ed attentamente le
TENSIONE DIMEZZATA varie parti.
Con la tensione di alimentazione a metà valore
Pur avendo commutato il cambiatensione sul di esercizio, il trasformatore non deve assoluta-
valore di 220 Vca, i tempi non sono ancora ma- mente riscaldarsi. Le valvole, che non si accen-
turi per accendere per la prima volta la vecchia dono come se fossero lampadine, emettono una
radio. Dato che, per motivi precauzionali, sul lieve luce rossa in posizione centrale, rivelando

698 Elettronica Pratica


KIT PER CIRCUITI
lo stato di salute buono dei filamenti. La tensio-
ne, misurata sui terminali dei condensatori elet-
trolitici, nel modo segnalato nello schema di fi-
STAMPATI L. 1.o0o
gura 10, deve raggiungere almeno il valore di
50 V cc. Ma se supera tale grandezza, tanto me- Dotato di tutti gli elementi necessari per
glio. Se, al contrario, è di O V, i condensatori la composizione di circuiti stampati su
elettrolitici sono da sostituire. vetronite o bachelite, con risultati tali da
Prima di prendere una decisione sulla sostitu- soddisfare anche i tecnici più esigenti,
zione degli elettrolitici, che possono essere di questo kit contiene pure la speciale pen-
forma parallelepipeda, come quelli segnalati na riempita di inchiostro resistente al
dalla freccia 5 in figura 1, oppure di tipo cilin- percloruro.
drico, conviene far funzionare il ricevitore con
la tensione dimezzata di 110 Vca per uno o due
minuti e poi, dopo averlo spento, ancora per la
durata di cinque minuti, ripetendo successivamen-
te l'operazione per quindici minuti consecutivi, al-
lo scopo di rivitalizzare questi componenti.
È ovvio che i condensatori elettrolitici possono
essere sostituiti prima ancora di collaudare il
funzionamento della vecchia radio. Ma questa
comincerebbe subito a perdere una parte della
sua originalità.

COLLAUDO DEFINITIVO

Il collaudo definitivo dell'apparechio, quello


che può evidenziare maggiormente gli eventuali
difetti ed i possibili guasti circuitali, si effettua - Consente un controllo visivo conti-
alimentando la radio con la tensione di rete, ov- nuo del processo di asporto.
viamente con il cambiatensione sistemato sul - Evita ogni contatto delle mani con
valore originale di esercizio. il prodotto finito.
Per coloro che non conoscono il comportamen-
to delle valvole termoioniche, ricordiamo che - E' sempre pronto per l'uso, anche
queste, durante il funzionamento dell'apparec- dopo- conservazione illimitata nel
chio radio, si riscaldano, raggiungendo tempe- tempo.
rature elevate, al punto da non poter essere Il contenuto è sufficiente per tratta-
toccate con le mani, se non si vuole rimanere re più di un migliaio di centimetri
scottati. Ma con le mani è bene non toccare al- quadrati di superfici ramate.
cun elemento, all'infuori del trasformatore di
alimentazione che, come è stato detto, dopo
una mezz'ora di funzionamento deve rimanere MODALITA DI RICHIESTE
soltanto tiepido. Il kit per clrculti stampati è corredato di un
Nel corso delle prime accensioni della radio, si pieghevole, riccamente illustrato, In cul so-
dovrebbero ascoltare almeno due o tre emitten- no elencate e abbonda ntemente interpretate
ti radiofoniche di giorno, e qualcuna in più la tutte le operazioni pratiche attraver so le
sera. Ma l'ascolto potrebbe essere accompagna- qual, si perviene all'approntamento del clr-
to da un forte ronzìo, che quasi sempre segnala culto. Il suo prezzo, comprensivo delle spe-
l'esaurimento totale dei condensatori elettroliti- se dl spedizione, è di L. 18.000.
ci. Altri tipi di rumori o ronzii più leggeri po- Le rlchleste debbono essere fatte inviando
trebbero insorgere durante le operazioni di sin- l'importo citato a: STOCK RADIO - 20124
tonia, ma di questi ci si occuperà in altra sede, MILANO - Va P. Castaldl, 2O (Tel. 2049831)
quando fischi, scricchiolìi, voci e suoni distorti a mezzo vaglia postale, assegno bancario,
rientreranno a pieno titolo nel corso delle futu- assegno circolare o c.c.p. n. 46013207.
re trattazioni della materia.

Elettronica Pratica 699


e ELEMENTARE
ELETTRONICA

RIMI
I
RESISTORI
NTC-PTC
l concetto di resistenza elettrica è stato più vol- ra, non tiene troppo conto. Ossia, non attribui-
te introdotto ed analizzato in questa rubrica, sia sce grande importanza al valore ohmmico del
nell'aspetto generale che in quello particolare componente nelle sue diverse condizioni di fun-
ed applicativo. Anche se le maggiori attenzioni zionamento. Mentre, come è risaputo, il resisto-
sono sempre state rivolte alla struttura fisica, al re muta alcune sue caratteristiche soprattutto al
comportamento, alla misura ed al cablaggio del variare della tensione applicata, della corrente
resistore. Ovvero di quel componente che ogni che lo attraversa e della temperatura. Tuttavia,
dilettante monta nei propri dispositivi elettroni- se il componente è stato perfettamente costrui-
ci e che, assai frequentemente, appare nei pro- to, esso conserva il valore nominale entro i limi-
getti che il presente periodico propone ai suoi ti di temperatura di ._- 10° C e + 100° C. E una
lettori. tale caratteristica deve aggiungersi a quelle pre-
Del resistore, l'hobbysta conosce almeno tre cedentemente elencate. Perché soltanto al di
importanti caratteristiche, vale a dire: fuori della gamma di temperature ora citate si
verificano alcune lievi variazioni, ovviamente
r - il valore resistivo nell'ambito delle grandezze fisiche più naturali.
2° - la potenza di dissipazione Nei nostri laboratori, ad esempio, un comune
3°- la tolleranza resistore da 100 ohm, sottoposto alla tempera-
tura di -30° C, che nelle applicazioni elettroni-
Ma della stabilità resistiva dell'elemento, al va- che appare già straordinaria, ha subìto una di-
riare delle condizioni di lavoro e di temperatu- minuzione di 4 ohm, scendendo a 96 ohm.

700 Elettronica Pratica


Primi Passi

Quello stesso componente, poi, introdotto in un


forno a temperatura di + 200 ° C, ha fatto se-
gnalare, sulla scala dell'ohmmetro, un aumento
resistivo di soli 3 ohm, salendo, da quello nomi-
nale di 100 ohm, al nuovo valore reale di 103
ohm.
Dunque, se qualificati entro certi confini termi-
ci ragionevoli, i resistori possono considerarsi
come elementi poco condizionati dalle variazio-
ni esterne di temperatura. Anche perché i co-
struttori di questi componenti, allo scopo di
esaltarne la stabilità al variare delle condizioni
di impiego, fanno uso, in sede di produzione, di
speciali miscele a base di carbone, metalli rari
ed altri ingredienti, tutti destinati a migliorare
le caratteristiche dei resistori.

RESISTENZE NTC
Se i resistori a valore ohmmico nominale co-
stante sono quelli maggiormente utilizzati nei
montaggi elettronici, in certe occasioni, come
ad esempio nella misura e regolazione della nenti a resistenza variabile col mutare della
temperatura, in quella del flusso di gas e liqui- temperatura esterna con cui debbono lavorare,
di, nella compensazione del coefficiente di tem- ovviamente secondo una regola nota all'opera-
peratura di bobine ed avvolgimenti in genere, tore. E tra questi, per primi, vanno ricordati i
nella temporizzazione dei relè e nell'equilibrio termistori NTC. Ovvero le resistenze caratteriz-
dei circuiti transistorizzati, servono dei campo- zate da un elevato coefficiente di temperatura
negativo, le quali, all'aumentare della tempera-
tura esterna, riducono notevolmente il loro va-
lore ohmmico.
La denominazione NTC, attribuita a questi par-
ticolari componenti, unisce le tre lettere iniziali
di Negative - Temperature - Coefficient e ne
compone la sigla caratteristica di riconoscimen-
to.
Il simbolo elettrico, che negli schemi teorici
contraddistingue la resistenza a coefficiente ne-
gativo NTC, è quello pubblicato in figura 1.
L'espressione esteriore del componente, invece,
va individuata in uno dei più comuni modelli at-
tualmente in commercio e riportati in figura 2.
I termistori NTC sono internamente composti
da una miscela di ossidi metallici, trattati chimi-
camente in modo da presentare proprietà semi-
conduttrici. In fase costruttiva vengono pressati
unitamente ad un legante plastico e sinterizzati
ad alta temperatura.
Fig. 1- Simbolo elettrico, normalmente impiegato Il valore normale della resistenza NTC viene di
nella composizione degll schemi teorici, della resi- solito considerato nella gamma di temperature
stenza a coefficiente di temperatura negativo.
comprese fra i 20° C e i 25° C. Ecco perché, ai
fini dell'impiego pratico del componente, è ne-
cessario conoscere la variazione delle grandezze

Elettronica Pratica 701


Primi Passi

N
'I

Fig. 2 - Alcuni modelli di resistenze NTC at-


tualmente reperibili in commercio. In quelli a
forma di dischetto, con fasce colorate, il valo-
re resistivo viene individuato mediante lettura
in codice.

ohmmiche in relazione con quelle di tempera-


tura. Variazioni che possono verificarsi secondo
X leggi lineari ma, più comunemente, logaritmi-
che.
Nei termistori a forma di disco con fasce colo-
rate si legge, tramite il ben noto codice valido
per i comuni resistori, il valore ohmmico del
componente alla temperatura normale di + 20°
giallo C. Per esempio, la NTC presentata in figura 3,
con le tre fasce colorate in giallo - viola - aran-
cione, assume il valore resistivo di 47.000 ohm
alla temperatura di 20° C. Perché la lettura in
codice si effettua, dal basso verso l'alto, nel se-
guente modo:

1" - giallo =4
2° - viola =7
3° - arancio = 000

In figura 3, la terza fascia, quella più in alto del


componente, di color arancio, è stata segnalata
con la lettera X, per ricordare all'operatore che
questa individua il moltiplicatore, ovvero il nu-
mero di zeri da aggiungere alle cifre già identi-
Fig. 3- Il codice a colori di lettura delle resistenze ficate che, complessivamente, determinano la
NTC si applica a partire dal basso (prima cifra) e sa- grandezza ohmmica di 47.000 ohm.
lendo poi verso l'alto. L'ultima fascia colorata identi- Come si è detto, le resistenze NTC, al contrario
fica il moltiplicatore (X). Nell'esempio, qui riportato,
il valore resistivo è di 47.000 ohm (giallo = 4; viola dei comuni resistori ad impasto di carbone, di-
= 7; arancio = 000). mostrano una spiccata sensibilità resistiva al va-
riare della temperatura in cui si trovano immer-
se. Per esempio, se il valore del componente

702 Elettronica Pratica


Primi Passi

OHMMETRO
FREDDO

MAGG. RES.

fvf!N. RES.

«tB ( /

f i \ -~
CALDO
Fig. 4 - Commutando il tester nella funzione ohmmetrica e spostando poi, nel modo qui se-
gnalato, la resistenza NTC verso un blocchetto di ghiaccio e la punta di un saldatore acce-
so, si possono verificare i comportamenti di questo particolare componente elettronico.

PTC

Fig. 5 - Simbolo elettrico della resistenza a coeffi- Fig. 6 - Modelli di termistori PTC di attuale reperibili-
ciente di temperatura positivo universalmente utiliz- tà commerciale. L'aspetto esteriore di questi compo-
zato negll schemi teorici. nenti non si discosta di molto da quello delle resi-
stenze NTC.

Elettronico Pratica 703


Primi Passi

R1

R3
± LP
Il
rr } il T e
4u.
é b
9V
e

Fig. 7 - Circuito teorico sperimentale con il quale è possibile evidenziare la principale carat-
teristica delle resistenze NTC. Variando la temperatura esterna in cui si trova il termistore,
mutano le condizioni di accesa o spenta della lampadina LP.

-----COMPONENTI-----
Resistenze Varie
R1 = 1megaohm (potenz. lin.) NTC = 47.000 ohm - 20° e
R2 = 22.000 ohm - 1/4 W TR1 = BC107
R3 = 5.600 ohm - 1/4 W TR2 = 2N1711
LP = lampadina (12 V - 0,1A)
ALIM. = 9Vcc

pubblicato in figura 3 è di 47.000 ohm, alla tem- + so· e = 12.000 ohm


peratura di +20° C, le graduali diminuzioni o + 160° e = 6.000 ohm
gli aumenti successivi delle temperature, dimez-
zate o raddoppiate, determinano i seguenti mu- Naturalmente, le grandezze fisiche ed elettriche
tamenti di valori resistivi: sopra elencate, debbono considerarsi approssi-
mative, perché dipendono dal comportamento
20° C = 200.000 ohm più o meno lineare della stessa NTC, quando
o· C = 100.000 ohm questo non è di tipo a variazione logaritmica.
+ 20° C = 47.000 ohm Un primo esperimento pratico, che consente di
+ 40" C = 25.000 ohm analizzare il modo di reagire di un termistore

704 Elettronica Pratica


Primi Passi

Fig. 8 - Schema pratico del circuito sperimentale di controllo delle resistenze NTC. Il poten-
ziometro R1 viene regolato in fase di taratura del dispositivo.

NTC al mutare della temperatura esterna, è il- do è in contatto con il pezzetto di ghiaccio, se-
lustrato in figura 4. gnala un sensibile aumento del valore ohmmi-
L'esperimento consiste nel commutare il tester co, mentre, trovandosi investita dal calore ema-
nella funzione di ohmmetro, esattamente sulla nato dalla punta del saldatore elettrico, dimi-
portata ohm x 100 e nel collegare sui due pun- nuisce di molto la propria resistenza.
tali gli elettrodi di una resistenza NTC. Quindi Il modello di resistenza NTC, impiegato nell'e-
si pone il termistore a contatto con il ghiaccio e, sperimento di figura 4, è lo stesso analizzato
successivamente, lo si avvicina alla punta di un teoricamente in precedenza, ossia un termistore
saldatore elettrico. Naturalmente, poiché la re- da 47.000 ohm alla temperatura di 20° C.
sistenza NTC non è un componente polarizza-
to, il collegamento degli elettrodi di questa può
avvenire in qualsiasi modo, senza tener conto TERMISTORI PTC
del colore dei puntali dello strumento analogi-
co. Assieme alle resistenze variabili NTC, vanno
Come si può facilmente intuire, questa prova menzionati i termistori PTC, anche se questi,
pratica è di facile realizzazione e consente di come è stato detto, raramente vengono utilizza-
constatare agevolmente la caratteristica fonda- ti nei montaggi dei dilettanti.
mentale della resistenza NTC. La quale, quan- Le resistenze PTC vantano la proprietà di esibi-

Elettronica Pratica 705


Primi Passi

Fig. 9-Il cablaggio della resistenza NTC, dei due transistor e della lampadina, si realizza su
una morsettiera munita di almeno otto ancoraggi.

re un elevato coefficiente di temperatura positi- va individuato nei filamenti delle lampadine ad


vo. Ossia, quando in queste aumenta la tempe- incandescenza, i cui valori ohmmici variano a
ratura esterna, aumenta pure il loro valore seconda della temperatura raggiunta e le cui
ohmmico. Infatti, la sigla PTC raccoglie le lette- misure non sono di facile rilevamento. Infatti,
re iniziali dei termini Positive - Temperature - utilizzando l'ohmmetro, ovvero il tester com-
Coefficient. mutato nella funzione ohmmetrica, si legge un
I termistori PTC sono costruiti con materiale valore iniziale piccolo, che aumenta progressi-
ceramico dotato di proprietà semiconduttrici. vamente colpassare del tempo, a mano a mano
Le loro applicazioni avvengono principalmente che cresce la corrente erogata dalla pila dello
nella misura delle temperature e nella tempo- strumento analogico lungo la spiralina della
rizzazione di circuiti a relé. lampadina. Una tale misura, dunque, è sconsi-
Il simbolo elettrico del termistore, quello uni- gliata al dilettante, che può invece accettare i
versalmente adottato nella composizione degli valori ohmmici qui di seguito elencati e corri-
schemi teorici, è riportato in figura 5 mentre in spondenti ad alcune grandezze di temperature in
figura 6 sono illustrati alcuni modelli di più cui viene analizzato il filamento di una lampadina
comune reperibilità commerciale di questo par- da 6,3 V- 150 mA in condizioni normali:
ticolare componente.
Riassumendo i concetti fin qui elencati, convie- 1,8 ohm - - 20" C (fil. spento)
ne ricordare che i due tipi di termistori posseg- 3 ohm = 0° e (fil. spento)
gono le due principali caratteristiche: 4 ohm = + 20° C (fil. spento)
8,8 ohm = + 400° C (fil. spento)
NTC = maggiore resist. al freddo 12 ohm = + 800° C (fil. rosso)
14 ohm = + 1000° C (fil. rosso)
PTC = minore resist. al freddo 25 ohm = + 1500° C (fil. rosso)
33 ohm = + 2000° C (fil. bianco)
I due elementi, dunque, si comportano in modo 40 ohm = + 3000° C (ili. normale)
del tutto opposto e le loro caratteristiche dipen-
dono dalla natura del coefficiente N o P, che Owiamente, a seconda dell'aumento di tempe-
può essere quindi negativo o positivo. ratura del filamento, la colorazione di questo,
Un esempio approssimativo di resistenza PTC inizialmente rossastra, diventa sempre più in-

706 Elettronica Pratica


Primi Passi

Fig. 10 - Gli esperimenti di controllo delle caratteristiche delle resistenze NTC consistono
nell'avvicinare ed allontanare la punta di un saldatore acceso ad uno dei due reofori del
componente.

tensa, fino a raggiungere la luminosità normale. le. Perché dapprima si deve operare in modo
Ma ciò che importa nella lettura dei valori so- che la lampadina LP si accenda, se questa appa-
pra elencati è la considerazione che una lampa- re spenta, e subito dopo occorre riportare il
da ad incandescenza spenta presenta una mino- cursore del potenziometro all'indietro, lenta-
re resistenza elettrica di quando è accesa, assimi- mente, fino a provocare lo spegnimento di LP,
landosi al comportamento dei termistori PTC. In- arrestando qui la corsa resistiva di Rl. In que-
fatti, al momento dell'accensione, nella lampadina sto punto, infatti, si trova la soglia di scatto da
scorre una corrente di intensità superiore di circa una condizione elettrica all'altra del circuito di
dieci volte a quella di esercizio. E questo è il prin- figura 7, ovvero da quella di lampada accesa al-
cipale motivo per cui le lampade ad incandescen- l'altra di lampada spenta.
za si bruciano quasi sempre quando si interviene Il risultato delle operazioni ora descritte è da ri-
sull'interruttore per accenderle. tenersi perfetto se il cursore di Rl rimane fer-
mo nella posizione immediatamente preceden-
te a quella in cui si verifica l'accensione di LP:
ESPERIMENTO DIMOSTRATIVO
Il circuito sperimentale, proposto in figura 7, POLARIZZAZIONE DI BASE
vuol interpretare praticamente il comportamen-
to della resistenza NTC, sottoponendola ad una Ma quali sono i motivi elettronici per i quali,
temperatura superiore a quella di normale eser- manovrando il perno del potenziometro Rl, la
cizio ed osservando le varie fasi di accensione e lampadina LP si accende e si spegne, pur rima-
spegnimento di una lampadina da 12 V-0, 1 A, nendo costantemente inserito l'alimentatore del
ovviamente di tipo ad incandescenza, ossia do- circuito, qui rappresentato da una pila da 9 V?
tata di filamento. Semplicemente perché, variando la resistenza di
Inizialmente si stabilisce la condizione di lam- Rl, inserita nel circuito, cambia la tensione di po-
padina LP spenta, ottenuta intervenendo sul larizzazione del transistor TRl. Ma vediamo di
perno del potenziometro R 1 di tipo a variazio- spiegarci meglio, a beneficio dei lettori principian-
ne lineare e del valore di 1 megaohm. Ma per ti che ancora non hanno bene assimilato il com-
raggiungere questo stato elettrico del circuito di portamento dei transistor in relazione con le
figura 7 non basta una sola operazione manua- tensioni di polarizzazione delle loro basi.

Elettronica Pratica 707


Primi Passi

=====ti=====(±) base di TR2 non arriva la tensione di polarizza-


zione necessaria al funzionamento. Dunque,
TR2 rimane all'interdizione, ossia non conduce
corrente fra collettore ed emittore e la lampadi-
na LP rimane spenta.
Uno stato elettrico opposto, del circuito di figu-
ra 7, si verifica quando, avvicinando la punta di
un saldatore acceso alla resistenza NTC, questa
diminuisce il proprio valore ohmmico, nel ri-
spetto della teoria precedentemente riferita,
rendendo negativa la base di TR1 che, conse-
guentemente, va all'interdizione, cioé non con-
duce più corrente fra collettore ed emittore,
permettendo alla resistenza R3 di applicare alla
base del transistor TR2 la necessaria tensione
positiva di funzionamento, quella che fa accen-
-===-======8 dere la lampadina LP.
La somma dei valori ohmmici della porzione di
resistenza inserita di Rl e di quella di R2, su-
Fig. 11- La lampadina segnalatrice, montata nel cir- pera il valore resistivo della NTC riscaldata che,
cuito sperimentale descritto nel testo, può essere
sostituita con un relè, onde poter destinare il dispo- alla temperatura di 50° C, diventa di soli 25.000
sitivo ad un impiego pratico. ohm. Pertanto, sulla base di TR 1, la tensione è
più prossima a quella della linea negativa di ali-
mentazione e più lontana da quella positiva e
COMPONENTI non può avviare il funzionamento del transistor,
che rimane all'interdizione.
D1 = 1N4004 (diodo al silicio) Riassumendo:
RL = relé (12 Vcc - 300 ohm)
TR2 = 2N1711 20° C = LP spenta = TR2 interdetto
ALIM. = 9Vcc 50° C = LP accesa = TR2 saturo

oppure, ma ciò è la stessa cosa:

NTC = 47.000 ohm = TR1 saturo


., NTC = 25.000 ohm = TRl interdetto
Il transistor TRl è di tipo NPN e, per funziona-
re, necessita quindi di una tensione di base po- L'esperimento di figura 7, dunque, si articola in
sitiva, contrariamente a quanto avviene per i due tempi successivi. Dapprima si regola il cir-
modelli PNP, che richiedono tensioni negative cuito nel modo precedentemente descritto,
in base. Ora, tenendo conto che, alla tempera- quello che mantiene spenta la lampadina LP,
tura ambiente, valutata normalmente nella mi- poi si avvicina la punta del saldatore ad uno de-
sura di 2O C, la resistenza NTC assume il valo- gli elettrodi della resistenza NTC e si osserva il
re di 47.000 ohm, mentre alla R2 viene assegna- comportamento di LP.
to quello costante di 22.000 ohm, se la resisten-
za di Rl viene totalmente. esclusa, o inserita
soltanto in minima parte, la tensione sulla base MONTAGGIO
di TRl è più vicina a quella della linea positiva
di alimentazione e più lontana da quella negati- La realizzazione pratica del circuito sperimen-
va. Per dirla con altre parole, il transistor TRl tale è presentata in figura 8. In essa si nota
riceve in base una tensione positiva, che lo fa come il cablaggio sia realizzato su una tavoletta
funzionare o, come si suol dire, lo rende saturo. di legno in funzione di supporto isolante.
Ma in queste condizioni, il flusso di corrente fra Una piastrina metallica, applicata su uno dei
collettore ed emittore non provoca alcuna ca- fianchi della tavoletta, funge da supporto per il
duta di tensione sul collettore di TR1 e sulla potenziometro R 1 che, come è stato detto, deve
708 Elettronica Pratica
Primi Passi

essere di tipo a variazione lineare, del valore di con lo scopo di diminuirne il valore ohmmico.
1 megaohm. La lampadina LP non si accende immediata-
I due transistor TRl - TR2, la lampadina LP e mente, quando si stabilisce il contatto fra reofo-
la resistenza NTC vengono montati su una mor- ro di NTC e punta di saldatore, perché deve
settiera a nove ancoraggi, di cui soltanto otto trascorrere qualche secondo necessario a vince-
vengono utilizzati per il cablaggio circuitale, re le inevitabili inerzie circuitali. Così come la
come del resto è chiaramente segnalato, a par- lampadina non si spegne subito dopo l'allonta-
te, nella figura 9. namento della punta del saldatore dalla resi-
L'alimentatore, che può essere rappresentato stenza NTC, ma rimane accesa ancora per bre-
da una sola piccola pila da 9 V, va potenziato, ve tempo in virtù dell'inerzia termica.
con il collegamento di due pile in serie da 4,5 Lo schema pubblicato in figura 11 rappresenta
V, se il dispositivo sperimentale viene conserva- una variante al circuito originale di figura 7,
to per scopi didattici e fatto funzionare più vol- perché sostituisce la lampadina LP con un relé,
te nel tempo. sui terminali utili del quale si possono collegare
La punta del saldatore, in sede sperimentale, va moltissimi dispositivi, sia di segnalazione termi-
appoggiata ad uno dei due reofori della resi- ca come di funzionamento condizionato dalla
stenza NTC nel modo segnalato in figura 10, temperatura esterna.

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1° - Condensatori e Compensatori
2°- Dall'antenna alla rivelazione
3°- Trasformatori per radiofrequenze
4° - Radio: sezione audio
5° - Radio: circuiti classici
6°- Buzzer: categorie e tipi
7°- Resistenze fisse
8°- Resistenze variabili
9° -La legge di Ohm

Elettronica Pratica 709


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Via Zuretti, 52 - MILANO.

712 Elettronica Pratica


LA PISTA DE LETTE
Tutti possono scriverci, abbonati
o no, rivolgendoci quesiti tecnici
inerenti a vari argomenti presen-
tati sulla rivista. Risponderemo
nei limiti del possibile su questa
rubrica, senza accordare prefe-
renza a chicchessia, ma sce-
gliendo, di volta in volta, quelle
domande che ci saranno sem-
brate più interessanti. La regola
ci vieta di rispondere privata-
mente o di inviare progetti esclu-
sivamente concepiti ad uso di
un solo lettore.

FERROMODELLISMO CON COMPUTER necessità di pilotare attuatori e trasduttori con se-


gnali programmati su schede input-output dispo-
Da molto tempo seguo con grande interesse la nibili in commercio a basso costo. Soprattutto
vostra pubblicazione mensile, con la quale ali- quando, come nel suo caso, si ha a che fare con
mento la mia passione per l'elettronica, abbi- relè, lampadine, segnalatori acustici, ecc. Pertan-
nandola spesso al modellismo. In modo partico- to, avendo cura che i comandi siano staticizzati,
lare al ferromodellismo, che mi ha visto realiz- come accade di regola, ovvero provenienti da un
zare, recentemente, un grande plastico, ricco di flip-flop integrato, le consigliamo di modificare il
convogli, scambi, luci, semafori e segnalatori progetto pubblicato a pagina 662 del fascicolo ar-
acustici, tutti da me pilotati manualmente per retrato di dicembre dello scorso anno nel seguen-
mezzo di interruttori. Ma adesso vorrei conce- te modo. Elimini i diodi led temporizzati, sosti-
pire qualcosa di più sofisticato, mettendo a frut- tuendoli con un conduttore ed applichi poi i se-
to, ad esempio, un altro mio interesse, quello gnali provenienti dalla scheda input - output del
per il persona! computer, tenendo presente che persona! computer, tra massa e il punto comune
sono già in grado di controllare, con piccoli pro- delle coppie di resistenze R2- R3, RA- R5, R6 -
grammi da me elaborati, i segnali logici presenti R7 e così via. Quindi, dato che il carico è in al-
su una porta d'uscita di apposita scheda inserita ternata, sostituisca gli SCR con dei TRIAC ad al-
nel mio calcolatore. ta sensibilità e portata idonea, sia in corrente
ROTA MARCO come in tensione. Che dovrà collegare con l'elet-
Benevento trodo Al al posto dell'attuale "K" e con A2 su
"a", mentre il gate rispetta la posizione originale
Dunque, lei vuole destinare i comandi logici al di "g". Ma se i carichi fossero in corrente conti-
pilotaggio di vari carichi, che presumiamo in cor- nua, lasci pure gli SCR, purchè questi accettino la
rente alterata e a bassa tensione, risolvendo un corrente pulsante, come ad esempio quella dei
problema che oggi, in considerazione della conti- piccoli motori dei trenini. La potenza di T1, infi-
nua diffusione dei calcolatori personali presso gli ne, così come quella di FI, va adeguata alla som-
hobbysti, si pone di frequente. ma dei massimi carichi inseriti. E ovvio che il nu-
Jnfatti, sappiamo come molti dilettanti sentono la mero degli stadi potrà essere variato a piacere.

Elettronica Protico 713


CELLULE ANTENNA HALO

SOLARI Pur avendo superato l'esame di radioamatore,


non ho ancora ricevuto dal competente Mini-
Sono cellule pronte per il fun- stero l'atteso nominativo. Nel frattempo, non
zionamento e provviste, sulla potendo installare un'antenna esterna nel con-
dominio nel quale risiedo, vorrei ottenere da
faccia retrostante, di attacchi voi un suggerimento per effettuare un sufficien-
in ottone, che consentono il te ascolto degli OM locali.
collegamento, in serie o pa- BOSCHETTI ETTORE
Belluno
rallelo, di più elementi, per
eventuali e necessari aumenti Realizzi intanto questa antenna Halo, le cui di-
mensioni sono espresse in millimetri. Il diametro
di tensione o corrente. del tubetto di rame, che compone la circonferen-
za, è di 1 mm. L'impugnatura è di legno, plastica
o plexiglass. Il valore del compensatore ceramico
Cp è di 30 pF; questo va regolato per la massima
deviazione dell'S-Meter.

Vengono vendute in due mo-


delli, incapsulati in contenito-
re di plastica, che erogano la
stessa tensione di 450 m V,
ma una diversa corrente.
Modello A = 400 mAA {76x46 mm)
L. 6.500 (spese di spediz. comprese) impugn.
Modello B = 700 mA (96x66 mm) ~I
L. 7.600 (spese di spediz. comprese)

MODALITÀ DI RICHIESTE
Qualsiasi numero di cellule solari va richiesto
a: STOCK RADIO - Via P. Castaldi, 20 -
20124 MILANO, inviando anticipatamente,
tramite vaglia postale, assegno bancario o
c.c.p. N. 46013207 l'importo corrispondente
al numero e al modello di cellule desiderate.
IBNC

714 Elettronica Pratica


La posta del lettore

FUSIBILE ELETTRONICO LP

Per proteggere le mie apparecchiature dalle so-


vratensioni occasionali, vorrei inserire sui circui-
ti alimentatori di queste degli efficaci fusibili
elettronici.
ORSINI LORENZO

$
Firenze R1

e e
Durante il collaudo di questo dispositivo, alimen-
ti l'entrata con una VE ideale di 13,8 V e senza
VE
e R2
a vu
e
caricare l'uscita. Inizialmente e provvisoriamente
sostituisca il fusibile F con una lampada da 12 V
- 1 W e regoli il trimmer R2, iniziando la mano-
vra con il cursore tutto verso la linea di alimenta-
zione negativa, finché la lampada LP si accende
e riportando poi leggermente indietro il cursore.
Quindi spenga l'alimentazione e la riaccenda. La
LP deve rimanere spenta, ma elevando la VE
questa si deve accendere. Quando sostituisce LP
con F, si accorgerà che, ad un aumento di VE, il C1 1F (non polarizz.)
fusibile si interrompe. La LP serve come elemen- R1 = 4.700 ohm - 1/2 W
to indicatore in fase di taratura. Il fusibile F deve R2 = 1.000 ohm (trimmer)
essere di potenza adeguata al carico previsto. SCR C106

IL NUMERO UNICO - ESTATE 1990


È il fascicolo arretrato interamente im-
pegnato dalla presentazione di undici
originali progetti, tutti approntati in sca-
tole di montaggio, sempre disponibili a
richiesta dei lettori.

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ELETTRONICA PRATICA - 20125 MILANO - Via Zuretti, 52, inviando anticipatamente


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ano bancario.

Elettronica Pratica 715


Lo posto del lettore

RX A REAZIONE
Condensatori

Vorrei realizzare un semplice radioricevitore a C1 = 1.000 pF (ceramico)
reazione con ascolto in cuffia. Potete pubblicare C2 = 10+360 pF (variabile)
il relativo schema, tenendo conto che la costru- C3 = 150 pF (ceramico)
zione deve essere compiuta da un principiante? C4 = 100.000 pF (ceramico)
BARBERA ROBERTO C5 = 10F- 16VI (elettrolitico)
Torino C6 = 10.000 pF (ceramico)
C7 = 2 F - (non polarizzato)
Questo è il circuito che le proponiamo di realiz- es = 10.000 pF (ceramico)
zare e nel quale la bobina LI è composta da 70 C9 = 100F - 16VI (elettrolitico)
spire di filo di rame smaltato del diametro di 0,3
mm. L'avvolgimento si effettua su nucleo di ferri- Resistenze
te di qualsiasi tipo. Le spire intermedie sono rica- R1 1megaohm - 1/4 W
vate alla quinta e alla ventesima spira. Per R7 le R2 22.000 ohm (potenz. a variaz. lin.)
consigliamo di provare valori compresi tra R3 22.000 ohm - 1/4 W
220.000 ohm e I megaohm, per individuare quel- R4 220 ohm - 1/4 W
lo con cui si raggiungono i migliori risultati. La R5 3.300 ohm- 1/4 W
reazione viene controllata con il potenziometro R6 = 100.000 ohm - 1/4 W
R2. R7 = 470.000 ohm - 1/4 W

GENERATORE FOTOVOLTAICO
PER LA RICARICA DI 4 ACCUMULATORI DA 1,2 V

Dimensioni:

10 cm x 6,3 cmx 2,7 cm. L. 28.500

Il generatore, composto da 6 cellule


fotovoltaiche, eroga la tensione
massima di 3 Vcc.

716 Elettronica Pratica


La posta del lettore

R2 R3

c9,
:
9V

Varie
L1 bobina TR1 = 2N1711 S1 interrutt.
MF 1 BF 960 CUFFIA = 100/600 ohm ALIM. 9Vcc

Éf\ NOVITÀ
@L@
RS 298 L. 36.000

DICEMBRE Rivelatore di fumo a raggi infrarossi


Quando il fumo invade il dispositivo nel quale sono posti i
sensori a raggi infra-rossi un apposito relè si eccita e un lED
rosso si illumina. Anche quando i! 'fumo cessa, il relè può
rim11nere eccitato per un tempo regolabile tra l e 30 secondi.
L.18.000 La tensione di alimentazione può essere compresa tra S e 24

1991
Vcc e l'assorbimento massimo (relè eccitato) è di 130 mA. La
Sirena di bordo corrente massima sopportabile dai contatti del relè è di 2 A.
!I dispositivo può essere racchiuso nel contenitore [ 452 al
È una sirena elettronica il cui suono simula quello delle sirene quale dovranno essere praticati alcuni fari per permettere al
ci bordo delle navi (segnale da nebbia), fumo di raggiungere i sensori.
Per l'a!lmentazione è prevista una tensione di 12 cc e
l'assorbìmento massimo è cli circa 1,5 A.
RS 296 Per il suo funzionamento occorre applicare all'uscita un
altoparlante o woofer con impedenza di 4 OHM in grado cli
Audio Spia sopportare una potenza di almeno 20 W.

È composto da una capsula microfonica amplificata seguita


da un amplificatore a guadagno variabile con possiblità di
inserire un filtro sintonirzato sulla voce umana. L'ascolto può
avvenire con qualsiasi tipo di cuffia o altoparlante con
impedenza compresa tra 8 e 64 ohm. La potenza massima di
uscita è di circa 1 W. Per l'alimentazione occorre una normale
Generatore di alba-tramonto 12 Vcc batteria da 9 V per radioline e l'assorbimento durante un
normale ascolto è di circa 50 mA. E dotato di controlli di
1;,t;.".tando
al11uscita del dispositivo una lampada ad sensibilità e volume e, tramite un apposito deviatore è
:zdescerza, questa inizierà ad accendersi fino a possibile inserire i! frltro voce. Può essere impiegato in molte
32çngere il massimo della luminosità dopo un certo tempo. occasioni: per ascoltare deboli rumori o voci - mettendo il
i+sera per un pò in questa condizione e poi inizierà a microfono nella camera del bambino che dorme si potrà
tenersi e resterà spenta per un po' di tempo, simulando controllare se si lamenta - in un bosco si potranno ascoltare o
se fasi di ALBA • GIORNO e TRAMONTO . NOTTE. Il registrare i vari rumori o il canto degli uccelli ecc. ecc.
::a e npetitivo. I tempi relativi a ALBA GIORNO e ll dispositivo completo di batteria può essere racchiuso nel
E4MO8TO NOTTE sono regolabili rispettivamente tramite
e 3terzi0metri tra un minimo di 5 secondi e un massimo di
:::ac t ~uti. La tensione di alimentazione deve essere di 12 -,~ f7'16ME _ COGNOME _
i- salitzta e la potenza delia lampada non deve superare
ii lspositivo può essere alloggiato nel contenitore I INDIRIZZO '
~ .J Oi2. E molto indicato per essere utilizzato ne!
1r3te le feste di Datale. L C.A.P. - - - CITTA - - - - - - - - -

Elettronica Pratica 717


INDICE
DELL'ANNATA
199 1
PLIFICAZIONE titolo mese pagina

Preamplificatore simmetrico gennaio 24


Distorsiometro maggio 282
Filtri BF maggio 292
Duplicatore di ottava gugno 336

PPARATI VARI titolo mese pagina


Protezione da sovraccarichi gennaio 14
Fototermocomando febbraio 68
Controllo-fiamma marzo 132
Simulatore di giochi marzo 142
Antifurto rapido aprile 196
Vibrato musicale aprile 218
Battitem po sportivo maggio 260
Servocomando modellisti maggio 270
Bobina di Tesla giugno 324
Rivelatore di pressione giugno 344
Alimentatore Switching settembre 468
Rumore rosa settembre 478
Relè temporizzati settembre 486
Radioricevitore OM ottobre 532
Generatore di suoni ottobre 542
Caricabatterie ottobre 552
lonimetro elettrofisico novembre 604
Protezione cisterne novembre 614
Minialimentatore BT dicembre 660
Controllo fotoelettrico dicembre 670
Recupero batterie dicembre 680

DIDATTICA titolo mese pagina

Oscilloscopio marzo 164


Bobina di Tesla gugno 324
Funzione PLL ottobre 564

RICETRASMISSIONI titolo mese pagina

Ricevitore onde medie gennaio 4


Radioricevitore sperimentale ottobre 532

718 Elettronico Pratica


STRUMENTAZIONE titolo mese pagina

Voltmetro elettronico gennaio 34


Controllo FET e MOSFET febbraio 78
Alimentatore duale febbraio 88
Rosmetro passante febbraio 98
Monitoraggio giunzioni marzo 152
Capacimetro aprile 206
Contagiri analogico aprile 226
Distorsiometro maggio 282
Misuratore di campo giugno 354
Tensioni memorizzate luglio/ agosto 388
Millivoltmetro CA luglio/ agosto 396
Millivoltmetro CC luglio/agosto 402
Alimentatore Duale luglio/ agosto 408
Generatore BF luglio/agosto 416
Provatransistor luglio/agosto 422
lmpedenzimetro luglio/ agosto 430
Frequenzimetro luglio/ agosto 440
Provacircuiti audiovisivo luglio/ agosto 448
Termometro elettronico luglio/ agosto 454/
Calibratore settembre 494
Betametro di potenza novembre 626

CORSO DI ELETTRONICA titolo mese pagina

Diodi SCR gennaio 42


DIAC eTRIAC febbraio 106
Led temporizzati marzo 172
Fotodiodi riceventi aprile 236
Fototra nsistor maggio 302
Foto resistenze giugno 362
Optointerruttori settembre 504
Fotoaccoppiatori ottobre 574
Lampade al neon novembre 634
Resistori NTC - PTC dicembre 700

PROGETTI
OPTOELETTRONICI titolo mese pagina

Fototermocomando febbraio 68
Controllo fiamma marzo 132
Optointerruttori settembre 504
Generatore fotovoltaico ottobre 552

VECCHIE RADIO
AVALVOLE titolo mese pagina

Operazioni di restauro novembre 596


Riattivazioni preliminari dicembre 688

Elettronica Pratica 719


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GAMME DI LAVORO : 52 MHz + 158 MHz
ALIMENTAZIONE : 9 Vcc + 15 Vcc
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POTENZA D'USCITA: 10 mw + 50 mwW
SENSIBILITÀ : regolabile

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DIMENSIONI
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6,5 cm x 5 cm

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