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Don Milani-> influenza nei movimenti del ‘68

Vita:Lorenzo Milani è nato e morto a Firenze, di famiglia ebraica decise di entrare in


seminario per diventare prete, avviò nel 1947, una scuola popolare a San Cadenzano, per
adulti analfabeti, Don Milani si inserisce in questo movimento, i caratteri del metodo della
scuola Barbiana sono simili all’educazione degli adulti, Milani nella scuola di Barbiana non
si rivolgerà agli adulti.
La sua scuola di San Donato di Cadenzano: aperta a tutti, in un periodo di contrasti
della Guerra Fredda viene vista con sospetto, Don Milani tolse il crocifisso dall’aula, per
dare una visione laica,egli fu mandato via . Fu fatto Priore in una parrocchia di montagna,
Barbiana del Mugello, dove rimarrà per tutta la vita, questa scuola che lui apre è per i figli
dei montanari, e si rivolge alla scuola media, per quelli che erano stati respinti dalla scuola
pubblica, scuola considerata privata perché non riconosciuta.
-> tra il ’65 e il ’67 quando lui ha avviato questa scuola nel ’65 i ragazzi scrivono una
lettera ai cappellani militari sulla questione dell’obiezioni di coscienza(possibilità di
rifiutare un dovere)in servizio militare allora reato, D. Milani verrà processato e assolto in
un secondo momento.
Scriverà una lettera ai giudici, a causa delle difficoltà di salute,-> indicando che questa
questione sull’obiezioni è nata dalla scuola di Barbiana-> e già indica i caratteri della sua
scuola-> “Scuola siede sul passato e futuro”-> la sua scuola educa al rispetto della legge,
alla legalità, che assomiglia all’opera dei magistrati, dall’altro però educa in un senso
politico per evitare il conformismo negli allievi, a promuovere il miglioramento delle
istituzioni e delle leggi. -> il maestro deve avere uno sguardo rivolto al possibile
miglioramento, se la legge è ingiusta e non difende i deboli, l’insegnante deve educare i
giovani che a impegnarsi a modificarla. Secondo lui le leve non violente per cambiare
una legge: Voto e lo sciopero, ma leva vera è operare attraverso la parola al centro della
scuola ci sarà la parola, strumento di difesa, di emancipazione, di lotta, richiamando anche
alla parola di Dio e l’esempio(pagando la propria vita).
Lettera a una professoressa-> lui ha guidato la scrittura cooperativa dell’opera ha
contenuti critici alla scuola media italiana, in particolare.
Periodo dell’opera=1967->Luglio 1966-> inizia la stesura collettiva di lettera a una
professoressa, Don mil. Muore subito dopo la pubblicazione dell’opera.
-> opera più che agli insegnanti si rivolge ai genitori, espresso dall’epigrafe iniziale, molti
hanno partecipato alla stesura dell’opera: i ragazzi in primo luogo, le coordinazioni di Don
Milani nella stesura, le collaborazioni di sindacalisti, genitori, direttori, parroci, statistici..
La forma di questo libro è una lettera di un ragazzo verso la sua professoressa, come
denuncia di abbandono dei ragazzi bocciati-> è una critica alla scuola pubblica.
Nell’opera c’è un confronto tra la scuola pubblica e la scuola promossa da Don Milani->
Parte dall’idea di emarginazione dei poveri nella scuola pubblica, dove invece si dovrebbe
concentrare di più, è una critica alla scuola pubblica del tempo, di fronte all’obbligo del
bambino(protagonista immaginario dell’opera) a continuare la scuola primaria, incontra
delle difficoltà dovute a scuole lontane, a spese e a bocciature , ecco che emerge la
Scuola di Barbiana dove si raccolgono bambini anche di comuni differenti, seppure
lontani. Barbiana non sembra una scuola non ha né cattedra, né banchi, ma grandi tavoli,
intorno a cui si studiava, di ogni libro ve ne era una copia, ragazzi più grandi insegnavano,
ecco il mutuo insegnamento, una scuola anche di disciplina ed esigente, ma veniva
accolto con amore e dolcezza il bambino svogliato, lento ad apprendere, la sua scuola
parte dagli ultimi, non c’era la domenica, ma nessuno si lamentava, pensando all’idea dei
duri lavori nei campi.
Denuncia: l’educazione scolastica è costruita su fondamenti borghesi dei pochi, e non
tiene conto dei vissuti poveri dei contadini, montanari.
Questo ragazzo immaginario, annuncia che dopo un anno era già maestro nell’idea di
mutuo insegnamento, in un clima di ricerca comune che si differenzia dalla scuola
pubblica, Il ragazzo avevo capito che uscire insieme da un problema è l’opposto di
avarizia o egoismo, è solidarietà.
Accenno alle bambine-> Don Milani viene criticato perché poco sensibile all’educazione
femminile, questo forse dovuto ai genitori a causa di una mentalità basata su pregiudizi di
genere.
Vengono presentati due allievi che rappresentano le figure idealtipiche che si recavano
alla scuola, in opposizione al primo della classe nella scuola pubblica( Pierino, proviene da
un ambiente colto, quindi nasce già in ambiente di privilegio.): gli insegnanti volevano che
a 11 anni Sandro ripetesse ancora la scuola, Gianni 14 anni, svogliato nella lettura,
considerato come un delinquente dalla scuola pubblica, alla scuola di Barbiana
consideravano i ragazzi per la loro età e i bisogni, sono inseriti nelle classi delle loro età,
prima soddisfazione, secondo soddisfazione programmi che valorizzavano la storia
contemporanea, gli alunni si appassionano in questo modo e cercano di colmare le lacune
anche perché sono spronati, da privatista Sandro era riuscito a superare l’esame da
privatista, Gianni invece venne umiliato perché l’insegnante ritiene non sappia esprimersi,-
> si inizierà a parlare della lingua.
Pedagogia della parola(attraverso lettura di quotidiani)-> Lingua-> nasce
dall’ambiente, non si può penalizzare un bambino solo perché nato in un ambiente privo di
stimoli culturali e non si possono fare motivi di esclusione nel processo di insegnamento,
richiamo alla costituzione art. 3: i cittadini sono uguali, senza distinzioni di lingua o
razza.->La scuola pubblica dovrebbe partire da chi ha più bisogno, che sembra invece un
ospedale che cura i sani e non i malati, e soprattutto non porta a una scuola come
promozione sociale, ma come differenziazione-> perché la parola differenzia l’uomo
dall’animale.
Altro aspetto negativo-> l’obbiettivo dei ragazzi sembra un mistero, studiano solo per il
voto e per il diploma, non ci si appassiona veramente a ciò che si studia, la molla che
spinge a studiare è un interesse individuale alla carriera, che non si trovano ancora nei
ragazzi di 12 anni che sembrano svogliati
Due denunce della critica nella scuola pubblica :1. Alta dispersione scolastica->le
cifre della dispersione scolastica sono alte, ma sono gli insegnanti che non se ne rendono
conto, son pochi quelli che continuano., 2.collegata alla classe sociale povera, che
rinuncia agli studi. Si tratta di una vera e propria selezione scolastica perché vengono
bocciati i soggetti provenienti da famiglie povere, contadine-> si deve partire dal capire la
condizione economica, familiare dello studente-> il giudizio(voto) deve partire da questa
conoscenza
La sua educazione integrale: la sua scuola vuole sviluppare tutte le dimensioni della
persona: Dimensione intellettuale, morale, sociale religiosa, la dimensione fisica sembra
essere esclusa, in realtà, trova spazio nelle lezioni all’aperto.
Secondo comma dell’art. 3-> fondamentale per Don Milani è compito dello Stato,
quindi anche della scuola pubblica rimuovere gli ostacoli per favorire un’educazione piena.
Con il governo centrosinistra di Gui è nata la scuola media unica:Qual è il pensiero di
Don Milani su tale riforma? È d’accordo su tale riforma, però fa tristezza sapere che la
scuola è ancora nelle mani di insegnanti classisti per una scuola su misura dei ricchi,
l’articolo 3 rimanda a doposcuola di almeno 10 ore settimanali per permettere a una
continuità di studio , però attuato solo in base alle possibilità locali, non sempre è
possibile, dipende quindidai professori, sottolinea Don Milani.
Riforme da loro proposte-> obbiettivo per l’uguaglianza:
1 NON bocciare
2 tempo pieno per gli studenti più in difficoltà.
3 Lavorare sull’aspetto motivazionale, far sorgere un ‘interesse uno scopo.
C’è una riflessione anche sulla scuola superiore e sull’insegnamento della pedagogia->
Don Milani ritiene che la pedagogia essa debba essere valorizzata, studiata di più, si
scoprirà che ciò che di più importante ha da dire è che tutti i allievi sono diversi, nei loro
contesti, nelle famiglie diverse, questo sta alla base di una pedagogia emancipatrice di
Don Milani.

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