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17/11/18

ISTITUZIONI DI LETTERATURA ITALIANA


PROVA SCRITTA
Lezione 7
Il madrigale
e
Simulazione prova d’esame

Il madrigale
■ L’etimologia del nome è molto discussa:
■ Mandria o mandrialis : con riferimento al contenuto (eventualmente)
pastorale o naturalistico.
■ Matrix – matricalis : con riferimento all’adozione della lingua materna
(volgare) per questo tipo di componimenti.

■ Il termine indica un breve componimento (solitamente più breve di 14 versi),


costituito originariamente da soli endecasillabi, cui poi si affiancano i
settenari. Solitamente la struttura metrica prevede brevi strofette (di quattro o
tre versi) chiuse quasi sempre da un distico a rima baciata alla fine.

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Il madrigale
■ Sappiamo che già Dante componeva delle brevi liriche destinate
all’accompagnamento musicale.
■ Nel 1400 il genere non ebbe grande fortuna, quasi scomparendo, per poi
risorgere in maniera fortissima nel 1500 e poi ancor più nel 1600 con il
Barocco.
■ Il termine indica un breve componimento (solitamente più breve di 14
versi), costituito originariamente da soli endecasillabi, cui poi si affiancano i
settenari. Solitamente la struttura metrica prevede brevi strofette (di quattro
o tre versi) chiuse quasi sempre da un distico a rima baciata alla fine.

Torquato Tasso, Ecco mormorar l’onde.

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Struttura metrica

■ Madrigale formato da settenari ed endecasillabi


rimati secondo il seguente schema:

a a BB cc dd eE ff Gg

Ecco mormorar l’onde


e tremolar le fronde COSTRUZIONE: Ecco all’aura del
a l’aura mattutina e gli arboscelli, mattino mormorar l’onde e tremolar
e sovra i verdi rami i vaghi augelli le fronde e gli arboscelli, e cantar i
vaghi augelli soavemente sovra i
cantar soavemente verdi rami e ridere l’orïente;
e rider l’orïente;

PARAFRASI: Ecco al vento del mattino le onde produrre un rumore lieve e oscillare i
rami e i piccoli alberi, ed (ecco) cantare piacevolmente i soavi uccellini sopra i rami
verdeggianti e risplendere il cielo ad oriente;

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Ecco già l’alba appare


COSTRUZIONE: Ecco già appare
e si specchia nel mare,
l’alba e si specchia nel mare, e rasserena il
e rasserena il cielo
cielo e il dolce gelo imperla le campagne e
e le campagne imperla il dolce gelo,
e gli alti monti indora. indora gli alti monti. O bella e vaga

O bella e vaga Aurora, Aurora, l’aura è tua messaggera, e tu


l’aura è tua messaggera, e tu de l’aura dell’aura ch’ ristaura ogni arso cor.
ch’ogni arso cor ristaura.

PARAFRASI: Ecco, ormai appare l’alba e si riflette nel mare, e rende sereno/luminoso il
cielo e il dolce freddo abbellisce le campagne, e colora d’oro le alte montagne. O bella e
errante Aurora, la brezza è tua messaggera e tu (a tua volta) lo sei della brezza che
ristabilisce ogni animo infiammato di desiderio.

Torquato Tasso, Qual rugiada o qual pianto.

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Struttura metrica
■ Madrigale formato da settenari ed endecasillabi
rimati secondo il seguente schema:

abAB|CDdc|Ee Ff

Qual rugiada o qual pianto, COSTRUZIONE: Qual rugiada o qual

quai lagrime eran quelle pianto, quali lagrime eran quelle che vidi

che sparger vidi dal notturno manto sparger dal manto notturno e dal volto
candido de le stelle? E perché la bianca
e dal candido volto de le stelle?
luna seminò un puro nembo di cristalline
E perché seminò la bianca luna
stille in grembo a l’erba fresca?
di cristalline stille un puro nembo
Nembo: nube temporalesca o grande
a l'erba fresca in grembo? quantità di qualcosa
PARAFRASI: Quale rugiada o quale pianto, quali lacrime erano (mai) quelle che vidi
effondere dal cielo notturno e dalla faccia luminosa delle stelle? E perché la candida
luna diffuse una chiara miriade di gocce cristalline di rugiada sopra l'erba rigogliosa?

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COSTRUZIONE: Perché nell’aria bruna


Perché ne l’aria bruna
s’udiano gir intorno intorno l’aure insino
s'udian, quasi dolendo, intorno intorno al giorno, quasi dolendo? Fur forse segni
gir l'aure insino al giorno? de la tua partitura, vita de la mia vita?
Fur segni forse de la tua partita,
vita de la mia vita?

PARAFRASI: Perché nell’oscurità si sentivano muovere soffi di vento


tutt’intorno, fino all'alba, come se si lamentassero? Furono forse presagi della
tua partenza, o vita della mia vita?

Commento

■ Tema: il componimento descrive un paesaggio naturale (rugiada


che cade dal cielo alla luce della luna), trasformato dal poeta
tramite un’ampia metafora al pianto e letto come presagio della
partenza dell’amata.
■ Si nota un insistente ricorso alle interrogative retoriche. La prima
è di quattro versi (1-4), di tre la seconda (5-7 e 8-10) e di due la
quarta (11-12), come se gli interrogativi andassero via via
lasciando il campo al presagio.

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SIMULAZIONE PROVA
D’ESAME

Pur nuova legge impone oggi i sepolcri


Fuor de' guardi pietosi, e il nome a' morti
Contende. E senza tomba giace il tuo
(55) Sacerdote, o Talia, che a te cantando
Nel suo povero tetto educò un lauro
Con lungo amore, e t'appendea corone;

PARAFRASI: Tuttavia una nuova legge oggi impone che le tombe (53) siano
[poste] fuori dagli sguardi pietosi, e il nome/la fama toglie ai morti. (54) E
riposa senza tomba il tuo (55) sacerdote, o Talia [musa della satira], il quale
inneggiando a te (56) coltivò un alloro nella sua povera casa (57) con grande
dedizione, e vi appese corone.

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E tu gli ornavi del tuo riso i canti


Che il lombardo pungean Sardanapalo,
(60) Cui solo è dolce il muggito de' buoi
Che dagli antri abdüani e dal Ticino
Lo fan d'ozi beato e di vivande.

■ PARAFRASI: (58) E tu abbellivi con il tuo sorriso i suoi componimenti


(59) che satireggiavano contro il vizioso lombardo, (60) al quale
unicamente era caro il muggito dei [suoi] buoi, (61) che nelle valli
dell'Adda e del Ticino (62) gli consentivano d'essere felice con gli ozi e il
lusso.

PARAFRASI: (63) O bella Musa,


dove sei? (65) Tra queste piante
dove io siedo e rimpiango (66) la
O bella Musa, ove sei tu? Non sento casa materna (63-4) non sento
Spirar l'ambrosia, indizio del tuo nume, spirare l'ambrosia, indizio della tua
(65) Fra queste piante ov'io siedo e sospiro presenza divina. (66) Eppure tu
Il mio tetto materno. E tu venivi venivi (67) e a lui sorridevi lì sotto
E sorridevi a lui sotto quel tiglio a quel tiglio, (68) il quale ora con le
sue fronde modeste emette un
Ch'or con dimesse frondi va fremendo
cupo rumore, (69) poichè non
Perché non copre, o Dea, l'urna del vecchio
copre, o dea, l'urna del vecchio
(70) Cui già di calma era cortese e d'ombre. (70) verso il quale in passato era
prodigo di serenità e di ombra.

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PARAFRASI: (71) Forse tu vagando stordita

Forse tu fra plebei tumuli guardi [vagolando] tra le tombe destinate al


Vagolando, ove dorma il sacro capo popolino ricerchi (72) dove riposi il sacro
Del tuo Parini? A lui non ombre pose corpo (73) del tuo Parini? (73-76) La città
Tra le sue mura la città, lasciva piena di vizi e che attira cantanti senza forza,
(75) D'evirati cantori allettatrice,
non diede riparo a lui tra le sue mura, né una
Non pietra, non parola; e forse l'ossa
lapide, né una parola [incisa]; (76) e forse il
Col mozzo capo gl'insanguina il ladro
Che lasciò sul patibolo i delitti. corpo di lui (77) è insanguinato dalla testa
decapitata di un ladro, (78) che si libero sul
patibolo dei propri delitti.

PARAFRASI: (71) Forse tu vagando


stordita [vagolando] tra le tombe destinate
Forse tu fra plebei tumuli guardi al popolino ricerchi (72) dove riposi il sacro
Vagolando, ove dorma il sacro capo
corpo (73) del tuo Parini? (73-76) La città
Del tuo Parini? A lui non ombre pose
piena di vizi e che attira cantanti senza
Tra le sue mura la città, lasciva
(75) D'evirati cantori allettatrice, forza, non diede riparo a lui tra le sue mura,
Non pietra, non parola; e forse l'ossa né una lapide, né una parola [incisa]; (76) e
Col mozzo capo gl'insanguina il ladro forse il corpo di lui (77) è insanguinato dalla
Che lasciò sul patibolo i delitti. testa decapitata di un ladro, (78) che si
libero sul patibolo dei propri delitti.

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