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VIA CRUCIS

C/. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
T/. Amen

C/. Oggi è il giorno in cui da un anno la Russia ha invaso


l’Ucraina, scatenando la ancora attuale guerra in Europa. E tutti
noi ci sentiamo impotenti al cospetto di quello che sta accadendo.
Stasera ci siamo riuniti, tutti insieme, per pregare e ricordare
coloro che soffrono e sono vittime di guerre, ingiustizie, povertà,
discriminazioni, abusi, soprusi. Ma cos’è la preghiera? La
preghiera è quello spazio che giornalmente ci doniamo per
nutrire la nostra interiorità. Ognuno di noi ha il suo personale
modo di aprirsi all’esperienza di Dio, attraverso il silenzio, la
meditazione, le letture, la recita dei Salmi. Abbiamo però anche
bisogno di saperci in comunione tra noi, per sostenerci nel
cammino, esigenza ancor più forte in questo tempo inedito che
stiamo attraversando. Mettiamoci in cammino insieme, dietro
Gesù di Nazaret, per crescere nell’atteggiamento più prezioso
della fede: l’abbandono fiducioso all’indicibile Mistero che ci abita
e ci avvolge e che balbettiamo con il nome Abbà, Padre.

T/. Padre Nostro


che sei in ascolto nel silenzio.
Il tuo silenzio diventi parola incarnata
per rendere a noi Santo il tuo Nome,
affinché venga il tuo Regno,
il Regno dell’Amore
che tutto trasfigura riconciliando nell’unità
e si compia in ognuno e in tutti
la tua “volontà di vita”.

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Donaci il pane quotidiano
che ci mantenga in vita.
Donaci di lavorare e lottare,
perché tutti abbiano questo pane
che ci permetta di volere e di scegliere,
il Pane che ci vivifica,
attraverso la morte e la risurrezione.

Perdonaci il nostro disamore


affinché possiamo perdonare i fratelli.
Non lasciarci soccombere
alla tentazione di non amare
come tu hai amato noi.
E liberaci da questo male
che è il rifiutare d’amare.
Amen

Michele Do (1918-2005)
Sacerdote e teologo cattolico

3
I stazione
Gesù in agonia nell’Orto degli ulivi

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Giunsero ad un podere chiamato Getsemani ed egli disse ai suoi


discepoli: «Sedetevi qui, mentre io prego». Prese con sé Pietro,
Giacomo e Giovanni e cominciò a sentire paura e angoscia. Disse
loro: «La mia anima è triste fino alla morte. Restate qui e
vegliate». Poi, andato un po’ innanzi, cadde a terra e pregava
che, se fosse possibile, passasse da lui quell’ora. E diceva:
«Abbà! Padre! Tutto è possibile a te: allontana da me questo
calice! Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». (Mc 14,
32-36)

Riflessione:

Noi figli del ‘900 abbiamo compreso che l’uomo è in grado anche
di indicibili nefandezze che turbano l’animo nel profondo. Emerge
con prepotenza la tristezza, l’angoscia e la paura davanti alle
guerre ed ai genocidi, ma “alla fine, noi abbiamo solo un dovere:
reclamare larghe aree di pace in noi stessi, più e più pace, e di
rifletterle verso gli altri. E più pace c’è in noi, più pace ci sarà nel
nostro mondo turbolento.” (Hetty Hillesum).

C/. Le guerre e l’odio sconsiderato turbano il nostro cuore,


privandoci della speranza nel domani.
T/. Signore donaci la pace

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C/. Guidati dalla luce dello Spirito Santo, possiamo trovare la
pace interiore e diventare noi stessi operatori di pace.
T/. Signore donaci la pace

C/. In questo tempo, segnato dall’egoismo, fa’ che possiamo


trovare il coraggio di rispondere con il linguaggio della
nonviolenza alle quotidiane provocazioni di violenza.
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
“apri i nostri occhi e i nostri cuori e donaci il coraggio di dire:
mai più la guerra; con la guerra tutto è distrutto!
Infondi in noi il coraggio di compiere gesti concreti per costruire
la pace”.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T/. Amen.

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II stazione
Gesù tradito da Giuda e abbandonato dai suoi

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Mentre Gesù ancora parlava, ecco giungere una folla; colui che
si chiamava Giuda, uno dei Dodici, li precedeva e si avvicinò a
Gesù per baciarlo. Gesù gli disse: «Giuda, con un bacio tu tradisci
il Figlio dell’uomo?». Allora quelli che erano con lui, vedendo ciò
che stava per accadere, dissero: «Signore, dobbiamo colpire con
la spada?». E uno di loro colpì il servo del sommo sacerdote e gli
staccò l’orecchio destro. (Lc 22, 47-50) Gesù gli disse: «Rimetti
la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la
spada, di spada moriranno». Allora tutti i discepoli lo
abbandonarono e fuggirono. (Mt 26, 52. 56)

Riflessione:

“Il discorso della pace è il più difficile di tutti, perché


rivoluzionario non è il discorso sulla guerra, ma il discorso sulla
pace. Prova ne sia che finora abbiamo sempre fatto la guerra e
non abbiamo mai fatto la pace. E quella che noi chiamiamo
“pace”, non è che una tregua tra una guerra e l’altra [...]
La guerra è la sconfitta della politica; è la fine della politica!
Per costruire la pace bisogna cambiare cultura: e tutti sappiamo
che i cambi di cultura sono lenti e difficili. Perché cambiare
cultura significa cambiare mentalità. Nella Bibbia questo
cambiamento si chiama conversione, e convertirsi è l’atto
supremo dell’uomo. Spesso si discute se la guerra è giusta o è
ingiusta. La guerra è impossibile! Questa è la nuova categoria
che dobbiamo tutti acquistare. Oggi in caso di guerra non ci
saranno più né vinti né vincitori […].

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Non c’è mai una violenza che possa porre fine a una violenza.
Chi uccide Caino non fa che moltiplicare la violenza e la morte.
Sarà ucciso sette volte, che vuol dire: se non rompete questa
spirale della violenza, non farete altro che moltiplicare le morti.”
(David Maria Turoldo)

C/. Ho capito, Signore. La pace non me la può dare nessuno. È


inutile che speri. I governi, gli stati, i continenti hanno bisogno di
pace anche loro e non ne sono capaci. E camminano tutti su
strade sbagliate.
T/. Signore donaci la pace

C/. Essi pensano che la pace si possa ottenere con le armi,


incutendo paura agli altri stati e agli altri continenti. E intanto si
armano e studiano sistemi sempre più potenti e micidiali.
T/. Signore donaci la pace

C/. Tutti vogliono essere forti. Dicono: solo un forte può imporre
il rispetto e la pace. Come se la pace fosse un fatto di imposizione
e non d’amore.
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
disarma la lingua e le armi,
rinnova i cuori e le menti,
perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”
e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam!
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T/. Amen.

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III stazione
Gesù è rinnegato da Pietro

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Mentre Pietro era giù nel cortile, venne una delle giovani serve
del sommo sacerdote e, vedendo Pietro che stava a scaldarsi, lo
guardò in faccia e gli disse: «Anche tu eri con il Nazareno, con
Gesù». Ma egli negò dicendo: «Non so e non capisco che cosa
dici». E subito, per la seconda volta un gallo cantò. E Pietro si
ricordò della parola che Gesù gli aveva detto: «Prima che due
volte il gallo canti, tre volte mi rinnegherai». E scoppiò in
pianto. (Mc 14, 66-68. 72)

Riflessione:
Ancora oggi, dopo più di duemila anni, si continua a crocifiggere
l'Amore, aizzando uomini contro uomini, famiglie contro famiglie,
fratello contro fratello. L'uomo sta perdendo di vista il centro
della propria esistenza, che si consuma tra la compulsiva
conquista di beni materiali e la prepotenza di prevaricare
sull'altro, pur di raggiungere i propri obiettivi personali. Per porre
un nuovo ordine ai disordini contemporanei, è necessario
ricordare le parole di Gesù, quelle in cui ci dona il comandamento
che deve fungere da guida per la nostra vita: quello dell'amore.
Solo praticando l'amore, possiamo cambiare rotta, convertendo
l'odio in amore, l'egoismo e l'egocentrismo in altruismo e senso
di responsabilità, il pianto ed il dolore in lacrime di gioia, la
brutalità della guerra nella mitezza della Pace.
C/. Dio misericordioso, liberaci dalla schiavitù della morte,
donaci la Grazia della Fede perché possiamo accogliere la via
della pace.

8
T/. Signore donaci la pace

C/. Il tuo Santo Spirito possa sciogliere la durezza dei cuori e


possa consentire all'uomo di vedere la speranza.
T/. Signore donaci la pace

C/. Dio della pace e della giustizia, dona al mondo un rinnovato


vigore, all'uomo un cuore di carne; consola gli innocenti che in
Te confidano e donaci la forza per mettere in atto un
cambiamento che abbia come fine ultimo l'Amore

T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
che apri le braccia a chi invoca il perdono,
ascolta la nostra supplica:
concedi a tutti di rialzarsi sempre dopo una caduta.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

9
IV stazione
Gesù è giudicato da Pilato

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Pilato disse loro di nuovo: «Che cosa volete dunque che io faccia
di quello che voi chiamate il re dei Giudei?». Ed essi di nuovo
gridarono: «Crocifiggilo!». Pilato diceva loro: «Che male ha
fatto?». Ma essi gridarono più forte: «Crocifiggilo!». Pilato,
volendo dar soddisfazione alla folla, rimise in libertà per loro
Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché
fosse crocifisso. (Mc 15, 12-15)

Riflessione:

Quante persone, ancora al giorno d’oggi, in una società che si


dichiara molto evoluta, in una società dominata dal mondo social,
subiscono ingiustizie. Quanta gente viene condannata dal e sul
web in modo ingiusto a causa di un messaggio veicolato male e
quindi frainteso.

Cristo è stato condannato per aver detto la Verità! Nessuno gli


ha creduto. E noi oggi diamo per scontato che tutto ciò che passa
attraverso i social sia veritiero, siamo schiavi di una società che
giudica l’altro attraverso uno schermo. Quanto al giorno d’oggi il
mondo dell’informazione è capace di condizionare il nostro
giudizio?

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C/. L’informazione dà forma ai nostri comportamenti. La
stampa, la televisione, i social condizionano le nostre scelte.
Imparare a discernere è la strada per accogliere atteggiamenti
di pace.
T/. Signore donaci la pace

C/. Spesso siamo aggressivi e superficiali. Costruiamo le nostre


opinioni sul sentito dire. Signore tu ci hai insegnato che il primo
passo verso la pace è il conoscere l’altro.
T/. Signore donaci la pace

C/. Forse un giorno capiremo che il giudicare, elargire sentenze,


condannare l’altro solo perché diverso dal mio pensiero, dal
colore della pelle, dall’orientamento sessuale non sono
atteggiamenti di pace.
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
che sei stato giudicato da logiche mondane,
ascolta le nostre suppliche:
dona di ricercare sempre la Verità
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

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V stazione
Gesù è flagellato e coronato di spine

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Pilato dopo aver fatto flagellare Gesù lo consegnò perché fosse


crocifisso. Allora i soldati lo vestirono di porpora, intrecciarono
una corona di spine e gliela misero attorno al capo. Poi presero
a salutarlo: «Salve, re dei Giudei!». E gli percuotevano il capo
con una canna, gli sputavano addosso e, piegando le ginocchia,
si prostravano davanti a lui. (Mc 15, 15. 17-19)

Riflessione:

Gesù, spogliato dalle sue vesti, viene deriso dai soldati che lo
ricoprono di insulti e sputi. Oggi, nel mondo, molti ragazzi
vengono spesso insultati e derisi a causa del loro aspetto fisico,
o delle loro idee, o per qualsiasi altra cosa che li porti ad essere,
anche se di poco, differenti dalla cosiddetta normalità. Anche i
soldati, trovando diverso Gesù e non riuscendo a comprendere il
senso del suo messaggio, anziché cercare di apprezzarne le
qualità, lo insultarono e lo derisero.

A differenza di Gesù, che ignorò gli insulti e le provocazioni, e


perdonò anche coloro che, più per ignoranza che per cattiveria,
lo avevano deriso, molti ragazzi, oggi, essendo soli, non riescono
a trovare la stessa forza di Gesù; ed è per questo che ognuno di
noi deve aiutare ogni vittima, ma anche ogni bullo che, spesso,
diventa tale perché si sente debole, ma non vuole che gli altri
percepiscano la sua fragilità.

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C/. Gesù, la corona che ti fecero indossare per scherniti oggi la
portano molti ragazzi, Gesù aiutali e incoraggiali affinché il peso
della croce che portano non li schiacci.
T/. Signore donaci la pace

C/. Gesù, mi rivolgo a te affinché tu possa ascoltare i miei “disagi”


da adolescente. In questo periodo mi sento oppresso dalle
persone che mi circondano e non riesco a liberarmi da questa
sensazione. Spero almeno tu mi possa capire.
T/. Signore donaci la pace

C/. Tu non hai potuto fare niente per salvarti, ma perché io, che
ho la possibilità di chiedere aiuto, parlarne con qualcuno, mi
astengo dal farlo?
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
che hai patito dolore e disprezzo,
ascolta la nostra supplica:
concedici di imparare ad accogliere chi è ferito
e a tutti noi di farci carico e di prenderci cura dei dolori degli
altri.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

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VI stazione
Gesù è caricato della Croce

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Dopo essersi fatti beffe di Gesù, lo spogliarono della porpora e


gli fecero indossare le sue vesti, poi lo condussero fuori per
crocifiggerlo. (Mc 15, 20)

Riflessione:

La fatica del vivere, del lavoro che non si trova, dell’angoscia e


della paura del futuro, di non farcela. Ogni giorno ha il suo peso,
ma ha anche la sua gioia. Spesso noi diveniamo quegli adulti
senza speranza che con cinica puntualità schiacciano la vita,
evidenziando solo negatività. Il carico che si assume Gesù è
costituito dai nostri no alla vita, alla pace. L’incapacità di parole
di speranza non ci aiuta a comprendere la carica rivoluzionaria
del gesto, vissuto fino all’estremo, di quel Nazareno chiamato
Gesù.

C/. La fatica del vivere, del lavoro che non si trova.


T/. Signore donaci la pace

C/. Introdurre speranza sempre e ovunque.


T/. Signore donaci la pace

C/. La pace è la speranza che va costruita con generosità.


T/. Signore donaci la pace

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Signore Gesù,
che hai mutato il patibolo di morte
in sorgente inesauribile di vita,
ascolta le nostre invocazioni:
concedi a tutti noi di imparare da Te la gioia di amare e donarsi
generosamente.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

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VII stazione
Gesù è aiutato dal Cireneo a portare la Croce

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Mentre i soldati lo conducevano via, fermarono un certo Simone


di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce,
da portare dietro a Gesù. (Lc 23, 26)

Riflessione:

I soldati romani fermarono Simone di Cirene e senza troppi


complimenti gli misero addosso la Croce di Gesù. Quante
domande saranno passate nella testa di Simone: «dopo una
giornata di duro lavoro anche questo ci mancava, ma perché
proprio a me? Cosa ho fatto di male per meritare questa
punizione, perché proprio io tra tanti che erano come me tra la
folla?». Che strano proprio qualche giorno fa Lucia, ricoverata da
mesi nel reparto di oncologia, si è fatta le stesse domande.
Simone di Cirene per giorni e forse mesi non avrà trovato risposta
a quelle domande, ma possiamo anche immaginare che un
giorno una persona che neanche conosceva lo avrà fermato per
strada per dirgli: «ma tu sei proprio la persona che stava al fianco
di Gesù mentre saliva al Calvario, per un tratto di cammino hai
anche portato la sua croce, quella santa croce che ha redento il
mondo». Simone con gli occhi pieni di lacrime si sarà reso conto
che quel giorno a portare la croce per quella via non fu obbligato,
ma chiamato.

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C/. O Signore sin dalla creazione ti affidi alla collaborazione
dell’umanità, aiutaci ad essere collaboratori del tuo amore.
T/. Signore donaci la pace

C/. Essere costruttori di pace non è stato mai facile, costa molta
fatica, ancora una volta come il Cireneo ci inviti a condividere il
peso dell’amore con te.
T/. Signore donaci la pace

C/. O Gesù, anche a noi che ci chiediamo “ma perché proprio


io? Perché devo amare chi mi perseguita? Pregare per chi mi
percuote?" Ci rispondi che tu ci hai insegnato che il bene vince
ogni male.
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
che ci chiami a portare i pesi gli uni degli altri,
ascolta le nostre suppliche:
concedici di saper condividere gioie e fatiche,
e a tutti noi di crescere nella fraternità operosa.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

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VIII stazione
Una donna asciuga il volto di Gesù

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Non ha apparenza né bellezza per attirare i nostri sguardi, non


splendore per potercene compiacere. Disprezzato e reietto dagli
uomini, uomo dei dolori che ben conosce il patire, come uno
davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato e non ne
avevamo alcuna stima (Is 53,2-3).

Riflessione:

Nel contesto sociale che ci ha abituati ad andare sempre di corsa,


a pensare sempre e solo al profitto ed alle scadenze, l’ascolto e
la vista di qualcuno che, col proprio volto sofferente, chiama e
chiede aiuto risulta difficoltoso. Siamo così tanto concentrati su
noi stessi che l’altro diventa quasi trasparente, un nulla in mezzo
ad altrettanta dissipazione. Nonostante ciò, Cristo ci chiede di
restare umani; con la sua sofferenza ci mostra che l’uomo e la
donna miseri, che abitano ciascuno di noi, ci interpellano non
tanto per il bisogno immediato di eliminare il dolore, ma per il
desiderio di riavere la propria dignità di persona amata, di volto
riconosciuto. La guerra può essere identificata propriamente con
la dispersione, con la corsa al dispendio di energie che sciupano
il volto di chi, in modo più o meno celato, manifesta il proprio
anelito d’amore e di riconoscimento. Abbandoniamo ora le armi
della dispersione, per raccogliere le lacrime che solcano il volto
altrui, seguendo il cammino che trasforma il gemito in sussulto
di gioia.

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C/. O Signore apri i nostri occhi per vedere il volto dell’altro che
ci interpella, affinché non restiamo indifferenti, ma sappiamo
rispondere alle sue necessità, senza rimandare, sottrarci o
delegare a qualcun altro.
T/. Signore donaci la pace

C/. O Signore aiutaci ad uscire dal nostro egocentrismo, che,


come sepolcro, ci soffoca, per uscire incontro all’altro, in cui è
impressa la tua immagine.
T/. Signore donaci la pace

C/. O Signore aiutaci a far emergere nel volto delle sorelle e dei
fratelli la tua luce per vivere in concordia, comunione e
fraternità.
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
che sei il volto misericordioso del Padre,
ascolta la nostra preghiera:
dona a quanti sono sfigurati dalle ingiustizie
e a tutti noi di costruire la cultura dell’amore.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

19
IX stazione
Gesù incontra le donne di Gerusalemme

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Seguiva Gesù una grande moltitudine di popolo e di donne che


si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesù,
voltandosi verso di loro, disse: «Figlie di Gerusalemme, non
piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri
figli». (Lc 23, 27-28)

Riflessione:

Nella storia dell’umanità le donne sono state considerate sempre


soggetto inferiore all’uomo, quindi condannate alla sottomissione
ed, ancora oggi, alla privazioni di diritti. Gesù, invece, capovolge
questa mentalità ponendo continuamente attenzione alle loro
necessità, facendole uscire dalla marginalità. Infatti, Dio sceglie
il grembo di una donna per porre la sua tenda in mezzo a noi;
dona alle donne che incontra quella dignità che hanno dalla
nascita e che gli altri hanno tolto, condannandole con giudizi
temerari; sotto la croce affida l’umanità alla Madre; e, infine, è
alle donne che affida l’annuncio della resurrezione. Quante
situazioni di abusi e di violenze si consumano ancora oggi nei
confronti delle donne, nel silenzio dell’indifferenza, da parte di
uomini che hanno dimenticato di essere stati concepiti nei loro
grembi.

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C/. Dio misericordioso, che hai fatto nascere il Tuo Figlio
Unigenito nel grembo di Maria, donaci la Grazia di comprendere
la grandezza delle donne.
T/. Signore donaci la pace

C/. Il tuo Santo Spirito possa sciogliere ogni forma di


discriminazione nei confronti della donna e trasformare ogni
gesto nei suoi confronti in amorevoli carezze.
T/. Signore donaci la pace

C/. Dio dell’amore, troppi ancora confondo il possesso degli


affetti altrui per amore, allontana da noi questa forma di
relazione perversa ed insegnaci a comprendere che amare si
contraddistingue dall’essere dono l'uno per l'altra.
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
che alle donne hai detto di non piangere per te,
ascolta le nostre suppliche:
fa’ che le nostre mani non servano mai per ledere l’altro,
ma solamente per condividere con lui la gioia.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
T/. Amen.

21
X stazione
Gesù è crocifisso

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e


i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Gesù diceva: «Padre,
perdona loro perché non sanno quello che fanno». Poi dividendo
le sue vesti, le tirarono a sorte. Il popolo stava a vedere; i capi
invece lo deridevano dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso,
se è lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati lo deridevano, gli
si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se tu sei il
re dei Giudei, salva te stesso». Sopra di lui c’era anche una
scritta: «Costui è il re dei Giudei». (Lc 23, 33-38)

Riflessione:

“Il popolo stava a vedere”. Come spettatori, stiamo a vedere


tante ingiustizie, soprusi, violenze. Vediamo senza guardare,
sentiamo senza ascoltare, spesso non ci lasciamo interpellare
dalla vita ferita. Ci siamo abituati alla guerra, alle morti, alla
violenza. “Il popolo stava a vedere”, non interviene, non fa nulla;
siamo noi quel popolo quando non ci schieriamo contro ogni
violenza, non protestiamo contro ogni ingiustizia. Quel nazareno
crocifisso, come tanti crocifissi nel mondo, non ci scuote più, non
fa più notizia; abbiamo assunto un linguaggio, un atteggiamento
di morte, incapaci di vedere la vita che soffre e grida giustizia.

C/. Ci manca il coraggio di schierarci, di dire no all’ingiustizia.


T/. Signore donaci la pace

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C/. Le parole di morte e violenza hanno rubato il primato
all’armonia del vivere.
T/. Signore donaci la pace

C/. Il nostro sguardo ha bisogno di liberarsi dal qualunquismo


per riconoscere il volto dell’altro che soffre.
T/. Signore donaci la pace

Signore Gesù,
che con le braccia aperte in croce
stringi a Te chi è solo e abbandonato,
ascolta la nostra preghiera:
insegnaci a piangere con chi piange.
Tu che vivi e regno nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

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XI stazione
Gesù promette il Regno al buon ladrone

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero Gesù


e i malfattori, uno a destra e l’altro a sinistra. Uno dei malfattori
disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». Gli
rispose: «In verità io ti dico: oggi sarai con me nel
paradiso». (Lc 23, 33. 42-43)

Riflessione:

La nostra vita necessita del ricordo per andare avanti. Essa è un


vero scrigno dove il suo tesoro sono le persone che si ricordano
di te, di noi. Ma non sempre si è ricordati, a volte perché distratti,
altre volte perché non lo si vuole. È come il caso dei condannati
a morte con Gesù. Come tutti i prigionieri e carcerati, giovani e
adulti, che messi in custodia sono lasciati lì nel dimenticatoio a
scontare la loro condanna. Ma la vita necessita il “fine pene”
attraverso il grido, che si eleva a preghiera, come il grido di
questo malfattore crocifisso insieme a Gesù che guardandolo
negli occhi a cuore aperto chiede: “Gesù, ricordati di me, quando
entrerai nel tuo regno”.

Quest’uomo implora il ricordo. Muore con Cristo in croce, ma sa


che la sua vita continua se è ricordato da Gesù. È la logica del
perdono che riabilita l’uomo condannato a scontare qualunque
pena, dal reato alla sofferenza della carenza di affetto e di cure,
all’essere riabilitato nel “dono per”, perché Cristo dischiude ciò
che era recluso.

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Ma Cristo rivela il volto del “Padre nostro” attraverso una
coscienza cristiana che si fa cura dell’altro, a cui noi, in virtù delle
azioni di Gesù su ogni uomo e donna, affermiamo e confermiamo
con percorsi nuovi di accoglienza e d’inserimento che la pena o
la condanna è finita, perché tu fratello e sorella mia mi stai
implorando di essere ricordato, cioè preso per mano ed
introdotto nella possibilità di vivere.

C/. Signore siamo incapaci di ricordare, di portare alla nostra


mente ed al cuore parole e gesti di pace.
T/. Signore, donaci la Pace.

C/. La vita ci regala infinite possibilità per recuperare gli errori,


ma noi spesso li sprechiamo.
T/. Signore, donaci la pace.

C/. Aiutaci a ricordare tutte quelle volte che siamo stati accolti,
curati, amati.
T/. Signore, donaci la pace.

Signore Gesù,
che ci hai rivelato i misteri del tuo Regno,
dove il più grande è colui che serve,
ascolta le nostre suppliche:
dona a tutti noi di essere capaci di ricordare
e prenderci cura di tutti.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

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XII stazione
Gesù dona la Madre al discepolo amato

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua


madre, Maria di Clèopa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo
la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla
madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco
tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé. (Gv 19,
25-27)

Riflessione:

Quante mogli e madri alla porta, con una preghiera in gola, in


attesa di rivedere il ritorno del figlio o del marito partiti al fronte.
Quante mogli e madri, dopo anni, in attesa del giungere del
postino recante una notizia, fosse anche dolorosa. Dalla croce
Gesù fa dono all’umanità di Sua madre e dello Spirito. Noi,
discepoli dell’oggi, siamo inseriti nella bellezza della maternità,
che si contraddistingue nell’accoglienza e nella generazione.
Maria ci insegna che la maternità non si conclude nella morte del
Figlio, ma si prolunga attraverso il tempo e la storia, nell’umanità
rinnovata. A noi, come al discepolo amato, tocca accogliere il
dono di questa maternità universale e di essere per ogni donna
ed ogni uomo, oltre che fratelli tutti, madri accoglienti.

Signore Gesù, che hai conosciuto lo strazio degli affetti.

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R/. Signore donaci la pace.

Tu che non hai dato alla morte l’ultima parola.


R/. Signore donaci la pace.

Tu che ci hai donato per testamento la tua stessa Madre.


R/. Signore donaci la pace.

Signore Gesù,
che prima di spirare hai voluto
consegnarci tua Madre e affidare noi alle sue cure,
ascolta le nostre suppliche:
concedi alle famiglie segnate dalla morte di un figlio
di custodire la grazia ricevuta con il dono della loro vita
e a tutti noi, nella consolazione dello Spirito, di raccogliere le
loro lacrime.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

27
XIII stazione
Gesù muore sulla Croce

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Alle tre, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lemà sabactàni?»,
che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?».
Uno corse a inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna
e gli dava da bere, dicendo: «Aspettate, vediamo se viene Elia a
farlo scendere». Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. (Mc 15,
34. 36-37)

Quante morti innocenti nel silenzio dell’indifferenza. (Silenzio)

Gesù, che ci hai amato sino alla fine.


R/. Signore donaci la pace

Tu che, morendo, hai distrutto la morte.


R/. Signore donaci la pace.

Tu che, esalando l’ultimo respiro, ci hai donato la vita.


R/. Signore donaci la pace.

Signore Gesù,
che dal tuo costato trafitto
hai fatto sgorgare la riconciliazione per tutti,
ascolta le nostre umili voci:
donaci di credere nella potenza del perdono
e di costruire pace e concordia.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen

28
XIV stazione
Il corpo di Gesù è deposto nel sepolcro

C/. Ti adoriamo, Cristo, e ti benediciamo


T/. Perché con la tua santa croce hai redento il mondo.

Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito e lo


depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella
roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se
ne andò. Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala
e l’altra Maria. (Mt 27, 59-61)

“Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra”


(papa Pio XII).

Signore Dio di pace, ascolta la nostra supplica! Abbiamo provato


tante volte e per tanti anni a risolvere i nostri conflitti con le
nostre forze e anche con le nostre armi; tanti momenti di ostilità
e di oscurità; tanto sangue versato; tante vite spezzate; tante
speranze seppellite… Ma i nostri sforzi sono stati vani. Ora,
Signore, aiutaci Tu! Donaci Tu la pace, insegnaci Tu la pace,
guidaci Tu verso la pace. Apri i nostri occhi e i nostri cuori e
donaci il coraggio di dire: “mai più la guerra!”; “con la guerra
tutto è distrutto!”. Infondi in noi il coraggio di compiere gesti
concreti per costruire la pace. Signore, Dio di Abramo e dei
Profeti, Dio Amore che ci hai creati e ci chiami a vivere da fratelli,
donaci la forza per essere ogni giorno artigiani della pace; donaci
la capacità di guardare con benevolenza tutti i fratelli che
incontriamo sul nostro cammino. Rendici disponibili ad ascoltare
il grido dei nostri cittadini che ci chiedono di trasformare le nostre
armi in strumenti di pace, le nostre paure in fiducia e le nostre
tensioni in perdono. Tieni accesa in noi la fiamma della speranza

29
per compiere con paziente perseveranza scelte di dialogo e di
riconciliazione, perché vinca finalmente la pace. E che dal cuore
di ogni uomo siano bandite queste parole: divisione, odio,
guerra! Signore, disarma la lingua e le mani, rinnova i cuori e le
menti, perché la parola che ci fa incontrare sia sempre “fratello”,
e lo stile della nostra vita diventi: shalom, pace, salam! Amen
(Papa Francesco).

(Silenzio e musica)

Signore Gesù,
che sei disceso agli inferi
per liberare Adamo ed Eva con i loro figli dall’antica prigionia,
ascolta le nostre suppliche per le famiglie ed i migranti:
strappale dall’isolamento che uccide
e concedi a tutti noi di riconoscerti in ogni persona
come nostro amato fratello e sorella.
Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.
R/. Amen.

30
Preghiera finale

Con umiltà,
consapevoli dell’esistenza della vita
e delle sofferenze che ci circondano,
preghiamo perché la pace regni nel nostro cuore
e nel mondo intero.
Riempici Signore del tuo Spirito per vivificare noi stessi
e tutti gli esseri viventi.
Preghiamo perché tutti gli esseri viventi
si rendano conto che sono tutti fratelli e sorelle
che si nutrono tutti alla stessa fonte di vita.
Decidiamoci a vivere
in modo da non privare altri esseri viventi
di aria, acqua, cibo, rifugio o della possibilità di vivere.
Preghiamo perché noi stessi
cessiamo di essere causa di sofferenza gli uni per gli altri.
Con umiltà,
consapevoli dell’esistenza della vita
e delle sofferenze che ci circondano,
preghiamo perché la pace regni nel nostro cuore
e nel mondo intero.
Perché dove c’è l’odio fiorisca la concordia
e fa’ Signore che non ci comportiamo da egoisti,
per partecipare alla festa di Gesù risorto.
Egli vive e regna con Te,
nell’unità dello Spirito Santo,
per tutti i secoli dei secoli.
T/. Amen.

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Hanno partecipato alla stesura del testo:

don Orazio Tornabene


don Marcello Pulvirenti
don Francesco Mazzoli
p. Dario Malizia M.I.
Maria Catena Sorbello (A.C. Watch e VdJ)
Francesco Pio Leonardi
La classe 2°C, 2°BS, 2°BL del Il Liceo Scientifico Archimede di
Acireale
suor Rosalba (Madonna della Tenda)
Giuseppe Scudero (A.G.E.S.C.I)
Miriam Grillo e Roberta Spadaro (Gruppo giovani del RnS)
Alfio Pennisi (www.alfio-pennisi.com)

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