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08/05/22, 06:47 Dagli omofobi ai No Vax: a Verona sfila il corteo contro la Nato e pro-Putin - la Repubblica

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Dagli omofobi ai No Vax: a Verona sfila il corteo contro la Nato e pro-Putin


di
Paolo Berizzi

Verona, il corteo contro la Nato e pro-Putin

La manifestazione organizzata dall'ex consigliere leghista Alberto Zelger

07 MAGGIO 2022 AGGIORNATO ALLE 19:49 2 MINUTI DI LETTURA

In principio fu un banchetto a favore dei bambini russofoni del Donbass con tanto di bandiere
delle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk: era il 21 aprile, in piazza Bra. Una
provocazione mascherata da iniziativa umanitaria contestata dal centrosinistra e che il
deputato di +Europa, Riccardo Magi, definì “un chiaro messaggio a favore della spietata
invasione russa in Ucraina”. Adesso, due settimane dopo, a Verona è andata in scena la prima
manifestazione anti-Nato dall’inizio della guerra. Tradotto: un corteo pro-Putin. A
promuoverla, oggi pomeriggio, “Verona per la libertà”, il movimento che sostiene la
candidatura a sindaco nelle prossime elezioni amministrative dell’ex consigliere leghista
Alberto Zelger (sostenuto anche dal Popolo della famiglia di Mario Adinolfi).

Il corteo, composto da qualche decina di persone - estrema destra, ultracattolici, No Vax e No


Green Pass - è partito dall’Arsenale e ha raggiunto il ponte della Vittoria. Per Putin e contro la

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08/05/22, 06:47 Dagli omofobi ai No Vax: a Verona sfila il corteo contro la Nato e pro-Putin - la Repubblica

Nato. Già, contro la Nato. Come a Verona non si vedeva da cinquant’anni. “Guerra e Follia
distruggono l’economia”, è il titolo dell’iniziativa alla quale hanno partecipato, oltre a Zelger,
anche l’economista Giancarlo Marcotti, Lilya Stavitska, ostetrica di Lugansk, nel Donbass, e
Pietro Minute (Studenti contro il Green Pass di Padova).

Tra tricolori e magliette nere identitarie, forte era la suggestione dei temi anti-sistema portati
avanti da due anni a Verona dalla destra estrema che nella città scaligera va a braccetto con gli
integralisti cattolici antiabortisti e omofobi, con creazionisti, proibizionisti, complottisti,
terrapiattisti. Non è un caso che Zelger sia stato uno dei politici cittadini sempre in piazza a
fianco del popolo contro il green pass e “per la trasparenza dell’informazione”.

Un popolo che dalle battaglie novax e contro il certificato verde – oggi che con il caldo e i
vaccini il covid sembra sotto controllo - è passato alla propaganda putiniana. Il nome di Putin
non è volutamente citato dai manifestanti: si parla solo di Nato. La tesi dei manifestanti è che
“la guerra sia stata organizzata e voluta dalle forze Occidentali”, “la Nato sta mandando al
massacro il popolo ucraino e i governi vassalli ubbidiscono”. Le parole d’ordine del corteo?
“No al pensiero unico”, “la narrativa ufficiale è totalmente inaffidabile”. Dopo avere ricordato il
grande rapporto e i “legami solidi” che ci sono da sempre con il popolo russo, per il comitato
ha preso la parola Maurizio Cutolo: “Le ripercussioni della guerra sono tangibili sulla
quotidianità, è in corso un vortice bellico che nessuno vuole”.

La manifestazione veronese – la prima di questo genere da quando la Russia di Putin ha invaso


l’Ucraina, (il corteo era autorizzato da questura e prefettura) – ha suscitato critiche e proteste.
“Verona non si merita una destra fascistoide, prima novax, ora pro Putin che oggi scende in
piazza contro l’Europa, l’alleanza atlantica e il sostegno alla resistenza ucraina – dice
l’eurodeputata dem Alessandra Moretti -. Sorprende che le autorità cittadine abbiano
autorizzato simile manifestazione che getta discredito su una città che avrebbe solo bisogno
di poter elevare il proprio sguardo e misurarsi con un’Europa che continua a essere il nostro
più grande e solido baluardo di civiltà, democrazia e libertà”.

All’attacco anche Lorenzo Dalai e Giorgio Pasetto, candidati di +Europa al consiglio comunale
di Verona. “Cinquant’anni fa era l’estrema sinistra ad animare le manifestazioni ani Nato, oggi
è l’estrema destra filo Putin”. Le polemiche non erano mancate anche quando in piazza Bra fu
allestito il banchetto per i bambini russofoni del Donbass. Anche in quell’occasione fu chiesto
al Comune il perché di un’autorizzazione a un’iniziativa dietro la quale – con il pretesto
umanitario – si faceva propaganda filo-russa. La risposta di palazzo Barbieri fu questa: “I
banchetti allestiti nelle piazze sono spazi liberi per partiti e associazioni. L’unico divieto è a
vendita di materiali o prodotti”.

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