Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
:l
OUARTIERE DI PORTA CRUCIFERA
!..N AREZZO
lr,4
/'i f
/.t
{l
L.-"'
tt^»CùW
Questo primo numero di Coicitrone, per ora unico, ma mi
Guido
Raffaelli
detto "Ciuffino"
Capitano
Quartiere
auguro che altri ne seguano, è stato ideato per contribuire
a celebrare la vittoria delle due lance d'oro 86, dopo la
lunga astinenza di sei anni.
Vi troverete strambotti, e facezie ma anche documenti
storici, e anche inediti nonché argomentazioni impegnati-
ve. Non vorrei che il tono scherzoso di alcune pagine vi
portasse in inganno: Colcitrone, il cui nome onopatopei
co, cmì bene rappresenta il rione, spero
che possa diventare domani qualcosa di
più impegnativo: non solo cioè una
modesta cassa di risonanzadei fatti e fat-
terelli del quartiere ma anche un dibatti-
to su temi più grandi che lo riguardano e
che partendo dalla Giostra costituisca
un impegno più alto si da coinvolgere .
Canto i pregi di Porta Colcitrone e del Quartiere che dà lei 'l ne*"
prende a disinganno di certe persone, il cui saper benché assai in alto
ascende, pur non uoglion conoscere o far buone le qualitadi onde il
luogo risplende.
Ma qui c'è tutto e fuoy della cittade a porta chiusa auui quanto è per
entro, e idere per beffe non accadè che Colcitrone è d'ogni benè ll
centro né a lui ponno eguagliarsi in dignitade quante contrade in la
città son dentro, ci corre quanto dal giorno alla notte o almen quanto
dai camici alle cotte.
{torie ffi{o*""fu
di Angiolo ClRlNEl
pe?"qé 2,2,?6 n
La prima Giostra di questo secolo fu quella corsa il 7 agosto 1931. Alla luce di quanto sarebbe poi avve-
nuto, certamente definibile una Giostra sui generis: basti dire infatti che parteciparono alla tenzone cinque
compagini rappresèntanti altrettanze zone cittacline (il Borgo, Colcitronè,'Saione, san Lorentino e Santo
§pirito) ed il premio che si contesero non era la r'lancia d'oro,, bensì unj bandiera con I'arme comùnate,
una ta.rga e una medaglia; 9li stessi costurni furono presi a noleggio così come capitarono. poitd
consiglio e il "Comitato,, decise ufficialmente che d'ora in poi taGiostra sarebbe itat, corsa r_'inverno
Oatfe iappieieÀ-
tanze dei quattro antichi Quartieri cittadini. si commise però un madornate erroie storico (che non fu il so-
lo) poicné in tutta la storia aretina si legge che i Quartieri si chiamavano.,eò.go, crucifera, oet Foro e
ed invece, lasciata nel cassetto Porta Burgi, apparve porta santtspiriio, che come euartiere
E :i:tll9l."1':
non e mar storicamente esistito. Comunque, dal 1932 i euartieri partecipanti al
stemma, colori e territorio: quelli che tutt'oggi vediamo e conosciamo e dà allora inSaiacino
eOOerà nome,
ogni Albo o nnnuario
ufficiale della Giostra del saracino quella prima vittoria di Porta Burgi e iàÀpr" figurata
Quartiere di Porta crucifera. Probabilmente cosi fu deciso partendo
fra queile del
considerazioàe Cnà, rtori""Éànìà,
il territorio di Porta Burgi fu quasi tutto assorbito, nelta'divisiònedallà
si*iÉiiu,-à" porta crucifera. Fu un
errore? Bi5ognerebbe dimostrarlo, e una volta fatto ciò correggerlo,--, nàn'aàn un altro errore,
sarebbe.quello di lasciare questa vittoria li da sé, a dimostrare éia cn'e non esiste ne stoiiJum"nt" come
punto di Vista della Giostra contemporanea. Bene farebbe, comrnque, ta Maglstratura Jne à"ì
del Saracino aà
istruire un "processo cittadino" per definire una votta per sempre ta questione à rimediare arrÈiràie,ieì
L
I
fu' un verdetto esemplare sarebbe quello che assegnasse la vittoria oi Èorta eurti
u.na condizione, peròr cambiare nome, in modo tàle che nelta storia aretina e
Colomba uelenosa
Sento la nostalgia di Colcitrone
quando la spenni puzza
dove la gioventu io ho passafò
"buttino" della piazza non ti potrò scordare o Colcitrone
"buttino" della piazza
in quella casa scassata
ci sono vissuto
Con un piede con un piede
e ci voglio morir.
nella staffa
e quell'altro nella Giostra
O Colcitrone, o Colcitrone
la uittoria sarà nostra
tu sei il rione del "polvarone"
la uittoria sarà nostra.
Stanotte a mezzanotte
A Arezzo a noi nessun ci può vedere
perché dicon di noi che siam briganti
è possato un aquilone
la verità è che noi siamo tanti
e, sotto c'era scritto e in culo andiamo a tutti quanti.
che uince il Colcitrone
O Colcitrone o Colcitrone
Alé rosso, oh oh! tu sei il rione del "polvarone".
Alé uerde. oh oh!
(sull'aia di "Romagna mia")
Le campane le campane della Pieue
suonan tutte suonan tutte
con ardore Colcitrone
Colcitrone del mio cuore
ti uogliamo uincitor
t&
..!.§
V^§rtt§ 1,
*
,l
'rj
ELrgenio ò un hel farttitto
Rurrlis»alttacatara IVlAdtO "§
la lancid,.è.tella stalla hlarco t: trn bel f1n li16
la lancig.i nelto.stalla. Batbaeia à la caualla
la kutcia è nella:italla
la lància ò nella stalli
'§& ?,§
w
WèerusJ&... . di AIdo BRUNETTI
Li onorevoli Messeri, Reggitori della Nobilissima Città di Arezzo, invitano tutti della Città e del
felicissimo contado, nobili e popolo, genùe di letùere e di toga, mercadanti et artieri di ogti arte,
al tomeamento della
GIOSTRA DEL SARACINO
che sarà corsa oggi, ad ora diciassetesima in Piazza Grande, a li ordini del Magnifico Maestro di
Campo, dai cavalieri dei Quartieri, contra un simulacro che finga tra li soldani di Babilionia,
d'Egitto o di Persia, la figura di Buratto, Re delle Indie, a confusione e ludibrio grandi di hrtti
gli infedeli nimici di Cristianità ed a maggior gloria et onore del Divo Donato, Patrono nostro
e del Contado, Imperatore di grazie et benedizioni.
Correranno li Cavalieri de Ii Quartieri di:
- Porta del Foro - Portaquando
Crucifera - Porta Sant'Andrea - Porta Santo Spirito.
1*1 Ad ora ventunesima si corre in nottuma.
rìòi*noci $?tu
di +"lTr*,t
ffir
'-j
NO
goBFA cRUÒrenn
DOCUMENTO DEL 167 4
RE DELL'INDIE
BVRATTO D'AREZIA, DI
A'VALOROSI CAVALIERI TOSCANA, ET ALTRI'
ffi Enclrc Ia Fama in tutr'i fccoli con inccllante rimbornLo abbia fatto palefi all'Vniuerfo utto
6t+ih
e del suo sangue il tuo terreno inostri
Manda chi più t'aggrada, e solo
attendi da troPqo irata man,
piaghe mortali.
Oggi vedrai s'al nuovo cattlPo
ascendi, s'al tuo folle vantar
sian l'opre uguali Prendi Pur
Non più d'usati on'bri aure cortesi l'asta e fra tue stragi aPPrendi
spingon, o Arezzo, il Piede l'armi di un falso ardir
a' tuoi contorni quanto sian frali.
Sol quest'usbergo e rilucenti arnesi Ogni patto aborrisco, e da
premon le membra qui avante troqqo infiamma
a vendicar gli scorni. il mio cuor giusta vendetta,
I magnanimi Spirti a torto offesi, onde sol morte e gran ruina asPetta
lungi dal trionfar odian i giorni. N.on piit parole, ormai,
Con questo, del flagel Pilt grave vo'vendicarmi.
pondo, giuro atterrir, Al campo! Alla battaglia!
lliuro atterrare il mondo. A l'armi! A l'armi!
Verbale del Consiglio Comunale
per la Giostra del 1535
"Il sei agosto, uigilia della festa di San Donato, i magnifici Priori ed il loro ono-
reuole collegio, congregati insieme ed osseruato ciò ché deue osseruarsi, per loro le-
gittima deliberazione ottenuta con 26 faue nere nen ostanti tre bianche, hanno
deciso che nel giorno di domenica si giostri contro il Buratto, per un solo premio
di otto metri di raso poonazzo, e per questo hanno stanziato lire 25".
La frase "giostretur ad Burattum" ripetuta nell'indice del libro, nel margine del-
la pagina e nel testo, dimostra senza ombra di dubbio, per l'euidente dimestichezza
con questa espressione douuta certamente al suo frequente uso, che il Saracino, ad
Arezzo, era già stato corso.
Non si sa nulla inuece sull'euentuale esistenza di quartieri, porte o rioni, ma il
fatto che a soruegliare il buon andamento della giostra uenissero eletti otto cittadi-
ni, osserua il Girolami, fa supporre che essi rappresentassero, due per ciascuna, le
quattro porte cittadine, cosi come auueniua per gli otto magistrati.
Dunque su questa giostra contro il Saracino c'è una inoppugnabile documenta-
zione-
E' altrettanto certo che nell'anno il 1536, per la uisita ad Arezzo di
successiuo,
Alessandro de'Medici, si è corso ancora "ad Burattum et similia".
[ì«cci-\Énuti ,§l6er9rui-,$ri
Si riconosce subito la testa di Ieone nel
campo argenùeo attraversato da una ban- II loro sùemma ha il fondo oro athaver-
d,a azztwa con 3 sùelle d'oro che costi- sato da he bairde; nel XVII secolo fu
tuisce il loro sùemma. Di origine trecen- aggiunta una stella d'oro nella banda di
tesca, fu subit<i potente e cospicua Ea- mezzo. Di fazione guelfa, è stata fra le
zie.ai membri della Famiglia che eserci- piu antiche, nobili e potenti Famiglie
tavano con vero successo Ia mercatura. aretine. Esistente sin dall'anno Mille-ha
Accumularono immensi patrimoni, di- dato alla storia guerrieri, vescovi e abili
vennero nobili e tali si dimostrarono fi- politici. Si- può qui dire che la maggior
nanziando uno dei più grandi capolavori parte di ciò che in oggi è la nostra C-a1te-
della pittura di tutti i ùempi: la Storia drale nel suo complesso lo dobbiamo
della vera Croce di Piero della Francesca. agli Albergotti.
In oggi, un ramo è rappresentato dal
Conùe Vincenzo Borghini Baldoriinetti
De Bacci, quartierista e Socio onorario
di Porta Crucifera.
Lambardi
Peseioni Questa antichissima famiglia aretina, di
origine longobarda e di fazione ghibelli-
na, porta nello sùemma un'aquila roisa
Fàmiglia estintasi nel Trecento, fu però attraversata da fasce d'oro in campo ar-
molto nobile nel XII e XIII secolo. Un genùeo ed ebbe sigroria su molti castel-
Pesce mitologico al naturale in campo li del contado aretino. Personaggi di
az trto il suo stemma; possedeva nume- questa Famiglia hanno fatto erigere al-
rose case-torri al punto che uno dei cuni palazzi fra i più belli di Arezzo.
"canti" pirì importanti della città di al- Nella quasi millenaria storia della Frater-
lora prese il suo nome. Ed anche in oggr nita dei Laici rimarrà per sempre memo-
le case di essa si possono vedere neila rabile, con pochi alhi, il lascito di un ap-
Via e al Canto de' Pescioni, proprio nel parùenente a questa Casata.
cuore di Porta Crucifera.
&lle$ofiabe di Messer Lucio DE MODESTINI
Questa è l'istoria di due lance d'oro Perchè conquise con l'ardor d'ognuno,
che Colcitrone vinse ambo quest'anno con carriere ueloci e coraggiose
a spese dei quartier: Porta del Foro non lente come §omo de digiuno.
"
de quei ch'a insegna Colombina c'hanno Se uincer uolete ancora, o genti r6se
e di chi ha Croce innanzi e sulle spalle. da l'inuidia de nostre gran lezioni,
A voi conoscer se fu gloria o inganno. noi che siamo i più braui in queste cose,
ui diamo gratis le ripetizioni.
Che ben sonati tomarono a valle
in loro tane apiagPer tristo duolo
che del Buratto marcaron sol le Palle. La Croce, la Chimera e la Colomba
si son trovate doPo questa Giostra
Per batter Colcitrone unico stuolo ma non sapean che dir. Muti. Una tomba!
se fecer questi, ma furon suonati.
Se voglion lance gliele diamo a nolo. Dice Chimera: "Là colpa è tutta vostra,
io di lanbe ne ho fatte un bel bottino"
Per qualche temPo ci siamo Privati Risponde la Colomba: "Io alla nostra
gente consiglio il gioco del Conchino
de Ia vittoria, perchè a vincer troppo
soli col Buratto sariemo stati.
visto che non san correre le carriere"
"Colcitrone ci ha messo in un "BUTTINO"
Ma poi nostra pazienzatece it botto conclude il terzo di cotanta schiera
che voi tre, ingrati, prendeste baldanza
e allora per punirvi ALE'CAPPOTTO! "Bisognerà ridargli i cavalieri
che gli abbiam preso" dice la Chimera.
Ma quei cruciferini sono seri
E ' st'anno nois'è corsa la gran Giostra c'hanno una coppia che fa sempre 3'OTTO"
ma con costumi ch'hanno ormai cent'anni, Mica son fessi, adesso son guai seri"
chò andò su al Municipio gente nostra "Certo" - gli fa Colomba - "che cappotto
ma non riusci a trouare i nuoui panni che ci ha sì ben cucito Colcitrone".
E allora rattoppammo e cotte e scudi. "Macchè" - risponde Chimera di botto -
Speriamo che sien pronti tra uent'anni, "questo non è cappotto, è un PELLICCIONE"
sennò rischiamo di sfilare nudi. il menestrello
Oppur ci uestiremo di Promesse?
Mu taci mala lingua. Perchè Prudi? !
* ffi:t*"t:ltt'r,.f{r
f't$:l1;J;;j;'ul"f;
i,.iI "i"iio*
t
t' :, ^"iìi l,?.
*',n' p1?'à' *.
?jfr:i3
st ilzlp ,
^
Jt,t*;x,,HjI:..,;.
"ttriTfi
lì 3l"i;;;"" *.."
ffi-,'mffi:' totizie ufiti
m."';,"'t;;u+',$xiti:'a:s"ffi
ffi,fr,xr,;##H*:
*;nt':-::'::*" ''-;"ry ::: :'$i-3,'ffl ilàl
;fi?'1 :Hil
iiunffi*rni:"*""*'r*
Il Quartire di Porta del Foro, inve-
ce, garantirà tranquille cai'riere a
Mario Capacci facendolo scortare
al pozzo dai due Carabinieri in al-
ta uniforme che erano presenti al-
la Giostra. d,à;tr5;
Magnifico. . . . . di.CamPo
esempio d'umiltà sublime e raro,
il magno maestro entrò sopra un somaro; VENT'ANNI DOPO
entrò pure il suo vice, con manto,
anch'ei col eiuco . . . Vi scese Donatino e un la hgollasti
ma l'avea accanto. e il Pieraceini diventò furioso
Anonimo aretino Si vinse uno spareggio Poderoso
ci rimanesti male e v'arrabbiasti
PULEZZE E SALSICCE
BUON APPETITO!
Zio Paperone e la Giostra del Saracino
LE TRE STRISCE
ILLUSTRATE
SONO TRATTE
DAL RACCONTO
..ZIO PAPERONE
E LA GIOSTRA
DEL SARACINO"
PUBBLICATO
SU
reFo443e
n. 1606
del 7-9 - 1986
@
Su sceneggiatura
dell'aretino
Pier Flancesco
Prosperi.
à Vv*q,nat a tu'6tnct"zl*/<ro
DALLA VACCHETTA DI 4«,-,/" 7tu à-jr.tgn- o/:A,
RICORDANZBDI qt aàff2daa r&.2' *r7 &cmto
GREGORIO BACCI .col'o ru, ,{ 7;rr* ,aSoo*,ò
-;o
DEL 1612 . 1630, C.64 ..tt*"%z^y' , n^
(tuchivio Guillichini)
^ff'r^
tonz^en fto. *ccèaat-à-,4Ln' 4ù,
"Recordo come li 16 detto (gennaio 16i0) fui ricerco c prepato a volar csscr
rnastro di campo per la gictstra al'saracino di o'tio caualieri nàtl à*po solito pcr il
giomo seguertte cd io, recusando tal caico, mi conuenne'accettarlaper i prieglti di
tlctti signori caualieri ma anche prcgatonc dall signor castellano e cosi acca'ttail
Recordo come li 1B detto ia.qliai due giubbà di seta turchina per uestire dua ser-
uitoi a liuerea e le detti a clipirtgare all pittore sì come ilbxtone stellato di turchi-
no e' così il saracino con quésto motto'nella targa del saracino: Redit inprecordia
tirtus.
Recordo come li 20 detto, sendo trasferita detta giostra per la pioppia che sepuì
il dì 17, comparsi in campo con li miei servitori, utltiti a liuraa ion"della pen,Tar-
chicra adomàta con riche' gi<;ia, e doppo hauer cletto li sigtt'ori piudici, quali furonrt
il signor caualier fra' Franiesco Gabrielli, castcllano in fo"rtezzinostra,'il sig. Fcrdi-
rtattdo Montaguti <'t il signor Ciovatrni Cini pisano, mio amico, cognatodiFrattct'-
sco Maria Azzi, doppo hauer spaseggiato pcr-il campo comparscro juattro caualicri,
rt'stiti a liverca, che Jurono Stelano Chiaromanni, Marc'Antonio Alberori , Donato
Bruni et Carlo Vitali. c2uali meisi in campo comparuero li quattro altri caualiei che
furono il capitano Alessandro Brandagli, l'alfiei Emilio Pdcori, l'alfier Carlo Mauri
at Tomnraso Carbonati, u<,stiti con belle liurce. Quali messi in campo, fatti lcgper li
capitoli, ingominciorno a correre e fecero tutti buoni colpi, restanào iincitor7'della
giostra Marc'Antonio Alberori, mio uicino. Si clurò di scommette.re sino amezz'ho-
ra d.i notte et accompagniato il casa con buon numero di torcie, fece urta
-uincitore _a
bclla collation( con'mòlte confctture a dipoi si andò à festini".
It^r ò àrlhQiost**
Terra d'Arezzo, un cantico Galoppa, galoppa o bel cavalier Le mète già sfavillano
salga dal nostro cuore, tu sei la speranza del nostro quartier dinanzi al nostro ardire
a te che luce ai popoli col braccio robusto che piega, il destin Santo è I'amore che infiammaci
fosti col tuo splendore. trionfa o gagliardo del re Saracin piu santo è l'avvenire.
f
l, t I1 t t t:' t a' {;:itltili.:r»i r da'rn r.rlilrr. / rl* ro I E8''l
I )a tt t t ct c t1 tt rti:e{l.t: tI r I l' h t g.' (.!, 7't u tttl li