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La liberta della Chiesa o da i suoi fedeli

Il tipo di riflessione che vorrei fare è pensato in un chiave positivo. Al limite di ciò
che ho letto, sono arrivato a pensare a come sarebbe stato se la Chiesa non avesse
riflettuto in alcuni punti della sua storia, il fatto che in certi punti dell'organizzazione,
avrebbe dovuto essere riformato. Mi vienne in mente il Concilio di Trento che fu una
risposta alla riforma avviata da Lutero. Poi gradualmente altre fasi della storia, la
separazione dello stato nel senso di Cesaropapismo, l'insistenza sull'universalità e dal
punto di vista ecclesiale.
Secondo me, l'esclusione della politica dalle nomine ecclesiastiche è stata il fattore
più importante che ha "privato" la Chiesa dell'obbligo di essere la palla da ping-pong del
Ancien Regime. Il messaggio evangelico è per le persone, ma in modo che non sia
confuso con ideologie filosofiche-politiche. L'unico punto in cui fede e politica
dovrebbero incontrarsi è il giusto ordine della società1. Leggendo la riflessione proposta,
specialmente verso la fine di essa, mi sono venute in mente le parole di Papa Benedetto
dall'enciclica Deus Caritas Est riguardo alla Chiesa e allo stato, alla politica, vale a dire:
La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica
per realizzare la società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi
al posto dello Stato. Ma non può e non deve neanche restare ai margini
nella lotta per la giustizia. Deve inserirsi in essa per la via
dell'argomentazione razionale e deve risvegliare le forze spirituali, senza
le quali la giustizia, che sempre richiede anche rinunce, non può affermarsi
e prosperare. La società giusta non può essere opera della Chiesa, ma
deve essere realizzata dalla politica. Tuttavia l'adoperarsi per la giustizia
lavorando per l'apertura dell'intelligenza e della volontà alle esigenze del
bene la interessa profondamente2.
Mi è piaciuta la frase del capitolo con le sfide del XIX-XX secolo, in cui lei ha
affermato che le grandi sfide della Chiesa della Rivoluzione Francese erano il confronto e
la lotta aperta con le ideologie dell'era contemporanea (liberalismo, nazionalismo,
positivismo, socialismo) e come la Chiesa Cattolica ha acquisito una straordinaria unità,
uniformità e libertà di autogovernare. Ma ho anche visto gli svantaggi, la riluttanza al
modernismo. E nel ventesimo secolo, nonostante si trovasse in una situazione di
riluttanza, la Chiesa cattolica ha gestito un cambiamento di stile attraverso il Concilio
Vaticano II, che le ha dato l'opportunità di essere al passo con i tempi di oggi. (Il
desiderio di aprire, dialogare con altre religioni e confessioni cristiane, incoraggiare l'uso
dei mezzi di comunicazione).
La sfida della Chiesa Cattolica nel mondo di oggi rimane quella di rendere i laici più
responsabili, sia maschi che femmine, di essere coinvolti il più possibile nella diffusione

1
“Lo Stato non può imporre la religione, ma deve garantire la sua libertà e la pace tra gli aderenti alle diverse religioni; la
Chiesa come espressione sociale della fede cristiana, da parte sua, ha la sua indipendenza e vive sulla base della fede la sua
forma comunitaria, che lo Stato deve rispettare. Le due sfere sono distinte, ma sempre in relazione reciproca”. (LETTERA
ENCICLICA DEUS CARITAS EST DEL SOMMO PONTEFICE BENEDETTO XVI, n28)
2
DEUS CARITAS EST, 28a
del messaggio evangelico. Infatti ecco ancora un vantaggio con l’ocasione del
Rivoluzione Francese: apariva nel sec XIX un tereno a favore di sviluppare le
congregazioni femminili quale sono pronte di agire nel società, lasciando quasi la
clausura.
L'attuale Sovrano Pontefice che la Chiesa ha a disposizione, sta seguendo il percorso
indicato dalla riforma del Concilio Vaticano II: la ricerca del dialogo e un atteggiamento
evangelico più pastorale, più aperto e attento ai bisogni materiali e spirituali delle
persone3.
Penso che la Chiesa abbia imparato una dura lezione sul clericalismo, a seguito della
rivelazione degli scandali sugli abusi sessuali (più diffusi negli Stati Uniti).
Infine, credo che una società senza Dio sia una società che perde la sua misura. Quando
Dio muore in una società, c'è l'impressione che diventiamo liberi, ne siamo assicurati. In
realtà, la morte di Dio4 in una società significa anche la morte della libertà, perché ciò che
muore è lo scopo di offrire una guida. E poiché la bussola scompare per mostrarci la
giusta direzione, insegnandoci a fare la differenza tra il bene e il male.
Facendo un ragionamento tra stile della Chiesa di oggi, e la Chiesa come èra prima di
Rivoluzione Francese, esiste la tendenza di domandarci, quale era il suo livello di agire in
società? Sapiamo che la Chiesa in Ancieme Regime, prima di apparire la riforma di
Lutero e la filosofia moderna (razionalismo, l’emipirismo), viveva in un contesto in quale
essa era quela che univa l’Europa. Dal altro lato, credo che non siamo in grado di
giudicare quegli tempi con la mentalità di oggi, ma avendo una panorama storica, un filo
roso, sapendo quale erano le sfide e principali pensieri, si può guardare, avere una visione
di sfruttarla, le sfide che la Chiesa incontrano oggi.

3
Cf. ESORTAZIONE APOSTOLICA EVANGELII GAUDIUM DEL SANTO PADRE FRANCESCO
4
„Gott ist tot”(Nietzsche)

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