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Kant e la filosofia critica

Immanuel Kant
La vita e l'attività filosofica si svolgono nella sua città natale,
Koenigsberg, dove nasce nel 1724. Segue gli studi di filosofia,
fisica e matematica all'università Albertina di Koenigsberg. Nel
1746 conclude gli studi universitari. Dal 1747 al 1755 si guadagna
da vivere come precettore presso famiglie borghesi. Nel 1755
ottiene l'abilitazione all'insegnamento universitario di fisica e
l'abilitazione all'insegnamento della metafisica. Tra il 1755 e il
1770 tiene corsi universitari sui temi di fisica e metafisica. Nel
1770 ottiene la cattedra di logica e metafisica all'università di
Koenigsberg. Con un lavoro di ragionamento nasce la Critica della
ragione pura scritta in 4 o 5 mesi dopo averla meditata per 12
anni.Sulla base dell dottrina della conoscenza, la riflessione
kantiana si allarga verso atri settori della filosofia:
il problema della morale
i temi dell'estetica e dell'ordine finalistico della natura
Nel 1787 esce la seconda edizione della Critica della ragione
pura. Nel 1795 pubblica il saggio Per la pace perpetua in cui
presenta un progetto di tratto internazionale di pace permanente tra
gli Stati europei. Muore il 12 Febbraio del 1804.

Il criticismo kantiano
La filosofia di Kant si colloca di fronte alle due correnti del
pensiero:
quella che si richiama alla ragione come organo di una
conoscenza sicura, basata sul metodo matematico-deduttivo;
quella che vede nella ragione un principio critico che
lavora su un elemento mobile e aperto come l'esperienza per
il pensiero illuminista.
Il proposito di Kant è di condurre un'indagine rigorosa sulla
conoscenza umana per vedere come sia possibile individuare un
modello "terzo" di ragione. In questo senso raccoglie i diversi fili
del pensiero moderno delineando un sistema filosofico al centro
del quale sta la ragione come facoltà critica:
rigorosa secondo il modello matematico-deduttivo
aperta alla verifica empirica.
Kant si muove lungo la doppia linea:
da un lato vuole mantenere il contatto con l'esperienza
dall'altro intende individuare delle coordinate stabili
capaci di dare certezze alle proposizioni filosofiche e
scientifiche.
Il periodo pre critico
Kant si impegna a indagare fino a che punto la ragione umana
può conoscere secondo le sue capacità e quando deve fermarsi
riconoscendo i propri limiti. Nella fase precritica si occupa dei
problemi della morale. Un principio capace di segnalare
all'individuo che cosa è necessario fare per giungere alla
perfezione viene dal sentimento. Kant traccia una linea di confine
tra:
il campo della ragione che riguarda la conoscenza
quello del sentimento.
Un punto di svolta
La dissertazione è considerato come il passaggio dal periodo
precritico a critico.
Nella dissertazione si delinea il problema del pensiero kantiano
cioè come costruire la scienza che: faccia riferimento al mondo
dell'esperienza
abbia il carattere di universalità e necessità che manca alle
generalizzazioni empiriche.
Per affrontare il problema della conoscenza bisogna distinguere la
conoscenza sensibile e la conoscenza intellettuale:
La sensibilità è la facoltà di ricevere impressioni dalle
cose esterne è una facoltà ricettiva, riguarda le cose come
fenomeni cioè le cose non come sono in se ma come ci
appaiono attraverso la percezione sensibile;
L'intelletto è la facoltà di pensare al di là dell'esperienza.
La critica della ragione pura
Dai dubbi sulla scientificità della metafisica nasce l'esigenza di
istituire il tribunale dell ragione. Prende così forma il progetto di
una critica della ragione pura. L'aggettivo "pura" significa
indipendente dall'esperienza. L'intento dell'indagine è capire se e
quali elementi al suo interno la rendono capace di cogliere con
metodo scientifico la realtà. L'ipotesi parte da un doppio
riconoscimento:
ogni nostra conoscenza umana comincia con l'esperienza,
determinata dall'azione che gli oggetti esercitano sui nostri
sensi;
non tutta la nostra conoscenza deriva dall'esperienza.
Attraverso questi due punti fermi si può ipotizzare che la
conoscenza empirica sia il risultato:
delle impressioni che riceviamo dall'esterno
di qualcosa che viene aggiunto dalla facoltà soggettiva
del conoscere.
Si tratta allora di definire in che modo lavora la mente comune e a
quali oggetti si applica cioè su quali aspetti della realtà esterna è
possibile raggiungere una conoscenza condivisa.
La critica della ragione pura si propone in primo luogo di
mettere in luce in che modo si determina la scientificità
della matematica e della fisica;
verificare se è possibile la metafisica come scienza.
I principi della conoscenza sono:
la sensibilità cioè la facoltà con la quale gli oggetti ci
sono dati attraverso i sensi
l'intelletto è la facoltà mediante la quale unifichiamo i dati
sensibili formando concetti
la ragione è la facoltà mediante la quale andiamo oltre
l'esperienza alla ricerca di una spiegazione della realtà.
La ragione pratica
Il punto di vista kantiano ci porta a escludere dal campo della
morale una serie di comportamenti considerati moralmente buoni.
Per esempio non compie un'azione moralmente buona chi aiuta il
prossimo.
A ribadire il carattere di universalità e formalità della legge morale
Kant distingue fra:
le massime che determinano la volontà individuale
secondo criteri che sono validi per il singolo soggetto;
le leggi che determinano la volontà in modo oggettivo.
Kant distingue due tipi di imperativi:
imperativi ipotetici che:
comandano un'azione in vista di un fine particolare
si esprimono nella formula ipotetica "se vuoi..." allora
devi...."
gli imperativi categorici che:
costituiscono un comando incondizionato
esprimono una direttiva universale della ragione

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