Natura

Il fondo del mare? Sotto certi aspetti

Abi ssi
conosciamo meglio
G
ranchi che somigliano a
ragni mostruosi, a causa
Marte, e le sorprese delle loro sottilissime zam-
pe. Pesci che cammina-
sono continue: no sul fondale appoggiandosi sulla
punta delle pinne. Cetrioli di mare
che setacciano il fango come aspi-
montagne mostruose, rapolveri. E calamari giganti che
arrivano a 24 metri di lunghezza,
animali che fanno luce, come una piccola nave.
Dove? In fondo al mare, ma
proprio in fondo, a migliaia di me-
batteri che “producono” tri, dove non c’è luce, l’unico colo-
re è il nero appena venato di az-
metalli preziosi... zurro cupo, e la temperatura è di 4
gradi. Si credeva che laggiù la vita
non fosse neppure immaginabile
(anzi, per molti anni la soglia è
stata posta a duecento metri) e in-
vece gli esploratori hanno scoper-
to, negli ultimi anni, ben 50 mila
nuove specie di animali abissali! E
poi ci sono le catene montuose più
La corazza sottomarina alte del pianeta, canyon e vulcani.
Quanto ne sappiamo, di quei pae-
Un casco sperimentale in fibra saggi, della fauna e della flora che
di vetro per immersioni a grande
profondità: doppia alimentazione costituisce il tappeto degli oceani?
a miscele di gas, sistema di Ben poco: per certi versi, addi-
ventilazione continua e rittura, l’uomo conosce meglio il
antiappannante, microfoni. pianeta Marte, anche se nel mare
nuotiamo e ci tuffiamo. «In effetti

▼
Il mostro viene a galla
Un Chauliodus, genere di pesce
abissale capace di vivere fino
a 3500 metri di profondità, ma
anche di risalire quasi in superficie,
durante la notte. Ha il corpo
fosforescente e, nella realtà,
è lungo appena 25 centimetri.
 A 6 chilometri Idronauti Il curioso
sotto il mare, al lavoro
L’interno del
degli abissi
Il Nautile
ecco il Nautile: Nautile: una sfera
di titanio di 2,10
metri di diametro,
dell’Ifremer,
una compagnia
francese, viene
oggi nessuno capace di resistere
a pressioni di 600
calato in mare da
un pontone, prima
scende di più atmosfere. Ogni
immersione dura
in media 8 ore.
di una discesa.
Attualmente è il
mezzo più
Una Centrophrine spinulosa, una moderno per
sorta di pescatrice di profondità. l’esplorazione
sottomarina
e viene impiegato
▼

soltanto il 3 per cento delle aree in tutto il mondo.

marine ha profondità che vanno
dai 6 mila agli 11 mila metri della
Fossa delle Marianne, che è il pun-
to più profondo conosciuto, rag-
giunto e ispezionato», spiega Giu-
lio Ernesto Melegari, geologo, bio-
logo marino e responsabile delle
tecnologie sottomarine della Sai-
pem, la società del gruppo Eni spe-
cializzata nella realizzazione delle
condotte sottomarine. «Oltre la
spiaggia o gli scogli che possiamo
vedere sulla riva, in realtà, c’è una
specie di marciapiede che digrada
lentamente, fino a una profondità Immersioni in
media di duecento metri. Poi, più tutto il mondo
al largo, inizia la scarpata conti- La responsabile
nentale, e la profondità scende ra- delle missioni
pidamente. Arrivati a mille metri del Nautile: Anne
cominciano le piane abissali». Marie Alayse. Il
Un panorama sterminato, inter- sottomarino
rotto da catene montuose lungo le impiega circa 70
dorsali oceaniche, e per il resto for- minuti a scendere
fino a 2650 metri
mato da immense distese di fango. di profondità:
«Fango che, un tempo, era parte di sul fondo
animali vivi», spiega Maria Bianca si sposta poi
Cita, geologa all’università di Mi- grazie a motori
lano. «Lontano dalle coste, dove autonomi.
non arrivano a depositarsi i sedi-
menti dei fiumi, i fanghi abissali
sono infatti costituiti soprattutto
dai gusci degli organismi che vivo-
no negli strati più superficiali delle
acque». Gusci calcarei o silicei, nei
quali si annidavano foraminiferi,
cocoliti, pteropodi, radiolari o dia-
tomee, tutte quelle alghe unicellu-
lari, protozoi e molluschi che com-
pongono il plancton, e che nella rancione. A cento metri, attraver-
fase della riproduzione perdono so il periscopio di un sottomarino,
l’involucro nel quale si trovavano si scorge solo un azzurro cupo. «In
in precedenza. «Queste spoglie, leg- realtà molto dipende dalla qualità
gerissime, impiegano settimane o delle acque. Nel Mediterraneo, a
addirittura mesi a scendere sul fon- 90 metri e nelle ore centrali del
dale. L’accumulo sui fondali è di giorno, c’è ancora abbastanza luce
circa un centimetro all’anno». A perché un sommozzatore possa
comporre il fango sono anche le svolgere il suo lavoro. E a duecen-
ceneri vulcaniche, o la sabbia dei to metri si intravvede ancora la lu-
deserti, portata dalle tempeste. minosità della superficie. La mas-
Il vero segnale che non ci si tro- sima penetrazione della luce è
va più in acque superficiali è però stata però registrata nel mar dei
un altro: la scomparsa della luce. A Sargassi, in Atlantico, dove si vede
mano a mano che si scende i colo- qualcosa ancora a 350 metri. Più
ri svaniscono progressivamente: giù è notte perenne».
prima il rosso e il violetto, poi l’a- E infatti gli studiosi dividono il
▼

Focus 8 Focus 9
 Uomini Il verme
d’acciaio oceanico
Esplorazioni Un grande verme
sul fondale delle dei fondali,
Hawaii. Con uno scoperto qualche
scafandro rigido anno fa e
si scende anche battezzato Riftia.
a 400 metri.

La piovra
sconosciuta
Un cefalopode
Un pesce di genere Arothron: fotografato per
può diventare quasi sferico. la prima volta
nel 1984,
dal Nautile.

Vermi giganti,
calamari
da incubo e
granchi
mostruosi
Le mega Il fondale
mare in due parti: quella “eufoti- cozze brulica
▼

ca” (cioè con la luce), e quella “a- Un grande La vita sui

fotica” (cioè senza luce). «Nella mollusco, che fondali è
prima la vita si svolge sostanzial- si moltiplica favorita
mente come sulla terraferma. Gra- a oltre duemila da sorgenti
zie alla luce i vegetali, cioè le alghe, metri di idrotermali
si sviluppano e diventano la base profondità, che creano
lungo la costa autentiche oasi
della catena alimentare: si comin- messicana,
cia dal fitoplancton e si arriva al pe- anche in
sul versante mancanza di
scecane», spiega Ezio Amato, bio- del Pacifico. luce solare.
logo marino. «Ma dove manca la
luce non ci sono nem-
meno le alghe, e la vita sti segnali luminosi è quella di ore dopo, al suo interno c’erano un
segue un altro corso». ll medico in fondo al mare richiamare le prede, e di facilitare centinaio di gamberi Acanthe-
Nel buio perenne i gli incontri fra i sessi. Diversa- phyra eximia, giovani e adulti. Ciò
pesci possono nutrirsi
solo di ciò che cade Fla convinzione
ino a pochi decen-
ni fa, era radicata
che ol-
pane iperbariche) è di
poco superiore ai 500
metri. Ma esitono li-
no in bassa percen-
tuale e da gas inerti
come elio o idrogeno.
mente, per chi vive perennemente
a tentoni, sarebbe estremamente
che ha sorpreso è stata proprio la
quantità», racconta Della Croce.
dall’alto, cadaveri di tre una certa profon- miti fisiologici che de- Con l’elio sono stati rag- arduo sia mangiare, sia accoppiar- «La conoscenza scientifica delle
altre specie (come i dità il sommozzatore rivano dai gas che l’ giunti i 128 metri già si. Nel mondo delle tenebre, la luce grandi profondità è comunque un
grandi mammiferi, per potesse venire schiac- uomo respira. Nelle nel 1937, e i 500 nel può infine essere anche un’arma libro ancora tutto da sfogliare. Ba-
esempio), o divoran- ciato dalla pressione immersioni si usano 1977; con l’idrogeno i di difesa: è il caso del polpo abis- sta pensare che spesso si identifi-
dosi a vicenda: «E’ per idrostatica», dice Luigi aria compressa o mi- 700 metri nel 1992. sale, che si comporta come quello cano nuove specie di pesci sulla
questo che la principa- Magno, fisiopatologo scele di gas. «Ma l’a- In ogni caso, la risali- delle acque di superficie. Con una base di foto fatte a caso», spiega Me-
le caratteristica degli subacqueo. Una tale ria, che è essenzial- ta deve essere lenta differenza: per confondere gli av- legari. Uno dei capitoli più recen-
animali abissali è di affermazione si basa- mente un insieme di e interrotta da soste versari non emette una cortina d’ ti riguarda le cosiddette oasi, veri e
va sul fatto che nelle azoto e ossigeno, a di decompressione,
avere enormi bocche: Giulio Ernesto Melegari, responsabile immersioni la pressio- partire da una deter- per permettere all’a- inchiostro, che nell’acqua nera non propri giardini abissali dove fiori-
ciascuno deve essere in delle operazioni sottomarine della Saipem. ne aumenta di una at- minata pressione può zoto o all’elio, sciolti avrebbe alcuna utilità, ma lancia sce la vita in modo decisamente
grado di mangiare mosfera ogni dieci me- rivelarsi tossica per nel sangue e nei tes- una nuvola di batteri luminosi. insolito. Le prime furono scoperte
tutto ciò in cui si imbatte», dice luminosi che vengono dagli ani- tri di profondità. A 10 l’organismo», spiega suti, di liberarsi gra- Là sotto, però, la densità della nel 1977, vicino alle isole Galà-
Amato. Il colore degli animali è in mali stessi. A rischiarare il nero metri il corpo umano Magno. Oltre i 50 me- dualmente e di esse- ll pianeta, abisso per abisso vita non è così rarefatta come sem- pagos, a 2500 metri di profondità.
genere scuro, grigiastro o nero. Le assoluto troviamo infatti numero- sopporta un peso di tri, infatti, per un re eliminati dai pol- brerebbe. Lo dimostra un esperi- Si tratta di sorgenti idrotermali do-
pinne sono spesso allungate e se specie dotate di fotofori, cioè
munite di organi tattili. L’enorme organi luminosi disposti lungo il
2 chilogrammi per
centimetro quadrato,
meccanismo non an-
cora del tutto chiaro,
moni. Infatti una risa-
lita troppo rapida, per
Ldi 3500
a profondità media
degli oceani è
metri e il 97
costa peruviana e
cilena. 8050 m.
2. Fossa di Porto
6. Fossa delle
Marianne. 11032 m.
7. Fossa del
mento condotto dall’Istituto scien-
ze ambientali marine dell’univer-
ve vivono batteri definiti “chemio-
sintetici”, capaci cioè di sintetizza-
pressione cui i pesci sono sottopo- corpo. «La luce può essere provo- che a 20 metri diven- l’azoto influisce sul effetto della pressio- per cento delle aree Rico. 8385 m. Giappone. 10230 m sità di Genova, diretto da Norberto re sostanze organiche a partire da
tano 3 e così via. sistema nervoso e ne che diminuisce, marine ha una 3. Fossa delle 8. Fossa delle Curili.
sti è controbilanciata dalla pres- cata dalla scissione della luciferina, In realtà il rischio di produce uno stato provoca nel sommoz- Della Croce. Nel 1991, al largo di molecole inorganiche. Al posto
sione interna dei liquidi cellulari. una specie di proteina, a opera del- profondità inferiore Sandwich Australi. 10500 m. Rodi, è stata calata a 4 mila metri della luce solare, dunque, questi
schiacciamento non confusionale, chiama- zatore un effetto pa- ai 6000 metri. Ecco 8250 m. 9. Fossa delle
E gli occhi? Sebbene siano abi- la luciferasi, un enzima. Ed è lo esiste, tanto è vero to anche “ebbrezza ragonabile a quando una nassa da pesca. Oltre all’esca, organismi ricavano energia dai
tuati a vivere al buio, gli abitanti stesso processo che avviene nelle la distribuzione 4. Fossa della Sonda, Aleutine. 7135 m. c’era un bastoncino luminoso da processi chimici che sono in grado
che il record di im- da profondità”. Ecco si stappa una bibita delle principali fosse nei pressi dell'isola 10. Fossa di Tonga.
delle profondità non sono in gene- lucciole. In altri casi la luce è dovu- mersione libera in ma- allora che si devono frizzante: e nel corpo oceaniche. di Giava. 7450 m. 10882 m. segnalazione, che emette una luce di compiere, mentre si nutrono di
re privi di vista, perché anche in ta a colonie di batteri che vivono re (dopo un periodo di usare miscele di gas si creano pericolosis- 1. Fossa di 5. Fossa delle 11. Fossa di molto simile a quella prodotta dai elementi come zolfo o ferro. «Le
quel cupo mondo qualcosa da ve- proprio nei fotofori dell’animale», acclimatazione in cam- composte da ossige- simi emboli. Atacamaza, lungo la Filippine. 10497 m Kermadec. 10000 m. pesci abissali. «Quando abbiamo sorgenti si formano quando l’acqua
dere c’è. Si tratta di deboli segnali spiega Amato. La funzione di que- recuperato la nassa, ventiquattro penetra nel basalto fratturato del

▼
Focus 10 Focus 11

Un'Anoplogaster Cornuta: fino
a mille metri di profondità.
Scendere di
persona sul
fondo? Può
benissimo
farlo un robot
fondo e arriva in prossimità del
▼
magma. Qui, con il calore, l’acqua
si arricchisce di minerali», dice
Maria Bianca Cita. E questa con-
dizione favorisce la vita.
L’esplorazione degli abissi è un
fatto relativamente recente. «Da
principio, negli anni 50 e 60, la
molla principale è stata la ricerca
scientifica. E la voglia di conoscere
cosa c’è sotto, ha spinto americani
e francesi a costruire batiscafi co-
me l’Fnsr II, il Trieste I, il Trieste
II, l’Archimede... Ma le nuove co-
noscenze portavano ben poco all’
industria e avevano costi salatissi-
mi», racconta Melegari. Infatti,
una missione umana, oltre a essere
complessa e rischiosa, richiede in-
genti finanziamenti: l’utilizzo, per
esempio, del famoso sommergibi-
le Alvin, che era in grado di scen-
dere a 4500 metri di profondità, ri-
chiedeva una spesa di 25 mila
dollari al giorno. Così le esplora-
zioni umane sono state pratica-
mente abbandonate, e oggi l’unico
sottomarino con equipaggio, in
servizio e in grado di raggiungere
profondità di 6 mila metri, è il fran-
cese Nautile. «Ora la protagonista
delle attività subacquee è l’indu-
stria, che utilizza mezzi subacquei
per lo sfruttamento e la gestione
delle risorse energetiche. La Sai-
pem dispone, per esempio, di due
sottomarini con equipaggio, capa-
ci di raggiungere i mille metri: sono
impiegati per la posa di conduttu-
re o per gli allacciamenti ai pozzi
petroliferi più profondi».
Nel frattempo, però, sempre con
Focus 12
Metri di profondità
L’autobus
dei sub
Sopra, un piccolo
sottomarino
che porta
in profondità
i sommozzatori
a pressione
ambientale.
E’ un veicolo
impiegato
soprattutto
negli anni 70.
I conquistatori
del mare
Sicuri ed
economici
Un trattore
sottomarino
lungo la costa
californiana.
Sicurezza ed
economicità
hanno fatto
abbandonare
quasi ovunque
le immersioni
umane.
Il primo subacqueo: Alessandro Magno
● 300 a.C. Secondo una
leggenda, Alessandro Ma-
gno, chiuso in un barile di
vetro, viene calato in mare,
per tre giorni e tre notti, e
può osservare un gigan-
tesco mostro marino.
● 1531. Nelle acque del
1. Sub senza respiratore 5. Sommergibile con 8. Campana per studio 11. Sottomarino lago Nemi, nel Lazio, vie-
(solo maschera). sommozzatori collegati. dell'ambiente e per autonomo Alvin munito ne sperimentata la prima
campana subacquea di
2. Sub con respiratore 6. Due tipi di scafandri intervenire per mezzo di telecamera cui si abbia documenta-
autonomo ad aria. rigidi: a destra, di braccia meccaniche. manovrata a distanza zione; ideato da Gugliel-
3. Sub con "narghilé" articolato e, a sinistra, 9. Sottomarino guidato 12. Sottomarino tipo mo Lorena, il mezzo è uti-
(scafandro elastico). semiarticolato via filo dalla nave-madre batiscafo per discesa lizzato per cercare di
4. Campana aperta e 7. Camera di immersione 10. Sottomarino a a grande profondità
sub con respiratore. (in saturazione). funzionamento autonomo (Trieste e simili). recuperare navi romane
l’obiettivo di ridurre i costi e i ri-
schi, si sono affermati mezzi subac-
quei senza equipaggio e teleco-
mandati. Sono i Rov, remote ope-
rated vehicles, guidati tramite un
L’automa sul fondale cordone ombelicale attraverso il
Sopra, un veicolo telecomandato quale inviano alla nave-appoggio
“Scorpio”, della Saipem. Serve immagini e informazioni. In tutto il
a compiere ispezioni a installazioni mondo ne sono in attività una set-
sottomarine o tubazioni (a fianco). tantina di modelli diversi, con pre-
stazioni proporzionali al prezzo. I
mezzi più economici costano una
cinquantina di milioni, i più sofi-
sticati toccano i due miliardi di lire.
Ma già una nuova generazione di
sommergibili automatici sta per
prendere il mare: sono gli Auv,
autonomous underwater vehicles,
destinati alla ricerca scientifica. Co-
me i Rov, non hanno equipaggio,
ma sono completamente indipen-
denti e non necessitano di un cavo
ombelicale di controllo. Questo
del periodo imperiale. ● 1915. Frank Crilley, della tonnellate d’oro e 40 d’
● 1717. L’inglese Ed- Marina statunitense, al lar- argento a bordo del relit-
mund Halley, scopritore go di Pearl Harbour si im- to dell’Egypt.
della famosa cometa, merge fino a 93 metri con ● 1930. Al largo delle
mette a punto una cam- uno scafandro elastico. Bermude, William Beebe
pana di legno ricoperta di ● 1923. L’azienda tede- e Otis Barton, a bordo di
piombo, aperta sul fondo; sca Neufeldt & Kuhnke una batisfera, toccano i
lo studioso vi rimane per mette a punto uno sca- 420 metri di profondità;
un’ora a 18 metri di pro- fandro metallico con arti- nel 1934, i 923 metri.
fondità. colazioni a giunti sferici. ● 1960. Jacques Piccard
● 1834. Augusto Siebe Tra il 1928 e il 1934, pa- e Don Walsh con il bati-
collauda il primo scafan- lombari della So.Ri.Ma. scafo Trieste II, al largo
dro elastico con casco, di Genova utilizzano que- dell’isola di Guam, rag-
alimentato da aria pom- sti scafandri e scendono giungono i 11032 metri
pata dalla superficie, per fino a 120 metri, al largo della fossa delle Marian-
profondità fino a 40 m. di Brest, per recuperare 7 ne, record imbattuto.
L’ascensore
per l’abisso
A fianco,
la torretta
d’immersione
della Comex di
Marsiglia. Si
tratta di una
campana
iperbarica, per
far scendere
i subacquei in
condizioni di
sicurezza e a
pressione
elevata (pari a
quella che
troveranno in
profondità).
Sopra, i sub
durante
la discesa.
nuovo genere di sottomarino è
infatti stato concepito in modo da
avere a bordo tutte le attrezzature
elettroniche necessarie. Si tratta,
in altre parole, di robot che, attra-
verso sistemi acustici, inviano a
una stazione di terra i dati che rac-
colgono ed elaborano autonoma-
mente. Il primo Auv europeo, rea-
lizzato da Francia, Portogallo e
Danimarca, si chiama Marius, ma-
rine utility vehicle system, e verrà
collaudato il prossimo anno. Pe-
sante una tonnellata e mezza, e
lungo 4,5 metri, Marius è stato
concepito per missioni di controllo
ambientale fino a 600 metri.
Con mezzi del genere, entro po-
chi anni potrebbe iniziare un’e-
splorazione sistematica degli abis-
si e il loro sfruttamento minerario.
Sui fondali più profondi sono infat-
ti presenti enormi quantità di no-
duli polimetallici. Simili a patate
bitorzolute, sono composti da fer-
ro, nickel, manganese, cobalto, ra-
me, zinco e altri metalli rari. La lo-
ro origine non è ancora del tutto
chiara, ma la teoria più accreditata
è questa: attorno a un nucleo ini-
ziale, un pezzo di roccia o un fram-
mento di conchiglia, diverse specie
di batteri -simili a quelli presenti
nelle sorgenti idrotermali- hanno
fatto precipitare gli ioni metallici
normalmente presenti nell’acqua.
La raccolta di queste pepite mari-
ne non è ancora conveniente, ma
non è escluso che le miniere del
Duemila possano essere nel buio
degli abissi. ■
Massimo Angelo Rossi
Focus 13
Animali La vacca è
Vacche, uccelli,
il sacerdote
In un tempio
indiano un bramino
siede accanto a
perfino insetti:
una vacca d’oro.
Grande produttrice c’è chi porta
di latte, la mucca
è anche il simbolo
della madre
bene e chi
Terra. Di questo
animale si può
utilizzare tutto,
porta male
ma non la carne.

L’
elefante, grande e potente,
è una specie di Atlante: co-
me il personaggio mitolo-
gico, porta sulle sue spalle il
peso della Terra. La cicala, e la sua
metamorfosi da crisalide a insetto
adulto, sono invece simbolo delle
fasi alternanti della Luna. La volpe?
E’ addirittura capace di trasfor-
marsi in altri esseri, e perfino cose,
e può creare miraggi. Antiche leg-
gende che non contano più? Non
proprio. Ancora oggi molte popo-
lazioni hanno legami strettissimi
con gli animali, e non solo perché
questi ultimi forniscono loro cibo
e vestiti, ma anche perché sono sim-
boli religiosi, hanno un ruolo
importante nei riti sacri e sono
mediatori tra gli uomini e gli dei.
«Per molte culture non occiden-
tali, gli animali sono una manife-
stazione di forza e potenza. Se si
vuole cacciarli, si deve chiedere lo-

▼
ro una concessione. Se si eccede, la

L’immagine
del mondo
A destra, una
tartaruga
geochelone. Presso
i popoli orientali
la grande corazza
viene regalata
agli sposi per
augurare loro la
felicità coniugale.
La carne veniva
un tempo ritenuta
un antidoto contro
i veleni, ma solo se
preparata secondo
il rituale prescritto.

La cicala
come la Luna

Lo zoo sacro
A sinistra, una
cicala. Poiché
canta di giorno e
sta in silenzio la
notte, è il simbolo
dell’alternanza
tra luce e buio.
In Grecia era
consacrata al dio
Apollo, simbolo
di poesia e degli
artisti poveri.
Ciò nonostante,
veniva mangiata.

Focus 15
L’uomo spera
di conquistare
le qualità che
più ammira
in ogni bestia

Messaggero
di Dio
A destra, un orso:
per molti popoli
dell’emisfero nord
può mettere
in comunicazione
gli uomini con gli
dei e per questo
viene sacrificato
durante le
cerimonie
rituali. Sopra, un
legno decorato
Si espande come l’universo dagli indiani
Sopra, Kundalini, il serpente- Haida, che
fuoco della tradizione indiana. abitano la costa
A destra, un pitone: nel Benin nord ovest
è ancora un animale sacro. americana.

punizione non tarderà ad arriva- quotidiana. Per i popoli pastori il elmo, mentre le zampe sono for- zione dell’uomo sulla donna», è
▼

re. Gli animali rappresentano cioè
la natura e impongono un codice
di autoregolazione e di rispetto»,
dice Eleonora Fiorani, filosofo, au-
trice di numerosi testi nei quali ha
analizzato il rapporto tra uomo,
animali e piante.
Ma perché gli animali diventano
sacri? Forse per proteggerli, visto
che costituiscono una importante
risorsa di vita ? «Non solo. Ciò av-
viene in alcuni casi (presso gli Ai-
nu, nel nord dell’Asia orientale,
l’orso viene allevato per ricavarne
il fegato, ritenuto medicinale), ma
non si può generalizzare. A volte si
tratta invece di un animale sacro
perché tabù, giacché rappresenta
una progenie mitica e come tale
va rispettato: in Corea, per esem-
pio, l’orso è la grande madre da
cui discendiamo», risponde Gian-
carla Sandri Fioroni, docente di
storia della filosofia e delle reli-
gioni dell’estremo oriente.
«Spesso, inoltre, i significati reli-
sacrificio degli agnelli, oltre che
avere un significato religioso (e ciò
vale anche per il cattolicesimo),
consente di controllare il gregge e
mantenerlo entro il numero di capi
che possono essere effettivamente
sfamati», sottolinea Massimo Ra-
veri, antropologo. «Infine, un a-
spetto importante del rapporto tra
uomo e animale è quello del to-
tem. L’animale totemico è il rap-
presentante di tutta una tribù. Non
lo si potrà uccidere e neppure man-
giare. Ogni componente della tribù
ha infatti le stesse qualità dell’ani-
male totem».
Ma quali sono, oggi, gli animali
sacri? Quasi tutte le specie sono
rappresentate. Vediamone alcuni.
● Il fantasma della Nuova
Guinea. E’ il casuario, un uccello
simile allo struzzo, con un piumag-
gio scuro che fa grande contrasto
con il collo nudo e la testa vivace-
mente colorata sulla quale spunta
Intelligenza e memoria nite di un lunghissimo artiglio. Per
A destra, un ammaestratore gli indigeni della Nuova Guinea è
indiano di elefanti. Sotto,
Ganesha: giocoso e burlone è il l’immagine metaforica del fanta-
protettore di scrittori e artisti. sma. Forse perché non costruisce
un nido vero e proprio, perché ap-
pare e scompare regolarmente da-
to che compie migrazioni stagio-
nali; oppure perché corre velo-
cissimo ed è difficile colpirlo usan-
do solo arco e freccia. In più, quan-
do è ferito, riesce comunque a fug-
gire. «Secondo i Baruya l’unico
metodo per catturarlo è quello di
tendergli trappole. In ogni caso
nessuno si arrischierebbe a inse-
guirlo. E’ infatti un animale che
riassume in sé caratteristiche di
altri esseri: è terrestre come i mam-
miferi (in effetti ha le ali atrofizza-
te), è bipede come l’uomo e appar-
tiene al mondo femminile. In
effetti il casuario ha una singola
apertura uro-genitale che i Mian-
min paragonano alla vagina. La
caccia rituale al casuario (che si fa
in periodi di astinenza sessuale) è
l’opinione di Gilda della Ragione,
antropologa. Lo stretto legame
con il simbolismo sessuale vale
anche per altre tribù. Se consuma-
no carne di casuario i Yafar non
devono coltivare gli orti per qual-
che giorno, e non entrano nelle
capanne. «Nel caso infrangessero il
primo divieto, la canna da zucche-
ro, simbolo della fecondità (che
nei riti agrari rappresenta anche
lo sperma), cadrebbe a terra. Nel
secondo caso il casuario potrebbe
entrare nelle capanne e vendicarsi
sui bambini (ovvero la discenden-
za), schiacciando il loro doppio
(una specie di angelo custode)
durante il sonno». Il casuario è un
simbolo di equilibrio: meglio con-
servarlo intatto.
● I figli dei pesci. I Caraja’
del Basso Rio Araguaya (Brasile)
credono che gli animali rappre-
sentino il mito della creazione del
mondo. Così, un tempo anche loro

▼
giosi si mischiano a quelli della vita un’appendice cornea simile a un una trasposizione della domina- erano aruana (una specie di pesci)

Focus 16 Focus 17
Economia, religione, rapporti sociali:
ogni attività ha un animale protettore
e vivevano sul fondo di un lago
▼
dell’isola di Bananal, il mondo ac-
quatico delle origini. L’aruana (O-
steoglossum bicirrhosum) è un pe-
sce lungo oltre un metro, che ha
un corpo che somiglia a un colora-
tissimo nastro giallo argento, con
riflessi cangianti. Sul mento ha due
barbigli azzurri o verdi, mentre le
pinne hanno riflessi rossicci. Per
questa popolazione dell’Amaz-
zonia non esiste un confine preciso
tra animali e uomini. Gli esseri vi-
venti sono suddivisi in una serie di
categorie che va dall’uomo-uomo,
all’animale. Uomini sotto tutti gli
aspetti sono solo i guerrieri e gli
uomini adulti iniziati. Gli altri, a
seconda della loro posizione nella
comunità, sono via via più vicini
agli animali. Il villaggio rappre-
senta il mondo ordinato dell’uo-
mo. La foresta invece è il disordine
e il caos, mentre il fiume è un com-
ponente della famiglia: nel fiume
vivono i pesci aruana, che sono
sacri e non si devono pescare.
● Fedeltà e felicità. Anche
la tartaruga ha a che fare con l’ori-
gine dell’universo. Per tutti i popo-
li orientali, in particolare per i giap-
ponesi, la corazza, concava nella
parte superiore e piatta in quella
inferiore, è l’immagine del pianeta,
con il cielo in alto e la terra (piatta)
in basso. La testa e le zampe, che
spuntano dal carapace, sono la vita
che nasce agli inizi del mondo. La
tartaruga è un simbolo di fedeltà,
di felicità prolungata: è molto lon-
geva (quelle giganti vivono oltre i
cento anni). La sua lentezza viene
presa come esempio di equilibrio e
solidità, tanto che, secondo la leg-
genda, per stabilire i quattro poli
del mondo il dio giapponese Niu-
kua utilizzò le sue zampe.
● L’animale sacerdote. La
vacca è sacra per gli indù (stretti
vegetariani), che la rispettano al
punto di lasciarla pascolare indi-
sturbata anche nelle strade più
trafficate nell’India. «Le ragioni
per cui questo animale è così im-
portante sono due. La prima è le-
gata ai riti religiosi praticati dai sa-
cerdoti indiani: latte, burro, urina e
sterco, sono le offerte principali
per gli dei. La vacca poi, viene i-
dentificata con il sacerdote stesso:
ucciderla quindi significherebbe
uccidere l’artefice del rituale e
compiere un sacrilegio», dice Ma-
Focus 18
Per i popoli antichi un grande serraglio di divinità
Imolto
l bestiario degli animali sacri,
simbolici e rituali dell’antichità è
più ampio di quello attuale.
Gatto. Nell’antico Egitto era la dea
Bastet, benefattrice dell’uomo.
L’uccisione del gatto era severa-
mente punita. La sua importanza
dipendeva dalla sua abilità di cac-
ciatore di topi, e quindi di protet-
tore dei raccolti di frumento. Ma il
gatto era anche nemico dei ser-
penti, ovvero delle forze malvagie.
Gallo. Per gli antichi Greci in origi-
ne era un compagno di scorriban-
de di Marte. Lo avvertiva quando il
Sole stava arrivando, per evitare
che l’astro sorprendesse Marte e
Venere insieme. Un giorno però si
addormentò e venne trasformato
nel pennuto. Il gallo veniva anche
sacrificato durante i funerali, per-
ché accompagnasse l’anima del
defunto nell’aldilà.
Axolotl. E’ la forma larvale di una
salamandra che vive nelle acque
del lago Xochimilco, a 20 chilome-
tri da Città del Mesico, l’Ambysto-
ma mexicanum. La particolarità
dell’axolotl è quella di rimanere in
fase giovanile per la maggior parte
della sua vita. Una volta diventato
adulto, muore in poco tempo. Per
gli atzechi Xolotl era un dio che,
di fronte alla necessità di essere
sacrificato per garantire la conti-
nuità della vita e del sole, aveva
preferito scappare, rinunciando alle
sue responsabilità. Con lo stesso
nome venivano chiamati i compo-
nenti di un gruppo particolare di
“schiavi a metà”: persone cioè che
volontariamente sceglievano di
condurre una vita da sottomessi.
Lupo. Al femminile è la nutrice di
Romolo e Remo, fondatori di Ro-
ma. Al maschile ha due aspetti: u-
no feroce, l’altro benefico. E’ not-
turno, ma vede nel buio, ed è sim-
bolo di luce. E’ anche un iniziatore
ed è capace di rivelare la cono-
scenza e quindi genitore e fondato-
re. Ma è un carnivoro che rosicchia
il tempo che passa e simboleggia il
Astuto
e nefasto
A sinistra, un
coyote: nelle
leggende degli
indiani della
California, è il
responsabile di
tutto ciò che è
cattivo e a esso si
deve la creazione
dell’inverno e
della morte. E’
antagonista della
volpe argentata,
eroe positivo, che
lo neutralizza.
Sopra, il muso
affilato: il coyote
può risultare
antipatico specie
se mostra i denti.
cannibalismo, come succede nella
fiaba di Cappuccetto Rosso.
Cervo. Le corna di questo anima-
le si riformano ogni anno. Per que-
sto motivo è stato paragonato all’
albero della vita, ed è il simbolo
della fecondità. E’ veloce, ma an-
che pauroso: per i buddisti è la po-
tenza dell’insegnamento dei mae-
stri, che si diffonde rapidamente
e che ispira timore. I cervi, per la
loro agilità, erano le cavalcature
di Diana, la dea cacciatrice.
Lumaca. Un guscio nel quale si ri-
tira velocemente, la capacità di ca-
dere in una sorta di letargo, grazie al
quale supera l’inverno,la testa dota-
ta di corna: ce n’è abbastanza per
creare un’altro mito. La lumaca è
simbolo della rinascita e infatti per i
primi cristiani era il simbolo di
Lazzaro. Ma nel guscio c’è anche
un piccolo labirinto: non a caso la lu-
maca compare in testi del II secolo,
insieme a Minosse e a Dedalo.
Aquila. Era l’uccello di Zeus, regi-
na del cielo e rappresentazione del
Sole. Non a caso le sue piume ve-
nivano utilizzate per creare i copri-
capi di sacerdoti e capi tribù.
L’aquila porta i fulmini di Giove e
viene mandata a strappare il fega-
to di Prometeo, che aveva rubato il
segreto del fuoco per regalarlo agli
uomini. Per gli sciamani delle cul-
ture americane e asiatiche è la
forza che permette il volo verso lo
spazio durante i riti magici.
Scarabeo. Come ha potuto un
insetto che vive sugli escrementi
finire nel panorama degli animali
sacri? Lo stercorario infatti siste-
ma il proprio uovo in una pallina di
sterco, che poi fa rotolare. I sa-
cerdoti egizi lo paragonarono a
Osiride, che fa girare il mondo.
Ma l’analogia non dipende solo
dal gesto. Con la sua capacità di
utilizzare ciò che viene digerito ed
eliminato dagli altri animali, per
gli antichi lo scarabeo svolgeva un
importante ruolo ecologico, quel-
lo di utilizzatore dei rifiuti.
rilia Albanese, docente di cultura
indiana all’Istituto per il medio ed
estremo oriente di Milano. «Ma
l’importanza della vacca è anche
economica. Per gli Arjia, la popo-
lazione indoeuropea che colonizzò
il subcontinente indiano nel 1500
avanti Cristo, la ricchezza di una
famiglia dipendeva dal numero di
mucche posseduto». Il latte è un
componente fondamentale nella
dieta, soprattutto delle persone più
povere, ma anche lo sterco è im-
portante: raccolto, modellato con
le mani in formelle e fatto seccare,
diventa il combustibile principale
per cucinare e riscaldarsi.
● I tesori del serpente. Per
avere figli, in India le donne pre-
gano vicino alle radici degli alberi
dove pensano siano nascosti i ser-
penti, simbolo fallico che compare
in tutte le culture. Il serpente infat-
ti penetra la terra e quindi è in gra-
do di prelevare tutti i tesori che es-
sa contiene: sia concreti (le gem-
me), sia metaforici, per esempio
la conoscenza. E’ anche simbolo
di immortalità, perché cambia la
pelle periodicamente, e dell’uni-
verso: come questo, il serpente
alterna fasi di riposo, nelle quali è
compresso e avvolto su se stesso, a
periodi di attività, quando scatta
improvvisamente per muoversi.
Equilibrio
femminile
A sinistra,
il casuario, un
uccello diffuso
nelle foreste
dell’Australia
e della Nuova
Guinea. Sotto, la
testa dell’animale
è fornita di una
cresta cornea
e di un becco
affilato. Per gli
indigeni è
l’emblema della
femminilità
ed è simbolo
di equilibrio.
● La caverna dello squalo.
Questo pesce ha un posto d’onore
nelle leggende dei popoli delle
isole e delle coste che si affacciano
sul Pacifico, dove in effetti vivono
le specie più pericolose, come lo
squalo bianco, il tigre, il toro. I po-
linesiani raccontano del dio-squa-
lo Kauhuhu, che vive in una gran-
de caverna e divora chiunque vi en-
tri. Gli indigeni delle isole Salo-
mone pensano che nei corpi degli
squali vengano ospitate le anime
dei defunti. Per loro gli squali han-
no natura umana e sono stretta-
mente imparentati con la nostra
specie. In un rituale delle isole Ma-
laita un sacerdote, dopo aver sacri-
ficato un maiale, getta la carne in
mare per richiamare gli squali e la
gente scende nell’acqua della lagu-
na per parlare con loro.
● Babbo Natale. I Lapponi e
tutti i popoli del nord utilizzano le
renne come mezzo di trasporto e
come riserva di carne. Più che alle-
varle, convivono con loro, le la-
sciano libere e le seguono solo
quando devono catturarle. Sim-
bolicamente la renna ha lo stesso
ruolo che il cavallo aveva per le
culture mediterranee: è l’animale
che porta le anime dei defunti in
cielo, e che porta dal cielo ogni
messaggero divino, per esempio
Qui dentro c’è un’anima
Sopra, uno squalo. Questo pesce è
sacro per tutti i popoli dell’Oceania.
Porta nell’aldilà
Una renna che, come il cavallo,
è la cavalcatura dei defunti.
Babbo Natale. E’ anche collegata
con la Luna, e ospita l’anima dello
sciamano. La prova? Se si amma-
la la renna, anche lo sciamano si
ammalerà.
● Leone di montagna. E’ dif-
fuso nelle montagne del continen-
te americano, è lungo fino a due
metri ed è un cacciatore abile e ve-
loce. «Per gli indiani del Nuovo
Messico è il padrone del nord, il
punto cardinale che domina tutti
gli altri, il più potente tra tutte le
divinità e tra tutti gli animali. Vie-
ne celebrato durante il solstizio
d’inverno. Gli indiani che ancora
vivono nei pueblos producono ela-
boratissimi feticci con parti di ani-
mali, conchiglie, piante, pietre.
Quelli fatti con parti del corpo del
leone di montagna vengono utiliz-
zati dai cacciatori per rendere più
facile la cattura della preda», dice
Bruno d’Udine, etologo. Comun-
que siano costruiti, tutti i feticci
hanno il compito di proteggere l’
uomo, una creatura troppo fragile
per affrontare, da sola, la vita. ■
Mariella Bussolati
Per saperne di più:
Pierre Léveque, Bestie, Dei, Uomini,
Editori Riuniti.
Ernesta Cerulli (a cura di), Tra uomo
e animale, Edizioni Dedalo.
Focus 19
Tecnologia

Chimica, elettronica e genetica: ecco le nuove armi

che inchiodano gli autori di omicidi, rapimenti e attentati

Chi è stato?
Vista a
raggi laser
Esposte a una luce
laser, le impronte
digitali diventano
visibili. Per
riuscire a vederle
serve uno
speciale filtro
di colore rosso.

Occhio all’
impronta
Ecco come
appaiono le
impronte digitali
attraverso il
filtro. Dopo
l’individuazione
vengono schedate
e inserite nel L’arma omicida
casellario Dopo aver tracciato sul pavimento
giudiziario: quello Bossoli a confronto la sagoma del cadavere, un tecnico
italiano ne Per verificare se due bossoli sono stati della polizia scientifica
contiene circa sparati dalla stessa pistola, si ricorre a un ripone in un sacchetto il reperto
due milioni. esame computerizzato di segni o abrasioni. numero 1: l’arma del delitto.

Focus 20 Focus 21
Ogni bossolo
ha la sua
storia: basta
sapere cosa
chiedergli
I
n una strada di una qualsiasi
città italiana, due persone
conversano tra di loro. Nel
cassonetto dell’immondizia,
che si trova lì accanto, un microfo-
no molto sensibile rileva la con-
versazione e la trasmette, via satel-
lite, a una sala di ascolto dell’Fbi,
negli Stati Uniti. Nello stesso tem-
po una telecamera, nascosta in una
vettura parcheggiata nelle vici-
nanze, riprende i loro volti e tra-
smette le immagini a una banca
dati, sempre negli Usa, dove un
computer le confronta con quelle
registrate nella sua memoria. Sulla
base di quello che i due si stanno
dicendo, e della conferma che si
tratta di due ricercati, l’arresto è
solo questione di ore.
Negli ultimi dieci anni, gli stru-
menti, le tecniche e i metodi della
polizia scientifica in tutto il mondo
hanno fatto più progressi che in
parecchi decenni precedenti. «Og-
gi possiamo identificare l’impron-
ta genetica e quella vocale di una
persona e possiamo perfino fare
un pedinamento via satellite», con-
ferma Salvatore Montanaro, diret-
tore della polizia scientifica italia-
na. «Soprattutto, attraverso il cana-
le dell’Interpol, ci scambiamo con-
tinuamente informazioni, espe-
Sopra, analisi genetiche.
Sotto, le “bande” del Dna.
Raggi Uva
anti-falsari Contate gli insetti
Analisi di un
passaporto
ai raggi
C oleotteri, lepidotteri e le loro
larve sono i nuovi informato-
ri della polizia: quando c’è di
ultravioletti:
servono per
mezzo un cadavere, possono
fornire agli specialisti indizi es-
evidenziare
contrassegni
invisibili a
senziali. Questi insetti si chiama-
no Calliphora, Lucilia, Chryso-
mya, Cynomya e Sarcophaga: a
occhio nudo. ognuno corrisponde una diversa
tappa della decomposizione del
cadavere. Si può così risalire al-
la data e all’ora della morte, sa-
Maigret al pendo che la presenza di una
computer certa specie indica il numero di
ore trascorse dal decesso: i pa-
Francia: tecnici
della Sureté rassiti più sensibili riescono a
inseriscono nel percepire la morte a 5 chilome-
computer nuove tri di distanza, e si presentano
impronte digitali. già dopo due o tre minuti.
E' un programma Ecco altri due tipi d’informazio-
di identificazione ne: se un insetto che vive pres-
unico al mondo. so il mare viene scoperto in un
cadavere ritrovato in una canti-
na in città, significa che il corpo
è stato spostato dopo l’assassi-
nio. Alcuni acari che infestano i
cadaveri, infine, possono lascia-
Un dramma re il segno anche sull’assassino,
o una truffa? sotto forma di piccole punture:
proprio così è stato risolto un
Il tipico scenario caso di omicidio a Thousand
di devastazione
Oaks, in California.
dopo un incendio:
il primo compito All’esame le tracce di
della polizia polvere su un vestito.
scientifica è
accertare se
il fuoco sia stato
appiccato
volontariamente.
Un rosso filo
a piombo
Con l’aiuto di un
raggio laser a
bassa potenza, con quelli di milioni di altre im-
perfettamente pronte. Quando si usava il sistema
rettilineo, la manuale, basato sui 16 punti carat-
polizia francese teristici, un lavoro del genere ri-
ricostruisce
la traiettoria chiedeva un mese e la percentuale
di un proiettile. di successi era del 30 per cento.
Oggi il computer impiega due mi-
rienze, nuove conoscenze e sco- in vista di un intervento chirurgico, direttamente sul corpo della vitti- autovettura, vi si immettono vapo- nuti e, se l’impronta esiste già nella
Il Dna: un’impronta non falsificabile perte con le polizie di molti altri
Paesi e con istituzioni come l’Fbi,
con una serie di operazioni e pre-
cauzioni che hanno il sapore del
ma la “firma” dell’assassino, le sue
impronte digitali. Cosa, questa, che
ri di cianoacrilato scaldato a 100
gradi: questo reagisce con gli oli na-
sua memoria, il risultato è certo al
cento per cento.
P er la medicina lega-
le, l’esame del Dna
è la più importante no-
Alec Jeffreys, dell’uni-
versità di Leicester,
scoprì che le sequenze
di Dna può essere re-
plicata all’infinito per
mezzo di una tecnica
Scotland Yard o il Bundeskrimi-
nalamt di Wiesbaden».
rito: il luogo viene “cordonato”
per impedire intrusioni; gli inve-
non è ancora possibile. turali lasciati dalla pelle umana e li
fa apparire come chiazze bianche. ● Atomi di esplosivo
vità degli ultimi anni. di questi mattoni (ade- chiamata “reazione a Ancora alla fine degli anni Set- stigatori indossano camici di carta ● Impronte al laser Ma come interpretare le im- Ricordate il vecchio guanto di
Scoperto nel 1987, è nina, guanina, timina e catena per polimerasi”. tanta, tutta l’attrezzatura dell’agen- “usa e getta”, guanti e soprascarpe, Per ora, le impronte si cercano pronte rilevate? C’è solo una pro- paraffina al quale, nei racconti gial-
un metodo di identifi- citosina) erano una ve- La successiva analisi te della Scientifica era contenuta in per non contaminare l’ambiente ancora sulle superfici della scena babilità su 4 miliardi che le im- li, era affidato il compito di stabili-
cazione basato sull’uni- ra e propria impronta richiede l’uso di enzi- una valigetta: c’era la polvere per con tracce estranee; si raccolgono del delitto. Ma non più spargendo pronte di due persone abbiano 16 re se una certa mano aveva spara-
cità del codice geneti- digitale genetica. Per mi e traccianti radioat- rilevare le impronte, un po’ di campioni di sangue, capelli, fibre; pazientemente polvere con un punti caratteristici identici e una to? Il microscopio elettronico a scan-
co di ognuno di noi. identificarla è neces- tivi, e alla fine produce gesso per ricavare il calco di even- si cercano e si prelevano impronte pennello. Invece, si fa scorrere su probabilità su 17 miliardi che esi- sione, che scandaglia la materia a
Il Dna (sigla inglese per saria un po’ di materia un’immagine che ap- tuali tracce sul terreno e pochi altri digitali; si fanno calchi di eventua- di esse un raggio laser, che rende stano due individui con le impron- livello degli atomi, e la spettrosco-
acido desossiribonu- organica, come saliva, pare come una serie di utensili. Oggi lo stesso agente por- li proiettili conficcati nelle pareti, fluorescenti e visibili le eventuali te del tutto identiche. La polizia pia lo hanno relegato tra le antica-
cleico) è una lunghissi- sangue o seme, ma ne bande fluorescenti, va- ta con sé sulla scena di un crimine di impronte di scarpe. I campioni impronte esistenti. Sulla superficie francese ha da tempo realizzato glie. «Il guanto di paraffina non e-
ma molecola, formata basta pochissima: an- riabili per larghezza e oltre cento chili di attrezzature. sono riposti in sacchetti, etichetta- si può anche spargere ninidrina, un sistema informatico che codifi- ra in grado di distinguere con
da due filamenti colle- che una sola cellula, posizione: due serie di
gati da una sequenza infatti, contiene il codi- bande identiche appar- Il lavoro della squadra scientifi- ti e portati al laboratorio. E forse una sostanza che diventa rossastra a ca con 256 mila caratteri ogni im- precisione tra le particelle lasciate
di “mattoni” chimici: i ce genetico individua- tengono per forza alla ca sul luogo del delitto non ha at- non è lontano il giorno in cui si po- contatto con gli aminoacidi presen- pronta digitale. Se si vuole identi- dalla polvere da sparo esplosa e
nucleotidi. Nel 1984, le, e quell’unica copia stessa persona. tualmente nulla da invidiare alla trà realizzare il sogno di ogni poli- ti nelle secrezioni delle dita. Per tro- ficare un’impronta, un calcolatore quelle di altre sostanze chimiche»,
preparazione della sala operatoria ziotto della Scientifica: rilevare vare impronte all’interno di una analizza quei dati e li confronta spiega Montanaro. Le particelle
▼
Focus 23
 Bastano un filo di stoffa
o un suono di campane
per inchiodare il colpevole
prodotte dalla fusione delle sostan-
▼
ze esplosive sono rotondeggianti,
cave, e di dimensioni che solo il
microscopio elettronico può co-
gliere. Oltre che sulle mani, sull’
avambraccio e su eventuali guanti
dei sospettati, possono essere rac-
colte per mezzo di un tampone an-
che sul corpo della vittima, in
quantità più o meno grande a se-
conda della distanza dalla quale
l’assassino ha sparato. Per stabilire
la natura chimica delle particelle
si ricorre alle tecniche spettrosco-
piche, che si basano sul fatto che
ogni sostanza assorbe in maniera
diversa le radiazioni ultraviolette o
infrarosse dalle quali viene colpita.
● Il colore “confessa”
Il microscopio elettronico serve
anche a identificare la natura e la
provenienza di microscopiche fibre
tessili trovate sulla scena del delit-
to. Le fibre tessili, viste in sezione,
possono avere forma cilindrica, ma
anche ovale o a tre lobi e da questo
Vapori
di colla
L’esame delle
impronte digitali:
oggi si ricorre a
un cianoacrilato,
una sorta di
supercolla, che
reagisce con
i grassi residui
della pelle
generando
un colore
biancastro.
e mutandine con tracce di sperma.
Un pianeta o un granello?
Così appare, al microscopio
elettronico, una particella
fusa di polvere da sparo.
A destra nella foto: il
grafico dell’analisi chimica.
Focus 24
Impronte di scarpe
L’impronta lasciata su un
si può risalire alla tecnica di pro- pavimento polveroso viene
duzione, e dunque al tipo di fibra. trasferita elettrostaticamente
Ancora, con l’analisi spettroscopi- su una pellicola. Oppure,
ca si può stabilire qual è la sua quando è possibile se ne
composizione chimica. Infine, è prepara un calco in gesso.
possibile stabilirne il colore esatto,
che varia leggermente da stock a
stock anche per i prodotti da gran-
de magazzino. E’ una tecnica che si
chiama cromatografia a strato sot-
tile. Consiste nell’estrarre la tintu-
ra con un solvente, depositandola
poi su un vetrino ricoperto di gel di
silice. Il vetrino viene immerso ver-
ticalmente in un solvente, il quale
tende a risalire lungo di esso per
capillarità (la silice è porosa), por- Bossoli
tando con sé la tintura. Ogni com- Proiettili e bossoli vengono
ponente della tintura sale con una affidati agli esperti balistici.
velocità differente, producendo
una banda di colori caratteristica di
quella composizione chimica.
● Parla l’arma del delitto
Per la verità, a parlare sono an-
cora il microscopio e un altro ap-
parecchio chiamato rugosimetro. Macchie
di sangue
Forma e posizione delle
tracce di sangue
possono aiutare a
determinare la dinamica
del delitto. Dai campioni
prelevati si determinano
inoltre gruppo sanguigno
e codice genetico.
Prove a carico
Un tecnico prepara due reperti:
asfalto sporco di sangue
Il primo mette in rilievo le tracce
lasciate sul bossolo dalle parti mec-
caniche dell’arma (l’estrattore, il
percussore e l’espulsore), e ne tra-
smette l’immagine a un computer.
Questo confronta l’immagine con
quelle contenute in una banca dati,
corrispondenti a migliaia di armi
delle quali si conosce marca, tipo e
altre caratteristiche. Il rugosime-
tro, invece, è un raggio laser che
“legge” sulla pallottola i segni
lasciati su di essa sia dalla rigatura,
sia da altre imperfezioni che si tro-
Tracce di scasso
Viene fatto un calco in gesso
di graffi o abrasioni,
per individuare gli attrezzi usati.
Segni di morsi
Un calco dell’impronta di
un morso permette di
identificare la dentatura.
Vetri rotti
Ogni frammento di vetro
viene raccolto e catalogato.
Fibre e capelli
Fili, capelli e peli vengono
prelevati e catalogati.
vano sulla superficie interna della
canna, e ne dà l’immagine tridi-
mensionale su uno schermo. An-
che in questo caso, il confronto con
i dati contenuti nella memoria del
computer permetterà di identifi-
care l’arma.
● Una voce, un nome
La voce registrata di una perso-
na, una volta analizzata, può rac-
contare molto sul suo proprieta-
rio. Da essa gli esperti di fonetica
possono scoprire la lingua madre,
Tutti gli indizi sul luogo del delitto
Ferite
Patologi ed esperti
balistici esaminano
le ferite da arma da fuoco.
la regione di nascita, il dialetto ori-
ginario e perfino la classe sociale
alla quale appartiene la persona.
«Nel caso del rapimento del pic-
colo Farouk, in Sardegna, l’analisi
della voce del telefonista ci aveva
indirizzati verso una precisa cate-
goria di persone», racconta ancora
Montanaro. «Partendo da questa
informazione, abbiamo intercetta-
to le conversazioni che venivano
fatte per mezzo di alcuni telefoni
cellulari, e da queste siamo arriva-
ti ai sequestratori».
Impronte digitali
Le superfici lisce
vengono esaminate
alla ricerca
di impronte digitali.
Esplosivi
Esaminando le tracce
di uno scoppio si
risale al tipo di esplosivo.
Più di un quintale di attrezzature
I tre uomini chiave della Scientifica: fotografo, patologo
ed esperto balistico, con una serie completa di strumenti.
Si possono anche registrare i
suoni che arrivano al telefono dal-
l’ambiente circostante, e che nor-
malmente non sono percepiti da
chi ascolta, dando così agli inve-
stigatori informazioni preziose per
stabilire il luogo dal quale è stata
fatta la telefonata. E' per questo
che la polizia tedesca ha registrato
preventivamente tutti i tipi di scam-
panio che si possono sentire nelle
città della Germania. ■
Lorenzo D. Mariani e
Giles Stanhope-Wright
Focus 25
Alimentazione - Ecco la montagna di cibo che giorno dopo giorno, ogni italiano, divora nel corso della sua esistenza. Si tratta
soprattutto

La grande
di pane e pasta,
latte, frutta
fresca e verdura
Tutto questo solo
per uno stomaco
Nel disegno, i principali
alimenti che vengono
consumati in
76 anni di vita
da una
persona.

abbuffata
Passiamo a tavola dodici anni. Il pantagruelico banchetto
ci fornisce 80 milioni di kilocalorie, un'energia pari
all'elettricità consumata da un italiano in venticinque anni.

P
iù di cinquanta tonnellate
di cibo e oltre dieci mila
litri di bevande. E’ quan-
to ciascuno di noi italiani
consuma nell’arco di una vita (in
media viviamo 76 anni) in 83 mila
pasti. Una gigantesca quantità di
alimenti, pari a circa 700 volte il
nostro peso (65 kg in media per
gli uomini, 54 per le donne). Chi
produce tutto questo cibo? Una
azienda agricola di medie dimen-
sioni a testa, con un ampio alleva-
mento di polli, ovini e bovini: ci
vuole per esempio un ettaro di ter-
reno solo per ottenere il grano che
fornisce la farina per pane, pasta e
biscotti, mille metri quadrati per
coltivare gli 850 chili di riso che
alterniamo alla pasta. A questi si
aggiungono quelli necessari per
produrre i due mila chili di arance
che spremiamo e mangiamo, oltre
a frutta, verdura, e quanto serve
per nutrire il bestiame da carne.
L’azienda agricola del mangia-
tore del nord dovrà riservare più
spazio alle stalle, per le vacche che
producono latte e burro (i grassi
animali vengono infatti preferiti a
quelli vegetali), mentre nel centro
sud si destina più spazio agli olivi:
chi abita nelle zone di produzione
utilizza circa il venti per cento di
olio in più della media nazionale
(mille litri). La dieta di una perso-
na può cambiare, influenzata da
mode alimentari e dalla disponi-
bilità di alcuni cibi. Nel 1950, per
esempio, un italiano assumeva
2300 kilocalorie al giorno a testa, la
maggior parte delle quali proveni-
va da carboidrati (pane e pasta).
All’inizio degli anni Novanta la
dieta è di 3.500 kilocalorie. Ma è
diminuito il consumo di carboi-
drati, mentre è aumentato quello
di grassi (oli vegetali). La carne
compare sempre più frequente-
mente nei nostri piatti:
quarant’anni fa spendevamo un
terzo in meno per l’acquisto della
bistecca. Dagli anni Settanta però
il consumo di carne bovina è rima-
sto più o meno lo stesso. La quan-
tità è aumentata perché si sono ag-
giunte carni di pollo, coniglio,
montone. Spendiamo di più per
mangiare? No, nel bilancio di una
famiglia la percentuale destinata
all’alimentazione è passata dal 46
per cento del 1950 al 20 per cento
di oggi. ■

Focus 26
Scienza
Resistenza

I maghi della materia

zero
Ricostruzione
al computer della
struttura
molecolare, di un
superconduttore
ceramico
scoperto nel
1987: contiene
rame, ossigeno,
ittrio e bario.

Ceramiche

F
Ferro elastico rogmat, fullerene, nitinol,
invulnerabili a volontà tencel, starlite, cermet. Fa-
Si chiama Cermet, miliarizziamoci con questi
Sotto, lega di nomi: dietro ognuno di es-
contiene alluminio carbonio e
e ceramica, ed acciaio che si
si c’è un protagonista della nostra
è leggerissimo: può allungare futura vita quotidiana. Sono infat-
basta lo spessore e piegare ti i nuovi materiali che in casa, in
di mezzo centimetro 20 volte più di ufficio, in fabbrica, in strada pren-
per bloccare qualunque deranno il posto di materiali che
una pallottola di altro metallo: è oggi ci sembrano eterni: cemento,
357 Magnum. Ma frutto di ricerche acciaio, plastica, vetro.
non sarà usato sviluppate con Rispetto a questi ultimi hanno,
solo per giubbotti
antiproiettile: la
lista dei prodotti
Plastiche antincendio,vetri con 1,3 milioni
di dollari da
in realtà, tante virtù in più. Alcuni
sono superconduttori: trasportano
industria e
che lo sfrutteranno
comprende caschi, intelligenti, metalli irrequieti. governo Usa. cioè l’elettricità a velocità di gran
lunga superiore a quella di oggi, e
biciclette, attrezzi
da montagna, parti
di motore e i disk
Ecco come senza le dispersioni che si verifi-
cano con i normali cavi di metallo.
Altri, se si cambia loro la forma,
drive dei computer.
nascono “ricordano” quella che avevano
prima, e basta raffreddarli o riscal-
darli al punto giusto perché la ri-
prendano. Altri ancora cambiano
colore quando si raffreddano: si
potranno usare sulle strade per
segnalare tratti ghiacciati. E ci
sono nuove fibre antincendio che
hanno già mandato in pensione
l’amianto.
La novità, secondo gli scienziati
che studiano queste sostanze, è che
si apre un’era nella quale il mate-
riale sostituirà la macchina. E’ già
accaduto con i transistor. I semi-
conduttori con i quali essi sono
fatti non sono solo un materiale:
“sono” essi stessi la macchina. Ep-
pure oggi il silicio, il primo di que-
sti materiali-macchina, ha già fatto
il suo tempo. Con il silicio che si
usa oggi non riusciremo mai a
costruire un elaboratore davvero
superveloce, dicono gli alchimisti
del Duemila. Nessun problema,
perché è quasi pronto il terlururo
di mercurio e cadmio, impronun-
ciabile protagonista dell’informa-
tica di domani: al confronto, gli
attuali chip di silicio sembreranno
primitivi.
L'industria, però, fa fatica ad
accettare i materiali nuovi. «Io la
chiamo "viscosità di penetrazio-
ne"», dice Gian Nicola Babini,
direttore dell'Istituto del Cnr per
la ceramica. «Se un materiale dura
troppo a lungo, infatti, rischia di

▼
danneggiare gli interessi dei fab-

Focus 28 Focus 29
 La prossima generazione
di nuove sostanze sarà
creata atomo per atomo
▼
bricanti. Quando invece viene
accettato, trova infinite applica-
zioni: per sostenere i mosaici della
basilica di San Vitale a Ravenna,
per esempio, sono stati usati chio-
di di ceramica avanzata. Essi, al
contrario delle vecchie graffe di
metallo, non si corrodono e sono
praticamente invisibili».
In molti casi siamo, ovviamente,
ancora nel campo della ricerca
pura, finanziata dai governi nazio-
nali. In Italia, per esempio, inizia
quest’anno il programma ministe-
riale Mia (Materiali innovativi a-
vanzati) e, due mesi fa, una delega-
zione del Consiglio nazionale delle
ricerche si è recata a Merrysville, in
Australia, dove ha stretto un ac-
cordo di studio sui nuovi materia-
li con il Csiro, l’equivalente austra-
Starlite: truffa
o miracolo?
Astruttibile
desso la prendono sul serio,
ma nel 1986 la plastica indi-
inventata da Maurice
Ward (nella foto), parrucchiere
sessantenne dello Yorkshire, fu
accolta con molti sorrisi di suffi-
cienza. Ward tornò alla carica un
paio d’anni dopo, presentando la
sua invenzione, battezzata Star-
lite, a uno spettacolo televisivo.
Incuriositi, gli scienziati di un labo-
ratorio inglese specializzato in ri-
cerche atomiche ne richiesero un
campione, e lo misero alla prova:
lo Starlite resistette a tempera-
ture e onde d’urto tipiche di un’
esplosione nucleare, capaci di
polverizzare lastre d’acciaio di un
centimetro. Scienziati e governi
sono ancora scettici, però comin-
ciano a chiedere a gran voce
maggiori informazioni. Ma Ward
non è disposto a divulgare la com-
posizione della sua superplasti-
ca, perché, dice: «Se rivelassi
com’è fatta, il giorno dopo potreb-
be fabbricarla chiunque».
Focus 30
liano del Cnr. Perfino la Cina è in
prima linea: già dal 1986 Deng
Xiao Ping lanciò un piano strate-
gico per concentrare le energie su
sette settori cruciali della ricerca:
biotecnologie, energia, informazio-
ne, automazione, spazio, teleco-
municazioni e, naturalmente, nuo-
vi materiali.
Ogni materiale ha una sua sto-
ria, ma le esigenze che ne ispirano
la realizzazione sono sempre le
stesse: i tentativi di rispondere
tempestivamente alle richieste di
una tecnologia che non si limita
più a correre, ma galoppa.
Aria inquinata
in città? Il vetro
cambia colore
Non siamo ovviamente nel cam-
po della fantascienza. Molti di que-
sti materiali stanno già per entrare
in commercio. Come il vetro foto-
cromatico intelligente. Progettato
da Bruce Dunn, dell’università
della California, contiene enzimi
che si colorano diversamente in
presenza di luce o di sostanze chi-
miche inquinanti: in futuro basterà
dare un’occhiata alla finestra per
sapere com’è l’aria fuori, e deci-
dere se occorre infilare la masche-
rina protettiva.
La vera rivoluzione, però, non
riguarda i singoli materiali, ma una
tecnica che forse permetterà di
produrne di nuovi all’infinito. Si
chiama tecnologia nanometrica
(cioè a livelli infinitesimali, visto
che un nanometro equivale a un
miliardesimo di metro), e consiste
nel costruire le sostanze atomo per
atomo. Questo permetterebbe, per
esempio, di fabbricare ceramiche
resistentissime o plastiche inin-
fiammabili. I ricercatori sperano
inoltre di realizzare materiali con
proprietà talmente bizzarre da non
essere neanche immaginabili al
momento attuale. A questo scopo
cercheranno addirittura di creare
atomi che in natura non esistono,
disponendo con tecnologie parti-
colari (in termini scientifici: “del
punto quantico”) gli elettroni nei
punti desiderati. Con la nanotec-
nologia, così, si potranno costruire
strutture equivalenti agli atomi, ma
di forma non più sferica: “nuovi”
atomi a forma di cubo, di piramide
o, magari, di albero di Natale.
▼
SUPERFIBRE
CAMALEONTI
Una fase di fabbricazione del
Dralon, nota fibra sintetica.
M orbida come il velluto,
robusta come il cotone,
tenace come la seta. E’ la prima
fibra tessile artificiale inventata
da trent’anni a questa parte: il
Tencel, lavabile anche in lavatri-
ce. Superfibre? In realtà i molti
nuovi prodotti comparsi sul mer-
cato in questo periodo sono tes-
suti misti, come il Solstar (che
permette di abbronzarsi senza
togliere il costume) fatto per tre
quarti di nylon e per un quarto di
lycra, fibre sintetiche già cono-
sciute da tempo. Il Tencel, inve-
ce, nasce da una materia prima
naturale: la polpa di legno.
L’impasto viene trattato con un
solvente, filtrato, filato e infine
lavato per eliminare il solvente.
Sembra un procedimento sem-
plice, ma per elaborarlo il gigan-
te chimico inglese Courtaulds ha
investito 90 miliardi e 14 anni di
ricerche. Il risultato è un filo
camaleonte, «in grado di assu-
mere tutte le qualità degli altri
tessuti», dice la stilista inglese
Zandra Rhodes. A seconda della
lavorazione, infatti, può essere
liscio e flessibile come la seta,
o robusto come il cotone ritorto.
I giapponesi alla moda lo cono-
scono già da un anno, forse
perché sono gli unici a potersi
permettere una spesa di 400
mila lire per un paio di jeans.
«Alla fine diventerà una fibra a
larga diffusione», dice Gordon
Campbell, direttore della
Courtaulds, «ma prima che i
prezzi calino passeranno almeno
cinquant’anni».
La chimica, però, propone nuove
fibre non solo per vestire
l’uomo. L’anno scorso è stata
presentata dall’Enichem una
nuova fibra acrilica utilizzabile
nell’edilizia, il Ricem.
«Aggiungendolo a malta o calce-
struzzo, evita la formazione di
fessure superficiali, e garantisce
una maggiore durata», spiega
Alberto Ghio, del gruppo
Enichem. Un’altra novità arriva
dalla società chimica olandese
Dsm: si chiama Dyneema, ed è
una fibra dieci volte più resi-
stente dell’acciaio, che viene
utilizzata per i cavi d’ormeggio di
alcune piattaforme petrolifere.
LA CERAMICA CHE
VIENE DAL FREDDO Fili sintetici
Fibre di Lycra,
enormemente
ingrandite
al microscopio
elettronico
I freni del futuro: cuscinetti
magnetici a levitazione.
S i sta ancora cercando di
capire perché accada, ma
ormai nessuno scienziato lo
mette più in dubbio: abbassan-
do a sufficienza la temperatura,
la materia diventa supercondut-
trice e la corrente elettrica scor-
re da un capo all’altro del filo
senza impedimenti, a costo
zero. A che cosa potrebbe porta-
re una scoperta simile? Per
esempio a treni in grado di levi-
tare, grazie al forte campo
magnetico realizzabile trasfor-
mando le rotaie in elettroma-
gneti superconduttori. Ci sono
ovviamente ancora parecchi
problemi. Il primo, quello della CHE COS'E' PIU' DURO DEL DIAMANTE? LEGHE CON UNA MEMORIA DI FERRO
lunghezza dei fili, sembra però
risolto: la società tedesca rene, cioè una
Vacuumschmelze è riuscita a diversa forma di
escogitare una tecnica per fab- carbonio (lo
bricare fili di ceramica lunghi stesso elemento
centinaia di metri, polverizzando di cui è fatto il
gli elementi base e portandoli diamante), che
ad alta temperatura all’interno ha un’enorme
di stampi d’argento. Inoltre, la molecola sferica
giapponese Sumitomo è riuscita composta di 60
ad aumentare la quantità di
corrente trasportata da questi
atomi. Secondo
Rodney Ruoff, a Nell’acqua fredda, il b A temperatura c Immerso nell’acqua
filo di Nitinol, sagomato ambiente è duttile: è calda riprende di scatto
fili, arrivando a valori cento volte
più alti di quelli raggiungibili
del laboratorio
newyorkese della a W, non subisce alcuna facile raddrizzarlo o la forma precedente,
pochi anni fa. Tutto risolto? No, Ibm, questa trasformazione. dargli una forma diversa. e diventa elastico.
i fili devono ancora essere Materiali compositi sono usati negli aerei. sostanza diven-
terebbe cristalli-
raffreddati a temperature bas-
sissime, e questo costa parec-
chio. Cinque o sei anni fa si R esiste alla maggior parte na a una pres-
degli acidi. E’ difficile da inci- sione di 20 mila atmosfere, e
S e scaldando un filo metallico
lo vediamo divincolarsi, tor-
cersi, agitarsi, fino ad assumere
Nasa e venne utilizzata per le
antenne dei satelliti, perché
assumessero la forma definitiva
dere, da rompere e da graffiare: sarebbe molto più dura di ogni una forma diversa da quella di solo quando erano esposte al
sono scoperte speciali cerami-
che che diventano supercondut- fino a oggi, il diamante mantiene altro materiale, naturale o sin- partenza, significa che è stato calore del sole. Oggi il Nitinol e
senza avversari il primato della tetico. fabbricato con una lega a le sostanze analoghe trovano
trici a temperature relativamen-
te alte (il record, per ora, lo durezza. Ma potrebbe perderlo. Gli sforzi degli scienziati per tro- memoria di forma. Per creare impiego in meccanismi che
Marvin Cohen e Amy Liu, vare una sostanza superdura queste leghe non occorrono bloccano condotti e tubi del gas
detiene il “tabacco”, una misce-
la di tallio, bario, calcio e ossi- dell’università della California, nascono dal fatto che il diaman- reazioni chimiche, alte pressio- quando la temperatura supera
sono pronti a scommettere che te brucia nell’aria alla tempera- ni, solventi o centrifughe, ma un un certo valore. Nella cura delle
geno: 151 gradi sotto zero), ma
ancora non basta. «Non si pos- la sostanza superdura di domani tura di 700 gradi, dissolvendosi processo molto più familiare a fratture si usano graffette a
sarà uno speciale cristallo di in biossido di carbonio. Il che tutti: l’addestramento. Il metallo memoria di forma che vengono
sono certo raffreddare a 151
gradi sotto zero chilometri di carbonio e azoto: secondo i loro rende impossibile usarlo per dev’essere cioè portato a una inserite dal chirurgo, serrandosi
calcoli supererebbe del 5 per tagliare l’acciaio, o impiegarlo temperatura precisa (che cam- poi quando assorbono il calore
cavi ad alta tensione» spiega
Emilio Olzi, direttore dell’Istituto cento la durezza del diamante. Il come semiconduttore nell’elet- bia a seconda della composizio- del corpo umano.
cinese Yip-Wah Chung ha prova- tronica ad alta temperatura. ne della lega), poi dev’essere Ma se queste leghe sono tanto
materiali non tradizionali del
Cnr. «Così gli impieghi fonda- to a mettere in pratica la teoria Una sostanza superdura e modellato nella forma desidera- utili, perché non sono ancora
dei due scienziati californiani: ha resistente al calore sarebbe ta e quindi raffreddato. molto diffuse? Per due motivi.
mentali, per ora, sono nella
medicina: i superconduttori fabbricato su un supporto di sili- inoltre un buon lubrificante. Ripetendo il processo, il metallo Primo: la definizione della tem-
cio pellicole di carbonio e azoto Nessun tipo di olio, infatti, può comincia a “ricordare” la forma peratura critica, quella che le
permettono analisi a risonanza
magnetica nucleare (simili alla spesse un centesimo di millime- essere usato in meccanismi imposta artificialmente. attiva, è molto delicata. Basta
tro. Risultato: una punta di dia- che operano ad alta pressione e Queste leghe sono a base di l’uno per mille di titanio in più
Tac ma meno dannose per l'uo-
mo, perché non fanno uso di mante non è riuscita a scalfirle. ad alta temperatura, come le titanio, nichel, rame, zinco e nella lega, e la temperatura cri-
Le ricerche in questa direzione pompe del carburante nei razzi. alluminio. La più antica si chia- tica cambia di venti gradi.
raggi X), e magnetoencelografie
che forse ci permetteranno di continuano, ma forse il succes- Una sottile pellicola di materiale ma Nitinol (nichel più titanio) e Secondo: il prezzo medio è di
sore del diamante sarà il dia- solido e durissimo, invece, risale ai primi anni Settanta: fu tre milioni al chilo, “addestra-
capire meglio il funzionamento
sarebbe l’ideale per ridurre scoperta nei laboratori della mento del metallo” escluso.
del nostro cervello». mante stesso. O meglio il fulle-
l’attrito fra le parti mobili.
 Ultima tappa: i materiali furbi
I muri avranno
occhi e cervello
L’
incidente risale a cinque
anni fa: un pezzo di fuso-
liera di un Boeing 737 si
staccò durante il volo, all’
altezza delle Hawaii, a causa del
cedimento di alcuni rivetti. Una
hostess venne risucchiata nel foro
di sei metri, e 61 passeggeri della
Aloha Airlines riportarono ferite e
contusioni. L’aereo, comunque, riu-
scì ad atterrare. Di chi la colpa dell’
incidente? Forse la compagnia ha-
waiana avrebbe dovuto intuire che
un aereo con 19 anni di vita ri-
schiava inconvenienti simili, ed ef-
fettuare controlli molto accurati.
Potrebbe accadere di nuovo, un
evento del genere? Forse. Solo che
gli aerei di domani lo diranno loro,
se qualcosa “gli” si sta rompendo,
e rimedieranno da soli alla super-
ficialità dei controllori. Come? Ba-
sterà averli costruiti con i materia-
li intelligenti che sono allo studio
all’università di Toronto, in Cana-
da. Il progetto prevede la presenza
di fibre ottiche sottilissime inserite
nell’armatura metallica dell’aereo,
proprio come i nervi che raggiun-
gono ogni punto della pelle uma-
Focus 32
na. In caso di danno, anche mode-
sto, le fibre si illumineranno di un
color rosso sangue. «L’uso di que-
ste fibre non sarà limitato agli ae-
rei», dice Raymond Measures, di-
rettore del laboratorio canadese.
«Dopo un terremoto, per esem-
pio, uno dei primi problemi è quel-
lo di individuare gli edifici con dan-
ni strutturali, per poterli evacuare
tempestivamente. Anche in que-
sto caso, i danni potrebbero essere
“dichiarati” da un sistema di sen-
sori a fibre ottiche inserito nei pila-
stri portanti».
«In futuro, in realtà, ogni mate-
riale verrà progettato insieme alla
macchina o all’oggetto che costi-
tuisce», spiega Craig Rogers, spe-
cialista del Centro strutture e ma-
teriali intelligenti presso il poli-
tecnico della Virginia. Per esem-
pio, i materiali stessi potrebbero
darsi da fare per correggere i difet-
ti, oltre che per segnalarli. Carolyn
Dry, architetto e ricercatrice pres-
so l’università dell’Illinois, ha pro-
posto come prima applicazione
pratica un sistema per impedire la
corrosione del metallo all’interno
E’ riuscito ad
atterrare così
A lato, nel 1988 la
fusoliera di un
Boeing 737 si lacerò
in volo: in futuro
saranno i materiali
intelligenti (sotto,
un esempio) a
trovare i punti deboli.
Pelle: come protezione si
usano materiali compositi.
Cervello: i chip interpretano
i segnali dei sensori.
Nervi: sensori a fibre
ottiche captano i danni.
Muscoli: materiali ceramici
combattono le vibrazioni.
Qui si fila
la luce
Fabbricazione di
fibre ottiche alla
Optectron, una
società francese:
riscaldata la fibra,
la si allunga.
Un tempo
erano
di vetro
Fibre ottiche
polimeriche:
si possono
collegare
scaldandole
con un ferro
da stiro.
dei piloni nei ponti: «Si potrebbe-
ro inserire nel calcestruzzo sottili
fibre cave, sigillate in una pellicola Frogmat: la paglia
cerata di polyol e riempite di nitri-
to di calcio, una sostanza anticor-
succhia-petrolio
rosivo», spiega la Dry. «Il polyol,
in caso di bisogno, si scioglierebbe
nell’acqua salata con la quale
E' stato messo alla prova in
gennaio, lungo le coste delle
isole Shetland, per proteggere
entrasse eventualmente in contat- dalla marea nera i vivai di salmo-
to, e libererebbe l’anticorrosivo nel ni: si tratta del Frogmat, una sorta
punto e nel momento in cui l’ac- di stuoia fatta di plastica e paglia,
qua attacca il metallo». con la quale si è cercato di elimi-
Un altro sistema per dare un nare almeno una parte delle 80
mila tonnellate di petrolio riversa-
cervello agli oggetti inanimati, e te in mare dalla petroliera Braer. Il
perfino alle pareti di casa, prevede suo inventore, l’inglese Kenneth
ovviamente l’impiego dell’elettro- Frogbrook (nella foto), non si è li-
nica. «La grande novità del futuro mitato a brevettare la sua scoper-
prossimo è che i computer saranno ta. Ha anche costruito una mac-
tutt’intorno a noi, e noi non ce ne china che produce strisce di Frogmat
accorgeremo neppure», è l’ottimi- alte circa un metro e lunghe un cen-
stica previsione di Mark Weiser, tinaio di metri: pesano poco più di
direttore del laboratorio d’infor- 200 chili e assorbono venti volte il
loro peso in petrolio. Dopo l’uso,
matica del Centro ricerche Xerox. suggerisce l’inventore, si potrebbe
Weiser e i suoi colleghi hanno comprimerlo in mattoncini e sfrut-
infatti già messo a punto i Tab. Si tarlo come combustibile.
tratta di computer collegabili all’
elaboratore centrale grazie a un si-
stema a raggi infrarossi, e per ora
sono grandi quanto un blocchetto
di foglietti adesivi. «In futuro i Tab
diventeranno sempre più piccoli»,
sostiene Weiser, «tanto da essere
inseriti in ogni apparecchio. Per-
fino dentro le pareti». ■
Mauro Gaffo
Natura
La scienza riscopre piante dimenticate
o disprezzate, che possono dare medicine, energia,
Sotto, raccolta di mais:
si può usare per produrre
plastica biodegradabile.
Girasole
nel motore
cibo. Vediamo quali sono
A destra, fiore
di girasole.

S
i chiama in inglese buffa- gomma naturale estratta dall’He-
Sotto, l’olio
ricavato dai lo gourd, ma non ha nul- vea brasiliensis (l’albero della
semi: trattato la a che fare con il mondo gomma originario della foresta a-
con glicerina animale. Il nome latino mazzonica), scorre invece nel siste-
può essere di questa pianta, Cucurbita foeti- ma linfatico dell’arbusto di guayu-
usato al posto dissima, è invece indovinato: è do- le. A differenza dell’hevea, il
del gasolio o vuto al suo rivestimento ceroso guayule cresce rapidamente e

L'erba
miscelato a che ha un odore penetrante. No-
esso, senza nostante questo inconveniente, in
modificare futuro potremmo vederne tanta
il motore. Un
ettaro fornisce nei campi italiani. Le sue radici
una tonnellata contengono una elevata quantità
di gasolio. di amido, dal quale si ricavano
maltosio e glucosio. Il buffalo ver-
rà utilizzato dall’industria alimen-
Sopra, campi di cotone: dà fibra, tare come fonte di dolcificanti per
olio alimentare e lignina. bevande, alimenti, o come additivo
per i budini pronti. Non solo. I pro-
duttori di alimenti sono alla ricerca
dopo tre anni può già fornire il
caucciù, che si ricava dalla cortec-
cia di fusti e radici. Non è che uno
dei prodotti che questa pianta è in
grado di fornire. La fibra, che rima-
ne dopo che il caucciù è stato estrat-
to, serve per la produzione di carta
e cartone e le foglie contengono
una cera che può essere impiegata
in profumeria.
Buffalo, guayule, ma anche oca,
quinoa e amaranto, che sono vege-

di ricambio
di un olio leggero e nutriente?
Basterà raccogliere i semi e spre-
merli. I tralci verdi, ricchi di pro- -
teine e digeribili, verranno desti-
nati all’alimentazione animale.
Un lattice che ha una struttura
chimica identica a quella della
tali proteici in grado di crescere
nelle condizioni più sfavorevoli,
non sono il frutto di avanzate ricer-
che genetiche. Queste piante era-
no conosciute in passato, poi sono
state dimenticate, oppure consi-
derate inutili o addirittura infe-

▼
Gasolio
senza zolfo
A destra, un autobus
di Vicenza, funzionante
a gasolio vegetale.
Questo carburante è
usato per i mezzi
pubblici in venti città.

Colle vegetali
Un immenso campo
d’orzo potrebbe fornire
materia prima per
adesivi ed emulsionanti.

Focus 34 Focus 35
L'uomo sfrutta solo una I futuri protagonisti dell'agricoltura mondiale
ventina di piante, ma quelle
utili forse sono migliaia
stanti. Ora vengono studiate in coordinatore dei progetti per le
▼

tutto il mondo. Sottoposte a un più colture industriali dell’Enea.

attento esame, si è scoperto che «Spesso anche gli scarti sono utili.
possono fornire alimenti, medi- Anzi, ciò che resta dopo che semi,
cinali, fibre, pigmenti. E le so- radici, o linfa sono stati raccolti,
stanze estratte, a volte, sono mi- può essere una fonte diretta di e-
gliori di quelle artificiali. nergia che, a differenza del petro-
In India, per esempio, cresce un lio, si rinnova ogni anno», conti-
parente del mogano, l’albero del nua Sonnino.
neem. Quando le locuste arriva- «Ma c’è anche un altro aspetto
no, il neem è l’unica pianta che che riguarda da vicino l’Italia: la
viene risparmiata dalla loro vora- politica agricola della Comunità Sorgo Si possono ricavare mangimi, etanolo, pasta di cellulosa.
Cicoria Fornisce inulina e dolcificanti.
cità. Le compagnie che producono europea ha imposto di diversifica-
antiparassitari stanno prendendo re al massimo le produzioni ab-
di nuovo in considerazione ricer- bandonando quelle tradizionali, Amaranto Dà farina ad alto valore proteico.
ormai in eccedenza e
quindi svalutate. Inol-
tre, introducendo nuo-
ve specie e alternando
tra loro coltivazioni di-
verse, anche i campi
rendono di più», ag-
giunge Giampietro
Venturi, coordinatore
di Prisca, il progetto
italiano di ricerca sulle
colture alternative, va-
rato un anno fa dal mi- Fico d'india Diventa un fertilizzante.
Vetiver Impedisce l’erosione del terreno.
Euforbia Si utilizza il lattice.
nistero dell’Agricol-
tura. Molti enti pubbli-
ci (Enea, Enel, regio-
ni, università), stanno
sperimentando la pos-
sibilità di coltivare al-
cune di queste piante
Irrorazioni con antiparassitari: anche questi in Italia. Per i risultati
potranno essere ricavati dalle piante. però bisogna attende-
re: sono necessarie lun-
che scientifiche, che risalgono a ghe prove per verificarne l’adatta-
trent’anni fa, sulle proprietà della bilità al nostro clima. «Non sono
azadiractina, sotanza contenuta escluse anche modificazioni del
nella linfa di questa pianta. L’aza- patrimonio genetico della pianta
diractina non è tossica per l’uomo per migliorare il raccolto. Prima di
e non interferisce con i cicli biolo- diffondere la coltivazione su larga
gici di altri animali. L’olio estratto scala bisogna poi trovare il metodo Senape Contiene un composto insetticida. Calendula Dai fiori si estrae un colorante.
Topinambur Da un quintale di tuberi, 8 litri di etanolo.
da semi e foglie invece sembra es- più economico per trasformare il
sere un potente spermicida, e po- prodotto e accertarsi che abbia un’
trebbe quindi essere un ottimo an- effettiva collocazione sul merca- nei nostri terreni, ricavando da que- piante che hanno semi ricchi di più promettente per l’estrazione ● Plastica: biodegradabile 2000 diventeranno cinque milioni. già stato ampiamente collaudato
ticoncezionale naturale. to», aggiunge Luigi Rossi, respon- ste piante materia prima per i olio. L’olio viene trattato con me- di olio sembra essere il girasole. dal mais. Sorgo, patata, patata a- Viene utilizzato come base per la in tutto il mondo, mentre per le
L'uomo sta scoprendo che la sabile del settore sperimentazione combustibili con i quali vengono tanolo o etanolo (a sua volta di ori- Un ettaro di terreno di girasole mericana e due piante tropicali, produzione di carta, cartoni, fibre altre piante è necessario un ulte-
natura può dargli molto di più di agricola dell’Enea. alimentate le centrali elettriche. gine vegetale) e si ottiene un pro- fornisce una tonnellata di olio che manioca e colocasia, contengono tessili, adesivi, dolcificanti, emul- riore periodo di studio.
quanto sembra. «La Terra riceve Vediamo comunque con quali Come si ottiene il combustibi- dotto finale che può essere usato viene trasformato in una quantità elevate quantità di amido, una so- sionanti, acido citrico e, invece del
dal Sole energia solare in sovrab- piante e come, in futuro, i campi le? La massa vegetale viene fatta nei motori diesel e negli impianti pari di biodiesel. «Una ventina di stanza che si accumula nelle pian- fosforo, nei detergenti. Ma le uti- ● Lubrificanti: una pellicola
bondanza. Basta pensare che in un del nostro Paese potrebbero copri- fermentare per produrre alcol (e- di riscaldamento senza che sia ne- città italiane lo sta sperimentando te sotto forma di granuli, soprat- lizzazioni industriali sono in conti- di euforbia. L’euforbia è una pian-
anno quella che viene effettiva- re alcune necessità dell’industria. tanolo) che può essere aggiunto, cessaria alcuna modifica. «In apri- per alimentare i mezzi di trasporto tutto nelle radici, nei tuberi, nei nua crescita: la plastica ottenuta a ta in grado di crescere in situazioni
mente utilizzata attraverso la foto- per esempio, alla benzina. Un altro le i ministeri dell’ambiente e del- e il riscaldamento di edifici pub- fusti, nei semi. L’amido viene me- partire dall’amido è biodegrada- difficili, con pochissima acqua. No-
sintesi delle piante, che la conver- ● Carburanti: la cicoria nel metodo è quello che prevede la l’agricoltura hanno firmato un blici», dice Lorena Pinna di A. tabolizzato dalla pianta quando ne bile. Per il momento si utilizza uni- nostante ciò produce semi dai qua-
te chimicamente in materia or- serbatoio. I centri di ricerca dell’ fermentazione della massa vege- accordo con le associazioni agri- Biotec, un consorzio di ricerca per ha bisogno come fonte di energia camente il mais, con il quale in li si può ricavare un olio adatto sia
ganica, è poco meno di un millesi- Enel, insieme con l’Enea, stanno tale in assenza di aria, per trasfor- cole per lo sviluppo dei biocarbu- nuove coltivazioni, che si occupa per la sintesi dei materiali organici Italia si fabbricano 20 mila tonnel- per l’alimentazione umana, sia per
mo di quella che arriva. Eppure analizzando la possibilità di sfrut- marla in biogas, questo verrà u- ranti: in poco tempo 100 mila etta- anche di promuovere l’uso dei car- che servono per la crescita. Anche late di Mater B., plastica usata per fabbricare pellicole plastiche per
potremmo utilizzarla meglio, per tare sorgo, cicoria, bietola, topi- tilizzato per riscaldare serre e im- ri di terreno saranno destinati a buranti messi a punto dalla No- l’uomo utilizza l’amido. In Europa sacchetti, confezioni di medicinali, alimenti. Da essa si estrae anche
produrre con essa quello che serve nambur e patata dolce, tutte specie pianti agricoli. Per i combustibili colture in grado di fornire la mate- vamont, il gruppo che già produce ogni anno se ne consumano un mi- pannolini per bambini, giocattoli, un coagulo, l’almeidina, mastice
all’uomo», dice Andrea Sonnino, che possono essere coltivate anche verdi sono adatte anche tutte le ria prima», dice Venturi. La pianta il carburante Diesel B. lione e mezzo di tonnellate. Nel materiali da imballaggio. Il mais è che serve per la preparazione di

▼
Focus 36 Focus 37
 Cresce in
un solo anno
A sinistra, un
campo di kenaf:
un ettaro dà 100
quintali di fibra.

Nulla viene
gettato
A destra, fiori
di kenaf.
Contengono
anche un olio
commestibile.

L'esempio del kenaf:

medicine dalle radici,
olio alimentare dai semi
e giornali dal fusto
materiali isolanti o da costruzio-
▼

ne, come componente di vernici

Una pianta
oppure lubrificanti. Distillando la in edicola
resina si ottiene un solvente. In Accanto, fusti di
sostituzione dei derivati del petro- kenaf, campioni
di carta e la
lio, oggi usati come concianti per le prova di stampa
pelli, si possono usare invece i tan- di un quotidiano.
nini estratti dal sommaco, un arbu- Le radici sono
sto che cresce anche in Italia. ricche di principi
attivi che
● Dolcificanti: dimagrire con hanno proprietà
la liquirizia. Molte diete prevedo- medicinali.
no la riduzione del consumo di
zucchero, ma la saccarina (una del- «Secondo una stima recente», dice mo, sta facendo tornare di moda le su carta ricavata dal kenaf, per di-
le prime molecole artificiali utiliz- Venturi, «sono circa 36 mila le spe- piante tintorie, ricercate soprattut- mostrare che questa può sostituire
zate in sostituzione del saccarosio) cie che accumulano fruttani negli to per i cosmetici e per gli alimen- quella prodotta con la cellulosa
ha molte controidicazioni: non può organi di riserva. La pianta li sin- ti. Già in passato dalla corolla dei tradizionale. In Italia il kenaf è da
essere usata dalle donne in gravi- tetizza e li confina nei vacuoli (una fiori del cartamo si otteneva la car- tempo sotto esame. «Finalmente
danza e la quantità giornaliera non gocciolina sospesa nella cellula tamina, un colorante rosso. Rob- stiamo per passare a una fase pra-
deve superare i 150 milligrammi. vegetale) quando la concentrazio- bia, guado, calendola, e soprattut- tica: sta per partire un progetto che
Edulcoranti a basso potere calori- ne di saccarosio diventa troppo ele- to barbabietola, utilizzate un tem- prevede la coltivazione di 2 mila
co, utilizzabili senza limitazioni, vata». Altri dolcificanti potrebbero po per colorare i tessuti, vengono ettari di kenaf. Forniranno 24 mila
possono essere estratti dalla cico- essere forniti dalla liquirizia, o da oggi di nuovo messe alla prova tonnellate di carta per sacchetti
ria: insieme alla dalia è infatti una piante quasi sconosciute come ste- anche in Italia. per il pane. Per questi non si può
delle specie più ricche di inulina, via e taumatococco. usare la carta riciclata, e allora
uno zucchero che nelle piante vie- ● Carta: un quaderno di gi- questa carta di kenaf potrebbe ri-
ne usato come riserva di energia ● Coloranti: barbabietole nestra. Il kenaf è una pianta afri- solvere il problema», dice Gio-
e dal quale si estraggono fruttosio per i tessuti. La ricerca di colo- cana che ha un elevato contenuto vanni Mignoni, della Ribs, consor-
e fruttani. Il fruttosio può essere ranti naturali, di minore impatto in cellulosa. In un anno un ettaro di zio che riunisce i coltivatori di
anche consumato dai diabetici. ambientale e poco tossici per l’uo- kenaf può produrre cento quintali bietola e fornisce loro consulenze.
di fibra utilizzabile per la fabbrica- La produzione di bietola, una
zione della carta. Un dato interes- pianta che fornisce zucchero, viene
Le piante nel computer sante, se si considera che il 70 per attualmente sconsigliata dalla
cento della cellulosa che serve a Comunità europea, e il consorzio
N ome scientifico:
Abelmoschus e-
sculentus; utilizzo:
mazioni della Fao. Il
sistema adottato po-
trebbe far invidia a
re utilizzate e con-
sente il recupero im-
mediato di informa-
produrre la carta utilizzata in Italia
viene importata dall’estero. Deriva
dei bieticoltori possiede una rete
capillare di informazioni che po-
cellulosa per fibre. Sherlock Holmes. L’ zioni sui metodi per principalmente da pasta di legno, trebbe servire per questa nuova
L’abelmosco è stato industria ha bisogno la coltivazione già ricavata soprattutto da pioppo e iniziativa.
schedato insieme ad di un nuovo colorante sperimentati in altre betulla i quali crescono lentamen- In grado di fornire carta c'è an-
altre 148 piante negli e preferisce cercarlo parti nel mondo. La te. Nel mondo esistono già quattro che la ginestra, che cresce in am-
archivi elettronici del- tra i derivati delle pianta selezionata do- cartiere in grado di produrre carta biente mediterraneo e quindi può
l’Enea, a loro volta piante? L’archivio vrà poi essere sotto-
collegati alla rete in- suggerisce le specie posta a prove speri- dal kenaf. Negli Usa è stato fatto essere coltivata in Italia: ha un alto
ternazionale di infor- che potrebbero esse- mentali di campo. l’esperimento di stampare un quo- contenuto in cellulosa. ■
tidiano, il Bakersfield Californian, Alice Serra

Focus 38
Patrimonio

Un centro della
laguna, vecchio di
oltre duemila anni e
ancora nascosto sotto
Mille tessere d'artista
terra, è stato oggi Il mosaico pavimentale di una casa
di Altino. La pantera che si abbevera
"fotografato" grazie a Un modello
per Murano
è simbolo di un rito misterico.

Una perla
una nuova tecnica, Anfora funeraria
in vetro del I
secolo dopo
sull'acqua
elettromagnetica Cristo: conteneva
i resti della
A sinistra, la
posizione di
Altino ai margini
cremazione. Il della laguna.
vetro era uno dei Sotto, una veduta
prodotti tipici odierna dei canali
di Altino romana. che la circondano.

Due veneti
d'altri tempi

U
Particolare di un na città d’acqua ai margi-
altare funerario ni della laguna veneta,
in calcare, con con le case a più piani,
i ritratti dei che si affacciano su cana-
defunti. E' stato li ampi e sinuosi. Scalette ripide
ritrovato nella scendono da ogni ingresso fino al
necropoli di piccolo molo, dove gli abitanti ten-

Altino, la Venezia
Altino e risale al gono ormeggiate piccole barche a
I secolo dopo remi per spostarsi agevolmente.
Cristo. Le tombe
fin qui messe Le reti dei pescatori sono appese
in luce sono già ad asciugare sui parapetti dei pon-
2500, segno che ti, le botteghe di fabbri, vetrai e
la città doveva tessitori si affacciano sui vicoli.
essere, in Sembra una città molto simile a
quel periodo, Venezia, ma in realtà non esiste. O
densamente meglio: è esistita ma ora non c’è
popolata. più. E’ l’antica Altino, sul margine
nord-occidentale della laguna, fa-
mosa al tempo dei romani e oggi

degli antichi romani

interamente sepolta sotto un me-
tro di terra. «Altino fu il primo
centro di grande importanza che
sorse sulla laguna che, in seguito,
fu chiamata di Venezia. E di Ve-
nezia fu la progenitrice: attraverso
l’isoletta di Torcello», spiega Bian-
ca Maria Scarfì, della soprinten-
denza archeologica di Padova. Sul-

▼
Focus 41

Fabbri, vetrai,
tessitori di lana:
gli abitanti di
Altino erano divisi
in corporazioni di mestieri
l’isoletta di Torcello infatti si rifu-
▼
giarono gli abitanti di Altino per
scampare alle invasioni longobar-
de, e lì fondarono il primo nucleo
della futura regina dell’Adriatico.
Fino a pochi mesi fa l’idea che si
aveva dell’estensione della città
romana era approssimativa, basa-
ta soprattutto sui resoconti degli
storici e sui dati di alcune parziali
campagne di scavo. Oggi invece di
Altino, benché sia tuttora nascosta,
abbiamo addirittura una “fotogra-
fia”: l’ha scattata il geofisico San-
dro Veronese, su incarico della so-
printendenza.
Ed è una fotografia molto par-
ticolare, realizzata con un ma-
gnetometro a protoni, secondo
una delle metodologie più all’a-
vanguardia per le indagini archeo-
logiche, ma ancora poco diffusa in
Italia, tanto che Veronese è l’unico
a utilizzarla. Tale tecnica non solo
consente di stabilire, senza scavare,
se nel terreno in esame esistono
effettivamente reperti archeologi-
ci, ma anche di individuarne i con-
torni esatti.
Con il magnetometro
si va a caccia
di mattoni sepolti
«Il procedimento si chiama pro-
spezione magnetica», spiega Vero-
nese, «e si basa sulla misurazione
dell’intensità del campo magnetico
terrestre.Tale intensità infatti è
influenzata dalla presenza di strut-
ture archeologiche nel sottosuolo:
l’argilla cruda, che si utilizzava per
produrre i mattoni da costruzione,
aveva valore magnetico pari a ze-
ro. Una volta cotta però, l’argilla si
magnetizzava per effetto dell’ener-
gia termica. Poi, con il raffredda-
mento, tale magnetizzazione si
bloccava, resistendo così nel tem-
po fino ai giorni nostri». In questo
modo, in prossimità di strutture
sepolte, i valori del campo magne-
tico terrestre mostrano alterazioni.
Dopo aver eseguito misurazioni
molto ravvicinate, cioè una per
ogni metro di terreno, si riportano
Focus 42
i risultati su una mappa. Ed ecco il
risultato: i valori alterati vanno a
concentrarsi in alcune aree dise-
gnando, graficamente, delle forme
scure. Insomma, come in una specie
di radiografia, palazzi e strade co-
struiti una ventina di secoli fa ap-
paiono con i loro profili geometrici.
Là dove invece scorrevano i canali,
non risultando variazioni magneti-
che di rilievo, si hanno tracce chia-
re, ma ugualmente distinguibili. «La
mappa di Altino riproduce un’area
di ben 90 mila metri quadrati. Ora
la sua interpretazione spetta agli
archeologi: in fondo la geofisica è
per l’archeologia quello che la
radiologia è per la chirurgia. Solo
una fase diagnostica», conclude
Veronese.
«Alcune caratteristiche della
città sepolta sono effettivamente
molto evidenti nella mappa», ag-
giunge Margherita Tirelli, direttri-
ce del museo di Altino. «La zona
esaminata era il limite nord-occi-
dentale della città romana, cioè un
quartiere a ridosso della
porta monumentale di in-
gresso (questa effettivamen-
te già scavata nel corso degli
anni Ottanta). Si vede esat-
tamente il reticolo delle stra-
de, il perimetro di grandi
costruzioni, che potevano
essere templi o edifici pub-
blici, alcuni con un porticato,
e poi il perimetro delle case
di abitazione. Il tutto orga-
nizzato in isolati delimitati,
proprio come a Venezia, da
strade e canali. Per ora non
possiamo dire molto di più:
l’area è enorme e per scavar-
la tutta occorrerebbero molti
anni di lavoro, molti soldi e
molti archeologi», conclude
Tirelli. Niente scavi, dunque,
almeno per il momento. Pa-
radossalmente le nuove metodolo-
gie archeologiche servono infatti
proprio a questo: a ricorrere il me-
no possibile allo scavo e a trarre
invece in altra maniera dal terreno
conferme per la ricerca storica.
Negli anni Settanta e Ottanta,
Lo scavo? E' solo
l'ultima chance
O ltre a quello magnetico, esi-
stono altri metodi di esplora-
zione archeologica del suolo nella
fase precedente allo scavo.
Prospezione elettrica. Sfrutta il
diverso grado di conducibilità elet-
trica delle strutture archeologiche ri-
spetto al terreno nel quale sono
nascoste. Si esegue una serie di
misurazioni successive e a distanza
ravvicinata. Se i valori ottenuti sono
tutti simili tra loro, il terreno è privo
di strutture archeologiche. Se inve-
ce si incontrano anomalie, si è in
presenza di reperti.
Un intero quartiere affiora dalla terra Georadar. E' costituito da due an-
La mappa elettromagnetica del settore nord-ovest di Altino: tenne: una invia nel terreno un
breve impulso radio, la seconda
sono visibili gli isolati quadrangolari e le strade ortogonali.
capta l’onda riflessa. Questo me-
todo si può utilizzare anche in cen-
Le terme tri urbani o addirittura all’interno di
edifici, dove sia il metodo della
prospezione elettrica sia quello
s
Torre magnetico non offrono sufficienti
anu
garanzie di successo.
cum
Porta Indagine geochimica. Riguarda
De
essenzialmente la ricerca nel ter-
Ca
rdo Mercato Terme reno, a diverse profondità, di fo-
Cisterna sfati: la loro sola presenza è infat-
ti sinonimo di frequentazione uma-
Foro na della zona.
Acquedotto Fotografia aerea. I reperti sepolti
Teatro determinano una variazione nel gra-
do di umidità del terreno. Si ha co-
me effetto una diversa colorazione
Anfiteatro della vegetazione: le tracce più chia-
re indicano strutture murarie, quel-
L'anfiteatro le più scure fossati o canali.
Il foro
L'Urbe romana, un modello di razionalità tuttavia, qualche limitata campa-
La pianta-tipo di una città romana, con i due assi viari principali, gna di scavo in zona è stata realiz-
cardo e decumano. Tra gli edifici pubblici: foro, terme e anfiteatro. zata e ha consentito di verificare
alcune informazioni su Altino che
arrivavano dagli autori antichi. Il
geografo greco Strabone e lo stu-
dioso romano di architettura Vi-
truvio raccontano, per esempio,
che Altino, sorta nel I secolo avan-
Il quartiere nord-ovest della città romana di Altino in una ricostruzione
ipotetica basata sui risultati dell'indagine elettromagnetica. ti Cristo, era costruita su palafitte di
legno: lo scavo della porta di in-
gresso della città ha effettivamente
messo in luce fondazioni su fitti pali
di rovere. Come a Venezia, infatti,
il terreno doveva essere piuttosto
instabile.
Questo non impediva che venis-
sero costruite anche domus (case
di residenza) e ville signorili: il
poeta Marziale racconta che ad
Altino si trovavano ville degne di
Baia (in Campania), la località di
villeggiatura degli imperatori ro-
Per le strade del centro, mani, famosa per le splendide di-
il passeggio delle matrone more dotate di bagni termali, pisci-
In alto, un tratto di strada di basoli ne, ampi porticati e giardini rigo-
(materiale eruttivo) già scavato gliosi.
nell'area a est dell'attuale museo L'archeologia del Duemila: una scienza esatta Una prima conferma di questa
archeologico. A destra, un vaso Il geofisico Sandro Veronese, con il magnetometro a protoni con presunta ricchezza di Altino è arri-
cinerario in ceramica comune, il quale ha realizzato la mappa elettromagnetica della città romana vata da uno dei pochi scavi ese-
tipico di una sepoltura modesta. di Altino. Nel suo studio di Rovigo dispone anche di un georadar. guiti negli anni scorsi nell’area
urbana: quello della cosiddetta
zona est. Qui è infatti venuta alla
luce una domus del I secolo dopo
Cristo piuttosto ampia, interamen-
te pavimentata a mosaico, una par-
te del quale fatto di tessere di vetro
e foglia d’oro.
Da dove proveniva la ricchezza di
Altino? La città si trovava lungo il
percorso della via Annia, che da Ro-
ma portava ad Aquileia. Più tardi,
proprio a partire da Altino, venne
costruita anche la via Claudia Au-
gusta, che arrivava fino al Danubio: i
commerci dovevano quindi essere al
centro delle sue attività.
A questo proposito parlano
chiaro i reperti rinvenuti nelle tom-
be, che comprendono vasi di cera-
mica greca e di vetro fenicio ed
egiziano, portati evidentemente fin
qui dai mercanti che percorrevano
tutto il Mediterraneo.
Ostriche e cozze
al banchetto
in onore dei morti
Le necropoli hanno offerto
molti altri dettagli sulla popolazio-
ne di Altino, che doveva essere di-
visa in corporazioni di mestieri, cia-
scuna delle quali aveva un recinto
funebre in cui seppellire i propri
morti. Sono stati ritrovati quello dei
fabbri e quello dei lanarum purga-
tores (lavatori di lana), fatto che
non stupisce, visto che Tertulliano
scrisse addirittura lodi sulle peco-
re di Altino, la cui fama evidente-
mente giungeva fino a Roma.
Gusci di ostriche e di cozze
nerissime (per le quali Altino era
paragonata alla greca Mitilene),
sono stati rinvenuti in grande
abbondanza negli scavi: costitui-
vano i resti del pasto che, secondo
il rituale funebre romano, si con-
sumava sulla tomba del defunto
prima di dargli l’estremo saluto, e
sono testimonianza del ruolo note-
vole che la pesca doveva avere per
la città lagunare.
Eppure resta ancora da scoprire
tutto quello che è sepolto in quei
nove ettari fotografati dalla mappa
elettromagnetica. E questa volta
si tratta di un’occasione unica: di-
strutta da Attila nel 452 e poi asse-
diata dai longobardi, che costrin-
sero gli abitanti a fuggire, Altino
non venne mai più abitata. Così
oggi le sue rovine, fatto raro in
Italia, dove le diverse fasi storiche
delle città solitamente si sovrap-
pongono, si trovano in aperta cam-
pagna. Situazione quindi ideale sia
per la conduzione di uno scavo, sia
per la successiva costituzione di un
parco archeologico da aprire al
pubblico. ■
Cristina Mochi
Focus 43
Sport

Super
bike
Armatura
protettiva
A destra, un biker
con casco e
corsetto imbottito.
Elasticità del corpo,
capacità di restare
in equilibrio, riflessi Anche le
pronti, sono le doti
necessarie per acrobazie
affrontare questo Walter Arthofer,
sport. In discesa campione di salto
si raggiungono i 100 con la mountain
chilometri all’ora. Addio vecchia bicicletta: bike. Il peso, la
rigidità e la forma
del telaio, la
titanio, carbonio e kevlar robustezza delle
saldature, sono
hanno fatto nascere la mtb, tra i parametri
più importanti
per la scelta di
per i ciclisti senza frontiere una bicicletta
per evoluzioni.
 Per vincere Fango e sudore
La partenza di
una competizione
Quattro criteri
le pendenze di fondo, una per scegliere
specialità che

senza sforzo si pratica con

la mountain bike E■ Incco come scegliere la moun-
tain bike giusta:
piedi, con la bici tra le
su un percorso
ci sono ben accidentato. Le
difficoltà si
limitano a lievi
gambe, il tubo orizzontale deve
essere 3-4 centimetri più in basso
del cavallo;
24 rapporti pendii, ostacoli
e terreno fangoso.
■ Il sellino va posto alla giusta
altezza: quando il pedale è in bas-
so, la gamba non deve estendersi
di cambio completamente, perché un arto
pressoché in verticale togliereb-
be agilità alle articolazioni e por-
terebbe i muscoli ad allungarsi
troppo con indolenzimenti e poca
scioltezza; quando il pedale è in
alto, la gamba non deve flettersi
completamente sulla coscia;

O
gni anno in Italia due mi-
lioni di persone si tra- ■ Il tubo reggisella non deve esse-
sformano da ciclisti in re al limite della sua estensione,
pena una perdita di stabilità;
biker. Tante infatti sono ■ Il manubrio deve essere di 5-7
le mountain bike che si vendono centimetri più in basso rispetto
nel nostro Paese. E poiché queste alla sella.
non hanno più nulla che ricordi le
placide due ruote di una volta, così
chi va su queste biciclette capaci male, artigliati e rinforzati. E per
di marciare su tratturi, sterrati, fare una passeggiata in bici c’è pro-
costoni e massicciate ferroviarie, prio bisogno di tutto questo? No.
non può essere un ciclista: usa la Però solo con una mtb può andare
mtb, dunque è un biker. in salita anche chi non ha grande
Progenitrice della mtb è la robu- allenamento.
sta e spartana bici marca Excelsior Deve essere vero, visto il suc-
o Schwinn, che negli anni Trenta i cesso che stanno avendo tutte le
fattorini dei giornali usavano negli iniziative che hanno come prota-
Stati Uniti nei loro giri di distribu- gonisti i biker. E' una mania che
zione. Furono poi ripescate una tiene in vita almeno cinque riviste
ventina di anni fa da alcuni califor- specializzate (Multisport, Mb com-
niani in vena di stranezze per sfi- petition, Tutto Mb, La bicicletta,
darsi in gare di discesa giù per i Cicloturismo), un migliaio di asso-
monti a nord di San Francisco. ciazioni di appassionati che orga-
La chiave del successo della nizzano gare, corsi di preparazio-
mtb, dicono gli esperti, è prima di ne, escursioni, e una sezione, con 12
tutto nella praticità. Pesa da 9 a 14 mila iscritti, della Federazione ita-
chilogrammi e ha da 18 a 24 rap- liana ciclismo. Di fronte a simili
porti di cambio diversi: questo vuol cifre, anche questa organizzazio-
dire altrettante possibilità di mol- ne ha dovuto arrendersi e acco-
tiplicare lo sforzo che si fa sulle gliere nelle sue file gli "eretici"
gambe. La leva del cambio è sul della mtb. E poi, la mtb consente
manubrio, a portata di mano, i agli organizzatori di gare ed escur-
pneumatici sono più grossi del nor- sioni di sbizzarrirsi. L’ultima spe-

▼
Pneumatici Ciclista
da roccia speleologo
A sinistra, un A destra, un
passaggio ciclista sta
apparentemente percorrendo
impossibile una galleria
sopra un pendio sotterranea
sassoso e ripido. a 300 metri di
profondità,
scavata
Su qualsiasi in una miniera
terreno di stagno della
A destra, Cornovaglia.
ascensione al L’illuminazione
monte Bianco in è assicurata
mountain bike. solo dalle
Per poter salire, luci sul casco
il ciclista segue e sulla bicicletta. Bici in spalla in mezzo al guado
una traccia Una tappa del Rally delle 30 dinastie, sul
preformata. percorso del rally automobilistico dei Faraoni.

Focus 46
 La mtb è figlia delle Bastano anche 4
biciclette 200 mila lire 9

11
2
usate dai S ul mercato si trovano mtb a
partire da 200 mila lire ma si
può arrivare ai 10 milioni. La 10
fattorini scelta dipende dall’uso che si
conta di fare. Per girare como-
12
13
10
dei giornali damente in un centro urbano e
concedersi qualche scampa-
gnata domenicale su strade
americani sterrate è preferibile una bici
che sembra una mtb ma è una
city-bike: possiede accessori
(parafanghi, luci, catarinfrangen-
ti, campanello, portapacchi, etc)
assenti nelle vere mtb, perché
inutili o ingombranti nei percor-
si lontani da centri abitati.
Con 500-600 mila lire si può
acquistare un modello tecnica- 1
mente più ricco (21 velocità,
cambio sofisticato), mentre con 6
6 milioni si acquista una Speed-
Titanium: telaio interamente in
titanio e sella in carbonio, un
gioiello che non supera i 9 chi- 7 8
logrammi di peso. Caratteristica 5 3
importante, quest'ultima, quan-
do la mtb deve essere portata in
spalle per alcuni tratti. Esiste an-
che una mtb tandem: composta
da due biciclette assemblate
Le tredici differenze tra bicicletta e mtb
senza microfusioni di giunzione,
costa 6 milioni. 1 Telaio. I tubi del composta da 3 corone
telaio delle mtb sono (a 28, 38, 48 denti) e
di sezione più grossa da 6-8 pignoni (denti da
6 Pedali. Artigliati per
impedire lo scivola-
mento del piede. Per
vibrazioni) si possono
aggiungere speciali
manette o corna, utili
Uno sguardo rispetto a quelli usati 13 a 30), con la facilitare la pressione per la presa in salita.
cialità è nata in Val Sesia, alle falde alla mappa In ogni caso la salute ci guada- per le biciclette da possibilità di sviluppare sui pedali si possono poi
▼

del monte Rosa e si chiama eli-bi-
ke: si sale in vetta con l’elicottero e
Sopra, due atleti
percorso. Durante
si scende con la mountain bike.
Le gare, ormai, sono una trenti-
na la settimana. Le più famose,
inoltrarsi in zone
come la Rampilonga, in Val di
Fassa, la Speedylonga, in Lombar-
dia, la O’Neill, a Limone del Gar-
da, vedono centinaia di parteci-
panti, con dilettanti e professio-
nisti. Le competizioni sono di due
tipi: fondo e discesa. Le prime pre-
vedono che tutti i partecipanti par-
tano insieme e compiano un per-
corso della durata di 2 o 3 ore su
terreni più o meno accidentati: vin-
ce, ovviamente, chi arriva primo.
Le gare di discesa sono a crono-
metro e richiedono grande abilità
nella guida e coraggio da vende-
re: vince chi impiega meno tempo
a scendendo a rotta di collo per un
pascolo alpino o per una pietraia.
In forma con tre
allenamenti
la settimana
C'è però chi non ama il rischio.
E allora le soddisfazioni con la
mountain bike può prendersele
anche in città, affrontando senza
fiatone un cavalcavia e senza
rischiare di ribaltare se la ruota
finisce sui binari del tram.
decidono il
una gita in mtb,
può capitare di
prive di punti di
riferimento.
Dalle scarpe al computer: il corredo del ciclista
P antaloncini. Preferire
quelli elasticizzati che
adottano i corridori, ade-
renti alla coscia e piuttosto
lunghi: infatti eliminano
sfregamenti con la sella e
conseguenti irritazioni.
Grazie al rivestimento in-
terno di pelle di daino ad-
dolciscono il contatto con il
sellino e possono sostitui-
re direttamente gli slip,
poco pratici perché se si
pedala a lungo creano
attriti.
- Canotte e k-way. Ob-
bligatoria una canottiera o
una maglietta della salute
a contatto della pelle.
Sopra, una maglietta di
cotone e, pronte nello zai-
netto, una k-way o una
giacca a vento leggera in
materiali sintetici tipo Go-
retex: consentono alla
pelle di traspirare, ma non
A sinistra, borsa
porta attrezzi. A
destra, scarpe e
fermo per pedali.
8 chilometri all’ora
in una gara di fondo.
di raggiungere elevate
permettono all’umidità
esterna di arrivare al corpo.
- Scarpe. Suola rugosa per
evitare che il piede scivoli.
La tomaia impermeabiliz-
zata è una garanzia con-
tro la pioggia e il fango. Si
trovano anche scarponci-
ni adatti tanto sui pedali
della mtb quanto sui sassi
del sentiero, se si decide di
proseguire in trekking.
- Calze di lana o di cotone,
un cappellino in tela leg-
gera per proteggersi dal
sole, e un paio di tipi-ci
guanti traforati da
ciclista com-
pletano
l’abbiglia-
mento del
cicloturi-
sta.
Inoltre, tra gli
accessori del
Un biker impegnato
La mtb consente
velocità anche
su terreno difficile.
biker è bene che ci siano
crema solare, casco,
occhiali da bicicletta avvol-
genti (ne esistono ormai
non più pesanti di 18
grammi) e anticongiuntivi-
te, thermos o borraccia,
mappe e cartine. C'è
anche il mini-computer da
applicare sul manubrio,
che comunica velocità
media, velocità i- stan-
tanea, chilometri percorsi,
pulsazioni cardiache, calo-
rie consumate.
Prezioso anche il minikit di
emergenza con raggi,
mastice, chiave inglese,
tiraggi, grasso e tubolari di
riserva: oltretutto, nelle
gare, in caso di foratura, il
biker deve cavarsela da
solo, perché sono vietati
gli aiuti dagli assistenti di
squadra.
gna. «Il ciclismo in montagna è
uno sport più efficace del ciclismo
strada. Questo aumenta
la stabilità e migliora
l’assorbimento delle
su strada, perché l’impegno dell’
organismo è più completo. Per
conservare l’equilibrio, per supe-
vibrazioni. Il tubo
orizzontale, inclinato
verso l’alto, conferisce
rare gli ostacoli, per compensare i maneggevolezza. Tra i
contraccolpi, i muscoli delle brac-
cia e del busto vengono usati in
misura decisamente superiore»,
materiali il più usato è
l’acciaio cromo-molibde-
no (meno costoso ma
dice il dottor Aldo Sassi, allenato- più pesante, anche se i
nuovi acciai speciali
re a suo tempo di Francesco Moser tipo Nivacrom hanno
e ora di Daniele Bruschi e Claudio
Vandelli, campioni italiani di
permesso di ridurre
fondo. «Quando non ci siano vel-
leità agonistiche, due o tre allena-
il peso di un telaio da
2700 a 1500 grammi).
Sui modelli più avanzati
menti settimanali di una o due ore,
su percorsi che comprendano qual-
che salita, sono più che sufficienti
il telaio è in alluminio, in
materiali compositi
(carbonio, kevlar 49) o
per concedersi nel week-end in in titanio. L'impiego di
tutta sicurezza qualche itinerario quest'ultimo metallo
rappresenta il miglior
più impegnativo». compromesso tra
Il ciclismo su strada è un classico leggerezza e
sport “aerobico”: si può praticare a indeformabilità, ma è
lungo prima che si produca acido anche molto costoso.
lattico, che dà il segnale della stan-
chezza, e durante il quale l'organi-
2 Saldatura. Telai
senza giunzioni,
smo brucia grassi come fonte di
energia. Perciò, comporta uno
sforzo costante e regolare tale da
ottenuti con tecniche di
saldatura al tungsteno,
sono meno rigidi, più
poter essere graduato a piacere. Il
ciclismo da montagna, invece,
comporta uno sforzo più nervoso,
leggeri, più resistenti.
con continui saliscendi nella fre-
quenza cardiaca dettati dalle aspe-
3 Cambio e deraglia-
tore. La trasmissione
tipica di una mtb è
rità e dalla pendenza del terreno.
quindi da 18 a 24 diversi
rapporti. In realtà, le
velocità disponibili sono
installare puntapiedi o
cinghiette fermapiedi. 10 Freni. Sono
formati da due
bracci laterali in
di meno: le posizioni
estreme (piccolo pignone/
piccola corona e grande
7 Ruote. I cerchi sono
in acciaio nelle
mtb più economiche, in
acciaio, due pattini in
gomma, un dispositivo
di sgancio rapido
pignone/grande corona) duralluminio in quelle
non devono mai essere
utilizzate per non
mettere a dura prova la
da gara. I raggi
sono in acciaio. 11 Leve dei freni.
Sono di tipo
motociclistico, in acciaio
catena. Con il rapporto
più corto, a ogni giro 8 Pneumatici. A una
carcassa in nylon
zincato e resina,
oppure in alluminio
completo della pedaliera è sovrapposto o in lega leggera.
corrispondono 1,4-1,5 un battistrada in gomma.
metri, con il rapporto più
lungo, 8-9 metri.
Il profilo è poco scolpito
per percorsi su terreni
regolari, molto per
12 Sella. Buona
superficie di
appoggio, morbidezza al
4 Leva del cambio e
del deragliatore.
Sono sul manubrio
terreni sassosi e assume
la forma “a trattore” per
il fango. La pressione
contatto, elasticità per
assorbire i sobbalzi,
resistenza: sono le
(rispettivamente a della camera d’aria varia caratteristiche di una
destra e a sinistra) e da 2,5 (fango) a 4-4,5 buona sella da mtb.
possono essere atmosfere (fondo I materiali: carbonio e
manovrate senza scorrevole). La gomma kevlar per lo scafo,
staccare le mani, il che anteriore è meno gonfia poliuretano per
viene utile se il terreno (un’atmosfera in meno) l’imbottitura, pelle
è sconnesso. Ci sono rispetto alla posteriore, per il rivestimento.
anche modelli a pulsante: su cui grava
basta schiacciare
un bottone con una
il peso del biker.
13 Forcella. Nelle
mtb migliori
leggera pressione per
cambiare velocità. 9 Manubrio. E’ molto
largo, per migliorare
l’equilibrio. Come il
quella anteriore è
ammortizzata per
assicurare maggiore
5 Catena. Se ha un
profilo sagomato, il
telaio, può essere in
acciaio, alluminio, lega
aderenza al terreno,
una minima perdita
fango non si accumula e
l’aggancio ai denti dei
pignoni risulta migliore.
leggera, titanio. Alle
manopole in gomma
(che assorbono le
di velocità nel supera-
mento dell’ostacolo,
una frenata migliore.

▼
Focus 48 Focus 49
Un’ora in sella, su un percorso
accidentato, può far
bruciare 800 calorie
Perciò, ai biker
che hanno più di
40-50 anni, un
consiglio: si mu-
niscano di un car-
diofrequenzime-
tro. Niente di
complicato, è
soltanto un ap-
parecchio che comunica qual è il
▼
numero di battiti cardiaci che
ognuno non deve superare duran-
te un esercizio fisico. Ci sono buo-
ne notizie anche sul fronte della
lotta ai chili di troppo: infatti se in
un’ora di bicicletta, con andatura
di crociera intorno ai venti chilo-
metri all’ora, una persona media
consuma intorno alle 300-400 calo-
rie (50-60 grammi di ciccia in
meno), su una mountain bike usata
in montagna si brucia quasi il dop-
pio. Ci sono controindicazioni?
Davvero poche. «Certamente non
può lanciarsi in una traversata ap-
penninica in mtb chi soffre di gira-
menti di testa, di turbe dell’e-
quilibrio, di vertigini o perdite di
coscienza, per le quali il pericolo di
una caduta non sarebbe certo mar-
ginale», avverte Enrico Arcelli,
Supertecnologia contro le difficoltà
Focus 50
medico sportivo. «Ma l'avvertenza
vale anche nel caso che un’impre-
sa simile sia compiuta con una nor-
male bicicletta». Per tutti, invece,
vale la raccomandazione di pro-
teggersi adeguatamente per pre-
venire i danni di qualche capitom-
bolo, perché l’infortunio in bici è
comunque più frequente di quan-
to non si pensi.
Per questo c’è soprattutto il
casco. Il più semplice è quello co-
siddetto danese. E’ a spicchi, dà
meno noia e permette una relativa
traspirazione del sudore. Può stare
in tasca durante la salita per essere
indossato solo in discesa, quando il
rischio è maggiore. Ma è anche un
po’ meno sicuro, perché lascia sco-
perte alcune parti della testa. Più
pesante, più caldo, meno traspi-
rante, sicuramente meno piacevo-
le da portare, è il casco con la ca-
lotta interna di polistirolo e l’ester-
no di policarbonato, lo stesso ma-
teriale comunemente usato per i
caschi di moto: se è anche decisa-
mente più costoso, è però altret-
tanto più sicuro. Una via di mezzo,
sia come protezione, sia come Una prova di slalom. In Italia i biker fanno parte della Federazione
comfort, è rappresentata dai caschi ciclistica italiana. Per informazioni telefonare al 06/59.20.012.
soltanto in polistirolo.
Sempre in tema di sicurezza,
ecco i consigli di Sassi: «Sui sen-
Supermolleggiata per il cross tieri più accidentati, bisogna ap-
A sinistra, uno dei modelli più recenti: poggiare tutto il peso sui pedali,
il telaio non ha più la forma tradizionale. sollevandosi dal sellino, e spostare
il corpo il più indietro possibile,
stringendo la sella tra le gambe:
così si ammortizzano le asperità, si
carica il peso sulla ruota posterio-
re e migliora la frenata. In discesa
va usato soprattutto il freno poste-
riore (leva di destra), per non bloc-
care la ruota anteriore e rischiare
una sbandata. Con i freni, comun-
Ruote chiodate sulla neve que, è meglio non esagerare trop-
Sopra, i chiodi inseriti nel pneumatico po: un minimo di velocità facilita la
da montagna migliorano la presa sul terreno. stabilità e riduce i sobbalzi. Uno
dei difetti del principiante è pro-
prio quello di scendere con i freni
Particolari costantemente tirati. Crampi e
affaticamento alle mani ne sono il
che contano sintomo più evidente». ■
A sinistra, un AlessandroMazzucchelli
dispositivo
che impedisce Per saperne di più:
la caduta della
catena verso Aldo Sassi, Lo stambecco a due
l’esterno. A ruote, Edi-Ermes, lire 25.000.
destra, una Guido Regazzoni, La bicicletta:
sospensione che mountain bike, turismo e corsa, Mon-
assorbe gli urti. dadori, lire 28.000.
 ✹
P R I S M A
Un composto che contiene acido
citrico e bromato di potassio.
■ Armi
Silenziatore
addio: arriva
la pistola muta
G li agenti segreti faran-
no ancora meno rumo-
re: un istituto di ricerca rus-
so, specializzato in mecca-
nica di precisione, ha infat-
ti messo a punto una pisto-
la silenziosa senza il vec-
chio ingombrante silenzia-
tore: calibro 7,62, si nascon-
de nel palmo di una mano
e può sparare fino a 50 me-
tri di distanza perforando,
grazie alle munizioni spe-
ciali con cui si carica, i giub-
botti antiproiettile. L'arma
è stata progettata espressa-
mente per la lotta al terro-
rismo e alla pirateria aerea.
Oltre alla pistola, e altret-
tanto “muti”, saranno pre-
sto disponibili un fucile di
precisione e un mitra.
Focus 52
Sopra e sotto,
simulazioni al
computer. Simili
a onde chimiche.
■ Bibite
Svelata la formula
segreta della Coca Cola?
D al 1886 fino a ieri ci
hanno provato in molti,
ma il segreto di John Pem-
berton, l’inventore della
Coca Cola, è rimasto sem-
pre inviolato. Ora, però,
non è più tale. Così almeno
sostiene Mark Pendergrast,
che in un libro racconta le
peripezie grazie alle quali
è riuscito a mettere le mani
sulla formula originale della
famosa bevanda. La ricet-
ta, in teoria, dovrebbe es-
sere conosciuta soltanto da
due dirigenti dell’azienda,
che hanno la proibizione di
viaggiare insieme per evi-
tare il rischio di subire con-
temporaneamente un inci-
dente fatale. Ovviamente
l'identità dei due “iniziati”
è mantenuta segreta.
Questo stratagemma, che
Il mistero delle
"reazioni oscillanti"
Come nasce la vita?
Con la chimica del caos
Asuoll’inizio non ci credeva
nessuno, nemmeno il
scopritore. E invece la
reazione BZ
potrebbe ad-
dirittura spiegare
il mistero della vi-
ta: si tratta di una
reazione chimica
scoperta quarant’
anni fa, che però
solo adesso comin-
cia a essere piena-
mente compresa.
Nel 1951 Boris
ha funzionato per oltre un
secolo, non sarebbe però
servito a proteggere la for-
mula della famosa bibita,
che invece sarebbe arrivata
casualmente nelle mani di
Pendergrast, consegnata-
gli proprio da un dipenden-
te della Coca Cola. L'uomo
ha infatti trovato la formula
della bibita su un foglietto
spiegazzato e ormai ingial-
lito, dimenticato in un plico
conservato nell’archivio
della compagnia, al quale
lui avrebbe avuto accesso.
La formula, scritta su una
pagina di appunti proprio dal
farmacista-inventore, com-
prende anche l’elenco com-
pleto delle “sette x”, una
miscela di sostanze aroma-
tizzanti utilizzate in quan-
tità minime sfuggite finora
Belousov, che dirigeva un
istituto di biochimica a
Mosca, tentò di riprodur-
re in laboratorio il ciclo di
Krebs, cioè la reazione chi-
mica usata dagli organismi
viventi per trasformare il
cibo in energia. Sostituì le
sostanze reali con acido
citrico, acido solforico e
bromato di potassio, e
aggiunse un catalizzatore
per avviare la reazione.
L’esperimento ebbe un
risultato sorprendente: il
composto giallastro si
cevano comparire su un
vetrino eleganti disegni cir-
colari simili a quelli del
caleidoscopio, mentre in
un tubo sottile produceva-
no strutture a strisce.
La spiegazione è una fa-
se intermedia di “autoca-
talisi”, processo nel quale
schiarì e poi tornò di nuovo
al colore iniziale, e conti-
nuò a oscillare a ritmo co-
alcune sostanze accelera-
no la reazione quando so-
no presenti in piccola quan-
stante tra i due toni di colo- tità, e la frenano quando
re. Sembrava quasi che la diventano più abbondanti.
reazione non sapesse quale E’ come per il pendolo: in
strada prendere. Si pensò discesa la velocità aumenta
a un errore, e passarono e l’accelerazione diminui-
dieci anni prima che l’espe- sce, in salita la velocità di-
rimento fosse ripetuto da minuisce e l’accelerazione
Anatoly Zhabotinsky, dell’ aumenta. Alla fine si arriva
università statale di Mosca. all’equilibrio, quando i rea-
Zhabotinsky ricostruì la genti sono esauriti (lo stes-
reazione di Belousov, e ne so succede, per esempio,
scoprì altre con lo stesso con il pendolo, che si ferma
comportamento ciclico: fa- a causa dell’attrito).
anche alla più accurata inda-
gine cromatografica, una tec-
nica di analisi grazie alla quale
è possibile individuare le so-
stanze di un composto chimico.
In origine il foglio faceva parte
di un vero e proprio libro.
Ecco, secondo Pendergrast,
come è fatta la Coca Cola. Gli
ingredienti di partenza sono:
13,5 chili di zucchero, un litro
di succo di limone, 85 grammi
di acido citrico, 28,35 grammi
di estratto di vaniglia, 113,4
grammi di estratto di coca e
28,35 grammi di citrato di
caffeina. Si mescolano tutti,
insieme, tranne la vaniglia, e
si versano in un quarto
dell’acqua bollente. Quando
è fredda, si aggiunge la vani-
glia e l’aromatizzante.
Quest’ultimo è composto da
olio essenziale di arancia,
essenza di limone, essenza di
olio di noce moscata, essenza
di olio di cannella, essenza di
coriandolo e di bergamotto, e
alcol, per un totale di 70
grammi. Lasciare riposare il
tutto per 24 ore e poi assag-
giare.
Se però vengono aggiun-
te con continuità altre so-
stanze chimiche, si verifica
un fatto curioso: i cambia-
menti di colore cominciano
a essere casuali, cioè le
onde chimiche creano qui
e là delle chiazze, con uno
schema che dipende da fat-
tori non identificabili. E’
un esempio di “caos”, un
concetto che oggi la scien-
za studia con molto inte-
resse e che si può descrive-
re approssimativamente
così: in alcuni sistemi com-
plessi la più piccola pertur-
bazione (come la presenza
di un granello di sabbia)
può avere ripercussioni
sproporzionate. Succede
nel clima della Terra, e
anche nella biochimica del-
la vita. I matematici hanno
descritto i sistemi caotici
■ Geologia
Trovati sotto il Pacifico mille
vulcani. Causano i tornado?
S otto le acque del Pa-
cifico meridionale ci
sono oltre mille vulcani
dei quali non si sapeva
nulla. La catena montuo-
sa, che ha cime fino a
duemila metri, è stata
scoperta in Sud America
da un’équipe di geologi
dell’università california-
na di Santa Barbara. Il si-
stema vulcanico si trova
davanti alle coste del
Perù e dell’Ecuador ed è
stato individuato per mez-
zo del sonar, strumento
di rilevazione a onde so-
nore utilizzato per com-
pilare le mappe dei fon-
dali oceanici. E’ stato an-
che scoperto che alcuni
dei vulcani sono attivi.
Simulazioni
matematiche
Accanto, le onde
chimiche della
reazione BZ
(sullo schermo
rotondo)
assomigliano
a quelle simulate
dal computer
sullo schermo al
centro. A sinistra,
un tecnico prepara
il composto per
la reazione.
attraverso diverse equa-
zioni, che al computer pro-
ducono immagini simili a
quelle delle reazioni oscil-
lanti. Ma che cosa c'entra-
no queste reazioni con la
vita? Per esempio giocano
un ruolo essenziale nella
trasformazione di un ovulo
fecondato in un essere vi-
vente completo. Come?
Dopo le prime suddivisio-
ni, le cellule dell’ovulo
sono ancora tutte uguali,
ma nuotano in un bagno
chimico discontinuo, nel
quale le concentrazioni de-
gli ormoni forniti dalla ma-
dre variano da punto a
punto con un meccanismo
simile a quello della rea-
zione BZ: sono proprio
queste differenze locali a
fare evolvere le cellule,
all’inizio tutte uguali, in
Secondo David McDo-
nald, capo della spedizio-
ne, la scoperta conferme-
rebbe l’ipotesi più diffusa
sull’origine del Niño, l’in-
spiegabile fenomeno di
Un vulcano attivo: sotto i mari ce ne sono migliaia.
■ Comunicazioni
I radioamatori italiani
hanno il loro satellite
Aun satellite
nche i radioamatori ita-
liani ora dispongono di
per le loro co-
municazioni: si chiama Itam-
sat, lo ha progettato l’As-
sociazione radioamatori
italiani e sarà messo in or-
bita il 31 agosto prossimo
dal razzo Ariane. Il satellite
pesa dieci chili ed è stato
fatto «tutto in casa, addi-
rittura nei ritagli di tempo,
sia pure rielaborando un
progetto americano», come
dice il progettista, l’inge-
gner Alberto Zagni, radioa-
matore lui stesso. Il costo?
Un radioamatore al suo apparecchio. Il satellite
italiano a disposizione di appassionati di tutto il mondo.
riscaldamento delle ac-
que del Pacifico respon-
sabile del mutamento del
clima e della formazione
di uragani e tornados nel-
l’emisfero nord.
Tutto sommato modesto:
300 milioni, comprese le
spese di lancio e di funzio-
namento. Il satellite verrà
posato in un’orbita polare a
800 chilometri di altezza.
Per inviare un messaggio
(ma anche una fotografia o
un programma software)
all’altro capo del mondo,
basterà d’ora in poi indiriz-
zare la trasmissione al sa-
tellite che, dopo averla
memorizzata, la ritramet-
terà direttamente a terra
una volta individuato il suo
destinatario.
■ Allevamento
Col podometro
mucche
superproduttrici
P iù di 110 quintali di latte
l’anno per mucca sono
un sogno anche per molti a-
vanzati allevamenti europei.
Avviene invece normalmente
nel kibbutz israeliano di Afi-
kim, a Beit Zera. Le mucche
che vi si allevano arrivano
infatti anche a record di 180
quintali di latte l’anno.
Questi risultati sono ottenu-
ti grazie al controllo compu-
terizzato dell’alimentazione
e del periodo di fertilità del-
l’animale. Per conoscere e-
sattamente quest’ultimo si
applica alla zampa dell’ani-
male un podometro che ne
misura i passi, i quali au-
mentano nel periodo di e-
stro. Questo consente di in-
tervenire al momento giusto
con la fecondazione artifi-
ciale e di arrivare a 320 gior-
ni di mungitura l’anno.
Focus 53
✹ P R I S M A
■ Medicina
E' un ormone il segreto
di chi sa comandare
E’ stata battezzata dai
suoi scopritori PDGase
(da “power dehydrogenase”,
to dall’ipofisi in quantità dav-
vero minima, 10 decimi di
miliardesimo di miliardesi-
deidrogenasi del potere), e mo di grammo (cioè 10 ele-
nel nostro corpo ce n’è po- vato -19) per ogni millimetro
chissimo: viene infatti secre- cubo di ghiandola. Eppure,
anche in quantità co-
sì irrilevanti, ottiene
risultati straordinari:
trasforma infatti l’uo-
mo in un capo. La
PDGase - hanno sco-
perto i ricercatori del
Centro di ricerche
pluridisciplinari di
Montecarlo - è pre-
sente solo nell’orga-
Sopra, il capo ufficio: calma e
nismo degli animali
che hanno, fra loro,
sangue freddo non sono casuali. una gerarchia socia-
le. Negli altri anima-
li viene prodotto solo un suo
“precursore” denominato
PPDGase. La PPDGase sti-
mola l’attività delle aree ce-
rebrali primitive per il soddi-
sfacimento dei bisogni pri-
mari. In alcuni animali supe-
riori, però, per l’azione di un
aminoacido (la treonina) av-
viene la trasformazione dell’
ormone in PDGase. Questa
agisce su altri centri cere-
brali più complessi. Spiega il
biochimico Gary Mouldy:
«Viene stimolata di più la vo-
calità, o la percezione visiva
focalizzata su un punto. In-
somma, si acquisiscono le
Un capo sioux. La sua caratteristiche che portano a
ipofisi secerne più PDGase. primeggiare nel gruppo».
■ Scienza
Le cinque età dell'atomo: una
rivoluzione che durò trent'anni
Isecolo
l concetto di atomo è anti-
chissimo, risale al quinto
avanti Cristo con i fi-
a studiare il fenomeno della
radioattività. Da allora inizia la
rivoluzione: i fisici si sforza-
losofi greci Leucippo e De- no di capire come è fatto
mocrito: la materia, diceva- l’atomo all'interno, e le loro
no, è composta di particelle ricerche attraversano cinque
piccolissime e indivisibili, cioè tappe fondamentali. La prima
gli atomi (in greco, “a” sta teoria viene in seguito com-
per “non”, e “tomein” per pletamente abbandonata,
“tagliare”: a-tomos, non- mentre le successive quattro
tagliabile). Questa teoria re- sono una sorta di avvicina-
siste fino al termine dell’Ot- mento per approssimazioni
tocento, quando viene sco- successive al moderno con-
perto l’elettrone e si comincia cetto di atomo.
Focus 54
Le curiose scoperte
degli archeozoologi
Ricostruzione dell’uomo di Neandertal. L’insediamento paleolitico di Isernia.
Occhi indiscreti nel cibo
degli antenati
M aiali e montoni. Car-
ne di buona qualità,
secoli passati. «Il geologo
esamina l’evoluzione del
proveniente da animali sa- territorio nel tempo, e il
ni, macellati a un’età che botanico fornisce informa-
al massimo arrivava a due zioni sulla flora del passato.
anni. Ecco cosa mangiava- All’archeozoologo spetta
no i fiorentini del medioe- l’osservazione dei resti
vo. I romani dell’età impe- scheletrici degli animali e
riale, invece, avevano la degli oggetti che l’uomo ha
passione di incrociare razze costruito con la lavorazio-
diverse di cani: avevano ne di ossa e corna», dice
ottenuto perfino una spe- Raffaele Peretto, direttore
cie di bassotto, un cane alto del museo civico di Rovi-
solo 35 centimetri e con le go, che ha ospitato recen-
zampe corte e storte. temente il convegno. A se-
Sono i risultati di alcune conda del numero, della
recenti scoperte presentate disposizione sul terreno e
al primo convegno italiano del tipo di materiale osseo
di archeozoologia, la scien- rinvenuto, l’archeozoolo-
za che studia i resti anima- go è in grado di fornire dati
li per ricavarne notizie sul- sulla fauna e sul clima del
la vita e sulla storia dei luogo. Per quanto riguarda
1902, Thomson:
la “torta con uvetta”
Dopo la scoperta dell’
elettrone, 1897, il fisico
John Thomson propone la
prima teoria: l’atomo è
una sfera di carica
positiva costellata di
cariche negative, come
una torta con l’uvetta.
Raffaele Peretto, direttore
del Museo civico di Rovigo.
la popolazione può rico-
struire le abitudini alimen-
tari, economiche, sociali e
religiose, gli spostamenti, i
contatti con altri gruppi et-
nici, eventuali guerre e il
livello tecnologico rag-
giunto. Pier Francesco Cas-
soli e Antonio Tagliacozzo,
del laboratorio di paleon-
tologia e archeozoologia di
Roma, hanno così avuto la
conferma del fatto che 5
mila anni fa, gli abitanti del
1911, Rutheford:
modello planetario
Ernest Rutheford scopre
che le cariche positive
sono concentrate
al centro: suggerisce
quindi che l’atomo sia
come il sistema solare,
con gli elettroni
al posto dei pianeti.
Resti di elefante e bisonte: il sedimento di Isernia era lungo la Napoli-Vasto.
promontorio di Capo San
Vito, in Sicilia, mangiavano
patelle e altri molluschi, ai
quali però preferivano lu-
mache di terra. E se un ca-
podoglio o una balenottera
si spiaggiavano, si appro-
fittava dell’occasione per
1913, Bohr:
atomo quantistico
Il danese Niels Bohr
spiega che le orbite
dipendono dall’energia.
Acquistando o perdendo
una certa quantità di
energia, un “quantum”,
gli elettroni saltano
da un’orbita all’altra.
■ Spazio
Il razzo del futuro
riporterà i rifiuti a casa
Un lancio: scarti e lamiere non tornano indietro.
Lturaepiùstrade del cosmo sono
intasate di spazza-
di quelle delle nostre
città? Se non è così, poco ci
manca, tanto che a Darm-
stadt (la città tedesca dove
hanno sede molti impianti
dell’Agenzia spaziale euro-
pea) si è tenuto recente-
mente un convegno pro-
prio per tirare qualche som-
ma. E’ risultato che dal
1957 a oggi sono stati effet-
tuati più di 3500 lanci spa-
ziali: ognuno di essi non ha
fare bottino di carne. Sem- collegato ad altre località portato solo in orbita uno o
pre l’archeozoologia ha della Grecia e dell’Africa: più satelliti, ma si è tirato
permesso di scoprire che il da qui gli artigiani della dietro, lasciandoli nello
centro di Frattesina di Frat- bassa padana ricevevano la spazio, anche una serie di
ta Polesine (lungo un anti- materia prima per realiz- “scarti”, come viti, fili, mo-
co e ormai prosciugato ra- zare oggetti in avorio e tori esauriti e altro. Inoltre
mo del Po) tra il XII e il X corno. ■ si sono verificate almeno
secolo avanti Cristo era Claudia Ferronato 110 esplosioni di oggetti
1923, De Broglie: 1927, Born:
modello ondulatorio l’atomo probabile
Secondo il francese Max Born, di nazionalità
Louis De Broglie, ogni tedesca, porta
elettrone è associato a all’estremo la teoria
un’onda che riempie precedente: non si può
l’orbita, e non ha quindi parlare di posizione
una posizione nettamente precisa degli elettroni,
definita. Si affaccia il ma solo della probabilità
concetto di probabilità. di trovarsi in un punto.
orbitanti, alcune casuali e
altre volute (per esempio
quelle provocate da espe-
rimenti militari).
Risultato? Attualmente
ci sono nello spazio ben tre
milioni di detriti con di-
mensioni superiori a un
millimetro (che però viag-
giano a 36 mila chilometri
all’ora, e sono dunque dei
veri proiettili), e almeno
settemila quelli con diame-
tro superiore ai dieci centi-
metri. Insomma, chi vola
nello spazio oggi corre un
ulteriore pericolo, rispetto
a quelli già conosciuti: l’
essere investito da questi
scarti, che possono provo-
care anche danni notevoli
ai satelliti sempre più sofi-
sticati che oggi vengono
lanciati.
Che fare per ripulire il
cosmo, almeno quello nelle
nostre immediate vicinan-
ze? A Darmstadt sono sta-
te elaborate alcune teorie.
1. Costruire vettori che
non lascino “scarti”, e pre-
vedere il rientro nell’atmo-
sfera (con relativa distru-
zione per l’attrito) degli
stadi superiori dei razzi im-
piegati nel lancio. 2. Ri-
muovere dall’orbita i sa-
telliti esauriti (o spingendoli
più in alto, o riportando
anch’essi nell’atmosfera).
3. Usare i laser previsti per
le “guerre stellari” per di-
struggere, vaporizzandoli,
i detriti di piccole dimen-
sioni (da uno a 10 cm).
Focus 55
 P R I S M A✹
■ Medicina
Un batterio ostinato
provoca l'ulcera
S ono stati chiamati in causa
di volta in volta fattori gene-
tici, lo stress, il fumo, l’ansietà.
In realtà, c’è ora il forte sospet-
to che a provocare l’ulcera duo-
denale sia invece un batterio a
forma di spirale e lungo tre mil-
lesimi di millimetro l’Helicobacter
Pylori. La scoperta è stata fatta
da un gruppo di ricercatori euro-
pei, del quale fa parte il dottor
Attilio Giacosa, dell’istituto per
la ricerca sul cancro di Genova,
che lavora a un progetto per
debellare questo microorgani-
smo, sconosciuto fino a poco
tempo fa. I ricercatori hanno
scoperto che il batterio, una
volta che si è installato nello sto-
maco, è capace di rimanervi e di
riprodursi anche per molti anni
provocando una stato di infiam- L'"Helicobacter Pylori", uno
mazione permanente. L’ulcera dei responsabili dell'ulcera.
duodenale colpisce cinque milio-
ni di italiani, può ripresentarsi tano ora a identificare i gruppi di
anche dopo una completa guari- persone nelle quali il batterio è
gione e talvolta degenera in già presente o sono più esposti
tumore gastrico. Gli studi pun- al rischio di infezione.

■ Statistiche
Viviamo tanto, ma studiamo
poco: lo dice l'Onu
Iannuale
l mese scorso l’Onu ha reso
pubblico il suo quarto rapporto
sullo sviluppo dell’uma-
nità (Human Development
Report): una fotografia aggior-
nata sulla ricchezza e sulla
povertà, sulla salute e sulle
malattie che affliggono il piane-
ta. Non si prende cioè in esame
solo il prodotto nazionale lordo,
per giudicare un Paese, ma
anche dati che si riferiscono alla
durata e alla qualità della vita,
alle condizioni sanitarie all’istru-
zione, e così via.
■ Durata della vita
Quanto si aspettano di vivere
oggi le persone che nascono nei
vari Paesi? In testa è il
Giappone, con 78,6 anni.
Seguono l’Islanda (77,8), Svezia
e Svizzera (77,4) Hong Kong
(77,3). In assoluto al mondo si
vive di meno in Sierra Leone (42
anni di media), in Guinea Bissau
e in Afghanistan (42,5). In Italia
si vive in media 76 anni.
■ Alfabetismo e analfabetismo
Al top sono 21 Paesi, con il 99%
degli adulti che sanno leggere e
scrivere (fra essi Francia, Belgio,
Canada, Usa, Gran Bretagna,
Svezia, Norvegia,Germania,ma
anche Bahamas e Barbados). In
coda stanno ancora Paesi afri-
cani come il Burkina Faso
(18,2%) e Gibuti (19%). In Italia
il tasso di alfabetismo è del 97,1
per cento.
■ Durata degli studi
Per quanti anni si va a scuola, in
media? In testa gli Stati Uniti,
con ben 12,3 anni. Seguono il
Canada (12,1), Francia e
Norvegia (11,6). In coda sem-
pre l’Africa e alcuni Paesi asiati-
ci, dove l’istruzione obbligatoria
non è nemmeno contemplata.
E l’Italia? Con i nostri 8 anni di
istruzione obbligatoria siamo
molto indietro, e si studia più a
lungo che da noi in tutti i Paesi
dell’est, in Argentina e in Corea e
perfino nelle Barbados.
 DOSSIER

A PAGINA 60
Troppo sport
è dannoso
L'errore più grande:
fare dello sport
A PAGINA 62
solo per dimagrire.
Troppa igiene
Diete feroci,
è peggio
lotta contro il
colesterolo
anche quando A PAGINA 64
non serve,
cibi esotici e
primizie del tutto
inutili. Mai l'uomo
Troppe diete
ha fatto tanti
errori a tavola.
fanno male

A tutti i costi Impariamo a lavarci meglio,

non di più: altrimenti a
rimetterci è proprio la pelle.
A PAGINA 66
E allora?
Viviamo
in FORMA? da persone
normali!
La scienza dice NO A cura di
Olga Noel Winderling
 Troppo sport
Per perdere un etto di

DOSSIER
Qual è lo sport più adatto?
peso si deve A seconda dell'età, dello stato di salute e delle condizioni
correre generali, è possibile scegliere un'attività fisica
che giovi allo stato dell'organismo senza far danni
per 4 ore. Buona salute Sovrappeso Fumatori
Ha senso? Meno di ■ Consigliati ■ Consigliati ■ Consigliati
35 anni Qualsiasi sport, a pia- Sport di resistenza: Sport di resistenza, per
cimento. In genere van- corsa di fondo, nuoto, potenziare gradual-

L
o sport? Andrebbe pre- no bene la corsa, il sci di fondo. Attività mente le capacità car-
scritto come si fa con le nuoto, la marcia, che non pericolose per le diache: sci di fondo,
medicine, specificando be- fanno lavorare armo- articolazioni: golf, mar- nuoto, marcia, corsa di
ne il tipo di sforzo, e so- niosamente cuore, pol- cia. fondo.
prattutto la quantità di esercizio moni e muscoli. ■ Sconsigliati ■ Sconsigliati
Tennis, jogging (proble- Squash, corsa veloce
fisico che ognuno di noi può com- mi articolari), squash (rischi cardiaci a causa
piere per ottenere i massimi bene- (storte e slogature) delle forti accelerazioni
fici». Giovanni Caldarone è medi- del ritmo cardiaco).
co all’Istituto di scienza dello sport
del Coni. Aggiunge: «In generale Fra 35 e ■ Consigliati ■ Consigliati ■ Consigliati
l’attività sportiva fa bene a tutto 45 anni Qualsiasi sport. Ma do- Corsa di fondo, nuoto, Marcia, nuoto, sci di
l’organismo. Soprattutto all’appa- po i quarant'anni è me- sci di fondo, golf, mar- fondo, corsa di fondo.
rato cardiocircolatorio, visto che il glio far precedere la cia. ■ Sconsigliati
cuore si abitua a sopportare meglio pratica da un controllo ■ Sconsigliati Squash, corsa veloce.
medico. Jogging, tennis, squa-
la fatica e che il sangue circola più sh (infarto).
velocemente, coinvolgendo un
maggior numero di capillari. Inol- Fra 45 e ■ Consigliati ■ Consigliati ■ Consigliati
tre si migliora il ritorno venoso, e 65 anni Sport di resistenza: Nuoto, marcia, sci di Marcia, nuoto, corsa di
aumenta la capacità polmonare e nuoto, marcia, sci di fondo, corsa di fondo fondo, sci di fondo.
la quantità di ossigeno che entra fondo, corsa di fondo. ■ Sconsigliati ■ Sconsigliati
nell’organismo. E’, quest’ultimo, Tennis solo se c'è una Jogging, tennis, squa- Squash, corsa di fondo.
un elemento importante perché buona tecnica, e non si sh, corsa veloce.
legandosi con la molecola dell’e- cercano exploit fisici.
■ Sconsigliati
moglobina, diventa una specie di Squash, corsa veloce.
“combustibile” a livello muscolare.
Scheletro e muscoli, poi, si raffor- Più di ■ Consigliati ■ Consigliati ■ Consigliati
zano e così si prevengono nume- 65 anni Sci di fondo, marcia, Nuoto, marcia, sci di Marcia, nuoto, corsa di
rose malattie, come l’artrosi». golf, yoga, ginnastica, fondo, corsa di fondo, fondo, sci di fondo.
E allora, dove sono i problemi? danza. ginnastica, yoga, dan- ■ Sconsigliati
In effetti questi nascono quando ■ Sconsigliati za, golf. Jogging, tennis, squa-
si pratica uno sport pensando solo Squash, tennis, sport ■ Sconsigliati sh, scherma, judo, tiro
all’aspetto estetico. «Le attività che violenti, sport subac- Squash, corsa veloce, con l'arco, sub, alpini-
quei, corsa veloce. tennis, jogging, sport smo.
prevedono uno sforzo intenso, co- violenti, sub, alpinismo.
me la ginnastica, modellano i mu-
scoli, ma non fanno certo dimagri-
re», riprende Caldarone. «Il motivo Esercizi esasperati in palestra. Non bisogna mai A lato,
è semplice: per perdere peso si de- praticare sport senza controllo medico, né farlo Giovanni rittura in fratture spontanee». Si
ve consumare un numero di calo- alla sera, né superare la frequenza Caldarone, tratta di casi estremi, ma la pru-
rie superiore a quello che si assu- cardiaca massima (calcolata grosso modo così: dell’Istituto denza è d’obbligo. Per i bambini
me con il cibo. Per riuscirci ci si 220 meno il numero dei propri anni. Per di scienza vanno bene quasi tutti gli sport,
deve sottoporre a una fatica non esempio: 200 pulsazioni al minuto, a vent’anni). dello sport, eccetto i pesi, il lancio del giavel-
violenta, ma costante e prolungata. del Coni. lotto e le altre attività che si basano
Quindi va bene un’ora di nuoto, unicamente sulla forza. Ma è me-
glio non esagerare neppure con la
corsa, marcia o sci di fondo». Al con quaranta minuti di esercizio tori di squash che, tra scat- ganizzate”, cioè corsa, il salto e il nuoto: conviene
Ammalarsi di calcio, o di tennis, o di... contrario, uno sforzo concentrato
in palestra, magari sotto i pesi, rie-
per arrivare gradualmente a un’
ora, almeno tre volte alla settima-
ti e colpi secchi, sollecita-
no il cuore in modo ecces-
quelle in cui si
rispettano rego-
fare spesso delle pause, e consen-
tire così all’organismo di recupe-
sce solo a sostituire la massa gras- na. Non di meno. « In alcuni casi, sivo. O quelli del tennis le precise. Ma, rare le energie, piuttosto che effet-
Epratica
cco i problemi fisici
cui va incontro chi
intensamente una
con gli avversari.
■ I tennisti soffrono
spesso di un trauma cro-
sta” si può correggere cam-
biando alcuni movimenti
e impugnando la rac-
degli scarponi rigidi.
■ I ginnasti sono sogget-
ti a traumi acuti, soprat-
sa con quella muscolare. In pratica,
peso e volume rimangono invaria-
un’attività più ridotta non serve a
nulla. In altri invece può essere ad-
che, intorno ai 45 anni, per non
correre rischi dovrebbero giocare
fino alla pubertà, è meglio non im-
porre sforzi eccessivi: a una grande
tuare un allenamento continuo. A
questa età, comunque, si è nella
serie di attività sportive. nico al gomito: colpisce chetta in modo diverso. tutto durante gli esercizi ti, anche se l’adipe cede il posto a dirittura dannosa: se l’organismo è soprattutto in doppio. capacità cardiaca e polmonare, in- condizione ideale per imparare
■ Per i calciatori, i distur- l’epicondilo nel punto di ■ Gli sciatori, oltre alle agli attrezzi. Soffrono di muscoli sviluppati. Appena si pas- poco allenato si rischiano dolori Con lo sport, dunque, ci vuole fatti, non corrisponde ancora uno uno sport “di destrezza”, cioè ba-
bi più frequenti sono di- collegamento tra questo fratture, rischiano le di- lombalgie a causa della sa a una vita sedentaria, la situa- articolari, distorsioni, rottura dei molta cautela. E il problema è par- sviluppo muscolare e scheletrico sato sulla perfezione tecnica. «Il
storsioni e strappi mu- e i tendini responsabili storsioni al ginocchio, sollecitazione continua
scolari. E traumi al gi- del movimento prensorio causate quasi sempre da della schiena durante ro- zione torna in fretta come prima. legamenti e perfino dei muscoli». ticolarmente importante se si co- completo. Così c’è il rischio che il sistema nervoso centrale è nelle
nocchio, alla caviglia e al- della mano. Il dolore è in- rotazioni errate. Il perico- vesciate e salti mortali. Chi pensa alla linea, oltre che Sono problemi frequenti anche per mincia da piccoli. «In genere si ini- bambino non senta la fatica, e sot- condizioni ideali per apprendere i
la spalla, in seguito a ca- tenso. Difficile da cura- lo di traumi alla caviglia è E di traumi cronici alla ca- alla salute, dovrebbe quindi prati- chi, nonostante si eserciti con co- zia intorno ai sei o sette anni, toponga l’organismo a tensioni ec- “circuiti motori”. In pratica, si im-
dute e a scontri diretti re, il “gomito del tenni- scomparso con l’avvento viglia e al metatarso. care per buona parte della propria stanza, talvolta abusa delle proprie quando i bambini sono in grado di cessive che possono sfociare in parano i movimenti nei più picco-
vita uno sport “lungo”, iniziando forze. Qualche esempio? I gioca- passare alle cosiddette “attività or- distorsioni alle articolazioni e addi- li dettagli». ■

Focus 60 Focus 61
 DOSSIER
Così nasce un cosmetico L'ossessione Bagno schiuma
I n commercio se ne
trovano cinquanta-
mila tipi diversi. Ogni
mula da parte del chi-
mico, che provvede
anche ai test di stabi-
lità del prodotto diret-
tamente sull’uomo.
■ La prova dell’effica-
igienista può fare
L’eccesso di uso
(anche una volta
al giorno) danneggia
cosmetico contiene
da dieci a trenta so-
lità. Cioè a verificare
che i vari componenti
cia reale della nuova
sostanza spetta a un
più male che bene la pelle e può
favorire micosi.
stanze diverse e, pri- si leghino tra loro e dermatologo clinico,
ma di arrivare in pro- non perdano la pro- che testa il prodotto Jacuzzi? Spazzatura
fumeria o in farma- pria efficacia. su una trentina di pa-
cia, richiede almeno ■ Il cosmetico, ac- zienti. Fare il bagno in Conservarla a
un anno di lavoro. compagnato dai dati ■ Tutte le analisi com- più persone, lungo in cucina
Con investimenti che di laboratorio, passa piute vengono inserite a oltre 35 gradi, provoca la
vanno dai cento mi- quindi al microbiolo- in un dossier, a dispo- causa un vero proliferazione
lioni in su. go, che inserisce il sizione del ministero e proprio “scabio” di microbi,
■ La prima tappa del- conservante più indi- della Sanità, accom- di microbi. e a volte
la preparazione del cato. Poi al fisiologo pagnato dall’elenco intossicazioni.
prodotto consiste nel- o al farmacologo, che delle sostanze utiliz- Bastoncini
l’ideazione della for- verificano la tollerabi- zate. Puliscono poco, Shampo
creano “tappi” Evitare, anche se
parte dall’amido, che è formato da di cerume, consigliata dai
1994: fuori molecole di glucosio: il detergente, possono fabbricanti, la doppia
la formula! particolarmente delicato, è chia- provocare applicazione.
Il chimico mato APG». Ma attualmente sa- affezioni ai Non più di uno ogni
Gianni Proserpio. pere com’è fatto il prodotto che si timpani. tre giorni.
“Solo fra due usa è quasi impossibile. Almeno Antipolvere Dentifrici
anni si dovrà fino al 1994, quando sulle etichet-
indicare la te dovrà comparire l’elenco di tutti Gli aerosol Se troppo
composizione utilizzati possono abrasivi,
i componenti. In generale, comun- irritare i bronchi: oltre al tartaro
sui cosmetici”. que, conviene tener presente che, a
molto meglio distruggono
è docente di chimica dei prodotti volte, per lavarsi basta l’acqua, o al uno straccio lo smalto.
cosmetici presso la facoltà di Far- massimo due cucchiaini di deter- inumidito. Meglio la pulizia
macia dell’università di Torino. E gente. Possibilmente poco schiu- del dentista.
da anni si batte per convingere la mogeno: le bolle di sapone non
Ancora a Hill Top: gente a non lavarsi troppo. «Na- servono a niente, ma sono tipiche Cocktail Detergenti
si “esaminano” turalmente, molto dipende dai de- dei prodotti molto aggressivi. Mischiando la Un eccesso
anche i deodoranti tergenti che si usano. I classici candeggina provoca
per l’alito. saponi non fanno tanti danni: sono ● Shampo con altri squilibri nella
formati da un grasso, per esempio Ogni quanto tempo ci si può detergenti si flora vaginale.
olio d’oliva o di cocco, al quale vie- lavare i capelli? In teoria una volta creano vapori Evitare lavaggi

Aumentano le vendite dei
deodoranti, non del sapone.
ne aggiunta soda. Sulla cute, stac- alla settimana, visto che le ghian-
cano lo sporco e perdono subito la dole emettono nuovo sebo proprio
di cloro. profondi
quotidiani.
propria capacità di detersione. Co- in sette giorni. «Si può arrivare an-
sì non sono particolarmente ag- che a due o tre volte. Ma bisogna
gressivi, anche se la soda altera l’a- dimenticare le cattive abitudini: un
quali gli streptococchi, che demo-
liscono lo zucchero, producono
rittura il limone: in poco tempo
scioglie addirittura lo smalto, e sco-

Al centro ricerche
Ecco il vero problema! cidità della pelle per circa un’ora». eccesso di schiuma e il secondo la-
Oggi però vanno di moda i sapo- vaggio sgrassano troppo capelli e
acido lattico e attaccano smalto e
dentina, e i lattobacilli, precursori
pre la sensibilissima dentina.

Hill Top di ni liquidi. Si tratta di detergenti cuoio capelluto», riprende Proser- della carie. Per ridurre i rischi, tut- ● Creme

U
Cincinnati na doccia al giorno, cre-
(Usa), test sulla me per il viso mattina e
validità di nuovi sera, shampo due volte la
deodoranti. settimana. Sembrano
abitudini igieniche corrette. L’ec-
cesso di cure, invece, talvolta può
riservare brutte sorprese.
sintetici che, in alcuni casi, riescono pio. «La dose ideale di shampo è tavia, è sufficiente seguire le nor- I cosmetici contengono oli, cere,
a portar via, insieme con lo sporco, pari a due cucchiaini. Il prodotto mali indicazioni dei dentisti: lavare acqua e “sostanze attive”, cioè ca-
il sebo e i grassi di protezione. La va risciacquato bene, e mai con ac- i denti dopo ogni pasto, usare il paci di produrre l’effetto deside-
pelle, così, perde le sue difese na- qua molto calda: può danneggiare filo interdentale, effettuare sciac- rato. Si va dal latte detergente per
turali e diventa arida. «Negli ultimi e indebolire le fibre del capello». qui quotidiani con collutorio al la pulizia del viso alla crema solare.
tempi, tuttavia, sono state inserite fluoro. Ma c’è anche chi esagera e Dal gel antirughe alle emulsioni
sostanze naturali delicate, capaci ● Dentifricio sullo spazzolino, oltre al dentifri- idratanti. Alcuni di questi prodot-

Troppi
● Bagno e doccia
«Bisognerebbe lavarsi solo quan-
do se ne ha davvero bisogno. In
realtà moltissime persone abusa-
no di sapone e bagnoschiuma e, a
lungo andare, con il loro compor-
tamento possono privare la pelle
del film idrolipidico che la proteg-
ge. In alcuni casi, poi, le sostanze
di ridurre ogni rischio. In partico- Con i denti, l’igiene non è mai cio, mette spesso il bicarbonato, ti possono causare allergie. Il ri-
lare, si usano derivati di proteine e troppa. In bocca, infatti, prolifera- fortemente abrasivo, che a lungo schio tuttavia non è elevato: le ir-
zuccheri. In quest’ultimo caso si no oltre trenta tipi di batteri, tra i andare “gratta” lo smalto. O addi- ritazioni provocate dai cosmetici
rappresentano il cinque per cento
di tutte le reazioni cutanee allergi-
Vecchie abitudini: buone ma dimenticate che. Esistono però alcuni prodotti
che, se usati abitualmente e per
molti anni, possono creare qual-
U na volta si curava me-
no l’igiene personale.
Eppure, paradossalmen-
si usavano saponi simili
a quello di Marsiglia: a
contatto con l’acqua “du-
I pori, così, si dilatavano
e si riduceva al minimo il
rischio di peli incarniti e
del colesterolo e degli
ormoni, che riescono e a
penetrare nella pelle e a
che danno. «Le creme a base di
vaselina, olio di vaselina e paraffi-

cosmetici
tensioattive contenute nei saponi
penetrano nell’epidermide e pos-
sono interferire sulla riproduzio-
ne cellulare. Così la pelle diventa
secca e poco tonica. Senza contare
che l’uso prolungato di detergenti
aggressivi può scatenare reazioni
di intolleranza». Gianni Proserpio
Focus 62
te, alcune abitudini erano
più corrette di quelle che
seguiamo attualmente.
■ Anzitutto, si faceva il
bagno non più di una vol-
ta a settimana, e quindi
non si alterava lo strato
lipidico della pelle. Inoltre
ra” altera la sua struttura
chimica e forma un film
protettivo sull’epidermide.
■ Gli uomini andavano
spesso dal barbiere che,
prima di procedere con
la rasatura, applicava un
panno caldo sulla pelle.
quindi di ferite.
■ Le donne, in mancanza
di creme, si massaggia-
vano ogni giorno con l’
olio d’oliva: contiene le
cosiddette “molecole in-
saponificabili”, con una
struttura simile a quella
idratarla.
■ Per sbiancare le mani
si usava il succo di limo-
ne: la sua componente
acida toglie perfino le
macchie di nicotina. Ma,
soprattutto, riesce a ucci-
dere i batteri.
na, a lungo andare, provocano un
fenomeno detto “acantosi”: le so-
stanze derivate dal petrolio, cioè,
penetrano nella pelle, non vengo-
no metabolizzate, si fermano sotto
l’epidermide e provocano un indu-
rimento e un invecchiamento pre-
coce dei tessuti». ■
Focus 63

Si dimagrisce, si ingrassa,
si dimagrisce di nuovo: è
proprio il peso incostante
il vero pericolo
Q ualche anno fa inventa-
rono la “dieta punti”: a-
boliva i carboidrati, for-
niva pochi grassi e poche
proteine. E a lungo andare apriva
le porte al colesterolo. Poi venne la
mania del regime a base di sola frut-
ta e verdura: il peso diminuiva, e
così pure la quantità di aminoacidi,
lipidi e carboidrati che si forniva
all’organismo. Le conseguenze?
Dolori muscolari, secchezza cuta-
nea, rottura delle unghie. Sono
solo due esempi di diete sbagliate,
fra le tante che ci sono. Qualche
medico le chiama addirittura “die-
te killer”. «Naturalmente i danni
non sono mai immediati. Però chi
si alimenta in modo scorretto per
più di tre mesi comincia a correre
rischi seri», spiega Costantino De
Pasquale, dietologo presso l’ uni-
versità di Milano. «In particolare,
una donna che elimina latte e for-
maggi dalla dieta, perché ricchi di
grassi, non assume abbastanza cal-
Olio o burro?
Tutti e due
Iusati
grassi (o, più correttamente, gli
acidi grassi) sono largamente
in cucina. Ecco quali sono,
e che ruolo hanno. Il consumo
totale di olio, burro o margarina
non dovrebbe mai superare i 40
grammi al giorno.
■ Grassi saturi
Hanno origine animale: burro o
alcune margarine. Contengono
vitamine A ed E, e la provitamina
A (protegge il sistema cardiova-
scolare, combatte cancro e in-
vecchiamento, è indispensabile
alla crescita). In negativo: arte-
rosclerosi.
■ Grassi mono-insaturi
Origine vegetale: olio d‘oliva, col-
za, arachide, alcune margarine
vegetali. Anche in mandorle, no-
ci, avocado. Vitamine E ed A. Ab-
bassano il colesterolo. In negati-
vo: le margarine idrogenate pos-
sono aumentare il colesterolo.
■ Grassi poli-insaturi
Origine vegetale: olio di girasole,
mais, soia, noci, margarine. An-
che nei pesci. Vitamina E. In pic-
cole dosi abbassano o control-
lano il colesterolo.
Focus 64
Troppe diete
Genova. «In particolare, si consu-
DOSSIER
Sei troppo grosso? ma un numero inferiore di calorie
con l’esercizio fisico, visto che
Fai la verifica anche quest’ultimo diminuisce, se
P er verificare se il
proprio peso rap-
cade prima del nu-
mero 22 o dopo il 28
non ci sono le sostanze nutritive di
sostegno. Inoltre, poiché si mastica
presenta davvero un
rischio si può utilizza-
dell’indice di massa
corporea della colon-
e si digerisce una quantità inferio-
re di alimenti, si riduce anche la
“termogenesi del cibo” (cioè il con-
re il seguente schema, na centrale, si è fuori
che misura la “massa
corporea”. Basta u-
dai valori medi asso-
luti, e sarebbe bene
sumo energetico che avviene pro-
prio durante la masticazione e la
nire, come si vede fare al più presto un digestione). E in più si altera la
nell'esempio, con un controllo medico per capacità di eliminare calorie sem-
tratto di penna la pro- evitare eventuali guai plicemente stando fermi, attraver-
pria statura e il pro- in un futuro più o
prio peso: se la linea meno prossimo. so il cosiddetto “consumo basa-
le”». Più in fretta si dimagrisce,
Peso . 150 quindi, e meno si è in grado di bru-
(kg) . 140 ciare calorie.
. 130
125 . Statura
130 . (cm)
. 120 ● Scoppia il colesterolo
70 . 110 E’ un circolo vizioso. Si comin-
135 . 60 cia per perdere qualche chilo e si
. 100
140 . 50 . 95 finisce con l’ingrassare di più. Met-
145 . . 90 tendo a rischio la salute. «I proble-
Il controllo del peso Misurare 150 .
40 . 80 mi possono essere gravi», conti-
In realtà non esiste un peso standard, ideale. Solo la ciccia? . 75 nua Nicola Scopinaro. «Dopo un’
Un controllo 155 . . 70 alimentazione insufficiente, infatti,
una serie di analisi può stabilire il peso “giusto”. 28
della elasticità 160 . . 65 l’adipe che si riforma si localizza
cio. E così aumenta il pericolo della pelle. 165 . . 60 soprattutto nell’addome e può
dell’osteoporosi, cioè della fragi- Questa è 22 creare problemi cardiovascolari,
composta in 170 . . 55
lità ossea tipica dopo la menopau- . 50 diabete, ipercolesterolemia». Per
sa». Chi bandisce fegato, uova, car- parte di tessuto 175 . chi vuole perdere molti chili, per
adiposo, . 45
ne e altri alimenti ricchi di ferro, con funzione 180 . esempio dieci o quindici in pochi
può soffrire di forti anemie. La ridu- protettiva. 185 . . 40 mesi, i rischi aumentano addirit-
zione dell’ossigeno nei tessuti può 10 tura del dieci per cento. Ma l’effet-
provocare disfunzioni cardiache. 190 . Indice to boomerang colpisce anche chi,
. 35
195 . delle masse per eliminare qualche cuscinetto
Il grasso in corporee
● Le diete a rischio magazzino 200 . . 30 di troppo, si sottopone a diete for-
«E’ facile: sono quelle che non (kg/m) zate periodiche. Lo ha evidenziato
Un adipocita, 205 .
comprendono ogni tipo di alimen- un ricerca compiuta pochi mesi fa
cioè una cellula 210 . . 25
to», riprende De Pasquale. Al con- negli Stati Uniti: i medici hanno
trario, la dieta ideale li prevede
che contiene
solo grasso, e controllato un gruppo di lottatori
tutti, e in dosi precise. « Pasta, riso,
pane e tutti i carboidrati do-
che costituisce
il tessuto
di wrestling che, prima di ogni
competizione, stanno a semi-digiu-
vrebbero costituire tra il 55 e
il 60 per cento dell’ intera
razione giornaliera. I gras- ● E dopo? Di nuovo grassi
adiposo connettivo.
sono tornati alla solita razione. Le
no per due o tre giorni in modo da
rientrare nella categoria che è sta-
bilita in base al peso. Proprio come
si, sia quelli contenuti nel Quando si torna a mangiare nor- cavie hanno ripreso tutti i grammi accade nella boxe. Ebbene, il ri-
cibo che quelli aggiunti malmente, dopo aver seguito una persi nel giro di pochi giorni e, per schio di problemi cardiaci è risul-
con i condimenti, possono dieta eccessivamente restrittiva, si farle dimagrire di nuovo, è stato tato elevato per tutti.
raggiungere il 25 per cento. La do- riacquistano in breve tutti i chili necessario sottoporle a una dieta Qual è la dieta corretta, dun-
se giusta di proteine, fornite so- persi. E questa volta, per elimi- rigidissima, per un tempo doppio que? Solo quella prescritta dal die-
prattuto da carne, uova, formaggi, narli, è necessario sottoporsi a una rispetto a quello precedente. Co- tologo, dopo un completo esame
legumi, oscilla tra i 15 e il 20 per dieta ancora più drastica. Lo dimo- me mai? «Quando si mangia poco, Il corpo sconfigge la dieta medico della persona. E quella
cento». Una dieta che non tiene con- stra una ricerca condotta al- l’organismo si autoregola in modo Il professor Nicola Scopinaro. “Più che, dopo, viene seguita per sem-
to di questi equilibri è sbagliata. l’università della Pennsylvania: al- da spendere meno energie possi- si dimagrisce e più il corpo pre. Non a caso, questo termine
cuni topolini sono stati sottoali- bili», dice Nicola Scopinaro, della impara a risparmiare energia”. E deriva dal greco “diaita” e signifi-
● Mai più di 4 chili al mese mentati per qualche settimana, poi clinica chirurgica dell’università di quindi la dieta non funziona più. ca proprio “stile di vita”. ■
C’è ancora chi pensa di poter
mangiare pochissimo, pur rispet-
tando le proporzioni corrette, e Eppure c'è anche il grasso buono: e fa bene al cervello
quindi di perdere anche sette chili
in un mese. In realtà, nessuna dieta
seria può eliminarne più di uno a Istrolil grasso costituisce circa
venti per cento del no-
organismo, si trova in
è essenziale per il funziona-
mento del cervello, giacché
consente ai neuroni (le cel-
que essenziale: l’organismo
non riesce però a produrre da
sé questi acidi, ma li assi-
esempio, in neonati sottopo-
sti ad allattamento artificia-
le, povero di questi grassi,
quello che gli ha “trasmes-
so” la madre durante la ge-
stazione, alimentandosi in mo-
settimana. «In generale, un uomo
grandi quantità nello strato lule cerebrali) di comunicare mila attraverso l’alimenta- possono verificarsi danni do corretto. Ma se il bambino
può assumere circa 2200 calorie al sottocutaneo e ha varie fun- tra loro, attraverso comples- zione, e soprattutto dagli or- neurologici che rischiano ad- è nato prematuro, o la ma-
giorno, e una donna 1800. Assu-
zioni. Anzitutto, il grasso rap- se reazioni chimiche. taggi e dagli oli vegetali (da dirittura di diventare perma- dre si è alimentata in manie-
merne di meno significa indebolire presenta una scorta di ener- Nel cervello, la presenza de- quello d’oliva a quello di se- nenti. In realtà, molti neo- ra sbagliata, e non ci sono
l’organismo, perdere tutta l’ener- gia dalla quale si può at- gli acidi grassi (in particola- mi di girasole, dall’olio di nati riescono a sopperire alle scorte sufficienti di acidi gras-
gia». Alla stanchezza fisica si pos- tingere, in caso di emergen- re l’acido linoleico, l’alfa lino- palma a quello di soja e di carenze utilizzando le riserve si, egli rischia danni cere-
sono aggiungere cefalea, depres- za. Protegge dal freddo ed lenico, e i loro derivati) è dun- arachidi). Ecco perché, per del loro tessuto adiposo, brali e visivi irreversibili.
sione e disturbi nervosi.
Focus 65

Il miglior sistema per
mantenersi sempre
in forma è quello di
nutrirsi normalmente.
E’ così difficile?
D
anno energia, manten-
gono il corpo a tempera-
tura costante, consento-
no il ricambio e il buon
funzionamento delle cellule all’in-
terno dell’organismo. I principi
nutritivi contenuti negli alimenti
(cioè vitamine, proteine, glucidi,
sali minerali) però non sono tutti
uguali. Esistono, per esempio, pro-
teine di facile assorbimento, come
quelle della carne, e altre che ri-
chiedono tempi di assimilazione
prolungati. Ogni alimento, insom-
ma, contiene queste sostanze in
Nella foto grande,
dosi diverse, e di qualità differenti.
Ma sono tutte indispensabili per il
buon funzionamento organico e
quindi per mantenersi in buona
salute. Ecco perché bisognerebbe
mangiare ogni tipo di cibo, dalla
cicoria, ricca di cellulosa e vitami-
na A, alla selvaggina, che contiene
grandi quantità di amminoacidi.
Naturalmente esistono alimenti
più importanti di altri. Sono quel-
li che non dovrebbero mai man-
care sulla tavola, anche quando si
vuole dimagrire. E nutrendosi gra-
zie ad essi, in modo corretto e
“normale” ci si ritrova in perfetta
forma, senza gli eccessi di una
dieta o della palestra.
● Pane, pasta e riso: niente
colesterolo
Vengono spesso dimenticati da
chi decide di “pensare alla linea”.
Invece recenti ricerche americane
hanno evidenziato che l’aumento
di alcune malattie come obesità,
aterosclerosi, calcolosi e ipercole-
sterolemia, dipende proprio dal
consumo ridotto di questi alimen-
ti. Ognuno di loro svolge infatti
una serie di azioni importanti all’
interno dell’organismo.
Il pane è ricco di proteine vege-
tali (dal 7 al 9 per cento) vitamine
B1 e B2 (intervengono nel meta-
bolismo di zuccheri, grassi e pro-
teine per fornire energia all’orga-
nismo) e sali minerali. E’ un ali-
mento pregiato, anzitutto perché
non contiene colesterolo. E poi
perché fornisce dosi elevate di car-
boidrati e di fibre che regolano
l’attività intestinale. Nonostante le
Focus 66
Curarsi con il cibo
stomaco e consente di raggiungere
DOSSIER
in fretta il senso di sazietà.
● Pesce: sani come esquimesi
Chi consuma almeno trenta
grammi di pesce al giorno riduce il
rischio di disturbi cardiaci del 50
per cento e previene l’aterosclero-
si. E’ una scoperta recente, frutto
di trent’anni di studi incrociati con-
dotti sugli esquimesi della Groe-
nlandia e sugli abitanti delle coste
del Giappone e dell’Alaska. Gli
straordinari effetti del pesce di ma-
re dipendono dalla presenza di aci-
Alimenti in di grassi particolari (EPA e DHA)
laboratorio che agiscono sul metabolismo dei
Un laboratorio grassi, riducono il rischio di trom-
per le analisi bosi, migliorano la fluidità della
microbiologiche membrana dei globuli rossi (e quin-
dei cibi. Pur di il loro scorrimento nei vasi) e re-
seguendo
qualsiasi dieta golano la pressione sanguigna.
bisogna
mangiare ● Verdura: magri come patate
sempre tre o, Sulle virtù della verdura, ormai,
meglio, quattro non ci sono dubbi, visto che forni-
Zucchero volte al giorno: sce elevate dosi di vitamine, fibre e
e sale mattino (25% sali minerali. Ogni varietà contiene
del fabbisogno elementi particolari indispensabili,
calorico della
cristalli di giornata), eppure esistono ancora alcuni or-
glucosio, cioè pranzo (35%), taggi troppo trascurati. E’ il caso
di zucchero. spuntino (15%), della barbabietola, povera di vita-
E’ il materiale cena (35%). mine ma ricchissima di sali mine-
energetico per rali. O della patata: molti credono
eccellenza che questo tubero faccia ingrassa-
delle cellule. re, e ne consumano il meno possi-
L’organismo ne bile. Invece, i glicidi che contiene
trattiene circa
300 grammi, nei (18 per cento) non fanno affatto
muscoli e nel mode recenti, che hanno rivaluta- alimento straordinario, visto che aumentare di peso e l’apporto ca-
fegato. Sopra, to i cibi naturali, spesso è preferi- fornisce all’organismo carboidrati lorico non è elevato. Basti pensare
cristalli di sale bile il pane bianco a quello integra- complessi in grado di produrre che un etto di patate danno circa
marino: una le: quest’ultimo contiene un mag- grandi scorte di energia. La pasta ottanta calorie, contro le 270 for-
miniera gior numero di vitamine e sali mi- va alternata al riso (contiene meno nite da un’equivalente quantità di
straordinaria nerali, però la presenza di crusca proteine, ma di qualità superiore) pane. Inoltre, le patate sono ric-
e bilanciata di (il rivestimento esterno del chicco e cotta al dente: in questo modo che di vitamina B e C.
oligoelementi di grano) stimola di più l’intestino la masticazione è più prolungata e
(quelle sostanze
minerali che e quindi l’assorbimento dei princi- coinvolge i succhi delle ghiandole ● Frutta: anche secca
agiscono anche pi nutritivi non può essere com- salivari che contribuiscono alla di- Presenta le stesse virtù della ver-
in minime pleto. Inoltre, la maggior presenza gestione. Se, al contrario, la pasta è dura. Ma spesso ci si dimentica che
quantità). di scorie può irritare l’apparato ga- molto cotta, scivola rapidamente anche arachidi, noci, mandorle e
stroenterico di dispeptici e colitici. nello stomaco e diventa indigesta. nocciole rientrano in questa cate-
Anche la pasta non contiene co- Quale tipo scegliere? Meglio quel- goria, e che contengono elevati
Acqua: almeno un litro e mezzo lesterolo, a eccezione di quella all’
uovo. E se è condita “a crudo” e
la integrale, che richiede una ma-
sticazione più accurata, provoca
quantità di sostanze fondamentali
per l’attività cellulare. Si tratta del-
N ell’organismo,
l’acqua svolge u-
na “funzione regola-
un grammo di sali mi-
nerali per litro che,
a seconda dei casi,
che lasciano un resi-
duo secco non supe-
riore a 0,2 grammi
cotta in modo corretto diventa un una maggiore distensione dello l’acido oleico, dell’acido linoleico e
degli acidi grassi saturi. Questi frut-
ti vanno però mangiati in piccole
trice”. In particolare, possono moderare o per litro. Hanno un’a- dosi: un etto di arachidi, per esem-
mantiene la tempe- stimolare processi zione prevalente-
ratura costante, tra- secretivi, attività en- mente diuretica. So- pio, fornisce addirittra 600 calorie.
sporta le sostanze zimatiche e metabo- no utili in presenza
nutritive e partecipa liche, eccitare la mo- di calcolosi renali, e ● Condimenti: tutti, ma crudi
alle reazioni metabo- tilità intestinale o ri- nei processi infiam- Vale la regola dell’alternanza.
liche. L’acqua, insom- muovere spasmi. Il lo- matori degli ureteri. Vanno bene il burro, l’olio di semi
ma, consente il buon ro impiego deve esse- Questo tipo di acqua e quello di oliva a patto che siano
funzionamento di tut- re moderato: chi sof- può essere consu- usati crudi. In questo modo si rie-
to l’organismo. Per fre, per esempio, di ul- mata con tranquillità scono ad assimilare tutti gli acidi
conservare la salute cera duodenale e be- da tutti, tranne che Solo di stagione Meglio non cuocere Minor inquinamento Buono, ma...
La verdura non andrebbe mai cotta
grassi indispensabili. Soprattutto
si dovrebbe berne al- ve molta acqua ga- dai bambini: attra- La frutta fornisce vitamina B, C e Il pesce è generalmente meno Il pane in commercio ha in genere
meno un litro o un li- sata, rischia di peg- verso una diuresi ec- carotene. Le vitamine si trovano (eventualmente, solo a vapore), e inquinato della carne, ma ha lo basso valore alimentare. Il quelli polinsaturi (presenti in dosi
tro e mezzo al giorno. giorare la situazione. cessiva possono per- nella buccia e nelle parti colorate. si dovrebbe mangiare all’inizio steso valore biologico. Può migliore è quello con farina elevate nell’olio extravergine d’o-
■ Le acque minerali ■ Le acque oligo mi- dere sali necessari E’ bene consumare solo alimenti del pasto. E’ ricca di cellulosa. essere tossico quello scongelato integrale macinata a pietra, liva): svolgono un’azione antago-
hanno un residuo di nerali sono quelle allo sviluppo. di stagione. Non spremere Se è appassita perde gran e venduto come fresco. Fornisce lievitazione naturale, cotto in nista del colesterolo e prevengo-
molto tempo prima del consumo. parte delle vitamine contenute. vitamine B, minerali e proteine. forme rotonde di almeno un chilo. no l’aterosclerosi. ■
Focus 67
? DOMANDE&RISPOSTE Perché la nitroglicerina COME FUNZIONA Ambulanza: un pronto soccorso da 100 milioni
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile esplode così facilmente?
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse
più generale. Non si danno risposte private. Scrivere a FOCUS,
Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano

ste radiazioni sono emesse

Domanda posta da Roberto Ceteroni di Roma.

Le lampade alogene
provocano il cancro?
Domanda posta da Silvano Rossi di Chieti.
Q ueste lampade sono
state accusate di alte-
rare il Dna, il patrimonio
genetico della cellula, e di
provocare tumori della
pelle. Il vero colpevole sa-
rebbe il loro bulbo in quar-
anche dal Sole, ma in que-
sto caso sono filtrate dallo
schermo di ozono.
Gli esperimenti condotti
su topi mostrano che una
esposizione continua e
zo: questo materiale infatti
permette il passaggio delle
radiazioni ultraviolette pro-
molto intensa causa lo svi-
luppo di tumori della cute.
Certamente, questo non
dotte dalle lampade (com- prova che la luce delle alo-
presi quindi i raggi UV-B e gene, in condizioni norma-
UV-C, in grado di provo- li (in casa o in ufficio), ab-
care eritemi e altro). Que- bia gli stessi effetti sull’
uomo.
In ogni caso, per allon-
Il filamento tanare ogni possibile
di una lampada
alogena. Queste rischio è sufficiente appli-
lampade care alle lampade una pro-
tezione semplice ed effica-
contengono nel
bulbo gas del ce: uno schermo di vetro,
che assorbe gli ultravioletti.
gruppo "alogeni",
come il fluoro, e Le alogene della nuova ge-
hanno una nerazione per legge hanno
notevole durata. già uno strato di vetro so-
pra il bulbo in quarzo.
P erché è un composto
molto instabile. I lega-
mi tra le sue molecole
sono molto deboli, quindi
esse tendono a scindersi
anche a temperatura
ambiente, per formare
composti più stabili,
come anidride carbonica
e ossidi di azoto.
Un forte urto o una
percussione violenta e
rapida, per esempio per
la caduta di una provetta,
possono costituire l’inne-
sco di una sorta di reazio-
ne a catena. L’energia ci-
netica generata dell’urto si
trasforma in energia ter-
mica concentrata in un
solo punto, provocando
la rottura dei legami chi-
mici di una o più mole-
In corsa per la vita
cole. Questo scatena
l’onda esplosiva, che si
impianti per l'ossigeno con
erogatori umidificatori
condizionatore
defibrillatore-cardiostimolatore
trasmette rapidissima-
mente a tutta la massa. sfigmomanometro
porta flebo
antioscillante
aspiratore
elettrico
interfono per vano cabina
a soffietto vano per due bombole armadietti per materiale
La nitroglicerina fu sanitario e strumenti
inventata dal chimico farmaci d'urgenza ossigeno
chirurgici essenziali
torinese Antonio Sobre-
ro, nel 1847, ma in realtà
non la si poté utilizzare
luci rotative posteriori
di segnalazione sirene
fino a quando lo svedese cardioscopio
Alfred Nobel non scoprì
che, mescolandola con
farina fossile, diventava
molto più stabile e ma- armadietti per
materiale sanitario
neggevole. Con questa e medicinali
caratterisiche prese il no-
radiotelefono
me di dinamite.
sacca di pronto
soccorso lavandino richiudibile
e medicazione
vano con materiali di
immobilizzazioni per gli arti
sedia pieghevole
materassino pneumatico per per il trasporto di cardiopatici

Che cos'è Perché si crede che l'immobilizzazione del ferito

sedili per il personale sanitario
barella "a cucchiaio" applicabile
lo ionizzatore?
Domanda posta da
il corno porti fortuna? senza spostare il ferito
respiratore portatile a batteria
respiratore manuale
Claudio Manai di Nuoro. Domanda posta da Stefano Triunfo di Bisceglie (Bari). telo per il trasporto in luoghi tipo Ambu
non raggiungibili con la barella barella principale
Macchine per la produzione della nitroglicerina: "autocaricante"
esplode se raggiunge la temperatura di 260 gradi.
S i tratta di
apparecchi da cui
esce un flusso di ioni.
E’ la sua forma che ne ha
fatto, sin dall’epoca
La simbologia del corno
è diffusa in tutte le civiltà e
Questi sono atomi
che hanno acquistato
neolitica, e ne fa ancora og-
gi, simbolo della virilità,
della fertilità e, dal mo-
culture, da quella ebraica
e cristiana, a quella sume-
ra, a quella indù e cinese, a
Come si verifica Iappartengono
n Italia circolano circa 5
mila ambulanze, che
a compa-
utilizzati normali furgoni
da trasporto (motore a
benzina di 2 mila
furgone, così trasforma-
to, costa dai 45 ai 100
milioni, a seconda
feriti, la bombola per
l’ossigeno ed eventual-
mente un aspiratore per
mente impedire l’arresto
cardiaco (con monitor
per elettrocardiogramma
una o più cariche
elettriche per la
perdita (ioni positivi)
mento che per gli animali
che posseggono corna que-
quella degli sciamani (stre-
goni) siberiani. Il significa- l'autocombustione? gnie di soccorso pubbli-
che e private. 2.500 sono
centimetri cubici di cilin-
drata), nei quali il vano
dell’allestimento.
Le ambulanze infatti
liberare le vie respirato-
rie; e quelle per il soccor-
e defibrillatore), oltre a
effettuare una tracheoto-
o per la cattura (ioni ste sono un’arma, anche to può essere non solo ma- della Croce rossa. interno viene attrezzato sono di due tipi. Quelle so, sulle quali è possibile mia (inserendo un tubo
Domanda posta da Massimiliano Cocozzoli di Roma.
negativi) di uno della forza. Significati, que- teriale, ma anche spiri- Per costruire le con le apparecchiature da trasporto, che conten- fare un check up comple- in trachea per permette-
o più elettroni.
Nello ionizzatore
l'aria viene fatta pas-
sti, ancora più evidenti nel-
la cornucopia, il corno col-
mo dei doni della terra.
tuale. Infatti, Mosè scese
dal monte Sinai avendo
sulla fronte corna che era-
O gni sostanza per pren-
dere fuoco ha bisogno
di raggiungere la sua tem-
molto raramente il feno-
meno si verifica nei boschi,
perché difficilmente lì si
ambulanze vengono mediche necessarie. Il gono solo le barelle per i to del cuore ed eventual- re la respirazione).

sare tra due elettrodi Evidente, quindi, come il no in realtà raggi di luce, peratura minima d’accen- creano le condizioni ideali. il significato di “rendere
nei quali passa l'elet-
tricità e i suoi atomi portare con sé un corno
rappresenti un modo per
che rappresentano la po-
tenza spirituale da lui ac-
sione e di una fonte di e-
nergia che inneschi la com-
In queste condizioni, il
calore sviluppato dalla
Qual è l'origine e l'esatta pronuncia noto”, “denunciare”. Così,
poiché la nostra lingua de-
si caricano elettrica-
mente. I primi ioniz-
zatori furono realiz-
propiziarsi quelle virtù e
quei beni.
quisita per il suo rapporto
privilegiato con Dio.
bustione.
Nel caso dell’autocom-
naturale fermentazione si
accumula e non si disper-
del termine "mass media"? riva dal latino, la pronuncia
più corretta è quella secon-
zati in Inghilterra nel bustione, l’accesione è de, perché foglie, fieno, Domanda posta da Stefania Marcolin di Salerano (Milano). do la fonetica italiana: cioè
1969. Secondo alcuni invece spontanea. Il feno- rifiuti sono cattivi condut- si dice come si scrive.
medici, la carenza di
ioni nell’aria viziata
degli ambienti chiusi
meno si verifica soprattutto
dove sono ammassate
grandi quantità di materia-
tori di calore. L’aumento
della temperatura causa
prima l’emissione di vapo-
Linglese
a locuzione “mass me-
dia” è nata nella lingua
nei primi anni Ven-
dovrebbe essere “mess mi-
dia”. In realtà è da notare
che entrambe le parole so-
lo, con il senso di “folla”.
“Media”, invece, è il plu-
rale di “medium”, sostan-
In Italia, il termine appa-
re probabilmente per la
prima volta sul quotidiano
d’italiano che suscitò pole-
miche: “I mezzi di comu-
provocherebbe senso li in grado di fermentare, ri da parte della sostanza ti con il significato di “mez- no di origine latina. “Mass” tivo che vuol dire “mezzo”, La Nazione del 2 giugno nicazione di massa hanno
di stanchezza e di
affaticamento. Un come fieno o rifiuti: non è stessa e poi, a mano a ma- zi di diffusione o di comu- deriva da “massa”, voca- “medio” “punto di mezzo”, 1968: “Non concedersi alla profondamente trasforma-
inconveniente, que- raro, infatti, vedere alzarsi no che essa aumenta, pro- nicazione di massa”, rife- bolo che fu usato con il si- “centro”. E alcuni scrittori suggestione ambigua dei to i costumi della società”;
sto, al quale si rime- dalle discariche di immon- voca la combustione della rito a radio, televisione e gnificato di “ammasso” da latini, come Cicerone e Lu- mass-media, quali la tele- il titolo fu al centro di di-
dierebbe per mezzo dizie il fumo dovuto all'au- miscela che si è formata tra giornali. Poiché si tratta di autori come Ovidio, Plinio, crezio, hanno utilizzato le visione”. E nel 1979, ai can- scussioni perché avrebbe
dello ionizzatore. tocombustione. Contra- i vapori stessi e l’ossigeno un modo di dire inglese, la Seneca, Virgilio e, da Pao- forme “in medium dare” o didati alla maturità magi- potuto riferirsi al treno, al-
riamente a quanto si crede, dell'aria. pronuncia di “mass media” lo Orosio nel quinto seco- “in medium proferre” con strale fu assegnato un tema l’auto o all’aereo.
Focus 70 Focus 71
? DOMANDE&RISPOSTE
Spariranno i capelli biondi?
Domanda posta da Claudio Ciofi di Casole d’Elsa (Siena).

N on spariranno, anche se
le razze si mescoleran-
no sempre più. Come gli
specie e quindi non sono
sottoposti a pressione se-
lettiva: tendono infatti a
occhi azzurri, sono un ca- sparire i caratteri che pos-
rattere ininfluente ai fini sono risultare di svantag-
della sopravvivenza della gio. I caratteri ereditari di
una specie si
dividono in do-
minanti e re-
cessivi. I capel-
li biondi e gli
occhi azzurri ap-
partengono a
quest’ultima ca-
tegoria. Il carat-
tere recessivo
compare quan-
do il gene che
La selezione non tocca i capelli. lo esprime (al-
Quando fu inventata
la protesi dentaria?
Domanda posta da Antonio Sassi di Forlì.
lele) è presente nel corre-
do cromosomico di en-
trambi i geni tori. Se inve-
ce uno dei due porta il gene
del carattere dominante,
prevale quest’ultimo. La
comparsa di un carattere
recessivo è solo una que-
stione di probabilità stati-
stica: un allele recessivo
può rimanere nascosto per-
ché i suoi portatori, una ge-
nerazione dopo l’altra, si
incrociano con portatori
di alleli dominanti. Non ap-
pena uno di loro si incro-
cerà con un portatore del-
lo stesso allele recessivo, il
carattere ricomparirà.
no di carne e di vegetali
spesso molto coriacei.
Quindi facevano grande
uso dei loro denti, tenen-
doli in allenamento. Poi,
con lo sviluppo dell’agri-
coltura, i denti robusti fu-
Perché il colore rosso
è simbolo di rivoluzione?
Domanda posta da Emanuela Scacchi di Rieti.
L’ origine di questo sim-
bolo è opposta a ciò
che esso ha poi rappresen-
tato nella storia. Nel 1789
l’Assemblea nazionale fran-
cese votò l’applicazione del-
la legge marziale in caso di
tumulti e sommosse, che
erano molto frequenti in
quei giorni. La Guardia na-
zionale, per avvertire che
si stava applicando la legge,
avrebbe alzato una ban-
diera rossa.
In luglio il marchese di
La Fayette, a Parigi, in ba-
se alla legge, fece aprire il
fuoco sulla folla, riunita al
campo di Marte. Caddero
così diecine di dimostranti.
Pochi giorni dopo, alla te-
sta di un grande corteo
comparve una bandiera
rossa sulla quale era scritto:
“La legge marziale del po-
polo contro la legge mar-
ziale del re” (Luigi XVI e-
ra ancora sul trono). Si-
gnificava che rivoltoso era
il governo che si schierava
contro il popolo. Questo,
unico detentore del pote-
re, per difendersi aveva
diritto di proclamare la sua
legge marziale, dispiegan-
do la bandiera rossa, sim-
bolo dell'inizio della lotta
contro i suoi nemici.

Lusano
e prime vere dentiere,
simili a quelle che si
oggi, risalgono al
1770. Erano fatte di por-
cellana e vennero applica-
te per la prima volta dal
francese Alexis Ducha-
teau di Saint-Germain-en-
Laye. Ma la protesi den-
taria è molto più antica.
Infatti già nel settimo se-
colo avanti Cristo, gli etru-
schi ne realizzavano esem-
Come funziona la luce delle lucciole?
Domanda posta da Giovanni Sani di Firenze.
plari intagliati in osso o in
avorio, con ponti in oro.
Quindi con una tecnica già
molto raffinata.
Secondo i paleoantro-
pologi, un tempo i denti
umani erano molto più
resistenti di oggi. L’uomo
ha iniziato a soffrire di ca-
rie quando da cacciatore-
raccoglitore si trasformò
in agricoltore. Prima, i no-
stri progenitori si nutriva-
rono sempre meno neces-
sari perché i cibi venivano
cotti, mentre una dieta
ricca di zuccheri (dovuta
all’uso dei cereali) favori-
va l’insorgere della carie.
Reperti di oltre 100 mila
anni fa, ci dicono che i
denti non solo erano più
grossi, ma anche capaci di
produrre un tessuto pro-
tettivo a mano a mano che
si consumavano.
Perché il numero tre
è considerato perfetto?
Domanda posta da Massimiliano Cavaggion di Vicenza.
Lscientifico
a scuola pitagorica, il
movimento filosofico e
nato nel I secolo
avanti Cristo, considera il
tre un numero perfetto, in
quanto sintesi del pari
(due) e del dispari (uno); il
tre raffigura nella teoria
dei numeri la superficie (al-
tri numeri rappresentava-
no il punto, la linea, ecc.) e
la prima superficie è il

Lne arata
luminescenza è gene-
dalla combinazio-
tra un enzima del san-
gue (la luciferasi), una pro-
teina (la luciferina), l’ossi-
geno e un acido naturale, l’a-
denosintrifosfato, che negli
organismi viventi ha la ca-
pacità di convertire gli zuc-
cheri e i grassi in energia.
Questa, in presenza della
luciferasi, della luciferina e
dell’ossigeno si trasforma
in luce. Queste sostanze si
trovano in una parte del-
l'addome, attraversata da
minuscoli canali aerei, tra
due pareti: quella anterio-
re è fatta di chitina, sostan-
za trasparente, quella poste-
riore ha forma parabolica
e, grazie alla presenza di
microcristalli, ha funzione
riflettente. Proprio come in
un faro. Il lampeggiamento
ha la funzione di richiamo
sessuale che il maschio
rivolge alla femmina.
Una lucciola: quattro
sostanze per produrre
la luminescenza.
triangolo. Anche per i Ci-
nesi il tre è perfetto, per-
ché numero della totalità
cosmica: cielo, terra, uomo.
Ma al tre sono stati attri-
buiti significati magici e
simbolici da tutte le civiltà
e in tutte le epoche. Nelle
religioni, sono frequenti le
triadi divine, dalla Trimurti
induista (Brahma, Shiva,
Vishnu) alla Trinità del
Cristianesimo. Filone D’A-
lessandria (I secolo dopo
Cristo) voleva spiegarne la
Il filosofo Pitagora.
sacralità e la perfezione
con le tre dimensioni degli
oggetti. Da qui la sua im-
portanza durante il Me-
dioevo, basti pensare alla
Divina Commedia, dove il
tre e i suoi multipli hanno
un valore simbolico (tre
cantiche, trentatré canti,
nove gironi infernali).

Focus 72
 ☞ H I G H T E C H
LE NOVITA' AD ALTA TECNOLOGIA
Moto: arriva l'antifurto che
difende anche targa e bauletto
G li amanti delle due ruote hanno
sempre più spesso l'esigenza di
un sistema di sicurezza pratico ed
economico per motociclette, scoo-
ter e ciclomotori. La Getronic (tel.
0332/24.17.60) propone un anti-
La musica
extrapiatta
P rodotto dall'azienda danese
Bang & Olufsen, specializzata
nei sistemi ad alta fedeltà dal de-
A cura di Mariella Sandrin con A. Mazzucchelli, C. Muci, L. Valtorta.
sing avveniristico e innovativo,
Beosystem 2500 è un impianto Hi
Fi con un nuovo sistema di ampli-
ficazione di alti e bassi che ha per-
messo la riduzione delle dimen-
sioni dei diffusori pur mantenendo
inalterate le caratteristiche di alta
qualità di riproduzione acustica
tipiche di apparati molto più gran-
di. Tre le fonti sonore: sintonizza-
tore con preselezione radio, regi-
stratore a cassette con sistemi Dolby
B e HX-Pro, lettore di CD a 16
bit e quadruplo sovracampiona-
mento. Distribuito da Bang & O-
lufsen (tel. 02/57.60.62.28), Beo-
system 2500 costa 4 milioni e
mezzo, Iva compresa.
Beosystem 2500,
un Hi Fi bello
da sentire e
anche da vedere.
Focus 74
furto radiocomandato, fornito con
due trasmettitori per inserirlo e
disinserirlo a distanza. La prote-
zione consiste nell'interruzione del
contatto dell'accensione e in un
meccanismo che impedisce ogni
tentativo di traino. Sono poi pre-
visti il blocco motore e la prote-
zione di accessori come la targa o il
bauletto. Inoltre un tasto del tra-
smettitore permette anche di atti-
vare una sirena d'allarme per sco-
raggiare eventuali malintenzionati
che si aggirino con aria sospetta
vicino alla moto. GT 4 Moto A-
larm costa circa 320 mila lire, mon-
taggio escluso.
Computer
Dante nel
dischetto
LDivina
etta e studiata da generazioni
e generazioni di studenti, la
Commedia sarà tra poco
disponibile anche su CD-Rom,
un dischetto tipo quelli del
computer, che permetterà una
lettura interattiva del capolavoro
dantesco. Infatti nel dischetto
non c'è solo il testo del poema e
il suo commento critico, ma
anche duemila illustrazioni a
colori che ne permettono una
originale "lettura" visiva, quasi
come in un film. Inoltre, grazie
al computer, sarà possibile non
solo trovare immediatamente una
singola parola o un determinato
verso, ma anche risalire ai luoghi
o ai nuclei narrativi. Infine, il
testo potrà non solo essere letto
sul video, ma potrà anche essere
ascoltato grazie alla recitazione
di un attore. Prodotto dalla
Editel (tel. 02/48.95.25.33), che
ci sta lavorando dal 1988,
il CD-Rom della Divina
Commedia multimediale sarà
disponibile da ottobre.
Per sportivi disidratati
Il monitor dei sali
Lschiaanerali
perdita di acqua e di sali mi-
attraverso il sudore ri-
talvolta di compromettere la
performance dello sportivo, tanto
del professionista quanto del dilet-
tante. Crampi, intontimento, senso
di fatica, perdita di lucidità sono
in agguato. E' così necessario sco-
prire con buona precisione il pro-
prio livello di disidratazione. A
questo scopo è stato messo a pun-
to Sparta 5, una sorta di detector
da usare alla fine dell'allenamento
o dell'incontro agonistico, che mi-
sura la quantità d'acqua presente
nell'organismo. Sparta 5 ha un bec-
cuccio, dotato di una sonda, che
viene immerso dallo sportivo in un
campione della propria urina; istan-
taneamente la sonda misura il li-
vello di idratazione, che viene vi-
sualizzato su un display. L'esame
dell'urina è infatti un ottimo indi-
catore di idratazione corporea dato
che, quando si è a corto di liquidi, i
reni trattengono più acqua del nor-
male e producono un'urina più con-
centrata. Importato da M& M (tel.
051/ 579.962), Sparta 5 è venduto in
una confezione comprensiva di so-
luzioni idrosaline, a diverso tasso di
concentrazione (al 7 o al 14 per cen-
to), da usare in base ai dati ottenuti,
e costa circa 250 mila lire.
Una Commedia
interattiva
La "Divina Commedia"
al computer e,
sopra, Dante, a
sinistra, insieme
al Petrarca.
Nato per i professionisti
Messo a punto in Gran Bretagna,
Sparta 5 (nella foto a destra il
display) viene già utilizzato dalla
nazionale olandese di hockey
e da assi del triathlon come
Carina Henning e Scott Tinley.
Anche il phon
è diventato
intelligente
T alvolta capita di dover accende-
re e spegnere il phon, reimpo-
stando ogni volta i valori della tem-
peratura e della velocità. Auto
Sensor Philips è invece un phon
"intelligente": si accende da solo ap-
pena viene preso in mano e si spe-
gne automaticamente quando vie-
ne appoggiato su un ripiano. Inoltre
temperature (tre le selezioni dispo-
nibili: due ad aria calda e una ad
aria fredda) e velocità (due sele-
zioni possibili) non devono venir
reimpostate ma restano memoriz-
zate sui valori prescelti. Prodotto
dalla Philips (tel. 02/67.521), que-
sto phon silenzioso e maneggevole
costa circa 65 mila lire.
Guardare le foto in televisione
P resto diremo addio ai volu- anche di zoomare, tagliare o ruo-
minosi e deteriorabili vecchi
album fotografici. Senza aver
bisogno di una macchina foto-
grafica particolare oggi è infatti
tare a piacere le foto sullo scher-
mo televisivo. Prodotto dalla Ko-
dak (tel. 02/660.281), questo
lettore costa sulle 800 mila lire, il
possibile far trasferire le foto-
grafie, dal negoziante che di soli-
to le sviluppa, sul Photo CD
dischetto 10 mila e ogni immagi-
ne trasferita circa mille lire.
Kodak. Grazie a un lettore, le
cento foto comprese in questo
dischetto, grande quanto un nor-
male Compact Disk, possono
essere viste in televisione, riela-
borate al computer o stampate
in diversi formati. Non solo si
può programmare una proiezio-
ne secondo un preciso ordine ma
C'è anche
portatile
Il lettore Photo
CD Kodak (sopra
in versione
portatile e a
Segreteria sinistra normale),
un nuovo modo
anti-malfattori di conservare
le vostre foto.
C ollegata all'impianto elettrico di
casa, oppure di uffici, negozi,
magazzini, Guardian non solo
controlla e può "comunicare"
al proprietario la presenza di
estranei, ma anche segnalare altre
fonti di pericolo nell'ambiente
come fughe di gas o un eventuale
black-out elettrico. Basta
programmare fino a cinque
numeri telefonici, che Guardian
dovrà chiamare in caso
di emergenza. Senza emettere
alcun segnale acustico o
luminoso, che potrebbe allarmare
i malintenzionati, l'apparecchio
trasmetterà infatti un messaggio
preregistrato. Per esempio:
«Attenzione: situazione di pericolo
per fuga di gas!». Con un
comando a distanza l'apparecchio
può inoltre essere interrogato
sullo stato del sistema e
sugli allarmi delle ultime 24 ore.
Prodotto dalla Actel (tel.
049/66.60.22), Guardian costa
circa 980 mila lire.
Guardian, un impianto
telefonica multiuso.
Medicina - Cuori artificiali, occhi elettronici, ossa sintetiche: le officine della scienza stanno ormai ricreando il nostro corpo

L'uomo
di scorta
Per i suoi interventi, la medicina può oggi ricorrere ai
biomateriali. Sono indistruttibili e del tutto
compatibili con gli altri tessuti naturali.

L’
uomo artificiale? E’ or- cranio fino all’orecchio interno.
mai quasi realtà. Gli in- E’ sempre più diffuso il ricorso
granaggi del corpo uma- ai biomateriali, sostanze simili alla
no sono tutti sostituibili,
materia vivente: per esempio i bio-
o quasi. Il fegato, per esempio, vetri, che si fondono con le ossa e
potrebbe diventare una rete di ne diventano parte, oppure i gel
diecimila fibre semipermeabili, polimerici, che presentano carat-
immerse in una spugna di cel- teristiche simili al tessuto musco-
lule naturali riprodotte con la lare. La ricerca scientifica, insom-
tecnica della clonazione; le ar- ma, ha messo in disparte i ricambi
terie vengono già costruite con di plastica e metallo e ha scoperto
un tubo di polimeri sintetici, cioè un approccio più “biologico” al
speciali composti organici, rivesti- problema delle parti di ricambio:
to all’interno e all’esterno di probabilmente, i futuri organi del-
materia organica natu- l’uomo bionico non saranno trop-
rale; per l’orecchio esi-po diversi da quelli vecchi.
ste una protesi che si Ecco perché, prima di tutto, si
applica ai denti: un circuito cerca di studiare l’organismo in
elettronico capta i suoni e li ogni dettaglio per poi ricostruirlo
trasmette a un congegno a con- in programmi computerizzati: lo
tatto con i denti, il quale invia poi stanno facendo al MirusLab, un’
Informatica le vibrazioni attraverso le ossa del organizzazione nata da un pro-
chirurgica gramma comune tra l’università di
La ricostruzione Milano e l’ospedale Niguarda. Do-
elettronica di po aver effettuato sul paziente una
un volto, fatta Tac o un’analisi a risonanza ma-
al MirusLab Scegli un gnetica, al MirusLab si realizzano
di Milano. volto nuovo ricostruzioni tridimensionali al
Il lettore ottico
trasmette i dati Accanto, un tecnico computer dei vari organi. In futuro
al computer. usa lo scanner questo laboratorio diventerà una
Questo, a sua per inserire nel vera e propria catena di montaggio
volta, li elabora computer per le parti di ricambio del corpo
realizzando l’immagine umano: partendo da una fotografia
un’immagine della faccia di un “interna” dell’organo, cioè una
tridimensionale: paziente: finora Tac, si passerà automaticamente
in tal modo, questa tecnica è
stata usata alla trasformazione in un pro-
ogni parte del gramma per computer, e infine al-
corpo può per la chirurgia
essere studiata plastica. In alto, le istruzioni date a un robot che
da tutte le le parti ossee, modella biomateriali. Il prodotto
angolazioni. come il cranio, finale sarà il cosiddetto bioinser-
vengono riprodotte to, cioè il ricambio artificiale da
ricorrendo impiantare chirurgicamente. ■
alla Tac.

▼
Mauro Gaffo

Focus 78 Focus 79

▼
Arti elettromeccanici
Tornare in pista? Sì,
con gambe di titanio
E’ il crocevia di 20 tipi di fibre
nervose: un’enorme rete di
collegamento tra cervello e pol-
pastrelli, che gestisce ogni tipo
di segnale proveniente da mu-
scoli, vene, epidermide e ghian-
dole. E’ la mano, un organo co-
sì complesso che sembrerebbe
impossibile ricostruirlo in labo-
ratorio. Eppure, questa impre-
sa è già a buon punto.
«Grazie a un programma
della Cee stiamo realizzando u-
na mano artificiale nella quale
si muoveranno anche le artico-
lazioni delle dita», dice Rinaldo
Sacchetti, responsabile delle ri-
cerche al centro protesi Inail di
Budrio, in provincia di Bolo-
gna. Il segreto è la mioelettrici-
tà, cioè la capacità che hanno
Focus 80
alcuni muscoli di generare,
quando si contraggono, una
corrente elettrica. «La tensio-
ne è piccola, non più di un de-
cimillesimo di volt, ma basta
per ordinare alla mano artifi-
ciale di aprirsi e chiudersi, al
polso di ruotare o al braccio di
piegarsi. La tensione si produce
nei muscoli: bicipiti, deltoidi,
pettorali. Da qui, per mezzo di
sensori, viene trasferita alla
mano artificiale», spiega Sac-
chetti. Basta poi imparare a
contrarre i muscoli nel modo
giusto e si può guidare un’auto-
mobile, afferrare coltello e for-
chetta, e stringere un oggetto
con una forza di 12 chili (men-
tre la stretta di una mano natu-
rale vale circa 15 chili).
Per la mano mioelettrica si usa l’ elettricità dei
muscoli: per ogni contrazione un movimento
Per ora questa tecnologia ri-
guarda solo mani e braccia. Per
le gambe esistono protesi diver-
se, comandabili solo attraverso
i movimenti del moncone: per
trasmettere il comando, il gi-
nocchio deve contenere di-
spositivi idraulici, pneumati-
ci, oppure a molla nei casi
più semplici. I risultati sono
ottimi. Si contano infatti già
un centinaio di persone
Rotule a
ingranaggi
Accanto, una
articolazione
a cilindro
idraulico per
il ginocchio.
A sinistra,
con una
gamba
artificiale
si continua
a sciare.
I nervi sono microchip
Sotto, braccio mioelettrico
costruito dall'Inail di Budrio:
in questo modello le dita della
mano non hanno articolazioni.
che sciano egregiamente pur
avendo una gamba artificiale,
o anche due. E alle Olimpiadi
dei paraplegici, l’anno scorso a
Barcellona, un ragazzo con una
gamba bionica ha fatto fermare
il cronometro sugli 11,87 secon-
di nella gara dei cento metri.
Le gambe artificiali costano
da tre a otto milioni: vengono
costruite in semplice acciaio, in
leghe di alluminio o addirittura
in titanio; recentemente sono
stati realizzati alcuni prototipi
in fibra di carbonio, un mate-
riale leggero e resistente, parti-
colarmente adatto per bambini,
anziani e sportivi. Costruirle
non è difficile, dicono al centro
protesi di Budrio: l’unica fase
delicata è la confezione dell’in-
vasatura, cioè quella parte che
abbraccia il moncone e che de-
ve quindi aderire perfettamen-
te alla pelle. Come ci si riesce?
Si prepara un calco in gesso del
moncone, e poi attorno al calco
Sfida alla pari: braccio di
ferro e braccio di carne
Bob Goodman, a sinistra nella
foto, ha speso 30 mila dollari
per il suo braccio nuovo. Ha
impiegato sei mesi per imparare
a usarlo, ma ce l’ha fatta: può
cavalcare ancora, nel suo ranch.
si modella un rivestimento di
resina o di materiale sintetico
plasmabile a caldo.
Al centro Inail di Budrio so-
no state realizzate 120 mila pro-
tesi a partire dal 1959, quando il
fondatore del centro, il tedesco
Hannes Schmidel, emigrò in
Italia portando con sé una serie
di tecniche per la fabbricazione
di arti inferiori artificiali.
Tecniche analoghe vengono
oggi studiate e perfezionate un
po' in tutta Europa: i centri più
importanti si trovano a Gla-
sgow, in Gran Bretagna, e a
Berlino.
Negli Stati Uniti, all'univer-
sità dello Utah, le prime mani
mioelettriche sono state speri-
mentate negli anni Settanta.
Quelle che vengono costruite
oggi sono tanto sensibili da rac-
cogliere un uovo senza rom-
perlo, e tanto robuste da rom-
pere una noce senza l'aiuto
dello schiaccianoci.
Se non funziona, si cambia
Il vantaggio degli organi artificiali è
che l’organismo non li considera
invasori, come accade spesso per
gli organi trapiantati, e quindi non
cerca di eliminarli con il “rigetto”.
1 no artificiale, ed è allo studio 5artificiale interno è stato spe-
Occhio - Esiste già il cristalli- Polmone - Il primo polmone
una cornea fatta con un mate- rimentato tre anni fa, negli Usa:
riale simile al plexiglas. In un
futuro più lontano, si potrebbe
collegare una videocamera diret-
tamente ai nervi ottici.
Orecchio - Un dispositivo 6
2 elettronico viene installato a
diretto contatto con l’osso; esi-
stono anche protesi per il padi-
glione auricolare, fatte in mate-
riale riassorbibile.
3 salgono al ‘700; oggi i denti 7vrebbe essere pronto il primo
Denti - Le prime dentiere ri-
artificiali sono fabbricati in resina cuore artificiale italiano, frutto di
epossidica o in ceramica.
4 Mano - La mano mioelettri-
ca è comandata dall'elettri-
cità dei muscoli. E’ frutto del pro-
gramma Tide-Marcus della Cee.
4
15
Dalla fabbrica
all'uomo
Ecco la storia dell'
"uomo di ricambio"
negli ultimi
decenni. 1960:
mano mioelettrica;
1970: pancreas;
1981: pelle 11
artificiale; 1982:
cuore e orecchio.
6 prietà di contrarsi in caso di scos-
Oggi la tecnologia sfrutta infatti
materiali inerti, come ceramiche,
metalli, resine e speciali plastiche,
ricorrendo a volte anche
all’aiuto di microchip elettronici.
consiste in un fascio di fibre inse-
rite nella vena cava, che dal cuo-
re porta il sangue ai polmoni.
Pelle - Le cellule vengono
coltivate a partire da un cam-
pione di tessuto naturale. E’ allo
studio anche una pelle total-
mente artificiale, basata su so-
stanze presenti nella corazza dei
granchi.
Cuore - Entro il Duemila do-
un programma Fiat-Cnr: si chia-
merà Icaros. Già oggi, però, esi-
stono cuori artificiali temporanei,
con batteria esterna, mentre
negli Usa, a Stanford, è comin-
ciata l’installazione di un mezzo
1
2
3 11
5
7
13
16 14
8
9
10
12
cuore che sostituisce soltanto il
ventricolo sinistro.
8 Fegato - L’hanno inventato a
Houston, nel Texas. Si tratta
di un sistema di filtraggio, che
oltre a depurare il sangue forni-
sce alcune sostanze necessarie
all’organismo: contiene cellule
epatiche clonate con tecniche di
ingegneria genetica.
9 Anca - La sostituzione dell’
anca viene effettuata, in ge-
nere, nei casi di artrite reuma-
toide: nel femore viene innestata
un’asta d’acciaio, mentre vengo-
no usate leghe metalliche o ma-
teriali ceramici per la testa
dell’osso e per la cavità dove il
femore si innesta.
10 Uretra - Viene ricostruita
con tessuto coltivato in vi-
tro, al quale si dà forma cilindrica
arrotolandolo su un tubetto di
materiale inerte.
Ginocchio - Già da molti
anni si installano protesi
meccaniche: gli studi più avanzati
riguardano ginocchia a controllo
idraulico, che permetteranno una
flessione rapida e quasi naturale.
12 Gamba - L'arto intero, o
quasi, è fabbricato in
acciaio, alluminio o titanio.
13 Arterie - Un tubo di poli-
meri sintetici viene rico-
perto con materia organica natu-
rale: se ne occupa una società di
biotecnologie del Massachusetts.
14 Ossa - Le più lunghe sono
costruite in metallo, men-
tre per i frammenti ossei si usano
biovetri, cioè materiali che col
tempo entrano a far pare della
struttura ossea.
15 Muscoli - Potrebbero es-
sere sostituiti con un nuo-
vo gel polimerico scoperto in
Giappone: trattato con una so-
stanza saponosa, acquista la pro-
se elettriche.
16 Sangue - Esistono già al-
cune sostanze in grado di
trasportare l’ossigeno, come i
composti perfluorici: l’organismo,
però, li elimina in 24 ore.
▼
Focus 81
 Dal cuore alle ossa, si cercano nuovi materiali per ricostruire
le persone anche all’interno.
E per l'esterno, pelle coltivata
▼
Cardiologia
Il cuore
a metà
L' obiettivo è un cuore artifi-
ciale che funzioni perfetta-
mente per almeno due anni.
Ma non ci arriveremo prima
del Duemila», dice Lucio Pa-
renzan, primario della divisione
di cardiochirurgia dell’ospeda-
le di Bergamo. L’Italia, comun-
que, è in prima linea in questo
settore della ricerca, soprattut-
to grazie a un progetto al quale
collabora lo stesso Parenzan:
Icaros, nato da un’intesa tra il
Cnr e la Fiat. Tra i risultati otte-
nuti finora ci sono nuove val-
vole cardiache, impiantate già a
più di 100 mila persone, e un
prototipo di cuore artificiale da
usare come ponte in attesa di
un trapianto.
Siamo ancora ai primi passi,
allora? Sembra di sì, ma dall’u-
niversità americana di Stanford
qualcuno suggerisce una scor-
ciatoia: anziché costruire un
cuore intero, farne solo mezzo.
«E’ una strategia intelligente»,
commenta Parenzan, «perché
la vera pompa del sangue è il
ventricolo sinistro, mentre il
destro si limita a collaborare».
Infatti, a Stanford è stato co-
struito un mezzo cuore sinistro,
da far funzionare in coppia con
il mezzo cuore destro del pa-
ziente: alcune persone soprav-
vivono già da 18 mesi con que-
sto dispositivo.
Esistono anche cuori com-
pleti, costituiti da sacche di poli-
stirolo dove scorre il sangue, le
quali si contraggono grazie a
uno stimolo elettrico. «In teoria
questo tessuto dovrebbe impe-
dire la formazione di coaguli,
ma purtroppo non è così: vicino
alle valvole del cuore esiste un
“collo di bottiglia” dove il san-
gue rallenta, favorendo trom-
bosi o embolie», dice ancora
Parenzan. «In casi del genere, il
cuore artificiale diventa inuti-
lizzabile».
Focus 82
Briciole di protesi
Sotto, all'ospedale Niguarda viene preparato
un frammento di osso artificiale. A destra,
il robot per la lavorazione dei biomateriali.
I tessuti: pelle, muscoli e ossa
Uno scheletro
di ceramica,
muscoli di gel
P elle nuova? Certo, e senza
problemi. «L’attuale tecno-
logia permette di ricostruire
l’intera epidermide di una per-
sona in tre settimane, parten-
do da due centimetri quadrati
di pelle», spiega Ranieri Can-
cedda, dell’Istituto nazionale
per la ricerca sul cancro. «Non
c’è rischio di rigetto, dato che
quella pelle è “autologa”, cioè
generata dalle cellule dell’indi-
viduo stesso. Esiste invece il pe-
ricolo che il derma, cioè lo stra-
to sottocutaneo, si raggrinzisca:
può succedere anche alcuni an-
Pelle coltivata. In Giappone, invece, si
cerca di fabbricarla con gusci di crostacei.
ni dopo l’intervento, soprattut-
to sul collo».
Per ottenere la pelle nuova
si preleva un frammento di tes-
suto cutaneo, si selezionano le
cellule “utili”, che si chiamano
cheratinociti, e si depositano su
un tappeto di sostanza nutrien-
te organica, di origine animale.
A poco a poco si formano stra-
ti di nuovi cheratinociti, che co-
stituiscono la nuova cute.
La pelle, però, non è l’unico
tessuto organico che si può fab-
bricare in questo modo. «Re-
centi ricerche hanno dimostra-
to che ogni cellula ricorda la
propria particolare natura, ren-
dendo così possibile coltivare
in vitro anche altri tipi di tessu-
to», dice Cancedda. Esiste per
esempio una malformazione
infantile che si chiama ipospa-
dia (insufficiente sviluppo del-
l’uretra, cioè il canale attraver-
so il quale l’urina passa dalla
vescica all’esterno): oggi basta
un minuscolo prelievo per rico-
struire il tessuto dell’uretra,
dargli la giusta forma di tubici-
no e impiantarlo nel bambino.
Nello stesso modo, in futuro, si
potrebbero ricostruire addirit-
tura ossa e vasi sanguigni.
Per quanto riguarda le ossa,
però, esistono già eccellenti so-
stituti artificiali, fatti di cerami-
ca: «I materiali ceramici non so-
no tossici, non vengono rigettati
e resistono alla corrosione»,
spiega Antonio Ravaglioli, di-
rettore di ricerca del Cnr al
Centro materiali ceramici di
Faenza. La ricerca va in parec-
chie direzioni, ma esistono or-
mai prototipi per almeno quin-
dici diverse parti ossee del
corpo umano: con ceramiche
inerti e resistenti come l’allu-
mina si modellano l’anca, il
metatarso del piede e il ginoc-
chio, e in futuro forse anche la
spalla. Altri materiali inerti me-
no robusti, come i “biovetri” a
base di calcio e silicio, vengono
usati per completare ossa dan-
neggiate, e col tempo diventano
parte integrante del nuovo tes-
suto osseo. Esistono addirittura
ceramiche riassorbibili, che
vengono usate per riempire la
cavità di una ciste dopo l’aspor-
tazione, o come chiodi e viti per
aiutare la saldatura di un osso.
Non tutto lo scheletro, però,
può diventare di ceramica: le
ossa lunghe, come il femore, sa-
rebbero infatti troppo fragili.
«Ma stiamo cercando di rende-
re più elastici questi materiali
inserendo fibre di natura orga-
nica», dice Ravaglioli. Insom-
ma, la prospettiva potrebbe es-
sere proprio quella di pezzi di
ricambio a metà strada tra l’or-
ganico e l’artificiale.
Novità anche per quanto ri-
guarda i muscoli, grazie al giap-
ponese Hirofumi Hori, dell’uni-
versità di Ibaki: lo scienziato ha
sintetizzato una gelatina di poli-
meri, cioè molecole organiche,
in grado di contrarsi sotto l’a-
zione di una corrente elettrica,
e tornare poi alla forma origi-
naria. Gli esperimenti, finora,
sono stati condotti su piccole
quantità di sostanza, ma se la
stessa proprietà si mantenesse
anche in strutture di grandi di-
mensioni, un giorno potremmo
ritrovarci ad avere muscoli nuo-
vi di zecca, fatti di gelatina.
Federico Mereta
Oftalmologia
Per gli occhi, fili
d'oro nel cervello
U na sostituzione parziale
dell’occhio è già possibile:
in caso di forte miopia, infatti,
si può impiantare una lente cor-
rettiva, chiamata “cristallino
artificiale”. L’intervento viene
ormai effettuato con facilità e
dura meno di un’ora. Più com-
plessa invece è la sostituzione
della cornea naturale con una
artificiale, ma di recente l’ita-
liano Benedetto Strampelli ha
ideato una tecnica che sconfig-
gerebbe il rigetto: basta collo-
care tra la lente oculare e la cor-
nea artificiale un sottile strato
di dentina ossea, una sostanza
presente nei denti. La dentina
funziona come uno strato di
malta: fa aderire la nuova cor-
nea e la protegge dal rigetto.
Altri progetti, ancora ai primi
passi, vorrebbero addirittura re-
Il sistema nervoso
Microscosse
elettriche da nervi artificiali
Icome
nervi artificiali sono lunghi un
paio di centimetri e spessi
mine di matita. Con-
tengono un microchip e una
piccola antenna per captare i
segnali (e l’energia) dall’e-
sterno, e vengono iniettati sotto
la pelle con una siringa ipoder-
mica. Sono chiamati microsti-
molatori, perché servono per
attivare quei muscoli che, in se-
guito a un trauma, hanno perso
i collegamenti con il cervello.
stituire la vista ai ciechi. Come?
Con una placca attaccata al cra-
nio, dalla quale escono fili d’oro
sottili come capelli, collegati a
una videocamera e a un micro-
processore (che serve per tra-
sformare i segnali luminosi in
impulsi elettrici): in questo mo-
do le immagini arriveranno di-
rettamente ai nervi ottici senza
passare per la pupilla.
L’esperimento è stato realiz-
zato l’anno scorso da Terry
Hambrecht, dell’Istituto nazio-
nale della Sanità americano: la
sua prima paziente, una qua-
rantaduenne che aveva perso
la vista all’età di vent’anni, è
riuscita a distinguere alcune
sequenze di punti luminosi co-
lorati. Li vedeva «dentro la te-
sta», ha dichiarato.
Nel mondo scientifico, però,
I messaggi degli arti
A sinistra, un arto bionico comandato
da microchip. Sotto, uno scienziato studia
i segnali nervosi che arrivano ai muscoli.
Li sta sperimentando Antonio
Pedotti, del centro di Bioin-
gegneria del Politecnico di Mi-
lano. Come funzionano? «L’e-
nergia si accumula in un con-
densatore contenuto nel micro-
stimolatore, e un comando e-
sterno fa scattare l’impulso di-
retto al muscolo», spiega Pe-
dotti. Ma chi impartisce il
comando? «Ci sono due possi-
bilità: una serie di interruttori
azionati dal paziente stesso,
Il rischio è il rigetto
Una tradizionale operazione
sulla cornea, all’ospedale
Leopold Belland, di Parigi.
c’è anche chi è contrario a que-
sta tecnica: la stimolazione elet-
trica produrrebbe soltanto fo-
sfeni, cioè quei punti luminosi
che a volte ci sembra di “vede-
re” anche al buio. Hambrecht
non si scoraggia, e per l’anno
prossimo ha in programma un
nuovo esperimento nel quale
innesterà 250 elettrodi al posto
dei 34 usati la prima volta.
oppure sensori capaci di reagi-
re a uno spostamento del tron-
co in avanti, attivando per e-
sempio automaticamente lo
stimolo per muovere la gamba.
La tecnologia, in realtà, esiste
già, il problema è capire meglio
come funziona il sistema ner-
voso: solo così potremo studia-
re un programma elettronico
che diriga efficacemente i mi-
crostimolatori», conclude Pe-
dotti.
Focus 83
Comportamento

Il 97 per cento degli avvistamenti ha una

spiegazione scientifica. Perché allora ci piace
pensare che gli extraterrestri esistano?

Voglia di L’astronomo

Ufo
papà di ET
L’astronomo
Allen Hynek.
Consulente
dell’aeronautica
Usa, all’inizio
scettico, mutò
poi opinione. E’
stato consulente
anche del regista
Steven Spielberg.
“Io non ho mai
visto un Ufo. E
non so che cosa
siano. So però che

A
lieni? Io ne ho visto uno
in una cella frigorifera a
Dayton, nell’Ohio. Non
era un mostriciattolo, ma
un essere strutturato come noi.
Nudo, di sesso maschile, alto 90
centimetri, di colore olivastro. Oc-
chi grandi e tratti mongoloidi. In
rapporto al corpo aveva braccia e
gambe più sottili delle nostre». Chi
è tanto fortunato da avere avuto
questa esperienza? Si chiama
Mario Gariazzo, è regista, e sugli
Ufo sta proprio preparando un
film: La congiura del silenzio. Te-
si: i governi delle grandi potenze
mondiali sono sempre stati d’ac-
cordo nel tenere il resto dell’uma-
nità all’oscuro di quanto sapevano
sui dischi volanti, e cioè non solo
che questi esistono e ci tengono d’
occhio, ma che spesso i loro piloti
sono stati catturati, vivi o preferi-
bilmente morti, e custoditi nel più
rigoroso riserbo. Pena per chi vuo-
le violare il segreto: la morte!
Non si tratta in effetti di una no-
vità. Tre anni fa cominciò a circo-
lare in Europa una foto in bianco e
nero, proveniente dall’Unione So-
vietica, che raffigurava un alieno
paffuto e in tuta argentea: doveva
trattarsi - esulta- la gente vede, o
rono gli ufologi - crede di vedere,
di uno dei passeg- qualcosa.
geri dell’astro- E questo è
nave misteriosa un fatto reale”.
caduta nel 1947
a Roswell, nel Nuovo Messico, ful-
mineamente recuperati dalle auto-
rità che, in seguito, avrebbero sem-
pre smentito l’accaduto. Qualche
mese più tardi il mistero è però
stato svelato: la foto (pubblicata
anche dalla rivista Orbiter) era
stata scattata nel 1981 dall’ufologo
canadese Christian Page a un pu-
pazzo, rivestito con una tuta da sub
e sdraiato in un cilindro di plexi- Dopo il 1947,
glas, esposto all’esposizione inter- il diluvio
nazionale di Montreal. Una immagine cara
Scopo del trucco: dimostrare al cinema: strade
quanto sia facile ingannare la co- deserte ed extra
munità degli appassionati e dei terrestri. Il moderno
mass media (anche la rubrica tele- fenomeno Ufo nasce
visiva Mixer è infatti caduta nel nel 1947, quando
falso scoop). Tanto più che, quasi Kenneth Arnold,
negli stessi giorni, l’apertura degli un uomo d’affari
archivi americani grazie al Free- americano, segnala
d’aver osservato,
dom of information act ha chiari- Il mito dei giorni nostri fuori dal proprio
to anche il mistero di Roswell: non Carl Gustav Jung, psicologo. “Le sfere aereo da turismo,
era un’astronave aliena quella pre- luminose nel cielo sono la proiezione alcuni strani “flying
cipitata in un ranch, ma un razzo delle nostre angosce. Non a caso saucers”, cioè
sperimentale derivato da una V2,
▼

compaiono nei momenti di crisi”. dischi volanti.

Focus 84 Focus 85
 Un extraterrestre? No. Semplicemente
un pupazzo esposto alla fiera di Montreal. Eppure
molti ci sono caduti (anche Mixer).

Dischi volanti? A sinistra, l’Ufo di Crosia

(Cosenza, 1987), a destra la replica in laboratorio: una
lampadina fotografata con lo zoom aperto al massimo.

Forze
arcane?
La foto di un Ufo,
scattata nel 1963
nel Nuovo Messico,
ad Albuquerque.
Per ogni
Sacro o profano? Le segnalazioni di Ufo, e quelle
di apparizioni sacre, nel dopoguerra seguono
L’autore
disse d’essere
foto c’è
un andamento analogo, con punte negli stessi anni.
Un’astronave? No. Solo il coperchio
stato richiamato
sul posto da
una forza arcana.
una spiegazione: qualche volta è truffa, d’una zuccheriera, riflesso sul vetro di una
finestra, mentre si fotografa il paesaggio. Immagini del
genere si
possono ottenere
ma altre volte è semplice ingenuità gettando in aria
un oggetto, e
fotografandolo
a distanza.

Contadini ed effettivamente a bordo c’erano accertata, gli oggetti volanti non «A parte il fatto che la gente parte i casi di malafede, bisogna
▼

burloni tre esseri: ma erano soltanto tre identificati continuano a esercitare d’oggi non è più abituata a guar- parlare di fenomeni di illusione, o
Per alcuni anni, scimmiette, poste nell’ogiva a sco- il loro fascino. Secondo un son- dare il cielo», ha spiegato Nicola di suggestione collettiva». C’è una
nelle campagne po sperimentale. daggio compiuto dall’Swg di Trie- Cabibbo, recentemente nominato interessante statistica, a sorreggere
inglesi del Surrey Malgrado tutto ciò («Devono ste, il 48 per cento degli italiani alla presidenza dell’Enea, «biso- queste ultime affermazioni: con-
sono comparse smettere di farci vedere foto sfo- crede che nell’universo esistano gna dire che le ondate di avvista- frontando l’andamento delle appa-
queste tracce, cate di bambini in tuta argentea. altri esseri intelligenti, e il 32 per mento di Ufo sono tipiche soprat- rizioni sacre negli ultimi anni, e
misteriose e Possibile che l’universo sia popo- cento pensa che siano già arrivati, tutto dei momenti di crisi. In quello degli avvistamenti di Ufo, si
geometriche. Si lato soltanto da loro?», ha esordi- in un modo o nell’altro, sul nostro occidente è stato un fenomeno hanno curve quasi sovrapponibili.
trattava, secondo to qualche tempo fa agli incontri pianeta. Gli uomini sono in genere tipico degli anni Cinquanta, in Lo hanno verificato due convinti
molti ufologi, di
“impronte” di Ufo. europei sugli Ufo, tenuti a Lione, più disponibili, le donne più diffi- Russia lo è adesso». «C’è gente ufologi italiani, Roberto Pinotti e Luci nella notte
L’anno scorso uno dei principali investigatori denti. La maggior parte, comun- che vede i piloti degli Ufo uscire Corrado Malanga, che hanno ana- Un effetto notturno
la spiegazione: francesi in materia, Michel Figuet), que, non guarda agli Ufo in manie- dal disco volante e scendere a ter- lizzato 141 apparizioni mariane dal di facile spiegazione:
era lo scherzo malgrado le smentite, malgrado il ra ostile: il 65 per cento degli in- ra? Che significa? Forse qui da noi 1940 al 1970, e 825 segnalazioni di la ripresa, ancora
di due contadini, fatto che ormai il 95-97 per cento tervistati ritiene infatti che gli extra- non c’è chi vede la Madonna pian- Ufo nello stesso periodo: ebbene, una volta con uno
armati di spago dei presunti avvistamenti di Ufo terrestri sono venuti (o verranno) gere e i santi sanguinare?», ripe- gli anni di maggior fervore religio- zoom, di lampioni
e di un bastone.

▼
abbia una spiegazione scientifica sulla Terra spinti da amicizia. teva il biofisico Mario Ageno. «A so corrispondono alle grandi onda- stradali illuminati.

Focus 87

In cielo c’è un
gran via vai:
ma gli Ufo non
si presentano
agli incontri
più importanti
te (gli ufologi preferiscono dire
▼
flaps) di dischi volanti: 1947, 1950,
1958, 1968. Significa questo che il
bisogno di proiettare all’esterno le
nostre paure, il nostro senso di in-
certezza, le nostre speranze, esplode
nei momenti di particolare in-
stabilità mondiale, e si manifesta in
maniera differente a
seconda che ci si trovi
in ambiente urbano e
moderno (Ufo), o ru-
rale e arretrato (ap-
parizioni sacre)?
Un’analisi del ge-
nere, in realtà, era già
stata effettuata da
Carl Gustav Jung, il
grande studioso dell’
inconscio collettivo,
che nel 1958 scrisse
Su cose che si vedono
nel cielo, un saggio
proprio sul fenomeno
degli Ufo, che partiva
dall’interpretazione di
una serie di sogni nei
quali compariva sem-
pre un oggetto cele-
ste sconosciuto. «Se si
consi- derano i corpi
rotondi e luminosi
che appaiono in cielo
come visioni è inevi-
tabile interpretarli
come immagini archetipiche, cioè
di proiezione automatiche invo-
lontarie, fondate sull’istinto», scri-
veva il famoso psicologo svizzero.
Fondamento di queste visioni
sarebbe una “tensione emotiva,
motivata da una situazione di e-
mergenza, cioè un pericolo collet-
tivo o un bisogno psicologico vita-
le”. E il fatto che le visioni abbiano
testimoni oculari di particolare cre-
dibilità? «Non conta. Anzi. E’ un
fatto che la maggior parte degli
Ufo sembrano essere visti da colo-
ro che non vi credono, o che sono
indifferenti al problema: ma è pro-
prio in questi casi che vale la teoria
psicologica. L’inconscio, per ren-
dere percepibili i propri contenuti,
ricorre a una misura drastica: la
Focus 88
satelliti
palloni
sonda
artificiali
luci di posizione
frammenti di razzi
o satelliti
degli aerei
nubi
nottilucenti
aerostati
meteoriti nubi
illuminate
da riflettori
Venere
Traffico notturno Alcune spiegazioni razionali di fenomeni d’origine apparentemente extraterrestre.
Esiste soltanto un 3 per cento di eventi effettivamente inspiegabili ma, osservano gli scienziati,
si tratta comunque di una inesplicabilità relativa alle nostre conoscenze attuali, e non a quelle future.
Nazarenko, con eli-
cotteri, cineprese e
macchine fotografi-
che. Ma gli Ufo non
si fecero vedere.
E in Italia? A li-
vello ufficiale agli
Ufo pensano Civi-
lavia, l’ente che
controlla l’aviazio-
ne civile (e qui,
infatti, si ricevono i
modelli 27, cioè i
moduli che i piloti
civili devono com-
pilare, per segna-
lare eventuali “in-
contri” sospetti), e
il 2° reparto dello
Stato maggiore del-
Scienza e, soprattutto, fede l’Aeronautica mili-
Sopra, un gruppo di ufologi mistici. Molti gruppi tare (e qui arrivano
attendono l’avvento di messia extraterrestri. A i moduli 2001 e
lato, piloti civili. I loro rapporti sugli Ufo 2001 bis, compilati
vengono analizzati dalle autorità civili e militari. in analoghe circo-
stanze dai piloti mi-
proiezione, cioè sposta su un mistici (come Rael, cioè il francese litari). Ma nel primo caso ci si oc-
oggetto esterno un contenuto Claude Vorilhon, ex cantante e cupa degli Ufo solo come poten-
segreto». giornalista, che ha fondato un mo- ziale fonte di incidenti, nel secondo
Gli Ufo, secondo Jung, sono vimento con ormai 15 mila adepti, solo come eventuali violazioni del
ormai diventati un mito vivente (il e tutti insieme stanno aspettando nostro spazio aereo.
suo saggio s’intitola, in origine, che atterrino gli Elohim, cioè gli E agli omini verdi, chi provve-
proprio Ein moderner mythus). esseri cosmici), i convinti militanti de? I privati. A catalogare, fare in-
«Abbiamo avuto l’occasione di (come lo stesso regista Gariazzo: vestigazioni, avanzare ipotesi, sono
vedere come nasce una leggenda e «E’ ora che ci si prepari al grande essenzialmente due associazioni:
come, in un momento oscuro e dif- evento, all’incontro con queste il Cun (Centro ufologico naziona-
ficile della storia dell’umanità, si creature»). In effetti, agli appun- le, casella postale 823, 40100 Bo-
forma il racconto fantastico di un tamenti di fronte a testimoni gli logna) e il Cisu (Centro italiano
approccio di potenze celesti extra- Ufo non si sono mai presentati. studi ufologici, casella postale 82,
terrestri». Il catalogo dei credenti, Hanno dato un bidone perfino a 10100 Torino). La prima è ampia-
in questo mito, è oggi sterminato. Michail Gorbaciov, che nel marzo mente possibilista sull’esistenza
Ci sono i “contattisti” (cioè coloro del 1991 fu avvisato da due me- degli Ufo, e sul loro intenso traffi-
che asseriscono di essere entrati, dium che gli alieni sarebbero atter- co sull’Italia. La seconda è invece
appunto, in contatto con gli alieni, rati vicino a Baikonur, dove esiste più scettica. E sono in perenne
di essere saliti sugli Ufo e di resta- una base di lancio. Gorbaciov, nel polemica fra loro. ■
re in collegamento con loro), i dubbio, spedì il colonnello Ivan Nanni Ruschena
Civiltà - Nel cuore del Rajasthan, si radunano ogni anno Banjara, Gadolia e Kalbelia. Gli antenati degli zingari

Rom, i figli d el deserto

Ormai è certo: i gitani sparsi in
Europa sono arrivati secoli fa
dall'India. Ora una missione
dell'Unesco sta cercando
le prove degli antichi legami.
Una danzatrice del gruppo
indiano dei Kalbelia: i suoi
costumi sono simili
a quelli indossati dai gitani.

Una diaspora

L
a festa comincia durante il
plenilunio fra ottobre e no- millenaria
vembre. Il raccolto del bajra Nella cartina, la
(una specie di miglio) è ter- migrazione degli
zingari a partire
minato, e presto bisognerà semi- dal IX secolo
nare il grano e l’orzo. In questo mo- dopo Cristo.
mento di quiete la gente comincia Lasciata l'India,
a mettersi in viaggio, in tutto il Ra- attraversarono
jasthan: vengono dal grande deser- l'Afghanistan e
to del Thar, dai luoghi più desola- il Medio Oriente
ti, a dorso di cammello, a cavallo, per giungere,
su carri tirati da buoi, su vecchie nel XV secolo,
jeep, e la meta per tutti è la Push- in Europa.
kar Mela, la fiera di Pushkar. Mi-
gliaia di persone, che gonfieranno
la città sacra al dio Brahma, traboc- I parenti
cheranno nelle strade e vivranno lontani
quasi tutti nell’immensa tendopo- Un gruppo di
li che il tourist office locale fa sorge- Gadolia Lohar,
re appena fuori le mura. Un posto nomadi del
letto, 700 rupie (sulle 35 mila lire). Rajasthan, alla
Verranno pellegrini e fachiri, fiera di Pushkar.
Le loro attività
incantatori di serpenti e vagabon- sono le stesse
di, saltimbanchi e lebbrosi. Ci sa- degli zingari
ranno gare di corsa fra i dromeda- europei: lavorano il
ri e danze, bivacchi e commerci. metallo e
Soprattutto, però, arriveranno qui, leggono il futuro
su carri trainati da buoi e a dorso sulla mano.
▼

Focus 90
 Alla grande fiera
d'autunno per
matrimoni, danze
scambi commerciali
e corse fra i dromedari
di cammello, i nomadi del deserto:
▼
i Banjara, i Gadolia e i Kalbelia.
Per gli inglesi i Banjara erano,
ancora nell’Ottocento, una delle
più importanti “tribù criminali”,
che si accampavano lungo le vie ca-
rovaniere. Oggi sono circa 300 mila,
e gran parte di loro fa vita sedenta-
ria e vive di commercio (soprattut-
to bestiame) e piccoli lavori.
I Gadolia sono invece soprat-
tutto fabbri: producono coltelli e
utensili da cucina con sistemi anti-
chissimi e faticosi (una ruota viene
fatta girare manualmente per crea-
re frizione e calore, e ammorbidire
così il metallo da lavorare), e con
un chilo di acciaio da 5 rupie sono
capaci di produrre cinque o sei
grossi coltelli da 30 rupie l’uno. I
Gadolia vivono orgogliosamente
separati dagli altri gruppi, si spo-
sano soltanto fra loro e vantano la
propria discendenza da un’antica
casta guerriera, i fabbricanti di
spade e pugnali che, nel 1568, com-
batterono nel forte di Chittogarh
Nomadi
per espiare
D iscendenti di Caino, condan-
nato dal Signore a vagare su
tutta la Terra”. La prima leggen-
da sul nomadismo degli zingari è
del XIII secolo: per la mentalità
medievale, se erravano senza me-
ta e senza fine era per scontare un
grandissimo peccato e solo la Bib-
bia poteva spiegare il mistero.
Un’altra versione li volle figli di
Cam, maledetto dal padre, Noè,
per averlo visto nudo. Si disse
anche che venivano dall’Egitto
e che avevano negato ospitalità
alla sacra famiglia durante la
fuga in quel Paese.
Nel XV secolo un'altra credenza
ebbe origine da uno dei loro
mestieri, la lavorazione dei metalli:
uno zingaro avrebbe forgiato i chio-
di per la crocefissione. Sì, rispose-
ro i nomadi, uno di loro era effetti-
vamente presente al supplizio, ma
solo per rubare un chiodo dalla cro-
ce. Grato per questo gesto, Cristo
permise al popolo del ladro di vive-
re per sempre rubando.
Focus 92
Fabbri e
arrotini
Una famiglia
di Gadolia
lavora il metallo:
è questa anche
l'attività più
caratteristica,
fin dall'antichità,
dei gitani di ogni
parte
del mondo.
Le scarse
contro l’imperatore mongolo Ak-
risorse
bar. Fecero un voto, allora: in caso del deserto
di sconfitta non avrebbero mai più
vissuto in fisse dimore, né acceso Un venditore
di cammelli
luci di notte, né preso acqua dai alla fiera di
pozzi, né costruito case su carri. E Pushkar, sacra a
non sarebbero tornati a Chittogarh Brahma. Il ritrovo
finché la fortezza non fosse stata è religioso
ricostruita. Furono battuti e disper- oltre che
si, e ancora rispettano l’antica pro- commerciale.
messa. E quando uno di loro muo-
re, prima di accendere la pira fu-
neraria, i presenti si rivolgono i-
dealmente all’anima del defunto
con una frase rituale: “Shora, vola
fino a Chittogarh e lì riposa”.
Incantano i serpenti
per prenderne
il veleno, e rivenderlo
I Kalbelia sono infine incantatori
di serpenti, e danzatori. Fabbricano
i loro been (una specie di flauto)
lavorando con perizia zucche vuote
e seccate, ed eseguono danze dai
ritmi serrati ed ipnotici. Sanno
“addormentare” i serpenti con for- I Banjara lasciano le tende per le case
mule e talismani, ed estraggono dai
loro denti il veleno, poi rivenduto Un gruppo di Banjara vende fagioli verdi al mercato.
alle industrie farmaceutiche. Tra tutti, sono i più inclini alla sedentarizzazione.
Ma perché Banjara, Gadolia e
Kalbelia sono oggi così importan-
ti? Perché secondo una missione
di studio condotta nel Rajasthan
dall’Unesco, l’organizazione cultu-
rale dell’Onu, ci sono proprio que-
ste tre tribù (o meglio, le loro ante-
nate) all’origine degli zingari di tutto
il mondo. E il deserto del Thar è l’
antica patria comune. Non è stata,
però, l’affinità di certi antichi me-
stieri indiani con quelli della comu-
nità zingara europea, a condurre
alla scoperta. Si è trattato invece di
una questione linguistica. Circa
dieci anni fa, infatti, Madan Singh
(segretario generale della comu-
nità Banjara nel Rajasthan) fu pre-
sentato a uno studioso jugoslavo
in visita nella zona, e si accorse con
grande stupore di poter comuni-
care con la moglie del professore -
che parlava il romani, cioè la lin- Stoffe e ricami d'Oriente
gua degli zingari europei - parlan- Una famiglia di Banjara vestita
do semplicemente nel proprio dia- a festa in occasione di un Un accampamento nomade nel deserto
letto, il marwari. Certe parole matrimonio nel villaggio di In India gli zingari sono ovunque ben accetti, anche nei
(“uomo”, “donna”, capelli”) erano Thawnia, fondato un secolo fa. villaggi, dove ricoprono anche incarichi amministrativi.
Focus 93

Una fiorente colonia di indiani
esisteva ad Alessandria
d'Egitto già in epoca romana
poi assolutamente uguali. Par-
▼
tendo da quell’esperienza è nato
il Progetto Rom dell’Unesco, che
ha portato all’attuale scoperta
(Rom è il nome con il quale si indi-
ca il gruppo zingaro principale).
Già alla fine del Settecento uno
studente ungherese di teologia,
Stephan Valyi, era stato il primo
ad accorgersi che tra il linguaggio
parlato da alcuni suoi compagni
indiani e quello parlato da alcuni
zingari stanziati a Györ, la sua cit-
tadina natale, vi erano forti somi-
glianze. Con l’aiuto degli amici
indiani compilò una lista di mille
vocaboli, la confrontò con quella
degli zingari, e trovò che le due
corrispondevano all’80 per cento.
Fino ad allora si era invece pensa-
to che il linguaggio usato dai Rom
per comunicare fra di loro fosse
una specie di idioma inventato, per
impedirne la comprensione agli
“estranei”. Una volta resa nota, la
scoperta stimolò altri studi. Vent’
anni più tardi, nel 1780, due stu-
Focus 94
Le fidanzate
bambine
A sinistra, un
gruppo di
danzatrici
Kalbelia. Le
donne nomadi
si sposano a
partire dai 12
anni, e solo dietro
consenso del
capofamiglia.
A destra, una
veduta di Pushkar,
con il lago sacro.
Una famiglia banjara: i matrimoni avvengono
esclusivamente all'interno dello stesso gruppo nomade.
diosi tedeschi arrivarono alla con-
clusione che la lingua degli zingari
proveniva dal sanscrito, l’antica
lingua indiana. In particolare alcu-
ne strutture grammaticali si sareb-
bero riferite proprio al Rajasthan.
Lo stesso termine Rom deriva dal
sanscrito Dom, che indica un’anti-
ca casta indiana composta da dan-
zatori e cantanti.
Resta allora da chiarire un altro
mistero: se gli zingari partirono
dall’India, per quale ragione lo fe-
cero e in quale periodo? Alcuni
storici pongono le prime migra-
zioni verso occidente fra il VII e
l’XI secolo dopo Cristo. In man-
canza di documenti scritti dagli zin-
gari stessi (che hanno sempre tra-
mandato le loro tradizioni solo
oralmente), l’unica fonte che offre
elementi per una spiegazione, an-
che se leggendaria, è persiana e
risale al X secolo. Il poeta Firdausi
racconta infatti che un gruppo di
musicisti erano stati mandati dal
re dell’India presso il governato-
re dell’Iran, Bahram Gur, per di-
vertirlo. Dopo qualche tempo tut-
tavia, vennero cacciati perché ave-
vano sperperato il grano e ucciso il
bestiame che il re aveva loro dona-
to, nella speranza che si trasfor-
massero in contadini. Così avreb-
bero iniziato a vagare.
In realtà il fatto che l’India aves-
se legami con i Paesi mediterranei
anche nell’antichità è provato. L’
oro del re Salomone proveniva dal-
la mitica Ophir (che è l’odierna By-
pur), i fenici commerciavano rego-
larmente con l’India, e ad Ales-
sandria d’Egitto esisteva una fio-
rente colonia di indiani anche in
epoca romana.
Anche il flamenco
deriva dalle
danze del deserto?
Date più precise, sull’arrivo in
Europa degli zingari che proveni-
vano dall’oriente, comunque, ce ne
sono: nel 1322 sbarcarono a Creta,
nel 1346 a Corfù. Nel XV secolo
attraversarono la penisola Balca-
nica. Nel 1422 ne fu registrato l’ar-
rivo a Bologna e, cinque anni più
tardi, quello a Parigi. Di questo e-
pisodio esiste addirittura una cro-
naca, redatta da un chierico di
Notre-Dame: “Domenica 17 ago-
sto dodici penitenti sono arrivati
Gente senza terra
ma con mille nomi
Gli zingari non hanno mai dato
un nome comune al loro popolo:
i termini con cui vengono
designati discendono per lo più
da leggende e miti tramandati
dagli europei, fatta eccezione per
Rom (= uomo), che forse deriva
dal sanscrito Dom, nome con cui
venivano indicate nell'antichità
una serie di tribù indiane. Per il
resto, gitani (gitanos in spagnolo
e gypsies in inglese) significa
egiziani, e fa riferimento a una
loro presunta origine geografica.
Invece zingari o zigani verrebbe
da atsingani, un'antica setta
eretica dell'Asia minore dedita
alla predizione del futuro.
in città. Un duca, un conte, e dieci
uomini, tutti a cavallo. Hanno
detto di provenire dal basso Egitto,
e di aver combattuto i saraceni.
Con loro c’erano cento, o cento-
venti, donne e bambini”.
Gli zingari stessi sono sicuri del
fatto che l’India sia davvero la loro
“madre patria”: lo hanno addirit-
tura affermato ufficialmente nel
1978 a Ginevra, quando si tenne
il Secondo convegno mondiale dei
Rom, e gli zingari europei dichia-
rarono ai delegati dell’India che li
riconoscevano come “antenati”.
Mancavano tuttavia prove più cer-
te: quelle che la missione dell’U-
nesco in corso (e che durerà fino al
1995) sta portando alla luce. Per
scoprirle, i Banjara, i Gadolia e i
Kalbelia raccontano agli intervi-
statori il proprio, passato, le leg-
gende familiari, spiegano le pro-
prie abitudini, che vengono poi
confrontate con quelle dei Rom
d’Europa. E si scopre che l’anti-
chissimo modo di ballare di Gu-
labi, una delle più conosciute dan-
zatrici Kalbelia, ha le stesse mo-
venze tipiche del flamenco. ■
Lorenzo D. Mariani
Per saperne di più:
Françoise Cozannet, Gli zingari, Oscar
Mondadori.
Economia - ll Vaticano e la Chiesa
Conta solo
sulla generosità
dei fedeli
A destra, una riunione
di cardinali e, sopra,
la cupola di S. Pietro.
Per oltre un millennio,
Chi finanzia
la Chiesa italiana è stata
finanziata dallo Stato,
con meccanismi che,
ovviamente, sono stati
diversi secondo
le epoche storiche.
Questo sistema,
considerato oggi poco
la religione?
rispettoso della laicità
dello Stato da una parte,
e della libertà religiosa
dall’altro, è stato
eliminato con
il nuovo concordato
del 1984. Da allora
la Chiesa si finanzia
solo con le offerte
dei fedeli.
Dal punto di vista dei soldi, Santa Sede,
Vaticano, diocesi e parrocchie sono
cose diverse: ognuna ha le sue entrate,
le sue uscite e i suoi bilanci. Vediamoli.
L
a salvezza dell’anima dei
cattolici di tutto il mondo
costa molto e rende poco.
In termini di soldi, s’inten-
de. Il bilancio del 1992 ha registra-
to entrate per per 113 miliardi e
uscite per 219 miliardi. Sono i dati
essenziali della finanza della Santa
Sede, cioè l’insieme degli organi
centrali di governo della Chiesa
cattolica. Il suo patrimonio, però,
vale 8-10 mila miliardi: immobili,
titoli azionari e riserve auree e nac-
que nel 1929, quando lo Stato ita-
liano, con i Patti lateranensi, pagò
al Vaticano un miliardo e 750 mi-
lioni di lire (di allora). Partendo da
questa somma, il banchiere Ber-
nardino Nogara creò l'impero eco-
nomico della Chiesa. Ma le rendi-
te non bastano a coprire le spese,
come dimostra il deficit che ormai
Focus 96
assilla il suo bilancio da molti anni.
Perché dalla Santa Sede dipende il
funzionamento della Chiesa quale
organismo universale: la segreteria
di Stato, che è il consiglio dei mini-
stri del Papa, le 93 nunziature apo-
stoliche, che sono gli ambasciatori
del Papa presso gli Stati esteri, le
università, le accademie.
Il ministero del Tesoro del
Papa. La maggior parte di queste
istituzioni fanno capo all’Apsa
(Amministrazione del patrimonio
della sede apostolica), che è il vero
e proprio ministero del Tesoro del
Papa. L’Apsa svolge anche le fun-
zioni di banca centrale, e come tale
è riconosciuta dalla banca centrale
inglese e dalla Federal reserve a-
mericana, e si articola in due sezio-
ni: una ordinaria e l’altra straordi-
Francobolli e un quotidiano prestigioso, ma in deficit
Sotto, due simboli del Vaticano: i francobolli,molto ambiti dai collezionisti,
e "L’Osservatore romano". Il giornale perde circa sette miliardi l'anno
Tre corpi
e un solo capo
S tato della Città del Vaticano,
Santa Sede, Chiesa universa-
le. Tre entità che hanno un capo
comune, il Pontefice. Solo il Vati-
cano è un’entità completamente
autonoma. E’ infatti l’organizza-
zione statale che governa sui 2,5
chilometri quadrati del territorio
che compongono lo Stato. Retto
da un Governatore, quasi sempre
un cardinale che risponde al Papa,
gestisce tutta la macchina buro-
cratica tipica di uno Stato: dai ser-
vizi (poste, telegrafi, telefoni), alla
manutenzione di strade e palazzi,
all’amministrazione del personale.
Solo che non impone nessun tri-
buto ai suoi cittadini: nessun cit-
tadino vaticano (poco meno di 2
mila persone) paga infatti tasse.
Per finanziarsi, il Vaticano punta
quindi su attività collaterali come
le emissioni filateliche e numi-
smatiche e sui biglietti d’ingresso
Uno stilista
dei musei. La Santa Sede è inve-
d’eccezione ce il cuore economico del Pon-
A sinistra, Guardie tificato. I suoi introiti non servono
svizzere, appena solo al funzionamento del Pon-
arruolate, schierate tificato, ma altresì vengono utiliz-
per il giuramento. zati per aiutare le chiese più pove-
Costituiscono re. La Chiesa universale, infatti,
l’esercito dello economicamente è indipendente
Stato Vaticano e, dalla Santa Sede. Sono infatti le
secondo la varie Diocesi che costituiscono le
tradizione, la loro entità economiche che gestiscono
divisa fu disegnata il flusso di denaro necessario al
da Michelangelo. suo funzionamento.
Per il bene dell’anima una firma sul 740 con la finalità di
provvedere all’
comprende inoltre un rilevante
patrimonio immobiliare, gestito
L' Istituto centrale
per il sostenta-
come Generali, Cre-
dito italiano, Comit e
effettivamente alla
Chiesa nel 1990, che
amministrazione
dei beni affidati-
tramite sette società, e importanti
pacchetti azionari: dall’Ambro-
mento del clero, con-
trollato dal presidente
Alleanza. Nel 1996,
però, il patrimonio do-
fu una cifra più alta.
Le spese dell’istituto
gli e alla molte- veneto alla Banca del Gottardo,
plici esigenze in dalla Oerlikon alla Nestlè.
della Conferenza epi-
scopale italiana (Cei),
vrebbe crescere an-
cora. In quell’anno, in-
riguardano soprattut-
to gli stipendi per i
tutto il mondo di
Camillo Ruini, è il fatti, lo Stato dovrà quasi 40 mila sacer- una tale com- Oboli da tutto il mondo.Terzo
braccio finanziario versare alla Cei la dif- doti italiani, le pen- plessa gestione». elemento della triade che gestisce
della stessa Confe- ferenza tra i 406 mi- sioni per quelli che ne naria. La prima cura in particolare di comprare pacchetti azionari di Indicato spesso come una vera e i soldi della Santa Sede è una sorta
renza e quindi della liardi versati come hanno diritto, le impo- l’amministrazione del personale società che costruiscono armi o di propria banca, lo Ior è in realtà di colletta internazionale: il cosi-
Chiesa italiana. Nel anticipo dell’8 per mil- ste sugli immobili e le delle istituzioni che fanno capo a aziende farmaceutiche che produ- un’amministrazione fiduciaria, una detto Obolo di San Pietro, che por-
suo bilancio conflui- le e quanto i conti- spese per la loro ma- essa (oltre 1.500 addetti), la pre- cono pillole anticoncezionali. Un sorta di agenzia che accoglie e ta ogni anno nelle casse vaticane
scono quelli dei 220 buenti destinarono nutenzione. disposizione dei bilanci, la conta- altro limite rigidamente osservato è amministra fondi per conto di circa 60 miliardi di lire. L’Obolo
istituti diocesani ita- bilità e la gestione di parte del pa- quello relativo all’ entità dei pac- terzi. La funzione originaria del- partì su iniziativa dei cattolici fran-
liani. trimonio immobiliare. A questa chetti azionari acquistati di ogni l’Istituto era quella di amministra- cesi nel 1870, dopo la soppressione
L’istituto ricava le sue sezione dell’Apsa fanno capo tutte singola società: mai quote superio- re fondazioni, legati, carità, inizia- dello Stato Pontificio. L’iniziativa
risorse dalle offerte
volontarie dei fedeli, quelle attività promozionali (la ra- ri al 7 per cento, come stabilito a tive religiose. Successivamente tendeva a raccogliere fondi per
dall’8 per mille sul dio vaticana, il giornale quotidiano suo tempo da Paolo VI. cominciò a ricevere depositi da isti- aiutare il Papa che era stato pri-
gettito sul reddito del- L’osservatore romano, la libreria tuti religiosi e ordini ecclesiastici. vato delle risorse del territorio
le persone fisiche che e la tipografia) che contribuisco- Il forziere nel torrione. Il gran- L’ammontare dei fondi gestiti dello Stato. Si estese quindi ai
i contribuenti cattolici no in buona parte al deficit: radio de forziere della Santa Sede è però sotto le varie forme si aggira sui 5 Paesi di lingua inglese con il nome
decidono di devolvere e quotidiano perdono insieme 35 lo Ior (Istituto per le opere di reli- mila miliardi e lo Ior per il suo di Peter’s pence e poi in quelli di
alla loro Chiesa e dal miliardi l’anno. gione), fondato da Leone XIII nel lavoro ha un utile di circa 50 mi- lingua tedesca come Peter pfen-
patrimonio di case ed La sezione straordinaria è il mini- 1887. All’inizio ebbe un generico liardi. Con questi soldi l’istituto co- nig. Grazie al suo introito, al quale
edifici delle diocesi. stero delle Finanze. Il suo patrimo- compito di gestione del patrimonio pre le proprie spese di gestione, si aggiungono le contribuzioni del-
In totale sono circa
700 miliardi l’anno nio è all’incirca di 1.500 miliardi, della Chiesa e delle opera di carità. mentre destina quanto rimane di- le diocesi di tutto il mondo (circa
che l’istituto investe, costituito da immobili, titoli e Nel 1989 un documento di Gio- rettamente al Pontefice. Ma l’en- 70 milioni di dollari) si ottengono i
per farli rendere, an- anche oro. Gli investimenti sono vanni Paolo II definì però lo Ior tità del tesoro racchiuso nei for- fondi per ripianare il deficit annua-
che in titoli azionari, Il modello 740 per dichiarare i redditi. effettuati con grande prudenza e i come «ente centrale della Chiesa zieri del torrione di Nicolò V in le della Santa Sede. ■
responsabili evitano accuratamente Cattolica, privo di fini di lucro e Vaticano (dove lo Ior ha sede) Enrico Gallino
Focus 97
Il Vaticano e la Chiesa
Sopra, la liberalità
(particolare del
monumento a
Papa Leone XI).
A destra, un
sacerdote davanti
alla sua chiesa.
Quando il prete
è un manager
I
n ogni Paese l’organizzazio-
ne, il funzionamento e quindi
anche l’attività economica delle
diocesi e delle parrocchie
deve basarsi sulle leggi che sono
in vigore in quello Stato. La diocesi
riunisce tutte le parrocchie di una
provincia e la parrocchia è l'entità
di base della Chiesa nel territorio.
In Italia, ogni diocesi e ogni par-
rocchia è un organismo che dal
punto di vista economico deve reg-
gersi in piedi da solo. Gli introiti
principali oggi sono costituiti dalle
offerte dei fedeli e dal famoso 8
per mille dell’imposta sui redditi
delle persone fisiche che ogni con-
tribuente può destinare alla Chiesa
cattolica. Fino a qualche tempo fa,
diocesi e parrocchie vivevano dei
contributi che lo Stato versava loro
ogni anno. In particolare, lo Stato
versava a ogni parrocchia la “con-
grua”, che serviva soprattutto per
il mantenimento del sacerdote.
Oggi, invece, il sacerdote riceve
uno stipendio di circa 2 milioni al
mese dalla Conferenza episcopale.
Non è questo, però, l’unico in-
troito delle parrocchie. Molte di-
spongono di un patrimonio immo-
biliare o agricolo accumulato nei
secoli che dà reddito. Inoltre, la par-
rocchia svolge per i fedeli alcuni
servizi a pagamento: battesimi e
altri sacramenti, messe di suffragio.
Poiché esistono parrocchie ric-
che e parrocchie povere, se gli in-
Focus 98
troiti non bastano per tutte le atti-
vità, il parroco può darsi da fare
per incrementare le entrate. Può
organizzare attività culturali a
pagamento, come i cinema parroc-
chiali, pellegrinaggi, vendite di be-
neficenza. Se anche in questo mo-
do la parrocchia non ce la fa a so-
pravvivere, interviene la diocesi
che può prelevare fondi dalle sue
attività economiche: immobili,
scuole e convitti, pubblicazioni
religiose. La diocesi si fa carico an-
che delle spese per la manutenzio-
ne straordinaria della chiesa.
Se la parrocchia è appena appe-
na qualcosa di più di una povera
chiesa di campagna, è bene che il
sacerdote, oltre a leggere il bre-
viario, passi anche qualche ora su
Aiuti al Terzo mondo Sotto, un missionario con i suoi fedeli. Gli
aiuti alle missioni sono uno degli impegni maggiori dei cattolici italiani.
dei buoni manuali di diritto ammi-
nistrativo, tributario, societario.
Per la legge, la parrocchia è una
"persona giuridica", proprio come
un'impresa o una società, e deve
essere iscritta nel registro, appun-
to delle persone giuridiche, che si
trova nella cancelleria del tribuna-
le. Lì si può vedere chi è il sacer-
dote che la rappresenta di fronte
alla legge e dove è la sede legale.
Come persona giuridica, la par-
rocchia deve tenere i conti secondo
precise norme. Tutti gli introiti de-
vono confluire in un’unica cassa e
essere registrati nel libro delle en-
trate e delle uscite. Il parroco tiene
anche i registri per l’amministra-
zione dei beni parrocchiali, l’inven-
tario del beni immobili e dei beni
Soldi e
devozione
Sopra, un’immagine
tradizionale del
folklore religioso
italiano: il
Crocifisso coperto
di offerte.
Sotto, anche i ceri
sono occasione
per le elemosine.
culturali. Gli tocca anche prepara-
re ogni anno un rendiconto con-
suntivo di quello che la parrocchia
ha incassato e speso e un preven-
tivo, sempre delle entrate e delle
uscite, per l’anno successivo, che
deve essere approvato dal vescovo
e anche i parrochiani hanno diritto
di sapere come va la situazione e-
conomica della loro chiesa.
Per fortuna, come ogni buona
azienda, ha diritto anche al suo
consiglio di amministrazione: è il
consiglio parrocchiale per gli affa-
ri economici. I componenti li sce-
glie il parroco, che resta sempre il
responsabile di tutta l’amministra-
zione, ma essi collaborano con lui
nella conduzione dell’azienda-
chiesa: tenuta dei conti, decisioni
sulle spese e sulle iniziative da
prendere, scelta dei fornitori.
Infine, anche la parrocchia deve
dare a Cesare quel che è di Cesare,
deve cioè pagare le tasse. Non su
tutte le sue attività economiche
perché, come dice la legge, “è un
ente non commerciale”. Non le pa-
ga sulle offerte dei fedeli, sulle atti-
vità di culto, di assistenza e benefi-
cenza, ma se gestisce una scuola o
un cinema, deve pagare l’Iva. E de-
ve pagare l’imposta sul reddito
delle persone giuridiche e le impo-
ste sugli immobili se ricava redditi
da attività commerciali, da capita-
li investiti, da terreni o da edifici, e-
sclusa la chiesa vera e propria.
Tecnologia - Testimoni oculari, basi nel deserto, dettagliate ana lisi tecniche: è questo il nuovo aereo spia americano?

Prima missione:
guerra del Golfo
L'Aurora
invisibile
Ecco l’Aurora, in una
ricostruzione fatta
sulla base delle attuali
osservazioni:
volerebbe a 40 mila
metri di quota e sarebbe
quattro volte più veloce
del francese Concorde.

Come un vero
astronauta
Un pilota di U-2, nella
tuta pressurizzata
necessaria durante
i voli. Abitacoli
o tute pressurizzate
cominciano a essere
indispensabili già
quando si superano
i 3 mila metri di quota.

Davanti, dietro, di fianco: ecco l'aereo più veloce del mondo

Di fronte: si notano Dal retro: i grandi ugelli Di fianco: lo speciale

le bocche di aspirazione del motore a razzo profilo che comprime l’aria

Focus 100 Focus 101

 metano
liquido
Per metà jet, le addirittura agli anni Sessanta,

Ali tradizionali per metà razzo Due motori in uno: razzo turbopompa quando Fred Billig, della Johns
Hopkins University, progettò un
Di nuovo l’Aurora: può
raggiungere ogni punto e statoreattore ossigeno motore che univa le caratteristi-
ostacolerebbero del mondo in tre ore.
E in più, a differenza del S i chiama motore a
ciclo combinato, ed è
combustibile, aumenta
l’energia con cui il meta-
liquido che di un razzo e quelle di uno sta-
toreattore, garantendo la massima
il volo, a oltre famoso X-15, che volava
negli anni Sessanta, non
deve essere portato in
un incrocio tra razzo e
statoreattore. Alla par-
tenza, il metano liquido
no fa girare il compres-
sore, e quindi aumenta
la quantità d’ aria verso
sistema razzo
efficienza a tutte le velocità, da
zero a migliaia di chilometri all’o-
ra. Il motore Billig è infatti sostan-
seimila chilometri all’ora quota da un altro aereo. fa girare la turbina e
viene inviato agli ugelli
gli ugelli: così l’ossigeno
liquido si può ridurre pro- aria
zialmente uno statoreattore, vale a
dire un tubo nel quale l’aria en-
dove esplode, provocan- gressivamente fino a iniettore trante viene compressa e poi espul-
do anche una maggiore zero. A poco a poco an-

E’
diverso da qualsiasi
velivolo conosciuto.
Può fare il giro del
mondo in sei ore, an-
dare da Milano a Palermo in meno
di 20 minuti. Il nome in codice è
Aurora, e forse è già stato utiliz-
zato in missioni belliche durante
la guerra del Golfo. A sentire poli-
tici e militari, però, non esiste: «Le
mie fonti nei servizi segreti dicono
che non è allo studio nessun pro-
totipo del genere», ha affermato
John Glenn, ex astronauta e ora
senatore democratico dell’Ohio.
Ma ormai troppi indizi conferma-
no che Aurora, il nuovo aereo spia
statunitense, è una realtà.
La prima testimonianza è di
Chris Gibson, un ingegnere petro-
lifero inglese, che nell’agosto del
1989 avvistò dalla piattaforma di
Galveston Key, sul mare del Nord,
un aereo che non riuscì a ricono-
scere. Trattandosi di un volonta-
rio del Royal observer corps (un’
organizzazione ausiliaria specia-
lizzata nell’avvistamento e nell’i-
dentificazione di aerei), il suo rap-
porto è certamente degno di in-
teresse. «Era un velivolo triango-
lare, con un angolo al vertice di
circa 75 gradi», dichiarò Gibson.
«Dal confronto con i bombardieri
F111 che gli volavano vicino du-
rante il rifornimento in volo direi
Itecnologico.
n aeronautica la velocità è
il fulcro di ogni progresso
sa a velocità maggiore, grazie alla
aspirazione dell’aria dalla che il metano non viene
presa principale. La spin- più inviato ai motori a entrata combustione e all’espansione del
aria alla metano carburante iniettato. Gli stato-
ta iniziale prodotta dal razzo, ma solo agli iniet- turbina liquido
metano non è però suffi- tori, dopodiché gli ugelli (chiuso)
reattori, però, non forniscono nes-
ciente per il decollo: così vengono ritratti e la pre- turbopompa suna spinta alle basse velocità. La
viene inviato agli ugelli sa d’aria ausiliaria viene propulsione iniziale viene quindi
anche ossigeno liquido. chiusa: il motore diventa fornita da un gruppo retrattile di
A questo punto il metano uno statoreattore puro, ossigeno
liquido ugelli, simili a quelli di un razzo, e
viene immesso anche cioè un tubo strozzato da una turbina collegata a una
attraverso gli iniettori nel quale l’aria entrante presa d’aria supplementare.
dello statoreattore, an- viene prima compressa sistema
che se gli ugelli sono e poi, grazie alla combu- razzo retratto
In segreto nel deserto sempre in azione. Anzi, il stione del metano, e-
Sotto la “pelle”
La base sperimentale di Groom riscaldamento della su- spansa ed espulsa a dell’aereo scorre
Lake, nel Nevada: si intravede perficie esterna dell’aereo, velocità maggiore di aria il carburante
la pista, lunga dieci chilometri. sotto la quale circola il quella iniziale. iniettore
Il combustibile dev’essere ad al-
che era lungo 27 metri, e aveva un’ tissima energia, cioè metano o i-
apertura alare di 15 metri». si svolge oltre Mach 5, vale a dire a drogeno liquido, oppure uno spe-
Una struttura molto simile era più di 5 mila chilometri all’ora. In ciale tipo di cherosene, come il
stata proposta dalla McDonnell simili condizioni le ali sarebbero JP-7 usato per il Blackbird. Ma a
Douglas negli anni Ottanta per soltanto un freno, e l’attrito con velocità ipersoniche il carburante
vari tipi di aerei ipersonici, civili e l’aria le danneggerebbe rapida- deve servire anche per il raffred-
militari. «Settantacinque gradi è mente. Ecco il perché della forma damento: senza un adeguato raf-
l’angolo giusto per un aereo iper- triangolare: è l’unica in grado freddamento, infatti, le parti espo-
sonico a fusoliera portante», con- di sostenere l’aereo alle basse ste per prime al flusso dell’aria
ferma Paul Czysz, professore di velocità, senza ostacolarlo nel volo (muso, bordi anteriori del triango-
Ingegneria aerospaziale all’uni- Aereo ipersonico. lo) supererebbero i mille gradi, de-
versità di Saint Louis. “Fusoliera acrobata I primi modelli di fusoliera por- teriorando i pur resistentissimi ma-
portante” significa che non sono L’abitacolo tante vennero sperimentati negli teriali a base di titanio e ceramiche
le ali a reggere in aria l’aereo, ma dell’X-29, anni Sessanta sugli X-24 della Mar- appositamente sviluppati per
tutto il suo corpo centrale. un altro aereo tin Marietta, e i risultati furono ap- l’Aurora. Si può dunque escludere
Ma che senso ha eliminare le sperimentale: plicati sulle navette spaziali. Lo che il carburante usato sia il che-
ali? La risposta è che, escludendo il può sollevare space shuttle, però, utilizza la fuso- rosene, semplicemente perché non
decollo, l’atterraggio e il riforni- il muso ad angoli liera solo per planare nella fase del assorbe abbastanza calore. Rimar-
“impossibili”.
mento in volo, la maggior parte rientro, mentre l’Aurora deve rebbero il metano e l’idrogeno.
della vita operativa di questo aereo sfruttarla anche per il decollo e per «Questo aereo utilizza certamente
EDWARDS le manovre negli strati bassi dell’ il metano liquido, che è tre volte
AIR FORCE atmosfera. E’ proprio durante il più denso dell’idrogeno e permet-
BASE decollo che si incontrano invece le te di avere serbatoi più piccoli»,
La corsa alla velocità, oltre il muro del suono maggiori difficoltà, e infatti l’Au- sostiene Czysz.
rora deve ricorrere a una tecnica All’avviamento, il metano liqui-
pongono lunghe corse di
decollo, e quindi piste d’ac-
Macchi-Castoldi MC72 rag-
giunge i 709 km/h, un re-
rie X venivano trasportati in
quota da un aereo madre e molto particolare per riuscire a sol-
levarsi in volo: durante l’iniziale
do pompato attraverso condotti
che scorrono sotto la superficie

RA
Ecco perché, ne- qua: alta velocità è sinoni- cord tuttora valido per gli i- quindi sganciati. Il primo su-
gli anni, i record si sono suc- mo di idrovolanti. Il primato drovolanti a pistoni. personico ufficiale è quindi corsa sulla pista, non appena la dell’aereo si trasforma in gas, fa-

'AURO
ceduti senza interruzioni. viene conquistato nel 1931 1936-1945. Nel corso della l’F100, e il primo bisonico fusoliera si inclina di 30 gradi verso cendo girare la turbina e quindi il
1920-1935. In questo pe- dal Supermarine S6B (657 guerra i primi aerei a reazio- (Mach 2) è l’americano Santa LOS ANGELES l’alto, si formano ai suoi lati due compressore, che comprime l’aria

DELL
riodo i limiti tecnologici im- km/h), e nel 1935 l’italiano ne superano gli 850 km/h, F104 (2260 km/h nel 1958), Cruz potentissimi vortici che spingono della presa ausiliaria e la invia, as-
e nel 1941 l’aereo-razzo con il quale la francese Jac- l’aereo ancora più in alto. Questo sieme al metano, agli ugelli. Que-

OLO
Messerschmitt 163 tocca i queline Cochrane stabilisce modo di produrre la portanza, cioè sta miscela viene accesa ed esplo-
1000 km/h. anche il record femminile. Il

1946-1960. Quando l’ae-
reo americano P80 supera
DEL V
record assoluto lo stabilisce la forza che lo sostiene, provoca de: altra aria viene risucchiata, e il
comunque uno degli aerei Santa
però una grande resistenza: la corsa ciclo si ripete. Sarebbe questo fun-
dell’aereo è interminabile, si parla zionamento ciclico a produrre il

ORSO
ufficialmente i 1000 km/h, della serie X, quello cono- Catalina
inizia l’assalto al muro del sciuto come X-15, con di piste lunghe almeno dieci chilo- caratteristico rumore pulsante, a
suono (il cosiddetto Mach 6700 km/h raggiunti però metri. Dopo aver spiccato il volo, bassa frequenza, udito a più ripre-

1, che a un chilometro di al-
In alto, l’SR-71, detto tezza corrisponde a 1050
Blackbird, durante un km/h). Lo infrange nel 1947
rifornimento in volo. il Bell X-1, ma il record non
A destra, il Bell X-1. viene omologato perché gli
aerei sperimentali della se-
solo alla potenza massima
e per un breve periodo.
1961-1993. Un SR-71
Blackbird stabilisce nel
1976 il record a tutt’oggi
valido: 3530 km/h.
PERC
invece, il velivolo è sostenuto dal
SAN DIEGO flusso dell’aria sotto la fusoliera.
Ma come raggiunge una veloci-
Il volo dell’Aurora: un terremoto nel cielo tà pari a sei volte quella del suono?
L’impronta di un “velivolo sconosciuto”, registrata dai sismografi Il trucco è quello di “cambiare”
motore a poco a poco. L’idea risa-
se nei dintorni delle basi di Beale
ed Edwards, in California, e di
quella ultrasegreta di Groom Lake,
nel deserto del Nevada. Dice di
averlo sentito anche James Goo-
dall, fotografo e appassionato di

▼
il 30 gennaio 1992 dall’Istituto geologico della California.

Focus 102 Focus 103

 Anche se ogni esemplare costa 1500 miliardi, il pro getto Aurora non assorbe tutte le risorse dell’Aeronautica:
sembra che esistano altri tre prototipi segreti
aerei, che sfida da anni le pattuglie
▼
di sorveglianza nel tentativo di arri-
vare il più vicino possibile a Groom
Lake e catturarne i segreti. «Quel
suono pulsante è così intenso che lo
si sente anche nelle ossa, già a 30
chilometri di distanza».
A bordo anche una
tonnellata di
macchine fotografiche
Quando la velocità arriva a circa
Mach 2, la propulsione a razzo è
sostituita da uno statoreattore pu-
ro, che permette all’Aurora di rag-
giungere addirittura Mach 6 e
forse Mach 8. Una simile velocità
massima raddoppierebbe il record
del Lockheed SR-71, il precursore
dell’Aurora, soprannominato per
il suo colore Blackbird, uccello ne-
ro. Usato per lo spionaggio, questo
aereo ha sorvolato furtivo e im-
prendibile tutti i punti caldi del
globo, da Cuba alla Libia, dall’Iraq
alla Cina. Molti Paesi, soprattutto
nel Medio Oriente, hanno cercato
di intercettarlo con gli altrettanto
famosi MiG 25 Foxbat sovietici,
ma gli agguati sono andati tutti a
vuoto. Nonostante queste sue in-
credibili prestazioni, nel 1990 il
Blackbird è stato messo in pensio-
ne. Perché? Ufficialmente, per
risparmiare 450 miliardi: da quel
momento in poi, si disse, ogni ope-
razione di sorveglianza sarebbe
stata affidata ai
satelliti. Il Con-
gresso Usa non e-
ra d’accordo, ma l’Ae-
ronautica insistette. Forse
perché era già pronto un
sostituto, vale a dire l’Aurora?
Di questo sostituto, ufficialmen-
te inesistente, si conoscono addi-
rittura i costi: circa 1500 miliardi
per un esemplare, più qualche mi-
liardo per ogni missione (far vola-
re una flotta di sei SR-71 costava
400 miliardi all’anno). Molto co-
stose anche le strumentazioni. A
bordo dovrebbe trovare posto
almeno una tonnellata di apparec-
chiature fotografiche all’infrarosso,
e speciali radar (detti “ad apertura
sintetica”) collegati con un com-
puter, in grado di generare imma-
gini dettagliate quanto una foto-
grafia anche di notte o con cielo
coperto. La qualità delle riprese
viene controllata da un operatore
ai sensori, che seleziona le imma-
gini da inviare via satellite alla
Focus 104
base. L’altro membro dell’equi-
paggio è il pilota, ma ce n’è anche
un terzo: il computer. Il mondo
esterno, infatti, è visibile al pilota
soltanto attraverso una telecamera
e una serie di dati numerici.
Una curiosità: l’Aurora sarebbe
stato progettato e costruito negli
stabilimenti segreti della Lockheed
di Burbank, i leggendari skunk
works (officine puzzola), da cui
proviene la maggior parte degli
aerei spia. Per esempio l’U-2 (il ca-
postipite, usato all’inizio della
guerra fredda), l’F-104 (un caccia
intercettore con eccezionali capa-
cità di salita e velocità) e l’F-117
(il famoso aereo Stealth, cioè invi-
sibile, protagonista della guerra del
Golfo). Tutti aerei “neri”, come
vengono chiamati i progetti che al-
meno parzialmente sfuggono al
controllo del Congresso Usa. In
un prossimo futuro, però, il patri-
monio di tecnologia accumulato
con questi velivoli militari potreb-
be spianare la strada anche a uno
sviluppo civile: l’Orient Express,
il progetto annunciato nel 1986 da
Ronald Reagan, che ha come o-
biettivo la costruzione di un aereo
passeggeri in grado di attraversare
il Pacifico in un’ora.
Maurizio Maggiore
Manta nera
Il suo soprannome è
Black Manta, e sembra
che ne esistano già
più di venti esemplari:
aerei subsonici
“invisibili” come
l’F-117, ma più grandi
e più silenziosi. La
notizia è contenuta
in un rapporto
della Federazione
scienziati americani.
Aereo madre
Sul deserto del Mojave è stato
avvistato un velivolo che ricorda
sia il Blackbird sia l’XB-70 (un
prototipo di bombardiere ad alta
velocità). L’ampia area piatta
sulla fusoliera potrebbe servire
al trasporto di un altro aereo.
■ avere un motore a
FfidanoinoCinquanta,
all’inizio degli anni
gli Usa af-
le loro ricognizioni
in territorio sovietico ai
bombardieri B-29, B-50
e B-36 modificati, parti-
colarmente vulnerabili
agli attacchi di caccia av-
versari. Nel 1957 diven-
ta operativo l’U-2: due ali
lunghe e strette gli con-
sentono di volare a più
di 22 mila metri di quota,
cioè oltre il raggio degli
intercettori sovietici del-
l’epoca. Il pilota è allog-
giato in un abitacolo non
Spie del cielo: un'evoluzione senza soste
pressurizzato, con tet-
tuccio opaco, antiabba-
gliante, e alle sue spalle
si trovano le attrezzature
fotografiche ad alta riso-
luzione. Il motore è un tur-
bogetto, che diventa sem-
pre più potente nelle ver-
sioni successive. Nel
1963, quando la produ-
zione termina, ne sono
stati costruiti circa cento
esemplari.
Nel 1964 entra in servi-
zio l’SR-71 Blackbird,
che sostituisce l’U-2, di-
ventato ormai troppo vul-
Seme di zucca
Una sagoma piatta,
a forma di diamante
e luminosissima.
Così recitano i
rapporti di vari
osservatori che
avrebbero visto
il velivolo l’anno
scorso, sul deserto
del Texas. Un aereo
del genere, secondo
gli esperti, potrebbe
combustione esterna.
In teoria, il volo
sarebbe controllato
dosando la quantità
di combustibile
agli ugelli, e così
l’aereo potrebbe
essere senza pilota.
nerabile ai missili terra
aria. Tra le innovazioni:
fusoliera portante, siste-
ta da astronauta. Nel ca-
rico, oltre alle normali at-
trezzature di rilevamen-
me esploratore indipen-
dente nelle missioni più
pericolose. Nel 1990 tut-
ma di raffreddamento to, il Blackbird può tra- ti i Blackbird vengono riti-
che sfrutta il carburante, sportare anche il GTD- rati dal servizio: il loro po-
uso di materiali in grado 21: un aereo radioco- sto viene preso, ufficial-
di assorbire gli impulsi mandato, utilizzabile co- mente, dai satelliti.
radar, e resistentissime
leghe di titanio. Oltre,
naturalmente, a una ve-
locità che lo mette al si-
curo dalle intercettazioni
nemiche. Pilota e opera-
tore sono alloggiati in un
abitacolo pressurizzato,
e indossano come misu- L’ultima versione dell’U-2, da aereo spia a
ra precauzionale una tu- ricognitore. Era stato ribattezzato Dragon lady.
Focus 105
L' incontro - Giorgio Celli
Salviamo le ba lene
(e le zanzare?)
Adorati come dèi oppure disprezzati come cose:
da millenni il nostro rapporto con gli animali oscilla tra
questi due estremi.
E
tologia delle api e poesia
francese, ecologia appli-
cata all’agricoltura e tea-
tro, difesa della natura e
letteratura. Da trent’anni, la vita
del professor Giorgio Celli, diret-
tore dell’istituto di entomologia
agraria dell’università di Bologna,
si muove con periodiche oscilla-
zioni tra questi interessi e passioni.
“Come un militare di carriera”, se-
condo la sua stessa definizione,
dopo la laurea in agraria, nell’uni-
versità ha salito uno per uno tutti i
gradini, cominciando negli anni
Sessanta con una borsa di studio.
Nel frattempo ha anche militato
in uno dei principali gruppi italiani
di avanguardia letteraria, il Gruppo
‘63, ha scritto alcune commedie,
due rappresentate al festival di
Spoleto, e alcuni romanzi, l’ultimo
dei quali un giallo, Sotto la quercia.
Sua l’idea di creare la Biofabbri-
ca di Cesena. Funziona ormai da
alcuni anni e vi si allevano insetti e
organismi da usare nei campi al
posto dei tradizionali pesticidi, per
combattere altri organismi danno-
si alle colture. L’ultima sua inizia-
tiva ha anch'essa lo scopo di limi-
tare l'aggressione della chimica
contro la natura: è la creazione di
un centro di studi sui rapporti tra
agricoltura e difesa dell’ambiente a
Crevalcore, in provincia di Bo-
logna. Vi si studiano in particolare
le tecniche di limitazione biologica
della diffusione delle zanzare, da
applicare in futuro nel costituendo
parco naturale del Po.
«I primi risultati sono incorag-
gianti», dice. «Il nostro obiettivo è
quello di trovare il modo per ridur-
re questi insetti a un livello accet-
tabile per l'uomo senza farli però
sparire completamente».
Indipendente dall’uomo
Celli nella sua casa: “Il gatto è l’unico mammifero
addomesticato che non riconosce l’uomo come capo”.
La società
delle api
A destra, il
professor
Giorgio Celli,
57 anni,con
alcuni suoi
collaboratori
nella facoltà
di agraria di
Bologna. Nel
suo istituto
si svolgono
ricerche sul
comportamento
sociale delle api.
Veleni
sui fiori
A sinistra,
Giorgio Celli
esamina alcuni
contenitori
di insetti.
“Le api sono un
ottimo mezzo
per studiare
la diffusione
dell’inquinamento,
perché ne portano
con sé le tracce”.
Come è nato il suo amore per Ma perché dovremmo proteg-
gli animali? gere perfino le zanzare?
Lo faccio risalire a un episodio Perché come larve sono cibo per
della mia infanzia quando, in cam- i pesci, come insetti adulti sono ci-
pagna, mi capitò di entrare in casa bo per gli uccelli. La loro scom-
di una contadina mentre lei allat- parsa lascerebbe vuota una nicchia
tava il suo bambino. Poco prima ecologica, interromperebbe una
avevo osservato a lungo la nostra catena alimentare e questo com-
gatta mentre faceva lo stesso con i porterebbe dissesti gravi nell’equi-
suoi gattini. Fu una sensazione librio della natura. Anche le zanza- Merito di Darwin
lacerante pensare che anch’io ero re sono utili, se non direttamente La frase “l’uomo discende
stato nutrito allo stesso modo. Ma per l’uomo, certamente per l’eco- dalla scimmia”, udita
scoprii anche questa comune ap- nomia generale del mondo e quin- per caso da ragazzo, spinse
Celli a leggerei primi
partenenza al mondo dei mammi- di, alla fine, anche per l’uomo. Lo libri di biologia e zoologia.
feri, questa parentela biologica fra stesso vale per ogni insetto che noi
noi uomini e gli animali. magari consideriamo fastidioso.
▼
Focus 107
Non confondiamo la zoofilia
con l’ecologia: essenziale
è proteggere
gli animali che
non si allevano
C’è chi dice che non bisogna
▼
uccidere nemmeno gli agnelli.
Un momento, distinguiamo be-
ne tra crudeltà ed ecologia. La pri-
ma è un fatto personale, attiene al-
la zoofilia, la seconda riguarda l’e-
quilibrio della natura. Anch’io non
sopporto la crudeltà verso gli ani-
mali, ma qualche volta mangio la
carne. Non amo i cacciatori, per-
ché l’arma dà all’uomo un potere
che altrimenti non avrebbe, un
potere che per me è ignobile, ma
sono a favore dell’esistenza di a-
ziende agro-venatorie, dove i capi
abbattuti sono sempre
meno di quelli allevati e
immessi nella riserva.
L’agnello, come il fagia-
no o la mucca, è riprodu-
cibile, la balena no. Il mio
timore è che le specie mi-
nacciate scompaiano defi-
nitivamente.
Però oggi sembra
esserci molto amore
per gli animali.
Per l’animale domestico, conso-
latore, che non disturba troppo,
forse sì. Infatti aumenta il numero
dei gatti e diminuisce quello dei
cani, perché il gatto pone meno
problemi, non è un animale socia-
le, non ha bisogno di essere porta-
to a spasso. Al contrario del cane o
del cavallo, non ha bisogno di un
capo branco, cioè dell’uomo.
E’ sempre stato così compli-
cato il rapporto tra noi e le
bestie?
L’uomo è un animale doppio, si
porta sempre dentro una contrad-
dizione fra biologia e cultura. Da
una parte riduce gli animali a sem-
plici cose, dall’altra considera gli
animali consiglieri, guide dell’ani-
ma, dèi, o li coccola in maniera ec-
cessiva. Nel primo caso prevale la
spinta all’aggressività che ci por-
tiamo dentro fin dalla prima com-
parsa dell’uomo sulla Terra, nel
secondo la cultura che l’uomo ha
elaborato e accumulato nel tempo
(e che secondo me è anch’essa di
natura biologica). E’ il conflitto fra
ciò che siamo e ciò che vorremmo
essere, fra il desiderio di esercitare
Focus 108
La loro vicinanza aiuta a guarire
Sotto, Giorgio Celli: “Gli affetti da autismo
riescono a comunicare solo con gli animali”.
Il cavallo: “L’amore per
certi animali può essere
anche un segno di rimorso
dell’uomo verso di essi”.
Il cane: “Per questo Il bue: “Con l’uomo, scambio
antichissimo alleato dell’uomo, di protezione contro lavoro”.
la vita nei grandi centri
urbani comincia a farsi difficile”.
Il gatto: “E' un tipico esempio di
animale consolatore, la cui
diffusione è aumentata insieme
all'aumento della solitudine”.
senza limiti la nostra aggressività
e le regole che ci siamo imposte. La balena: “Sono nazisti della natura
E infatti, si spara alle cicogne e coloro che non si preoccupano della
allo stesso tempo psicologi e scomparsa di specie come questa”.
medici scoprono che la vicinanza
degli animali può aiutare a guarire E da allora nulla è cambiato? gusti idioti, come quello gastrono-
chi soffre di depressione o che le Noi diciamo che il cristianesimo mico dei giapponesi, disposti a
sanguisughe possono fornire medi- ci ha cambiati. Temo purtroppo pagare nei ristoranti prezzi salatis-
cinali utili contro l’ictus. che non sia così, temo che tutto simi per la carne di questi mam-
quello che abbiamo creato e che miferi, che per giunta è pessima.
Questo vale per tutte le ci- ci circonda sia soltanto una patina Non ho nessuna esitazione a dirlo:
viltà? posta sopra la vera natura dell’ questo dimostra che ci sono popo-
Secondo me noi siamo stati più uomo, che rimane nel profondo li che non vivono nemmeno il con-
colpevoli verso gli animali e la quella di trenta mila anni fa. Solo flitto tra spinte biologiche e spinte
natura di quanto lo sia stata qua- che allora l’uomo uccideva gli ani- culturali che in qualche modo re-
lunque altra civiltà. Basta pensare mali che gli erano necessari per so- gola il comportamento delle altre
alle grandi stragi di intere specie pravvivere. E purtroppo ho la sen- civiltà nei confronti della natura.
compiute in passato. Penso che la sazione che proprio in questo Si comportano come predatori
nostra sia una cultura prevalente- momento si stia tornando indietro dell’ambiente. Per ragioni così in-
mente zoofoba, che svaluta gli ani- sulla strada della protezione del- significanti rischiano di far sparire
mali. E’ successo quando ci siamo l’ambiente. una specie che fa parte dell’ anello
inventati che solo noi abbiamo della vita planetaria, che contri-
un’anima. Le profonde radici di Cosa glielo fa pensare? buisce alla stabilità del mondo e
questa strage sono nate sul monte La ripresa della caccia alle bale- alla sua complessità. E rendono
Sinai, dove i nostri progenitori al ne. E’ un esempio di caccia com- più debole l’equilibrio naturale del
cospetto di Dio si sono convinti pletamente inutile. Serve solo a mondo e avvicinano il momento del
che solo l’uomo, solo lui, ha un soddisfare l’interesse di piccoli collasso ecologico. ■
destino spirituale. gruppi o addirittura a soddisfare Franco Bordieri
Mondo
Vanno all'abbordaggio delle petroliere, svuotano I discendenti
di Sandokan
i cargo, sequestano yacht, uccidono alla minima reazione. Scafi vecchi
ma velocissimi:
a ogni assalto
Tecniche moderne per un'antica pratica

Pirati
partecipano una
trentina di
uomini armati.

L
a Baltimar Zephyr, una na-
ve danese con bandiera
delle Bahamas ed equipag-
gio ausutraliano, è stata as-
salita di notte, come sempre ac-
cade. Il profilo illuminato di Sin-
gapore era soltanto un luccicore
sull’orizzonte, appena velato dai
vapori equatoriali. I pirati si sono
arrampicati lungo le fiancate, reg-
gendosi ai grappini d’arrembag-
gio. Un drappo intorno alla fronte,
il coltello fra i denti, un kalashni-
kov in pugno. A bordo, hanno am-
mazzato il capitano John Bashford
e il suo secondo Teodolfo Pereja,
filippino. Poi hanno arraffato quel
poco che c’era (2800 dollari nella
cassa di bordo) e se ne sono anda-
ti: per più di un’ora il cargo è rima-
sto senza guida, in balia delle cor-
renti, nel tratto di mare più affolla-
to del mondo: nello stretto di Ma-
lacca passano anche duecento navi
al giorno, e solo la buona sorte ha
impedito una collisione.
La maggior parte
degli abbordaggi non
viene denunciata
Quando? Il 12 dicembre scorso.
Soltanto qualche mese prima,
nell’aprile 1992 e nello stesso luo-
go, la tragedia era stata sfiorata
sulla Valiant Carrier, una petrolie-
ra carica di 30 mila tonnellate di
greggio assalita da tre lance, con
quindici pirati a bordo. Gli ufficia-
li e gli uomini dell’equipaggio sono
stati percossi, perfino la figlia di
sette mesi del comandante è stata
ferita con una coltellata. «Sono
state lanciate anche bombe molo- Con il favore delle tenebre
tov. Se le fiamme avessero rag- Tramonto su un isolotto delle Sulu,
giunto il carico sarebbe stata una fra Borneo e Filippine. Una banda
sciagura, per la nave e per tutto attende l’oscurità, per andare all’assalto.
l’ambiente circostante», spiega Gli abbordaggi avvengono in genere
Mario Guidi, uno dei responsabili fra l’una e le quattro di notte.
per l’Italia dell’Itf, il sindacato
mondiale dei marittimi.
Che cosa succede? La bandiera
▼

Focus 110 Focus 111

Complicità a terra, e intercettazioni radio:
le vittime non sono mai scelte a caso
nera della pirateria è tornata a
▼
sventolare sui mari? «Altroché.
Negli ultimi dieci anni gli assalti
denunciati sono stati più di mil-
le.Una novantina solo nel 1992.
Con danni per oltre 320 miliardi
all’anno. Ma le denunce rappre-
sentano una minima parte del fe-
nomeno. La maggior parte degli
abbordaggi passa sotto silenzio.
Perché? Gli armatori non vogliono
che si faccia cattiva pubblicità alle
loro flotte, che le società d’assicu-
razione aumentino le tariffe, e che
gli equipaggi chiedano paghe pari
al rischio», risponde Eric Ellen, ex
comandante della polizia portuale
di Londra e da molti anni diretto-
re dell’Imb, International mariti-
me bureau, in pratica il primo cac-
ciatore di pirati del mondo. «Buona
parte degli assalti si verifica pro-
prio nei mari del sud est asiatico,
nello stretto di Malacca appunto, e
poi davanti a Singapore, nel mar
della Cina, intorno alle Filippine
e lungo le coste del Borneo».
Tutto è cominciato
con le aggressioni
ai vietnamiti in fuga
I registri dell’Imb sono, comun-
que, pieni di rapporti. Novembre
1990: il mercantile australiano Tnt
Express è svaligiato da pirati con il
volto coperto da maschere da tar-
tarughe Ninja. Agosto 1991: la por-
tacontainer Springstar, carica di
materiale elettronico, è assalita da
venticinque persone, il coman-
dante viene ucciso. Novembre
1991: abbordaggio della petroliera
Eastern Power. Marzo 1992: tocca
all’Australian Star, nel mar Cinese
meridionale. L’equipaggio viene
imprigionato, e il capitano costret-
to ad aprire la cassaforte. Agosto
1992: venti pirati armati di M 16
s’impadroniscono della Negara
Ocean, portano via 50 mila dollari
e l’intero carico, trasferito su chiat-
te. Sono duecento tonnellate di
prodotti elettronici, moto, tessuti,
birra. Due mesi fa, l’ultimo assalto
alla petroliera Galahad.
Quando è iniziato tutto ciò?
«Storicamente, questa è sempre
stata una zona battuta dai pirati»,
risponde Ellen. «Il traffico da O-
riente a Occidente ha sempre do-
vuto passare per questi stretti, fra
arcipelaghi poco popolati e incon-
trollabili fin dal IV secolo dopo
Cristo, quando transitavano i con-
Focus 112
Il piccolo porto di Bongao, nel sud delle Filippine. Con Zamboanga e
Semporna (Borneo) è uno dei principali covi della pirateria orientale.
La marcia nella savana, dopo una notte in mare. Nel gennaio 1993, nel mare
delle Filippine, al largo di Luzon, sono state assalite sette navi mercantili.
vogli carichi di spezie e di tessuti».
Nell’Ottocento fu la flotta inglese
a presidiare queste acque, poi ven-
nero gli americani. Di fatto la pira-
teria non è mai stata sconfitta, ma
fino agli anni Ottanta la sua attività
era diventata sporadica. «Poi c’è
stata la tragedia dei boat people in
fuga dal Vietnam: non solo i pirati,
ma anche i pescatori malesi o filip-
pini si sono accorti di quanto fosse
facile assalire quelle barche stra-
cariche e depredare i disperati che
erano a bordo».
I dati? Oltre 1400 fuggiaschi
sono stati uccisi, più di duemila
donne violentate, 600 di queste,
anche giovanissime, rapite e riven-
dute chissà dove e a chissà chi. Da
allora la pirateria nell’intera area
ha ripreso forza, e dalle barche dei
boat people si è passati ai pesche-
recci, poi alle navi più grandi, alle
Una scorta
illegale
Pirati scortano un
battello di lavoratori
clandestini. Spesso
però anche questi
ultimi si trasformano
da protetti in preda.
Un problema mondiale
Nella cartina qui sopra le
altre aree del nostro piane-
ta particolarmente infestate
dai pirati, oltre a quelle del
sud est asiatico. Le zone
attualmente più pericolose
sono quelle dell’Africa occi-
dentale, davanti ai porti di
Lagos, di Abidjan oppure di
Freetown (in Sierra Leone,
dove di recente è stato
assalito anche un pesche-
reccio italianio d’alto mare).
Pirati in un carcere di Mindanao, in attesa di processo. Solo negli Qui i predoni assaltano so-
ultimissimi anni, però, la lotta nei loro confronti è diventata reale.
prattutto le navi in rada, in
attesa di sbarcare il carico,
e hanno spesso addirittura
la complicità delle autorità
locali. Altre zone a rischio:
le acque libanesi (dove le
milizie, che si contendono
il potere a terra, riescono a
dirottare fra Beirut e Tripoli
decine di navi, depredan-
done il carico, poi venduto
alla borsa nera), la baia di Una banda di predoni dei Caraibi:
fronte a Rio de Janeiro, i a essere presi di mira sono soprattutto
Caraibi.
Il mare della paura
Le aree del sud est asiatico dove
avvengono gli abbordaggi.
Molte isole, spesso disabitate,
offrono rifugio ai pirati in fuga.
gli yacht carichi di turisti europei.
portacontainer e alle petroliere.
I pirati impiegano tecniche anti-
che, aggiornate grazie alla tecno-
logia. Non scelgono a caso la nave
da abbordare, per esempio: hanno
informatori nel porto di Singapore,
di Kuala Lumpur, negli scali indo-
nesiani. Oppure intercettano le co-
municazioni via radio, fra le navi e
le autorità portuali.
Non ci sono soldi?
Si rapisce l’equipaggio
e si chiede il riscatto
Quando assalgono una nave,
sanno già quello che troveranno a
bordo e hanno già un compratore
per il bottino (in genere le Triadi,
cioè le grandi mafie cinesi, che
controllano buona parte dell’eco-
nomia del sud est asiatico). Se il
carico non corrisponde alle loro
attese? Si rifanno sull’equipaggio
(su un mercantile di Taiwan hanno
strappato i denti d’oro a un mari-
naio), s’impossessano di tutto ciò
che trovano a bordo, uccidono per
sfogare la delusione, rapiscono chi
secondo loro può rendere un buon
riscatto (secondo il quoti-
diano Jakarta Post, che
tiene i conti, negli ultimi
due anni i rapiti sono stati
circa duecento).
L’assalto alle navi av-
viene con lunghe lance
spinte da fuoribordo da
200 o 400 cavalli, che si
tengono in contatto con
il walkie talkie, e spesso
sono armate di mitraglia-
trice e di bazooka, o con
le antiche barche bajau
degli arcipelaghi, che
hanno sostituito alle vele
colorate i motori Evinrude o
Johnson. Gli attacchi avvengono
soprattutto di notte, fra l’una e le
quattro, quando l’attenzione delle
vedette si spegne nella sonnolenza.
A essere prese di mira sono le
petroliere cariche, che praticano
lo slow steaming (navigano lenta-
mente e a pieno carico, in attesa
di essere dirottate sul mercato più
conveniente), i cargo colmi, che
non possono tenere alte velocità e
hanno il bordo basso sull’acqua, o
i lussuosi yacht da diporto. Poiché
il rumore dei loro motoscafi può
essere udito nell’oscurità, gli
aggressori hanno rispolverato un
vecchio espediente: uniscono due
barche con una cima (un tempo
era manilla, una fibra vegetale, ora
è nylon) lunga anche mezzo chi-
lometro, e fanno sì che la nave
passi fra le imbarcazioni: in que-
sto modo, procedendo in avanti,
la nave trascinerà proprio gli scafi
dei pirati sotto bordo, senza che
▼
Focus 113
Tanti isolotti, che obbligano le navi a tenere una bassa velocità, sono i covi ideali. L’unica legge è quella delle armi
Una delle bande più
temute nelle isole Sulu:
il capo si fa chiamare
Jerry, è protetto dalle autorità
locali, e ha consentito
perfino a una troupe
televisiva francese di
seguirlo durante un
abbordaggio. I membri
del gruppo sono in
genere giovanissimi,
sui vent’anni, e scelgono
questo mestiere piuttosto
che andare a pesca
o coltivare le alghe.
Una facile preda
Circa un decimo del commercio
marittimo mondiale passa nelle acque
che vanno dallo stretto di Malacca,
in Malesia, al Mar cinese meridionale.
Focus 114
Pirati in attesa, sulla spiaggia.
Per il 90 per cento si tratta
di musulmani dell’etnia
Tausug, da secoli occupati
in queste attività. La loro
è anche una opposizione
al governo centrale di Manila:
nel nord del Paese
predomina infatti
la religione cattolica.
In un posto di polizia, alcune
vittime dei pirati ricevono
parte di un bottino recuperato.
Solo il 3 per cento dei
beni razziati viene però ritrovato.
Le vittime umane accertate
degli abbordaggi, in queste
zone, sono 300 all’anno.
Un pirata, accusato di aver
assalito uno yacht e rapinato
450 mila dollari, legge notizie
che lo riguardano su un
giornale filippino. E' stato
catturato, e verrà condannato
a 14 anni di prigione.
Da più di un anno è stato
aperto a Kuala Lumpur, in
Malesia, un "Regional piracy
center", operativo 24 ore
su 24. Lo gestisce l'Imb, cioè
l'ufficio marittimo internazionale:
vengono raccolte denunce,
effettuali interventi d'urgenza a
tutela delle navi assalite, e una
vera e propria azione di
controspionaggio fra i pirati.
Focus 115
Soltanto i mercantili russi
e israeliani rispondono
al fuoco degli assalitori
questi debbano avvicinarsi a moto-
▼
ri accesi. Poi l’assalto, e la razzia.
In un quarto d’ora tutto è finito.
Chi sono, questi pirati? Gente
d’ogni tipo. Ex marinai, ex poli-
ziotti malesi, ex pescatori. Nelle
ciurme si trova di tutto: filippini,
thailandesi, malaysiani, gente ar-
ruolata nelle periferie e nelle fave-
las delle metropoli del sud est asia-
tico e disposta a tutto, nella spe-
ranza di un abbordaggio che con-
senta di tener lontana la fame. C’è
anche una élite, però. La gente di
Semporna, per esempio, nel Bor-
neo settentrionale, o quella di
Zamboanga o di Bakinkan Besar,
Il facile bottino
Le prede più arrendevoli
sono i turisti: il bottino
viene diviso sulla spiaggia.
Padri e figli. Sotto i giubbotti moderni si indossano antichi amuleti:
aghi di porcospino, schegge di legno, pietre scolpite, lame di kriss.
Focus 116
nell’isola di Mindanao, o quella
delle Sulu, nelle Filippine meri-
dionali. Qui la pirateria è storia,
tradizione, modo di vita: l’etnia
musulmana Tausug, per esempio,
ha una grandissima tradizione pi-
ratesca. Orgogliosi e arroganti, i
Tausug in passato commerciava-
no anche gli schiavi, dalle Filippine
fino a Giava, e ci volle la flotta a-
mericana a mettere fine alla prati-
ca. Più a sud, nelle mille isole
dell’arcipelago malese, ci sono i
bajau, i nomadi del mare che na-
scono, vivono e muoiono a bordo
delle barche scavate nei tronchi
d’albero: in passato lottarono con-
tro olandesi, spagnoli, inglesi, oggi
qualcuno di loro fa anche il pirata.
Combattere questa gente non è
semplice. «Si accendono tutte le
luci esterne, per controllare chi si
muove in coperta, e i proiettori. Si
attivano i getti d’acqua, che for-
mano una cortina a poppa. Si pre-
parano e si puntano i getti a schiu-
ma, collegati al circuito antin-
cendio. Si chiudono tutti gli acces-
si agli spazi interni, e si rinforza la
guardia sul ponte. Di più, una nave
civile non può fare», commenta
Giovanni Ferro, comandante di pe-
troliere. «Non siamo militari, non
tocca a noi sparare», sostengono
molti suoi colleghi. Di fatto sol-
tanto le navi di due bandiere usano
reagire a fuoco agli assalti: quelle
russe e quelle israeliane (e, sarà
un caso?, sono anche le navi meno
attaccate). Gli altri equipaggi pre-
feriscono non reagire: il governo
inglese, per esempio, raccomanda
di usare cannoni ad acqua.
▼
Un mestiere vecchio come il mare
Il terribile
Morgan
Un presunto
ritratto di
Henry Morgan
(1635-1688).
Gallese, gran
cacciatore di
navi spagnole,
conquistatore
di città nel
Nuovo Mondo,
fu nominato
baronetto
e governatore
della Giamaica,
dove fu buon
amministratore
e, ironia della
sorte, grande
nemico
dei pirati.
I greci assalivano le navi fenicie, gli etruschi
quelle greche, i saraceni quelle cristiane,
i cristiani quelle turche... e così via, fino ai
celebri nomi di Morgan e capitan Kidd.
Pirati in proprio, e corsari per conto terzi.
L
a pirateria è vecchia come
il mare. Già nella mitolo-
gia greca Castore e Polluce
combatterono contro i pirati e,
in epoca romana, sia Pompeo
che Giulio Cesare ebbero i loro
guai (Cesare fu anche prigionie-
ro) con gli
scorridori del Mediterraneo.
● Nel VII secolo dopo Cristo
la pirateria diventò un vero e
proprio strumento di espansione
politica: i predoni saraceni, nel
nome della nazione islamica,
cominciarono a intercettare e
rapinare le navi mercantili,
dando inizio a una lotta
secolare che li avrebbe visti, per
lunghi secoli, opposti solo alle
repubbliche marinare, Genova,
Venezia, Amalfi e Pisa.
● Il Cinquecento fu il secolo
che vide le gesta dei barbareschi,
cioè genti del nord Africa scese
fino al mare: i fratelli Barbarossa
(soprattutto Khair Ed-din) erano
Assalto nell’Egeo
Una galera greca, nave preferita
dal celebre pirata Kanaris: era
adatta alla navigazione nell’Egeo,
mare ricco di insenature.
padroni del Mediterraneo e arri-
varono sotto le mura di Roma,
altri installarono basi in
Provenza, scavalcarono le Alpi
per scendere in Piemonte e,
oltrepassata Gibilterra, salirono
fino in Irlanda e in Danimarca.
Le prede più ambite, a quel
tempo, erano gli esseri umani, da
Bandiera nera,
spade e pistole
Antille, XVII secolo:
l’assalto a un vascello
dei pirati del terribile
Blackbeard (Barbanera).
rivendere o da impiega-
re come schiavi, soprat-
tutto sulle navi. I barba-
reschi s’impadronivano
dei cristiani (e li riven-
devano nei mercati di
Algeri e Tunisi), e i cri-
stiani s’impadronivano
dei “turchi” (e li riven-
devano nei mercati di
Genova e di Livorno).
I pirati arabi sarebbero
stati definitivamlente
sconfitti solo all’inizio
Dal Mediterraneo dell’Ottocento, con la conquista
all’Atlantico francese dell’Algeria, e l’arrivo
Sopra, sir Francis Drake. della flotta americana nel
A fianco, Khair Ed-din, Mediterraneo (il corpo dei mari-
avversario di Andrea nes - e lo ricorda il loro inno -
Doria, nel Cinquecento. debuttò proprio a Tripoli).
● In Atlantico furono grandi
pirati i vichinghi, nel Medioevo, e
più tardi gli inglesi dei “Cinque
porti” (Dover, Sandwich,
Hastings, Rommey e Mithe).
Nacque allora la differenza fra
pirati e corsari, probabilmente
dallo spagnolo corsarios. I primi
erano infatti predoni che
agivano contro ogni legge, i
secondi avevano una specie di
“licenza d’abbordaggio” nei
confronti delle navi di potenze
nemiche: ai loro comandanti, i
privateers, veniva rilasciata una
“lettera di marca” che autorizza-
va ad assaltare le navi avversarie.
Il bottino veniva poi diviso, fra
Stato e corsari. Grandi corsari e
intelligenti diplomatici furono
Francis Drake, Henry Morgan, e
William Kidd. Pirati autentici
erano invece i bucanieri
(da boucan, il girarrosto che
serviva a cuocere la selvaggina,
poi affumicata) dei Caraibi, quasi
tutti d’origine francese e inglese,
e terrore degli spagnoli. I più
famosi furono l’Olonese,
Lavasseur (che costruì il castello
della Tortuga), Lorenzo de
Graff, François de Grammont.
● Con il trattato di Utrecht
(1713), quasi tutte le potenze
europee misero al bando la guer-
ra di corsa, e ai pirati non restò
che dedicarsi al brigantaggio
individuale. Fu allora che nacque
il Jolly Roger, la famosa bandiera
nera con il teschio e le tibie
incrociate. Fra i più celebri, a
issarla, John Avery detto
l’Inglese, i fratelli Lafitte, Robert
Surcouf, francese di Saint Malo e
incubo dell’oceano Indiano.
Ferocissimi furono Capitan
Teach, detto Blackbeard
(Barbanera), terrore delle
colonie americane, e le piratesse
Mary Read e Anne Bonney.
● L’Ottocento fu infine l’età
d’oro dei pirati della Malesia,
una zona di grande traffico di
navi spagnole, portoghesi, inglesi
e olandesi, cariche di merci
preziose. Contro costoro agì con
ferocia e decisione soprattutto
James Brooke, il rajah bianco
di Sarawak (1842-1849)
di salgariana memoria.
Focus 117
Ma da quest’anno una piccola
flotta vigilerà
sull’arcipelago
noncini costieri. Anche celebri
capi, come Birhatun Ottohani
Barchein, un porto malese: (malese) e Emilio Changco (filip-
il rifugio dopo la caccia. pino), sono stati uccisi o catturati.
«Il fatto è che a livello internazio-
▼

Una reazione, dunque, può ve-
nire solo dai Paesi interessati. A
Kuala Lumpur l’Imb ha aperto un
Centro regionale antipirateria, per
raccogliere informazioni ed effet-
tuare i primi accertamenti dopo le
denunce, che costa oltre 200 mila
dollari all’anno (l’investigatore più
famoso è una donna, si chiama
Kuo Shiao Hsin), e nel 1992 è in-
tervenuta direttamente la marina
britannica. Nel febbraio scorso l’
Indonesia ha acquistato una qua-
rantina di navi (fra cui 16 corvette
e due sottomarini) dell’ex Germa-
nia dell’est proprio per impiegarle
contro i pirati. Servirà a qualcosa,
tutto ciò? Probabilmente sì. Ad a-
prile la polizia marittima indone-
siana è riuscita a catturare, dopo
un inseguimento, i pirati che ave-
vano abbordato la petroliera sau-
dita Al Jarra, mentre quella thai-
landese ha addirittura scoperto, ai
confini con la Cambogia, un’isola
che i corsari impiegavano come
base e che era molto simile alla
Mompracem di Sandokan: porto
protetto, torri, radar, depositi, can-
nale ci si allarma solo per la pira-
teria aerea», commentano i sinda-
calisti del mare. «Così chi dirotta
un aeroplano è considerato un ter-
rorista. Ma chi dirotta una nave è
considerato un delinquente qua-
lunque, e i Paesi sono restii a unir-
si nella lotta. Anche perché molti
di loro, con la pirateria, ci guada-
gnano». Solo da qualche mese i
137 Stati che aderiscono all’ Inter-
national maritime organization
hanno deciso di mandare, nel sud
est asiatico, un team composto
dagli esperti di tredici Paesi, per
trovare le soluzioni al problema.
E nel frattempo? Gli assalti conti-
nuano. Solo che, talvolta, anche i
pirati sbagliano: in una notte senza
luna un’imbarcazione filippina è
andata all’assalto, a colpi di mitra,
di una grande nave russa che attra-
versava lo stretto di Luzon. L’ave-
vano scambiata per una portacon-
tainer. Si sono accorti che era la
Vilkov, una nave da sbarco, solo
quando hanno sentito tuonare i
suoi cannoni. Troppo tardi. ■
Elizabeth Albani

La nave camaleonte
N on sempre una
nave assalita vie-
ne depredata e poi
me (documenti perfet-
tamente falsificati si
possono acquistare, a
100 mila a 300 mila
dollari. Episodi del ge-
nere avvengono in
abbandonata al suo Singapore, per circa tutto il mondo, e non
destino. Di essa (a vol- 50 mila dollari), e solo nel sud est asiati-
te addirittura con la quindi rimessa in cir- co. Qualche nome? Il
complicità del coman- colazione: offrirà tarif- cargo liberiano Silver
dante) si può infatti fe di carico particolar- med, scomparso a
fare anche altro: per mente favorevoli, ma Manila, è diventato di
esempio riciclarla. In una volta partita, volta in volta La
questi casi la nave ra- scomparirà insieme bamba, poi Sea rex,
pita viene portata in un con tutto quanto con- Stamford e ha chiuso
cantiere, riverniciata, tiene. Per riapparire la carriera come Star
le viene cambiato no- dopo qualche Ace. Ancora più lunga
tempo, cambiato la vita truffaldina del
nuovamente no- Ra Ra, che nel Me-
me e look. Alla diterraneo è stato di
fine, quando la volta in volta Chariot I,
sua sagoma (se Peggyra, Peggy, Nasos
non il suo nome) I, Santa Maria.
sarà diventata Quando gli investiga-
troppo compro- tori dell’International
mettente, verrà maritime bureau l’
consegnata a hanno finalmente
cantieri com- bloccato, aveva già
piacenti per la fatto guadagnare ai
Portacontainer nel demolizione, frut- suoi “proprietari” ben
porto di Singapore. tando ancora da 29 miliardi di lire.

Focus 118
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© Gruner und Jahr - Mondadori SpA. Tutti i diritti di proprietà letteraria e artistica riservati.
Elaborazione ELEVER SRL

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