Civiltà

L'isola del
mistero Chi ha costruito
gigantesche statue di
pietra? Da dove sono
venuti più di mille
anni fa i suoi abitanti? Sono domande alle quali
solo adesso gli archeologi che scavano sull'isola
di Pasqua cominciano a rispondere.

I guerrieri vegliano nella notte

Sette statue sembrano sorvegliare
l'isola, in località Ahu Akivi. Secondo
la leggenda rappresentano i primi sette
guerrieri che presero terra, quando l'isola
fu scoperta dalla spedizione del capo
polinesiano Hotu Matua, intorno al 400 d.C.

Focus 6 Focus 7
 Rapa Nui: con un solo antico termine qui si indi cano l'isola, i suoi abitanti e la loro lingua quasi dimenticata

Il cuore dell'antico vulcano

L'immensa caldera di Rano Kau,
nella parte meridionale dell'Isola
di Pasqua. Un tempo era
la riserva d'acqua dolce dell'
isola. Ora vi crescono verdura e
molti tipi di frutta selvatica.

K
evin Costner arriverà fra
qualche settimana, per ef-
fettuare tutti i sopraluo-
ghi. Poi, fra qualche me-
se, incominceranno anche le ri-
prese. Il titolo del film sarà pro-
prio Rapa Nui, e per la prima volta
la storia del luogo più remoto e
misterioso del pianeta verrà pre-
sentata a un pubblico più ampio:
così a interessarsi dell’Isola di Pa-
squa, questo è il suo nome co-
mune, non saranno più soltanto gli
archeologi, gli esploratori o gli ap-
passionati degli enigmi della sto-
ria. Costner racconterà una storia Aspettando l'uovo
d’amore, la vicenda di una Giu- Nelle antiche grotte, l'aver trovato
lietta e di un Romeo, appartenen- il primo uovo di primavera,
ti a clan rivali quando (molti seco- farà di quest'uomo un capo.
li fa) Rapa Nui era considerata dai
suoi abitanti te pito o te henua, cioè
“l’ombelico del mondo”.
Sono più di duecento anni che
questa roccia vulcanica spuntata
in mezzo all’oceano Pacifico, larga
appena 117 chilometri quadrati,
accende i sogni degli studiosi: da
quando, almeno, vi approdò nel
1774 il capitano James Cook, che
mandò a terra il suo disegnatore
ufficiale e riportò in Europa i primi
dipinti dettagliati di centinaia di
misteriosissime statue: le teste di
pietra, che sorgevano ovunque.
In laboratorio,
la storia stessa
dell'umanità
Il nome odierno all’isola l’aveva Tenera roccia vulcanica
invece attribuito, una cinquantina Archeologi misurano un "moai":
d’anni prima, l’ammiraglio olan- da 4 a 20 metri di altezza,
dese Jacob Roggeveen, che vi era e fino a 50 tonnellate di peso.
sbarcato proprio il giorno di Pa-
squa del 1722. Più tardi, nel 1786,
sarebbe stato un altro ammiraglio
europeo, francese questa volta,
Jean-François de Galaup conte de
La Pérouse, ad arrivare qui e a
ordinare i primi studi approfondi-
ti sull’isola e sui suoi abitanti. Ma
perché questo luogo è tanto im-
portante, e stuzzica la fantasia di
scienziati ed esploratori ?
I motivi sono diversi. Ci sono le
incredibili statue in pietra lavica, Le statue con il cappello
scavate nei fianchi del vulcano Su molti "moai", le teste di pietra,
Rano Raraku e poi trasportate, chis- sono posti cappelli in lava
▼

sà come, in ogni parte dell’isola: rossa. Qui siamo presso Anakena.

Focus 8
 Tutti i numeri di Rapa Nui
Il censimento ● Una biblioteca.
C he cosa c’è, oggi,
a Rapa Nui, nota ● Un centro culturale
zionari di pubblica si-
curezza. Una prigione
archeologico è come “l’isola più isola-
ta” del mondo? Ecco:
finanziato dalla Cee.
● Un ufficio postale
con attualmente 4 de-
tenuti.
● Un aeroporto con ● Un ospedale, con 2
finito: questo pista lunga 4 km: in
caso di emergenza è
con fax: tramite que-
st’ultimo, ogni giorno
arriva un notiziario dal
ammalati di Aids con-
clamato (il primo caso
sottosuolo previsto che ci atter-
rino anche gli shuttle
resto del mondo, re-
datto in Cile.
di sieropositività è del
1991, a causa di un
americani. Il Boeing ● Una stazione tivù (i contatto fra un nativo
è il più ricco del mondo 767 delle linee aeree
cilene arriva due volte
programmi finiscono a
mezzanotte).
e una turista).
● 530 automobili.
alla settimana. ● Piccoli hotel e pen- ● 886 teste di pietra,
● Un porticciolo. La sioni per 640 posti in parte restaurate, in
nave dal Cile arriva letto complessivi. parte no, in parte an-
hanno tutte la stessa enigmatica ogni sei mesi. ● Un paio di piccole cora allo stato di ab-
▼

espressione e guardano tutte verso
il centro dell’isola, le spalle al
mare. C’è poi una storia locale e-
stremamente ricca di leggende e
di miti. C’è il dibattito sull’origine
degli abitanti, che alcuni vogliono
venuti dal Sudamerica, e altri dalla
Polinesia. C’è infine l’interesse per
un microcosmo talmente partico-
lare da costituire uno straordinario
laboratorio biologico. «Prendete
una cinquantina di persone, por-
tatele nell’isola più remota del
mondo e fate in modo che non
possano andarsene. Lasciatele in
un territorio dove c’è poca acqua,
nessun mammifero e non più di
trenta specie vegetali...aspettate
mille anni, e vedrete che cosa suc-
cede», ha di recente ironizzato uno
studioso americano.
In fondo alla grotta
a chiacchierare
con il proprio "aku aku"
Che cosa succede, dunque? Og-
gi Rapa Nui è un’isola ondulata e
spazzata dal vento, con poca vege-
tazione: le foreste che c’erano
mille anni fa sono state ormai di-
menticate, distrutte nel corso dei
secoli per farne piroghe, legname
da costruzione e da stufa. Il monte
più alto, il Terevaka, tocca appena
i 1663 piedi (circa 550 metri). C’è
una sola spiaggia, e la costa è fatta
soprattutto di scogliere alte, contro
le quali battono le onde dell’ocea-
no. I Rapa Nui (la stessa parola
indica gli abitanti, l’isola e il lin-
guaggio) sono attualmente poco
più di duemila e vivono a Hanga
Roa, un borgo a ridosso della stri-
scia d’asfalto dell’aeroporto e di
una immensa caldera. Il loro nu-
mero è alternativamente diminui-
to e cresciuto nei secoli, tanto che
a un certo punto arrivarono a esse-
re in quindicimila, si sparsero in
tutta l’isola e la suddivisero in una
fitta rete di piccole proprietà. Oggi
i poderi non sono più abitati, ma
quando un Rapa Nui è stanco
della vita nel villaggio, quando sta
Al mercato c'è
solo pesce
Tonno intero e in
pezzi al mercato
di Hanga Roa, cioè
l'unico borgo abitato
dell'isola. Il pesce,
oltre che la carne di
una piccola
mandria di bovini,
rappresenta quanto
l'isola può offrire.
Tutto il resto è
importato dal Cile:
la nave arriva
ogni sei mesi.
Uno dei momenti più importanti della festa di Tapati Rapa Nui, la settimana di Rapa Nui: i giovani
● Due radio locali, in discoteche.
spagnolo e in Rapa ● Una chiesa cattoli-
Nui (di notte). ca (il parroco è padre
● Nessun giornale, Luis Riedl).
nessuna edicola, nes- ● Una caserma, con
suna libreria. 36 fra poliziotti e fun-
Tornare al passato, quando l'isola era verdissima
Un isolano sale lungo il vulcano spento Maunga Pui, per piantare
un albero di banane nel vecchio, fertilissimo cratere: male e non ha voglia di compa-
i tentativi di rimboschimento sono continui, ma spesso falliscono. gnia, quando vuol morire in santa
pace o, più semplicemente, vuol
starsene per un po’ a chiacchierare
con i suoi aku aku (gli spiriti del
bene e del male) se ne va nel vec-
chio territorio familiare: lo chia-
mano el campo, qui, e sottoterra
ci sono le caverne dove in passato
ogni clan ha scheggiato e istoriato
la roccia, sepolto i propri morti e
coltivato i propri miti.
Pochi luoghi al mondo hanno
una tale concentrazione di memo-
rie, nel suolo e nel sottosuolo. L’
Easter island archaeological sur-
vey, vale a dire il censimento con-
dotto da una équipe mista, cilena e
statunitense, ha cominciato i suoi
lavori nel 1968 e ha finito proprio
in questi giorni. Risultato? Sono
stati identificati, misurati e foto-
grafati ben 19 mila luoghi od og-
getti d’interesse, fra i quali 886
moai (le teste di pietra), 240 ahu
(le piattaforme cerimoniali, anch’
esse di pietra vulcanica), 2536 for-
netti interrati dove veniva cotto il
cibo, e ben 3244 resti di edifici, o
delle loro fondamenta.
Un gruppo di ragazze attende i turisti all'aeroporto: solo da poco Un’isola dunque drammatica-
mente isolata ma profondamente
bozzo, all’interno del
vulcano spento Rano
Raraku.
● 2800 abitanti (ma
soltanto 1600 sono
Rapa Nui puri).
I colori degli
antenati
Ragazze del clan
Rapu, mascherate
per l'annuale
festival: canzoni e
poesie sono nella
lingua tradizionale,
che fino a pochi
anni fa era proibita
mentre ai nativi
era imposto l'uso
dello spagnolo.
Oggi ne è invece in
corso il recupero.
intrisa di vita. In realtà, come sul
vetrino di un microscopio, qui si
sono replicati, ciclicamente e in
scala minima, i momenti fonda-
mentali della storia intera dell’
umanità: prima i conflitti tribali,
poi la crescita demografica, lo
sfruttamento sfrenato delle poche
risorse, il collasso, infine la guerra
che ha riportato la gente al punto
di partenza. Così, ogni tanto, gli
isolani prendono le piroghe e cer-
cano di andarsene in quell’oceano
dal quale quindici secoli fa sono
arrivati: quasi sempre gli è andata
però male. L’ultimo tentativo è
avvenuto negli anni Cinquanta:
nove barche hanno preso il mare,
cinque sono scomparse chissà
dove, una è finita sulla costa cilena,
altre tre in Polinesia.
Che cosa si conosce della storia
di Rapa Nui? I suoi primi abitanti
- dicono le tradizioni verificate
dagli archeologi - furono poline-
siani: cinquanta persone arrivate
con due grandi piroghe dopo un
viaggio di almeno quattromila chi-
lometri in mezzo all’oceano, e che
presero terra sulla spiaggia di Ana-
kena. Le guidava il leggendario
Hotu Matu’a (i cui discedenti an-

▼
corrono carichi di 10 chili di banane. I vincitori avranno il diritto di incoronare la reginetta dell'isola. tempo un volo bisettimanale unisce l'isola al resto del mondo.

Focus 10 Focus 11
 "Orecchie lunghe" contro "orecchie
corte": nella storia dell'isola c'è
anche una
ferocissima
guerra tribale
cora oggi vivono qui), portavano popolazione, si cadde
▼

piante, semi e pollame, e popola- nel cannibalismo, lebbra

rono l’isola. Tutto ciò dovrebbe e vaiolo furono portati
essere accaduto intorno al 400 dai naviganti che comin-
dopo Cristo, ma c'è chi non è d'ac- ciavano ad approdare
cordo. «Abbiamo fatto scavi pro- all’isola. Addirittura si Un marito straniero
prio su quella spiaggia, e tre metri ebbe una vera e propria guerra, Una sposa si affaccia sulla porta: si
sottoterra c’erano scheletri che, contro nuovi emigranti giunti dal- unirà a un cileno. I matrimoni fra
secondo i test con il carbonio 14, l’America meridionale. isolani sono complessi poiché le
risalivano almeno a mille anni più famiglie sono già tutte "incrociate".
indietro», obbietta infatti Thor E se invece
Heyerdhal, il navigatore norvege- gli scultori fossero
se che ha cominciato a interessarsi venuti dal Perù?
all’isola nel 1955.
Furono probabilmente i discen- Quest’ultima è una tesi cara a
denti dei primi colonizzatori a eri- Thor Heyerdhal, secondo il quale
gere, molto più tardi (vale a dire i polinesiani non sarebbero mai
nel Cinquecento e nel Seicento) le stati capaci di erigere le grandi sta-
grandi teste di pietra. Secondo gli tue: a farlo sarebbero state, invece,
archeologi si trattò di una vera e proprio le genti d’origine sudame-
propria fioritura artistica provoca- ricana, già avvezze a lavorare la
ta dalla concorrenza fra i vari clan pietra. La teoria oggi è confutata, Tutta l'isola è una scultura
familiari: costruire un moai signi- con diverse prove, dai ricercatori
ficava poter avere al proprio ser- che hanno continuato a lavorare Rocce con la figura tradizionale
dell'Uomo Uccello a Orongo, nella parte
vizio gli scultori nel cratere del sull’isola, ma un fatto è certo: nel meridionale dell'isola. Ogni clan,
Rano Raraku, i tessitori che fab- passato di Rapa Nui c’è davvero La regina viene dal mare in realtà, ha le proprie caverne con
bricavano le corde per il traino, i una guerra sanguinosa, che do- Indigeni in abito tradizionale a rocce sacre, scolpite da secoli.
boscaioli che abbattevano gli albe- vrebbe essere scoppiata verso la bordo di un'antica imbarcazione:
ri e ne facevano rulli per il tra- fine del Cinquecento fra le “orec- è ancora il Tapati Rapa Nui.
sporto delle statue. Una lotta per il chie corte”, gli isolani d’origine
potere, insomma, che indiretta- polinesiana, e le “orecchie lun- sivi. Il rumore è quello del vento, o ta quasi un secolo fa. In un giorno
mente portò alla distruzione dell’
ambiente, visto che per costruire
ghe”, i sudamericani, che finirono
per essere sterminati.
quello che viene dalle due piccole
discoteche, dove si balla al suono
di settembre, all’inizio della prima-
vera australe, tutti i giovani si tuf-
Fantasie scatenate?
moai sempre più alti e belli servi-
vano sì sempre più scultori, bo-
E oggi? Le tradizioni sono tra-
mandate soltanto dai vecchi. I gio-
di ritmi polinesiani, e si beve pisco
e Coca Cola. La lingua Rapa Nui
favano in mare dallo scoglio di
Orongo, nel sud dell’isola, e nuo-
C ome facevano
i nostri antena-
ti a trasportare le
tutte più o meno
strambe. E’ stato
scritto che i moai
rano discesi dagli
Ufo; che l’isola sa-
rebbe un tempo
scaioli, ma occorreva anche abbat- vani tendono a fuggire verso il va scomparendo: solo un bambi- tavano verso lo scoglio di Motu statue? Semplice. sono specie di stata lo sbocco
tere sempre più alberi! Cile. Alla sera le strade di Hanga no su 4 la conosce. E la cerimonia Nui: il primo che avesse trovato Con il mana, la for- autoritratti degli sulla superficie di
In seguito tutto precipitò: si veri- Roa sono illuminate soprattutto dell’Uomo Uccello è ormai solo un uovo di sterna, la rondine mari- za del pensiero. extraterrestri che immensi e antichi
ficarono stragi dovute alla sovrap- dal bagliore degli schermi televi- un ricordo: l’ultima volta si è tenu- na, sarebbe stato considerato per Purtroppo oggi s’è li avevano tirati su quanto sconosciuti
tutto l’anno Uomo Uccello. Un es- persa». Potevano con l’antigravità continenti sotter-
sere dotato di poteri straordinari, gli amanti del mi- (dopo averli però, ranei; e così via.
Drammatico mago protettore della comunità. stero e dell’occul- inesplicabilmente, In seguito, negli
isolamento Oggi, che il turismo è diventato to, partendo da scolpiti con stru- anni Sessanta, do-
affermazioni co- menti primitivi); po la divulgazione
La mappa dell' una delle risorse locali (cinquemi- me questa (che i che l’isola altro che degli aspetti
isola di Pasqua, la visitatori all’anno), e che a O- vecchi abitanti di non sarebbe che più misteriosi di
poco più grande rongo si tengono concorsi di bel- Rapa Nui ancora il residuo superfi- Rapa Nui ha fatto
di Pantelleria. La lezza fra le ragazzine dell’isola, oggi ribadiscono) ciale del conti- il navigatore nor-
costa cilena è a nelle caverne lungo la scogliera si non costruire leg- nente di Mu (vale vegese Thor He-
quasi 4 mila radunano solo gli anziani come Fe- gende, ipotesi fan- a dire l’Atlantide yerdhal, gli scrit-
chilometri, la lipe Teao, 73 anni, uno dei capi del- tastiche e roman- dell’oceano Paci- tori di fantascien-
Nuova Zelanda zi ambientati sull’ fico), spazzato via za si sono diverti-
a più di 6 mila. la comunità: vengono quasi di na-
scosto, al tramonto, e attendono l’ Isola di Pasqua? dal diluvio univer- ti a ricamare tra-
L'isola Così, negli anni sale (anno 6500 me su queste ipo-
polinesiana arrivo delle sterne. «Mio nonno ve- scorsi, si è potuto avanti Cristo, più tesi: in particolare
più vicina, niva qui. Anche mio padre. Io ven- assistere a una o meno); che gli quelli latini, fran-
Pitcairn, è a go qui, per onorare la loro memoria. vera e propria fio- esseri con le “o- cesi e italiani so-
2500 chilometri. Verrà anche mio figlio?». ■ Il paesaggio dell'isola, visto dalla sua estremità orientale. Le foreste che c'erano ritura di teorie, recchie lunghe” e- prattutto.
Nanni Ruschena in origine furono distrutte quando la popolazione crebbe fino a 15 mila abitanti.

Focus 13
Scienza

Inquilini dello spazio

Senza peso, il fisico umano
si trasforma: ossa più fragili,
sangue alla testa, spina
dorsale allungata. Ma sono
già pronte le soluzioni.

S
tatura più alta, grazie a Mi cambio
una colonna vertebrale per uscire
perfettamente diritta.
Faccia fortemente irro- A destra,
una capsula
rata di sangue, congiuntive arros- spaziale allo
sate, vene dilatate, collo massic- Space Center
cio. Torace corto e largo, fianchi, Houston, della
addome e glutei visibilmente ridot- Nasa. Sotto,
ti, gambe esili come zampe di gal- addestramento
lina. Chi è? L’uomo cosmico, cioè pre-volo di
il risultato dell’evoluzione umana
per quella parte di noi che sce-
John Lounge,
un pilota. Avranno un cuore più piccolo
glierà di vivere nelle stazioni orbi-
tanti, oppure sulle colonie lunari o
marziane. «Così infatti si presen-
i futuri esploratori
tano già oggi gli astronauti che af-
frontano missioni spaziali della
dell’universo
durata di parecchi mesi», dice Gae-
tano Rotondo, generale dell’Ae-
ronautica e docente di Medicina
aerospaziale all’università di Ro-
ma. «Quando un astronauta ritor-
na da una missione di lunga dura-
ta è certamente un uomo diverso
da quello che era prima di partire.
La permanenza nello spazio pro-
duce in lui reali cambiamenti ana-
tomici, fisiologici e psicologici.»
Responsabile di questa trasfor-
mazione è soprattutto l’assenza di
gravità, o meglio la microgravità, I primatisti dell’ex Urss
perché su un’astronave in orbita Il cosmonauta russo Victor Afanasiev. Gli ex
la gravità c’è, sia pure diecimila sovietici detengono il record di permanenza
volte inferiore a quella terrestre. nello spazio: Titov e Manarov, 366 giorni.
Focus 14
Dopo dieci ore Pedalando
nel vuoto
le ossa perdono Gli astronauti
americani
Jerry Ross e Jay
durezza: Apt sperimentano
in una vasca piena
non devono d’acqua lo scooter
a pedali progettato
più reggere per gli spostamenti
all’esterno della
stazione spaziale
il corpo americana
Freedom.

Sott’acqua per imparare a muoversi

Un centro di addestramento russo. L’assenza
di gravità viene simulata trasferendosi sott’acqua.
▼

Le alterazioni consistono nella

riduzione di volume dei muscoli,
specie negli arti inferiori, e nella
“migrazione” di due o tre litri di
sangue e di altri fluidi dalle gambe
verso il torace e la testa, giacché il
sistema circolatorio non è più sotto-
posto al peso che trascina i liquidi
verso il basso. Ecco perché il volto
degli astronauti appare arrotonda-
to, con le palpebre gonfie, mentre la
voce suona nasale a causa delle
mucose gonfie anch’esse.
Cervello in tilt,
esplode
il mal di spazio
Potrebbe diventare permanente
una trasformazione simile? Avre-
mo davvero dei discendenti simili
agli alieni di Incontri ravvicinati
del terzo tipo, con faccia a luna pie-
na, testa ipertrofica, gambe e brac-
cia filiformi? Alcuni ritengono di
sì, ma c’è anche chi ne dubita, co-
me Aristide Scano, generale medi-
co dell’Aeronautica e presidente
dell’Associazione italiana di medi-
cina aeronautica e spaziale. «Ci
vogliono migliaia di anni perché i
meccanismi dell’evoluzione entri-
no in gioco», spiega Scano. «I-
noltre il cambiamento dev’essere
utile alla sopravvivenza della spe-
cie. Invece nelle missioni spaziali
alcuni muscoli si “ipotrofizzano”,
cioè si impigriscono, e a lungo
Colazioni
concentrate
Razioni in tubetto
e disidratate.
L’aspetto è poco
invitante, ma
sembra che il
gusto sia ottimo.
Indipendentemente
dalla dieta,
i cosmonauti
tendono
a perdere peso.
andare potrebbero addirittura a-
trofizzarsi. Chi può dire se questo,
un domani, sarebbe utile alla spe-
cie umana?». Utili o inutili, gli ef-
fetti della permanenza nello spazio
sull’organismo umano sono ogget-
to di studi sempre più accurati. Ve-
diamo che cosa si è scoperto.
I guai fisici degli astronauti sono
parecchi. C’è nei primi giorni di
permanenza lassù il cosiddetto mal
di spazio, che colpisce cinque a-
stronauti su dieci, secondo una sta-
tistica della Nasa, scatenando gravi
forme di nausea. Ne ha sofferto an-
che il primo astronauta italiano,
Franco Malerba. La causa sarebbe
la contraddittorietà dei segnali che
arrivano al cervello: gli occhi e i
sensori dell’equilibrio non tra-
smettono infatti messaggi coeren-
ti e il cervello ha bisogno di alcuni
giorni per abituarsi alla nuova
situazione.
Lunghe permanenze come quel-
le affrontate dai cosmonauti sovie-
tici determinano fenomeni anco-
ra più marcati. Tra le patologie da
microgravità ci sono i disturbi va-
scolari, per la diversa distribuzione
del sangue nel corpo, e la decalcifi-
cazione delle ossa: quelle portanti,
infatti, perdono dal 4 per cento al 5
per cento del loro contenuto di cal-
cio a causa della mancanza di sol-
lecitazioni, proprio come quando
un arto viene ingessato. Dice il
medico russo Nikolaevich Sen-
kevich, astronauta egli stesso:
«Quando si è di nuovo a terra, la
gravità sembra il doppio di prima.
Per superare questa impressione
ci vogliono almeno due mesi».
Altre due importanti alterazioni
fisiche, sempre provocate dal fatto
che nessun peso attrae più gli orga-
ni verso il basso, sono il solleva-
mento del diaframma, con ridu-
zione della capacità respiratoria, e
lo spostamento del cuore, che ten-
de a diventare più piccolo e a met-
tersi in posizione orizzontale. Per il
Il francese Michel
Tognini prova una
tuta sperimentale,
immergendosi
in un bacino nei
pressi di Marsiglia.
cervello la gravità ridotta è un be-
neficio: la maggiore irrorazione san-
La maledizione della Luna
guigna, infatti, lo nutre meglio.
«Appena si manifesta un pro-
blema, però, vengono studiate le
C he cosa succede
a un astronauta
la Nasa ebbe un bel
daffare a soffocare i
David Scott (l’autista
della prima automo-
contromisure per non permettere
dopo l’ultimo volo,
quando la sua carrie-
pettegolezzi che si
scatenarono sul con-
bile lunare) ha sfrut-
tato la sua fama per
ra attiva è finita? Fi- to del suo eroe nazio- darsi agli affari, ma è
alla microgravità di esercitare i
suoi effetti negativi sull’organi- nora non ci sono noti- nale. Più difficile il re- finito con una con-
smo», spiega Scano. Un buon e- zie di gravi problemi cupero per Edwin danna per truffa. Ed-
sempio sono i pantaloni spaziali a fisici: le ripercussioni “Buzz” Aldrin: due gar Mitchell (Apollo
pressione negativa, cioè una semi- sono soprattutto psi- ricoveri psichiatrici, 14) si è consacrato
cologiche. Tra i redu- etilismo, e una frene- allo studio dei feno-
tuta che avvolge le gambe e l’ad- ci della Luna, quello tica vita sessuale, poi meni paranormali, e
dome. Essa crea una depressione che ne è uscito me- un appartato ritiro in James Irving (Apollo
per risucchiare il sangue verso il glio è il più famoso, California. 15) ha organizzato
basso. La precauzione fondamen- Neil Armstrong, che si spedizioni sull’Ararat
tale, però, è l’esercizio fisico. Al- è rifugiato nella fami- per cercare l’Arca di
cuni astronauti sovietici svolgeva- glia e nella sua car- Noè. Il primo ameri-
no sedute di due ore al giorno alla riera di ricercatore. cano in orbita, John
bicicletta ergometrica, una specie Sembra però che ab- Glenn (nella foto), ha
di cyclette, ma recentemente si è bia avuto veri e propri scelto la carriera poli-
attacchi di mania di tica e sembrava sulla
scoperto che bastano anche eser- persecuzione, e che buona strada verso il
cizi più brevi e concentrati nell’ulti- per una sua relazione successo, quando è
ma parte del volo. Esistono anche con la cantante Con- stato coinvolto in uno Muoversi nel vuoto
tecniche più dirette, come la sti- nie Stevens sia quasi scandalo di finanzia- L’astronauta Bruce McCandless
molazione dei muscoli con scosse arrivato al divorzio. E menti illeciti. in un simulatore subacqueo che
elettriche. contiene 5 milioni di litri d’acqua.

▼
Focus 16 Focus 17
La statura aumenta, in
assenza di gravità, fino a un
massimo di sei centimetri
to. «Ma basterebbe anche una gra-
vità inferiore», osserva Scano,
«perché perfino la gravità lunare,
per quanto sia un quinto di quella
terrestre, non produce scompensi
sull’organismo umano». E per di
più una gravità ridotta presente-
rebbe anche alcuni vantaggi: fareb-
be scomparire vene varicose e ar-
trosi, e gli spaziali godrebbero i-
noltre di un apparente ringiovani-
mento dovuto alla distensione del-
le rughe e al raddrizzamento della
colonna vertebrale.
I topolini da esperimento non
hanno problemi a riprodursi nello
spazio, anche se nei primi giorni il
numero degli accoppiamenti è
piuttosto scarso per colpa dello
Una soluzione radicale sarebbe stress del decollo. Non sappiamo
▼
quella di imprimere alla stazione invece cosa avverrebbe nel caso
(o alla città spaziale) una rotazione della riproduzione umana, perché
su se stessa. In questo modo, de- ancora non esiste nessun “figlio
scritto nel film 2001: Odissea nello dello spazio”. Un tentativo di con-
spazio, la forza centrifuga genere- cepimento in volo, però, forse c’è
rebbe una gravità artificiale sulle stato. Sarebbe avvenuto nel 1982,
pareti esterne. Per ottenere una quando la cosmonauta sovietica
gravità di tipo terrestre si è pensa- Svetlana Savitskaya agganciò la
to a una stazione a forma di anello, propria capsula Soyuz alla Saljut-7,
con un diametro di 50 metri, che da tempo in orbita, e restò alcuni
ruoti a un ritmo di due giri al minu- giorni con i due compagni che la
Scioperi e risse stellari
Azata,mbiente innatura-
le, convivenza for-
intimità zero e
nauti sovietici sono
stati fatti rientrare in
anticipo per evitare
Blagov, direttore dei
voli, «un astronauta ha
bisogno di circa tre
organismo sconvolto: che venissero alle ma- mesi per abituarsi all’
non c’è da stupirsi che ni, e nel 1976 l’equi- ambiente spaziale». I
la tensione sia alta paggio dello Skylab a- tre mesi successivi so-
sulle stazioni spaziali. mericano ha interrotto no i più esaltanti, ma
Sulla stazione russa le comunicazioni con alla fine del sesto me-
Mir, per esempio, grup- la Terra, in seguito a se comincia a manife-
pi di due o tre persone una lite con i control- starsi un inconscio
vivono per mesi in ot- lori della missione: fu il pessimismo che può
tanta metri quadrati e primo sciopero cosmi- addirittura trasformar-
i due attuali inquilini, co della storia. si in vere e proprie cri-
Gennady Manakov e Secondo il russo Victor si di panico. A parere
Alexander Poleshcuk, di Yuri Senkevich, il più
hanno ribattezzato la famoso medico degli
Mir “scatola di sardine”. astronauti, è indispen-
Sono mai saltati i nervi, sabile un addestra-
finora? Sì. Negli anni mento psicologico a
Settanta due cosmo- terra, con tanto di pro-
ve pratiche: presso l’
Istituto di medicina
spaziale di Mosca, a
questo scopo, tre uo-
mini sono stati rinchiu-
si in una stanza per 70
giorni. Con scarsi risul-
tati, però: pur avendo
A sinistra, Yuri resistito fino alla fine,
Gagarin, il pioniere. quando sono usciti si
Sopra, Alan Shepard. sono presi a pugni.
Focus 18
Microgravità: come si cambia
1 1 - L’afflusso di
2
3
5 appare tumefatta
6 possibilità di
7 in posizione
Cosmo senza frontiere
Il cosmonauta inglese Tim Maze
saluta il collega russo Krikalev
prima di immergersi nella
piscina della Città delle Stelle
per l’addestramento. Questo
impianto si trova a Mosca.
Una ragazza
per Marte
D ava Newman ha 28 anni, e ne
sa più di chiunque altro su
come si cammina su Marte. Forte
della sua laurea in astronautica,
quattro anni fa si è trasferita pres-
so la Nasa per studiare gli effetti
della gravità ri- dotta, e ha scelto
come laboratorio un serbatoio
pieno d’acqua, nell’hangar 210 del
Materassi Centro ricerche Ames. Grazie a
a zero G una muta opportunamente appe-
A sinistra, santita e a un tapis roulant a velo-
evoluzioni in cità variabile ha scoperto che muo-
assenza di versi su Marte, vale a dire con un
peso ridotto a un terzo, sarà molto
gravità a bordo più facile che sulla Luna (dove il
di un aereo per
peso si riduce addirittura a un quin-
l’addestramento to di quello terrestre). Inoltre si
degli astronauti consumerà meno ossigeno e si
europei. Sopra, camminerà a passi lunghi: le tute
astronauta spaziali, quindi, dovranno a-
a riposo. Nello deguarsi a questo tipo di movi-
spazio il corpo mento. Attualmente, Dava sta cer-
umano tende cando di scoprire qual è la “soglia
g”, cioè la gravità minima alla
ad assumere quale, su un’astronave, di-
una posizione
venterebbe più comodo cammina-
fetale. re piuttosto che usare gli appigli
per le mani.
sangue favorisce
l’ingrossamento
del cervello.
2 - Gli occhi
si arrossano e
le palpebre
si gonfiano.
3 - La faccia
e le rughe
si distendono.
4 - L’esposizione
ai raggi cosmici
aumenta la
tumori alla pelle.
5 - Il cuore, meno
sollecitato,
4 diventa più
piccolo e si
dispone
orizzontale.
6 - La colonna
vertebrale si
raddrizza, ma
viene colpita da
osteoporosi.
7 - I muscoli delle
gambe perdono
volume e si
impigriscono.
abitavano. A detta dei medici, la
condizione di imponderabilità non
dovrebbe comunque compromet-
tere nessuna delle fasi del processo
riproduttivo, della gestazione e del
parto. Immerso nel liquido amnio-
tico, dentro l’utero materno, il feto
infatti sperimenta fin dall’inizio
condizioni di gravità ridotta. Ci
sarebbe però il rischio delle parti-
celle energetiche e dei raggi gam-
ma emessi dal sole, che nello spa-
zio non sono schermati dall’at-
mosfera terrestre. In soli tre mesi,
in una stazione spaziale a 500 chi-
lometri di altezza, un astronauta
(e quindi anche un feto) può assor-
bire l’intera dose prevista per un
anno, se l’inclinazione del veicolo
non è attentamente calibrata. Con
quali conseguenze? Ancora non
lo sappiamo, ma due cani esposti a
questo tipo di radiazioni per soli
22 giorni, nel 1967, hanno partori-
to cuccioli senza coda, o con code a
cavatappi. Ecco perché oggi si
stanno sperimentando particolari
materiali plastici, leggerissimi, che
serviranno a bloccare gran parte
delle radiazioni, senza aumentare
troppo il peso della capsula. ■
Massimo Cappon e Mauro Gaffo
Focus 19
Natura
Foreste Computer, trapani
a rischio
Un bosco misto di sottili come aghi,
conifere e latifoglie,
negli Stati Uniti. attrezzature
Lo stato di salute
degli alberi dipende elettroniche: così
anche dal grado di
inquinamento oggi si “visita” una
Gli alberi si curano da soli. Ma dell’ambiente in
cui si trovano. pianta malata e si
se non ci riescono, ci sono ormai stabilisce la terapia.
strumenti degni di una clinica
C’
è lo shigometro, che
misura la vitalità delle
cellule. C’è il succhiel-
lo di Presler, che per-
mette di conoscere l’età e di sape-
re se in passato ci sono stati traumi
o infezioni. C’è il dendrodensime-
tro, che rivela eventuali irregola-
rità nella crescita o l’esistenza di
zone malate. E c’è anche il mar-
tello elettronico, che individua ca-
vità anomale. Una clinica all’avan-
guardia nelle tecniche diagno-
stiche? No. Siamo invece in un
bosco, o in un viale cittadino e i
pazienti non sono uomini ma albe-
ri. Per quelli malati oggi l’unica
prospettiva non è più l’abbatti-
mento, proprio perché la scienza
mette in campo strumenti e tecni-
che di diagnosi modernissime.
«Lo stato di salute delle piante,
in generale, è molto peggiorato ne-
gli ultimi anni», dice Flaminio Di
Girolamo, dirigente del servizio fi-

▼
Cicatrici di un fungo
Sotto, un tronco nel quale il male
è stato isolato. A lato, nuovi
tessuti che si formano all’esterno.

I medici delle piante

Tutta colpa
di un batterio
A sinistra, un
tumore vegetale
provocato dall’
Agrobacterium.
Penetra nelle radici
attraverso una
ferita e può essere
asportato solo
se è individuato
quando è piccolo.

Focus 20 Focus 21
 Anche l’uomo, con cure Storia di un pino silvestre: Ferita
devastante
sbagliate, può aggravare dal giorno della nascita A destra,
l’albero non
ha isolato
la salute degli alberi a quello della sua morte l’infezione,
che ha fatto
marcire il legno.
Questo albero è caduto nel 1975. 1933
La pianta
però è in
▼

tosanitario dell’Azienda regionale

lombarda per le foreste. «Sono L'analisi degli anelli del Crescita rallentata dal piedi: solo
fatto che le chiome
Arterie tronco consente di ricostruire
infatti aumentati gli attacchi di fun- parti esterne
di altri alberi 1936 sono intatte.
ghi e insetti, favoriti dall’in- vegetali le sue vicende e quelle sottraggono luce. Si diradano le piante
quinamento atmosferico. Il risul- intorno. L'albero si
tato è che oggi le piante più deboli Sotto, una sezione del bosco che lo circondava. sviluppa di nuovo
si ammalano molto più facilmen- del legno di pino rapidamente.
vista al microscopio
te di un tempo». elettronico.
A insidiare le piante sono lepi- I tubi sono le
dotteri e coleotteri che scavano 1913 1939
tracheidi che La nascita della Incendio nel
buchi nel legno, e aprono così la portano l’acqua pianta è bosco. La pianta
strada ai funghi e ai batteri. E afidi dalle radici della rappresentata sopravvive ma
e tingidi, che succhiano la pianta alle foglie. nel primo una parte della
linfa. Poi ci sono le malat- degli anelli corteccia è
tie devastanti, come il can- concentrici. bruciata.
cro colorato del platano, La "ferita" verrà
o la grafiosi dell’olmo, poi ricoperta di
contagiosissime: se una 1918 nuovo legno.
pianta si ammala, bisogna Gli anelli regolari Potatura drastica
dimostrano una
abbatterla insieme a quel- crescita rapida e Sopra, infezione in una
le vicine. E ai danni inflit- senza problemi. potatura. Sotto,
ti dalla natura bisogna la cicatrice su un fico.
aggiungere quelli provo- Lavoro da
cati dall’uomo. «A comin-
ciare dalle potature sba- chirurgo
gliate», sottolinea Daniele Sopra, la parte
Zanzi, agronomo alla Fi- 1923 marcia viene
L'albero viene urtato da disinfettata e
toconsult, un’azienda che un'altra pianta ed è 1951 1966 ripulita:
si occupa della cura degli costretto a modificare Anelli molto Arrivano i bruchi, importante
alberi. E cita un esempio la struttura del proprio ravvicinati indicano un la processionaria. non eliminare
che tutti possono vedere fusto per poter periodo di siccità Anelli molto ravvicinati le barriere
in molti parchi cittadini: i continuare a crescere. che rallenta la crescita. e scarsa crescita. protettive.
rami da eliminare tagliati
a fil di tronco, senza lascia-
re quel collare che invece microrganismi. Ha così dono tranquilli la loro crescita.
si forma nel punto di in- origine il callo, un tessu- Altre specie, come i pioppi o gli ip-
serzione del ramo nel to soffice che si forma pocastani, sono invece così lente Sempre più dura la vita in città
tronco stesso: è proprio in intorno alla ferita e per- nel reagire che prima o poi si ritro-
quel collare che si trova-
no le barriere protettive.
mane per alcune setti-
mane o alcuni mesi. E’
vano con vaste aree di tessuto
devastate dai germi. L’foglie,inquinamento altera
i pori (stomi) delle
che non riescono
piante come cura i suoi
denti: quando mo-
stravano marcescenze,
Altra causa di malattie
per le piante di città
sono le mille ferite che
Medici a consulto
Portarle via significa infat- il tempo di cui ha biso- così ad assorbire bene le si puliva grattandole ricevono dalle attività A lato, Alex Shigo (a sinistra)
ti aprire la strada ai germi gno il cambio per pro- Traumi, incendi e l’anidride carbonica da accuratamen- te e si dell’uomo. Da queste e Daniele Zanzi (a destra).
patogeni fino alle parti più durre un altro strato di siccità: le tappe trasformare in zuccheri. riempiva il vuoto con entrano nei tessuti fun-
interne della pianta. legno più solido, che fa che segnano la vita Nel terreno, impre- cemento. Oggi questa ghi del genere per scoprire poi che l'albero era l’età di un albero non è più neces-
Inchiodato com’è al ter- riprendere la crescita gnato dai gas di scari- pratica è stata quasi Ganoderma, Coriolus, già riuscito con i suoi mezzi a chiu- sario aspettare che sia abbattuto.
reno, a differenza di tutti dell'albero». Dando vita Per tutte le specie, però, la salvez- co, le radici trovano abbandonata: si è sco- Fomes, e batteri che dere la ferita e che quindi poteva A dircelo c’è ora il succhiello di
gli altri esseri viventi, per a questo processo, tutta- za dipende soprattutto dalle condi- poco ossigeno e molte perto che riparava sì il provocano carie, che è vivere ancora a lungo. Ma ci sono Presler». Lo strumento penetra nel
difendersi dagli attacchi I vasi per il trasporto dell’acqua in una foglia. via, il cambio ab- zioni in cui si trova la pianta. Per sostanze velenose, danno estetico, ma ne una disgregazione delle anche alberi che riescono a na- tronco e preleva una “carota” di
come i metalli pesanti. provocava uno più cellule legnose.
un albero non può spo- bandona le proprie fun- attivare i meccanismi di difesa, in- Se la vita delle piante è grave perché privava la E non la scampano scondere perfettamente cavità in- legno. Cosparse con reagenti chi-
starsi in un posto più sicuro, cor- e tannini per impedire material- zioni, vale a dire la formazione di fatti, essa deve ricorrere alle sue dura, per quelle di città pianta delle barriere di nemmeno dal cancro. terne e marcescenze anche molto mici, le varie parti della carota as-
rere dal medico, o leccarsi le ferite. mente l’avanzata dei germi pato- cellule fibrose e legnose che per- sostanze di riserva: quanto più ne lo è ancora di più. difesa, esponendola Lo provocano funghi estese. E un bel giorno, si abbat- sumono una colorazione diversa a
Il massimo che può fare da solo è geni in tutte le direzioni. Una vera mettono all'albero di crescere. possiede, tanto più è favorita. Al- Senza contare che per ancora di più alle ma- come Ceratocystis e tono al suolo con uno schianto im- secondo dell’età e delle vicende
di ricorrere a quella che Alex e propria camera stagna, dentro la E’ una vera e propria corsa per beri sofferenti o indeboliti da so- molto tempo l’uomo ha lattie. Coryneum. Quando at- provviso. «Quando una pianta ap- che hanno accompagnato la vita
Shigo, ricercatore del Diparti- quale i microrganismi patogeni la vita: l’albero cerca di chiudere il stanze inquinanti o da potature dra- curato le taccano una pare sofferente, infiliamo subito dell’albero: traumi, incendi, perio-
mento americano dell’agricoltura, non muoiono, ma dalla quale non più velocemente possibile la zona stiche hanno già intaccato la riserva pianta i rami si nel terreno circostante sonde che di di siccità o di umidità eccessiva.
Per non seccano, le parti
chiama “compartimentazione dei possono uscire. La seconda è una infetta, mentre i microrganismi di energia e trovano difficoltà a provocare misurano la quantità di ossigeno. Shigo assicura di poter azzeccare
danni”. «Quando arriva la ferita o barriera di cellule prodotte dal cercano di invadere più territorio costruire una barriera sufficiente- legnose si spac- Serve per capire se le radici sono in su una carota, con l’approssima-
ferite, non si cano, e anche la
l’infezione», spiega, «la pianta si cambio (una parte della pianta): possibile prima che il cerchio si mente completa e robusta. usano scale: corteccia va in asfissia e quindi facilmente attac- zione di due settimane, la data in
preoccupa di creare intorno al normalmente esse hanno il com- chiuda. La vittoria dipende anche Come si fa a capire se un albero si raggiunge necrosi , metten- cabili da funghi”, spiega Zanzi. E’ cui è stata effettuata una potatura
focolaio due barriere di difesa. La pito di far crescere l’albero. In que- dalla specie di pianta attaccata. ha vinto la corsa contro i germi la cima con do a nudo il il primo passo. Poi si controllano o un trapianto, perché il trauma si
prima è una zona di reazione: le sto caso, però, mutano funzione, Alberi come tigli, platani o betulle oppure rischia di essere ucciso da corde da legno. l’età del paziente e le condizioni traduce sempre in una riduzione
cellule che si trovano sul posto producono sostanze anch’esse in sono più bravi a difendersi: in poco essi? Un tempo, nel dubbio si pre- arrampicata. dei suoi organi interni. della dimensione degli anelli di
producono in abbondanza lignina grado di resistere all’avanzata di tempo isolano l’infezione e ripren- feriva ricorrere alla scure, magari «Per conoscere con precisione crescita. Inoltre, se gli anelli si as-

▼
Focus 22 Focus 23
Il male che uccide i Diagnosi
in grande
Sotto la corteccia, le quattro anime della pianta
boschi non conosce Una pineta. Per
analizzare lo
stato di salute di
Il tronco di una pianta è formato da una serie di fasce concentriche. La parte più
esterna è la corteccia, che ha un compito di difesa; segue il libro, all’interno
confini tra i Paesi un bosco, si
osservano la
del quale scorrono i vasi che portano la linfa dalle foglie alle radici; nel cambio
nascono invece tutte le cellule necessarie alla formazione degli altri tessuti.
densità della Alburno e durame formano il legno vero e proprio, utilizzato in falegnameria.
chioma, il colore
delle foglie
e la quantità
di rami secchi.

Durame

SUCCHIELLO E FRACTOMETRO
Il succhiello
(qui sopra), Corteccia Libro Cambio Alburno
serve a prelevare
un campione di
legno all’interno
del tronco.
A sinistra, il
fractometro.
Con questo
strumento si
misura la forza
necessaria a
romperlo: se si
spezza subito la
pianta è malata.
▼

sottigliano progressivamente, vuol le manifestazioni esteriori. Con lo DENDRODENSIMETRO

dire che la pianta è entrata in sene-
scenza, sta invecchiando e ormai
ha poche energie a disposizione:
se si dovesse ammalare, né più né
meno come un uomo o un anima-
le troppo vecchio, le probabilità di
sopravvivere si riducono di molto.
Il succhiello, tuttavia, è uno stru-
mento che penetra nel legno e pro-
voca ferite che possono diventare
veicolo di infezioni, per cui se ne
limita l'uso a piante il cui stato di
salute lo giustifichi.
Se invece si vuol conoscere la
vitalità delle cellule del cambio di
un albero si usa lo shigometro. E’
composto da due sottili elettrodi
che si inseriscono nel tronco a
breve distanza l’uno dall’altro.
Sfruttando la conducibilità elettri-
ca, essi rilevano la concentrazione
degli ioni nelle cellule e la comu-
nicano a un misuratore. Un au-
mento o una diminuzione di ioni
rispetto ai parametri normali pro-
pri dell’albero sono indice di uno
squilibrio nel metabolismo dell’
albero o di uno stato di difficoltà:
può voler dire che l’albero è mala-
to, anche se ancora non si vedono
stesso strumento, ma con un diver-
so tipo di elettrodi, si può scoprire
se nel tronco dell’albero vi sono
zone umide, marce o morte.
Gli strumenti per diagnosticare
le malattie degli alberi non sono
però solo questi. Ce ne sono altri.
● Il dendrodensimetro
Come per il fractometro e il mar-
tello elettronico, tra i primi a spe-
rimentarlo in Italia, sono stati i tec-
nici della cooperativa Demetra di
Besana Brianza. Misura la resi-
stenza incontrata da una punta di
trapano del diametro di 1-3 milli-
metri che penetra nell'albero alla
velocità costante di 20 centimetri al
minuto. Ha sulla punta una sonda.
A seconda dello sforzo richiesto
per avanzare, questa comunica a
un computer le variazioni di den-
sità del legno, facendo 50 rileva-
zioni al minuto. I dati sono tra-
sformati dal computer in un
tracciato nel quale i picchi spor-
genti rappresentano la densità: più
alto il picco, più duro il legno.
Partendo dall’esterno, e sapendo
che l’albero produce legno più du-
ro d’inverno e legno più tenero
MARTELLO ELETTRONICO
Due tecnici alle A sinistra, su un alberi è ormai così grave e diffuso
prese con cedro, a venti metri che la Comunità europea ha dovu-
un martello di altezza, viene to mettere a punto un metodo di
elettronico e effettuata una
prova con il valutazione uguale per tutti i Pae-
un geofono. si», aggiunge Di Girolamo. Il me-
Se il legno è dendrodensimetro.
malato, le onde Sopra: a sinistra, todo della Cee si applica però a
sonore emesse la punta dello grandi estensioni di boschi e si
da questi strumento e, a basa sull’osservazione della den-
strumenti. destra, il grafico sità della chioma, delle alterazioni
vengono prodotto dalla nei colori e nell’arricciamento del-
deviate. stampante le foglie per le piante latifoglie. E’
collegata. stato adoperato di recente per un’
Le ondulazioni
corrispondono indagine sui 25 mila ettari di fore-
agli anelli all’ ste della Lombardia, e i risultati
Sotto, la misurazione del diametro del tronco: per tenere sotto interno della pianta. sono davvero sconfortanti. Il 57
controllo una pianta va fatta ogni anno. per cento delle piante esaminate
MISURE risulta danneggiato, e il 50 per
cento soprattutto per l’inquina-
d’estate, si può scoprire come esso Presler, viene introdotta nell’ap- con un martello. Il tempo impiega- mento atmosferico, mentre solo il
ha superato le diverse stagioni parecchio che lo piega e riporta su to dall’onda sonora per andare da 7 per cento risulta danneggiato da
dell’anno. Quando la sonda incon- una scala graduata lo sforzo neces- un sensore all’altro viene calcolato insetti, parassiti e funghi. E non
tra legno molto poco denso, il trac- sario per arrivare a romperlo. da un timer e registrato da un com- consola certo sapere che in Sviz-
ciato diventa irregolare, vuol dire ● Il martello elettronico puter che lo rappresenta grafica- zera le cose stanno peggio, perché
che lì c’è una zona malata. Serve a scoprire le cavità interne, mente: se è regolare, vuol dire che in realtà in tutto l’arco alpino, dalla
● Il fractometro le zone infette già rinchiuse e la loro tutto va bene, se presenta appiat- parte italiana come da quella
E’ un apparecchio che serve per estensione. Si applicano alla su- timenti o anomalie, vuol dire che austriaca, svizzera e slovena, di
misurare l’elasticità di un legno. perficie dell’albero due sensori di- c’è legno alterato o c’è il vuoto, anno in anno le piante malate au-
Un campione, un rametto o una stanti fra loro al massimo 150 cen- che hanno distorto l’onda sonora. mentano sempre più. ■
carota estratta con il succhiello di timetri e poi si percuote il legno «Il problema della salute degli Margherita Lombardi

Focus 24 Focus 25
Tecnologia
Grazie ai computer
caldaie e ascensori,
bilance e auto
parlano con
noi. Comincia
Ma senti quanto parla
S
i chiama Hal, e rispetto a
un normale computer ha
l'era del in più solo quattro “e-
stensioni”: una pulsantie-
dialogo con ra, un apparecchio per il viva voce
(come quelli che consentono di
parlare al telefono senza sollevare
gli oggetti la cornetta), un microfono e un te-
lecomando. Ma c’è qualcosa che lo
rende speciale: esegue anche or-
dini verbali. Bastano poche parole
e lui accende le luci, aziona il forno,
fa partire il videoregistratore e
risponde al telefono.
Il sistema Hal, Home automatic
COMANDO VOCALE link (collegamento automatico con
I robot di una fabbrica possono la casa), è soltanto uno dei molti
essere comandati a voce, grazie a questo sistema progettato dalla
Ibm, e riconoscono messaggi come “accendi aspiratore fumi”, o “con-
apparecchi che sfruttano sistemi
vocali: macchine che, grazie a una
scheda attrezzata con vari compo-
nenti elettronici, riescono sia a par-
lare sia a riconoscere ordini espres-
si a voce. Hal è distribuito dalla
società Deltatre, di Peschiera
Borromeo, ed è destinato princi-
palmente ai disabili.
Addio telecomando:
La prima parola fu “mamma” oggi basta dire
Un’antica bambola parlante, e i suoi
meccanismi, in un’incisione di fine
“accenditi, stereo”
Ottocento. Il prototipo fu inventato
Nonostante il prezzo, che supera
dall’ungherese Wolfgang Von i sei milioni, è stato adottato da
Kempelen: emetteva le vocali diverse associazioni: a Milano, per
facendo vibrare una linguetta, e le esempio, è in funzione presso la
consonanti con speciali fessure.
SICUREZZA fondazione Don Gnocchi. «Non è
difficile da usare e mi dà la possibi-
Questo apparecchio, realizzato dalla società russa Neuroma, permette lità di essere ancora autonomo»,
l'accesso al computer soltanto dopo un controllo della voce. dice Antonio Malafarina, un ra-
Ogni voce umana infatti è unica, proprio come le impronte digitali.
gazzo milanese di 23 anni, da quat-
tro costretto all’immobilità dopo
uno sfortunato tuffo in mare. Da
un anno vive in simbiosi con Hal.
«Oltre ad aiutarmi, parla e ripete
tutto quello che voglio», aggiunge
Malafarina, «io sono milanista, e
ogni tanto gli faccio dire “forza
Milan”, oppure quando viene a
trovarmi un amico gli chiedo di
salutare e lui, da bravo, saluta». In
aprile è uscito il libro Il mio cielo è
diverso (edizioni Paoline) la prima
autobiografia elettronica scritta con
la voce e l’aiuto di Hal da un altro
ragazzo disabile, Flavio Emer.
Oggi per far parlare le macchine
AIUTO AI DISABILI si sfruttano due processi fonda-
mentalmente diversi: la digitaliz-
Un computer per non vedenti realizzato a Firenze dall’Iroe, del
Consiglio nazionale delle ricerche. Risponde in tre modi: con una voce zazione e la voce robotica vera e
sintetica, con il testo sullo schermo, e con uno stampato in rilievo. propria.
La digitalizzazione viene usata
in quasi tutti gli apparecchi parlan-
ti di uso comune, dalle bilance alle
sveglie: la macchina registra la voce
umana e la impiega al verificarsi di
determinati eventi, come la pres-
sione di un pulsante o il segnale di
un sensore. La registrazione avvie-
ne in due fasi: da principio il segna-
le, cioè la voce, viene scomposto e
trasformato in una serie di dati
numerici, poi viene immagazzinato
in un chip di memoria, cioè un
microprocessore. La differenza tra
un chip di memoria e un nastro
▼
Trenta parole per
addestrare il pc
Ibali,lri.computer capisce solo i nume-
Quindi, per eseguire ordini ver-
deve prima trasformare le
parole che ascolta in numeri (digi-
talizzazione) e poi confrontarle con
le parole-campione registrate in
precedenza. Chi impartisce l’ordi-
ne, però, potrebbe avere la erre
moscia o un forte accento, e que-
sto comprometterebbe il risulta-
to. Per evitarlo, tutti i sistemi oggi
in commercio sono “voice-depen-
dent”, dipendenti dalla voce: la
macchina, cioè, viene addestrata
a riconoscere il modo esatto in
cui il suo “padrone” pronuncia le
parole. Bastano poche decine di
minuti: il tempo di scandire 30 pa-
role inframmezzate da una breve
pausa tra l’una e l’altra. «Anche
così, però, nessun sistema attual-
mente può riconoscere più di un
certo numero di parole prestabili-
te», dice Domenico Frosina, re-
sponsabile del laboratorio voce
del Crai (Consorzio per la ricerca e
applicazioni di informatica) a
Rende, Cosenza. «Nel corso del
progetto Cee Polyglot, in consorzio
con la Olivetti, noi abbiamo messo
a punto sistemi di riconoscimento
che partono da un vocabolario ba-
se di 8-9 mila parole, più i loro e-
quivalenti in sette lingue».
Ma è in arrivo una novità: il pro-
gramma Casper, realizzato della
Apple, riconoscerà ogni possibile
voce. Casper lavora infatti sui fo-
nemi (ne contiene 20 mila, pro-
nunciati da voci diverse) di dialet-
ti e lingue differenti, e questo
dovrebbe renderlo indipendente
dal timbro della voce.
Focus 27
Lo psicologo: «Il computer
che parla diventerà
un nuovo amico»
Luigi Pezzoni,
presidente
della società
Deltatre Voice
Connection,
accanto al
computer
parlante Hal.
magnetico, sta soltanto nel fatto
▼
che il nastro deve scorrere per
restituire il segnale, mentre il chip
si limita a trasmettere, a comando,
gli impulsi elettrici corrispondenti
ai numeri in cui è stato scomposto
il segnale. Quanto più accurata-
mente viene “campionata” la regi-
strazione (vale a dire quanti più
campioni dell’ onda sonora vengo-
no prelevati) tanto meno metallica
risulta la voce che esce dagli alto-
parlanti.
Chip di basso costo sono incor-
porati in bambole e animali par-
lanti, e in quelle scatolette con tasti
e voce che insegnano giocando
Voci portatili
Sopra, il Pvtc della Deltatre, un
minicomputer parlante. Sotto,
IntroVoice: capisce 1000 parole.
l’ortografia ai bambini. Nel marzo
scorso una piccola palermitana di 9
anni, Concetta, si è risvegliata da
un coma durato un mese senten-
do proprio la voce della bambola
con la quale di solito dormiva.
C'è da chiedersi se possano sor-
gere problemi di tipo psicologico
in chi dialoga abitualmente con i
propri giocattoli, o con la propria
caldaia (esiste un modello della
Xignal, che spiega a voce gli even-
tuali difetti di funzionamento, e i
relativi provvedimenti: da “chiama-
re l’idraulico” a “regolare il termo-
stato”). «In linea di principio no.
E’ vero che una macchina parlante
fa sì che le vengano attribuite carat-
teristiche umane», dice Annalisa
Vagliasindi, psicoterapeuta alla
Ussl dell’ospedale di Legnano.
«Per chi ha un rapporto maturo
con il prossimo, però, la macchina
può diventare amica, alleata, una
compagna sulla quale riversare i
propri sentimenti. Solo per chi ha
un rapporto difficile con il mondo
esterno, di chiusura, una macchi-
na parlante può rappresentare un
elemento di inquietudine, perché
risulta scarsamente controllabile».
Frammenti di parole
per creare
una nuova voce
Il computer del futuro potrebbe
avere addirittura appendici parlanti
in ogni stanza. Il Cnr, il Consiglio
nazionale delle ricerche, sta cer-
cando di sviluppare un’altra mac-
china di controllo domestico simile
ad Hal, ma studiata per i computer
Apple Macintosh: si chiama Elena,
è prodotta dalla ArTec di Livorno
e costa dai sei agli otto milio-
ni. «Il prezzo del sistema per
ora blocca l’acquisto da
parte di privati» dice
Raffaele Rossi dell’ArTec.
«Ecco perché il nostro mer-
cato è rappresentato quasi
solo da enti, scuole e istituti
di assistenza».
La voce robotica vera e
propria, ottenuta con una
tecnica che viene chiamata
sintesi vocale, è invece la
capacità di articolare parole
non precedentemente regi-
strate. Un esempio: la lettu-
ra del giornale da parte del
Sopra, la bilancia parlante
Tefal. A destra, una stazione
Viacard con voce digitale.
Chiacchierando con le macchine
C ome può svolger-
si, oggi, una gior-
nata in compagnia
Scendiamo in garage,
giriamo la chiavetta
d’accensione dell’au-
e una voce registrata
ci accompagna du-
rante lo svolgersi del-
delle macchine par- tomobile e il compu- le varie operazioni. Se
lanti già sul mercato? ter di bordo della invece decidiamo di
La sveglia ci sussur- nostra Renault Sa- metterci in viaggio in
ra l’ora e ci invita con frane analizza i dati autostrada, potrem-
voce femminile ad dei vari sensori e indi- mo imboccare una
alzarci. Pigiando un ca gli eventuali pro- delle delle 270 sta-
pulsante, il calenda- blemi (per esempio: zioni Viacard (per il
rio dice che giorno è, «siamo quasi in riser- pagamento automati-
mentre la bilancia va!»). Anche l’ascen- co del pedaggio) e-
parlante della Tefal, sore dell’ufficio lancia quipaggiate anche
che ha sette tasti- messaggi: la società con scheda vocale. Il
memoria e può regi- Daldoss di Trento uti- meccanismo entra in
strare sette pesi con lizza microprocessori azione nel momento
relativi scarti, segnala per registrare mes- in cui la vettura si im-
a voce e su un qua- saggi prestabiliti, che mette nella pista au-
drante digitale se il vengono comunicati a tomatica e comincia
nostro peso è aumen- ogni piano. Ci servono a spiegare agli utenti
tato o diminuito e contanti? Facciamo le operazioni di paga-
quanto pesiamo oggi. un salto al Bancomat mento, senza dimen-
La caldaia elettronica (in Italia ce ne sono ticarsi, alla fine, di
Xignal ci comunica ad circa 700 con guida augurare anche buon
alta voce il suo stato vocale, prodotti dalla viaggio all’automobi-
di funzionamento. Ncr, del gruppo At&t) lista.
computer, destinata prevalente- puter portatile vocale che contiene
mente ai non-vedenti. In In- una scheda miniaturizzata in grado
ghilterra i ciechi possono già leg- di sintetizzare qualunque parola e
gere The Guardian: basta di riconoscerne 500. Si tiene in una
un’antenna speciale, un decodifi- mano ed è dotato di una cuffia e di
catore di segnali, un personal com- un microfono. E’ stato adottato da
puter e un apparecchio che produ- società come la Coca-Cola per il
ce la voce sintetica. Il computer controllo di qualità, e da enti come
studia ogni parola per trovare il Comune di Riccione per la rile-
l’accento giusto, esamina la pun- vazione dei consumi di gas e luce.
teggiatura della frase e infine trova Diminuiranno i posti di lavoro,
nella sua memoria i frammenti di in seguito all’introduzione di que-
suono, o fonemi, che usa per ste nuove tecniche? «Direi di no»,
costruire la frase, ad altissima velo- risponde Luigi Pezzoni, presidente
cità. della Deltatre, «piuttosto ci sarà
Altre applicazioni di sintesi vo- una maggiore efficienza. E’ vero
cale sono in uso anche in Italia. che ci sono situazioni nelle quali
Presso il laboratorio di anatomia un uomo solo diventa capace di
patologica del Regina Margherita svolgere il lavoro di due persone,
di Torino, o al reparto di radiologia ma è lo stesso discorso che si face-
dell’ospedale di Ivrea, i medici ana- va ai tempi dell’introduzione del
listi usano da due anni un sistema computer. Si diceva che avrebbe
della Olivetti: attraverso un per- rubato il lavoro all’uomo, e invece
corso di domande e risposte, il ha sviluppato attività del tutto
computer propone al medico una diverse». Intanto, però, in America
serie di quesiti, ai quali corrisponde la At&t, colosso delle telecomuni-
una ristretta gamma di risposte, e cazioni, sta affrontando il problema
in breve tempo il sistema produce del licenziamento di 6 mila centra-
un attendibile referto medico. La linisti, da rimpiazzare con robot
Deltatre propone il Ptvc, un com- parlanti. ■
Fiorenza Botta
Patrimonio
Restauri

Alla ricerca del

per legge
Due esempi di
film restaurati:
una pellicola di
Walt Disney e il
famosissimo "Via
col vento". Negli
Usa, la Library of
Congress di

film perduto
Washington
interviene per
legge ogni anno
su 25 capolavori.

I NEMICI? GLI UOMINI E LA CHIMICA

E’
una delle sequenze più
suggestive del cinema i-
taliano: verso la fine di
Nuovo Cinema Paradi-
so, il film di Giuseppe Tornatore
premiato con l’Oscar, il protagoni-
sta riceve in eredità un collage delle
scene che, per tanti anni, il suo vec-
chio amico, operatore in una sala ci-
nematografica, censurava, taglian-
dole dalle pellicole in program-
mazione: baci, effusioni, i primi
accenni di nudo. Molti film, nella
storia del cinema, sono stati così
mutilati e ora circolano in una ver-
sione diversa da quella che aveva
concepito il regista. Molti invece
sono stati consumati dal tempo,
diventando sbiaditi e gracchianti.
Di altri, infine, non si conserva più
neppure una copia: persi per sem-
pre. Secondo le ultime statistiche
americane circa il 50 per cento della
produzione mondiale della prima
metà del nostro secolo è sparita.
Percentuale che sfiora l’85 per cen-
to se si considera invece solo il pe-
riodo del muto, cioè fino agli anni
Trenta. Non potremo mai più vede-
Anche le pellicole muoiono, re per esempio The divine woman,
un film con Greta Garbo del 1928.
corrose dal tempo. Ecco le più E neppure Sperduti nel buio, un
classico del muto italiano del 1914,
rubato dai nazisti e mai più ritro-
moderne tecniche vato. Invece di Citizen Kane, il ca-
polavoro di Orson Welles del 1941,
per recuperarle Cento anni fa,
è andato perduto l’originale.
Fin dal 1980 l’Unesco ha dichia-
rato il cinema “bene culturale da
la nuova arte salvaguardare”, consigliando con
Una scena de ciò di mettere al riparo almeno
"L'arrivo del quello che ne rimane.
treno alla Che la situazione fosse grave era
stazione della noto da tempo. «Fino a quindici
città", il primo anni fa c’erano ancora illustri ar-
film presentato chivisti che consigliavano ai colle-
a Parigi nel
1895 dai fratelli ghi di proteggere le copie origina-
Una "pizza" avariata Lumière. Da li sotterrandole in giardino, o di
allora sono tagliare qua e là spezzoni corri-
Sopra, un rullo di pellicola
di nitrato ridotto in gelatina. stati girati 2,5 spondenti alle scene più importanti
milioni di film. di un film per impedire che qualcu-

▼
Accanto, restauri con il bisturi.
Focus 31
 Fino al 1955 si
usavano le pellicole
di nitrato. Oggi sono
per lo più ridotte in gelatina
no ne facesse una copia illegale»,
▼
dice Paolo Cherchi Usai, dell’uni-
versità di Rochester (New York),
uno dei massimi esperti mondiali
di restauro e conservazione dei film.
In tutto il mondo impera insom-
ma la concezione di film “usa e
getta”: ogni anno in Italia escono
per esempio circa 300 titoli (ma
negli anni Cinquanta erano alme-
no 900) e ognuno viene stampato,
al massimo, in 40 copie. Queste
restano sul mercato solo pochi me-
si. Poi i distributori sono tenuti a
restituirle ai legittimi proprietari, i
produttori (che per legge ne deten-
gono i diritti), oppure a distrug-
gerle: in questo caso la norma pre-
vede che il film venga preso a colpi
d’ascia, e così inciso con una croce
LA RINASCITA DI UN FILM: L'INIZIO
1 Diagnosi
La pellicola di
nitrato, un prodotto
della cellulosa, si
presenta in stato di
decomposizione.
Prime cure 2 rullo di pellicola è
Nel laboratorio di
restauro della
Cineteca di
Bologna un
tecnico prepara la
soluzione chimica
per scollare e
srotolare il film.
Focus 32
profonda 20-30 centimetri almeno
sui primi due rulli (generalmente
sono cinque o sei). Il negativo, os-
sia la copia originale, resta invece
nel deposito dei laboratori di stam-
pa che tuttavia, dopo un certo nu-
mero di anni, se il produttore falli-
sce o se ne disinteressa, imman-
cabilmente la distruggono.
«Per fortuna dal 1945, con la pri-
ma legge sul cinema, è stato sanci-
to l’obbligo di depositare, presso la
Cineteca nazionale, una copia di
ogni film girato in Italia», spiega
Angelo Libertini, direttore del Cen-
tro sperimentale di cinematogra-
fia di Roma, del quale fa parte an-
che la Cineteca. «Eppure non tutti
rispettano le regole e così, nei no-
stri depositi climatizzati, sono oggi
I danni
Un'operatrice
ricostruisce
a mano le
perforazioni
strappate o
deformate dall'uso.
Con procedimento
artigianale si
interviene anche
sulle giunte (le
incollature tra
diversi spezzoni
di pellicola).
Due capolavori
in pericolo
A sinistra, una
scena di "Quarto
potere", di O.Welles.
Il negativo originale
è perduto. In alto,
"Sciuscià", di De Sica:
il sonoro è da ripulire.
Il film ricucito
Peter O'Toole e A.
Queen in "Lawrence
d'Arabia": la prima
versione uscì tagliata.
custoditi 30 mila titoli, senz’altro
3 meno di quanti dovrebbero essere».
Ad accanirsi contro il cinema
non sono solo gli uomini ma anche
la chimica. «Fino agli anni Cin-
quanta i film venivano girati su
pellicola di nitrato, un prodotto
che si ottiene trattando la cellulosa
con acido solforico e acido nitri-
co, e che è altamente infiammabi-
le: lo ione nitrico infatti è presente
anche negli esplosivi», spiega Ma-
rio Calzini, che è stato per nove
anni direttore tecnico di Cinecittà.
«Per questo la prima crisi del cine-
ma risale già all’anno successivo
alla sua scoperta, il 1896: in una
sala di proiezione di Parigi scop-
piò un incendio, morirono 50 per-
sone, e il cinema venne per un cer-
to tempo addirittura proibito»,
continua Calzini. Oltre a infiam-
I tempi
Perforazioni 4 marsi, il nitrato è anche estrema-
mente degradabile: nel giro di cin-
rovinate. Un quant’anni al massimo si depoli-
lungo dai 900 ai
merizza, cioè i legami molecolari si
allentano progressivamente, fino a
1700 metri, tutto ridurre la pellicola in un’informe
il film è circa
3 mila metri. Il
lavoro sulle
5 I macchinari
marmellata. Conclusione: se non
si interviene subito trasferendo i
perforazioni La macchina per il lavaggio e la film superstiti sui cosiddetti sup-
può durare, da lucidatura del film: quest'ultima porti di sicurezza, come sono le
solo, anche serve anche ad attenuare, con pellicole di triacetato, entro il 2005
alcuni giorni. un sottile strato di colla, i graffi. anche gli ultimi film girati su nitra-
to spariranno. Il triacetato risale al
1955. E’ sempre un derivato della
cellulosa, ma viene trattato con
acidi organici come l’acido acetico.
Una pellicola di questo tipo resiste
indenne per almeno cento passaggi
nel proiettore, poi anch’essa si dete-
riora. E’ soggetta infatti a quella
che gli addetti ai lavori chiamano
sindrome dell’aceto: si sviluppa ap-
punto acido acetico che corrode il
supporto o addirittura l’emulsione,
il sottile strato di gelatina sul quale
la luce imprime le immagini.
E' in arrivo
il poliestere: dura
per sempre
«Una soluzione definitiva sareb-
be quella di utilizzare come sup-
porto pellicole di poliestere, una
fibra sintetica dotata di un’enor-
me resistenza meccanica e molto
trasparente, quindi indicata per la
fotografia», suggerisce Calzini.
«Johnny Stecchino, l’ultimo film di
Benigni, è stato girato proprio su
questo materiale e così anche La
guerra dei Roses. Ma il problema è
la conversione dei macchinari che
oggi producono le pellicole di tria-
cetato in macchine per la produ-
zione di pellicole in poliestere. E’
Un'arte fatta
di invenzioni
1865 I fratelli Hyatt mettono a
punto la prima delle materie pla-
stiche artificiali, la celluloide.
1889 George Eastman inizia a pro-
durre la celluloide per la fotografia.
1891 Thomas Alva Edison inventa
il cinetoscopio, apparecchio per la
visione individuale di immagini in
movimento. Funziona con un di-
sco rotante che proietta, grazie a
un motore elettrico, 40 immagini
al secondo. Inventò anche il fono-
grafo, per la registrazione e la ri-
produzione del suono.
1895 I fratelli Lumière inventano
una nuova macchina, il cinemato-
graphe. Quello che mancava al ci-
netoscopio era infatti un meccani-
smo in grado di trascinare con moto
intermittente la pellicola e registra-
re i fotogrammi in modo perfetta-
mente equidistante tra loro.
1906 Eugene Lauste mette a punto
il sistema di registrazio-
ne ottica del suono su
pellicola.
1915 Nasce l’industria
Technicolor per la co-
lorazione dei film.
1927 Il primo film so-
noro, Il cantante di
jazz, viene presentato
al pubblico.
Una delle prime
macchine da
presa, del 1897.
molto costosa».
Il poliestere
potrebbe dun-
que rivelarsi la
vera salvezza del cinema (dura al-
cune centinaia di anni), ma nel
frattempo, per conservare i film
del passato, è necessario salvare le
pellicole in pericolo.
«E non è un’impresa da poco»,
commenta Vittorio Boarini, diret-
tore della Cineteca del Comune di
Bologna. Di recente, grazie a una
sovvenzione Cee, la Cineteca ha
promosso l’apertura di un labora-
torio di restauro, l’unico in Italia in
grado di intervenire su ogni tipo di
danno. Tra i lavori più recenti ci so-
no quello su Malombra di Carmine
Gallone del 1917 e su Maciste e l’In-
ferno di Guido Brignone del 1926,
entrambi film muti e su nitrato.
Maciste è tra l’altro il primo film
che Federico Fellini ricorda di aver
visto, al cinema Fulgor di Rimini,
quando aveva sette anni, e confes-
sa che le diavolesse, procaci e sen-
suali figure femminili, devono pro-
babilmente aver influenzato tutta
la sua successiva attività creativa.
«Molti immaginano che i film
muti siano tutti in bianco e nero»,
dice Boarini. «In realtà spesso era-
no dipinti con la tecnica dell’imbi-
▼
Focus 33
 Nel restauro bisogna rispettare la
volontà del regista: nel "Gattopardo"
domina il rosso, così volle Visconti
bizione, cioè immergendo la pelli-
▼
cola in un bagno di colore, per
ottenere sfumature di una stessa
tonalità. Un’altra tecnica era quel-
la del viraggio, con la quale si pote-
va invece realizzare una policro-
mia: le pellicole andavano sempre
messe a bagno in un colore, ma
prima si rendevano
chimicamente sen-
sibili soltanto alcu-
ne parti dell’emul-
sione, che così lo as-
sorbivano. Con ba-
gni successivi si co-
loravano altre parti
con altri colori. Ora
stiamo progettando,
e finora nessuno lo
ha mai fatto, il re-
stauro di una pelli-
Vittorio Boarini, cola virata che la
direttore della Cineteca possiede
Cineteca di Bologna. in esemplare unico
al mondo, Carnevale-
sca, di Amleto Palermi (1916)».
Prima di arrivare al restauro del
colore, si procede però ad altre fasi
preparatorie: la prima è quella
“filologica”. Consiste nel reperire,
se mancasse il negativo originale,
almeno le copie positive meglio
conservate. Viste tutte insieme
consentono di scoprire eventuali
tagli e di reintegrarli, per arrivare a
un prodotto finale che sia il più
vicino possibile a quello concepito
dall’autore. La caccia alle copie è
senza frontiere: sembra per esem-
pio che la più ricca miniera per il
cinema muto italiano sia il Sud
America. A Montevideo è stata
trovata la miglior copia di Ma-
lombra, a San Paolo del Brasile
quella di Carnevalesca.
Il restauro vero e proprio ha ini-
zio solitamente con il bagno della
pellicola in acqua e bassissime per-
centuali di solvente, per poterla
srotolare senza danni. Poi si pro-
cede con la ricostruzione delle
perforazioni (strappate o defor-
mate) per poterla visionare in mo-
viola. Infine, si passa al lavaggio
(il grasso del proiettore e la pol-
vere del tempo creano un patina
scura) e alla lucidatura con una
sostanza collosa che “entra” nei
graffi attenuandoli.
Solo a questo punto si interviene
sul colore. Poiché l’industria cine-
matografica ha usato nel tempo
Focus 34
tecniche diverse per produrre pel-
licole a colori (Technicolor, Koda-
chrome, Agfacolor...), anche gli in-
terventi di restauro devono evi-
dentemente essere differenziati.
I colori sbiadiscono
ma non scompaiono.
Basta risvegliarli
«Nel caso di Giovanna d’Arco
va al rogo di Roberto Rossellini,
nel quale era emersa una notevole
dominante magenta (rossa) men-
tre sembravano totalmente spariti
gli altri colori (in realtà erano pre-
senti, ma in percentuali inferiori
al 30 per cento e quindi impercet-
tibili all’occhio umano), è stato ne-
cessario risvegliarli», racconta Ema-
nuele Valerio Marino, che ha di-
retto il restauro del film per Cine-
città International, ente statale di
promozione del cinema italiano al-
l’estero. «Abbiamo sottoposto la
pellicola a filtrazioni successive, os-
La grande prova italiana "Il Gattopardo" di Luchino Visconti (1963) è stato di recente restaurato
dal Centro sperimentale di cinematografia e Cinecittà International. L'operazione è costata 200 milioni.
sia a passaggi in macchinari che se-
lezionano un solo colore alla volta,
evidenziandone la presenza. Solo
uno mancava e quindi ce lo siamo
inventati: quello della carne». L’i-
deale è che al restauro partecipi il
regista stesso o i suoi collaborato-
ri. Quando è stato restaurato Il
Gattopardo di Visconti, il direttore
della fotografia, Giuseppe Rotunno
ricordava, per esempio, che Vi-
sconti aveva voluto caricare la pel-
licola di rosso per simboleggiare il
caldo, il sangue, la decadenza. Non
un errore tecnico, ma una scelta
espressiva del regista. Ora Rotunno
sta lavorando su Senso, sempre di
Visconti, mentre un altro prestigio-
so direttore della fotografia, Vit-
torio Storaro, lavorerà su Il Con-
formista di Bertolucci.
Qualunque sia stato il metodo
di colorazione iniziale, una volta
compiuto il restauro la migliore
tecnica di conservazione è la trise-
lezione, che viene utilizzata per
DAL COLORE ALLA MOVIOLA: LE FASI FINALI
Ultima
occhiata
4
Ancora un
1 Prima visione
controllo in
moviola, prima
della visione sul
Alla moviola si controlla scena grande schermo.
per scena lo stato del film: così si
scoprono eventuali tagli effettuati. Casa ideale:
la cineteca
Una copia del
film è archiviata
in depositi
climatizzati. 5
2
Alchimia di luci
Provini. I colori si ottengono
3 Lo sviluppo Un' apparecchiatura di Cinecittà per la stampa delle pellicole. Per
mescolando luce rossa, verde e blu. una conservazione ottimale il film andrebbe stampato in tre pellicole, una per colore.
esempio dalla Disney per tutti i
suoi film. I colori di un film si ot-
tengono mescolando in percen-
tuali diverse i tre colori base: rosso,
verde e blu. Quindi nella normale
pellicola le “informazioni di colo-
re” sono contenute in tre strati so-
vrapposti. Il restauratore, con l’
aiuto di filtri colorati, può separa-
re invece queste informazioni su
tre pellicole distinte (i cosiddetti
Sylver master di separazione). Il
colore, non più mescolato, in que-
sto modo resiste più a lungo nel
tempo, e anche l’eventuale restau-
Salvataggio di Stato "Spartacus", di ro successivo sarà più semplice.
S.Kubrick, è tra i film restaurati dal governo Usa. Infine il problema del sonoro.
Una scoperta In questo settore la moderna tec-
archeologica nologia può addirittura migliorare
Michel Simon l’originale. Esistono macchinari in
nell"Atalante", di grado di leggere la banda registra-
Vigo. La versione ta sul bordo della pellicola, indivi-
originale, duare, là dove non dovrebbero es-
censurata, è serci suoni, i rumori esterni ed e-
stata ritrovata a liminarli. O, ancora, è possibile
Londra nel 1991. rendere stereofonico un film regi-
strato in mono. ■
Cristina Mochi
Hanno tinto
Humphrey
"Casablanca",
Per saperne di più:
del 1942, è Mario Calzini, Storia tecnica del film
stato colorizzato e del disco, Cappelli.
con sistemi Guido e Teresa Aristarco, Verso il cen-
elettronici. tenario, Dedalo.
Focus 35
 Comportamento - Le nostre reazioni nei confronti dell'abbiglia mento e della moda sono complesse. E oggetto di studio
Efficienza in passerella
Moda maschile oggi. Gli abiti sono
diventati "pratici" solo dopo
la rivoluzione industriale, a metà
Ottocento, che ha dato importanza
soprattutto all'efficienza produttiva.
Focus 36
Sei un acceptor o un
remover ?
D
ea non aveva identità.
Era persa nel vuoto. Riu-
sciva a impossessarsi di
una personalità solo at-
traverso gli abiti che indossava. E
diventava sensuale, avvolta in un
vestito da sirena. O aggressiva,
mimetizzata in una divisa maschi-
le. Così, nella commedia Nostra
Dea, Massimo Bontempelli ha
descritto la vita di una donna che
interpretava continuamente ruoli
diversi, in sintonia con il suo guar-
daroba. Elena naturalmente è un
personaggio d’invenzione ma il
suo comportamento, in realtà, è
molto vicino a quello di tutti noi,
perché tutti, senza rendercene
conto, utilizziamo i vestiti come
una maschera. Ognuno lo fa a mo-
do proprio, scegliendo gli abiti in
base a quello che vuole nasconde-
re o comunicare. Non è una novi-
tà? Forse. Ma a essere nuovo è il
fatto che, per la prima volta, è
stato compiuto uno studio ap-
profondito sulla psicologia dell’
abbigliamento della gente comu-
ne. A organizzarlo è stato Paolo
Bonaiuto, docente di psicologia
generale all’Università La Sapien-
za di Roma. Si è trattato di una
ricerca insolita: una ottantina di
donne tra i 19 e i 30 anni sono state
invitate a presentarsi due volte in
istituto: prima in abiti eleganti e
poi con un look “trasandato”. O
viceversa. Le scelte di ognuna so-
no state poi esaminate da una é-
quipe di psicologi.
C'è chi accetta le trasgressioni e chi
le rifiuta. Chi abbottona la giacca e
chi la tiene aperta. Perché? Perché
i vestiti sono come una seconda
pelle che contiene i conflitti interiori.
«Tutte le donne consideravano Moda femminile. Ogni parte del corpo è considerata seduttiva.
eleganti i tailleur, le pellicce, i tac-
chi alti, i monili. Mentre per abbi-
gliamento “trasandato” intende- Giovani in
vano maglioni, giubbotti e scarpe jeans. I vestiti
sportive», racconta Bonaiuto. All’ maschili in
interno di questi canoni ovviamen- genere
te venivano compiute anche scelte evidenziano
dettate dal gusto personale, e da solo la parte
superiore del
meccanismi psicologici di difesa. corpo (torace
e spalle),
Di rado ci si veste espressione
in maniera di potenza.
del tutto serena
tinua Bonaiuto. « Al loro opposto inclinata di sette gradi, per esem- ritengono tali. «I
«A questo proposito noi parlia- ci sono gli “acceptor”, tendenzial- pio, tendono a rifiutare la penden- puritani per e- Paolo Bonaiuto, Francesco Morace,
mo di “indicatori difensivo mime- mente più estroversi, giocosi e tra- za e, di fatto, non la registrano. Gli sempio eviden- psicologo. sociologo.
tici”: cioè quei piccoli segnali che sgressivi: i primi a seguire una “acceptor” invece la notano imme- ziano il senso
indicano la presenza di una bar- nuova moda. I “normal” invece diatamente, la apprezzano e addi- del pudore con abiti classici e nicare sostegno morale: indossa-
riera fra noi e l’esterno». In tutto propongono una via di mezzo». In rittura la sopravvalutano». austeri», spiega Gianni Maccarini, no indumenti stretti e rigidi, come
ce ne sono una ventina: si va dal nu- particolare, i tipi “remover” hanno In definitiva, comunque, siamo psicologo di Milano. «Poi ci sono colletti inamidati. Caratteristiche
mero dei bottoni abbottonati (più bisogno di proteggersi da ogni tipo di fronte alla conferma che i vesti- le persone che esprimono il loro che, non a caso, si ritrovano in
ce n’è, più la persona è da conside- di anomalia, stranezza o incon- ti vengono usati soprattutto per bisogno di protezione indossando tutte le divise militari». C’è perfino
rarsi sulla difensiva) a quello degli gruenza. Perfino di tipo visivo. «Di mettere in luce le proprie doti tessuti morbidi, a colori caldi. O, chi non dà nessun valore all’abbi-
strati di stoffa, vale a dire ma- fronte all’immagine di una torre migliori. O meglio, quelle che si ancora, quelle che vogliono comu- gliamento: gli psicologi li chiamano
gliette, golf e giacconi sovrappo- “non emotivi”, e sono quelli che
sti. Dallo spessore dei tessuti all’ non si preoccupano affatto di ave-
aspetto complessivo, più o meno re calzini di diverso colore.
“infagottato”. Sono messaggi quasi La moda negli anni che verranno Naturalmente le scelte, pur se
sempre inconsapevoli. Ma chi è inconsapevoli, sono anche frutto
capace di leggerli può capire quan-
to la persona che gli sta di fronte
N on è facile pre-
vedere una mo-
da con anni di anti-
che hanno recen-
temente pubblica-
to i risultati della
tessuti naturali, co-
me il lino, tinti con
coloranti vegetali.
ranno subito ten-
denza.
● Abiti optical. Tor-
alle collezioni dei
grandi stilisti.
● La moda non
di condizionamenti esterni. Pren-
diamo il caso di un ricevimento
sia in realtà in posizione di difesa. cipo, ma si pos- loro ricerca in un ● Stoffe tecnologi- neranno i colori sarà più ciclica. Le ufficiale, per convenzione la massi-
«Difese a parte, rispetto all’abbi- sono comunque i- libro. Si intitola I che. Arriveranno fluorescenti che nuove tendenze si ma occasione di eleganza: le donne
potizzare alcune nuovi boom ed è dal Giappone fibre erano di moda ne- affiancheranno ad
gliamento esistono tre tipologie tendenze. L'hanno edito dalla Sperling ignifughe, leggeris- gli anni Settanta. altre e resisteran- indossano abiti dalle forme roton-
fondamentali di utenti. I “remo- fatto i sociologi & Kupfer. Ecco che sime, con aderen- ● I vestiti griffati. no a lungo, offren- de, che evocano quelle materne, e
ver” hanno un atteggiamento di Francesco Morace, cosa andrà di mo- ze (cioè le linee Continueranno a do così a tutti la quindi esprimono sensualità. Gli
difesa elevato, non accettano le Linda Gobbi, Ro- da entro il 1996. dell’abito a diretto essere in auge, ma possibilità di sce- uomini invece hanno in genere
trasgressioni, si coprono molto e berto Brognara e ● Eco-abbiglia- contatto con il cor- non i capi di azien- gliere in modo au- completi dai tagli netti ed esprimo-
vestono in maniera classica», con- Fabrizio Valente, mento. Vale a dire po) insolite. E fa- de minori ispirati tonomo. no così rigore, stabilità e potenza.
▼
Focus 37
Lo psicologo: vestirsi bene bel vestito può “tirarci su”? «In
questo caso, la funzione dell’abito

aumenta l'autostima Come eravamo, come siamo: quarant'anni di moda buona e cattiva è proprio quella di una seconda
pelle che “contiene” i conflitti inte-
riori», spiega Gabriella Bartoli,
D al 1950 a oggi lo stile dell'
abbigliamento è spesso cambiato,
tracciando a volte veri ricorsi storici:
docente di Teoria della persona-
lità all’Università di Bologna e
Le differenze ovviamente si an- mente stirati. In questo modo si membro della Società psicoanali-
▼

attualmente la moda si ispira di nuovo a

nullano nell’abbigliamento sporti- comunica agli altri la propria capa- ciò che fu prodotto negli anni Settanta, tica italiana. «Basta ricordare la
vo di tutti i giorni, quando bisogna cità a sapersi prendere cura di sé, e che non furono certo "anni eleganti". recente campagna pubblicitaria
essere soprattutto pratici ed effi- quindi si ispira fiducia. Lo dimo- della Benetton. Un messaggio si
cienti. Quasi tutti, comunque, ten- stra una ricerca che abbiamo con- basava sulla foto di un soldato che
dono nelle loro scelte a essere ele- dotto pochi anni fa: abbiamo pre- teneva in mano il femore di un
ganti, magari a modo proprio. In sentato l'immagine di un quadro uomo, un altro su quella di un
generale, comunque, l'eleganza astratto insieme con un critico malato terminale di Aids. Imma-
suscita un senso di “inavvicinabi- d’arte che lo commentava. Se que- gini drammatiche, che hanno susci-
lità”. Soprattutto per quanto ri- sti indossava un abito importante, tato scandalo. Eppure le vendite
guarda l'eleganza femminile. la sua credibilità aumentava del sono aumentate. Perché? Sopra
Ma che cosa è esattamente l’ele- venti per cento». quelle foto c’era una banda colo-
ganza? «Sostanzialmente il frutto L’abbigliamento “giusto” tra- rata con il nome dell’azienda. Il
dell’attenzione ai minimi partico- smette sicurezza agli altri e a se messaggio poteva significare: “nel
lari. Il fatto che niente sia lasciato stessi. E’ stato addirittura calcola- mondo accadono cose terribili. Per
al caso», rispondono gli psicologi to che l’autostima “aumenta del 1947: un modello inglese 1947: ispirazione militare 1950: costume da bagno 1950: i fiori sul cappello 1952: stile per il tempo libero sopportarle meglio basta indossa-
Anna Maria Giannini e Mario 30 per cento” quando ci si veste in re vestiti Benetton”».
Bonaiuto, che hanno compiuto maniera considerata elegante. Al
anche altre indagini. «Sono consi- punto che, in certi momenti, l’abito Quanto può durare
derati eleganti gli accostamenti di assume un valore perfino “tera- una moda?
colori in gradazione, le camicie peutico”. Non si dice comune- Anche per sempre
bianche pulite, i tessuti perfetta- mente che, quando si è tristi, un
Chi crea la moda, insomma,
tiene conto delle esigenze incon-
Gli inventori dello stile sce dei futuri clienti. E’ un mecca-
nismo a due direzioni, andata e
Fpreparava
ino a qualche tem-
po fa, la moda si
a tavolino.
denza”, cioè stabiliva-
no che cosa sarebbe
andato di moda, alle-
proprio cliente-tipo.
Ci sono ovviamente
anche le tendenze
ritorno: il pubblico lancia segnali di
tendenza, come la preferenza per
Ci pensavano, anche gando i risultati di generali. Come ven- un film o per alcuni viaggi. E gli
con cinque anni di sofisticate ricerche di gono definite? Le i- stilisti li interpretano. Ma chi segue
anticipo, ditte specia- mercato compiute in dee di base spesso i loro dettami? All’inizio, in realtà,
lizzate, come la Pro- precedenza. A questo sono tratte da film o ogni nuova moda è seguita soprat-
mosteel di Parigi o il punto, agli stilisti non libri di successo, o dal 1960: principe di Galles 1964: il topless 1965: piume e pellicce 1966: la linea Twiggy 1966: il rock inglese 1967: la lacca sui capelli 1968: la minigonna di Mary Quant tutto dai cosidetti “trend-setter”:
Citer di Carpi: i loro restava altro che ac- mercato dei viaggi e hanno tra i 25 e i 40 anni, un livel-
rappresentanti batte- quistare quei prezio- delle vacanze. Di re- lo culturale medio-alto, un lavoro
vano a tappeto i pro- si fascicoli, e inter- cente, per esempio, gratificante e un buon reddito. Poi,
duttori di stoffe e co- pretare la nuova ten- hanno molto succes-
loranti di ogni parte denza con un anno di so paesi come il Bhu- a poco a poco, la tendenza viene
del mondo. Quindi anticipo rispetto alla tan e la Patagonia, accettata da tutti, quindi si affie-
sceglievano il blu o il commercializzazione. che hanno stimolato volisce e scompare. Non esiste una
nero, il lino o partico- Oggi questo sistema la ripresa della “moda durata media. Una moda può resi-
lari fibre sintetiche. E è entrato in crisi, visto etnica”. Spesso, per stere per cinque anni o per una
formulavano i cosid- che in genere non e- rendere più forte la stagione. Tutto dipende dalla vali-
detti “quadri di ten- siste più una moda nuova tendenza, alcu- dità dell’idea, dall’investimento e-
unica, ma moltissime ne aziende si accor- conomico e pubblicitario delle a-
variabili. Così spesso dano tra loro e pro- ziende produttrici, e dal livello di
sono oggi proprio le pongono un unico
singole aziende a com- stile, anche se inter- saturazione del pubblico. E que-
missionare sondaggi pretato in modo diver- gli accessori e quegli indumenti
mirati per individuare so, a seconda del pro- che sono in voga da trent’anni?
gusti e desideri del prio stilista. 1972: figli dei fiori 1973: "zampe d'elefante" 1975: blue jeans on the road 1977: stoffe indiane 1985: il rockabilly «Sono i grandi classici, come i fou-
lard di Hermés o la borsetta di
Chanel. Hanno in comune l’origi-
nalità iniziale, la qualità del pro-
dotto e, quindi, la durata nel tem-
po», spiega Francesco Morace, so-
ciologo presso il Trends Lab di
Milano, una sorta di osservatorio
sulle tendenze di consumo. «Questi
stessi elementi sono in realtà comu-
ni a molta moda attuale. Oggi non
si scelgono più abiti vistosi per col-
I due grandi della pire gli altri, ma vestiti sobri e di
moda. Sopra, Giorgio qualità, per stare bene con se stessi.
Armani. A fianco: Il pubblico, insomma, sembra esser-
Valentino Garavani. si stancato degli eccessi». ■
1986: i piumini da paninaro 1988: il neo punk 1990: zainetti colorati 1991: casual firmato 1992: la donna bionica Olga Noel Winderling

Focus 38 Focus 39
Sport

Dove l'acqua

G
iù verso il fondale, tra
è più blu praterie di posidonie e
L'inizio di una branchi di corvine, in cer-
immersione con l'Ara ca di relitti e anfore ro-
(cioè l'autorespiratore mane. L’idea di trasformarsi in
ad aria). L'uso delle sub, semplicemente in apnea op-
bombole in Italia non è pure con bombole ed erogatore,
ammesso per chi vuole affascina molte persone, soprat-
praticare la caccia tutto d’estate. Oltre 25 mila sono
subacquea. Un'altra gli iscritti alla Federazione italiana
norma esige che il sub
sia sempre segnalato pesca subacquea ma, in realtà, so-
da un galleggiante con prattutto fra giugno e settembre,
bandierina, visibile a centinaia di migliaia di italiani si
300 metri di distanza. immergono senza appartenere ad
alcun club. Molti altri, però, anche
se provano la tentazione, sono trat-
tenuti dall’idea che andar per fon-
dali sottomarini sia rischioso.
Un’occhiata alle statistiche (da
1200 a 1400 infortuni all’anno), la
frequentazione intensa delle came-
re iperbariche ogni estate (il 90 per
cento degli incidenti si verifica in
questa stagione) sembrerebbe dar
loro ragione. In realtà, il rischio
nello sport subacqueo non è mag-
giore di quello che si corre in tante
altre discipline apparentemente
più innocue. «Il pericolo deriva nel
99 per cento dei casi dall’errore u-

▼
Basta un tuffo e ci si può immergere in un mondo silenzioso, lontano dalla folla e dalla nevrosi: lo sforzo
fisico è ridotto e i movimenti sono lenti e coordinati. Sul fon dale si impara a combattere lo stress.

Sott' acqua
E il pericolo? Molto
meno che in altri sport

Focus 40 Focus 41
Uno sport per solitari: e Una piovra
per amica
l'immersione Un grande polpo
(l'Octopus vulgaris).
E' socievole,
infonde fiducia intelligente, e ama
giocare. Può essere
lungo anche più di un
in se stessi metro. Quando si
sente in pericolo
emette inchiostro.

Incontri ravvicinati
A lato, l'incontro con una
testuggine (in Italia è possibile a
Lampedusa). Sotto, un piccolo
squalo. Non sempre è aggressivo.

La specie di pesci più numerosa

Una gigantesca cernia tropicale. Nei nostri mari
arriva a un metro e mezzo di lunghezza.

mano, un errore dettato da impru- pagina) è il più frequente e insi-

▼

denza, ignoranza, o superficialità. dioso incidente per il sub con auto-

La fatalità sott’acqua non esiste, o
perlomeno non esiste più che in
qualsiasi altra attività umana», dice
il professor Cesare Barnini, presi-
dente della Società italiana di me-
dicina iperbarica e subacquea e
docente di ergonomia del lavoro
subacqueo presso l’Università di
Chieti. Significativi sono infatti in
proposito i dati di una ricerca effet-
tuata dal Goggler Club di Milano
su 170 casi di embolia trattati nel
Centri iperbarici italiani.
L’embolia (vedi box in questa
respiratore, anche se - a differenza
di quanto generalmente si crede -
soltanto l’uno, due per cento dei
casi di embolie risultano mortali.
Causa dell’embolia è in genere un
mancato rispetto delle norme di de-
compressione, vale a dire una cla-
morosa mancanza da parte del
subacqueo, paragonabile, per gra-
vità e rischi connessi, all’impru-
denza di un automobilista che gui-
dasse per le strade cittadine a oltre
120 chilometri all’ora.
Ancora più sconcertanti sono i

Due rischi ben conosciuti: la sincope e l'embolia
D ue sono i rischi che si
possono correre prati-
cando le immersioni: la sin-
cope e l'embolia.
● La sincope. Consiste in
una perdita di coscienza,
dovuta al blocco della fun-
zione respiratoria: al cer-
vello cioè non arriva più os-
sigeno. La sincope soprav-
viene in genere negli ulti-
mi secondi, prima dell'e-
mersione: si perdono i sen-
si e c'è il rischio di anne-
gamento. E' la conseguenza
di una apnea spinta al limi-
te delle possibilità.
● L'embolia. Riguarda so-
prattutto chi opera con le
bombole. A livello del mare
il corpo di un uomo contie-
ne circa un litro di azoto
sciolto nel sangue e negli
altri tessuti, ed esiste un
equilibrio fra questo azoto e
quello presente nell'aria
che viene respirata. Se il
sub scende a 20 metri,
dalle bombole respira aria a
una pressione tripla rispet-
to a quella di superficie, e
per mantenere l'equilibrio
l'azoto tende a scioglioersi
in misura maggiore nel san-
gue e nei tessuti. Più si
scende, quindi, e più il
corpo del sub, per una leg-
ge fisica, si carica di azoto.
Se la risalita verso la super-
ficie sarà lenta e graduale,
e dunque se la pressione
diminuisce a poco a poco,
le molecole di azoto fanno
in tempo a ripassare dai
tessuti al sangue, dal san-
gue agli alveoli polmonari, e
successivamente all'aria
espirata. Ma se la risalita è
troppo brusca, e dunque la
pressione scende molto
rapidamente, il corpo non
fa in tempo a "desaturarsi"
di azoto, e minuscole bolle
di gas si formano in prossi-
mità dei capillari. Il rischio è
dunque che si blocchi la
circolazione generale del
sangue, con lesioni nervose
a volte permanenti.
L'embolia si cura nelle ca-
mere iperbariche (ne esi-
stono negli ospedali di
quasi tutte le città di mare):
se il sub è subito portato
nella camera "a pressione"
nelle prime ore successive
all'incidente la guarigione
avviene in oltre l'80 per
cento dei casi. L'embolia si
previene seguendo le "cur-
ve di sicurezza": vale a dire
tabelle che indicano quali
soste (tempi e profondità) il
sub deve effettuare duran-
te la risalita.
motivi all’origine dell’insufficiente
decompressione. In più di 4 casi
su 10 l’embolia capita nel corso
della seconda immersione della
giornata (eppure ai subacquei vie-
ne insegnato a non immergersi mai
due volte nell’arco di 12 ore). Ra-
rissimamente si è riscontrata un’a-
varia nell’attrezzatura: «E anche
in quei frangenti la colpa rimane
quasi sempre del subacqueo, re-
sponsabile di un mancato control-
lo o di un’insufficiente manuten-
zione», sottolinea il dottor Gino
Catalucci, presidente del Goggler
Club. A sbagliare sono quasi sem-
pre due categorie di subacquei. Da
una parte quelli che entrano in un
negozio di articoli sportivi, acqui-
stando l’attrezzatura e si vanno a
immergere senza aver frequentato
alcun tipo di corso (e in Italia non
esiste una normativa che impedi-
sca questo atto di incoscienza).
Soltanto un sub
imprudente è
vittima dell'imprevisto
Dall’altra parte abbiamo inve-
ce il subacqueo molto esperto e
molto bravo, che compie l’atto di
presunzione, che allenta la censura
della prudenza. «Le regole da co-
noscere sono molto poche , anche
se fondamentali», spiega Catalucci.
«L’attrezzatura è oggi talmente
perfezionata (bombole, erogatori,
manometri, profondimetri, giub-
botti ...) da non lasciar spazio a
imprevisti. E una buona e intelli-
gente programmazione dell’ im-
mersione è in grado di neutraliz-
zare qualsiasi evento non pre-
vedibile. Il sub deve infatti stabili-
re, prima di tuffarsi, quanto tempo
starà sott’acqua, a quale profon-
dità scenderà, a quale tipo di atti-
vità si dedicherà (semplicemente
trekking subacqueo, oppure foto-
grafia, archeologia, ricerca...) valu-
tando i relativi consumi di ossige-
no». Deve crearsi in pratica una
dettagliata tabellina di marcia
mentale, pronto a modificarla al
primo imprevisto: una corrente,
un’acqua molto fredda, l’attacco
di una murena, un lavoro più gra-
voso di quanto si pensava saran-
no così “assorbiti” in tabella senza
nessuna conseguenza.
Sott’acqua possiamo tra l’altro
andarci tutti. O quasi. «Le con-
troindicazioni», dice Barnini, «so-
no ristrette all’asma bronchiale, a
pneumotorace, a sinusiti, problemi
dell’orecchio dovuti a vizi anato-
mici o al residuo di otiti, diabeti,

▼
Focus 42 Focus 43
Macché disturbi di L'Italia vista da sotto
cuore: si tuffa anche Quattro passi sul fondo: ecco il corredo Lè piuttosto
a mappa dei paradi-
si subacquei italiani
vasta. Ecco i
chi ha l'infarto Per cominciare basta poco. L'attrezzatura di base per una luoghi di maggior rilievo.
■ Liguria. Sui fondali
immersione in apnea, come quella illustrata in questa che vanno da Punta
Chiappa alle Cinque
pagina, viene infatti a costare poco più di mezzo milione. Terre sono adagiati
almeno 30 relitti. Tra
gli altri, al largo di Se-
stri Levante, a 60 metri
di profondità, i resti del
KT, un cacciatorpedi-
niere tedesco affonda-
to dagli inglesi. Coralli
nell'area di fronte a
Portofino. Di fronte a
San Fruttuoso, a meno
di 30 metri di profon-
dità, una cisterna ca-
nadese affondata nel
1977.
■ Toscana. Relitti e
sacche pescose intor-
no alla Capraia. A 40
metri un aereo da
guerra abbattuto nel
1943. Antichi reperti
all'isola del Giglio, co-
ralli e resti archeologici
all'Argentario.
■ Sardegna. Relitti
nelle acque della Mad-
dalena (una baleniera in-
glese affondata nel 1943),
coralli e aragoste.
■ Sicilia. Ormai stori-
co è il parco marino di
Ustica. Ricchissimi i
fondali dell'isola di
Lampedusa (ci sono
perfino tartarughe), e
quelli delle Egadi.
■ Puglia. Ricchi fon-
dali alle Tremiti e nella
recente riserva marina
di Torre Guaceto.
■ Calabria. Riserva
marina di Capo Rizzuto
sul Mare Ionio.

Relitti
PINNE MASCHERA BOCCAGLIO MUTA ZAVORRA Reperti antichi

1Meglio piccole
e indeformabili
La scelta dipende dalle
caratteristiche del
piede, e dalla potenza
muscolare delle gambe.
Le pinne con grandi pale
sono spesso pesanti e
ingombranti, e sono utili
solo a chi fa nuoto
pinnato. Devono avere
una scarsa deformabilità
trasversale e torsionale.
Non devono galleggiare.
Temono i raggi del sole,
Un sub la salsedine e il cloro
nuota in delle piscine. Dopo l’uso
convulsioni epilettiche. Non ci so-
▼
2Deve incollarsi
da sé al viso
Per verificare la perfetta
3Prendere fiato
e andare giù
Tecnicamente definito
4Una pelle
di neoprene
Se è troppo stretta
5Lapercintura
scendere
Serve per compensare
Molluschi
Pesci
tenuta basta appoggiare aeratore, non deve ostacola l’espansione la spinta al Alghe
la maschera sul volto e essere più lungo di 30-35 del torace durante la galleggiamento della Corallo
inspirare con decisione centimetri, per evitare respirazione, procurando muta. La zavorra giusta Aragoste
dal naso. La maschera il ristagno di anidride un senso di oppressione. è quella che permette Cinque
Terre R.M. Riserva marina
va bene se si incolla carbonica e di acqua. Se è troppo larga a un subacqueo
al viso e non lascia Il tubo deve avere un permette il ricambio completamente Punta Portofino
passare aria. La buon calibro ed essere d’acqua. Il materiale attrezzato di galleggiare Isole Tremiti
Chiappa
maschera deve di materiale rigido. Il deve essere morbido ed appena, in fase
consentire l’ampiezza boccaglio in senso stretto elastico. Le tute per espiratoria. Chi si Capraia R.M. Torre
Guaceto
massima del campo deve essere morbido, per apneisti in genere hanno immerge con le bombole Giglio
visivo, e il vetro deve evitare irritazioni a labbra uno spessore dai 2 ai 3 invece deve essere in La Maddalena
essere il più possibile e gengive. Il raccordo mm. Per le immersioni stato di leggero Argentario
vicino agli occhi, tanto fra il boccaglio con l’autorespiratore è affondamento pur
che i modelli migliori e il tubo deve essere consigliabile uno con i polmoni pieni. E’

no limiti di età: dai 14 anni in su
possono immergersi praticamen-
te tutti (l’apnea è sconsigliata solo
ai bambini fino ai 12-13 anni a
causa del rischio di alterazioni e-
modinamiche in un sistema circo-
latorio ancora in sviluppo, mentre
le immersioni con le bombole
richiedono un minimo di maturità
uno sciame bisogna sciacquarle sono bioculari. Il sole liscio per evitare spessore di 5 mm. E' fondamentale che
R.M.
di pesci bene con acqua dolce ne compromette che all'interno meglio se ha il cappuccio la fibbia della cintura Ustica
dorati, nelle R.M. Capo
acque del e riporle, nei lunghi l’elasticità. Dopo l’uso rimanga dell'acqua. incorporato. Dopo l’uso sia a sgancio rapido.
periodi di inattività, va sciacquata la muta va sciacquata e Rizzuto
mar Rosso. cosparse di borotalco. in acqua dolce. asciugata all’ombra. R.M. Isole Egadi
bombole. Un fatto questo che si fondono sicurezza in
Ma il subacqueo professionista si riconosce dal gilet Con le bombole, in una grotta:
grazie al jacket si "galleggia" riflette in uno scarso consumo ca- se stessi, autostima,
Lampedusa

psicologica). Non ci sono preclu-
sioni neppure per i disturbi di
cuore: mi è capitato di portare
sott’acqua anche post-infartuati».
E’ tutto meno che uno sport da
Superman. Sotto il profilo dello
sforzo fisico l’immersione di un
dilettante non è certo una gran
cosa: il lavoro muscolare è scarso,
la frequenza cardiaca bassa (arriva
a 120 battiti al minuto giusto nei
lavoratori subacquei), i movimen-
to sono lenti e coordinati. Questo
proprio perché il sub deve evitare
l’affanno, deve evitare l’aumento
degli atti respiratori che gli fareb-
bero consumare troppa aria delle
senza affondare né risalire. lorico e in uno scarso beneficio capacità di affrontare
L' attrezzatura per chi
intende fare immer-
sioni con l'Ara (l'autore-
inattività è bene lasciarle
a una ventina di atmo-
sfere. L'alluminio è me-
modo che il sub possa
respirarla. E' sempre be-
ne averne due, uno prin-
bombole in due fasi se-
parate. Prezzi medi a par-
tire da 300 mila lire
sotto il profilo dell’allenamento
cardiocircolatorio.
e risolvere i problemi
che si riflettono nella stessa vita di «Niente tuffi con bronchiti in cor-
spiratore ad aria) è più glio dell'acciaio, più espo- cipale e uno di riserva. Jacket. E' una specie di tutti i giorni. Lo sport subacqueo è so, gastriti, sinusiti, problemi di di-
complessa. Bisogna sto alla ruggine interna, a Dopo l'uso va sciacquato giubbetto in gomma, che Ci si allena anche del resto per solitari. Le soddisfa- gestione». Una buona preparazio-
infatti prevedere l'acqui- causa dell'acqua di con- in acqua dolce, deve es- viene gonfiato dal subac-
sto delle bombole, dell'e- densa. Vanno collaudate sere sempre protetto dal queo quando vuole man- facendo jogging zioni - come l’incontro con la cer- ne di base si guadagna con lunghe
rogatore e di un jacket. una prima volta dopo sole e da temperature tenere un assetto neutro o andando in bici nia, la scoperta del relitto, la per- nuotate in piscina un paio di volte
In tutto una spesa mini- quattro anni dalla data di eccessive. Non va tenuto (vale a dire rimanere sen- cezione dello spettacolo sotto- a settimana, che mantengono vive
ma di quasi due milioni. costruzione, e poi ogni inutilmente sotto pres- za peso) a una qualun- Ma i vantaggi dell’attività subac- marino - si vivono, come è facile le doti di acquaticità, ma anche con
Bombole. Le bottiglie due anni. Esistono strut- sione: dunque è bene a- que profondità. Ha la quea sono enormi per ciò che con- capire, individualmente. A qua- altri sport aerobici come il jogging
(vale a dire i contenitori ture "monobombola" e prire sempre il rubinetto forma di una ciambella cerne la capacità di rilassamento ranta metri sotto la superficie o la bicicletta, e con qualche eser-
in acciaio o alluminio) "bibombola". Una bombo- delle bombole solo poco allungata, viene infilato e lotta antistress. Un buon sub de- dell’acqua non c’è pubblico. cizio di palestra, con i pesi o a cor-
sono di diversi volumi: da la da 15 litri costa sulle prima dell'immersione, e al collo e fissato con cin- ve avere come presupposti carat- Il sub deve comunque tuffarsi po libero. La capacità di apnea vie-
mezzo litro a 18 litri di 380 mila lire chiuderlo subito dopo. Il ghie ai fianchi e al sotto- teriali calma, autocontrollo, coor- con una buona preparazione psico- ne invece da sé, con l’allenamento
aria compressa. La pres- Erogatore. Serve a ridur- più diffuso è l'erogatore gamba. Un buon jacket dinazione, ma è anche vero che fisica. «L’efficienza fisica è pre- durante la stagione delle immer-
sione di carica è di 200 re l'enorme pressione "bistadio", che diminuisce costa da 400 mila a 650
atmosfere: nei periodi di dell'aria nelle bombole, in la pressione dell'aria nelle mila lire. queste doti sono potenziate e mol- supposto per immergersi in sicu- sioni: infatti le apnee più lunghe
tiplicate dalle immersioni, che in- rezza», dice il professor Barnini. sono quelle fatte in settembre.

▼
Focus 44 Focus 45
C'è anche il computer
da portare sott'acqua,
ma non fidiamoci

Tra pesci
Utili per il subacqueo sono anche e relitti
▼

brevi corsi per acquisire la respi- A lato, un sub

razione ideale per migliorare la nuota nel mare
delle Maldive
capacità di rilassamento. accanto a un
E' uno sport per ricchi? Non ne- branco di
cessariamente. Una maschera co- "blue stripped
sta dalle 30 mila alle 70 mila lire, snapper", cioè
per i modelli più sofisticati, e un snapper a
paio di pinne hanno prezzi più o strisce blu,
meno analoghi. In linea di princi- pesci tropicali
pio non ci vuole altro. In realtà, del tipo Lutjanus
per una immersione in totale sicu- kasmira. Sopra,
un relitto. Ce ne
rezza, ci vuol qualcos'altro. Nelle sono almeno
tabelle alla pagina precedente una trentina sui
abbiamo mostrato il corredo di ba- fondali liguri che
se, al quale bisogna aggiungere u- vanno da Punta
na serie di accessori indispensabi- Chiappa alle
li. Ecco quelli principali. Cinque Terre.
● Coltello. Non deve mai man-
care a chi si immerge, e non tanto
per affrontare chissà quali feroci
animali. Serve invece per superare
ogni imprevisto: ci vuole infatti essere meno ingombranti e più leg- cio il coltello va tenuto dalla parte rare grotte e fenditure. Deve avere
poco per rimanere impigliati nei geri. Devono essere robusti e ta- interna della gamba, per evitare un fascio di luce potente, bianca e
brandelli di una rete o per ritro- glienti, meglio con una parte zigri- che in caso di emergenza la cintu- omogenea. Ideali le lampadine a-
varsi con una corda aggrovigliata a nata per facilitare il taglio delle ra slacciata possa impigliarsi fra la logene al quarzo-iodio.
un piede. Ci sono coltelli da gamba cime (vale a dire le funi, in gergo gamba e il fodero. ● Profondimetro. E' essenziale
e da cintura. Quelli di piccole di- marinaro). Da privilegiare sempre ● Torcia. E' indispensabile nelle per l'immersione con l'autorespi-
mensioni hanno il vantaggio di l'acciaio inox. Se legato al polpac- immersioni notturne, e per esplo- ratore: deve soprattutto essere di
facile lettura. I migliori sono quel-
li a membrana, dotati di una lan-
Una buona scuola è indispensabile cetta che registra la massima pro-
fondità.
P er andare sott’acqua
con sicurezza è ne-
cessario frequentare un
ricchi di teoria, più impe-
gnativi; dall’altro i corsi
Padi (la centrale europea
negozio specializzato più
vicino) e Idea-Italy (te-
lefono 0862/318499): di
tensiva), più innovativi,
più pratici che teorici. So-
no quelli organizzati in ge-
● Computer. Potevano manca-
re? Hanno invaso il mercato, ma
corso di sub. Due i tipi di risponde al numero 0041/ origine americana, sono nere nei villaggi vacanze. dovrebbero essere usati solo dagli
corso fattibili in Italia: da 52391643, i corsi si svol- più brevi (durano un paio Unica cautela: sincerarsi esperti. Il computer, infatti, non
un lato quelli organizzati gono un po' in tutto il di mesi, ma si risolvono che siano tenuti da gente deve essere l'unico strumento di
dalla Fips (Federazione Paese, basta rivolgersi al anche in un settimana in- davvero esperta. controllo della propria immersio-
italia pesca sportiva e più vicino negozio ne, perché può sempre guastarsi. E
attività subacquea, affi- specializzato in sub), Addestramento poi perché calcola automatica-
liata al Coni, telefono 02/ oppure Ssi (sigla di subacqueo in mente i tempi di immersione, e le
2043952), oppure dalla Scuba school inter- piscina: una
Fias (Federazione italia- national, telefono settimana di profondità, ma non può certo co-
na attività subacquea, 051/415292, ma corso può noscere l'affaticamente, la stan-
telefono 02/6705005), anche in questo ca- essere chezza accumulata, e tutto quanto
più tradizionali, più lun- so vale la pena in- sufficiente. riguarda, soggettivamente, il sin-
ghi (durano mesi), molto formarsi presso il golo sub. ■
Alessandro Mazzucchelli

Focus 46
 ✹
P R I S M A
■ Progetti
Sarà alta un chilometro
la Torre d'Europa
S arà l’edificio più alto del
mondo, e la sua punta
sviluppare il progetto è uno
studio di architettura di
di acciaio e di cristallo supe-
rerà i mille metri. Verrà
costruito a Bruxelles, e lo si
potrà vedere da 120 chilo-
Barcellona (l’équipe L35),
che è stato responsabile di
alcuni impianti olimpici. Il
costo previsto? Un miliardo
metri di distanza, in cinque
differenti Stati: Belgio, O-
landa, Lussemburgo, Fran-
cia e Germania. Il nome ce
l’ha già: Torre d’Europa. E’
di Ecu, circa 1800 miliardi di
lire.
stato infatti progettato per
ospitare i circa ventimila
impiegati della Comunità,
che attualmente già si tro-
vano nel grande palazzo di
Berlaymont, la sede della
Cee, e che ora han-no biso-
gno di una nuova struttura,
più grande ed efficiente.
Anzi: piantata con quattro
gigantesche zampe (alte 96
metri) proprio sull’edificio
attualmente esistente, la
Torre ne costituirà lo svilup-
po. Ci saranno 24 piani
riservati agli uffici e, mano a
mano che si sale, hotel,
ristoranti, punti panoramici.
Sulla cima, i più sofisticati
impianti di comunicazione
radiotelevisiva del mondo. A
Il modello del grattacielo,
nel centro di Bruxelles.
■ Avventura
Per sei mesi, nel Pacifico, un uomo in lotta con
Peter Bird. A
lato, lo schema Sistema GPS per fare
della barca.
il punto barca
pannelli solari
PRUA
timone
Un laser esplora l'alta
atmosfera
Chiedete al
Lidar che
tempo farà
Aseriell’origine, ancora una
volta, c’è il laser: una
di impulsi brevissimi
(dieci nanosecondi ciascu-
no, vale a dire dieci miliar-
desimi di secondo) corri-
spondenti a fasci intermit-
tenti di luce “lunghi” tre
metri e “larghi” 15 centi-
metri
Sparati verso l’alto, gli
impulsi luminosi vengono
riflessi dagli strati più alti
dell’atmosfera, raccolti da
uno speciale telescopio,
analizzati in base al con-
teggio dei fotoni ( particel-
le che costituiscono la luce)
e i dati relativi passati al
calcolatore. Risultato? Un
esame dettagliato dello
stato dell’atmosfera a quo-
te fra 60 e 120 chilometri.
indicatore di posizione
satellitare Argos
portello stagno di
accesso alla cabina
sedile scorrevole
fornello a gas
serbatoi dell'acqua
dolce
dissalatore
remi di pilota automatico
scorta
C’è un nome, per una
macchina del genere: Li-
dar, cioè Light detection
and ranging. A renderla
indispensabile è stata, l’e-
sigenza di conoscere esat-
tamente la composizione
dell’alta atmosfera, dove si
alternano zone di vuoto
relativo ad altre, con den-
sità superiore alla media:
in queste zone, per esem-
pio, il volo o il rientro di
una navetta spaziale può
essere disturbato più o
meno seriamente.
Grazie al Lidar, invece, è
oggi possibile conoscere
esattamente lo stato dell’
atmosfera e a determinare
le temperature con lo scar-
to di un grado, a oltre 60
chilometri di distanza, e
antenna radio
radio
pannelli
solari
POPPA
oblò
materassino in tela
remi in fibre
di carbonio
Contare i fulmini
Il raggio laser scandaglia
l'atmosfera e registra anche
la caduta dei fulmini.
dunque a predisporre
orbite e traiettorie prive di
irregolarità.
Il Lidar ha anche nu-
merose applicazioni in
meteorologia. Infatti, i
fenomeni che si verificano
nell’alta atmosfera influen-
zano anche il clima, ma i
palloni sonda non ci arri-
C i vorranno, più o meno,
sei mesi: quattordici o-
re al giorno di voga, una
ottantina di chilometri, e
Peter Bird attraverserà l’o-
ceano Pacifico a remi, da
Vladivostok (in Russia),
alla costa degli Stati Uniti.
In linea d’aria sono circa
8500 chilometri, ma l’effet-
to del vento e delle corren-
ti allungheranno il percor-
so di circa duemila chi-
lometri. A dire il vero Bird
ci ha già provato altre due
volte: la prima è stato por-
tato fuori strada da un ura-
Il raggio va e viene
Sopra, il Lidar francese di
Landes: l'apparecchio di
"emissione" del raggio.
Sotto, il raggio amplificato
e "largo" 15 centimetri.
vano e i satelliti sono trop-
po in alto. I ricercatori del
Cnrs (il Centro nazionale
delle ricerche francese)
hanno invece misurato con
precisione, con il Lidar
proiettato obliquamente,
la velocità dei venti a oltre
40 chilometri e i loro effetti
sul clima.
l'oceano
gano e finalmente raccol-
to da una nave australiana
(dopo aver comunque pas-
sato in mare da solo ben
294 giorni), la seconda da
fortissime correnti contra-
rie. La terza, forse, sarà la
volta buona. Il rematore
solitario sarà a bordo del
Sector Two, uno scafo spe-
ciale, in fibra di vetro e le-
gno di cedro, lungo 8 metri
e 65 centimetri, e pesante
una tonnellata a pieno cari-
co, cioè compreso Bird
stesso, 450 litri d’acqua
potabile, gli strumenti di
Il raggio del Lidar viene generato e diretto verso uno speciale "telescopio" che
lo punterà in verticale verso l'atmosfera, fino ad almeno 60 chilometri di quota.
bordo, libri («di notte non
remerò, preferisco leggere,
sentire la radio o dormi-
re»), medicine e cibi disi-
dratati e liofilizzati. Il per-
corso è diviso in tre seg-
menti. A, da Vladivostok
al Giappone, ed è forse la
parte più critica, perché la
navigazione avviene quasi
tutta controvento. B, dal
Giappone verso l’oceano, e
qui il rischio maggiore è
costituito dai tifoni estivi
(mentre è, in parte, a favo-
re il flusso della corrente).
C, l’avvicinamento all’A-
merica, con i problemi rap-
presentati, oltre che dalla
stanchezza accumulata, dal
freddo clima autunnale e
dalla corrente nuovamente
contraria.
■ Ingegneria planetaria
Un fiume lungo come
tutto il Sudamerica
U na immensa via d’ac-
qua che unisca il Ve-
nezuela all’Argentina, che
tagli l’intero Sudamerica e
che metta in contatto diret-
to gli Stati che lo compon-
gono. Per decenni è stato
un sogno apparentemente
irrealizzabile, ma un mese
fa un progetto concreto è
stato presentato da Joao
Clemente Baena Soares,
segretario dell’Organizza-
zione degli stati americani:
grazie a due giunzioni (in
pratica, due grandi canali)
sarebbe infatti possibile
unire, in un unico sistema, i
più grandi fiumi del conti-
nente, già oggi ampiamen-
te navigabili: l’Orinoco, il
Rio delle Amazzoni e il Pa-
ranà-Paraguay. Risultato?
Lo sviluppo commerciale,
agricolo e industriale di
immense aree nell’interno
(per esempio: portare una
tonnellata di semi di soia
via camion in Bolivia costa
56 dollari, con le navi co-
sterebbe soltanto 18 dol-
lari). Controindicazioni, se-
condo gli ecologi? Anche
se un'idrovia fa meno danni
di un’autostrada si avrebbe
l’ulteriore depauperamen-
to di un ecosistema già mi-
nacciato.
■ Medicine
Donne da
esperimento
Lrannoaciasicurezza e l’effica-
di un farmaco ver-
sperimentati, negli
Usa, anche sulle donne.
E’ stato deciso dalla
Food and drug admini-
stration (l’ente che con-
trolla le medicine) che
ha abolito una propria
precedente decisione,
del 1977, con la quale
proibiva proprio i test
femminili, in quanto po-
tenzialmente pericolosi
per future gravidanze. Il
mutamento di direttiva
dipende dal fatto che è
ormai provato un diverso
“funzionamento” di molti
farmaci, a seconda che
siano assunti da un uo-
mo e da una donna. Dun-
que, d’ora in poi, chi vor-
rà avere l’autorizzazione
a vendere un medicinale
dovrà dimostrare d’aver
fatto anche esperimenti
sulle donne.
Una petroliera nell'
Orinoco. In alto, così
sarà la nuova idrovia.
Focus 49
✹ P R I S M A
■ Ecologia
Qual è il peggior nemico
dell'uomo? La mucca
S ulla Terra ci sono un mi-
liardo e 280 milioni di
bovini. Occupano il 24 per
cento del suolo disponibile,
e pesano molto più degli
uomini. E allora? «La vac-
ca è il peggior nemico dell’
uomo», conclude l’ecologo
americano Jeremy Rifkin.
Il problema è che, per vive-
re (e diventare bistecche), i
bovini sottraggono all’am-
biente molte risorse. Rikfin
ha fatto i conti nel suo ulti-
mo libro: Beyond beef: the
rise and fall of the cattle cul-
ture. «Nei soli Stati Uniti ci
sono 100 milioni di bovini:
Controllare
l’inquinamento
Qui sopra, l’Ers-1,
già in orbita.
A destra, il “buco”
sull’Antartide.
Focus 50
per nutrirli si usano 220 mi-
lioni di tonnellate di mais.
Che basterebbero a nutrire
per due anni la popolazio-
ne degli stessi Usa. Ecco lo
spreco». In tutto il mondo,
poi, per nutrire il bestiame
sono consumate oltre 600
milioni di tonnellate di ce-
reali: cioè quanto bastereb-
be a nutrire miliardi di in-
dividui. Secondo Rifkin, i
bovini sono i “convertitori
d’energia” meno efficaci in
assoluto: oltre che contri-
buire all’effetto serra con le
loro emissioni gassose (me-
tano per via intestinale),
per darci 50 chili delle loro
proteine (animali) hanno
bisogno di 790 chili di pro-
teine (vegetali). L’autore
non tiene però conto del
sapore della bistecca.
Bovini africani. Per nutrirli,
meno cereali all’uomo.
■ Automobili
Adesso riciclarle
è possibile
S i chiama Fare
(Fiat auto recy-
cling) e non è u-
na novità asso-
luta, visto che in
Italia è operati-
vo da novembre.
Però nei giorni scor-
si è stato presentato
all’Onu, su richiesta di un
centinaio funzionari delle
Nazioni unite che si occu-
pano di ambiente: il Fare,
infatti, è il progetto Fiat per
il completo riciclaggio delle
automobili. Attualmente di
un’automobile è recuperato
circa il 70 per cento dei com-
ponenti (soprattutto della
carrozzeria). Con il Fare si
arriverà addirittura al 100
■ Genetica
Questo Dna è
proprio vecchio
Q uanti anni hanno, i no-
stri geni? In realtà il
conto si può fare soltanto
per quelli che abbiamo in
comune con altre specie ma,
proprio per questo, è più
Sono italiani gli "occhi" dell'Ers-2
Un satellite per scoprire
buchi nell'ozono
In orbita
l’anno prossimo
Sopra, il vano
di carico dell’
Ariane. Ers-2
trasmetterà i dati
a Kourou, in Guyana.
per cento, attraverso una
vera e propria catena di riu-
tilizzo dei materiali, che
coinvolge i demolitori. «La
plastica dei paraurti per e-
sempio diventa, al suo se-
condo uso, il cruscotto. E al
suo terzo uso se ne fanno
semplice. L’uomo infatti
divide almeno metà del pro-
prio patrimonio genetico
con gli animali (l’ altra metà
è originale e costituisce la
storia della nostra differen-
ziazione ed evoluzione):
ebbene, secondo un recente
studio del National center
for biotechnology di Be-
thesda, negli Stati Uniti, la
Vdel errà portato in orbita dal
razzo Ariane alla fine
prossimo anno, e sarà
uno dei più sofisticati stru-
menti per il controllo dall’
alto dell’inquinamento: l’
Ers-2, un satellite nato per
lo studio e il controllo della
fascia d’ozono atmosferico
(vedere anche il dossier a
pagina 59). La parte più im-
portante dell’Ers-2, vale a
dire un occhio elettronico
del valore di 25 miliardi, è
stata presentata in questi
giorni a Firenze: a costruire
il Gome (da global ozone
monitoring experiment) è
infatti la Officine Galileo.
Si tratta di un insieme di
La nuova Fiat Cinquecento.
In verde le sue parti
totalmente convertibili.
tappetini», ha spiegato Pao-
lo Solari, responsabile del set-
tore ambiente Fiat. «E i se-
dili diventano moquette». Il
progetto, scelto fra ben 700
altri concorrenti, potrebbe
già essere applicato in Bra-
sile e in Turchia.
parte più ancestrale del no-
stro Dna avrebbe fra 550 e
600 milioni di anni. Fu in
quel periodo, secondo i ri-
cercatori, che si sviluppò
l’antenato di tutti, probabil-
mente un batterio. Lo dice-
va già il biologo Jacques
Monod: «Quel che vale per
un batterio vale anche per
un elefante».
quattro telescopi che scom-
porranno le radiazioni elet-
tromagnetiche riflesse dal-
la fascia di ozono, misu-
rando, in questo modo la
concentrazione di tutti i gas
presenti. Si potrà così sco-
prire la quantità di ozono
presente alle diverse quote,
individuando i punti più
indeboliti della fascia. «L’
occhio del Gome scruterà
fasce atmosferiche larghe
fino a 960 chilometri, e o-
gni tre giorni potrà effet-
tuare una intera ricogni-
zione del globo», ha spie-
gato Andrea Mariani, re-
ponsabile della costruzio-
ne dello strumento.
✹ P R I S M A
Sarà operativo entro il Duemila
Ecco l'Hitex: porterà
i tedeschi nello spazio
Anomanche la Germania ha i-
niziato una sua auto-
corsa verso lo spa-
zio: alla partecipazione ai
programmi dell’Agenzia
spaziale europea (circa 20
per cento del bilancio to-
tale), ha infatti affiancato
un progetto particolarissi-
mo, l’Hitex, una specie di
Focus 52
“spazioplano”, un veicolo
capace di raggiungere i
“bordi” dello spazio (una
quota di circa 30 chilome-
tri) dove lanciare, a propria
volta, una navetta.
Progettato da un pool di
industrie riunite come con-
sorzio Deutsche Aero-
space, appoggiato da un
Quando Allah va al governo
L’influenza del Corano e della “sharia” (la legge di Allah) sui governi dei Paesi
asiatici e africani, è sotto accusa in molte parti del mondo. Soprattutto in quelle
aree (come l’Egitto o l’Algeria) dove l’estremismo islamico ha provocato, e conti-
nua a provocare, tumulti e attentati. Ma qual è la situazione, a livello globale?
Uno shuttle in groppa
Il prototipo dello spazioplano
prodotto dalla Deutsche Aerospace.
Sul dorso: la “navetta” con il carico.
gruppo di università oltre
che dal Ministero per la
ricerca scientifica, il proto-
tipo dell’Hitex è in fase di
costruzione: sarà lungo 27
metri e peserà 16 tonnella-
te. Molto particolare è il
motore: alimentato a idro-
geno liquido funziona al
decollo (e fino a una velo-
cità tripla rispetto a quella
del suono) come un nor-
male motore d’aereo. A
mano a mano che sale, pe-
rò, passa al sistema definito
“ram jet”, che consente di
volare fino a 8 volte la ve-
locità del suono, e in quote
dove l’ossigeno è pratica-
mente assente.
In groppa all’Hitex, a
sperimentazione avvenuta
(cioè entro il Duemila),
dovrebbe essere aggancia-
to il veicolo spaziale vero
e proprio, molto simile alla
Prova
motori
A fianco: il "ram
jet" sul banco
di prova. Un
motore originale,
che funziona sia
nell’atmosfera
che fuori. In alto:
un'immagine
di fantasia.
navetta europea Hermes,
e disponibile in due versio-
ni: Cargus, per il trasporto
di materiali (fino a 14 ton-
nellate), con scafo a perde-
re, e Horus, predisposto
per accogliere un equipag-
gio, e recuperabile.
Usi futuri dell’Hitex:
costruzione di stazioni or-
bitanti, messa in orbita di
satelliti (a costi inferiori a
quelli dello stesso Ariane),
e trasporto passeggeri ad
altissima velocità fra i con-
tinenti.
■ Agricoltura
Un contadino di
28 mila anni fa
Q uando è nata l’agricol-
tura, e dove? Fino a oggi
una data e un luogo proba-
bili erano: 12 mila anni fa, in
Mesopotamia. Invece, se-
condo Matthew Spriggs, stu-
dioso australiano, e Stephen
Wickler, dell’università di
Manoa (Hawaii), bisogne-
rebbe andare indietro fino a
28 mila anni fa. I due bota-
nici si stavano occupando
delle piante alimentari colti-
vate nell’area del Pacifico,
e hanno scoperto, nelle i-
sole Salomone, resti di taro
(cioè colocasia e alocasia)
conservati in maniera da far
pensare che non si tratti di
specie selvatiche, ma colti-
vate (dal taro si ricavano fa-
rina alimentare e amido).
L’ipotesi è che popolazioni
migranti, dall’Asia sud orien-
tale verso la Polinesia, ab-
biano portato con loro le va-
rietà già selezionate in pre-
cedenza.
✹ P R I S M A
La ricetta del dottor Everest
S embra un’astronave
piombata in una corni-
ce di vette e ghiacciai. La
sua presenza ha già impo-
sto l’aggiornamento delle
guide di trekking, che se-
gnalano oggi la presenza a
5050 metri, a un giorno di
marcia dal campo base
dell’Everest, del laborato-
rio scientifico più alto del
mondo. La piramide di ve-
tro e alluminio costruita
nell’autunno 1990 su pro-
getto del Cnr è ormai un
punto di riferimento per
numerose discipline: la fi-
siologia d’alta quota, la me-
teorologia, il controllo
dell’inquinamento, la fisi-
ca terrestre. Ma più inte-
ressanti sono stati i risulta-
ti della ricerca biomedica.
Vediamo quali.
Per rispondere alla fame
di ossigeno indotta dalla
rarefazione dell’aria (già a
5 mila metri la pressione
atmosferica è la metà
rispetto al livello del
mare) l’organismo
inizia un processo di
acclimatazione che in
genere si completa
nel giro di due o tre
settimane. Il fenome-
no più vistoso, oltre
all'iperventilazione
polmonare, è l’au-
mento fino al 50 per
cento del numero dei glo-
buli rossi e del tasso di
emoglobina, la sostanza
che trasporta l’ossigeno nel
sangue.
Il corpo modificato.
Ma si verificano anche al-
tre modificazioni sul siste-
ma cardiocircolatorio, re-
spiratorio, nervoso, sul
metabolismo interno, sugli
equilibri enzimatici e cel-
lulari. Ognuna di queste
modificazioni comporta
anche conseguenze poten-
zialmente negative, prime
fra tutte un aumento della
viscosità del sangue e una
generale disidratazione.
«Abbiamo seguito due li-
nee di ricerca principali»,
spiega Paolo Cerretelli, fi-
Focus 54
Test sotto sforzo: a 5 mila metri la
resa dell'organismo cala del 30 %.
siologo e responsabile del
progetto biomeccanica del
Cnr. «Da una parte l’indi-
viduazione delle sorgenti
energetiche del lavoro mu-
scolare, dall’altra il con-
fronto tra il rendimento di
individui sportivi ben alle-
nati e individui normali,
che oltre i 5 mila metri ap-
pare sorprendentemente
simile». Perché questi indi-
vidui sembrano risentirne
meno di campioni superal-
lenati? «Per quanto sembri
strano, chi possiede una
maggiore potenza aerobica
al livello del mare risulta
svantaggiato in quota ri-
Dalla ricerca ad alta quota anche
nuovi farmaci?
Analisi dei dati: un uomo normale risente
della quota meno di un atleta allenato.
spetto a un non-atleta. Noi
pensiamo che l’allenamen-
to agisca efficacemente sulla
funzione e sulla potenza
cardiocircolatoria, ma non
altrettanto sulla meccani-
ca polmonare, dal momen-
to che la quantità di ossi-
geno ceduta al sangue non
può aumentare oltre un
certo limite. Ma forse ci so-
no altre spiegazioni, che
trascendono la fisiologia e
chiamano in causa ele-
menti come la volontà e la
capacità di soffrire. E que-
sto spiegherebbe anche
perché gli sherpa abbiamo
prestazioni medie indub-
biamente migliori degli
alpinisti europei, pur non
rivelando parametri fisici
straordinari».
Si invecchia di più.
L’altro grande tema af-
frontato dai ricercatori del
progetto Everest-Cnr
riguarda il lavoro musco-
lare e il meccanismo della
fatica. Anche dopo aver
completato il processo di ac-
climatazione, l’organismo
infatti deperisce, i muscoli
perdono di peso e le bio-
psie indicano alterazioni
del metabolismo proteico,
con l’accumulo di sostan-
ze come le lipofuscine (le
Laboratorio
fra i ghiacci
Qui sopra: la
"piramide" del Cnr
sull'Himalaya. Qui
è stato misurato
in modo definitivo
l'Everest: è alto
8846,10 metri.
All'ombra del
gigante
A lato: una
panoramica del
vallone dove è
stato eretto il
laboratorio.
stesse presenti negli anzia-
ni) che di fatto li invec-
chiano precocemente. E’
un’altra stimolante finestra
che la fisiologia d’alta quo-
ta apre sulla biologia.
Le ricerche compiute a
5 mila metri possono avere
ricadute anche nella medi-
cina di tutti i giorni. Dice
Luigi Allegra, docente di
tisiologia all’università di
Milano, che si occupa di ri-
cerche sull’asma: «Abbia-
mo portato con noi cinque
pazienti, che sono stati be-
nissimo per tutto il perio-
do. Abbiamo così accerta-
to che l’acclimatazione
induce una super produ-
zione di adrenaline e cate-
colamine, vale a dire parti-
colari proteine che hanno
un effetto bronco-dilatati-
vo: esattamente ciò che oc-
corre per superare le co-
strizioni tipiche dell’asma.
Non è quindi escluso che
si possa ora trasformare
questa scoperta in una cura
farmacologica nuova». ■
Massimo Cappon
✹P R I S M A
■ Barche
Il giro del
mondo senza
inquinare
Lpannelli
a corrente? Viene da
generatori eolici e da
fotovoltaici mon-
tati sulla poppa e, per la
prima volta nella nautica
minore, sugli alberi. La ver-
nice antivegetativa? E’ e-
cologica e tiene lontane
le alghe dallo scafo senza
avvelenare le acque. Le
batterie? Hanno accumu-
latori perfettamente iso-
lati. Insomma la Barca Pu-
lita, che partirà da Porto-
venere il 19 giugno, sarà
proprio a prova di inquina-
mento. Si tratta di una go-
letta d’acciaio lunga 15
metri e larga 4, costruita
in Italia e progettata per
lunghe navigazioni (e infat-
ti farà in giro del mondo,
in quattro anni, con scien-
ziati, naturalisti e giornali-
sti) e per dimostrare che è
possibile visitare anche le
zone più incontaminate
senza produrre alcun di-
sturbo ambientale. In par-
ticolare tutti gli apparecchi
di bordo funzionano a e-
nergia solare (che forni-
sce una potenza di 600
watt): dal desalinizzatore
alle radio. La propulsione
è, ovviamente, velica: 123
metri quadrati di rande e
fiocchi.
I pannelli solari che
alimentano gli impianti di
bordo della Barca Pulita.
Focus 56
Giapponesi
sulla Luna
A lato, la
Luna, vista da
vicino. Sotto,
Yokoh, uno
degli ultimi
satelliti
giapponesi.
Lo spazio si tinge di giallo
Ldianiainosservata,
notizia è passata quasi
nei quoti-
del mese scorso, ma
dal punto di vista tecnolo-
gico (oltre che della politi-
ca scientifica globale) ha u-
na certa importanza. Dopo
gli Stati Uniti e l’Urss, un
altro Paese è riuscito a rag-
giungere la Luna: il Giap-
pone. A schiantarsi nel cra-
tere Furnerius (non era pre-
visto alcun allunaggio mor-
bido, in quanto ai giappo-
nesi interessava collauda-
re soprattutto la tecnologia
“di puntamento”) è stata
■ Rifiuti
Dove vanno a finire
i computer morti?
B isognerà cominciare a
pensarci: anche i com-
puter invecchiano (o si rom-
pono), ed è necessario but-
tarli via. Così un nuovo pro-
blema di tipo ecologico si
prospetta: i cimiteri dei com-
puter come fonte di inquina-
mento. L’allarme viene dagli
Stati Uniti, dove ogni anno
dieci milioni di calcolatori
“esalano l’ultimo bit”. Nel
2005, è stato calcolato, le
carcasse saranno già 150
milioni, e siccome il ciclo di
vita di un calcolatore è sem-
pre più breve (a causa del
E’ allunata la sonda Hiten
una sonda denominata Hi-
ten, lunga 80 centimetri e
larga 140, e pesante oltre
180 chili. Diversamente da
quanto fanno americani e
russi, però, l’Isas (la Nasa
nipponica) non ha sparato
direttamente il suo missile
verso la Luna, ma ha utiliz-
zato un metodo che sfrutta
la forza di gravità dei corpi
celesti. Il veicolo spaziale
procede più lentamente,
ma l’energia richiesta per
il volo e i mutamenti di
rotta è molto più ridotta.
La sonda madre, deno-
progresso accelerato) il loro
numero continuerà a salire
in maniera spaventosa. At-
tualmente i computer “mor-
ti” vengono consegnati a so-
cietà specializzate che li
smontano, recuperano i me-
talli utili (per esempio allu-
minio e oro) e i semicondut-
tori, poi rivenduti come pezzi
di ricambio. Il resto, sempli-
cemente, viene buttato. Una
commissione di specialisti,
nominata dal governo, sta
studiando le soluzione alter-
native: a) obbligare i produt-
tori a ritirare i propri compu-
minata Muses-A, è stata
prima lanciata da un vet-
tore H-2, anch’esso intera-
mente giapponese, e diret-
ta verso la Luna. Il 19 mar-
zo scorso, poi, la sonda ha
raggiunto la distanza di 15
mila chilometri dalla Luna
(che dista in media da noi
circa 384 mila chilometri):
a questo punto la sonda
Hiten è stata sganciata, e
immessa in orbita intorno
al nostro satellite, finché,
una decina di giorni più
tardi, è stato dato l’ordine
di allunaggio.
Un nuovo problema ambientale: lo smaltimento delle
parti non riciclabili dei calcolatori rotti oppure obsoleti.
ter esauriti, per seppellirli in
speciali discariche; b) stu-
diare la realizzazione di ela-
boratori in nuovi materiali,
magari riciclabili; d) regalare
semplicemente i computer
■ Vermi
Affidiamo ai lombrichi
■ Occhi
Vedete poco?
la colpa è del
la nostra spazzatura monolocale
S i chiamano Eisenia an-
drei, e secondo molti
realtà parte di un procedi-
mento brevettato dalla so- S iete miopi? Forse si-
gnifica che abitate in
ricercatori costituiscono cietà francese Sovadec,
una soluzione al problema che già raccoglie i rifiuti di
una casa troppo piccola.
L’ipotesi è stata formulata
dei rifiuti domestici. Che oltre 300 comuni, e messo “Monsieur” dentro e fuori: 4 grammi in tutto. in seguito a una inchiesta
cosa sono? Vermi “specia- a punto in collaborazione
lizzati” nel divorare le so- con l’Inra, l’istituto francese ■ Miniaturizzazione
realizzata dalla Federotti-
ca, che riunisce circa 10
stanze organiche contenu- di ricerca in agronomia. U- mila ottici e optometristi
te nei rifiuti domestici, sare i vermi costa poco (cir-
cartone compreso, che re- ca il 50 per cento in meno, Monsieur, il robot italiani. Come è nata?
Dalle statistiche (che, fra
stituiscono sotto forma di rispetto alla distruzione dei
un composto, poi usabile rifiuti con l’inceneritore) e
come terra fertile per giar- rende molto. Il procedimen-
più piccolo del mondo l’altro, stimano nel 37 per
cento il numero degli ita-
liani con problemi visivi).
dinaggio. I vermi fanno in to prevede, dopo la raccol- Spiega Antonio Madesani,
ta dei rifiuti nei
sacchetti, una loro I suoi costruttori (la Seiko
Epson) hanno ottenu-
to un certificato dal Guin-
si verso qualsiasi fonte di
luce si attivi nei dintorni:
la individua grazie ai sen-
uno dei responsabili della
ricerca: «Vivere in un mini
appartamento, senza che
prima fermentazio-
ne naturale (per e-
liminare parassiti
che potrebbero in-
ness dei primati: Mon-
sieur è il robot funzionan-
sori che ha negli “occhi”,
e la raggiunge, alla veloci-
lo sguardo possa spaziare,
crea un continuo stress
per l’occhio. Non poter ve-
te più piccolo del mondo. tà di un centimetro e mez-
quinare il futuro dere qualcosa oltre i 5
Occupa meno di un cen- zo al secondo! L’energia
terriccio), quindi il
loro passaggio ai
lombrichi. A conti
fatti, una tonnella-
ta di rifiuti dome-
timetro cubo di volume, pe-
sa 4 grammi, ma ha al suo
interno ben 98 pezzi indi-
pendenti, cioè il doppio di
gli viene da una minipila.
A che cosa serve? Come
prototipo per realizzare
altri microrobot, ancora
metri di distanza provoca
infatti una pressione con-
tinua sul sistema visivo.
Bisognerebbe invece che,
ogni tanto, l’occhio potes-
quelli contenuti in un oro- più piccoli, per lavorare
In un primo momento
gli scienziati di Kagoshima
avrebbero voluto addirit-
Digeriti i rifiuti, certi vermi
producono terra fertile.
stici produce ben
300 chili di terric-
cio fertile.
logio. La sua specializza-
zione è quella di muover-
nel campo delle strutture
miniaturizzate.
se guardare un panorama,
in lontananza. Ma in città
è difficile».
tura far giungere la sonda
sull’altra faccia della Luna:
in seguito si è invece scelto
il cratere Furnerius, sulla
parte illuminata, per poter
verificare meglio la preci-
sione del sistema. L’attività
spaziale giapponese ha
incominciato a intensifi-
carsi negli ultimi tempi: a
gennaio era stato anche
lanciato un satellite per il
rilevamento delle risorse
terrestri.
che in Occidente non servo-
no più ai Paesi in via di svi-
luppo. Loro ne avrebbero
ancora bisogno, e potrebbe-
ro utilizzarli conveniente-
mente.
Focus 57
 DOSSIER

SOLE MIO
Ogni giorno brucia
350 miliardi di
tonnellate di gas.
Un po' anche
per la nostra
abbronzatura...

Pag. 60
Un raggio di
sole: così
arriva a noi
Pag. 62
Il sole sulla
pelle: come
proteggersi?
Pag. 64
Mal di sole:
il rischio del
melanoma

Nella foto grande: una

rappresentazione al computer
dell'attività sulla superficie del
Sole, realizzata dalla Nasa.

Dal cuore dell’astro, in otto minuti,
arrivano sulla Terra calore, luce,
particelle e radiazioni. Ma anche la vita
I
l Sole è un’immensa centrale
nucleare. Nella parte più in-
terna, il nucleo, temperatura
e pressione altissime costrin-
gono gli atomi di idrogeno a fon-
dersi tra loro. Si producono elio e
grandi quantità di energia che si
disperde in tutte le direzioni: solo
mezzo miliardesimo del totale
arriva sulla Terra. Poco? No, visto
che è comunque centomila volte
superiore all’energia consumata
ogni giorno dall’intera umanità.
● Nasce un raggio di sole
L’energia sale dal nucleo sotto
forma di radiazioni: luce visibile,
raggi infrarossi, raggi ultravioletti,
raggi X, microonde e perfino onde
radio. Tutte queste radiazioni si
lanciano nello spazio alla velocità
di 300 mila chilometri al secondo.
● Luce è vita
L’atmosfera terrestre assorbe o
rimanda nello spazio le radiazioni
solari. Due tipi di radiazioni, però,
arrivano fino a noi: la luce visibile
e i raggi ultravioletti. La luce è in-
dispensabile per un meccanismo
essenziale della vita, la fotosintesi
clorofilliana. La clorofilla delle
piante, per mezzo della luce, scin-
de l' acqua in ossigeno e idrogeno.
L’ossigeno va nell’atmosfera, l’i-
drogeno è usato per trasformare il
carbonio dell’anidride carbonica
(prelevato sempre dall’atmosfera)
in zuccheri e amidi, alimenti di
tutti gli esseri viventi.
I raggi ultravioletti nell’organi-
smo umano stimolano la forma-
zione della melanina e quindi l’ab-
bronzatura (vedi servizio a pag.
62) e l’assimilazione di alcune vita-
mine. Hanno un forte potere ste-
rilizzante e battericida.
● Il vento solare
Nella zona più esterna del Sole,
la corona, ci sono aperture tanto
grandi da contenere duecento vol-
Focus 60
Un raggio di sole
Osservatorio in quota
Il telescopio solare di Mauna Loa. Si
trova a 4200 metri di altezza, nelle
Hawaii: è il più grande del mondo.
Una gigantesca
bomba all’idrogeno
Itri,lmilione
diametro del Sole è di un
e 392 mila chilome-
109 volte quello della
il suo campo
magnetico: è compo-
sto infatti da piccoli
Terra. Il suo volume supera
quello terrestre di un milione
di volte. La sua materia, però,
è molto rarefatta: se mettessi-
mo il sole su una bilancia,
basterebbero 333 mila pianeti
come la Terra per raggiungere
l’equilibrio. Il Sole infatti è
composto quasi solo di gas, o
meglio di plasma: atomi di
idrogeno e di elio ai quali sono
stati strappati gli elettroni.
Sono presenti anche altri ele-
menti, come il silicio, che sulla
Terra forma le rocce. Sul Sole
ce n’è un atomo ogni 20 mila
di idrogeno e 1200 di elio. Una
stranezza della nostra stella è
campi locali migliaia di
volte più intensi di quello
terrestre, come tante calami-
te fluttuanti. La temperatura
raggiunge nel nucleo i 15
milioni di gradi, e allontanan-
dosi dal centro scende pro-
gressivamente fino ai 5 mila
gradi della fotosfera, cioè il
disco luminoso che vediamo
dalla Terra. Nello strato anco-
ra più esterno della fotosfera,
la corona, la temperatura cre-
sce, però, di nuovo fino a rag-
giungere un milione di gradi. A
questa temperatura emette
principalmente raggi X, che noi
non possiamo vedere.
te la Terra. Da questi crateri esco-
no particelle ionizzate, vale a dire
elettricamente cariche: è il vento
solare. «Porta con sé un campo
magnetico che riempie tutto lo
spazio e influenza anche la Terra»,
spiega Giovanni Godoli, docente
di Fisica solare all’università di
Firenze. «E’ senz’altro responsa-
bile delle aurore polari, sospettia-
mo che influenzi anche i movi-
menti di masse d’aria sulla Terra,
cioè il nostro clima». Di tanto in
tanto sulla superficie solare si veri-
ficano esplosioni che si estendono
nello spazio per milioni di chilo-
metri: sono i “brillamenti”, accom-
pagnati da un vento solare tanto
intenso da disturbare le radioco-
municazioni sulla Terra.
● I cicli solari
L’attività del Sole segue cicli
temporali durante i quali essa di-
minuisce o aumenta. Ci sono cicli
di 11 anni, di 80 anni e, si suppone,
di migliaia di anni. I cicli più brevi
DOSSIER
Atmosfera primo filtro
Circa la metà della radiazione solare non riesce
ad arrivare a terra: in parte viene assorbita
dall’aria e dalle nuvole, e in parte rimbalza
sulla ionosfera tra 60 e 500 chilometri d’altezza.
Isole
magnetiche Manteniamo
Simulazione le distanze
al computer
dei flussi Lfosseaanche
vita sulla Terra ci sarebbe
se il nostro pianeta
magnetici sulla un po’ più vicino o un
superficie del
Sole. Il campo
magnetico
po’ più lontano dal Sole? Forse
no. Secondo gli astronomi, la
“fascia di vita” si estende all’
solare è incirca da Venere a Marte: co-
composto di
me dire una striscia di un me-
tanti piccoli tro e mezzo in un campo di
campi locali. calcio da 90 metri. Eppure, su
Venere ci sono in media oltre
400 gradi, e su Marte tempe-
rature polari: licheni e batteri
potrebbero sopravvivere, l’uo-
mo no. La fascia, perché sia
possibile la vita come la inten-
sono inseriti nell’arco di tempo dei
cicli più lunghi, ma sono indipen- diamo noi, si deve dunque re-
stringere ancora di più, fino
denti da questi ultimi. Nel XVII
secolo diversi cicli solari raggiun- una minuscola fettina di cin-
que o sei milioni di chilometri,
sero il minimo contemporanea- guarda caso proprio la diffe-
mente e la potenza del Sole dimi- renza tra la massima e la mini-
nuì dello 0,5 per cento. Questo ma distanza dal Sole raggiunte
calo impercettibile provocò mezzo dalla Terra nella sua orbita.
secolo di freddo. ■
Focus 61
 Aggredito Fototipi da spiaggia: ognuno reagisce a modo suo

DOSSIER
dai raggi
solari, il
corpo si
difende. E Raggi buoni
1 2 3 4 5 6

si abbronza e raggi cattivi

Qui sopra, una
Lvariabile.
a reattività individuale
alle radiazioni solari è
Ma esistono al-
rappresentazione cune classificazioni di ba-
elettronica del se, che tengono conto del
Sole. I raggi ultra
rati, pelle chiara, elevata
sensibilità alle radiazioni.
Si abbronzano poco, la
pigmentazine cutanea è
difficile e la capacità di
■ Fototipo 4. Capelli
biondi, pelle chiara, me-
dio livello di abbronzatura.
In questo caso, la pig-
mentazione avviene con
mente fino al quattro.
■ Fototipo 6. Capelli
marrone, pelle scura,
abbronzatura molto inten-
sa, grandi capacità di di-

O
gni volta che i raggi del
sole la colpiscono, la pel-
le cerca di difendersi. I
suoi sforzi , però, sono
sempre proporzionali all’intensità
delle radiazioni, e provocano com-
plesse reazioni a catena. «In super-
ficie, cioè sullo strato corneo, il cin-
que per cento dei raggi non
penetra affatto, perché viene rifles-
so», spiega Enzo
Berardesca, der-
matologo dell’uni-
versità di Pavia.
«La maggior parte
dei raggi invece
penetra nei tessuti
e comincia subito
a fare effetto. In
particolare, inizia
la rifrazione cellu-
lare: vale a dire
che la luce si riflet-
Il prof. Enzo te sulle cellule e
Berardesca, parte dell’energia
dermatologo. viene quindi assor-
bita da queste ulti-
me. Quella che rimane passa negli
colore di pelle e capelli,
violetti (Uv) sono oltre che della potenziale
appena il 2,5 per
reazione al sole. Le varie
cento del totale tipologie sono dette “foto-
delle radiazioni tipi”.
emesse. Si dividono ■ Fototipo 1. Capelli
in tre categorie: rossi e pelle bianca. Ele-
UvA, a onda lunga, vata sensibilità al sole, fa-
responsabili dell' cili alle ustioni e non si ab-
abbronzatura; UvB, bronzano. Filtro consi-
a onda corta, che gliato: schermo totale.
penetrano di più ■ Fototipo 2. Capelli do-
nella pelle e sono
sostanzialmente
dannosi; UvC, a
onda brevissima, dipende affatto da una diversa
che sono fermati distribuzione dei melanociti nel
dallo strato di corpo. Certo, il loro numero cam-
ozono nell'alta bia considerevolmente: nel viso,
atmosfera. per esempio, se ne trovano 2900
ogni millimetro quadrato, nell’in-
terno dell’avambraccio scendono a
1100. Però l’intensità della tinta-
rella non dipende dal numero di
melanociti, ma dal tipo e dalla
quantità di melanina che questi
producono. Basti pensare che uno
svedese e un africano hanno la
difesa piuttosto scarsa. facilità e le difese natu- fesa e di pigmentazione.
Filtro consigliato: scher- rali sono piuttosto eleva- Filtro consigliato: fattore
mo totale. te. Filtro consigliato: dal due.
■ Fototipo 3. Capelli ca- dieci all’otto. Ai precedenti si può ag-
stani e pelle chiara. Me- ■ Fototipo 5. Capelli giungere un fototipo 0,
dia sensibilità agli Uv. In bruni, pelle scura, abbron- vale a dire gli albini, con
genere si abbronza lieve- zatura intensa, buona capelli bianchi e pelle ten-
mente. La pigmentazione capacità di pigmentazio- dente al rosa. Sono sensi-
è difficile, la capacità di ne, elevate capacità di di- bilissimi agli Uv. Al sole si
difesa è lieve. Filtro consi- fesa. Filtro consigliato: scottano sempre, e non si
gliato: schermo totale o, all’inizio un fattore otto. abbronzano mai. Filtro consi-
al massimo, fattore dieci. Si può scendere gradual- gliato: schermo totale.
stessa percentuale di melanociti. rossore diffuso. Se poi si rimane
In genere, comunque, ci si ab- troppo a lungo sotto il sole, si cor-
bronza di più su spalle e braccia, rono rischi seri: perfino ustioni di
perché si tratta di parti del corpo primo grado.
sempre esposte. Anche naso,
guance e ginocchia sono a rischio. ● La fabbrica delle rughe
Per individuare con esattezza le Nonostante l’effetto protettivo
aree da proteggere maggiormente dell’abbronzatura, parte dei raggi
basta mettersi in piedi davanti a ultravioletti riesce a raggiungere il
una lampada: le aree in luce sono derma. E qui cominciano gli effet-
quelle più sollecitate. E sono infat- ti più dannosi. «A lungo andare, il
ti le sedi classiche delle scottature. sole causa la degenerazione di ela-
Troppo spesso, infatti, l’esposi- stina e collagene, le proteine re-
zione al sole è sponsabili del sostegno e dell’ela-
scorretta: quando sticità della pelle», riprende Berar-

Il sole sulla pelle

strati sottostanti».
● Melanina: rossa o nera?
Nell’epidermide il sole incontra
anche la barriera costituita dalla
melanina, cioè il pigmento che
determina il colore della pelle e
che è prodotto da cellule partico-
lari, i melanociti. «Esistono due ti-
pi di melanina«, spiega Berarde-
sca. «La melanina scura (o eume-
lanina), che caratterizza le persone
brune. E la melanina rossa (o feo-
melanina), presente in chi ha i
capelli di questo colore. Nei bion-
di invece convivono entrambi i pig-
menti». La melanina è una sostan-
za importante, in grado di assorbire
i raggi ultravioletti e quindi di “sca-
ricarne” ulteriormente l’energia.
Più la melanina è scura, più è in
grado di svolgere il suo compito
(ecco perché le persone con la car-
nagione chiara sono più sensibili):
l’abbronzatura è proprio il risulta-
to di questa operazione di difesa.
«Quando si è esposti al sole, i
melanociti producono nuovo pig-
mento nel giro di due o tre giorni,
e quindi la pelle si scurisce». Que-
sto però non significa che, per con-
quistare la tintarella, bisogna a-
spettare qualche giorno: nell’
epidermide c’è sempre una scorta
di melanina pronta a intervenire
nell’arco di 12 o 24 ore. In questo
caso, il colorito si chiama Ipd, o
“Immediat pigment darkening”.
● L’esame della lampada
C’è chi si abbronza in modo
uniforme. Chi invece diventa più
scuro in alcune parti del corpo. E’
un fenomeno curioso, che non
Olii e creme protettive:
S ervono per prevenire
ustioni e invecchia-
mento cutaneo: le creme
solari però non sono tut-
te uguali. «Anzitutto, cam-
bia l’intensità dei “filtri”,
cioè i fattori di protezio-
ne. Si tratta di sostanze
in grado di assorbire i
raggi ultravioletti, modifi-
cando la propria struttu-
Test di creme ra. Passando da uno sta-
protettive: si
to di "quiete elettrica" e
controlla la pelle uno di eccitazione», spie-
dopo l'uso. ga Stefano Bader, do-
spalmate, spalmate, qualcosa resterà...
cente di tecnologia co-
smetica presso l’ univer-
sità di Ferrara.
La capacità di assorbi-
mento dei filtri è espres-
sa in numeri : “fattore 2”
vuole dire che il prodotto
protegge la pelle in misu-
ra doppia rispetto alle di-
fese naturali. “Fattore 25”,
il massimo, indica invece
che lo schermo è totale.
Attenzione, però: le ditte
statunitensi usano una
classificazione diversa.
«Al nostro tre, per esem-
pio, corrisponde un quat-
tro o un cinque. Al nostro
nove equivale un dodici
americano», continua Ba-
der. Per non correre rischi
bisogna quindi valutare
l'origine del prodotto.
Quando bisogna usare
queste sostanze? «Ogni
volta che si prende il so-
le, senza dimenticare che
i raggi ultravioletti (UvA e
UvB) passano anche at-
traverso le nubi. E che in
alcune situazioni possono
avere una potenza inso-
spettata». In questi casi,
anche se si sta apparen-
temente all’ombra, si vie-
ne investiti dalle radia-
zioni. In montagna, infatti,
la neve riflette l’80 per
cento delle radiazioni che
riceve. Al mare, invece,
la sabbia ne rimanda fino
al 25 per cento, l’acqua il
95 per cento. Non ci si
salva nemmeno in im-
mersione, visto che il 40
per centro dei raggi rie-
sce ad arrivare a cinquanta
centimetri di profondità.
Né sotto un pergolato:
anche all’ombra, infatti,
si è esposti al 50 per
cento dei raggi. Ci si può
riparare soltanto dentro
una stanza. Ma se le fine-
stre sono aperte, il sole
entra comunque.
In commercio esistono
diverse formulazioni di
schermi UvA e UvB. «In ge-
nere, le creme forniscono
essa non è gradua-
le, e adeguata al
proprio tipo di
carnagione, pro-
voca una forte va-
sodilatazione su-
perficiale che sfo-
cia nel giro di
qualche ora nel
una protezione maggio-
re. Gli oli invece sono idro-
repellenti, ma più occlu-
sivi. In pratica, non con-
sentono una buona tra-
spirazione», riprende Ba-
der. «In ogni caso, dopo l’e-
sposizione al sole e al vento
è sempre indispensabile
ripristinare l’idratazione
della pelle con creme spe-
cifiche a base di sostanze
in grado di trattenere l'ac-
qua, in modo da regolare
la traspirazione».
desca. «Le conseguenze? Rughe,
cioè pieghe d’espressione più visi-
bili perché i tessuti perdono le
fibre di collagene che sostengono il
derma. E diminuzione delle pro-
prietà meccaniche, come la esten-
sibilità e l’elasticità. La pelle si rila-
scia». E’ il cosiddetto invecchia-
mento precoce della cute.
Se preso in eccesso, il sole può
provocare altri danni, come una
vasodilatazione superficiale cau-
sata dal calore, che può diventare
permanente e manifestarsi con reti
di capillari visibili. Lentiggini e al-
tre macchie scure, frutto di un ac-
cumulo di melanina, hanno invece
semplici cause ereditarie. Oppure
dipendono da squilibri ormonali,
come nel caso del cloasma (mac-
chie scure tipicamente femminili,
concentrate sul volto). Il sole, in
questi casi, non ha nessuna respon-
sabilità. A eccezione del fatto che
rende temporaneamente più visibi-
li le alterazioni del pigmento. ■
Olga Noel Winderling

Focus 62 Focus 63
 I raggi

DOSSIER
La macchina

Il mal di
sotto esame
Nell'ospedale
parigino di
delle diagnosi
St. Louis, test per
verificare le
reazioni cutanee
S e la diagnosi di melanoma è
difficile, si può utilizzare il
computer, più precisamente il si-
all'esposizione ai stema “Skinview”, messo a punto
raggi ultravioletti. dall’Olivetti. Una telecamera ri-
Gli UvB sono prende e memorizza l’immagine

sole
Non solo quelli che
"scendono" più
in profondità.
della lesione. Quest’immagine vie-
ne quindi elaborata e confrontata
con quella della banca dati, sulla
eczemi o base delle caratteristiche della le-
sione stessa. Vengono considera-
ti forma, tipo di contorno, colore,
bruciature: caratteristiche della superficie e
altri parametri. A questo punto il
l'eccessiva programma attribuisce un “pun-
teggio” alla lesione che indica l’e-
ventuale benignità o malignità
esposizione può favorire della patologia. «Se si utilizzasse-
ro costantemente strumenti di
questo tipo», spiegano all’Istituto
anche il melanoma. Come? dei tumori di Milano, «si potrebbe
risparmiare il 33 per cento di in-
terventi chirurgici che si effettua-
no a volte solo per stabilire la na-
tura di nei sospetti».

C
he i raggi solari a elevati il compito di produrre la melanina,
dosaggi possano creare vale a dire la sostanza che abbron-
problemi per la pelle è za e protegge la pelle. Il melanoma
ormai certo. Si sa che con è in continuo aumento. In alcuni
il tempo il sole favorisce l'invec- Paesi, come la Scozia, negli ultimi
chiamento cutaneo precoce, e che dieci anni ha avuto un incremento I guardiani dell'ozono
una protratta esposizione alle ra- dell’80 per cento e anche in Italia Qui sopra, un fotospettrometro per la misurazione dell'ozono nell'
diazioni solari crea arrossamenti, l’incidenza della lesione è in cre- atmosfera, a Mauna Loa (Hawaii). L'ozono filtra le radiazioni UvB. In
ustioni e colpi di calore. Il mag- scita: quasi il 20 per cento negli alto, manifesti neozelandesi: "non prendete il sole nelle ore di punta".
gior pericolo, an- ultimi 15 anni.
che se non esiste «Non penso che la comparsa del fino all’80 per cento l’esposizione letta solare. Molti medici non e-
unitarietà di vedu- melanoma possa essere assoluta- ai raggi ultravioletti B, che provo- scludono, però, anche una sorta di
te su questo aspet- mente correlata con l’esposizione cano l’arrossamento della pelle». ereditarietà o di predisposizione: L'esame elettronico di un
to, è però quello ai raggi solari», spiega Natale Ca- Dall’altro capo del pianeta, invece, è infatti frequente il caso di mela- sospetto melanoma: il
del melanoma. Un scinelli, direttore della divisione di gli studiosi mettono decisamente nomi che affliggono tutti i mem- computer ne prende le misure.
tumore maligno oncologia chirurgica dell’Istituto sotto accusa il sole. Gli australiani bri di una stessa famiglia.
grave caratteriz- nazionale dei tumori di Milano. e i neozelandesi sono più colpiti Il tumore può manifestarsi a o-
zato da un abnor- «E’ certo però che gli individui con da questa forma tumorale assieme gni età, anche se è molto più fre- si, come metastasi, ai linfonodi, al della risposta immunologica”,
me sviluppo dei
melanociti, le cel-
pelle chiara (quelli che in genere
non si abbronzano e hanno nume-
agli abitanti dell’Arizona e del
Nuovo Messico: e proprio questa
quente negli adulti e negli anziani.
Ne esistono di tipi diversi. Il tumo-
La struttura della pelle fegato, al cervello e alle ossa, oc-
corre innanzitutto poter effettuare
come l'interferone ricombinante. Il
loro impiego dopo l’intervento chi-
Pelo
Il prof. Natale lule che normal- rosi nei) devono evitare l’esposi- maggior frequenza nelle zone con re definito “lentigo maligna” ha u- Strato una diagnosi precoce», precisa rurgico, per esempio, riduce della
Cascinelli, mente si trovano zione tra le 11 antimeridiane e le maggior insolazione fa pensare a na crescita molto lenta, si localizza Ghiandola corneo Cascinelli. «In particolare occorre metà il rischio di nuove comparse
oncologo. nella cute e hanno 14. In questo modo si può ridurre un ruolo della radiazione ultravio- preferibilmente sul volto e colpisce sebacea prestare attenzione ai nei displa- del tumore.
soprattutto donne anziane. All’ini- stici, che secondo alcuni studiosi Sono stati fatti anche esperi-
zio è una macchia che tende lenta- Strato hanno già al loro interno la devia- menti con l'interleukina 2, una so-
L'abbronzatura terapeutica mente ad allargarsi e ha un colore lucido zione del Dna cellulare che poi stanza tossica per le cellule tumo-
variabile tra il bruno e il nero. Strato porterà alla comparsa del tumore. rali: in pratica si sta tentando di
C ontro diverse malat-
tie, l’efficacia delle ra-
diazioni solari è ormai am-
nelle cellule, provocata
dal sole. Il minerale, una
volta nel sangue, può svi-
smo, della tbc ossea e
delle malattie ossee in
generale. Esso aiuta la
5. Azione rilassante. Fino
a poco tempo fa non esi-
steva alcuna dimostrazio-
Ben più frequente è il melano-
ma a diffusione superficiale che si Epidermide
granuloso «Per questo occorre che le persone
imparino a riconoscere eventuali
"indurre al suicidio" il melanoma,
facendo produrre al tumore stesso
sviluppa nelle zone della cute Strato
nei sospetti, in genere quelli che la sostanza che blocca lo sviluppo
piamente provata. luppare un blando effet- formazione della vitamina ne per spiegare questo (dorso) normalmente coperte da- hanno modificato le loro caratte- delle sue cellule. Come? Iniet-
1. Nel caso della psoriasi, to sedativo. D (colecalciferolo). La pro- effetto: oggi alcune ricer- Derma basale
l’esposizione al sole può 3. Ancor più complessi vitamina D, cioè il “pre- che suggeriscono che il gli indumenti. Anche in questo ca- ristiche in tempi rapidi». tando per esempio questo tipo di
migliorare la situazione sono i rapporti tra sole e cursore” della sostanza piacevole torpore indotto so il tumore si presenta come una La diagnosi, comunque, non è interleukina nell'arteria che irrora
perché il sole rallenta il asma bronchiale. Proba- attiva, è assunta con gli sul corpo dalle radiazioni macchia rotondeggiante ma tende sempre facile: all'inizio, soprattut- il melanoma.
Tessuto
passaggio accelerato del- bilmente non esiste un’a- alimenti e passa prima solari sarebbe legato alla ad allargarsi rapidamente. Al suo sottocutaneo to, il melanoma può somigliare a Un altra speranza di guarigione
la malattia dallo strato ba- zione diretta del sole sulla attraverso il fegato e poi produzione di endorfine li- interno, dopo diversi mesi com- un neo, o svilupparsi su di esso. viene da un potenziale “vaccino
sale della pelle a quello malattia polmonare, ma nel rene. Infine, viene tra- berate dai cheratinociti paiono piccole ulcerazioni che se- Vasi Come si cura? L’asportazione chi- terapeutico” che, rinforzando la
superiore corneo. l’effetto benefico, che si sformata in vitamina atti- cutanei. Sotto la stimola- gnalano l’invasione del derma, va- sanguigni rurgica del melanoma è il primo risposta specifica del sistema im-
2. Il sole può anche favo- osserva soprattutto in va nella cute, sotto l’in- zione solare verrebbero le a dire dello strato cutaneo in- passo. Oggi si possono effettuare munitario dell’organismo nei con-
rire il benessere psicolo- montagna, sarebbe dovu- flusso dei raggi solari. La prodotti peptidi, cioè so- Ghiandola
gico nelle persone ansio- to al clima caldo secco vitamina D provoca un stanze proteiche, oppioidi. feriore, da parte del cancro. sudoripara interventi che prevedono la sem- fronti di alcuni tipi di melanoma,
se. Anche se non è chia- delle alte quote. aumento dell’assorbimen- Questi composti, interfe- Sono più rari invece il melano- plice resezione della massa tumo- potrebbe realmente rappresentare
rito con certezza il mec- 4. Il sole ha un effetto to del calcio nell’intesti- rendo positivamente con ma di tipo acrolentigginoso e il me- rale. Non si prevedono ecceziona- un importante miglioramento
canismo, si pensa che l’a- benefico sul metabolismo no e il minerale si deposi- la situazione cerebrale, da- lanoma nodulare, che spesso si svi- li miglioramenti nella chemio- nella cura. Il vaccino è preparato
zione benefica sia legata osseo, e perciò è utile nel ta sul tessuto osseo, rebbero un senso di rilas- luppa su un neo preesistente. Ecco i vari segmenti dei quali è composta la pelle. L'esposizione terapia, mentre sembrano soddi- con antigeni di melanoma non
al sole interessa, di solito, soltanto l'epidermide (soprattutto nello
alla liberazione del calcio trattamento del rachiti- rinforzandolo. samento generale. «Per poter curare adeguatamen- strato corneo), dove si trovano i melanociti e parte del derma. sfacenti i risultati sperimentali otte- tumore-specifici. ■
te il melanoma, che può estender- nuti con i cosidetti “modulatori Federico Mereta

Focus 64 Focus 65
 Saperne di più: quando si è formato?
DOSSIER
Esistono protezioni naturali contro i
suoi raggi? Come funzionano le creme?

I misteri
del sole
T
re anni fa l’Agenzia spazia-
le europea ha lanciato la son-
da Ulysses, destinata a sor-
volare i poli del Sole nel
1994 e nel 1995. Verso la fine degli
anni Novanta partirà Cluster, un
progetto congiunto tra Europa e
Stati Uniti, con la missione di mi-
surare in modo approfondito le in-
terazioni tra la Terra e la nostra
stella. Molte domande sul Sole,
però, hanno già avuto una risposta
soddisfacente dalla scienza. Ve-
diamo quali sono le più curiose e le
più interessanti.
mila gradi. Il Sole ha una tempe- Energia
ratura superficiale intorno ai 5 mila dalla luce
gradi, ed è per questo che ci appa-
Un pannello
re giallo. Lo stesso fenomeno vale solare, fatto
quando si scalda una sbarra di me- di silicio
tallo, il cui calore passa dal rosso al policristallino.
giallo al bianco a mano a mano Produce poca
che la sua temperatura aumenta. energia, ma è
economico.
4Un’eclisse
Con quale ritmo si
verificano le eclissi?
solare si ve-
dela. Il Sole si può guardare anche
attraverso una speciale pellicola di
rifica quando la Luna si Mylar, o con appositi filtri.
trova tra Terra e Sole,
esattamente sulla stessa
linea: ogni anno succe- 7caroteE’daivero che la carota protegge
raggi UvA? Sì. Un etto di

1zo diCome si è formato, e come

finirà? Quattro miliardi e mez-
anni fa una nube di gas nello
spazio vuoto diventò abbastanza
fitta da condensarsi. Più il gas si
condensava e più diventava caldo,
come in una reazione a catena, fin-
ché si raggiunse l’aspetto che cono-
sciamo. Il Sole resterà così per cin-
que miliardi di anni. Dopo questo
periodo inizieranno nuove reazio-
ni nucleari che lo trasformeranno
in una stella gigante, tanto grande
da inghiottire addirittura la Terra.
de da due a cinque
volte. Le eclissi posso-
no essere totali, quando
il disco della Luna
copre completamente
quello del Sole, oppure Schema
trasforma i raggi UvA in infrarossi.
anulari quando Sole e
Luna sono relativamen-
te più vicini: in questi
casi, anche nel momen-
to di massimo oscura-
mento rimane un anello
di Sole visibile. La pros-
sima eclissi totale visibi-
le dall’Europa si verifi-
al giorno per un mese di se-
guito cede all’organismo elevate
quantità di carotene. Questo pig-
mento si fissa nello strato corneo,
dà alla pelle un colorito più acceso.
della molecola di Mexoryl:
E funziona proprio da barriera ag-
giuntiva, anche se in modo ridotto:
il carotene può agire solo sulle ra-
diazioni d’intensità pari a circa 380
nanometri. Cioè la soglia tra la luce
visibile e i raggi UvA.
8unoCome funzionano le creme
solari? Seguono due principi,
fisico e uno chimico. Il primo

2prattutto
Anch’esso provoca le maree?
L’effetto di marea è dovuto so-
alla Luna, ma il Sole con-
tribuisce per un terzo. Diversa sa-
rebbe la situazione se il Sole fosse
più vicino: alla distanza di Venere
le maree provocate dal Sole sareb-
bero più alte di quelle lunari.
cherà l’11 agosto 1999.
Misurazione dell’elasticità della pelle,
ricorre ai micropigmenti, che come
minuscoli specchi riflettono ogni
5 Le eruzioni solari dopo l’esposizione ai raggi solari.
sono pericolose? Le
eruzioni solari, o brillamenti, sono stronauti rischiano infatti di essere
radiazione. Il secondo sfrutta mo-
lecole capaci di assorbire raggi di
una certa lunghezza d’onda (in ge-
enormi fiammate di elio incande- contaminati. nere ultravioletti A e B) e di tra-
scente che si innalzano per mezzo sformarli in raggi meno energetici.
milione di chilometri, con emis-
sione di energia nello spazio. Una 6
Bastano occhiali con lenti scure
per guardare il Sole? Assolu-
L’ultima scoperta in questo campo
è il Mexoryl-SX, realizzato dall’in-

3 Perché è giallo? Il colore di-

pende solo dalla temperatura
esterna: una stella rossa arriva in
superficie a circa 2500 gradi, men-
tre una bianco-azzurra supera i 20
volta ogni due anni, in media, le tamente no: dopo qualche secondo
radiazioni prodotte da questi feno- gli occhi rischiano lesioni gravissi-
meni riescono a forare l’atmosfera me. Una soluzione artigianale, al-
dustria cosmetica Vichy: è una mo-
lecola che assorbe i raggi UvA nel-
la banda di 320-340 nanometri. Per
terrestre, ma a quel punto non so- meno durante le eclissi, è annerire questa lunghezza d’onda non esi-
no più pericolose: soltanto gli a- gli occhiali con il fumo di una can- steva nessuna protezione. ■

Focus 66
? DOMANDE&RISPOSTE
Queste pagine sono a disposizione dei lettori. Poiché non è possibile
rispondere a tutti, daremo la preferenza alle domande di interesse
più generale. Non si danno risposte private. Scrivere a FOCUS,
Gruner und Jahr/Mondadori, Corso Monforte 54 - 20122 Milano
Come si fabbrica
la fibra di carbonio?
Domanda posta da Antonio Betto di Gaiarine (Treviso).
Lsocietà
a scoperta risale al 1963.
Alcuni ricercatori della
aeronautica Royal
aircraft establishment di
Farnborough, in Gran Bre-
tagna, notarono che riscal-
dando a particolari tempe-
rature determinate fibre
Alcune fibre di carbonio al
microscopio elettronico.
Ideali per veicoli spaziali.
Perché alcuni uccelli
possono imitare i suoni?
Domanda posta da Federica Salvati Proietti di Chieti.
L’ imitazione è prima di
tutto la memorizzazio-
ne e poi la replica di un
messaggio. Per gli uccelli
questi due processi sono
fondamentali, in quanto
consentono l’apprendi-
mento del canto, che viene
tramandato da genitore a
figlio. L’imitazione del
canto del partner (e il can-
to a “duetto”) serve inve-
ce a creare e rinsaldare il
legame di coppia. L’imi-
tazione però può avvenire
anche con suoni che non
Focus 68
sintetiche, per esempio
quelle acriliche, queste si
modificavano. Le lunghe
catene parallele di mole-
cole in esse presenti si tra-
sformavano in catene mo-
lecolari di carbonio puro
fortemente saldate tra lo-
ro. Nacquero così le fibre
di carbonio. Si tratta di un
materiale che è due volte
più elastico dell’acciaio ed
è utilissimo per irrobusti-
re la plastica. I materiali
fatti con fibre di carbonio
possono sopportare alte
temperature e hanno una
resistenza quattro volte
superiore a quella dell’
acciaio, ma con un peso de-
cisamente inferiore. Que-
ste caratteristiche hanno
reso le fibre di carbonio
ideali nella costruzione di
aerei e di veicoli spaziali.
Grazie alla loro leggerez-
za, queste fibre sono oggi
impiegate anche nella rea-
lizzazione di oggetti di uso
più comune, come sci e
appartengono alla fami-
glia e neppure alla specie,
ma provengono dall’ester-
no. Il merlo, per esempio,
utilizza frammenti dei can-
ti di altri uccelli per rende-
re più interessante il pro-
prio repertorio. Più difficile
invece è l’interpretazione
delle imitazioni di pappa-
galli e merli indiani (gra-
cula). Di solito la duplica-
zione del suono estraneo
viene fatta da uccelli che
vivono in cattività e quin-
di in una condizione di
I quattro presidenti
sulla montagna.
Quando e da chi è stato scolpito
negli Stati Uniti il monte Rushmore?
Domanda posta da Luigi Canonico di Pecetto Torinese.
Aquesta
Black Hills, nel Sud
Dakota, sul fianco di
montagna, sono
scolpiti i volti di quattro
famosi presidenti degli
Stati Uniti: George Wa-
shington, Thomas Jeffer-
son, Abraham Lincoln, e
Theodore Roosevelt. L’i-
dea di una simile impresa
venne nel 1916 a Gutzon
Borglum, che a Parigi
aveva studiato con lo scul-
tore Auguste Rodin. Per
far accettare la sua gran-
diosa proposta alle auto-
rità americane, Borglum
soleva dire: «Dobbiamo
farlo. Nel nostro Paese
Un cacatua. Riesce a
imitare la voce umana.
isolamento rispetto al loro
ambiente. L’imitazione
quindi potrebbe essere un
errore di apprendimento.
C’è infine anche il caso di
imitazione a scopo di dife-
sa: una civetta americana
emette dalla tana in cui si
rifugia in caso di pericolo
un suono simile a quello
del serpente a sonagli per
allontanare i predatori.
non abbiamo monumenti
più grandi di una tabac-
chiera». Ogni anno milio-
ni di visitatori si recano in
questa località, per vedere
il Mount Rushmore natio-
nal memorial. Le dimen-
sioni delle quattro sculture
sono gigantesche. La testa
di Washington, per esem-
pio, è alta 18 metri, il suo
naso è lungo 6, gli occhi
misurano 3 metri di lar-
ghezza e la bocca è larga 5
metri.
I lavori iniziarono il 4
ottobre 1927 e il primo
viso, quello di Washing-
ton, fu inaugurato circa tre
Qual è la prima forma di
vita apparsa sulla Terra?
Domanda posta da Stefano Bartolozzi di Pistoia.
Lta Terra
e tracce più antiche di
vita apparsa sul piane-
sono state trovate
in sedimenti rocciosi dell’
Australia e del Sud Africa
e risalgono a circa 3,5 mi-
liardi di anni fa. I primi or-
ganismi sarebbero l’Ar-
cheo sphaeroides e l’Eoba-
cherium, simili ai batteri.
La comparsa della vita
si fa però risalire a un pe-
riodo precedente, circa 4
miliardi di anni fa: l’intensa
attività vulcanica del pia-
neta appena solidificato,
trasformò infatti l’atmo-
sfera primordiale (costitui-
ta soprattutto da elio e i-
drogeno) in una miscela di
acqua, metano, ammonia-
ca, e acido solfidrico. Con-
temporaneamente si for-
marono gli oceani. La pre-
senza di fonti di energia
anni più tardi, il 4 luglio
1930. Borglum, che duran-
te i lavori guidava una
squadra di ben 360 perso-
ne, morì però nel 1941,
prima di ultimare l’impre-
sa, che fu poi portata a ter-
mine dal nipote.
Complessivamente fu-
rono rimosse circa 450
mila tonnellate di granito.
Il monte Rushmore è stato
anche teatro di una famo-
sa scena del film Intrigo
internazionale di Alfred
Hitchcock, nella quale
Cary Grant penzolava pe-
ricolosamente sui volti dei
quattro presidenti.
come raggi ultravioletti
(allora lo strato d’ozono
non si era ancora forma-
to), scariche elettriche tem-
poralesche, radioattività e
temperatura elevata, pro-
vocò una serie di reazioni
fotochimiche, grazie alle
quali si formarono in un
primo tempo urea, aldeide
formica e idrocarburi, e in
un secondo tempo ammi-
noacidi, zuccheri e le basi
che costituiscono tuttora la
catena del Dna, molecola
responsabile della trasmis-
sione dei caratteri eredita-
ri. Quei composti, accumu-
lati nell’oceano, si riuni-
rono in masserelle sferiche
formando l’antenato della
cellula, il primo passo ver-
so la vita come la intendia-
mo noi, capace di autoorga-
nizzarsi e di riprodursi.
Dalle telefoto ai testi: oggi in tutto il mondo
i messaggi corrono sul filo del telefono
DOCUMENTO IN RICEZIONE O COPIA
taglierina
rullo di espulsione
della carta
rotolo di
carta termica
coperchio mobile
per l’inserimento
del rotolo di carta
testina termica
cavo di
alimentazione
cavo telefonico
convertitore che
trasforma i segnali del
modem in segnali per
l’impressione
convertitore che trasforma
i segnali luminosi
in segnali elettrici
lenti
COME FUNZIONAIl bisnonno del fax si chiamava
belinografo e fu inventato da un francese
Trasmettere a distanza
Ivenne
l bisnonno del fax si
chiamava belinografo e
inventato dal
francese Édouard Belin.
Trasmetteva fotografie a
distanza, grazie a una cel-
lula fotoelettrica, ed entrò
in funzione per la prima
volta nel 1907. Ma il vero
precursore fu l’abate
toscano Giovanni Caselli,
che realizzò nel 1856
la prima trasmissione
sperimentale, collegando
Amiens e Parigi (poco
più di cento chilometri
in linea d’aria).
Il fax di oggi è un’evoluzio-
ne di quegli apparecchi
per la “telefotografia”,
che nella prima metà del
secolo venivano utilizzati
principalmente dai quoti-
ricevitore
di segnali
luminosi
specchio specchio
gruppo di
illuminazione a LED
modem
(modulatore/
demodulatore
per la trasmissione
lungo la linea
telefonica)
diani statunitensi. Verso
gli anni Cinquanta anche
gli uffici meteorologici
cominciarono ad approfit-
tarne per scambiarsi le
carte del tempo, ma si
deve ancora aspettare
vent’anni prima che si
faccia strada l’idea di un
fax da ufficio universal-
mente diffuso. Soltanto
nel 1976, infatti, è stato
approvato da tutti i Paesi
del mondo uno standard
di trasmissione comune.
In caso contrario ogni fax
nazionale avrebbe avuto
un linguaggio elettronico,
incomprensibile per gli
altri. Il principio di funzio-
namento si può suddivide-
re in tre fasi: lettura della
pagina, modulazione e
alimentazione
rullo di alimentazione
rullo di espulsione
ricezione-scrittura. La
lettura viene effettuata
inviando sulla pagina un
raggio di luce che esplora
le righe da sinistra a
destra e dall’alto in
basso, mentre una foto-
cellula capta la luce rifles-
sa (le zone bianche e nere
del foglio riflettono la luce
in modo diverso).
La fotocellula trasforma
poi la luce in impulsi elet-
trici e un altro apparec-
chio (il modulatore) con-
verte questi impulsi in
segnali adatti a essere
trasmessi sulla linea
telefonica. Nei fax più
progrediti il segnale viene
digitalizzato, cioè trasfor-
mato in tanti 1 e 0 che
corrispondono a punti neri
gruppo di trasmissione
a motore
alette guida documento
sensore per rilevare
la presenza
del documento
da trasmettere
o da ricevere
pannello
di comando
DOCUMENTO
IN TRASMISSIONE
o bianchi. Nella ricezione
il segnale viene ritrasfor-
mato nell’originaria serie
di impulsi elettrici, e
quindi trasferito sulla
carta sotto forma di
immagine. Tra i metodi di
stampa il più usato è
quello termico: la testina
di scrittura produce calo-
re, e la speciale carta ter-
mosensibile si annerisce
nei punti voluti. Molti fax
possiedono una memoria
identica a quella dei com-
puter, che permette la
trasmissione riservata: il
fax ricevente conserva in
memoria il documento,
e non lo stampa finché
qualcuno non batte
sulla tastiera
un codice segreto.
Che cos’è il
morbo di
Alzheimer?
Domanda posta da
Massimiliano Tiberti di Roma.
E’ una patologia degene-
rativa del cervello, ca-
ratterizzata da un progres-
sivo isolamento psicologico
del soggetto. Si sviluppa
soprattutto nelle persone
anziane e tende a evolvere
verso la demenza. A tutt’
oggi, nonostante il gran nu-
mero di malati (secondo le
statistiche, l’Alzheimer, che
prende il nome dal neuro-
psichiatra tedesco Alois
Alzheimer, interessa più
del 5 per cento degli indivi-
dui di età superiore ai 65
anni) e i numerosi studi
intrapresi, non si è ancora
identificata con certezza la
causa di questa malattia né
si è trovata una terapia effi-
cace. Si pensa che rappre-
senti una forma di invec-
chiamento patologico del
cervello dovuto ad altera-
zioni di tipo genetico.
Da dove viene
la saliva?
Domanda posta da
Giovanna Roi di Roma.
Lte nelaghiandole
saliva è prodotta dalle
salivari situa-
cavo orale. Costituita
al 99 per cento di acqua e
sali minerali come il sodio,
il calcio, e il potassio, è uno
dei migliori lubrificanti na-
turali ed è importante tan-
to nella degustazione del
cibo quanto nella forma-
zione del bolo alimentare,
cioè del boccone masticato
pronto per essere inghiot-
tito. Ha anche importanti
funzioni digestive (per e-
sempio dando inizio al pro-
cesso di trasformazione
dell’amido, uno zucchero
complesso, grazie all’ami-
lasi, un enzima) oltre a ri-
sciacquare la bocca, limi-
tando la proliferazione dei
microbi. L’uomo ne produ-
ce in media un litro e mez-
zo al giorno, soprattutto du-
rante i pasti. Le mucche, ad-
dirittura centinaia.
Focus 69
? DOMANDE&RISPOSTE
Chi ha inventato il computer?
Domanda posta da Massimo Passamonti di Cologna Paese (Te).
G ià nel XVII secolo ci
furono vari tentativi di
costruire una macchina
calcolatrice (Napier, Pa-
scal, Leibniz). Tutti si
basavano su ruote denta-
te: ogni certo numero di
giri, una ruota azionava
quella vicina, la quale così
teneva conto di un certo
risultato.
Verso il 1830, il mate-
matico inglese Charles
Babbage progettò un cal-
colatore dotato di memo-
ria: duecento accumulato-
Un calcolatore elettronico costruito dall’Ibm 40 anni fa.
Chi ha compilato il primo
dizionario? E quando?
Domanda posta da Vittorio Scerbo di Marcellinara (Catanzaro).
Iprimo
n questo campo la tradi-
zione è tutta italiana. Il
dizionario alfabeti-
co fu infatti pubblicato in
Italia nel 1502 da Am-
Cosa sono e come nascono i tornado?
Domanda posta da Raffaele Catizone di Catanzaro.
U n tornado è un feno-
meno meteorologico
improvviso e violento: do-
ve passa rade al suolo edi-
fici di uno-due piani, sradi-
ca alberi secolari, solleva
automobili. Nell’epicentro
del tornado il vento rag-
giunge i 600 chilometri
Il caratteristico
"imbuto" del tornado.
Focus 70
ri, composti da 25 ruote
collegate tra loro. Bab-
bage era però costretto a
utilizzare elementi pura-
mente meccanici, pro-
grammati tramite schede
perforate, e non riuscì mai
a realizzare praticamente
la sua idea. Al 1850 risale
invece la prima calcolatri-
ce a tastiera, che aveva al
centro un albero graduato
mobile: il totale veniva
dato dallo spostamento
dell’albero.
L’americano Herman
brogio Calepino. Tanto
che ancora oggi la parola
“calepino” è sinonimo di
“dizionario”. Nel 1755, a
Londra apparve il primo
l’ora e l’aria ha una pres-
sione bassissima, inferiore
ai 900 millibar. Il vortice
Hollerith ideò nel 1890
una macchina per calcola-
re automaticamente i ri-
sultati del censimento:
funzionava a schede per-
forate e sfruttava anche la
corrente elettrica. Qua-
rant'anni dopo, nel 1930,
l’americano Vannevar
Bush costruì una macchi-
na in parte elettronica
(usava valvole termoioni-
che) che riusciva a risol-
vere le equazioni differen-
ziali. Il primo calcolatore
interamente elettronico
venne invece costruito sol-
tanto nel 1946, dagli ame-
ricani John Mauchly e
John Eckert. Fu battezza-
to Eniac: impiegava 18
mila valvole, pesava 30
tonnellate e occupava uno
stanzone di 140 metri qua-
drati. Il primo computer
prodotto in serie fu l’U-
nivac I, realizzato nel 1950
dagli stessi costruttori dell’
Eniac, che avevano costi-
tuito una società per conti-
nuare le loro ricerche.
dizionario inglese per
opera di Samuel Johnson:
due volumi con 50 mila
definizioni. Toccò poi a
Niccolò Tommaseo e a
Bernardo Bellini, che nel
1858 diedero il via alla
compilazione del Dizio-
nario della lingua italiana,
opera in sette volumi com-
pletata nel 1879.
può avere un’ampiezza di
300 metri e si sposta in
linea retta coprendo di soli-
Dove vissero i sette savi?
Domanda posta da Raffaele Grasso di Monaco di Baviera.
IGrecia.
sette savi vissero tutti nel
VI secolo avanti Cristo in
tico e poeta ateniese, che fu
il primo a sostituire il diritto
Erano Talete di di nascita con il censo
Mileto, matematico e filo- nell’assegnazione delle cari-
sofo, fondatore della scuola
ionica; Biante, legislatore di
Priene; Pittaco di Mi- tilene,
che pubbliche; Chilone,
legislatore spartano; i poeti
Cleobulo di Lindo (Rodi)
che governò per dieci anni e Misone Cheneo. Platone
dopo aver sconfitto il tiran- narra che i sette si raduna-
no Melancro; Solone, poli- rono nel tempio di Apollo a
Delfi per offrir-
gli in dono i
loro detti degni
di memoria.
Due in partico-
lare: “conosci te
stesso” (poi
inciso sul fron-
tone del tem-
pio) e “nulla di
troppo”.
Solone e gli allievi, miniatura araba.
Quando e dove è nato
il primo disco a 33 giri?
Domanda posta da Massimiliano Cavaggion di Vicenza?
N el 1931, la casa disco-
grafica Rca-Victor di-
stribuì il primo Lp della
raggiunse il suo apice nel
1978, quando nel mondo
furono venduti quasi un
storia: la Quinta sinfonia di miliardo di dischi Lp.
Beethoven. Ma bisogna
aspettare fino al 1948 per-
ché incominci a prendere
piede l’Lp, cioè un long
playing, un disco a lunga
durata, per iniziativa di
un’altra casa statunitense,
la Columbia. Questo tipo
di disco girava a 33,5 giri al
minuto, contro i 78 giri dei
vecchi dischi, e la durata di
una facciata era di poco
superiore ai 20 minuti. Il
successo dell’innovazione Produzione Lp negli anni 50.
to un percorso di una tren-
tina di chilometri.
crea un tornado la pressio-
ne scende improvvisamen-
Il tornado si origina du- te di 60-70 millibar in pochi
rante forti temporali. E minuti.
quando si forma è visibile
un caratteristico “imbuto”,
che esce al di sotto di una
In queste condizioni,
l’aria viene “risucchiata”
violentemente verso il cen-
nube. Perché si sviluppi tro della perturbazione, ma
sono necessarie elevata a causa delle forze di Corio-
umidità e instabilità dell’ li (forze che influiscono sul
aria. Durante un tempora- moto delle masse d’aria e
le infatti, la pressione at- che dipendono dalla rota-
mosferica si abbassa: nor- zione della Terra), ruota
malmente il calo è di 2-3 verso destra e si trasforma
millibar, mentre quando si in un vortice.
☞ H I G H T E C H Un dietologo A destra, l'occorrente
per fare musica con un
LE NOVITA' AD ALTA TECNOLOGIA in tasca computer. Sotto, il logo
di Hacker Art BBS.

C alcolare facilmente il numero

Una macchina
"intelligente"
uova non solo nella forma er-
N gonomica, studiata in modo
tale da rendere comandi e inter-
ruttori facilmente accessibili,
Olympus IS-3000 è dotata di un
obiettivo zoom 35-180 mm, che
permette di fotografare con le
inquadrature più varie, tanto da
rendere del tutto superfluo l'uti-
lizzo di ulteriori obiettivi, e di un
e la qualità nutrizionale delle
Nei Rollerblade
della seconda
generazione,
calorie giornaliere
consentite? Oggi è possibile
le scarpe
sono
staccabili
grazie al Dietometro, dopo
avervi inserito i propri dati di età,
peso, statura, sesso, e
dalle attività fisica. Digitando il peso
rotelle. dei cibi consumati, il computer
darà infatti la propria
approvazione o segnalerà
l'errore, di quantità o di qualità,
con un segnale acustico.
Musica fai-da-te al computer
Nati per lo Messo a punto dal professor
Giuliano Da Villa dell'università di
Walkman ben Vsuonare?
olete fare musica con il com-
puter, anche senza saper
zione hanno partecipato più di
70 tra musicisti, scrittori e artisti
sport, ora si usano anche in città Napoli e distribuito nelle farma-
cie da Centro dieta e salute (tel. saldo, anche Ora è possibile con il
programma Happening Digitali
vari. In questo modo chiunque
può partecipare a un esperi-
02/66.90.800), il Dietometro
a tutto sport Interattivi, che consente di tra- mento di "arte interattiva", rie-

In strada come sul ghiaccio

flash che si imposta automatica-
mente quando rileva scarsità di
luce. Distribuita da Polypho-
to(tel.02/57.60.70.00),que-
sta macchina foto-
grafica costa 1.450
mila lire, Iva
inclusa.
La nuova impugnatura
della Olympus IS-3000.
ati negli Stati Uniti,
N a Minneapolis, come
strumento per l'allenamento
estivo dei giocatori di hockey
su ghiaccio e rapidamente
adottati anche da altri sportivi
per la preparazione agonistica,
i Rollerblade sono l'ultima
novità in fatto di pattini. Alti,
stretti, realizzati in plastica,
sono simili agli schettini da
ghiaccio pur essendo destinati
alle superfici asfaltate. Dotati di
quattro rotelle in poliuretano,
disposte su un unico asse,
permettono agli atleti
professionisti di raggiungere
una velocità di 50 km orari.
Molti pattinatori li usano come
mezzo di trasporto ideale nei
campus universitari come nelle
strade dei centri cittadini.
Oltre a essere molto pratici
per districarsi nel traffico,
consentono un ottimo esercizio
fisico, e aiutano a bruciare
i grassi. Negli Stati Uniti,
dove sono popolarissimi,
sono molto diffusi anche
i Rollerblade della
seconda generazione
con le scarpe staccabili.
Importati in Italia da Nordica
Sportsystem (tel. 0423/6781),
e disponibili in tre modelli
(quelli per i bambini, quelli per
la fitness e quelli da gara)
i Rollerblade costano
dalle 250 alle 600 mila lire.
costa dalle 175 alle 210 mila
lire secondo le varie versioni.
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Focus 72 Focus 73
Scienza

Nel parco
della preistoria
La sagoma di un
Tirannosaurus
rex spicca nella
foresta tropicale.
E' la ricostruzione
di un paesaggio
del Cretacico, il
periodo da 144 a
65 milioni di anni
fa. Il Tirannosaurus
era uno dei più
grandi dinosauri
carnivori.

Nuove stelle del cinema

Ogni due mesi gli scienziati
scoprono un nuovo dinosauro
D
A sinistra, una scena del film di inosauri? Il 1993 sembra
Steven Spielberg, "Jurassic Park", proprio il loro anno, e
non solo perché fra qual-
in arrivo sugli schermi americani.
Sopra, un neonato di Adrosauro. che settimana negli Stati
Uniti verrà proiettato l’attesissimo
Jurassic Park di Steven Spielberg.
Gli scienziati che scavano in tutto il

Febbre giurassica
mondo (non molti, in verità: do-
vrebbero essere un centinaio in
tutto, con un budget complessivo
di un miliardo e mezzo di lire) sco-
prono specie nuove al ritmo straor-
Con il "Robosaurus" il museo diventa un luna-park dinario di una ogni sette settimane.
La riproduzione di un Anchilosaurus diretta al museo di storia Grazie alle loro ricerche si elabo-
naturale di Los Angeles: è un robot dotato di comandi elettronici. rano nuove teorie e vengono smen-

▼
Focus 78 Focus 79
Finora sono
state scoperte
650 specie,
ma forse
erano migliaia
tite vecchie opinioni: i dinosauri
▼
non erano lenti, né stupidi, e per di
più non erano di colore grigio, ma
sfoggiavano pelli variopinte per
mimetizzarsi nelle foreste. «Il bello
è che, nonostante tutto ciò, ne sap-
piamo ancora pochissimo», sostie-
ne Jack Horner, uno dei paleonto-
logi più famosi in questo settore.
«Per esempio, le specie di dino-
sauro che abbiamo scoperto non
dovrebbero essere che l’un per
cento del totale». Star dietro a
tutte le novità che riguardano que-
sti straordinari animali non è
comunque semplice.
● Il dinosauro tacchino
I dinosauri ritrovati finora ap-
partengono a 650 specie diverse e
provengono da ogni angolo del
mondo, compresa Groenlandia e
giungla thailandese. L’ultima sco-
perta è avvenuta nell’aprile scorso
in Mongolia: si tratta di una nuova
specie ribattezzata Mononychus
(che significa “un solo artiglio”),
ed è un dinosauro grande come un
tacchino, e simile a un uccello
senza ali. Il Mononychus sarebbe
un’ulteriore testimonianza (dopo il
celebre Archaeopteryx della
Baviera) dell’evoluzione dei dino-
sauri in uccelli. Il dinosauro più
grande mai esistito è invece in cor-
so di scavo: l’ha trovato il paleon-
tologo David Gillette nell’Utah,
misura 43 metri ed è stato ribat-
tezzato Seismosaurus perché, a
ogni passo, scuoteva la terra come
fa un terremoto.
● Chi è stato il primo?
I primi dinosauri risalgono al
Triassico, cioè a circa 230 milioni di
anni fa. A quel tempo la terra era
un’unica massa compatta, chiama-
ta Pangea, con clima caldo e pio-
voso e vegetazione lussureggiante.
I primi dinosauri dovevano essere
grandi appena come un cane. Paul
Sereno, un paleontologo dell’uni-
versità di Chicago, un anno fa è
riuscito a trovare l’esemplare più
antico finora scoperto e l’ha ribat-
tezzato Eoraptor (da raptor = la-
dro ed Eos = divinità greca dell’al-
ba). La scoperta è avvenuta nelle
Focus 80
Il carnivoro
made in Usa
Una testa di
Allosaurus,
esposta al
museo di storia
naturale di
Milano. Viveva
nel Nord America
nel Giurassico,
periodo di
massima fioritura
dei dinosauri.
Ande argentine, a Ischigualasto e
l’animale presenta una mandibola
molto semplice, forse il primo trat-
to distintivo nella separazione tra
saurischi e ornitischi.
● Sangue caldo
Per molti anni è stato il mistero
più dibattuto. Molti ricercatori so-
stenevano che, essendo i dinosau-
ri dei rettili, dovessero obbligato-
riamente avere anch’essi il sangue
freddo. In base agli ultimi studi
oggi invece si pensa che dovessero
esservi anche specie a sangue cal-
do. Perché?
Erano animali migratori e dun-
que dovevano avere un metaboli-
smo tale da produrre le energie
sufficienti a lunghi spostamenti:
ma queste di solito sono caratteri-
stiche da animale a sangue caldo.
Oltre a ciò, le impronte di teropo-
di (carnivori bipedi) studiate
recentemente nel deserto del
Texas dalla paleontologa James
Farlow dell’università dell’ Indiana
hanno rivelato che quegli animali
potevano muoversi a una velocità
di 32 chilometri all’ora. Troppo
per degli animali a sangue freddo.
● Quanti cuori?
Uno naturalmente. Eppure esiste
una teoria, pubblicata dalla rivista
medica Lancet, secondo la quale i
dinosauri più grandi (il Barosauro,
per esempio) dovevano per forza
avere un sistema circolatorio parti-
colare: un solo cuore, cioè, non
sarebbe riuscito a pompare sangue
fino a un’altezza superiore ai 12
metri. E allora, come faceva il gran-
de erbivoro a brucare le cime degli
Il lucertolone
tedesco
Il cranio fossile di
un Plateosaurus,
La legge
del più forte
Un animale tutto
nel museo di
storia naturale di
Stoccarda. Vissuto
nel Triassico (230
La ricostruzione
di una scena
di caccia del casa e famiglia
milioni di anni fa),
era un erbivoro
Cretaceo. Un
Tirannosaurus
rex, gigantesco Gli studi più recenti sfatano le vecchie
lungo 8 metri. Si
alzava su due sole
zampe per brucare.
carnivoro,
insegue un
Allosauro dal
teorie. I grandi rettili erano non solo
becco d'anatra. intelligenti, ma anche compagni affettuosi.
N
ell’ultimo film a disegni rituali di corteggiamento.
animati prodotto da Ste- A decretare la pessima fama dei
ven Spielberg, We’re back, dinosauri furono, fin dai primi ri-
quattro dinosauri pren- trovamenti del secolo scorso, le
dono pillole miracolose e diventa- piccole dimensioni dei loro cervel-
no intelligentissimi e mansueti. Poi li. Poiché nei fossili non si conser-
il cattivo di turno, che vorrebbe a va il cervello, per sapere quanto
quel punto sfruttarli come feno- fosse grande si parte dall’impronta
meni da baraccone, prepara nuove che esso ha lasciato nella scatola
pillole, dall’effetto opposto, e così cranica, si misura la portata di que-
i quattro lucertoloni tornano, alla sta e si mette in relazione con il
loro consueta stupidità. peso totale dell’animale. Nell’uo-
Consueta? Più di uno scienziato mo il cervello costituisce il 2,5 per
alberi? Risposta: disponeva, accan- avrà da ridire quando il film appro- cento del corpo, nel cane è lo 0,85,
to al cuore principale, di una serie di derà sugli schermi di tutto il mon- in una balena è lo 0,003, in un A-
valvole cardiache minori, soprat- do. Le ultime ricerche hanno infat- patosaurus (cioè un dinosauro lun-
tutto nel lunghissimo collo, che inte- ti stabilito che i dinosauri, o meglio go fino a 20 metri e del peso di 20
gravano la spinta principale. alcune delle 650 specie nelle quali tonnellate) era lo 0,001 per cento.
sono stati suddivisi, erano animali La conclusione dei paleontologi
● Una borsetta di dinosauro tutt’altro che stupidi. Oltre che perciò è stata sempre scontata: i
Le ultime novità riguardano dotati di sensi molto sviluppati, dinosauri avevano un cervello
anche la pelle dei grandi rettili. La erano anche eccellenti genitori e senz’altro molto più piccolo di
maggiore autorità, in questo cam- vivevano secondo un’organizza- quello dei mammiferi, dunque
po, è lo scultore americano Ste- zione sociale complessa, che com- questi erano più intelligenti di loro.
phen Czerkas, specializzato in prendeva la caccia in branco e Alla fine degli anni Sessanta, però,
▼
modelli di dinosauro, e dunque
autore di una serie di ricerche. «Le
uniche tracce della loro epidermi-
La battaglia dei cervelli
de sono quelle trovate nel fango o
nella sabbia umida. Impronte che Un elefante e uno Stegosaurus a
si sono solidificate nel tempo», confronto: le dimensioni degli
dice Czerkas. Non si trattava, in animali sono le stesse, ma
il dinosauro aveva un cervello
realtà, di pelle, ma di una superfi- in più, per governare gli arti.
cie squamosa e bitorzoluta.
● Hanno preso il volo
I dinosauri sono scomparsi dalla
faccia della terra 65 milioni di anni
fa. Le ipotesi più credibili su quan-
to realmente accadde sono due: la
catastrofe cosmica (forse l’impat-
to sulla Terra di un gigantesco
meteorite) o la crisi biologica, pro-
vocata per esempio da un cambia-
mento climatico che avrebbe
decretato la fine degli animali trop-
po “specializzati” e quindi difficil- Sopra:crani di Tirannosauro,
mente adattabili. Ma alcuni stu- Troodon e uomo. I loro
cervelli, in giallo, hanno
diosi obiettano: «Non dovevano dimensioni molto diverse.
forse essere ancor meno adattabi-
li rane e tartarughe, che invece
sono sopravvissute fino ai giorni
nostri?». In ogni caso non tutti i A destra: il sistema dell'udito in un
dinosauri si sono estinti: alcuni di Tirannosaurus rex. Non aveva
essi si sono evoluti, sono diventati padiglioni auricolari: i suoni
uccelli e ora popolano il cielo. ■ venivano convogliati da un condotto.
Michael B. Norris
Focus 81
In tutto il mondo la tecnologia
ricrea gli
antichi mostri
preistorici
Un giocattolo
alto 9 metri
Un tirannosauro
animato, prodotto
nei laboratori
californiani.
Animato
dall'elettronica
Un altro dinosauro
robotizzato, a Los
Angeles: all'interno
si trovano comandi
per pilotarlo.
si verificò una svolta decisiva nelle
▼
ricerche. Il canadese Dale Russell
trovò un Troodon (un dinosauro
lungo non più di due metri) dotato
di un cervello pari a un millesimo
del suo corpo. Era segno che, pas-
sando dai grandi erbivori quadru-
pedi come l’Apatosaurus ai più
piccoli carnivori bipedi le dimen-
sioni del cervello aumentavano.
Gli uccelli
discendono
da loro
«Quella di Russell fu una sco-
perta sensazionale», osserva Ro-
bert Bakker, paleontologo dell’u-
niversità del Colorado, che da oltre
venti anni studia l’intelligenza dei
dinosauri. «Significava che duran-
te il Cretaceo esistevano anche
dinosauri, i Troodonti appunto,
che avevano un cervello più gran-
de di quello dei mammiferi loro
coevi, cioè animaletti del tipo degli
opossum o dei toporagni». In quel
periodo, 140 milioni di anni fa,
erano dunque i piccoli mammiferi
Focus 82
Un dottore per i fossili
Lo scheletro di un Apatosaurus
al restauro, nel museo di New York.
a doversi guardare dai dinosauri e
non tanto perché erano più grossi,
ma anche perché erano più astuti.
Un’altra credenza sfatata di re-
cente è quella codificata nella co-
siddetta legge Marsh. I dinosauri
erano poco intelligenti, essa sostie-
ne, perché discendenti dai rettili e
come tali anche dotati di un meta-
bolismo molto lento: i processi bio-
chimici del loro organismo richie-
devano troppo tempo. Per questo
si sarebbero poi estinti. Occorre
invece fare delle distinzioni: alcune
specie di dinosauri, pur partendo
dalla condizione di rettile, rag-
giunsero tuttavia un’evoluzione
notevole, acquistando per esem-
pio un metabolismo simile al
nostro, che consentiva loro anche
di essere velocissimi. Alcuni poi
evolsero in uccelli: l’Archaeop-
teryx, un dinosauro pennuto della
dimensione di un corvo, rinvenuto
in Baviera, sarebbe infatti l’anello
di congiunzione tra le due classi.
Inoltre, come sostiene Bakker, per
giudicare il quoziente intellettivo
di un animale non si può conside-
Un complicato albero genealogico
lderivati
dinosauri derivano da una classe
di vertebrati, i rettili, a loro volta
dagli anfibi e comparsi per
la prima volta sulla Terra circa 340
milioni di anni fa. Ma la vera svolta
evolutiva avvenne circa 248 milioni
di anni fa, quando un'estinzione di
massa (dovuta probabilmente a
una catastrofe naturale) spazzò via
molti gruppi di animali antichi,
lasciando il posto ai nuovi. Ebbe
così inizio l'era mesozoica,
chiamata anche era dei dinosauri.
Questi si staccarono da un gruppo
di rettili, i Diapsidi, caratterizzati
da due aperture nel cranio dietro
gli occhi. Le altre caratteristiche
che contraddistinguono i dinosauri
dagli altri animali sono le ossa
delle anche, delle cosce, delle
zampe e dei piedi.
In base a questi dati, i paleontologi
hanno raggruppato i dinosauri in
due ordini principali: quello dei
saurischia ("dall'anca di rettile"),
comprende animali dotati di grandi
aperture del cranio, che ne
riducono il peso corporeo, e di un
osso pubico che, come nei rettili,
punta in avanti. Appartengono
a questo ordine Allosaurii,
Tirannosauri, Brachiosauri.
rare solo la dimensione del suo
cervello, perché essa indica sola-
mente la sua capacità di memoriz-
zazione.
Ci sono anche altre caratteristi-
che da tenere presenti. Anzitutto i
sensi: sembra infatti che l’anato-
mia degli occhi, simile a quella
degli uccelli, permettesse ai dino-
sauri di vedere a colori. Pur non
avendo un padiglione auricolare
esterno, il condotto che collegava il
timpano alla parte esterna dell’o-
recchio permetteva loro di captare
ogni minimo rumore. Il Nanoty-
rannus inoltre - caratteristica sco-
perta da Bakker solo qualche me-
se fa - possedeva strutture del mu-
so (i cosiddetti turbinali), che erano
sottili membrane ripiegate su stes-
se come cannoli e del tutto simili a
quelle che garantiscono un fine
senso dell’odorato in iene e cani.
Creste colorate
per conquistare
le femmine
Infine, la socialità dei dinosauri.
Alcuni di essi, cioè sempre i carni-
vori predatori, erano dotati di creste
di forme, e forse anche colori, sva-
riati. Dovevano servire, come in alcu-
ni uccelli dei nostri tempi, ad attirare
la femmina. Becchi e corni sulla fron-
te invece venivano utilizza-
ti nei combattimenti tra
rivali in amore .
Come mammiferi e
uccelli, (e a diffe-
renza della gran
parte di rettili e
anfibi), i dinosauri si
prendevano cura della
prole, che veniva nutrita
dai genitori con il loro stesso
La Terra cibo: per questo i piccoli avevano
denti simili a quelli degli adulti. I gio-
colonizzata vani coccodrilli invece, obbligati a
Nella cartina catturare da sé larve e insetti, svilup-
tutti i luoghi di pano solo col tempo una corona den-
ritrovamento di
resti fossili. taria capace di masticare anche il
di dinosauro. carapace di una tartaruga.
Vissero Ma il dato più sorprendente
praticamente a riguarda le battute di caccia: a dif-
ogni latitudine. ferenza dei rettili, individualisti e
solitari, i dinosauri si muovevano e
cacciavano in branchi. Lo dimo-
strano le numerose orme lasciate
sul terreno, che spesso vanno nella
stessa direzione, sulle tracce di una
stessa preda. Segno che, in ogni
tempo, l’unione fa la forza. E non
è una cosa da stupidi. ■
L'ordine degli Ornitischia
("dall'anca di uccello" comprende
invece dinosauri erbivori il cui cinto
pelvico aveva un pube, come negli Per saperne di più:
uccelli, puntato all'indietro. Spesso David Lambert e il Diadram group, I
erano anche dotati di un robusto dinosauri dall'A alla Z, Vallardi
becco corneo. Sono ornitischi i Autori vari, I dinosauri, Mondadori.
Triceratopi e gli Iguanodontidi. Autori vari, Atlante dei dinosauri, Fab-
bri Editori.
▼
Focus 83
Parla un cercatore Brontosauri
di scheletri sepolti da Oscar
I giganti,
L’ appuntamento cinematografi-
co più atteso dell’anno è per
l’11 giugno: sugli schermi statu-
dell'Africa nitensi apparirà l’attesissimo
A sinistra, Jurassic Park, di Steven Spielberg
l'osso di un (da non confondere con il film a
sauropode, disegni animati di cui si parla a
ritrovato in pag. 81). E’ tratto dall’omonimo
Madagascar romanzo di Michael Crichton e i
A destra, una dinosauri sono, ovviamente, i pro-
spina dorsale tagonisti. La storia: un eccentrico
affiora dal miliardario, John Hammond, deci-
deserto algerino. de di finanziare un progetto di clo-
nazione per riprodurre i dinosauri
partendo da antichissimi reperti
Una pista fossili. Per farlo si preleva una pic-
americana cola quantità di materiale geneti-
Un cacciatore co di dinosauro da alcuni insetti
di dinosauri, succhiatori di sangue rimasti
Truman Tucker, Rettili antichi intrappolati nelle ambre del
Giurassico. Da questo materiale
mostra i calchi e moderni di partenza si ricostruisce quindi
di orme di un Un iguana nell'orma
carnivoro da l’animale intero. L’esperimento
lui trovate in di un Iguanodontide: riesce e Hammond decide di trar-
Oklahoma. la traccia è stata ne guadagno trasformando un’i-
lasciata in Brasile. sola tropicale in un immenso par-
co geologico, Jurassic Park appun-

«Visse nell'Artico to. Ma a questo punto cominciano

i guai, perché gli enormi bestioni
tutt’altro che mansueti, seminano
ovunque il terrore.

il primo dinosauro?»
Pur rispettando quasi alla lettera il
libro di Crichton (scritto con la
consulenza di un eminente pa-
leontologo, Robert Bakker), Spiel-
berg si è concesso nel film qual-

D
ove e come si cercano i ra, hanno visto affioramenti signi- bie finissime, è il luogo migliore che licenza, come quella di rad-
▼

resti di un dinosauro? ficativi nel terreno. In qualche caso per la conservazione. Se poi il doppiare le dimensioni reali del
Risponde Giancarlo Li- invece ci basiamo anche su leggen- dinosauro morendo è caduto in velociraptor.
gabue, direttore del cen- de e tradizioni: nel Sahara per esem- sabbie mobili o acquitrini, questo Il film è costato 65 milioni di dol-
lari, circa 100 miliardi di lire.
tro studi e ricerche Ligabue di pio c’era una zona montuosa chia- permette che si fossilizzino anche
Venezia, che da oltre venti anni mata i Serpenti di pietra. Quei parti molto delicate, come la testa
organizza e dirige spedizioni scien- serpenti altro non erano che le e gli arti.
tifiche in tutto il mondo. Finora sei colonne vertebrali di dinosauri fos-
sono state quelle dedicate alla silizzati. Quali sono state le sue sco-
ricerca di dinosauri: in Brasile, perte più significative?
Patagonia, Sahara, Thailandia, C’è un terreno ideale? Abbiamo trovato decine di indi-
deserto di Gobi e Madagascar. Ovunque ci siano strati geologi- vidui, alcuni sconosciuti, come un
ci del Triassico, del Giurassico e bipede carnivoro della Patagonia,
Come si sceglie il luogo? del Cretaceo, si possono trovare al quale abbiamo dato il mio nome:
Generalmente ci arrivano sug- resti di dinosauri. Occorre, però, Ligabuino andesi (cioè delle Ande). Uova di dinosauro ritrovate in
gerimenti da scienziati locali che, che sia avvenuta la fossilizzazione: Nel deserto del Teneré invece Mongolia, nel deserto di Gobi.
nel corso di ricerche di altra natu- il deserto di Gobi, con le sue sab- abbiamo trovato un osso di dino-
sauro con ancora conficcato un
dente di carnivoro che lo aveva done i singoli pezzi, si copre tutto
E' in arrivo il dino-shopping morsicato. Ma il fatto più strano è con carta igienica. Quindi si versa
successo in Patagonia: abbiamo del gesso a presa rapida su ogni
Lgniadilaga:
dinosauromania
film, dise-
animati, libri e og-
shirt, giocattoli, dolci
e cento altre cose).
Ecco, in dettaglio, un
sauro,70 mila lire;
puzzle, videocassette
e giochi da tavolo, da
scoperto un frammento di testa di
iguanodontide, un adrosauro dal
singolo pezzo. La carta serve a
proteggere il fossile, il gesso per
getti di ogni tipo han- piccolo catalogo degli 9 a 40 mila lire; pelu- becco d’anatra, che in teoria non cementarlo e poterlo trasportare,
no infatti riempito i ultimi arrivi sul mer- che che parlano e doveva trovarsi lì perché tipico una volta estratto, senza danni.
negozi di tutto il mon- cato del Triassico di camminano da 35 a dell’America del Nord. Ancora non
do. Il business non è Londra, con i relativi 60 mila lire; spilla in sappiamo bene come ci sia arrivato, La prossima missione?
da poco: si calcola prezzi in lire italiane. argento a 23 mila lire; forse attraverso l’istmo di Panama. Quest’estate, in Groenlandia.
che il solo film di Ste- Calde pantofole inver- borraccia a forma di Sappiamo che lì ci sono depositi
ven Spielberg, Juras- nali a forma di zampa dinosauro, 5 mila lire.
sic Park, produrrà un di tirannosauro, 53 Tutto questo è in ven- Come si scava un fossile? del Triassico più antico, il primo
marketing indotto di mila lire; portamatite dita a Londra, al mu- E’ un’operazione delicata, per- periodo dei dinosauri. Chissà che
cento milioni di dol- con sagome di dino- seo di storia naturale, ché i resti sono molto fragili e non riusciremo a trovare la chiave
lari, 160 miliardi di sauri, 9500 lire; teie- da Harrod’s, Whit- durante il recupero potrebbero del passaggio evolutivo dai rettili
lire (in videogames, t- ra a forma di dino- tards e Thorntons. spezzarsi. Dopo averlo ripulito, arcaici ai dinosauri. ■
fotografato, disegnato numeran- Cristina Mochi

Focus 84
Salute
Non solo la mente
Sotto, Giampiero Mosconi,
psicoterapeuta. Certi esperimenti
hanno dimostrato che l’ipnosi
può provocare anche modificazioni
nelle condizioni fisiologiche
della persona che vi è sottoposta.

Il punto luminoso
Sopra, un medico ipnotizza una
paziente con l’aiuto di una piccola
luce: le terapie funzionano
solo se c’è la completa adesione
e fiducia del paziente.

I
l paranormale non c’entra, la
magia nemmeno, e meno an-
cora i giochi da palcoscenico.
E soprattutto, sfatiamo la leg-
genda che con l’ipnosi si possano ri-
durre le persone come burattini».
Giampiero Mosconi è psicotera-
peuta e presidente dell’Amisi, l’as-
sociazione di medicina italiana per
lo studio dell’ipnosi. «Quello che si
vede in televisione il più delle volte
è falso», protesta. E infatti ha de-
nunciato Giucas Casella accusan-
dolo di aver violato, nelle sue tra-
smissioni televisive, due articoli del
codice penale che vietano di prati-
care l’ipnosi per fare spettacolo.
Ma allora, che cos’è l’ipnosi? «U-
na forma di psicoterapia, indicata
soprattutto nella cura delle nevro-
si, delle manie e delle paure che li-
mitano la nostra autonomia. L’ip-
nosi offre aiuti decisivi contro l’
ansia, la depressione e tutti i distur-
bi psicosomatici che ne conseguo-
no: cefalee, colon irritabile, inson-
nia e alcune reazioni cutanee. Con
l’ipnosi si può partorire meglio ma
è anche possibile alleviare le sof-
ferenze dei malati terminali. Non
solo. Se il paziente è ben motivato
l’ipnosi può essere decisiva nel ri-
solvere molti casi di dipendenza:
dall’alcol al tabacco, dal cibo alla
droga. Qualunque sia il problema,
i risultati dipendono esclusivamen-
te dalla fiducia del paziente nel
medico, e dalle motivazioni che
spingono una persona a sottopor-
si alla terapia. Se il tossicodipen-
dente o l’obeso mi sono affidati
dai familiari, ma personalmente
non intendono uscire dal loro pro-
blema, non li accetto: sicuramente
l’esito sarebbe fallimentare».
La scienza non è ancora riuscita Tra i banchi
a scoprire in base a quali meccani- di scuola
smi l’ipnosi funziona. L’ipotesi più Un gruppo di
accreditata è quella che definisce bambini sta
l’ipnosi come una modificazione sperimentando il
dello stato di coscienza. In altre training autogeno, Dove cercare un esperto
parole è un cambiamento che si sotto la guida di
▼

un terapeuta.
Rilassamento e
serenità interiore
C hi vuole curarsi
con l’ipnosi de-
ve sempre rivol-
per lo studio dell’
ipnosi (Amisi), via
Paisiello 28, 20123
tale (Cics), corso
Francia 23, 10138
Torino. Telefono
La medicina riscopre l’ipnosi, migliorano anche
il rendimento
scolastico.
gersi a uno psicote-
rapeuta ipnotista,
vale a dire a un me-
Milano. Telefono
02/2365493.
Presso questa as-
011/4341444.
In ogni caso è pos-
sibile ricevere in-
vecchia terapia dimenticata. dico che ha fre-
quentato specifici
sociazione esiste
anche la scuola i-
formazioni utili an-
che rivolgendosi

Per curare corsi. Dunque, mai taliana di ipnosi cli- agli ordini dei me-

A me gli occhi !
affidarsi a un ipno- nica e sperimen- dici regione per re-
tista improvvisato. tale, riservata a me- gione. Presso tutte
nevrosi e fobie. Per saperne di più
ci si può rivolgere
a una delle varie
dici psicologi.
● Centro studi di
ipnosi clinica Bern-
le sedi provinciali in-
fatti esiste un par-
ticolare elenco che
O magari solo associazioni che
raggruppano i me-
heim, via Valverde
65, 37100 Verona.
raccoglie i nomi e
gli indirizzi di tutti

il vizio del fumo dici ipnotisti.

● Associazione di
medicina italiana
Tel. 045/ 8034364.
● Centro ipnosi
clinico-sperimen-
gli psicoterapeuti
ipnotisti che opera-
no in Italia.

Focus 86 Focus 87
L’ipnosi oggi non ha nemici
dichiarati, ma molti medici
sono scettici sui risultati
verifica nel rapporto tra il proprio
▼
ri a rilassarsi senza perdere la
coscienza di ciò che sta accadendo».
Ma quanti di noi sono ipnotiz-
zabili? In realtà, a essere del tutto
refrattari è meno del cinque per
cento della popolazione. «La mag-
gior parte dei soggetti entra in uno
stato di ipnosi sufficiente dal punto
di vista terapeutico», precisa Mo-
sotto ipnosi si possono condizio- sconi. «Del resto, l’ipnosi profonda
ma nello stato di veglia sono molto
disordinate: proprio come le onde
del mare in burrasca. Guardando
attraverso queste acque agitate
non riusciamo a vedere il fondo.
L’ipnosi ci permette di calmare le
onde cerebrali e di guardare nella
profondità del nostro io. L’obietti-
vo non è solo quello di conoscerci
meglio: una mente calma è molto

Io e il mondo esterno. Esistono di-
versi stati di coscienza: l’attenzione
di una persona che lavora o che si
diverte esprime un particolare
stato di coscienza, diverso da quel-
lo in cui si trova la stessa persona
quando dorme o quando sogna.
La trance ipnotica è il livello dello
stato di coscienza nel quale la ca-
pacità critica e di verifica del sog-
getto viene meno. Ecco perché
Alcuni pazienti in autopinosi:
si può indurre con la danza.
Fatelo da voi,
senza terapeuta
nare le scelte e il comportamento
di una persona. Per esempio indur-
la a non fumare, o a smettere di be-
re, o a superare certe fobie».
Ma c'è di più. Una serie di espe-
rimenti ha dimostrato addirittura
che l’ipnosi può indurre modifica-
zioni biologiche. «C’è un esperi-
mento ripetibile. Si fa un prelievo
di sangue al paziente, poi sotto
ipnosi gli si fa credere di consuma-
re un pranzo succulento. Quando
la seduta ipnotica è terminata si
ripete il prelievo. E’ sufficiente
mettere a confronto i due campio-
ni ematici per rendersi conto che,
sotto ipnosi, è aumentato il tasso di
acido urico, che cresce dopo aver
consumato un pasto abbondante».
In Inghilterra una coppia di me-
dici è riuscita ad abolire, con co-
mandi adeguati, le reazioni bio-
chimiche di sostanze molto potenti
come l’atropina e l’adrenalina. Dal-
la Russia invece, il professor Pla-
tanov, sostiene di avere con l’ipno-
si “rotto per la prima volta la bar-
riera biologica”. Avrebbe cioè fat-
to bere ad alcuni dei cosmonauti
grandi quantità di vodka, e avreb-
è necessaria solo per ottenere un’
anestesia o per far regredire il pa-
ziente all’età infantile. Le tecniche
anestetiche di oggi non giustificano
più l’impiego dell’ipnosi. La re-
gressione, invece, è tutt’ora vali-
dissima per cercare nell’infanzia
del paziente le radici di certi distur-
bi psicologici».
Chi ha più fiducia
nel prossimo
è più predisposto
Le tecniche che inducono lo sta-
to ipnotico sono abbastanza sem-
plici e non sono molto diverse da
quelle che venivano utilizzate qual-
che secolo fa. In pratica si tratta di
Contro stress e tensioni far concentrare il soggetto su qual-
Impiegati tedeschi in ipnosi collettiva: cosa di particolare. Un tempo si
stanno effettuando una terapia faceva fissare la sfera di cristallo o
contro l’ansia generata da il pendolo. Oggi si preferisce uti-
ritmi troppo intensi nel lavoro. lizzare una piccola luce o far con-
centrare l’attenzione su di un pun-
to. Altri terapeuti semplicemente
dicono al paziente di immaginare
Davvero utile, o solo una panacea? una luce o un oggetto. A questo
punto l’ipnotista inizia a ripetere
frasi particolari: ognuno ha una
ricettiva e reagisce meglio agli sti-
moli indotti dall’ipnotista».
«Nuotare negli abissi però fa pau-
ra a molti», continua Torchio. «Ci
si sente indifesi, proprio come
bambini. Eppure, per riuscire a
guardarci dentro bisogna recupe-
rare l’innocenza, la vulnerabilità
tipica dell’infanzia. Per questo so-
no proprio le persone meno razio-
nali, le più fiduciose nel prossimo
quelle che si ipnotizzano più facil-
mente: la loro barriera di prote-
zione mentale cade quasi imme-
diatamente. Man mano che si
scende nella profondità di queste
acque si arriva a degli stati di co-
scienza diversi. C’è una fase in cui
il soggetto è estremamente lucido
anche se non avverte più il suo
corpo. Ci sono però livelli nei quali
l’individuo perde ogni legame con
la realtà e vive un’esperienza quasi
onirica».
Il lato oscuro
dell'inconscio
viene alla luce
Ed è in queste fasi che l’ipnosi

S i chiama autoterapia, ha le
stesse indicazioni terapeuti-
che dell’ipnosi tradizionale ma, a
differenza di questa, può essere
messa in pratica da soli. L’ipnosi
fai-da-te non richiede doti specia-
li, ma per imparare la tecnica biso-
gna comunque rivolgersi a un me-
dico. E’ una forma di autosugge-
stione utile soprattutto nelle di-
pendenze (alcol, tabacco, droga)
perché consente di fronteggiare
gli eventuali momenti di crisi e le
possibili ricadute. Per ricavare i
massimi benefici da questa tec-
nica occorre passare attraverso
tre fasi. Il training autogeno, per
imparare a concentrare la mente
sulle varie zone del corpo; l’indu-
zione autoipnotica, per provocare
in se stessi uno stato mentale che
consenta il controllo dei propri pro-
cessi cerebrali; la post-induzione
autoipnotica, cioè le tecniche mi-
rate alla cancellazione del compor-
tamento negativo, quello che è all’
origine del problema.
Alcuni esperti però assicurano che il
modo migliore per vincere i vizi sia
l’ipnosi di gruppo. I benefici derivano
non solo dalla rassicurante presen-
za dello psicoterapeuta, ma anche
dalla solidarietà che si instaura tra
i membri del gruppo.
be poi ordinato ai soggetti di non
ubriacarsi. Ed è stato proprio così:
anche con i più rigorosi esami di la-
boratorio non si è trovata traccia
delle modifiche biologiche che
l’alcol determina nel corpo.
Si possono raggiungere
livelli diversi
di trance ipnotica
I risultati di questi esperimenti,
in qualche modo danno credito all’
idea che nelle mani dell’ipnotista il
soggetto diventi un automa senza
volontà. «No. La volontà non può
essere annientata. Anzi l’ipnosi
funziona solo quando c’è il totale
consenso del paziente. E’ lui a
decidere se vuole realmente farsi
aiutare dal medico», spiega Mo-
sconi. «Esistono però diversi livel-
li di ipnosi. C’è la trance ipnotica
profonda, un’ipnosi media, cioè
più superficiale, e uno stato ipnoi-
dale. Il successo della terapia, con-
trariamente a quanto si possa pen-
sare, non è in relazione allo stato
ipnotico. La preparazione al parto,
tanto per fare un esempio, ha biso-
gno di uno stato sub-ipnoidale,
quanto basta perché la donna impa-
I l dibattito sulla vali-
dità scientifica dell’
ipnosi è aperto: si può
mari ospedalieri che
accettano l’applicazio-
ne di questo tipo di
ipnosi invece sosten-
gono che con il loro
aiuto è possibile dare
suo preciso copione. Si verifica così
uno stato di mutata attenzione
può diventare un valido strumento
per l’interpretazione dei sogni,
provare la sua effica- psicoterapia sui loro ai malati terminali la durante il quale la parte analitica e proprio come si fa nella psicologia
cia? E soprattutto è pazienti, perché la forza di affrontare la razionale della mente riduce il suo analitica. Come si spiega questa
davvero utile o si trat- considerano del tutto malattia più serena- intervento e la parte creativa lo lettura dei sogni per mezzo dell’
ta soltanto di un “ef- inutile. I fautori dell’ mente. moltiplica: la fantasia dilata il suo ipnosi? «Il nostro cervello è come
fetto placebo”? campo d’azione e il cervello non una radio con molti canali. Nella
● Alcuni studiosi ame- può più sottoporre a critica le idee. vita di tutti i giorni però siamo
ricani, autori di ricerche
sulla terapia del dolo-
Anche se quasi tutti potremmo sempre sintonizzati sul canale della
essere ipnotizzati, esistono pazien- razionalità e quindi vediamo le
re, sostengono che il ti ideali, soggetti particolarmente cose solo da questo punto di vista.
cervello sotto ipnosi
produce e mette in cir- sensibili alle suggestioni indotte L’ipnosi è un modo per cambiare
colo endorfine, so- dall’ipnotizzatore: i migliori sono i canale e capire aspetti oscuri del
stanze che ci permet- bambini. La fantasia permette loro nostro inconscio come i sogni».
tono di sopportare di entrare in questo mondo che L’accusa che più di frequente
meglio il dolore. E- non c’è. In pratica diventano pro- viene rivolta all’ipnosi è che sop-
sperimenti condotti tagonisti di una realtà virtuale, prima i sintomi senza eliminare le
quasi contemporanea- come quella delle favole o dei dise- cause. «Il rischio esiste ma c’è mo-
mente da ricercatori
Controllo italiani, non hanno pe-
gni animati. Al contrario, gli anzia- do di evitarlo», conclude Torchio.
totale rò dato gli stessi risul-
Sopra, esame delle reazioni fisiche. ni sono i pazienti più difficili, per- «Ci si può limitare a ipnotizzare
Sopra, il ragazzo Sotto, ipnosi come spettacolo: vietata. ché quasi sempre hanno perso la un paziente ordinargli di smette-
tati: in pratica non si
è convinto di avere verificherebbe alcun capacità di sognare a occhi aperti. re di fumare, di non mangiare più
sul braccio destro incremento delle en- Generalmente le donne sono più dolci, di non avere paura a salire in
un oggetto molto dorfine nel sangue. predisposte all’ipnosi rispetto agli ascensore e così via. Si tratta di un
pesante. Il braccio ● Il contrasto di opi- uomini, soprattutto quelle che a- semplice condizionamento men-
sinistro è invece nioni rende qualche spettano un bambino. tale. Esiste però un’ipnosi emozio-
appoggiato sopra volta impossibile l’uso Luigi Torchio, medico ipnotista nale che non agisce solo sul sinto-
un immaginario dell’ipnosi clinica su
pallone. A destra, di Torino, per spiegare l’ipnosi ha mo. L’obiettivo in questo caso è aiu-
soggetti provati da elaborato una sua teoria: «L’attivi- tare il paziente a cercare dentro di
medici in seduta di grandi sofferenze co-
ipnosi: per poterla me i malati terminali. tà della mente assomiglia a quella sé le ragioni che stanno all’origi-
praticare devono Non sono molti i pri- del mare. Le onde cerebrali regi- ne, del problema». ■
prima provarla. strate con l’elettroencefalogram- Rossana Pessione

Focus 88 Focus 89
Scienza
Come in un gioco di scatole cinesi: nelle molecole ci so no gli atomi, negli atomi i protoni, nei protoni i quark

Un mondo piccolissimo
➦
Il nostro corpo al Inizia qui sotto il nostro viaggio, in 18 tappe,
fino al centro della materia. Ogni immagine è
microscopio: ecco i pori, poi ingrandita di dieci volte rispetto alla precedente
i capillari e infine le cellule, le molecole
e gli atomi. Ma con l’acceleratore
di particelle si può scendere ancora
di più nella profondità della materia.

Q ual è la cosa più piccola

dell’universo? Nel mar-
zo scorso se lo sono chie-
sti 120 fisici americani ed
europei riuniti a La Thuile, in Val
d’Aosta, ma sembra che nono-
stante i numerosi progressi di que-
sti ultimi anni, i dubbi superino an-
cora le certezze, per quanto un
buon candidato esista: è il neutri-
no, che ha una massa così piccola
da sembrare uguale a zero, a quan-
to ci dicono gli strumenti che ab-
Nel XVIII secolo, addirittura, Geor-
ge Berkeley, vescovo di Cloyne in
Irlanda, affermò che la solidità
della materia era una semplice im-
pressione creata da Dio nella men-
te dell’uomo. Per tutta risposta, il
dottor Samuel Johnson, suo avver-
sario scientifico, diede un calcio a
una pietra ed esclamò: “Ecco la
verità!”. In realtà, il concetto di ma-
teria non è semplice come pensava
il dottor Johnson: quanto più gli
scienziati si spingono nell’infinita-

➥
biamo a disposizione oggi. A que- mente piccolo, infatti, tanto più
sto livello, i “microscopi” che si sembra che la materia “scompaia”. In primo piano (1 metro)
usano per indagare nel cuore della Il viaggio prende l’avvio da una scena di vita quotidiana. Tutto sembra

materia sono molto particolari: si
tratta infatti degli acceleratori di
particelle, cioè strumenti che per
mezzo di campi magnetici provo-
cano violentissimi scontri tra a-
tomi, protoni ed elettroni. Lo stu-
dio delle particelle che escono
dagli scontri, le loro traiettorie, il
tempo di sopravvivenza prima di
disintegrarsi forniscono allo scien-
ziato informazioni indirette sulla
natura dei mattoncini della mate-
ria. Più potenti sono gli accelera-
➦
Cento anni fa si normale, ma ben presto il mondo apparirà decisamente diverso.
scoprì l'atomo:
fu il primo passo
Vediamo quali sono state le
tappe fondamentali della scienza in
questa lunga esplorazione, pren-
dendo l’avvio proprio dalla scoper-
ta dell’atomo. Presso la comunità
scientifica il concetto di atomo fatta di particelle. A quel punto, land, Ernest Rutherford, a chiarire dello di atomo simile a quello che per avere dei riferimenti concreti,
cominciò ad affermarsi nell’Ot- però, diventava ragionevole chie- il mistero con un esperimento rivo- conosciamo oggi: la massa conte- se l’atomo avesse la grandezza di
tocento, con la scoperta dell’e- dersi se non ci fossero ulteriori sud- luzionario: usò le particelle alfa nuta quasi interamente in un nu- un campo da golf, il nucleo sarebbe
lettrolisi (che permetteva di se- divisioni, altre particelle ancora più (nuclei di elio) come proiettili per cleo, intorno al quale gli elettroni in proporzione grande come una

tori e migliori sono gli ingrandi-
menti. Per questo ci si aspettano
grosse novità quando entreranno
in funzione il gigantesco accelera-
tore europeo Lhc (Large hadron
collider, lungo 27 chilometri), o il
Supercollider americano, previsti
per la fine del secolo (anche se l’
amministrazione statunitense ne
ha per ora bloccato i fondi, che com-
plessivamente raggiungerebbero
gli otto miliardi di dollari).
Il viaggio al centro della materia
è cominciato però molto tempo fa.
parare l’acqua in idrogeno e os-
sigeno). Ancora alla fine del secolo,
però, l’austriaco Ernst Mach (pro-
prio lo scienziato che diede il nome
alla velocità del suono) ritenne di a-
vere raccolto prove a sufficienza
per smentire l’esistenza degli atomi
e sostenere invece la “continuità
della materia”. Furono necessarie
le scoperte della radioattività e de-
gli elettroni, a cavallo tra l’Otto-
cento e il Novecento, perché la
comunità scientifica accettasse defi-
nitivamente l’idea di una materia
piccole come in una struttura di sca-
tole cinesi. L’esistenza degli elet-
troni, infatti, suggeriva che ogni
atomo dovesse contenere particel-
le con carica elettrica, negativa e
positiva: gli elettroni avevano ca-
rica negativa, e dunque qualche al-
tra particella ancora sconosciuta
doveva avere carica positiva, giac-
ché gli atomi nel loro complesso
risultavano neutri. L’interrogativo
era dove fossero, all’interno dell’
atomo, queste particelle cariche.
Fu un fisico tedesco di Neusee-
bombardare sottili lamine di me-
tallo. Con sua grande sorpresa, le
particelle alfa rimbalzarono sulla
lastra di metallo e si dispersero a
grande velocità in tutte le direzio-
ni. Fatte le debite proporzioni, era
come se delle palle di cannone fos-
sero rimbalzate su un foglio di car-
ta. Deduzione: nella lamina di me-
tallo esistevano punti in cui la
massa era tanto concentrata da
bloccare, e successivamente rin-
viare, le particelle alfa. Su questa
base, Rutherford sviluppò un mo-
formano una sorta di guscio, ruo-
tando come i pianeti intorno al sole.
L’aspetto forse più sorprenden-
te di questa descrizione è però il
fatto che l’atomo, al suo interno, è
quasi totalmente costituito da spa-
zio vuoto. Per capire questo con-
cetto, vediamo com’è fatto un ato-
mo di carbonio (l’elemento presen-
te in ogni tipo di tessuto vivente): il
suo diametro è circa la centomilio-
nesima parte di un centimetro, men-
tre quello del nucleo risulta circa
diecimila volte più piccolo. Tanto
buca: si tenga presente che un
campo da golf ha un’estensione di
80 ettari e il diametro di una buca
è di soli 11 centimetri. I singoli e-
lettroni praticamente non hanno
dimensioni misurabili: ruotano vor-
ticosamente in uno spazio vuoto
che è circa mille miliardi di volte
più esteso dello spazio occupato
dal nucleo; in altre parole, solo un
millesimo di miliardesimo di a-
tomo è costituito da materia. Ep-
pure, per quanto la materia che
compone il nucleo sia concentrata
➥
Ancora a occhio nudo La pelle da vicino
(0,1 metri) (0,01 metri)
Diventano visibili i dettagli Un centimetro quadrato di cute
della mano, ma la sua umana somiglia, in questo
“solidità” è ancora ingrandimento, alla pelle
evidente: la pelle, a di un elefante, ma ancora
questa distanza, sembra non si apre nessun varco che
impenetrabile, anche faccia pensare a un alternarsi
se sono più evidenti di vuoto e materia.
imperfezioni come
rughe e abrasioni.

▼
Focus 90 Focus 91
➦ ➦ ➦ ➦ ➦
Nel micromondo del nostro corpo i pori diventano vora gini e le cellule sembrano lune butterate dai crateri

Sotto la lente
(0,001 metri)
Si cominciano a
➥Pori come caverne
distinguere i pori, ma
l’occhio umano non è in
grado di percepire gli
oggetti inferiori al
millimetro. Questo livello
d’ingrandimento si può
raggiungere soltanto
con l’aiuto di una lente.
(0,0001 metri)
Un poro ingrandito
migliaia di volte: è una
delle tante vie di sbocco
per il sudore, vale
a dire il sistema di
raffreddamento della
pelle. Sotto la superficie
cutanea, una rete
di capillari trasporta
nel sangue
I globuli del sangue
(0,00001 metri)
Grazie a un buon
➥ Sembra la luna
microscopio ottico, si
distinguono all’interno
del capillare i globuli
rossi e bianchi. Questo è
un globulo bianco: in un
solo millimetro cubo di
sangue ce ne sono da 4
mila a 8 mila, in continuo
movimento alla ricerca
(0,000001 metri)
Le cellula è così
Cittadini del nucleo
(0,0000001 metri)
All’interno del nucleo
➥ L'elica della vita
complessa da costituire della cellula si trovano
un universo a sé stante. i cromosomi: macro
La figura mostra la molecole costituite da
membrana che riveste una sola lunghissima
il nucleo cellulare del catena di Dna. Se
globulo bianco. Con un la cellula non è in fase
ulteriore ingrandimento di riproduzione il
ci troveremo materiale dei cromosomi
al suo interno. si distribuisce
(0,00000001 metri)
Il DNA, acido
Una schiuma di atomi
(0,000000001 metri)
Serve un microscopio
➥ Pianeti con satelliti
(0,0000000001 metri)
Siamo alle soglie di un nuovo
desossiribonucleico, elettronico per arrivare mondo. Cominciano ad apparire,
nella sua tipica struttura a questo livello di indistinti, i contorni dell’atomo,
a doppia elica: ingrandimento, nel quale sotto forma di una nube di elettroni
è il costituente finalmente si riconosce in vorticoso movimento. Le
dei cromosomi, e la struttura granulare dimensioni degli atomi, misurate
contiene tutte le della materia: si vede, tenendo conto della corteccia di
informazioni genetiche infatti, che la molecola elettroni, variano da 200 a 500
che indirizzano è composta di atomi. miliardesimi di millimetro, ma se
lo sviluppo di un gli elettroni venissero spazzati via,

➦ ➦ ➦ ➦
le sostanze nutritive. di particelle estranee in un reticolo. organismo vivente. resterebbe solo un granellino (il
o germi da inghiottire. nucleo) diecimila volte più piccolo.

Nello spazio interno

(0,00000000001 metri)
All'interno dell’atomo
➥ Una sagoma all'orizzonte
domina il vuoto; i contorni
sono indefiniti, la massa
della materia si concentra
quasi completamente
nel nucleo, ma essa è
tanto ridotta da essere
ancora invisibile.
(0,000000000001 metri)
In lontananza si scorge
la sagoma del nucleo, che
contiene il 99,9 per cento della
massa totale dell’atomo. Nello
spazio circostante la materia
è quasi assente: agiscono
invece le invisibili forze
che legano tra loro il nucleo
e gli elettroni, impedendo
all’atomo di disgregarsi.
Il nucleo non è una sfera
(0,0000000000001 metri)
Aumentando ancora il livello di
➥ Protoni e neutroni
dettaglio, perfino il nucleo svela
una sua struttura: è composto
di protoni e neutroni tenuti uniti
da forze nucleari a breve raggio
e di enorme intensità (sufficiente
a contrastare la repulsione
elettrica che esiste tra le cariche
positive dei protoni). All’esterno
del nucleo queste forze
non hanno nessun effetto.
(0,00000000000001
metri)
L’atomo che avevamo
raggiunto era un atomo di
carbonio (ogni sostanza
organica, cioè vivente,
contiene infatti carbonio).
Nel nucleo ci sono quindi
sei protoni e sei neutroni:
dodici particelle, molto simili
tra loro, schiacciate
l’una contro l’altra.
Dentro il protone
(0,000000000000001
metri)
➥ Un altro cosmo vuoto
Entrando in un protone si
scopre che anche questa
particella è come l’atomo:
da lontano sembra solido,
ma un ulteriore
ingrandimento rivela
che è composto
soprattutto di vuoto.
(0,0000000000000001
metri)
La vera materia è concentrata nei
piccolissimi quark che ancora, a
questo livello di ingrandimento,
non si possono scorgere. Esistono
Il mistero dei quark
sei tipi di quark, chiamati “sapori” (0,0000000000000000...
e ciascuno di essi può avere un metri)
diverso “colore” (sapori e colori,
in questo caso, non hanno La teoria dice che il quark non è più grande di un miliardesimo di
nulla a che fare con il significato miliardesimo di miliardesimo di centimetro. Quando arriveremo a
più consueto del termine). vederlo con il nostro immaginario microscopio, scopriremo che anche il
quark è soltanto una tappa verso qualcosa di ancora più piccolo?

(un cucchiaino da caffè pieno di piccolissimi corpi sferici, total- indagare così sulla sua struttura masse a cui è stato dato il nome di lo stesso principio della carica elet- trazione del colore aumenta. Di essere addirittura di centomila ferme suggerisce che i quark po-
▼

essa peserebbe un miliardo di ton-
nellate), all’interno del nucleo c’è
ancora moltissimo spazio vuoto.
Ma questo si scoprì soltanto
quando si fece un altro passo avan-
ti nel viaggio al centro della mate-
ria. Infatti negli anni Sessanta mol-
ti fisici credevano ancora che i
neutroni e i protoni, cioè le parti-
celle del nucleo, fossero simili a
mente “pieni”. Così non era, come
si scoprì nel 1974, quando nell’e-
norme acceleratore di particelle
dell’università di Stanford, in Ca-
lifornia, si provò a bombardare il
nucleo con elettroni accelerati
quasi alla velocità della luce. Le
ridotte dimensioni dei proiettili
consentivano loro di attraversare
orizzontalmente il nucleo e di
interna. Ebbene, i proiettili si di-
spersero a grandissima velocità in
ogni direzione, suggerendo che
anche protoni e neutroni dovesse-
ro essere composti di particelle più
piccole e ancora più concentrate.
Questa volta però non si scoprì
l’esistenza di un unico nucleo cen-
trale (come era capitato a Ruthe-
ford), bensì di tre piccolissime
quark. Per studiare queste nuove
particelle è stata addirittura inven-
tata una nuova scienza, la cromo-
dinamica, dalla parola greca “cro-
mo” che significa colore. Esistono
infatti tre diversi tipi di quark, che
sono stati battezzati blu, verde e
rosso, perché la somma dei tre co-
lori dà il bianco, cioè nessun colo-
re, proprio come nella realtà. E’
trica: una carica positiva e una ne-
gativa si attirano e contempora-
neamente si annullano, cioè dall’
esterno si misura carica zero (nel
caso dei quark, dall’esterno si mi-
sura un colore nullo). Ma si è sco-
perta una differenza enorme ri-
spetto alla carica elettrica: quanto
più i quark si allontanano l'uno
dall'altro, tanto più la forza di at-
conseguenza è impossibile separa-
re i tre quark contenuti all’inter-
no di un protone o di un neutrone.
Non sappiamo ancora esatta-
mente quanta parte del volume di
un neutrone o di un protone occu-
pino i quark, ma sembra che sia
davvero poco: se il rapporto ato-
mo-nucleo è di diecimila a uno,
quello protone-quark potrebbe
miliardi a uno.
Esiste un successivo gradino? I
neutrini sono delle incognite, per-
ché pur essendo certamente picco-
lissimi (trapassano infatti qualsiasi
tipo di materia senza lasciare trac-
cia) sono talmente leggeri da non
poter rappresentare i punti nei
quali si concentra la massa degli
atomi. Una teoria ancora senza con-
trebbero essere composti da parti-
celle infinitamente piccole, ma del
tutto diverse: con una struttura al-
lungata come un filo, e in perenne
vibrazione. Il viaggio all’interno del-
la materia assomiglia sempre più
alle scatole cinesi: non appena se
ne apre una nuova, si intuisce che
dentro se ne scoprirà un’altra. ■
Lorenzo D. Mariani

Focus 92 Focus 93
Animali
Particolare
rivelatore
A destra, il particolare
di un’ala di zanzara.
La disposizione
delle venature è
molto importante
per identificare
i vari tipi di insetti:
nelle zanzare le
Ai primi caldi, da 190 milioni di anni, venature formano
una rete che si
estende su tutta
fa la sua comparsa la zanzara. la superficie alare.

E’ un flagello contro il quale si

combattere una guerra spietata

Un nemico
per l'estate
A
ccade ogni sera d'estate, Lei è carnivora
specialmente se l'atmo-
sfera è satura di umidità Sotto, l’apparato pungente
e succhiante di una
e di umori, e la tempera- femmina di zanzara.
tura ideale per la loro riproduzio- Dal sangue viene ricavato
ne. Si vedono arrivare controlu- il nutrimento che serve
ce, si sente chiaramente il loro allo sviluppo delle uova.
ronzio, generato da una vibrazio-
ne alare di 300 battiti al secondo.
All'ingranditore apparirebbero
come una macchina affascinante
e mostruosa: sofisticati recettori
per rilevare la presenza di epider- La più comune
mide anche a grande distanza, in Italia
appendici a forma di clava per bi- Un adulto di Culex
lanciare perfettamente il volo, un pipiens, una
apparato boccale estremamente specie diffusa
sofisticato e articolato. Quando si soprattutto nelle
posano sulla pelle quasi non si zone abitate.
sentono. Poi, leggerissima ma acu- Depone le uova
ta, la puntura. in piccole riserve
Lui è vegetariano d’acqua: un tombino,
Le zanzare ci perseguitano in
Sopra, l’apparato boccale un pneumatico
questo modo da oltre due milioni del maschio. Il lungo labbro abbandonato, una
di anni, da quando cioè il primo centrale, che nella femmina grondaia possono
Homo abilis comparve sulla Terra serve a perforare la pelle, offrire quello che
e diventò un loro facile bersaglio. nel maschio viene usato serve alle larve
Le zanzare accolsero infatti con solo per prelevare nettare. per svilupparsi.
▼

Focus 94 Focus 95
 Le femmine vivono
due settimane, più
del doppio dei maschi
e si adattano a ogni ambiente
relativo interesse la nuova fonte
▼
proteica, visto che da 190 milioni di
anni già compivano l’operazione
ai danni di altre specie. Con il tra-
scorrere del tempo alcune di loro si
sono specializzate nel tormentarci,
seguendoci nelle città e nelle case.
E così questo insetto (se ne cono-
scono 3100 specie, appartenenti al
vasto ordine dei Ditteri) è entrato
da tempo immemorabile a far
parte dell'immaginario collettivo
con il ruolo del rompiscatole per
antonomasia ma anche, e purtrop-
po, con la triste fama, legata alla
malaria, ormai completamente
debellata nel nostro Paese, di mes-
saggero della morte.
● Vivono ovunque
E’ un insetto che vive ovunque,
lo si incontra a 4.300 metri nel
Kashmir come a 1.160 metri sotto
Come difendersi
perché fa male
Lconda
a puntura della zanzara causa
una irritazione, che varia a se-
della reattività allergica. La
saliva che l’insetto inietta contie-
ne infatti proteine che provocano
prurito o, nei soggetti maggiormente
sensibili, eruzioni cutanee, eritemi
e addirittura nausea, vomito e diar-
rea. Come fare a evitare la loro
puntura? Ci sono diversi metodi.
Autan. Si trova in stick, liquido e
spray. Il principio attivo è la dietilto-
luenammide, una sostanza repel-
lente che viene spalmata sulla
pelle. Questa però viene assorbita
ed entra in circolo.
Oli essenziali (geranio, citronella,
eucalipto, menta). Sono sostan-
ze naturali sciolte in alcol o in ac-
qua. Il loro profumo maschera il
cocktail di sostanze attrattive pre-
senti sulla nostra cute (feromoni,
acidi organici del sebo) e allonta-
na le zanzare.
Zampirone. E’ una spirale di mate-
riale a combustione lenta, che
contiene piretro, una sostanza
naturale estratta da un crisantemo
asiatico. Ha una bassissima tos-
sicità per l’uomo.
Vape. In piastrina o liquido, viene
scaldato con un fornelletto. Il gas
che viene sprigionato uccide gli
insetti. Contiene bioalletrina, un
piretroide sintetico.
Focus 96
il livello del mare, nelle miniere
d'oro dell'India meridionale, ed è
particolarmente diffuso ai tropici,
dove, oggi come in passato, è re-
sponsabile di malattie endemiche,
come la malaria o la febbre gialla.
Contro tali inarrestabili flagelli
l'uomo ha da sempre lottato con
grande determinazione e la ricerca
di deterrenti anti-zanzara ha sca-
tenato la fantasia dei medici del
passato: il greco Galeno consiglia-
va di difendersi con suffumigi a
base di essenze vegetali con rugel-
la e sutario, mentre nel Settecento
si usava mettere zanzariere alle
finestre, bruciare tabacco e zolfo o
addirittura sciogliere del mercurio
in acido nitrico, non si sa bene con
quali risultati. Meglio allora co-
spargere di miele sciolto in vino o
acqua di rose il vetro di una lan-
terna e disporla nel mezzo della
stanza: la luce attirerà gli insetti
che vi rimarranno invischiati.
Nonostante i rimedi più o meno
empirici utilizzati contro di lei, la
zanzara gode ottima salute e ogni
primavera inizia il suo ciclo ripro-
duttivo invariabilmente legato alla
presenza di acqua. Le singole spe-
cie infatti si sono adattate a utiliz-
zare le più diverse superfici acqua-
tiche per la deposizione delle uova
e lo sviluppo larvale. E' sufficiente
una minima quantità di liquido,
puro o contaminato da materia or-
ganica, per permettere lo svilup-
po di consistenti sciami di zanzare:
luoghi privilegiati per la riprodu-
zione sono scatolette metalliche,
vecchi copertoni, addirittura im-
pronte di passi o cavità di alberi.
Basta che al loro interno ci sia un
po' d'acqua.
● Sfrenate danze nuziali
L'accoppiamento può avvenire
sia in volo sia in quiete ma comun-
que sempre al termine di una vera
e propria esibizione aerea da parte
dei maschi, che si riuniscono in fitti
sciami alle prime luci del tramonto.
Le danze prenuziali hanno lo sco-
po di attirare le femmine, invitate
peraltro anche dall'emissione di
feromoni, sostanze volatili che
esercitano su di loro un irresistibi-
le richiamo sessuale. Spesso dopo
un primo accoppiamento la fem-
mina non è più recettiva e ciò è
Contro di loro anche a colpi di batteri
Lzanzare
a prima notizia uffi-
ciale sulla lotta alle
risale al 1550
ci. In Italia in partico-
lare si usano:
anche in alcuni la-
ghetti di Milano. Que-
st'ultima ipotesi trova
avanti Cristo, ed è ri-
portata in un papiro me- 1 Batteri, come il
Bacillus thuringen-
però scarso credito
nei ricercatori dell'isti-
dico noto come "papi-
ro di Ebers": parlando
di malaria si invitava
sis israelensis, che pro-
ducono speciali tossi-
ne. Ingeriti dalle larve
tuto di Entomologia
agraria dell'università
milanese che giudica-
a usare l’olio dell’albe- di zanzara, i bacilli si at- no inadatto per lo svi-
ro di balamite come tivano e danneggiano luppo del pesce un
sicuro repellente con- irreparabilmente il loro ambiente così ristret-
tro le punture di questi apparato digerente. to.
insetti. Da quel remo- Non si attivano invece
to passato molta stra-
da è stata fatta, prima
con l'uso di metodi chi-
se ingeriti da altri inset-
ti, anfibi o pesci. Sono
attualmente usati so-
3 Prodotti ormona-
li capaci di inibire
lo sviluppo degli inset-
mici, come il famoso prattutto in Emilia Ro- ti, bloccando soprat-
Ddt, che ha eliminato magna e in Piemonte. tutto la produzione della
la malaria al nord, ma chitina, e dunque la
con gravissime com-
promissioni ambienta-
li, poi con il perfezio-
2 Pesci come la ga-
mbusia, di origine
spagnola. Lungo 6 cen-
formazione della cuti-
cola, la “corazza” e-
sterna dell’insetto. La
namento della lotta timetri, questo pe- sperimentazionie è at-
biologica, più naturale sciolino è un insazia- tualmente in corso a
e con pochi effetti col- bile predatore di larve Bologna, ma questi
laterali. Dopo più di della zanzara Anophe- prodotti non fanno di-
tremilacinquecento les. Viene usato so- stinzione tra insetti
anni dal papiro di E- prattutto in
bers stiamo nuova- risaie o aree Tecnici piemontesi diffondono
1 L'UOVO Galleggiano su una zattera 2 LA LARVA Respira con il boccaglio mente ritornando ai
mezzi di lotta biologi-
allagate e batteri anti-zanzara in un lago.
da alcuni
Le uova della zanzara vengono deposte sulla superficie Le uova si schiudono dopo un periodo che va da uno a tre giorni,
ca, rinunciando ai pe- an-ni è spe-
dell’acqua, in gruppi, e incollate una all’altra per formare liberando le larve. Il corpo di queste ultime rimane completamente ricolosi metodi chimi- rimentato
una minuscola “barchetta”. Le prime fasi di vita dell’insetto immerso. Un sifone che parte dall’addome, e che sporge sopra
dipendono totalmente dall’ambiente acquatico. il pelo dell’acqua, consente loro di prelevare in superficie l’ossigeno.
dovuto a un polipeptide, chiamato
Matrone, una particolare sostanza
che il maschio emette durante la
copula: una sorta di cintura di castità
chimica che impedisce ulteriori
"scappatelle". Gli ovuli restano così
fecondati anche a distanza di 5 o 6
mesi nel corpo della femmina.
● Solo le femmine pungono
Ora inizia per la femmina la fase
più attiva, quella della maturazio-
ne e della deposizione delle uova.
Per noi cominciano invece le notti
insonni contrappuntate da diabo-
lici ronzii e dal consiglio di non
avvicinarsi a paludi, fiumi e laghi
senza l'indispensabile seconda
pelle fatta di appositi prodotti re-
pellenti. In realtà solo le femmine
pungono uomini e animali: le pro-
teine ricavate dal sangue sono in-
fatti il nutrimento necessario allo
sviluppo delle uova. I maschi inve-
ce (ma anche le loro partner in
condizioni normali) sono vegeta-
3 LA PUPA Uno sguardo da adulto 4 L'ADULTO Quando emerge dall’acqua ha subito una grande fame riani e si nutrono di nettare, succhi
Nel giro di una settimana la larva si trasforma in pupa, ultimo stadio Dopo quattro giorni la zanzara abbandona la vita acquatica, esce dall’involucro che conteneva la pupa, vegetali, di sostanze zuccherine e
prima della fase adulta. Le pupe hanno una grande testa, con occhi rimane per qualche istante in bilico sulla superficie: è un momento molto delicato perché se l’insetto non liquidi decomposti. Il “prelievo”
già quasi completamente sviluppati. Sono pelose, si spostano con riesce a spiegare le ali muore. Quando le ali si sono aperte e asciugate, la zanzara si libra in volo. Ciò del sangue avviene attraverso una
specie di proboscide composta da
▼
movimenti a scatti e respirano grazie a due “cornetti” dietro il capo. avviene di solito all’alba e al tramonto. L’adulto, lungo dai 3 ai 6 millimetri, vive in media tre settimane.
Focus 97
 Sei setole pungenti
intorno alla siringa:
così “sente” il
punto debole dove colpire
una fascio di sei setole pungenti
▼
contenute in una sorta di lungo a-
stuccio, chiamato labium, che fa da
guida al fascio delle setole che pene-
trano nell'epidermide, mentre la sa-
liva si mescola al sangue della vitti-
ma favorendone il deflusso.
Maturate grazie al sangue, le uo-
va verranno deposte di notte. Di
solito la femmina, nuotando eretta
sulla superficie dell'acqua, ne de-
pone da 200 a 300, ma alcuni Culi-
cidi, se ben nutriti, arri-
vano anche a mille. Le
uova possono trovare
posto anche su piante
acquatiche oppure in
luoghi facilmente irrora-
ti dalla pioggia. Quelle
delle Anopheles e delle
Aedes, deposte sin- golar-
mente, sono munite di
particolari camere d'aria
che le fanno galleggiare
sull'acqua, mentre quelle
della maggior parte delle
specie di Culex rimangono unite,
grazie a un collante, in lunghe "zat-
tere" galleggianti.
● Dalla larva alla pupa
In condizioni ambientali favo-
revoli tutte schiudono dopo un
periodo che va da uno a tre giorni
liberando le larve, di forma allun-
gata e ricoperte da ciuffi di peli,
che stanno sotto il pelo dell'acqua,
respirando grazie a un apposito
apparato, detto sifone, prima di
riemergere con rapidi movimenti
del corpo. La superficie è infatti il
loro ambiente vitale e soltanto in
caso di estremo pericolo si portano
in profondità. Le larve trascorrono
la loro giornata apparentemente
immobili: in realtà la futura zan-
zara lavora invece furiosamente
per procurarsi il cibo agitando l'ap-
parato boccale provvisto di sotti-
lissimi "pettini" che filtrano l'ac-
qua selezionando alghe unicel-
lulari e sostanze in sospensione
derivate dalla decomposizione
organica. Una singola larva riesce
a filtrare giornalmente fino a un
litro d'acqua: nel giro di una setti-
mana subisce tre mute e alla quar-
ta si trasforma finalmente in pupa,
che non ha bisogno di nutrirsi, per-
ché il suo apparato boccale si tra-
sforma da filtrante in pungente, è
Focus 98
La zanzara
2 al microscopio
Ecco i particolari
anatomici
1
più rilevanti.
1 Le antenne. Nel
5
maschio sembrano
piumini, quelle
della femmina non
6 sono pelose. Sono
più leggera dell'acqua e nuota con lunghe da 2 a 5
facilità. Al suo sviluppo contribui- millimetri.
scono diversi fattori, quali la tem- 2 L’apparato boccale
si prolunga in un
peratura dell'acqua, l'ossigeno pre- astuccio lungo fino
sente, la luce e il contenuto di sali 4 a 2,5 millimetri.
inorganici. Dopo tre o quattro 3 Le zampe sono
giorni la pupa si trasforma quindi lunghe 1 centimetro.
in un insetto adulto. 4 L’addome nel
Come e quanto vive, una zan- 3 Culex è corto
zara? I maschi adulti hanno la vita (15 millimetri) e
breve, di solito variabile tra i 5 e i 6 termina tronco.
giorni, mentre le femmine resisto- 5 Le ali sono
lunghe 5 millimetri.
6 Il torace (lungo
15 millimetri) è
cosparso di peli.
Si prepara Anche le vittime possono essere
a succhiare diverse: alcune specie come per
Poco prima del esempio l'Uranotaenia pungono
prelievo, la femmina esclusivamente vertebrati a san-
appoggia il labbro gue freddo, altre, come per esempio
esterno sulla pelle. Poi la Culex hortensis, si sono adattate a
spinge la siringa, che nutrirsi su uccelli, o su diversi mam-
scorre dentro al labbro. miferi, è il caso dell'Anopheles
maculipennis, ma non sull'uomo.
no anche un paio di settimane. Al- Le zanzare volano in media alla
cune specie trascorrono la loro esi- velocità di circa 5 chilometri l'ora, ● Sopravvivere all'inverno
stenza nelle città, altre in campa- e si muovono lentamente e in mo- All'avvicinarsi della stagione
gne, steppe e foreste e di solito non do piuttosto irregolare, spostando- fredda, le zanzare prendono ade-
si allontanano molto dal luogo di si per lo più al crepuscolo o al buio. guate contromisure per garantire
nascita. Alcune specie di Anophe- Non mancano però, nelle foreste la sopravvivenza della specie. Vi-
les, se aiutate dal vento, sono tutta- tropicali, dove la luce è quasi ridot- sto che i maschi hanno vita breve e
via capaci di volare per oltre trenta ta a una penombra, alcune zanzare non riescono a superare l'inverno,
chilometri in una sola notte. che pungono durante il giorno. le femmine cadono in letargo fe-
condate e "congelano" la sperma-
teca (cioè la sacca con gli sperma-
Culex e Anopheles di casa nostra tozoi maschili). Le specie cittadine
svernano nei luoghi più disparati:
S ono circa una ses-
santina le specie
"italiane" di zanzara.
ego tropicale è la
Culex quinquefascia-
tus che sta invaden-
maculipennis, il mes-
seae più abbondante
al nord, zoofilo ma in
tombini, cantine, garage accolgono
soprattutto le Culex pipiens e le
Tra gli appartenenti do le città e le bidon- grado di trasmettere Anopheles atroparvus che hanno
al genere Culex si an- ville a impressio- la malaria, e il labran- compiuto un ultimo abbondante
noverano la Culex pi- nante velocità. Pozze chiae, spiccatamente pasto di sangue prima del sonno.
piens pipiens, una di scogliere con ac- antropofilo e respon- L'accumulo dei grassi di riserva
delle zanzare più fre- qua salata sono in- sabile di epidemie permette così alla femmina di su-
quenti da noi, che ra- vece l'habitat ideale malariche in Sarde- perare l'inverno.
ramente punge l'uo- per un'altra specie gna, nell'Agro pontino Con l'arrivo della primavera la
mo nutrendosi di pre- nostrana, l'Aedes ma- e in Sicilia, dove è
ferenza del sangue riae, esclusivamente ancora presente no- zanzara, già in potenza pronta alla
degli uccelli. Poi la Cu- litoranea, mentre l'A- nostante le periodi- deposizione, si rifornisce nuova-
lex pipiens autogeni- nopheles superpictus che disinfestazioni. mente di sangue e ricomincia il
cus o molestus, sot- si rinviene con faci- Ultima arrivata (da ciclo biologico. Le zanzare del
tospecie cittadina lità nelle "fiumare" due anni) è la Aedes genere Aedes addirittura sono in
che invece “predili- calabresi, dove le albopictus, conosciu- grado di deporre uova capaci di
ge” gli uomini e che larve si sviluppano ta come zanzara ti- conservarsi per molti mesi in zone
si sviluppa facilmen- tra i ciotoli e nel letto gre. E' originaria del asciutte rimanendo in una fase di
te in ogni raccolta di di corsi d'acqua in sud-est asiatico, e il sospensione temporanea della cre-
acqua dolce inquina- magra. Del genere suo morso è doloro-
ta e ricca di materia Anopheles in Italia so. Da noi non è però scita e dello sviluppo. Trascorso
organica. Il suo alter sono invece diffusi il portatrice delle ma- l'inverno, con le prime piogge le
uova riprendono il loro ciclo. ■
Mario Chiodetti
Economia
L’economista
scozzese Adam
Smith: i suoi
studi si ispirano
alla professione
di doganiere.
I russi lo hanno
scoperto da poco,
in Italia se ne
invoca il ritorno.
Le leggi che fanno
funzionare il
mercato sono
antiche. Ecco i
principi essenziali.
I
cittadini dell’Est europeo, do-
po la caduta del muro di Ber-
lino, ci si sono buttati dentro a
capofitto, dando l’immagine
più realistica del libero mercato:
un’immensa piazza nella quale una
moltitudine di persone traffica con
merci in cambio di denaro e vice-
versa. Sembra una novità, ma le
teorie del libero mercato vengono
da lontano. Il teorico del libero
mercato, basato sulla proprietà pri-
vata delle merci e dei mezzi per
produrle, fu l’economista scozzese
Adam Smith
(1723-1790).
All’opposto,
le teorie di
Carlo Marx
(1818-1883),
basate sulla
proprietà sta-
tale di merci Marx: tutto in
e mezzi. Que- mano allo Stato.
ste teorie
hanno retto per quasi un secolo
ciascuna una metà del mondo.
Ora, visto quello che è accaduto
nei Paesi dell’Est, si può dire che,
almeno per il momento, le idee di
Smith si sono rivelate più efficaci.
● La mano invisibile
Secondo Smith, sei impulsi gui-
dano l’uomo: egoismo, simpatia,
desiderio di libertà, senso della
proprietà, abitudine al lavoro, ten-
denza al baratto. “Ogni individuo
cerca di impiegare il proprio capi-
tale affinché renda il più possibile.
Di massima non intende favorire
l’interesse pubblico... egli vuole
soltanto un proprio guadagno...”.
Per ottenere questo, però, ha biso-
gno degli altri membri della so-
cietà, mossi anch’essi da quegli
Focus 100
Mercato,
libero o no?
Nessun ostacolo
Un mercato tradizionale: tutti
possono confrontare i prezzi.
impulsi: “Non è dalla generosità
del macellaio che possiamo spera-
re di ottenere il pranzo, ma dal
guadagno che egli pensa di ricava-
re nel darcelo”. Lo scambio è la
via obbligata e permette la soddi-
sfazione di due interessi indivi-
duali. Moltiplicato per tutti i com-
ponenti della società, questo pro-
cesso creerà “un fondo comune
dal quale ogni uomo può acqui-
stare qualunque parte gli sarà ne-
cessaria di quanto è stato prodotto
dagli altri uomini”. Guidato da una
mano invisibile (il mercato), cer-
cando l’interesse personale ognu-
no contribuirà al bene di tutti.
● Il mercato
Più compratori e venditori ci
sono in un mercato, tanto maggio-
re è la libertà di concorrenza: tutti
conoscono tutte le offerte e il prez-
zo di un bene sarà determinato so-
lo dal gioco della domanda e dell’
offerta: se di una merce ce n’è poca
anni Settanta riuscì a controllare
questo settore vitale, tenendo i
prezzi bloccati a tavolino. Poi fu
sconfitto dalla forza della concor-
renza. I sindacati d’imprese spesso
sono associazioni che difendono
interessi comuni, però tendono a
ridurre la concorrenza tra gli ade-
renti. Classici casi italiani: l’Abi
(Associazione bancaria italiana) e
l’Ania (Associazione nazionale
delle imprese assicuratrici).
● La difesa
Strumento principe sono le leggi
antimonopolio: stabiliscono che
un’impresa non possa superare
certe dimensioni o prevaricare sul
mercato. Negli Usa la legge anti-
trust del 1890, per esempio, ha
spaccato in tre l’industria chimica
Du Pont, ha frazionato le società
ferroviarie e la Standard Oil e,
recentemente, il colosso dei telefo-
Pezzi di società ni American telephone and tele-
La borsa valori di Chicago. Alla borsa si comprano e vendono azioni praph (AT&T). Altro strumento è
che rappresentano quote di società, obbligazioni, titoli del debito pubblico, valute estere, metalli preziosi. la Commissione federale per il
commercio, che vigila sulle prati-
e molti la vogliono, il suo prezzo ri. In molti casi possono diventare gopolio, mercato in cui prevalgono che commerciali scorrette. Grande
salirà, se invece ce n’è molta e po- unici produttori nazionalizzando pochi produttori-venditori. Se l’in- importanza hanno anche le asso-
chi la richiedono, il prezzo scen- interi settori. In Italia è il caso delle gresso sul mercato non è troppo ciazioni dei consumatori nel de-
derà. Ogni interferenza diminui- ferrovie, dell’elettricità, dei telefo- ostacolato, l’oligopolio consente nunciare i soprusi dei produttori.
sce il benessere e questo, secondo ni e delle poste. una certa competitività tra le im- Leggi simili ci sono in Gran Bre-
Smith, vale anche nei più compli- prese evitando che ciascuna di esse tagna, Francia e Germania. In Ita-
cati processi economici. ● Monopoli e oligopoli abbia guadagni eccessivi. Per di- lia la legge antitrust opera con dif-
Anche le imprese private pos- fendersi dalla concorrenza, l’oligo- ficoltà da poco più di un anno. Ma
● L’antimercato sono costituirsi in monopolio, nel polista immette sul mercato tanti nel libero mercato della Cee, a far
Smith sapeva, però, che è diffici- quale il produttore-venditore è prodoti simili nella sostanza ma le pulci agli “antimercato” c’è la
le realizzare un mercato come lui uno solo. Ma oggi è più difficile, diversi nell’immagine, per togliere Commissione di Bruxelles, che ha
stesso lo descriveva e aggiunse che perché tutto il mondo è un unico spazio a eventuali concorrenti. messo sotto accusa lo Stato e le
deve esserci una continua vigilanza mercato e questo moltiplica i con- imprese italiane: dalla fusione Fiat-
per garantire la concorrenza. An- correnti. In alcuni Paesi a basso ● Cartelli e sindacati Alfa Romeo agli aiuti statali alla si-
timercato sono le forze che vo- sviluppo (quelli definiti Terzo I cartelli sono accordi tra più derurgia. Infine, a livello interna-
gliono limitare il gioco della do- Mondo) è facile che grandi azien- imprese sui prezzi e sulle quantità zionale opera il Gatt (Accordo
Classici, neoclassici e keynesiani manda e dell’offerta. Possono esse- de siano così forti da controllare vendute. Di solito riguardano ma- generale sulle tariffe e sul com-
re gli Stati e le imprese, spesso in produzione e vendita in interi set- terie prime e derrate alimentari. Il mercio). In vigore dal 1947, stabili-
D opo Adam Smith,
i maggiori espo-
nenti della corrente
quelle della distribu-
zione delle merci (re-
lative in quanto su di
realtà industriale, o di
quella sociale, come
le istituzioni.
coalizione tra loro. Gli Stati posso-
no alzare barriere fiscali o ammini-
tori: petrolio, minerali preziosi e
no, prodotti agricoli e forestali.
più noto è quello del petrolio, l’O-
pec (Organizzazione dei Paesi e-
sce principi generali sulla libertà e
l’espansione degli scambi. ■
economica classica esse influirebbero i Dagli anni Trenta fino strative contro i produttori stranie- Più spesso, invece, si forma l’oli- sportatori di petrolio). Per tutti gli Enrico Gallino
furono: David Ricardo fenomeni sociali). agli anni Settanta, le
(1722-1823). Criticò
in parte la tesi dell’
Nella seconda metà
dell’Ottocento si for-
teorie economiche
classiche e neoclassi-
Quando lo Stato decide di fare l'imprenditore
”ordine naturale” in mò una nuova cor- che furono soppianta- A sinistra, un A sinistra, una
economia impostata rente economica, te da quelle di John elettrodotto. cassetta delle poste.
da Smith, sostenen- detta neoclassica, Maynard Keynes, il In Italia, fino al In Italia anche
do che la concorren- che cercò di correg- quale sostenne che i 1963, l’energia elettrica questo servizio è
za spinge i salari ver- gere le eccessive a- tassi di interesse so- era prodotta e venduta da storicamente in mano
so il basso fino al li- strazioni dei prede- no influenzati anche privati. Poi lo Stato la allo Stato, ma il monopolio
vello compatibile con cessori. Alfred Mar- dalla speculazione e
il sostentamento del shall (1842-1924). che i salari tendono a
nazionalizzò per favorire è sempre più intaccato
lo sviluppo industriale. Tra dalla concorrenza
lavoratore. Secondo Sostenne che nell’a- scendere sempre verso poco tornerà ai privati. dei corrieri privati.
lui, tuttavia, l’”ordine nalisi economica bi- il basso senza che
naturale” è la condi- sogna tenere conto di questo comporti un
zione meno negativa fenomeni tipici della aumento dell’occupa-
e ostacolarla provo- zione. Per Keynes, lo
cherebbe difficoltà Stato deve intervenire A destra, un treno A destra, telefoni pubblici
delle Ferrovie dello Stato. e il simbolo della Sip. In
maggiori. John Stuart con investimenti per
Mill (1806-1873). O- stimolare la crescita In molti Paesi le ferrovie molti Paesi questo servizio
però una distinzione economica. sono state uno dei primi è organizzato da imprese
tra le leggi che rego- settori a essere tolti private mentre in Italia
lano la produzione (u- John Maynard ai privati, perché è gestito da una società
niversali in quanto di Keynes: utile sempre ritenute per azioni il cui capitale
natura “fisica”), da l'intervento statale. essenziali per la sicurezza è per la maggior parte
e lo sviluppo della nazione. in mano pubblica.
Ecologia

Una fama
immeritata
A sinistra, un
lupo. Europe
conservation
propone di
adottarlo. E’
perseguitato
per la fama di
predatore
spietato.

La balena
che sorride
Sotto, Il simbolo
della campagna
di adozione delle
balene: nelle
acque del
Mediterraneo
ne sono state
censite mille.

Orsi, aquile, delfini: pagando, possiamo curarli

e proteggerli.

Animali
Ma verranno
spesi bene
i nostri soldi? Il gigante
africano
L’elefante rischia

d'adozione
l'estinzione.
Un terzo degli
esemplari che
muoiono in Africa
sono piccoli rimasti
orfani, incapaci
di trovare cibo
e acqua senza
la guida della
madre. Diventano
completamente
autonomi
solo a 13 anni.

Focus 102 Focus 103

Un bollettino DELFINI IN CROAZIA
riferisce tutto
sullo stato
di salute del
figlio adottivo IMediterraneo.
delfini sono relativa-
mente comuni nel
Mancano però cono-

L’
aspetto è quello di un scenze complete sul
documento di identità. Ci loro comportamento
sono il nome, Eleni; il ses- in natura. Giovanni prende fotoidentifica-
so, femmina; la specie, Bearzi, dell’istituto zione, studi sul com-
Monachus monachus, ovvero foca Tethys, sta studiando portamento (vale a
monaca, una delle ultime che abi- una popolazione di dire come socializza-
tano nelle acque del Mediterraneo. tursiopi (che hanno no, che rapporti
una mole maggiore e creano tra di loro,
C’è anche una nota su “connotati e un muso più corto) come si nutrono) e
segni salienti”: «E’ allegra, pesa che risiedono nelle bioacustica (registra-
200 chili, ama giocare e riposarsi acque dell’Adriatico, zioni delle loro voci
sulle spiagge, e si lascia avvicinare nei pressi dell’isola di che vengono poi
dall’uomo». Eleni è stata abban- Lussino (Croazia): inviate all’Università
donata dalla madre, che probabil- sono più di 120 indi- di Pavia). L’adozione
mente non riusciva a sfamarla.
Come tutti gli orfani cerca dispe-
ratamente qualcuno che la adotti:
Ampia scelta: dai cuccioli vidui. Tethys è un isti-
tuto privato di ricerca
che si autofinanzia
costa 50 mila lire;
la somma va versata
sul conto corrente

indifesi agli adulti selvatici

con i fondi ricavati 17201203 intestato
e il documento è proprio ciò che dalle adozioni e da a Istituto Thetys,
viene inviato a chi ha deciso di aiu- spedizioni scientifi- via Fusetti 14 ,
tarla. Come? Con una somma che che. La ricerca com- 20143 Milano.
va da 50 mila a 100 mila lire. Basta
una semplice telefonata per comu-
nicare il numero della propria car-
ta di credito, oppure un versa-
mento all’ufficio postale. In cam-
SCIMPANZE' ABBANDONATI I NIDI DELL'AQUILA REALE LUPI NELL'APPENNINO LA FOCA MONACA
bio, dopo qualche giorno, il geni-
tore adottivo riceve una T-shirt,
un adesivo, e un attestato accom-
pagnato da una foto della piccola
foca. Nessuno pensi però di poter-
sela portare a casa in futuro: gli
animali adottati non si possono
toccare, né si può dar loro da man-
giare. In alcuni casi perfino la loca-
lità in cui vivono rimane segreta. E
i soldi? Andranno a volontari o
gruppi di ricerca che cercano fi- L’ aquila reale vive in
ambienti isolati,
lontani dagli insedia-
Iprincipalmente
n Italia vivono circa
300 lupi, concentrati N e sopravvivono
solo 350 esempla-
ri tutto il Mediterra-
nanziamenti per salvare gli anima- menti umani. Ha biso- nell’Appennino tosco- neo. La colonia più
li, siano essi specie in via d’estin-
zione, o più semplicemente piccoli
che hanno bisogno di cure.
I n natura è in via di
estinzione e il com-
mercio è vietato da
recupero dove gli
scimpanzé imparano a
vivere di nuovo in
gno di montagne e di
spazi aperti e, per
nutrirsi, deve poter prevede la protezione
emiliano. Luigi
Boitani, zoologo
dell’università di
numerosa (circa 35
individui) vive nel nord
delle isole Sporadi.
Nella stessa situazione ci sono accordi internazionali. natura. Per coprire le cacciare camosci, e il controllo delle Roma, da anni racco- Qui il governo greco
lupi, delfini, balene, uccelli rapa- Così ogni esemplare spese, è permessa stambecchi, marmot- coppie e dei nidi da glie dati biologici e ha istituito un parco vengono allevati,
ci. Le campagne per le adozioni scoperto alla frontiera l’adozione degli ani- te, volpi, pernici bian- parte di esperti, che comportamentali sul 14, 20143 Milano, o marino, per protegger- curati e poi rilasciati
sono state lanciate in Italia circa viene confiscato in mali, che verranno che e altri uccelli. vengono seguiti da lupo, seguendo gli telefonando allo le. Capita però che in mare aperto. La
attesa di una sistema- seguiti fino a quando Nell’Appennino italia- ricercatori della Lipu, animali con l’aiuto di 02/58103135 per ogni tanto qualche Fondazione Bellerive
tre anni fa, seguendo un modello zione. Che cosa non dimostreranno no la scarsità di grandi e dagli etologi Danilo sistemi di registrazio- comunicare gli cucciolo rimanga si occupa della parte
già sperimentato da associazioni farne? La reintroduzio- completa autonomia. prede, il bracconag- Mainardi e Davide ne delle tracce che estremi della propria senza madre ed è finanziaria del proget-
americane, e hanno avuto subito ne in natura è estre- Il contributo, libero, gio, e un turismo Csermely, permettono di rico- carta di credito). In necessario cercare di to: gli orfani hanno
successo. Più di ottomila sono co- mamente difficile. Lo può essere versato eccessivamente inva- dell’Università di struirne l’attività. La particolare quattro farne sopravvvivere il bisogno di qualcuno
loro che hanno adottato balene, scimpanzé, animale con vaglia internazio- dente, rischiano di Parma. Aderendo alla ricerca è universitaria esemplari sono stati maggior numero pos- che copra le spese
cinquemila quelli che sono diven- sociale, vive in piccoli nale a Jenis Carter, fare diminuire il campagna (50 mila ma si avvale di un identificati ed è stato sibile. La Società elle- necessarie per il loro
tati “padri adottivi” di delfini e di gruppi e dipende dalla Chimpanzee rehabili- numero degli esem- lire da versare al finanziamento privato, dato loro un nome nica per lo studio e la allevamento. Una vera
lupi, oltre 400 quelli delle foche. Il madre fino a sei-sette tation project, Wildlife plari, che ora sono un conto corrente raccolto da Europe (si chiamano Lapo, protezione della foca e propria adozione. La
segreto di tanto successo sta nel anni. Per dare agli ani- conservation depart- migliaio. Il momento 10299436, intestato conservation. I soldi Arturo, Eloisa, Enea): monaca, che ha sede quota, di 50 mila lire,
mali qualche possibi- ment, Ministry of più delicato è quello a Lipu, vicolo San arrivano sotto la il loro comportamen- ad Atene, e il centro va versata sul conto
coinvolgimento diretto della per- lità di reinserimento, natural resources, della cova e dell’alle- Tiburzio 5, 43100 forma dell’adozione to, ma anche quello di riabilitazione delle corrente postale
sona. Il cucciolo fa scattare un i- l’etologa americana Banjul, Gambia. Allo vamento dei piccoli. Il Parma), si finanzia la (50 mila lire da paga- di tutto il gruppo di foche di Pieterburen 23704208 intestato
stinto di protezione e diventa un Jenis Carter ha creato stesso indirizzo progetto Aquila reale protezione di un nido re con assegno inte- lupi, può essere (Olanda), hanno crea- a Fondo Foca,
simbolo tangibile del proprio al- in Gambia (Africa occi- si possono ottenere della Lipu (Lega italia- e si riceve un stato a Europe con- seguito su un to ad Alonissos un via Fusetti14,
truismo e del proprio impegno. dentale) un centro di informazioni.
▼

na protezione uccelli), resoconto annuale. servation, via Fusetti bollettino trimestrale. centro dove i cuccioli 20143 Milano.

Focus 104 Focus 105


I genitori adottivi
sono diventati più di
20 mila in tre anni
▼
Non a caso una immagine azzec-
cata, un gadget particolarmente
attraente, sono più convincenti di
ogni altro messaggio. «La scelta del
marchio è fondamentale. Questo
deve essere immediatamente ricol-
legabile a un legame affettivo,
altrimenti la risposta della gente
non arriva», dice Fabio Ausenda,
presidente di Europe conserva-
tion, una associazione che orga-
nizza la raccolta dei fondi tramite
adozioni e li utilizza per finanziare
progetti di conservazione. Alcune
aziende hanno risposto con entu-
siasmo a iniziative di questo tipo.
Così acquistando abbigliamento
da montagna Camp, si ha la possi-
bilità di diventare “amico di un
lupo”; comperando le scarpe da
tempo libero Pekkuod si riceve la
proposta di adozione di un ceta-
ceo; mangiando formaggio Camo-
scio d’oro e succhiando una cara-
mella Golia si provvede (o si crede
di farlo) a camosci e orsi bianchi.
Tra adozioni e sponsorizzazio-
ni le entrate di Europe conserva-
tion sono passate da 120 milioni
nel 1990 a 800 milioni nel 1992.
Circa 500 sono effettivamente an-
dati ai progetti di ricerca per la
conservazione e lo studio degli ani-
mali, il rimanente è servito per l’
organizzazione e le spese vive. Un
esempio: per la cura dei rapaci nel
centro di Sala Baganza (Parma),
la cui gestione costa circa 200 mi-
lioni all’anno, la Lipu ha ricevuto
80 milioni in un anno e mezzo. Il
Focus 106
Megattera
in affido Adottati da un formaggio
A sinistra, una
balena. Questo
mammifero è
M olti produttori si
sono accorti che il
pubblico ha una sensi-
orsi, ma l’ambiente in
cui vivono: si tratta del
“programma Artico”,
stato oggetto bilità particolare per che viene gestito dalle
delle prime tutto ciò che riguarda sedi Wwf di Canada,
campagne di l’ambiente. Così due di Stati Uniti, Norvegia,
adozione, negli essi ha stabilito un rap- Finlandia, Danimarca, e
Stati Uniti. porto con il Wwf. Germania.
In Italia ● Caramella Golia bian- ● Formaggio Camoscio
la prima iniziativa ca (pro orsi bianchi). La d’oro (pro camosci d’A-
del genere, Perfetti, che la produ- bruzzo). Al fondo base
tuttora in corso, ce, ha versato al Wwf di 150 milioni di lire
riguarda le un fondo base di 150 vengono aggiunte 100
balenottere milioni di lire. A questo lire per confezione ven-
comuni. andrà ad aggiungersi la duta. L’operazione è se-
somma di 50 lire per guita dal Wwf. «Con
ogni pacchetto vendu- questo denaro stiamo
to in più ripetto alla creando dei nuclei iso-
media delle stagioni in lati di camosci allo sco-
cui la promozione non po di aumentare le pro-
c’era: il finanziamento babilità di sopravvivenza
avviene cioè solo se si nel caso si diffondano
è verificato un incre- epidemie, in collabora-
mento di vendite.
Ma come fa il consu-
zione con il parco d’A-
bruzzo», dice Fulvio Fra-
Faranno il nido
matore a essere sicuro
che questi soldi vada-
no a un progetto con-
ticelli, dell’ufficio con-
servazione del Wwf. «L’
adozione è quindi pura-
a Torino?
Una cicogna bianca.
creto? «Noi non siamo
attrezzati per effettuare
mente simbolica, e si
ottiene inviando sei
controlli scientifici: non prove d’acquisto al Wwf
La Lipu sta cercando sono di nostra compe- (via Salaria 290, 00199
di creare un gruppo tenza. Ci fidiamo del Roma)». In cambio si
Miliardi per
di cicogne residenti Wwf e del suo progetto riceve un attestato d'a-
la protezione in Italia: in futuro internazionale», dice Do- dozione, un adesivo della
Un elefante al gli adulti migratori riano Zanaletti, marke- campagna e si viene
bagno. Il Wwf impareranno a ting manager della Per- inseriti in un indirizza-
internazionale tornare ogni anno fetti. Il progetto non ri- rio per ricevere ulteriori
ha speso 14 nel nostro Paese. guarda in realtà singoli informazioni.
miliardi per la
protezione di
questi animali Bongrain Italia, la società che Bellerive invece tengono contabi- per dare i soldi soltanto in base
in campagne di
conservazione e distribuisce il formaggio.
Ma questi soldi dove finiscono?
Un ospedale per curare i rapaci feriti lità separate per ogni iniziativa.
Questo significa che l’impiego del
all’effetto psicologico della cam-
pagna. «Le adozioni comunque
prevenzione del
A volte non sono solo impiegati denaro può essere controllato di- sono state molto utili, perché è gra-
bracconaggio.
Wwf, ha invece ottenuto una base cevere collezionando bollini. «Ab-
per la tutela del singolo animale
adottato, ma vengono sommati a
N el centro Lipu di
Sala Baganza, in
provincia di Parma,
liberazione. Chi adot-
ta un rapace contri-
buisce alle spese
poiane bisognose di
cure ci sono poche
speranze? No, una
rettamente, anche se una parte fi-
nisce per essere “disperso” nella
zie a esse che il concetto di salva-
guardia della natura ha potuto
di 150 milioni offrendo il proprio biamo ottenuto un ottimo risulta- quelli raccolti con altri stratagem- (tel. 0521/233414) effettuate per la sua parte del fondo viene copertura delle spese di organiz- avere la più ampia diffusione»,
progetto sul camoscio d’Abruzzo to. Il prodotto sta andando molto mi, e utilizzati per il finanziamento vengono curati gli uc- guarigione e viene poi comunque devoluta zazione. «Diciamo che delle 50 continua Massa. E’ una forma di
come testimonial per il formaggio bene. Siamo soddisfatti di aver e i programmi dell’associazione. celli rapaci feriti. Bar- invitato alla sua libe- anche ai più sfortu- mila lire versate da chi adotta un sensibilizzazione importante, a
Camoscio d’oro. L’adozione in inserito l’annuncio promozionale E’ il caso soprattutto delle campa- bagianni, poiane, al- razione. Il genitore nati, per riequilibrare animale, il 20 per cento viene patto di non affezionarsi troppo
locchi, civette, gheppi adottivo può anche le differenze. La som-
questo caso si sostituisce così al del Wwf sulle nostre confezioni», gne del Wwf. Altri gruppi, come e falchi di palude scegliere la specie ma (20 mila, o 70 mi- speso per i gadget forniti al “bene- all’idea di “possedere” l’animale
tradizionale premio che si può ri- conferma Roberto Sforzini della Europe conservation, Tethys o sono portati qui per preferita. I risultati la, o 100 mila lire) va fattore”, il 30 per cento rimane all’ adottato. «In realtà è pericoloso
essere seguiti fino a della campagna 1991- versata direttamente associazione mentre quello che a- legare troppo strettamente l’imma-
quando potranno vo- 1992 (2 mila adozio- sul conto corrente vanza va al singolo progetto di ri- gine del cucciolo agli obiettivi di
Pianta un melo per sfamare un orso lare di nuovo, e ver-
ranno liberati solo in
ni) hanno dimostrato
che la gente ha una
postale 10299436
intestato a Lipu, vico-
cerca. In alcuni casi, tra l’altro, gli conservazione della natura, per-
aderenti alla campagna possono ché spesso la gestione della fauna e
Io nsono
Italia gli orsi rimasti
pochissimi: dieci
quindici esemplari vivo-
no bisogno (miele, frut-
ta, tuberi), forse potreb-
bero diventare più nume-
verranno installate delle
arnie: le api, oltre a pro-
durre il miele, impollina-
periodo di chiusura
della stagione di cac-
cia. Sono uccelli ca-
netta preferenza per il
barbagianni, seguito
dalla civetta. All’ulti-
lo San Tiburzio 5,
43100 Parma.
effettuare un controllo diretto par-
tecipando come volontario (pa-
dell’ambiente richiede interventi
(come gli abbattimenti per il con-
no nella regione alpina e rosi. Partendo da questo no i fiori dei meli e assi- duti dal nido, oppure mo posto della gra- gante) alle spedizioni», dice Fabio trollo della popolazione) che pos-
una settantina nell’area concetto il Wwf ha lan- curano una produzione rimasti impigliati in duatoria c’è la poia- Ausenda. Le associazioni non han- sono non essere compresi da chi
del parco d’Abruzzo. In ciato la campagna “adot- abbondante. Non viene una rete da uccella- na. Vuol dire che le no scopo di lucro, e per legge de- ha una visione idealistica della na-
autunno, quando devono ta un melo”: cioè un al- finanziata quindi una ri- gione, feriti e raccolti vono rendere pubblici i bilanci an- tura stessa», dice Gustavo Gandi-
accumulare il grasso suf- bero che verrà piantato cerca scientifica, ma la da un appassionato, nuali nei bollettini inviati ai soci, ni, docente di zootecnia presso la
ficiente a superare il lun- perché possa offrire i suoi creazione di una riserva che segnala telefoni- che contengono anche informa- facoltà di Veterinaria di Milano.
go letargo invernale, ef- frutti proprio nella sta- di cibo. Il versamento è li- camente il ritrova- zioni sull’esito di ciascuna delle La natura ha un corso che l’uomo,
fettuano lunghi sposta- gione in cui l’orso ne ha bero, ma parte da un mini- mento. La cura richie- varie attività di ricerca. a volte, sembra non comprende-
menti, escono dalle zone bisogno. Il progetto pre- mo di 20 mila lire (conto de personale specia- «Chi sottoscrive spesso non ha re. E si potrebbe anche scoprire
tutelate e rischiano la vi- vede la messa a dimora corrente 323006 intesta- lizzato, strutture, far- A sinistra, il
La copertina del ta. Se invece vivessero di 10 mila piante di melo to a Wwf Italia, via Salaria maci, attrezzature barbagianni e, in gli strumenti per capire se la ricer- che il giovane camoscio adottato
depliant che illustra la in un ambiente intatto, selvatico all’interno del 290, 00199 Roma). In chirurgiche e grandi alto, il marchio ca ha una reale validità scientifi- nel parco D’Abruzzo è diventato il
campagna Wwf provvisto di tutte le risor- Parco nazionale d’Abruz- cambio si ottiene un certi- voliere dove ricovera- della campagna ca», sottolinea Renato Massa, do- pasto di un’aquila, figlia adottiva
in difesa degli orsi. se alimentari di cui han- zo. Nei pressi del meleto, ficato di adozione. re i feriti in attesa di della Lipu. cente di etologia all’università di dell’anno precedente. ■
Milano. E spesso la gente finisce Lorenzo D. Mariani
Focus 107
L'incontro - Sabatino Moscati
Tesori Professori
Scienza svelati e allievi
moderna Qui sotto, lo Foto di gruppo
A destra, scavo di del Pontificio
Sabatino Moscati, Tharros, in istituto biblico,
fotografato Sardegna. In presso il quale
all’Accademia basso, la Moscati ha
dei Lincei: cittadella dei studiato (è
“L’informatica re di Giuda, a quello indicato
ha rivoluzionato Ramat Rahel. con il cerchio).
l’archeologia, All'attività di
consentendo scavo unisce
di elaborare quella della
migliaia di dati”. divulgazione: è
infatti direttore
del mensile
"Archeo" e ha
Una coppia pubblicato
di esperti decine di libri.
Moscati con
l’architetto dunque di un santuario a lei dedi-
Gae Aulenti. cato. Allora, come un’illuminazio-
Hanno ne, ci tornò alla mente un passo
collaborato famoso delle orazioni di Cicerone
alle due grandi contro Verre, dove Cicerone dice
mostre sui
Fenici e sui che Verre fu così empio da violare
Celti allestite perfino il meraviglioso santuario
a Venezia di Giunone a Malta, cui tutti por-
tavano doni. Fino a quel momento
nessuno lo aveva trovato.
E il domani, che cosa riserva?
Il futuro dell’archeologia del
Mediterraneo è specialmente in
Algeria e Marocco, Paesi ancora
Oriente, culla della nostra cultura in gran parte inesplorati. I Fenici,
Moscati nell’Istituto di studi del Vicino Oriente per arrivare dalle coste del Libano
dell’università di Roma, da lui fondato e diretto. alla Spagna, hanno sicuramente
costeggiato tutta l’Africa, ma fino

E adesso
una parte del territorio tunisino, il
Cap Bon (un promontorio che si
spinge verso la Sicilia), che archeo-
logicamente era sconosciuta. Per
capire da dove iniziare a esplorarla
ci siamo chiesti: è possibile che
Cartagine, che ha fatto guerre per
secoli, prima contro i greci poi con-
tro i romani, non avesse fortificato
metri di coste, lungo le quali sono
naufragate navi di ogni genere:
questa disciplina, per quanto nuo-
va, è già passata da una fase dilet-
tantistica a una scientifica, con l’i-
staurazione del Servizio tecnico di
archeologia subacquea presso il
Ministero dei beni culturali. La dif-
ferenza si vede: basti pensare al
nuti alla luce poprio in questo mo-
do, “scavando” negli scantinati dei
musei di Cagliari e Sassari. In que-
sto momento sto studiando, sem-
pre nei musei della Sardegna, un
periodo storico che segna il tra-
monto di Cartagine. Nei centri pu-
nici del II e I secolo avanti Cristo
troviamo diffusa una produzione
a questo momento in quelle zone
sono stati cercati per lo più i monu-
menti romani.
Che cosa vorrebbe trovare?
In realtà so già quello che tro-
verò: una serie di centri costieri
disseminati lungo la costa, a trenta-
quaranta chilometri l’uno dall’

tocca all'Africa
Macché Etruschi,
I
n oltre quaranta anni di atti-
vità sul campo ha raccolto
macché Romani: reperti storici ma anche molti
onori, tanto che oggi è l’ar-
secondo il più cheologo italiano più noto. Sa-
batino Moscati, 70 anni compiuti
celebre archeologo lo scorso novembre, è professore
ordinario all’università Tor Ver-
italiano è in gata di Roma, vice presidente dell’
Algeria e Marocco Accademia dei Lincei, presidente
dell’Istituto per la civiltà fenicia
che si trovano del Cnr, accademico di Francia.
Ha diretto campagne di scavo in
molti tesori ancora Palestina, Sicilia, Malta, Sardegna,
Tunisia. Ha anche organizzato le
da scoprire. mostre di maggior successo degli
Focus 108
ultimi anni (quelle sui Fenici e sui
Celti, entrambe a Venezia).
E’ cambiata l’archeologia, dal-
l’inizio della sua carriera a oggi?
Molto, soprattutto dal punto di
vista tecnico. Dopo il sistema di
datazione con radiocarbonio è
stato scoperto quello con il potas-
sio argo. Il primo consentiva di
andare indietro nel passato solo
fino a 50 mila anni fa, il secondo
non ha praticamente limiti. E’ stata
poi introdotta la rilevazione da
satellite: il terreno, fotografato
dall’alto, appare con colori diversi,
che indicano se racchiude monu-
menti sepolti. Quando ciò accade
la vegetazione risulta meno verde,
perché il terreno contiene meno
acqua. Oggi poi abbiamo imparato
a “immettere” onde elettromagne-
tiche nel terreno: queste “girano”
intorno alle costruzioni sepolte (se ci
sono) disegnandone le sagome.
Quindi in passato la discipli-
na era meno esatta?
Bisogna distinguere: la tecnolo-
gia è un aiuto essenziale, ma i risul-
tati maggiori vengono sempre dal
giudizio storico. Un esempio: c’è
l’estrema punta del suo territorio
verso la Sicilia? E infatti, ancor
prima di scavare, con una ricogni-
zione abbiamo trovato una serie di
fortezze proprio lungo quel capo.
Gli americani sembrano oggi i
più attivi nelle ricerche. E noi?
L'Italia è un Paese archeologico
per definizione, perché è il più
ricco di antichità, nel mondo. I-
noltre da noi c’è una continuità
storica di tutte le epoche che altro-
ve è inimmaginabile. Anche dal
punto di vista delle ricerche stiamo
vivendo una stagione molto posi-
tiva: siamo usciti da una fase di
provincialismo (quando ci si occu-
pava solo di greci e romani) e ora
scaviamo anche nelle Americhe e
in Medio Oriente. Ma il nostro
futuro sarà soprattutto concentra-
to su due nuovi fronti. Uno è quel-
lo dell’archeologia subacquea.
L’Italia ha quasi diecimila chilo-
ritrovamento dei bronzi di Riace,
assolutamente casuale e fatto da
un dilettante, e a quello dei bronzi
di Brindisi dell’estate scorsa, cura-
to da specialisti.
L’altro fronte di ricerche sarà
quello di età medievale: sotto le
nostre chiese si nasconde infatti un
patrimonio straordinario e anco-
ra quasi sconosciuto.
Qualcuno però sostiene che
si sia scavato anche troppo.
Lo scavo di emergenza, cioè
quello che si fa quando, durante
la costruzione di un palazzo o di
una strada, vengono alla luce dei
reperti, è comunque irrinunciabile.
E’ vero invece che molti scavi pro-
grammati hanno prodotto l’accu-
mularsi di materiale che poi non
è stato studiato e pubblicato. Per
questo oggi è importante dedicar-
si anche agli “scavi nei musei”: i
gioielli fenici di Tharros sono ve-
artigianale di tipo ellenistico. Pri-
ma della sconfitta di Cartagine
nella seconda guerra punica, e
quindi della conquista romana, il
mondo fenicio era dunque già sog-
getto a una crisi, la cui prima mani-
festazione è proprio nell’impatto
ellenistico in campo culturale:
muoiono gli dèi punici e si affer-
mano quelli greci.
In tanti anni di attività, qual è
stata la più grande sorpresa?
E’ successo a Malta, nel porto
che oggi si chiama Marsaxlokk e
che fino al Medioevo si chiamava
Tas Silg. Abbiamo trovato un’area
sacra di epoca preistorica, cui si e-
rano in seguito sovrapposti i Fenici
e i Romani. A un certo momento
sono saltati fuori piccoli cocci con
scritte che dicevano, in greco, Eras
o Erai, che vuol dire “di Era” o “a
Era”, cioè la dea che poi i Romani
chiamarono Giunone. Si trattava
altro. Perché ne sono sicuro? E’
proprio questa la distanza che a
quel tempo una nave percorreva
in una giornata, per poi fare sosta
in luoghi al riparo dai venti e dota-
ti di acqua per i rifornimenti.
Si legge spesso di scoperte
sensazionali. E' tutto vero?
Non direi. La divulgazione, per
essere accattivante, deve sicura-
mente utilizzare un linguaggio
molto diverso da quello scientifico,
però negli ultimi tempi stiamo as-
sistendo, sui giornali, allo svilup-
po preoccupante della “fantar-
cheologia”: è stata ritrovata l’Arca
di Noè, gli egiziani si drogavano
con la cocaina, Gesù aveva sette
fratelli... sono tutte notizie inven-
tate da archeologi dilettanti e che
tolgono spazio ai risultati, senz’
altro meno clamorosi ma più certi,
della ricerca scientifica. ■
Cristina Mochi
Focus 109
Storia

Nella terra dell'Inquisitore

Il tradizionale "rogo della giubiana", a Cantù (Como).
Nel Cinquecento agì in questa zona uno degli
inquisitori italiani più famosi, Bernardo Rategno.

Il fuoco
invernale
Un altro rogo
rituale, nell'alta
Lombardia, la
"giubiana" di
Guanzate. La
festa propiziatoria
avviene l'ultimo
giovedì di
gennaio, e segna
la fine del
"maleficio Il rogo che
invernale".
Rispetto a quanto purifica
avvenne nei Paesi In una incisione del
del nord Europa, Seicento, l'esecuzione
l'inquisizione della supposta strega
italiana agì in Anne Handricks,
base a regole più avvenuta ad
rigide, e dunque i Amsterdam nel 1571.
processi furono in
genere più equi.

Colpevoli di eresia
Sotto, il rogo della "vegia", nel giorno di S.Antonio,
a Volongo (Cremona). Le streghe venivano
condannate al rogo in quanto eretiche e apostate.

Rapivano i bambini, si univano a

Satana, scatenavano le pestilenze:
e fra il Quattrocento e il Seicento
furono processate a migliaia Streghe
Focus 111
Una ossessione cominciata nei primi secoli dopo Cristo, ma
esplosa nel
Rinascimento
Firenze, 1520: impiccagione di
una contadina indemoniata.
S
treghe? A dare retta alla
cronaca degli ultimi anni,
esistono ancora. Nel 1981,
per esempio, una folla ha
ucciso in Messico a colpi di pietra
una donna accusata di aver pro-
vocato, con un suo maleficio, l’
attentato a Papa Woytjla. Cose da
Terzo mondo? Nel 1976, in un vil-
laggio tedesco, Elizabeth Hahn,
un’anziana donna accusata di tene-
re con sé, sotto forma di cani, alcu-
ni diavoli, è stata bruciata viva. E
l’anno seguente qualcosa di ana-
logo è accaduto ad Alençon, in
Francia. Episodi che hanno fatto
parlare sociologi e psicologi di per-
secuzioni mai dimenticate e sem-
pre sul punto di ritornare. Ma è
possibile? E che cosa fu, davvero,
la caccia alle streghe del passato?
● Data di nascita: 589 d.C.
L’ossessione della stregoneria
ha avuto, nel corso della storia,
due momenti fondamentali: i pri-
missimi secoli dopo Cristo (il terzo
e il quarto soprattutto) e il periodo
a cavallo fra i secoli XV e XVII. Il
primo momento coincise con l’af-
fermazione del Cristianesimo nel-
l’impero romano, quando la Chie-
sa nascente considerò manifesta-
zione diabolica il paganesimo, con
tutti i suoi riti. In precedenza, il
mondo greco e romano non cono-
sceva la visione ostinata del mondo
in due categorie, Bene e Male: gli
stessi dei erano, a seconda dell’u-
more, buoni o cattivi. Con la reli-
Frans Franken, dipinto
gione cristiana invece tutto cam-
biò: c’era un solo Dio, quello buono,
secolo. In primo piano,
una lama che esce da
e tutto ciò che era diverso era o-
pera del demonio. La predicazione
intransigente dei Padri della Chie-
sa produsse effetti nelle città: nelle
campagne, invece, i contadini ri-
Fiandre furono però il
primo Paese europeo
manevano fedeli ai culti remoti
della fertilità, della terra con i suoi
Focus 112
Malefici
"L'incantesimo" di
Strix, uccello notturno
fiammingo del XVI
L’ etimologia della parola
“strega” è ancora dub-
bia. In linea di principio pe-
rò il termine dovrebbe di-
un teschio, simbolo
del maleficio. Le scendere dal latino strix
Province unite delle (plurale: striges), che se-
condo i grammatici indica-
va una donna “che pratica
a porre fine alla la fattucchieria, e vola nel-
caccia alle streghe.
l’aria”. Le striges facevano
ciò trasformandosi in uc-
celli rapaci notturni, simi-
li al barbagianni. A sua
volta, il termine strix sa-
rebbe derivato, secondo
l’inquisitore domenicano
Bernardo da Como, dal
fiume infernale Stige. Altri
termini per indicare le
streghe erano: lamie (da
Lamia, mitica amante di
Giove, capace di trasfor-
marsi a piacere), masche
(in Piemonte e in val Pa-
dana), baggiure (in Liguria),
sagae (dal verbo latino sa-
gire, cioè sapere).
simboli, del ritmo delle stagioni.
Restavano, per così dire, più lega-
ti al paganesimo (parola che deriva
proprio da pagus, cioè luogo di
campagna), ed è per questo che la
stregoneria fu un fenomeno mag-
giormente diffuso nelle campagne.
Lo stesso termine “strega” com-
parve per la prima volta nel 589
dopo Cristo, riferito alle contadine.
Al tempo della Chiesa primitiva,
tuttavia, le persecuzioni nei con-
fronti delle supposte streghe non
furono né frequenti, né feroci. «La
conversione dell’Europa solo rara-
mente fu ottenuta con il ferro e
con il fuoco», spiega lo storico in-
glese Norman Cohn. «Le pratiche
pagane non sempre furono stron-
cate spietatamente, e le autorità
ecclesiastiche diedero spesso prova
di tolleranza».
● La strage nel Rinascimento
Perché tutto cambiò? E’ un fatto
che le “epidemie” di stregoneria, e
le persecuzioni di massa, sono
sempre avvenute in tempo di crisi,
Sabba e il periodo fra il Quattrocento e il
Seicento lo fu. «Si aggravarono le
"Hexenweihe" angosce collettive. Vi fu come un’
(il Sabba delle onnipresenza della paura: delle e-
streghe) del
pittore Oskar pidemie, soprattutto della peste, e
Wiedenhofer, di ogni forma di eversione sociale
tirolese. Le aree o politica. C’era il senso apocalit-
alpine italiane tico di una fine prossima, che secon-
furono le più do il matematico Stoffler avrebbe
interessate potuto verificarsi nel 1524», spiega
dai processi per Attilio Agnoletto, storico del Cri-
stregoneria. stianesimo. Vi furono carestie, in-
▼
Tutte figlie di Diana?
Ldo eneoccidentale,
streghe della tradizio-
cristiana, e del mon-
hanno avu-
guaci, vale a dire le anime
dei morti. Holda era bella
e maestosa ma, quando era
to illustri antenate nel mon- adirata, si manifestava
do antico. come una megera dal naso
Dea della stregoneria e re- adunco.
gina delle tenebre era, per
gli antichi greci, Ecate: le
sue serve più devote erano
le streghe della Tessaglia,
una regione della Grecia
settentrionale, capaci, se-
condo la tradizione, di tra-
sformarsi in uccelli e altri
animali, di utilizzare i pote-
ri delle erbe, di cibarsi di
altri esseri umani.
Anche la Diana dei romani
(corrispondente all’Arte-
mide dei greci e all’Ero-
diade dei giudei) veniva
spesso considerata una
strega, anche se meno ma-
ligna. Secondo documenti
della Chiesa risalenti al IX
secolo, Diana comandava
“i cavalieri della notte”.
Magia nera "Il gran caprone" di Francisco Goya, un dipinto con i
Ispirata a Diana era la dea
germanica Holda, che ca- "Diana sul carro" (1519),
simboli principali della magia nera: il demone, i pipistrelli, la luna e le streghe. In valcava i venti con i suoi se- del Correggio.
Spagna, tuttavia, i processi documentati alle streghe furono pochi: appena 3500.
Focus 113

numerevoli guerre (la sola Ger-
▼
mania era divisa in quattrocento
staterelli in lotta fra loro), fame e
rivolte popolari: le condizioni delle
genti di campagna non erano di-
verse da quelle medioevali, non si
conoscevano mezzi di conserva-
zione del cibo, e quel poco che c’e-
ra veniva saccheggiato dagli eser-
citi di passaggio. I diseredati che
si ribellavano diventavano, per il
potere costituito, i “servi di Sata-
na”. In più, il mondo cristiano era
scosso dalla Riforma protestante, e
dalla Controriforma cattolica: e la
caccia alle streghe risentì anche di
questo terribile conflitto. Risul-
tato? «Dal Quattrocento in poi la
paura delle streghe ha una crescita
inarrestabile, almeno stando alla
ossessiva repressione legislativa»,
ammette Agnoletto. Basta guar-
dare alle pene previste dalle varie
norme. A metà del Cinquecento
per l’“uso della magia tendente a
nuocere alla salute o ai beni altrui”
era previsto, in caso di prima con-
danna, un anno di prigione. Cin-
quant’anni più tardi ci sarebbe
stata la pena di morte. L’esuma-
zione di un cadavere per praticare
qualche magia non era nemmeno
previsto come reato, nel 1563. Nel
1604 si pagava, anche per questo
delitto, con il rogo.
● Centomila roghi
Quante furono le vittime della
caccia alle streghe? Dal momento
che in quel periodo non c’erano
statistiche, e che la maggior parte
dei documenti è andata perduta,
è difficile dirlo. Si è parlato di mi-
lioni di persone, ma non si tratta di
un dato verificabile: gli stessi inqui-
sitori amavano gonfiare le proprie
imprese. «Occorre anche distin-
guere fra il numero dei processi e
quello delle esecuzioni: e in mol-
tissime regioni europee il tasso di
esecuzione fu addirittura inferiore
al 25 per cento», spiega Brian Le-
Focus 114
Vedove, nubili
e soprattutto
ribelli: per
questo
sospette
Inghilterra, 1589: pubblica
impiccagione delle
tre streghe di Chelmsford.
vack, uno studioso americano che
ha fatto il censimento dei processi
alle streghe in Europa. In tutto, il
numero delle esecuzioni non do-
vrebbe superare le centomila, che
comunque non è poco. Molto più
elevato fu, ovviamente, il numero
delle persone inquisite, incarcera-
te, torturate: qui siamo, sì, nell’or-
dine dei milioni. Anche perché
secondo gli esperti dell’epoca le
streghe erano veramente un’infi-
nità. “Sono a migliaia, ovunque, si
moltiplicano sulla terra come ver-
mi in un giardino”, scrisse nel 1602
il demonologo Henri Boguet.
● Dove?
Le zone delle persecuzioni furo-
no soprattutto quelle di lingua
tedesca. Metà dei roghi che abba-
gliarono i cieli d’Europa arsero in
un’area che corrisponde all’attua-
le Germania (Friburgo, Bamber-
ga). La caccia fu molto attiva an-
che in Polonia e in Svizzera (Gi-
nevra), in Scozia e in Inghilterra
(nell’Essex), e in Francia (le regio-
ni meridionali). Benché numerosi,
furono comunque di meno i pro-
cessi tenuti nei Balcani, in Spagna
e in Italia. Nel nostro Paese le zone
maggiormente interessate dalla
caccia alle streghe furono quelle
settentrionali: valli piemontesi,
ponente ligure, Lombardia (Val-
tellina) e Veneto.
● Donne, soprattutto
La stregoneria non era un cri-
mine specificamente femminile. E’
vero che le donne erano più facil-
mente sospettate e processate a
causa del loro sesso, tanto che gli
inquisitori tedeschi Sprenger e In-
stitor, autori del famoso Malleus
maleficarum, arrivarono a scrivere
che il termine latino foemina, don-
na, derivava da fe (fede) e minus
(minore). Ma è anche vero che ci
furono anche uomini processati e
arsi per stregoneria: in alcune aree
Tutte al Sabba? Colpa di un fungo
La scienza moderna ha svelato molti
dei misteri riguardanti i malefici
e il comportamento delle fattucchiere.
I
cerchi diabolici erano, secon-
do la tradizione, la traccia del
girotondo compiuto di notte,
durante il Sabba, attorno agli
alberi: perfette circonferenze for-
mate da funghi, che denunciano il
luogo dove si è tenuto un conve-
gno diabolico. Ma che cosa ne pen-
sano, oggi, gli scienziati? Giorgio
Samorini, etnobotanico bologne-
se: «La spiegazione è abbastanza
semplice. In Italia molte specie di
funghi, come l’Agaricus campe-
stre, il Marasmius oreades, il Tri-
cholomia columbetta o altri, pro-
ducono questo effetto. Utilizzando
le sostanze nutritive del terreno
ed esaurendole, dopo un po’ il
fungo è costretto a ricrescere in
una zona che ne sia ancora ricca,
espandendosi in tutte le direzioni
e creando così la figura geometri-
ca. Inoltre provoca con le proprie
tossine “l’avvelenamento” del ter-
reno, espandendosi quindi in cer-
chi sempre più ampi».
L’accusa più comune che si
rivolgeva alle streghe era quella
di avere rapporti con il demonio.
E loro stesse erano pronte a giu-
rare che i loro fantasmagorici viag-
gi, avvenissero con modalità più
che reali. «In effetti in qualche
modo tali viaggi furono “reali”»,
suggerisce Alfonso Maria di Nola,
professore di Storia delle religio-
ni a La Sapienza di Roma. «Per lo
meno come può essere reale un
“viaggio” fatto sotto effetto di una
qualsiasi droga allucinogena. E’
noto infatti che le streghe, prima
dei Sabba, si cospargevano di un
unguento composto di sostanze
vegetali che, analizzate in labora-
torio, si sono poi rivelate sostanze
psicoattive». Uno dei primi ad a-
vere un interesse scientifico per
tale unguento fu il medico spa-
gnolo Andreas Laguna nel 500.
Venuto in possesso quasi per caso
di due vasetti, li analizzò, scopren-
do che erano costituiti da erbe so-
porifere. Tra queste, c’erano la
Cicuta virosa, il Solanum nigrum,
XVI secolo: brodo di bisce e
galli per scatenare l'uragano.
Sopra, "La strega",
una incisione
del 1532 di
Hans Weiditz.
e l’Atropa belladonna.
Antonio Pollio, ricercatore
presso l’istituto di botanica dell’
università di Napoli, conferma:
«Analizzate da un punto di vista
chimico-farmacologico, le sostan-
ze che rientrano nella composi-
zione dell’unguento delle streghe,
possono paragonarsi ai moderni
allucinogeni. Dall’Atropa bella-
donna, per esempio, sono stati
estratti alcuni alcaloidi come l’a-
tropina. L’intossicazione dovuta
a queste sostanze è caratterizzata
da eccitazione psichica accompa-
gnata da allucinazioni».
Pane maledetto?
Macché, mal fatto
Ma il mondo notturno delle
streghe medievali, poteva perfino
avere un’origine involontaria.«A
quel tempo, la scarsezza dei grani
nobili», sostiene Pieri Camporesi,
ordinario di Letteratura italiana
all’università di Bologna, «porta-
Una xilografia
del XV secolo:
trasformate
in animali le
streghe volano
al Sabba.
Una donna
sedotta dal
Diavolo, dal
celebre manuale
"De Lamiis", di
Ulrich Molitor.
va a panificare con graminacee
dai semi stupefatti come il loglio.
Il Lolium temulentum , è una gra-
minacea la cui tossicità è indubbia.
L’avvelenamento, in genere ca-
suale e dovuto ad accidentale me-
scolanza del loglio con i grani per
la panificazione, ha serie conse-
guenze sul sistema nervoso cen-
trale». Al posto del grano, era inol-
tre molto diffuso il raccolto della
segale, che, se infetta, può avere
degli effetti sorprendenti sull’or-
ganismo umano. Spiega Giorgio
Samorini: «Nelle spighe di segale
o di vari generi di cereali, possono
essere presenti I cornetti di un
fungo, la Claviceps purpurea, della
famiglia delle Calvicipitaceae.
Queste producono un gruppo di
alcaloidi derivati dall’acido liser-
gico. Lo stesso, per intenderci, che
portò alla scoperta dell’LSD».
Tutto l’insieme di strati estatici e
di possessione provocati di fatto
dall’ingestione di ergot (segale
cornuta), si mescolava e si confon-
deva con questo mon-
do visionario, magico
e superstizioso così
caratteristico del
medioevo europeo.
Visti quindi gli effetti
che l’ergot ha sull’or-
ganismo umano, è
più che probabile che
le allucinazioni, le il-
lusioni, lo stato con-
fusionale di molti de-
gli accusati di stre-
goneria, siano stati
frutto di agenti chi-
mici più che di agenti
demoniaci. Mary Kil-
bourne Matossian,
ordinario di storia
dell’università del
Maryland, ha scoperto stretti
parallelismi tra “epidemie” di
ergotismo convulsivo e accuse di
stregoneria. Tra il 1560 e il 1660 i
tribunali antistregonici lavoravano
con una foga mai conosciuta pri-
ma. Ciò sarebbe dovuto alla gran-
de diffusione dell’ergot.
Fate bollire
un bel rospo...
«Fu un secolo freddo», spiega la
Matossian, «e gli inverni freddi
rendono vulnerabile la segale au-
mentando il rischio di formazioni
degli alcaloidi. Casi del genere
non appartennero comunque solo
al medioevo. Anche se sporadi-
camente, casi di ergotismo avven-
nero durante la Rivoluzione fran-
cese, nella Russia dell’800 e fino al
nostro secolo in Europa».
Le streghe non usavano solo le
piante ma anche magici ingredien-
ti, come pelle di rospo e coda di
lucertola, che rientravano nel fu-
moso calderone. Anche qui è la
chimica che in parte dissipa le
nebbie del simbolismo magico. Le
ghiandole e la pelle di rospo, il
Bufo vulgaris come altri, posso-
no considerarsi delle vere e pro-
prie “fabbriche chimiche” che
producono almeno ventisei tipi di
sostanze, tutte biologicamente at-
tive. Una di queste, isolata la pri-
ma volta nel 1902, è il composto 5-
OH-DMT, chiamato comunemen-
te bufotenina, un potente agente
allucinogeno che collaborava, in-
sieme agli elementi botanici, ai
“viaggi delle streghe”. ■ questi prodigi, accoppiandosi a lui
Claudio Corvino
d’Europa raggiunsero il 25 per
cento del totale dei condannati.
Comunque le streghe erano so-
prattutto donne! Si riteneva fosse-
ro più deboli dei maschi, più incli-
ni alla lussuria, e dunque più fa-
cilmente tentate dal demonio. I-
noltre, nei paesi di campagna era-
no soprattutto loro a esercitare le
funzioni di cuoche, guaritrici e le-
vatrici, professioni molto “espo-
ste” alle accuse: l’uccisione di un
neonato era, fra l’ altro, un delitto
da strega per eccellenza, visto che
era con le carni e il grasso di bam-
bini non ancora battezzati che si
credeva venissero compiuti molti
malefici. Ma di quale età erano?
«I pochi dati che possediamo, de-
sunti dai processi, indicano che la
maggior parte delle presunte stre-
ghe aveva un’età media superiore
ai 50 anni», spiega Levack. «Anzi-
tutto perché prima di arrivare ad
accusare una persona ci volevano
anni di indagini. Poi perché, trat-
tandosi di guaritrici, dovevano a-
ver raggiunto la conoscenza delle
erbe e dei rimedi naturali dopo un
lungo periodo di apprendimento
e di esperienza. Infine perché le
persone anziane danno più spes-
so segni di eccentricità». Oltre che
vecchie e dissolute, le supposte
streghe erano generalmente vedo-
ve o nubili: in effetti all’inizio dell’
Età moderna, a causa di guerre ed
epidemie, il numero delle vedove
salì enormemente, e così il numero
delle nubili, che spesso conduce-
vano una vita autonoma.
● Accuse di ogni tipo
Di quali colpe erano accusate le
streghe? Praticamente di ogni cosa
non andasse per il verso giusto. In
origine si limitavano a predire il
futuro, a “tirare le sorti” (da qui il
termine francese sorcier, “chi fa le
sorti”), a preparare filtri d’amore e
a procurare il malocchio. In segui-
to i poteri loro attribuiti si estesero:
«La strega immobilizza i bastimen-
ti sul mare, arresta i mulini a vento,
inaridisce le mammelle alle muc-
che, impedisce al grano di germo-
gliare, annerisce il pane e gela il vino
nelle botti», scriveva nel XVIII se-
colo Grillot de Givry nel Musée
des sorciers. «Volano in aria caval-
cando scope e caproni, uccidono i
bambini per cibarsene, guarisco-
no le malattie senza conoscere la
medicina, si tramutano in animali,
prendono le sembianze dei defun-
ti». E così via. Il delitto più terribi-
le e importante, tuttavia, era quel-
lo di base: rinnegare la religione e
affidarsi a Satana per compiere
nei Sabba. Era così che, per man-
darle a morte, non c’era bisogno
▼
Focus 115
Poi vennero Galileo e Newton Volti noti
sulle Alpi
a spiegare Dolomiti: una
maschera
propiziatoria
come era con le fattezze
di una strega.
Sullo sfondo il
fatto il mondo monte Schlern.

Milano, 1626: Satana marchia

una strega apprendista.

di provare altra accusa che l’eresia.

▼

Sotto tortura le donne confessa-

vano (e magari chiamavano in cau-
sa altre donne, pur di mettere fine
ai tormenti), e spesso non c’era
bisogno di altre prove.
● Ma volavano davvero? Inquietante souvenir?
La questione del volo notturno Uno scultore di Castelrotto intaglia
delle streghe verso il Sabba fu di- streghe in legno, per turisti.
battuta da teologi e demonologi
per quasi dieci secoli. Sotto tortu-
ra, in realtà, le donne ammetteva-
no facilmente d’essersi recate vo-
lando all’incontro con il Diavolo, e
il fatto non era di secondaria im-
portanza: soltanto dimostrando
che una strega era davvero capace
di volare nella notte si poteva in-
fatti affermare la sua essenza dia-
bolica. Altrimenti si poteva dimo-
strare che aveva violato la legge Quattrocento anni fa, nell'Appennino...
degli uomini, ed era ladra, adulte- Qui sopra, Triora (Imperia). Nel 1588 vi fu un famoso processo
ra o pazza, ma non quella divina. per stregoneria. In alto, una stampa dell'epoca racconta.
A sostenere che il volo notturno L'insegna non
era una realtà erano inquisitori Canon episcopi (le donne sono sì del dubbio e della verifica), e so-
come Bernardo da Como o Silve- fa più paura ispirate dal demonio, ma credono prattutto il convincimento, sulla
stro Prierias. I loro argomenti era- In Alto Adige solo di volare), e le opinioni dei pri- base degli studi di Galileo Galilei e
no di tipo indiretto, e biblico: se (come in altri mi lucidi cervelli rinascimentali, di Copernico, di Isaac Newton e
luoghi italiani)
Simone Mago era stato sollevato il ricordo della come il giurista piacentino Pon- di Keplero, che l’universo funzio-
in aria dai diavoli, e lo stesso Cristo caccia alle zinibio o Andrea Alciato: le stre- nava secondo leggi fisiche regolari
portato dal deserto al pinnacolo streghe diventa ghe erano soprattutto da curare e prestabilite, e non era quindi affi-
del tempio, perché il demonio non un' attrazione: perché invasate, o comunque ma- dato al caso, agli spiriti e alle forze
avrebbe potuto fare lo stesso con qui a sinistra, late di mente. Quanto al volo, biso- soprannaturali.
delle povere donne? Contro que- un'insegna gnava semmai pensare agli effetti «A questa nuova mentalità si ag-
ste opinioni c’erano i documenti di Castelrotto. sulla psiche di alcune misteriose giunse la riforma giudiziaria», so-
della Chiesa più antica, come il sostanze (vedere box a pagina 114). stiene infine Levack. «Fu discipli-
nato e proibito l’uso della tortura,
● La fine della caccia e dunque non si ebbero più con-
La biblioteca dell'Inquisitore: ecco i best seller Perché a un certo punto, a caval- fessioni estorte con il dolore insop-
lo fra il Seicento e il Settecento, lo portabile. E fu introdotto, anche
S ulla base di quali testi
operavano gli inquisito-
ri, per riconoscere, porre
tedeschi Jakob Sprenger e
Heinrich Institoris, appro-
vato dai teologi di Colonia
nel 1510): apprezzate per
la praticità di consultazio-
ne (erano in ordine alfabe-
Guazzo (morto nel 1640),
in tre libri, è il riassunto di
tutto quanto era stato scrit-
sterminio ebbe termine? I motivi
furono diversi. Ci fu, anzitutto, un
nei processi per stregoneria, la
condizione che il maleficium com-
sotto accusa, processare e nel 1487. Tre parti: 1, tico), e per l’agilità. to sino a quel momento: lento ma costante mutamento di piuto dalla donna, e il suo patto
condannare al rogo le stre- dimostrazione dell’esisten- Formicarius. Opera di con ampie citazioni di oltre mentalità. Già nel Seicento molti con il Diavolo, fossero provati in
ghe? Ce ne furono moltis- za delle streghe e del rap- Johann Nider, composta nel 320 autorità in materia. filosofi, teologi e scienziati aveva- maniera inconfutabile. Il che non
simi, e a essi si aggiunsero porto con Satana; 2, poteri 1437, cinque libri, è il primo De strigibus. Opera com- no messo in dubbio l’esistenza e era ovviamente possibile». ■
i documenti canonici e le delle streghe e rimedi nei trattato demonologico com- patta e sistematica, oltre l’operato delle streghe. Queste o- Elizabeth Albani
bolle pontificie. Alcuni, però, loro confronti; 3, il proces- pleto che sia arrivato a noi, che molto rigorosa di Barto- pinioni si estesero gradualmente
furono più importanti di altri. so. in forma di dialogo fra un lomeo Spina (1474-1546), alla maggioranza delle classi euro- Per saperne di più:
Malleus maleficarum. Fu De strigiis e Lucerna “ignorante” e un “teologo”. il quale vi riassunse tutta la
il trattato più completo, inquisitorum. Opere di Compedium malefica- propria esperienza di inqui- pee colte: presto poi sarebbero ve- Abbiati, Agnoletto, Lazzati, La
monumentale, opera dei Bernardo da Como (morto rum. Di Francesco Maria sitore a Modena. nuti il pensiero di Cartesio (cioè il Oggi come ieri, antichi gesti propiziatori stregoneria, Mondadori.
rifiuto dei dogmi, e l’applicazione a Sul portone del castello di Grazzano Visconti (Piacenza), uccelli inchiodati per motivi propiziatori: Brian Levack, La caccia alle stre-
ogni ragionamento del principio le streghe venivano anche tenute lontane ponendo, sull'uscio, una scopa di saggina rivoltata. ghe, Laterza.

Focus 116 Focus 117

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