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fortezza sigiriya palazzo reale

Sigiriya: la leggenda dell’antica fortezza


costruita sulla roccia
L'impatto, anche a distanza, è straordinario, ma è solo
avvicinandosi che ci si rende conto della complessità e del mistero
che avvolge questa meraviglia della Terra
18 Febbraio 2022




In un posto tanto lontano, quanto meraviglioso e suggestivo, esiste una fortezza


costruita su una roccia, e in essa incastonata, che è considerata l’ottava meraviglia del
mondo. Stiamo parlando dell’enigmatica e straordinaria Sigiriya, la reggia dello Sri
Lanka, sospesa tra terra e cielo e tra realtà e leggende.

Situata su una collina vulcanica ad un’altezza che sfiora i 370 metri, la fortezza,
completamente scolpita nella pietra, è stata riconosciuta nel 1982 come Patrimonio
dell’Umanità da parte dell’Unesco. In ogni periodo dell’anno, qui, si recano migliaia di
viaggiatori provenienti da tutto il mondo.

L’impatto visivo è quasi devastante: la fortezza emerge prepotentemente dalla natura


incontaminata dello Sri Lanka per stagliarsi contro il cielo. Ma è solo avvicinandosi,
passo dopo passo, che ci si rende conto della complessità, apparentemente inspiegabile,
di una delle più incantate meraviglie del nostro Pianeta.

Sigiriya

Sigiriya: tra realtà e leggende


Situata nel Distretto di Matale, nelle vicinanze di Dambullain, la fortezza costruita su
una roccia vulcanica che possiamo vedere oggi è fatta risalire al V secolo d.C, tuttavia
secondo gli storici e gli archeologici le sue origini affondano le radici in epoche ben più
antiche. È probabile che le popolazioni antiche abitassero o utilizzassero questa altura
già 10000 anni fa.

La costruzione è fatta risalire alla volontà del re Kasyapa che scelse proprio l’ammasso


magmatico per costruire la sede del suo intero, una reggia naturale contraddistinta da
giardini, affreschi e disegni scolpiti nella roccia. La storia vuole che per insidiarsi nel
regno, il re uccise suo padre e bandì suo fratello per poi ergere il suo straordinario
palazzo.

Ma la scia di sangue collegata a questo regno non era destinata a finire. Secondo la
storia, infatti, a seguito di un’invasione il sovrano si suicidò e la montagna vulcanica fu
restituita ai monaci buddisti che ci abitavano prima che questo si insediasse, gli stessi
che l’abitarono, secondo le fonti, fino al XIV secolo.

La storia potrebbe finire qui ed esaudire così la curiosità di molti di noi, ma la verità è
che questa narrazione non spiega la complessità dell’intera fortezza. Attraversando la
fortezza, infatti, è impossibile non notare tutti quei dettagli all’avanguardia che
sembrano inspiegabili per un epoca così lontana. E poi ci sono quelle donne, misteriose e
bellissime, che appaiono negli splendidi affreschi della parte inferiore della fortezza.

Questi possono essere spiegati da un’altra versione della storia che conosciamo e che
dipinge il re Kashyapa come un uomo molto bello e potente circondato da molte
donne. Quelle raffigurate, quindi, sarebbero proprio le sue concubine.

Naturalmente ci sono altre storie che ruotano attorno a questo sito e che riguardano
proprio la terra dello Sri Lanka. Secondo alcuni, la fortezza sarebbe stata eretta per
imitare il regno di Kuvera, dio della ricchezza, e le figure sugli affreschi delle divinità.

Sigiriya

Le fauci del leone


Per avere le idee ancora più chiare – o forse ancora più confuse – c’è anche un elemento
imprescindibile che dobbiamo considerare, ovvero la presenza di due possenti zampe
di un leone. Le troviamo proprio all’ingresso del portale che conduce sulla parte
superiore della fortezza.

Il nome stesso Sigiriya, composto dai due termini sinha e giriya tradotti come leone e
gola, è un chiaro riferimento all’animale. Secondo gli storici le due grandi zampe sono
solo i resti della figura di un leone, forse proprio con le fauci spalancate che facevano da
ingresso.

Questo ha portato a tante altre teorie e ipotesi, anche più misteriose, per giustificare in
qualche modo la costruzione di un luogo così straordinario. Qualche anno fa, la
ricercatrice Amelia Sparavigna, ha ipotizzato un collegamento tra il complesso
archeologico di Sigiriya e lo zenit del Sole. Il suo studio ha aperto la strada a nuove
ipotesi relative alla funzione astronomica del sito esistente, prima ancora delle storie e
delle leggende che ora conosciamo.

Sigiriya

Tag: Castelli Luoghi misteriosi
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L’incredibile mistero dello “stargate”


nello Sri Lanka
A Ranmasu Uyana esiste un grafico che si presume sia una
mappa per svelare i segreti dell'Universo
9 Maggio 2021




La città sacra di Anuradhapura in Sri Lanka è uno di quei luoghi incredibili


della Terra in cui essere risuonano racconti di UFO e avvenimenti ultraterreni.
Conosciuta come Rajarata (Terra dei Re) e Patrimonio UNESCO, è stata il primo
regno fondato sull’isola nel 377 a.C. ed è oggi cuore della cultura buddista
locale, uno dei luoghi più visitati che attrae pellegrini da tutto il Paese al
cospetto dei suoi antichi templi buddisti e degli stupa giganti a forma di cupola.

Ma non è tutto. Qui, a Ranmasu Uyana, antico parco urbano di circa 16 ettari
circondato da tre templi buddisti, esiste un grafico che si presume sia una
mappa per svelare i segreti dell’Universo.

Con un diametro di circa 1,8 m, il Sakwala Chakraya (che in singalese


significa “ciclo dell’Universo”) è stato scolpito sulla superficie di una bassa parete
rocciosa tra le rovine del parco.
La sua facciata anteriore appare visibile solo a livello del suolo e quattro sedili
sono stati ricavati nella roccia piatta di fronte per fornire l’area di visione ideale.
Sia la mappa che i sedili, anch’essi di origine misteriosa, hanno lasciato perplessi
storici, archeologi e accademici per più di un secolo.

Secondo il professor Raj Somadeva, professore senior di archeologia presso


l’Università di Kelaniya, la carta potrebbe essere un’opera del 7 secolo d.C
durante la seconda grande fase di sviluppo della città ma la sua esistenza,
funzione o qualsiasi altro indizio a essa correlato non è menzionato in nessun
documento storico.
Sebbene si sappia poco della carta e del suo scopo, l’iconografia è
incompatibile con altre incisioni del periodo Anuradhapura (III-X secolo d.C.).
Il centro del grafico è costituito da sette cerchi concentrici divisi da linee
parallele verticali e orizzontali. Gli scomparti rettangolari contengono piccoli
cerchi incrociati.
A un occhio inesperto, ci sono figure che ricordano ombrelli o arco e frecce, un
aquilone, linee ondulate e forme cilindriche. Un anello esterno raffigura animali
marini: pesci, tartarughe, cavallucci marini.

Inoltre, se confrontato con altre incisioni dello stesso periodo come


il Sandakada Pahana, che raffigura viti, cigni e un loto, tutti segni tipici
dell’iconografia buddista, il grafico è privo di contesto religioso.

Il primo accademico a notare l’importanza archeologica della carta è stato H C P


Bell, funzionario pubblico britannico nominato primo Commissario per
l’archeologia di Ceylon nel 1911, secondo cui raffigurerebbe “un grafico
cosmografico dei vecchi tempi che illustra con semplicità ingenua le nozioni
buddiste dell’universo”.

È stata poi la condivisione di foto sui social media negli ultimi anni a puntare di
nuovo i riflettori sul mistero.
Molti turisti hanno notato parallelismi tra la carta di Anuradhapura e siti simili
in altri Paesi da alcuni ritenuti “portali stellari“, antiche porte attraverso le
quali gli esseri umani potevano entrare nell’Universo.
La loro teoria sostiene che il grafico contenga il codice segreto per sbloccare
il portale.

Altri hanno notato che lo stargate di Anuradhapura ha forme e simboli quasi


identici a quelli trovati ad Abu Ghurab in Egitto e La Puerta de Hayu Marka in
Perù.
La somiglianza più sorprendente riguarderebbe la vicinanza all’acqua con il
bacino idrico di Tissa Weva, costruito nel 300 a.C: sia Abu Ghurab che La Puerta
de Hayu Marka vennero edificati accanto all’acqua, sostanza che, secondo la
teoria dello stargate, permetteva agli extraterrestri di elaborare l’oro.

Tuttavia, secondo il professor Somadeva, “archeologicamente c’è poco che


suggerisca che si tratti di uno stargate” e una conclusione più sensata potrebbe
essere che la carta sia una prima mappa del mondo, come già suggerito da
Bell, in quanto “almeno dal 250 a.C, gli Sri Lanka avevano un’idea chiara degli
oggetti nel cielo e nello spazio”.

Tra ipotesi e teorie più o meno accreditate, il presunto stargate dello Sri


Lanka rimane ancora avvolto nel mistero ma ha suscitato intorno a sé
grande curiosità uscendo finalmente dall’anonimato cui sembrava destinato da
secoli.

Tag: Luoghi misteriosi

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