Sei sulla pagina 1di 36

Lettere 03maggio-2016.

qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 99

N. 3
maggio
NOTIZIARIO INTERNO DELLA CONGREGAZIONE DI SAN GIUSEPPE 2016
GIUSEPPINI DEL MURIALDO

SOMMARIO

Documenti 82
“In tuttI I mIeI annI la mIserIcordIa…”, circ. n. 51, p. Mario Aldegani 82
UnA ben UnitA fAMigliA, documento conclusivo Conferenza interprovinciale 2016 86
iii SeMinArio PedAgogiCo internAzionAle dellA fdM, Sintesi finale 92

Atti del Consiglio Generale 94

Testimonianze e studi 95
Accenti giuseppini sulla pastorale, Vincenzo molinaro 95
Sintesi dei lavori del seminario su San giuseppe, tullio locatelli 98
Passione per dio, passione per gli uomini, marco d’amaro 102
Misericórdia: expressão apaixonada do amor de deus, Geraldo Boniatti 104

Cronaca 107
Cronaca del padre generale e del consiglio (nov. 2015-mag. 2016) 107
Cronaca dalle province e dalle comunità 110

Recensioni e pubblicazioni 113

Nella casa del Padre 114


Madre elisa rigon 114
P. giovanni turcato 114

Genitori defunti di confratelli 115


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 82

DOCUMENTI

IL PADRE GENERALE

Roma, 18 maggio 2016


Festa di San Leonardo Murialdo
Circ. 51

“ IN TUTTI I MIEI ANNI LA MISERICORDIA DI DIO MI LASCIO’ UN ISTANTE? ”


Il Murialdo Santo della Misericordia

Cari confratelli,
il Murialdo è un santo della Misericordia: essa è al centro della sua spiritualità e della sua
santità.
Benedetto XVI nell’udienza del 26 aprile 2010, cui era presente una grande rappresentanza
della Famiglia del Murialdo, ha detto: “Mi piace sottolineare che il nucleo centrale della
spiritualità del Murialdo è la convinzione dell’amore misericordioso di Dio: un Padre sem-
pre buono, paziente e misericordioso, che rivela la grandezza e l’immensità della miseri-
cordia con il perdono. Egli si considerò sempre un uomo graziato da Dio misericordioso”.
Con l’indizione dell’anno giubilare della Misericordia penso che Papa Francesco
ha fatto centro nel cuore della Chiesa e nel cuore del mondo!
Misericordia è ciò di cui il mondo e i cuori hanno bisogno oggi!
Perché abbiamo bisogno di sentirci amati e che qualcuno ce lo dica;
perché viviamo spesso nella insoddisfazione e nell’inquietudine: non siamo con-
tenti di noi stessi, abbiamo paura di non piacere agli altri, viviamo spesso sotto stress, sotto
ansia da prestazione, in un mondo dove tutto si compra e tutto si vende.
Tutto questo pesa sulla nostra vita e nelle nostre relazioni.
Nella grande onda della misericordia, le cose sono molto diverse: la misericordia è
dono ed è gratis.
A noi spesso manca proprio il senso della gratuità, da cui sgorga la gratitudine!
La misericordia è liberante: libera le relazioni dal gioco del “do ut des” e ci pone
nel flusso della gratuità reciproca.
Andrea Tornielli in Il nome di Dio è misericordia, il libro-intervista realizzato con
Papa Francesco, scrive: “Viviamo in un mondo e in una società che ci abitua sempre meno a
riconoscere le nostre responsabilità e a farcene carico: a sbagliare, infatti, sono sempre gli
altri. Gli immorali sono sempre gli altri, le colpe sono sempre di qualcun altro, mai nostre.

82 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 83

E viviamo talvolta l’esperienza di un certo clericalismo di ritorno, tutto intento a tracciare


confini, a “regolarizzare” la vita delle persone, attraverso l’imposizione di prerequisiti e
divieti che appesantiscono il già faticoso vivere quotidiano. Un atteggiamento sempre pronto
a condannare e molto meno ad accogliere. Sempre intento a giudicare, ma non a chinarsi
con compassione sulle miserie dell’umanità” (p. 9).

C’è un’immagine bellissima che usa il Papa nell’intervista a Tornielli: “La miseri-
cordia è come il cielo: noi guardiamo il cielo, tante stelle, ma quando viene il sole, al mat-
tino con tanta luce, le stelle non si vedono. Così è la misericordia di Dio: una grande luce
di amore, di tenerezza, perché Dio perdona non con un decreto, ma con una carezza!” (p.
12). E ancora a pag. 97: “La misericordia sarà sempre più grande di ogni peccato, nessuno
può porre limiti all’amore di Dio che perdona. Se soltanto guardiamo a lui, se alziamo lo
sguardo ripiegato sul nostro io e sulle nostre ferite, e lasciamo almeno uno spiraglio al-
l’azione della sua grazia. Penso al miracolo delle nozze di Cana: Gesù trasforma in vino
l’acqua delle giare che servivano per la purificazione rituale, per lavarsi dalle proprie spor-
cizie spirituali… compie un miracolo con ciò che a noi appare impuro…”.

Il tema della misericordia è centrale nella esperienza di Dio di San Leonardo Mu-
rialdo e nel suo cammino di fede e di santità.
Nei suoi scritti il Murialdo ci ha lasciato pensieri bellissimi sul tema. Li troviamo nella “An-
tologia delle fonti carismatiche” (volume I, p. 66-67):
“Dio è più buono e misericordioso di quanto pensiamo, infinitamente più buono”.
“Chi mai potrà dubitare della bontà e della misericordia di Dio?”.
“Dobbiamo confidare nella misericordia divina e abbandonarci fiduciosi nelle
braccia paterne di un Dio sovranamente buono e misericordioso”.
“In tutti i miei anni la misericordia di Dio mi lasciò un istante?”.
“La parabola del figliol prodigo è un’invenzione di Gesù Cristo ed è una fotografia
del cuore di Dio. E’ di fede che se io faccio un passo verso Dio, Egli mi viene incontro, mi
accoglie, dimentica tutto e mi fa tante feste da fare invidia”.
“Tutti forse siamo stati figli prodighi, lontani dal Padre, o per i peccati o per la
tiepidezza. Al nostro primo passo per ritornare al Signore, Egli ci corre incontro con le sue
grazie, ci abbraccia e ci dà il bacio di pace”.

Sentite come Papa Francesco ha commentato la parabola del Padre Misericordioso


nella Domenica della Misericordia del 2013: “A me fa sempre una grande impressione ri-
leggere la parabola del Padre misericordioso, mi fa impressione perché mi dà sempre una
grande speranza.
Pensate a quel figlio minore che era nella casa del Padre, era amato; eppure vuole
la sua parte di eredità; se ne va via, spende tutto, arriva al livello più basso, più lontano
dal Padre; e quando ha toccato il fondo, sente la nostalgia del calore della casa paterna e
ritorna.
E il Padre? Aveva dimenticato il figlio?

Lettere Giuseppine 3-2016 83


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 84

No, mai. É lì, lo vede da lontano, lo stava aspettando ogni giorno, ogni momento:
è sempre stato nel suo cuore come figlio, anche se lo aveva lasciato, anche se aveva sper-
perato tutto il patrimonio, cioè la sua libertà; il Padre con pazienza e amore, con speranza
e misericordia non aveva smesso un attimo di pensare a lui, e appena lo vede ancora lontano
gli corre incontro e lo abbraccia con tenerezza, la tenerezza di Dio, senza una parola di
rimprovero: è tornato!
E quella è la gioia del padre. In quell’abbraccio al figlio c’è tutta questa gioia: è
tornato!”.

Il Murialdo racconta: “Al riformatorio di Bosco Marengo venne un genitore a par-


lare del figlio discolo. Si chiama il figlio: esso viene e appena vede il padre che da tempo
non aveva più visto, gli corre incontro per abbracciarlo. Il padre lo respinge dicendo: “Ti-
rati indietro mascalzone! Ricordati di quanto hai fatto!”. Ah! Dio non fa così con noi! Ap-
pena noi facciamo, anche da lontano, un passo verso di lui, come il figlio prodigo, anche
solo per interesse spirituale, Egli ci corre incontro, ci getta le braccia al collo, ci bacia, ci
pone l’anello al dito e fa un convito di allegrezza. Sono io che ho inventato la parabola?
Chi la inventò? La inventò Gesù Cristo per dipingere il suo cuore” (Antologia, volume I,
p. 69).

La parola “misericordia” mette insieme “miseria e cuore”: è il cuore di Dio che si


avvicina alla nostra miseria, nel suo desiderio amoroso di risollevarci, di guarirci, di sal-
varci.
Mi pare che il Murialdo ha vissuto così la sua fede: come una consapevolezza molto
viva e sincera della sua fragilità, indegnità e peccato, ma, nello stesso tempo, con una co-
scienza fortissima della misericordia di Dio.
Nel Vangelo la strada della misericordia, potremmo dire, è la strada che va da Ge-
rusalemme a Gerico e l’icona della misericordia è quella del samaritano, colui che mette il
suo cuore accanto alla miseria di quell’uomo ferito dai banditi e abbandonato sul ciglio della
strada; su quella strada viene generato l’uomo nuovo, che vede gli altri con gli occhi di Cri-
sto.
L’esperienza che facciamo della misericordia di Dio su di noi non può che aprirci
gli occhi, farci guardare attorno a noi e riconoscere gli appelli che Dio ci rivolge attraverso
il nostro prossimo.

Ricordiamo quelle parole del Murialdo: “Volgete un istante lo sguardo intorno a


voi. Vedete la moltitudine dei ragazzi poveri, traviati che, in città e in campagna, vittime
infelici della miseria e sovente del vizio altrui, vanno in giro oziosi per le vie, per le piazze…
” (Antologia, volume I, p. 220).
Noi che facciamo esperienza della misericordia di Dio su di noi, non possiamo vol-
gere le spalle alla gente e rinchiuderci nel nostro piccolo mondo.
Se veramente siamo discepoli, riusciremo a comprendere il comportamento del Si-
gnore, il nostro cuore si dilaterà e avremo viscere di misericordia. Ci faranno soffrire allora

84 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 85

le sofferenze, le miserie, gli errori, la solitudine, l'angoscia, le pene degli uomini nostri fra-
telli. E sentiremo l'urgenza di aiutarli nei loro bisogni e di parlare loro di Dio, perché impa-
rino a conoscerlo come Padre e a vivere da figli.
La misericordia è la via maestra della Chiesa che, come Giovanni, pone il capo sul
cuore del suo maestro e ha lo stesso battito del Suo Cuore.
E’ la via indicata dal Papa Francesco, che ci chiede di entrare con compassione nelle
notti di tanti nostri fratelli e di ravvivare in essi la luce di Cristo, fosse pure una piccola
fiammella vacillante… perché la Verità che ci dà la Vita non è sempre la luce potente di un
faro che illumina la notte e da lontano indica il cammino, a volte è una fiaccola che illumina
anche per pochi metri il passo di chi cammina nel buio.
Ci conceda la misericordia di Dio di crescere ogni giorno verso la pienezza della
nostra umanità nell’Amore, conquistando lo sguardo di Dio sulla vita, sugli altri, sul mondo,
su noi stessi: uno sguardo benevolente e fiducioso, uno sguardo sereno e comunque sempre
rasserenato dall’incontro con Cristo: “La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera
di quelli che si incontrano con Gesù” (EG1).

Buona festa di San Leonardo Murialdo a tutti!


Con affetto e viva cordialità.

Lettere Giuseppine 3-2016 85


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 86

CONFERENZA INTERPROVINCIALE 2016


Torino/Roma – 23/30 aprile
DOCUMENTO FINALE

UNA BEN UNITA FAMIGLIA


“Farò entrare in voi il mio Spirito
e rivivrete” (Ez 37,14)

E’ la forza dello Spirito che dà vita,


che raduna ciò che è disperso,
unisce ciò che è diverso e gli dà un’anima.
La potenza di Dio può trasformare le ossa aride in un corpo vivo,
il deserto in una pianura verdeggiante.
Accogliamo anche le nostre fragilità e le nostre debolezze
come una benedizione:
in esse si rivela la forza del Signore:
“quando sono debole, è allora che sono forte” (2 Cor 12,10)
(dal CG XXII)

PRESENTAZIONE

Cari confratelli,
la conferenza interprovinciale 2016 è cominciata a Torino con la partecipazione al III
Seminario Pedagogico Internazionale e alla conclusione della Festa del Carisma della pro-
vincia italiana, che hanno avuto il loro momento finale nella celebrazione alla Chiesa della
Salute, presso l’urna del Murialdo, il 25 aprile.
Tanti religiosi, Murialdine e laici presenti hanno detto: “Che bel momento di famiglia:
la nostra famiglia carismatica, la Famiglia di San Leonardo!”.
Questo momento ci ha incoraggiato e animato a vivere poi i giorni del nostro lavoro in
casa generalizia, dal 26 al 30 aprile, in spirito di comunione e di famiglia.
E’ stato un momento di “ben unita famiglia” raccogliere le riflessioni di tutte le province
sul tema “Voglia di fare comunità” e rilevare ciò che il papa, in Amoris Laetitia, ha eviden-
ziato a proposito della famiglia: che nonostante tante difficoltà e problemi è vivo il “desi-
derio di famiglia”, di comunità in mezzo a noi. Siamo invitati a viverlo nella prospettiva di

86 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 87

una comunità aperta, in uscita, nell’incontro e in comunione con la Famiglia del Murialdo,
con i giovani, con i poveri.
E’ stato un momento di “ben unita famiglia” condividere il cammino e i risultati delle
assemblee triennali, che sono state celebrate qualche mese fa in tutte le realtà territoriali.
E’ stato un momento di “ben unita famiglia” fare il punto sul cammino di costruzione e
consolidamento della Famiglia del Murialdo, nella quale ci riconosciamo.
E’ stato un momento di “ben unita famiglia” approfondire i contenuti e il senso di una
“economia di comunione” e confrontarci su un primo tentativo di bilancio consolidato di
congregazione, per rafforzare il senso della nostra unità e interdipendenza.
E’ stato un momento di “ben unita famiglia” verificare le forme dell’impegno della nostra
congregazione nella formazione dei giovani confratelli: sono 127 in questo momento, una
grande benedizione e una grande responsabilità.
E’ stato un momento di “ben unita famiglia” incontrarci con il consiglio generale delle
nostre sorelle Murialdine e parlare insieme dei nostri prossimi capitoli generali, della fami-
glia carismatica, di come prepararci a vivere con grazia la prevista beatificazione del P. Gio-
vanni Schiavo, con ogni probabilità nel 2017. Insieme abbiamo celebrato il Giubileo della
Misericordia e attraversato la porta santa come porta della speranza e dell’impegno alla fe-
deltà creativa al nostro carisma e ad una sempre più profonda e concreta comunione tra le
nostre famiglie religiose.
Vi abbiamo portato nel cuore e nella preghiera, anche riconoscendo le nostre fragilità e
peccati, nella fiducia che anche la debolezza può diventare forza, quando si affida e si con-
segna a Colui che è il nostro sostegno, il nostro cammino e la nostra gioia.
Vi salutiamo con affetto.

Don Mario Aldegani, padre generale


con i confratelli della Conferenza Interprovinciale

Roma, 30 aprile 2016

  

VOGLIA DI COMUNITA’

1 Riteniamo che l’iniziativa di verificare la “voglia di comunità”, alla luce del n. 35 del
CG XXII, è stata un’occasione opportuna per accompagnare le comunità e i confratelli
sul cammino di rinnovamento indicato dallo stesso capitolo generale.
2 Ci riconosciamo nella sintesi presentata, che può costituire per le comunità un aiuto a
continuare la riflessione. Viene espresso un chiaro bisogno di fare comunità, perché
essa è percepita importante per la nostra vita religiosa. Occorre “aprire le parole” per

Lettere Giuseppine 3-2016 87


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 88

intendere un modo nuovo di concepire la comunità, che va realizzata nell’insieme delle


relazioni che fanno incontrare attorno al carisma religiosi e laici.
3 In modo particolare evidenziamo:
3.1 Appare evidente che la situazione di cambiamento generale influisce nella consi-
derazione e nell’esperienza concreta in cui si esprime la vita fraterna, anche se manca
una vera riflessione su come le nostre comunità assumono, vivono e si lasciano inter-
pellare dai cambiamenti in atto. Di fatto sembra più facile riferirsi al passato o rinchiu-
dersi nel presente piuttosto che guardare al futuro. Facciamo nostro l’invito di papa
Francesco nella Lettera ai Consacrati: “Guardare il passato con gratitudine, vivere il pre-
sente con passione, abbracciare con speranza il futuro”, per assumere uno stile nuovo
nel vivere la vita consacrata.
3.2 La condivisione spirituale e la corresponsabilità apostolica, pur affermate come
elementi fondanti la fraternità, non determinano ancora rapporti ricchi, coinvolgenti, ca-
paci di sostenere un cammino comunitario condiviso.
3.3 Riteniamo importante entrare con convinzione nelle prospettive che papa Fran-
cesco sta indicando al cammino della Chiesa, invitata ad essere sempre meno autorefe-
renziale e sempre più “missionaria”, “in uscita”, “in comunione”.
4 Affidiamo al consiglio generale il compito di restituire a tutti i confratelli gli apporti e
le riflessioni maturate attorno al tema “Voglia di comunità”.
5 Prendiamo atto che mancano ancora una riflessione e una interpretazione condivise sul
tema della “comunità murialdina” (CG XXII, 48ss). La lettera circolare prevista per
l’anno 2017 sul tema della corresponsabilità carismatica dei laici potrà offrire spunti di
ulteriore riflessione sulla FdM e sul cammino verso la comunità murialdina.

RIFLESSIONE SULLE ASSEMBLEE TRIENNALI

6 La celebrazione delle consulte triennali e la visita sessennale hanno messo in evidenza


luci ed ombre che segnano la nostra realtà di congregazione oggi. Da una parte si evi-
denzia l’impegno nel vivere la nostra identità giuseppina sia nella vita comunitaria
come nella dimensione apostolica, dall’altra parte c’è una certa difficoltà a leggere i
segni dei tempi, a tentare nuove esperienze, a rispondere in modo nuovo alle domande
dei giovani, specie dei giovani poveri.
7 Riaffermiamo il bisogno di maturare uno sguardo sulla realtà di congregazione che sia
ricco di fede, di benevolenza, di misericordia, di speranza.

LA PASTORALE NELLA FAMIGLIA DEL MURIALDO

8 Prendiamo atto del lavoro fatto dalla Commissione Internazionale di Pastorale (es.: la
F@D, il documento per la pastorale giuseppina, i quattro volumi di riflessione su “La
Pedagogia dell’Amore – Educazione del Cuore”, il III seminario pedagogico). Resta
l’impegno di dare più attenzione alla pastorale giuseppina nelle parrocchie.

88 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 89

9 Raccomandiamo ad ogni provincia di favorire la diffusione, la conoscenza, l’ appro-


fondimento e l’applicazione del documento “Educare nello Stile del Buon Pastore –
Orientamenti per la Pastorale Giuseppina”.
10 Facciamo nostro l’impegno di dare una migliore organizzazione alla FdM, intesa come
“famiglia carismatica”. In particolare nella proposta di un “Movimento Laicale Mu-
rialdino” vediamo la possibilità di organizzare in forma più strutturata e rappresentativa
la molteplice “galassia laicale” legata al carisma, in modo tale che abbia un suo ricono-
scimento ufficiale come le altre componenti nella stessa FdM (CSJ, MSJ, ISMur). Chie-
diamo pertanto al consiglio generale di offrire nei prossimi mesi i necessari strumenti
di riflessione che aiutino alla comprensione dei cammini proposti.

ECONOMIA DI COMUNIONE

11 Prendiamo atto dell’impegno del consiglio generale di attrezzarsi per l’organizzazione


di un economato che possa rispondere, per capacità e competenza, agli obiettivi che gli
sono propri. Siamo ancora distanti da un’economia di congregazione improntata alla
piena comunione, che può crescere tra di noi con l’adesione sincera e fattiva nelle ini-
ziative che richiedono la partecipazione di tutti.
12 Approviamo il bilancio consuntivo 2015 e il bilancio preventivo 2016 dell’ ammini-
strazione centrale ed esprimiamo la nostra soddisfazione per lo stile di redazione e pre-
sentazione degli stessi, improntato a trasparenza e competenza, oltre che all’oculatezza
e alla prudenza nella gestione economica.
13 Confermiamo l’impegno a redigere i bilanci consolidati provinciali, secondo il nuovo
piano dei conti comune, entro il 31 maggio di ogni anno, in modo da poter conoscere
annualmente la reale situazione economica, finanziaria e patrimoniale della congrega-
zione. Questo ci consentirà inoltre di poter fare un’efficace programmazione economica
e applicare il criterio “multi-parametro” per la distribuzione dei costi comuni.
14 Incoraggiamo le province a continuare il lavoro già in atto di suddivisione delle respon-
sabilità e dei rischi inerenti le attività di carattere istituzionale e le attività economica-
mente produttive.
15 Accogliamo positivamente il modulo di formazione economica di base, presentato dal-
l’economato generale, e auspichiamo che venga diffuso nelle province ai vari livelli di
formazione e che possa essere arricchito ed implementato alla luce delle esperienze lo-
cali.
16 Non potendo ancora applicare il criterio “multi-parametro” relativo alla determinazione
dei contributi delle province all’amministrazione centrale per la suddivisione dei costi
comuni, confermiamo anche per il 2016 i criteri e i relativi importi applicati nel 2015.
17 Esprimiamo apprezzamento per l’impegno delle province nella comunione dei beni a
favore della nuova presenza in Nigeria. Condividiamo l’intenzione del consiglio gene-
rale di promuovere forme di sostegno economico per uno sviluppo apostolico signifi-
cativo della nostra presenza in India.

Lettere Giuseppine 3-2016 89


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 90

18 Riteniamo opportuno che il consiglio generale continui a studiare le modalità di incre-


mentare ed utilizzare il fondo formazione, non solo per sostenere le province con più
formandi, ma anche perché questa istanza sia sentita come impegno di tutta la congre-
gazione.
19 Chiediamo che il rapporto tra l’amministrazione centrale e gli economi provinciali, ini-
ziato dalla commissione economica generale permanente in occasione dell'elaborazione
del piano dei conti comune, venga intensificato per rafforzare i legami di vicinanza e
collaborazione al fine di giungere a scelte e decisioni sempre più condivise.

UNITARIETA’ NELLA FORMAZIONE

20 Crediamo che l’unitarietà nella formazione sia un valore anche nel contesto delle attuali
sperimentazioni sui percorsi formativi nelle singole province, ed in particolare sulla
collocazione dell’esperienza del tirocinio secondo la Racc. 16 del CG XXII, e nella
conseguente flessibilità nei percorsi formativi.
21 Condividiamo che l’unitarietà va perseguita sul criterio guida della personalizzazione
dei cammini formativi e dell’accompagnamento personale che consenta un discerni-
mento vocazionale in ogni tappa formativa.
22 Ribadiamo con forza che la nostra formazione è anzitutto alla vita religiosa giuseppina
garantendo un percorso formativo attento alla dimensione carismatica, pastorale e pe-
dagogica, nel contesto della FdM.
23 Ci impegniamo, in seguito all’attuale sperimentazione sui percorsi formativi, ancora
non conclusa, ad una verifica condivisa tra formatori e formandi alla fine del sessen-
nio.
24 Valorizziamo positivamente nel cammino dell’unitarietà della formazione, alcune espe-
rienze internazionali in atto: la formazione a distanza dei tirocinanti, il corso di prepa-
razione alla professione perpetua e la formazione dei formatori.
25 Alla luce della verifica sull’esperienza del semestre pastorale per i teologi dell’Istituto
“S. Pietro” di Viterbo, vediamo l’opportunità che siano le singole province, in collabo-
razione col consiglio generale e l’équipe formativa, ad organizzarlo garantendone gli
obiettivi specifici.

INCONTRO CON IL CONSIGLIO GENERALE DELLE MURIALDINE

26 Abbiamo condiviso alcune riflessioni sulla realtà della FdM, in modo particolare sul
senso di sentirsi “famiglia carismatica”. Sulla proposta di dare una forma di organizza-
zione e di rappresentanza ai laici che fanno riferimento al carisma murialdino, siamo
rimasti dell’avviso che occorra continuare la riflessione, facendo partecipi sia le nostre
congregazioni sia i laici.
27 Guardando con gioia alla prevista beatificazione del venerabile P. Giovanni Schiavo,

90 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 91

forse a fine ottobre 2017, siamo stati informati del lavoro che le diverse commissioni
stando già realizzando in Brasile. Rimane per tutti il compito di animazione spirituale
e carismatica in vista di tale evento.

PROGRAMMAZIONE UNITARIA 2016/2018


VERSO IL CAPITOLO GENERALE XXIII

• Abbiamo stabilito che la conferenza interprovinciale 2017 si svolgerà a Tlalpan


(Città del Messico), dal 5 al 10 giugno.
• Abbiamo confermato che, nel 2017, saranno organizzati dal consiglio generale due
corsi in preparazione alla professione perpetua, uno nel mese di aprile (in lingua inglese)
e uno nel mese di luglio (in lingua italiana).
• Abbiamo stabilito che nel 2017, in concomitanza con la prevista beatificazione di
P. Giovanni Schiavo, sarà organizzato in Brasile il secondo incontro dei giovani con-
fratelli sacerdoti (entro i 5 anni di ordinazione) dell’America Latina.
• Abbiamo stabilito che il capitolo generale XXIII del 2018 si svolgerà a Quito –
Ecuador, dal 2 al 23 giugno.

CALENDARIO
2017
Corso PPP (lingua inglese) Roma aprile
Conferenza Interprovinciale Città del Messico 5/10 giugno
Corso PPP (lingua italiana) Roma luglio
Incontro Giovani Sacerdoti Brasile data da definire
Beatificazione P. Schiavo Brasile data da definire

2018
XXIII CAPITOLO GENERALE Quito / Ecuador 2 - 23 giugno

************************************

“Dobbiamo confidare nella misericordia divina e abbandonarci fiduciosi nelle braccia


paterne di un Dio sovranamente buono e misericordioso”.

(S. Leonardo Murialdo)

Lettere Giuseppine 3-2016 91


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 92

III SEMINARIO PEDAGOGICO INTERNAZIONALE DELLA FDM


“Sulla scia del Murialdo…
educatori per il nuovo millennio”
Torino, 21 – 25 aprile 2016

SINTESI FINALE

1. Il carisma è memoria vivente aperta al futuro. Tenendo viva la memoria, ci


apriamo alle grandi sfide educative di oggi. Allo stesso tempo, abitando le sfide, sentiamo
la dinamicità e la forza profetica del carisma. I temi proposti da papa Francesco (le periferie,
la cultura dell'incontro, la misericordia, la Chiesa in uscita...) ci trovano in sintonia e ci
fanno avvertire l'attualità del carisma e le possibilità a cui esso ci apre. Avvertiamo poi che
il carisma è prima di tutto una questione di stile e di animazione di processi; più che da de-
finire, è un dono da assecondare.

2. Siamo chiamati al rinnovamento di atteggiamenti e di mentalità. I luoghi e


gli strumenti formativi vanno ripensati con queste attenzioni. La cura dei processi, il dialogo,
la condivisione delle buone pratiche, l'attenzione alle dinamiche comunicative e alla corre-
sponsabilità ci aiutano a cambiare.

3. La questione educativa è sempre di più una questione di contesto relazionale.


Non dobbiamo pensare isolatamente i ragazzi, le loro famiglie e il loro territorio, e noi edu-
catori, ma dobbiamo pensarci insieme nel contesto educativo. Ci educhiamo e cambiamo
insieme. Siamo chiamati ad educare e a formarci in una logica di alleanze (tra educatori, tra
famiglia, scuola e comunità ecclesiale...), sentendoci dentro il contesto sociale e culturale,
abituandoci a posizionarci bene nelle relazioni e in un clima di fiducia reciproca. Tutto ciò
rende conto del fatto che l'affettivo (il cuore) è sempre di più il perno dell'educazione, senza
togliere niente all'attenzione all'integralità della persona.

4. L'esperienza educativa ci coinvolge profondamente nel nostro cammino per-


sonale. Tutto parte dall'esperienza personale, dal lasciarci educare, dal sentirci amati da
Dio. Siamo coinvolti spiritualmente e affettivamente. È molto importante anche riconciliarci
con le nostre difficoltà e i nostri fallimenti. Questi devono anche entrare di più nella condi-
visione tra educatori e nelle esperienze di formazione. Siamo amati da Dio anche se poveri
e peccatori: in questo l'esperienza spirituale del Murialdo ha una straordinaria attualità.

5. Le fragilità possono essere forza e momento fecondo. Dentro le fragilità del


mondo giovanile si nascondono possibilità. La cultura della competitività e dell'individua-

92 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 93

lismo enfatizza il fatto che bisogna farcela da soli e che bisogna conformarsi a degli standard
sociali e culturali. Talvolta la stessa educazione ecclesiale è vittima di questa logica. È ne-
cessario, invece, lasciar emergere una antropologia della fragilità e dei legami interperso-
nali.

6. Ci lasciamo ispirare da Gesù educatore e dalla pedagogia di Dio. Il Vangelo


è fonte di ispirazione per noi educatori e alimenta la nostra spiritualità educativa. Pregando
e realizzando la Parola intercettiamo e ci facciamo segno dell'azione educativa di Gesù.
Anche nel Vangelo, il contributo speciale della prassi educativa di Gesù è innanzitutto una
questione di stile.

7. Il richiamo del Murialdo: "ne perdantur", ci apre a tutti i ragazzi e giovani


poveri, e ci fa abitare il loro punto di vista. Il Papa ci incoraggia a saper abitare le periferie,
ad apprendere a vedere le cose e a risolvere i problemi dalla prospettiva delle periferie. In
tal modo prendiamo le distanze dalla cultura dello scarto e operiamo anche noi per la cultura
dell'inclusione e dell'incontro.

8. Il documento: Educare nello stile del Buon Pastore – Orientamenti per la pastorale
giuseppina costituisce un ottimo strumento per tener vive le sensibilità educative mu-
rialdine, per costruire comunione e corresponsabilità e per interpretare le problematiche
educative, sociali e culturali di oggi. Esse possono essere accostate e studiate, in momenti
e percorsi formativi, da ottiche diverse: spirituale, carismatica, ecclesiale, antropologica,
ecc.

9. Laddove siamo presenti dovremmo saper cogliere le nuove emergenze educative, ad


es., in alcuni contesti, l'emergenza immigrati e profughi. L'opera non deve chiuderci ma
deve essere aperta al territorio e alle nuove esigenze. Nuove esperienze e nuovi tentativi
possono portare a trasformare l'opera e a valorizzare diversamente le strutture. Questa aper-
tura implica la disponibilità a misurarci con i grandi temi culturali di oggi: l'interculturalità,
il mondo digitale e dei network, le contraddizioni dei processi economici mondiali, le sfide
dell'ambiente e della cura della terra...

10. La misericordia è al cuore del nostro carisma e può dare ispirazione e prospettiva
alla nostra educazione. Essa è non solo il cuore della nostra esperienza spirituale ma può
essere chiave di interpretazione privilegiata della nostra azione educativa. Un bisogno di
misericordia è nel cuore di ogni giovane e anche di ciascuno di noi. È attesa di riconosci-
mento, di amore gratuito, di ricevere fiducia, di perdono e di stimolo e accompagnamento
della crescita. Intercettare questa attesa (e riconoscerla in noi) ci aiuta a dare un tono di po-
sitività alla nostra azione educativa e ci apre all'amore personale, gratuito, attuale e miseri-
cordioso di Dio.

Lettere Giuseppine 3-2016 93


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 94

ATTI DEL CONSIGLIO GENERALE

NULLA OSTA PER AMMISSIONE AL SACERDOzIO

Diac. FLORIN PISTIEAN, Provincia Italiana; Diac. JEVARAJ JOSEPH WILLIAM,


VP USA-Messico.

NULLA OSTA PER NOMINA PADRE MAESTRO

P. FABIO VOLANI, padre maestro noviziato a Popesti-Leordeni, Romania, Provincia


Italiana.

AUTORIzzAzIONE LAVORI STRAORDINARI

Casa Generalizia, Roma, intervento per prevenire danni all’immobile per un totale di euro
15.000.

HANNO LASCIATO LA CONGREGAzIONE

P. ANTONIO LAUREANO DE SOUZA, incardinato nella diocesi di San Paolo, Brasile;


GOMEZ FLORES RODRIGO PABLO, religioso fratello di professione perpetua della
Prov. Argentina-Cile, ha ottenuto l’indulto;
DE OLIVEIRA ANDERSON, DE LIMA DANILO MARCOS, della provincia brasi-
liana, lasciano a scadenza voti temporanei;
MELETHUNDIL JOHNSON NORBERT, India, ha ottentuo al dispensa dai voti tem-
poranei.

  

94 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 95

TESTIMONIANZE E STUDI

Accenti giuseppini sulla pastorale


Elementi d’esperienza

1) LA VITA
Il primo aspetto che mi sembra fondamentale nella vita di un giuseppino (e quindi anche di
un membro della Famiglia del Murialdo) è il contatto con la realtà. Cari fratelli che vi af-
facciate alla nostra famiglia religiosa, cari confratelli, cari collaboratori… credo sia essen-
ziale il rapporto vero e sincero con la vita reale, la passione e la condivisione delle gioie e
dei dolori del nostro tempo. La vita “pastorale” giuseppina innanzitutto è deve essere
“vita”, non qualcosa che “scimmiotta” la vita. Ogni accento pastorale sarà inutile e falsato
se non nasce e si basa sulla vita. Cioè se non è radicato su una vita religiosa fatta di “vita
vera”: che vuol dire fede, famiglia, lavoro, affetti, passioni, silenzi, distacchi…
La vita religiosa oggi è ampiamente fuorigioco se non è innanzitutto vita! Per questo il
primo aspetto importante della nostra pastorale è credo innanzitutto la nostra normalità, il
nostro essere gente che vive pienamente radicata nel proprio tempo, ne conosce limiti e
speranza, condivide angosce e sogna un futuro nuovo e diverso.
Il religioso giuseppino non è disincarnato, formale, nascosto dietro un ruolo, legato alle ru-
briche, con un alone di clericalismo che gli fa da aureola. E’ invece come sale dentro la
massa, come lievito dentro la pasta…. Certo non è omologato all’ambiente ma vi è piena-
mente dentro, lo appassiona! “Voi siete nel mondo ma non siete del mondo”, dice Gesù.

2) IL CARISMA SPIRITUALE
Portatori di una vita nuova. Credo che come Famiglia del Murialdo siamo chiamati a dif-
fondere questo particolare aspetto della vita spirituale: la fiducia nell’amore di Dio, la fi-
ducia in Lui come generatore di speranza, di semplicità, di umiltà. Un tesoro spirituale che
smette di far vivere una vita spirituale attenta al raggiungimento di “perfezionismi morali”,
di elevazione dell’individuo… e si decentra decisamente sulla vita comunionale, sulla vita
fraterna come segno e concretizzazione della condivisione della vita trinitaria.
L’eredità spirituale del Murialdo trova oggi un grande aggancio culturale nella riscoperta
attuale delle nuove forme di vita religiosa.
La confidenza nell’amore misericordioso di Dio e questa sincera passione per l’uomo,
ecco i due pilastri del Murialdo. Ecco due agganci culturali all’oggi davvero provvidenziali:
il primo generatore di “speranza” in un mondo triste, pessimista, spaesato, disilluso; il se-
condo generatore di una “vera e condivisa ricerca del buono, vero e bello per l’uomo, di
una vera umanizzazione dell’umano” in un tempo di smarrimento antropologico radicale e
destabilizzante!
E l’uomo si inizia a “costruire” da bambino, da ragazzo… ecco la predilezione per i più
piccoli, per i giovani… e soprattutto per i più sfortunati, i meno avvantaggiati, i più po-
veri… Il Murialdo ricordava spesso che i bambini sono il futuro della nostra società oggi.

Lettere Giuseppine 3-2016 95


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 96

E Dio lo si comincia a “costruire” lasciandosi trovare da Lui, come? Ecco la grande intui-
zione del Murialdo… E’ Dio che ci cerca, è Lui il protagonista di questa storia…: il primo
lavoro da fare è smantellare tutte le nostre visioni personali di Dio, tutte le costruzioni
religiose di cui ci siamo arricchiti per arrivare a fare “nudi” l’incontro col volto misericor-
dioso di Dio. Egli non è un padrone da soddisfare, a cui sottostare, egli è l’amore tenero, at-
tuale, personale, infinito, misericordioso che mi conosce per nome e mi chiama…

3) L’AGIRE APOSTOLICO
E’ innanzitutto pratico: il laico collaboratore, il giuseppino, la murialdina, ecc… “lavora
con le sue mani” e non è impacciato mentre passa da una conferenza ad una falegname-
ria… o dalla cucina della comunità alla scuola, ecc…
E’ giovane-centrato: è un agire cioè che legge con sapienza e profondità l’ambiente in cui
ci si trova e cerca quello che i “segni dei tempi” richiedono per stare accanto ai giovani e
aiutarli a trovare quello che è necessario alla loro “vita”. Quindi il giuseppino, ecc… non
da risposte preconfezionate: non è il tipico religioso o laico che siccome una cosa l’ha fatta
da una parte… poi la ripete meccanicamente in ogni ambiente dove passa.
Al giovane serve catechesi perché nella vita gli serve la fede. Sapremo per questo trovare
le vie più adatte per annunciare il vangelo e formare le coscienze “servendosi” di qualsiasi
“strada” che il Signore ci metta davanti: in un certo luogo magari sarà lo scoutismo, ma non
per questo il giuseppino ad esempio “sposerà” questa strada e non saprà invece “valoriz-
zarla” ma senza disperdersi in essa…”; da un’altra parte magari sarà l’animazione sociale
e oratoriale e non per questo diventeremo “assistenti sociali” dimenticando il valore profe-
tico e di segno del vangelo; ecc… Non credo nel giuseppino trasparente, né tanto meno nel
laico “de-identizzato”…(“solo” focolarino, rinnovamento, neocatecumenale, ecc.). Nella
vita del giovane rimarranno in questo modo piantati dentro al cuore
esperienze/situazioni/segni che diventeranno poi i “semi della fede”…
Al giovane serve speranza e per questo il primo appassionato amico del giovane sarà la
sua comunità educativa, il suo educatore storico… il giuseppino. Non dimentichiamo quanto
sia attuale questa perdita di speranza che affonda le sue radici in un “precarismo” esisten-
ziale. Con il giovane lavoreremo a sogni di futuro, a segni di novità, curando particolarmente
l’aspetto culturale nella sua vita… Nella vita del giovane questi segni/esperienze rimar-
ranno come semi della futura virtù della speranza…
Al giovane serve carità e per questo la Famiglia del Murialdo la vivrà sulla sua pelle come
il suo primo vero vestito: vi siete rivestiti di Cristo! (Gal 3, 26-29). La carità non è mai stru-
mentale a … la carità “non serve” a … è il fine! Arrivare a vivere la carità come “immer-
sione nella vita nuova” è il tesoro spirituale del religioso e non solo che lo condividerà col
giovane, attraverso iniziative, progetti, campiscuola, missioni, ecc…, perché diventino que-
ste esperienze “semi della carità” che un giorno quel giovane dovrà far maturare e crescere
nella sua vita personale…

4) Spendo infine una parola sulle nostre Opere. Lo faccio perché se ne parla molto e se-

96 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 97

condo me non sempre nella prospettiva giusta e perché in realtà è un nervo scoperto del no-
stro tempo. L’onore o l’onere di una istituzione. Che il fare sia fare… l’ho detto io stesso
prima. Ma il primo fare è la testimonianza… la testimonianza della “vita nuova in Cristo”,
che ha voluto condividere con noi la vita d’amore trinitaria. Questa è in sintesi la chiamata
battesimale.
La nostra testimonianza - in particolare quella dei religiosi - si è troppo direttamente
espressa/tradotta col fare inteso come i servizi, le opere “religiose” che abbiamo assunto
nel tempo. Ecco le grandi congregazioni dell’ottocento, tra cui la nostra, che assumono in
maniera molto seria il fare opere sociali per rispondere “in emergenza” a lacune che la so-
cietà civile lasciava scoperte. Ma questo “fare le opere sociali” è una “traduzione temporale”
della testimonianza. La nostra identità, che si identifica con la testimonianza, non si
identifica con ciò che facciamo in termini di “servizio”.
Il servizio è legato ai segni dei tempi, al contesto, alla novità dello Spirito. Non dobbiamo
immedesimarci né con i nostri ruoli, né con quello che facciamo come servizio dentro una
determinata opera. Siamo chiamati anzi a rinnovare “il fare” perché sia espressione della
testimonianza: per questo le nostre opere “sono relative”… relative e subordinate alla crea-
tività dello Spirito e all’attenzione dei segni dei tempi.
Il giuseppino non sposa un’opera, un ruolo, un determinato servizio… ma li vive da un lato
“di passaggio” pur sapendosi sporcare le mani e dall’altro “come concretizzazione
storico/sapienziale” della testimonianza: è della vita nuova comunionale che noi siamo te-
stimoni.
Allo stesso tempo il laico si radica in un territorio con continuità, per la naturale sua situa-
zione, ma nella libertà dello spirito, nella novità del carisma che sa di dare risposte nuove a
tempi nuovi.

In conclusione sorelle e fratelli


il giuseppino, la murialdina, il laico…
vive come amico/a sorella/fratello madre/padre
(la vicinanza reale) (la vicinanza affettiva) (la vicinanza spirituale)

dei giovani
in una comunità di vita (laici e religiosi)
e secondo un agire comunitario ecclesiale (non leader battitore libero).

Vincenzo Molinaro

  

Lettere Giuseppine 3-2016 97


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 98

“ECCO, TUO PADRE ED IO, ANGOSCIATI TI CERCAVAMO” (Lc 2, 48)

SEMINARIO DI PREGHIERA E DI RIFLESSIONE SULLA FIGURA


DI SAN GIUSEPPE

1. Le congregazioni delle Suore di San Giuseppe - Federazione Italiana, degli Oblati di


San Giuseppe, dei Giuseppini del Murialdo, dei Fratelli della Sacra Famiglia, hanno or-
ganizzato un seminario di preghiera e di riflessione sulla figura di San Giuseppe; il se-
minario si è tenuto a San Giuseppe Vesuviano, Napoli, presso il Centro Giovanile dei
Giuseppini del Murialdo, a pochi passi dal santuario di san Giuseppe, nei giorni 8, 9, 10
aprile 2016. Una trentina sono stati i partecipanti in rappresentanza delle congregazioni
che l’hanno organizzato; ad essi si sono aggiunti altri studiosi e devoti di san Giuseppe.
E’ la seconda iniziativa di carattere nazionale che queste congregazioni religiose realiz-
zano in comunione tra loro. L’anno scorso infatti è stato celebrato un simposio nei giorni
30 aprile - 1 maggio in due sessioni, prima ad Asti e poi a Torino.
2. Il seminario è stato aperto da una serie di brevi relazioni con le quali ogni famiglia re-
ligiosa si è presentata, illustrando qualche passo della sua storia e mettendo in evidenza
il legame fondazionale con la figura di San Giuseppe. L’insieme delle presentazioni
hanno offerto una fotografia ricca di devozione verso san Giuseppe e, nel suo nome, di
servizio verso i fratelli più bisognosi. Storie di carità e di preghiera, di persone e di opere,
di attenzione alle nuove sfide e di ricerca di nuovi cammini. I vari interventi hanno messo
in luce anche il bisogno di un approccio biblico, teologico, liturgico, devozionale, alla
figura di san Giuseppe, sapendo di trarre da questo cammino nuova linfa per il proprio
carisma.
3. Proprio a partire da queste relazioni c’è la risposta al perché di un seminario su san Giu-
seppe. Nella introduzione ai lavori il padre Guglielmo Spirito, francescano conventuale,
osservava come ci sia bisogno di prendere atto che siamo di fronte ad un cambio antro-
pologico, con sfide che toccano il creato, la famiglia, le relazioni a qualsiasi livello, ecc.;
che esiste un problema di linguaggio e di recupero di una mentalità simbolica; che le
nostre famiglie religiose sono chiamate ad affrontare nuove sfide con docilità allo Spirito;
soprattutto, entrando nel tema del seminario, che possiamo riscoprire la figura di san
Giuseppe sposo-papà-educatore-rifugiato-operaio quale fonte di ispirazione per un cam-
mino capace di abitare le sfide e di cercare risposte.
4. La prima relazione, l’8 sera, è stata offerta da p. Mario Aldegani, superiore generale dei
Giuseppini del Murialdo, qui in veste di padre sinodale, avendo preso parte al sinodo
sulla famiglia. “Famiglia, paternità nel discorso sinodale”, il titolo della relazione. Il
discorso sinodale, secondo p. Mario, è stato un grande atto di amore verso la famiglia,
considerata una risorsa prima che un problema. Ripartire da Nazareth non vuol dire pro-
porre un modello inimitabile, ma riconoscere la bellezza, la dignità, il valore, di ogni fa-
miglia, nonostante le tante fatiche e contraddizioni che possono segnarla. L’esperienza
della Santa Famiglia di Nazaret ci porta a leggere la realtà della famiglia dentro il quo-

98 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 99

tidiano e l’ordinario di una vita fatta di relazioni, di incontro, di lavoro, di servizio. Una
famiglia che ha sofferto, che ha dovuto emigrare, che ha scelto di abitare in periferia,
che viveva del lavoro del capo famiglia, cioè di Giuseppe. Il “sì” detto a Dio da Maria e
da Giuseppe, ha fondato nel mistero di Dio il loro “sì” di uomo e di donna, con i loro
sogni e i loro desideri. Per Giuseppe il suo “sì” a Maria diventa la responsabilità paterna
verso il figlio che Maria porta in grembo; sposo e padre, educatore di Gesù e per questo
a servizio della storia della salvezza. Nel racconto del vangelo di Luca, Gesù al tempio
tra i dottori, Giuseppe non dice una parola dopo la risposta-domanda di Gesù alle parole
di Maria. Forse in quel momento, così difficile da capire, nel cuore di Giuseppe sarà ri-
suonato il “Non temere” detto a lui dall’angelo di Dio. Spesso si fa esperienza che le pa-
role non bastano e forse non servono di fronte al mistero che sempre di più segna le
nostre vite. Il silenzio di Giuseppe ci insegna cosa vuol dire accogliere la parola, stare
di fronte al mistero, custodire le parole di un Figlio, che a lui “padre” dice di un altro
“Padre”. Nel silenzio di Giuseppe cogliamo anche un certo stile di stare accanto al pros-
simo, vivendo quella prossimità feriale, ordinaria, quotidiana, che segna le relazioni fon-
damentali della nostra vita. E nella umile casa di Nazaret, Giuseppe ha vissuto il mistero
della relazione che è rispetto dell’altro, accoglienza delle differenze, attenzione alle fra-
gilità e alle risorse di chi ci sta accanto, per costruire storia insieme. Padre Mario termi-
nava il suo intervento ricordando le parole di papa Francesco sul custodire di Giuseppe:
“Il prendersi cura, il custodire chiede bontà, chiede di essere vissuto con tenerezza. Nei
Vangeli, san Giuseppe appare come un uomo forte, coraggioso, lavoratore, ma nel suo
animo emerge una grande tenerezza, che non è la virtù del debole, anzi, al contrario,
denota fortezza d’animo e capacità di attenzione, di compassione, di vera apertura al-
l’altro, capacità di amore”.
5. La mattina del 9 aprile si sono tenute le altre due relazioni fondamentali. La prima, dal
titolo “Dagli occhi di Maria, Giuseppe come uomo, sposo e padre” (lettura di Mt 1-2),
è stata offerta dalla biblista Rosanna Virgili. La relatrice ha voluto esprimere che cosa
volesse dire in quel contesto sociale, legislativo, religioso, il “sì” di Giuseppe ad acco-
gliere Maria in casa sua portando a compimento il contratto nuziale. Partendo da un testo
del vescovo Tonino Bello, sono stati illustrati alcuni aspetti del “dramma”, umano e re-
ligioso insieme, vissuto da Giuseppe: il suo affetto per Maria, il suo pensare di fronte
alla novità della maternità della sua sposa, la sua decisione di accoglierla in casa accet-
tando fino in fondo la responsabilità paterna che ne derivava verso il Figlio da lei con-
cepito per opera dello Spirito Santo, il suo coraggio di sposo e di padre nel mettere in
salvo la sua famiglia di fronte al pericolo, il suo compito di educatore di Gesù. In questa
vicenda di Giuseppe non vanno mai disgiunti gli aspetti umani e culturali da quelli più
tipicamente religiosi. Dare il nome al figlio è mettere se stessi nel figlio e a lui delegare
il proprio futuro; è assumere fino in fondo la responsabilità di offrire una casa, di intro-
durlo nella vita tramite l’educazione, di insegnargli un’etica; è saper difendere la propria
famiglia da ogni pericolo. Giuseppe ha compiuto tutto questo alla luce di quella parola
sentita nel sogno: Non temere! E’ credere che il Signore è sempre vicino, è vivere di

Lettere Giuseppine 3-2016 99


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 100

fronte a Dio le diverse vicende della vita, è scoprire nell’essere sposo casto e padre ver-
ginale la propria vocazione. La biblista ha voluto anche mostrare come la figura di Giu-
seppe vada compresa nella corretta lettura della storia di Abramo e del suo
desiderio-bisogno di avere un figlio; alla luce della vicenda di Giuseppe, che venduto
dai fratelli divenne il salvatore della sua famiglia; anche Giuseppe d’Arimatea, colui che
dona il sepolcro a Gesù, ha qualcosa da insegnarci: ogni padre sa che non può rispondere
a tutte le esigenze di un figlio, occorre sapere conoscere ed accettare i propri limiti. Nel
discorrere della biblista non sono mancati accenni all’attualità della figura di Giuseppe,
specie in campo educativo, ma anche come il capo-famiglia che ha scelto di abitare in
periferia, che ha provato il disagio dell’esilio, che ha lavorato per dare sicurezza alla sua
famiglia. Inoltre: sogno e profezia hanno determinato la vicenda di Giuseppe quale cre-
dente, esprimendo così la vera sapienza biblica che è stare di fronte a Dio perché si ac-
cetta che Dio entri nella nostra vita.
6. P. Ernesto Della Corte, sacerdote della diocesi di Salerno, ha sviluppato il tema “Giu-
seppe “facitore” della volontà di Dio”. Da biblista attento a ciò che dice il testo, ha vo-
luto mettere in risalto i veri significati delle parole usate dall’evangelista Matteo nel
racconto della vocazione di Giuseppe (Mt 1, 18-25). Giuseppe è detto “giusto, retto, in-
tegro”; Giuseppe non vuole “esporre al pubblico ludibrio, accusare pubblicamente”
Maria; Giuseppe pensa di “rimandare, lasciare, ripudiare” Maria. I termini stanno ad
indicare tutto il dramma di Giuseppe, che mentre si interroga su cosa fare, viene illumi-
nato dall’angelo che spiega che cosa sta avvenendo in Maria e a quale compito Giuseppe
è chiamato. Eusebio, Basilio Magno, Apollinare di Laodicea, Giovanni Crisostomo,
hanno riflettuto profondamente su questo testo mettendo in risalto come il deporre il ti-
more da parte di Giuseppe, segna il passaggio all’accettazione di quanto l’angelo a nome
di Dio gli propone, perché “Se infatti è certo ciò che accade secondo la legge, molto più
lo è quello che avviene secondo la grazia” (Apollinare di Laodicea). Un secondo spunto
di riflessione p. Ernesto lo ha offerto presentando Giuseppe quale modello di paternità,
riflettendo su i brani evangelici che mettono in risalto questo suo compito nei riguardi
di Gesù. Obbedienza ai disegni di Dio, responsabilità nel compimento dei propri doveri,
discernimento di fronte alle scelte che si presentano, sono componenti di uno stile di
agire che ci dicono che Giuseppe non è un semplice “esecutore passivo” della volontà
di Dio ma “facitore”, cioè sa realizzare con sapienza. Giuseppe vive una paternità dolce,
spogliata da ogni violenza e sopruso, frutto di un grande lavoro interiore, di cui il silenzio
è cifra non negativa, ma segno di una personalità mite e forte nello stesso tempo. Dopo
aver illustrato il legame tra Giuseppe e la regalità di Gesù, il relatore ha concluso il suo
intervento ricollegando la vicenda di Giuseppe con quella di Abramo, poiché si può af-
fermare che la paternità di Abramo arriva a compimento in Giuseppe, l’uomo giusto,
cioè di fede.
7. I Lavori di gruppo hanno permesso un confronto del tutto personale e singolare su
quanto condiviso, perché non si voleva che si rimanesse su un piano di conoscenza teo-
rica, seppur sostanziata dalle belle relazioni ascoltate. Nei gruppi ci si è chiesti se noi

100 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 101

oggi, figlie e figli di san Giuseppe, siamo riconosciuti secondo uno stile di vita fatto di
mitezza, tenerezza, accoglienza dell’altro, di cultura dell’incontro e del dialogo. In as-
semblea i segretari dei tre gruppi hanno riportato soprattutto un sentimento fatto di gioia
e di riconoscenza al Signore per questa vocazione tutta “giuseppina” che impegna in uno
stile di vita “nazaretano”, umile e forte, perché capace di incarnare nell’oggi della Chiesa
e del mondo un segno di consolazione e di speranza.
8. L’assemblea conclusiva, la mattina di domenica 10 aprile, ha voluto essere una risposta
concreta ad una esigenza manifestata fin dall’inizio dei lavori del seminario e confermata
nelle relazioni dei gruppi di riflessione: non perdere questo spirito di comunione per
continuare a riflettere insieme sulla figura di san Giuseppe, specifico riferimento per la
vita spirituale ed apostolica delle congregazioni presenti. Per questo si è dato vita ad un
Gruppo di lavoro che sarà formato dai diversi rappresentanti delle famiglie religiose
“giuseppine”, femminili e maschili. Non sono mancati dei suggerimenti concreti perché
il Gruppo di lavoro possa organizzare altri momenti di riflessione e di preghiera, quali
esercizi spirituali, settimane giuseppine…
9. La solenne celebrazione eucaristica, presieduta da p. Michele Piscopo, superiore generale
degli Oblati di San Giuseppe, nel santuario di san Giuseppe ha concluso i lavori del se-
minario. Un momento celebrativo che ha raccolto anche i vari momenti di preghiera
condivisi durante i lavori del seminario; lodi, vespri, preghiera “giuseppina”, celebra-
zione eucaristica, hanno infatti scandito le giornate di riflessione.
10.Un grazie corale a quanti hanno preparato il seminario e a quanti vi hanno partecipato
con passione ed entusiasmo. Un grazie in anticipo a quanti vorranno partecipare al lavoro
che si prospetta sulla figura di san Giuseppe, sapendo che insieme sarà più bella la nostra
risposta a servizio della Chiesa e del mondo.

Tullio Locatelli

  

Lettere Giuseppine 3-2016 101


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 102

Passione per Dio, passione per gli uomini. Il fascino della vita consacrata
giuseppina per un giovane della formazione iniziale

Carissimo,
desidero scriverti questa lettera perché, anche se non ci conosciamo, io e te siamo fratelli:
fratelli in Gesù e presto – lo spero – fratelli in san Leonardo Murialdo.
A motivo di questa nostra particolare «parentela», voglio raggiungerti con qualche pensiero
in libertà che spero ti faccia piacere leggere e, perché no, magari meditare.
Come te, qualche anno fa chiesi alla congregazione dei Giuseppini di far parte di questa fa-
miglia un po’ speciale ed ora mi trovo a conclusione del mio percorso formativo. Sì, una
vera famiglia; ma anche speciale perché diversa da tutte le altre famiglie. Una famiglia forse
poco famigliare, ma con grandi ricchezze e ideali da donare e testimoniare.
Già dalle prime righe che ti scrivo, voglio confidarti che la formazione è un periodo tosto,
che alterna giorni di felicità e chiarezza a giorni di nebbia, buio e tristezza; per questo però,
per questo misterioso alternarsi di sentimenti, è un periodo importantissimo, ricchissimo e
fondamentale per la nostra vita di religiosi. È in questo tratto di vita che riesci ad avere il
tempo per le «cose di Dio». Non che tutta la tua vita poi sarà altro da Dio, ma la formazione
è una palestra dove l’allenamento è duro ed è intensivo, per arrivare alla grande sfida che è
consacrare per sempre la tua vita al Signore. Il suo fascino, te ne accorgerai più avanti, lo
potrai trovare anzitutto se farai un serio allenamento… Come si dice nel mondo sportivo:
«la partita si inizia a giocare in allenamento!».
Bene, detto tutto ciò, ti vorrei parlare più nello specifico di argomenti che io ho scoperto
essere molto importanti per la mia vita di religioso giuseppino e che sono stati importanti
per il nostro caro fondatore; ti accorgerai, come è successo a me, che il Signore chiama gli
uomini per il suo progetto, ma questo progetto non è altro che proprio quel progetto che più
si addice a noi; è come il vestito migliore, quello che ci sta meglio, quello che indossiamo
una volta per tutte. Ti accorgerai – se è vera vocazione – di quanto la tua vita non sia distante
dall’esperienza di vita e di fede di san Leonardo e che quei sentimenti che lui ci ha lasciato
li potrai rivivere nella tua vita ed essere così, insieme a tanti confratelli, l’erede del carisma
che lo Spirito Santo ha lasciato alla Chiesa iniziando con lui – il Murialdo – e confidando
in noi.
L’augurio, quindi, non è che quello di essere sempre affascinato per ogni istante che il Si-
gnore ti dona per consacrarti a lui. E questo significa scoprire ogni giorno il germe del-
l’amore dentro di te: amare è la tua vocazione, la vocazione di ogni uomo. Amare è il primo
«precetto» che dovrai osservare, soprattutto in questo tempo di divisioni, discordie, guerre…
Amare ti farà essere pienamente uomo, come Gesù, e più sarai amante più sarai davvero
creatura ad immagine e somiglianza di Dio; più – cioè – sarai testimone di «umanesimo».
Già il popolo ebraico, aveva ascoltato da Mosè la somma di tutti i precetti: «Tu amerai il
Signore, tuo Dio, con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze» (Dt 6,5). Questo
significa che il compito, la meta, l’obiettivo di ciascun «chiamato» da Dio è quello di rico-
noscergli il primato nella nostra vita, essergli fedele, perché è Lui l’ancora, il faro, la stella

102 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 103

polare. Senza questo sforzo di metterlo al centro della nostra vita, del nostro cuore, dei nostri
pensieri, del nostro tempo rischiamo di perdere la bussola… perché siamo stati chiamati a
questo: amare Dio totalmente e amare i fratelli che lui ci dona. Ci esorta così il Murialdo:
«Diamo a Dio tutto il cuore, ma tutto, non riservando nulla» (Ep., IV, 1500) così da essere
«tutti di Dio, per sempre e sinceramente» (Scritti, II, 258).
So bene, e lo sperimento continuamente, che questo non è assolutamente facile; anzi, gli
ostacoli sono molteplici e le trappole ben nascoste; il peccato, l’errore sono subdoli, talvolta
travestiti alla perfezione e di perfezione; la strada sbagliata è talvolta la via brevis e istinti-
vamente preferibile. Ti dico: forza, sempre forza e tanta confidenza nella misericordia e
nella potenza di Dio! Quando non riesci ad amarlo, lasciati amare e in questo gesto Lui ti
insegnerà cosa fare per ritornare da Lui.
Seguire Gesù Cristo è un’azione, una decisione attuativa, non un concetto, non una semplice
presa di posizione. Appunto perché non stiamo parlando di un’idea, non sempre la nostra
sequela è radicale. Qualche volta capita che riserviamo degli spazi del nostro intimo per noi
stessi, solo per noi. Non ti voglio impaurire ma questo pericolo è uno dei più comuni, uno
dei più vissuti; nasce dalla paura e quest’ultima ci crea tanti disagi, talvolta ci rende schi-
zofrenici e non coerenti, ci fa perdere l’identità mentre noi siamo convinti di acquistarne.
Sto parlando di rischio di perdere la nostra libertà!
La nostra Regola ci parla, nelle Costituzioni, non tanto di voti ma di «vita» consacrata, po-
vera, casta, obbediente, comunitaria. Questo per sottolineare il carattere totalizzante che
l’azione del seguire Gesù ci domanda. Ed anche in questo caso, Dio, conoscendo le nostre
debolezze, non contraddice se stesso e rimane fedele e ci insegna cosa significa fedeltà.
Ma la vita religiosa non è solo uno stare attenti, svegli, pronti a scampare i pericoli! La vita
religiosa non è solo timore: è anche gioia! Gioia di riscoprire ogni giorno la propria voca-
zione che non è altro che il grande gesto di amore che Dio ha (in ogni nostro «oggi») per
noi e che noi accogliamo. È necessario perciò, che ogni giorno ringrazi Dio per il dono della
vocazione, e riscopra la bellezza di questo dono. Pensare ai momenti belli ed entusiasti degli
albori di questo tuo cammino ti permetterà di superare con meno tristezza e con più coraggio
i momenti (e saranno molti) di sconforto.
Anche il Murialdo ne ha vissuti, e parecchi: già da giovane – racconta nel Testamento Spi-
rituale – si era allontanato da Dio con avversione e facendogli resistenza. Ma alla fine,
quell’amore di Padre, di madre lo ha sempre fatto sentire figlio amato e perdonato. E questo
amore, il Murialdo lo ha sperimentato in atti veri e propri da parte di Dio, concretizzati nella
sua vita. Ti auguro di saper leggere anche nella tua vita questi segni: non è mai troppo tardi
riscoprire la misericordia e il perdono; riscoprire che anche tu sei, dopo Dio, colui che può
perdonare ed avere misericordia per altri e soprattutto per te stesso.
Un’altra cosa è importante: non credere che questo amore misericordioso sia solo l’idealiz-
zazione di una caratteristica di Dio.
Spesso siamo assuefatti e forse diventiamo «diabetici» nel sentire parlare di dolcezza e te-
nerezza del Signore. In verità, nel nostro apostolato riceviamo in dono di sperimentare l’es-
sere Padre e Madre di Dio, attraverso atti che incarnano la sua misericordia e il suo perdono.

Lettere Giuseppine 3-2016 103


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 104

Questo aspetto non è marginale, anzi, è identitario. Non perdere l’occasione di fare questa
esperienza, altrimenti non sarai più capace di ritrovare te stesso nell’identità della tua vo-
cazione giuseppina. Non saprai più cos’è la Provvidenza e non saprai più confidare in essa.
Ti auguro, per finire, di essere uomo di speranza, uomo di futuro, uomo di amore, uomo di
perdono, uomo-padre-madre. Ti auguro di non perderti nel peccato ma di immergerti nella
misericordia; di non smettere mai di confrontarti con la volontà del Padre e di essere docile
al suo tocco creativo. E quando pensi che sia tutto finito, è quello il momento in cui Dio sta
iniziando con te.
Buona strada.
Marco D’Amaro

  

MISERICÓRDIA: EXPRESSÃO APAIXONADA DO AMOR DE DEUS

O Cardeal Walter Kasper no livro A misericórdia, Condição fundamental do Evangelho e


chave da vida cristã, diz que há uma coroa de atributos que expressam a misericórdia de
Deus e cita SCHEEBEN (teólogo alemão em seu livro publicado em 1948), onde o autor
enumera as múltiplas qualidades da misericórdia: benevolência, magnanimidade,
bondade, clemência, filantropia, condescendência, liberalidade, consideração, tolerân-
cia, indulgência, afabilidade, paciência e longanimidade.
Depois de ter lido tantas qualidades da misericórdia de Deus, percebi que numa ou noutra
forma todos nós somos contemplados pela bondade de Deus. Ele nos quer alcançar, ele quer
estar presente em nossa vida em nosso dia a dia. Como é bom o bom Deus; é assim, é na
verdade. Deus é bom.

Tentado vivenciar na prática os desafios do Papa Francisco, de sair para ver, olhar
nos olhos das pessoas, encontrar-se com todos os tipos de pessoas, sentir o cheiro das pes-
soas, percebi que é ali que devemos todos experimentar a misericórdia de Deus, dada e re-
cebida, pela ação do mesmo Deus. É ali, no dia a dia junto com o povo que saímos da quele

104 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 105

intimismo de que Deus me perdoou, de que Deus me ama, vivido num ambiente recluso,
pessoal, para experimentar o verdadeiro ato de misericórdia que o irmão que encontro me
proporciona com sua presença, sua escuta, suas riquezas, suas diferenças, suas limitações
que acabam me ajudando a me situar e a me rever também, cheio de dons, mas também car-
regado de limitações.

Olhando especificamente a dimensão apostólica, percebo que de uma forma ou


outra estamos vivendo algumas das qualidades da misericórdia, elencadas acima, no dia a
dia da missão. De fato nossa província religiosa atende com solicitude muitas frentes de
trabalho social, onde as obras de misericórdias corporais e espirituais, que o Papa Francisco
relembra no número 15 da Misericodiae Vultus, são vividas diariamente junto a muitas crian-
ças e jovens empobrecidos de nossa nação. Sobretudo quero destacar algumas destas obras
de misericórdia que mais vivemos na prática. Das obras de misericórdia corporais destaco:
dar de comer a quem tem fome, dar de beber a quem tem sede, vestir os nus, dar acolhida
aos peregrinos, é a tarefa de cada dia nas nossas obras sociais. Algumas muito grandes como
Londrina atendendo diariamente, na alimentação mais de 1200 crianças e adolescentes po-
bres. Ou então em Porto Alegre onde diariamente são atendidas cerca de 1100 crianças na
mesma modalidade de Londrina. O mesmo acontece nas outras Obras sociais mantidas pela
província: Ana Rech Projeto Nadino 50 atendidos; Centro Técnico Social, Caxias do Sul,
240 atendidos; Araranguá, 120 atendidos; São Paulo, Paróquia São Benedito, 120 atendidos;
Rio de Janeiro, Paróquia São Jorge 50 atendidos; Brasília, Paroquia São Paulo Apóstolo,
casa família 120 atendidos; Planaltina, Paróquia Santa Rita projeto CEMEC 150 atendidos;
Ibotirama, paróquia Nossa Senhora da Guia, 250 atendidos; Fortaleza, Paróquia São Fran-
cisco, 120 atendidos; Belém 200 atendidos. São mais de 3500 crianças que diariamente ex-
perimentam a misericórdia de Deus através de tantos benfeitores, educadores, pessoas de
boa vontade e apoio também do poder público.

Não podemos porém esquecer também as obras de misericórdia espirituais vividas


pelos nossos confrades e educadores como: acolher os que estão na rua, ensinar aos que não
sabem, consolar os aflitos, suportar com paciência e rezar pelos vivos e falecidos. Todos os
dias em nossas obras estas atividades, sobretudo a acolhida na forma do “amigo, irmão e
pai”, em apostar no que é mais preciso nas crianças e jovens que é o coração, nossos edu-
cadores trabalham na formação de corações. As sementes de paz, de bondade, de miseri-
córdia são lançadas diariamente e no passar dos anos as sementes vão produzindo frutos.

O passo último feito pela nossa província em viver a misericórdia com os excluídos
foi o assumir, nesta ano de 2104 a ACPMEN (Associação Centro de Promoção do Menor
Santa Fé), agora denominado Centro de Atenção da Criança e Adolescente Murialdo (CA-
CAMUR). O trabalho aqui desenvolvido no Espirito de Murialdo remonta aos anos de 1978,
quando as Irmãs Murialdinas aqui vieram e iniciaram atividades sociais. A vida, neste am-
biente, muito mal afamado no passado, hoje já está bem melhor e com nossa presença que-

Lettere Giuseppine 3-2016 105


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 106

remos continuar dar e receber a misericórdia de Deus aqui neste local. Deus nos ama com
amor Infinito, terno, pessoal atual e misericordioso, sobretudo misericordioso é que nos im-
pulsiona a estar aqui e a caminhar com os excluídos sentido a presença do Senhor, vivo e
ressuscitado que quer que vivamos a misericórdia como justiça de Deus, isto é com todas
as graças e com todas condições para viver um vida verdadeiramente plena como Deus quer
para seus filhos e filhas. Queremos experimentar e viver a paixão que Deus tem para cono-
sco, amando apaixonadamente os que nos são entregues, para que nenhum deles e delas se
perca.
Geraldo Boniatti

  

106 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 107

CRONACA
Cronaca del padre generale e dei confratelli del consiglio

NOVEMBRE 2015
Giovedì 5 il padre generale presiede la seduta del consiglio generale.
Il 12 e 13 visita le comunità di Oderzo e Conegliano, dove tiene una conferenza sul Sinodo
alla Parrocchia. Il venerdì 14 e sabato 15 visita la comunità di Pinerolo e tiene una confe-
renza sul Sinodo alla Parrocchia. Il 16 e 17 tiene una due giorni di aggiornamento alle suore
dell’USMI sul tema: “La comunità religiosa oggi”. Il mercoledì 18, a Reggio Emilia,
tiene una conferenza ad un gruppo di operatori sociali sul tema dell’enciclica “Laudato Sì”
e visita la comunità di Modena. Il giovedì 19 partecipa in Vaticano al Consiglio dei 16.
Il sabato 21, nella Chiesa di San Pietro in Viterbo, presiede la solenne celebrazione delle
Professioni Perpetue. La domenica 22, nella mattinata, interviene con una conferenza al-
l’Assemblea Nazionale USMI. Il lunedì 23 partecipa al Consiglio Esecutivo USG. Dal mer-
coledì 25 al venerdì 27, al Salesianum di Roma partecipa all’Assemblea semestrale
dell’USG. Dal 27 novembre al 7 dicembre visita la Guinea Bissau. A Bissau partecipa al-
l’inaugurazione del nuovo centro pastorale di Gerico.

DICEMBRE 2015
Martedì 8, festa dell’Immacolata, celebra la Messa nella nostra parrocchia di Roma
al Tiburtino. Il 9 e 10 presiede la seduta del consiglio generale. La sera del 10 tiene una
conferenza sul Sinodo ad Albano. Il venerdì 11 è a Ravenna per una Conferenza sul Sinodo
nella nostra parrocchia. Il martedì 15 tiene una conferenza all’Università Urbaniana di
Roma, nell’ ambito del Convegno Annuale di Studio del Clarietianum sulla vita consacrata:
“Vitalità e fragilità della vita consacrata negli ultimi 50 anni”. Il mercoledì 16 visita la co-
munità di Rossano e tiene una conferenza sul Sinodo alla Parrocchia. Da giovedì 17 a lunedì
21 predica a Montecatini gli Esercizi Spirituali ai nostri diaconi. Nei giorni che precedono
il Natale visita le comunità di Oderzo, Conegliano, Thiene, Montecchio e Padova, dove
trascorre la vigilia e il giorno di Natale. Visita in famiglia il 26 e 27 dicembre. Il 30 partecipa
alla consulta triennale della provincia italiana ad Ariccia e celebra l’Eucaristia di conclu-
sione.

GENNAIO 2016
Il 4 gennaio il P. Generale incontra il Card. Angelo Amato, Prefetto della Congre-
gazione per le Cause dei Santi, insieme al Postulatore P. Orides Ballardin e alla Madre Ge-
nerale delle Murialdine Suor Orsola Bertolotto. Dal 5 al 17 è in Sierra Leone per la visita
cano-nica della comunità e delle opere. Il 20 gennaio presiede la seduta del consiglio gene-
rale
a Roma. Il 21 presiede l’Assemblea delle comunità della Delegazione Centrale a Viterbo,
Istituto San Pietro. Il 24/25 gennaio visita la parrocchia Sacra Famiglia di Napoli, incon-
trando il gruppo famiglie per parlare del Sinodo e celebrando in parrocchia la Festa dello
Sposalizio di Maria e Giuseppe. Dal 27 gennaio al 4 febbraio visita la comunità del Ghana,
partecipando all’ordinazione sacerdotale dei primi due sacerdoti giuseppini ghanesi.

Lettere Giuseppine 3-2016 107


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 108

FEBBRAIO 2016
Il 9 febbraio il padre generale parte per l’America Latina per la visita canonica alla
provincia del Brasile, cominciando dalle comunità del nord-est. Al termine della visita alla
provincia brasiliana, partecipa a Mendoza (Argentina) alla ordinazione sacerdotale del con-
fratello P. Sebastian Martinez.
MARZO 2016
Visita sessennale in Brasile.

APRILE 2016
Il 6 aprile il padre generale rientra a Roma. Il giorno 8 aprile partecipa a San Giu-
seppe Vesuviano ad un seminario su San Giuseppe, presentando una relazione sul tema:
“San Giuseppe padre ed educatore alla luce del Sinodo sulla Famiglia”. Il 14 presiede a
Roma la seduta del consiglio generale. Il 15 è a Thiene per la presentazione del libro di P.
Fidenzio Nalin: “Quale storia mio Dio”, la vita del Murialdo raccontata ai giovani.
Dal 21 al 25 aprile è a Torino per partecipare al III Seminario Pedagogico Internazionale,
presentando una relazione sul nuovo documento di pastorale della Congregazione: “Educare
nello stile del Buon Pastore”. Dal 26 al 30 aprile presiede in casa generalizia la Conferenza
Interprovinciale.
MAGGIO 2016
Il 2 e 3 maggio il padre generale visita la comunità di Viterbo. Il 4 presiede in casa
generalizia il consiglio generale. Il 5 tiene una conferenza ai sacerdoti del Decanato del Ti-
burtino a Roma, sul tema Amoris Laetitia. Sabato 7 partecipa nella Sede USMI di Roma
ad una tavola rotonda sulla collaborazione fra Istituti nella riorganizzazione, presentando
una riflessione. Dal 12 al 15 è in Albania per tenere una relazione alla Conferenza dei Su-
periori Maggiori sul tema “Vita Consacrata: volto di misericordia”. Il 17 tiene una confe-
renza alle famiglie alla Parrocchia di San Giuseppe al Trionfale in Roma.
Il 18 maggio celebra la Messa nella parrocchia di San Leonardo Murialdo in Viterbo. Il 20
maggio partecipa all’incontro del Consiglio dei 16 nella Congregazione Vaticana per la Vita
Consacrata. Il 21/22 maggio è a Torino per la Festa del Murialdo e il Centenario della
Parrocchia della Salute. Dal 25 al 27 partecipa all’assemblea semestrale dell’USG.
Dal 28 maggio all’ 1 giugno visita la comunità di Cefalù.

P. Alejandro Bazán, vicario generale, nei giorni di novembre 2-4 coordina un incontro
per il semestre pastorale; nei gironi 6-7 prende parte ad un convegno sul tema delle Famiglie
Carismatiche; dal 12 al 15 predica gli esercizi ai novizi della Provincia Italiana; dal 18 al
21 partecipa al congresso internazionale delle Scuole Cattoliche. Nel mese di dicembre dal
4 all’8 visita le comunità di Foggia, Taranto, Rossano, Vicenza e Thiene. Nei giorni 15-16
coordina una riunione per il semestre pastorale; dal 27 al 31 in Spagna partecipa all’assem-
blea della delegazione. Nel mese di gennaio 2016 dal 15 al 17 è a Milano per la commis-
sione pastorale del Nord Italia. A febbraio nei giorni 6-7 è a San Giuseppe Vesuviano; dal
19 al 21 fa visita a Pinerolo e a Sommariva del Bosco; nei giorni 22-26 partecipa agli esercizi

108 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 109

in Roma; dal 27 al 29 è prima a Padova e poi a Vicenza per incontro con le Comunità Laici
del Murialdo. Nel mese di marzo 2016 è a Padova nei giorni 14 e 15; a Ravenna e a Cesena
nei giorni 18, 19, 20; nei giorni 29 e 30 a Torino e a Sommariva del Bosco. Nel mese di
aprile 2016: il giorno 6 è a Thiene; dal 14 al 16 predica gli esercizi al noviziato della Pro-
vincia Italiana; dal 19 al 25 è a Torino per accompagnare confratelli e laici non italiani sui
passi del Murialdo e per la celebrazione del III Seminario Pedagogico Internazionale. Il
giorno 5 maggio 2016 parte per l’Argentina.

P. Juarez Dalán, economo generale, il 3 novembre 2015 è intervenuto nel programma di


formazione per i confratelli del semestre pastorale; il 17 dello stesso mese ha incontrato un
consulente della banca di Spagna e nei giorni 23, 24, 25 ha preso parte a Milano ad Incontro
di Evangelizzazione. Dal 21 dicembre 2015 al 7 gennaio 2016 è stato in visita ai confratelli
della Guinea Bissau. Il 22 gennaio 2016 ha preso parte qui in Italia ad un incontro del CNEC;
nei giorni dal 16 al 21 febbraio è stato a Vicenza, Padova, zané per attività missionaria e
incontro con la cooperativa SPR; il 22 dello stesso mese ha aperto la visita sessennale alla
comunità “Sacro Cuore” in Padova; il 26 ha incontrato la direzione dell’agenzia viaggi
“Raptim”. Il 24 marzo ha dato inizio ufficiale alla visita sessennale alla comunità di Vi-
terbo; il 4 aprile ha animato una riunione del consiglio generale delle suore Figlie del Sacro
Cuore di Gesù; il 12 aprile ha dato inizio alla visita sessennale alla comunità di casa gene-
ralizia, in Roma; il 13 e il 14 aprile ha continuato la visita alla comunità viterbese; dal 21
al 30 ha preso parte a Torino al III Seminario Pedagogico e a Roma alla Conferenza Inter-
provinciale. Il 3 maggio 2016 ha fatto un incontro a Viterbo con gli insegnanti giuseppini;
l’11, 12, 13, continua la sua visita a Viterbo; il 17 e il 18 celebra la festa del Murialdo a Ra-
venna; dal 19 al 22 partecipa a Milano ad un ritiro di sacerdoti; il 22 a Montecchio Maggiore
presiede la celebrazione in onore del Murialdo; dal 23 al 26 continua la visita alla comunità
di Padova; il giorno 31 maggio termina la sua visita alla comunità viterbese.

P. Anton Fidel, consigliere generale, ha fatto visita alla comunità formativa di Ejisu -
Ghana dal 14 al 26 ottobre 2015 e di Makeni - Sierra Leone dal 26 ottobre al 3 novembre
2015 svolgendo incontri formativi con i 14 confratelli della filosofia e con i 5 novizi. Gli
ultimi giorni ha condiviso altri incontri con i confratelli della comunità di Lunsar. Ha visi-
tato poi le comunità formative della Delegazione India, dal 6 al 19 gennaio 2016, incon-
trando i confratelli filosofi e novizi di Chembaraky, gli aspiranti di Aroor e i teologi di
Aranvayalkuppan. Anche in queste comunità ha condiviso con loro la vita quotidiana, ani-
mato incontri formativi e di spiritualità. Dal 26 al 30 maggio 2016 ha visitato le comunità
del centro della Spagna.

P. Tullio Locatelli domenica 8 novembre, 6 dicembre, 6 marzo 2016, predica il ritiro per
l’USMI della diocesi di Sessa Aurunca; ogni mese predica il ritiro mensile alle suore del-
l’Immacolata di Genova in Roma; dal 18 al 21 novembre in Roma prende parte al convegno
della Congregazione Vaticana per l’Educazione Cattolica; 12 e 13 dicembre, 11 e 12 marzo
2016, coordina la formazione di alunni e docenti delle scuole cattoliche in Genova delle

Lettere Giuseppine 3-2016 109


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 110

suore dell’Immacolata; continua a guidare i ritiri per le comunità di Napoli e san Giuseppe
Vesuviano nel terzo mercoledì di ogni mese; dal 26 dicembre 2015 al 2 gennaio 2016 pre-
dica un corso di esercizi a Bocca di Magra, La Spezia; il 6 febbraio 2016 è a Lucera per il
ritiro della Comunità Laici del Murialdo; il 14 febbraio predica a Genova per l’USMI dio-
cesana; dal 22 al 26 febbraio guida gli esercizi per i confratelli presso la casa dei “Santi
Giovanni e Paolo” dei Passionisti in Roma; l’8 marzo tiene una conferenza alla associazione
dei segretari generali sulle visite canoniche; 8-9-10 aprile coordina il seminario su San Giu-
seppe, in San Giuseppe Vesuviano; dal 21 al 25 aprile è a Torino per il III Seminario Peda-
gogico Internazionale, quindi a Roma prende parte alla Conferenza Interprovinciale.

CRONACA DALLE COMUNITA’ E DALLE PROVINCE

ANNO 2015

 6-8 novembre, in Santiago, Cile, si svolge il XIII incontro della gioventù murial-
dina.
 11 novembre, la comunità di Casa Generalizia in Roma accoglie due rifugiati Se-
negalesi, Amadou e Birom, in accordo con la Caritas di Roma.
 17 novembre, Joshio Lizarraga viene ordinate sacerdote in Hermosillo, Messico,
nella parrocchia giuseppina.
 21-22 novembre, i responsabili delle Comunità Laici del Murialdo si ritrovano
in casa generalizia per organizzare l’anno pastorale.
 21 novembre, a Viterbo professione perpetua di: Victor Hugo Barás (AC), Mel-
ques Franklin Dezaio e Saji Paul Pulladisseri Varghese (India).
 27 novembre, mons. Celmo Lazzari arriva a Roma dall’Ecuador per partecipare
alla plenaria di Propaganda Fide; si ferma fino al giorno 6 dicembre.
 6 dicembre, in Guinea Bissau si inaugura la chiesa dedicata a San Leonardo Mu-
rialdo a Jerico.
 8 dicembre, sempre partecipata la festa dell’Immacolata al quartiere tiburtino in
Roma; il cardinal Giovanni Battista Re ha presieduto la celebrazione del 7 dicem-
bre; la processione è stata presieduta da mons. Enrico Dal Covolo.
 13 dicembre, ordinazione diaconale di Jeyaraj Joseph William a Lancaster, USA;
vescovo ordinante José H. Gomez.
 14 dicembre, papa Francesco dichiara venerabile il padre Giovanni Schiavo.
 19 dicembre, ordinazione sacerdotale di Marco Polo López Morales, nella parroc-
chia di San Jorge martir, a Città del Messico; ordinante mons. Adolfo M. C. Fonseca.
 20 dicembre, al Pio XII di Villa Bosch, Buenos Aires, si sono celebrati i 50 anni
della secondaria di indirizzo tecnico e i 30 anni del bacelleriato per adulti.
 27 dicembre, ordinazione sacerdotale di p. Rajesh Philip Anand, India.
 29 dicembre, ordinazione sacerdotale di p. Abhilash Baisil, a Valiathura, India.

110 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 111

ANNO 2016

 5 gennaio, muore a Arzignano il p. Gino Montagna.


 10 gennaio, quattro prime professioni a Fazenda Souza in Brasile: Jéverson De
Andrade Santos, Ricardo Rodrigues Lima, Sebastião Souza Da Silva, Vinicius Das
Flores Reis.
 23 gennaio, tre giovani iniziano a Caxias, Brasile, il loro anno di noviziato.
 30 gennaio, ordinazione sacerdotale di Bernard Manu e di Richard Donkor a
Ejisu, Ghana; vescovo ordinante mons. Joseph Osei Bonsu.
 8 febbraio, nuova presenza dei Giuseppini in India, nello stato del Bihar.
 14-21 febbraio, postulanti e confratelli di voti temporali prendono parte alla setti-
mana di formazione dal tema “Testigos de la Misericordia de Dios” nello scolasti-
cato di Quito, in Ecuador.
 17 febbraio, muore a Viterbo p. Mario Venturini.
 22-26 febbraio, 43 confratelli prendono parte agli esercizi spirituali sul tema della
misericordia; predicano don Giuseppe Fossati e don Tullio Locatelli.
 26-27 febbraio, a Viterbo si celebra il convegno annuale dal titolo “Misericordia
oltre i confini della Chiesa”.
 27 febbraio, viene ordinate sacerdote Tiago da Silva, a Sangão, SC, Brasile.
 4, 5, 6 marzo, a Caorle un centinaio di giovani della Provincia Italiana prendono
parte ad una proposta di spiritualità.
 5 marzo, muore a Pinerolo p. Lino Perotti.
 11 marzo, solenne apertura delle celebrazioni del centenario della parrocchia No
stra Signora della Salute, Torino; il 13 il cardinal Severino Poletto ha presieduto
la concelebrazione.
 11, 12, 13 marzo al Tena, Ecuador, si celebra il IV Encuentro de los jóvenes de
la Familia de Murialdo e il XXXI Congreso Clajmur.
 12 marzo, ordinazione diaconale a Viterbo, Istituto San Pietro, di: Victor Hugo
Barás (AC), Melques Franklin Dezaio e Saji Paul Pulladisseri Varghese (India);
vescovo ordinante mons. Fumagalli Lino.
 20 marzo, Luciano Costa Pereira professa in perpetuo a Londrina.
 26 marzo, ritiro intercomunitario delle comunità romane in casa generalizia.
 2 aprile, Sebastián Martínez Vera viene ordinato sacerdote a Mendoza dal vescovo
mons. Carlos Maria Franzini.
 3 aprile, i confratelli teologi di Viterbo fanno da ministranti a papa Francesco in
occasione della celebrazione eucaristica nella domenica della divina misericordia.
 4-8 aprile, si svolge il campo nazionale ENGIM preso l’Oratorio San Paolo, in
Roma.
 9-10 aprile, 330 giovani a Rivoli prendono parte alla preparazione per l’Estate Ra-
gazzi, tema “In volo con i sogni” sulla scia di Dragon Trainer.
 14 aprile, nasce l’Associazione ENGIM Puglia, a Martina Franca.

Lettere Giuseppine 3-2016 111


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 112

 14 aprile, i parroci della provincia di EC si incontrano a Montalvo-Babahoyo, per


un tempo di formazione.
 15 aprile, al patronato di Thiene viene presentato il libro di p. Fidenzio Nalin
“Quale storia mio Dio!”, una biografia del Murialdo in diretta; partecipano alla ta-
vola rotonda oltre l’autore p. Mario Aldegani e Cinzia zuccon Morgani.
 21-25 aprile, a Torino si celebra il III Seminario Pedagogico Internazionale.
 23-25 aprile, a Torino la Provincia Italiana celebra la terza Festa del Carisma.
 26-30 aprile, in casa generalizia a Roma si tiene la Conferenza Interprovinciale;
nel pomeriggio del 29 vi è l’incontro con il consiglio generale delle Suore Murial-
dine di San Giuseppe; la mattina del 30 i Giuseppini della CI e consiglio generale
delle Murialdine celebrano il giubileo presso la basilica di San Paolo fuori le mura
in Roma.
 7 maggio, a Chembaraky, India, professano per la prima volta: Joshy John, Naveen
Kumar Balaiah, Alen Augustine, Arun Anthoneees, Shebin Joseph Solomon; riceve
le professioni p. Mario Parati, superiore della Delegazione indiana.
 17, 18 maggio in Spagna si ricorda il 50mo della nostra presenza. Il vescovo Adelio
Pasqualotto, vicario apostolico del Napo, presiede la solenne concelebrazione.
 19 maggio, presso la sede nazionale ENGIM in Roma si tiene un seminario sul
tema “Formazione e Lavoro”.
 19 maggio, in India, a Cheriyathura, viene ordinato sacerdote Baisil Denny Anil
e, nella stessa celebrazione, vengono ordinati diaconi Norbert Joseph e Eugine
Juliyan.
 20 maggio, si inaugura a Bula, Guinea Bissau, la scuola media “Liceo Murialdo”.
 21 maggio, la provincia di Ecuador-Colombia celebra a Quito, nella sede dello sco-
lasticato, il 60mo di messa di p. Luciano Marchetto e p. Antonio Carletti e il 50mo
di p. Alberico zanella e p. Valdir Susin.
 21, 22 maggio, a Torino continuano le manifestazioni in occasione del centenario
della istituzione della parrocchia “N. S. della Salute”; la sera del 21 il coro parroc-
chiale ha fatto da cornice a due relazioni di carattere storico a cura di p. Giovenale
Dotta e p. Tullio Locatelli; domenica 22 il padre generale ha presieduto al solenne
concelebrazione.
 28 maggio, il confratello Michael Varghese viene ordinato sacerdote dal vescovo
di Punalur a Mariyanad, India.
 31maggio, si incontrano in casa generalizia, Roma, i confratelli che ricordano i 50
anni di oridinazione sacerdotale: p. Marcial Pivatto, BR; p. Alberico Zanella e
p. Valdir Susin, EC; p. Carlo da Gualdo, p. Pietro Cailotto, p. Gino Giansante,
IT. Con loro è presente anche p. Alfredo Marini, BR. Partecipano al giubileo per i
sacerdoti che ha come predicatore lo stesso papa Francesco.

  

112 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 113

RECENSIONI - PUBBLICAZIONI
Angelo CATAPANO, Il santuario di San Giuseppe Vesuviano, anno 2016, pp. 114.
Testo e molte foto presentano la storia del santuario di San Giuseppe in San Giuseppe Ve-
suviano.

Giuseppe FOSSATI, La mistica dell’incontro, Il prete, uomo della relazione, Edizioni De-
honiane, Bologna 2016, pp. 136, € 11,50.
«L’esortazione apostolica di san Giovanni Paolo II, Pastores dabo vobis, al n. 43, afferma:
«Di particolare importanza per il presbitero è la capacità di relazione con gli altri, elemento
veramente essenziale per chi è chiamato ad essere responsabile di una comunità e ad essere
“uomo di comunione”».
Per dare solidità dottrinale al contenuto e allo stile della relazione, vengono premessi, e poi
richiamati, alcuni principi di carattere teologico, che trovano fondamento anzitutto nel mi-
stero trinitario, vivendo, cioè, la «mistica dell’incontro […] lasciandosi illuminare dalla re-
lazione di amore che passa fra le tre Divine Persone quale modello di ogni rapporto
personale» (Papa Francesco), e poi nel riferimento obbligato a Cristo, «volto della miseri-
cordia del Padre» (MV 1), in cui «le sue relazioni con le persone che lo accostano […] e i
segni che compie […] sono all’insegna della misericordia. Tutto in Lui parla di misericordia.
Nulla in Lui è privo di compassione» (MV 8).
Oggi, più che mai, l’uomo soffre di solitudine e quindi avverte la necessità di autentiche re-
lazioni personali e i presbiteri, in forza della loro missione che li pone a diretto contatto con
la gente, sono chiamati a costruire un cuore capace di relazioni evangeliche, sull’esempio
di Cristo che ha amato fino a dare la vita per la salvezza dei fratelli» (dalla Premessa).

  

Lettere Giuseppine 3-2016 113


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 114

nella casa del padre


MADRE ELISA RIGON, suora Murialdina di San Giuseppe

Elisa Anna Rigon è nata il 6 gennaio 1919 a Garibaldi (Rio Grande do Sul). Nel 1937 fa la
prima professione nella congregazione delle Suore di San Giuseppe. Laureata in lingue e in
matematica e fisica insegna in diverse scuole superiori. Nel 1957 su richiesta di padre
Schiavo e del vescovo Benedito zorzi con il consenso delle sue superiore viene a Fazenda
Souza con la missione di maestra delle formande murialdine, gruppo iniziato tre anni prima
da padre Schiavo con il consenso di padre Casaril e madre Ellena. Nel 1964 lascia la con-
gregazione di San Giuseppe e fa la professione perpetua come Suora Murialdina.
Dopo la morte di padre Schiavo nel 1967 assume la responsabilità della delegazione brasi-
liana e apre diverse opere apostoliche di forte impatto sociale. Nel 1975 viene eletta supe-
riora generale poi rieletta nel 1981. Al termine del mandato si dedica a raccogliere gli scritti
di padre Schiavo diffondendo la sua devozione fino a sollecitare l'introduzione della causa
di beatificazione. Nel dicembre 2015 la sua salute comincia a declinare. Il mattino del 21
aprile muore a 97 anni di età.
Di carattere gioviale, intelligenza vivace e saggezza lungimirante suor Elisa Anna Rigon
lascia in tutte le Murialdine un ricordo indelebile. (Suor Orsola Bertolotto, sup. gen. Murialdine)

Confratelli defunti

Il giorno 8 maggio nella casa “Maria Immacolata” in Thiene è morto

P. GIOVANNI BATTISTA TURCATO

della comunità di Thiene. Nel prossimo novembre avrebbe compiuto 99 anni!


I funerali sono stati celebrati l’11 maggio, alle ore 15.00, nella chiesa del Patronato “S. Gae-
tano” di Thiene, quindi p. Giovanni è stato sepolto a Piovene, nella tomba di famiglia.
P. Giovanni nacque a Carrè, Vicenza, il 25 novembre 1917.
Dopo il postulato a Montecchio Maggiore, VI, fece il noviziato a Vigone, TO, terminato
con la prima professione il giorno 29 agosto 1936.
Quindi per tre anni fu a Ponte di Piave, TV, e a Modena fece il suo tirocinio dal 1939 al
1942 svolgendo compiti di insegnante e di assistente.
Dopo un anno di teologia a La Quercia, Viterbo, studiò teologia, in privato, a Modena con-
cludendo gli studi con l’ordinazione sacerdotale il 24 giugno 1946 a Sassuolo.
Sempre a Modena aveva professato in perpetuo il 22 novembre 1941.
Sacerdote novello rimase a Modena fino al 1946, quando fu destinato a Montecchio Mag-
giore fino al 1951, sempre con i compiti di insegnante e di assistente.

114 Lettere Giuseppine 3-2016


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 115

Fu a Cesena dal 1951 al 1974 e quindi a Thiene, VI, continuando il suo lavoro di giuseppino
tra i ragazzi più piccoli, quale maestro elementare ed assistente.
P. Giovanni ha trascorso la sua vita donandola in un servizio ordinario e quotidiano, ma di
alta qualità, sia umana che religiosa, offrendo il meglio di se stesso ricco di cultura, di uma-
nità, di vangelo, di carisma giuseppino.

Genitori defunti di confratelli


Signora Luigina Spillare, di anni 97, morta 3 aprile 2016, mamma di mons. Adelio Pasqua-
lotto, vicario apostolico del Napo.
Signora Clara Uliano, mamma di p. Joacir De La Giustina, della comunità CTS di Caxias
Do Sul, Brasile.
Signora Rosa Tessadori, morta il 5 dicembre 2015, mamma di p. Mario Parati, superiore
Delegazione India.
Signor Luis Landa Campo, papà di p. Roberto Landa, superiore della VP USA-Messico.
La signora Angela Calgaro, di anni 92, mamma di p. Mauro Busin, della comunità di Pa-
dova, Pio X, Italia.
La signora Teresa Gabbiadini, di anni 91, mamma di p. Alessandro Agazzi, direttore della
comunità di Albano, Italia.
La signora Assunta Schermidori, di anni, 68, mamma di p. Manuel Monti, della comunità
di Oderzo, Italia.
La signora Roseline Ioryue, di anni 71, mamma di p. Manasse Ioryue, della comunità di
Lunsar, Sierra Leone.
La signora Maria Fidelina Barreno, mamma di p. Hugo Sanchez, della comunità di Bogotà,
Colombia.

  

Lettere Giuseppine 3-2016 115


Lettere 03maggio-2016.qxp_Layout 1 14/06/16 17:37 Pagina 116

LETTERE GIUSEPPINE
Notiziario Interno della Congregazione di San Giuseppe
N. 1, aprile 2016
Redazione: p. Tullio Locatelli, p. Giambattista Nicolato

Via Belvedere Montello, 77 - 00166 ROMA


tel 066242851 - Email: tulliolocatelli@gmail.com

Potrebbero piacerti anche