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La marijuana (chiamata colloquialmente erba o anche ganja) è una sostanza

psicoattiva che si ottiene esiccando le infiorescenze resinose delle piante femminili


di cannabis. In tutte le varietà di canapa sono contenute, in concentrazioni e
proporzioni variabili, diverse sostanze psicoattive, stupefacenti e non, tra cui la
principale è il delta-9-tetraidrocannabinolo (comunemente detto THC), che rendono
la pianta illegale in molti paesi. Esistono tuttavia varietà coltivabili legalmente, per le
quali il limite a questo contenuto viene fissato per legge.
La marijuana viene usata da millenni per diversi scopi:
 Ricreativo “”
 Medicinale
 Cerimoniale e religioso
 Meditativo: come per i monaci buddhisti del Nepal

Come si consuma
La marijuana può essere consumata in due modi:
 Fumata, è il modo più diffuso e quello che permette di mettere più
velocemente in circolo nel sangue il principio attivo, ovvero il THC, e farlo poi
giungere al cervello
 Mangiata: si riceve un effetto più legato all’aspetto fisico e che dura più a
lungo

Effetti immediati
Moderata euforia e senso di “pace” sono gli effetti principali di tali sostanze. Gli
effetti collaterali possono consistere in sonnolenza, mancanza d’ascolto,
modificazioni nella percezione spazio-temporale (guidare sotto gli effetti della
cannabis è pericolosissimo), agitazione, irritazione, congiuntivite, midriasi (pupille
dilatate).
Sono inoltre documentati effetti cardiovascolari quali tachicardia e variazioni della
pressione sanguigna.
Lo stato indotto dalla cannabis varia notevolmente in accordo alla personalità
dell’assuntore, allo stato psicologico, a condizioni esterne, al modo d’uso e alla
quantità di THC assunto. A causa di tale variabilità la cannabis può provocare
differenti effetti anche sullo stesso individuo e pertanto lo stato fisico/emozionale
indotto non è mai prevedibile.
La cannabis ha una tossicità “diretta” molto bassa. Non vi sono chiari casi
documentati di morte per cannabis nell’uomo. Sono tuttavia documentati moltissimi
incidenti (stradali, sul lavoro, etc.) mortali connessi all’abuso di cannabinoidi.
Diversi studi americani ed europei hanno mostrato vari pericoli: danno
cromosomico, disturbo del bilancio ormonale (possibilità di impotenza, sterilità
temporanea e sviluppo di seno nell’uomo) e del metabolismo ormonale, danni ai
polmoni e alle vie respiratorie.

Infine, c’è la possibilità di danni cerebrali a lungo termine in quanto tracce di THC
rimangono a lungo in quest’organo.

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