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LE GRANDEZZE MISURABILI IN

TOPOGRAFIA E RELATIVI STRUMENTI


DI MISURA

Lo scopo delle operazioni topografiche è quello


di misurare gli angoli, i dislivelli e le distanze.
ANGOLI
Gli angoli possono essere azimutali (orizzontali) o zenitali
(verticali)

Detti:
• V è la verticale passante per A
• B è il piano definito dalla
verticale V e dalla congiungente
AB
• C è il piano definito dalla
verticale V e dalla congiungente
AC
chiamiamo angolo azimutale
l'angolo diedro definito dai due
piani B e C e che ha per
spigolo la verticale V passante
per A .
Angoli azimutali
ANGOLI

Dato un punto A ed un punto


B, l'angolo zenitale è
l'angolo formato dalla
verticale
per il punto A e dalla
congiungente i punti A e B

Angoli zenitali
ANGOLI
Nel sistema sessagesimale l'unità di misura, chiamata grado
sessagesimale, è la 360ma parte dell'angolo giro. I sottomultipli sono il
primo ed il secondo sessagesimale, ottenuti rispettivamente come la
60ma parte del grado e del primo. Un generico angolo risulta espresso
in tale sistema nel modo che segue: 36°51' 25".
Il sistema centesimale ha come unità di misura il grado centesimale,
che è la 400ma parte dell'angolo giro.
I sottomultipli sono il primo centesimale, ottenuto come la 100ma parte
del grado ed il secondo centesimale che è la 100ma parte del primo.
Un generico angolo sarà: 57g, 41c, 87 cc , oppure, più
semplicemente: 57,4187.
Come si può notare, il sistema centesimale presenta il vantaggio della
divisione centesimale del grado.
Ad esempio la somma dei due angoli:
= 127 g,3849 127 g,3849
= 54 g,0348 risulta 54 g,0348
181 g,4197
DISLIVELLI
La quota di un punto è la sua
distanza da una superficie di
riferimento misurata sulla verticale
per il punto stesso; la superficie di
riferimento è il geoide (livello del
mare.

Considerando il punto A, di quota qA ed il punto B a quota qB , il problema sarà


quello di stabilire la differenza di quota, o dislivello, fra i punti, cioè la differenza qA
- qB.

Se le verticali per A e B, distano


meno di 100 metri, possono essere
considerate parallele e la superficie
del geoide può essere approssimata
da un piano ad essa tangente; il
dislivello tra due punti A e B può
allora essere approssimato dalla
differenza di distanza dei due punti
dal piano tangente al geoide.
DISTANZE
La distanza topografica tra due punti A e B è l'arco di ellissoide che congiunge le
proiezioni A' e B' dei due punti sull'ellissoide. In Topografia quando si parla di
distanza si intende sempre la distanza topografica e quindi l'aggettivo topografico
viene omesso. Si aggiunge invece un aggettivo quando si indica una distanza che
non è quella topografica; ad esempio distanza reale d* è la distanza in linea d'aria
tra i due punti. La distanza ridotta all'orizzontale d0 è la distanza reale,
moltiplicata per il seno dell'angolo zenitale tra i due punti.
In caso di distanze brevi ( e
cioè inferiori a qualche
centinaio di metri), la distanza
topografica coincide con la
distanza ridotta all’orizzontale.
DISTANZE
Vi è quindi un legame molto semplice tra la distanza reale d* , l’angolo
zenitale e la distanza topografica d:
d = d0 = d* . sen
Inoltre, dalla misura della distanza d* e dell’angolo zenitale si ricava
anche il dislivello AB dalla relazione:
AB = d* . cos
STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI
Gli strumenti per la misura degli angoli sono detti, in
generale, goniometri.
I goniometri universali sono in grado di misurare sia gli
angoli verticali che quelli orizzontali.
Questi vengono distinti in TEODOLITI se hanno la
precisione di alcuni secondi o TACHEOIMETRI se hanno
la precisione del primo.
Da alcuni anni si sono sviluppati i TEODOLITI
ELETTRONICI e le STAZIONI TOTALI che oltre agli
angoli misurano, contemporaneamente anche le distanze.
STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI
L'asse di rotazione r è detto asse
primario; l'asse m è detto asse
secondario.
L’elemento ruotante U è detto alidada.
La misura degli angoli azimutali e
zenitali nei moderni strumenti topografici
avviene in modo automatico. E cioè, per
misurare l’angolo azimutale tra i due
punti B e C dal punto di stazione A,
l’operatore deve:
• collimare il punto B
• premere il pulsante di registrazione di
misura
• ruotare l’alidada (nel piano
orizzontale) e il canocchiale (nel piano
verticale) fino a collimare il punto C
• premere nuovamente il pulsante di
registrazione di misura.
STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI
Un goniometro, per il corretto funzionamento, deve soddisfare alcune
condizioni di esattezza:
- l’asse principale Z-Z di rotazione dell’alidada deve essere verticale
- l’asse secondario Y-Y di rotazione del cannocchiale deve essere
orizzontale e incidente con l’asse Z-Z
- l’asse di collimazione X-X deve essere perpendicolare all’asse Y-Y e
incidente con esso e con l’asse Z-Z nello stesso punto O detto centro
dello strumento
- i cerchi graduati devono essere montati in modo che l’asse del
cerchio azimutale coincida con Z-Z e quello del cerchio zenitale con Y-
Y
- le graduazioni dei cerchi devono essere esatte
STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI
Per controllare se uno strumento soddisfa le condizioni suesposte, una
volta posto in stazione curando bene la verticalità dell’asse Z-Z , si
possono effettuare letture ai cerchi collimando a punti ben identificati e
tali da consentire un centramento molto preciso, dopo aver annotato le
letture su un registro, si capovolge il cannocchiale e, ruotata l’alidada di
un angolo piatto, si ripete a ritroso la serie di collimazioni precedente
(questa procedura prende il nome di “regola di Bessel”).
In ciascuna coppia di letture così ottenute collimando nelle due posizioni
(coniugate) ad uno stesso punto devono valere, a meno di errori
accidentali di collimazione e di lettura ai cerchi, le relazioni:
H" = H' ± 200g
V" = 400g - V'
dove l’angolo piatto è riportato nel sistema centesimale. I valori più
probabili delle letture saranno ottenuti quindi come media aritmetica delle
due misure coniugate riportate alla prima:
H = (H' + H" ± 200g) / 2
j = (V' - V" + 400g) / 2
STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI

La regola di Bessel consente di eliminare l’influenza sulle misure degli


errori di:
- orizzontalità dell’asse secondario;
- ortogonalità dell’asse di collimazione con l’asse secondario;
- eccentricità dell’asse di collimazione;
- eccentricità dell’alidada (con il cerchio orizzontale);
- eccentricità del cerchio zenitale (con l’asse secondario);

Si capisce quindi che il suo impiego risulta indispensabile per il corretto


impiego di tutti quegli strumenti (prevalentemente i teodoliti) che hanno
caratteristiche di precisione tali da risentire delle pur minime imperfezioni
di costruzione (o di manutenzione).
STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI

Teodolite ottico Teodolite elettronico


STRUMENTI PER LA MISURA DEGLI ANGOLI
Quando l’operatore preme il pulsante di registrazione di misura lo
strumento esegue automaticamente una misura di posizione dell’alidada;
dalla differenza delle due misure di posizione dell’alidada lo strumento
calcola automaticamente l’angolo azimutale =BAC.

Per misurare un angolo zenitale è invece sufficiente che l’operatore collimi


il punto di cui si vuole misurare l’angolo zenitale e premere il pulsante di
registrazione. In questo caso lo strumento misura direttamente l’angolo che
l’asse di collimazione del teodolite forma con l’asse di rotazione primario
(l’asse r) che all’atto della misura deve coincidere con la verticale passante
per il centro dello strumento.

Volendo misurare l’angolo zenitale =AB, l’operatore dovrà semplicemente


collimare il punto B stando in stazione su A come indicato in figura.
MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI
Prendiamo in considerazione, a questo scopo, la misura di un angolo
azimutale; la misura verrà eseguita mettendosi con uno strumento, il
teodolite, sul punto A e osservando, mediante il cannocchiale topografico,
che fa parte del teodolite, gli altri due punti B e C. Il punto A sul quale ci si
mette con lo strumento, si chiama punto di stazione, mentre i punti B e C
sono i punti collimati.
MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI
In dipendenza dalle dimensioni dell'area, del numero di punti rilevati e dalla
loro precisione, nonché dalla strumentazione impiegata, le operazioni di
misura possono essere eseguite in una sola sessione di misure, oppure
richiedere interventi ripetuti nel tempo, se poi il rilievo è soggetto ad
aggiornamenti anche in epoche abbastanza distanti, allora si pone il
problema della materializzazione dei punti di stazione e di segnalizzazione
di alcuni punti rilevati, tali da consentire la ripresa delle operazioni di misura
o la loro ripetibilità nel tempo.
- Segnali temporanei e permanenti - La segnalazione di un punto deve
soddisfare a 3 esigenze:
a - visibilità dai punti di stazione circostanti: il segnale deve avere
dimensioni tali da formare un angolo visuale sufficiente ad essere
individuato (circa 90") ed essere colorato in modo tale da risaltare con
evidenza (generalmente bianco e rosso alternati).
b - precisione di centramento o di collimazione
MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI
c - stabilità e reperibilità nel tempo: in base alle esigenze di conservazione
nel tempo dei segnali si possono utilizzare:
- chiodi, paline o picchetti di legno o metallici per segnali provvisori
- paloni, capre di collimazione, centrini murati o pilastrini metallici per i
segnali
semipermanenti
-pozzetti in muratura con centrini inossidabili o pilastrini in cemento armato
per i segnali permanenti.

- Centramento forzato - Quando si debbano raggiungere elevate precisioni


angolari con distanze di collimazione relativamente brevi si utilizzano
attrezzature provvisorie o semipermanenti che consentono il
posizionamento dei segnali, o alternativamente degli strumenti di misura, su
pilastrino o su treppiede, con adeguata precisione. Tali attrezzature, molto
varie per soluzioni meccaniche, prendono il nome di apparecchiature per il
centramento forzato.
MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI
Il punto di stazione (deve essere accessibile) può essere costituito da
una borchia metallica infissa nella pavimentazione stradale, da un
cilindretto di metallo cementato in una
piccola gettata di calcestruzzo, dall'incrocio di due tratti disegnati sulla testa
di un picchetto, da una borchia cementata in un piccolo pilastrino di
cemento armato, da un punto non materializzato di proposito ma ben
individuabile, come ad esempio l'incrocio di due assi stradali.
I punti collimati (possono non essere accessibili) possono essere
materializzati in due modi:
• da punti di strutture artificiali esistenti (punta di un campanile, spigolo di
una casa, un punto caratteristico di un edificio, ecc.);
• da punti del tipo di quelli su cui si fa stazione e che vengono resi visibili da
lontano con opportuni segnali.
MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI
MATERIALIZZAZIONE DEI PUNTI
Collimare un punto P con il cannocchiale dello strumento di misura (teodolite,
livello distanziometro o totalstation) significa puntare il cannocchiale (che è parte
integrante di ogni strumento topografico) sul punto P in modo che esso si trovi
sull'asse ottico del cannocchiale. La condizione di cui sopra è verificata quando il
puntamento viene effettuato in modo che l'immagine del punto P si formi sul
reticolo, proprio in coincidenza dell'incrocio dei due tratti che formano il reticolo
stesso.
MISURA DEI DISLIVELLI
La misura di un dislivello tra due punti con il metodo della livellazione
geometrica prende il nome di battuta di livellazione.
Una battuta di livellazione consente di determinare il dislivello tra due
punti che distino al massimo tra di loro di non più di 100 m.
Facendo però battute di livellazioni consecutive ( e cioè: tra A e B, poi
tra B e C, poi tra C e D, e così via) con la livellazione geometrica si può
misurare il dislivello tra punti posti a qualsiasi distanza.
Per eseguire una battuta di livellazione per determinare il dislivello fra
due punti A e B mediante livellazione geometrica, si usa uno strumento
detto LIVELLO.
MISURA DEI DISLIVELLI
Il livello consiste essenzialmente in un canocchiale posto su un alidada;
la rotazione dell’alidada consente di ruotare il canocchiale nel piano
orizzontale; il canocchiale può inoltre ruotare anche nel piano verticale
(ma di piccoli angoli); in virtù di questa possibilità di rotazione nel piano
verticale, l'asse di collimazione del livello può essere rese orizzontale,
con opportuni dispositivi e seguendo opportune procedure.
MISURA DEI DISLIVELLI

LIVELLO OTTICO

LIVELLO LASER ROTANTE


(USATO IN EDILIZIA)

LIVELLO OTTICO DIGITALE


MISURA DEI DISLIVELLI
- Con stazione da un estremo - In figura vediamo lo schema di una
livellazione geometrica operata facendo stazione sul punto A e ponendo
una mira graduata in posizione verticale sul punto B. A meno di un errore
xb dovuto ad una inclinazione e dell’asse di collimazione (errore
sistematico se dovuto ad una scorretta rettifica o altrimenti accidentale), il
dislivello è dato dalla:
Dab = ha - lb

data la imprecisione
generalmente inevitabile
nella misura di ha, la
possibile influenza di errori
dovuti alla sfericità e alla
rifrazione e la impossibilità
di eliminare l’eventuale
errore sistematico, ε,
questo metodo è impiegato
per determinazioni di
modesta precisione.
MISURA DEI DISLIVELLI
LIVELLAZIONE DAL MEZZO. Si dispone una stadia su ciascuno dei punti A e B.
Le stadie sono stecche di legno lunghe 3 m e larghe circa 10 cm . Recano
generalmente una graduazione in cm la cui origine è il punto di appoggio sul
terreno. Le stadie vengono disposte secondo la verticale con l'ausilio di una livella
sferica montata su ciascuna di esse dalla parte opposta rispetto alla graduazione.
Il livello viene posto in una posizione intermedia fra le stadie.

Si collima la stadia e si rende l’asse del


cannocchiale orizzontale. Si legge quindi la
graduazione della stadia in corrispondenza del
punto in cui l’asse di collimazione
intercetta la stadia; chiamiamo questa lettura LA.

Si ruota l’alidada fino a che col cannocchiale


si collima la stadia posta in B; si rende
nuovamente orizzontale l’asse di collimazione
del cannocchiale; si effettua la lettura
LB alla stadia posta in B.
MISURA DEI DISLIVELLI

In questo caso gli errori xa e xb, dovuti ad un eventuale errore residuo di rettifica
dell’asse di collimazione assumono eguale valore e vengono eliminati perché di
segno opposto nel calcolo del dislivello:
∆ab = l’a-l’b = la+xa - lb-xb = la - lb
allo stesso modo vengono eliminati gli effetti di rifrazione atmosferica e di sfericità
della terra e l’imprecisione dovuta alla misura dell’altezza strumentale, inoltre viene
dimezzata la distanza tra lo strumento e la mira con conseguenti benefici per la
precisione di lettura e per la limitazione dell’influenza della componente accidentale
dell’errore ε. Per queste ragioni questa prassi operativa è fortemente
raccomandabile per le determinazioni di alta precisione.
MISURA DEI DISLIVELLI
Il dislivello AB tra i due punti A e B sarà dato dalla relazione:
AB= LB - LA
Non si può fare una battuta di livellazione tra punti a distanza maggiore di 100 m
(circa ovviamente) per il semplice motivo che a una distanza maggiore di 50 m
non si riesce a leggere con sufficiente accuratezza la graduazione della stadia.
Poiché le stadie sono lunghe tre metri il massimo dislivello misurabile ad ogni
battuta sarà di circa 2,50 m. Quando si deve misurare il dislivello fra punti la cui
distanza sia superiore ai 100 m o fra i quali vi sia un dislivello maggiore a tre metri
si eseguono più battute di livellazione.
MISURA DEI DISLIVELLI

La misura del dislivello risulta:


= 1 + 2+ ...... n
Nell'errore di determinazione di un dislivello concorrono errori dovuti a cause
diverse (meccanica dello strumento, precisione della livella, ecc.); tuttavia la causa
fondamentale è l'errore di stima che si commette nel leggere la graduazione alla
stadia; essendo infatti tali graduazioni centimetrate, l’operatore deve stimare i
millimetri di graduazione.

Poiché l'errore di stima è generalmente del decimo dell'intervallo di suddivisione,


ogni lettura sarà affetta da un e.q.m. di ± 1 mm.

Il problema è in parte risolto grazie ai livelli elettronici.


MISURA DEI DISLIVELLI
Livellazione stazioni reciproche - Quando non sia possibile operare
con stazione dal mezzo, si può applicare la metodica di Porro, che
consiste nella effettuazione di due stazioni poste nei pressi degli
estremi A e B. Anche in questo caso risulta corretto dall’influenza di
eventuali errori residui di rettifica e dagli effetti della sfericità e della
rifrazione. Misurando il dislivello ∆ab con questa metodica e poi dal
mezzo, si può verificare l’esistenza di un eventuale errore sistematico
di inclinazione dell’asse di collimazione e Il dislivello risulta:
MISURA DEI DISLIVELLI
MISURA DEI DISLIVELLI
La precisione del livello è l’errore che si commette nella misura del
dislivello tra due punti distanti 1km.
Si distinguono:
LIVELLI DA CANTIERE
LIVELLI DI PRECISIONE
LIVELLI DI ALTA PRECISIONE
MISURA DELLE DISTANZE
Misura diretta

Precisione conseguibile tramite i distanziometri


elettronici
MISURA DELLE DISTANZE
Misura indiretta

Stazione totale con


prisma riflettente

Per quanto riguarda il calcolo della distanza orizzontale e del


dislivello si hanno le:
d = di senϕ = di cosα
∆ab = di cos ϕ + hs - hp = d tgα + hs - hp

Il problema è quello di misurare con precisione le altezze strumentali


RILIEVO TOPOGRAFICO
L’insieme delle misure atte a determinare, con la dovuta precisione le
coordinate dei punti che verranno rappresentati in scala (1:D) sulla
mappa topografica, prende il nome di rilievo di dettaglio.
In questa fase operativa il risultato, in termini di precisione, non può
prescindere dagli errori commessi in precedenza, durante le fasi che
hanno consentito di determinare le coordinate dei punti di stazione
(rilievo di inquadramento), pertanto strumenti e metodi andranno
individuati all’interno di un procedimento di progettazione del rilievo nel
suo complesso.
Anzitutto la buona riuscita di un rilievo di dettaglio dipende dalla cura
posta nella redazione dell’eidotipo, nella identificazione dei punti rilevati
su questo elaborato e dall’ordine con cui viene tenuto il libretto delle
misure, nonché ovviamente dall’esattezza delle stesse. Senza questa
premessa infatti in fase di restituzione non sarà possibile identificare con
certezza il particolare del terreno (casa, fosso, strada,..) cui ciascun
punto si riferisce.
RILIEVO TOPOGRAFICO
Rilievo con stazioni totali – L’evoluzione degli strumenti topografici di
misura ha comportato:
- incremento delle portate distanziometriche (da 100 m a 1 Km)
- riduzione dei tempi di misura (da 60 a 600 punti/ora)
- migliori precisioni angolari (da 1-2c a 5-20cc)
- possibilità di registrazione automatica dei dati di misura
- possibilità di elaborazione analitica e grafica interattiva
sono quindi superate le problematiche relative ai collegamenti tra
stazioni o alla portata utile dello strumento, mentre insorgono nuove
esigenze, quali l’influenza degli errori di sfericità e rifrazione
nelle misure dei dislivelli o la riduzione delle distanze alla superficie di
riferimento.
RILIEVO TOPOGRAFICO

RILIEVO PER POLIGONAZIONE


Si chiama poligonale il rilievo di una serie di punti collegati da una
linea spezzata, aperta o chiusa, della quale si misurano le lunghezze
dei lati e le ampiezze degli angoli (destrorsi) da questi formati.
Questo metodo di rilievo ha ricevuto un forte impulso dalla evoluzione
tecnologica degli strumenti di rilievo, infatti gli incrementi di portata,
precisione e rapidità di impiego di questi, nonché il sempre più diffuso
impiego di mezzi elettronici per l’elaborazione dei dati di misura,
consente di ottenere risultati, in termini di precisione, di notevole
interesse pratico, soprattutto per reti di inquadramento di medie
dimensioni.
RILIEVO TOPOGRAFICO
Poligonali di inquadramento - Le poligonali in questo caso possono
essere riferite ad un sistema cartografico e si dicono “orientate”.
Perché un rilievo sia “collegato” ad un sistema di riferimento, almeno
due punti di esso devono avere coordinate note. Se i lati eccedono il
campo topografico si dovranno operare le riduzioni alla corda e al
piano conforme.
Il risultato del rilievo per poligonazione è la conoscenza delle
coordinate dei vertici, che potranno poi essere impiegati come punti
di stazione per il rilievo di dettaglio, in questo caso la poligonale
viene detta “di inquadramento” del rilievo.
RILIEVO TOPOGRAFICO
Iperdeterminazioni - Quando le misure eseguite sono in numero
superiore a quelle strettamente indispensabili si parla di
“iperdeterminazione” e si ha la possibilità di effettuare un controllo
(individuazione di eventuali errori grossolani) e di operare una
correzione delle misure per renderle congruenti alle condizioni
geometriche che di caso in caso devono essere verificate (ad esempio
se in un triangolo misuro i tre angoli, la loro somma deve risultare eguale
ad un angolo piatto). Tale operazione di calcolo prende il nome di
“compensazione”.

Nelle poligonali si contrassegnano con un triangolo i punti di coordinate


note e i lati non misurati vengono indicati a linea tratteggiata, come si
nota alcune poligonali ammettono solo controllo angolare (d) o solo
controllo lineare (b), nel caso invece che siano possibili entrambi i
controlli (c, e), tradizionalmente si opera prima la “compensazione” delle
misure angolari e poi quella lineare.
RILIEVO TOPOGRAFICO

Se l’ultimo angolo di direzione risulta noto (c, d, e),


si può effettuare il confronto con
quello calcolato, e se la differenza risulta
“tollerabile” si può procedere ad una
compensazione, altrimenti si dovranno ripetere le
misure angolari.
Parimenti se le coordinate dell’ultimo vertice sono
note, allora si può effettuare un controllo delle
misure, attraverso il confronto con le coordinate
calcolate. Se la differenza (errore) non supera una
predeterminata tolleranza, si possono compensare
le misure altrimenti si dovranno ripetere.
RILIEVO TOPOGRAFICO
Tolleranze ammissibili
RILIEVO TOPOGRAFICO
RILIEVO PER INTERSEZIONE
Quando non si disponga di un distanziometro, o non ne sia possibile
l’impiego (punti inaccessibili o fuori portata utile), si possono rilevare
punti incogniti mediante sole misure angolari, partendo dalla
conoscenza delle coordinate di almeno 2 punti (noti). Questi metodi,
alcuni dei quali oramai desueti, possono essere ancora utilizzati con
profitto in taluni casi.
RILIEVO TOPOGRAFICO
- Intersezione diretta semplice- Note le coordinate dei punti di stazione A e B (fig.
1.35), si misurano in questi gli angoli α e β, determinando così le direzioni θap e θbp
(si calcola θab e si sommano algebricamente le rotazioni α e β a θab e a θba = θab
± 200g), le coordinate di P sono date dalle:
RILIEVO TOPOGRAFICO
Intersezione inversa semplice e
multipla - Se si vogliono
determinare le coordinate di un
punto P nel quale si fa stazione,
collimando ad almeno 3 punti noti
(A,B,C), si parla di
intersezione inversa semplice
indicata nella letteratura anche
come problema di POTHÉNOT o di
SNELLIUS o del vertice di
piramide. La soluzione parte dal
calcolo delle distanze e degli angoli
di direzione dab, dbc,θba e θbc
per sottrazione tra gli angoli di
direzione si determina l'angolo γ,
mentre α e β sono i valori angolari
misurati in P.
RILIEVO TOPOGRAFICO
La triangolazione è un metodo per il rilievo di precisione dei punti che si basa sulla
conoscenza delle coordinate di almeno 2 di questi e su sole misure angolari,
sempre iperdeterminate, in quanto si fa stazione sempre su tutti e tre i vertici delle
maglie triangolari che collegano tra loro i punti noti e quelli incogniti. La
trilaterazione invece, sempre partendo da almeno 2 punti di coordinate note,
sviluppa il rilievo con maglie quadrilatere nelle quali vengono misurati i
lati ed entrambe le diagonali (anche in questo caso si ha iperdeterminazione), si
procede cioè per sole misure lineari.
RILIEVO TOPOGRAFICO
Lo sviluppo di questi metodi di rilievo è legato in modo evidente alla
evoluzione delle precisioni ottenibili con i goniometri o con i distanziometri.
Attualmente le trilaterazioni risultano poco praticate ed anche il campo
applicativo delle triangolazioni è fortemente ristretto, in quanto, per i rilievi
di grandi reti geodetiche risulta più conveniente l’impiego del G.P.S.
mentre per i rilievi di inquadramento, disponendo di una stazione totale è
conveniente misurare sia gli angoli che le lunghezze dei lati e quindi la
forma delle maglie, non più necessariamente triangolare, può essere
adattata alle esigenze del terreno: il rilievo così conformato, abbiamo visto
prende il nome di rete di linee di poligonazione.

Tuttavia nel settore dei controlli di stabilità e dei collaudi statici di grandi
opere di ingegneria, le triangolazioni cosiddette “tecniche”, possono ancora
essere impiegate con risultati, in termini di precisione e di economicità,
ancora adesso ineguagliati.
RILIEVO TOPOGRAFICO

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