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IL GRANDE BLUFF DELL'EUROPA SUI DERIVATI

IDROSSIANTRACENI E LE PIANTE
ANTRACHINONICHE!

DI
PAOLO PELINI

Un testo che mira a spiegare il grande bluff politico e


ascientifico dell'Europa contro i prodotti naturali e
come è stato possibile smascherarlo
E' VIETATA SENZA AUTORIZZAZIONE
DELL'AUTORE Paolo Pelini LA RIPRODUZIONE IN
QUALUNQUE FORMA

Copyright © 2022, Paolo Pelini

Correspondence Author:
Paolo Pelini
Herbochemical Profession
Tel +393510461450
Email: paolo.pelini@gmail.com
http://www.paolopelinierbochimico.it
Rome – Italy
Copyright ª 2022, Paolo Pelini Rome -Italy
Open access under CC BY-NC-ND license.
BREVE BIOGRAFIA DELL'AUTORE

Paolo Pelini, Professione Erbochimico, Esperto nella


Ricerca Farmacognostica e Citotossicologica su Estratti
Vegetali di Painte Officinali, nato a Roma il 3/8/1985 si è
sempre interessato di ricerche in ambito microbiologico e
oncologico.
E' stato uno dei primi a riconoscere un possibile
collegamento tra alcuni tipi di batteri e alcune forme di
cancro,
Specializzato in Valutazione e Riconoscimento
Farmacognostico e Botanico Farmaceutico delle Piante
Medicinali presso l'Università La Sapienza di Roma dove
ha collaborato con il Prof. Marcello Nicoletti presso il
Dipartimento di Biologia Ambientale della SAPIENZA.
Attualmente si occupa di Ricerche Farmacognostiche di
Estratti Vegetali di Piante Officinali e Ricerca sul
Microbiota Vegetale oltre che ricerche in Vitro di
Citotossicologia ad opera di sostanze vegetali .
Fondatore e Responsabile Scientifico di Cytotoxicology
Research Italy - Citotossicologia Italiana sui Botanicals e
Piante Officinali.
L’aloe vera è una pianta originaria del continente
africano e le prime tracce certe che abbiamo, sono proprio
quelle lasciate dal popolo egiziano già nell’anno 3000 a.C.
Infatti è proprio in questa parte del mondo che sono state
ritrovate le prime rappresentazioni pittoriche nelle tombe e
nei monumenti funebri.
Il popolo egizio fece largo uso dell’aloe e già dai tempi dei
tempi ne conoscevano le proprietà terapeutiche e
cosmetiche, le “testimonial” dell’epoca erano proprio
Nefertiti e Cleopatra.
È sempre in Egitto che l’aloe vera veniva utilizzata per
l’imbalsamazione dei corpi dei faraoni, ma si credeva che
questa pianta avesse anche delle proprietà divinatorie infatti
veniva venerata e regalata agli sposi prima di contrarre
matrimonio, come simbolo di buon auspicio e soprattutto
di fertilità. Ai sacerdoti e agli alchimisti era dato invece, il
nobile compito di preparare composti con il gel di aloe.
Ma furono gli arabi a espandere le coltivazioni di aloe e a
farla conoscere agli europei soprattutto sulle coste del
Mediterraneo. Ad esempio in Grecia veniva utilizzata per
scopi curativi, Ippocrate la usava per le sue
proprietà antinfiammatorie, disinfettanti e rigeneranti.
In Spagna invece, la dominazione araba importò questa
pianta e successivamente furono i gesuiti che contribuirono
alla sua diffusione ed espansione in tutto il nuovo
continente americano.
In Centro America ad esempio gli aborigeni di Haiti
utilizzavano l’aloe per i loro riti spirituali, dandole inoltre il
soprannome di “pianta dell’eternità“, per purificare corpo,
mente e anima. In Messico è tuttora considerata una
“pianta sacra“, ed è proprio da qui che parte la maggior
esportazione dell’aloe in tutto il continente americano.
Ma tracce dell’aloe si ritrovano anche in oriente, nell’antica
Cina e in India, dove la pianta veniva e viene tutt’ora usata
come tonificante e rimedio contro l’asma.
A questa pianta si attribuiscono proprietà cicatrizzanti,
lassative, e antimicrobiche.

La sua composizione principale è costituità da


• Antrachinoni ; Flavonoidi; Mucillagini; Saponine;
Minerali; Vitamine; Acidi organici;
Steroli vegetali..
Su questa pianta si è molto dibattuto su varie proprietà
anticancerogene che gli si sono attribuiote
per lo più grazie a studi in vitro.

Ma entrando nel vivo della questione di questo libro tutto


risale al 2017 quando l'unione europea sollecitata da paesi
del nord europa che ricordiamo non hanno una storia
erboristica ne fitoterapica come la nostra,decidono di
verificare se alcuni composti presenti nelle piante
antrachinoniche come la Senna, Cascara, Frangula e l'Aloe
appunto, che a detta loro possono provocare fenomeni di
genotossicità e cancerogeneicità nell'uomo in particolare
tumore al colon.
Queste sostanze sono gli ormai famosi HAD Derivati
Idrossiantraceni molecole che possiedono una struttura
simile alla molecola di Antracene e che per questo
potrebbero essere cancerogeni perchè potenzialmente
intercalanti cioè capaci di inseriscono fra le coppie di basi
della doppia elica del DNA provocando fenomeni di
mutazione.
Ma andiamo con ordine!
L'Unione Europea a seguito di una segnalazione dalla
Germania da mandato all'agenzia EFSA di svolgere una
relazione che possa mettere alla luce la possibile
genotossicità dei HAD, l'EFSA dal canto suo non svolgere
o da mandato a qualche ente di svolgere degli esperimenti
per valutare l'effettiva genotossicità dei derivati
idrossiantraceni, ma si limita a raccogliere studi alquanto
dubbi e antiquati, il più recente risalente al 2006.
Dove gli accademici per per stessa ammissione dell'ente
lasciavano a dir poco spazio a dubbi sulla loro bontà
scientifica, infatti i lavori erano mancanti del metodo
utilizzato o tale metodo non era conforme alle direttive
internazionali della comunità scientifica e gli studi in
particolare in vitro su batteri Salmonetta Typhimurium
erano insufficienti per numero di campioni analizzati.
Nelle note dell'Efsa si legge molto chiaramente le
considerazioni sui singoli studi:
“ANALISI SINGOLI STUDI:
Aloe:
Nello studio di Sehgal et al. (2013), la genotossicità di un
WLE decolorato commerciale che
conteneva approssimativamente aloina A a 0,9 ppm, aloina
B a 1,3 ppm e aloe-emodin a 0,2 ppm
era
valutato nei saggi di mutazione inversa di S. Typhimurium
con ceppi di tester TA98 e TA100 e
Saggio di riparazione del danno al DNA di E. coli SOS sia
in assenza che in presenza
dell'attivazione metabolica di S9.
Le concentrazioni applicate variavano da estratto
concentrato di 21 volte a 20 volte diluito e
negativo
i risultati sono stati osservati in entrambi i saggi. Tuttavia, il
gruppo di esperti scientifici ha
osservato che entrambi gli studi sono limitati per
rilevanza poiché nel test di mutazione inversa sono stati
utilizzati solo due ceppi di tester di S.
Typhimurium e
che il test di riparazione del danno del DNA SOS non è
attualmente utilizzato per i test di
tossicologia genetica.
Nello studio di Morimoto et al. (1982), estratti grezzi di
Aloe ferox Mill. in acqua o metanolo erano
valutato per la loro genotossicità in un test di mutazione
inversa batterica (test di Ames) utilizzando
la Salmonella
Il tester di typhimurium filtra TA98 e TA100 e nel test di
recitazione Bacillus subtilis (test di
riparazione del DNA)
usando il ceppo mutante M45 rec- (incapace di riparare il
danno al DNA) e il ceppo selvaggio H17
rec + come
controllo a livelli di dose di 10 mg / piastra e 6 mg / disco,
rispettivamente. Il test di Ames è stato
eseguito entrambi
in assenza e presenza di un metabolismo S9 del fegato di
ratto esogeno. I risultati ottenuti hanno
indicato
che solo estratti di acqua di Aloe ferox Mill. ha indotto un
effetto genotossico nel test di analisi del
Bacillus subtilis.
Tuttavia, il gruppo di esperti scientifici ha osservato che
l'insieme di ceppi di tester di S.
Typhimurium era insufficiente per essere rilevato
potenziali genotossine. Su questa base, il test di Ames
eseguito è di rilevanza limitata per la
valutazione del rischio
di acqua o metanolo Estratti di mulino di aloe ferox.
Non sono stati in grado di estrarre estratti dalla polpa di
foglie di aloe vera (3 g in 5 ml di soluzione
fisiologica)
ridurre significativamente la sopravvivenza di Escherichia
coli wild-type o mutanti riparatori
difettosi (recA, xthA,
Il tester uvrA, wild-type / rfa, uvrA / rfa) si sforza sia in
assenza che in presenza di radiazioni UV-
A.
Tuttavia, sono state osservate rotture del singolo filamento
di DNA nel plasmide pUC 9.1 quando
incubate con 3, 30
e 300 lg / mL di estratto di polpa di foglie di aloe vera
(Paes-Leme et al., 2005). Il gruppo di esperti
scientifici ha osservato che la sostanza chimica
la caratterizzazione degli estratti non è stata eseguita e che i
saggi impiegati non sono stati validati
e non sono inclusi nelle attuali linee guida dell'OCSE per i
test di genotossicità.
Nello studio di Boudreau et al. (2013), due diversi campioni
di gel di aloe vera sono stati testati su a
intervallo di dose di 100-10.000 lg / piastra in ceppi di S.
Typhimurium TA97, TA98, TA100 e
TA1535, con
e senza miscela S9 di fegato di ratto o criceto indotta al
10% o al 30% e fino alla dose limite di
6.000 lg / piastra in ceppi di S. Typhimurium TA98 e
TA100, o ceppo E. coli WP2 uvrA / pKM101,
con o
senza il 10% di fegato di ratto indotto S9, rispettivamente, e
nessuna evidenza di mutagenicità è
stata osservata. Allo stesso modo,
sono stati analizzati l'estratto di foglie intere filtrate con
carbone vegetale aloe vera WLE (nativo) e
aloe vera (decolorato)
per mutagenicità fino a concentrazioni di 6.000 lg / piastra
in ceppi di S. Typhimurium TA98 e
TA100,
ed E. coli ceppo WP2 uvrA / pKM101, con e senza fegato
di ratto S9 indotto al 10%; nessuna prova
di
la mutagenicità è stata osservata in uno qualsiasi dei tre
ceppi, con o senza S9.”
Inoltre c'è da dire come esposi nella mia relazione
presentata al governo Italiano, al MIPAAF e al Ministero
della Salute all'attenzione del Ministro Roberto Speranza,
Vice Ministro Sileri e al Sottosegretario Andrea Costa e
alla Stessa Commissione europea, oltre che ad una
funzionaria Dottoressa Paola Villa del MIPAAF Ministero
delle Politiche Agricole e Forestali incaricata di ascoltarmi
inseguito ad una mia richiesta al Sottosegretario Gianmarco
Centinaio, gli studi su batteri in particolare utilizzando il
test di AMES un test che sfrutta la capacita di alcuni batteri
deficitati per un aminoacido istidina in particolare
Salmonella Typhimurium se messi a contatto e fatti crescere
in presenza di una sostanza mutagenica dovrebbero
rispristinare la capacità di produrre tale aminoacido, ma
questo test oltre che a prevedere l'aggiunta al terreno di
coltura di estratto di fegato di ratto S9 per simulare l'azione
presente nel nostro organismo del citocromo P450 che a la
funzione di modificare le molecole che entrano nel nostro
organismo in questo caso rendendo i derivati
idrossiantraceni da pro-cancerogeni a cancerogeni.
Il problema che ho sollevato nella mia relazione al governo,
al parlamento e in Commissione Europea è che un batterio
ciò è una cellula procariote è strutturalmente e
chimicamente molto più semplice di una cellula eucariote
che contiene molti più meccanismi di “difesa” contro
possibili mutazioni cancerogeniche, e che voler paragonare
l'effetto avvenuto in un batterio ad un organismo superiore
equiparando l'effetto di una molecola è a dir poco assurdo
se non fantascientifico.
Ma tornando un attimo agli studi presi in considerazione
dall' EFSA, questi in alcuni di essi non era stato utilizzato
l'estratto di fegato di ratto S9 quindi non veniva affatto
simulata l'azione del citocromo P450 e quindi dovevano a
mio avviso essere ritenuti da subito inefficaci, inoltre negli
studi presi in considerazione non si tiene conto di una
importantissima differenza, quella dell'azione della singola
molecola da quella dell'intero fitocomplesso ( il pool di
molecole costituenti della pianta o della droga).
Ma comunque la Commissione Europea ha votato per la
messa al bando dei Derivati idrossiantraceni, in particolare
dell'Aloe e la messa sotto sorveglianza per 4 anni con la
ovvia intenzione di eliminarle, anche la Senna, Cascara,
Rabarbaro e Frangula!
A questo punto anche a seguito di numerose telefonate da
parte di aziende agricole, erboristiche e farmaceutiche mi
sono deciso a denunciare tramite i media quello che stava
accadendo e che presto riguarderà e si estenderà ad altri
prodotti naturali come la Lavanda e il Thè Verde e mi sono
deciso ad' avviare una sperimentazione che mettesse
almeno un primo tassello di verità sulla questione,
utilizzando Saccharomyces cervisiae, il normale lievito di
birra ( Saccharomyces cerevisiae), è un organismo
unicellulare il cui Dna, ha molte analogie con le cellule di
mammifero. Per questo è un ottimo modello di laboratorio,
per effettuare una molteplicità di esperimenti nel campo
della biomedicina e poter far luce su diversi meccanismi
cellulari umani.
Prendendo proprio a modello questo microrganismo, sono
riuscito a dimostrare smentendo di fatto gli studi in vitro
presentati nella relazione dell'EFSA, il diverso meccanismo
d'azione di singole molecole di Idrossiantraceni rispetto
all'intero fitocomplesso ( l'intero pool di molecole della
droga vegetale utilizzata) di un estratto di piante del genere
Aloe, queste molecole derivano dall antracene molecola
planare che fa parte degli idrocarburi policiclici aromatici
Ipa e considerata potenzialmente cancerogena proprio per la
sua forma in grado di intercalarsi al DNA e provocare
mutazioni tali da sviluppare formazioni cancerogene! Il mio
studio, ha dimostrato che singole molecole di Aloina e Aloe
Emodina possono provocare una alterazione in
Saccharomyces nell'attività nucleare che si tramuta in una
attività mitotica molto più marcata rispetto a cellule di
controllo.
Di contro in Saccharomyces dove le cellule sono state
esposte all'intero fitocomplesso, l'attività mitotica era
pressoché normale o stazionaria! Questo sta a dimostrare
che le molecole in piante antrachinoniche come Aloe,
Cascara,Senna, Rabarbaro si influenzano e manifestano
proprietà biochimiche diverse se si vengono a trovare
isolate o nell'estratto! ulteriori studi con questo
microrganismo potrebbe spiegare e risolvere molti dubbi di
presunti effetti tossici di vari estratti vegetali non che
spiegare vari meccanismi di formazione di processi
cancerogeni e genotossici.
Altri studi che hanno portato alla medesima conclusione
cioè che gli HAD presi ne loro fitocomplesso non
provochino effetti genotossici sono stati avanzati
dall'Università degli Studi di Siena e dalla Società Italiana
di Tossicologia!
Ovviamente come precedentemente affermato ho inviato
tutti i dati riguardante i miei studi al Governo Italiano e
all'Unione Europea la quale ha girato le mie obbiezioni all'
EFSA per una loro valutazione.
L'europa deve decidere da che parte stare se della Scienza e
quindi ritirare queste assurde decisioni ASCIENTIFICHE o
della menzogna e perpetrare una politica voluta dagli stati
del Nord Europa che mira a distruggere le molecole naturali
a esclusivo vantaggio del sintetico e dell'economia che gli
gira intorno.

Copyright © 2022, Paolo Pelini

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