Sei sulla pagina 1di 185

Regolamenti per la Classificazione

delle Navi
In vigore dal 1 Gennaio 2008

Parte B
Scafo e Stabilità

RINA S.p.A.
Via Corsica, 12 - 16128 Genova - Italia
Tel. +39 01053851 - Fax: +39 0105351000
E-MAIL info@rina.org - WEB www.rina.org
C.F./P.Iva 03794120109
Cap. Soc. EURO 30.192.800,00 i.v.
R.I. Genova N. 03794120109
Direttore responsabile: Marcello Lucentini

Editore: RINA S.p.A.


Via Corsica, 12 - 16128 GENOVA
Tel. +39 010 53851

Stampato da: Algraphy S.n.c.


Genova Italia

Autorizzazione del Tribunale di Genova


No. 25/73 dell' 11 aprile 1973

© RINA S.p.A. - Tutti i diritti riservati


PREAMBOLO AI REGOLAMENTI: CONDIZIONI GENERALI
Definizioni Articolo 3
“Regolamenti” significa i Regolamenti per la Classificazione 3.1. – La classe assegnata ad una nave riflette il parere
delle Navi sia contenuti in questo documento che in altri discrezionale della Società che la nave, dato l’uso previsto
documenti emessi dalla Società. ed entro i relativi limiti di tempo, soddisfa i Regolamenti
"Servizi" significa le attività descritte nel successivo Articolo applicabili all’epoca in cui il servizio è prestato. L’entrata in
1, rese dalla Società su richiesta fatta dalla, Parte Interessata vigore e l’applicazione di nuove norme sono disciplinate
o in nome e per conto di questa. nella Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 2 dei
“Società” significa RINA S.p.A. e tutte le Società Regolamenti.
appartenenti al Gruppo RINA che forniscono i Servizi. 3.2. – A nessun rapporto, dichiarazione, annotazione su
“Tecnico” significa personale tecnico operante per conto disegno, esame, Certificato di Classe o qualsiasi documento
della Società nell’esecuzione delle attività descritte nel o informazione emanati o rilasciati in esecuzione di servizi
seguente Articolo 1. prestati dalla Società possono essere attribuiti effetti o
“Parte Interessata” significa una parte, diversa dalla Società, implicazioni legali diversi da una attestazione che la nave,
che abbia responsabilità nella classificazione della nave, la struttura, i materiali, le apparecchiature, i macchinari o
quale l’Armatore della nave ed i suoi rappresentanti, o il qualsiasi altro elemento, cui tale documento o
costruttore della nave, o il costruttore delle macchine, o il informazione si riferiscono, sono conformi ai Regolamenti.
fornitore di parti da collaudare. Tale dichiarazione è rilasciata solamente per l’uso della
“Armatore” significa il Proprietario o l’Armatore Disponente Società, dei suoi comitati e dei suoi clienti o di altri
o il Gestore o qualsiasi altra parte tenuta a mantenere la organismi autorizzati e per nessun altro fine. La validità,
nave atta alla navigazione, con particolare riguardo alle l’applicazione, il significato e l’interpretazione di un
disposizioni relative al mantenimento della classe indicate Certificato di Classe, o qualsiasi analogo documento o
nella Parte A, Capitolo 2 dei Regolamenti. informazione forniti dalla Società in relazione a oppure a
“Amministrazione” significa il Governo dello Stato di cui la seguito della prestazione dei propri servizi, sono
nave è autorizzata a battere la bandiera o lo Stato sotto la disciplinati dai Regolamenti della Società che è l'unica
cui autorità la nave viene gestita nel caso specifico. competente a fornirne l'interpretazione ufficiale. Qualsiasi
Articolo 1 contrasto relativo a questioni tecniche tra la Parte
1.1. – L'oggetto della Società è, tra gli altri, la Interessata ed il Tecnico nell’esecuzione delle sue funzioni
classificazione e la certificazione di navi, unità marittime e deve essere portato il più presto possibile, per iscritto, a
fluviali, strutture offshore ed imbarcazioni di tutti i tipi, (nel conoscenza della Società la quale risolve ogni divergenza
seguito sono collettivamente definite “navi”), e la di opinione o vertenza.
certificazione di loro parti e componenti. 3.3. – La classificazione di una nave, o il rilascio di un
La Società: certificato in relazione alla oppure a seguito della
– stabilisce e sviluppa Regolamenti, Guide ed altri classificazione di una nave o della prestazione di servizi da
documenti; parte della Società ha la validità conferita dai Regolamenti
– pubblica il Libro Registro; della Società all’epoca dell’assegnazione della classe o del
– emette Certificati, Dichiarazioni e Rapporti sulla base dei rilascio del certificato ed in nessun caso equivale ad una
suoi interventi. attestazione o una garanzia di navigabilità, integrità
1.2. – La Società prende parte anche alla applicazione di strutturale, qualità o idoneità ad un particolare scopo o
Norme Nazionali come pure di Norme e Standard servizio di qualsiasi nave, struttura, materiale,
Internazionali, per delega di diversi Governi. apparecchiatura o macchinario visitati dalla Società.
1.3. – La Società svolge Assistenza Tecnica su richiesta e 3.4. – Qualsiasi documento rilasciato dalla Società in
fornisce servizi particolari al di fuori dell’ambito della relazione ai propri interventi rappresenta le condizioni
classificazione, che sono soggetti alle presenti condizioni della nave all’epoca della visita.
generali, tranne ove espressamente previsto in contrario. 3.5. – I Regolamenti, le visite effettuate, i rapporti, i
certificati e gli altri documenti rilasciati dalla Società non
Articolo 2 sono intesi a sostituire per nessuna ragione gli obblighi e le
2.1. – I Regolamenti sviluppati dalla Società mirano a responsabilità di altre parti quali Governi, progettisti,
riflettere lo stato della tecnica in uso al tempo della loro costruttori, fabbricanti, riparatori, fornitori, imprenditori,
pubblicazione. La Società non è responsabile di qualsiasi subcontraenti, Armatori, gestori, assicuratori, venditori o
carenza o imperfezione di questi Regolamenti o di acquirenti di una nave o altro bene sottoposto a ispezione.
qualunque altro documento ad esso correlati, nella misura Detti documenti non esimono tali parti da qualsiasi
in cui queste siano il risultato di futuri sviluppi della garanzia, dovere o obbligo contrattuale da essi
tecnica, che non potevano essere ragionevolmente previsti esplicitamente o implicitamente assunti o da qualunque
al tempo della pubblicazione. responsabilità, né conferiscono a tali parti alcun diritto,
2.2. – La Società esercita la dovuta diligenza e capacità: pretesa o titolo nei confronti della Società. In particolare, le
- nella scelta dei propri Tecnici suddette attività della Società non esimono l’Armatore dal
- nell’esecuzione dei propri servizi, considerando lo stato suo obbligo di assicurare un’adeguata manutenzione della
della tecnica in uso all’epoca in cui tali servizi sono nave in ogni momento. Parimenti, i Regolamenti, le visite
effettuati. effettuate, i rapporti, i certificati e gli altri documenti
2.3. – Le visite eseguite dalla Società comprendono esami rilasciati dalla Società non sono finalizzati a garantire gli
visivi e prove non distruttive, ma non sono limitate a detti eventuali acquirenti della nave, di suoi componenti o di
accertamenti. Tranne ove diversamente previsto, i controlli altro bene oggetto di verifica o certificazione o a manlevare
sono eseguiti con tecniche di campionamento e non il venditore degli stessi rispetto agli obblighi loro
consistono nell'esame o nel monitoraggio completo di ogni incombenti in base alla legge o al contratto quanto alla
singolo elemento della nave o dei beni oggetto di qualità, al valore commerciale o alle caratteristiche del
certificazione. La Società può anche affidare prove di bene oggetto di transazione. Pertanto, in nessun caso la
laboratorio, ispezioni subacquee ed altri accertamenti a Società si assumerà gli obblighi incombenti sui soggetti
qualificati fornitori di servizi che li eseguono sotto la loro sopra menzionati, anche quando è chiamata ad esprimere
responsabilità. Le prassi e le procedure di visita sono scelte pareri in relazione a domande riguardanti materie non
dalla Società a sua esclusiva ed assoluta discrezione sulla coperte dai propri Regolamenti o altri documenti. In quanto
base delle proprie esperienze e conoscenze ed in accordo non sono disciplinati nel Preambolo, i doveri e le
con gli standard tecnici generalmente accettati responsabilità dell’Armatore e delle Parti Interessate nei
nell’industria. riguardi dei servizi prestati dalla Società sono descritti nella
Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 3 dei Regolamenti.
Articolo 4 entro TRE MESI dalla data in cui i servizi sono stati
4.1. – Qualsiasi richiesta di servizi della Società deve essere inizialmente prestati o i danni inizialmente scoperti. La
sottoposta per iscritto e firmata dalla Parte Interessata o da mancanza di tale avviso entro i termini qui stabiliti
altri per suo conto. Tale richiesta sarà considerata comporta la decadenza da ogni diritto o azione contro la
irrevocabile appena sarà ricevuta dalla Società e Società.
comporterà l’accettazione da parte del richiedente delle Articolo 6
pertinenti prescrizioni dei Regolamenti, Preambolo 6.1. – Qualsiasi vertenza derivante da o connessa con i
compreso. Non appena la richiesta scritta è accettata dalla Regolamenti o con i servizi della Società, comprese
Società, si intenderà stipulato un contratto tra la Società e eventuali questioni riguardanti obblighi, responsabilità o
la Parte Interessata, regolato dalle presenti Condizioni limitazioni della responsabilità della Società, sarà soggetta
Generali. alla legge italiana ed ogni procedimento dovrà essere
4.2. – La Parte Interessata e il soggetto che ha richiesto il iniziato o riassunto innanzi il Tribunale di Genova, Italia,
servizio saranno congiuntamente e solidalmente che avrà competenza esclusiva nell’esaminare e risolvere
responsabili per il pagamento dei compensi e delle spese tali vertenze.
dovuti alla Società per i servizi resi, anche se non portati a 6.2. – Tuttavia, per le controversie relative al mancato
termine per cause non imputabili alla Società. Nel caso di pagamento dei compensi e delle spese dovuti alla Società
pagamento ritardato possono essere richiesti gli interessi per i Servizi, la stessa avrà la facoltà di adire l'Autorità
maturati nella misura del tasso di interesse legale vigente, Giudiziaria del Paese dove ha sede la Parte Interessata o il
aumentato di due punti percentuale. soggetto che ha richiesto il Servizio.
4.3. – Il contratto può essere risolto e gli eventuali certificati Articolo 7
revocati a richiesta di una o dell’altra parte a condizione
che venga dato un preavviso per iscritto di 30 giorni. Il 7.1. – Tutti i disegni, le specifiche, i documenti e le
mancato pagamento dei compensi richiesti per i servizi informazioni forniti o emessi dalla Società o di cui questa
prestati dalla Società in esecuzione del suddetto contratto può venire a conoscenza, in occasione dell'esecuzione dei
darà diritto alla Società di risolvere il contratto e sospendere propri servizi, saranno trattati come documenti riservati e
l'esecuzione dei servizi. non saranno divulgati a terzi senza previa autorizzazione
A meno che la Società non decida diversamente, la della Parte Interessata, salvo quanto previsto o richiesto
risoluzione del contratto implica che l’assegnazione della dalla normativa internazionale, europea o nazionale
classe alla nave viene rifiutata oppure, se la nave è già applicabile, dal Codice di Etica dell'IACS, dallo Statuto
classificata, che la classe è sospesa o ritirata. dell'IACS o altre normative IACS, ovvero da un ordine di
un'Autorità Giudiziaria competente. Informazioni sulla
Articolo 5 situazione dei certificati di classe e statuali, compresi i
5.1. – Nel prestare i servizi citati nel precedente Articolo 1, trasferimenti, i cambiamenti, le sospensioni, le revoche
come pure nel dare informazioni o pareri, né la Società né della classe, le raccomandazioni/condizioni di classe, le
alcuno dei suoi dipendenti o agenti garantisce la precisione condizioni o le restrizioni operative stabilite nei confronti
delle informazioni o dei pareri forniti. Inoltre, la Società delle navi classificate ed altre informazioni pertinenti,
non presta alcuna garanzia esplicita od implicita. secondo quanto richiesto, possono essere pubblicate sul
Salvo quanto previsto al seguente paragrafo 5.2, ed anche sito internet o divulgate con altri mezzi senza previa
nel caso di visite eseguite per delega di Governi, né la autorizzazione della Parte Interessata.
Società né alcuno dei suoi dipendenti o agenti sarà 7.2 – Indipendentemente dall'obbligo generale di
responsabile di qualsiasi perdita, danno o spesa di riservatezza dovuto dalla Società nei confronti dei propri
qualunque natura sostenuta da qualsiasi persona, sia in via clienti in accordo alla sopraindicata clausola 7.1, i clienti
contrattuale, sia in via extracontrattuale, a causa di della Società con la presente accettano che la Società
qualsiasi atto o omissione di qualunque natura, siano essi partecipi all'Early Warning System dell'IACS il quale
negligenti o meno, e comunque tali perdita, danno o spesa richiede che ogni Societa IACS fornisca alle altre Società
siano stati causati. membri dell'IACS informazioni relative a danni rilevanti,
5.2. – Ferme restando le disposizioni di cui al precedente riscontrati sia alle strutture dello scafo che all'apparato
paragrafo 5.1, qualora un utente dei servizi della Società motore di navi da essa classificate, in modo che tali utili
dimostri di aver subito una perdita o un danno a causa di informazioni possano essere condivise ed utilizzate per
qualche azione od omissione negligente da parte della facilitare il corretto funzionamento dell'Early Warning
Società, dei suoi dipendenti o agenti, la Società risarcirà il System.
danno dimostrato fino a concorrenza della somma non 7.3 – Nel caso di trasferimento di classe ed aggiunta di una
superiore a cinque volte l’ammontare degli eventuali seconda classe o revoca da una "Double/Dual class", la
compensi fatturati dalla Società per le specifiche Parte Interessata si impegna a fornire alla Società o a
prestazioni, informazioni o consigli o, se non sono fatturati permettere alla Società di fornire all'altra Società di
compensi, fino a un massimo di diecimila Euro. Qualora i Classificazione tutti i piani e i disegni costruttivi, i
compensi siano relativi a diversi servizi, al fine di calcolare certificati, i documenti e le informazioni relativi all'unità
il limite massimo risarcibile, l’ammontare dei compensi classificata, compreso il suo archivio storico, che l'altra
sarà determinato con riferimento alla stima del tempo Società di Classificazione può richiedere ai fini della
impiegato nell’esecuzione di ciascun singolo servizio. classificazione in conformità con la Procedura IACS PR 1A,
Qualsiasi responsabilità per perdite o danni indiretti o come emendata, e con la normativa applicabile. E' dovere
consequenziali e per le relative spese è comunque dell'Armatore assicurare, quando richiesto, il consenso del
espressamente esclusa. In ogni caso, indipendentemente costruttore alla fornitura di piani e disegni alla nuova
dall’ammontare dei compensi, l'ammontare massimo Società di Classificazione, per mezzo di opportune clausole
risarcibile dalla Società non sarà superiore a 1 milione di inserite nel contratto di costruzione o tramite altri accordi.
Euro. Il risarcimento previsto in questo paragrafo non
implica assunzione di obblighi e/o ammissione di Articolo 8
responsabilità da parte della Società e sarà eseguito fermo 8.1. – Se qualche parte di questo Preambolo dovesse essere
restando quanto previsto dalla clausola di esclusione della dichiarata invalida, ciò non avrà effetto sulla validità delle
responsabilità contenuta nel precedente paragrafo 5.1. restanti disposizioni.
5.3. – Qualsiasi reclamo per perdita o danni di qualunque 8.2. – Nell’eventualità di dubbi riguardanti l’interpretazione
natura in virtù delle disposizioni qui stabilite deve essere di questo Preambolo, prevarrà il testo italiano.
fatto per iscritto, e ne deve essere dato avviso alla Società
NOTE ALLA PARTE B

1. Edizione di riferimento Parte A: Classificazione e visite


Per edizione di riferimento della presente Parte B si Parte B: Scafo e stabilità
intende l'edizione 2000 dei regolamenti del RINA in Parte C: Macchinari, Impianti e protezione contro
vigore dal 1 giugno 2000. gli incendi
2. Aggiornamento delle norme Parte D: Materiali e saldature
2.1 Con la pubblicazione dell'edizione 2000 i regola- Parte E: Notazioni di servizio
menti sono stati completamente rielaborati e riorga- Parte F: Notazioni addizionali di classe
nizzati.
Ciascuna Parte è suddivisa in:
2.2 Salvo casi particolari, i regolamenti vengono
• Capitoli
aggiornati e pubblicati annualmente.
• Sezioni ed eventuali Appendici
3. Entrata in vigore delle norme • Articoli
3.1 In corrispondenza di tutti i punti nei quali sono • Sotto-articoli
state introdotte norme nuove o modificate rispetto a • Requisiti
quelle contenute nell'edizione di riferimento è indi- Le Figure (abbr. Fig) e le Tabelle (abbr. Tab) sono nume-
cata una data tra parentesi. rate, in ordine crescente, all’interno di ciascuna Sezione
Tale data è quella di entrata in vigore delle norme o Appendice.
del punto considerato così come emendate con 5.2 Riferimenti
l'ultimo aggiornamento relativo alle stesse. I punti Esempi: Parte A, Cap 1, Sez 1, [3.2.1]o Parte A, Cap 1,
in corrispondenza dei quali non è indicata alcuna App 1, [3.2.1]
data tra parentesi contengono norme la cui data di • Parte A significa Parte A dei regolamenti
entrata in vigore è quella dell'edizione di riferi-
mento. La Parte è indicata quando è diversa dalla Parte nella
quale compare il riferimento. Altrimenti non viene indi-
3.2 Il seguente punto 6 fornisce un elenco delle modifi- cato.
che di carattere tecnico apportate rispetto all'edi-
• Cap 1 significa Capitolo 1
zione precedente. In generale tale elenco non
contiene quei punti che hanno subito modifiche di Il Capitolo è indicato quando è diverso dal Capitolo nel
carattere essenzialmente redazionale, che non quale compare il riferimento. Altrimenti non viene indi-
danno luogo ad alcuna variazione della data di cato.
entrata in vigore delle norme in essi contenute. • Sez 1 significa Sezione 1 (o App 1 significa
Appendice 1 )
4. Varianti normative e Errata-corrige
La Sezione (o l’Appendice) è indicata quando è diversa
Fino alla pubblicazione della nuova edizione dei Rego-
dalla Sezione (o dall’Appendice) nel quale compare il
lamenti, eventuali varianti normative e/o errata-corrige,
riferimento. Altrimenti non viene indicato.
saranno pubblicate sul sito web del RINA
(www.rina.org). Pertanto, salvo casi particolari, le vari- • [3.2.1] si riferisce al requisito [3.2.1] del sotto-arti-
anti normative o le errata-corrige non saranno pubbli- colo [3.2] dell’articolo [3].
cate in forma cartacea. I riferimenti ad un’intera Parte o ad un intero Capitolo
non vengono abbreviati, come indicato nei seguenti
5. Suddivisione delle norme e riferimenti esempi:
5.1 Suddivisione delle norme • Parte A - nel caso di riferimento alla Parte A
Le norme sono suddivise in sei parti, da A a F. • Parte A, Capitolo 1 - nel caso di riferimento al
Capitolo 1 della Parte A.
6. Modifiche introdotte nell'edizione in vigore dal Elenco dei punti contenenti norme nuove o modi-
1° gennaio 2008 ficate
Premessa CAPITOLO 1
La presente edizione della Parte B contiene modifiche Sezione 3: [1.1.2]; [1.2.1]; Tabella 3
alle norme già pubblicate in un fascicolo allegato alla
Circolare 3529 del 27/6/2006, la cui data di entrata in CAPITOLO 4
vigore è il 1° luglio 2007 ad eccezione dei seguenti Sezione 1: Tabella 2
punti:
• Cap 1, Sez 3, Tab 3, in vigore dal 1°marzo 2008, e
CAPITOLO 8
• Ch 4, Sec 3, Tab 2 in vigore dal 1° gennaio 2008, e
• alcune modifiche già pubblicate con la Variante Nor- Appendice 1: [5.3.1] (editoriale); [5.4.1] (editoriale);
mativa FTC/2006/03, in vigore dal 1° gennaio 2007. Tabella 4 (editoriale)
La data di entrata in vigore delle modifiche al "Pream-
bolo ai Regolamenti" è il 1° luglio 2007. CAPITOLO 9
Sezione 7: [9.1.2]
La data di entrata in vigore di ciascun punto nuovo o
modificato è indicata tra parentesi in corrispondenza
del punto stesso. CAPITOLO 10
Sezione 4: [3.1]; [3.2.1]
Modifiche al "Preambolo ai Regolamenti: condizioni
generali" CAPITOLO 12
Nel punto 3.5 è stata aggiunta una clausola circa le Sezione 3: [2.7] (NUOVO); Tabella 1
responsabilità e la validità delle visite, dei certificati e
degli altri documenti rilasciati dal RINA nei confronti di
chi acquista la nave o suoi componenti oggetto di veri-
fica o certificazione.
Nel nuovo punto 7.2 sono stati introdotti requisiti stabi-
liti dall'IACS allo scopo di precisare che, in attuazione
dell'Early Warning System (PR2), il RINA fornirà alle
altre Società IACS informazioni su eventuali importanti
avarie riguardanti sia le strutture sia gli impianti di navi
classificate.
REGOLAMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE
DELLE NAVI

Parte B
Scafo e Stabilità

Capitoli 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Capitolo 1 GENERALITÀ

Capitolo 2 SISTEMAZIONE GENERALE

Capitolo 3 STABILITÀ

Capitolo 4 NORME GENERALI DI PROGETTO DELLE STRUTTURE

Capitolo 5 CARICHI DI PROGETTO

Capitolo 6 ROBUSTEZZA DELLA TRAVE NAVE

Capitolo 7 DIMENSIONAMENTI DELLO SCAFO

Capitolo 8 NAVI DI LUNGHEZZA MINORE DI 90 M

Capitolo 9 ALTRE STRUTTURE

Capitolo 10 ALLESTIMENTO

Capitolo 11 NORME DI PROGETTO FINALIZZATE ALL’ESERCIZIO

Capitolo 12 COSTRUZIONE E PROVE


C APITOLO 10
ALLESTIMENTO

Sezione 1 Timoni
1 Generalità 13
1.1 Applicazione
1.2 Dimensionamenti lordi
1.3 Sistemazioni
1.4 Materiali
2 Forza e momento torcente agente sul timone 14
2.1 Pale aventi il contorno esterno senza rientranze
2.2 Pale aventi il contorno esterno con rientranze (timoni semi-sospesi)
3 Sollecitazioni agenti sulle strutture del timone 16
3.1 Generalità
4 Dimensionamenti delle aste del timone 16
4.1 Momento flettente
4.2 Dimensionamenti
5 Accoppiatoi 18
5.1 Accoppiatoi orizzontali
5.2 Accoppiatoi conici tra l’asta del timone e la barra
5.3 Accoppiatoi conici tra l’asta del timone e la pala del timone
5.4 Accoppiatoi verticali
5.5 Accoppiamento mediante saldatura continua della pala all’asta del timone
5.6 Collegamento tra “skeg” e losca
6 Supporti dell’asta del timone e agugliotti 22
6.1 Forze agenti sui supporti dell’asta del timone e sugli agugliotti
6.2 Supporti dell’asta del timone
6.3 Supporti degli agugliotti
6.4 Agugliotti
7 Dimensionamenti della pala del timone 24
7.1 Generalità
7.2 Verifiche di resistenza
7.3 Fasciame della pala del timone
7.4 Collegamenti della struttura della pala del timone con la parte massiccia in
acciaio fucinato o fuso
7.5 Collegamento tra la pala e l’asta del timone mediante patte orizzontali
7.6 Timoni a semplice lamiera
8 Dimensionamenti della pinna del timone e del calcagnolo 30
8.1 Generalità
8.2 Pinna del timone
8.3 Calcagnolo
9 Dritto del timone smontabile (per timoni di tipo “Simplex”) 32
9.1 Dimensionamenti
9.2 Collegamenti

Regolamenti RINA 2008 3


10 Timoni con mantello 33
10.1 Generalità
10.2 Fasciame del mantello e diaframmi interni
10.3 Asta del timone
10.4 Agugliotti
10.5 Accoppiatoi
11 Sistema di propulsione azimutale 35
11.1 Generalità
11.2 Sistemazione
11.3 Carichi
11.4 Fasciame
11.5 Rinforzi ordinari
11.6 Travi rinforzate
11.7 Strutture dello scafo di supporto ai sistemi di propulsione azimutali

Sezione 2 Parapetti e Ringhiere


1 Generalità 37
1.1 Introduzione
1.2 Generalità
2 Parapetti 37
2.1 Generalità
2.2 Dimensionamenti
3 Ringhiere 38
3.1

Sezione 3 Sostegni a Bracci degli Alberi


Portaelica
1 Sostegni a bracci degli alberi portaelica 39
1.1 Generalità
1.2 Sostegni a doppio braccio
1.3 Sostegni a braccio semplice

Sezione 4 Armamento Marinaresco


1 Generalità 40
1.1 Generalità
2 Modulo di armamento 40
2.1 Modulo di armamento
3 Armamento marinaresco 41
3.1 Accessori di bordo e relative strutture dello scafo
3.2 Ancore
3.3 Catene per ancore
3.4 Penzoli
3.5 Cavi di rimorchio e di ormeggio

4 Regolamenti RINA 2008


3.6 Cubie
3.7 Apparecchio di salpamento
3.8 Arrestatoi e bozze
3.9 Pozzo catene
3.10 Passacavi e bitte
4 Sistemazioni per il rimorchio di emergenza 53
4.1 Definizioni
4.2 Applicazione
4.3 Documentazione
4.4 Generalità
4.5 Approvazione delle sistemazioni per il rimorchio di emergenza
4.6 Carico di lavoro (SWL) di penzoli di rimorchio, dispositivi anti-usura del cavo,
passacavi e attacchi a scafo
4.7 Penzolo di rimorchio
4.8 Dispositivo anti-usura del cavo
4.9 Passacavi
4.10 Attacchi a scafo
4.11 Strutture della nave in corrispondenza dei passacavi o degli attacchi a scafo
4.12 Rapida disponibilità della sistemazione di rimorchio
4.13 Approvazione di tipo

Appendice 1 Criteri per il Calcolo Diretto delle Sollecitazioni Agenti sulle


Strutture del Timone
1 Criteri per il calcolo diretto delle sollecitazioni agenti sulle
strutture del timone 61
1.1 Generalità
1.2 Dati per il calcolo diretto
1.3 Forze per unità di lunghezza agenti sulla pala del timone
1.4 Rigidezze dei supporti del timone

Regolamenti RINA 2008 5


C APITOLO 11
NORME DI PROGETTO FINALIZZATE
ALL’ESERCIZIO

Sezione 1 Protezione delle Strutture Metalliche di Scafo


1 Protezione mediante pitturazione 67
1.1 Generalità
1.2 Strutture da proteggere
2 Protezione catodica 67
2.1 Generalità
2.2 Anodi
2.3 Sistemi a correnti impresse
3 Protezione contro la corrosione galvanica 67
3.1 Generalità
4 Protezione del fondo mediante paglioli 68
4.1 Generalità
4.2 Sistemazione
4.3 Dimensionamenti
5 Protezione dei ponti mediante controfasciame in legno 68
5.1 Generalità
5.2 Sistemazione
5.3 Dimensionamenti
6 Protezione mediante serrette dei fianchi di spazi destinati al carico 68
6.1 Generalità
6.2 Sistemazione

6 Regolamenti RINA 2008


Sezione 2 Manuale di Caricazione e Strumento per il Controllo della
Caricazione
1 Definizioni 69
1.1 Perpendicolari
2 Prescrizioni riguardanti il manuale di caricazione e lo
strumento per il controllo della caricazione 69
2.1 Categorie di navi
2.2 Criteri
3 Manuale di caricazione 69
3.1 Definizioni
3.2 Condizioni per l’approvazione
4 Strumento per il controllo della caricazione 70
4.1 Definizioni
4.2 Condizioni per l’approvazione
4.3 Procedura per l’approvazione
4.4 Momenti e tagli di trave nave
4.5 Stabilità
4.6 Stabilità allo stato integro
4.7 Caricazione di granaglie
4.8 Stabilità in allagamento

Regolamenti RINA 2008 7


C APITOLO 12
COSTRUZIONE E PROVE

Sezione 1 Saldature e Collegamenti Saldati


1 Generalità 83
1.1 Applicabilità
1.2 Materiale base
1.3 Materiali d’apporto e procedure
1.4 Mano d’opera e macchine per saldatura
1.5 Documentazione da sottoporre
1.6 Progetto
2 Tipi di collegamenti e di preparazione 84
2.1 Generalità
2.2 Saldatura testa a testa
2.3 Saldatura a cordoni d’angolo
2.4 Saldature a parziale e piena penetrazione di giunti a T
2.5 Saldature di giunti a sovrapposizione
2.6 Saldature per mezzo di asole di aderenza
2.7 Saldatura entro fori
3 Collegamenti saldati particolari 94
3.1 Saldatura di giunti a spigolo
3.2 Collegamento delle alette di rollio
3.3 Collegamento tra il dritto di poppa e il mozzo dell’albero portaelica
3.4 Collegamenti della ruota di prora massiccia
4 Mano d’opera 95
4.1 Formatura delle lamiere
4.2 Procedimenti di saldatura e materiali d’apporto
4.3 Condizioni generali per l’esecuzione delle saldatura
4.4 Incroci di elementi strutturali
5 Rettifiche e riparazioni nel corso della costruzione 97
5.1 Generalità
5.2 Distacchi e deformazioni
5.3 Difetti
5.4 Lavori di riparazione su strutture già saldate
6 Ispezioni e controlli 97
6.1 Generalità
6.2 Esami visivi e controlli non distruttivi

8 Regolamenti RINA 2008


Sezione 2 Dettagli Strutturali Speciali
1 Generalità 99
1.1 Applicabilità
1.2 Prescrizioni per il progetto
1.3 Prescrizioni per la costruzione
1.4 Prescrizioni sui materiali
1.5 Prescrizioni sulle saldature
1.6 Prescrizioni per le ispezioni
2 Elenco e caratteristiche dei dettagli strutturali speciali 100
2.1 Generalità
2.2 Dettagli relativi alle navi con fianchi a struttura longitudinale
2.3 Navi petroliere e navi chimichiere
2.4 Navi gassiere
2.5 Navi portarinfusa
2.6 Navi mineraliere e navi miste petroliere-portarinfusa
2.7 Navi portacontenitori

Sezione 3 Prove
1 Prove di pressatura 104
1.1 Applicabilità
1.2 Definizioni
2 Compartimenti stagni 104
2.1 Generalità
2.2 Prova di robustezza
2.3 Prova idropneumatica
2.4 Prova pneumatica
2.5 Prova a getto
2.6 Altri tipi di prova
2.7 Criteri di accettabilità per le porte stagne
3 Varie 108
3.1 Ponti stagni, cofani, gallerie e condotte di ventilazione a tenuta stagna
3.2 Porte in paratie situate al di sopra del ponte delle paratie
3.3 Porte semi-stagne
3.4 Timoni con mantello
4 Prove di funzionamento 109
4.1 Prova di funzionamento dell’apparecchio di salpamento

Appendice 1 Tavole di Riferimento per i Dettagli Strutturali Speciali


1 Contenuti 110
1.1 Generalità

Regolamenti RINA 2008 9


Parte B
Scafo e Stabilità

Capitolo 10

ALLESTIMENTO

SEZIONE 1 TIMONI

SEZIONE 2 PARAPETTI E RINGHIERE

SEZIONE 3 SOSTEGNI A BRACCI DEGLI ALBERI


PORTAELICA

SEZIONE 4 ARMAMENTO MARINARESCO

APPENDICE 1 CRITERI PER IL CALCOLO DIRETTO DELLE SOLLECITAZIONI


AGENTI SULLE STRUTTURE DEL TIMONE

Regolamenti RINA 2008 11


Parte B, Cap 10, Sez 1

SEZIONE 1 TIMONI

Simboli
VAV : Massima velocità di servizio in marcia avanti, in dell’orientamento, o, in alternativa, può essere richiesta la
nodi, con la nave al galleggiamento di pieno ridondanza del sistema.
carico estivo; quando VAV è minore di 10 nodi,
la massima velocità di servizio deve essere 1.1.3 Timoni con mantello
assunta non minore del valore ottenuto dalla Le prescrizioni per i timoni con mantello sono specificate in
seguente formula: [10].
V AV + 20 1.1.4 Timoni di tipo speciale
V MIN = ---------------------
-
3 I tipi di timone che non siano quelli specificati in [1.1.1],
VAD : Massima velocità di servizio in marcia addietro, [1.1.2] e in [1.1.3] devono essere considerati nei singoli
in nodi, da assumere non minore di 0,5 VAV casi dalla Società.
A : Area totale della pala del timone, in m2, delimi-
tata dal contorno esterno di essa, incluso il fusto 1.2 Dimensionamenti lordi
e l’eventuale parte compensante
1.2.1 Con riferimento al Cap 4, Sez 2, [1], tutti i dimensio-
k1 : Coefficiente dipendente dal materiale, definito
namenti ai quali si riferisce questa Sezione sono lordi, ossia
in [1.4.3]
includono i margini di corrosione.
k : Coefficiente dipendente dal materiale, definito
in Cap 4, Sez 1, [2.3], (vedere anche [1.4.5])
1.3 Sistemazioni
CR : Forza, in N, agente sulla pala del timone, defi-
nita in [2.1.2] e in [2.2.2] 1.3.1 Devono essere previsti efficaci sistemi per soppor-
MTR : Momento torcente, in N.m, agente sulla pala tare il peso del timone senza sottoporre ad eccessiva pres-
del timone, definito in [2.1.2] e in [2.2.2] sione il supporto (ad esempio, una capodrina collegata alla
parte superiore dell’asta del timone). La struttura dello scafo
MB : Momento flettente, in N.m, sull’asta del timone,
in corrispondenza della capodrina deve essere adeguata-
definito in [4.1].
mente rinforzata.

1 Generalità 1.3.2 Deve essere prevista un’idonea sistemazione per


impedire il sollevamento del timone.
1.1 Applicazione Devono inoltre essere previsti scontri strutturali di arresto di
adeguata robustezza, eccetto il caso in cui la macchina di
1.1.1 Timoni aventi profilo di tipo ordinario governo sia provvista di propri dispositivi per l’arresto del
Le prescrizioni di questa sezione si applicano a timoni timone, come specificato in Parte C, Cap 1, Sez 11.
aventi profilo di tipo ordinario, senza alcuna sistemazione
particolare al fine di incrementare la forza agente sul 1.3.3 Nella losca che è in comunicazione con il mare
timone, il cui angolo di rotazione alla massima velocità deve essere sistemato, al di sopra del massimo galleggia-
della nave è limitato a 35° su ciascun lato. mento di pieno carico, un dispositivo di tenuta o un pressa-
trecce, per impedire l’entrata d’acqua nel locale delle
In generale, angoli di rotazione maggiori di 35° sono accet- macchine di governo e la fuoriuscita dalla capodrina
tabili per manovre o navigazioni effettuate a velocità molto dell’olio lubrificante. Se l’estremità superiore della losca si
basse. trova al di sotto del massimo galleggiamento di pieno
1.1.2 Profili ad elevata portanza carico, devono essere sistemati due diversi dispositivi di
tenuta o pressatrecce.
Le prescrizioni di questa sezione si applicano a timoni
aventi alette o alettoni sistemati al fine di incrementare
l’efficienza del timone. Per tali tipi di timone, angoli di rota- 1.4 Materiali
zione alla massima velocità della nave minori di 35° pos-
1.4.1 Le aste, gli agugliotti, i bulloni, le chiavette e le parti
sono essere accettati. In tale caso, la forza agente sul
fuse dei timoni devono essere in acciaio laminato, fucinato
timone deve essere calcolata dal Progettista per le combina-
o fuso, in accordo con le prescrizioni applicabili specificate
zioni più severe tra l’angolo di manovra e la velocità della
in Parte D, Capitolo 2.
nave. Tali calcoli devono essere considerati nei singoli casi
dalla Società. 1.4.2 I materiali utilizzati per le aste, gli agugliotti, i bul-
I dimensionamenti del timone devono essere tali da soppor- loni e le chiavette devono avere tensione minima di snerva-
tare possibili danneggiamenti del sistema di controllo mento non minore di 200 N/mm2.

Regolamenti RINA 2008 13


Parte B, Cap 10, Sez 1

1.4.3 Le prescrizioni relative ai dimensionamenti conte- r1 : Coefficiente di forma:


nuti in questa Sezione si applicano ad acciai aventi ten-
λ+2
sione minima di snervamento pari a 235 N/mm2. r 1 = -------------
3
Nel caso di impiego per le aste, gli agugliotti, i bulloni e le
λ : Coefficiente:
chiavette di acciai aventi tensione minima di snervamento
diversa da 235 N/mm2, i dimensionamenti calcolati h2
λ = ------
mediante le formule specificate in questa Sezione devono AT
essere modificati, come indicato, in funzione del coeffi- da assumere non maggiore di 2
ciente k1, ottenuto dalla seguente formula:
h : Altezza media, in m, dell’area del timone, da
235 n assumere uguale a (vedere Fig 1):
k 1 = ⎛⎝ ----------⎞⎠
R eH
z3 + z4 – z 2
h = ---------------------------
dove: 2

ReH : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, AT : Area, in m2, da calcolare sommando l’area
dell’acciaio considerato, da assumere non mag- totale della pala del timone A all’area del diritto
giore del minore tra 0,7 Rm e 450 N/mm2 del timone o della eventuale pinna del timone
fino all’altezza h
Rm : Minima resistenza ultima a trazione, in N/mm2,
dell’acciaio considerato r2 : Coefficiente ottenuto come specificato in Tab 2

n : Coefficiente: r3 : Coefficiente:
• r3 = 0,8 per timoni al di fuori del flusso
• n = 0,75 per ReH > 235 N/mm2
dell’elica (timoni centrali su navi senza elica
• n = 1,00 per ReH ≤ 235 N/mm2. centrale, o casi simili)
• r3 = 1,15 per timoni addietro mantelli di tipo
1.4.4 In generale, sensibili riduzioni del diametro dell’asta
del timone, derivanti dall’impiego di acciai aventi tensione fisso (eliche intubate)
minima di snervamento maggiori di 235 N/mm2, possono • r3 = 1,0 negli altri casi.
essere considerate dalla Società subordinatamente al buon
esito di un calcolo di verifica delle deformazioni dell’asta Figura 1 : Geometria di pale del timone aventi il con-
stessa. torno esterno senza rientranze
Grandi deformazioni dell’asta devono essere evitate, allo z
scopo di non sottoporre ad eccessiva pressione i bordi delle
boccole. b

1.4.5 Le parti saldate dei timoni devono essere costruite


con l’impiego di acciai laminati da scafo di tipo approvato.
Per tali parti, deve essere usato il coefficiente k definito in
Cap 4, Sez 1, [2.3].

2 Forza e momento torcente agente


sul timone

2.1 Pale aventi il contorno esterno senza


rientranze
x
2.1.1 Descrizione della pala del timone
Le pale del timone aventi il contorno esterno senza rien-
tranze possono essere di tipo rettangolare o trapezoidale. Tabella 1 : Coefficiente di navigazione

2.1.2 Forza agente sul timone Notazione di Navigazione Coefficiente di navigazione nR


La forza agente sul timone CR deve essere ottenuta, in N,
Unrestricted navigation 1,00
dalla seguente formula:
Summer zone 0,95
CR = 132 nRA V2 r1 r2 r3
Tropical zone 0,85
dove:
nR : Coefficiente di navigazione, definito in Tab 1 Coastal area 0,85

V : VAV, o VAD, a seconda della condizione esami- Sheltered area 0,75


nata (per timoni con profilo ad alta portanza,
vedere [1.1.2])

14 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

Tabella 2 : Valori del coefficiente r2 α : Coefficiente:


• α = 0,33 per condizione di marcia avanti
r2 per r2 per
• α = 0,66 per condizione di marcia addietro
Tipo del profilo del timone marcia marcia
avanti addietro AF : Area, in m2, della porzione della pala del
timone a proravia dell’asse dell’asta del timone
NACA 00 - Goettingen
(vedere Fig 1).

1,10 0,80
2.2 Pale aventi il contorno esterno con rien-
tranze (timoni semi-sospesi)

A goccia 2.2.1 Descrizione della pala del timone


Le pale del timone aventi il contorno esterno con rientranze
1,35 0,90 possono essere di tipo rettangolare o trapezoidale, come
specificato in Fig 2.

Figura 2 : Pale del timone aventi il contorno esterno


A fianchi piani con rientranze

1,10 0,90

Ad elevata portanza A1
A1

1,70 1,30
A2
A2

Tipo “fish tail” Pala del timone trapezoidale. Pala del timone trapezoidale.
Timoni a 2 supporti con pinna di Timoni a 3 supporti con pinna di
sostegno e parte dell’area a sbalzo sostegno e parte dell’area a sbalzo
1,40 0,80

2.2.2 Forza agente sul timone


La forza CR, in N, agente sulla pala del timone deve essere
A semplice lamiera calcolata in accordo con quanto specificato in [2.1.2].

2.2.3 Momento torcente agente sul timone


1,00 1,00 Il momento torcente MTR, in N.m, agente sul timone deve
essere calcolato in accordo con la seguente procedura.
L’area della pala del timone deve essere divisa in due parti
rettangolari o trapezoidali aventi area A1 e A2, definite in
Fig 2, tali che:
2.1.3 Momento torcente agente sul timone
A = A1 + A2
Il momento torcente agente sul timone, per entrambe le
condizioni di marcia avanti e addietro, deve essere otte- Le forze sul timone CR1 e CR2, agenti su ciascuna parte A1 e
nuto, in N.m, dalla seguente formula: A2 della pala del timone, rispettivamente, devono essere
ottenute, in N, dalle seguenti formule:
MTR = CR r
A
dove: C R1 = C R ------1
A
r : Braccio della forza CR, ottenuto, in m, dalla
seguente formula: A
C R2 = C R ------2
A
r = b ⎛ α – -----F⎞
A
⎝ I bracci r1 e r2 delle forze CR1 e CR2, rispettivamente, devono
A⎠
essere ottenuti, in m, dalle seguenti formule:
da assumere non minore di 0,1 b per la condi-
r 1 = b 1 ⎛ α – -------
A 1F⎞
zione di marcia avanti -
⎝ A1 ⎠
b : Larghezza media, in m, dell’area del timone, da
assumere uguale a (vedere Fig 1):
r 2 = b 2 ⎛ α – -------
A 2F⎞
⎝ -
A2 ⎠
x2 + x3 – x1
b = ---------------------------
2 dove:

Regolamenti RINA 2008 15


Parte B, Cap 10, Sez 1

b1, b2 : Larghezze medie delle parti della pala aventi • forze sui supporti del timone
area A1 e A2, rispettivamente, calcolate in
accordo con quanto specificato in [2.1.3] • momento flettente, sforzo di taglio e torsione nella pala
del timone
A1F, A2F : Aree, in m2, delle parti della pala del timone,
definite in Fig 3 • momento flettente, sforzo di taglio e torsione nella
α : Coefficiente: pinna di sostegno del timone e nel calcagnolo.
• α = 0,33 per condizione di marcia avanti
• α = 0,66 per condizione di marcia addietro. 3.1.2 Calcolo diretto delle sollecitazioni
Per parti di timone situate dietro ad una struttura Il momento flettente nell’asta del timone, le forze sui sup-
fissa, come un dritto del timone, α deve essere porti del timone, il momento flettente e lo sforzo di taglio
assunto pari a:
nella pala del timone devono essere ottenuti mediante cal-
• α = 0,25 per condizione di marcia avanti coli diretti, effettuati in accordo con gli schemi statici e le
• α = 0,55 per condizione di marcia addietro. condizioni di carico specificate nell’ App 1.
I momenti torcenti MTR1 e MTR2, relativi alle parti della pala
del timone A1 e A2, rispettivamente, devono essere ottenuti, Per timoni con calcagnolo o pinne di sostegno tali strutture
in N.m, dalle seguenti formule: devono essere incluse nel modello di calcolo in modo da
considerare l’elasticità dei supporti del timone.
MTR1 = CR1 r1
MTR2 = CR2 r2 Le altre sollecitazioni (ossia la torsione nell’asta del timone
Il momento torcente totale MTR agente sull’asta del timone, e nella pala del timone e le sollecitazioni nel calcagnolo e
per entrambe le condizioni di marcia avanti e addietro, nella pinna di sostegno) devono essere calcolate come spe-
deve essere ottenuto, in N.m, dalla seguente formula: cificato nelle relative prescrizioni di questa Sezione.
MTR = MTR1 + MTR2
3.1.3 Metodi semplificati per il calcolo delle
Per la sola condizione di marcia avanti, MTR deve essere
sollecitazioni
assunto non minore del valore ottenuto, in N.m, dalla
seguente formula: Per timoni di tipo ordinario, il momento flettente nell’asta
A 1 b 1 + A2 b 2 del timone, le forze sui supporti del timone, il momento
M TR ,MIN = 0 ,1C R -----------------------------
- flettente e lo sforzo di taglio nella pala del timone possono
A
essere ottenuti mediante i metodi approssimati specificati
Figura 3 : Geometria di pale del timone aventi il con- nelle relative prescrizioni di questa Sezione.
torno esterno con rientranze
Le altre sollecitazioni (ossia la torsione nell’asta del timone
e nella pala del timone e le sollecitazioni nel calcagnolo e
nella pinna di sostegno) devono essere calcolate come spe-
cificato nelle relative prescrizioni di questa Sezione.

4 Dimensionamenti delle aste del


timone

4.1 Momento flettente

4.1.1 Generalità (1/7/2002)

Il momento flettente MB agente sull'asta del timone deve


essere ottenuto in accordo con le seguenti prescrizioni:

3 Sollecitazioni agenti sulle strutture • per timoni a due supporti con calcagnolo e per timoni a
del timone due supporti con pinna di sostegno, aventi parte della
pala a sbalzo, MB deve essere calcolato in accordo con:
3.1 Generalità
- [4.1.2] mediante un calcolo diretto, o
3.1.1 Sollecitazioni - [4.1.3] mediante un calcolo semplificato
La forza ed il momento torcente agenti sul timone, definite
in [2], inducono nelle strutture del timone le seguenti solle- • per timoni a tre supporti con pinna di sostegno, aventi
citazioni: parte della pala a sbalzo, e per i tipi di timone illustrati
• momento flettente e torsione nell’asta del timone in Fig 4, MB può essere assunto uguale a zero.

16 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

Figura 4 : Tipi di timone

Timone incernierato a 3 supporti Timone incernierato a 2 supporti Timone di tipo "Simplex"

4.1.2 Momento flettente ottenuto tramite calcoli τALL : tensione tangenziale di torsione ammissibile, in
diretti N/mm2:
Nel caso siano stati effettuati calcoli diretti in accordo con τALL = 68 / k1
gli schemi statici e le condizioni di carico specificate in
App 1, per i timoni sospesi, per timoni a due supporti con A tale scopo, il diametro dell’asta del timone deve essere
calcagnolo e per timoni a due supporti con pinna di soste- non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente for-
gno aventi parte dell’area della pala a sbalzo, il momento mula:
flettente nell’asta del timone deve essere ottenuto come
dT = 4,2 (MTR k1)1/3
specificato in App 1.
4.2.2 Asta del timone soggetta alla combinazione di
4.1.3 Momento flettente ottenuto tramite metodo
torsione e flessione
semplificato (1/7/2002)
Per aste del timone soggette alla combinazione di torsione e
Nel caso in cui non siano stati effettuati calcoli diretti in
flessione (timoni sospesi, timoni a due supporti con calca-
accordo con gli schemi statici e le condizioni di carico spe-
gnolo e timoni a due supporti con pinna di sostegno e parte
cificati nell' App 1, per timoni a due supporti con calca-
dell’area della pala a sbalzo, vedere Tab 3) deve essere veri-
gnolo e per timoni a due supporti con pinna di sostegno
aventi parte dell'area della pala a sbalzo, il momento flet- ficato che la tensione equivalente σE, in N/mm2, indotta dal
tente nell'asta del timone deve essere ottenuto,in N.m, dalla momento flettente MB e dal momento torcente MTR, sia in
seguente formula: accordo con la seguente formula:

HC σE ≤ σE,ALL
M B = 0 ,866 ----------R-
A dove:
dove H è ottenuto, in m3, come specificato in Tab 3. σE : tensione equivalente ottenuta, in N/mm2, dalla
seguente formula:

σE = σ B2 + 3τ T2
4.2 Dimensionamenti
σB : tensione normale di flessione ottenuta, in
4.2.1 Asta del timone soggetta a sola torsione N/mm2, dalla seguente formula:
Per aste del timone soggette a sola torsione (timoni a tre 10 ,2M B
supporti con pinna di sostegno aventi parte dell’area della σ B = 10 3 -------------------
-
d TF3

pala a sbalzo, vedere Fig 2 e i tipi di timoni specificati in


Fig 4) deve essere verificato che la tensione tangenziale τ, τT : tensione tangenziale di torsione ottenuta, in
in N/mm2, indotta dal momento torcente MTR sia in accordo N/mm2, dalla seguente formula:
con la seguente formula:
5 ,1M TR
τ T = 10 3 ------------------
-
τ ≤ τALL 3
d TF

dove:

Regolamenti RINA 2008 17


Parte B, Cap 10, Sez 1

Tabella 3 : Coefficiente H (1/7/2002) A tale scopo, il diametro dell’asta del timone deve essere
non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente for-
Tipo di timone H, in m3 mula:
2 1/6
4 MB ⎞ ⎞
d TF = 4, 2 ( M TR k 1 ) 1 ⁄ 3 ⎛⎝ 1 + --- ⎛⎝ ---------
Timoni a 2 3 M TR⎠ ⎠
supporti In generale, diametro di aste del timone soggette a torsione
con e flessione può essere gradualmente rastremato al di sopra
calcagnolo del supporto superiore del timone fino a raggiungere il
valore dT in corrispondenza della barra o traversa.
Aa 1 uH 1
5 Accoppiatoi

5.1 Accoppiatoi orizzontali


5.1.1 Generalità
In generale, la patta di collegamento e l’asta del timone
devono essere fucinate da un unico pezzo massiccio. Deve
Timoni a 2
essere previsto un raggio di raccordo più grande possibile
supporti tra l’asta del timone e la patta di collegamento. Tale raggio
con pinna di deve essere non minore di 0,13 d1, dove d1 è pari al mag-
sostegno e giore fra i diametri dell’asta dT e dTF, in mm, calcolati in
parte dell’area accordo con le prescrizioni specificate in [4.2.1] e [4.2.2],
della pala rispettivamente.
a sbalzo Qualora il diametro dell’asta del timone non sia maggiore
di 350 mm, la patta di collegamento può essere saldata
0,83 B (1) sull’asta, a condizione che il suo spessore sia aumentato del
10%, che la saldatura si estenda per tutto lo spessore della
patta e che l’insieme ottenuto sia soggetto a trattamento ter-
mico. Tale trattamento termico non è richiesto se il diame-
tro dell’asta del timone è minore di 75 mm.
Ove la patta di collegamento è saldata, l’acciaio utilizzato
(1) B è il maggiore tra i valori assoluti ottenuti dalle seguenti deve essere di tipo saldabile, in particolare con un conte-
formule: nuto di carbonio non maggiore del 0,25% e le procedure di
• B = A1uH1 + A2 (vH1 + wH2) saldatura (preparazioni prima della saldatura, scelta degli
• B = A1a2H1 - A2 (a3H1 + 0,5H2) elettrodi, pre e post-riscaldi, controlli dopo saldatura)
dove a1, a2, a3, u, v, w sono specificati in Tab 4. devono essere definiti a soddisfazione della Società. Le gole
delle saldature alla sommità della patta devono essere di
forma concava in modo da fornire un raggio di raccordo più
Tabella 4 : Coefficienti per il calcolo del momento flet- grande possibile. Tale raggio deve essere non minore di
tente nell’asta del timone 0,13 d1, dove d1 è definito sopra.

Coefficiente Valore 5.1.2 Bulloni


Gli accoppiatoi orizzontali devono essere collegati
a1 2,55 - 1,75c
mediante bulloni calibrati aventi diametro non minore di
a2 1,75c2 - 3,9c + 2,35 quello ottenuto, in mm, dalla seguente formula:

a3 2,65c2 - 5,9c + 3,25 d 13 k 1B


d B = 0 ,62 -------------------
-
n B e M k 1S
u 1,1c2 - 2,05c + 1,175
dove:
v 1,15c2 -1,85c + 1,025
d1 : Diametro dell’asta del timone, in mm, definito
w -3,05c4 +8,14c3 - 8,15c2 +3,81c -0,735 in [5.1.1]
Nota 1: k1S : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per l’asta
H1
del timone
c = -------------------
- k1B : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per i bul-
H1 + HC
loni
H 1, H C : Definiti in Tab 3, a seconda dei casi.
eM : Distanza media, in mm, dell’asse dei bulloni
dall’asse longitudinale passante per il centro
σE,ALL : tensione equivalente ammissibile, in N/mm2: dell’accoppiatoio (ossia il centro della bullona-
σE,ALL = 118 / k1 tura)

18 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

nB : Numero di bulloni, il quale deve essere non comportamento in servizio, ecc.) devono essere sotto-
minore di 6. poste alla Società
Possono essere impiegati bulloni non calibrati a condizione • il momento torcente trasmissibile per attrito deve essere
che, nel piano di collegamento delle patte, sia sistemata non minore di 2 MTR
una chiavetta, avente sezione (0,25 dT x 0,10 dT) mm2, • le condizioni di progetto e i criteri di resistenza devono
incassata in ambedue le patte e che almeno due bulloni soddisfare le prescrizioni specificate in [5.2.1]
siano calibrati.
• devono essere soddisfatte le istruzioni fornite dal
La distanza fra gli assi dei bulloni e il contorno della patta Costruttore, in modo particolare quelle relative al pre-
di collegamento deve essere non minore di 1,2 dB. tensionamento delle viti di serraggio.
5.1.3 Patte di collegamento
Figura 5 : Geometria dell’accoppiatoio conico
Lo spessore delle patte di collegamento deve essere non
minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
du
k 1F
t P = d B ------
-
k1 B
dove:
dB : Diametro dei bulloni, in mm, ottenuto in
accordo con quanto specificato in [5.1.2], dove
il numero di bulloni nB deve essere assunto non
maggiore di 8
k1F : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per la
patta
k1B : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per i bul-
loni.
In ogni caso, lo spessore tP deve essere assunto non minore
di 0,9 dB.

5.1.4 Sistema di bloccaggio


Deve essere previsto un idoneo sistema di bloccaggio dei
dadi che ne eviti lo svitamento accidentale.
5.3 Accoppiatoi conici tra l’asta del timone e
5.2 Accoppiatoi conici tra l’asta del timone e la pala del timone
la barra
5.3.1 Conicità degli accoppiatoi
5.2.1 Applicazione (1/7/2002) La conicità degli accoppiatoi conici deve essere in accordo
Si applicano le prescrizioni di cui in Parte C, Cap 1, Sez 11. con le seguenti formule:
5.2.2 Generalità • per accoppiatoi conici con sistema di montaggio e
Il bordo di invito del foro della barra e il bordo dell’asta del smontaggio non idraulico:
timone devono essere arrotondati o cianfrinati. 1- d U – d 0 1
----- ≤ ----------------- ≤ ---
Prima del montaggio finale, deve essere controllata l’area di 12 tS 8
contatto tra le superfici dell’accoppiatoio, al fine di verifi- • per accoppiatoi conici con sistema di montaggio e
care che essa sia distribuita uniformemente e che sia non smontaggio idraulico (ad immissione d’olio e dado
minore del 80% dell’area di contatto teorica. La lunghezza idraulico):
di avanzamento deve essere misurata a partire dalla posi-
zione relativa delle due parti dell’accoppiatoio corrispon- 1 dU – d0 1
------ ≤ ----------------- ≤ ------
dente alla verifica di cui sopra. 20 tS 12

L’avanzamento di montaggio richiesto deve essere verificato dove:


dopo il rilascio della pressione idraulica applicata al dado e
dU, tS, d0,: Parametri geometrici dell’accoppiatoio, definiti
agli elementi dell’accoppiatoio.
in Fig 5.
5.2.3 Accoppiatoi senza chiavetta realizzati
mediante dispositivi speciali 5.3.2 Avanzamento di montaggio per accoppiatoi
conici con sistema di montaggio e
L’utilizzo di dispositivi speciali per realizzare acoppiamenti
smontaggio idraulico
forzati, quali anelli espansibili, può essere accettatto nei
singoli casi dalla Società, a condizione che le seguenti pre- Deve essere verificato che l’avanzamento di montaggio ∆E
scrizioni siano soddisfatte: della parte conica dell’asta del timone nel mozzo sia in
accordo con la seguente formula:
• evidenze che dimostrino l’efficacia del dispositivo (cal-
coli teorici e risulatti di prove sperimentali, riferimenti al ∆0 ≤ ∆E ≤ ∆1

Regolamenti RINA 2008 19


Parte B, Cap 10, Sez 1

dove ∆0 e ∆1 devono essere ottenute dalle formule specifi- all’accoppiamento forzato contenente tutti gli elementi
cate in Tab 5. necessari per la verifica del calcolo stesso.

5.3.3 Dadi di bloccaggio 5.3.6 Istruzioni


L’accoppiatoio deve essere fissato con un dado di bloccag- Devono essere disponibili a bordo le istruzioni per il mon-
gio, i cui dimensionamenti devono essere in accordo con le taggio e lo smontaggio del dado con l’indicazione dei
seguenti formule: valori di tutti i relativi parametri.
tS ≥ 1,5 d1
5.4 Accoppiatoi verticali
dG ≥ 0,65 d1
tN ≥ 0,60 dG 5.4.1 Gli accoppiatoi verticali devono essere collegati
mediante bulloni calibrati aventi diametro non minore di
dN ≥ 1,2 d0 e, in ogni caso, dN ≥ 1.5 dG quello ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
dove:
tS, dG, tN, dN, d1, d0:Parametri geometrici dell’accoppiatoio, 0 ,81d k 1B
d B = -----------------1 ------
-
definiti in Fig 5. nB k1 S

I dimensionamenti minimi di cui sopra sono forniti solo a dove:


titolo indicativo; il calcolo dei dimensionamenti rimane alla
d1 : Diametro dell’asta del timone, in mm, definito
responsabilità del Progettista.
in [5.1.1]
5.3.4 Rondelle k1S, k1B : Coefficienti dipendenti dal materiale, definiti in
Per accoppiatoi conici con sistema di montaggio e smon- [5.1.2]
taggio idraulico, tra il dado e la femminella del timone deve nB : Numero di bulloni, il quale deve essere non
essere sistemata una rondella avente spessore non minore minore di 8.
di 0,13 dG e diametro esterno non minore del maggiore tra i
due valori 0,13 d0 o 1,6 dG. 5.4.2 Il momento statico dell’area della sezione dei bul-
loni rispetto all’asse verticale passante per il centro
5.3.5 Chiavette dell’accoppiatoio deve essere non minore del valore otte-
Per accoppiatoi conici con sistema di montaggio e smon- nuto, in cm3, dalla seguente formula:
taggio non idraulico, deve essere sistemata una chiavetta, M S = 0 ,43d 13 10 –6
avente sezione (0,25 dT x 0,10 dT) mm2 incassata nella parte dove:
conica e nella femminella del timone.
d1 : Diametro dell’asta del timone, definito in
La chiavetta deve essere lavorata a macchina e sistemata [5.1.1].
verso la parte avanti o addietro del timone. Le due parti di
chiavetta inserite nell’asta e nel mozzo della pala devono 5.4.3 Lo spessore della patta di collegamento, in mm,
avere uguale spessore. deve essere non minore del valore dB, definito in [5.4.1].

Per accoppiatoi conici con sistema di montaggio e smon- 5.4.4 La distanza, in mm, degli assi dei bulloni dal con-
taggio idraulico, la chiavetta può essere omessa. In tal caso torno della patta di collegamento deve essere non minore
il Progettista deve presentare alla Società il calcolo relativo di 1,2 dB, dove dB è definito in [5.4.1].

20 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

Tabella 5 : Valori di avanzamento di montaggio (1/7/2002)


Tipo di timone ∆0 ∆1

M TR ηγ γd R
2η + 5 ----------------
- 10 – 3
6, 2 ----------------------- ----------------- 0 6 eH-
cd M t S µ A β 1, 8 10 c

Timoni incernierati Timoni incernierati Timoni di tipo Timoni a 3 supporti


a 3 supporti a 2 supporti "Simplex" con pinna di sostegno
e con parte dell’area a sbalzo

Il maggiore di:
M TR ηγ
• - 10 – 3
6, 2 -----------------------
cdM t S µ A β

M TR ηγ d 16L – d 1S 6
– 3 2η
γd 0 R eH
+ 5- --------------------------------
• 16 ---------------- ---------------------10 ----------------
ct S2 β d 1S6 1, 8 10 6 c ( 1 + ρ 1 )

Timone sospeso Timone con agugliotto Timone con agugliotto


semplice inserito
Il maggiore di: Il maggiore di:
M TR ηγ 2η + 5 γd 0 R eH
• - 10 – 3
6, 2 ----------------------- • ----------------- --------------------------------
cdM t S µ A β 1, 8 10 6 c ( 1 + ρ 1 )

M TR ηγ d 16L – d 1S 6 2η + 5 γd 0 R eH
-10 • ----------------- --------------------------------
–3
• 16 ---------------- -------------------- 1, 8 10 6 c ( 1 + ρ 2 )
Timoni ad elevata portanza e timoni di tipo speciale ct S β
2
d 1S6

M T ηγ
• 6, 2 -----------------------
-
cdM t S µ A β

M F ηγ
• 18, 4 -------------
-
ct S2 β
Nota 1:
6 6
80 d 1L – d 1S
ρ 1 = ------------------------------------------------
-
d 2
R eH d M t S2 1 – ⎛ -----0⎞
⎝ d E⎠
7, 4M F
- 106
ρ 2 = ------------------------------------------------
⎛ d 0⎞ 2
R eH d M t S 1 – -----
2
⎝ d E⎠

ReH : definito in [1.4.3]


M F, M T : momento flettente momento torcente, rispettivamente, in kN.m, dichiarati dal Costruttore
d1L : il maggiore fra i diametri dell’asta del timone dT e dTF, in mm, calcolati in corrispondenza della zona inferiore dell’asta del
timone (tra la sommità della pala e il supporto inferiore dell’asta), calcolati in accordo con le prescrizioni specificate in
[4.2.1] e in [4.2.2], rispettivamente, considerando k1=1
d1S : il maggiore fra i diametri dell’asta del timone dT e dTF, in mm, calcolati in corrispondenza della zona superiore dell’asta
del timone (in corrispondenza della barra), calcolati in accordo con le prescrizioni specificate in [4.2.1] e in [4.2.2],
rispettivamente, considerando k1=1
η : coefficiente, da assumere uguale a: η = 1 per accoppiatoi con chiavetta; η = 2 per accoppiatoi senza chiavetta
c : conicità dell’accoppiatoio conico, misurata rispetto al diametro, ottenuta dalla seguente formula: c = (dU - d0) / tS
β : coefficient to be taken equal to: β = 1 -(dM / dE)2
dM : diametro medio, in mm, del foro interno conico, ottenuto dalla seguente formula: dM = dU - 0,5 c tS
dE : diametro esterno del mozzo, in mm
µΑ : coefficiente, da assumere uguale a: (µ2 - 0,25 c2)1/2
µ, γ : coefficienti, da assumere uguali a:
• per aste del timone e mozzi in acciaio: µ = 0,15; γ = 1
• per aste del timone in acciaio e mozzi in ghisa a grafite sferoidale SG: µ = 0,13; γ = 1,24 - 0,1 β
t S , dU , dO : definiti in Fig 5

Regolamenti RINA 2008 21


Parte B, Cap 10, Sez 1

5.4.5 Deve essere previsto un idoneo sistema di bloccag- 6.2 Supporti dell’asta del timone
gio dei dadi che ne eviti lo svitamento accidentale.
6.2.1 (1/7/2004)
La pressione media di contatto agente sui supporti dell’asta,
5.5 Accoppiamento mediante saldatura con- in N/mm2, deve essere in accordo con la seguente formula:
tinua della pala all’asta del timone
pF ≤ pF,ALL
5.5.1 Quando l’asta del timone si estende attraverso il dia- dove:
framma superiore della pala del timone ed è saldata ad pF : Pressione media di contatto agente sui supporti
esso, lo spessore di tale diaframma in corrispondenza dell’asta del timone, ottenuta, in N/mm2, dalla
dell’asta deve essere non minore di 0,20 d1, dove d1 è defi- seguente formula:
nito in [5.1.1].
F A1
p F = ------------
-
5.5.2 La saldatura tra il diaframma superiore della pala del dm hm
timone e l’asta del timone deve essere effettuata a piena FA1 : Forza agente sul supporto dell’asta del timone,
penetrazione e deve essere soggetta a controlli non distrut- in N, calcolata in accordo con quanto specifi-
tivi, mediante liquidi penetranti o controllo magnetosco- cato in [6.1.1]
pico e ultrasonoro.
dm : Diametro interno effettivo, in mm, del supporto
Le gole delle saldature alla sommità del diaframma supe- dell’asta del timone
riore della pala del timone devono essere di forma concava
hm : Altezza della zona di contatto tra asta del
in modo da fornire al cordone di saldatura un raggio di rac-
timone e relativo supporto, in mm (vedere
cordo più grande possibile. Tale raggio deve essere non
[6.4.1]),
minore di 0,20 d1, dove d1 è definito in [5.5.1].
pF,ALL : Pressione di contatto ammissibile, in N/mm2, di
cui alla Tab 7. Valori maggiori di quelli specifi-
5.6 Collegamento tra “skeg” e losca
cati in Tab 7 possono essere accettati dalla
5.6.1 Nel caso di collegamento tra la losca e il fondo dello Società in accordo con le specifiche del fabbri-
“skeg”, le gole delle saldature devono essere di forma con- cante, se queste sono verificate mediante prove.
cava in modo da fornire al cordone di saldatura un raggio di
6.2.2 Deve essere garantita l’adeguata lubrificazione delle
raccordo più grande possibile. Tale raggio deve essere con-
superfici a contatto.
siderato nei singoli casi dalla Società.
6.2.3 L’altezza della zona di contatto tra asta del timone e
6 Supporti dell’asta del timone e agu- relativo supporto, in mm, deve essere non minore di:
gliotti • 1,2 dm, per timoni sospesi,
• dm, per timoni di altro tipo,
6.1 Forze agenti sui supporti dell’asta del
timone e sugli agugliotti essendo dm il diametro definito in [6.4.1].

6.1.1 Nel caso in cui siano effettuati calcoli diretti in 6.3 Supporti degli agugliotti
accordo con gli schemi statici e le condizioni di carico spe- 6.3.1 (1/7/2004)
cificate in App 1, le forze agenti sugli agugliotti devono La pressione media di contatto agente sulla femminella, in
essere ottenute come specificato in App 1. N/mm2, deve essere in accordo con la seguente formula:
Nel caso in cui i calcoli di diretti di cui sopra non siano stati pF ≤ pF,ALL
effettuati, le forze FA1 e FA2 agenti sui supporti dell’asta del
dove:
timone e sugli agugliotti, rispettivamente, devono essere
ottenute, in N, dalle seguenti formule: pF : Pressione media di contatto agente sulla femmi-
nella, ottenuta, in N/mm2, dalla seguente for-
h
F A1 = ⎛ --------
- + 0, 87 ------0 ⎞ C R
A G1 mula:
⎝ A H 0⎠
F A2
p F = ----------
-
AG2 dA hL
F A2 = --------
- CR
A
FA2 : Forza agente sull’agugliotto, in N, calcolata in
dove: accordo con quanto specificato in [6.1.1]
AG1, AG2 : Porzioni dell’area della pala del timone A, in dA : Diametro effettivo, in mm, dell’agugliotto
m2, sopportate dai supporti dell’asta e dall’agu- hL : Altezza della zona di contato tra agugliotto ed
gliotto, rispettivamente, da assumere non alloggiamento, in mm (vedere [6.4.1]),
minore del valore ottenuto come specificato in
pF,ALL : Pressione di contatto ammissibile, in N/mm2, di
Tab 6
cui alla Tab 7. Valori maggiori di quelli specifi-
h0 : Coefficiente specificato in Tab 6 cati in Tab 7 possono essere accettate dalla
H0 : Distanza, in m, tra i punti situati a metà altezza Societàin accordo con le specifiche del fabbri-
dei supporti inferiore e superiore dell’asta. cante se queste sono verificate mediante prove.

22 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

Tabella 6 : Aree AG1 , AG2 e coefficiente h0 (1/7/2002)

Tipo di timone AG1, in m2 (1) AG2, in m2 (1) h0 , in m (1)


Timone sospeso

A 0 1,15λ
A
λ

Timoni a due supporti con calcagnolo

Area della porzione di


pala al di sopra della Area della porzione di pala al
linea orizzontale di sotto della linea orizzontale
0,3λ
λ

avente uguale distanza avente uguale distanza dai


G dai bordi superiore ed bordi superiore ed inferiore
A inferiore

Timoni a due supporti con pinna di


sostegno e parte dell’area della pala a sbalzo
Il maggiore di:
Il maggiore di:
A1 λ1
h1

A1 λ 1 h2
2 λA • 0 ,19 -----------
-
------------------------ • ----------------- A
λ1

3 h1 + h2
G1 ( h1 + h 2 )
h2

A1 A 1 λ 1 – 2A 2 λ 2
• A • 0 ,3 ---------------------------------
-
A
λ2

G2

A2

Timoni a tre supporti con pinna di soste-


gno e parte dell’area della pala a sbalzo • Agugliotto inferiore:
A1 q1 + A2 q2
-----------------------------
-
p

• Agugliotto superiore, il
q1

0 maggiore di: 0
A 1 q 1 + A2 q 2
G1 A 1 + A 2 – -----------------------------
-
p
p
q2

A1
A1 q 1 + A 2 q 2
G2 0 ,5 -----------------------------
-
p
A2

Timoni incernierati e timoni


di tipo “Simplex”

A
0 ---- 0
n

A A A

Nota 1:
G, G1, G2 : Baricentri delle aree A, A1 e A2 rispettivamente,
n : Numero di agugliotti.
( λ2 + h 2 + h 1 ) ⋅ A 2 + λ1 ⋅ A1
(1) λ = ------------------------------------------------------------------
-
A

Regolamenti RINA 2008 23


Parte B, Cap 10, Sez 1

6.3.2 Deve essere garantita l’adeguata lubrificazione delle corrosione adottati e sperimentalmente docu-
superfici a contatto. mentati.

6.3.3 L’altezza della zona di contatto tra agugliotto ed 6.4.2 Deve essere previsto un idoneo sistema di bloccag-
alloggiamento deve essere non minore di dA, dove dA è defi- gio che eviti lo svitamento accidentale degli agugliotti.
nito in [6.4.1]. In ogni caso, l’altezza della zona di contatto
deve essere non maggiore di 1,2 dA. 6.4.3 Gli agugliotti devono essere alloggiati nei rispettivi
mozzi porta agugliotti con giunto conico avente conicità in
6.3.4 Le tolleranze di costruzione t0 sul diametro dei sup- accordo con quanto specificato in [5.3.1].
porti metallici devono essere non minori del valore otte- L’accoppiatoio deve essere fissato con un dado di bloccag-
nuto, in mm, dalla seguente formula: gio, i cui dimensionamenti devono essere in accordo con
quanto specificato in [5.3.3].
dA
-+1
t 0 = ------------
1000 6.4.4 L’altezza degli alloggiamenti degli agugliotti in corri-
spondenza delle femminelle deve essere non minore del
Nel caso di supporti non metallici, tali tolleranze devono
valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
essere attentamente valutate sulla base delle proprietà ter-
miche e di deformabilità dei materiali impiegati. h L = 0 ,35 F A2 k 1
In ogni caso, la tolleranza sul diametro del supporto deve dove:
essere non minore di 1,5 mm.
FA2 : Forza, in N, agente sull’agugliotto, calcolata in
accordo con quanto specificato in [6.1.1].
Tabella 7 : Pressione di contatto ammissibile Lo spessore degli alloggiamenti degli agugliotti in corri-
spondenza delle femminelle deve essere non minore di
Materiale dei supporti pF,ALL, in N/mm2 0,25 dA, dove dA è definito in [6.4.1].

Legno santo 2,5


7 Dimensionamenti della pala del
Metallo bianco lubrificato ad olio 4,5
timone
Materiale sintetico con durezza 5,5
compresa tra 60 e 70 Shore D (1) 7.1 Generalità
Acciaio, bronzo e materiali ottenuti 7,0
con pressatura a caldo di bronzo- 7.1.1 Applicazione
grafite (2) Le prescrizioni specificate da [7.1] a [7.6] si applicano a
timoni a doppia lamiera e, quando applicabile, a timoni a
(1) Prova di durezza a 23°C ed umidità 50%, da ese-
guirsi in accordo con norme riconosciute idonee
semplice lamiera.
dalla Società. I materiali sintetici di supporto
7.1.2 Struttura della pala del timone
devono essere di tipo approvato dalla Società.
(2) Acciaio inossidabile e resistente all’usura, la cui La struttura della pala del timone deve esser tale che le ten-
combinazione con la camicia dell’asta deve essere sioni siano correttamente trasmesse da essa all’asta del
approvata dalla Società. timone e agli agugliotti. A tale scopo, devono essere siste-
mati diaframmi orizzontali e verticali.
6.4 Agugliotti I diaframmi orizzontali e verticali che costituiscono travi
rinforzate della pala del timone devono essere adeguata-
6.4.1 Il diametro degli agugliotti deve essere non minore mente rinforzati.
del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
7.1.3 Aperture di accesso
0 ,38V AV I timoni a doppia lamiera, inclusi quelli riempiti al proprio
d A = --------------------
- F A2 k 1 + f C
V AV + 3 interno con catrame, sughero o schiuma, devono essere
dove: dotati di fori di aleggio e dei dispositivi necessari a permet-
tere il loro montaggio e smontaggio.
FA2 : Forza, in N, agente sull’agugliotto, calcolata in
Devono essere previste aperture di accesso agli agugliotti.
accordo con quanto specificato in [6.1.1]
Quando necessario, il fasciame della pala del timone deve
fC : Coefficiente dipendente dalla corrosione, il cui essere rinforzato in corrispondenza di tali aperture.
valore può, in generale, essere ottenuto dalla Gli angoli delle aperture praticate per il passaggio della
seguente formula: parte terminale della pinna di supporto e per lo smontaggio
di agugliotti o dadi dell’asta devono essere arrotondati con
f C = 30 k 1
raggio più grande possibile.
La Società può accettare valori minori di fC in Quando l’accesso al dado dell’asta del timone è chiuso con
base a considerazioni sulle dimensioni della una lamiera saldata, la saldatura deve essere a piena pene-
nave e su eventuali sistemi di controllo della trazione.

24 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

7.1.4 Collegamento della pala del timone con il Tabella 8 : Tensioni ammissibili per il dimensiona-
bordo di uscita per pale aventi area maggiore mento della pala del timone
di 6 m2
Tensione Tensione Tensione
Quando l’area della pala del timone è maggiore di 6 m2, il
di fles- tangen- equiva-
collegamento tra il fasciame della pala e il bordo di uscita
Tipo di pala del sione ziale lente
deve essere effettuato mediante un elemento fucinato o
timone ammissi- ammissi- ammissi-
fuso, un piatto o un tondino.
bile σALL, bile τALL, in bile σE,ALL
in N/mm2 N/mm2 in N/mm2
7.2 Verifiche di resistenza
Con contorno 110/k 50/k 120/k
esterno senza rien-
7.2.1 Tensioni di flessione
tranze
Per la generica sezione orizzontale della pala del timone,
deve essere verificato che le tensioni di flessione σ, in Con contorno 75/k 50/k 100/k
N/mm2, indotte dai carichi specificati in [3.1], siano in esterno con rien-
tranze (vedere Fig 2)
accordo con la seguente formula:
σ ≤ σALL 7.3 Fasciame della pala del timone
dove:
7.3.1 Spessore
σALL : Tensione di flessione ammissibile, in N/mm2, Lo spessore di ciascun pannello di fasciame della pala del
specificata in Tab 8. timone deve essere non minore del valore ottenuto, in mm,
dalla seguente formula:
7.2.2 Tensioni tangenziali
t F = ⎛⎝ 5 ,5sβ T + ----------------
- + 2 ,5⎞⎠ k
Per la generica sezione orizzontale della pala del timone, C R 10 – 4
deve essere verificato che le tensioni di taglio τ, in N/mm2, A
indotte dai carichi specificati in [3.1], siano in accordo con dove:
la seguente formula: β : Coefficiente:
τ ≤ τALL s 2
β = 1 ,1 – 0 ,5 ⎛ -----⎞
⎝ b L⎠
dove:
τALL : Tensione di taglio ammissibile, in N/mm2, spe- da assumere non maggiore di 1,0 se bL/s > 2,5
cificata in Tab 8. s : Lunghezza, in m, del lato più corto del pannello
di fasciame
7.2.3 Combinazione di tensioni di flessione e bL : Lunghezza, in m, del lato più lungo del pan-
tangenziali (1/1/2001)
nello di fasciame.
Per la generica sezione orizzontale della pala del timone,
deve essere verificato che le tensioni equivalenti σE, in 7.3.2 Spessore dei fasciami alle estremità superiore
N/mm2, siano in accordo con la seguente formula: ed inferiore della pala del timone
Lo spessore dei fasciami alle estremità superiore ed infe-
σE ≤ σE,ALL
riore della pala del timone deve essere non minore dello
dove: spessore tF definito in [7.3.1], senza essere assunto minore
di 1,2 volte lo spessore ottenuto come specificato in [7.3.1]
σE : Tensione equivalente indotta dai carichi specifi-
per il fasciame del fianco associato.
cati in [3.1] ottenuta, in N/mm2, dalla seguente
formula: Quando la pala è collegata all’asta mediante una patta, lo
spessore del fasciame alla estremità superiore, che è saldato
σE = σ 2 + 3τ 2 in estensione della patta, deve essere non minore di 1,1
volte lo spessore sopra calcolato.
Qualora angoli con ampi raggi di raccordo o
abbondanti rastremazioni tra i vari elementi 7.3.3 Intervallo dei diaframmi
strutturali siano impraticabili a causa di un'inu- L’intervallo tra i diaframmi orizzontali deve essere non mag-
suale geometria del timone, la tensione equiva- giore di 1,20 m.
lente σE deve essere ottenuta mediante calcoli
diretti miranti a verificare la resistenza delle L’intervallo tra i diaframmi verticali deve essere non mag-
zone del timone soggette alle tensioni massime giore del doppio dell’intervallo tra i diaframmi orizzontali.
indotte dai carichi in [3.1]. 7.3.4 Spessore dei diaframmi
σ : Tensione di flessione, in N/mm2 I diaframmi devono avere uno spessore almeno pari al 70%
τ : Tensione tangenziale, in N/mm2 di quello richiesto per il fasciame del timone e comunque
non inferiore a 8 mm, salvo i due diaframmi estremi supe-
σE,ALL : Tensione equivalente ammissibile, in N/mm2, riore e inferiore. Lo spessore di ciascuno di questi dia-
specificata in Tab 8. frammi deve essere uniforme e non inferiore a quello del
pannello di diaframma avente lo spessore tF maggiore, cal-

Regolamenti RINA 2008 25


Parte B, Cap 10, Sez 1

colato come specificato in [7.3.1]. In ogni caso non è 7.3.7 Diaframmi verticali principali di timoni aventi
richiesto un aumento dello spessore superiore al 20% parte dell’area a sbalzo
rispetto a quello dei diaframmi ordinari. Lo spessore dei diaframmi verticali principali nella zona
Nei timoni che non hanno incorporato il fusto, devono compresa tra la parte superiore della pala del timone e
essere sistemati, in luogo del fusto stesso, due diaframmi l’alloggiamento dell’agugliotto dei timoni aventi parte
verticali ravvicinati, aventi spessore non minore di quelli dell’area a sbalzo deve essere non minore di 2,6 tF, dove tF
ottenuti dalla Tab 9. Nei timoni aventi area minore di 6 m2, è definito in [7.3.1].
può essere sistemato un solo diaframma verticale purché
abbia spessore non minore di 2 volte lo spessore dei dia- Al di sotto dell’alloggiamento dell’agugliotto, lo spessore di
frammi ordinari. tale diaframma deve essere non minore del valore ottenuto
dalla Tab 9.
7.3.5 Spessore del fasciame della pala e dei
diaframmi verticali saldati alla parte massiccia Quando sono sistemate due diaframmi verticali principali,
o alla patta di collegamento del timone il loro spessore deve essere non minore del valore ottenuto
Lo spessore, in mm, dei diaframmi verticali saldati alla parte dalla Tab 9 a seconda che il diaframma sia sistemato in una
massiccia dove e alloggiata l’asta del timone, o saldati alla zona del timone senza aperture o che sia sistemato in corri-
patta di collegamento del timone, nonchè lo spessore del spondenza di un recesso praticato nel timone per il passag-
fasciame della pala situato al di sotto di tale parte massic- gio della parte finale della pinna di sostegno.
cia, o situato al disotto della patta, deve essere non minore
del valore ottenuto, in mm, dalla Tab 9. 7.3.8 Saldatura

7.3.6 Corso rinforzato di fasciame per timoni con I collegamenti saldati tra il fasciame della pala e i dia-
parte dell’area a sbalzo frammi verticali ed orizzontali devono esser realizzati in
Deve essere sistemato, nella zona dell’agugliotto inferiore accordo con le prescrizioni applicabili specificate nella
di timoni con parte dell’area a sbalzo, un corso rinforzato di Parte D dei Regolamenti.
fasciame avente spessore non minore di 1,6 tF, dove tF è Quando le saldature del fasciame della pala sono accessi-
definito in [7.3.1]. Tale corso di fasciame deve essere esteso bili solo dall’esterno del timone, esse devono essere realiz-
a proravia del diaframma verticale principale (vedere Fig 6). zate con asole su piatto di appoggio saldato ai diaframmi,
da praticare su un solo lato del timone.
Figura 6 : Estensione del corso rinforzato di fasciame
7.3.9 Spessore del fasciame della parte anteriore
per timoni con parte dell’area a sbalzo
del timone
Lo spessore del fasciame della parte anteriore del timone
Diaframma verticale
principale deve essere non minore di 1,25 tF, dove tF è definito in
[7.3.1].

In generale, non sono richiesti spessori maggiori di 22 mm,


salvo ove diversamente prescritto in situazioni particolari
Corso di fasciame
rinforzato da considerare nei singoli casi dalla Società.

7.4 Collegamenti della struttura della pala


del timone con la parte massiccia in
acciaio fucinato o fuso

7.4.1 Generalità
La parte massiccia in acciaio fucinato o fuso che alloggia
l’asta del timone o degli agugliotti deve, in generale, essere
collegata alle strutture del timone mediante due diaframmi
orizzontali e due diaframmi verticali.

26 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

Tabella 9 : Spessore dei diaframmi verticali e del fasciame della pala del timone saldati alla parte massiccia o alla
patta di collegamento del timone

Spessore dei diaframmi Spessore del fasciame


verticali, in mm della pala, in mm
Pala Pala
In corri-
Tipo di timone avente il avente il
spondenza
contorno contorno Aree con
dei limiti
esterno esterno rientranze
delle rien-
senza senza
tranze
rientranze rientranze

Timoni incernierati, di tipo “Simplex” e a due supporti con parte


dell’area a sbalzo

tF 1,3 tF tF 1,2 tF

Timoni incernierati Timoni incernierati Timoni di tipo Timoni a 3 supporti


a 3 supporti a 2 supporti "Simplex" con pinna di sostegno
e con parte dell’area a sbalzo

Timone senza agugliotti intermedi

1,2 tF 1,6 tF 1,2 tF 1,4 tF

Timoni sospesi e ad un supporto

1,4 tF 2,0 tF 1,3 tF 1,6 tF

Timone sospeso Timone con agugliotto semplice Timone con agugliotto inserito

Nota 1:
tF : Definito in [7.3.1].

Regolamenti RINA 2008 27


Parte B, Cap 10, Sez 1

7.4.2 Modulo di resistenza minimo del Figura 7 : Sezione trasversale del collegamento tra le
collegamento con l’alloggiamento dell’asta strutture della pala e l’alloggiamento dell’asta del
del timone (1/7/2002) timone

Il modulo di resistenza della sezione trasversale delle strut-


ture della pala del timone che sono collegate con la parte
massiccia dove è alloggiata l'asta del timone, costituite da
diaframmi verticali e fasciame della pala, deve essere non
inferiore a quello ottenuto, in cm3, dalla seguente formula:

H E – H X⎞ 2 k –4 x x
w S = d 13 ⎛⎝ ------------------
- ----- 10
HE ⎠ k1 Eventuale
accesso
al dado
dove: dell'asta
d1 : Diametro dell’asta, in mm, definito in [5.1.1] Hx /3 Hx /3

HE : Distanza verticale, in m, misurata tra l’estremità


inferiore della pala e l’estremità superiore della
parte massiccia
x x
HX : Distanza verticale, in m, misurata tra la sezione
trasversale considerata e l’estremità superiore sV
della parte massiccia

k, k1 : Coefficienti, definiti in [1.4], dipendenti dai Sezione x-x


materiali del fasciame della pala e dell’asta del
7.4.4 Spessore dei diaframmi orizzontali
timone, rispettivamente.
In prossimità delle parte massiccia, lo spessore dei dia-
frammi orizzontali, nonchè del fasciame della pala situato
7.4.3 Calcolo del modulo di resistenza effettivo del tra tali diaframmi, deve essere non minore del maggiore dei
collegamento con l’alloggiamento dell’asta valori ottenuti, in mm, dalle seguenti formule:
del timone • tH = 1,2 tF
2
Il modulo di resistenza effettivo della sezione trasversale d
• t H = 0 ,045 -----S
delle strutture della pala del timone che sono collegate con sH
la parte massiccia dove è alloggiata l’asta del timone deve
dove:
essere calcolato rispetto all’asse di simmetria del timone.
tF : Definito in [7.3.1]
La larghezza del fasciame della pala, che deve essere consi- dS : Diametro, in mm, da assumere pari a:
derata per il calcolo di tale modulo di resistenza, deve • d1 per le parti massicce collegate all’asta del
essere non maggiore del valore ottenuto, in m, dalla timone
seguente formula: • dA per le parti massicce collegate agli agu-
gliotti
H d1 : Diametro dell’asta del timone, in mm, definito
b = s V + 2 ------X-
m in [5.1.1]
dove: dA : Diametro dell’agugliotto, in mm, definito in
[6.4.1]
sV : Intervallo, in m, tra i due diaframmi verticali sH : Intervallo, in mm, tra i due diaframmi orizzon-
(vedere Fig 7) tali.
Spessori diversi possono essere accettati purchè giustificati
HX : Definito in [7.4.2]
sulla base di calcoli diretti da sottoporre alla Società per
m : Coefficiente da assumere, in generale, uguale a approvazione.
3 7.4.5 Spessore del fasciame della pala e dei
diaframmi verticali saldati alla parte
Quando le aperture per gli accessi al dado dell’asta del massiccia
timone non sono chiusi da lamiere saldate a piena penetra- Gli spessori dei diaframmi verticali saldati alla parte massic-
zione, in accordo con quanto specificato in [7.1.3], esse cia dove è alloggiata l’asta del timone, nonchè gli spessori
devono essere dedotte (vedere Fig 7). del fasciame della pala situato al di sotto della parte massic-

28 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

cia, devono essere non minori dei valori ottenuti, in mm, Quando le saldature a piena penetrazione del fasciame
dalla Tab 9. della pala sono accessibili solo dall’esterno del timone, esse
devono essere realizzate su piatto di appoggio.
7.4.6 Sporgenze della parte massiccia
Le saldature a cordone d’angolo tra il fasciame della pala e
Le parte massiccia devono essere provviste di sporgenze la patta di collegamento devono avere profilo concavo e la
alle quali i diaframmi verticali ed orizzontali del timone loro gola deve essere pari ad almeno 0,5 volte lo spessore
devono essere saldati a piena penetrazione. del fasciame della pala.

Tali sporgenze non sono richieste quando lo spessore dei Inoltre, la patta di collegamento deve essere verificata,
diaframmi è minore di: prima di essere saldata, mediante controlli non distruttivi,
allo scopo ridurre il rischio di strappi lamellari dovuti ad
• 10 mm per diaframmi saldati alla parte massiccia nella inclusioni o difetti di laminazione.
quale è alloggiato l’agugliotto inferiore di un timone
con parte dell’area a sbalzo e per diaframmi verticali 7.5.4 Spessore del fasciame della pala e dei
saldati alla parte massiccia dell’accoppiatoio di aste di diaframmi verticali saldati alla patta di
timoni sospesi collegamento

• 20 mm per gli altri diaframmi. Gli spessori dei diaframmi verticali saldati direttamente alla
patta di collegamento, nonchè gli spessori del corso di
fasciame all’estremità superiore della pala situato nella
7.5 Collegamento tra la pala e l’asta del zona di connessione con la patta di collegamento, devono
timone mediante patte orizzontali essere non minori dei valori ottenuti, in mm, dalla Tab 9.

7.5.1 Modulo di resistenza minimo del 7.6 Timoni a semplice lamiera


collegamento

Il modulo di resistenza della sezione trasversale delle strut- 7.6.1 Diametro del fusto
ture della pala del timone che sono collegate direttamente Il diametro del fusto deve essere ottenuto dalla formule spe-
alla patta, costituite da diaframmi orizzontali e fasciame cificate in [4.2].
della pala, devono essere non minori del valore ottenuto, in
cm3, dalla seguente formula: In ogni caso, deve essere non minore del diametro dell’asta.

wS = 1,3 d13 10-4 Per timoni sospesi, il diametro del fusto può essere gradual-
mente ridotto, nel terzo inferiore, fino al 75% del diametro
dove d1 è il maggiore fra i diametri dell’asta dT e dTF, in mm, dell’asta.
calcolati in accordo con le prescrizioni specificate in
[4.2.1] e in [4.2.2], rispettivamente, considerando k1 uguale 7.6.2 Spessore della lamiera
a 1.
Lo spessore della lamiera deve essere non minore del valore
ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
7.5.2 Modulo di resistenza effettivo del
collegamento t B = ( 1 ,5sV AV + 2 ,5 ) k
Il modulo di resistenza della sezione trasversale delle strut-
dove:
ture della pala del timone che sono collegate direttamente
alla patta deve essere calcolato rispetto all’asse di simmetria s : Intervallo tra i bracci, in m, da assumere non
del timone. maggiore di 1 m (vedere Fig 8).

Per il calcolo di tale modulo di resistenza effettivo, deve


7.6.3 Bracci
essere considerata una porzione di sezione trasversale pari
alla larghezza della patta. Lo spessore dei bracci deve essere non minore dello spes-
sore del fasciame.
Quando il fasciame della pala è provvisto di aperture poste
al di sotto della patta, il modulo di resistenza effettivo della Il modulo di resistenza della sezione generica deve essere
pala deve essere calcolato in accordo con quanto specifi- non minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente for-
cato in [7.4.3]. mula:

Z A = 0 ,5sC H2 V AV
2
k
7.5.3 Saldatura delle strutture della pala del timone
alla patta di collegamento dove:
Le saldature tra le strutture della pala del timone e la patta CH : Distanza orizzontale, in m, fra il bordo di uscita
di collegamento devono essere effettuate a piena penetra- e l’asse dell’asta del timone (vedere Fig 8)
zione (o di resistenza equivalente) e devono essere verifi-
cate al 100% mediante controlli non distruttivi. s : Definito in [7.6.2].

Regolamenti RINA 2008 29


Parte B, Cap 10, Sez 1

Figura 8 : Timoni a semplice lamiera rando le forze agenti sugli agugliotti inferiore e superiore,
ottenute in accordo con quanto specificato in [8.2.3].

8.2.3 Momento flettente


Per timoni con due supporti e parte dell’area a sbalzo, il
momento flettente, agente sulla generica sezione trasversale
della pinna del timone, deve essere ottenuto, in N.m, dalla
seguente formula:
S
MH = FA2 z
dove:
CH FA2 : Forza agente sul supporto, in N, ottenuta
mediante calcoli diretti da effettuare in accordo
con gli schemi statici e le condizioni di carico
specificate in App 1. In alternativa, tale forza
può essere ottenuta dalla seguente formula:
b
F A2 = C R -------------------
l 20 + l 30

b, l20, l30: Distanze, in m, definite in Fig 9


z : Distanza, in m, definita in Fig 10, da assumere,
8 Dimensionamenti della pinna del in ogni caso, minore della distanza d, in m,
timone e del calcagnolo definita nella stessa figura.

8.1 Generalità Figura 9 : Parametri geometrici per il calcolo del


momento flettente agente sulla pinna del timone
8.1.1 Il peso del timone viene normalmente sostenuto da
un adeguato cuscinetto reggispinta situato nella losca.
Nei timoni non compensati a più agugliotti, il peso del
timone può essere sopportato da una apposita lente siste- J40
mata nella femminella del calcagnolo.
Devono essere previsti scontri strutturali di arresto del
timone di adeguata robustezza, eccetto il caso in cui la J30
macchina di governo sia provvista di propri dispositivi per
l’arresto del timone, in accordo con le prescrizioni applica-
bili specificate in Parte C, Cap 1, Sez 11. b
J20
d
8.2 Pinna del timone d/2

8.2.1 Generalità
CR
Quando il collegamento tra la pinna del timone e le strut-
ture dello scafo è effettuato mediante elementi curvi di tran-
sizione che proseguono all’interno del fasciame dello scafo, J10
particolare attenzione deve essere rivolta sia a garantire
l’efficacia a flessione delle strutture della pinna, sia alle ten-
sioni agenti sui relativi diaframmi trasversali.
Figura 10 : Geometria della pinna del timone
8.2.2 Sollecitazioni
Y
Devono essere considerate le seguenti sollecitazioni, agenti FA2
X X
sulla generica sezione trasversale della pinna del timone:
• momento flettente FA2 d FA2 e (z)
Y
• sforzo di taglio
• momento torcente.
d
Le prescrizioni specificate in [8.2.3], [8.2.3] e [8.2.3] si
Z
applicano al fine del calcolo delle sollecitazioni di cui Z
sopra nel caso di timoni con due supporti e parte dell’area a
sbalzo. M BH QH M TH
Nel caso di timoni con tre supporti e parte dell’area a
e (z)
sbalzo, tali sollecitazioni devono essere calcolate conside-

30 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

8.2.4 Sforzo di taglio σE = σ B2 + 3 ( τ S2 + τ T2 )


Lo sforzo di taglio QH, agente sulla generica sezione tra-
Qualora angoli con ampi raggi di raccordo o
sversale della pinna del timone, deve essere ottenuto, in N,
abbondanti rastremazioni tra i vari elementi
dalla seguente formula:
strutturali siano impraticabili a causa di un'inu-
QH = FA2 suale geometria del timone, la tensione equiva-
dove: lente σE deve essere ottenuta mediante calcoli
diretti miranti a verificare la resistenza delle
FA2 : Forza, in N, definita in [8.2.3].
zone del timone soggette alle tensioni massime
8.2.5 Momento torcente indotte dai carichi in [3.1].
Il momento torcente, agente sulla generica sezione trasver- σB : Tensione di flessione ottenuta, in N/mm2, dalla
sale della pinna del timone, deve essere ottenuto, in N.m, seguente formula:
dalla seguente formula: M
σ B = -------H-
MT = FA2 e WX

dove: MH : Momento flettente agente sulla sezione consi-


FA2 : Forza, in N, definita in [8.2.3]. derata, in N.m, definito in [8.2.3]
e : Distanza, in m, definita in Fig 10. WX : Modulo di resistenza, in cm3, calcolato intorno
all’asse orizzontale X (vedere Fig 10)
8.2.6 Verifica delle tensioni tangenziali τ S, τ T : Tensioni tangenziali e di torsione, in N/mm2,
Per la generica sezione trasversale della pinna del timone, definite in [8.2.6]
deve essere verificato che: σE,ALL : Tensione equivalente ammissibile, in N/mm2:
τS + τT ≤ τALL σE,ALL = 120/k1
dove: σB,ALL : Tensione di flessione ammissibile, in N/mm2:
τS : Tensione tangenziale ottenuta, in N/mm2, dalla σB,ALL = 67/k1
seguente formula:
F A2 8.3 Calcagnolo
τ S = ------
-
AH
8.3.1 Momento flettente
FA2 : Forza, in N, definita in [8.2.3] Il momento flettente, agente sulla generica sezione trasver-
AH : Area efficace a taglio della pinna del timone in sale del calcagnolo, deve essere ottenuto, in N.m, dalla
direzione Y, in mm2 seguente formula:
τT : Tensione tangenziale di torsione ottenuta, per MS = FA2 x
pinne a sezione cava, in N/mm2, dalla seguente dove:
formula:
FA2 : Forza agente sul supporto dell’agugliotto, in N,
M T 10 3 ottenuta mediante calcoli diretti da effettuare in
τ T = ----------------
2A T t H accordo con gli schemi statici e le condizioni di
Per pinne a sezione piena, il calcolo di τT deve carico specificate in App 1. Nel caso in cui tali
essere considerato nei singoli casi dalla Società calcoli diretti non siano stati effettuati, essa può
essere assunta pari a:
MT : Momento torcente, in N.m, definito in [8.2.5]
C
AT : Area della sezione orizzontale racchiusa dalla F A2 = -----R-
2
pinna del timone, in mm2
x : Distanza, in m, definita in Fig 11.
tH : Spessore del fasciame della pinna del timone,
in mm 8.3.2 Verifiche di resistenza
τALL : Tensione tangenziale di torsione ammissibile, in Per la generica sezione trasversale del calcagnolo situata
N/mm2: entro la lunghezza l50, definita in Fig 11, deve essere verifi-
τALL = 48/k1 cato che:
σE ≤ σE,ALL
8.2.7 Verifica delle tensioni equivalenti (1/1/2001)
σB ≤ σB,ALL
Per la generica sezione trasversale della pinna del timone
situata entro la distanza d, definita in Fig 10, deve essere τ ≤ τALL
verificato che: dove:
σE ≤ σE,ALL σE : Tensione equivalente ottenuta, in N/mm2, dalla
σB ≤ σB,ALL seguente formula:

dove: σE = σ B2 + 3τ 2
σE : Tensione equivalente ottenuta, in N/mm2, dalla σB : Tensione di flessione ottenuta, in N/mm2, dalla
seguente formula: seguente formula:

Regolamenti RINA 2008 31


Parte B, Cap 10, Sez 1

M αA ( V AV + 2 ) ⎞ 2 1/3
σ B = -------S- d = 17 ,9 ⎛ ---------------------------------
-
WZ ⎝ l ⎠
τ : Tensione tangenziale ottenuta, in N/mm2, dalla dove:
seguente formula: α : Coefficiente:
F A2 • α = b (l - b + a) per a≤b
τ = -------
AS
• α = a (l - a + b) per a>b
MS : Momento flettente nella sezione considerata, in
a, b, l : Parametri geometrici, in m, definiti in Fig 12.
N.m, definito in [8.3.1]
FA2 : Forza, in N, definita in [8.3.1] Figura 12 : Geometria del dritto del timone
WZ : Modulo di resistenza, in cm3, calcolato intorno smontabile
all’asse verticale Z (vedere Fig 11) Dritto del timone
AS : Area efficace a taglio in direzione Y, in mm2 smontabile
σE,ALL : Tensione equivalente ammissibile, in N/mm2:
σE,ALL = 115/k1 Patta di
σB,ALL : Tensione di flessione ammissibile, in N/mm2: collegamento
σB,ALL = 80/k1

a
τALL : Tensione tangenziale ammissibile, in N/mm2:
τALL = 48/k1

d
Figura 11 : Geometria del calcagnolo d

b
a

b
9.1.2 Area della sezione del dritto del timone
smontabile
L’area della sezione del dritto del timone smontabile deve
essere non minore del maggiore dei seguenti valori:
• 70% dell’area della sezione del dritto di poppa, definita
x in Cap 9, Sez 2, [6.3]
• area della sezione dell’agugliotto sopportante metà pala
del timone, il cui diametro deve essere ottenuto in
accordo con le formule specificate in [6.4.1].
8.3.3 Modulo di resistenza minimo intorno all’asse
orizzontale Qualora quest’ultimo sia il maggiore tra i due valori, esso
Il modulo di resistenza calcolato intorno all’asse orizzon- deve essere applicato solo quando il timone è a contatto
tale Y (vedere Fig 11) deve essere non minore del valore con il dritto del timone. In tale caso, deve essere previsto un
ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: sovraspessore o un manicotto in corrispondenza della zona
di contatto.
WY = 0,5 WZ
dove: 9.1.3 Zona di contatto
WZ : Modulo di resistenza calcolato intorno all’asse L’altezza della zona di contatto del dritto del timone deve
essere non minore di 1,2 d, dove d è il diametro del dritto
verticale Z (vedere Fig 11).
del timone definito in [9.1.1].
La pressione media agente sulla zona di contatto deve
9 Dritto del timone smontabile (per essere minore di o uguale al relativo valore ammissibile,
timoni di tipo “Simplex”) definito in Tab 6.

9.1 Dimensionamenti 9.2 Collegamenti


9.1.1 Diametro del dritto del timone smontabile 9.2.1 Collegamenti con lo scafo
Il diametro del dritto del timone smontabile deve essere Il dritto del timone deve essere collegato con le strutture
non minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente for- dello scafo mediante una patta verticale avente spessore
mula: non minore di d/4, dove d è il diametro del dritto del

32 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

timone ottenuto in accordo con la formula specificata in 10.2 Fasciame del mantello e diaframmi
[9.1.1] (vedere Fig 12). interni
La patta deve essere fissata mediante 6 bulloni calibrati,
10.2.1 Lo spessore del fasciame interno del mantello deve
aventi diametro non minore dello spessore della patta, defi-
essere non minore del valore ottenuto, in mm, dalle
nito sopra.
seguenti formule:
La distanza tra gli assi dei bulloni e il contorno della patta 6100
t F = ( 0 ,085 Pd M + 9 ,65 ) k per P ≤ -------------
deve essere non minore di 1,17 volte il diametro del bul- dM
lone definito sopra. 6100
t F = ( 0 ,085 Pd M + 11 ,65 ) k per P > -------------
dM
9.2.2 Collegamento con il calcagnolo
dove:
Il dritto del timone deve essere collegato con il calcagnolo P, dM : Definiti in [10.1.1].
mediante un accoppiatoio conico, avente conicità pari a
Lo spessore tF deve essere adottato per una fascia, a cavallo
circa 1/10 e altezza dell’alloggiamento non minore di 1,1
d, dove d è ottenuto dalla formula specificata in [9.1.1] del piano contenente le estremità delle pale dell’elica,
(vedere Fig 12). avente estensione uguale a 1/3 della lunghezza totale del
mantello.
La pressione media esercitata dal dritto del timone sulla Al di fuori della fascia suddetta, lo spessore del fasciame
zona di contatto deve essere minore di o uguale al relativo interno deve essere non minore del valore (tF - 7) mm e, in
valore ammissibile, definito in Tab 6, assumendo che il ogni caso, non minore di 7 mm.
timone abbia due agugliotti.
10.2.2 Lo spessore del fasciame esterno del mantello deve
essere non minore del valore (tF - 9) mm, dove tF è definito
10 Timoni con mantello in [10.2.1], e, in ogni caso, non minore di 7 mm.

10.1 Generalità 10.2.3 Lo spessore degli anelli e dei diaframmi longitudi-


nali deve essere non minore del valore (tF - 7) mm, dove tF è
definito in [10.2.1],e, in ogni caso, non minore di 7 mm.
10.1.1 Le prescrizioni di questo Articolo si applicano ai
dimensionamenti dei timoni con mantello per i quali la Tuttavia, lo spessore dell’anello sistemato in corrispondenza
potenza trasmessa dall’elica è minore del valore ottenuto, dell’asse di rotazione, collegato superiormente alla scatola
in kW, dalla seguente formula: dell’accoppiatoio per l’asta ed inferiormente al supporto
dell’agugliotto, deve essere non minore del valore tF.
P = 16900
---------------- Qualora sia utilizzato un acciaio inossidabile di tipo appro-
dM
vato, la Società può considerare spessori ridotti di quelli
dove: sopra, in relazione al tipo di acciaio.

dM : Diametro interno del mantello, in m.


10.3 Asta del timone
I timoni per i quali la potenza trasmessa è maggiore del
valore ottenuto dalla formula di cui sopra devono essere 10.3.1 Il diametro dell’asta del timone deve essere non
considerati nei singoli casi dalla Società. minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
dNTF = 64,2 (MT k1)1/3
Le prescrizioni seguenti possono essere applicate anche ai
dimensionamenti di mantelli di tipo fisso (eliche intubate). dove:
MT : Momento torcente, da assumere pari al mag-
10.1.2 Il mantello è in generale costituito da una struttura giore fra quelli ottenuti, in N.m, dalle seguenti
cilindrica a doppio fasciame irrigidito da rinforzi circonfe- formule:
renziali anelli e da rinforzi longitudinali disposti ortogonal- • MTAV = 0,3 SAV a
mente al mantello stesso.
• MTAD = SAD b
Devono essere previsti almeno due anelli, di cui uno di SAV : Forza, ottenuta, in N, dalla seguente formula:
spessore maggiore, in corrispondenza dell’asse di rotazione
del timone. SAV = 150 V2AV AN
SAD : Forza, ottenuta, in N, dalla seguente formula:
Per mantelli aventi il diametro interno dM maggiore di 3 m,
SAD = 200 V2AD AN
il numero degli anelli deve essere adeguatamente aumen-
tato. AN : Area, ottenuta, in m2, dalla seguente formula:
AN = 1,35 A1N + A2N
10.1.3 Particolare cura deve essere posta nell’esecuzione A1N : Area, ottenuta, in m2, dalla seguente formula:
delle saldature tra fasciami e rinforzi.
A1N = LM dM
10.1.4 La parte interna del mantello deve essere conve- A2N : Area, ottenuta, in m2, dalla seguente formula:
nientemente protetta contro la corrosione. A2N = L1 H1

Regolamenti RINA 2008 33


Parte B, Cap 10, Sez 1

a, b, LM, dM, L1, H1 : Parametri geometrici del timone, in m, In ogni caso, hA deve essere non minore di dA.
definiti in Fig 13.
Il diametro dell’asta può essere gradualmente rastremato al 10.5 Accoppiatoi
di sopra del supporto superiore, fino a raggiungere, in corri-
spondenza della barra o della traversa, il valore ottenuto, in 10.5.1 Diametro dei bulloni degli accoppiatoi
mm, dalla seguente formula: Il diametro dei bulloni degli accoppiatoi deve essere non
dNT = 0,75 dNTF minore del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula

k 1B
Figura 13 : Parametri geometrici del timone d B = 0 ,23d N TF -------
k1A
dove:
dNTF : Diametro dell’asta, in mm, definito in [10.3.1]
k1A : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per l’asta
k1B : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per i bul-
loni.
Possono essere impiegati bulloni non calibrati a condizione
che, nel piano di collegamento delle patte, sia sistemata
una chiavetta, avente sezione (0,25 dNT x 0,10 dNT) mm2,
dove dNT è definito in [10.3.1], incassata in ambedue le
patte e che almeno due bulloni siano calibrati.
La distanza tra gli assi dei bulloni e il contorno della patta
di collegamento deve essere non minore di 1,2 dB.

10.5.2 Spessore della patta di collegamento


Lo spessore della patta di collegamento deve essere non
minore del valore, in mm, dalla seguente formula:

k 1F
t P = d N TF ------
-
k 1B
10.4 Agugliotti
dove:
10.4.1 Il diametro degli agugliotti deve essere non minore dNTF : Diametro dell’asta, in mm, definito in [10.3.1]
del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
k1B, : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per i bul-
11V AV
d A = ⎛⎝ ------------------ S + 30⎞ k 1 loni
V AV + 3 AV ⎠
k1F : Coefficiente k1 dell’acciaio utilizzato per la
dove: patta.
SAV : Definito in [10.3.1].
10.5.3 Avanzamento di montaggio per accoppiatoi
10.4.2 L’altezza utile della zona di contatto degli agugliotti conici con sistema di montaggio e
hA, in mm, deve essere non minore di 1,2 dA, dove dA è smontaggio idraulico
definito in [10.4.1]. Deve essere verificato che l’avanzamento di montaggio ∆E
Possono essere accettate altezze utili inferiori, a condizione della parte conica dell’asta del timone nel mozzo della
barra sia in accordo con la seguente formula:
che la pressione sulla femminella pF, in N/mm2, sia in
accordo con la seguente formula: ∆0 ≤ ∆E ≤ ∆1
pF ≤ pF,ALL dove:
dove: ∆0 : Il maggiore di:
pF : Pressione media di contatto agente sulla femmi- M TR ηγ
• 6, 2 -----------------------
-
nella ottenuta, in N/mm2, dalla seguente for- cd M t S µ A β
mula:
M TR ηγ d N6 TF – d N6 T
0 ,6S ′ • 16 ---------------- ------------------------
-
p F = 10 3 ---------------- ct S2 β d NT6

d′ A h′ A
2η + 5 γd 0 R eH
S’ : Il maggiore tra i valori SAV e SAD, in kN, definiti ∆ 1 = ----------------- --------------------------------
1, 8 10 6 c ( 1 + ρ 1 )
in [10.3.1]
d’A : Diametro effettivo dell’agugliotto, in mm 80 d N6 TF – d N6 T
ρ 1 = -----------------------------------------------------
-
d0 ⎞ 2
h’A : Altezza effettiva della zona di contatto dell’agu- R eH d M t S2 1 – ⎛ --------- -
⎝ d NT F⎠
gliotto, in mm
pF,ALL : Pressione di contatto ammissibile, in N/mm2, dNTF : Diametro dell’asta, ottenuto, in mm, dalle for-
definita in Tab 6. mule specificate in [10.3.1], considerando k1=1

34 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 1

dNT : Diametro dell’asta, ottenuto, in mm, dalle for- In generale, rotazioni dei sistemi di propulsione azimutale
mule specificate in [10.3.1], considerando k1=1 maggiori di tale angolo massimo possono essere conside-
rate dalla Società durante le fasi di manovra della nave, pur-
η, c, β, dM, dE, µΑ, µ, γ: Definiti in Tab 5
ché i valori di rotazione, con i relativi valori di velocità
tS, dU, d0 : Definiti in Fig 5 della nave, siano sottoposti alla Società per approvazione.
ReH : Definito in [1.4.3]
11.2 Sistemazione
10.5.4 Sistema di bloccaggio
Deve essere previsto un idoneo sistema di bloccaggio dei 11.2.1 Documentazione
dadi che ne eviti lo svitamento accidentale.
In aggiunta ai disegni relativi alle strutture del “pod” e della
parte timone del sistema, devono essere sottoposti alla
11 Sistema di propulsione azimutale Società per approvazione i disegni relativi alle sistemazioni
del sistema di propulsione azimutale. In tali disegni,
devono essere specificati i dimensionamenti dei supporti e i
11.1 Generalità
carichi massimi che agiscono su di essi.
11.1.1 Sistemazione
11.2.2 Dispositivo di bloccaggio
Il sistema di propulsione azimutale è costituito dai seguenti
sotto-sistemi (vedere Fig 14): Il sistema di propulsione azimutale deve essere bloccabile
in posizione fissa con mezzi meccanici, in modo da evitare,
• l’unità di governo in caso di danneggiamento, rotazioni del sistema e propul-
• la ralla sione in direzioni non desiderate.
• le strutture di supporto dello scafo
• la parte timone del sistema 11.3 Carichi
• il “pod”, che contiene il propulsore elettrico nel caso di 11.3.1 La pressione laterale da considerare per i dimensio-
sistema di propulsione di tipo “podded”. namenti di fasciami, rinforzi ordinari e travi rinforzate del
sistema di propulsione azimutale deve essere calcolata per
Figura 14 : Sistema di propulsione azimutale una rotazione del sistema pari all’angolo massimo al quale
il sistema può essere orientato, su ciascun lato, mentre la
Unità di governo
nave naviga alla sua massima velocità.
La forza totale che agisce sul sistema di propulsione azimu-
Ralla tale deve essere ottenuta integrando la pressione laterale
Supporti a scafo
sulla superficie esterna del sistema.
I calcoli della pressione laterale e della forza totale devono
essere sottoposti alla Società per informazione.
Parte timone del sistema

11.4 Fasciame

Pod
11.4.1 Fasciame della parte timone del sistema di
propulsione azimutale
Lo spessore del fasciame della parte timone del sistema di
propulsione azimutale deve essere non minore di quello
ottenuto, in mm, dalle formule specificate in [7.3.1], nelle
quali il termine CR/A deve essere sostituito dalla pressione
laterale calcolata in accordo con quanto specificato in
11.1.2 Applicazione [11.3].
Le prescrizioni di questo Articolo si applicano ai dimensio-
namenti delle strutture di supporto dello scafo, della parte 11.4.2 Fasciame del “pod”
timone e del “pod”. Lo spessore del fasciame del “pod” deve essere non minore
L’unità di governo e la ralla devono soddisfare le prescri- di quello ottenuto, in mm, dalle formule specificate in
zioni specificate in Parte C, Cap 1, Sez 11 e in Parte C, Cap 7, Sez 1, dove la pressione laterale deve essere calco-
Cap 1, Sez 12, rispettivamente. lata in accordo con quanto specificato in [11.3].

11.1.3 Condizioni operative 11.4.3 Diaframmi


Il Progettista deve specificare l’angolo massimo al quale il Lo spessore dei diaframmi della parte timone del sistema di
sistema di propulsione azimutale può essere orientato, su propulsione azimutale deve essere ottenuto in accordo con
ciascun lato, mentre la nave naviga alla sua massima velo- quanto specificato in [7.3.4], dove la pressione laterale
cità. Tale angolo massimo deve, in generale, essere minore deve essere calcolata in accordo con quanto specificato in
di 35°, su ciascun lato. [11.3].

Regolamenti RINA 2008 35


Parte B, Cap 10, Sez 1

11.5 Rinforzi ordinari 11.6.3 Verifica di resistenza


Deve essere verificato che le tensioni equivalenti di Von
11.5.1 Rinforzi ordinari del “pod” Mises σE agenti sulle travi rinforzate, calcolate, in N/mm2,
I dimensionamenti dei rinforzi ordinari del “pod” devono per le condizioni di carico specificate in [11.6.2], siano in
essere non minori di quelli ottenuti dalle formule specifi- accordo con la seguente formula:
cate in Cap 7, Sez 2, dove la pressione laterale deve essere σ E ≤ σ ALL
calcolata in accordo con quanto specificato in [11.3].
dove:
σALL : Tensione ammissibile, in N/mm2, da assumere
11.6 Travi rinforzate uguale al minore fra i seguenti valori:
• 0,275 Rm
11.6.1 Criterio di analisi
• 0,55 ReH
I dimensionamenti delle travi rinforzate del sistema di pro-
pulsione azimutale devono essere ottenuti mediante calcoli Rm : Tensione di rottura, in N/mm2, del materiale,
diretti, effettuati in accordo con le seguenti prescrizioni: definita in Cap 4, Sez 1, [2]
ReH : Tensione minima di snervamento, in N/mm2,
• il modello strutturale deve includere il “pod”, la parte
timone del sistema di propulsione azimutale, la ralla e del materiale, definita in Cap 4, Sez 1, [2].
le strutture di supporto dello scafo
11.7 Strutture dello scafo di supporto ai
• le condizioni di vincolo devono essere rappresentative
del collegamento tra il sistema di propulsione azimutale
sistemi di propulsione azimutali
e le strutture dello scafo 11.7.1 Criteri di analisi
• i carichi da applicare sono quelli definiti in [11.6.2]. I dimensionamenti delle strutture dello scafo di supporto ai
sistemi di propulsione azimutale devono essere ottenuti
I calcoli diretti (modello strutturale, calcolo dei carichi e mediante calcoli diretti, effettuati in accordo con le prescri-
delle tensioni, verifiche di resistenza) effettuati dal Progetti- zioni specificate in [11.6.1].
sta devono essere sottoposti alla Società per informazione.
11.7.2 Carichi
11.6.2 Carichi I carichi che devono essere considerati per il calcolo diretto
I seguenti carichi devono essere considerati per il calcolo delle strutture dello scafo di supporto ai sistemi di propul-
diretto delle travi rinforzate del sistema di propulsione azi- sione azimutale sono quelli specificati in [11.6.2].
mutale:
11.7.3 Verifica di resistenza
• pesi propri Deve essere verificato che le tensioni equivalenti di Von
• spinte Mises σE agenti sulle strutture di supporto, calcolate, in
N/mm2, per le condizioni di carico specificate in [11.6.2],
• carichi massimi calcolati per una rotazione del sistema
siano in accordo con la seguente formula:
pari al massimo angolo al quale il sistema può essere
orientato, su ciascun lato, mentre la nave naviga alla σ E ≤ σ ALL
sua massima velocità dove:
• carichi massimi calcolati per le possibili rotazioni del σALL : Tensione ammissibile, in N/mm2, da assumere
sistema maggiori dell’angolo massimo e le relative velo- uguale a:
cità (vedere [11.1.3]) σALL = 62/k
• carichi massimi calcolati per la prova di arresto della k : Coefficiente dipendente dal materiale, definito
nave, con arresto ottenuto mediante inversione del in Cap 4, Sez 1, [2.3].
senso di rotazione dell’elica Valori di σE maggiori di σALL possono essere accettati nei
• carichi massimi calcolati per la prova di arresto della singoli casi dalla Società, in funzione sia della zona di strut-
nave, con arresto ottenuto mediante la rotazione di tura sulla quale agisce σE, sia del tipo di calcolo diretto
180° del “pod”. effettuato.

36 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 2

SEZIONE 2 PARAPETTI E RINGHIERE

1 Generalità 2 Parapetti

1.1 Introduzione 2.1 Generalità


2.1.1 I parapetti devono essere rinforzati sul bordo supe-
1.1.1 Le prescrizioni di questa Sezione si applicano alla riore da profili adeguati ed irrigiditi verticalmente, ad inter-
sistemazione di parapetti e ringhiere disposti sui bordi del vallo non maggiore di 2,0 m, mediante scalmi o squadre.
ponte di bordo libero, di sovrastrutture e di cieli di tughe
I parapetti devono essere allineati con le travi rinforzate
del primo ordine situate sopra il ponte di bordo libero.
situate al disotto o possono essere collegate ad esse
mediante rinforzi ordinari trasversali.
1.2 Generalità In alternativa a quanto sopra, le estremità inferiori degli
scalmi possono essere supportate da rinforzi ordinari longi-
1.2.1 Devono essere sistemati efficaci parapetti sui bordi tudinali.
di tutte le zone esposte del ponte di bordo libero e di ponti
di sovrastrutture collegate direttamente al ponte di bordo 2.1.2 Nelle navi di tipo A, B-60 e B-100, a proravia di 0,07
libero, dei cieli di tughe del primo ordine situate sopra il L dalla estremità avanti, l’intervallo di squadre e scalmi
ponte di bordo libero e alle estremità di sovrastrutture. deve essere non maggiore di 1,2 m.

2.1.3 Dove i parapetti non sono collegati al ponte, i


1.2.2 I parapetti o le ringhiere devono avere altezza,
dimensionamenti di scalmi e squadre specificati in [2.2]
rispetto al ponte, non minore di 1 m. Comunque, ove tale
devono essere adeguatamente aumentati.
altezza potrebbe interferire con le normali operazioni di
esercizio della nave, può essere accettata una altezza infe- 2.1.4 In generale, i parapetti non possono essere collegati
riore, purché sia prevista adeguata protezione. né al bordo superiore della cinta, né al trincarino.
Ove ciò non possa essere evitato, il dettaglio del collega-
1.2.3 Nel caso in cui le sovrastrutture siano collegate mento deve essere considerato nei singoli casi dalla
mediante cofani, devono essere sistemate ringhiere aperte Società.
per l’intera lunghezza della parte esposta del bordo libero.
2.2 Dimensionamenti
1.2.4 Sulle navi di tipo A e B-100, devono essere sistemate
ringhiere aperte per almeno metà della lunghezza delle 2.2.1 Lo spessore dei parapetti sul ponte di bordo libero,
zone esposte del ponte di bordo libero. aventi altezza non maggiore di 1100 mm, deve essere non
In alternativa a quanto sopra, possono essere sistemate delle minore dei seguenti valori:
aperture per lo scarico di grandi masse, in accordo con le • 5,5 mm per L ≤ 30 m
prescrizioni specificate in Cap 9, Sez 9, [5]. • 6,0 mm per 30 < L ≤ 120 m
• 6,5 mm per 120 < L ≤ 150 m
1.2.5 Sulle navi aventi parapetti e cofani di larghezza non • 7,0 mm per L > 150 m.
minore di 0,6 B inclusi nel calcolo del bordo libero, devono
essere sistemati, in corrispondenza dei cofani stessi, rin- Nel caso in cui l’altezza del parapetto sia uguale o mag-
ghiere aperte per almeno metà della lunghezza delle zone giore di 1800 mm, lo spessore del parapetto deve essere
esposte del ponte di bordo libero. non minore di quello calcolato per un fianco di sovrastrut-
tura ubicato nella stessa posizione del parapetto.
In alternativa a quanto sopra, possono essere sistemate delle
aperture per lo scarico di grandi masse, in accordo con le Per altezze di parapetto comprese tra 1100 mm e 1800 mm,
prescrizioni specificate in Cap 9, Sez 9, [4.3.1]. lo spessore del parapetto deve essere determinato mediante
interpolazione lineare degli spessori di cui sopra.
1.2.6 Per navi aventi sovrastrutture aperte ad una o ad 2.2.2 Il fasciame e gli scalmi dei parapetti devono essere
entrambe le estremità, devono essere previste adeguate rinforzati adeguatamente sia in corrispondenza di golfari
sistemazioni per scaricare le masse d’acqua eventualmente utilizzati per la movimentazione del carico, sia in corri-
imbarcate entro tali sovrastrutture. spondenza delle cubie o dei passacavi sistemati per
l’ormeggio o il rimorchio.
1.2.7 Le aree delle aperture praticate nella parte inferiore
dei parapetti per scaricare le masse d’acqua eventualmente 2.2.3 In corrispondenza delle estremità di casseri e per
imbarcate devono essere in accordo con le prescrizioni tutta la zona comprendente i raccordi dei fianchi dei casseri
specificate in Cap 9, Sez 9, [5]. stessi, il parapetto deve avere spessore uguale a quello dei

Regolamenti RINA 2008 37


Parte B, Cap 10, Sez 2

detti fianchi e, se esistono aperture, queste devono essere 2.2.6 Qualora la nave sia destinata a trasportare legname
compensate con aumenti di spessore od in altro modo ade- in coperta, devono essere applicate le pertinenti prescri-
guato. zioni della Convenzione Internazionale sul Bordo Libero in
vigore.
2.2.4 Il modulo di resistenza degli scalmi, in corrispon-
denza della parte più bassa del parapetto, deve essere non
minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: 3 Ringhiere
2
Z = 40 s (1 + 0,01 L) h B

dove: 3.1
L : Lunghezza della nave, in m, da assumere in
ogni caso non maggiore di 100 m 3.1.1 Qualora siano sistemate ringhiere, il bordo superiore
s : Intervallo tra gli scalmi, in m della cinta deve essere tenuto il più basso possibile.
hB : Altezza del parapetto, in m, misurata tra il
ponte ed il suo bordo superiore. 3.1.2 L’altezza delle aperture al di sotto del corso inferiore
deve essere non maggiore di 230 mm. Le aperture nelle
Nel calcolo del modulo di resistenza effettivo, deve essere
zone superiori devono avere lato non maggiore di 380 mm.
considerata solo la parte di scalmo collegata al ponte.
Il bulbo o la flangia dello scalmo possono quindi essere
3.1.3 Nel caso di navi aventi cinta curva, i montanti
inclusi nel calcolo solo se sono saldati al ponte, nel qual
devono essere sistemati sulla parte piana del ponte.
caso il baglio sottostante deve essere collegato con salda-
tura doppia continua.
3.1.4 I montanti fissi, removibili o incernierati devono
Nel caso di scalmi con elementi di rinforzo non collegati al essere sistemati ad intervallo pari a circa 1,5 m. Almeno un
ponte, il calcolo del modulo di resistenza richiesto deve montante ogni tre deve essere supportato da squadre o
essere considerato nei singoli casi dalla Società. scalmi.
Alle estremità della nave, dove il parapetto è collegato alla
cinta, nel calcolo del modulo di resistenza effettivo può Montanti removibili o incernierati devono poter essere
essere inclusa una striscia di fasciame associato avente lar- bloccati in posizione verticale.
ghezza non maggiore di 600 mm.
3.1.5 Possono essere accettati cavi in acciaio in luogo di
2.2.5 Le aperture nei parapetti devono essere praticate in ringhiere solo in circostanze particolari e per lunghezze
modo tale che la protezione dell’equipaggio sia almeno limitate. I cavi devono essere mantenuti in tensione
equivalente a quella fornita da corsi orizzontali di fasciame, mediante tornichetti.
come specificati in [3.1.2].
A tale scopo, possono essere accettati rinforzi verticali posti 3.1.6 Possono essere accettate catene in luogo dei rin-
ad intervallo pari a circa 230 mm in luogo di rinforzi siste- ghiere purché esse siano sistemate tra due montanti o para-
mati orizzontalmente. petti fissi e per modeste lunghezze.

38 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 3

SEZIONE 3 SOSTEGNI A BRACCI DEGLI ALBERI


PORTAELICA

1 Sostegni a bracci degli alberi portae- 1.2.5 Collegamenti dei bracci allo scafo
lica Lo spessore di fasciame esterno, madieri e paramezzali
deve essere adeguatamente aumentato in corrispondenza
del collegamento con i bracci. Inoltre, il fasciame deve
1.1 Generalità essere adeguatamente rinforzato in tale zona.

1.1.1 Gli alberi portaelica possono essere sia inclusi nel


1.3 Sostegni a braccio semplice
mozzo, sia indipendenti dalle strutture dello scafo e soste-
nute da bracci. 1.3.1 Generalità
I sostegni a braccio semplice sono in genere costituiti da un
1.2 Sostegni a doppio braccio braccio in acciaio fuso conformato ad U, collegato al
fasciame con una robusta patta alla cui estremità è ricavato
1.2.1 Generalità il mozzo.
I sostegni a doppio braccio sono costituiti da bracci for-
1.3.2 Modulo di resistenza minimo della sezione dei
manti un angolo di circa 90° e concorrenti nel mozzo che
bracci
costituisce il supporto dell’albero portaelica.
Il modulo di resistenza della sezione radicale del braccio
I sostegni a singolo braccio devono, in generale, essere evi- rispetto all’asse baricentrico orizzontale della sezione stessa
tati. Qualora ciò non fosse possibile, essi devono essere deve essere non minore del valore ottenuto, in cm3, dalla
considerati nei singoli casi dalla Società. seguente formula:

1.2.2 Dimensionamenti di bracci a sezione ellittica Z = 75l B d P2 10 –7

I bracci a sezione ellittica, in acciaio fucinato o fuso, dove:


devono avere assi minore d1 e maggiore d2, in mm, non lB , d P : Definiti in [1.2.2].
minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule:
1.3.3 Dimensionamento del mozzo
d 1 = 0 ,4d P La lunghezza del mozzo, in mm, deve avere un valore com-
d 3 preso tra 2,3 dP e 3 dP, dove dP è definito in [1.2.2].
d 2 = 0 ,01l B ⎛ -----P⎞
⎝ d 1⎠
Lo spessore del mozzo, in mm, deve essere non minore di
dove: 0,33 dP.

lB : Lunghezza, in mm, del braccio più lungo, misu- L’estremità poppiera del mozzo deve essere adeguatamente
rata fra le due sezioni radicali sulla patta e sul supportata.
mozzo 1.3.4 Dimensionamento dei supporti di estremità
dP : Diametro dell’albero portaelica, al netto I dimensionamenti dei supporti di estremità devono essere
dell’eventuale camicia, in mm. considerati nei singoli casi dalla Società. In ogni caso, i sup-
porti devono essere adeguatamente dimensionati per trasfe-
1.2.3 Momento di inerzia minimo per bracci aventi rire le sollecitazioni alle strutture dello scafo.
sezione diversa da quella ellittica
I supporti di estremità devono essere collegati ad almeno
Se i bracci hanno sezione diversa da quella ellittica, il due madieri aventi spessore adeguatamente maggiorato
momento di inerzia della sezione stessa rispetto all’asse oppure possono essere collegati tra di loro all’interno dello
maggiore deve essere non minore del valore ottenuto, in scafo.
cm4, dalla seguente formula:
1.3.5 Rinforzi del fasciame del mozzo
J = 0 ,5l B d P3 10 –7
I rinforzi del fasciame del mozzo devono essere considerati
dove: dalla Società nei singoli casi.
lB, dP : Definiti in [1.2.2]. Alla estremità poppiera, devono essere sistemati diaframmi
trasversali in corrispondenza di ogni ossatura, collegati a
1.2.4 Dimensionamenti del mozzo madieri aventi spessore adeguatamente maggiorato.
Il mozzo deve avere lunghezza non minore di quella dei Alla estremità prodiera, devono essere sistemate costole rin-
supporti poppieri degli alberi portaelica e spessore non forzate ad intervallo non maggiore di quattro intervalli di
minore di 0,33 dP. ossatura.

Regolamenti RINA 2008 39


Parte B, Cap 10, Sez 4

SEZIONE 4 ARMAMENTO MARINARESCO

Simboli
EN : Modulo di armamento, definito in [2.1] Nel caso di navi speciali ovvero adibite a servizi speciali o
σALL : Tensione ammissibile, in N/mm2, utilizzata per che effettuano navigazioni particolari, la Società può consi-
le verifiche a snervamento specificate in [4.9.7], derare dotazioni di armamento diverse da quelle specificate
[4.10.7], [4.11.2] and [4.11.3], da assumere in Tab 1.
pari al minore fra i seguenti valori:
2.1.2 Modulo di armamento per navi aventi
• σALL = 0,67 ReH sovrastrutture con paratie frontali verticali
• σALL = 0,40 Rm
Il modulo di armamento EN deve essere ottenuto dalla
ReH : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, seguente formula:
del materiale, definita in Cap 4, Sez 1, [2]
EN = ∆2/3 + 2 h B + 0,1 A
Rm : Tensione di rottura, in N/mm2, del materiale,
definita in Cap 4, Sez 1, [2]. dove:
∆ : Dislocamento fuori ossatura, in t, al galleggia-
1 Generalità mento estivo di pieno carico
h : Altezza efficace, in m, misurata tra il galleggia-
1.1 Generalità mento estivo di pieno carico e il cielo della più
alta sovrastruttura o tuga, ottenuta dalla
1.1.1 Le prescrizioni specificate da [2] a [4] si applicano seguente formula:
all’ancoraggio temporaneo della nave in acque portuali e
limitrofe, o in un’area riparata, quando la nave stessa è in h = a + Σhn
attesa di un ormeggio, della marea, ecc. Nel calcolo di h, devono essere trascurate insel-
Pertanto, la dotazione di ancore e catene prescritta in lature e differenze di immersione
accordo con quanto specificato da [2] a [4] non è idonea a a : Distanza al mezzo nave, in m, dal galleggia-
tenere ancorata una nave in zone costiere esposte con mento estivo di pieno carico al ponte di
tempo burrascoso oppure per fermare una nave in movi- coperta, in m
mento o alla deriva.
hn : Altezza, in m, sul piano di simmetria di ciascun
1.1.2 La dotazione di ancore e catene prescritte in ordine “n” di sovrastrutture o tughe aventi lar-
accordo con quanto specificato da [2] a [4] è ritenuta ido- ghezza maggiore di B/4. Se una tuga avente lar-
nea a tenere ancorata una nave in presenza di un fondo ghezza maggiore di B/4 è sovrapposta ad altra
marino che offra una buona presa, tale da non consentire tuga avente larghezza uguale o minore di B/4,
che l’ancora ari. In un fondo marino che offra cattiva presa, deve essere considerata la tuga sovrapposta e
il potere ancorante delle ancore deve essere sostanzial- trascurata la tuga sottostante
mente ridotto.
A : Area, in m2, della superficie proiettata sul piano
1.1.3 Si assume che in normali circostanze una nave si longitudinale delle parti dello scafo, delle
ancori con una sola ancora. sovrastrutture e delle tughe al di sopra della
linea di galleggiamento estivo di pieno carico,
comprese entro la lunghezza LE e aventi lar-
2 Modulo di armamento ghezza maggiore di B/4
LE : Lunghezza di armamento della nave, in m, da
2.1 Modulo di armamento
assumere pari a L; tuttavia essa non deve essere
2.1.1 Generalità assunta minore del 96% né superiore al 97%
Ogni nave deve essere fornita di ancore e catene (o cavi, in della lunghezza totale al galleggiamento estivo
accordo con le prescrizioni specificate in [3.3.5]) in rela- di pieno carico.
zione al suo modulo di armamento EN, come specificato in Schermi o parapetti di altezza uguale o maggiore di 1,5 m
Tab 1. devono essere considerati come parti di tughe nel calcolo
In generale il tipo di ancora adottato deve essere senza di h e A. In particolare, deve essere inclusa l’area tratteg-
ceppo. giata specificata in Fig 2.
Per navi aventi EN maggiore di 16000, la dotazione di L’altezza delle mastre delle boccaporte e quella di qualsiasi
armamento deve essere considerata nei singoli casi dalla carico sul ponte, quale ad esempio contenitori, può essere
Società. trascurata nel calcolo di h e A.

40 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

2.1.3 Modulo di armamento per navi aventi accordo con le pescrizioni di cui in Cap 4, Sez 2 ed in ogni
sovrastrutture con paratie frontali inclinate caso non deve essere minore di 2,0 mm.
Per navi aventi sovrastrutture con paratie frontali inclinate
verso poppa, il modulo di armamento deve essere ottenuto 3.1.4 Scelta degli accessori di bordo per il
dalla seguente formula: rimorchio (1/1/2007)
La scelta degli accessori di bordo per il rimorchio deve
EN = ∆2/3 + 2 (a B + ΣbN hN sin θN) + 0,1 A
essere fatta dal Cantiere sulla base di uno standard tecnico
dove: industriale accettato dalla Società (ad es. ISO 3913 Shipbu-
∆, a, hN, A: Definiti in [2.1.2] ilding Welded Steel Bollards). Se l'accessorio non è scelto
secondo uno standard industriale accettato i carichi di pro-
θN : Angolo di inclinazione verso poppa di ciascuna
getto utilizzati per valutarne la robustezza ed i collegamenti
paratia frontale, come specificata in Fig 3 alla nave devono essere conformi a quanto indicato in
bN : Larghezza massima, in m, di ciascun ordine “n” [3.1.13].
di sovrastrutture o tughe aventi larghezza mag-
giore di B/4. 3.1.5 Ubicazione degli accessori di bordo per il
rimorchio (1/1/2007)
Schermi o parapetti di altezza uguale o maggiore di 1,5 m
devono essere considerati come parti di tughe nel calcolo Gli accessori di bordo per il rimorchio devono essere posti
di h e A. In particolare, deve essere inclusa l’area tratteg- in corrispondenza di longitudinali, bagli e/o di travi rinfor-
giata specificata in Fig 3. zate che fanno parte della struttura del ponte in modo da
permettere una efficace distribuzione dei carichi derivanti
dal rimorchio. Possono essere accettate altre sistemazioni
3 Armamento marinaresco equivalenti (ad es. passacavi tipo Panama) purchè di robu-
stezza adeguata per il servizio richiesto.
3.1 Accessori di bordo e relative strutture
dello scafo 3.1.6 Sistemazione delle strutture di sostegno degli
accessori di rimorchio (1/1/2007)
3.1.1 Campo di applicazione (1/1/2007) La sistemazione delle strutture di rinforzo sottostanti gli
Le prescrizioni del presente punto [3.1] si applicano alle accessori di rimorchio deve essere tale da resistere a qualsi-
navi di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton; in parti- asi variazione sia in senso orizzontale che verticale delle
colare, esse si applicano agli attacchi per il rimorchio, alle forze di rimorchio, determinate secondo quanto stabilito in
bitte di ormeggio, ai passacavi, ai rulli ed agli zappoli usati [3.1.7], e trasmesse attraverso i dispositivi di collegamento
per il normale ormeggio della nave ed a componenti simi- degli accessori.
lari usati per il rimorchio normale della nave. Per la sistema-
zione per il rimorchio di emergenza si applicano i requisiti 3.1.7 Modellazione del carico di
di cui in [4]. rimorchio (1/1/2007)
A meno che non sia stato richiesto per gli accessori di
Le strutture dello scafo di supporto sono costituite da quella
bordo, da parte del richiedente, un carico di lavoro (SWL)
parte della struttura di scafo sulla/nella quale è sistemata
maggiore, il minimo carico di progetto da utilizzare è,
l'attrezzatura di bordo e che è direttamente soggetta alle
secondo la situazione, uno dei valori indicati nei seguenti
forze esercitate sull'attrezzatura di bordo. Le prescrizioni di
punti a) e b):
questo sotto-articolo [3.1] si applicano anche alle strutture
di sostegno di argani, varricelli, ecc., usati per le normali a) per le normali operazioni di rimorchio (ad es. in porto o
operazioni di rimorchio ed ormeggio. per manovra), 1,25 volte il previsto carico massimo di
Componenti diversi tipo argani, verricelli, ecc. non sono rimorchio (ad es. il tiro a punto fisso) come indicato nel
coperti da questo punto. Tutte le saldature o le imbullona- piano delle sistemazioni di rimorchio ed ormeggio.
ture o gli altri dispositivi di collegamento degli accessori b) per altri servizi di rimorchio (ad es. servizio di appog-
alle strutture di sostegno costituiscono parte dell'accessorio gio), deve essere considerato il carico di rottura nomi-
stesso e sono soggetti allo stesso standard tecnico indu- nale del cavo di rimorchio ricavato dalla Tab 3 sulla
striale applicabile al relativo accessorio. base del modulo di armamento EN della nave.

3.1.2 Dimensionamenti netti (1/1/2007) Questa forza deve essere considerata agente sull'accessorio
di bordo in corrispondenza del punto di collegamento del
I dimensionamenti minimi netti delle strutture di sostegno cavo di rimorchio o di ormeggio oppure in corrispondenza
dello scafo devono essere conformi a quanto richiesto in del punto in cui il cavo cambia di direzione, secondo i casi.
[3.1.8] e [3.1.14]. Gli spessori netti, tnet, sono gli spessori
minimi dell'elemento necessari per ottenere lo spessore Il carico di progetto deve essere applicato tramite il cavo di
minimo netto sopra richiesto. Gli spessori lordi richiesti rimorchio secondo lo schema indicato nel piano delle
sono ottenuti aggiungendo allo spessore tnet i sovraspessori sistemazioni di rimorchio ed ormeggio.
totali di corrosione tc indicati in [3.1.3]. Quando viene richiesto da parte del richiedente di conside-
rare per un accessorio di bordo uno specifico SWL, che dà
3.1.3 Sovraspessore di corrosione (1/1/2007) luogo ad un carico di progetto maggiore dei valori minimi
Il sovraspessore totale di corrosione tc, in mm, per ciascuno sopraddetti, la robustezza dell'accessorio deve essere valu-
dei lati della struttura dello scafo di supporto deve essere in tata utilizzando questo specifico carico di progetto.

Regolamenti RINA 2008 41


Parte B, Cap 10, Sez 4

Nell'applicazione del carico di progetto agli accessori ed più del doppio del carico di progetto, cioè non più di un
alle strutture di sostegno dello scafo si deve tenere conto giro di cavo (ved. Fig 1).
che non è necessario che il carico totale complessivo sia

Figura 1 (1/1/2007)

VO
L CA
O SU
RIO
S SO

ET T
E IL
CC
L’A OLTE O)

ROG
U L V V
O S DUE L CA
E TT I S U

DI P
OG ED O
I PR
G I OR GET T
ICO OD AG RO
A RIC N M D I P
CAR
C O
(N RICO
CA

CARICO
DI PROG
ET TO SU
L CAVO
ACCESSORIO

3.1.8 Tensioni ammissibili per gli accessori di Le prescrizioni sopraindicate relative al carico di lavoro
rimorchio (1/1/2007) (SWL) si applicano nella ipotesi di un accessorio a singolo
fusto (non più di un giro di un unico cavo).
Nel valutare la robustezza delle strutture dello scafo di sup-
Il piano delle sistemazioni di rimorchio ed ormeggio men-
porto per gli accessori di rimorchio devono essere conside-
zionato in [3.1.16] deve definire le modalità di impiego dei
rate le seguenti tensioni ammmissibili, in associazione con
cavi di rimorchio.
un calcolo delle tensioni che non tenga conto dei fattori di
concentrazione: 3.1.10 Scelta degli accessori di bordo per
l'ormeggio (1/1/2007)
• tensione normale: la tensione minima di snervamento La scelta degli accessori di bordo per l'ormeggio deve
del materiale della struttura di supporto essere fatta dal Cantiere sulla base di uno standard indu-
striale accettato dalla Società (ad es. ISO 3913 Shipbuilding
• tensione tangenziale: 0,6 volte la tensione minima di
Welded Steel Bollards). Se l'accessorio non è scelto
snervamento del materiale della struttura di supporto.
secondo uno standard industriale accettato i carichi di pro-
getto utilizzati per valutarne la robustezza ed i collegamenti
La tensione normale è la combinazione delle tensioni nor- a scafo devono essere conformi a quanto indicato in
mali, indotte dai carichi di flessione e da quelli assiali, con [3.1.13].
la tensione tangenziale agente perpendicolarmente alla ten-
sione normale. 3.1.11 Ubicazione degli accessori di bordo per
l'ormeggio (1/1/2007)
Gli accessori di bordo per l'ormeggio devono essere posti
3.1.9 Carico di lavoro (SWL) (1/1/2007)
in corrispondenza di longitudinali, bagli e/o di travi rinfor-
Il carico di lavoro (SWL) utilizzato per le normali opera- zate che fanno parte della struttura del ponte in modo da
zioni di rimorchio (ad es. portuali/manovra) non deve supe- permettere una efficace distribuzione dei carichi derivanti
rare l'80% del carico di progetto indicato in [3.1.7] a) ed il dall'ormeggio. Possono essere accettate altre sistemazioni
carico di lavoro utilizzato per le altre operazioni di rimor- equivalenti (ad es. passacavi tipo Panama) purchè di robu-
stezza adeguata per il servizio richiesto.
chio (ad es. servizio di appoggio) non deve superare il
carico di progetto indicato in [3.1.7] b). Per accessori 3.1.12 Sistemazione delle strutture di sostegno degli
impiegati sia per operazioni normali o diverse di rimorchio accessori di ormeggio (1/1/2007)
si deve utilizzare il maggiore dei carichi di progetto indicati La sistemazione delle strutture di rinforzo sottostanti gli
in [3.1.7] a) e [3.1.7] b). accessori di ormeggio deve essere tale da resistere a qualsi-
asi variazione sia in senso orizzontale che verticale delle
Il carico di lavoro (SWL) di ogni accessorio di bordo deve forze di ormeggio, determinate secondo quanto stabilito in
essere marcato (con cordoni di saldatura o in modo equiva- [3.1.13], e trasmesse attraverso i dispositivi di collegamento
lente) sugli accessori di ponte usati per il rimorchio. degli accessori.

42 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

3.1.13 Modellazione del carico di ormeggio (1/1/2007) Le prescrizioni sopraindicate relative al carico di lavoro
a) A meno che non sia stato richiesto per gli accessori di (SWL) si applicano nella ipotesi di un accessorio a singolo
bordo, da parte del richiedente, un carico di lavoro fusto (non più di un giro di un unico cavo).
(SWL) maggiore, il minimo carico di progetto da appli- Il piano delle sistemazioni di rimorchio ed ormeggio men-
care agli accessori ed alle strutture di sostegno deve zionato in [3.1.16] deve definire le modalità di impiego dei
essere 1,25 volte il carico di rottura nominale del cavo cavi di ormeggio.
di ormeggio ricavato dalla Tab 3 sulla base del modulo
di armamento EN della nave. 3.1.16 Piano delle sistemazioni di rimorchio ed
Nota 1: Quando si valutano le forze laterali causate dal vento, ormeggio (1/1/2007)
le posizioni per i rimorchiatori e si scelgono i cavi di ormeggio Il carico di lavoro SWL per lo specifico impiego di ogni
si deve considerare l'area laterale proiettata della nave accessorio di bordo deve essere riportato sul piano delle
tenendo conto della altezza massima delle pile di carico sul sistemazioni di ormeggio e rimorchio che deve essere
ponte. disponibile a bordo per guida del Comandante. Le infor-
b) Il carico di progetto applicato alle strutture dello scafo mazioni riportate sul piano devono includere per ogni sin-
deve essere 1,25 volte il carico massimo al freno previ- golo accessorio:
sto per i verricelli, ecc. e 1,25 volte la massima forza di • l'ubicazione sulla nave;
recupero prevista per gli argani.
• il tipo di accessorio;
c) Questa forza deve essere considerata agente sull'acces-
• il carico di lavoro (SWL);
sorio di bordo in corrispondenza del punto di collega-
mento del cavo di ormeggio oppure in corrispondenza • l'impiego (ormeggio/rimorchio portuale/servizio di
del punto in cui il cavo cambia di direzione, secondo i appoggio); e
casi. • il modo di applicazione del carico del cavo di rimor-
d) Il carico di progetto deve essere applicato tramite il chio o di ormeggio, indicando gli angoli massimi limite
cavo di ormeggio secondo lo schema indicato nel operativi del cavo rispetto al piano perpendicolare
piano delle sistemazioni di rimorchio ed ormeggio. all'asse del tamburo su cui è avvolto.
e) Nell'applicazione del carico di progetto agli accessori Queste informazioni devono essere inserite nella scheda
ed alle strutture di sostegno dello scafo si deve tenere informativa per il Pilota in modo che egli abbia informa-
conto che non è necessario che il carico totale comples- zioni adeguate per le manovre in porto e le eventuali opera-
sivo sia più del doppio del carico di progetto sopraindi- zioni di appoggio.
cato, cioè non più di un giro di cavo.
f) Quando viene richiesto da parte del richiedente di con- 3.2 Ancore
siderare per un accessorio di bordo uno specifico carico
di lavoro SWL, che dà luogo ad un carico di progetto 3.2.1 Generalità (1/7/2007)
maggiore dei valori minimi sopraddetti, la robustezza Le sistemazioni per l'ancoraggio devono essere tali da pre-
dell'accessorio deve essere valutata utilizzando questo venire il danneggiamento del cavo ed evitare che lo stesso
specifico carico di progetto. rimanga impigliato. Devono essere previste idonee sistema-
zioni per rizzare l'ancora in tutte le condizioni operative.
3.1.14 Tensioni ammissibili per gli accessori
d'ormeggio (1/1/2007) I dimensionamenti delle ancore devono essere in accordo
Nel valutare la robustezza delle strutture dello scafo di sup- con le seguenti prescrizioni.
porto per gli accessori di rimorchio devono essere conside- Le ancore devono essere fabbricate sulla base di disegni
rate le seguenti tensioni ammmissibili, in associazione con approvati o di Normative riconosciute e devono essere col-
un calcolo delle tensioni che non tenga conto dei fattori di laudate come indicato nella Parte D, Cap 4, Sez 1, [1].
concentrazione:
• tensione normale: la tensione minima di snervamento 3.2.2 Massa delle ancore
del materiale della struttura di supporto La massa di ciascuna ancora deve essere non minore di
• tensione tangenziale: 0,6 volte la tensione minima di quella specificata in Tab 1.
snervamento del materiale della struttura di supporto. La massa effettiva di ciascuna ancora può variare in più o in
meno del 7% rispetto alla massa richiesta per ciascuna
La tensione normale è la combinazione delle tensioni nor-
ancora, purché la massa totale delle ancore sia non minore
mali, indotte dai carichi di flessione e da quelli assiali, con
della massa totale specificata in Tab 1.
la tensione tangenziale agente perpendicolarmente alla ten-
sione normale. La massa della testa di ancore ordinarie senza ceppo,
inclusi perni ed accessori, deve essere non minore del 60%
3.1.15 Carico di lavoro (SWL) (1/1/2007) della massa totale dell’ancora.
Il carico di lavoro (SWL) non deve superare l'80% del Quando sono adottate ancore con ceppo, queste devono
carico di progetto indicato in [3.1.13] a). avere massa, ceppo escluso, non minore dell’80% della
Il carico di lavoro (SWL) di ogni accessorio di bordo deve massa specificata in Tab 1 per ancore senza ceppo. Il ceppo
essere marcato (con cordoni di saldatura o in modo equiva- deve avere massa non minore del 25% della massa
lente) sugli accessori di ponte usati per l'ormeggio. dell’ancora, inclusa la cicala ma escluso il ceppo.

Regolamenti RINA 2008 43


Parte B, Cap 10, Sez 4

3.2.3 Massa di ancore ad alto ed altissimo potere vamente, della massa per le ancore di posta ordinarie senza
ancorante ceppo specificata in Tab 1.
Le ancore ad alto potere ancorante (HHP) o ad altissimo La massa delle ancore ad altissimo potere ancorante deve
potere ancorante (SHHP), ossia ancore per le quali è stato essere inferiore o uguale a 1500 kg.
accertato, in accordo con le prescrizioni specificate in
Parte D, Cap 4, Sez 1, [1], un potere ancorante maggiore di 3.2.4 Terza ancora
quello delle ancore ordinarie, non richiedono assestamento Qualora siano sistemate tre ancore di posta, due di esse
o posizionamenti particolari sul fondo marino. devono essere collegate alle relative catene e sistemate a
Ove siano sistemate ancore di posta ad alto potere anco- bordo in modo da essere sempre pronte all’uso.
rante o ad altissimo potere ancorante, la massa di ciascuna La terza ancora è considerata di rispetto e non è richiesta ai
ancora deve essere non minore del 75% o del 50%, rispetti- fini della classificazione.

Tabella 1 : Armamento marinaresco

Modulo di armamento Ancore di posta senza ceppo Catene con traversino per ancore di posta
A < EN ≤ B Massa di ciascuna Lunghezza Diametro, in mm
N (1)
A B ancora, in kg totale, in m Q1 Q2 Q3
50 70 2 180 220,0 14,0 12,5
70 90 2 240 220,0 16,0 14,0
90 110 2 300 247,5 17,5 16,0
110 130 2 360 247,5 19,0 17,5
130 150 2 420 275,0 20,5 17,5
150 175 2 480 275,0 22,0 19,0
175 205 2 570 302,5 24,0 20,5
205 240 3 660 302,5 26,0 22,0 20,5
240 280 3 780 330,0 28,0 24,0 22,0
280 320 3 900 357,5 30,0 26,0 24,0
320 360 3 1020 357,5 32,0 28,0 24,0
360 400 3 1140 385,0 34,0 30,0 26,0
400 450 3 1290 385,0 36,0 32,0 28,0
450 500 3 1440 412,5 38,0 34,0 30,0
500 550 3 1590 412,5 40,0 34,0 30,0
550 600 3 1740 440,0 42,0 36,0 32,0
600 660 3 1920 440,0 44,0 38,0 34,0
660 720 3 2100 440,0 46,0 40,0 36,0
720 780 3 2280 467,5 48,0 42,0 36,0
780 840 3 2460 467,5 50,0 44,0 38,0
840 910 3 2640 467,5 52,0 46,0 40,0
910 980 3 2850 495,0 54,0 48,0 42,0
980 1060 3 3060 495,0 56,0 50,0 44,0
1060 1140 3 3300 495,0 58,0 50,0 46,0
1140 1220 3 3540 522,5 60,0 52,0 46,0
1220 1300 3 3780 522,5 62,0 54,0 48,0
1300 1390 3 4050 522,5 64,0 56,0 50,0
1390 1480 3 4320 550,0 66,0 58,0 50,0
1480 1570 3 4590 550,0 68,0 60,0 52,0
1570 1670 3 4890 550,0 70,0 62,0 54,0
1670 1790 3 5250 577,5 73,0 64,0 56,0
1790 1930 3 5610 577,5 76,0 66,0 58,0
(1) Vedere [3.2.4].

44 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

Modulo di armamento Ancore di posta senza ceppo Catene con traversino per ancore di posta
A < EN ≤ B Massa di ciascuna Lunghezza Diametro, in mm
N (1)
A B ancora, in kg totale, in m Q1 Q2 Q3
1930 2080 3 6000 577,5 78,0 68,0 60,0
2080 2230 3 6450 605,0 81,0 70,0 62,0
2230 2380 3 6900 605,0 84,0 73,0 64,0
2380 2530 3 7350 605,0 87,0 76,0 66,0
2530 2700 3 7800 632,5 90,0 78,0 68,0
2700 2870 3 8300 632,5 92,0 81,0 70,0
2870 3040 3 8700 632,5 95,0 84,0 73,0
3040 3210 3 9300 660,0 97,0 84,0 76,0
3210 3400 3 9900 660,0 100,0 87,0 78,0
3400 3600 3 10500 660,0 102,0 90,0 78,0
3600 3800 3 11100 687,5 105,0 92,0 81,0
3800 4000 3 11700 687,5 107,0 95,0 84,0
4000 4200 3 12300 687,5 111,0 97,0 87,0
4200 4400 3 12900 715,0 114,0 100,0 87,0
4400 4600 3 13500 715,0 117,0 102,0 90,0
4600 4800 3 14100 715,0 120,0 105,0 92,0
4800 5000 3 14700 742,5 122,0 107,0 95,0
5000 5200 3 15400 742,5 124,0 111,0 97,0
5200 5500 3 16100 742,5 127,0 111,0 97,0
5500 5800 3 16900 742,5 130,0 114,0 100,0
5800 6100 3 17800 742,5 132,0 117,0 102,0
6100 6500 3 18800 742,5 120,0 107,0
6500 6900 3 20000 770,0 124,0 111,0
6900 7400 3 21500 770,0 127,0 114,0
7400 7900 3 23000 770,0 132,0 117,0
7900 8400 3 24500 770,0 137,0 122,0
8400 8900 3 26000 770,0 142,0 127,0
8900 9400 3 27500 770,0 147,0 132,0
9400 10000 3 29000 770,0 152,0 132,0
10000 10700 3 31000 770,0 137,0
10700 11500 3 33000 770,0 142,0
11500 12400 3 35500 770,0 147,0
12400 13400 3 38500 770,0 152,0
13400 14600 3 42000 770,0 157,0
14600 16000 3 46000 770,0 162,0
(1) Vedere [3.2.4].

3.2.5 Prove ai fini dell’approvazione di ancore ad Per l’approvazione e/o l’accettazione come ancora ad alto
alto potere ancorante potere ancorante per una serie completa di dimensioni, tali
Per l’approvazione e/o l’accettazione come ancora ad alto prove devono essere effettuate con ancore le cui masse
potere ancorante, devono essere eseguite, con esito soddi- siano, per quanto possibile, rappresentative di tutta la serie
sfacente, prove comparative con ancore ordinarie senza di dimensioni per le quali viene richiesta l’approvazione e/o
ceppo su vari tipi di fondo marino. Tali prove devono dimo- l’accettazione.
strare che il potere ancorante dell’ancora ad alto potere Devono essere sottoposte a prova almeno due ancore di
ancorante sia pari ad almeno due volte quello di un’ancora diverse dimensioni e la massa dell’ancora di maggior
ordinaria, senza ceppo, della stessa massa. dimensione da approvare deve essere non maggiore di 10

Regolamenti RINA 2008 45


Parte B, Cap 10, Sez 4

volte quella dell’ancora di maggior dimensione provata e la 3.3 Catene per ancore
massa dell’ancora di minor dimensione deve essere non
minore di 0,1 volte quella della più piccola ancora provata. 3.3.1 Materiali
Le catene sono classificabili nei gradi Q1, Q2 o Q3, in fun-
3.2.6 Prove ai fini dell’approvazione di ancore ad zione del tipo di acciaio impiegato per la loro fabbrica-
altissimo potere ancorante
zione.
Per l’approvazione e/o l’accettazione come ancora ad altis-
simo potere ancorante, devono essere eseguite, con esito I procedimenti di fabbricazione delle catene e le caratteri-
soddisfacente, prove comparative su almeno tre tipi di stiche degli acciai da impiegare devono essere approvati
fondo marino: fangoso o limoso, sabbioso o ghiaioso, argil- dalla Società presso i singoli fabbricanti. Il materiale base e
loso o simile. Tali prove devono dimostrare che il potere le catene fabbricate devono essere collaudati in accordo
ancorante dell’ancora ad altissimo potere ancorante sia pari con le applicabili prescrizioni specificate in Parte D, Cap 4,
ad almeno quattro volte quello di un’ancora ordinaria, Sez 1.
senza ceppo, della stessa massa o almeno due volte quello Catene di grado Q1 non possono essere utilizzate con
di un’ancora ad alto potere ancorante, di tipo approvato, ancore ad alto od altissimo potere ancorante.
della stessa massa.
3.3.2 Dimensionamenti di catene con traversino
Il carico di prova del potere ancorante deve essere minore
di o uguale al carico di prova dell’ancora, specificato in La massa e la geometria di catene con traversino, maglie di
Parte D, Cap 4, Sez 1, [1.6]. estremità incluse, devono soddisfare le prescrizioni specifi-
cate in Parte D, Cap 4, Sez 1.
Per l’approvazione e/o l’accettazione come ancora ad alto
potere ancorante per una serie completa di dimensioni, tali Il diametro di catene con traversino deve essere non minore
prove devono essere effettuate con ancore le cui masse del valore specificato in Tab 1.
siano, per quanto possibile, rappresentative di tutta la serie
di dimensioni per le quali viene richiesta l’approvazione e/o 3.3.3 Catene senza traversino
l’accettazione. Per navi con modulo di armamento EN minore di 90, in
alternativa alle catene con traversino, possono essere accet-
Devono essere sottoposte a prova almeno tre ancore di
tate dalla Società catene senza traversino, purché l’equiva-
diverse dimensioni, rappresentative degli intervalli di massa
lenza in relazione alla resistenza sia basata sul carico di
inferiore, intermedio e superiore della serie.
prova, come specificato in Parte D, Cap 4, Sez 1, [3] e il
3.2.7 Specifiche per le prove di ancore ad alto grado dell’acciaio della catena senza traversino sia equiva-
potere ancorante lente a quello usato per la catena con traversino che essa
Le prove devono essere di norma eseguite per mezzo di un sostituisce, come specificato in [3.3.1].
rimorchiatore; tuttavia, in alternativa, prove eseguite da
3.3.4 Sistemazione delle catene
terra possono essere considerate nei singoli casi dalla
Società. Le catene devono essere divise in lunghezze, ciascuna di
27,5 m, collegate fra loro mediante maniglia d’unione
In alternativa, prove comparative con ancore dello stesso ovvero mediante maniglia scomponibile.
tipo (HHP o SHHP) precedentemente approvate possono
essere considerate nei singoli casi dalla Società. La lunghezza totale di catena, come specificata in Tab 1,
deve essere suddivisa approssimativamente in parti uguali
Per ogni serie di dimensioni, le 2 ancore da provare (ordina- fra le due ancore di prora pronte all’uso.
rie senza ceppo e di tipo HHP per prove di ancore di tipo
HHP, ordinarie senza ceppo e di tipo SHHP, oppure, Sistemazioni diverse da quella sopra specificata devono
quando non sono disponibili ancore ordinarie senza ceppo, essere considerate nei singoli casi dalla Società.
ancore di tipo HHP e ancore di tipo SHHP, per prove di Qualora sia previsto che la nave possa ancorarsi in zone
ancore di tipo SHHP) devono avere approssimativamente la ove la velocità della corrente sia maggiore di 2.5 m/s, può
stessa massa. essere richiesta dalla Società la sistemazione di una lun-
La lunghezza di catena collegata a ciascuna ancora, di cali- ghezza di catena (27.5 m) avente diametro maggiorato tra
bro idoneo alla sua massa, deve essere tale che il tiro sul l’ancora e la restante parte della catena in modo tale da
fusto rimanga praticamente orizzontale. A tale scopo un aumentare la lunghezza del tratto di catena poggiante sul
valore del rapporto fra la lunghezza filata della catena e la fondo marino.
profondità del mare pari a 10 è considerato normale; tutta-
via, valori minori di tale rapporto possono essere conside- 3.3.5 Cavi di acciaio
rati nei singoli casi dalla Società. In alternativa alle catene con o senza traversino sopra men-
zionati, possono essere usati cavi di acciaio per:
Devono essere effettuate tre prove per ciascuna ancora e
per ciascun tipo di fondo marino. • entrambe le ancore di posta, per navi aventi lunghezza
minore di 30 m
Il tiro deve essere misurato con dinamometro; possono tut-
tavia essere accettate misurazioni basate sulla curva del tiro • una delle due ancore di posta, per navi aventi lun-
a punto fisso in funzione del numero di giri al minuto ghezza compresa tra 30 m e 40 m.
dell’elica. I cavi di acciaio suddetti devono avere una lunghezza totale
Quando possibile, devono essere annotate la stabilità uguale a 1,5 volte quella corrispondente per catene con tra-
dell’ancora e la sua tendenza ad arare. versino, specificata in Tab 1 e carico di rottura uguale a

46 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

quello specificato per la corrispondente catena con traver- 3.5 Cavi di rimorchio e di ormeggio
sino (vedere [3.3.2]).
Tra il cavo di acciaio e l’ancora deve essere interposto uno 3.5.1 Generalità
spezzone di catena avente lunghezza uguale al minore tra I cavi di rimorchio aventi le caratteristiche specificate in
12,5 m e la distanza tra l’ancora nella sua posizione di Tab 3 sono intesi come quelli propri della nave, da impie-
riposo e l’apparecchio di salpamento. gare in caso di rimorchio della nave da parte di un rimor-
chiatore o di un’altra nave.
3.4 Penzoli
3.5.2 Materiali
3.4.1 Generalità I cavi di rimorchio e di ormeggio possono essere in acciaio,
Quando il collegamento tra le lunghezze di catena è realiz- in fibra vegetale o in fibra sintetica, oppure misti in acciaio
zato con maniglia d’unione, l’ancora può essere collegata e fibra.
direttamente alla maglia capotesta della prima lunghezza I carichi di rottura specificati in Tab 3 si riferiscono a cavi in
mediante maniglione d’ancora. acciaio o in fibra naturale.
Il maniglione d’ancora può essere sostituito con una maglia I cavi in acciaio o in fibra naturale devono essere collaudati
a perni, nel qual caso la maglia terminale senza traversino in accordo con le applicabili prescrizioni specificate in
avente diametro maggiorato, specificato in [3.4.2], deve Parte D, Cap 4, Sez 1.
essere omessa.
Quando il collegamento è realizzato con maniglia smonta- 3.5.3 Cavi in acciaio
bile e quindi le lunghezze mancano delle maglie rinforzate I cavi in acciaio devono essere di acciaio galvanizzato e del
e delle maglie capotesta, il collegamento dell’ancora alla tipo flessibile e devono essere del tipo specificato in Tab 4.
prima lunghezza di catena può essere realizzato mediante
Cavi di acciaio da impiegare per verricelli di ormeggio, nei
maglia scomponibile speciale dissimetrica, ovvero con
quali il cavo viene avvolto sul tamburo, possono avere
l’interposizione di un penzolo.
anima metallica indipendente in luogo dell’anima tessile.
3.4.2 Dimensionamenti Tali cavi, in generale, devono avere non meno di 186 fili
I diametri dei componenti il penzolo, in mm, devono essere più l’anima metallica.
non minori dei valori specificati in Tab 2.
3.5.4 Numero dei cavi di ormeggio
Tabella 2 : Diametri dei componenti il penzolo
Quando il carico di rottura di ciascun cavo di ormeggio è
Componente Diametro, in mm maggiore di 490 kN, possono essere utilizzati sia un
numero di cavi di ormeggio maggiore di quello specificato
Maniglione d’ancora 1,4 d in Tab 3, aventi carichi di rottura minori, sia un numero di
Maglia terminale senza traversino 1,2 d cavi minore di quello specificato in Tab 3, aventi carichi di
rottura maggiori, purché il carico di rottura totale di tutti i
Maglia ingrossata con traversino 1,1 d cavi di ormeggio sistemati a bordo della nave sia maggiore
Maglia normale con traversino d del valore specificato in Tab 3.

Maglia scomponibile d In ogni caso, il numero dei cavi deve essere non minore di
6 ed il relativo carico di rottura deve essere maggiore di 490
Nota 1: kN.
d : Diametro, in mm, della catena.
3.5.5 Lunghezza dei cavi di ormeggio
Fra la maglia rinforzata con traversino e la maglia terminale La lunghezza di ciascun cavo di ormeggio può essere
senza traversino possono essere inseriti: ridotta di non più del 7% della lunghezza specificata in
• tornichetto, avente diametro = 1,2 d Tab 3, purché la lunghezza totale dei cavi di ormeggio sia
• maglia ingrossata con traversino, avente maggiore di quella ottenuta sommando le lunghezze di cia-
diametro = 1,1 d. scun cavo specificate in Tab 3.

Composizioni differenti da quelle sopra specificate devono 3.5.6 Equivalenza tra i carichi di rottura di cavi in
essere considerate nei singoli casi dalla Società. fibra sintetica e cavi in fibra naturale
In generale, devono essere usati cavi in poliammide od altre
3.4.3 Materiali fibre sintetiche.
Sia i penzoli, sia gli elementi di giunzione delle catene
devono essere di materiale e costruzione tali da avere resi- L’equivalenza tra i carichi di rottura di cavi in fibra sintetica
stenza equivalente a quella delle catene e devono essere BLS e di cavi in fibra naturale BLN deve essere ottenuta, in
collaudati in accordo con le prescrizioni applicabili specifi- kN, dalla seguente formula:
cate in Parte D, Cap 4, Sez 1. BLS = 7,4 δ BLN8/9

3.4.4 Penzolo di rispetto dove:


Qualora sia prevista l’ancora di rispetto, deve essere siste- δ : Allungamento percentuale a rottura del cavo in
mata una maglia smontabile dissimetrica di rispetto ovvero fibra sintetica, da assumere non minore del
un penzolo di rispetto. 30%.

Regolamenti RINA 2008 47


Parte B, Cap 10, Sez 4

Tabella 3 : Cavi di rimorchio e di ormeggio

Modulo di armamento EN
Cavo di rimorchio (1) Cavi di ormeggio
A< EN ≤ B
Lunghezza di
Lunghezza Carico di rot- Carico di rot-
A B N (2) ciascun cavo, in
minima, in m tura, in kN tura, in kN
m
50 70 180 98,1 3 80 34
70 90 180 98,1 3 100 37
90 110 180 98,1 3 110 39
110 130 180 98,1 3 110 44
130 150 180 98,1 3 120 49
150 175 180 98,1 3 120 54
175 205 180 112 3 120 59
205 240 180 129 4 120 64
240 280 180 150 4 120 69
280 320 180 174 4 140 74
320 360 180 207 4 140 78
360 400 180 224 4 140 88
400 450 180 250 4 140 98
450 500 180 277 4 140 108
500 550 190 306 4 160 123
550 600 190 338 4 160 132
600 660 190 371 4 160 147
660 720 190 406 4 160 157
720 780 190 441 4 170 172
780 840 190 480 4 170 186
840 910 190 518 4 170 201
910 980 190 550 4 170 216
980 1060 200 603 4 180 230
1060 1140 200 647 4 180 250
1140 1220 200 692 4 180 270
1220 1300 200 739 4 180 284
1300 1390 200 786 4 180 309
1390 1480 200 836 4 180 324
1480 1570 220 889 5 190 324
1570 1670 220 942 5 190 333
1670 1790 220 1024 5 190 353
1790 1930 220 1109 5 190 378
1930 2080 220 1168 5 190 402
2080 2230 240 1259 5 200 422
2230 2380 240 1356 5 200 451
2380 2530 240 1453 5 200 481
2530 2700 260 1471 6 200 481
2700 2870 260 1471 6 200 490
2870 3040 260 1471 6 200 500
3040 3210 280 1471 6 200 520
3210 3400 280 1471 6 200 554
3400 3600 280 1471 6 200 588
(1) Il cavo di rimorchio non è obbligatorio. Esso è raccomandato per navi aventi lunghezza L ≤180 m.
(2) Vedere [3.5.7].

48 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

Modulo di armamento EN
Cavo di rimorchio (1) Cavi di ormeggio
A< EN ≤ B
Lunghezza di
Lunghezza Carico di rot- Carico di rot-
A B N (2) ciascun cavo, in
minima, in m tura, in kN tura, in kN
m
3600 3800 300 1471 6 200 612
3800 4000 300 1471 6 200 647
4000 4200 300 1471 7 200 647
4200 4400 300 1471 7 200 657
4400 4600 300 1471 7 200 667
4600 4800 300 1471 7 200 677
4800 5000 300 1471 7 200 686
5000 5200 300 1471 8 200 686
5200 5500 300 1471 8 200 696
5500 5800 300 1471 8 200 706
5800 6100 300 1471 9 200 706
6100 6500 9 200 716
6500 6900 9 200 726
6900 7400 10 200 726
7400 7900 11 200 726
7900 8400 11 200 735
8400 8900 12 200 735
8900 9400 13 200 735
9400 10000 14 200 735
10000 10700 15 200 735
10700 11500 16 200 735
11500 12400 17 200 735
12400 13400 18 200 735
13400 14600 19 200 735
14600 16000 21 200 735
(1) Il cavo di rimorchio non è obbligatorio. Esso è raccomandato per navi aventi lunghezza L ≤180 m.
(2) Vedere [3.5.7].

Tabella 4 : Composizione dei cavi in acciaio

Componenti del cavo di acciaio


Carico di rottura BL, in kN Carico di rottura a trazione dei
Numero di fili Composizione del cavo
fili, in N/mm2
BL < 216 72 1420 ÷ 1570 6 trefoli con 7 anime tessili

216 ≤ BL ≤ 490 144 1570 ÷ 1770 6 trefoli con 7 anime tessili

BL > 490 216 o 222 1770 ÷ 1960 6 trefoli con 1 anima tessile

3.5.7 Numero di cavi di ormeggio per navi con una Tabella 5 : Cavi di ormeggio addizionali
delle Notazioni di Servizio ro-ro cargo ship, ro-
ro passenger ship e passenger ship
Numero di cavi di ormeggio
Per navi con una delle Notazioni di Servizio ro-ro cargo A/EN
addizionali
ship, ro-ro passenger ship e passenger ship, devono essere
sistemati cavi di ormeggio addizionali in aggiunta al 0,9 < A/EN ≤ 1,1 1
numero di cavi di ormeggio specificato in Tab 3. 1,1 < A/EN ≤ 1,2 2
Il numero di tali cavi di ormeggio addizionali è specificato 1,2 < A/EN 3
in Tab 5.
Nota 1: A e EN sono definiti in [2.1.2].

Regolamenti RINA 2008 49


Parte B, Cap 10, Sez 4

3.5.8 Lunghezza dei cavi di ormeggio per navi con • i valori di PC tengono conto dell’effetto dovuto alla
Notazione di Servizio supply vessel spinta idrostatica e dell’efficienza della cubia, assunta
Per navi con Notazione di Servizio supply vessel, la lun- uguale a 70%
ghezza delle linee di ormeggio può essere ridotta fino al • le masse delle ancore assunte sono quelle specificate in
valore minimo l ottenuto, in m, dalla seguente formula: Parte D, Cap 4, Sez 1, non tenendo conto delle tolle-
l = L + 20 ranze
• salpamento di una sola ancora per volta.
3.6 Cubie Per le masse delle catene, al fine di tener conto della spina
idrostatica, sono stati assunti valori minori di quelli specifi-
3.6.1 Le cubie devono essere costruite in accordo con la
cati in Parte D, Cap 4, Sez 1, ottenuti, in kg/m, dalla
buona pratica costruttiva navale.
seguente formula per unità di lunghezza della catena:
Le cubie devono avere ampiezza sufficiente ed essere
mL = 0,0218 d2
opportunamente orientate in modo da rendere agevole, per
quanto possibile, lo scorrimento delle catene e la rientrata dove d è il diametro della catena, in mm.
delle ancore nelle cubie stesse, se le ancore sono di tipo
rientrante in cubia, in modo da evitare danneggiamenti alle 3.7.3 Calcolo del tiro di funzionamento
strutture dello scafo durante tali operazioni. continuativo
In accordo con le assunzioni specificate in [3.7.2], il
A tale scopo gli sbocchi, od occhi, delle cubie, tanto al
motore primo dell’apparecchio di salpamento deve essere
mascone quanto al ponte, devono avere forma appropriata
in grado di fornire, per almeno 30 minuti, il tiro di funzio-
con ampia svasatura e adeguato raggio di curvatura nella
namento continuativo PC ottenuto, in kN, come specificato
zona di strisciamento delle catene, in relazione al calibro di
in Tab 6.
catena. Il fasciame esterno, in corrispondenza degli occhi
di cubia, deve essere opportunamente rinforzato.
Tabella 6 : Tiro di funzionamento continuativo
3.6.2 Al fine di facilitare lo scorrimento delle catene, alle
Tiro di funziona-
cubie possono essere sistemati rulli di guida. Tali rulli, se a
Materiale delle catene mento continuativo,
impronte complete di catena, devono avere diametro nomi-
in kN
nale non minore di 10 calibri di catena; se a impronte par-
ziali, tale diametro nominale deve essere non minore di 12 Acciaio ordinario PC = 0,0375 d2
calibri di catena.
Acciaio ad alta resistenza PC = 0,0425 d2
3.6.3 Tutte le sistemazioni e gli accessori per ormeggio Acciaio ad altissima resistenza PC = 0,0475 d2
devono essere rizzati a soddisfazione della Società.
Nota 1:
3.7 Apparecchio di salpamento d : Diametro della catena, in mm.

3.7.1 Generalità 3.7.4 Sovraccarico temporaneo


L’apparecchio di salpamento, in generale singolo, deve Il motore primo dell’apparecchio di salpamento deve essere
essere proporzionato alle dimensioni delle catene, essere in grado di sopportare il sovraccarico temporaneo necessa-
azionato da energia meccanica. rio per spedare l’ancora.
In navi a propulsione meccanica aventi stazza lorda minore Il sovraccarico temporaneo suddetto, o tiro di breve durata,
di 200 t, l’apparecchio di salpamento può essere a braccia, deve essere non minore di 1,5 volte il tiro in funzionamento
nel qual caso deve risultare proporzionato conveniente- continuativo e deve essere garantito per almeno 2 min.
mente in modo tale che il salpamento avvenga con suffi- La velocità di salpamento in questo periodo di sovraccarico
ciente rapidità. può essere minore di quella nominale specificata in [3.7.5].
L’apparecchio di salpamento deve essere sistemato in posi-
3.7.5 Velocità nominale di salpamento dell’ancora
zione opportunamente scelta per facilitare lo scorrimento
delle catene alle cubie; il ponte, in corrispondenza, deve La velocità nominale di salpamento dell’ancora, da assu-
essere opportunamente rinforzato. mersi come velocità media, deve essere in generale non
minore di 0,15 m/s.
3.7.2 Assunzioni per il calcolo del tiro di La velocità deve essere misurata su un tratto pari a 2 lun-
funzionamento continuativo ghezze di catena durante l’intera manovra di salpamento; la
Il calcolo del tiro di funzionamento continuativo PC che il prova deve essere iniziata con 3 lunghezze di catena
motore primo dell’apparecchio di salpamento deve essere (82,5 m) completamente immerse.
in grado di fornire è basato sulle seguenti assunzioni:
• ancore senza ceppo ordinarie 3.7.6 Freno dell’apparecchio di salpamento
L’apparecchio di salpamento deve essere provvisto di un
• forza del vento equivalente alla forza 6 della scala
freno, capace di arrestare con sicurezza la discesa della
Beaufort
catena in caso di mancanza di energia al motore primo, e,
• velocità della corrente uguale a 3 nodi nel caso che la sorgente di energia non sia il vapore, anche
• profondità di ancoraggio uguale a 100 m di un mezzo di non ritorno.

50 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

L’apparecchio di salpamento, con i freni innestati e la ruota dove:


ad impronte disinnestata, deve essere in grado di sopportare Px : forza, in kN, agente in direzione perpendicolare
un tiro pari al 45% del carico di rottura della catena, senza
all'asse dell'albero
che le sue parti sollecitate subiscano deformazioni perma-
nenti e senza scorrimento del freno. Py : forza, in kN, agente in direzione parallela
all'asse dell'albero, verso il centro nave o verso
3.7.7 Arrestatoi l'esterno, considerando la direzione che dà
luogo alla forza maggiore sul gruppo di bulloni
Quando è sistemato un arrestatoio, esso deve essere capace
i
di sopportare un tiro pari all’80% del carico di rottura della
catena. H : altezza dell'albero, in cm, al di sopra del
sistema di fissaggio del mulinello
Quando l’apparecchio di salpamento non è munito di arre-
statoi, esso deve essere capace di sopportare un tiro pari xi , yi : coordinate x e y, in cm, del gruppo di bulloni i
all’80% del carico di rottura della catena, senza che le sue dal baricentro di tutti gli N gruppi di bulloni,
parti sollecitate subiscano deformazioni permanenti e senza positive nella direzione opposta a quella della
scorrimento del freno. forza applicata
Ai : area della sezione trasversale, in cm2, di tutti i
3.7.8 Carichi da colpi di mare (1/1/2004) bulloni del gruppo i
Per navi di lunghezza uguale o superiore a 80 m, nelle Ix : ΣAi xi2 per N gruppi di bulloni
quali l'altezza del ponte esposto in corrispondenza del
Iy : ΣAi yi2 per N gruppi di bulloni
mulinello considerato è inferiore a 0,1L o a 22 m al di sopra
del galleggiamento estivo di pieno carico, assumendo il Rsi : reazione statica, in kN, in corrispondenza del
minore dei due suddetti valori, i dispositivi di fissaggio dei gruppo di bulloni i, dovuta al peso del muli-
mulinelli ubicati entro il quarto di lunghezza della nave a nello.
prora devono resistere alle forze originate dai colpi di mare. Le forze di taglio Fxi , Fyi applicate al gruppo di bulloni i, e
La pressione dei colpi di mare e le aree associate devono la forza combinata risultante Fi , devono essere calcolate, in
essere assunte uguali a (vedere Fig 2): kN, mediante le seguenti formule:
• 200 kN/m2, perpendicolare all'asse dell'albero e a Fxi = (Px - α g M) / N
distanza dalla perpendicolare avanti, sull'area proiettata Fyi = (Py - α g M) / N
in detta direzione,
e
• 150 kN/m2, parallela all'asse dell'albero e agente, sia
verso la mezzeria nave, sia verso l'esterno, su un multi- Fi = (Fxi2 + Fyi2)0,5
plo di f volte l'area proiettata in detta direzione, dove:
essendo: α : coefficiente di attrito, da assumere uguale a 0,5
f : 1+ B/H, ma non superiore a 2,5 M : massa, in t, del mulinello
B : larghezza del mulinello salpancore misurata g : accelerazione di gravità, in m/s2, da assumere
parallelamente all'asse dell'albero, uguale a 9,81

H : lunghezza fuori tutto del mulinello salpancore. N : numero dei gruppi di bulloni.
La tensione assiale e le forze di compressione e le forze
Qualora i verricelli di ormeggio siano parte integrante del
laterali calcolate in accordo con le presenti prescrizioni
mulinello salpancore, essi devono essere considerati come
devono essere considerate anche nella progettazione della
parte del mulinello stesso.
struttura di supporto.
3.7.9 Forze sui dispositivi di fissaggio dei mulinelli
3.7.10 Criterio di resistenza per apparecchi di
salpancore dovute ai colpi di mare (1/1/2004)
salpamento (1/1/2004)
Le forze agenti sui bulloni, sugli zappoli e sugli scontri che Le tensioni agenti sulle parti dell’apparecchio di salpa-
fissano il mulinello al ponte devono essere calcolate consi- mento, sull’intelaiatura e sul freno devono essere minori
derando i carichi dovuti ai colpi di mare indicati in [3.7.8]. della tensione di snervamento del materiale impiegato.
Il mulinello è supportato da N gruppi di bulloni, ciascuno Nel calcolo delle tensioni di cui sopra, particolare atten-
contenente uno o più bulloni, (vedere anche Fig 3). zione deve essere rivolta a:
La forza assiale Ri sul gruppo di bulloni (o sul bullone) i, • concentrazione di sollecitazioni in corrispondenza di
positiva in trazione, deve essere calcolata, in kN, mediante chiavette e di altri particolari costruttivi che danno
le seguenti formule: luogo a dette concentrazioni
Rxi = Px hxi Ai / Ix • effetti dinamici dovuti ad avviamenti ed arresti improv-
visi del motore primo o della catena
Ryi = Py hyi Ai / Iy
• metodi di calcolo e approssimazione usati per valutare
e Ri = Rxi + Ryi - Rsi le sollecitazioni di progetto.

Regolamenti RINA 2008 51


Parte B, Cap 10, Sez 4

3.7.11 Criteri per la robustezza dei dispositivi di σ ≤ 0,5 σBPL


fissaggio dei mulinelli salpancore (1/1/2004)
essendo σBPL la tensione sul bullone considerato come sot-
Le tensioni assiali sui singoli bulloni in ciascun gruppo i toposto alla tensione che dà luogo ad una deformazione
devono essere calcolate in accordo con le prescrizioni di permanente dello 0,2%.
cui in [3.7.9]. Le forze orizzontali Fxi e Fyi, che devono
essere calcolate in accordo con le prescrizioni di cui in Quando colate di resina sono incorporate nelle sistema-
[3.7.9], sono normalmente contrastate dalle reazioni degli zioni di ancoraggio, deve esserne tenuto debito conto nei
zappoli che lavorano a taglio. detti calcoli.

Quando sia previsto che dette forze di taglio siano soppor- 3.7.12 Collegamento con il ponte della
tate da bulloni calibrati in una o in entrambe le direzioni, la nave (1/1/2004)
tensione ideale di Von Mises σ, in N/mm2, sul singolo bul- L’apparecchio di salpamento, l’intelaiatura ed i freni
lone deve soddisfare la seguente formula: devono essere efficacemente ancorati al ponte.

Figura 2 : Direzione delle forze e peso (1/1/2004)

Py Px

H
h

Prora

Mezzeria della nave Py

B
Mezzeria del mulinello
salpancore
Px

Nota: Py deve essere esaminato separatamente da entrambe le direzioni verso la mezzeria nave
e verso l'esterno - vedere 3.7.8. La convenzione per il segno di yi è invertita quando Py è dalla
direzione opposta come mostrato nella figura.

Figura 3 : Convenzione per il segno (1/1/2004)


Le coordinatei x ei y sono
indicate in figura, sia come
Px
Mezzeria del mulinello positive (+), sia come negative (-)
salpancore
Py
x3 (-)
y3 (+)
x4 (-ve)
Baricentro del gruppo x2 (+) x1 (+)
y4 (+)
dei bulloni

y2(+)

y1(+)

52 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

3.8 Arrestatoi e bozze 4.2 Applicazione

3.8.1 Fra l’apparecchio di salpamento e l’occhio di cubia 4.2.1 Le prescrizioni di questo Articolo si applicano alle
sul ponte deve essere, in generale, sistemato un arrestatoio sistemazioni per rimorchiare la nave in emergenza, come in
di catena proporzionato in modo da liberare l’apparecchio caso di avarie meccaniche, assenza di propulsione o non
di salpamento dagli sforzi della catena con nave alla fonda. governabilità.
L’arrestatoio deve essere capace di sopportare un tiro pari
4.2.2 Devono essere previste sistemazioni per il rimorchio
all’80% del carico di rottura della catena. Il ponte, in corri-
di emergenza sia a prora, sia a poppa di navi aventi portata
spondenza dell’arrestatoio o della bozza, deve essere
lorda maggiore di o uguale a 20000 t e con una delle
opportunamente rinforzato.
seguenti Notazioni di Servizio:
Allo stesso scopo può essere sistemata una bozza con torni- • combination carrier ESP
chetto capace di sostenere il peso dell’ancora rientrata in
• oil tanker ESP
cubia o un tensionatore a catena. Tali sistemazioni non
sono considerate arrestatoi. • FLS tanker
• chemical tanker ESP
3.8.2 Quando l’apparecchio di salpamento non è situato • liquefied gas carrier.
in prossimità dell’occhio di cubia e non sono sistemati arre-
statoi, deve essere sistemato un apposito sostegno a guida
4.3 Documentazione
della catena.
4.3.1 Documentazione da sottoporre per
3.9 Pozzo catene approvazione
In aggiunta alla documentazione specificata in Cap 1,
3.9.1 Il pozzo catene deve avere capacità sufficiente per Sez 3, la seguente documentazione deve essere sottoposta
contenere tutta la dotazione di catene e permetterne un per approvazione alla Società:
agevole avviamento all’apparecchio di salpamento. • piano generale delle sistemazioni di rimorchio poppiere
e prodiere e delle relative dotazioni di armamento
3.9.2 Quando sono previste due catene, il pozzo catene • manuale operativo delle sistemazioni di rimorchio pop-
deve essere diviso in due compartimenti, ciascuno in grado piere e prodiere
di alloggiare una catena per la sua intera lunghezza.
• disegni costruttivi degli attacchi a scafo poppieri e pro-
3.9.3 L’estremità di ciascuna catena deve essere fissata, dieri (attacchi ad occhio o arrestatoi) e dei passacavi,
mediante maniglia associata o no al penzolo, ad appositi comprensivi delle relative specifiche dei materiali e dei
attacchi opportunamente rinforzati. relativi calcoli
• disegni di dettaglio delle strutture della nave sopportanti
In generale, tali attacchi devono essere proporzionati in
i carichi applicati da attacchi a scafo, passacavi e rulli di
modo da sopportare una forza non minore del 15% del
guida.
carico di rottura della catena. Essi devono poter essere facil-
mente liberati, in caso di necessità, da una posizione 4.3.2 Documentazione da sottoporre per
esterna al pozzo. informazione
La seguente documentazione deve essere sottoposta per
3.9.4 Quando il pozzo catene è sistemato a poppavia informazione alla Società (vedere Cap 1, Sez 3):
della paratia di collisione, esso deve essere delimitato da
• specifiche riguardanti il dispositivo anti-usura del cavo,
paratie stagne all’acqua ed avere un idoneo sistema di dre-
il penzolo di rimorchio, il dispositivo di recupero e i
naggio.
rulli di guida
• altezza di bordo libero, in m, misurata in corrispon-
3.10 Passacavi e bitte denza del passacavo di poppa all’immersione minima
di zavorra
3.10.1 Devono essere sistemati passacavi e bitte di gran-
• portata lorda, in t, della nave all’immersione di bordo
dezza e tipo appropriati per le operazioni di rimorchio, di
libero estivo.
ormeggio e di tonneggio.

4.4 Generalità
4 Sistemazioni per il rimorchio di
emergenza 4.4.1 Scopo
Le sistemazioni per il rimorchio di emergenza devono essere
progettate in modo da facilitare il salvataggio e le opera-
4.1 Definizioni zioni di rimorchio di emergenza della nave considerata in
primo luogo per ridurre il rischio di inquinamento.
4.1.1 Portata lorda
La portata lorda è la differenza, in t, tra il dislocamento della 4.4.2 Caratteristiche principali (1/7/2002)
nave all’immersione di bordo libero estivo in acqua avente Le sistemazioni per il rimorchio di emergenza devono
densità 1,025 t/m3 e il dislocamento della nave vacante essere sempre disponibili per un rapido impiego anche in
ossia della nave scarica e asciutta con i liquidi in circolo. assenza della fonte principale di energia sulla nave che

Regolamenti RINA 2008 53


Parte B, Cap 10, Sez 4

deve essere rimorchiata e garantire un facile collegamento • esse devono soddisfare le prescrizioni specificate in
con l'unità che deve rimorchiare. Almeno una delle siste- questo sotto-Articolo
mazioni per il rimorchio di emergenza deve essere predi-
• esse devono essere di tipo approvato in accordo con le
sposta in modo da poter essere rapidamente impiegata.
prescrizioni specificate in [4.13]
Al fine di dimostrare il loro rapido impiego e facile collega-
mento, le sistemazioni per il rimorchio di emergenza • devono essere forniti certificati di ispezione dei mate-
devono soddisfare le prescrizioni specificate in [4.2.1]. riali e delle dotazioni in accordo con le prescrizioni
specificate in [4.13.2]
Le sistemazioni per il rimorchio di emergenza ad entrambe
le estremità di prora e di poppa devono essere di adeguata • la sistemazione a bordo della sistemazione per il rimor-
robustezza tenendo conto delle dimensioni e del disloca- chio di emergenza deve avvenire con sorveglianza della
mento della nave e delle sollecitazioni previste in caso di Società, a buon esito della quale deve essere rilasciato il
avverse condizioni meteorologiche. relativo certificato
A tal fine, le sistemazioni per il rimorchio di emergenza • la dimostrazione di rapida disponibilità, in accordo con
devono soddisfare le prescrizioni specificate da [4.6] a le prescrizioni specificate in [4.12], deve essere effet-
[4.11]. tuata per ciascuna nave e questo deve essere riportato
nel certificato di cui sopra.
4.4.3 Sistemazione tipica
In Fig 4 è specificata una tipica sistemazione per il rimor-
chio di emergenza, la quale può essere utilizzata come rife-
Tabella 7 : Componenti principali della sistemazione
rimento.
per il rimorchio di emergenza
4.4.4 Componenti principali
In Tab 7 sono specificati i componenti principali della siste- Riferimento
mazione per il rimorchio di emergenza, la loro posizione per le
Componente Prora Poppa
prescrizioni
sulla nave e le prescrizioni di questo Articolo che essi
applicabili
devono soddisfare.
Penzolo di Facoltativo Richiesto [4.7]
4.4.5 Ispezione e manutenzione rimorchio
Tutti i componenti delle sistemazioni per il rimorchio di Dispositivo anti- Richiesto In funzione [4.8]
emergenza devono essere ispezionati dal personale della usura del cavo del progetto
nave a intervalli regolari e mantenuti in efficienza.
Passacavo Richiesto Richiesto [4.9]

4.5 Approvazione delle sistemazioni per il Attacco a scafo Richiesto Richiesto [4.10]
rimorchio di emergenza Dispositivo di Facoltativo Richiesto Nessuna pre-
recupero scrizione
4.5.1 Generalità
Le sistemazioni per il rimorchio di emergenza delle navi Rullo di guida Richiesto In funzione Nessuna pre-
devono soddisfare le seguenti prescrizioni: del progetto scrizione

Figura 4 : Tipica sistemazione per il rimorchio di emergenza


POPPA PRORA
>3
m
NAVE RIMORCHIATA

Penzolo di rimorchio

Attacchi a scafo
Dispositivo anti-usura
Passacavi

Dispositivo di recupero Collegamento

Boa di segnalazione

54 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

4.5.2 Alternativa alla dimostrazione di rapida H : Altezza di bordo libero, in m, misurata in corri-
disponibilità per ciascuna nave spondenza del passacavo all’immersione
Su richiesta delle parti interessate, la dimostrazione di minima di zavorra.
rapida disponibilità specificata in [4.5.1] può essere omessa
purché: 4.7.3 Carico di rottura di penzoli di rimorchio nel
caso siano sistemati dispositivi anti-usura del
• la sistemazione per il rimorchio di emergenza della cavo separati
nave considerata sia conforme alla sistemazione di tipo Qualora sia sistemato un dispositivo anti-usura del cavo
approvato. Tale conformità deve essere verificata dalla separato, il carico di rottura del penzolo di rimorchio MBSP,
ispezione a bordo prescritta in [4.5.1]
incluse le sue parti terminali, deve essere non minore del
• gli attacchi a scafo (arrestatoi, attacchi ad occhio o altre valore ottenuto, in kN, dalla seguente formula:
sistemazioni aventi robustezza equivalente) sia di tipo
MBSP = 2 µ SWL
approvato.
dove:
In questo caso, deve essere emesso un certificato di esen-
µ : Coefficiente che tiene in conto la possibile per-
zione dalla dimostrazione di rapida disponibilità.
dita di efficienza, ai fini della robustezza, nelle
In generale, tale esenzione può essere assegnata a navi suc- parti terminali, da assumere non minore di 1,1
cessive di una serie di nuove costruzioni gemelle dotate di SWL : Carico di lavoro del penzolo di rimorchio, spe-
sistemazioni per il rimorchio identiche. cificato in [4.6.1].

4.6 Carico di lavoro (SWL) di penzoli di 4.7.4 Carico di rottura di penzoli di rimorchio nel
caso non siano sistemati dispositivi anti-
rimorchio, dispositivi anti-usura del
usura del cavo separati
cavo, passacavi e attacchi a scafo
Qualora non sia sistemato un dispositivo anti-usura del
4.6.1 Carico di lavoro cavo separato (ossia quando il penzolo di rimorchio può
strisciare sul passacavo durante le operazioni di rimorchio),
Il carico di lavoro (definito come metà carico di rottura) di
il carico di rottura del penzolo di rimorchio MBSPC deve
penzoli di rimorchio, dispositivi anti-usura del cavo, passa-
essere non minore del valore ottenuto, in kN, dalla
cavi e attacchi a scafo deve essere non minore del valore
seguente formula:
specificato in Tab 8.
MBSPC = ϕ ΜΒSP
La robustezza di penzoli di rimorchio, dispositivi anti-usura
del cavo, passacavi e attacchi a scafo deve essere adeguata dove:
a garantire tale carico di lavoro per i diversi angoli che il MBSP : Carico di rottura, in kN, specificato in [4.7.3]
cavo di rimorchio può formare con la nave, cioè fino a 90° ϕ : Coefficiente:
dal piano di simmetria della nave verso sinistra e verso
destra e fino a 30° verso il basso. 2 ρ
ϕ = --------------------
Gli elementi per i quali non sono prescritti requisiti di robu- 2 ρ–1
stezza, devono avere un carico di lavoro sufficiente a sop- ϕ può essere assunto pari a 1,0 qualora prove
portare il carico a cui essi possono essere soggetti durante le effettuate con carichi di prova pari a due volte il
operazioni di rimorchio. carico di lavoro specificato in [4.6.1] dimo-
strino che la robustezza del penzolo è adeguata
4.7 Penzolo di rimorchio ρ : Rapporto tra il diametro della superficie di con-
tatto minima del passacavo e il diametro del
4.7.1 Materiale penzolo, da assumere non minore di 7.
Il penzolo di rimorchio può essere costituito da un cavo di
acciaio o da un cavo di fibra sintetica, i quali devono soddi- 4.7.5 Parti terminali del penzolo di rimorchio
sfare le applicabili prescrizioni specificate in Parte D, La parte terminale del penzolo di rimorchio deve essere
Cap 4, Sez 1. conformata ad anello per permettere il collegamento con
un maniglione a omega standard.
Tabella 8 : Carico di lavoro Le parti terminali del penzolo di rimorchio devono essere di
tipo approvato e devono essere tali che il loro carico di rot-
Portata lorda della nave DWT, in t Carico di lavoro, in kN tura minimo sia non minore del doppio del carico di lavoro
specificato in [4.6.1].
20000 ≤ DWT < 50000 1000
DWT ≥ 50000 2000 4.8 Dispositivo anti-usura del cavo
4.8.1 Generalità
4.7.2 Lunghezza del penzolo di rimorchio
Al fine di proteggere il cavo contro l’usura dovuta allo stri-
La lunghezza del penzolo di rimorchio lP deve essere non
sciamento sul passacavo, possono essere usate differenti
minore del valore ottenuto, in m, dalla seguente formula:
soluzioni.
lP = 2H + 50 Qualora sia utilizzata una catena anti-usura, essa deve
dove: avere caratteristiche conformi alle seguenti prescrizioni.

Regolamenti RINA 2008 55


Parte B, Cap 10, Sez 4

4.8.2 Tipo (1/7/2004) 4.8.8 Sistemazione a bordo


Le catene anti-usura devono essere catene con traversino. La catena antiusura deve essere sistemata a bordo in modo
da poter essere rapidamente collegata con l’attacco a scafo.
Le catene anti-usura devono essere progettate, fabbricate,
provate e certificate in accordo con le prescrizioni di cui in
Parte D, Cap 4, Sez 1. Tabella 9 : Diametro nominale delle maglie delle
catene anti-usura (1/7/2004)
Le catene anti-usura devono essere fabbricate da officine
approvate dalla Società in accordo con le prescrizioni di Carico di sicurezza di Diametro nominale, in mm
cui in Parte D, Cap 4, Sez 1. esercizio (SWL)
(fare riferimento a [4.6.1]) Grado Q2 Grado Q3
4.8.3 Materiali (1/7/2004) 1000 62 52
I materiali usati nella fabbricazione delle catene anti-usura 2000 90 76
e dei loro accessori devono soddisfare le prescrizioni di cui
in Parte D, Cap 4, Sez 1.
4.9 Passacavi
Le maglie devono essere di Grado Q2 o Q3.
4.9.1 Generalità
4.8.4 Lunghezza della catena anti-usura In generale, i passacavi devono essere di tipo chiuso (come
La catena anti-usura deve avere una lunghezza sufficiente quelli di tipo Panama).
per assicurare che il penzolo rimanga esterno al passacavo I passacavi devono avere un’apertura sufficientemente larga
durante l’operazione di rimorchio. Catene che si estendono per permettere il passaggio della parte più voluminosa del
dall’attacco a scafo fino ad almeno 3 m oltre il passacavo dispositivo anti-usura, del penzolo di rimorchio o del cavo
soddisfano tale prescrizione. di rimorchio. Gli spigoli di tale apertura devono essere ade-
guatamente arrotondati.
4.8.5 Minimo carico di rottura
Quando sono sistemate catene anti-usura, le aperture
Il minimo carico di rottura della catena anti-usura con tra- devono essere non minori di 600 mm in larghezza e di 450
versino e delle relative maglie di estremità deve essere non mm in altezza.
minore del doppio del carico di lavoro definito in [4.6.1].
4.9.2 Materiale
4.8.6 Diametro delle maglie di catena (1/7/2004) I passacavi devono essere realizzati con lamiere di acciaio
o di altro materiale duttile, quali passacavi fusi o forgiati in
Il diametro nominale delle maglie delle catene anti-usura
acciaio saldabile, in accordo con le applicabili prescrizioni
deve essere non minore di quello indicato in Tab 9. specificate in Parte D, Capitolo 2.

4.8.7 Estremità della catena anti-usura 4.9.3 Condizioni operative


Una estremità della catena anti-usura deve essere dotata di I passacavi sistemati a poppa e a prora devono dare un
un idoneo dispositivo per il collegamento con l’attacco a sostegno adeguato al penzolo di rimorchio durante le ope-
scafo. razioni di rimorchio, il che significa una curvatura di 90°
verso destra e sinistra e di 30° verticalmente verso il basso.
Qualora sia sistemato un arrestatoio, l'estremità entro bordo
della catena anti-usura deve essere fissata efficacemente in
4.9.4 Posizionamento
modo tale da impedire involontarie perdite di tale catena
durante le operazioni del dispositivo di bloccaggio. Nel I passacavi situati a poppa e prora devono essere sistemati
caso in cui la catena sia collegata ad un attacco ad occhio, in modo da facilitare il rimorchio sia dalla zona prodiera
l'estremità corrispondente della catena può essere sistemata che dalla zona poppiera e in modo da rendere minimo lo
come indicato in Fig 5, salvo che la dimensione interna sforzo sul sistema di rimorchio.
della maglia a pera può essere assunta pari a 5,30 d (invece Il passacavo deve essere sistemato il più vicino possibile al
di 5,75 d). ponte e, in ogni caso, in una posizione tale che la catena
anti-usura, quando è sotto sforzo, sia approssimativamente
L’altra estremità della catena anti-usura deve essere dotata
parallela al ponte tra l’attacco a scafo e il passacavo.
di una maglia aperta standard a pera, che permetta il colle-
gamento con un maniglione a omega standard. Inoltre, i passacavi situati a poppa e a prora devono, in
generale, essere sistemati in corrispondenza della linea di
Una sistemazione tipica di tale estremità di catena è indi- centro nave. Qualora non sia possibile, in pratica, sistemare
cata in Fig 5. Sistemazioni differenti da quella indicata in i passacavi esattamente sulla linea di centro nave, può
Fig 5 devono essere considerate nei singoli casi dalla essere accettata una loro posizione leggermente disallineata
Società. dal centro nave.

56 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

Figura 5 : Tipica sistemazione della estremità fuori bordo della catena antiusura
Maglia terminale
senza traversino
Maglie di catena Maglia ingrossata
(diametro =d) con traversino Maglia aperta
standard a pera

Verso il penzolo
di rimorchio

1,1 d 1,2 d 1,2 d

5,75 d
appros.

4.9.5 Rapporto dimensionale L’attacco a scafo deve essere di tipo approvato in accordo
Il rapporto tra il diametro della superficie che sostiene il con le prescrizioni specificate in [4.13] e deve essere mar-
penzolo di rimorchio e il diametro del penzolo di rimorchio cato chiaramente con il proprio valore di SWL.
stesso deve essere non minore di 7.
4.10.2 Materiali
4.9.6 Bordi dei passacavi L’attacco a scafo deve essere realizzato con lamiere di
I bordi dei passacavi devono essere adeguatamente arroton- acciaio o di altro materiale duttile, quali attacchi a scafo
dati in modo da evitare che la catena anti-usura si incastri fusi o forgiati in acciaio saldabile, in accordo con le appli-
nel bordo inferiore durante il rimorchio. cabili prescrizioni specificate in Parte D, Capitolo 2.
Per le strutture principali dell’attacco a scafo, può essere
4.9.7 Verifica a snervamento accettato l’utilizzo di ghisa con grafite sferoidale (SG iron),
Deve essere verificato che le tensioni equivalenti di Von purché:
Mises σE, in N/mm2, indotte nei passacavi da un carico pari • la parte considerata non sia un componente di una
al carico di lavoro specificato in [4.6.1], siano in accordo struttura saldata
con la seguente formula: • la SG iron sia a struttura ferritica, con allungamento non
σE ≤ σALL minore del 12%
• la tensione di snervamento a 0,2% sia misurata e certifi-
Zone soggette a concentrazioni di tensioni devono essere
cata
considerate nei singoli casi dalla Società.
• le strutture interne del componente siano ispezionate
Qualora i passacavi siano verificati mediante l’utilizzo di attraverso idonei controlli non distruttivi.
modelli ad elementi finiti a maglia fitta, la tensione ammis-
sibile può essere assunta pari a 1,1 σALL. Il materiale utilizzato per il dispositivo di bloccaggio di
arrestatoi e per il perno di collegamento di attacchi ad
4.9.8 Alternativa alla verifica a snervamento occhio deve avere proprietà meccaniche non minori di
La verifica a snervamento di cui sopra può essere omessa quelle relative a catene di grado Q3, specificate in Parte D,
purché i passacavi siano collaudati con un carico di prova Cap 4, Sez 1.
pari al doppio del carico di lavoro specificato in [4.6.1] e
tale prova sia effettuata con sorveglianza della Società. In 4.10.3 Tipiche sistemazioni di attacchi a scafo
tal caso, la responsabilità di stabilire dimensionamenti dei Le tipiche sistemazioni di arrestatoi ed attacchi ad occhio
passacavi adeguati a sopportare tale carico è lasciata al Pro- sono specificate in Fig 6, le quali possono essere utilizzate
gettista. come riferimento.

Salvo ove diversamente concordato con la Società, i com- Gli arrestatoi possono essere del tipo a barra trasversale di
ponenti soggetti a tale carico di prova sono considerati pro- bloccaggio o a linguetta longitudinale articolata o di altro
totipi e devono essere scartati. tipo equivalente.

4.10.4 Posizionamento e condizioni operative


4.10 Attacchi a scafo Le condizioni operative e il posizionamento degli attacchi a
scafo devono sodisfare le prescrizioni specificate in [4.9.3]
4.10.1 Generalità e in [4.9.4], rispettivamente, per i passacavi.
L’ attacco a scafo può essere costituito da un arrestatoio o
da un attacco ad occhio o un’altra sistemazione avente 4.10.5 Dispositivo di bloccaggio
robustezza e facilità di collegamento equivalenti. L’attacco Il dispositivo di bloccaggio a barra trasversale di bloccaggio
può essere progettato in un sol pezzo con il passacavo. o a linguetta longitudinale articolata deve essere sistemato,

Regolamenti RINA 2008 57


Parte B, Cap 10, Sez 4

quando in posizione chiusa, in modo da evitare che l’arre- devono soddisfare le applicabili prescrizioni specificate
statoio lavori in posizione aperta, al fine di evitare rilasci nella Parte D.
della catena. Le saldature principali degli attacchi a scafo alle strutture
I dispositivi di bloccaggio devono essere di facile e sicuro della nave devono essere ispezionate al 100% mediante
utilizzo e, in posizione aperta, devono essere fissati in idonei controlli non distruttivi.
maniera appropriata.
4.11.2 Verifica a snervamento di parapetti e scalmi
4.10.6 Perno di collegamento degli attacchi ad Deve essere verificato che le tensioni equivalenti di Von
occhio
Mises σE, in N/mm2, indotte nei parapetti e negli scalmi
I dimensionamenti del perno di collegamento degli attacchi
situati in corrispondenza dei passacavi da un carico pari al
ad occhio devono essere non minori di quelli ottenuti per
carico di lavoro specificato in [4.6.1], per le condizioni
un perno di un maniglione ad omega standard di grado Q3,
operative dei passacavi specificate in [4.9.3], siano in
specificati in Fig 6, purché la distanza tra le due piastre late-
accordo con la seguente formula:
rali dell’attacco a occhio sia non maggiore di 2,0d, dove d è
il diametro della catena specificato in [4.8.6] (vedere anche σE ≤ σALL
Fig 5).
4.11.3 Verifica a snervamento delle strutture del
4.10.7 Verifica a snervamento ponte
Deve essere verificato che le tensioni equivalenti di Von Deve essere verificato che le tensioni equivalenti di Von
Mises σE, in N/mm2, indotte negli attacchi a scafo da un Mises σE, in N/mm2, indotte nelle strutture del ponte in cor-
carico pari al carico di lavoro specificato in [4.6.1], siano in rispondenza di arrestatoi o attacchi ad occhio, inclusi i rela-
accordo con la seguente formula: tivi supporti e collegamenti al ponte, da una forza
σE ≤ σALL orizzontale pari a 1,3 volte il carico di lavoro specificato in
[4.6.1], siano in accordo con la seguente formula:
Zone soggette a concentrazioni di tensioni devono essere
considerate nei singoli casi dalla Società. σE ≤ σALL

Qualora gli attacchi a scafo siano verificati mediante l’uti- 4.11.4 Spessore lordo minimo del fasciame del
lizzo di modelli ad elementi finiti a maglia fitta, la tensione ponte
ammissibile può essere assunta pari a 1,1 σALL. Lo spessore lordo del fasciame del ponte deve essere non
minore di:
4.10.8 Alternativa alla verifica a snervamento
La verifica a snervamento di cui sopra può essere omessa • 12 mm per un carico di lavoro, specificato in [4.6.1],
purché gli attacchi a scafo siano collaudati con un carico di pari a 1000 kN
prova pari al doppio del carico di lavoro specificato in • 15 mm per un carico di lavoro, specificato in [4.6.1],
[4.6.1] e tale prova sia effettuata con sorveglianza della pari a 2000 kN.
Società. In tal caso, la responsabilità di stabilire dimensio-
namenti degli attacchi a scafo adeguati a sopportare tale 4.12 Rapida disponibilità della sistemazione
carico è lasciata al Progettista. di rimorchio
Salvo ove diversamente concordato con la Società, i com-
ponenti soggetti a tale carico di prova sono considerati pro- 4.12.1 Generalità
totipi e devono essere scartati. Per assicurare una rapida disponibilità, le sistemazioni per il
rimorchio di emergenza devono soddisfare le prescrizioni di
4.10.9 Collegamenti bullonati questo sotto-Articolo.
Dove arrestatoi o attacchi ad occhio sono bullonati ad un
supporto saldato al ponte, lo sforzo di taglio deve essere 4.12.2 Marcatura
sopportato da efficaci zeppe di bloccaggio, perciò non dai Tutte le sistemazioni per il rimorchio di emergenza, inclusi i
bulloni, capaci di sopportare una forza orizzontale pari a relativi dispositivi di controllo, devono essere chiaramente
1,3 volte il carico di lavoro specificato in [4.6.1] entro il marcate in modo da facilitarne l’utilizzo in maniera efficace
limite della tensione ammissibile specificato in [4.10.7]. e senza pericolo anche di notte o con poca visibilità.
L’acciaio utilizzato per i bulloni deve essere di tipo non
minore al grado 8.8, come definito dalla normativa ISO N. 4.12.3 Sistemazioni di poppa
898/1. La sistemazione di poppa deve essere predisposta in modo
I bulloni devono essere pre-tesi in accordo con normative tale da poter essere pronta all’uso in maniera controllata, in
riconosciute idonee dalla Società e il loro serraggio deve condizioni portuali, in non più di 15 minuti.
essere verificato in maniera appropriata. Il dispositivo di recupero del penzolo di rimorchio di poppa
deve essere manovrato manualmente da una persona
4.11 Strutture della nave in corrispondenza tenendo conto dell’assenza di energia e delle condizioni
dei passacavi o degli attacchi a scafo ambientali avverse che possono prevalere durante le opera-
zioni di rimorchio.
4.11.1 Materiali e saldature Il dispositivo di recupero deve essere protetto contro le
I materiali utilizzati per i rinforzi delle strutture della nave intemperie e le altre condizioni avverse che possono pre-
in corrispondenza dei passacavi o degli attacchi a scafo sentarsi.

58 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, Sez 4

4.12.4 Sistemazioni di prora essere effettuata con sorveglianza della Società in


La sistemazione di prora deve essere predisposta in modo accordo con le prescrizioni specificate in [4.13.2]
tale da poter essere pronta all’uso in condizioni portuali in • i collaudi sui prototipi devono essere effettuati in
non più di un’ora. accordo con le prescrizioni specificate in [4.13.3].
La sistemazione di prora deve essere dotata di dispositivi
per assicurare un cavo di rimorchio al dispositivo anti-usura 4.13.2 Ispezione e certificazione
utilizzando un supporto a rullo posizionato in modo idoneo I materiali e le dotazioni devono essere ispezionati e certifi-
a facilitare il collegamento con il penzolo di rimorchio. cati come specificato in Tab 10.
Possono essere ugualmente accettate sistemazioni di prora
che soddisfino le prescrizioni specificate per le sistemazioni 4.13.3 Collaudi su prototipi
poppiere. I collaudi su prototipo devono essere effettuati con sorve-
glianza della Società e devono comprendere:
4.13 Approvazione di tipo • dimostrazione della rapida disponibilità all’uso, in
accordo con i criteri specificati in [4.12]
4.13.1 Procedura per l’approvazione di tipo
Le sistemazioni per il rimorchio di emergenza devono • prova di carico degli attacchi a scafo (arrestatoi, attacchi
essere di tipo approvato in accordo con la seguente proce- ad occhio od altre sistemazioni equivalenti) per un tiro
dura: di prova pari a 1,3 volte il carico di lavoro specificato in
[4.6.1].
• la sistemazione deve soddisfare le prescrizioni specifi-
cate in questa Sezione Un rapporto di prova completo, siglato dall’Ispettore della
• ciascun componente della sistemazione per il rimorchio Società, deve essere sottoposto alla Società per informa-
deve essere collaudato e la sua fabbricazione deve zione.

Tabella 10 : Certificazione di materiali e dotazioni

Materiale Dotazioni

Componente Riferimento alle


Riferimento alle
Certificato prescrizioni Certificato
prescrizioni applicabili
applicabili
Penzolo di rimorchio Non applicabile [4.7.1] COI (1) [4.7]
Catena anti-usura e relativi accessori COI (2) [4.8.3] COI (1) [4.8]
Passacavo CW [4.9.2] COI [4.9]
Attacco a scafo: COI (3) [4.10]
• struttura principale COI (2) [4.10.2]
• dispositivo di bloccaggio COI (2) [4.10.2]
Dispositivo di recupero: [4.11]
• cavo Non applicabile - CW [4.11.1] e [4.11.2]
• boa Non applicabile - Non richiesto (4) [4.11.3]
• dispositivo di lancio Non applicabile - Non richiesto (4) [4.11.4]
Rullo di guida CW - Non richiesto (4) [4.12]
(1) In accordo con le prescrizioni specificate in Parte D, Cap 4, Sez 1.
(2) In accordo con le prescrizioni specificate in Parte D, Capitolo 1.
(3) Deve essere di tipo approvato.
(4) Può essere di tipo approvato.
Nota 1:
COI : Certificato di ispezione
CW : Certificato di controllo in stabilimento 3.1.B, in accordo con le prescrizioni specificate in EN 10204.

Regolamenti RINA 2008 59


Parte B, Cap 10, Sez 4

Figura 6 : Tipica sistemazione degli attacchi a scafo

Arrestatoio a linguetta longitudinale articolata

Dispositivo di
bloccaggio (linguetta)
Perno di fissaggio
in posizione aperta
Perno di fissaggio Catena anti-usura di grado Q3
in posizione chiusa Guida per lo diametro della maglia di catena= d
scorrimento
2,2 d
Verso il
passacavo

Zeppa di bloccaggio

Parte orizzontale della guida


per lo scorrimento ≥ 14 d

Arrestatoio a barra trasversale di bloccaggio


Dispositivo di
bloccaggio (barra)
Guida per lo scorrimento
3,5 d (appros.)

2,2 d
Verso il
passacavo

Parte orizzontale della guida


per lo scorrimento ≥ 14 d

Attacco ad occhio
(*) : Vedere [4.10.6]
Maglia ingrossata
Maglia terminale

con traversino

Maglie di catena
5,3 d
Perno di collegamento (*) (diametro = d)
1,8 d(*)
(acciaio di grado Q3)
Squadre
1,4 d(*)

Verso il
passacavo
appros.
3,5 d

14 d
(appros.)

60 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, App 1

APPENDICE 1 CRITERI PER IL CALCOLO DIRETTO DELLE SOL-


LECITAZIONI AGENTI SULLE STRUTTURE DEL
TIMONE

Simboli
l10, l20, l30, l40 : Lunghezze, in m, dei singoli elementi del 1 Criteri per il calcolo diretto delle sol-
timone (vedere Fig 1, Fig 2 e Fig 3) lecitazioni agenti sulle strutture del
l50 : Lunghezza, in m, del calcagnolo (vedere Fig 2 e timone
Fig 4)
1.1 Generalità
J10, J20, J30, J40 : Momenti di inerzia intorno all’asse X, in
1.1.1 Applicazione
cm4, dei singoli elementi del timone aventi lun-
Le prescrizioni di questa Appendice si applicano ai seguenti
ghezze l10, l20, l30, l40 (vedere Fig 1, Fig 2 e
tipi di timone:
Fig 3). Per timoni sopportati dal solo calca-
• timoni sospesi (vedere Fig 1)
gnolo, J20 è definito come il momento di inerzia
• timoni a due supporti con calcagnolo (vedere Fig 2)
dell’agugliotto del calcagnolo
• timoni a due supporti con pinna di sostegno e parte
J50 : Momento di inerzia intorno all’asse Z, in cm4, dell’area della pala a sbalzo (vedere Fig 3).
del calcagnolo (vedere Fig 2 e Fig 4) Le prescrizioni di questa Appendice forniscono i criteri per
il calcolo delle seguenti sollecitazioni:
CR : Forza, in N, agente sulla pala del timone, defi-
• momento flettente MB sull’asta del timone
nita in Sez 1, [2.1.1]
• forze sui supporti del timone FA
CR1, CR2 : Forze, in N, agenti sulla pala del timone, defi- • momento flettente MR e sforzo di taglio QR nella pala
nite in Sez 1, [2.2.3]. del timone.

Figura 1 : Timoni sospesi


FA1
MB
FA3

30 J30

20 J20

C2

J10 PR
10

C1

Forza per unità M Q


di lunghezza

Regolamenti RINA 2008 61


Parte B, Cap 10, App 1

Figura 2 : Timoni a due supporti con calcagnolo


FA1
MB FA3

40
J40

30 J30

10 PR MR
J10

20 J20

J50 FA1
Zc
50 Forza per unità M Q
di lunghezza
Figura 3 : Timoni a due supporti con pinna di sostegno e parte dell’area della pala a sbalzo
MR FA1

MB FA3

40 J40

30 J30

20 b
FA1
J20 d
PR20 QR
d/2

CR e ZP
10
J10 PR10

Forza per unità M Q


di lunghezza

Figura 4 : Geometria del calcagnolo 1.1.2 Calcolo delle sollecitazioni


Le sollecitazioni specificate in [1.1.1] devono essere otte-
nute mediante calcoli diretti effettuati in accordo ai modelli
specificati in Fig 1, Fig 2 e Fig 3, in funzione del tipo di
timone.
Essi devono essere utilizzati per il calcolo delle tensioni
Z
richiesto in:
X Y Y • Sez 1, [4], per l’asta del timone
50 Z
• Sez 1, [6], per gli agugliotti e relativi supporti
• Sez 1, [7] per la pala del timone

62 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 10, App 1

• Sez 1, [8] per la pinna di sostegno e per il calcagnolo. 1.3.2 Timoni a due supporti con con pinna di
sostegno e parte dell’area della pala a sbalzo
1.1.3 Caso particolare per i timoni sospesi Le forze per unità di lunghezza pR10 and pR20 (vedere Fig 3),
agenti sul timone, devono essere ottenute, in N/m, dalle
Nel caso di timoni sospesi, i risultati dei calcoli diretti effet-
seguenti formule:
tuati in accordo alle prescrizioni specificate in [1.1.2] pos-
sono essere espressi in forma analitica. Le sollecitazioni di C R2
p R10 = -------
-
cui in [1.1.1] possono essere pertanto ottenute dalle l 10
seguenti formule: C R1
p R20 = -------
-
• massimo momento flettente sull’asta del timone, in l 20
N.m:
1.4 Rigidezze dei supporti del timone
l 10 ( 2C 1 + C 2 )⎞
M B = C R ⎛ l 20 + ---------------------------------
-
⎝ 3 ( C1 + C2 ) ⎠ 1.4.1 Calcagnolo
La rigidezza del calcagnolo ZC (vedere Fig 2), deve essere
dove C1 e C2 sono le lunghezze, in m, definite in Fig 1
ottenuta, in N/m, dalla seguente formula:
• forze sui supporti del timone, in N: 6180J 50
Z C = ------------------
-
l 503

M
F A3 = ------B-
l 30 1.4.2 Pinna di sostegno
La rigidezza della pinna di sostegno ZP (vedere Fig 3), deve
F A1 = C R + F A3
essere ottenuta, in N/m, dalla seguente formula:

• massimo sforzo di taglio sul timone, in N: 1


Z P = --------------
fB + fT
QR = CR
dove:
fB : Spostamento unitario della pinna dovuto ad una
1.2 Dati per il calcolo diretto forza unitaria pari a di 1 N applicata nel bari-
centro geometrico della pinna, ottenuto, in
1.2.1 Forze per unità di lunghezza m/N, dalla seguente formula:
Le seguenti forze per unità di lunghezza devono essere otte- d3
f B = 1 ,3 ------------------
nute, in N/m, in accordo alle prescrizioni specificate in 6180J N
[1.3]: d : Lunghezza, in m, definita in Fig 3
• pR per timoni sospesi e timoni con calcagnolo (vedere JN : Momento di inerzia della pinna intorno all’asse
Fig 1 e Fig 2, rispettivamente) X, in cm4 (vedere Fig 5)
fT : Spostamento unitario dovuto a torsione, otte-
• pR10 e pR20 per timoni con pinna di sostegno e parte
nuto, in m/N, dalla seguente formula:
dell’area della pala a sbalzo (vedere Fig 3).
de 2 ui
1.2.2 Rigidezze dei supporti del timone
f T = 10 –8 -------------------2
3140F T ∑ ---t-
i
i

Le seguenti rigidezze dei supporti del timone devono essere


ottenute, in N/m, in accordo alle prescrizioni specificate in d, e : Lunghezze, in m, definite in Fig 3
[1.4]: FT : Area della sezione media della pinna, in m2
ui : Larghezza, in mm, dei singoli tratti di lamiera
• ZC per timoni con calcagnolo (vedere Fig 2)
componenti la sezione media della pinna
• ZP per timoni con pinna di sostegno e parte dell’area ti : Spessore dei singoli tratti di lamiera di cui
della pala a sbalzo (vedere Fig 3). sopra, in mm.

Figura 5 : Geometria della pinna di sostegno


1.3 Forze per unità di lunghezza agenti sulla
pala del timone Y
X X
1.3.1 Timoni sospesi e timoni a due supporti con
calcagnolo Y

La forza per unità di lunghezza pR (vedere Fig 1 e Fig 2),


agente sul timone, deve essere ottenute, in N/m, dalla
seguente formula:
Z
C
p R = -----R-
l 10

Regolamenti RINA 2008 63


Parte B
Scafo e Stabilità

Capitolo 11

NORME DI PROGETTO FINALIZZATE


ALL’ESERCIZIO

SEZIONE 1 PROTEZIONE DELLE STRUTTURE METALLICHE DI SCAFO

SEZIONE 2 MANUALE DI CARICAZIONE E STRUMENTO PER IL CONTROLLO


DELLA CARICAZIONE

Regolamenti RINA 2008 65


Parte B, Cap 11, Sez 1

SEZIONE 1 PROTEZIONE DELLE STRUTTURE METALLICHE DI


SCAFO

1 Protezione mediante pitturazione assunto come il peso dell'anodo sistemato, comprese le


dotazioni per la sua sistemazione e gli inserti.
1.1 Generalità Comunque, se gli anodi di alluminio sono situati su super-
fici orizzontali, quali travi rinforzate longitudinali di paratie
1.1.1 La responsabilità della scelta del tipo di pitturazione e copertini, aventi larghezza non minore di 1 m e sistemate
e della sua applicazione in accordo con le specifiche del con piattabande verticali sporgenti non meno di 75 mm al
Produttore è lasciata al Cantiere e all’Armatore. di sopra della superficie orizzontale stessa, l'altezza
dell'anodo può essere misurata da tale superficie.
1.2 Strutture da proteggere Anodi di alluminio non possono essere situati al di sotto di
boccaporte di cisterne o di aperture di tipo Butterworth,
1.2.1 Tutti gli spazi per la zavorra destinati a contenere salvo ove protette da strutture adiacenti.
acqua di mare, che abbiano superfici perimetrali che fac-
ciano parte del fasciame esterno dello scafo, devono essere 2.2.3 Nessuna limitazione è posta alla sistemazioni di
protetti contro la corrosione per mezzo di un’idonea pittura anodi di zinco.
epossidica o equivalente, applicata in accordo con le speci-
fiche del produttore. 2.2.4 La parte centrale degli anodi deve essere di acciaio.
Tale parte deve essere dichiarata dal Costruttore sufficiente-
1.2.2 La pitturazione non è richiesta per le superfici mente rigida in modo da evitare fenomeni di risonanza nei
interne degli spazi destinati a contenere combustibile supporti dell’anodo e deve essere in grado di trattenere
liquido od oli minerali o vegetali. l’anodo anche quando questo è consumato.
1.2.3 Gli spazi ristretti devono, in generale, essere riempiti 2.2.5 Gli inserti di acciaio devono essere collegati alle
con efficaci prodotti protettivi, specie alle estremità dello strutture dello scafo mediante saldatura continua. In alter-
scafo, ove, per mancanza di accessibilità, sono difficil- nativa, essi possono essere collegati ai supporti mediante
mente praticabili l’ispezione e la manutenzione. bullonatura, purché siano utilizzati almeno due bulloni con
dado di serraggio. Comunque, possono essere accettati altri
2 Protezione catodica sistemi meccanici di fissaggio.

2.2.6 I supporti situati alle estremità degli anodi non pos-


2.1 Generalità sono essere collegati a strutture che possono muoversi in
2.1.1 Le superfici interne di spazi destinati al trasporto di modo indipendente.
carichi liquidi possono essere protette mediante protezione
2.2.7 Se gli inserti o i supporti degli anodi sono saldati alle
catodica.
strutture dello scafo, essi devono essere sistemati dal Can-
La protezione catodica può essere sistemata in aggiunta alla tiere in modo tale da limitare le concentrazioni di tensione
pitturazione, quando necessaria. nelle saldature.
2.1.2 I dettagli riguardanti il tipo di anodo, il posiziona-
mento ed i particolari di collegamento degli anodi alle 2.3 Sistemi a correnti impresse
strutture dello scafo devono essere sottoposti alla Società
2.3.1 I sistemi a correnti impresse non sono permessi in
per approvazione.
cisterne per il trasporto di oli minerali.

2.2 Anodi
3 Protezione contro la corrosione gal-
2.2.1 (1/7/2003)
Anodi di magnesio o di leghe di magnesio non sono con-
vanica
sentiti in cisterne del carico (destinate al trasporto di oli
minerali) e in cisterne adiacenti a cisterne del carico. 3.1 Generalità
2.2.2 (1/7/2003) 3.1.1 Strutture di acciaio non inossidabile devono essere
Anodi di alluminio sono consentiti solo in cisterne del isolate da strutture di acciaio inossidabile o di leghe di allu-
carico ed in cisterne adiacenti a cisterne del carico, in posi- minio.
zioni ove l'energia potenziale è inferiore o uguale a 28 kg
m. L'altezza di un anodo deve essere misurata dal fondo 3.1.2 Se strutture di acciaio inossidabile o leghe di allumi-
della cisterna al centro dell'anodo e il suo peso deve essere nio sono sistemate contigue a strutture di acciaio non inos-

Regolamenti RINA 2008 67


Parte B, Cap 11, Sez 1

sidabile, entrambe le strutture devono essere protette 5 Protezione dei ponti mediante con-
mediante pitturazione. trofasciame in legno

4 Protezione del fondo mediante 5.1 Generalità


paglioli 5.1.1 Per ponti adibiti al trasporto di carichi particolari,
quali veicoli cingolati e veicoli non usuali, la richiesta di
4.1 Generalità controfasciare in legno tali ponti può essere considerata
dalla Società nei singoli casi.
4.1.1 Nelle navi con doppio fondo, devono essere siste-
mati paglioli al di sopra del cielo del doppio fondo ed in 5.2 Sistemazione
corrispondenza delle sentine laterali, se esistono.
5.2.1 Il controfasciame in legno dei ponti deve essere fis-
La sistemazione di paglioli sul cielo del doppio fondo non è sato al fasciame mediante chiodi o bulloni saldati, sistemati
necessaria se lo spessore del cielo del doppio fondo è ogni due intervalli di ossatura ed aventi diametro non
aumentato in accordo con le prescrizioni specificate in minore di 12 mm.
Cap 7, Sez 1, [2.3.1]. 5.2.2 Prima della sistemazione del controfasciame in
legno, le lamiere del ponte devono essere trattate con pit-
4.2 Sistemazione ture protettive dichiarate idonee dal Cantiere.
La sabbiatura è responsabilità del Cantiere.
4.2.1 Le tavole costituenti i paglioli in corrispondenza
delle sentine e i paglioli sul cielo del doppio fondo devono 5.3 Dimensionamenti
essere facilmente smontabili per permettere la manuten-
zione. 5.3.1 Il controfasciame in legno dei ponti deve avere spes-
sore non minore di:
4.2.2 I paglioli sistemati sul cielo di doppi fondi destinati a • 65 mm per controfasciame di pino
contenere combustibile liquido devono essere distanziati • 50 mm per controfasciame di legname di essenza forte,
dal cielo stesso per mezzo di bastetti aventi altezza pari a quale ad esempio teak.
30 mm, al fine di permettere il convogliamento di eventuali
La larghezza delle tavole deve essere non maggiore di due
perdite nelle sentine.
volte il loro spessore.

4.2.3 I paglioli sistemati sul cielo di doppi fondi destinati a


contenere acqua può essere aderente al cielo stesso, previa
6 Protezione mediante serrette dei
applicazione di adeguate composizioni protettive. fianchi di spazi destinati al carico

4.2.4 Il Cantiere deve eseguire il fissaggio dei paglioli in 6.1 Generalità


modo da non compromettere la tenuta stagna dei doppi
fondi. 6.1.1 Le prescrizioni specificate in [6.2] si applicano ai
fianchi di spazi destinati al trasporto del carico nelle navi
con Notazione di Servizio general cargo ship o livestock
4.2.5 Nelle navi a fondo semplice, le tavole devono essere carrier.
collegate alle rovesce dei madieri mediante bulloni zincati
od altro analogo collegamento smontabile.
6.2 Sistemazione
Nelle navi con doppio fondo, analogo collegamento deve
essere adottato per le tavole ricoprenti le sentine laterali. 6.2.1 Nelle navi con fianchi a struttura trasversale, devono
essere sistemate serrette costituite da tavole distanziate fra
di loro, applicate in senso longitudinale all’orlo interno
4.3 Dimensionamenti delle costole e collegate alle costole mediante gaffe.

6.2.2 Quando i fianchi sono a struttura longitudinale, le


4.3.1 Le tavole costituenti i paglioli, generalmente di pino,
serrette devono essere sistemate verticalmente.
devono avere spessore non minore di 60 mm. Nelle aree di
fondo corrispondenti alle proiezioni del perimetro delle 6.2.3 Le serrette devono estendersi dalla parte inferiore
boccaporte, lo spessore dei paglioli deve essere aumentato dello spazio del carico fino almeno all’estremità inferiore
di 15 mm. della squadra dei bagli.

Dove l’intervallo dei madieri è grande, la richiesta di spes- 6.2.4 Le serrette devono avere spessore non minore di
sori maggiori può essere considerata nei singoli casi dalla 50 mm e larghezza non minore di 150 mm. L’intervallo tra
Società. le serrette deve essere non maggiore di 300 mm.

68 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 11, Sez 2

SEZIONE 2 MANUALE DI CARICAZIONE E STRUMENTO PER


IL CONTROLLO DELLA CARICAZIONE

1 Definizioni 2.2 Criteri


2.2.1 Criteri applicabili a tutte le navi (1/1/2002)
1.1 Perpendicolari Un manuale di caricazione approvato deve essere previsto
per tutte le navi, ad eccezione delle navi di Categoria II
1.1.1 Perpendicolare avanti
aventi lunghezza minore di 90 m e per le quali la portata
La perpendicolare avanti è la perpendicolare alla linea di lorda sia minore di o uguale al 30% del dislocamento corri-
galleggiamento di pieno carico estivo condotta per la faccia spondente all'immersione estiva.
prodiera del dritto di prora al galleggiamento estivo di
pieno carico. In aggiunta, uno strumento per il controllo della carica-
zione deve essere previsto per tutte le navi di Categoria I, di
1.1.2 Perpendicolare addietro lunghezza uguale o superiore a 100 m.
La perpendicolare addietro è la perpendicolare alla linea di Lo strumento per il controllo della caricazione è dotazione
galleggiamento di pieno carico estivo condotta per la faccia di bordo specifica della nave considerata e i risultati dei cal-
poppiera del dritto del timone. Per navi senza dritto del coli sono applicabili solamente alla nave per la quale esso è
timone, la perpendicolare addietro è la perpendicolare alla stato approvato.
linea di galleggiamento di pieno carico estivo condotta per Uno strumento per il controllo della caricazione approvato
l’asse di rotazione del timone. non può sostituire un manuale di caricazione approvato.
1.1.3 Perpendicolare al mezzo nave 2.2.2 Criteri applicabili alle navi portarinfusa, alle
La perpendicolare al mezzo nave è la perpendicolare alla navi mineraliere e alle navi miste petroliere-
linea di galleggiamento condotta in corrispondenza di metà portarinfusa aventi lunghezza uguale o
distanza tra le perpendicolari avanti e addietro. superiore a 150 m
Le navi aventi una delle Notazioni di Servizio bulk carrier
ESP, ore carrier ESP o combination carrier ESP, ed aventi
2 Prescrizioni riguardanti il manuale di lunghezza uguale o superiore a 150 m, devono essere
caricazione e lo strumento per il con- dotate di un manuale di caricazione approvato e di uno
trollo della caricazione strumento di tipo elettronico per il controllo della carica-
zione, in accordo con le applicabili prescrizioni di questa
Sezione.
2.1 Categorie di navi
2.1.1 Navi di Categoria I 3 Manuale di caricazione
• Navi aventi grandi aperture sui ponti per le quali
devono essere considerate le tensioni combinate dovute 3.1 Definizioni
ai momenti verticali ed orizzontali di trave nave, al
momento torcente e ai carichi laterali 3.1.1 Definizioni applicabili a tutte le navi
• Navi destinate al trasporto di carichi non omogenei, Un manuale di caricazione è un documento che contiene:
quando il carico e/o la zavorra possono essere distribuiti • le condizioni di caricazione sulle quali è stato basato il
in modo non uniforme. Costituiscono eccezione le avi progetto della nave, inclusi i valori ammissibili in acqua
aventi lunghezza minore di 120 m, il cui progetto tiene tranquilla di momento flettente e di taglio
conto di distribuzioni non uniformi del carico o della • i risultati del calcolo dei momenti flettenti e dei tagli in
zavorra, le quali appartengono alla Categoria II acqua tranquilla e, dove applicabile, le limitazioni con-
• Navi con Notazione di Servizio chemical tanker ESP o seguenti al momento torcente e ai carichi laterali
liquefied gas carrier. • i carichi locali ammissibili per le strutture (coperture di
boccaporte, ponti, cielo del doppio fondo, ecc.).
2.1.2 Navi di Categoria II
• Navi aventi sistemazioni tali che non permettono molte 3.1.2 Definizioni applicabili alle navi portarinfusa,
variazioni della distribuzione del carico o della zavorra alle navi mineraliere e alle navi miste
petroliere-portarinfusa aventi lunghezza
• Navi che svolgono servizio su rotte regolari e prestabi- uguale o superiore a 150 m (1/7/2001)
lite, il cui manuale di caricazione costituisca una guida In aggiunta alle prescrizioni specificate in [3.1.1], per le
sufficiente navi aventi una delle Notazioni di Servizio bulk carrier ESP,
• L’eccezione specificata nella navi di Categoria I. ore carrier ESP o combination carrier ESP, ed aventi lun-

Regolamenti RINA 2008 69


Parte B, Cap 11, Sez 2

ghezza uguale o superiore a 150 m, il manuale di carica- • condizioni di caricazione omogenee con carichi sia leg-
zione deve contenere anche: geri, sia pesanti, alla massima immersione della nave
• per navi con Notazione di Servizio bulk carrier ESP: • condizioni di zavorra.
inviluppo delle curve dei risultati e valori ammissibili in
Per navi aventi stive adibite anche a zavorra adiacenti a
acqua tranquilla dei momenti flettenti e dei tagli in con-
casse alte, casse basse o doppi fondi, è accettabile, dal
dizioni di stive allagate, come applicabile in accordo
punto di vista strutturale, che tali stive siano considerate
con Parte E, Cap 4, Sez 3, [5.1.1]
piene quando le casse alte, le casse basse o i doppi
• la stiva, le stive o le combinazioni di stive che possono fondi sono considerati vuoti. Il riempimento parziale dei
rimanere vuote quando la nave è a pieno carico. Se non gavoni non è accettabile in condizioni di zavorra di pro-
vi è alcuna stiva che può rimanere vuota ciò deve essere getto, salvo ove siano sistemati idonei mezzi atti a pre-
chiaramente specificato nel manuale di caricazione venire sovrariempimenti accidentali
• per ogni stiva, il massimo e minimo carico ammissibile • condizioni di caricazione per brevi viaggi, nelle quali la
nella stiva e i liquidi nel corrispondente doppio fondo in nave deve essere caricata alla massima immersione ma
funzione dell’immersione a metà stiva con combustibile limitato
• il massimo e minimo carico ammissibile in due stive
• condizioni di caricazione/scaricazione in porti diversi
adiacenti e i liquidi nei corrispondenti doppi fondi in vicini tra loro
funzione dell’immersione media delle due stive. Tale
immersione media può essere calcolata mediando le • condizioni di caricazione con carico sul ponte, ove
due immersioni a metà stiva applicabili
• il massimo carico ammissibile sul cielo del doppio • sequenze tipiche di caricazione nelle quali la nave è
fondo e, per i carichi non alla rinfusa, l’indicazione del considarata in diverse condizioni a partire dall’inizio
tipo di carico delle operazioni fino a quando viene raggiunta la mas-
• i massimi carichi ammissibili sulle coperture delle boc- sima portata, sia per condizioni di caricazione omoge-
caporte e sui ponti. Se la nave non è stata approvata per nee, sia per condizioni particolari e condizioni non
il trasporto di carichi sulle coperture delle boccaporte e omogenee, ove applicabili (stive alterne). Sequenze di
sui ponti, ciò dovrà essere chiaramente specificato nel scaricazione tipiche per le suddette caricazioni devono
manuale di caricazione essere altresì incluse.

• la massima portata dell’impianto di zavorra, unitamente Le sequenze tipiche di caricazione/scaricazione devono


all’indicazione che il piano di caricazione deve essere essere tali da non eccedere i limiti di robustezza ammis-
concordato con il terminale di caricazione sulla base sibili. Le sequenze tipiche di caricazione devono tenere
delle caratteristiche del suddetto impianto. in considerazione la capacità di imbarco e sbarco degli
impianti del carico e di zavorra
3.2 Condizioni per l’approvazione • tipiche sequenze di movimentazione della zavorra in
navigazione, ove applicabili.
3.2.1 Condizioni applicabili a tutte le navi
Il manuale di caricazione deve essere redatto sulla base dei 3.2.3 Lingua
dati definitivi della nave e deve contenere le condizioni di Il manuale di caricazione deve essere redatto in una lingua
caricazione (carico e zavorra), suddivise in condizioni di comprensibile dagli utilizzatori. Nel caso questa lingua non
partenza e di arrivo, come applicabili, sulle quali è basata sia l’Inglese, deve essere inclusa una traduzione in Inglese.
l’approvazione dei dimensionamenti strutturali, secondo
quanto specificato in Cap 5, Sez 2, [2.1.2].
4 Strumento per il controllo della cari-
Nel caso siano apportate modifiche che producano cambia- cazione
menti dei dati principali della nave, deve essere approvato
un nuovo manuale di caricazione aggiornato sulla base di
tali modifiche. 4.1 Definizioni

3.2.2 Condizioni applicabili alle navi portarinfusa, 4.1.1 Definizioni applicabili a tutte le navi
alle navi mineraliere e alle navi miste Lo strumento per il controllo della caricazione è uno stru-
petroliere-portarinfusa aventi lunghezza
mento, sia analogico, sia digitale, mediante il quale può
uguale o superiore a 150 m
essere facilmente e velocemente verificato che, per le
In aggiunta alle prescrizioni specificate in [3.2.1], per le sezioni trasversali specificate, il momento in acqua tran-
navi aventi una delle Notazioni di Servizio bulk carrier ESP, quilla, il taglio, il momento torcente in acqua tranquilla e i
ore carrier ESP o combination carrier ESP, ed aventi lun- carichi laterali, a seconda dei casi, in ogni condizione di
ghezza uguale o superiore a 150 m, anche le seguenti con- caricazione (carico o zavorra), siano non maggiori dei rela-
dizioni di caricazione, suddivise in condizioni di partenza e tivi valori ammissibili.
di arrivo, come applicabili, devono essere contenute nel
manuale di caricazione: Lo strumento per il controllo della caricazione deve essere
sempre dotato di un manuale operativo.
• condizioni di caricazione non omogenee (stive alterne)
con carichi sia leggeri, siae pesanti, alla massima Non sono accettabili strumenti per il controllo della carica-
immersione della nave, ove applicabili zione relativi ad una sola sezione trasversale.

70 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 11, Sez 2

4.1.2 Definizioni applicabili alle navi portarinfusa, 4.2.3 Nel caso siano apportate modifiche che producano
alle navi mineraliere e alle navi miste cambiamenti dei dati principali della nave, lo strumento per
petroliere-portarinfusa aventi lunghezza il controllo della caricazione deve essere aggiornato sulla
uguale o superiore a 150 m base di tali modifiche ed approvato.
Per navi aventi una delle Notazioni di Servizio bulk carrier
ESP, ore carrier ESP o combination carrier ESP, ed aventi 4.2.4 Il manuale operativo e i risultati delle verifiche dello
lunghezza uguale o superiore a 150 m, lo strumento per il strumento devono essere redatti in una lingua comprensi-
controllo della caricazione deve essere un sistema appro- bile dagli utilizzatori. Nel caso questa lingua non sia
vato digitale, come specificato in [4.1.1]. In aggiunta alle l’Inglese, deve essere inclusa una traduzione in Inglese.
prescrizioni specificate in [4.1.1], esso deve essere in grado
di verificare, ove applicabile, che: 4.2.5 Il funzionamento dello strumento per il controllo
della caricazione deve essere verificato dopo la sua installa-
• la massa del carico e i liquidi contenuti nel doppio
zione alle condizioni di prova prestabilite. Deve essere veri-
fondo per ogni stiva in funzione dell’immersione a metà
ficato che sia le condizioni di prova prestabilite, sia il
stiva
manuale operativo relativo allo strumento siano disponibili
• la massa del carico e dei liquidi nei corrispondenti a bordo.
doppi fondi di due stive adiacenti in funzione
4.2.6 (1/7/2005)
dell’immersione media delle due stive
Quando lo strumento per il controllo della caricazione è
• i momenti flettenti e i tagli in acqua tranquilla per la utilizzato anche per calcoli di stabilità, tale strumento deve
stiva allagata essere approvato per tali calcoli in accordo con le proce-
siano non maggiori dei relativi valori ammissibili. dure specificate in [4.5] [4.6], [4.7] e [4.8], come applica-
bili.
4.2 Condizioni per l’approvazione
4.3 Procedura per l’approvazione
4.2.1 Condizioni applicabili a tutte le navi
4.3.1 Generalità
L’approvazione dello strumento per il controllo della carica-
zione comprende: L’approvazione dello strumento per il controllo della carica-
zione comprende, per ciascuna nave, le seguenti proce-
• verifica di tipo approvato, ove applicabile dure:
• verifica che siano utilizzati i dati definitivi della nave • verifica dei dati specificati nelle condizioni di prova
• approvazione del numero e della posizione delle prestabilite
sezioni trasversali scelte per le verifiche dello strumento • approvazione degli strumenti elettronici di calcolo, ove
• approvazione dei valori ammissibili relativi alle sezioni necessario, in accordo con le prescrizioni specificate in
trasversali di cui sopra Parte C, Cap 3, Sez 6, [2.5.1]
• verifica della corretta installazione e funzionamento a • verifica della corretta installazione bordo dello stru-
bordo dello strumento, in base a condizioni di prova mento, il cui esito deve essere specificato nel rapporto
prestabilite, e che sia disponibile una copia del manuale di verifica della installazione.
operativo.
4.3.2 Verifica ed approvazione dei dati - Condizioni
4.2.2 Condizioni applicabili alle navi portarinfusa, di prova prestabilite
alle navi mineraliere e alle navi miste Devono essere verificati sia i dati utilizzati, sia i risultati for-
petroliere-portarinfusa aventi lunghezza niti dal programma di calcolo relativi alla nave sulla quale il
uguale o superiore a 150 m programma è installato.
In aggiunta alle prescrizioni specificate in [4.2.1], per navi
In generale, almeno quattro condizioni di caricazione,
aventi una delle Notazioni di Servizio bulk carrier ESP, ore
scelte fra quelle specificate nel manuale di caricazione
carrier ESP o combination carrier ESP, ed aventi lunghezza
approvato per la nave, devono essere utilizzate come con-
uguale o superiore a 150 m, l’approvazione deve anche
dizioni di prova. Ogni compartimento della nave deve
comprendere, ove applicabile:
essere considerato carico in almeno una di tali condizioni
• approvazione dei momenti flettenti di trave nave di prova. Le condizioni di prova, in generale, devono
ammissibili relativi alle sezioni trasversali scelte per le coprire l’intervallo delle immersioni previste, dalla massima
verifiche dello strumento di pieno carico alla minima in zavorra. In aggiunta, deve
• approvazione dei tagli di trave nave ammissibili relativi essere inclusa la condizione di nave vacante.
alle sezioni trasversali scelte per le verifiche dello stru- Quando lo strumento per il controllo della caricazione è
mento utilizzato anche per calcoli di stabilità, le condizioni di
• approvazione dei valori ammissibili del carico nelle prova devono essere scelte fra quelle specificate nelle istru-
varie stive e dei liquidi nei corrispondenti doppi fondi in zioni al Comandante sulla stabilità, approvate per la nave.
funzione dell’immersione della nave I dati specificati in [4.3.3] e utilizzati dal programma di cal-
• approvazione dei valori ammissibili del massimo carico colo devono essere in accordo con quelli specificati nel
ammissibile in due stive adiacenti e dei liquidi nei corri- manuale di caricazione approvato. Particolare attenzione
spondenti doppi fondi in funzione dell’immersione. deve essere rivolta al valore del dislocamento di nave

Regolamenti RINA 2008 71


Parte B, Cap 11, Sez 2

vacante e alle posizioni dei baricentri derivanti dalla prova 4.3.5 Manuale operativo
di stabilità o dalla pesata nave. Un manuale operativo specifico della nave considerata,
L’approvazione dei programmi di calcolo utilizzati dallo univocamente identificabile, deve essere sottoposto alla
strumento elettronico di calcolo è basata sull’approvazione Società per informazione.
dei risultati ottenuti per le condizioni di prova prestabilite in Il manuale operativo deve essere scritto in maniera concisa
accordo con le prescrizioni specificate in [4.4], [4.6], [4.7], e chiara. E’ raccomandato l’utilizzo di figure e diagrammi di
e [4.8], come applicabili. flusso.
Quando le informazioni richieste sono dispinibili e i risul- Il manuale operativo deve contenere:
tati ottenuti dalle condizioni di prova sono considerati sod- • descrizione generale del programma di calcolo, indi-
disfacenti, tali condizioni di prova possono essere cante l’identificazione del programma e la versione uti-
approvate ed una copia di esse deve essere disponibile a lizzata
bordo. • specifiche degli strumenti elettronici di calcolo richiesti
per l’utilizzo del programma di calcolo
4.3.3 Dati da specificare
• descrizione dei più comuni messaggi di errore e di
Deve essere verificato che i dati seguenti siano in accordo avviso e istruzioni chiare sulle azioni da intraprendere
con i dati della nave come costruita: dall’utilizzatore in seguito a ciascun messaggio
• identificazione del programma di calcolo e della ver- • i coefficienti di correzione del taglio, ove applicabili
sione utilizzata • i valori ammissibili del carico in ogni stiva o in ogni
• dimensioni principali, carene diritte e, ove applicabile, coppia di stive adiacenti, in funzione dell’appropriata
profilo della nave immersione, ove applicabili
• le limitazioni imposte dalla Società (carico ammissibile
• posizione delle perpendicolari avanti e addietro e, ove
sul doppio fondo, peso specifico massimo per carichi
applicabile, il metodo di calcolo utilizzato per ottenere
liquidi, massimo livello o percentuale di riempimento
le immersioni prodiere e poppiere in funzione della
per cisterne adibite al trasporto di carichi liquidi), ove
posizione effettiva delle marche di immersione della
applicabili
nave
• esempi delle procedure di calcolo, completate da figure
• dislocamento di nave vacante e distribuzione dei pesi di ed esempi di risultati forniti dal programma
nave vacante lungo la nave
• esempi di come sono presentati i risultati sul video, cor-
• piani di costruzione della nave e/o tabella delle semilar- redati di note esplicative.
ghezze
4.3.6 Specifiche del programma di calcolo
• definizione dei compartimenti, includendo gli intervalli
di ossatura e i centri geometrici dei volumi, insieme coi Il programma deve essere tale che l’utilizzatore non possa
piani di capacità (tabelle sonda), ove applicabili modificare i dati principali della nave relativi a:
• dislocamento di nave vacante, distribuzione dei pesi di
• definizione della portata per ciascuna condizione di
nave vacante lungo la nave e i relativi baricentri
carico.
• limitazioni imposte dalla Società
4.3.4 Verifica della installazione • dati relativi alla geometria dello scafo
Durante la verifica della installazione, un ufficiale esperto • carene diritte e carene inclinate, ove applicabili
della nave deve operare lo strumento per il controllo della • definizione dei compartimenti, includendo gli intervalli
caricazione ed eseguire il calcolo per le condizioni di di ossatura e i centri geometrici dei volumi, insieme coi
prova. Tale operazione deve essere presenziata da un Ispet- piani di capacità (tabelle sonda), ove applicabili.
tore della Società. I risultati ottenuti devono essere conformi
ai risultati specificati nelle condizioni di prova approvate. Ogni modifica al programma deve essere eseguita dal pro-
Se i risultati non sono conformi a quelli delle condizioni di duttore o da un suo rappresentante designato allo scopo e
prova approvate, lo strumento non può essere approvato la Società deve essere informato immediatamente di tali
dalla Società. modifiche. La mancanza di tale informazione può invali-
dare l’approvazione. Nei casi in cui l’approvazione sia
Quando necessario, come specificato in Parte C, Cap 3, invalidata dalla Società, il programma di calcolo modificato
Sez 6, [2.5.1], la verifica dell’installazione deve essere effet- deve essere soggetto a nuova procedura di approvazione.
tuata anche su un secondo strumento elettronico di calcolo,
il quale può essere utilizzato in caso di avaria del primo 4.3.7 Specifiche di funzionamento
strumento. Quando la verifica della installazione è con- Il programma di calcolo deve essere di facile uso e tale da
dotta su uno strumento elettronico di calcolo di tipo appro- limitare il rischio di errore da parte dell’utilizzatore in fase
vato, il secondo strumento non è necessario. di introduzione dei dati.
A buon esito della verifica di installazione, l’Ispettore può Le immersioni prodiere, al mezzo nave e poppiere, misu-
approvare le condizioni di prova, specificando il luogo e la rate sulle rispettive perpendicolari, devono essere calcolate,
data della verifica della installazione, nonchè apponendo il presentate sullo schermo e stampate su carta in modo
timbro della Società e la propria firma. chiaro.

72 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 11, Sez 2

Inoltre, anche le immersioni prodiere, al mezzo nave e pop- sezioni addizionali situate in posizione intermedia tra para-
piere, alla posizione effettiva delle marche di immersione tie di lunghi compartimenti o tra pile di contenitori.
della nave, devono essere calcolate, presentate sullo Almeno una condizione di prova deve comprendere il cal-
schermo e stampate su carta in modo chiaro. colo del momento torcente in acqua tranquilla, nel caso in
Il dislocamento deve essere calcolato per la condizione di cui tale calcolo sia richiesto.
caricazione e per le immersioni specificate e deve essere I valori calcolati di momenti e tagli devono essere presentati
presentato sullo schermo e stampato su carta in modo sia in formato numerico, sia in formato grafico. I risultati in
chiaro. formato numerico devono esser forniti sia come valori asso-
Lo strumento per il controllo della caricazione deve essere luti, sia come percentuale dei relativi valori ammissibili. Per
in grado di fornire stampe dei risultati sia in formato nume- ogni sezione trasversale specificata, devono essere presen-
rico, sia in formato grafico. I risultati in formato numerico tati sullo schermo e stampati su carta i valori calcolati di
devono esser forniti sia come valori assoluti, sia come per- momenti e tagli e i relativi valori ammissibili. Valori ammis-
centuali dei relativi valori ammissibili. Tali stampe devono sibili alternativi possono essere considerati nei singoli casi
includere la descrizione delle relative condizioni di carico. dalla Società.
I risultati devono essere presentati sullo schermo e sui for- 4.4.2 Tolleranze accettabili
mati di stampa in modo chiaro e devono includere l’identi-
I risultati del programma di calcolo per ciascuna sezione
ficazione del programma di calcolo e la versione utilizzata.
trasversale specificata possono discostarsi dai risultati otte-
nuti dalla Società, utilizzando, a partire dagli stessi dati
4.4 Momenti e tagli di trave nave della nave, un programma indipendente o un manuale di
caricazione approvato, nei limiti delle tolleranze accettabili
4.4.1 Generalità specificate in Tab 2.
Il programma di calcolo deve essere in grado di calcolare i
seguenti momenti e tagli di trave nave, in accordo con le 4.4.3 Valori ammissibili e limitazioni
prescrizioni specificate in Cap 5, Sez 2, [2]: L’utilizzatore deve essere in grado di conoscere in modo
• taglio in acqua tranquilla (SWSF), compresa la corre- chiaro i seguenti valori ammissibili e le seguenti limitazioni
zione per il taglio, ove applicabile imposte dalla Società:
• momento flettente in acqua tranquilla (SWBM) • i valori ammissibili dei momenti flettenti e dei tagli in
acqua tranquilla
• momento torcente in acqua tranquilla (SWTM), ove
applicabile • i valori ammissibili dei momenti torcenti in acqua tran-
quilla, ove applicabile
• per navi aventi grandi aperture su ponti, devono essere
considerate sollecitazioni addizionali, dovute ad esem- • i valori ammissibili del carico in ogni stiva o in ogni
pio ai momenti torcenti. coppia di stive adiacenti, ove applicabile
• carico massimo nelle stive
I dati che devono essere forniti per accettazione della
• volumi delle stive e delle cisterne zavorra
Società sono specificati in Tab 1.
• limitazioni sul livello di riempimento delle cisterne.
Le posizioni delle sezioni trasversali devono essere scelte,
in generale, in corrispondenza di paratie trasversali o di Deve essere chiaramente visualizzato quando uno dei
altre discontinuità strutturali. Possono essere richieste valori ammissibili o delle limitazioni imposte è superato.

Tabella 1 : Dati che devono essere forniti per accettazione della Società

Calcolo Dati che devono essere forniti per accettazione della Società

Taglio in acqua tranquilla (SWSF) • La posizione delle sezioni trasversali (numero di ossatura) scelte per il calcolo di SWSF. Tali
sezioni devono essere scelte, in generale, in corrispondenza di paratie trasversali o di altre
discontinuità strutturali. Possono essere scelte sezioni addizionali situate in posizione inter-
media tra paratie di lunghi compartimenti o tra pile di contenitori.
• La correzione per il taglio e il relativo criterio di applicazione.
• I valori ammissibili di SWSF in navigazione e in porto o rada relativi alle sezioni trasversali
scelte. Possono essere specificati valori ammissibili addizionali, ove applicabili.

Momento flettente in acqua tran- • La posizione delle sezioni trasversali (numero di ossatura) scelte per il calcolo di SWBM.
quilla (SWBM) Tali sezioni devono essere scelte, in generale, in corrispondenza di paratie trasversali, di
metà stiva o di altre discontinuità strutturali.
• I valori ammissibili di SWBM in navigazione e in porto o rada relativi alle sezioni trasversali
scelte. Possono essere specificati valori ammissibili addizionali, ove applicabili.

Momento torcente in acqua tran- • La posizione delle sezioni trasversali (numero di ossatura) scelte per il calcolo di SWTM,
quilla (SWTM), ove applicabile ove applicabile.
• I valori ammissibili di SWTM relativi alle sezioni trasversali scelte.

Regolamenti RINA 2008 73


Parte B, Cap 11, Sez 2

Tabella 2 : Tolleranze accettabili 4.5.3 Sistemi di calcolo (1/7/2005)


Un sistema passivo richiede l'introduzione manuale dei
Tolleranza (percentuale del dati.
Calcolo relativo valore Un sistema attivo sostituisce l'introduzione manuale dei
ammissibile) dati con sensori di lettura e con l'introduzione automatica
del contenuto delle cisterne, etc.. Un terzo sistema, un
Taglio in acqua tranquilla ± 5%
sistema integrato, controlla ed inizia le azioni sulla base
Momento flettente in acqua ± 5% degli input forniti dai sensori e non è considerato ai fini
tranquilla delle presenti disposizioni.
Momento torcente in acqua ± 5%
4.5.4 Tipi di software per calcoli di
tranquilla, ove applicabile stabilità (1/7/2005)
Tre tipi di software per calcoli di stabilità sono accettabili in
4.5 Stabilità relazione ai requisiti di stabilità applicabili ad una nave:
4.5.1 Premessa (1/1/2007) • Tipo 1: un software che esegue solo calcoli di stabilità
allo stato integro (per navi per le quali non è richiesto
Il computer di bordo per i calcoli di stabilità non è richiesto
che siano soddisfatti criteri di stabilità in allagamento)
ai fini della classificazione.
• Tipo 2: un software che esegue calcoli di stabilità allo
Tuttavia un software per i calcoli di stabilità installato a stato integro e verifica la stabilità in allagamento sulla
bordo deve coprire tutti i requisiti di stabilità applicabili alla base di una curva limite (per esempio, per navi per le
nave. quali si applicano i calcoli di stabilità in allagamento di
I seguenti requisiti, che richiedono solo l'approvazione del cui al Cap. II-1 Parte B-1 della Convenzione SOLAS,
software, si applicano ai computer dotati di software etc.) o condizioni di caricazione precedentemente
capace di eseguire calcoli di stabilità per la nave. approvate; e
I sistemi attivi e passivi sono definiti in [4.5.3]. I seguenti • Tipo 3: un software che esegue calcoli di stabilità allo
requisiti riguardano i sistemi passivi ed il solo modo opera- stato integro e in falla mediante l'applicazione diretta di
tivo off-line dei sistemi attivi. casi di falla prestabiliti per ciascuna condizione di cari-
cazione (per esempio, per navi cisterna, etc.).
4.5.2 Generalità (1/1/2007)
Il software per i calcoli di stabilità deve essere in accordo 4.5.5 Requisiti funzionali (1/7/2005)
con le informazioni relative alla stabilità approvate dalla Il programma di calcolo deve indicare i parametri relativi a
Società e deve almeno comprendere tutte le informazioni ciascuna condizione di caricazione, allo scopo di aiutare il
ed eseguire tutti i calcoli o le verifiche necessari per assicu- Comandante nel giudicare se la nave è caricata entro i
rare la conformità con i requisiti di stabilità applicabili. limiti approvati. Per una determinata condizione di carica-
zione devono essere indicati i seguenti parametri:
Un software approvato per calcoli di stabilità non deve
essere considerato come un sostituto delle informazioni • portata;
approvate relative alla stabilità e deve essere usato come un • nave vacante;
supplemento alle suddette informazioni per facilitare i cal- • assetto;
coli di stabilità.
• immersioni in corrispondenza delle marche di immer-
I dati di input/output devono essere facilmente confrontabili sione e delle perpendicolari;
con le informazioni relative alla stabilità approvate in modo • dislocamento, VCG, LCG e, se applicabile, TCG;
da evitare confusione e possibili errate interpretazioni da
• angolo di allagamento e corrispondente punto di allaga-
parte dell'operatore.
mento;
Deve essere disponibile a bordo un manuale operativo per
• conformità con i criteri di stabilità: elenco di tutti i cri-
il software del computer di bordo per calcoli di stabilità.
teri di stabilità calcolati, dei valori limite, dei valori otte-
La lingua nella quale le informazioni sono fornite sul nuti ed esito delle verifiche (criteri rispettati o non
display e stampate, così come la lingua nella quale è scritto rispettati).
il manuale operativo, deve essere la stessa usata nelle infor-
mazioni approvate relative alla stabilità della nave. La Se vengono eseguiti calcoli diretti della stabilità in allaga-
Società può richiedere una traduzione nella lingua conside- mento, i relativi casi di falla in accordo con i requisiti
rata appropriata. applicabili devono essere predefiniti per la verifica automa-
tica di una determinata condizione di caricazione.
Il software del computer di bordo per calcoli di stabilità è
specifico della nave e i risultati dei calcoli sono applicabili Deve essere dato un chiaro avviso sul display, e nella
solo alla nave per la quale il computer è stato approvato. stampa della copia cartacea, dei limiti di caricazione non
rispettati.
Nel caso di modifiche che comportino variazioni nei dati o
nella compartimentazione della nave, l'approvazione speci- I dati devono essere mostrati sullo schermo, e in una
fica di qualsiasi software per calcoli di stabilità cessa di stampa cartacea, in modo chiaro e privo d'ambiguità.
essere valida. Il software deve essere modificato come La data e l'ora di un calcolo salvato devono comparire sullo
necessario e riapprovato. schermo e sulla stampa della copia cartacea.

74 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 11, Sez 2

Ciascuna stampa deve contenere l'identificazione del pro- vati (per esempio, aree sottese dalla curva di GZ), criteri
gramma di calcolo, incluso il numero della versione. meteorologici.
Le unità di misura devono essere chiaramente identificate e • Dati relativi ai compartimenti: effettivo volume, LCG,
usate in maniera congruente con la condizione di carica- VCG, TCG e FSM / momenti sbandanti dovuti alle gra-
zione. naglie in funzione del riempimento del compartimento.
La precisione dei risultati del programma di calcolo deve
4.5.6 Tolleranze accettabili (1/7/2005) essere entro le tolleranze accettabili di cui in a) o b), come
In dipendenza del tipo e del campo d'applicazione dei pro- appropriato, rispetto ai risultati ottenuti dalla Società utiliz-
grammi, le tolleranze accettabili devono essere determinate zando un programma di calcolo indipendente o le informa-
in modo diverso, in accordo con i seguenti commi a) o b), zioni relative alla stabilità approvate con identici dati di
come appropriato. Non saranno accettate deviazioni da input.
dette tolleranze a meno che la Società non consideri che vi a) I programmi che, come base per l'effettuazione dei cal-
sia una soddisfacente giustificazione per tali deviazioni e coli di stabilità, usino solo dati prestabiliti derivati dalle
che ciò non abbia effetti negativi sulla sicurezza della nave. informazioni relative alla stabilità approvate devono
Esempi di dati di input prestabiliti sono i seguenti: avere tolleranza zero per i dati di input.
• Dati idrostatici: dislocamento, LCB, LCF, VCB, KMT e Le tolleranze sui dati di output devono essere pratica-
MCT in funzione dell'immersione. mente uguali a zero, tuttavia sono accettabili piccole
differenze dovute ad arrotondamenti dei calcoli o a dati
• Dati di stabilità: valori di KN o MS al variare dell’angolo semplificati di input.
di sbandamento / assetto, in funzione del dislocamento,
Differenze, dovute all'uso di dati idrostatici e di stabilità
limiti di stabilità.
per gli assetti che differiscono da quelli contenuti nelle
• Dati relativi ai compartimenti: volume, LCG, VCG, TCG informazioni relative alla stabilità approvate, sono
e FSM / momenti sbandanti dovuti alle granaglie in fun- accettabili a giudizio della Società.
zione del riempimento del compartimento.
b) I programmi che, come base per l'effettuazione di cal-
Esempi di dati di output sono i seguenti: coli di stabilità, usino modelli geometrici dello scafo,
devono avere le tolleranze indicate nella Tab 2 per i dati
• Dati idrostatici: dislocamento, LCB, LCF, VCB, KMT e di input, in confronto con i dati derivanti sulle stampe
MCT in funzione dell'immersione così come l'immer- dei dati di base calcolati stabilite in confronto con i dati
sione e l'assetto effettivi. derivanti dalle informazioni relative alla stabilità appro-
• Dati di stabilità: FSC (free surface correction), valori di vate o con i dati ottenuti utilizzando il modello compu-
GZ, KG, GM, limiti di KG/GM, momenti sbandanti terizzato della Società. Le tolleranze accettabili devono
ammissibili dovuti alle granaglie, criteri di stabilità deri- essere in accordo con quanto indicato nella Tab 2.

Regolamenti RINA 2008 75


Parte B, Cap 11, Sez 2

Tabella 3 : Tolleranze applicabili (1/7/2005)

Dipendenti dalla forma dello scafo


Dislocamento 2%
Centro longitudinale di spinta, dalla perpendicolare addietro 1% / 50 cm max
Centro verticale di spinta 1% / 5 cm max
Centro trasversale di spinta 0,5% di B / 5 cm max
Centro longitudinale di galleggiamento 1% / 50 cm max
Momento per l'inclinamento di 1 cm 2%
Altezza metacentrica trasversale 1% / 5 cm max
Altezza metacentrica longitudinale 1% / 50 cm max
Carene inclinate di stabilità 5 cm
Dipendenti dal compartimento
Volume o portata lorda 2%
Centro di gravità longitudinale, dalla perpendicolare addietro 1% / 50 cm max
Centro di gravità verticale 1% / 5 cm max
Centro di gravità trasversale 0,5% di B / 5 cm max
Momento degli specchi liberi 2%
Momento di scorrimento 5%
Livello del contenuto 2%
Assetto e stabilità
Immersioni (a prora, a poppa, media) 1% / 5 cm max
GMt 1% / 5 cm max
Valori di GZ 5% / 5 cm max
Correzione di FS 2%
Angolo di allagamento 2°
Angoli di equilibrio 1°
Distanza dal galleggiamento delle aperture non protette o della linea ±5 % / 5 cm max
marginale, se applicabile
Aree sottese dalla curva dei bracci si stabilità 5 % o 0,0012 mrad
Nota 1:
Deviazione in % = {(valore base - valore del richiedente)/valore base} *100, dove il "valore base" può essere derivato dalle informazioni rela-
tive alla stabilità approvate o dal modello computerizzato della Società.

4.5.7 Procedura di approvazione (1/1/2007) Il soddisfacente funzionamento del software per i calcoli di
stabilità deve essere verificato con prove dopo l'installa-
Il software usato per calcoli di stabilità è soggetto all'appro-
zione in conformità con le indicazioni di cui in [4.5.9]. Una
vazione, che deve comprendere:
copia delle condizioni di prova approvate e del manuale
• la verifica dell'eventuale approvazione di tipo; operativo per il computer / software deve essere disponibile
a bordo.
• la verifica che I dati utilizzati siano congruenti con la
corrente condizione della nave (vedi il successivo a) La Società deve verificare la precisione dei risultati dei
comma c)) calcoli ed i dati effettivi della nave usati nel programma
di calcolo per la specifica nave sulla quale il pro-
• la verifica e l'approvazione delle condizioni di prova; gramma sarà installato.
• la verifica che il software utilizzato è appropriato per il b) A seguito della richiesta alla Società di una verifica, la
tipo di nave e per i calcoli di stabilità richiesti. Società ed il richiedente devono accordarsi su un

76 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 11, Sez 2

minimo di quattro condizioni di caricazione, derivate - dati di input ed output


dalle informazioni relative alla stabilità approvate, che - hardware minimo richiesto per operare con il software
devono essere usate come condizioni di prova. Per le installato
navi che trasportano carichi liquidi alla rinfusa, almeno
- uso delle condizioni di caricazione di prova
una delle condizioni deve includere le cisterne parzial-
mente riempite. Per le navi che trasportano granaglie - momenti di dialogo guidato dal computer
alla rinfusa, una delle condizioni di caricazione delle - elenco degli avvisi.
granaglie deve includere un compartimento parzial-
mente riempito di granaglie. Nell'ambito delle condi- 4.5.9 Prove di installazione (1/7/2005)
zioni di prova, ciascun compartimento deve essere Per assicurare il corretto funzionamento del computer,
caricato almeno una volta. Le condizioni di prova dopo che il software definitivo o aggiornato sia stato instal-
devono di norma coprire il campo delle immersioni di lato, è responsabilità del Comandante della nave far sì che
carico dalla massima immersione di carico prevista alla siano disponibili i calcoli di prova eseguiti in accordo con
condizione di zavorra leggera e deve comprendere le indicazioni di cui in a) o b) alla presenza di un Tecnico
almeno una condizione di nave alla partenza ed una di della Società.
nave all'arrivo.
a) in conformità con quanto disposto in [4.3.4], le condi-
c) La Società deve verificare che i seguenti dati inviati dal zioni di prova devono essere scelte ed i calcoli di prova
richiedente siano congruenti con le sistemazioni e con eseguiti introducendo tutti i dati relativi al dislocamento
le più recenti caratteristiche approvate di nave vacante per ciascuna condizione di prova scelta nel programma,
in accordo con i disegni e la documentazione in vigore come se fosse una condizione di caricazione proposta.
presenti negli archivi della Società, subordinatamente
b) Dalle condizioni dir prova approvate, deve essere cal-
alle seguenti eventuali ulteriori verifiche da eseguire a
colato almeno un caso di caricazione (diverso dalla
bordo:
condizione di nave vacante).
• identificazione del programma di calcolo, compreso
Devono essere eseguite le seguenti operazioni:
il numero della versione;
• Ricuperare il caso di caricazione di prova ed ini-
• dimensioni principali, particolari idrostatici e, se
ziare una serie di calcoli; confrontare i risultati di
applicabile, profilo della nave;
stabilità con quelli indicati nella documentazione.
• la posizione delle perpendicolari avanti e addietro
e, se appropriato, il metodo di calcolo per determi- • Modificare un certo numero di particolari della por-
nare l'immersione prodiera e poppiera in corrispon- tata lorda (pesi delle cisterne e peso del carico) in
denza dell'effettiva posizione delle marche quantità sufficiente per modificare l'immersione ed
d'immersione della nave; il dislocamento di almeno il 10%. I risultati devono
essere riesaminati per assicurare che essi differi-
• condizione di nave vacante e centro di gravità deri-
scono in modo logico da quelli della condizione di
vato dalla prova d'inclinazione e dal controllo del
prova approvata.
peso a nave vacante più recenti;
• Riesaminare la suddetta condizione di caricazione
• piano di costruzione, tabelle delle coordinate delle
modificata per ripristinare la condizione di prova
superfici curve ed altro idoneo metodo di rappresen-
originaria e confrontare i risultati. I relativi dati di
tazione dei dati relative alla forma dello scafo
input ed output della condizione di prova approvata
necessari alla Società per definire il modello della
devono essere ripetuti.
nave;
Di norma, le condizioni di prova sono permanentemente
• definizione dei compartimenti, compresi gli inter-
contenute nel computer.
valli tra le ossature, e i centri di volume, insieme con
i piani di capacità (tabelle dei sondaggi o delle Deve essere verificato che i risultati siano identici a quelli
misurazioni del grado di riempimento), correzioni che sono indicati nella copia approvata delle condizioni di
degli specchi liberi, se appropriato; prova.
• distribuzione del carico e dei materiali di consumo Se i dati numerici di output dello strumento elettronico per
per ciascuna condizione di caricazione. il controllo della caricazione sono differenti da quelli delle
La verifica da parte della Società non solleva il richiedente e condizioni di prova vistate, non deve essere confermata
l'armatore dalla responsabilità di assicurare che le informa- alcuna approvazione.
zioni programmate nel software del computer di bordo Deve anche essere eseguita una prova di installazione sul
siano congruenti con l'effettiva condizione della nave al secondo apposito computer, quando applicabile in accordo
momento. con quanto indicato in Parte C, Cap 3, Sez 6, [2.5.1], che
dovrebbe essere usato in caso di avaria del primo computer.
4.5.8 Manuale operativo (1/7/2005)
Qualora la prova di installazione sia eseguita su un compu-
Deve essere fornito un semplice e chiaro manuale operativo ter sottoposto a prova di tipo, non è richiesto che vi sia un
contenente le descrizioni e le istruzioni, come appropriato, secondo apposito computer e che sia eseguita la prova
relative ad almeno quanto di seguito indicato: d'installazione.
- installazione
Subordinatamente all'esito soddisfacente delle prove
- chiavi funzionali d'installazione, il Tecnico della Società convalida le prove
- display dei menu di installazione, aggiungendo i dettagli relativi al luogo ed

Regolamenti RINA 2008 77


Parte B, Cap 11, Sez 2

alla data della sua assistenza alla prova di installazione, centro e dei momenti d’inerzia corrispondenti a un
così come il timbro della Società e la sua firma. numero adeguato di percentuali di riempimento

I risultati delle effettive condizioni di carico non sono ido- • elenco di tutte le aperture (posizione, tenuta stagna,
nei per la verifica del corretto funzionamento del computer. dispositivi di chiusura), tubolature o altre sistemazioni
che possono indurre allagamento progressivo
4.5.10 Prescrizioni addizionali (1/7/2005) • definizione della portata per ciascuna condizione di
Deve essere prevista una protezione contro le modifiche caricazione, per la quale, per ciascun tipo di carico
involontarie o non autorizzate dei programmi e dei dati. considerato, devono essere specificati i seguenti dati:

Il programma deve monitorare il funzionamento ed attivare - peso e coordinate del baricentro


un allarme quando il programma viene utilizzato in modo - percentuale di riempimento (nel caso di carico
non corretto o anormale. liquido)
Il programma e qualsiasi dato immagazzinato nel sistema - effetto di specchio libero (nel caso di carico liquido)
devono essere protetti da danni a seguito di mancanza di
energia. • limitazioni alla caricazione (massimo livello o percen-
tuale di riempimento per cisterne destinate al trasporto
Devono essere compresi errori di messaggio riguardanti le di liquidi, curve o tavole del massimo KG or minimo
limitazioni quali il riempimento di un compartimento oltre GM che possono essere utilizzate per verificare la con-
la sua capacità, il superamento della massima linea di formità ai criteri applicabili di stabilità allo stato integro
carico assegnata, etc. e in allagamento), ove applicabili
• tutti i criteri di stabilità allo stato integro applicabili alla
4.6 Stabilità allo stato integro nave considerata.

4.6.1 Applicabilità
4.7 Caricazione di granaglie
L’approvazione dello strumento per il controllo della carica-
zione ai fini della stabilità è richiesta quando lo strumento 4.7.1 Applicabilità
installato a bordo è utilizzato per calcoli di stabilità, come
specificato in [4.2.6]. L’approvazione dello strumento per il controllo della carica-
zione ai fini della stabilità è richiesta quando lo strumento
4.6.2 Verifica ed approvazione dei dati - Condizioni installato a bordo è utilizzato per calcoli di stabilità in caso
di prova prestabilite di caricazione di granaglie, come specificato in [4.2.6].

In aggiunta alle prescrizioni specificate in [4.3.2], almeno In questo caso, lo strumento per il controllo della carica-
una delle quattro condizioni di prova richieste deve con- zione è utilizzato per calcoli di stabilità allo stato integro e
templare il riempimento dei compartimenti, destinati al tra- pertanto esso deve essere in accordo con le prescrizioni
sporto di carichi liquidi e per i quali l’effetto di specchio specificate in [4.6].
liquido è significativo, riempiti fino al livello che induce il
massimo effetto di specchio libero. Prescrizioni aggiuntive relative alla stabilità in caso di cari-
cazione di granaglie sono specificate in [4.7.2] e [4.7.3].
I dati addizionali da specificare ai fini dell’approvazione
dello strumento per il controllo della caricazione ai fini 4.7.2 Verifica ed approvazione dei dati - Condizioni
della stabilità sono indicati in [4.6.3]. di prova prestabilite

Al fine di ottenere l’approvazione dello strumento, tutte le In aggiunta alle prescrizioni specificate in [4.6.2], quando
prescrizioni applicabili alla nave considerata relative alla la nave è destinata al trasporto di granaglie in stive non
stabilita allo stato integro (e i relativi criteri), specificate in completamente riempite, almeno una delle quattro condi-
Cap 3, Sez 2 e nella Parte E, devono essere riportate nei zioni di prova richieste deve contemplare stive riempite
risultati del programma di calcolo. La mancanza di essi nei parzialmente.
risultati è sufficiente ad invalidare l’approvazione.
I dati addizionali da specificare ai fini dell’approvazione
dello strumento per il controllo della caricazione ai fini
4.6.3 Dati addizionali da specificare della stabilità in caso di caricazione di granaglie sono indi-
In aggiunta a quelli in [4.3.3], i seguenti dati devono essere cati in [4.7.3].
specificati:
Al fine di ottenere l’approvazione dello strumento, tutte le
• carene inclinate calcolate senza vincoli di assetto longi- prescrizioni applicabili alla nave considerata relative alla
tudinale, per gli intervalli di dislocamento e assetto pre- stabilità in caso di caricazione di granaglie (e i relativi cri-
visti in condizioni operative normali, con indicazione teri), specificate in Parte E, Cap 4, Sez 3, [2.2], devono
dei valori dei volumi considerati per il calcolo essere riportate nei risultati del programma di calcolo.
• piani di capacità, con indicazione per ciascun compar- In aggiunta, i risultati del programma di calcolo devono
timento, dei valori delle coordinate XG, YG, ZG del bari- includere:

78 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 11, Sez 2

• il riferimento per il tipo di calcolo (carico stivato o non pertanto esso deve essere in accordo con le prescrizioni
stivato) specificate in [4.6].
• il valore effettivo del momento sbandante dovuto alle Prescrizioni aggiuntive relative alla stabilità in allagamento
granaglie per ciascuna stiva sono specificate in [4.8.2] e [4.8.3].
• il valore ammissibile del momento sbandante dovuto 4.8.2 Verifica ed approvazione dei dati - Condizioni
alle granaglie per ciascuna stiva di prova prestabilite
• il valore effettivo totale del momento sbandante dovuto Si applicano le prescrizioni specificate in [4.6.2].
alle granaglie I dati addizionali da specificare ai fini dell’approvazione
• il valore ammissibile totale del momento sbandante dello strumento per il controllo della caricazione ai fini
dovuto alle granaglie. della stabilità in allagamento sono indicati in [4.8.3].
La mancanza di tali risultati è sufficiente ad invalidare L’approvazione di calcoli di stabilità in allagamento eseguiti
l’approvazione. mediante uno strumento per il controllo della caricazione è
limitata a calcoli di stabilità in allagamento secondo
4.7.3 Dati addizionali da specificare l’approccio deterministico specificati nella Parte E, applica-
In aggiunta ai dati specificati in [4.6.3], i seguenti dati bili a navi aventi una delle Notazioni di Servizio passenger
devono essere specificati: ship, oil tanker ESP, chemical tanker ESP o liquefied gas
carrier. Al fine di ottenere l’approvazione dello strumento,
• calcolo del valore totale del momento sbandante tutte le prescrizioni applicabili alla nave considerata rela-
dovuto alle granaglie tive alla stabilita in allagamento (e i relativi criteri) devono
• calcolo del valore ammissibile totale del momento essere riportate nei risultati del programma di calcolo. La
sbandante dovuto alle granaglie in funzione dell’immer- mancanza di essi nei risultati è sufficiente ad invalidare
sione (o del dislocamento) e della massima KG l’approvazione.
• curve o tabelle specificanti il volume, il centro geome-
4.8.3 Dati addizionali da specificare
trico e i momenti sbandanti volumetrici per comparti-
In aggiunta ai dati specificati in [4.6.3], i seguenti dati
menti riempiti parzialmente (ove applicabile)
devono essere specificati:
• per stive caricate: momenti sbandanti volumetrici per
• elenco di tutti i casi di falla che devono essere conside-
carico stivato e/o non stivato, a seconda dei casi,
rati in accordo con le applicabili prescrizioni di stabilità
tenendo conto di eventuali paratie temporanee, se pre-
in allagamento secondo l’approccio deterministico. Cia-
viste.
scun caso di falla deve specificare chiaramente i com-
partimenti considerati e i valori di permeabilità associati
4.8 Stabilità in allagamento ad ogni compartimento.
Tali dati devono essere assunti pari a quelli specificati
4.8.1 Applicabilità
nella documentazione di stabilità in allagamento appro-
L’approvazione dello strumento per il controllo della carica- vata e i riferimenti a tale documentazione devono
zione ai fini della stabilità è richiesta quando lo strumento essere chiaramente specificati. Nel caso tale documen-
installato a bordo è utilizzato per calcoli di stabilità in alla- tazione non fosse disponibile, i dati possono essere
gamento, come specificato in [4.2.6]. richiesti alla Società
In questo caso, lo strumento per il controllo della carica- • tutti i criteri di stabilità in allagamento applicabili alla
zione è utilizzato per calcoli di stabilità allo stato integro e nave considerata.

Regolamenti RINA 2008 79


Parte B
Scafo e Stabilità

Capitolo 12

COSTRUZIONE E PROVE

SEZIONE 1 SALDATURE E COLLEGAMENTI SALDATI

SEZIONE 2 DETTAGLI STRUTTURALI SPECIALI

SEZIONE 3 PROVE

APPENDICE 1 TAVOLE DI RIFERIMENTO PER I DETTAGLI STRUTTURALI


SPECIALI

Regolamenti RINA 2008 81


Parte B, Cap 12, Sez 1

SEZIONE 1 SALDATURE E COLLEGAMENTI SALDATI

1 Generalità 1.3.2 Materiali d’apporto


Il grado minimo dei materiali d’apporto da utilizzare per
saldature di strutture di scafo di acciaio è specificato in
1.1 Applicabilità Tab 1, in funzione del grado dell’acciaio utilizzato.
1.1.1 (1/1/2005) Per saldature relative ad altri materiali, i materiali di
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano alla pre- apporto specificati nelle procedure di saldatura da appro-
parazione, all’esecuzione ed al controllo dei collegamenti vare sono considerati nei singoli casi dalla Società.
saldati di strutture di scafo.
Tabella 1 : Gradi dei materiali d’apporto
Le prescrizioni generali relative alla realizzazione di salda-
ture e alla qualifica delle procedure di saldatura sono con- Grado minimo del materiale d’apporto
tenute in Parte D, Capitolo 5. A titolo di guida, vedere
anche le indicazioni di cui alla “Guida per le saldature”. Saldature testa a testa a
Grado dell’acciaio Saldature a
piena penetrazione e di
Le prescrizioni relative agli esami non distruttivi dei colle- cordoni
giunti a T a piena o a par-
gamenti saldati sono contenute nelle "Norme per l'effettua- d’angolo
ziale penetrazione
zione degli esami non distruttivi delle saldature".
A 1 1
1.1.2 I collegamenti saldati devono essere eseguiti in B-D 2
accordo con i disegni approvati. Ogni dettaglio non rappre-
sentato nei disegni approvati deve essere in ogni caso in E 3
accordo con le prescrizioni applicabili. AH 32 - AH 36 2Y 2Y
DH 32 - DH 36
1.1.3 Anche quando, sui disegni approvati, non sia appo-
sta alcuna indicazione specifica, le saldature dei vari tipi di EH 32 - EH 36 3Y
acciaio devono essere effettuate mediante procedure di sal- FH 32 - FH 36 4Y
datura approvate allo scopo.
AH 40 2Y40 2Y40
1.1.4 Le procedure di controllo della qualità messe in atto DH 40 - EH 40 3Y40
dal Cantiere devono essere sottoposte all’esame della
Società e si applicano a tutte le costruzioni, salvo quando FH 40 4Y40
sia diversamente specificato nei singoli casi. Nota 1:
I materiali d’apporto approvati per le saldature di acciai ad
1.2 Materiale base elevata resistenza (Y) possono essere utilizzati al posto di
quelli approvati per saldature di acciai ordinari aventi stesso
1.2.1 Le prescrizioni di questa Sezione si applicano alle grado o inferiore; i materiali d’apporto approvati come grado
saldature di acciai per strutture di scafo o leghe di alluminio Y40 possono essere utilizzati al posto di quelli approvati
del tipo specificato nella Parte D o altri tipi accettati come come grado Y aventi stesso grado o inferiore.
equivalenti dalla Società. Nota 2:
Nel caso di collegamenti saldati effettuati tra due tipi di
1.2.2 Si intende che la temperatura di servizio è la tempe- acciaio differenti per quanto riguarda resistenza e resilienza,
ratura ambiente, salvo ove diversamente specificato. devono essere utilizzati materiali d’apporto idonei ad
entrambi i gradi di acciaio.
1.3 Materiali d’apporto e procedure
1.3.3 Elettrodi per saldatura manuale
1.3.1 Approvazione dei materiali d’apporto e delle Devono essere utilizzati elettrodi rivestiti basici per le sal-
procedure (1/7/2006) dature di strutture di acciaio ad elevata resistenza e, indi-
I materiali d’apporto e le procedure di saldatura utilizzati pendentemente dal tipo di acciaio, per la saldature di
devono essere approvati dalla Società. elementi strutturali di categoria speciale o primaria, come
specificato in Cap 4, Sez 1, Tab 3 e Cap 4, Sez 1, Tab 5,
Le prescrizioni applicabili all’approvazione dei materiali come applicabile.
d’apporto sono specificate in Parte D, Cap 5, Sez 2.
Elettrodi rivestiti non basici possono essere in generale uti-
Le prescrizioni applicabili all’approvazione, per ogni sin- lizzati per saldatura manuale a cordoni d’angolo di strutture
golo utilizzatore, delle procedure di saldatura sono specifi- in acciaio ordinario aventi spessore moderato (spessore
cate in Parte D, Cap 5, Sez 4 e in Parte D, Cap 5, Sez 5. lordo minore di 25 mm).

Regolamenti RINA 2008 83


Parte B, Cap 12, Sez 1

1.4 Mano d’opera e macchine per saldatura 1.6 Progetto


1.4.1 Saldatori (1/7/2002) 1.6.1 Generalità
Le saldature manuali e semi-automatiche devono essere Per i diversi dettagli strutturali tipici delle costruzioni di navi
effettuate da mano d'opera certificata dalla Società in saldate, non specificati in questa Sezione, devono essere
accordo con quanto specificato in Parte D, Cap 5, Sez 1, concordate con la Società e osservate le regole di buona
[2.2.3] e Parte D, Cap 5, Sez 1, [2.2.5]; i saldatori devono pratica costruttiva, le normative riconosciute e l’esperienza.
essere impiegati nei limiti delle attività per le quali è stata
rilasciata loro la certificazione. 1.6.2 Orientamento delle lamiere
Le lamiere del fasciame esterno e dei ponti deve essere
1.4.2 Personale destinato alle macchine per sistemato, in generale, con la loro lunghezza nella dire-
saldatura automatica
zione prora-poppa. Le eccezioni a questa prescrizione
Il personale destinato alle macchine ed agli impianti per devono essere considerate nei singoli casi dalla Società; la
procedimenti di saldatura automatica deve essere compe- Società può richiedere di effettuare le prove ritenute neces-
tente e sufficientemente addestrato. sarie (ad esempio, prove di impatto nel senso trasversale).
1.4.3 Organizzazione 1.6.3 Sistemazione generale
L’organizzazione interna del cantiere deve assicurare Deve essere rivolta particolare attenzione alle sistemazione
l’osservanza di quanto specificato in [1.4.1] e [1.4.2] e generale e ai dettagli strutturali di zone dello scafo interes-
provvedere, a seconda delle necessità, all’assistenza ed al sate da elevate tensioni.
controllo della mano d’opera da parte di sorveglianti idonei
ed in numero sufficiente. Deve essere rivolta particolare attenzione a tali dettagli in
fase di approvazione dei disegni; devono essere presentati
1.4.4 Operatori addetti ai controlli non distruttivi disegni relativi ai dettagli strutturali speciali specificati in
NDT (1/7/2006) Sez 2.
I controlli non distruttivi devono essere effettuati da opera-
tori qualificati in accordo alle prescrizioni in Parte D, 1.6.4 Sequenze di prefabbricazione
Cap 1, Sez 1, [3.6.4]. Le sequenze di prefabbricazione devono essere concepite
in modo da facilitare, per quanto possibile, il posiziona-
Le qualifiche devono essere idonee alle specifiche applica-
mento e l’assemblaggio.
zioni.
La quantità di saldature da effettuare a bordo deve essere
1.4.5 Macchine ed impianti per procedimenti di limitata al minimo possibile e limitata a collegamenti facil-
saldatura mente accessibili.
Le macchine e gli impianti per procedimenti di saldatura
devono essere idonee ai procedimenti utilizzati, di ade- 1.6.5 Distanza tra le saldature
guata potenza di uscita e tali da fornire stabilità all’arco Devono essere evitate saldature troppo ravvicinate. La
elettrico nelle differenti posizioni di saldatura. distanza minima tra due saldature adiacenti deve essere
In particolare, le macchine e gli impianti per procedimenti considerata nei singoli casi dalla Società, tenendo conto del
speciali di saldatura devono essere dotate di strumento di livello di tensione agente sulle strutture collegate.
misura adeguato e convenientemente calibrato, il quale In generale, la distanza tra due saldature testa a testa situate
consenta facili e precise letture, e di strumenti adeguati per nello stesso corso di fasciame esterno o di ponte deve
una facile regolazione e una regolare alimentazione. essere maggiore di due volte l’intervallo di ossatura.
Elettrodi, fili e flussi devono essere immagazzinati in luoghi
adeguati capaci di garantire la loro buona conservazione. 2 Tipi di collegamenti e di prepara-
zione
1.5 Documentazione da sottoporre
1.5.1 I disegni strutturali da sottoporre per approvazione, 2.1 Generalità
specificati in Cap 1, Sez 3, devono contenere informazioni
relative alla costruzione mediante saldatura delle strutture 2.1.1 I tipi di collegamenti e le preparazioni dei lembi
rappresentate. Ogni dettaglio non rappresentato nei disegni devono essere idonee alla procedura di saldatura utilizzata,
approvati deve essere in ogni caso in accordo con le pre- agli elementi strutturali da collegare e al livello di tensione
scrizioni applicabili. al quale essi sono soggetti.
Per strutture importanti, in tali disegni devono essere anche
specificate le sequenze principali di prefabbricazione, 2.2 Saldatura testa a testa
l’assemblaggio, la saldatura e i controlli non distruttivi pre-
visti. 2.2.1 Generalità
In generale, i collegamenti di lamiere mediante giunti testa
1.5.2 Deve essere presentato un disegno nel quale sia spe- a testa devono essere a piena penetrazione, con saldatura
cificata la distribuzione dei diversi tipi di acciaio utilizzati, su entrambi i lati, eccetto quando sono utilizzate procedure
almeno per il fasciame esterno, i ponti e le strutture delle di tipo speciale o tecniche specifiche, considerate equiva-
paratie lenti dalla Società.

84 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 1

Collegamenti di tipo differente da quelli di cui sopra pos- 2.3 Saldatura a cordoni d’angolo
sono essere accettati nei singoli casi dalla Società; in questo
caso, devono essere approvati i relativi dettagli e le specifi- 2.3.1 Generalità
che per la mano d’opera. Nel caso di giunti a T tra elementi strutturali semplici o
composti soggetti a basse tensioni (in generale non mag-
2.2.2 Saldatura di lamiere aventi differente giori di 30 N/mm2), quando siano state prese precauzioni
spessore adeguate al fine di evitare la possibilità di strappi lamellari
della struttura sulla quale il pezzo collegato a T si imposta,
Nel caso di saldature di lamiere aventi una differenza in
tali giunti possono, in generale, essere realizzati mediante
spessore lordo maggiore di o uguale a:
saldature a cordoni d’angolo ordinari (senza cianfrino).
• 3 mm, se la lamiera avente spessore minore ha spessore Negli altri casi, i giunti a T devono essere realizzati
lordo minore di o uguale a 10 mm mediante saldature a parziale o a piena penetrazione, in
• 4 mm, se la lamiera avente spessore minore ha spessore accordo con [2.4].
lordo maggiore di 10 mm
2.3.2 Tipi di saldatura a cordoni d’angolo
deve essere prevista una rastremazione avente lunghezza Le saldature a cordoni d’angolo possono essere dei seguenti
non minore di 4 volte la differenza in spessore lordo per tipi:
giunti di lamiere perpendicolari alla direzione delle ten- • saldature continue a cordoni d’angolo, nelle quali la
sioni primarie. Per giunti di lamiere paralleli alla direzione saldatura è costituita da cordoni continui su ciascun
delle tensioni primarie, la rastremazione può essere ridotta lato della lamiera da saldare (vedere [2.3.3])
a 3 volte la differenza in spessore lordo. • saldature intermittenti a cordoni d’angolo, le quali pos-
sono essere divise (vedere [2.3.4]) in:
Quando la differenza in spessore lordo è minore dei valori
- saldature a tratti contrapposti
di cui sopra, la transizione tra le lamiere può essere realiz-
zata con la saldatura. - saldature su lembi dentellati
- saldature a tratti alterni.
2.2.3 Preparazione dei lembi, distacco al vertice
2.3.3 Saldature continue a cordoni d’angolo
Le preparazioni tipiche dei lembi e i distacchi sono specifi- Le saldature continue a cordoni d’angolo devono essere uti-
cati nella “Guida per le saldature”. lizzate:
I distacchi al vertice devono essere in accordo con le proce- • per collegamenti stagni
dure di saldatura adottate e con le relative preparazioni dei • per collegamenti di squadre, pezzotti o scarichi
cianfrini. • alle estremità dei collegamenti per una lunghezza pari
ad almeno 75 mm
2.2.4 Saldatura a piena penetrazione con sostegno • ove le saldature intermittenti a cordoni d’angolo non
permanente sono accettate, in accordo con le prescrizioni specifi-
Ove non sia possibile la ripresa al rovescio o in casi partico- cate in [2.3.4].
lari ritenuti accettabili dalla Società, possono essere accet-
Le saldature continue a cordoni d’angolo possono essere
tate saldature a piena penetrazione con sostegno utilizzate al posto di saldature intermittenti a cordoni
permanente, ossia saldature di giunti testa a testa di due
d’angolo ogni qualvolta ritenuto opportuno, in particolare il
lamiere sostenute mediante un piatto o la piattabanda di un
loro utilizzo è raccomandato quando il passo p ottenuto
rinforzo. dalle formule specificate in [2.3.4] risulti essere molto pic-
Il tipo di cianfrino e il distacco al vertice tra gli elementi da colo.
collegare devono essere tali da assicurare una corretta
2.3.4 Saldature intermittenti a cordoni d’angolo
penetrazione della saldatura sul proprio sostegno e un ade-
guato collegamento al rinforzo come richiesto. Il passo p e la lunghezza d, in mm, di saldature intermittenti
a cordoni d’angolo, specificate in:
2.2.5 Sezioni, profili a bulbo e ferri piatti • Fig 1, per saldature a tratti contrapposti
• Fig 2, per saldature su lembi dentellati
Quando i rinforzi ordinari longitudinali del fasciame
esterno e del ponte di resistenza situati 0,6 L dal mezzo • Fig 3, per saldature a tratti alterni
nave, o in generale elementi soggetti a tensioni elevate, devono essere in accordo con la seguente formula:
devono essere collegati tra loro mediante giunti testa a
p
testa, questi giunti devono essere a piena penetrazione. --- ≤ ϕ
d
Altri tipi di collegamento possono essere adottati qualora
ritenuti accettabili nei singoli casi dalla Società. dove il coefficiente ϕ è specificato in Tab 2 e in Tab 3 per i
tipi di saldature intermittenti a cordoni d’angolo, in fun-
La saldatura deve essere effettuata in accordo con una pro-
zione del tipo e della posizione del collegamento.
cedura approvata; in particolare, questa prescrizione si
applica a saldature effettuate a bordo o in condizioni di In generale, le saldature a tratti alterni non sono accettate
accesso difficile ai collegamenti saldati. Prescrizioni parti- per i collegamenti soggetti ad elevate variazioni di tensione.
colari possono essere richieste dalla Società. In aggiunta, le seguenti limitazioni devono essere rispettate:

Regolamenti RINA 2008 85


Parte B, Cap 12, Sez 1

• saldature a tratti contrapposti (vedere Fig 1): 2.3.5 Spessore della gola di saldature a cordoni
d ≥ 75 mm d’angolo di giunti a T (1/1/2001)
p-d ≤ 200 mm Lo spessore della gola di saldature a cordoni d’angolo di
• saldature su lembi dentellati (vedere Fig 2): giunti a T deve essere ottenuto, in mm, dalla seguente for-
mula:
d ≥ 75 mm
p-d ≤ 150 mm p
t T = w F t ---
v ≤ 0,25b, da assumere non maggiore di 75 mm d

dove:
Figura 1 : Saldatura a tratti contrapposti
wF : Coefficiente di saldatura, specificato in Tab 2
per i diversi tipi di collegamento tra le strutture
dello scafo; per collegamenti di travi rinforzate
appartenenti a strutture a singolo fasciame e
non specificate in Tab 2, wF è specificato in
Tab 3; per alcuni collegamenti relativi a tipi
specifici di nave, i valori di wF specificati nella
Parte E per tali tipi di nave devono essere utiliz-
Figura 2 : Saldatura su lembi dentellati zati al posto dei valori corrispondenti specificati
in Tab 2 o in Tab 3
t : Spessore lordo effettivo, in mm, dell’elemento
strutturale che costituisce l’anima del giunto a T
p, d : Passo e lunghezza, in mm, di saldature intermit-
tenti a cordoni d’angolo, definite in [2.3.4].
Per saldature continue a cordoni d’angolo, p/d deve essere
assunto pari a 1.
In nessun caso lo spessore della gola può essere assunto
minore di:
• 3,0 mm, nel caso in cui lo spessore lordo della lamiera
Figura 3 : Saldatura a tratti alterni
più sottile è minore di 6 mm
• 3,5 mm, negli altri casi.

Può essere richiesto dalla Società un incremento dello spes-


sore della gola, in funzione dei risultati delle analisi struttu-
rali.
Per alcuni giunti dei dettagli strutturali speciali, quali defi-
• saldature a tratti alterni (vedere Fig 3): niti in Sez 2, lo spessore della gola di saldatura è specifi-
d ≥ 75 mm cato nelle relative Tavole dell’ App 1.
p-2d ≤ 300 mm La lunghezza del lato di saldature a cordoni d’angolo di
p ≤ 2d per collegamenti soggetti ad elevate variazioni di giunti a T deve essere non minore di 1,4 volte lo spessore
tensione. della gola richiesto.

86 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 1

Tabella 2 : Coefficiente di saldatura wF e coefficiente ϕ per i diversi tipi di collegamento (1/7/2002)

Zona dello Collegamento ϕ (2) (3) p1, in mm (ved.


wF (1)
scafo di con CH SC ST [2.3.6]) (3)
In generale, lamiere stagne contorni 0,35
salvo ove anime di rinforzi ordi- fasciame 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
diversamente nari
specificato in piattabande di alle estremità (4) 0,13
Tabella rinforzi ordinari altrove 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
composti
Fondo e cielo rinforzi ordinari longi- fasciame del fondo e del cielo del dop- 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
del doppio tudinali pio fondo
fondo paramezzale centrale chiglia 0,25 1,8 1,8 CH/SC 130
fasciame del cielo del doppio fondo 0,20 2,2 2,2 CH/SC 160
paramezzali laterali fasciame del fondo e del cielo del dop- 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
pio fondo
madieri (paramezzali interrotti) 0,20 2,2 CH 160
madieri fasciame del in generale 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
fondo e del alle estremità (20% 0,25 1,8 CH 130
cielo del dop- della campata) per
pio fondo doppio fondo a strut-
tura longitudinale
fasciame del cielo del doppio fondo in 0,25 1,8 CH 130
corrispondenza di squadre di travi rin-
forzate
paramezzali (madieri interrotti) 0,20 2,2 CH 160
paramezzali laterali in corrispondenza 0,35
delle casse basse
paramezzali laterali madieri 0,25 1,8 CH 130
parziali
rinforzi di anime anime di madieri e paramezzali 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
Fianco e dop- rinforzi ordinari fasciame del fianco e del doppio fianco 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
pio fianco correnti rinforzati in fasciame del fianco e del doppio fianco 0,35
navi con fianco a dop-
pio fasciame
(1) Nei collegamenti per i quali wF ≥ 0,35, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo.
(2) Per il coefficiente ϕ vedere [2.3.4]. Per i collegamenti per i quali nessun valore di ϕ è specificato per un particolare tipo di sal-
datura intermittente, tale tipo di saldatura non è accettabile e deve essere adottata una saldatura continua.
(3) CH = saldatura a tratti alterni, SC = saldatura su lembi dentellati, ST = saldatura a tratti contrapposti.
(4) Per estremità di rinforzi ordinari si intende la zona che si estende per 75 mm dalle estremità della campata. Dove sono siste-
mate squadre di estremità, per estremità si intende la zona che si estende in corrispondenza delle squadre per almeno 50 mm
oltre il piede delle squadre stesse.
(5) Per cisterne destinate al trasporto di zavorra o di acqua dolce, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo
aventi wF = 0,35.
(6) Per i tipi di collegamento non specificati, si applicano le prescrizioni della zona centrale.
(7) A è l’area, in cm2, della sezione della piattabanda dei correnti rinforzati del fianco.

Regolamenti RINA 2008 87


Parte B, Cap 12, Sez 1

Zona dello Collegamento ϕ (2) (3) p1, in mm (ved.


wF (1)
scafo di con CH SC ST [2.3.6]) (3)
Ponte ponte di resistenza fasciame del fianco Saldatura a parziale penetra-
zione
ponti non stagni fasciame del fianco 0,20 2,2 CH 160
rinforzi ordinari e fasciame del ponte 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
anguille intercostali
mastre delle bocca- fasciame del in generale 0,35
porte ponte in corrispondenza 0,45
degli spigoli delle
boccaporte, per il
15% della lunghezza
boccaporta
rinforzi d’anima anime delle mastre 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
Paratie strutture delle paratie fondo di fasciami e rinforzi 0,45
di cisterne cisterne ordinari (paratie
piane)
corrugazioni verti- Saldatura a piena penetra-
cali (paratie corru- zione
gate)
contorni che non siano fondo di 0,35
cisterne
strutture delle paratie contorni 0,35
stagne (di comparti-
mentazione)
strutture delle paratie contorni paratie di sbattimento 0,20 2,2 2,2 CH/SC 160
non stagne altre paratie 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
rinforzi ordinari fasciame delle in generale (5) 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
paratie alle estremità (25% 0,35
della campata)
quando non sono
sistemate squadre di
estremità
Strutture rinforzi ordinari longi- fasciame del fondo 0,20 2,2 CH 160
situate a pro- tudinali del fondo
ravia di 0,75 L madieri e paramezzali fasciame del fondo e del cielo del dop- 0,25 1,8 CH 130
dalla AE (6) pio fondo
costole nella zona di fasciame del fianco 0,20 2,2 CH 160
palpitazione
anime di correnti rin- fasciame del A< 65 cm2 (7) 0,25 1,8 1,8 CH/SC 130
forzati del fianco per fianco e piatta-
A ≥ 65 cm (7)
2 Vedere Tab 3
navi con fianco a sin- banda
golo fasciame
(1) Nei collegamenti per i quali wF ≥ 0,35, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo.
(2) Per il coefficiente ϕ vedere [2.3.4]. Per i collegamenti per i quali nessun valore di ϕ è specificato per un particolare tipo di sal-
datura intermittente, tale tipo di saldatura non è accettabile e deve essere adottata una saldatura continua.
(3) CH = saldatura a tratti alterni, SC = saldatura su lembi dentellati, ST = saldatura a tratti contrapposti.
(4) Per estremità di rinforzi ordinari si intende la zona che si estende per 75 mm dalle estremità della campata. Dove sono siste-
mate squadre di estremità, per estremità si intende la zona che si estende in corrispondenza delle squadre per almeno 50 mm
oltre il piede delle squadre stesse.
(5) Per cisterne destinate al trasporto di zavorra o di acqua dolce, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo
aventi wF = 0,35.
(6) Per i tipi di collegamento non specificati, si applicano le prescrizioni della zona centrale.
(7) A è l’area, in cm2, della sezione della piattabanda dei correnti rinforzati del fianco.

88 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 1

Zona dello Collegamento ϕ (2) (3) p1, in mm (ved.


wF (1)
scafo di con CH SC ST [2.3.6]) (3)
Gavone di strutture interne tra loro 0,20
poppa (6) rinforzi ordinari del fasciame del fianco 0,20
fianco
madieri fasciame del fondo e del cielo del dop- 0,20
pio fondo
Locale appa- paramezzale centrale chiglia e in corrispondenza 0,45
rato motore fasciame del delle fondazioni
(6) cielo del dop- dell’apparato motore
pio fondo di propulsione
in corrispondenza 0,35
delle fondazioni di
macchinari ausiliari e
di caldaie
altrove 0,25 1,8 1,8 CH/SC 130
paramezzali laterali fasciame del in corrispondenza 0,45
fondo e del delle fondazioni
cielo del dop- dell’apparato motore
pio fondo di propulsione
in corrispondenza 0,35
delle fondazioni di
macchinari ausiliari e
di caldaie
altrove 0,20 2,2 2,2 CH/SC 160
madieri (eccetto quelli fasciame del in corrispondenza 0,35
situati in corrispon- fondo e del delle fondazioni di
denza delle fonda- cielo del dop- macchinari ausiliari e
zioni dell’apparato pio fondo di caldaie
motore di propulsione) altrove 0,20 2,2 2,2 CH/SC 160
madieri situati in corri- fasciame del fondo 0,35
spondenza delle fon- piastre di fondazione 0,45
dazioni dell’apparato
motore di propulsione
madieri paramezzale fondo semplice 0,45
centrale doppio fondo 0,25 1,8 1,8 CH/SC 130
paratie esterne ponti in generale 0,35
agli spigoli delle 0,45
aperture dei cofani
dell’apparato motore
Sovrastrutture e delle caldaie (15%
e tughe dalla lunghezza delle
aperture)
paratie interne ponti 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
rinforzi ordinari fasciame di paratie interne ed esterne 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
(1) Nei collegamenti per i quali wF ≥ 0,35, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo.
(2) Per il coefficiente ϕ vedere [2.3.4]. Per i collegamenti per i quali nessun valore di ϕ è specificato per un particolare tipo di sal-
datura intermittente, tale tipo di saldatura non è accettabile e deve essere adottata una saldatura continua.
(3) CH = saldatura a tratti alterni, SC = saldatura su lembi dentellati, ST = saldatura a tratti contrapposti.
(4) Per estremità di rinforzi ordinari si intende la zona che si estende per 75 mm dalle estremità della campata. Dove sono siste-
mate squadre di estremità, per estremità si intende la zona che si estende in corrispondenza delle squadre per almeno 50 mm
oltre il piede delle squadre stesse.
(5) Per cisterne destinate al trasporto di zavorra o di acqua dolce, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo
aventi wF = 0,35.
(6) Per i tipi di collegamento non specificati, si applicano le prescrizioni della zona centrale.
(7) A è l’area, in cm2, della sezione della piattabanda dei correnti rinforzati del fianco.

Regolamenti RINA 2008 89


Parte B, Cap 12, Sez 1

Zona dello Collegamento ϕ (2) (3) p1, in mm (ved.


wF (1)
scafo di con CH SC ST [2.3.6]) (3)
Coperture rinforzi ordinari fasciame 0,13 3,5 3,0 4,6 ST 260
delle bocca-
porte
Puntelli elementi componenti tra loro (puntelli composti) 0,13
la sezione del puntello
puntelli ponti puntelli compressi 0,35
puntelli tesi Saldatura a piena penetra-
zione
Trombe di mastre ponti 0,35
ventilazione
Timoni anime in genere tra loro 0,20 2,2 SC 160
fasciame in generale 0,20 2,2 SC 160
fasciami alle estre- 0,35
mità superiore ed
inferiore della pale
del timone
parte massiccia o asta del timone In accordo con Cap 10, Sez 1,
[7.4] o Cap 10, Sez 1, [7.5]
anime verticali ed oriz- tra loro 0,45
zontali collegate diret- fasciame 0,35
tamente alla parte
massiccia
(1) Nei collegamenti per i quali wF ≥ 0,35, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo.
(2) Per il coefficiente ϕ vedere [2.3.4]. Per i collegamenti per i quali nessun valore di ϕ è specificato per un particolare tipo di sal-
datura intermittente, tale tipo di saldatura non è accettabile e deve essere adottata una saldatura continua.
(3) CH = saldatura a tratti alterni, SC = saldatura su lembi dentellati, ST = saldatura a tratti contrapposti.
(4) Per estremità di rinforzi ordinari si intende la zona che si estende per 75 mm dalle estremità della campata. Dove sono siste-
mate squadre di estremità, per estremità si intende la zona che si estende in corrispondenza delle squadre per almeno 50 mm
oltre il piede delle squadre stesse.
(5) Per cisterne destinate al trasporto di zavorra o di acqua dolce, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo
aventi wF = 0,35.
(6) Per i tipi di collegamento non specificati, si applicano le prescrizioni della zona centrale.
(7) A è l’area, in cm2, della sezione della piattabanda dei correnti rinforzati del fianco.

90 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 1

Tabella 3 : Coefficiente di saldatura wF e coefficiente ϕ per collegamenti di travi rinforzate

Collegamento ϕ (2) (3) p1, in mm


Trave rinforzata wF (1) (vedere
di con CH SC ST [2.3.6]) (3)
In generale (4) anime, fasciame e piat- alle estremità 0,20
per A < 65 cm2 tabanda
altrove 0,15 3,0 3,0 CH/SC 210
anime, fasciame 0,35
per A ≥ 65 cm2
piattabanda alle estremità 0,35
altrove 0,25 1,8 1,8 CH/SC 130
squadre di estremità piattabanda 0,35
In cisterne, per anime fasciame alle estremità 0,25
A < 65 cm2 (5)
altrove 0,20 2,2 2,2 CH/SC 160
piattabanda alle estremità 0,20
altrove 0,15 3,0 3,0 CH/SC 210
squadre di estremità piattabanda 0,35
In cisterne, per anime fasciame alle estremità 0,45
A ≥ 65 cm2
altrove 0,35
piattabanda 0,35
squadre di estremità piattabanda 0,45
(1) Nei collegamenti per i quali wF ≥ 0,35, devono essere utilizzate saldature continue a cordoni d’angolo.
(2) Per il coeffciente ϕ vedere [2.3.4]. Per collegamenti per i quali nessun valore di ϕ è specificato per un particolare tipo di sal-
datura intermittente, tale tipo di saldatura non è accettabile e deve essere adottata una saldatura continua.
(3) CH = saldatura a tratti alterni, SC = saldatura su lembi dentellati, ST = saldatura a tratti contrapposti.
(4) Per travi del ponte a sbalzo devono essere utilizzate saldature continue.
(5) Per travi rinforzate in cisterne destinate al trasporto di zavorra o acqua dolce devono essere utilizzate saldature continue.
Nota 1:
A è l’area, in cm2, della sezione della piattabanda delle travi rinforzate.
Nota 2:
Per estremità di travi rinforzate si intende la zona che si estende per il 20% della campata dalle estremità della campata stessa.
Dove sono sistemate squadre di estremità, per estremità si intende la zona che si estende in corrispondenza delle squadre per
almeno 100 mm oltre il piede delle squadre stesse.

Regolamenti RINA 2008 91


Parte B, Cap 12, Sez 1

Tabella 4 : Spessori della gola richiesti Figura 4 : Saldatura continua a cordoni d’angolo
tra fori
t, in mm tT, in mm t, in mm tT, in mm

6 3 17 7
8 3,5 18 7
9 4 19 7,5
10 4,5 20 7,5
11 5 21 8,5
Spessore
12 5,5 22 8,5 della gola
13 6 23 9
14 6 24 9
λ
15 6,5 25 10 ε
16 6,5 26 10

2.3.6 Dimensionamenti delle saldature in casi


particolari
Figura 5 : Saldatura intermittente a cordoni d’angolo
Nel caso siano utilizzate saldature intermittenti a cordoni tra fori
d’angolo con:
• lunghezza d = 75 mm
• spessore della gola tT come specificata in Tab 4 in fun-
zione dello spessore t specificato in [2.3.5]

il passo di saldatura può essere assunto pari al valore p1


specificato in Tab 2. Il valore p1 specificato in Tab 2 può
essere adottato quando 8 ≤ t ≤ 16 mm.
Per spessori t minori 8 mm, il valore p1 può essere aumen- Spessore
tato, rispetto a quelli specificati in Tab 2, di: della gola

• 10 mm per saldatura a tratti contrapposti o su lembi


dentellati
λ1 λ2 λ3 λ=∑(λi)
• 20 mm per saldatura a tratti alterni
ε
senza eccedere i limiti specificati in [2.3.4].
Per spessori t maggiori di 16 mm, il valore p1 deve essere
2.3.8 Spessore della gola per saldature di
diminuito, rispetto a quelli specificati in Tab 2, di:
collegamento tra rinforzi ordinari e travi
• 10 mm per saldatura a tratti contrapposti o su lembi rinforzate
dentellati Lo spessore della gola di saldature a cordoni d’angolo di
• 20 mm per saldatura a tratti alterni. collegamento tra rinforzi ordinari e mascherine, ove esi-
stenti, con l’anima delle travi rinforzate deve essere non
2.3.7 Spessori della gola di saldature tra fori minore di 0,35 tW, dove tW è lo spessore lordo, in mm,
Lo spessore della gola di saldature tra i fori praticati nelle dell’anima. Prescrizioni ulteriori sono specificate in Sez 2.
anime delle travi rinforzate per il passaggio dei rinforzi ordi- Quando i rinforzi delle anime delle travi rinforzate sono sal-
nari deve essere non minore del valore ottenuto, in mm, dati alle piattabande dei rinforzi ordinari, la Società può
dalla seguente formula: richiedere, in casi particolari, che lo spessore della gola di
ε cui sopra sia ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
t T C = t T ---
λ
4 ( p S + p W )sl ⎛⎝ 1 – ------⎞⎠
s
dove: 2l
t T = -------------------------------------------------------
u + v ⎛ ----------------------⎞
tT : Spessore della gola specificato in [2.3.5] c + 0 ,2d
⎝ b + 0 ,2d⎠
ε, λ : Dimensioni, in mm, da assumere come specifi-
cato in: dove:
• Fig 4, per saldature continue pS, pW : Pressioni in acqua tranquilla e d’onda, rispetti-
• Fig 5, per saldature intermittenti su lembi vamente, in kN/m2, agenti sul rinforzo ordina-
dentellati. rio, definite in Cap 7, Sez 2, [3.3.2]

92 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 1

b,c,d,u,v: Dimensioni principali, in mm, del foro come Preparazioni tipiche dei lembi sono indicate:
specificato in Fig 6. • per saldature a parziale penetrazione: in Fig 7 e Fig 8,
nelle quali f, in mm, deve essere compreso tra 3 mm e
Figura 6 : Collegamento di estremità dei rinforzi t/3 e α compreso tra 45° e 60°
ordinari - Dimensioni del foro • per saldature a piena penetrazione: in Fig 9 e Fig 10,
nelle quali f, in mm, deve essere compreso tra 0 e 3 mm
e α compreso tra 45° e 60°
c
La solcatura al rovescio è in generale richiesta per le salda-
ture a piena penetrazione.

Figura 7 : Saldatura a parziale penetrazione

d
u v 6

B
= =

c b

2.3.9 Spessore della gola di saldature a cordoni


d’angolo effettuata mediante procedimenti di
saldatura automatici Figura 8 : Saldatura a parziale penetrazione

Quando la saldatura a cordoni d’angolo è effettuata


mediante procedimenti di saldatura automatici, allo spes- 6
sore della gola specificato in [2.3.5] può essere applicata
una diminuzione massima del 15%, in funzione delle pro- B
prietà degli elettrodi e del materiale d’apporto. Comunque,
tale diminuzione non può essere maggiore di 1,5 mm. =

La stessa diminuzione puo’ essere considerata nel caso di


procedimento semiautomatico in piano posizionato.

2.4 Saldature a parziale e piena penetra-


zione di giunti a T Figura 9 : Saldatura a piena penetrazione

2.4.1 Generalità
6
I giunti a T soggetti ad elevate tensioni, per i quali le salda-
ture a cordoni d’angolo non sono ritenute accettabili dalla
Società, devono essere realizzati mediante saldature a par- B
ziale o piena penetrazione. = =
In ogni caso, saldature a parziale o piena penetrazione di
giunti a T devono essere adottate quando richieste per i col-
legamenti specificati nella Parte E in funzione del tipo di
nave. Ulteriori prescrizioni sono specificate in Sez 2.

Regolamenti RINA 2008 93


Parte B, Cap 12, Sez 1

Figura 10 : Saldatura a piena penetrazione In generale, le saldature di doppiature del fasciame esterno
e del ponte di resistenza per mezzo di asole di aderenza
non sono accettabili nella zona entro lo 0,6 L al mezzo. Al
di fuori di tale zona, le saldature per mezzo di asole di ade-
renza possono essere considerate nei singoli casi dalla
Società.
Le saldature per mezzo di asole di aderenza sono consen-
6 tite, in generale, solo dove le tensioni agiscono in una dire-
zione predominante. Le asole devono essere, per quanto
B possibile, allineate con tale direzione.
=
2.6.2 Dimensionamenti
Le asole di aderenza devono avere forma (in genere ovale) e
dimensionamenti adeguati, in funzione dello spessore delle
lamiere, e non possono essere completamente riempite
dalla saldatura.
I dimensionamenti tipici delle asole e gli spessore dei cor-
doni di saldatura sono specificati nella “Guida per le salda-
2.4.2 Strappi lamellari ture”.
Devono essere prese precauzioni al fine di evitare strappi
lamellari, i quali possono essere dovuti a: La distanza tra due asole consecutive deve essere non mag-
giore del valore specificato nei singoli casi e deve tenere
• cricche a freddo durante l’esecuzione di giunti a T in conto di:
lamiere di notevole spessore o in presenza di vincoli
- l’intervallo nel senso trasversale tra le due linee di asole
• saldature a cordoni d’angolo di notevole spessore e sal-
adiacenti
dature a piena penetrazione eseguite su acciai ad ele-
vata resistenza. - le tensioni agenti sulle lamiere collegate
- la sistemazione delle strutture situate al di sotto delle
2.5 Saldature di giunti a sovrapposizione lamiere collegate.

2.5.1 Generalità
2.7 Saldatura entro fori
I giunti saldati del tipo a sovrapposizione possono essere
utilizzati per: 2.7.1 La saldatura entro fori può essere utilizzata solo
• il collegamento periferico di doppiature quando approvata nei singoli casi dalla Società, in accordo
• elementi e strutture di rinforzo interni, soggette a ten- con criteri specifici predefiniti. I dettagli tipici sono specifi-
sioni molto basse. cati nella “Guida per le saldature”.

Altrove, i giunti saldati del tipo a sovrapposizione possono


essere accettati nei singoli casi dalla Società, se ritenuto 3 Collegamenti saldati particolari
necessario e in condizioni particolari.
Devono essere utilizzate saldature di tipo continuo. 3.1 Saldatura di giunti a spigolo

2.5.2 Distacchi tra le superfici del giunto 3.1.1 Giunti a spigolo, in certi casi usati per la saldatura di
Le superfici dei giunti a sovrapposizione devono essere a contorno di casse e depositi, effettuati mediante saldatura a
contatto sufficientemente stretto. cordoni d’angolo, possono essere accettati purché la salda-
tura sia continua da entrambi i lati.
2.5.3 Dimensionamenti
I dimensionamenti dei giunti a sovrapposizione devono 3.1.2 Soluzioni alternative per la saldatura di giunti a spi-
essere specificati e sono considerati nei singoli casi dalla golo possono essere considerati nei singoli casi dalla
Società. I dettagli tipici sono specificati nella “Guida per le Società.
saldature”.
3.2 Collegamento delle alette di rollio
2.6 Saldature per mezzo di asole di ade-
renza 3.2.1 Il piatto intermedio, mediante il quale le alette di rol-
lio sono collegate al fasciame esterno, in accordo con le
2.6.1 Generalità prescrizioni specificate in Cap 4, Sez 4, [6], deve essere sal-
Le saldature per mezzo di asole di aderenza possono essere dato mediante saldatura continua a cordoni d’angolo, come
utilizzate solo in casi particolari e sono considerate nei sin- un raddoppio di fasciame esterno.
goli casi dalla Società, ad esempio per doppiature, in Le saldature testa a testa del piatto intermedio e delle alette
accordo con le prescrizioni specificate in Cap 4, Sez 3, di rollio devono essere a piena penetrazione e distanziate
[2.1]. dalle saldature del fasciame esterno.

94 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 1

Le saldature testa a testa del fasciame del ginocchio e 4.3 Condizioni generali per l’esecuzione
quelle del piatto intermedio devono essere rasate in corri- delle saldatura
spondenza degli incroci col piatto intermedio e con le
alette di rollio, rispettivamente. 4.3.1 Protezione dagli agenti atmosferici
Deve essere prevista una adeguata protezione dagli agenti
atmosferici ai pezzi da saldare; in ogni caso, tali pezzi
3.3 Collegamento tra il dritto di poppa e il devono essere asciutti.
mozzo dell’albero portaelica Nei procedimenti di saldatura con filo nudo, animato o
rivestito con gas protettivo, la saldatura deve essere effet-
3.3.1 Il dritto di poppa composto deve essere collegato al tuata in condizioni protette dagli agenti atmosferici, in
mozzo dell’albero portaelica mediante saldatura a piena modo da assicurare che il flusso di gas dall’ugello non sia
disturbato da vento o correnti d’aria.
penetrazione.
4.3.2 Preparazione dei lembi di giunti testa a testa
3.4 Collegamenti della ruota di prora mas- La preparazione dei lembi deve essere quella idonea alla
geometria del giunto e deve essere effettuata correttamente.
siccia In particolare, se la preparazione dei lembi è effettuata
mediante taglio alla fiamma, essa deve essere priva di cric-
3.4.1 In generale, la ruota di prora massiccia deve essere che o di altri difetti dannosi.
collegata alla chiglia massiccia mediante saldatura testa a Le raccomandazioni per la preparazione dei lembi sono
testa. specificate nella “Guida per le saldature”.

Anche il fasciame esterno deve essere collegato diretta- 4.3.3 Stato delle superfici
mente alla ruota di prora massiccia mediante saldatura testa Le superfici da saldare devono essere prive di ruggine, umi-
a testa. dità e altre sostanze, ossidi di laminazione o dovuti al taglio
a ossigeno, grasso o pittura che possono indurre difetti nelle
saldature.
4 Mano d’opera Devono essere utilizzati idonei mezzi per la pulizia, in
modo particolare nei collegamenti effettuati mediante pro-
4.1 Formatura delle lamiere cedimenti di saldatura speciali; può essere richiesto
l’impiego di fiamma o mezzi meccanici.
La presenza di vernici protettive temporanee può essere
4.1.1 La formatura a caldo o a freddo deve essere effet-
accettata, purché esse siano state preventivamente appro-
tuata in accordo con le prescrizioni di normative ricono-
vate dalla Società.
sciute o accettate nei singoli casi dalla Società in funzione
Le vernici protettive temporanee devono essere approvate
del tipo di materiale e del valore della deformazione previ-
dalla Società, in funzione del tipo e dello spessore, in
sto. accordo con le prescrizioni specificate in Parte D, Cap 5,
Le raccomandazioni per la formatura a caldo e a freddo Sez 3.
sono specificate nella “Guida per le saldature”. 4.3.4 Assemblaggio e distacchi
I dispositivi per la messa in opera e i sistemi utilizzati per il
4.2 Procedimenti di saldatura e materiali posizionamento devono permettere un preciso aggiustaggio
e la realizzazione di idonee distacchi delle parti da saldare
d’apporto e, nel contempo, devono permettere la massima libertà di
ritiro in modo da prevenire cricche o altri difetti dovuti a
4.2.1 I vari tipi di procedimenti di saldatura e di materiali gradi di vincolo eccessivi.
d’apporto devono essere utilizzati entri i limiti per i quali I distacchi tra i lembi devono essere in accordo con le tolle-
sono stati approvati e in accordo con le condizioni di uti- ranze richieste o, quando queste non siano non specificate,
lizzo specificate nei rispettivi documenti approvati. devono rispettare la buona pratica costruttiva.

Regolamenti RINA 2008 95


Parte B, Cap 12, Sez 1

4.3.5 Distacchi in giunti a T saldati mediante 4.3.7 Disallineamento nei collegamenti a croce
cordoni d’angolo Il disallineamento m nei collegamenti a croce, misurato
rispetto alle linee mediane come specificato in Fig 13, deve
Nei giunti a T saldati mediante cordoni d’angolo, un
essere minore di:
distacco g, specificato in Fig 11, non maggiore di 2 mm può
• t/2, in generale, dove t è lo spessore lordo della lamiera
essere accettato senza aumentare lo spessore della gola
più sottile da saldare
ottenuto in accordo con le prescrizioni specificate da
[2.3.5] a [2.3.9], come applicabili. • i valori specificati in Sez 2 per alcuni collegamenti spe-
ciali di vari tipi di nave.
Nel caso di distacchi maggiori di 2 mm, lo spessore della La Società può richiedere valori di disallineamento minori
gola deve essere adeguatamente aumentato come specifi- per collegamenti a croce soggetti ad elevate tensioni.
cato in Sez 2 per alcuni collegamenti speciali di vari tipi di
nave. Altre raccomandazioni sono specificate nella “Guida Figura 13 : Disallineamento nei collegamenti a croce
per le saldature”.

In ogni caso, il distacco g non può essere maggiore di 4


mm.

Figura 11 : Distacchi in giunti a T saldati mediante


cordoni d’angolo

4.3.6 Disallineamento delle lamiere nei giunti testa


a testa (1/7/2003)
Il disallineamento m, misurato come specificato in Fig 12, 4.3.8 Assemblaggio di parti in lega di alluminio
tra lamiere aventi stesso spessore lordo t, deve essere Nelle saldature di strutture in lega di alluminio, deve essere
minore di 0,15 t, e in ogni caso minore di 3 mm, essendo t rivolta particolare attenzione in modo da:
lo spessore lordo della più sottile lamiera intestata.
• ridurre, per quanto possibile, gli sforzi di ritiro della sal-
datura utilizzando procedure di assemblaggio e di pun-
Figura 12 : Disallineamento delle lamiere nei giunti tatura idonee allo scopo
testa a testa • limitare le possibili deformazioni entro i limiti accetta-
bili.

4.3.9 Pre-riscaldo e velocità di raffreddamento


Un idoneo pre-riscaldo, che deve essere mantenuto durante
la saldatura, e basse velocità di raffreddamento possono
essere richieste nei singoli casi dalla Società.

4.3.10 Sequenze di saldatura


Le sequenze di saldatura e la direzione della saldatura
devono essere specificate in modo da minimizzare le defor-
mazioni e prevenire la formazione di difetti nei giunti sal-
dati.
Tutti i collegamenti principali devono, in generale, essere
completati prima che la nave sia in condizione di galleggia-
mento.
Eccezione a quanto sopra possono essere considerate nei
singoli casi dalla Società, tenendo conto di informazioni di
dettaglio sulle dimensioni e sulle posizioni delle saldature e

96 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 1

delle tensioni agenti nelle zone considerate, entrambe sia Quando sono rilevati difetti seri o sistematici nel materiale
durante il varo, sia durante il galleggiamento della nave. base o nei giunti saldati, il costruttore deve darne imme-
diato avviso all’Ispettore della Società e proporre le ripara-
4.3.11 Pulizia dopo ogni passata zioni ritenute adeguate.
Dopo ogni passata, la scoria deve essere rimossa mediante
L’Ispettore può richiedere controlli di tipo distruttivo o non
uno scalpello e una spazzola per metallo; la stessa precau-
distruttivo atti, in fase preliminare, ad individuare i difetti e,
zione deve essere presa per le riprese di saldatura o quando
in caso di riparazione, a verificare la soddisfacente riuscita
due saldature devono essere collegate.
della riparazione stessa.
4.3.12 Trattamento termico di distensione
È raccomandato, ed in certi casi può essere prescritto, che 5.4 Lavori di riparazione su strutture già sal-
strutture particolari fortemente sollecitate, di forme com- date
plesse e comportanti saldature di grossi spessori (ad esem-
pio, strutture di pinne o dritti di poppa) siano suddivise in 5.4.1 Nel caso di riparazioni che comportino la sostitu-
parti prefabbricate di dimensioni opportune e siano sotto- zione di strutture di scafo già saldate, le procedure da adot-
poste, prima del definitivo assemblaggio, ad un trattamento tare devono essere concordate nei singoli casi dalla Società,
termico di distensione delle tensioni in forno, ad una tem- considerando tali modifiche come riparazioni su navi in
peratura compresa tra 550°C e 620°C, idonea per il tipo di esercizio.
acciaio considerato.
6 Ispezioni e controlli
4.4 Incroci di elementi strutturali
4.4.1 In caso di incroci a T tra fra elementi strutturali (un 6.1 Generalità
elemento continuo, l’altro interrotto all’incrocio), quando è
ritenuto importante realizzare la continuità strutturale attra- 6.1.1 Materiali, lavorazioni, strutture e giunti saldati,
verso l’elemento continuo (continuità realizzata mediante dall’inizio alla fine della costruzione, devono essere sotto-
collegamenti saldati all’incrocio), deve essere prestata parti- posti ai controlli necessari ad accertare che le singole parti
colare attenzione al fine di mantenere la corrispondenza e la costruzione nel suo assieme siano conformi alle pre-
dell’elemento interrotto sui due lati dell’elemento continuo. scrizioni applicabili e ai disegni approvati.
Devono essere adottati sistemi adeguati al fine di verificare
tale corrispondenza. 6.1.2 Il costruttore deve tenere a disposizione degli Ispet-
tori della Società gli elenchi nominativi dei saldatori e degli
operatori di procedimenti speciali impiegati, con le infor-
5 Rettifiche e riparazioni nel corso mazioni relative alla loro rispettive qualifiche.
della costruzione L’organizzazione del controllo interno di fabbrica del
costruttore deve adottare quegli accorgimenti atti ad evitare
5.1 Generalità che l’impiego della mano d’opera di saldatura avvenga
fuori dei limiti di validità riconosciuti o in condizioni
5.1.1 Eventualie variazioni nella preparazione dei giunti e improprie e ad assicurare che i procedimenti di saldatura
in altre prescrizioni eccedenti le tolleranze ammissibili, siano effettuati entro i limiti approvati e con le condizioni
rilevate nel corso della costruzione, devono essere riparate operative idonee.
come concordato nei singoli casi con la Società.
6.1.3 Il costruttore deve assicurare che le condizioni ope-
5.2 Distacchi e deformazioni rative, i procedimenti di saldatura e i tempi di lavoro siano
congruenti con le prescrizioni applicabili, i disegni appro-
5.2.1 Quando i distacchi eccedono i valori specificati, la vati e le regole della buona pratica costruttiva.
saldatura mediante riporti o la riparazione devono essere
autorizzate dall’Ispettore della Società.
6.2 Esami visivi e controlli non distruttivi
Le raccomandazioni per la riparazione di distacchi e di
deformazioni conseguenti alla saldatura che non sono con- 6.2.1 Dopo che sono state completate le operazioni di sal-
formi alle normative sono specificate nella “Guida per le datura e i controlli di officina, la struttura deve poter essere
saldature”. ispezionata mediante esame visivo da un Ispettore della
Società.
5.3 Difetti Inoltre, devono essere presentati i risultati dei controlli non
distruttivi, per quanto possibile.
5.3.1 Difetti ed imperfezioni nel materiale base o nei
giunti saldati, rilevati nel corso della costruzione, devono 6.2.2 I controlli non distruttivi devono essere eseguiti con
essere considerati per la loro eventuale accettabilità sulla metodi e tecniche idonee per la struttura considerata e
base delle prescrizioni applicabili della Società. devono essere concordati nei singoli casi dall’Ispettore.
Nel caso in cui i limiti per la loro accettabilità siano ecce-
duti, il materiale base e i giunti saldati difettosi devono 6.2.3 I controlli radiografici delle strutture saldate devono
essere scartati o riparati, come ritenuto necessario nei sin- essere eseguiti in accordo con le prescrizioni della Società,
goli casi dall’Ispettore della Società. i disegni approvati e le indicazioni dell’Ispettore.

Regolamenti RINA 2008 97


Parte B, Cap 12, Sez 1

6.2.4 A giudizio della Società può essere ammesso di metodi aventi efficacia non minore di quelli adottati per i
sostituire in parte i controlli radiografici con controlli ad controlli effettuati prima della riparazione e ritenuti idonei
ultrasuoni. dall’Ispettore a verificare che la riparazione stessa sia soddi-
sfacente.
6.2.5 Nel caso in cui l’esame visivo o i controlli non Esami e controlli addizionali possono essere richiesti nei
distruttivi mettano in evidenza la presenza di difetti non singoli casi dall’Ispettore.
accettabili, i relativi giunti devono essere riparati per
un’estensione e in accordo con procedimenti da concor- 6.2.6 I controlli con ultrasuoni e con metodo magnetosco-
dare con l’Ispettore della Società. In seguito, la zona ripa- pico possono essere richiesti dall’Ispettore in casi partico-
rata deve essere sottoposta a controlli non distruttivi, con lari al fine di verificare la qualità del materiale base.

98 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 2

SEZIONE 2 DETTAGLI STRUTTURALI SPECIALI

Simboli
TB : Minima immersione della nave in zavorra, • ogni rinforzo locale
vedere Cap 5, Sez 1, [2.4.3]. • i casi in cui la verifica a fatica deve essere effettuata in
accordo con le prescrizioni specificate in Cap 7, Sez 4.
1 Generalità
1.2.2 Prescrizioni per le verifiche a fatica
Nei casi in cui la verifica a fatica deve essere effettuata, le
1.1 Applicabilità prescrizioni per il progetto specificano, vedere Cap 7,
Sez 4, [3]:
1.1.1 I dettagli strutturali speciali sono quelli caratterizzati
da geometrie complesse, eventualmente associate a ten- • le posizioni (“hot spots”) dove devono essere calcolate
sioni elevate o alternate. le tensioni e dove devono essere effettuate le verifiche a
fatica
In aggiunta, le zone della nave nelle quali essi sono situati
sono tali che l’esercizio della nave e la sicurezza comples- • le direzioni lungo le quali devono essere calcolate le
siva possono essere compromessi da una loro non soddisfa- tensioni normali
cente esecuzione. • i fattori di concentrazione delle tensioni Kh e Kl che
devono essere utilizzati per il calcolo dell’escursione di
1.1.2 Per tali dettagli, prescrizioni particolari devono tensione di “hot spot”.
essere soddisfatte durante:
• progetto 1.3 Prescrizioni per la costruzione
• costruzione
• selezione dei materiali 1.3.1 Le prescrizioni per la costruzione specificano i disal-
lineamenti e le tolleranze ammissibili, in funzione della
• saldatura
sistemazione del dettaglio e dei rinforzi locali.
• ispezione.
Lo scopo di tali prescrizioni è specificato da [1.2] a [1.6]. 1.4 Prescrizioni sui materiali

1.1.3 I dettagli strutturali speciali sono elencati in [2] 1.4.1 Le prescrizioni sui materiali specificano la qualità
insieme con le prescrizioni particolari che devono essere dei materiali da utilizzare per elementi particolari che costi-
soddisfatte. tuiscono il dettaglio, in funzione del loro processo di fabbri-
Quando ritenuto necessario sulla base dei criteri specificati cazione, del tipo di tensione al quale essi sono soggetti,
in [1.1.1], altri dettagli strutturali possono essere considerati dell’importanza del dettaglio ai fini dell’esercizio della nave
dalla Società come dettagli strutturali speciali. In tale caso, i e della sicurezza complessiva.
criteri che devono essere soddisfatti sono definiti nei singoli In aggiunta, tali prescrizioni specificano dove devono
casi dalla Società. essere effettuate le ispezioni sui materiali.

1.1.4 Per quanto non espressamente specificato in [2], 1.5 Prescrizioni sulle saldature
devono essere soddisfatte in ogni caso le prescrizioni di
questo regolamento e, in particolare, le prescrizioni specifi- 1.5.1 (1/1/2001)
cate in: Le prescrizioni sulle saldature specificano dove devono
essere adottate saldature di giunti a T a piena o a parziale
• Capitolo 4, per le norme generali di progetto e le siste-
penetrazione (vedere Sez 1, [2.4]) o altri tipi o sequenze
mazioni strutturali
particolari di saldatura. In aggiunta, tali prescrizioni specifi-
• Capitolo 7 o Capitolo 8, come applicabili, per i dimen- cano quando devono essere approvati i procedimenti di sal-
sionamenti strutturali datura.
• Capitolo 12 per la costruzione e le saldature Per alcune saldature a cordoni d'angolo è anche specificato
• Parte E e Parte F, come applicabili. lo spessore minimo richiesto per la gola della saldatura.
Siccome sia la forma del cordone di saldatura, sia le inci-
1.2 Prescrizioni per il progetto sioni marginali sono fattori che influiscono sul comporta-
mento a fatica dei dettagli strutturali, i cordoni di saldatura
1.2.1 Prescrizioni generali devono essere allungati nella direzione delle tensioni mas-
Le prescrizioni per il progetto specificano: sime e deve essere prestata adeguata cura per evitare inci-
• la geometria locale e i dimensionamenti degli elementi sioni marginali, in particolare in corrispondenza degli “hot
strutturali che costituiscono il dettaglio spots”.

Regolamenti RINA 2008 99


Parte B, Cap 12, Sez 2

1.6 Prescrizioni per le ispezioni 2.4 Navi gassiere

1.6.1 Le prescrizioni sulle ispezioni specificano dove 2.4.1 I dettagli strutturali speciali relativi a navi con Nota-
devono essere effettuati i controlli non distruttivi delle sal- zione di Servizio liquefied gas carrier sono specificati e
dature e, quando è il caso, quale tipo di controllo deve descritti in Tab 3 per varie zone della nave.
essere adottato.
Quando la sistemazione strutturale in certe zone è tale che i
dettagli specificati in Tab 3 non sono realizzabili, prescri-
2 Elenco e caratteristiche dei dettagli zioni particolari sono specificate nei singoli casi dalla
strutturali speciali Società, in funzione della sistemazione adottata.

2.1 Generalità 2.5 Navi portarinfusa


2.1.1 Questo Articolo elenca e descrive, in funzione del
2.5.1 I dettagli strutturali speciali relativi a navi con Nota-
tipo di nave, i dettagli strutturali speciali e specifica le pre-
zione di Servizio bulk carrier ESP sono specificati e descritti
scrizioni che tali dettagli devono soddisfare in accordo con
in Tab 4 per varie zone della nave.
quanto specificato da [1.2] a [1.6]. Questo è ottenuto
mediante: Quando la sistemazione strutturale in certe zone è tale che i
• la descrizione delle zone della nave dove sono situati i dettagli specificati in Tab 4 non sono realizzabili, prescri-
dettagli zioni particolari sono specificate nei singoli casi dalla
Società, in funzione della sistemazione adottata.
• la descrizione di ogni dettaglio
• le prescrizioni per le verifiche a fatica
2.6 Navi mineraliere e navi miste petroliere-
• per ogni dettaglio, un riferimento a una Tavola
portarinfusa
dell’Appendice 1 dove sono specificati sia il disegno del
dettaglio, sia le prescrizioni particolari che devono
essere soddisfatte. 2.6.1 I dettagli strutturali speciali relativi a navi con una
delle Notazioni di Servizio ore carrier ESP e combination
2.2 Dettagli relativi alle navi con fianchi a carrier ESP sono specificati e descritti in Tab 5 per varie
zone della nave.
struttura longitudinale
Quando la sistemazione strutturale in certe zone è tale che i
2.2.1 I dettagli strutturali speciali relativi alle navi con fian- dettagli specificati in Tab 5 non sono realizzabili, prescri-
chi a struttura longitudinale sono specificati e descritti in zioni particolari sono specificate nei singoli casi dalla
Tab 1. Società, in funzione della sistemazione adottata.

2.3 Navi petroliere e navi chimichiere


2.7 Navi portacontenitori
2.3.1 I dettagli strutturali speciali relativi alle navi con una
delle Notazione di Servizio oil tanker ESP e chemical 2.7.1 I dettagli strutturali speciali relativi a navi con Nota-
tanker ESP sono specificati e descritti in Tab 2 per varie zione di Servizio container ship sono specificati e descritti
zone della nave. in Tab 6 per varie zone della nave.

Quando la sistemazione strutturale in certe zone è tale che i Quando la sistemazione strutturale in certe zone è tale che i
dettagli specificati in Tab 2 non sono realizzabili, prescri- dettagli specificati in Tab 6 non sono realizzabili, prescri-
zioni particolari sono specificate nei singoli casi dalla zioni particolari sono specificate nei singoli casi dalla
Società, in funzione della sistemazione adottata. Società, in funzione della sistemazione adottata.

Tabella 1 : Navi con fianchi a struttura longitudinale - Dettagli strutturali speciali

Numero di
Verifica a Tavola di riferi-
riferimento Descrizione della zona Descrizione del dettaglio
fatica mento in App 1
della zona
1 Zona del fianco situata: Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- No Tavole da 1.1 a 1.6
• longitudinalmente, tra la para- nali del fianco con le travi rinforzate trasver-
tia del gavone di poppa e la sali
paratia di collisione
Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 1.7 a
• verticalmente, tra 0,7 TB e 1,15 nali del fianco con i rinforzi dell’anima delle L≥150m 1.13
T dalla linea di costruzione travi rinforzate trasversali

100 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 2

Tabella 2 : Navi petroliere e navi chimichiere - Dettagli strutturali speciali

Numero di
riferi- Verifica a Tavola di riferi-
Descrizione della zona Descrizione del dettaglio
mento fatica mento in App 1
della zona
1 Zona del fianco situata: Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- No Tavole da 1.1 a
• longitudinalmente, tra la para- nali del fianco con le travi rinforzate trasversali 1.6
tia del gavone di poppa e la
Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 1.7 a
paratia di collisione
nali del fianco con i rinforzi dell’anima delle L≥150m 1.13
• verticalmente, tra 0,7 TB e 1,15 travi rinforzate trasversali
T dalla linea di costruzione
2 Zona del doppio fianco e delle Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- No Tavole da 2.1 a
paratie longitudinali nella zona del nali del doppio fianco e delle paratie longitu- 2.6
carico situata verticalmente al di dinali con le travi rinforzate trasversali
sopra di metà altezza della
Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 2.7 a
cisterna, se la larghezza della
nali del doppio fianco e delle paratie longitu- L≥150m 2.13
cisterna è maggiore di 0,55B
dinali con i rinforzi dell’anima delle travi
rinforzate trasversali
3 Doppio fondo in corrispondenza Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 3.1 a
delle paratie trasversali nali del fondo e del cielo del doppio fondo L≥150m 3.3
con i madieri
Collegamento del cielo del doppio fondo con Per Tavola 3.4
le paratie trasversali o i cassonetti bassi L≥150m
4 Doppio fondo in corrispondenza Collegamento del cielo del doppio fondo con Per Tavole da 4.1 a
delle casse basse longitudinali le lamiere inclinate delle casse basse longitu- L≥150m 4.4
dinali
5 Zona inferiore delle paratie trasver- Collegamento dei cassonetti bassi con le para- Per Tavole da 5.1 a
sali con cassonetti bassi tie piane L≥150m 5.7
Collegamento dei cassonetti bassi con le para- Per Tavole da 5.8 a
tie corrugate L≥150m 5.15
(No per
5.11 e
5.15)
6 Zona inferiore del doppio fianco Collegamento delle lamiere inclinate delle Per Tavole da 6.1 a
casse basse longitudinali con il doppio fianco L≥150m 6.7

Regolamenti RINA 2008 101


Parte B, Cap 12, Sez 2

Tabella 3 : Navi gassiere - Dettagli strutturali speciali

Numero di
riferi- Verifica a Tavola di riferi-
Descrizione della zona Descrizione del dettaglio
mento fatica mento in App 1
della zona
1 Zona del fianco situata: Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- No Tavole da 1.1 a 1.6
• longitudinalmente, tra la para- nali del fianco con le travi rinforzate trasversali
tia del gavone di poppa e la
Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 1.7 a
paratia di collisione
nali del fianco con i rinforzi dell’anima delle L≥150m 1.13
• verticalmente, tra 0,7TB e 1,15T travi rinforzate trasversali
dalla linea di costruzione
3 Doppio fondo in corrispondenza Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 3.1 a 3.3
delle paratie trasversali nali del fondo e del cielo del doppio fondo L≥150m
con i madieri
Collegamento del cielo del doppio fondo con Per Tavola 3.5
le paratie trasversali a doppio fasciame L≥150m
4 Doppio fondo in corrispondenza Collegamento del cielo del doppio fondo con Per Tavole 4.5, 4.7
delle casse basse longitudinali le lamiere inclinate delle casse basse longitudi- L≥150m
nali
6 Zona inferiore del doppio fianco Collegamento delle lamiere inclinate delle Per Tavole 6.8, 6.9
casse basse longitudinali con il doppio fianco L≥150m

Tabella 4 : Navi portarinfusa - Dettagli strutturali speciali

Numero di
Verifica a Tavola di riferi-
riferimento Descrizione della zona Descrizione del dettaglio
fatica mento in App 1
della zona
3 Doppio fondo in corrispon- Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali Per L≥150m Tavole da 3.1 a 3.3
denza delle paratie trasversali del fondo e del cielo del doppio fondo con i
madieri
Collegamento del cielo del doppio fondo con Per L≥150m Tavola 3.4
le paratie trasversali o i cassonetti bassi
4 Doppio fondo in corrispon- Collegamento del cielo del doppio fondo con Per L≥150m Tavole da 4.1 a 4.4
denza delle casse basse lon- le lamiere inclinate delle casse basse longitudi-
gitudinali nali
5 Zona inferiore delle paratie Collegamento dei cassonetti bassi con le para- Per L≥150m Tavole da 5.1 a 5.7
trasversali con cassonetti tie piane
bassi
Collegamento dei cassonetti bassi con le para- Per L≥150m Tavole da 5.8 a
tie corrugate (No per 5.11, 5.15
5.15)
6 Zona inferiore del doppio Collegamento delle lamiere inclinate delle Per L≥150m Tavole da 6.1 a 6.7
fianco casse basse longitudinali con il doppio fianco
7 Costole Collegamento delle costole con le casse longi- No Tavole 7.1, 7.2
tudinali basse e alte
8 Casse alte longitudinali Collegamento delle paratie corrugate trasversali No Tavola 8.1
con le casse alte
10 Angoli delle boccaporte Fasciame del ponte in corrispondenza degli No Tavola 10.1
angoli delle boccaporte
Estremità delle mastre longitudinali delle boc- No Tavole 10.2, 10.3
caporte

102 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 2

Tabella 5 : Navi mineraliere e navi miste petroliere-portarinfusa - Dettagli strutturali speciali

Numero di
Verifica a Tavola di riferi-
riferimento Descrizione della zona Descrizione del dettaglio
fatica mento in App 1
della zona
1 Zona del fianco situata: Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- No Tavole da 1.1 a 1.6
• longitudinalmente, tra la para- nali del fianco con le travi rinforzate trasver-
tia del gavone di poppa e la sali
paratia di collisione Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 1.7 a
• verticalmente, tra 0,7TB e 1,15T nali del fianco con i rinforzi dell’anima delle L≥150m 1.13
dalla linea di costruzione travi rinforzate trasversali
3 Doppio fondo in corrispondenza Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 3.1 a 3.3
delle paratie trasversali nali del fondo e del cielo del doppio fondo L≥150m
con i madieri
Collegamento del cielo del doppio fondo Per Tavola 3.4
con le paratie trasversali o i cassonetti bassi L≥150m
4 Doppio fondo in corrispondenza Collegamento del cielo del doppio fondo Per Tavole da 4.1 a 4.4
delle casse basse longitudinali con le lamiere inclinate delle casse basse L≥150m
longitudinali
5 Zona inferiore delle paratie trasver- Collegamento dei cassonetti bassi con le Per Tavole da 5.1 a 5.7
sali con cassonetti bassi paratie piane L≥150m
Collegamento dei cassonetti bassi con le Per Tavole da 5.8 a
paratie corrugate L≥150m 5.15
(No per
5.11 e
5.15)
6 Zona inferiore del doppio fianco Collegamento delle lamiere inclinate delle Per Tavole da 6.1 a 6.7
casse basse longitudinali con il doppio L≥150m
fianco
8 Casse alte longitudinali Collegamento delle paratie trasversali corru- No Tavola 8.1
gate con le casse alte longitudinali
10 Angoli delle boccaporte Fasciame del ponte in corrispondenza degli No Tavola 10.1
angoli delle boccaporte
Estremità delle mastre longitudinali delle No Tavole 10.2, 10.3
boccaporte

Tabella 6 : Navi portacontenitori - Dettagli strutturali speciali

Numero di
Verifica a Tavola di riferi-
riferimento Descrizione della zona Descrizione del dettaglio
fatica mento in App 1
della zona
1 Zona del fianco situata: Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- No Tavole da 1.1 a 1.6
• longitudinalmente, tra la para- nali del fianco con le travi rinforzate trasver-
tia del gavone di poppa e la sali
paratia di collisione Collegamento dei rinforzi ordinari longitudi- Per Tavole da 1.7 a
• verticalmente, tra 0,7TB e 1,15T nali del fianco con i rinforzi dell’anima delle L≥150m 1.13
dalla linea di costruzione travi rinforzate trasversali
9 “Cross decks” Collegamento dei “cross decks” con le No Tavola 9.1
costole rinforzate
Collegamento tra piattabande dei “cross No Tavola 9.2
decks” e anguille
10 Angoli delle boccaporte Fasciame del ponte in corrispondenza degli No Tavola 10.1
angoli delle boccaporte
Estremità delle mastre longitudinali delle No Tavole 10.2, 10.3
boccaporte

Regolamenti RINA 2008 103


Parte B, Cap 12, Sez 3

SEZIONE 3 PROVE

1 Prove di pressatura idraulico alla sommità della cisterna), essa può essere sosti-
tuita da una prova idropneumatica.

1.1 Applicabilità La prova di robustezza deve essere eseguita in accordo con


le prescrizioni specificate in [2.2].
1.1.1 (1/7/2001)
Le seguenti prescrizioni definiscono le condizioni delle 1.2.4 Prova idropneumatica
prove di pressatura per: La prova idropneumatica è una combinazione tra la prova
di robustezza e quella pneumatica, che consiste nel riem-
• cisterne di gravità, escluse quelle indipendenti di capa- pire d’acqua la cisterna fino al suo punto più alto e, succes-
cità inferiore a 5 m3 sivamente, nell’applicare una pressione d’aria addizionale.
• strutture stagne all'acqua ed alle intemperie. La prova idropneumatica deve essere eseguita in accordo
con le prescrizioni specificate in [2.3].
Lo scopo di tali prove è verificare la tenuta stagna delle sud-
dette strutture e/o la loro robustezza. 1.2.5 Prova pneumatica
1.1.2 Le prove devono essere eseguite alla presenza di un La prova pneumatica è una prova ad aria (od altro gas) il cui
Ispettore della Società quando le strutture sono in uno sta- scopo è verificare la tenuta stagna delle strutture.
dio sufficientemente prossimo al loro completamento, in La prova pneumatica deve essere eseguita in accordo con le
modo che ogni eventuale lavoro successivo non infici né la prescrizioni specificate in [2.4].
robustezza, né la tenuta stagna delle strutture stesse.
1.2.6 Prova a getto
In particolare, le prove devono essere eseguite dopo la
sistemazione di sfoghi d’aria e tubi sonda. La prova a getto è eseguita allo scopo di verificare la tenuta
stagna di strutture che non sono soggette né a prove di
1.1.3 La Società può accettare che le prove di robustezza robustezza, né a prove pneumatiche e di altri componenti
da effettuare su una nave gemella siano limitate ad una sin- che contribuiscono alla tenuta stagna, a battente d'acqua o
gola cisterna per ciascun tipo di sistemazione strutturale. alle intemperie, dello scafo.

Comunque, nel caso in cui l’Ispettore rilevi anomalie, egli La prova a getto deve essere eseguita in accordo con le pre-
può prescrivere che il numero di prove sia incrementato o scrizioni specificate in [2.5].
che sia eseguito lo stesso numero di prove della prima nave
1.2.7 Linea limite
della serie.
La linea limite è una linea tracciata almeno 76 mm al di
sotto della superficie superiore del ponte delle paratie, a
1.2 Definizioni murata.

1.2.1 “Primer” 1.2.8 Nave gemella


Il “primer” è un idoneo strato di pitturazione applicato Una nave gemella è una nave avente dimensioni principali,
dopo la preparazione della superficie delle lamiere e prima sistemazione generale, piano di capacità e progetto struttu-
della fabbricazione, in modo da costituire una protezione rale uguali a quelli della prima nave di una serie.
contro la corrosione durante la fabbricazione stessa.

1.2.2 Pitturazione protettiva


2 Compartimenti stagni
La pitturazione protettiva è lo strato finale di pitturazione il
cui scopo è proteggere le strutture dello scafo dalla corro-
2.1 Generalità
sione.
2.1.1 Le prescrizioni specificate da [2.1] a [2.6] sono
intese, in generale, per la verifica della robustezza delle
1.2.3 Prova di robustezza
cisterne, sulla base delle condizioni di caricazione che ne
La prova di robustezza è una prova di pressatura idrostatica hanno determinato il dimensionamento.
il cui scopo è verificare la tenuta stagna delle cisterne e
l’adeguatezza del loro progetto strutturale. Qualora tale 2.1.2 Le prescrizioni generali che si applicano alla verifica
prova non possa essere condotta per oggettive difficoltà pra- di compartimenti stagni sono specificati in Tab 1, nelle
tiche (ad esempio nell’applicazione del richiesto battente quali i tipi di prova specificati sono definiti in [1.2].

104 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 3

Tabella 1 : Compartimenti stagni - Prescrizioni generali sulle prove (1/7/2007)

Compartimento o strutture
Tipo di prova Pressione della prova di robustezza Note
da sottoporre a prova
Cisterne nel doppio fondo Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti: Gli elementi strutturali che
(1) • battente d’acqua fino al punto più alto dello separano due compartimenti
sfogo d’aria adiacenti possono essere pro-
• battente d’acqua fino alla linea limite vati mediante pressatura di
uno solo dei due comparti-
menti
Cisterne nel doppio fianco Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti: Gli elementi strutturali che
(1) • battente d’acqua fino al punto più alto dello separano due compartimenti
sfogo d’aria adiacenti possono essere pro-
• battente d’acqua fino a 2,4 m al di sopra del vati mediante pressatura di
punto più alto della cisterna (5) uno solo dei due comparti-
menti
Paratie di cisterne, casse Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti (2): Gli elementi strutturali che
(1) • battente d’acqua fino al punto più alto dello separano due compartimenti
Cisterne destinate a conte- Prova di robustezza sfogo d’aria adiacenti possono essere pro-
nere combustibile • battente d’acqua fino a 2,4 m al di sopra del vati mediante pressatura di
punto più alto della cisterna (5) uno solo dei due comparti-
• battente d’acqua corrispondente alla pressione menti
di taratura delle valvole di pressione-depres-
sione, ove applicabile
Stive delle navi portarinfusa Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti:
destinate a contenere (1) • battente d’acqua fino al punto più alto dello
anche zavorra sfogo d’aria
• battente d’acqua fino a 0,9 m al di sopra
dell’orlo superiore della mastra della bocca-
porta
Gavoni di prua e di poppa Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti: La pressatura del gavone di
utilizzati come cisterne • battente d’acqua fino al punto più alto dello poppa deve essere eseguita
sfogo d’aria dopo la sistemazione
• battente d’acqua fino a 2,4 m al di sopra del dell’astuccio
punto più alto della cisterna (5)
Gavone di prua non utiliz- Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti:
zato come cisterna • massimo battente d’acqua agente in caso di
falla
• battente d’acqua fino alla linea limite
(1) La prova di robustezza può essere sostituita da una prova idropneumatica o da una prova pneumatica, eseguite in accordo con
le prescrizioni specificate in [2.3] e in [2.4], rispettivamente, purchè sia sottoposta a prova di robustezza almeno una cisterna
per ciascun tipo, scelta tenendo conto delle ipotesi di progetto e delle verifiche. In generale, non è necessario che la prova di
robustezza sia ripetuta per navi successive di una serie di nuove costruzioni identiche. Tale deroga non si applica alle strutture
di contorno di compartimenti destinati al trasporto del carico di navi con una delle Notazioni di Servizio oil tanker ESP e com-
bination carrier ESP e a cisterne destinate al trasporto di carichi segregati o di sostanze inquinanti. Se la prova di robustezza evi-
denzia debolezze strutturali o gravi carenze nella tenuta stagna non rilevate dalla prova pneumatica, tutte le cisterne devono
essere sottoposte a prova di robustezza.
(2) Ove applicabile, il punto più alto di una cisterna deve essere misurato fino al ponte, escludendo eventuali boccaportelli. In stive
destinate al trasporto di carichi liquidi o zavorra aventi grandi coperture delle boccaporte, il punto più alto di cisterna deve
essere misurato in corrispondenza dell’orlo superiore della mastra della boccaporta.
(3) La prova di robustezza può essere sostituita da una prova idropneumatica o da una prova pneumatica, eseguite in accordo con
le prescrizioni specificate in [2.3] e in [2.4], rispettivamente, quando, a giudizio della Società, queste ultime possano ritenersi
significative anche in relazione alle tecniche di costruzione e ai procedimenti di saldatura adottati.
(4) Qualora sussistano obiettive difficoltà nell’eseguire la prova a getto senza danneggiare eventuali parti di allestimento (macchi-
nari, cavi, quadri elettrici, coibentazioni, ecc.) già sistemate a bordo, la prova a getto può essere sostituita, a giudizio della
Società, da un accurato esame visivo di tutti gli attraversamenti e dei giunti saldati. Quando ritenuto necessario, possono essere
richiesti controlli con liquidi penetranti o ad ultrasuoni.
(5) Per navi aventi lunghezza minore di 40 m, 2,4 m può essere sostituito da 0,3H con 0,9 ≤ 0,3 H ≤ 2,4, dove H è l’altezza del
compartimento, in m.
(6) Porte stagne sono quelle definite nella Parte F, Cap 11, Sez 11, [2.1.6]b).
(7) I mezzi di chiusura devono essere sottoposti a una prova a getto dopo che sono stati sistemati a bordo.

Regolamenti RINA 2008 105


Parte B, Cap 12, Sez 3

Compartimento o strutture
Tipo di prova Pressione della prova di robustezza Note
da sottoporre a prova
Gavone di poppa non uti- Prova pneumatica
lizzato come cisterna
Intercapedini Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti:
(3) • battente d’acqua fino al punto più alto dello
sfogo d’aria
• battente d’acqua fino a 2,4 m al di sopra del
punto più alto della cisterna (5)
Paratie stagne di comparti- Prova a getto (4)
mentazione
Porte stagne situate al di Prova di robustezza Quella indotta dal battente d’acqua fino al ponte La prova deve essere effet-
sotto del ponte di bordo delle paratie tuata prima che la nave entri
libero o del ponte delle in servizio, prima o dopo che
paratie (6) (7) la porta sia sistemata a bordo
(ved. [2.7])
Timoni a doppio fasciame Prova pneumatica
Gallerie degli alberi che Prova a getto
non delimitano cisterne
Portelloni a fasciame Prova a getto
Coperture stagne delle boc- Prova a getto
caporte di stive di navi
aventi Notazione di Servi-
zio bulk carrier ESP
Coperture stagne delle boc- Prova di robustezza Quella indotta dal maggiore tra i seguenti: Deve essere sottoposto a
caporte di stive di navi (1) • battente d’acqua fino a 2,4 m al di sopra prova almeno una copertura
aventi Notazione di Servi- dell’orlo superiore della mastra della bocca- delle boccaporte ogni due
zio combination carrier porta
ESP • battente d’acqua corrispondente alla pressione
di taratura delle valvole di pressione-depres-
sione, ove applicabile
Coperture delle boccaporte Prova a getto
stagne alle intemperie e
altri mezzi di chiusura
Pozzo catene (se posto a Prova di robustezza Quella indotta dal battente d’acqua fino al punto
poppavia della paratia di più alto del pozzo catene
collisione)
(1) La prova di robustezza può essere sostituita da una prova idropneumatica o da una prova pneumatica, eseguite in accordo con
le prescrizioni specificate in [2.3] e in [2.4], rispettivamente, purchè sia sottoposta a prova di robustezza almeno una cisterna
per ciascun tipo, scelta tenendo conto delle ipotesi di progetto e delle verifiche. In generale, non è necessario che la prova di
robustezza sia ripetuta per navi successive di una serie di nuove costruzioni identiche. Tale deroga non si applica alle strutture
di contorno di compartimenti destinati al trasporto del carico di navi con una delle Notazioni di Servizio oil tanker ESP e com-
bination carrier ESP e a cisterne destinate al trasporto di carichi segregati o di sostanze inquinanti. Se la prova di robustezza evi-
denzia debolezze strutturali o gravi carenze nella tenuta stagna non rilevate dalla prova pneumatica, tutte le cisterne devono
essere sottoposte a prova di robustezza.
(2) Ove applicabile, il punto più alto di una cisterna deve essere misurato fino al ponte, escludendo eventuali boccaportelli. In stive
destinate al trasporto di carichi liquidi o zavorra aventi grandi coperture delle boccaporte, il punto più alto di cisterna deve
essere misurato in corrispondenza dell’orlo superiore della mastra della boccaporta.
(3) La prova di robustezza può essere sostituita da una prova idropneumatica o da una prova pneumatica, eseguite in accordo con
le prescrizioni specificate in [2.3] e in [2.4], rispettivamente, quando, a giudizio della Società, queste ultime possano ritenersi
significative anche in relazione alle tecniche di costruzione e ai procedimenti di saldatura adottati.
(4) Qualora sussistano obiettive difficoltà nell’eseguire la prova a getto senza danneggiare eventuali parti di allestimento (macchi-
nari, cavi, quadri elettrici, coibentazioni, ecc.) già sistemate a bordo, la prova a getto può essere sostituita, a giudizio della
Società, da un accurato esame visivo di tutti gli attraversamenti e dei giunti saldati. Quando ritenuto necessario, possono essere
richiesti controlli con liquidi penetranti o ad ultrasuoni.
(5) Per navi aventi lunghezza minore di 40 m, 2,4 m può essere sostituito da 0,3H con 0,9 ≤ 0,3 H ≤ 2,4, dove H è l’altezza del
compartimento, in m.
(6) Porte stagne sono quelle definite nella Parte F, Cap 11, Sez 11, [2.1.6]b).
(7) I mezzi di chiusura devono essere sottoposti a una prova a getto dopo che sono stati sistemati a bordo.

106 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 3

Compartimento o strutture
Tipo di prova Pressione della prova di robustezza Note
da sottoporre a prova
Cisterne indipendenti dalla Prova di robustezza Quella indotta dal battente d’acqua fino al punto
struttura dello scafo più alto dello sfogo d’aria, da assumere non
minore di 0,90 m dal punto più alto della cisterna
Condotti per la movimenta- Prova di robustezza Quella indotta dal battente d’acqua corrispon-
zione della zavorra dente alla pressione massima delle pompe di
zavorra
(1) La prova di robustezza può essere sostituita da una prova idropneumatica o da una prova pneumatica, eseguite in accordo con
le prescrizioni specificate in [2.3] e in [2.4], rispettivamente, purchè sia sottoposta a prova di robustezza almeno una cisterna
per ciascun tipo, scelta tenendo conto delle ipotesi di progetto e delle verifiche. In generale, non è necessario che la prova di
robustezza sia ripetuta per navi successive di una serie di nuove costruzioni identiche. Tale deroga non si applica alle strutture
di contorno di compartimenti destinati al trasporto del carico di navi con una delle Notazioni di Servizio oil tanker ESP e com-
bination carrier ESP e a cisterne destinate al trasporto di carichi segregati o di sostanze inquinanti. Se la prova di robustezza evi-
denzia debolezze strutturali o gravi carenze nella tenuta stagna non rilevate dalla prova pneumatica, tutte le cisterne devono
essere sottoposte a prova di robustezza.
(2) Ove applicabile, il punto più alto di una cisterna deve essere misurato fino al ponte, escludendo eventuali boccaportelli. In stive
destinate al trasporto di carichi liquidi o zavorra aventi grandi coperture delle boccaporte, il punto più alto di cisterna deve
essere misurato in corrispondenza dell’orlo superiore della mastra della boccaporta.
(3) La prova di robustezza può essere sostituita da una prova idropneumatica o da una prova pneumatica, eseguite in accordo con
le prescrizioni specificate in [2.3] e in [2.4], rispettivamente, quando, a giudizio della Società, queste ultime possano ritenersi
significative anche in relazione alle tecniche di costruzione e ai procedimenti di saldatura adottati.
(4) Qualora sussistano obiettive difficoltà nell’eseguire la prova a getto senza danneggiare eventuali parti di allestimento (macchi-
nari, cavi, quadri elettrici, coibentazioni, ecc.) già sistemate a bordo, la prova a getto può essere sostituita, a giudizio della
Società, da un accurato esame visivo di tutti gli attraversamenti e dei giunti saldati. Quando ritenuto necessario, possono essere
richiesti controlli con liquidi penetranti o ad ultrasuoni.
(5) Per navi aventi lunghezza minore di 40 m, 2,4 m può essere sostituito da 0,3H con 0,9 ≤ 0,3 H ≤ 2,4, dove H è l’altezza del
compartimento, in m.
(6) Porte stagne sono quelle definite nella Parte F, Cap 11, Sez 11, [2.1.6]b).
(7) I mezzi di chiusura devono essere sottoposti a una prova a getto dopo che sono stati sistemati a bordo.

2.2 Prova di robustezza 2.3 Prova idropneumatica

2.2.1 La prova di robustezza può essere effettuata prima o 2.3.1 Quando sono effettuate prove idropneumatiche, le
dopo il varo. condizioni di prova devono simulare, per quanto possibile,
la caricazione effettiva della cisterna.
2.2.2 La prova di robustezza può essere eseguita dopo Il valore di pressione d’aria addizionale è assegnato a giudi-
l’applicazione del “primer”. zio della Società, ma deve essere almeno pari al valore spe-
cificato in [2.4.2] per la prova pneumatica.
2.2.3 La prova di robustezza può anche essere eseguita Nell’esecuzione della prova idropneumatica, devono essere
dopo l'applicazione della pitturazione protettiva, a condi-
adottate le stesse misure di sicurezza specificate (vedere
zione che sia soddisfatta almeno una delle seguenti condi- [2.4.2]) per la prova pneumatica.
zioni:
• prima dell'applicazione della pitturazione protettiva, 2.4 Prova pneumatica
tutte le saldature siano state completate e sottoposte ad
accurato esame visivo a soddisfazione dell’Ispettore 2.4.1 La tenuta stagna delle saldature deve essere verifi-
della Società cata mediante applicazione di una soluzione liquida di pro-
• prima dell'applicazione della pitturazione protettiva, sia vata efficacia, quale una soluzione di acqua e sapone.
stata eseguita una prova pneumatica.
2.4.2 Quando deve essere effettuata la prova pneumatica,
in accordo con le prescrizioni specificate in Tab 1, tale
A meno che non sia eseguita una prova pneumatica, la
prova deve essere eseguita applicando una pressione d'aria
prova di robustezza deve comunque essere eseguita prima
dell'applicazione della pitturazione protettiva per verifi- pari a 0,15.105 Pa.
care: Si raccomanda che, prima di verificare la tenuta stagna
delle saldature, la pressione d'aria sia fatta salire a 0,2.105
• tutte le saldature di blocco, sia quelle eseguite manual-
Pa e mantenuta stabile a tale valore per circa 1 ora, facendo
mente, sia quelle eseguite con procedimenti automatici
in modo che il numero di persone nelle vicinanze della
• le saldature d'angolo eseguite manualmente tra le strut- struttura in prova sia ridotto al minimo indispensabile;
ture di contorno di cisterne e tutte le saldature a pene- dopodichè la pressione deve essere abbassata al valore di
trazione eseguite manualmente. prova.

Regolamenti RINA 2008 107


Parte B, Cap 12, Sez 3

La verifica della tenuta stagna delle saldature può essere Porte con tenute metalliche: Perdita massima 1 l/min
condotta dopo che la pressione si è stabilizzata a 0,2.105 Perdite ridotte, come sottoindicato, possono essere accet-
Pa, senza abbassarla al valore di prova, se, a giudizio della tate nel caso di prove di pressatura di grandi porte, siste-
Società, ciò non comporta alcun pericolo per le persone mate in spazi per il carico, munite di tenute con
che eseguono la prova. guarnizione oppure di porte a ghigliottina sistemate in con-
dotte di servizio:
2.4.3 Al fine di controllare la pressione all’interno del
compartimento in prova e di evitare sovrapressioni, esso Rateo di perdita (l/min) =(P + 4,572) h3 / 6568
deve essere collegato ad un tubo ad U pieno d'acqua fino dove:
ad un’altezza corrispondente alla pressione di prova.
P = perimetro dell'apertura della porta, in m
La sezione trasversale di tale tubo ad U deve essere mag-
giore di quella del tubo di adduzione dell'aria compressa. h = battente d'acqua di prova, in m
Inoltre, la pressione di prova deve essere controllata per Tuttavia, nel caso di porte per le quali il battente d'acqua
mezzo di un manometro campione. assunto per la determinazione dei suoi dimensionamenti
non supera 6,1 m, il rateo di perdita può essere assunto pari
Altri mezzi di controllo della pressione possono essere uti-
a 0,375 l/min se questo valore risulta maggiore di quello
lizzati purché questi siano ritenuti ugualmente attendibili a
calcolato con la formula sopraindicata.
soddisfazione dell’Ispettore della Società.
Per le porte delle navi passeggeri che sono normalmente
2.4.4 La prova pneumatica deve essere eseguita, prima aperte ed utilizzate durante la navigazione e che risultano
dell'applicazione della pitturazione protettiva, per verifi- immerse al galleggiamento relativo all'equilibrio o negli
care le saldature d'angolo tra le strutture di contorno delle stadi di allagamento intermedio, deve essere eseguita una
cisterne e le saldature a penetrazione e di blocco con esclu- prova su di un prototipo, su ciascun lato della porta, per
sione di quelle eseguite con procedimenti automatici. controllare la corretta chiusura della porta sottoposta ad
Può essere richiesto, a soddisfazione dell’Ispettore, che un carico equivalente ad un battente d'acqua di almeno 1
alcuni tratti delle saldature di blocco eseguite con procedi- m al disopra della soglia della porta misurato sul piano di
menti automatici e delle saldature di costruzione dei bloc- simmetria verticale della stessa.
chi eseguite manualmente o con procedimenti automatici 2.7.2 (1/7/2007)
siano sottoposte a prova pneumatica prima dell'applica- Nel caso di grandi porte utilizzate nelle dimensioni di com-
zione della pitturazione preventiva, tenendo conto delle partimentazione stagna di locali del carico, l’accettazione
procedure di controllo della qualità messe in atto dal Can- di una verifica di calcolo strutturale, anzichè l’esecuzione
tiere. della prova di pressatura, può essere valutata nei singoli
La prova di pressatura eseguita per verificare le altre salda- casi.
ture può essere eseguita dopo l’applicazione della pittura- Quando tali porte utilizzano tenute con guarnizioni deve
zione protettiva, a condizione che tali saldature siano state essere eseguito un test su prototipo per confermare che la
sottoposte ad accurato esame visivo a soddisfazione compressione sul materiale della guarnizione può assorbire
dell’Ispettore. tutte le deformazioni evidenziate dall’analisi strutturale.
2.4.5 Metodi di prova differenti da quello sopra descritto,
la cui validità sia stata riconosciuta, possono essere accet- 3 Varie
tati a soddisfazione dell’Ispettore.
3.1 Ponti stagni, cofani, gallerie e condotte
2.5 Prova a getto di ventilazione a tenuta stagna
2.5.1 Quando è richiesta la prova a getto al fine di verifi- 3.1.1 Dopo la costruzione, i ponti stagni devono essere
care la tenuta stagna delle strutture, come specificato in sottoposti a prova a getto o a prova con allagamento; i
Tab 1, la pressione minima del tubo, pari ad almeno 2,0.105 cofani, le gallerie e le condotte di ventilazione che devono
Pa, deve essere applicata da una distanza inferiore o uguale essere a tenuta stagna devono essere sottoposti a prova a
a 1,5 m. getto.
La bocca di efflusso deve avere diametro superiore o uguale
a 12 mm. 3.2 Porte in paratie situate al di sopra del
ponte delle paratie
2.6 Altri tipi di prova
3.2.1 Le porte devono essere progettate e costruite come
2.6.1 Altri tipi di prova possono essere accettati, a giudizio porte stagne alle intemperie e, dopo la loro installazione,
della Società, sulla base di criteri di equivalenza. devono essere sottoposte a prova a getto da ciascun lato al
fine di verificarne la tenuta stagna alle intemperie.
2.7 Criteri di accettabilità per le porte stagne
2.7.1 (1/7/2007) 3.3 Porte semi-stagne
Si applicano i seguenti criteri di accettazione delle perdite: 3.3.1 Le porte semi-stagne sono definite in Parte F, Cap 11,
Porte con guarnizioni: Nessuna perdita Sez 11, [3.1.6] b).

108 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, Sez 3

Tali mezzi di chiusura devono essere sottoposti a una prova 4 Prove di funzionamento
di robustezza in sede di fabbricazione. Il battente d’acqua
deve essere fino alla massima superficie di galleggiamento
4.1 Prova di funzionamento dell’apparec-
in caso di falla, all’equilibrio negli stadi intermedi di allaga-
mento. La durata della prova deve essere di almeno 30 min. chio di salpamento
La fuoriuscita di circa 100 l/ora è considerata accettabile 4.1.1 Dopo la sistemazione a bordo, deve essere eseguita
per aperture di 1,35 m2. la prova di funzionamento dell’apparecchio di salpamento
I mezzi di chiusura devono essere oggetti a prova a getto alla presenza di un Ispettore della Società.
dopo la loro sistemazione a bordo.
4.1.2 La prova deve dimostrare che l’apparecchio è con-
forme alle prescrizioni specificate in Cap 10, Sez 4, [3.7] e,
3.4 Timoni con mantello in particolare, che esso funziona correttamente e ha
3.4.1 A costruzione ultimata, il mantello deve essere sotto- potenza sufficiente a salpare contemporaneamente ambe-
posto ad una prova pneumatica. due le ancore di posta (esclusa la rientrata in cubia) sospese
ciascuna a 55 m di catena, in non più di 6 min.

4.1.3 Quando sono usati due argani agenti separatamente


su ciascuna catena, la prova di salpamento deve essere ese-
guita per entrambi salpando un’ancora sospesa a 82,5 m di
catena, ed accertando che il tempo necessario per tale sal-
pamento (esclusa la rientrata in cubia) sia minore di o
uguale a 9 min.

Regolamenti RINA 2008 109


Parte B, Cap 12, App 1

APPENDICE 1 TAVOLE DI RIFERIMENTO PER I DETTAGLI


STRUTTURALI SPECIALI

1 Contenuti

1.1 Generalità
1.1.1 La presente appendice contiene le tavole di riferi-
mento per i dettagli strutturali speciali di cui alla Sez 2.

110 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del fianco Foglio 1.1
e 1,15T dalla linea di con le travi rinforzate trasversali - Collegamento senza
costruzione mascherina.

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata


trasversale

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in
accordo con Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se Esame visivo 100%
sistemato, il suo disallineamento m rispetto all’anima
del longitudinale deve essere < a / 50.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di
intagli acuti.
• Al giunto a T tra anima della trave e longitudinale
distacco non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature.
- giunto a T tra anima della trave e longitudinale: saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7]; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra anima della trave e fasciame del fianco: alle estremità
giunto saldare in giro all’anima della trave in corrispondenza dei fori su di essa, evitando di bruciarne i
lembi.

Regolamenti RINA 2008 111


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.2
e 1,15T dalla linea di fianco con le travi rinforzate trasversali - Mascherina da
costruzione un lato

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata


trasversale
tCP = spessore della mascherina

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in
accordo con Cap 4, Sez 3, [4.7].

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il Esame visivo 100%
suodisallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve
essere < a / 50.
• Disallineamento tra anima della trave e mascherina ≤ tCP.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di intagli
acuti.

• Ai giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra


mascherina e longitudinale, distacco tra i due elementi non
maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature.
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra mascherina e longitudinale e giunto a
sovrapposizione tra mascherina e trave: saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra anima della trave e fasciame del fianco: alle
estremità giunto saldare in giro all’anima della trave in corrispondenza dei fori su di essa, evitando di
bruciarne i lembi.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

112 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.3
e 1,15T dalla linea di fianco con le travi rinforzate trasversali - Mascherina
costruzione su un lato, estesa fino al fasciame

Sezione A - A

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata trasversale


tCP = spessore della mascherina
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in accordo
con Cap 4, 3, [4.7].

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il suo Esame visivo 100%
disallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve
essere < a / 50.
• Disallineamento tra anima della trave e mascherina ≤ tCP.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di intagli acuti.
• Ai giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra
mascherina e longitudinale, distacco tra i due elementi non
maggiore di 4 mm.

SALDATURE E MATERIALI:

• Prescrizioni sulle saldature.


- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra mascherina e longitudinale e giunto a
sovrapposizione tra mascherina e trave: saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunto a T tra mascherina e fasciame del fianco: vedere sezione A-A,
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra anima della trave e fasciame del fianco: alle
estremità giunto saldare in giro all’anima della trave in corrispondenza dei fori su di essa, evitando di
bruciarne i lembi.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

Regolamenti RINA 2008 113


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.4
e 1,15T dalla linea di fianco con le travi rinforzate trasversali - Due
costruzione mascherine

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata trasversale


tCP = spessore della mascherina

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in accordo con
Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il suo Esame visivo 100%
disallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve essere < a /
50.
• Disallineamento tra le mascherine contrapposte, al traverso del
longitudinale, ≤ tCP / 2.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di intagli acuti.
• Ai giunti a T tra mascherine e longitudinale fianco, distacco tra i due
elementi non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature.
- gunti a T tra mascherine e longitudinale e giunto a sovrapposizione tra mascherine e trave: saldatura
continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- evitare di bruciare i lembi dell’anima della trave.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

114 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.5
e 1,15T dalla linea di fianco con le travi rinforzate trasversali - Mascherine sui
costruzione due lati del longitudinale, estese fino al fasciame

Sezione A - A

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata trasversale


tCP = spessore della mascherina
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in accordo Analisi a fatica non richiesta.
con Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il suo Esame visivo 100%
disallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve
essere < a / 50.
• Disallineamento tra le mascherine contrapposte, al traverso del
longitudinale, ≤ tCP / 2.
• Lembi dei fori di passaggio praticati sull’anima della trave privi di
intagli acuti.
• Ai giunti a T tra mascherine e longitudinale, distacco tra i due
elementi non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
- giunti a T tra mascherine e longitudinale e giunti a sovrapposizione tra mascherine e trave: saldatura
continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra mascherine e fasciame del fianco: vedere sezione A-A,
- evitare di bruciare i lembi dell’anima della trave.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

Regolamenti RINA 2008 115


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento stagno dei rinforzi ordinari longitudinali Foglio 1.6
e 1,15T dalla linea di del fianco coi diaframmi del fianco o con le paratie
costruzione trasversali - Esempio di mascherina stagna

Sezione A - A

tW = spessore del diaframma o della paratia trasversale


tL = spessore della mascherina
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d = 30 ÷ 60 mm. Analisi a fatica non richiesta.
• tL ≥ tW.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo del diaframma o della paratia non richiesto. Se • Esame visivo 100%
sistemato, il suo disallineamento m rispetto all’anima del
longitudinale deve essere < a / 50. • Giunti a sovrapposizione: esame
magnetoscopico o con liquidi penetranti,
• Disallineamento tra le mascherine contrapposte, al traverso se ritenuto necessario in relazione alla
del longitudinale, ≤ tCP / 2. qualità della saldatura.

• Diasallineamento ai giunti testa a testa tra parti delle


mascherine ≤ tL / 5.
• Distacco tra fasciame della paratia o del diaframma e
mascherine non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature :
- giunti a T tra mascherina e longitudinale e giunti a sovrapposizione tra mascherina e fasciame: saldatura
continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra mascherina e fasciame del fianco: vedere sezionie A-A,
- sequenza di saldatura: da c a g (vedere schizzo).

116 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.7
e 1,15T dalla linea di fianco coi rinforzi dell’anima delle travi rinforzate
costruzione trasversali - Senza squadre (1/1/2001)

t = minor spessore tra quelli di:


- anima del longitudinale,
- rinforzo dell’anima della
"HOT trave.
SPOTS"

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica richiesta nel caso di
d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore
L ≥ 150 m:
massimo di 35 mm.
Kh = 1,3
Kl = 1,65
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale e il rinforzo dell'anima della trave deve in generale
essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di longitudinali a bulbo,
in generale può essere accettato un disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

Regolamenti RINA 2008 117


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.8
e 1,15T dalla linea di fianco coi rinforzi dell’anima delle travi rinforzate
costruzione trasversali - Squadra lato fasciame, contrapposta al (1/1/2001)
rinforzo

"HOT
SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• La squadra deve essere simmetrica.
− per 2 ≤ α < 2,5 Kh = 1,2
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone
Kl = 1,4
di saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm.
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un − per α ≥ 2,5 Kh = 1,15
valore massimo di 35 mm Kl = 1,4
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.

SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

118 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.9
e 1,15T dalla linea di fianco coi rinforzi dell’anima delle travi rinforzate
costruzione trasversali - Squadra lato fasciame contrapposta al (1/1/2001)
rinforzo, raccordata

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
- per 2 ≤ α < 2,5 Kh = 1,15
• La squadra deve essere simmetrica.
Kl = 1,35
• R ≥ 1,5 (α - 1) hW
- per α ≥ 2,5 Kh = 1,1
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone
di saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. Kl = 1,35
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un
valore massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

Regolamenti RINA 2008 119


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.10
e 1,15T dalla linea di fianco coi rinforzi dell’anima delle travi rinforzate
costruzione trasversali - Squadra lato rinforzo (1/1/2001)

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• La squadra deve essere simmetrica.
- per 2 ≤ α < 2,5 Kh = 1,3
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone di
Kl = 1,55
saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm.
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore - per α ≥ 2,5 Kh = 1,25
massimo di 35 mm Kl = 1,5
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

120 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.11
e 1,15T dalla linea di fianco coi rinforzi dell’anima delle travi rinforzate
costruzione trasversali - Squadra lato rinforzo, raccordata (1/1/2001)

"HOT
SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α≥2 Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• La squadra deve essere simmetrica.
- per 2 ≤ α < 2,5: Kh = 1,25
• R ≥ 1,5 (α - 1) hW
Kl = 1,5
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone
di saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. - per α ≥ 2,5 Kh = 1,2
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un Kl = 1,45
valore massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

Regolamenti RINA 2008 121


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.12
e 1,15T dalla linea di fianco coi rinforzi dell’anima delle travi rinforzate
costruzione trasversali - Due squadre (lato fasciame e lato rinforzo) (1/1/2001)

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• β ≥ 1.
- per 2 ≤ α < 2,5 e 1 ≤ β < 1,5:
• Le squadre devono essere simmetriche.
Kh = Kl = 1,15
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone di
saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. - per α ≥ 2,5 e β ≥ 1,5:
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore Kh = Kl = 1,1
massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.
• Prescrizioni sui materiali:
- l’acciaio delle squadre deve essere di tipo non inferiore a quello dei longitudinali.

122 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI CON FIANCHI A STRUTTURA LONGITUDINALE
AREA 1: Fianco tra 0,7 TB Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 1.13
e 1,15T dalla linea di fianco coi rinforzi dell’anima delle travi rinforzate
costruzione trasversali - Due squadre (lato fasciame e lato (1/1/2001)
rinforzo), raccordate

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati


DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥
• β ≥ 1. 150 m:

• Le squadre devono essere simmetriche. - per 2 ≤ α < 2,5 e 1 ≤ β < 1,5:


• R1 ≥ 1,5 (α - 1) hW Kh = Kl = 1,1
• R2 ≥ 1,5 β hW
- per α ≥ 2,5 e β ≥ 1,5:
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone di
saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. Kh = Kl = 1,05
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore
massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello del
rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve in
generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di longitudinali
a bulbo, in generale può essere accettato un disallineamento di 0,8
t.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.
• Prescrizioni sui materiali:
- l’acciaio delle squadre deve essere di tipo non inferiore a quello dei longitudinali.

Regolamenti RINA 2008 123


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.1
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale con le travi
sopra di 0,5H rinforzate trasversali - Collegamento senza mascherina.

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata


trasversale

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in
accordo con Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se Esame visivo 100%
sistemato, il suo disallineamento m rispetto all’anima
del longitudinale deve essere < a / 50.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di
intagli acuti.
• Al giunto a T tra anima della trave e longitudinale
distacco non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature.
- giunto a T tra anima della trave e longitudinale: saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7]; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra anima della trave e fasciame del doppio fianco o della
paratia longitudinale: alle estremità giunto saldare in giro all’anima della trave in corrispondenza dei fori su
di essa, evitando di bruciarne i lembi.

124 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.2
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale con le travi
sopra di 0,5H rinforzate trasversali - Mascherina da un lato

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata


trasversale
tCP = spessore della mascherina

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in
accordo con Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il Esame visivo 100%
suodisallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve
essere < a / 50.
• Disallineamento tra anima della trave e mascherina ≤ tCP.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di intagli
acuti.
• Ai giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra
mascherina e longitudinale, distacco tra i due elementi non
maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature.
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra mascherina e longitudinale e giunto a
sovrapposizione tra mascherina e trave: saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra anima della trave e fasciame del doppio fianco o
della paratia longitudinale: alle estremità giunto saldare in giro all’anima della trave in corrispondenza
dei fori su di essa, evitando di bruciarne i lembi.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

Regolamenti RINA 2008 125


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.3
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale con le travi
sopra di 0,5H rinforzate trasversali - Mascherina su un lato, estesa
fino al fasciame

Sezione A - A

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata trasversale


tCP = spessore della mascherina

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in accordo
con Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il suo Esame visivo 100%
disallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve
essere < a / 50.
• Disallineamento tra anima della trave e mascherina ≤ tCP.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di intagli acuti.
• Ai giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra
mascherina e longitudinale, distacco tra i due elementi non
maggiore di 4 mm.

SALDATURE E MATERIALI:

• Prescrizioni sulle saldature.


- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra mascherina e longitudinale e giunto a
sovrapposizione tra mascherina e trave: saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunto a T tra mascherina e fasciame del doppio fianco o della paratia longitudinale: vedere sezione
A-A,
- giunti a T tra anima della trave e longitudinale e tra anima della trave e fasciame del doppio fianco o
della paratia longitudinale: alle estremità giunto saldare in giro all’anima della trave in corrispondenza
dei fori su di essa, evitando di bruciarne i lembi.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

126 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.4
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale con le travi
sopra di 0,5H rinforzate trasversali - Due mascherine

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata trasversale


tCP = spessore della mascherina

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica non richiesta.
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in accordo con
Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il suo Esame visivo 100%
disallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve essere < a /
50.
• Disallineamento tra le mascherine contrapposte, al traverso del
longitudinale, ≤ tCP / 2.
• Lembi dei fori praticati sull’anima della trave privi di intagli acuti.
• Ai giunti a T tra mascherine e longitudinale, distacco tra i due elementi
non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature.
- gunti a T tra mascherine e longitudinale e giunto a sovrapposizione tra mascherine e trave: saldatura
continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, 2.3.7 ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- evitare di bruciare i lembi dell’anima della trave.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

Regolamenti RINA 2008 127


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.5
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale con le travi
sopra di 0,5H rinforzate trasversali - Mascherine sui due lati del
longitudinale, estese fino al fasciame

Sezione A - A

tW = spessore dell’anima della trave rinforzata trasversale


tCP = spessore della mascherina

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Area netta della sezione del rinforzo dell’anima della trave in accordo Analisi a fatica non richiesta.
con Cap 4, Sez 3, [4.7].
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo dell’anima della trave non richiesto. Se sistemato, il suo Esame visivo 100%
disallineamento m rispetto all’anima del longitudinale deve
essere < a / 50.
• Disallineamento tra le mascherine contrapposte, al traverso del
longitudinale, ≤ tCP / 2.
• Lembi dei fori di passaggio praticati sull’anima della trave privi di
intagli acuti.
• Ai giunti a T tra mascherine e longitudinale, distacco tra i due
elementi non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
- giunti a T tra mascherine e longitudinale e giunti a sovrapposizione tra mascherine e trave: saldatura
continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra mascherine e fasciame del doppio fianco o della paratia longitudinale: vedere sezione A-A,
- evitare di bruciare i lembi dell’anima della trave.
• Giunto a sovrapposizione: eseguire la saldatura d’angolo tutt’in giro alla sovrapposizione.

128 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento stagno dei rinforzi ordinari longitudinali Foglio 2.6
paratie longitudinali al di del doppio fianco o della paratia longitudinale coi
sopra di 0,5H diaframmi del fianco o con le paratie trasversali -
Esempio di mascherina stagna

Sezione A - A

tW = spessore del diaframma o della paratia trasversale


tL = spessore della mascherina

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d = 30 ÷ 60 mm. Analisi a fatica non richiesta.
• tL ≥ tW.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Rinforzo del diaframma o della paratia non richiesto. Se • Esame visivo 100%
sistemato, il suo disallineamento m rispetto all’anima del
longitudinale deve essere < a / 50. • Giunti a sovrapposizione: esame
magnetoscopico o con liquidi penetranti,
• Disallineamento tra le mascherine contrapposte, al traverso se ritenuto necessario in relazione alla
del longitudinale, ≤ tCP / 2. qualità della saldatura.

• Diasallineamento ai giunti testa a testa tra parti delle


mascherine ≤ tL / 5.
• Distacco tra fasciame della paratia o del diaframma e
mascherine non maggiore di 4 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature :
- giunti a T tra mascherina e longitudinale e giunti a sovrapposizione tra mascherina e fasciame: saldatura
continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d’angolo in accordo con Cap 12, Sez 1, [2.3.7] ; nel caso di distacco g tra i due elementi
maggiore di 2 mm, aumentare la gola di 0,7(g-2) mm,
- giunti a T tra mascherina e fasciame del doppio fianco o della paratia longitudinale: vedere sezione A-A,
- sequenza di saldatura: da c a g (vedere schizzo).

Regolamenti RINA 2008 129


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.7
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale coi rinforzi
sopra di 0,5H dell’anima delle travi rinforzate trasversali - Senza (1/1/2001)
squadre

t = minor spessore tra quelli di:


- anima del longitudinale,
- rinforzo dell’anima della
"HOT SPOTS" trave.

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica richiesta nel caso di
d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore
L ≥ 150 m:
massimo di 35 mm.
Kh = 1,3
Kl = 1,65
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale e il rinforzo dell'anima della trave deve in generale
essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di longitudinali a bulbo,
in generale può essere accettato un disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

130 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.8
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale coi rinforzi
sopra di 0,5H dell’anima delle travi rinforzate trasversali - Squadra (1/1/2001)
lato fasciame, contrapposta al rinforzo

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• La squadra deve essere simmetrica.
− per 2 ≤ α < 2,5 Kh = 1,2
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone
Kl = 1,4
di saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm.
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un − per α ≥ 2,5 Kh = 1,15
valore massimo di 35 mm Kl = 1,4
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.

SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

Regolamenti RINA 2008 131


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.9
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale coi rinforzi
sopra di 0,5H dell’anima delle travi rinforzate trasversali - Squadra (1/1/2001)
lato fasciame contrapposta al rinforzo, raccordata

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
- per 2 ≤ α < 2,5 Kh = 1,15
• La squadra deve essere simmetrica.
Kl = 1,35
• R ≥ 1,5 (α - 1) hW
- per α ≥ 2,5 Kh = 1,1
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone
di saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. Kl = 1,35
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un
valore massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

132 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.10
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale coi rinforzi
sopra di 0,5H dell’anima delle travi rinforzate trasversali - Squadra (1/1/2001)
lato rinforzo

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• La squadra deve essere simmetrica.
- per 2 ≤ α < 2,5 Kh = 1,3
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone di
Kl = 1,55
saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm.
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore - per α ≥ 2,5 Kh = 1,25
massimo di 35 mm Kl = 1,5
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

Regolamenti RINA 2008 133


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.11
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale coi rinforzi
sopra di 0,5H dell’anima delle travi rinforzate trasversali - Squadra (1/1/2001)
lato rinforzo, raccordata

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α≥2 Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• La squadra deve essere simmetrica.
- per 2 ≤ α < 2,5: Kh = 1,25
• R ≥ 1,5 (α - 1) hW
Kl = 1,5
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone
di saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. - per α ≥ 2,5 Kh = 1,2
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un Kl = 1,45
valore massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

134 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.12
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale coi rinforzi
sopra di 0,5H dell’anima delle travi rinforzate trasversali - Due (1/1/2001)
squadre (lato fasciame e lato rinforzo)

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
m:
• β ≥ 1.
- per 2 ≤ α < 2,5 e 1 ≤ β < 1,5:
• Le squadre devono essere simmetriche.
Kh = Kl = 1,15
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone di
saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. - per α ≥ 2,5 e β ≥ 1,5:
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore Kh = Kl = 1,1
massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello
del rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve
in generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.
• Prescrizioni sui materiali:
- l’acciaio delle squadre deve essere di tipo non inferiore a quello dei longitudinali.

Regolamenti RINA 2008 135


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE E NAVI CHIMICHIERE
AREA 2: Doppio fianco e Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 2.13
paratie longitudinali al di doppio fianco o della paratia longitudinale coi rinforzi
sopra di 0,5H dell’anima delle travi rinforzate trasversali - Due (1/1/2001)
squadre (lato fasciame e lato rinforzo), raccordate

"HOT SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati


DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• α ≥ 2. Analisi a fatica richiesta nel caso di
• β ≥ 1. L ≥ 150 m:

• Le squadre devono essere simmetriche. - per 2 ≤ α < 2,5 e 1 ≤ β < 1,5:


• R1 ≥ 1,5 (α - 1) hW Kh = Kl = 1,1
• R2 ≥ 1,5 β hW
- per α ≥ 2,5 e β ≥ 1,5:
• h come necessario per consentire l’esecuzione del cordone di
saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm. Kh = Kl = 1,05
• d deve essere il più piccolo possibile, raccomandato un valore
massimo di 35 mm
• Lo spessore della squadra deve essere non minore di quello del
rinforzo dell’anima della trave.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra l'anima del Esame visivo 100%
longitudinale, il rinforzo dell'anima della trave e la squadra deve in
generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di longitudinali
a bulbo, in generale può essere accettato un disallineamento di
0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
- saldatura continua a cordoni d’angolo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima della trave,
- saldatura tutt’in giro alle estremità del giunto,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.
• Prescrizioni sui materiali:
- l’acciaio delle squadre deve essere di tipo non inferiore a quello dei longitudinali.

136 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1

NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, GASSIERE, PORTARINFUSA,


MINERALIERE, MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 3: Doppio fondo in Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 3.1
corrispondenza delle fondo e del cielo del doppio fondo con i rinforzi
paratie trasversali dell’anima dei madieri - Senza squadre (1/1/2001)

PA RA TI A O t = il minore tra:
CA S SO NE T T O - lo spessore dell' anima del
BA S SO longitudinale,
- lo spessore del rinforzo
T RA S V E RS AL I
dell’anima del madiere .

"HOT
SPOTS"

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
Kh = 1,3

Kl = 1,65
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra anima del Esame visivo 100%.
longitudinale e rinforzo dell'anima del madiere deve in generale
essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di longitudinali a bulbo,
in generale può essere accettato un disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- rinforzi dell’anima del madiere collegati mediante saldatura continua a cordoni d’angolo ai longitudinali del
fondo e del cielo del doppio fondo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima del madiere,
- girare i cordoni di saldatura intorno alle estremità dei rinforzi,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

Regolamenti RINA 2008 137


Parte B, Cap 12, App 1

NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, GASSIERE, PORTARINFUSA,


MINERALIERE, MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 3: Doppio fondo in Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 3.2
corrispondenza delle fondo e del cielo del doppio fondo con i rinforzi
paratie trasversali dell’anima dei madieri - Collegamento con squadra (1/1/2001)

PA RA TI A O
CA S SO NE T T O
BA S SO
T RA S V E RS AL I

"HOT
SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
h come necessario per consentire l’esecuzione del Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
cordone di saldatura richiesto, comunque ≤ 15 mm.
Kh = 1,3

Kl = 1,55
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra anima del Esame visivo 100%.
longitudinale e rinforzo dell'anima del madiere deve in
generale essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di
longitudinali a bulbo, in generale può essere accettato un
disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- rinforzi dell’anima del madiere e squadre collegati mediante saldatura continua a cordoni d’angolo ai
longitudinali del fondo e del cielo del doppio fondo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima del madiere o della squadra,
come applicabile,
- saldatura a piena penetrazione tra rinforzi dell’anima del madiere e squadre,
- girare i cordoni di saldatura intorno alle estremità dei rinforzi e delle squadre,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

138 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1

NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, GASSIERE, PORTARINFUSA,


MINERALIERE, MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 3: Doppio fondo in Collegamento dei rinforzi ordinari longitudinali del Foglio 3.3
corrispondenza delle fondo e del cielo del doppio fondo con i rinforzi
paratie trasversali dell’anima dei madieri - Collegamento con squadra (1/1/2001)
raccordata

PARATIA O
CASSONETTO
BASSO
TRASVERSALI

"HOT
SPOTS"

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Le squadre devono essere simmetriche. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
• R ≥ 1,5 b Kh = 1,25
• h come necessario per consentire l’esecuzione Kl = 1,5
del cordone di saldatura richiesto, comunque ≤
15 mm.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Il disallineamento (misurato sui lembi esterni) tra anima del Esame visivo 100%.
longitudinale e rinforzo dell'anima del madiere deve in generale
essere minore di o uguale a 0,7 t. Nel caso di longitudinali a bulbo, in
generale può essere accettato un disallineamento di 0,8 t.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
- rinforzi dell’anima del madiere e squadre collegati mediante saldatura continua a cordoni d’angolo ai
longitudinali del fondo e del cielo del doppio fondo,
- gola cordoni d'angolo = 0,45 tW, dove tW è lo spessore del rinforzo dell'anima del madiere o della squadra,
come applicabile,
- saldatura a piena penetrazione tra rinforzi dell’anima del madiere e squadre,
- girare i cordoni di saldatura intorno alle estremità dei rinforzi e delle squadre,
- cordoni di estremità allungati in direzione longitudinale.

Regolamenti RINA 2008 139


Parte B, Cap 12, App 1

NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,


MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 3: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le Foglio 3.4
corrispondenza delle paratie paratie trasversali o i cassonetti bassi
trasversali (1/7/2002)

Fasciame della paratia


Tensione di “hot spot”:
(o del cassonetto basso)
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
"HOT SPOTS"
Fasciame del cielo
del doppio fondo t = min (t1, t2, t3)

Profilo del cordone di Madiere


saldatura ben
raccordato

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
KSX = 3,85
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra Sono richiesti i seguenti END :
madiere e fasciame della paratia (o del − esame visivo 100%,
cassonetto) ≤ t / 3. − esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena
• I fori nei madieri per il passaggio dei penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
rinforzi ordinari longitudinali del cielo del mancanze di penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
doppio fondo devono essere chiusi da
mascherine saldate al cielo del doppio
fondo.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alla saldature:
− fasciame della paratia (o del cassonetto) e madieri da collegare in generale mediante saldatura a piena
penetrazione al fasciame del cielo del doppio fondo (nel caso di saldature non a piena penetrazione, le
preparazioni per la saldatura devono essere rappresentate nei disegni approvati),
− paratie corrugate (senza cassonetto) da collegare mediante saldatura a piena penetrazione al fasciame del
cielo del doppio,
− nel caso di paratie corrugate, la lamiera del fianco del cassonetto (se esistente) ed i madieri di supporto,
da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione parziale al fasciame del cielo del
doppio fondo,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive
condizioni previste in produzione.
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del cielo del doppio fondo.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per il corso del fasciame del cielo doppio fondo in corrispondenza del collegamento è raccomandato
adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia utilizzato uno di tali acciai, le lamiere di detto
corso devono essere sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al 100 % della fascia interessata dai
giunti del collegamento, prima e dopo saldatura.

140 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1

NAVI GASSIERE
AREA 3: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le Foglio 3.5
corrispondenza delle paratie trasversali a doppio fasciame
paratie trasversali

Tensione di “hot spot”:


Fasciame della paratia
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX

"HOT
SPOTS" t = min (t1, t2, t3)
Parziale
penetrazione Fasciame del
cielo del doppio
fondo

Profilo del cordone di Madiere


saldatura ben raccordato

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
KSX = 3,85
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra Sono richiesti i seguenti END :
madiere e fasciame della paratia ≤ t / 3, − esame visivo 100%,
comunque ≤ 6 mm. − esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena penetrazione
diretto a verificare assenza di cricche, mancanze di
• I fori nei madieri per il passaggio dei
penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
rinforzi ordinari longitudinali del cielo
del doppio fondo devono essere chiusi
da mascherine saldate al cielo del
doppio fondo.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame della paratia e madieri collegati mediante saldature a piena penetrazione al fasciame del cielo
del doppio fondo,
− montanti rinforzati della paratia e paramezzali collegati mediante saldature a parziale penetrazione al
cielo del doppio fondo per l’estensione indicata nello schizzo,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive
condizioni previste in produzione,
− adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− profilo finale delle saldature ben raccordato al fasciame del cielo doppio fondo.
• Prescrizioni sui materiali:
− per il corso del fasciame del cielo doppio fondo in corrispondenza del collegamento considerato deve
essere utilizzato acciaio di qualità Z25 o ZH25 o acciaio avente lo stesso comportamento nella direzione
dello spessore. In casi particolari possono essere accettate dalla Società lamiere in acciaio di grado E/EH, a
condizione che tali lamiere siano sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al 100% della fascia
interessata dai giunti del collegamento, prima e dopo saldatura.

Regolamenti RINA 2008 141


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 4: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le lamiere inclinate Foglio 4.1
corrispondenza delle casse delle casse basse longitudinali
basse longitudinali
Lamiera inclinata
Tensioni negli "hot spots" A e B:
"HOT SPOT" A • "Hot spot" A:
∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY
Fasciame del cielo del doppio • "Hot spot" B:
fondo ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX + KSYX ⋅ ∆σnY

tA = min (t1, t2, t3),


tB = il minore tra:
Profilo del cordone di saldatura ben − lo spessore del madiere,
raccordato − lo spessore della traversa entro la
Paramezzale cassa,
− t3.

"HOT SPOT" B

Sezione a - a

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
d ≥ 50 mm. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
− KSY = 3,85 con lunette di sorpasso della saldatura ("scallops") chiuse
5,4 con lunette di sorpasso della saldatura ("scallops") aperte
− KSX = 1,3
− KSYX = 2,0

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


Sono richiesti i seguenti END:
• Disallineamento (linee mediane) tra
paramezzale e lamiera inclinata della − esame visivo 100%,
cassa ≤ tA / 3. − esame a ultrasuoni 25% delle saldature a piena penetrazione diretto
• Disallineamento (linee mediane) tra a verificare assenza di cricche, mancanze di penetrazione in
madiere e traversa entro la cassa ≤ tB / 3. saldatura o cricche lamellari.

SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− lamiera inclinata e cielo del doppio fondo collegati mediante saldatura a parziale penetrazione,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del cielo doppio fondo.
• Prescrizioni sui materiali:
− per il corso del fasciame del cielo doppio fondo in corrispondenza del collegamento considerato è raccomandato
adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia utilizzato uno di tali acciai, le lamiere di detto corso
devono essere sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al 100% della fascia interessata dai giunti di
collegamento, prima e dopo saldatura.

142 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 4: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le lamiere Foglio 4.2
corrispondenza delle casse inclinate delle casse basse longitudinali - Squadre in
basse longitudinali prosecuzione del cielo entro le casse

Lamiera inclinata

"HOT SPOT" A
Fasciame del cielo del
doppio fondo

Profilo del cordone di Paramezzale


saldatura ben raccordato Tensioni negli "hot spots" A e B:
• "Hot spot" A:
∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY
• "Hot spot" B:
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX + KSYX ⋅ ∆σnY
tA = min (t1, t2, t3),
tB = il minore tra:
"HOT SPOT" B − lo spessore del madiere,
− lo spessore della traversa entro la cassa,
Sezione a - a − t3

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Fasciame del cielo doppio fondo prolungato entro la Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
cassa per mezzo di squadre come indicato nello schizzo.
− KSY = 2,4 con lunette di sorpasso della saldatura
• d ≥ 50 mm.
("scallops") chiuse
• Valori indicativi, soggetti a calcolo di conferma da
eseguire in accordo con Cap 7, Sez 3: 3,4 con lunette di sorpasso della saldatura
− spessore delle suddette squadre ≥ t2, ("scallops") aperte
− b ≥ 0,4 volte l’intervallo d’ossatura, − KSX = 1,3
− l ≥ 1,5b. − KSYX = 1,5

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


Sono richiesti i seguenti END :
• Disallineamento (linee mediane) tra
paramezzale e lamiera inclinata della cassa ≤ − esame visivo 100%,
tA / 3. − esame a ultrasuoni 25% delle saldature a piena penetrazione,
• Disallineamento (linee mediane) tra madiere diretto a verificare assenza di cricche, mancanze di
e traversa entro la cassa ≤ tB / 3. penetrazione in saldatura o cricche lamellari.

SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− lamiera inclinata e cielo del doppio fondo collegati mediante saldatura a parziale penetrazione,
− squadra e cielo doppio fondo collegati mediante saldatura a piena penetrazione,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del cielo doppio fondo.
• Prescrizioni sui materiali:
− per il corso del fasciame del cielo doppio fondo in corrispondenza del collegamento considerato è raccomandato
adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia utilizzato uno di tali acciai, le lamiere di detto corso
devono essere sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al 100% della fascia interessata dai giunti di
collegamento, prima e dopo saldatura,
− le squadre devono essere in acciaio avente caratteristiche non inferiori a quello del cielo doppio fondo.

Regolamenti RINA 2008 143


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 4: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le Foglio 4.3
corrispondenza delle casse basse lamiere inclinate delle casse basse longitudinali
longitudinali - Costruzione con fasciame continuo piegato

"HOT SPOT" A
Piena penetrazione Tensioni negli "hot spots" A e B:
• "Hot spot" A:
∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY
• "Hot spot" B:
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX + KSYX ⋅ ∆σnY

Piena penetrazione tA = minor spessore tra quelli del paramezzale e


della lamiera,
Parziale penetrazione
tB = il minore tra:
− lo spessore del madiere,
− lo spessore della traversa entro la cassa,
− lo spessore del paramezzale.

"HOT SPOT" B

Sezione a - a
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
3,5 e 5 volte lo spessore della lamiera; il suo valore deve essere
indicato sui disegni approvati. − KSY = 3,3
• A metà intervallo madieri su ciascun lato del paramezzale devono − KSX = 1,3
essere sistemate squadre trasversali che devono estendersi fino ai − KSYX = 2,25
longitudinali più vicini.
• Spessore di tali squadre, in mm ≥ 9 + 0,03 L1 k .
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra paramezzale e lamiera Sono richiesti i seguenti END :
inclinata: ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra madiere e traversa entro la − esame a ultrasuoni 25% delle saldature a
cassa ≤ tB / 3. piena penetrazione, diretto a verificare
• In corrispondenza della zona piegata evitare di praticare, sui assenza di cricche, mancanze di
madieri o sulle traverse, fori di sorpasso della saldatura penetrazione in saldatura o cricche
("scallops") o chiuderli con mascherine. lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− madieri collegati (vedere schizzi):
al cielo doppio fondo mediante saldatura a completa penetrazione per un tratto ≥ 400 mm,
al paramezzale mediante saldatura a penetrazione parziale per un tratto ≥ 400 mm,
ai suddetti elementi nelle restanti parti di collegamento mediante saldatura continua a cordoni d'angolo.
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− procedura per la saldatura sulla lamiera piegata intesa ad escludere rischio d’invecchiamento, da sottoporre alla
Società per considerazione
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del cielo doppiofondo entro cassa laterale,
− profilo dei cordoni ben raccordato sulla lamiera della cassa negli "hot spots".
• Prescrizioni sui materiali:
− la costruzione con fasciame continuo piegato può essere accettata a condizione che il procedimento di
piegatura sia sottoposto alla Società per considerazione e venga data evidenza che le caratteristiche meccaniche
del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla lavorazione di piega.

144 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 4: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le Foglio 4.4
corrispondenza delle casse basse lamiere inclinate delle casse basse longitudinali -
longitudinali Costruzione con fasciame continuo piegato

Tensioni negli "hot spots" A e B:


• "Hot spot" A:
"HOT SPOT" A ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY
• "Hot spot" B:
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX + KSYX ⋅ ∆σnY

t = il minore tra:
− lo spessore del madiere,
− lo spessore della traversa entro la
cassa,
Saldatura a piena − lo spessore del paramezzale.
penetrazione
tIB = spessore del cielo doppio fondo.

"HOT SPOT" B

Sezione a - a

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 volte Analisi a fatica richiesta nel caso di L
lo spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui disegni ≥ 150 m:
approvati.
− KSY = 4,5
• d ≤ 40 mm.
− KSX = 1,3
• A metà intervallo madieri su ciascun lato del paramezzale devono essere
sistemate squadre trasversali che devono estendersi fino ai longitudinali più − KSYX = 5,6
vicini.
• Spessore di tali squadre, in mm ≥ 9 + 0,03 L1 k .

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


• Disallineamento (linee mediane) tra madiere e trasversa entro cassa ≤ t / 3. Esame visivo 100%.
• In corrispondenza della zona piegata evitare di praticare, sui madieri o sulle
traverse, fori di sorpasso della saldatura ("scallops") o chiuderli con
mascherine.

SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− madieri e cielo doppio fondo collegati mediante saldatura a piena penetrazione per una lunghezza ≥ 5tIB,
− nel caso che la saldatura del paramezzale al cielo doppio fondo sia posizionata nella zona della piega, la
procedura di saldatura deve essere sottoposta alla Società per considerazione.
• Prescrizioni sui materiali:
− nel caso che la saldatura del paramezzale al cielo doppio fondo sia posizionata nella zona della piega, il
procedimento di piegatura deve essere sottoposto alla Società per considerazione, dando evidenza che le
caratteristiche meccaniche del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla
lavorazione di piega.

Regolamenti RINA 2008 145


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI GASSIERE
AREA 4: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le Foglio 4.5
corrispondenza delle casse basse lamiere inclinate delle casse basse longitudinali
longitudinali
Lamiera inclinata
Tensioni negli "hot spots" A e B:
"HOT SPOT" A • "Hot spot" A:
∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY
Fasciame del cielo del
• "Hot spot" B:
doppio fondo
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX + KSYX ⋅ ∆σnY

tA = min (t1, t2, t3),


tB = il minore tra:
Profilo del cordone di − lo spessore del madiere,
saldatura ben raccordato − lo spessore della traversa entro la
Paramezzale cassa,
− t3

"HOT SPOT" B

Sezione a - a

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
d ≥ 50 mm. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
− KSY = 3,85 con lunette di sorpasso della saldatura ("scallops") chiuse
5,4 con lunette di sorpasso della saldatura ("scallops") aperte
− KSX = 1,3
− KSYX = 2,0

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


• Disallineamento (linee mediane) tra Sono richiesti i seguenti END:
paramezzale e lamiera inclinata della − esame visivo 100%,
cassa ≤ tA / 3, max 6 mm.
− esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena penetrazione
• Disallineamento (linee mediane) tra diretto a verificare assenza di cricche, mancanze di penetrazione
madiere e traversa entro la cassa ≤ tB / 3, in saldatura o cricche lamellari.
max 6 mm.

SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− lamiera inclinata e cielo del doppio fondo collegati mediante saldatura a parziale penetrazione, con esclusione
dei collegamenti in corrispondenza di spazi vuoti ove può essere accettata una saldatura a parziale penetrazione,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del cielo doppio fondo.
• Prescrizioni sui materiali:
− per il corso del fasciame del cielo doppiofondo in corrispondenza del collegamento considerato deve essere
adottato acciaio di qualità Z25 o ZH25 o acciaio avente lo stesso comportamento nella direzione dello spessore.
In casi particolari possono essere accettate dalla Società lamiere in acciaio di grado E/EH a condizione che tali
lamiere siano sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al 100% nella fascia interessata dai giunti del
collegamento, prima e dopo saldatura.

146 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI GASSIERE
AREA 4: Doppio fondo in Collegamento del cielo doppio fondo con le Foglio 4.6
corrispondenza delle casse basse lamiere inclinate delle casse basse longitudinali
longitudinali - Squadre in prosecuzione del cielo entro le
casse
Lamiera inclinata
"HOT SPOT" A
Fasciame del cielo del
doppio fondo

Profilo del cordone di Paramezzale


saldatura ben raccordato

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY
• "Hot spot" B: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX + KSYX ⋅ ∆σnY
tA = min (t1, t2, t3),
tB = il minore tra:
"HOT SPOT" B − lo spessore del madiere,
− lo spessore della traversa entro la cassa,
Sezione a - a − t3.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Fasciame del cielo doppio fondo prolungato entro la cassa Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
per mezzo di squadre come indicato nello schizzo.
− KSY = 2,4 con lunette di sorpasso della
• d ≥ 50 mm.
saldatura ("scallops") chiuse
• Valori indicativi, soggetti a calcolo di conferma da eseguire
in accordo con Cap 7, Sez 3: 3,4 con lunette di sorpasso della
− spessore delle suddette squadre ≥ t2, saldatura ("scallops") aperte
− b ≥ 0,4 volte l’intervallo d’ossatura, − KSX = 1,3
− l ≥ 1,5b. − KSYX = 1,5

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


• Disallineamento (linee mediane) tra Sono richiesti i seguenti END:
paramezzale e lamiera inclinata cassa : ≤ tA / − esame visivo 100%,
3, max 6 mm.
− esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena penetrazione
• Disallineamento (linee mediane) tra madiere
diretto a verificare assenza di cricche, mancanze di
e e anima traversa entro cassa : ≤ tB / 3 , max penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
6 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− lamiera inclinata e cielo del doppio fondo collegati mediante saldatura a parziale penetrazione, con esclusione
dei collegamenti in corrispondenza di spazi vuoti ove può essere accettata una saldatura a parziale penetrazione,
− squadra e cielo doppio fondo collegati mediante saldatura a piena penetrazione,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del cielo doppio fondo.
• Prescrizioni sui materiali:
− per il corso del fasciame del cielo doppiofondo in corrispondenza del collegamento considerato deve essere
adottato acciaio di qualità Z25 o ZH25 o acciaio avente lo stesso comportamento nella direzione dello spessore.
In casi particolari possono essere accettate dalla Società lamiere in acciaio di grado E/EH a condizione che tali
lamiere siano sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al 100% nella fascia interessata dai giunti del
collegamento, prima e dopo saldatura,
− le squadre devono essere in acciaio avente caratteristiche non inferiori a quelle del cielo doppio fondo.

Regolamenti RINA 2008 147


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle paratie Collegamento dei cassonetti bassi con le Foglio 5.1
trasversali con cassonetti bassi paratie piane

"HOT SPOT" B
Paratia
trasversale
"HOT SPOT" A Sezione a - a
Lamiera cielo del
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra i
cassonetto
rinforzi verticali della paratia

Tensioni negli "hot spots" A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX

tA = min (t1, t2, t3)


tB = il minore tra:
Scivolo del
− lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
cassonetto basso
cielo cassonetto,
− lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cielo cassonetto,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ 1,5 t1. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥
• t2 ≥ t1. 150 m:
− KSX = 3,85
• t3 ≥ t1 nel tratto A.
− KSY = 1,3
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, corrispondenti, − KSXY = 2,0
sottostanti la lamiera cielo cassonetto deve essere non inferiore a
quello dei rinforzi verticali della paratia.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra fasciame Sono richiesti i seguenti END:
paratia e fasciame scivolo cassonetto ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi − esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena penetrazione
corrispondenti soprastanti e sottostanti la diretto a verificare assenza di cricche, mancanze di
lamiera cielo cassonetto ≤ tB / 3. penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame della paratia e dello scivolo del cassonetto collegati in generale mediante saldatura a piena
penetrazione alla lamiera cielo del cassonetto (nel caso di saldature non a piena penetrazione, le preparazioni
per le saldature devono essere rappresentate nei disegni approvati),
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel caso per
la lamiera cielo del cassonetto non sia adottato acciaio di qualità Z,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera cielo del cassonetto.
• Prescrizioni sui materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo del cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo del cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia trasversale.

148 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie piane Foglio 5.2
paratie trasversali con in corrispondenza di squadre intermedie
cassonetti bassi

"HOT SPOT" A
Paratia
"HOT SPOT" B
Lamiera cielo trasversale
del cassonetto
Sezione a - a
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra i
rinforzi verticali della paratia

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
Squadra Scivolo del
tA = min (t1, t2, t3)
intermedia cassonetto
basso tB = il minore tra:
− lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
cielo cassonetto,
− lo spessore della squadra intermedia,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ 1,5 t1. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150
• t2 ≥ t1. m:
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSX = 3,55
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi, corrispondenti, − KSY = 1,3
soprastanti la lamiera cielo cassonetto deve essere non inferiore a − KSXY = 1,75
quello dei rinforzi verticali della paratia.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra fasciame paratia e fasciame Sono richiesti i seguenti END:
scivolo cassonetto ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra squadre intermedie e − esame a ultrasuoni 35% delle saldature
corrispondenti rinforzi soprastanti la lamiera cielo cassonetto ≤ tB / 3. a piena penetrazione diretto a verificare
• Le squadre intermedie devono essere sistemate in posto e saldate assenza di cricche, mancanze di
dopo la saldatura del collegamento tra fasciame scivolo cassonetto e penetrazione in saldatura o cricche
lamiera cielo cassonetto. lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame della paratia e dello scivolo del cassonetto collegati in generale mediante saldatura a piena
penetrazione alla lamiera cielo del cassonetto (nel caso di saldature non a piena penetrazione, le preparazioni
per le saldature devono essere rappresentate nei disegni approvati),
− squadre intermedie collegate mediante saldature continue a cordone d’angolo al fasciame e ai rinforzi,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel caso per la
lamiera cielo del cassonetto non sia adottato acciaio di qualità Z,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera cielo del cassonetto.
• Prescrizioni sui materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, le lamiere di detto corso devono essere sottoposte per accettazione a esame
ultrasonoro al 100% della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia trasversale.

Regolamenti RINA 2008 149


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle paratie Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio
trasversali con cassonetti bassi piane - Squadre in prosecuzione della paratia entro 5.3
cassonetto

Paratia "HOT SPOT" B


trasversale
"HOT SPOT" A
Lamiera cielo Sezione a - a
del cassonetto
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra i
rinforzi verticali della paratia

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
Squadre in tA = min (t1, t2, t3)
prosecuzione
paratia Scivolo del tB = il minore tra:
cassonetto − lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
basso cielo cassonetto,
− lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cielo cassonetto,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ 50 mm. − Analisi a fatica
• t2 ≥ t1. richiesta nel caso
• t3 ≥ t1 nel tratto A. di L ≥ 150 m:
• Spessore squadre in prosecuzione paratia ≥ t1. − KSX = 2,4
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, corrispondenti, sottostanti la lamiera cielo − KSY = 1,3
cassonetto deve essere non inferiore a quello dei rinforzi verticali della paratia. − KSXY = 1,5
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra lamiera cielo Sono richiesti i seguenti END:
cassonetto e fasciame scivolo cassonetto ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi − esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena
corrispondenti soprastanti e sottostanti la lamiera penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
cielo cassonetto ≤ tB / 3. mancanze di penetrazione in saldatura o cricche
lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni di saldatura:
− fasciame della paratia e dello scivolo del cassonetto collegati mediante saldatura a piena penetrazione. Durante
le fasi della costruzione, verifica della distanza al vertice come appropriato,
− squadre collegate mediante saldatura a piena penetrazione al fasciame della paratia,
− saldatura a piena penetrazione tra fasciame dello scivolo e fasciame della paratia da eseguire per prima,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel fasciame
della paratia,
• Prescrizioni sui materiali:
− per il corso inferiore di fasciame della paratia è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso
non sia utilizzato uno di tali acciai, le lamiere di detto corso devono essere sottoposte per accettazione a esame
ultrasonoro al 100% della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia trasversale.
− l’acciaio impiegato per le squadre deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia.

150 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle paratie Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.4
trasversali con cassonetti bassi piane - Costruzione con fasciame continuo
piegato

"HOT SPOT" B
Paratia
trasversale
Sezione a - a
Lamiera cielo A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra i
del cassonetto
rinforzi verticali della paratia
Tensioni negli “hot spots” A e B:
• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
tA = min (t1, t2, t3)
tB = il minore tra:
"HOT SPOT" A
− lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
cielo cassonetto,
Scivolo del
− lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cassonetto
basso
cielo cassonetto,
− t2.

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 volte lo − Analisi a fatica richiesta
spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui disegni approvati. nel caso di L ≥ 150 m:
• t2 ≥ t1. − KSX = 3,3
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSY = 1,3
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, corrispondenti, sottostanti la − KSXY = 2,25
lamiera cielo cassonetto deve essere non inferiore a quello dei rinforzi verticali
della paratia.
COSTRUZIONE: ESAMI NON
DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra lamiera cielo cassonetto e fasciame scivolo Sono richiesti i seguenti END:
cassonetto ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi corrispondenti soprastanti e − esame a ultrasuoni 35%
sottostanti la lamiera cielo cassonetto ≤ tB / 3. delle eventuali saldature a
• Nel caso la lamiera cielo cassonetto e il fasciame della paratia non siano collegati piena penetrazione diretto a
mediante saldatura a piena penetrazione, la preparazione della saldatura deve verificare assenza di
essere indicata sui disegni approvati. cricche, mancanze di
• La saldatura testa a testa tra il fasciame della paratia trasversale e dello scivolo del penetrazione in saldatura o
cassonetto deve essere ad una distanza dal cielo del cassonetto non inferiore a cricche lamellari.
500 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel fasciame
della paratia,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame della paratia e dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni sui materiali:
− la costruzione con fasciame continuo piegato può essere accettata a condizione che il procedimento di piegatura
sia sottoposto alla Società per considerazione e venga data evidenza che le caratteristiche meccaniche del
materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla lavorazione di piega.
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia trasversale.

Regolamenti RINA 2008 151


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.5
paratie trasversali con cassonetti piane in corrispondenza di squadre intermedie -
bassi Costruzione con fasciame continuo piegato

"HOT SPOT" B
"HOT SPOT" A
Paratia
trasversale Sezione a - a
Lamiera cielo
del cassonetto A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra i
rinforzi verticali della paratia

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
tA = min (t1, t2, t3)
Scivolo del tB = il minore tra:
Squadra cassonetto − lo spessore del rinforzo soprastante la
intermedia basso lamiera cielo cassonetto,
− lo spessore della squadra intermedia,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 volte lo − Analisi a fatica richiesta
spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui disegni approvati. nel caso di L ≥ 150 m:
• t2 ≥ t1. − KSX = 3,15
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSY = 1,3
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi, corrispondenti, soprastanti la − KSXY = 2,05
lamiera cielo cassonetto deve essere non inferiore a quello dei rinforzi verticali
della paratia.
COSTRUZIONE: ESAMI NON
DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra lamiera cielo cassonetto e fasciame scivolo Sono richiesti i seguenti
cassonetto ≤ tA / 3. END:
• Disallineamento (linee mediane) tra squadre intermedie e corrispondenti rinforzi − esame visivo 100%,
soprastanti la lamiera cielo cassonetto ≤ tB / 3. − esame a ultrasuoni 35%
• Nel caso la lamiera cielo cassonetto e il fasciame della paratia non siano collegati delle eventuali saldature a
mediante saldatura a piena penetrazione, la preparazione della saldatura deve piena penetrazione
essere indicata sui disegni approvati. diretto a verificare
• Le squadre intermedie devono essere sistemate in posto e saldate dopo la saldatura assenza di cricche,
del collegamento tra fasciame paratia e lamiera cielo cassonetto. mancanze di
• La saldatura testa a testa tra il fasciame della paratia trasversale e dello scivolo del penetrazione in saldatura
cassonetto deve essere ad una distanza dal cielo del cassonetto non inferiore a 500 o cricche lamellari.
mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− squadre intermedie collegate mediante saldature continue a cordone d’angolo al fasciame e ai rinforzi,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel fasciame
della paratia,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame della paratia e dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni sui materiali:
− la costruzione con fasciame continuo piegato può essere accettata a condizione che il procedimento di
piegatura sia sottoposto alla Società per considerazione e venga data evidenza che le caratteristiche meccaniche
del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla lavorazione di piega.
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia trasversale.

152 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.6
paratie trasversali con cassonetti piane - Costruzione con fasciame continuo
bassi piegato

Paratia
trasversale
"HOT SPOT" B

Lamiera cielo Sezione a - a


del cassonetto
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo
tra i rinforzi verticali della paratia

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
"HOT SPOT" A
t = il minore tra:
− lo spessore del rinforzo soprastante la
Scivolo del
lamiera cielo cassonetto,
cassonetto
basso − lo spessore del rinforzo sottostante la
lamiera cielo cassonetto,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 volte lo − Analisi a fatica richiesta
spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui disegni approvati. nel caso di L ≥ 150 m:
• d ≤ 40 mm. − KSX = 4,5
• t2 ≥ t1. − KSY = 1,3
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSXY = 5,6
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, corrispondenti, sottostanti la lamiera
cielo cassonetto deve essere non inferiore a quello dei rinforzi verticali della
paratia.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi corrispondenti soprastanti Sono richiesti i seguenti END:
e sottostanti la lamiera cielo cassonetto ≤ t / 3. − esame visivo 100%,
• Nel caso la lamiera cielo cassonetto e il fasciame della paratia non − esame a ultrasuoni 35% delle
siano collegati mediante saldatura a piena penetrazione, la eventuali saldature a piena
preparazione della saldatura deve essere indicata sui disegni penetrazione diretto a verificare
approvati. assenza di cricche, mancanze di
• La saldatura testa a testa tra il fasciame della paratia trasversale e penetrazione in saldatura o cricche
dello scivolo del cassonetto deve essere ad una distanza dal cielo del lamellari.
cassonetto non inferiore a 500 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sui materiali:
− se il cielo cassonetto è saldato al corso del fasciame paratia nell’ambito della zona piegata, il procedimento di
piegatura deve essere sottoposto alla Società per considerazione e deve essere data evidenza che le
caratteristiche meccaniche del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla
lavorazione di piega
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia trasversale.

Regolamenti RINA 2008 153


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie piane Foglio 5.7
paratie trasversali con in corrispondenza di squadre intermedie - Costruzione
cassonetti bassi con fasciame continuo piegato

Paratia
trasversale "HOT SPOT" B
Lamiera cielo
del cassonetto
Sezione a - a
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra
i rinforzi verticali della paratia

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
"HOT SPOT" A t = il minore tra:
Squadra
Scivolo del − lo spessore del rinforzo soprastante la
cassonetto lamiera cielo cassonetto,
intermedia
basso
− lo spessore della squadra intermedia,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 volte − Analisi a fatica richiesta nel
lo spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui disegni caso di L ≥ 150 m:
approvati. − KSX = 3,85
• d ≤ 40 mm. − KSY = 1,3
• t2 ≥ t1. − KSXY = 4,5
• t3 ≥ t1 nel tratto A.
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi, corrispondenti,
soprastanti la lamiera cielo cassonetto deve essere non inferiore a quello dei
rinforzi verticali della paratia.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra squadre intermedie e corrispondenti Sono richiesti i seguenti END:
rinforzi soprastanti la lamiera cielo cassonetto ≤ t / 3. − esame visivo 100%,
• Nel caso la lamiera cielo cassonetto e il fasciame della paratia non siano − esame a ultrasuoni 35% delle
collegati mediante saldatura a piena penetrazione, la preparazione della eventuali saldature a piena
saldatura deve essere indicata sui disegni approvati. penetrazione diretto a
• Le squadre intermedie devono essere sistemate in posto e saldate dopo la verificare assenza di cricche,
saldatura del collegamento tra fasciame paratia e lamiera cielo cassonetto. mancanze di penetrazione in
• La saldatura testa a testa tra il fasciame della paratia trasversale e dello saldatura o cricche lamellari.
scivolo del cassonetto deve essere ad una distanza dal cielo del cassonetto
non inferiore a 500 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sui materiali:
− se il cielo cassonetto è saldato al corso del fasciame paratia nell’ambito della zona piegata, il procedimento di
piegatura deve essere sottoposto alla Società per considerazione e deve essere data evidenza che le
caratteristiche meccaniche del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla
lavorazione di piega
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame della paratia trasversale.

154 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle paratie Collegamento dei cassonetti bassi con le Foglio 5.8
trasversali con cassonetti bassi paratie corrugate (1/7/2002)

A ≥ a.

Tensione di “hot spot”:


∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
Lamiera cielo
del cassonetto tF = spessore flangia di corrugazione,
tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,

"HOT SPOT" t = min (tF, tT, tS).

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF . Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
− KSX = 2,35
• tS ≥ tF nel tratto A.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle Sono richiesti i seguenti END:
corrugazioni e fasciame scivolo cassonetto ≤ t /3. • esame visivo 100%,

• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e • esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena
superfici flange delle corrugazioni ≥ tF. penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
mancanze di penetrazione in saldatura o cricche
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4, lamellari.
Sez 7, [3.1.3].
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza
al vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione parziale
alla lamiera del cielo del cassonetto,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

Regolamenti RINA 2008 155


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.9
paratie trasversali con cassonetti corrugate - "Shedder plates" inclinate a 45°
bassi (1/7/2002)

A ≥ a.

Tensione di “hot spot”:


∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
"HOT SPOT"

Lamiera cielo tF = spessore flangia di corrugazione,


del cassonetto tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,
tSH = spessore “shedder plate”,

tA = min (tF, tT, tS),

tB = min (tSH, tT, tS).

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF . Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
• tS ≥ tF nel tratto A. − KSX = 1,35
• tSH ≥ 0,75 tF
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle corrugazioni e fasciame Sono richiesti i seguenti END:
scivolo cassonetto ≤ tA /3. • esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra lembo inferiore delle “shedder plates” • esame a ultrasuoni 35% delle
fasciame scivolo cassonetto ≤ tB / 3. saldature a piena penetrazione
• Le “shedder plates” devono essere piane. diretto a verificare assenza di
• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e superfici flange delle cricche, mancanze di
corrugazioni ≥ tF. penetrazione in saldatura o
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4, Sez 7, [3.1.3]. cricche lamellari.
• Nelle navi con notazione di servizio combination carriers, oil tankers o
chemical tankers, gli spazi chiusi devono essere riempiti con idoneo
composto, compatibile con il prodotto trasportato.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza al
vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione parziale
alla lamiera del cielo del cassonetto,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
le “shedder plates”
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

156 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.10
paratie trasversali con corrugate - "Shedder plates" inclinate a 55°
cassonetti bassi (1/7/2002)

A ≥ a.

Tensione di “hot spot”:


∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
"HOT SPOT"

tF = spessore flangia di corrugazione,


Lamiera cielo
tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
del cassonetto tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,
tSH = spessore “shedder plate”,

tA = min (tF, tT, tS),

tB = min (tSH, tT, tS).

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF . Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
• tS ≥ tF nel tratto A. − KSX = 1,25
• tSH ≥ 0,75 tF
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle corrugazioni e fasciame Sono richiesti i seguenti END:
scivolo cassonetto ≤ tA /3. • esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra lembo inferiore delle “shedder plates” • esame a ultrasuoni 35% delle
e fasciame scivolo cassonetto ≤ tB / 3. saldature a piena penetrazione
• Le “shedder plates” devono essere piane. diretto a verificare assenza di
• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e superfici flange delle cricche, mancanze di
corrugazioni ≥ tF. penetrazione in saldatura o
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4, Sez 7, [3.1.3]. cricche lamellari.
• Nelle navi con notazione di servizio combination carriers, oil tankers o
chemical tankers, gli spazi chiusi devono essere riempiti con idoneo
composto, compatibile con il prodotto trasportato.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza al
vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione parziale
alla lamiera del cielo del cassonetto,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
le “shedder plates”
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

Regolamenti RINA 2008 157


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.11
paratie trasversali con corrugate - "Gusset plates" e "Shedder plates"
cassonetti bassi (1/7/2002)
A ≥ a.
"Shedder plates"
Tensione di “hot spot”:
"Gusset plates" ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX

Lamiera cielo tF = spessore flangia di corrugazione,


del cassonetto tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,
tG = spessore “gusset plate”,
tSH = spessore “shedder plate”,

tA = min (tF, tT, tS),

tB = min (tG, tT, tS).

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF tS ≥ tF nel tratto A Analisi a fatica non richiesta.
• tG ≥ tF tSH ≥ 0,75 tF hG ≥ a / 2.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle corrugazioni e fasciame scivolo Sono richiesti i seguenti END:
cassonetto ≤ tA /3. • esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra lembo inferiore delle “gusset plates” e • esame a ultrasuoni 35%
fasciame scivolo cassonetto ≤ tB / 3. delle saldature a piena
• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e superfici flange delle penetrazione diretto a
corrugazioni ≥ tF. verificare assenza di cricche,
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4, Sez 7, [3.1.3]. mancanze di penetrazione
• Nelle navi con notazione di servizio combination carriers, oil tankers o in saldatura o cricche
chemical tankers, gli spazi chiusi devono essere riempiti con idoneo composto, lamellari.
compatibile con il prodotto trasportato.

SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza
al vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione parziale
alla lamiera del cielo del cassonetto,
− “gusset plates” da collegare in generale mediante saldatura a piena penetrazione alla lamiera del cielo del
cassonetto e mediante saldatura su un solo lato , a penetrazione, o saldatura equivalente, alle corrugazioni o alle
“shelder plates”,
− “shedder plates” da collegare alle corrugazioni ed alla lamiera del cielo del cassonetto mediante saldatura su un
solo lato, a penetrazione, o saldatura equivalente,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
le “gusset plates”,
le “shedder plates”,
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

158 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.12
paratie trasversali con corrugate - Lamiera cielo cassonetto inclinata
cassonetti bassi (1/7/2002)
A ≥ a.

Tensione di “hot spot”:


"Shedder plates" ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX

tF = spessore flangia di corrugazione,


tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,
"HOT SPOT" tSH = spessore "shedder plate",
Lamiera cielo
del tA = min (tF, tT, tS),
tt
tB = min (tSH, tT, tS).

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF . Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
− KSX = 1,9
• tS ≥ tF nel tratto A.
• tSH ≥ 0,75 tF
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle corrugazioni e fasciame Sono richiesti i seguenti END:
scivolo cassonetto ≤ tA / 3. • esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra lembo inferiore delle “shedder plates” • esame a ultrasuoni 35% delle
fasciame scivolo cassonetto ≤ tB / 3. saldature a piena
• Le “shedder plates” devono essere piane. penetrazione diretto a
• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e superfici flange delle verificare assenza di cricche,
corrugazioni ≥ tF. mancanze di penetrazione in
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4, Sez 7,[ 3.1.3]. saldatura o cricche lamellari.
• Nelle navi con notazione di servizio combination carriers, oil tankers o
chemical tankers, gli spazi chiusi devono essere riempiti con idoneo
composto, compatibile con il prodotto trasportato.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza
al vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione
parziale alla lamiera del cielo del cassonetto,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
le “shedder plates”
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

Regolamenti RINA 2008 159


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.13
paratie trasversali con corrugate - Squadre sotto lamiera cielo cassonetto
cassonetti bassi (1/7/2002)

A ≥ a,
B = lato della squadra.

Tensione di “hot spot”:


∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX

Lamiera cielo del tF = spessore flangia di corrugazione,


"HOT SPOT" cassonetto tW = spessore anima di corrugazione,
tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,
tB = spessore squadra,
Squadra in
tA = min (tF, tT, tS),
corrispondenza tB = min (tW, tT, tB).
dell'anima della
corrugazione

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
− KSX = 1,95
• tS ≥ tF nel tratto A
• tB ≥ tW
• B≥d
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle Sono richiesti i seguenti END:
corrugazioni e fasciame scivolo cassonetto ≤ tA / 3. • esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra anime delle • esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena
corrugazioni e squadre ≤ tB / 3. penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e mancanze di penetrazione in saldatura o cricche
superfici flange delle corrugazioni ≥ tF. lamellari.
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4,
Sez 7, [3.1.3].
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza
al vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione
parziale alla lamiera del cielo del cassonetto,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

160 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.14
paratie trasversali con corrugate - "Shedder plates" inclinate a 45° e squadre
cassonetti bassi sotto lamiera cielo cassonetto (1/7/2002)
A ≥ a,
B = lato della squadra.
Tensione di “hot spot”:
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX

"Shedder plates" tF = spessore flangia di corrugazione,


"HOT SPOT" tW = spessore anima di corrugazione,
tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
Lamiera cielo del tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,
cassonetto
tSH = spessore "shedder plate",
tB = spessore squadra,

Squadra in tA = min (tF, tT, tS),


corrispondenza
tB = min (tSH, tT, tS)
dell'anima della
tC = min (tW, tT, tB).
corrugazione

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF tS ≥ tF nel tratto A Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
− KSX = 1,25
• tSH ≥ 0,75 tF tB ≥ tW B≥d
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle corrugazioni e fasciame scivolo Sono richiesti i seguenti END:
cassonetto ≤ tA / 3. • esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra lembo inferiore delle “gusset plates” e • esame a ultrasuoni 35%
fasciame scivolo cassonetto ≤ tB / 3. delle saldature a piena
• Disallineamento (linee mediane) tra anime delle corrugazioni e squadre ≤ tC / 3. penetrazione diretto a
• Le “shedder plates” devono essere piane. verificare assenza di cricche,
• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e superfici flange delle mancanze di penetrazione
corrugazioni ≥ tF. in saldatura o cricche
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4, Sez 7, [3.1.3]. lamellari.
• Nelle navi con notazione di servizio combination carriers, oil tankers o
chemical tankers, gli spazi chiusi devono essere riempiti con idoneo composto,
compatibile con il prodotto trasportato.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza
al vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione
parziale alla lamiera del cielo del cassonetto,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
• Prescrizioni relative ai materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
le “shedder plates”
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

Regolamenti RINA 2008 161


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 5: Zona inferiore delle Collegamento dei cassonetti bassi con le paratie Foglio 5.15
paratie trasversali con corrugate - "Gusset plates", "Shedder plates" e squadre (1/7/2002)
cassonetti bassi sotto lamiera cielo cassonetto
A ≥ a,
"Shedder plates" B = lato della squadra.
Tensione di “hot spot”:
∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
"Gusset plates"
tF = spessore flangia di corrugazione,
Lamiera cielo del cassonetto tW = spessore anima di corrugazione,
tT = spessore lamiera cielo cassonetto,
"HOT SPOT"
tS = spessore fasciame scivolo cassonetto,
tG = spessore "gusset plate",
tSH = spessore "shedder plate",
tB = spessore squadra,

tA = min (tF, tT, tS),


Squadra in corrispondenza
tB = min (tG, tT, tS)
dell'anima della corrugazione tC = min (tW, tT, tB).
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• tT ≥ tF tS ≥ tF nel tratto A tG ≥ tF tSH ≥ 0,75 tF Analisi a fatica non richiesta
• tB ≥ tW hG ≥ a / 2 B≥d
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra flange delle corrugazioni e fasciame scivolo Sono richiesti i seguenti END:
cassonetto ≤ tA /3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra lembo inferiore delle “gusset plates” e fasciame − esame a ultrasuoni 35%
scivolo cassonetto ≤ tB / 3. delle saldature a piena
• Disallineamento (linee mediane) tra anime delle corrugazioni e squadre ≤ tC / 3. penetrazione diretto a
• Distanza tra lembo lamiera cielo cassonetto e superfici flange delle corrugazioni ≥ tF. verificare assenza di
• Raggio di corrugazione in accordo con Cap 4, Sez 7, [3.1.3]. cricche, mancanze di
• Nelle navi con notazione di servizio combination carriers, oil tankers o chemical penetrazione in saldatura
tankers, gli spazi chiusi devono essere riempiti con idoneo composto, compatibile o cricche lamellari.
con il prodotto trasportato.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni relative alle saldature:
− corrugazioni e lamiera del cielo del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione ; distanza al
vertice da controllare durante la produzione,
− lamiera del fianco del cassonetto da collegare mediante saldatura a piena penetrazione o a penetrazione parziale
alla lamiera del cielo del cassonetto,
− “gusset plates” da collegare mediante saldatura a piena penetrazione alla lamiera del cielo del cassonetto e
mediante saldatura su un solo lato , a penetrazione, o saldatura equivalente, alle corrugazioni o alle “shelder
plates”,
− “shedder plates” da collegare alle corrugazioni ed alla lamiera del cielo del cassonetto mediante saldatura su un
solo lato, a penetrazione, o saldatura equivalente,
− adottare una sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari,
− iniziare e finire le saldature fuori della zona delle pieghe della corrugazione,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera del cielo del cassonetto, alla flangia di corrugazione ed
al fasciame dello scivolo del cassonetto.
− Prescrizioni relative ai materiali.
• Prescrizioni sui materiali:
− per la lamiera cielo del cassonetto è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia
utilizzato uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100%
della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per:
le “gusset plates”,
le “shedder plates”,
la lamiera cielo cassonetto,
il tratto A del fasciame dello scivolo cassonetto,
deve avere caratteristiche non inferiori a quelle delle flange delle corrugazioni.

162 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 6: Zona inferiore Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio 6.1
del doppio fianco longitudinali con il doppio fianco

"HOT SPOT" B
Doppio fianco
"HOT SPOT" A Sezione a - a
Lamiera cielo della
cassa bassa
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le
traverse del fianco

Tensioni negli "hot spots" A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX

tA = min (t1, t2, t3)


Lamiera inclinata della tB = il minore tra:
cassa bassa − lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
cielo cassa,
− lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cielo cassa,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ t1. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥
• t2 ≥ t1. 150 m:
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSX = 3,85
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, corrispondenti, sottostanti − KSY = 1,3
la lamiera cielo cassa deve essere non inferiore a quello delle traverse − KSXY = 2,0
del doppio fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Disallineamento (linee mediane) tra fasciame doppio Sono richiesti i seguenti END:
fianco e lamiera inclinata cassa ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi − esame a ultrasuoni 25% delle saldature a piena
corrispondenti soprastanti e sottostanti la lamiera cielo penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
cassa ≤ tB / 3. mancanze di penetrazione in saldatura o cricche
lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame del doppio fianco e lamiera inclinata della cassa collegati in generale mediante saldatura a piena
penetrazione alla lamiera cielo cassa (nel caso di saldature non a piena penetrazione, le preparazioni per le
saldature devono essere rappresentate nei disegni approvati),
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel caso per
la lamiera cielo cassa non sia adottato acciaio di qualità Z,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera cielo cassa.
• Prescrizioni sui materiali:
− per la lamiera cielo cassa è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia utilizzato
uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100% della fascia
interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata della cassa deve avere caratteristiche non inferiori a
quelle del fasciame del doppio fianco.

Regolamenti RINA 2008 163


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 6: Zona inferiore Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio 6.2
del doppio fianco longitudinali con il doppio fianco, in corrispondenza di squadre
intermedie

"HOT SPOT" A

Lamiera cielo della Doppio fianco "HOT SPOT" B


cassa bassa

Sezione a - a

A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le


traverse del fianco

Tensioni negli "hot spots" A e B:


• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
Squadra Lamiera
tA = min (t1, t2, t3)
intermedia inclinata tB = il minore tra:
della − lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
cassa cielo cassa,
bassa
− lo spessore della squadra intermedia,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ t1. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥
• t2 ≥ t1. 150 m:
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSX = 3,55
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi, corrispondenti, − KSY = 1,3
soprastanti la lamiera cielo cassa deve essere non inferiore a quello − KSXY = 1,75
delle traverse del doppio fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra fasciame doppio fianco e lamiera Sono richiesti i seguenti END:
inclinata cassa ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra squadre intermedie e − esame a ultrasuoni 25% delle
corrispondenti rinforzi soprastanti la lamiera cielo cassa ≤ tB / 3. saldature a piena penetrazione diretto
• Le squadre intermedie devono essere sistemate in posto e saldate dopo a verificare assenza di cricche,
la saldatura del collegamento tra lamiera inclinata cassa e lamiera cielo mancanze di penetrazione in
cassa. saldatura o cricche lamellari.
SALDATURA E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame del doppio fianco e lamiera inclinata della cassa collegati in generale mediante saldatura a piena
penetrazione alla lamiera cielo cassa (nel caso di saldature non a piena penetrazione, le preparazioni per le
saldature devono essere rappresentate nei disegni approvati),
− squadre intermedie collegate mediante saldature continue a cordone d’angolo al fasciame e ai rinforzi,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel caso per la
lamiera cielo cassa non sia adottato acciaio di qualità Z,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera cielo cassa.
• Prescrizioni sui materiali:
− per la lamiera cielo cassa è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel caso non sia utilizzato
uno di tali acciai, tale lamiera deve essere sottoposta per accettazione a esame ultrasonoro al 100% della fascia
interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata della cassa deve avere caratteristiche non inferiori a
quelle del fasciame del doppio fianco.

164 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 6: Zona inferiore Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio
del doppio fianco longitudinali con il doppio fianco - Squadre in prosecuzione del 6.3
doppio fianco entro cassa

Doppio fianco "HOT SPOT" B


"HOT SPOT" A
Sezione a - a
Lamiera cielo della
cassa bassa
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le
traverse del fianco
Tensioni negli "hot spots" A e B:
• "Hot spot" A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• "Hot spot" B: ∆σSY = KS ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX

tA = min (t1, t2, t3)


Squadre in prosecuzione tB = il minore tra:
del doppio fianco − lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
Lamiera inclinata cielo cassa,
della cassa bassa − lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cielo cassa,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ 50 mm. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
• t2 ≥ t1. − KSX = 2,4
• t3 ≥ t1 sul tratto A. − KSY = 1,3
• Spessore squadre in prosecuzione doppio fianco ≥ t1. − KSXY = 1,5
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, corrispondenti,
sottostanti la lamiera cielo cassa deve essere non inferiore a
quello delle traverse del doppio fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Disallineamento (linee mediane) tra lamiera cielo Sono richiesti i seguenti END:
cassa e lamiera inclinata cassa ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi − esame a ultrasuoni 25% delle saldature a piena
corrispondenti soprastanti e sottostanti la lamiera penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
cielo cassa ≤ tB / 3. mancanze di penetrazione in saldatura o cricche
lamellari.
SALDATURA E MATERIALI:
• Prescrizioni di saldatura:
− lamiera inclinata cassa e fasciame doppio fianco collegati mediante saldatura a piena penetrazione. Durante le
fasi della costruzione, verifica della distanza al vertice come appropriato,
− squadre collegate mediante saldatura a piena penetrazione al fasciame del doppio fianco,
− saldatura a piena penetrazione tra lamiera inclinata cassa e fasciame doppio fianco da eseguire per prima,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel fasciame
della paratia,
• Prescrizioni sui materiali:
− per il corso inferiore di fasciame del doppio fianco è raccomandato adottare acciaio di qualità Z25 o ZH25. Nel
caso non sia utilizzato uno di tali acciai, le lamiere di detto corso devono essere sottoposte per accettazione a
esame ultrasonoro al 100% della fascia interessata dai giunti di collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata cassa deve avere caratteristiche non inferiori a quelle
del fasciame del doppio fianco,
− l’acciaio impiegato per le squadre deve avere caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame del doppio
fianco.

Regolamenti RINA 2008 165


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 6: Zona inferiore Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio 6.4
del doppio fianco longitudinali con il doppio fianco - Costruzione con fasciame
continuo piegato

"HOT SPOT" B
Doppio fianco

Sezione a - a
Lamiera cielo della
cassa bassa A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le
traverse del fianco

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• “Hot spot” A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• “Hot spot” B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX

"HOT SPOT" A tA = min (t1, t2, t3)


tB = il minore tra:
− lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
Lamiera inclinata
cielo cassa,
della cassa bassa
− lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cielo cassa,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥
volte lo spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui 150 m:
disegni approvati. − KSX = 3,3
• t2 ≥ t1. − KSY = 1,3
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSXY = 2,25
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, corrispondenti, sottostanti
la lamiera cielo cassa deve essere non inferiore a quello delle traverse
del doppio fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Disallineamento (linee mediane) tra lamiera cielo cassa e lamiera Sono richiesti i seguenti END:
inclinata cassa ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi corrispondenti soprastanti e − esame a ultrasuoni 25% delle
sottostanti la lamiera cielo cassa ≤ tB / 3. eventuali saldature a piena
• Nel caso la lamiera cielo cassa e il fasciame del doppio fianco non siano penetrazione diretto a verificare
collegati mediante saldatura a piena penetrazione, la preparazione della assenza di cricche, mancanze di
saldatura deve essere indicata sui disegni approvati. penetrazione in saldatura o cricche
• La saldatura testa a testa tra fasciame del doppio fianco e lamiera lamellari.
inclinata cassa deve essere ad una distanza dal cielo cassa non inferiore
a 500 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel fasciame
del doppio fianco,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del doppio fianco dello lamiera inclinata cassa.
• Prescrizioni sui materiali:
− la costruzione con fasciame continuo piegato può essere accettata a condizione che il procedimento di piegatura
sia sottoposto alla Società per considerazione e venga data evidenza che le caratteristiche meccaniche del
materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla lavorazione di piega.
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata cassa deve avere caratteristiche non inferiori a quelle
del fasciame del doppio fianco.

166 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 6: Zona Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio 6.5
inferiore del doppio longitudinali con il doppio fianco, in corrispondenza di squadre
fianco intermedie - Costruzione con fasciame continuo piegato

"HOT SPOT" A "HOT SPOT" B


Doppio fianco
Lamiera cielo
della cassa
bassa Sezione a - a
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra i
rinforzi verticali della paratia

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• “Hot spot” A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• “Hot spot” B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
tA = min (t1, t2, t3)
tB = il minore tra:
Lamiera
Squadra inclinata − lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
intermedia della cielo cassa,
cassa − lo spessore della squadra intermedia,
bassa
− t2.

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 volte lo Analisi a fatica richiesta nel
spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui disegni approvati. caso di L ≥ 150 m:
• t2 ≥ t1. − KSX = 3,15
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSY = 1,3
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi, corrispondenti, soprastanti la − KSXY = 2,05
lamiera cielo cassa deve essere non inferiore a quello delle traverse del doppio
fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Disallineamento (linee mediane) tra lamiera cielo cassa e lamiera inclinata Sono richiesti i seguenti END:
cassa ≤ tA / 3. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra squadre intermedie e corrispondenti − esame a ultrasuoni 25% delle
rinforzi soprastanti la lamiera cielo cassa ≤ tB / 3. eventuali saldature a piena
• Nel caso la lamiera cielo cassa e il fasciame del doppio fianco non siano penetrazione diretto a
collegati mediante saldatura a piena penetrazione, la preparazione della verificare assenza di cricche,
saldatura deve essere indicata sui disegni approvati. mancanze di penetrazione in
• Le squadre intermedie devono essere sistemate in posto e saldate dopo la saldatura o cricche lamellari.
saldatura del collegamento tra fasciame doppio fianco e lamiera cielo cassa.
• La saldatura testa a testa tra fasciame del doppio fianco e lamiera inclinata
cassa deve essere ad una distanza dal cielo cassa non inferiore a 500 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− squadre intermedie collegate mediante saldature continue a cordone d’angolo al fasciame e ai rinforzi,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel fasciame
del doppio fianco,
− profilo finale della saldatura ben raccordato al fasciame del doppio fianco dello lamiera inclinata cassa.
• Prescrizioni sui materiali:
− la costruzione con fasciame continuo piegato può essere accettata a condizione che il procedimento di
piegatura sia sottoposto alla Società per considerazione e venga data evidenza che le caratteristiche meccaniche
del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla lavorazione di piega.
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata cassa deve avere caratteristiche non inferiori a quelle
del fasciame del doppio fianco.

Regolamenti RINA 2008 167


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 6: Zona Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio 6.6
inferiore del doppio longitudinali con il doppio fianco - Costruzione con fasciame
fianco continuo piegato

Doppio fianco
"HOT SPOT" B
Lamiera cielo
della cassa
bassa Sezione a - a

A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le


traverse del fianco

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• “Hot spot” A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• “Hot spot” B ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
"HOT SPOT" A t = il minore tra:
− lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
Lamiera inclinata cielo cassa,
della cassa bassa − lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cielo cassa,
− t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥
5 volte lo spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui 150 m:
disegni approvati. − KSX = 4,5
• d ≤ 40 mm. − KSY = 1,3
• t2 ≥ t1. − KSXY = 5,6
• t3 ≥ t1 nel tratto A.
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi, corrispondenti,
soprastanti la lamiera cielo cassa deve essere non inferiore a quello
delle traverse del doppio fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi corrispondenti soprastanti Sono richiesti i seguenti END:
e sottostanti la lamiera cielo cassa ≤ tB / 3. − esame visivo 100%,
• Nel caso la lamiera cielo cassa e il fasciame del doppio fianco non − esame a ultrasuoni 25% delle
siano collegati mediante saldatura a piena penetrazione, la eventuali saldature a piena
preparazione della saldatura deve essere indicata sui disegni penetrazione diretto a verificare
approvati. assenza di cricche, mancanze di
• La saldatura testa a testa tra fasciame del doppio fianco e lamiera penetrazione in saldatura o cricche
inclinata cassa deve essere ad una distanza dal cielo cassa non lamellari.
inferiore a 500 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sui materiali:
− se il cielo cassa è saldato al corso del fasciame doppio fianco nell’ambito della zona piegata, il procedimento
di piegatura deve essere sottoposto alla Società per considerazione e deve essere data evidenza che le
caratteristiche meccaniche del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla
lavorazione di piega
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata cassa deve avere caratteristiche non inferiori a quelle
del fasciame del doppio fianco.

168 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PETROLIERE, CHIMICHIERE, PORTARINFUSA, MINERALIERE,
MISTE PETROLIERE-PORTARINFUSA
AREA 6: Zona Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse longitudinali Foglio 6.7
inferiore del con il doppio fianco, in corrispondenza di squadre intermedie -
doppio fianco Costruzione con fasciame continuo piegato

Doppio fianco
"HOT SPOT" B
Lamiera cielo
della cassa
bassa
Sezione a - a
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le
traverse del fianco

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• “Hot spot” A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• “Hot spot” B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
"HOT SPOT" A
t = il minore tra:
Lamiera − lo spessore del rinforzo soprastante la
Squadra
inclinata
intermedia
della
lamiera cielo cassa,
cassa − lo spessore della squadra intermedia,
bassa − t2.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Il raggio interno della lamiera piegata deve essere compreso tra 3,5 e 5 volte Analisi a fatica richiesta nel caso
lo spessore della lamiera; il suo valore deve essere indicato sui disegni di L ≥ 150 m:
approvati. − KSX = 3,85
• d ≤ 40 mm. − KSY = 1,3
− KSXY = 4,5
• t2 ≥ t1.
• t3 ≥ t1 sul tratto A.
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi, corrispondenti,
soprastanti la lamiera cielo cassa deve essere non inferiore a quello delle
traverse del doppio fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra squadre intermedie e corrispondenti Sono richiesti i seguenti END:
rinforzi soprastanti la lamiera cielo cassa ≤ tB / 3. − esame visivo 100%,
• Nel caso la lamiera cielo cassa e il fasciame del doppio fianco non siano − esame a ultrasuoni 25% delle
collegati mediante saldatura a piena penetrazione, la preparazione della eventuali saldature a piena
saldatura deve essere indicata sui disegni approvati. penetrazione diretto a
• Le squadre intermedie devono essere sistemate in posto e saldate dopo la verificare assenza di cricche,
saldatura del collegamento tra fasciame doppio fianco e lamiera cielo cassa. mancanze di penetrazione in
• La saldatura testa a testa tra fasciame del doppio fianco e lamiera inclinata saldatura o cricche lamellari.
cassa deve essere ad una distanza dal cielo cassa non inferiore a 500 mm.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sui materiali:
− se il cielo cassa è saldato al corso del fasciame doppio fianco nell’ambito della zona piegata, il procedimento
di piegatura deve essere sottoposto alla Società per considerazione e deve essere data evidenza che le
caratteristiche meccaniche del materiale, in particolare quelle di resilienza, non sono deteriorate dalla
lavorazione di piega
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata cassa deve avere caratteristiche non inferiori a quelle
del fasciame del doppio fianco.

Regolamenti RINA 2008 169


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI GASSIERE
AREA 6: Zona inferiore del Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio 6.8
doppio fianco longitudinali con il doppio fianco

"HOT SPOT" B
Doppio fianco
"HOT SPOT" A
Lamiera cielo della Sezione a - a
cassa bassa
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le
traverse del fianco

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• “Hot spot” A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• “Hot spot” B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
tA = min (t1, t2, t3)
tB = il minore tra:
Lamiera inclinata della − lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
cassa bassa cielo cassa,
− lo spessore del rinforzo sottostante la lamiera
cielo cassa,
− t2.

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ t1. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
• t2 ≥ t1. − KSX = 3,85
• t3 ≥ t1 nel tratto A. − KSY = 1,3
• Lo spessore dei rinforzi soprastanti e di quelli, − KSXY = 2,0
corrispondenti, sottostanti la lamiera cielo cassa deve
essere non inferiore a quello delle traverse del doppio
fianco
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Disallineamento (linee mediane) tra fasciame doppio Sono richiesti i seguenti END:
fianco e lamiera inclinata cassa ≤ tA / 3, comunque ≤ 6 − esame visivo 100%,
mm. − esame a ultrasuoni 35% delle saldature a piena
Disallineamento (linee mediane) tra rinforzi penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
corrispondenti soprastanti e sottostanti la lamiera cielo mancanze di penetrazione in saldatura o cricche
cassa ≤ tB / 3, comunque ≤ 6 mm. lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame del doppio fianco e lamiera inclinata della cassa collegati mediante saldatura a piena penetrazione alla
lamiera cielo cassa, eccetto in corrispondenza di spazi vuoti dove può essere accettata saldatura a parziale
penetrazione,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel caso per
la lamiera cielo cassa non sia adottato acciaio di qualità Z,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera cielo cassa.
• Prescrizioni sui materiali:
− per la lamiera cielo cassa deve essere utilizzato acciaio di qualità Z25 o ZH25 o acciaio avente lo stesso
comportamento nella direzione dello spessore. In casi particolari possono essere accettate dalla Società lamiere
in acciaio di grado E/EH, a condizione che tali lamiere siano sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al
100% della fascia interessata dai giunti del collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata della cassa deve avere caratteristiche non inferiori a
quelle del fasciame del doppio fianco.

170 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1

NAVI GASSIERE
AREA 6: Zona inferiore Collegamento della lamiere inclinate delle casse basse Foglio 6.9
del doppio fianco longitudinali con il doppio fianco, in corrispondenza di
squadre intermedie

"HOT SPOT" A
"HOT SPOT" B
Lamiera cielo della Doppio fianco
cassa bassa
Sezione a - a
A = tratto da assumere non inferiore all’intervallo tra le
traverse del fianco

Tensioni negli “hot spots” A e B:


• “Hot spot” A: ∆σSX = KSX ⋅ ∆σnX
• “Hot spot” B: ∆σSY = KSY ⋅ ∆σnY + KSXY ⋅ ∆σnX
tA = min (t1, t2, t3)
Squadra
Lamiera tB = il minore tra:
intermedia
inclinata − lo spessore del rinforzo soprastante la lamiera
della cielo cassa,
cassa − lo spessore della squadra intermedia,
bassa
− t2.

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• d ≥ t1. Analisi a fatica richiesta nel caso di L ≥ 150 m:
• t2 ≥ t1. − KSX = 3,55
− KSY = 1,3
• t3 ≥ t1 nel tratto A.
− KSXY = 1,75
• Lo spessore delle squadre intermedie e dei rinforzi,
corrispondenti, soprastanti la lamiera cielo cassa deve essere non
inferiore a quello delle traverse del doppio fianco.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento (linee mediane) tra fasciame doppio fianco e Sono richiesti i seguenti END:
lamiera inclinata cassa ≤ tA / 3, comunque ≤ 6 mm. − esame visivo 100%,
• Disallineamento (linee mediane) tra squadre intermedie e − esame a ultrasuoni 35% delle saldature a
corrispondenti rinforzi soprastanti la lamiera cielo cassa ≤ tB / 3, piena penetrazione diretto a verificare
comunque ≤ 6 mm. assenza di cricche, mancanze di
• Le squadre intermedie devono essere sistemate in posto e saldate penetrazione in saldatura o cricche
dopo la saldatura del collegamento tra lamiera inclinata cassa e lamellari.
lamiera cielo cassa.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame del doppio fianco e lamiera inclinata della cassa collegati mediante saldatura a piena penetrazione
alla lamiera cielo cassa, eccetto in corrispondenza di spazi vuoti dove può essere accettata saldatura a parziale
penetrazione,
− squadre intermedie collegate mediante saldature continue a cordone d’angolo al fasciame e ai rinforzi,
− approvazione particolare della procedura di saldatura su campione rappresentativo delle effettive condizioni
previste in produzione,
− è raccomandato adottare sequenza di saldatura idonea nei riguardi del rischio di cricche lamellari nel caso per
la lamiera cielo cassa non sia adottato acciaio di qualità Z,
− profilo finale della saldatura ben raccordato alla lamiera cielo cassa.
• Prescrizioni sui materiali:
− per la lamiera cielo cassa deve essere utilizzato acciaio di qualità Z25 o ZH25 o acciaio avente lo stesso
comportamento nella direzione dello spessore. In casi particolari possono essere accettate dalla Società lamiere
in acciaio di grado E/EH, a condizione che tali lamiere siano sottoposte per accettazione a esame ultrasonoro al
100% della fascia interessata dai giunti del collegamento, prima e dopo saldatura,
− l’acciaio impiegato per il tratto A della lamiera inclinata della cassa deve avere caratteristiche non inferiori a
quelle del fasciame del doppio fianco.

Regolamenti RINA 2008 171


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTARINFUSA
AREA 7: Collegamento delle costole con le casse longitudinali basse e alte - Foglio 7.1
Costole Costole con piattabanda simmetrica e squadre integrate
"SOFT TOE"

Zona
(in generale)
Squadra superiore

Piattabanda
simmetrica
Zona

Altezza dell'anima
Squadra inferiore

Zona

"SOFT TOE"
tw = spessore effettivo, in mm, dell’anima della costola tw,min = 7,0 + 0,03L1 mm
bF = larghezza della piattabanda della squadra, in mm, tF = spessore della piattabanda della squadra in
mm.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Spessore della squadra inferiore, in mm ≥ max (tw, tw,min + 2). Analisi a fatica
• Spessore della squadra superiore, in mm ≥ max (tw, tw,min). non richiesta.
• Il modulo di resistenza della costola con squadre inferiore e superiore, nelle posizioni indicate
nello schizzo, deve essere non minore del doppio del modulo di resistenza richiesto per la costola
a nella zona di metà campata.
• Le dimensioni delle squadre, inferiore e superiore, devono essere non minori di quelle indicate
nello schizzo.
• Alle estremità inferiore e superiore della costola deve essere assicurata la continuità strutturale
entro le casse bassa e alta, mediante squadre di collegamento.
• La piattabanda della costola deve essere raccordata (senza spigolo) alle squadre di estremità con
0,4b 2F
r≥ .
tF
• Le estremità della piattabanda devono essere rastremate e smentate.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento tra anima della costola e squadre di Sono richiesti i seguenti END:
collegamento entro casse bassa e alta ≤ t / 3, dove t è il minor − esame visivo 100%, con particolare attenzione
spessore tra quelli degli elementi collegati. alla forma del cordone e alle incisioni marginali
• "Soft toes"; rastremazione della piattabanda della costola alle sulle lamiere alle estremità squadre ("soft toes"),
estremità: spessore 1:3, larghezza 1:5 − esami magnetoscopici o liquidi penetranti a
seconda dei risultati dell'esame visivo.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
− costole e squadre collegate mediante saldature continue a cordone d'angolo al fasciame del fianco e alle lamiere
inclinate della casse basse e alte, con spessore della gola non minore di:
0,45 t nella "zona a",
0,40 t nella "zona b",
dove t è il minor spessore tra quelli degli elementi collegati.
− adottare sequenza di saldatura atta a ridurre le tensioni di ritiro nelle saldature testa a testa nelle costole, nel modo
seguente:
lasciare non saldati per circa 200 mm da ogni parte del collegamento testa a testa i collegamenti tra anima
della costola e fasciame del fianco e tra anima e piattabanda della costola,
saldare il collegamento testa a testa,
completare le saldatura d’angolo,
− girare i cordoni di saldatura intorno alle estremità delle squadre e alle eventuali lunette di sorpasso ("scallops"),
dando al cordone forma allungata ben raccordata sui fasciami,
− evitare di bruciare i lembi delle eventuali "scallops" in corrispondenza dei collegamenti testa a testa delle
piattabande delle costole; se le "scallops" non sono adottate, evitare difetti di estremità nei collegamenti testa a testa
delle anime delle costole.

172 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTARINFUSA
AREA 7: Costole Collegamento delle costole con le casse longitudinali basse e alte Foglio 7.2
- Costole con piattabanda non simmetrica e squadre separate
"SOFT TOE"
Zona

Squadra superiore
(in generale)

Questa soluzione è
consentita solo per navi
di lunghezza minore di
190 m aventi costole in
Zona acciaio a normale
resistenza.

Altezza dell'anima
Squadra inferiore

Zona

"SOFT TOE"
tw = spessore effettivo, in mm, dell’anima della costola tw,min = 7,0 + 0,03L1 mm
bF = larghezza della piattabanda della squadra, in mm, tF = spessore della piattabanda della squadra in
mm.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Spessore della squadra inferiore, in mm ≥ max (tw, tw,min + 2).
Analisi a fatica
• Spessore della squadra superiore, in mm ≥ max (tw, tw,min). non richiesta.
• Il modulo di resistenza della costola con squadre inferiore e superiore, nelle posizioni indicate
nello schizzo, deve essere non minore del doppio del modulo di resistenza richiesto per la
costola a nella zona di metà campata.
• Le dimensioni delle squadre, inferiore e superiore, devono essere non minori di quelle indicate
nello schizzo.
• Alle estremità inferiore e superiore della costola deve essere assicurata la continuità strutturale
entro le casse bassa e alta, mediante squadre di collegamento.
• Le estremità della piattabanda devono essere rastremate e smentate.
• z ≤ 50 mm.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento tra anima della costola e squadre di Sono richiesti i seguenti END:
collegamento entro casse bassa e alta ≤ t / 3, dove t è il minor − esame visivo 100%, con particolare
spessore tra quelli degli elementi collegati. attenzione alla forma del cordone e alle
• Sovrapposizione al collegamento squadre: ≥ 1,5d, in mm. incisioni marginali sulle lamiere alle estremità
• "Soft toes"; rastremazione della piattabanda della costola alle squadre ("soft toes"),
estremità: spessore 1:3, larghezza 1:5 − esami magnetoscopici o liquidi penetranti a
seconda dei risultati dell'esame visivo.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
− costole e squadre collegate mediante saldature continue a cordone d'angolo al fasciame del fianco e alle lamiere
inclinate della casse basse e alte, con spessore della gola non minore di:
0,45 t nella "zona a",
0,40 t nella "zona b",
dove t è il minor spessore tra quelli degli elementi collegati.
− squadre collegate alle costole mediante saldature continue a cordone d'angolo, con spessore della gola non
minore di metà spessore delle squadre,
− procedura di saldatura degli eventuali collegamenti testa a testa delle costole soggetta ad approvazione, con
particolare riguardo alla saldatura dei ferri a bulbo o degli angoli per i ferri a L,
− adottare sequenza di saldatura atta a ridurre le tensioni di ritiro nelle saldature testa a testa nelle costole, nel modo
seguente:
lasciare non saldati per circa 200 mm da ogni parte del collegamento testa a testa i collegamenti tra anima
della costola e fasciame del fianco e tra anima e piattabanda della costola,
saldare il collegamento testa a testa,
completare le saldatura d’angolo,
− girare i cordoni di saldatura intorno alle estremità delle squadre e alle eventuali lunette di sorpasso ("scallops"),
dando al cordone forma allungata ben raccordata sui fasciami,
− evitare di bruciare i lembi delle saldature d'angolo dei collegamenti a sovrapposizione e delle "scallops".

Regolamenti RINA 2008 173


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTARINFUSA, MINERALIERE, MISTE PETROLIERE-
PORTARINFUSA
AREA 8: Casse Collegamento delle paratie trasversali corrugate con le casse alte Foglio 8.1
longitudinali alte longitudinali

CASSONETTO
TRASVERSALE
ALTO

t = minor spessore tra quelli degli elementi collegati.


DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Una traversa od un rinforzo intercostale deve essere sistemato entro Analisi a fatica non richiesta.
la cassa longitudinale alta in linea con le flange delle corrugazioni
della paratia e con il fasciame del cassonetto trasversale alto. Tale
sistemazione deve essere indicata sui disegni approvati.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
I disallineamenti tra: Sono richiesti i seguenti END:
− traverse o rinforzi intercostali entro la cassa longitudinale alta e − esame visivo 100%, con particolare
flange delle corrugazioni, attenzione alla forma del cordone e alle
− traverse o rinforzi intercostali entro la cassa longitudinale alta e incisioni marginali sulle lamiere,
fasciame del cassonetto, − esame a ultrasuoni 100% delle saldature a
− fasciame del cassonetto trasversale e flange delle corrugazioni piena penetrazione diretto a verificare
devono essere ≤ t/3. assenza di cricche, mancanze di
penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
− fasciame della paratia collegato mediante saldature continue a cordone d'angolo al fasciame della cassa
longitudinale e del cassonetto trasversale alto, piena penetrazione raccomandata per il tratto di collegamento
nella zona di incrocio tra fasciami verticale e inclinato della cassa longitudinale alta,
− spessore della gola dei cordoni d'angolo = 0,45 t, dove t è il minor spessore tra quelli degli elementi collegati,
− distanza al vertice del collegamento a T contenuta nei valori minimi,
− sequenza di saldatura atta a ridurre le tensioni di ritiro.

174 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTACONTENITORI
AREA 9: "Cross Collegamento dei "cross decks" con le costole rinforzate Foglio 9.1
decks"

"CROSS DECK"

t = minor spessore tra quelli degli elementi


collegati.
SALDATURA A PIENA PENETRAZIONE
(RACCOMANDATA)

COSTOLA RINFORZATA

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• I "cross decks" devono offrire adeguata continuità alle Analisi a fatica non richiesta.
estremità mediante sovrapposizione strutturale.
• Le tensioni indotte dalle forze trasmesse dai "cross
decks" alle costole rinforzate devono essere calcolate
tenendo conto delle aperture nelle costole stesse.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
Disallineamento tra squadra, anima del "cross deck" e Sono richiesti i seguenti END :
anima della costola ≤ t/3.
• esame visivo 100%, con particolare attenzione a:
− forma del cordone e incisioni marginali alle
estremità squadre, se non adottata molatura locale
del fasciame,
− qualità del taglio dei lembi liberi delle squadre,
• esame a ultrasuoni 100% delle eventuali saldature a
piena penetrazione diretto a verificare assenza di
cricche, mancanze di penetrazione in saldatura o
cricche lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
− strutture dei "cross decks" e delle costole collegate mediante saldature continue a cordoni d'angolo; completa
penetrazione raccomandata nelle zone indicate nello schizzo,
− spessore della gola dei cordoni d'angolo = 0,45 t, dove t è il minor spessore tra quelli degli elementi collegati,
− girare i cordoni di saldatura intorno alle estremità delle squadre dando al cordone forma allungata ben raccordata
sulle lamiere delle strutture collegate, evitando intaccature; molatura raccomandata.

Regolamenti RINA 2008 175


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTACONTENITORI
AREA 9: "Cross Collegamento tra piattabande dei "cross decks" e anguille Foglio 9.2
decks"
PIATTABANDA DELL'ANGUILLA

PIATTABANDA DEL "CROSS


DECK"

B = min (B1, B2)

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• R ≥ B.
Analisi a fatica non richiesta.
• t3 ≥ max (t1, t2).

COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:


Taglio dei lembi delle piattabande eseguiti con Sono richiesti i seguenti END:
particolare cura.
− esame visivo 100%.
− esame a ultrasuoni 100% delle saldature a piena
penetrazione diretto a verificare assenza di cricche,
mancanze di penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
− collegamenti testa a testa a piena penetrazione,
− raccomandato proseguire le saldature su prolunghe provvisorie da sistemare ad entrambe le estremità di ogni
collegamento, da asportare successivamente; molatura accurata delle estremità del collegamento.

176 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTARINFUSA, MINERALIERE, MISTE PETROLIERE-
PORTARINFUSA, PORTACONTENITORI
AREA 10: Angoli delle Fasciame del ponte in corrispondenza degli angoli Foglio 10.1
boccaporte delle boccaporte

INSERTO

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• Agli angoli delle aperture delle boccaporte situate entro la zona del carico Analisi a fatica non richiesta.
devono in generale essere sistemati inserti aventi profilo circolare. Il raggio
dell’angolo circolare dell’apertura deve essere in accordo con le prescrizioni
in Cap 4, Sez 6, [6.2.1].
• Non sono richiesti inserti agli angoli delle aperture delle boccaporte, situate
nelle suddette posizioni, che abbiano profilo ellittico o parabolico in
accordo con le prescrizioni del Cap 4, Sez 6, [6.2.2].
• Quando i suddetti inserti sono richiesti, il loro spessore deve essere in
accordo con le prescrizioni in Cap 4, Sez 6, [6.2.3] e la loro estensione deve
essere tale che le lunghezze d1, d2, d3 e d4 siano ≥ s, dove s è l’intervallo dei
rinforzi ordinari.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Gli angoli degli inserti devono essere arrotondati, eccetto Sono richiesti i seguenti END:
quando coincidono con i collegamenti testa a testa tra i corsi del − esame visivo 100%,
fasciame del ponte. − esame radiografico o a ultrasuoni nelle zone
• Taglio dei lembi degli inserti eseguiti con particolare cura. indicate nello schizzo.
SALDATURE E MATERIALI:
• Prescrizioni sulle saldature:
− raccomandato proseguire le saldature su prolunghe provvisorie da sistemare ad entrambe le estremità di ogni
collegamento, da asportare successivamente; molatura accurata delle estremità del collegamento.
• Prescrizioni sui materiali:
− gli inserti devono essere in acciaio aventi caratteristiche non inferiori a quelle del fasciame di ponte adiacente,
tenendo conto del loro spessore in accordo con Cap 4, Sez 1, [2].

Regolamenti RINA 2008 177


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTARINFUSA, MINERALIERE, MISTE PETROLIERE-
PORTARINFUSA, PORTACONTENITORI
AREA 10: Angoli delle Estremità delle mastre longitudinali delle boccaporte - Dett. 10.2
boccaporte Squadre saldate al fasciame del ponte
Piattabanda
simmetrica tA = il minore tra:
− lo spessore della
piattabanda della squadra
all’estremità inferiore,
− lo spessore locale del
fasciame del ponte,
− lo spessore dell'anima del
rinforzo trasversale sotto
ponte,

tB = il minore tra:
− lo spessore dell'anima della
Piena squadra,
penetrazione − lo spessore locale del
Sezione a-a fasciame del ponte,
Rinforzo
trasversale − lo spessore dell'anima
sotto ponte dell'elemento longitudinale
sotto ponte.
DIMENSIONAMENTI: FATICA:
Un rinforzo trasversale addizionale deve essere Analisi a fatica non richiesta.
sistemato sotto ponte in corrispondenza all’estremità
della squadra, se tale estremità non è situata in
corrispondenza di un rinforzo ordinario.
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento tra flangia della squadra e Sono richiesti i seguenti END:
rinforzo trasversale sotto ponte ≤ tA / 3. − esame visivo 100%, con particolare attenzione alla forma del
• Disallineamento tra anima della squadra ed cordone e alle incisioni marginali sul fasciame del ponte al
elemento longitudinale sotto ponte ≤ tB / 3. collegamento della piattabanda della squadra,
− esame a ultrasuoni 100% delle saldature a piena
penetrazione diretto a verificare assenza di cricche, mancanze
di penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
SALDATURE E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
− piattabanda della squadra e fasciame del ponte collegati mediante saldatura a piena penetrazione, con lembo
della flangia preparato a V e forma della saldatura allungata ben raccordata sul fasciame del ponte (vedere
schizzo),
− estremità della squadra e fasciame del ponte collegati mediante saldatura a piena penetrazione per il tratto
indicato nello schizzo, con lembi della squadra preparati a X,
− rinforzo trasversale sotto ponte e fasciame del ponte collegati mediante saldatura a piena penetrazione in
corrispondenza della flangia della squadra,
− deve essere posta attenzione onde evitare difetti agli incroci di saldature in corrispondenza dell'estremità della
squadra; adottare eventualmente piccole lunette di sorpasso da chiudere successivamente con saldatura.

178 Regolamenti RINA 2008


Parte B, Cap 12, App 1
NAVI PORTARINFUSA, MINERALIERE, MISTE, PORTACONTENITORI
AREA 10: Angoli delle Estremità delle mastre longitudinali delle boccaporte - Foglio 10.3
boccaporte Squadre smentate in corrispondenza del fasciame del ponte

Piattabanda t = il minore tra:


simmetrica − lo spessore dell'anima
della squadra,
− lo spessore locale del
fasciame del ponte,
− lo spessore dell'anima
dell'elemento
Piena penetrazione longitudinale sotto ponte.

"SOFT TOE"
Sezione a - a

DIMENSIONAMENTI: FATICA:
• R ≥ 500 mm. Analisi a fatica non richiesta.

• α ≤ 30°
COSTRUZIONE: ESAMI NON DISTRUTTIVI:
• Disallineamento tra anima della squadra ed Sono richiesti i seguenti END:
elemento longitudinale sotto ponte ≤ t / 3. − esame visivo 100%, con particolare attenzione alla forma del
• ‘Soft toe’; rastremazione della piattabanda della cordone e alle incisioni marginali sul fasciame del ponte,
squadra alla estremità inferiore: spessore 1:3,
− esame a ultrasuoni 100% delle saldature a piena
larghezza 1:5
penetrazione diretto a verificare assenza di cricche, mancanze
di penetrazione in saldatura o cricche lamellari.
SALDATURA E MATERIALI:
Prescrizioni sulle saldature:
− estremità della squadra e fasciame del ponte collegati mediante saldatura a piena penetrazione per il tratto
indicato nello schizzo, con lembi della squadra preparati a X.

Regolamenti RINA 2008 179

Potrebbero piacerti anche