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Regolamenti per la Classificazione

delle Navi
In vigore dal 1 Gennaio 2008

Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione contro gli Incendi

RINA S.p.A.
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Editore: RINA S.p.A.


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Stampato da: Algraphy S.n.c.


Genova Italia

Autorizzazione del Tribunale di Genova


No. 25/73 dell' 11 aprile 1973

© RINA S.p.A. - Tutti i diritti riservati


PREAMBOLO AI REGOLAMENTI: CONDIZIONI GENERALI
Definizioni Articolo 3
“Regolamenti” significa i Regolamenti per la Classificazione 3.1. – La classe assegnata ad una nave riflette il parere
delle Navi sia contenuti in questo documento che in altri discrezionale della Società che la nave, dato l’uso previsto
documenti emessi dalla Società. ed entro i relativi limiti di tempo, soddisfa i Regolamenti
"Servizi" significa le attività descritte nel successivo Articolo applicabili all’epoca in cui il servizio è prestato. L’entrata in
1, rese dalla Società su richiesta fatta dalla, Parte Interessata vigore e l’applicazione di nuove norme sono disciplinate
o in nome e per conto di questa. nella Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 2 dei
“Società” significa RINA S.p.A. e tutte le Società Regolamenti.
appartenenti al Gruppo RINA che forniscono i Servizi. 3.2. – A nessun rapporto, dichiarazione, annotazione su
“Tecnico” significa personale tecnico operante per conto disegno, esame, Certificato di Classe o qualsiasi documento
della Società nell’esecuzione delle attività descritte nel o informazione emanati o rilasciati in esecuzione di servizi
seguente Articolo 1. prestati dalla Società possono essere attribuiti effetti o
“Parte Interessata” significa una parte, diversa dalla Società, implicazioni legali diversi da una attestazione che la nave,
che abbia responsabilità nella classificazione della nave, la struttura, i materiali, le apparecchiature, i macchinari o
quale l’Armatore della nave ed i suoi rappresentanti, o il qualsiasi altro elemento, cui tale documento o
costruttore della nave, o il costruttore delle macchine, o il informazione si riferiscono, sono conformi ai Regolamenti.
fornitore di parti da collaudare. Tale dichiarazione è rilasciata solamente per l’uso della
“Armatore” significa il Proprietario o l’Armatore Disponente Società, dei suoi comitati e dei suoi clienti o di altri
o il Gestore o qualsiasi altra parte tenuta a mantenere la organismi autorizzati e per nessun altro fine. La validità,
nave atta alla navigazione, con particolare riguardo alle l’applicazione, il significato e l’interpretazione di un
disposizioni relative al mantenimento della classe indicate Certificato di Classe, o qualsiasi analogo documento o
nella Parte A, Capitolo 2 dei Regolamenti. informazione forniti dalla Società in relazione a oppure a
“Amministrazione” significa il Governo dello Stato di cui la seguito della prestazione dei propri servizi, sono
nave è autorizzata a battere la bandiera o lo Stato sotto la disciplinati dai Regolamenti della Società che è l'unica
cui autorità la nave viene gestita nel caso specifico. competente a fornirne l'interpretazione ufficiale. Qualsiasi
Articolo 1 contrasto relativo a questioni tecniche tra la Parte
1.1. – L'oggetto della Società è, tra gli altri, la Interessata ed il Tecnico nell’esecuzione delle sue funzioni
classificazione e la certificazione di navi, unità marittime e deve essere portato il più presto possibile, per iscritto, a
fluviali, strutture offshore ed imbarcazioni di tutti i tipi, (nel conoscenza della Società la quale risolve ogni divergenza
seguito sono collettivamente definite “navi”), e la di opinione o vertenza.
certificazione di loro parti e componenti. 3.3. – La classificazione di una nave, o il rilascio di un
La Società: certificato in relazione alla oppure a seguito della
– stabilisce e sviluppa Regolamenti, Guide ed altri classificazione di una nave o della prestazione di servizi da
documenti; parte della Società ha la validità conferita dai Regolamenti
– pubblica il Libro Registro; della Società all’epoca dell’assegnazione della classe o del
– emette Certificati, Dichiarazioni e Rapporti sulla base dei rilascio del certificato ed in nessun caso equivale ad una
suoi interventi. attestazione o una garanzia di navigabilità, integrità
1.2. – La Società prende parte anche alla applicazione di strutturale, qualità o idoneità ad un particolare scopo o
Norme Nazionali come pure di Norme e Standard servizio di qualsiasi nave, struttura, materiale,
Internazionali, per delega di diversi Governi. apparecchiatura o macchinario visitati dalla Società.
1.3. – La Società svolge Assistenza Tecnica su richiesta e 3.4. – Qualsiasi documento rilasciato dalla Società in
fornisce servizi particolari al di fuori dell’ambito della relazione ai propri interventi rappresenta le condizioni
classificazione, che sono soggetti alle presenti condizioni della nave all’epoca della visita.
generali, tranne ove espressamente previsto in contrario. 3.5. – I Regolamenti, le visite effettuate, i rapporti, i
certificati e gli altri documenti rilasciati dalla Società non
Articolo 2 sono intesi a sostituire per nessuna ragione gli obblighi e le
2.1. – I Regolamenti sviluppati dalla Società mirano a responsabilità di altre parti quali Governi, progettisti,
riflettere lo stato della tecnica in uso al tempo della loro costruttori, fabbricanti, riparatori, fornitori, imprenditori,
pubblicazione. La Società non è responsabile di qualsiasi subcontraenti, Armatori, gestori, assicuratori, venditori o
carenza o imperfezione di questi Regolamenti o di acquirenti di una nave o altro bene sottoposto a ispezione.
qualunque altro documento ad esso correlati, nella misura Detti documenti non esimono tali parti da qualsiasi
in cui queste siano il risultato di futuri sviluppi della garanzia, dovere o obbligo contrattuale da essi
tecnica, che non potevano essere ragionevolmente previsti esplicitamente o implicitamente assunti o da qualunque
al tempo della pubblicazione. responsabilità, né conferiscono a tali parti alcun diritto,
2.2. – La Società esercita la dovuta diligenza e capacità: pretesa o titolo nei confronti della Società. In particolare, le
- nella scelta dei propri Tecnici suddette attività della Società non esimono l’Armatore dal
- nell’esecuzione dei propri servizi, considerando lo stato suo obbligo di assicurare un’adeguata manutenzione della
della tecnica in uso all’epoca in cui tali servizi sono nave in ogni momento. Parimenti, i Regolamenti, le visite
effettuati. effettuate, i rapporti, i certificati e gli altri documenti
2.3. – Le visite eseguite dalla Società comprendono esami rilasciati dalla Società non sono finalizzati a garantire gli
visivi e prove non distruttive, ma non sono limitate a detti eventuali acquirenti della nave, di suoi componenti o di
accertamenti. Tranne ove diversamente previsto, i controlli altro bene oggetto di verifica o certificazione o a manlevare
sono eseguiti con tecniche di campionamento e non il venditore degli stessi rispetto agli obblighi loro
consistono nell'esame o nel monitoraggio completo di ogni incombenti in base alla legge o al contratto quanto alla
singolo elemento della nave o dei beni oggetto di qualità, al valore commerciale o alle caratteristiche del
certificazione. La Società può anche affidare prove di bene oggetto di transazione. Pertanto, in nessun caso la
laboratorio, ispezioni subacquee ed altri accertamenti a Società si assumerà gli obblighi incombenti sui soggetti
qualificati fornitori di servizi che li eseguono sotto la loro sopra menzionati, anche quando è chiamata ad esprimere
responsabilità. Le prassi e le procedure di visita sono scelte pareri in relazione a domande riguardanti materie non
dalla Società a sua esclusiva ed assoluta discrezione sulla coperte dai propri Regolamenti o altri documenti. In quanto
base delle proprie esperienze e conoscenze ed in accordo non sono disciplinati nel Preambolo, i doveri e le
con gli standard tecnici generalmente accettati responsabilità dell’Armatore e delle Parti Interessate nei
nell’industria. riguardi dei servizi prestati dalla Società sono descritti nella
Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 3 dei Regolamenti.
Articolo 4 entro TRE MESI dalla data in cui i servizi sono stati
4.1. – Qualsiasi richiesta di servizi della Società deve essere inizialmente prestati o i danni inizialmente scoperti. La
sottoposta per iscritto e firmata dalla Parte Interessata o da mancanza di tale avviso entro i termini qui stabiliti
altri per suo conto. Tale richiesta sarà considerata comporta la decadenza da ogni diritto o azione contro la
irrevocabile appena sarà ricevuta dalla Società e Società.
comporterà l’accettazione da parte del richiedente delle Articolo 6
pertinenti prescrizioni dei Regolamenti, Preambolo 6.1. – Qualsiasi vertenza derivante da o connessa con i
compreso. Non appena la richiesta scritta è accettata dalla Regolamenti o con i servizi della Società, comprese
Società, si intenderà stipulato un contratto tra la Società e eventuali questioni riguardanti obblighi, responsabilità o
la Parte Interessata, regolato dalle presenti Condizioni limitazioni della responsabilità della Società, sarà soggetta
Generali. alla legge italiana ed ogni procedimento dovrà essere
4.2. – La Parte Interessata e il soggetto che ha richiesto il iniziato o riassunto innanzi il Tribunale di Genova, Italia,
servizio saranno congiuntamente e solidalmente che avrà competenza esclusiva nell’esaminare e risolvere
responsabili per il pagamento dei compensi e delle spese tali vertenze.
dovuti alla Società per i servizi resi, anche se non portati a 6.2. – Tuttavia, per le controversie relative al mancato
termine per cause non imputabili alla Società. Nel caso di pagamento dei compensi e delle spese dovuti alla Società
pagamento ritardato possono essere richiesti gli interessi per i Servizi, la stessa avrà la facoltà di adire l'Autorità
maturati nella misura del tasso di interesse legale vigente, Giudiziaria del Paese dove ha sede la Parte Interessata o il
aumentato di due punti percentuale. soggetto che ha richiesto il Servizio.
4.3. – Il contratto può essere risolto e gli eventuali certificati Articolo 7
revocati a richiesta di una o dell’altra parte a condizione
che venga dato un preavviso per iscritto di 30 giorni. Il 7.1. – Tutti i disegni, le specifiche, i documenti e le
mancato pagamento dei compensi richiesti per i servizi informazioni forniti o emessi dalla Società o di cui questa
prestati dalla Società in esecuzione del suddetto contratto può venire a conoscenza, in occasione dell'esecuzione dei
darà diritto alla Società di risolvere il contratto e sospendere propri servizi, saranno trattati come documenti riservati e
l'esecuzione dei servizi. non saranno divulgati a terzi senza previa autorizzazione
A meno che la Società non decida diversamente, la della Parte Interessata, salvo quanto previsto o richiesto
risoluzione del contratto implica che l’assegnazione della dalla normativa internazionale, europea o nazionale
classe alla nave viene rifiutata oppure, se la nave è già applicabile, dal Codice di Etica dell'IACS, dallo Statuto
classificata, che la classe è sospesa o ritirata. dell'IACS o altre normative IACS, ovvero da un ordine di
un'Autorità Giudiziaria competente. Informazioni sulla
Articolo 5 situazione dei certificati di classe e statuali, compresi i
5.1. – Nel prestare i servizi citati nel precedente Articolo 1, trasferimenti, i cambiamenti, le sospensioni, le revoche
come pure nel dare informazioni o pareri, né la Società né della classe, le raccomandazioni/condizioni di classe, le
alcuno dei suoi dipendenti o agenti garantisce la precisione condizioni o le restrizioni operative stabilite nei confronti
delle informazioni o dei pareri forniti. Inoltre, la Società delle navi classificate ed altre informazioni pertinenti,
non presta alcuna garanzia esplicita od implicita. secondo quanto richiesto, possono essere pubblicate sul
Salvo quanto previsto al seguente paragrafo 5.2, ed anche sito internet o divulgate con altri mezzi senza previa
nel caso di visite eseguite per delega di Governi, né la autorizzazione della Parte Interessata.
Società né alcuno dei suoi dipendenti o agenti sarà 7.2 – Indipendentemente dall'obbligo generale di
responsabile di qualsiasi perdita, danno o spesa di riservatezza dovuto dalla Società nei confronti dei propri
qualunque natura sostenuta da qualsiasi persona, sia in via clienti in accordo alla sopraindicata clausola 7.1, i clienti
contrattuale, sia in via extracontrattuale, a causa di della Società con la presente accettano che la Società
qualsiasi atto o omissione di qualunque natura, siano essi partecipi all'Early Warning System dell'IACS il quale
negligenti o meno, e comunque tali perdita, danno o spesa richiede che ogni Societa IACS fornisca alle altre Società
siano stati causati. membri dell'IACS informazioni relative a danni rilevanti,
5.2. – Ferme restando le disposizioni di cui al precedente riscontrati sia alle strutture dello scafo che all'apparato
paragrafo 5.1, qualora un utente dei servizi della Società motore di navi da essa classificate, in modo che tali utili
dimostri di aver subito una perdita o un danno a causa di informazioni possano essere condivise ed utilizzate per
qualche azione od omissione negligente da parte della facilitare il corretto funzionamento dell'Early Warning
Società, dei suoi dipendenti o agenti, la Società risarcirà il System.
danno dimostrato fino a concorrenza della somma non 7.3 – Nel caso di trasferimento di classe ed aggiunta di una
superiore a cinque volte l’ammontare degli eventuali seconda classe o revoca da una "Double/Dual class", la
compensi fatturati dalla Società per le specifiche Parte Interessata si impegna a fornire alla Società o a
prestazioni, informazioni o consigli o, se non sono fatturati permettere alla Società di fornire all'altra Società di
compensi, fino a un massimo di diecimila Euro. Qualora i Classificazione tutti i piani e i disegni costruttivi, i
compensi siano relativi a diversi servizi, al fine di calcolare certificati, i documenti e le informazioni relativi all'unità
il limite massimo risarcibile, l’ammontare dei compensi classificata, compreso il suo archivio storico, che l'altra
sarà determinato con riferimento alla stima del tempo Società di Classificazione può richiedere ai fini della
impiegato nell’esecuzione di ciascun singolo servizio. classificazione in conformità con la Procedura IACS PR 1A,
Qualsiasi responsabilità per perdite o danni indiretti o come emendata, e con la normativa applicabile. E' dovere
consequenziali e per le relative spese è comunque dell'Armatore assicurare, quando richiesto, il consenso del
espressamente esclusa. In ogni caso, indipendentemente costruttore alla fornitura di piani e disegni alla nuova
dall’ammontare dei compensi, l'ammontare massimo Società di Classificazione, per mezzo di opportune clausole
risarcibile dalla Società non sarà superiore a 1 milione di inserite nel contratto di costruzione o tramite altri accordi.
Euro. Il risarcimento previsto in questo paragrafo non
implica assunzione di obblighi e/o ammissione di Articolo 8
responsabilità da parte della Società e sarà eseguito fermo 8.1. – Se qualche parte di questo Preambolo dovesse essere
restando quanto previsto dalla clausola di esclusione della dichiarata invalida, ciò non avrà effetto sulla validità delle
responsabilità contenuta nel precedente paragrafo 5.1. restanti disposizioni.
5.3. – Qualsiasi reclamo per perdita o danni di qualunque 8.2. – Nell’eventualità di dubbi riguardanti l’interpretazione
natura in virtù delle disposizioni qui stabilite deve essere di questo Preambolo, prevarrà il testo italiano.
fatto per iscritto, e ne deve essere dato avviso alla Società
NOTE ALLA PARTE C

1. Edizione di riferimento Parte B: Scafo e stabilità


Per edizione di riferimento della presente Parte C si Parte C: Macchinari, Impianti e protezione contro
intende l'edizione 2000 dei regolamenti del RINA in gli incendi
vigore dal 1 giugno 2000. Parte D: Materiali e saldature
2. Aggiornamento delle norme Parte E: Notazioni di servizio
2.1 Con la pubblicazione dell'edizione 2000 i regola- Parte F: Notazioni addizionali di classe
menti sono stati completamente rielaborati e riorga- Ciascuna Parte è suddivisa in:
nizzati. • Capitoli
2.2 Salvo casi particolari, i regolamenti vengono • Sezioni ed eventuali Appendici
aggiornati e pubblicati annualmente. • Articoli
3. Entrata in vigore delle norme • Sotto-articoli
• Requisiti
3.1 In corrispondenza di tutti i punti nei quali sono
state introdotte norme nuove o modificate rispetto a Le Figure (abbr. Fig) e le Tabelle (abbr. Tab) sono nume-
quelle contenute nell'edizione di riferimento è indi- rate, in ordine crescente, all’interno di ciascuna Sezione
cata una data tra parentesi. o Appendice.

Tale data è quella di entrata in vigore delle norme 5.2 Riferimenti


del punto considerato così come emendate con Esempi: Parte A, Cap 1, Sez 1, [3.2.1]o Parte A, Cap 1,
l'ultimo aggiornamento relativo alle stesse. I punti App 1, [3.2.1]
in corrispondenza dei quali non è indicata alcuna • Parte A significa Parte A dei regolamenti
data tra parentesi contengono norme la cui data di La Parte è indicata quando è diversa dalla Parte nella
entrata in vigore è quella dell'edizione di riferi- quale compare il riferimento. Altrimenti non viene indi-
mento cato.
3.2 Il seguente punto 6 fornisce un elenco delle modifi- • Cap 1 significa Capitolo 1
che di carattere tecnico apportate rispetto all'edi-
Il Capitolo è indicato quando è diverso dal Capitolo nel
zione precedente. In generale tale elenco non
quale compare il riferimento. Altrimenti non viene indi-
contiene quei punti che hanno subito modifiche di
cato.
carattere essenzialmente redazionale, che non
danno luogo ad alcuna variazione della data di • Sez 1 significa Sezione 1 (o App 1 significa
entrata in vigore delle norme in essi contenute. Appendice 1 )
La Sezione (o l’Appendice) è indicata quando è diversa
4. Varianti normative e Errata-corrige
dalla Sezione (o dall’Appendice) nel quale compare il
Fino alla pubblicazione della nuova edizione dei Rego-
riferimento. Altrimenti non viene indicato.
lamenti, eventuali varianti normative e/o errata-corrige,
saranno pubblicate sul sito web del RINA • [3.2.1] si riferisce al requisito [3.2.1] del sotto-arti-
(www.rina.org). Pertanto, salvo casi particolari, le vari- colo [3.2] dell’articolo [3].
anti normative o le errata-corrige non saranno pubbli- I riferimenti ad un’intera Parte o ad un intero Capitolo
cate in forma cartacea. non vengono abbreviati, come indicato nei seguenti
5. Suddivisione delle norme e riferimenti esempi:
5.1 Suddivisione delle norme • Parte A - nel caso di riferimento alla Parte A
• Parte A, Capitolo 1 - nel caso di riferimento al
Le norme sono suddivise in sei parti, da A a F.
Capitolo 1 della Parte A.
Parte A: Classificazione e visite
6. Modifiche introdotte nell'edizione in vigore dal 1° gen- Elenco dei punti contenenti norme nuove o modi-
naio 2008
ficate
Premessa
CAPITOLO 1 "Macchinari"
La presente edizione della Parte C contiene modifiche
alle norme già pubblicate in un fascicolo allegato alla Sezione 3: esistente [6.2.5] (eliminato);
Circolare 3529 del 27/6/2006, la cui data di entrata in Sezione 10:[3.6.4]; [5.2.5]; [5.5]; [5.10.4]; [6.3.3];
vigore è il 1° luglio 2007 o il 1° gennaio 2008 ad eccez- esistente [6.4.7] (eliminato); [6.7.3]; [11.1.2]; [11.8.3];
ione di alcune modifiche già pubblicate con Varianti [11.12.3];
Normative FTC/2006/04, in vigore dal 1.1.2007 e FTC/ Appendice 5: Revisione completa;
2007/03, in vigore dal 1.3.2007. Appendice 6: Revisione completa;
La data di entrata in vigore di ciascun punto nuovo o
CAPITOLO 2 "Impianti elettrici"
modificato è indicata tra parentesi in corrispondenza
del punto stesso. Sezione 1: [1.1.2] (NUOVO); Tabella 1;
La data di entrata in vigore delle modifiche al "Pream- Sezione 2:[2.1.3] (NUOVO);
bolo ai Regolamenti" è il 1° luglio 2007. Sezione 3:[2.2.10] (editoriale); [3.6]; [3.9.1]; [3.14.1]
(NUOVO); [3.15.1] (NUOVO); [3.16.1] (NUOVO);
Modifiche al "Preambolo ai Regolamenti: condizioni
[4.1.5];
generali"
Sezione 8:[3.1.5] (NUOVO);
Nel punto 3.5 è stata aggiunta una clausola circa le Sezione 9:[1.1.1] (editoriale);
responsabilità e la validità delle visite, dei certificati e Sezione 12:[6.1.7] (editoriale);
degli altri documenti rilasciati dal RINA nei confronti di Sezione 13:esistenti [2.1.6] a [2.1.9] (eliminati);
chi acquista la nave o suoi componenti oggetto di veri- Sezione 15:[2.1.1];
fica o certificazione.
Nel nuovo punto 7.2 sono stati introdotti requisiti stabi- CAPITOLO 3 "Impianti di automazione"
liti dall'IACS allo scopo di precisare che, in attuazione
dell' Early Warning System (PR2), il RINA fornirà alle Sezione 1: Tabella 1;
Sezione 3: Revisione completa;
altre Società IACS informazioni su eventuali importanti
Sezione 6: Tabella 1;
avarie riguardanti sia le strutture sia gli impianti di navi
classificate. CAPITOLO 4 "Protezione antincendio, rivelazione ed
estinzione degli incendi"

Sezione 1: Tabella 1;
REGOLAMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE
DELLE NAVI

Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione
contro gli Incendi

Capitoli 1 2 3 4

Capitolo 1 MACCHINARI

Capitolo 2 IMPIANTI ELETTRICI

Capitolo 3 IMPIANTI DI AUTOMAZIONE

Capitolo 4 PROTEZIONE ANTINCENDIO, RIVELAZIONE ED


ESTINZIONE DEGLI INCENDI
C APITOLO 1
MACCHINARI

Sezione 1 Prescrizioni Generali


1 Generalità 21
1.1 Applicabilità
1.2 Ulteriori prescrizioni
1.3 Documentazione da inviare
1.4 Definizioni
2 Progetto e costruzione 21
2.1 Generalità
2.2 Materiali, saldature e prove
2.3 Vibrazioni
2.4 Funzionamento in posizione inclinata
2.5 Condizioni ambientali
2.6 Potenza dei macchinari
2.7 Potenza di marcia indietro
2.8 Dispositivi di sicurezza
2.9 Combustibili
2.10 Impiego dell'amianto
3 Sistemazioni ed installazioni a bordo 24
3.1 Generalità
3.2 Paglioli
3.3 Fissaggio
3.4 Difese intorno agli organi in movimento
3.5 Strumenti di controllo
3.6 Ventilazione dei locali macchine
3.7 Superfici calde e protezione dagli incendi
3.8 Comunicazioni
3.9 Comandi a distanza di macchine, allarmi ed impianti di sicurezza
4 Prove e collaudi 25
4.1 Prove in officina
4.2 Prove a bordo

Regolamenti RINA 2008 3


Sezione 2 Motori Diesel
1 Generalità 26
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
1.3 Definizioni
2 Progetto e costruzione 29
2.1 Materiali e saldature
2.2 Albero a manovelle
2.3 Carter
2.4 Collettori dell’aria di lavaggio
2.5 Impianti
2.6 Impianto di avviamento ad aria compressa
2.7 Comandi e controlli
3 Sistemazione ed installazione 38
3.1 Impianti d’avviamento
3.2 Viratore
3.3 Ghiotte
3.4 Impianto dei gas di scarico
4 Prove di tipo, prove sui materiali, ispezioni e prove di
funzionamento in officina, certificazione 39
4.1 Prove di tipo - Generalità
4.2 Prove di tipo di motori non ammessi ad una procedura di collaudo alternativa
4.3 Prove di tipo di motori ammessi alla procedura di collaudo alternativa
4.4 Materiali e prove non distruttive
4.5 Prove e collaudi d’officina
4.6 Certificazione

Sezione 3 Caldaie e Recipienti in Pressione


1 Generalità 47
1.1 Principi
1.2 Applicabilità
1.3 Definizioni
1.4 Classi
1.5 Normative alternative
1.6 Documentazione da inviare
2 Progetto e costruzione - Principi 50
2.1 Materiali
2.2 Caldaie ed altri generatori di vapore
2.3 Valvole di sicurezza per caldaie e generatori di vapore
2.4 Recipienti in pressione
2.5 Riscaldatori di olio diatermico ed altri recipienti in pressione che fanno parte di
impianti diatermici
2.6 Tipi speciali di recipienti in pressione
3 Progetto e costruzione - Dimensionamenti 57
3.1 Generalità
3.2 Sollecitazioni ammissibili
3.3 Involucri cilindrici, sferici e conici a sezione circolare soggetti a pressione
interna

4 Regolamenti RINA 2008


3.4 Fondi bombati soggetti a pressione dal lato concavo (interno)
3.5 Fondi piani
3.6 Branchetti
3.7 Caldaie a tubi d’acqua
3.8 Prescrizioni addizionali per caldaie verticali e caldaie cilindriche (caldaie a tubi
di fiamma)
3.9 Bombole per gas compressi
3.10 Scambiatori di calore
4 Progetto e costruzione - Formatura e saldatura 79
4.1 Generalità
4.2 Progetto delle saldature
4.3 Prescrizioni varie aggiuntive sulla costruzione e saldatura
4.4 Preparazione delle parti da saldare
4.5 Tolleranze dopo la costruzione
4.6 Preriscaldo
4.7 Trattamento termico di distensione
4.8 Saggi di prova
4.9 Prescrizioni specifiche per recipienti in pressione di Classe 1
4.10 Prescrizioni specifiche per recipienti in pressione di Classe 2
4.11 Prescrizioni specifiche per recipienti in pressione di Classe 3
5 Progetto e costruzione - Comandi e controlli 93
5.1 Sistemi di comando e controllo delle caldaie
5.2 Strumentazione dei recipienti in pressione
5.3 Sistemi di comando e controllo dei riscaldatori di olio diatermico
5.4 Comando e controllo
6 Sistemazione ed installazione 98
6.1 Fondazioni
6.2 Caldaie
6.3 Recipienti in pressione
6.4 Riscaldatori di olio diatermico
7 Prove sui materiali, ispezioni e collaudi del Fabbricante, certificazione 99
7.1 Prove sui materiali
7.2 Ispezioni in fabbrica
7.3 Prove idrostatiche
7.4 Certificazione

Sezione 4 Turbine a Vapore


1 Generalità 101
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
2 Progetto e costruzione 101
2.1 Materiali
2.2 Particolari di progetto e costruzione
2.3 Fabbricazione saldata
2.4 Comando e controllo

Regolamenti RINA 2008 5


3 Sistemazione ed installazione 105
3.1 Basamenti
3.2 Giunzione fra le superfici d’accoppiamento
3.3 Installazione delle tubolature
3.4 Superfici calde
3.5 Allineamento
3.6 Impianto di circolazione dell’acqua
3.7 Pagliolati
3.8 Drenaggi
3.9 Strumenti
4 Prove sui materiali, ispezioni e collaudi in officina, certificazione 106
4.1 Prove sui materiali
4.2 Ispezioni e prove durante la costruzione
4.3 Certificazione

Sezione 5 Turbine a Gas


1 Generalità 108
1.1 Applicabilità
1.2 Definizione di potenza nominale
1.3 Documentazione da inviare
2 Progetto e costruzione 109
2.1 Materiali
2.2 Analisi delle tensioni
2.3 Particolari di progetto e costruzione
2.4 Fabbricazione saldata
2.5 Comando e controllo
3 Sistemazione ed installazione 111
3.1 Basamenti
3.2 Giunzione fra le superfici d’accoppiamento
3.3 Installazione delle tubolature
3.4 Superfici calde
3.5 Allineamento
3.6 Pagliolati
3.7 Drenaggi
3.8 Strumenti
4 Prove sui materiali, ispezioni e collaudi in officina, certificazione 113
4.1 Prove di tipo - Generalità
4.2 Prove di tipo di turbine non ammesse ad una procedura di collaudo
semplificata
4.3 Prove di tipo di turbine ammesse alla procedura di collaudo alternativa
4.4 Prove sui materiali
4.5 Ispezioni e prove durante la costruzione
4.6 Certificazione

6 Regolamenti RINA 2008


Sezione 6 Riduttori ed Invertitori ad ingranaggi
1 Generalità 117
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
2 Progetto degli ingranaggi - Determinazione della capacità di carico 118
2.1 Simboli, unità, definizioni
2.2 Principi
2.3 Fattori d’influenza generali
2.4 Verifica della resistenza superficiale
2.5 Verifica della resistenza a flessione del dente
3 Progetto e costruzione - esclusa la capacità di carico dei denti 126
3.1 Materiali
3.2 Denti
3.3 Ruote e pignoni
3.4 Alberi e cuscinetti
3.5 Casse
3.6 Lubrificazione e comando delle frizioni
3.7 Comandi e controlli
4 Installazione 129
4.1 Generalità
4.2 Fissaggio degli ingranaggi
5 Certificazione, ispezioni e collaudi 129
5.1 Generalità
5.2 Ispezioni e prove in officina

Sezione 7 Linee d’Alberi di Propulsione


1 Generalità 131
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
2 Progetto e costruzione 132
2.1 Materiali
2.2 Alberi - Dimensionamenti
2.3 Camicie
2.4 Cuscinetti dell’astuccio
2.5 Accoppiatoi
2.6 Comandi e controlli
3 Sistemazione ed installazione 138
3.1 Generalità
3.2 Protezione dell’albero portaelica contro la corrosione
3.3 Allineamento delle linee d’alberi
4 Prove sui materiali, ispezioni e collaudi in officina, certificazione 139
4.1 Prove sui materiali e controlli non distruttivi, ispezioni e collaudi in officina
4.2 Certificazione

Regolamenti RINA 2008 7


Sezione 8 Eliche
1 Generalità 140
1.1 Applicabilità
1.2 Definizioni
1.3 Documentazione da inviare
2 Progetto e costruzione 141
2.1 Materiali
2.2 Eliche a pale fisse - Spessore della pala
2.3 Eliche a pale riportate ed eliche a pale orientabili
2.4 Eliche “skewed”
2.5 Eliche intubate
2.6 Particolari costruttivi
3 Sistemazione e montaggio 144
3.1 Accoppiamento dell’elica con l’albero portaelica
4 Prove e certificazione 146
4.1 Prove sui materiali
4.2 Collaudi ed ispezioni
4.3 Certificazione

Sezione 9 Vibrazioni delle Linee d’Alberi


1 Generalità 148
1.1 Applicabilità
1.2 Invio della documentazione
2 Progetto degli impianti a riguardo delle vibrazioni 148
2.1 Principi
2.2 Modifiche di impianti esistenti
3 Vibrazioni torsionali 148
3.1 Generalità
3.2 Documentazione da inviare
3.3 Definizioni, simboli ed unità di misura
3.4 Principi di calcolo
3.5 Limiti ammissibili per le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsionali negli
alberi a manovelle, linee d’alberi di propulsione ed altri alberi che trasmettono
potenza
3.6 Livelli di vibrazioni ammissibili in componenti diversi dagli alberi
3.7 Rilievi delle vibrazioni torsionali
4 Vibrazioni laterali degli impianti di propulsione principale 152
4.1 Generalità
4.2 Calcoli e rilevamenti a bordo
5 Vibrazioni assiali degli impianti di propulsione principale 153
5.1 Generalità

8 Regolamenti RINA 2008


Sezione 10 Tubolature
1 Generalità 154
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
1.3 Definizioni
1.4 Simboli ed unità di misura
1.5 Classi degli impianti di tubolature
2 Prescrizioni generali per il progetto e la costruzione 156
2.1 Materiali
2.2 Spessore dei tubi in pressione
2.3 Calcolo dei tubi per alte temperature
2.4 Giunzioni dei tubi
2.5 Protezione contro le sovrapressioni
2.6 Tubi flessibili e giunti di dilatazione
2.7 Valvole ed accessori
2.8 Prese a mare e scarichi fuori bordo
2.9 Comandi e controlli
3 Saldatura dei tubi in acciaio 171
3.1 Applicabilità
3.2 Generalità
3.3 Progetto dei giunti saldati
3.4 Preparazione degli elementi da saldare ed esecuzione delle saldature
3.5 Trattamenti termici dopo la saldatura
3.6 Ispezione dei giunti saldati
4 Piegatura dei tubi 177
4.1 Applicabilità
4.2 Processo di piegatura
4.3 Trattamenti termici dopo la piegatura
5 Sistemazione ed installazione degli impianti di tubolature 177
5.1 Generalità
5.2 Sistemazione delle casse e cisterne e dei componenti degli impianti di
tubolature
5.3 Passaggi attraverso paratie o ponti stagni
5.4 Indipendenza delle tubolature
5.5 Prevenzione dell’allagamento progressivo
5.6 Dispositivi per la dilatazione
5.7 Sostegni dei tubi
5.8 Protezione dei tubi
5.9 Valvole ed accessori
5.10 Prescrizioni aggiuntive per fluidi infiammabili
6 Impianti di sentina 181
6.1 Applicabilità
6.2 Principi
6.3 Progetto dell’impianto di sentina
6.4 Prosciugamento delle stive per il carico
6.5 Prosciugamento dei locali macchine
6.6 Prosciugamento di spazi asciutti diversi da stive e locali macchine
6.7 Pompe di sentina
6.8 Dimensioni dei tubi di sentina
6.9 Accessori degli impianti di sentina
6.10 Materiali
6.11 Sistemazione delle tubolature di sentina

Regolamenti RINA 2008 9


7 Impianti di zavorra 187
7.1 Progetto dell’impianto di zavorra
7.2 Sistemazione di pompaggio della zavorra
8 Ombrinali e scarichi sanitari 188
8.1 Applicabilità
8.2 Principi
8.3 Scarichi da spazi al di sotto del ponte di bordo libero o entro sovrastrutture
chiuse o tughe sul ponte di bordo libero
8.4 Scarichi da sovrastrutture o tughe prive di efficienti porte stagne alle intemperie
8.5 Scarichi da locali da carico chiusi situati sul ponte delle paratie o sul ponte di
bordo libero
8.6 Scarichi dagli spazi del carico, con esclusione delle stive delle navi ro-ro
destinate al trasporto dei veicoli con combustibile liquido nei serbatoi per la
loro propulsione
8.7 Sistemazione degli scarichi da spazi al di sotto del ponte di Bordo Libero
8.8 Sistemazione degli scarichi da spazi al di sopra del ponte di Bordo Libero
8.9 Tabella riassuntiva della sistemazione degli scarichi fuori bordo
8.10 Valvole e tubi
8.11 Sistemazione degli ombrinali e delle tubolature degli scarichi sanitari
9 Sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti 192
9.1 Sfoghi d’aria
9.2 Tubi sonda
9.3 Tubi di rigurgito
9.4 Prescrizioni costruttive relative ai tubi per le sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti
10 Impianti di raffreddamento 199
10.1 Applicabilità
10.2 Principi
10.3 Progetto degli impianti di raffreddamento ad acqua di mare
10.4 Progetto degli impianti di raffreddamento ad acqua dolce
10.5 Progetto degli impianti di raffreddamento ad olio
10.6 Comandi e controlli
10.7 Sistemazione degli impianti di raffreddamento
11 Impianti del combustibile liquido 202
11.1 Applicabilità
11.2 Principi
11.3 Generalità
11.4 Progetto degli impianti di riempimento e di travaso del combustibile liquido
11.5 Sistemazione delle casse e dei depositi del combustibile liquido
11.6 Progetto dei depositi e delle casse per il combustibile liquido
11.7 Progetto dell’impianto di riscaldamento del combustibile liquido
11.8 Progetto dell’impianto di trattamento del combustibile liquido
11.9 Progetto dell’impianto d’alimentazione del combustibile liquido
11.10 Comandi e controlli
11.11 Fabbricazione degli impianti di tubolature del combustibile liquido
11.12 Sistemazione degli impianti di tubolature del combustibile liquido
12 Impianti dell’olio lubrificante 208
12.1 Applicabilità
12.2 Principi
12.3 Generalità
12.4 Progetto degli impianti dell’olio lubrificante per motori diesel
12.5 Progetto degli impianti dell’olio lubrificante per turbine a vapore
12.6 Progetto delle casse d’olio lubrificante

10 Regolamenti RINA 2008


12.7 Comandi e controlli
12.8 Costruzione degli impianti di tubolature dell’olio lubrificante
13 Impianti di fluido diatermico 210
13.1 Applicabilità
13.2 Principi
13.3 Generalità
13.4 Progetto dei riscaldatori del fluido diatermico e degli scambiatori di calore
13.5 Progetto dei depositi e delle casse d’espansione e di drenaggio
13.6 Progetto dell’impianto di circolazione e scambio di calore
13.7 Comandi e controlli
13.8 Costruzione della tubolatura del fluido diatermico
13.9 Sistemazione delle tubolature del fluido diatermico
14 Impianti oleodinamici 213
14.1 Applicabilità
14.2 Principi
14.3 Generalità
14.4 Progetto degli impianti oleodinamici
14.5 Progetto delle casse del fluido idraulico ed altri componenti
14.6 Comandi e controlli
14.7 Costruzione degli impianti di tubolature per fluido oleodinamico
15 Impianti di vapore 215
15.1 Applicabilità
15.2 Principi
15.3 Progetto delle tubolature di vapore
16 Impianti di acqua d’alimento delle caldaie e del vapore condensato 216
16.1 Applicabilità
16.2 Principi
16.3 Progetto degli impianti d’acqua d’alimento delle caldaie
16.4 Progetto dell’impianto di condensazione
16.5 Comandi e controlli
16.6 Sistemazione delle tubolature di acqua d’alimento e del vapore condensato
17 Impianti d’aria compressa 218
17.1 Applicabilità
17.2 Principi
17.3 Progetto dell’impianto d’aria d’avviamento
17.4 Progetto degli impianti pneumatici di comando e controllo
17.5 Progetto dei compressori ad aria
17.6 Comando e controllo degli impianti d’aria compressa
17.7 Materiali
17.8 Sistemazione delle tubolature d’aria compressa
18 Impianti dei gas di scarico 221
18.1 Generalità
18.2 Progetto degli impianti del gas di scarico
18.3 Materiali
18.4 Sistemazione degli impianti di gas di scarico
19 Impianti di saldatura ossiacetilenica 222
19.1 Applicabilità
19.2 Definizioni
19.3 Progetto dell’impianto di saldatura ossiacetilenica
19.4 Sistemazione dell’impianto di saldatura ossiacetilenica

Regolamenti RINA 2008 11


20 Certificazione, ispezioni e prove degli impianti di tubolature 223
20.1 Applicabilità
20.2 Prove di tipo
20.3 Prove sui materiali
20.4 Prove idrostatiche degli impianti di tubolature e dei loro componenti
20.5 Prove dei componenti degli impianti di tubolature durante la fabbricazione
20.6 Ispezioni e prove degli impianti

Sezione 11 Macchine di Governo


1 Generalità 228
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
1.3 Definizioni
1.4 Simboli
2 Progetto e costruzione - Prescrizioni applicabili a tutte le navi 230
2.1 Componenti meccanici
2.2 Impianto oleodinamico
2.3 Impianti elettrici
2.4 Allarmi ed indicatori
3 Progetto e costruzione - Prescrizioni per navi da carico di stazza
lorda uguale a o maggiore di 500 ton e per navi da passeggeri 237
3.1 Applicabilità
3.2 Generalità
3.3 Robustezza, prestazioni ed azionamento con energia meccanica delle
macchine di governo
3.4 Comando delle macchine di governo
3.5 Disponibilità
4 Progetto e costruzione - Prescrizioni per navi da carico con
stazza lorda minore di 500 ton e per navi da pesca 238
4.1 Applicabilità
4.2 Generalità
4.3 Robustezza, prestazioni ed azionamento con energia meccanica delle
macchine di governo
4.4 Comando delle macchine di governo
4.5 Disponibilità
5 Progetto e costruzione - Prescrizioni per navi con più di un timone 239
5.1 Principi
5.2 Sincronizzazione
6 Progetto e costruzione - Prescrizioni per navi che adoperano
thrusters per governare 240
6.1 Principi
6.2 Impiego dei thrusters azimutali
6.3 Uso dei propulsori ad idrogetto
7 Sistemazione ed installazione 240
7.1 Sistemazione del locale agghiaccio
7.2 Sistemazione degli azionatori del timone
7.3 Protezione contro i sovraccarichi
7.4 Mezzi di comunicazione

12 Regolamenti RINA 2008


7.5 Istruzioni di funzionamento
8 Certificazione, ispezione e prove 241
8.1 Prove di tipo delle pompe oleodinamiche
8.2 Prove sui materiali
8.3 Ispezioni e prove durante la costruzione
8.4 Ispezioni e prove dopo il completamento

Sezione 12 Thrusters
1 Generalità 243
1.1 Applicabilità
1.2 Definizioni
1.3 Thrusters per propulsione
1.4 Documentazione da inviare
2 Progetto e costruzione 245
2.1 Materiali
2.2 Thrusters trasversali ed azimutali
2.3 Propulsori a idrogetto
2.4 Allarmi, sistemi di comando e controllo
3 Prove e certificazione 246
3.1 Prove sui materiali
3.2 Ispezioni e collaudi
3.3 Certificazione

Sezione 13 Impianti Frigoriferi


1 Generalità 247
1.1 Applicabilità
2 Prescrizioni minime di progetto 247
2.1 Componenti degli impianti frigoriferi
2.2 Fluidi frigorigeni
2.3 Prescrizioni specifiche per l’ammoniaca (R717)

Sezione 14 Turbosoffianti
1 Generalità 249
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
2 Progetto e costruzione 249
2.1 Materiali
2.2 Progetto
2.3 Controlli

Regolamenti RINA 2008 13


3 Sistemazione ed installazione 249
3.1 Generalità
4 Prove di tipo, prove sui materiali, ispezioni e collaudi in
officina, certificazione 250
4.1 Prove di tipo
4.2 Identificazione delle parti
4.3 Prove sui materiali
4.4 Ispezioni e collaudi in officina
4.5 Certificazione

Sezione 15 Prove di Funzionamento a Bordo


1 Generalità 251
1.1 Applicabilità
1.2 Scopo delle prove di funzionamento a bordo
1.3 Documentazione da inviare
2 Prescrizioni generali per le prove di funzionamento a bordo 251
2.1 Prove sugli ormeggi
2.2 Prove di navigazione
3 Prove a bordo per i macchinari 251
3.1 Condizioni per le prove di navigazione
3.2 Prove di navigazione e manovra
3.3 Prove delle caldaie
3.4 Prove dei motori diesel
3.5 Prove delle turbine a vapore
3.6 Prove delle turbine a gas
3.7 Prove degli impianti di propulsione elettrica
3.8 Prove degli ingranaggi
3.9 Prove della linea d’alberi di propulsione e delle eliche
3.10 Prove delle tubolature
3.11 Prove delle macchine di governo
4 Ispezione dei macchinari dopo le prove di navigazione 256
4.1 Generalità
4.2 Motori diesel

Appendice 1 Verifica dei Dimensionamenti di Alberi a Manovelle per Motori


Diesel
1 Generalità 257
1.1 Campo di applicazione
1.2 Documentazione da inviare
1.3 Criteri di calcolo
2 Calcolo delle tensioni 257
2.1 Calcolo delle tensioni alterne dovute ai momenti flettenti ed alle forze radiali
2.2 Calcolo delle tensioni alterne di torsione
3 Determinazione dei valori dei fattori di concentrazione di tensione 262
3.1 Generalità

14 Regolamenti RINA 2008


3.2 Raccordo tra maschetta e perno di manovella
3.3 Raccordo tra maschetta e perno di banco (non applicabile agli alberi a
manovelle di tipo composto)
3.4 Sbocco del foro di lubrificazione del perno di manovella
4 Tensioni addizionali di flessione 265
4.1 Generalità
5 Calcolo della tensione alterna ideale 266
5.1 Generalità
5.2 Tensione alterna ideale
6 Calcolo della resistenza a fatica 266
6.1 Generalità
7 Condizioni di accettabilita 267
7.1 Generalità
8 Calcolo di verifica dell'accoppiamento forzato di un albero a
manovelle di tipo composto 267
8.1 Generalità
8.2 Dimensione massima ammissibile del foro nel perno di banco
8.3 Valore minimo dell'interferenza necessario per l'accoppiamento forzato
8.4 Valore massimo ammissibile dell'interferenza per l'accoppiamento forzato

Appendice 2 Motori Diesel ad Alimentazione Mista


1 Generalità 271
1.1 Applicabilità
1.2 Documentazione da inviare
1.3 Modalità di funzionamento
2 Progetto, comandi e controlli 271
2.1 Protezione del carter
2.2 Protezione negli spazi sotto agli stantuffi dei motori con testa a croce
2.3 Impianti di immissione e scarico dell’aria dei motori DF
2.4 Tubolatura dell’aria d’avviamento
2.5 Alimentazione di combustibile gassoso ai motori DF
2.6 Controllo della combustione
2.7 Arresti d’emergenza

Appendice 3 Tubi in Plastica


1 Generalità 273
1.1 Applicabilità
1.2 Uso dei tubi in plastica
1.3 Definizioni
2 Progetto degli impianti di tubolature in plastica 273
2.1 Generalità
2.2 Robustezza
2.3 Prescrizioni dipendenti dal servizio e/o dalla posizione
2.4 Collegamenti dei tubi ed accessori

Regolamenti RINA 2008 15


3 Sistemazione ed installazione dei tubi in plastica 278
3.1 Generalità
3.2 Supporti dei tubi
3.3 Mezzi per la dilatazione
3.4 Carichi esterni
3.5 Messa a terra
3.6 Passaggi attraverso divisioni tagliafuoco e ponti e paratie stagni
3.7 Impianti collegati a scafo
3.8 Applicazione dei rivestimenti antincendio
4 Certificazione, ispezione e prove dei tubi in plastica 279
4.1 Certificazione
4.2 Prove in officina
4.3 Prove dopo l’installazione a bordo

Appendice 4 Casse Indipendenti per il Combustibile Liquido


1 Generalità 281
1.1 Applicabilità
1.2 Documenti da inviare
1.3 Simboli e unità di misura
2 Progetto e sistemazione delle casse 281
2.1 Materiali
2.2 Dimensionamenti delle casse d’acciaio
2.3 Sistemazione

Appendice 5 Procedura per la Prova di Tipo delle Valvole di Protezione Contro


le Esplosioni nei Carter
1 Generalità 285
1.1 Applicabilità
1.2 Standard riconosciuti
1.3 Scopo
2 Laboratori di prova 285
2.1 Generalità
3 Prove di esplosione, valutazione e qualifica delle serie di progetto 286
3.1 Procedura
3.2 Valvole da sottoporre a prova
3.3 Metodo
3.4 Valutazione e documentazione
3.5 Qualifica della serie di progetto
4 Rapportazione e approvazione 289
4.1 Rapporto di prova
4.2 Approvazione

16 Regolamenti RINA 2008


Appendice 6 Procedura per la Prova di Tipo dell’Apparecchiatura per il Rilievo e
L'Allarme dei Vapori d'Olio nei Carter
1 Generalità 290
1.1 Applicabilità
1.2 Scopo
2 Laboratori di prova 290
2.1 Generalità
3 Prove 290
3.1 Prove delle apparecchiature
3.2 Procedura delle prove di funzionamento
3.3 Rilevatori ed apparecchiature di allarme da sottoporre a prova
3.4 Metodo
3.5 Valutazione
3.6 Qualifica della serie di progetto
4 Rapportazione ed approvazione 292
4.1 Rapporto di prova
4.2 Approvazione

Regolamenti RINA 2008 17


Parte C
Macchinari, Impianti e Protezione
contro gli Incendi

Capitolo 1

MACCHINARI

SEZIONE 1 PRESCRIZIONI GENERALI


SEZIONE 2 MOTORI DIESEL
SEZIONE 3 CALDAIE E RECIPIENTI IN PRESSIONE
SEZIONE 4 TURBINE A VAPORE
SEZIONE 5 TURBINE A GAS
SEZIONE 6 RIDUTTORI ED INVERTITORI AD INGRANAGGI
SEZIONE 7 LINEE D’ALBERI DI PROPULSIONE
SEZIONE 8 ELICHE
SEZIONE 9 VIBRAZIONI DELLE LINEE D’ALBERI
SEZIONE 10 TUBOLATURE
SEZIONE 11 MACCHINE DI GOVERNO
SEZIONE 12 THRUSTERS
SEZIONE 13 IMPIANTI FRIGORIFERI
SEZIONE 14 TURBOSOFFIANTI
SEZIONE 15 PROVE DI FUNZIONAMENTO A BORDO
APPENDICE 1 VERIFICA DEI DIMENSIONAMENTI DI ALBERI A MANOVELLE PER
MOTORI DIESEL
APPENDICE 2 MOTORI DIESEL AD ALIMENTAZIONE MISTA
APPENDICE 3 TUBI IN PLASTICA
APPENDICE 4 CASSE INDIPENDENTI PER IL COMBUSTIBILE LIQUIDO
APPENDICE 5 PROCEDURA PER LA PROVA DI TIPO DELLE VALVOLE DI
PROTEZIONE CONTRO LE ESPLOSIONI NEI CARTER
APPENDICE 6 PROCEDURA PER LA PROVA DI TIPO DELL’APPARECCHIATURA
PER IL RILIEVO E L'ALLARME DEI VAPORI D'OLIO NEI CARTER

Regolamenti RINA 2008 19


Parte C, Cap 1, Sez 1

SEZIONE 1 PRESCRIZIONI GENERALI

1 Generalità 1.4 Definizioni


1.4.1 Locali macchine di categoria A
1.1 Applicabilità Locali macchine di categoria A sono tutti gli spazi ed i rela-
tivi cofani che contengono:
1.1.1 Il Capitolo 1 si applica al progetto, alla costruzione, • motori a combustione interna utilizzati per l’apparato di
all’installazione, ai collaudi e alle prove dei macchinari per propulsione principale; o
la propulsione e per servizi ausiliari essenziali, comprese le • motori a combustione interna di potenza complessiva
apparecchiature ad essi collegate, caldaie e recipienti in non minore di 375 kW, utilizzati per altri scopi; o
pressione, tubolature, organi di governo e manovra, che • caldaie a combustibile liquido o gruppi per il tratta-
sono installati a bordo delle navi classificate, come mento del combustibile liquido; o
descritto in ciascuna Sezione del presente Capitolo.
• generatori di gas inerte, inceneritori, gruppi di elimina-
zione rifiuti, ecc, che utilizzano combustibile liquido.
1.2 Ulteriori prescrizioni
1.4.2 Locali macchine
Locali macchine sono tutti i locali macchine di categoria A e
1.2.1 Ulteriori prescrizioni relative ai macchinari sono tutti gli altri locali che contengono l’apparato motore di pro-
date in: pulsione, caldaie, gruppi per il trattamento del combustibile
• Parte E, per l’assegnazione delle notazioni di servizio liquido e dell’olio lubrificante, macchine a vapore, motori a
combustione interna, generatori e motori elettrici principali,
• Parte F, per l’assegnazione delle notazioni addizionali di stazioni di imbarco del combustibile liquido, macchinari
classe. per la ventilazione e per il condizionamento dell’aria, mac-
chinari frigoriferi, stabilizzatori e locali di tipo simile, ed i
relativi cofani.
1.3 Documentazione da inviare
1.4.3 Gruppo di trattamento per il combustibile
1.3.1 Prima che la costruzione sia effettivamente incomin- liquido
ciata, il Costruttore, Progettista o Cantiere devono inviare Gruppo di trattamento per il combustibile liquido è l’equi-
alla Società i documenti (disegni, diagrammi, specifiche e paggiamento necessario a preparare il combustibile liquido
calcoli) richiesti nelle Sezioni pertinenti del presente Capi- per l’alimentazione di una caldaia o il combustibile liquido
tolo. riscaldato per l’alimentazione di un motore a combustione
interna; esso comprende pompe, filtri e riscaldatori che trat-
L’elenco dei documenti richiesti in ciascuna Sezione è indi- tano il combustibile ad una pressione superiore a 0,18
cativa del complesso di informazioni che devono essere N/mm2.
inviate e non deve essere assunta come un mero elenco di Ai fini della definizione di cui sopra, i generatori di gas
titoli. inerte devono essere considerati come caldaie a combusti-
bile liquido e le turbine a gas come motori a combustione
La Società si riserva il diritto di richiedere l’invio di docu-
interna.
menti addizionali rispetto a quelli elencati nelle Sezioni,
nel caso di progetti non convenzionali o se ritenuto neces- 1.4.4 Condizione di nave priva d’energia
sario per la valutazione dell’impianto, apparecchiatura o Condizione di nave priva d’energia è la condizione nella
componente. quale l’intero impianto di propulsione, compresa l’alimen-
tazione principale d’energia elettrica non è in funzione e
I disegni devono comprendere tutti i dati necessari per la
non sono disponibili mezzi ausiliari, quali aria compressa e
loro interpretazione, verifica ed approvazione.
batterie d’avviamento, per avviare l’impianto di propulsione
A meno che non sia stabilito diversamente nelle altre e per il ripristino dell’alimentazione elettrica principale, ma
Sezioni del presente Capitolo o diversamente concordato assumendo che siano disponibili dispositivi per avviare il
con la Società, i documenti devono essere inviati all’appro- generatore d’emergenza in qualsiasi momento.
vazione in triplice copia, se inviati dal Cantiere, ed in qua-
druplice copia, se inviati dal fornitore di 2 Progetto e costruzione
un’apparecchiatura. I documenti richiesti per conoscenza
devono essere inviati in duplice copia. 2.1 Generalità
In ogni caso la Società si riserva il diritto di richiedere copie 2.1.1 I macchinari, le caldaie e gli altri recipienti in pres-
addizionali se ritenuto necessario. sione con relative tubolature ed accessori devono essere

Regolamenti RINA 2008 21


Parte C, Cap 1, Sez 1

adeguatamente progettati e costruiti per il servizio al quale sare sollecitazioni eccessive in tali macchinari in tutti i
sono destinati e devono essere installati e protetti in modo campi di normale funzionamento.
da ridurre al minimo i pericoli per le persone a bordo, con
particolare riguardo alle parti mobili, alle superfici ad alta 2.4 Funzionamento in posizione inclinata
temperatura ed agli eventuali altri pericoli.
2.4.1 Le macchine di propulsione e tutti i macchinari ausi-
La progettazione deve tener conto dei materiali usati nella
liari essenziali ai fini della propulsione e della sicurezza
costruzione, lo scopo al quale i macchinari, le caldaie e gli
della nave devono essere progettati in modo che, nelle loro
altri recipienti in pressione con tubolature ed accessori sono
condizioni di installazione a bordo, possano funzionare
destinati, delle condizioni d’esercizio alle quali saranno sot-
soddisfacentemente sia quando la nave è diritta sia quando
toposti e delle condizioni ambientali a bordo.
la nave è inclinata trasversalmente, su ciascun lato, e longi-
tudinalmente, sia verso prora che verso poppa, di qualsiasi
2.2 Materiali, saldature e prove angolo di inclinazione non superiore ai valori indicati nella
2.2.1 Generalità Tab 1.
I materiali ed i processi di saldatura e di prova devono La Società può permettere, in relazione al tipo, alle dimen-
essere in accordo con le prescrizioni nella Parte D e quelle sioni ed alle condizioni operative della nave, angoli di incli-
date nelle altre Sezioni del presente Capitolo. Inoltre per i nazione diversi da quelli indicati nella Tab 1.
componenti di macchinari di costruzione saldata si appli- I macchinari con asse principale di rotazione orizzontale
cano le prescrizioni in [2.2.2]. devono essere di norma installati a bordo con l’asse stesso
orientato nella direzione poppa-prora. Se ciò non fosse pos-
2.2.2 Componenti di macchinari saldati sibile, il costruttore dovrà esserne informato, all’atto
I procedimenti di saldatura ed i saldatori devono essere dell’ordinazione del macchinario.
approvati dalla Società secondo le prescrizioni nella
Parte D, Capitolo 5. 2.5 Condizioni ambientali
Devono essere chiaramente indicati sui disegni inviati
all’approvazione i riferimenti ai processi di saldatura adot- 2.5.1 I macchinari e gli impianti coperti dal Regolamento
tati. devono essere progettati per funzionare appropriatamente
nelle condizioni ambientali indicate in Tab 2, a meno che
Le giunzioni che trasmettono carichi devono essere:
non sia altrimenti specificato in ciascuna Sezione del pre-
• o giunti testa a testa saldati a piena penetrazione da sente Capitolo.
entrambi i lati, salvo quando sia approvato un procedi-
mento equivalente; 2.6 Potenza dei macchinari
• o giunti a T o a croce saldati a piena penetrazione:
2.6.1 A meno che non sia altrimenti stabilito in ciascuna
Per giunti fra lamiere con differenze di spessore superiori a Sezione del presente Capitolo, qualora i dimensionamenti
3 mm, è richiesta una rastremazione della lamiera più dei componenti siano basati sulla potenza, i valori da ado-
spessa di lunghezza non inferiore a 4 volte la differenza di perare devono essere determinati come qui di seguito indi-
spessore. Una rastremazione di lunghezza uguale a 3 volte cato:
la differenza di spessore può essere accettata in dipendenza
del tipo di sollecitazione sul giunto. • per macchinari principali di propulsione, la
potenza/velocità di rotazione per le quali è richiesta la
Non possono essere accettati scarichi di saldatura in corri- classificazione
spondenza delle estremità dei giunti a T.
• per macchinari ausiliari la potenza/velocità di rota-
Giunti a sovrapposizione e giunti a T soggetti a sollecita- zione, che è disponibile in esercizio.
zione di trazione devono avere su entrambi i lati la gola
della saldatura ad angolo uguale a 0,7 volte lo spessore
della lamiera più sottile. 2.7 Potenza di marcia indietro
Nel caso di strutture saldate che comprendano pezzi fusi, 2.7.1 Deve essere disponibile una sufficiente potenza di
questi ultimi devono essere fusi con un prolungamento marcia indietro, tale da assicurare una adeguata governabi-
appropriato per permettere il collegamento con le strutture lità della nave in tutte le normali condizioni di esercizio.
adiacenti mediante giunti testa a testa in modo tale che gli
L’apparato motore di propulsione deve essere in grado di
eventuali esami radiografici ed ultrasonici possano essere
mantenere per almeno 30 minuti l’andatura libera in marcia
eseguiti facilmente.
indietro a non meno del 70% della velocità massima di
Quando richiesto, preriscaldo e trattamento di distensione rotazione in marcia avanti.
devono essere eseguiti secondo quanto indicato nella spe-
cifiche dei procedimenti di saldatura. Per apparati motori di propulsione muniti di invertitori o di
propulsori a pale orientabili o con motore elettrico, il fun-
zionamento in marcia indietro non deve comportare un
2.3 Vibrazioni sovraccarico della macchina di propulsione.
2.3.1 Deve essere prestata speciale considerazione al pro- Durante le prove di navigazione devono essere verificate e
getto, alla costruzione ed all’installazione degli impianti di registrate le caratteristiche di reversibilità della spinta
propulsione e dei macchinari ausiliari in modo tale che nes- dell’elica della macchina di propulsione (vedere anche
suna delle frequenze naturali di vibrazione sia tale da cau- Sez 15).

22 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 1

Tabella 1 : Inclinazione della nave (1/7/2003)

Angolo d’inclinazione, in gradi (1)


Installazioni, componenti Inclinazione trasversale Inclinazione longitudinale
statica dinamica statica dinamica
Macchinari principali ed ausiliari 15 22,5 5 (4) 7,5
Impianti di sicurezza, 22,5 (2) 22,5 (2) 10 10
per esempio impianti di generazione di energia elettrica
d’emergenza, pompe incendio d’emergenza con i loro
accessori
Interruttori, apparecchiature elettriche ed elettroniche (3)
ed impianti per il comando a distanza.
(1) Gli angoli di inclinazione trasversale e longitudinale devono essere considerati simultaneamente.
(2) In navi progettate per il trasporto di gas liquefatti e prodotti chimici, la fonte di energia elettrica d’emergenza deve anche poter
funzionare con la nave allagata fino ad una inclinazione massima trasversale di 30°.
(3) Fino ad un angolo d’inclinazione di 45° non devono verificarsi né interruzioni né variazioni operative non volute.
(4) Quando la lunghezza della nave è superiore a 100 m, l'angolo di inclinazione statica tra prora e poppa può essere assunto
uguale a 500/L gradi, essendo L la lunghezza della nave, in metri, come definita in Parte B, Cap 1, Sez 2, [3.1.1]

Tabella 2 : Condizioni ambientali rie, quali quelle dovute alla mancanza di alimentazione
dell’olio lubrificante, che potrebbero portare rapidamente
alla completa rottura, a gravi danni od esplosioni.
TEMPERATURA DELL’ARIA
La Società può permettere la sistemazione di mezzi atti ad
Posizione, sistemazione Campo di temperature (°C) escludere i suddetti interventi automatici.
In locali chiusi tra 0 e +45 (2) Vedere anche le prescrizioni specifiche date nelle altre
Sezioni del presente Capitolo.
Su componenti di macchine Secondo le condizioni locali
e caldaie. effettive
In locali soggetti a tempera- 2.9 Combustibili
ture più alte o più basse 2.9.1 (1/7/2002)
Su ponti esposti tra -25 e +45 (1) I combustibili liquidi impiegati per le macchine e le caldaie
devono, in generale, avere punto di infiammabilità, deter-
TEMPERATURA DELL’ACQUA minato con il metodo a vaso chiuso, non inferiore a 60 °C.
Liquido refrigerante Temperatura (°C) Tuttavia, per i motori a combustione interna azionanti gene-
ratori di emergenza, è ammesso l'impiego di combustibili
Acqua di mare o, se applica- fino a +32 liquidi con punto di infiammabilità inferiore a 60 °C, ma in
bile, acqua di mare ogni caso non inferiore a 43 °C.
all’ingresso del refrigerante
L'impiego di combustibili liquidi con punto di infiammabi-
dell’aria di sovralimenta-
zione
lità inferiore a 60 °C, ma in ogni caso non inferiore a 43 °C,
può essere consentito (per esempio per alimentare i motori
(1) Le apparecchiature elettroniche devono essere proget- primi delle pompe incendio d'emergenza o macchinari
tate per una temperatura dell’aria fino a 55°C (per le ausiliari che non siano installati entro locali macchine di
apparecchiature elettroniche vedere anche Capitolo 2). Categoria A):
(2) Possono essere accettate dalla Società temperature dif-
a) per navi da passeggeri non adibite a viaggi internazio-
ferenti nel caso di navi con navigazione limitata.
nali e per navi da carico di stazza lorda inferiore a 500
ton o di stazza lorda uguale o superiore a 500 ton ma
2.8 Dispositivi di sicurezza non adibite a viaggi internazionali, oppure
2.8.1 Qualora nelle macchine si possano verificare sovra- b) subordinatamente alle seguenti condizioni:
velocità, devono essere previsti mezzi che assicurino che la • le casse del combustibile liquido, eccettuate quelle
velocità di sicurezza non venga superata. sistemate nel doppio fondo, siano ubicate al di fuori
di locali macchine di Categoria A
2.8.2 Qualora le macchine di propulsione o i macchinari • siano provvisti mezzi per la misurazione della tem-
ausiliari compresi i recipienti in pressione, o qualsiasi parte peratura del combustibile liquido sull'aspirazione
di essi siano soggetti a pericolose sovrapressioni interne, della pompa del combustibile stesso
devono essere previsti, per quanto realizzabile, adeguati
• siano sistemati valvole o rubinetti di intercettazione
mezzi di protezione contro le dette sovrapressioni.
all'ingresso ed all'uscita dei filtri del combustibile
2.8.3 Le turbine principali e, quando applicabile, i motori a liquido, e
combustione interna principali ed ausiliari devono essere • siano impiegate, per quanto possibile, giunzioni dei
provvisti di dispositivi automatici di arresto, in caso di ava- tubi di tipo saldato o di tipo conico o di tipo sferico.

Regolamenti RINA 2008 23


Parte C, Cap 1, Sez 1

Potranno essere utilizzati a bordo combustibili liquidi con Le stesse norme valgono per i supporti dei reggispinta e
punto di infiammabilità inferiore a 43 °C, conservati al di degli alberi di trasmissione.
fuori dei locali macchine, e le sistemazioni adottate Devono essere eseguiti con particolare cura il perfetto livel-
dovranno essere sottoposte a speciale esame da parte della lamento e l’allineamento generale delle macchine di pro-
Società. pulsione con le relative linee d’alberi (vedere Sez 7).
L'impiego del gas evaporato (boil-off) come combustibile
per le caldaie o i motori di propulsione è consentito nelle 3.3.2 Le tacchettature di resina devono essere di tipo
navi gassiere subordinatamente alle prescrizioni di cui in approvato.
Parte E, Cap 9, Sez 16.
3.4 Difese intorno agli organi in movimento
2.10 Impiego dell'amianto
3.4.1 Adeguate difese devono essere sistemate intorno agli
2.10.1 (1/7/2002)
organi in movimento (volani, accoppiatoi, ecc.) allo scopo
L'uso di materiali contenenti amianto è vietato, eccetto che di evitare danni alle persone.
per:
a) vani usati in compressori o pompe del vuoto a lobi 3.5 Strumenti di controllo
b) guarnizioni e rivestimenti a tenuta stagna all'acqua usati
per la circolazione di fluidi, quando, ad alta temperatura 3.5.1 Tutti gli strumenti di controllo devono essere rag-
(superiore a 350 °C) o ad elevata pressione (superiore a gruppati per quanto possibile presso il posto di manovra e,
7 x 106 Pa), ci sia il rischio di incendio, corrosione o tos- in ogni caso, in posizione ben visibile.
sicità; e
c) isolamenti termici pieghevoli e flessibili usati per tempe- 3.6 Ventilazione dei locali macchine
rature superiori a 1000 °C.
3.6.1 I locali macchine devono essere ventilati in modo da
assicurare che quando i macchinari o le caldaie in essi con-
3 Sistemazioni ed installazioni a bordo tenuti funzionano al massimo della potenza in tutte le con-
dizioni meteorologiche, compreso il tempo cattivo, possa
3.1 Generalità essere mantenuta nei locali una mandata d’aria sufficiente
per il funzionamento dei macchinari.
3.1.1 Devono essere adottati gli accorgimenti necessari Tale sufficiente quantità d’aria deve essere fornita attraverso
per facilitare la pulizia, l’ispezione e la manutenzione delle aperture opportunamente protette sistemate in modo tale da
macchine di propulsione e dei macchinari ausiliari, com- poter essere usate in ogni condizione meteorologica,
prese le caldaie ed i recipienti in pressione. tenendo conto della Reg. 19 della Convenzione di Bordo
Deve essere prevista una facile accessibilità alle varie parti Libero del 1966.
dei macchinari di propulsione mediante scale metalliche e Deve essere prestata particolare attenzione alla mandata,
grate sistemate con ringhiere robuste e sicure. all’estrazione ed alla distribuzione dell’aria nei vari locali.
I locali destinati alle macchine di propulsione ed ai macchi- La quantità e la distribuzione dell’aria devono essere tali da
nari ausiliari devono essere adeguatamente illuminati e soddisfare le esigenze delle macchine affinché esse possano
ventilati. sviluppare la loro massima potenza continuativa.
La ventilazione deve essere sistemata in modo tale da impe-
3.2 Paglioli dire l’accumulo di gas o vapori infiammabili.

3.2.1 I locali macchine devono essere muniti di pagliolo


metallico, suddiviso in elementi facilmente smontabili.
3.7 Superfici calde e protezione dagli
incendi
3.3 Fissaggio 3.7.1 (1/7/2004)
Le superfici che hanno una temperatura superiore a 60°C,
3.3.1 Le piastre di fondazione delle macchine devono che potrebbero venire a contatto con l’equipaggio durante
essere assicurate alle strutture di sostegno mediante bulloni l’esercizio, devono essere appropriatamente protette o coi-
di fondazione distribuiti il più possibile uniformemente e, bentate.
per numero e dimensioni, largamente sufficienti a stabilire
un collegamento perfetto. Le superfici di macchinari aventi temperatura superiore a
220 °C, come, per esempio, tubolature di vapore, tubola-
Se le piastre di fondazione sono applicate direttamente sul ture di olio diatermico e tubolature di gas di scarico, silen-
cielo di un doppio fondo, i bulloni devono essere guarniti ziatori, calderine a gas di scarico, turbosoffianti, ecc.,
in modo da assicurare una perfetta tenuta stagna con la devono essere efficacemente coibentate con materiale non
testa sistemata dalla parte inferiore. combustibile o protette in modo equivalente, allo scopo di
Le piastre devono poggiare esattamente ed interamente prevenire l’accensione di materiali combustibili che ven-
lungo le linee dei bulloni su di un letto formato da tacchetti gano in contatto con dette superfici calde. Se il materiale
di adeguato spessore, bene aggiustati per assicurare un coibente impiegato a tale scopo è del tipo che assorbe olio
appoggio completo. o che può consentire la penetrazione di olio, esso deve

24 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 1

essere racchiuso in una guaina di acciaio o di materiale ed i relativi allarmi e dispositivi di sicurezza si applicano le
equivalente. prescrizioni del Capitolo 3.
La coibentazione delle superfici calde deve essere di un
tipo ed avere un supporto tali che non si incrini o si dete- 3.9.2 Deve essere sistemato un allarme per il personale di
riori quando sia soggetta a vibrazioni. macchina, azionabile dalla centrale di comando delle mac-
La protezione antincendio e la rivelazione ed estinzione chine o dal piano di manovra, come appropriato, che deve
degli incendi sono soggette alle prescrizioni del Capitolo 4. essere chiaramente udibile nei locali di alloggio del perso-
nale di macchina.
3.8 Comunicazioni
3.8.1 Tutte le navi devono avere almeno due mezzi indi-
4 Prove e collaudi
pendenti per comunicare gli ordini dalla plancia al posto,
nel locale macchine o nella centrale di comando, dal quale 4.1 Prove in officina
sono normalmente controllati la velocità e la direzione di
spinta dell’elica: uno di questi mezzi deve essere un tele-
grafo di macchina, che fornisca un’indicazione visiva degli 4.1.1 I macchinari ed i loro componenti devono essere
ordini trasmessi e delle risposte fornite, sia nel locale mac- sottoposti a prove d’officina che sono particolareggiate
chine sia sul ponte di comando, con allarme acustico per nelle Sezioni pertinenti del presente Capitolo. Tali prove
non coincidenza fra ordine e risposta. devono essere presenziate dal Tecnico.
Devono essere sistemati appropriati mezzi di comunica- Quando tali prove non possono essere eseguite in officina,
zione dalla plancia e dal locale macchine con qualsiasi altra la Società potrà permettere che vengano eseguite a bordo,
posizione dalla quale possono essere controllati la velocità e purché ciò non sia considerato in contrasto o con le caratte-
la direzione di spinta dell’elica. ristiche generali del macchinario da provare o con partico-
Il secondo mezzo di comunicazione deve essere alimentato lari caratteristiche dell’installazione a bordo. In tali casi il
da una fonte di energia autonoma e deve essere indipen- Tecnico incaricato dell’accettazione del macchinario a
dente da altri mezzi di comunicazione di bordo. bordo e l’acquirente devono essere informati preventiva-
Nel caso in cui l’apparato motore di propulsione della nave mente e le prove devono essere eseguite secondo le prescri-
sia comandato dalla plancia con comando a distanza, il zioni della Parte D relative alle prove incomplete.
secondo mezzo di comunicazione prescritto può essere
Tutte le caldaie, tutte le parti di macchinari, tutti gli impianti
costituito dal sistema di comando stesso.
di vapore, oleodinamici, pneumatici, nonché gli altri
Il telegrafo di macchina è richiesto in ogni caso, anche se è impianti ed i relativi accessori che sono soggetti a pressione
previsto il comando a distanza del motore indipendente- interna, devono essere sottoposti a prove adeguate, com-
mente dal fatto che il locale macchine sia presidiato o no. presa la pressatura, prima di essere messi in servizio per la
Per navi con navigazione limitata possono essere concesse prima volta, come indicato nelle altre Sezioni del presente
deroghe a giudizio della Società. Capitolo.

3.9 Comandi a distanza di macchine, allarmi


4.2 Prove a bordo
ed impianti di sicurezza
3.9.1 Per gli impianti di comando a distanza del motore di 4.2.1 Le prove a bordo dei macchinari sono indicate in
propulsione e dei macchinari per servizi ausiliari essenziali Sez 15.

Regolamenti RINA 2008 25


Parte C, Cap 1, Sez 2

SEZIONE 2 MOTORI DIESEL

1 Generalità un elenco dei disegni elencati nella Tab 1, riportando per


ciascun disegno i relativi numeri, con l’eventuale indice di
aggiornamento, sia del progettista che del licenziatario.
1.1 Applicabilità
Qualora il licenziatario proponga modifiche di progetto dei
1.1.1 (1/7/2005)
componenti, la documentazione relativa deve essere inviata
I motori diesel elencati qui di seguito devono essere proget-
alla Società dal licenziatario stesso per approvazione o
tati, costruiti, installati, collaudati e certificati in accordo
conoscenza. Nel caso di modifiche significative, il licenzia-
con le prescrizioni della presente Sezione, sotto la sorve-
tario dovrà provvedere affinché pervenga alla Società la
glianza e a soddisfazione del Tecnico.
conferma scritta di accettazione da parte del progettista di
a) Motori di propulsione tali modifiche. Sarà in ogni caso cura del licenziatario far
b) I motori che azionano generatori elettrici o destinati ad avere al Tecnico incaricato del collaudo copia di tutta la
altri servizi essenziali per la sicurezza, per la naviga- documentazione di cui alla citata Tab 1.
zione e quelli che azionano le pompe del carico di navi
cisterna, di potenza uguale o superiore a 110 kW. 1.3 Definizioni
Tutti gli altri motori devono essere progettati e costruiti
secondo la buona pratica marina; devono avere i dispositivi 1.3.1 Tipo di motore
richiesti in [2.3.4], [2.5.2], [2.7.2], [2.7.3], [2.7.5] e [2.7.8] Generalmente il tipo del motore è definito dalle caratteristi-
e devono essere forniti con gli opportuni certificati del che seguenti:
Costruttore (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1, [4.2.3]). • il diametro del cilindro;
I motori per la propulsione delle imbarcazioni di salvatag- • la corsa;
gio ed i motori ad accensione per compressione per i bat- • il sistema d’iniezione (iniezione diretta o indiretta);
telli di emergenza sono soggetti alle relative prescrizioni dei
• il tipo di combustibile utilizzato (liquido, gassoso o
Regolamenti.
misto);
Prescrizioni aggiuntive per il comando e per i sistemi di • il ciclo di funzionamento (4 tempi, 2 tempi);
sicurezza dei motori diesel ad alimentazione mista, vale a
dire alimentati con combustibile liquido o gassoso sono • il sistema di alimentazione dell’aria (aspirato o sovrali-
date in App 2. mentato);
• la potenza massima continuativa per cilindro alla rela-
Oltre alle prescrizioni della presente Sezione sono anche
tiva velocità di rotazione e/o la pressione media effettiva
applicabili quelle della Sez 1.
corrispondente alla massima potenza continuativa sud-
detta;
1.2 Documentazione da inviare
• il sistema di sovralimentazione (a impulsi di pressione o
1.2.1 (1/7/2005) a pressione costante);
Per ciascun tipo di motore per il quale è richiesta l'approva- • il sistema di raffreddamento dell’aria di sovralimenta-
zione, in accordo con le disposizioni di cui in [1.1.1] a) e zione (con o senza refrigerazione intermedia, numero di
b), il Costruttore deve inviare alla Società i documenti elen- stadi, ecc.);
cati in Tab 1.
• la disposizione dei cilindri (in linea o a V).
I disegni di cui alle voci 2 e 3 in Tab 1 devono contenere
anche i particolari della coppa dell’olio in modo da dimo- 1.3.2 Potenza del motore
strare l’ottemperanza delle prescrizioni in Sez 1, [2.4]. La potenza massima continuativa è la potenza massima che
Quando ritenuto necessario, la Società può richiedere il motore è in grado di sviluppare continuativamente alle
l'invio di ulteriori documenti, compresi i particolari che condizioni ambientali di riferimento di cui in [1.3.3] alla
dimostrino l'esistenza di una approvazione di tipo prece- massima velocità nominale per il periodo di tempo che
dente o le proposte di un programma per la prova di tipo in intercorre fra due successive manutenzioni.
accordo con le disposizioni di cui in [4.3] e [4.4]. Potenza, velocità e periodo di tempo fra due manutenzioni
Nel caso in cui vengano apportate modifiche ad un tipo di successive devono essere stabilite dal Costruttore e accet-
motore per il quale sia già stata approvata o esaminata la tate dalla Società.
documentazione di cui alla Tab 1, il Costruttore deve La potenza nominale è la potenza massima che il motore è
inviare nuovamente alla Società, per l’esame e l’eventuale in grado di sviluppare nelle condizioni ambientali di riferi-
approvazione, solo la documentazione relativa alle parti mento di cui in [1.3.3] come regolato dopo le prove in offi-
che hanno subito modifiche sostanziali. cina, alla velocità massima consentita dal regolatore di giri
Nel caso in cui i motori siano costruiti da un licenziatario, (potenza corrispondente al bloccaggio del fine corsa rego-
questi, per ciascun tipo di motore, deve inviare alla Società lazione combustibile).

26 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

La potenza nominale dei motori azionanti generatori elet- [1.3.3] ,come regolato dopo le prove in officina di cui in
trici è la potenza, al netto del sovraccarico, che il motore [4.5].
può sviluppare alle condizioni ambientali di riferimento

Tabella 1 : Documentazione da inviare (1/7/2005)

I/A/A*
No Documento Particolari sui documenti
(1)
1 I Dati relativi al motore come indicati nel modulo della Società "Partico- -
lari dei motori diesel" o in un modulo equivalente
2 I Sezione trasversale del motore Massimi angoli d’inclinazione, livelli
dell’olio, posizione delle pigne d’aspi-
razione
3 I Sezione longitudinale del motore Massimi angoli d’inclinazione, livelli
dell’olio, posizione delle pigne d’aspi-
razione dell’olio
4 I /A* Basamenti e incastellature, fusi o di costruzione saldata. La specifica del procedimento di sal-
Per i basamenti o le incastellature di costruzione saldata, particolari datura deve comprendere il progetto
delle saldature e relative istruzioni. dei giunti saldati, gli elettrodi utiliz-
zati, le sequenze di saldatura, i tratta-
menti termici pre e post saldatura ed i
controlli non distruttivi
5 I Cuscinetto reggispinta, disegno d’insieme (2) -
6 I / A* Basamento del cuscinetto reggispinta, fuso o di costruzione saldata. La specifica del procedimento di sal-
Per i basamenti di costruzione saldata, particolari delle saldature e datura deve comprendere il progetto
relative istruzioni. (2) dei giunti saldati, gli elettrodi utiliz-
zati, le sequenze di saldatura, i tratta-
menti termici pre e post saldatura ed i
controlli non distruttivi
7 I / A* Incastellature / blocchi cilindri, fuse o di costruzione saldata, inclusi, La specifica del procedimento di sal-
per quelle di costruzione saldata, i particolari delle saldature e le rela- datura deve comprendere il progetto
tive istruzioni (3) dei giunti saldati, gli elettrodi utiliz-
zati, le sequenze di saldatura, tratta-
menti termici pre e post saldatura ed i
controlli non distruttivi
8 I Tiranti -
9 I Testate dei cilindri, disegno d’assieme -
10 I Camicie dei cilindri -
11 A Albero a manovelle, disegno particolareggiato, per ciascun numero di -
cilindri
12 A Albero a manovelle, disegno d’insieme, per ciascun numero di cilindri -
13 A Albero reggispinta o albero intermedio (se incorporato nel motore) -
14 A Bulloni per gli accoppiatoi degli alberi -
15 I Contrappesi (se non di pezzo con l’albero a manovelle), con relativi Istruzioni per il serraggio dei bulloni
bulloni di fissaggio
16 I Biella -
17 I Biella, disegno d’assieme Istruzioni per il serraggio dei bulloni
18 I Testa a croce, disegno d’assieme (4) -
19 I Asta dello stantuffo, disegno d’assieme (4) -
20 I Stantuffo, disegno d’assieme -
21 I Dispositivo per l’azionamento dell’albero a camme, disegno d’assieme -

Regolamenti RINA 2008 27


Parte C, Cap 1, Sez 2

I/A/A*
No Documento Particolari sui documenti
(1)
22 A (8) Specifiche tecniche relative ai materiali impiegati per le parti principali Informazioni relative ai controlli non
del motore con tutte le indicazioni dettagliate relative a: distruttivi sono richieste per le voci 4,
• i controlli non distruttivi 7, 8, 9, 10, 11, 14, 17, 20, compresi i
• le prove idrostatiche difetti accettabili e le procedure di
riparazione.
Informazioni relative alle prove idro-
statiche sono richieste per le voci 4, 7,
9, 10, 20 e per le pompe d’iniezione e
i collettori di scarico.
23 A Sistemazione della fondazione del motore (solo per motori di propul- -
sione)
24 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto di avviamento ad aria compressa sistemato sul motore
(5)
25 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto del combustibile liquido sistemato sul motore (5)
26 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto dell’olio lubrificante sistemato sul motore (5)
27 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell’impianto dell’acqua di raffreddamento sistemato sul motore (5)
28 A Schema funzionale dei dispositivi di sicurezza e di comando sistemati Elenco, specifica e sistemazione dei
sul motore (5) (vedere anche [2.7] ) sensori, dei comandi automatici ed
altri dispositivi di comando e di sicu-
rezza
29 I Failure Mode and Effect Analysis (FMEA) dell'impianto di comando La "failure mode and effects analysis"
elettronico (FMEA) deve dimostrare che l'avaria
di un impianto di comando elettronico
non comporti la perdita dei servizi
essenziali per il funzionamento del
motore e che il funzionamento del
motore non venga interrotto o ridotto
al di sotto di una prestazione accetta-
bile del motore, se il motore ha incor-
porato un comando elettronico negli
impianti di cui alle voci da 24 a 28.
30 I Schermatura e coibentazione delle tubolature dei gas di scarico, dise- -
gno d’insieme
31 A Schermatura delle tubolature del combustibile liquido ad alta pres- Dispositivi per la raccolta e per la rile-
sione, disegno d’insieme (vedere anche [2.5.2] ) vazione di perdite
32 A Dispositivi di sicurezza contro le esplosioni nel carter (6) (vedere Volume del carter e di altri spazi
anche [2.3.4]) (dispositivo di azionamento-
dell’albero a camme, lavaggio, ecc.)
33 I Manuali per la conduzione e la manutenzione del motore (7) -
34 A Schemi diagrammatici, o altra documentazione equivalente, -
dell'impianto idrodinamico (per l'azionamento delle valvole), siste-
mato sul motore
35 A Programma e rapporto della prova di tipo -

28 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

I/A/A*
No Documento Particolari sui documenti
(1)
36 A Parti ad alta pressione dell’impianto di iniezione del combustibile Indicazioni della pressione, dimen-
sioni dei tubi e materiali
(1) A: da inviare per approvazione in quattro copie.
A* : da inviare per l’approvazione dei materiali e delle specifiche dei procedimenti di saldatura, in quattro copie.
I : da inviare per conoscenza in due copie.
Quando vengono fornite due indicazioni I / A, la prima si applica a componenti fusi e la seconda si applica a componenti sal-
dati.
(2) Da inviare solamente nel caso in cui il reggispinta non sia di pezzo con l’albero a manovelle ed il basamento del cuscinetto
reggispinta non sia parte integrante del basamento del motore.
(3) Solo per un cilindro.
(4) Da inviare solamente se non vi sono informazioni sufficienti al riguardo sui disegni delle sezioni trasversali e longitudinali del
motore.
(5) Dimensioni e materiali dei tubi, portata e prevalenza delle pompe e dei compressori ed ogni ulteriore informazione funzio-
nale devono essere inclusi. Lo schema dell’intero impianto è anche richiesto qualora esso faccia parte della fornitura del
Costruttore del motore.
(6) Richiesto solamente per motori aventi cilindri di diametro uguale o superiore a 200 mm. o volume lordo del carter uguale o
superiore a 0,6 m3 .
(7) I manuali per la conduzione e la manutenzione del motore devono contenere le disposizioni per la manutenzione (revisione e
riparazione), compresi i dettagli relativi ad ogni eventuale attrezzo o strumento di misura particolare che deve essere usato,
con i loro accessori/tarature e compresa ogni eventuale prescrizione di prova per il completamento della manutenzione.
Quando i manuali per la conduzione e la manutenzione del motore indicano l'uso di particolari attrezzi o strumenti di misura
ai fini della manutenzione, si deve fare riferimento alle disposizioni di cui in Sez 10, [2.4.5].
(8) Per confronto con le prescrizioni della Società relative ai materiali, ai controlli non distruttivi ed alle prove idrostatiche, per
quanto applicabile

1.3.3 Condizioni ambientali di riferimento 2 Progetto e costruzione


La potenza dei motori elencati in [1.1.1] a), b) e c) è riferita
alle condizioni seguenti: 2.1 Materiali e saldature
• pressione barometrica = 0,1 MPa
2.1.1 Materiali per gli alberi a manovelle
• umidità relativa = 60% In genere gli alberi a manovelle devono essere in acciaio
fucinato avente carico unitario di rottura per trazione non
• temperatura ambiente dell’aria = 45 °C
inferiore a 400 N/mm2 e non superiore a 1000 N/mm2.
• temperatura dell’acqua di mare (e temperatura
L’impiego di acciai fucinati a più elevata resistenza sarà esa-
all’ingresso dei refrigeranti di sovralimentazione raffred-
minato dalla Società caso per caso.
dati con acqua di mare) = 32 °C.
La Società può accettare, a suo giudizio e alle condizioni
Nel caso di navi con notazione di navigazione diversa dal da stabilire caso per caso (come ad esempio limitazioni
servizio illimitato la Società potrà accettare temperature dif- della navigazione), alberi a manovelle in acciaio fuso al
ferenti. carbonio o legato o in ghisa sferoidale con grafite nodulare
di qualità appropriate e fabbricati con idoneo procedi-
Non è richiesto che il Costruttore del motore provveda le mento con carico unitario di rottura per trazione compreso:
condizioni ambientali di cui sopra al banco prova. La rego-
lazione verrà corretta sulla base di una normativa ricono- a) fra 400 N/mm2 e 560 N/mm2 per acciaio al carbonio
sciuta ed accettata dalla Società. fuso

b) fra 400 N/mm2 e 700 N/mm2 per acciaio legato fuso.


1.3.4 Motori dello stesso tipo
I valori accettabili di carico unitario di rottura per ghisa sfe-
Due motori diesel sono considerati dello stesso tipo quando roidale o con grafite nodulare saranno considerati dalla
essi non differiscono sostanzialmente per le caratteristiche Società caso per caso.
di progetto e di costruzione con particolare riguardo a
quelle elencate nella definizione di tipo di motore in 2.1.2 Incastellature e basamenti saldati
[1.3.1], dando per scontato che sia inviata alla Società e da
Gli acciai usati per la costruzione di incastellature e basa-
quest’ultima esaminata e ritenuta soddisfacente o, quando
menti saldati sono soggetti alle prescrizioni della Parte D.
prescritto, approvata, la documentazione relativa alle parti
essenziali elencate in [1.2] ed ai materiali per esse impie- Le saldature devono essere in accordo con le prescrizioni di
gati. Sez 1, [2.2].

Regolamenti RINA 2008 29


Parte C, Cap 1, Sez 2

2.2 Albero a manovelle in movimento rotante o alterno devono essere incluse


nel volume lordo).
2.2.1 Controllo del dimensionamento
b) Le valvole devono essere provviste di un leggero disco
Il controllo della robustezza dell’albero a manovelle deve caricato a molla o di un qualsiasi altro dispositivo di
essere effettuato in accordo con le prescrizioni in App 1. rapido azionamento ed a chiusura automatica che possa
scaricare la sovrappressione dovuta ad un'eventuale
2.3 Carter esplosione interna ed impedire un'eventuale rientrata
d'aria.
2.3.1 Robustezza (1/1/2006)
I dischi di dette valvole devono essere di materiale
La costruzione del carter e delle sue porte d'ispezione deve
tenace capace di resistere all'urto contro gli scontri di
essere sufficientemente robusta da sopportare le pressioni
fine corsa in corrispondenza della posizione di totale
che si prevede possano verificarsi durante un'esplosione nel
apertura.
carter stesso, tenendo conto dell'installazione dei disposi-
tivi di sicurezza contro le esplosioni richiesti in [2.3.4]. Le Le valvole devono essere progettate e costruite in modo
porte d'ispezione del carter devono essere fissate in tale che possano aprirsi rapidamente ed essere total-
maniera sufficientemente sicura in modo che esse non pos- mente aperte ad una pressione nel carter non maggiore
sano essere divelte da un'esplosione nel carter stesso. di 0,02 N/mm2.
L'area della sezione libera di scarico di ciascuna valvola
2.3.2 Ventilazione e drenaggio (1/1/2006)
di protezione contro le esplosioni nei carter non deve
La ventilazione nel carter e qualsiasi altra sistemazione che
essere inferiore a 45 cm2. L'area complessiva delle
potrebbe provocare un flusso d'aria esterna entro il carter,
sezioni libere di scarico di tutte le valvole sistemate su
non sono ammesse in linea di principio, eccetto nel caso di
di un motore non deve essere minore di 115 cm2 per
motori ad alimentazione mista nei quali la ventilazione del
ogni metro cubo di volume lordo del carter.
carter deve essere realizzata in conformità con le disposi-
zioni di cui in App 2, [2.1.2]. Le valvole di protezione devono essere munite di un
dispositivo tagliafiamma che permetta il flusso dei gas
Eventuali tubi per la ventilazione del carter devono avere
per scaricare la pressione nel carter ed impedisca il pas-
sezione la più piccola possibile per ridurre al minimo la
saggio di fiamma a seguito di un'esplosione nel carter.
possibilità di rientrate d'aria a seguito di un'esplosione.
Le valvole devono essere di tipo approvato. La prova di
Se è prevista un'estrazione forzata dal carter dei gas pre-
tipo deve essere eseguita in una configurazione che rap-
senti (per esempio ai fini della rivelazione dei vapori d’olio)
presenti le sistemazioni per l’installazione che saranno
la depressione che si crea nel carter non deve essere supe-
usate su di un motore in accordo con le disposizioni di
riore a 2,5 ·10-4 N/mm2.
cui in App 5.
Per evitare la comunicazione tra i carter di due o più motori
Qualora le valvole di protezione siano provviste di siste-
e la possibile propagazione dell'incendio a seguito di
mazioni per schermare le emissioni dalle valvole stesse
un'esplosione, i tubi per la ventilazione del carter ed i tubi
a seguito di un'esplosione, esse devono essere sottopo-
per il drenaggio dell'olio di ciascun motore devono essere
ste a prove di tipo per dimostrare che la schermatura
indipendenti da quelli di ogni altro motore.
non influenzi negativamente l'efficienza operativa delle
I tubi per il drenaggio dell'olio lubrificante dalla coppa del valvole stesse.
motore alla cassa di drenaggio devono essere sommersi in
c) Le valvole devono essere provviste di una copia del
corrispondenza della loro estremità d'uscita.
manuale del costruttore per l'installazione e la manu-
2.3.3 Targa di avvertimento tenzione che è applicabile alle dimensioni ed al tipo
Una targa di avvertimento deve essere sistemata sul piano delle valvole che devono essere fornite per un determi-
di manovra oppure, preferibilmente, su una porta d'ispe- nato motore.
zione su ciascun lato del motore. Il manuale deve contenere le seguenti informazioni:
Tale targa deve indicare che, nel caso in cui vi sia un 1) Descrizione delle valvole, con particolari circa i
sospetto di surriscaldamento entro carter, non devono limiti di funzione e di progetto
essere aperti, né le porte di ispezione né i fori di osserva-
2) Copia del certificato relativo alla prova di tipo
zione dei carter prima che sia trascorso un tempo ragione-
volmente sufficiente per permettere un adeguato 3) Istruzioni per l'installazione
raffreddamento del carter dopo aver fermato il motore. 4) Istruzioni per la manutenzione durante l'esercizio,
che comprendano la prova e la sostituzione di qual-
2.3.4 Valvole di protezione (1/1/2007)
siasi dispositivo di tenuta
a) I motori diesel aventi cilindri di diametro uguale o supe-
riore a 200 mm o volume lordo del carter uguale o 5) Azioni da intraprendere dopo un'esplosione.
superiore a 0,6 m3 devono essere provvisti di valvole di Una copia del manuale per l'installazione e la manu-
protezione contro le esplosioni nei carter, in accordo tenzione richiesto sopra deve essere conservata a bordo.
con le prescrizioni del presente punto [2.3.4]. I disegni che mostrino i dettagli e le sistemazioni delle
Il volume complessivo delle parti fisse sistemate valvole di protezione contro le esplosioni nei carter
all'interno del carter può non essere considerato nel devono essere inviati per l'approvazione in accordo con
calcolo del volume lordo del carter stesso (i componenti le indicazioni della Tab 1.

30 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

Le valvole devono essere munite di un'idonea marca- motore aventi tipi approvati di apparecchiature per il
tura che contenga le seguenti informazioni: monitoraggio dei vapori d'olio.
• Nome ed indirizzo del costruttore Una copia del manuale del costruttore per la manutenzione
• Sigla di identificazione e dimensione e le prove dell'apparecchiatura per il rilievo/monitoraggio
• Mese/anno di fabbricazione dei vapori d'olio nel carter, richiesto sopra, deve essere con-
servata a bordo.
• Disposizione dell'installazione approvata.
Le informazioni relative al monitoraggio ed all'allarme dei
d) Per i motori aventi cilindri di diametro uguale o supe-
vapori d'olio devono poter essere lette da una posizione
riore a 200 mm, ma inferiore o uguale a 250 mm, deve
sicura lontana dal motore.
essere sistemata almeno una valvola in corrispondenza
di ciascuna estremità; tuttavia, se i detti motori hanno Nel caso di installazioni con più motori, ciascun motore
più di 8 manovelle, deve essere sistemata almeno una deve essere provvisto di un'apparecchiatura per il
terza valvola, all'incirca in corrispondenza della mezze- rilievo/monitoraggio dei vapori d'olio e di un allarme dedi-
ria del motore. cato.
Per i motori aventi cilindri di diametro superiore a 250 Gli impianti per il rilievo ed il monitoraggio dei vapori
mm ma inferiore o uguale a 300 mm, deve essere siste- d'olio e gli impianti d'allarme devono essere capaci di
mata almeno una valvola ogni due manovelle, con un essere provati al banco prova ed a bordo con il motore
minimo di 2 valvole. fermo e con il motore che funziona nelle normali condi-
Per i motori aventi cilindri di diametro superiore a 300 zioni d'esercizio, in accordo procedure di prova accettabili
mm, deve essere sistemata almeno una valvola in corri- dalla Società.
spondenza di ogni manovella. Gli allarmi e gli arresti per l'impianto di rilievo/monitorag-
e) Valvole addizionali devono essere sistemate per gli gio dei vapori d'olio devono essere in accordo con le dispo-
spazi separati dal carter, come gli spazi dove sono siste- sizioni di cui in Parte F, Cap 3, Sez 1, Tabelle 2, 3 e 27 e le
mate le catene o gli ingranaggi della distribuzione o sistemazioni dell'impianto devono essere in accordo con le
simili dispositivi di azionamento, quando il volume disposizioni di cui in Cap 3, Sez 2, [6] e Cap 3, Sez 2, [7].
lordo di tale spazi è uguale o superiore a 0,6 m3. Le sistemazioni per il rilievo/monitoraggio dei vapori d'olio
Gli spazi dell'aria di lavaggio in diretta comunicazione devono provocare un allarme visivo nel caso di una preve-
con i cilindri devono essere provvisti di valvole di prote- dibile avaria funzionale nelle apparecchiature e nelle siste-
zione contro le esplosioni. mazioni per l'installazione.
L'impianto per il rilievo ed il monitoraggio dei vapori d'olio
2.3.5 Sistemazioni per il rilievo ed il monitoraggio
dei vapori di olio nel carter (1/1/2007) e gli impianti d'allarme deve fornire un'indicazione qualora
qualunque delle lenti sistemate sulle apparecchiature ed
Quando sono richieste sistemazioni per il rilievo ed il moni- usate per la determinazione della quantità dei vapori d'olio
toraggio dei vapori di olio nel carter, esse devono essere di
sia stata parzialmente oscurata fino ad un grado che influi-
tipo approvato e collaudato in accordo con le disposizioni
sca sull'attendibilità delle informazioni e delle indicazioni
di cui in App 6 e devono soddisfare le prescrizioni qui di d'allarme.
seguito indicate.
Quando nelle apparecchiature per il rilievo/monitoraggio
Gli impianti e le sistemazioni per il rilievo ed il monitorag-
dei vapori d'olio siano usati sistemi elettronici programma-
gio dei vapori di olio nel carter devono essere installati in
bili, le sistemazioni devono essere in accordo con le dispo-
accordo con le istruzioni/raccomandazioni del costruttore
sizioni di cui in Capitolo 3.
del motore e del costruttore delle sistemazioni stesse. Nelle
istruzioni devono essere contenuti i seguenti dettagli: I disegni che mostrano i particolari e le sistemazioni per il
• Schema diagrammatico dell'impianto di rilievo/monito- rilievo/monitoraggio e le sistemazioni d'allarme devono
raggio e allarme dei vapori d'olio nel carter del motore, esse inviati alla Società per l'approvazione in accordo con
le indicazioni di cui in Tab 1.
che mostri l'ubicazione nel carter dei punti di prelievo e
la sistemazione delle tubolature, con l'indicazione delle Le apparecchiature insieme con i dispositivi per il
dimensioni dei tubi collegati al dispositivo di rilievo/monitoraggio devono essere provate quando instal-
rilievo/monitoraggio. late sul banco prova ed a bordo della nave, per dimostrare
• Comprovati studi che giustifichino la scelta delle ubica- che l'impianto di rilievo/monitoraggio e allarme funzioni
zioni dei punti di rilevazione e la quantità dei vapori correttamente. Le sistemazioni per le prove devono essere a
estratti (se applicabile) in relazione alle sistemazioni nel soddisfazione della Società.
carter, alla geometria di quest'ultimo ed all'atmosfera Quando sono installate sistemazioni per il rilievo/monito-
che si prevede sia presente nel carter dove si verifichi raggio dei vapori d'olio sequenziali, la frequenza deve
l'accumulo di vapori d'olio. essere la più ravvicinata possibile e la durata la più breve
• Il manuale del costruttore per la manutenzione e le possibile.
prove Quando siano adottati metodi alternativi per impedire il for-
• Informazioni relative alla prova di tipo od alle prove marsi di miscele d'aria e vapori d'olio potenzialmente
durante l'esercizio del motore, eseguite con sistema- esplosive all'interno del carter, deve essere sottoposta alla
zioni per la prova dell'impianto di protezione del Società, per considerazione, la relativa documentazione.

Regolamenti RINA 2008 31


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tale documentazione deve contenere le seguenti informa- 2.5.2 Impianto del combustibile liquido
zioni: Sulla mandata delle pompe devono essere sistemate valvole
• Particolari relativi al motore: tipo, potenza, velocità di di sicurezza che scarichino a monte delle pompe stesse o
rotazione, diametro dei cilindri, corsa dei pistoni, altri sistemi equivalenti.
volume del carter. Negli impianti del combustibile che alimentano i motori di
• Particolari relativi alle sistemazioni per impedire il for- propulsione devono essere sistemati filtri in modo tale che
marsi di condizioni di potenziale esplosività nel carter, sia possibile effettuare la loro pulizia senza interrompere il
per esempio: monitoraggio della temperatura dei cusci- flusso del combustibile filtrato al motore, a meno che non
netti, temperatura dell'olio spruzzato, monitoraggio sia altrimenti stabilito in Sez 10.
della pressione nel carter, sistemazioni per il ricircolo. a) Tutti i tubi esterni di iniezione del combustibile ad alta
• Evidenza che dimostri che le sistemazioni sono efficaci pressione, tra le relative pompe al alta pressione ed i
nella prevenzione della formazione di condizioni di polverizzatori, devono essere protetti da un impianto di
potenziale esplosività, insieme con i particolari delle schermatura idoneo a contenere le perdite del combu-
esperienze d'esercizio. stibile in caso di rottura dei tubi ad alta pressione.
• Istruzioni operative ed istruzioni per la manutenzione e Tale impianto deve essere permanentemente installato e
le prove. realizzato con una tubolatura entro la quale sono siste-
mati i tubi di iniezione ad alta pressione.
Quando sia proposta l'introduzione di gas inerte nel carter L’impianto di schermatura deve essere dotato di drenag-
per ridurre al minimo la possibilità di esplosioni, devono gio delle perdite di combustibile e di dispositivo di
essere sottoposti alla Società, per considerazione, i partico- allarme che segnali la rottura dei tubi nafta.
lari delle sistemazioni proposte.
Se per la schermatura suddetta vengono usati tubi fles-
sibili, questi devono essere approvati dalla Società.
2.4 Collettori dell’aria di lavaggio
Le tubolature di ritorno del combustibile nelle quali la
pulsazione della pressione (da picco a picco) è supe-
2.4.1 Estinzione incendi
riore a 2 MPa, devono essere schermate come detto
Per motori a due tempi con testa a croce i collettori di sopra.
lavaggio collegati direttamente (senza valvola) ai cilindri
devono essere collegati ad un impianto fisso di estinzione b) Per navi classificate con navigazione limitata le prescri-
incendi che sia completamente indipendente dall’impianto zioni in a) possono essere riconsiderate a soddisfazione
di estinzione incendi del locale macchine. della Società.

2.5.3 Impianto olio lubrificante


2.4.2 Soffianti
Nei circuiti di lubrificazione forzata devono essere sistemati
Qualora un motore a due tempi sia l’unico mezzo di pro-
efficaci dispositivi di filtraggio.
pulsione, quando l’aria di lavaggio viene fornita da una sola
soffiante indipendente, devono essere sistemati mezzi alter- Per i circuiti di lubrificazione forzata delle macchine di pro-
nativi, pronti per l’uso, per azionare la soffiante o deve pulsione, i filtri devono essere sistemati in modo che sia
essere provvista una soffiante ausiliaria pronta per l’uso. possibile effettuare lo loro pulizia senza interrompere la cir-
colazione dell’olio, a meno che non sia altrimenti stabilito
2.4.3 Valvole di sicurezza in Sez 10.
I collettori di lavaggio collegati direttamente ai cilindri Sul lato della mandata delle pompe devono essere siste-
devono essere muniti di valvole di sicurezza contro le mate valvole di sicurezza che scarichino a monte delle
esplosioni in accordo alle prescrizioni in [2.3.4]. pompe stesse o altri sistemi equivalenti.
Le valvole di sicurezza possono essere omesse, purché i fil-
2.5 Impianti tri possano contrastare la pressione massima che la pompa
può sviluppare.
2.5.1 Generalità
Quando necessario, l’olio lubrificante deve essere raffred-
In aggiunta alle prescrizioni del presente punto [2.5] dato mediante appositi refrigeranti.
devono essere soddisfatte tutte le prescrizioni pertinenti in
Sez 10. 2.5.4 Impianto di aria di sovralimentazione
I tubi flessibili degli impianti del combustibile liquido e a) Le prescrizioni relative alla progettazione, costruzione,
dell’olio lubrificante devono essere limitati al minimo sistemazione, installazione, prove e certificati delle tur-
necessario e devono essere di tipo approvato. bosoffianti a gas di scarico sono riportate in Sez 14.

A meno che non sia altrimenti stabilito in Sez 10, i motori b) Nei motori di propulsione a due tempi sovralimentati
di propulsione devono essere muniti di mezzi per il colle- con turbosoffianti a gas di scarico, funzionanti ad
gamento esterno alle pompe di riserva per: impulsi di pressione, la sistemazione deve essere realiz-
zata in modo tale che sia impedito che parti di fasce
• alimentazione combustibile; elastiche eventualmente rotte possano entrare nelle
• circolazione dell’olio lubrificante e dell’acqua di raf- casse delle turbosoffianti con conseguente danneggia-
freddamento. mento delle palettature mobili o fisse.

32 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

2.6 Impianto di avviamento ad aria com- non superiore a 5 s, quando gli venga applicata o
pressa distaccata la massima fase di carico elettrico.
Nel caso in cui una fase di carico equivalente alla
2.6.1 Si applicano le prescrizioni di cui in [3.1]. potenza nominale del generatore viene distaccata, può
essere accettata una variazione in aumento del 10%
2.7 Comandi e controlli della velocità nominale, a condizione che ciò non dia
luogo all’intervento del dispositivo di sovravelocità
2.7.1 Generalità (1/7/2006) (overspeed) come richiesto in [2.7.4].
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in b) A tutti i carichi compresi tra zero ed il carico nominale,
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [2.7]. la variazione permanente di velocità deve essere conte-
nuta entro il 5% della velocità nominale.
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
anche le prescrizioni indicate nella Parte F, Capitolo 3. c) I motori primi dei generatori devono essere scelti in
maniera tale da poter far fronte alle richieste di carico
2.7.2 Allarmi della rete che alimentano e da soddisfare a carico zero
L’impianto d’olio lubrificante per motori diesel di potenza quanto prescritto in a), se bruscamente caricati con il
uguale o superiore a 37 kW, deve essere munito di allarme 50% della potenza nominale del generatore, seguito dal
ottico ed acustico che venga azionato in caso di una sensi- rimanente 50% dopo un intervallo di tempo sufficiente
bile riduzione di pressione della mandata di olio lubrifi- a riportare la velocità a valori di regime. Le condizioni
cante. di regime (vedi Nota 1) devono essere raggiunte in non
più di 5 s.
2.7.3 Regolatori di velocità di motori principali ed Nota 1: Le condizioni di regime sono quelle nelle quali l'inviluppo
ausiliari della variazione di velocità non supera il ±1% della velocità
Tutti i motori, esclusi i motori ausiliari azionanti generatori dichiarata per la nuova potenza.
elettrici per i quali si applicano le prescrizioni in [2.7.5], d) L'applicazione del carico elettrico in più di due fasi può
devono essere provvisti di regolatore di velocità tarato in essere permessa solamente se le condizioni della rete
modo tale da impedire che la velocità di rotazione del sono tali da consentire l'impiego di quei motori primi
motore superi per più del 15% la velocità di rotazione ausiliari che possono essere caricati solamente in più di
nominale. due fasi (vedere a titolo di guida Fig 1), e purché ciò sia
stato preventivamente accettato in fase di progetto.
2.7.4 Dispositivi di protezione contro la
sovravelocità di motori principali ed ausiliari Ciò deve essere verificato sulla base di specifiche
dell'impianto da approvare e deve essere dimostrato
Oltre al regolatore di velocità, ogni:
durante le prove di funzionamento a bordo. In tale caso,
• motore di propulsione di potenza nominale uguale o deve essere tenuto in debita considerazione il valore
superiore a 220 kW, e che sia collegato alla linea della potenza richiesta dalle apparecchiature elettriche
d’alberi mediante frizione o che azioni un’elica a pale che devono essere automaticamente reinserite dopo
orientabili, e una mancanza di energia elettrica e la sequenza con la
• motore ausiliario di potenza nominale uguale o supe- quale esse sono connesse alla rete.
riore a 220 kW, eccetto quelli azionanti generatori elet- Ciò vale anche per generatori destinati a funzionare in
trici, per i quali si applica [2.7.6], parallelo e, quando la potenza debba trasferirsi da un
generatore all'altro, nel caso si debba arrestare un gene-
devono essere muniti di un dispositivo separato di prote- ratore.
zione contro la sovravelocità, tarato in modo tale impedire
che la velocità di rotazione del motore superi per più del e) Per i gruppi generatori di emergenza, le condizioni rela-
20% la velocità di rotazione nominale n. La sistemazione tive al regolatore di cui in a) e b) devono essere soddi-
deve essere realizzata in modo tale che sia possibile pro- sfatte anche quando:
vare il dispositivo di protezione contro la sovravelocità. 1) è applicato bruscamente il carico totale delle utenze
L’impiego di altri dispositivi equivalenti sarà considerato di emergenza, oppure
dalla Società caso per caso. 2) il carico totale delle utenze di emergenza è appli-
Il dispositivo di protezione contro la sovravelocità, com- cato gradualmente, purché:
preso il meccanismo di funzionamento o il sensore di velo- • il carico totale venga ripristinato entro 45 s dal
cità, devono essere indipendenti dal regolatore di velocità. black-out, e
• il massimo gradino di carico sia dichiarato e
2.7.5 Regolatori di velocità per motori ausiliari che
azionano generatori elettrici (1/1/2007) dimostrato, e

a) I motori ausiliari che azionano generatori elettrici • l'impianto di distribuzione di energia sia proget-
devono essere provvisti di un regolatore di velocità che tato in modo tale che il massimo gradino di
impedisca variazioni transitorie di frequenza nella rete carico preventivato non venga superato, e
elettrica superiori al 10% della frequenza nominale, • il rispetto dei tempi di mancanza di energia e le
con un tempo di ripristino delle condizioni di regime sequenze di carico sopra indicati vengano

Regolamenti RINA 2008 33


Parte C, Cap 1, Sez 2

accertati in occasione delle prove in mare della kW della macchina più potente e il 25% della potenza
nave. nominale in kW della macchina in questione.
f) Per gruppi generatori di corrente alternata che operano
Per gruppi generatori di corrente alternata che operano in
in parallelo, le caratteristiche dei regolatori dei motori
primi devono essere tali che, entro i limiti tra il 20% e il parallelo, il regolatore di velocità deve avere dispositivi che
100% del carico totale, il carico di ogni gruppo non dif- permettano regolazioni del carico abbastanza fini da non
ferisca dalla sua quota proporzionale del carico totale superare variazioni del 5% rispetto alla potenza nominale
per più del minore tra il 15% della potenza nominale in alla frequenza normale.

Figura 1 : Curve limite di carico per motori diesel a 4 tempi in fasi successive da vuoto alla potenza nominale in
funzione della pressione media effettiva al freno corrispondente a detta potenza
100

90
Aumento di carico riferito alla potenza nominale [%]

80

70

60
Curva limite per la terza
50 fase di applicazione del carico

40
Curva limite per la seconda
fase di applicazione del carico
30

20
Curva limite per la prima
fase di applicazione del carico
10

0
0.6 0.8 1,0 1,2 1,4 1,6 1,8 2,0 2,2 2,4

Pme alla potenza nominale del motore diesel [M Pa]

2.7.6 Dispositivi di protezione contro la Se un regolatore di velocità elettronico è sistemato per


sovravelocità di motori ausiliari che azionano assicurare il controllo continuo della velocità o la rias-
generatori elettrici sunzione del controllo dopo un’avaria, deve essere
In aggiunta al regolatore di velocità, i motori ausiliari aventi sistemato un ulteriore regolatore di velocità separato, a
potenza nominale uguale o superiore a 220 KW azionanti meno che il motore non abbia un sistema di controllo
generatori elettrici devono essere provvisti di un dispositivo manuale del combustibile adatto al suo controllo.
separato di protezione contro le sovravelocità attivabile Un guasto nell’impianto del regolatore non deve portare
anche a mano, tarato in maniera tale da non permettere un a grandi e brusche variazioni della potenza di propul-
aumento della velocità nominale superiore al 15%. sione o ad un’inversione del senso di rotazione
Tale dispositivo deve provocare l’arresto automatico del dell’elica.
motore primo. Devono essere provvisti allarmi che indichino eventuali
guasti dell’impianto di regolazione.
2.7.7 Uso dei regolatori di velocità elettronici
L’accettazione di regolatori elettronici non in accordo
(1/7/2004)
con le prescrizioni qui sopra elencate sarà considerata
a) Approvazione di tipo caso per caso dalla Società, per navi con due o più
I regolatori di velocità elettronici ed i loro attuatori motori principali di propulsione.
devono essere di un tipo approvato dalla Società, in c) Regolatori elettronici di velocità per motori ausiliari che
accordo con le disposizioni di cui in Cap 3, Sez 6. azionano generatori elettrici
b) Regolatori elettronici di velocità per motori principali di In caso di guasto nell’impianto di regolazione, l’alimen-
propulsione tazione di combustibile deve essere regolata su “zero”.

34 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

Eventuali guasti dell’impianto di regolazione devono motore funziona in automatico o con comando a
essere segnalati da allarmi. distanza durante la navigazione.
L’accettazione di regolatori elettronici di velocità su f) Il sistema d'allarme deve funzionare in accordo con
motori che azionano generatori di emergenza sarà con- quanto disposto in Parte F, Capitolo 3, con la prescri-
siderata dalla Società caso per caso. zione aggiuntiva che sul ponte di comando devono
essere sistemati allarmi raggruppati.
2.7.8 Allarmi e dispositivi di sicurezza per i motori
g) In aggiunta al comando del combustibile liquido dal di
diesel di emergenza (1/1/2006)
fuori dello spazio nel quale è sitemato il motore, deve
a) Le presenti prescrizioni si applicano ai motori diesel per essere provvisto un dispositivo d'arresto locale del
i quali è richiesta l'immediata disponibilità in emer- motore.
genza (per esempio: motori azionanti generatori elettrici
h) Entro gli stessi spazi per i motori diesel, devono essere
d'emergenza, motori azionanti pompe da incendio
previste indicazioni locali per almeno i parametri elen-
d'emergenza, etc.) e capaci di essere comandati a
cati nella Tab 4; dette indicazioni devono rimanere
distanza o di funzionare in automatico.
attive nel caso di un guasto ai sistemi di allarme e di
b) Devono essere inviate alla Società informazioni che sicurezza.
dimostrino la rispondenza con le presenti prescrizioni.
Le informazioni devono comprendere istruzioni per la 2.7.9 Tabelle riassuntive (1/1/2006)
prova dei dispositivi d'allarme e di sicurezza. I motori diesel devono avere le apparecchiature di controllo
elencate nelle Tab 2 e Tab 3, rispettivamente per motori di
c) Gli allarmi ed i dispositivi di sicurezza devono essere
propulsione e per servizi ausiliari.
sistemati in accordo alla Tab 4.
Nel caso di navi classificate per navigazioni limitate, la
d) I dispositivi di allarme e di sicurezza devono essere pro-
Società potrà prendere in considerazione una riduzione dei
gettati come "fail safe" (capaci di disporsi in una condi-
dispositivi di controllo richiesti alle Tab 2 e Tab 3.
zione di sicurezza in caso di guasto). Le caratteristiche
di funzionamento "fail safe" devono essere valutate sulla Gli allarmi devono essere ottici ed acustici.
base non solo dell'impianto e dei macchinari associati, Gli indicatori devono essere sistemati in posizioni normal-
ma anche della completa installazione, così come della mente presidiate (presso il motore o nella stazione di
nave nel suo complesso. comando locale).
e) Indipendentemente dalla potenza del motore, se sono Nel caso di motori diesel per i quali sia richiesta l'imme-
previsti arresti in aggiunta a quelli indicati nella Tab 4, diata disponibilità in emergenza e che sono capaci di
fatta eccezione per l'arresto in caso di sovravelocità, essere comandati a distanza o fatti funzionare in automa-
essi devono essere automaticamente esclusi quando il tico, si applica la Tab 4.

Regolamenti RINA 2008 35


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 2 : Controlli per motori diesel di propulsione (1/7/2006)

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
L =Valore basso, LL = Valore molto basso, Controlli
I = Allarme singolo, G = Allarme cumulativo Motore principale Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme men-to automa- do della
zione
tico riserva
Pressione del combustibile dopo il filtro (ingresso del locale
motore)
Viscosità o temperatura del combustibile prima della locale
pompa d’iniezione (Per motori a nafta pesante)
Perdite dai tubi ad alta pressione, quando prescritto H
Pressione dell’olio lubrificante in corrispondenza dei L locale
cuscinetti principali e dei cuscinetti reggispinta LL X
Pressione dell’olio lubrificante in corrispondenza dei L locale
cuscinetti delle teste a croce, quando gli impianti sono LL X
separati
Pressione dell’olio lubrificante in corrispondenza degli L locale
alberi a camme, quando gli impianti sono separati LL X
Pressione dell’olio lubrificante all’ingresso delle turbosof- locale
fianti
Temperatura all’ingresso dell’olio lubrificante locale
Temperatura nei cuscinetti reggispinta o dell’olio all’uscita H locale
degli stessi
Pressione dell’acqua dolce di raffreddamento dei cilindri, L locale (3)
all’ingresso
Temperatura dell’acqua dolce di raffreddamento all’uscita locale
di ogni cilindro o, qualora vi sia una camera di raffredda-
mento comune senza valvole di intercettazione singola, la
temperatura dell’acqua dolce di raffreddamento all’uscita
comune dai cilindri
Pressione del liquido di raffreddamento degli stantuffi L locale
all’ingresso in ciascun cilindro (1)
Temperatura del liquido refrigerante degli stantuffi locale
all’uscita da ciascun cilindro (1)
Flusso del liquido di raffreddamento degli stantuffi L
all’uscita da ciascun cilindro (1) (2)
Pressione sul collettore area di lavaggio locale
Temperatura dell’aria di lavaggio nel collettore (Rivela- locale
zione incendi nel collettore)
Temperatura dei gas di scarico locale (4)
Velocità del motore / verso di rotazione (per motori rever- locale
sibili) H X
Guasto nell’impianto elettronico di regolazione della X
velocità
(1) Non richiesto se il liquido refrigerante è olio proveniente dall’impianto principale dei raffreddamento del motore
(2) Qualora non sia possibile controllare il flusso d’uscita a causa del progetto del motore, possono essere accettate soluzioni alter-
native
(3) Per motori di potenza uguale o superiore a 220 kW
(4) L’indicazione è richiesta per ciascun cilindro per motori con potenza uguale o superiore a 500 kW/cilindro

36 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 3 : Controlli per motori diesel per servizi ausiliari (1/1/2006)

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
L =Valore basso, LL = Valore molto basso, Controlli
I = Allarme singolo, G = Allarme cumulativo Motore principale Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do della
zione
tico riserva
Viscosità o temperatura del combustibile prima locale
dell’iniezione (2)
Pressione del combustibile (2) locale
Perdite di combustibile dai tubi ad alta pressione H
Pressione dell’olio lubrificante L locale X (1)
Pressione o flusso dell’acqua di raffreddamento, se non L locale
collegato all’impianto principale
Temperatura dell’acqua o dell’aria di raffreddamento locale
Velocità di rotazione del motore locale
H X (3)
Guasto nell’impianto elettronico di regolazione della X
velocità
(1) Non accettabile per gruppi generatori di energia elettrica d’emergenza
(2) Qualora sia adoperata nafta pesante
(3) Solo per motori diesel di potenza uguale o superiore a 220 kW

Tabella 4 : Controlli per i motori diesel per i quali è richiesta l'immediata disponibilità in emergenza e che sono
capaci di essere comandati a distanza o fatti funzionare in automatico (1/1/2006)

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
L = Valore basso, LL = Valore molto basso, Controlli
I = Allarme singolo, G = Allarme cumulativo Motore principale Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Avvio
Indica- Coman Arre-
Identificazione del parametro dell'impianto Allarme mento automa- della
zione do sto
tico riserva
Perdite di combustibile dai tubi ad alta pressione H
Pressione dell'olio lubrificante L locale
Temperatura dell'olio lubrificante (1) H locale
Pressione o flusso dell'acqua di raffreddamento (1) L locale
Concentrazione dei vapori d'olio nel carter (2) H locale
Temperatura dell'acqua o dell'aria di raffreddamento H locale
Velocità di rotazione del motore locale
H (1) X (1)
Guasto nell'impianto elettronico per la regolazione della X
velocità
(1) Solo per motori diesel di potenza uguale o superiore a 220 kW.
(2) Solo per motori diesel di potenza uguale o superiore a 2250 kW o cilindri di diametro uguale o superiore a 300 mm

Regolamenti RINA 2008 37


Parte C, Cap 1, Sez 2

3 Sistemazione ed installazione Dispositivi di protezione diversi saranno oggetto di par-


ticolare considerazione da parte della Società.
Le prescrizioni del presente comma c) non si applicano
3.1 Impianti d’avviamento
ai motori avviati da motori pneumatici.
3.1.1 Avviamento ad aria compressa d) I serbatoi dell’aria compressa sono oggetto delle prescri-
zioni in Sez 3. Le tubolature d’aria compressa ed i rela-
a) L’impianto per l’avviamento dei motori principali e dei tivi compressori sono oggetto delle prescrizioni in
motori ausiliari deve essere tale che l’aria compressa Sez 10.
per la prima carica possa essere prodotta a bordo senza
ausilio dall’esterno. 3.1.2 Avviamento elettrico
b) La capacità complessiva dei serbatoi d’aria deve essere a) Quando i motori di propulsione sono avviati elettrica-
sufficiente per permettere, senza bisogno di ricarica, mente devono esservi almeno due batterie separate di
almeno 12 avviamenti consecutivi, alternativamente in accumulatori.
marcia avanti ed in marcia indietro, di ciascun motore L’impianto deve essere tale che le suddette batterie di
di propulsione di tipo reversibile, ed almeno 6 avvia- accumulatori non possano essere connesse in parallelo
menti consecutivi di ciascun motore di propulsione di tra loro.
tipo non reversibile, accoppiato ad un’elica a pale Ciascuna batteria deve essere in grado di avviare il
orientabili od altro dispositivo che consenta l’avvia- motore di propulsione nella condizione di motore
mento senza inversione della coppia. freddo e pronto ad essere avviato.
Il numero di avviamenti richiesto si riferisce alla condi- La capacità complessiva delle batterie di accumulatori
zione di motore freddo e pronto per essere avviato (si deve essere sufficiente per effettuare in 30 min, senza
deve tener conto di tutti i macchinari trascinati dal ricarica, il numero di avviamenti prescritto in [3.1.1](b)
motore che non possono essere scollegati). per gli avviamenti ad aria compressa.
Nel caso in cui il motore si trovi nelle condizioni di fun- b) L’impianto per l’avviamento ad energia elettrica dei
zionamento a caldo, può essere richiesto un numero motori ausiliari deve avere due batterie separate di
superiore di avviamenti. accumulatori o può essere alimentato dalle batterie di
accumulatori di avviamento del motore di propul sione,
Quando altre utenze, quali dispositivi di avviamento di se esistono, per mezzo di due circuiti separati. Quando
motori ausiliari, impianti pneumatici di comando, esiste un solo motore ausiliario è ammesso che vi sia
fischio ecc., sono collegate ai serbatoi dell’aria di avvia- una sola batteria di accumulatori. La capacità comples-
mento dei motori di propulsione, si deve tener conto siva delle batterie di accumulatori di avviamento deve
anche del consumo d’aria delle dette utenze. essere sufficiente per almeno tre avviamenti per ciascun
A prescindere da quanto sopra stabilito, nel caso di motore.
impianti di propulsione costituiti da più motori, il c) Le batterie di accumulatori di avviamento devono
numero di avviamenti richiesto per ciascuno di essi può essere usate solo per l’avviamento e per funzioni di con-
essere ridotto, previa accettazione da parte della trollo e allarme proprie del motore. Devono essere presi
Società, in relazione alla sistemazione dei motori ed al accorgimenti per mantenere con continuità l’energia
sistema di trasmissione della potenza ai propulsori. accumulata, in ogni istante.
c) L’impianto principale per l’aria di avviamento dei d) Ogni dispositivo di carica deve avere caratteristiche suf-
motori diesel di propulsione od ausiliari deve essere ficienti almeno per ripristinare entro 6 ore la capacità
adeguatamente protetto contro gli effetti del ritorno di richiesta per le batterie di accumulatori.
fiamma e delle esplosioni nelle tubolature dell’aria di
avviamento. A tale scopo devono essere sistemati i 3.1.3 Prescrizioni particolari per l’avviamento dei
gruppi generatori d’emergenza
seguenti dispositivi di protezione:
a) I gruppi elettrogeneratori di emergenza devono essere
• Una valvola di intercettazione del tipo di non idonei a venire prontamente avviati nella condizione di
ritorno, o equivalente, in corrispondenza del colle- macchina fredda, alla temperatura di 0°C. Qualora ciò
gamento al dispositivo di avviamento di ciascun sia praticamente non realizzabile, o qualora sia proba-
motore. bile che si incontrino temperature inferiori alla suddetta,
• Un disco di rottura od un dispositivo tagliafiamma: si deve prendere in considerazione la sistemazione ed il
mantenimento di sistemi di riscaldamento accettati dalla
• in corrispondenza della valvola di avviamento di Società, in modo da assicurare un pronto avviamento
ciascun cilindro, per motori direttamente rever- dei gruppi elettrogeneratori.
sibili aventi un collettore dell’aria di avviamento;
b) Ogni gruppo elettrogeneratore di emergenza provvisto
• almeno all’ingresso del collettore dell’aria di di avviamento automatico deve essere equipaggiato con
avviamento, per motori non reversibili. dispositivi di avviamento approvati dalla Società, capaci
Il disco di rottura od il dispositivo tagliafiamma di di accumulare energia per almeno tre avviamenti conse-
cui sopra possono non essere richiesti per motori cutivi.
aventi cilindri di diametro uguale o inferiore a 230 La fonte di energia accumulata deve essere protetta per
mm. rendere impossibile un suo esaurimento critico per

38 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

azione dell’impianto di avviamento automatico, a meno 4 Prove di tipo, prove sui materiali,
che non sia previsto un secondo mezzo indipendente di
avviamento. Inoltre deve essere prevista una seconda
ispezioni e prove di funzionamento
fonte di energia per ulteriori tre avviamenti entro 30 in officina, certificazione
minuti, a meno che non sia dimostrata l’efficacia
dell’avviamento manuale 4.1 Prove di tipo - Generalità
c) Devono essere presi accorgimenti per mantenere con
4.1.1 Una volta ultimato il progetto per la produzione di
continuità l’energia accumulata in ogni istante; a tale
ogni nuovo tipo di motore da installare a bordo di navi, un
scopo:
prototipo dello stesso deve essere sottoposto alla prova di
• gli impianti di avviamento elettrici ed idraulici tipo secondo quanto stabilito nel seguito.
devono essere mantenuti in carica dal quadro di
Una prova di tipo effettuata su di un determinato tipo di
emergenza;
motore sarà ritenuta valida per tutti i motori dello stesso
• gli impianti di avviamento ad aria compressa pos- tipo (vedere [1.3.4]) anche se costruiti dal costruttore o da
sono essere mantenuti in carica dai recipienti di aria suoi licenziatari in stabilimenti diversi da quelli in cui è
compressa principali o ausiliari, attraverso una ido- stata effettuata la prova stessa.
nea valvola di non ritorno o per mezzo di un com-
In ogni caso una prova di tipo è sufficiente a coprire l’intero
pressore d’aria di emergenza che, se azionato
campo di motori che hanno un numero di cilindri diffe-
elettricamente, deve essere alimentato dal quadro di
rente.
emergenza;
I motori da sottoporre alla prova di tipo devono essere pro-
• tutti questi dispositivi di avviamento, carica ed accu-
vati secondo quanto specificato in seguito nell’ipotesi che:
mulo di energia devono essere ubicati nel locale del
generatore di emergenza; tali dispositivi non devono • il motore è messo a punto come necessario, per le con-
essere usati per scopi diversi da quello del funziona- dizioni della prova di tipo;
mento del gruppo generatore di emergenza. Ciò non • nel corso delle prove interne preliminari eseguite dal
esclude l’alimentazione, al recipiente d’aria com- costruttore sono stati effettuati gli accertamenti e le
pressa del gruppo elettrogeneratore di emergenza, misure necessari ad accertare l’affidabilità di funziona-
dall’impianto d’aria compressa principale o ausilia- mento del motore;
rio, attraverso la valvola di non ritorno sistemata nel • la documentazione di cui in [1.2] è stata esaminata e,
locale del generatore di emergenza. quando richiesto, approvata dalla Società, e sono stati
d) Quando l’avviamento automatico non è prescritto dalle comunicati alla Società il tipo e l’estensione degli
norme, è ammesso l’avviamento a mano (a manovella, accertamenti eseguiti durante le prove preliminari effet-
ad inerzia, ad accumulatore idraulico manuale, a car- tuate prima della messa in produzione del motore.
tuccia con carica di polvere), purché se ne possa dimo-
strare l’efficacia. 4.1.2 A richiesta del costruttore, la Società può accettare,
per un motore già sottoposto alla prova di tipo, un incre-
e) Qualora l’avviamento a mano non sia praticamente rea- mento di potenza e/o di pressione media effettiva fino ad un
lizzabile, devono essere soddisfatte le prescrizioni date massimo del 10%, senza richiedere l’effettuazione di una
in b) e c), ma è ammesso che l’avviamento sia iniziato a nuova prova, nel caso in cui l’affidabilità del motore sia
mano. stata adeguatamente comprovata dal soddisfacente com-
portamento in esercizio di un numero sufficiente di motori
3.2 Viratore dello stesso tipo.
Ai fini dell’accettazione del suddetto incremento di presta-
3.2.1 Ogni motore deve essere provvisto di dispositivo per zione, il costruttore deve comunque inviare per l’esame e,
virare a mano o, quando ritenuto necessario, di dispositivo quando necessario, per l’approvazione, la documentazione
per virare sia meccanicamente che a mano. elencata in [1.2] relativa alle parti eventualmente modifi-
L’innesto del viratore deve inibire l’avviamento del motore. cate ai fini del suddetto incremento.

3.3 Ghiotte 4.2 Prove di tipo di motori non ammessi ad


una procedura di collaudo alternativa
3.3.1 In corrispondenza della parte bassa del carter ed in
genere in quelle parti del motore nelle quali potrebbero 4.2.1 Generalità
verificarsi stillicidi di combustibile e olio lubrificante I motori, per i quali il costruttore non può usufruire della
devono essere sistemate ghiotte dotate di mezzi di drenag- procedura di collaudo alternativa (vedere Parte D, Cap 1,
gio. Sez 1, [3.2]), devono essere sottoposti a prova di tipo alla
presenza del Tecnico secondo il presente punto [4.2].
3.4 Impianto dei gas di scarico La prova di tipo è suddivisa nei seguenti 3 stadi:
3.4.1 Oltre alle prescrizioni in Sez 10, l’impianto di gas di a) Stadio A - Prove interne preliminari eseguite dal costrut-
scarico deve essere raffreddato efficacemente o coibentato tore.
in modo tale che la temperatura superficiale non sia supe- Lo stadio A consiste nell’effettuazione di prove di fun-
riore a 220°C (vedere anche Sez 1, [3.7]. zionamento e nella registrazione dei parametri opera-

Regolamenti RINA 2008 39


Parte C, Cap 1, Sez 2

tivi, compreso il numero di ore di funzionamento Nel caso di motori sovralimentati deve essere determi-
durante le prove interne. I risultati di dette prove devono nata la potenza che il motore può erogare in modo con-
essere presentati al Tecnico in occasione della prova di tinuativo con una turbosoffiante in avaria, cioè quando:
tipo. Il costruttore deve inoltre dichiarare il numero di • il rotore della turbosoffiante è bloccato o rimosso,
ore di prova a cui sono stati sottoposti i componenti del nel caso di motori con una turbosoffiante;
motore che dovranno essere esaminati, come richiesto
• una turbosoffiante è intercettata, nel caso di motori
in [4.2.5].
aventi due o più turbosoffianti.
b) Stadio B - Prova di approvazione del tipo.
4.2.3 Stadio B - Prove di approvazione del tipo alla
La prova di tipo deve essere effettuata alla presenza di presenza del Tecnico
un Tecnico.
Nel corso delle prove di tipo devono essere eseguite, alla
c) Stadio C - Esame delle parti principali del motore. presenza di un Tecnico, le prove qui sotto elencate e deve
Una volta ultimato il programma di prova le parti princi- essere compilato un verbale contenente i risultati delle sud-
pali del motore devono essere esaminate. dette prove che deve essere firmato sia dal costruttore sia
dal Tecnico.
Il Costruttore del motore deve riportare tutti i risultati e la
documentazione relativi alle misurazioni effettuate durante Modifiche al programma di prova devono essere concor-
la prova di tipo in un apposito verbale di prova di tipo, che date tra il costruttore e la Società.
dovrà essere inviato all’esame della Società. a) Prestazioni di prova
Le prestazioni di prova, che devono essere scelte con
4.2.2 Stadio A - Prove preliminari (prove di riferimento al diagramma potenza/velocità di rotazione
funzionamento e raccolta dati operativi)
di cui alla Fig 2, sono quelle elencate qui di seguito.
Nel corso delle suddette prove interne devono essere ese- Alle diverse prestazioni di prova devono essere misurati
guite prove di funzionamento alle prestazioni ritenute signi- ed annotati tutti i parametri di funzionamento necessari
ficative dal costruttore e devono essere rilevati i relativi per il funzionamento del motore.
parametri di funzionamento (vedere a)). Il periodo di funzionamento per ciascuna prestazione di
Le suddette prestazioni di prova possono essere scelte prova deve essere stabilito in relazione alle caratteristi-
tenendo conto di tutti i campi di funzionamento (vedere che del motore, cioè al tempo necessario per raggiun-
Fig 2. gere le condizioni di regime, ed al tempo necessario per
misurare i parametri di funzionamento.
Nel caso di motori che sono in grado di funzionare soddi-
sfacentemente per tutte le prestazioni di prova anche Di norma, per ogni prestazione di prova, può essere
quando non sia in funzione il sistema di lubrificazione for- assunto un periodo di funzionamento di mezz’ora.
zata dei cilindri, deve essere verificato tale soddisfacente Il periodo di funzionamento alla massima potenza con-
funzionamento. tinuativa di cui al successivo punto (1) deve essere di 2
ore; nel corso di tale periodo devono essere effettuate
L’eventuale idoneità dei motori a funzionare con combusti-
due serie di letture ad un intervallo minimo di un’ora.
bili pesanti deve essere dimostrata a soddisfazione della
Società. 1) Prova alla massima potenza continuativa P, cioè
100% della potenza, 100% della coppia e 100%
a) Prove di funzionamento in condizioni di normale eser-
della velocità di rotazione (ved. punto 1 del dia-
cizio
gramma di Fig 2).
Le prove di funzionamento in condizioni di normale 2) Prova al 100% della potenza che il motore può ero-
esercizio devono comprendere: gare alla massima velocità di rotazione ammissibile
1) Prove al 25%, 50%, 75%, 100% e 110% della mas- (ved. punto 2 del diagramma di Fig 2).
sima potenza continuativa per la quale è richiesta 3) Prova al massimo valore ammissibile della coppia
l’approvazione del tipo, eseguite: (normalmente 110% del valore nominale T) ed al
• alla velocità di rotazione corrispondente alla 100% della velocità di rotazione (ved. punto 3 del
curva nominale (teorica) dell’elica ed a velocità diagramma di Fig 2); oppure prova alla massima
di rotazione costante, nel caso di motori di pro- potenza ammissibile (normalmente 110% di P) ed
pulsione; alla corrispondente velocità di rotazione in accordo
• a velocità di rotazione costante, nel caso di con la curva nominale dell’elica (ved. punto 3a del
motori destinati ad azionare generatori di cor- diagramma di Fig 2).
rente elettrica. 4) Prova alla minima velocità di rotazione ammissibile
corrispondente al 100% della coppia T (ved. punto
2) Prove alle prestazioni limite del campo di funziona-
4 del diagramma di Fig 2.
mento ammissibile del motore.
5) Prova alla minima velocità di rotazione ammissibile
Tali prestazioni limite devono essere stabilite dal
corrispondente al 90% della coppia T (ved. punto 5
costruttore.
del diagramma di Fig 2).
La massima potenza continuativa P è definita in
6) Prove a carichi parziali, ad esempio al 75%, al 50%
[1.3.2].
ed al 25% della massima potenza continuativa P ed
b) Prove in condizioni operative di emergenza alle corrispondenti velocità di rotazione, in accordo

40 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

con la curva nominale dell’elica (ved. punti 6, 7 e 8 • cuscinetti di manovella e di banco, smontati;
del diagramma di Fig 2; e prove ai suddetti carichi • camicia, in posto;
parziali ed alle velocità di rotazione n che si otten-
gono con il regolatore di velocità tarato ad un valore • testata del cilindro e relative valvole, smontate;
costante (ved. punti 9, 10 e 11 del diagramma di • ruotismi della distribuzione, albero a camme e carter,
Fig 2). mediante l’apertura delle relative portelle e coperture.
b) Prove in condizioni operative di emergenza A giudizio del Tecnico possono essere richiesti smontaggi
Prove alla massima potenza erogabile dal motore nelle addizionali.
condizioni operative di emergenza di cui in [4.2.2](b)
quando funzioni alla corrispondente velocità di rota- 4.3 Prove di tipo di motori ammessi alla pro-
zione in accordo con la curva nominale dell’elica e cedura di collaudo alternativa
quando funzioni con il regolatore tarato ad un valore
costante corrispondente alla velocità di rotazione n. 4.3.1 Generalità
c) Prove addizionali I motori, per i quali il costruttore può usufruire della proce-
dura di collaudo alternativa (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
• Prova alla velocità di rotazione minima in accordo
[3.2]) e che hanno il diametro del cilindro non superiore a
con la curva nominale dell’elica.
300 mm, devono sottostare a prova di tipo alla presenza del
• Prove di avviamento per motori di tipo non reversi- Tecnico secondo le prescrizioni del presente punto [4.3].
bile o prove di avviamento e di inversione per
La scelta del motore da provare nella linea di produzione
motori di tipo reversibile.
deve essere concordata col Tecnico.
• Prove del regolatore di velocità.
• Prove dei dispositivi di sicurezza ed in particolare 4.3.2 Prova di tipo
del dispositivo di protezione contro le sovravelocità In generale la prova di tipo deve essere eseguita secondo il
e del dispositivo di intervento per bassa pressione programma di prova qui sotto specificato, essendo P la mas-
olio lubrificante. sima potenza continuativa ed n la velocità di rotazione cor-
rispondente. Per massima potenza continuativa si intende
Per i motori destinati a servizi di emergenza possono
quella dichiarata dal costruttore ed accettata dalla Società,
essere richieste, a giudizio della Società, ulteriori prove;
definita come indicato in [1.3.2].
in particolare, per i motori destinati ad azionare genera-
tori di energia elettrica di emergenza possono essere a) 80 ore alla potenza P ed alla velocità di rotazione n;
richieste prove e/o documentazione addizionali atte ad b) 8 ore alla potenza di sovraccarico (110% di P);
accertare che il motore stesso possa essere prontamente
avviato a 0 °C c) 10 ore ai carichi parziali pari al 25%, 50%, 75% e 90%
della potenza P;
4.2.4 Valutazione dei risultati delle prove d) 2 ore a carichi intermittenti;
Le prove e gli accertamenti di cui in [4.2.3] devono dare e) prove di avviamento
esito soddisfacente a giudizio del Tecnico. I parametri di
funzionamento essenziali che devono essere rilevati f) prove di inversione, per motori di tipo reversibile;
durante le prove sono di norma quelli elencati in [4.3.4]. g) prove del regolatore di velocità, del dispositivo di prote-
In particolare la pressione massima di combustione rilevata zione contro le sovravelocità e del dispositivo di allarme
con motore funzionante alla massima potenza continuativa per avaria all’impianto dell’olio lubrificante;
P non deve essere superiore a quella assunta per la verifica h) prove del motore con una turbosoffiante intercettata,
del dimensionamento dell’albero a manovelle secondo le quando applicabile;
norme di App 1.
i) prove alla minima velocità di rotazione in accordo con
I valori delle temperature e delle pressioni dei fluidi (acqua la curva nominale (teorica) dell’elica, per motori di pro-
di raffreddamento, olio lubrificante, aria di sovralimenta- pulsione azionanti eliche a pale fisse, ed alla minima
zione, gas di scarico, ecc.) devono mantenersi entro limiti velocità di rotazione con un carico al freno nullo, per
appropriati, a giudizio del Tecnico, alle caratteristiche del motori di propulsione azionanti un’elica a pale orienta-
motore. bili o per motori destinati a servizi ausiliari.
Le prove alle diverse prestazioni sopra menzionate devono
4.2.5 Stadio C - Esame delle parti principali del essere combinate in cicli da ripetersi in successione fino al
motore
completamento dell’intera durata della prova.
Appena terminata la prova di tipo di cui in [4.2.3], devono
In particolare, la prova in sovraccarico deve essere effet-
essere sottoposte all’esame del Tecnico le parti relative ad
tuata al termine di ciascun ciclo, deve avere durata di
un cilindro, per motori con cilindri in linea, e a due cilindri,
un’ora e deve essere eseguita a cicli alterni:
per motori con cilindri disposti a V.
• al 110% della potenza P ed al 103% della velocità di
Devono essere esaminate le seguenti parti principali:
rotazione n;
• stantuffo, rimosso e smontato; • al 110% della potenza P ed al 100% della velocità di
• cuscinetto di testa a croce, smontato; rotazione n.

Regolamenti RINA 2008 41


Parte C, Cap 1, Sez 2

Le prove ai carichi parziali di cui in c) devono essere ese- per cui è richiesta l’approvazione tenendo conto di quelle
guite: più severe.
• alla velocità di rotazione corrispondente alla curva
4.3.4 Nel corso delle prove di tipo devono essere rilevati
nominale (teorica) dell’elica ed a velocità di rotazione
ed annotati almeno i seguenti parametri:
costante, nel caso di motori di propulsione;
• a velocità di rotazione costante, nel caso di motori a) temperatura, pressione e umidità relativa dell’aria nella
destinati ad azionare generatori di corrente elettrica. sala prove;
b) temperatura dell’acqua di raffreddamento, all’ingresso
Per i motori destinati a servizi di emergenza possono essere degli scambiatori di calore;
richieste, a giudizio della Società, ulteriori prove; in parti-
colare, per motori destinati ad azionare generatori di cor- c) caratteristiche del combustibile e dell’olio lubrificante
rente elettrica di emergenza possono essere richieste prove impiegati durante la prova;
e/o documentazione addizionali atte ad accertare che il d) velocità di rotazione del motore;
motore stesso possa essere prontamente avviato a 0 °C,
e) potenza al freno;
come richiesto in [3.1.3].
f) coppia al freno
Per motori prototipo, la durata ed il relativo programma
della prova di tipo saranno oggetto di particolare considera- g) massima pressione di combustione;
zione da parte della Società. h) diagrammi della pressione indicata, quando realizza-
bile;
4.3.3 Per i motori per i quali il costruttore fornisca dati
documentati relativi al soddisfacente comportamento in i) fumosità dei gas di scarico, per mezzo di apparecchia-
esercizio oppure risultati di prove al banco precedente- tura ritenuta idonea dal Tecnico;
mente eseguite, la Società può, a suo giudizio, accettare j) temperature e pressioni dell’olio lubrificante;
l’esecuzione di una prova di tipo secondo un programma
k) temperature e pressioni dell’acqua di raffreddamento;
da concordare di volta in volta e da effettuarsi alla presenza
di un Tecnico. l) temperatura dei gas di scarico nel collettore di scarico
Nel caso di motori per i quali è richiesta l’approvazione del e, se possibile, in uscita da ciascun cilindro;
tipo per diversi servizi e diverse prestazioni, la durata ed il m) minima pressione dell’aria di avviamento per mezzo
programma della prova di tipo saranno stabiliti caso per della quale è ancora possibile avviare il motore a
caso dalla Società in modo da coprire tutte le prestazioni freddo, se applicabile

Figura 2 : Diagramma potenza/velocità di rotazione

Potenza di sovraccarico

110 106,6
3 100
110
3a Massima potenza continuativa

100 31 2
90

4
90
0%
10 80
= Campo di potenziamento continuativo
p pia 1
80 Co 5
0% 6 2 Campo di funzionamento intermittente
10
Potenza (%)

= 9 70
.e.
70 p.m
3 Campo di funzionamento in sovraccarico
2 60 per brevi periodi di tempo
60
1 4 Curva nominale dell'elica

50
50
10

40 40

30
30
8 11
4
100 103,2
Velocità di rotazione (%)

42 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

In aggiunta ai sopracitati parametri, per i motori sovralimen- Per importanti parti strutturali dei motori, oltre ai controlli
tati devono essere rilevati ed annotati i seguenti ulteriori non distruttivi sopra menzionati, può essere richiesto un
parametri: esame dei giunti saldati con un metodo ritenuto idoneo.
• velocità di rotazione delle turbosoffianti; Controlli non distruttivi con metodi ritenuti idonei possono
• temperatura e pressione dell’aria prima e dopo le turbo- essere richiesti per qualsiasi parte del motore quando vi sia
soffianti ed i refrigeranti dell’aria di sovralimentazione; ragione di dubitare della sua integrità.
• temperatura e pressione dei gas di scarico a monte ed a I motori con cilindri aventi diametro non superiore a 300
valle delle turbosoffianti e temperatura dell’acqua di raf- mm possono essere provati con procedura di collaudo
freddamento all’ingresso dei refrigeranti dell’aria di alternativa.
sovralimentazione.
4.4.2 Prove idrostatiche
4.3.5 Ispezione delle parti principali del motore e Le parti dei motori soggette a pressione devono essere sot-
valutazione delle prove toposte ad una prova idrostatica con pressione di prova in
accordo con quanto indicato in Tab 6.
Valgono, per quanto applicabile, le indicazioni di cui in
[4.2.4] e [4.2.5]. I seguenti componenti di ausiliari che sono necessari per il
funzionamento dei motori sono elencati in [1.1.1] a), b) e
c):
4.4 Materiali e prove non distruttive
• cilindri, testate di cilindri, refrigeranti e serbatoi di aria
4.4.1 Prove sui materiali compressa caricati da compressori indipendenti
I componenti dei motori devono essere provati come indi- • refrigeranti di acqua, olio ed aria (fasci di tubi o serpen-
cato in Tab 5 ed in accordo alle prescrizioni della Parte D. tine, involucri e fondi) non sistemati sul motore e filtri
L’esame magnetoscopico o con liquidi penetranti deve • pompe indipendenti per l’olio lubrificante, il combusti-
essere effettuato sulle parti indicate in Tab 5, nelle posi- bile e l’acqua
zioni, concordate tra Costruttore e Tecnico, in cui sulla base • tubi in pressione (acqua, olio lubrificante, combustibile
dell’esperienza è più probabile che si manifestino difetti. ed aria compressa), valvole ed altri accessori
L’esame magnetoscopico dei tiranti deve essere eseguito, in devono essere sottoposti ad una prova idrostatica ad una
corrispondenza di ciascuna estremità, per una lunghezza pressione pari ad 1,5 volte la pressione massima d’eserci-
non inferiore a 2 volte quella della relativa parte filettata. zio, ma a non meno di 0,4 MPa.

Regolamenti RINA 2008 43


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 5 : Materiali e prove non distruttive (1/7/2001)

Prove sui materiali (1) Controlli non distruttivi


Componente del motore (Caratteristiche meccani- Controllo magnetosco-
che e composizione chi- pico o con liquidi pene- Ultrasuoni
mica) tranti
1) Albero a manovelle tutti tutti tutti
2) Flangia dell’accoppiatoio dell’albero a manovelle se il diametro del cilindro - -
(se non di pezzo) dal lato presa di forza principale > 400 mm
3) Bulloni per accoppiatoi di alberi a manovelle se il diametro del cilindro - -
> 400 mm
4) Teste degli stantuffi in acciaio (2) se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro tutti
> 400 mm > 400 mm
5) Aste degli stantuffi se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro
> 400 mm > 400 mm > 400 mm
6) Bielle, unitamente ai cappelli delle teste di biella tutte tutte se il diametro del cilindro
> 400 mm
7) Teste a croce se il diametro del cilindro - -
> 400 mm
8) Camicie dei cilindri se il diametro del cilindro - -
> 300 mm
9) Testate dei cilindri in acciaio (2) se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro tutte
> 300 mm > 400 mm
10) Basamenti di costruzione saldata; piastre e tra- tutti tutti tutti
verse in acciaio fucinato o fuso (2) (3)
11) Montanti e carter di costruzione saldata (3) tutti - -
12) Incastellature di costruzione saldata (3) tutte - -
13) Tiranti tutti se il diametro del cilindro -
> 400 mm
14) Alberi e rotori per soffianti di sovralimentazione , (vedere Sez 14 ) - -
comprese la palette (4)
15) Bulloni e prigionieri per testate cilindri, teste a se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro -
croce, cuscinetti di banco e cuscinetti di biella; dadi > 300 mm > 400 mm
per tiranti
16) Ruote dentate in acciaio per azionare alberi a se il diametro del cilindro se il diametro del cilindro -
camme > 400 mm > 400 mm
(1) Oltre che per le parti sopraelencate, le prove meccaniche possono essere richieste, a giudizio della Società, anche per le tubola-
ture e le relative valvole dell’impianto di avviamento ad aria compressa e per altre eventuali
tubolature in pressione sistemate sul motore.
(2) Circa le parti elencate alle voci (4), (9) e (10), si deve intendere che le prove meccaniche sono dovute, oltrechè per quelle in
acciaio, anche per quelle in altri materiali assimilabili all’acciaio, per caratteristiche meccaniche in genere e di tenacità in parti-
colare, quali l’alluminio e sue leghe e le ghise malleabili e sferoidali o con grafite nodulare.
(3) Le prove meccaniche per basamenti, montanti, carter ed incastellature sono dovute anche se tali parti non sono di costruzione
saldata e per qualsiasi materiale, eccettuata la ghisa grigia.
(4) Per turbosoffiante si intende la turbosoffiante stessa ed il compressore azionato dal motore (comprese le "Root blowers", ma non
le soffianti ausiliarie).

44 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 2

Tabella 6 : Pressione di prova delle parti del motore

Parti in pressione Pressione di prova (MPa) (1) (2)


1 Testate dei cilindri, inviluppo di raffreddamento (3) 0,7
2 Camicie dei cilindri per tutta la lunghezza dell’inviluppo di 0,7
raffreddamento
3 Cilindro, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
4 Valvole di scarico, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
5 Parte superiore dello stantuffo, spazio per il fluido di raffredda- 0,7
mento (3) (4)
6 Impianto di iniezione del combustibile
a) Corpo pompa, parte in pressione 1,5 p (o p + 30, se inferiore)
b) Iniettore 1,5 p (o p + 30, se inferiore)
1,5 p (o p + 30, se inferiore)
c) Tubolature
7 Impianti di comando oleodinamici:
• Tubolature, pompe, attuatori, ecc. dell’impianto di
comando delle valvole 1,5 p
8 Cilindro della pompa di lavaggio 0,4
9 Turbosoffianti, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
10 Tubi di scarico, inviluppo di raffreddamento 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
11 Compressori dell’aria azionati dal motore (cilindri, testate,
refrigeranti intermedi e finali)
a) Lato aria 1,5 p
b) Lato acqua 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
12 Refrigeranti, su ciascun lato (5) 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
13 Pompe azionate dal motore (olio, acqua, combustibile, sen- 0,4 (ma non meno di 1,5 p)
tina)
(1) In genere le parti soggette a pressione devono essere provate alla pressione di prova idrostatica indicate nella tabella. I casi in cui
le caratteristiche di progetto delle parti considerate o le caratteristiche delle apparecchiature di prova richiedano modifiche delle
pressioni tabellari, saranno oggetto di particolare considerazione da parte della Società.
(2) p è la pressione massima d’esercizio, in MPa, della parte considerata.
(3) Nel caso di testate dei cilindri e di parti superiori degli stantuffi in acciaio fucinato, possono essere accettati metodi di prova
diversi dalla prova idrostatica quali, ad esempio, idonei esami non distruttivi e documentati controlli dimensionali.
(4) Nel caso in cui la tenuta dello spazio per il fluido di raffreddamento venga realizzata dall’asta dello stantuffo, o dall’insieme asta
stantuffo e mantello, la prova di tenuta deve essere effettuata dopo l’assemblaggio.
(5) Nel caso dei refrigeranti dell’aria di sovralimentazione, è sufficiente eseguire la prova idrostatica solo sul lato acqua.

4.5 Prove e collaudi d’officina 4.5.2 Motori di propulsione direttamente collegati


all’elica
4.5.1 Generalità
Oltre alle prove di tipo i motori diesel devono essere sotto- I motori di propulsione devono essere provati secondo il
posti a prove di funzionamento in officina in presenza del programma seguente:
Tecnico, eccetto quando una procedura di collaudo alter-
a) almeno 60 min, dopo aver raggiunto le condizioni di
nativa sia stata concessa o sia deciso altrimenti dalla
Società caso per caso. regime, al 100% della potenza nominale P ed alla corri-
spondente velocità di rotazione nominale n;
Per tutte le andature alle quali il motore deve essere pro-
vato, il costruttore del motore deve rilevare e registrare tutti b) 30 min, dopo aver raggiunto le condizioni di regime, al
i valori di funzionamento relativi. 110% della potenza nominale P ed alla velocità di rota-
Per tutti i casi, i dati, alle diverse condizioni di carico del zione 1,032 n;
motore, devono essere rilevati in condizioni di regime.
c) prove al 90% o potenza di crociera continuativa nor-
I rilievi al 100% della potenza nominale P ed alla corri- male, al 75%, al 50% e al 25% della potenza nominale
spondente velocità di rotazione nominale n devono essere
P, eseguita:
effettuati due volte ad un intervallo di almeno 30 minuti.
L’estensione delle prove di cui in [4.5.2] [4.5.3] o [4.5.4] • alla velocità di rotazione corrispondente alla curva
può essere ampliata, a giudizio del Tecnico, tenuto conto nominale (teorica) dell’elica, nel caso di motori
dell’impiego del motore. azionanti eliche a pale fisse;

Regolamenti RINA 2008 45


Parte C, Cap 1, Sez 2

• a velocità di rotazione costante, nel caso di motori 4.5.6 Dati di funzionamento da rilevare
azionanti eliche a pale orientabili; I dati da misurare e da registrare durante la prova del
d) prova alla minima velocità di rotazione con un carico al motore alle varie andature devono comprendere tutti i para-
freno nullo; metri necessari per il funzionamento del motore stesso.
e) prova di avviamento ed inversione di marcia (quando Devono essere controllate anche le inflessioni dell’albero a
applicabile); manovelle, qualora sia prescritta dal costruttore l’effettua-
zione di tale controllo durante l’esercizio del motore.
f) prova del regolatore di velocità e del dispositivo indi-
pendente di protezione contro le sovravelocità; 4.5.7 Rapporti di prova
g) prova dei dispositivi di allarme e/o di arresto. Nel rapporto di prova di ogni motore devono essere indicati
Nota 1: Dopo la prova al banco, l’impianto di iniezione del com- i risultati delle prove ed inoltre deve sempre essere indicato
bustibile deve essere regolato in modo tale che non possa il numero di riferimento e la data di emissione del certifi-
essere erogata una potenza superiore al 100% della potenza cato di tipo approvato (vedere [4.6]) relativo allo stesso tipo
nominale alla velocità di rotazione corrispondente (non si di motore; il rapporto di prova deve essere preparato dal
possa avere sovraccarico in esercizio). costruttore e deve comprendere i certificati delle prove
(vedere [4.6]).
4.5.3 Motori azionanti generatori di energia
elettrica impiegati per la propulsione 4.6 Certificazione
I motori azionanti generatori di energia elettrica devono
essere provati con regolatore di velocità tarato a velocità 4.6.1 Certificato di tipo approvato e sua validità
costante secondo il programma seguente: Una volta conclusi con esito soddisfacente gli accertamenti
a) almeno 60 min, dopo aver raggiunto le condizioni di e le prove di tipo di cui in [4.2] o [4.3], la Società rilascerà
regime, al 100% della potenza nominale P ed alla corri- al costruttore del motore un “Certificato di tipo approvato”
spondente velocità di rotazione nominale n; valido per tutti i motori dello stesso tipo di quello sottoposto
alle prove.
b) 45 min, dopo aver raggiunto le condizioni di regime, al
110% della potenza nominale P ed alla velocità di La Società si riserva la facoltà di ritenere valida la prova ese-
rotazione nominale n; guita su di un motore anche per motori aventi diversa
c) prova al 75%, al 50% e al 25% della potenza nominale disposizione dei cilindri a seguito dell’esame di una idonea
P, eseguita alla velocità nominale n costante e dettagliata documentazione presentata dal costruttore,
comprendente tra l’altro i risultati di prove al banco.
d) prova alla minima velocità di rotazione con un carico al
freno nullo; 4.6.2 Tipo di certificazione per le prove
e) prove d’avviamento; a) Motori con procedura di collaudo alternativa
f) prova del regolatore di velocità ( [2.7.5]) e del disposi- Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D, Cap 1,
tivo indipendente per la protezione contro la sovravelo- Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per le parti e le prove indi-
cità (quando applicabile); cate in Tab 5 e Tab 6 e per le prove d’officina in [4.5].
g) prova dei dispositivi di allarme e/o di arresto. b) Motori non ammessi alla procedura di collaudo alterna-
Nota 1: Dopo la prova al banco, l’impianto di iniezione del com- tiva
bustibile dei motori diesel azionanti generatori di energia elet-
Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1,
trica deve essere regolato in modo tale che, durante l’esercizio,
dopo l’installazione a bordo, possa essere erogata, ma non
Sez 1, [4.2.1]) sono richiesti per le prove sui materiali
superata, la potenza di sovraccarico (110% della potenza P) in delle parti indicate in Tab 5 e per le prove d’officina in
modo tale che le caratteristiche di regolazione, compresa l’atti- [4.5].
vazione delle apparecchiature di protezione del generatore di Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D,
energia elettrica, siano mantenute in qualsiasi momento. Cap 1, Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per i controlli non
4.5.4 Motori azionanti macchinari ausiliari distruttivi e per le prove idrostatiche delle parti in Tab 5
I motori che azionano macchinari ausiliari sono soggetti e Tab 6.
alle prove in [4.5.2] o in [4.5.3], rispettivamente a seconda In entrambi i casi a) e b) il costruttore deve inviare:
che siano a variabile o a velocità costante. a) le informazioni seguenti:
Nota 1: Dopo la prova al banco, l’impianto di iniezione del com-
• tipo di motore
bustibile dei motori diesel azionanti generatori di energia elettrica
deve essere regolato in modo tale che, durante l’esercizio, dopo • potenza nominale
l’installazione a bordo, possa essere erogata, ma non superata, la • velocità di rotazione nominale
potenza di sovraccarico (110% della potenza P) in modo tale che
le caratteristiche di regolazione, compresa l’attivazione delle appa- • macchinario azionato
recchiature di protezione del generatore di energia elettrica, siano • condizioni operative
mantenute in qualsiasi momento.
• elenco degli ausiliari sistemati sul motore
4.5.5 Ispezione delle parti del motore b) una dichiarazione scritta che dichiari che il motore è
Dopo le prove di funzionamento in officina, alcune parti conforme a quello provato durante la prova di tipo.
devono essere scelte per l’ispezione dal costruttore o dal Anche il numero di riferimento e la data del certificato
Tecnico, qualora le prove in officina siano presenziate dal di tipo approvato devono essere indicati nella dichiara-
Tecnico stesso. zione.

46 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

SEZIONE 3 CALDAIE E RECIPIENTI IN PRESSIONE

1 Generalità 1.2 Applicabilità

1.2.1 Caldaie e recipienti in pressione soggetti al


1.1 Principi
regolamento
1.1.1 Campo di applicazione del regolamento Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a:
Le caldaie e gli altri recipienti in pressione con relativi tubo- • Tutte le caldaie ed altri generatori di vapore, con relative
lature ed accessori devono essere adeguatamente progettati tubolature ed accessori, con l’eccezione di quanto indi-
e costruiti per il servizio al quale sono destinati e devono cato in [1.2.2].
essere installati e protetti in modo da ridurre al minimo i
pericoli per le persone a bordo, con particolare riguardo • Recipienti in pressione di costruzione metallica e scam-
alle parti mobili, alle superfici ad alta temperatura ed agli biatori di calore, con relative tubolature ed accessori,
eventuali altri pericoli. La progettazione deve tener conto con l’eccezione di quanto indicato in [1.2.2].
dei materiali usati nella costruzione, dello scopo al quale le
1.2.2 Caldaie e recipienti in pressione non soggetti
caldaie e gli altri recipienti in pressione sono destinati, delle
al regolamento
condizioni di esercizio alle quali saranno sottoposti e delle
condizioni ambientali a bordo. Le caldaie ed i recipienti in pressione qui di seguito descritti
non sono soggetti al presente regolamento e saranno consi-
1.1.2 Continuità di servizio derati di volta in volta dalla Società:
L’affidabilità dei componenti essenziali, non duplicati, degli a) caldaie con pressione di progetto p > 10 MPa;
impianti di propulsione sarà oggetto di particolare conside-
razione da parte della Società, che può richiedere l’installa- b) recipienti in pressione per materiali radioattivi;
zione di una fonte separata di energia di propulsione c) piccoli recipienti in pressione integrati in macchinari
sufficiente ad imprimere alla nave una velocità di sicura autonomi per uso domestico.
navigazione, specialmente nel caso di sistemazioni non
convenzionali. 1.2.3 Recipienti in pressione per cui non è richiesta
l’approvazione dei disegni (1/7/2003)
1.1.3 Capacità propulsiva
Non è richiesta l'approvazione dei disegni per recipienti in
Devono essere previsti mezzi per mantenere o riportare le
pressione di Classe 3 (come specificato in [1.4]), che
caldaie per la propulsione nelle condizioni di normale fun-
abbiano la pressione p ≤ 1 Mpa ed il prodotto p . V ≤ 150
zionamento anche nel caso in cui non sia disponibile uno
(essendo V il volume interno, in dm3, calcolato deducendo
degli ausiliari essenziali. Deve essere controllato con parti-
il volume degli eventuali fasci di tubi).
colare attenzione il corretto funzionamento:
• delle fonti di alimentazione di vapore; Tuttavia la Società si riserva il diritto di applicare tutte o
• degli impianti dell’acqua d’alimento delle caldaie; parte delle prescrizioni della presente Sezione a scambia-
tori di calore e altri recipienti in pressione di Classe 3, sulla
• degli impianti di alimentazione del combustibile liquido base della criticità dell'apparecchio e/o dell'impianto di cui
alle caldaie; l'apparecchio fa parte.
• dei ventilatori per l’aria di alimentazione delle caldaie.
Comunque la Società, tenuto conto delle considerazioni 1.2.4 Recipienti in pressione soggetti a prescrizioni
circa la sicurezza globale, può accettare una parziale ridu- di altre parti del Regolamento
zione nella capacità di propulsione rispetto alle condizioni Prescrizioni specifiche relative a recipienti in pressione per
di normale funzionamento. il contenimento di gas liquefatti e per impianti frigoriferi
sono indicati rispettivamente in Parte E, Capitolo 9 e
1.1.4 Prove Parte F, Capitolo 8.
Tutte le caldaie e gli altri recipienti in pressione, compresi i
relativi accessori soggetti a pressione, devono essere sotto-
posti ad appropriate prove, compresa la prova idrostatica, 1.3 Definizioni
da eseguirsi prima che il macchinario venga messo in servi-
1.3.1 Recipiente in pressione
zio per la prima volta (vedere anche [7]).
Recipiente in pressione è un contenitore saldato o estruso
1.1.5 Protezione contro le sovrapressioni usato per il contenimento di fluidi ad una pressione al di
Le caldaie principali o ausiliarie e gli altri recipienti in pres- sopra o al di sotto della pressione ambiente ed a qualsiasi
sione o qualsiasi loro parte che possano essere soggetti a temperatura. I cilindri degli impianti oleodinamici e degli
pericolose sovrapressioni, devono essere provvisti, per impianti pneumatici sono anche considerati recipienti in
quanto realizzabile, di adeguati mezzi di protezione. pressione.

Regolamenti RINA 2008 47


Parte C, Cap 1, Sez 3

1.3.2 Recipienti in pressione esposti alle fiamme 1.3.7 Surriscaldatori, economizzatori,


attemperatori, desurriscaldatori
Recipienti in pressione esposti alle fiamme sono quei reci-
pienti che sono completamente o parzialmente esposti alle Surriscaldatori, economizzatori, attemperatori, desurriscal-
fiamme dei bruciatori o a gas prodotti dalla combustione. datori sono scambiatori di calore che fanno parte di una
caldaia.
1.3.3 Recipienti in pressione non esposti alle
fiamme
1.3.8 Inceneritore
Ogni recipiente in pressione diverso da un recipiente in
pressione esposto alle fiamme è un recipiente non esposto Inceneritore è un’apparecchiatura di bordo usata per ince-
alle fiamme. nerire rifiuti solidi di composizione simile all’immondizia
domestica e rifiuti liquidi derivanti dal servizio della nave
1.3.4 Caldaia (per esempio rifiuti domestici, rifiuti derivanti dal carico,
dalla manutenzione, dal tipo di operazioni, da residui del
a) Caldaia è uno o più recipienti in pressione esposti alle carico e da apparecchiature di pesca), nonché per bruciare
fiamme con le relative tubolature ed accessori usati per residui oleosi con punto di infiammabilità superiore a 60°C.
generare vapore o acqua calda a temperature superiori
a 120 °C, mediante il calore generato direttamente dalla Queste apparecchiature possono essere progettate in modo
combustione di combustibile o da gas combusti. tale da poter utilizzare l’energia termica prodotta.
b) Ogni apparecchiatura direttamente collegata alla cal-
daia, come per esempio economizzatori, surriscaldatori 1.3.9 Pressione di progetto
e valvole di sicurezza, è considerata come parte inte- Pressione di progetto è la pressione usata dal Fabbricante
grante della caldaia a meno che essa non sia separata per determinare i dimensionamenti del recipiente. Tale
dal generatore di vapore principale mediante una val- pressione non può essere presa inferiore alla massima pres-
vola di sezionamento. Le tubolature collegate alla cal- sione di esercizio e deve essere limitata dalla pressione di
daia sono considerate parte della caldaia a monte della taratura della valvola di sicurezza, così come indicato nelle
valvola di sezionamento e parte dell’impianto di tubola- prescrizioni pertinenti.
ture a valle di detta valvola.
1.3.10 Temperatura di progetto (1/1/2001)
1.3.5 Generatore di vapore
Generatore di vapore è uno scambiatore di calore con le a) Temperatura di progetto è l’effettiva temperatura del
relative tubolature usato per la generazione di vapore. In metallo della parte considerata, durante le condizioni
genere nel presente Regolamento le prescrizioni per le cal- operative previste, come modificata in Tab 1. Tale tem-
daie si applicano anche ai generatori di vapore, se non altri- peratura deve essere stabilita dal Fabbricante e deve
menti specificato. tenere conto degli effetti di qualsiasi fluttuazione di
temperatura che si possa verificare durante l’esercizio.
1.3.6 Scambiatore di calore
b) La temperatura di progetto non deve essere inferiore a
Scambiatore di calore è un recipiente in pressione usato per quanto specificato in Tab 1, salvo che differenti valori
riscaldare o raffreddare un fluido con un altro fluido. In siano concordati di volta in volta fra la Società ed il Fab-
genere gli scambiatori di calore sono costituiti da un certo bricante.
numero di camere adiacenti nelle quali scorrono separata-
mente i due fluidi. Una o più di queste camere possono Per le caldaie la temperatura di progetto non deve
essere costituite da fasci di tubi. essere inferiore a 250°C.

Tabella 1 : Temperatura minima di progetto

TIPO DI RECIPIENTE TEMPERATURA MINIMA DI PROGETTO


Parti in pressione di recipienti in pressione e caldaie non esposte all’azione Massima temperatura del fluido
di gas ad alta temperatura o protetti da adeguata coibentazione
Recipienti in pressione riscaldati da gas ad alta temperatura Temperatura del fluido interno aumentata di 25 °C
Tubi d’acqua delle caldaie essenzialmente soggetti a convezione Temperatura del vapore saturo aumentata di 25 °C
Tubi d’acqua di caldaie essenzialmente soggetti ad irraggiamento Temperatura del vapore saturo aumentata di 50 °C
Tubi di surriscaldatori di caldaie essenzialmente soggetti a convezione Temperatura del fluido interno aumentata di 35 °C
Tubi di surriscaldatori di caldaie essenzialmente soggetti ad irraggiamento Temperatura del fluido interno aumentata di 50 °C
Tubi di economizzatori Temperatura del fluido interno aumentata di 35 °C
Camere di combustione con dorsali a contatto con l’acqua Temperatura del fluido interno aumentata di 50 °C
Forni, casse a fuoco, piastre tubiere posteriori di caldaie a dorsale asciutto e Temperatura del fluido interno aumentata di 90 °C
altre parti in pressione soggette ad analoga trasmissione termica

48 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

1.3.11 Superficie riscaldante di una caldaia 1.5 Normative alternative


Superficie riscaldante di una caldaia è l’area di quella parte
1.5.1
della caldaia, attraverso la quale il calore è trasmesso al
fluido, misurata dalla parte esposta alle fiamme o ai gas ad a) Tutte le caldaie e i recipienti in pressione devono essere
alta temperatura. progettati, costruiti, installati e provati secondo le pre-
scrizioni pertinenti della presente Sezione.
1.3.12 Massima produzione di vapore
Massima produzione di vapore è la massima quantità di b) L’accettazione di altre normative nazionali o internazio-
vapore che può essere prodotta continuativamente dalla nali in alternativa alle prescrizioni della presente
caldaia o generatore di vapore alle condizioni di progetto Sezione potrà essere concordata di volta in volta con la
previste. Società.

1.3.13 Sostanze tossiche e corrosive


1.6 Documentazione da inviare
Sostanze tossiche e corrosive sono quelle sostanze elencate
nella pubblicazione IMO “International Maritime Dange-
1.6.1 Caldaie
rous Goods Code (IMDG Code)”, come emendata.
Devono essere inviati i documenti indicati nella Tab 3.
1.3.14 Materiale tenace
I disegni elencati nella Tab 3 devono contenere i particolari
Ai fini della presente Sezione, per materiale tenace si
costruttivi di tutte le parti in pressione, quali fasciami, col-
intende un materiale che abbia un allungamento superiore
lettori, tubi, piastre tubiere, branchetti; rinforzi, quali tiranti,
al 12%.
squadre, rinforzi di aperture e coperchi; sistemazioni per
l’installazione, quali selle ed ancoraggi; nonché le informa-
1.4 Classi zioni e dati elencati nella Tab 4.

1.4.1 Le caldaie ed i recipienti in pressione sono classifi-


1.6.2 Altri recipienti in pressione e scambiatori di
cati come indicato in Tab 2 considerando il servizio, le
calore
caratteristiche e le dimensioni. I simboli usati nella tabella
hanno il significato seguente: Devono essere inviati i documenti elencati nella Tab 5.
p : Pressione di progetto, in MPa I disegni elencati nella Tab 5 devono contenere almeno i
T : Temperatura di progetto, in °C particolari costruttivi di tutte le parti in pressione, quali
fasciami, collettori, tubi, piastre tubiere, branchetti; rinforzi
D : Diametro interno del recipiente, in mm
intorno alle aperture e coperchi, e di tutti gli altri rinforzi,
tA : Spessore effettivo del recipiente, in mm quali tiranti, squadre ed irrigidimenti.

Tabella 2 : Classificazione dei recipienti in pressione

Apparecchiatura Classe 1 Classe 2 Classe 3


Caldaie p > 0,35 MPa p ≤ 0,35 MPa -

Generatori di vapore riscaldati a vapore o da un p > 1,15 MPa, o Tutti i generatori di


altro fluido p ⋅ D > 1500 vapore che non siano -
di Classe 1
Recipienti in pressione e scambiatori di calore p > 4 MPa, o 1,75<p≤4 MPa, o Tutti i recipienti in
tA > 40 mm, o 15 < tA ≤ 40 mm, o pressione e scambia-
T > 350oC 150 < T ≤ 350 oC, o tori di calore che non
siano di Classe 1 o 2
p ⋅ t A > 15

Recipienti in pressione per sostanze tossiche Tutti - -


Recipienti in pressione per sostanze corrosive p > 4 MPa, o Tutti i recipienti in -
tA > 40 mm, o pressione che non
T > 350oC siano di Classe 1

Nota 1: Qualora la classe risulti definita da più di una delle caratteristiche di cui sopra, l’apparecchiatura sarà considerata apparte-
nente alla classe determinata dalle caratteristiche più severe, indipendentemente dai valori delle altre caratteristiche.

Regolamenti RINA 2008 49


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 3 : Documentazione da inviare per caldaie e Tabella 5 : Disegni, informazioni e dati da inviare per
generatori di vapore recipienti in pressione e scambiatori di
calore (1/7/2002)
N. A/I Documento
1 I Piano generale comprendente la sistemazione N. A/I Voce
di valvole ed accessori 1 I Piano generale comprendente la sistema-
2 A Specifiche dei materiali zione di branchetti ed accessori
3 A Disegno d’insieme in sezione 2 A Disegno d’insieme in sezione
4 A Parti evaporanti 3 A Specifiche dei materiali
5 A Surriscaldatore 4 A Particolari di saldatura con almeno:
6 A Desurriscaldatore • Particolari tipici dei giunti saldati
7 A Economizzatore • Specifiche dei procedimenti di saldatura
8 A Riscaldatore d’aria • Trattamenti termici dopo saldatura
9 A Tubi e piastre tubiere 5 I Dati di progetto, comprendenti almeno la
10 A Branchetti ed altri accessori pressione e la temperatura di progetto (come
11 A Valvole di sicurezza e loro sistemazione pertinente)
12 A Fondazioni della caldaia 6 A Per recipienti in pressione non saldati (estrusi)
13 I Sistemazione delle apparecchiature per la com- i procedimenti di costruzione con:
bustione • Descrizione del procedimento di costru-
14 I Impianto dell’aria forzata zione con l’indicazione dei controlli di
15 I Sistemazione dei refrattari e altri coibenti produzione normalmente eseguiti
nell’officina del Fabbricante
16 A Strumentazione, e sistemi di controllo e regola-
zione delle caldaie • Particolari dei materiali da impiegare (spe-
cifiche, carico di snervamento, carico di
17 A Tipo di valvole di sicurezza e loro alzata, tara-
rottura per trazione, resilienza, tratta-
tura e capacità di scarico
mento termico)
18 A Particolari di saldatura con almeno:
• Particolari della marcatura
• Particolari tipici dei giunti saldati
7 I Tipo di fluido o fluidi contenuti
• Specifiche dei procedimenti di saldatura
• Trattamenti termici dopo saldatura Nota 1: A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
Nota 1: A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia I = da inviare per conoscenza in duplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
1.6.3 Inceneritori
Gli inceneritori saranno considerati di volta in volta in base
alla loro effettiva sistemazione utilizzando le prescrizioni
Tabella 4 : Informazioni e dati da inviare per caldaie e
per le caldaie ed i recipienti in pressione che possono
generatori di vapore
essere pertinenti.
N. Informazione
2 Progetto e costruzione - Principi
1 Pressione e temperatura di progetto
2 Pressione e temperatura del vapore surriscaldato 2.1 Materiali
3 Pressione e temperatura del vapore saturo
2.1.1 Materiali per alte temperature
4 Massima produzione oraria di vapore a) I materiali per parti in pressione con temperatura di pro-
5 Superficie evaporante dei fasci tubieri e delle pareti getto superiore alla temperatura ambiente devono avere
schermate proprietà meccaniche e metallurgiche adeguate alla
temperatura di progetto. Le loro sollecitazioni ammissi-
6 Superficie riscaldante degli economizzatori, surriscal- bili saranno determinate in funzione della temperatura,
datori e riscaldatori d’aria
come indicato in [3.2].
7 Superficie dei forni b) Qualora la temperatura di progetto delle parti in pres-
8 Volume della camera di combustione sione superi 400 °C, devono essere usati acciai legati.
Altri materiali saranno oggetto di considerazione spe-
9 Temperatura e pressione dell’acqua d’alimento ciale da parte della Società.
10 Tipo di combustibile impiegato e consumo alla mas-
sima produzione di vapore 2.1.2 Materiali per basse temperature
I materiali per parti in pressione con temperatura di pro-
11 Numero e capacità dei bruciatori getto inferiore alla temperatura ambiente, devono avere
caratteristiche di resilienza adeguate alla temperatura di
progetto.

50 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

2.1.3 Ghisa 2.2.2 Collegamento dei tubi ai collettori ed alle


piastre tubiere
La ghisa grigia non può essere adoperata per:
I tubi devono essere adeguatamente fissati ai collettori e/o
a) Recipienti in pressione di Classe 1 e 2; piastre tubiere mediante mandrinatura, saldatura o altri
metodi adeguati.
b) Recipienti in pressione di Classe 3 con pressione di pro-
getto p >0,7 MPa o con prodotto p⋅V > 15, essendo V il a) Quando i tubi sono fissati mediante mandrinatura o
volume interno del recipiente in pressione, in m3. procedimento equivalente, l’altezza della spalla
d’appoggio del tubo, misurata parallelamente all’asse
c) Coperchi imbullonati e chiusure di recipienti in pres- del tubo, deve essere almeno pari a 1/5 del diametro del
sione che abbiano una pressione di progetto p > 1 MPa, tubo, ma non meno di 9 mm per tubi normali alla pia-
fatta eccezione per i coperchi in mantelli di caldaie, per stra tubiera e non meno di 13 mm per tubi inclinati
i quali si applica [2.2.3]. rispetto alla piastra. Le estremità dei tubi non devono
sporgere più di 6 mm al di là della piastra tubiera.
La ghisa sferoidale può essere usata quando concordato
con la Società in base a considerazioni speciali. Tuttavia b) Le estremità dei tubi da mandrinare devono essere par-
essa in nessun caso potrà essere impiegata per parti aventi zialmente ricotte se i tubi non sono stati ricotti dal Fab-
una temperatura di progetto superiore a 350 °C. bricante.

2.1.4 Valvole ed accessori per caldaie 2.2.3 Sistemazione degli accessi

a) Le valvole e gli accessori montati su caldaie devono a) Le caldaie devono essere provviste di aperture suffi-
essere costruiti con materiali tenaci. Il materiale deve cienti in numero e dimensioni da permettere l’esame
avere caratteristiche meccaniche e metallurgiche ade- interno, la pulizia e le operazioni di manutenzione. In
guate alla temperatura di progetto ed ai carichi termici e genere tutti i recipienti in pressione che fanno parte di
gli altri carichi che si possano verificare durante l’eserci- una caldaia ed hanno o un diametro interno maggiore
zio. di 1200 mm, o un diametro interno maggiore di 800
mm associato ad una lunghezza maggiore di 2000 mm
b) La ghisa grigia non può essere adoperata per valvole ed devono avere un passo d’uomo per l’accesso al loro
accessori che siano soggetti a carichi dinamici, quali interno.
valvole di sicurezza e valvole di estrazione ed, in
b) I passi d’uomo devono essere sistemati in posizioni
genere, per valvole ed accessori che abbiano una pres-
opportune nei mantelli, collettori, duomi, collettori
sione di progetto p superiore a 0,3 MPa ed una tempera-
d’acqua e vapore, come applicabile. La dimensione
tura di progetto T superiore a 220 °C.
“netta” (apertura effettiva) dei passi d’uomo ellittici, o
c) La ghisa sferoidale non può essere adoperata per parti simili, deve essere non inferiore a 300 mm x 400 mm. Il
aventi una temperatura di progetto T superiore a 350 °C. diametro “netto” dei passi d’uomo circolari (apertura
effettiva) non pùò essere inferiore a 400 mm. I bordi dei
d) I bronzi ordinari ed i bronzi per alte temperature non passi d’uomo devono essere adeguatamente rinforzati
possono essere adoperati per parti che abbiano tempe- per provvedere la compensazione dell’apertura nel reci-
rature di progetto T rispettivamente superiori a 220 °C e piente secondo quanto prescritto in [3.3.10] e [3.4.8],
260 °C. Il rame e gli ottoni d’alluminio non possono come applicabile.
essere adoperati per accessori con temperatura di pro-
c) Nei recipienti in pressione che fanno parte di una cal-
getto T superiore a 200 °C; il cupronichel non può
daia e che non ricadono nelle prescrizioni indicate nel
essere adoperato per accessori con temperatura di pro-
paragrafo precedente a), o nel caso in cui non possa
getto T superiore a 300 °C.
essere sistemato un passo d’uomo d’accesso, devono
essere provviste, per quanto possibile, almeno le aper-
2.1.5 Materiali alternativi ture seguenti:
Nel caso in cui caldaie o recipienti in pressione vengano • Passo di testa: dimensione minima: 220 mm x 320
costruiti in accordo con una normativa alternativa accettata mm (320 mm di diametro se circolare);
dalla Società in base a [1.5], le specifiche dei materiali
devono essere in accordo con quanto prescritto dalla nor- • Passo di mano: dimensione minima: 87mm x 103
mativa adottata. mm;
• Foro d’ispezione: diametro minimo: 50 mm.
2.2 Caldaie ed altri generatori di vapore d) I fori d’ispezione possono essere sistemati solo quando
non è possibile la sistemazione di passi d’uomo, passi di
2.2.1 Coibentazione dei collettori e delle camere di testa e passi di mano.
combustione
e) I coperchi per i passi d’uomo ed altre aperture devono
Quelle parti dei collettori e/o delle camere di combustione essere costruiti in acciaio tenace, lamiere d’acciaio
che non sono protette da tubi e sono esposte all’irraggia- bombate o saldate o altre sistemazioni approvate. La
mento o a gas ad alta temperatura devono essere rivestite ghisa grigia può essere usata solo per piccole aperture,
con materiale coibente adeguato. quali passi di mano e fori d’ispezione purché la pres-

Regolamenti RINA 2008 51


Parte C, Cap 1, Sez 3

sione di progetto p non superi 1 MPa e la temperatura di in cui la caldaia sia progettata in modo da non avere i
progetto T non superi 220 °C. tubi completamente sommersi, quando l’acqua è
f) I coperchi devono essere di tipo interno ed autochiu- fredda, deve essere indicato nei disegni e sottoposto alla
dente. Coperchi di altro tipo potranno essere di volta in considerazione della Società il più basso livello accetta-
bile stabilito dal Fabbricante.
volta accettati dalla Società per piccole aperture.
g) I coperchi di tipo interno devono avere una spalla pas- b) Per caldaie a tubi di fiamma aventi la camera di combu-
sante attraverso l’apertura. Il gioco tra la spalla e ed il stione come parte integrante della caldaia, il minimo
lembo dell’apertura deve essere uniforme sull’intera livello accettabile è quello che si trova almeno 50 mm
periferia dell’apertura e non deve superare 1,5 mm. La al di sopra della parte più alta della camera di combu-
Fig 1 indica una sistemazione tipica. stione.
h) I sistemi di chiusura per i coperchi di tipo interno di c) Per caldaie a tubi di fiamma verticali, il minimo livello
dimensioni non superiori a 180 mm x 230 mm, possono accettabile si trova a 1/2 della lunghezza dei tubi al di
avere un unico bullone o prigioniero di fissaggio. I sopra della piastra tubiera inferiore.
coperchi più grandi devono avere almeno due bulloni o
prigionieri di fissaggio. Per la sistemazione dei bulloni e 2.2.7 Estrazione del vapore
prigionieri di fissaggio, vedere Fig 1.
a) Ogni apertura per l’estrazione del vapore, che non porti
i) I coperchi devono essere progettati in modo tale da a valvole di sicurezza, surriscaldatori integrati nella cal-
impedire lo spostamento delle guarnizioni a causa della daia o ad altre apparecchiature che devono avere un
pressione interna. Possono essere impiegate solo guarni- continuo flusso di vapore durante il funzionamento
zioni ad anello continuo. della caldaia, deve essere munita di una valvola di presa
del vapore fissata direttamente sull’involucro della cal-
2.2.4 Accessori
daia o su un branchetto, che sia il più corto possibile e
a) In genere i rubinetti e le valvole devono essere proget- di forte spessore, direttamente collegato all’involucro
tati secondo le prescrizioni in Sez 10, [2.7.2]. della caldaia.
b) I rubinetti, le valvole e gli altri accessori devono essere b) Il numero delle prese ausiliarie di vapore per ciascuna
collegati direttamente all’involucro della caldaia o il più caldaia deve essere ridotto al minimo.
vicino possibile a detto involucro.
c) I rubinetti e le valvole per caldaie devono essere siste- c) Quando diverse caldaie forniscono vapore ad un collet-
mati in modo tale che si possa vedere facilmente se tore comune, la sistemazione delle valvole deve essere
sono aperti o chiusi ed in modo che la loro chiusura si tale da rendere possibile l’isolamento di ciascuna cal-
possa effettuare mediante la rotazione in senso orario daia dal collettore comune in modo da permetterne
del meccanismo di apertura/chiusura. l’ispezione e la manutenzione. Inoltre, le caldaie a tubi
d’acqua devono avere sistemi automatici atti ad impe-
2.2.5 Bruciatori dire il rientro del vapore in corrispondenza delle aper-
ture per estrazione del vapore di ciascuna caldaia.
I bruciatori devono essere sistemati in modo tale che non
sia possibile estrarli se l’alimentazione di combustibile al d) Qualora il vapore sia utilizzato per ausiliari essenziali
bruciatore non è chiusa. (per esempio sirene e fischi, macchine del timone a
vapore, generatori elettrici a vapore, ecc.) e quando più
2.2.6 Livelli d’acqua accettabili di una caldaia sono sistemate a bordo, la sistemazione
a) In genere per caldaie a tubi d’acqua, il livello d’acqua deve essere tale da rendere possibile l’alimentazione
più basso accettabile è quello appena al di sopra della del vapore a tutti gli ausiliari di cui sopra, con una qual-
fila superiore di tubi quando l’acqua è fredda. Nel caso siasi delle caldaie non funzionante.

Figura 1 : Coperchio di un’apertura

CAVALLETTO

SPALLA
PRIGIONIERO

INVOLUCRO
DEL RECIPIENTE

COPERCHIO

52 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

e) Ogni valvola di intercettazione del vapore di diametro 2.2.10 Drenaggi


nominale superiore a 150 mm deve essere munita di Ogni surriscaldatore, sia che faccia parte integrante della
valvola di sorpasso. caldaia o no, deve essere dotato di rubinetti o valvole siste-
mati in modo tale da rendere possibile il suo completo dre-
2.2.8 Valvole di alimento di non ritorno naggio.
a) Ogni caldaia esposta alla fiamma che fornisce vapore
2.2.11 Campionatura dell’acqua
per servizi essenziali deve essere munita di almeno due
valvole di alimento di non ritorno collegate a due linee a) Ogni caldaia deve essere munita di mezzi atti a sorve-
d’alimentazione separate. Una sola valvola può essere gliare e controllare la qualità dell’acqua di alimento.
permessa per i generatori di vapore non esposti alla Devono essere previste sistemazioni idonee ad evitare,
fiamma. per quanto praticamente possibile, l’ingresso di olio o
altri contaminanti che possano inficiare il funziona-
b) Le valvole di alimento di non ritorno devono essere fis- mento della caldaia.
sate direttamente alla caldaia o all’economizzatore se
questo fa parte integrante della caldaia. Gli ingressi b) A tale scopo almeno un rubinetto o valvola deve essere
dell’acqua devono essere separati. Se tuttavia le valvole sistemato sulla caldaia al fine di estrarre i campioni
di alimento sono collegate ad un economizzatore, un d’acqua. Tale apparecchio non deve essere collegato ai
unico ingresso d’acqua può essere permesso purché tubi di livello.
ciascuna linea d’alimento possa essere isolata senza c) Ogni caldaia deve essere dotata di un sistema per
interrompere l’alimentazione d’acqua alla caldaia. l’introduzione di additivi per l’acqua.
c) Gli economizzatori che possono essere sorpassati ed 2.2.12 Marcatura delle caldaie
intercettati dalla caldaia devono essere muniti di valvola a) Una targa di metallo resistente alla corrosione deve
limitatrice di pressione a meno che la sistemazione del essere permanentemente affissa su ciascuna caldaia. La
sorpasso non sia realizzata in modo tale da evitare un targa deve riportare le indicazioni seguenti in aggiunta
eccesso di pressione nell’economizzatore, quando ai dati per l’identificazione (nome del Fabbricante, anno
intercettato. e numero di fabbricazione):
d) Le valvole di alimento di non ritorno devono avere un • La pressione di progetto
sistema di comando azionabile dalla postazione di • La temperatura di progetto
comando della caldaia o da un’altra posizione appro-
• La pressione di prova e la data della prova
priata. Inoltre nel caso di caldaie a tubi d’acqua almeno
una delle valvole di alimento di non ritorno deve avere b) La marcatura può essere direttamente stampigliata sul
un meccanismo di controllo automatico del livello recipiente a condizione che ciò non produca intagli che
dell’acqua nella caldaia. possano avere un’influenza negativa durante l’esercizio.

e) Si deve provvedere una sistemazione atta ad impedire c) Per recipienti rivestiti, tale marcatura deve anche appa-
che l’acqua di alimento vada a contatto diretto con rire su un’altra targa sistemata al di sopra del rivesti-
superfici riscaldate all’interno della caldaia e a ridurre, mento.
per quanto possibile e necessario, le sollecitazioni ter-
miche sulle pareti. 2.3 Valvole di sicurezza per caldaie e gene-
ratori di vapore
2.2.9 Sistemi d’estrazione
2.3.1 Sistemazione delle valvole di sicurezza
a) Ogni caldaia deve essere munita di almeno una valvola
o di un rubinetto di estrazione dal fondo e, se necessa- a) Ogni caldaia ed ogni generatore di vapore con una
rio, di analoga valvola o rubinetto di estrazione dalla superficie riscaldante totale pari o superiore a 50 m2
superficie, direttamente applicato all’involucro della deve essere munito di non meno di due valvole di sicu-
caldaia e collegato a tubolature scaricanti fuori bordo. rezza caricate a molla di capacità adeguata. Per caldaie
e generatori di vapore con una superficie riscaldante
b) Il diametro delle dette valvole o rubinetti e della relativa inferiore a 50 m2, può essere accettata una valvola sol-
tubolatura non deve essere minore di 20 mm ma non tanto.
necessariamente maggiore di 40 mm.
b) Qualora un surriscaldatore sia parte integrante di una
c) Nel caso di caldaie a tubi d’ acqua, quando non è possi- caldaia, almeno una valvola di sicurezza deve essere
bile collegare la valvola di estrazione dal fondo diretta- sistemata sul collettore del vapore saturo ed almeno una
mente all’involucro della caldaia, questa può essere all’uscita del surriscaldatore. Le valvole sistemate
sistemata appena fuori del rivestimento della caldaia, all’uscita del surriscaldatore potranno essere conside-
collegata ad un tronco di tubo di forte spessore adegua- rate come parte delle valvole di sicurezza richieste per
tamente sostenuto e protetto dal calore della camera di la caldaia nel paragrafo precedente a), purché non si
combustione. tenga conto della loro capacità in eccedenza del 25%
d) Quando due o più caldaie hanno gli scarichi dal fondo della capacità totale delle valvole di sicurezza prescritta
e superficiale collegati alla stessa tubolatura, le relative in [2.3.2], a meno che non sia altrimenti permesso
valvole o rubinetti devono essere del tipo di non ritorno dalla Società in base a considerazioni speciali.
per prevenire la possibilità che l’acqua di una caldaia si c) I surriscaldatori, se installati, che possono essere inter-
scarichi nelle altre. cettati dalla caldaia devono avere almeno una valvola

Regolamenti RINA 2008 53


Parte C, Cap 1, Sez 3

di sicurezza. Tali valvole non potranno essere conside- rezza. I valori d/h devono essere compresi
rate come una o più delle valvole di sicurezza richieste tra 4 e 24.
nel paragrafo a). Per valvole di tipo ordinario, o quando non
d) Nel caso di caldaie munite di un accumulatore di sia noto il valore dell’alzata dell’otturatore,
vapore separato, le valvole di sicurezza possono essere si deve assumere d/h =24
sistemate sull’accumulatore di vapore se non esiste una c : 0,875, per valvole di sicurezza la cui capa-
intercettazione tra caldaia ed accumulatore e se il tubo cità di scarico non sia stata accertata speri-
di comunicazione ha dimensionamento sufficiente per mentalmente nel modo sotto specificato
smaltire tutto il vapore prodotto senza che la pressione 0,485/Z, essendo Z il coefficiente di
nella caldaia aumenti più del 10% rispetto alla pres- efflusso, per valvole con grande capacità di
sione di progetto. scarico, determinata sperimentalmente, con
modalità approvate dalla Società, alla pre-
2.3.2 Area minima complessiva degli orifizi
senza di un Tecnico. Il coefficiente di
a) L’area minima complessiva degli orifizi delle valvole di efflusso Z deve essere assunto uguale al rap-
sicurezza in corrispondenza del loro seggio deve essere porto tra il 90% della effettiva capacità di
determinata con la formula corrispondente al tipo di scarico accertata sperimentalmente e la
vapore: capacità di scarico teorica calcolata con
• Vapore saturo: coefficiente di efflusso uguale a 1. Non
devono essere assunti, in ogni caso, valori di
d W
A = c ⋅ --- ⋅ ----------------------------- Z maggiori di 0,88.
h 10 ,2 ⋅ p + 1
TS : Temperatura del vapore surriscaldato, in °C
• Vapore surriscaldato:
b) Il diametro dell’orifizio delle valvole di sicurezza in cor-
WS rispondenza del seggio non deve essere inferiore a 40
d - ⋅ ⎛ 1 + ---------
A S = c ⋅ --- ⋅ ----------------------------
TS ⎞
-
h 10 ,2 ⋅ p + 1 ⎝ 556⎠ mm. Quando è permessa una sola valvola di sicurezza
il diametro dell’orifizio non deve essere inferiore a 50
essendo:
mm. Valvole a grande capacità di scarico con diametro
A : area complessiva, in mm2, degli orifizi in minimo di 15 mm possono essere accettate per caldaie
corrispondenza del seggio delle valvole di con produzione di vapore non superiore a 2000 kg/h.
sicurezza per il vapore saturo
c) Indipendentemente dalle prescrizioni precedenti, la
AS : area complessiva, in mm2, come sopra defi- capacità complessiva delle valvole di sicurezza deve
nita, delle valvole di sicurezza per vapore essere tale da poter scaricare tutto il vapore generato
surriscaldato senza causare un innalzamento di pressione transitorio
p : massima pressione di esercizio della caldaia superiore al 10% della pressione di progetto.
o del generatore di vapore, in MPa
2.3.3 Valvole di sicurezza controllate da valvole
pS : massima pressione di esercizio del vapore pilota
surriscaldato, in MPa La sistemazione sul surriscaldatore di valvole di sicurezza a
W : massima produzione di vapore, in kg/h. grande capacità di scarico, controllate da valvole pilota
In nessun caso il valore di W deve essere poste sul collettore del vapore saturo, sarà oggetto di parti-
determinato in base a valori del potere eva- colare considerazione da parte della Società.
porante, riferito alla superficie evaporante 2.3.4 Protezione dei generatori di vapore riscaldati
della caldaia considerata, inferiori a quelli a vapore
sotto indicati:
I generatori di vapore riscaldati a vapore devono essere pro-
• 14 kg/(m2 × h) relativo a caldaie a gas di tetti anche contro l’eventuale danneggiamento risultante
scarico dalla rottura delle serpentine del vapore riscaldante. A tale
• 29 kg/(m2 × h) relativo a caldaie a car- scopo l’area delle valvole di sicurezza, calcolata con le for-
bone o a nafta mule in [2.3.2], può dover essere aumentata a giudizio
della Società, a meno che non siano sistemati dispositivi atti
• 60 kg/(m2 × h) relativo alle pareti scher- a limitare la portata del vapore in dette serpentine.
mate di caldaie a nafta.
WS : portata di vapore, in kg/h, delle valvole 2.3.5 Taratura delle valvole di sicurezza
sistemate all’uscita del surriscaldatore. In a) Le valvole di sicurezza devono essere tarate sotto
ogni caso questa portata deve essere tale vapore, alla presenza di un Tecnico, ad una pressione
che, durante lo scarico delle valvole di sicu- non maggiore di 1,03 volte la pressione di progetto.
rezza, fluisca nel surriscaldatore una quan- b) Le valvole di sicurezza devono essere costruite in modo
tità di vapore sufficiente per evitarne il che non sia possibile sovraccaricarle dopo la taratura
danneggiamento durante l’esercizio e che la molla, in caso di rottura,
d/h : rapporto tra il diametro effettivo dell’orifizio non possa essere espulsa dal posto. Le valvole di sicu-
in corrispondenza del seggio e l’alzata effet- rezza, inoltre, devono essere munite di un dispositivo
tiva dell’otturatore della valvola di sicu- semplice che permetta di sollevare l’otturatore dal pro-

54 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

prio seggio da una posizione non pericolosa del locale nei giunti di espansione o di altri mezzi per evitare che
caldaie o del locale macchine. il loro peso gravi in modo non ammissibile sulle casse
c) Ogni dispositivo di aggiustaggio che possa alterare la delle valvole di sicurezza.
capacità di scarico delle valvole di sicurezza deve
essere sistemato in modo che la sua posizione non 2.4 Recipienti in pressione
possa essere variata quando le valvole vengono smon-
tate per le visite. 2.4.1 Sistemazione degli accessi

2.3.6 Sistemazione delle valvole di sicurezza sulle Le prescrizioni per gli accessi nelle caldaie in [2.2.3] sono
caldaie anche applicabili per gli altri recipienti in pressione.
a) Le valvole di sicurezza di una caldaia devono essere
2.4.2 Valvole di sicurezza
montate direttamente sulla caldaia e devono essere
sempre separate da altri corpi di valvole. a) I recipienti in pressione che appartengono ad un
impianto e che possono essere intercettati dalle appa-
b) Quando non è possibile collegare le valvole di sicu-
recchiature di sicurezza che proteggono l’impianto
rezza direttamente ai collettori dei surriscaldatori, esse
stesso, devono avere valvole di sicurezza, o apparec-
devono essere collegate ad un robusto branchetto con-
chiature equivalenti. Tale prescrizione si applica anche
nesso il più possibile vicino all’uscita del surriscalda-
in tutti quei casi in cui la pressione del recipiente può
tore. L’area della sezione trasversale di passaggio del
aumentare al di sopra della pressione di progetto per
vapore attraverso il collo del branchetto suddetto deve
qualsiasi ragione. Per gruppi di recipienti in pressione
essere in ogni caso non minore della metà dell’area
vedere anche [6.3].
complessiva calcolata con le formule in [2.3.2], nel
caso di d/h ≥ 8, e non minore della detta area, nel caso b) In particolare, i serbatoi d’aria, che possono essere
di 4 ≤ d/h <8. intercettati dalle valvole di sicurezza, che assicurano la
c) Le casse delle valvole di sicurezza devono avere tubi di protezione nelle normali condizioni di esercizio,
spurgo di diametro non inferiore a 20 mm per valvole devono avere un’altra apparecchiatura di sicurezza,
doppie e non inferiore a 12 mm per valvole singole, quale un tappo fusibile o un disco di rottura, in modo
adducenti in sentina o al pozzo caldo. Non devono da assicurare lo scarico in caso d’incendio. Tale scarico
essere sistemate valvole o rubinetti sui detti tubi di deve essere effettuato all’esterno.
spurgo. c) Le valvole di sicurezza e le apparecchiature equivalenti
che assicurano la protezione dei recipienti in pressione
2.3.7 Condotte di scarico
durante l’esercizio normale, devono essere progettati o
a) L’area minima della sezione delle condotte di scarico tarati in modo da agire quando la pressione supera la
delle valvole di sicurezza, non provate sperimental- massima pressione d’esercizio per non più del 5%.
mente, deve essere non minore di 11,5 h/d volte l’area
complessiva calcolata con le formule del suddetto para- 2.4.3 Protezione degli scambiatori di calore
grafo [2.3.2], ma in nessun caso inferiore a 1,1 volte la
Particolare attenzione deve essere data alla protezione con-
detta area.
tro la sovrapressione di recipienti, quali gli scambiatori di
b) L’area minima della sezione delle condotte di scarico calore, che hanno delle parti progettate per una pressione
delle valvole di sicurezza con grande capacità di sca- che è inferiore a quella cui esse potrebbero essere soggette
rico, provate sperimentalmente, deve essere non minore in caso di rottura dei fasci tubieri o serpentine in essi conte-
di 18 Z · h/d volte l’area complessiva calcolata con le nuti e che sono progettati per pressioni più alte.
formule del paragrafo [2.3.2].
c) L’area della sezione del collettore di scarico delle val- 2.4.4 Protezione contro la corrosione
vole di sicurezza deve essere non minore della somma I recipienti e gli accessori ad essi collegati che contengono
delle aree delle singole condotte ad esso collegate. fluidi altamente corrosivi devono essere protetti opportuna-
d) I silenziatori sistemati nei collettori di scarico devono mente.
avere un’area libera di passaggio non inferiore a quella
dei collettori stessi. 2.4.5 Drenaggi
e) La robustezza delle condotte, dei collettori di scarico e a) I recipienti in pressione per aria devono essere dotati di
dei relativi silenziatori deve essere tale che questi pos- mezzi di drenaggio che permettano l’evacuazione di
sano sopportare la massima pressione alla quale pos- olio o acqua che possano accumularsi nel recipiente.
sono essere assoggettati, ma non meno di 1/4 della b) Mezzi per il drenaggio devono anche essere sistemati su
pressione di taratura delle valvole di sicurezza. altri recipienti in pressione, in particolare quelli conte-
f) Nel caso in cui gli scarichi di due o più valvole siano nenti vapore, nei quali si può verificare un accumulo di
convogliati allo stesso collettore di scarico, la sistema- condensa.
zione deve essere tale da impedire che la contropres-
sione della valvola in azione possa influenzare il 2.4.6 Marcatura
funzionamento delle altre valvole. a) Una targa di metallo resistente alla corrosione deve
g) I collettori di scarico devono essere portati all’atmosfera essere permanentemente affissa su ciascun recipiente in
e devono essere adeguatamente fissati e muniti di ido- pressione. La targa deve riportare le indicazioni

Regolamenti RINA 2008 55


Parte C, Cap 1, Sez 3

seguenti in aggiunta ai dati per l’identificazione (nome nentemente installato in caso di incendio: per esempio
del Fabbricante, anno e numero di fabbricazione): un sistema ad acqua spruzzata sotto pressione.
• La pressione di progetto
2.5.3 Valvole di sicurezza
• La temperatura di progetto
Ogni riscaldatore deve avere almeno una valvola di sicu-
• La pressione di prova e la data della prova rezza con una capacità di scarico pari almeno all’aumento
del volume dell’olio diatermico alla massima capacità
b) La marcatura potrà essere direttamente stampigliata sul
riscaldante del riscaldatore. Durante lo scarico la pressione
recipiente a condizione che ciò non produca intagli che
non deve aumentare più del 10% al di sopra della pressione
possano aver un’influenza negativa durante l’esercizio.
di progetto.
c) Per piccoli recipienti in pressione la sola indicazione
della pressione di progetto può essere sufficiente. 2.5.4 Recipienti in pressione
La pressione di progetto di tutti i recipienti, che fanno parte
2.5 Riscaldatori di olio diatermico ed altri di un impianto d’olio diatermico, compresi quelli aperti
recipienti in pressione che fanno parte all’atmosfera, deve essere non inferiore a 0,2 MPa.
di impianti diatermici
2.5.5 Apparecchiature delle casse d’espansione,
deposito e drenaggio
2.5.1 Generalità
Per le apparecchiature delle casse d’espansione, deposito e
a) Le prescrizioni seguenti si applicano a riscaldatori di
drenaggio vedere Sez 10, [13].
olio diatermico, nei quali liquidi organici (olio diater-
mico) sono riscaldati mediante bruciatori a nafta o gaso-
2.5.6 Marcatura
lio, gas di scarico o elettricità ad una temperatura
inferiore al loro punto di ebollizione alla pressione Una targa di metallo resistente alla corrosione deve essere
atmosferica. permanentemente affissa su ciascun riscaldatore e reci-
piente in pressione che fanno parte di un impianto di olio
b) Gli oli diatermici devono essere impiegati esclusiva- diatermico. La targa deve riportare le indicazioni seguenti
mente entro i limiti stabiliti dal loro Fabbricante. in aggiunta ai dati per l’identificazione (nome del Fabbri-
c) Deve essere possibile azionare e controllare l’impianto cante, anno e numero di fabbricazione):
manualmente. Tuttavia, anche durante le operazioni a) Riscaldatori
manuali, almeno un dispositivo di controllo della tem-
peratura dell’olio ed un indicatore di flusso devono • Massima capacità riscaldante ammissibile
sempre restare operanti. • Pressione di progetto
d) Deve essere possibile prelevare campioni di olio diater- • Massima temperatura ammissibile allo scarico
mico.
• Portata minima
2.5.2 Riscaldatori di olio diatermico • Volume del liquido
a) I riscaldatori devono essere costruiti in modo tale che b) Recipienti in pressione
né le loro superfici, né l’olio diventino eccessivamente
caldi in alcun punto. Il flusso dell’olio deve essere assi- • Pressione di progetto
curato mediante circolazione forzata. • Temperatura di progetto
b) Le superfici che sono in contatto con l’olio diatermico • Volume.
devono essere progettate per la pressione di progetto,
che in nessun caso può essere inferiore a 1 MPa.
2.6 Tipi speciali di recipienti in pressione
c) Rame e leghe di rame non sono permesse.
d) I riscaldatori riscaldati da gas di scarico devono avere 2.6.1 Recipienti in pressione estrusi (bombole)
aperture per l’ispezione in corrispondenza dell’ingresso Ogni bombola deve essere marcata con le informazioni
ed uscita dei gas di scarico. seguenti:
e) I riscaldatori riscaldati da fiamma devono avere aperture • Nome o marca del Fabbricante
per l’ispezione della camera di combustione. L’apertura
per la sistemazione del bruciatore può essere conside- • Numero di serie
rata come foro di ispezione, purché le sue dimensioni • Tipo di gas
siano adeguate per questo scopo.
• Capacità
f) I riscaldatori devono avere mezzi che ne permettano il
• Pressione di prova
completo drenaggio.
• Peso a vuoto
g) I riscaldatori riscaldati da gas di scarico devono essere
muniti di un sistema estinguente e raffreddante perma- • Timbro della prova.

56 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

2.6.2 Condensatori di vapore piente, considerando tutti i possibili carichi addizionali,


non crescerebbe per più del 10% rispetto alle sollecita-
a) Aperture per ispezione e pulizia devono essere siste-
mate sulla parte acqua e sulla parte vapore. zioni ottenute mediante le formule del presente Arti-
colo.
b) Quando necessario i tubi devono essere sostenuti da
opportuni diaframmi. b) Nel caso in cui fosse necessario tener conto di sollecita-
zioni addizionali, per esempio quelle derivanti da cari-
c) I tubi dei condensatori devono essere estraibili.
chi dinamici, la Società si riserva il diritto di aggiungere
d) Deve essere impedito per mezzo di opportuni deviatori specifiche prescrizioni caso per caso.
che un eventuale flusso di vapore ad alta velocità urti
direttamente i tubi. 3.1.2 Prescrizioni addizionali
e) Devono essere prese opportune precauzioni per impe- Nel caso in cui le parti in pressione di un recipiente
dire la corrosione nella zona acqua e si deve provve- abbiano forme irregolari, tali da rendere impossibile il con-
dere una efficace messa a terra. trollo dei dimensionamenti applicando le formule della pre-
sente Sezione, l’approvazione sarà basata su altre
3 Progetto e costruzione - Dimensio- metodologie, come per esempio prove di scoppio e/o prove
namenti di deformazioni su prototipi, o altri metodi concordati fra la
Società ed il Fabbricante.

3.1 Generalità
3.2 Sollecitazioni ammissibili
3.1.1 Applicabilità
3.2.1 Tabella delle sollecitazioni ammissibili
a) In genere le formule della presente Sezione non ten-
gono conto di sollecitazioni derivanti da carichi addi- Le sollecitazioni ammissibili K, in N/mm2, per recipienti in
zionali rispetto alla pressione, quali per esempio gli acciaio da usarsi nelle formule del presente Articolo sono
sforzi derivanti dal peso (statico e dinamico) del reci- indicate nelle Tab 6, Tab 7, Tab 8 e Tab 9, essendo Rm il
piente e del suo contenuto, carichi esterni trasmessi da
valore del minimo carico unitario di rottura per trazione, in
altre apparecchiature e fondazioni, ecc. Allo scopo del
presente Regolamento, questi sforzi addizionali pos- N/mm2. I valori di K per temperature intermedie a quelle
sono essere trascurati, purché si possa ragionevolmente indicate nelle tavole possono essere ottenuti mediante
presumere che l’effettiva sollecitazione media del reci- interpolazione lineare.

Tabella 6 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai al carbonio per la costruzione di caldaie e riscaldatori di
olio diatermico

Acciaio al carbonio T (°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400
t ≤ 15mm 133 109 107 105 94 77 73 72
Rm = 360 N/mm 2 15mm < t ≤ 40mm 128 106 105 101 90 77 73 72
Tipo HA 40mm < t ≤ 60mm 122 101 99 95 88 77 73 72
t ≤ 15mm 133 127 116 103 79 79 72 69
Rm = 360 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 133 122 114 102 79 79 72 69
Tipi HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 133 112 107 99 79 79 72 69
t ≤ 15mm 152 132 130 126 112 94 89 86
Rm = 410 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 147 131 124 119 107 94 89 86
Tipo HA 40mm < t ≤ 60mm 141 120 117 113 105 94 89 86
t ≤ 15mm 152 147 135 121 107 95 88 84
Rm = 410 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 152 142 133 120 107 95 88 84
Tipi HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 152 134 127 117 107 95 88 84
t ≤ 15mm 170 164 154 139 124 111 104 99
Rm = 460 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 169 162 151 137 124 111 104 99
Tipi HB, HD 40mm< t ≤ 60mm 162 157 147 136 124 111 104 99
Rm = 510 N/mm 2 t ≤ 60mm 170 170 169 159 147 134 125 112
Tipi HB, HD

Regolamenti RINA 2008 57


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 7 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai al carbonio per la costruzione di altri recipienti in pressione

Acciaio al carbonio T (°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400
t ≤ 15mm 133 117 115 112 100 83 78 77
Rm = 360 N/mm 2 15mm < t ≤ 40mm 133 114 113 108 96 83 78 77
Tipo HA 40mm < t ≤ 60mm 130 108 105 101 94 83 78 77
t ≤ 15mm 133 133 123 110 97 85 77 73
Rm = 360 N/mm 2 15mm < t ≤ 40mm 133 131 122 109 97 85 77 73
Tipo HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 133 119 115 106 97 85 77 73
t ≤ 15mm 152 141 139 134 120 100 95 92
Rm = 410 N/mm 2 15mm < t ≤40mm 152 134 132 127 114 100 95 92
Tipo HA 40mm < t ≤60mm 150 128 121 112 112 100 95 92
t ≤ 15mm 152 152 144 129 114 101 94 89
Rm = 410 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 152 152 142 128 114 101 94 89
Tipo HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 152 143 139 125 114 101 94 89
t ≤ 15mm 170 170 165 149 132 118 111 105
Rm = 460 N/mm2 15mm < t ≤ 40mm 170 170 161 147 132 118 111 105
Tipi HB, HD 40mm < t ≤ 60mm 170 167 157 145 132 118 111 105
Rm = 510 N/mm2 t ≤ 60mm 189 189 180 170 157 143 133 120
Tipi HB, HD

Tabella 8 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai legati per la costruzione di caldaie e riscaldatori di olio
diatermico

Acciaio
T(°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400 450 475 500 525 550 575 600
legato
0,3Mo t ≤ 60mm 159 153 143 134 125 106 100 94 91 89 87 36
1Cr0,5Mo t ≤ 60mm 167 167 157 144 137 128 119 112 106 104 103 55 31 19

2,25Cr1 t ≤ 60mm 170 167 157 147 144 137 131 125 119 115 112 61 41 30 22
Mo (1)
2,25Cr1 t ≤ 60mm 170 167 164 161 159 147 141 130 128 125 122 61 41 30 22
Mo (2)
(1) Normalizzato e rinvenuto
(2) Normalizzato e rinvenuto o bonificato

Tabella 9 : Sollecitazioni ammissibili K per acciai legati per la costruzione di altri recipienti in pressione

Acciaio
T(°C) ≤50 100 150 200 250 300 350 400 450 475 500 525 550 575 600
legato
0,3Mo t ≤ 60mm 159 159 153 143 133 113 107 100 97 95 93 38
1Cr0,5Mo t ≤ 60mm 167 167 167 154 146 137 127 119 113 111 110 59 33 20
2,25Cr1 t ≤ 60mm 183 174 167 157 154 146 140 133 127 123 119 65 44 32 23
Mo (1)
2,25Cr1 t ≤ 60 174 174 174 172 170 157 150 139 137 133 130 65 44 32 23
Mo (2)
(1) Normalizzato e rinvenuto
(2) Normalizzato e rinvenuto o bonificato

58 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.2.2 Determinazione diretta delle sollecitazioni d) Leghe di rame:


ammissibili La sollecitazione ammissibile è data dalla formula
Le sollecitazioni ammissibili K, quando non specificato seguente:
altrimenti, possono essere assunte come segue: R m ,T
K = ---------
a) Acciaio: 4
La sollecitazione ammissibile deve essere il minore dei essendo:
valori ottenuti mediante le formule seguenti: Rm,T : Valore minimo del carico unitario di rottura
R m ,20 per trazione alla temperatura di progetto T,
K = ----------- in N/mm2
2 ,7
e) Alluminio e leghe di alluminio:
R S ,MIN ,T
K = ----------------
- La sollecitazione ammissibile deve essere il minore dei
A
valori ottenuti mediante le formule seguenti:
S
K = ----A- R m ,T
A K = ---------
4
essendo:
R e ,H
K = --------
-
Rm,20 : Valore minimo del carico unitario di rottura 1 ,5
per trazione alla temperatura ambiente (20 essendo:
°C), in N/mm2
Re,H : Valore minimo del carico unitario di snerva-
RS,MIN,T : Valore minimo tra ReH ed Rp0,2 in N/mm2, mento, in N/mm2
alla temperatura di progetto T, in °C
f) Condizioni aggiuntive:
SA : Valore medio del carico unitario di rottura • In casi speciali la Società si riserva il diritto di appli-
per scorrimento viscoso dopo 100000 ore, care sollecitazioni ammissibili K inferiori a quelli
in N/mm2, alla temperatura di progetto T, in sopra specificati.
°C
• La sollecitazione ammissibile K in nessun caso può
A : Coefficiente di sicurezza, il cui valore, eccedere il valore di 170 N/mm2 per caldaie e altri
quando l’affidibilità dei valori di RS,MIN,T e SA generatori di vapore.
è dimostrata alla Società, è dato dai valori • Le sollecitazioni ammissibili per materiali diversi da
seguenti: quelli sopra elencati saranno concordate caso per
• 1,6 per caldaie ed altri generatori di caso con la Società.
vapore
• 1,5 per altri recipienti in pressione 3.3 Involucri cilindrici, sferici e conici a
• da concordarsi con la Società nel caso sezione circolare soggetti a pressione
in cui venga considerato un valore interna
medio del carico unitario di rottura per
scorrimento viscoso in un tempo supe- 3.3.1 Spessore degli involucri cilindrici
riore alle 100000 ore, invece di SA. a) Lo spessore minimo degli involucri cilindrici, sferici e
conici a sezione circolare non deve essere inferiore al
Per fusioni d’acciaio i valori della sollecitazione ammis-
valore t, in mm, calcolato con una delle formule
sibile K, calcolati con le formule di cui sopra, devono
seguenti, come appropriato. Piastre tubiere cilindriche,
essere ridotti del 20%. Se le fusioni sono sottoposte a
perforate da un gran numero di aperture devono avere
controlli non-distruttivi, una riduzione inferiore, che
spessore calcolato con le formule in [3.3.2], [3.3.3],
può arrivare al 10% potrà essere presa in considera-
[3.3.4] e [3.7.2].
zione dalla Società.
b) Gli spessori ottenuti con le formule in [3.3.2], [3.3.3] e
b) Ghisa sferoidale: [3.3.4] sono spessori “netti”, poiché non includono
La sollecitazione ammissibile deve essere il minore dei alcuna costante di corrosione. A meno che nella speci-
valori ottenuti mediante le formule seguenti: fica contrattuale non sia concordato un valore più alto,
tutti gli spessori ottenuti con le formule seguenti devono
R m ,20
K = ----------- essere aumentati di 0,75 mm. Vedere anche [3.3.7].
4 ,8

R S ,MIN ,T 3.3.2 Involucri cilindrici


K = ----------------
-
3 a) Quando il rapporto (diametro esterno)/(diametro
interno) del recipiente è uguale o inferiore a 1,5, lo
c) Ghisa grigia: spessore minimo degli involucri cilindrici è dato dalla
La sollecitazionee ammissibile è data dalla formula formula seguente:
seguente: pD -
t = -------------------
R m ,20 2Ke – p
K = -----------
10 essendo:

Regolamenti RINA 2008 59


Parte C, Cap 1, Sez 3

p : Pressione di progetto, in MPa pD


t = -------------------------------------------
( 2Ke – p ) ⋅ cos ϕ
D : Diametro interno del recipiente, in mm
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte- Per il significato dei simboli, vedere [3.3.2].
nuta come specificato in [3.2] D è il diametro misurato in corrispondenza della base
e : Efficienza del giunto saldato. Per i valori maggiore del cono e ϕ è l’angolo d’inclinazione della
dell’efficienza e vedere [3.3.5]. sezione conica dell’involucro rispetto all’asse del reci-
piente (vedere Fig 2). Nel caso in cui il valore di ϕ
b) Lo spessore minimo degli involucri con rapporto (dia- superi 75°, lo spessore dell’involucro deve essere
metro esterno)/(diametro interno) superiore a 1,5 uguale a quello richiesto per i fondi piani, vedere [3.5].
saranno oggetto di considerazioni speciali.
b) Lo spessore minimo degli involucri con spessore supe-
riore a 1/6 del diametro esterno in corrispondenza della
3.3.3 Involucri sferici
base maggiore del cono sarà oggetto di considerazione
a) Quando il rapporto (diametro esterno)/(diametro speciale.
interno) del recipiente è uguale inferiore a 1,5, lo spes-
sore minimo degli involucri sferici è dato dalla formula c) Gli involucri conici possono essere costituiti da diverse
seguente: sezioni anulari di spessore decrescente. Lo spessore
minimo di ciascuna sezione si ottiene mediante la for-
pD
t = -------------------- mula in a), usando per D il massimo diametro di cia-
4Ke – p scuna sezione considerata.
Per il significato dei simboli, vedere [3.3.2]. d) In genere il collegamento fra due sezioni differenti di
involucri conici aventi differente angolo di inclinazione,
b) Lo spessore minimo degli involucri con rapporto (dia-
o fra un involucro conico e un involucro cilindrico
metro esterno)/(diametro interno) superiore a 1,5
mediante un angolo vivo non è permesso se l’angolo fra
saranno oggetto di considerazioni speciali.
le generatrici delle due sezioni da collegare supera il
valore di 30°.
3.3.4 Involucri conici
e) Lo spessore dell’involucro nella zona torica sarà oggetto
a) La formula seguente si applica ad involucri conici con
di considerazione speciale da parte della Società.
spessore non superiore a 1/6 del diametro esterno alla
base maggiore del cono:

Figura 2 : Involucri conici

DE DE

D D

raccordo

α
α
φ

t
t

CONO/ CILINDRO CONO/ CILINDRO


ZONA TORICA DI PEZZO ZONA TORICA SALDATA

CONO/ CONO CONO/ CONO


ZONA TORICA DI PEZZO ZONA TORICA SALDATA

D D

raccordo

t t
α α

φ φ

60 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.3.5 Efficienza c) Le aperture sono considerate isolate quando la distanza


I valori dell’efficienza e da usare nelle formule in [3.3.2], fra i centri di due fori adiacenti nella direzione longitu-
[3.3.3] e [3.3.4] sono indicati nella Tab 10. dinale non è inferiore al minore dei valori seguenti:
0 ,5
d + 1 ,1 ( D ⋅ t A )
Tabella 10 : Efficienza di involucri non
oppure
forati (1/7/2004)
5d
Caso e essendo:
Involucri senza giunti 1 d : Diametro delle aperture, in mm, (se due
aperture hanno diametri differenti, d è il dia-
Involucri di recipienti di Classe 1 (1) 1 metro medio).
Involucri di recipienti di Classe 2 (con esame radio- 0,85
3.3.9 Aperture da compensare
grafico parziale dei giunti testa a testa)
Le aperture seguenti devono essere compensate come pre-
Involucri di recipienti di Classe 2 (senza esame 0,75 scritto in [3.3.10]:
radiografico dei giunti testa a testa) a) Aperture isolate nel fasciame dell’involucro il cui dia-
Involucri di recipienti di Classe 3 0,6 metro, in mm, è il maggiore fra i valori seguenti:
(1) In casi particolari, la Società si riserva il diritto di appli- 2 ,5 ⋅ t + 70
care un fattore e < 1, in dipendenza del procedimento oppure
di saldatura adottato. D
----
6
3.3.6 Spessore minimo (1/1/2001)
oppure
Indipendentemente dai valori ottenuti dalle formule in 200 mm
[3.3.2], [3.3.3] e [3.3.4], lo spessore t degli involucri non
deve essere inferiore ad uno dei valori seguenti, come essendo t lo spessore calcolato con una delle formule in
applicabile: [3.3.2], [3.3.3], o [3.3.4] come applicabile, usando un
valore e = 1 per l’efficienza e non aggiungendo la
• Per recipienti in pressione: costante di corrosione.
- in acciaio al carbonio o in acciaio basso legato: b) Aperture non isolate.
t=3+D/1500 mm
- in acciaio inossidabile o in materiali non ferrosi: t=3 3.3.10 Compensi di aperture sugli involucri
mm a) L’area di compenso deve essere prevista in tutte le dire-
• Per involucri di caldaie privi di forature: t = 6 mm zioni corrispondenti a tutti i diametri dell’apertura e
deve essere almeno uguale all’area del materiale man-
• Per piastre tubiere cilindriche di caldaie: t = 9,5 mm. cante in quella direzione, corretta come indicato in b).
Non è necessario aggiungere alcuna costante di corrosione L’area del materiale mancante in una direzione è la lar-
ai valori sopra indicati. ghezza dell’apertura in quella direzione moltiplicata
per il minimo spessore dell’involucro richiesto calcolato
3.3.7 Costante di corrosione con le formule in [3.3.2], [3.3.3] o [3.3.4], come appli-
La Società si riserva il diritto di aumentare il valore della cabile, usando un valore d’efficienza e = 1 al netto delle
costante di corrosione nel caso in cui il recipiente sia espo- costanti di corrosione.
sto a particolari condizioni che possano accelerare la corro- b) L’area corrispondente al diametro massimo dell’apertura
sione. La Società potrà anche considerare la riduzione di per la quale la compensazione non è necessaria può
tale costante qualora siano prese misure efficaci per rallen- essere dedotta dal calcolo dell’area di compensazione
tare la corrosione del recipiente. che si deve provvedere.
c) Non può essere incluso nel calcolo del compenso il
3.3.8 Aperture negli involucri
materiale intorno all’apertura che si trova ad una
a) In genere la più grande dimensione delle aperture non distanza superiore al raggio dell’apertura, in ciascuna
deve superare: direzione.
• Per involucri fino a 1500 mm di diametro DE: d) L’eventuale parte di spessore dell’involucro esuberante
DE,/2 ma non più di 500 mm rispetto a quello regolamentare t, calcolato come indi-
• Per involucri oltre 1500 mm di diametro DE: cato in a), può essere considerato per il calcolo della
DE,/3 ma non più di 1000 mm compensazione per una lunghezza non superiore al
raggio dell’apertura nella direzione considerata.
essendo DE il diametro esterno del recipiente, in mm.
e) Qualora un branchetto sia saldato all’involucro, l’even-
Valori maggiori potranno essere considerati dalla tuale parte di spessore del branchetto eccedente lo spes-
Società caso per caso. sore regolamentare, calcolato in accordo alle
b) In genere il rapporto fra i diametri maggiore e minore prescrizioni in [3.6.1], potrà essere considerato per la
delle aperture ovali o ellittiche non dove superare il compensazione del foro per un altezza h, in mm,
valore di 2. uguale a:

Regolamenti RINA 2008 61


Parte C, Cap 1, Sez 3

h = [ ( d B – 2t B ) ⋅ t B ]
0 ,5 g) Se il materiale degli anelli e collari di rinforzo, bran-
chetti, ha una sollecitazione ammissibile inferiore a
essendo dB e tB i valori, in mm, rispettivamente del dia- quella del materiale dell’involucro, le aree dei com-
metro esterno e dello spessore del branchetto. Vedere penso devono essere aumentate in proporzione.
Fig 3.
h) La Fig 3 sintetizza i criteri di compensazione sopra
f) L’area delle sezioni dei cordoni di saldatura che colle-
descritti.
gano le parti comprese nella zona del compenso può
essere inclusa nel calcolo del compenso, se si trova i) Sistemazioni differenti potranno essere considerate
nella zona menzionata in a). dalla Società caso per caso.

Figura 3 : Compensi delle aperture

dC

dB
tN

tB
tC
tA

h
t*

h'
tE

d /2 d t'B

AREA DA COMPENSARE = ( d meno il massimo diametro di foro non


compensato accettabile) · t*
ECCEDENZA DELLO SPESSORE DELL'INVOLUCRO = d (tA - t * )

ECCEDENZA DELLO SPESSORE DEL BRANCHETTO = 2 h (tB - tN)

PENETRAZIONE DEL BRANCHETTO ENTRO L'INVOLUCRO = 2 h'· t'B

AREA TOTALE DELLE SALDATURE

COMPENSO = (dC - dB) tC con (dC - dB) <


−d

t *= spessore calcolato con e=1 e senza costante di corrosione


t = spessore effettivo "come realizzato" compresa la costante di corrosione
E

62 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.3.11 Involucri cilindrici forati per la sistemazione H ≥ 0 ,2D


dei tubi
essendo:
Per lo spessore minimo degli involucri cilindrici forati per la
H : L’altezza esterna del fondo bombato, in
sistemazione di tubi vedere [3.7.1].
mm, misurata alla base all’inizio della cur-
3.3.12 Coperchi vatura.

a) Le aperture circolari, ovali o ellittiche per l’ispezione D : Diametro esterno, in m, misurato alla base
devono avere coperchi di acciaio. Aperture per ispe- del fondo bombato.
zioni di diametro non superiore a 150 mm possono b) Fondi bombati torosferici:
essere chiuse da flange cieche. R IN ≤ D
b) Lo spessore dei coperchi non deve essere inferiore al
r IN ≥ 0 ,1D
valore t, in mm, dato dalla formula seguente:
0 ,5 r IN ≥ 3t
t = 1 ,22 ⋅ a ⋅ ⎛ -------⎞
pC
⎝ K⎠ H ≥ 0 ,18D

essendo: essendo:
a : L’asse minore dell’apertura ovale o ellittica RIN : Raggio interno della parte sferica, in mm
misurata a metà larghezza della guarni- rIN : Raggio interno della zona torica, in mm
zione, in mm D : Diametro esterno, in m, misurato alla base
b : L’asse maggiore dell’apertura ovale o ellit- del fondo bombato.
tica misurata a metà larghezza della guarni- H : Altezza esterna calcolata con la formula
zione, in mm seguente (vedere Fig 4 (b)):
C : Coefficiente da ricavare dalla Tab 11 in fun- H = R E – [ ( R E – 0 ,5D ) ⋅ ( R E + 0 ,5D – 2r E ) ]
0 ,5

zione del rapporto b/a degli assi dell’aper-


tura ovale o ellittica, come definita sopra. essendo:
Per valori intermedi del rapporto b/a, il RE : Raggio esterno della parte sfe-
valore di C si ottiene mediante interpola- rica, in mm
zione lineare. rE : Raggio esterno della zona
Per aperture circolari si usa nella formula il diametro d, torica, in mm.
in mm, invece di a.
3.4.3 Spessore minimo dei fondi bombati integri
c) Lo spessore ottenuto con la formula in b) è uno spessore
“netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor- a) Lo spessore minimo dei fondi bombati integri (non
rosione. A meno che nella specifica contrattuale non sia forati), emisferici, torosferici o ellissoidali, non tirantati,
concordato un valore più alto, lo spessore ottenuto con soggetti a pressione dal loro lato concavo (interno) non
la formula precedente deve essere aumentato di 1 mm. deve essere inferiore al valore t, in mm, calcolato con la
Vedere anche [3.3.7]. formula seguente:

t = pDC
------------
3.4 Fondi bombati soggetti a pressione dal 2Ke
lato concavo (interno) essendo:
C : Fattore di forma, che si ricava dal grafico in
3.4.1 Fondi bombati per collettori di caldaie Fig 5, in funzione di H/D e t/D
I fondi bombati per collettori di caldaie devono essere privi per gli altri simboli, vedere [3.3.2].
di saldature.
b) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore
3.4.2 Profili dei fondi bombati “netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
rosione. A meno che nella specifica contrattuale non sia
Al fine di determinare il profilo dei fondi bombati si applica
concordato un valore più alto, lo spessore ottenuto con
quanto segue: (Vedere Fig 4 (a) e (b)).
la formula precedente deve essere aumentato di 0,75
a) Fondi bombati ellissoidali: mm. Vedere anche [3.3.7].

Tabella 11 : Coefficiente C

b/a 1,00 1,05 1,10 1,15 1,20 1,25 1,30 1,40 1,50 1,60
C 0,206 0,220 0,235 0,247 0,259 0,271 0,282 0,302 0,321 0,333

b/a 1,70 1,80 1,90 2,00 2,50 3,00 3,50 4,00 4,50 5,00
C 0,344 0,356 0,368 0,379 0,406 0,433 0,449 0,465 0,473 0,480

Regolamenti RINA 2008 63


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 4 : Profili di fondi bombati

t
t

r r
IN E

2t
R R
IN E

a
D
D

(a) FONDO ELLISSOIDALE (b) FONDO TOROSFERICO

In particolare i fondi emisferici non muniti alla base della


parte cilindrica suddetta devono essere collegati all’involu-
3.4.4 Fondi torosferici composti cro cilindrico, se questo ha uno spessore maggiore di
quello del fondo come indicato in Fig 8.
a) I fondi torosferici possono essere costruiti con elementi
saldati di spessore differente (vedere Fig 6). Altri tipi di collegamento saranno oggetto di considerazione
speciale da parte della Società.
b) Nei fondi torosferici costruiti in due sezioni, lo spessore
della parte torosferica si ottiene con la formula in 3.4.7 Fondi bombati con aperture
[3.4.3], mentre lo spessore della parte sferica si ottiene
con la formula in [3.3.3]. a) Le aperture nei fondi bombati possono essere circolari,
ellittiche od ovali.
c) La parte sferica può incominciare ad una distanza dalla
zona torica non inferiore a: b) Il diametro maggiore delle aperture non compensate
non può superare metà del diametro esterno del fondo.
0 ,5
0 ,5 ⋅ ( R IN ⋅ t )
c) L’apertura deve essere sistemata in modo tale che la sua
essendo: proiezione, o la proiezione del suo rinforzo, nel caso di
aperture compensate, sia contenuta completamente in
RIN : Raggio interno della parte sferica, in mm
un cerchio con centro coincidente col centro del fondo
t : Spessore della zona torica, in mm ed un diametro pari 0,8D, essendo D il diametro esterno
del fondo (vedere Fig 9). Tuttavia piccole aperture rin-
3.4.5 Spessore minimo forzate per drenaggio possono esser accettate al di fuori
di detto cerchio.
Indipendentemente dai valori ottenuti dalle formule in
[3.4.2] e [3.4.3], lo spessore t dei fondi bombati non deve d) Nel caso di aperture non compensate (a questo scopo le
essere inferiore a: aperture flangiate sono anch’esse considerate non com-
pensate) lo spessore del fondo deve essere non inferiore
• 3 + D /1500 mm, per recipienti in pressione normali in a quello calcolato con la formula in [3.4.3] usando il
acciaio al carbonio o basso legato minore dei fattori di forma C ricavati dal grafico in Fig 5
• 3 mm, per recipienti in pressione normali in acciaio in funzione di:
inossidabile o in materiali non ferrosi H/D e t/D oppure H/D e d·(t·D)-0,5,
• 6 mm, per recipienti in pressione che sono parte di una essendo d il diametro della più grande apertura non
caldaia. compensata nel fondo, in mm. Per aperture ovali o ellit-
tiche, d è la larghezza dell’apertura in corrispondenza
Non è necessario aggiungere alcun sovraspessore per corro- del suo asse maggiore.
sione ai valori sopra indicati.
e) In ogni caso il diametro D alla base del fondo, lo spes-
3.4.6 Collegamento dei fondi agli involucri cilindrici sore del fondo t e il diametro d della più grande aper-
tura non compensata devono essere tali da soddisfare le
I fondi devono essere provvisti alla loro base di una zona
condizioni seguenti:
cilindrica di lunghezza non inferiore a 2t e di uno spessore
in nessun caso inferiore allo spessore regolamentare di un • La posizione dell’apertura non compensata nel
involucro cilindrico, dello stesso diametro e dello stesso fondo deve essere come indicato in Fig 9.
materiale, calcolato con la formula in [3.3.2] usando lo
• Per aperture flangiate, il raggio r della flangiatura
stesso coefficiente di efficienza e adottato per il calcolo
non deve essere minore di 25 mm (vedere Fig 9).
dello spessore del fondo. La Fig 7 e la Fig 8 indicano
alcuni collegamenti ammissibili fra fondi bombati ed invo- • Lo spessore della parte flangiata non deve essere
lucri cilindrici. inferiore allo spessore regolamentare.

64 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 5 : Fattore di forma per fondi bombati

C 3,5

2,5
-0,5
d.(t.D)
5

2
4

1,5 3

t/D
0,002
0,005
0,01
0,02
≥0,04 2

0,5

0,5
H/D
0,18 0,20 0,25 0,30 0,35 0,40 0,45 0,5

Regolamenti RINA 2008 65


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 6 : Fondi torosferici composti c) Le aperture si considerano sufficientemente compensate


quando lo spessore t del fondo è non inferiore a quello
0,5 (RIN t) 0,5 calcolato secondo quanto prescritto in [3.4.3] usando il
fattore di forma C ottenuto dal grafico in Fig 5 usando il
valore:

t ⎛d – A
----⎞ ⋅ ( tD )
– 0 ,5
Pendenza ≤ 1/4 ⎝ t⎠

R IN

r IN
invece di:
– 0 ,5
D d ⋅ ( tD )

essendo:
A : Area, in mm2, della sezione trasversale
3.4.8 Aperture compensate nei fondi bombati totale delle parti compensanti

a) Qualora vi siano aperture nei fondi bombati e lo spes- t : Spessore effettivo del fondo, in mm, nella
sore proposto per il fondo sia inferiore a quello calco- zona dell’apertura in considerazione.
lato con la formula in [3.4.3], le aperture devono essere d) Quando A/t > d, il coefficiente C si determina usando la
compensate. curva corrispondente al valore:
b) Le Fig 22, Fig 23, Fig 24 e Fig 25 illustrano alcuni detta- d ⋅ ( tD )
– 0 ,5
= 0
gli tipici di collegamento di branchetti ed anelli di com-
pensazione. e) Se necessario i calcoli devono essere ripetuti.

Figura 7 : Collegamenti tipici di fondi bombati ad involucri cilindrici

s
(a) (b)
t

(c)
(d)

(e) (f)

I tipi di collegamento illustrati in (a), (b) e (c) sono accettabili per tutti i recipienti in pressione

I tipi di collegamento illustrati in (d) sono accettabili per tutti i recipienti in pressione di classe 2 e 3

I tipi di collegamento illustrati in (e) e (f) sono accettabili solamente per recipienti in pressione di classe 3

66 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 8 : Collegamento di fondi emisferici ad l = ( 2R IN t )


0 ,5

involucri cilindrici
essendo:
d : Diametro dell’apertura, in mm
RIN : Raggio interno della parte sferica, in mm,
nel caso di fondi emisferici o torosferici.
Nel caso di fondi ellissoidali, RIN deve
essere calcolato con la formula seguente
(vedere Fig 4 a):
3
4 4 2 2 ⁄
R IN = [------------------------------------------------
a – x ( a – b ) ] -2
4
a b
essendo;
R IN
a : Semiasse maggiore della
sezione meridiana ellittica del
fondo, in mm
b : Semiasse minore della sezione
di cui sopra, in mm
Figura 9 : Aperture sui fondi bombati
x : Distanza tra il centro dell’aper-
> 0,1 D > 0,1 D
tura e l’asse di rotazione
dell’involucro, in mm.
t b) Nel caso di branchetti o anelli saldati nel foro, deve
essere considerata la sezione corrispondente al sovra-
spessore, rispetto a quello regolamentare, per la parte
soggetta a pressione e per un’altezza h, in mm, dalla
d2
r parte interna e dalla parte esterna del fondo, non mag-
H

d1 giore di:
0 ,5
( dB ⋅ tB )
2t

essendo dB e tB, rispettivamente i valori, in mm, del dia-


metro del foro e lo spessore dell’anello o del bran-
D chetto. Vedere anche Fig 3.
c) Possono essere considerate come compensanti le
Non inferiore sezioni delle saldature di collegamento degli anelli o
al diametro branchetti suddetti.
dell’apertura minore
d) Se il materiale degli anelli, dei branchetti e dei collari di
rinforzo ha una sollecitazione ammissibile minore di
quella del materiale del fondo, il valore dell’area A, da
considerare ai fini del calcolo del coefficiente C, deve
essere ridotto in proporzione.

3.5 Fondi piani


3.5.1 Spessore minimo di fondi piani non tirantati
a) Lo spessore dei fondi piani non tirantati deve essere non
inferiore al valore t, in mm, calcolato con la seguente
formula:
100p 0 ,5
t = D ⎛ -------------⎞
⎝ CK ⎠
3.4.9 Criteri di compensazione essendo:
Nella valutazione dell’area A si deve tener conto di quanto p : Pressione di progetto, in MPa
segue:
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte-
a) Il materiale che può essere considerato per la compen- nuta come specificato in [3.2]
sazione dell’apertura è quel materiale disposto intorno
D : diametro del fondo, in mm. Nel caso di
all’apertura stessa fino ad una distanza l dal lembo
fondi a sezione circolare, tale diametro deve
dell’apertura. La distanza l, in mm, è la più piccola di essere misurato come indicato nelle Fig 10
quelle ottenute con le formule seguenti:
e Fig 11, per i vari tipi di fondi ivi illustrati.
l = 0 ,5d Nel caso di fondi a sezione rettangolare, si
deve assumere il seguente valore equiva- lente di D:

Regolamenti RINA 2008 67


Parte C, Cap 1, Sez 3

0 ,5 per N ≥ 13 mm
D = a 3 ,4 – 2 ,4 ⎛ ---⎞
a
⎝ b⎠ essendo N la larghezza geome-
trica di contatto della guarni-
essendo a e b, rispettivamente, le misure, in
zione, in mm, come indicato
mm, del lato minore e del lato maggiore del
nella figura Fig 11(o)
rettangolo.
C : I seguenti valori, in funzione del tipo di m, y : coefficienti adimensionali i cui
fondo, con riferimento a quanto indicato valori, in funzione del tipo di
nelle Fig 10 e Fig 11 guarnizione, sono indicati nella
Tab 12.
Fig 10(a): C = 400, per fondi circolari
Fig 10(b): C = 330, per fondi circolari La Società si riserva di accettare o meno alcuni dei detti
tipi di fondi, a suo giudizio, in relazione all’impiego
Fig 10(c): C = 350, per fondi circolari proposto. Altri tipi di fondi non indicati in Fig 10 e
Fig 10(d) : C = 400, per fondi circolari e Fig 11 saranno esaminati, dalla Società, caso per caso.
C = 250, per fondi rettangolari
b) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore
Fig 10(e): C = 350, per fondi circolari e “netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
C = 200, per fondi rettangolari rosione. A meno che un valore più alto non sia concor-
Fig 10(f) : C = 350, per fondi circolari dato nella specifica contrattuale, lo spessore ottenuto
con la formula precedente deve essere aumentato di 1
Fig 10(g) : C = 300, per fondi circolari
mm. Vedere anche [3.3.7].
Fig 10(h) : C = 350, per fondi circolari e
C = 200, per fondi rettangolari
Fig 11(i) : C = 350, per fondi circolari e Tabella 12 : Coefficienti m ed y
C = 200, per fondi rettangolari
Tipo di guarnizione m y
Fig 11(j) : C = 200, per fondi circolari
Fig 11(k) : C = 330, per fondi circolari Ad autotenuta, metalliche o in gomma 0 0
(es. O-ring)
Fig 11(l) : C = 300, per fondi circolari
Gomma con tessuto di cotone 10 0,88
Fig 11(m) : C = 300, per fondi circolari
Gomma con tessuto di rinforzo, con o
Fig 11(n) : C = 400, per fondi circolari
senza fili metallici:
Fig 11(o) : C = valore calcolato con la
seguente formula, per fondi cir- - 3 strati 18 4,85
colari: - 2 strati 20 6,4
100 -
C = ------------------------------ - 1 strato 22 8,2
1 ,9Fh
0 ,3 + --------------- 3 Fibre sintetiche con adatti leganti:
pD
essendo: - spessore 3 mm 16 3,5

h : distanza radiale, in mm, della - spessore 1,5 mm 22 8,2


circonferenza passante per il Fibre vegetali 14 2,4
centro dei fori per i bulloni dalla
circonferenza di diametro D, Spirale metallica avvolta con fibre sinteti-
come indicato nella Fig 11(o). che:

F : carico totale delle viti, in N, da - acciaio al carbonio 20 6,4


assumere uguale al maggiore tra - acciaio inossidabile 24 9,9
i due seguenti valori F1 e F2:
Fibre sintetiche con rivestimento metallico
F 1 = 0 ,785Dp ( D + mb ) liscio:
F 2 = 9 ,81yDb - rame 28 14
essendo: - ferro 30 16,8
b : semilarghezza effettiva di con- - acciaio inossidabile 30 20
tatto della guarnizione, in mm,
calcolata come segue: Metallo pieno:

b = 0 ,5N - rame 38 28,7

per N < 13 mm, e - ferro 44 39,8

b = 1 ,8N 0 ,5 - acciaio inossidabile 52 57,5

68 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 10 : Tipi di fondi piani non tirantati (1)

Regolamenti RINA 2008 69


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 11 : Tipi di fondi piani non tirantati (2)


t t t

D
t1 D t1 D

t1

(j) (k)
(i)
t1 t
t

t1 D
D t1

(l) (m)
D h
D
N
t
t

t1 t1

(n) (o)

3.5.2 Spessore minimo di fondi piani tirantati d


t = -----E- + 2 ,5
Per lo spessore minimo di fondi piani tirantati vedere 25
[3.8.4].
essendo dE il diametro esterno del branchetto, in mm.
3.5.3 Compensi di aperture nelle lamiere piane
Tuttavia lo spessore del branchetto non deve essere infe-
Le aperture per visita o ispezione o per l’applicazione di
riore allo spessore richiesto per la tubolatura collegata
accessori nelle lamiere piane devono essere compensate
all’involucro del recipiente in pressione, calcolato
mediante l’applicazione di collari di rinforzo oppure
mediante flangiatura. usando la pressione di progetto del recipiente stesso e
non è necessario che sia superiore a quello dell’involu-
In quest’ultimo caso, l’altezza della flangia h, misurata dalla
cro a cui è collegato.
superficie esterna, deve essere non inferiore al valore, in
mm, calcolato con la seguente formula: b) Lo spessore dei branchetti collegati agli involucri e
h = ( t ⋅ dM )
0 ,5 fondi degli altri recipienti in pressione non deve essere
inferiore allo spessore richiesto per la tubolatura colle-
essendo t e dM, rispettivamente, i valori, in mm, dello spes- gata all’involucro del recipiente in pressione, calcolato
sore della lamiera e della dimensione minore dell’apertura. usando la pressione di progetto del recipiente stesso, e
non è necessario che sia superiore a quello dell’involu-
3.6 Branchetti cro a cui è collegato.

3.6.1 Spessore c) Quando un branchetto ha un collegamento filettato, lo


a) Lo spessore t, in mm, dei branchetti collegati agli invo- spessore del branchetto deve essere misurato in corri-
lucri e collettori di caldaie non deve essere inferiore a: spondenza del fondo del filetto.

70 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.6.2 Collegamento dei branchetti agli involucri essendo:


a) In genere l’asse del branchetto non deve formare un s : Passo dei fori della fila considerata, in mm
angolo superiore a 15° con la normale all’involucro in d : Diametro dei fori, in mm. Il diametro d dei fori
corrispondenza del branchetto stesso. può essere ridotto della quantità A/tA, essendo A
b) Le Fig 22, Fig 23, Fig 24 e Fig 25 mostrano alcuni tipi l’area di compensazione, in mm2, del tubo e
di collegamenti accettabili di branchetti agli involucri. della saldatura (vedere [3.3.9] e Fig 3).
Altri tipi di collegamento sono soggetti alla considera- α : Angolo tra l’asse della fila dei fori considerata e
zione della Società caso per caso. l’asse del cilindro (α = 0°, se la fila dei fori è
lungo una generatrice del cilindro; α = 90° se la
3.7 Caldaie a tubi d’acqua fila dei fori è circonferenziale).
m : Coefficiente, il cui valore funzione del rapporto
3.7.1 Collettori d/s, è indicato in Tab 13. Per valori intermedi di
I dimensionamenti dei collettori cilindrici con forature per i d/s, il valore di m può essere calcolato
tubi si ottengono con le formule in [3.3], [3.4], [3.5] [3.7.2] mediante interpolazione lineare.
e [3.7.3]come applicabile.
Il coefficiente d’efficienza “e”, effettivamente adottato deve
3.7.2 Coefficienti di efficienza delle forature per tubi essere assunto uguale al minore dei valori calcolati in corri-
nelle piastre tubiere cilindriche spondenza alle diverse file dei fori (longitudinali, diagonali
Il coefficiente d’efficienza “e” delle forature per i tubi nelle o circonferenziali).
piastre tubiere cilindriche deve essere determinato per
3.7.3 Involucri saldati con forature per i tubi e
mezzo di un calcolo diretto o mediante altra idonea meto- coefficiente d’efficienza per differenti
dologia accettabile dalla Società. Nel caso di fori cilindrici configurazioni delle forature
di diametro costante e asse radiale, il coefficiente d’effi- Qualora gli involucri siano saldati (con saldatura testa a
cienza e può essere determinato con al formula seguente testa) e/o abbiano forature differentemente configurate, il
(vedere Fig 12: valore da usare per l’efficienza e nelle formule è il minimo
1
e = ---------------------------------------------------------------------------------------------
-
tra i valori calcolati separatamente per ogni tipo di saldatura
s (in accordo a [3.3.5]) e per ogni configurazione di forature
----------- ⋅ ( 1 – ( 0 ,5 ⋅ sin2 α ) ) + m ⋅ sin 2α
s–d (secondo [3.7.2]).

Tabella 13 : Coefficiente m

d/s 0,30 0,35 0,40 0,45 0,50 0,55 0,60 0,65 0,70 0,75 0,80
m 0,137 0,175 0,220 0,274 0,342 0,438 0,560 0,740 1,010 1,420 2,060

Figura 12 : Distribuzione dei fori in un involucro cilindrico

=
5

Regolamenti RINA 2008 71


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.7.4 Collettori a sezione rettangolare s – 0 ,33d


e = ------------------------
s
a) Nei collettori a sezione rettangolare, del tipo trafilato
senza saldatura longitudinale, lo spessore t, in mm, per d ≥1,3a
delle pareti in corrispondenza del raccordo agli spigoli
e quello di qualsiasi parete forata t1, in mm, devono essendo:
essere rispettivamente non inferiori ai valori calcolati s : passo dei fori, in mm, nella fila
con le seguenti formule (vedi Fig 13): longitudinale o diagonale consi-
0 ,5 derata. Nel caso di fori disposti
100pM
t = ⎛⎝ ---------------------1⎞⎠ a scacchiera, si deve assumere il
K
passo dei fori misurato in senso
0 ,5 diagonale
100pM
t 1 = ⎛⎝ ---------------------2⎞⎠
eK d : diametro dei fori, in mm

essendo (vedere anche Fig 13): M1 : Coefficiente che si determina con la formula
seguente:
t : Spessore della parete, in corrispondenza del
raccordo agli spigoli, in mm 2
+ b 2 – ab
M 1 = a-----------------------------
-
50
t1 : Spessore della parete forata, in mm
p : Pressione di progetto, in MPa M2 : Coefficiente, il cui valore, da assumere in
ogni caso positivo, deve essere calcolato
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte- con le seguenti formule, come appropriato.
nuta come specificato in [3.2]
Nel caso di fori non disposti a scacchiera:
a : Semi-larghezza interna del collettore, misu-
rata parallelamente alla parete considerata, 1 3
b 2 – --- a 2 – ab + --- c 2
in mm 2 2 -
M 2 = ------------------------------------------------
50
b : Semi-larghezza interna del collettore, misu-
rata normalmente alla parete considerata, in Nel caso di fori disposti a scacchiera:
mm
1
b 2 – --- a 2 – ab
c : Distanza dell’asse della fila di fori conside- 2
- cos α
--------------------------------
M2 =
rata dalla mezzeria della parete del collet- 50
tore, in mm
essendo α l’angolo formato dall’asse della
e : Efficienza della foratura nella parete, il cui fila diagonale di fori considerata con l’asse
valore deve essere calcolato con le seguenti del collettore, nel caso di fori disposti a
formule: scacchiera.
s–d b) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore
e = -----------
s “netto”, poiché non non comprende alcuna costante di
per d < a corrosione. A meno che un valore più alto non sia con-
cordato nella specifica contrattuale, lo spessore otte-
s – 0 ,67d
e = ------------------------ nuto con la formula precedente deve essere aumentato
s di 1,5 mm. Vedere anche [3.3.7].
per a ≤ d < 1,3a

Figura 13 : Collettori a sezione rettangolare

=
2a
?

s d 2b

72 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.7.5 Tubi d’acqua di vaporizzatori, tubi di 3.8 Prescrizioni addizionali per caldaie ver-
surriscaldatori ed economizzatori ticali e caldaie cilindriche (caldaie a tubi
a) Lo spessore dei tubi dei vaporizzatori, economizzatori e di fiamma)
surriscaldatori esposti ai gas e soggetti a pressione
interna non deve essere inferiore al valore t, in mm, cal- 3.8.1 Involucri di caldaie verticali e cilindriche
colato con la formula seguente: I dimensionamenti degli involucri delle caldaie verticali e
cilindriche devono essere determinati applicando le pre-
pd
t = ----------------- + 0 ,3 scrizioni in [3.3].
2K + p
essendo: 3.8.2 Fondi delle caldaie verticali
p : Pressione di progetto, in MPa a) Lo spessore minimo dei fondi bombati costituenti la
parte superiore di caldaie verticali e soggetti a pressione
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte-
dalla parte concava deve essere determinato applicando
nuta come specificato in [3.2]
le prescrizioni in [3.4].
d : Diametro esterno del tubo, in mm
b) Quando il fondo è sopportato al suo centro da un fuma-
Tuttavia, indipendentemente dal valore calcolato con la iolo, lo spessore minimo t, in mm, deve essere calcolato
formula in a), in nessun caso lo spessore t dei tubi sud- con la formula seguente:
detti può essere inferiore ai valori indicati in Tab 14.
pR
t = 0 ,77 ⋅ --------I
b) I valori di t calcolati con la formula suddetta sono da K
considerarsi come valori teorici per tubi diritti e senza essendo:
tener conto della tolleranza di lavorazione. Pertanto nel
p : Pressione di progetto, in MPa
caso in cui i tubi non siano garantiti precisi, lo spessore
calcolato in a) deve essere aumentato del 12,5% per K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte-
tener conto delle tolleranze di lavorazione. Per tubi pie- nuta come specificato in [3.2]
gati lo spessore della parte più sottile della piegatura RI : Raggio di curvatura al centro del fondo
non deve risultare inferiore al valore calcolato con la misurato internamente. RI non deve essere
formula suddetta. maggiore del diametro esterno dell’involu-
c) Qualora durante l’esercizio possano verificarsi corro- cro.
sioni ed erosioni anormali, il valore della costante di c) Lo spessore ottenuto con la formula in b) è uno spessore
corrosione 0,3 nella formula in a) potrà essere aumen- “netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
tato a discrezione della Società. rosione. A meno che un valore più alto non sia concor-
dato nella specifica contrattuale, lo spessore ottenuto
d) Lo spessore dei tubi che formano parte integrante della
caldaia e che non sono esposti ai gas combusti devono con la formula precedente deve essere aumentato di 0,7
mm. Vedere anche [3.3.7].
soddisfare ai requisiti per i tubi di vapore (Vedere
Sez 10, [15]). d) Il raggio interno d’angolo dei fondi sostenuti al loro cen-
tro da un fumaiolo non deve essere inferiore al più pic-
colo tra i seguenti valori: 4 volte lo spessore del fondo o
65 mm. Il raggio interno di curvatura della flangia di
Tabella 14 : Spessore minimo dei tubi d’acqua collegamento al fumaiolo non deve essere inferiore al
più piccolo dei seguenti valori: il doppio dello spessore
Spessore minimo, in mm, di tubi sog-
del fondo o 25 mm.
getti a pressione interna di caldaie cilin-
driche e caldaie a tubi d’acqua aventi 3.8.3 Fondi di caldaie cilindriche
l’impianto d’acqua d’alimento:
Lo spessore minimo dei fondi bombati e/o fondi piani non
A circuito chiuso tirantati delle caldaie cilindriche deve essere determinato
Diametro esterno A circuito aperto,
oppure a circuito applicando le prescrizioni in [3.4] e/o [3.5], come perti-
in mm non dotato di
aperto, ma dotato nente.
sistemazioni ido-
di sistemazioni
nee per ridurre la 3.8.4 Spessore minimo di fondi piani tirantati
idonee per ridurre
concentrazione
la concentrazione a) Lo spessore dei fondi piani sostenuti da tiranti o da
d’ossigeno
d’ossigeno flange deve essere non inferiore al valore t, in mm, cal-
dall’acqua
dall’acqua colato con la formula seguente:
< 38 1,8 2,9 100p 0 ,5
t = D -----------------------------------------
-
CC 1 K ( 1 + C 2 B 2 )
38 - 48,3 2,0 2,9
essendo:
51 - 63,5 2,4 2,9
B : t1/t = rapporto tra lo spessore delle grandi
70 2,6 3,2 rosette o delle eventuali lamiere di doppia-
76,1 - 88,9 2,9 3,2 tura e lo spessore del fondo. Il valore di B
deve essere assunto non inferiore a 0,67 e
101,6 - 127 3,6 - non superiore a 1

Regolamenti RINA 2008 73


Parte C, Cap 1, Sez 3

K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, otte- • Nella zona di fondo compresa tra i tiranti e il con-
nuta come specificato in [3.2] torno, ove generalmente il fondo è raccordato con
una flangia o con un profilato oppure collegata con
C : C = 1 se il fondo non è esposto alle
fiamme altri elementi della caldaia:

C = 0,88 se il fondo è esposto alle fiamme D : Diametro, in mm, della circonferenza


più grande passante per non meno di tre
C1 : C1 = 462 se i tiranti sono saldati punti di sostegno, essendo questi ultimi
centri di tiranti oppure punti di tangenza
C1 = 704 se la lamiera è sostenuta da
della circonferenza suddetta con la linea
flange, o sistemazione equivalente
di contorno. Al fine di stabilire il sud-
C2 : C2 = 0 quando non esistono lamiere di detto diametro, dovrà essere delineato il
doppiatura contorno della parte considerata all’ini-
zio della curva di flangiatura o di rac-
C2 = 0,85 quando esiste una doppiatura
completa adeguatamente collegata alla cordo, se il raggio interno di tale curva è
lamiera di base uguale o inferiore a 2,5 volte lo spessore
del fondo piano, o a tale distanza (di 2,5
Il valore di D deve essere assunto in accordo con volte lo spessore del fondo piano) dalla
quanto stabilito qui di seguito: intersezione ideale con altre superfici, se
• Nella zona di fondo entro i tiranti: il raggio suddetto è maggiore (Vedere
Fig 14.
D : Diametro, in mm, della circonferenza
più grande passante per il centro di b) Nell’applicazione delle formule per il calcolo dello
almeno tre tiranti e non racchiudente spessore dei fondi oggetto del presente punto [3.8.4],
altri tiranti, nel caso di distribuzione deve sempre essere considerato il caso più sfavorevole
irregolare dei tiranti (vedere Fig 14); nel quale possa trovarsi una parte del fondo.
oppure
c) Nel caso di punti di sostegno diversi tra loro, il valore di
(a2+b2)0,5 nel caso di distribuzione rego-
C1 deve essere assunto uguale alla media aritmetica dei
lare dei tiranti, considerando il caso più
sfavorevole, valori di C1 corrispondenti ai singoli punti di sostegno.

essendo: d) Lo spessore ottenuto con la formula in a) è uno spessore


“netto”, poiché non comprende alcuna costante di cor-
a : Distanza fra due file succes- rosione. A meno che un valore più alto non sia concor-
sive di tiranti, in mm
dato nella specifica contrattuale, lo spessore ottenuto
b : Passo dei tiranti, in una con la formula precedente deve essere aumentato di 1
stessa fila, in mm. mm. Vedere anche [3.3.7]

Figura 14

LA DELIMITAZIONE DI OGNI AREA CARICATA


DEVE TERMINARE IN CORRISPONDENZA DEL
CENTRO DEL CIRCOLO TRACCIATO PER I 3
PUNTI DI SUPPORTO
RAGGIO

74 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

3.8.5 Focolari 3.8.9 Piastre tubiere piane in fasci tubieri


a) In genere lo spessore minimo dei focolari deve essere Lo spessore delle parti di piastre tubiere piane comprese nel
calcolato applicando una norma unificata riconosciuta fascio tubiero e sostenute da tubi tiranti deve essere non
accettabile dalla Società per il calcolo di serbatoi sog- inferiore al valore t, in mm, calcolato con la formula
getti a pressione esterna. seguente:
b) Tuttavia gli spessori minimi dei focolari e dei fondi delle p 0 ,5
t = s ⎛ ------------⎞
camere di combustione delle caldaie a tubi di fiamma ⎝ 2 ,8K⎠
non devono essere inferiori ai valori t ottenuti con le for-
essendo:
mule in [3.8.6], [3.8.7] e [3.8.8].
p : Pressione di progetto, in MPa
c) Lo spessore dei focolari non deve essere inferiore a 8
K : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2, ottenuta
mm ed i tiranti devono essere sistemati in modo tale che
come specificato in [3.2]
lo spessore non superi 22 mm.
s : Valore massimo dei passi medi dei tubi tiranti ai
d) Gli spessori ottenuti per i focolari con le formule in vertici di un quadrilatero di lamiera, in mm.
[3.8.6], [3.8.7], [3.8.8], [3.8.9] e [3.8.10] sono spes-
sori “netti”, poiché non comprendono alcuna costante 3.8.10 Piastre tubiere piane in camere di
di corrosione. A meno che un valore più alto non sia combustione di caldaie verticali
concordato nella specifica contrattuale della nave, gli Le piastre tubiere comprese nel fascio tubiero e soggette a
spessori ottenuti con la formule sopra citate devono simultanea compressione per la pressione agente nella
essere aumentati di 1 mm. Vedere anche [3.3.7]. camere di combustione devono avere uno spessore che
oltre che soddisfare alle prescrizioni in [3.8.9] deve essere
3.8.6 Focolari lisci, focolari con anelli di rinforzo e in ogni caso non inferiore al valore t, in mm, calcolato con
simili fondi delle camere di combustione
la formula seguente:
Lo spessore minimo t, in mm, dei focolari lisci, focolari con
anelli di rinforzo e fondi di camere di combustione non pls 1
t = ----------------------------------
-
deve essere inferiore al valore calcolato con la formula 1 ,78 ( s 1 – d )K
seguente: essendo:
pD E L- l : Altezza della camera di combustione, in mm
t = ------------------
- + ---------
0 ,28R m 286 s1 : Passo orizzontale dei tubi, in mm
essendo: d : Diametro interno dei tubi lisci, in mm
p : Pressione di progetto, in MPa Per il significato degli altri simboli, vedere [3.8.9].
Rm : Valore del carico unitario di rottura per tra- 3.8.11 Piastre tubiere al di fuori dei fasci tubieri
zione, in N/mm2 Per le parti di piastre tubiere piane al di fuori dei fasci
DE : Diametro esterno del focolare, in mm tubieri, si applica la formula in [3.8.4], assumendo per i
L : Lunghezza del focolare o spaziatura fra gli coefficienti C1 e C2, i valori seguenti:
anelli di rinforzo, in mm. C1 : 390
C2 : 0,55
3.8.7 Focolari ondulati o con nervature di rinforzo
Le doppiature sono ammesse solo nelle piastre tubiere non
Lo spessore minimo dei focolari t, in mm, ondulati o con
costituenti camera di combustione.
nervature di rinforzo non deve essere inferiore al valore cal-
colato con la formula seguente: 3.8.12 Piastre tubiere non sopportate da tiranti
pD Le piastre tubiere non sostenute da tubi tiranti come, per
t = ----------E-
CR m esempio, negli scambiatori di calore, saranno oggetto di
particolare considerazione da parte della Società (vedere
essendo:
anche [3.10.1].
DE : Diametro dell’involucro al fondo dell’ondula-
zione o esternamente nei tratti lisci, in mm 3.8.13 Dimensioni dei tiranti e dei tubi tiranti
C : 0,26 per focolari ondulati a) Il diametro dei tiranti a sezione circolare piena non
deve essere inferiore al valore d calcolato con la for-
0,28 per focolari con nervature.
mula seguente:
Per il significato degli altri simboli, vedere [3.8.6]. 0 ,5
d = ⎛ -------⎞
pA
3.8.8 Focolari emisferici ⎝ K⎠
Lo spessore minimo t, in mm, dei focolari emisferici non essendo:
deve essere inferiore al valore calcolato con la formula d : Diametro minimo, in mm, del tirante misu-
seguente: rato per tutta la sua lunghezza.
pD A : Area della superficie sostenuta dal tirante, in
t = ----------E
120 mm2
Per il significato dei simboli, vedere [3.8.6]. K : Rm/7

Regolamenti RINA 2008 75


Parte C, Cap 1, Sez 3

Rm : Minimo carico unitario di rottura per tra- • Nel caso in cui il numero dei tiranti sia dispari:
zione del materiale impiegato per i tiranti,
pL ( L – s )l n + 1
in N/mm2. t = ------------------------2- ⋅ -------------
0 ,25R m a n
La sezione circolare dei tubi tiranti deve essere equiva-
• Nel caso in cui il numero dei tiranti sia pari:
lente a quella dei tiranti a sezione piena sostenenti la
stessa area, il cui diametro sia stato calcolato con la for- pL ( L – s )l n + 2
t = ------------------------2- ⋅ -------------
mula precedente. 0 ,25R m a n + 1

I tiranti obliqui rispetto alla superficie da sostenere


essendo:
devono avere diametro adeguatamente aumentato in
relazione alla componente dello sforzo normale alla p : Pressione di progetto, in MPa
lamiera.
a : Altezza della piastra nella parte centrale, in mm
b) Nel caso di tiranti snodati, dovranno essere ben curati i L : Lunghezza del cavalletto fra gli appoggi, in mm
particolari della snodatura, assumendo per gli elementi
della snodatura medesima un coefficiente di sicurezza s : Passo dei tiranti, in mm
rispetto al valore di Rm sopra definito non inferiore a 5
l : Distanza fra mezzeria e mezzeria dei cavalletti,
ed un sovraspessore di 2 mm per tener conto dell’usura. in mm
Lo snodo deve essere del tipo a forchetta e deve avere, n : Numero dei tiranti nel cavalletto.
nei fori, un gioco non maggiore di 1,5 mm. Il perno a
spina deve essere serrato il più possibile contro le Rm : Valore del minimo carico unitario di rottura per
guance della forchetta e deve avere la sezione non trazione del materiale impiegato per le piastre,
minore dell’80% della sezione del tirante. La larghezza in N/mm2.
delle parti intorno ai fori deve essere non minore di 13
Le formule suddette si riferiscono al caso usuale in cui:
mm.
a) I tiranti siano uniformemente distribuiti nella lunghezza
c) Se i tiranti hanno le estremità foggiate a flangia, per L.
essere collegate alla lamiera, lo spessore della flangia
deve essere non minore della metà del diametro del b) La distanza tra gli appoggi dei tiranti esterni sia inferiore
tirante. o uguale al passo uniforme s.

d) Per i collegamenti saldati dei tiranti alle piastre tubiere, c) Se i cieli delle camere di combustione sono raccordati
vedere Fig 29. ai fianchi con parti curve di raggio esterno minore di
0,5⋅l, la distanza dei cavalletti di estremità dall’interno
della superficie dei fianchi non sia superiore a l.
3.8.14 Costruzione dei tiranti e tubi tiranti
d) Se il raggio di curvatura citato in c) è maggiore di 0,5⋅l,
a) Per le lamiere esposte alle fiamme, devono essere evi-
la distanza dei cavalletti di estremità dall’origine del
tate in generale le doppiature.
raccordo non sia superiore a 0,5⋅l.
b) I tiranti devono essere disposti, per quanto possibile, in In casi diversi, deve essere eseguito un calcolo diretto, assu-
direzione normale alla superficie che essi sostengono. mendo un coefficiente di sicurezza non inferiore a 5,
rispetto al valore del minimo carico di rottura Rm sopra defi-
c) I tiranti lunghi nelle caldaie a doppio fronte e, in gene-
nito.
rale, i tiranti lunghi più di 5 m devono essere sostenuti a
metà lunghezza.
3.8.16 Anelli flangiati
d) L’eventuale maggiore spessore all’estremità dei tubi Lo spessore degli anelli flangiati che collegano l’involucro
tiranti deve essere ottenuto per ricalcamento di mate- al focolare delle caldaie ausiliarie verticali (vedere Fig 15),
riale e non con riporto di materiale mediante saldatura. quando queste ultime sopportano il peso dell’acqua gra-
vante sul focolare, deve essere non inferiore al valore t, in
e) Dopo l’operazione di ricalcatura, le estremità dei tubi
mm, calcolato con la seguente formula:
tiranti devono essere ricotte.
0 ,5
t = [ 1 ,02 ⋅ 10 –3 ⋅ pD A ⋅ ( D A – d A ) ] +1
3.8.15 Armature a cavalletto
essendo:
Se i cieli delle camere di combustione, o altre analoghe
superfici, sono rinforzati da armature costituite da cavalletti p : Pressione di progetto, in MPa
a sezione rettangolare con relativi tiranti, lo spessore DA : Diametro interno dell’involucro della caldaia,
dell’unica piastra o lo spessore complessivo delle piastre in mm
costituenti il cavalletto, nella parte centrale, deve essere
non inferiore al valore t, in mm, calcolato, come qui di dA : Diametro interno del focolare nella parte infe-
seguito indicato, adottando la formula pertinente in rela- riore in corrispondenza all’anello flangiato, in
zione al numero di tiranti. mm

76 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 15 : Anello flangiato 3.9 Bombole per gas compressi

3.9.1 Generalità
a) Le prescrizioni seguenti si applicano alle bombole desti-
FOCOLARE nate a contenere gas compressi e/o liquefatti a tempera-
tura ambiente, costruite con procedimenti che non
prevedono l’impiego della saldatura.
INVOLUCRO b) In genere, tali bombole devono avere diametro esterno
DELLA CALDAIA non superiore a 420 mm, lunghezza non superiore a
ANELLO 2000 mm e capacità non superiore a 150 I (Vedere
FLANGIATO anche [2.6.1]).
c) Per le bombole di capacità e dimensioni superiori ai
limiti suddetti, le norme seguenti potranno essere appli-
cate a giudizio della Società.

3.9.2 Involucro cilindrico


Lo spessore dell’involucro cilindrico deve essere non infe-
riore al valore t, in mm, calcolato con la formula seguente:

pH DE
t = -------------------
-
2K + p H

essendo:
pH : Pressione di prova idrostatica, in MPa. Tale
pressione deve essere uguale a 1,5 volte la pres-
sione di taratura delle valvole di sicurezza con
le seguenti eccezioni:
• 25 MPa per bombole contenenti CO2
3.8.17 Tubi di fumo
• Per bombole contenenti fluidi frigoriferi, la
a) Lo spessore dei tubi di fumo, soggetti a pressione pressione di prova idrostatica è data in
esterna, delle caldaie cilindriche deve essere non infe- Parte F, Capitolo 8.
riore al valore t, in mm, calcolato con la formula DE : Diametro esterno dell’involucro cilindrico, in
seguente:
mm
pd K : RS,MIN /1,3
t = ------------------- + 1 ,8
0 ,15R m
RS,MIN : Valore del minimo carico unitario di snerva-
essendo: mento del materiale impiegato (ReH), o del
carico al quale corrisponde un allungamento
p : Pressione di progetto, in MPa
permanente dello 0,2% (Rp0,2), riferito alla tem-
d : Diametro esterno del tubo, in mm peratura ambiente, in N/mm2. In nessun caso si
deve assumere RS,MIN superiore a:
Rm : Minimo carico unitario di rottura del mate-
riale del tubo, in N/mm2 • 0,75 Rm per acciai normalizzati
In nessun caso lo spessore dei suddetti tubi deve essere • 0,90 Rm per acciai bonificati.
inferiore a 3 mm.
3.9.3 Fondi bombati
b) I valori di t calcolati con la formula suddetta sono da
considerarsi come valori teorici per tubi diritti e senza I fondi bombati devono soddisfare alle seguenti condizioni:
tener conto della tolleranza di lavorazione. Pertanto nel a) Fondi emisferici: lo spessore dei fondi deve essere non
caso in cui i tubi non siano garantiti precisi, lo spessore inferiore al valore per involucri sferici dato dalla for-
calcolato con la formula in a) deve essere aumentato mula in [3.3.3].
del 12,5% per tener conto delle tolleranze di lavora-
zione. Per tubi piegati lo spessore della parte più sottile b) Fondi bombati verso l’esterno: vedere Fig 16.
della piegatura non deve risultare inferiore al valore cal- c) Fondi bombati verso l’interno: vedere Fig 17.
colato con la formula suddetta.
d) Fondi con aperture: vedere Fig 18.
c) Qualora durante l’esercizio possano verificarsi corro-
e) Altri tipi di fondi saranno oggetto di particolare conside-
sioni ed erosioni anormali, il valore della costante 1,8
razione, caso per caso, da parte della Società.
nella formula potrà essere aumentato a discrezione
della Società.

Regolamenti RINA 2008 77


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 16 : Fondi bombati verso l’esterno

t t

t t
r r

t2
t2
H

H
0,5DE 0,5DE
t t

t t
h1
h1

t1 t1
r r
t2
t2

H
H

0,5DE 0,5DE

H/DE ≥ 0,20 r ≥ 0,0075 DE t 1 ≥ 1,25 t t 2 ≥ 1,5 t h1 ≥ 6 t

78 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 17 : Fondi bombati verso l’interno 3.10 Scambiatori di calore

0,5 D E 3.10.1 Dimensioni


a) I recipienti devono essere dimensionati in accordo con
t
le prescrizioni pertinenti in [3.3] e [3.4].
b) I tubi devono essere dimensionati in accordo con le pre-
scrizioni in [3.7.5].
c) Le piastre tubiere devono essere dimensionate in
t accordo con una norma riconosciuta accettabile dalla
Società.

3.10.2 Scambiatori di calore per olio diatermico


Le prescrizioni in [3.10.1] si applicano anche agli scambia-
h1

tori di calore per olio diatermico. Tuttavia, indipendente-


mente dallo spessore ottenuto mediante la formula in
[3.7.5], lo spessore dei tubi dei riscaldatori per olio diater-
mico a combustibile liquido e gas di scarico non deve
essere inferiore ai valori indicati nella Tab 15.
t1
t2

Tabella 15 : Spessore minimo dei tubi degli


r
scambiatori di calore per olio diatermico
h2
t3

Spessore minimo, in mm, dei tubi soggetti


t1 > 1,7 t t2 > 2 t t3 > 2 t Diametro a pressione interna dei riscaldatori per olio
esterno in mm diatermico a combustibile liquido o gas di
h1 > 6 t h2 > 0,12 DE r > 0,075 DE
scarico
< 63,5 2,4
70 - 89 2,9

Figura 18 : Fondi con aperture > 89 3,6

4 Progetto e costruzione - Formatura e


saldatura

4.1 Generalità
4.1.1 Materiale base
a) Le prescrizioni seguenti si applicano a caldaie e reci-
pienti in pressione costruiti in acciaio saldabile.
b) La formatura e saldatura di recipienti costruiti in altri
materiali sarà oggetto di considerazioni speciali.

4.1.2 Saldatura
a) Le saldature devono essere effettuate usando procedi-
menti di saldatura approvati dalla Società.
b) Le saldature manuali e semiautomatiche devono essere
effettuate da mano d’opera autorizzata dalla Società.
c) Le condizioni di impiego dei procedimenti di saldatura,
gli impianti e la mano d’opera devono corrispondere a
quanto stabilito nelle rispettive approvazioni o autoriz-
zazioni.
d) Le prescrizioni seguenti si riferiscono a saldature effet-
tuate a mezzo di procedimenti di saldatura all’arco elet-
trico ordinari o speciali.

4.1.3 Taglio delle lamiere


a) Le lamiere devono essere tagliate alla fiamma, mediante
lavorazione di macchina o combinazione di entrambi i
processi. Per lamiere di spessore inferiore a 25 mm, la
tranciatura a freddo è ammessa con la riserva che il

Regolamenti RINA 2008 79


Parte C, Cap 1, Sez 3

bordo tranciato sia rimosso mediante lavorazione mec- 4.2 Progetto delle saldature
canica o molatura per una larghezza pari ad almeno un
quarto dello spessore della lamiera, ma non meno di 3 4.2.1 Giunti saldati principali
mm.
a) Tutti i giunti delle parti in pressione delle caldaie e dei
b) Se necessario, un opportuno preriscaldo deve essere recipienti in pressione di Classe 1 e 2 devono essere sal-
effettuato per il taglio alla fiamma di lamiere in acciai dati testa a testa a piena penetrazione con l’eccezione
legati. delle saldature che uniscono i fondi piani o le piastre
c) I bordi delle lamiere tagliate devono essere esaminati tubiere agli involucri per i quali saldature a penetra-
per la presenza di laminazioni, cricche o altri difetti che zione parziale o saldature d’angolo possono essere
possano avere un effetto negativo sul loro uso. accettabili.
b) I giunti dei recipienti in pressione di Classe 3 sono
4.1.4 Formatura delle lamiere
anche soggetti alle prescrizioni di cui in a). Tuttavia col-
a) Il processo di formatura deve essere tale da non avere legamenti di fondi bombati ad involucri cilindrici
un’influenza negativa sulla qualità del materiale. La mediante saldatura a sovrapposizione possono essere
Società si riserva il diritto di richiedere l’esecuzione di accettati. La Fig 19 mostra alcuni particolari accettabili
prove che dimostrino la validità del processo adottato. di giunti saldati circonferenziali a sovrapposizione per
Non è permessa la formatura mediante martellamento. recipienti in pressione di Classe 3.
b) A meno che non sia altrimenti giustificato, le lamiere
formate a freddo devono essere sottoposte ad un appro- Figura 19 : Esempi di giunti saldati a sovrapposizione
priato trattamento termico se il rapporto del diametro accettabili
interno dopo la formatura rispetto allo spessore della
lamiera è inferiore a 20. Tale trattamento termico può
essere effettuato dopo saldatura.
c) Se la formatura a caldo non è stata effettuata entro un
campo di temperatura adeguato, prima o dopo la salda-
tura le lamiere formate a caldo devono essere normaliz-
zate o sottoposte ad un altro trattamento termico che sia
adatto per il loro tipo d’acciaio.
d) Le lamiere che sono state preventivamente unite
mediante saldatura testa a testa, possono essere formate
rispettando le condizioni seguenti:
• Formatura a caldo:
dopo formatura i giunti saldati devono essere sotto-
posti ad esame radiografico, o metodo equivalente.
Inoltre dovranno essere eseguite prove meccaniche
su un campione di saldatura sottoposto allo stesso
trattamento termico.
• Formatura a freddo
la formatura a freddo è ammessa solamente per
lamiere aventi spessore non superiore a:
• 20 mm per acciai con valore del minimo carico
unitario di rottura per trazione Rm compreso fra
360 N/mm2 e 410 N/mm2
I particolari (b) e (c) possono essere usati solamente per recipienti
• 15 mm per acciai con Rm compreso tra 460 in pressione aventi un diametro interno inferiore a 600 mm.
N/mm2 e 510 N/mm2, nonché per acciai 0,3Mo,
1Mn0,5Mo, 1Mn0,5MoV e 0,5Cr0,5Mo. 4.2.2 Saldature longitudinali e circonferenziali degli
involucri
La formatura a freddo non è permessa per acciai
1Cr0,5Mo e 2,25Cr1Mo. I giunti testa-testa longitudinali e circonferenziali devono
essere saldati da entrambi i lati delle lamiere. Saldature da
• I rinforzi saldati devono essere accuratamente
una parte soltanto possono essere permesse solo quando è
molati prima della formatura,
provato che il procedimento di saldatura adottato permette
• Un trattamento termico appropriato deve essere di ottenere la piena penetrazione ed un fondo del giunto
effettuato, dopo la formatura per gli acciai di tipo: sano. Se è usato un sostegno per la saldatura, esso deve
460 N/mm2, 510 N/mm2, 0,3Mo, 1Mn0,5Mo, essere rimosso dopo la saldatura e prima dei controlli non
1Mn0,5MoV e 0,5Cr0,5Mo se il rapporto tra il dia- distruttivi. Tuttavia il sostegno può essere lasciato in giunti
metro interno e lo spessore è inferiore a 36. circonferenziali di recipienti in pressione di Classe 2 di
• Dopo formatura i giunti devono essere sottoposti ad spessore non superiore a 15 mm e in giunti di recipienti in
esame radiografico o metodo equivalente e ad pressione di Classe 3, purché il materiale del sostegno non
esame magnetoscopico o con liquidi penetranti. sia tale da avere un’influenza negativa sulla saldatura.

80 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

4.2.3 Lamiere di spessore differente nelle sue immediate vicinanze deve essere evitato.
a) Qualora lamiere, aventi spessore differente per più di 3 Qualora ciò non sia possibile, le saldature per il colle-
mm, vengano saldate testa-testa, la lamiera più spessa gamento degli accessori devono intersecare completa-
deve essere rastremata con continuità per una lun- mente la saldatura principale, piuttosto che fermarsi di
ghezza pari ad almeno 4 volte la differenza di spessore, colpo su di essa o nelle sue immediate vicinanze.
compresa la larghezza della saldatura. Per giunti longi- b) Le aperture intersecanti giunti principali o nelle loro
tudinali la rastremazione deve essere fatta simmetrica- immediate vicinanze devono essere evitate per quanto
mente dalle due parti della lamiera in modo da possibile.
permettere l’allineamento delle linee di mezzeria delle
c) Le doppiature per il collegamento di accessori, quali
due lamiere.
piastre o supporti di fissaggio devono avere una dimen-
b) Se il giunto deve essere sottoposto a controlli radiogra- sione sufficiente ad assicurare un’adeguata distribu-
fici, lo spessore della lamiera più spessa deve essere zione dei carichi sulle parti in pressione, in particolari le
ridotto a quello della lamiera più sottile per una doppiature devono avere angoli ben arrotondati.
distanza di almeno 30 mm dal giunto. Devono essere evitati i collegamenti diretti all’involucro
del recipiente di accessori quali scale e piattaforme che
4.2.4 Fondi bombati
potrebbero impedirne le libere contrazioni ed espan-
a) Il giunto di collegamento fra i fondi emisferici e gli invo- sioni.
lucri cilindrici deve essere effettuato su un piano paral-
lelo a quello del circolo più grande perpendicolare d) I collegamenti saldati di branchetti ed altri accessori,
all’asse dell’involucro ed ad una distanza da tale piano con o senza compenso locale, devono essere di tipo,
tale che la rastremazione dell’involucro eseguita come dimensioni e preparazione idonei e in accordo con i
indicato in [4.2.3] sia completamente contenuta nella piani approvati.
emisfera.
4.2.7 Collegamento dei tiranti alle piastre tubiere
b) Nei fondi torosferici, costruiti in parti collegate
a) Quando i tiranti sono saldati, l’area della sezione della
mediante saldatura, non sono normalmente ammessi
saldatura deve essere pari ad ameno 1,25 volte l’area
giunti saldati lungo un parallelo alla zona torica e ad
della sezione del tirante.
una distanza inferiore a 50 mm dall’inizio di detta zona
torica. b) L’area della sezione della saldatura all’estremità dei tubi
tiranti deve essere non meno di 1,25 volte l’area della
4.2.5 Posizione delle saldature sezione del tubo tirante.
La posizione dei giunti saldati principali deve essere scelta
in modo tale che detti giunti non siano sottoposti ad 4.2.8 Tipi di saldatura
apprezzabili sollecitazioni a flessione. Le Fig 20, Fig 21, Fig 22, Fig 23, Fig 24, Fig 25, Fig 26,
Fig 27, Fig 28 e Fig 29 indicano il tipo e le dimensioni di
4.2.6 Accessori e branchetti alcuni tipici collegamenti saldati di recipienti in pressione.
a) Il collegamento di accessori mediante saldatura che Tipi alternativi di saldature e dimensioni saranno oggetto di
intersechi una saldatura principale dell’involucro o considerazioni speciali da parte della Società.

Regolamenti RINA 2008 81


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 20 : Tipi di giunti per fondi piani non tirantati (1)

(a) (b)

(c) (d)

(D)

(e) (f)

82 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 21 : Tipi di giunti per fondi piani non tirantati (2)

25˚
25˚
3mm

r = 5mm

3mm
10 mm Tipo di giunto permesso
solo se saldato in piano.
Prima della saldatura l'involucro
deve essere piegato sopra il fondo

(g)
(h)
25

1.5t Prima della saldatura


t l'involucro deve essere
piegato sopra il fondo

(i)
t
t

(k)
(j)

Regolamenti RINA 2008 83


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 22 : Tipi di giunti per branchetti ed anelli di rinforzo (1)

valore maggiore
scegliendo il
Quando t 1 è maggiore di 16mm

t 2 /3 o 6mm
usare preferibilmente lo
schizzo (a)

a = t /10 o 6 mm, scegliendo


il valore maggiore

(a) (b)

ANELLO DI SOSTEGNO
t/3 o 6mm * Acciaio dolce
scegliendo il * Sistemato accuratamente
Comunemente usato quando
valore maggiore * Da rimuovere dopo ultimata
t 2 <1/2 t
la saldatura a meno che non sia
permesso lasciarlo in posto
* Dopo rimozione dell'anello
il fondo della saldatura deve
essere lavorato a macchina
a paro; l'assenza di difetti da
accertare mediante idonea
(c) (d) prova non distruttiva.

Figura 23 : Tipi di giunti per branchetti ed anelli di rinforzo (2)


t (*) t/3 o 6mm t
scegliendo il
valore maggiore

t t
(*)

(*)

t
t

Vedi lo schizzo (a)


(e) (f)
t
t

90°

t
(g)

90°

(h) (i)

(j)

84 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 24 : Tipi di giunti per branchetti ed anelli di riforzo (3)


t t

Da usare solo per branchetti


di piccolo spessore e diametro

≥t ≥t

≥t

≥t

≥ 0,7 t
(k) (l)

t t

t/3 o t/3 o
6 mm 6 mm
≥t ≥t

scegliendo il scegliendo il
valore maggiore valore maggiore

(m) (n)

t t

t/3 o t/3 o
6 mm 6 mm
≥t ≥ t

scegliendo il scegliendo il
valore maggiore valore maggiore

≥ 0,7 t
(o) (p)

Regolamenti RINA 2008 85


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 25 : Tipi di giunti per branchetti (4)

t t

t
(q) (r) Da rimuovere con mezzi
meccanici dopo la saldatura

(s) Da rimuovere con mezzi


meccanici dopo la saldatura

Nota: Qualora vengano effettuati i collegamenti di cui alla Fig 25, occorre ispezionare accuratamente l’involucro onde accertare l’assenza di
laminazioni.

Figura 26 : Tipi di collegamenti di flange a branchetti

t o 5mm
scegliendo il
(a) (b) valore maggiore

t o 5mm t o 5mm
(c) (d) scegliendo il scegliendo il
valore maggiore valore maggiore
valore maggiore
valore maggiore

scegliendo il
1,5 t o 6mm
scegliendo il
1,5t o 6mm

IV IV

1,5 t o 6mm
(e) (f) scegliendo il
valore maggiore

t o 5mm
scegliendo il
valore maggiore

(g)

86 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 27 : Tipi di giunti di piastre tubiere con involucri

0 - 3 mm
0,7 t

t
t

0,7 t

(a) (b)
t/ 3 o 6mm
scegliendo il
valore maggiore
t

(c)

Figura 28 : Tipi di giunti di piastre tubiere con involucri (2)

Quando (t 1- t 2) > 3mm Quando (t 1- t 2) > 3mm


≥4 ≥ 0,7 t ≥4
1 1
t1

t1
t2

t2

≥ 0,7 t

(d) (e)

Quando (t1 - t 2 ) > 3mm


≥4 70°
1 a
t1
t2

60°

a = t/3 o 6mm
(g)
scegliendo il valore maggiore
(f)

La preparazione indicata negli schizzi (d), (e) ed (f)


t

deve essere usata quando il giunto è accessibile


Qualsiasi saldatura a piena soltanto dall'esterno
penetrazione convenzionale

(h)

Regolamenti RINA 2008 87


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 29 : Tipi di collegamenti di tiranti e tubi tiranti

1,5 mm
1,5 mm 1,5 mm
a = d/4 a = d/5
1,5 mm

40˚

d
d

a
a

(a) (b) (c)

6 mm 6 mm

a = d/3 1,5 mm a = d/5 1,5 mm

a
d
a
d

t t
t1 > 0,75 t t 1 > 0,75 t
(d) (e)
t1/3 t1/3

t + 3 mm 3 mm
t
t

(f) (g)

4.3 Prescrizioni varie aggiuntive sulla tura per rimuovere ogni traccia di materiali estranei,
costruzione e saldatura quali ruggine, scaglie, olio, grasso, pittura.
b) Se metallo d’apporto deve essere depositato su una
4.3.1 Posizione di saldatura superficie già saldata, tutte le scorie od ossidi devono
essere eliminati per impedire inclusioni.
a) Per quanto possibile le saldature devono essere effet-
tuate in posizione orizzontale e devono essere previste 4.3.3 Protezione contro condizioni meteorologiche
avverse
metodologie affinché tale prescrizione possa essere
applicata durante l’effettuazione di saldature circonfe- a) Le saldature dei recipienti in pressione devono essere
renziali. effettuate lontano da flussi d’aria in posizioni riparate da
freddo e pioggia.
b) Qualora la saldatura non possa essere effettuata in tale b) A meno che non sia data particolare giustificazione,
posizione, le prove di qualifica per il procedimento di nessuna saldatura deve essere effettuata se la tempera-
saldatura e per il saldatore devono tenerne conto. tura del materiale base è inferiore a 0 °C.

4.3.2 Pulizia delle parti da saldare 4.3.4 Interruzione delle saldature


Se, per qualsiasi ragione, la saldatura è interrotta, partico-
a) Le parti da saldare devono essere pulite accuratamente lare cura si deve avere nell’ottenere una completa fusione
per una distanza di almeno 25 mm dai lembi di salda- alla partenza dopo l’interruzione.

88 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

4.3.5 Saldatura di ripresa lucro potranno essere richiesti dal Tecnico, se ritenuto
Se è prevista una saldatura di ripresa, essa deve essere effet- necessario.
tuata dopo un’adeguata scriccatura o scalpellatura alla e) Accessori quali doppiature, squadre e rinforzi devono
radice del primo cordone di saldatura, tranne il caso in cui essere tali da sposare opportunamente la superficie alla
il procedimento di saldatura adottato non preveda tale ope- quale devono essere collegati.
razione.

4.3.6 Aspetto dei giunti saldati 4.5 Tolleranze dopo la costruzione


a) I giunti saldati devono avere una superficie liscia senza 4.5.1 Generalità
sottospessori; il loro raccordo con le superficie adia- Le dimensioni e la forma dei recipienti devono essere con-
centi delle lamiere devono essere graduali e senza inci- trollati dopo la saldatura per verificare la conformità al pro-
sioni o simili difetti. getto tenendo conto delle tolleranze qui di seguito indicate.
b) Il sovraspessore dei giunti testa-testa da entrambi i lati La Società si riserva il diritto di fissare tolleranze più restrit-
della lamiera non deve eccedere gli spessori seguenti: tive per recipienti soggetti a carichi speciali.
• 2,5 mm per lamiere di spessore non superiore a 12 Ogni difetto di forma deve essere graduale e non devono
mm, esservi appiattimenti in corrispondenza dei giunti saldati.
• 3 mm per lamiere di spessore maggiore di 12 mm e Le misure vanno prese in corrispondenza delle superfici
minore di 25 mm, delle lamiere e non in corrispondenza delle saldature o
• 5 mm per lamiere di spessore non inferiore a 25 altre parti rilevate.
mm.
4.5.2 Rettilineità
4.4 Preparazione delle parti da saldare La rettilineità degli involucri cilindrici deve essere tale che
la loro deviazione dalla linea retta non superi lo 0,6% della
4.4.1 Preparazione dei lembi da saldare loro lunghezza con un massimo di 15 mm ogni 5 m di lun-
a) I cianfrini e le altre preparazioni dei lembi da saldare ghezza.
devono essere effettuati mediante lavorazione di mac-
4.5.3 Mancanza di circolarità
china, scalpellatura o molatura. Il taglio alla fiamma
può essere accettato purché le zone eventualmente a) La mancanza di circolarità degli involucri cilindrici
danneggiate da tale operazione siano rimosse mediante deve essere misurata sul recipiente sistemato o vertical-
lavorazione di macchina, scalpellatura o molatura. Se mente od orizzontalmente. In questo secondo caso, le
necessario, nel caso di acciai legati deve essere previsto misure dei diametri devono essere ripetute dopo aver
un adeguato preriscaldo prima del taglio alla fiamma. ruotato l’involucro di 90° intorno al suo asse e la man-
canza di circolarità deve essere calcolata come la
b) I lembi preparati devono essere accuratamente control-
media delle due misurazioni.
lati per accertare che non esistano difetti che possano
avere un’influenza negativa sulla saldatura. b) Per ogni sezione trasversale, la differenza tra il massimo
ed il minimo diametro non deve superare l’1% del dia-
4.4.2 Assemblaggio delle parti da saldare metro nominale D, con un massimo di:
a) L’assemblaggio delle parti da saldare deve essere tale (D + 1250)/200, essendo D espresso in mm.
che il disallineamento delle superfici di lamiera non Tale limite può essere aumentato di non più dello 0,2%
superi: del diametro interno dell’involucro nel caso di reci-
• 10% dello spessore della lamiera con un massimo di pienti in pressione di grandi dimensioni. Ogni possibile
3 mm per giunti longitudinali, mancanza di circolarità, entro i limiti di cui sopra, deve
• 10% dello spessore della lamiera più 1 mm con un essere graduale e non sono ammesse deformazioni
massimo di 4 mm per giunti circonferenziali. localizzate in corrispondenza dei collegamenti saldati.
b) Per collegamenti longitudinali le linee mediane devono 4.5.4 Irregolarità
avere un disallineamento massimo entro il 10% dello Irregolarità del profilo degli involucri cilindrici, misurati
spessore della lamiera più sottile con un massimo di 3 con un calibro di 20°, non devono superare il 5% dello
mm. spessore della lamiera più 3 mm. Tale valore può essere
c) Le lamiere da saldare devono essere tenute in posizione aumentato del 25% se la lunghezza dell’irregolarità non
con metodi adeguati ad impedirne la deformazione supera 1/4 della distanza fra due cordoni di saldatura cir-
durante la saldatura. La sistemazione deve essere tale da conferenziali, con un massimo di 1 mm.
impedire che spostamenti delle posizioni relative delle
parti da saldare e disallineamenti dopo la saldatura 4.6 Preriscaldo
siano tali da superare i limiti sopra indicati.
d) Le saldature temporanee necessarie per l’assemblaggio 4.6.1
devono essere effettuate in modo da evitare il rischio di a) L’effettuazione della saldatura in condizioni di preri-
danneggiare l’involucro del recipiente. Queste saldature scaldo, da mantenere durante la saldatura stessa, può
devono essere rimosse con cura dopo la saldatura del essere richiesta dalla Società a suo giudizio tenuto
recipiente e prima di eventuali trattamenti termici. Con- conto delle diverse circostanze, quali tipo di acciaio,
trolli non distruttivi delle zone corrispondenti dell’invo- spessore del materiale base, procedimento e tecnica di

Regolamenti RINA 2008 89


Parte C, Cap 1, Sez 3

saldatura, condizioni di vincolo, effettuazione o meno nelle zone termicamente alterate sia nel materiale deposi-
di trattamento termico dopo saldatura. tato).
b) La temperatura di preriscaldo sarà ugualmente stabilita I recipienti in pressione e i tubi di Classe 3 e le parti ad essi
in relazione alle variabili di cui sopra. È comunque collegati non richiedono trattamenti termici di distensione,
richiesto un preriscaldo di circa 150 °C se l’acciaio è eccetto che in casi particolari.
del tipo 0,5 Mo oppure 1Cr 0,5 Mo e di circa 250 °C se
del tipo 2,25Cr 1Mo. 4.7.3 Procedimento di distensione
c) Tali prescrizioni si applicano anche a saldature interes- La temperatura del forno al momento dell’introduzione del
santi branchetti, accessori, tubi di vapore o altri tubi recipiente non deve essere superiore a 400 °C.
soggetti a condizioni di servizio importanti. a) La velocità di riscaldamento al di sopra dei 400 °C non
deve essere superiore a:
4.7 Trattamento termico di distensione 1) 220 °C all’ora se lo spessore massimo non è mag-
giore di 25 mm, oppure
4.7.1 Generalità
2) (5500/ tA) °C all’ora, con un minimo di 55 °C all’ora,
a) Quando richiesto, il trattamento termico di distensione se lo spessore massimo tA, in mm, è maggiore di 25
di un recipiente in pressione consiste di: mm.
• riscaldamento lento ed uniforme del recipiente fino b) La velocità di raffreddamento nel forno non deve essere
alla temperatura adeguata al tipo di acciaio, superiore a: .
• mantenimento di tale temperatura per una durata
1) 280 °C all’ora se lo spessore massimo non è mag-
determinata in rapporto allo spessore effettivo tA del
giore di 25 mm, oppure
recipiente ed al tipo dell’acciaio,
2) (7000/ tA) °C all’ora, con un minimo di 55 °C all’ora,
• raffreddamento lento del recipiente nel forno fino ad
se lo spessore massimo tA, in mm, è maggiore di 25
una temperatura non superiore a 400 °C, essendo il
mm.
raffreddamento successivo permesso fuori dal forno
in aria calma. Le temperature di distensione termica e la durata del mante-
nimento di queste temperature devono essere quelle indi-
b) Per quanto possibile, i recipienti in pressione devono
cate in Tab 17, salvo nei casi in cui valori diversi siano
essere trattati con una singola operazione. Tuttavia,
specialmente giustificati.
quando le dimensioni del recipiente sono tali da richie-
dere diverse operazioni, ci si deve assicurare che tutte le
Tabella 16 : Trattamento di distensione termica
parti del recipiente siano trattate in maniera soddisfa-
cente. In particolare, i recipienti cilindrici di grande lun-
Spessore al di sopra del
ghezza possono essere trattati in sezioni nei forni,
quale il è richiesto tratta-
purché la sovrapposizione fra le parti riscaldate sia mento termico dopo sal-
almeno di 1500 mm e le parti all’esterno dal forno siano datura (mm)
opportunamente coperte in modo da limitare il gra- Tipo
diente di temperatura entro valori accettablili. Recipienti in
pressione
Caldaie
4.7.2 Trattamento di distensione termica non esposti
alla fiamma
I recipienti in pressione di Classe 1 e 2, le caldaie e le parti
collegate, dopo effettuate tutte le saldature, comprese Rm = 360 N/mm2 tipo HA 14,5 14,5
quelle di collegamento dei branchetti e delle doppiature di Rm = 410 N/mm2 tipo HA
rinforzo e degli accessori in genere, devono di norma
essere sottoposti ad efficace trattamento termico di disten- Rm = 360 N/mm2 tipo HB 20 30
sione nei seguenti casi: Rm = 410 N/mm2 tipo HB
• Recipienti in pressione di Classe 1 e 2, contenenti fluidi Rm = 360 N/mm2 tipo HD 20 38
a temperatura non inferiore a quella ambiente, quando Rm = 410 N/mm2 tipo HD
lo spessore è maggiore di quello indicato Tab 16.
• Caldaie e generatori di vapore per spessori superiori a Rm = 460 N/mm2 tipo HB 20 25
20 mm o, a seconda del tipo di acciaio, per spessori Rm = 510 N/mm2 tipo HB
inferiori, come prescritto per i recipienti di Classe 1. Rm = 460 N/mm2 tipo HD 20 35
Applicazioni a temperature inferiori a quella ambiente e/o Rm = 510 N/mm2 tipo HD
acciai diversi da quelli sopra specificati saranno oggetto di 0,3Mo 20 20
speciale considerazione da parte della Società.
1Mn0,5Mo
Il trattamento termico di distensione non sarà richiesto 1Mn0,5MoV
quando la temperatura minima del fluido è maggiore di 0,5Cr0,5Mo
almeno 30 °C della temperatura della prova di resilienza
1Cr0,5Mo tutti tutti
Charpy KV specificata per l’acciaio; tale margine di tempe-
ratura deve risultare soddisfatto anche sui giunti saldati (sia 2,25Cr1Mo

90 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 17 : Procedimento di distensione

Tempo per ogni 25 mm di spessore


Tipo Temperatura Tempo minimo
massimo
Acciai al carbonio 580-620 °C 1 ora 1 ora
0,3Mo 620-660 °C 1 ora 1 ora
1Mn0,5Mo
1Mn0,5MoV
0,5Cr0,5Mo
1Cr0,5Mo 620-660 °C 1 ora 2 ore
2,25Cr1Mo 600-750 °C (1) 2 ore 2 ore
(1) La temperatura deve essere scelta con una tolleranza di ± 20 °C, in questo campo di temperature al fine di ottenere le caratte-
ristiche meccaniche richieste

4.7.4 Alternative 4.8 Saggi di prova


Nel caso in cui, per ragioni particolari, il trattamento ter- 4.8.1 Saggi di prova dei giunti saldati
mico venga effettuato in condizioni diverse da quelle speci-
a) Saggi di prova di dimensioni sufficienti, dello stesso tipo
ficate in [4.7.2], tutti i particolari del trattamento proposto
dell’acciaio dell’involucro, devono essere sistemati ad
devono essere comunicati alla Società che si riserva il
ogni estremità dei giunti longitudinali di ciascun reci-
diritto di richiedere prove o ulteriori indagini che attestino
piente, così da poter essere saldati in prosecuzione.
l’efficacia di tale trattamento.
Non vi deve essere alcuna interruzione di metallo
d’apporto passando dal giunto al saggio.
4.7.5 Esecuzione del trattamento termico
b) Per i recipienti per i quali i giunti circonferenziali sono
I forni per il trattamento termico devono essere forniti di dello stesso tipo di quelli longitudinali, non è richiesto
idonee apparecchiature per regolare e registrare la tempera- saggio di prova relativo ai giunti circonferenziali. In
tura; le temperature devono essere rilevate sullo stesso reci- caso diverso, come pure quando il recipiente abbia solo
piente. L’atmosfera all’interno del forno deve essere giunti circonferenziali, deve essere preparato almeno un
controllata al fine di evitare anormali ossidazioni del reci- saggio di prova rappresentativo dei giunti circonferen-
piente. ziali, che deve essere saldato separatamente con lo
stesso procedimento di saldatura adottato per i giunti
4.7.6 Trattamento dei saggi di prova circonferenziali, nello stesso periodo e con stessa partita
di materiali d’apporto.
I saggi di prova devono essere normalmente trattati allo
c) I saggi devono essere irrigiditi al fine di ridurre le defor-
stesso tempo e nello stesso forno del recipiente.
mazioni durante la saldatura. Essi devono essere rad-
Quando non si può evitare un trattamento termico separato, drizzati prima del trattamento termico che deve essere
devono essere prese tutte le precauzioni necessarie per assi- effettuato nelle stesse condizioni del recipiente, vedere
curare che il trattamento termico dei saggi avvenga allo anche [4.7.6].
stesso modo del recipiente: in particolare con la stessa velo- d) Dai saggi di prova, dopo esame radiografico devono
cità di riscaldamento, la stessa temperatura massima, la essere ricavate le provette seguenti:
stessa durata di mantenimento della temperatura e le stesse • una provetta per la prova di trazione del giunto sal-
condizioni di raffreddamento. dato,
• due provette per la prova di piegatura, una diritta ed
4.7.7 Saldature dopo il trattamento termico una rovescia,
a) Normalmente, dopo il trattamento termico, le saldature • tre provette per la prova di resilienza,
sono permesse solamente se: • una provetta per esame macrografico.

• La saldatura è una saldatura d’angolo con dimen- 4.8.2 Prove meccaniche sui saggi
sione di gola non superiore a 10 mm, a) La resistenza a trazione del giunto saldato non deve
essere inferiore a quella specificata per il materiale
• la dimensione più grande delle relative aperture del
base.
recipiente interessate alla saldatura, non sia supe-
riore a 50 mm. b) Le provette di piega devono essere piegate ad un angolo
di 180° su un mandrino di diametro pari a 4 volte lo
b) Eventuali saldature di branchetti, doppiature o altri spessore della provetta. Non vi devono essere cricche o
accessori su caldaie e recipienti in pressione dopo il difetti sulla superficie esterna della provetta di lun-
trattamento termico dovranno essere sottoposti alla con- ghezza superiore a 1,5 mm trasversalmente e 3 mm lon-
siderazione speciale della Società. gitudinalmente. Rotture premature agli angoli della

Regolamenti RINA 2008 91


Parte C, Cap 1, Sez 3

provetta non devono causare lo scarto. Come alterna- ad approssimativamente il 10% della lunghezza
tiva, le provette possono essere piegate di 120° su un totale dei giunti.
mandrino di diametro pari a 3 volte lo spessore della
b) Saldature d’angolo per parti quali doppiature, branchetti
provetta.
o rinforzi devono essere sottoposti a controlli magneto-
c) La resilienza a 0 °C non deve essere inferiore a quella scopici localizzati per almeno il 10% della loro lun-
data nella Parte D per il tipo di acciaio in questione. ghezza. Se le prove magnetoscopiche non possono
essere effettuate, esse devono essere sostituite da prove
d) Le provette per esame macrografico devono permettere con liquidi penetranti.
l’esame di una sezione trasversale completa della salda- c) Saldature su cui i controlli non distruttivi rivelino difetti
tura. Tale esame deve dimostrare una buona penetra- inaccettabili, quali cricche o aree di fusione incom-
zione senza mancanze di fusioni, grandi inclusioni e pleta, devono essere risaldate e quindi devono essere
simili difetti. In caso di dubbio potrà essere richiesto un sottoposte nuovamente a controlli non distruttivi.
esame micrografico della zona sospetta.
4.9.3 Numero dei saggi di produzione
4.8.3 Riprove a) Durante la produzione almeno un saggio ogni 20 m di
a) Se una provetta dà risultati insoddisfacenti, due provette lunghezza (o frazione) di saldature longitudinali deve
simili a quella provata dovranno essere ricavate da un essere provato come prescritto in [4.8.2].
altro saggio di saldatura. b) Durante la produzione almeno un saggio ogni 30 m di
lunghezza (o frazione) di saldature circonferenziali deve
b) Se i risultati di queste nuove provette sono soddisfacenti essere provato come prescritto in [4.8.2]
ed è dimostrato che i risultati della provetta precedente
erano dovuti a difetti locali o accidentali, i risultati della c) Quando diversi recipienti vengono costruiti successiva-
riprova possono essere accettati. mente con lamiere dello stesso tipo d’acciaio e con
spessori varianti non più di 5 mm, solamente un saggio
può essere accettato per ogni 20 m di lunghezza di sal-
4.9 Prescrizioni specifiche per recipienti in datura (o frazione) per i giunti longitudinali e per ogni
pressione di Classe 1 30 m di saldatura (o frazione) per i giunti circonferen-
ziali purché il saldatore sia lo stesso ed usi lo stesso pro-
4.9.1 Generalità cedimento di saldatura. Lo spessore di saggi deve essere
il maggiore fra quelli usati nei vari recipienti.
Le prescrizioni seguenti si applicano a recipienti in pres-
sione di Classe 1, nonché a recipienti in pressione di altre 4.10 Prescrizioni specifiche per recipienti in
Classi, i cui dimensionamenti sono stati determinati usando
pressione di Classe 2
un’efficienza del giunto “e” superiore a 0,90.
4.10.1 Generalità
4.9.2 Prove non distruttive
Per recipienti in pressione i cui dimensionamenti siano stati
a) Tutti i giunti longitudinali e circonferenziali dei reci- determinati usando un’efficienza del giunto saldato “e”
pienti di Classe 1 devono essere sottoposti al 100% di superiore a 0,90 vedere [4.9.1].
esami radiografici o esami equivalenti con le eccezioni
seguenti: 4.10.2 Prove non distruttive (1/7/2004)
Tutti i giunti longitudinali e circonferenziali dei recipienti in
• per recipienti in pressione o parti di essi soggetti pressione di Classe 2 devono essere sottoposti al 10% di
esclusivamente a pressione esterna, a discrezione esami radiografici o equivalenti. Tale estensione può essere
della Società, l’estensione può essere ridotta ad aumentata, a discrezione della Società, in base allo spes-
approssimativamente il 30% della lunghezza del sore effettivo delle lamiere saldate.
giunto. In genere le posizioni prescelte devono com-
prendere tutti gli incroci di saldatura;. Come indicato in Tab 10, quando, nella formula per il cal-
colo dello spessore del recipiente, si assume un'efficienza
• per recipienti in pressione non destinati a contenere del giunto pari a 0,75, possono non essere eseguiti l'esame
sostanze tossiche o pericolose, costruiti in acciaio al radiografico e quello ultrasonoro.
carbonio di spessore inferiore a 20 mm, qualora i
Si assume, tuttavia, che il Tecnico della Società sorvegli
giunti vengano saldati con un processo automatico
adeguatamente tutte le fasi della saldatura e che i controlli
approvato a discrezione della Società, l’estensione
siano completati con qualsiasi eventuale esame non distrut-
può essere ridotta ad approssimativamente il 10%
tivo ritenuto necessario.
della lunghezza del giunto. In genere, le posizioni
prescelte nell’esame devono includere tutti gli
4.10.3 Numero dei saggi di produzione
incroci di saldatura;
In genere, le prescrizioni in [4.9.3] si applicano anche ai
• per giunti circonferenziali di diametro esterno non recipienti in pressione di Classe 2. Tuttavia, i saggi devono
superiore a 175 mm, a discrezione della Società, essere ricavati ogni 50 m di saldatura longitudinale e cir-
l’estensione delle saldature può essere ridotta fino conferenziale (o frazione).

92 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

4.11 Prescrizioni specifiche per recipienti in sura automatica che possano bloccare la fuoriuscita di
pressione di Classe 3 vapore in caso di rottura di questo elemento.

4.11.1 Per recipienti in pressione i cui dimensionamenti 5.1.4 Indicatori di livello dell’acqua - Prescrizioni
siano stati determinati usando un’efficienza del giunto sal- speciali per caldaie a tubi d’acqua
dato “e” superiore a 0,90, vedere [4.9.1]. a) Per caldaie a tubi d’acqua che hanno collettori trasver-
Non sono richiesti né trattamenti termici, né prove mecca- sali di lunghezza superiore a 4 m deve essere sistemato
niche o controlli non distruttivi dei giunti saldati degli altri un indicatore di livello ad ogni estremità del collettore.
recipienti in pressione di Classe 3.
b) Le caldaie a tubi d’acqua che servono turbine di propul-
sione devono avere un allarme ottico ed acustico per
5 Progetto e costruzione - Comandi e alto livello d’acqua (Vedere anche Tab 19).
controlli
5.1.5 Indicatori di livello dell’acqua - Prescrizioni
speciali per caldaie a tubi di fiamma (caldaie
5.1 Sistemi di comando e controllo delle verticali e cilindriche)
caldaie
a) Nelle caldaie cilindriche i due indicatori di livello men-
zionati in [5.1.3] devono essere sistemati alle due estre-
5.1.1 Comandi e controlli locali mità della caldaia, cioè le caldaie cilindriche a doppia
I comandi per azionare efficacemente e per controllare le fronte devono avere due indicatori in corrispondenza di
operazioni delle caldaie a combustibile liquido e dei loro ciascuna fronte.
accessori devono essere provvisti localmente. Le condizioni
b) Un sistema di almeno due rubinetti sistemati in posi-
funzionali degli impianti del combustibile, dell’acqua d’ali-
zione opportuna e comandati a distanza può essere
mento, del vapore e le condizioni di funzionamento della
considerato equivalente all’apparecchiatura menzionata
caldaia devono essere indicate mediante manometri, indi-
in [5.1.3] in caldaie cilindriche aventi una pressione di
catori di temperatura, indicatori di flusso, luci, ed altre
simili apparecchiature. progetto inferiore a 1 MPa, per caldaie cilindriche con
diametro inferiore a 2 m e caldaie verticali di altezza
inferiore a 2,3 m. I rubinetti devono essere fissati diretta-
5.1.2 Blocchi d’emergenza
mente all’involucro della caldaia.
Devono essere previsti mezzi per bloccare i ventilatori
dell’impianto d’aria forzata o indotta e le pompe combusti- c) Se gli indicatori di livello non sono fissati direttamente
bile in servizio da uno spazio esterno a quello in cui essi si all’involucro della caldaia, ma su colonne idrometriche,
trovano, nel caso in cui un incendio renda impossibile la il diametro interno di queste colonne non deve essere
loro chiusura locale. inferiore al diametro dN indicato in Tab 18. Le colonne
idrometriche devono essere collegate direttamente
5.1.3 Indicatori di livello dell’acqua all’involucro della caldaia o collegate mediante tubi
con relativi rubinetti fissati direttamente all’involucro. Il
a) Ogni caldaia deve avere almeno due sistemi separati diametro interno dC di questi tubi non deve essere infe-
per indicare il livello dell’acqua. Uno di questi due riore ai valori indicati in Tab 18. La parte superiore di
sistemi deve essere un indicatore di livello munito di questi tubi deve essere sistemata in modo tale che non
elemento trasparente. L’altro può essere un addizionale vi siano gomiti in cui si possa depositare acqua di con-
indicatore di livello con elemento trasparente o un densa. Questi tubi non devono passare attraverso
apparecchio equivalente. Gli indicatori di livello camere fumo o fumaioli, a meno che essi non siano
devono essere di tipo approvato. sistemati entro condotte metalliche aventi diametro
interno eccedente di almeno 100 mm il diametro
b) Gli elementi trasparenti degli indicatori di livello
esterno di questi tubi. La Fig 30 indica una sistemazione
devono essere di vetro, mica o altro materiale appro-
schematica di colonna idrometrica.
priato.

c) Gli indicatori di livello devono essere sistemati in modo


tale che il livello dell’acqua sia sempre visibile. La parte Tabella 18 : Diametri interni minimi in dN e dc
bassa dell’elemento trasparente non deve estendersi
sotto il livello dell’acqua di sicurezza specificato dal dN dC
Diametro interno della caldaia
Fabbricante. (mm) (mm)

d) Gli indicatori di livello devono essere sistemati o con D>3m 60 38


rubinetto di chiusura, normalmente chiuso, azionabile 2,30 m ≤ D ≤ 3 m 50 32
da una posizione che non dia luogo a rischi in caso di
rottura dell’elemento trasparente, o con valvole a chiu- D < 2,30 m 45 26

Regolamenti RINA 2008 93


Parte C, Cap 1, Sez 3

Figura 30 : Sistemazione di colonna idrometrica minimo il rischio di intercettazioni dovute agli effetti del
rollio e del beccheggio e/o a transitori. Non è necessa-
RUBINETTO rio che il sistema di intercettazione sia installato in cal-
daie ausiliarie presidiate non progettate per operare in
automatico.
c) La mancanza di circolazione forzata dell’aria deve
intercettare automaticamente la mandata di combusti-
bile ai bruciatori.
d) La perdita dell’energia necessaria al comando della cal-
COLONNA daia deve intercettare automaticamente la mandata di
IDROMETRICA
combustibile ai bruciatori.

5.1.9 Allarmi
INVOLUCRO DELLA Qualsiasi attuazione del sistema di intercettazione della
CALDAIA mandata di combustibile indicato in [5.1.8] deve azionare
un allarme ottico ed acustico.

5.1.10 Prescrizioni aggiuntive per caldaie con


sistemi di comando automatici
RUBINETTO
a) Il dispositivo prescritto in [5.1.8] a) deve azionarsi entro
6 secondi dal momento dello spegnimento della
fiamma.
5.1.6 Apparecchiature di controllo della pressione b) Quando le caldaie hanno un sistema di accensione
a) In ogni caldaia deve essere sistemato un manometro per automatico, un sistema temporizzato di pre-lavaggio
misurare la pressione del vapore. Tale manometro deve automatico o manuale deve potersi iniziare con tutti i
essere sistemato in modo da essere facilmente visibile registri dell’aria aperti. Il tempo di pre-lavaggio deve
dalla posizione di comando della caldaia. Un altro essere basato su un minimo di 4 ricambi d’aria del forno
manometro deve essere sistemato per surriscaldatori e della camera di combustione. I ventilatori per la circo-
che possano essere intercettati dalla caldaia di cui fanno lazione forzata dell’aria devono essere funzionanti ed i
parte. registri e le serrande devono essere aperte prima
dell’inizio dell’operazione di lavaggio.
b) I manometri devono essere graduati con effettive unità
di pressione e devono portare un segno ben visibile c) Deve essere possibile sorpassare temporaneamente il
indicante la pressione che non si deve superare durante dispositivo di controllo della fiamma durante la pre-
il normale esercizio. accensione per un periodo di 15 secondi dal momento
in cui il combustibile raggiunge i bruciatori. Eccetto che
c) Ogni manometro deve essere sistemato con un rubi-
per il periodo di preaccensione, non devono esservi altri
netto d’isolamento.
mezzi per sorpassare il dispositivo di controllo della
d) Le caldaie a doppia fronte devono avere un manometro fiamma a meno che la caldaia non sia presidiata.
per il vapore in corrispondenza di ogni fronte.
d) Qualora le caldaie abbiano un sistema automatico di
5.1.7 Apparecchiature di controllo della accensione e venga utilizzato combustibile residuo, si
temperatura deve provvedere un sistema per azionare i bruciatori
Ogni caldaia con surriscaldatore deve avere un indicatore o con l’accensione del combustibile residuo opportuna-
un registratore di temperatura del vapore in corrispondenza mente riscaldato. Nel caso di mancata accensione, il
dell’uscita del surriscaldatore. bruciatore deve essere riportato al funzionamento auto-
matico solo nella posizione di combuastione ridotta.
5.1.8 Blocchi automatici delle caldaie di
propulsione e delle caldaie ausiliarie e) Un allarme deve essere azionato qualora il bruciatore
lavori al di fuori dei limiti prescritti dal Fabbricante.
a) Ogni bruciatore deve essere dotato di un dispositivo di
controllo della fiamma progettato in modo tale da inter- f) Immediatamente dopo un normale spegnimento della
cettare automaticamente la mandata di combustibile in caldaia, deve essere condotta un’operazione automa-
caso di spegnimento della fiamma stessa. In caso di tica di lavaggio pari come volume e durata all’opera-
guasto del dispositivo, la mandata di combustibile al zione di pre-lavaggio. A seguito di un’intercettazione
bruciatore deve essere intercettata automaticamente. automatica della valvola di mandata del combustibile il
flusso dell’aria all’interno della caldaia non deve
b) Condizioni di basso livello d’acqua devono provocare
aumentare automaticamente; in tali casi lo spurgo deve
l’intercettazione automatica della mandata di combusti-
essere eseguito con comandi manuali.
bile al bruciatore. Il blocco deve avvenire prima che il
livello diventi così basso da avere un’influenza negativa g) Le caldaie di propulsione e le caldaie ausiliarie che
sulla sicurezza della caldaia e da diventare invisibile fanno parte di impianti di propulsione centralizzati non
nell’elemento trasparente dell’indicatore di livello. Il presidiati devono soddisfare le prescrizioni applicabili
sistema di intercettazione deve essere tale da ridurre al del Capitolo 3.

94 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

5.2 Strumentazione dei recipienti in pres- 5.3.3 Comando manuale


sione Almeno il dispositivo di controllo della temperatura
5.2.1 dell’olio e quello di controllo del flusso devono restare in
funzione durante le operazioni manuali
a) I recipienti in pressione devono avere le apparecchia-
ture necessarie per controllare la pressione, la tempera- 5.3.4 Controllo delle perdite
tura ed il livello, secondo necessità.
Le casse d’olio devono essere equipaggiate con sistemi per
b) In particolare ogni recipiente in pressione deve avere un la rilevazione delle perdite, che quando azionati, intercet-
manometro locale. tino il sistema di riscaldamento dell’olio diatermico. Se un
riscaldatore a combustibile liquido è spento pronto ad
5.3 Sistemi di comando e controllo dei
entrare in azione, la possibile accensione del bruciatore
riscaldatori di olio diatermico deve essere bloccata se il rilevatore delle perdite è in
azione.
5.3.1 Comandi e controlli locali
I comandi per azionare efficacemente e per controllare le
5.4 Comando e controllo
operazioni dei riscaldatori d’olio diatermico a combustibile
liquido e dei loro accessori devono essere provvisti local- 5.4.1 (1/7/2006)
mente. Le condizioni funzionali degli impianti del combu- Le prescrizioni generali indicate nel Capitolo 3 si applicano
stibile, di circolazione dell’olio diatermico, di aria forzata e in aggiunta a quelle del presente sotto-articolo [5.4].
di gas combusti devono essere indicati mediante manome-
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
tri, indicatori di temperatura, indicatori di flusso, luci, ed
anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
altre simili apparecchiature.
5.4.2 (1/7/2006)
5.3.2 Comandi e controllo del flusso
Le Tab 19, Tab 20, Tab 21 e Tab 22 riassumono i comandi
a) Deve essere sistemato un indicatore del flusso dell’olio ed i controlli rispettivamente per caldaie di propulsione,
diatermico. caldaie ausiliarie, riscaldatori di olio diatermico a combu-
b) I riscaldatori a combustibile liquido o a gas combusti stibile liquido, riscaldatori di olio diatermico a gas di sca-
devono avere un dispositivo di controllo limitatore del rico e incineritori.
flusso. Se la velocità del flusso cade sotto un certo Nota 1: Alcune deroghe al contenuto delle Tab 19, Tab 20, Tab 21
valore minimo, il sistema di combustione deve essere e Tab 22 possono essere accettate dalla Società nel caso di navi
spento e bloccato. con notazione di navigazione limitata.

Regolamenti RINA 2008 95


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 19 : Caldaie di propulsione

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Caldaia Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Combustibile liquido
• Pressione del combustibile alla mandata o flusso L
• Temperatura dopo il riscaldamento o viscosità del L+H locale
combustibile liquido
• Posizione della valvola d’immissione principale del locale
combustibile liquido (aperta/chiusa)
• Posizione della valvola d’immissione del combusti- locale
bile liquido al bruciatore (aperta/chiusa)
Combustione
• Mancanza di fiamma in corrispondenza di ciascun X
bruciatore
• Mancanza di atomizzazione del combustibile X
• Temperatura dei fumi all’uscita dal corpo della cal- H
daia e dall’economizzatore (allo scopo di determi- HH X
nare possibili fonti d’incendio)
Aria
• Posizione dei registri dell’aria locale
Vapore in generale
• Pressione del vapore surriscaldato L+H locale
X
• Temperatura del vapore surriscaldato H locale
• Apertura della valvola di sicurezza (o equivalente: X
per esempio allarme d’alta pressione)
• Livello dell’acqua entro i collettori della caldaia L+H locale (1)
LL X
X
(1) L’indicatore di livello deve essere duplicato

96 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 20 : Caldaie ausiliarie

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Caldaia Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Livello dell’acqua L+H locale
LL X
Blocco della circolazione (per caldaie a circolazione for- X X
zata)
Temperatura o viscosità del combustibile liquido (2) L+H locale
Mancanza di fiamma X X
Temperatura all’interno della caldaia (Incendio) H
Pressione del vapore H (1) locale X
(1) Qualora il comando automatico non copra l’intero campo di carico a partire dal carico zero
(2) Qualora sia adoperata nafta pesante

Tabella 21 : Impianti di olio diatermico

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Temperatura del fluido diatermico all’uscita del riscalda- H locale X
tore
Pressione del fluido diatermico allo scarico della pompa H locale X
Flusso del fluido diatermico attraverso ciascun elemento L locale X
riscaldante
Livello della cassa d’espansione L locale X (1)
Temperatura della cassa d’espansione H
Arresto della ventilazione forzata X X
Temperatura o viscosità della nafta pesante H+L locale
Mancanza di fiamma al bruciatore X X
Temperatura del gas di scarico all’ingresso del riscalda- H X (2)
tore (Per riscaldatori a gas di scarico)
(1) Blocco del bruciatore e flusso del fluido diatermico
(2) Solamente blocco dei gas di scarico

Regolamenti RINA 2008 97


Parte C, Cap 1, Sez 3

Tabella 22 : Inceneritori

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Inceneritore Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Arresto della fiamma X X
Temperatura del forno H X
Temperatura dei gas di scarico H
Pressione del combustibile locale
Temperatura o viscosità del combustible (1) H+L locale
(1) Qualora sia adoperata nafta pesante

6 Sistemazione ed installazione del doppio fondo e la parte metallica più bassa della
caldaia non deve essere inferiore a:
• 600 mm, per caldaie cilindriche
6.1 Fondazioni
• 750 mm, per caldaie a tubi d’acqua.
6.1.1 Per il fissaggio delle caldaie e recipienti in pressione b) La distanza minima delle caldaie a tubi verticali dai
alle loro fondazioni, vedere Sez 1, [3.3.1]. Qualora sia doppi fondi non impiegati come deposito di combusti-
necessario, essi devono anche essere fissati alle strutture bile può essere di 200 mm.
adiacenti mediante idonei puntelli o tiranti.
6.2.4 Distanza minima delle caldaie dalle
Qualora sia richiesta l’interposizione di tacchi o spessori fra soffittature
le caldaie e le loro fondazioni, questi tacchi o spessori a) Al di sopra delle caldaie si deve provvedere uno spazio
dovranno essere in ghisa o acciaio. sufficiente per un’adeguata dissipazione di calore.
b) Non è permesso sistemare casse di combustibile in
6.2 Caldaie spazi al di sopra delle caldaie.

6.2.5 Ghiotte
6.2.1 Espansione termica Devono essere sistemate ghiotte in corrispondenza dei bru-
Devono essere previsti dei sistemi per compensare la dilata- ciatori delle caldaie in modo da evitare stillicidi di combu-
zione termica delle caldaie. stibile liquido in sentina.

6.2.6 Superfici calde


6.2.2 Distanza minima delle caldaie dalle paratie
verticali e dalle casse nafta Le superfici calde che possono venire a contatto col perso-
nale durante l’esercizio devono essere opportunamente
a) La distanza fra le caldaie e le paratie verticali non deve riparate o coibentate. Vedere Sez 1, [3.7.1].
essere inferiore alla distanza minima necessaria per
assicurare l’accesso alle strutture adiacenti alla caldaia 6.2.7 Registri sistemati nei fumaioli delle caldaie
per ispezione e manutenzione. Qualora registri vengano installati nei fumaioli, quando
chiusi essi non devono ostruire più di 2/3 della sezione di
b) In aggiunta alla prescrizione in a), la distanza delle cal- passaggio dei gas. Inoltre, essi devono avere dispositivi di
daie dalle casse nafta deve essere tale da impedire che bloccaggio in posizione aperta quando la caldaia è in fun-
la temperatura della parete della cassa si avvicini al zione e di indicatori della loro posizione e grado di aper-
punto di infiammabilità del combustibile in essa conte- tura.
nuto.

c) In ogni caso la distanza fra una caldaia ed una parete 6.3 Recipienti in pressione
verticale non deve essere inferiore a 450 mm.
6.3.1 Dispositivi di sicurezza in sistemazioni
multiple di recipienti in pressione
6.2.3 Distanza minima delle caldaie dai doppi fondi
Qualora due o più recipienti in pressione siano collegati da
a) Qualora i doppi fondi in corrispondenza della caldaia tubolature di dimensioni adeguate disposte in modo che
possano caricare combustibile, la distanza fra il cielo nessuna parte della tubolatura possa essere intercettata,

98 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 3

un’unica valvola di sicurezza ed un unico manometro sono 7.3.2 Pressione di prova


sufficienti per tutti i recipienti. a) Le parti in pressione delle caldaie e dei recipienti in
pressione devono essere sottoposti al loro completa-
6.4 Riscaldatori di olio diatermico mento ad una prova idrostatica alla pressione di prova
pt, come qui sotto definita in funzione della pressione di
6.4.1 In genere le prescrizioni in [6.2] sono applicabili progetto p:
anche ai riscaldatori di olio diatermico. • pt = 1,5 p se p ≤ 4 MPa
• pt = 1,4 p + 0,4 se 4 MPa < p ≤ 25 MPa
7 Prove sui materiali, ispezioni e col-
• Pt = p + 10,4 se p > 25 MPa
laudi del Fabbricante, certificazione
b) La pressione di prova può essere determinata in fun-
zione di una pressione più bassa di p, ma, in tal caso, la
7.1 Prove sui materiali taratura e le caratteristiche delle valvole di sicurezza e
degli altri dispositivi limitatori di pressione devono
7.1.1 Generalità
anche essere determinate e bloccate in funzione di tale
I materiali, compresi quelli per i materiali di apporto per la pressione inferiore.
saldatura, per la costruzione delle caldaie e recipienti in
pressione devono essere certificati dal loro Fabbricante c) Se la temperatura di progetto è superiore a 300 °C, la
secondo le prescrizioni delle specifiche appropriate. pressione pt deve essere determinata con la formula
seguente:
7.1.2 Caldaie, altri generatori di vapore, riscaldatori K 100
per olio diatermico a combustibile liquido e a p t = 1 ,5 ⋅ --------
-⋅p
K
gas di scarico
In aggiunta alle prescrizioni in [7.1.1], le prove sui mate- essendo:
riali che si intendono utilizzare per la costruzione di parti in p : Pressione di progetto, in MPa
pressione di caldaie ed altri generatori di vapore, riscalda- K100 : Sollecitazione ammissibile a 100 °C, in
tori di olio diatermico a combustibile liquido ed a gas di N/mm2
scarico devono essere eseguite alla presenza del Tecnico. K : Sollecitazione ammissibile alla temperatura
7.1.3 Recipienti in pressione e scambiatori di calore di progetto, in N/mm2
di Classe 1 d) Sarà considerata una riduzione della pressione di prova
In aggiunta alle prescrizioni in [7.1.1], le prove sui mate- al di sotto dei valori sopra stabiliti, qualora sia necessa-
riali che si intendono utilizzare per la costruzione di parti in rio evitare una sollecitazione eccessiva. In nessun caso
pressione di recipienti in pressione e scambiatori di calore la sollecitazione generale di membrana deve essere
di Classe 1 devono essere eseguite alla presenza di un Tec- superiore al 90% del carico unitario di snervamento alla
nico. temperatura di prova.
Tale prescrizione può essere derogata a discrezione della e) Gli economizzatori che non possono essere intercettati
Società per piccoli recipienti in pressione costruiti in serie dalla caldaia in alcuna condizione di esercizio, devono
(come per esempio gli accumulatori per il comando delle essere sottoposti a prova idrostatica alle stesse condi-
valvole, bombole, ecc.). zioni delle caldaie.
f) Gli economizzatori che possono essere intercettati dalla
7.2 Ispezioni in fabbrica caldaia devono essere sottoposti a prova idrostatica ad
una pressione determinata in funzione della loro effet-
7.2.1 Caldaie e recipienti in pressione di Classe 1 e tiva pressione di progetto p.
2 costruiti individualmente
La costruzione, sistemazione e collaudo delle caldaie e 7.3.3 Prova idrostatica di accessori di caldaie e
recipienti in pressione di Classe 1 e 2 costruiti individual- recipienti in pressione
mente devono essere sorvegliate dal Tecnico presso il Fab- a) Gli accessori delle caldaie e recipienti in pressione
bricante. devono essere provati ad una pressione pt non inferiore
a 1,5 volte la pressione p del recipiente cui sono colle-
7.2.2 Recipienti in pressione costruiti in serie gati.
La sorveglianza del Tecnico può essere non necessaria per b) La pressione di prova può essere determinata in fun-
recipienti in pressione prodotti in serie che abbiano zione di una pressione inferiore a p, ma in questo caso
un’approvazione di tipo rilasciata dalla Società. la taratura e le caratteristiche delle valvole di sicurezza
e degli altri dispostitivi limitatori di pressione devono
7.3 Prove idrostatiche anche essere determinate e bloccate in funzione di tale
pressione inferiore.
7.3.1 Generalità
Le prove idrostatiche di tutti i recipienti in pressione di 7.3.4 Procedura per le prove idrostatiche
Classe 1, 2 e 3 devono essere eseguite in presenza del Tec- a) La prova idrostatica indicata in [7.3.1] deve essere
nico, ad eccezione di quelle su recipienti costruiti in serie effettuata dopo che tutte le aperture siano state tagliate e
alle condizioni stabilite in [7.2.2]. dopo l’esecuzione di tutte le saldature ed eventuali trat-

Regolamenti RINA 2008 99


Parte C, Cap 1, Sez 3

tamenti termici. Il recipiente da provare deve essere pre- tata di 0,07 MPa. Tuttavia la pressione di prova non
sentato senza coperture, pitture, o altri rivestimenti e la deve essere inferiore a 0,2 MPa. Quando le caratteristi-
pressione deve essere mantenuta per un tempo suffi- che della pompa non sono note, la prova deve essere
ciente affinché il Tecnico possa eseguire un esame com- eseguita a non meno di 0,35 MPa.
pleto.
b) Le prove idrostatiche delle caldaie possono essere ese-
guite o dopo installazione a bordo o presso il Fabbri-
7.4 Certificazione
cante. Se la caldaia è stata provata prima
dell’installazione a bordo, il Tecnico può richiedere, se 7.4.1 Certificazione di caldaie e recipienti in
lo considera necessario, l’esecuzione di una seconda pressione costruiti individualmente
prova a bordo ad una pressione uguale ad almeno 1,1p.
Le caldaie ed i recipienti in pressione di Classe 1 e 2 costru-
Durante tale prova la caldaia può essere rivestita. Tutta-
iti individualmente devono essere certificati dalla Società
via il Tecnico può richiedere che il rivestimento sia
secondo le procedure indicate nella Parte D.
rimosso parzialmente o totalmente in caso di necessità.
c) Per caldaie a tubi d’acqua la prova idrostatica può
7.4.2 Recipienti in pressione costruiti in serie
anche essere eseguita separatamente per le parti diffe-
renti della caldaia al loro completamento e dopo tratta- Piccoli recipienti in pressione di Classe 1 e 2 costruiti in
mento termico. Per i collettori questa prova può essere serie possono essere accettati purché abbiano un’approva-
condotta prima della foratura per i tubi ma dopo la sal- zione di tipo della Società in accordo con le procedure sta-
datura di tutte le appendici ed il trattamento termico. bilite nella Parte A.
Quando tutte le parti della caldaia sono state provate
separatamente, la caldaia deve essere sottoposta al
7.4.3 Recipienti in pressione per cui la
completamento del suo montaggio a bordo ad una
certificazione non è richiesta
prova idrostatica alla pressione di 1,25p.
Il certificato del Fabbricante, comprensivo del rapporto
7.3.5 Prova idrostatica dei condensatori delle ispezioni e prove condotte, deve essere inviato alla
I condensatori devono essere sottoposti a prova idrostatica Società per quei recipienti in pressione per cui la certifica-
alle pressioni di prova seguenti: zione della Società non è richiesta. La Società si riserva il
• Zona vapore: 0,1 MPa diritto di richiedere prove idrostatiche di verifica alla pre-
• Zona acqua: la pressione massima che può sviluppare senza del Tecnico caso per caso, sulla base della criticità e
la pompa quando la valvola di scarico è chiusa aumen- del servizio del recipiente in pressione in questione.

100 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 4

SEZIONE 4 TURBINE A VAPORE

1 Generalità 2 Progetto e costruzione

1.1 Applicabilità
2.1 Materiali
1.1.1 Turbine di propulsione e per servizi essenziali
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a: 2.1.1 Componenti rotanti
a) tutte le turbine di propulsione; a) I rotori, gli alberi e i dischi delle turbine devono essere
b) turbine per servizi ausiliari essenziali per la sicurezza e di acciaio fucinato. Generalmente i fucinati devono
la navigazione o per l’azionamento delle pompe del
avere il carico unitario di rottura per trazione Rm entro i
carico delle navi petroliere.
limiti specificati in Tab 2.
1.1.2 Turbine ausiliarie per generatori elettrici
Le turbine ausiliarie per generatori elettrici in aggiunta alle b) I rotori di piccole turbine possono essere costruiti in
prescrizioni contenute nella presente Sezione devono sod- acciai fusi speciali.
disfare le prescrizioni pertinenti nel Capitolo 2.
c) Le palette delle turbine devono essere di un materiale
resistente alla corrosione.
1.2 Documentazione da inviare
1.2.1 Per le turbine di propulsione e quelle per servizi 2.1.2 Componenti statici
essenziali devono essere inviati i disegni e i dati elencati in
Tab 1. Le casse ed i diaframmi delle turbine devono essere costru-
I disegni elencati devono essere disegni costruttivi completi iti in acciaio fucinato o fuso resistente alle pressioni ed alle
con tutte le dimensioni e devono contenere indicazioni temperature cui sono sottoposti. La ghisa può essere
esaurienti sui materiali impiegati. ammessa per temperature fino a 300 °C.

Tabella 1 : Documenti da inviare

No A/I (1) Documenti e dati


1 I Vista d’insieme della turbina in sezione longitudinale
2 A Rotori e dischi, palette fisse e mobili per ciascuna turbina
3 A Particolari di fissaggio delle palette fisse e mobili
4 A Casse
5 A Schema funzionale dei dispositivi di sicurezza e di regolazione
6 I Specifica generale della turbina, comprendente un manuale d’istruzioni e di funzionamento
7 I Potenza massima e corrispondente velocità di rotazione massima, nonché i valori di pressione e tempera-
tura ad ogni stadio
8 A Specifiche dei materiali delle parti principali, comprendenti le caratteristiche fisiche, chimiche e meccani-
che, i dati relativi alla rottura ed allo scorrimento a caldo quando la temperatura in esercizio è superiore a
400 °C, la resistenza a fatica ed alla corrosione ed i trattamenti termici
9 I Casse di distribuzione
10 A Calcoli di robustezza dei rotori, dischi e palette e calcoli delle vibrazioni delle palette
11 A Qualora i rotori, statori o altri componenti della turbina siano di costruzione saldata, tutti i particolari rela-
tivi al progetto dei giunti saldati, condizioni di saldatura, trattamenti termici e controlli non distruttivi
dopo la saldatura
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2008 101


Parte C, Cap 1, Sez 4

Tabella 2 : Limiti di Rm 2.2.4 Potenza di marcia indietro per la turbina di


propulsione (1/7/2004)
a) La turbina di propulsione deve avere sufficiente potenza
Acciaio Limiti di Rm (N/mm2)
per la marcia indietro. La potenza in marcia indietro è
Acciai al carbonio ed acciai al 400 < Rm < 600 considerata sufficiente se è capace di far raggiungere
carbonio manganese alla turbina, in marcia indietro, almeno il 70% dei giri
nominali in marcia avanti, per un periodo di almeno 15
Acciai legati per rotori 500 < Rm < 800
minuti.
Acciai legati per dischi ed altri 500 < Rm < 1000 b) Per macchinari di propulsione con invertitori, eliche a
fucinati pale orientabili o con un sistema di trasmissione elet-
trica, non si deve verificare un sovraccarico della tur-
2.2 Particolari di progetto e costruzione bina durante la marcia indietro.
c) Durante il funzionamento in marcia indietro, non si
2.2.1 Rotori e statori deve verificare un riscaldamento eccessivo del conden-
a) Tutte le parti delle turbine devono essere prive di difetti satore principale e delle turbine di marcia avanti.
e costruite e sistemate con tolleranze e giochi idonei a
2.2.5 Blocchi
permettere le dilatazioni termiche ed a ridurre al
minimo le deformazioni delle casse e dei rotori in tutte L’ammissione simultanea di vapore alle turbine di marcia
le condizioni di funzionamento. avanti e di marcia indietro deve essere impedita da appositi
dispositivi di blocco. Può essere permessa una breve
b) Particolare cura deve essere rivolta ad impedire l’accu- sovrapposizione dell’apertura contemporanea delle valvole
mularsi di acqua di condensazione nelle casse nello per la marcia avanti e per la marcia indietro durante le
spazio occupato dalle palette. In opportuna posizione manovre.
in basso, ciascuna cassa deve essere munita di adeguati
rubinetti e relativi tubi di spurgo. Tali rubinetti devono 2.2.6 Scarichi dalla turbina (1/7/2005)
essere di facile manovra. a) Allo scopo di dare un avviso di pressione eccessiva al
personale che si trovi in prossimità del lato scarico delle
c) Quando sono impiegati sistemi di tenuta a labirinto, le
turbine a vapore, valvole di allarme (sentinelle) o altri
tubolature adducenti il vapore ai manicotti devono
dispositivi equivalenti devono essere sistemati sul lato
essere sistemate in modo che non possa verificarsi un
scarico di tutte le turbine. Gli scarichi di tali valvole
riversamento di condensa nelle turbine.
devono essere ben visibili e adeguatamente protetti
d) I tubi devono essere collegati agli statori con particolare come necessario.
cura in modo da evitare carichi anormali in esercizio. b) Quando, nelle turbine a vapore ausiliarie, la pressione
e) Devono essere previsti ampi raccordi in corrispondenza del vapore all’ammissione è superiore alla pressione per
dei cambiamenti di sezione dei rotori, dei dischi e delle la quale sono proporzionate le casse lato scarico e le
radici delle palette. I fori nei dischi devono essere ben tubolature di vapore fino alla valvola di scarico ad esse
arrotondati e lisciati. collegate, devono essere sistemati adeguati mezzi per
scaricare l’eccesso di pressione.
2.2.2 Cuscinetti
2.2.7 Prevenzione del ritorno d’acqua nelle turbine
a) I cuscinetti delle turbine devono essere sistemati in a) Valvole di non ritorno, o altri mezzi approvati per impe-
modo che la lubrificazione non venga resa inefficiente a dire il ritorno del vapore e dell’acqua nelle turbine,
causa di un eccessivo riscaldamento dovuto all’alta devono essere sistemati sugli attacchi per gli spillamenti
temperatura delle parti adiacenti. di vapore.
b) Deve essere impedito che gli stillicidi di olio lubrifi- b) Deve essere evitata l’installazione, nelle tubolature di
cante raggiungano parti ad alta temperatura. vapore, di gomiti nei quali si possa accumulare acqua.
c) Un idoneo dispositivo per raffreddare i cuscinetti dopo 2.2.8 Filtri di vapore
che la turbina sia stata fermata potrà essere richiesto a
Efficaci filtri di vapore devono essere sistemati all’ingresso
giudizio dalla Società.
delle turbine di alta pressione di marcia avanti e di marcia
indietro o, in alternativa, all’ingresso del vapore nelle val-
2.2.3 Viratore
vole di manovra.
a) Le turbine di propulsione devono essere dotate di un
viratore per entrambi i sensi di rotazione. Deve essere 2.2.9 Sistemazioni d’emergenza (1/1/2006)
possibile rotare a mano i rotori delle turbine ausiliarie. a) Nelle navi con una sola elica, con apparato motore
costituito da più turbine a vapore, a più stadi, la siste-
b) L’ingranamento del viratore deve essere chiaramente
mazione dell’impianto deve essere tale da garantire la
indicato sul piano di manovra.
sicura navigazione anche quando è richiesto che
c) Deve essere sistemato un dispositivo di blocco che assi- l’ammissione del vapore ad una qualsiasi delle turbine
curi che la turbina principale non possa essere avviata venga intercettata. Ai fini di un tale funzionamento in
quando il viratore è ingranato. emergenza, deve essere possibile inviare il vapore diret-

102 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 4

tamente alla turbina di bassa pressione e scaricare diret- riassunta una condizione di funzionamento stabile.
tamente al condensatore il vapore delle turbine di alta o L’aumento transitorio di velocità conseguente
media pressione. all’improvvisa caduta di carico dal pieno carico a 0 non
b) Devono essere previsti adeguate sistemazioni e deve essere superiore al 10% e deve essere separata con
comandi per assicurare che, per tali condizioni di fun- un margine sufficiente dal valore di taratura del disposi-
zionamento, la pressione e la temperatura del vapore tivo di blocco.
non superino i valori che possono essere sopportati da
2.4.3 Dispositivi di protezione contro le
turbine e condensatore con tutta sicurezza. sovravelocità
c) Le tubolature e le valvole necessarie per tali sistema- a) Le turbine di propulsione e le turbine ausiliarie devono
zioni devono essere prontamente accessibili e adegua- essere dotate di un dispositivo capace di limitare la
tamente marcate. velocità di rotazione a non più del 15% al di sopra della
d) Deve essere eseguita una prova di installazione di tutte velocità massima continuativa. Tale dispositivo deve
le combinazioni di tubolature e di valvole prima delle essere azionato dall’albero della turbina.
prove in navigazione. b) Quando due o più turbine a vapore sono accoppiate
e) La potenza e le velocità ammissibili per il funziona- sulla stessa ruota di un riduttore, la Società potrà accet-
mento senza una delle turbine (tutte le possibili combi- tare la sistemazione di un unico dispositivo di prote-
nazioni) devono essere precisate e informazioni al zione contro le sovravelocità per tutte le turbine
riguardo devono essere disponibili a bordo. accoppiate.
f) Il funzionamento delle turbine in condizioni d'emer- c) Il dispositivo di protezione contro le sovravelocità men-
genza deve essere valutato per la potenziale influenza zionato in a) per le turbine per generatori elettrici deve
sull'allineamento degli alberi e sulle condizioni di anche avere la possibilità di intervento manuale.
carico sui denti degli ingranaggi.
d) Quando il vapore di scarico di impianti ausiliari è con-
g) Le navi classificate per navigazione illimitata con appa- vogliato alla turbina di propulsione, esso deve poter
rato motore a turbina con una sola caldaia principale essere intercettato automaticamente al momento
devono essere dotate di mezzi che assicurino la propul- dell’intervento del dispositivo di protezione contro le
sione d’emergenza in caso di avaria alla caldaia princi- sovravelocità.
pale.
2.4.4 Spostamenti assiali dei rotori
2.3 Fabbricazione saldata Deve essere prevista una valvola per l’intercettazione
rapida automatica dell’alimentazione di vapore nel caso in
2.3.1 Le prescrizioni del costruttore relative alle saldature cui lo spostamento assiale del rotore superi i limiti stabiliti
dei rotori o dei più importanti pezzi fucinati o fusi, quando dal costruttore. Il dispositivo che aziona la valvola deve
permesso, devono essere prontamente identificabili sui essere azionato dall’albero della turbina.
disegni inviati all’approvazione della Società. Le prescri-
zioni relative alla fabbricazione, saldatura, trattamenti ter- 2.4.5 Mandata d’olio d’emergenza
mici, esami, prove e criteri di accettabilità saranno Per la mandata d’olio lubrificante d’emergenza, vedere
considerati caso per caso. Sez 10, [12.5].
Generalmente tutte le saldature devono essere eseguite da
2.4.6 Mancanza di lubrificazione dei
saldatori qualificati secondo procedimenti di saldatura qua-
cuscinetti (1/7/2005)
lificati usando materiale d’apporto approvato.
a) Le turbine di propulsione in marcia avanti devono
essere provviste di una valvola di intercettazione rapida
2.4 Comando e controllo
della mandata di vapore che intervenga automatica-
2.4.1 Generalità (1/7/2006) mente nel caso di riduzione pericolosa della pressione
dell’olio nell’impianto di lubrificazione dei cuscinetti.
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [2.4]. Nel caso di b) La sistemazione deve essere tale da permettere l’ammis-
navi con notazioni di automazione si applicano anche le sione di vapore nella turbina di marcia indietro per arre-
prescrizioni della Parte F, Capitolo 3. stare la nave.
c) Le turbine ausiliarie dotate di regolatori con aziona-
2.4.2 Regolatori di velocità
mento diverso da quello idraulico, nelle quali l'olio di
a) Le turbine di propulsione di navi con eliche a pale lubrificazione è il fluido idraulico stesso, devono essere
orientabili, giunti disaccoppiabili o sistemi di propul- provviste di un dispositivo di allarme e di un mezzo di
sione elettrica dovranno essere dotate di un regolatore intercettazione dell'alimentazione di vapore nel caso di
di velocità aggiuntivo che, in caso di perdita improvvisa un abbassamento della pressione dell'olio nell'impianto
del carico, impedisca ai giri di aumentare fino all’inter- di lubrificazione dei cuscinetti.
vento del dispositivo di blocco di cui in [2.4.3].
b) L’aumento di velocità delle turbine azionanti generatori 2.4.7 Dispositivi di blocco
elettrici, eccetto quelle per propulsione elettrica, deri- a) Devono essere previsti idonei dispostivi ad aziona-
vante da un improvvisa caduta di carico dal carico mento manuale per l’intercettazione della mandata del
totale a 0, non deve superare il 5% una volta che si sia vapore alle turbine principali. Tali dispositivi devono

Regolamenti RINA 2008 103


Parte C, Cap 1, Sez 4

essere sistemati sul piano di manovra e sulla turbina devono essere alimentati da due pompe: una pompa
stessa. principale ed una pompa di riserva. In ogni caso la
b) Il dispositivo di blocco manuale delle turbine ausiliarie pompa di riserva deve essere indipendente. In casi parti-
deve essere sistemato in prossimità del dispositivo di colari la Società, a sua discrezione, potrà accettare
protezione contro le sovravelocità della turbina. come pompa di riserva una pompa manuale.
c) Per dispositivo di blocco manuale si intende un qualsi- g) L’avviamento di una turbina deve essere possibile sola-
asi dispositivo che possa essere azionato manualmente mente quando tutti i dispositivi di intercettazione rapida
indipendentemente dal modo in cui l’azione viene sono pronti a funzionare.
espletata, cioè meccanicamente o mediante l’intervento h) Deve essere previsto un dispositivo di intercettazione
di fonti d’energia esterne. rapida della mandata di vapore alla turbina nel caso di
d) Le valvole d’intercettazione rapide devono essere anche aumento della pressione, o aumento del livello
controllabili manualmente sulla turbina e dal piano di dell’acqua nel condensatore oltre i limiti ammissibili.
manovra.
2.4.8 Tabelle riassuntive (1/7/2006)
e) Il ripristino delle valvole di intercettazione rapida deve Le Tab 3 e Tab 4 riassumono le prescrizioni di comando e
potersi effettuare solamente in corrispondenza della tur- controllo rispettivamente per le turbine di propulsione e le
bina o dal piano di manovra con le valvole di manovra turbine ausiliarie.
in posizione chiusa.
Nota 1: Alcune deroghe al contenuto delle Tab 3 e Tab 4 possono
f) Nel caso in cui le valvole siano azionate da impianti essere accettate dalla Società nel caso di navi con una notazione di
idraulici progettati per interventi automatici, essi navigazione limitata.

Tabella 3 : Turbine di propulsione

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Turbina Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
• Velocità della turbina principale locale
H X
X
• Spostamento assiale della turbina principale X locale X
• Vibrazioni della turbina principale H locale

Olio lubrificante
• Pressione d’alimentazione locale
L X (2)
• Livello della cassa a gravità L (1) locale
(1) Il sensore deve essere sistemato in prossimità del livello normale
(2) Ciò non deve impedire operazioni di marcia indietro per frenature

104 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 4

Tabella 4 : Turbine ausiliarie

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Turbina Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Sovravelocità H locale X
Spostamento del motore X locale X
Vibrazioni H locale
Pressione dell’olio lubrificante all’ingresso L X
Livello dell’olio lubrificante nella cassa a gravità L

3 Sistemazione ed installazione Quando è prevista la sistemazione di una cassa strutturale


in corrispondenza del basamento delle turbine o dei ridut-
tori, deve essere tenuto conto, nell’eseguire l’allineamento,
3.1 Basamenti delle variazioni di temperatura della cassa stessa.

3.1.1 I basamenti dei gruppi turboriduttori devono essere Per le turbine di propulsione, devono essere sistemati stru-
progettati e costruiti in modo che i movimenti dello scafo menti indicatori degli spostamenti assiali dei rotori rispetto
non diano luogo a rilevanti movimenti relativi tra riduttori e alle relative casse e degli scorrimenti delle casse sui piedi
turbine. In ogni caso tali movimenti devono essere assorbiti scorrevoli.
da idonei accoppiatoi o giunti.
3.6 Impianto di circolazione dell’acqua
3.2 Giunzione fra le superfici d’accoppia-
mento 3.6.1 L’impianto di circolazione dell’acqua con eiettori a
depressione deve essere tale da impedire eventuali ingressi
3.2.1 Le flange di accoppiamento delle casse devono for- d’acqua nella turbina di bassa pressione.
mare giunzioni stagne senza la necessità di interposizione
di nessun materiale.
3.7 Pagliolati

3.3 Installazione delle tubolature 3.7.1 I pagliolati ed altre strutture in corrispondenza dei
piedi scorrevoli o di supporti flessibili devono essere siste-
3.3.1 I tubi e i collettori collegati alle casse delle turbine mati in modo da non impedire la dilatazione delle casse
devono essere sistemati in modo da ridurre al minimo le delle turbine.
spinte ed i momenti sulle turbine.

3.8 Drenaggi
3.4 Superfici calde
3.8.1 Le turbine e le tubolature collegate devono essere
3.4.1 Le superficie calde che potrebbero venire a contatto munite di adeguati sistemi per il drenaggio.
con l’equipaggio durante il servizio devono essere opportu-
namente protette o coibentate. Vedere Sez 1, [3.7].
3.9 Strumenti
3.5 Allineamento 3.9.1 Le turbine, sia principali che ausiliarie, devono
essere provviste di ponti e micrometri di tipo idoneo per il
3.5.1 Deve essere curato in modo particolare l’allinea- controllo dell’allineamento dei rotori, degli alberi dei
mento dei gruppi turboriduttori, tenendo conto di tutte le pignoni e delle ruote lente.
cause che possono provocare variazioni di allineamento
dalle condizioni a freddo a quelle di normale funziona- Durante l’installazione tale controllo deve essere effettuato
mento. a soddisfazione del Tecnico.

Regolamenti RINA 2008 105


Parte C, Cap 1, Sez 4

4 Prove sui materiali, ispezioni e col- 4.2.4 Prove idrostatiche


laudi in officina, certificazione a) Le casse degli ugelli e le casse delle turbine devono
essere sottoposte ad una prova idrostatica con pressione
di prova uguale al maggiore tra i seguenti due valori:
4.1 Prove sui materiali
b) 1,5 volte la pressione di esercizio,
4.1.1 Parti da provare c) 1,5 volte la pressione all’atto dell’avviamento,
I materiali impiegati per la costruzione delle parti della tur- d) In nessun caso, tuttavia, la pressione di prova deve
bina elencate in Tab 5 devono essere provati secondo le
essere inferiore a 0,2 N/mm2.
prescrizioni della Parte D.
e) Le casse delle turbine possono, se necessario, essere
Esami magnetoscopici o con liquidi penetranti sono richie- suddivise temporaneamente con diaframmi per poter
sti per le parti elencate in Tab 5 e devono essere effettuati in realizzare i differenti valori di pressione nei vari stadi.
posizioni concordate tra il costruttore ed il Tecnico, nelle
quali l’esperienza indica che difetti sono più probabili. f) Nel caso in cui le prove idrostatiche non risultino effet-
tuabili, il costruttore può presentare all’esame della
Per importanti parti strutturali delle turbine, oltre ai controlli Società proposte alternative per controllare l’integrità
non distruttivi sopra menzionati, può essere richiesto un delle casse delle turbine e l’assenza di difetti nelle
esame dei giunti saldati con un metodo approvato. stesse.
Controlli non distruttivi con metodi approvati possono g) Per i corpi delle valvole d’intercettazione rapida, val-
essere richiesti per qualsiasi parte della turbina quando vi vole di sicurezza, di manovra e di regolazione la pres-
sia ragione di dubitare della sua integrità. sione di prova è pari a 1,5 volte la massima pressione di
esercizio ammissibile della caldaia (pressione di appro-
4.1.2 Turbine ausiliarie speciali vazione). L’efficacia della tenuta delle valvole quando
Nel caso di turbine ausiliarie con temperatura d’ingresso chiuse deve essere provata ad una pressione pari a 1,1
del vapore uguale o inferiore a 250 °C, le prove indicate in volte la pressione d’esercizio.
Tab 5 potranno essere limitate ai materiali dei dischi e degli h) I refrigeranti intermedi e gli scambiatori di calore
alberi. devono essere sottoposti ad una prova idrostatica con
pressione di prova uguale a 1,5 volte la pressione di
4.2 Ispezioni e prove durante la costruzione esercizio.
i) Le tubolature, le valvole e gli altri accessori soggetti a
4.2.1 Ispezioni durante la costruzione pressione devono essere sottoposti ad una prova idrosta-
Le ispezioni e prove seguenti devono essere presenziate dal tica in conformità con le prescrizioni normali per tali
Tecnico durante la costruzione delle turbine menzionate in elementi.
[1.1.1]. Per le prove a bordo vedere Sez 15, [3.5].
4.2.5 Valvole di sicurezza
• Prove sui materiali come richiesto (vedere [4.1]).
Tutte le valvole di sicurezza di cui in [2.4] devono essere
• Fabbricazione saldata (vedere [4.2.2]). provate alla loro pressione di taratura, come specificata dal
costruttore della turbina, in presenza del Tecnico.
• Esami non distruttivi delle palette delle turbine (vedere
[4.2.3]).
4.2.6 Prova di stabilità termica dei rotori
• Prove idrostatiche (vedere [4.2.4]). I rotori fucinati in un sol pezzo, o in più pezzi saldati, di
• Valvole di sicurezza (vedere [4.2.5]). turbine di propulsione in cui la temperatura di esercizio sia
superiore a 400 °C devono essere sottoposti ad una prova di
• Prova di stabilità termica dei rotori (vedere [4.2.6]). stabilità termica. Tale prova deve essere eseguita dopo i trat-
• Bilanciamento dei rotori e prove di sovravelocità tamenti termici e la lavorazione di sgrossatura o ad uno sta-
(vedere [4.2.7] e [4.2.8]). dio successivo di lavorazione secondo una procedura
approvata dalla Società.
• Prove al banco (vedere [4.2.9]).
4.2.7 Bilanciamento dei rotori
4.2.2 Fabbricazione saldata
I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
La fabbricazione saldata e le prove sulle saldature, devono e palettature, devono essere bilanciati dinamicamente con
essere presenziate dal Tecnico per quanto ritenuto necessa- un’apparecchiatura di appropriata sensibilità in relazione
rio dalla Società. alla grandezza del rotore. Normalmente questa prova deve
essere eseguita con la parte primaria di un eventuale giunto
4.2.3 Palette delle turbine elastico.
Quando le palette sono calcolate usando una tensione
ammissibile K > Rm/4, tutte le palette dei rotori delle turbine 4.2.8 Prova di sovravelocità dei rotori
devono essere controllate mediante liquidi penetranti o I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
metodologie equivalenti. e palettature, devono essere sottoposti per almeno 3 minuti

106 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 4

ad una prova di sovravelocità al maggiore dei seguenti La Società può derogare dalla richiesta di detta prova se il
valori: costruttore dimostra con un calcolo diretto, ritenuto idoneo,
• 5% in più della velocità di taratura del dispositivo di che il rotore può sopportare con tutta sicurezza il valore
sovravelocità suddetto di sovravelocità e se viene accertata mediante
• 15% in più della massima velocità di progetto esami non distruttivi l’assenza di difetti nei rotori.

Tabella 5 : Materiali e prove non distruttive

Prove sui materiali Prove non distruttive


(caratteristiche mec-
Componenti della turbina caniche e composi- Esami magnetosco-
Ultrasuoni o esame
zione chimica) pici o liquidi pene-
radiografico
tranti

Parti rotanti (rotori delle turbine, alberi, giunti rigidi tutte tutte a campione
ed elastici, viti per accoppiatoi, ed altre parti solle-
citate dinamicamente, pignoni e ruote di pezzo
con la turbina)
Parti statiche (fusioni e lamiere per casse) tutte a campione come con- -
cordato tra costruttore
e Tecnico
Palette a campione a campione a campione
Tubolature ed accessori relativi come prescritto nella come prescritto nella come prescritto nella
sezione pertinente del sezione pertinente del sezione pertinente del
regolamento regolamento regolamento

4.2.9 Prove al banco parti rotanti e delle palette come elencati in Tab 4 e per le
Quando le turbine sono sottoposte a prove al banco in offi- prove in officina elencate in [4.2.1]. Qualora il costruttore
cina, durante le prove dovrà essere verificato il funziona- abbia un sistema di garanzia della qualità certificato dalla
mento soddisfacente dei dispositivi di comando, controllo e Società, potrà essere concordato un numero minore di ispe-
sicurezza. In ogni caso tale verifica deve essere eseguita zioni e prove presenziate dal Tecnico.
non più tardi della sistemazione della turbina a bordo.
4.3.2 Turbine per le quali non è richiesta la
Le turbine a vapore destinate ad impianti di propulsione
certificazione
devono, in generale, essere sottoposte ad una prova in offi-
cina sotto vapore, senza carico, durante la quale la turbina Per le turbine per le quali non è richiesta la certificazione
deve essere portata, per quanto possibile, fino ai giri di eser- secondo quanto stabilito in [1.1.1], devono essere inviati
cizio. Durante le prove in officina, per tutte le turbine, sia certificati del costruttore con i particolari delle prove ed
principali sia ausiliarie, devono essere tarati i dispositivi di ispezioni eseguite in officina. L’accettazione di queste tur-
sicurezza di sovravelocità. bine è tuttavia subordinata ad una soddisfacente presta-
zione durante le prove in banchina e le prove in mare.
4.3 Certificazione
4.3.3 Turbine con approvazione di tipo
4.3.1 Turbine per le quali è richiesta la Per turbine costruite in serie per le quali è richiesta l’appro-
certificazione vazione di tipo alla Società, le prove ed i collaudi sul proto-
Per le turbine per le quali è richiesta la certificazione tipo devono essere presenziati dal Tecnico come stabilito in
secondo quanto stabilito in [1.1.1], sono richiesti certificati [4.3.1]. Il costruttore e la Società concorderanno caso per
della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1, [4.2.1]) per caso il numero minimo di ispezioni del Tecnico durante le
le prove sui materiali impiegati per la costruzione delle prove di produzione.

Regolamenti RINA 2008 107


Parte C, Cap 1, Sez 5

SEZIONE 5 TURBINE A GAS

1 Generalità 1.2 Definizione di potenza nominale

1.1 Applicabilità 1.2.1 La potenza nominale è la massima potenza costante


che la turbina può sviluppare a velocità costante nel campo
1.1.1 Turbine di propulsione e per servizi essenziali di variazione della temperatura di ingresso dell’aria com-
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a: preso fra 0 °C e 35 °C. Tale potenza deve essere considerata
a) tutte le turbine di propulsione; nell’ipotesi di 0 perdite all’entrata e allo scarico ed un’umi-
b) turbine per servizi ausiliari essenziali per la sicurezza e dità relativa del 60%.
la navigazione.

1.1.2 Turbine per generatori elettrici ausiliari 1.3 Documentazione da inviare


Le turbine ausiliare azionanti generatori elettrici in aggiunta
alle prescrizioni contenute nella presente Sezione devono 1.3.1 I disegni elencati in Tab 1 devono essere inviati per
soddisfare le prescrizioni pertinenti nel Capitolo 2. le turbine di propulsione e quelle per servizi essenziali.

1.1.3 Approvazione di tipo I disegni costruttivi elencati devono essere completi con
Le turbine di propulsione e per servizi essenziali devono tutte le dimensioni e devono contenere indicazioni esau-
essere di un tipo approvato dalla Società. rienti sui tipi di materiali impiegati.

Tabella 1 : Documenti da inviare

N. A/I (1) DOCUMENTO


1 I Vista d’insieme della turbina in sezione longitudinale
2 A Disegni particolareggiati dei rotori, casse, palette, camere di combustione e scambiatori di calore (2)
3 A Specifiche dei materiali delle parti principali, comprese le caratteristiche fisiche, chimiche e meccaniche, i dati
relativi alla rottura ed allo scorrimento a caldo, la resistenza a fatica ed alla corrosione ed i trattamenti termici
(2)
4 A Qualora i rotori, statori o altri componenti della turbina siano di costruzione saldata, tutti i particolari relativi al
progetto dei giunti saldati, procedimenti e sequenze di saldatura, trattamenti termici e controlli non distruttivi
dopo la saldatura (2)
5 I Specifica generale della turbina comprendente un manuale di istruzioni, una descrizione delle strutture e
l’indicazione delle proprietà del combustibile e dell’olio lubrificante da impiegare
6 I Particolari relativi alle condizioni operative, comprese le curve di pressione e temperatura nella turbina e nel
compressore alla potenza nominale ed alle corrispondenti velocità di rotazione, nonché particolari sulle possi-
bili operazioni transitorie al di sopra della potenza normale
7 A Schemi degli impianti per il combustibile, compresi i sistemi di comando e sicurezza, e per l’olio lubrificante
8 A Schema dell’impianto di raffreddamento, se applicabile
9 I Quando possibile, informazioni sulle esperienze operative sul campo di impianti similari
10 I Procedure di manutenzione e di ripristino
11 A Analisi delle tensioni e temperature nelle palette, rotori e camere di combustione (2)
12 A Calcolo del tempo di vita delle parti ad alta temperatura e sottoposte a sollecitazioni particolarmente alte (2)
13 A Analisi delle vibrazioni delle palette e rotori (2)
14 A Particolari dei dispositivi di sicurezza automatici con analisi di guasto ed effetti (2)
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
(2) In alternativa, la Società potrà considerare, caso per caso, di esaminare alcuni gruppi scelti di documenti relativi a parti impor-
tanti o critiche della turbina, nei quali tutti i criteri usati dal Costruttore per la progettazione, costruzione, ispezioni, prove e cri-
teri di accettabilità siano chiaramente descritti, purché il sistema di garanzia di qualità del Costruttore sia approvato e certificato
dalla Società.

108 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 5

2 Progetto e costruzione relativi tubi di spurgo. Tali rubinetti devono essere di


facile manovra.

2.1 Materiali c) Idonei mezzi di protezione devono essere previsti al


fine di evitare che il calore, il rumore o eventuali avarie
2.1.1 Materiali approvati di parti rotanti possano causare danni alle persone. Se
per tale scopo tutta la turbina a gas viene sistemata in
a) I materiali impiegati per le turbine a gas devono soddi- un inviluppo protettivo, lo spazio tra la cassa turbina e
sfare i requisiti imposti dalle condizioni operative dei detto inviluppo deve essere ben ventilato.
vari componenti. Nella scelta dei materiali si deve tener
d) Particolare attenzione deve essere prestata al fatto che i
conto di effetti, quali, per esempio, scorrimento a caldo,
fatica termica, ossidazione e corrosione, ai quali pos- tubi ed i collettori entro le casse delle turbine e dei
compressori siano collegati agli statori in modo da evi-
sono essere sottoposti i componenti durante il loro eser-
tare carichi anormali in esercizio.
cizio. Dovrà essere fornita alla Società la prova che i
materiali impiegati sono adatti al loro impiego detta- e) Devono essere previsti ampi raccordi in corrispondenza
gliando le loro caratteristiche chimiche e meccaniche e dei cambiamenti di sezione dei rotori, dei dischi e delle
i trattamenti termici applicati. Qualora siano usati mate- radici delle palette. I fori nei dischi devono essere ben
riali compositi deve essere descritto il loro metodo di arrotondati e lisciati.
costruzione.
2.3.2 Accessi ed aperture d’ispezione
b) Le palette delle turbine devono essere costruite con
materiali resistenti al calore ed alla corrosione. a) Deve essere assicurato l’accesso alla camera di combu-
stione. Deve essere possibile esaminare i bruciatori o la
camera di combustione senza dover rimuovere il gene-
2.2 Analisi delle tensioni ratore di gas.

2.2.1 Calcoli b) Devono essere previste aperture che permettano l’ispe-


zione del percorso dell’aria nella turbina, senza la
a) Il Costruttore deve inviare i risultati dei calcoli delle ten- necessità di smontaggi, mediante opportuni dispositivi,
sioni in ogni rotore nelle condizioni più severe di eser- per esempio sonde a fibre ottiche o simili.
cizio.

b) Deve anche essere inviata un’analisi a fatica di ogni 2.3.3 Cuscinetti


rotore, tenendo conto delle concentrazioni delle ten- a) I cuscinetti delle turbine devono essere sistemati in
sioni. modo che la lubrificazione non venga resa inefficiente a
causa di un eccessivo riscaldamento dovuto a gas caldi
c) La Società potrà considerare i risultati derivanti da espe-
o all’alta temperatura delle parti adiacenti.
rienze in esercizio di impianti similari in alternativa alle
voci a) e b) di cui sopra. b) Deve essere impedito che il gocciolamento di olio o
combustibile raggiunga parti ad alta temperatura.
I calcoli e le analisi (vedere anche [1.3.1]) devono essere
eseguiti secondo criteri concordati con la Società. Inoltre c) Un idoneo dispositivo per raffreddare i cuscinetti dopo
devono essere inviati dati sulla vita di esercizio di progetto che le turbine sono state fermate deve essere previsto se
e i risultati di prove usati per validare le assunzioni dei cal- è necessario per evitare fenomeni di ricottura dei cusci-
coli. netti stessi.
d) I cuscinetti volventi devono essere identificabili e la loro
2.2.2 Vibrazioni
vita deve essere adeguata allo scopo previsto. Comun-
Il campo delle varie velocità in esercizio non deve dar que tale vita non deve essere inferiore a 40000 ore.
luogo a vibrazioni flessionali inaccettabili o a vibrazioni
che possano influenzare l’intero impianto. Devono essere 2.3.4 Viratore
inviati i calcoli delle velocità critiche ove siano dettagliate
a) Le turbine di propulsione devono essere dotate di un
le assunzioni su cui essi sono basati.
viratore o di un motore d’avviamento. Deve essere pos-
sibile ruotare a mano i rotori delle turbine ausiliarie.
2.3 Particolari di progetto e costruzione b) L’ingranamento del viratore o del motore d’avviamento
deve essere chiaramente indicato sul piano di manovra.
2.3.1 Rotori e statori
c) Deve essere sistemato un dispositivo di blocco che assi-
a) Tutte le parti delle turbine e dei compressori devono curi che la turbina principale non possa essere avviata
essere prive di difetti, costruite e installate con tolle- quando il viratore è ingranato.
ranze e giochi idonei a permettere le dilatazioni termi-
che ed a ridurre al minimo le deformazioni delle casse e 2.3.5 Raffreddamento
dei rotori in tutte le condizioni di funzionamento.
Le turbine ed il sistema di gas di scarico al loro esterno
b) Nella parte bassa di ciascuna cassa, devono essere devono essere opportunamente coibentati o raffreddati per
installati in posizione opportuna adeguati rubinetti e impedire un’eccessiva temperatura delle superfici esterne.

Regolamenti RINA 2008 109


Parte C, Cap 1, Sez 5

2.3.6 Aspirazione d’aria 2.3.11 Marcia indietro


a) Le condotte d’aspirazione d’aria devono essere dotate Per macchinari di propulsione con invertitori, eliche a pale
di dispositivi tali da impedire l’ingresso di corpi estranei orientabili o un sistema di trasmissione elettrica, non si
nella turbina e nel compressore. deve verificare un sovraccarico della turbina durante la
marcia indietro.
b) Devono essere previsti dispositivi atti a controllare che
la salinità dell’aria comburente, sia entro i limiti specifi- 2.3.12 Operazioni in emergenza
cati dal Costruttore.
a) In impianti con più di un’elica e relativa linea d’alberi e
c) Devono essere previsti sistemi di pulizia per rimuovere più di una turbina, l’avaria di una qualsiasi turbina a gas
eventuali depositi dalla turbina e dal compressore. collegata ad una linea d’alberi non deve aver alcun
d) Devono essere previsti dispositivi per impedire la for- effetto sulle operazioni continue ed indipendenti delle
mazione di ghiaccio nelle condotte di aspirazione altre turbine.
dell’aria. b) In impianti con una sola elica e relativa linea d’alberi
azionata da due o più turbine, deve essere assicurato
2.3.7 Sistemazione degli scarichi delle turbine che in caso di avaria ad una turbina, le altre siano
a) La sistemazione dei tubi e condotte di scarico deve capaci di continuare indipendentemente il loro servizio.
essere progettata in modo tale da impedire l’entrata di c) Le navi classificate per navigazione illimitata con una
gas nel compressore. sola elica e relativa linea d’alberi azionata da un’unica
b) Silenziatori o altre sistemazioni equivalenti devono turbina a gas devono essere dotate di un mezzo di pro-
essere previsti sui condotti dei gas di scarico, in modo pulsione d’emergenza alternativo in caso di avaria alla
tale da limitare il rumore nell’aria, misurato ad 1 m di turbina principale.
distanza dalla turbina, a non più di 110 dB(A) in locali
macchine non presidiati e a non più di 90 dB(A) in 2.4 Fabbricazione saldata
locali macchine presidiati.
2.4.1 Le prescrizioni del Costruttore relative alle saldature
2.3.8 Impianti con più di una turbina dei rotori e dei più importanti pezzi fucinati o fusi, quando
Gli impianti con più di una turbina devono avere impianti permesso, devono essere prontamente identificabili dalla
di aspirazione dell’aria e di scarico separati per impedire la Società su disegni inviati all’approvazione.
possibilità di ricircolo dell’aria nelle turbine ferme. Generalmente tutte le saldature devono essere eseguite da
saldatori qualificati secondo procedimenti di saldatura qua-
2.3.9 Combustibile liquido lificati usando materiale d’apporto approvato.
a) Qualora la turbina sia progettata per bruciare combusti-
bili non distillati, deve essere previsto un sistema di 2.5 Comando e controllo
depurazione capace di rimuovere, per quanto possibile
i componenti corrosivi del combustibile o di inibirne gli 2.5.1 Generalità (1/7/2006)
effetti in accordo con la specifica del Costruttore. Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [2.5].
b) Se necessario, devono essere previsti mezzi per rimuo-
vere eventuali depositi derivati dalla combustione del Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
combustibile che potrebbero dar luogo ad effetti corro- anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
sivi o abrasivi.
2.5.2 Regolatori di velocità e dispositivi di
c) Le turbine a gas che bruciano gas evaporati dalle protezione contro le sovravelocità
cisterne di navi gasiere saranno oggetto di considera- a) Le turbine di propulsione che possono operare senza
zione speciale da parte della Società, tenendo conto carico devono essere dotate di un dispositivo capace di
delle prescrizioni in Parte E, Cap 9, Sez 16. limitare la velocità a non più del 10% al di sopra della
velocità massima continuativa.
2.3.10 Dispositivi d’avviamento
b) Le turbine per propulsione di navi con eliche a pale
a) Le turbine a gas devono essere dotate di dispositivi
orientabili, giunti disaccoppiabili o impianti di propul-
capaci di avviarle dalla condizione di fermo.
sione elettrica dovranno essere dotate di un regolatore
b) Deve essere previsto un sistema per eliminare l’accu- di velocità che, in caso di perdita improvvisa del carico,
mulo pericoloso di combustibile liquido o gassoso impedisca ai giri di aumentare fino all’intervento del
all’interno della turbina prima di ogni tentativo di avvia- dispositivo di blocco.
mento o di riavviamento.
c) In aggiunta al regolatore di velocità le turbine per gene-
c) I dispositivi di avviamento devono essere realizzati in ratori elettrici devono essere dotate di un dispositivo
modo tale che se l’accensione non si verifica entro un separato di protezione contro le sovravelocità, con
tempo predeterminato le operazioni di avviamento ven- sistema di intervento manuale, capace di impedire che
gano bloccate e la valvola principale di ammissione del la velocità nominale venga superata per più del 15%.
combustibile si chiuda. d) L’aumento di velocità delle turbine azionanti generatori
d) Il numero minimo di avviamenti deve essere in accordo elettrici, eccetto quelle per propulsione elettrica, deri-
con le prescrizioni in Sez 1, [1.4.4]. vante da un’improvvisa caduta di carico da pieno carico

110 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 5

a 0, non deve superare il 5% una volta che si sia rias- 3 Sistemazione ed installazione
sunta una condizione di funzionamento stabile.
L’aumento transitorio di velocità conseguente
3.1 Basamenti
all’improvvisa caduta di carico da pieno carico a 0 non
deve essere superiore al 10% e deve essere separata con 3.1.1 I basamenti dei gruppi turboriduttori devono essere
un margine sufficiente dal valore di taratura del disposi- progettati e costruiti in modo che i movimenti dello scafo
tivo di blocco. Prescrizioni alternative potranno essere non diano luogo a rilevanti movimenti relativi tra riduttori e
considerate dalla Società caso per caso sulla base del turbine. In ogni caso tali movimenti devono essere assorbiti
progetto e della sistemazione effettiva della turbina. da idonei accoppiatoi o giunti.

2.5.3 Sistemi di controllo


3.2 Giunzione fra le superfici d’accoppia-
I principali parametri operativi (pressioni, temperature, giri mento
al minuto, ecc.) devono essere adeguatamente controllati e
segnalati sul piano di manovra. 3.2.1 Le flange di accoppiamento delle casse devono for-
mare giunzioni stagne senza la necessità di interposizione
2.5.4 Blocchi d’emergenza di materiale.
a) Un dispositivo di blocco d’emergenza a pulsante deve
essere sistemato sul piano di manovra. 3.3 Installazione delle tubolature
b) Qualsiasi dispositivo di blocco previsto per soddisfare la 3.3.1 I tubi ed i collettori collegati alle casse delle turbine
prescrizione di cui sopra, deve essere tale da provocare e dei compressori devono essere sistemati in modo da
l’interruzione dell’alimentazione del combustibile il più ridurre al minimo le spinte ed i momenti. Se manichette
vicino possibile al bruciatore. flessibili vengono adoperate a tale scopo, esse devono sod-
disfare alle prescrizioni in Sez 10, [2.6].
2.5.5 Dispositivi di blocco
a) Il ripristino dei dispositivi di blocco rapido automatici 3.4 Superfici calde
deve poter essere effettuato solamente presso la turbina
3.4.1 Le superficie calde che potrebbero venire a contatto
o dal piano di manovra con la valvola di alimentazione
con l’equipaggio durante l’esercizio devono essere oppor-
del combustibile in posizione chiusa.
tunamente protette o coibentate. Vedere Sez 1, [3.7].
b) Quando il sistema è azionato da un impianto oleodina-
mico previsto per le operazioni automatiche, esso deve 3.5 Allineamento
essere alimentato da due pompe: una pompa princi-
3.5.1
pale ed una pompa di riserva. La pompa di riserva deve
sempre essere indipendente. In casi particolari una a) Deve essere curato in modo particolare l’allineamento
pompa a mano potrà essere accettata come pompa di dei gruppi turboriduttori, tenendo conto di tutte le cause
riserva. che possono provocare variazioni di allineamento dalle
condizioni a freddo a quelle di normale funzionamento.
c) L’avviamento della turbina deve essere possibile sola- b) Quando è prevista la sistemazione di una cassa struttu-
mente quando i dispositivi di blocco rapido sono pronti rale in corrispondenza del basamento delle turbine o
per il funzionamento. dei riduttori, deve essere tenuto conto, nell’eseguire
l’allineamento, delle variazioni di temperatura previste
2.5.6 Controlli automatici della temperatura per la cassa stessa.
Le seguenti funzioni della turbina devono avere un sistema c) Per le turbine di propulsione, devono essere sistemati
di controllo automatico della temperatura tale da mante- strumenti indicatori degli spostamenti assiali dei rotori
nere e stabilizzare le condizioni di esercizio della turbina rispetto alle relative casse e degli scorrimenti delle casse
principale entro il normale campo di applicazione. sui piedi scorrevoli. Gli strumenti indicatori devono
a) Olio lubrificante all’entrata ed all’uscita della turbina. essere sistemati in posizione ben visibile. Tale prescri-
zione non si applica a turbine montate su cuscinetti a
b) Alimentazione del combustibile (o in alternativa con- rulli.
trollo automatico della viscosità del combustibile).
c) Gas di scarico in posizioni specifiche scelte dal Costrut- 3.6 Pagliolati
tore nel percorso dei gas all’interno della turbina.
3.6.1 I pagliolati ed altre strutture in corrispondenza dei
2.5.7 Tabella riassuntiva (1/7/2006) piedi scorrevoli o di supporti flessibili devono essere siste-
mati in modo da non impedire la dilatazione delle casse
La Tab 2 indica le prescrizioni minime relative ai comandi, delle turbine.
controlli e blocchi delle turbine a gas di propulsione ed
ausiliarie.
3.7 Drenaggi
Nota 1: Alcune deroghe al contenuto della Tab 2 possono essere
accettate dalla Società nel caso di navi con una notazione di navi- 3.7.1 Le turbine e le tubolature collegate devono essere
gazione limitata. munite di adeguati sistemi per il drenaggio.

Regolamenti RINA 2008 111


Parte C, Cap 1, Sez 5

Tabella 2 : Turbine di propulsione e turbine ausiliarie

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Turbina Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
• Guasto dell’impianto di comando X
• Guasto dell’avvio automatico X
Controllo meccanico della turbina a gas
• Velocità locale
X
H X
• Spostamento assiale del rotore (Non applicabile a locale
cuscinetti a rotolamento) H X
• Vibrazioni H locale
• Numero di cicli della parte rotante effettuati H
Controllo del generatore di gas
• Arresto della fiamma e guasto dell’accensione X X
• Pressione della mandata del combustibile L locale
• Temperatura della mandata del combustibile H locale
• Temperatura media del fluido di raffreddamento H locale
• Temperatura dei gas di scarico o temperatura del gas locale
in posizioni specifiche nel percorso dei gas. (Allarme
H X
prima del blocco)
• Pressione all’ingresso del compressore (allarme locale
prima del blocco)
L X
Olio lubrificante
• Pressione della mandata alla turbina locale
L X
• Pressione differenziale attraverso il il filtro dell’olio H locale
lubrificante
• Temperatura dei cuscinetti o dell’olio lubrificante H locale
(allo scarico)

112 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 5

3.8 Strumenti c) Stadio C - Esame delle parti principali della turbina.


Una volta ultimato il programma di prova le parti princi-
3.8.1 Le turbine, sia principali che ausiliarie, devono pali della turbina devono essere esaminate.
essere provviste di ponti e micrometri di tipo idoneo per il
Il Costruttore della turbina deve riportare tutti i risultati e le
controllo dell’allineamento dei rotori, degli alberi dei
misurazioni relativi alla turbina provata durante la prova di
pignoni e delle ruote lente, quando necessario.
tipo in un apposito verbale di prova, che dovrà essere
Durante l’installazione a bordo tale controllo deve essere inviato alla Società.
effettuato alla presenza ed a soddisfazione del Tecnico.
4.2.2 Stadio A - Prove preliminari interne (prove di
funzionamento e raccolta dati operativi)
4 Prove sui materiali, ispezioni e col-
a) Nel corso delle suddette prove devono essere eseguite
laudi in officina, certificazione prove di funzionamento della turbina alle prestazioni
ritenute significative dal Costruttore e devono essere
4.1 Prove di tipo - Generalità registrati i relativi parametri di funzionamento.
b) Le suddette prestazioni di prova possono essere scelte
4.1.1 Una volta ultimato il progetto di un nuovo tipo di
tenendo conto di tutti i campi di funzionamento.
turbina da installare a bordo, un prototipo della stessa deve
essere sottoposto alla prova di tipo secondo quanto qui di c) Le prove di funzionamento in condizioni di normale
seguito stabilito. esercizio devono comprendere:
Una prova di tipo effettuata su di un determinato tipo di tur- 1) Prove al 25%, 50%, 75%, 100% della potenza
bina in una qualsiasi officina del Costruttore sarà ritenuta nominale per la quale è richiesta l’approvazione di
valida per tutte le turbine dello stesso tipo costruite dal tipo, eseguite:
Costruttore o da suoi licenziatari. • alla velocità di rotazione corrispondente alla
Le turbine sottoposte alla prova di tipo sono soggette curva nominale (teorica) dell’elica ed a velocità
all’estensione di prova di seguito specificata dando per di rotazione costante, nel caso di turbine di pro-
scontato che: pulsione;
• la turbina sia stata messa a punto come necessario per • a velocità di rotazione costante, nel caso di tur-
le condizioni della prova di tipo; bine per generatori elettrici.

• nel corso delle prove interne preliminari eseguite dal 2) Prove alle prestazioni limite del campo di funziona-
Costruttore siano stati effettuati gli accertamenti e le mento ammissibile della turbina.
misure necessari ad accertare l’affidabilità di funziona- Tali prestazioni limite devono essere stabilite dal
mento della turbina; Costruttore.
• la documentazione di cui in [1.3.1] sia stata esaminata, d) Un programma alternativo di prova potrà essere con-
e, quando richiesto, approvata dalla Società, e siano cordato tra il Costruttore e la Società caso per caso.
stati comunicati alla Società il tipo e l’estensione degli
accertamenti eseguiti durante le prove preliminari effet- 4.2.3 Stadio B - Prove di tipo presenziate dal
Tecnico
tuate prima della messa in produzione della turbina.
Nel corso delle prove di tipo devono essere eseguite, alla
presenza di un Tecnico, le prove elencate qui di seguito e
4.2 Prove di tipo di turbine non ammesse ad deve essere compilato un verbale contenente i risultati delle
una procedura di collaudo semplificata suddette prove che deve essere firmato sia dal Costruttore
sia dal Tecnico.
4.2.1 Generalità
Eventuali modifiche al presente programma di prova
Le turbine, per le quali il Costruttore non può usufruire
devono essere concordate tra il Costruttore e la Società.
della procedura di collaudo alternativa (vedere Parte D,
Cap 1, Sez 1, [3.2]), devono sottostare a prova di tipo pre- a) Prestazioni di prova
senziata dal Tecnico secondo le prescrizioni seguenti. Le prestazioni di prova, che devono essere scelte per la
La prova di tipo è suddivisa nei seguenti 3 stadi: turbina con riferimento al diagramma potenza/velocità
di rotazione sono quelle qui sotto elencate. Alle diverse
a) Stadio A - Prove preliminari eseguite dal Costruttore. prestazioni di prova devono essere misurati ed annotati
Lo stadio A consiste nell’effettuazione di prove di fun- tutti i parametri di funzionamento necessari.
zionamento e nella registrazione dei parametri opera- Il periodo di funzionamento per ciascuna prestazione di
tivi, compreso il numero di ore di funzionamento prova deve essere stabilito in relazione alle caratteristi-
durante le prove interne. I risultati di dette prove devono che della turbina, cioè al tempo necessario per raggiun-
essere presentati al Tecnico in occasione della prova di gere le condizioni di regime, ed al tempo necessario per
tipo. Il Costruttore deve inoltre dichiarare il numero di misurare i parametri necessari per il funzionamento
ore di prova a cui sono stati sottoposti i componenti della turbina.
della turbina che dovranno essere esaminati.
Di norma, per ogni prestazione di prova, il periodo di
b) Stadio B - Prova di tipo. funzionamento deve essere di mezz’ora.
La prova di tipo deve essere effettuata alla presenza di Il periodo di funzionamento alla massima potenza con-
un Tecnico. tinuativa di cui al successivo punto (1) deve essere di 2

Regolamenti RINA 2008 113


Parte C, Cap 1, Sez 5

ore; nel corso di tale periodo devono essere effettuate b) 10 ore complessive ai carichi parziali pari al 25%, 50%,
due serie di letture ad un intervallo minimo di un’ora. 75% e 90% della potenza P;
1) Prova alla massima potenza continuativa P, cioè c) 2 ore a carichi intermittenti;
100% della potenza, 100% della coppia e 100% d) prove di avviamento
della velocità di rotazione.
e) prove del regolatore di velocità, del dispositivo di prote-
2) Prova al massimo valore ammissibile della coppia zione contro le sovravelocità e del dispositivo di allarme
(normalmente 110% del valore nominale T) ed al per avaria all’impianto dell’olio lubrificante;
100% della velocità di rotazione; oppure prova alla
f) prove alla minima velocità di rotazione secondo la
massima potenza ammissibile ed alla corrispon-
curva nominale (teorica) dell’elica, per turbine azio-
dente velocità di rotazione secondo la curva nomi-
nanti eliche a pale fisse, ed alla minima velocità di rota-
nale dell’elica.
zione con un carico al freno nullo, per turbine azionanti
3) Prove a carichi parziali, ad esempio al 75%, al 50% eliche a pale orientabili o per turbine destinate a servizi
ed al 25% della massima potenza continuativa P ed ausiliari;.
alle corrispondenti velocità di rotazione, in accordo Le prove alle diverse prestazioni sopra menzionate devono
con la curva nominale dell’elica. essere combinate in cicli di funzionamento da ripetersi in
b) Prove addizionali successione fino al completamento dell’intera durata della
• Prova alla velocità di rotazione minima in accordo prova entro i limiti indicati.
con la curva nominale dell’elica. In particolare, la prova a pieno carico deve essere effettuata
• Prove di avviamento. al termine di ciascun ciclo.
• Prove del regolatore di velocità. Le prove ai carichi parziali di cui in (b) devono essere ese-
• Prove e taratura dei dispositivi di sicurezza. guite:
• alla velocità di rotazione corrispondente alla curva
4.2.4 Valutazione dei risultati delle prove nominale (teorica) dell’elica ed a velocità di rotazione
I risultati delle prove e degli accertamenti di cui al par. costante, nel caso di turbine di propulsione;
[4.2.3] devono dare esito soddisfacente a giudizio del Tec- • a velocità di rotazione costante, nel caso di turbine
nico. I parametri di funzionamento essenziali che devono destinate ad azionare generatori di corrente elettrica.
essere rilevati durante le prove sono di norma quelli elen-
cati in in [4.3.4]. Per turbine prototipo, la durata ed il relativo programma
della prova di tipo sarà oggetto di particolare considera-
I valori delle temperature e delle pressioni dei fluidi, quali
zione da parte della Società.
fluido di raffreddamento, olio lubrificante, gas di scarico,
ecc. devono mantenersi entro limiti appropriati, a giudizio 4.3.3 Alternative
del Tecnico, alle caratteristiche della turbina provata. Per le turbine per le quali il Costruttore fornisca dati docu-
mentati relativi al soddisfacente comportamento in eserci-
4.2.5 Stadio C - Esame dei componenti della
turbina zio oppure risultati di prove al banco precedentemente
eseguite, la Società può, a suo giudizio, accettare l’esecu-
Appena terminata la prova di tipo di cui in [4.2.3], alcuni
zione di una prova di tipo da concordare di volta in volta e
componenti scelti insieme dal Tecnico e dal Costruttore
da effettuare alla presenza di un Tecnico.
devono essere sottoposti all’esame del Tecnico.
4.3.4 Dati da registrare
4.3 Prove di tipo di turbine ammesse alla Nel corso delle prove di tipo devono essere rilevati ed
procedura di collaudo alternativa annotati almeno i seguenti parametri:
a) temperatura, pressione e umidità dell’aria nella sala
4.3.1 Generalità
prove;
Le turbine, per le quali il Costruttore può usufruire per le
b) temperatura del fluido di raffreddamento all’ingresso
prove e ispezioni della procedura di collaudo semplificata
della turbina
(vedere Parte D, Cap 1, Sez 1, [3.2]), devono sottostare a
prova di tipo presenziata dal Tecnico secondo le prescri- c) caratteristiche del combustibile e dell’olio lubrificante
zioni seguenti. impiegati durante la prova;
La scelta della turbina da provare nella linea di produzione d) velocità di rotazione della turbina;
deve essere concordata col Tecnico. e) potenza al freno;

4.3.2 Prova di tipo f) coppia al freno;


In generale la prova di tipo deve essere eseguita secondo il g) perdite alla mandata ed allo scarico dell’aria;
programma di prova qui sotto specificato, essendo P la h) temperatura e pressione dell’olio lubrificante;
potenza nominale continuativa ed n la velocità di rotazione i) temperatura dei gas di scarico in posizioni scelte dal
corrispondente. Costruttore nel percorso gas all’interno della turbina;
Possibili variazioni di questo programma dovranno essere j) minima portata dell’aria di spurgo e d’avviamento e
concordate tra il Costruttore e la Società: pressione dell’aria d’avviamento necessarie per avviare
a) 6 ore alla massima potenza; la turbina a freddo, se applicabile.

114 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 5

4.3.5 Ispezione delle parti principali della turbina e 4.5.3 Prove idrostatiche
valutazione delle prove
Le casse completate e gli scambiatori di calore devono
Valgono, per quanto applicabile, le indicazioni di cui in
essere assoggettati ad una prova idrostatica ad una pres-
[4.2.4] e [4.2.5].
sione pari a 1,5 volte la massima pressione d’esercizio. Se
con altri mezzi si dimostra che la robustezza della cassa è
4.4 Prove sui materiali sufficiente, una prova di tenuta a 1,1 volte la massima pres-
sione d’esercizio ammissibile potrà essere accettata dalla
4.4.1 I materiali impiegati per la costruzione delle parti
Società. Nel caso in cui la prova idrostatica non possa
della turbina elencati Tab 3 devono essere sottoposti a
essere eseguita, mezzi alternativi per verificare l’integrità
prove secondo le prescrizioni nella Parte D.
della cassa potranno essere concordati tra il Costruttore e la
Esami magnetoscopici o con liquidi penetranti sono richie- Società caso per caso.
sti per le parti elencate in Tab 3 e devono essere effettuati in
posizioni concordate tra il Costruttore ed il Tecnico, nelle
4.5.4 Bilanciamento dei rotori
quali l’esperienza mostra che difetti sono più probabili.
Per importanti parti strutturali delle turbine, oltre ai controlli I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
non distruttivi sopra menzionati, può essere richiesto un e palettature, devono essere bilanciati dinamicamente con
esame dei giunti saldati con un metodi di ispezione ritenuti un’apparecchiatura di appropriata sensibilità in relazione
idonei. alla grandezza del rotore. Normalmente questa prova deve
essere eseguita con la parte primaria di un eventuale giunto
Controlli non distruttivi con metodi approvati possono elastico.
essere richiesti per qualsiasi parte della turbina quando vi
sia ragione di dubitare della sua integrità.
4.5.5 Prova di sovravelocità dei rotori

4.5 Ispezioni e prove durante la costruzione I rotori, finiti di lavorazione e completi di tutti gli accessori
e palettature, devono essere sottoposti per almeno 3 minuti
4.5.1 Ispezioni durante la costruzione ad una prova di sovravelocità al maggiore dei seguenti
Le ispezioni e prove seguenti devono essere presenziate dal valori:
Tecnico durante la costruzione delle turbine menzionate in
[1.1.1]. Per le prove a bordo vedere Sez 15, [3.6]. • 5% in più della velocità di taratura del dispositivo di
sovravelocità
• Prove sui materiali come richiesto (vedere [4.4]).
• Fabbricazione saldata (vedere [4.5.2]). • 15% in più della massima velocità di progetto
• Prove idrostatiche (vedere [4.5.3]).
La Società può derogare dalla richiesta di detta prova se il
• Bilanciamento del rotore e prova di sovravelocità Costruttore dimostra con un calcolo diretto, ritenuto ido-
(vedere [4.5.4], [4.5.5]). neo, che il rotore può sopportare con tutta sicurezza il
• Collaudi d’officina (vedere [4.5.6]). valore suddetto di sovravelocità e se viene accertata
mediante esami non distruttivi l’assenza di difetti nei rotori.
4.5.2 Fabbricazione saldata
La fabbricazione saldata e le prove sulle saldature, devono
4.5.6 Prove d’officina
essere presenziate dal Tecnico per quanto ritenuto necessa-
rio dalla Società. Per le prove in officina vedere [4.2.3] e [4.3.2].

Tabella 3 : Prove sui materiali e prove non distruttive

Prove sui materiali Prove non distruttive


(Caratteristiche mecca-
Componenti della turbina Esami magnetoscopici Ultrasuoni o esame
niche e composizione
chimica) o con liquidi penetranti radiografico
Parti rotanti (rotori dei compressori e turbine, tutte tutte tutte
alberi, giunti rigidi ed elastici, viti per accoppiatoi,
ed altre parti sollecitate dinamicamente, pignoni e
ruote di pezzo con la turbina)
Parti statiche (fusioni per casse con temperatura tutte a campione come con- -
oltre 230 °C e lamiere per casse con temperatura cordato tra Costruttore
oltre 370 °C o pressione oltre 4 MPa) e Tecnico
Palette a campione a campione a campione
Tubolature ed accessori relativi come prescritto nella come prescritto nella come prescritto nella
sezione pertinente del sezione pertinente del sezione pertinente del
regolamento regolamento regolamento

Regolamenti RINA 2008 115


Parte C, Cap 1, Sez 5

4.6 Certificazione che alcune delle prove in officina siano presenziate dal
Tecnico.
4.6.1 Certificato di tipo approvato e sua validità
Una volta conclusi con esito soddisfacente gli accertamenti b) Turbine non ammesse alla procedura di collaudo alter-
e le prove di tipo di cui in [4.2] o [4.3], la Società rilascerà nativa
al Costruttore della turbina un “Certificato di tipo appro-
Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1,
vato” valido per tutte le turbine dello stesso tipo di quella
Sez 1, [4.2.1]) sono richiesti per le prove sui materiali
sottoposta alle prove.
adoperati per la costruzione di parti rotanti e per le
4.6.2 Certificazione delle prove palette elencate in Tab 3 e per le prove d’officina in
[4.5.3] e [4.5.4].
a) Turbine con procedura di collaudo alternativa
Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D, Cap 1, Certificati interni di fabbrica (W) (vedere Parte D, Cap 1,
Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per le parti e le prove indi- Sez 1, [4.2.3]) sono richiesti per le altre voci elencate in
cate in Tab 3 e per le prove elencate in [4.5.1]. Tuttavia, Tab 3 e per le prove descritte in [4.5.2] [4.5.5] e
la Società si riserva il diritto di richiedere caso per caso [4.5.6].

116 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 6

SEZIONE 6 RIDUTTORI ED INVERTITORI AD INGRANAGGI

1 Generalità Ulteriori prescrizioni per ingranaggi sistemati su navi con


una notazione relativa alla navigazione tra i ghiacci sono in
Parte F, Capitolo 9.
1.1 Applicabilità
1.1.1 (1/7/2006) Alcune deviazioni dalle prescrizioni contenute nella pre-
sente Sezione potranno essere considerate dalla Società per
A meno che non sia specificato altrimenti, le prescrizioni ingranaggi sistemati su navi con navigazione limitata.
della presente Sezione si applicano a:
• riduttori e/o invertitori ad ingranaggi per impianti di pro- Calcoli alternativi, basati su norme riconosciute, possono
pulsione che trasmettano una potenza uguale o supe- essere inviati dal Costruttore degli ingranaggi e formare
riore a 220 kW; oggetto di particolare considerazione da parte della
• altri riduttori o moltiplicatori di giri che trasmettano una Società.
potenza uguale o superiore a 110 kW, per macchinari
destinati a servizi ausiliari essenziali.
1.2 Documentazione da inviare
Tutti gli altri riduttori devono essere progettati e costruiti in
accordo alla buona pratica navale e forniti con il relativo 1.2.1 Documenti
Certificato di Fabbrica (vedi Parte D, Cap 1, Sez 1, [4.2.3]).
Le prescrizioni in [2] si applicano solamente ad ingranaggi Prima dell’inizio della costruzione devono essere inviati
cilindrici con profilo ad evolvente a denti diritti o elicoidali alla Società tutti i disegni, specifiche e calcoli elencati in
interni od esterni. Tab 1.

Tabella 1 : Documenti da inviare per riduttori ed invertitori

Tipo di
N. Descrizione del documento (2)
controllo (1)
1 A Disegni costruttivi degli alberi e flange
2 A Disegni costruttivi dei pignoni e delle ruote, compresi:
a) specifiche e particolari della procedura di indurimento:
• caratteristiche meccaniche superficiali e del materiale base
• diagramma della profondità di indurimento in funzione dei valori di durezza,
b) specifiche e particolari delle procedure di finitura:
• metodo di finitura dei fianchi dei denti (fresatura, sbarbatura, lappatura, rettifica, pallinatura),
• rugosità superficiale dei fianchi e dei raccordi di piede dei denti,
• correzioni dei fianchi dei denti (correzione dell’elica, spoglia di testa, spoglia di estremità,
bombatura), se esistenti
• grado di precisione secondo ISO 1328-1 1997
3 A Calcolo di forzamento dei pignoni, ruote, corone dentate e/o mozzi forzati con indicazione delle tol-
leranze minime e massime ammesse
4 A Calcolo della capacità di carico degli ingranaggi
5 A/I (3) Disegni costruttivi delle casse
6 A Schema funzionale dell’impianto di lubrificazione con indicazione di:
• grado dell’olio lubrificante di specifica,
• temperatura dell’olio in esercizio prevista,
• viscosità cinematica dell’olio
7 A Schema funzionale degli impianti di comando, controllo e sicurezza
8 I Sezione trasversale e longitudinale del riduttore/invertitore con indicazione del tipo di frizione
9 I Modulo dei dati necessari per il calcolo degli ingranaggi
(1) A: da inviare per approvazione in quattro copie.
I : da inviare per conoscenza in due copie.
Quando vengono fornite due indicazioni I / A, la prima si applica a componenti fusi e la seconda si applica a componenti sal-
dati.
(2) I disegni costruttivi devono comprendere le specifiche dei materiali impiegati con la composizione chimica, il trattamento ter-
mico, le caratteristiche meccaniche e, quando applicabile, i particolari di saldatura, i procedimenti di saldatura ed i trattamenti
termici di distensione.
(3) “A” per casse saldate, “I” negli altri casi

Regolamenti RINA 2008 117


Parte C, Cap 1, Sez 6

1.2.2 Dati h : Altezza del dente, in mm,


I dati elencati in Tab 2 devono essere inviati insieme ai αFen : Angolo di direzione del carico, relativo alla
documenti elencati in [1.2.1]. direzione di applicazione del carico in corri-
spondenza del punto esterno di contatto della
Tabella 2 : Dati da inviare per i riduttori/invertitori coppia di denti singola dell’ingranaggio a denti
diritti virtuale, in rad,
N. Descrizione dei dati
αn : Angolo di pressione, nella sezione normale, in
1 Tipo di motore azionante l’inganaggio e tipo di mac- corrispondenza del cilindro di riferimento, in
china azionata, nonché tipo di giunto elastico, se esi- rad,
stente
αt : Angolo di pressione, nella sezione trasversale,
2 Potenza massima continuativa trasmessa da ogni in corrispondenza del cilindro di riferimento, in
pignone e corrispondente velocità di rotazione per rad,
tutte le condizioni operative, compreso l’ingranamento
della frizione
αtw : Angolo di pressione, nella sezione trasversale,
in corrispondenza del cilindro primitivo di fun-
3 Moduli dei denti per i pignoni e le ruote zionamento, in rad,
4 Angolo di pressione ed angolo dell’elica β : Angolo dell’elica in corrispondenza del cilindro
5 Profili dei denti dei pignoni e delle ruote compresi il di riferimento, in rad,
diametro di testa ed i raggi di raccordo βb : Angolo dell’elica in corrispondenza del cilindro
6 Interasse di funzionamento base, in rad,
εα : Rapporto di contatto trasversale,
7 Addendum dell’utensile di taglio
εβ : Rapporto di sovrapposizione,
8 Larghezza attiva delle fasce dentate, diametro primitivo
di funzionamento εγ : Rapporto di contatto totale,
ρao : Raggio di arrotondamento di testa dell’utensile,
9 Dati relativi ai cuscinetti:
in mm,
• tipo, caratteristiche e vita di progetto dei cuscinetti
a rotolamento ρF : Raggio di raccordo al piede del dente in corri-
• materiali e giochi dei cuscinetti a strisciamento spondenza della sezione critica, in mm,
• posizione di ogni ingranaggio rispetto ai suoi cusci- hfe : braccio del momento flettente relativo all’appli-
netti cazione del carico in corrispondenza del punto
10 Dati per le vibrazioni torsionali (inerzia e rigidezza) esterno di contatto della coppia di denti sin-
gola, in mm,
2 Progetto degli ingranaggi - Determi- hfp : Dedendum di base della cremagliera di riferi-
mento, in mm,
nazione della capacità di carico
sFn : Spessore del piede del dente misurato secondo
2.1 Simboli, unità, definizioni la corda in corrispondenza della sezione critica,
in mm,
2.1.1 Simboli ed unità (1/1/2001) χB : Fattore di rodaggio (disallineamento dell’ingra-
Il significato dei simboli principali usati nella presente namento),
Sezione è specificato qui di seguito.
Q : Classe di qualità dell’ingranaggio secondo ISO
Altri simboli introdotti in relazione a definizioni o a fattori 1328-1 1997,
d’influenza sono definiti negli articoli appropriati.
HB : Durezza Brinnell
a : Interasse di funzionamento, in mm,
HV : Durezza Vickers
b : Larghezza attiva della fascia o delle fasce den-
R : Minimo valore del carico unitario di rottura a
tate (per ingranaggi a doppia elica, larghezza di
trazione del materiale dell’ingranaggio, in
un’elica), in mm,
N/mm2,
d : Diametro di riferimento, in mm,
RZ(f) : Rugosità media del fianco da cresta a valle, in
da : Diametro di testa, in mm,
mm,
db : Diametro di base, in mm,
RZ(r) : Rugosità media del piede da cresta a valle, in
df : Diametro di piede, in mm mm,
dw : Diametro primitivo di funzionamento, in mm, Ft : Forza tangenziale nominale, in N,
x : Coefficiente di modifica dell’addendum, σF : Sollecitazione a flessione al piede del dente, in
z : Numero di denti, N/mm2,
zn : Numero dei denti virtuale, σFE : Limite di fatica per la tensione di flessione al
n : Velocità di rotazione, giri/min piede del dente, in N/mm2,
U : Rapporto di riduzione, σFP : Sollecitazione a flessione ammissibile al piede
mn : Modulo nella sezione normale, in mm, del dente, in N/mm2,

118 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 6

σH : Sollecitazione di contatto (pressione di Hertz), 2.2 Principi


in N/mm2,
2.2.1
σH,lim : Limite di fatica per la sollecitazione di contatto
a) Le prescrizioni seguenti si applicano agli ingranaggi
(pressione di Hertz), in N/mm2, cilindrici con profilo ad evolvente con denti diritti o eli-
σHP : Sollecitazione di contatto ammissibile (pres- coidali, esterni o interni, e forniscono una metodologia
sione di Hertz), in N/mm2, per calcolare la capacità di carico con riferimento a:

v : Velocità periferica in corrispondenza del dia- • resistenza superficiale (sollecitazione di contatto), e


metro primitivo di funzionamento, in m/s, • resistenza a flessione al piede del dente.
Pedici: Le formule pertinenti sono elencate in [2.4] e [2.5].
• 1 per il pignone, cioè l’ingranaggio con il numero I fattori d’influenza comuni per le suddette formule
minore di denti, sono elencati in [2.3].
• 2 per la ruota. b) Gli ingranaggi per i quali non sono soddisfatte le condi-
zioni di validità di certi fattori o formule saranno
2.1.2 Definizioni geometriche oggetto di considerazione particolare da parte della
Nella verifica della resistenza superficiale, b è la larghezza Società.
comune delle fasce dentate in corrispondenza del diametro c) Altri metodi per la determinazione della capacità di
primitivo di funzionamento. carico saranno oggetto di particolare considerazione da
parte della Società.
Nelle verifiche della resistenza a flessione del dente, b1, b2
sono le larghezze al piede dei rispettivi denti. In ogni caso
b1 e b2 non devono essere assunti maggiori di b per più di
2.3 Fattori d’influenza generali
un modulo (mn) da ciascuna parte.
2.3.1 Generalità
Per ingranaggi interni, z2, a, d2, da2, db2 e dw2 devono essere I fattori d’influenza generali sono definiti in [2.3.2], [2.3.3],
presi negativi. [2.3.4], [2.3.5], [2.3.6] e [2.3.7]. Valori alternativi possono
essere usati purché essi siano stati determinati mediante
z
u = -----2 appropriate misurazioni.
z1

Nota 1: u > 0 per ingranaggi esterni, u < 0 per ingranaggi interni. 2.3.2 Fattore di applicazione del carico KA
Il fattore di applicazione del carico KA tiene conto di sovrac-
tan α
tan α t = ---------------n carichi dinamici dovuti a cause esterne all’ingranaggio.
cos β
I valori di KA sono dati in Tab 3.
z⋅m
d = --------------n
cos β
2.3.3 Fattore di distribuzione del carico Kγ
d b = d ⋅ cos α t Il fattore di distribuzione del carico Kγ tiene conto di una
non uniforme distribuzione del carico per trasmissioni mul-
d b1 + d b2
cos α tw = --------------------- tiple, quali, per esempio, ingranaggi epicicloidali o ingra-
2a naggi in tandem.
tan β b = tan β ⋅ cos α t I valori di Kγ sono dati in Tab 4.

inv α = tan α – α 2.3.4 Fattore dinamico KV (1/1/2001)


Il fattore dinamico KV tiene conto dei carichi dinamici
per ingranaggi esterni:
aggiuntivi interni agenti sui fianchi dei denti dovuti alle
1
--- 1
--- vibrazioni del pignone e della ruota.
2 2 2 2 2 2
0 ,5 ( d a1 – d b 1 ) + 0 ,5 ( d a2 – d b 2 ) – ( a ⋅ sin α tw )
ε α = -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- I valori di KV sono dati in Tab 5. Essi si applicano solamente
π ⋅ m n ⋅ cos α t
---------------------------------- a ingranaggi d’acciaio con corone di grosso spessore aventi:
cos β
Ft
per ingranaggi interni: ---- > 150
b
1 1
--- ---
2 2 2 2 2 2 z1 < 50
0 ,5 ( d a1 – d b 1 ) – 0 ,5 ( d a2 + d b 2 ) – ( a ⋅ sin α tw )
ε α = -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
π ⋅ m n ⋅ cos α t Per ingranaggi che non soddisfino le suddette limitazioni o
----------------------------------
cos β le limitazioni date in Tab 5 il valore di KV dovrà essere
comunicato dal Costruttore degli ingranaggi e formerà
εβ = b ⋅ sin β-
------------------ oggetto di considerazione particolare da parte della
π ⋅ mn
Società.
ε γ = εα + ε β

Regolamenti RINA 2008 119


Parte C, Cap 1, Sez 6

Tabella 3 : Valori di KA Tabella 4 : Valori di Kγ

Tipo d’impianto KA Tipo d’ingranaggio Kγ


Ingranaggi Motori con giunto idraulico 1 Ingranaggi a senza albero di torsione (1) 1,15
principali diesel più fasce
con giunto elastico 1,30 con albero di torsione (1) 1,10
(propulsione)
con altro tipo di giunto 1,50 Ingranaggi con 3 satelliti o meno 1,00
epicicloidali
Turbine 1 con 4 satelliti 1,20
Motori elettrici 1 con 5 satelliti 1,30
Ingranaggi Motori con giunto idraulico 1,00 con 6 o più satelliti 1,40
ausiliari diesel
con giunto elastico 1,20 (1) Un albero di torsione è un albero torsionalmente ela-
stico che migliora la distribuzione dei carichi tra gli
con altro tipo di giunto 1,40
ingranaggi.
Motori elettrici 1,00

Tabella 5 : Valori di KV

Tipo di ingranaggio KV Limitazioni


v⋅z v⋅z
K V2 = 1 + K 1 ⋅ ------------1 ------------1 < 10
Ingranaggi a denti KV = KV2 con: 100 100
diritti
dove K1 ha i valori specificati in Tab 6

v⋅z v ⋅ z1
K V1 = 1 + K 1 ⋅ ------------1 ------------ < 14
Ingranaggi a denti • se εβ≥1: KV = KV1 con: 100 100
elicoidali
dove K1 ha i valori specificati inTab 6

K V = K V2 – ε β ⋅ ( K V2 – K V1 )
• se εβ<1:
dove KV2 è calcolato come se gli ingranaggi fossero a denti
diritti

Tabella 6 : Valori di K1

Grado di precisione ISO (1)


Tipo di ingranaggio 3 4 5 6 7 8
Ingranaggi a denti diritti 0,022 0,030 0,043 0,062 0,092 0,125
Ingranaggi a denti eli- 0,0125 0,0165 0,0230 0,0330 0,0480 0,0700
coidali
(1) Grado di precisione secondo ISO 1328-1 1997. Nel caso di accoppiamento fra ingranaggi con differente grado di precisione,
si deve adoperare il grado corrispondente alla precisione minore.

2.3.5 Fattori di distribuzione del carico sulle fasce superiore a 0,5, sistemati simmetricamente fra i
dentate KHβ e KFβ (1/1/2001) cuscinetti,
a) I fattori di distribuzione del carico sulle fasce dentate, • nessun carico esterno agente sull’albero del
KHβ per le sollecitazioni di contatto e KFβ per le sollecita- pignone.
zioni di flessione al piede del dente, tengono conto K H β = 1 + ( F βy ⋅ C γ ⋅ b ) ⁄ ( 2 ⋅ F m ) per KHβ ≤ 2
degli effetti di una distribuzione di carico non uniforme
lungo la larghezza della fascia. KHβ = 2 ⋅ F βy ⋅ C γ ⋅ b ⁄ F m per KHβ > 2
in cui:
b) I valori di KHβ e di KHb devono essere determinati
Fβy : disallineamento equivalente effettivo dopo il
secondo il metodo C2 dell’ISO 6336-1 e si applicano
rodaggio, in µm;
esclusivamente ad ingranaggi aventi:
Cγ : rigidezza dell’ingranamento, vedi [2.3.7];
• ruote, casse, alberi e cuscinetti di costruzione rigida,
Fm : carico tangenziale trasversale medio in cor-
• pignoni montati su alberi pieni o cavi con rapporto rispondenza del cerchio di riferimento rela-
tra il diametro interno ed il diametro esterno non tivo al calcolo dell’ingranamento,

120 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 6

Fm = Ft ⋅ KA ⋅ KV σH0 : calcolato con la formula seguente:

Nota 1: Per ingranaggi per i quali le condizioni suddette non siano per ingranaggi esterni:
soddisfatte il valore di KHb dovrà essere comunicato dal
Costruttore degli ingranaggi e formerà oggetto di particolare Ft u + 1
σ H0 = Z H Z E Z ε Z β --------
- -------------
considerazione da parte della Società. d1 b u

c) KFβ si ottiene con la formula seguente: per ingranaggi interni:


1
---------------------------------------------
1 + h ⁄ b + ( h ⁄ b)
2
Ft u – 1
K Fβ = K Hβ σ H 0 = Z H Z E Z ε Z β --------
- ------------
d1 b u
essendo b/h il minore tra b1/h1 e b2/h2 ma da assumere
non maggiore di 3. KA : Fattore di applicazione del carico (vedere
[2.3.2]),
Nel caso di spoglie di estremità o bombature: KFβ = KHβ.
Kγ : Fattore di distribuzione del carico (vedere
[2.3.3]),
2.3.6 Fattori di distribuzione trasversale del carico
KHα e KFα KV : Fattore dinamico (vedere [2.3.4]),
I fattori di distribuzione trasversale del carico, KHα per le KHβ : Fattore di distribuzione del carico sulle fasce
sollecitazioni di contatto e KFα per il momento flettente al dentate (vedere [2.3.5]),
piede del dente tengono conto degli errori del profilo e del
KHα : Fattore di distribuzione trasversale del carico
passo sulla distribuzione trasversale dei carichi tra due o
(vedere [2.3.6]),
più coppie di denti ingrananti.
ZB : Fattore d’ingranamento di una coppia singola di
I valori di KHα e KFα sono dati in Tab 7 conforme al Metodo
denti per il pignone (vedere [2.4.4]),
B dell’ISO 6336-1.
ZD : Fattore d’ingranamento di una coppia singola di
2.3.7 Rigidezza dell’ingranamento cγ denti per la ruota (vedere [2.4.4]),

Il valore della rigidezza dell’ingranamento cγ sarà comuni- ZH : Fattore di zona (vedere [2.4.5]),
cata dal Costruttore degli ingranaggi e formerà oggetto di ZE : Fattore di elasticità (vedere [2.4.6]),
particolare considerazione da parte della Società. In alter-
nativa si assumerà: Zε : Fattore del rapporto di contatto (vedere [2.4.7]),
Zβ : Fattore dell’angolo dell’elica (vedere [2.4.8]).
C γ = 20 N ⁄ ( mm ⋅ µm )

2.4.3 Sollecitazione di contatto ammissibile σHP


2.4 Verifica della resistenza superficiale La sollecitazione di contatto ammissibile σHP deve essere
determinata separatamente per il pignone e per la ruota con
2.4.1 Generalità la formula seguente:
Il criterio di verifica per la resistenza superficiale si basa σ H ,lim
sulla sollecitazione di contatto (pressione di Hertz) nel σ H P = ------------
- ZL ZV ZR ZW ZX
SH
punto di contatto sui cilindri primitivi di funzionamento o
al punto interno di contatto di una singola coppia di denti. essendo:
La sollecitazione di contatto σH non deve essere superiore ZL : Fattore di lubrificazione (vedere [2.4.9]),
alla sollecitazione di contatto ammissibile σHP.
ZV : Fattore di velocità (vedere [2.4.9]),

2.4.2 Sollecitazione di contatto σH ZR : Fattore di rugosità (vedere [2.4.9]),

La sollecitazione di contatto σH si determina come segue. ZW : Fattore del rapporto tra le durezze (vedere
[2.4.10]),
• per il pignone
ZX : Fattore di dimensione per la sollecitazione di
σ H = Z B σ H0 K A K γ K V K Hβ K Hα contatto (vedere [2.4.11]),
ZN : Fattore di durata per la sollecitazione di con-
• per la ruota
tatto, assunto uguale a ZNT secondo il metodo B
dell’ISO 6336-2, o assunto uguale a 1
σ H = Z D σ H0 K A K γ K V K Hβ K Hα
SH : Coefficiente di sicurezza per la sollecitazione di
essendo: contatto (vedere [2.4.12]).

Regolamenti RINA 2008 121


Parte C, Cap 1, Sez 6

Tabella 7 : Valori di KHα e KFα (1/1/2001)

Rapporto totale di con- Limitazioni


Fattori di distribuzione trasversale del carico KHα e KFα
tatto εγ

ε c γ ⋅ b ⋅ ( f pb – y α )⎞ K Hα = K Fα ≥ 1 (1)
K Hα = K Fα = ----γ ⋅ ⎛ 0 ,9 + 0 ,4 ⋅ ---------------------------------------
εγ ≤ 2 2 ⎝ F tH ⎠
εγ
K Hα ≤ --------------
-
2
εα ⋅ Zε (2)

εγ
K Fα ≤ --------------
-
εα ⋅ Y ε (3)

2⋅ ( ε γ – 1 ) c γ ⋅ b ⋅ ( f p b – y α )
εγ > 2 K Hα = K Fα = 0 ,9 + 0 ,4 ⋅ -------------------------
- ⋅ ---------------------------------------
εγ F tH

essendo:
cγ : Rigidezza dell’ingranamento, come definita in [2.3.7]
fpb : Massima deviazione del passo base della ruota, in µm (4)
yα : Tolleranza di rodaggio, in µm:
FtH : determinante del carico tangenziale in un piano trasversale,
F tH = F t ⋅ K A ⋅ K V ⋅ K Hβ

(1) Quando KHα=KFα<1, si assume KHα=KFα=1.


(2) Quando KHα>εγ/(εα.Z2ε), si assume KHα=εγ/(εα.Zε2).
(3) Quando KFα>εγ/(εα.Yε), si assume KFα=εγ/(εα.Yε).
(4) Nel caso di correzione del profilo ottimizzata, fpb deve essere sostituito da fpb/2.

2.4.4 Fattori di ingranamento di una coppia singola • quando εβ<1, ZB e ZD devono essere determinati con
di denti ZB e ZD interpolazione lineare fra:
I fattori di ingranamento di una coppia singola di denti ZB • ZB e ZD per ingranaggi a denti diritti, e
per il pignone e ZD per la ruota tengono conto • ZB e ZD per ingranaggi elicoidali con εβ≥1,
dell’influenza sulla sollecitazione di contatto della curva-
quindi:
tura del fianco del dente nel punto interno di contatto di
una coppia singola di denti in relazione con ZH. Questi fat- • Z B = M 1 – ε β( M 1 – 1 ) e ZB ≥ 1
tori trasformano la sollecitazione di contatto determinata • Z D = M 2 – ε β( M 2 – 1 ) e ZD ≥ 1
nel punto di contatto sui cilindri primitivi di funzionamento
nella sollecitazione di contatto al punto interno del contatto 2.4.5 Fattore di zona ZH
di una coppia singola tenendo in considerazione la curva-
Il fattore di zona ZH tiene conto dell’influenza sulla pres-
tura del fianco del dente.
sione di Hertz della curvatura del fianco del dente nel
ZB e ZD si determinano come segue: punto di contatto sui cilindri primitivi di funzionamento e
trasforma la forza tangenziale sul cilindro di riferimento
a) per ingranaggi a denti diritti (εβ=0): nella forza normale al fianco del dente nel suddetto punto
di contatto.
• Il maggiore fra ZB = M1 e 1, essendo:
ZH si determina come segue:
tan α tw
M 1 = ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
- 2 cos β b cos α tw
2 ZH = ------------------------------------
-
d a1⎞
⎛ ------ 2π ⎛ d a2⎞ 2 2π cos2 α t ⋅ sin α tw
- – 1 – ------- ⋅ ------- – 1 – ( ε α – 1 ) -------
⎝ d b1⎠ z1 ⎝ d b2⎠ z2
2.4.6 Fattore di elasticità ZE
• Il maggiore fra ZD = M2 e 1, essendo: Il fattore di elasticità ZE tiene conto dell’influenza delle
caratteristiche del materiale metallico (modulo di elasticità
tan α tw longitudinale E e coefficiente di Poisson ν) sulla pressione
M 2 = ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
-
di Hertz.
d a2⎞ 2
⎛ ------ 2π ⎛ d a1⎞ 2 2π
- – 1 – ------- ⋅ ------- – 1 – ( ε α – 1 ) -------
⎝ d b2⎠ z2 ⎝ d b 1⎠ z1 Per ingranaggi in acciaio, ZE = 189,8 N1/2/mm.

2.4.7 Fattore del rapporto di contatto Ze


b) per ingranaggi elicoidali:
Il fattore del rapporto di contatto Zε tiene conto
• quando εβ≥1, ZB = ZD = 1. dell’influenza del rapporto di contatto trasversale e del rap-

122 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 6

porto di sovrapposizione sul carico specifico sulla superfi- C ZV = 0 ,85


cie dell’ingranaggio.
• per 850 N/mm2 ≤ σH,lim ≤ 1200 N/mm2
Zε si determina come segue:
σ H ,lim
a) per ingranaggi a denti diritti: - + 0 ,6557
C ZV = ------------
4375

Zε =
4–ε
-------------α-
• per σH,lim > 1200 N/mm2
3
C ZV = 0 ,93
b) per ingranaggi elicoidali:
c) Fattore di rugosità ZR
• per εβ<1
3 CZR
Z R = ⎛ --------------⎞
4–ε ε ⎝ R Z10 ( f )⎠
Z ε = -------------α- ( 1 – ε β ) + ----β-
3 εα
essendo:
• per εβ≥1 RZ10(f) : Rugosità media relativa cresta-valle di una
1 coppia d’ingranaggi
Z ε = -----
εα
3 10
R Z10(f) = R Z(f) --------
ρ r ed
2.4.8 Fattore dell’angolo dell’elica Zβ
Il fattore dell’angolo dell’elica Zβ tiene conto dell’influenza RZ(f) : Rugosità media cresta-valle di una coppia
dell’angolo dell’elica sulla resistenza superficiale dei denti, d’ingranaggi,
considerando l’influenza di variabili quali la distribuzione
del carico lungo le linee di contatto. R Z ( f )1 + R Z ( f )2
R Z ( f ) = ------------------------------
-
2
Zβ si determina come segue:
ρred : Raggio relativo di curvatura, uguale a:
Zβ = cos β ρ1 ⋅ ρ 2
ρ red = ----------------
-
ρ 1 + ρ2
2.4.9 Fattori di lubrificazione ZL, di velocità ZV e di
rugosità ZR con:
Il fattore di lubrificazione ZL tiene conto dell’influenza del ρ 1 = 0 ,5 ⋅ d b1 ⋅ tan α tw
tipo di lubrificante e della sua viscosità, il coefficiente di ρ 2 = 0 ,5 ⋅ d b2 ⋅ tan α tw
velocità ZV tiene conto dell’influenza della velocità in corri-
spondenza del punto di contatto sui cilindri primitivi di fun- db deve essere assunto negativo per ruote a
zionamento, ed il fattore di rugosità ZR tiene conto dentatura interna,
dell’influenza della rugosità della superficie sulla resistenza CZR : Coefficiente che assume i valori seguenti:
superficiale dei denti. • per σH,lim < 850 N/mm2
Questi fattori si determinano come segue: C ZR = 0 ,15
a) Fattore di lubrificazione ZL • per 850 N/mm2 ≤ σH,lim ≤ 1200 N/mm2
4 ⋅ ( 1 ,0 – C ZL ) σ H ,lim
Z L = C ZL + ----------------------------------
- C ZR = 0 ,32 – ------------
-
⎛ 1 ,2 + ---------134⎞ 2 5000
-
⎝ ν 40 ⎠
• per σH,lim > 1200 N/mm2
essendo:
C ZR = 0 ,08
ν40 : la viscosità cinematica nominale dell’olio a
40°C, mm2/s 2.4.10 Fattore del rapporto tra le durezze ZW
CZL : • per σH,lim < 850 N/mm2 (1/1/2001)
Il fattore del rapporto tra le durezze ZW tiene conto
CZL = 0,83
dell’aumento della resistenza superficiale nel caso di una
• per 850 N/mm2 ≤ σH,lim ≤ 1200 N/mm2 ruota non indurita superficialmente che ingrani con un
σ H ,lim pignone indurito superficialmente o di materiale di durezza
- + 0 ,6357
C ZL = ------------
4375 significativamente superiore (≥200 HV) che abbia una
superficie del dente levigata (RZ(f) ≤ 6 µm). In questo caso,
• per σH,lim > 1200 N/mm2
ZW si applica solo alla ruota non indurita e si determina
C ZL = 0 ,91 come segue:
b) Fattore di velocità ZV • per HB < 130
2 ⋅ ( 1 ,0 – C ZV ) Z W = 1 ,2
Z V = C ZV + -----------------------------------
-
0 ,8 + ------
32 • per 130 ≤ ΗΒ ≤ 470
v
HB – 130
Z W = 1 ,2 – ------------------------
essendo: 1700
• per σH,lim < 850 N/mm2 • per ΗΒ > 470

Regolamenti RINA 2008 123


Parte C, Cap 1, Sez 6

Z W = 1 ,0 2.5 Verifica della resistenza a flessione del


dente
essendo HB la durezza Brinell della ruota non indurita.
2.5.1 Generalità
2.4.11 Fattore di dimensione ZX Il criterio per la verifica della resistenza a flessione del
dente si basa sulla determinazione della tensione di tra-
Il fattore di dimensione ZX tiene conto dell’influenza delle
zione locale al piede del dente nella direzione dell’altezza
dimensioni del dente sulla sollecitazione di contatto
del dente stesso.
ammissibile e riflette la non-omogeneità delle caratteristi-
che del materiale. La sollecitazione a flessione al piede del dente σF non deve
essere superiore alla sollecitazione a flessione ammissibile
ZX si determina come segue: al piede del dente σFP.
• per acciai bonificati, ZX = 1,
2.5.2 Sollecitazione a flessione al piede del dente σF
• per acciai nitrurati o carbonitrurati: (1/1/2001)
ZX = 1,08 - 0,011 mn, con 0,75 ≤ ΖX ≤ 1, La sollecitazione a flessione al piede del dente σF si deter-
mina come segue:
• per acciai cementati:
Ft
σ F = --------------
-⋅Y ⋅Y ⋅Y ⋅K ⋅K ⋅K ⋅K ⋅K
ZX = 1,05 - 0,005 mn, con 0,9 ≤ ΖX ≤ 1 b ⋅ m n F S β A γ V Fβ Fα
essendo:
2.4.12 Coefficiente di sicurezza per le sollecitazioni
di contatto SH YF : Fattore di forma del dente (vedere [2.5.4]),

I valori da adottare per il coefficiente di sicurezza per le sol- YS : Fattore di correzione delle sollecitazioni (vedere
lecitazioni di contatto SH sono indicati in Tab 8. [2.5.5]),
Yβ : Fattore dell’angolo dell’elica (vedere [2.5.6]),
2.4.13 Limite di fatica per le sollecitazioni di contatto KA : Fattore di applicazione del carico (vedere
σH,lim [2.3.2]),
Il limite di fatica per le sollecitazioni di contatto σH,lim è il Kγ : Fattore di distribuzione del carico (vedere
limite al quale ripetute sollecitazioni di contatto possono [2.3.3]),
essere permanentemente sopportate. KV : Fattore dinamico (vedere [2.3.4]),
I valori da adottare per σH,lim sono dati in Tab 9 in relazione KFβ : Fattore di distribuzione del carico sulle fasce
al tipo di acciaio impiegato ed al trattamento termico ese- dentate (vedere [2.3.5]),
guito, a meno che non siano altrimenti documentati KFα : Fattore di distribuzione trasversale del carico
secondo normative riconosciute. (vedere [2.3.6]).

2.5.3 Sollecitazione a flessione ammissibile al


Tabella 8 : Valori del coeficiente di sicurezza per le piede del dente σFP
sollecitazioni di contatto SH
La sollecitazione a flessione ammissibile al piede del dente
σFP deve essere determinata separatamente per il pignone e
Tipo di installazione SH la ruota usando la formula seguente:
Ingranaggi princi- macchina singola 1,25 σ FE Y d Y
pali (propulsione) σ FP = --------------------N- Y δrelT Y RrelT Y X
SF
macchina in doppio 1,20
essendo:
Ingranaggi ausiliari 1,15
σFE : Limite di fatica per la sollecitazione a flessione
al piede del dente (vedere [2.5.7])
Tabella 9 : Valori dei limiti a fatica per la sollecita- Yd : Fattore di progetto (vedere [2.5.8]),
zione di contatto σH,lim (1/1/2001) YN : Fattore di durata per la tensione di flessione
(vedere [2.5.9]),
σH,lim YδrelT : Fattore relativo di sensibilità all’intaglio (vedere
Tipo dell’acciaio e trattamento termico
in N/mm2 [2.5.10]),
Acciai al carbonio bonificati 0,26 R + 350 YRrelT : Fattore superficiale relativo (vedere [2.5.11]),
YX : Fattore di dimensione (vedere [2.5.12]),
Acciai legati bonificati 0,42 R + 330
SF : Coefficiente di sicurezza per la sollecitazione a
Acciai legati cementati 1500 flessione al piede del dente (vedere [2.5.13]).
Nitrurati (acciai da nitrurazione) 1250
2.5.4 Fattore di forma del dente YF (1/1/2001)
Nitrurati o induriti ad induzione (altri 1000 Il fattore di forma del dente YF tiene conto dell’effetto della
acciai) forma del dente sulla sollecitazione nominale a flessione

124 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 6

assumendo il carico applicato in corrispondenza del punto tenendo conto dell’inclinazione delle linee d’ingrana-
esterno di contatto della singola coppia di denti. mento.
Nel caso di dentature elicoidali, i fattori di forma devono Yβ si determina come segue:
essere determinati nella sezione normale, cioè per l’ingra-
naggio a denti diritti virtuale con un numero virtuale zn di
• per εβ ≤ 1, Yβ = 1−0,477.εβ β,
denti.
• per εβ > 1, Yβ = 1−0,477 β
YF deve essere determinato separatamente per il pignone e
per la ruota usando la formula seguente: Se β > 0,52 rad, nelle formule di cui sopra deve essere
sostituito a β il valore di β = 0,52 rad.
h Fe
6 ⋅ ------ - ⋅ cos α Fen
mn 2.5.7 Limite di fatica per la sollecitazione a
Y F = --------------------------------------
-
s Fn ⎞ 2
⎛ ------ flessione al piede del dente σFE
- ⋅ cos α n
⎝ m n⎠
Il limite di fatica per la sollecitazione a flessione al piede
essendo hFE, αFen e sFn illustrati in Fig 1. del dente σFE è la sollecitazione locale a flessione al piede
del dente che può essere sopportata permanentemente.
I parametri richiesti per il calcolo di YF devono essere deter-
minati secondo il Metodo B dell’ISO 6336-3. I valori da adottare per σFE sono dati in Tab 10 in relazione
al tipo di acciaio impiegato, a meno che non vengano adot-
2.5.5 Fattore di correzione delle sollecitazioni YS tati i valori documentati secondo normative riconosciute.
Il fattore di correzione delle sollecitazioni YS è usato per
2.5.8 Fattore di progetto Yd (1/1/2001)
convertire la sollecitazione a flessione nominale nella solle-
citazione locale al piede del dente, assumendo il carico Il fattore di progetto Yd tiene conto dell’influenza delle
applicato in corrispondenza dal punto esterno di contatto inversioni di carico e delle sollecitazioni dovute all’accop-
della coppia singola di denti. Esso tiene conto piamento forzato sulla resistenza a flessione al piede del
dell’influenza di: dente.
• momento flettente, Yd si determina come segue:
• prossimità del punto di applicazione del carico alla Y d = Y dr ⋅ Y ds
sezione critica.
• per ingranaggi con occasionali inversioni di moto a
YS si determina come segue: basso carico, come per esempio la ruota principale
degli invertitori, Ydr = 0,9
⎛ --------------------------------------
1 ⎞
Y S = ( 1 ,2 + 0 ,13L ) ⋅ q s⎝ 1 ,21 + ( 2 ,3 ⁄ L ) ⎠ • per ruote oziose, Ydr = 0,7
essendo: • per pignoni e corone di ruote forzati:
s Fn σ
• L = ------
- Y ds = 1 – ------t-
h Fe σ FE

sFne hFe sono ottenute da [2.5.4], essendo:


• il parametro d’intaglio qS definito in [2.5.10] è assunto σt : tensione tangenziale indotta dal forzamento
variabile nel campo 1≤qs<8. in corrispondenza del piede del dente
• negli altri casi, Yds = 1.
Figura 1 : Elementi geometrici del dente (1/1/2001)
Tabella 10 : Valori della sollecitazione a flessione a
fatica ammissibile σFE al piede del dente (1/1/2001)

Tipo di acciaio σFE, in N/mm2


Acciai al carbonio bonificati 0,17 R + 300 (1)
Acciai legati bonificati 0,22 R + 340 (1)
Acciai induriti in superficie mediante 0,66 HV + 270
fiamma o induzione
circonferenza
di base Acciai da nitrurazione induriti in 740
superficie mediante gas nitrurati
Acciai induriti in superficie 640 (1)
mediante nitrurazione a bagno o a
gas

2.5.6 Fattore dell’angolo dell’elica Yβ Acciai cementati 840 (1)


Il fattore dell’angolo dell’elica Yβ converte la sollecitazione (1) In caso di pallinatura del piede del dente il valore indi-
al piede del dente di un ingranaggio virtuale a denti diritti cato può essere aumentato fino al 20% per acciai
in quella del corrispondente ingranaggio elicoidale, cementati e fino al 10% per acciai bonificati.

Regolamenti RINA 2008 125


Parte C, Cap 1, Sez 6

2.5.9 Fattore di durata per la sollecitazione a 3 Progetto e costruzione - esclusa la


flessione YN
capacità di carico dei denti
Il fattore di durata per la sollecitazione a flessione YN tiene
conto di sollecitazioni a flessione al piede del dente ammis- 3.1 Materiali
sibili più alte nel caso in cui sia richiesta una vita (numero
di cicli) limitata. 3.1.1 Generalità
YN si assume uguale a YNT secondo il metodo B ISO 6336-3 a) I materiali fucinati, laminati e fusi per la costruzione di
oppure si assume come segue: alberi, accoppiatoi, pignoni e ruote devono soddisfare
le prescrizioni della Parte D.
• per ingranaggi progettati per marcia avanti, YN = 1,
b) Materiali diversi dall’acciaio saranno oggetto di consi-
• per ingranaggi progettati solamente per marcia indietro, derazione particolare da parte della Società.
YN = 1,25,
3.1.2 Acciai per pignoni e corone delle ruote
• per altri servizi intermittenti, YN sarà oggetto di partico-
lare considerazione da parte della Società. a) Gli acciai per pignoni e ruote devono essere scelti
tenendo conto della loro compatibilità in esercizio. In
particolare, nelle coppie pignone/ruota in acciaio boni-
2.5.10 Fattore di sensibilità all’intaglio relatvo Yδrel T
ficato la durezza dei denti del pignone deve essere
Il fattore relativo di sensibilità all’intaglio Yδrel T indica di superiore a quella dei denti della ruota corrispondente.
quanto la sollecitazione concentrata teorica superi i limiti A tale scopo il minimo carico unitario di rottura per tra-
della sollecitazione a fatica. zione del materiale del pignone deve essere più alto di
almeno il 15% di quello del materiale della ruota.
Yδrel T si determina come segue:
b) Il minimo carico unitario di rottura a trazione del mate-
• per valori dei parametri d’intaglio compresi nel campo riale base degli ingranaggi non deve essere inferiore a:
1,5 <qs < 4, Yδrel T = 1,
• 750 N/mm2 nel caso di denti cementati,
• per valori dei parametri d’intaglio al di fuori del campo • 800 N/mm2 nel caso di denti induriti per induzione
di cui sopra, Yδrel T sarà oggetto di considerazione parti- o denti nitrurati.
colare da parte della Società.
Tabella 11 : Valore del fattore superficiale
Il parametro d’intaglio qs è definito come segue: relativo YRrelT

s Fn Tipo di acciaio RZ(r) < 1 1 ≤ RZ(r) ≤ 40


q s = ------------
-
2 ⋅ ρF
Acciai normalizzati 1,070 5,3 - 4,2 (RZ(r)+1)0,01
essendo sFn e ρF dati in [2.5.4]. Acciai cementati e acciai 1,120 1,675 - 0,53
bonificati (RZ(r)+1)0,1
2.5.11 Fattore superficiale relativo YRrel T
Acciai nitrurati 1,025 4,3 - 3,26 (RZ(r)+1)0,005
Il fattore superficiale relativo YR rel T tiene conto della dipen-
denza della sollecitazione a flessione al piede del dente
Tabella 12 : Valore del fattore di forma YX (1/1/2001)
dalle condizioni della superficie del raccordo del piede del
dente (rugosità).
Tipo d’acciaio Modulo normale Valore di YX
I valori da adottare per YR rel T sono dati in Tab 11 in fun- Tutti i tipi di acciaio mn ≤ 5 1
zione del tipo di acciaio impiegato. Essi sono validi sola-
Acciai normalizzati 5 < mn < 30 1,03 - 0,006 mn
mente quando non sono presenti scalfitture o simili difetti
Acciai bonificati mn ≥ 30 0,85
aventi profondità maggiori di 2RZ(r).
Acciai induriti super- 5 < mn < 25 1,05 - 0,01 mn
2.5.12 Fattore di dimensione YX ficialmente
mn ≥ 25 0,80
Il fattore di dimensione YX tiene conto della riduzione di
resistenza con l’aumento delle dimensioni.
Tabella 13 : Valori dei coefficienti di sicurezza per la
I valori da adottare per YX sono dati in Tab 12 in relazione tensione di flessione al piede del dente SF
al tipo di acciaio impiegato ed al valore del modulo nor-
male mn.
Tipo d’installazione SF
2.5.13 Coefficiente di sicurezza per la tensione di Ingranaggi principali macchine singole 1,55
flessione al piede del dente SF (propulsione) macchine in doppio 1,4
I valori da adottare per il coefficiente di sicurezza per la
Ingranaggi ausiliari macchine singole 1,4
tensione di flessione al piede del dente SF sono dati in
Tab 13. macchine in doppio 1,3

126 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 6

3.2 Denti Tabella 14 : Caratteristiche degli strati induriti degli


ingranaggi nitrurati
3.2.1 Precisione di costruzione (1/7/2006)
Spessore
a) Il grado di precisione dei denti di ingranaggi per appa- minimo dello
Tipo d’acciaio Durezza minima (HV)
rati di propulsione di potenza uguale o superiore a 1000 strato indurito
kW deve corrispondere alla classe 4 come definita in (mm) (1)
ISO 1328-1. Acciai nitrurati 0,6 500 (alla profondità di
0,25 mm)
b) Il grado di precisione dei denti di ingranaggi per appa-
rati di propulsione di potenza inferiore a 1000 kW deve Altri acciai 0,3 450 (superficie)
corrispondere a quello della classe di qualità 6 come (1) Profondità dello strato indurito alla quale la durezza è
definita nella norma ISO 1328-1. ridotta a quella del corpo dell’ingranaggio.
Quando i denti nitrurati sono rettificati, si deve tener
c) Un grado di precisione più basso (cioè classi di qualità
conto della profondità dello strato indurito dopo la retti-
ISO più alte) può essere accettato per ingranaggi di
fica.
macchinari ausiliari e per casi particolari di propul-
sione, soggetti a particolare considerazione.
3.3 Ruote e pignoni
d) La rugosità media (cresta-valle) dei denti sbarbati o retti-
ficati non deve essere superiore a 4 µm. 3.3.1 Generalità
I corpi delle ruote e dei pignoni devono essere progettati in
e) Le ruote devono essere tagliate con utensili secondo
modo tale che siano evitate frecce e deformazioni sotto
modalità appropriate al tipo ed alla qualità prevista.
carico e che sia assicurato un soddisfacente ingranamento
Quando necessario il taglio deve avvenire in un
dei denti.
ambiente a temperatura controllata.
3.3.2 Saldatura
3.2.2 Piede del dente
a) Qualora sia impiegata saldatura per la costruzione delle
I denti devono essere bene avviati ed arrotondati al loro ruote, i procedimenti di saldatura devono essere inviati
piede. Il raggio di raccordo al piede del dente, in un piano alla Società per l’approvazione. I processi di saldatura e
normale al dente, non deve essere inferiore a 0,25 mn. le loro qualifiche devono essere in accordo con le pre-
scrizioni della Parte D.
La generazione del profilo dei denti deve essere eseguita in
modo tale da non lasciare intagli nel raccordo. b) Dopo la saldatura deve essere eseguito un trattamento
di distensione delle tensioni.
3.2.3 Teste ed estremità dei denti c) L’esame dei giunti saldati deve essere eseguito per
a) Tutti i bordi taglienti in corrispondenza delle teste e mezzo di esame magnetoscopico o con liquidi pene-
delle estremità dei denti devono essere asportati dopo il tranti a soddisfazione del Tecnico. I giunti devono
taglio e la finitura dei denti. essere realizzati in modo da permettere l’esame della
parte interna dei giunti stessi
b) Quando il rapporto b/d supera 0,3, le estremità del
pignone e della ruota devono avere un angolo di cian- 3.3.3 Forzamenti (1/1/2001)
frino fra 45 e 60 gradi. L’altezza del cianfrino deve L’accoppiamento forzato fra:
essere almeno di 1,5 mn. • corone e corpo delle ruote, e
• corpo delle ruote ed alberi
3.2.4 Trattamento superficiale
deve essere progettata secondo Sez 7, [2.5.2].
a) Lo strato indurito di un dente indurito superficialmente
si deve estendere in modo uniforme sull’intera superfi- 3.3.4 Accoppiamenti imbullonati (1/1/2001)
cie del fianco e del raccordo.
Gli accoppiamenti imbullonati di:
b) Qualora i pignoni e le parti dentate delle ruote siano • corone e corpo delle ruote, e
cementati e rinvenuti, i fianchi dei denti devono essere
• corpo delle ruote ed alberi
rettificati mentre le gole dei denti devono rimanere solo
cementate. La durezza superficiale della zona cemen- devono essere progettati secondo Sez 7, [2.5.1].
tata deve essere almeno pari a 56 Rockwell C.
I dadi devono essere bloccati con mezzi idonei che non
c) Quando i pignoni e la parte dentata della ruote sono comportino saldatura.
nitrurate; lo strato indurito deve soddisfare la Tab 14.
d) L’impiego di altri processi di indurimento superficiale,
3.4 Alberi e cuscinetti
quali indurimento alla fiamma, saranno oggetto di parti- 3.4.1 Generalità
colari considerazioni, soprattutto riguardo dei valori da
Gli alberi ed i loro collegamenti, in particolare accoppia-
adottare per σH,lim e σFE.
toi flangiati e i collegamenti forzati sono soggetti alle pre-
scrizioni della Sez 7.

Regolamenti RINA 2008 127


Parte C, Cap 1, Sez 6

3.4.2 Alberi dei pignoni e ruote (1/7/2002) 3.5 Casse


Il diametro minimo degli alberi dei pignoni e delle ruote
non deve essere inferiore al valore dS , in mm, ottenuto con 3.5.1 Generalità
la formula seguente: Le casse dei riduttori/invertitori devono avere rigidezza
tale che disallineamenti, carichi esterni ed effetti termici
1
--- 1-
non abbiano un’influenza negativa sul contatto comples-
⎧ ⎫6 ⎛ 1 ⎞ 3
2 2 --
sivo dei denti in tutte le condizioni d’esercizio.
d S = ⎨ ⎛ 10 ,2 + ----------------⎞ T
28000 170000

+ ----------------------------- M ⎬ ⎝ -----------------4⎠
⎩ R S ,min ⎠ 412 + R s ,min ⎭ 1 – Kd
3.5.2 Casse saldate
essendo: a) Il contenuto di carbonio degli acciai impiegati per la
costruzione delle casse saldate deve soddisfare le pre-
RS,min : Minimo carico unitario di snervamento del
scrizioni della Parte D.
materiale dell’albero, in N/mm2,
b) I giunti saldati devono essere realizzati in modo tale che
T : Momento torcente nominale trasmesso sia la saldatura sia l’ispezione possano essere eseguiti
dall’albero, in N⋅m, soddisfacentemente. Essi devono essere a piena pene-
M : Momento flettente agente sull’albero, in N⋅m, trazione
Kd : Coefficiente che assume i valori seguenti: c) Le casse saldate devono essere sottoposte a trattamento
di distensione delle tensioni dopo la saldatura.
• per alberi pieni, Kd = 0,
• per alberi cavi, Kd = rapporto tra il diametro 3.5.3 Aperture
del foro ed il diametro esterno dell’albero. Aperture di dimensioni sufficienti per l’accesso e per l’ispe-
zione devono essere previste per permettere l’esame dei
Se Kd ≤ 0,3, si può assumere Kd = 0.
denti e della struttura delle ruote.
Nota 1: I valori di dS, T ed M si riferiscono alla sezione d’albero in
considerazione. 3.6 Lubrificazione e comando delle frizioni
Nota 2: In corrispondenza delle cave per le chiavette ds deve essere
aumentato del 10%. 3.6.1 Generalità
In alternativa alla formula suddetta, la Società può accettare a) Deve essere assicurato dal costruttore quanto segue:
un calcolo diretto della sollecitazione dimostrante che la - una lubrificazione affidabile dell’ingranamento dei
sollecitazione ideale rappresentata in un diagramma della denti e dei cuscinetti:
sollecitazione alterna in funzione della sollecitazione • per tutto il campo di velocità, compreso l’avvia-
media, si trova al di sotto delle linee definite dai punti mento, l’arresto, e, quando applicabile, la
aventi coordinate: manovra,
( R m ; 0), ( 0 ; σ fa ⁄ 1, 5) • per tutti gli angoli indicati in Sez 1, [2.4].
- negli impianti multielica non provvisti di freni sugli
e
alberi, deve essere assicurata la lubrificazione di
( 0, 8R s ;0 ), ( 0 ;0, 8R s ) ingranaggi soggetti a rotazione libera.
dove σfa è il limite di fatica a flessione alterna pura per una b) La lubrificazione che usi sistemi diversi dalla circola-
probabilità di sopravvivenza non inferiore all'80%. zione forzata dell'olio, sarà oggetto di particolare consi-
derazione.
3.4.3 Alberi di torsione
3.6.2 Pompe (1/7/2005)
Il diametro minimo degli alberi di torsione soggetti soltanto a) I riduttori/invertitori ad ingranaggi per la propulsione o
a momento torcente non deve essere inferiore al valore dQS , di servizi essenziali devono essere equipaggiati con:
in mm, dato dalla formula seguente:
1) una pompa principale di lubrificazione, in grado di
1⁄3 mantenere una lubrificazione sufficiente degli ingra-
d QS = ⎛ 7 ,65 + ----------------⎞ ⋅ -----------------4
27000 T
⎝ R S ,min ⎠ 1 – K d
naggi in tutti i campi di velocità,
2) una pompa di riserva indipendente avente almeno la
stessa portata della prima.
RS,min e Kd sono definiti in [3.4.2]
3) nel caso in cui l'avaria di una qualsiasi pompa
3.4.4 Cuscinetti impedisca l'avviamento dell'apparato di propul-
sione, una pompa di riserva addizionale a quella
a) I cuscinetti di spinta ed i loro supporti devono essere
sopra richiesta.
progettati in modo da evitare frecce dannose sotto
carico. b) Nel caso di:
1) ingranaggi che trasmettano una potenza non supe-
b) La durata della vita dei cuscinetti L10h calcolata secondo
riore a 375 kW, oppure di
ISO 281-1 non deve essere inferiore a 40000 ore.
Durate più brevi possono essere accettate sulla base 2) impianti con più motori,
dell’effettiva distribuzione dei carichi in funzione del una delle pompe menzionate in a) può essere una
tempo e subordinatamente al benestare dell’armatore. pompa di rispetto pronta ad essere collegata

128 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 6

all’impianto dell’olio lubrificante del riduttore, purché devono essere eseguiti secondo le prescrizioni della
le operazioni di montaggio e smontaggio possano Sez 7.
essere effettuate a bordo in breve tempo.
b) Per le ispezioni dei giunti saldati delle ruote, vedere
c) Le prescrizioni di cui in a) 1), a) 2) e in b) 1) e b) 2) si [3.3.2].
applicano anche alle pompe di alimentazione dell'olio
ai comandi delle frizioni.
Con riferimento ai requisiti di cui in a) 1) e a) 2), nel
5.2 Ispezioni e prove in officina
caso in cui l'avaria di una qualsiasi pompa impedisca il
funzionamento della frizione, deve essere installata una
5.2.1 Prove sui materiali
pompa di riserva addizionale a quelle sopra richieste.
La composizione chimica e le proprietà meccaniche
3.6.3 Filtraggio devono essere determinate secondo le prescrizioni appli-
cabili in Parte D, Cap 2, Sez 3 per le parti seguenti:
a) Gli impianti di lubrificazione forzata devono avere dei
dispositivi che filtrino efficacemente l’olio del circuito. • pignoni e corpi delle ruote,
b) Tali filtri, quando sono sistemati su riduttori di apparati • corone,
di propulsione o su macchine che azionano generatori • lamiere ed altri materiali impiegati per la costruzione di
elettrici per la propulsione, devono essere sistemati in casse saldate di riduttori/invertitori di propulsione.
modo tale da permetterne la pulizia in modo facile
senza arrestare la lubrificazione alle macchine. 5.2.2 Prove sui fucinati per i pignoni e per le ruote
a) Le prove meccaniche dei pignoni e delle ruote devono
3.7 Comandi e controlli essere eseguite secondo le prescrizioni in:

3.7.1 Generalità (1/7/2006) • Parte D, Cap 2, Sez 3, [5.6] per fucinati normaliz-
zati e rivenuti o bonificati
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [3.7]. • Parte D, Cap 2, Sez 3, [5.7] per fucinati induriti in
superficie.
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3. b) Le prove non distruttive dei fucinati per i pignoni e le
ruote devono essere eseguite secondo le prescrizioni di
3.7.2 (1/7/2006)
Parte D, Cap 2, Sez 3, [5.8].
I riduttori/invertitori devono essere provvisti degli allarmi e
dei dispositivi di sicurezza elencati in Tab 15. 5.2.3 Bilanciamento
Nota 1: Alcune deroghe al contenuto della Tab 15 possono essere Tutti i componenti rotanti ed in particolare i gruppi albero
accettate dalla Società nel caso di navi con notazione di naviga- pignone ed albero ruota completi di accoppiatoi devono
zione limitata.
essere bilanciati staticamente.
Quando n2.d ≥ 1,5.109, i gruppi alberi pignoni ed alberi
4 Installazione
ruote devono essere sottoposti a prova di bilanciamento
dinamico.
4.1 Generalità
5.2.4 Verifica della precisione di taglio
4.1.1 I costruttori e i cantieri devono porre cura che la rigi-
Verifiche della precisione del taglio dei denti devono essere
dezza delle fondazioni degli ingranaggi e il loro allinea-
eseguite alla presenza del Tecnico. La registrazione dei dati
mento siano tali da non avere un effetto negativo sul
relativi alle misurazioni di errori, tolleranze e giochi dei
contatto complessivo dei denti degli ingranaggi e sui carichi
denti devono essere presentate a richiesta del Tecnico.
dei cuscinetti in tutte le condizioni operative della nave.
5.2.5 Prova di ingranamento
4.2 Fissaggio degli ingranaggi a) Una prova di ingranamento deve essere eseguita alla
presenza del Tecnico. Tale prova deve essere eseguita
4.2.1 Blocchi, viti calibrate o mezzi similari devono essere
con un carico sufficiente ad assicurare il contatto dei
sistemati per ingranaggi soggetti alla spinta dell’elica. Tutta-
denti con i perni sistemati nei cuscinetti secondo le nor-
via, qualora la spinta sia trasmessa per attrito con coeffi-
mali condizioni di funzionamento. Prima della prova la
ciente di sicurezza non inferiore a 2, tali sistemazioni
superficie dei denti deve essere ricoperta con uno strato
possono essere omesse.
sottile di un appropriato colorante.

5 Certificazione, ispezioni e collaudi b) I risultati di questa prova devono dimostrare che la


superficie di contatto sia adeguatamente distribuita sulla
lunghezza dei denti. Tracce di forte contatto alle estre-
5.1 Generalità mità dei denti non sono accettabili.
5.1.1 c) La registrazione dei contatti dei denti deve essere con-
a) Le ispezioni ed i collaudi degli alberi e delle parti ad servata e deve essere usata per controllare l’allinea-
essi collegate (accoppiatoi flangiati, mozzi, viti, perni) mento dopo l’installazione a bordo.

Regolamenti RINA 2008 129


Parte C, Cap 1, Sez 6

5.2.6 Prove idrostatiche pressione pari a 1,5 volte la pressione massima d’eserci-
a) Le frizioni oleodinamiche o pneumatiche devono essere zio delle pompe di mandata.
provate idrostaticamente prima del montaggio ad una b) I tubi in pressione, le casse delle pompe, le valvole e gli
altri accessori devono essere provati idrostaticamente
secondo le prescrizioni in Sez 10, [20].

Tabella 15 : Controlli per i riduttori / invertitori ad ingranaggi e per le frizioni (1/7/2005)

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L =Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo
Motore principale Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Temperatura dell’olio lubrificante locale
Pressione dell’olio lubrificante locale
L
Livello della cassa dell’olio locale
Pressione dell'olio di comando delle frizioni L

130 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 7

SEZIONE 7 LINEE D’ALBERI DI PROPULSIONE

1 Generalità Per le vibrazioni, vedere Sez 9.

Prescrizioni aggiuntive per le navi con notazione per la


1.1 Applicabilità navigazione tra i ghiacci sono in Parte F, Cap 9, Sez 3.

1.1.1 La presente Sezione si applica agli alberi, giunti, fri- 1.2 Documentazione da inviare
zioni ed altri componenti della linea d’alberi che trasmet-
tono potenza per la propulsione. 1.2.1 Il fabbricante deve inviare alla Società i documenti
Per i componenti delle linee d’alberi in corrispondenza dei elencati in Tab 1 per l’approvazione.
motori, turbine, riduttori ed invertitori e thrusters, vedere I disegni delle parti che trasmettono potenza e delle cami-
rispettivamente Sez 2, Sez 4, Sez 5, Sez 6 e Sez 12; per le cie degli alberi elencati in Tab 1 devono comprendere le
eliche vedere Sez 8. specifiche dei materiali relativi.

Tabella 1 : Documentazione da inviare

N. Documento (disegni, calcoli, ecc.)


1 Insieme della linea d’alberi (1)
2 Albero reggispinta
3 Alberi intermedi
4 Albero portelica
5 Camicie degli alberi, con relativi procedimenti di costruzione e saldatura, se applicabile
6 Accoppiatoi e viti d’accoppiamento
7 Giunti elastici (2)
8 Astuccio
9 Particolari dei dispositivi di tenuta dell’olio negli astucci
10 Schema della tubolatura dell’olio per gli astucci lubrificati ad olio
11 Calcoli dell’allineamento della linea d’alberi, vedere anche [3.3]
(1) Tale disegno deve contenere l’intera linea d’alberi, dalla flangia d’accoppiamento con la macchina principale all’elica.
Devono anche essere indicati in questo disegno la posizione del cuscinetto reggispinta e la posizione ed il numero dei cusci-
netti della linea d’alberi (compreso il tipo del materiale e la loro lunghezza).
(2) Il Costruttore del giunto elastico deve comunicare anche i seguenti dati:
• Momento torcente medio trasmesso (statico) ammissibili per servizio continuativo
• Momento torcente d’urto massimo ammissibile
• Velocità di rotazione massima ammissibile
• Valori limite ammissibili per disallineamento radiale, assiale ed angolare
Inoltre, quando sono richiesti i calcoli delle vibrazioni torsionali dell’apparato di propulsione (vedere Sez 9) devono essere
inviati anche i dati seguenti:
• Momento torcente alterno e perdita di potenza ammissibili per servizio continuativo, in funzione della frequenza e/o del
momento torcente medio trasmesso
• Rigidità statica e dinamica, in funzione della frequenza e/o del momento torcente medio trasmesso
• Momenti d’inerzia della parte primaria e secondaria del giunto
• Coefficiente di smorzamento o capacità di smorzamento
• Le proprietà degli elementi in gomma dei giunti
• Per le molle in acciaio dei giunti: composizione chimica e caratteristiche meccaniche dell’acciaio
impiegato.

Regolamenti RINA 2008 131


Parte C, Cap 1, Sez 7

2 Progetto e costruzione 2.2 Alberi - Dimensionamenti

2.2.1 Generalità (1/7/2006)


2.1 Materiali
Per la verifica degli alberi si applicano i metodi indicati in
2.1.1 Generalità [2.2.2] e [2.2.3], rispettivamente per gli alberi intermedi e
L’impiego di altri materiali o di acciai aventi carico unitario per gli alberi portaelica. In alternativa può essere adoperato
di rottura per trazione superiore a quelli indicati in [2.1.2] il metodo di calcolo diretto indicato in [2.2.4].
[2.1.3] e [2.1.4] sarà considerato dalla Società caso per Le variazioni di diametro devono essere progettate o con
caso. una rastremazione graduale oppure con un raggio di rac-
cordo. Come guida si raccomanda un raggio di raccordo
2.1.2 Materiali per gli alberi (1/7/2006)
uguale alla variazione di diametro.
In generale gli alberi devono essere in acciaio fucinato
avente il carico di rottura per trazione, Rm , compreso fra 2.2.2 Alberi intermedi ed alberi
400 e 800 N/mm 2. reggispinta (1/7/2006)
Se gli alberi possono essere soggetti a sollecitazioni dovute Il diametro minimo degli alberi intermedi e degli alberi reg-
alle vibrazioni vicine (cioè più alte dell'80%) a quelle gispinta non deve essere inferiore al valore d, in mm, dato
ammissibili per la condizione di funzionamento transitorio, dalla formula seguente:
i materiali devono avere un valore minimo di specifica del 1⁄3
carico di rottura a trazione (Rm) pari a 500 N/mm2. Negli P 560
- ⋅ -----------------------
d = F ⋅ k ⋅ -----------------------------
altri casi possono essere utilizzati materiali aventi un valore n ⋅ ( 1 – Q 4 ) R m + 160
minimo di specifica del carico di rottura a trazione (Rm)
essendo:
pari a 400 N/mm2.
Q : • 0, nel caso di alberi pieni;
2.1.3 Giunti, giunti elastici, giunti idraulici
• Rapporto tra il valore del diametro del foro e
Gli accoppiatoi riportati e le parti rigide dei giunti elastici quello del diametro esterno dell’albero nella
che trasmettono il momento torcente devono essere in sezione considerata, nel caso di alberi cavi;
acciaio fucinato, in acciaio fuso o in ghisa sferoidale.
Se risulta Q ≤ 0,4, si assume Q = 0.
Le giranti dei giunti idraulici possono essere costruite anche
in ghisa grigia quando la velocità periferica è inferiore o Gli alberi cavi con fori aventi l’asse longitu-
uguale a 40 m/s. dinale non coincidente con quello degli
alberi stessi saranno considerati caso per
2.1.4 Viti degli accoppiatoi caso dalla Società
Le viti degli accoppiatoi devono essere di acciaio fucinato, F : • 95, per apparati di propulsione con motori
laminato o trafilato. diesel muniti di giunto a scorrimento o con
In generale il valore del carico di rottura per trazione, RmB, turbine o con motori elettrici
del materiale delle viti deve soddisfare le seguenti condi- • 100, per apparati di propulsione con motori
zioni: diesel aventi accoppiamento di tipo diverso
• R m ≤ R mB ≤ 1,7 R m. da quello suddetto.
• R mB ≤ 1000 N/mm2. k : Fattore il cui valore, in funzione dei particolari
costruttivi degli alberi, è indicato nella Tab 2.
2.1.5 Camicie degli alberi
Per particolari costruttivi diversi da quelli indi-
Le camicie devono essere di materiale metallico resistente cati nella detta Tabella, il valore di k sarà consi-
alla corrosione soddisfacente le prescrizioni pertinenti nella derato dalla Società caso per caso
Parte D e con una specifica approvata, se esistente. Nel
caso di camicie costruite mediante saldatura, il materiale n : Velocità di rotazione dell’albero, in giri/min,
deve essere dimostrato saldabile. corrispondente alla potenza P

Generalmente, le camicie devono essere ottenute da P : Massima potenza continuativa della macchina
fusioni. di propulsione, per la quale è richiesta la classi-
ficazione, in kW
Per alberi piccoli si può considerare l’uso di camicie rica-
vate da tubi invece che da fusioni. Rm : Valore del minimo carico unitario di rottura per
trazione del materiale dell’albero, N/mm2.
Qualora gli alberi siano protetti dal contatto con l’acqua di
Quando, in accordo con quanto stabilito in
mare non da camicie metalliche ma da altri rivestimenti
[2.1], è ammesso l’impiego di un acciaio avente
protettivi, la procedura di rivestimento deve essere appro-
Rm > 800 N/mm2, il valore di Rm da introdurre
vata dalla Società.
nella formula non deve superare i valori
2.1.6 Astucci seguenti:
Gli astucci sono oggetto delle prescrizioni in Parte B, Cap 9, • per acciai al carbonio ed al carbonio man-
Sez 2, [6.7]. ganese, un valore minimo di specifica del

132 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 7

carico di rottura a trazione non superiore a kP= 1,22, per alberi portaelica in cui:
760 N/mm2. • l’elica è accoppiata, senza chiavetta,
• per acciai legati, un valore minimo di speci- mediante forzamento sull’estremità conica
fica del carico di rottura a trazione non poppiera dell’albero portaelica, in accordo
superiore a 800 N/mm2. con quanto stabilito in Sez 8, [3.1.2],
Se vengono usati materiali aventi carichi di rot- oppure quando l’elica è accoppiata
tura, di specifica o effettivi, maggiori dei valori all’estremità poppiera flangiata di pezzo
sopra indicati, non sono accettabili dimensio- dell’albero portaelica in accordo con
namenti ridotti dell'albero se ricavati con la for- quanto stabilito in [2.5.1];
mula sopra riportata. • l’astuccio dell’albero portaelica è lubrificato
Nel caso di impiego di acciai inossidabili ed in ad olio ed è munito di dispositivi di tenuta
altri casi particolari, a giudizio della Società, il dell’olio approvati dalla Società oppure
valore di Rm da introdurre nella formula sud- quando il suddetto astuccio è a circolazione
detta sarà oggetto di speciale considerazione d’acqua e l’albero portaelica è munito di
caso per caso. camicia continua.
Il dimensionamento di alberi intermedi sistemati entro tubi I suddetti valori di kP sono applicabili per il tratto di albero
o astucci sarà oggetto di particolare considerazione da portaelica compreso tra l’estremità prodiera del suo ultimo
parte della Società. Per alberi intermedi sistemati entro supporto a poppavia e la faccia prodiera del mozzo
astucci a circolazione d’acqua, valgono le norme di cui in dell’elica o la faccia prodiera della flangia di pezzo con
[2.4.7]. l’albero portaelica per il collegamento al mozzo dell’elica.
In ogni caso la lunghezza del suddetto tratto di albero non
2.2.3 Alberi portaelica (1/7/2006) deve essere inferiore a 2,5 volte il diametro regolamentare
In generale per gli alberi portelica, nel caso di impiego di dell’albero portaelica dP calcolato con la formula di cui
acciai al carbonio, al carbonio-manganese e di acciai sopra.
legati, deve essere assunto, un valore minimo di specifica
del carico di rottura Rm da introdurre nella formula sottoin- Il valore del fattore kP per alberi portaelica con particolari
dicata, non superiore a 600 N/mm2. costruttivi diversi da quelli sopra indicati, sarà considerato
dalla Società caso per caso.
Se vengono utilizzati materiali aventi carichi di rottura, di
specifica o effettivi, maggiori dei valori limite sopra indicati, Per il tratto di albero portaelica compreso tra l’estremità
non sono accettabili riduzioni delle dimensioni dell'albero prodiera del suo ultimo supporto a poppavia e l’estremità
se calcolate con la formula di questo requisito [2.2.3]. prodiera della tenuta prodiera dell’astuccio, si deve assu-
mere, in ogni caso:
Il diametro minimo degli alberi portaelica deve essere non
inferiore al valore dP, in mm, calcolato con la formula • kP = 1,15.
seguente:
2.2.4 Calcolo diretto delle tensioni (1/7/2006)
1⁄3
P 560
- ⋅ -----------------------
d P = 100 ⋅ k P ⋅ ----------------------------- Metodologie di calcolo alternative possono essere conside-
n ⋅ ( 1 – Q 4 ) R m + 160
rate dalla Società. Ogni metodologia alternativa deve consi-
essendo: derare tutti i relativi carichi agenti sull'intero sistema di
kp : fattore, il cui valore, in funzione dei particolari alberi in tutte le condizioni operative ammissibili. Partico-
costruttivi degli alberi portaelica, è indicato qui lare attenzione deve essere posta alle dimensioni ed alle
di seguito. sistemazioni di tutti i collegamenti degli alberi. Inoltre, ogni
metodologia di calcolo alternativa deve includere i criteri di
Gli altri simboli hanno lo stesso significato di quelli in
valutazione dei carichi operativi continui e transitori
[2.2.2].
(dimensionamento a fatica) e dei carichi operativi di picco
Nel caso di impiego di acciai inossidabili ed in altri casi (dimensionamento a snervamento). La verifica di resistenza
particolari, a giudizio della Società, il valore di Rm da intro- a fatica può essere eseguita separatamente, in base a criteri
durre nella formula suddetta sarà oggetto di speciale consi- differenti, per diverse ipotesi di carico, per esempio le
derazione, caso per caso. Il diametro della parte di albero seguenti:
portaelica a proravia della tenuta prodiera dell’astuccio
• fatica a basso numero di cicli (generalmente più basso
può, in generale, essere ridotto gradualmente fino al valore
di 104) cioè i cicli principali costituiti dalle variazioni da
del diametro dell’albero intermedio.
zero al carico massimo e ritorno a zero, includendo, se
Il valore del fattore kP da introdurre nella formula di cui del caso, le coppie negative
sopra, deve essere assunto come qui di seguito indicato:
• fatica ad alto numero di cicli (generalmente molto più
kP : kP=1,26, per alberi portaelica in cui: alto di 107), cioè tensioni vibratorie torsionali ammissi-
• l’elica è accoppiata mediante chiavetta bili per le condizioni di funzionamento continuative, le
all’estremità conica poppiera dell’albero tensioni dovute alla flessione rotante e l'attraversa-
portaelica, in conformità con quanto stabi- mento dei campi di velocità sbarrati o una qualsiasi
lito in [2.5.5]. altra condizione transitoria.

Regolamenti RINA 2008 133


Parte C, Cap 1, Sez 7

Tabella 2 : Valori del fattore k (1/7/2006)

Per alberi intermedi con Per alberi reggispinta non incorporati nel motore
flange di accop- accoppiatoi chiavette, colle- fori radiali feritoie da entrambi i lati in prossimità di un cuscinetto
piamento di forzati gamenti conici o longitudinali del collare di assiale, nel caso in cui un cusci-
pezzo e a cilindrinci spinta netto a rulli venga usato come
sezioni costanti cuscinetto di spinta
1,0 (1) 1,0 (2) 1,10 (3) (4) 1,10 (5) 1,20 (6) 1,10 (1) 1,10
(1) Applicabile per flange aventi raggio di raccordo in conformità con quanto stabilito in [2.5.1]
(2) k si riferisce soltanto alla sezione cilindrica dell'albero. Se gli alberi possono essere soggetti a sollecitazioni, dovute a vibra-
zioni, vicine a quelle ammissibili per funzionamento continuativo, deve essere previsto un aumento del valore del diametro
che viene forzato, per es. un incremento di diametro dall'1 al 2% ed un raggio di raccordo come descritto in [2.2.1].
(3) Le chiavette non devono in generale essere usate nelle sistemazioni che prevedano un campo di velocità sbarrato.
(4) Il diametro dell’albero può essere ridotto al valore d calcolato assumendo k = 1,0, a partire da una distanza uguale o superiore
a 0,2d dall’estremità della chiavetta. I raggi di raccordo nella sezione trasversale sul fondo della cava per la chiavetta non
devono essere inferiori a 0,0125 d, essendo d il valore sopra definito, cioè calcolato assumendo k = 1,0.
(5) Valore applicabile per fori radiali aventi diametro dh non superiore a 0,3 d, essendo d come definito in (4). I casi che prevedono
l'intersezione tra un foro radiale ed un foro assiale eccentrico (rec) (vedere figura) saranno oggetto di particolare considerazione
da parte della Società.

(6) Soggetto alle seguenti limitazioni: rapporto lunghezza feritoia (l)/diametro esterno d < 0,8 e diametro interno (di)/diametro
esterno d < 0,8 e larghezza feritoia (e)/diametro esterno d > 0,10. L'estremità arrotondata della feritoia non deve essere inferiore
a e/2. Dovrebbe essere preferibilmente evitato di eseguire spigoli arrotondati della feritoia in quanto ciò aumenta leggermente
la concentrazione di tensione. I valori di k sono validi per la sistemazione di 1, 2 e 3 feritoie, cioé rispettivamente a 360, 180
e 120 gradi l'una dall'altra.
Nota 1: Significato dei fattori k e CK (per CK vedere Sez 9, Tab 1)
I fattori k (per fatica a basso numero di cicli) e CK (per fatica ad alto numero di cicli) tengono conto dell'influenza dei seguenti ele-
menti:
• I fattori di concentrazione di tensione (scf) relativi alla concentrazione di tensione per una flangia avente raggio di raccordo 0,08
d (fattore geometrico di concentrazione di tensione circa uguale a 1,45)

1, 45 scf x
C K = ------------- e k = ⎛⎝ -------------⎞⎠
scf 1, 45
dove l'esponente x tiene conto della sensibilità all'intaglio ad un basso numero di cicli.
• La sensibilità all'intaglio. I valori scelti sono essenzialmente validi per acciai ordinari (Rm < 600), mentre l'influenza di rapide
variazioni di tensione in combinazione con acciai ad elevata resistenza può essere sottostimata.
• Il fattore di dimensione dell'albero CD che è funzione del solo diametro non rappresenta soltanto una influenza statistica della
dimensione, ma piuttosto una combinazione di questa influenza statistica e della sensibilità all'intaglio.
I valori effettivi di k e CK vanno arrotondati.
Nota 2: Fattore di concentrazione di tensione delle feritoie Il fattore di concentrazione di tensione (scf) all'estremità delle feritoie può
essere determinato per mezzo delle seguente formula empirica usando i simboli indicati in (4)

(l – e) ⁄ d
scf = α t ( hole ) + 0, 57 ⋅ -------------------------------
⎛1 – d ----i⎞ ⋅ ---
e
⎝ d⎠ d
Questa formula si applica a:
• feritoie sistemate sia a 120 o 180 o 360 gradi.
• feritoie con estremità semicircolari. Una estremità della feritoia a più raggi può ridurre le tensioni locali, però in questo caso non
è utilizzabile la formula empirica sopraindicata.
• feritoie prive di spigoli arrotondati (eccettuata la cianfrinatura), perché qualsiasi spigolo arrotondato aumenta leggermente il fat-
tore di concentrazione di tensione (scf).
αt(hole) rappresenta la concentrazione di tensione dei fori radiali (in questo contesto e = diametro del foro) e può essere determinata
come segue:

2
e 2 e 2 d
α t ( hole ) = 2, 3 – 3 ⋅ --e- + 15 ⋅ ⎛ ---⎞ + 10 ⋅ ⎛ ---⎞ ⋅ ⎛ ----i⎞
d ⎝ d⎠ ⎝ d⎠ ⎝ d ⎠
oppure semplificata a αt(hole) = 2,3.
Nota 3: La determinazione dei fattori k per alberi diversi da quelli indicati in questa Tabella sarà esaminata con particolare
attenzione dalla Società.

134 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 7

2.3 Camicie b) La lunghezza del supporto può essere inferiore a quella


di cui in a) nel caso in cui la pressione nominale sul
2.3.1 Generalità supporto non sia superiore a 0,6 N/mm2. La determina-
Qualora l’albero portaelica non sia costruito in materiale zione del valore della suddetta pressione deve essere
resistente alla corrosione, esso dovrà essere protetto da una effettuata come indicato in [2.4.1] b).
camicia di metallo o da altro rivestimento protettivo appro- In ogni caso la lunghezza del supporto deve essere non
vato dalla Società. inferiore a 1,5 volte il valore effettivo del suo diametro
In generale, le camicie devono essere continue; tuttavia la interno.
Società potrà accettare caso per caso camicie interrotte, Potranno essere accettati valori superiori della suddetta
cioè camicie costituite da due o più lunghezze separate, pressione, nel caso in cui il supporto sia realizzato in
purché : materiali per i quali si abbiano soddisfacenti esperienze
• siano sistemate su tutte le portate; documentate di prove e di esercizio.

• i tratti di albero tra le camicie che possono venire a con- 2.4.3 Supporti poppieri in metallo antifrizione o
tatto con l’acqua di mare siano protetti con un rivesti- legno santo lubrificati ad acqua
mento di materiale idoneo; le caratteristiche, la tecnica I supporti in legno santo e quelli rivestiti di metallo antifri-
di applicazione e lo spessore del materiale suddetto zione devono avere lunghezza non inferiore a 4 volte il dia-
devono essere approvati dalla Società. metro regolamentare dell’albero portaelica in
corrispondenza del supporto stesso.
2.3.2 Dimensioni
Le camicie sistemate sugli alberi portaelica o sugli alberi 2.4.4 Supporti poppieri in materiale sintetico a
intermedi entro l’astuccio, devono avere spessore non infe- circolazione d’acqua
riore al valore t, in mm, calcolato con la formula seguente: a) I supporti realizzati in materiali sintetici, quali gomma o
materiali plastici, approvati dalla Società per essere
t = d + 230-
------------------ impiegati come supporti poppieri di astucci a circola-
32
zione d’acqua, devono avere lunghezza non inferiore a
essendo: 4 volte il diametro regolamentare dell’albero portaelica
d : diametro effettivo dell’albero, in mm. in corrispondenza del supporto stesso.
Nel tratto fra i supporti tale spessore t può essere ridotto del b) Per supporti progettati sulla base di documentati dati
25%. sperimentali, ritenuti soddisfacenti dalla Società, pos-
sono essere accettate lunghezze inferiori a 4 volte il dia-
metro regolamentare dell’albero portaelica in
2.4 Cuscinetti dell’astuccio
corrispondenza del supporto ma in ogni caso non infe-
2.4.1 Supporti poppieri con metallo antifrizione riori a 2 volte il detto diametro.
lubrificati ad olio
2.4.5 Supporti poppieri lubrificati a grasso
a) I supporti con metallo bianco, od altro metallo antifri- Per supporti lubrificati a grasso, la lunghezza deve essere,
zione, lubrificati ad olio, con dispositivi di tenuta di norma, non inferiore a 4 volte il diametro regolamentare
dell’olio approvati dalla Società, devono avere lun- dell’albero portaelica in corrispondenza del supporto
ghezza non inferiore a 2 volte il diametro regolamentare stesso.
dell’albero portaelica in corrispondenza del supporto
stesso. 2.4.6 Lubrificazione ad olio o a grasso
b) La lunghezza del supporto può essere inferiore a quella a) Per gli astucci con lubrificazione ad olio deve essere
di cui in a) nel caso in cui la pressione nominale sul previsto il raffreddamento dell’olio.
supporto non sia superiore a 0,8 N/mm2. La suddetta Deve essere prevista una cassa di gravitazione per ali-
pressione deve essere determinata calcolando la rea- mentare d’olio l’astuccio; essa deve essere sistemata al
zione statica del supporto, tenendo conto del peso di sopra della linea di galleggiamento di pieno carico.
dell’albero e del peso dell’elica che si ritiene agiscano I dispositivi di tenuta dell’olio nell’astuccio devono
esclusivamente sul supporto poppiero e dividendo detta essere tali da assicurare il loro buon funzionamento per
reazione per l’area proiettata dell’albero. le diverse temperature dell’acqua di mare che si pos-
In ogni caso la lunghezza del supporto deve essere non sono riscontrare in esercizio.
inferiore a 1,5 volte il valore effettivo del suo diametro b) I supporti lubrificati a grasso saranno soggetti a speciale
interno. considerazione, caso per caso, da parte della Società.
2.4.2 Supporti poppieri in gomma sintetica, resina 2.4.7 Astucci a circolazione d’acqua
rinforzata o materiali plastici lubrificati ad olio Per gli astucci a circolazione d’acqua devono essere prese
a) I supporti in gomma sintetica, resina rinforzata o mate- tutte le precauzioni necessarie per assicurare una efficiente
riali plastici, approvati dalla Società per essere impiegati circolazione dell’acqua. Nel caso di supporti rivestiti di
come supporti poppieri degli astucci lubrificati ad olio, legno santo per diametri maggiori di 400 mm, ed in ogni
devono avere lunghezza non inferiore a 2 volte il dia- caso per supporti rivestiti con materiali sintetici, deve essere
metro regolamentare dell’albero portaelica in corrispon- prevista la circolazione forzata dell’acqua. Nel caso di sup-
denza del supporto stesso. porti in materiali sintetici, devono essere previsti degli indi-

Regolamenti RINA 2008 135


Parte C, Cap 1, Sez 7

catori di flusso dell’acqua o degli indicatori della pressione d 3 ⋅ ( R m + 160 ) 0 ,5

di mandata delle pompe. d B = 0 ,65 ⋅ -------------------------------------


-
n B ⋅ D C ⋅ R mB
I canali nei supporti devono avere una sezione sufficiente essendo:
per consentire una buona circolazione dell’acqua e tale
sezione non deve essere sensibilmente ridotta dall’usura, d : Diametro regolamentare dell’albero inter-
specialmente nel caso di supporti in plastica. medio, in mm, eventualmente maggiorato
in accordo con quanto richiesto in Parte F,
La valvola o il rubinetto di intercettazione dell’acqua Cap 9, Sez 3 per la navigazione fra i ghiacci
devono essere sistemati direttamente sulla paratia del pres-
nB : Numero delle viti calibrate
satrecce o in corrispondenza dell’entrata della tubolatura
dell’acqua nell’astuccio, se questa è a proravia di detta DC : Diametro della circonferenza passante per i
paratia. centri dei fori per le viti, in mm
Rm : Valore del minimo carico unitario di rottura
2.5 Accoppiatoi per trazione del materiale dell’albero inter-
medio, assunto per il calcolo di d, in N/mm2
2.5.1 Accoppiatoi flangiati RmB : Valore del minimo carico unitario di rottura
a) Le flange degli accoppiatoi degli alberi intermedi e per trazione del materiale delle viti, in
degli alberi reggispinta e la flangia dell’accoppiatoio N/mm2. Quando, a norma di [2.1.1], è
prodiero dell’albero portaelica devono avere spessore ammesso per le viti l’impiego di un acciaio
non inferiore a 0,2 volte il diametro regolamentare avente RmB maggiore dei limiti specificati in
dell’albero intermedio di pezzo e non inferiore al dia- [2.1.4], il valore di RmB da introdurre nella
metro delle viti di accoppiamento calcolato per il carico formula non dovrà superare i limiti suddetti.
di rottura uguale a quello dell’albero corrispondente.
e) Gli accoppiatoi a flangia con viti non calibrate possono
Il raggio di raccordo alla base delle flange fucinate di
essere accettati sulla base di un calcolo del serraggio
pezzo con gli alberi non deve essere inferiore a 0,08
delle viti e della relativa tensione e sulla base delle istru-
volte il diametro effettivo dell’albero.
zioni per il montaggio.
Il raccordo può essere realizzato mediante una curva a
A tale scopo il momento torcente dovuto all’attrito fra le
più raggi purché il fattore di concentrazione delle ten-
flange non deve essere inferiore a 2,8 volte il momento
sioni non risulti superiore a quello corrispondente al
torcente trasmesso, assumendo per il coefficiente di
raccordo circolare avente raggio uguale a 0,08 volte il
attrito acciaio su acciaio il valore di 0,18. Inoltre la ten-
diametro effettivo dell’albero.
sione nelle viti in corrispondenza della sezione di dia-
Per accoppiatoi a flangia di tipo smontabile, il suddetto metro minimo, dovuta al serraggio, non deve essere
raggio di raccordo non deve causare concentrazione di maggiore di 0,8 volte il minimo carico unitario di sner-
tensioni superiore a quella che si originerebbe nel rac- vamento (ReH), o il carico cui corrisponde una deforma-
cordo di una flangia di pezzo come sopra. zione permanente dello 0,2% (Rp0,2) del materiale delle
La superficie in corrispondenza dei raccordi deve essere viti.
ben lisciata e non deve essere intagliata per l’alloggio Per momento torcente trasmesso s’intende:
delle teste e dei dadi delle viti.
• Per apparati motori di propulsione con motori diesel
b) Quando l’elica è collegata ad una flangia di pezzo con muniti di giunto a scorrimento o ad alta elasticità,
l’albero portaelica, lo spessore della flangia stessa non con turbine o con motori elettrici: il momento tor-
deve essere minore di 0,25 volte il diametro regolamen- cente medio trasmesso corrispondente alla potenza
tare della parte poppiera dell’albero portaelica. Il raggio massima continuativa P ed alla velocità di rotazione
di raccordo alla base delle flange non deve essere infe- corrispondente n, come definite in [2.2.2].
riore a 0,125 volte il diametro effettivo.
• Per apparati motori di propulsione con motori diesel
Le viti di collegamento del mozzo dell’elica alla flangia aventi accoppiamenti di tipo diverso da quello citato
devono avere robustezza equivalente a quella della in a): il suddetto momento torcente medio maggio-
parte poppiera dell’albero portaelica. rato del 20%, o del momento torcente dovuto alle
c) Gli accoppiatoi a flangia di tipo smontabile e le relative vibrazioni torsionali, se maggiore.
chiavette devono avere robustezza equivalente a quella Il suddetto valore di 2,8 può essere ridotto a 2,5 nei
dell’albero. seguenti casi:
Essi devono essere accuratamente montati e forzati sugli • per navi aventi due o più linee d’alberi.
alberi e il loro collegamento con gli alberi stessi deve
• quando il momento torcente trasmesso è ottenuto,
offrire sicura resistenza al momento torcente vibratorio
nell’intero campo di giri di funzionamento, come
e agli sforzi di trazione durante la marcia addietro.
somma del momento torcente nominale e del
d) Nel caso di accoppiatoi a flangia con tutte viti calibrate momento alterno dovuto alle vibrazioni torsionali,
degli alberi reggispinta, degli alberi intermedi e per calcolato come indicato in Sez 9.
l’accoppiamento prodiero degli alberi portaelica, il dia-
metro delle viti, in corrispondenza delle superfici di 2.5.2 Accoppiatoi forzati
contatto delle flange, deve essere non inferiore al valore Gli accoppiatoi di tipo smontabile, forzati sull’albero con
dB in mm, calcolato con la formula seguente: pressione d’olio o con altri metodi, possono essere accettati

136 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 7

sulla base di un calcolo del forzamento e delle tensioni dica dell’albero portaelica, come indicato in Parte A,
indotte e sulla base delle istruzioni per il montaggio. Cap 2, Sez 2, [5.5] essi devono essere realizzati come
indicato in Fig 1.
A tale scopo la forza dovuta all’attrito fra le superfici di con-
tatto non deve essere inferiore a 2,8 volte la forza totale Può essere accettato un dimensionamento diverso pur-
dovuta al momento torcente trasmesso ed alla spinta. ché assicuri almeno la stessa riduzione della concentra-
zione delle tensioni.
Il suddetto valore di 2,8 può essere ridotto a 2,5 alle condi-
zioni specificate in [2.5.1] e). Il raggio di raccordo in corrispondenza del fondo
dell’alloggio deve essere non inferiore all’1,25% del
Per il coefficiente di attrito si assumerà il valore di 0,14, nel diametro effettivo dell’albero portaelica alla base mag-
caso di forzamento con pressione d’olio, e 0,18, per i forza- giore del cono.
menti effettuati a secco.
La chiavetta deve avere gli spigoli arrotondati.
Inoltre la tensione ideale determinata con il criterio di von La distanza fra la base maggiore del cono dell’albero
Mises-Hencky nei punti più sollecitati dell’accoppiatoio portaelica e l’estremità prodiera della chiavetta deve
non deve essere superiore all’80% del valore del minimo essere non inferiore al 20% del diametro effettivo
carico unitario di snervamento (ReH), o del carico al quale dell’albero portaelica alla base maggiore del cono.
corrisponde una deformazione permanente dello 0,2%
(Rp0,2), del materiale della parte considerata. Le viti di fissaggio delle chiavette non devono essere
sistemate nel primo terzo avanti del cono dal suo lato
Il momento torcente trasmesso è definito in [2.5.1] e). maggiore ed i bordi dei fori devono essere accurata-
mente arrotondati.
Per la determinazione della spinta, vedere Sez 8, [3.1.2].
b) L’area della sezione effettiva della chiavetta resistente al
2.5.3 Altri tipi di accoppiatoi taglio deve essere non inferiore al valore A, in mm2,
Tipi di accoppiatoi diversi da quelli trattati in [2.5.1] e ottenuto dalla formula seguente:
[2.5.2] saranno soggetti, caso per caso a particolare consi- d3
derazione da parte della Società. A = 0 ,4 ⋅ --------
d PM

2.5.4 Giunti elastici essendo:

a) Le parti rigide dei giunti elastici che trasmettono il d : Diametro regolamentare, in mm, dell’albero
momento torcente devono essere dimensionate intermedio calcolato come indicato in
secondo le norme del presente Articolo [2]. [2.2.2], assumendo R m = 400 N/mm2

b) Per gli elementi elastici non devono essere superati i dPM : Diametro effettivo dell’albero portaelica a
limiti fissati dal costruttore relativi al momento torcente metà lunghezza della chiavetta, in mm.
statico e dinamico, alla velocità di rotazione e alla
potenza dissipata. 2.6 Comandi e controlli
c) Quando tutta la potenza del motore viene trasmessa
2.6.1 Generalità (1/7/2006)
attraverso un solo elemento elastico (navi con un solo
motore di propulsione e con una sola linea d’alberi), è Le prescrizioni del Capitolo 3 si applicano in aggiunta a
necessario che il giunto elastico sia munito di un dispo- quelle di queste sotto-articolo [2.6].
sitivo di fine corsa torsionale o di un altro mezzo idoneo Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
per bloccare il giunto stesso in caso di rottura dell’ele- anche le prescrizioni indicate nella Parte F, Capitolo 3.
mento elastico.
Nelle condizioni di trasmissione rigida col predetto 2.6.2 Monitoraggio dell’albero portaelica
dispositivo di bloccaggio, vi deve essere un campo di Per l’assegnazione della notazione relativa al monitoraggio
giri, libero da critiche torsionali pericolose, sufficiente- dell’albero porta elica, vedere Parte F, Cap 5, Sez 2
mente ampio e tale da consentire di navigare e di gover-
nare la nave con tutta sicurezza. Come alternativa, 2.6.3 Indicatori (1/7/2006)
dovrà essere sistemato a bordo un elemento elastico di Gli indicatori locali per le linee d’alberi di propulsione che
rispetto. devono essere installati su navi da 500 tonnellate di stazza
lorda ed oltre senza notazione per l’automazione , sono
2.5.5 Chiavette degli alberi portaelica e relativi elencati in Tab 3. Per i controlli dei motori, turbine, riduttori
alloggi e/o invertitori, eliche a pale orientabili e thrusters, vedere
a) Gli alloggi per le chiavette nel cono degli alberi portae- rispettivamente Sez 2, Sez 4, Sez 5, Sez 6, Sez 8 e
lica devono avere gli spigoli bene arrotondati con Sez 12.
l’estremità prodiera ben raccordata e possibilmente Gli indicatori elencati in Tab 3 devono essere sistemati in
allargata a cucchiaio in modo da ridurre al minimo gli una posizione normalmente presenziata.
effetti d’intaglio e la concentrazione delle tensioni.
Nota 1: Alcune deroghe al contenuto della Tab 3 possono essere
Quando i suddetti particolari costruttivi sono intesi ad accettate dalla Società nel caso di navi con una notazione di navi-
ottenere l’estensione dell’intervallo della visita perio- gazione limitata.

Regolamenti RINA 2008 137


Parte C, Cap 1, Sez 7

Figura 1 : Particolari dell’estremità prodiera dell’alloggio per la chiavetta dell’albero portaelica


≥ 0,2 d o
≥4t
t r

r3
do A-A

≥2t

r2
C B A B-B

r
r ≥ 0,0125 d o
r1 < r2< r 3
r1
C-C
t t t t
C B A

Tabella 3 : Alberi di propulsione (1/7/2005)

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Motore principale Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Temperatura di ciascun cuscinetto reggispinta H X
(non applicabile ai cuscinetti a rulli o a sfere)
Livello della cassa a gravità dell’olio per la lubrificazione L
dell’astuccio

3 Sistemazione ed installazione 3.2 Protezione dell’albero portaelica contro


la corrosione
3.1 Generalità
3.2.1 A meno che l’ albero portelica non sia di acciaio
inossidabile austenitico, la superficie dell’albero fra l’elica e
3.1.1 L’installazione deve essere eseguita secondo le istru- l’astuccio ed in corrispondenza del dado dell’elica, deve
zione del Costruttore dei componenti o documenti appro- essere adeguatamente protetta in modo da impedire ogni
vati, quando richiesto. trafilamento di acqua di mare.

3.1.2 L’installazione degli astucci e/o cuscinetti relativi 3.3 Allineamento delle linee d’alberi
non forzati è soggetta all’approvazione delle procedure e
dei materiali impiegati. 3.3.1 Il calcolo relativo all’allineamento delle linee
d’alberi deve essere inviato all’approvazione nel caso di
3.1.3 I giunti fra le parti delle camicie non devono essere alberi di propulsione di apparati motori a turbina o alberi
sistemati in corrispondenza dei supporti o in corrispon- direttamente accoppiati a motori, o di alberi con cuscinetti
denza dei dispositivi di tenuta dell’olio che presentino scostamenti rispetto alla linea di riferimento.

Le camicie metalliche devono essere forzate sugli alberi a La Società può richiedere detti calcoli anche nel caso di
caldo o mediante pressione idrostatica con adeguate inter- sistemazioni particolari.
ferenze. Spine, viti o qualunque mezzo similare per fissare Gli allineamenti dei macchinari di propulsione e degli
le camicie sugli alberi non sono permessi. alberi, la distanza e la posizione dei supporti devono essere

138 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 7

tali da assicurare che i carichi siano compatibili col mate- 4.1.2 Prove idrostatiche
riale usato e con i limiti prescritti dal costruttore.
Le parti dei giunti idraulici, delle frizioni degli invertitori
Il calcolo deve tener conto di effetti termici, statici e dina- oleodinamici, delle apparecchiature di comando, aste e
mici; i risultati devono comprendere le forze di reazione in cilindri oleodinamici delle eliche a pale orientabili, com-
corrispondenza dei cuscinetti, i momenti flettenti e gli sforzi presi le tubolature ed i relativi accessori, devono essere sot-
di taglio ed altri parametri (quali scostamenti ed insellature toposte ad una prova idrostatica con pressione di prova
ad ogni accoppiamento flangiato, o carichi di sollevamento uguale a 1,5 volte la massima pressione di esercizio.
con martinetti idraulici) e le istruzioni per le procedure di
allineamento. Gli astucci finiti di lavorazione e le camicie degli alberi por-
L’allineamento deve essere controllato a bordo con un taelica, finite di lavorazione dalla parte interna e con un
appropriato metodo di misura. sovrametallo non maggiore di 3 mm dalla parte esterna,
devono essere sottoposti ad una prova idrostatica con pres-
4 Prove sui materiali, ispezioni e col- sione di prova uguale a 0,2 MPa.
laudi in officina, certificazione
4.2 Certificazione
4.1 Prove sui materiali e controlli non
distruttivi, ispezioni e collaudi in officina 4.2.1 Certificazione delle prove

4.1.1 Prove sui materiali (1/7/2006) Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
[4.2.1]) sono richiesti per le prove sui materiali delle parti
I componenti degli alberi devono essere provati secondo
alle voci da 1 a 5 in Tab 4.
Tab 4 e le prescrizioni nella Parte D.
Prove magnetoscopiche o controlli con liquidi penetranti Certificati del costruttore (W) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
sono richiesti per le parti elencate in Tab 4 e devono essere [4.2.3]) sono richiesti per le prove idrostatiche delle parti
effettuati nelle posizioni, concordate tra il costruttore ed il indicate in [4.1.2] e per i controlli non distruttivi sui com-
Tecnico, in cui è più probabile, secondo l’esperienza, che si ponenti in Tab 4 per cui non è richiesto il certificato della
verifichino difetti. Società (C).

Tabella 4 : Materiali e prove non distruttive

Prove sui materiali (Pro- Controlli non distruttivi


Componente della linea d’alberi
prietà meccaniche e Esame magnetoscopico
composizione chimica) Ultrasuoni
o con liquidi penetranti
1) Accoppiatoi (non di pezzo con l’albero) tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
2) Alberi portaelica tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
3) Alberi intermedi tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
4) Alberi reggispinta tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
5) Alberi cardanici (flange, crociere, alberi, forcelle) tutti se il diametro ≥ 250 mm se il diametro ≥ 250 mm
6) Astucci tutti - -
7) Boccole degli astucci e altri cuscinetti tutti - -
8) Camicie degli alberi portaelica tutti - -
9) Viti o prigionieri d’accoppiamento tutti - -
10) Giunti elastici (solo parti metalliche) tutti - -
11) Supporto reggispinta (solo struttura) tutti - -

Regolamenti RINA 2008 139


Parte C, Cap 1, Sez 8

SEZIONE 8 ELICHE

1 Generalità 1.2.9 Lembo d’uscita


Il lembo d’uscita della pala dell’elica è il lembo opposto al
1.1 Applicabilità lembo d’entrata (vedere Fig 1).

1.1.1 Eliche di propulsione Figura 1 : Abbattimento


Le prescrizioni della presente Sezione si applicano ad eli-
che di propulsione di ogni tipo e dimensione. Esse fanno ABBATTIMENTO
riferimento ad eliche a pale fisse ed eliche a pale orienta-
bili, comprese le eliche intubate in mantelli fissi.
Ulteriori prescrizioni per la navigazione tra i ghiacci sono
trattate nella Parte F, Cap 9, Sez 3.

1.1.2 Eliche dei “thrusters” per manovra (1/7/2002)


LEMBO
Per le eliche dei “thrusters” di manovra, vedi Sez 12. D'USCITA LEMBO
D'ENTRATA

1.2 Definizioni
FACCIA
DORSO
1.2.1 Elica a pale fisse
Un’elica a pale fisse è un elica fusa in un unico pezzo
(mozzo e pale incluse).

1.2.2 Eliche a pale riportate


Un’elica a pale riportate è un’elica fusa in più di un pezzo.
Generalmente le eliche a pale riportate hanno le pale fuse
separatamente e collegate al mozzo mediante un sistema di
bulloni e prigionieri.

1.2.3 Elica a pale orientabili


Un’elica a pale orientabili è un elica a pale riportate nel cui
mozzo è sistemato un meccanismo atto a rotarne le pale in
modo da poter variare il suo passo a seconda delle esigenze
1.2.10 Rapporto area sviluppata/area disco
di esercizio.
Il rapporto area sviluppata/area disco è il rapporto della
1.2.4 Mantello somma delle aree sviluppate di tutte le pale e l’area della
Un mantello è una struttura tubolare sistemata intorno corona circolare avente per diametro esterno il diametro
all’elica. dell’elica e per diametro interno il diametro del mozzo.

1.2.5 Elica intubata 1.3 Documentazione da inviare


Un’elica intubata è un’elica sistemata in un mantello.
1.2.6 Elica “skewed” 1.3.1 Eliche a pale fisse
Un’elica “skewed” è un’elica le cui pale hanno un angolo Per le eliche di propulsione a pale fisse devono essere
di “skew” diverso da 0°. inviati i documenti elencati nella Tab 1.
1.2.7 Eliche sensibilmente “skewed” ed eliche Tutti i disegni elencati devono essere costruttivi, completi di
molto “skewed” tutte le dimensioni, e devono comprendere tutte le informa-
Eliche sensibilmente “skewed” sono eliche le cui pale zioni necessarie relative ai tipi di materiali da impiegare.
hanno un angolo di “skew” compreso tra 25° e 50°. Eliche
molto “skewed” sono eliche le cui pale hanno un angolo di 1.3.2 Eliche a pale riportate ed eliche a pale
“skew” superiore a 50°. orientabili

1.2.8 Lembo d’entrata Per le eliche di propulsione a pale riportate e per le eliche a
pale orientabili devono essere inviati i documenti elencati
Il lembo d’entrata della pala dell’elica è il lembo della pala
nella Tab 2, come applicabile.
che per prima fende l’acqua durante la rotazione dell’elica
(vedere Fig 1).

140 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 8

Tabella 1 : Documenti da inviare per eliche a pale Materiale Rm δ f


fisse
Ottone al nichel-manganese (Cu2) 440 8,3 7,9
N. A/I Documento
1 A Disegno d’insieme in sezione Bronzo all’alluminio (Cu3 e Cu4) 590 7,6 8,3

2 A Particolari del mozzo e della pala Acciaio 440 7,9 9,0


3 I Dati di progetto (potenza, numero di giri, ecc.)
4 A Dati e procedure per il fissaggio dell’elica 2.1.2 Materiali per prigionieri d’accoppiamento
sull’albero
In genere acciaio (preferibilmente acciaio al nichel) deve
A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia essere utilizzato per la costruzione di prigionieri per
I = da inviare per conoscenza in duplice copia l’accoppiamento di pale d’acciaio al mozzo in eliche a pale
riportate o a pale orientabili. Per i prigionieri per l’accop-
Tabella 2 : Documenti da inviare per eliche a pale piamento di pale di ottone deve essere impiegato ottone ad
riportate ed eliche a pale orientabili elevata resistenza o acciaio inossidabile.

N. A/I Documento
2.2 Eliche a pale fisse - Spessore della pala
1 A/I I documenti richiesti per le eliche a pale fisse
2 A Bulloni di collegamento delle pale e procedure 2.2.1 (1/7/2002)
di pretensionamento
a) Lo spessore massimo della pala, nella sua sezione a
3 I Passo corrispondente alla massima spinta
0,25 del raggio dall'asse dell'elica, t0,25, in mm, non
dell’elica in condizioni normali di esercizio
deve essere inferiore a quello ottenuto dalla formula
4 A Meccanismo per il comando del passo seguente:
5 A Impianto oleodinamici per il comando del
passo D 3
0 ,5

1 ,5 . 10 6 . ρ . M T + 51 . δ . ⎛ ----------⎞ . B . l . N . h
2
A = da da inviare all’approvazione in quadruplice copia ⎝ 100⎠
t 0 ,25 = 3 ,2 f ⋅ -----------------------------------------------------------------------------------------------------
I = da inviare per conoscenza in duplice copia l ⋅ z ⋅ Rm

1.3.3 Eliche molto “skewed” ed eliche di disegno


non comune essendo:
Per eliche molto “skewed” e per eliche di disegno non f : Coefficiente relativo al materiale come indi-
comune, in aggiunta ai documenti elencati nelle Tab 1 e cato nella Tab 3
Tab 2, come applicabile, deve essere inviata un’analisi det-
tagliata dei carichi idrodinamici e delle tensioni delle pale ρ : ρ = D/H
delle eliche (vedere [2.4.2]). H : Passo medio dell'elica, in m. Se H non è
noto, al posto di H potrà essere adoperato il
2 Progetto e costruzione passo H0,7, in corrispondenza della sezione
della pala a 0,7 del raggio dall'asse
dell'elica,
2.1 Materiali
D : Diametro dell’elica, in m
2.1.1 Materiali normalmente usati per la costruzione
MT : Momento torcente continuativo, in kN.m;
di mozzi e pale delle eliche
quando non è indicato, MT può essere
a) La Tab 3 indica il valore minimo del carico unitario di
assunto uguale al valore ottenuto con la for-
rottura per trazione Rm (in N/mm2), la massa volumica δ mula seguente:
(in kg/dm3) ed il coefficiente f relativo ai materiali nor-
M T = 9 ,55 ⋅ ⎛ ----⎞
malmente usati. P
⎝ N⎠
b) Bronzi comuni e speciali e acciaio fuso usati per la
costruzione di mozzi e pale di eliche devono avere un P : Potenza massima continuativa dell’appa-
minimo carico unitario di rottura non inferiore a 400 rato di propulsione, in kW
N/mm2.
N : Velocità di rotazione dell’elica, in giri/min
c) Altri materiali saranno soggetti a considerazioni speciali
da parte della Società a seguito dell’invio delle specifi- δ : Massa volumica del materiale della pala, in
che complete dei materiali. kg/dm3, come indicato in Tab 3
B : Rapporto area sviluppata/area disco
Tabella 3 : Materiali normalmente usati per la costru-
h : Abbattimento, in mm
zione dei mozzi e delle pale delle eliche
l : Larghezza della sezione cilindrica svilup-
Materiale Rm δ f pata della pala in corrispondenza della
sezione a 0,25 del raggio dall’asse
Ottone comune 400 8,3 7,6
dell’elica, in mm
Ottone al manganese (Cu1) 440 8,3 7,6 z : Numero delle pale

Regolamenti RINA 2008 141


Parte C, Cap 1, Sez 8

Rm : Minimo carico unitario di rottura per tra- H0,7 : Passo in corrispondenza della sezione della
zione, in N/mm2 del materiale delle pale pala a 0,7 del raggio dall'asse dell'elica, in
dell’elica. m. Il passo usato nella formula deve essere
quello corrispondente alla posizione effet-
b) Lo spessore massimo t0,6, in mm, della pala nella sua
tiva della pala che sviluppa la spinta mas-
sezione a 0,6 del raggio dall’asse dell’elica non deve sima
essere inferiore a quanto ottenuto dalla formula
seguente: l0,35 : Larghezza della sezione cilindrica svilup-
pata della pala in corrispondenza della
D 3
0 ,5 sezione a 0,35 del raggio dall'asse
1 ,5 .10 6 .ρ 0 ,6 .M T + 18 ,4 .δ. ⎛ ----------⎞ .B.l.N .h
2
⎝ 100⎠ dell'elica, in mm.
t 0 ,6 = 1 ,9 f ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------
l 0 ,6 ⋅ z ⋅ R m b) Lo spessore massimo t0,6 della pala nella sua sezione a
0,6 del raggio dall’asse dell’elica non deve essere infe-
riore a quanto ottenuto dalla formula in [2.2.1]b),
essendo: usando l0,35 in luogo di l.
ρ0,6 : D/H0,6 c) Il raggio di collegamento all’attacco della pala col
H0,6 : Passo in corrispondenza della sezione della mozzo non deve essere inferiore a 3/4 dello spessore
pala a 0,6 del raggio dall’asse dell’elica, in minimo richiesto della pala t0,35. In alternativa potrà
m essere accettato un raccordo a tensione costante. Nella
misurazione dello spessore della pala non si deve tener
l0,6 : Larghezza della sezione cilindrica svilup-
conto dell’aumento di spessore dovuto al raccordo col
pata della pala in corrispondenza della
mozzo.
sezione a 0,6 del raggio dall’asse dell’elica,
in mm. d) Un’analisi idrodinamica con determinazione dettagliata
dei carichi e delle tensioni preparata dal progettista,
c) Il raggio di collegamento all’attacco della pala col
potrà essere considerata caso per caso dalla Società
mozzo non deve essere inferiore a 3/4 dello spessore
come un alternativa alle formule di cui sopra. Il coefi-
minimo richiesto della pala t0,25. In alternativa potrà ciente di sicurezza da usare in detta analisi non deve
essere accettato un raccordo a tensione costante. Nella essere inferiore a 8 rispetto al minimo carico unitario di
misurazione dello spessore della pala non si deve tener rottura per trazione Rm del materiale della pala
conto dell’aumento di spessore dovuto al raccordo col dell’elica.
mozzo. Nel caso in cui il mozzo si estenda oltre la
distanza di 0,25 del raggio dall’asse dell’elica, lo spes- 2.3.2 Flangia di accoppiamento fra pala e mozzo
sore calcolato mediante la formula in a) dovrà essere
paragonato allo spessore a 0,25 del raggio che si ottiene a) Il diametro DF, in mm, della flangia di accoppiamento
mediante estrapolazione lineare dagli spessori effettivi fra la pala ed il mozzo dell’elica non deve essere infe-
della pala dell’elica. riore a quanto ottenuto dalla formula seguente:

d) Un’analisi idrodinamica con determinazione dettagliata D F = D C + 1 ,8d P R


dei carichi e delle tensioni preparata dal Progettista essendo:
dell’elica, potrà essere considerata caso per caso dalla
Società in alternativa alle formule di cui sopra. Il coefi- DC : Diametro della circonferenza passante per i
ciente di sicurezza da usare in detta analisi non deve centri dei prigionieri, in mm
essere inferiore a 8 rispetto al minimo carico unitario di dPR : Diametro dei prigionieri
rottura per trazione Rm del materiale dell’elica.
b) Lo spessore della flangia non deve essere inferiore a
1/10 del diametro DF.
2.3 Eliche a pale riportate ed eliche a pale
orientabili 2.3.3 Prigionieri d’accoppiamento (1/7/2002)
a) Il diametro dei prigionieri di accoppiamento dPR, in mm,
2.3.1 Spessore della pala (1/7/2002) misurato in corrispondenza del fondo dei filetti, non
a) Lo spessore massimo della pala t0,35, in mm, nella sua deve essere inferiore al valore ottenuto dalla formula
sezione a 0,35 del raggio dall'asse dell'elica, non deve seguente:
essere inferiore al valore ottenuto dalla formula 0 ,5
3
seguente: ⎛ 4 ,6 .107 .ρ 0 ,7 .M T + 0 ,88 .δ. ⎛ ----- D-⎞
.B.l 0 ,35 .N .h 1⎞
2
⎜ ⎝ 10⎠ ⎟
dP R = ⎜ ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------⎟
D 3
0 ,5
⎜ n P R ⋅ z ⋅ D C ⋅ R m ,P R ⎟
1 ,5 .10 .ρ 0 ,7 .M T + 41.δ ⎛ ----------⎞ B.l 0 ,35 .N h
6 2
⎝ 100⎠ ⎝ ⎠
t 0 ,35 = 2 ,7 f -----------------------------------------------------------------------------------------------------------
l 0 ,35 ⋅ z ⋅ R m
essendo:
h1 : h1 = h + 1,125 Dc
essendo:
nPR : Numero totale dei prigionieri per ciascuna
ρ0,7 : D/H0,7 pala

142 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 8

Rm,PR : Minimo carico minimo unitario di rottura t0,35 : Spessore massimo, in mm, della pala, consi-
per trazione del materiale dei prigionieri, in derata non “skewed” alla sezione a 0,35 del
N/mm2. raggio dall’asse dell’elica, come ottenuta
b) I prigionieri devono essere stretti in maniera controllata dalla formula in [2.3.1]
in modo che la tensione di trazione non superi circa il tS-0,6 : Spessore massimo, in mm, della pala
60 - 70% del loro carico di snervamento. “skewed” alla sezione a 0,6 del raggio
c) I gambi non filettatati dei prigionieri possono avere un dall’asse dell’elica
diametro minimo pari a 0,9 volte il diametro al fondo t0,6 : Spessore massimo, in mm, della pala, consi-
del filetto. derata non “skewed” alla sezione a 0,6 del
d) I prigionieri devono essere fissati in modo appropriato raggio dall’asse dell’elica, come ottenuta
ad impedire ogni possibile allentamento involontario. dalla formula in [2.2.1]
tS-0,9 : Spessore massimo, in mm, della pala
2.4 Eliche “skewed” “skewed” alla sezione a 0,9 del raggio
dall’asse dell’elica
2.4.1 Eliche “skewed”
Lo spessore delle pale delle eliche “skewed” può essere ϑ : Angolo di “skew”
ottenuto mediante le formule in [2.2] e [2.3.1] come appli- b) In alternativa, le eliche sensibilmente “skewed” possono
cabile, purché l’angolo di “skew” sia minore di 25°. essere accettate sulla base di una analisi, come richiesto
in [2.4.3] per le eliche molto “skewed”.
2.4.2 Eliche sensibilmente “skewed”
a) Lo spessore della pala per eliche con angolo di “skew” 2.4.3 Eliche molto “skewed”
tra 25° e 50°, in mm, non deve essere inferiore a quanto Lo spessore minimo della pala per eliche molto “skewed”
ottenuto dalle formule seguenti: deve essere ottenuto mediante un’analisi delle tensioni che
1) Eliche a pale fisse utilizzi una metodologia accettata dalla Società. Il fattore di
t S – 0 ,25 = t 0 ,25 ⋅ ( 0 ,92 + 0 ,0032ϑ ) sicurezza da usare in questa analisi diretta non deve essere
inferiore a 9 rispetto al minimo carico unitario di rottura per
2) Eliche a pale riportate ed a pale orientabili trazione Rmdel materiale della pala.
t S – 0 ,35 = t 0 ,35 ⋅ ( 0 ,9 + 0 ,004ϑ )

3) Tutte le eliche
2.5 Eliche intubate
2
t S – 0 ,6 = t 0 ,6 ⋅ ( 0 ,74 + 0 ,0129ϑ – 0 ,0001 ϑ ) 2.5.1 Lo spessore minimo delle pale di eliche intubate
aventi ampie sezioni sviluppate in corrispondenza delle
t S – 0 ,9 = t 0 ,6 ⋅ ( 0 ,35 + 0 ,0015ϑ ) estremità deve essere non inferiore a quanto ottenuto dalle
essendo: formule in [2.2] o [2.3.1] (come applicabile) aumentato
del 10%.
tS-0,25 : Spessore massimo, in mm, della pala
“skewed” alla sezione a 0,25 del raggio
dall’asse dell’elica 2.6 Particolari costruttivi
t0,25 : Spessore massimo, in mm, della pala, consi-
2.6.1 Mozzi e pale
derata non “skewed” alla sezione a 0,25 del
raggio dall’asse dell’elica, come ottenuta a) Tutte le parti dell’elica devono essere prive di difetti e
dalla formula in [2.2.1] devono essere costruite ed installate con giochi e tolle-
tS-0,35 : Spessore massimo, in mm, della pala ranze conformi alla buona pratica marina.
“skewed” alla sezione a 0,35 del raggio b) Particolare cura deve essere applicata alla finitura super-
dall’asse dell’elica ficiale delle pale.

Tabella 4 : Controlli delle eliche a pale orientabili (1/7/2005)

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Motore principale Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamento automa- do della
zione
tico riserva
Pressione alla pompa L
Livello della cassa dell’olio L

Regolamenti RINA 2008 143


Parte C, Cap 1, Sez 8

2.6.2 Impianto di comando delle pale delle eliche a 3 Sistemazione e montaggio


pale orientabili (1/7/2006)
a) Si applicano le prescrizioni generali di cui in Sez 10, 3.1 Accoppiamento dell’elica con l’albero
[14].
portaelica
b) Impianti separati destinati al comando delle eliche a
pale orientabili devono comprendere almeno due 3.1.1 Generalità
pompe azionate da energia meccanica aventi una por-
a) Il mozzo dei propulsori ad elica deve essere ben aggiu-
tata tale da mantenere il normale comando con una
stato e montato sul cono dell’albero portaelica.
qualsiasi delle pompe fuori servizio.
b) La parte prodiera del foro del mozzo deve avere i lembi
c) Nel caso di apparati di propulsione comprendenti:
arrotondati con un raggio di circa 6 mm.
• più di una linea d'alberi con le eliche dotate del loro
impianto di comando, oppure c) Generalmente una sistemazione simile a quella indicata
in Fig 2 deve essere adottata nell’assemblaggio di
• un motore con una potenza inferiore o uguale a 375 mozzo e camicia allo scopo di impedire l’ingresso
kW, d’acqua di mare al di sotto della camicia o verso l’estre-
una delle pompe citate in b) può essere una pompa di mità poppiera del portaelica.
rispetto pronta ad essere collegata all'impianto dell'olio
d) Il dispositivo di tenuta esterno deve essere costituito da
di comando, a condizione che le operazioni per il mon-
un anello di gomma resistente all’acqua di mare preferi-
taggio e lo smontaggio possano essere eseguite a bordo
bilmente senza giunzioni. Il gioco fra la camicia e lo
in tempi brevi.
spazio vuoto all’interno del mozzo deve essere il più
d) Tuttavia, quando l'apparato di propulsione comprende piccolo possibile. Lo spazio vuoto interno deve essere
due o più motori, ciascuno di potenza inferiore o riempito di adeguato materiale protettivo non corrodi-
uguale a 375 kW, la pompa di riserva o di rispetto per le bile ed insolubile in acqua di mare o con un anello di
eliche a pale orientabili può non essere fornita a condi- gomma.
zione che le eliche siano progettate in modo da poter
e) Tutti gli spazi liberi tra il cono dell’albero portaelica, il
essere bloccate meccanicamente nella posizione
mozzo dell’elica, il dado di fermo e la sua copertura
"avanti" e che la capacità dei mezzi d'avviamento assi-
devono essere riempiti di materiale non corrodibile ed
curi il numero di avviamenti richiesto in tali condizioni.
insolubile nell’acqua di mare. Deve essere previsto un
e) L’impianto di comando dell’orientamento delle pale sistema che assicuri l’assenza di aria in questi spazi
deve essere fornito di un indicatore nel locale macchine durante il loro riempimento. Si raccomanda di provare
che mostri la posizione effettiva delle pale. Ulteriori questi spazi ad una pressione corrispondente almeno
indicatori della posizione delle pale devono essere all’immersione dell’elica al fine di controllare l’imper-
sistemati in plancia e nella centrale di propulsione, se la meabilità ottenuta al termine del riempimento.
nave ne è provvista.
f) Per le chiavette e la loro area vedere Sez 7, [2.5.5].
f) Devono essere sistemati dispositivi atti ad impedire che
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
improvvise variazioni del passo dell’elica possano por-
aggiunta a quelle sopraindicate.
tare a sovraccarichi o a stallo dell’apparato di propul-
sione. Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
anche le prescrizioni indicate nella Parte F, Capitolo 3.
g) Devono essere sistemati dispositivi tali da far sì che, in
caso di avaria all’impianto di comando delle pale, la 3.1.2 Eliche forzate montate senza
posizione delle pale: chiavetta (1/7/2006)
• non cambi, o In caso di forzamento di eliche montate senza chiavetta, si
• assuma una posizione finale abbastanza lentamente applicano le prescrizioni seguenti:
da permettere la messa in opera dell’impianto di a) Il significato dei simboli usati qui di seguito è il
comando di emergenza. seguente:
h) Le eliche a pale orientabili devono avere un sistema di A : 100% dell’area teorica di contatto fra il
comando d’emergenza tale da permettere all’elica di mozzo dell’elica e l’albero portaelica come
rimanere in esercizio in caso di avaria al suo comando a rilevata dai disegni, trascurando le scanala-
distanza. Questo requisito si ritiene soddisfatto se l’elica ture per l’olio, in mm2
è provvista di un dispositivo che blocchi meccanica-
mente le pale dell’elica nella posizione di marcia dPM : Diametro effettivo dell’albero portaelica a
avanti. metà della rastremazione nella direzione
dell’asse, in mm
i) La Tab 4 mostra le indicazioni che devono essere pre-
senti nella stazione di comando. dH : Diametro esterno medio del mozzo
dell’elica nella posizione assiale corrispon-
In aggiunta si applicano le prescrizioni generali del
dente a dPM, in mm
Capitolo 3.
Nel caso di navi con notazioni di automazione si appli- K : K = dH/dPM
cano anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3. F : Forza tangenziale all’interfaccia, in N

144 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 8

MT : Momento torcente continuativo trasmesso, EM : Valore del modulo di elasticità longitudinale


in N.m; quando non è conosciuto, MT può del materiale del mozzo dell’elica, in
essere assunto come indicato in [2.2.1] N/ mm2
C : C = 1 per turbine, motori diesel νP : Coefficiente di Poisson del materiale
muniti di riduttore, motori elet- dell’albero portelica
trici e motori a combustione νM : Coefficiente di Poisson del materiale del
interna direttamente accoppiati mozzo dell’elica
mediante accoppiatoi idraulici,
RS,MIN : Valore del minimo carico unitario di snerva-
elettromagnetici o ad alta elasti-
cità mento (ReH), o carico unitario a cui corri-
sponde una deformazione permanente dello
C : C = 1,2 per motori diesel dotati
0,2% (Rp0,2), del materiale del mozzo
di accoppiatoi diversi da quelli
dell’elica, in N/mm2.
sopra descritti
Per gli altri simboli non definiti nel presente paragrafo,
La Società si riserva il diritto di
vedere [2.2].
aumentare il valore di C se il for-
zamento deve assorbire un b) Il fabbricante deve inviare le specifiche contenenti tutte
momento torcente pulsante le informazioni necessarie per verificare il forzamento
molto elevato insieme ai piani costruttivi richiesti. Prove e controlli
ritenuti necessari per verificare le caratteristiche e l’inte-
T : Temperatura dei materiali del mozzo e
grità del materiale dell’elica devono essere pure specifi-
dell’albero portaelica, in °C, assunti per il
cati.
calcolo della lunghezza di avanzamento e
della spinta di montaggio c) Le formule e gli altri requisiti qui di seguito elencati non
V : Velocità della nave alla potenza P, in nodi si applicano ad eliche in cui una boccola è inserita fra
l’albero ed il mozzo e nel caso di alberi portaelica cavi.
S : Spinta continuativa sviluppata in naviga- In questi casi, deve essere inviato alla Società un cal-
zione libera, in N colo diretto di forzamento.
sF : Coefficiente di sicurezza contro lo slitta-
d) La conicità del cono dell’albero portaelica non deve
mento a 35°C superare 1/15.
θ : Semiconicità dell’albero portaelica (per
e) Prima del montaggio finale, l’area di contatto fra le
esempio: conicità = 1/15, θ =1/30)
superfici d’accoppiamento deve essere controllata e
µ : Coefficiente di attrito fra le superfici di con- non deve essere inferiorie al 70% dell’area di contatto
tatto teorica (100%). Zone di non-contatto estese circonfe-
p35 : Pressione fra le superfici di contatto, in renzialmente intorno al mozzo o per tutta la lunghezza
N/mm2, a 35°C del mozzo non sono accettabili.
pT : Pressione, in N/mm2, fra le superfici di con- f) Dopo il montaggio, l’elica deve essere bloccata con un
tatto alla temperatura T, dado sull’albero portaelica. Il dado deve essere fissato
all’albero.
p0 : Pressione, in N/mm2, fra le superfici di con-
tatto a 0°C g) Il coefficiente di sicurezza contro lo slittamento sF a
pMAX : Massima pressione di contatto ammissibile, 35°C non deve essere inferiore a 2,8, sotto l’azione
combinata del momento torcente e della spinta
in N/mm2, a 0°C
dell’elica, basati sulla potenza massima continuativa P
d35 : Avanzamento di montaggio, in mm, a 35°C per la quale è richiesta la classifica alla corrispondente
dT : Avanzamento di montaggio, in mm, alla velocità di rotazione N dell’elica, più il momento tor-
temperatura T, cente pulsante dovuto alle vibrazioni torsionali.
dMAX : Massimo avanzamento di montaggio h) Il coefficiente di attrito µ è di 0,13 per mozzi di leghe di
ammissibile, in mm, a 0°C rame o acciaio quando è adottato il metodo ad inie-
WT : Spinta di montaggio, in N, alla temperatura zione d’olio. Per gli altri metodi il coefficiente di attrito
T verrà considerato per ogni caso particolare dalla
Società.
σID : Sollecitazione ideale monoassiale nel
mozzo secondo il criterio di von Mises- i) La massima tensione ideale monoassiale nel mozzo
dell’elica a 0°C, basata sul criterio di von Mises-Hencky,
Hencky, in N/mm2
non deve superare il 70% del minimo carico di snerva-
αP : Coefficiente di dilatazione lineare del mate- mento (ReH), o il carico che provoca una deformazione
riale dell’albero portaelica, in mm/(mm°C) permanente dello 0,2% (Rp0,2), del materiale dell’elica
αM : Coefficiente di dilatazione lineare del mate- basato sui valori ottenuti alle prove. Per la ghisa il valore
riale del mozzo dell’elica, in mm/(mm°C) della tensione suddetta non deve superare il 30% della
EP : Valore del modulo di elasticità longitudinale resistenza a rottura per trazione nominale.
del materiale dell’albero portaelica, in j) Per le formule sotto indicate saranno assunte le caratte-
N/ mm2 ristiche dei materiali elencate qui di seguito:

Regolamenti RINA 2008 145


Parte C, Cap 1, Sez 8

• Modulo di elasticità longitudinale, in N/mm2: P


S = 1760 ⋅ ----
Acciai fusi e fucinati: E = 206000 V
Ghisa: E = 98000 P
S = 57 ,3 ⋅ 10 3 ⋅ -------------
Ottoni tipo Cu1 e Cu2: E = 108000 H⋅N
Ottoni tipo Cu3 e Cu4: E = 118000
3.1.3 Correnti passive
• Coefficiente di Poisson:
Devono essere previsti mezzi per impedire la circolazione
Acciai fusi e fucinati: ν = 0,29 di correnti passive fra l’elica e lo scafo. Una descrizione del
Ghisa: ν = 0,26 tipo di protezione previsto e dei sistemi per la sua manuten-
Tutte le leghe di rame: ν = 0,33 zione deve essere tenuta a bordo della nave.
• Coefficiente di dilatazione lineare in mm/(mmoC):
Acciai fusi e fucinati: α = 12,0 10-6
4 Prove e certificazione
Tutte le leghe di rame: α = 17,5 10-6
4.1 Prove sui materiali
k) Per il calcolo del forzamento devono essere applicate le
formule seguenti che sono valide per la condizioni di 4.1.1 Eliche a pale fisse
marcia avanti. Esse danno anche un margine sufficiente I materiali usati per la costruzione di eliche a pale fisse
di sicurezza per le condizioni di marcia indietro. devono essere provati in accordo con i requisiti della
• Minima pressione di contatto richiesta a 35°C: Parte D del regolamento alla presenza del Tecnico.

sF S 2 0 ,5
- ⋅ – s F θ + ⎛ µ 2 + B ⋅ F-----2⎞
p 35 = ------- 4.1.2 Eliche a pale riportate ed a pale orientabili
AB ⎝ S⎠ In aggiunta a quanto prescritto in [4.1.1] i materiali per i
prigionieri e per le altre parti del meccanismo che trasmet-
essendo:
tono il momento torcente devono essere provati in presenza
B = µ2-sF2θ2 del Tecnico.
• Minimo avanzamento di montaggio corrispondente
a 35°C: 4.2 Collaudi ed ispezioni
p 35 d P M 1–ν
⋅ ------ ⋅ ⎛ --------------
- + ν M⎞ + --------------P
1 K2 + 1 4.2.1 Ispezioni dell’elica finita
d 35 = ----------------
2θ EM ⎝ K 2 – 1 ⎠ EP
Le eliche devono essere ispezionate nell’officina del fabbri-
• Minimo avanzamento di montaggio alla temperatura cante dal Tecnico una volta finite. Devono essere eseguite
T (T < 35 °C): almeno le ispezioni seguenti:
• esame visivo dell’intera superficie delle pale dell’elica;
dP M
d T = d 35 + -------- ⋅ ( α M – α P ) ⋅ ( 35 – T ) • controllo della conformità del profilo delle pale con i

disegni approvati;
• Pressione minima di contatto corrispondente alla
• esame mediante liquidi penetranti di parti critiche o
temperatura T:
sospette delle pale dell’elica a soddisfazione del Tec-
d nico.
p T = p 35 ⋅ ------T-
d 35
4.2.2 Eliche a pale orientabili
• Minima spinta di montaggio alla temperatura T: L’impianto oleodinamico per il controllo dell’orientamento
W T = Ap T ⋅ ( µ + θ ) delle pale completo deve essere provato idrostaticamente
ad una pressione pari ad 1,5 volte la pressione di calcolo.
• Massima pressione di contatto ammissibile a 0 °C: La funzionalità delle valvole di sicurezza deve essere col-
laudata alla presenza del Tecnico.
0 ,7R S ,MIN ⋅ ( K 2 – 1 )
p MAX = -----------------------------------------------
( 3K 4 + 1 ) 0 ,5 4.2.3 Bilanciamento
• Massimo avanzamento di montaggio corrispondente Le eliche devono essere bilanciate staticamente una volta
ammissibile a 0 °C: finite. Per le eliche a pale riportate o a pale orientabili, il
bilanciamento statico dell’elica completa può essere sosti-
p M AX tuito da un controllo individuale del peso delle pale e della
d MAX = d 35 ⋅ ----------
-
p 35 posizione del loro centro di gravità.
• Forza tangenziale all’interfaccia:
4.3 Certificazione
2000CM
F = -------------------------T 4.3.1 Certificazione delle eliche
dP M
Le eliche che hanno le caratteristiche indicate in [1.1.1]
• Spinta continuativa sviluppata in navigazione libera; devono essere individualmente collaudate e certificate
se il valore effettivo non è noto, potrà essere adot- dalla Società.
tato il valore, in N, calcolato con una delle formule
seguenti: 4.3.2 Eliche prodotte in serie

146 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 8

Eliche prodotte in serie potranno essere accettate nel qua-


dro del programma di approvazione di tipo della Società.

Figura 2 : Esempio di sistemazione per rendere stagno l’accoppiamento tra mozzo ed albero portaelica

DISPOSITIVO DI TENUTA

MOZZO
DELL'ELICA

MASTICE O GRASSO
O GOMMA CAMICIA

ANELLO DI GOMMA

ALBERO PORTAELICA

Regolamenti RINA 2008 147


Parte C, Cap 1, Sez 9

SEZIONE 9 VIBRAZIONI DELLE LINEE D’ALBERI

1 Generalità Qualora le vibrazioni superino i limiti indicati nella pre-


sente Sezione, il progettista o il Costruttore dell’impianto
devono proporre azioni correttive, quali:
1.1 Applicabilità
• limitazioni operative, purché l’Armatore sia informato, o
1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano • modifiche dell’impianto.
alle linee d’alberi degli impianti seguenti:
• impianti di propulsione con macchine principali di 2.1.3 Condizioni dei componenti (1/7/2002)
potenza uguale o superiore a 220 kW, Gli impianti devono essere progettati considerando i com-
• altri impianti con motori a combustione interna di ponenti essenziali in condizioni non ideali: in particolare
potenza uguale o superiore a 110 kW azionanti macchi- devono essere considerate le condizioni seguenti:
nari ausiliari per servizi essenziali. • motore di propulsione: irregolare funzionamento di un
cilindro,
1.1.2 Esenzioni (1/7/2005)
• giunti elastici: variazioni eventuali delle caratteristiche
Le prescrizioni della presente Sezione possono non essere di rigidità o smorzamento a causa del riscaldamento o
applicate, a discrezione della Società, nel caso in cui sia dell'invecchiamento,
dimostrato il funzionamento soddisfacente di installazioni
similari o nel caso di navi classificate per navigazioni limi- • smorzatori di vibrazioni: eventuali variazioni del coeffi-
tate. ciente di smorzamento.

1.2 Invio della documentazione 2.2 Modifiche di impianti esistenti


1.2.1 (20/12/2005) 2.2.1 Qualora siano effettuate modifiche sostanziali di
Poiché l’analisi del comportamento di un impianto nei impianti esistenti, quali:
riguardi delle vibrazioni è parte del suo progetto, devono
• variazione della velocità o della potenza di funziona-
essere inviati all’approvazione a tempo debito i documenti
mento del motore,
elencati in [3.2].
• sostituzione di un componente essenziale dell’impianto
(elica, giunto elastico, smorzatore) con uno di caratteri-
2 Progetto degli impianti a riguardo stiche differenti, o
delle vibrazioni • collegamento di un nuovo componente,

2.1 Principi deve essere inviata all’approvazione una nuova analisi delle
vibrazioni.
2.1.1 Generalità
a) Deve essere data considerazione speciale al progetto, 3 Vibrazioni torsionali
alla costruzione ed all’installazione degli impianti di pro-
pulsione in modo tale che ciascun modo di vibrare non 3.1 Generalità
causi sollecitazioni eccessive in questi impianti nei
campi di funzionamento normale. 3.1.1 I momenti torcenti (o sollecitazioni) dovuti alle
b) Devono essere effettuati i calcoli per tutte le configura- vibrazioni torsionali calcolati per i vari componenti
zioni dell’impianto che potrebbero influenzare le vibra- dell’impianto sono aggiuntivi a quelli risultanti dalla
zioni torsionali, flessionali o assiali. potenza media trasmessa da detti componenti. Qualora
siano applicati i dimensionamenti ottenuti con le formule in
c) Qualora le vibrazioni torsionali ed assiali possano
Sez 7 ed in App 1, i momenti torcenti dovuti alle vibrazioni
essere combinate (per esempio a causa di ingranaggi
non devono essere tenuti in conto a meno che non sia indi-
elicoidali), devono essere valutati gli effetti di tali vibra-
cato diversamente.
zioni.

2.1.2 Livelli di vibrazione 3.2 Documentazione da inviare


Gli impianti devono avere vibrazioni torsionali, flessionali
ed assiali, sia in condizioni di funzionamento continuativo 3.2.1 Calcoli
che transitorio, accettabili dal costruttore e conformi alle Devono essere inviati i calcoli delle vibrazioni torsionali
prescrizioni della presente Sezione. per le varie configurazioni degli impianti, comprendenti:

148 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 9

• il sistema dinamico equivalente usato per modellare h) per gli smorzatori di vibrazioni torsionali:
l’impianto, con indicazione di: • Costruttore e tipo,
- valori dei momenti d’inerzia e delle rigidità torsio- • la dissipazione di calore ammissibile,
nali per tutti i componenti dell’impianto,
• il coefficiente di smorzamento,
- diametri e caratteristiche dei materiali degli alberi, • i momenti d’inerzia e le rigidità torsionali, come
• le frequenze naturali, applicabile,
• i valori dei momenti torcenti o delle sollecitazioni i) per le eliche:
alterne nei componenti dell’impianto per le velocità cri-
• il numero delle pale,
tiche più significative e la loro analisi con riguardo alle
prescrizioni dei regolamenti e agli altri criteri di accetta- • i dati di eccitazione e smorzamento, se disponibili,
bilità, j) per motori elettrici, generatori e pompe, il disegno delle
• le eventuali limitazioni operative dell’impianto. parti rotanti coi loro momenti d’inerzia di massa e le
dimensioni principali.
3.2.2 Particolari da inviare
Devono essere inviati insieme ai calcoli delle vibrazioni 3.3 Definizioni, simboli ed unità di misura
torsionali i particolari seguenti:
3.3.1 Definizioni
a) per turbine, impianti con più motori o impianti con
presa di potenza ausiliaria: a) Le sollecitazioni alterne dovute alle vibrazioni torsionali
di cui nel presente Articolo sono le sollecitazioni risul-
• descrizione delle configurazioni operative,
tanti dai momenti torcenti alterni corrispondenti alla
• legge di distribuzione dei carichi fra i vari compo- sintesi delle armoniche considerate.
nenti in ciascuna configurazione,
b) La condizione di mancata accensione di un cilindro è il
b) per impianti con eliche a pale orientabili, la legge della cattivo funzionamento di un cilindro a causa della man-
potenza in funzione della velocità di rotazione relativa canza di iniezione del combustibile (che dà luogo a
al funzionamento del combinatore, pura compressione o espansione nel cilindro).
c) per i motori primi, il campo delle velocità d’esercizio e
3.3.2 Simboli, unità di misura
la velocità minima a carico nullo,
I simboli principali usati nel presente Articolo sono qui di
d) per motori a combustione interna: seguito definiti:
• Costruttore e tipo, τ : Sollecitazione alterna dovuta alle vibrazioni tor-
• potenza nominale e velocità di rotazione, sionali, come definita in [3.3.1], in N/mm2,
• pressione media indicata, τ1 : Sollecitazione dovuta alle vibrazioni torsionali
• numero di cilindri, ammissibile per funzionamento continuativo, in
• angolo del “V”, N/mm2,
• angoli di accensione, τ2 : Sollecitazione dovuta alle vibrazioni torsionali
ammissibile per funzionamento transitorio, in
• alesaggio e corsa,
N/mm2,
• dati d’eccitazione, quali legge polinominale delle
Rm : Carico unitario di rottura per trazione del mate-
componenti armoniche delle eccitanti,
riale dell’albero, in N/mm2,
• sollecitazione nominale alterna di torsione conside-
rata per il perno di manovella e il perno di banco, CR : Fattore del materiale, uguale a:
Nota 1: La sollecitazione nominale alterna di torsione è uno dei R + 160
--------------------
dati di base da considerare per la verifica dell’albero a 18
manovelle. Essa è definita in App 1. d : Diametro minimo dell’albero, in mm,
e) per le turbine: CD : Fattore di dimensione dell’albero, uguale a 0,35
• potenza nominale e velocità di rotazione, + 0,93 d-0,2,
• curva potenza/velocità e campo di funzionamento, N : Velocità dell’albero per la quale viene effettuato
• numero di stadi e distribuzione dei carichi fra gli il controllo, in giri/min,
stadi, Nn : Velocità nominale dell’albero, in giri/min,
• ordini di eccitazione principali per ciascun disco Nc : Velocità critica, in giri/min,
rotante, λ : Rapporto di velocità, uguale a N/Nn,
• smorzamento strutturale degli alberi, Cλ : Fattore del rapporto di velocità, uguale a:
• smorzamento esterno sui dischi (dovuto al fluido), • 3 - 2 λ2 per λ < 0,9,
f) per ingranaggi riduttori o moltiplicatori, il rapporto fra le • 1,38 per 0,9 ≤ λ ≤ 1,05
velocità ad ogni stadio, Ck : Fattore che dipende dalle caratteristiche di pro-
g) per giunti elastici, i dati richiesti in Sez 7, [2.1.3], getto dell’albero indicate in Tab 1.

Regolamenti RINA 2008 149


Parte C, Cap 1, Sez 9

Tabella 1 : Valori del coefficiente Ck (1/7/2006)

Alberi reggispinta esterni al


Alberi intermedi Alberi porta-elica
motore
con flange con con chia- con chia- con fori con feri- da ambo i in corrisponden- per i quali per i
d’accoppia- accop- vette, colle- vette, radiali toie lon- lati del za del cuscinetto (5) quali (5)
mento di piatoi gamento collega- gitudinali collare di assiale qualora un k = 1,22 o k = 1,15
pezzo e forzati conico menti spinta cuscinetto a rulli k = 1,26
sezioni cilindrici venga adoperato
costanti come cuscinetto
reggispinta
1,0 (1) 1,0 (2) 0,60 (3) 0,45 (3) 0,50 0,30 (4) 0,85 0,85 0,55 0,80
(1) Valore applicabile nel caso di raggi di raccordo in accordo con quanto richiesto nella Sez 7, [2.5.1].
(2) I valori di CK si riferiscono soltanto alla zona cilindrica dell'albero. Se gli alberi possono essere soggetti a sollecitazioni, dovute
alle vibrazioni, vicine a quelle ammissibili per funzionamento continuativo, deve essere previsto un aumento del valore del
diametro che deve essere forzato, per es. un incremento di diametro dall'1 al 2% ed un raggio di raccordo quale descritto in
Sez 7, [2.2.1].
(3) Le chiavette non devono in generale essere usate nelle sistemazioni che prevedano un campo di velocità sbarrato.
(4) CK = 0,3 é una approssimazione sicura entro i limiti indicati nella Nota (6) della Sez 7, Tab 2. Se le dimensioni delle feritoie
sono al di fuori di tali limiti, oppure se si preferisce usare un altro valore di CK, il valore effettivo del fattore di concentrazione di
tensione (scf) deve essere documentato oppure deve essere determinato con i criteri di calcolo del danno cumulativo a fatica.
In tale caso:
CK=1,45/scf
Si noti che scf é definito come il rapporto tra la tensione locale principale e 30,5 volte la tensione torsionale nominale (determi-
nata per l'albero forato senza feritoie).
(5) k è definito in Sez 7
Nota 1: Per informazioni su CK e sul fattore di concentrazione di tensione delle feritoie, vedere Sez 7, Tab 2.
Nota 2: La determinazione dei coefficienti Ck per alberi diversi da quelli indicati nella presente tabella sarà oggetto di considera-
zione speciale da parte della Società.

3.4 Principi di calcolo c) Per gli impianti con eliche a pale orientabili, devono
essere eseguiti due calcoli:
3.4.1 Metodi • uno per la condizione corrispondente al passo mas-
simo
a) I calcoli delle vibrazioni torsionali devono essere ese- • uno per la condizione a passo zero.
guiti con una metodologia riconosciuta. d) I calcoli devono tener conto di tutte le possibili fonti di
eccitazione. Devono essere particolareggiate le fonti di
b) Qualora il metodo di calcolo non comprenda la sintesi
eccitazioni elettriche, quali i convertitori statici di fre-
armonica, deve essere prestata attenzione alla eventuale quenza.
sovrapposizione di due o più ordini di armoniche di dif-
e) Le frequenze naturali devono essere considerate fino ad
ferenti modi di vibrare che potrebbero essere presenti in un valore corrispondente a 15 volte la massima velocità
alcuni campi di velocità. di esercizio. Pertanto le eccitazioni devono compren-
dere armoniche fino al quindicesimo ordine.
3.4.2 Finalità dei calcoli
3.4.3 Criteri per l’accettazione dei carichi derivanti
a) I calcoli delle vibrazioni torsionali devono essere effet- dalle vibrazioni torsionali nelle normali
condizioni d’accensione
tuati tenendo conto di:
a) Le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsionali nei
• accensione normale di tutti i cilindri, e vari alberi non devono superare i limiti definiti in [3.5].
Limiti maggiori, calcolati con metodi alternativi, pos-
• mancata accensione di un cilindro. sono essere considerati dalla Società a seguito di un
esame particolare.
b) Qualora la rigidità torsionale dinamica dei giunti
Il limite per funzionamento continuativo τ1 può essere
dipenda dal momento torcente trasmesso, devono
superato solamente nel caso di funzionamento transito-
essere eseguiti due calcoli: rio nei campi di velocità limitati, che sono definiti in
• uno a pieno carico, [3.5.5]. In nessun caso le sollecitazioni dovute alle
vibrazioni torsionali devono superare il limite per fun-
• uno al carico minimo previsto durante l’esercizio. zionamento transitorio τ2.

150 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 9

Gli impianti di propulsione devono essere atti a funzio- b) Qualora l’albero a manovelle non sia stato progettato in
nare continuativamente senza restrizioni almeno nel accordo con le prescrizioni in App 1, le sollecitazioni
campo compreso fra 0,8.Nn e 1,05.Nn. Funzionamenti dovute alle vibrazioni torsionali in ogni punto
transitori possono essere considerati esclusivamente in dell’albero a manovelle non devono superare i limiti
campi di velocità barrati per rapporti di velocità λ ≤ 0,8. seguenti:
I macchinari ausiliari devono essere atti a funzionare • τ1 = 0,55 . CR . CD . Cλ per funzionamento conti-
continuativamente senza restrizioni almeno entro il nuativo,
campo compreso fra 0,95.Nn e 1,1.Nn. Funzionamenti • τ2 = 2,3 τ1 per funzionamento transitorio.
transitori possono essere considerati esclusivamente in
campi di velocità barrati per rapporti di velocità 3.5.3 Alberi intermedi, alberi reggispinta, alberi
λ ≤ 0,95. portaelica (1/7/2006)
b) I livelli delle vibrazioni torsionali negli altri componenti Le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsionali in ciascun
devono essere in accordo con le prescrizioni in [3.6]. albero intermedio, albero reggispinta ed albero portaelica,
non devono superare i limiti seguenti:
3.4.4 Criteri per l’accettazione dei carichi derivanti
dalle vibrazioni torsionali nel caso di mancata • τ1 = CR . CK . CD . Cλ per funzionamento continuativo,
accensione di un cilindro (1/7/2006) • τ2 = 1,7 τ1 . CK -0,5 per le condizioni di regime in corri-
a) Le prescrizioni in [3.4.3] relative alle condizioni nor- spondenza dei campi di velocità barrata.
mali d’accensione si applicano anche alle condizioni di Nota 1: Il fattore del materiale CR per gli alberi intermedi, alberi
mancata accensione di un cilindro, eccetto che i campi reggispinta ed alberi portaelica non deve essere assunto supe-
di velocità barrati sono accettabili anche per rapporti di riore a 42,2.
velocità λ > 0,8.
Nel caso di navi con un singolo motore di propulsione, 3.5.4 Alberi di trasmissione per gruppi generatori o
gli eventuali campi di velocità barrati nella condizione altri macchinari ausiliari
di mancata accensione di un cilindro devono consen- Le sollecitazioni dovute alle vibrazioni torsionali in ciascun
tire una navigazione sicura. albero di trasmissione per gruppi generatori o altri macchi-
nari ausiliari, quali pompe o compressori non devono supe-
b) Qualora i calcoli indichino che i limiti imposti per certi
rare i limiti seguenti:
componenti potrebbero essere superati nelle condizioni
di mancata accensione di un cilindro, deve essere siste- • τ1 = 0,90 . CR . CD per funzionamento continuativo,
mato un dispositivo idoneo a segnalare il verificarsi di • τ2 = 5,4 τ1 per funzionamento transitorio.
tale evenienza.
3.5.5 Campi di velocità barrati (1/7/2006)
3.5 Limiti ammissibili per le sollecitazioni a) Se l'ampiezza delle sollecitazioni supera i valori limite
dovute alle vibrazioni torsionali negli di τ1 per funzionamento continuativo, compresa la con-
alberi a manovelle, linee d’alberi di pro- dizione di mancata accensione di un cilindro, devono
pulsione ed altri alberi che trasmettono essere imposti campi di velocità barrati che devono
potenza essere attraversati rapidamente.
b) Nel caso di navi con un singolo motore di propulsione,
3.5.1 Generalità gli eventuali campi di velocità barrati nella condizione
a) I limiti indicati qui di seguito si riferiscono ad alberi di mancata accensione di un cilindro devono consen-
d’acciaio. Per alberi costruiti con altri materiali i limiti tire una navigazione sicura.
ammissibili per le sollecitazioni dovute alle vibrazioni
c) Il campo di velocità barrato deve coprire tutte le velo-
torsionali saranno determinati dalla Società a seguito
cità per le quali i limiti accettabili di τ1 sono superati.
dell’esame dei risultati delle prove a fatica eseguite sui
Per le eliche a pale orientabili con la possibilità di
materiali in questione.
comando individuale del passo e della velocità, devono
b) Tali limiti si applicano alle sollecitazioni dovute alle essere esaminate sia la condizione a tutto passo che la
vibrazioni torsionali come definite in [3.3.1]. Essi si rife- condizione a passo zero . Inoltre deve essere aggiunta
riscono alla sezione minima dell’albero, senza tener la tolleranza del tachimetro. Ai margini del campo di
conto di eventuali concentrazioni delle sollecitazioni. velocità barrato il motore deve avere un funzionamento
stabile.
3.5.2 Alberi a manovelle
a) Qualora l’albero a manovelle sia stato progettato in d) I limiti dei campi barrati in relazione alla velocità critica
accordo con le prescrizioni in App 1, le sollecitazioni Nc devono essere calcolati con la formula seguente:
dovute alle vibrazioni torsionali non devono essere 16 ⋅ N c ( 18 – λ ) ⋅ N
----------------- ≤ N ≤ --------------------------------c
superiori in qualsiasi punto ai limiti seguenti: 18 – λ 16
• τ1 = τN per funzionamento continuativo,
e) Qualora la curva di risonanza di una velocità critica sia
• τ2 = 1,7 τN per funzionamento transitorio, ottenuta da rilievi delle vibrazioni torsionali, il campo
essendo τN la sollecitazione nominale alterna di tor- di velocità barrato può essere stabilito considerando le
sione su cui è basato il dimensionamento dell’albero a velocità per le quali è superato il limite ammissibile per
manovelle (vedere [3.2.2], Nota 1). funzionamento continuativo τ1.

Regolamenti RINA 2008 151


Parte C, Cap 1, Sez 9

f) Qualora siano imposti campi barrati di velocità, essi velocità d’esercizio, senza superare i limiti per funzio-
devono essere marcati sul tachimetro e deve essere namento continuativo imposti dal Costruttore (momento
sistemata una targa nelle stazioni di comando indicante torcente vibratorio ammissibile e dissipazione di
che: potenza).
• non è permesso il funzionamento continuativo del Qualora tali limiti siano superati in condizioni di man-
motore entro il campo di velocità barrato, cata accensione di un cilindro, devono essere stabilite
• tale campo di velocità deve essere attraversato rapi- opportune restrizioni di potenza o velocità.
damente. b) I giunti elastici sistemati nei gruppi generatori devono
essere anche atti ad assorbire i momenti torcenti e gli
3.6 Livelli di vibrazioni ammissibili in com- angoli di torsione generati da correnti transitorie critiche
ponenti diversi dagli alberi e correnti di corto circuito.

3.6.1 Ingranaggi 3.6.4 Smorzatori


a) Il momento torcente dovuto alle vibrazioni torsionali ad a) Gli smorzatori di vibrazioni torsionali devono essere tali
ogni stadio di un ingranaggio non deve superare il 30% che la dissipazione ammissibile di potenza raccoman-
del momento torcente corrispondente alla potenza data dal Costruttore non sia superata entro il campo di
approvata entro il campo delle velocità di esercizio. velocità di esercizio.
Qualora il momento torcente trasmesso alla velocità b) Gli smorzatori per i quali una loro rottura può portare
nominale sia inferiore a quello corrispondente alla ad un significativo sovraccarico delle vibrazioni
potenza approvata, la Società potrà accettare subordi- nell’impianto, saranno oggetto di considerazione spe-
natamente a considerazione speciale, valori più alti dei ciale.
momenti torcenti dovuti alle vibrazioni torsionali.
b) Il martellamento degli ingranaggi dovuto ad inversione 3.7 Rilievi delle vibrazioni torsionali
del momento torcente a causa delle vibrazioni torsio-
nali non è permesso entro il campo delle velocità in 3.7.1 Generalità
esercizio, ad eccezione del funzionamento transitorio a) La Società può richiedere che vengano eseguiti rilievi di
con rapporto di velocità λ ≤ 0,3. vibrazioni torsionali con la sua supervisione nei casi
Qualora i calcoli indichino l’esistenza di inversioni del seguenti:
momento torcente dovute alle vibrazioni torsionali per
• qualora i calcoli indichino la possibilità di velocità
rapporti di velocità λ > 0,3, i campi di velocità corri-
critiche pericolose nei campi di velocità d’esercizio,
spondenti devono essere identificati con appropriate
verifiche durante le prove in mare e considerati come • qualora nascano dubbi circa le ampiezze effettive
campi barrati in accordo con le prescrizioni in [3.5.5]. delle sollecitazioni o circa l’ubicazione delle velo-
cità critiche, o
3.6.2 Generatori • qualora sia necessario verificare i campi di velocità
a) Nel caso di generatori di corrente alternata, l’ampiezza barrati.
delle oscillazioni dovute alle vibrazioni torsionali sul
b) Qualora vengano richiesti i rilievi, deve essere inviato
rotore non deve superare ± 2,5 gradi elettrici alla velo-
alla Società un rapporto esauriente comprendente l’ana-
cità di rotazione di esercizio in condizioni di pieno
lisi dei risultati.
carico.
b) I momenti torcenti d’inerzia dovuti alle vibrazioni tor- 3.7.2 Metodo di misura
sionali e imposti sulle parti rotanti dei generatori non Quando sono richiesti i rilievi, la descrizione del metodo di
devono superare i valori MA, in N.m, calcolati con le misura deve essere inviata alla Società per l’approvazione.
formule seguenti, come appropriato: Devono essere indicati il tipo degli strumenti di misura e
• per 0,95 ≤ λ ≤ 1,1: MA = ±2,5 MT, l’ubicazione dei punti di misura.
• per λ ≤ 0,95 : M A = ± 6 MT ,
essendo: 4 Vibrazioni laterali degli impianti di
MT : Momento torcente medio trasmesso dal propulsione principale
motore in condizioni di funzionamento a
pieno carico, in N.m, 4.1 Generalità
Nota 1: Nel caso di due o più generatori azionati dallo
4.1.1 (20/12/2005)
stesso motore, deve essere considerata la parte di
MT trasmessa a ciascun generatore. Gli impianti di propulsione principale devono essere privi
λ : Rapporto di velocità definito in [3.3.2]. di eccessive vibrazioni laterali per tutto il campo di velocità
di esercizio.
3.6.3 Giunti elastici Se ciò non accade, devono essere assunti provvedimenti
a) I giunti elastici devono essere atti a resistere al momento per limitare l'ampiezza delle vibrazioni modificando
torcente medio trasmesso ed al momento torcente l'impianto oppure devono essere imposti campi barrati di
dovuto alle vibrazioni torsionali in tutto il campo delle velocità nelle corrispondenti fasce di velocità.

152 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 9

4.2 Calcoli e rilevamenti a bordo di Se ciò non accade, devono essere assunti provvedimenti
per limitare l'ampiezza delle vibrazioni modificando
4.2.1 (20/12/2005)
l'impianto oppure devono essere imposti campi barrati di
A meno di esperienza precedente su installazioni similari
velocità nelle corrispondenti fasce di velocità.esercizio.
che dimostri non esservene la necessità, la Società, sulla
base delle caratteristiche dell'impianto di propulsione prin-
cipale in esame, si riserva il diritto di richiedere i calcoli 5.1.2 (20/12/2005)
delle vibrazioni laterali e/o rilievi a bordo da eseguire con A meno di esperienza precedente su installazioni similari
una strumentazione accettata dalla Società. che dimostri non esservene la necessità, la Società, sulla
base delle caratteristiche dell'impianto di propulsione prin-
5 Vibrazioni assiali degli impianti di cipale in esame, si riserva il diritto di richiedere i calcoli
delle vibrazioni assiali e/o rilievi a bordo da eseguire con
propulsione principale una strumentazione accettata dalla Società.

5.1 Generalità
5.1.1 (20/12/2005)
Gli impianti di propulsione principale devono essere privi
di eccessive vibrazioni laterali per tutto il campo di velocità

Regolamenti RINA 2008 153


Parte C, Cap 1, Sez 10

SEZIONE 10 TUBOLATURE

1 Generalità b) Prescrizioni specifiche per gli impianti e le tubolature


della nave e dei macchinari sono contenute negli arti-
coli dal [6] al [19].
1.1 Applicabilità
1.1.1
1.2 Documentazione da inviare
a) Le prescrizioni di carattere generale che si applicano a
tutte le tubolature sono in:
1.2.1 Documenti
• [2] per il progetto e la costruzione,
Devono essere inviati i documenti elencati in Tab 1.
• [3] per la saldatura dei tubi d’acciaio,
• [4] per la piegatura dei tubi, 1.2.2 Informazioni ulteriori
• [5] per la sistemazione ed installazione, Devono essere inviate anche le informazioni elencate in
• [20] per la certificazione, ispezioni e prove. Tab 2.

Tabella 1 : Documenti da inviare (1/7/2006)

N. I/A (1) Documento (2)


1 A Disegno della sistemazione delle prese a mare e delle valvole a fasciame
2 A Schemi degli impianti di sentina e zavorra (entro e fuori i locali apparato motore)
3 A Descrizione del sistema centralizzato di adescamento delle pompe di sentina, qualora sia previsto
4 A Schema degli ombrinali e scarichi impianti sanitari
5 A Schemi degli sfoghi d’aria, rigurgiti e sistemi di sondaggio
6 A Schema degli impianti di raffreddamento (acqua di mare ed acqua dolce)
7 A Schema dell’impianto del combustibile liquido
8 A Disegni dei depositi non strutturali per combustibili liquidi
9 A Schema dell’impianto dell’olio lubrificante
10 A Schema dell’impianto dell’olio diatermico
11 A Schemi degli impianti idraulici per servizi essenziali o sistemati nei locali apparato motore
12 A Schemi degli impianti del vapore, comprese le valvole di sicurezza, e i tubi di scarico e di drenaggio
13 Per i tubi di vapore ad alta temperatura:
A • calcoli delle tensioni
I • disegno dell’effettiva sistemazione della tubolatura in tre dimensioni
14 A Schema degli impianti dell’acqua d’alimento e del condensato delle caldaie
15 A Schema dell’impianto dell’aria compressa
16 A Schemi degli impianti oleodinamici e pneumatici per i comandi a distanza
17 A Schemi degli impianti per le misurazioni di livello a distanza
18 I Schema dell’impianto dei gas di scarico
19 A Schemi degli impianti di drenaggio, ghiotte
20 A Schema dell’impianto per la saldatura ossi-acetilenica
21 A Disegni e specifiche delle valvole ed accessori quando richiesto in [2.7]
(1) A: da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I: da inviare per informazione in duplice copia
(2) Gli schemi devono comprendere anche gli impianti di comando e controllo (locali ed a distanza) e l’impianto d’automazione,
se applicabile

154 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 2 : Informazioni da inviare

N. I/A (1) Informazione richiesta


1 I Tipo, temperatura e pressione d’esercizio del fluido
2 A Materiali, diametri esterni e spessore dei tubi
3 A Tipi di collegamento tra i vari tratti di tubo, compresi i particolari della saldatura, qualora sia applicabile
4 A Materiali, tipo e dimensioni degli accessori
5 A Portata, motori primi e, quando richiesto, sistemazione delle pompe
6 A Per i tubi in plastica:
• composizione chimica
• caratteristiche fisiche e meccaniche in funzione della temperatura
• caratteristiche di infiammabilità e resistenza al fuoco
• resistenza ai prodotti convogliati
(1) A: da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I: da inviare per conoscenza in duplice copia

1.3 Definizioni della valvola di sicurezza per pompe e compressori


volumetrici o alla pressione massima risultante dalla
1.3.1 Tubolature ed impianti di tubolature curva di funzionamento (prevalenza-portata) per le
a) La tubolatura comprende i tubi ed i loro collegamenti, i pompe e compressori centrifughi, se maggiore.
tubi flessibili, i giunti d’espansione, le valvole, compresi
i loro dispositivi di azionamento, altri accessori (filtri, 1.3.3 Temperatura di progetto
indicatori di livello, ecc.) e le casse delle pompe. La temperatura di progetto di un impianto di tubolature è la
temperatura massima del fluido all’interno dell’impianto
b) Gli impianti di tubolature comprendono le tubolature e
stesso.
tutte le apparecchiature interfacciate, quali casse, reci-
pienti in pressione, scambiatori di calore, pompe, depu- 1.3.4 Liquidi infiammabili (1/7/2006)
ratori centrifughi, ma non comprendono le caldaie, le I liquidi infiammabili comprendono combustibile liquido,
turbine, i motori a combustione interna ed i riduttori. olio lubrificante, olio diatermico ed olio idraulico (aventi
Nota 1: Le apparecchiature che non fanno parte delle tubolature punto di infiammabilità minore di 150°C).
devono essere progettate in accordo con le Sezioni pertinenti nel
Capitolo 1. 1.4 Simboli ed unità di misura
1.3.2 Pressione di progetto 1.4.1 I simboli seguenti e le unità di misura relative sono
a) La pressione di progetto di un impianto di tubolature è usati comunemente nella presente Sezione. Ulteriori sim-
la pressione considerata dal Costruttore per determinare boli, relativi alle formule usate nella presente Sezione, sono
i dimensionamenti dei componenti dell’impianto stesso. elencati dove necessario.
Essa non deve essere inferiore al maggiore tra la mas- p : Pressione di progetto, in MPa,
sima pressione d’esercizio prevista nell’impianto e la
T : Temperatura di progetto, in °C,
pressione di taratura più alta di qualsiasi valvola o
dispositivo di sicurezza. t : Spessore minimo regolamentare, in mm,
D : Diametro esterno del tubo, in mm.
b) La pressione di progetto dell’impianto d’alimento di una
caldaia non deve essere inferiore al maggiore fra 1,25
1.5 Classi degli impianti di tubolature
volte la pressione di progetto della caldaia e la pres-
sione massima prevista nella tubolatura d’alimento. 1.5.1 Scopo delle classi degli impianti di tubolature
c) La pressione di progetto di una tubolatura di vapore Gli impianti di tubolature sono suddivisi in tre classi, deno-
sistemata a monte della valvola di riduzione (lato ad minate classe I, classe II e classe III, allo scopo di definire i
alta pressione) non deve essere inferiore alla pressione criteri per l’accettazione dei materiali, la selezione dei
di taratura delle valvole di sicurezza della caldaia o del giunti, i trattamenti termici, la saldatura, la pressione di
surriscaldatore. prova e la certificazione degli accessori.
d) La pressione di progetto di un impianto di tubolature sul
1.5.2 Definizione delle classi degli impianti di
lato a valle di una valvola di riduzione di pressione deve tubolature
essere non inferiore alla pressione massima sul lato a
monte, qualora non sia sistemata una valvola di sicu- a) Le Classi I, II e III sono definite in Tab 3,
rezza sul lato a valle. b) Gli impianti seguenti non sono contemplati nella Tab 3:
e) La pressione di progetto di un impianto di tubolature • tubolature del carico per petroliere, navi gasiere e
sistemato sulla mandata di una pompa o di un compres- navi chimichiere, e
sore non deve essere inferiore alla pressione di taratura • tubolature per i fluidi per impianti frigoriferi.

Regolamenti RINA 2008 155


Parte C, Cap 1, Sez 10

2 Prescrizioni generali per il progetto e c) I materiali per gli impianti di tubolature di Classe III
devono essere fabbricati e collaudati in accordo con le
la costruzione
prescrizioni di normative o specifiche nazionali od
internazionali accettabili.
2.1 Materiali
d) Le caratteristiche meccaniche prescritte per i materiali
2.1.1 Generalità metallici sono specificate nella Parte D.
I materiali da usare per gli impianti di tubolature devono
essere adatti al fluido e alle condizioni d’esercizio per i 2.1.3 Uso di materiali plastici
quali la tubolatura è adoperata.
a) Materiali plastici possono essere adoperati per impianti
2.1.2 Uso di materiali metallici appartenenti alla Classe III in accordo con App 3. L’uso
a) I materiali metallici devono essere in accordo con della plastica per altri impianti o in altre condizioni sarà
Tab 4. oggetto di considerazione speciale.
b) I materiali per gli impianti di tubolature di Classe I e b) I materiali plastici adoperati per gli impianti di tubola-
Classe II devono essere costruiti e collaudati in accordo ture trattati nella presente Sezione devono essere di un
con le prescrizioni pertinenti della Parte D. tipo approvato dalla Società.

Tabella 3 : Classi degli impianti di tubolature (1/7/2002)

Fluido convogliato dall’impianto di tubolature CLASSE I CLASSE II CLASSE III


Combustibile liquido (1) p>1,6 o T>150 altri (2) p≤0,7 e T≤60
Fluido diatermico p>1,6 o T>300 altri (2) p≤0,7 e T≤170
Fluido idraulico infiammabile (5) p>1,6 o T>150 altri (2) p≤0,7 e T≤60
Olio lubrificante p>1,6 o T>150 altri (2) p≤0,7 e T≤60
Altri fluidi infiammabili: senza precauzioni con precauzioni
• riscaldati oltre il punto d’infiammabilità, o particolari (3) particolari (3)
• con punto di infiammabilità <60°C e gas
liquefatti
Ossiacetilene indipendentemente da p
Fluidi tossici indipendentemente
da p e da T
Fluidi corrosivi senza precauzioni con precauzioni
particolari (3) particolari (3)
Vapore p>1,6 o T>300 altri (2) p≤0,7 e T≤170
Aria, gas, acqua, fluidi idraulici non infiamma- p≤1,6 e T≤200
p>4 o T>300 altri (2)
bili (4)
Tubi ad estremità aperta(drenaggi, rigurgiti, sfo-
indipendentemente
ghi d'aria, tubolature di gas di scarico, scarichi
da T
di caldaie)
(1) Le valvole sotto battente dei depositi per il combustibile liquido appartengono alla Classe II.
(2) Condizioni di pressione e temperatura diverse da quelle richieste per le Classi I e III.
(3) Precauzioni per ridurre la possibilità di stillicidio e per la limitazione delle sue conseguenze: per esempio, tubi portati in posi-
zioni nelle quali la perdita di fluidi dal loro interno non comporta un potenziale rischio o danno alle zone circostanti, che pos-
sono comprendere l'uso di condotte di tubi, la schermatura, protezione, etc.
(4) Le valvole e gli accessori sistemati sul fasciame delle murate e sulla paratia di collisione appartengono alla Classe II.
(5) Le tubolature delle macchine di governo appartengono alla Classe I indipendentemente da p e da T.
Nota 1: p : Pressione di progetto come definite in [1.3.2], in MPa.
Nota 2: T : Temperatura di progetto come definite in [1.3.3], in °C.

156 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 4 : Condizioni per l’uso dei materiali metallici negli impianti di tubolature (1/7/2003)

Temperatura
Classi massima di
Materiale Condizioni d’impiego particolari
ammissibili progetto (°C)
(1)
Acciai al carbonio ed III, II, I 400 (2) I tubi di Classe I e II devono essere del tipo privo di saldatura (3)
al carbonio-manga-
nese
Rame e ottone d’allu- III, II, I 200 • Da non usare negli impianti del combustibile liquido, eccetto per tubi
minio di Classe III, con diametro non superiore a 25 mm, che non passino
attraverso depositi del combustibile liquido
Cupro-nichel III, II, I 300 • Da non usare per scarichi delle valvole di estrazione delle caldaie e
branchetti per il collegamento al fasciame
Bronzi speciali resi- III, II, I 260 (4)
stenti alle alte tempera-
ture
Acciai inossidabili III, II, I 300 L'uso di acciaio inossidabile austenitico non è raccomandato per impianti
di acqua di mare
Ghisa sferoidale III, II 350 • La ghisa sferoidale a matrice ferritica, secondo i regolamenti della
grafitica Società per i materiali, può essere accettata per tubolature di sentina e
zavorra e del carico petrolifero
• L'impiego di tale materiale per tubi, valvole e accessori per altri servizi,
in linea di principio di Classe II e III, sarà oggetto di particolare consi-
derazione
• I tubi e le valvole di ghisa sferoidale sistemate a murata devono avere
caratteristiche di specifica a soddisfazione della Società secondo
l'intenzione della Regola 22 della Convenzione del 1966 sulle Linee di
Massimo Carico
• L'allungamento minimo non deve essere inferiore al 12% su una lun-
ghezza di provetta di 5,65 S0,5, essendo S la sezione effettiva della pro-
vetta impiegata
• Da non impiegare per le valvole di estrazione dal fondo delle caldaie e
per i branchetti per il collegamento a fasciame
Ghisa grigia III 220 La ghisa grigia non deve essere usata per gli impianti seguenti:
II (5) • scarichi di impianti d’estrazione delle caldaie ed altri impianti di tubo-
lature soggetti ad urti, alte sollecitazioni e vibrazioni
• tubolature di sentina nelle cisterne
• quelle parti degli scarichi fuori bordo di ombrinali ed impianti sanitari
sistemate vicino allo scafo sotto il ponte di bordo libero, o sotto il
ponte delle paratie per navi da passeggeri
• valvole ed accessori a murata
• valvole sistemate sulla paratia di collisione
• valvole sistemate sui depositi del combustibile liquido e dell’olio lubri-
ficante sotto battente
• impianti per il combustibile liquido di Classe II
• impianti per fluido diatermico

Regolamenti RINA 2008 157


Parte C, Cap 1, Sez 10

Temperatura
Classi massima di
Materiale Condizioni d’impiego particolari
ammissibili progetto (°C)
(1)
Alluminio e leghe di III, II 200 Alluminio e leghe di alluminio non devono essere usati per gli impianti
alluminio (6) seguenti:
• impianti di liquidi infiammabili,
• sonde e sfoghi d’aria di depositi per il combustibile liquido,
• impianti di estinzione incendi,
• impianti di sentina in locali caldaie o macchine contenenti depositi per
il combustibile liquido o unità di pompaggio,
• ombrinali o scarichi fuori bordo eccetto per tubi diretti verso il fondo, o
al fasciame esterno al di sopra del ponte di bordo libero o muniti
all’imbocco di dispositivi di chiusura azionabili da una posizione al di
sopra del ponte di bordo libero,
• valvole di estrazione delle caldaie e branchetti per il collegamento al
fasciame.
(1) La temperatura massima di progetto non deve essere superiore a quella corrispondente alla classe della tubolatura.
(2) Temperature più alte possono essere accettate se il comportamento metallurgico e la resistenza in funzione del tempo (carico
unitario di rottura dopo 100 000 ore) sono in accordo con normative o specifiche nazionali o internazionali accettabili e se tali
valori sono garantiti dal Fabbricante dell’acciaio.
(3) Possono essere anche usati tubi fabbricati con procedimenti di saldatura approvati dalla Società.
(4) I tubi di rame e leghe di rame devono essere privi di saldatura.
(5) L’uso della ghisa grigia non è permesso quando la pressione di progetto supera 1,3 MPa.
(6) Gli accessori di alluminio o di leghe di alluminio destinati ad impianti di liquidi infiammabili possono essere accettati subordi-
natamente all’esito soddisfacente di una prova di durata con esposizione alla fiamma da eseguirsi secondo le “Norme per
l’approvazione di tipo di tubi flessibili e giunti di dilazione” pubblicate dalla Società.
Nota 1:A bordo delle navi petroliere e chimichiere possono essere accettati tubi trattati con alluminio nelle cisterne di zavorra, nelle
cisterne del carico inertizzate e, a condizione che i tubi siano protetti contro gli urti accidentali, nelle zone pericolose sul ponte sco-
perto.

2.2 Spessore dei tubi in pressione • in base a considerazione


speciale della Società per gli
2.2.1 Calcolo dello spessore dei tubi in pressione altri tubi saldati, tenendo
a) Lo spessore t, in mm, dei tubi in pressione si ottiene conto del servizio e del pro-
mediante la formula seguente, ma in nessun caso deve cesso di fabbricazione.
essere inferiore allo spessore minimo dato nelle tabelle b : Riduzione di spessore dovuta alla piegatura
da Tab 5 a Tab 8. definito [2.2.3], in mm,
t0 + b + c
t = ---------------------- c : Costante di corrosione definita in [2.2.4], in
1 – ---------a-
mm,
100
essendo: a : Percentuale che tiene conto delle tolleranze
negative di costruzione:
t0 : Spessore, in mm, uguale a
• uguale a 10 per tubi di rame e leghe di
p⋅D -
t 0 = -------------------
2Ke + p rame, per tubi d’acciaio privi di salda-
tura trafilati a freddo e per tubi d’acciaio
dove: saldati con un procedimento di salda-
p, D : Come definiti in [1.4.1], tura approvato dalla Società,
K : Sollecitazione ammissibile defi- • uguale a 12,5 per tubi privi di saldatura
nita in [2.2.2], laminati a caldo,
e : Coefficiente d’efficienza della
saldatura, da assumere: • soggetti a considerazione speciale della
Società negli altri casi,
• uguale a 1 per tubi privi di
saldatura e tubi fabbricati b) Lo spessore così determinato non tiene conto di carichi
adoperando un procedi- particolari ai quali i tubi possano essere soggetti. Parti-
mento di saldatura appro- colare attenzione deve essere prestata al caso di tubi
vato dalla Società, soggetti ad alta o bassa temperatura.

158 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 5 : Spessore minimo per tubi in acciaio (1/7/2001)


Spessore nominale minimo, in mm
Spessore minimo dei tubi
Tubolature di acqua di Spessore minimo dei tubi
Diametro esterno (mm) Altri impianti di tubola- super-rinforzati,
mare, zavorra e sentina rinforzati, in mm (2)
ture (1) in mm (3)
(1)
10,2 - 12 - 1,6 -
13,5 - 19,3 - 1,8 -
20 - 2 -
21,3 - 25 3,2 2 -
26,9 - 33,7 3,2 2 -
38 - 44,5 3,6 2 6,3 7,6
48,3 3,6 2,3 6,3 7,6
51 - 63,5 4 2,3 6,3 7,6
70 4 2,6 6,3 7,6
76,1 - 82,5 4,5 2,6 6,3 7,6
88,9 - 108 4,5 2,9 7,1 7,8
114,3 - 127 4,5 3,2 8 8,8
133 - 139,7 4,5 3,6 8 9,5
152,4 - 168,3 4,5 4 8,8 11
177,8 5 4,5 8,8 12,7
193,7 5,4 4,5 8,8 12,7
219,1 5,9 4,5 8,8 12,7
244,5 - 273 6,3 5 8,8 12,7
298,5 - 368 6,3 5,6 8,8 12,7
406,4 - 457,2 6,3 6,3 8,8 12,7
(1) Particolare attenzione deve essere prestata alle prescrizioni speciali riguardanti:
• impianti di zavorra e sentina,
• ombrinali e scarichi fuori bordo,
• sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti,
• impianti di ventilazione,
• impianti per la saldatura ossiacetilenica,
• impianti di estinzione incendi a CO2 (vedere Cap 4, Sez 1)
• tubolature del carico (vedere Parte E, Cap 10, Sez 3)
(2) Gli spessori rinforzati si adoperano per tubi che passano attraverso cisterne contenenti fluidi diversi da quelli convogliati nei tubi
stessi.
(3) Gli spessori super-rinforzati si adoperano per tubi collegati al fasciame esterno.
Nota 1: Uno spessore differente può essere considerato dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con una normativa
riconosciuta.
Nota 2: Quando i tubi e le relative giunzioni di pezzo sono protetti contro la corrosione per mezzo di pitturazione, rivestimenti, etc,
può essere accettata, a discrezione della Società, una riduzione di spessore non superiore a 1 mm.
Nota 3: Lo spessore dei tubi filettati deve essere misurato in corrispondenza del fondo del filetto.
Nota 4: Gli spessori minimi elencati nella tabella sono spessori nominali e non è richiesto alcun incremento per tolleranze negative di
fabbricazione o riduzione dello spessore dovuto alla piegatura.
Nota 5: Lo spessore minimo per tubi di diametro nominale superiore a 450 mm deve essere in accordo con unificazioni nazionali o
internazionali e, in ogni caso, non inferiore allo spessore minimo indicato nella pertinente colonna in corrispondenza del
diametro nominale di 450 mm.

Regolamenti RINA 2008 159


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 6 : Spessore minimo per tubi in rame e leghe 2.2.2 Sollecitazione ammissibile
di rame
a) La sollecitazione ammissibile K è data in funzione della
Diametro esterno Spessore minimo (mm) temperatura:
(mm) Rame Leghe di rame
• in Tab 9 per tubi in acciai al carbonio ed al carbo-
8 - 10 1 0,8
nio-manganese,
12 - 20 1,2 1
25 - 44,5 1,5 1,2 • in Tab 10 per tubi in acciai legati, e
50 - 76,1 2 1,5
• in Tab 11 per tubi in rame e leghe di rame,
88,9 - 108 2,5 2
133 - 159 3 2,5 Valori intermedi possono essere ottenuti mediante
193,7 - 267 3,5 3 interpolazione.
273 - 457,2 4 3,5
b) Qualora per tubi in acciaio al carbonio e in acciaio
470 4 3,5
legato, il valore della tensione ammissibile K non sia
508 4,5 4
dato in Tab 9 o Tab 10, esso deve essere assunto come il
Nota 1: Uno spessore differente potrà essere considerato
minore tra i valori seguenti:
dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con
una normativa riconosciuta.
R m ,20 R SR
----------- -----e ----- S
2 ,7 A A
Tabella 7 : Spessore minimo per tubi in acciaio
inossidabile (1/1/2001) essendo:
Diametro esterno (mm) Spessore minimo (mm) Rm,20 : Valore del minimo carico unitario di rottura
fino a 17,2 1,0 del materiale alla temperatura ambiente
fino a 48,3 1,6 (20°C), in N/mm2,
fino a 88,9 2,0
Re : Valore del minimo carico unitario di snerva-
fino a 168,3 2,3
mento o del carico al quale corrisponde un
fino a 219,1 2,6
allungamento permanente dello 0,2% alla
fino a 273,0 2,9
temperatura di progetto, in N/mm2,
fino a 406,4 3,6
superiore a 406,4 4,0 SR : Valore medio del carico unitario di rottura
Nota 1: Uno spessore differente potrà essere considerato per scorrimento viscoso dopo 100 000 ore
dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con alla temperatura di progetto, in N/mm2,
una normativa riconosciuta.
S : Valore medio del carico unitario che pro-
duce uno scorrimento viscoso dell’1% dopo
Tabella 8 : Spessore minimo per tubi in alluminio e
100 000 ore alla temperatura di progetto, in
leghe d’alluminio
N/mm2,
Diametro esterno (mm) Spessore minimo (mm)
A : Coefficiente di sicurezza da assumere
0 - 10 1,5
uguale a:
12 - 38 2,0
43 - 57 2,5 • 1,6 quando i valori di Re e SR risultano
76 - 89 3,0 da prove eseguite in presenza del Tec-
108 - 133 4,0 nico della Società,
159 - 194 4,5
• 1,8 negli altri casi.
219 - 273 5,0
oltre 273 5,5 c) I valori delle sollecitazioni ammissibili per materiali
Nota 1: Uno spessore differente potrà essere considerato diversi da acciai al carbonio, acciai legati, rame e leghe
dalla Società caso per caso, purché esso sia in accordo con di rame, saranno oggetto di considerazione speciale da
una normativa riconosciuta.
parte della Società.
Nota 2: Per tubi per d’acqua di mare lo spessore minimo
non deve essere inferiore a 5 mm .

160 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 9 : Sollecitazioni ammissibili per tubi in acciaio al carbonio ed al carbonio manganese

Minimo Carico unitario di rottura Temperatura di progetto (°C)


per trazione di specifica (N/mm2) ≤50 100 150 200 250 300 350 400 410 420 430 440 450
320 107 105 99 92 78 62 57 55 55 54 54 54 49
360 120 117 110 103 91 76 69 68 68 68 64 56 49
410 136 131 124 117 106 93 86 84 79 71 64 56 49
460 151 146 139 132 122 111 101 99 98 85 73 62 53
490 160 156 148 141 131 121 111 109 98 85 73 62 53

Tabella 10 : Sollecitazioni ammissibili per acciai legati

Carico minimo uni- Temperatura di progetto


tario di rottura per (°C)
Tipo di acciaio
trazione di speci-
fica (N/mm2) ≤50 100 200 300 350 400 440 450 460 470

1Cr1/2Mo 440 159 150 137 114 106 102 101 101 100 99
2 1/4Cr1Mo ricotto 410 76 67 57 50 47 45 44 43 43 42
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 167 163 153 144 140 136 130 128 127 116
rinvenuto sotto 750 °C
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 167 163 153 144 140 136 130 122 114 105
rinvenuto sopra 750 °C
1/2Cr 1/2Mo 1/4V 460 166 162 147 120 115 111 106 105 103 102

Carico minimo uni- Temperatura di progetto


Tipo di acciaio
tario di rottura per (°C)
trazione di speci-
fica (N/mm2) 480 490 500 510 520 530 540 550 560 570

1Cr1/2Mo 440 98 97 91 76 62 51 42 34 27 22
2 1/4Cr1Mo ricotto 410 42 42 41 41 41 40 40 40 37 32
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 106 96 86 79 67 58 49 43 37 32
rinvenuto sotto 750 °C
2 1/4Cr1Mo normalizzato e 490 96 88 79 72 64 56 49 43 37 32
rinvenuto sopra 750 °C
1/2Cr 1/2Mo 1/4V 460 101 99 97 94 82 72 62 53 45 37

Tabella 11 : Sollecitazioni ammissibili per rame e leghe di rame

Minimo carico Temperatura di progetto (°C)


Materiale unitario di rottura
(ricotto) per trazione di spe- ≤50 75 100 125 150 175 200 225 250 275 300
cifica (N/mm2)
Rame 215 41 41 40 40 34 27,5 18,5
Ottone d’allumi- 325 78 78 78 78 78 51 24,5
nio
Cupro-nichel 275 68 68 67 65,5 64 62 59 56 52 48 44
95/5 e 90/10
Cupro-nichel 365 81 79 77 75 73 71 69 67 65,5 64 62
70/30

Regolamenti RINA 2008 161


Parte C, Cap 1, Sez 10

2.2.3 Riduzione di spessore dovuto alla piegatura Tabella 13 : Costante di corrosione per tubi in
a) A meno che non sia altrimenti giustificato, la riduzione materiali non ferrosi
di spessore b dovuta alla piegatura deve essere determi-
Costante
nata mediante la formula seguente:
di corro-
Dt 0 Materiale della tubolatura (1)
b = -----------
- sione
2 ,5ρ in mm (2)
essendo: Rame 0,8
ρ : Raggio di piegatura misurato sull’asse del Ottone 0,8
tubo, in mm,
Leghe rame-stagno 0,8
D : Come definito in [1.4.1],
Leghe di rame nichel con meno del 10% di Ni 0,8
t0 : Come definito in [2.2.1].
Leghe di rame e nichel con almeno il 10% di Ni 0,5
b) Qualora non sia dato il raggio di piegatura, la riduzione
Alluminio e leghe di alluminio 0,5
di spessore dovrà essere assunta uguale a:
(1) Le costanti di corrosione per altri materiali saranno
t
-----0- oggetto di considerazione speciale da parte della
10
Società. Qualora la loro resistenza alla corrosione sia
c) Per tubi diritti la riduzione di spessore deve essere adeguatamente dimostrata, la costante di corrosione
assunta uguale a 0. può essere eliminata.
(2) Nel caso di fluidi con alte caratteristiche corrosive, può
2.2.4 Costante di corrosione essere richiesta dalla Società una costante di corrosione
I valori della costante di corrosione c sono dati rispettiva- più alta.
mente in Tab 12 per tubi in acciaio ed in Tab 13per tubi in
materiali non ferrosi. 2.2.5 Giunzioni a T
Lo spessore tT dei tubi sui quali viene saldato un branchetto
Tabella 12 : Costante di corrosione per tubi in in modo tale da formare una giunzione a T, oltre a soddi-
acciaio (1/7/2001) sfare le prescrizioni da [2.2.1] a [2.2.4], non deve essere
Costante di inferiore al valore dato dalla formula seguente:
Impianto di tubolature corrosione
t T = ⎛⎝ 1 + ------1⎞⎠ ⋅ t 0
D
(mm) D
Vapore surriscaldato 0,3
essendo:
Vapore saturo 0,8
D1 : Diametro esterno del branchetto
Serpentine di vapore in cisterne del carico 2,0
D : Come definito in [1.4.1]
e depositi di combustibile liquido
Acqua d’alimento per caldaie in impianti a 1,5
t0 : Come definito in [2.2.1]
circuito aperto Nota 1: Tale prescrizione può essere dispensata per giunzioni a T
munite di rinforzi o estruse.
Acqua d’alimento per caldaie in impianti a 0,5
circuito chiuso
Impianti di estrazione delle caldaie 1,5 2.3 Calcolo dei tubi per alte temperature
Aria compressa 1,0 2.3.1 Generalità
Fluido idraulico 0,3 Nel caso di tubolarure principali di vapore con una tempe-
Olio lubrificante 0,3 ratura di progetto superiore a 400 °C, devono essere inviati
Combustibile liquido 1,0 alla Società i calcoli delle sollecitazioni dovute alla pres-
Fluido diatermico 1,0 sione interna, al peso dei tubi ed agli altri carichi esterni ed
Acqua dolce 0,8 alla dilatazione termica per tutti i casi effettivi di esercizio e
per tutti i tratti della tubolatura.
Acqua di mare 3,0
Fluidi frigoriferi definiti in Sezione 13 0,3 In particolare i calcoli devono comprendere:
Impianti del carico per petroliere 2,0 • le componenti lungo i tre assi principali delle forze e
Impianti del carico per navi gasiere 0,3 dei momenti agenti su ogni ramo della tubolatura,
Nota 1: Per tubi passanti attraverso cisterne, si deve aggiun- • le componenti degli spostamenti e delle rotazioni che
gere un ulteriore costante di corrosione per tener conto della causano le forze e i momenti di cui sopra,
corrosione esterna. • tutti i parametri necessari per la valutazione delle forze,
Nota 2: La costante di corrosione può essere ridotta quando i momenti e tensioni.
tubi e qualsiasi giunzione di pezzo di tubi sono protetti con-
In corrispondenza dei tratti curvi, i calcoli devono essere
tro la corrosione mediante pitturazione, rivestimenti etc.
eseguiti tenendo conto, qualora sia necessario, dell’ovaliz-
Nota 3: Qualora la resistenza alla corrosione degli acciai
zazione dei tubi e dei suoi effetti sulla flessibilità e
legati sia adeguatamente dimostrata, la costante di corro-
sione può essere eliminata.
sull’aumento delle sollecitazioni.
Un certo ammontare di pretensioni a freddo valutate in
base alle dilatazioni termiche previste dovrà essere appli-

162 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

cato alla tubolatura durante il montaggio. Di tali preten- Per "giunti meccanici" si intendono dispositivi per giun-
sioni non si deve tener conto nei calcoli delle zioni di tratti di tubi diversi dai giunti saldati, a flangia o
sollecitazioni; tuttavia potrà esserne tenuto conto agli effetti filettati descritti in [2.4.2], [2.4.3] e [2.4.4].
della determinazione delle spinte sulle turbine o sugli altri c) Le guarnizioni e le baderne usate per i giunti devono
organi. essere adatte alla pressione di progetto, alla temperatura
di progetto ed alla natura dei fluidi convogliati.
2.3.2 Sollecitazioni termiche
d) Le giunzioni fra i tubi di plastica devono soddisfare le
La sollecitazione ideale σID, in N/mm2, dovuta alla dilata-
prescrizioni di cui in App 3.
zione termica, calcolata con la formula seguente:
σ ID = ( σ 2 + 4τ 2 ) 0 ,5 2.4.2 Giunzioni saldate (1/7/2002)
a) La saldatura ed i controlli non distruttivi sui giunti sal-
deve essere tale da soddisfare l’equazione seguente:
dati devono essere eseguiti in accordo con le prescri-
σ ID ≤ 0 ,75K 20 + 0 ,25K T zioni di cui in [3]. Le giunzioni saldate devono essere
essendo: usate in accordo con quanto indicato in Tab 15.
σ : Valore della sollecitazione longitudinale dovuta b) I giunti saldati testa a testa devono essere del tipo a
ai momenti flettenti originati dalla dilatazione piena penetrazione con o senza particolari prescrizioni
termica, aumentati, se necessario, di fattori ade- per un'alta qualità del lato radice della saldatura.
guati per i tratti curvi, in N/mm2; generalmente "Particolari prescrizioni per un'alta qualità del lato
non è necessario tener conto dell’effetto delle radice della saldatura" significa che i giunti testa a testa
forze assiali; sono realizzati mediante doppia passata o mediante
τ : Valore della sollecitazione tangenziale dovuta l'uso di anello di sostegno o con protezione di gas
al momento torcente originato dalla dilatazione inerte sulla prima passata o altri simili metodi accettati
termica, in N/mm2; generalmente non è neces- dalla Società.
sario tener conto degli effetti delle forze di Giunzioni saldate testa a testa con particolari prescri-
taglio; zioni per un'alta qualità del lato radice della saldatura
possono essere impiegate per qualsiasi Classe di tubi e
K20 : Valore della sollecitazione ammissibile del
per qualsiasi valore del diametro esterno.
materiale impiegato, calcolato in accordo con
[2.2.2], per la temperatura di 20°C, in N/mm2; c) Le giunzioni saldate a bicchiere o a manicotto devono
aver le spalle e le saldature di dimensioni adeguate in
KT : Valore della sollecitazione ammissibile del
conformità con standard riconosciuti dalla Società.
materiale impiegato, calcolato in accordo con
[2.2.2], per la temperatura di progetto T, in 2.4.3 Giunzioni a flangia (1/7/2002)
N/mm2. a) Le dimensioni e la configurazione delle flange e dei bul-
loni devono essere scelte in accordo con uno standard
2.3.3 Sollecitazioni longitudinali
riconosciuto dalla Società. Tale standard deve coprire la
La somma delle sollecitazioni longitudinali σL, in N/mm2, pressione di progetto e la temperatura di progetto
dovute alla pressione, al peso dei tubi, nonché ad eventuali dell'impianto di tubolature.
carichi esterni deve soddisfare la formula seguente:
b) Nel caso di flange di tipo non standard, le dimensioni
σL ≤ KT delle flange e dei bulloni saranno oggetto di particolare
essendo KT definito in [2.3.2]. considerazione da parte della Società.
c) Il materiale delle flange deve essere adatto alla natura
2.3.4 Valori alternativi delle sollecitazioni ed alla temperatura del fluido. Esso deve essere anche
ammissibili compatibile col materiale del tubo al quale la flangia è
Valori alternativi per le sollecitazioni ammissibili possono collegata.
essere considerati dalla Società caso per caso o qualora d) Le flange devono essere collegate ai tubi mediante sal-
vengano eseguiti calcoli con procedure basate su ipotesi datura o avvitate secondo quanto indicato in uno dei
diverse da quelle sopra considerate. disegni in Fig 1.
Le applicazioni ammissibili sono elencate in Tab 14.
2.4 Giunzioni dei tubi
Tuttavia la Società può accettare giunzioni a flangia in
2.4.1 Generalità (1/7/2002) accordo con standard nazionali o internazionali che siano
applicabili all'impianto di tubolature e che tengano conto
a) Il numero dei giunti negli impianti di liquidi infiamma-
dei fluidi convogliati, della pressione di progetto, e delle
bili deve essere il minimo necessario per le operazioni
condizioni di temperatura, del carico esterno o ciclico e
di montaggio e smontaggio.
della posizione.
b) Le giunzioni dirette fra i vari tratti di tubo possono
essere eseguite mediante saldatura diretta, flange, giunti 2.4.4 Giunti a manicotto filettati (1/7/2002)
filettati o giunti meccanici e devono essere di uno stan- I giunti a manicotto filettati aventi tubi filettati in cui i giunti
dard riconosciuto o di un progetto comprovato come resistenti alla pressione sono realizzati mediante filettature
idoneo per l'impiego previsto e accettabile dalla coniche o cilindriche, devono soddisfare le prescrizioni di
Società. standard nazionali o internazionali riconosciuti.

Regolamenti RINA 2008 163


Parte C, Cap 1, Sez 10

I giunti a manicotto filettati devono essere impiegati in Le tubolature sulle quali è montato un giunto meccanico
accordo con quanto indicato in Tab 15. devono essere adeguatamente aggiustate, allineate e sup-
portate. Sostegni o sospensioni non devono essere usati per
2.4.5 Giunti meccanici (1/7/2004) forzare l'allineamento dei tubi in corrispondenza del punto
In considerazione della notevole varietà che si ha nel pro- di giunzione.
getto e nella configurazione dei giunti meccanici, nessuna Giunti a manicotto non devono essere usati in tubolature
particolare raccomandazione viene data, nelle presenti entro stive del carico, cisterne ed altri spazi che non siano
norme, relativamente al metodo per il calcolo teorico delle facilmente accessibili, a meno che non siano stati espressa-
sollecitazioni. I giunti meccanici devono essere di un tipo mente approvati dalla Società.
approvato dalla Società, in accordo con le "Norme per
L'impiego di detti giunti entro le cisterne può essere per-
l'approvazione di tipo dei giunti meccanici".
messo solo per convogliare gli stessi fluidi che sono conte-
Le presenti prescrizioni si applicano alle unioni di tubi, agli nuti nelle cisterne.
accoppiamenti a compressione ed ai giunti a manicotto Giunti a manicotto non vincolati devono essere usati solo
illustrati in Fig 2. Possono essere accettati giunti similari che nei casi in cui è necessaria la compensazione di deforma-
soddisfino le presenti prescrizioni. zioni laterali dei tubi. L'uso di detti giunti come mezzo
L'applicabilità ed i limiti della pressione di progetto di principale di collegamento dei tubi non è permesso.
giunti meccanici diversi da quelli suddetti devono essere Le possibili applicazioni dei giunti meccanici ed il loro
approvati dalla Società. impiego accettabile per ciascun tipo di servizio sono indi-
I giunti meccanici, compresi le unioni di tubi, gli accoppia- cati in Tab 16; l’impiego in funzione della Classe, delle
menti a compressione, i giunti a manicotto e giunti similari, dimensioni, della pressione e della temperatura di esercizio
devono essere di un tipo approvato per le condizioni di dei tubi è indicato in Tab 17.
esercizio e le applicazioni previste. In particolare, la Tab 16 indica gli impianti di tubolature nei
Se l'impiego di giunti meccanici comporta la riduzione quali i vari tipi di giunti possono essere accettati. Tuttavia,
dello spessore del tubo, a causa dell'uso di anelli mordenti in ogni caso, l'accettazione del tipo di giunti è soggetta
o di altri elementi strutturali, se ne deve tenere conto nella all'approvazione per l'applicazione prevista e subordinata
determinazione del minimo spessore del tubo, richiesto per alle condizioni di approvazione ed alle prescrizioni appli-
sopportare la pressione di progetto. cabili.

La costruzione dei giunti meccanici deve prevenire la possi- In casi particolari, dimensioni superiori a quelle sopra men-
bilità della perdita della tenuta stagna causata da pulsazioni zionate possono essere accettate se sono rispondenti a stan-
della pressione, vibrazioni delle tubolature, variazioni della dard nazionali e/o internazionali riconosciuti dalla Società.
temperatura e altre simili avverse condizioni di esercizio I giunti meccanici devono essere provati in accordo con un
che si possono verificare a bordo. programma approvato dalla Società, che deve comprendere
almeno quanto segue:
I materiali dei giunti meccanici devono essere compatibili
con i materiali dei tubi e con i fluidi presenti all'interno ed a) prova di tenuta
all'esterno dei tubi. b) prova sotto vuoto (quando necessaria)
I giunti meccanici devono essere provati, quando applica- c) prova di vibrazione (fatica)
bile, ad una pressione di scoppio uguale a 4 volte la pres- d) prova di resistenza al fuoco (quando necessaria)
sione di progetto.
e) prova alla pressione di scoppio
Per pressioni di progetto superiori a 20 MPa, la pressione di f) prova alle pulsazioni di pressione (quando necessaria)
scoppio richiesta sarà oggetto di particolare considerazione
da parte della Società. g) prova di assemblaggio (quando necessaria)
h) prova di strappo (quando necessaria)
In generale, i giunti meccanici devono essere di tipo resi-
stente al fuoco, come richiesto in Tab 16. L'installazione dei giunti meccanici deve essere effettuata
in accordo con le istruzioni per il montaggio del fabbri-
Giunti meccanici che, in caso di loro danneggiamento, cante. Qualora, per l'installazione dei giunti, siano neces-
potrebbero dar luogo a incendi o allagamenti, non devono sari attrezzi o strumenti di misura particolari, essi devono
essere impiegati in sezioni di tubolature direttamente colle- essere forniti dal fabbricante.
gate alle aperture a mare o a cisterne contenenti fluidi
infiammabili.
2.5 Protezione contro le sovrapressioni
I giunti meccanici devono essere progettati per resistere alla
pressione interna ed esterna, come applicabile, e, qualora 2.5.1 Generalità
impiegati in tubolature di aspirazione, devono poter funzio- a) Le prescrizioni seguenti riguardano la protezione degli
nare sotto vuoto. impianti di tubolature contro le sovrapressioni, con
Il numero dei giunti meccanici nei circuiti del combustibile l’eccezione degli scambiatori di calore e dei recipienti
liquido o dell'olio lubrificante deve essere ridotto al in pressione che sono trattati in Sez 3, [2.4].
minimo indispensabile. In generale, devono essere impie- b) Le valvole di sicurezza devono essere sigillate dopo la
gati giunti a flangia rispondenti a standard riconosciuti. taratura.

164 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 14 : Tipi di collegamento con flange metalliche richiesti in funzione della classe delle tubolature e del tipo
di fluido in esse convogliato (1) (1/7/2006)

Classe della tubolatura →


Classe I Classe II Classe III
Tipo di fluido convogliato ↓

Fluidi tossici o corrosivi, liquidi (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3)- (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -


infiammabili o gas liquefatti (2) (3) (4) (C1)- (C2)-(C3) (2) (4) (C1)- (C2)-(C3) (2) (4)

Combustibile liquido e olio lubrifi- (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) - (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -


cante (C1)- (C2)-(C3)-(C4) (5) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)

Vapore e fluido diatermico (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (3) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) - (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -


(6) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D) (7) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D)

Altri fluidi, compresi acqua, aria, gas, (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) (6) (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) - (A1)-(A2)-(B1)-(B2)-(B3) -
fluidi frigorigeni, fluido idraulico non (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D) (7) (C1)- (C2)-(C3)-(C4)-(D)-(E)
infiammabile (8) (9)

(1) I tipi di collegamenti a flangia indicati nella Tabella sono quelli illustrati in Fig 1.
(2) Nel caso di tubolature per liquidi infiammabili, tossici, corrosivi o gas liquefatti aventi una pressione di progetto p (vedi
[1.3.2]) superiore a 1 N/mm2, devono essere adottati solo collegamenti a flangia dei tipi (A1) e (A2).
(3) Per tubolature aventi diametro nominale uguale o superiore a 150 mm, devono essere adottati solo collegamenti a flangia dei
tipi (A1) e (A2).
(4) Per le tubolature del carico delle navi chimichiere, si applicano le norme dell'IBC Code Ch. 5, 5.3. Per le tubolature del carico
delle navi cassiere, si applicano le norme dell'IGC Code Ch. 5, 5.4.
(5) I collegamenti a flangia del tipo (C4) sono accettabili solo per tubolature aventi una pressione di progetto p inferiore a 1,6
N/mm2 e una temperatura di progetto T ( vedi [1.3.3]) inferiore a 150°C.
(6) Nel caso di tubolature aventi temperatura di progetto T superiore a 400°C devono essere adottati solo collegamenti a flangia dei
tipi (A1) e (A2).
(7) I collegamenti a flangia dei tipi (D) e (C4) non sono accettabili per tubolature aventi una temperatura di progetto T superiore a
250°C.
(8) Nel caso di tubolature per circuiti oleodinamici di potenza delle macchine di governo devono essere impiegati solo i collega-
menti a flangia prescritti per le tubolature di Classe I.
(9) I collegamenti a flangia del tipo (E) sono accettabili solo per tubolature per acqua e per tubolature ad estremità aperta (per
esempio: tubolature di spurgo, rigurgito, sfogo d'aria, ecc.).

Regolamenti RINA 2008 165


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 15 : Impiego di giunzioni metalliche saldate e filettate negli impianti di tubolature (1/7/2002)

Classi di tubolature
Limitazioni d’impiego
ammissibili
Giunti saldati testa a testa (1) III, II, I nessuna limitazione
Giunti a manicotto (2) III nessuna limitazione
Giunti a manicotto filettati (filetta- I non ammessi per:
tura conica) (3) • tubi con diametro esterno superiore a 33,7 mm
• tubi all'interno di cisterne
• impianti di tubolature che convogliano fluidi tossici o infiamma-
bili o servizi per I quali è previsto che possa verificarsi fatica, sen-
sibile erosione, o corrosione per fessurazione
II, III non ammessi per:
• tubi con diametro esterno superiore a 60,3 mm
• tubi all'interno di cisterne
• impianti di tubolature che convogliano fluidi tossici o infiamma-
bili o servizi per I quali è previsto che possa verificarsi fatica, sen-
sibile erosione, o corrosione per fessurazione
Giunti a manicotto filettati (filetta- III non ammessi per:
tura cilindrica) (3) • tubi con diametro esterno superiore a 60,3 mm
• tubi all'interno di cisterne
• impianti di tubolature che convogliano fluidi tossici o infiamma-
bili o servizi per I quali è previsto che possa verificarsi fatica, sen-
sibile erosione, o corrosione per fessurazione
(1) Giunti saldati testa a testa senza particolari prescrizioni per il lato radice della saldatura possono essere impiegati per le Classi
II e IIl e per qualsiasi valore del diametro esterno.
(2) In casi particolari, giunti a manicotto e giunti a bicchiere saldati possono essere permessi dalla Società per impianti di tubola-
ture delle Classi I e II con diametro esterno dei tubi ≤ 88,9 mm eccetto che per impianti di tubolature che convogliano fluidi
tossici o per servizi per i quali è previsto che possa verificarsi fatica, sensibile erosione o corrosione per fessurazione.
(3) In casi particolari, dimensioni eccedenti quelle sopra menzionate possono essere accettate dalla Società se sono rispondenti a
standard nazionali e/o internazionali riconosciuti.

2.5.2 Protezione degli impianti di liquidi deve essere determinata in modo tale che la pressione
infiammabili (1/7/2002) sulla mandata non aumenti per più del 10% della pres-
Devono essere previsti mezzi adeguati per impedire la sione di progetto del tubo collegato alla mandata stessa
sovrappressione in qualsiasi cassa o parte di impianto, com- in caso di funzionamento con mandata chiusa.
presi i tubi di riempimento, contenenti liquidi infiammabili,
serviti da pompe di bordo. 2.5.4 Protezione dei tubi
a) I tubi che possono essere facilmente soggetti a pressioni
2.5.3 Protezione delle mandate delle pompe e dei superiori alle pressioni normali d’esercizio devono
compressori essere muniti di valvole di sicurezza o dispositivi equi-
a) Devono essere previsti mezzi adeguati per impedire che valenti di protezione contro le sovrapressioni.
la pressione di mandata delle pompe e dei compressori b) In particolare i tubi sistemati in corrispondenza del lato
sia superiore alla pressione per cui sono progettati i tubi a bassa pressione di una valvola riduttrice di pressione
collegati alla mandata di dette pompe e compressori. devono essere muniti di valvola di sicurezza, a meno
b) Quando a tale scopo sono sistemate valvole di sicu- che essi non siano progettati per una pressione massima
rezza in corrispondenza della mandata delle pompe e corrispondente alla pressione del lato ad alta pressione
dei compressori, queste valvole devono scaricare in cor- della valvola riduttrice. Vedere anche [1.3.2] e [2.9.1].
rispondenza dell’aspirazione della pompa e compres- c) La capacità di scarico dei dispositivi sistemati sui tubi
sore o in altra posizione adeguata. per impedire le sovrapressioni deve essere tale che la
c) La capacità di scarico delle valvole di sicurezza siste- pressione in questi tubi non possa superare per più del
mate in corrispondenza delle pompe e dei compressori 10% la loro pressione di progetto.

166 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Figura 1 : Tipi di collegamento con flange metalliche (1/7/2002)

Nota 1: Per collegamenti di tipo D, il tubo e la flangia devono essere avvitati con una filettatura conica ed il diametro della parte filettata del
tubo, fuori filettatura e per tutta la lunghezza della stessa, non deve essere inferiore in modo apprezzabile rispetto al diametro esterno della
parte non filettata del tubo. Per certi tipi di filettatura, dopo che la flangia sia stata avvitata fino in fondo sul tubo, il tubo deve essere espanso
sulla flangia.
Nota 2: Per collegamenti di tipo C1, C2, C3 e C4, la lunghezza del tratto saldato lungo il tubo deve essere in generale uguale a 1,5 volte lo
spessore del tubo ma in nessun caso deve essere inferiore a 6 mm.
Nota 3: Per collegamenti di tipo B1, B2, B3 e C2, la dimensione della penetrazione della saldatura nella flangia deve essere in generale uguale
allo spessore del tubo ma in nessun caso inferiore a 5 mm.

Regolamenti RINA 2008 167


Parte C, Cap 1, Sez 10

Figura 2 : Esempi di giunti meccanici (1/7/2002)


Giunti di unione Giunti a sovrapposizione

Tipi
saldati e
brasati Tipo
mordente

Giunti a compressione

Tipo
ricalcato Tipo con
saldatura
lavorata a
macchina

Tipo
pressato

Tipo a
scorri-
mento
Tipo ad
anello
tagliente

Tipo
svasato

2.6 Tubi flessibili e giunti di dilatazione sibili d'apparecchiature portatili ed ai fluidi non indicati
in d).
2.6.1 Generalità (1/1/2006) d) I tubi flessibili completi come definiti in a) possono
essere accettati per l'uso in impianti di combustibile
a) La Società può permettere l’impiego di tubi flessibili
liquido, olio lubrificante, olio per comandi oleodina-
completi (brevi tratti di tubo flessibile normalmente for- mici, fluido diatermico, raffreddamento ad acqua dolce
nito di raccordi d'estremità prefabbricati pronti per e di acqua di mare, aria compressa, sentina, zavorra e
l'installazione), per il collegamento permanente tra per impianti di vapore di Classe III. I tubi flessibili non
impianti di tubolature fisse e componenti di macchinari, sono accettati nelle linee ad alta pressione del combu-
e di giunti di dilatazione, sia di materiale metallico che stibile liquido.
di materiale non metallico, purché essi siano approvati
e) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere
per il servizio previsto. installati in accordo con le prescrizioni di cui in [5.9.3].
b) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere di f) Le presenti prescrizioni per i tubi flessibili completi non
un tipo approvato dalla Società, progettati in accordo sono applicabili ai tubi flessibili destinati ad essere usati
con le prescrizioni di cui in [2.6.2] e sottoposti a prove in impianti fissi di estinzione incendi.
in accordo con le prescrizioni di cui in [20.2.1]. g) Prescrizioni specifiche sono contenute date in:
c) Le presenti prescrizioni possono essere applicate anche • Parte E, Capitolo 7, per tubi flessibili e giunti di dila-
ai tubi flessibili temporaneamente collegati, ai tubi fles- tazione per tubolature del carico di navi petroliere,

168 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

• Parte E, Capitolo 8, per tubi flessibili e giunti di dila- zione di tipo di tubi flessibili e compensatori di dilata-
tazione per tubolature del carico di navi chimi- zione".
chiere, i) I tubi flessibili completi ed i giunti di dilatazione desti-
• Parte E, Capitolo 9, per tubi flessibili e giunti di dila- nati ad essere installati in impianti di tubolature in cui si
tazione per tubolature del carico di navi gasiere. prevedono, durante l'esercizio, pulsazioni di pressione
h) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione per gli impianti e/o alti livelli di vibrazioni, devono essere progettati per
di tubolature con temperatura di progetto inferiore alla il massimo picco della pressione pulsante previsto e per
temperatura ambiente saranno oggetto di considera- le massime sollecitazioni dovute alle vibrazioni. Le
zione speciale da parte della Società. prove richieste in [20.2.1] devono tenere in considera-
zione le massime pressioni, le frequenze di vibrazione e
i) La posizione dei tubi flessibili e dei giunti di dilatazione gli sforzi dovuti all'installazione che si prevedono pos-
deve essere chiaramente indicata nei disegni relativi alle sano verificarsi durante l'esercizio.
tubolature inviati alla Società.
j) I tubi flessibili completi ed i giunti di dilatazione costru-
2.6.2 Progetto dei tubi flessibili e dei giunti di iti in materiali non metallici e destinati ad essere instal-
dilatazione (1/1/2006) lati in impianti per prodotti infiammabili e per l'acqua
a) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere di mare in cui una rottura possa comportare un allaga-
costruiti con materiali resistenti all'ambiente marino ed mento devono essere di tipo resistente al fuoco in
al fluido da essi convogliato. I materiali metallici accordo con le norme ISO 15540 e 15541.
devono essere in accordo con le prescrizioni di cui in k) I giunti flessibili completi di accessori devono essere
[2.1]. scelti per le ubicazioni e le applicazioni previste
b) I tubi flessibili devono essere progettati e costruiti in tenendo in considerazione le condizioni ambientali, la
accordo con Unificazioni nazionali od internazionali compatibilità con i fluidi alle condizioni di pressione e
accettabili dalla Società di temperatura di esercizio in conformità con le istru-
zioni del fabbricante.
c) I tubi flessibili costruiti in gomma o materie plastiche e
destinate ad essere usate in impianti di sentina, zavorra, 2.6.3 Condizioni per l’impiego di giunti di
aria compressa, combustibile liquido, olio lubrificante, dilatazione in impianti di acqua di mare ed
olio per comandi oleodinamici e fluido diatermico, entro le chiglie condotto e le
devono avere incorporato un singolo o doppio rivesti- cisterne (1/1/2006)
mento di filo metallico fittamente intrecciato o altri ido- a) L’impiego di giunti di dilatazione non metallici su tubi
nei materiali di rinforzo. collegati alle prese a mare ed agli scarichi fuori bordo
d) Quando i tubi flessibili in gomma o materie plastiche sarà oggetto di particolare considerazione da parte della
devono essere usati per impianti di combustibile liquido Società. Di regola, la sistemazione di tali giunti tra le
e olio lubrificante, devono avere in aggiunta al rivesti- murate delle navi e le valvole menzionate in [2.8.3] non
mento di cui in c) una guaina esterna di filo metallico è permessa. Inoltre, a meno che le suddette valvole non
intrecciato. siano munite di comandi a distanza azionabili da una
posizione al di sopra del ponte di bordo libero, i giunti
e) I tubi flessibili per impianti di vapore devono essere di di dilatazione devono essere sistemati con ripari che li
costruzione metallica. racchiudano efficacemente, ma senza interferire con
f) I tubi flessibili devono essere completi di raccordi l’azione dei giunti di dilatazione stessi, e riducano al
d’estemità approvati in conformità con le specifiche del minimo possibile ogni flusso d’acqua nel locale mac-
costruttore. I raccordi d'estremità non di tipo flangiato chine nel caso di rottura dell’elemento flessibile.
devono essere conformi alle prescrizioni di cui in b) L’impiego di giunti di dilatazione nelle tubolature
[2.4.5], come applicabili, e ciascun tipo di combina- d’acqua per altri servizi, comprese le tubolature di
zione tubo/raccordo di estremità deve essere sottoposto zavorra nei locali macchina, nelle chiglie condotto e nei
a prova di tipo per verificare la conformità con lo stesso doppi fondi adibiti a zavorra e le tubolature di sentina
standard richiesto per i tubi flessibili con particolare nei doppi fondi adibiti a cisterna e nelle casse alte
riferimento alle prove di scoppio e di pressione pul- saranno oggetto di considerazione speciale da parte
sante. della Società.
g) L'uso di fascette stringitubo o simili tipi di attacchi
d'estremità non è accettabile per i tubi flessibili in 2.7 Valvole ed accessori
impianti di tubolature per vapore, prodotti infiammabili,
aria d'avviamento, o per impianti d'acqua di mare in 2.7.1 Generalità (1/7/2002)
cui la rottura può comportare un allagamento. In altri a) Le valvole e gli accessori devono essere normalmente
impianti di tubolature, l'uso di fascette stringitubo può costruiti in accordo con una normativa riconosciuta.
essere accettato se la pressione d'esercizio è inferiore a Valvole ed accessori negli impianti di tubolature
0,5 MPa e a condizione che vi sia una doppia fascetta a devono essere compatibili con i tubi ai quali sono colle-
ciascuna estremità. gati per quanto riguarda la loro robustezza (vedi 1.3.2
h) I tubi flessibili ed i giunti di dilatazione devono essere per la pressione di progetto) e devono essere idonei per
progettati per resistere alla pressione di scoppio operare efficacemente alla massima temperatura di
secondo quanto prescritto nelle "Norme per l'approva- esercizio prevista durante il servizio.

Regolamenti RINA 2008 169


Parte C, Cap 1, Sez 10

In caso diverso essi devono essere approvati dalla 2.8.2 Progetto delle prese a mare e degli scarichi
Società, quando siano installati: fuori bordo
• in un impianto di tubolature di Classe I, o a) Tutte le prese e gli scarichi sul fasciame esterno devono
avere sistemazioni efficaci ed accessibili che impedi-
• in un impianto di tubolature di Classe II con diame- scano l’entrata accidentale di acqua dentro la nave.
tro superiore a 100 mm, o
b) Le prese a mare e gli scarichi fuori bordo devono essere
• sulla murata della nave, sulla paratia di collisione o muniti di valvole in accordo con [2.7] e [2.8.3].
sotto battente su depositi combustibile liquido.
c) Le prese a mare e gli scarichi fuori bordo principali ed
b) Valvole d’intercettazione devono essere sistemate dove ausiliari nei locali macchine, necessari per il funziona-
necessario per isolare le pompe, gli scambiatori di mento delle macchine, devono essere muniti di valvole
calore, i recipienti in pressione, ecc. dal resto delle facilmente accessibili sistemate fra i tubi ed il fasciame
tubolature, quando necessario, e in particolare: esterno o fra i tubi e le casse di presa a mare applicate al
• per permettere l’intercettazione di un componente fasciame esterno. Le valvole possono essere comandate
duplicato senza interrompere la circolazione del localmente e devono avere indicatori che mostrino se
fluido, sono aperte o chiuse.

• per scopi di ispezione o riparazione. d) Le prese a mare devono essere progettate e sistemate in
modo da limitare turbolenze e da impedire entrate
2.7.2 Progetto delle valvole e degli accessori d’aria dovute al movimento della nave.

a) I materiali dei corpi delle valvole e degli accessori e) Le prese a mare devono essere munite di grate in
devono soddisfare le prescrizioni in [2.1]. accordo a [2.8.4].
f) Devono essere previsti dispositivi idonei per pulire i fori
b) I collegamenti delle valvole e degli accessori con i tubi
delle grate.
devono soddisfare le prescrizioni in [2.4].
g) Le prese a mare devono essere opportunamente protette
c) Tutte le valvole e tutti gli accessori devono essere pro- contro la corrosione
gettati in modo tale da impedire l’eventuale perdita dei
coperchi e delle guarnizioni quando sono azionati. 2.8.3 Valvole
d) Le valvole devono essere progettate in modo da chiu- a) Le valvole delle prese a mare e degli scarichi fuori
dersi con una rotazione verso destra (senso orario) del bordo devono essere fissate:
volantino. • direttamente al fasciame esterno, o
e) Le valvole devono avere indicatori locali che mostrino • alle prese a mare costruite in corrispondenza del
se esse sono aperte o chiuse, a meno che ciò non sia fasciame esterno con dimensioni in accordo con le
prontamente comprensibile. prescrizioni della Parte B, o
• a corti branchetti di spessore super-rinforzato
2.7.3 Valvole con comando a distanza (vedere Tab 5) collegati al fasciame .
a) Tutte le valvole con comando a distanza devono essere b) I corpi delle valvole ed i branchetti devono avere le loro
progettate anche per essere comandate manualmente estremità passanti attraverso il fasciame, senza tuttavia
sul posto. sporgere dalla superficie esterna del fasciame o dalle
b) I dispositivi di comando a distanza e quelli per il doppiature o dagli anelli di rinforzo, se provvisti.
comando sul posto devono essere indipendenti. A tale c) Le valvole devono essere fissate per mezzo di:
scopo, la possibilità di effettuare il comando locale • viti con testa svasata avvitate attraverso il fasciame,
mediante una pompa manuale sarà oggetto di conside- o
razione speciale da parte della Società.
• prigionieri avvitati in doppiature di forte spessore a
c) Nel caso di valvole che, in accordo al regolamento, loro volta collegati al fasciame esterno o alla cassa
debbano essere provviste di comando a distanza, l’aper- della presa a mare, senza penetrazione nel fasciame
tura e/o chiusura delle valvole mediante il comando dei fori per i prigionieri.
manuale sul posto non devono rendere il dispositivo di
d) L’impiego di valvole a farfalla sarà oggetto di considera-
comando a distanza non azionabile.
zione speciale da parte della Società. In ogni caso le
d) Perdite di energia nel dispositivo di comando delle val- valvole a farfalla non munite di flange non possono
vole a distanza non devono causare modifiche indeside- essere usate per prese a mare e per scarichi fuori bordo
rate delle posizioni delle valvole. a meno che non siano previsti dispositivi che permet-
tano l’eventuale smontaggio in mare dei tubi collegati a
2.8 Prese a mare e scarichi fuori bordo dette valvole senza alcun rischio di allagamento.
e) I materiali dei corpi delle valvole e dei branchetti di col-
2.8.1 Generalità legamento devono essere in accordo con [2.1.2]Tab 4.
Eccetto per quanto espressamente indicato in [8], le prescri- f) Le valvole a fasciame collegate a impianti di tubolature
zioni seguenti non si applicano agli ombrinali ed agli scari- in plastica devono essere in accordo con le prescrizioni
chi fuori bordo degli impianti sanitari. in App 3, [3.7.1].

170 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

2.8.4 Grate all’impianto di tuibolature entro un valore predetermi-


a) Le grate delle prese a mare devono avere un’area libera nato.
di passaggio non inferiore a due volte la sezione totale
dei tubi collegati a dette prese. 2.9.2 Indicatori di livello (1/7/2002)
b) Quando le grate sono fissate mediante viti a testa sva- Gli indicatori di livello impiegati negli impianti di liquidi
sata, i fori provvisti per dette viti non devono passare infiammabili devono essere di un tipo approvato dalla
attraverso le lamiere o le doppiature al di fuori dei bran- Società e sono soggetti alle condizioni seguenti:
chetti o delle casse.
• nelle navi da passeggeri, non devono richiedere il pas-
c) Le viti di fissaggio delle grate non devono essere siste- saggio sotto il cielo del deposito e la loro eventuale rot-
mate negli angoli delle aperture nello scafo o nelle dop- tura o il sovrariempimento del deposito non devono
piature. provocare fuoriuscite di combustibile liquido;
d) Nel caso di grandi prese a mare, le viti di fissaggio delle
grate devono essere bloccate e protette dalla corro- • nelle navi da carico, la loro rottura o il sovrariempi-
sione. mento del deposito non devono permettere la fuoriu-
scita di combustibile liquido nel locale. L'uso di
e) Quando le grate sono pulite mediante l’uso di disposi- indicatori di livello a tubo di vetro non è permesso. La
tivi ad aria compressa o a vapore, le casse, i branchetti e Società può permettere di adoperare indicatori di livello
le valvole di presa a mare e di scarico devono essere muniti di vetri piatti e valvole a chiusura automatica fra
sistemate e costruite in modo da sopportare la pressione l'indicatore di livello e il deposito di combustibile
massima alla quale esse possono essere soggette liquido;
durante l’azionamento di tali dispositivi.
• i loro vetri devono essere di materiale resistente al
2.8.5 Collegamenti a murata per gli scarichi di calore e devono essere efficacemente protetti contro gli
estrazione di fondo delle caldaie urti.
a) I tubi di estrazione dal fondo delle caldaie devono avere
rubinetti o valvole sistemati il più vicino possibile alle I suddetti indicatori di livello devono essere conservati in
estremità dei tubi, pur restando facilmente accessibili, e condizioni idonee per assicurare il loro continuo e corretto
sistemati sopra il copertino di macchina. funzionamento in esercizio.
b) Le valvole di estrazione dal fondo delle caldaie devono Nota 1: Su navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton e su
essere progettate in modo da rendere facile determinare navi prive di mezzi di propulsione:
se esse siano aperte o chiuse. Qualora siano usati rubi-
• indicatori di livello cilindrici possono essere adoperati purché
netti, il dispositivo di comando deve essere tale da non
essi siano muniti di valvola a chiusura automatica in corrispon-
poter essere portato via a meno che i rubinetti non siano
denza dell'estremità inferiore, nonché in corrispondenza
chiusi. Qualora vengano usate valvole, i volantini di dell'estremità superiore se quest'ultima è sotto il livello mas-
comando devono essere permanentemente fissati alle simo del liquido.
aste.
• nel caso di depositi non soggetti a riempimento mediante
c) Un anello di protezione deve essere fissato sul fasciame pompe azionate meccanicamente, con l'eccezione delle casse
all’esterno all’estremità dei tubi di estrazione dal fondo di servizio del combustibile liquido, non è necessario che le
delle caldaie. L’estremità della valvola di cui in [2.8.3], valvole siano del tipo a chiusura automatica. Tuttavia tali val-
voce b), deve passare attraverso questo anello. vole devono essere facilmente accessibili e targhe d'istruzione
che specifichino che le valvole devono essere tenute chiuse
2.9 Comandi e controlli devono essere sistemate in prossimità delle valvole stesse.

2.9.1 Generalità
3 Saldatura dei tubi in acciaio
a) Indicatori locali devono essere previsti almeno per i
parametri seguenti:
• pressione per i recipienti in pressione, sulla mandata 3.1 Applicabilità
di pompe e compressori, aspirazione dalle apparec-
3.1.1
chiature servite e sul lato a bassa pressione delle val-
vole riduttrici di pressione, a) Le prescrizioni seguenti si applicano alle giunzioni sal-
• temperature in corrispondenza di casse, cisterne e date di tubolature di Classe I o II.
recipienti in pressione, nonché aspirazione e man-
A discrezione della Società, esse possono essere anche
data degli scambiatori di calore,
applicate a tubolature di Classe III.
• livelli in casse, cisterne e recipienti in pressione
contenenti liquidi. b) Le prescrizioni del presente Articolo non sono applica-
b) Devono essere previsti dispositivi adeguati quando è bili a tubolature che facciano parte di impianti per la
necessaria un’azione automatica per riportare entro refrigerazione del carico con una temperatura di eserci-
valori accettabili un parametro difettoso. zio inferiore a meno 40°C.

c) Devono essere previsti sistemi di regolazione automa- c) Le prescrizioni relative alle qualifiche dei procedimenti
tica quando è necessario mantenere i parametri relativi di saldatura sono date nella Parte D.

Regolamenti RINA 2008 171


Parte C, Cap 1, Sez 10

3.2 Generalità anormali durante il processo di saldatura od il tratta-


mento termico.
3.2.1 Procedimenti di saldatura b) Per il collegamento di branchetti sui tubi mediante sal-
datura è necessario provvedere o un aumento di spes-
a) Le giunzioni saldate dei tubi devono essere realizzate
sore come indicato in [2.2.5] o un rinforzo mediante
con saldature all’arco elettrico, saldature ossiacetileni-
doppiatura o equivalente.
che o altri processi preventivamente approvati.

b) Qualora la pressione di progetto superi 0,7 MPa, la sal- 3.4 Preparazione degli elementi da saldare
datura ossiacetilenica non è permessa per tubi con dia- ed esecuzione delle saldature
metro esterno superiore a 100 mm o con spessore
superiore a 6 mm. 3.4.1 Generalità
Particolare attenzione deve essere data alle prescrizioni in
3.2.2 Posizione delle giunzioni Sez 3, che si riferiscono alle saldature dei tubi in pressione.
La posizione delle giunzioni saldate deve essere determi-
nata in modo tale da rendere possibile che la maggior parte 3.4.2 Preparazione dei lembi per le giunzioni
di dette giunzioni venga effettuata in officina. La posizione saldate
delle giunzioni da eseguire a bordo deve essere determinata La preparazione dei lembi deve essere preferibilmente ese-
in modo tale da permettere la loro esecuzione ed ispezione guita con mezzi meccanici. Qualora si usi il taglio alla
in condizioni soddisfacenti. fiamma, deve essere adoperata particolare cura per rimuo-
vere le scaglie d’ossido e gli intagli dovuti alle irregolarità
del taglio mediante smerigliatura, molatura o scalpellatura
3.3 Progetto dei giunti saldati fino a metallo sano.

3.3.1 Tipi di giunti 3.4.3 Puntatura delle parti da saldare

a) Ad eccezione dei collegamenti delle flange ai tubi nei a) I pezzi da saldare devono essere puntati in modo tale
casi indicati in [2.4.4], Fig 1, e del collegamento di che i disallineamenti fra le superfici siano i più piccoli
possibile.
branchetti a un tubo principale, le giunzioni fra i tubi e
quelle fra i tubi e gli accessori devono essere del tipo b) In genere per pezzi da saldare testa a testa senza anello
testa a testa. Tuttavia per i tubi di Classe I di diametro di sostegno il disallineamento tra le pareti interne non
interno non superiore a 50 mm e per i tubi di Classe II deve essere superiore al minore fra:
possono essere adoperati collegamenti saldati a tasca di
• il valore dato in Tab 18 in funzione dello spessore t
tipo approvato. e del diametro interno d di questi pezzi, e
b) Per le saldature testa a testa fra i tubi e fra i tubi e le • t/4.
flange o altri accessori, possono essere usati anelli di
Qualora necessario, le estremità dei tubi devono essere
supporto adeguatamente sistemati; tali anelli devono
alesati o leggermente mandrinati per soddisfare questi
essere o dello stesso tipo di acciaio dei pezzi da saldare
valori; lo spessore ottenuto non deve essere inferiore a
o di un tipo tale da non avere un’influenza negativa quello regolamentare.
sulla saldatura; se l’anello di supporto non può essere
asportato dopo la saldatura, esso deve avere un profilo c) Nel caso di saldature con anello di sostegno, valori più
idoneo. piccoli di disallineamento devono essere ottenuti affin-
ché lo spazio fra l’anello di sostegno e le pareti interne
dei due elementi da assiemare sia il più piccolo possi-
3.3.2 Giunzione di tubi di spessore diverso
bile; normalmente tale spazio non deve essere superiore
Se la differenza di spessore fra i tubi da saldare testa a testa a 0,5 mm.
è superiore al 10% dello spessore del tubo più sottile più 1
d) Gli elementi da saldare devono essere adeguatamente
mm, fino ad un massimo di 4 mm, lo spessore del tubo più mantenuti in posizione in modo da impedire modifiche
spesso deve essere ridotto fino allo spessore del tubo più delle loro posizioni relative e deformazioni durante la
sottile per una lunghezza uguale a 4 volte la differenza di saldatura.
spessore, compresa, se desiderato, l’ampiezza della salda-
tura. e) Le saldature a punti devono essere eseguite con elet-
trodo idoneo per il materiale base; le saldature a punti
che fanno parte della saldatura finita devono essere ese-
3.3.3 Accessori guite impiegando procedure approvate.
a) Qualora accessori, quali valvole, siano collegati Quando si impiegano materiali per la saldatura che
mediante saldatura ai tubi, essi devono avere un collare richiedono un preriscaldo, lo stesso preriscaldo deve
di lunghezza sufficiente ad impedire deformazioni essere applicato durante la saldatura a punti.

172 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

3.4.4 Protezione contro condizioni meteorologiche almeno 75 mm ai due lati della saldatura; devono
avverse essere prese tutte le precauzioni necessarie per permet-
a) I tubi in pressione devono essere saldati, sia a bordo che tere un controllo preciso delle temperature ed un raf-
in officina, al riparo da correnti d’aria e improvvise freddamento lento dopo il trattamento.
variazioni di temperatura. b) Per acciai austenitici ed acciai ferritici-austenitici, il trat-
b) A meno che non sia data una giustificazione speciale, le tamento termico dopo saldatura non è in genere richie-
saldature non devono essere effettuate se la temperatura sto.
del metallo base è inferiore a 0°C.
3.5.2 Trattamenti termici dopo saldatura per
3.4.5 Preriscaldo processi di saldatura diversi
dall’ossiacetilenico
a) Il preriscaldo deve essere eseguito come indicato in
Tab 19, in funzione del tipo di acciaio, della composi- a) I trattamenti termici di distensione dopo saldatura con
zione chimica e dello spessore del tubo. processi diversi da quello ossiacetilenico devono essere
eseguiti come indicato in Tab 20, in funzione del tipo di
b) Le temperature indicate in Tab 19 sono basate su pro-
acciaio e dello spessore dei tubi.
cessi a basso tenore d’idrogeno. Qualora non vengano
adoperati processi a basso tenore d’idrogeno, la Società b) Il trattamento termico di distensione consiste nel riscal-
si riserva il diritto di richiedere temperature di preri- damento lento ed uniforme fino ad una temperatura
scaldo più alte. compresa nel campo indicato nella tabella, perma-
nenza a regime a tale temperatura per un tempo ade-
3.5 Trattamenti termici dopo la saldatura guato, normalmente un’ora per ogni 25 mm di spessore,
con un tempo minimo di mezz’ora, raffreddamento
3.5.1 Generalità lento ed uniforme nel forno fino ad una temperatura
a) Per quanto possibile i trattamenti termici devono essere non superiore a 400 °C e quindi raffreddamento in aria
eseguiti in forno. Qualora ciò sia impossibile, e più in calma.
particolare per le saldature eseguite a bordo, il tratta- c) In ogni caso la temperatura del trattamento termico non
mento può essere eseguito localmente scaldando uni- deve essere superiore a (TT - 20)°C, essendo TT la tempe-
formemente una striscia circolare che si estenda per ratura estrema di rinvenimento del materiale.

Regolamenti RINA 2008 173


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 16 : Impiego di giunti meccanici (1/7/2002)


Tipo di giunto
Impianti Unione di tibi Giunti a compressione (6) Giunti a manicotto
Fluidi infiammabili (Punto di infiammabilità ≤ 60°)
1 Linee del carico si si si (5)
2 Linee del petrolio per COW si si si (5)
3 Impianti di sfogo aria si si si (3)
Gas inerte
4 Linee degli effluenti dei dispositivi di si si si
tenuta ad acqua
5 Linee degli effluenti della torre di lavaggio si si si
6 Collettori si si si (2) (5)
7 Linee di distribuzione si si si (5)
Fluidi infiammabili (Punto di infiammabilità > 60°)
8 Linee del carico si si si (5)
9 Linee del combustibile liquido si si si (3) (2)
10 Linee dell'olio lubrificante si si si (2) (3)
11 Linee del fluido idraulico si si si (2) (3)
12 Linee del fluido diatermico si si si (2) (3)
Acqua salata
13 Linee di sentina si si si (1)
14 Collettore incendi ed acqua spruzzata si si si (3)
15 Impianto a schiuma si si si (3)
16 Impianto a sprinklers si si si (3)
17 Impianto di zavorra si si si (1)
18 Impianto dell'acqua di raffreddamento si si si (1)
19 Servizi per lavaggio cisterne si si si
20 Impianti non essenziali si si si
Acqua dolce
21 Impianto dell'acqua di raffreddamento si si si (1)
22 Ritorno del condensato si si si (1)
23 Impianti non essenziali si si si
Servizi sanitari / Drenaggi / Ombrinali
24 Drenaggi del ponte (all'interno) si si si (4)
25 Drenaggi di impianti sanitari si si si
26 Ombrinali e scarichi fuori bordo si si no
Sonda e sfogo aria
27 Cisterne d'acqua/Spazi asciutti si si si
28 Cisterne di petrolio (p. i. > 60°) si si si (2) (3)
Fluidi vari
29 Aria avviamento e comando (1) si si no
30 Servizi di aria (non essenziali) si si si
31 Salamoia si si si
32 Impianto a CO2 (1) si si no
33 Vapore si si no
Si Impiego consentito
No Impiego non consentito
(1) All'interno di locali macchine di Categoria A, consentito solo l'impiego di tipi approvati come resistenti al fuoco
(2) Non consentiti all'interno di locali macchine di Categoria A o di locali di alloggio. Possono essere consentiti all'interno di altri
locali machine a condizione che I giunti siano ubicati in posizioni facilmente visibili ed accessibili.
(3) Tipi approvati come resistenti al fuoco
(4) Solamente al di sopra del ponte di bordo libero
(5) In locali pompe e su ponti scoperti, solo se di tipo approvato come resistente al fuoco
(6) Se gli accoppiamenti a compressione comprendono qualsiasi componente che si possa rapidamente deteriorare in caso di
incendio, essi devono essere approvati come resistenti al fuoco, come richiesto per i giunti a manicotto.

174 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 17 : Impiego dei giunti meccanici in funzione della classe delle tubolature (1/7/2002)

Tipi di giunti Classi delle tubolature


Classe I Classe II Classe III
Unioni di tubi
Saldato o brasato si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si
Giunti a compressione
Tipo ricalcato si si si
Tipo ad anello tagliente si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si
Tipo svasato si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si (diametro esterno ≤ 60.3mm) si
Tipo pressato no no si
Giunti a manicotto
Scanalato a macchina si si si
Tipo mordente no si si
A scorrimento no si si
Si Impiego consentito
No Impiego non consentito

Tabella 18 : Valore massimo del disallineamento 3.6.3 Controlli non distruttivi

a) Per i tubi di Classe I i controlli non distruttivi devono


d (mm) t (mm)
essere eseguiti come segue:
t≤6 6 < t ≤ 10 10<t
• i giunti testa a testa dei tubi con diametro esterno
d < 150 1,0 1,0 1,0
150 ≤ d < 300 1,0 1,5 1,5 superiore a 75 mm devono essere sottoposti al
d ≥ 300 1,0 1,5 2,0 100% ai controlli radiografici o con metodologia
equivalente,
3.5.3 Trattamento termico dopo saldatura • i giunti saldati diversi da quelli testa a testa e che
ossiacetilenica
non possono essere radiografati devono essere esa-
Il trattamento termico di distensione dopo un processo di minati con metodi magnetoscopici o liquidi pene-
saldatura ossiacetilenica deve essere eseguito come indi- tranti,
cato in Tab 21, in funzione del tipo d’acciaio.
• le saldature d’angolo dei collegamenti a flangia
3.6 Ispezione dei giunti saldati devono essere esaminati con metodi magnetosco-
pici o altri tipi di controlli non distruttivi appropriati.
3.6.1 Generalità
b) Per i tubi di Classe II i controlli non distruttivi devono
a) L’ispezione dei giunti saldati dei tubi in pressione deve essere eseguiti come segue:
essere eseguita a vari stadi di fabbricazione a seguito
delle qualifiche definite in [3.1.1], c). • i giunti testa a testa dei tubi con diametro esterno
superiore a 100 mm devono essere sottoposti
b) L’esame riguarda principalmente i pezzi da saldare
dopo la loro preparazione, i giunti saldati una volta che almeno al 10% di controlli con raggi X o con meto-
siano stati completati e le condizioni per eseguire un dologia equivalente,
eventuale trattamento termico.
• i giunti saldati diversi da quelli testa a testa devono
c) Gli esami richiesti devono essere eseguiti da operatori essere esaminati con metodi magnetoscopici o con
qualificati in accordo con tecniche e procedure che altri tipi di controlli non distruttivi appropriati,
siano a soddisfazione del Tecnico.
• per le saldature d’angolo dei collegamenti a flangia
3.6.2 Esame visivo può essere richiesto l’esame con metodi magneto-
I giunti saldati, compresa la parte interna, quando possibile, scopici o altri tipi di controlli non distruttivi appro-
devono essere sottoposti ad esame visivo. priati, a discrezione del Tecnico.

Regolamenti RINA 2008 175


Parte C, Cap 1, Sez 10

3.6.4 Difetti e criteri d’accettabilità (1/7/2007)


Tabella 20 : Temperature per i trattamenti termici
a) I giunti sui quali i controlli non distruttivi rivelino difetti
non accettabili devono essere risaldati e quindi devono Spessore
essere sottoposti a nuovi controlli non distruttivi. Il Tec- del pezzo Temperatura di
nico può richiedere che il numero dei giunti da sotto- Tipo d’acciaio
più spesso distensione (°C)
porre ai controlli non distruttivi sia maggiore di quelli (mm)
risultanti dalle prescrizioni in [3.6.3].
Acciai al C e C-Mn t≥15 (1) (3) da 550 a 620
b) I criteri di accettazione dei difetti sono:
0,3 Mo t≥15 (1) da 580 a 640
• per i tubi di Classe I, quelli definiti nelle "Norme per
l'effettuazione degli esami non distruttivi delle sal- 1 Cr 0,5 Mo t≥8 da 620 a 680
dature" per il livello di qualità speciale,
2,25 Cr 1 Mo qualsiasi (2) da 650 a 720
• per i tubi di Classe II, quelli definiti nelle "Norme 0,5 Cr 0,5 Mo 0,25 V
per l'effettuazione degli esami non distruttivi delle
saldature" per il livello di qualità normale. (1) Qualora siano impiegati acciai con proprietà di resi-
lienza Charpy V a bassa temperatura specificata, lo
spessore al di sopra del quale deve essere effettuato il
Tabella 19 : Temperatura di preriscaldo
trattamento termico di distensione può essere aumen-
tato se specialmente concordato con la Società.
Spessore Temperatura
Tipo d’acciaio minima di (2) Per acciai di tipo 2,25 Cr 1 Mo e 0,5 Cr 0,5 Mo 0,25 V,
del pezzo
il trattamento termico può essere omesso per tubi di
più spesso pre-riscaldo
spessore inferiore a 8 mm, diametro non superiore a
(mm) (°C)
100 mm e temperatura d’esercizio non superiore a
Acciai al Mn t≥20 (2) 50 450°C.
C + --------- ≤ 0 ,40
C e C-Mn 6 (3) Per acciai al C e C-Mn, il trattamento termico di disten-
sione può essere omesso fino ad uno spessore di 30
Mn t≥20 (2) 100
C + --------- > 0 ,40 mm se specialmente concordato con la Società.
6

0,3 Mo t≥13 (2) 100


1 Cr 0,5 Mo t<13 100 Tabella 21 : Trattamento termico dopo saldatura ossi-
acetilenica
t≥13 150
2,25 Cr 1 Mo (1) t<13 150
Trattamento termico e
t≥13 200 Tipo d’acciaio
temperatura (°C)
0,5 Cr 0,5 Mo 0,25 V (1) t<13 150
t≥13 200 Acciai al C e C-Mn Normalizzazione da 880 a 940
(1) Per i tipi 2,25 Cr 1 Mo e 0,5 Cr 0,5 Mo 0,25 V con spes- 0,3 Mo Normalizzazione da 900 a 940
sore fino a 6 mm, il preriscaldo può essere omesso se i
1Cr-0,5Mo Normalizzazione da 900 a 960
risultati delle prove di durezza eseguite durante la qua-
lificazione del procedimento di saldatura sono conside- Rinvenimento da 640 a 720
rati accettabili dalla Società. 2,25Cr-1Mo Normalizzazione da 900 a 960
(2) Per saldature a temperatura ambiente inferiore a 0°C, la Rinvenimento da 650 a 780
temperatura minima di preriscaldo è richiesta indipen-
dentemente dallo spessore, salvo approvazione spe- 0,5Cr-0,5Mo- Normalizzazione da 930 a 980
ciale della Società. 0,25V Rinvenimento da 670 a 720

176 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

4 Piegatura dei tubi 4.3.2 Acciaio


a) Dopo la piegatura a caldo eseguita entro il campo di
temperature specificato in [4.2.4], si applicano le pre-
4.1 Applicabilità
scrizioni seguenti:
4.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a • per acciai al C, C-Mn e C-Mo, non è richiesto alcun
tubi: trattamento termico,
• per acciai al Cr-Mo e Cr-Mo-V, è richiesto un tratta-
• in acciaio legato ed acciaio non legato,
mento termico di distensione in accordo con le pre-
• rame e leghe di rame. scrizioni in Tab 20.
b) Dopo la piegatura a caldo eseguita al di fuori del campo
4.2 Processo di piegatura di temperature specificato in [4.2.4], un nuovo tratta-
mento termico in accordo con le prescrizioni in Tab 21
4.2.1 Generalità è richiesto per tutti i tipi d’acciaio.

Il processo di piegatura deve essere tale da non avere c) Dopo la piegatura a freddo con un raggio inferiore a 4
influenza negativa sulle caratteristiche dei materiali o sulla volte il diametro esterno del tubo, è richiesto un tratta-
robustezza dei tubi. mento termico in accordo con le prescrizioni in Tab 21.

4.2.2 Raggio di piegatura 5 Sistemazione ed installazione degli


A meno che non sia altrimenti giustificato, il raggio di pie- impianti di tubolature
gatura misurato in corrispondenza dell’asse dei tubi non
deve essere inferiore a: 5.1 Generalità
• 2 volte il diametro esterno per tubi in rame e leghe di
5.1.1 Gli impianti di pompe e tubolature coperti dal rego-
rame,
lamento devono essere installati permanentemente a bordo,
• 3 volte il diametro esterno per tubi in acciaio piegati a eccetto per quanto specificamente indicato.
freddo.
5.2 Sistemazione delle casse e cisterne e
4.2.3 Criteri di accettabilità dei componenti degli impianti di tubola-
a) I tubi devono essere piegati in modo tale che in corri- ture
spondenza di ogni sezione trasversale la differenza fra il
diametro massimo e quello minimo dopo la piegatura 5.2.1 Impianti di fluidi infiammabili
non sia superiore al 10% del diametro medio; valori più La sistemazione delle casse e cisterne e dei componenti
alti, ma non superiori al 15% possono essere permessi degli impianti di tubolature che convogliano fluidi infiam-
nel caso di tubi che non siano soggetti in esercizio a mabili in pressione devono essere in accordo con [5.10].
momenti flettenti apprezzabili dovuti a dilatazione o
contrazione termica. 5.2.2 Tubolature con estremità aperte
Si deve prestare particolare attenzione alle prescrizioni
b) La piegatura deve essere tale che la profondità delle cor-
relative ai tubi con le estremità aperte a bordo delle navi
rugazioni sia la più piccola possibile e che non sia supe-
che devono soddisfare le prescrizioni in [5.5].
riore al 5% della lunghezza delle corrugazioni stesse.
5.2.3 Tubolature entro le casse e cisterne (1/7/2006)
4.2.4 Piegatura a caldo
a) Il passaggio di tubi attraverso le casse e cisterne, quando
a) Nel caso di piegatura a caldo, devono essere prese tutte permesso, richiede sistemazioni particolari, quali spes-
le precauzioni adeguate per un controllo accurato della sori rinforzati, come indicato nella Tab 5 per tubi in
temperatura del metallo e per impedire un raffredda- acciaio o gallerie, in particolare per:
mento veloce, specialmente nel caso di acciai legati. • tubi di sentina,
b) La piegatura a caldo deve essere generalmente eseguita • tubi di zavorra,
in un campo di temperature fra 850°C e 1000°C per • ombrinali e scarichi sanitari,
tutti i tipi di acciaio; tuttavia una riduzione di tempera- • tubi per sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti,
tura fino a 750°C può essere accettata durante il pro-
cesso di formatura. • tubi di combustibile liquido.
b) Le giunzioni dei tubi entro le casse e cisterne devono
essere eseguite con saldatura o con flange rinforzate e
4.3 Trattamenti termici dopo la piegatura
saldate. Vedere anche [2.4.3].
4.3.1 Rame e leghe di rame 5.2.4 Scarichi fuori bordo
I tubi di rame e leghe di rame devono essere adeguata- Gli scarichi fuori bordo devono essere sistemati in modo
mente ricotti dopo la piegatura a freddo se il loro diametro tale da impedire scarichi d’acqua nelle imbarcazioni di sal-
esterno è superiore a 50 mm. vataggio durante le operazioni di messa a mare.

Regolamenti RINA 2008 177


Parte C, Cap 1, Sez 10

5.2.5 Tubolature ed apparecchiature elettriche 5.4 Indipendenza delle tubolature


L'installazione di tubolature in prossimità di quadri elettrici
ed altre apparecchiature elettriche deve essere conforme a 5.4.1 In genere le tubolature di sentina e di zavorra
quanto previsto in Cap 2, Sez 12, [6.1.7]. devono essere interamente indipendenti e distinte dalle
tubolature che convogliano carichi liquidi, olio lubrificante
e combustibili liquidi, con l’eccezione di:
5.3 Passaggi attraverso paratie o ponti sta-
gni • tubi fra le valvole multiple e le pompe,
• tubi fra le pompe e gli scarichi fuori bordo,
5.3.1 Generalità
• tubi che riforniscono compartimenti che possano essere
Le prescrizioni presenti si applicano esclusivamente a navi usati alternativamente per zavorra, per combustibile
da carico. liquido o per il trasporto di carichi liquidi o solidi, pur-
ché tali tubi siano muniti di flange cieche o di un dispo-
5.3.2 Passaggi a paratia o ponte stagno sitivo di interscambio che impedisca la possibilità di
a) Qualora sia necessario far passare tubolature e condotte manovre errate.
di ventilazione attraverso paratie stagne e ponti interni,
devono essere previsti dispositivi per mantenere l’inte- 5.5 Prevenzione dell’allagamento progres-
grità della tenuta stagna.
sivo
b) Piombo o altri materiali sensibili al calore non devono
essere adoperati in dispositivi per il passaggio delle 5.5.1 Principi
tubolature attraverso ponti e paratie stagne di comparti- a) Allo scopo di soddisfare le prescrizioni per la comparti-
mentazione, qualora il deterioramento di tali dispositivi mentazione e per la stabilità in condizioni di avaria in
in caso d’incendio possa degradare l’integrità della Parte F, Cap 11, Sez 11, devono essere prese misure atte
tenuta stagna della paratia o del ponte. ad impedire qualsiasi allagamento progressivo di un
Quanto sopra si applica particolarmente agli impianti compartimento asciutto nel quale vi sia un tubo ad
seguenti: estremità aperta, nel caso in cui il tubo venga danneg-
giato o rotto in un altro compartimento a causa di colli-
• impianto di sentina,
sione o incaglio.
• impianto di zavorra,
b) A tale scopo, se i tubi sono sistemati entro comparti-
• ombrinali e scarichi di impianti sanitari. menti che si suppongono allagati, devono essere previ-
c) Qualora siano adoperati collegamenti imbullonati pas- ste misure per assicurare che l’allagamento progressivo
santi attraverso paratie stagne o ponti, le viti non non possa estendersi a compartimenti diversi da quelli
devono essere avvitate attraverso la lamiera. Se sono supposti allagati in ciascun caso di avaria. Tuttavia la
adoperati collegamenti saldati, essi devono essere sal- Società potrà permettere allagamenti progressivi ridotti
dati da entrambi i lati delle paratie o ponti. purché sia dimostrato che il loro effetto possa essere
facilmente controllato e che la sicurezza della nave non
d) I passaggi dei tubi in plastica attraverso paratie stagne o venga ridotta. Fare riferimento a Parte F, Cap 11, Sez 11.
ponti devono essere in accordo con le prescrizioni in
App 3, [3.6.2]. 5.5.2 Estensione dell’avaria
5.3.3 Passaggi attraverso la paratia di collisione Per la definizione dell’estensione trasversale dell’avaria da
ipotizzare deve essere fatto riferimento a Parte F, Cap 11,
a) Sulle navi da carico non più di due tubi possono passare Sez 11.
attraverso la paratia di collisione al di sotto del ponte di
bordo libero. Tali tubi devono avere valvole appropriate 5.5.3 Sistemazione delle tubolature (1/7/2007)
azionabili da una posizione al di sopra del ponte di
bordo libero ed i corpi delle valvole devono essere fis- a) Nell’estensione di avaria assunta non devono essere
sati alla paratia all’interno del gavone di prora. Tali val- contenuti tubi che abbiano una estremità aperta in un
vole possono essere sistemate sulla parte poppiera della compartimento sistemato al di fuori di detta estensione.
paratia di collisione purché siano facilmente accessibili b) Qualora le prescrizioni in a) non possano essere soddi-
in tutte le condizioni di esercizio e lo spazio nel quale sfatte, a seguito di un esame speciale da parte della
sono sistemate non sia uno spazio per il carico. Tutte le Società, i tubi potranno essere sistemati entro la zona
valvole devono essere di acciaio, bronzo o altro mate- interessata dell’avaria ipotizzata, purché:
riale tenace approvato. Valvole di ghisa grigia o altro
• sia sistemata una valvola di intercettazione aziona-
materiale simile non sono accettabili.
bile da un punto al di sopra del ponte delle paratie
b) Il passaggio dei tubi che attraversano le paratie di colli- sistemata in corrispondenza di ogni passaggio attra-
sione di navi da passeggeri deve essere in accordo con verso una paratia stagna e collegata direttamente
Parte E, Cap 11, Sez 2, [2.1.3]. alla paratia, o
c) Il dispositivo di comando a distanza delle valvole di cui • sia sistemata una valvola di intercettazione aziona-
in a) deve avere un indicatore che mostri se la valvola è bile da un punto al di sopra del ponte delle paratie
aperta o chiusa. ad entrambe le estremità del tubo in riferimento; le

178 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

valvole ed il loro sistema di comando devono essere caratteristiche del fluido convogliato, come pure delle
al di fuori dell’estensione dell’avaria assunta, o contrazioni e dilatazioni cui sono soggetti.
• le casse o le cisterne alle quali porta il tubo vengano b) I componenti particolarmente pesanti delle tubolature,
considerate allagate nei calcoli della stabilità in caso quali le valvole, devono essere sopportati indipendente-
di avaria, quando si verifica un’avaria in uno dei mente.
compartimenti attraversati dal tubo.
c) Le valvole per cui si richiede il comando da un punto al 5.8 Protezione dei tubi
di sopra del ponte delle paratie devono essere munite di
5.8.1 Protezione contro gli urti
un indicatore che mostri se la valvola è aperta o chiusa.
I tubi che passano attraverso le stive e gli interponti devono
Qualora la valvola sia comandata a istanza per mezzo essere protetti contro gli urti da casse robuste.
di dispositivi diversi da quelli meccanici e quando il
dispositivo di comando a distanza è sistemato anche 5.8.2 Protezione contro la corrosione e l’erosione
parzialmente entro l’estensione dell’avaria ipotizzata, il
a) I tubi devono essere protetti efficacemente contro la
dispositivo stesso deve essere tale che la valvola si
corrosione, in particolare nelle parti maggiormente
chiuda automaticamente in caso di perdita di energia.
esposte, o con la scelta dei materiali con cui sono
d) I tubi degli sfoghi d’aria e dei rigurgiti devono essere costruiti o con un trattamento o un rivestimento ade-
sistemati in modo tale da impedire la possibilità di alla- guato.
gamento delle altre casse o cisterne in altri comparti- b) La planimetria e la sistemazione dei tubi per l’acqua di
menti stagni nel caso in cui una cisterna si allaghi. mare deve essere tale da impedire curve brusche ed
La sistemazione deve essere tale che nel campo dei improvvisi cambiamenti di sezione così come zone
bracci raddrizzanti residui oltre l’angolo di equilibrio, nelle quali l’acqua possa stagnare. La superficie interna
non possa avvenire l’allagamento progressivo di casse o dei tubi deve essere la più liscia possibile, specialmente
cisterne e compartimenti stagni diversi da quelli alla- in corrispondenza dei giunti. Qualora i tubi siano pro-
gati. tetti dalla corrosione per mezzo di zincatura o altro rive-
stimento interno devono essere prese misure perché tale
protezione sia applicata con continuità per quanto pos-
5.6 Dispositivi per la dilatazione sibile, in particolare in corrispondenza dei giunti.
5.6.1 Generalità c) Nel caso in cui tubi di acciaio zincato vengano impie-
gati per impianti d’acqua di mare, la velocità dell’acqua
Gli impianti devono essere progettati ed i tubi devono
non deve essere superiore a 3 m/s.
essere fissati in modo da permettere i movimenti relativi fra
i tubi e le strutture della nave, con particolare riferimento a: d) Nel caso in cui vengano usati tubi di rame per gli
impianti d’acqua di mare, la velocità dell’acqua non
• la temperatura del fluido convogliato, deve essere superiore a 2 m/s.
• il coefficiente di dilatazione termica dei materiali dei e) Devono essere prese misure atte ad impedire la corro-
tubi, sione galvanica.
• la deformazione dello scafo della nave.
5.8.3 Protezione contro il gelo
5.6.2 Sistemazione dei dispositivi di dilatazione I tubi devono essere adeguatamente coibentati contro il
freddo qualora ciò sia ritenuto necessario per impedire la
Tutti i tubi soggetti a dilatazione termica e quelli che, a
formazione di brina.
causa della loro lunghezza, possono essere influenzati dalla
deformazione dello scafo, devono avere dispositivi di dila- Tale è il caso dei tubi che attraversano locali refrigerati per
tazione o anse di dilatazione. impianti diversi da quelli necessari per assicurare la refrige-
razione di detti locali.
5.7 Sostegni dei tubi 5.8.4 Protezione dei tubi e componenti ad alta
temperatura (1/7/2006)
5.7.1 Generalità
a) Tutti i tubi e gli altri componenti la cui temperatura può
A meno che non sia specificato altrimenti, le tubolature per essere superiore a 220 °C devono essere efficacemente
fluidi indicate nella presente Sezione devono essere colle- coibentati, come indicato nella Sez 1, [3.7].
gati alle strutture della nave per mezzo di collari o disposi-
b) Deve essere data particolare attenzione al rivestimento
tivi simili.
in corrispondenza delle flange.
5.7.2 Sistemazione dei supporti
5.9 Valvole ed accessori
I costruttori devono curare che:
a) La sistemazione dei supporti e dei collari sia tale che i 5.9.1 Generalità
tubi e le flange non siano sottoposti a sollecitazioni di In genere i rubinetti, le valvole e gli altri accessori devono
flessione anormali, tenendo conto della loro massa pro- essere sistemati in modo da essere facilmente visibili ed
pria, del metallo di cui sono fatti, della natura e delle accessibili per la manovra, controllo e manutenzione. Essi

Regolamenti RINA 2008 179


Parte C, Cap 1, Sez 10

devono essere installati in modo da poter essere azionati mometri ed i sensori possano essere rimossi mentre i tubi
appropriatamente. sono in pressione.

5.9.2 Valvole ed accessori 5.9.5 Manometri


a) Nei locali macchina e nelle gallerie, i rubinetti, le val- I manometri e altri strumenti simili devono essere dotati di
vole e gli altri accessori delle tubolature di fluidi trattati una valvola o rubinetto di intercettazione in corrispondenza
nella presente Sezione devono essere sistemati: del collegamento col tubo principale.
• al di sopra dei piani di calpestio, 5.9.6 Targhe
• o, quando ciò non sia possibile, appena al di sotto a) Gli accessori quali i rubinetti e le valvole degli impianti
del piano di calpestio, purché siano prese misure dei fluidi trattati nella presente Sezione devono avere
affinché l’accesso a tali accessori ed il loro una targa indicante l’impianto e le tubolature servite, a
comando siano facili durante l’esercizio. meno che, a causa della loro posizione a bordo, non
b) I volantini di comando delle valvole delle prese a mare possa esistere alcun dubbio sul loro scopo.
basse devono elevarsi di almeno 0,45 m al di sopra del b) Targhe devono essere sistemate in corrispondenza della
più basso piano di calpestio. parte alta dei tubi degli sfoghi d’aria e dei tubi sonda.

5.9.3 Tubi flessibili e giunti di dilatazione (1/1/2006)


a) I tubi flessibili devono essere sistemati in modo da
5.10 Prescrizioni aggiuntive per fluidi infiam-
essere chiaramente visibili e prontamente accessibili in
ogni momento.
mabili
b) In generale, i tubi flessibili ed i giunti di dilatazione 5.10.1 Generalità
devono essere limitati alla lunghezza strettamente Le prescrizioni in [5.10.3] e [5.10.4] si applicano a:
necessaria per consentire il movimento relativo tra com- • Impianti di combustibile liquido in tutti i locali,
ponenti fissi e componenti con possibilità di movi-
• impianti d’olio lubrificante, nel locale macchine,
mento.
• altri impianti di liquidi infiammabili, in posizioni dove
c) I tubi flessibili completi ed i giunti di dilatazione non sono presenti fonti d’ignizione.
devono essere installati dove gli stessi possano essere
soggetti a deformazioni di torsione (attorcigliamento) 5.10.2 Proibizione del trasporto di liquidi
nelle normali condizioni di servizio. infiammabili nei gavoni di prora
d) I tubi da collegare devono essere adeguatamente alline- Nelle navi da carico di stazza lorda superiore a 400 ton e
ati, supportati, guidati e fissati. nelle navi da passeggeri, combustibili liquidi, olio lubrifi-
cante ed altri liquidi infiammabili non possono essere tra-
e) Il numero dei tubi flessibili e dei giunti di dilatazione sportati nel gavone di prora od in altre cisterne a proravia
deve essere ridotto al minimo indispensabile. della paratia di collisione.
f) Quando i tubi flessibili ed i giunti di dilatazione sono
destinati ad essere usati in tubolature che convogliano 5.10.3 Misure per la prevenzione dell'accensione di
fluidi infiammabili che sono in prossimità di superfici perdite di liquidi infiammabili (1/7/2002)
riscaldate, il rischio d'ignizione dovuto alla rottura dei a) Per quanto possibile, le parti degli impianti di combusti-
tubi e la susseguente perdita dei fluidi convogliati deve bile liquido ed olio lubrificante contenenti olio riscal-
essere ridotto per quanto praticamente possibile dato con pressione superiore a 0,18 MPa devono essere
mediante l'utilizzo di schermi o altre simili protezioni a sistemati al di sopra del copertino o in altre posizioni
soddisfazione della Società. dalle quali difetti o perdite possano venire facilmente
osservati.
g) I giunti di dilatazione devono essere protetti contro le
eccessive dilatazioni e contrazioni. I locali macchine devono essere adeguatamente illumi-
nati in corrispondenza di tali parti.
h) L'installazione dei tubi flessibili completi e dei giunti di
dilatazione deve essere eseguita in accordo con le istru- b) Non devono essere sistemate casse o cisterne per liquidi
zioni e le limitazioni d'uso stabilite dal fabbricante, con infiammabili in posizioni nelle quali perdite o stillicidi
particolare attenzione rivolta a quanto segue, se appli- possano costituire un pericolo cadendo su:
cabile: • superfici calde, comprese quelle di caldaie, riscal-
• orientamento datori, tubi di vapore, collettori del gas di scarico,
silenziatori,
• supporto dei raccordi d'estremità (se necessario)
• apparecchiature elettriche,
• evitare contatti che potrebbero causare sfregamenti
• prese d'aria,
e abrasioni
• altre fonti d'ignizione.
• minimi raggi di curvatura.
c) Le parti degli impianti di liquidi infiammabili con pres-
5.9.4 Termometri sione superiore a 0,18 MPa, quali pompe, filtri o riscal-
I termometri e gli altri dispositivi per determinare la tempe- datori, devono soddisfare le prescrizioni di cui in b).
ratura negli impianti di fluidi in pressione devono essere d) Le tubolature dei liquidi infiammabili non devono
muniti di pozzetti costruiti ed assicurati in modo che i ter- essere ubicate immediatamente al di sopra o in prossi-

180 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

mità di unità ad elevata temperatura, comprese le cal- 5.10.7 Sensori di livello


daie, le tubolature di vapore, i collettori dei gas di I sensori di livello nelle casse e cisterne contenenti liquidi
scarico, i silenziatori od altre apparecchiature per le infiammabili devono avere involucro d’acciaio o in altro
quali è richiesta la coibentazione in Sez 1, [3.7.1]. Per materiale resistenti al fuoco.
quanto realizzabile, le tubolature dei liquidi infiamma-
bili devono essere sistemate lontano da superfici calde, 6 Impianti di sentina
installazioni elettriche o altre sorgenti di ignizione e
devono essere schermate o altrimenti opportunamente
protette per impedire spruzzi o perdite di liquido sulle 6.1 Applicabilità
sorgenti di ignizione. Devono essere adottate precau- 6.1.1 (1/7/2006)
zioni per impedire che qualsiasi liquido infiammabile Le prescrizioni del presente Articolo non si applicano agli
che possa fuoriuscire sotto pressione da qualsiasi impianti di sentina di navi prive di impianto di propulsione
pompa, filtro o riscaldatore venga in contatto con super- ed alle navi da pesca. Vedere Parte E, Capitolo 19 e Parte E,
fici riscaldate. Capitolo 20, rispettivamente.
e) Qualsiasi valvola di sicurezza degli impianti di combu-
stibile liquido ed olio lubrificante deve scaricare in una 6.2 Principi
posizione sicura, come una cassa dedicata. Vedi anche
[9.1.7], comma a). 6.2.1 Generalità
Deve essere sistemato un efficiente impianto di pompe e
5.10.4 Precauzioni per il contenimento delle perdite tubolature di sentina atto ad esaurire, fino a prosciugarlo, in
di liquidi infiammabili (1/7/2007) tutte le condizioni che si verificano in pratica, qualsiasi
compartimento stagno eccetto quegli spazi esclusivamente
a) Le casse e le cisterne usate come deposito di liquidi
destinati a contenere acqua dolce, acqua di zavorra, com-
infiammabili ed i loro accessori devono essere sistemate
bustibile liquido o carico liquido per i quali siano sistemati
in modo tale da impedire stillicidi dovuti a perdite o
altri efficaci dispositivi di esaurimento. Devono essere siste-
sovrariempimento.
mati mezzi efficaci per il prosciugamento dell’acqua nelle
b) Devono essere sistemate ghiotte dotate di mezzi di dre- stive coibentate.
naggio che contengano eventuali stillicidi da impianti di L’impianto di pompaggio di sentina non è inteso a far fronte
liquidi infiammabili: ad un ingresso d’acqua provocato da un danneggiamento
• sotto le casse indipendenti (vedere App 4, [2.3.2]) strutturale o della tubolatura principale dell’acqua di mare.
• sotto i bruciatori, 6.2.2 Disponibilità dell’impianto di sentina
• sotto i depuratori ed altre apparecchiature di pro- L’impianto di sentina deve avere la possibilità di funzionare
cesso di tali liquidi, nello stesso tempo in cui gli altri impianti essenziali della
• sotto le pompe, scambiatori di calore e filtri, nave, ed in particolare l’impianto d’estinzione incendi,
sono in funzione.
• sotto le valvole e tutti gli accessori soggetti a stillici-
dio, 6.2.3 Impianti di sentina e zavorra
• intorno ai motori a combustione interna. La sistemazione degli impianti di sentina e di zavorra deve
essere tale da impedire che l’acqua, dal mare e dai compar-
c) L’altezza delle mastre delle ghiotte deve essere tale da
timenti di zavorra, passi in spazi per il carico o in locali mac-
contenere tutto lo stillicidio potenziale.
chine o passi da un compartimento ad un altro.
d) Se sono sistemati tubi di drenaggio per raccogliere lo Devono essere adottati gli accorgimenti necessari per impe-
stillicidio, essi devono scaricare in una adeguata cassa dire che qualsiasi cassa alta con collegamenti alle tubola-
di drenaggio. ture di sentina e di zavorra possa essere inavvertitamente
allagata dall’acqua di mare, quando contiene carico, o
5.10.5 Cassa di drenaggio
possa essere scaricata attraverso una pompa di sentina,
a) La cassa di drenaggio non deve essere parte di un quando contiene acqua di zavorra.
sistema di rigurgiti e deve essere munita di un disposi-
tivo d’allarme di troppo pieno. 6.3 Progetto dell’impianto di sentina
b) Nelle navi che devono avere un doppio fondo, quando
la cassa di drenaggio è costruita nel doppio fondo, 6.3.1 Generalità
devono essere prese appropriate precauzioni al fine di a) L’impianto di pompaggio di sentina deve consistere di
evitare che l’acqua del mare trabocchi nel locale mac- pompe collegate a un collettore di sentina sistemato in
china in cui sono sistemate le ghiotte in seguito a un modo tale da permettere il prosciugamento di tutti gli
accidentale incaglio. spazi menzionati in [6.2.1] attraverso branchetti di sen-
tina, cassette di distribuzione ed aspirazioni di sentina,
5.10.6 Valvole eccetto per alcuni piccoli spazi in cui aspirazioni indivi-
Deve essere possibile comandare tutte le valvole e rubinetti duali per mezzo di pompe a mano possono essere
che fanno parte di un impianto di liquido infiammabile da accettate come indicato in [6.6.3] e [6.6.4].
una posizione facilmente accessibile e, nei locali mac- b) Se ritenuto accettabile dalla Società, può essere data
chine, da una posizione al di sopra del copertino di lavoro. deroga dalla sistemazione di un impianto di pompaggio

Regolamenti RINA 2008 181


Parte C, Cap 1, Sez 10

di sentina in alcuni compartimenti, purché la sicurezza 6.4.2 Navi senza doppio fondo
della nave non sia pregiudicata. a) Nelle navi senza doppio fondo le aspirazioni di sentina
devono essere sistemate nelle stive:
6.3.2 Numero e distribuzione delle aspirazioni di
• all’estremità poppiera nella zona centrale quando
sentina
l’innalzamento del fondo verso i fianchi è superiore
a) Il prosciugamento dei compartimenti stagni deve essere a 5°,
possibile quando la nave ha un assetto orizzontale ed è • all’estremità poppiera da entrambi i lati negli altri
o diritta o inclinata fino a 5° da entrambi i lati, mediante casi.
almeno:
b) Ulteriori aspirazioni potranno essere richieste se, a
• due aspirazioni nei locali macchina, compresi un causa della forma particolare dei madieri, l’acqua nel
branchetto d’aspirazione ed una aspirazione diretta, compartimento non può essere completamente prosciu-
nonché, inoltre, per i locali che contengono mac- gata mediante le aspirazioni indicate in a).
chinari di propulsione, un’aspirazione di sentina
d’emergenza, 6.4.3 Navi con doppio fondo
• un’aspirazione negli altri spazi. a) Nelle navi con doppio fondo le aspirazioni di sentina
devono essere sistemate nella parte poppiera della stiva
Vedere anche [6.5.5]. da entrambi i lati. Se la lamiera del cielo del doppio
b) Le aspirazione di sentina devono essere sistemate come fondo è estesa da lato a lato le aspirazioni di sentina
segue: devono essere sistemate in corrispondenza di pozzetti
posizionati alle estremità dei lati della stiva. Se l’inclina-
• in genere devono essere sistemate aspirazioni ai lati zione del fasciame del doppio fondo verso il centro
del compartimento eccetto nel caso di comparti- della nave è maggiore di 5°, deve essere sistemato
menti corti e stretti quando un’unica aspirazione anche un pozzetto con aspirazione centrale.
assicura un efficace prosciugamento nelle condi-
b) Se il doppio fondo è di un disegno particolare, ha
zioni di cui sopra.,
discontinuità o un pozzo longitudinale, il numero e la
• nel caso di compartimenti di forma non comune, posizione delle aspirazioni di sentina sarà oggetto di
potranno essere richieste ulteriori aspirazioni per considerazione speciale da parte della Società.
assicurare un efficace prosciugamento nelle condi-
zioni indicate in [6.3.2], a). 6.4.4 Navi con stive di lunghezza superiore a 30 m
In stive di lunghezza superiore a 30 m le aspirazioni di sen-
c) Devono in ogni caso essere adottati tutti gli accorgi- tina devono essere sistemate in corrispondenza delle estre-
menti necessari affinché l’acqua scorra verso le aspira- mità poppiera e prodiera.
zioni di sentina facilmente e liberamente.
6.4.5 Ulteriori aspirazioni
6.3.3 Mezzi per impedire la comunicazione tra i vari Ulteriori aspirazioni possono essere richieste nella parte
spazi - Indipendenza delle tubolature prodiera delle stive delle navi, che potrebbero normalmente
a) Le tubolature di sentina devono essere sistemate in navigare appruate.
modo da impedire involontari allagamenti di comparti-
menti asciutti. 6.4.6 Prosciugamento delle stive destinate al
trasporto di veicoli a motore con combustibile
b) Le tubolature di sentina devono essere completamente liquido nei loro serbatoi per la loro
indipendenti e distinte dalle altre tubolature, eccetto propulsione, con esclusione delle stive di navi
quando permesso in [5.4]. tipo “ro-ro”
Nelle stive destinate al trasporto di veicoli a motore con
c) Nelle navi progettate per il trasporto di liquidi tossici o combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propul-
infiammabili in stive chiuse, l’impianto di pompaggio di sione, con esclusione delle stive di navi tipo “ro-ro”, in cui
sentina deve essere progettato in modo da impedire sia sistemato un impianto fisso di estinzione incendi a piog-
l’inavvertito pompaggio di tali liquidi attraverso le gia, l’impianto di pompaggio deve essere tale da impedire il
pompe o tubolature nei locali macchina. formarsi di specchi liberi. Se ciò non fosse possibile,
l’effetto negativo del peso aggiunto e dello specchio libero
6.4 Prosciugamento delle stive per il carico sulla stabilità dovrà essere tenuto in considerazione, come
ritenuto necessario dalla Società, nella sua approvazione
6.4.1 Generalità delle informazioni sulla stabilità. Vedere Parte B,
Capitolo 3.
a) Nelle stive del carico devono essere sistemati branchetti
d’aspirazione di sentina collegati al collettore di sen-
tina. 6.5 Prosciugamento dei locali macchine

b) Le sistemazioni per prosciugare le stive del carico che 6.5.1 Generalità


possano essere usate alternativamente per zavorra o per Qualora tutti i macchinari di propulsione, caldaie ed ausi-
contenere combustibile liquido o per trasportare carichi liari principali siano sistemati nello stesso locale stagno, le
liquidi o solidi, devono sottostare alle prescrizioni in aspirazioni di sentina devono essere distribuite e sistemate
[7.1]. in accordo con le prescrizioni in [6.5.5].

182 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

6.5.2 Branchetti d’aspirazione 6.5.6 Numero e distribuzione delle aspirazioni in


locali con caldaie ed ausiliari
I branchetti d’aspirazione di sentina devono essere collegati
al collettore principale di sentina. Nei locali caldaie ed ausiliari, le aspirazioni di sentina
devono comprendere:
6.5.3 Aspirazione diretta • branchetti d’aspirazione distribuiti come richiesto in
[6.4.2] a [6.4.5] per le stive.
L’aspirazione diretta deve essere collegata direttamente ad
una pompa di sentina indipendente azionata da energia • un’aspirazione diretta.
meccanica e sistemata in modo tale da poter essere adope-
rata indipendentemente dal collettore principale di sentina. 6.6 Prosciugamento di spazi asciutti diversi
da stive e locali macchine
Sarà data considerazione speciale all’impiego di eiettori
attraverso l’aspirazione diretta. 6.6.1 Generalità
a) Eccetto quando altrimenti specificato, le aspirazioni di
6.5.4 Aspirazione di sentina d’emergenza
sentina devono essere devono essere diramate da un
a) L’aspirazione di sentina d’emergenza deve essere por- collettore principale di sentina.
tata direttamente dal livello di prosciugamento nel b) Le sistemazioni per il prosciugamento delle casse e
locale macchina alla pompa principale di circolazione cisterne devono essere in accordo con le prescrizioni in
(o raffreddamento) e deve essere munita di valvola di [7].
non ritorno.
6.6.2 Prosciugamento delle intercapedini
b) Nelle navi in cui, a parere della Società, la pompa prin-
cipale di circolazione (o di raffreddamento) non è adatta a) Tutte le intercapedini devono essere munite di tubi
a tale scopo, l’aspirazione di emergenza della sentina d’aspirazione collegati al collettore principale di sen-
deve essere portata direttamente dal livello di prosciu- tina.
gamento nel locale macchina alla pompa indipendente b) Quando le intercapedini sono divise in due o più parti,
più grande azionata da energia meccanica. Tale pompa da paratie longitudinali stagne o paramezzali è accetta-
non deve essere una pompa di sentina. La sua portata bile un unico branchetto d’aspirazione collegato alle
durante il funzionamento dell’aspirazione di sentina zone d’estremità poppiera di ciascuna parte.
d’emergenza deve essere almeno uguale alla portata
richiesta per ogni pompa di sentina in [6.7.4]. 6.6.3 Prosciugamento dei gavoni di prora e di
poppa
c) L’aspirazione di sentina d’emergenza deve essere siste-
mata nei locali macchina nel più basso livello possibile. a) Qualora i gavoni non siano impiegati come cisterna e
non sia sistemata un’aspirazione di sentina, il prosciu-
gamento di entrambi i gavoni può essere effettuato
6.5.5 Numero e distribuzione delle aspirazioni nei
locali con macchinari di propulsione mediante pompa a mano, purché l’altezza dell’aspira-
zione sia largamente entro la capacità della pompa e in
a) Nei locali con macchinari di propulsione, le aspirazioni nessun caso sia superiore a 7,3 m.
di sentina devono comprendere:
b) Con l’eccezione di quanto permesso in [5.3.3], la para-
• qualora il fondo del locale, il fasciame del fondo, le tia di collisione non deve essere forata al di sotto del
lamiere del cielo del doppio fondo siano inclinate ponte di bordo libero.
verso il centro per più di 5°, almeno due aspirazioni
centrali, una diretta ed una da branchetto, o
6.6.4 Prosciugamento degli spazi sopra i gavoni di
• qualora il fondo dello spazio sia orizzontale o sia prora e di poppa
inclinato verso i lati, almeno due aspirazioni, cioè
una diretta ed una da branchetto da ogni lato, a) Devono essere previsti mezzi per il prosciugamento dei
pozzi catene e dei compartimenti stagni sistemati al di
• ed una aspirazione di sentina d’emergenza. sopra del gavone di prora mediante pompe ad aziona-
mento meccanico o pompe a mano.
b) Se il cielo del doppio fondo è di un disegno particolare
o presenta discontinuità, potranno essere richieste ulte- b) I compartimenti contenenti macchine di governo o altri
riori aspirazioni. piccoli locali chiusi sistemati al di sopra del gavone di
poppa devono avere mezzi adeguati per il prosciuga-
c) Qualora il locale di propulsione sia sistemato a poppa, mento mediante pompa ad azionamento meccanico o
aspirazioni devono essere normalmente previste su cia- pompa a mano. Tuttavia nel caso in cui le guarnizioni
scun lato in corrispondenza dell’estremità prodiera e, a dell’asta del timone siano sistemate al di sotto della
meno che ciò non sia possibile a causa della forma del linea di galleggiamento di bordo libero estivo, le aspira-
locale, in corrispondenza di ciascun lato dell’estremità zioni di sentina del locale macchine di governo devono
poppiera del locale stesso. essere collegate al collettore principale di sentina.
d) Nelle navi con propulsione elettrica, devono essere c) I compartimenti indicati in b) possono essere prosciu-
prese misure per impedire l’accumulo d’acqua sotto i gati mediante ombrinali che scarichino nella galleria (o
generatori e i motori elettrici. nei locali macchine nel caso di navi con macchina a

Regolamenti RINA 2008 183


Parte C, Cap 1, Sez 10

poppa) e muniti di rubinetti automatici sistemati in posi- 6.7.3 Impiego delle pompe di sentina per altri
zioni ben visibili ed illuminate. servizi (1/1/2007)
Le pompe di sentina possono essere adoperate per altri ser-
Nota 1: Tale sistemazione non è applicabile a navi soggette alle
vizi, quali incendio, servizi generali, servizi sanitari, o
prescrizioni in [5.5], e in particolare a navi da passeggeri, a
zavorra purché:
meno che esse non siano specificamente approvate in rela-
zione alla compartimentazione. • tali servizi siano di natura intermittente,
• ogni avaria agli impianti di tubolature collegati alle
6.6.5 Prosciugamento delle gallerie pompe di sentina non renda l’impianto di sentina non
funzionante,
a) Le gallerie devono essere prosciugate mediante aspira-
• le pompe siano immediatamente disponibili per il servi-
zioni collegate al collettore principale di sentina. Tali zio di sentina, quando necessario.
aspirazioni devono essere in generale sistemate in poz-
zetti nella zona poppiera delle gallerie stesse. 6.7.4 Portata delle pompe

b) Quando il cielo del doppio fondo in corrispondenza a) Ogni pompa di sentina ad azionamento meccanico
deve essere capace di pompare acqua attraverso il tubo
della galleria è inclinato da poppa verso prora deve
del collettore principale di sentina regolamentare ad
essere sistemata un’ulteriore aspirazione in corrispon-
una velocità di non meno di 2 m/s.
denza della parte prodiera di tale spazio.
b) La portata di ogni pompa o gruppo di pompe non deve
6.6.6 Prosciugamento degli spazi refrigerati essere inferiore a:
Q = 0,00565 d2
Devono essere previsti mezzi per il prosciugamento conti-
essendo:
nuo della condensa negli spazi refrigerati ed in quelli in cui
sono sistemati gli aerorefrigeranti. Per tale ragione non Q : Portata minima di ogni pompa o gruppo di
devono essere sistemate valvole di intercettazione nelle pompe, in m3/h,
tubolature di prosciugamento di questi spazi, a meno che d : Diametro interno, in mm, del collettore di
esse non siano azionabili da una posizione facilmente sentina come definito in [6.8.1].
accessibile sistemata al di sopra della linea di massimo Nota 1: Per navi da carico di lunghezza inferiore a 35 m:
carico. • la velocità dell’acqua da considerare per calcolare la por-
tata può essere ridotta a 1,22 m/s,

6.7 Pompe di sentina • la portata di ogni pompa o gruppo di pompe non deve
essere inferiore a Q = 0,00345 d2.

6.7.1 Numero e sistemazione delle pompe c) Se la portata di una delle pompe o di uno dei gruppi di
pompe è inferiore alla portata regolamentare, la defi-
a) Per le navi da carico, devono essere sistemate almeno cienza può essere compensata da un eccesso di portata
due pompe ad azionamento meccanico collegate al dell’altra pompa o gruppo di pompe; generalmente non
collettore principale di sentina; una delle pompe può è permesso che tale deficienza sia superiore al 30%
essere azionata dai macchinari di propulsione. della portata regolamentare.
Nota 2: Tale prescrizione non si applica alle navi passeggeri.
b) Pompe di sentina azionate dai macchinari di propul-
d) La portata delle pompe a mano deve essere basata su un
sione non sono permessi su navi di oltre 1000 tonnel-
movimento al secondo.
late di stazza lorda.
e) Quando si usa un eiettore in luogo di una pompa ad
c) Ogni pompa può essere sostituita da un gruppo di azionamento meccanico, la sua portata in aspirazione
pompe collegate al collettore di sentina, purché la loro non deve essere inferiore alla portata regolamentare
capacità complessiva soddisfi le prescrizioni in [6.7.4]. della pompa da esso sostituita.

d) Sistemazioni alternative, quali l’impiego di pompe a 6.7.5 Scelta delle pompe


mano in luogo di pompe ad azionamento meccanico, a) Le pompe di sentina devono essere di tipo auto-ade-
saranno oggetto di considerazione speciale da parte scante. Le pompe centrifughe devono essere fornite di
della Società. dispositivi efficaci d’adescamento, a meno che non sia
previsto un impianto approvato di adescamento che
6.7.2 Impiego degli eiettori assicuri l’adescamento delle pompe in tutte le condi-
zioni operative normali.
Una delle pompe può essere sostituita da un eiettore idrau-
b) Non è necessario che le pompe di acqua di circola-
lico collegato ad una pompa d’acqua ad alta pressione che
zione o di raffreddamento collegate ad un’aspirazione
possa assicurare il prosciugamento in condizioni simili a
di sentina d’emergenza siano del tipo autoadescante.
quelle che si ottengono con l’altra pompa.
c) Le pompe di impianti sanitari, servizi generali e zavorra
Nelle navi da passeggeri la pompa che alimenta l’eiettore possono essere accettate come pompa di sentina indi-
non può essere utilizzata per altri servizi. pendente ad azionamento meccanico se provviste dei

184 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

collegamenti necessari con l’impianto di pompaggio di estenda per tutta la lunghezza della nave, D
sentina. è misurato al primo ponte al di sopra del
ponte delle paratie. Qualora i locali da
d) Le pompe a mano devono avere un’altezza d’aspira-
carico chiusi coprano una lunghezza infe-
zione massima non superiore a 7,3 m e devono essere
riore, D deve essere preso come l’altezza di
azionabili da una posizione sistemata al di sopra della
costruzione misurata al ponte delle paratie
linea di galleggiamento di massimo carico.
più l⋅h/L, essendo l ed h rispettivamente la
6.7.6 Collegamento delle pompe ad azionamento lunghezza e l’altezza complessiva degli
meccanico spazi chiusi, in m.
a) Le pompe di sentina e le altre pompe impiegate per ser- Nota 1: Nelle navi da carico con casse di zavorra laterali formanti
vizi essenziali che abbiano aspirazioni o mandate in un doppio scafo per tutta la lunghezza delle stive, il diametro
del collettore di sentina può essere determinato introducendo
comune, devono essere collegate ai tubi in maniera tale
la larghezza effettiva delle stive a centro nave al posto di B
che:
nella formula di cui sopra. La sezione del collettore di sentina
• i compartimenti e le tubolature restino separati in deve tuttavia essere non inferiore a due volte la sezione il bran-
modo da impedire eventuali intercomunicazioni, chetto d’aspirazione più grande in questi spazi.
• l’azionamento di una pompa non sia influenzato dal b) In nessun caso il diametro interno effettivo può essere:
funzionamento contemporaneo delle altre pompe.
• inferiore al diametro calcolato con la formula in a)
b) Sia reso possibile l’isolamento di qualsiasi pompa di meno 5 mm, o
sentina per ispezione, riparazione o manutenzione
• inferiore a 60 mm.
senza impedire il funzionamento delle altre pompe di
sentina. 6.8.2 Branchetti di aspirazione
La sezione di ogni branchetto che collega il collettore di
sentina ad un cassetta di distribuzione di sentina non deve
6.7.7 Alimentazione elettrica dei motori delle
essere inferiore alla somma delle sezioni prescritte per i due
pompe sommerse
branchetti d’aspirazione più grandi collegati a detta cas-
a) Qualora siano adoperate pompe di sentina sommerse, setta. Tuttavia non è necessario che tale sezione sia supe-
deve essere possibile avviarne i motori da una posizione riore a quella del collettore di sentina.
conveniente al di sopra del ponte delle paratie.
b) Qualora vi sia un dispositivo addizionale per l’avvia- 6.8.3 Branchetti d’aspirazione di sentina (1/7/2004)
mento dal posto di un motore di una pompa di sentina a) Il diametro interno, in mm, dei tubi situati tra le cassette
fissa che può essere sommersa, il circuito deve essere di distribuzione e le aspirazioni nelle stive e nei locali
realizzato in modo che tutti i conduttori che partono da macchine, non deve essere inferiore al diametro otte-
questo dispositivo possano essere sconnessi da una nuto dalla formula seguente (può essere accettato un
posizione adiacente all’avviatore installato sul ponte. diametro effettivo inferiore, come detto in [6.8.1] b):

d 1 = 25 + 2 ,16 L1 ( B + D )
6.8 Dimensioni dei tubi di sentina
essendo:
6.8.1 Collettore di sentina (1/1/2001)
BeD : Come definiti in [6.8.1]
a) Il diametro del collettore di sentina deve essere calco-
lato con la formula seguente: L1 : Lunghezza del compartimento, in m.
d1 non deve essere inferiore a 50 mm e può non essere
d = 25 + 1 ,68 L ( B + D )
superiore a 100 mm.
essendo:
b) Per navi, diverse dalle navi da passeggeri, con casse
d : Diametro interno del collettore di sentina, laterali di zavorra formanti un doppio scafo, il diametro
in mm, dei branchetti d’aspirazione nelle stive può essere deter-
L : Lunghezza della nave misurata tra le per- minato introducendo, al posto di B, la larghezza effet-
pendicolari condotte all’estremità del mas- tiva delle stive al mezzo nave.
simo galleggiamento di
compartimentazione, in m, 6.8.4 Aspirazioni dirette diverse dalle aspirazioni di
emergenza
B : Larghezza massima della nave fuori ossatura
misurata al massimo galleggiamento di a) Le aspirazioni dirette devono essere sistemate opportu-
compartimentazione o al di sotto di esso, in namente e quelle nei locali macchine devono avere un
m diametro non inferiore a quello regolamentare dei col-
lettori principali di sentina.
D : Altezza di costruzione della nave al ponte
delle paratie, in m. In una nave che abbia b) In navi da carico con locali macchine di piccole dimen-
un locale da carico chiuso sul ponte delle sioni separati, la dimensione dell’aspirazione diretta
paratie prosciugato internamente in accordo può essere non più grande di quella data in [6.8.3] per
con le prescrizioni in [8.5.3] e che si le aspirazioni dei branchetti d’aspirazione di sentina.

Regolamenti RINA 2008 185


Parte C, Cap 1, Sez 10

6.8.5 Aspirazione d’emergenza nei locali macchine • collegamenti dei tubi alle cassette di distribuzione
a) Il diametro dei tubi d’aspirazione di sentina d’emer- di sentina o alle valvole alternative, se sistemate,
genza deve essere: • aspirazioni diretta e d’emergenza nei locali mac-
chine,
• almeno di due terzi del diametro della bocca d’aspi-
razione della pompa per navi a vapore: • aspirazioni di pompe che siano anche collegate al
mare od altri compartimenti normalmente conte-
• dello stesso diametro della bocca d’aspirazione
nenti liquidi,
della pompa nel caso di motonavi.
• collegamenti a tubi flessibili di sentina,
b) Qualora l’aspirazione d’emergenza sia collegata ad una
• aspirazioni degli eiettori di sentina,
pompa diversa dalla pompa principale di circolazione o
di raffreddamento l’aspirazione deve avere lo stesso dia- • l’estremità aperta dei tubi di sentina che passano
metro della bocca d’aspirazione della pompa. attraverso casse alte,
• dove necessario per l’applicazione delle prescri-
6.8.6 Aspirazioni di sentina dalle gallerie zioni relative all’impedimento dell’allagamento pro-
I tubi d’aspirazione di sentina nei pozzetti delle gallerie gressivo, se applicabile,
devono avere diametro non inferiore a 65 mm. Nelle navi b) Le valvole comandate di non ritorno e le altre valvole di
fino a 60 metri di lunghezza, tale diametro può essere non ritorno devono essere di un tipo riconosciuto che
ridotto a 50 mm. non offra indebite ostruzioni al flusso dell’acqua.

6.8.7 Ombrinali negli spazi poppieri 6.9.3 Casse fango


Ogni ombrinale previsto per prosciugare gli spazi poppieri Nei locali macchine e gallerie degli alberi, le estremità
e per scaricare nella galleria o nei locali macchine deve delle aspirazioni di sentina devono essere verticali e diritte
avere un diametro interno non inferiore a 35 mm. e devono essere collegate alle casse fango sistemate in
modo tale da permettere una facile ispezione e pulizia.
6.8.8 Impianti di sentina per piccole navi (1/1/2001) Non deve essere sistemata una pigna d’aspirazione in corri-
Per navi da carico di lunghezza, come definita in [6.8.1], spondenza dell’estremità inferiore del tubo.
inferiore a 20 m, cui viene assegnata una notazione di navi-
gazione limitata, come pure per navi a vela con o senza 6.9.4 Pigne d’aspirazione
motore ausiliario, l’impianto di sentina formerà oggetto di a) Nei compartimenti diversi dai locali macchine e dalle
particolare considerazione, di volta in volta, da parte della gallerie degli alberi, le estremità aperte dei tubi d’aspi-
Società. razione di sentina devono avere una pigna d’aspira-
zione o filtri con fori di diametro non superiore a 10
6.8.9 Collettore di sentina per navi cisterna mm. L’area totale di detti fori non deve essere inferiore a
(1/1/2001) due volte la sezione regolamentare del tubo d’aspira-
Nelle navi cisterna, e nelle altre navi in cui le pompe di sen- zione.
tina sono progettate per aspirare soltanto dai locali mac- b) Le pigne d’aspirazione devono essere progettate in
chine, il diametro interno d, in mm, del collettore di sentina modo tale da poter essere pulite senza la necessità di
può essere inferiore a quello prescritto dalla formula nel rimuovere alcuna giunzione del tubo d’aspirazione.
suddetto paragrafo [6.8.1], ma non deve essere inferiore a
quello ottenuto dalla formula specificata in Parte E, Cap 7, 6.9.5 Pozzetti di sentina
Sez 4, [2.2.2]. a) I pozzetti sistemati per il prosciugamento dei vari com-
partimenti devono essere costruiti con lamiere d’acciaio
6.9 Accessori degli impianti di sentina e la loro capacità non deve essere inferiore a 0,15 m3. In
piccoli compartimenti possono essere sistemati pozzetti
6.9.1 Valvole di scarico sulle paratie stagne cilindrici più piccoli.
a) La sistemazione di valvole di scarico od altri dispositivi b) I pozzetti di sentina sono soggetti alle prescrizioni della
similari non è ammessa sulle paratie di collisione. Parte B.
b) Sulle altre paratie stagne la sistemazione di valvole di 6.9.6 Dispositivi di tenuta a liquido
scarico o dispositivi similari è ammessa purché non esi-
a) Le tubolature di sentina dei locali refrigerati devono
stano altri mezzi pratici di prosciugamento. Tali valvole
devono essere sempre facilmente accessibili e devono essere provviste di dispositivi di tenuta a liquido di
dimensioni adeguate e sistemate con dispositivi per una
essere azionabili da una posizione al di sopra del ponte
facile pulizia e per riempimento con salamoia. Tali
di bordo libero. Devono essere sistemati dispositivi che
indichino se le valvole sono aperte o chiuse. dispositivi devono essere munite di griglie rimovibili
che trattengano i rifiuti durante lo sbrinamento.
6.9.2 Valvole comandate di non ritorno b) Quando i tubi di prosciugamento da locali refrigerati
a) Devono essere sistemati dispositivi tali da impedire le separati si collegano ad un collettore comune ognuno
intercomunicazioni fra i compartimenti o le tubolature di questi tubi deve avere un dispositivo di tenuta a
che devono restare separate tra di loro. Allo scopo liquido.
devono essere sistemate dispositivi di non ritorno in cor- c) Normalmente i dispositivi di tenuta a liquido devono
rispondenza di: essere muniti di valvole di non ritorno. Tuttavia per

186 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

locali refrigerati non situati sul fondo della nave le val- 7.1.2 Prevenzione di comunicazioni indesiderabili
vole di non ritorno possono essere omesse, purché tale fra i diversi spazi della nave o fra detti spazi
sistemazione non danneggi l’integrità della comparti- ed il mare
mentazione stagna. Gli impianti di zavorra collegati agli impianti di sentina
devono essere progettati in modo tale da eliminare il rischio
6.10 Materiali di comunicazioni indesiderabili fra i diversi spazi della
nave o spazi della nave col mare. Vedere [6.2.3].
6.10.1 Tutti i tubi di sentina impiegati in o sotto i depositi
di carbone o depositi di combustibile liquido o in locali 7.1.3 Caricazione alterna di acqua di zavorra e
macchine o locali caldaie compresi gli spazi con casse di combustibile liquido
decantazione o unità di pompaggio del combustibile a) Gli impianti di zavorra sporca che si adoperano per
liquido devono essere d’acciaio o altro idoneo materiale casse o cisterne adibite alla caricazione alterna di com-
non sensibile al calore. bustibile liquido e acqua di zavorra devono essere indi-
pendenti dagli impianti di zavorra pulita:
6.11 Sistemazione delle tubolature di sentina • che servono le altre casse o cisterne di zavorra, o

6.11.1 Passaggi attraverso i compartimenti del • che sono collegate a casse o cisterne destinate
doppio fondo (1/7/2006) anche ad acqua d’alimento.
I tubi di sentina non devono passare attraverso i comparti- b) Qualora le cisterne possano contenere alternativamente
menti del doppio fondo. Se tale sistemazione è inevitabile, combustibile liquido e acqua di zavorra, gli impianti
le parti dei tubi di sentina che passano attraverso i doppi relativi devono essere sistemati in accordo con [11.4.4].
fondi devono soddisfare quanto richiesto in [5.2.3].
7.1.4 Caricazione alterna di acqua di zavorra o altri
6.11.2 Passaggi attraverso casse alte (1/7/2006) liquidi e carico secco
Le parti dei tubi di sentina che passano attraverso casse alte Le stive e le casse alte progettate per la caricazione alterna
contenenti acqua di zavorra, acqua dolce, carichi liquidi o di acqua di zavorra, combustibile liquido o carico secco
combustibile liquido, devono essere normalmente conte- devono avere le loro tubolature di aspirazione e riempi-
nute in gallerie tubi. Come alternativa tali parti di tubolature mento munite di flange cieche o di un appropriato disposi-
devono soddisfare quanto richiesto in [5.2.3]; il numero tivo di scambio per impedire manovre errate.
delle giunzioni deve essere il più piccolo possibile. Tali tubi
devono avere alle loro estremità nelle stive valvole di non 7.1.5 Caricazione alterna di acqua di zavorra ed
ritorno. acqua d’alimento
Qualora le casse o cisterne siano adoperate alternativa-
6.11.3 Provvedimenti per le dilatazioni mente per contenere acqua di zavorra ed acqua d’alimento,
Qualora sia necessario, i tubi di sentina entro le cisterne la tubolatura d’aspirazione deve avere dei branchetti rimo-
devono essere muniti di curve di dilatazione. L’uso di giunti vibili per il collegamento agli impianti di zavorra e di ali-
scorrevoli non è permesso per questo scopo. mento, in modo da impedire ogni accidentale
interconnessione tra i due impianti a causa di un errore di
6.11.4 Collegamenti manovra.
I collegamenti usati per i tubi di sentina che passano attra- La stessa sistemazione è richiesta per casse o cisterne per
verso le cisterne devono essere effettuati mediante giunti zavorra ed oli vegetali, o per altri carichi, che non devono
saldati o flange saldate rinforzate. venire a contatto con l’acqua di mare.
6.11.5 Accesso alle valvole ed alle cassette di
distribuzione 7.2 Sistemazione di pompaggio della
Tutte le cassette di distribuzione e le valvole comandate zavorra
manualmente relative all’impianto di pompaggio di sentina
devono essere in posizioni accessibili in tutte le circostanze 7.2.1 Tubolature di riempimento ed esaurimento
ordinarie. a) Tutte le casse e cisterne compresi i gavoni prodieri e
I volantini delle valvole che comandano le aspirazioni poppieri e le casse nei doppi fondi per acqua di zavorra
d’emergenza della sentina devono trovarsi a non meno di devono essere munite di appropriati tubi di riempi-
0,45 m al di sopra del piano di manovra. mento ed aspirazione collegati ad apposite pompe
azionate da energia meccanica di portata adeguata.
7 Impianti di zavorra b) Le piccole casse adoperate per la caricazione di acqua
dolce per usi domestici possono essere servite da una
7.1 Progetto dell’impianto di zavorra pompa a mano.
c) Le aspirazioni devono essere sistemate in modo tale che
7.1.1 Indipendenza delle tubolature di zavorra il trasferimento dell’acqua di mare possa essere oppor-
Le tubolature di zavorra devono essere interamente indi- tunamente eseguito in tutte le normali condizioni ope-
pendenti e distinte dalle altre tubolature eccetto per quanto rative della nave. In particolare possono essere richieste
permesso in [5.4]. due aspirazioni nei compartimenti lunghi.

Regolamenti RINA 2008 187


Parte C, Cap 1, Sez 10

7.2.2 Pompe destra o a sinistra ad un’immersione corrispondente al


Le pompe di sentina possono essere adoperate come bordo libero estivo assegnato,
pompe di trasferimento di zavorra, purché siano soddisfatte • e i tubi siano muniti di mezzi efficaci per impedire
le condizioni in [6.7.3]. all’acqua di entrare all’interno della nave in accordo
con:
7.2.3 Passaggi dei tubi di zavorra entro le
cisterne (1/7/2006) • [8.7] quando gli spazi sono sistemati sotto la linea
Le parti di tubi di zavorra che passano attraverso le casse o limite,
cisterne contenti acqua dolce, combustibile liquido, o • [8.8] quando gli spazi sono sistemati al di sopra
carico liquido, se non sono contenute entro gallerie tubi, della linea limite.
devono soddisfare quanto richiesto in [5.2.3].
Nota 1: La linea limite è definita come la linea tracciata almeno 76
mm al di sotto della superficie superiore di:
8 Ombrinali e scarichi sanitari
• il ponte delle paratie a murata per navi da passeggeri,
8.1 Applicabilità • il ponte di bordo libero a murata per le navi da carico.
8.1.1
a) Le prescrizioni de presente Articolo si applicano a:
8.4 Scarichi da sovrastrutture o tughe prive
di efficienti porte stagne alle intemperie
• ombrinali e scarichi sanitari, e
• scarichi dalle casse d’acque nere. 8.4.1 Gli ombrinali provenienti da sovrastrutture e da
b) Gli scarichi relativi al funzionamento delle macchine tughe, che non siano chiuse da porte in accordo con le pre-
sono trattati in [2.8]. scrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 6 devono portare fuori
Nota 1: Sistemazioni non in accordo con le prescrizioni del pre- bordo.
sente Articolo potranno essere prese in considerazione per le navi
seguenti: 8.5 Scarichi da locali da carico chiusi situati
• navi di lunghezza inferiore a 24 m, sul ponte delle paratie o sul ponte di
• navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton,
bordo libero
• navi con notazione di navigazione limitata,
• navi senza apparato di propulsione. 8.5.1 Generalità
Devono essere previsti mezzi per prosciugare locali chiusi
8.2 Principi per il carico situati sul ponte delle paratie per navi da pas-
8.2.1 seggeri e sul ponte di bordo libero per navi da carico. La
a) Ombrinali, sufficienti in numero e di dimensioni ido- Società può permettere che un particolare compartimento
nee, devono essere sistemati per permettere lo scarico sia dispensato da tale prescrizione a condizione che sia
dell’acqua che può accumularsi negli spazi non siste- reso evidente che a causa delle dimensioni o della suddivi-
mati sul fondo della nave. sione interna di detto spazio, la sicurezza della nave non
sia pregiudicata.
b) Il numero delle aperture a fasciame per gli ombrinali e
gli scarichi sanitari deve essere ridotto al minimo o sca- 8.5.2 Casi di locali sistemati al di sopra della linea
ricando attraverso lo stesso scarico il maggior numero di galleggiamento risultante da un
possibile di sanitari ed altri tubi o in altra maniera soddi- inclinazione di 5°
sfacente. a) Sono permessi ombrinali provenienti da locali utilizzati
per il carico in sovrastrutture chiuse che scarichino
8.3 Scarichi da spazi al di sotto del ponte di attraverso il fasciame esterno a condizione che gli spazi
bordo libero o entro sovrastrutture prosciugati si trovino al di sopra della linea di galleggia-
chiuse o tughe sul ponte di bordo libero mento (GE) risultante ad un’ inclinazione di 5° a dritta o
sinistra, corrispondente al bordo libero estivo assegnato.
8.3.1 Sistemazione normale Tali ombrinali devono essere sistemati in accordo con le
Gli ombrinali e gli scarichi sanitari dagli spazi sotto il ponte prescrizioni in [8.7] o [8.8].
di bordo libero o entro le sovrastrutture e le tughe sul ponte
b) Negli altri casi lo scarico deve essere portato all’interno
di bordo libero, che siano chiuse da porte in accordo con le
in accordo con le prescrizioni in [8.5.3].
prescrizioni in Parte B, Cap 9, Sez 6 devono portare:
• alla sentina, nel caso di ombrinali, 8.5.3 Casi in cui il margine del ponte delle paratie o
• o ad una cassa sanitaria appropriata, in caso di scarichi del ponte di bordo libero è immerso quando la
sanitari. nave è inclinata di 5° o meno
Quando il bordo libero è tale che rispettivamente il margine
8.3.2 Sistemazioni alternative del ponte delle paratie o del ponte di bordo libero siano
Gli ombrinali e gli scarichi sanitari possono essere portati immersi quando la nave è inclinata di 5° o meno, gli scari-
fuori bordo purché: chi dagli spazi chiusi rispettivamente sul ponte delle paratie
• Gli spazi prosciugati si trovino al di sopra della linea di o sul ponte di bordo libero devono essere portati in uno
galleggiamento risultante ad un’inclinazione di 5° a spazio, o in spazi opportuni di adeguata capacità, dotati di

188 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

un allarme d’alto livello e provvisti di mezzi adeguati per avere due valvole di non ritorno automatiche senza mezzi
scaricare fuori bordo. Inoltre deve essere assicurato che: di chiusura comandati a condizione che la più interna delle
• il numero, la dimensione e la disposizione degli ombri- valvole:
nali sia tale da impedire un accumulo irragionevole di • sia al di sopra del massimo galleggiamento di comparti-
acqua a specchio libero; mentazione (MGC), e
• il sistema di pompaggio tenga conto delle prescrizioni • sia sempre accessibile per ispezione in tutte le condi-
relative a qualsiasi impianto fisso antincendio a pioggia; zioni d’esercizio.
• l’acqua contaminata con benzina o altre sostanze peri-
colose non sia scaricata in locali macchine o altri spazi 8.8 Sistemazione degli scarichi da spazi al
dove possano essere presenti fonti d’ignizione; e di sopra del ponte di Bordo Libero
• quando lo spazio chiuso è protetto da un impianto
d’estinzione incendi a CO2, gli ombrinali del ponte 8.8.1 Generalità
abbiano dispositivi che impediscano la fuoriuscita del a) Le prescrizioni seguenti si applicano esclusivamente a
gas estinguente. quegli scarichi che rimangono aperti durante le opera-
zioni normali della nave. Per gli scarichi che devono
8.6 Scarichi dagli spazi del carico, con necessariamente essere chiusi in mare, quali gli scarichi
a gravità dalle cisterne laterali alte di zavorra può essere
esclusione delle stive delle navi ro-ro
accettabile un’unica valvola comandata azionata dal
destinate al trasporto dei veicoli con ponte.
combustibile liquido nei serbatoi per la
b) La posizione dell’estremità interna degli scarichi deve
loro propulsione
essere riferita alla linea di galleggiamento estiva corretta
8.6.1 Prevenzione della formazione di specchi per la caricazione di legname in coperta quando è asse-
liquidi gnato il bordo libero con legname in coperta.
Negli spazi per il carico, con esclusione delle stive di navi 8.8.2 Sistemazione normale
tipo “ro-ro”, destinate al traporto di veicoli a motore con
Normalmente, ogni scarico separato attraverso il fasciame
combustibile liquido nei loro serbatoi per la loro propul-
esterno proveniente da spazi al di sopra della linea limite
sione, in cui sia sistemato un impianto fisso di estinzione
(LL) deve essere munito in corrispondenza del passaggio a
incendi a pioggia, l’impianto di prosciugamento deve
fasciame di:
essere tale da impedire il formarsi di specchi liberi. Se ciò
non fosse possibile, l’effetto negativo del peso aggiunto e • una valvola automatica di non ritorno con dispositivo di
dello specchio libero sulla stabilità dovrà essere tenuto in chiusura da una posizione al di sopra del ponte di
considerazione, come ritenuto necessario dalla Società, bordo libero (BL) o del ponte delle paratie, o
nella sua approvazione delle informazioni sulla stabilità. • una valvola automatica di non ritorno o una valvola a
Vedere Parte F, Cap 11, Sez 11. saracinesca azionata da un punto al di sopra del ponte
delle paratie o del ponte di bordo libero (BL).
8.6.2 Scarichi degli ombrinali
Gli ombrinali provenienti da locali da carico destinati al tra- 8.8.3 Sistemazione alternativa quando l’estremità
sporto di veicoli a motore con combustibile liquido nei loro interna del tubo di scarico è al di sopra della
serbatoi per la loro propulsione, con esclusione dei locali linea di galleggiamento corrispondente al
da carico di navi tipo “ro-ro non devono scaricare in locali bordo libero estivo (GE) per più di 0,01 L
macchine o in altre posizioni dove possano essere presenti Qualora la distanza verticale dalla linea di galleggiamento
fonti di ignizione. corrispondente al bordo libero estivo (GE) all’estremità
interna del tubo di scarico sia superiore a 0,01 L, lo scarico
potrà avere due valvole di automatiche di non ritorno senza
8.7 Sistemazione degli scarichi da spazi al
dispositivo di chiusura a condizione che:
di sotto del ponte di Bordo Libero
• La valvola più interna sia al di sopra della linea di gal-
8.7.1 Sistemazione normale leggiamento tropicale (GT) in modo da essere sempre
Ogni scarico separato attraverso il fasciame esterno prove- accessibile per esame durante tutte le condizioni opera-
niente da spazi al di sotto della linea limite (LL) deve essere tive,
dotato di valvola automatica di non ritorno con comando di • o, quando ciò non sia possibile, una valvola a saracine-
intercettazione da un punto al di sopra del ponte delle para- sca azionata localmente sia interposta tra le due valvole
tie o del ponte di bordo libero (BL). automatiche di non ritorno.

8.7.2 Sistemazione alternativa quando l’estremità 8.8.4 Sistemazione alternativa quando l’estremità
interna del tubo di scarico si trova al di sopra interna del tubo di scarico è al di sopra della
della linea di galleggiamento (GE) linea di galleggiamento corrispondente al
corrispondente al bordo libero estivo per più bordo libero estivo per più di 0,02 L
di 0,01 L Qualora la distanza verticale dalla linea di galleggiamento
Qualora la distanza verticale dalla linea di galleggiamento corrispondente al bordo libero estivo all’estremità interna
corrispondente al bordo libero estivo (GE) all’estremità del tubo di scarico sia superiore a 0,02 L, un’unica valvola
interna del tubo di scarico superi 0,01 L, lo scarico potrà automatica di non ritorno senza dispositivi d’intercetta-

Regolamenti RINA 2008 189


Parte C, Cap 1, Sez 10

zione potrà essere accettata subordinatamente all’approva- 8.10 Valvole e tubi


zione da parte della Società.
8.10.1 Materiali
Nota 1: Tale prescrizione non si applica a navi con notazione di
a) Tutte le valvole e gli accessori a fasciame esterno
nave gasiera o di nave chimichiera.
devono essere di acciaio, bronzo, o altro materiale
tenace. Valvole di ghisa grigia o altro materiale similare
8.8.5 Sistemazione degli scarichi attraverso locali non sono accettabili. Tutti gli ombrinali e tubi di scarico
macchine presidiati devono essere di acciaio o altro materiale tenace. Si fa
Qualora gli scarichi sanitari e gli ombrinali scarichino fuori riferimento a [2.1].
bordo attraverso il fasciame esterno in un locale macchine b) Non può essere usata plastica per la parte di tubolatura
presidiato, potrà essere accettata la sistemazione a fasciame di scarico fra il fasciame esterno e la prima valvola.
di una valvola d’intercettazione azionata localmente
insieme ad una valvola di non ritorno sistemata all’interno.
La posizione di azionamento della valvola sarà oggetto di 8.10.2 Spessore dei tubi
considerazione speciale da parte della Società. a) Lo spessore dei tubi degli ombrinali e dei tubi di scarico
che portano alla sentina o a casse di drenaggio non
8.8.6 Sistemazione degli scarichi attraverso il deve essere minore di quello richiesto in [2.2].
fasciame esterno sistemati a più di 450 mm al b) Lo spessore dei tubi degli ombrinali e dei tubi di scarico
di sotto del ponte di bordo libero o meno di che portano a fasciame non deve essere minore dello
600 mm al di sopra della linea di spessore minimo dato in Tab 22 e Tab 23.
galleggiamento (GE) corrispondente al bordo
libero estivo 8.10.3 Azionamento delle valvole
Ombrinali e tubi di scarico aventi origine a qualsiasi livello a) Qualora sia richiesto che le valvole abbiano dispositivi
ed attraversanti il fasciame esterno a più di 450 mm al di di chiusura, tali dispositivi devono essere facilmente
sotto del ponte di bordo libero o meno di 600 mm al di accessibili e devono avere un indicatore che mostri se la
sopra della linea di galleggiamento (GE) corrispondente al valvola è aperta o chiusa.
bordo libero estivo devono avere una valvola di non ritorno b) Qualora siano impiegati tubi di plastica per gli scarichi
a fasciame. Tale valvola può essere omessa se la tubolatura sanitari e gli ombrinali, la valvola a fasciame esterno
è di spessore rinforzato come indicato in Tab 23, a meno deve essere azionabile da uno spazio diverso da quello
che la valvola non sia richiesta dalle prescrizioni contenute in cui la valvola è sistemata.
nei paragrafi da [8.8.2] a [8.8.4]. Qualora tali tubi di plastica siano sistemati sotto la linea
di galleggiamento (linea di galleggiamento estiva per la
8.8.7 Sistemazione degli scarichi attraverso il caricazione di legname), la valvola deve essere aziona-
fasciame esterno sistemati a meno di 450 mm bile da una posizione al di sopra del ponte di bordo
al di sotto del ponte di bordo libero (BL) e più libero.
di 600 mm al di sopra della linea di Fare riferimento anche a App 3.
galleggiamento (GE) corrispondente al bordo
libero estivo
8.11 Sistemazione degli ombrinali e delle
Non è richiesto che gli ombrinali e tubi di scarico attraver- tubolature degli scarichi sanitari
santi il fasciame esterno a meno di 450 mm al di sotto del
ponte di bordo libero (BL) e a più di 600 mm al di sopra 8.11.1 Scarichi fuori bordo e collegamenti delle
della linea di galleggiamento (GE) corrispondente al bordo valvole
libero estivo abbiano una valvola di non ritorno a fasciame. a) I tubi degli scarichi fuori bordo devono avere estremità
che si estendono attraverso il fasciame esterno saldate
ad esso, e devono essere muniti alla loro estremità
8.9 Tabella riassuntiva della sistemazione interna di flange per il collegamento alla valvola o flan-
degli scarichi fuori bordo gia del tubo.
b) Le valvole possono anche essere collegate al fasciame
8.9.1 Le varie sistemazioni accettabili per gli ombrinali e esterno dello scafo in accordo con le prescrizioni in
gli scarichi fuori bordo sono riassunte in Fig 3. [2.8.3], c).

190 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Figura 3 : Sistemazione degli scarichi fuori bordo


Scarichi da spazi al di sopra della linea limite
Scarico da spazi
al di sotto della Scarichi provenienti da spazi chiusi al di sotto
linea limite Scarichi provenienti da altri spazi
del ponte di bordo libero o sul ponte di bordo libero

Prescrizione Alternativa Scarico Estremità esterna


Prescrizione generale quando Alternative quando estremità interna
generale quando attraverso > 450 mm
quando estremità estremità estremità interna < 0,01 L sotto il ponte di BL Negli altri casi
locali macchine > 0,02 L
interna < 0,01 L interna > 0,01 L sopra LGE o < 600 mm
presidiati > 0,01 L sopra LGE
sopra LGE sopra LGE sopra LGE
sopra LGE

Ponte di Ponte di Ponte di Ponte di


BL Ponte di BL BL Ponte di BL Ponte di BL Ponte di BL BL BL

LL

LGT

MGC

LGE LGE LGE LGE LGE LGE LGE LGE LGE

comando delle valvole da una posizione estremità interna dei tubi


* approvata
valvola di non ritorno senza dispositivo di chiusura comando a distanza

estremità esterna dei tubi


valvola di non ritorno con dispositivo di chiusura spessore normale
comandato localmente
tubi che scaricano
sul ponte scoperto valvola comandata localmente spessore rinforzato

Tabella 22 : Spessore dei tubi degli ombrinali e dei tubi di scarico che portano a fasciame in funzione delle
loro posizioni

Prescrizione
applicabile → [8.8.6] [8.8.6]
[8.7.1] [8.7.2] [8.8.2] [8.8.3] [8.8.4] [8.8.5] [8.8.7]
Posizione del con valvola senza valvola
tubo ↓
Tra il fasciame e Lo spessore maggiore tra quello in accordo con Tab 23, colonna 1, e 0,7 volte NA NA
la prima valvola quello del fasciame della murata (1)
Tra la prima val- Spessore in accordo con Tab 23, colonna 2 NA NA
vola e l’estre-
mità interna
Al di sotto del NA Spessore dato in Spessore
ponte di bordo Tab 23, colonna dato in
libero 1 Tab 23,
colonna 2
Al di sopra del NA Spessore dato in Spessore
ponte di bordo Tab 23, colonna dato in
libero 2 Tab 23,
colonna 2
(1) Tuttavia non è necessario che tale spessore sia superiore a quello del fasciame
Nota 1: NA = non applicabile

Regolamenti RINA 2008 191


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 23 : Spessore minimo dei tubi degli ombrinali 8.11.6 Scarichi dalle cucine e dai loro depositi
e dei tubi di scarico che portano al fasciame esterno Gli scarichi dalle cucine e dai loro depositi devono essere
tenuti separati dagli altri scarichi e devono essere drenati
Colonna 1 Colonna 2 fuori bordo o in casse di drenaggio separate; come alterna-
Diametro esterno tiva gli scarichi devono essere muniti di dispositivi adeguati
spessore rinfor- spessore nor-
del tubo d, in mm contro gli odori ed i rigurgiti.
zato (mm) male (mm)
d ≤ 80 7,00 4,50 8.11.7 Scarichi dagli spazi poppieri
155 9,25 4,50 Qualora gli spazi sistemati a poppavia della paratia del
gavone di poppa non siano usati come cisterne e siano pro-
180 10,00 5,00 sciugati mediante ombrinali che scaricano nella galleria
220 12,50 5,80 degli alberi devono essere soddisfatte le prescrizioni in
[6.6.4], c).
230 ≤ d 12,50 6,00
8.11.8 Casse di raccolta
Nota 1: Dimensioni intermedie possono essere determinate
mediante interpolazione a) I tubi di sfogo d’aria delle casse degli ombrinali devono
essere portati al di sopra del ponte di bordo libero.
8.11.2 Passaggio attraverso stive del carico b) Devono essere previsti dispositivi per accertare il livello
Qualora gli scarichi degli ombrinali e degli impainti sanitari dell’acqua nelle casse degli ombrinali.
passino attraverso spazi per il carico, i tubi, le valvole ed i
loro dispositivi di azionamento devono essere adeguata- 9 Sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti
mente protetti da casse robuste o schermi prottettivi.

8.11.3 Passaggio attraverso le casse o cisterne 9.1 Sfoghi d’aria


a) Normalmente gli scarichi degli ombrinali e degli 9.1.1 Principi
impianti sanitari non devono passare attraverso casse
cisterne del combustibile liquido. Sfoghi d’aria devono essere sistemati in tutte le cisterne,
casse, doppi fondi, intercapedini, gallerie ed altri comparti-
b) Qualora non sia possibile impedire che gli scarichi degli menti che non abbiano sistemi alternativi di ventilazione,
ombrinali e degli impianti sanitari attraversino casse o per permettere il passaggio di aria o liquido, impedendo
cisterne del combustibile liquido, e questi siano portati così una pressione o un vuoto eccessivi nei detti spazi, in
al fasciame entro la cassa o cisterna, lo spessore del particolare quelli con impianti di tubolature. Le loro estre-
tubo non deve essere minore di quello dato in Tab 23, mità aperte devono essere sistemate in modo da impedire
colonna 1 (spessore rinforzato). Non occorre tuttavia l’entrata libera di acqua di mare nei compartimenti.
superare lo spessore regolamentare del fasciame esterno
adiacente. 9.1.2 Numero e posizione degli sfoghi d’aria
c) Gli scarichi di ombrinali e di impianti sanitari non a) Gli sfoghi d’aria devono essere sistemati nella parte
devono normalmente passare attraverso casse d’acqua superiore del compartimento e progettati in modo che
dolce e casse d’acqua potabile. l’aria o il gas che potrebbe accumularsi in qualsiasi
punto di detto compartimento possa esser evacuato
d) Per il passaggio attraverso cisterne del carico di prodotti
liberamente.
petroliferi, vedere Parte E, Cap 7, Sez 4.
b) Gli sfoghi d’aria devono essere sistemati in posizione
8.11.4 Passaggi attraverso paratie stagne o ponti opposta ai tubi di riempimento e/o nella parte più alta
a) L’integrità delle paratie stagne delimitanti i locali mac- del compartimento, supponendo la nave in assetto oriz-
chine e del fasciame delle gallerie per cui è prescritta la zontale.
costruzione stagna non deve essere pregiudicata dalla c) In genere devono essere sistemati due sfoghi d’aria per
sistemazione di ombrinali che scarichino nei locali ogni compartimento, eccetto in piccoli compartimenti,
macchine o le gallerie da compartimenti adiacenti in cui un solo sfogo d’aria può essere accettabile.
situati al di sotto del ponte di bordo libero. Quando la parte superiore del compartimento è di
b) Tuttavia tali ombrinali possono portare in casse di dre- forma irregolare, la posizione degli sfoghi d’aria sarà
naggio per ombrinali, di costruzione robusta, collocate oggetto di considerazione speciale da parte della
nel locale macchina o nella galleria, ma in vicinanza di Società.
detti spazi adiacenti, che siano prosciugate per mezzo d) Quando è sistemato un solo sfogo d’aria, esso non può
di aspirazioni di dimensioni adeguate collegate al col- essere utilizzato come tubo di riempimento.
lettore di sentina mediante valvole comandate di non
ritorno. 9.1.3 Sistemazione delle estremità aperte degli
sfoghi d’aria
8.11.5 Scarichi negli spazi refrigerati a) Gli sfoghi d’aria dei compartimenti del doppio fondo,
Nessun ombrinale proveniente da spazi non refrigerati può gallerie, casse alte ed altri compartimenti che possono
scaricare in spazi refrigerati. essere allagati in caso di avaria allo scafo devono essere

192 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

portati al di sopra del ponte delle paratie o del ponte di b) Nei casi seguenti devono essere sistemati dispositivi di
bordo libero. chiusura automatici:
Nota 1: In navi senza doppio fondo, gli sfoghi d’aria di piccole • qualora siano sistemati su parti esposte del ponte di
intercapedini o casse non contenenti combustibile liquido o bordo libero o sul ponte di sovrastrutture del primo
olio lubrificante possono scaricare entro gli spazi in cui si tro- ordine,
vano.
• qualora, con la nave al galleggiamento corrispon-
b) Gli sfoghi d’aria delle cisterne o casse che possono dente al bordo libero estivo, le aperture siano
essere caricate mediante pompaggio devono essere por- immerse ad un angolo di sbandamento trasversale di
tati all’aperto al di sopra del ponte di bordo libero o del 40° o, all’angolo di allagamento, se quest’ultimo è
ponte delle paratie. inferiore a 40°,
c) Gli sfoghi d’aria, eccetto quelli provenienti da cisterne o • qualora, come permesso in [9.1.3], c), gli sfoghi
casse del combustibile liquido, possono essere portati in d’aria terminino in spazi del carico chiusi,
locali per il carico chiusi situati al di sopra del ponte di
• qualora, come permesso in [9.1.4], b), gli sfoghi
bordo libero, purché tali locali siano dotati di ombrinali
d’aria abbiano un’altezza inferiore a quella richiesta
che scarichino fuori bordo e che questi ombrinali siano
in [9.1.4], a), e
capaci di scaricare tutta l’acqua che possa entrare in
detti spazi attraverso lo sfogo d’aria, senza dar luogo ad • per le navi alle quali sia assegnato un bordo libero
alcun accumulo d’acqua. per trasporto legname in coperta.
d) Gli sfoghi d’aria delle cisterne o casse contenenti pro- Vedere anche Parte B, Cap 3, Sez 2, [2.1.2] e Parte F,
dotti petroliferi possono scaricare attraverso i lati delle Cap 11, Sez 11, [2.1.6] b).
sovrastrutture. c) I dispositivi di chiusura automatica devono essere di un
e) Gli sfoghi d’aria delle casse degli ombrinali devono tipo approvato dalla Società. Le prescrizioni per le
essere portati al di sopra del ponte di bordo libero. prove di tipo sono contenute in [20.2.2].
f) La posizione degli sfoghi d’aria delle cisterne contenenti d) Per le navi soggette a prescrizioni particolari di galleg-
liquidi infiammabili sono anche oggetto delle prescri- giabilità o stabilità, o per le navi non soggette alla
zioni di cui in [9.1.7]. vigente Convenzione Internazionale sul Bordo Libero
del 1966, la sistemazione dei dispositivi di chiusura
9.1.4 Altezza degli sfoghi d’aria sugli sfoghi d'aria sarà oggetto di particolare considera-
a) L’altezza dello sfogo d’aria al di sopra del ponte di zione.
bordo libero o dei ponti delle sovrastrutture, dal ponte e) Le valvole di sicurezza contro pressione e vuoto instal-
al punto in cui l’acqua può avere accesso, non deve late sulle cisterne del carico, come indicato nella
essere minore di: Parte E, Capitolo 7 e nella Parte E, Capitolo 8, possono
• 760 mm sul ponte di bordo libero, e essere accettate come dispositivi di chiusura .
• 450 mm sul ponte delle sovrastrutture.
9.1.6 Progetto dei dispositivi di chiusura (1/7/2004)
Tale altezza deve essere misurata dalla faccia superiore
del ponte, compreso il rivestimento o altre coperture, a) Quando è richiesto che i dispositivi di chiusura siano di
fino al punto in cui l’acqua può entrare. tipo automatico, essi sono soggetti alle prescrizioni
seguenti:
b) Qualora tali altezze possano interferire con le opera-
zioni della nave, potrà essere approvata un’altezza infe- • Devono essere progettati in modo da contrastare sia
riore purché la Società sia convinto che i dispositivi di le condizioni ambiente che quelle operative fino ad
chiusura ed altre circostanze possano giustificare un’inclinazione da -40° a +40° senza guasti o
l’altezza inferiore. Devono essere previsti soddifacenti danni.
dispositivi per la chiusura delle aperture degli sfoghi • Devono permettere l’ispezione della chiusura e
d’aria permanentemente collegati. dell’interno dell’involucro nonché il cambio delle
c) Può essere richiesto di aumentare l’altezza degli sfoghi guarnizioni.
d’aria a seguito dei calcoli relativi alla galleggiabilità. • Nel caso di dispositivi di tipo a galleggiante, devono
essere previste opportune guide per assicurare il fun-
d) L’altezza degli sfoghi d’aria che scaricano attraverso i
zionamento senza ostruzioni in tutte le condizioni
lati delle sovrastrutture deve essere almeno di 2,3 m al
di assetto ed inclinazione trasversale e longitudinale
di sopra del bordo libero estivo.
che si possano verificare durante l’esercizio.
Nota 1: Per navi con notazione di navigazione limitata, l’altezza
degli sfoghi d’aria può essere ridotta a: • Devono essere sistemati efficaci dispositivi di chiu-
• 450 mm al di sopra del ponte di bordo libero, sura a sfera o a galleggiante. Devono essere previste
barre, gabbie o altri dispositivi per impedire alla
• 300 mm al di sopra del ponte delle sovrastrutture.
sfera od al galleggiante di venire a contatto con la
9.1.5 Sistemazione dei dispositivi di camera interna nel loro normale stato, realizzati in
chiusura (1/7/2006) modo tale da non danneggiare la sfera od il galleg-
a) Devono essere sistemati soddisfacenti dispositivi di giante quando questi sono soggetti all'impatto con
chiusura, permanentemente collegati alle aperture degli l'acqua, in caso di eccessivo riempimento della
sfoghi d’aria, al fine di impedire l’entrata libera d’acqua cisterna o della cassa.
nello spazio in questione. • Devono essere di tipo autodrenante.

Regolamenti RINA 2008 193


Parte C, Cap 1, Sez 10

• L’area netta di qualunque sezione del dispositivo di avaria allo scafo, possono essere portati in locali mac-
chiusura di uno sfogo d’aria deve essere almeno chine, purché, in caso di rigurgito, l'olio o il fluido
uguale all’area dell’apertura d’ingresso del tubo. idraulico non possano venire in contatto con apparec-
• La tolleranza massima ammissibile per lo spessore chiature elettriche, superfici calde o altre sorgenti
dei galleggianti non deve essere superiore a ±10% d'ignizione.
dello spessore nominale. c) La posizione e la sistemazione degli sfoghi d'aria per le
• Gli involucri devono essere di materiale metallico casse di servizio e decantazione di combustibile liquido
approvato, adeguatamente protetto contro la corro- e le casse d'olio lubrificante devono essere tali che, in
sione. caso di rottura di un tubo dello sfogo d'aria, non vi sia il
rischio di ingresso di acqua di mare o pioggia.
• Le chiusure ed i seggi di materiale non metallico
devono essere compatibili con il fluido contenuto d) Gli sfoghi d'aria delle casse di servizio e decantazione
nella cisterna e con l’acqua di mare a temperatura di combustibile liquido e le casse d'olio lubrificante che
ambientale fra -25°C e 85°C. potrebbero essere danneggiati da urti devono essere
adeguatamente rinforzati.
• La camera interna e quella esterna della testa di uno
sfogo d'aria automatico devono avere uno spessore e) Qualora acqua di mare o pioggia possano entrare
minimo di 6 mm. all’interno di casse di servizio e decantazione di com-
• Per teste di sfoghi d'aria in acciaio zincato, il rivesti- bustibile liquido o casse d'olio lubrificante, attraverso
mento di zinco deve essere applicato con un un tubo di sfogo d'aria rotto, devono essere sistemati
metodo a caldo ed il suo spessore deve essere com- dispositivi quali tenute ad acqua con
preso tra 70 e 100 micron. • drenaggio automatico, o
• Per le zone delle teste degli sfoghi d'aria suscettibili • allarme per accumulo d'acqua
di erosione (come quelle parti che sono soggette
all'impatto diretto dell'acqua di zavorra, quando la 9.1.8 Costruzione dei tubi degli sfoghi d’aria
cisterna o cassa sia sottoposta a pressione, quale, a) Qualora gli sfoghi d’aria di cisterne o casse per zavorra
per esempio, l'area della camera interna al di sopra ed altre cisterne o casse si estendano al di sopra del
dello sfogo d'aria più una sovrapposizione di 10° e ponte di bordo libero o del ponte delle sovrastrutture, le
oltre da entrambi i lati), deve essere applicato un parti esposte dei tubi devono essere di costruzione
ulteriore rivestimento protettivo più duro. Questo robusta con uno spessore minimo di almeno:
rivestimento ulteriore può essere un rivestimento
• 6,0 mm, per tubi di diametro esterno inferiore o
epossidico a base di alluminio, o un altro rivesti-
uguale a 80 mm,
mento equivalente, applicato sopra il rivestimento di
zinco. • 8,5 mm, per tubi di diametro esterno uguale o supe-
riore a 165 mm.
b) Qualora le chiusure siano di tipo non automatico,
devono essere previste sistemazioni atte a eliminare il Gli spessori minimi intermedi possono essere ottenuti
vuoto mentre le cisterne vengono scaricate con le mediante interpolazione lineare.
pompe. A tale scopo, un foro di circa 10 mm di diame- b) Sfoghi d’aria di altezza superiore a 900 mm devono
tro può essere praticato nella piega del tubo dello sfogo avere supporti addizionali.
d’aria o in qualsiasi altra posizione opportuna nel
c) In ogni compartimento che possa essere riempito
dispositivo di chiusura.
mediante pompaggio, e qualora non siano previsti
c) Tappi di legno e tela non sono permessi in posizione 1 e impianti di rigurgito, la sezione totale degli sfoghi d’aria
in posizione 2, come definite nella Parte B, Cap 1, non deve essere inferiore a 1,25 volte l’area della
Sez 2. sezione del tubo di riempimento corrispondente.

9.1.7 Sistemazioni speciali per sfoghi d’aria di d) Il diametro interno degli sfoghi d’aria non deve essere
casse e cisterne contenenti liquidi inferiore a 50 mm, eccetto che per casse di volume
infiammabili (1/7/2004) minore di 2 m3.
a) Gli sfoghi d'aria, i tubi di rigurgito e le valvole di sicu-
9.1.9 Carichi dovuti ai colpi di mare (1/7/2005)
rezza delle casse del combustibile liquido e delle casse
per il fluido diatermico devono scaricare in posizioni, Le prescrizioni di cui in [9.1.9] e [9.1.10] si applicano alle
sul ponte esposto, nelle quali non vi sia alcun rischio di verifiche della robustezza degli sfoghi d'aria e dei loro
incendio o di esplosioni derivante dall'emissione di mezzi di chiusura che siano ubicati nel primo quarto avanti
liquidi o vapori. della lunghezza della nave, per navi di lunghezza uguale o
superiore ad 80 metri, nelle quali l'altezza del ponte espo-
Le estremità aperte devono essere provviste di dia-
sto in corrispondenza dello sfogo considerato sia inferiore a
frammi di rete metallica, di materiale resistente alla cor-
0,1 L o, se minore, a 22 m, al di sopra del galleggiamento di
rosione e facilmente smontabili per pulizia e
pieno carico estivo. Tuttavia, le suddette prescrizioni non si
sostituzione. L'area libera di questi diaframmi non deve
applicano ai tubi degli impianti di sfogo gas delle cisterne e
essere inferiore all'area della sezione del tubo.
degli impianti di gas inerte, sulle navi con una delle nota-
b) Gli sfoghi d'aria delle casse di olio lubrificante o di zioni di servizio oil tanker ESP, chemical tanker ESP, FLS
fluido idraulico, non soggette ad allagamento in caso di tanker e tanker.

194 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

La pressione p, in kN/m2, che agisce sugli sfoghi d'aria e sui drette, se sistemate, devono avere spessore e lunghezza
loro mezzi di chiusura, può essere calcolata mediante la adeguati alla loro altezza. Lo spessore del tubo non
seguente formula: deve essere assunto inferiore a quello indicato in [9.1.8]
a).
p = 0,5 ρ V2 Cd Cs Cp
d) Tutte le parti del componente ed i collegamenti dello
essendo:
sfogo d'aria devono essere capaci di sopportare i carichi
L : lunghezza della nave, in m, come definita in definiti in [9.1.9].
Parte B, Cap 1, Sez 2, [3.1]
ρ : densità dell'acqua di mare (1,025 t/m3) Tabella 24 : Sfoghi d'aria di altezza uguale a 760 mm:
V : velocità dell'acqua sulla parte prodiera del spessori e squadrette standard (1/1/2004)
ponte, (13,5 m/s)
Spessore Massima area Altezza delle
Cd : coefficiente di forma Diametro
minimo lordo proiettata del squadrette
= 0,5 per tubi, 1,3 per sfoghi d'aria in generale, nominale del
adottato coperchio (mm) (1)
0,8, per uno sfogo d'aria a forma di cilindro con tubo (mm)
(mm) (cm2)
l'asse nella direzione verticale.
65 6,0 - 480
Cs : coefficiente di “slamming” (3,2)
Cp : coefficiente di protezione: 80 6,3 - 460
• (0,7) per tubi ubicati immediatamente dietro 100A 7,0 - 380
un paraonde o dietro il castello di prora,
125A 7,8 - 300
• (1,0) in qualsiasi altra posizione e immedi-
atamente dietro un parapetto. 150A 8,5 - 300
Le forze che agiscono in direzione orizzontale sullo sfogo 175A 8,5 - 300
d’aria e sul suo mezzo di chiusura possono essere calcolate
200A 8,5 (2) 1900 300 (2)
sulla base della pressione sopra specificata, usando la mas-
sima area proiettata di ciascun componente. 250A 8,5 (2) 2500 300 (2)

9.1.10 Requisiti di robustezza (1/1/2004) 300A 8,5 (2) 3200 300 (2)
Le presenti prescrizioni sono addizionali a quelle di cui in 350A 8,5 (2) 3800 300 (2)
[9.1.6] a), [20.2.2] e [9.1.8] a).
400A 8,5 (2) 4500 300 (2)
a) I momenti flettenti e le sollecitazioni sugli sfoghi aria
devono essere calcolati nelle posizioni critiche: in corri- (1) Le squadrette (vedere [9.1.10]) non è necessario che si
spondenza delle penetrazioni, in corrispondenza delle estendano fino al giunto a flangia per il coperchio.
giunzioni saldate o a flangia, in corrispondenza dei (2) Le squadrette sono richieste quando lo spessore (lordo)
piedi delle squadrette di supporto. Le sollecitazioni a effettivamente adottato è inferiore a 10,5 mm oppure
quando l'area proiettata è superiore a quella indicata in
flessione nella sezione netta non devono essere supe-
tabella.
riori a 0,8 σy , essendo σy il minimo carico unitario di
Nota 1:Per altezze diverse degli sfoghi d'aria, si applicano i
snervamento o la sollecitazione che produce una defor-
relativi requisiti di cui in [9.1.10].
mazione permanente dello 0,2% dell'acciaio alla tem-
peratura ambiente. Indipendentemente dalla protezione
contro la corrosione, si deve aggiungere alla sezione 9.2 Tubi sonda
netta un incremento di 2 mm per tener conto della cor-
rosione. 9.2.1 Principi

b) Per sfoghi d'aria standard di altezza uguale a 760 mm, a) Dispositivi di sondaggio devono essere sistemati nelle
chiusi da coperchi di area proiettata non superiore a cisterne per il contenimento di liquidi e per tutti i com-
quella indicata in tabella, gli spessori dei tubi e le partimenti che non sono facilmente accessibili in ogni
altezze delle squadrette sono quelli indicati nella momento.
Tab 24. b) Per i compartimenti che normalmente contengono
Quando siano prescritte squadrette di supporto, devono liquidi possono essere accettati i sistemi seguenti in
essere sistemate tre o più squadrette radiali. Le squa- luogo dei tubi sonda:
drette devono avere spessore lordo di 8 mm o più, • un indicatore di livello di tipo approvato efficace-
devono avere una lunghezza minima di 100 mm e mente protetto contro gli urti, o
l'altezza indicata nella Tab 24, ma non è necessario che • un dispositivo per la rilevazione dei livelli a distanza
si estendano fino al giunto a flangia per il coperchio. I di tipo approvato, purché sia disponibile un disposi-
piedi delle squadrette in corrispondenza del ponte tivo di sondaggio manuale di emergenza in caso di
devono essere adeguatamente supportati. avaria del sistema di rilevazione a distanza.
c) Per configurazioni diverse, devono essere applicati i
carichi in accordo con le indicazioni di cui in [9.1.9] ed 9.2.2 Posizione dei tubi sonda
i mezzi di supporto devono essere determinati allo I tubi sonda devono essere sistemati il più vicino possibile
scopo di rispettare le prescrizioni di cui in a). Le squa- ai tubi di aspirazione.

Regolamenti RINA 2008 195


Parte C, Cap 1, Sez 10

9.2.3 Estremità dei tubi sonda chio metallico a vite assicurato al tubo mediante cate-
a) Normalmente i tubi sonda devono terminare al di sopra nella o valvola d’intercettazione.
del ponte delle paratie o del ponte di bordo libero in
9.2.6 Costruzione dei tubi sonda
posizioni facilmente accessibili e devono essere muniti
di efficaci dispositivi metallici di chiusura permanente- a) I tubi sonda devono normalmente essere diritti. Se in
mente collegati. questi tubi sono necessarie curve, la curvatura deve
essere la più piccola possibile per permettere il facile
b) Nei locali macchine e gallerie, ove le prescrizioni in a)
passaggio dei dispositivi di sondaggio.
non possano essere soddisfatte, possono essere accettati
tubi sonda corti, con dispositivi di chiusura automatica b) Nelle navi da carico la sistemazione del sondaggio di
che portino a posizioni facilmente accessibili al di sopra un compartimento mediante tubi piegati che passino
del piano di lavoro. attraverso un altro compartimento sarà oggetto di consi-
derazione speciale da parte della Società. Tale sistema-
Nelle navi per le quali è richiesto un doppio fondo, tali
zione è generalmente accettabile solamente se i
dispositivi di chiusura devono essere di tipo automatico.
compartimenti attraversati sono intercapedini o conten-
9.2.4 Sistemazioni speciali per tubi sonda in gono lo stesso liquido del compartimento servito dai
cisterne e casse per liquidi infiammabili tubi sonda.
a) Quando tubi sonda sono adoperati in impianti conte- c) Le parti piegate dei tubi sonda devono avere spessore
nenti liquidi infiammabili, ad eccezione dei lubrificanti, rinforzato e devono essere opportunamente sopportate.
essi devono terminare all’aperto in posizioni nelle quali d) Il diametro interno dei tubi sonda non deve essere infe-
non vi sia rischio di ignizione dello stillicidio dai tubi riore a 32 mm. Qualora i tubi sonda passino attraverso
sonda. In particolare essi non devono terminare nelle spazi refrigerati o attarverso coibentazioni di spazi refri-
zone dei passeggeri o dell’equipaggio. Normalmente gerati nei quali la temperatura possa essere al di sotto di
non devono terminare in locali macchine. Tuttavia la 0°C, il loro diametro interno deve essere di almeno 60
Società, qualora consideri che queste prescrizioni non mm.
siano praticamente applicabili, potrà permettere che
essi terminino nei locali macchine alle condizioni e) Lamiere di doppiatura devono essere sistemate al di
seguenti: sotto dell’estremità inferiore del tubo sonda allo scopo
di prevenire eventuali danni allo scafo. Qualora siano
1) deve esservi un ulteriore indicatore di livello che sia adoperati tubi sonda con estremità inferiore chiusa, la
in accordo con le prescrizioni in [2.9.2], lamiera di chiusura dovrà avere dimensioni rinforzate.
2) i tubi sonda devono terminare in posizioni lontane
da rischi d’ignizione a meno che non siano prese 9.3 Tubi di rigurgito
precauzioni quali la sistemazione di schermi effi-
caci, che impediscano che il liquido infiammabile 9.3.1 Principi
nel caso di perdite attraverso lo sbocco del tubo I tubi di rigurgito devono esser sistemati su cisterne:
sonda venga in contatto con la fonte d’ignizione,
• che possono essere riempite da pompe e che sono state
3) gli sbocchi dei tubi sonda devono avere dispositivi progettate per un battente idrostatico inferiore a quello
automatici di chiusura ed un piccolo rubinetto di corrispondente all’altezza dello sfogo d’aria, o
controllo a chiusura automatica situato al di sotto • quando la sezione del tubo dello sfogo d’aria è inferiore
del dispositivo di chiusura per accertare che il a quella prescritta in [9.1.8], d).
liquido infiammabile non sia presente prima
dell’apertura del dispositivo di chiusura. Devono 9.3.2 Progetto dell’impianto rigurgiti
essere prese precauzioni affinché ogni fuoriuscita di
a) I tubi di rigurgito devono essere portati:
liquido infiammabile attraverso il rubinetto di con-
trollo non generi rischi di ignizione. • fuoribordo,
b) Per casse di olio lubrificante o per casse di combustibile • o, nel caso di combustibile liquido o olio lubrifi-
liquido di meno di 2 m3, non è necessario che sia siste- cante, ad una cassa rigurgiti di capacità adeguata o
mato l’indicatore di livello indicato in a).1 ed il rubi- a un deposito che abbia un certo volume riservato ai
netto di controllo indicato in a).3 a condizione che i rigurgiti.
tubi sonda abbiano appropriati sistemi di chiusura. b) Quando diverse cisterne contenenti lo stesso liquido o
c) Tubi sonda corti possono essere adoperati per casse liquidi diversi sono collegate ad un collettore comune
diverse dai doppi fondi senza l’ulteriore indicatore di di rigurgiti, la sistemazione deve essere tale da impedire
livello chiuso purché sia sistemato un impianto rigurgiti. il rischio di:
• intercomunicazioni fra le varie cisterne dovute al
9.2.5 Dispositivi di chiusura movimento di liquido durante il riempimento o lo
a) I dispositivi di chiusura automatica devono avere tappi svuotamento o dovute all’inclinazione della nave,
cilindrici con contrappeso che assicurino la chiusura • riempimento di una cisterna da un’altra supposta
automatica. allagata a causa di un’avaria dello scafo.
b) I dispositivi di chiusura per i quali non sia richiesta la A tale scopo, i tubi di rigurgito devono essere portati
chiusura automatica, possono consistere di un coper- abbastanza in alto al di sopra del massimo galleggia-

196 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

mento o, in alternativa, devono essere sistemate dove un vetro spia nel tubo di rigurgito che indichi quando
necessario valvole di non ritorno. una cassa sta rigurgitando. Tali vetri spia devono essere
c) Devono essere previste sistemazioni tali da impedire sistemati solo su tubi verticali ed in posizione facil-
che un compartimento possa essere allagato dal mare mente visibile.
attraverso i rigurgiti nel caso in cui venga scaricata la
9.3.4 Prescrizioni specifiche per la costruzione dei
sentina di un altro compartimento collegato allo stesso
tubi di rigurgito
collettore di rigurgito. A tale scopo le aperture dei tubi
di rigurgito che scaricano fuori bordo devono essere a) Il diametro interno dei tubi di rigurgito non deve essere
normalmente sistemate al di sopra del massimo galleg- inferiore a 50 mm.
giamento e devono essere munite , dove necessario, di b) In ogni compartimento che può essere riempito con le
valvole di non ritorno sul fasciame esterno, o, in alter- pompe, l’area totale delle sezioni dei tubi di rigurgito
nativa, i tubi rigurgito devono essere portati dalle non deve essere inferiore a 1,25 volte l’area delle
cisterne a un punto al di sopra del massimo galleggia- sezioni dei tubi di riempimento corrispondenti.
mento. c) L’area della sezione del collettore rigurgiti non deve
d) Qualora le casse alte che possono contenere carico essere inferiore all’area totale delle sezioni dei due tubi
liquido o secco o combustibile liquido siano collegate di rigurgito più grandi che scaricano nel collettore.
ad un collettore rigurgiti comune, devono essere prese
misure affinché i liquidi o i vapori provenienti da altri 9.4 Prescrizioni costruttive relative ai tubi
compartimenti non possano entrare in dette casse alte
per le sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti
quando contengono carichi secchi.
e) Quando le cisterne contenenti alternativamente combu- 9.4.1 Materiali
stibile liquido o acqua di zavorra sono collegate ad un a) I tubi delle sonde, sfoghi d’aria e rigurgiti devono essere
collettore comune di rigurgiti devono essere prese d’acciaio o di altro materiale approvato per l’applica-
misure affinché l’acqua di zavorra non possa rigurgitare zione considerata.
nelle cisterne che contengono combustibile liquido e
viceversa. b) Le parti esposte dei tubi delle sonde, sfoghi d’aria e
rigurgiti devono essere costruite in materiali metallici
f) Ulteriori prescrizioni per navi soggette a verifiche della approvati.
stabilità in condizioni di allagamento sono date in
[5.5.3]. 9.4.2 Spessore minimo dei tubi in acciaio
Lo spessore minimo dei tubi in acciaio delle sonde, sfoghi
9.3.3 Casse rigurgiti
d’aria e rigurgiti è dato in Tab 25.
a) Le casse rigurgiti devono avere una capacità sufficiente
per ricevere la mandata delle pompe per almeno 10
Tabella 25 : Spessore minimo dei tubi delle sonde,
minuti.
sfoghi d’aria e rigurgiti
b) Le casse rigurgiti devono avere uno sfogo d’aria in
accordo con [9.1] che può essere utilizzato come tubo Diametro esterno (mm) Spessore minimo (mm) (1)
di rigurgito della stessa cassa. Qualora lo sfogo d’aria
fino a 168,3 4,5
raggiunga un’altezza superiore al battente di progetto
della cassa rigurgiti, devono essere prese misure ade- 177,8 5
guate a limitare il battente idrostatico effettivo della
193,7 5,4
cassa.
Tali dispositivi devono scaricare in una posizione che 219,1 5,9
sia sicura a parere della Società. oltre 244,5 6,3
c) Deve essere sistemato un dispositivo di allarme che
(1) Si applica solo a cisterne strutturali.
segnali quando il liquido raggiunge un livello predeter-
minato nella cassa o in alternativa deve essere sistemato Per casse indipendenti fare riferimento alla Tab 5.

Regolamenti RINA 2008 197


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 26 : Impianti di raffreddamento

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
I = Allarme singolo Impianto Ausiliari
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamento automa- do della
zione
tico riserva
Pressione o flusso in corrispondenza della pompa di L locale
acqua di mare
Pressione o flusso in corrispondenza della pompa L locale
d’acqua dolce
Livello dell’acqua di raffreddamneto nella cassa L locale
d’espansione

198 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 27 : Impianti del combustibile liquido

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamento automa- do della
zione
tico riserva
Livello della cassa rigurgito del combustibile liquido H (1)
Livello nelle tenute ad acqua degli sfoghi d’aria delle H (2)
cisterne del combustibile liquido
Temperatura del combustibile liquido dopo i riscalda- H (4) locale X (5)
tori
Livello della cassa morchie locale
Temperatura delle casse di decantazione e delle casse H (3) locale
servizio del combustibile liquido
Livello del combustibile liquido nella cassa di servizio L+H (1) locale
giornaliera
Temperatura del combustibile liquido nella cassa di H (3) locale
servizio giornaliera
(1) O vetro spia nei tubi di rigurgito
(2) O sistemazione alternativa secondo quanto indicato in [9.1.7] c)
(3) Applicabile quando è previsto un impianto di riscaldamento
(4) O allarme di basso flusso in aggiunta al controllo della temperatura quando riscaldato mediante vapore o altro fluido
(5) Arresto della alimentazione elettrica quando riscaldato elettricamente

9.4.3 Passaggio dei tubi attraverso spazi • acqua dolce,


particolari (1/7/2006)
• olio lubrificante.
a) I tubi sonda e sfoghi aria che passano attraverso stive o
locali refrigerati devono essere opportunamente isolati.
Impianti di raffreddamento ad aria saranno oggetto di consi-
b) Qualora sia permesso che tubi d’acciaio di sonde, sfo- derazione speciale.
ghi d’aria e rigurgiti passino attraverso casse di zavorra o
cisterne di combustibile liquido, essi devono soddisfare
quanto richiesto in [5.2.3]. 10.2 Principi
c) I tubi sonda, sfoghi d’aria e rigurgiti che passano attra-
verso stive del carico devono essere adeguatamente 10.2.1 Generalità
protetti.
Gli impianti di raffreddamento ad acqua di mare ed acqua
9.4.4 Auto-drenaggio dei tubi dolce devono essere sistemati in modo da mantenere entro
I tubi degli sfoghi d’aria e dei rigurgiti devono essere siste- i limiti raccomandati dai Costruttori la temperatura del
mati in modo da essere auto-drenanti quando la nave si fluido raffreddato (olio lubrificante, fluido per impianti ole-
trova in assetto orizzontale. odinamici, aria di sovralimentazione, ecc.) per i macchinari
di propulsione e le apparecchiature essenziali in tutte le
9.4.5 Targhe condizioni di esercizio, comprese le operazioni di avvia-
Devono essere sistemate targhe di identificazione in corri- mento e manovra, a tutti gli angoli d’inclinazione ed alle
spondenza delle parti alte delle sonde e degli sfoghi d’aria. condizioni ambientali specificate in Sez 1.

10 Impianti di raffreddamento 10.2.2 Disponibilità dell’impianto di raffreddamento


L’impianto di raffreddamento deve essere progettato in
10.1 Applicabilità modo che, nel caso in cui un componente essenziale
diventi inoperativo, sia mantenuto il raffreddamento dei
10.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano macchinari per la propulsione. Una riduzione parziale
ad impianti di raffreddamento che usano i seguenti liquidi della capacità propulsiva può tuttavia essere accettata pur-
refrigeranti: chè venga dimostrato che la sicurezza delle operazioni
• acqua di mare, della nave non ne è pregiudicata.

Regolamenti RINA 2008 199


Parte C, Cap 1, Sez 10

10.3 Progetto degli impianti di raffredda- • una pompa di rispetto di portata adeguata che possa
mento ad acqua di mare essere prontamente collegata al circuito di raffred-
damento,
10.3.1 Generalità b) Qualora, nelle navi che abbiano più di un motore per
a) L’acqua di mare di raffreddamento per motori di propul- ciascuna elica o più eliche, ciascun motore abbia il suo
sione, motori ausiliari ed altre apparecchiature essen- proprio circuito di raffreddamento, il secondo sistema
ziali deve poter essere fornita da due fonti diverse. richiesto in [10.3.1] può consistere in:
b) Le pompe di riserva, quando richieste, non devono • un collegamento ad una pompa indipendente, per
essere collegate alla stessa presa a mare cui sono colle- esempio una pompa di zavorra o qualsiasi altra,
gate le altre pompe d’acqua di mare, a meno che ciò • pompa di acqua di mare idonea, di portata ade-
non sia permesso in [10.7.1], b). guata, purché siano prese precauzioni contro la sor-
vrappressione nell'impianto di raffreddamento.
10.3.2 Impianti di raffreddamento
(Vedere [10.7.4], b).
centralizzati (1/7/2002)
• o una pompa completa di rispetto identica a quelle
a) Nel caso di impianti di raffreddamento centralizzati,
collegate ai motori e pronta ad essere collegata al
cioè impianti che servono un gruppo di macchine di
circuito di raffreddamento
propulsione e/o ausiliari, riduttori, compressori ed altre
apparecchiature essenziali, le pompe dell'acqua di Tuttavia questo secondo sistema può essere omesso
mare devono essere sistemate come segue: quando sono fornite giustificazioni sulla sicurezza delle
capacità propulsive e manovriere della nave quando un
• una pompa d'acqua di raffreddamento principale,
circuito di raffreddamento è disabilitato.
che può essere azionata dai motori, di portata suffi-
ciente a fornire acqua di raffreddamento a tutte le 10.3.4 Raffreddamento individuale dei motori
apparecchiature servite, ausiliari
• una pompa di riserva ad azionamento indipendente Qualora ogni motore ausiliario abbia il suo proprio circuito
avente almeno la stessa portata. di raffreddamento non è richiesto il secondo sistema di raf-
b) Nel caso di impianti di raffreddamento serviti da un freddamento.
gruppo di pompe identiche, la portata della pompa di
riserva deve essere soltanto equivalente a quella di una 10.3.5 Raffreddamento degli impianti a vapore
di queste pompe. a) Gli impianti a vapore devono avere:
c) Pompe di zavorra o altre idonee pompe d'acqua di mare • una pompa principale di circolazione,
di portata adeguata possono essere adoperate come • una pompa di riserva capace di assicurare la circola-
pompe di riserva, purché siano presi accorgimenti per zione nel condensatore principale in caso di avaria
impedire sovrappressioni nell'impianto di raffredda- della pompa principale di circolazione.
mento.
b) Qualora l’impianto comprenda più di un’unità propul-
d) Nelle navi che hanno uno o più motori di propulsione, siva. la pompa di riserva non è richiesta, purché sia
ciascuno con una potenza non superiore a 375 kW, la sistemato un branchetto fra le mandate delle pompe di
pompa indipendente di riserva può essere sostituita da circolazione di ogni unità.
una pompa di rispetto completa di portata adeguata che
c) Una presa dinamica può essere accettata in luogo della
possa essere prontamente collegata al circuito di raf-
pompa di circolazione principale, purché sia sistemata
freddamento.
un’apparecchiatura ulteriore che assicuri la circolazione
e) Nel caso di impianti di raffreddamento centralizzati che d’acqua di mare al condensatore durante le manovre
servono un unico gruppo di motori ausiliari, il secondo della nave. Tale apparecchiatura può essere:
mezzo di raffreddamento può consistere in un collega- • un’ulteriore pompa indipendente
mento ad una pompa d'acqua di raffreddamento per
l'impianto di propulsione, purché tale pompa abbia una • o un collegamento ad una pompa disponibile di
portata sufficiente a fornire acqua di raffreddamento ai capacità adeguata.
motori di propulsione ed ai motori ausiliari.
10.3.6 Raffreddamento di altre apparecchiature
essenziali
10.3.3 Raffreddamento individuale dei motori di
propulsione (1/7/2002) a) Il secondo sistema di raffreddamento richiesto in
a) Gli impianti di raffreddamento individuali dei motori di [10.3.1] per apparecchiature essenziali può consistere
propulsione devono comprendere almeno: in un collegamento ad una pompa di zavorra o ad
un’altra pompa d’acqua di mare idonea di portata ade-
• una pompa principale d'acqua di raffreddamento,
guata purché siano prese le precauzioni necessarie con-
che può essere azionata dal motore,, tro eventuali sovrapressioni dell’impianto di
• una pompa di riserva azionata indipendentemente raffreddamento. (Vedere [10.7.4], voce b).
Qualora la potenza del motore non superi 375 kW, pos- b) Tuttavia, qualora tale apparecchiatura essenziale sia
sono essere accettate le sistemazioni seguenti: duplicata, il sistema secondario può essere omesso qua-
• una pompa principale d'acqua di raffreddamento, lora siano fornite giustificazioni sulla sicurezza delle
che può essere azionata dal motore, capacità propulsive e manovriere della nave con il cir-

200 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

cuito di raffreddamento di una apparecchiatura disabili- 10.6 Comandi e controlli


tato.
10.6.1 Generalità (1/7/2006)
10.4 Progetto degli impianti di raffredda- Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
mento ad acqua dolce aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [10.6].
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
10.4.1 Generalità anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
Gli impianti di raffreddamento ad acqua dolce devono
essere progettati in accordo con le prescrizioni applicabili 10.6.2 Devono essere sistemati allarmi per gli impianti
in [10.3]. d’acqua di raffreddamento secondo le prescrizioni in
Tab 26, in aggiunta a quelli stabiliti per i motori diesel in
10.4.2 Impianti di raffreddamento Sez 2 e per gli impianti a vapore in Sez 4.
a) Gli impianti di raffreddamento ad acqua dolce delle Nota 1: Alcune deroghe alla Tab 26 possono essere accettate dalla
Società nel caso di navi con notazione di navigazione limitata.
apparecchiature essenziali devono comprendere
almeno:
10.7 Sistemazione degli impianti di raffredda-
• una pompa principale d’acqua di raffreddamento,
che può essere azionata dall’apparecchiatura, mento
• una pompa di riserva indipendente. 10.7.1 Prese dal mare
b) La pompa di riserva può essere omessa purché sia siste- a) Devono essere sistemate almeno due prese dal mare in
mato un collegamento d’emergenza con un idoneo accordo con le prescrizioni in [2.8], una per ciascun
impianto di acqua di mare e sia sistemato un idoneo mezzo di raffreddamento prescritto in [10.3.1].
dispositivo di scambio. Devono essere prese precau-
b) Le due prese dal mare possono essere collegate da una
zioni per evitare la sovrapressione nell’impianto di raf-
traversa che alimenti sia la pompa di raffreddamento
freddamento come indicato in [10.7.4], b).
princpale che la pompa di raffreddamento di riserva.
c) La pompa di riserva può essere omessa anche nel caso
c) Quando il secondo mezzo di raffreddamento è una
di ridondanza dell’apparecchiatura raffreddata.
pompa di rispetto, le due prese dal mare devono essere
sistemate in ogni caso, ed entrambe devono essere col-
10.4.3 Casse d’espansione
legate alla pompa principale di raffreddamento.
Le casse d’espansione dell’acqua dolce devono essere
d) Le prese dal mare devono comprendere una presa bassa
munite di almeno:
progettata in modo da restare immersa in ogni condi-
• un dispositivo per la de-aerazione, zione di navigazione normale.
• un indicatore del livello dell’acqua, In genere deve essere sistemata una presa dal mare su
• un collegamento per il riempimento, ciascun lato della nave.

• un drenaggio. e) Una delle prese dal mare può essere quella della pompa
di zavorra o della pompa per servizi generali.
10.4.4 Rivelazione del combustibile liquido o
dell’olio lubrificante 10.7.2 Refrigeranti
Negli impianti di raffreddamento d’acqua dolce che com- a) I refrigeranti devono avere valvole di intercettazione agli
prendono scambiatori di calore con combustibile liquido o ingressi ed alle uscite.
olio lubrificante deve essere sistemato un dispositivo per la b) I refrigeranti esterni allo scafo (casse di raffreddamento
rivelazione di contaminazioni dell’acqua dal combustibile o chiglie condotto) devono avere valvole di intercetta-
liquido o dall’olio lubrificante. zione in corrispondenza del fasciame esterno.

10.5 Progetto degli impianti di raffredda- 10.7.3 Filtri


mento ad olio a) Qualora i motori di propulsione ed ausiliari per servizi
essenziali siano raffreddati direttamente da acqua di
10.5.1 Generalità mare, devono essere sistemati filtri in corrispondenza
dell’aspirazione delle pompe di raffreddamento sia in
Gli impianti di raffreddamento ad olio devono essere pro-
servizio normale che in emergenza.
gettati secondo le prescrizioni applicabili in [10.3].
b) Tali filtri devono essere sistemati in modo che essi pos-
10.5.2 Mezzi secondari per il raffreddamento sono essere puliti senza interrompere la mandata
Il secondo mezzo di raffreddamento richiesto in [10.3.1] dell’acqua di raffreddamento.
può consistere in un collegamento soddisfacente ad una
pompa olio lubrificante di portata sufficiente. Devono 10.7.4 Pompe
essere prese precauzioni contro la sovrapressione a) Le pompe di raffreddamento la cui pressione di man-
nell’impianto di raffreddamento. data può essere superiore alla pressione di progetto

Regolamenti RINA 2008 201


Parte C, Cap 1, Sez 10

della tubolatura devono avere una valvola di sicurezza 11.2.2 Disponibilità degli impianti del combustibile
secondo quanto indicato in [2.5]. liquido
b) Qualora la pompa per servizi generali, le pompe di a) Gli impianti del combustibile liquido devono essere
zavorra o le altre pompe possano essere collegate progettati in modo tale che, nel caso in cui una qualsiasi
all’impianto di raffreddamento, devono essere prese delle apparecchiature ausiliarie essenziali dell’impianto
precauzioni secondo quanto indicato in [2.5] per evi- diventi non funzionante, la mandata di combustibile
tare la sovrapressione di qualsiasi parte dell’impianto di liquido alle caldaie ed ai motori possa essere mantenuta
raffreddamento. (vedere anche [11.2.1] a)). Una riduzione parziale della
capacità propulsiva può tuttavia essere accettata purché
10.7.5 Sfoghi d’aria il sicuro funzionamento della nave non ne sia pregiudi-
Devono essere sistemati rubinetti nei punti più alti del cato.
sistema di raffreddamento dei motori per sfogare l’aria od i b) I depositi del combustibile liquido devono essere siste-
gas che dovessero accumularsi. Nel caso di impianti di raf- mati in modo tale che, nel caso di danneggiamento di
freddamento chiusi ad acqua dolce, il rubinetto deve essere un qualsiasi deposito, non avvenga la perdita completa
collegato alla cassa d’espansione. della disponibilità di combustibile liquido per i servizi
essenziali.
11 Impianti del combustibile liquido c) Qualora i motori e le caldaie funzionino con combusti-
bili pesanti, devono essere previsti sistemi atti ad ali-
11.1 Applicabilità mentarli con combustibili che non richiedano di essere
riscaldati.
11.1.1 Scopo
Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a tutti gli 11.3 Generalità
impianti del combustibile liquido che alimentano ogni tipo
di apparecchiatura. 11.3.1 Sistemazione degli impianti del combustibile
liquido
11.1.2 Prescrizioni che si applicano agli impianti del a) Nelle navi nelle quali è adoperato combustibile liquido,
combustibile liquido non contenute nella la sistemazione per il deposito, la distribuzione e l’uti-
presente Sezione (1/1/2007)
lizzazione del combustibile liquido deve essere tale da
Ulteriori prescrizioni sono date: assicurare la sicurezza della nave e del personale a
• per i depositi indipendenti di combustibile liquido, in bordo.
App 4, b) Devono essere rispettate le prescrizioni in [5.10].
• per le apparecchiature per l’alimentazione del combu-
stibile liquido che fanno parte dei motori, turbine a gas, 11.3.2 Prescrizioni per impedire sovrapressioni
caldaie, riscaldatori di fluido diatermico ed inceneritori, Devono essere prese misure adeguate per impedire sovra-
nelle sezioni corrispondenti, pressioni di qualsiasi deposito e qualsiasi parte
• per la sistemazione ed i dimensionamenti dei depositi dell’impianto del combustibile liquido. Le eventuali valvole
che fanno parte della struttura della nave, nella Parte B, di sicurezza devono scaricare in una posizione sicura.
Capitolo 2 e Parte B, Capitolo 7.
11.3.3 Ventilazione
11.2 Principi La ventilazione dei locali macchine deve essere sufficiente
in tutte le condizioni normali per impedire l’accumulo di
11.2.1 Generalità vapori di combustibile liquido.
a) Gli impianti del combustibile liquido devono essere 11.3.4 Accessi
progettati in modo da assicurare che il combustibile
liquido fornito ai motori ed alle caldaie abbia caratteri- I locali, nei quali il combustibile liquido è sistemato o
stiche adeguate (grado di purezza, viscosità, pressione). maneggiato, devono essere facilmente accessibili.

b) Gli impianti di combustibile liquido devono essere pro-


gettati in modo da impedire:
11.4 Progetto degli impianti di riempimento e
di travaso del combustibile liquido
• rigurgiti o fuoriuscite di combustibile liquido dai
depositi, tubi, accessori, ecc., 11.4.1 Generalità
• che il combustibile liquido venga in contatto con a) Deve essere sistemato un impianto di pompe e tubola-
fonti d’ignizione, ture per il riempimento ed il travaso del combustibile
• surriscaldamento e addensamento del combustibile liquido.
liquido.
b) Devono essere sistemati impianti che permettano il tra-
c) I combustibili liquidi usati per motori e caldaie devono vaso del combustibile liquido da qualsiasi deposito,
avere un punto di infiammabilità in accordo con le pre- cassa di decantazione o cassa di sevizio ad un altra
scrizioni in Sez 1. cassa.

202 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

11.4.2 Impianto di riempimento casse stesse possano costituire un pericolo cadendo su


a) I tubi di riempimento dei depositi di combustibile superfici calde.
liquido devono terminare sul ponte scoperto o in sta- b) Le casse ed i depositi del combustibile liquido non
zioni di pompaggio separate da altri spazi e ventilate devono essere sistemati immediatamente al di sopra di
efficacemente. Mastre e drenaggi adeguati devono caldaie o in posizioni nelle quali potrebbero essere sog-
essere sistemati per raccogliere possibili stillicidi gette ad alte temperature, a meno che ciò non sia accet-
durante le operazioni di riempimento. tato dalla Società in base a considerazioni speciali. In
b) Devono essere prese misure per impedire la sovrapres- genere la distanza fra le casse del combustibile liquido
sione nelle tubolature di riempimento che sono servite e le caldaie non deve essere inferiore a 450 mm. Qua-
dalle pompe di bordo. Qualora valvole di sicurezza lora le caldaie siano situate al di sopra di un doppio
siano sistemate per questo scopo, esse devono scaricare fondo adibito a cassa del combustibile liquido, la
nella cassa rigurgiti indicata in [9.3.3] o in un’altra distanza tra il cielo della cassa nel doppio fondo e la
posizione sicura ritenuta soddisfacente. parte metallica più bassa della caldaia non deve essere
inferiore a:
11.4.3 Indipendenza delle tubolature di travaso del • 750 mm per caldaie a tubi d’acqua,
combustibile liquido • 600 mm per caldaie cilindriche.
Eccetto per quanto permesso in [11.4.5], l’impianto di tra-
c) Per quanto possibile le casse del combustibile liquido
vaso del combustibile liquido deve essere completamente
devono far parte delle strutture della nave e devono
separato dagli altri impianti della nave.
essere sistemate al di fuori dei locali macchine di cate-
11.4.4 Travaso contemporaneo di combustibile goria A. Qualora casse del combustibile liquido, diverse
liquido ed acqua di zavorra da doppi fondi, debbano necessariamente essere siste-
mate entro locali macchine di categoria A o in locali
Qualora, subordinatamente alle prescrizioni in [7.1.3], le
adiacenti, almeno uno dei lati verticali della cassa deve
cisterne siano adoperate alternativamente per contenere
essere adiacente alla delimitazione del locale mac-
combustibile liquido ed acqua di zavorra, la sistemazione
chine; la cassa deve avere preferibilmente un lato
della tubolatura deve essere tale che il combustibile liquido
comune col doppio fondo e la superficie comune tra
possa essere travasato per mezzo di pompe del combusti-
cassa e locale macchine deve essere la minima possi-
bile liquido a o da un’altra cisterna qualsiasi contempora-
bile.Qualora tali casse siano sistemate entro le delimita-
neamente all’impiego delle pompe di zavorra.
zioni locali macchine di categoria A, esse non devono
11.4.5 Trasporto alternativo di combustibile liquido, contenere combustibili con punto d’infiammabilità infe-
acqua di zavorra o altri carichi liquidi o solidi riore a 60 °C.
Qualora certi compartimenti possano contenere alternativa- Nota 1: I locali macchine di categoria A sono definiti in Cap 4,
Sez 1.
mente combustibile liquido, acqua di zavorra ed altri cari-
chi liquidi o solidi, i tubi di travaso che riempiono questi d) La sistemazione delle casse del combustibile liquido
compartimenti devono avere flange cieche od altri appro- deve essere secondo le prescrizioni della Parte B,
priati dispositivi di scambio. Capitolo 2, in particolare per quanto riguarda la siste-
mazione di intercapedini, la separazione tra le casse ed
11.4.6 Pompe di travaso i depositi del combustibile liquido e gli altri spazi della
a) Devono essere sistemati almeno due dispositivi di tra- nave e la protezione di queste casse e depositi contro
vaso. Uno di questi dispositivi deve essere una pompa ogni aumento della temperatura al di fuori della norma.
ad azionamento meccanico. L’altro può consistere in: e) Si richiama l’attenzione alle prescrizioni della Parte E,
• una pompa di riserva, Cap 7, Sez 4 per quanto riguarda la separazione dei
depositi del combustibile liquido dalle zone del carico.
• o, alternativamente, un collegamento d’emergenza
con un’altra pompa appropriata. 11.5.2 Uso di casse indipendenti per il combustibile
Nota 1: Se sistemati, gli impianti di depurazione possono essere liquido
accettati come dispositivo di travaso. a) In genere l’uso di casse indipendenti per il combustibile
b) Qualora necessario, deve essere sistemata una valvola liquido deve essere evitato, con l’eccezione delle navi
di sicurezza sul lato della mandata delle pompe di tra- da carico, in cui il loro uso è ammesso nei locali mac-
vaso che scarichi in corrispondenza dell’aspirazione chine di categoria A.
della pompa o in qualsiasi altra posizione ritenuta sod- b) Per il progetto e l’installazione delle casse indipendenti,
disfacente. fare riferimento a App 4.

11.5 Sistemazione delle casse e dei depositi 11.6 Progetto dei depositi e delle casse per il
del combustibile liquido combustibile liquido
11.5.1 Posizione delle casse del combustibile 11.6.1 Generalità
liquido Le casse di deaerazione, di raccolta, ecc. devono essere
a) Non devono essere sistemate casse del combustibile considerate come casse del combustibile liquido, ai fini
liquido in posizioni nelle quali stillicidi o perdite dalle dell’applicazione delle prescrizioni del presente sottoarti-

Regolamenti RINA 2008 203


Parte C, Cap 1, Sez 10

colo [11.6], e, in particolare, per le prescrizioni sulle val- 11.6.6 Sfoghi d’aria e rigurgiti
vole. Gli sfoghi d’aria ed i rigurgiti sono soggetti alle prescrizioni
Le casse con un volume inferiore a 500 l saranno oggetto di in [9.1] e [9.3].
considerazione speciale da parte della Società.
11.6.7 Tubi sonda ed indicatori di livello
11.6.2 Dimensionamento a) Devono essere sistemati dispositivi sicuri ed efficienti
a) I dimensionamenti dei depositi e delle casse per il com- per determinare la quantità di combustibile liquido con-
bustibile liquido che fanno parte della struttura della tenuta in qualsiasi deposito del combustibile liquido.
nave sono soggetti alle prescrizioni della Parte B, b) I tubi sonda dei depositi del combustibile liquido sono
Capitolo 7. soggetti alle prescrizioni in [9.2].
b) I dimensionamenti delle casse e dei depositi del combu- c) Indicatori di livello in accordo con le prescrizioni in
stibile liquido che non fanno parte della struttura della [2.9.2] possono essere adoperati in luogo dei tubi
nave devono essere in accordo con le disposizioni di sonda.
cui in App 4. Quei casi che non sono contemplati nelle
tabelle dell’appendice in questione saranno oggetto di d) Rubinetti di livello non devono essere adoperati per
considerazione speciale da parte della Società. accertare i livelli nei depositi.

11.6.3 Tubi di aspirazione e tubi di riempimento 11.7 Progetto dell’impianto di riscaldamento


a) Tutti i tubi d’aspirazione dalle casse e dai depositi del del combustibile liquido
combustibile liquido, inclusi quelli nei doppi fondi,
devono essere muniti di valvole. 11.7.1 Generalità
b) I tubi di riempimento dei depositi possono essere anche a) Qualora si adoperi combustibile liquido pesante, deve
adoperati per l’aspirazione. essere sistemato un appropriato impianto di riscalda-
mento nei depositi, e nelle casse di decantazione e di
c) Qualora i tubi di riempimento delle casse e dei depositi
servizio, per assicurare che il combustibile liquido
del combustibile liquido non siano collegati alla parte
abbia la corretta fluidità e che le pompe funzionino effi-
alta di detti casse e depositi, essi dovranno avere valvole
cacemente.
di non ritorno alle loro estremità, a meno che essi non
siano muniti di valvole sistemate secondo le prescri- b) Quando necessario per il pompaggio, un sistema di
zioni di cui in [11.6.4]. riscaldamento deve essere sistemato nei depositi di
combustibili pesanti.
11.6.4 Controllo a distanza delle valvole (1/7/2004) c) Quando necessario, pompe, filtri, tubi ed accessori
a) Ogni tubo del combustibile liquido che, se danneg- devono avere dispositivi idonei di riscaldamento.
giato, permetterebbe al combustibile liquido di fuoriu-
d) Quando i motori principali o ausiliari sono alimentati
scire da un deposito, una cassa di decantazione o una
da combustibili che necessitano di riscaldamento,
cassa di servizio giornaliera, avente una capacità uguale
devono essere prese misure affinché i motori possano
o superiore a 500 l, situata al di sopra del doppio fondo,
ancora funzionare se uno degli impianti di riscalda-
deve avere un rubinetto o una valvola sistemati diretta-
mento o la sua fonte d’energia di riscaldamento venga a
mente sulla cassa; deve essere possibile chiudere la val-
mancare. Tali sistemazioni possono consistere in un’ali-
vola da una posizione sicura al di fuori dello spazio in
mentazione alternativa dei motori, come indicato in
cui è sistemata la cassa in questione, nel caso di un
[11.9.2].
incendio in detto spazio.
Nota 1: Per la posizione dei comandi a distanza, fare riferimento a 11.7.2 Impianti di riscaldamento dei
[11.10.4], c). depositi (1/7/2004)
b) Tali valvole e rubinetti devono anche comprendere a) Il combustibile liquido nei depositi non deve essere
dispositivi di comando locali e in corrispondenza dei riscaldato a temperature entro 10 °C al di sotto del
comandi, a distanza e locali, deve essere possibile veri- punto di infiammabilità del combustibile liquido. Com-
ficare se essi sono aperti o chiusi. (Vedere [2.7.3]). bustibili liquidi nelle casse di servizio, nelle casse di
c) Nel caso particolare di casse alte situate in corrispon- decantazione e in qualsiasi altra cassa nell’impianto di
denza di gallerie d'alberi, gallerie tubi o spazi simili, alimentazione possono essere riscaldati al di sopra di
devono essere sistemate le valvole sulle casse, ma il tale limite, purché:
comando, nel caso d'incendio, può essere effettuato per • la lunghezza del tubo dello sfogo d'aria dalla cassa
mezzo di un'ulteriore valvola sul tubo o sui tubi al di e/o un dispositivo di raffreddamento siano sufficienti
fuori della galleria o spazio similare. Se tale valvola a raffreddare i vapori fino ad una temperatura infe-
aggiuntiva è sistemata nel locale macchine, essa deve riore di almeno 10 °C rispetto al punto d'infiamma-
essere azionabile da una posizione al di fuori di tale bilità del combustibile liquido e sia sistemato un
spazio. sensore di temperatura nello sfogo d’aria, tarato in
modo da provocare un allarme se la temperatura
11.6.5 Tubi di drenaggio dovesse superare il limite stabilito di 10 °C al di
I tubi di drenaggio, se sistemati, devono avere valvole o sotto del punto di infiammabilità del combustibile
rubinetti a chiusura automatica. liquido, oppure lo scarico dello sfogo d'aria sia ubi-

204 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

cato a 3 metri di distanza da qualsiasi sorgente di 11.8 Progetto dell’impianto di trattamento del
ignizione, combustibile liquido
• appropriate retine tagliafiamma siano sistemate sui 11.8.1 Generalità
tubi di sfogo gas,
a) I combustibili pesanti adoperati nei motori diesel
• non esistano aperture dagli spazi contenenti vapore devono essere depurati e filtrati secondo le prescrizioni
delle casse del combustibile liquido verso il locale del Costruttore del motore.
macchine (passi d’uomo imbullonati sono accetta- b) Devono essere prese misure atte ad impedire l’ingresso
bili), involontario di combustibile liquido non depurato entro
le casse servizio giornaliere, in particolare attraverso
• non siano sistemati spazi chiusi direttamente al di l’impianto di rigurgito.
sopra delle casse del combustibile liquido, ad ecce-
zione di intercapedini ben ventilate, 11.8.2 Drenaggi
a) Le casse di decantazione o, qualora casse di decanta-
• non siano sistemate apparecchiature elettriche nello
zione non siano sistemate, le casse di servizio giorna-
spazio vapore dei depositi, a meno che esse non
liero, devono essere munite di dispositivi di drenaggio
siano certificate a sicurezza intrinseca. che permettano l’evacuazione d’acqua ed impurità che
b) La temperatura del fluido di riscaldamento non deve potrebbero accumularsi nelle parti inferiori di dette
casse.
superare 220 °C.
b) Devono essere sistemati mezzi efficaci per drenare
c) In ogni cassa riscaldata devono essere sistemati sensori acqua oleosa che possa sfuggire dai suddetti drenaggi.
di controllo automatici che mantengano la temperatura
del combustibile liquido al di sotto dei limiti prescritti in 11.8.3 Depuratori (1/1/2007)
a). a) Qualora il combustibile liquido necessiti di essere
depurato, devono essere sistemati a bordo almeno due
d) Le casse riscaldate devono essere munite di dispositivi depuratori, ciascuno dei quali sia capace di depurare
per la misurazione della temperatura. efficacemente la quantità di combustibile liquido neces-
saria per l’esercizio normale dei motori.
11.7.3 Riscaldatori del combustibile liquido Nota 1: Per navi con notazione di navigazione limitata che adope-
rano un combustibile liquido che necessiti di essere depurato,
a) Quando vengono adoperati nell’impianto del combusti- un solo depuratore può essere accettabile.
bile liquido, riscaldatori a vapore o con altri fluidi essi
b) La capacità del depuratore di riserva può essere infe-
devono essere muniti di almeno un allarme di alta tem- riore a quella richiesta in a), in base a considerazioni
peratura o un allarme di basso flusso in aggiunta speciali della Società sulle sistemazioni delle casse di
all’indicazione della temperatura, eccetto quando non servizio del combustibile liquido adottate per soddisfare
sia possibile che vengano raggiunte temperature perico- le prescrizioni in [11.9.2].
lose per l’ignizione del combustibile liquido.
c) Il depuratore di riserva può essere usato anche per altri
b) Deve essere per quanto possibile evitato il riscalda- servizi.
mento del combustibile liquido mediante dispositivi d) Ogni depuratore deve avere un allarme nel caso di gua-
elettrici. sti che potrebbero influenzare la qualità del combusti-
bile liquido depurato.
c) Tuttavia, quando sono sistemati dispositivi di riscalda-
mento elettrico, devono essere prese misure per assicu- 11.9 Progetto dell’impianto d’alimentazione
rare che gli elementi riscaldanti siano permanentemente
del combustibile liquido
sommersi durante l’esercizio. Deve essere sistemato un
termostato di sicurezza per impedire in ogni caso che la 11.9.1 Generalità (1/7/2004)
temperatura superficiale raggiunga o superi 220 °C.
a) Nelle navi sulle quali sono adoperati combustibili
Esso deve essere: pesanti e combustibili diesel di tipo marino, deve essere
• indipendente dal sensore di controllo automatico sistemato un dispositivo per passare da un tipo di com-
della temperatura, bustibile liquido all’altro. Tale impianto deve essere pro-
gettato in modo da impedire:
• progettato in modo da intercettare l’alimentazione • il surriscaldamento del combustibile diesel di tipo
elettrica nel caso di temperatura eccessiva, marino,

• provvisto di un sistema di ripristino manuale. • l’ingresso involontario di combustibile liquido


pesante nelle casse di combustibile diesel di tipo
d) I riscaldatori del combustibile liquido devono essere marino.
muniti di valvole di sicurezza che scarichino sull’aspira- b) Se necessario, dovranno essere presi accorgimenti per
zione della relativa pompa o in un’altra posizione rite- raffreddare il combustibile diesel di tipo marino dalle
nuta soddisfacente. tubolature di ritorno dei motori.

Regolamenti RINA 2008 205


Parte C, Cap 1, Sez 10

11.9.2 Casse di servizio del combustibile liquido bustibile liquido deve comprendere almeno due unità,
(1/1/2001) ciascuna delle quali provvista di:
a) Devono essere sistemate due casse di servizio del com- • un filtro all’aspirazione,
bustibile liquido, o sistemazioni equivalenti, per ogni • una pompa indipendente,
tipo di combustibile liquido adoperato a bordo per la
• un riscaldatore per combustibili pesanti,
propulsione ed impianti vitali, la cui capacità sia suffi-
ciente per il funzionamento di almeno 8 ore • e un filtro allo scarico.
dell’impianto di propulsione alla massima potenza con- b) Sistemazioni alternative che adoperino filtri doppi sono
tinuativa e degli impianti di generazione di energia elet- accettabili purché ciascun elemento di detti filtri possa
trica per le normali operazioni in mare. essere pulito mentre l’altro è in funzione.
b) Qualora i motori principali, i motori ausiliari e le cal- c) L’impianto d’alimentazione del combustibile liquido
daie funzionino con combustibile liquido pesante, le deve essere capace di fornire il combustibile liquido
seguenti sistemazioni equivalenti possono essere accet- necessario per la generazione di una quantità di vapore
tate per le casse di servizio del combustibile liquido: sufficiente per la propulsione ed i servizi essenziali con
un’unità non funzionante.
• una cassa di servizio di combustibile liquido
pesante con capacità di almeno 8 ore di funziona- d) Una valvola a chiusura rapida deve essere sistemata
mento dell’impianto di propulsione alla massima sulla mandata del combustibile liquido ai bruciatori di
potenza continuativa, dell’impianto di generazione ciascuna caldaia e sistemata in modo tale da poter
di energia elettrica per le normali operazioni in essere azionata facilmente nel caso d’emergenza o
mare e delle caldaie ausiliarie, localmente o a distanza.
e) Deve essere possibile bloccare automaticamente l’ali-
• una cassa di servizio di combustibile liquido diesel
mentazione del combustibile liquido ai bruciatori
di tipo marino con capacità di almeno 8 ore di fun-
quando richiesto in Sez 3, [5.1.8].
zionamento dell’impianto di propulsione alla mas-
sima potenza continuativa, dell’impianto di f) I bruciatori sono soggetti alle prescrizioni in Sez 3,
generazione di energia elettrica per le normali ope- [2.2.5].
razioni in mare e delle caldaie ausiliarie. g) Qualora i bruciatori siano forniti di dispositivo di ritorno
c) Qualora i motori principali e le caldaie ausiliarie fun- del combustibile liquido all’aspirazione della pompa o
zionino con combustibile liquido pesante ed i motori ad altre parti in pressione, devono essere sistemati
ausilari funzionino con combustibile diesel di tipo dispositivi di non ritorno per impedire al combustibile
marino, le seguenti sistemazioni equivalenti possono liquido di fluire indietro verso il bruciatore quando l’ali-
essere accettate per le casse di servizio del combustibile mentazione del combustibile liquido è sospesa.
liquido: h) Per la prima accensione delle caldaie principali è
richiesto un sistema di alimentazione del combustibile
• una cassa di servizio del combustibile liquido
liquido ausiliaria che non richieda energia da terra.
pesante con capacità di almeno 8 ore di funziona-
mento dell’impianto di propulsione alla massima i) Se il combustibile liquido è fornito per gravità, deve
potenza continuativa, e delle caldaie ausiliarie per essere sistemato un filtro doppio in accordo con le pre-
le normali operazioni in mare, scrizioni in a) sulla tubolatura d’alimentazione.
• due casse di servizio del combustibile diesel di tipo j) Gli impianti di alimentazione del combustibile liquido
marino, ciascuna delle quali con una capacità di devono essere completamente separati dagli impianti
almeno la maggiore fra: d’alimentazione dell’acqua, sentina, zavorra ed altri
impianti di tubolarure.
• 8 ore di funzionamento dei motori ausiliari per
le normali operazioni in mare, 11.9.4 Alimentazione di combustibile liquido ai
motori a combustione interna (1/7/2002)
• 4 ore di funzionamento dell’impianto di propul-
sione alla massima potenza continuativa, a) Le aspirazioni delle pompe del combustibile liquido del
dell’impianto di generazione di energia elettrica motore devono essere sistemate in modo tale da impe-
per le normali operazioni in mare e delle caldaie dire il pompaggio d'acqua e residui che potrebbero
ausiliarie. accumularsi per decantazione nel fondo delle casse di
servizio.
Nota 1: Non è necessario applicare la prescrizione in [11.9.2] a
navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton e destinate a ser- b) I motori a combustione interna di propulsione devono
vizio di navigazione limitata. avere almeno due filtri, o simili apparecchiature, siste-
mati in modo che si possa eseguire la manutenzione di
11.9.3 Alimentazione di combustibile liquido alle uno dei filtri mentre l'altro è in uso.
caldaie (1/7/2002) Nota 1: Qualora l'impianto di propulsione consista in:

a) Nelle navi in cui sono installate caldaie che bruciano • due o più motori, ciascuno col proprio filtro, o
combustibile liquido sotto pressione per la produzione • un motore di potenza non superiore a 375 kW,
di vapore per macchinari di propulsione o ausiliari per il secondo filtro può essere sostituito con un filtro di rispetto
servizi essenziali, l'impianto di alimentazione del com- prontamente accessibile e facile da sostituire.

206 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

c) I filtri del combustibile liquido in parallelo devono loro capacità di prevenire perdite di combustibile
essere sistemati in modo tale da ridurre al minimo la liquido durante l'esercizio e dopo la manutenzione.
possibilità che un filtro in pressione venga aperto per
k) Nelle installazioni con più motori alimentati dalla stessa
errore.
sorgente di combustibile, devono essere provvisti mezzi
Gli involucri dei filtri devono essere muniti di idonei per intercettare la mandata ed il riflusso del combusti-
dispositivi atti a: bile dei singoli motori. I mezzi di intercettazione non
• sfogare l'aria al momento in cui vengono messi in devono influenzare il funzionamento degli altri motori e
servizio, devono poter essere azionati da una posizione che non
possa essere resa inaccessibile da un incendio su uno
• depressurizzarli prima che vengano aperti. qualsiasi dei motori.
Valvole o rubinetti adoperati a tale scopo devono essere
l) Per i tubi del combustibile liquido ad alta pressione,
muniti di tubi di drenaggio che scarichino in posizioni
fare riferimento alla Sez 2.
sicure.
d) I filtri del combustibile liquido devono essere sistemati
in modo che, nel caso di perdite, il combustibile liquido
11.10 Comandi e controlli
non possa essere proiettato sul collettore di scarico.
11.10.1 Generalità (1/7/2006)
e) Quando è sistemata una pompa di spinta del combusti-
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
bile liquido essenziale per il funzionamento del motore
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [11.10].
principale, deve essere sistemata anche una pompa di
riserva collegata in modo da essere pronta per uso Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
immediato. anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
La pompa di riserva può essere sostituita da una pompa
di rispetto completa di portata adeguata e pronta da col- 11.10.2 Controlli
legare, nei casi seguenti: Gli impianti del combustibile liquido devono essere dotati
• quando vi sono due o più motori principali, cia- degli allarmi e delle sicurezze indicate in Tab 27.
scuno con la sua propria pompa di spinta, Nota 1: Alcune deroghe alla Tab 27 potranno essere accettate dalla
Società per navi con notazione di navigazione limitata.
• nelle navi il cui motore principale ha una potenza
non superiore a 375 kW.
11.10.3 Comandi automatici
f) Qualora i combustibili richiedano preriscaldamento per
Dispositivi per il controllo automatico della temperatura
ottenere una viscosità adeguata al momento dell'inie-
devono essere sistemati su:
zione nel motore, devono essere sistemate nella tubola-
tura del combustibile liquido le apparecchiature • riscaldatori a vapore o ad altri fluidi,
seguenti:
• riscaldatori elettrici.
• un dispositvo di controllo della viscosità,
• due preriscaldatori, di cui uno di riserva a quello in 11.10.4 Comandi a distanza
servizio. a) La sistemazione dei comandi a distanza delle valvole
g) Il combustibile liquido in eccesso proveniente dalla sulle casse del combustibile liquido è soggetta alle pre-
pompa o dall'iniettore deve essere riportato alla cassa di scrizioni in [11.6.4].
servizio, alla cassa di decantazione, o ad un'altra cassa b) L’alimentazione di energia a:
predisposta per questo scopo.
• pompe dei bruciatori del combustibile liquido,
h) Le casse di deaerazione sistemate sulle tubolature di
ritorno in pressione del combustibile liquido devono • pompe di travaso ed altre pompe dell’impianto del
essere munite di almeno: combustibile liquido,

• una valvola automatica di sfogo o un dispositivo • depuratori del combustibile liquido,


equivalente che scarichi nella cassa di servizio gior- deve essere tale da poter essere fermata da una posi-
naliera, zione entro lo spazio che contiene dette pompe e da
• una valvola di non ritorno sulla tubolatura di ritorno un’altra posizione sistemata al di fuori dello spazio in
dai motori. questione e sempre accessibile nel caso di incendio in
detto spazio.
i) I componenti dell'impianto del combustibile di un
motore diesel devono essere progettati considerando la c) I comandi a distanza delle valvole sistemate sulla cassa
massima pressione di picco che si può verificare in eser- del combustibile liquido per il generatore d’emergenza
cizio, comprese le pulsazioni dell'alta pressione che devono essere in una posizione separata da quelli delle
sono generate e ritrasmesse sulla mandata e sul riflusso altre valvole sistemate sulle casse nel locale apparato
del combustibile dall'azione delle pompe di iniezione. motore.
j) I collegamenti tra le linee di mandata e di riflusso del d) Le posizioni dei comandi a distanza sono anche sog-
combustibile devono essere costruiti tenendo presenti la gette alle prescrizioni nel Capitolo 3.

Regolamenti RINA 2008 207


Parte C, Cap 1, Sez 10

11.11 Fabbricazione degli impianti di tubola- le caldaie, acqua dolce o carichi liquidi, a meno che
ture del combustibile liquido essi non siano contenuti entro gallerie tubi.

b) I tubi di travaso che passano attraverso le cisterne di


11.11.1 Materiali (1/7/2002)
zavorra devono soddisfare quanto richiesto in [5.2.3].
a) I tubi del combustibile liquido e le loro valvole devono
essere in acciaio o altro materiale approvato, eccetto 11.12.2 Passaggio di tubi attraverso casse del
quando può essere accettato l'uso di tubi flessibili, pur- combustibile liquido
ché essi soddisfino alle prescrizioni in [2.6.2].
Tubi di acqua d’alimento delle caldaie, acqua dolce o tubi
b) Qualora la Società possa permettere di convogliare olio di carichi liquidi non devono passare attraverso casse del
e combustibili liquidi attraverso locali di alloggio e di combustibile liquido a meno che essi non siano contenuti
servizio, i tubi che convogliano detti fluidi devono entro gallerie tubi.
essere di un materiale approvato dalla Società tenendo
presente il rischio di incendio.
12 Impianti dell’olio lubrificante
c) Acciaio o ghisa nodulare possono essere accettati per
valvole sotto battente collegate alle casse del combusti-
bile liquido. Tuttavia, valvole di ghisa grigia possono 12.1 Applicabilità
essere adoperate in tubolature del combustibile liquido
in cui la pressione di progetto sia inferiore a 0,7 Mpa e 12.1.1 (1/7/2005)
la temperatura di calcolo sia inferiore a 60 °C.
Le prescrizioni de presente Articolo si applicano ad
d) Deve essere evitata la zincatura interna dei tubi o delle impianti dell’olio lubrificante per la lubrificazione ed il
pareti delle casse e dei depositi del combustibile comando di motori diesel, turbine a vapore ed a gas, ridut-
liquido. tori ed invertitori ad ingranaggi.

11.11.2 Spessore dei tubi (1/7/2002) Esse si applicano anche ad impianti d’olio separati per il
raffreddamento degli stantuffi dei motori.
Lo spessore dei tubi che convogliano combustibile liquido
deve essere calcolato per la pressione di progetto indicata
in Tab 28. 12.2 Principi
11.11.3 Collegamenti dei tubi (1/7/2002)
12.2.1 Generalità
a) I collegamenti e gli accessori dei tubi che convogliano
combustibile liquido devono essere idonei per una pres- a) Gli impianti dell’olio lubrificante devono essere proget-
sione di progetto in accordo alla Tab 28. tati in modo tale da assicurare una lubrificazione affida-
bile dei motori, delle turbine e delle altre
b) I collegamenti dei tubi che convogliano combustibili apparecchiature, compresi i motori elettrici, per la pro-
riscaldati devono essere eseguiti mediante flange a per- pulsione:
fetto combaciamento con guarnizioni più sottili possi-
bile di materiale impermeabile al combustibile • in tutto il campo di velocità, compreso avviamento,
riscaldato a 160°C. arresto e, quando applicabile, manovra,

• per tutti gli angoli di inclinazione stabiliti in Sez 1


11.12 Sistemazione degli impianti di tubola-
ture del combustibile liquido b) Gli impianti dell’olio lubrificante devono essere proget-
tati in modo da assicurare un sufficiente smaltimento
11.12.1 Passaggio dei tubi del combustibile liquido del calore ed un adeguato filtraggio dell’olio.
attraverso cisterne o casse (1/7/2006)
c) Gli impianti dell’olio lubrificante devono essere proget-
a) I tubi del combustibile liquido non devono passare tati in modo tale da impedire all’olio di venire in con-
attraverso casse che contengono acqua di alimento per tatto con fonti di ignizione.

Tabella 28 : Definizione della pressione di progetto degli impianti di tubolature del combustibile liquido
(1/7/2002)

Temperatura d’esercizio →
T ≤ 60°C T > 60°C
Pressione di esercizio ↓
0,3 MPa o massima pressione di esercizio, se supe- 0,3 MPa o massima pressione di esercizio, se supe-
P ≤ 0,7 MPa
riore riore
1,4 MPa o massima pressione di esercizio, se supe-
P > 0,7 MPa Massima pressione di esercizio
riore

208 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

12.2.2 Disponibilità b) Nel caso di impianti di propulsione con:


a) Gli impianti dell’olio di lubrificante devono essere pro- • più di un motore, ciascuno dei quali con la propria
gettati in modo tale che nel caso in cui una pompa sia pompa di lubrificazione, una delle pompe citate in
non funzionante, la lubrificazione del motore od altra a) può essere una pompa di rispetto, a condizione
apparecchiature possa essere mantenuta. Una riduzione che le sistemazioni siano tali da consentire la navi-
parziale della capacità propulsiva può tuttavia essere gazione ad una velocità non inferirore a 7 nodi
accettata purché il sicuro funzionamento della nave non anche quando uno dei motori sia fuori servizio,
ne sia pregiudicato. oppure
b) Deve essere sistemato un impianto di lubrificazione • un motore con potenza non superiore a 375 kW,
d’emergenza, come per esempio un impianto a gravità, una delle pompe citate in a) può essere una pompa
al fine di assicurare una lubrificazione sufficiente per le di rispetto pronta ad essere collegata all'impianto
apparecchiature che potrebbero essere danneggiate da dell'olio lubrificante, a condizione che le opera-
una mancata alimentazione d’olio. zioni per il montaggio e lo smontaggio della pompa
possano essere rapidamente eseguite a bordo.
12.3 Generalità
12.4.2 Lubrificazione dei motori ausiliari
12.3.1 Sistemazione dell’impianto dell’olio a) Non sono richieste pompe aggiuntive per i motori ausi-
lubrificante
liari che sono forniti di pompe di lubrificazione proprie.
a) Le sistemazioni per il deposito, la distribuzione e l’uti-
lizzazione degli impianti di lubrificazione ad olio in b) Per i motori ausiliari con un impianto di lubrificazione
pressione devono essere tali da assicurare la sicurezza comune devono essere sistemate almeno due pompe.
della nave e delle persone a bordo. Tuttavia se tali motori ausiliari sono per servizi non
essenziali, non sono richieste pompe aggiuntive
b) Esse sono soggette alle prescrizioni in [5.10], se appli-
cabili.
12.5 Progetto degli impianti dell’olio lubrifi-
12.3.2 Filtraggio cante per turbine a vapore
a) Negli impianti di lubrificazione forzata devono essere
sistemati dispositivi atti a filtrare con efficacia l’olio nei 12.5.1 Generalità
circuiti. Deve essere sistemato un dispositivo d’allarme acustico per
b) I filtri previsti a tale scopo in corrispondenza delle mac- segnalare eventuali danni o riduzioni apprezzabili della
chine principali e delle macchine azionanti generatori pressione dell’olio.
elettrici per la propulsione elettrica devono essere siste-
12.5.2 Lubrificazione delle turbine di propulsione e
mati in modo tale da poter essere puliti facilmente
dei turbogeneratori
senza arrestare la lubrificazione delle macchine.
a) Le turbine di propulsione e i turbogeneratori per la pro-
c) Le dimensioni delle aperture delle maglie dei filtri
pulsione devono essere muniti di:
devono essere in accordo con le prescrizioni del
Costruttore del motore o della turbina. • una pompa di lubrificazione principale,
d) Qualora siano sistemati filtri sulla mandata delle pompe • ed una pompa di riserva avente almeno la stessa
dell’olio lubrificante, deve essere sistemato su detto lato portata azionata indipendentemente.
una valvola di sicurezza che scarichi sull’aspirazione b) Gli impianti di lubrificazione per le turbine di propul-
della pompa o in altra posizione conveniente sulla man- sione e per i turbogeneratori devono avere un disposi-
data della pompa stessa. tivo d’arresto della mandata di vapore alla turbina.
(Vedere [12.7.2])
12.3.3 Depurazione
I depuratori dell’olio, quando sistemati, sono soggetti alle 12.5.3 Lubrificazione d’emergenza delle turbine di
prescrizioni in [11.8.3]. propulsione e dei turbogeneratori per la
propulsione
12.3.4 Riscaldatori
a) Le turbine di propulsione ed i turbogeneratori per la
I riscaldatori dell’olio lubrificante sono soggetti alle prescri-
propulsione devono avere un impianto di lubrificazione
zioni in [11.7.3].
d’emergenza dotato di un dispositivo d’avviamento
automatico. (Vedere [12.7.2]).
12.4 Progetto degli impianti dell’olio lubrifi-
b) Qualora sia previsto un impianto a gravità per lo scopo
cante per motori diesel
in a), esso deve assicurare una lubrificazione adeguata
12.4.1 Lubrificazione di motori di per non meno di 6 minuti e, nel caso dei turbogenera-
propulsione (1/7/2005) tori, per un periodo almeno uguale a quello necessario
per l’arresto dopo che siano stati scaricati.
a) I motori principali devono avere almeno due pompe di
lubrificazione azionate meccanicamente di capacità c) Quando la lubrificazione di emergenza avviene
tale da poter mantenere la normale lubrificazione con mediante una pompa di emergenza, essa deve essere
una pompa non funzionante. sistemata in modo che il suo funzionamento non sia

Regolamenti RINA 2008 209


Parte C, Cap 1, Sez 10

influenzato da un’avaria della sorgente di energia prin- quella permessa da un doppio fondo che sia in accordo
cipale. con le prescrizioni della Parte B, Cap 4, Sez 4.
d) E’ anche richiesta una sistemazione adeguata per raf- b) Qualora nelle navi per le quali è richiesto il doppio
freddare i cuscinetti dopo l’arresto. fondo, le casse di raccolta dell’olio si estendano per
tutta l’altezza del doppio fondo, deve essere sistemata
12.5.4 Lubrificazione delle turbine ausiliarie per una valvola sul tubo di drenaggio dell’olio in una posi-
servizi essenziali zione fra il carter del motore e la cassa di drenaggio
a) Le turbine ausiliarie per servizi essenziali devono avere: dell’olio. Tale valvola deve poter essere chiusa da una
posizione facilmente accessibile sistemata al di sopra
• una pompa principale di lubrificazione, del pagliolato di lavoro.
• e una pompa di riserva avente almeno la stessa por- Sarà data considerazione speciale a sistemazioni alter-
tata azionata indipendentemente. native.
b) La pompa di riserva deve essere in grado di fornire una c) I tubi che portano l’olio dai carter nelle casse di raccolta
quantità sufficiente d’olio lubrificante alle turbine dell’olio devono avere le estremità sommerse.
durante le operazioni d’avviamento e d’arresto.
12.7 Comandi e controlli
12.6 Progetto delle casse d’olio lubrificante
12.7.1 Generalità (1/7/2006)
12.6.1 Comando a distanza delle valvole (1/7/2002) Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
Le casse d'olio lubrificante di capacità uguale o superiore a aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [12.7].
500 litri devono avere valvole comandate a distanza in
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
accordo con le prescrizioni in [11.6.4].
anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
Qualora si ritenga che un azionamento non intenzionale
delle valvole di rapida chiusura sulla cassa dell'olio lubrifi- 12.7.2 Controlli (1/7/2006)
cante possa compromettere il sicuro funzionamento dei In aggiunta alle prescrizioni in Sez 2 per i motori diesel, in
motori di propulsione e dei macchinari ausiliari essenziali, Sez 4 per le turbine a vapore, in Sez 5 per le turbine a gas
non è necessaria la sistemazione di valvole con comando a ed in Sez 6 per i riduttori e/o invertitori, devono essere siste-
distanza. mati allarmi per gli impianti di olio lubrificante in accordo
Le valvole d'aspirazione dalle casse possono non avere il con le prescrizioni in Tab 29.
comando a distanza purché siano mantenute sempre chiuse Nota 1: Alcune deroghe al contenuto in Tab 29 possono essere
tranne che durante le operazioni di travaso. accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi-
tata.
12.6.2 Tubi di riempimento e d’aspirazione
I tubi di riempimento e d’aspirazione sono soggetti alle pre- 12.8 Costruzione degli impianti di tubolature
scrizioni in [11.6.3]. dell’olio lubrificante
12.6.3 Tubi di sfoghi d’aria e rigurgiti 12.8.1 Materiali
I tubi degli sfoghi d’aria e dei rigurgiti sono soggetti alle pre- I materiali impiegati per le tubolature dell’olio lubrificante
scrizioni in [9.1] e [9.3]. nei locali macchina sono soggetti alle prescrizioni in
[11.11.1].
12.6.4 Tubi sonda e indicatori di livello
a) Devono essere sistemati dispositivi atti ad accertare in 12.8.2 Vetri spia
modo sicuro ed efficace il contenuto di olio lubrificante L’impiego di vetri spia negli impianti di lubrificazione è per-
nelle casse. messo purché sia dimostrato mediante prove che essi hanno
un sufficiente grado di resistenza al fuoco.
b) I tubi sonda devono sono soggetti alle prescrizioni in
[9.2].
13 Impianti di fluido diatermico
c) In luogo dei tubi sonda possono essere adoperati indi-
catori di livello dell’olio in accordo con le prescrizioni
in [2.9.2]. 13.1 Applicabilità
d) Non devono essere adoperati rubinetti di controllo per 13.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a
accertare il livello dell’olio nelle casse. tutti gli impianti d’olio diatermico che contengano liquidi
organici riscaldati ad una temperatura al di sotto del loro
12.6.5 Casse per la raccolta dell’olio dai motori punto di ebollizione alla pressione atmosferica mediante:
a) Nelle navi per le quali è richiesto il doppio fondo, pos- • riscaldatori con bruciatori,
sono essere permessi dalla Società pozzetti per la rac-
colta dell’olio al di sotto dei motori principali, purché la • riscaldatori a gas di scarico,
sistemazione assicuri una protezione equivalente a • o riscaldatori elettrici.

210 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

13.2 Principi 13.3.2 Sistemazione dei componenti dell’impianto di


fluido diatermico
13.2.1 Generalità I riscaldatori dell’olio diatermico devono essere normal-
Gli impianti di olio diatermico devono essere progettati in mente sistemati in spazi separati dai locali dei macchinari
modo che: principali ed ausiliari.

• sia evitato il surriscaldamento del fluido diatermico ed il Tuttavia, in base a considerazioni speciali della Società,
suo contatto con l’aria, potranno essere accettati riscaldatori dell’olio diatermico
• sia tenuto conto della compatibilità del fluido diater- in locali macchine purché protetti da adeguate scherma-
mico con altri prodotti riscaldati nel caso di contatto ture.
dovuto a perdite dalle serpentine o dai tubi dei riscalda- Nota 1: Allo scopo dell’applicazione delle prescrizioni del
tori; Capitolo 4, i locali nei quali i riscaldatori del fluido diatermico
• sia impedito al fluido di venire a contatto con fonti sono sistemati devono essere considerati come locali macchine di
d’ignizione. categoria A.

13.2.2 Disponibilità 13.3.3 Misure per il drenaggio rapido e sistemazioni


alternative
Gli impianti di olio diatermico devono essere progettati in
modo che, nel caso in cui un ausiliario essenziale diventi a) Le valvole di ingresso e d’uscita dei riscaldatori con bru-
non funzionante, possa essere mantenuta l’alimentazione di ciatore e dei riscaldatori a gas di scarico devono avere
olio diatermico ai servizi essenziali. Una riduzione parziale dispositivi per il loro comando a distanza da un com-
della capacità propulsiva può tuttavia essere accettata pur- partimento diverso da quello nel quale il riscaldatore è
ché sia dimostrato che la sicurezza d’esercizio della nave sistemato.
non ne sia pregiudicata.
In alternativa, gli impianti di olio diatermico devono
avere un sistema per drenare rapidamente per gravità in
13.3 Generalità una cassa di drenaggio il fluido diatermico contenuto
nell’impianto.
13.3.1 Limitazioni nell’uso del fluido diatermico
b) La cassa d’espansione deve avere un sistema per dre-
a) Il fluido deve essere usato nel campo di temperature
nare rapidamente per gravità l’olio in essa contenuto in
specificato dal produttore. La temp0eratura di mandata
deve comunque essere tenuta 50 °C al di sotto del una cassa di drenaggio.
punto di distillazione del fluido. Tuttavia qualora la cassa di espansione sia sistemata in
b) Il fluido diatermico non deve essere adoperato per un compartimento a basso rischio d’incendio, il sistema
riscaldamento diretto di: di drenaggio rapido può essere sostituito da un disposi-
tivo d’intercettazione della cassa d’espansione coman-
• alloggi, dato a distanza.
• acqua potabile,
Sia il sistema di drenaggio rapido che il dispositivo
• carichi liquidi con punto di infiammabilità inferiore d’intercettazione alternativo devono poter essere
a 60 °C, eccetto quando permesso nella Parte E, comandati sia dall’interno che dall’esterno del locale
Capitolo 7. contenente la cassa d’espansione.

Tabella 29 : Impianti di olio lubrificante

Simboli convenzionali Comandi automatici


H = Valore alto, HH = Valore molto alto,
G = Allarme cumulativo
Controlli
L =Valore basso, LL = Valore molto basso, Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Comando Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- della
zione
tico riserva
Livello nelle tenute ad acqua degli sfoghi d’aria delle H
casse dell’olio lubrificante (1)
Livello della cassa morchie locale
(1) Vedere [9.1.7]

Regolamenti RINA 2008 211


Parte C, Cap 1, Sez 10

13.3.4 Ventilazione gito può essere combinato con la linea di drenaggio


a) I locali che contengono i riscaldatori di olio diatermico rapido prescritta in [13.3.3], b).
devono essere adeguatamente ventilati meccanica- b) Devono essere soddisfatte le prescrizioni applicabili in
mente. [9.3].
b) Deve essere possibile arrestare la ventilazione dal di 13.5.6 Tubi sonda e indicatori di livello
fuori di questi locali.
a) I tubi sonda sono soggetti alle prescrizioni in [9.2].
b) Gli indicatori di livello sono soggetti alle prescrizioni in
13.4 Progetto dei riscaldatori del fluido dia-
[2.9.2].
termico e degli scambiatori di calore

13.4.1 Riscaldatori del fluido diatermico 13.6 Progetto dell’impianto di circolazione e


scambio di calore
I riscaldatori del fluido diatermico con bruciatore ed i
riscaldatori a gas di scarico devono essere progettati, equi- 13.6.1 Pompe di circolazione
paggiati e comandati in accordo con le prescrizioni in
Devono essere sistemate almeno due pompe di circola-
Sez 3.
zione di capacità tale da mantenere un flusso sufficiente nei
riscaldatori con una qualsiasi pompa non funzionante.
13.4.2 Scambiatori di calore
Gli scambiatori di calore devono essere progettati ed equi- Tuttavia per impianti che forniscono servizi non essenziali
paggiati in accordo con le prescrizioni in Sez 3. può essere accettata una sola pompa di circolazione.

13.6.2 Filtri
13.5 Progetto dei depositi e delle casse Deve essere sistemato nel circuito un dispositivo per il fil-
d’espansione e di drenaggio traggio efficace del fluido diatermico.
Nel caso di servizi essenziali, i filtri sistemati a tale scopo
13.5.1 Depositi e casse di drenaggio
devono poter essere facilmente puliti senza arrestare la
a) La capacità dei depositi deve essere sufficiente a com- mandata di fluido diatermico.
pensare le perdite previste in esercizio.
I fori nelle maglie dei filtri devono essere in accordo con le
b) La capacità delle casse di drenaggio deve essere suffi- prescrizioni del Costruttore dell’impianto di fluido diater-
ciente a raccogliere tutto il fluido diatermico contenuto mico.
nell’impianto, compreso quello contenuto nella cassa
d’espansione. 13.7 Comandi e controlli
c) I depositi e le casse di drenaggio possono essere combi-
13.7.1 Generalità (1/7/2006)
nati insieme.
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
13.5.2 Cassa d’espansione aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [13.7].
a) La capacità della cassa d’espansione deve essere suffi- Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano
ciente per compensare le variazioni di volume dovute a anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
variazioni di temperatura di tutto l’olio circolante.
13.7.2 Controlli
b) La cassa d’espansione deve essere progettata, installata In aggiunta alle prescrizioni di cui in Sez 3, [2.5.2], per i
e collegata al circuito in modo da assicurare che la tem- riscaldatori di fluido diatermico e per gli scambiatori di
peratura entro la cassa rimanga al di sotto di 50 °C. calore, devono essere sistemati allarmi e sicurezze per
l’impianto di fluido diatermico come indicato in Sez 3,
13.5.3 Tubi di drenaggio Tab 21.
Se sistemati, i tubi di drenaggio delle casse del fluido diater- Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni di cui in Sez 3, Tab 21
mico devono avere valvole o rubinetti a chiusura automa- potranno essere accettate dalla Società per navi con notazione di
tica. navigazione limitata.

13.5.4 Sfoghi d’aria 13.7.3 Comando a distanza (1/7/2003)


a) Gli sfoghi d’aria sistemati sui depositi, sulle casse a) Deve essere provvisto un comando a distanza per:
d’espansione e sulle casse di drenaggio devono avere • arresto delle pompe di circolazione,
dimensioni adeguate per il drenaggio rapido per gravità • valvole di ingresso ed uscita dei riscaldatori (vedere
indicato in [13.3.3]. [13.3.3] a)),
b) Devono essere soddisfatte le prescrizioni applicabili in • drenaggio rapido dell’impianto dell’olio diatermico
[9.1]. e della cassa d’espansione, o blocco del dispositivo
alternativo (vedere [13.3.3] b)),
13.5.5 Rigurgiti • arresto della mandata di combustibile liquido ai
a) Le casse d’espansione devono avere un tubo di rigurgito riscaldatori con bruciatore o dei gas di scarico ai
che scarichi nella cassa di drenaggio. Tale tubo di rigur- riscaldatori a gas di scarico (vedere Sez 3, [5.3]).

212 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

b) Tali comandi devono essere possibili dal locale conte- • impianti di azionamento delle macchine di governo,
nente il riscaldatore ad olio diatermico e da un’altra
• impianti di azionamento di apparecchiature di solleva-
posizione al di fuori di detto locale.
mento,
• impianti di manovra delle coperture delle boccaporte,
13.8 Costruzione della tubolatura del fluido
diatermico • impianti di manovra di portelloni poppieri, laterali e
prodieri e celate di prora,
13.8.1 Materiali • impianti di manovra di rampe mobili, piattaforme
mobili, ascensori e ponti di comando telescopici,
a) I materiali sono soggetti alle prescrizioni in [11.11.1].
• impianti d’avviamento di motori diesel e turbine a gas,
b) Le casse delle pompe, valvole ed accessori devono
essere d’acciaio o altro materiale tenace. • comando a distanza delle valvole.

13.8.2 Collegamenti dei tubi 14.1.2 Installazioni oleodinamiche in locali


contenenti fonti d’ignizione
a) I collegamenti dei tubi sono soggetti alle prescrizioni in Le installazioni oleodinamiche di potenza per servizi non
[2.4] e devono essere adatti alla temperatura di progetto essenziali, ma sistemate in compartimenti nei quali sono
dell’impianto di fluido diatermico. presenti sorgenti d’ignizione sono soggette alle prescrizioni
b) Giunti filettati di un tipo approvato dalla Società pos- in [14.3.2], [14.3.3], [14.4.3] e [14.4.4].
sono essere accettati per tubi di diametro esterno non
superiore a 15 mm purché essi abbiano anelli mordenti 14.1.3 Impianti oleodinamici a bassa pressione o a
o sistemazioni equivalenti. bassa potenza
Gli impianti oleodinamici di potenza con una pressione di
c) I materiali dei giunti devono essere impermeabili al progetto inferiore a 2,5 MPa e i gruppi oleodinamici di
fluido diatermico. potenza inferiore a 5 kW saranno oggetto di considerazione
speciale da parte della Società.
13.9 Sistemazione delle tubolature del fluido
diatermico 14.1.4 Impianti oleodinamici a pressione molto alta
Gli impianti oleodinamici di potenza con una pressione di
13.9.1 Passaggio dei tubi del fluido diatermico progetto superiore a 35 MPa saranno oggetto di considera-
attraverso certi spazi zione speciale da parte della Società.
a) I tubi del fluido diatermico non devono passare attra-
verso alloggi, locali pubblici o stazioni di comando. 14.2 Principi
b) I tubi di fluido diatermico che passano attraverso locali 14.2.1 Generalità
contenenti macchinari principali ed ausiliari devono
essere ridotti al minimo. Gli impianti oleodinamici devono essere progettati in modo
da:
13.9.2 Scarico delle valvole di sicurezza • impedire ogni sovraccarico dell’impianto,
Le valvole di sicurezza devono scaricare nella cassa di dre- • mantenere e far funzionare l’apparecchiatura nella posi-
naggio. zione richiesta (o, per le apparecchiature azionate, alla
velocità richiesta),
13.9.3 Misure per la deareazione • impedire il surriscaldamento del fluido idraulico,
Devono essere prese misure per ottenere un’evacuazione • impedire che il fluido idraulico venga a contatto con
automatica di aria, vapore e gas dall’impianto del fluido fonti di ignizione.
diatermico con scarico in una posizione sicura.
14.2.2 Disponibilità
14 Impianti oleodinamici a) Gli impianti oleodinamici devono essere progettati in
maniera tale che qualora uno qualsiasi dei componenti
essenziali diventi non funzionante, possa essere mante-
14.1 Applicabilità
nuta la mandata di fluido idraulico ai servizi essenziali.
Una riduzione parziale della capacità propulsiva può
14.1.1 Impianti oleodinamici per servizi tuttavia essere accettata purché sia dimostrato che la
essenziali (1/7/2005)
sicurezza d’esercizio della nave non ne sia pregiudi-
A meno che non sia specificato altrimenti, le prescrizioni cata. Tale riduzione di capacità non è accettabile per le
del presente Articolo si applicano a tutti gli impianti oleodi- macchine di governo.
namici per servizi essenziali e comprendono:
b) Qualora un impianto oleodinamico di potenza sia ado-
• impianti di comando di thrusters, perato allo stesso tempo per un’apparecchiatura essen-

Regolamenti RINA 2008 213


Parte C, Cap 1, Sez 10

ziale e per altre apparecchiature deve essere assicurato rezza della nave. Tale riduzione non può essere accet-
che: tata per gli organi di governo.
• una qualsiasi operazione di tali altri impianti, o b) Impianti oleodinamici di ridotta potenzialità che non
servono apparecchiature essenziali possono avere
• una qualsiasi avaria nell’intero impianto esterno
un’unica unità di potenza, purché sia disponibile a
all’apparecchiatura essenziale,
bordo un dispositivo alternativo, come, per esempio,
non abbia un’influenza negativa sul funzionamento una pompa a mano.
dell’impianto essenziale.
14.4.2 Apparecchiature di filtraggio
c) In particolare la prescrizione in b) si applica agli organi
a) Deve essere sistemato un dispositivo in grado di filtrare
di governo.
efficacemente il fluido idraulico nel circuito.
d) Gli impianti oleodinamici per apparecchiature di solle- b) Quando i filtri sono sistemati sulla mandata delle
vamento, comprese piattaforme, rampe, coperture di pompe oleodinamiche, deve essere sistemata una val-
boccaporte, ascensori, ecc. devono essere progettate in vola di sicurezza che scarichi sull’aspirazione della
modo che un guasto singolo di un qualsiasi compo- pompa o in altra posizione opportuna sulla mandata
nente dell’impianto non comporti un improvviso inde- della pompa stessa.
bito spostamento del carico o un’altra situazione
pericolosa per la sicurezza della nave e delle persone a 14.4.3 Misure per il raffreddamento
bordo. Quando necessario, devono essere sistemati appropriati
mezzi per il raffreddamento.
14.3 Generalità
14.4.4 Misure contro le sovrappressioni
14.3.1 Definizioni a) Valvole di sicurezza di capacità sufficiente devono
essere sistemate sul lato ad alta pressione dell’impianto.
a) Unità di potenza è l’insieme della pompa oleodinamica
e del motore che l’aziona. b) Le valvole di sicurezza devono scaricare sul lato a bassa
pressione dell’impianto o nella cassa di servizio.
b) Attuatore è un dispositivo che converte direttamente la
pressione oleodinamica in un’azione meccanica. 14.4.5 Spurghi dell’aria
Devono essere sistemati rubinetti, in posizioni appropriate
14.3.2 Limitazioni nell’uso dei fluidi oleodinamici dell’impianto, per spurgare l’aria dal circuito.
a) I fluidi adoperati per le installazioni oleodinamiche di
potenza devono avere un punto di infiammabilità non 14.5 Progetto delle casse del fluido idraulico
inferiore a 150 °C e devono essere adatti a tutti i campi ed altri componenti
di temperatura che si possono avere in esercizio.
14.5.1 Cassa di servizio del fluido idraulico
b) Il fluido idraulico deve essere sostituito secondo le istru-
a) Le casse di servizio del fluido oleodinamico per
zioni nelle specifiche del Costruttore dell’impianto.
impianti oleodinamici di potenza per apparecchiature
essenziali devono essere munite almeno di:
14.3.3 Sistemazione delle unità di potenza
oleodinamiche • un indicatore di livello soggetto alle prescrizioni in
[2.9.2],
a) Quando possibile, le unità di potenza oleodinamiche
devono essere sistemate al di fuori dei locali macchine • un indicatore di temperatura,
o caldaie. • un livellostato soggetto alle prescrizioni in [14.6.3].

b) Qualora non sia possibile soddisfare tale prescrizione, b) Il volume libero della cassa di servizio deve essere
schermi o simili dispositivi devono essere disposti uguale ad almeno il 10% della capacità della cassa
intorno alle unità di potenza oleodinamiche al fine di stessa.
evitare che spruzzi accidentali di fluido o fluido nebu-
14.5.2 Depositi del fluido idraulico
lizzato vengano in contatto con superfici calde che
potrebbero provocare l’accensione dell’olio. a) Gli impianti oleodinamici di potenza di apparecchia-
ture essenziali devono comprendere un deposito di
capacità sufficiente a riempire l’intero impianto in caso
14.4 Progetto degli impianti oleodinamici di necessità.
b) Per impianti oleodinamici di potenza inferiori a 5 kW, il
14.4.1 Unità di potenza
deposito può consistere in bidoni o latte sigillate siste-
a) Gli impianti oleodinamici di potenza devono compren- mati in posizioni soddisfacenti.
dere almeno due unità di potenza progettate in modo
tale che le apparecchiature servite dall’impianto oleodi- 14.5.3 Accumulatori oleodinamici
namico di potenza possano funzionare contemporanea- Le parti oleodinamiche degli accumulatori che possono
mente con una delle unità di potenza non funzionante. essere isolate devono essere munite di valvola di sicurezza
Può essere accettata una riduzione della prestazione, o di un altro dispositivo che offra una protezione equiva-
purché essa non abbia un effetto negativo sulla sicu- lente nel caso di sovrapressione.

214 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

14.6 Comandi e controlli 15.2 Principi


14.6.1 Generalità (1/7/2006)
15.2.1 Generalità
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [14.6]. Gli impianti di vapore devono essere progettati in modo
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano tale da:
anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
• evitare sovrapressioni in qualsiasi parte dell’impianto
14.6.2 Indicatori del vapore,
Deve essere possibile collegare manometri dove necessario • assicurare il drenaggio della condensa dalle tubolature
nell’impianto. del vapore.
14.6.3 Controlli
Gli allarmi e le sicurezze per gli impianti oleodinamici di 15.2.2 Disponibilità
potenza per servizi essenziali devono essere in accordo con
a) Qualora sia installata un’unica caldaia, gli impianti di
le prescrizioni in Tab 30, eccetto per gli impianti delle mac-
vapore possono essere adoperati solamente per servizi
chine di governo per le quali si applicano le prescrizioni in
Sez 11. non essenziali.
Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni in Tab 30 potranno essere b) Qualora sia installata più di una caldaia, l’impianto di
accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi-
vapore deve essere progettato in maniera tale che, nel
tata.
caso in cui una caldaia sia non funzionante, possa
Nota 2: La Tab 30 non si applica alle macchine di governo.
essere mantenuta l’alimentazione di vapore ai servizi
essenziali.
14.7 Costruzione degli impianti di tubolature
per fluido oleodinamico
15.3 Progetto delle tubolature di vapore
14.7.1 Materiali
a) I tubi devono essere di acciaio senza saldatura. L’uso di 15.3.1 Generalità
tubi d’acciaio saldati sarà oggetto di particolare consi-
derazione da parte della Società. a) Ogni tubo di vapore ed ogni accessorio ad esso colle-
b) Casse delle pompe, valvole ed accessori devono essere gato attraverso il quale può passare vapore deve essere
d’acciaio o altro materiale tenace. progettato, costruito ed installato in modo tale da con-
trastare le massime sollecitazioni cui può essere sotto-
15 Impianti di vapore posto durante l’esercizio.

b) Qualora la temperatura di calcolo della tubolatura del


15.1 Applicabilità vapore sia superiore a 400 °C, devono essere inviati alla
Società i calcoli delle sollecitazioni termiche, come
15.1.1 Campo d’applicazione
indicato in [2.3].
Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a tutti gli
impianti di vapore per servizi essenziali e non essenziali. c) I collegamenti del vapore alle caldaie ed alle valvole di
Impianti di vapore con pressione di calcolo uguale o supe- sicurezza devono soddisfare le prescrizioni applicabili
riore a 10 MPa saranno oggetto di considerazione speciale. in Sez 3.

Tabella 30 : Impianti oleodinamici

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso,
Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallen- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme tamen- automa- do della
zione
to tico riserva
Pressione in corrispondenza della pompa L
Livello della cassa di servizio L (1)
(1) L’allarme di basso livello deve essere attivato prima che la quantità di fluido perduto raggiunga il valore minore tra 100 litri e il
50% del volume del circuito.

Regolamenti RINA 2008 215


Parte C, Cap 1, Sez 10

15.3.2 Misure contro la sovrapressione approvati per impedire al vapore ed all’acqua di rien-
a) Se un tubo di vapore o un accessorio può ricevere trare nella turbina.
vapore da una sorgente a pressione più alta di quella
15.3.9 Filtri
per la quale è stato progettato, devono essere sistemati
una valvola riduttrice di pressione, una valvola di sicu- a) Filtri di vapore efficaci devono essere sistemati vicino
rezza ed un manometro idonei. agli ingressi delle turbine ad alta pressione di marcia
avanti e di marcia indietro o, in alternativa, all’ingresso
b) Quando la pressione del vapore all’ingresso delle tur-
della valvola di regolazione.
bine ausiliarie è superiore a quella per cui sono state
progettate la cassa di scarico e le tubolature collegate b) Quando richiesto dal Costruttore degli ausiliari, filtri del
fino alla valvola di scarico, devono essere sistemati vapore devono anche essere sistemati nelle tubolature
dispositivi per scaricare la pressione eccessiva. che alimentano detti ausiliari.

15.3.3 Mezzi per lo scarico 16 Impianti di acqua d’alimento delle


Al fine di impedire la sovrapressione nelle tubulature di
caldaie e del vapore condensato
vapore a causa di una sovraproduzione di vapore, in parti-
colare negli impianti in cui la produzione di vapore non
può essere regolata, devono essere previste sistemazioni 16.1 Applicabilità
che permettano all’eccesso di vapore di essere scaricato
16.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano:
direttamente nel condensatore attraverso un’apposita val-
vola di scarico. • agli impianti d’acqua d’alimento delle caldaie e delle
calderine a gas di scarico,
15.3.4 Drenaggio • agli impianti di drenaggio del vapore e del condensato.
Devono essere previsti dispositivi di drenaggio per ogni
tubo di vapore nel quale altrimenti potrebbe verificarsi un 16.2 Principi
pericoloso colpo d’ariete.
16.2.1 Generalità
15.3.5 Tubi di riscaldamento a vapore
Gli impianti d’acqua d’alimento delle caldaie e del vapore
a) Quando sono sistemate serpentine di riscaldamento in condensato devono essere progettati in modo tale che:
compartimenti che possono contenere combustibile
• sia disponibile una riserva d’acqua d’alimento suffi-
liquido o carichi liquidi o solidi devono essere previste
ciente a compensare le perdite,
delle sistemazioni, per esempio flange cieche, per scol-
legare tali serpentine nel caso di trasporto di carichi • l’acqua d’alimento non sia contaminata da sostanze
liquidi o solidi che non devono essere riscaldati. oleose o cloruri,
• l’acqua d’alimento per gli impianti di propulsione sia
b) Il numero di giunti delle serpentine di riscaldamento
opportunamente deaerata.
deve essere il minimo compatibile con le necessità di
smontaggio. 16.2.2 Disponibilità
15.3.6 Tubolature di vapore nelle stive del carico a) Gli impianti dell’acqua d’alimento devono essere pro-
gettati in modo tale che, nel caso di guasto di un qualsi-
a) In genere tubi di vapore vivo e di scarico non devono
asi componente, l’alimentazione di vapore ai servizi
passare attraverso le stive del carico a meno che non
essenziali possa essere mantenuta o ripristinata.
siano adottate misure particolari accettate dalla Società.
b) Gli impianti del vapore condensato devono essere pro-
b) Qualora i tubi del vapore passino attraverso le stive per
gettati in modo tale che in caso di guasto:
il carico in gallerie tubi, deve essere assicurato un ido-
neo isolamento termico di tali gallerie. • di una pompa del vapore condensato,
c) Quando nelle stive è sistemato un impianto di estin- • o di una sistemazione per mantenere il vuoto nel
zione incendi a vapore, devono essere prese misure per condensatore,
impedire danni al carico dovuti al vapore o allo stillici- possa essere mantenuta l’alimentazione di vapore ai
dio di condensa. servizi essenziali. Una riduzione parziale della capacità
propulsiva può tuttavia essere accettata purché sia
15.3.7 Tubolature di vapore negli alloggi dimostrato che la sicurezza d’esercizio della nave non
Le tubolature di vapore non devono passare attraverso i ne sia pregiudicata.
locali degli alloggi a meno che non siano sistemate per il
riscaldamento. 16.3 Progetto degli impianti d’acqua d’ali-
mento delle caldaie
15.3.8 Collegamenti alle turbine
a) Una valvola di protezione o dispositivo equivalente 16.3.1 Numero degli impianti d’acqua d’alimento
deve essere sistemata sul lato di scarico di tutte le tur- a) Ogni impianto di generazione del vapore che fornisce
bine. La bocca di scarico della valvola deve essere visi- servizi essenziali per la sicurezza della nave, o che
bile ed opportunamente protetta, se necessario. potrebbe diventare pericoloso in caso di mancanza di
b) I collegamenti per gli spillamenti di vapore devono mandata d’acqua d’alimento deve avere non meno di
essere muniti di valvole di non ritorno o altri dispositivi due impianti separati d’acqua d’alimento comprensivi

216 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

di pompe d’alimento; tuttavia un’unico collegamento pompa può essere utilizzata per convogliare combusti-
col collettore della caldaia è accettabile. bile liquido, olio lubrificante o acqua con residui oleosi.
b) La prescrizione indicata in a) può essere omessa nel c) I tubi d’aspirazione della pompa d’alimento di porto dal
caso di caldaie riscaldate esclusivamente da gas di sca- pozzo caldo, dai depositi di riserva dell’acqua d’ali-
rico dei motori o da vapore per le quali è considerato mento e dai filtri devono essere muniti di valvole di non
sufficiente un solo impianto d’alimento purché vi sia ritorno.
una fonte alternativa di vapore a bordo.
16.3.4 Casse per l’acqua d’alimento
c) Ogni caldaia deve avere un regolatore di alimento
a) Tutte le navi con caldaie principali ed ausiliarie per ser-
come indicato in Sez 3, [5].
vizi essenziali devono avere un deposito di acqua d’ali-
16.3.2 Pompe d’alimento mento di riserva di capacità sufficiente per il tipo di
servizio della nave.
a) Devono essere sistemate le pompe seguenti:
b) Le caldaie devono avere dispositivi che permettano di
• almeno una pompa principale d’alimento di capa-
controllare e regolare la qualità dell’acqua d’alimento.
cità sufficiente ad alimentare le caldaie nelle condi-
Devono essere adottate precauzioni speciali per impe-
zioni nominali,
dire, per quanto praticamente possibile, l’entrata di
• una pompa d’alimento di riserva. sostanze oleose o di altri contaminanti che potrebbero
b) La portata delle pompe di riserva può essere inferiore a avere un’influenza negativa sulle caldaie.
quella delle pompe principali d’alimento purché sia c) Le casse per l’acqua d’alimento non devono essere
dimostrato che un’eventuale riduzione della capacità sistemate adiacenti alle casse del combustibile liquido.
propulsiva non abbia un effetto negativo sulla sicurezza Esse non devono essere attraversate da tubi del combu-
d’esercizio della nave. stibile liquido.
c) Le pompe principali d’alimento possono essere o indi- d) Devono essere sistemati uno o più evaporatori per le
pedenti od azionate dalle turbine principali. La pompa caldaie principali la cui capacità sia tale da compensare
di alimento di riserva deve essere indipendente. le perdite d’acqua d’alimento dovute al funzionamento
d) Nelle navi a due eliche nelle quali esiste un’unica delle macchine, in particolare quando il combustibile
pompa di alimento indipendente, ciascuna turbina prin- liquido fornito alla caldaia è atomizzato mediante
cipale deve azionare una pompa. Quando tutte le vapore.
pompe d’alimento sono indipendenti, esse devono
16.3.5 Misure per deaerare l’acqua d’alimento
essere sistemate in maniera tale da poter fornire l’acqua
d’alimento necessaria all’alimentazione di vapore per Deve essere sistemato un deaeratore per assicurare la deae-
entrambe le turbine o per una turbina sola. razione dell’acqua d’alimento per le caldaie principali
prima che essa entri nelle caldaie stesse.
e) Le pompe d’alimento indipendenti per le caldaie princi-
pali devono avere un dispositivo di controllo della man-
16.4 Progetto dell’impianto di condensazione
data e di regolazione.
f) A meno che la sovrapressione non sia impedita dalle 16.4.1 Condensatori
caratteristiche delle pompe d’alimento, devono essere a) Devono essere provvisti dispositivi adeguati, quali eiet-
sistemati dispositivi che impediscano sovrapressioni in tori d’aria, per mantenere o ripristinare al valore richie-
qualsiasi parte dell’impianto d’acqua d’alimento. sto il vuoto nei condensatori principali.
g) La pressione di mandata delle pompe d’alimento deve b) Il raffreddamento dei condensatori principali è soggetto
tener conto della massima pressione d’esercizio delle alle prescrizioni in [10.3.5].
caldaie nonché delle perdite di carico nella tubolatura
di mandata. L’altezza d’aspirazione delle pompe d’ali- 16.4.2 Pompe del vapore condensato
mento deve essere tale da rendere minimo il rischio di a) Le pompe del vapore condensato devono comprendere
cavitazione. almeno:
h) Le pompe ed i tubi di alimento devono avere valvole • una pompa principale di portata sufficiente a trasfe-
sistemate in modo tale che possa essere eseguita la rire la quantità massima di vapore condensato pro-
manutenzione di una pompa mentre le caldaie lavorano dotta in condizioni nominali,
a pieno carico. • ed una pompa di riserva indipendente.
16.3.3 Pompe d’alimento di porto b) La pompa di riserva può essere adoperata per altri
scopi.
a) Quando sono sistemate pompe azionate dalle turbine
principali ed un’unica pompa indipendente, deve 16.4.3 Cassa d’osservazione della condensa
essere sistemata, in aggiunta, una pompa d’alimento di Qualsiasi condensa proveniente da tubi di riscaldatori a
porto o un eiettore come secondo mezzo per alimentare vapore per casse e depositi del combustibile liquido,
le caldaie che sono in uso mentre le turbine principali cisterne del carico, del combustibile liquido o dell’olio
sono ferme. lubrificante deve essere portata ad una cassa d’osservazione
b) La pompa d’alimento di porto può essere adoperata per o a qualche altro dispositivo di efficacia similare sistemato
i servizi generali della nave ma in nessun caso tale in una posizione ben illuminata e prontamente accessibile.

Regolamenti RINA 2008 217


Parte C, Cap 1, Sez 10

16.5 Comandi e controlli 16.5.3 Controlli


Devono essere previsti allarmi e sicurezze per gli impianti
16.5.1 Generalità (1/7/2006) d’acqua d’alimento e del vapore condensato in accordo
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in con le prescrizioni in Tab 31.
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [16.5]. Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni in Tab 31 potranno essere
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi-
anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3. tata.

16.5.2 Generalità 16.5.4 Controlli automatici


Le prescrizioni del presente sottoarticolo si applicano esclu- Devono essere sistemati controlli automatici di livello per:
sivamente ad impianti d’acqua d’alimento e del vapore • deaeratori,
condensato per la propulsione. • condensatori.

Tabella 31 : Impianti di acqua di alimento delle caldaie e del vapore condensato

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso, Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio alla Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do riserva
zione
tico
Flusso dell’acqua di mare o equivalente L
Pressione del condensatore H locale
HH X
Livello dell’acqua nel condensatore principale (a meno H locale
che non giustificato altrimenti)
Salinità dell’acqua di alimento H locale
Pressione sulla mandata della pompa d’acqua d’alimento L locale
X
Livello della cassa d’acqua d’alimento L

16.6 Sistemazione delle tubolature di acqua 17.2 Principi


d’alimento e del vapore condensato
17.2.1 Generalità
16.6.1 a) Gli impianti d’aria compressa devono essere progettati
in modo tale che l’aria compressa fornita all’utilizza-
a) I tubi d’acqua d’alimento non devono passare attraverso
tore:
casse di combustibile liquido o d’olio lubrificante.
• sia priva di sostanze oleose e acqua,
b) I tubi collegati alle casse d’acqua d’alimento devono • non abbia una temperatura eccessiva.
essere sistemate in modo tale da impedire la contamina-
b) Gli impianti d’aria compressa devono essere progettati
zione dell’acqua d’alimento da combustibile liquido,
in modo da impedire le sovrapressioni di una qualsiasi
olio lubrificante o cloruri.
parte dell’impianto.

17.2.2 Disponibilità
17 Impianti d’aria compressa
a) Gli impianti d’aria compressa devono essere progettati
in modo tale che nel caso di avaria ad un compressore
17.1 Applicabilità d’aria o di un serbatoio d’aria per l’avviamento,
comandi pneumatici o altri servizi essenziali, possa
17.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano essere mantenuta l’alimentazione d’aria a detti servizi.
ad impianti d’aria compressa per servizi essenziali ed in b) L’impianto d’aria compressa per l’avviamento dei
particolare per: motori principali ed ausiliari, e per servizi essenziali
• avviamento dei motori, deve essere sistemato in modo che sia possibile assicu-
rare la carica iniziale del serbatoio o dei serbatoi d’aria
• comandi e controlli. senza ricorrere a sorgenti d’energia esterne alla nave.

218 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

17.3 Progetto dell’impianto d’aria d’avvia- due fonti di portata sufficiente a permettere le opera-
mento zioni normali con una fonte fuori servizio.
b) Almeno un serbatoio d’aria munito di valvola di non
17.3.1 Carica iniziale dei serbatoi d’aria ritorno deve essere sistemato per gli scopi di comando e
d’avviamento controllo.
a) Qualora, ai fini di soddisfare le prescrizioni in [17.2.2],
c) I dispositivi riduttori di pressione impiegati in impianti
sia sistemato un compressore d’aria d’emergenza, il suo
pneumatici di comando e controllo per servizi essen-
motore primo deve poter essere avviato da dispositivi a
ziali devono essere duplicati a meno che non sia fornita
mano. Possono anche essere accettate batterie elettriche
una fonte d’aria alternativa.
d’avviamento indipendente.
d) Eventuali guasti nell’impianto della mandata d’aria di
b) Un compressore a mano può essere adoperato allo
comando non devono provocare alcuna variazione
scopo di cui in [17.2.2], solamente se esso è in grado di
improvvisa della condizione di funzionamento delle
ricaricare entro un’ora un serbatoio di capacità suffi-
apparecchiature comandate che possa essere pericolosa
ciente a provvedere 3 avviamenti consecutivi del
per la sicurezza della nave.
motore di propulsione o di un motore capace di fornire
l’energia richiesta per azionare un compressore princi- 17.4.2 Controllo della pressione
pale.
Devono essere adottate precauzioni per mantenere la pres-
17.3.2 Numero e portata dei compressori sione dell’aria entro valori appropriati che permettano il
d’aria (1/7/2004) funzionamento soddisfacente dell’impianto.
a) Quando i motori principali ed ausiliari sono avviati da 17.4.3 Trattamento dell’aria
aria compressa, devono essere sistemati due o più com-
In aggiunta alle prescrizioni in [17.8.3], devono essere pre-
pressori di capacità totale sufficiente a fornire, entro
visti dispositivi per raffreddare, filtrare ed essiccare l’aria
un’ora, partendo con i serbatoi alla pressione atmosfe-
prima della sua introduzione nei circuiti di comando e con-
rica, la quantità d’aria necessaria per soddisfare le pre-
trollo.
scrizioni di cui in Sez 2, [3.1.1]. Tale portata deve
essere approssimativamente divisa in parti uguali tra il
numero di compressori sistemati, escluso il compres- 17.5 Progetto dei compressori ad aria
sore d’emergenza sistemato in accordo con le prescri-
zioni di cui in [17.3.1]. 17.5.1 Precauzioni contro la temperatura eccessiva
dell’aria scaricata
b) Almeno un compressore deve essere indipendente dai I compressori d’aria devono essere progettati in modo tale
motori ai quali esso deve fornire l’aria per l’avviamento che la temperatura dell’aria scaricata non sia superiore a
e deve avere una portata non inferiore al 50% della por- 95 °C. A tale scopo i compressori devono essere provvisti,
tata totale richiesta in a). qualora necessario, di:
17.3.3 Numero e capacità dei serbatoi d’aria • appropriati dispositivi di raffreddamento,
a) Quando i motori principali sono avviati da aria com- • tappi fusibili o dispositivi d’allarme tarati ad una tempe-
pressa devono essere previsti almeno due serbatoi d’aria ratura non superiore a 120 °C.
di capacità approssimativamente uguale sistemati in
modo da poter essere utilizzati indipendentemente 17.5.2 Misure contro la sovrapressione
l’uno dall’altro. a) I compressori d’aria devono essere muniti di valvole di
b) La capacità totale dei serbatoi d’aria deve essere suffi- sicurezza in accordo con le prescrizioni in [2.5.3].
ciente a fornire, senza ulteriori riempimenti, il numero b) Devono essere sistemati dispositivi per impedire la
di avviamenti richiesto in Sez 2, [3.1.1]. Si deve tener sovrapressione, qualora le camicie di circolazione
conto anche dell’alimentazione d’aria ad altri utilizza- dell’acqua o le casse dei compressori d’aria possano
tori quali impianti di comando pneumatici, fischio, ecc, essere soggette a sovrapressioni pericolose nel caso di
che sono collegati a detti serbatoi. perdite dalle altre parti in pressione d’aria.
c) Il lato acqua dei refrigeranti intermedi dei compressori
17.3.4 Alimentazione d’aria per l’avviamento del
gruppo generatore d’emergenza d’aria deve essere protetto dalla sovrapressione che
potrebbe verificarsi in caso di rottura dei tubi del lato
Gli impianti d’aria d’avviamento per motori principali ed
aria.
ausiliari possono essere adoperati per l’avviamento del
gruppo generatore d’emergenza alle condizioni indicate in 17.5.3 Valvole di sicurezza dei carter
Sez 2, [3.1.3].
I compressori d’aria con carter di volume uguale o supe-
riore a 0,6 m3 devono essere muniti di valvola di sicurezza
17.4 Progetto degli impianti pneumatici di contro le esplosioni nel carter sistemata in accordo con le
comando e controllo prescrizioni in Sez 2, [2.3.4].

17.4.1 Alimentazione dell’aria 17.5.4 Dispositivi per il drenaggio


a) L’aria per gli impianti pneumatici di comando e con- I compressori d’aria devono essere muniti di una valvola di
trollo per servizi essenziali deve essere disponibile da drenaggio.

Regolamenti RINA 2008 219


Parte C, Cap 1, Sez 10

17.6 Comando e controllo degli impianti priati dispositivi di sicurezza devono essere sistemati a tale
d’aria compressa scopo in tutti gli impianti.

17.6.1 Generalità (1/7/2006) 17.8.2 Alimentazione d’aria ai compressori


Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in a) Devono essere prese misure per ridurre al minimo
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [17.6].
l’ingresso di sostanze oleose negli impianti d’aria com-
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano pressa.
anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3.
b) I compressori d’aria devono essere sistemati in locali
17.6.2 Controlli con ventilazione sufficiente.
Devono essere previsti allarmi e sicurezze per gli impianti
d’aria compressa in accordo con le prescrizioni in Tab 32. 17.8.3 Trattamento dell’aria e drenaggio

Nota 1: Alcune deroghe alle indicazioni in Tab 32 potranno essere a) Devono essere sistemati dispositivi per il drenaggio
accettate dalla Società per navi con notazione di navigazione limi- degli impianti d’aria compressa.
tata.
b) Devono essere sistemati efficaci separatori d’acqua e
17.6.3 Comandi automatici sostanze oleose o filtri sullo scarico dei compressori e
Devono essere sistemati comandi automatici della pres- devono essere installati drenaggi sui tubi dell’aria com-
sione per mantenere la pressione dell’aria nei serbatoi entro pressa, se ritenuto necessario.
i limiti richiesti.
17.8.4 Tubolature fra compressori, serbatoi e motori
17.7 Materiali Tutti i tubi di mandata dai compressori d’avviamento
devono essere portati ai serbatoi dell’aria e tutti i tubi fra i
17.7.1 I tubi ed i corpi delle valvole negli impianti ad aria
serbatoi dell’aria ed i motori principali ed ausiliari devono
compressa di comando e controllo e negli altri impianti ad
aria compressa per servizi non essenziali possono essere di essere completamente separati dalle tubolature di mandata
plastica in accordo con le prescrizioni in App 3. dei compressori.

17.8 Sistemazione delle tubolature d’aria 17.8.5 Dispositivi di protezione sul collettore
dell’aria d’avviamento
compressa
Devono essere sistemate valvole di non ritorno e gli altri
17.8.1 Misure contro la sovrapressione dispositivi di sicurezza sui collettori dell’aria d’avviamento
Devono essere previsti mezzi per impedire sovrapressioni di ciascun motore in accordo con le prescrizioni in Sez 2,
in qualsiasi parte dell’impianto d’aria compressa. Appro- [3.1.1].

Tabella 32 : Impianti ad aria compressa

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso, Impianto Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do
zione
tico
Pressione dell’olio lubrificante del compressore L
(eccetto che per la lubrificazione a spruzzo)
Pressione dell’aria a valle della valvola riduttrice L+H locale
Pressione dell’aria di avviamento prima della valvola L locale + R
principale d’intercettazione (1)
Pressione dei serbatoi dell’aria L+H
(1) L’indicazione a distanza è richiesta se i compressori dell’aria di avviamento sono comandati a distanza, per esempio dalla plan-
cia

220 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

18 Impianti dei gas di scarico 18.2.5 Estremità dei tubi dei gas di scarico (1/1/2001)
a) Qualora i tubi dei gas di scarico terminino fuori bordo
18.1 Generalità in vicinanza della linea di galleggiamento di massimo
carico, devono essere previsti dispositivi che impedi-
18.1.1 Applicabilità scano l’ingresso d’acqua nella nave.

Le prescrizioni del presente Articolo si applicano a: b) Qualora i tubi di scarico siano raffreddati ad acqua, essi
devono essere sistemati in modo da essere autodrenanti
• tubi dei gas di scarico da motori e turbine a gas, con scarico fuori bordo.
• condotte per il fumo da caldaie ed inceneritori.
18.2.6 Comandi e controlli (1/1/2001)
18.1.2 Principi Deve essere sistemato un allarme di alta temperatura nel
Gli impianti dei gas di scarico devono essere progettati per: collettore dei gas di scarico dei riscaldatori di fluido diater-
mico per segnalare eventuali incendi.
• limitare il rischio d’incendi,
• impedire ai gas d’entrare negli spazi dove possono 18.3 Materiali
essere presenti persone,
• impedire all’acqua d’entrare nei motori. 18.3.1 Generalità
I materiali per i tubi e gli accessori delle tubolature dei gas
18.2 Progetto degli impianti del gas di di scarico devono essere resistenti ai gas di scarico e
devono essere appropriati alle temperature massime previ-
scarico
ste.
18.2.1 Generalità 18.3.2 Uso della plastica
Gli impianti del gas di scarico devono essere sistemati in L’uso di materiali non metallici può essere accettato in
modo tale da ridurre al minimo l’ingresso dei gas di scarico impianti raffreddati ad acqua in accordo con le prescrizione
entro spazi presidiati, impianti di condizionamento dell’aria in App 3.
ed aspirazioni dei motori.

18.2.2 Limitazione della temperatura superficiale 18.4 Sistemazione degli impianti di gas di
delle tubolature dei gas di scarico scarico
a) Le tubolature dei gas di scarico ed i silenziatori devono
18.4.1 Misure per la dilatazione termica
essere raffreddati ad acqua o efficacemente coibentati
qualora: a) I tubi dei gas di scarico e le condotte del fumo devono
essere progettati in modo che eventuali dilatazioni e
• la loro temperatura superficiale possa superare contrazioni non causino sollecitazioni anormali nella
220°C, o tubolatura ed in particolare in corrispondenza delle tur-
• passino attraverso gli spazi della nave in cui un bosoffianti dei motori.
aumento di temperatura possa essere pericoloso.
b) I dispositivi di supporto dei tubi devono permettere le
b) La coibentazione degli impianti dei gas di scarico deve dilatazioni e le contrazioni dei tubi stessi.
essere in accordo con le prescrizioni in Sez 1, [3.7.1].
18.4.2 Drenaggio
18.2.3 Limitazione delle perdite di pressione a) Devono essere sistemati dispositivi di drenaggio dove
Gli impianti dei gas di scarico devono essere progettati in necessario negli impianti di gas di scarico ed in partico-
modo tale che le perdite di pressione nelle tubolature di lare nelle condotte del fumo al di sotto delle caldaie a
scarico non siano superiori ai valori massimi permessi dal gas di scarico per impedire all’acqua di fluire verso il
Costruttore del motore, della caldaia. motore.
b) Qualora i tubi di scarico siano raffreddati ad acqua, essi
18.2.4 Intercomunicazioni fra le tubolature di scarico devono essere sistemati in modo da poter essere auto-
dei motori o le condotte del fumo delle
drenati con scarico fuori bordo.
caldaie
a) I gas di scarico da diversi motori non devono essere por- 18.4.3 Tubi flessibili
tati a collettori di scarico comuni, caldaie a gas di sca- Sarà oggetto di considerazione speciale da parte della
rico o economizzatori a meno che ciascun tubo di Società l’impiego di tubi flessibili in impianti di gas di sca-
scarico non sia munito di un’opportuna valvola d’inter- rico raffreddati ad acqua.
cettazione.
b) Le condotte del fumo proveniente dalle caldaie che sca- 18.4.4 Silenziatori
ricano in un fumaiolo comune devono essere separate I silenziatori dei motori devono essere sistemati in modo
ad un’altezza sufficiente ad impedire che il fumo passi tale da permettere una facile accessibilità per pulizia e
da una caldaia in servizio ad una caldaia fuori servizio. manutenzione.

Regolamenti RINA 2008 221


Parte C, Cap 1, Sez 10

19 Impianti di saldatura ossiacetilenica nei locali per servizi, nelle stazioni di controllo e nei
locali macchine.

19.1 Applicabilità d) Le bombole devono essere installate in posizione verti-


cale e devono essere bloccate in maniera sicura. Il
19.1.1 Il presente Articolo si applica ad impianti fissi cen- sistema di bloccaggio deve essere tale da permettere
tralizzati per la saldatura ossiacetilenica installati a bordo una pronta e facile rimozione delle bombole.
delle navi. Esso, a discrezione della Società, può essere
19.3.3 Impianti di tubolature (1/7/2003)
applicato anche ad altri impianti che usino gas liquefatti,
quali il propano. a) Le tubolature dell’acetilene e dell’ossigeno sono sog-
gette alle prescrizioni seguenti:
• tutte le valvole e tutti gli accessori, nonché le torce
19.2 Definizioni di saldatura ed i relativi tubi, devono essere appro-
priati per questo servizio specifico ed adatti alle
19.2.1 Impianto centralizzato per la saldatura
condizioni previste nelle varie parti dell'impianto,
ossiacetilenica
• i collegamenti fra le varie lunghezze di tubi devono
Un impianto centralizzato per la saldatura ossiacetilenica è
essere eseguiti mediante saldatura testa a testa. Non
un impianto fisso consistente in un locale contenente le
sono permessi altri tipi di collegamenti, compresi i
bombole del gas, stazioni e tubolature di distribuzione,
collegamenti filettati e a flangia,
qualora il numero totale di bombole di acetilene e d’ossi-
geno sia superiore a 4. • solo un numero minimo di collegamenti inevitabili
è permesso, purché essi siano situati in posizioni
19.2.2 Acetilene chiaramente visibili.
Si assume che l’acetilene (C2H2) sia contenuto in bombole b) Le tubolature ad alta pressione (cioè le tubolature fra le
pressurizzate ad una pressione uguale a 1,5-1,8 MPa a bombole ed i dispositivi riduttori di pressione) devono
15 °C. essere installate entro il locale bombole e devono essere
in accordo con le prescrizioni seguenti:
19.2.3 Ossigeno • le tubolature dell'acetilene devono essere di acciaio
Si assume che l’ossigeno (O2) sia contenuto in bombole inossidabile e trafilate senza saldature,
pressurizzate ad una pressione uguale a 15-20 MPa a 15 °C. • le tubolature dell'ossigeno devono essere di rame o
acciaio inossidabile e trafilate senza saldature,
19.2.4 Locale bombole • le tubolature dell’acetilene e dell’ossigeno ed i rela-
Il locale bombole è un locale contenente le bombole tivi accessori devono essere dimensionati per una
d’ossigeno e d’acetilene in cui sono anche installati il col- pressione di progetto di 29,5 MPa,
lettore di distribuzione, le valvole di intercettazione e di • deve essere installata una valvola di non ritorno in
non ritorno, i dispositivi riduttori di pressione delle tubola- corrispondenza del collegamento di ciascuna bom-
ture che riforniscono le stazioni di distribuzione. bola di acetilene e d'ossigeno col collettore,
• valvole di intercettazione devono essere sistemate
19.2.5 Stazioni di distribuzione sulle bombole e devono essere tenute chiuse
Le stazioni di distribuzione sono zone o armadi adeguata- quando le stazioni di distribuzione non sono in fun-
mente protetti ed equipaggiati con valvole di intercetta- zione.
zione, dispositivi per la regolazione della pressione, c) Le tubolature a bassa pressione (cioè le tubolature fra i
manometri, valvole di non ritorno e collegamenti per mani- dispositivi riduttori di pressione e le stazioni di distribu-
chette che convogliano l’ossigeno e l’acetilene alla torcia. zione) sono soggette alle prescrizioni seguenti:
• i tubi devono essere in acciaio senza saldatura
19.3 Progetto dell’impianto di saldatura ossi- • i tubi devono avere spessore non inferiore a:
acetilenica - 2,5 mm, se installati all'aria aperta
19.3.1 Generalità - 2 mm, negli altri casi
• le tubolature verso ogni stazione di distribuzione
In genere non sono permesse più di due stazioni di distribu-
devono comprendere, in corrispondenza
zione, eccetto che in pontoni ed in navi officina.
dell'ingresso della stazione:
19.3.2 Bombole di acetilene ed ossigeno - una valvola d'intercettazione, da tenere chiusa
quando l'impianto non è in funzione,
a) Le bombole devono essere collaudate dalla Società o da
un’Organizzazione riconosciuta dalla Società. - dispositivi per proteggere le tubolature da ritorni
di gas o passaggi di fiamma.
b) Non sono permesse bombole di capacità superiore a 50
d) Devono essere sistemate valvole di sicurezza a valle dei
litri.
dispositivi per la riduzione della pressione e i loro scari-
c) Le bombole che alimentano gli impianti nonché quelle chi devono essere portati all'aria aperta, almeno 3 m al
di rispetto devono essere installate nel locale bombole. di sopra del ponte, in posizione sicura nella quale non
Non sono permesse installazioni nei locali per alloggio, esistano fonti di ignizione.

222 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

19.4 Sistemazione dell’impianto di saldatura 19.4.3 Tubolature


ossiacetilenica a) Le tubolature non devono passare attraverso locali per
alloggi o di servizio.
19.4.1 Locale bombole
b) Le tubolature devono essere protette contro ogni possi-
a) Il locale bombole deve essere sistemato in uno spazio bile danneggiamento meccanico.
indipendente al di sopra del ponte continuo più alto e
deve avere un accesso diretto dall’esterno. Le paratie ed c) In corrispondenza dei passaggi attraverso i ponti o le
i ponti che lo limitano devono essere d’acciaio e stagni paratie le tubolature devono essere appropriatamente
ai gas. installate entro manicotti sistemati in modo tale da
impedire eventuali sfregamenti del tubo entro i mani-
b) Se il numero totale delle bombole non è superiore a 8,
cotti.
comprese le eventuali bombole di rispetto non collegate
all’impianto, le bombole di acetilene e d’ossigeno pos-
19.4.4 Targhe
sono essere installate nello stesso locale. Altrimenti le
bombole di ossigeno e quelle di acetilene devono Devono essere sistemate a bordo della nave targhe come
essere separate da paratie stagne ai gas. indicato in Tab 33.

c) Il locale delle bombole deve essere adeguatamente ven-


tilato e coibentato in modo tale che la temperatura 20 Certificazione, ispezioni e prove
interna non superi i 40 °C. Nel caso in cui la tempera- degli impianti di tubolature
tura non possa essere controllata mediante ventilazione
naturale, deve essere sistemato un impianto di ventila-
zione meccanica indipendente. Gli scarichi dell’aria 20.1 Applicabilità
devono essere portati almeno a 3 m di distanza dalle
fonti d’ignizione e dagli ingressi dell’aria e devono 20.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo definiscono la
essere equipaggiati con reticella metallica tagliafiamma. certificazione e il programma di ispezioni e collaudi in offi-
cina da eseguire per:
d) Il locale bombole non deve essere adoperato per altri
servizi di bordo. Non devono passare attraverso questo • i vari componenti degli impianti,
locale tubolature che convogliano liquidi o gas infiam-
• i materiali usati per la loro costruzione.
mabili, eccetto quelli relativi all’impianto ossiacetile-
nico. Le prove a bordo sono trattate in Sez 15.
Nota 1: Sui pontoni e sulle navi officina, le bombole possono
essere installate all’aperto sul ponte in posizione sicura a soddisfa-
20.2 Prove di tipo
zione della Società. In questo caso devono essere adottate precau-
zioni adeguate:
20.2.1 Prove di tipo dei tubi flessibili e giunti di
• contro i raggi del sole e gli agenti atmosferici, per le bombole, dilatazione (1/1/2006)
mediante coperture stagne,
a) Per l'approvazione di tipo di tubi flessibili e giunti di
• mediante coperchi metallici, griglie metalliche o dispositivi dilatazione devono essere eseguite le prove per ogni
simili per le relative tubolature, valvole ed accessori.
tipo e per le dimensioni concordate con la Società, in
Tali protezioni devono essere facili da rimuovere per permettere la accordo con le indicazioni in Tab 34 (vedere anche le
rimozione delle bombole, quando necessario. "Norme per l'approvazione di tipo dei tubi flessibili ed i
compensatori di dialatazione").
Quando il numero totale delle bombole è superiore ad 8, le bom-
bole d’acetilene devono essere separate da quelle d’ossigeno. b) I tubi flessibili e i giunti di dilatazione devono essere
provati con i loro raccordi.
19.4.2 Stazioni di distribuzione

Le stazioni di distribuzione devono essere sistemate nel 20.2.2 Prova di tipo dei dispositivi di chiusura degli
locale macchina o nell’officina in posizioni ben ventilate e sfoghi d’aria (1/1/2002)
protette da ogni possibile danneggiamento meccanico. Per l'approvazione di tipo dei dispositivi di chiusura degli
Nota 1: Su pontoni e navi officina le stazioni di distribuzione pos- sfoghi d'aria devono essere eseguite, per ogni tipo ed ogni
sono essere installate all’aria aperta, in appositi armadi forniti di dimensione, le prove indicate in Tab 35 e nelle "Norme per
porta chiusa a chiave o in zone con accesso controllato a soddisfa- l'approvazione di tipo ed il collaudo dei dispositivi di chiu-
zione della Società. sura degli sfoghi d'aria".

Regolamenti RINA 2008 223


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 33 : Targhe

Posizione della targa Targa da sistemare

nel locale bombole schema dell’impianto ossiacetilenico

“vietato fumare”

in corrispondenza: “da tenere chiusa quando la stazione di distribuzione non è in


• delle valvole d’intercettazione delle bombole funzione”
• delle valvole d’intercettazione della stazione di distribuzione

in corrispondenza del dispositivo di riduzione della pressione indicazione della pressione massima ammissibile a valle del
dispositivo di riduzione della pressione

in corrispondenza dello scarico delle valvole di sicurezza “vietato fumare”

20.3 Prove sui materiali


Tabella 34 : Prove di tipo da eseguire su tubi flessibili
e giunti di dilatazione (1/7/2001)
20.3.1 Generalità
Tubi flessibili e Tubi flessibili e
a) Specifiche dettagliate per le prove sui materiali sono
giunti di dilata- giunti di dilata-
date nella Parte D. Prove
zione di materiale zione di mate-
b) Le prescrizioni per le ispezioni dei giunti saldati sono non metallico riale metallico
date nella Parte D. Prova di scoppio X X
Prova di resistenza al X (1) NR
c) Le prescrizioni del presente Articolo non si applicano a
fuoco
impianti soggetti a basse temperature, quali le tubola-
ture del carico di navi gasiere. Prova di vibrazione X X
(2)

20.3.2 Prove sui materiali Prova di pressione X (6) NR


pulsante
a) Quando richiesto in Tab 36, i materiali impiegati per Prova di flessibilità X (3) NR
tubi, valvole ed altri accessori sono soggetti alle prove
Prova di deforma- NR X
seguenti:
zione elastica
• prova di trazione a temperatura ambiente, Prova di dilatazione NR X
(4) ciclica
• prova di schiacciamento o piegatura, come applica-
bile, Resistenza del mate- X X
riale (5)
• prova di trazione alla temperatura di progetto, (1) solo per tubi flessibili e giunti di dilatazione utilizzati in
eccetto se si verifica una delle condizioni seguenti: impianti di liquidi infiammabili ed acqua di mare
• la temperatura di progetto è minore di 200 °C, (2) solo per tubi flessibili e giunti di dilatazione collegati a
motori, pompe, compressori o altre sorgenti di forti
• le caratteristiche meccaniche del materiale ad vibrazioni.
alta temperatura sono state approvate, (3) solo per tubi flessibili che convogliano fluidi a bassa
temperatura
• le dimensioni dei tubi sono basate su un valore (4) solo per tubolature sottoposte a cicli di dilatazione
ridotto della sollecitazione ammissibile.
(5) internamente al fluido convogliato ed esternamente ai
b) I materiali plastici sono soggetti alle prove indicate in raggi ultravioletti.
App 3. (6) solo per tubi flessibili.
Nota 1: X = richiesto, NR = non richiesto.

20.4 Prove idrostatiche degli impianti di tubo-


lature e dei loro componenti

20.4.1 Generalità
Le prove pneumatiche devono essere evitate per quanto
possibile. Qualora tali prove siano assolutamente necessa-
rie, in luogo della prova idrostatica, le procedure di prova
dovranno essere sottoposte alla Società per accettazione
prima della prova stessa.

224 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 35 : Prove di tipo per i dispositivi di chiusura KT : Sollecitazione ammissibile alla tempera-
degli sfoghi d’aria tura di progetto, come indicato in
Tab 10.
Tipo del dispositivo di Nota 2: Qualora siano usati acciai legati non elencati in Tab 10, la
chiusura sollecitazione ammissibile sarà oggetto di considerazione
Prova da eseguire speciale.
Tipo a gal-
Altri tipi f) Quando è necessario evitare sollecitazioni eccessive in
leggiante
corrispondenza dei gomiti e dei branchetti ecc. la
prova di tenuta stagna (1) X X Società potrà considerare di concedere una riduzione
della pressione di prova fino a, ma non meno di, 1,5 p.
determinazione delle caratteri- X X
In ogni caso la sollecitazione di membrana non deve
stiche di flusso (2)
superare il 90% del carico di snervamento alla tempera-
prova d’urto del galleggiante X tura di prova.
prova di compressione del gal- X (3) g) La pressione di prova dei tubi sistemati in corrispon-
leggiante denza della mandata delle pompe centrifughe azionate
da turbine a vapore, mentre deve sottostare alle prescri-
(1) la prova di tenuta stagna deve essere eseguita in acqua
zioni in b), non deve essere inferiore alla massima pres-
durante un’immersione/emersione in posizione nor-
sione che potrebbe essere sviluppata da queste pompe a
male e con un’inclinazione di 40 °
scarico chiuso alla velocità massima permessa dai loro
(2) la caduta di pressione deve essere misurata in funzione
dispositivi di sovravelocità.
della portata usando acqua
(3) solo per galleggianti non metallici h) Quando la prova idrostatica delle tubolature viene ese-
Nota 1: X = richiesto guita a bordo, tale prova può essere eseguita assieme
alle prove richieste in [20.4.7].
20.4.2 Prove idrostatiche delle tubolature 20.4.3 Prove idrostatiche di valvole, accessori e
a) Le prove idrostatiche devono essere eseguite a soddisfa- scambiatori di calore (1/7/2002)
zione del Tecnico per: a) Valvole ed accessori che non formano parte integrante
• tutti tubi di Classe I e II e gli accessori che ne sono dell'impianto di tubolature e che devono essere adope-
parte integrante, rate in tubolature di Classe I e II, devono essere sottopo-
ste a prove idrostatiche secondo normative riconosciute
• tutti i tubi del vapore, i tubi dell’acqua d’alimento, i dalla Società, ad una pressione non inferiore a 1,5 volte
tubi dell’aria compressa, i tubi di combustibile la pressione di progetto p definita in [1.3.2].
liquido ed altri liquidi infiammabili con una pres-
sione di progetto superiore a 0,35 MPa e gli acces- b) Le valvole da sistemare a murata al di sotto della linea
sori che ne sono parte integrante. di galleggiamento di pieno carico devono essere sotto-
poste a prova idrostatica ad una pressione non inferiore
b) Tali prove devono essere eseguite dopo completamento a 0,5 MPa.
della fabbricazione e prima dell’installazione a bordo e,
c) Gli involucri di apparecchiature quali riscaldatori, refri-
quando applicabile, prima dell’applicazione della coi-
geranti, scambiatori di calore, che possono essere con-
bentazione e della pittura.
siderati recipienti in pressione devono essere provati
Nota 1: le Classi dei tubi sono definite in [1.5.2]. secondo le prescrizioni in Sez 3.
c) Le prove di pressatura dei tubi di piccolo diametro d) I fasci di tubi o serpentine dei riscaldatori, refrigeranti e
interno (meno di 15 mm) possono non essere eseguite a scambiatori di calore devono essere sottoposti a prova
discrezione della Società, secondo le applicazioni. idrostatica alla stessa pressione a cui vengono provate le
tubolature dei fluidi ad essi collegati.
d) Se la temperatura di progetto non è superiore a 300°C,
la pressione di prova deve essere uguale a 1,5 p. e) Per i refrigeranti dei motori diesel, vedere Sez 2.
e) Se la temperatura di progetto è superiore o uguale a 20.4.4 Prove idrostatiche dei depositi e delle casse di
300 °C, la pressione di prova deve essere come segue: combustibile liquido non strutturali
• per acciai al carbonio ed al carbonio manganese la I depositi e le casse del combustibile liquido non strutturali
pressione di prova deve essere uguale a 2 p, devono essere sottoposti a prova idrostatica ad una pres-
sione corrispondente al livello massimo del liquido in que-
• per acciai legati, la pressione di prova pH, deve
sti spazi o nel tubo dello sfogo d’aria o rigurgito, con un
essere determinata con la formula seguente, ma non
minimo di 2,40 m al di sopra del cielo della cassa. Il bat-
è necessario che superi 2 p:
tente minimo deve essere di 3,60 m per casse per il conte-
K 100 nimento di combustibile liquido con punto
p H = 1 ,5 --------
-p
KT d’infiammabilità inferiore a 60 °C.
essendo: 20.4.5 Prove idrostatiche di pompe e compressori
K100 : Sollecitazione ammissibile a 100 °C, a) I cilindri, i coperchi e le casse delle pompe e dei com-
come indicato in Tab 10, pressori devono essere sottoposti a prova idrostatica ad

Regolamenti RINA 2008 225


Parte C, Cap 1, Sez 10

una pressione almeno uguale alla pressione pH determi- idrostatica ad una pressione non inferiore a 1,5 volte la
nata con le formule seguenti: massima pressione di esercizio.
• pH = 1,5 p essendo p ≤ 4, b) Durante le prove, i tubi flessibili o i giunti d'espansione
devono essere ripetutamente deformati rispetto al loro
• pH = 1,4 p + 4 essendo 4 < p ≤ 25, asse geometrico.
• pH = p + 10 essendo p > 25
20.4.7 Prove di pressatura delle tubolature dopo il
essendo montaggio a bordo
• pH : la pressione di prova, in MPa, Dopo il montaggio a bordo, devono essere eseguite, alla
presenza del Tecnico, le seguenti prove di tenuta.
• p : la pressione di progetto, come definita
In generale, tutti gli impianti di tubolature cui si applicano
in [1.3.2], in MPa.
le presenti norme devono essere controllati per accertare
pH non deve essere inferiore a 0,4 MPa. eventuali perdite nelle condizioni di esercizio, e, se neces-
sario, usando tecniche speciali diverse dalle prove idrostati-
b) Per le pompe centrifughe azionate da turbine a vapore,
che. In particolare, le serpentine di riscaldamento nelle
la pressione di prova, mentre deve soddisfare la prescri-
zione in a), non deve essere inferiore a 1,05 volte la casse e nelle cisterne, nonchè le tubolature del combusti-
bile liquido o gassoso, devono essere provate a non meno
pressione massima che potrebbe verificarsi con scarico
di 1,5 volte la pressione di progetto, ma in ogni caso a non
chiuso alla velocità massima consentita dal dispositivo
di sovravelocità. meno di 0,4 MPa.

c) I refrigeranti intermedi dei compressori devono essere 20.5 Prove dei componenti degli impianti di
sottoposti a prova idrostatica ad una pressione almeno tubolature durante la fabbricazione
uguale alla pressione pH definita in a). Nella determina-
zione di pH, la pressione p da considerare è quella che 20.5.1 Pompe
risulta da una messa in comunicazione accidentale fra il a) Le pompe di sentina e d’incendio devono essere sotto-
refrigerante ed il corrispondente stadio d’alta pressione, poste a prova di funzionamento.
tenendo conto del dispositivo di sicurezza sistemato su
b) I rotori delle pompe centrifughe d’alimento per le cal-
detto refrigerante.
daie principali devono essere sottoposti a prova di
d) La pressione di prova degli spazi acqua dei compressori bilanciamento.
e dei loro refrigeranti intermedi non deve essere infe-
riore a 1,5 volte la pressione di progetto nello spazio in 20.5.2 Separatori centrifughi
questione ma non deve essere inferiore a 0,2 MPa. I separatori centrifughi adoperati per il combustibile liquido
e per l’olio lubrificante devono essere sottoposti ad una
e) Per i compressori d’aria e le pompe azionati da motori prova di funzionamento, normalmente con acqua mesco-
diesel, vedere Sez 2. lata a combustibile liquido.
20.4.6 Prove idrostatiche di tubi flessibili e giunti di
dilatazione (1/7/2004) 20.6 Ispezioni e prove degli impianti
a) Ogni tubo flessibile o giunto di dilatazione, insieme ai 20.6.1 Le ispezioni e le prove richieste per gli impianti di
suoi collegamenti, deve essere sottoposto ad una prova tubolature e gli altri componenti sono riassunti in Tab 36.

226 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 10

Tabella 36 : Ispezioni e prove in officina degli impianti e dei loro componenti


Prove sui materiali (1) Ispezioni e prove del prodotto (1)
Tipo di certi-
Durante la fabbri- Tipo del certi- Riferimento ai
N. Voce Prove ficato del
cazione (non Prodotto finito ficato del regolamenti
richieste materiale
distruttive) prodotto
(2)
1 Valvole, tubi ed
accessori
a) classe I, d≥32mm X C X (5) X C (3) [20.3.2]
o classe II, [3.6.2] [3.6.3]
d≥100mm [20.4.3]

b) classe I, d<32mm
o classe II, X W X (5) X C (3) [20.3.2]
d<100mm [3.6.2] [3.6.3]
[20.4.3]
2 Tubi flessibili e giunti X (6) W X C (3) [20.3.2]
d’espansione [20.4.6]

3 Pompe e compressori
a) tutti
b) pompe sentina e X C (3) [20.4.5]
incendio X C (3) [20.5.1]
c) pompe d’ali-
mento per caldaie
principali: X C X X C (3) Parte D
• casse e viti Parte D
• parti princi- [20.5.1]
pali
• rotori
d) pompe di circola- X C C (3) Parte D
zione forzata per
caldaie princi-
pali:
• casse e viti
4 Separatori centrifughi X C (3) [20.5.2]
5 Tubolature prefabbri-
cate [3.6.2] [3.6.3]
a) Classi I e II con: X (7) X C (3) [20.4.2]
• d≥ 75 mm o
• t≥ 10 mm

b) Classi I e II con: X (7) X W [3.6.2] [3.6.3]


• d<75mm e [20.4.2]
• t<10mm

X W [20.4.2]
c) Classe III (4)
(1) X = prova richiesta
(2) C = Certificato della Società
W = Certificato d’officina
(3) o tipo alternativo di certificato secondo lo schema d’ispezione. Vedere Parte D.
(4) quando richiesto da [20.4.2]
(5) se di costruzione saldata
(6) se di costruzione metallica
(7) per collegamenti saldati

Regolamenti RINA 2008 227


Parte C, Cap 1, Sez 11

SEZIONE 11 MACCHINE DI GOVERNO

1 Generalità • Sez 15 per quanto riguarda le prove di navigazione,


• Parte B, Cap 10, Sez 1, per quanto riguarda il timone e
1.1 Applicabilità l’asta del timone,

1.1.1 Campo d’applicazione • Parte E, Cap 7, Sez 4, [7] quando sistemati su navi
A meno che non sia precisato altrimenti, le prescrizioni petroliere, navi chimichiere o navi gasiere.
della presente Sezione si applicano agli impianti di mac-
chine di governo delle navi a propulsione meccanica ed ai 1.2 Documentazione da inviare
meccanismi di governo dei thrusters di propulsione.
1.2.1 Documenti da inviare per le macchine di
1.1.2 Riferimenti governo
In aggiunta alle prescrizioni della presente Sezione gli Prima dell’inizio della costruzione, devono essere inviati
impianti delle macchine di governo sono soggetti anche alla Società per approvazione tutti i disegni e le specifiche
alle prescrizioni in: elencati in Tab 1.

Tabella 1 : Documenti da inviare per le macchine di governo

N. I/A (1) Documento (2)


1 I Disegno d’insieme delle macchine di governo,compresi i pattini, le guide, i dispositivi
di fine corsa ed altri componenti simili
2 I Descrizione generale dell’impianto e dei suoi principi di funzionamento
3 I Manuali operativi delle macchine di governo e dei loro componenti principali
4 I Descrizione delle modalità operative di governo in condizioni normali ed in emergenza
5 A Per le macchine di governo oleodinamiche, il diagramma schematico della tubolatura oleodinamica
dell’impianto di azionamento, compreso l’impianto per la ricarica del fluido idraulico, con l’indicazione:
• della pressione di progetto
• della pressione massima d’esercizio prevista
• del diametro, spessore, specifica dei materiali e particolari di collegamento dei tubi
• della capacità della cassa del fluido idraulico
• del punto d’infiammabilità del fluido idraulico
6 I Per le pompe oleodinamiche delle unità di potenza, i disegni d’insieme delle sezioni trasversali e longitudi-
nali e le curve caratteristiche
7 A Disegni d’assieme dei dispositivi di azionamento del timone e disegni costruttivi dei loro componenti; con
le seguenti indicazioni per gli azionatori oleodinamici:
• momento torcente di progetto
• pressione massima d’esercizio
• pressione di taratura della valvola di sicurezza
8 I Disegni costruttivi delle valvole di sicurezza sistemate a protezione degli azionatori oleodinamici, con
indicazione della:
• pressione di taratura
• capacità di scarico
9 A Diagrammi dei circuiti elettrici di potenza
10 A Schema funzionale relativo ai circuiti di comando, sicurezza, segnalazione ed allarme ed ai circuiti di tele-
comando dalla plancia, che indichi anche l’ubicazione dei dispositivi di comando, sicurezza, segnala-
zione ed allarme
11 A Disegni costruttivi delle parti che trasmettono le forze meccaniche all’asta del timone (barra, settore, aste di
collegamento e altri componenti simili), compresi i calcoli dei collegamenti forzati
12 I/A Per i thrusters azimutali usati come mezzi per il governo, la specifica ed i disegni dei meccanismi per il
governo e, quando applicabile, i documenti elencati alle voci da 2 a 6 e da 8 a 11
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
(2) I disegni costruttivi devono comprendere le specifiche dei materiali impiegati e, quando applicabile, i particolari di saldatura ed
i procedimenti di saldatura.

228 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 11

1.2.2 Documenti addizionali smettitori, i ricevitori, le pompe oleodinamiche di comando


Devono essere inviati i seguenti disegni addizionali: ed i relativi motori, i dispositivi di manovra dei motori, le
• analisi relativa al rischio della singola avaria, quando tubolature ed i cavi.
richiesta in [3.5.2],
1.3.7 Massima velocità d’esercizio in marcia avanti
• analisi relativa al rischio di blocco idraulico, quando La massima velocità d’esercizio in marcia avanti è la mas-
richiesta in [3.5.5], sima velocità di esercizio in navigazione, alla massima
• analisi delle avarie in relazione alla disponibilità di immersione, per la quale la nave è progettata.
potenza oleodinamica, quando richiesta in [4.5.3],
voce b). 1.3.8 Massima velocità in marcia indietro
• analisi a fatica e/o analisi della meccanica della frattura, La massima velocità in marcia indietro è la velocità che si
quando richiesta in Parte E, Cap 7, Sez 4, [7.3.3]. stima che la nave possa raggiungere alla massima potenza
di progetto in marcia indietro ed alla massima immersione.
1.3 Definizioni 1.3.9 Pressione massima d’esercizio
1.3.1 Macchina di governo principale La pressione massima d’esercizio è la massima pressione
La macchina di governo principale è il complesso costituito prevista nell’impianto per le condizioni di funzionamento
dal macchinario, dagli azionatori del timone, dalle eventuali della macchina di governo specificate in [3.3.1]b), o
unità di potenza, dalle apparecchiature sussidiarie e dai [4.3.1] b).
mezzi per applicare il momento torcente all’asta del timone
(per esempio barra o settore), che è necessario per effet- 1.4 Simboli
tuare i movimenti del timone allo scopo di governare la
1.4.1 I simboli seguenti sono adoperati per i criteri di
nave nelle normali condizioni di esercizio.
robustezza dei componenti delle macchine di governo:
1.3.2 Unità di potenza delle macchine di governo V : Velocità massima d’esercizio, in nodi, con la
L’unità di potenza di una macchina di governo è: nave al massimo galleggiamento estivo.
• nel caso di macchina di governo elettrica, un motore Quando la velocità è inferiore a 10 nodi, V
elettrico con le apparecchiature elettriche ad esso asso- deve essere sostituita dal valore (V+20)/3
ciate, ds : Valore regolamentare del diametro dell’asta del
• nel caso di macchina di governo elettroidraulica, un timone in corrispondenza della barra, in mm,
motore elettrico con le apparecchiature elettriche ad come definito in Parte B, Cap 10, Sez 1
esso associate e la pompa collegata, dse : Diametro effettivo della parte superiore dell’asta
• nel caso di altra macchina di governo idraulica, il del timone in corrispondenza della barra, in
motore primo e la pompa collegata. mm
(nel caso di accoppiamento rastremato, tale dia-
1.3.3 Macchina di governo ausiliaria metro deve essere misurato alla base
La macchina di governo ausiliaria è l’apparecchiatura che è dell’insieme)
necessaria per governare la nave in caso di avaria della mac-
TR : Valore regolamentare di calcolo del momento
china di governo principale, e che non comprende nes-
torcente agente sull’asta del timone, in kN.m,
sun’altra parte della macchina di governo principale ad
dato dalla formula seguente:
eccezione della barra, del settore o di altri componenti
3 –6
destinati allo stesso scopo. T R = 13 ,5 ⋅ d s ⋅ 10
TE : Per operazioni manuali d’emergenza, il
1.3.4 Sistema d’azionamento
momento torcente di progetto dovuto alle forze
Il sistema d’azionamento è l’apparecchiatura oleodinamica
agenti sul timone, in kN.m, dato dalla formula
sistemata per fornire la potenza necessaria per ruotare l’asta
seguente:
del timone, comprendente una o più unità di potenza con i
V E + 2⎞ 2
T E = 0 ,62 ⋅ ⎛⎝ --------------
relativi tubi ed accessori ed un azionatore del timone. I - ⋅ TR
sistemi di azionamento possono avere in comune compo- V + 2⎠
nenti meccanici come la barra, il settore e l’asta del timone, essendo:
o componenti destinati allo stesso scopo.
• VE = 7, per V ≤ 14
1.3.5 Azionatore del timone • VE = 0,5 V, per V > 14
L’azionatore del timone è il componente che trasforma TG : Per macchine di governo idrauliche o elettroi-
direttamente la pressione idraulica nella forza meccanica drauliche principali il momento torcente
che muove il timone. sull’asta del timone dovuto alla macchina di
governo stessa quando la pressione è uguale
1.3.6 Sistema di comando della macchina di
governo alla pressione di taratura della valvola di sicu-
rezza che protegge gli azionatori del timone
Il sistema di comando della macchina di governo è
l’impianto per mezzo del quale vengono trasmessi i Nota 1: per macchine di governo principali manuali deve
essere adoperato il valore seguente:
comandi dalla plancia alle unità di potenza. I sistemi di
comando della macchina di governo comprendono i tra- T G = 1 ,25 ⋅ T R

Regolamenti RINA 2008 229


Parte C, Cap 1, Sez 11

TA : Per macchine di governo idrauliche o elettroi- cuscinetti a sfere, a rulli o boccole, che devono essere
drauliche ausiliarie il momento torcente lubrificati permanentemente o provvisti di dispositivi di
sull’asta del timone dovuto alla macchina di lubrificazione.
governo stessa quando la pressione è uguale
alla pressione di taratura della valvola di sicu- c) La costruzione deve essere tale da rendere minime le
rezza che protegge gli azionatori del timone concentrazioni locali di sollecitazioni.
Nota 2: per macchine di governo ausiliarie manuali deve d) Tutti i componenti delle macchine di governo che tra-
essere adoperato il valore seguente:
smettono forze meccaniche all’asta del timone, che non
T A = 1 ,25 ⋅ T E sono protetti contro sovraccarichi dagli eventuali scontri
T’G : Per macchine di governo che possono azionare strutturali del timone o da ammortizzatori meccanici,
il timone con un numero ridotto di azionatori, il devono avere robustezza almeno equivalente a quella
valore di TG in tali condizioni richiesta per l’asta del timone in corrispondenza della
barra.
σ : Sollecitazione normale dovuta al momento flet-
tente ed alle forze di trazione e compressione,
2.1.2 Materiali e saldature
in N/mm2
τ : Sollecitazione tangenziale dovuta al momento a) Tutti i componenti della macchina di governo che tra-
torcente ed alle forze di taglio, in N/mm2 smettono forze meccaniche all’asta del timone (quali la
σa : Sollecitazione ammissibile, in N/mm2 barra, il settore e componenti simili) devono essere in
σc : Sollecitazione ideale, ottenuta con la formula acciaio od altro materiale tenace approvato in accordo
con le norme nella Parte D. In generale detto materiale
seguente:
deve avere allungamento non inferiore al 12% e carico
2 2 di rottura per trazione non superiore a 650 N/mm2.
σc = σ + 3τ

R : Valore di specifica del minimo carico unitario b) L’impiego della ghisa grigia non è permesso, eccetto che
di rottura per trazione del materiale alla tempe- per parti ridondanti a basso livello di sollecitazioni,
subordinatamente a particolare approvazione da parte
ratura ambiente, in N/mm2
della Società. Inoltre non è mai permesso per i cilindri.
Re : Valore di specifica del minimo carico unitario
di snervamento del materiale alla temperatura c) I particolari di saldatura ed i procedimenti di saldatura
ambiente, in N/mm2 devono essere inviati all’approvazione.
R’e : Carico unitario di snervamento di progetto, in
d) Tutti i giunti saldati ubicati entro la zona soggetta a pres-
N/mm2, determinato con le formule seguenti:
sione di un azionatore del timone o colleganti organi
• R’e = Re, per R ≥ 1,4 Re che trasmettono forze meccaniche devono essere a
• R’e = 0,417 (Re+R) per R < 1,4 Re piena penetrazione od avere resistenza equivalente a
quella dei giunti a piena penetrazione.
2 Progetto e costruzione - Prescrizioni
2.1.3 Dimensionamenti dei componenti
applicabili a tutte le navi
I dimensionamenti dei componenti delle macchine di
2.1 Componenti meccanici governo devono essere determinati considerando il
momento torcente di progetto MT ed il valore ammissibile
2.1.1 Generalità della sollecitazione ideale σa, come dati in:
a) Tutti i componenti della macchina di governo e l’asta
del timone devono essere di sana ed affidabile costru- • Tab 2 per i componenti che sono protetti contro i
zione a soddisfazione della Società. sovraccarichi provenienti dal timone,
b) Tutti i componenti essenziali non duplicati devono, ove • Tab 3 per i componenti che non sono protetti contro i
appropriato, utilizzare supporti antifrizione, come sovraccarichi provenienti dal timone.

230 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 11

Tabella 2 : Dimensionamento dei componenti protetti contro i sovraccarichi provenienti dal timone

Condizioni d’impiego del componente MT σa

Funzionamento normale TG • se TG ≤ 1,25 TR, σa = 1,25 σ0


• se 1,25 TR < TG < 1,50 TR, σa = σ0 TG/TR
• se TG ≥ 1,50 ΤR, σa = 1,50 σ0
essendo σ0 = 0,55 R’e

Funzionamento normale con numero ridotto T’G • se T’G ≤ 1,25 TR, σa = 1,25 σ0
di azionatori • se 1,25 TR < T’G < 1,50 TR, σa = σ0 TG/TR
• se T’G ≥ 1,50 ΤR, σa = 1,50 σ0
essendo σ0 = 0,55 R’e

Funzionamento in emergenza ottenuto con il minore tra TR e 0,8 TA 0,69 R’e


una macchina di governo idraulica o elettroi-
draulica
Funzionamento in emergenza con un numero il minore tra TR e 0,69 R’e
ridotto di azionatori 0,8 T’G

Funzionamento in emergenza manuale TE 0,69 R’e

Tabella 3 : Dimensionamento dei componenti non protetti contro i sovraccarichi provenienti dal timone

Condizioni d’impiego del componente MT σa

Funzionamento normale TR 0,55 R’e

Funzionamento normale con numero ridotto di azionatori il minore tra TR e 0,8 T’G 0,55 R’e

Funzionamento in emergenza ottenuto con una macchina di governo il minore tra TR e 0,8 TA 0,69 R’e
idraulica o elettroidraulica
Funzionamento in emergenza con un numero ridotto di azionatori il minore tra TR e 0,8 T’G 0,69 R’e

Funzionamento in emergenza manuale TE 0,69 R’e

2.1.4 Barre, settori e azionatori rotanti della sezione radicale richiesti dalla formula di cui
sopra,
a) La barra deve essere proporzionata come segue:
• nel caso in cui vi sia una doppia barra, il modulo di
• l’altezza HO del mozzo non deve essere minore di resistenza di ciascuna barra non deve essere minore
d s, della metà di quello richiesto dalla formula di cui
• lo spessore radiale del mozzo in corrispondenza sopra.
della barra non deve essere inferiore a 0,4.ds,
Figura 1 : Barra
• il modulo di resistenza della barra all’incastro col
mozzo non deve essere minore del valore Zb, in
cm3, calcolato con la formula seguente:
3
0 ,147 ⋅ d L′ R
Z b = ------------------------s- ⋅ ---- ⋅ -----e′
1000 L Re
L’
L

essendo:
L : Distanza tra l’asse dell’asta del timone
ed il punto di applicazione della forza
che agisce sulla barra (vedere Fig 1),
L’ : Distanza tra il punto di applicazione
della forza suddetta e la sezione radicale
della barra in questione sul mozzo
(vedere Fig 1), Ho
• la barra, all’estremità, in corrispondenza del punto b) Il settore deve essere dimensionato analogamente a
di applicazione della forza, deve avere una lar- quanto specificato in a) per la barra; quando sia impie-
ghezza e uno spessore non inferiori, rispettivamente, gato un settore del tipo a due o a tre bracci, il modulo di
alla metà della larghezza e alla metà dello spessore resistenza di ciascun braccio non deve essere inferiore

Regolamenti RINA 2008 231


Parte C, Cap 1, Sez 11

rispettivamente a metà o a un terzo di quello prescritto Figura 2 : Barre avvitate


per la barra.
n viti ds
Settori non calettati sull’asta del timone possono avere
l’altezza del mozzo ridotta del 10% e le altre dimen-

j
sioni adeguatamente ridotte a soddisfazione della d se
Società.

c) Le chiavette sono soggette alle prescrizioni seguenti:

• La chiavetta deve essere di acciaio con un carico


unitario di snervamento non inferiore a quello
dell’asta del timone e a quello del mozzo della barra
o azionatore rotante; comunque esso non può b

essere minore di 235 N/mm2, e) L’accoppiamento forzato tra la barra (o azionatore


• la larghezza della chiavetta non deve essere minore rotante) e l’asta è soggetto alle prescrizioni seguenti:
di 0,25.ds, • il coefficiente di sicurezza contro lo slittamento non
deve essere minore di:
• lo spessore della chiavetta non deve essere minore • 1 per i collegamenti con chiavetta,
di 0,10.ds, • 2 per i collegamenti senza chiavetta,
• il coefficente d’attrito deve essere assunto uguale a:
• le estremità delle cave per le chiavette nell’asta del
• 0,15 per acciaio e 0,13 per ghisa sferoidale grafi-
timone e nella barra (o azionatore rotante) devono
tica, nel caso di forzamento oleodinamico,
essere arrotondate e il fondo della cava della chia-
• 0,17 nel caso di forzamento a secco,
vetta deve essere raccordato con un raggio di rac-
• le sollecitazioni ideali in accordo col criterio di von
cordo minimo non minore del 5% dello spessore
Mises, dovute alla pressione massima generata dal
della chiavetta. forzamento e calcolata in corrispondenza dei punti
più sollecitati delle parti forzate, non deve essere
d) Le barre ed i settori di tipo avvitato sono soggetti alle
superiore all’80% del carico unitario di snerva-
prescrizioni seguenti: mento del materiale considerato,
• il diametro delle viti non deve essere minore del Nota 1: Valori alternativi di sollecitazioni basati su calcoli agli ele-
menti finiti potranno anche essere considerati dalla
valore db, in mm, calcolato con la formula seguente: Società.
• i lembi d’entrata dei fori nella barra e quello del
TR cono dell’asta del timone devono essere arrotondati
- ⋅ 235
d b = 153 --------------------------------- ----------
n ( b + 0 ,5d se ) R eb o smussati.

2.1.5 Aste dei cilindri azionatori


essendo:
Il dimensionamento delle aste dei cilindri azionatori deve
n : Numero delle viti sistemate dallo stesso essere determinato tenendo conto dei momenti flettenti, se
lato rispetto all’asse dell’asta (n deve esistenti, in aggiunta alle forze di trazione e compressione,
ed è soggetto alle prescrizioni seguenti:
essere non minore di 2),
a) σc ≤ σa
b : Distanza fra le viti e l’asta del timone, in essendo:
mm (vedere Fig 2), σc : sollecitazione ideale come indicato in
Reb : carico unitario di snervamento, in [1.4.1]
N/mm2, del materiale delle viti, σa : sollecitazione ammissibile come indicato in
[2.1.3]
• lo spessore delle flange d’accoppiamento non deve b) per quanto riguarda la robustezza alla pressoflessione
essere minore del diametro delle viti, con instabilità dell’equilibrio elastico:

------------2 ⋅ ⎛ ωF c + 8M
---------⎞⎠ ≤ 0 ,9σ a
• al fine di assicurare che l’accoppiamento intorno 4
all’asta sia stretto con efficacia, le due parti della πD 2 ⎝ D2

barra devono essere alesate insieme con un apposito essendo:


spessore; esso deve essere non minore del valore j, D2 : Diametro dell’asta dello stantuffo, in mm,
in mm, calcolato con la formula seguente: Fc : Forza di compressione nell’asta, in N,
quando l’asta è estesa al massimo della sua
j = 0 ,0015 ⋅ d s corsa,

232 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 11

M : eventuale momento flettente nell’asta dello 2.2.3 Valvole d’intercettazione


stantuffo, in N.mm, in corrispondenza Valvole d’intercettazione, valvole di non-ritorno o altri
dell’estremità anteriore del cuscinetto del dispositivi idonei devono essere sistemati per:
cilindro che sopporta l’asta,
• soddisfare le esigenze di disponibilità in [3.5] o [4.5],
ω : = α + (β2 - α)0,5,
• mantenere il timone in posizione ferma nel caso di
essendo: un’emergenza.

α : = 0,0072 (ls/ds)2.R’e/235, In particolare, per tutte le navi con azionatori non duplicati,
valvole d’intercettazione devono essere sistemate in corri-
β : = 0,48 + 0,5 α + 0,1 α0,5, spondenza del collegamento dei tubi con l’azionatore e
devono essere collegate direttamente all’azionatore stesso.
ls : Lunghezza massima non sop-
portata dell’asta del cilindro
2.2.4 Tubi flessibili (1/7/2006)
azionatore, in mm.
a) Tubi flessibili possono essere sistemati fra due punti fra i
quali sia necessario un collegamento flessibile ma non
2.2 Impianto oleodinamico devono essere sottoposti a deformazioni torsionali (tor-
sione) nelle normali condizioni operative. General-
2.2.1 Generalità mente il tubo flessibile deve avere una lunghezza
limitata a quella strettamente necessaria per assicurare
a) La pressione di calcolo per determinare il dimensiona- la flessibilità richiesta e per l’appropriato funziona-
mento delle tubolature e di altri componenti della mac- mento della macchina.
china di governo, soggetti a pressione interna
oleodinamica, deve essere almeno 1,25 volte la mas- b) I tubi flessibili devono essere del tipo ad alta pressione,
sima pressione di esercizio prevista per le condizioni di costruiti secondo una normativa riconosciuta e idonei
funzionamento specificate in [3] e [4], tenendo conto per i fluidi, pressioni, temperature e condizioni ambien-
della pressione che può esistere nella parte a bassa pres- tali d’esercizio.
sione dell’impianto. c) Essi devono essere di un tipo approvato dalla Società, in
A giudizio della Società, potrà essere applicato, per la accordo alla Sez 10, [2.6].
progettazione delle tubolature e dei componenti, il cri-
terio della fatica cumulativa ad alti cicli, tenendo conto 2.2.5 Valvole di sicurezza
delle pulsazioni di pressione dovute ai carichi dinamici. a) Valvole di sicurezza devono essere sistemate in ogni
parte dell’impianto oleodinamico che può essere isolata
b) Il circuito di potenza per macchine di governo idrauli- e nella quale la pressione può essere generata sia dalla
che deve essere realizzato in modo che il passaggio da fonte di energia oleodinamica che da forze esterne. La
una unità di potenza all’altra possa effettuarsi rapida- pressione di taratura delle valvole di sicurezza non deve
mente. essere maggiore della pressione di calcolo. Le valvole di
sicurezza devono avere dimensionamento adeguato ed
c) Quando necessario, devono essere previsti dispositivi
essere sistemate in modo da impedire indebiti aumenti
per lo spurgo dell’aria dal sistema oleodinamico.
di pressione al di sopra della pressione di calcolo.
L’impianto di tubolature oleodinamico, compresi i giunti, le b) La pressione di taratura delle valvole di sicurezza non
valvole, le flange e gli altri accessori, è soggetto alle presci- deve essere inferiore a 1,25 volte la massima pressione
zioni in Sez 10 per le tubolature di Classe I, ed in partico- di esercizio.
lare alle prescrizioni in Sez 10, [14], se non altrimenti
indicato. c) La minima capacità di scarico della valvola (o delle val-
vole) di sicurezza non deve essere inferiore alla portata
totale delle pompe che possono scaricare attraverso di
2.2.2 Materiali
essa (esse) aumentata del 10%. In tale condizione
a) I cilindri degli azionatori, le casse in pressione degli l’aumento di pressione non deve essere superiore al
azionatori del tipo a palmole, le tubolature del circuito 10% della pressione di taratura delle suddette valvole. A
oleodinamico di potenza, le valvole, le flange e gli tale riguardo devono essere tenute in considerazione le
accessori devono essere in acciaio od altro materiale condizioni ambientali estreme previste in relazione alla
tenace approvato. viscosità del fluido oleodinamico.

b) In generale detto materiale deve avere allungamento 2.2.6 Casse del fluido idraulico
non inferiore al 12% e carico di rottura per trazione non Le macchine di governo azionate oleodinamicamente
superiore a 650 N/mm2. devono essere provviste di quanto segue:
La ghisa grigia può essere accettata subordinatamente a • un allarme di basso livello per ciascuna cassa del fluido
considerazioni speciali per i corpi delle valvole e per idraulico per segnalare il più presto possibile perdite di
componenti ridondanti a basso livello di sollecitazioni, tale fluido. Questo allarme deve essere ottico ed acu-
esclusi i cilindri. stico e sistemato in un posto della plancia e del locale

Regolamenti RINA 2008 233


Parte C, Cap 1, Sez 11

apparato motore dove possa essere prontamente alternative che assicurino un equivalente grado di prote-
notato; e zione contro le perdite di fluido idraulico.
• una cassa fissa di riserva avente una capacità sufficiente e) La robustezza ed il sistema di fissaggio dei fondi dei
per ricaricare almeno un impianto di azionamento, cilindri (o, nel caso di azionatori di tipo rotante, le pal-
compreso il serbatoio, quando è richiesto che la mac- mole fisse) che agiscono come blocchi del timone sono
china di governo principale sia azionata meccanica- soggetti alle prescrizioni in [7.3.1].
mente. Tale cassa deve essere permanentemente
collegata alla tubolatura in modo che gli impianti oleodi- Tabella 4 : Valori dei coefficienti A e B
namici possano essere prontamente ricaricati da una
posizione entro il locale macchine di governo e deve Ghisa
Coefficiente Acciaio Acciaio fuso
essere munita di indicatore di livello. sferoidale
Nota 1: Per navi da carico di stazza lorda inferiore a 500 ton e per A 3,5 4 5
navi da pesca, il sistema di riserva può consistere in un barile facil-
mente accessibile e di capacità sufficiente a ricaricare almeno un B 1,7 2 3
impianto d’azionamento, se necessario.
2.3 Impianti elettrici
2.2.7 Pompe oleodinamiche
a) Le pompe oleodinamiche devono essere sottoposte a 2.3.1 Progetto generale
prova di tipo in accordo con le prescrizioni in [8.1.1]. Gli impianti elettrici della macchina principale di governo e
della macchina ausiliaria di governo devono essere siste-
b) Deve essere prestata particolare cura all’allineamento
mati in modo tale che l’avaria di uno di essi non metta fuori
delle pompe e dei motori che le azionano.
servizio l’altro.
2.2.8 Filtri
2.3.2 Circuiti di potenza
a) Le macchine di governo azionate oleodinamicamente
a) Ciascuna macchina di governo elettrica o elettroidrau-
devono essere munite di dispositivi atti a mantenere la
lica comprendente una o più unità di potenza deve
pulizia del fluido idraulico tenendo in considerazione il
essere servita da almeno due circuiti destinati solo a tale
tipo ed il progetto dell’impianto oleodinamico.
scopo, alimentati direttamente dal quadro principale;
b) Filtri di finezza adeguata devono essere sistemati nel tuttavia uno di questi circuiti può essere alimentato tra-
circuito oleodinamico, in particolare per assicurare la mite il quadro di emergenza.
protezione delle pompe. b) Una macchina di governo ausiliaria elettrica o elettroi-
draulica, associata ad una macchina di governo princi-
2.2.9 Accumulatori
pale elettrica o elettroidraulica, può essere collegata ad
Gli accumulatori, se sistemati, devono essere progettati in uno dei circuiti che alimentano la detta macchina di
accordo con le prescrizioni in Sez 10, [14.5.3]. governo principale.

2.2.10 Azionatori dei timoni c) I circuiti che alimentano una macchina di governo elet-
trica o elettroidraulica devono avere portata sufficiente
a) Gli azionatori dei timoni, con eccezione di quelli non per alimentare tutti i motori che possono essere colle-
duplicati sistemati su navi petroliere, navi chimichiere e gati contemporaneamente ad essi e che devono funzio-
navi gasiere aventi una stazza lorda pari a o maggiore di nare contemporaneamente.
10000 ton, devono essere progettati in accordo colle
prescrizioni relative in Sez 3 per i recipienti in pres- d) Se in una nave di stazza lorda inferiore a 1.600 ton la
sione di Classe 1, considerando inoltre le prescrizioni macchina di governo ausiliaria che, secondo le prescri-
seguenti. zioni in [3.3.2] c), deve essere azionata meccanica-
mente, non è azionata elettricamente oppure è azionata
b) La sollecitazione primaria generale di membrana da motore elettrico destinato prevalentemente ad altri
ammissibile non deve essere maggiore del minore fra i servizi, la macchina di governo principale può essere
valori seguenti: alimentata con un solo circuito dal quadro principale.
R- Re e) Quando il diametro regolamentare dell’asta del timone
--- o -----
A B in corrispondenza della barra è maggiore di 230 mm,
A e B essendo dati in Tab 4. escludendo i rinforzi per la navigazione fra i ghiacci,
deve essere prevista un’alimentazione alternativa di
c) I dispositivi di tenuta del fluido idraulico tra parti non in energia, fornita o dalla sorgente di energia elettrica
movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido d’emergenza o da una sorgente d’energia elettrica indi-
idraulico in pressione, devono essere del tipo metallo su pendente sistemata nel locale agghiaccio sufficiente
metallo od equivalenti. almeno ad alimentare l’unità di potenza della macchina
d) I dispositivi di tenuta del fluido idraulico tra parti in di governo in modo che essa possa fornire almeno le
movimento, che impediscono la fuoriuscita del fluido prestazioni di una macchina di governo ausiliaria.
idraulico in pressione, devono essere duplicati in modo Tale alimentazione deve avvenire automaticamente
tale che l’avaria ad uno di essi non metta l’azionatore entro 45 s nel caso di un’avaria delle sorgenti principali
fuori servizio. Possono essere accettate sistemazioni di energia elettrica.

234 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 11

Tale sorgente indipendente deve essere utilizzata esclu- 2.3.5 Protezione dei circuiti
sivamente per tale scopo. a) Deve essere prevista la protezione contro il corto cir-
La sorgente alternativa deve anche alimentare gli cuito per ciascun circuito di comando e di potenza
impianti di comando relativi alla macchina di governo, delle macchine di governo principali e ausiliarie, elettri-
gli impianti di comando a distanza delle unità di che o elettroidrauliche.
potenza e l’indicatore dell’angolo del timone. b) Non devono essere sistemate altre protezioni, eccetto
f) In ogni nave avente una stazza lorda pari a o maggiore quelle contro i corto circuiti, sulle linee d’alimentazione
di 10.000 ton, la sorgente alternativa di energia deve dei dispositivi di comando delle macchine di governo.
avere la capacità di assicurare almeno 30 minuti di fun- c) La protezione contro sovracorrenti (per esempio
zionamento continuo, e per le altre navi almeno 10 mediante relè termici), compresa la corrente di avvia-
minuti. mento, se prevista per i circuiti di potenza, deve essere
per non meno di due volte la corrente di pieno carico
2.3.3 Motori e dispositivi di comando relativi del motore o del circuito protetti e deve essere realiz-
zata in modo da permettere il passaggio di correnti di
a) Per determinare le caratteristiche dei motori elettrici
avviamento appropriate.
richieste per le unità di potenza deve essere considerato
il momento torcente di spunto ed il massimo momento d) Qualora siano adoperati fusibili, la loro corrente di tara-
torcente in esercizio della macchina di governo in tutte tura deve essere di due volte più alta della corrente
le condizioni di funzionamento. Il rapporto tra il nominale del motore. Tuttavia, nel caso di motori per
momento torcente massimo del motore ed il momento servizio intermittente, la taratura dei fusibili non deve
torcente nominale deve essere almeno uguale a 1,6. essere maggiore del 160% della corrente nominale del
motore.
b) I motori per le unità di potenza delle macchine di
governo possono essere dimensionati per una richiesta e) L’intervento istantaneo contro il corto circuito degli
di potenza intermittente. interruttori deve essere tarato a un valore non maggiore
di 15 volte la corrente nominale del motore alimentato.
Il dimensionamento deve essere determinato sulla base
delle caratteristiche della macchina di governo della f) La protezione dei circuiti di comando deve essere tarata
nave in questione; in ogni caso deve essere almeno: ad almeno due volte la corrente nominale massima del
circuito, tuttavia, se possibile, a non meno di 6 A.
• S3 - 40% per motori di unità di potenza di macchine
di governo elettriche; 2.3.6 Avviamento ed arresto dei motori per le unità
di potenza delle macchine di governo
• S6 - 25% per motori di unità di potenza di macchine
di governo elettroidrauliche e per convertitori. a) I motori per le unità di potenza devono poter essere
avviati ed arrestati da una posizione in plancia e da una
c) Ciascun motore elettrico per unità di potenza per mac- posizione nel locale agghiaccio del timone.
chine di governo principali o ausiliarie deve essere
munito del proprio dispositivo d’avviamento separato, b) In corrispondenza degli avviatori deve essere possibile
sistemato nel locale agghiaccio. isolare qualsiasi dispositivo per il comando a distanza
dell’avviamento o dell’arresto (per esempio mediante
2.3.4 Alimentazione dei circuiti di comando dei rimozione di un fusibile o apertura di un interruttore
motori e degli impianti di comando delle automatico).
macchine di governo c) Le unità di potenza per le macchine principali ed ausi-
a) Ciascun impianto di comando per l’avviamento e l’arre- liarie di governo devono essere realizzate in modo da
sto dei motori per le unità di potenza deve essere servito riavviarsi automaticamente quando viene ripristinata
da una propria linea indipendente alimentata dal suo l’erogazione di energia dopo una sua interruzione.
rispettivo circuito di potenza.
2.3.7 Separazione
b) Qualsiasi impianto di comando delle macchine di a) I circuiti di potenza elettrici duplicati devono essere
governo principali ed ausiliarie azionabile dalla plan- separati per quanto possibile.
cia, se elettrico, deve essere servito da una propria linea
indipendente, derivata da un circuito di potenza della b) I cavi per i circuiti elettrici di potenza duplicati con i
macchina di governo in un punto situato all’interno del loro relativi componenti devono essere per quanto pos-
locale macchine di governo, oppure direttamente dalle sibile separati. Essi devono seguire percorsi diversi sepa-
sbarre del quadro elettrico che alimentano quel circuito rati sia verticalmente che orizzontalmente, per quanto
di potenza della macchina di governo, in un punto, sul possibile, per la loro intera lunghezza.
quadro, adiacente all’alimentazione di tale circuito. I c) Gli impianti di comando delle macchine di governo
sistemi di alimentazione di potenza devono essere pro- duplicati con i relativi componenti devono essere per
tetti selettivamente. quanto possibile separati.
c) I comandi a distanza delle unità di potenza e dei dispo- d) I cavi per gli impianti di comando delle macchine di
sitivi di comando delle macchine di governo devono governo duplicati con i loro relativi componenti devono
essere anche alimentati dalla sorgente d’energia alterna- essere per quanto possibile separati. Essi devono seguire
tiva quando richiesto in [2.3.2], e). percorsi diversi separati sia verticalmente che orizzon-

Regolamenti RINA 2008 235


Parte C, Cap 1, Sez 11

talmente, per quanto possibile, per la loro intera lun- dispositivi che indichino che i motori delle macchine di
ghezza. governo elettriche ed elettroidrauliche sono funzionanti.
e) Cavi, morsetti e altri componenti per gli impianti di c) Se è usata una linea d’alimentazione trifase vi deve
comando di macchine di governo duplicati, installati su essere un allarme che segnali la mancanza di una qua-
unità, pannelli di comando, quadri o consoles in plan- lunque delle fasi.
cia devono essere per quanto possibile separati. d) Deve essere previsto un allarme di sovraccarico per cia-
Qualora la separazione fisica non sia possibile, la sepa- scun motore delle unità di potenza di macchine di
razione può essere ottenuta mediante divisioni non pro- governo elettriche o elettroidrauliche.
paganti la fiamma. e) Gli allarmi richiesti in c) e d) devono essere ottici ed acu-
f) Tutti i componenti elettrici degli impianti di comando stici e devono essere ubicati in una posizione del locale
delle macchine di governo devono essere duplicati. Ciò apparato motore o della stazione di comando dalla
non richiede la duplicazione della ruota o della barra di quale l’apparato motore stesso viene normalmente
comando. comandato, dove essi possano essere prontamente
notati.
g) Se per entrambi gli impianti di comando della macchina
di governo è impiegato un unico selettore del modo di 2.4.2 Impianti oleodinamici
governare (interruttore uniassiale), i collegamenti agli a) Le casse del fluido idraulico devono essere munite degli
impianti di comando devono essere divisi come neces- allarmi richiesti in [2.2.6].
sario e separati fra di loro da una piastra isolante o aria
b) Qualora un blocco idraulico, causato da un guasto sin-
libera.
golo, possa portare alla perdita della capacità di gover-
h) Nel caso di doppio comando “follow-up”, gli amplifica- nare deve essere sistemato un allarme ottico ed acustico
tori devono essere progettati ed alimentati in modo da in plancia capace di individuare l’impianto in avaria.
essere elettricamente e meccanicamente separati. Nel Nota 1: Tale allarme deve essere attivato quando, per esempio:
caso di comando “non-follow-up” e comando “follow- • la posizione del sistema di comando della pompa a
up”, deve essere assicurato che l’amplificatore “follow- volume variabile non corrisponde all’ordine impartitole; o
up” sia protetto selettivamente. • è rilevata una posizione non corretta della valvola a tre vie,
i) I circuiti di comando per impianti di comando addizio- o simile dispositivo, negli impianti con pompe a portata
nali, per esempio barre di governo o autopilota, devono costante.
essere progettate in modo da poter disconnettere tutti i
2.4.3 Impianti di comando
poli.
Nel caso di interruzione dell’alimentazione dell’energia
j) Le unità di informazione di ritorno e gli interruttori di elettrica all’impianto di comando della macchina di
fine corsa, se esistenti, per gli impianti di comando delle governo, deve essere dato in plancia un allarme ottico ed
macchine di governo devono essere elettricamente acustico.
separati e collegati meccanicamente in modo separato
all’asta o all’azionatore del timone. 2.4.4 Indicatore dell’angolo del timone
La posizione angolare del timone deve essere:
k) I dispositivi che controllano i circuiti di potenza delle
macchine del timone, per esempio le valvole magneti- a) indicata in plancia se la macchina di governo principale
che, devono essere duplicati e separati. è azionata meccanicamente. L’indicatore dell’angolo
del timone deve essere indipendente dall’impianto di
comando della macchina di governo ed alimentato dal
2.4 Allarmi ed indicatori
quadro d’emergenza o da una fonte d’energia elettrica
2.4.1 Unità di potenza alternativa indipendente come quella riferita in [2.3.2],
e);
a) Nel caso di mancanza di potenza ad una qualsiasi delle
b) rilevabile nel locale agghiaccio del timone.
unità di potenza per la macchina di governo, deve
essere attivato un allarme ottico ed acustico in plancia. 2.4.5 Tabella riassuntiva
b) In plancia ed in un’opportuna posizione di comando Gli indicatori e gli allarmi che devono essere sistemati con
della macchina principale devono essere sistemati dei le posizioni relative sono elencati in Tab 5.

236 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 11

Tabella 5 : Indicatori ed allarmi con le posizioni relative


Posizione
Allarme
Stazione di
Voce Indicatore (Ottico ed Locale agghiac-
Plancia comando in
acustico) cio del timone
macchina
Mancanza di alimentazione a ciascuna X X X
unità di potenza
Indicazione di funzionamento per i motori X X X
elettrici di ciascuna unità di potenza
Sovraccarico dei motori elettrici di X X X
ciascuna unità di potenza
Mancanza di una fase dei motori elettrici X X X
di ciascuna unità di potenza
Basso livello per ciascuna cassa di fluido X X X
idraulico
Mancanza di alimentazione in ciascun X X X
circuito di comando
Blocco idraulico X X
Indicatore dell’angolo del timone X X X

3 Progetto e costruzione - Prescrizioni 120 mm, escludendo i rinforzi per la navigazione fra i
ghiacci; e
per navi da carico di stazza lorda
d) progettate in modo da non essere danneggiate alla mas-
uguale a o maggiore di 500 ton e per sima velocità di marcia indietro; tuttavia non è necessa-
navi da passeggeri rio che tale esigenza di progettazione sia dimostrata con
prove alla massima velocità di marcia indietro e con
3.1 Applicabilità angolo massimo di timone.

3.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano in 3.3.2 Macchina di governo ausiliaria
aggiunta a quelle di cui in [2]. La macchina di governo ausiliaria e l’asta del timone devono
essere:
3.2 Generalità a) di robustezza adeguata e capaci di governare la nave ad
una velocità che possa essere considerata ancora di
3.2.1 Salvo espressa disposizione contraria, le navi devono navigazione e deve poter essere messa in azione rapida-
essere munite di una macchina di governo principale e di mente in caso di emergenza;
una macchina di governo ausiliaria, a soddisfazione della b) capaci di portare il timone da 15° da una parte a 15°
Società. dalla parte opposta in non più di 60 s, con la nave alla
massima immersione ed in navigazione in marcia avanti
3.3 Robustezza, prestazioni ed azionamento a velocità metà di quella massima di marcia avanti o alla
con energia meccanica delle macchine velocità di 7 nodi, se questa è maggiore; e
di governo c) azionata da energia meccanica quando necessario per
soddisfare alle norme del precedente comma b) e in
3.3.1 Macchina di governo principale tutti i casi in cui la Società richieda per l’asta del timone,
La macchina di governo principale e l’asta del timone in corrispondenza della barra, un diametro maggiore di
devono essere: 230 mm, escludendo i rinforzi per la navigazione fra i
ghiacci.
a) di robustezza adeguata e capaci di governare la nave
alla massima velocità di esercizio in marcia avanti, e ciò
3.4 Comando delle macchine di governo
deve essere dimostrato;
b) capaci di portare il timone da 35° da una parte a 35° 3.4.1 Comando delle macchine di governo
dalla parte opposta con la nave alla massima immer- principali ed ausiliarie
sione ed in navigazione di marcia avanti alla massima Deve essere previsto il comando delle macchine di governo
velocità di esercizio in marcia avanti e, nelle stesse con- come segue:
dizioni, da 35° da una qualsiasi delle due parti a 30° a) in plancia e nel locale macchine di governo, per la mac-
dalla parte opposta in non più di 28 s; china di governo principale;
c) azionate da energia meccanica quando necessario per b) con due impianti di comando indipendenti, ciascuno
soddisfare alle norme del precedente comma b), e in dei quali possa essere manovrato dalla plancia, quando
tutti i casi in cui la Società richieda per l’asta del timone, la macchina di governo principale è realizzata in confor-
in corrispondenza della barra, un diametro maggiore di mità con le norme in [3.5.2]. Ciò non richiede la dupli-

Regolamenti RINA 2008 237


Parte C, Cap 1, Sez 11

cazione della ruota o della leva del timone. Quando il in [3.3.1] mentre tutte le unità di potenza sono in fun-
sistema di comando è un telemotore idraulico, non è zione;
necessaria la sistemazione di un secondo impianto di
c) la macchina di governo principale sia realizzata in modo
comando indipendente, fatta eccezione per le navi
che, a seguito di una singola avaria al suo sistema di
petroliere, chimichiere o gasiere di stazza lorda uguale a
tubolature o ad una delle unità di potenza, il difetto
o superiore a 10.000 ton;
possa essere isolato in modo che la capacità di gover-
c) nel locale macchine di governo, per la macchina di nare possa essere mantenuta o ripristinata rapidamente.
governo ausiliaria. Se la macchina di governo ausiliaria è Le macchine di governo diverse da quelle idrauliche devono
azionata meccanicamente, vi deve essere anche un avere uno standard equivalente a quello stabilito nel pre-
impianto di comando azionato dalla plancia e questo sente punto [3.5.2] a soddisfazione della Società.
deve essere indipendente dall’impianto di comando
della macchina di governo principale. 3.5.3 Alimentazione del fluido idraulico
3.4.2 Impianti di comando a distanza azionati dalla Gli impianti oleodinamici per le macchine di governo prin-
plancia cipali ed ausiliarie devono essere indipendenti dagli altri
impianti oleodinamici della nave.
Ciascun impianto di comando delle macchine di governo
principale ed ausiliaria che agisce dalla plancia deve soddi-
3.5.4 Componenti non duplicati
sfare a quanto segue:
L’idoneità di ogni componente essenziale non duplicato
• se elettrico, esso deve essere servito da una propria sarà oggetto di considerazione particolare.
linea indipendente, derivata da un circuito di potenza
della macchina di governo in un punto situato 3.5.5 Blocco idraulico
all’interno del locale macchine di governo, oppure diret-
Nei casi in cui la macchina di governo sia sistemata in
tamente dalle sbarre del quadro elettrico che alimen-
modo tale che possano essere azionati contemporanea-
tano quel circuito di potenza della macchina di
mente più di un impianto (sia di potenza che di comando),
governo, in un punto, sul quadro, adiacente all’alimen-
deve essere preso in considerazione il rischio di un blocco
tazione di tale circuito,
idraulico causato da una singola avaria.
• nel locale macchine di governo devono essere sistemati
dispositivi per scollegare dalla macchina di governo da
esso servita qualsiasi impianto di comando che agisca 4 Progetto e costruzione - Prescrizioni
dalla plancia, per navi da carico con stazza lorda
• l’impianto deve poter essere messo in funzione da una minore di 500 ton e per navi da pesca
posizione in plancia,
• nel caso di interruzione dell’alimentazione dell’energia 4.1 Applicabilità
elettrica all’impianto di comando, deve essere dato in
plancia un allarme ottico ed acustico, e 4.1.1 Le prescrizioni del presente Articolo si applicano in
aggiunta a quelle di cui in [2].
• i circuiti elettrici di alimentazione dell’impianto di
comando delle macchine di governo devono essere
muniti soltanto di protezione contro i cortocircuiti. 4.2 Generalità

4.2.1 Salvo espressa disposizione contraria, le navi


3.5 Disponibilità devono essere munite di una macchina di governo princi-
pale e di una macchina di governo ausiliaria, a soddisfa-
3.5.1 Sistemazione delle macchine di governo
zione della Società.
principali ed ausiliarie
La macchina di governo principale e quella ausiliaria
devono essere sistemate in modo che un’avaria ad una di 4.3 Robustezza, prestazioni ed azionamento
esse non metta fuori servizio l’altra. con energia meccanica delle macchine
di governo
3.5.2 Omissione della macchina di governo
ausiliaria 4.3.1 Macchina di governo principale
Quando la macchina di governo principale comprende due La macchina di governo principale e l’asta del timone
o più unità di potenza uguali, non è necessario sistemare la devono essere:
macchina di governo ausiliaria, a condizione che:
a) di robustezza adeguata e capaci di governare la nave
a) nel caso di navi da passeggeri, la macchina di governo alla massima velocità di esercizio in marcia avanti, e ciò
principale sia capace di manovrare il timone come deve essere dimostrato;
richiesto in [3.3.1] mentre una qualunque delle unità di
b) capaci di portare il timone da 35° da una qualsiasi delle
potenza è fuori servizio;
due parti a 35° dalla parte opposta con la nave alla mas-
b) nel caso di navi da carico, la macchina di governo prin- sima immersione ed in navigazione di marcia avanti alla
cipale sia capace di manovrare il timone come richiesto massima velocità di esercizio in marcia avanti e, nelle

238 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 11

stesse condizioni, da 35° da una qualsiasi delle due 4.5.2 Omissione della macchina di governo ausi-
parti a 30° dalla parte opposta in non più di 28 s; liari
c) azionate da energia meccanica quando necessario per Quando la macchina di governo principale comprende due
soddisfare alle norme del precedente comma b), e o più unità di potenza uguali, non è necessario sistemare la
macchina di governo ausiliaria, purché la macchina di
d) progettate in modo da non essere danneggiate alla mas- governo principale sia in grado di azionare il timone:
sima velocità di marcia indietro; tuttavia non è necessa-
a) come richiesto in [4.3.1] b), quando funzionano tutte le
rio che questa esigenza di progettazione sia dimostrata
unità di potenza;
con prove alla massima velocità di marcia indietro e
con angolo massimo di timone. b) come richiesto in [4.3.2] b) quando una qualsiasi delle
unità di potenza è fuori servizio.
4.3.2 Macchina di governo ausiliaria
4.5.3 Alimentazione del fluido idraulico
La macchina di governo ausiliaria deve essere:
Gli impianti oleodinamici che servono le macchine di
a) di robustezza adeguata e sufficiente per governare la governo possono anche servire altri macchinari allo stesso
nave ad una velocità che possa essere considerata tempo purché il funzionamento della macchina di governo
ancora di navigazione e deve poter essere messa in non sia influenzato negativamente:
azione rapidamente in caso di emergenza;
a) dal funzionamento di detti macchinari, o
b) capace di portare il timone da 15° da una parte a 15°
b) da un guasto di detti macchinari o della loro tubolatura
dalla parte opposta in non più di 60 s, con la nave alla
di alimentazione oleodinamica.
massima immersione ed in navigazione in marcia avanti
a velocità metà di quella massima di marcia avanti o
alla velocità di 7 nodi, se questa è maggiore; e 5 Progetto e costruzione - Prescrizioni
c) azionata da energia meccanica quando necessario per per navi con più di un timone
soddisfare alle norme del precedente comma b).
5.1 Principi
4.3.3 Azionamento manuale
Macchine di governo azionate manualmente sono per- 5.1.1 Generalità
messe quando esse richiedano uno sforzo inferiore a In aggiunta alle prescrizioni applicabili di cui in [2], [3] e
160 N. [4], le navi munite di due o più timoni poppieri sono sog-
gette alle prescrizioni del presente Articolo.
4.4 Comando delle macchine di governo 5.1.2 Disponibilità
Qualora una nave sia munita di due o più timoni, ciascuno
4.4.1 Comando delle macchine di governo
principali dei quali col proprio impianto di azionamento, non è
necessario che questi ultimi vengano duplicati.
a) Il comando della macchina di governo principale deve
poter essere effettuato dalla plancia. 5.1.3 Diametro equivalente dell’asta del timone
b) Quando la macchina di governo principale è realizzata Qualora i timoni siano azionati da un impianto di aziona-
in conformità con le norme in [4.5.2] sono richiesti due mento comune, il diametro dell’asta del timone indicato in
circuiti indipendenti di comando, entrambi azionabili [3.3.1] c) e in [3.3.2] c) deve essere sostituito dal diametro
dalla plancia. Ciò non richiede la duplicazione della equivalente d ottenuto con la formula seguente:
ruota o della leva del timone.

∑d
3
d = 3 j
4.4.2 Comandi delle macchine di governo ausiliarie
j

a) Il comando della macchina di governo ausiliaria deve


poter essere effettuato dalla plancia, dal locale agghiac- essendo:
cio del timone o da un’altra opportuna posizione. dj : il diametro regolamentare della parte superiore
b) Se la macchina di governo ausiliaria è azionata mecca- dell’asta di ciascun timone in corrispondenza
nicamente, il suo impianto di comando deve essere della barra, escludendo i rinforzi per la naviga-
indipendente da quello della macchina di governo prin- zione tra i ghiacci.
cipale.
5.2 Sincronizzazione
4.5 Disponibilità 5.2.1 Generalità
4.5.1 Sistemazione dei sistemi principali ed ausiliari Deve essere installato un sistema per sincronizzare il movi-
per azionare il timone mento dei timoni:
La macchina di governo principale e i mezzi ausiliari per • o mediante un accoppiamento meccanico, o
azionare il timone devono essere sistemati in modo che una • mediante un altro dispositivo che assicuri una sincroniz-
singola avaria di uno di essi non metta fuori servizio l’altra. zazione automatica.

Regolamenti RINA 2008 239


Parte C, Cap 1, Sez 11

5.2.2 Sincronizzazione non meccanica essere azionato meccanicamente quando si prevede


Qualora la sincronizzazione del movimento dei timoni non che il momento torcente di governo sia maggiore di 3
sia ottenuta per mezzo di un accoppiamento meccanico, kN⋅m.
devono essere soddisfatte le prescrizioni seguenti:
6.2.2 Thrusters azimutali impiegati come mezzo di
a) deve essere indicata in plancia la posizione angolare di
governo ausiliario
ciascun timone,
Qualora la macchina di governo ausiliaria indicata in
b) gli indicatori degli angoli dei timoni devono essere indi-
[3.2.1] o [4.2.1] consista in uno o più thrusters azimutali,
pendenti fra loro ed in particolare dall’impianto di sin-
almeno uno di questi thruster deve essere atto a:
cronizzazione,
• governare la nave alla massima velocità d’esercizio in
c) in caso di guasto dell’impianto di sincronizzazione
marcia avanti,
devono essere previsti mezzi atti a scollegare detto
impianto in modo tale che la capacità di governare • essere messo velocemente in servizio in caso d’emer-
possa essere mantenuta o ricuperata rapidamente. genza,
Vedere anche Parte E, Cap 7, Sez 4, [7.2.1]. • avere una velocità di rotazione di almeno 0,4 giri/min.

6 Progetto e costruzione - Prescrizioni Non è necessario sistemare l’impianto di azionamento ausi-


liario indicato in [6.1.2].
per navi che adoperano thrusters per
governare 6.2.3 Omissione dell’impianto di azionamento
ausiliario
6.1 Principi Qualora la macchina di governo della nave consista in due
o più thrusters azimutali indipendenti, l’impianto di aziona-
6.1.1 Generalità mento ausiliario indicato in [6.1.2] può essere omesso pur-
Le macchine di governo principali ed ausiliarie indicate in ché:
[3] e [4] possono essere costituite da thrusters dei tipi
• i thrusters siano progettati in modo tale che la nave
seguenti:
possa governare con uno di essi non funzionante,
• thrusters azimutali,
• l’impianto di azionamento di ciascun thruster sia in
• propulsori a idrogetto,
accordo con le prescrizioni in [6.2.1] b).
• propulsori cicloidali,
che soddisfino alle prescrizioni in Sez 12, per quanto 6.3 Uso dei propulsori ad idrogetto
applicabile.
6.3.1 L’uso dei propulsori a idrogetto per il governo della
6.1.2 Impianti d’azionamento nave sarà oggetto di considerazione particolare da parte
I thrusters adoperati per governare devono avere un sistema della Società.
di azionamento principale ed uno ausiliario.

6.1.3 Impianti di comando 7 Sistemazione ed installazione


Qualora l’impianto di governo della nave consista in due o
più thrusters, il loro impianto di comando deve compren- 7.1 Sistemazione del locale agghiaccio
dere un dispositivo che assicuri la sincronizzazione auto-
matica della rotazione dei thrusters, a meno che ciascun 7.1.1 Il locale agghiaccio deve essere:
thruster non sia progettato in modo da contrastare le forze
addizionali risultanti dalla spinta esercitata dagli altri thru- a) prontamente accessibile e, per quanto possibile, sepa-
sters. rato dai locali macchine; e
b) provvisto di idonee sistemazioni per assicurare l’accesso
6.2 Impiego dei thrusters azimutali per lavori al macchinario di governo ed ai relativi
comandi. Tali sistemazioni devono comprendere passa-
6.2.1 Thrusters azimutali adoperati come unico mani, pagliolati aperti o altre superfici non sdrucciole-
mezzo di governo voli per assicurare idonee condizioni di lavoro in caso di
Qualora una nave abbia un unico thruster azimutale impie- perdite del fluido idraulico.
gato come unico mezzo per governare, tale thruster è sog-
getto alle prescrizioni in [3.3.1] o [4.3.1], come
applicabile, con l’eccezione che: 7.2 Sistemazione degli azionatori del timone
a) l’impianto di azionamento principale deve avere una 7.2.1
velocità di rotazione di almeno 0,4 giri/min e deve a) Gli azionatori del timone devono essere sistemati su
essere azionato meccanicamente quando si prevede basamenti di costruzione robusta progettati in modo
che il momento torcente di governo sia maggiore di 1,5 tale da poter trasmettere alle strutture della nave le forze
kN⋅m. risultanti dal momento torcente proveniente dal timone
b) l’impianto di azionamento ausiliario deve avere una e/o dagli azionatori, secondo i criteri di robustezza indi-
velocità di rotazione di almeno 0,1 giri/min e deve cati in [2.1.3] e [7.3.1]. La struttura della nave in corri-

240 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 11

spondenza di detti basamenti deve essere 7.4 Mezzi di comunicazione


adeguatamente rinforzata.
7.4.1 Devono essere sistemati mezzi di comunicazione tra
b) Qualora gli azionatori del timone siano avvitati allo
la plancia ed il locale agghiaccio.
scafo, la classe delle viti adoperate non deve essere
inferiore a 8.8. A meno che le viti non siano del tipo Se elettrici, essi devono essere alimentati dal quadro di
calibrato sistemate con un pretensionamento control- emergenza o devono essere energizzati dal suono della
lato, devono essere sistemati degli scontri robusti per voce.
impedire ogni spostamento laterale degli azionatori del
timone.
7.5 Istruzioni di funzionamento
7.3 Protezione contro i sovraccarichi
7.5.1 Quando la macchina di governo comprende due
identiche unità di potenza destinate a funzionare contem-
7.3.1 Scontri strutturali del timone poraneamente, aventi normalmente ciascuna i propri
impianti di comando separati l’uno dall’altro (completa-
a) Le macchine di governo devono essere munite di scon-
mente o parzialmente), deve essere sistemato in plancia, in
tri robusti capaci di arrestare meccanicamente la rota-
un’idonea posizione del posto di comando della macchina
zione del timone ad un angolo appena maggiore
di governo, o inserito nel manuale operativo, il seguente
dell’angolo massimo di funzionamento. In alternativa,
avviso unificato:
tali scontri possono essere sistemati sulla nave in modo
da agire in un altro punto del sistema di trasmissione ATTENZIONE
meccanica fra l’azionatore del timone e la pala del
timone. IN ALCUNE CIRCOSTANZE, QUANDO DUE UNITA’ DI
POTENZA FUNZIONANO CONTEMPORANEAMENTE, IL
b) I dimensionamenti degli scontri e dei componenti che TIMONE PUO’ NON RISPONDERE AL SEGNALE DI
trasmettono alla struttura della nave le forze applicate a COMANDO. QUALORA CIO’ ACCADA, FERMARE UNA
detti scontri devono essere basate sul maggiore fra i POMPA ALLA VOLTA, FINO A CHE IL COMANDO DALLA
momenti torcenti TR o TG. PLANCIA SIA RIPRISTINATO.
Se TG ≥ 1,5 TR, gli scontri del timone devono essere
sistemati fra l’azionatore del timone e l’asta del timone, 8 Certificazione, ispezione e prove
a meno che l’asta del timone e tutti i componenti che
trasmettono forze meccaniche fra l’azionatore del
timone e la pala del timone non siano idoneamente rin- 8.1 Prove di tipo delle pompe oleodinami-
forzati. che

7.3.2 Dispositivi per limitare l’angolo di rotazione 8.1.1 Ciascun tipo di pompa delle unità di potenza deve
del timone essere sottoposta in officina ad una prova di tipo di durata
non minore di 100 ore.
a) Le macchine di governo azionate da energia meccanica
devono essere dotate di efficaci dispositivi, come per Le condizioni di prova devono essere tali che la pompa fun-
esempio interruttori di fine corsa, per arrestare il timone zioni:
prima che esso raggiunga gli eventuali scontri strutturali.
Tali dispositivi devono essere sincronizzati con la posi- • a vuoto, e
zione della macchina di governo stessa e non con il
• alla massima portata con la massima pressione di eser-
sistema di comando di quest’ultima.
cizio.
b) Saranno oggetto di considerazione particolare le mac-
chine di governo ad azionamento meccanico il cui Durante la prova, i periodi di funzionamento a vuoto
timone possa essere ruotato per più di 35°. devono essere alternati a quelli di funzionamento a mas-
sima portata e con la massima pressione di esercizio. Il pas-
saggio dall’una all’altra condizione deve avvenire almeno
7.3.3 Valvole di sicurezza
con la stessa velocità prevista a bordo.
Le valvole di sicurezza devono essere sistemate in accordo
con le prescrizioni in [2.2.5]. Durante l’intera prova non si devono verificare riscalda-
menti anormali, vibrazioni eccessive o altre irregolarità di
funzionamento.
7.3.4 Ammortizzatori
Dopo la prova la pompa deve essere smontata ed ispezio-
Devono essere sistemati ammortizzatori su tutte le navi con
nata.
macchine di governo ad azionamento meccanico. Gli
ammortizzatori possono essere omessi negli impianti oleo- Nota 1: Le prove di tipo possono essere omesse per unità di
dinamici muniti di valvole di sicurezza o dispositivi di sor- potenza per le quali esista l’evidenza di un servizio affidabile in
passo tarati. campo navale.

Regolamenti RINA 2008 241


Parte C, Cap 1, Sez 11

8.2 Prove sui materiali b) I difetti possono essere riparati mediante saldatura sola-
mente sulle parti fucinate o di acciaio fuso di qualità
8.2.1 Componenti soggetti a pressione o che saldabile. Tali riparazioni devono essere eseguite sotto
trasmettono forze meccaniche la supervisione del Tecnico in accordo con le prescri-
a) I materiali dei componenti soggetti a pressione o che zioni applicabili nella Parte D.
trasmettono forze meccaniche, in particolare:
• involucri cilindrici dei cilindri oleodinamici, stan- 8.3.2 Tubolature oleodinamiche, valvole ed
tuffi ed aste dei cilindri, accessori
• barre, settori,
Le tubolature oleodinamiche, le valvole e gli accessori
• azionatori rotanti e loro casse per macchine di devono essere ispezionati e collaudati durante la costru-
governo a palmole, zione in accordo con le prescrizioni in Sez 10, [20], per le
• casse delle pompe oleodinamiche, tubolature di Classe I.
• accumulatori oleodinamici, se esistenti
devono essere appropriatamente collaudati, compresi
8.4 Ispezioni e prove dopo il completamento
gli esami per la rilevazione di difetti interni, in accordo
con le prescrizioni nella Parte D.
8.4.1 Prove idrostatiche
b) Un certificato d’officina può essere accettato per le parti
a basse sollecitazioni, purché tutte le caratteristiche per a) Gli involucri dei cilindri oleodinamici e gli accumula-
le quali è richiesta la verifica siano garantite da detto tori devono essere sottoposti a prova idrostatica
certificato. secondo le prescrizioni applicabili in Sez 3.
8.2.2 Tubolature oleodinamiche, valvole ed b) Le tubolature oleodinamiche, le valvole, gli accessori e
accessori le pompe oleodinamiche devono essere sottoposti a
Le prove per i materiali delle tubolature oleodinamiche, prova idrostatica secondo le prescrizioni pertinenti in
valvole ed accessori devono essere in accordo con le pre- Sez 10, [20.4].
scrizioni in Sez 10, [20.3].
8.4.2 Prove a bordo
8.3 Ispezioni e prove durante la costruzione
Dopo l’installazione a bordo la macchina di governo deve
8.3.1 Componenti soggetti a pressione o che essere sottoposta alle prove indicate in Sez 15, [3.11].
trasmettono forze meccaniche
a) I componenti meccanici indicati in [8.2.1] devono 8.4.3 Prove di navigazione
essere sottoposti ad appropriate prove non distruttive.
Fare riferimento a Sez 3. Per le prove di navigazione, fare riferimento alla Sez 15.

242 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 12

SEZIONE 12 THRUSTERS

1 Generalità capaci di deviare il getto d’acqua in modo da assolvere


anche la funzione di governo.

1.1 Applicabilità 1.2.4 Thrusters per servizio continuativo


1.1.1 (1/7/2002) Un thruster per servizio continuativo è un thruster proget-
tato per funzionamento continuativo, quale, ad esempio, la
Le prescrizioni della presente Sezione si applicano ai propulsione.
seguenti tipi di thrusters:
• Thrusters trasversali per manovra, che sviluppano una 1.2.5 Thrusters per servizio intermittente
potenza uguale o superiore a 500 kW, Un thruster per servizio intermittente è un thruster proget-
• Thrusters per propulsione, governo e posizionamento tato per operare a piena potenza per periodi non superiori
dinamico, che sviluppano una potenza uguale o supe- ad 1 ora, seguiti da servizio a potenza ridotta per periodi
limitati di tempo che non superino una certa percentuale di
riore a 220 kW; per potenze inferiori a 220 kW, le pre-
scrizioni si applicano all'elica ed al relativo albero. ore nel giorno ed una certa percentuale (minore della
prima) di ore nell’anno. In genere i thrusters trasversali sono
Per thrusters azimutali impiegati per posizionamento dina- thrusters per servizio intermittente.
mico si applicano le ulteriori prescrizioni in Parte F, Cap 11,
Sez 6. 1.3 Thrusters per propulsione
Per thrusters installati su navi con notazione relativa ai rin-
1.3.1 In genere almeno due thrusters azimutali devono
forzi per la navigazione fra i ghiacci, si applicano le ulte-
essere installati sulle navi nelle quali tali thrusters sono
riori prescrizioni in Parte F, Capitolo 9, eccetto che per
l’unico mezzo di propulsione. L’installazione di un unico
thrusters trasversali non impiegati per posizionamento dina-
thruster azimutale sarà oggetto di considerazione partico-
mico.
lare da parte della Società caso per caso.
1.1.2 (1/7/2002) E’ permessa l’installazione di un unico propulsore a idro-
I thrusters che sviluppano una potenza inferiore a quella getto.
indicata in [1.1.1], devono essere costruiti secondo la
buona pratica marina e devono essere collaudati secondo 1.4 Documentazione da inviare
quanto prescritto in [3.2] a soddisfazione del Tecnico.
1.4.1 Disegni da inviare per thrusters trasversali e
1.2 Definizioni thrusters azimutali (1/7/2002)
Devono essere inviati i disegni elencati in Tab 1 per i
1.2.1 Thrusters trasversali seguenti thrusters:
Un thruster trasversale è un thruster sistemato trasversal- • Thrusters per propulsione, governo e posizionamento
mente rispetto all’asse della nave, che produce una spinta dinamico;
in direzione trasversale per operazioni di manovra.
• Thrusters trasversali per manovra, che sviluppano una
potenza uguale o superiore a 500 kW.
1.2.2 Thruster azimutale
Un thruster azimutale è un thruster che ha la capacità di I disegni di cui al punto 6 della Tab 1 devono essere inviati
ruotare di sviluppare una spinta in qualsiasi direzione entro anche per thrusters che sviluppano una potenza inferiore a
360°. 500 kW.

1.2.3 Propulsore a idrogetto 1.4.2 Disegni da inviare per propulsori a getto


Devono essere inviati i disegni elencati in Tab 2.
Un propulsore a idrogetto è un macchinario costituito da
un condotto tubolare che racchiude una girante. L’involucro
1.4.3 Ulteriori dati ed informazioni da inviare
ha una forma tale da permettere alla girante di produrre un
getto d’acqua di intensità tale da fornire una spinta propul- Le informazioni e dati elencati in Tab 3 devono essere
siva. I propulsori a idrogetto possono avere dispositivi inviati dal Fabbricante insieme ai disegni.

Regolamenti RINA 2008 243


Parte C, Cap 1, Sez 12

Tabella 1 : Disegni da inviare per thrusters trasversali e azimutali (1/7/2002)

N. A/I (1) Voce


Prescrizioni generali per tutti i thrusters
1 I Piano generale del thruster
2 A Elica, compresi i particolari applicabili indicati nella Sez 8
3 A Particolari dei cuscinetti
4 A Albero portaelica ed alberi intermedi
5 A Ingranaggi, compresi i calcoli in accordo con le prescrizioni di cui in Sez 6, per ingranaggi cilindrici, o in
accordo con standard riconosciuti dalla Società, per ingranaggi conici
Prescrizioni specifiche per thrusters trasversali
6 A Struttura del tunnel con indicazione dei materiali e degli spessori
7 A Sistemazioni strutturali o altri dispositivi di collegamento che trasmettono la spinta dall’elica al tunnel
8 A Dispositivi di tenuta (tenuta dell’albero portaelica e del collegamento thruster-tunnel)
9 A Per eliche a pale orientabili: meccanismo di comando dell’orientamento della pala e corrispondente
impianto di controllo
Prescrizioni specifiche per thrusters rotanti ed azimutali
10 A Parti strutturali (mantello, bracci, ecc.)
11 A Collegamento strutturale a scafo
12 A Meccanismo di rotazione del thruster
13 A Sistema di comando del thruster
14 A Tubolature collegate al thruster
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Tabella 2 : Documenti da inviare per propulsori a getto

N. A/I (1) Voce


1 I Piano generale del propulsore a idrogetto
2 A Condotto (posizione e forma) con i materiali, gli spessori ed indicazione delle forze trasmesse allo scafo
3 A Particolari degli alberi, flange e chiavette
4 I Dispositivo di tenuta
5 A Cuscinetti
6 A Girante
7 A Dispositivi di governo ed inversione con i relativi dispositivi di comando, nonché i relativi diagrammi oleodina-
mici
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Tabella 3 : Documenti e dati da inviare per thrusters trasversali, thrusters azimutali e propulsori a idrogetto

N. A/I (1) Voce


1 I Potenza nominale e numero di giri
2 I Spinta nominale
3 A Specifiche dei materiali per le parti più importanti, comprese le proprietà fisiche, chimiche e meccaniche
4 A Qualora parti del thruster siano di costruzione saldata, tutti i particolari dei giunti saldati, procedimenti di
saldatura, trattamenti termici, controlli non distruttivi dopo saldatura
5 I Se possibile, informazioni di ritorno da esperienze in servizio di sistemazioni similari
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

244 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 12

2 Progetto e costruzione naggi conici, applicando i fattori di sicurezza previsti


per ingranaggi di macchinari ausiliari.
2.1 Materiali 2.2.5 Mantelli e collegamento a scafo per thrusters
azimutali
2.1.1 Eliche (1/7/2002)
a) Per le prescrizioni relative alla struttura dei mantelli,
Per le prescrizioni relative ai materiali per le eliche, vedere
vedere Parte B, Capitolo 10.
Sez 8.
b) I dimensionamenti dei collegamenti dei mantelli allo
2.1.2 Altri componenti dei thrusters scafo nonché il tipo e dimensionamento delle saldature
Per le prescrizioni relative ai materiali impiegati per la sarà oggetto di considerazione particolare da parte della
costruzione di altre parti dei thrusters, quali ingranaggi, Società, che si riserva il diritto di richiedere analisi parti-
alberi, accoppiatoi, ecc. si applicano le prescrizioni perti- colareggiata delle tensioni per certi impianti ad alta
nenti nelle altre parti del regolamento. potenza.
c) Per thrusters che possono ruotare per assolvere a fun-
2.2 Thrusters trasversali ed azimutali zioni di governo, il diametro dell’asta del timone equi-
valente deve essere determinato come prescritto nella
2.2.1 Motori Parte B, Capitolo 10.
a) I motori diesel per thrusters devono soddisfare le pre-
scrizioni pertinenti di cui in Sez 2. 2.2.6 Tunnel per thrusters trasversali
b) I motori elettrici per i thrusters ed i loro sistemi di ali- a) Lo spessore del tunnel non deve essere inferiore a
mentazione devono soddisfare le prescrizioni del quello delle parti adiacenti dello scafo.
Capitolo 2. In particolare: b) I tunnels collegati allo scafo mediante sistemi diversi
• Devono essere previste precauzioni per impedire dalla saldatura saranno oggetto di considerazione parti-
l’avviamento dei motori quando non vi siano abba- colare da parte della Società.
stanza generatori in servizio.
2.2.7 Cuscinetti
• Thrusters a servizio intermittente possono essere
oggetto di considerazioni particolari da parte della I cuscinetti devono essere identificabili e devono avere una
Società. vita prevista adeguata al loro servizio. In ogni caso la loro
vita non deve essere inferiore a:
2.2.2 Eliche (1/7/2002) • 40000 ore per thrusters per servizio continuativo. Per
a) Per le eliche di thrusters impiegati per la propulsione, il navi con navigazione limitata potranno essere conside-
governo ed il posizionamento dinamico, si applicano le rati dalla Società valori inferiori.
prescrizioni di cui in Sez 8. • 5000 ore per thrusters per servizio intermittente.
b) Si applicano le prescrizioni di cui in Sez 8 anche per le
eliche di thrusters impiegati esclusivamente per la 2.3 Propulsori a idrogetto
manovra; tuttavia non è necessario applicare l'aumento
di spessore del 10%, di cui in Sez 8, [2.5]. 2.3.1 Alberi (1/7/2002)
2.2.3 Alberi (1/7/2002) Il diametro dell'albero della girante, misurato al fondo della
cava per la chiavetta o alla base della scanalatura, non deve
a) Per gli alberi portaelica dei thrusters, si applicano le pre-
essere inferiore al valore d2, in mm, ottenuto con la formula
scrizioni di cui in Sez 7 per la parte degli alberi com-
seguente:
presa tra la faccia interna del cuscinetto ubicato più a
poppavia e la faccia interna del mozzo dell'elica o la 1/ 3
d 2 = 100fh ⋅ ⎛⎝ ----⎞⎠
P
faccia della flangia di pezzo con l'albero per il collega- N
mento al mozzo dell'elica.
essendo:
b) Per gli altri alberi dei thrusters, si applicano le prescri-
zioni di cui in Sez 6, [3.4.2]. P : Potenza, in kW
N: : Velocità di rotazione, in giri/min
2.2.4 Ingranaggi (1/7/2002)
f : calcolato come segue:
a) Gli ingranaggi dei thrusters impiegati per la propul-
1/3
f = ⎛ -----------------------⎞
sione, il governo ed il posizionamento dinamico 560
devono soddisfare le prescrizioni pertinenti di cui in ⎝ R m + 160⎠
Sez 6, nel caso di ingranaggi cilindrici, o standard rico-
nosciuti dalla Società, nel caso di ingranaggi conici, essendo: Rm il carico unitario di rottura per tra-
applicando i fattori di sicurezza previsti per ingranaggi zione del materiale dell’albero, in N/mm2
di propulsione. h: : 1 quando l’albero trasmette esclusivamente
b) Gli ingranaggi dei thrusters impiegati esclusivamente carichi torsionali, e quando il peso e la spinta
per manovra devono soddisfare le prescrizioni perti- dell’elica sono totalmente sopportati da disposi-
nenti di cui in Sez 6, nel caso di ingranaggi cilindrici, o tivi sistemati nella parte fissa del thruster.
standard riconosciuti dalla Società, nel caso di ingra- 1,22 negli altri casi.

Regolamenti RINA 2008 245


Parte C, Cap 1, Sez 12

L'albero deve essere protetto dalla corrosione mediante 3 Prove e certificazione


camicia continua, bagno d'olio con tenuta di tipo appro-
vato o dalla natura stessa del suo materiale. 3.1 Prove sui materiali
2.3.2 Involucri e giranti 3.1.1 Thrusters di propulsione e di governo
Involucri e giranti saranno oggetto di considerazione parti- (1/7/2002)
colare da parte della Società. Tutti i materiali relativi alle parti che trasmettono il
momento torcente, nonchè quelli delle pale delle eliche e
2.3.3 Capacità di governo delle giranti devono essere collaudati, in accordo con le
La capacità di governo e la disponibilità in caso d’emer- prescrizioni applicabili di cui in Sez 6, [5.2] o Sez 8, [4.1],
genza devono essere almeno equivalenti a quanto prescritto alla presenza del Tecnico.
nella Sez 11, [6.2] e nella Sez 11, [6.3].
3.1.2 Thrusters trasversali
2.4 Allarmi, sistemi di comando e controllo Non è necessario che le prove sui materiali dei thrusters tra-
sversali siano presenziate dal Tecnico, purché siano forniti
2.4.1 Generalità (1/7/2006) al Tecnico rapporti esaurienti di prova.
Le prescrizioni generali del Capitolo 3 si applicano in
aggiunta a quelle di questo sotto-articolo [2.4]. 3.2 Ispezioni e collaudi
Nel caso di navi con notazioni di automazione si applicano 3.2.1 Thrusters (1/7/2002)
anche le prescrizioni della Parte F, Capitolo 3. I thrusters devono essere ispezionati secondo le prescrizioni
pertinenti contenute in Regolamenti e norme relativi agli
2.4.2 Comandi dei thrusters con funzione di
specifici componenti.
governo
a) I comandi per il governo devono essere sistemati in 3.2.2 Motori
plancia, nella centrale di propulsione e localmente. I motori devono essere collaudati secondo le prescrizioni
b) Deve essere possibile arrestare qualsiasi thruster da cia- pertinenti al tipo di motore in questione.
scuna delle posizioni di comando.
3.3 Certificazione
c) In ogni posizione di comando deve essere sistemato un
indicatore dell’angolo del thruster. Tale indicatore deve 3.3.1 Certificazione dei thrusters
essere indipendente dal sistema di comando. I thrusters devone essere collaudati e certificati individual-
mente dalla Società.
2.4.3 Allarmi e controlli
La Tab 4 riassume le prescrizioni minime di allarme e con- 3.3.2 Thrusters costruiti in serie
trollo per i thrusters di propulsione e di governo. Vedi I thruster costruiti in serie possono essere accettati secondo
anche Sez 11, [6] lo schema di approvazione di tipo della Società.
Tabella 4 : Thrusters azimutali

Simboli convenzionali Comandi automatici


H= Valore alto, HH = Valore molto alto,
G= Allarme cumulativo
Controlli
L = Valore basso, LL = Valore molto basso, Thruster Ausiliari
I = Allarme singolo
X = Funzione richiesta, R = A distanza
Rallenta- Blocco Coman- Avvio Arresto
Indica-
Identificazione del parametro dell’impianto Allarme mento automa- do della
zione
tico riserva
Pressione dell’olio di manovra L
Livello della cassa dell’olio L

246 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 13

SEZIONE 13 IMPIANTI FRIGORIFERI

1 Generalità c) I tubi per i fluidi frigorigeni devono essere considerati


appartenenti alle classi seguenti:
1.1 Applicabilità • classe I: se impiegati per ammoniaca o altre
sostanze tossiche
1.1.1 Impianti frigoriferi su tutte le navi
• classe II: se impiegati per altri fluidi frigoriferi
Ogni impianto frigorifero che sia installato a bordo di navi
cassificate dalla Società è soggetto alle prescrizioni minime • classe III se impiegati per salamoia.
relative alla sicurezza della presente Sezione. Queste pre- d) Generalmente le tubolature che convogliano fluidi fri-
scrizioni non coprono alcun aspetto relativo alla funziona- gorigeni non devono essere a diretto contatto con le
lità o alla disponibilità dell’impianto, poiché questi aspetti strutture della nave; esse devono essere coibentate con
non sono oggetto di requisiti di classe a meno che non sia cura quando si trovano al di fuori degli spazi refrigerati
richiesta una notazione addizionale di classe. ed in particolare quando passano attraverso le paratie
ed i ponti.
1.1.2 Notazioni addizionali di classe
Nel caso in cui una o più delle notazioni addizionali di e) I materiali impiegati per i tubi devono essere appropriati
classe seguenti sia richiesta: REFCARGO, REFCONT, REF- al tipo di fluido convogliato. Rame, ottone, bronzo ed
STORE, AIRCONT, PRECOOLING, QUICKFREEZE, si altre leghe di rame non devono essere usati per tubola-
applicano le prescrizioni pertinenti nella Parte F, ture che possono convogliare ammoniaca. Le metodo-
Capitolo 8. logie proposte per il collegamento dei tubi devono
essere inviate alla Società per esame.
2 Prescrizioni minime di progetto f) La resilienza degli acciai usati per le tubolature deve
essere adeguata all’applicazione in questione.
2.1 Componenti degli impianti frigoriferi g) Se necessario, le tubolature per i fluidi frigorigeni entro
gli spazi refrigerati, o quando inserite entro la coibenta-
2.1.1 Generalità
zione devono essere protette esternamente contro la
In genere le prescrizioni specifiche pertinenti nella Parte C corrosione; per i tubi d’acciaio tale protezione potrà
del regolamento relative ai vari macchinari ed apparecchia- essere data mediante zincatura o metodo equivalente.
ture sono anche applicabili ai componenti degli impianti Devono inoltre essere prese le precauzioni necessarie
frigoriferi. per proteggere i collegamenti di detti tubi dalla corro-
sione.
2.1.2 Recipienti in pressione e scambiatori di
calore h) L’uso dei tubi in plastica sarà considerato dalla Società
a) I recipienti in pressione degli impianti frigoriferi sono caso per caso.
soggetti alle prescrizioni pertinenti in Sez 3.
b) I recipienti contenenti ammoniaca o sostanze tossiche 2.2 Fluidi frigorigeni
devono essere considerati di classe 1 come indicato in
Sez 3, [1.4]. 2.2.1 Fluidi frigorigeni non permessi
c) I materiali impiegati per i recipienti in pressione devono L’impiego dei fluidi frigorigeni seguenti non è permesso in
essere adatti al fluido in essi contenuto. Qualora il impianti navali:
fluido frigorigeno sia ammoniaca, rame, bronzo, ottone
• Cloruro di metile
ed altre leghe di rame non potranno essere adoperati.
d) La resilienza degli acciai impiegati per impianti a bassa • R11 - Tricloromonofluorometano (C Cl3 F)
temperatura deve essere adeguata allo spessore ed alla • Etano
minima temperatura di progetto. Potrà essere richiesto il
• Etilene
controllo della resilienza quando la temperatura di pro-
getto è inferiore a - 40 °C. • Altre sostanze con limite inferiore d’infiammabilità in
aria maggiore di 3.5%.
2.1.3 Tubolature
a) I tubi degli impianti frigoriferi sono generalmente consi- 2.2.2 Norme statuali
derati tubi in pressione. Si deve prestare particolare attenzione a possibili limita-
b) I tubi per fluido frigorigeno, salamoia o acqua di mare zioni nell’impiego di fluidi frigorigeni imposte dall’Ammini-
sono soggetti alle prescrizioni pertinenti in Sez 10. strazione dello Stato di cui la nave batte bandiera.

Regolamenti RINA 2008 247


Parte C, Cap 1, Sez 13

2.2.3 Refrigeranti tossici o infiammabili locali in depressione rispetto ai locali circostanti o, in


La sistemazione dei locali macchina degli impianti che alternativa, le porte devono avere un “air lock”.
usino fluidi frigorigeni tossici o infiammabili sarà oggetto di f) I locali contenenti macchine frigorifere devono avere un
considerazione speciale da parte della Società. impianto di sentina separato.
Per prescrizioni specifiche relative ai locali per impianti che g) Al di fuori ed in vicinanza dei locali contenenti macchi-
usino ammoniaca, vedere [2.3]. nari ad ammoniaca devono essere sistemati almeno due
corredi di indumenti prottettivi ed apparecchiature per
2.3 Prescrizioni specifiche per l’ammoniaca la respirazione.
(R717) h) Tutte le apparecchiature ed impianti elettrici in tali
locali devono essere sistemati in modo tale che essi pos-
2.3.1 Locale macchinari frigoriferi
sano essere spenti mediante un interruttore centrale
a) Il locale contenente i macchinari frigoriferi ed i locali situato all’esterno dei locali. Tale interruttore non deve
dove sono depositate le bombole di ammoniaca devono comandare l’impianto di ventilazione.
essere separati dai locali di alloggio, dal locale apparato
i) Le apparecchiature e gli impianti elettrici in tali locali
motore (inclusa la galleria alberi) e dagli altri locali con-
sono soggetti alle prescrizioni per le installazioni elettri-
tenenti macchinari per servizi essenziali, mediante
che in zone pericolose in Cap 2, Sez 3, [10].
paratie stagne ai gas. Questa prescrizione non si applica
ad impianti che usino meno di 25 kg di ammoniaca. 2.3.2 Ammoniaca nei locali apparato motore
b) Tali locali devono essere provvisti di un sistema di venti- Qualora l’ammoniaca sia ammessa nel locale macchine
lazione, distinto da quelli che servono altri spazi, avente sulla base della prescrizione in [2.3.1] a), la zona nella
una capacità di almeno 30 ricambi d’aria all’ ora. Deve quale sono installati i macchinari frigoriferi ad ammoniaca
essere possibile avviare e fermare i ventilatori da una deve essere servita da una cappa con un sistema di ventila-
posizione esterna ai locali refrigerati. zione in estrazione avente una capacità di non meno di 30
c) Un sistema di spegnimento incendi a pioggia deve ricambi d’aria all’ora, che sia indipendente da ogni altro
essere sistemato in ogni locale macchine ad ammoni- sistema di ventilazione, in modo da non permettere che
aca, in particolare in corrispondenza delle porte di alcuna perdita di ammoniaca si sparga in altre zone.
accesso. Il dispositivo di azionamento deve essere ubi-
2.3.3 Locali macchine non presidiati
cato vicino all’entrata, all’esterno del locale protetto.
Qualora il locale nel quale si trova l’impianto frigorifero
d) Almeno due porte di accesso devono essere previste.
non sia permanentemente presidiato, un allarme ottico ed
Una di queste porte, da usarsi in caso di emergenza,
acustico dovrà essere sistemato in posizione opportuna per
deve dare direttamente su uno spazio aperto. Le porte si
segnalare la presenza di gas. Tale sistema deve anche arre-
devono aprire verso l’esterno e devono essere di tipo a
stare automaticamente il compressore quando si raggiunge
chiusura automatica.
una concentrazione infiammabile di gas.
e) Nel caso in cui l’accesso al locale contenente le mac-
chine frigorifere avvenga attraverso locali di alloggio o 2.3.4 Separazione
locali macchine, la ventilazione dei locali contenenti le Le tubolature contenenti ammoniaca non devono attraver-
macchine frigorifere deve essere tale da tenere questi sare locali di alloggio.

248 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 14

SEZIONE 14 TURBOSOFFIANTI

1 Generalità 2.2 Progetto

1.1 Applicabilità 2.2.1 Devono essere soddisfatte, per quanto applicabile, a


discrezione della Società le prescrizioni in Sez 5, [2.3].
1.1.1 Le prescrizioni presenti si applicano alle turbosof-
fianti sistemate sui motori diesel elencati in Sez 2, [1.1.1]
a) e b) di potenza uguale o superiore a 1000 kW. 2.3 Controlli
1.1.2 Le turbosoffianti non comprese in [1.1.1] devono
essere progettate e costruite secondo la buona pratica 2.3.1 Generalità
marina e devono essere fornite con un certificato del
Le prescrizioni seguenti si applicano in aggiunta a quelle
costruttore (W) relativo alle prove al banco indicate in
[4.4.3] ed alle prove idrostatiche indicate in [4.4.4]. nel Capitolo 2.

1.1.3 Nel caso di tipi speciali di turbosoffianti, la Società si 2.3.2 Indicatori


riserva il diritto di modificare le prescrizioni della presente
Sezione e di stabilire prescrizioni addizionali per casi indi- La Sez 2, Tab 2 elenca gli indicatori locali per le turbosof-
viduali e di richiedere l’invio di disegni e dati addizionali. fianti sistemate su motori diesel di potenza uguale o supe-
riore a 2000 kW, installati su navi prive di notazioni relative
1.2 Documentazione da inviare all’automazione.
1.2.1 Il costruttore deve inviare alla Società i documenti
elencati in Tab 1.
3 Sistemazione ed installazione
2 Progetto e costruzione
3.1 Generalità
2.1 Materiali
2.1.1 Devono essere soddisfatte, per quanto applicabile, a 3.1.1 La sistemazione e l’installazione devono essere tali
discrezione della Società le prescrizioni in Sez 5, [2.1.1] . da impedire carichi inaccettabili sulla turbosoffiante.

Tabella 1 : Documentazione da inviare

N. I/A (1) Documento


1 A Vista d’insieme in sezione longitudinale con indicazione delle dimensioni principali
2 A Parti rotanti (rotore, dischi e palette)
3 A Particolari di fissaggio delle palette
4 A Una specifica tecnica della turbosoffiante con l’indicazione dei valori delle condizioni estreme di funziona-
mento (massima velocità di rotazione ammissibile e massima temperatura ammissibile);
5 A Le specifiche dei materiali delle parti più importanti, comprendenti le caratteristiche fisiche, chimiche e mecca-
niche, i dati relativi alla rottura ed allo scorrimento a caldo, alla resistenza alla corrosione ed ai trattamenti ter-
mici.
6 I Manuali per la conduzione e la manutenzione
(1) A: da inviare in quattro copie per approvazione
I : da inviare in due copie per conoscenza
Nota 1:I disegni di cui alle voci 2) e 3) devono essere costruttivi ed in essi devono essere chiaramente indicate tutte le quote più
importanti e le informazioni necessarie relative al tipo ed alla qualità dei materiali impiegati.
Nel caso di parti rotanti saldate, devono essere indicati sui disegni i particolari dei giunti saldati e devono essere sottoposti all’appro-
vazione della Società i procedimenti relativi alle saldature ed agli eventuali trattamenti termici.

Regolamenti RINA 2008 249


Parte C, Cap 1, Sez 14

4 Prove di tipo, prove sui materiali, 4.4.3 Prove di funzionamento al banco (1/1/2001)
ispezioni e collaudi in officina, certi- Ciascuna turbosoffiante deve essere sottoposta ad una
prova di funzionamento al banco della durata di 20 minuti
ficazione alla massima velocità di rotazione alla temperatura
ambiente.
4.1 Prove di tipo La durata di detta prova, a giudizio della Società, può
essere ridotta a 10 minuti sulla base dell’esame della docu-
4.1.1 Le turbosoffianti menzionate in [1.1.1] per le quali mentazione, fornita dal costruttore, relativa alla distribu-
si possa usufruire di una procedura di collaudo alternativa zione dei difetti riscontrati durante le prove al banco
devono essere di tipo approvato. effettuate su di un numero sufficiente di turbosoffianti.
La prova di tipo deve essere eseguita su un’unità di serie Nel caso di costruttori che siano in grado di effettuare la
prelevata dalla linea di montaggio; alla prova deve assistere prova delle turbosoffianti montate sul motore al quale sono
un Tecnico della Società. Normalmente la prova di tipo destinate, la prova al banco di cui sopra può essere
consiste in una prova di funzionamento con gas caldo della sostituita da una prova di funzionamento della durata di 20
durata di un’ora alla velocità ed alla temperatura massima minuti in condizioni di sovraccarico del motore
ammissibili. Dopo la prova la turbosoffiante deve essere corrispondenti al 110% della massima potenza
smontata ed ispezionata. continuativa.
Per i Costruttori che hanno la possibilità di provare le turbo- Qualora le turbosoffianti possano usufruire di una proce-
soffianti installate sul motore per il quale è richiesta l’appro- dura di collaudo alternativa, e subordinatamente alle con-
vazione di tipo della turbosoffiante stessa, si può clusioni favorevoli di un audit storico, la Società potrà
considerare la sostituzione della prova a gas caldo con una accettare che la prova di funzionamento al banco venga
prova di sovraccarico (al 110% della potenza nominale del eseguita su campionatura.
motore) della durata di un’ora.
4.4.4 Prove idrostatiche
L’eventuale inviluppo di raffreddamento della turbosoffiante
4.2 Identificazione delle parti deve essere sottoposto a prova idrostatica ad una pressione
4.2.1 (1/7/2005) pari ad 1,5 volte la pressione massima di esercizio ma, in
Le parti ruotanti delle turbosoffianti devono essere marcate ogni caso, non inferiore a 0,4 MPa.
in modo da essere facilmente identificabili rispetto alla rela-
tiva certificazione. 4.5 Certificazione
4.5.1 Certificato di tipo approvato e sua validità
4.3 Prove sui materiali Al completamento soddisfacente delle prove di tipo specifi-
cate in [4.1], la Società rilascerà al costruttore della turbo-
4.3.1 Sono richieste prove sui materiali (proprietà mecca- soffiante un “Certificato di tipo approvato” valido per tutte
niche e composizione chimica) per alberi e rotori completi le turbosoffianti dello stesso tipo.
di palette, come prescritto, (vedere [4.5.2] circa il tipo di
4.5.2 Prove per la certificazione
certificato richiesto).
a) Turbosoffianti che possono usufruire di una procedura
di collaudo semplificata
4.4 Ispezioni e collaudi in officina
E’ richiesta una dichiarazione scritta del costruttore che
4.4.1 Prova di sovravelocità (1/1/2001) certifichi che la turbosoffiante è conforme a quella sot-
toposte a prova di tipo. Il numero di riferimento e la
I rotori (giranti e distributori), finiti di lavorazione e com- data del certificato di tipo approvato devono essere
pleti di tutti gli accessori e delle palettature, devono essere anche indicati nella dichiarazione (vedere Parte D,
sottoposti per almeno 3 minuti ad una delle seguenti due Cap 1, Sez 1, [4.2.2]).
prove di sovravelocità:
Certificati d’officina (W) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
a) al 20% in più della massima velocità di rotazione, alla [4.2.3]) sono richiesti per le prove sui materiali indicate
temperatura ambiente; in [4.3] e per le prove in officina indicate in [4.4].
b) al 10% in più della massima velocità di rotazione, alla b) Turbosoffianti che non possono usufruire di una proce-
massima temperatura di esercizio ammissibile. dura di collaudo semplificata
Nota 1: Se ciascun rotore fucinato viene controllato singolarmente Certificati della Società (C) (vedere Parte D, Cap 1,
per mezzo di un metodo di esame non distruttivo approvato, la Sez 1, [4.2.1]) sono richiesti per le prove al banco indi-
prova di sovravelocità può non essere richiesta, fatta eccezione per cate in [4.4.3] e per le prove di sovravelocità indicate
i rotori dell’unità sottoposta alla prova di tipo. in [4.4.1], per i materiali e per le prove idrostatiche
indicate in [4.3] e [4.4.4].
4.4.2 Bilanciamento Certificati d’officina (W) (vedere Parte D, Cap 1, Sez 1,
I rotori (alberi e giranti), finiti di lavorazione e completi di [4.2.3]) possono essere accettati per le prove sui mate-
tutti gli accessori e delle palettature, devono essere bilan- riali in luogo dei certificati della Società, per turbosof-
ciati dinamicamente con un’apparecchiatura di appropriata fianti sistemate su motori diesel aventi alesaggio uguale
sensibilità in relazione alla dimensione del rotore. o inferiore a 300 mm.

250 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 15

SEZIONE 15 PROVE DI FUNZIONAMENTO A BORDO

1 Generalità 2.2 Prove di navigazione


2.2.1 Obiettivi delle prove
1.1 Applicabilità Le prove di navigazione devono essere condotte dopo le
prove sugli ormeggi e devono comprendere quanto segue:
1.1.1 La presente Sezione descrive le prove ed i collaudi
da eseguire a bordo sia durante le prove sugli ormeggi che a) dimostrazione del funzionamento corretto dei macchi-
durante le prove in mare. Tali prove sono addizionali nari principali ed ausiliari, compresi gli impianti di con-
rispetto alle prove di collaudo in officina richieste nelle trollo, allarme e sicurezza, in condizioni realistiche di
altre Sezioni del presente Capitolo. esercizio,
b) controllo della capacità propulsiva con uno degli ausi-
1.2 Scopo delle prove di funzionamento a liari essenziali non funzionante,
bordo c) rilevazione di vibrazioni dannose per mezzo delle let-
ture necessarie, quando richiesto,
1.2.1 Le prove ed i collaudi a bordo devono dimostrare d) controlli ritenuti necessari per la classificazione della
che i macchinari principali ed ausiliari e gli impianti relativi nave o richiesti dalle parti interessate e che sono possi-
funzionino in maniera appropriata, con particolare riguardo bili solamente durante la navigazione in mare aperto.
ai criteri imposti dal regolamento. Le prove ed i collaudi
devono essere eseguiti in presenza di un Tecnico della 2.2.2 Esenzioni
Società. L’esenzione da alcune delle prove di navigazione potrà
essere considerata dalla Società nel caso sia dimostrato il
1.3 Documentazione da inviare regolare comportamento in esercizio di navi gemelle.
La dispensa dalla prova di navigazione è in ogni caso
1.3.1 Deve essere inviato alla Società un elenco particola- subordinata al benestare delle parti interessate ed alla rego-
reggiato delle prove che il Cantiere intende eseguire a lare esecuzione di una prova sugli ormeggi sufficiente ad
bordo. accertare la completa efficienza e sicurezza dell’impianto
Per ogni prova devono essere fornite le informazioni di propulsione.
seguenti:
• obiettivo della prova, 3 Prove a bordo per i macchinari
• parametri da registrare.
3.1 Condizioni per le prove di navigazione
2 Prescrizioni generali per le prove di 3.1.1 Dislocamento della nave
funzionamento a bordo La prova di navigazione, salvo casi di impossibilità pratica o
altri casi particolari da considerare di volta in volta, deve
essere eseguita con la nave nelle condizioni di disloca-
2.1 Prove sugli ormeggi mento più prossime alla portata lorda (pieno carico) od alla
metà della portata lorda (metà carico).
2.1.1 Le prove sugli ormeggi devono dimostrare quanto
segue: 3.1.2 Potenza propulsiva
a) soddisfacente rispondenza di ciascun macchinario in a) La potenza sviluppata dalle macchine di propulsione
relazione al servizio cui è destinato; durante la prova di navigazione deve essere la più
vicina possibile a quella per la quale è stata richiesta la
b) facilità e prontezza delle manovre;
classificazione e comunque non deve, in generale,
c) sicurezza delle varie installazioni nei riguardi: superare la massima potenza che può essere sopportata,
• delle difese di organi meccanici; in modo continuativo, dal più debole tra gli organi che
costituiscono l’impianto di propulsione. Per i motori
• della salvaguardia delle persone;
diesel e per le turbine a gas, non deve essere superata la
d) accessibilità per pulizia, ispezione e manutenzione. potenza massima continuativa per la quale è stato
Nel caso in cui le caratteristiche di cui sopra non siano sod- approvato il tipo di motore o turbina considerato.
disfacenti e vengano richieste riparazioni o modifiche, la b) Se il numero dei giri al minuto dell’albero motore fosse
Società si riserva il diritto di richiedere la ripetizione delle diverso da quello di calcolo, in modo da portare a ten-
prove sugli ormeggi, in tutto o in parte, dopo che le ripara- sioni superiori alle massime ammissibili, la potenza ero-
zioni o le modifiche siano state eseguite. gata durante la prova deve essere adeguatamente

Regolamenti RINA 2008 251


Parte C, Cap 1, Sez 15

modificata per riportare le dette tensioni ai valori 3.3.2 Prove da effettuare


ammessi nel progetto. Dopo l’installazione a bordo, le seguenti prove devono
essere eseguiti alla presenza del Tecnico della Società:
3.1.3 Determinazione della potenza e della velocità
di rotazione a) Prove a caldo delle caldaie e surriscaldatori.
a) Durante la prova di navigazione deve essere rilevato il b) Prove di accumulo e tarature delle valvole di sicurezza
numero dei giri al minuto dell’albero motore, preferibil- delle caldaie e dei surriscaldatori.
mente mediante contagiri continuo. • Le valvole di sicurezza devono essere tarate per
b) In generale la potenza deve essere determinata aprirsi ad una pressione non superiore al 103%
mediante rilievi torsiometrici, da effettuarsi con metodi della pressione di progetto.
ed apparecchiature ritenuti idonei dalla Società. • Per caldaie con surriscaldatori, le valvole di sicu-
In alternativa, per i motori alternativi a combustione rezza dei surriscaldatori stessi devono essere tarate
interna e per le turbine a gas, è ammesso che la potenza in modo da aprirsi prima o tutt’al più allo stesso
venga determinata mediante la misurazione del con- tempo delle valvole di sicurezza sistemate sul collet-
sumo di combustibile ed in base alle altre caratteristiche tore del vapore saturo.
di funzionamento, in confronto con i risultati delle c) Verifica che, durante la produzione massima di vapore,
prove al banco del motore o turbina prototipo. la pressione della caldaia non superi il 110% della pres-
Altri sistemi per la determinazione della potenza pos- sione di progetto, quando le valvole di intercettazione
sono essere esaminati dalla Società caso per caso. della caldaia sono chiuse, con eccezione di quelle che
devono restare aperte durante il funzionamento del bru-
ciatore. La caldaia deve essere alimentata in modo tale
3.2 Prove di navigazione e manovra il livello dell’acqua resti normale durante tutta la prova.
La prova deve durare almeno:
3.2.1 Prove di velocità
• 15 minuti per le caldaie a tubi di fumo,
a) Quando richiesto dal regolamento (vedere Parte A,
Cap 1, Sez 2, [4.9.4]), la velocità della nave deve essere • 7 minuti per le caldaie a tubi d’acqua.
determinata con modalità ritenute idonee dalla Società. d) Prove e simulazioni di tutti i dispositivi di sicurezza,
allarmi, blocchi ed avviamenti automatici delle appa-
b) La velocità della nave deve essere determinata come la
recchiature di riserva.
velocità media ottenuta in non meno di due coppie di
corse in direzione opposta. 3.3.3 Prescrizioni alternative
3.2.2 Prove in marcia indietro a) Quando è riconosciuto, per alcuni tipi di caldaie, che la
prova di accumulo può danneggiare i surriscaldatori,
a) Durante le prove di navigazione deve essere verificata e
può essere considerata l’omissione di tali prove.
registrata la capacità delle macchine di propulsione di
invertire la direzione di spinta dell’elica in un tempo b) Tuttavia, questa omissione può essere considerata sola-
adeguato e di provocare l’arresto della nave entro una mente se i disegni e le dimensioni delle valvole di sicu-
distanza ragionevolmente breve partendo dall’andatura rezza sono stati esaminati dalla Società e purché le
massima di esercizio in marcia avanti. valvole di sicurezza siano di un tipo la cui capacità di
scarico sia stata stabilita mediante prove eseguite in pre-
b) Devono essere disponibili a bordo, per uso del Coman- senza del Tecnico, o in altre condizioni ritenute equiva-
dante o del personale responsabile, i valori misurati lenti alle condizioni effettive della caldaia.
durante le prove in mare del tempo di arresto, della
distanza di arresto e la curva di evoluzione della nave. c) Quando la Società non concorda circa l’esecuzione di
Oltre a quanto sopra, per le navi a più eliche, devono una prova d’accumulo, il Fabbricante delle valvole di
essere disponibili i risultati delle prove intese a determi- sicurezza deve fornire per ogni valvola di sicurezza un
nare le caratteristiche di navigabilità e di manovrabilità certificato specificante la sua capacità di scarico per le
con una o più eliche non funzionanti. condizioni di funzionamento della caldaia. Inoltre il
Fabbricante della caldaia deve fornire un certificato spe-
c) Nel caso in cui la nave sia provvista di mezzi supple- cificante la massima produzione di vapore della cal-
mentari per la manovra o per l’arresto, l’efficienza di tali daia.
mezzi deve essere verificata e registrata come richiesto
nei paragrafi a) e b).
3.4 Prove dei motori diesel
Per gli impianti di propulsione elettrica, vedere [3.7].
3.4.1 Generalità
3.3 Prove delle caldaie a) L’estensione delle prove dei motori diesel può essere
incrementata per certe condizioni operative particolari,
3.3.1 Generalità quali il rimorchio, la pesca a strascico, ecc.
Il funzionamento soddisfacente delle caldaie principali ed b) Qualora l’impianto di macchina sia progettato per l’uso
ausiliarie che alimentano servizi essenziali deve essere di combustibili residui o altri tipi speciali di combusti-
dimostrato in tutte le condizioni operative durante le prove bile, deve essere dimostrata la capacità dei motori di
sugli ormeggi e le prove di navigazione. bruciare tali combustibili.

252 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 15

3.4.2 Motori principali di propulsione azionanti 3.4.5 Motori azionanti macchinari ausiliari
eliche a pale fisse a) I motori che azionano generatori elettrici o macchinari
Il programma di prova dei motori principali di propulsione ausiliari importanti devono essere sottoposti ad una
che azionano eliche a pale fisse deve comprendere le prove prova di funzionamento per almeno 4 ore. Durante la
seguenti: prova, il gruppo in questione deve funzionare alla sua
a) funzionamento, per almeno 4 ore, alla velocità nomi- potenza nominale per almeno 2 ore.
nale del motore n0 , corrispondente alla massima b) Deve essere dimostrato che il motore è in grado di for-
potenza continuativa, nire il 100% della sua potenza nominale, e nel caso di
b) funzionamento, per almeno 2, ore alla velocità del gruppi generatori di bordo, si deve tener conto del
motore corrispondente alla potenza nominale continua- tempo necessario per azionare il dispositivo di prote-
tiva di crociera, zione contro il sovraccarico del generatore.
c) funzionamento, per 30 minuti, ad una velocità del
motore pari a n = 1,032 n0, 3.5 Prove delle turbine a vapore
Nota 1: La prova di cui in c) si deve eseguire solamente se la stessa 3.5.1 Turbine principali di propulsione (1/7/2004)
è permessa dalla regolazione del motore (vedere Sez 2, [4.5.3],
Le turbine principali devono essere sottoposte alle prove
Nota 1).
seguenti, durante le prove sugli ormeggi e le successive
d) funzionamento alla velocità corrispondente al carico prove di navigazione:
minimo del motore,
• funzionamento alla velocità di rotazione nominale, per
e) manovre di avviamento e di inversione del senso di almeno 3 ore
rotazione, • manovre d’inversione
f) funzionamento, per 10 minuti, in senso inverso di rota- • navigazione libera in marcia indietro ad almeno il 70%
zione dell’elica, ad una velocità minima del motore pari della velocità di rotazione in marcia avanti, per la
a n = 0,7n0, durata di almeno 15 minuti. La durata della prova di
Nota 2: La prova di cui in f) può essere eseguita durante le prove in marcia indietro deve essere limitata a 30 minuti o al
banchina o durante le prove di navigazione, tempo raccomandato dal costruttore, al fine di evitare il
g) prove degli impianti di controllo, allarme e sicurezza, surriscaldamento della turbina dovuto agli effetti della
resistenza al vento e dell'attrito.
h) per motori dotati di soffianti ausiliari, prova di funziona-
mento in emergenza del motore, con una soffiante non Durante il funzionamento in marcia indietro e il successivo
funzionante. funzionamento in marcia avanti, le pressioni e le tempera-
ture del vapore e le dilatazioni relative non devono assu-
3.4.3 Motori principali di propulsione azionanti mere valori tali da mettere a rischio il funzionamento in
eliche a pale orientabili o invertitori
sicurezza dell’impianto.
a) L’obiettivo delle prove dei motori principali di propul-
Durante le prove, tutti gli impianti di sicurezza, allarme,
sione azionanti eliche a pale orientabili o invertitori è
blocco e comando, relativi alla turbina, devono essere pro-
quello di soddisfare le prescrizioni di cui in [3.4.2].
vati o opportunamente simulati.
b) I motori che azionano eliche a pale orientabili devono
essere provati in corrispondenza di diversi valori del 3.5.2 Turbine ausiliarie
passo dell’elica. Le turbine che azionano generatori elettrici o macchinari
ausiliari devono essere provate, per almeno 4, ore alla loro
3.4.4 Motori che azionano generatori per la potenza nominale e, per 30 minuti, al 110% della potenza
propulsione elettrica (1/7/2004)
nominale.
Il programma di prova dei motori che azionano generatori
per la propulsione deve comprendere le seguenti prove: Durante le prove, tutti gli impianti di sicurezza, allarme,
blocco e comando, relativi alla turbina, devono essere pro-
a) funzionamento al 100% della potenza (potenza nomi- vati o opportunamente simulati.
nale), per almeno 4 ore,
b) funzionamento alla potenza normale continuativa di 3.6 Prove delle turbine a gas
crociera, per almeno 2 ore,
c) funzionamento al 110% della potenza nominale, per 30 3.6.1 Turbine principali di propulsione
minuti, Le turbine principali devono essere sottoposte durante le
prove sugli ormeggi e successive prove di navigazione ai
d) funzionamento in senso inverso di rotazione dell’elica,
collaudi seguenti:
ad una velocità minima del motore pari al 70% della
velocità nominale dell’elica, per 10 minuti, • funzionamento alla velocità di rotazione nominale per
almeno 3 ore,
e) manovre d’avviamento,
• manovre d’inversione della marcia della nave.
f) prove degli impianti di controllo, allarme e sicurezza.
Nota 1: Le prove da a) a f) devono essere eseguite alla velocità Durante le varie operazioni, le pressioni, temperature e
nominale con una taratura costante del regolatore di velocità. Le relative dilatazioni non devono assumere grandezze tali da
potenze si riferiscono alle potenze elettriche nominali dei genera- mettere a rischio il funzionamento in sicurezza
tori azionati. dell’impianto.

Regolamenti RINA 2008 253


Parte C, Cap 1, Sez 15

Durante le prove tutti gli impianti di sicurezza, allarmi, e) Prova del funzionamento della gestione di potenza:
blocchi e comando relativi alla turbina devono essere pro- riduzione della potenza dovuta alla perdita di uno o più
vati o opportunamente simulati. generatori per controllare, in ciascun caso, la limita-
zione di potenza e la disponibilità della propulsione.
3.6.2 Turbine ausiliarie
Le turbine che azionano generatori elettrici o macchinari 3.8 Prove degli ingranaggi
ausiliari devono essere provate per almeno 4 ore alla loro
potenza nominale e per 30 minuti al 110% della potenza 3.8.1 Prove durante le prove di navigazione
nominale. Durante le prove di navigazione devono essere verificate le
Durante le prove tutti gli impianti di sicurezza, allarme, prestazioni dei riduttori ed invertitori ad ingranaggi, sia nel
blocco e comando relativi alla turbina devono essere pro- funzionamento in marcia avanti che nel funzionamento a
vati o opportunamente simulati. marcia indietro.
Inoltre devono essere eseguiti i controlli seguenti:
3.7 Prove degli impianti di propulsione elet- • controllo della temperatura dell’olio e dei cuscinetti,
trica • rivelazione di eventuale martellamento degli ingra-
naggi, quando richiesto da Sez 9, [3.6.1],
3.7.1 Prove sugli ormeggi
• verifica degli impianti di controllo, allarme e sicurezza.
a) Le prove sugli ormeggi devono comprendere la prova
dell’impianto di generazione elettrica, la gestione della 3.8.2 Controllo del contatto tra i denti
potenza e le limitazioni del carico.
a) Prima di iniziare le prove di navigazione, le superfici
b) Deve essere eseguita la prova dell’impianto di propul- dei denti dei pignoni e delle ruote devono essere rico-
sione a potenza ridotta secondo le disponibilità alla perte con uno strato sottile di una adatta sostanza colo-
banchina. Durante questa prova si deve controllare: rante.
• La variazione della velocità di rotazione dei motori A completamento delle prove, deve essere controllato il
elettrici, contatto fra i denti. Il contatto deve risultare uniforme-
mente distribuito, senza marcature accentuate nelle
• Prove funzionali, per quanto possibile (la limita-
zone di estremità dei denti e senza linee preferenziali di
zione di potenza deve essere provata con un valore
contatto.
ridotto),
Il contatto fra i denti deve essere in accordo con le pre-
• Dispositivi di protezione,
scrizioni in Tab 1.
• Impianti di controllo e trasmissione allarmi, com-
b) Il controllo del contatto fra i denti in occasione delle
presi gli interblocchi.
prove di navigazione, effettuato con metodi diversi da
c) Prima delle prove di navigazione deve essere effettuata quello sopra descritto, sarà oggetto di particolare consi-
una prova d’isolamento dell’impianto di propulsione derazione da parte della Società.
elettrica.
c) Nel caso di invertitori e/o riduttori con più treni di ingra-
naggi montati su cuscinetti a rotolamento, costruiti con
3.7.2 Prove di navigazione (1/7/2002)
un elevato grado di precisione, e per i quali il momento
Deve essere eseguita una prova di funzionamento torcente di ingresso non sia superiore a 20000 N⋅m,
dell'impianto di propulsione elettrica secondo un pro- l’estensione del controllo del contatto fra i denti può
gramma di prove approvato. essere ridotta a giudizio della Società.
Tale programma deve comprendere almeno: Tale riduzione può essere anche concessa per quegli
a) Registrazione incremento della velocità, ingranaggi che siano stati sottoposti a prove di lunga
durata in officina a pieno carico e per i quali il controllo
b) Prova di durata: del contatto fra i denti sia risultato soddisfacente.
• 4 ore al 100% della potenza nominale, In tutti i casi i denti degli ingranaggi devono essere esa-
• 2 ore alla potenza massima continuativa normal- minati dopo le prove di navigazione dal Tecnico; a
mente usata in navigazione, seconda del risultato di tale esame, potranno essere
richiesti controlli supplementari o nuovi esami dopo un
• 10 minuti alla massima potenza in marcia indietro, determinato periodo di funzionamento.
c) Controllo dell'operazione d'inversione improvvisa di
marcia, secondo la sequenza prevista per il passaggio 3.9 Prove della linea d’alberi di propulsione
immediato da tutta forza avanti a tutta forza indietro, in e delle eliche
caso d'emergenza. Durante questa prova devono essere
registrati tutti i dati necessari relativi all'eventuale effetto 3.9.1 Allineamento delle linee d’alberi
dell'inversione di potenza sui generatori, comprese le
Qualora siano richiesti i calcoli di allineamento delle linee
variazioni di potenza e velocità.
d’alberi in accordo con le prescrizioni in Sez 7, [3.3.1],
d) Prove di funzionalità della propulsione elettrica, in devono essere controllate a bordo le condizioni per l’alline-
manovra e durante la prova d'evoluzione. amento come segue:

254 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, Sez 15

a) installazione della linea d’alberi e posizione dei cusci- indietro. Si deve anche controllare che tale impianto
netti intermedi prima e durante il montaggio della linea non induca sovraccarico del motore.
d’alberi: b) Deve essere provato durante le prove di navigazione il
• controllo delle posizioni relative delle boccole dopo funzionamento corretto dei dispositivi per il funziona-
il montaggio (controllo ottico), mento in emergenza.
• controllo dei parametri degli accoppiatoi a flangia
(apertura ed eccentricità relative gap e sag). 3.10 Prove delle tubolature
• controllo del centraggio delle tenute degli alberi, 3.10.1 Prove di funzionamento
b) installazione del motore (o riduttore), a nave galleg- Durante le prove di navigazione, gli impianti di tubolature
giante: relativi ai macchinari di propulsione ed ausiliari, compresi i
• controllo dei parametri degli accoppiatoi a flangia dispositivi di comando e di controllo associati, devono
(apertura ed eccentricità relative) del motore (o del essere sottoposti a prove di funzionamento alla potenza
riduttore), nominale della macchina. I parametri operativi (pressione,
temperatura, consumi) devono essere in accordo con i
• controllo delle inflessioni dell’albero a manovelle
valori raccomandati dai Fabbricanti dei vari macchinari.
prima e dopo il collegamento del motore alla linea
d’alberi misurando la variazione della distanza tra 3.10.2 Prove di prestazione
due maschette adiacenti durante una rotazione La Società si riserva il diritto di richiedere prove di presta-
completa dell’albero. zione, come, per esempio, misurazioni di portata, nel caso
Nota 1: La nave deve essere nelle condizioni di carico definite nei in cui vengano sollevati dubbi durante le prove di funziona-
calcoli d’allineamento. mento.
c) carico sui cuscinetti:
• controllo dei carichi sui cuscinetti intermedi 3.11 Prove delle macchine di governo
mediante misura dei carichi su martinetti idraulici,
3.11.1 Generalità
• controllo della superficie di contatto col cuscinetto a) Le macchine di governo devono essere provate durante
mediante adatta sostanza colorante. le prove di navigazione secondo le condizioni indicate
in [3.1] al fine di dimostrare a soddisfazione del Tec-
Tabella 1 : Contatto tra i denti per gli ingranaggi nico, che le prescrizioni applicabili di cui in Sez 11
sono soddisfatte.
Trattamento termico e lavora- Percentuale di contatto del b) Per eliche a pale orientabili, la posizione delle pale
zione di macchina dente deve essere fissata sul massimo passo di progetto appro-
rispetto rispetto vato per la velocità massima continuativa di rotazione
all’intera lar- all’altezza di in marcia avanti.
ghezza della lavoro del
c) Se la nave non può essere provata alla massima immer-
fascia dente
sione, la Società darà considerazione speciale a condi-
bonificato, tagliato 70 40 zioni di prova alternative. In tale caso può essere
considerata la velocità della nave corrispondente al
• bonificato, rasato o 90 40
numero massimo di giri continuativi del sistema di pro-
molato
pulsione.
• indurito superficialmente

3.9.2 Vibrazioni delle linee d’alberi 3.11.2 Prove da eseguire


Le prove degli organi di governo devono comprendere
I rilievi delle vibrazioni torsionali, flessionali ed assali
almeno:
devono essere eseguiti quando richiesto in Sez 9. Devono
essere specificati il tipo degli strumenti di misura e l’ubica- a) prova di funzionamento della macchina di governo
zione dei punti di misura. principale ed ausiliaria per dimostrare la capacità di
soddisfare le prestazioni richieste in Sez 11, [3.4] e
3.9.3 Cuscinetti Sez 11, [4.4],
La temperatura dei cuscinetti deve essere controllata nelle b) prova delle unità di potenza delle macchine di governo
condizioni di potenza della macchina specificate in [3.1.2] compreso il passaggio da una unità di potenza all’altra,
c) prova di esclusione di un sistema di azionamento, con
3.9.4 Tenuta dell’astuccio
verifica del tempo necessario per ripristinare la capacità
Deve essere controllato l’impianto d’olio lubrificante di governare,
dell’astuccio per determinare eventuali perdite attraverso le
d) prova dell’impianto di ricarica del fluido idraulico,
tenute.
e) prova della fonte alternativa di energia richiesta in
3.9.5 Eliche Sez 11, [2.3.2], voce e),
a) Per le eliche a pale orientabili deve essere dimostrato il f) prova dei sistemi di comando della macchina di
funzionamento del dispositivo per l’orientamento delle governo, compreso il passaggio da un sistema di
pale dalla posizione di tutta forza avanti a tutta forza comando all’altro e il comando sul posto,

Regolamenti RINA 2008 255


Parte C, Cap 1, Sez 15

g) prova dei mezzi di comunicazione tra plancia, locale dubbi sul loro funzionamento appropriato, devono
apparato motore e locale macchine di governo, essere smontati o aperti per l’ispezione.
h) prova dei sistemi di segnalazione e di allarme, I macchinari o le parti che sono aperti o smontati per
altre ragioni devono essere anche essi ispezionati.
i) prova atta a dimostrare l’idoneità dei dispositivi previsti
in fase di progettazione della macchina di governo al b) Nel caso in cui l’ispezione riveli difetti o danni di una
fine di rilevare blocchi oleodinamici. certa importanza, la Società si riserva il diritto di richie-
dere che altri macchinari simili o loro parti siano aperte
Nota 1: Le prove da (d) a (i) possono essere effettuate nel corso per l’ispezione.
delle prove sugli ormeggi o durante le prove di navigazione.
c) Un rapporto esauriente dell’ispezione deve essere
Nota 2: Per navi di stazza lorda inferiore a 500 ton e per pesche-
inviato alla Società per conoscenza.
recci, la Società potrà accettare deroghe dall’elenco di cui sopra, in
particolare per tenere conto delle peculiarità effettive degli organi
di governo in questione. 4.2 Motori diesel
Nota 3: I thrusters azimutali devono essere sottoposti alle prove 4.2.1
sopra elencate per quanto applicabile. a) In genere devono essere verificati per tutti i motori die-
sel gli elementi seguenti:
4 Ispezione dei macchinari dopo le • le inflessioni dell’albero a manovelle misurando le
prove di navigazione variazioni delle distanze fra le maschette adiacenti
nel corso di una rotazione completa del motore,
• la pulizia dei filtri dell’olio lubrificante.
4.1 Generalità
b) Nel caso di motori di propulsione per i quali non siano
4.1.1 state effettuate prove al banco, alcuni componenti del
a) Per tutti i tipi di macchinari di propulsione, quelle parti motore, concordati fra le parti interessate, devono
che non hanno funzionato soddisfacentemente durante essere smontate per l’ispezione dopo le prove di naviga-
le prove di navigazione, o che hanno dato luogo a zione.

256 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 1

APPENDICE 1 VERIFICA DEI DIMENSIONAMENTI DI ALBERI A


MANOVELLE PER MOTORI DIESEL

1 Generalità una documentazione separata sul margine di sicurezza nei


riguardi della fatica.
1.1 Campo di applicazione Il calcolo di verifica della robustezza dell'albero a mano-
velle consiste inizialmente nella determinazione delle ten-
1.1.1 (1/1/2007) sioni nominali alterne di flessione (vedi [2.1]) edi torsione
a) Le norme della presente Appendice per la verifica del (vedi [2.2]) che, moltiplicate per appropriati fattori di con-
dimensionamento degli alberi a manovelle si applicano centrazione delle tensioni (vedi [3]), danno luogo ad un
ai motori diesel elencati in Sez 2, [1.1.1] a), b) progettati valore di tensione alterna ideale (monoassiale) (vedi [5]).
per operare con continuità alla massima potenza conti- Questo valore della tensione alterna ideale deve quindi
nuativa P ( come definita in Sez 2, [1.3.2]) alla massima essere confrontato con il valore della resistenza a fatica del
velocità nominale di rotazione n. materiale scelto per l'albero a manovelle (vedi [6]). Questo
Se il progetto di un albero a manovelle prevede che le confronto evidenzierà l'adeguatezza del dimensionamento
zone in corrispondenza dei raggi di raccordo siano sot- dell'albero a manovelle in esame (vedi [7]).
toposti a trattamenti superficiali, oppure quando
l'influenza dei parametri inerenti alla fatica sia stata 2 Calcolo delle tensioni
accertata mediante prove, oppure quando siano dispo-
nibili i valori delle tensioni misurati durante l'esercizio,
2.1 Calcolo delle tensioni alterne dovute ai
la relativa documentazione con i calcoli e/o le analisi
eseguiti deve essere sottoposta alla Società per dimo-
momenti flettenti ed alle forze radiali
strarne l'equivalenza a queste norme. 2.1.1 Ipotesi di calcolo (1/1/2007)
b) Le norme della presente Appendice si applicano solo Il calcolo è basato su di un sistema staticamente determi-
agli alberi fucinati in un solo pezzo ed a quelli di tipo nato, composto da un solo gomito appoggiato in corrispon-
composto, in acciaio fucinato o fuso, aventi un unico denza delle mezzerie dei perni di banco adiacenti e
gomito fra due cuscinetti di banco contigui. soggetto alle forze dovute ai gas ed alle forze di inerzia. Si
assume come campata la distanza tra le mezzerie dei due
1.2 Documentazione da inviare cuscinetti di banco contigui (distanza L3 , vedere Fig 1).
1.2.1 (1/1/2007) I momenti flettenti MBR , MBT sono calcolati nelle corrispon-
I dati richiesti per la verifica dei dimensionamenti sono denti sezioni sulla base di un diagramma triangolare del
indicati nello specifico modulo della Società menzionato momento flettente dovuto rispettivamente alle componenti
nella Sez 2, Tab 1 alla voce 1. radiali FR e tangenziali FT della forza trasmessa dalla biella
[ved. Fig 1 a)].
1.3 Criteri di calcolo Nel caso di gomiti con due bielle agenti su di un solo perno
di manovella i relativi momenti flettenti sono ottenuti per
1.3.1 (1/1/2007) sovrapposizione dei due diagrammi triangolari dei momenti
Il dimensionamento degli alberi a manovelle di cui alla pre- flettenti, dovuti alle componenti radiali delle forze tra-
sente Appendice è basato sulla valutazione del grado di smesse da ciascuna biella, tenendo conto delle fasi [ved.
sicurezza nei riguardi della fatica nelle zone più sollecitate Fig 1 b)].
degli alberi stessi.
a) Momenti flettenti e forze radiali agenti sulle maschette.
Il calcolo per la verifica dei dimensionamenti presuppone Il momento flettente MBRF e la forza radiale QRF sono
inoltre che le zone soggette alle tensioni più elevate siano: assunti agenti nella mezzeria della maschetta stessa
• quelle in corrispondenza dei raccordi tra il perno di (distanza L1) e sono ricavate tendo conto della compo-
manovella e la maschetta e tra il perno di banco e la nente radiale della forza agente sulla biella.
maschetta. Le tensioni alterne di flessione e compressione dovute
• quelle in corrispondenza degli sbocchi dei fori di lubri- ai momenti flettenti ed alle forze di taglio devono essere
ficazione nei perni di manovella. riferite alla sezione trasversale della maschetta. Tale
sezione di riferimento è costituita dallo spessore W e
Quando il diametro del perno di banco è uguale o mag-
dalla larghezza B della maschetta (ved. Fig 2).
giore di quello del perno di manovella, gli sbocchi dei fori
di lubrificazione nel perno di banco principale devono Le tensioni medie vengono trascurate.
essere lavorati in modo simile ai fori di lubrificazione nel b) Flessione agente sugli sbocchi dei fori di lubrificazione
perno di manovella, in caso contrario potrà essere richiesta dei perni di manovella

Regolamenti RINA 2008 257


Parte C, Cap 1, App 1

I due momenti flettenti vengono calcolati nella sezione Le tensioni alterne dovute a questi momenti flettenti
trasversale del perno di manovella in corrispondenza devono essere riferite all'area della sezione trasversale
del foro di lubrificazione (ved. Fig 3). del perno di manovella forato assialmente.
Le tensioni medie di flessione vengono trascurate.

Figura 1 : Gomito di un albero a manovelle di


un solo pezzo (1/1/2007)
asse della biella

assi delle bielle

Componenti delle forze


trasmesse dalla biella

Diagramma del taglio radiale

Diagramma del momento flettente

a) Gomito per motore con cilindri diposti in linea b) Gomito per motore con cilindri disposti a V con 2 bielle adiacenti

L1 = Distanza tra la mezzeria del perno di banco e la mezzeria della maschetta (vedi anche la Fig 2 per alberi a manovella senza sovrapposizione)

L2 = Distanza tra la mezzeria del perno di banco e l’asse della biella


L3 = Distanza tra la mezzeria dei due perni di banco adiacenti

258 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 1

Figura 2 : Area di riferimento della sezione trasversale della maschetta (1/1/2007)

Albero a manovella con sovrapposizione tra i perni di banco e di biella

th

Albero a manovella senza sovrapposizione

Figura 3 : Sezione del perno di manovella in corrispondenza del foro di lubrificazione (1/1/2007)

MBRO é il momento flettente dovuto alla componente radiale


della forza trasmessa dalla biella

MBTO é il momento flettente dovuto alla componente tangenziale


della forza trasmessa dalla biella

Regolamenti RINA 2008 259


Parte C, Cap 1, App 1

2.1.2 Calcolo delle tensioni nominali alterne di


flessione e di taglio in corrispondenza delle 1
M BRFN = ± ----- [ M BRFmax – M BRFmin ]
maschette (1/1/2007) 2

a) Le forze radiali e tangenziali, dovute alle forze dei gas Weqw[mm3]:modulo di resistenza della sezione trasver-
ed alle forze di inerzia, agenti sul perno di manovella in sale della maschetta.
corrispondenza ad ogni posizione angolare delle bielle,
vengono determinate durante un ciclo di lavoro. 2
B⋅W
W eqw = -----------------
-
Utilizzando le forze determinate durante un ciclo di 6
lavoro e tenendo conto della distanza tra le mezzerie Ke : fattore empirico, che tiene parzialmente
dei cuscinetti di banco, possono essere calcolati, in fun- conto degli effetti di vincolo della mano-
zione del tempo, l'andamento dei momenti flettenti vella e del cuscinetto di banco adiacenti,
MBRF, MBRO , MBTO e delle forze radiali QRF, come definiti che può essere assunto:
in [2.1.1] a) e [2.1.1] b). Ke = 0,8 per motori a 2 tempi
Per motori con cilindri disposti a V i momenti flettenti, Ke = 1,0 per motori a 4 tempi
determinati per i diversi valori dell'angolo di manovella
e dovuti alle forze dei gas e a quelle d'inerzia dei due σQFN [N/mm²]: tensione nominale alterna di compres-
cilindri agenti sulla stessa manovella, vengono sommati sione dovuta alla forza radiale relativa alla
maschetta
tenendo conto delle relative fasi.
QRFN[N] : forza alterna radiale relativa alla maschetta
Si dovrà tenere conto anche dei diversi tipi di biella
(ved. Fig 1)
(bielle a innesto, articolate o affiancate). Quando su uno
stesso albero a manovelle si hanno manovelle con
diversa configurazione geometrica il calcolo deve 1
Q RFN = ± ----- [ Q RFm ax – Q RFmin ]
essere eseguito per ciascuna di dette manovelle. 2

I valori alterni definitivi verranno quindi calcolati con F [mm²] : area della sezione trasversale della
la seguente formula: maschetta
F = B·W

c) La tensione nominale a flessione in corrispondenza


1
X N = ± ----- [ X max – X min ] dello sbocco del foro di lubrificazione del perno di
2
manovella si calcola con la seguente formula:
dove:

XN : è da considerare secondo i casi come una M BON


σ BON = ± ------------- ⋅ 10 3
forza, un momento o una tensione alterna We

Xmax : è il valore massimo durante un ciclo di in cui:


lavoro
σBON[N/mm²]:tensione nominale alterna a flessione rela-
Xmin : é il valore minimo durante un ciclo di tiva al diametro del perno di manovella
lavoro MBON[Nm]: momento flettente alterno calcolato in corri-
spondenza dello sbocco del foro di lubrifi-
b) La determinazione delle tensioni nominali alterne a fles-
cazione del perno di manovella
sione ed a compressione in corrispondenza della
sezione trasversale di una maschetta si esegue come
segue: 1
M BON = ± ----- [ M BOmax – M BOm in ]
2
M BRFN con:
σ BFN = ± --------------
- ⋅ 10 3 ⋅ K e
W eq w
Q RFN
σ QFN = ± -----------
- ⋅ Ke M BO = M BT O ⋅ cos ψ + M BRO ⋅ sin ψ
F
ψ [°] : posizione angolare del foro (ved. Fig 3)
in cui:
We [mm3]: modulo di resistenza della sezione trasver-
σBFN [N/mm²]:tensione nominale a flessione nella
sale del perno di manovella forato
maschetta.

MBRFN [Nm]:momento flettente alterno riferito al centro π D 4 – D BH 4


W e = ------ ----------------------
-
della maschetta (ved. Fig 1). 32 D

260 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 1

2.1.3 Calcolo delle tensioni alterne di flessione in forzate dal 1° ordine fino al 15° ordine incluso, per i motori
corrispondenza dei raccordi (1/1/2007) a 2 tempi e dall'ordine 0,5° fino al 12° ordine incluso, per i
Il calcolo delle tensioni deve essere effettuato sia in corri- motori a 4 tempi. Nel fare ciò si deve tenere conto degli
spondenza del raccordo del perno di manovella come pure smorzamenti che esistono nel sistema e delle condizioni di
in corrispondenza del raccordo della maschetta. funzionamento anomale (per esempio, la mancata accen-
Per il raccordo del perno di manovella: sione di un cilindro). La scelta delle velocità di rotazione
utilizzate per il calcolo deve essere tale che qualsiasi riso-
nanza trovata nel campo delle velocità di rotazione di eser-
σ BH = ± ( α B ⋅ σ BFN ) cizio possa essere individuata.
in cui: Nota 1: Mancata accensione di un cilindro è definita come la con-
σBH [N/mm²]:valore della tensione alterna a flessione nel dizione in cui non c'è la combustione ma solo il ciclo di compres-
sione.
raccordo del perno a manovella
Se sono necessari campi di velocità di rotazione sbarrati,
αB [-] : fattore di concentrazione delle tensioni di fles-
essi devono essere tali da permettere, nonostante la loro
sione in corrispondenza del raccordo del perno
esistenza, un soddisfacente funzionamento in esercizio.
a manovella (per il suo calcolo ved. [3])
Non devono esservi campi di velocità di rotazione sbarrati
Per i raccordi delle maschette (non applicabile al caso di per rapporti di velocità γ > 0,8 per normali condizioni di
alberi a manovelle composti): accensione.
I valori ottenuti da tale calcolo devono essere inviati alla
σ BG = ± ( β B ⋅ σ BFN + β Q ⋅ σ QFN ) Società per esame.
in cui: Il valore della tensione nominale alterna di torsione in ogni
σBG [N/mm²]: valore della tensione alterna di flessione nel punto significativo, che é essenziale per la valutazione, si
raccordo del perno di banco ottiene dalla seguente relazione:
βB [-] : fattore di concentrazione delle tensioni di fles-
sione nel raccordo del perno di banco (per il M TN
τ N = ± ---------
- ⋅ 10 3
suo calcolo ved. [3]) WP
βQ [-] : fattore di concentrazione delle tensioni di com-
pressione dovute alla forza radiale nel raccordo 1
M TN = ± --- ⋅ ( M Tmax – M Tmin )
del perno di banco (per il suo calcolo ved. [3]). 2

2.1.4 Calcolo delle tensioni alterne di flessione in


π D 4 – D 4 BH⎞ π D 4 – D 4 BG⎞
corrispondenza dello sbocco del foro di W P = ------ ⋅ ⎛ ------------------------
- oppure W P = ------ ⋅ ⎛ ------------------------
-
lubrificazione del perno di banco (1/1/2007) 16 ⎝ D ⎠ 16 ⎝ D ⎠
in cui:
σ BO = ± ( γ B ⋅ σ BON ) τN [N/mm²]: valore della tensione nominale alterna di tor-
in cui: sione riferita al perno di manovella o al perno di
banco
σBO [N/mm²]: valore della tensione alterna di flessione allo
sbocco del foro di lubrificazione del perno MTN [Nm]: momento torcente alterno massimo
banco WP [mm3]: modulo di resistenza polare dell'area della
γB [-] : fattore di concentrazione delle tensioni di fles- sezione trasversale del perno di manovella
sione in corrispondenza del foro di lubrifica- forato assialmente o del perno di banco forato
zione del perno di banco (per il suo calcolo assialmente
ved. [3]) MTmax [Nm]: valore massimo del momento torcente
MTmin [Nm]: valore minimo del momento torcente
Ai fini della valutazione dell'albero a manovelle, la ten-
2.2 Calcolo delle tensioni alterne di torsione sione nominale alterna di torsione da considerare in calcoli
successivi é il più alto valore calcolato, con il metodo sopra
2.2.1 Generalità (1/1/2007) indicato, in corrispondenza della massa concentrata
Il calcolo delle tensioni nominali alterne di torsione deve dell'albero a manovelle più sollecitata a torsione.
essere eseguito dal Costruttore del motore in accordo con
Quando esistono campi barrati della velocità di rotazione,
quanto stabilito in [2.2.2].
le tensioni torsionali entro questi campi non devono essere
Il Costruttore indicherà il valore massimo nominale della considerate nei calcoli di valutazione.
tensione alterna di torsione.
L'approvazione dei dimensionamenti dell'albero a mano-
2.2.2 Calcolo delle tensioni nominali alterne di velle sarà basata sull'installazione che dà luogo alla più alta
torsione (1/1/2007) tensione nominale alterna di torsione (che non superi
Il valore massimo e minimo dei momenti torcenti devono comunque il valore massimo fissato dal Costruttore del
essere determinati per ciascuna massa concentrata motore).
dell'intero sistema e per l'intero campo di velocità di rota- Pertanto, per ogni installazione, deve essere assicurato
zione per mezzo di una sintesi armonica delle vibrazioni mediante un idoneo calcolo che il valore della tensione

Regolamenti RINA 2008 261


Parte C, Cap 1, App 1

nominale alterna di torsione stabilito non venga superato. cazione del perno di manovella (per il suo
Tale calcolo deve essere inviato per esame alla Società. calcolo ved. [3])
τN [N/mm²]: valore della tensione nominale alterna di tor-
2.2.3 Calcolo delle tensioni alterne di torsione in sione riferita al diametro del perno di mano-
corrispondenza dei raccordi ed allo sbocco vella.
del foro di lubrificazione del perno a
manovella (1/1/2007) 3 Determinazione dei valori dei fattori
Il calcolo delle tensioni alterne di torsione deve essere effet- di concentrazione di tensione
tuato per il raccordo del perno di manovella, per il rac-
cordo del perno di banco e lo sbocco del foro di 3.1 Generalità
lubrificazione del perno di manovella. 3.1.1 (1/1/2007)
Per il raccordo del perno di manovella: I valori dei fattori di concentrazione di tensione vengono
determinati per mezzo delle formule indicate in [3.2], [3.3]
e [3.4] applicabili ai raccordi ed al foro di lubrificazione del
τH = ± ( αT ⋅ τN ) perno di manovella di alberi a manovelle fucinati in un solo
pezzo ed ai raccordi del perno di manovella di alberi a
in cui: manovelle di tipo composto. Si deve tener presente che le
formule per la determinazione del valore del fattore di con-
τH [N/mm²]: valore della tensione alterna di torsione nel centrazione di tensione relative al foro di lubrificazione
raccordo del perno di manovella sono applicabili soltanto se tale foro è praticato in senso
radiale. Tutte le formule sono basate su ricerche della FVV
αT [-] : valore del fattore di concentrazione della ten- (Forschungsvereinigung Verbrennungskraftmaschinen) sui
sione di torsione nel raccordo del perno di raccordi e su ricerche della ESDU (Engineering Science
manovella (per il suo calcolo ved. [3]) Data Unit) sui fori di lubrificazione.
Tutte le dimensioni della manovella necessarie per la deter-
τN [N/mm²]: valore della tensione nominale alterna di tor-
minazione dei valori dei fattori di concentrazione di ten-
sione riferita al diametro del perno di mano- sione sono indicate nella Fig 4 e nella Tab 1.
vella.
Il valore del fattore di concentrazione di tensione a fles-
Per il raccordo del perno di banco (non applicabile al caso sione (αB, βB) é definito come il rapporto tra la tensione
di alberi a manovella di tipo composto): massima ideale (VON MISES) - in corrispondenza dei rac-
cordi soggetti a flessione - e la tensione nominale di fles-
sione riferita alla sezione trasversale della maschetta (ved.
τG = ± ( βT ⋅ τN ) Tab 4).
Il valore del fattore di concentrazione a compressione (βQ)
in cui: nel raccordo del perno di banco é definito come il rapporto
τG [N/mm²]: valore della tensione alterna di torsione nel tra la tensione massima ideale (VON MISES) - in corrispon-
denza del raccordo soggetto alla forza radiale - e la ten-
raccorso del perno di banco
sione nominale di compressione riferita alla sezione
βT [-] : valore del fattore di concentrazione della ten- trasversale della maschetta.
sione di torsione nel raccordo del perno di Il valore del fattore di concentrazione a torsione (αT, βT) è
banco (per il suo calcolo ved. [3]) definito come il rapporto tra la tensione massima ideale a
taglio - in corrispondenza dei raccordi soggetti a torsione -
τN [N/mm²]: valore della tensione nominale alterna di tor- e la tensione nominale di torsione riferita alla sezione tra-
sione riferita al diametro del perno di banco. sversale del perno di manovella forato assialmente o alla
sezione trasversale del perno di banco (ved. Tab 4).
Per lo sbocco del foro di lubrificazione del perno di mano-
I valori dei fattori di concentrazione di tensione a flessione
vella: (γB) ed a torsione (γT) sono definiti come il rapporto tra la
tensione principale massima - in corrispondenza dello
sbocco del foro di lubrificazione del perno a manovella
σT O = ± ( γT ⋅ τN )
soggetto a flessione e torsione - e la corrispondente ten-
in cui: sione nominale riferita alla sezione trasversale del perno di
manovella forato assialmente (ved. Tab 5).
σTO [N/mm²]: valore della tensione alterna di torsione in Se sono disponibili misurazioni affidabili e/o calcoli, che
corrispondenza dello sbocco del foro di lubrifi- consentono una valutazione diretta dei valori dei fattori di
cazione del perno di manovella concentrazione di tensione, la relativa documentazione ed
il loro metodo di analisi devono essere inviati per esame
γT [-] : valore del fattore di concentrazione della ten- alla Società per dimostrarne l'equivalenza alle vigenti
sione di torsione allo sbocco del foro di lubrifi- norme regolamentari di calcolo.

262 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 1

Le dimensioni di riferimento indicate nella Tab 2 vengono 0,03 ≤ r ≤ 0,13


utilizzate per la determinazione dei valori dei fattori di con- 0 ≤ dG ≤ 0,8
centrazione di tensione in corrispondenza del raccordo del
perno di manovella e del raccordo del perno di banco. 0 ≤ dH ≤ 0,8
0 ≤ do ≤ 0,2
I valori dei fattori di concentrazione di tensione sono validi
per i limiti delle dimensioni di riferimento per i quali sono Il campo di variabilità inferiore di s può essere esteso ad
state eseguite le ricerche. I limiti sono i seguenti: elevati valori negativi purché:
S≤5 • se il valore calcolato di f (rientranza) risulta < 1, si
assuma f (rientranza) = 1
0,2 ≤ w ≤ 0,8 • risulta s < - 0,5 allora f (s,w) e f (r,s) vengano determinati
1,1 ≤ b ≤ 2,2 sostituendo il valore effettivo di s con - 0,5.

Figura 4 : Dimensioni della manovella (1/1/2007)

Regolamenti RINA 2008 263


Parte C, Cap 1, App 1

Tabella 1 : Dimensioni effettive (1/1/2007) Tabella 2 : Dimensioni di riferimento (1/1/2007)

D [mm] Diametro del perno di mano- Raccordo del


vella perno di Raccordo del perno di banco
manovella
DBH [mm] Diametro del foro assiale nel
perno di manovella r = RH / D r = RG / D

DO [mm] Diametro del foro di lubrifica- s = S/D


zione nel perno di manovella
w = W/D per alberi a manovelle con sovrap-
RH [mm] Raggio del raccordo del perno posizione
di manovella Wred/D per alberi a manovelle senza
sovrapposizione
TH [mm] Profondità della rientranza nella
maschetta del raccordo del b = B/D
perno di manovella
do = Do/D
DG [mm] Diametro del perno di banco
dG = DBG/D
DBG [mm] Diametro del foro assiale nel
perno di banco dH = DBH/D

RG [mm] Raggio del raccordo del perno tH = TH/D


di banco tG = TG/D
TG [mm] Profondità della rientranza nella
maschetta del raccordo del
perno di banco
f ( w ) = 2, 1790 ⋅ w 0, 7171
E [mm] Eccentricità del perno
S [mm] Tratto di sovrapposizione dei
perni
f ( b ) = 0, 6840 – 0, 0077 ⋅ b + 0, 1473 ⋅ b 2
D+D
S = ------------------G – E
2

W (*) [mm] Spessore della maschetta


f ( r ) = 0, 2881 ⋅ r ( – 0, 5231 )
B (*) [mm] Larghezza della maschetta
(*) Nel caso di alberi a manovelle di tipo composto di motori
a 2 tempi : f ( d G ) = 0, 9993 + 0, 27 ⋅ d G – 1, 0211 ⋅ d 2 G + 0, 5306 ⋅ d 3 G
• se TH > RH, lo spessore della maschetta deve essere consi-
derato uguale a:
Wred = W - (TH - RH) [vedere Fig 2]
• la larghezza B della maschetta deve essere misurata in f ( d H ) = 0, 9978 + 0, 3145 ⋅ d H – 1, 5241 ⋅ d 2 H + 2, 4147 ⋅ d 3 H
corrispondenza del centro del raggio del raccordo del
perno di manovella, come indicato nella Fig 2.

f ( rientranza ) = 1 + ( t H + t G ) ⋅ ( 1, 8 + 3, 2 ⋅ s )
3.2 Raccordo tra maschetta e perno di
manovella Il valore del fattore di concentrazione delle tensioni di tor-
3.2.1 (1/1/2007) sione (αT) si ricava dalla seguente relazione:
Il valore del fattore di concentrazione delle tensioni di fles-
sione (αB) si ricava dalla seguente relazione:
α T = 0, 8 ⋅ f (r,s) ⋅ f ( b ) ⋅ f ( w )
α B = 2, 6914 ⋅ f ( s, w ) ⋅ f ( w ) ⋅ f ( b ) ⋅ f ( r ) ⋅ f ( d G ) ⋅ in cui:
f ( d H ) ⋅ f ( rientranza )

in cui:
f ( r, s ) = r ( –0, 322 + 0, 1015 ⋅ ( 1 – s) )

f (s,w) = – 4, 1883 + 29, 2004 ⋅ w – 77, 5925 ⋅ w 2 + 91, 9454


⋅ w 3 – 40, 0416 ⋅ w 4 + ( 1 – s ) ⋅ ( 9 , 5440 – 58, 3480 ⋅ w
3
+ 159, 3415 ⋅ w 2 – 192, 5846 ⋅ w + 85, 2916 ⋅ w 4 ) f ( b ) = 7, 8955 – 10, 654 ⋅ b + 5, 3482 ⋅ b 2 – 0, 857 ⋅ b 3
+ ( 1 – s ) ⋅ ( – 3, 8399 + 25, 0444 ⋅ w – 70, 5571 ⋅ w 2
2

+ 87, 0328 ⋅ w 3 – 39, 1832 ⋅ w 4 )


f ( w ) = w ( –0, 145 )

264 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 1

3.3 Raccordo tra maschetta e perno di


banco (non applicabile agli alberi a f Q ( d H ) = 0, 9937 –1, 1949 ⋅ dH + 1, 7373 ⋅ d 2 H
manovelle di tipo composto)
3.3.1 (1/1/2007)
Il valore del fattore di concentrazione della tensione di fles- f ( rientranza ) = 1 + ( t H + t G ) ⋅ ( 1, 8 + 3, 2 ⋅ s )
sione (βB) si ricava dalla seguente relazione:
Il valore del fattore di concentrazione della tensione di tor-
sione (βT) é:
β B = 2, 7146 ⋅ f B ( s, w ) ⋅ f B ( w ) ⋅ f B ( b ) ⋅ f B ( r ) ⋅ f B ( d G )
⋅ f B ( d H ) ⋅ f ( recess )
βT = αT

in cui: nel caso in cui i diametri ed i raggi dei raccordi del perno di
manovella e del perno di banco sono gli stessi.

f B (s,w) = – 1, 7625 + 2, 9821 ⋅ w – 1, 5276 ⋅ w 2 + ( 1 – s ) Se i diametri del perno di manovella e del perno di banco
⋅ ( 5 , 1169 – 5, 8089 ⋅ w + 3, 1391 ⋅ w 2 ) + ( 1 – s ) 2 e/o i relativi raggi hanno dimensioni diverse:
⋅ ( – 2, 1567 + 2, 3297 ⋅ w – 1, 2952 ⋅ w 2 )

β T = 0, 8 ⋅ f ( r , s ) ⋅ f ( b ) ⋅ f ( w )
f B ( w ) = 2, 2422 ⋅ w 0, 7548
in cui:

f (r,s), f (b) e f (w) devono essere determinati in accordo a


f B ( b ) = 0, 5616 + 0, 1197 ⋅ b + 0, 1176 ⋅ b 2 quanto indicato in [3.2] (ved. calcolo di αT), comunque, il
raggio di raccordo del perno di banco ed il diametro dello
stesso perno devono essere legati dalla relazione:
f B ( r ) = 0, 1908 ⋅ r ( –0, 5568 )

R
r = ------G-
DG
f B ( d G ) = 1, 0012 – 0, 6441 ⋅ d G + 1, 2265 ⋅ d 2 G

3.4 Sbocco del foro di lubrificazione del


f B ( d H ) = 1, 0022 – 0, 1903 ⋅ d H + 0, 0073 ⋅ d 2 H perno di manovella
3.4.1 (1/1/2007)

f ( rientranza ) = 1 + ( t H + t G ) ⋅ ( 1, 8 + 3, 2 ⋅ s )
Il valore del fattore di concentrazione della tensione di fles-
sione (γB) si ricava dalla seguente relazione:

Il valore del fattore di concentrazione della tensione di


compressione (βQ) dovuto alla forza radiale si ricava dalla γ B = 3 – 5, 88 ⋅ d o + 34, 6 ⋅ d 2 o
seguente relazione:
Il valore del fattore di concentrazione della tensione di tor-
sione (γT) si ricava dalla seguente relazione:
β Q = 3, 0128 ⋅ f Q ( s ) ⋅ f Q ( w ) ⋅ f Q ( b ) ⋅ f Q ( r ) ⋅ f Q ( d H ) ⋅ f ( recess )

2
essendo: γ T = 4 – 6 ⋅ d o + 30 ⋅ d o

4 Tensioni addizionali di flessione


f Q ( s ) = 0, 4368 + 2, 1630 ⋅ ( 1 – s ) – ( 1, 5212 ) ⋅ ( 1 – s ) 2

4.1 Generalità
w
f Q ( w ) = ------------------------------------------------------ 4.1.1 (1/1/2007)
0, 0637 + 0, 9369 ⋅ w
In aggiunta alle tensioni alterne di flessione agenti in corri-
spondenza dei raccordi (ved. [2.1.3]) devono essere consi-
f Q ( b ) = – 0, 5 + b
derate ulteriori tensioni di flessione dovute sia a
disallineamento e a deformazione del basamento sia a
vibrazioni assiali e flessionali assumendo il valore di tali
f Q ( r ) = 0, 5331 ⋅ r ( – 0, 2038 ) tensioni σadd come indicato nella Tab 3.

Regolamenti RINA 2008 265


Parte C, Cap 1, App 1

Tabella 3 (1/1/2007)

Tipo di motore σadd [N/mm2]

Motori a testacroce ± 30 (1)


Motori con stantuffi tuffanti ± 10
2
(1) Il valore della tensione addizionale di± 30 N/mm é costituito da due componenti:
• un valore addizionale di tensione pari a± 20 N/mm² dovuto alla vibrazione assiale
• un valore addizionale di tensione pari a ± 10 N/mm2 dovuto a disallineamento/deformazione della piastra di fondazione.
Se i risultati delle vibrazioni assiali dell'intero sistema (motore/linea d'assi/riduttore/elica) non sono disponibili, si raccomanda
di utilizzare, per la valutazione di un albero a manovelle, un valore della componente assiale della vibrazione pari a± 20
N/mm2. Se i risultati dei calcoli delle vibrazioni assiali dell'intero sistema sono disponibili, possono essere utilizzati i valori così
calcolati.

5 Calcolo della tensione alterna ideale Per lo sbocco del foro di lubrificazione del perno di mano-
vella:

5.1 Generalità
9 σ TO-⎞
2
σ V = ± --- σ BO ⋅ 1 + 2 1 + --- ⋅ ⎛ --------
1
5.1.1 (1/1/2007) 3 4 ⎝ σ BO⎠

Nei raccordi, la flessione e la torsione originano due stati di essendo:


tensioni biassiali differenti che possono essere rappresentati σV [N/mm2] : valore della tensione alterna ideale.
da una tensione ideale di Von Mises tenendo conto che le Per gli altri parametri vedere [2.1.3], [2.2.3] e [4].
tensioni di flessione e torsione sono in fase e che i corri-
spondenti valori massimi si hanno nello stesso punto (ved.
Tab 4). Pertanto la tensione ideale alterna deve essere cal-
6 Calcolo della resistenza a fatica
colata per i raccordi del perno di manovella e per i rac-
cordi del perno di banco utilizzando il criterio di Von 6.1 Generalità
Mises. 6.1.1 (1/1/2007)
Si definisce come resistenza a fatica il valore della tensione
In corrispondenza dello sbocco del foro di lubrificazione, la alterna di flessione (Von Mises) che un albero a manovelle
flessione e la torsione originano due stati di tensione diffe- può sopportare permanentemente in corrispondenza dei
renti che possono essere rappresentati da una tensione ide- punti più sollecitati. La resistenza a fatica può essere deter-
ale principale uguale al massimo della tensione principale minata per mezzo delle seguenti formule.
risultante dalla combinazione di questi due campi di ten-
sione tenendo conto che la flessione e la torsione sono in Riferita al diametro del perno di manovella:
fase (ved. Tab 5).
σ DW = ± K ⋅ ( 0 , 42 ⋅ σ B + 39, 3 ) ⋅ 0, 264 + 1, 073 ⋅ D – 0, 2
I due differenti modi di calcolare la tensione ideale portano
entrambi a valori di tensione che possono essere paragonati 785 – σ 196 1
+ ---------------------B- + ---------- ⋅ ------
allo stesso valore di resistenza a fatica determinato secondo 4900 σB RX
il criterio di von Mises.
esssendo:
RX = RH in corrispondenza dell'area del raccordo
5.2 Tensione alterna ideale RX = D0 / 2 in corrispondenza dell'area del foro di lubrifica-
5.2.1 (1/1/2007) zione
Riferita al diametro del perno di banco:
Il valore della tensione alterna ideale viene calcolato
secondo le formule seguenti.
σ DW = ± K ⋅ ( 0 , 42 ⋅ σ B + 39, 3 ) ⋅ 0, 264 + 1, 073 ⋅ D G–0, 2
Per il raccordo del perno di manovella:
785 – σ 196 1
+ ---------------------B- + ---------- ⋅ ------
4900 σB RG
2
σ V = ± ( σ BH + σ ad d ) 2 + 3 ⋅ τ H esssendo:
σDW [N/mm2]: la resistenza ammissibile a fatica dell'albero
Per il raccordo del perno di banco: a manovelle
K [-] : fattore funzione dei differenti tipi di alberi a
2 manovelle senza trattamento superficiale.
σ V = ± ( σ BG + σ ad d ) 2 + 3 ⋅ τ G Valori maggiori di 1 sono validi solo per la valu-

266 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 1

tazione della resistenza a fatica nell'area di rac- perno di banco e per lo sbocco del foro di lubrificazione
cordo. nel perno di manovella e si basa sulla seguente formula:

K = 1,05 per alberi a manovelle in acciaio


σD W
fucinato con andamento continuo delle fibre o Q = ---------
-
σV
in acciaio stampato
essendo:
K = 1,0 per alberi a manovelle in acciaio fuci- Q [-] : fattore di accettabilità
nato (senza andamento continuo delle fibre) di
L'adeguatezza del dimensionamento dell'albero a mano-
qualsiasi forma
velle é assicurata se il più piccolo dei fattori di accettabilità
Fattore per alberi a manovelle in acciaio stam- soddisfa la seguente condizione:
pato con rullatura a freddo nella zona di rac- Q > 1,15
cordo

K = 0,93 per alberi a manovelle in acciaio stam-


8 Calcolo di verifica dell'accoppia-
pato fabbricati da Ditte che utilizzano un proce- mento forzato di un albero a mano-
dimento di rullatura a freddo approvato dalla velle di tipo composto
Società.
8.1 Generalità
σB [N/mm2]: minimo carico di rottura del materiale
dell'albero a manovelle. 8.1.1 (1/1/2007)
Tutte le dimensioni della manovella necessarie per il cal-
Per gli altri parametri ved. [3.3]. colo dell'accoppiamento forzato sono indicate nella Fig 5.
DA [mm]: diametro esterno della maschetta oppure due
Quando viene eseguito un trattamento superficiale, esso
volte la minima distanza x tra l'asse del perno di
deve essere approvato dalla Società. banco ed il contorno esterno della maschetta ,
L'uso delle formule sopraindicate è subordinato al rispetto assumendo il minore dei due
delle seguenti condizioni: DS [mm]: diametro nominale del foro nella maschetta per
l'accoppiamento forzato col perno
• le superfici del raccordo, lo sbocco del foro di lubrifi- DG [mm] : diametro del perno di banco
cazione e l'interno del foro di lubrificazione (per una
DBG [mm]: diametro del foro assiale nel perno di banco
profondità minima uguale a 1,5 volte il diametro del
LS [mm] : lunghezza assiale del forzamento
foro) devono essere rifinite uniformemente.
RG [mm]: raggio di raccordo tra maschetta e perno di
• ai fini del calcolo RH, RG or RX devono essere assunti banco
non minori di 2 mm. y [mm] : distanza tra le linee generatrici prospicienti del
perno di banco e del perno di manovella, deve
Come alternativa la resistenza a fatica di un albero a mano-
risultare y > 0,05 · DS
velle può essere determinata per via sperimentale basan-
dosi o su un gomito (o un albero a manovelle) in vera Se y è minore di 0,1 · DS deve essere posta particolare
grandezza oppure su provini prelevati da un gomito in vera attenzione all'effetto della tensione dovuta al forzamento
grandezza. sulla resistenza a fatica in corrispondenza del raccordo del
perno di manovella con la maschetta.
In ogni caso la procedura sperimentale per l'analisi a fatica Considerando il raggio di transizione RG tra il diametro del
utilizzando dei provini e la valutazione della resistenza a perno di banco DG ed il diametro dello stesso DS in corri-
fatica dell'albero a manovelle devono essere sottoposte alla spondenza della superficie di forzamento devono essere
approvazione della Società (specificando il metodo usato, il soddisfatte le seguenti relazioni:
tipo di provini, il numero di provini (oppure di gomiti), il RG > 0,015 · DG
numero delle prove, la probabilità di resistenza alle solleci-
e
tazioni a fatica, il "confidence number").
RG > 0,5 · (DS - DG)
assumendo il valore più alto.
7 Condizioni di accettabilita
Il valore effettivo dell'interferenza Z dell'accoppiamento
forzato deve essere compreso tra i valori limite Zmin e Zmax
7.1 Generalità calcolati come indicato in [8.3] e [8.4].
Nel caso in cui la condizione indicata in [8.2] non possa
7.1.1 (1/1/2007) essere soddisfatta i metodi di calcolo di Zmin e Zmax indicati
L'accettabilità dei dimensionamenti di un albero a mano- in [8.3] e [8.4] non sono applicabili a causa di problemi di
velle risulata dal confronto tra la tensione alterna ideale e plasticità in più zone.
la resistenza a fatica. Questo confronto deve essere eseguito In tal caso i valori di Zmin e Zmax devono essere determinati
per il raccordo del perno di manovella, per il raccordo del mediante calcoli ad elementi finiti FEM.

Regolamenti RINA 2008 267


Parte C, Cap 1, App 1

Figura 5 : Gomito di un albero a manovelle di tipo composto (1/1/2007)

8.2 Dimensione massima ammissibile del


foro nel perno di banco σ SW ⋅ D S
Z min ≥ -------------------
-
Em
8.2.1 (1/1/2007)
Il valore massimo ammissibile del foro nel perno di banco e
viene calcolato con la seguente formula:
4000 S R ⋅ M max 1 – ( Q A2 ⋅ Q S2 )
Z min ≥ ------------- ⋅ -------------------------- ⋅ -------------------------------------------------
-
µ ⋅ π E m ⋅ D S ⋅ L S ( 1 – Q 2 A ) ⋅ ( 1 – Q S2 )
4000 ⋅ SR ⋅ M max
D BG = D S ⋅ 1 – -------------------------------------------
-
µ ⋅ π ⋅ D S2 ⋅ L S ⋅ σ SP
essendo:
essendo: Zmin [mm]: minima interferenza
SR [-] : coefficiente di sicurezza nei riguardi dello slitta- Em [N/mm2]: modulo di Young
mento, da assumere in ogni caso non inferiore a
2 salvo valori diversi documentati ottenuti con σSW [N/mm2]: valore del minimo carico unitario di snerva-
prove sperimentali mento del materiale della maschetta dell'albero
a manovelle
Mmax [Nm]: valore massimo assoluto del momento tor-
cente MTmax calcolato in accordo a [2.2.2] QA [-] : rapporto della maschetta, QA = DS / DA
µ [-] : coefficiente di attrito statico, da assumere non QS [-] : rapporto del perno, QS = DBG / DS
maggiore di 0,2 salvo valori diversi documentati
ottenuti con prove sperimentali
8.4 Valore massimo ammissibile dell'interfe-
σSP [N/mm2]: valore del minimo carico unitario a snerva- renza per l'accoppiamento forzato
mento del materiale del perno di banco.
8.4.1 (1/1/2007)
Questa condizione serve per evitare la plasticizzazione nel
foro del perno di banco. Il valore massimo ammissibile dell'interferenza é ottenuto
dalla seguente relazione:
8.3 Valore minimo dell'interferenza necessa-
rio per l'accoppiamento forzato σ SW 0, 8 ⎞
Z max ≤ D S ⋅ ⎛ --------
- + -------------
⎝ E m 1000⎠
8.3.1 (1/1/2007)
Il valore minimo necessario dell'interferenza é il maggiore Questa condizione serve a ridurre la tensione media indotta
tra i valori calcolati con le seguenti relazioni: dal forzamento in corrispondenza della zona di raccordo.

268 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 1

Tabella 4 : Definizione dei Fattori di Concentrazione di Tensione (S.C.F.) nelle zone di raccordo di un albero a
manovelle (1/1/2007)

Tensione Max II σ3II Max σ1

Torsione Ubicazione delle A C B


tensioni massime
Sistema di riferi-
mento tipico
delle tensioni
principali

Diagramma del
cerchio di Mohr
con σ2 = 0

II σ3II > σ1 σ1 > II σ3II σ1 = II σ3II

Tensione ideale e
S.C.F. σ1 – σ3
τ equiv = -----------------
2

τ equ iv
S.C.F. = ------------ per α T, β T
τn

Flessione Ubicazione delle B B B


tensioni massime
Sistema di riferi-
mento tipico σ ≠0
delle tensioni
principali

Diagramma del
cerchio di Mohr
con σ3 = 0

Tensione ideale e
S.C.F. 2 2
σ equiv = σ 1 + σ 2 – σ1 ⋅ σ 2

σ eq uiv
S.C.F. = ------------- per α B, β B, β Q
σn

Regolamenti RINA 2008 269


Parte C, Cap 1, App 1

Tabella 5 : Fattori di Concentrazione di Tensione (S.C.F.) e distribuzione della tensione sugli orli dei fori di
lubrificazione (1/1/2007)

Tipo di ten- Tensore Distribuzione della tensione monoassiale lungo gli orli Diagramma del cerchio di Mohr
sione della ten-
sione
nominale
Trazione
σ α = σ n γ B ⁄ 3 [ 1 + 2 cos ( 2α ) ]

σn 0
0 0

γ B = ( σ max ⁄ σ n ) per α = kπ

Taglio
σ α = γ T τ n sin ( 2α )

0 τn
τn 0

π
γ T = ( σ max ⁄ τ n ) per α = π
--- + k ---
4 2

γ ⎧ 3γ τ ⎫
σ α = ----B σ n ⎨ 1 + 2 cos ( 2α ) + --- ----T -----n sin ( 2α ) ⎬
3 ⎩ 2 γB σn ⎭

Trazione σn τn
+ Taglio τn 0
γ 9 γ τ 2
σ max = ----B σ n 1 + 2 1 + --- ⎛ ----T -----n ⎞
3 4 ⎝ γB σn ⎠

3γ τ
per α = --- tg –1 ⎛ --- ----T -----n ⎞
1
2 ⎝ 2 γ B σ n⎠

d = diametro del foro

270 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 2

APPENDICE 2 MOTORI DIESEL AD ALIMENTAZIONE MISTA

1 Generalità delle valvole di sicurezza deve essere determinata conside-


rando possibili esplosioni dovute a perdite di gas.

1.1 Applicabilità 2.1.2 Se è adoperato come motore DF un motore a stan-


tuffi tuffanti, il carter deve essere protetto come segue:
1.1.1 La presente Appendice si applica ai motori diesel ad a) deve essere prevista ventilazione sufficiente ad impedire
alimentazione mista (da qui in poi indicati con le parole l’accumulo di gas trafilato; lo scarico di tale ventila-
motori DF), che possono utilizzare sia combustibile liquido zione deve essere portato in una zona sicura all’aperto
che gas metano iniettato ad alta pressione (cioè motori attraverso un dispositivo tagliafiamma;
sistemati su navi gasiere che impiegano il gas evaporato dal
carico (boil off) come combustibile). b) con dispositivi per la rivelazione di gas o dispositivi
equivalenti.
Per quanto possibile si applicano le prescrizioni contenute
nelle Sez 2, Sez 10 e nella Parte E, Cap 9, Sez 16.
2.2 Protezione negli spazi sotto agli stan-
L’accettazione di motori ad alimentazione mista alimentati tuffi dei motori con testa a croce
con gas a bassa pressione sarà considerata caso per caso.
2.2.1 Dispostivi per la rivelazione di gas o dispositivi
equivalenti devono essere previsti per gli spazi sotto agli
1.2 Documentazione da inviare
stantuffi dei motori con testa a croce.
1.2.1 In aggiunta alla documentazione richiesta nella
Sez 2, [1.2] devono essere inviati: 2.3 Impianti di immissione e scarico
dell’aria dei motori DF
• un’analisi di guasto e conseguenza (FMEA) che esamini
tutti i guasti passibili che possano influenzare il pro- 2.3.1 Devono essere sistemate valvole di sicurezza contro
cesso di combustione (vedere [2.6.1]) le esplosioni o altri appropriati sistemi di protezione contro
• disegni e specifiche relative all’impianto d’alimenta- le esplosioni in corrispondenza dei collettori di scarico,
zione del gas al motore DF. lavaggio ed immissione dell’aria.

2.3.2 I tubi dei gas di scarico dei motori DF non devono


1.3 Modalità di funzionamento essere collegati ai tubi dei gas di scarico di altri motori o
altri impianti.
1.3.1 I motori DF devono adoperare un’iniezione pilota di
combustibile liquido per l’accensione del gas e devono
2.4 Tubolatura dell’aria d’avviamento
avere la possibilità di passare con immediatezza dall’ali-
mentazione a gas all’alimentazione a combustibile liquido. 2.4.1 I branchetti della tubolatura d’aria d’avviamento che
portano ad ogni cilindro devono essere muniti di efficaci
1.3.2 Per avviare i motori DF deve essere utilizzato sola- dispositivi tagliafiamma.
mente combustibile liquido.

1.3.3 In linea di principio, deve essere adoperato sola-


2.5 Alimentazione di combustibile gassoso
mente solamente combustibile liquido quando il funziona- ai motori DF
mento del motore DF non è stabile e/o durante le
2.5.1 Le tubolature del gas d’alimentazione devono essere
operazioni di manovra e in porto.
contenute entro tubi o condotte di protezione come richie-
sto in Parte E, Cap 9, Sez 16.
1.3.4 In caso di interruzione dell’alimentazione di gas, il
motore DF deve poter funzionare ininterrottamente sola- I tubi o le condotte di protezione devono estendersi per
mente con combustibile liquido. tutta la lunghezza della tubolatura del gas fino alle valvole
d’iniezione del combustibile.

2 Progetto, comandi e controlli 2.6 Controllo della combustione

2.1 Protezione del carter 2.6.1 I particolari del sistema di controlli richiesto ver-
ranno determinati sulla base dei risultati dell’analisi del
2.1.1 In corrispondenza di ciascuna manovella devono guasto e delle sue conseguenze richiesta in [1.2.1]. Tuttavia
essere sistemate valvole di sicurezza per la protezione del può essere adoperata come guida la Tab 1.
carter . La costruzione e la pressione di funzionamento

Regolamenti RINA 2008 271


Parte C, Cap 1, App 2

Tabella 1 : Guida per il controllo della combustione 2.7 Arresti d’emergenza


Blocco automa- 2.7.1 L’alimentazione del gas deve essere bloccata prima
Condizione di gua-
Allarme (1) tico delle valvole che la concentrazione del gas rilevata dai rivelatori del gas
sto
del gas (1) (2) nel locale macchine richiesti in 16.2.2 del “International
Guasto della val- X X Code for the Construction and Equipment of Ships Carrying
vola pilota del com- Liquefied Gases in Bulk (IGC Code)” raggiunga il 60% del
bustibile liquido e limite inferiore d’infiammabilità.
della valvola di
comando
dell’impianto del
gas
Temperatura dei gas H
di scarico all’uscita
da ogni cilindro
Deviazione della H (valore positivo H (valore nega-
temperatura dei gas o negativo) tivo)
di scarico dalla
media
Pressione nel cilin- X X
dro o mancata
accensione di cia-
scun cilindro
(1) X= controllo richiesto; L=valore basso; H= valore alto.
(2) E’ raccomandato che anche la valvola principale del
gas sia chiusa.

272 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 3

APPENDICE 3 TUBI IN PLASTICA

1 Generalità 1.3.6 Pressione di progetto


La pressione di progetto è la massima pressione di esercizio
1.1 Applicabilità prevista nelle condizioni di funzionamento o la più alta
pressione di taratura di qualsiasi valvola di sicurezza o
1.1.1 Le presenti prescrizioni sono applicabili a tutti gli dispositivo di limitazione della pressione dell’impianto, se
impianti di tubolature che hanno parti costruite con plastica sistemati.
rigida.
1.3.7 Resistenza al fuoco
1.1.2 (1/1/2007)
La resistenza al fuoco è la capacità della tubolatura di man-
Gli impianti di tubolature costruiti con materiali termopla-
stici, come il polietilene (PE), polipropilene (PP), polibuti- tenere la capacità di adempiere alla funzione cui essa è
destinata (cioè di mantenere la propria robustezza ed inte-
lene (PB) ed utilizzati per servizi non essenziali devono
grità) per un periodo di tempo prefissato mentre è esposta al
soddisfare le prescrizioni di normative riconosciute e di
quanto indicato in [2.1.2], [2.3.4], [2.4.2], [3] e [4]. fuoco.

1.2 Uso dei tubi in plastica 2 Progetto degli impianti di tubolature


in plastica
1.2.1 La plastica può essere adoperata negli impianti di
tubolature in accordo con le disposizioni in Sez 10, [2.1.3],
secondo le prescrizioni seguenti. 2.1 Generalità

1.2.2 I tubi in plastica devono essere di tipo approvato 2.1.1 Specifica


dalla Società.
Deve essere inviata la specifica della tubolatura in plastica
in accordo con le prescrizioni in Sez 10, [1.2.2]. Essa deve
1.3 Definizioni essere redatta secondo un'unificazione nazionale od inter-
nazionale riconosciuta e deve essere approvata dalla
1.3.1 Plastica Società e deve soddisfare le ulteriori norme di prestazione
Il termine "plastica" si riferisce a materiali termoplastici riportate qui di seguito.
come pure a materiali plastici termoindurenti, sia rinforzati
sia non rinforzati, quali PVC e plastica rinforzata con fibra 2.1.2 Marcatura
(FRP). I tubi in plastica ed i loro accessori devono avere una marca
d’identificazione permanente comprendente:
1.3.2 Impianti di tubolature (1/1/2007)
Per impianti di tubolature si intende quelli costruiti in pla- • i limiti di pressione,
stica e comprendono i tubi, gli accessori, i giunti • l’indicazione della normativa di progetto secondo la
dell'impianto e tutte le camicie, le coperture e i rivestimenti quale il tubo od accessorio è fabbricato,
interni o esterni richiesti per soddisfare i requisiti di
impiego. • il materiale di cui il tubo o l’accessorio sono costituiti.

1.3.3 Giunti
2.2 Robustezza
I giunti comprendono tutti i dispositivi e metodi di unione
dei tubi, quali collegamento con adesivo, laminazione, sal- 2.2.1 Generalità
datura, ecc.
a) La tubolatura deve avere una resistenza sufficiente a
1.3.4 Accessori sopportare le più severe condizioni simultanee di pres-
Gli accessori comprendono le curve, i gomiti, i branchetti sione, temperatura, il peso della tubolatura stessa e
saldati, ecc. di materiale plastico. qualsiasi carico statico e dinamico imposto dal progetto
o dall'ambiente circostante.
1.3.5 Pressione nominale b) La massima pressione d’esercizio ammissibile deve
La pressione nominale è la pressione di esercizio massima essere specificata avendo riguardo alla massima tempe-
ammissibile da determinarsi secondo le prescrizioni di cui ratura di esercizio possibile secondo le raccomanda-
in [2.2.2]. zioni del Fabbricante.

Regolamenti RINA 2008 273


Parte C, Cap 1, App 3

2.2.2 Pressione ammissibile 2.2.4 Resistenza assiale


Le tubolature devono essere progettate per una pressione a) La somma delle tensioni longitudinali dovute alla pres-
nominale determinata con le condizioni seguenti: sione, al peso e ad altri carichi non deve superare la
a) Pressione interna tensione ammissibile in direzione longitudinale.
La pressione interna nominale non deve essere supe- b) Nel caso di tubi in plastica rinforzata con fibre la
riore al minore fra: somma delle tensioni longitudinali non deve superare
• Psth/4 metà della tensione circonferenziale nominale dovuta
alla pressione interna nominale (vedere [2.2.2]).
• Plth/2,5
essendo: 2.2.5 Resistenza all’urto
Psth : Pressione di rottura durante la prova idrosta- I tubi e i giunti in plastica devono avere una minima resi-
tica a breve termine, in MPa, stenza all'urto secondo una normativa nazionale od inter-
Plth : Pressione di rottura durante la prova idrosta- nazionale riconosciuta.
tica a lungo termine (>100 000 ore), in MPa.
b) Pressione esterna (da considerare per installazioni sog- 2.3 Prescrizioni dipendenti dal servizio e/o
gette a condizioni di vuoto all’interno del tubo o ad un dalla posizione
battente di liquido agente al di fuori del tubo)
2.3.1 Resistenza al fuoco
La pressione esterna nominale non deve essere supe-
Le prescrizioni per la resistenza al fuoco dei tubi in plastica
riore a Pcol/3, essendo:
e degli accessori relativi sono indicate in Tab 1 per i vari
Pcol : Pressione di collasso impianti e posizioni nelle quali i tubi sono impiegati.
Nota 1: La pressione esterna è la somma del vuoto all’interno del
Tali prescrizioni sono:
tubo e del battente statico al di fuori del tubo.
• Quando indicato “L1” in Tab 1, deve essere eseguita
c) La pressione di collasso non deve essere inferiore a 0,3
una prova di resistenza al fuoco di 60 min in condizioni
MPa.
asciutte, in accordo con quanto prescritto nell’Appen-
2.2.3 Temperatura ammissibile dice 1 della Risoluzione IMO A.753(18),
a) In genere i tubi in plastica non devono essere adoperati • Quando indicato “L2” in Tab 1, deve essere eseguita
per convogliare fluidi con temperatura al di sopra di una prova di resistenza al fuoco di 30 min in condizioni
60 °C o al di sotto di 0 °C, a meno che non sia fornita asciutte, in accordo con quanto prescritto nell’Appen-
alla Società una giustificazione soddisfacente. dice 1 della Risoluzione IMO A.753(18),
b) Il campo delle temperature d’esercizio ammissibili • Quando indicato “L3” in Tab 1, deve essere eseguita
dipende dalla pressione d’esercizio e deve essere in una prova di resistenza al fuoco di 30 min in condizioni
accordo con le raccomandazioni del Fabbricante. umide, in accordo con quanto prescritto nell’Appendice
1 della Risoluzione IMO A.753(18),
c) La massima temperatura di esercizio deve essere come
minimo inferiore di 20 °C alla minima temperatura di • Quando indicato “0” in Tab 1, non è richiesta alcuna
deformazione del materiale del tubo per effetto del prova di resistenza al fuoco,
calore (determinata secondo l'ISO 75 metodo A, o equi- • Quando indicato “X” in Tab 1, deve essere adoperato
valente). un materiale metallico avente punto di fusione supe-
riore a 925 °C
d) La minima temperatura di deformazione per effetto del
calore non deve essere inferiore a 80 °C. Nota 1: “NA” significa “non applicabile”.

274 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 3

Tabella 1 : Resistenza al fuoco delle tubolature

POSIZIONE
Inter-
Altri capedi-
Locali Locali Altre Casse Locali di
locali Ci- ni, spazi
mac- per le Stive stive com- Cisterne alloggio e Ponti
TUBOLATURA mac- sterne vuoti,
chine di pompe di navi per busti- di di servizi e sco-
chine e del gallerie
catego- del Ro/ro carichi bile zavorra stazioni di perti
locali carico tubi e
ria A carico (14) secchi liquido (18) comando (21)
pompe (16) con-
(11) (13) (15) (17) (20)
(12) dotte
(19)
CARICO (CARICHI INFIAMMABILI CON PUNTO D’INFIAMMABILITA’ ≤ 60 °C)
Tubolature del NA NA L1 NA NA 0 NA 0 0 NA L1
carico (10) (2)
Tubolature di NA NA L1 NA NA 0 NA 0 0 NA L1
lavaggio col (10) (2)
crudo
Tubolature di NA NA NA NA NA 0 NA 0 0 NA X
sfogo gas (10)
GAS INERTE
Tubolature di NA NA 0 NA NA 0 0 0 0 NA 0
scarico dal (1) (1) (1) (1) (1)
dispositivo di
tenuta ad
acqua
Tubolatura di 0 0 NA NA NA NA NA 0 0 NA 0
scarico dalla (1) (1) (1) (1)
torre di lavag-
gio
Collettore 0 0 L1 NA NA NA NA NA 0 NA L1 (6)
Tubolature di NA NA L1 NA NA 0 NA NA 0 NA L1
distribu-zione (2)
LIQUIDI INFIAMMABILI (PUNTO D’INFIAMMABILITA’ > 60 °C)
Tubolature del X X L1 X X NA 0 0 0 NA L1
carico (3) (10)
Combustibile X X L1 X X NA 0 0 0 L1 L1
liquido (3)
Olio lubrifi- X X L1 X X NA NA NA 0 L1 L1
cante
Olio per X X L1 X X 0 0 0 0 L1 L1
impianti ole-
odi-namici
ACQUA DI MARE (1)
Collettori e L1 L1 L1 X X NA 0 0 0 NA L1
branchetti di (7) (7)
sentina
Collettore L1 L1 L1 X NA NA NA 0 0 X L1
incendio e
acqua spruz-
zata
Impianto a L1 L1 L1 NA NA NA NA NA 0 L1 L1
schiuma
Impianto L1 L1 L3 X NA NA NA 0 0 L3 L3
sprinkler
Zavorra L3 L3 L3 L3 X 0 (10) 0 0 0 L2 L2

Regolamenti RINA 2008 275


Parte C, Cap 1, App 3

POSIZIONE
Inter-
Altri capedi-
Locali Locali Altre Casse Locali di
locali Ci- ni, spazi
mac- per le Stive stive com- Cisterne alloggio e Ponti
TUBOLATURA mac- sterne vuoti,
chine di pompe di navi per busti- di di servizi e sco-
chine e del gallerie
catego- del Ro/ro carichi bile zavorra stazioni di perti
locali carico tubi e
ria A carico (14) secchi liquido (18) comando (21)
pompe (16) con-
(11) (13) (15) (17) (20)
(12) dotte
(19)
Acqua di raf- L3 L3 NA NA NA NA NA 0 0 NA L2
fred-damento,
servizi essen-
ziali
Servizi pulizia NA NA L3 NA NA 0 NA 0 0 NA L3
cisterne. mac- (2)
chi-nette fisse
Impianti non 0 0 0 0 0 NA 0 0 0 0 0
essenziali
ACQUA DOLCE
Acqua di raf- L3 L3 NA NA NA NA 0 0 0 L3 L3
fred-damento,
servizi essen-
ziali
Ritorno della L3 L3 L3 0 0 NA NA NA 0 0 0
condensa
Servizi non 0 0 0 0 0 NA 0 0 0 0 0
essenziali
SANITARI, SCARICHI, OMBRINALI
Scarichi dal L1 L1 NA L1 0 NA 0 0 0 0 0
ponte (interni) (4) (4) (4)
Scarichi sani- 0 0 NA 0 0 NA 0 0 0 0 0
tari (interni)
Ombrinali e 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
scarichi (fuori (1) (1) (1) (1) (1) (1)
bordo) (8) (8) (8) (8) (8) (8)
SONDE, SFOGHI D’ARIA
Casse acqua, 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0
spazi asciutti (10)
Casse combu- X X X X X X 0 0 0 X X
stibile liquido (3) (10)
ed olio lubrifi-
cante (punto
d’infiam-mabi-
lità >60°C)
VARIE
Aria di L1 L1 L1 L1 L1 NA 0 0 0 L1 L1
comando (5) (5) (5) (5) (5) (5) (5)
Aria di servi- 0 0 0 0 0 NA 0 0 0 0 0
zio non essen-
ziale
Salamoia 0 0 NA 0 0 NA NA NA 0 0 0

276 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 3

POSIZIONE
Inter-
Altri capedi-
Locali Locali Altre Casse Locali di
locali Ci- ni, spazi
mac- per le Stive stive com- Cisterne alloggio e Ponti
TUBOLATURA mac- sterne vuoti,
chine di pompe di navi per busti- di di servizi e sco-
chine e del gallerie
catego- del Ro/ro carichi bile zavorra stazioni di perti
locali carico tubi e
ria A carico (14) secchi liquido (18) comando (21)
pompe (16) con-
(11) (13) (15) (17) (20)
(12) dotte
(19)
Vapore ausilia- L2 L2 0 0 0 0 0 0 0 0 0
rio a bassa (9) (9) (9) (9) (9)
pressione (≤
0,7 MPa)
(1) Qualora vengano impiegate tubolature non metalliche, devono essere previste valvole comandate a distanza sistemate a murata
(la valvola deve essere comandata da uno spazio esterno).
(2) Devono essere previste sulle cisterne del carico valvole con chiusura a distanza.
(3) Qualora le cisterne del carico contengano liquidi infiammabili con punto d’infiammabilità > 60 °C, “0” può sostituire “NA” o
“X”.
(4) Per gli scarichi che servono solo lo spazio interessato, “0” può sostituire “L1”.
(5) Qualora le norme non richiedano funzioni di comando, “0” può sostituire “L1”.
(6) Per tubi tra il locale macchine e il dispositivo di tenuta ad acqua sul ponte, “0” può sostituire “L1”.
(7) Per navi da passeggeri, “X” deve sostituire “L1”.
(8) Gli ombrinali che servono ponti scoperti nelle posizioni 1 e 2, come definiti in Parte B, Cap 1, Sez 2, devono essere sempre
contraddistinti con "X", a meno che essi non siano muniti, all'estremità superiore, di mezzi di chiusura che possano essere
comandati da una posizione al di sopra del ponte di bordo libero, al fine di prevenire l'allagamento degli spazi sottostanti.
(9) Per i servizi essenziali, quali il riscaldamento delle casse combustibile liquido e il fischio della nave, “X” deve sostituire “0”.
(10) Nelle navi cisterna per le quali è richiesto che esse soddisfino le prescrizioni in Parte E, Cap 7, Sez 4, [2.1.3], “NA” deve sosti-
tuire “0”.
(11) I locali macchine di categoria A sono definiti in Sez 1, [1.4.1].
(12) Locali, diversi da locali macchine di categoria A e locali pompe del carico, contenenti macchinari di propulsione, caldaie, mac-
chine a vapore e a combustione interna, generatori e macchine elettriche importanti, pompe, stazioni di imbarco combustibile
liquido e/o olio lubrificante, macchinari per la refrigerazione, stabilizzazione, ventilazione e condizionamento, nonché locali
similari e relativi cofani d'accesso.
(13) Locali contenenti pompe del carico e relativi ingressi e cofani d'accesso.
(14) Locali da carico Ro-Ro e locali di categoria speciale come definiti in Cap 4, Sez 1, [3].
(15) Tutti gli spazi diversi da stive da carico Ro-Ro utilizzati per carichi diversi da carichi liquidi e relativi cofani d'accesso
(16) Tutti gli spazi utilizzati per carichi liquidi e relativi cofani d'accesso.
(17) Tutti gli spazi utilizzati per il combustibile liquido (escluse le cisterne del carico) e relativi cofani d'accesso.
(18) Tutti gli spazi utilizzati per acqua di zavorra e relativi cofani d'accesso.
(19) lntercapedini e spazi vuoti compresi tra due paratie separanti due compartimenti adiacenti.
(20) Locali alloggio, locali di servizio e stazioni di comando come definiti in Cap 4, Sez 1, [3].
(21) Spazi di ponti scoperti come definiti in Cap 4, Sez 1, [3].

2.3.2 Propagazione della fiamma le procedure di prova specificate in ASTM D635 o in


altra normativa nazionale equivalente.
a) Tutti i tubi, tranne quelli sistemati su ponti scoperti ed
entro cisterne e casse, intercapedini, gallerie tubi e con- 2.3.3 Rivestimenti antincendio
dotte, devono avere caratteristiche di limitata attitudine
Ove sia necessario un rivestimento dei tubi e degli acces-
a propagare la fiamma e non devono superare i valori di
sori al fine di raggiungere i gradi di resistenza al fuoco
propagazione medi elencati nella Risoluzione IMO
richiesti, si applicano le prescrizioni seguenti:
A.653(16).
• I tubi devono in generale essere forniti dal costruttore
b) Le caratteristiche superficiali di propagazione della con i rivestimenti protettivi già applicati.
fiamma devono essere determinate utilizzando la proce-
dura indicata nella Risoluzione IMO A.653(16) avendo • Le caratteristiche di protezione antincendio del rivesti-
riguardo alle modifiche, dovute alle superfici curve dei mento non devono essere menomate quando esso
tubi, come indicato nell'Appendice 3 della Risoluzione venga esposto ad acqua salata, combustibile liquido,
IMO A.753(18). olio o "slops" di sentina. Deve essere dimostrato che il
rivestimento deve possedere adeguate caratteristiche di
c) Le caratteristiche superficiali di propagazione della resistenza rispetto all'azione dei prodotti con i quali la
fiamma possono essere determinate anche impiegando tubolatura può venire in contatto.

Regolamenti RINA 2008 277


Parte C, Cap 1, App 3

• Nel considerare i rivestimenti antincendio si deve tener 2.4.2 Collegamento dei tubi e degli accessori
conto di caratteristiche, quali la dilatazione termica, la a) Le tecniche di collegamento devono essere inviate alla
resistenza contro le vibrazioni e l’elasticità. Società per essere qualificate. Esse devono compren-
dere quanto segue:
• Il rivestimento protettivo antincendio deve avere una
• materiali usati,
sufficiente resistenza all'urto, in modo da mantenere la
• utensili ed attrezzature,
propria integrità.
• prescrizioni per la preparazione dei giunti,
2.3.4 Conduttività elettrica (1/1/2007) • temperatura di presa,
• prescrizioni e tolleranze dimensionali,
a) Le tubolature che convogliano fluidi aventi conduttività
• criteri di accettazione per il collaudo del complesso
inferiori a 1000 (1pS/m=10-12 siemeus/metro), quali pro- ultimato.
dotti raffinati e distillati, devono essere costituite di tubi
b) Qualsiasi variazione nella procedura di collegamento
elettricamente conduttori. che influenzi le caratteristiche fisiche e meccaniche del
giunto comporta la necessità di riqualificazione della
b) Indipendentemente dal fluido che passa entro le tubola-
procedura stessa.
ture in plastica, tali tubolature quando attraversano una
zona pericolosa devono essere elettricamente condut-
3 Sistemazione ed installazione dei
trici.
tubi in plastica
c) Ove siano richieste tubolature conduttrici, la resistenza
dei tubi e degli accessori non deve superare 1 x 105 3.1 Generalità
Ohm/m.
3.1.1 I tubi in plastica ed i loro accessori devono essere
d) E' preferibile che i tubi e gli accessori siano omogenea- installati secondo le istruzioni del Fabbricante.
mente conduttori. Qualora i tubi e gli accessori non
siano conduttori in modo omogeneo, devono essere 3.2 Supporti dei tubi
previsti strati conduttori opportunamente protetti contro
3.2.1
l’eventualità di danneggiamenti da scintille sulle pareti
a) La scelta e la distanza dei supporti dei tubi negli
dei tubi.
impianti di bordo devono essere stabilite in funzione
e) Deve essere prevista una adeguata messa a terra. delle tensioni e della freccia massima ammissibili.
b) La scelta e la distanza dei supporti dei tubi deve tener
conto dei dati seguenti:
2.4 Collegamenti dei tubi ed accessori
• dimensioni dei tubi,

2.4.1 Generalità • proprietà meccaniche e fisiche del materiale dei


tubi,
a) La robustezza delle giunzioni non deve essere inferiore • massa del tubo e del fluido in esso contenuto,
a quella dell’impianto di tubolature su cui sono instal- • pressione esterna,
late. • temperatura d’esercizio,
b) I tubi e gli accessori possono essere montati usando • effetti della dilatazione termica,
giunzioni collegate con adesivo, saldate, flangiate o altri • carichi dovuti alle forze esterne,
tipi di collegamento. • forze di spinta,
• colpo d’ariete,
c) Gli adesivi, quando vengono usati per il montaggio dei
tubi e gli accessori, devono essere idonei ad offrire una • vibrazioni,
tenuta permanente tra di essi per tutto il campo di tem- • accelerazioni massime cui l’impianto può essere
soggetto.
peratura e di pressione previste per l'impianto di cui il
tubo fa parte. Devono essere anche considerate le combinazioni dei
carichi.
d) Il serraggio dei giunti, ove richiesto, deve essere ese- c) La distanza fra i supporti non deve essere superiore alla
guito in accordo con le istruzioni del costruttore. spaziatura raccomandata dal Fabbricante dei tubi.

e) Le procedure adottate per il collegamento dei tubi e 3.2.2 Ciascun supporto deve distribuire in modo uniforme
degli accessori devono essere inviate alla Società per il carico del tubo e del suo contenuto su tutta la larghezza
l’approvazione, prima di cominciare il lavoro. del supporto stesso e deve essere progettato in modo da
ridurre al minimo il consumo e l'abrasione dei tubi nei
punti in cui essi vengono in contatto con i supporti.

278 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 3

3.2.3 Componenti pesanti dell'impianto di tubolature tie di classe "A", "B" ed "F") (Risoluzione dell'IMO
quali le valvole e i giunti di espansione devono essere sop- A.754(18), come emendata).
portati in modo indipendente.
3.6.2 Qualora tubi in plastica passino attraverso paratie o
ponti stagni deve essere assicurata l'integrità della tenuta
3.3 Mezzi per la dilatazione stagna della paratia o del ponte. Se la paratia o il ponte
costituisce anche una divisione tagliafuoco e la distruzione
3.3.1 Per ogni tubolatura si devono prevedere mezzi ade- da parte di un incendio dei tubi in plastica può causare
guati che tengano conto del movimento relativo tra i tubi in l'ingresso di liquidi dalle cisterne, deve essere sistemata
plastica e la struttura in acciaio, avendo debito riguardo: sulla paratia o sul ponte una valvola d'intercettazione
• alla forte differenza tra i coefficienti di dilatazione ter- metallica che possa essere comandata dal di sopra del
mica. ponte di bordo libero.

• alle deformazioni della struttura della nave.


3.7 Impianti collegati a scafo
3.3.2 Nell'eseguire il calcolo delle dilatazioni termiche, 3.7.1 Impianti di sentina e d’acqua di mare
deve essere tenuto conto della temperatura di esercizio
a) Quando in accordo con le prescrizioni in [2.3.1], tubi
dell'impianto e della temperatura alla quale viene eseguito
in plastica sono permessi negli impianti di sentina e di
il montaggio.
acqua di mare, le valvole a fasciame richieste in Sez 10,
[2.8] e, se sistemati, i branchetti di collegamento a
3.4 Carichi esterni fasciame devono essere costruiti in materiale metallico
in accordo con le prescrizioni in Sez 10, [2.1].
3.4.1 Bisogna prevedere dei margini di dimensionamento b) Le valvole a fasciame devono essere munie di comando
per carichi concentrati occasionali, dove questi si verifi- a distanza azionabile dal di fuori del locale considerato.
chino durante l'installazione dei tubi. Tali margini, per tubi Vedere nota (1) della Tab 1.
aventi diametro esterno nominale maggiore di 100 mm,
devono tener conto almeno della forza esercitata dal carico 3.7.2 Ombrinali e scarichi sanitari
di una persona (100 kg) in corrispondenza della mezzeria a) Qualora in accordo con le prescrizioni in [2.3.1], sia
di ogni tubo. permesso l’uso di tubi in plastica per gli scarichi sanitari
ed ombrinali collegati al fasciame, la loro estremità
3.4.2 I tubi devono essere protetti contro i danneggiamenti superiore dovrà essere munita di dispositivi di chiusura
meccanici ove necessario. azionabili da una posizione al di sopra del ponte di
3.4.3 (1/1/2007) bordo libero per impedire l’allagamento degli spazi sot-
tostanti. Vedere note (1) e (8) in Tab 1.
Oltre a fornire una adeguata robustezza di tutte le tubola-
b) Le valvole di scarico devono essere munite di comando
ture incluse le tubolature aventi le estremità aperte lo spes-
a distanza azionabile da uno spazio diverso da quello
sore minimo delle pareti del tubo che soddisfa quanto
considerato.
indicato in [2.2.2] a) può essere aumentato a richiesta della
Società tenendo conto delle condizioni riscontrate durante
l'esercizio a bordo. 3.8 Applicazione dei rivestimenti antincen-
dio
3.5 Messa a terra 3.8.1 I rivestimenti antincendio devono essere applicati ai
giunti, dove necessario per soddisfare la resistenza al fuoco
3.5.1 Qualora in accordo con le prescrizioni in [2.3.4], sia come detto in [2.3.3], dopo aver effettuato la prova di pres-
richiesto che i tubi siano elettricamente conduttori, la resi- satura idrostatica dell'impianto di tubolature.
stenza da terra ad ogni punto della tubolatura non deve
superare 1 x 106 ohm. 3.8.2 I rivestimenti antincendio devono essere applicati
secondo le raccomandazioni del costruttore, utilizzando
3.5.2 Se previsto, i cavi per la messa a terra devono essere una procedura approvata per ciascun caso.
accessibili per l’ispezione.
4 Certificazione, ispezione e prove dei
3.6 Passaggi attraverso divisioni taglia- tubi in plastica
fuoco e ponti e paratie stagni
4.1 Certificazione
3.6.1 Qualora siano previsti passaggi di tubi in plastica
attraverso divisioni di classe "A" o "B", devono essere realiz- 4.1.1 Approvazione di tipo (1/1/2007)
zate sistemazioni atte a garantire che la resistenza al fuoco I tubi in plastica, i loro accessori, i giunti dell'impianto e
delle predette divisioni non venga menomata. Tali sistema- tutte le camicie, le coperture e i rivestimenti interni o
zioni devono essere provate secondo le "Recommendations esterni devono essere di un tipo approvato dalla Società per
for fire test procedures for "A", "B" and "F" bulkheads" (Rac- il loro impiego in accordo con le "Norme per l'approva-
comandazioni per le procedure di prova del fuoco per para- zione di tipo dei tubi in plastica".

Regolamenti RINA 2008 279


Parte C, Cap 1, App 3

4.1.2 Prove per la qualifica del giunto o normativa equivalente. Il sistema di garanzia della qualità
a) Un prototipo di prova deve essere realizzato secondo la deve possedere gli elementi necessari ad assicurare che i
procedura di collegamento da qualificare e deve consi- tubi e gli accessori vengano prodotti con caratteristiche
stere di almeno un giunto tubo-tubo e di almeno un meccaniche e fisiche costanti e uniformi.
giunto tubo-accessorio.
b) Quando il prototipo di prova ha fatto presa, esso deve 4.2.3 Nel caso in cui il Fabbricante non possieda un
essere sottoposto ad una pressione di prova idrostatica sistema di garanzia della qualità approvato in conformità
eguale a 2,5 volte la pressione di calcolo del complesso con l’ISO serie 9000 o normativa equivalente, i tubi e gli
di prova, durante un periodo non inferiore ad un'ora accessori devono essere collaudati in conformità con le
senza che si verifichino perdite o separazione dei giunti. presenti prescrizioni, a soddisfazione del Tecnico, per cia-
La prova deve essere condotta in modo tale che il scun lotto di tubi.
giunto venga caricato sia in direzione circonferenziale
sia in direzione longitudinale.
c) La scelta dei tubi impiegati per il prototipo di prova 4.3 Prove dopo l’installazione a bordo
deve essere come segue:
• quella del tubo più grande da collegare, quando la 4.3.1 Prove idrostatiche
massima dimensione prevista è uguale o inferiore a
200 mm di diametro esterno nominale. a) Le tubolature per gli impianti essenziali devono essere
sottoposte a prova idrostatica ad una pressione non infe-
• 200 mm oppure il 25% della dimensione della tubo-
latura più grande da collegare, se maggiore, quando riore al maggiore fra 1,5 volte la pressione di calcolo e
la massima dimensione da collegare è di diametro 0,4 MPa.
esterno nominale superiore a 200 mm.
b) Le tubolature per servizi non essenziali devono essere
sottoposte a prova di tenuta nelle condizioni operative
4.2 Prove in officina normali.
4.2.1 Ogni tubo ed accessorio deve essere provato dal
Fabbricante ad una pressione idrostatica non inferiore a 1,5 4.3.2 Prova di messa a terra
volte la pressione nominale.
Per le tubolature che devono essere elettricamente condut-
4.2.2 Il Fabbricante deve avere un sistema di garanzia trici, deve essere controllata la messa a terra ed eseguite
della qualità in conformità con la normativa ISO serie 9000 prove di resistenza a campione.

280 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 4

APPENDICE 4 CASSE INDIPENDENTI PER IL COMBUSTIBILE


LIQUIDO

1 Generalità 1.3.2 Rinforzi


Per i rinforzi sono adoperati i simboli e le unità di misura
1.1 Applicabilità seguenti:
b : Larghezza della striscia di lamiera sopportata
1.1.1
dal rinforzo, in m,
a) Le prescrizioni della presente Appendice si applicano a w : Modulo di resistenza del rinforzo, in cm3.
casse e depositi del combustibile liquido che non for-
mano parte integrante della struttura della nave.
2 Progetto e sistemazione delle casse
b) Le prescrizioni relative ai dimensionamenti si applicano
solo a casse in acciaio. Formeranno oggetto di conside-
razione speciale i dimensionamenti delle casse non 2.1 Materiali
costruite in acciaio.
2.1.1 Generalità
Le casse indipendenti per il combustibile liquido devono
1.2 Documenti da inviare essere costruite in acciaio eccetto quando altrimenti per-
messo in [2.1.2].
1.2.1 Devono essere inviati i disegni costruttivi delle
casse. Tali disegni devono indicare l’altezza dei rigurgiti e 2.1.2 Uso di materiali diversi dall’acciaio
sfoghi d’aria al di sopra della cassa.
a) Per navi di stazza lorda inferiore a 100 ton le casse
indipendenti per il combustibile liquido possono essere
1.3 Simboli e unità di misura costruite in:
• leghe d’alluminio o materiali equivalenti, purché le
1.3.1 Casse
casse siano sistemate al di fuori dei locali dei mac-
Il significato dei simboli adoperati per le casse è indicato in
chinari di propulsione, o, qualora siano sistemate in
Fig 1.
tali locali, siano coilbentate secondo lo standard di
Classe A-60,
Figura 1 : Simboli adoperati per le casse
• plastica rinforzata con fibra di vetro (PRFV), purché:
• il volume totale delle casse sistemate nello
h

stesso locale non sia superiore a 4,5 m3, e


• le proprietà della PRVF compresa la resistenza al
fuoco soddisfino le prescrizioni relative in
H

b App 3.
b

b) Per navi aventi stazza lorda uguale o superiore a 100


ton, l’uso di leghe d’alluminio o PRVF per le casse indi-
pendenti per il combustibile liquido formerà oggetto di
l

considerazione particolare.

l L 2.2 Dimensionamenti delle casse d’acciaio


L : Lato maggiore dell’elemento di lamiera consi- 2.2.1 Generalità
derato, in m, a) Saranno oggetto di considerazione particolare i dimen-
l : Lato minore dell’elemento di lamiera conside- sionamenti delle casse le cui dimensioni siano al di
rato, in m, fuori del campo coperto dalle presenti norme.
H : Altezza, in m, del rigurgito o sfogo d’aria dal b) I dimensionamenti delle casse devono essere calcolati
lembo inferiore dell’elemento di lamiera consi- assumendo un’altezza minima h del rigurgito o sfogo
derato, d’aria al di sopra della cassa di:
h : Altezza, in m, del rigurgito o sfogo d’aria al di • 3,60 m per combustibili con un punto d’infiamma-
sopra della cassa, soggetta al minimo di: bilità al di sotto di 60 °C,
• 3,60 m per combustibili liquidi con punto di • 2,40 m negli altri casi.
infiammabilità inferiore a 60 °C, c) Tutte le casse con elemeti di lamiera aventi una lun-
• 2,40 m negli altri casi. ghezza superiore a 2,5 m devono essere rinforzate.

Regolamenti RINA 2008 281


Parte C, Cap 1, App 4

2.2.2 Spessore delle lamiere • Tab 3 per i rinforzi orizzontali,


Lo spessore delle lamiere non deve essere inferiore al valore per i diversi tipi di collegamento indicati in Fig 2.
dato in Tab 1 per i vari valori di l, L/l e H. Tuttavia lo spes-
sore delle lamiere non deve essere inferiore a 5 mm per le 2.3 Sistemazione
casse aventi un volume superiore a 1 m3.
2.3.1 Collegamento
Le casse indipendenti devono essere fissate in maniera
2.2.3 Dimensionamenti dei rinforzi sicura alle strutture dello scafo e devono essere sistemate in
a) Questa prescrizione si applica esclusivamente a rinforzi modo tale da permettere l’ispezione delle strutture adia-
completamente verticali od orizzontali e per i diversi centi.
tipi di collegamento indicati in Fig 2. Altri casi forme- 2.3.2 Protezione contro lo stillicidio
ranno oggetto di considerazioni particolari. Quando permesse, le casse indipendenti per il conbustibile
b) Il valore minimo del rapporto w/b richiesto per i rinforzi liquido devono essere sistemate su una ghiotta stagna al
è dato in: combustibile liquido di dimensioni ampie e munita di ido-
neo tubo di drenaggio che scarichi in una cassa di drenag-
• Tab 2 per i rinforzi verticali, gio degli stillicidi di dimensioni adeguate.

Tabella 1 : Spessore delle lamiere (mm)

H (m)
2,4 - 2,7 - 3,0 - 3,3 - 3,6 - 4,0 - 4,4 - 4,8 - 5,2 - 5,8 - 6,4 - 7,0 - 8,0 - 9,0 -
l (m) L/l 2,7 3,0 3,3 3,6 4,0 4,4 4,8 5,2 5,8 6,4 7,0 8,0 9,0 10,0
<2 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5
0,40
≥2 3,0 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5
<2 3,0 3,0 3,0 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0
0,45
≥2 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 6,0 6,0
<2 3,0 3,0 3,5 3,5 3,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 7,0
0,50
≥2 3,5 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 7,0
<2 3,5 3,5 3,5 4,0 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0
0,55
≥2 4,0 4,5 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0 7,5
<2 3,5 4,0 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5
0,60
≥2 4,5 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 8,0
<2 4,0 4,0 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0
0,65
≥2 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 7,5 8,5 8,5
<2 4,0 4,0 4,5 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5
0,70
≥2 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 ----
<2 4,5 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 8,0
0,75
≥2 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ----
<2 4,5 5,0 5,0 5,0 5,5 6,0 6,0 6,0 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5
0,80
≥2 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ---- ----
<2 5,0 5,0 5,5 5,5 5,5 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0
0,85
≥2 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,0 8,5 9,0 ---- ---- ---- ----
<2 5,0 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 80 8,5 9,0 ----
0,90
≥2 6,5 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 8,5 9,0 ---- ---- ---- ---- ----
<2 5,5 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ----
0,95
≥2 6,5 7,0 7,0 7,5 8,0 8,5 9,0 9,0 ---- ---- ---- ---- ---- ----
<2 5,5 6,0 6,0 6,5 7,0 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 9,0 ---- ---- ----
1,00
≥2 7,0 7,5 7,5 8,0 8,5 8,5 9,0 ---- ---- ---- ---- ---- ---- ----

282 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 4

Figura 2 : Tipi di collegamento delle estremità dei rinforzi


Gruppo I
Gruppo II

Rinforzo con squadre Rinforzo saldato in


Rinforzo con
in corrispondenza corrispondenza

L
estremità smussate
L

L
delle estremità delle estremità
superiore e inferiore superiore e inferiore

Tabella 2 : Valori del rapporto w/b per rinforzi verticali (cm3/m)

Collega- H, in m (1)
L (m) mento
d’estremità 3,0 3,3 3,6 3,9 4,3 4,6 5,0 5,5 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0

0,6 I 5,0 5,5 6,0 6,5 7,5 8,0 9,0 9,5 10,5 11,5 14,0 16,0 18,0
II 8,0 9,0 10,0 11,0 12,0 12,5 13,0 15,0 16,0 19,0 22,0 25,0 28,0
0,8 I 8,5 9,5 10,5 11,5 13,0 14,0 15,0 16,5 18,0 22,0 25,0 28,0 31,5
II 13,0 15,0 16,0 18,0 20,0 21,5 24,0 25,5 28,5 34,0 38,0 43,0 48,0
1,0 I 14,5 16,0 17,5 19,5 21,0 23,0 26,0 28,5 34,0 38,0 43,0 49,0
II 22,0 24,0 27,0 30,0 32,5 36,0 39,0 43,0 51,0 58,0 67,0 75,0
1,2 I 22,5 24,5 28,0 30,0 33,0 37,0 40,5 48,0 55,0 63,0 71,0
II 34,0 30,7 42,5 46,0 50,0 55,0 61,0 73,0 84,0 96,0 107
1,4 I 30,0 32,5 37,0 40,0 44,0 49,0 55,0 65,0 75,0 85,0 96,0
II 45,0 49,0 56,0 61,0 67,0 74,0 82,0 98,0 113 129 144
1,6 I 47,0 53,0 57,0 64,0 71,0 79,0 94,0 110 125 140
II 71,0 80,0 87,0 96,0 107 118 141 165 187
I 58,0 65,0 71,0 79,0 88,0 98,0 117 136 156 175
1,8
II 87,0 98,0 107 118 132 147 176 204
I 78,0 85,0 95,0 107 119 142 166 190
2,0
II 118 129 142 160 178
I 100 112 126 140 170 198
2,2
II 151 168 190
I 124 139 158
2,5
II 187
(1) H deve essere assunto uguale alla distanza tra l’estremità inferiore del rinforzo e l’estremità superiore della cassa, più h.

Regolamenti RINA 2008 283


Parte C, Cap 1, App 4

Tabella 3 : Valori del rapporto w/b per i rinforzi orizzontali, nonché per i rinforzi del fondo e del cielo della cassa
(cm3/m)

Collega- H, in m (1)
L mento
(m) d’estre- 2,4 2,6 2,8 3,0 3,3 3,6 3,9 4,3 4,6 5,0 5,5 6,0 7,0 8,0 9,0 10,0
mità
0,6 I 4,5 5,0 5,5 6,0 6,5 7,0 7,5 8,5 9,0 10,0 11,0 12,0 13,5 15,0 17,0 19,0
II 7,0 8,0 8,5 9,0 10,0 11,0 11,5 12,5 13,5 15,0 16,0 17,5 21,0 24,0 27,0 30,0
0,8 I 8,0 9,0 9,5 10,0 11,0 12,0 13,0 14,5 15,5 17,0 18,5 20,0 23,5 27,0 30,0 33,5
II 13,0 15,0 15,5 16,5 18,0 19,5 21,5 23,5 25,0 27,0 30,0 34,0 38,0 44,0 49,0 55,0
1,0 I 13,0 15,0 15,5 16,5 18,0 19,5 21,5 23,5 25,0 27,0 30,0 34,0 38,0 44,0 49,0 55,0
II 20,0 22,0 23,5 25,0 28,0 30,0 33,0 36,0 39,0 42,0 46,0 50,0 59,0 67,0 75,0 84,0
1,2 I 18,0 20,0 21,0 22,5 25,0 26,5 29,5 32,5 34,5 37,5 41,5 45,0 52,5 60,0 67,5 75,0
II 28,0 31,0 33,0 35,0 39,0 42,0 46,0 51,0 54,0 59,0 65,0 70,0 82,0 93,0 105 117
1,4 I 26,0 28,0 30,5 32,5 36,0 39,0 42,5 46,5 50,0 54,5 59,5 65,0 76,0 87,0 97,0 108
II 39,0 43,0 45,5 49,0 54,0 58,5 63,5 70,0 75,0 81,0 89,0 97,0 113 130 146 162
1,6 I 36,0 39,0 42,0 45,0 50,0 54,0 59,0 65,0 69,0 75,0 82,0 90,0 105 120 135 150
II 56,0 61,0 66,0 70,0 77,0 84,0 91,0 100 107 117 128 140 163 186
1,8 I 46,0 50,0 54,0 58,0 63,0 69,0 75,0 82,0 88,0 95,0 105 115 134 153 172 191
II 70,0 76,0 82,0 88,0 96,0 105 113 125 134 146 160 175 204
2,0 I 57,0 62,0 67,0 72,0 78,0 85,0 92,0 102 109 118 130 142 166 190
II 87,0 95,0 102 109 120 130 141 155 166 181 198
2,2 I 70,0 76,0 82,0 88,0 96,0 105 113 125 134 145 160 175 204
II 107 116 125 134 147 160 174 192 205
2,5 I 92,0 100 108 115 127 138 150 165 176 191
II 140 152 163 175 192
(1) Per i rinforzi orizzontali, H deve essere misurato dal rinforzo orizzontale immediatamente inferiore a quello considerato.
Per i rinforzi del cielo della cassa, H = h.

284 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 5

APPENDICE 5 PROCEDURA PER LA PROVA DI TIPO DELLE


VALVOLE DI PROTEZIONE CONTRO LE ESPLO-
SIONI NEI CARTER

1 Generalità c) Verificare che la valvola sia stagna ai gas e all'aria, dopo


un'esplosione.
1.1 Applicabilità d) Stabilire il livello di protezione contro la sovrappres-
sione garantito dalla valvola.
1.1.1 (1/1/2007)
La presente procedura di prova si applica alle valvole di
protezione contro le esplosioni nel carter di tipo approvato 2 Laboratori di prova
destinate ad essere installate sui motori diesel, come richie-
sto in Sez 2, [2.3.4]. 2.1 Generalità
1.1.2 (1/1/2007) 2.1.1 (1/1/2007)
La presente procedura di prova si applica anche alle valvole I laboratori dove vengono eseguite le prove di tipo delle
di protezione contro le esplosioni installate sulle casse dei valvole di protezione contro le esplosioni nei carter devono
riduttori/invertitori ad ingranaggi. soddisfare i requisiti stabiliti da [2.1.2] a [2.1.13].
1.1.3 (1/1/2007) 2.1.2 (1/1/2007)
Le condizioni di prova standard ripetibili sono state stabilite I laboratori dove vengono eseguite le prove devono essere
usando una miscela di gas metano ed aria. riconosciuti secondo uno standard nazionale o internazio-
1.1.4 (1/1/2007) nale, ad es. ISO/IEC 17025.
La procedura di prova è applicabile solo alle valvole di pro- 2.1.3 (1/1/2007)
tezione munite di dispositivo tagliafiamma. I laboratori devono essere accettabili da parte della Società.
1.1.5 (1/7/2007) 2.1.4 (1/1/2007)
Se l'umidificazione interna con olio di un dispositivo taglia- I laboratori devono essere provvisti di apparecchiature per
fiamma costituisce una caratteristica di progetto di una val- eseguire e registrare le prove di esplosione in accordo con
vola di protezione contro le esplosioni, possono essere la presente procedura.
proposte dal Fabbricante procedure di prova alternative che 2.1.5 (1/1/2007)
dimostrino la conformità con i requisiti di questa Appen-
I laboratori devono essere provvisti di apparecchiature per
dice. Le procedure di prova alternative devono essere con-
controllare e misurare una concentrazione di gas metano in
cordate con la Società.
aria entro un recipiente di prova con una precisione di ±
0,1%.
1.2 Standard riconosciuti
2.1.6 (1/7/2007)
1.2.1 (1/7/2007) Le attrezzature per le prove devono essere capaci di provo-
a) EN 12874:2001: Flame arresters - Performance require- care una efficace ignizione localizzata di una miscela di
ments, test methods and limits for use. gas metano e aria.
b) ISO/IEC EN 17025:2000: General requirements for the 2.1.7 (1/7/2007)
competence of testing and calibration laboratories. L'apparecchiatura per la misurazione della pressione deve
c) EN 1070:1998: Safety of Machinery - Terminology. essere capace di misurare la pressione nel recipiente di
d) VDI 3673: Part 1: Pressure Venting of Dust Explosions. prova in almeno due posizioni: una in corrispondenza della
valvola e l'altra al centro del recipiente.
e) IMO MSC/Circular 677 - Revised Standards for the
Design, Testing and Locating of Devices to Prevent the Le sistemazioni per la misura devono essere capaci di misu-
Passage of Flame into Cargo Tanks in Tankers. rare e di registrare le variazioni di pressione durante una
prova d'esplosione ad una frequenza scelta tenendo conto
della velocità degli eventi durante l'esplosione. Il risultato
1.3 Scopo
di ciascuna prova deve essere documentato mediante una
1.3.1 (1/1/2007) video registrazione e, se necessario, mediante una registra-
Gli scopi della prova di tipo di una valvola di protezione zione con una telecamera sensibile al calore.
contro le esplosioni nei carter sono i quattro di cui ai
2.1.8 (1/7/2007)
seguenti commi da a) a d).
Il recipiente per la prova di esplosione deve avere dimen-
a) Verificare l'efficienza dei dispositivi tagliafiamma. sioni verificate. Le dimensioni devono essere tali che la
b) Verificare che la valvola si richiuda dopo un'esplosione. distanza tra le estremità bombate risulti tra 2 volte e 2,5

Regolamenti RINA 2008 285


Parte C, Cap 1, App 5

volte il diametro del recipiente. Il volume interno del reci- non inferiore alla pressione atmosferica e non deve supe-
piente di prova deve comprendere qualsiasi branchetto. rare la pressione alla quale si apre la valvola di protezione.
2.1.9 (1/7/2007) 3.1.2 (1/1/2007)
Il recipiente di prova deve essere provvisto di una flangia, La concentrazione del gas metano nel recipiente di prova
sistemata approssimativamente ad un terzo dall'estremità, deve essere misurata in corrispondenza delle estremità
per il montaggio della valvola di protezione contro le esplo- superiore e inferiore del recipiente e tali concentrazioni
sioni orientata in modo coerente con quello in cui essa sarà non devono differire per più dello 0,5% tra i due punti di
installata in esercizio, per esempio: su un piano verticale o misurazione.
su un piano orizzontale. 3.1.3 (1/1/2007)
2.1.10 (1/7/2007) L'ignizione della miscela di gas metano e aria deve essere
Tra la flangia del recipiente in pressione e la valvola da pro- provocata in corrispondenza di un punto posto a circa un
vare, deve essere sistemata una piastra circolare forata terzo dell'altezza o della lunghezza del recipiente in posi-
avente le seguenti dimensioni: zione opposta a quella dove è sistemata la valvola.
• Diametro esterno pari a due volte il diametro esterno 3.1.4 (1/1/2007)
del coperchio superiore della valvola. L'ignizione deve essere provocata usando una carica esplo-
• Diametro del foro interno uguale al diametro interno siva di 100 joule.
della valvola da sottoporre a prova.
3.2 Valvole da sottoporre a prova
2.1.11 (1/1/2007)
3.2.1 (1/7/2007)
Il recipiente di prova deve avere collegamenti per misurare
la concentrazione di gas metano nella miscela con aria in Le valvole per la prova di tipo (incluse le prove specificate
alto ed in basso. in [3.2.3]) devono essere scelte, dalla linea di normale
produzione del Fabbricante destinata a tali valvole, da parte
2.1.12 (1/1/2007) della Società di Classificazione IACS che assiste alla prova.
Il recipiente di prova deve essere provvisto di un mezzo per
3.2.2 (1/7/2007)
sistemare una sorgente d'ignizione in corrispondenza di
Per l'approvazione di una valvola di determinate dimen-
una posizione indicata in [3.1.3].
sioni, devono essere sottoposte a prova, in conformità ai
2.1.13 (1/7/2007) punti [3.2.3] e [3.3], tre valvole.
Il volume del recipiente di prova deve essere, per quanto 3.2.3 (1/7/2007)
praticamente possibile, adeguato in relazione alle dimen-
Le valvole scelte per la prova di tipo devono essere state in
sioni della valvola da sottoporre a prova: In generale, il
precedenza provate presso lo stabilimento del Fabbricante
volume deve corrispondere a quanto richiesto in Sez 2,
per accertare che la pressione alla quale si aprono sia in
[2.3.4] b) relativamente all'area della sezione libera di sca-
accordo alla specifica con una tolleranza del ± 20% e che
rico delle valvole di protezione contro le esplosioni nei car-
le stesse siano stagne all'aria ad una pressione al di sotto
ter, che non deve essere inferiore a 115cm2 per ogni m3 di
della pressione di apertura per almeno 30 secondi.
volume lordo del carter.
Questa prova deve verificare che le valvole sono stagne
Ciò significa che la prova di una valvola avente un'area all'aria dopo il loro montaggio presso lo stabilimento del
della sezione libera di scarico uguale a 1150 cm2, richiede- Fabbricante e che esse iniziano ad aprirsi alla pressione
rebbe un recipiente di prova avente un volume di 10 m3. richiesta dimostrando che la molla è stata correttamente
Se l'area della sezione libera della valvola è maggiore di montata.
115 cm2 per ogni m3 di volume lordo del carter, il volume 3.2.4 (1/7/2007)
del recipiente di prova deve essere aumentato proporzio- La prova di tipo delle valvole deve tener conto della posi-
nalmente. zione nella quale sono destinate ad essere installate sul car-
In ogni caso, il volume del recipiente di prova non deve ter di un motore o di un riduttore/ invertitore ad ingranaggi.
variare per più del +15% o per meno del -10% rispetto al Tre valvole per ciascuna dimensione, devono essere sotto-
rapporto, in cm2/m3, tra l'area della sezione libera di sca- poste a prova per ciascuna posizione d'installazione previ-
rico della valvola ed il volume lordo del carter. sta, cioè nelle posizioni verticale e/o orizzontale.

3 Prove di esplosione, valutazione e 3.3 Metodo


qualifica delle serie di progetto 3.3.1 (1/1/2007)
Nella prova d'esplosione, devono essere rispettate le
3.1 Procedura seguenti prescrizioni:
3.1.1 (1/7/2007) a) Alla prova d'esplosione deve assistere un Tecnico della
Tutte le prove di esplosione per verificare la funzionalità Società di Classificazione IACS.
delle valvole di protezione contro le esplosioni nei carter b) Quando le valvole devono essere installate sul carter di
devono essere eseguite usando una miscela di aria e gas un motore o di un riduttore/invertitore ad ingranaggi
metano con una concentrazione del gas metano di 9,5% con delle sistemazioni di schermatura per la deviazione
±0,5%. La pressione nel recipiente di prova deve essere delle emissioni dovute all'esplosione dei prodotti della

286 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 5

combustione, le valvole devono essere provate con le od alla valvola, deve essere eseguita una seconda
sistemazioni di schermatura montate. prova d'esplosione, appena possibile dopo la prima
prova, senza la sistemazione del suddetto sacco di
c) Devono essere eseguite prove di esplosione consecutive
per stabilire la funzionalità di una valvola, il più ravvici- polietilene. Durante la seconda prova d'esplosione,
la valvola deve essere controllata visivamente per
nate possibile e nel corso di condizioni meteorologiche
verificare che non vi sia alcuna traccia di combu-
stabili.
stione al di fuori del dispositivo tagliafiamma e
d) Devono essere registrati l'incremento e la diminuzione devono essere eseguite registrazioni video per una
di pressione durante tutta la prova d'esplosione. successiva analisi. La seconda prova deve dimo-
e) Durante ciascuna prova, devono essere controllate le strare che la valvola può ancora funzionare nel caso
condizioni esterne delle valvole, per accertare l'even- in cui si verifichi una seconda esplosione nel carter.
tuale fuoriuscita di fiamme. 4) Dopo ciascuna esplosione, il recipiente di prova
3.3.2 (1/7/2007) deve essere mantenuto chiuso per almeno 10
La prova di esplosione deve svolgersi in tre stadi per cia- secondi per consentire la verifica della tenuta stagna
scuna valvola da sottoporre a prova di tipo ai fini della valvola. La tenuta stagna della valvola può
dell'approvazione. essere verificata durante la prova mediante le regi-
strazioni dei valori di pressione nel tempo o
a) Stadio 1: mediante una prova separata dopo il completa-
Due prove d'esplosione devono essere eseguite con la mento della seconda prova d'esplosione.
piastra circolare forata, descritta al punto [2.1.10], siste- c) Stadio 3:
mata e con l'apertura sulla piastra ricoperta da un rive-
stimento di polietilene dello spessore di 0,05 mm. Devono essere eseguite due ulteriori prove d'esplosione
Queste prove stabiliscono un livello di pressione di rife- come quelle descritte per lo Stadio 1. Queste ulteriori
rimento per la determinazione della capacità di risposta prove sono richieste per fornire un valore medio di rife-
di una valvola di protezione in termini d'incremento di rimento per la valutazione dell'incremento di pressione,
pressione nel recipiente di prova (vedere [3.4.1] f). tenendo in considerazione che le condizioni ambientali
del recipiente di prova possono essere variate durante le
b) Stadio 2: prove d'esplosione di cui allo Stadio 2.
1) Due prove d'esplosione devono essere eseguite su
tre differenti valvole delle stesse dimensioni. Cia- 3.4 Valutazione e documentazione
scuna valvola deve essere montata nella posizione
per la quale è richiesta l'approvazione: in posizione 3.4.1 (1/7/2007)
verticale od orizzontale con la piastra circolare Allo scopo di verificare la conformità con i requisiti di que-
descritta in [2.1.10] posta tra la valvola e la flangia sta Appendice, la valutazione e la documentazione delle
per il suo montaggio sul recipiente in pressione. valvole utilizzate per eseguire le prove di esplosione deve
2) La prima delle due prove su ciascuna valvola deve riguardare gli aspetti di cui ai seguenti commi da a) ad l).
essere eseguita con un sacco di polietilene di 0,05 La valutazione delle valvole dopo le prove di esplosione
mm di spessore che avvolge la valvola e la piastra deve riguardare gli aspetti di cui ai seguenti commi da a) ad
circolare; il sacco deve avere un diametro minimo i).
pari a tre volte il diametro della piastra circolare ed
un volume non inferiore al 30% di quello del reci- a) Le valvole da sottoporre a prova devono avere evidenza
piente di prova. Prima di eseguire la prova di esplo- dell’esame/approvazione del progetto da parte della
sione, deve essere eliminata l'aria dal sacco di Società di Classificazione IACS che assiste alle prove.
polietilene. Il sacco in polietilene deve costituire un b) La designazione, le dimensioni e le caratteristiche delle
mezzo prontamente visibile per valutare se ci sia tra- valvole da sottoporre a prova devono essere annotate.
smissione di fiamma attraverso la valvola di prote- Quanto sopra comprende l'area della sezione libera di
zione a seguito di un'esplosione del tipo richiesto in scarico della valvola, il dispositivo tagliafiamma e
base ai requisiti degli standard indicati in [1.2]. l’entità dell'alzata della valvola alla pressione di 0,02
Durante la prova, la pressione dovuta all'esplosione MPa.
apre la valvola e qualche miscela d'aria e metano
c) Deve essere determinato ed annotato il volume del reci-
incombusta potrebbe essere raccolta nel sacco di
piente di prova.
polietilene. Quando la fiamma raggiunge il disposi-
tivo tagliafiamma e c'è trasmissione di fiamma attra- d) Per l'accettazione del corretto funzionamento del dispo-
verso tale dispositivo, la miscela di metano ed aria sitivo tagliafiamma, non vi deve essere alcuna traccia di
contenuta nel sacco comincerà a bruciare e sarà fiamma o di combustione al di fuori della valvola
resa visibile. durante la prova d'esplosione.
3) A condizione che la prima prova d'esplosione abbia e) L'incremento e la diminuzione di pressione durante la
dimostrato con successo che non vi fosse alcuna prova d'esplosione devono essere registrati con l'indica-
traccia di combustione al di fuori del dispositivo zione delle variazioni di pressione che mostri la mas-
tagliafiamma e che non vi fossero segni visibili di sima sovrappressione e la depressione stazionaria, nel
danneggiamenti allo stesso dispositivo tagliafiamma recipiente di prova durante la prova stessa. Le variazioni

Regolamenti RINA 2008 287


Parte C, Cap 1, App 5

di pressione devono essere registrate in due punti del dove:


recipiente in pressione.
n1 = numero delle lamelle del dispositivo d'arresto di
f) L'effetto su una valvola di protezione contro le esplo- dimensione 1, per una valvola con area della sezione libera
sioni in termini di incremento della pressione a seguito di scarico uguale a S1
dell'esplosione deve essere accertato in base alla mas-
sime pressioni in corrispondenza del centro del reci- n2 = numero delle lamelle del dispositivo d'arresto di
piente di prova durante i tre stadi della prova. dimensione 2, per una valvola con area della sezione libera
L'incremento di pressione dentro il recipiente di prova, di scarico uguale a S2
dovuto all'installazione di una valvola di protezione è la
differenza tra la pressione media delle quattro esplo- A1 = area della sezione libera di scarico del dispositivo
sioni, nello Stadio 1 e nello Stadio 3 e la pressione d'arresto, per una valvola con area della sezione libera di
media delle prime prove sulle tre valvole nello Stadio 2. scarico uguale a S1
L'incremento di pressione non deve superare i limiti A2 = area della sezione libera di scarico del dispositivo
specificati dal Fabbricante d'arresto, per una valvola con area della sezione libera di
g) La tenuta stagna delle valvole deve essere accertata scarico uguale a S2.
mediante la verifica, sulla base delle registrazioni effet-
3.5.3 (1/7/2007)
tuate nel corso della prova, che una pressione negativa
di almeno 0,03 MPa venga mantenuta nel recipiente di La qualifica delle valvole di protezione contro le esplosioni
prova per almeno 10 secondi dopo l'esplosione. Questa di dimensioni maggiori di quelle che sono state in prece-
prova deve accertare che la valvola sia efficacemente denza provate soddisfacentemente in conformità ai punti
chiusa e ragionevolmente stagna ai gas dopo gli effetti [3.3] e [3.4] può essere presa in considerazione se le val-
dinamici dell'esplosione. vole sono dello stesso identico tipo ed hanno identiche
caratteristiche di costruzione subordinatamente ai seguenti
h) Dopo ciascuna esplosione nello Stadio 2, le condizioni
commi da a) a c).
esterne del dispositivo tagliafiamma devono essere esa-
minate per verificare l'assenza di gravi danneggiamenti a) L'area della sezione libera di scarico di una valvola di
e/o deformazioni che possano influire sul funziona- dimensioni maggiori non deve essere più di tre volte
mento della valvola. quella della valvola che è stata provata con esito soddi-
i) Dopo il completamento delle prove d'esplosione, le val- sfacente.
vole devono essere smontate e devono essere accertate b) Una valvola per ognuna delle dimensioni maggiori per
e documentate le condizioni di tutti i componenti. In le quali viene richiesta la qualifica deve superare con
particolare, deve essere annotata ogni indicazione di esito soddisfacente le prove richieste in [3.2.3] e [3.3.2]
valvola incollata o di apertura non uniforme che pos- b), tranne che potrà essere accettata una singola valvola
sano influire sul funzionamento della valvola. Devono rispetto a quanto indicato in [3.3.2] b)1) e che il
essere eseguiti rilievi fotografici delle condizioni delle volume del recipiente di prova non deve essere inferiore
valvole e la relativa documentazione deve essere inse- ad un terzo del volume richiesto in [2.1.13].
rita nel rapporto di prova.
c) La valutazione e la documentazione devono soddisfare
3.5 Qualifica della serie di progetto quanto richiesto in [3.4] osservando che il punto
[3.4.1] f) é applicabile allo Stadio 2 soltanto per una
3.5.1 (1/1/2007) sola valvola.
La qualifica dei dispositivi d'arresto che impediscono il pas-
saggio della fiamma può essere valutata per altri simili 3.5.4 (1/7/2007)
dispositivi quando un dispositivo sia stato provato e trovato La qualifica delle valvole di protezione contro le esplosioni
soddisfacente. di dimensioni minori di quelle che sono state in precedenza
3.5.2 (1/1/2007) provate soddisfacentemente in conformità punti [3.3] e
La capacità d'arresto di un dispositivo tagliafiamma [3.4] può essere presa in considerazione se le valvole sono
dipende dalla massa totale delle lamelle/maglie d'arresto. A dello stesso identico tipo ed hanno identiche caratteristiche
condizione che i materiali, gli spessori dei materiali, di costruzione subordinatamente ai seguenti commi da a) a
l'altezza delle lamelle, lo spessore delle strato delle maglie, c).
e le dimensioni delle fessure siano gli stessi, la stessa capa- a) L'area della sezione libera di scarico di una valvola di
cità di arresto può essere riconosciuta per diverse dimen- dimensioni minori non deve essere meno di un terzo di
sioni di dispositivi tagliafiamma. Quanto sopra a quella della valvola che è stata provata con esito soddi-
condizione che siano soddisfatte le seguenti due relazioni: sfacente.
b) Una valvola per ognuna delle dimensioni minori per le
n1 S1 quali viene richiesta la qualifica deve superare con esito
----- = -----
n2 S2 soddisfacente le prove richieste in [3.2.3] e [3.3.2] b),
tranne che potrà essere accettata una singola valvola
rispetto a quanto indicato in [3.3.2] b)1) e che il
A1 S
------ = -----1 volume del recipiente di prova non deve essere inferiore
A2 S2
ad un terzo del volume richiesto in [2.1.13].

288 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 5

c) La valutazione e la documentazione devono soddisfare 4.2 Approvazione


quanto richiesto in [3.4] considerando che il punto
4.2.1 (1/1/2007)
[3.4.1] f) è applicabile allo Stadio 2 soltanto per una
L'approvazione di una valvola di protezione contro le
sola valvola.
esplosioni è a giudizio della Società sulla base dell’esame
dei disegni e delle specifiche e del rapporto di prova che
4 Rapportazione e approvazione contiene i risultati della prova di tipo stessa.

4.1 Rapporto di prova


4.1.1 (1/7/2007)
Il laboratorio di prova deve rilasciare un rapporto che com-
prenda le informazioni ed i documenti seguenti:
a) Specifica della prova.
b) Particolari del recipiente di prova e delle valvole sotto-
poste a prova.
c) Posizione della valvola sottoposta a prova (posizione
verticale od orizzontale).
d) Concentrazione del metano nell'aria per ciascuna
prova.
e) Sorgente d'ignizione.
f) Diagrammi delle pressioni per ciascuna prova.
g) Registrazioni video per ciascuna valvola sottoposta a
prova.
h) La valutazione e la documentazione indicate in [3.4].

Regolamenti RINA 2008 289


Parte C, Cap 1, App 6

APPENDICE 6 PROCEDURA PER LA PROVA DI TIPO


DELL’APPARECCHIATURA PER IL RILIEVO E
L'ALLARME DEI VAPORI D'OLIO NEI CARTER

1 Generalità procedura deve essere disponibile ed essere accettabile


da parte della Società.
1.1 Applicabilità b) Il laboratorio che esegue le verifiche di funzionalità
dell'apparecchiatura deve essere equipaggiato in modo
1.1.1 (1/7/2007) tale da poter controllare, misurare e registrare i livelli di
La presente procedura si applica alla prova di tipo concentrazione dei vapori d'olio in termini di mg/l, con
dell’apparecchiatura per il rilievo e l'allarme dei vapori un grado di precisione di ± 10% in accordo con la pre-
d'olio nei carter, come richiesta in Sez 2, [2.3.5]. sente procedura.
1.1.2 (1/7/2007)
La presente procedura si applica anche all’apparecchiatura
3 Prove
per il rilievo e l'allarme dei vapori d'olio nelle casse dei
riduttori/invertitori ad ingranaggi. 3.1 Prove delle apparecchiature
1.1.3 (1/1/2007) 3.1.1 (1/7/2007)
Si applicano, per quanto richiesto in [3.1.1], le prescrizioni Devono essere eseguite le seguenti prove:
di cui in Cap 3, Sez 6. a) Per il pannello di allarme/monitoraggio:
1) Le prove funzionali descritte in [3.2].
1.2 Scopo 2) Prova d'avaria nell'alimentazione dell'energia elet-
1.2.1 (1/7/2007) trica.
Gli scopi della prova di tipo dell’apparecchiatura per il 3) Prova di variazioni nell'alimentazione d'energia.
rilievo e l'allarme dei vapori d'olio nei carter sono i sette di 4) Prova al caldo secco.
cui ai seguenti commi da a) a g). 5) Prova al caldo umido.
a) Verificare la funzionalità dell'impianto. 6) Prova di vibrazione.
b) Verificare l'efficacia dei rilevatori di vapori d'olio. 7) Prova EMC.
c) Verificare il grado di precisione dei rilevatori di vapori 8) Prova della resistenza d'isolamento.
d'olio. 9) Prova di alta tensione.
d) Verificare i valori di taratura degli allarmi. 10) Inclinazioni statiche e dinamiche, se vi sono parti in
movimento.
e) Verificare i ritardi tra il rilascio dei vapori d'olio e l'atti-
vazione dell'allarme. b) Per i rilevatori:

f) Verificare il funzionamento degli allarmi che indicano 1) Le prove funzionali descritte in [3.2].
un guasto funzionale nelle apparecchiature e nelle siste- 2) Prova d'avaria nell'alimentazione dell'energia elet-
mazioni ad esse associate. trica.
g) Verificare l'influenza dell'oscuramento delle lenti sul 3) Prova di variazioni nell'alimentazione d'energia.
rilievo. 4) Prova al caldo secco.
5) Prova al caldo umido.
2 Laboratori di prova 6) Prova di vibrazione.
7) Prova della resistenza d'isolamento.
2.1 Generalità 8) Prova di alta tensione.
2.1.1 (1/7/2007) 9) Inclinazioni statiche e dinamiche.
I laboratori nei quali vengono eseguite le prove di tipo delle
apparecchiature per il rilievo e l'allarme dei vapori d'olio 3.2 Procedura delle prove di funzionamento
nei carter devono soddisfare i criteri di cui ai seguenti 3.2.1 (1/7/2007)
commi a) e b).
Tutte le prove per la verifica della funzionalità delle appa-
a) Una serie completa di apparecchiature per eseguire le recchiature per il rilievo e l’allarme dei vapori d'olio nei
prove ambientali e di funzionamento richieste da questa carter devono essere eseguite in accordo con le disposi-

290 Regolamenti RINA 2008


Parte C, Cap 1, App 6

zioni di cui da [3.2.2] a [3.2.6] con una concentrazione di attenuazione, come il riscaldamento, è efficace. La prova
vapori d'olio in aria nota in termini di mg/l, con un grado di deve essere eseguita secondo le modalità proposte dal Fab-
precisione del ±10%. bricante e concordate con la Società.
3.2.2 (1/7/2007) Questa prova è aggiuntiva a quella richiesta in [3.1.1] b) 5)
ed è relativa agli effetti della condensa causata dal fatto che
La concentrazione dei vapori d'olio nel contenitore di
l'apparecchiatura di rilevazione si trova ad una temperatura
prova deve essere misurata in corrispondenza del cielo e
più bassa di quella dell'atmosfera del carter.
del fondo del contenitore e queste concentrazioni non
devono differire tra loro per più del 10% (vedere anche il
punto [3.4.1]). 3.3 Rilevatori ed apparecchiature di allarme
3.2.3 (1/7/2007) da sottoporre a prova
I sistemi per il monitoraggio dei vapori d'olio devono essere 3.3.1 (1/7/2007)
capaci di rilevare concentrazioni di vapori d'olio in aria tra I rilevatori e le apparecchiature di allarme scelti per la
lo 0% ed il 10% del limite inferiore d'esplosività (LEL) prova di tipo devono essere scelti, da parte della Società di
oppure tra lo 0% ed una percentuale corrispondente ad un Classificazione IACS che assiste alle prove, sulla linea di
livello non inferiore al doppio del valore di taratura normale produzione del Fabbricante.
dell'allarme di massima concentrazione dei vapori d'olio.
3.3.2 (1/7/2007)
Nota 1: Il limite inferiore d'esplosività (LEL) corrisponde ad una
concentrazione di vapori d'olio di circa 50 mg/l (circa il 4,1% in Devono essere provati due rilevatori. Uno deve essere pro-
peso dell'olio nella miscela d'aria). vato in condizioni di apparecchiatura pulita e l'altro nella
condizione rappresentativa del massimo livello di oscura-
3.2.4 (1/7/2007)
mento delle lenti specificato dal Fabbricante.
Il valore di taratura dell'allarme per la concentrazione dei
vapori di olio nell'aria deve attivare un allarme al livello
massimo corrispondente a non più del 5% del LEL o
3.4 Metodo
2,5mg/l. 3.4.1 (1/1/2007)
3.2.5 (1/7/2007) In occasione della prova di tipo devono essere soddisfatte le
Quando i valori di taratura degli allarmi possono essere prescrizioni di cui ai seguenti punti da [3.4.2] a [3.4.5].
modificati, devono essere verificati i mezzi per la taratura e 3.4.2 (1/7/2007)
l'indicazione dei valori di taratura rispetto alle istruzioni del
fabbricante dell'apparecchiatura. La produzione di vapori d'olio deve soddisfare i seguenti
commi da a) a e):
3.2.6 (1/1/2007)
a) Il vapore d'olio deve essere prodotto con una idonea
Quando i vapori d'olio sono convogliati nel dispositivo di apparecchiatura che utilizzi un olio minerale mono-
rilievo/monitoraggio attraverso tubolature, il ritardo tra il grado SAE 80 o equivalente e fornito ad un contenitore
momento in cui il campione di vapori lascia il carter e l'atti- di prova di volume non inferiore ad 1 m3. Il vapore
vazione dell'allarme deve essere determinato per il tratto d'olio prodotto deve essere costituito da goccioline
più lungo e per quello più corto della tubolatura raccoman- aventi dimensione massima pari a 5 µm. Le dimensioni
dati dal fabbricante. La sistemazione delle tubolature deve delle goccioline devono essere controllate usando il
essere in accordo con le raccomandazioni e le istruzioni metodo di sedimentazione.
del fabbricante.
b) Le concentrazioni di vapori d'olio devono essere accer-
3.2.7 (1/7/2007) tate con un metodo gravimetrico deterministico o con
Deve essere provato che il rilevatore, che è in contatto con un metodo equivalente. Ai fini di questa prova, il
l'atmosfera del carter e può essere esposto a getti e spruzzi metodo gravimetrico deterministico consiste in un pro-
di olio da parte dell'olio di lubrificazione del motore, è fatto cesso di laboratorio in cui la differenza in peso di un fil-
in modo che le aperture non si chiudono o iniziano a bloc- tro microporoso da 0,8 µm è accertata mediante la
carsi in condizioni di continua esposizione ai getti e spruzzi pesatura del filtro prima e dopo il passaggio attraverso il
di olio. La prova deve essere eseguita secondo le modalità filtro stesso di 1 litro di vapori d'olio provenienti dal
proposte dal Fabbricante e concordate con la Società. contenitore ove vengono provati i vapori d'olio. Il con-
tenitore dei vapori d'olio deve essere munito di un ven-
3.2.8 (1/7/2007) tilatore di miscelazione.
Il rilevatore può essere esposto al vapore acqueo dell'atmo- c) Campioni dei vapori d'olio devono essere prelevati ad
sfera del carter che può influenzare la sensibiltà della appa- intervalli regolari ed i risultati confrontati con i valori
recchiatura, in tal caso deve essere accertato che all'uscita del rilevatore. Il rilevatore dei vapori deve
l'esposizione a tali condizioni non influisce sulla funziona- essere sistemato adiacente al posto dove i campioni dei
lità del rilevatore. Se è stato accertato che l'esposizione al vapori vengono scaricati.
vapore acqueo e/o all'acqua di condensa può costituire una
possibile causa del non corretto funzionamento dell'appa- d) I risultati di un'analisi gravimetrica sono considerati non
recchiatura, la prova deve dismostrare che ogni azione di validi e vengono scartati se la curva di taratura risultante

Regolamenti RINA 2008 291


Parte C, Cap 1, App 6

ha un gradiente crescente rispetto alla lettura dell'appa- 3.6 Qualifica della serie di progetto
recchiatura per il rilievo dei vapori d'olio.
3.6.1 (1/1/2007)
Questa situazione si verifica quando non si lascia ai L'approvazione di un sistema per il rilievo dei vapori d'olio
vapori d'olio un tempo sufficiente per diventare omoge- può essere valutata per qualificare altri dispositivi che
nei. abbiano gli stessi particolari costruttivi. Proposte al riguardo
devono essere sottoposte alla considerazione della Società.
Singoli risultati che siano più del 10% al di sotto della
curva di taratura devono essere scartati. Questa situa-
zione si verifica quando l'integrità del filtro è stata com- 4 Rapportazione ed approvazione
promessa e non tutti i vapori d'olio sono raccolti nella
cartuccia del filtro.
4.1 Rapporto di prova
e) I filtri devono essere pesati con un grado di precisione 4.1.1 (1/1/2007)
di 0,1mg ed il volume della miscela di aria e vapori
d'olio deve essere determinata con un grado di preci- Il laboratorio che ha eseguito le prove deve rilasciare un
sione di 10ml. rapporto completo che comprenda le informazioni e la
documentazione di cui ai seguenti commi a), b) e c).
3.4.3 (1/7/2007) a) Specifica delle prove.
Alla prova di tipo, quando ne è richiesta l'approvazione alla b) Particolari dell’apparecchiatura sottoposti alle prove.
Società, deve assistere un Tecnico debitamente autorizzato
delle Società di Classificazione IACS. c) Risultati delle prove.

3.4.4 (1/7/2007) 4.2 Approvazione


L'apparecchiatura per il rilievo dei vapori d'olio deve essere 4.2.1 (1/7/2007)
provata nella posizione (verticale, orizzontale o inclinata)
L'approvazione di tipo dell’apparecchiatura per il rilievo
nella quale è previsto che sia installata nel carter di un
dei vapori d'olio nei carter è a giudizio dalla Società sulla
motore o nella cassa di un riduttore/invertitore ad ingra-
base della valutazione dei disegni e delle specifiche e del
naggi come specificato dal Fabbricante dell'apparecchia-
rapporto del laboratorio di prova che contiene i risultati
tura.
della prova di tipo stessa.
3.4.5 (1/7/2007) 4.2.2 (1/7/2007)
La prova di tipo deve essere eseguita per ogni tipo di appa- Le informazioni, di cui ai seguenti commi da a) a d),
recchiatura di rilevamento ed allarme dei vapori d'olio per devono essere fornite alla Società ai fini dell'accettazione
il quale il Fabbricante richiede l’approvazione. Se i livelli di dell’apparecchiature per il rilievo e per l'allarme dei vapori
sensibilità possono subire delle variazioni la prova deve d'olio.
essere eseguita ai livelli di taratura estremi ed intermedio
a) Descrizione dei sistemi per il rilievo dei vapori d'olio,
compresi gli allarmi.
3.5 Valutazione b) Copia del rapporto redatto dal laboratorio di prova, di
cui in [4.1].
3.5.1 (1/7/2007)
c) Schemi diagrammatici delle sistemazioni per il rilievo
La valutazione delle apparecchiature per il rilievo dei dei vapori d'olio che indichino l'ubicazione dei rileva-
vapori d'olio, deve riguardare gli aspetti di cui ai seguenti tori/sensori, le tubolature e le relative dimensioni.
commi da a) a c).
d) Manuale per la manutenzione e le prove che deve com-
a) L’apparecchiatura da sottoporre a prova deve avere evi- prendere le seguenti informazioni:
denza dell’esame/approvazione da parte della Società
di Classificazione IACS che assiste alle prove. 1) uso al quale è destinata l'apparecchiatura e funzio-
namento dell'apparecchiatura stessa
b) Devono essere annotati i particolari dei dispositivi per il 2) prove di funzionalità al fine di accertare che l'appa-
rilievo dei vapori d'olio da sottoporre a prova quali il recchiatura è operativa e che tutti i guasti possono
nome del Fabbricante, la designazione del tipo, la capa- essere identificati e vengono indicate le azioni cor-
cità di valutazione della concentrazione di vapori d'olio rettive
e le tarature degli allarmi.
3) procedure di manutenzione e raccomandazioni
c) Dopo il completamento delle prove, l’apparecchiatura circa le parti di rispetto
per il rilievo dei vapori d'olio deve essere esaminata e
4) regolazione dei valori di taratura ed istruzioni circa i
devono essere accertate e documentate le condizioni di
valori di sicurezza per la regolazione
tutti i componenti. Devono essere eseguiti rilievi foto-
grafici delle condizioni delle apparecchiature di moni- 5) se necessario, particolari relative alle configurazioni
toraggio e la relativa documentazione deve essere nelle quali l'apparecchiatura deve e non deve essere
inserita nel rapporto delle prove. usata.

292 Regolamenti RINA 2008

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