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ESERCIZIO 1: MI RICORDO DI ME
Tutte le volte che passo sotto una porta, mi ricordo di me e mi osservo nell’atto di varcarla.
Mi sto muovendo automaticamente nello spazio senza rendermi conto di dove sono?
ESERCIZIO 2
Ogni qual volta accendo o spengo un interruttore di luce e di energia (sia esso per
l’illuminazione di una stanza intera, di una lampada o di un computer), mi ricordo di usare
la mano opposta a quella che uso di solito: se noto che normalmente uso la mano destra per
questo genere di azioni, dovrò usare la mano sinistra e viceversa.
ESERCIZIO 3: EQUILIBRIO
In piedi o seduto, da solo o mentre parlo con qualcuno, nella vita di tutti i giorni, mi chiedo:
dove sto caricando il peso del mio corpo?
Sul fianco, su una gamba, la schiena è curva o dritta, da che parte pendono il busto e la
testa?
Il mio corpo si muove in autonomia senza che possa controllarlo. Dov’è situato il mio
baricentro?
Sono in equilibrio?
Osservo il comportamento del mio corpo, i passaggi continui da una postura all’altra,
partecipando alla sua vita e alla sua Presenza.
ESERCIZIO 4: IL RESPIRO
Presto attenzione al mio respiro.
E’ sempre lì con me.
Quante volte durante il giorno ricordo che vivo e che sto respirando?
Osservo l’aria che entra e l’aria un po’ più calda che esce, senza modificare il ritmo della
respirazione.
Uso questa tecnica per ricordarmi di me nella quotidianità, per ritrovare uno spazio di
centratura.
Di quiete e di attenzione.
Attraverso la Presenza.
Qual è la differenza fra tensione e rilassamento?
ESERCIZIO 9
Mi ricordo di me quando squilla il telefono, personale o domestico, il mio o quello di altri:
lascio andare per qualche secondo quello che stavo facendo e pensando e prendo del tempo
per osservarmi, sento il mio corpo e osservo il mio pensiero, mi ricordo che esisto nel
momento presente.
Questa pratica rappresenta uno dei cardini principali dell’Insegnamento di Gurdjieff e, più
in generale, della trasformazione interiore. Ho l’occasione di percepire la realtà di me
stesso, ma si tratta di un lungo lavoro che richiede pazienza: devo andare in profondità e
osservare come le emozioni negative si insinuano sottilmente nella vita quotidiana.
Le osservo da uno spazio privo di giudizio e non le esprimo, non le verbalizzo, senza
permettere che invadano le mie idee e i miei atteggiamenti.
“Se aiuti gli altri, verrai aiutato. Forse domani, forse tra un centinaio d’anni, ma verrai
aiutato. La natura deve pagare il debito. È una legge matematica e tutta la vita è
matematica.” – Gurdjieff
Cerco di lasciar andare i pensieri, non li seguo ma li osservo e, soprattutto, osservo gli spazi
vuoti tra un pensiero e l’altro.
Nel corso della giornata, ascolto le parole inutili che pronuncio tutte le volte che apro bocca
solamente per riempire uno spazio di “vuoto”, un istante di silenzio.
E’ essenziale non dire a nessuno che si sta svolgendo un esercizio. Non bisogna dire
nulla.
Mi sento un idiota?
Questo esercizio mi dimostra come sia possibile “rallentare” il ritmo frenetico dei pensieri e
di usare lo spazio mentale in modo differente.
Se non dispongo di attenzione sufficiente e se non ho pratica dei suoi “movimenti”, sarò in
balia delle impressioni e delle suggestioni che mi giungono dall’esterno oppure dalle
associazioni interiori. Senza attenzione sono come una foglia al vento, come sotto l’effetto
di un’ipnosi costante.
Per spiegare al meglio questo esercizio, useremo l’estratto di una conversazione che
Gurdjieff ha avuto con i suoi allievi nel dicembre del 1930 a New York:
“Domanda: In che modo si può acquisire dell’attenzione?
Risposta: La gente non ha attenzione. Voi dovete cercare di procurarvene. L’osservazione
di sé è possibile soltanto se si è capaci di attenzione, Cominciate con piccole cose.
Domanda: Quali sono le piccole cose con cui iniziare? Cosa dobbiamo fare?
Risposta: Ci sono due modi di fare: uno per automatismo, l’altro per uno scopo. Scelga una
piccola cosa che non è in grado di fare, e ne faccia il suo scopo, il suo Dio. Non lasci che
nulla interferisca. Miri solo a quello. Ora come ora, lei ha gli occhi più grandi dello
stomaco, mira a cose troppo grandi; non potrà mai farcela. Ciò che la svia dalle piccole cose
alla sua reale portata è un appetito anormale. Lo distrugga, dimentichi le grandi cose. Si dia
l’obiettivo di vincere una piccola abitudine.
Domanda: Io penso che il mio più gran difetto sia quello di parlare troppo. Non sarebbe un
buon obiettivo cercare di parlare di meno?
Risposta: Per lei è un ottimo obiettivo. Lei rovina tutto con le sue chiacchiere. Questo
nuoce persino ai suoi affari. Quando lei parla troppo, le sue parole non hanno alcun peso.
Cerchi
di superare questo ostacolo. Se ci riesce, le arriveranno ogni sorta di benedizioni.
Domanda: Sarebbe un buon obiettivo quello di sopportare le manifestazioni degli altri ?
Risposta: Sopportare le manifestazioni degli altri è una gran cosa. Forse la più grande per
un uomo. Solo l’uomo completo ne è capace. Cominci a darsi come obiettivo la capacità di
sopportare una manifestazione di una persona che oggi lei non riesce a sopportare senza
esserne esasperato.
Se « vuole », « può ». Senza volere, non potrà mai. Volere è la cosa più potente al mondo.
Con una volontà cosciente, si ottiene tutto: sedetevi, da soli, per almeno un’ora; rilassate
tutti i muscoli; lasciate scorrere le vostre associazioni mentali, senza farvene assorbire. Dite
loro: « Se adesso mi lasciate fare ciò che voglio, più tardi vi concederò ciò che volete ».
Osservate le vostre associazioni come se appartenessero a qualcun altro, in modo da non
identificarvi con esse. Finita l’ora, prendete un foglio di carta e scriveteci sopra il vostro
obiettivo. Fate di questo foglio il vostro dio. Che nulla esista, eccetto quello. Prendetelo di
tasca e leggetelo continuamente, ogni giorno. In questo modo, diventerà parte di voi, prima
teoricamente, poi realmente.
Per ottenere energia, praticate l’esercizio che consiste nel restare seduti tranquillamente,
con tutti i muscoli rilassati, come morti. E soltanto quando tutto dentro di voi sarà calmo, al
termine di un’ora, prendete la vostra decisione. Non lasciatevi assorbire dalle associazioni.
Darsi volontariamente un obiettivo, e raggiungerlo, dà magnetismo e capacità di « fare ».”
Per essere in grado di osservarmi e conoscere i diversi “IO” che agiscono attraverso di me
ho bisogno prima di tutto di accettarmi così come sono, senza giudizi o forzature, con
coraggio, umiltà, forza e soprattutto amorevolezza. Solo attraverso l’amore e l’accettazione
sarò in grado di vedermi così come sono, e solo allora potrà accadere una trasformazione in
me.
“Esiste una consapevolezza che dipende dallo stato dell’essere, in grado di mostrarci cose
altrimenti non visibili da uno stato di coscienza ordinario.
Questo processo interiore richiede una qualità molto particolare.
Le emozioni sono solo una forma di reazione alle esperienze che accadono,
si può scegliere in ogni momento come reagire verso qualcuno o qualcosa,
e questa scelta ha molto a che fare con il nostro modo di vedere la vita.
“Quella signora mi guarda malamente. Forse mi disprezza. Dentro, sento per lei
dell’antipatia, ne sono infastidito, ma fuori sono gentile. Sono costretto ad essere gentile,
perché oggi ho bisogno di lei. Interiormente, sono quel che sono, ma all’esterno mi atteggio
diversamente. Questa è la considerazione esteriore. Ora, la stessa signora mi dice che sono
un imbecille. Questo insulto mi fa andare su tutte le furie. Il fatto che io mi arrabbi è un
risultato, ma ciò che scatta dentro di me è la considerazione interiore. La considerazione
interiore e quella esteriore sono diverse. Dobbiamo imparare a poter controllare
separatamente i due tipi di considerazione: quella interiore e quella esteriore. Vogliamo
cambiare non soltanto all’interno ma anche all’esterno. Ieri, quando quella signora mi ha
guardato in maniera ostile, mi sono irritato. Ma oggi capisco che se mi ha guardato in quel
modo, può darsi che sia stupida, o che abbia saputo o sentito dire qualcosa sul mio conto.
O semplicemente le ricordo qualcuno che la esaspera. Ma oggi voglio restare calmo. Ella è
una schiava di emozioni e giudizi, e internamente non dovrei essere in collera con lei. Da
oggi, voglio essere interiormente calmo.”
(Gurdjieff, da Vedute sul Mondo Reale)
ESERCIZIO 24: IL SALUTO
MI RICORDO DI ME TUTTE LE VOLTE CHE SALUTO QUALCUNO
“Al di fuori dell’agitazione della vita esiste “qualcos’altro” che dovrebbe essere lo
scopo e l’ideale
di ogni uomo: questo “altro” soltanto può rendere l’uomo veramente felice e
offrigli dei valori reali.”
G. I. Gurdjieff
Ad esempio, mentre lavo i piatti posso percepire le mani e il contatto con le stoviglie
bagnate, quando cammino posso sentire i piedi e la sensazione del suolo dove cammino (con
o senza scarpe sarà diverso, così come se cammino sull’asfalto o su un prato); mentre mi
vesto o mi spoglio posso avvertire la sensazione dei vestiti sulla pelle e la differenza tra un
tessuto e l’altro, etc etc.
Procedendo con la pratica dell’esercizio potrai un po’ per volta trasferire questa qualità di
attenzione nella tua vita quotidiana e sviluppare sempre di più una sensazione generale di
Presenza e connessione con il corpo, trasformando la tua esistenza.
E nel farlo, osservo cosa mi succede, come mi fa sentire e come reagisco al pensiero del
giudizio degli altri.
Questo esercizio è un ottimo metodo per sperimentare una sensazione di distacco su più
livelli nei confronti delle situazioni della vita, e avere un’esperienza di non-identificazione
rispetto a noi stessi, ai nostri pensieri e alle circostanze in cui ci troviamo.
Questo esercizio è legato al tema della Considerazione Interiore ed Esteriore, uno dei
fondamenti dell’insegnamento di Gurdjieff, di cui possiamo trovare approfondimenti e
delucidazioni nel seguente testo di Ouspensky: Considerazione Interna e Considerazione
Esterna
ESERCIZIO 29: GUARIRE ATTRAVERSO
LA LUCE
La visualizzazione può essere uno strumento molto potente se usato in modo costruttivo.
E’ un formidabile ausilio per la guarigione sotto molti punti di vista.
La sera, prima di addormentarti, sdraiati comodo nel letto sulla schiena ad occhi chiusi,
e quando inspiri visualizza una grande luce dorata che entra in tutto il tuo corpo
a partire dalla sommità della testa;
lasciati inondare da questo sole che entra dentro di te.
Visualizza questa luce che – sempre durante l’inspirazione – attraversa il tuo corpo
dall’alto verso il basso uscendo dalla punta dei piedi.
Ricordati continuamente di visualizzare la luce dorata quando inspiri.
Quando invece espiri, visualizza un’altra cosa:
l’oscurità entra in te dalla punta dei piedi – un grande fiume scuro che parte dai piedi
e attraversa tutto il tuo corpo verso l’alto, finché fuoriesce dalla sommità della testa.
Fai tutto questo lentamente, respirando in modo profondo,
così da poter visualizzare bene la luce e l’oscurità.
La cosa migliore è praticare questa tecnica per 20 minuti, prima di andare a dormire.
Se ci si addormenta mentre si pratica questa tecnica va bene lo stesso.
L’esercizio continuerà anche durante il sonno
con questa preghiera che si tramanda ancora oggi nel lignaggio del Lavoro di Gurdjieff:
Tutta la vita è Una e ogni cosa che vive è Sacra.
Piante, animali ed esseri umani devono mangiare per vivere e nutrirsi gli uni con gli altri.
Benedico le vite che sono morte per diventare il mio cibo
e mangio consapevolmente affinché, con il mio Lavoro,
possa ripagare il debito della mia esistenza.
Questo esercizio permette al mio cuore di aprirsi
e di entrare in comunione con ciò che mi mantiene in vita.
Potrò rendermi conto che ogni animale, pianta ed essere umano è sacro
ed è fonte di nutrimento
nel mantenimento reciproco del pianeta e dei suoi elementi.
Mentre leggi sei completamente assorbito dalle parole del testo e ti dimentichi di te
o riesci anche a percepire la postura del tuo corpo e delle mani che reggono il libro?
Osserva i tuoi stati interiori e cerca di comprendere cosa cambia quando ricordi qualcosa
oppure quando hai bisogno di rileggere la pagina per fissarne i contenuti.
“Il ricordo di sé è una cosa, l’identificazione un’altra. O l’uno o l’altra: sono opposti.
In quanto tale, il ricordo di sé è lotta contro l’identificazione.”
Ouspensky
Così facendo potrai avere un’esperienza del corpo e della mente quando lavorano insieme.
Divisione dell’Attenzione:
/etc. 100, 99, 98, 97, 96;/ 99, 98, 97, 96, 95; /98, 97, 96, 95, 94,/ etc.