L’autore di questo ebook non dispensa consigli medici né prescrive l’uso di alcuna tecnica come
forma di trattamento per problemi fisici e medici senza il parere di un medico, direttamente o
indirettamente. L’intento dell’autore è semplicemente quello di offrire informazioni di natura
generale per aiutarvi nella vostra ricerca del benessere. Nel caso in cui usaste le informazioni
contenute in questo ebook per voi stessi, che è un vostro diritto, l’autore e l’editore non si
assumono alcuna responsabilità delle vostre azioni.
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Ciao!
Sono Simone Bedetti, l’editore di Area51 Publishing, e ho il piacere di
farti un regalo speciale, solo per te che hai acquistato su Amazon
questo ebook pubblicato dalla nostra casa editrice.
L’Autore
La linea delle tecniche, dei programmi e dei metodi guidati di Area51
Publishing comprende le seguenti serie:
. Affermazioni
. Autoipnosi
. Brain Power
. Brain Yoga
. EFT
. Guided Imagery
. Ho’oponopono
. Meditazione
. Metodo Silva
. Mindfulness
. PNL
. Psicocibernetica
. Reiki
. Respirazione
. Rilassamento
. Il Segreto
. Training Autogeno
. Transurfing
. Visualizzazione
PNL
7 PROGRAMMAZIONI RAPIDE
SETTE TRUCCHI PER PROGRAMMARE
LA MENTE IN MODO RAPIDO CON LA PNL
IL CERVELLO E IL FRULLATORE
L’autore
L’UNICA MACCHINA RIPROGRAMMABILE
“Il punto è che quando sappiamo come facciamo a fare una cosa,
diventa facilissimo cambiarla. Siamo creature facilmente programmabili,
per quanto l’idea sia sgradita in certe cerchie. Quando iniziai a usare il
termine ‘programmazione’, notai che la cosa dava fastidio a molti. Mi
accusavano di considerare le persone alla stregua di macchine. Mi
dicevano: ‘Simao persone, mica robot!’
In realtà io sostengo proprio il contrario. Siamo l’unica macchina in
grado di programmare se stessa. Siamo ‘meta-programmabili’. Siamo in
grado di installare e azionare programmi automatici, creati
deliberatamente affinché gestiscano compiti noiosi e triviali, lasciando così
la nostra mente libera di fare altre cose più creative e interessanti.
Allo stesso modo, se facciamo automaticamente qualcosa che non
dovremmo fare – mangiare troppo, fumare, avere paura degli ascensori o
del mondo esterno, deprimerci o desiderare la fonda d’altri – abbiamo la
possibilità di programmare noi stessi per cambiare. Ben lungi dall’essere
robotici, questo significa diventare spiriti liberi.”
Hai mai vissuto dei crolli di motivazione? Ti sei mai sentito privo di
“spinta” nell’iniziare o continuare a fare una cosa?
Se la risposta è sì, sei come la maggior parte di tutti noi.
E non è affatto colpa nostra.
Quando ci è stata mai insegnata la motivazione? A scuola, quanti
insegnanti ci hanno motivato, e quanti demotivato? E a casa, quante volte i
nostri genitori ci hanno dato la carica, e quante volte invece hanno scaricato
le pile della nostra batteria con il loro pessimismo e le loro visioni fosche?
E la nostra società – basta aprire una pagina internet, o accendere la tv – è
più propensa a motivarci o a demotivarci?
La risposta la conosci bene. Tutto, nella nostra esistenza, dal momento in
cui apriamo gli occhi sul mondo, sembra progettato per “tirarci giù”. Non
c’è lavoro, non ci sono prospettive, l’economia va sempre peggio, sono tutti
corrotti, oggi piove, domani pioverà ancora, oggi c’è il sole, domani
pioverà, oggi caldo e si soffoca, domani è freddo e si congela… un
congegno perfetto per la demotivazione di massa.
Eppure, hai tutto il potenziale del mondo per conquistare il tuo benessere,
la tua felicità, relazioni positive, la tua abbondanza e prosperità. Ma se non
sei motivato, resterai sempre semplicemente dove sei, fermo nello stesso
esatto punto, incollato, inchiodato al suolo.
Con questo trucco di PNL puoi motivarti in due minuti.
Il trucco è costituito di tre passi.
Passo 3. Programmazione
Trasferisci ora questa esperienza completa sull’obiettivo che ti sei posto.
Pensa al tuo obiettivo di motivazione e coloralo di questa esperienza,
sintonizzalo su questa esperienza, avvolgilo con questa esperienza.
Intensifica poi l’esperienza applicandola a questo obiettivo.
Rendi le immagini più grandi, rendile più luminose, rendi i colori più
intensi.
Rendi i suoni più chiari, più profondi, più squillanti.
Intensifica le sensazioni tattili, olfattive, gustative
Intensifica le emozioni. Avvolgi letteralmente il tuo obiettivo delle
emozioni più intense e gioiose di motivazione
“Nella nostra mente c’è tanto di più di quello che immaginiamo. Nel
mondo che ci circonda c’è tanto di più rispetto a ciò di cui riusciamo a
essere curiosi. È solo questo crescente senso di curiosità a permetterci di
catturare quell’entusiasmo che rende utile, divertente ed emozionante tanto
il compito più banale quanto quello più affascinante. Senza questa
curiosità, la vita è soltanto uno stare in coda. Ogni cosa che faccio e che
continuo a fare la faccio al fine di imparare, perché sono curioso. È
un’opportunità rara, per tutti noi, un’opportunità senza precedenti. Questo
vale per qualsiasi esperienza della nostra vita. ”
Passo 3. Automodellamento
Modella adesso il tuo corpo sull’ideale che hai plasmato di essere pieno
di energia.
Assumi il respiro di chi è pieno di energia: attivalo adesso. Se è lento,
prima di pancia poi di petto, inizia a respirare in modo lento, prima di
pancia poi di petto. Se è solo dalle narici, inizia a respirare soltanto dalle
narici, eccetera.
Assumi poi la postura di chi è pieno di energia. Raddrizza la schiena,
spingi le spalle all’indietro, la testa in alto, gli occhi aperti e svegli…
Assumi poi i pensieri di chi è pieno di energia: pensa adesso quei
pensieri. Di’ a te stesso mentalmente che sei entusiasta, sei carico, sei
motivato, sei pronto all’azione…
Assumi poi le parole di chi è pieno di energia. Esprimi a voce alta i
pensieri di te pieno di energia “C’mon!”; “Dai che ce la fai!”; “Vado alla
grande!”; “Sono carico a mille!” O tutte le altre parole che hai individuato.
Assumi, infine, le emozioni di chi è pieno di energia? Attivale dentro di
te. Sentile, falle tue, vivile, adesso. Sono queste adesso le tue emozioni.
1. Prima dissociazione
Quando la paura anticipatoria compare, immagina di proiettarla davanti a
te, sullo schermo di un cinema. Sei seduto in poltrona e guardi la tua paura
anticipatoria proiettata sullo schermo. Guardi l’intera sequenza di
svolgimento della tua paura anticipatoria, con te protagonista, in modo
dissociato, come se non ti riguardasse, come se non ti appartenesse.
Resta a guardarla scorrere sullo schermo poi rendi lo schermo con dentro
la tua paura anticipatoria sempre più piccolo.
Rimpicciolisci sempre di più lo schermo e allontanalo sempre di più da
te.
Lo schermo diventa sempre più piccolo e si allontana sempre di più.
Come lo schermo, anche la tua paura anticipatoria diventa sempre più
piccola e si allontana sempre di più.
Fino a scomparire.
2. Seconda dissociazione
Quando lo schermo è scomparso attiva la seconda dissociazione:
immagina di stare guardando te stesso che guardi lo schermo dove è
proiettata la paura anticipatoria.
Sei nella cabina di proiezione e puoi vedere in fondo alla sala il te stesso
di spalle, seduto in sala, che guarda lo schermo cinematografico.
Guardi te stesso guardare l’intera sequenza di svolgimento della tua
paura anticipatoria, con te protagonista, in modo ancora più dissociato, due
volte più dissociato, come se fosse qualcosa di lontanissimo da te, qualcosa
che neppure in minima parte ti riguarda.
Resta a guardare te stesso che guardi le immagini scorrere sullo schermo
poi rendi la platea con te seduto e lo schermo con dentro la tua paura
anticipatoria sempre più piccoli.
Sia la platea con te seduto sia lo schermo con le immagini diventano
sempre più piccoli
Rimpicciolisci sempre di più la platea con te seduto e lo schermo e
allontanali sempre di più da te.
La platea con te seduto e lo schermo diventano sempre più piccoli e si
allontanano sempre di più.
E ancora di più, la tua paura anticipatoria diventa sempre più piccola e si
allontana sempre di più.
Fino a scomparire del tutto.
Esempio 1
Nominalizzazione: “Sono uno ansioso”
Denominalizzazione:“Cosa mi rende ansioso? Quando sono ansioso?
Quali sono i contesti, i momenti e le persone che mi rendono ansioso?” La
denominalizzazione è la trasformazione dell’oggetto (sono ansioso) in
processo (cosa ti rende ansioso).
Esempio 2
Nominalizzazione: “Quando parlo tutti mi guardano in modo critico”
Denominalizzazione: “Davvero tutte le volte che parlo le persone mi
guardano in modo critico? Chi mi guarda in modo critico? Quando mi
guardano in modo critico? Perché sono convinto che quella/quell’altra
persona mi guarda in modo critico? Quali sono i segnali che mi dicono che
qualcuno mi sta guardano in modo critico? E perché ritengo quei segnali
indicazione di qualcuno che mi guarda in modo critico?”
Lo Swish Pattern (detto anche “Scozzata”) è una delle tecniche base della
PNL. Tra le definizioni di Richard Bandler dello Swish Pattern una colpisce
in particolare: “La cosa importante da capire riguardo allo schema dello
Swish Pattern”, dice Bandler, “è che esso indirizza la persona in una
direzione generativa ed evolutiva”. Prosegue poi con un’altra osservazione
molto importante: “Quando mi è capitato di effettuare una verifica più a
lungo termine con clienti con i quali avevo lavorato con la tecnica dello
Swish Pattern, di solito questi mi hanno riferito che il cambiamento da me
indotto era divenuto la base di molti altri cambiamenti dei quali erano
soddisfatti. Lo schema dello Swish Pattern non spiega alle persone come
deve comportarsi, ma piuttosto le mantiene nella direzione che le conduce
ad andare verso ciò che vogliono diventare”. E conclude, intensamente:
“Per me, stabilire questa direzione è la parte principale del significato
profondo del cambiamento”.
L’ultima parola rivela l’obiettivo supremo di tutta la PNL: il
cambiamento. La PNL agisce sui processi per trasformare,
riprogrammandola, la nostra vita, per cambiarla in meglio. Le tecniche
della PNL, in particolare lo Swish Pattern, Bandler, costituiscono perciò un
impulso al cambiamento. Ristrutturano e riprogrammano la nostra mente
sintonizzandola su nuove frequenze. Il cambiamento è un impulso
generativo ed evolutivo, cioè che genera il cambiamento e che fa nascere un
nuovo noi stessi dall’impulso che genera. Lo genera su un nuovo livello
dell’esistenza, un livello più evoluto. Il cambiamento è perciò sia una ri-
generazione che una evoluzione.
La descrizione dello Swish Pattern di Richard Bandler implica un altro
concetto centrale: l’indirizzamento. Lo Swish Pattern, dice Bandler,
“indirizza la persona”. Questo è un punto fondamentale, perché si riferisce
direttamente ai processi inconsci. Bandler sta dicendo che la ripetizione
dello Swish Pattern attiva le risorse più profonde della mente, le risorse
inconsce, cioè le risorse automatiche, i programmi automatici, al re-
indirizzamento nella nuova direzione.
Cosa significa questo? Significa che non soltanto con lo Swish Pattern
attiviamo nell’immaginazione la trasformazione ma che attraverso la
riprogrammazione dello Swish Pattern noi automaticamente,
inconsciamente, senza accorgercene, ogni giorno seguiremo la direzione
verso cui esso ci indirizza.
Per questo Bandler si premura di sottolineare che lo Swish Pattern
mantiene le persone “nella direzione che le conduce ad andare verso ciò che
vogliono diventare”: questo significa che una volta che abbiamo “settato” la
nostra mente inconscia con i codici dello Swish Pattern, non soltanto
durante l’esecuzione dello Swish Pattern noi attiviamo le risorse inconsce
per andare nella direzione che programmiamo con la mente, ma anche dopo
l’esecuzione dello Swish Pattern e sopratutto ogni giorno il nostro
subconscio resta programmato per raggiungere la meta che ci siamo posti e
attiverà continuamente e costantemente le risorse inconsce per realizzare il
nostro obiettivo.
Lo Swish Pattern è come lo scalatore che apre la via all’arrampicata:
pianta i chiodi e assicura la corda. A quel punto non ci resterà che seguire la
via già tracciata. Lo Swish Pattern pianta un palo nel punto di arrivo e ci
assicura una corda di collegamento alla nostra cintura. Ogni nostra azione ci
porterà verso quella direzione, verso quel risultato.
Questa è la potenza dello Swish Pattern secondo il suo creatore
originario, Richard Bandler.
Lo schema-base dello Swish Pattern è il seguente: si visualizza
l’immagine della condizione sabotante, limitante o non desiderata e la si
sostituisce, sempre più rapidamente, con l’immagine della condizione
potenziante e desiderata.
Le applicazioni di questo schema sono molteplice, quella che ti propongo
qui è una variante che ti permette di eseguire lo Swish Pattern molto
velocemente.
Ecco come procedere
Prova a utilizzare questa tecnica anche quando sei in uno stato alterato di
coscienza: quando scivoli nel sonno, per esempio, o quando sei alticcio o
ubriaco. Esplorare le submodalità kinestesiche poi inverti il processo e
mantienilo invertito fino a quando, magicamente… il sintomo svanirà. Ti
accorgerai che è veramente così: ti sentirai sveglio e sobrio!
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