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© 2017 Area51 Publishing s.r.l.

, San Lazzaro di Savena (Bologna)


Prima edizione ebook Area51 Publishing: © ottobre 2017
Per l’edizione originale: © Robert James
© 2017 Harshaw Self-Improvement Network
La tecnica guidata è a cura di: Robert James
Cover e sviluppo ebook: © Area51 Publishing – Marienrica Caravita

L’autore della serie


Robert James (Baltimora, 1970) è imprenditore, NLP Master Practitioner e lavora da molti anni come
coach aziendale. Ha oltre venticinque anni di esperienza sul campo. Come formatore ha condotto
centinaia di sessioni per privati e aziende dal business allo sport, sperimentando e mettendo in pratica
le più avanzate tecniche di crescita personale e professionale. Per Area51 Publishing ha pubblicato
Le regole essenziali della leadership, Come ascoltare gli altri e farseli amici, PNL. 10 tecniche
essenziali. Cura inoltre le serie di tecniche guidate PNL, EFT, Affermazioni e Autoipnosi.
Questo ebook è solo per uso personale. Nessuna parte di questa pubblicazione può essere riprodotta o
memorizzata in sistemi d’archivio, o trasmessa in qualsiasi forma o mezzo, noto e futuro, senza
l’autorizzazione scritta di Area51 Publishing e a eccezione di brevi passaggi per recensioni.
Se intendi condividere questo ebook con un’altra persona, ti chiediamo di acquistare una copia per
ogni persona a cui lo vuoi far conoscere. Se stai leggendo questo ebook e non lo hai acquistato, ti
chiediamo, se ti piace, di acquistarne anche una copia a pagamento, al fine di poterci permettere di
far crescere il nostro lavoro e di offrirti una qualità sempre migliore. Grazie per il tuo aiuto e per aver
rispettato il lavoro dell’autore, del traduttore e dell’editore di questo testo.

L’autore di questo ebook non dispensa consigli medici né prescrive l’uso di alcuna tecnica come
forma di trattamento per problemi fisici e medici senza il parere di un medico, direttamente o
indirettamente. L’intento dell’autore è semplicemente quello di offrire informazioni di natura
generale per aiutarvi nella vostra ricerca del benessere. Nel caso in cui usaste le informazioni
contenute in questo ebook per voi stessi, che è un vostro diritto, l’autore e l’editore non si
assumono alcuna responsabilità delle vostre azioni.

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Sono Simone Bedetti, l’editore di Area51 Publishing, e ho il piacere di
farti un regalo speciale, solo per te che hai acquistato su Amazon
questo ebook pubblicato dalla nostra casa editrice.

Il regalo è il programma audio inedito e integrale di crescita personale


Prometti a te stesso. Per te è completamente gratuito.

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LA SERIE
DIME PNL

In ciascuno di noi sono depositati programmi mentali che si sono formati


fin dall’infanzia e modellati nel tempo attraverso l’educazione e l’influenza
ambientale e sociale. Da tali programmi dipendono i nostri comportamenti.
Ognuno di noi interagisce con l’esterno attraverso il linguaggio, le proprie
convinzioni e la propria fisiologia creando determinate strutture percettive
che danno significato al mondo. Modificando tale struttura percettiva e
dunque il nostro universo simbolico di riferimento (la nostra mappa),
possiamo intraprendere cambiamenti di atteggiamento e di comportamento.
La percezione del mondo, e conseguentemente la risposta a esso, può
mutare al fine di sviluppare un atteggiamento edificante per la nostra vita.
Attraverso lo studio e l’analisi del comportamento, degli schemi mentali
e del linguaggio in tutte le sue varianti (verbale, paraverbale e non verbale),
la PNL (programmazione neuro-linguistica) ci mostra che è possibile
comprendere e modificare il programma mentale di ogni individuo. Essa ci
presenta dunque il principale procedimento adottato da ogni individuo per
decodificare, trasmettere, condurre e modificare il comportamento.
L’intento primo della PNL è promuovere abitudini, comportamenti e
atteggiamenti utili e, al medesimo tempo, di inibire quelli limitanti o
indesiderati. Non solo, la PNL ci insegna a rapportarci in modo armonioso
con gli schemi mentali degli altri. In altre parole, con la PNL e le sue
tecniche, impariamo a instaurare un rapport, ovvero un rapporto di sintonia
con i nostri interlocutori. L’obiettivo di questa serie è proprio quello di
utilizzare la PNL in modo autonomo, su noi stessi, per migliorare il nostro
rapporto con noi stessi e con gli altri.
La PNL può rappresentare il mezzo per attivare un lavoro costruttivo, di
cambiamento e avanzamento, su di sé, e contemporaneamente può essere
uno strumento per relazionarsi al meglio con gli altri. Grazie alla PNL, puoi
migliorare le tue capacità verbali e non verbali, sviluppare abilità
empatiche, governare e guidare le tue emozioni. Tecnica dopo tecnica,
ripetizione dopo ripetizione, un passo dopo l’altro, ognuno di noi può
raggiungere il suo obiettivo. E migliorare stabilmente la sua vita.

L’Autore
La linea delle tecniche, dei programmi e dei metodi guidati di Area51
Publishing comprende le seguenti serie:

. Affermazioni
. Autoipnosi
. Brain Power
. Brain Yoga
. EFT
. Guided Imagery
. Ho’oponopono
. Meditazione
. Metodo Silva
. Mindfulness
. PNL
. Psicocibernetica
. Reiki
. Respirazione
. Rilassamento
. Il Segreto
. Training Autogeno
. Transurfing
. Visualizzazione
PNL
7 PROGRAMMAZIONI RAPIDE
SETTE TRUCCHI PER PROGRAMMARE
LA MENTE IN MODO RAPIDO CON LA PNL
IL CERVELLO E IL FRULLATORE

“Quando ho cominciato a insegnare, alcuni si sono fatti l’idea che la


PNL avrebbe aiutato la gente a programmare la mente degli altri così da
controllarli e da renderli meno umani. Parevano avere l’idea che cambiare
deliberatamente una persona avrebbe in qualche modo ridotto la sua
umanità. La maggior parte delle persone è dispostissima a trasformarsi
deliberatamente con antibiotici e cosmetici, ma il comportamento sembra
qualcosa di diverso. Non ho mai capito in che modo trasformare qualcuno
così da renderlo più felice possa mutarlo in un essere umano di minor
valore. Ma mi sono accorto, invece, di quante persone siano bravissime a
far star male i loro mariti, le loro mogli, i loro figli, o addirittura dei
completi estranei, col semplice espediente di ‘essere se stessi’. Talvolta
chiedo a qualcuno: ‘Perché essere veramente te stesso, quando potresti
diventare qualcosa di veramente valido?’. Le possibilità di imparare a
cambiare a nostra disposizione sono infinite, a patto di cominciare a usare
deliberatamente il nostro cervello. Questo è esattamente la PNL: potete
imparare a usare il vostro cervello in modo migliore di adesso, per
diventare delle persone felici. Ma siete voi a dover iniziare a usare il vostro
cervello in questo modo. E il problema oggi è che la maggior parte della
gente dedica più tempo a imparare a usare un frullatore di quello che
dedica a imparare a usare il proprio cervello.”

(Richard Bandler, Usa il cervello per cambiare)


PREMESSA

Questo è un testo operativo. Puoi considerarlo come una sorta di workshop


pratico sulla PNL. È destinato sia a chi già conosce la PNL sia a chi non la
conosce. Utilizza infatti principalmente alcune tecniche di base della PNL
come modellamento, dissociazione, Swish Pattern, submodalità e le utilizza
per proporti tecniche rapide, di immediata esecuzione. Può perciò essere
utile sia a chi è agli inizi o per la prima volta incontra la PNL, perché trova
immediata applicazione delle tecniche base, sia per chi già conosce e
utilizza gli strumenti dei PNL, perché può trovare applicazioni inedite,
esplorare ulteriori potenzialità degli strumenti che già conosce, e trovare
ispirazione per sviluppare le proprie applicazioni, le proprie varianti, le
proprie tecniche originali.
È bene evidenziare un altro punto essenziale per utilizzare al meglio
questo workshop. Le 7 tecniche di programmazione rapida qui incluse sono
tutte destinaste all’utilizzo su di sé. Non trovi tecniche di rapport o ipnosi
conversazionale destinate alla comunicazione con le altre persone: la
comunicazione che sviluppi qui è unicamente quella con te stesso.
Prima di cambiare gli altri, è bene cambiare se stessi, e prima di vedere il
cambiamento negli altri, prima è necessario, sempre, diventare noi stessi
quel cambiamento.
PNL per me è, prima di tutto, libertà. E la libertà la si conquista
esattamente e solamente qui, nella nostra testa.

L’autore
L’UNICA MACCHINA RIPROGRAMMABILE

“Il punto è che quando sappiamo come facciamo a fare una cosa,
diventa facilissimo cambiarla. Siamo creature facilmente programmabili,
per quanto l’idea sia sgradita in certe cerchie. Quando iniziai a usare il
termine ‘programmazione’, notai che la cosa dava fastidio a molti. Mi
accusavano di considerare le persone alla stregua di macchine. Mi
dicevano: ‘Simao persone, mica robot!’
In realtà io sostengo proprio il contrario. Siamo l’unica macchina in
grado di programmare se stessa. Siamo ‘meta-programmabili’. Siamo in
grado di installare e azionare programmi automatici, creati
deliberatamente affinché gestiscano compiti noiosi e triviali, lasciando così
la nostra mente libera di fare altre cose più creative e interessanti.
Allo stesso modo, se facciamo automaticamente qualcosa che non
dovremmo fare – mangiare troppo, fumare, avere paura degli ascensori o
del mondo esterno, deprimerci o desiderare la fonda d’altri – abbiamo la
possibilità di programmare noi stessi per cambiare. Ben lungi dall’essere
robotici, questo significa diventare spiriti liberi.”

(Richard Bandler, Il potere dell’inconscio e della PNL)


TRUCCO 1.
COMPRENDERE IL “LINGUAGGIO SEGRETO”
DELLA MENTE

Per programmare al meglio e in modo veloce la propria mente con la PNL


per prima cosa è bene che imparare a conoscere il “linguaggio segreto”
della mente stessa.
PNL significa letteralmente Programmazione Neuro-linguistica. Questa
definizione naturalmente non è casuale: i due fondatori della PNL, Richard
Bandler e John Grinder, sono infatti rispettivamente un informatico e un
linguista e l’acronimo PNL condensa i tre princìpi essenziali del sistema
della Programmazione neuro-linguistica:

1. Il cervello (“neuro”) è programmabile e riprogrammabile


(“programmazione”)
2. Il cervello (“neuro”) conosce e interpreta la realtà sempre attraverso il
linguaggio (“linguistica”)
3. Il cervello (“neuro”) è programmabile (“programmazione”) attraverso
il linguaggio (“linguistica”)

Questo è il cuore di tutto il sistema della PNL: utilizzare i processi di


comunicazione del cervello – più precisamente della mente-cervello – per
modificarli, riprogrammandoli con il linguaggio stesso.
Alla PNL, in altro termini, non interessano i contenuti psichici o i motivi
psichici, ma i processi psichici. Sapere che ho una scarsa autostima perché
mio padre non mi amava non mi serve a nulla per risolvere il problema
della mia scarsa autostima. Questo è ciò che riguarda il contenuto psichico,
o il motivo psichico. Ma quali sono i processi attraverso cui vivo le mie
esperienze (cioè conosco e interpreto il mondo) attraverso la focale della
scarsa autostima? Ecco, tutti questi processi avvengono attraverso il
linguaggio – linguaggio non solo razionale, naturalmente, ma intra-
psichico: immagini, voci, suoni, sensazioni, anticipazioni, richiami emotivi
etc. Per trasformare la mia condizione, per riprogrammare il mio cervello
devo perciò riprogrammare il linguaggio attraverso io comunico a me stesso
la mia esperienza del mondo.
Non esiste una realtà oggettiva, neutra, un “là fuori”: tutta la mia
esperienza è sempre filtrata dalla mia realtà soggettiva, dal mio “qui
dentro”: e il mio “qui dentro” è sempre un linguaggio: uso sempre un
linguaggio per comunicarmi la mia percezione della realtà; la mia
esperienza è sempre una interpretazione. Ecco che allora se intervengo sul
linguaggio con cui mi comunico la mia realtà, se lo modifico per
comunicarmi la realtà che veramente voglio comunicarmi, il gioco è fatto.
Potresti domandarti: così come l’esperienza della realtà è sempre
soggettiva, anche il linguaggio che uso per fare esperienza della realtà
allora non è allo stesso modo soggettivo, cioè cambia da individuo a
individuo? Se ognuno ha un suo proprio linguaggio, come si possono
stabilire dei criteri validi per tutti?
La risposta è stato il risultato del lavoro di Bandler e Grinder, che ha
portato alla nascita della PNL. In realtà tutti utilizziamo lo stesso tipo di
linguaggio, cioè tutti comunichiamo-ci comunichiamo nello stesso modo,
utilizzando cioè le stesse strutture, gli stessi schemi.
Lo straordinario lavoro della PNL è stato – e continua a essere – quello di
sviluppare e affinare sempre di più la comprensione degli schemi linguistici
attraverso cui non soltanto comunichiamo, ma conosciamo, cioè facciamo
esperienza a livello profondo della realtà. Utilizzare la PNL significa perciò
conoscere questi schemi e saperli applicare ai singoli casi e alle singole
situazioni.
È come dover preparare una torta senza essere uno chef: devo seguire
una ricetta. Migliore è la ricetta meglio riuscirà la torta. Una buona ricetta –
con gli ingredienti e con le dosi degli ingredienti esatti, con i tempi di
cottura precisi, con le indicazioni passo passo – mi permette di realizzare
una buona torta, anche se non sono un pasticcere professionista. Allo stesso
modo, la PNL ti offre le ricette per riprogrammare la mente e conoscendole
puoi anche tu riuscire a trasformare in meglio la tua vita, fin dalle prime
esperienze. La qualità del risultato dipenderà naturalmente dalla tua abilità,
e questa richiede tempo: più conosci, approfondisci, e usi gli strumenti della
PNL, più diventerai abile.
Ma già ora che conosci i tre principi della PNL, che sono a fondamento
dell’intero sistema, puoi iniziare a riprogrammare con successo il tuo
cervello, la tua mente e la tua vita.
TRE MALATTIE CHE AFFLIGGONO L’UMANITÀ

“Bloccarsi in uno specifico modo di interpretare e capire il mondo, quale


che sia, è la causa di tre malattie che affliggono l’umanità e a cui mi
piacerebbe porre rimedio. La prima è la serietà, come in ‘terribilmente
serio’. Prendervi troppo sul serio vi acceca e diventa un ostacolo.
La seconda malattia è la certezza, la sicurezza. La certezza è quando la
gente smette di pensare e di accorgersi di ciò che la circonda. Ogni volta
che vi sentite assolutamente certi di qualcosa, potete star sicuri che qualche
elemento vi è sfuggito.
La terza malattia è l’importanza; e credere di essere importanti è la
peggiore di tutti. Non appena qualcosa diventa ‘importante’, ciò significa
che altre cose non lo sono. L’importanza è un ottimo modo per giustificare
la cattiveria o la distruttività, o il fare qualsiasi altra cosa abbastanza
sgradevole da aver bisogno di una giustificazione.”

(Richard Bandler, Usare il cervello per cambiare)


TRUCCO 2.
MOTIVAZIONE ISTANTANEA

Hai mai vissuto dei crolli di motivazione? Ti sei mai sentito privo di
“spinta” nell’iniziare o continuare a fare una cosa?
Se la risposta è sì, sei come la maggior parte di tutti noi.
E non è affatto colpa nostra.
Quando ci è stata mai insegnata la motivazione? A scuola, quanti
insegnanti ci hanno motivato, e quanti demotivato? E a casa, quante volte i
nostri genitori ci hanno dato la carica, e quante volte invece hanno scaricato
le pile della nostra batteria con il loro pessimismo e le loro visioni fosche?
E la nostra società – basta aprire una pagina internet, o accendere la tv – è
più propensa a motivarci o a demotivarci?
La risposta la conosci bene. Tutto, nella nostra esistenza, dal momento in
cui apriamo gli occhi sul mondo, sembra progettato per “tirarci giù”. Non
c’è lavoro, non ci sono prospettive, l’economia va sempre peggio, sono tutti
corrotti, oggi piove, domani pioverà ancora, oggi c’è il sole, domani
pioverà, oggi caldo e si soffoca, domani è freddo e si congela… un
congegno perfetto per la demotivazione di massa.
Eppure, hai tutto il potenziale del mondo per conquistare il tuo benessere,
la tua felicità, relazioni positive, la tua abbondanza e prosperità. Ma se non
sei motivato, resterai sempre semplicemente dove sei, fermo nello stesso
esatto punto, incollato, inchiodato al suolo.
Con questo trucco di PNL puoi motivarti in due minuti.
Il trucco è costituito di tre passi.

Passo 1. Definizione dell’obiettivo


Determina in quale area della tua vita desideri ora essere motivato:
carriera, salute, relazioni…
Poi restringi ancora di più il tuo obiettivo e identifica una specifica
situazione concreta in cui vuoi essere motivato.
Esempi per la carriera: trovare un nuovo lavoro, passare da quadro a
dirigente, aprire un’attività in proprio, aumentare i propri clienti…
Esempi per la salute: dimagrire “X” chili, fare attività fischia
iscrivendoti in palestra o andando a camminare tutti i giorni, mangiare
sano, fare yoga o meditazione…
Esempi per le relazioni: corteggiare una ragazza/un ragazzo, frequentare
nuove persone, uscire con la moglie/marito, comunicare con i propri figli…

Passo 2. Richiamo emotivo


Richiama alla mente un momento della tua vita in cui sei stato
fortemente motivato.
Ripensa a quel momento, riattivalo nella tua mente.
Chiudi gli occhi.
Rievoca le immagini di quel momento in cui sei stato fortemente
motivato. Rivivile con gli occhi della mente.
Rievoca poi quello che hai udito in quel momento. Riascolta i suoni, le
voci, i rumori.
Poi rievoca le sensazioni tattili, gli odori, i profumi.
Infine rievoca le emozioni che hai provato in quel momento in cui sei
stato fortemente motivato.

Passo 3. Programmazione
Trasferisci ora questa esperienza completa sull’obiettivo che ti sei posto.
Pensa al tuo obiettivo di motivazione e coloralo di questa esperienza,
sintonizzalo su questa esperienza, avvolgilo con questa esperienza.
Intensifica poi l’esperienza applicandola a questo obiettivo.
Rendi le immagini più grandi, rendile più luminose, rendi i colori più
intensi.
Rendi i suoni più chiari, più profondi, più squillanti.
Intensifica le sensazioni tattili, olfattive, gustative
Intensifica le emozioni. Avvolgi letteralmente il tuo obiettivo delle
emozioni più intense e gioiose di motivazione

Continua a restare in questo stato mentale fino a quando non senti


scorrere in te la realtà della condizione di motivazione che vuoi avere.
Così in due minuti o poco più, puoi ritrovare ogni volta la motivazione
per ogni tuo obiettivo.
IL SIGNIFICATO DELLA CURIOSITÀ

“Nella nostra mente c’è tanto di più di quello che immaginiamo. Nel
mondo che ci circonda c’è tanto di più rispetto a ciò di cui riusciamo a
essere curiosi. È solo questo crescente senso di curiosità a permetterci di
catturare quell’entusiasmo che rende utile, divertente ed emozionante tanto
il compito più banale quanto quello più affascinante. Senza questa
curiosità, la vita è soltanto uno stare in coda. Ogni cosa che faccio e che
continuo a fare la faccio al fine di imparare, perché sono curioso. È
un’opportunità rara, per tutti noi, un’opportunità senza precedenti. Questo
vale per qualsiasi esperienza della nostra vita. ”

(Richard Bandler, Usare il cervello per cambiare)


TRUCCO 3.
AUTOMODELLAMENTO PROATTIVO

Il linguaggio di cui “tratta” la PNL non è soltanto il linguaggio verbale, anzi


non è principalmente il linguaggio verbale: è soprattutto il linguaggio non
verbale.
Noi infatti non “parliamo” al mondo e a noi stessi soltanto con la voce e
con le parole. Noi “parliamo” anche, e anzi soprattutto, con il nostro
respiro, il tono della nostra voce, gli occhi, il viso, i gesti, i movimenti, la
postura.
Questo trucco sfrutta il portentoso apparato del modellamento nella PNL.
Richard Bandler spiega questa intuizione geniale in un modo
semplicissimo: “Per essere migliori, perché non copiare dai migliori?”.
Copiare dai migliori significa, letteralmente, modellare il nostro
linguaggio intorno al loro linguaggio: riprodurre, replicare tutto il loro
modo di essere – che si rivela al mondo (e anche a loro stessi) sempre e solo
attraverso il linguaggio – e “indossarlo”. Tutto il loro linguaggio significa
sia gli aspetti verbali sia soprattutto soprattutto gli aspetti non verbali, che
includono, come abbiamo detto, respirazione, tono di voce, movimento
degli occhi e del viso, movimenti del corpo, postura.
Il lavoro di Bandler e Grinder sul modellamento è stato così profondo e
significativo che uno dei “modelli di eccellenza” oggetto del loro studio, il
grande ipnoterapeuta Milton Erickson, ha detto: “Leggendo il loro lavoro su
di me ho imparato molto sulle cose che ho fatto senza averne la minima
idea”.
Questo è esattamente il punto: come Milton Erickson, tutti noi attiviamo
processi di comunicazione che per lo più sono inconsci.
Ed ecco dove si posiziona questa tecnica veloce, l’automodellamento
proattivo.
Come funziona?
Si tratta di una variante dello schema classico del modellamento: non
modellerai una eccellenza ma modellerai te stesso.
E come modellerai te stesso?
In tre passi: prima acquisendo la consapevolezza del linguaggio del tuo
corpo quando è in uno stato negativo o autosabotante, poi portando la tua
attenzione sul modello ideale in uno stato proattivo e potenziante, infine
modellando il linguaggio del tuo corpo su quel modello ideale.
Eccoli uno per uno

Passo 1. Consapevolezza del linguaggio del corpo


Qual è il linguaggio del tuo corpo quando hai pensieri negativi? O
quando pensi di non farcela? O quando sei preoccupato, deluso, stanco,
triste, demoralizzato?
Fai una prova, adesso.
Pensa a quando sei stanco e domandati: com’è il tuo respiro? Affannato,
corto? Oppure tendi a prendere grandi respiri o grandi sospiri? Con la bocca
o con il naso?
Qual è la tua postura? Schiena curva in avanti, spalle chiuse in avanti,
Testa china, occhi bassi o chiusi? Oppure testa all’indietro?
Quali sono i tuoi pensieri? Qual è la voce che corre nella tua testa, quali
parole ti dici che ti dicono che sei stanco, che non ce la fai…?
Quali sono le tue parole? Quali i pensieri che esprimi a voce alta?
“Basta”?; “Non ne posso più”?; “Non ce la faccio più”?; “Sono stanco”?;
“Non so quanto ancora resisterò”? O quale altre parole usi?
Quali sono le tue emozioni? Sentile dentro di te.

Passo 2. Richiamo del modello ideale


Richiama ora quello che è già stato e potrebbe essere ancora, proprio in
questo momento, il linguaggio del corpo di te stesso pieno di energia.
Richiamalo a mente oppure segnalo su un foglio.
Pensa a quando sei pieno di energia o all’idea di essere pieno di energia e
domandati: com’è il respiro di chi è pieno di energia? Lento, prima di
pancia e poi di petto, profondo, controllato, solo dalle narici? – Nota: questi
sono solo esempi, suggerimenti, pensa tu al tuo modello ideale di respiro
pieno di energia
Qual è la postura di chi è pieno di energia? Schiena diritta, spalle spinte
all’indietro, testa alta, occhi aperti e svegli? Qual è l’atteggiamento del
corpo pronto all’azione? E qual è l’atteggiamento del corpo di una persona
motivata, vispa e carica?
Quali sono i pensieri di chi è pieno di energia? Qual è la voce che corre
nella sua testa, quali parole si dice chi è pieno di energia che gli dicono che
è entusiasta, è carico, è motivato, è pronto all’azione?
Quali sono le parole di chi è pieno di energia? Quali i pensieri che
esprimerebbe a voce alta? “C’mon!”; “Dai che ce la fai!”; “Vado alla
grande!”; “Sono carico a mille!” O quale altre parole userebbe?
Quali, infine, sono le emozioni di chi è pieno di energia?

Passo 3. Automodellamento
Modella adesso il tuo corpo sull’ideale che hai plasmato di essere pieno
di energia.
Assumi il respiro di chi è pieno di energia: attivalo adesso. Se è lento,
prima di pancia poi di petto, inizia a respirare in modo lento, prima di
pancia poi di petto. Se è solo dalle narici, inizia a respirare soltanto dalle
narici, eccetera.
Assumi poi la postura di chi è pieno di energia. Raddrizza la schiena,
spingi le spalle all’indietro, la testa in alto, gli occhi aperti e svegli…
Assumi poi i pensieri di chi è pieno di energia: pensa adesso quei
pensieri. Di’ a te stesso mentalmente che sei entusiasta, sei carico, sei
motivato, sei pronto all’azione…
Assumi poi le parole di chi è pieno di energia. Esprimi a voce alta i
pensieri di te pieno di energia “C’mon!”; “Dai che ce la fai!”; “Vado alla
grande!”; “Sono carico a mille!” O tutte le altre parole che hai individuato.
Assumi, infine, le emozioni di chi è pieno di energia? Attivale dentro di
te. Sentile, falle tue, vivile, adesso. Sono queste adesso le tue emozioni.

Questo è lo schema dell’automodellamento proattivo. Sforzati e forzati di


modellare te stesso intorno all’ideale proattivo che individui, e sostituisci il
linguaggio del corpo del tuo modello al linguaggio del corpo del tuo stato di
partenza autosabotante, passivo o negativo.
E senti come subito, istantaneamente, trasformi realmente te stesso in ciò
che hai modellato!
ABBIAMO BISOGNO DI GUARDARE DENTRO DI NOI

“Viviamo in un mondo di cambiamenti senza precedenti; un mondo


complesso e imprevedibile. Più cose scopriamo, più ce ne sono da scoprire.
Ogni domanda rivela, immancabilmente, altre domande.
Abbiamo bisogno di abilità e atteggiamenti che ci aiutino a dare un
senso al caos attorno a noi. Abbiamo bisogno di trovare dentro di noi la
certezza, rispetto a ciò che vogliamo e a ciò in cui crediamo, quando tutto
ciò che ci circonda sembra metterci in discussione. Abbiamo bisogno di
prenderci cura di noi stessi.
Abbiamo bisogno di sapere come risollevarci il morale quando ci
sentiamo giù, imparare dalle incertezze e dalle delusioni, di saper pendere
una direzione e di essere pronti a perdere tutto.
Abbiamo bisogno di imparare a muoverci più rapidamente di quanto non
abbiamo mai fatto e, allo stesso tempo, di imparare a rimanere immobili e
assaporare la ricchezza di ogni momento. Abbiamo bisogno di sapere come
comunicare con persone di culture anche molto diverse e, più di ogni altra
cosa, con noi stessi. Abbiamo bisogno di capire come gli altri percepiscono
le cose, anche se sono estremamente diversi da noi, e di imparare ad
ascoltare la saggezza del nostro corpo.
Abbiamo bisogno di saper ridere, lasciar andare, apprendere, crescere,
amare, piangere e voltare pagina. Abbiamo bisogno di umiltà, di grazia e
della forza di tollerare le incoerenze, nostre e altrui.
Abbiamo bisogno di perdonare e di dimenticare, per poter essere chi
siamo veramente e permettere agli altri di fare altrettanto. Abbiamo
bisogno di apprendere come mai prima abbiamo fatto.
Come fare?
Guardando dentro di noi.
Abbiamo bisogno di guardare dentro di noi per trovare le risorse che ci
rendono unici. Solo così riusciremo a sviluppare la nostra personale
formula per il successo. Abbiamo bisogno di rimanere immobili, per
scoprire cos’è importante e cosa non lo è, nel perseguire le nostre
aspirazioni.
Abbiamo bisogno di sapere come fare a imparare da qualsiasi situazione
ci veda coinvolti, da ciascuna delle persone che incontriamo e da ogni
nostra intuizione.”

(Sue Knight, PNL al lavoro)


TRUCCO 4.
RISOLUZIONE DELLA PAURA ANTICIPATORIA

Ecco un’altra tecnica veloce che ti permette di neutralizzare e risolvere uno


dei meccanismi in genere più autosabotanti – e spesso perfino invalidanti: la
paura anticipatoria.
Indicativamente, l’inconscio è impressionabile in due modi: in modo
“traumatico” e in modo “rassicurante”. Il modo “rassicurante” è quello che
utilizziamo in PNL: attiviamo i processi di comunicazione interna e li
utilizziamo per attuare schemi di riprogrammazione neuro-linguistica. Il
modo “traumatico”, purtroppo, è quello di cui tutti abbiamo maggiore
esperienza: grandi e piccoli traumi psicologici ma anche fisici, che abbiamo
subito nell’infanzia, nell’adolescenza o da adulti (o anche, perfino, a livello
ancora più profondo, traumi impressi nell’inconscio familiare, sociale,
collettivo), restano inesorabilmente impressi nel subconscio. E innescano la
paura anticipatoria che ogni volta, in ogni situazione di potenziale pericolo,
attiva in noi, a livello mentale, i processi di resistenza, di freno, di paura
prima che l’evento possa accadere. Questo meccanismo sabotante a sua
volta ne genera un altro: le profezie autoavveranti. Attivando, anticipando
già a livello mentale il risultato di cui ho paura, non farò altro che creare,
che far avverare la mia profezia autosabotante.
Questa tecnica veloce ti permette, ogni volta che si affaccia nella tua
mente la paura anticipatoria, di neutralizzarla. La tecnica sfrutta il
meccanismo della doppia dissociazione e si esegue in questo modo.

1. Prima dissociazione
Quando la paura anticipatoria compare, immagina di proiettarla davanti a
te, sullo schermo di un cinema. Sei seduto in poltrona e guardi la tua paura
anticipatoria proiettata sullo schermo. Guardi l’intera sequenza di
svolgimento della tua paura anticipatoria, con te protagonista, in modo
dissociato, come se non ti riguardasse, come se non ti appartenesse.
Resta a guardarla scorrere sullo schermo poi rendi lo schermo con dentro
la tua paura anticipatoria sempre più piccolo.
Rimpicciolisci sempre di più lo schermo e allontanalo sempre di più da
te.
Lo schermo diventa sempre più piccolo e si allontana sempre di più.
Come lo schermo, anche la tua paura anticipatoria diventa sempre più
piccola e si allontana sempre di più.
Fino a scomparire.

2. Seconda dissociazione
Quando lo schermo è scomparso attiva la seconda dissociazione:
immagina di stare guardando te stesso che guardi lo schermo dove è
proiettata la paura anticipatoria.
Sei nella cabina di proiezione e puoi vedere in fondo alla sala il te stesso
di spalle, seduto in sala, che guarda lo schermo cinematografico.
Guardi te stesso guardare l’intera sequenza di svolgimento della tua
paura anticipatoria, con te protagonista, in modo ancora più dissociato, due
volte più dissociato, come se fosse qualcosa di lontanissimo da te, qualcosa
che neppure in minima parte ti riguarda.
Resta a guardare te stesso che guardi le immagini scorrere sullo schermo
poi rendi la platea con te seduto e lo schermo con dentro la tua paura
anticipatoria sempre più piccoli.
Sia la platea con te seduto sia lo schermo con le immagini diventano
sempre più piccoli
Rimpicciolisci sempre di più la platea con te seduto e lo schermo e
allontanali sempre di più da te.
La platea con te seduto e lo schermo diventano sempre più piccoli e si
allontanano sempre di più.
E ancora di più, la tua paura anticipatoria diventa sempre più piccola e si
allontana sempre di più.
Fino a scomparire del tutto.

Nota importante: non è sufficiente una sola esecuzione per neutralizzare


per sempre la paura anticipatoria. Questa tecnica veloce va ripetuta ogni
volta che si affaccia la paura anticipatoria: l’azione di neutralizzazione e
risoluzione avviene su ogni specifico episodio. La ripetizione favorisce però
la riprogrammazione subconscia in modo sempre più stabile e definitivo:
più perciò applichi questa tecnica più la riprogrammazione diventa stabile e
duratura.
LE CATTIVE CONVINZIONI

“La prima cosa che le persone hanno necessità di superare sono le


cattive convinzioni. Sin dalla nascita ci è stato ‘spiegato’ come funziona il
mondo e abbiamo appreso molte cose su noi stessi, su chi siamo e su ciò
che dovremmo o non dovremmo fare.
È importante avere convinzioni utili per il nostro miglior benessere, per
la nostra migliore vita. Per questo è ancora più fondamentale apprendere a
superare le convinzioni inappropriate, quelle che si stanno rivelando non
utili o addirittura dannose, così da poter cominciare a credere nelle cose
giuste e a sviluppare nuovi modi di pensare al mondo e al proprio futuro.”

(Richard Bandler, Vivi la vita che desideri con la PNL)


TRUCCO 5.
DENOMINALIZZAZIONE

Le nominalizzazioni sono per me il modello linguistico più pervicace e


resistente; nella letteratura della PNL vengono chiamate anche “forme
speciali o particolari di presupposizioni”. Le nominalizzazioni hanno una
forza maggiore rispetto agli altri modelli linguistici che utilizziamo (con noi
stessi e con gli altri) perché sono come dei pilastri piantati nel nostro
subconscio. Con le nominalizzazioni i nostri modelli linguistici diventano
delle vere e proprie visioni del mondo, schemi esatti di comportamento.
Le nominalizzazioni trasformano ciò che è un processo in un oggetto.
Con le nominalizzazioni tutto diventa oggetto. Il passaggio dal processo
(verbo) a oggetto (nome) segna questa trasformazione.
La nominalizzazione trasforma il processo in continuo cambiamento che
è la vita di ognuno di noi (interiore ed esteriore), in un oggetto immutabile,
diventa una gabbia che ci imprigiona soprattutto in riferimento
all’immagine di sé e alle proprie convinzioni.
Un esempio: “Sono infelice”, che è già una generalizzazione, diventa con
la nominalizzazione “Sono un infelice”: cioè sono destinato a essere per
sempre infelice. Sono infelice per natura, per destino.
“Faccio fatica a digerire” è un’altra generalizzazione; “il mio stomaco è
un disastro” è la corrispondente nominalizzazione e presuppone il fatto, a
livello inconscio, che il mio stomaco non digerirà mai.
La generalizzazione “Non riesco mai a dimagrire” diventa “Sono un
ciccione e resterò sempre grasso”; la distorsione “Mi guarda strano, ce
l’avrà con me” diventa la generalizzazione “Tutti ce l’hanno con me” che a
sua volta diventa la nominalizzazione “Sono uno antipatico”.
Essere un è uno degli indicatori della nominalizzazione: “Sono un
fallito”, “Sono una frana nel tennis”, “Sono un incapace”, ma anche,
ingigantendo la propria immagine di sé: “Sono un genio”, “Sono un
fenomeno” è così via.
In tutti questi esempi hai potuto osservare l’azione della
nominalizzazione: la trasformazione di un processo (“ho fallito in questo”)
in un oggetto (“sono un fallito”): la nominalizzazione imprigiona il
processo, è come un punto alla fine di una frase, è come dire “punto è
basta”, blocca qualsiasi possibilità, qualsiasi flusso, qualsiasi speranza.
Questo modello è il più letale e il più essenziale da sradicare, per questo ti
invito a esercitarti a scovare le tue nominalizzazioni e poi a trasformare di
nuovo i nomi in verbi, gli oggetti in processi. Questo è il trucco della
denominalizzazione: puoi agire anche sugli altri, scovando le loro
nominalizzazioni e destrutturandole, de-nominalizzandole. Ma inizia da te
stesso: scopri quali sono le tue nominalizzazioni più invasive e sabotanti e
de-nominalizzale, e ricollocale nella giusta posizione e re-incorniciale nella
giusta cornice: la cornice relativa, non assoluta. Ti accorgerai che questo
lavoro su di te cambierà la qualità della tua vita e ti farà fare un salto in
avanti che mai ti saresti aspettato.
Come de-nominalizzare le tue nominalizzazioni?
Utilizzando quello che in PNL è chiamato Meta-modello. Si tratta di
porti le domande che vadano a smontare il modello linguistico andando
“oltre” esso, “sopra” esso, “dietro” esso. Si tratta di porre a te stesso le
domande che ti permettono di riconoscere il meccanismo della
nominalizzazione, e bypassarlo.
Di seguito alcuni esempi.

Esempio 1
Nominalizzazione: “Sono uno ansioso”
Denominalizzazione:“Cosa mi rende ansioso? Quando sono ansioso?
Quali sono i contesti, i momenti e le persone che mi rendono ansioso?” La
denominalizzazione è la trasformazione dell’oggetto (sono ansioso) in
processo (cosa ti rende ansioso).

Esempio 2
Nominalizzazione: “Quando parlo tutti mi guardano in modo critico”
Denominalizzazione: “Davvero tutte le volte che parlo le persone mi
guardano in modo critico? Chi mi guarda in modo critico? Quando mi
guardano in modo critico? Perché sono convinto che quella/quell’altra
persona mi guarda in modo critico? Quali sono i segnali che mi dicono che
qualcuno mi sta guardano in modo critico? E perché ritengo quei segnali
indicazione di qualcuno che mi guarda in modo critico?”

Se riesci ad hackerare le nominalizzazioni autosabotanti in te stesso, che


sono sedimentate nella parte più profonda di te, fino a diventare il tuo
carattere e la tua realtà, hai una carta vincente per conoscere te stesso e per
utilizzare questi strumenti con tutti gli altri.
L’azione da fare è molto semplice, si tratta di compiere innanzitutto
un’autoanalisi per scoprire quali sono le tue nominalizzazioni. Ti invito a
dedicare a questa autoscoperta e ricognizione iniziale almeno una
settimana.
Per prima cosa tieni un foglio di appunti per elencare le tue
nominalizzazioni, a cominciare da quelle che reputi più rilevanti e croniche.
Cerca di stare attento al riconoscimento di ogni tuo schema, anche di quelli
più nascosti.
Una volta stilato l’elenco di nominalizzazioni, esercitati con le domande
di denominalizzazione su te stesso. Per rompere gli schemi delle tue
nominalizzazioni.
NEUTRALIZZARE I CATTIVI PENSIERI

“Ogni giorno siamo bombardati da migliaia e migliaia di opzioni.


Dobbiamo prendere molte decisioni, piccole e grandi. Alcune di queste non
faranno una grande differenza, mentre altre trasformeranno completamente
la nostra vita.
Gestire le decisioni inappropriate è essenziale per continuare a vivere.
Per poter migliorare il futuro, devi assicurarti di fare scelte sempre
migliori. Un fattore essenziale per prendere decisioni adeguate è lo stato
dei tuoi pensieri.
Neutralizzare i pensieri negativi è una fase essenziale del processo
decisionale. I cattivi pensieri generano sensazioni spiacevoli, e le
sensazioni spiacevoli portano a prendere decisioni sbagliate.
Il primo trucco per prendere decisioni adeguate è imparare a far
manifestare uno stato positivo quando ce n’è bisogno, e sviluppare l’abilità
di superare gli stati d’animo negativi.
Per neutralizzare i cattivi pensieri e gli stati d’animo negativi dovrai
intervenire sui tuoi processi mentali. Se, entrando dentro di te, diventi
consapevole di ciò che fai quando sei di cattivo umore, allora puoi
cambiare il tuo stato d’animo e sentirti molto meglio.”

(Richard Bandler, Vivi la vita che desideri con la PNL)


TRUCCO 6.
SWISH PATTERN ISTANTANEO

Lo Swish Pattern (detto anche “Scozzata”) è una delle tecniche base della
PNL. Tra le definizioni di Richard Bandler dello Swish Pattern una colpisce
in particolare: “La cosa importante da capire riguardo allo schema dello
Swish Pattern”, dice Bandler, “è che esso indirizza la persona in una
direzione generativa ed evolutiva”. Prosegue poi con un’altra osservazione
molto importante: “Quando mi è capitato di effettuare una verifica più a
lungo termine con clienti con i quali avevo lavorato con la tecnica dello
Swish Pattern, di solito questi mi hanno riferito che il cambiamento da me
indotto era divenuto la base di molti altri cambiamenti dei quali erano
soddisfatti. Lo schema dello Swish Pattern non spiega alle persone come
deve comportarsi, ma piuttosto le mantiene nella direzione che le conduce
ad andare verso ciò che vogliono diventare”. E conclude, intensamente:
“Per me, stabilire questa direzione è la parte principale del significato
profondo del cambiamento”.
L’ultima parola rivela l’obiettivo supremo di tutta la PNL: il
cambiamento. La PNL agisce sui processi per trasformare,
riprogrammandola, la nostra vita, per cambiarla in meglio. Le tecniche
della PNL, in particolare lo Swish Pattern, Bandler, costituiscono perciò un
impulso al cambiamento. Ristrutturano e riprogrammano la nostra mente
sintonizzandola su nuove frequenze. Il cambiamento è un impulso
generativo ed evolutivo, cioè che genera il cambiamento e che fa nascere un
nuovo noi stessi dall’impulso che genera. Lo genera su un nuovo livello
dell’esistenza, un livello più evoluto. Il cambiamento è perciò sia una ri-
generazione che una evoluzione.
La descrizione dello Swish Pattern di Richard Bandler implica un altro
concetto centrale: l’indirizzamento. Lo Swish Pattern, dice Bandler,
“indirizza la persona”. Questo è un punto fondamentale, perché si riferisce
direttamente ai processi inconsci. Bandler sta dicendo che la ripetizione
dello Swish Pattern attiva le risorse più profonde della mente, le risorse
inconsce, cioè le risorse automatiche, i programmi automatici, al re-
indirizzamento nella nuova direzione.
Cosa significa questo? Significa che non soltanto con lo Swish Pattern
attiviamo nell’immaginazione la trasformazione ma che attraverso la
riprogrammazione dello Swish Pattern noi automaticamente,
inconsciamente, senza accorgercene, ogni giorno seguiremo la direzione
verso cui esso ci indirizza.
Per questo Bandler si premura di sottolineare che lo Swish Pattern
mantiene le persone “nella direzione che le conduce ad andare verso ciò che
vogliono diventare”: questo significa che una volta che abbiamo “settato” la
nostra mente inconscia con i codici dello Swish Pattern, non soltanto
durante l’esecuzione dello Swish Pattern noi attiviamo le risorse inconsce
per andare nella direzione che programmiamo con la mente, ma anche dopo
l’esecuzione dello Swish Pattern e sopratutto ogni giorno il nostro
subconscio resta programmato per raggiungere la meta che ci siamo posti e
attiverà continuamente e costantemente le risorse inconsce per realizzare il
nostro obiettivo.
Lo Swish Pattern è come lo scalatore che apre la via all’arrampicata:
pianta i chiodi e assicura la corda. A quel punto non ci resterà che seguire la
via già tracciata. Lo Swish Pattern pianta un palo nel punto di arrivo e ci
assicura una corda di collegamento alla nostra cintura. Ogni nostra azione ci
porterà verso quella direzione, verso quel risultato.
Questa è la potenza dello Swish Pattern secondo il suo creatore
originario, Richard Bandler.
Lo schema-base dello Swish Pattern è il seguente: si visualizza
l’immagine della condizione sabotante, limitante o non desiderata e la si
sostituisce, sempre più rapidamente, con l’immagine della condizione
potenziante e desiderata.
Le applicazioni di questo schema sono molteplice, quella che ti propongo
qui è una variante che ti permette di eseguire lo Swish Pattern molto
velocemente.
Ecco come procedere

Passo 1. Attivazione dell’immagine della condizione non desiderata


Identifica la condizione non desiderata, di qualunque natura o entità si
tratti: l’immagine fisica che hai di te stesso, mancanza di autostima,
timidezza, ma anche incapacità di apprendere, eccesso di rabbia, difficoltà
nello studio, gelosia, incapacità di risolvere una situazione, o ancora più
circoscritta – cioè specifici problemi che vuoi risolvere.
Chiudi gli occhi e proietta davanti a te quella condizione. Proiettala
velocemente, senza entrare nei dettagli. Non importa quanto la visualizzi, se
non ti sembra di visualizzare niente, pensa semplicemente a quella
condizione e pensa a quella condizione come se riempisse tutto lo schermo
o il campo visivo di fronte a te.

Passo 2. Sostituzione con l’immagine della condizione desiderata


Immagina che al centro dell’immagine della condizione non desiderata
appaia un puntino. Questo punto si allarga sempre di più, sempre di più.
Diventa un cerchio sempre più grande che si sovrappone all’immagine
precedente. Dentro quel cerchio che si allarga sempre più c’è l’immagine
della tua condizione desiderata. Come prima, non importa quanto la
visualizzi, se non ti sembra di visualizzare niente, pensa semplicemente alla
condizione che desideri dentro quel cerchio che si allarga, si allarga, si
allarga sempre di più sostituendosi all’immagine precedente, fino a quando
non la “mangia” completamente e lo schermo o campo visivo di fronte è
riempito unicamente della condizione desiderata.

Passo 3. Sostituzione veloce


Ritorna alla vecchia immagine non desiderata che riempie lo schermo.
Con lo stesso procedimento di prima, sostituiscila nuovamente con
l’immagine del nuovo schema. Fallo più velocemente.
Ripeti la sostituzione per altre cinque volte, sempre più velocemente.
Ripetila altre cinque volte, in modo che la sostituzione sia istantanea.
Accompagna la sostituzione istantanea con il suono mentale dello Swish!
Sostituzione istantanea: Swish!
Sostituzione istantanea: Swish!
Sostituzione istantanea: Swish!
Sostituzione istantanea: Swish!
Sostituzione istantanea: Swish!
Infine apri gli occhi.
Questo è lo schema dello Swish Pattern istantaneo. Con un po’ di
allenamento, potrai passare direttamente al passo 3, la sostituzione veloce.
È importante che tu acquisisca l’abitudine di stare centrato sulla
condizione desiderata, richiamandola istantaneamente quando senti di star
“precipitando” nuovamente nella tua vecchia immagine.
Quando ciò accade, non ripetere tutto il processo. Semplicemente a occhi
chiusi o aperti rievoca mentalmente la vecchia immagine e sostituiscila
immediatamente con la nuova immagine, pensando (o anche ripetendo ad
alta voce!) il suono Swish!. Ripeti lo Swish istantaneo per almeno dieci
volte, o anche di più, se ti serve, fino a quando “l’attacco” non è passato.
IMPARARE A NON AVERE PAURA

“Le vostre paure, i vostri dubbi, le vostre confusioni, abitudini e


compulsioni, sono tutti prodotti secondari del vostro modo di pensare. E
questo modo di pensare influenza le vostre emozioni, i vostri comportamenti
e, in ultima analisi, la vostra vita.
Se avete delle paure, non sono certo gli spazi angusti, i ragni o gli
estranei a spaventarvi: è il modo in cui avete imparato a rapportarvi e a
reagire alla presenza di questi stimoli esterni. I bambini nascono con due
sole paure: la paura di cadere e la paura dei forti rumori improvvisi.
Qualsiasi altra paura o fobia umana non è innata, ma appresa. Questo
implica il fatto che se avete imparato ad avere paura, potete imparare
anche a non averne. Se avete imparato a fare una cosa in un modo, potete
imparare anche a farla in maniere completamente diverse e migliori.”

(Richard Bandler, Il potere dell’inconscio e della PNL)


TRUCCO 7.
TECNICA DELL’INVERSIONE

Questa tecnica di programmazione rapida sfrutta un elemento in più oltre


allo schema del linguaggio non verbale: il movimento.
Ogni esperienza che viviamo si attua attraverso uno schema: lo schema è
il linguaggio attraverso cui processiamo la nostra esperienza.
Abbiamo già analizzato questo aspetto quando abbiamo trattato la tecnica
dell’automodellamento proattivo. Ogni nostra esperienza e/o credenza e/o
atteggiamento verso il mondo si processa attraverso uno schema. Uno
schema di respirazione, uno schema gestuale e posturale, uno schema di
pensiero, uno schema di verbalizzazione, eccetera.
Nella maggior parte dei casi c’è anche uno schema di movimento. La
tecnica dell’inversione ti permette di risolvere rapidamente il problema
invertendo lo schema di movimento attraverso cui si manifesta il problema
stesso.
Un esempio per chiarire come funziona la tecnica dell’inversione.
Hai la nausea.
Come si manifesta la nausea?
Cioè cosa accade prima che ti venga la nausea?
Nei secondi o nei minuti prima?
Puoi identificare un movimento, una direzione? Nella tua percezione,
intendo dire? Per esempio la stanza può iniziare a girare o a oscillare in una
direzione o in un’altra; magari va su e giù. Oppure hai il senso di perdere
l’equilibrio: in quale direzione tendi a cadere, in avanti o indietro? Oppure
verso destra o verso sinistra?
Si tratta di domande che non ci rivolgiamo molto spesso. Quando appare
un sintomo di qualsiasi tipo, appare e basta. “Abbiamo” questo sintomo,
non pensiamo che questo sintomo si stia manifestando attraverso uno
specifico schema di movimento.
Richiamare perciò il processo di manifestazione del sintomo non è
istantaneo. E non è neppure semplice. Si tratta infatti di esplorare le
sensazioni che si provano più che di analizzare un evento sintomatico: il
senso di “giramento della stanza” appartiene alla nostra percezione più che
a un evento reale. In PNL questa fase è chiamata esplorazione della
submodalità kinestesica: stiamo esplorando il modo in cui facciamo
esperienza sensoriale del processo di manifestazione del sintomo attraverso
il canale kinestesico, cioè delle sensazioni tattili, gustative, olfattive e di
movimento.
Una volta che hai individuato il movimento della manifestazione del
sintomo (tipo di movimento, intensità, direzione), non devi fare altro che
invertirlo. Se la sensazione di “giramento della stanza” è in senso orario, la
devi fare girare nell’altro senso, in senso antiorario; se è veloce la devi fare
girare lentamente, se lenta velocemente; se si sposta verso destra spostala
verso sinistra, e così via.
Inverti il movimento della manifestazione della condizione negativa o
non desiderata, e mantieni l’inversione fino alla cessazione della
condizione negativa o non desiderata.
Ti riepilogo il processo di questa formidabile, magica tecnica.

Prima fase. Esplorazione della submodalità kinestesica


Individua lo schema di movimento in cui si manifesta la condizione
negativa o non desiderata esplorando le sensazioni di movimento che provi
nei secondi o nei minuti prima del momento in cui essa compare. Esplora la
direzione del movimento (avanti/indietro, orario/antiorario, su/giù,
destra/sinistra…) e le altre modalità del movimento (lento/veloce,
lineare/ondulato, costante/sussultorio…)

Seconda fase. Attivazione dell’inversione


Inverti il movimento della manifestazione della condizione negativa o
non desiderata: inverti la direzione del movimento (se il movimento è in
avanti fallo andare all’indietro e viceversa, se è orario fallo andare
antiorario e viceversa, se va in su fallo andare in giù e viceversa, se va a
destra fallo andare a sinistra e viceversa…) e le altre modalità del
movimento (se è lento fallo andare veloce e viceversa, se è lineare rendilo
ondulato e viceversa, se è costante rendilo sussultorio e viceversa…)
Terza fase. Mantenimento dell’inversione
Mantieni l’inversione del movimento fino alla cessazione della
condizione negativa o non desiderata.

Prova a utilizzare questa tecnica anche quando sei in uno stato alterato di
coscienza: quando scivoli nel sonno, per esempio, o quando sei alticcio o
ubriaco. Esplorare le submodalità kinestesiche poi inverti il processo e
mantienilo invertito fino a quando, magicamente… il sintomo svanirà. Ti
accorgerai che è veramente così: ti sentirai sveglio e sobrio!
IMPARARE A NON AVERE PAURA

“Le vostre paure, i vostri dubbi, le vostre confusioni, abitudini e


compulsioni, sono tutti prodotti secondari del vostro modo di pensare. E
questo modo di pensare influenza le vostre emozioni, i vostri comportamenti
e, in ultima analisi, la vostra vita.
Se avete delle paure, non sono certo gli spazi angusti, i ragni o gli
estranei a spaventarvi: è il modo in cui avete imparato a rapportarvi e a
reagire alla presenza di questi stimoli esterni. I bambini nascono con due
sole paure: la paura di cadere e la paura dei forti rumori improvvisi.
Qualsiasi altra paura o fobia umana non è innata, ma appresa. Questo
implica il fatto che se avete imparato ad avere paura, potete imparare
anche a non averne. Se avete imparato a fare una cosa in un modo, potete
imparare anche a farla in maniere completamente diverse e migliori.”

(Richard Bandler, Il potere dell’inconscio e della PNL)


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