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10 maggio 2022 - 13:46 > Versione online

Studenti da Kiev all'Uniurb, prima


lezione d’italiano per gli universitari
ucraini

Notizie da Urbino, Fermignano e il Montefeltro / Testata dell'Istituto per la Formazione al


Giornalismo
DI EMILIA LEBAN
URBINO – Tra i banchi del Centro linguistico d’ateneo (Cla) oggi sono seduti quattordici
studenti ucraini, in attesa di cominciare la loro prima lezione di italiano. È il primo corso
in assoluto da quando sono iscritti alla facoltà di Geologia dell'Università di Urbino
che, in collaborazione con le istituzioni locali, ha assegnato 17 borse di studio per
altrettanti studenti dell’Università di Kiev. È incluso vitto, alloggio e corso d’italiano
gratuito. “Ci è sembrato doveroso offrire questo corso – spiega al DucatoEnrica Rossi,
direttrice del Cla – È stata la nostra priorità da quando sono arrivati questi ragazzi. Oggi
sono 14, ma nei prossimi giorni dovrebbero arrivare anche gli altri tre studenti.”.
Appena entrati in classe, i ragazzi sembrano un po’ spaesati, ma subito “gli si illuminano
gli occhi” – come fa notare la direttrice – quando la professoressa di lingua russa li
accoglie parlando nella lingua che conoscono fin da piccoli. “Siamo arrivati qui due
settimane fa – raccontano al Ducato Cristina e Dana, due ragazze di 19 anni, iscritte al
primo anno di Geologia. Parlano in inglese, e quando non ricordano le parole si aiutano
aggiungendo qualche frase in russo. “Abbiamo percorso la tratta Kiev-Rimini con
l’autobus, poi abbiamo preso il treno per Pesaro e da lì di nuovo il pullman fino a
Urbino”.
“Kharkiv è distrutta. Non ho più una casa”
Seduta in prima fila c’è la coinquilina di Cristina e Dana, Stanislava, che ha 18 anni e
vive insieme a loro in una delle abitazioni del centro storico messe a disposizione dalla
Caritas diocesana. Stanislava viene da Kharkiv: “La mia famiglia è al sicuro, per fortuna.
Ma la mia città è stata distrutta, non so che fine abbia fatto la mia casa”, dice con gli
occhi lucidi. “Mio padre è un volontario della resistenza – aggiunge, cercando sul
traduttore le giuste parole – Lo sento spesso ma non mi può rivelare la posizione esatta
di dove si trova”.

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Una fila dietro è seduto Dmytro, 18 anni, anche lui studente del primo anno di
Geologia. È “il più loquace” della classe a detta dei suoi compagni, e in effetti è il primo a
farsi avanti: “Al momento vivo ai collegi, dove ho una stanza solo per me – dice – Mi
piace stare lì, si è creata una bella comunità di studenti internazionali”. La nostalgia della
propria città però si fa sentire: “È triste essere lontani da casa, ma in questa situazione
non potevamo fare diversamente. Mio padre è rimasto a Kiev. Lo sento tutti i giorni e
ogni volta mi dice sempre che va tutto bene. Ovviamente io so che non è vero, lo dice
solo per non farmi preoccupare”.

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