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IN
GOVERNANCE,MANAGEMENT,E-GOVERNEMENT DELLE PUBBLICHE
AMMINISTRAZIONI
TESI
1
INDICE
INTRODUZIONE pag.4
1.5)PRODUZIONE,VALIDAZIONE,ASSEGNAZIONE E DISTRIBUZIONE
EMOCOMPONENTI pag.17
1.6)TRASPORTO DELLE U. DI SANGUE pag.18
1.7)DIAGNOSTICADILABORATORI pag.18
1.8)MEDICINATRASFUSIONALE pag.19
1.9)CERTIFICAZIONI pag.20
1.10)SEGNALAZIONI pag.20
INTERNI pag.22
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2.3)LA MOTIVAZIONE DELLE PERSONE E IL COMPORTAMENTO
ORGANIZZATIVO pag.41
CONCLUSIONE pag.76
BIBLIOGRAFIA pag.79
3
INTRODUZIONE
Le esperienze vissute mi hanno permesso di comprendere come, in
contesti organizzativi dotati di una certa complessità, si creino
dinamiche che variano a seconda del modo di approcciarsi ai gruppi di
persone con le quali si collabora. Inoltre, differenti approcci al lavoro,
così come le tradizioni o le consuetudini radicate in contesti
organizzativi differenti , possono generare problemi, che se non
vengono compresi possono determinare una riduzione della
motivazione , integrazione e lavoro di gruppo, traducendosi in una
performance al di sotto delle aspettative.
Inoltre nel corso delle mia suddette esperienze prima umana e poi
professionale e nonché di tutte le mie esperienze di vita dalle più
traumatiche a quelle maggiormente costruttive, ho maturato
attraverso un processo di trasformazione psicologica , a comprendere
e ad ascoltare meglio a prendere visione in un contesto lavorativo
dove la meritocrazia non viene premiata , ma tende ad isolare , dove
le alleanze tra colleghi si creano formando gruppo e sottogruppo
cercando di isolare colui che tende a creare un ambiente positivo e
armonioso cercando di creare un senso di appartenenza tra i colleghi
identificandoli come squadra per poter farli crescere
professionalmente e personalmente e dando un imput di crescita
anche a livello aziendale creando i presupposti di un benessere
stimolando i vari professionisti validi a non essere messi in
condizione di trasferirsi in altre realta’ lavorative .
Questo dovrebbe farci riflettere sulle esigenze da parte anche dei
giovani neolaureati di trasferirsi in quando a conoscenza di queste
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corretti ed etici tendono ad allontanarsi anche dalla famiglia pur di
trovare un ambiente lavorativo sano ed idoneo .
E’ in questa realtà che sono stato cresciuto nella mentalità che l’unione
fa la forza , ma soprattutto che ognuno ha un preciso compito da
svolgere e che il risultato può essere raggiunto solo con le forze di
tutti i componenti. Fondamentale nel comprendere tali dinamiche è
stato l’insegnamento della cultura famigliare e in modo particolare di
mio padre : con regole, valori etici e comportamenti che mi hanno
permesso di portare avanti, esperienza dopo esperienza, un bagaglio
culturale, che adattandosi e modificandosi ad ogni contesto, mi
potesse servire come base.
CAPITOLO PRIMO
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SERVIZIO DI TRASFUSIONALE ASP COSENZA
P.O. DI CASTROVILLARI
ORGANIGRAMMA SCHEMATICO
RESPONSABILE
medico n. 1
DIRIGENTE
MEDICO n. 2
TECNICO DI LABORATORIO
INFERMIERE
BIOMEDICO n. 3
NR. 2
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SALA DI ATTESA
DONATORI
SALA
DONAZIONE
SALA VISITE
DONATORI
SALA ACCETTAZIONE
DONATORI
SALA RISTORO
DONATORI
SEGRETERIA
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Ambulatorio
Trasfusionale
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1.1) IL SERVIZIO TRASFUSIONALE DI CASTROVILLARI ASP DI
COSENZA
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informatica e attualmente organizzazione telematica ecc. quindi occorre
centrare tutta l’attenzione sul paziente come persona.
Per considerare i pazienti come persone e non come numeri occorre tra l’altro
lavorare il più possibile in “tempo reale”, quindi attivando sistemi di qualità
sofisticati, in linea con analizzatori e collegando in rete conoscenza via
computer di informazioni sul paziente che ripristina una maggiore
personalizzazione nell’ esecuzione diagnostica .
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intensa ed importante produzione legislativa nazionale e comunitaria in
materia di attività trasfusionali, e attività ad esse associate, mai registrata fino
ad oggi. Lo scenario normativo che si è configurato risulta pertanto molto
complesso in termini di relazioni fra normative europee e normative nazionali,
in particolare per la necessità di armonizzare gli atti di recepimento delle
direttive europee con le disposizioni legislative nazionali esistenti.
EMOCOMPONENTI .
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Inoltre ogni informazione riguardo alle Unità Trasfusionali presenti nelle diverse
Emoteche è rappresentata nel Sistema Informativo Trasfusionale del
Dipartimento di Medicina Trasfusionale Interaziendale Area Nord Calabria
(DIAN),con il sistema informativo EMODATA ( prodotto e supportato
dall’Azienda Informatica TESI secondo la normativa internazionale con
accreditamento ISO 9001 del 20008 e ISO 13485 del 2012 monitorando h.24 e
tenendo sottocontrollo i processi di analisi dando qualità e assistenza
informatica e assicurando la tracciabilita’ su eventuali incidenti operativi .
Il programma dell’EMODATA si basa su un tipo di applicazione client-server, ciò
permette ad ogni computer “client” presente nei SIT del Dipartimento e in
qualunque Punto di Raccolta (PdR) del DIAN di consultare la situazione
complessiva e specifica di ogni singola emoteca, e rappresenta la forza della
centralizzazione, permettendo una gestione assolutamente trasparente e
condivisa della scorta di emocomponenti.
L'OL distribuisce quotidianamente, sulla base delle richieste provenienti dai SIT
del DIAN, attraverso l’invio via FAX del MOD.90 ”Distribuzione quotidiana
emocomponenti” entro le ore 12,00 di ogni giorno. Riguardo al SIMT di
Cosenza, il Medico presente nel laboratorio di assegnazione consegna al
Dirigente presente nella postazione dell’OL, il modulo suddetto. A garanzia di
eventuali picchi di richiesta per emergenze trasfusionali conserva, quando
possibile, una minima scorta concordata. L'OL si attiva per mantenere il valore
concordato per le emoteche dei ST interfacciandosi con il CRS sia per le
eccedenze che per le carenze.Le richieste provenienti dai ST si baseranno
necessariamente sul reintegro delle unità effettivamente trasfuse il giorno
precedente. Il richiamo delle unità assegnate, consegnate e non trasfuse dovrà
avvenire nel minor tempo possibile dalla consegna delle unità stesse, a cura
del ST di riferimento. Ogni giorno l’ U.O. di Castrovillari invia il modello 90
nella postazione di distribuzione dell’OL che viene a sua volta valutata insieme
a quelli inviati dai vari SIT suddetti e distribuisce le unità in modo da
raggiungere la giacenza minima per ogni singolo presidio . Il bilanciamento tra
unità raccolte e trasfuse viene continuamente monitorato, qualora la carenza
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persista per più giorni le Associazioni dei volontari sangue di DIAN vengono
attivate ad incrementare proporzionalmente e per un periodo stabilito, la
chiamata e la raccolta per singolo gruppo sanguigno.Inoltre il SIT di
Castrovillari assume l’impegno di migliorare lo stato di salute della propria
utenza attraverso l’erogazione di prestazioni diagnostiche e terapeutiche
correlate all’emoterapia che viene attuato nel costante rispetto dell’ottica del
governo clinico, garantendo accessibilità, tempestività e continuità degli
interventi assistenziali , quali ad esempio interventi chirurgici programmati e
non , nonché livelli e modalità di erogazione delle prestazioni trasfusionali
adatte alla tempestiva cura dei pazienti .
L'equipe di professionisti di questa struttura dipartimentale si occupa
inoltre di raccolta di emocomponenti a scopo trasfusionale da donazioni di
sangue, validazione,produzione,assegnazione e distribuzione di
emocomponenti, attività diagnostica di laboratorio immunoematologico
attività di medicina trasfusionale e di emovigilanza.
1.3)DONAZI
ONEEMOCOMPONENTI
1.4 ) ATTIVITA’
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raccolta e produzione emocomponenti a scopo trasfusionale da donazioni di
1.5)PRODUZIONE,VALIDAZIONE,ASSEGNAZIONE E DISTRIBUZIONE
EMOCOMPONENTI
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Assegnazione e distribuzione: valutazione e consulenza per gli emocomponenti
richiesti e prove di compatibilita’ .
Un altro aspetto importante che viene affrontato dal C.T. e’ dato dal
“trasporto” di sangue o di emocomponenti al di fuori della struttura
trasfusionale. Le unità donate nei ST e nei punti di raccolta ad essi collegati del
territorio afferente verso le varie unita’ operative .
Le unità di emocomponenti distribuiti tra ST del DIAN . Le provette contenenti
campioni biologici di donatori o aspiranti tali dai ST e de punti di raccolta ad
essi collegati del territorio afferente al DIAN.Il Responsabile e/o il coordinatore
assicura ed attiva le procedure per il trasporto dei campioni biologici facendo
intervenire i vari autisti deputati al trasporto del sangue
dell’Azienda/Associazione che svolgeranno il trasporto .
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1.7)DIAGNOSTICA DI LABORATORIO
La diagnostica di laboratorio a favore di pazienti interni, esterni e donatori si
articola sui seguenti settori:Immunoematologia: gruppi sanguigni, ricerca
anticorpi anti-eritrocitari e compatibilità pre-trasfusionale.
Virologia: quali ricerca di infezioni virali da HBV DNA, HCV RNA , HIV RNA con
1.8MEDICINATRASFUSIONALE
terapia parenterale :
I pz affetti da anemia da carenza di ferro o da carenza latente di ferro possono
prenotare la visita telefonando e parlando direttamente con il responsabile
1.9)CERTIFICAZIONI
Su richiesta del donatore può essere rilasciata attestazione della presenza
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presso la struttura,per gli usi consentiti dalla legge .
1.10)SEGNALAZIONI
ORARI
Per la donazione e consegna campioni biologici: dal lunedì al Sabato dalle ore
8,00 – 12,00;
Per i pazienti sono a disposizione servizi igienici separati da quelli del personale
e i disabili possono utilizzare WC adatti alla loro disabilita’ , inoltre possono
utilizzare la sala d’attesa e di ristoro .
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Per i pazienti per i quali il medico curante abbia richiesto la prestazione con
Le raccomandazioni :
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emocomponenti labili; pertanto, è stata creata un’area del SISTRA dedicata
esclusiva
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informazioni relative alle UdR richieste in SISTRA sono state fornite, infatti, in
modo parziale ed eterogeneo.
L’incremento del sottoinsieme dei donatori in aferesi è indice di flessibilità e
diversificazione della raccolta e di risposta positiva agli obiettivi di produzione
del plasma da inviare alla lavorazione farmaceutica. I donatori in aferesi che
donano anche sangue intero sono prevalentemente maschi mentre le donatrici
femmine sono prevalentemente dedicate all’aferesi. Le procedure di raccolta
effettuate hanno garantito la copertura del fabbisogno nazionale. Tuttavia,
persiste una variabilità infra-annuale dei volumi di raccolta con conseguente
riduzione delle scorte nel periodo estivo o in concomitanza con fluttuazioni non
prevedibili dei consumi clinici o con eventi straordinari.
L’appropriato utilizzo del sangue è testimoniato da valori inferiori a 40 unità di
globuli rossi trasfuse per mille unità di popolazione. L’incremento del 4,7%
nella produzione delle unità di globuli rossi, rispetto alla rilevazione del 2009, e
la sostanziale stabilità della percentuale delle unità non utilizzate rispetto a
quelle prodotte, indica un miglioramento complessivo della gestione delle
risorse del
sistema sangue, ascrivibile anche all’adozione di programmi di autosufficienza
annuali attuata .
Si è registrato anche un incremento della quantità di plasma avviato alla
lavorazione industriale per la produzione di medicinali plasmaderivati. Tuttavia,
il grado di autosufficienza per questi farmaci è variabile in base alla tipologia di
plasmaderivato e al contesto regionale di riferimento .
I pazienti sono trasfusi prevalentemente presso i reparti di chirurgia, oncologia
ed ematologia e solo in minima parte presso gli ST; dal 2011, i dati rilevati
includono anche la tipologia di emocomponente trasfuso al singolo paziente,
conformemente alle direttive europee . Rapporti ISTISAN 14/25 40 Gli ST
producono anche emocomponenti utilizzati per uso topico, come il gel di
piastrine e la colla di fibrina, impiegati ormai da molti anni in chirurgia orale,
maxillo-facciale, ortopedica, oculistica, cardiovascolare, toracica e in
neurochirurgia . I dati riguardanti la donazione autologa ad uso trasfusionale
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indicano che l’utilizzo di questa pratica va progressivamente razionalizzandosi.
Controllo dei servizi in gestione appaltata, sulla base degli indicatori prefissati;
Umanizzazione dell’assistenza, tutela dei diritti dei cittadini e relazioni con gli
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riunione informative del personale, risolvono i conflitti interni al gruppo,
favoriscono la continuità e l’omogeneità del processo tecnico – assistenziale,
individuano e promuovono sistemi di motivazione del personale coinvolgendo
nella realizzazione di obiettivi aziendali;Sono ognuno in relazione al proprio
ruolo responsabile della gestione della statistica di tutti gli strumenti
informativi atti a regolamentare e gestire le attività dell’unità organizzativa
( piani di lavoro, procedure, ecc.);
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CAPITOLO SECONDO
2.1)ASPETTO GIURIDICO DELLA NUOVA FIGURA DI MANAGEMENT
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governo delle politiche pubbliche di uno Stato moderno e che da essa, non solo
non si può’ prescindere, ma su di essa si genera l’indispensabile stimolo di
crescita economica e civile di una comunità’, nonché di innovazione
tecnologica.
Inoltre la continua ricerca di migliorare la performance del settore pubblico
rappresenta un tema da molto tempo al centro del dibattito politico, sociale ed
economico .
Le politiche sviluppate per la riorganizzazione e l’introduzione di nuove
modalità di governo sono la testimonianza di un ampio processo di
trasformazione diretto a realizzare l’innalzamento dei livelli di efficienza
operativa e della qualità dei servizi, in presenza di crescenti vincoli necessari
per il controllo della spesa pubblica .
Il new public management (NPM) ha, quindi, introdotto nelle amministrazioni
pubbliche principi di governo aziendale, ampliando la sfera di responsabilità dei
dirigenti e definendo una nuova figura di manager pubblico .
Tali principi sono stati supportati da modifiche negli assetti e nei meccanismi
organizzativi, dalla ampia diffusione di funzioni e tecniche di gestione
aziendale.
La burocrazia organizzata, pertanto, si fonda su un insieme di condizioni che
regolano l’equilibrio tra norme e gerarchia, tra cui assumono fondamentale
rilevanza l’esercizio di funzioni vincolate alla regolamentazione normativa e la
definizione puntuale dell’insieme di doveri e dei poteri impositivi dei soggetti
posti al vertice della piramide gerarchica .
Le peculiarità dei processi decisionali nel settore pubblico hanno condotto allo
studio dei rapporti tra gli organi politici, legittimati a decidere con il mandato
dei cittadini attraverso il voto, ed i burocrati, legati alle amministrazioni
pubbliche da rapporti di lavoro di tipo subordinato ed impegnati a declinare le
linee di indirizzo politico in azioni, entro i confini tracciati dalle norme e dai
regolamenti.
Il principio di separazione delle responsabilità di ordine politico rispetto a quelle
di natura amministrativa, ha prodotto alle origini una sorta di scissione negli
studi scientifici che ha collocato nel nucleo delle scienze politiche l’analisi delle
politiche pubbliche e, più in generale, dell’attività di governo, lasciando alla
public administration in senso stretto il compito di analizzare le peculiarità
organizzative, gestionali e contabili degli apparati burocratici.
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finalità di individuare regole generali ed universali improntate alla razionalità
tecnica, necessarie per favorire la realizzazione dell’efficienza, dell’efficacia e
dell’equità delle politiche pubbliche.
Alla base del NPM nella prospettiva aziendale è, in primo luogo, la diffusione di
uno stile di management partecipativo e di una figura manageriale visibile,
libera di gestire e chiaramente identificabile nelle scelte, nelle azioni e nelle
responsabilità, al fine di instaurare efficaci relazioni di accountability interne ed
esterne.
Sotto il profilo gestionale, assume assoluto rilievo il controllo dei risultati in
termini di efficienza, efficacia ed outcome, in sostituzione di un controllo
focalizzato esclusivamente sulle procedure, e sull’enfasi crescente sul più
efficiente utilizzo delle risorse, attraverso la riduzione degli sprechi ed il
controllo dei costi.
Dal punto di vista organizzativo, si assiste alla creazione di unità organizzative
snelle, autonome e specializzate, più funzionali e alla realizzazione di superiori
livelli di efficienza .
Si rileva, parallelamente, come lo spostamento del focus della responsabilità
dei dirigenti dalle procedure ai risultati e, parallelamente, l’introduzione di
meccanismi di retribuzione di tipo premiale delineino una figura di dirigente
pubblico la cui funzione non è più limitata alla conoscenza ed alla corretta
osservanza della legge, ma si estende anche all’organizzazione del lavoro e
all’efficienza nell’impiego ottimale delle risorse per la realizzazione di output in
grado di soddisfare i bisogni degli utenti.
In una prospettiva di governance, viene ulteriormente accentuata la
separazione delle scelte e delle responsabilità di natura politica rispetto a
quelle di natura amministrativa, come condizione necessaria per la scissione
degli interessi generali legati al carattere sociale delle missioni istituzionali
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b) Il livello governativo intermedio, rappresentato dalle Regioni, con funzioni di
indirizzo specifico e di organizzazione;
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verso i produttori (AO, altre ASP oppure cliniche private accreditate) che
operano nel quasi-mercato.
La mobilità in uscita (o passiva) assorbe virtualmente una parte del budget di
spesa assegnato, mentre la mobilità in entrata (o attiva) integra le
assegnazioni regionali. Se le scelte degli utenti fossero razionali, il meccanismo
di allocazione tenderebbe a premiare i produttori migliori, cioè quelli in grado
di offrire servizi di qualità più elevata ed alle condizioni economiche più
vantaggiose, creando efficienza allocativa.
Il quasi-mercato tende di conseguenza a creare spinte concorrenziali
contrapposte tra gli acquirenti di prestazioni, incentivati a contenere le fughe
dei pazienti, e i fornitori di prestazioni, incentivati a potenziare la loro capacità
di attrazione, poiché da questa dipendono i flussi di finanziamento.
In questo scenario, le ASP e le AO hanno, pertanto, differenti problemi
competitivi. Le prime, infatti, sono chiamate a trovare le soluzioni più adeguate
per contenere le fughe di pazienti, evitando comunque, quando possibile, di
ospedalizzare considerato che l’assistenza in regime di ricovero presenta costi
più elevati, dovuti in larga parte alla presenza di servizi alberghieri; le seconde,
finanziate in base alle prestazioni (di ricovero o ambulatoriali) prodotte, sono
naturalmente protese a trovare le soluzioni in grado di migliorare la loro
capacità di attrazione. Il contenimento delle fughe rappresenta evidentemente
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percorsi assistenziali definiti a livello politico e professionale.
La trasformazione aziendale deve essere necessariamente inquadrata e
valutata alla luce dei vincoli che caratterizzano l’operato delle aziende
sanitarie, primo tra i quali la funzione sociale di tutela della salute contenuta
nella missione istituzionale delle aziende sanitarie pubbliche, che impone ad
esse di garantire gli obiettivi di salute definiti in sede di programmazione e
specificati operativamente nella definizione dei LEA. I più significativi margini di
manovra sembrano limitarsi principalmente alle modalità di organizzazione e
funzionamento dei servizi (localizzazione, accentramento, decentramento,
accorpamento, ridimensionamento, espansione, ecc.).
La Regione traccia, inoltre, i confini geografici (cioè i bacini di utenza
potenziale) in cui possono muover- si le ASP attraverso la definizione dei
rispettivi ambiti territoriali, nonché quelli economico-finanziari attraverso
l’assegnazione in sede di programmazione dei trasferimenti necessari a
finanziare la gestione. In particolare, i trasferimenti a quota capitaria, che
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La definizione di leadership implica un processo di influenza fra un leader e i
seguaci in ordine al raggiungimento degli obiettivi di un gruppo, di
un’organizzazione o di una società” . Questa formulazione mette in evidenza
“che la natura della leadership è propriamente relazionale , che il suo valore
autentico consiste nell’aver successo grazie all’alleanza positiva e creativa con
l’altro” : in altri termini, il leader è colui che riesce a sollecitare ed a motivare
le persone con cui entra in rapporto, spingendole a mettere insieme le proprie
risorse e ad agire per ottenere un risultato comune.
La definizione riportata non va considerata come un punto di arrivo, ma
costituisce piuttosto un punto di partenza: infatti, occorre chiedersi quali
condizioni rendano possibile il processo di influenza tra il leader ed i seguaci o
follower, quali caratteristiche possa assumere tale dinamica e da quali fattori
essa dipenda.
La leadership nei team La storia ci mostra come sia di fondamentale
importanza che gli individui appartenenti ad un gruppo si identifichino con la
persona posta al loro comando. Questo concetto, che può risultare semplice
nella vita quotidiana, risulta di vitale importanza all’interno delle dinamiche che
governano l’ambiente di team.
Il leader deve essere riconosciuto in qualità di “capo”, in modo da mantenere
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formazione di un contesto culturale in grado di incentivare l’innovazione per
stabilire quella struttura, strategia e sistema organizzativo in grado di facilitare
l’innovazione.
Hackman (1984) affermava che «un’azienda in cui il contesto organizzativo
non supporti l’innovazione puo’ facilmente minare i progetti positivi proposti da
qualsiasi team ben costruito .
Inoltre J hackman e GR Oldham propongono un modello che specifica le
condizioni in base alle quali le persone saranno continuamente ed
internamente motivati a svolgere in maniere efficiente il proprio lavoro .
Tale modello si concentra sull’interazione di tre variabili ;1)gli stati psicologici
delle persone che devono essere continuamente presenti affinche’ si
sviluppino comportamenti lavorativi motivati internamente; 2)le caratteristiche
dei lavori che possono creare questi stati psicologici;3)i vari caratteri degli
individui che determinano quanto positivamente una persona rispondera’ a un
lavoro complesso e stimolante .
Tale modello è stato testato su piu’ dipendenti dove e’ stato confermato la
validita’ .Inoltre e’ stato discusso le valutazioni dei progetti nell’ambito
lavorativo .
I manager dicono alle persone cosa fare I leader mostrano alle persone
cosa fare
I manager cercano di essere eroi I leader fanno degli eroi tutti coloro che
li circondano
Le persone come risorsa strategica nelle Aziende agli inizi degli anni Ottanta, si
è andata sempre più diffondendo la consapevolezza che il lavoratore nelle
Aziende rappresenta una variabile strategica, che non deve essere considerato
un costo quanto piuttosto una risorsa attiva su cui investire e su cui poter
contare alla pari del capitale finanziario e dell'apporto delle tecnologie.
Il lavoratore tende ad essere considerato come una persona, con un suo
sistema di valori e aspettative, ma anche un patrimonio di competenze e di
esperienze: una risorsa per l’organizzazione.
Una risorsa da valorizzare, potenzialmente decisiva per la sopravvivenza e la
crescita delle imprese, fondamentale nell'acquisizione, nel mantenimento e
nello sviluppo del vantaggio competitivo nei confronti dei competitori.
Una risorsa da non prendere in esame solo nella fase attuativa delle strategie
aziendali, ma che, al contrario, deve essere considerata già nella fase di
elaborazione delle strategie. In questa nuova direzione , le relazioni tra le
varie componenti del sistema sono di tipo bidirezionale, di natura non
deterministica e non finalistica .
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In questo modo si pongono le basi per l'elaborazione di una strategia integrata
di direzione delle risorse umane, poiché finalmente le politiche del personale
non sono distinte e separate da quelle organizzative e produttive, ma
interagiscono con esse in modo sinergico ed interattivo .
Sulla base delle sollecitazioni poste da queste ultime considerazioni negli ultimi
decenni la letteratura ha rivolto la sua attenzione a studiare una serie di
variabili ritenute di fondamentale importanza per il successo strategico
dell'impresa:
le connessioni fra attività e strumenti di gestione delle risorse umane e
strategie/strutture aziendali; il coordinamento fra le più tipiche attività
(selezione, valutazione, sviluppo, ricompensa ecc.) e fra strutture/ruoli che
hanno la responsabilità della gestione delle risorse umane; le logiche e i criteri
per la definizione di politiche e la progettazione di strumenti per la
valorizzazione e lo sviluppo delle risorse umane.
Una delle risposte più accreditate all'esigenza da un lato di perseguire una più
stretta connessione fra strategie, strutture aziendali e risorse umane, dall’altro
di ottenere una gestione delle risorse umane integrata, è l'approccio della
gestione strategica delle risorse umane noto come strategie human
remanagement, SHRM.
Il principio fondamentale proprio di tali ultime teorie posto alla base della
letteratura in tema di gestione strategica delle risorse umane è che la
strategia e la struttura organizzativa, per essere efficiente, deve essere
correlata al tipo di ambiente in cui opera l'azienda, ma anche che ad ogni
situazione ambientale e alla correlata strategia corrisponda una specifica
politica e particolari strumenti di gestione delle risorse umane.
Secondo questo schema teorico il capitale umano ha una rilevanza
fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi aziendali di business: di
conseguenza il sistema di gestione delle risorse umane riveste un ruolo
fondamentale nella strategia d'impresa.
Il vantaggio competitivo che l'Azienda raggiunge, sarebbe determinato da una
combinazione (irripetibile) di risorse "inimitabili" che dunque conferirebbero
unicità al comportamento dell'impresa medesima; il capitale umano
rappresenta potenzialmente una di queste risorse poiché non è trasferibile in
altre organizzazioni e quindi è difficilmente imitabile.
In questa logica si può affermare che le risorse umane rientrano a pieno titolo
in quelli che sono stati definiti gli invisibili assets.
Si tratta di quelle risorse intangibili come il sapere tecnologico, l'immagine
aziendale, le conoscenze sul mercato e sui concorrenti, che non sono
facilmente quantificabili, trasferibili e acquisibili sul mercato e, pur non
risultando esplicitamente come variabili strategiche dal bilancio economico-
finanziario, hanno un enorme valore per l'impresa.
Questa considerazione ci porta ad affermare che lo stesso sistema di gestione
delle risorse umane è una risorsa non acquisibile sul mercato dalla
concorrenza, ma il frutto di un accorta politica perseguita dall'impresa,
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sviluppata e perfezionata nel tempo.
È necessario, dunque, un rapporto d'integrazione tra business idea (strategia,
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II primo approccio il cui focus è certamente rivolto a privilegiare l'integrazione
interna può essere definito universalistico, e propone una serie coordinata di
politiche del personale (opportunità di carriera interna, sistema formativo,
valutazione delle prestazioni, programmi di profìt sharing, stabilità del posto
del lavoro, partecipazione e coinvolgimento dei dipendenti) che, a prescindere
dall'ambiente organizzativo e dal mercato in cui l'impresa opera, è in grado di
influire positivamente sulla competitività dell'azienda.
L'approccio contingente, invece, ritiene che l'esame dei fattori relativi
all'ambiente, tra cui sicuramente la strategia d'impresa ma anche le politiche
prodotto, servizio e innovazione, siano il punto di riferimento per la definizione
del piano di gestione delle risorse umane, e che quindi non si possa
generalizzare un modello valido per tutte le situazioni.
Questo secondo modello evidentemente è maggiormente coerente con il
concetto di integrazione esterna. L'ultimo approccio, definito come
configurazionale, racchiude al proprio interno sia l'integrazione verticale sia
quella orizzontale. Esso propugna la necessità di progettare in modo congiunto
(configurazione) le politiche e le azioni concrete volte alla gestione del
personale. Una configurazione, che deve tener conto del contesto dell’azienda
impresa e di mercato in cui si opera, non essendo possibile definire a priori un
modello valido per tutte le situazioni. A seconda del tipo di analisi
dell'integrazione proposta (interna o esterna, oppure universalistica,
contingente, configurazionale), si pone in ogni modo il problema di come
giungere ad un'adeguata integrazione delle politiche aziendali.
Infatti, l'approccio integrato alla direzione strategica delle risorse umane è
indispensabile perché i diversi elementi del sistema di gestione (selezione,
formazione, politiche di valutazione e di retribuzione) possano concorrere ad
aumentare il fattore critico di successo rappresentato dal capitale intellettuale,
costituito dalle conoscenze, capacità e abilità .
Elementi fondamentali che, insieme alla motivazione e all’empowerment - e
tramite esso - determinano le potenziali performance d'impresa.
In altre parole, solo un'efficace integrazione fra le varie azioni di gestione delle
risorse umane, e non le singole pratiche attuate indipendentemente, l’una
dall’altra, sono in grado di generare il processo di accumulo del valore del
capitale umano.
Del resto, come è noto, i problemi di integrazione e funzionamento delle
direzioni risorse umane, e di conseguenza di efficacia generale della sua azione
sono spesso causati da tre particolari fenomeni: - dallo scarso (o inesistente)
Il miglioramento dei fattori ambientali (più salario, più comfort, ecc.) possono
portare soltanto a una minore insoddisfazione, ma questa non si tradurrà mai
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Per quanto si attiene in particolare al legame tra uomo e lavoro, le persone
possono essere classificate secondo due diversi atteggiamenti di ricercatori
fondamentali rispetto al lavoro: esistono dei “ricercatori di motivazione” ed
esistono dei “ricercatori di ambientali”;I primi non cercano nel lavoro soltanto il
benessere economico, la sicurezza, il conforto dell’ambiente fisico o la
gradevolezza dei propri compagni o colleghi di lavoro. Essi cercano soprattutto
una soddisfazione intrinseca al lavoro, che gli dia la gioia di una “crescita
psicologica” mentre i secondi i ricercatori di igiene non si curano della gioia
intrinseca del lavoro ma sono sensibili soltanto agli aspetti esterni al lavoro in
sé, come la remunerazione, l’ambiente, ecc. in definitiva soltanto i ricercatori
di motivazione, , possono provare l’esperienza di una reale soddisfazione del
lavoro , mentre i secondi sono degli insoddisfatti .
Essi, secondo Herzberg, le radici affondano nei cosiddetti bisogni superiori
dell’uomo: bisogno di autorealizzazione, bisogno di riconoscimento sociale,
bisogno di discrezionalità nell’esecuzione del lavoro, bisogno di una continua
crescita psicologica che riassume in certo modo tutti i bisogni .
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CAPITOLO TERZO
3.1 )IL CONTRATTO NAZIONALE DI LAVORO QUALE IMPUT
PSICOLOGICO NEL RAPPORTO TRA DATORE DI LAVORO E IL
LAVORATORE .
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lavoratore si sente in obbligo di fornire e sulle controprestazioni che crede di
dover ricevere dall'azienda ed è formato da elementi taciti riguardanti il
rapporto di lavoro che non compaiono nel contratto scritto formale. Non
sempre è facile identificare un contratto psicologico: basandosi su elementi
taciti e spesso non condivisi tra datore di lavoro e lavoratore, risulta difficile
definire quali sono le obbligazioni assunte dalle parti e misurare o verificare se
il contratto psicologico sia stato rispettato.
Negli ultimi anni sono aumentate le obbligazioni del datore di lavoro e
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addirittura vengono rinnegate delle promesse fatte, dichiarando di aver assolto
alle proprie obbligazioni anche quando ciò non corrisponde alla verità, il
coinvolgimento del lavoratore comincia ad indebolirsi ed egli comincerà a
percepire una rottura (breach) del contratto. Questa rottura porta a delle
reazioni emotive (violation) nell'individuo quali frustrazione, risentimento,
amarezza, rabbia e ad un aumento del cinismo ("non ci credo più!") sia nei
confronti dell'intera organizzazione, sia nell'investire in nuove relazioni che
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impegno organizzativo.
La dedizione rappresenta "uno stato d'animo, una relazione tra lavoratore e
datore di lavoro che sostiene un orientamento positivo e proattivo. Questo
concetto consente di spiegare la motivazione ad agire di una persona,
indipendentemente dalle sue caratteristiche e dai vantaggi oggettivi e concreti
che potrà ricavare dai suoi comportamenti. Permette inoltre di spiegare azioni
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professionale deve essere seguita con attenzione da chi si occupa delle risorse
umane. I
professionali riescono a sviluppare un certo grado di autonomia all'interno
dell'organizzazione, condizione quasi necessaria a volte per ottenere da questi
una prestazione fruttuosa. Si corre però il rischio che si formi una scala
64
3.4 )GLI OBBIETTIVI E LE PRESTAZIONI .
65
Motivazione e Bisogno
La motivazione può essere definita come l'insieme dei fattori che stanno alla
base del comportamento (agire) di una persona per il raggiungimento di
uno scopo.
La motivazione dipende principalmente da due elementi:
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Partendo dalla base della Piramide Motivazionale (o dei Bisogni) ci sono:
67
i bisogni di AUTOREALIZZAZIONE: realizzare la propria identità in base ad
aspettative e potenzialità, occupare un ruolo sociale, ecc. Si tratta
dell'aspirazione individuale a essere ciò che si vuole essere sfruttando le
nostre facoltà mentali e fisiche.
Mentre i bisogni fondamentali, una volta soddisfatti tendono a non
ripresentarsi, i bisogni sociali e relazionali tendono a rinascere con nuovi e
più ambiziosi obiettivi da raggiungere.
Ne consegue che l’insoddisfazione, sia sul lavoro, sia nella vita pubblica e
privata, è un fenomeno molto diffuso che può trovare una sua causa nella
mancata realizzazione delle proprie potenzialità.
Per Maslow, infatti, l’autorealizzazione richiede una serie di caratteristiche
di personalità, competenze sociali e capacità tecniche.
Critiche
Da un punto di vista aziendale, ciò indica la necessità di modulare lo stile di
management e la definizione degli obiettivi e degli incentivi, in base al
livello di soddisfacimento dei bisogni della persona.
Ne consegue che vanno rilevati tutti i possibili elementi di contrasto fra il
processo di sviluppo del lavoratore e quello del contesto aziendale in cui è
inserito.
Questo aspetto è uno degli anelli mancanti della teoria maslowiana.
Il modello di Maslow è infatti fortemente centrato sul meccanismo di
autodeterminazione dell’individuo, facendo risalire le spinte motivazionali
esclusivamente a fattori interni, ignorando l’interazione tra l’individuo e
l'ambiente esterno
.
Un altro aspetto è la rigidità dello schema che spiega il comportamento
dell’individuo.
Non necessariamente un soggetto deve passare attraverso tutti i livelli della
scala gerarchica .
La teoria di Maslow, infine, esclude che un individuo possa essere spinto da
più bisogni contemporaneamente anche se con diversa intensità.
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determinata prestazione, quindi la possibilità di riuscire nell’esecuzione di un
compito o di una prestazione lavorativa. La capacità ha natura intrinseca
poiché è radicata nel patrimonio attitudinale dell’individuo che è stabile. Le
capacità, individuate dagli studiosi Levati e Saraò, sono le seguenti:
ADATTABILITA’ RELAZIONALE Capacità di sapersi muovere, risultando efficaci,
in relazioni e contesti diversi. ASSERTIVITA Capacità di porsi come un
interlocutore autorevole e ascoltato e di riuscire a ottenere il risultato che ci si
prefigge, cercando di convincere ("vincere con") gli altri.
AUTONOMIA / INIZIATIVA Capacità di sapersi auto attivare senza la necessità
di stimoli e / o controlli esterni.
COSTRUZIONE / GESTIONE DI RELAZIONI PLURIME Capacità di impostare e
mantenere una rete di relazioni in ambiti complessi, in modo congruente con i
propri obiettivi.
FLESSIBILITA’ DI PENSIERO Capacità di affrontare i problemi senza essere
condizionato né da schemi di riferimento né da chiusure preconcette, riuscendo
a integrare con altri dati, i dati a disposizione, ampliando così il campo
d'indagine.
GESTIONE DELL'ANSIA Capacità di affrontare le situazioni incerte, il rischio,
presenti soprattutto nei processi decisionali, sulla base della propria stabilità
emotiva e sicurezza personale.
GESTIONE DEL CONFLITTO Capacità di affrontare il contrasto interpersonale,
mantenendo contemporaneamente la necessaria determinazione e lucidità,
controllando adeguatamente il piano emotivo.
INNOVAZIONE Capacità di approcciare i problemi operando una
"ristrutturazione del campo", che consenta di esplorare nuove possibilità
logiche nella soluzione del problema.
INTELLIGENZA SOCIALE Capacità di "leggere", comprendere e prevedere le
motivazioni, le aspettative e i comportamenti degli interlocutori, utilizzando
tale comprensione per instaurare e mantenere rapporti efficaci.
LEADERSHIP Capacità d'interpretare gli indirizzi generali (ideologie) di una
parte/partito all'interno dell'organizzazione e di porsi come polo di
aggregazione emotiva dei bisogni e delle motivazioni del gruppo guidato.
METACOMUNICAZIONE Capacità di comprendere e di gestire le caratteristiche
specifiche di contesto e di relazione in cui avviene la comunicazione.
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SINTESI (PROBLEM SOLVING OPERATIVO) Capacità di approcciare i problemi
in modo pragmatico, adattandosi ai limiti di tempo e alla molteplicità o
incompletezza degli input, selezionando pochi elementi significativi e
sintetizzandoli in una situa-zione praticamente utile, anche se non
concettualmente ottimale.
VISIONE D'INSIEME Capacità di saper considerare in una prospettiva integrata
problemi diversi, cercando soluzioni che possano risultare efficaci sia al
problema che si affronta sia al contesto di riferimento.
Elenco delle capacità di Levati e Saraò Conoscenza : la conoscenza è la
consapevolezza e la comprensione di fatti, verità o informazioni ottenuti
attraverso l'esperienza o l'apprendimento. La conoscenza è l'autocoscienza del
possesso di informazioni connesse tra di loro, le quali, prese singolarmente,
hanno un valore e un'utilità inferiori. Esperienza Finalizzata: sperimentazione
di particolari attività lavorative che hanno consentito di esercitare, provare ed
esprimere le capacità e le conoscenze possedute dalla persona. Competenza:
caratteristica intrinseca dell’individuo, appartenente alla dimensione
psicologica, costituita dall’insieme articolato di capacità, conoscenze ed
esperienze finalizzate. Si esprime attraverso comportamenti; ma per
esprimersi necessita di Motivazione e Contesto (l’aspetto specifico del contesto
che impatta sulla nascita e sviluppo delle competenze è dato dalla cultura
organizzativa). Comportamento: insieme di azioni osservabili messe in atto da
un individuo, sollecitate dalla combinazione di contesto e caratteristiche proprie
della persona. Motivazione: insieme dei bisogni ed aspettative di un individuo
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collettività – struttura e struttura – ambiente con l’obiettivo di realizzare un
equilibrio efficace e dinamico tra uniformità e differenziazione. Attraverso la
cultura, l’organizzazione acquisisce sia la propria identità distintiva sia la
compattezza che le consente di affrontare l’impatto con l’ambiente esterno.
Posizione: insieme di attività e responsabilità rispetto a un particolare livello
organizzativo.
Prestazione Efficace: insieme dei comportamenti con cui un individuo
raggiunge gli obiettivi predefiniti e comunicati che gli sono stati posti all’interno
del suo ruolo.
CONCLUSIONE
una unita’ di sangue bene primario per la salute e per un utilizzo a fine
terapeutico insostituibile e / o di un salasso , inoltre si prodigano a dare un
ulteriore conforto sui silenzi sui sorrisi e sulle lacrime che ogni giorno
quotidianamente animano i corridoi e le stanze dell’U.O. ospedaliere .
Conoscere gli impegni, le pressioni, le continue lamentele, il carico di
responsabilità e di lavoro manageriale che circonda il ruolo e la stessa figura
dei responsabili quali manager che in prima persona mi hanno aiutato a
capire e, a trovare risposte a molti interrogativi.
Il NPM è una figura assolutamente importante nell’organigramma aziendale
proprio per il suo “potere diretto” e per il ruolo autorevole .
Il manager sanitario così come tutti gli altri operatori sanitari dirigenti e del
comparto rappresentano la mano, lo sguardo, il volto, la persona che, accoglie
l’utente ammalato, solo, bisognoso, sofferente e preoccupato e rappresentano
quindi la cura, l’assistenza, l’accoglienza e l’intera funzionalità del servizio
sanitario.
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È un ruolo sicuramente difficile e impegnativo ma, aver conosciuto nel mio
percorso formativo chi riesce malgrado le mille difficoltà a rendere il benessere
organizzativo, non solo una possibilità, ma una realtà operativa, aiuta a
rendere tutto cio’ possibile .
Il Benessere Organizzativo è un dono che non appartiene soltanto al singolo. È
un bene prezioso che si costruisce con la collaborazione, con il gruppo, con
l’appartenenza al gruppo stesso e poi all'organizzazione .
Stimolare la motivazione si può e si deve, coinvolgendo nei processi di lavoro,
rendendo partecipi i pensieri, le idee, i dubbi ma, anche le proposte e i
suggerimenti. Bisogna riconoscere, la persona e/o l’individuo come “attore
principale” della propria organizzazione, costruendo o rafforzando tutti
assieme, un’identità professionale e un unico progetto di vita lavorativa.
È necessario rafforzare il senso di identità e di appartenenza
dell’organizzazione presso la quale si lavora, dando spazio al riconoscimento
reciproco, al dialogo, alla condivisione dei progetti di sviluppo, per costruire un
senso di benessere.
Il lavoro è un’esperienza che assume una grande rilevanza nella vita di ogni
persona in quanto gli individui trascorrono una buona parte della loro
quotidianita ‘esistenziale .
Non è quindi possibile considerare l’organizzazione e gli obiettivi che si vuole
raggiungere, senza considerare contemporaneamente le esigenze e i bisogni di
tutti operatori.
Tutti quanti, infine, hanno il diritto di essere trattati come un’autentica ed
essenziale risorsa umana, una risorsa non soltanto da utilizzare, ma di cui aver
cura con tutti i mezzi.
Il benessere deve certamente partire dal singolo per sé stesso, ma anche, e
soprattutto, dall’organizzazione sanitaria che deve essere ben consapevole del
fatto che promuovere e curare il benessere personale dei propri collaboratori,
nei vari modi in cui questo è possibile, da forza all’organizzazione stessa, alla
sua efficacia ed efficienza, al clima interno dell’azienda, alla qualità percepita
dall’utenza, che, a sua volta, influenza i ritorni economici o i finanziamenti
pubblici, in un circolo virtuoso all’interno del quale tutti i vari attori del sistema
potrebbero godere di benefici e vantaggi.
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Dove risiede il benessere organizzativo vi è sicuramente un forte senso di
dignità e di utilità insito nel proprio lavoro, vi è il sentirsi parte di un gruppo,
essere parte dei propri colleghi di lavoro, da cui si riceve ogni giorno supporto
e complicità, ma ancora più una sicura fiducia nelle proprie capacità e nel
valore personale così come nel desiderio, non sopito, di crescere
professionalmente e di investire nuove energie per la propria organizzazione.
La motivazione e la soddisfazione per il proprio operato è estremamente
importante e un buon manager deve averlo sempre in mente.
Lo stile di leadership, la comunicazione, il buon esempio, la formazione, il
rispetto, la considerazione per il pensiero, per i bisogni o per le preoccupazioni,
sono tutti strumenti importanti di coordinamento.
Fermarsi ad ascoltare cosa l’altro ha da raccontare , cosa pensa o, cosa gli crea
preoccupazione o paura, può apparire stressante, faticoso ma, chi è dall’altra
parte percepisce e gioisce del tempo e della considerazione che ne riceve.
Il riconoscimento dato alla persona per un lavoro fatto bene è una principale
motivazione di benessere .
Le persone hanno bisogno di feedback positivi, per meglio capire come
procedere e, devono essere, sempre più coinvolti nell’organizzazione e nella
pianificazione del lavoro in maniera empatica .
La considerazione finale che ne deriva è che nel processo di manager delle
risorse umane delle U.O. e , delle loro competenze, della loro formazione,
occorre dare ampio respiro contemporaneamente a più aspetti strettamente
correlati tra di loro, coinvolgendo direttamente le persone con i loro bisogni e
le loro aspettative e mediando, attraverso un’attenta leadership tra loro e, gli
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Carocci, Roma 2004.
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visione sistematica delle riforme che si sono compiutamente sviluppate negli
78
anni ’90, la quale individua tre elementi di fondo: deregulation, privatisation e
marketisation.
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