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GENERI
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Che cosa significa
NARRARE?
PERCORSI
A
ED PER SCOPRIRE IL GENERE
SCH
LA NARRAZIONE
E I GENERI NARRATIVI
CHE COSA SIGNIFICA NARRARE?
Il narrare è un’attività naturale e spontanea dell’uomo. Viene creata una narrazione –
breve o lunga che sia – tutte le volte che qualcuno racconta una storia.
Per storia intendiamo genericamente un discorso o un testo in cui vi sono una vicenda
(trama) con un inizio e una fine e dei personaggi che agiscono in tempi e luoghi più o
meno definiti. Gli scrittori con la loro sensibilità e fantasia sanno rielaborare le vicende
del mondo trasformandole in storie indimenticabili.
Nel corso dei tre anni ti potrai avvicinare a gran parte dei generi narrativi: in questa
prima sezione comincerai a capire quali sono gli elementi fondamentali di una narra-
zione, in seguito potrai approfondire le caratteristiche delle favole, delle fiabe e dei
racconti fantasy, anche attraverso l’ascolto di uno dei più celebri romanzi di letteratu-
ra fantastica: Il Mago di Oz di Frank Baum.
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La storia
Margot deve iniziare la Secondaria di 1° grado,
la “scuola media”. È molto emozionata,
ma ha anche tanta paura…
I luoghi
• La stanza da letto di Anne.
• La stanza da letto di Margot.
• Il cortile della scuola.
Il tempo
• Il pomeriggio prima dell’inizio della scuola.
• La sera prima dell’inizio della scuola.
• La mattina del primo giorno di scuola.
I personaggi
• Margot, la protagonista
ha undici anni ed è molto sensibile.
• La mamma di Margot,
affettuosa e comprensiva.
DIZIONARIO MULTILINGUE
PAROLE CHIAVE PER CAPIRE
verosimile: che è simile al vero, alla realtà.
protagonista: il personaggio principale della storia.
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COMPRENDERE
1. Di che cosa ha paura Margot? Sottolinea le risposte giuste.
dei troppi compiti • di non arrivare in orario il mattino •
dei professori troppo severi • di non avere amici •
di essere diversa dalle altre ragazzine • di non capire le spiegazioni
ANALIZZARE
3. Chi è la protagonista della storia?
A. Anne B. La mamma
C. La scuola D. Margot
LESSICO
6. Adesso osserva attentamente le espressioni dei personaggi nei
disegni. Sottolinea poi, tra quelli dati, gli aggettivi più adatti a
descrivere ognuno di loro.
Margot: mamma:
spaventata • contenta • indifferente • preoccupata •
tranquilla • impaurita gentile • affettuosa
sorella: professore:
tranquilla • interessata • severo • cattivo •
partecipe • sicura antipatico • serio
ESPRIMERE E VALUTARE
7. Nell’affrontare il primo giorno di Scuola media, hai anche tu
avuto paura come Margot? Scrivi che cosa hai provato.
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GLI ELEMENTI
DELLA NARRAZIONE
Una narrazione deriva dalla combinazione di alcuni elementi fondamentali, un po’
come un tessuto è formato dall’intreccio di più fili colorati.
In una storia, i personaggi vivono e compiono delle azioni o partecipano a esperienze
in un certo luogo e in un certo tempo.
Impariamo insieme a individuare questi elementi, analizzando il testo che segue: leg-
gilo tutto una prima volta, poi soffermati via via a esaminare ciascun elemento.
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AUDIO
IL TEMPO
Il protagonista:
è il personaggio principale, Il primo giorno di scuola non lo dimenticherò mai. È il momento in cui si
che qui racconta svolge la vicenda.
Sono volute venire ad accompagnarmi, oltre alla mam- In questo caso, dall’arrivo
in 1ª persona.
ma, zia Tilde e la nonna. a scuola all’ingresso
I personaggi secondari: Quando siamo arrivati davanti all’aula della prima D c’e- nell’aula: pochi minuti.
hanno un ruolo
significativo, ma agiscono ra una specie di rivoluzione: il bidello si affacciava ogni
in secondo piano rispetto tanto sulla soglia a gridare minacce e dentro i ragazzi fa-
al protagonista.
cevano baldoria.
Le comparse: – Ma i professori non ci sono? – ha chiesto la mamma,
sono i personaggi già agitata.
che restano sullo sfondo.
– Sono stati convocati in presidenza per alcune comuni-
I personaggi citati: cazioni. Lo faccia pure entrare, ci penso io a sorvegliarli.
non compaiono nella
storia, viene soltanto La mamma non si decideva a lasciarmi la mano. Erava-
richiamato il loro nome. mo ormai sulla soglia dell’aula e i miei compagni hanno IL LUOGO
visto questa scena, io davanti, attaccato alla mamma, e È l’ambiente in cui
si svolge la storia.
dietro le facce di zia Tilde e della nonna che osservavano In questo caso non è
incuriosite. descritto nei dettagli, ma
solo accennato.
Poi la mamma mi ha passato lo zaino e mi ha detto:
LE AZIONI E I FATTI – Ciao Adalberto, auguri – e si è chinata a darmi un bacio.
che danno origine Io avevo già capito che quella non era situazione da baci;
allo sviluppo della trama.
vada per la mamma, ma il tragico è stato che anche zia
Tilde e la nonna si sono chinate a baciarmi e a farmi le
loro raccomandazioni.
Allora si è alzato dalla classe una specie di ululato:
– Uhuuuuu!!!!!
Zia Tilde è scattata come una molla:
– Che maleducati!! – ma io mi sono sentito tremare le
ginocchia per la vergogna.
Possibile che non capiscano che non sono più nell’incu-
batrice?
Sono entrato rosso come un pomodoro e Gigi mi ha sal-
vato.
– Ehi, Adalberto! Vieni qui, ti ho tenuto il posto.
Poi si è girato verso gli altri e li ha avvertiti:
– Adalberto è un mio amico.
L’ha detto bene, come può dirlo un capo, e gli altri sono
stati zitti.
(Angela Nanetti, Le memorie di Adalberto, Einaudi Ragazzi)
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Per rendere più avvincente la storia e coinvolgere il lettore, l’autore ricorre spesso a
due tecniche particolari:
• colpi di scena, cioè fatti assolutamente imprevisti che hanno la funzione di muta-
re improvvisamente una situazione;
• suspense, che è un particolare stato di attesa, di tensione emotiva creata nel let-
tore da frasi, fatti, descrizioni, comportamenti dei personaggi.
UN LIBRO PER TE
Angela Nanetti,
Le memorie di Adalberto,
Giunti Junior
Questo libro racconta, in prima persona, un anno di vita di Adalber-
to, un ragazzino undicenne alle prese con i problemi della crescita. Il
tutto con un tono che sta tra l’intimo di un diario e quello divertente di
un racconto umoristico. Ma soprattutto molto, molto reale.
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può essere
UNA NARRAZIONE
è costituita da
conclusione
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Ginevra è una mia compagna di scuola. È la più carina della classe, ha gli
occhi blu, i capelli biondi e delle bellissime fossette sulle guance quando ride.
Ha già avuto dei ragazzi, tutti molto più grandi di noi, che vengono a prenderla
a scuola in motorino.
40 In classe io sono quasi sempre distratto. Leggo libri o fumetti tenendoli sotto
il banco, disegno, scrivo storie e pensieri sul diario e, spesso, guardo Ginevra.
«Ciao, Giacomo, finalmente sei arrivato» ha detto lei abbracciandomi e dan-
domi un bacio.
Se Ginevra mi rivolge la parola, nella vita reale, io divento rosso e balbetto e
45 sembro ancora più goffo e impacciato del solito. Figuriamoci se dovesse abbrac-
ciarmi o addirittura darmi un bacio. Nel sogno me la sono cavata meglio, anche
se ero emozionato lo stesso.
«È tuo questo cane?»
«Sì, si chiama Scott».
50 «Bello. È una delle prime volte che capiti da queste parti, vero?»
«Vuoi… vuoi dire qui, in questo parco?»
«Sì, certo».
«È la seconda volta».
«Sono contenta che ci sia anche tu. A scuola non abbiamo mai il tempo di par-
55 lare. Allora ci vediamo presto, va bene?». Mi ha dato un altro bacio – questo era
più vicino alle labbra e mi ha fatto diventare proprio molto rosso – e se n’è andata.
«Scott, devo farti una domanda importante».
Dimmi, capo.
«Come faccio a essere sicuro di ritornare qui, le prossime notti?»
60 Scott si è fermato e mi ha guardato ma non lo so se ha risposto alla mia do-
manda, perché mi sono ritrovato nel mio letto con mamma che mi scuoteva
dicendo che era ora di alzarsi e prepararsi per la scuola.
(Tratto da: G. Carofiglio, Il silenzio dell’onda, Rizzoli)
1. La vicenda è narrata
a. in ........................................... persona dal protagonista di nome ...................................................................
b. Da quali voci verbali, nelle prime righe del testo, hai ricavato l’informazione corretta sulla
persona? Trascrivine due.
..................................................................................................................................................................... ....... 3
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3. Perché Giacomo pensa di non aver fatto sogni belli? Rispondi con le parole del testo.
............................................................................................................................................................................ ....... 1
7. Chi è Scott?
A. Il cane di Giacomo B. Un cane conosciuto andando a scuola
C. Il cane di Ginevra D. Un cane conosciuto nel sogno ....... 1
8. Nel sogno il cane Scott dialoga con Giacomo. In che modo nel testo sono segnalate le sue
parole?
............................................................................................................................................................................ ....... 1
10. Nella tabella, distingui quali azioni della vicenda si riferiscono al sogno e quali alla realtà.
FRASI DEL TESTO SOGNO REALTÀ
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12. I pendii delle colline sono paragonati a “scarpate” (riga 25) cioè
A. burroni pericolosi B. argini ripidi
C. muri verticali D. dirupi rocciosi ....... 1
14. Attribuisci ai personaggi del testo due aggettivi che ne definiscano le caratteristiche.
Scegli e trascrivi i due aggettivi accanto al personaggio corrispondente.
Volgi al femminile quelli che si riferiscono a Ginevra.
tranquillizzante • scontroso • timido • affettuoso •
aggressivo • socievole • disinvolto • emozionato
Giacomo: .............................................................................................................................
Ginevra: .............................................................................................................................
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