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SUSSURRI

FUOCO

Echi di fantastico
n.03/22 Il magazine del fantastico.
Viaggia insieme a noi!

6 racconti per
esplorare
il fantastico

ECHI

Sangue Ardente:
un sussurro del
primo autore
MATTIA MANFREDONIA

Vox Machina: una serie


fantasy sopra le righe
EDITORIALE

Le formule magiche
per imparare a
scrivere meglio

CONSIGLI DI TASTIERA
Indice
La fiamma
stato nascosto da oscurità soffo-
canti che non lasciano trasparire
un singolo raggio.

La fiamma di Lumien 2 di Lumien Purtroppo non abbiamo la fiamma


di Anor, il Fuoco Segreto, ma lingue
Tramando di fuoco altrettanto roventi e im-
La prova del fuoco, 3 placabili animano il nostro spirito.
di Loris Fabrizi Il fuoco brucia, devasta e uccide, Vampe, però, che non bruceranno
Sangue ardente, 7 ma alimenta, rischiara e protegge. mai gli scrittori che si affideranno
di Mattia Manfredonia Il fuoco può rappresentare la di- a noi, né tantomeno i lettori. Sono
Naja Draconica, 12 struzione, come la vita e la rinasci- fiamme che appartengono alla
di Nikolas Dau Bennasib ta. Il fuoco non ha volontà, se non magia bianca e che bruciano solo
Pentagram, 16 quella di ardere. Il suo orientamen- quello che riconoscono come sba-
di Enrico Ambrosini to dipende unicamente da chi lo gliato.
Pagine di una vita 20 controlla, o da chi tenta di farlo. Se Utilizzeremo questo fuoco per fare
polverosa, il mago del fuoco combatte dalla del bene, e per accendere tante al-
di Francesco Picone parte dei buoni, li aiuterà a scac- tre torce che nel tempo sono state
Dame, draghi, cavalieri e 24 ciare le creature delle tenebre, le abbandonate e spente.
altre sciocchezze, orde di goblin e demoni che ten-
di Alessandro Avanzi tano di assalirli, ma se combatte
Palla di fuoco 26 dalla parte dei malvagi, dell’anta-
Consigli di tastiera 29 gonista, del mondo potrebbe non
Vox Machina 32 restare altro che una landa deserta
Le matite dietro 34 e desolata.
Lumien - Martina Ponente Se state leggendo questa rivista,
Disegna Lumien 39 già sapete quanto il fuoco avvam-
I cavalieri di Lumien 40 pi nell’anima di Lumien. Lo stesso
Perché un magazine 42 logo riprende l’elemento e si svilup-
Cosa c’è di diverso 43 pa proprio a partire da esso. E non
in Lumien poteva essere altrimenti, perché
le fiamme ci rappresentano, rap-
presentano la casa editrice e il suo
spirito, la volontà che raccoglie.
Abbiamo deciso di forgiare una
torcia, l’abbiamo accesa e vi stia-
mo aprendo la strada. La scia del-
la fiaccola vi mostrerà la via, una
Scriveteci via priva di rischi e dal paesaggio
info@lumien.it spettacolare.
Noi vogliamo spazzare vie le brut-
ture di questo mondo con il soffio
Segui Lumien infuocato di un drago. Noi credia-
mo nella magia del bene, ma siamo
consapevoli della forza e della te-
@lumien.edizioni nacia che sono oggi necessarie per
riuscire a portare un cambiamento.
Per questo Lumien ha bisogno del Ascolta la playlist
@lumien.edizioni fuoco, per rischiarare la strada agli di questo numero
autori e mostrare un mondo che è di Sussurri

SUSSURRI 2
La prova
del fuoco
DI LORIS FABRIZI

A differenza di Sonia, la protagonista di questo racconto, noi lettori


abbiamo già incontrato l’Insonne e il gatto bizzarro che lo accompa-
Loris Fabrizi ha quasi quarant’anni, mol-
gna. Grazie a questi vivaci personaggi, Loris ci conduce all’interno di ti dei quali passati a fare l’impiegato, ma
un altro sogno, mostrandoci come il fuoco possa essere piegato al comunque molti di più passati a mettere
bene. Un’altra sua storia i cui toni ironici si uniscono alla dolcezza del parole sulla carta. Sfrutta saltuariamente
la sua laurea in storia medievale nelle vesti
messaggio. di giullare ed è appassionato di teatro, fu-
metti, libri, poesia. Tutte cose che, bene o
male, gli è capitato di scrivere. L’altra sua
grande passione sono le figlie e loro no,
non sarebbe mai stato in grado di scriverle.

I molti braccialetti al polso dell’uo- guardare oltre le lenti scure che lei e della casa.
mo produssero una cacofonia tin- coprivano quel volto sconosciuto.
tinnante mentre scuoteva la ragaz- «Dov’è il ragazzo?» chiese quando
za sulla poltrona. Lei vestita solo «Non è possibile…» fu di nuovo lucida. «Quello che mi
delle mutande e di una vecchia fel- ha salvato.» Aggiunse notando l’e-
pa che indossava quando si era ad- «Eh, normalmente no.» A parlare spressione interdetta dei pompie-
dormentata scorrendo le bacheche era stato un gatto nero che pas- ri. «Parlava con un gatto…»
dei social; lui vestito poco meglio, seggiava nervosamente al centro
ma senza una scusante, con pan- del salottino incendiato. «Ma le pa- «Signorina, c’era solo lei in casa.
taloni di tela, una t-shirt e un giac- reti tra il Sogno e la Veglia si stan- Per fortuna è riuscita a uscire in
chino con cappuccio e le maniche no indebolendo e…» stato di semi incoscienza.»
tirate su ai gomiti.
«Davvero le stai facendo una lezio- Una doccia aveva levato dai capelli l’o-
La ragazza si svegliò avvolta dal ne sui costrutti onirici?» lo inter- dore di fumo e il letto era più comodo
fumo della stanza in fiamme. ruppe l’uomo, infilando un braccio di quanto non potesse sperare.
sotto l’ascella della ragazza per aiu-
«Coff! Coff! Che succede?» tarla ad alzarsi. «Adesso?!» «Sì, mamma, certo. Hanno detto
che è stato un guasto alla stufa
«Diranno un guasto alla stufa elet- Il gatto bofonchiò qualcosa con elettrica» disse al telefono. «Sì,
trica probabilmente, ma sono stati tono offeso mentre uscivano dalla sto bene. Lo so che non devo far-
i tuoi sogni.» palazzina. ti preoccupare. La zia mi ha dato i
soldi per stare in albergo qualche
Incredula e sconvolta, cercò di I vigili del fuoco si presero cura di giorno, ma l’appartamento non ha

SUSSURRI 3
subito danni. No, non ti preoccu- «Cosa?!» Scattò giù dal letto. mano una fiaccola accesa.
pare, lo darò quell’esame. Scusa,
ora devo andare, mi stanno chia- «Esattamente non lo so neanche io…» «Non lo so» rispose guardando
mando dall’università.» preoccupata il muro di fiamme po-
Del fumo cominciò a serpeggiare chi metri dietro di loro.
Sullo schermo apparve la foto di da sotto la porta della stanza.
lei a braccetto con un’altra ragaz- «Sì che lo sai, è il tuo sogno.»
za. Rifiutò la telefonata e si mise «Ma penso sia il caso di scoprirlo.»
a piangere. Era così stanca che si La figura ammantata si girò verso
addormentò senza nemmeno ac- Infilò la bottiglietta nella tasca del di loro con espressione rabbiosa.
corgersene. giacchino e con un gesto plateale
la invitò ad aprire la porta. «Lena!» la chiamò, riconoscen-
Si accorse subito, invece, dell’uo- do la ragazza a cui aveva rifiutato
mo che uscì dal bagno seguito da «Dopo di lei, madame… Sonia, giusto?» la telefonata la sera prima. «È la
un gatto nero. Le infradito bagna- mia… una mia amica.»
te lasciavano impronte scure sulla Lei annuì, si avvicinò con circospe-
moquette verde. Gli occhiali erano zione all’uscio, sfiorò la maniglia e Lena avvicinò la fiaccola alle fasci-
alzati sulla testa e non nasconde- ritrasse la mano per mettersi le ne accatastate ai piedi della donna
vano più lo sguardo vivace ma ar- dita sulle labbra. legata e il rogo divampò in lunghe
rossato e stanco. fiamme cremisi che avvolsero la
«Scotta! Potresti…» vittima, carbonizzandola in un lun-
«Non è come sembra. Beh, non so go urlo di agonia.
cosa sembra, ma chi se ne frega.» «Col cazzo, madame. È il suo so-
gno, tocca a lei.» Sonia si mise a gridare per lo shock
Poi si abbassò verso il frigobar e e l’Insonne la prese per le spalle.
tirò fuori una bottiglietta di pro- Con piglio deciso e offeso, Sonia
secco, la stappò e bevve un sorso. strinse la maniglia incandescente «Calmati. Non è reale.»
e con una rapida torsione spalancò
«Posso?» chiese alla fine. la porta. «In realtà lo è, ma non come lo per-
cepisci tu» aggiunse il gatto con
«Sei quello che mi ha salvato?» Dall’altra parte sbucarono da una
casetta di tronchi di legno, a ri-
«L’insonne, colui che veglia sui dosso di un bosco in fiamme alle
dormienti» disse in tono serioso. loro spalle, mentre davanti si al-
«Eheh, già, già.» largava un campo di grano tagliato
e secco, dove erano stati innalzati
«E lui?» La ragazza indicò il gatto. decine di roghi; altrettante donne
incappucciate erano legate ai pali.
«A te cosa sembra?»
Scrutando il nuovo ambiente, l’In-
«Un… gatto?» sonne si tolse un fazzoletto di
stoffa legato a mo’ di bracciale e
«Sei sveglia, ragazza! No, scherzo, lo porse alla ragazza per bendarsi
stai dormendo.» il palmo della mano, rosso e gonfio.

«Vuoi dire che sto sognando?» «Mmm, chi è quella?»

«Già e, oh, stai per dare fuoco an- Tra le pire si aggirava una donna
che a questo posto.» con indosso un mantello nero e in

SUSSURRI 4
una nota di indifferenza. Dall’uovo frantumato si generò una di fuoco che li sbalzarono indietro.
vampata, all’interno della quale si
L’incendio del bosco avanzò con riuscirono a intravedere per un Sonia si muoveva carponi, pian-
uno schiocco di legname e aggredì istante due figure femminili tremo- gendo e blaterando disperata.
i primi tronchi della casetta. lanti, abbracciate nell’atto di scam-
biarsi un bacio appassionato. «Mi dispiace! Non volevo!»
«Cerchiamo di capire in fretta cosa
sta accadendo. Allora, un’amica, Contemporaneamente avvampa- L’Insonne le si accostò camminan-
un’amica… È una strega?» rono metà dei roghi nel campo. Ad do basso per proteggersi dal calo-
accompagnare le urla delle donne re.
«Cosa?!» legate, si alzò un boato sospin-
to dal vento ustionante e furioso «Ehi! Ehi! Ascoltami: la tua ragaz-
«Una piromane?» dell’incendio, che avanzava divo- za, lì, è gelosa?»
rando metà della casa di legno.
«Ma che dici?!» Lo guardò sconvolta.
«Amica, eh?»
«Che ne so, è una tipa violenta? Ti «Ok, è una domanda del cazzo, lo
bullizza a scuola?» Sonia boccheggiava in preda al pa- so, ma devi capire che il fuoco, nei
nico. Le finestre della casetta esplo- sogni, può avere uno strafottio di
«Faccio l’università! E no, lei è sero con un altro boato e un risuc- significati: illuminazione spirituale,
molto gentile. Forse troppo per chio d’aria. cambiamento e rinascita, ma più
una come me…» spesso è associato a sentimenti
«Cazzo! La tua consapevolezza la violenti e incontrollabili, come la
La guardò sospettoso, poi la ab- pagheremo cara, tesoro. Adesso gelosia, appunto, o la rabbia per un
bracciò da dietro, con le mani a riprenditi.» amore non corrisposto.»
pugno poggiate sopra l’ombelico.
Lena si avvicinò a un altro rogo. «Per colpa mia lei sta facendo male
«Che fai?» a qualcuno?»
«Ci serve altro tempo. Fermala!»
«Manovra di Heimlich. Secondo me «Non volevo dire questo.»
ti è andata di traverso una cazzata.» «Si dice “per favore”…» si lamentò
il gatto mentre correva mutando «Potrebbe» si intromise il gatto, di
La chiuse tra la morsa delle sue in un incubo nero di aculei, zanne nuovo nella sua forma domestica.
braccia dando uno strattone verso e artigli simile a una tigre e il suo «Se fossimo noi a essere imprigio-
l’alto e lei sputò quello che sembra- miagolio diventava un ruggito. nati nel suo sogno.»
va un uovo in fiamme.
Con pochi balzi fu addosso alla ra- La ragazza lì fissò entrambi, poi scat-
«Prendilo!» gridò l’Insonne. gazza, ma quando alzò il muso, tra tò verso uno rogo a cui si stava avvi-
le fauci mordeva solo un mantel- cinando anche la figura ammantata.
Il gatto saltò, agguantandolo con lo. Lena, con indosso un mantello
le zampe anteriori e cadendo di identico, emerse da dietro la cata- «I cazzi tuoi mai, eh?!» disse l’uomo
schiena. Miagolò e schizzò via sta di legna e vi diede fuoco. al gatto, prima di correrle appresso.
dall’uovo, ancora incandescente
ma integro. «Merda, andiamocene!» gridò l’In- Raggiunto il rogo, Sonia diede una
sonne, trascinando con sé Sonia spallata all’altra ragazza e salì sul-
L’insonne lo prese e lo fece saltella- verso la casetta. la catasta di fascine per togliere il
re tra le mani per raffreddarlo, poi cappuccio alla vittima. Sotto il sac-
fissò per alcuni istanti i segni bru- A due passi dalla porta, questa si spa- co nero vide il suo volto.
ciati sul guscio e lo schiantò a terra. lancò per vomitare verso di loro lingue

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Si lasciò cadere in ginocchio e Le altre ragazze legate ai roghi, le va di un messaggio
scoppiò in un pianto viscerale. altre vittime di un giudizio divenuto
sentenza, senza cappuccio, urlaro- “Se avrai paura, io sarò con te, per
«Perché? Perché? Non le vado no all’unisono. Sonia chiuse gli oc- affrontarla insieme.”
bene così?» chi per stillare le ultime lacrime tra
le palpebre serrate. Quando li ria- Pianse e rise allo stesso tempo
Una sagoma nera e sinuosa le si prì, era lei a essere legata al palo. mentre digitava il numero di Lena.
avvicinò e la guardò dal basso ver-
so l’alto. Lena diede fuoco alle fascine e si
sprigionò una vampata che aveva
«E tu? Tu ti vai bene così?» le chie- il colore del tramonto in un gior-
se il gatto. no d’inverno e le grida risuonarono
nell’aria appesantita dalla cenere
La ragazza guardò l’Insonne, trat- anche quando le fiamme si furono
tenendo le lacrime con violenti placate e del rogo non rimaneva che
singhiozzi. cenere e qualche brace di legna.

«Ascolta, non deve per forza essere L’insonne stappò la bottiglia di


così, però… Insomma, il fuoco può prosecco, bevve un sorso e svuotò
rappresentare un cambiamento il restante contenuto sui pochi tiz-
radicale, ma questo cambiamento zoni ardenti rimasti, spegnendoli
deve essere accettato, altrimen- definitivamente.
ti genera agonia e consuma ogni
cosa, ogni relazione, ogni gioia. Lena lo guardò con espressione persa.
Sterilizza l’esistenza.»
«Oh, non ti preoccupare: ci vorrà
«Io… Io non ho niente da brucia- un po’, ma starà meglio. Tu, però,
re…» disse lei. «Quello che ho è non lasciarla sola.»
tutto falso. Passo la vita a fingere
di essere migliore di come sono, Abbassò gli occhiali e si avviò verso
cercando di essere come tutti gli la casetta carbonizzata, che ormai si
altri vogliono che sia. Capisci?» affacciava su un bosco incenerito.

L’insonne fece spallucce e guardò Lena. «Lo sai che stavi parlando con un
“costrutto onirico”, sì?»
«Forse non tutti.»
«Bah!»
Anche Sonia guardò la figura che
ferma, con la torcia in mano, aveva Sbatté la porta dietro di sé. Questa si
perso ogni segno di rabbia e astio dal sbriciolò insieme a tutta la struttura
volto. Poi tornò a guardare l’uomo. della casa, completamente vuota.

«Farà male?» Sonia si svegliò nel letto dell’alber-


go. Nel primo dormiveglia le sem-
«Uh, beh… Vuoi che ti dica che an- brò di intravedere il muso di un
drà tutto bene?» gatto seduto su di lei. Ma quando
si tirò su era da sola.
«No, basta bugie.»
Una notifica sul cellulare la avverti-

SUSSURRI 6
Sangue
Ardente
DI MATTIA MANFREDONIA

Mattia è uno degli scrittori più interessanti che ci siano capitati fra le
mani. Il suo stile ha un sapore che evoca gli high fantasy più celebri,
mentre le sue storie danno vita a personaggi unici e trame intricate
spesso tinte da sfumature horror. In Sangue Ardente avremo modo
Mattia studia Fisica Teorica presso l’Uni-
di seguire la piccola Sara, una ragazzina che si porta dietro una ma- versità Federico II di Napoli dove consegue
ledizione assai pericolosa… E che attira su di sé l’interesse di loschi il Dottorato per le sue ricerche sui wormho-
individui. le e sullo spazio-tempo quantizzato.
Coltiva la passione per la narrativa imma-
Speriamo che la lettura di questo racconto vi entusiasmi quanto ha ginando Vespria: la tetra regione che fa da
fatto con noi, perché da qui in avanti sentirete spesso parlare di Mat- sfondo ai suoi racconti. Grottesche creatu-
tia… E non solo per quanto concerne i racconti! re popolano le sue foreste, luci spettrali ri-
schiarano le notti svelando i traffici occulti
delle streghe e nel vento i consigli dei Cari
Estinti si mescolano ai lamenti dei dannati.

Sentiva caldo, ma cadeva la neve. Il materasso era scomodo, pieno vambraccio. Si sentiva in colpa.
Gelida, pesante, opprimente qua- di bitorzoli. L’uomo grosso grugni- Non voleva far male a Gina, ma non
si più del fumo acre che ancora va spazientito, il medico indossava poteva evitarlo.
le scottava l’olfatto. Ormai lo ave- un pastrano scuro e una maschera
va capito: a scottare era lei. Era aguzza. Il dito del cerusico picchiò sul ba-
sempre stata lei. Il peggio veniva rattolo colmo d’acqua salmastra.
d’Estate, col sole forte e l’afa. Sta- «Mi tiro fuori!» rimbombò nel bec-
volta, anche l’Inverno si era messo co d’osso. «Eccola, Gina!»
di traverso. Scottare nel gelo: esi-
steva beffa peggiore? «Che razza di dottore siete! L’ab- L’omaccione si grattò la nuca. «Una
bandonate così, senza manco ten- sanguisuga bruciacchiata?»
Mentre la notte tornava buia e il tare?» brontolò l’altro.
respiro si faceva pesante, la bam- «Era in gran forma prima che la
bina iniziò a sognare. Colonnati «Senza tentare?» si indignò il dot- adoperassi!» chiarì il dottore, indi-
d’ossidiana si stagliavano contro il tore. «Ho tentato, eccome! Un sa- cando il letto col becco.
cielo rosso. Fiotti vermigli, decine, lasso e Gina quasi c’è rimasta sec-
forse centinaia, zampillavano dai ca!» «È solo una mocciosa con la feb-
timpani degli edifici e scivolavano bre» esordì la voce ruvida di una
di quartiere in quartiere sin nella «Gina? Chi sarebbe?» donna.
piazza. Là, tra fiotti e spruzzi, la
Fontana Scarlatta danzava, irro- La bambina strinse gli occhi e Il dottore scosse la testa. «Macché
rando di sangue la città dannata. massaggiò con tenacia il morso febbre. Ha il sangue ardente, ecco
bruciacchiato che le irritava l’a- cos’ha!»

SUSSURRI 7
Silenzio. «Seguivo il gatto, quello nero e «Non l’hai capito?» lo incalzò, pun-
rosso.» tando la bambina.
«Stronzate» sentenziò l’omaccione.
Sam sorrise. «Il tuo gatto è scappato?» Sam aggrottò la fronte. «Oh, per
«Dove l’avete beccata?» piacere! È stato un incidente, non
«Non è il mio gatto!» hai sentito?»
«Nella foresta, era svenuta in mezzo
alla neve. C’avrà passato la nottata.» «No? E perché lo seguivi?» «Stai cercando di importi, Sam?» do-
mandò senza degnarlo d’un sussulto.
Il dottore annuì lentamente. «Appun- La bambina esitò. La donna era
to. Non è strano che sia ancora viva?» appena rientrata e la stava fissan- Sam soffiò dal naso «No. Zena, no!
do con ferocia. Levati quello sguardo dalla faccia!
«Mi fa strano che ‘sto zuccone l’ab- La riporto all’orfanotrofio.»
bia presa» sibilò la donna. «Almeno «Non si avvicinerà,» assicurò Sam,
ha abiti buoni. Guaritela e vediamo «vero, Zena?» «Dove racconterà di averci visto? Sai
quanto ne caviamo.» che siamo ricercati per omicidio?»
Zena storse il labbro, ma annuì.
«Guarirla?» il dottore ridacchiò Sara tirò un lungo sospiro. Non si Sam scosse il capo. «Tu! Tu sei
nervoso. «Non è malata: è male- fidava, ma parlando avrebbe guada- un’assassina! Non io!»
detta! Nessuno pagherebbe nem- gnato tempo.
meno un ramino per riaverla.» «Il piano era tuo, mi pare.»
«Fuggivo dall’incendio, il gatto sa-
«Perfetto,» sbuffò la donna, «un peva la strada.» «Il piano era di scappare se fossi-
altro grande affare di Sam!» mo stati scoperti! La poveretta era
Sam si grattò il mento «L’incendio? disarmata!»
«Dovevo lasciarla lì?» Quello all’orfanotrofio?»
«Ne abbiamo già parlato: mi aveva
«Certo! Anzi, nemmeno saresti do- La bambina annuì, poi chinò il sfilato il cappuccio, conosceva il
vuto uscire!» capo. Le si stavano inumidendo gli mio volto.»
occhi.
«Bene,» il dottore raccolse la vali- Sam scosse il capo. «Era buio! Do-
getta, «vado. Come al solito, non vi «Oh, no,» la mano di Sam le si posò vevi ricalarti da quella maledettis-
ho visto e non vi conosco.» sulla testa, «mi dispiace. Su, non sa- sima finestra! Avrei pen-
ranno mica morti tutti. Ti porto là?» sato io al resto.»
«No, dottore, un momento» urlò lei
rincorrendolo oltre la porta. Sara scosse il capo. «Non mi
vogliono là. È stato un inciden-
L’omaccione aveva la barba incolta, te, ma…» il pianto la zittì.
ma occhi luminosi.
Zena batté le mani sul
«Lo so che sei sveglia. Allora, chi sei?» grembiule; dovette
farlo due volte pri-
La bambina si girò sul cuscino. ma che Sam si
alzasse.
«Sara.»
« Perc hé
«Io sono Sam. Che ci facevi là fuori?» quella
faccia?»
«Facile parlare, quando non sei tu Poi non ho parenti a cui chiedere «Lo so bene,» la mano di Zena scattò
a rischiare la pelle!» un riscatto.» fulminea, «sei tu la vittima!»

«Era disarmata, Zena!» strillò «Oh, per quello no.» Zena sorrise. Sara strillò.
Sam. «Disarmata! La verità è che «Ma, se è vero che hai il sangue
non sopportavi di abbandonare un ardente… Beh, ho un paio di ami- Sam era crollato in ginocchio por-
lavoretto così facile!» ci nei bassifondi che pagherebbe- tandosi le mani al collo. Le fessure
ro profumatamente per studiarti. tra le dita zampillavano di sangue.
Zena sollevò il labbro in un ghigno Gente che conosce l’alchimia e la
orgoglioso. «Quante storie per una demonologia molto più del dotto- Zena, scostando il suo complice
sguattera. In fondo, era casa dei rucolo che ho appena sgozzato.» agonizzante come fosse un rifiuto,
tuoi: ti piaceva il suo bel visino?» si avvicinò al letto.
Sara trasalì.
«D’accordo, lasciamo stare le caz- «In piedi, mocciosa.»
zate di quella notte» grugnì Sam Sam sgranò gli occhi. «Che hai fatto?»
infervorato. «Pensiamo al presen- Sara obbedì, ma le sue pupille per
te. Fai i bagagli, lasciamo la bam- «Ho sgozzato il dottor Moss. È sta- un attimo fissarono la porta. Se-
bina alla prima stazione di posta e to un lavoretto pulito.» guivano un gatto.
ce la filiamo.»
«Ma perché? Ci fidavamo di lui!» «Che hai visto?»
«Come no… Sai che ci sarà il tuo
bel faccione affisso sulla bacheca «Ti fidavi tu» chiarì Zena con suf- «Nulla! Lo giuro!»
dei ricercati?» ficienza. «Hai visto come se l’è
svignata? Aveva l’aria di chi sta an- Sara sentì il pugnale pungerle lo
Sam strinse i pugni. «Allora la por- dando a spifferare tutto.» zigomo.
to sul sentiero, le spiego la via e
corro qua!» Il petto di Sam si gonfiò, il suo «Ascolta bene, mocciosa: ora en-
sguardo divenne sicuro. Il cuorici- trerai in quel baule e ci rimarrai
«Vi prego, signora Zena, no di Sara si gonfiò di gioia. finché non rimedio un passaggio
non dirò nulla» mugugnò discreto, intesi?»
Sara. «Mi avete salvata, «Adesso,» scandì l’energumeno, «tu
dopotutto. Non ho mo- ci fai passare. Sono stato chiaro?» Sara non rispose. Col cuore gelato
tivo di tradirvi. dal terrore, fissava il suo sangue
Zena fece spallucce. scivolare sulla lama.

«Basta, Zena! Sono «Intesi?» strillò Zena premendo il


stufo dei tuoi modi! pugnale
Non sarò com-
plice del tuo Sara la fissò negli occhi e sentì
prossimo omi- caldo. Il sangue che sporcava la
cidio!» lama si era incendiato, avvolgendo
il pugnale in una sfavillante fiamma
bianca. Zena, strillando terrorizza-
ta, lo scagliò sul corpo di Sam.

Sara scattò alla porta.

I polpacci affondavano nella neve,

SUSSURRI 9
ma Sara sentiva caldo. Si illuse che suo avambraccio i solchi profondi seguì in silenzio, evitando di pen-
fosse l’incendio, il secondo da cui degli artigli grondavano sangue. sare quel che aveva fatto. Non pro-
fuggiva in due giorni, ma non era vava rimorso, ma se ne vergognava.
così: a scaldarla era il sangue. Il Sara sollevò il capo. Un gatto zoppi-
suo dannatissimo sangue ardente. cava nella neve. Aveva il pelo nero, Nella foresta incontrò soltanto una
Non voleva pensarci: doveva cor- ma con le punte rosse. La fissava baita; bussò che era ormai sera.
rere, doveva raggiungere la foresta in modo strano, come se cercasse Aprì una ragazza graziosa dai boc-
e sparire. Senza pensare alla sete, di suggerirle qualcosa. coli color caramello. La casa sape-
senza pensare al corpo di Sam che va di biscotti caldi, di tè alla can-
bruciava nella baita consumata Uno schiaffo schiantò Sara nella neve. nella e di spezie. Nel paiolo bolliva
dalle fiamme candide. la zuppa. Non le chiese da dove ve-
«È tuo?» domandò Zena. «Mi piace nisse, né dove andasse. Quando gli
La foresta era vicina, sentiva già il la sua pelliccia, mi ci farò un ber- occhi di Sara si fecero pesanti, le
profumo della resina. Si preparava retto!» concesse il suo letto. Era morbido,
a correre via, libera da quel panta- profumato di lavanda. Addormen-
no bianco, quando si ritrovò con la Sara non rispose, non poteva: le ul- tandosi, Sara si sentì felice: era
faccia conficcata nella nave. Ten- time forze le servivano per grattare strano sentirsi a casa.
tò di rialzarsi, ma riuscì appena a via la crosticina del morso di Gina.
rotolare in quel biancume gelido: A notte fonda un tizzone rotolò da
Zena era piombata su di lei, stroz- «Salutami Sam» sussurrò Zena. Le sotto al paiolo. Saltellò sulle zam-
zandola. sue mani scattarono, ma stavolta pine e, quando tornò gatto del tut-
Sara reagì. to, balzò sul tavolo. La ragazza gra-
«Mocciosa maledetta! Mi chiedo ziosa stava leggendo.
quale buco dell’Inferno possa averti Le braccia si urtarono e, appena
mai vomitato» sibilò, travolgendola sentì il sangue della donna cola- «I miei complimenti, Augin» disse
col suo sguardo viperino. re sulla ferita della sanguisuga, la accarezzandogli la testa.
mano di Sara guizzò a sigillare quel
Sara tentò, ma dimenarsi era inutile. contatto. Dal suo pelo lucido si sparse la ce-
nere. «Avrei fatto prima se quei
«Sai, t’avrei venduta viva se non Non servì altro, né una formula, né bagordi non si fossero messi in
avessi provato ad ammazzarmi! uno sforzo: bastò l’odio. mezzo» rispose il gatto.
Chissà, magari pagheranno bene
comunque per il tuo sangue!» Un odio autentico, primitivo, inumano. La ragazza guardò Sara. «Dorme
serena, poverina. Pensi che sarà
L’udito si attutiva, ma la risata di Un odio che non sapeva di poter nostra, alla fine?»
Zena gracchiò comunque nella te- provare «Va all’Inferno» ruggì Sara,
sta di Sara. poi sentì caldo. Il caldo più inten- Augin saltò dal tavolo e si arrampi-
so che mai avesse provato. Peggio cò sulla spalliera.
Nel mondo annebbiato dall’apnea sa- della febbre, peggio perfino dell’E-
ettò una striscia rossastra, poi l’aria, state, ma non importava: Zena gri- «Lo è già.»
finalmente, le gonfiò i polmoni. dava disperata perché il sangue le
si stava incendiando nelle vene e La ragazza scosse il capo. «È troppo
Zena gridò di dolore, poi scagliò Sara voleva goderselo. presto per dire se firmerà il patto.»
lontano qualcosa.
Quando si alzò, Zena era un cada- «Lo farà: è ovvio» miagolò fiero.
Qualcosa di vivo. vere bollito in una pozzanghera di «Oggi ha incendiato il suo sangue
neve sciolta. Il gatto non c’era, ma da sola, due volte.»
«M’ha graffiata!» strillò adirata, sul le impronte calcavano la neve. Le

SUSSURRI 10
La ragazza si punse con l’ago e
lasciò cadere una goccia. Il latte
della ciotola bollì qualche secondo,
poi si quietò.

«Due?» domandò sistemando il pasto.

Augin saltò giù, leccò due sorsi, poi


disse: «Due volte. Lo ha fatto per
torturare e uccidere senza esita-
zione. Di notte già sogna le fontane
vermiglie della lontana Ematopia e
quando il lucifer Ignisanguithaal le
proporrà il suo Patto Infernale, lei
lo sugellerà con gioia».

La ragazza sorrise «Buonanotte,


Augin. Veglia su di lei.»

Augin dondolò la coda sorridendo


come solo i gatti sanno fare.

«Lo faccio da sempre.»

SUSSURRI 11
Naja
Draconica
DI NIKOLAS D. BENNASIB

Grazie all’aiuto di Nikolas, fantasia e fantascienza si uniscono nuo-


vamente in Lumien, dando forma a Naja Draconica, una storia in cui
si fondono alcuni dei più classici topoi di entrambi i generi. Risulta
impossibile, però, parlarvi degli ambiziosi esperimenti del dottor Nikolas Dau Bennasib nasce a Napoli nel
Lance, ai quali ha dedicato anni e anni della sua vita, senza svelarvi i 1991. Dopo aver studiato filosofia e teologia
in Svizzera, torna in Italia e si laurea in Lin-
sorprendenti risultati ottenuti. Vi lasciamo quindi immergere in Naja gue e Culture moderne. Nel tempo libero
Draconica, sperando che ne usciate meno ansiosi del dottore. dal suo attuale lavoro di traduttore, si dedi-
ca allo studio della narrativa in tutte le sue
forme e all’ideazione di mondi immaginari.

La sigaretta è ormai ridotta a un «Dottore, siamo pronti. Hanno già pi.» Sorride di nuovo e se ne va.
mozzicone, ma un ultimo tiro me posizionato la gabbia.»
lo faccio lo stesso, profondo e in- Bene. Qualche fanatico animalista
tenso. Trattengo il fumo in bocca, «Bene, arrivo.» non dovrebbe rappresentare un
il suo gusto amarognolo mi calma problema. Prendo un respiro pro-
i nervi. Sorride e si volta. fondo, butto via la cicca e scendo
al piano di sotto.
Il brusio della folla di fuori sta cre- Tendo la mano verso di lui. «Aspet-
scendo. Chissà quanti sono. Se lo ta. Come siamo messi con la sicu- Hanno già aperto la porta del bal-
spettacolo fallisce, quel vociare si rezza?» cone. Due della security vi si ten-
trasformerà in una pioggia di insulti… gono ai lati. Sorridono e mi saluta-
«È tutto sotto controllo, dottor no con un cenno della testa.
No, che diamine, Francis! Ricorda Lance. C’è qualche animalista su di
che ha detto il dottore: «Pensieri giri, ma li teniamo a bada.» Qui tutti sorridono, tutti sono tran-
positivi». quilli. Certo, non sono mica loro
«Va bene. Grazie… ehm…» che stanno rischiando la carriera.
Già. Facile a dirsi, quando sei se-
duto su una poltroncina in pelle. «Marcelo, Dottore.» Pensieri positivi, cavolo!
Dei passi risuonano nel corridoio.
Sbuffo fuori una nuvoletta grigia. «Sì, certo, Marcelo. Scusami, sono Esco fuori al balcone. I pochi spet-
Ecco che arriva il ragazzo dello un po’ agitato.» tatori di sotto stanno ammassati
staff del bioparco. Com’è che si intorno al recinto di vetro. Invece
chiamava? «Andrà benissimo, non si preoccu- di rasserenarmi, la cosa mi depri-

SUSSURRI 12
me. Me ne aspettavo di più. Per Faccio segno all’inserviente di ri- le alza di colpo il collo e lui casca
tutto il lavoro che ho fatto, doveva- muovere il telo dalla gabbia. Quello indietro, tutto tremante.
no essere di più. allunga un bastone telescopico, lo
infila sotto il telo e lo alza adagio. Il pubblico ora se la ride. Al diavolo
All’interno del recinto, la piccola Il cobra nella gabbia sta arrotolato i pensieri positivi. Ma chi l’ha scelto
gabbia è ancora coperta dal telo. su se stesso, indifferente al mon- quell’incapace!
Un inserviente in tuta nera vi sta do esterno. Non avrà mica tirato le
accanto, gli occhi puntati su di me, cuoia? «Aiutatelo» sussurro al microfono.
in attesa di ordini.
Pensieri positivi! Altri due uomini in tuta nera en-
Mi avvicino al microfono installato trano nella recinzione. Sollevano la
davanti la balaustra. Ancora un re- L’inserviente rimuove completa- gabbia dal retro e il serpente sci-
spiro profondo. mente il telo. La gabbia è scoperta. vola fuori.
La folla tace, gli occhi di tutti sono
Bene, si va in scena! puntati sull’animale. L’uomo in tuta Finalmente!
nera apre la porticina e stimola il
«Carissimi visitatori, sono il dottor serpente col bastone. Col collo eretto e le nervature di-
Francis Lance e, a nome del bio- stese, ha già puntato il manichino
parco Leaf & Water e della Meta- Si è mosso! Dio ti ringrazio. Sbuffo davanti a sé. Oscilla la testa. Esita
Life Association, ringrazio tutti voi via l’ansia e mi asciugo la fronte con un istante. Lo azzanna ai piedi. Di
di essere qui.» Tossisco di lato per i polpastrelli. Diamine, quant’ho su- nuovo. Ancora. Torna a puntarlo,
schiarirmi la voce. «Non giriamoci dato. ma non lo attacca più.
intorno. Sappiamo perché siete ve-
nuti così numerosi: perché volete L’inserviente va a prendere il ma- Non doveva andare così, dannazio-
vedere il drago. Eccolo, è lì, nella nichino di plastica e lo piazza di ne! Ma almeno il pubblico sembra
gabbia.» Tutti puntano gli sguardi fronte alla gabbia. Adesso arriva il ancora preso dallo spettacolo.
oltre la barriera trasparente. «Vi difficile.
invito, però, ad andare oltre lo stu- Riafferro il microfono e mi rivolgo
pore di uno spettacolo d’intratteni- Pensieri positivi, pensieri positivi, ai tre nella recinzione. «Indossate
mento, perché ciò che vedrete fra pensieri positivi! le protezioni e stimolatelo.»
qualche istante non è l’ennesimo
prodotto usa e getta di qualche Mi mordo il labbro, ci passo la lin- Quelli indossano le visiere protetti-
casa cinematografica. Non è nem- gua sopra e lecco via il sudore dai ve, si avvicinano al cobra e picchia-
meno un miracolo da ammirare. baffi. Il serpente se ne sta ancora no il terreno con i bastoni telesco-
No. È il frutto della mente e del nella gabbia. Ma che diavolo aspet- pici. Fanno tutto senza discutere.
sudore degli scienziati che hanno ta quel tizio a tirarlo fuori? E vorrei ben vedere, visto quanto li
lavorato a questo progetto negli paghiamo.
ultimi dodici anni. Ammirate pure, Afferro il microfono. «Lo aiuti a
ma non gridate al prodigio. Sia- uscire.» L’animale punta ora uno, ora l’altro.
te piuttosto riconoscenti al genio Apre la bocca e oscilla il collo teso.
umano. Grazie.» L’inserviente mi guarda con occhi
supplicanti. Se la sta facendo ad- Forza, dannata lucertola! Sputa!
Segue un’esplosione di applausi. dosso?
Saranno sinceri o di circostanza? Il muso scatta in alto. Una scintilla
Bah, poco importa. Il discorso è «Non le farà niente, su!» blu gli brilla in bocca. Due spruzzi
andato bene. Sono contento. infuocati partono dal muso e rag-
Quello stringe le labbra, si avvicina giungono l’inserviente che poco
Pensieri positivi. all’apertura della gabbia e allunga il prima se l’era fatta sotto. Gli spu-
bastone verso il serpente. L’anima- ti bruciano solo un secondo, ma è
abbastanza per strappare alla folla può riposare tranquillo. Alzo le mani re. «Forse vi starete chiedendo: sì,
incredula un gemito di sorpresa. e invito gli spettatori al silenzio. bella storia, doc, ma perché creare
un drago?»
La tensione mi scivola via dal cor- «L’abbiamo chiamato Naja draco-
po e per poco non collasso. Ma al- nica.» Bevo. L’acqua è quasi tiepi- Percorro con lo sguardo l’intera
meno lo spettacolo è riuscito. da, ma l’umidità calante giù per la folla. Alzo l’indice e lo punto verso
gola mi dà comunque sollievo. «È di loro. «Non è la domanda giu-
Nel recinto, il cobra ripete l’esibi- un esemplare artificialmente per- sta. Non “perché”, ma “come”. Se
zione e spruzza due lingue di fuoco fezionato di cobra sputatore afri- la scienza dice che si può fare,
sempre sullo stesso malcapitato. cano. Immagino che vi aspettaste perché non farlo?» Assumo un’aria
Meglio non stressare troppo l’anima- dell’altro, soprattutto i bambini. sorpresa. «Cosa? La scienza dice
le. Avrete forse sperato di ammirare che si può? Mi direte voi. Certo che
un dinosauro alato che sputa fiam- si può! Ricordatevi: il problema è
«Basta così. Rimettetelo in gabbia. me dal naso, ma vi sfido a dire che solo il “come”.»
Grazie.» quanto avete appena visto non vi
abbia lasciato senza parole!» Si alza un’arietta fresca. Rabbrivi-
Gli inservienti prendono la gabbia disco al suo soffio sulla pelle suda-
e la posano davanti al cobra. Pic- Faccio segno agli inservienti di por- ta. Ci manca solo che mi buschi un
chiano il terreno dietro di lui per tare via la gabbia. Bevo un altro sor- malanno.
farlo entrare. so e stacco il microfono dall’asta.
«Quindi, come far sputare fuoco a
Tra la folla risuona lo un animale?»
schiocco di qualche ti-
mido applauso. Col dorso della mano mi asciugo
il sudore dalla fronte. «La prima
soluzione che ideammo, io e il
mio team, fu quella di col-
tivare una serie di

batteri nello stomaco di un


rettile designato, che avrebbero
dovuto decomporre il cibo ingeri-
«Avevo tredici anni quan- to, producendo gas come metano
Ne seguono altri e ar- do, durante una lezione di o idruro di fosforo. A certe condi-
riva l’ovazione finale. scienze, partorii l’idea di dare vita zioni, l’ossidazione di questi gas
a un drago, un vero drago!» Pren- può produrre la fiammella blu che
«Grazie. Grazie a tutti, davvero.» do a camminare avanti e indietro avete visto poco fa. Si trattava di
Attendo ancora qualche secondo. lungo il balcone. «Poi vennero gli riprodurre il fenomeno già cono-
Lascio sfogare la loro sorpresa e studi universitari, i master, i dot- sciuto dei fuochi fatui. Tuttavia,
concedo al mio amor proprio un torati, e quell’idea tornò, ma non non era abbastanza…»
momento di gloria. era più il fantasioso sogno di un
bambino. Studiai, riflettei, ideai Una donna tra la folla urla qualco-
Mi faccio portare un bicchiere d’ac- metodi plausibili e, infine, grazie sa. Alza un cartellone, ma non ne
qua dalle guardie dietro di me. La ai finanziamenti della MetaLife, li capisco la scritta. Viene portata
gabbia è stata ricoperta. Il cobra applicai.» Mi scolo tutto il bicchie- via da due addetti alla sicurezza.

SUSSURRI 14
Un’animalista, probabilmente. E richiesto un serpente, dato che Questo genere di storie non deve
Marcelo che mi aveva assicurato drakon, in greco, significa proprio spaventare gli scienziati, ma solo
che non avrebbero creato proble- serpente. Questo è stato, però, solo renderli più prudenti nei passi che
mi. Vatti a fidare… il primo passo. Il futuro sarà ancora compiono.»
più grandioso. Se non ci credete,
«Dicevo, non era abbastanza. La pensate a queste due affermazio- «Sì, ma lei vuole addirittura creare
produzione eccessiva di gas in- ni che ritenevate vere fino a poco dei draghi che sputano fiamme!»
fiammabili nello stomaco dell’ani- fa: “i draghi non sono mai esistiti”
male lo avrebbe esposto a possibili e “i draghi sono una creazione della Ma questo fenomeno da dove salta fuo-
ustioni letali. Ci serviva che il fuo- mente umana”. Da oggi, la prima è ri? E io che perdo tempo a ragionarci.
co venisse letteralmente sputato da considerarsi falsa, mentre la se-
fuori, senza però bruciare il rettile conda non è mai stata così vera!» Mi incammino nel corridoio. «Allo-
dall’interno.» Prendo una pausa e li ra faremo delle gabbie ignifughe.
tengo sulle spine. Parte l’ennesimo applauso. Mi in- Buona giornata.»
chino. «Grazie a tutti.»
«Avete intuito dove voglio arriva- Ribatte qualcosa. Non capisco
re? Certo che sì. Avevamo biso- È andata! È andata alla grande! Ma cosa. E nemmeno mi interessa.
gno del cobra sputatore. Avremmo sono esausto… Ora dovrei persino preoccuparmi
spostato la flora batterica per la di un serpente che a stento inne-
produzione di gas nel dotto oro- Rientro. Devo darmi una rinfrescata sca una fiammella!
faringeo, per poi introdurre altri prima di rilasciare qualche intervista.
microrganismi nelle ghiandole ve- Vado in bagno a rinfrescarmi.
lenifere, col compito di avviare un Saluto con un sorriso le due guar- Scaccio via quei pensieri inutili.
processo di fermentazione di zuc- die all’interno. Una ricambia con un Quei timori inutili. Il mio lavoro è
cheri aggiunti. Si sarebbe prodotta cenno del capo. L’altra si morde il per il progresso della scienza. Per-
una percentuale alcolica nel veleno labbro, sbuffa e prende un respiro ché mai dovrei preoccuparmi?
sufficiente a renderlo combustibile profondo.
in occasione di un innesco dei gas. Pensieri positivi… Pensieri positivi!
Per farvela facile: il nostro dra- «Vuole dire qualcosa?» gli faccio io.
ghetto avrebbe sputato un veleno
infiammabile, che avrebbe preso «Io… in realtà sì. Non ha paura di
fuoco nei rari casi in cui la quantità cosa potrebbe accadere con i suoi
di metano e fosfano in gola avesse “draghi”?»
reagito all’ossigeno, producendo la
fiammella blu. Per ottenere que- «Non credo di seguirla.»
ste condizioni, e per non produrre
una quantità di gas eccessiva, l’a- «Mi scusi, Dottore, ma ho visto
nimale avrebbe dovuto seguire una tanti film, io. Ho letto tanti libri.
dieta specifica, oltre a essere sot- Quando gli scienziati iniziano a fare
toposto a modifiche genetiche non cose strane, finisce sempre male.»
semplici da realizzare.»
Ci mancava solo questo idiota.
Sospiro. Diamine, ho parlato tut- «Cose strane?»
to d’un fiato! Non avranno capito
mezza parola di quello che ho det- «Sì, strane. Fabbricare robot super
to, ma va bene così. intelligenti, riportare in vita i morti,
ricreare animali estinti…»
Chiudiamo col finale a effetto.
«Ironico che l’esperimento abbia «Non si preoccupi. È solo finzione.

SUSSURRI 15
Pentagram
ENRICO AMBROSINI

Prendete tutto quello che sapete, o credete di sapere, riguardo ai pat-


ti con i demoni e buttatelo nel primo cestino che trovate (anche vir-
Enrico Ambrosini è nato proprio nello
tuale). Enrico ci racconta una storia fantasy contemporanea che darà
stesso giorno in cui è solito festeggiare il
un sapore completamente diverso ai patti demoniaci e al rapporto compleanno. Ha intrapreso la carriera di
fra uomini/maghi e creature demoniache. Fantasia, fantascienza e medico genetista, sperando di scoprire i
geni che esaudiscono i famosi tre desideri.
contemporaneità si uniscono in un racconto frizzante e leggero, una
Adora leggere, soprattutto lettere dell’alfa-
storia simpatica e sorprendentemente originale. beto, ma talvolta anche numeri. Ha iniziato
a scrivere per sfatare il mito che i medici
scrivono in maniera incomprensibile. Alcu-
ni suoi racconti si possono trovare su Rivi-
sta BLAM e Quaerere, altri invece no.

Stefano era dannatamente nervo- Si infilò in una stradina laterale e bile che andasse bene per lui. C’era
so, come sempre prima di un ap- cominciò a guardarsi intorno. Se- sempre qualcosa che non funzio-
puntamento. La canottiera che si condo le istruzioni fornite dall’ap- nava: l’incompatibilità dei turni, le
era messo sotto la camicia era già plicazione, avrebbe dovuto at- divergenze di opinione, la sete di
pezzata di sudore, complice anche tendere il suo match seduto a un sangue… Ormai non ne poteva più
il caldo torrido che caratterizzava tavolino presso l’Osteria della Neve, e cominciava a credere che fosse
l’estate cittadina. un locale solitamente evitato dai destinato a rimanere solo. A ogni
Non-magici. modo, aveva deciso di dare un’ulti-
Mentre procedeva spedito per le ma possibilità a PentaGram.
strette vie che si allontanavano Entrò nel bar e disse il suo nome
dalla piazza, decise di ricontrollare alla cameriera. Stavolta aveva pre- Avvertì un brivido di freddo. Gli
un’ultima volta: estrasse il cellula- notato: nulla sarebbe andato storto. venne istintivo massaggiarsi le co-
re dalla tasca, attivò MagicVPN e sce con le mani, per riscaldarle.
osservò le funzioni riservate appa- Scoprì che non ce n’era bisogno,
rire per magia sulla schermata del dato che il locale, a quell’ora pome- Sul vetro dell’osteria cominciarono a
browser. ridiana, era semideserto. comparire dei piccoli cristalli di ghiac-
cio, presto sciolti dall’afa inclemente.
Individuò subito l’icona di Penta- Stefano era l’unico del suo anno a
Gram, una stella a cinque punte su non aver ancora stipulato un patto Il ragazzo riportò lo sguardo verso la
sfondo rosa pastello. con un demone. Aveva sperimen- sala e si accorse, sussultando per lo
tato ormai decine di accordi brevi, spavento, che nel frattempo si era
«Vicolo della Neve… Sì, dovrebbe per lo più brevissimi, ma non aveva materializzato qualcuno davanti a lui.
essere da queste parti.» mai incontrato una creatura evoca-

SUSSURRI 16
Lo guardò senza troppa discrezio- che un’occhiata perplessa, sia dalla dice marcescente di uno dei suoi
ne. Si trattava di un demone allam- cameriera che da Gelagog. canini, come in un fugace sorriso.
panato, dalla carnagione bianca
come un iceberg e occhi di un blu Dopo aver ordinato da bere, esauri- «Di cosa ti occupi, esattamente?»
intenso come le profondità dell’o- rono presto i commenti sul meteo, chiese il demone.
ceano. Si fissò a tal punto su quei le frasi di circostanza e le informa-
dettagli che quasi non fece caso a zioni di carattere prettamente ana- Ecco la domanda che Stefano te-
zanne, corna, artigli e altri attributi grafico. Iniziò così il difficile gioco meva: era difficile da spiegare agli
demoniaci. che consisteva nell’individuare ar- umani, figuriamoci ai demoni.
gomenti d’interesse comune.
«Non so se sono nel posto giusto» «Dunque,
esordì l’essere infernale, guardan- A Stefano parve che anche il de- faccio parte del team dei Conci-
dosi intorno per non intercettare le mone fosse un po’ agitato, come liatori; diciamo che mi occupo di
occhiate maldestre del suo interlo- testimoniavano i solchi sul tavolo mantenere buoni i rapporti con i
cutore. «Sei Stefano?» lasciati dai suoi artigli acuminati. Normie...»
Tale osservazione contribuì a rida-
«Sì, sono io!» rispose lui, ripren- re coraggio al ragazzo. «Intendi i Non-magici?»
dendosi. «Tu sei…»
«Hai già sancito dei patti con qualcu- «Sì, scusa, è l’abitudine, in chat li
«Gelagog, demone del ghiaccio. no in precedenza?» esordì, sperando chiamiamo così. Vedi, io mi occupo
Piacere.» di non toccare un tasto dolente. della parte tecnologica: qualcuno
dovrà pur farlo. Devo fare in modo che
Stefano trattenne le molteplici Forse non era un argomento da ti- la nostra immagine rimanga gradita.
battute sul rompere il ghiaccio: i rare fuori così presto. Per farlo mi avvalgo di internet, dei
numerosi appuntamenti preceden- social network e di tutte le altre piat-
ti gli avevano insegnato lo scarso «Solo piccoli patti senza impegno, taforme che a loro piacciono tanto. È
senso dell’umorismo dei demoni. niente di significativo. La maggior complesso, bisogna far trasparire il
parte degli Stregoni dice che sono messaggio che non siamo così diversi
«Un demone del ghiaccio! Sei il troppo freddo.» da loro, ma allo stesso tempo che han-
primo che vedo!» no ancora bisogno di noi e delle nostre
«Ah ah, bella battuta!» magie, nonostante l’avanzamento tec-
«Sì, non andiamo più molto di nologico che hanno raggiunto.»
moda. Sai, il riscaldamento globale Gelagog lo guardò in modo strano.
e tutto il resto...» Si zittì, rendendosi conto di aver
«Mi riferivo al fatto che stare vicino a parlato troppo.
«Capisco, brutta storia.» me per tutta una missione, a quanto
pare, non è molto piacevole per voi «È… interessante!»
Seguirono alcuni minuti di impac- fragili umani. Una volta un evocatore
ciato silenzio, come se qualcuno ha perso due dita della mano sempli- «Lo pensi davvero? Cioè, di sicuro
avesse scagliato una Maledizione cemente sfiorandomi.» non è accattivante come sconfig-
di Afasia. gere un drago, però è comunque
«Che potenza! Beh, sicuramente un compito importante.»
Fortunatamente, arrivò la camerie- non sei come tutti gli altri» com-
ra a sbloccare la situazione. mentò Stefano, cercando di salvarsi «E ti avvali di magie particolari per
in corner. Con finta malizia, aggiun- fare questa cosa?» chiese Gela-
«Per me uno spritz. Con molto se: «Neanch’io sono come gli altri». gog, sorseggiando un soft drink a
ghiaccio» esclamò Stefano, qua- base di pece.
si cercando di impressionarlo. In Gelagog parve colpito da quella re-
cambio, però, non ricevette altro azione. Per un attimo scoprì la ra- «Beh, ecco, in realtà uso più che

SUSSURRI 17
altro i meme, una specie di vignet- ste cose che fai… funzionano?» «Beh, sì… cioè, no! Non preoc-
ta simpatica. Aspetta, te ne mo- cuparti, non voglio che tu pensi…
stro una.» «Pare di sì. Il mio capo è soddisfat- Non è per quello!» esclamò pron-
to, dice che, grazie a me, noi Stre- tamente Stefano. Poi decise di az-
Stefano sollevò il cellulare che ave- goni sembriamo degli sfigati. E la zardare: «A meno che tu non voglia
va relegato in un angolo del tavolo cosa va bene!» farmi compagnia».
e, dopo aver sfiorato alcune volte
lo schermo, lo rivolse verso il de- «Ottimo allora!» Gelagog si grattò la testa coi suoi
mone, con un’espressione timida- artigli aguzzi.
mente orgogliosa. Stefano si mise in tasca il cellula-
re e bevve un sorso di spritz ormai «È che proprio venerdì
Gelagog socchiuse le palpebre, per annacquato. Forse notando una ho una sfida im-
sottolineare uno sforzo che era più sua fugace smorfia di disappun- portante
che altro mentale; la vignetta, in- to, Gelagog allungò cautamente
trodotta dall’enigmatica frase “Vita un braccio e circondò il bicchiere
da ne*romante essere come”, raffi- con la mano, raffreddandolo in un
gurava due stregoni vestiti di nero istante. Stefano sogghignò e alzò
visibilmente depressi che parlava- il bicchiere in maniera plateale,
no. Le scritte, una sopra e una sot- brindando alla sua salute.
to, recitavano:
«Dunque, se sei già bravo nel tuo
“Allora, come va con quel Non-Mor- lavoro, perché hai bisogno di un
to con cui ti stavi scrivendo?” demone?»

“Male. Mi sta ghostando.” Quella era una bella domanda. Ste-


fano la convertiva spesso in affer-
Gelagog assunse uno sguardo va- mazione e la utilizzava per giusti-
cuo, come se stesse guardando ficare la sua situazione: forse gli
oltre lo schermo. altri Stregoni avevano bisogno di
evocare mostri perché erano trop-
«Sono amici tuoi quei due?» po incapaci per sbrigare le proprie
faccende da soli.
«Ma no! È solo una situazione ca-
suale, forse non si capisce...» «Mah, è più una questione di appa-
renze. Venerdì, per esempio, dovrei
«E cos’è un ne*romante?» partecipare a un grosso evento, in
cui tutto il settore di Conciliazione
«Niente, semplicemente un ne- sarà coinvolto. L’idea è quella di
gromante: è un modo per aggi- ingigantire - e rendere più ecci-
rare eventuali blocchi dei social tante - uno scontro previsto con-
network. Comunque non importa, tro un Drago Ancestrale che si sta
in effetti fa piuttosto pena!» risvegliando: verranno usati fulmi-
ni, maledizioni, evocazioni e tutto contro i demoni del fuoco: in palio
«Ma no, che dici! Sono io che non il resto, in modo da enfatizzare c’è il meteo di Ferragosto» rispo-
ne capisco nulla» esclamò Gela- l’importanza del nostro ruolo di di- se corrugando le estremità del-
gog, staccando un piccolo fram- fesa contro le forze oscure.» le fauci. «E poi non mi piacciono
mento di legno dalla superficie del gli eventi con troppa gente, tanto
tavolo. Poi aggiunse: «Credo che il «E faresti brutta figura presentan- più se c’è da combattere. Ti ho già
tuo sia un lavoro importante. Que- doti senza un demone.» spiegato cosa può succedere a chi

SUSSURRI 18
mi sta vicino.» gelide del suo spritz ed ebbe im-
provvisamente un’idea.
«Era solo una proposta, fa nulla.
Comunque, è ormai da un’ora che «Allora ti propongo una missione
ti sto vicino e non provo sensa- di tipo diverso! Visto che pensi che
zioni sgradevoli. Anzi, temo già il il mio lavoro sia importante, non
momento in cui te ne andrai la- mi vergogno a chiedertelo… ovvia-
sciandomi in pasto alla terribile mente, se non hai altri impegni!»
afa estiva!» disse Stefano, alzando
gli occhi al cielo e tirando fuori la «Dimmi pure.»
lingua, come per mima-
re l’estrema «Purtroppo la settimana di Ferra-
gosto dovrò stare in ufficio a lavo-
rare, perché siamo indietro con la
campagna pubblicitaria di settem-
bre. Sarà un caldo atroce e il mio
capo utilizza la scusa di non dipen-
dere troppo dalle invenzioni dei
Normie per coprire il fatto che non
ha soldi per comprare un climatiz-
zatore. Non credo che né io né il
mio computer resisteremo a lungo
con quella temperatura... Farebbe
proprio comodo un po’ di fresco!»

«Vuoi davvero che ti faccia compagnia?»

«Certo! Sarà una situazione tran-


quilla, non preoccuparti. Il mio
sarà l’ufficio più invidiato di tutto
il dipartimento» esclamò Stefano,
euforico. Poi, come accorgendosi
di un possibile errore, aggiunse:
«Sempre che questo non sia un
compito di livello troppo basso per
un demone come te.»

«No, anzi, ne sarei lusingato!»

«Bene. Che ne dici di lunedì pros-


simo, allora?»

sofferenza che lo attendeva. «Direi che puoi evocarmi dopo le


10… Ho i miei tempi.»
«Grazie, sei molto gentile. Questa
è una situazione tranquilla, dovre- «Affare fatto!»
sti vedermi nel pieno dell’azione.»
I due si scambiarono un flebile sorriso.
Stefano succhiò le ultime gocce

SUSSURRI 19
Pagine di una
vita polverosa
DI FRANCESCO PICONE

Francesco ci trasporta in una storia unica nel suo genere, tanto sim-
patica quanto dolcemente magica e sorprendente nel finale. Il suo è
un racconto divertente e insolito, alla cui prima lettura non abbiamo
che potuto pensare a Pagemaster - L’avventura meravigliosa, un film Francesco Picone, 27 anni, quasi tutti pas-
sati a giocare con le parole. Abita vicino a
che ha contraddistinto la nostra infanzia e, forse, il nostro amore per i Milano e da qualche anno lavora nel mondo
libri. Correte a recuperarlo non appena avrete finito di leggere la sto- della pubblicità come copywriter, avendo
ria di Francesco! l’occasione di ideare campagne pubblicita-
rie dagli ottimi risultati a livello nazionale.
È onnivoro, legge e mangia di tutto (tranne
i broccoli) e nel tempo libero scrive di tutto
(tranne di broccoli).

Perdersi non è mai piacevole, so- Ma i ragazzi non si erano arresi e si che lo fulmina per davvero.»
prattutto tra scansie impolverate erano rivolti a Tock, l’addetto alla pu-
piene di libri pericolosi. Oh sì, assai lizia delle statue. Tock era fiero del- Rimasero profondamenti delusi nel
pericolosi. Alcuni dicevano che in la sua nuova mansione e faceva di vedere Tock tornare illeso, con lo
quel luogo Matusalesse, il biblio- tutto per compiacere chiunque gli stesso sorrisone, e a mani vuote, se
tecario, fosse stato aggredito più rivolgesse la parola. Ai ragazzi non non per un libro sulla disinfestazio-
di una volta. E non solo a parole. era stato neanche necessario mi- ne degli acari del marmo.
C’era una cicatrice a testimoniarlo. nacciarlo di imbrattare le statue dei
Una stretta e profonda cicatrice sul grifoni per convincerlo. Tock, con Gli studenti iniziarono a disinteres-
pollice destro. Se l’era procurata a lo spolverino da un lato, lo straccio sarsi e si diffuse l’opinione che Ma-
furia di sfogliare libri… o forse nel dall’altro e un sorrisone sul viso, si tusalesse fosse ormai troppo vec-
tentativo di salvare Giardinaggio per era diretto verso Matusalesse che, chio per ricordare chi fosse.
giovani pollici verdi dalle grinfie di sbilanciandosi paurosamente all’in-
Enciclopedia Botanica Regione Ar- dietro, stava riponendo un grosso Ma per Giancoccio no. Matusalesse non
borica? Quasi tutti gli studenti cre- tomo. era troppo vecchio, ma troppo furbo.
devano nella seconda, ma nessuno
conosceva la verità; nessuno cono- Dall’angolo del corridoio, i ragazzi Ad alimentare la sua convinzione
sceva niente sul vecchio bibliote- facevano le prime scommesse. era una leggenda in particolare.
cario. Diverse volte quelli del terzo Una storia terribile che avrebbe
anno avevano provato a chiedere ai «Cinque spugne glassate che il vec- terrorizzato chiunque avesse mai
professori qualcosa in più su di lui. chio pazzo lo fulmina con gli occhi.» messo piede in una biblioteca, che
Tutti avevano glissato, qualcuno ad- vivesse nella Pianura Lungosa o tra
dirittura balbettando. «Troppo facile! Dieci ciocogalloni le Isole del Narvalo. Si mormora-

SUSSURRI 20
va, infatti, che Matusalesse avesse Se esistevano informazioni sulla tar giù quella porta fatta di costole
sperimentato sulla sua pelle l’orro- vita passata di Matusalesse, erano e ossa.
re di qualsiasi biblioteca: i romanzi in quel luogo. Intrufolarsi era una
rosa, il genere di tomi che sussur- follia. Il bibliotecario piombava alle Pochi istanti e i due studentelli che
rano lussuriosi di essere strofinati, spalle del primo che faceva l’aletta aveva corrotto sarebbero entrati
abbracciati, annusati. a un libro o alla matricola che ripo- in azione. Le soluzioni dello scor-
neva un volume nel posto sbaglia- so esame di Astronomia degli Astri
Tra i veterani della scuola, serpeg- to. Figuriamoci riuscire a entrare funzionavano sempre.
giava la leggenda che il bibliotecario lì dentro senza permesso. Però…
si fosse innamorato proprio di uno però ci voleva provare. Precisi come i cinguettii mattutini
di quei romanzi. Secondo Giancoc- di un fringuello strigliatore, sentì
cio, il libro, aiutato da una cugina Gian non si poteva fidare neppure gli echi di un trambusto provenire
zitella in Pozioni e Alchimia – cate- dei libri: erano tutti degli spioni. I da lontano. Giancoccio, con passo
goria Filtri d’Amore –, era riuscito a loro mormorii diventavano passa- svelto e falsa disinvoltura, si mosse
far innamorare l’uomo. I più malizio- parola e giungevano alle orecchie verso il cancello della zona proibita.
si pensavano che da qualche parte del vecchio che in un attimo appa- Ma prima doveva attraversare l’ulti-
fossero ancora nascoste le lettere riva sul luogo del fattaccio. Iniziò mo corridoio, il più temibile: Libri da
d’amore che i due si scambiavano. a pedinarlo per cercare di capire i riordinare. Il caos sceso in mensola.
suoi spostamenti, ma nonostante la
Grazie all’aiuto dei patriarchi del- sua incredibile lentezza, Gianciotto Gian si mosse con cautela e appena
la biblioteca, tra cui Catalogazione lo perdeva sempre. D’altronde, la bi- mise fuori il collo il peloso Animali
Ordinaria Ordinata e Codice Scola- blioteca era un groviglio di cunicoli. da guardia, come addestrarli gli ab-
stico Avanzato, Matusalesse riuscì baiò contro saltando giù dallo scaf-
a riprendersi e bandì tutti i roman- Il momento giusto, però, si stava fale. La grossa copertina in resina
zi rosa, esiliandoli in una stanza avvicinando. Gli esami feudali erano provò a mollargli un ceffone, ma si
ben protetta, accessibile solo a chi alle porte e con loro anche marma- bloccò prima; una catena lo legava
avesse avuto l’età adeguata. Chi de- glie di studenti. allo scaffale. Gian aveva la situa-
cideva quale fosse? Matusalesse, zione sotto controllo ed estrasse
naturalmente. Ecco perché nessu- Nessuno avrebbe dato importanza un piccolo libricino dalla forma ret-
no poteva entrarci. a lui, un innocuo studente del se- tangolare, Pesca Estrema. Le esche
condo anno che entra nella sezione migliori. Glielo lanciò e passò rasen-
Che il misterioso bibliotecario fosse RR, mentre qualcuno faceva cadere te all’altro lato.
ancora innamorato? Chiederglielo per caso l’intera collezione, in ordi-
era escluso. Gianciotto ricordava ne alfabetico, de I Cantici di Guglie- Con gli occhi fissi sul tomo peloso
quando, per molto meno, Matu- mo Occhidoro, giusto? non notò il lunghissimo segnalibro
salesse aveva rinchiuso Brancac- che usciva da un volumone sotto di
cio nella sezione Horror e Thriller. Ed eccolo lì, seduto per l’ennesima lui. L’urlo di dolore allertò, con un
Quando, una settimana dopo, rivi- volta a far finta di studiare. Sentiva effetto cascata, mezza biblioteca.
dero Brancaccio rientrare in aula, il cuore bussargli nel petto. I corri-
era in armatura completa, con tanto doi limitrofi alla zona Romanzi Rosa Gian, con il cuore che dal petto gli
di elmo calato giù. Tremava ancora erano deserti come al solito; solo di era salito fino in gola, scappò via.
dalla paura. tanto in tanto passava un maestro, Mentre si allontanava fu intercet-
oppure un goblin a pulire i pavimenti. tato da due del terzo anno che non
Chissà, allora, cos’avrebbe potuto badarono a lui.
fare la famigerata sezione “Romanzi Gian, da quel punto, poteva vedere
Rosa” a uno studente. Gian trema- benissimo la grossa meridiana nel «L’hai sentito anche tu?» disse uno.
va al solo pensiero. Però… però era cortile interno. Il cuore non bussa-
curioso. va, ma cercava direttamente di but- «Certo! Speriamo che qualcuno

SUSSURRI 21
finisca come quello del secondo «Uhm» rispose l’anziano, e con la Matusalesse spostò alcuni volumi,
anno» rispose divertito l’altro. testa fece cenno di seguirlo. senza svegliarli, con l’attenzione
con cui si maneggia una reliquia.
«Dici Bransacco?» Matusalesse era di poche parole.
Anche in questo caso non manca- La libreria si aprì e davanti a loro si
Brancaccio! avrebbe voluto urlale vano le leggende a riguardo. Per stagliò la piccola sezione “Armi da
Gian, ma non poteva perdere tempo. qualcuno era “così vecchio da parla- guerra innocenti”.
re solo in latino” o per altri “era nato
Svoltò l’angolo e si arrestò. prima che gli uomini sviluppassero Non è possibile, pensò Gian, che
le corde vocali”. Neanche i profes- ripassava mentalmente la mappa
A meno di un metro dal suo volto, sori sapevano perché parlasse in della biblioteca.
due piccoli occhi vitrei lo fissavano. quel modo, ma, nonostante questo,
riusciva a farsi capire benissimo. Matusalesse grugnì di nuovo, sve-
Non aveva mai visto Matusalesse gliando Gian dai suoi pensieri.
così da vicino. Avrebbe potuto con- Il bibliotecario fluttuava come uno
targli le rughe sulla fronte, ma non scheletro dentro una larga veste Poco dopo si trovarono di fronte al
ci sarebbe riuscito: erano troppe, gonfiata dall’aria. Si fermò di fronte cancello della zona RR. La seconda
intricate come fili di ragnatele in un a uno scaffale coperto da otto strati R era specchiata, le lettere sembra-
vecchio armadio. di polvere. Uno di quei granelli pote- vano baciarsi.
va aver visto la guerra dei Dieci Re.
«S-sì?», disse il ragazzo con voce Il vecchio guardò il mazzo di chiavi e
appena udibile. Grossi tomi rilegati in cuoio e sca- poi la serratura.
glie ronfavano profondamente, svo-
«Uhm» grugnì il bibliotecario. lazzio di pagine annesso. Il primo Gian era stupito. «Posso entrare?»
che Gian notò fu Cuori di drago.
Gian si lanciò ai suoi piedi. Ricette e utilizzi e capì il perché di Il vecchio indicò uno spazio vuoto
tutta quella polvere. L’ultimo drago tra le chiavi.
«Mi spiace! Ero solo curioso» cinse le era morto molto, molto, molto tem-
gambe lunghe e sottili come trampoli. po prima. Giancoccio ci mise un po’ ma poi
proruppe: «Non trovi la chiave!

SUSSURRI 22
Quindi non è proibita!». motivo della sua ricerca iniziò a così scellerati da rovinare perfino I
sbiadire. Cantici di Gugliemo Occhidoro».
«Uhm» esultò Matusalesse, ma con
moderazione, non voleva che qual- Imparò a muoversi tra i passaggi, E proseguì la ricerca di una chia-
che osso si sgretolasse. raddrizzò la mensola storta nell’os- ve che forse non era mai esistita,
servatorio e fece ragionare l’Enci- di una porta che forse era sempre
Giancoccio iniziò subito a setacciare clopedia Scientifica, che smise di stata aperta.
la biblioteca in lungo e in largo. For- lamentarsi. Creò pure un mecca-
se il suo sguardo giovane avrebbe nismo basculante per cullare i libri Passarono gli eoni.
notato qualcosa che al preistorico per bambini e farli addormentare.
bibliotecario era sfuggito. Quando Finalmente gli studenti potevano Prima dimenticò cosa cercava. Poi
a tarda notte tornò nel dormitorio, sedersi senza strilli. il suo nome.
ancora pensava ai grossi volumi che
non aveva spostato e alle mensole «La magia non è solo nei libri, ma La matassa di corridoi divenne la
che ancora doveva scalare. anche nel luogo in cui dimorano. sua casa e gli studenti iniziarono a
Basta solo essere curiosi» aveva ri- chiamarlo Matusalemme.
Il giorno dell’esame feudale, Gian sposto Gian ad un ragazzino brufo-
stava rovistando tra le pergamene loso, probabilmente una matricola.
degli Editti Esausti. Era una gran
fatica farli parlare, erano sempre «Ok.» Il giovane roteò gli occhi.
stanchi. «Ma, quindi, Incantesimi Deflagranti
ce l’avete o no?»
Saltò anche l’esame successivo,
inorridito dal ripiano “Manuali di Ar- «Quinto piano, area D, sulla menso-
chitettura”. Riordinò quei volumi in la con la candela di cerume di troll»
base alla grandezza, nella speranza rispose Gian lasciandosi alle spalle
che la chiave si nascondesse pro- il ragazzino. Gianciotto, però, si fer-
prio lì dietro. mò poco dopo vicino osservando
una grossa scaffalatura in quercia.
Il tempo scorreva e lentamente il Sbuffò tra sé: «I giovani d’oggi…

SUSSURRI 23
Dame, draghi,
cavalieri
e altre
sciocchezze
DI ALESSANDRO AVANZI

Nulla vi è più di più ancorato alla tradizione della narrativa fantastica del Borderline bassopadano con una laurea
prode cavalieri giunto a salvare la fanciulla in pericolo in una impenetra- in Filosofia e molti più dubbi esistenziali
che ore di sonno alle spalle. Mille lavori nel
bile torre difesa dal drago. Alessandro Avanzi, però, ribalta completa- passato (proiezionista cinematografico,
mente questo cliché, presentandoci un cavaliere assai diverso da quelli receptionist notturno in hotel, insegnante
che siamo soliti conoscere. Un racconto leggero che racconta uno dei di italiano a Quito, Ecuador), zero certez-
ze alla soglia dei cinquant’anni, e una sola
topoi più abusati con una chiave piuttosto… particolare! fondamentale convinzione: che la spinta a
distruggere mondi è prerogativa di chi non
è mai stato abituato a crearli.

Cédric Des Etoiles, cavaliere sen- Cédric non tentenna, né tergiver- membra di ninfa e bocca di rosa.
za macchia né paura, spinge la sa. Rapido sprona il destriero, con
propria cavalcatura verso la torre il brando puntato alla torre e la Ma ben oltre intravede la lungimi-
dove Sybille la Principessa è tenu- mente all’obiettivo. Giunge infine ranza di Cédric. Un battito d’ala, e
ta prigioniera dal Gran Drago She- all’ingresso e lesto discende, pron- l’avvizzito seno. Un soffio di brezza,
reeezan. to alla pugna, alla gloria e al dovere. e la chioma innevata. Un lampo im-
provviso, e le spalle cadenti.
Non è forse il più forte, tra i Cava- S’abbattono i colpi e del portone
lieri del Regno, né il più astuto o non rimane che legna da ardere. Brilla la lama e perisce Sybille.
audace, ma, a sorreggerlo, l’imper-
turbata e inamovibile convinzione Cédric risale la torre, gradino per Negli occhi del cavaliere, solo la
di essere nel giusto. Convinzione gradino, piano per piano, stanza ferra volontà di servire e liberare.
che è contrafforte contro cui si per stanza. Non lo tentano i tesori,
frangono inani i venti del dubbio e non lo lusingano gli scrigni. Su, fino E mentre egli esce dalla torre, re-
le onde dell’incertezza. alla sommità! cando le spoglie della fanciulla,
ecco il Drago, tra colonne di fiam-
Da lunge scorge la torre dei Mille Ed eccolo dinanzi all’ultima sala, me come urla di sole, in un turbi-
Tormenti, nella cui guglia la povera ove Sybille geme e sospira, tra nare d’artigli e schioccare di zanne.
dama sospira in trepidante attesa pianti e speranza, sconforto e pre-
del salvatore: alta s’erge, verso i li- ghiera. «Hai perso dunque il senno, Cava-
vidi cieli ove Shereeezan domina e liere dalle mani colme di sventura,
il sole s’inabissa. La giovane dama lo fissa rapi- che uccidesti colei che ti si chie-
ta, cerulea iride e crine di grano, deva di liberare?»

SUSSURRI 24
Franco è lo sguardo che Cédric rivol- ne, son mille e mille di più, i villici,
ge all’antica creatura. E ferma la voce. ma salda è la mia mano e ferma la
mia mente. A uno a uno cadranno
«Ti inganni, o Shereeezan, poiché e, quando più alcuno di loro cam-
la liberazione di cui io sono araldo minerà su questo mondo mortale,
e portatore non giunge tanto per non resterà altro a Karoun che af-
Sybille, quanto per te.» francarsi dai vincoli che lo assog-
gettano al ruolo.»
S’arresta il Drago, sorpreso, per la
prima volta in millenni, dalla favella «Ti auguro allora,» ri-
d’un mortale. sponde Shereeezan di-
sperdendo al vento le
«Non v’è prigioniero senza carce- ceneri che furono Sy-
riere, Shereeezan. Ciò che legava bille, «buona fortuna.»
Sybille a questo luogo, altrettanto
legava te, signore dei nembi, fla-
gello dei monti, imperatore delle
tempeste. Di fanciulle è pieno il
mondo e il fiore della loro gioven-
tù non è che un breve istante nella
lunga marcia del tempo. Il trapas-
so di Sybille ha sciolto lei da so-
verchiante peso di futuri plumbei
anni immersi nel grigiore e te da
futile compito che mal s’addice al
tuo rango. Vola libero, ora, Shere-
eezan: scuoti i cieli e le terre una
volta ancora.»

Il volto compunto, l’animo leggero,


la ferrea fermezza, Cédric rimonta
in sella e s’appresta a nuova e ardi-
mentosa impresa.

«Affido a te le spoglie della fan-


ciulla, Shereeezan. Io mi accingo
a trarre in libertà Karoun il Manna-
ro, terrore ma altresì ostaggio dei
villici d’Orjen, parecchie leghe più
a sud. Mi attende una dura tenzo-

SUSSURRI 25
ALVISE CANAL
compagni (lo sappiamo che è successo anche a voi!).

Palla di fuoco:
Ogni mago che si rispetti non può fare a meno di
inserire all’interno del proprio libro degli incante-
simi questa magia, la cui forza è seconda soltanto

storia di un
all’immagine che evoca il castare un’enorme sfera di
fuoco in grado di arrostire le orde di goblin che ci as-
salgono. Io stesso, per il mio penultimo personaggio,

elemento
non avrei mai scelto la classe del Warlock se questa
non avesse previsto il patto con l’Immondo, grazie al
quale è possibile accedere, appunto, all’incantesimo.

vincente
Certo, gli 8d6 danni da fuoco (dadi riferiti alla quinta
edizione) sono una ragione più che valida per riempi-
re uno degli slot con questa magia, ma è quello che
rappresenta a renderla così apprezzata.

il vero significato
della forza interiore
«Will, tocca a te!»
«Non lo so.»
«La palla di fuoco!»
«Poi dovrei lanciare un 13 o più.»
In Dungeons & Dragons
«Troppo rischioso. Incantesimo di protezione.»
«Non fare la femminuccia. Palla di fuoco!» vincono le soluzioni più
«Fai l’incantesimo»
«Il demogorgone è stanco dei vostri sciocchi bisticci! spettacolari, quelle che
stupiscono la nostra
Avanza verso di voi. Boom!»
«La palla di fuoco, Will!»
«Un altro passo. Boom!»
«Incantesimo di protezione.»
«Ruggisce rabbioso.»
immaginazione. Vin-
«Palla di fuoco.»
«Di protezione.»
ce la narrativa epica e
«Allora?»
«Palla di fuoco!»
quello che è in grado di
In questo scambio di battute, alcuni di voi avranno
evocare. Per questo vin-
riconosciuto la scena iniziale di Stranger Things
(giunta in questi giorni alla quarta stagione), altri una cono le palle di fuoco.
classica routine di una sessione di Dungeons & Dra-
gons. Sì perché, fra tutti gli incantesimi del Manua-
le del Giocatore, la palla di fuoco, o fireball, è sen-
za dubbio la magia più abusata e amata, quella che
maghi e stregoni non vedono l’ora di poter utilizzare
nelle proprie campagne, anche a discapito dei propri

SUSSURRI 26
La magia del fuoco è così evocativa da rappresentare Gli incantesimi legati a questo elemento sono sem-
la prima immagine a cui associamo la magia. Quando pre stati preferiti a quelli legati agli altri; il Power
immaginiamo un incantatore o un utilizzatore qualsi- Ranger rosso era sempre quello per cui i bambini li-
asi della magia, ci viene naturale pensarlo a domare tigavano; Ace, in One Piece, risulta in ogni classifica
le fiamme e a castare sfere di fuoco come se non uno dei personaggi con il maggior grado di apprez-
ci fosse un domani. L’idea delle fiamme sprigionate zamento; Natsu,il protagonista di Fairy Tail, è il Dra-
dal nostro corpo che ci avvolgono braccia e mani è gon Slayer del fuoco; Roy Mustang, l’”Alchimista del
di una potenza senza eguali. E vale un po’ per tutte fuoco”, è fra i personaggi più apprezzati di Fullmetal
le declinazioni di questo elemento, tanto per le palle Alchemist, il capolavoro della Arakawa, ed è spesso
quanto per raggi e muri. Anche la creatura magica addirittura preferito ai protagonisti.
per eccellenza, il drago, è strettamente as-
sociato a questo elemento. Potremmo continuare all’infinito, ci-
tando Agumon e le sue digievo-
Non stupisce, infatti, che luzioni, Kyojuro Rengoku e
lo starter Pokemon Tanjiro e Nezuko Kama-
più scelto e amato do in Demon Slayer,
dai giocatori sia l’intero manga Fire
C h a r m a n d e r, Force, Madara,
né tantome- Sasuke e tutti gli
no che fra i Uchiha in Na-
Pokemon ruto, Escanor
preferiti in in The Seven
assoluto Deadly Sins,
spicchi Genryusai
sempre Ya m a mo to
Chari- in Bleach e,
zard, in- infine, Zuko,
giusta- prima gran-
m e n t e de antagoni-
relegato al sta e poi aiu-
tipo fuoco/ tante in Avatar
volante. Il - La leggenda di
fascino di un Aang.
drago sputafuo-
co è insindacabile. La stessa cosa vale
per i videogiochi. Quan-
Anche chi preferisce al- do un giocatore ne ha la
tri elementi non può evita- possibilità, sceglie con mag-
re di rimanere charmato (giusto giore frequenza di specializzarsi
per continuare ad utilizzare termini le- nel dominio del fuoco, piuttosto che su
gati al mondo dei giochi di ruolo). Idropompa e Idro- altri elementi. Questo anche per una semplice ragio-
vortice abissale sono mosse belle e potenti, ma nulla ne visiva, poiché le fiamme hanno un’epicità e spet-
a che vedere con Lanciafiamme, Vampata e Fuoco- tacolarità che gli altri elementi scarsamente posso-
bomba, tecniche spettacolari che venivano utilizzate no raggiungere.
per il mero gusto di vedere timide e abbozzate ani-
mazioni, più che per la reale efficacia nel campo di Anche nei nuovi giochi VR, ad esempio per Oculus,
battaglia. ci si imbatte spesso in giochi con ambientazioni
fantasy che ci portano a realizzare il nostro sogno di
Il fuoco ha sempre raccolto il maggior numero di fan. lettore/scrittore, ovvero quello di poter indossare i

SUSSURRI 27
panni di uno stregone e di poter generare fiamme da
scagliare contro i nemici. Ed è una sensazione unica,
una sensazione che, banalmente, potremmo definire
magica.

Rifacendoci, infine, alla prima pagina di questo nu-


mero, è curioso vedere come le fiamme siano asso-
ciate a volte al protagonista altre all’antagonista, in
base al valore che lo scrittore/sceneggiatore vuole
dargli. Ne Il Signore degli Anelli, ad esempio, vediamo
il Balrog, il Flagello di Durin, un demone che combat-
te con fruste ardenti e composto da fiamme, scon-
trarsi con Gandalf. Lo stesso stregone, però, è servo
della Fiamma Imperitura, o Fuoco Segreto, l’essenza
di Lluvatar, creatore di Eä.
Il fuoco, le esplosioni, le fiamme che avvampano han-
no un naturale fascino al quale è impossibile sottrar-
si. Fa parte del nostro essere uomini esservi attratti,
forse proprio per la nostra storia ed evoluzione. Cosa
vi è di più bello, in fondo, che leggere sul divano con
un leggero fuocherello a crepitare nel camino?
Forse, in fondo, siamo tutti un po’ Guy Montag.

«Era un piacere bruciare tutto.


Era un piacere particolare veder le cose divorate,
annerite, trasformate.»

SUSSURRI 28
Consigli di
tastiera
Le formule magiche Il vero eroe di ogni storia
per imparare a
scrivere meglio

GIULIA PADOVAN

SUSSURRI 29
Per quale ragione Il signore degli anelli, i quali per- in questa trasformazione che ha origine l’empatia da
sonaggi si sono consolidati nell’immaginario collet- parte del lettore. Bisogna far notare, anche, come
tivo, è diventato un fenomeno mondiale? Non si può in questa serie di libri non è solo il protagonista a
individuare un’unica ragione di questo successo, essere soggetto a un percorso di trasformazione:
ovviamente, ma una di queste si può individuare nel anche la maggior parte dei personaggi secondari in-
perfetto percorso dell’eroe che compiono i protago- traprendono un viaggio interiore che li cambia pro-
nisti della storia, composta da tutte le sfide che essi fondamente, rendendoli, alla fine della saga, delle
devono affrontare, e nella trasformazione interiore persone completamente diverse da quelle che erano
che subiscono. Lo stesso si può dire della saga di all’inizio.
Harry Potter, de Le cronache del ghiaccio e del fuoco
e della trilogia Grisha, esempi di opere di narrativa Allo stesso modo, Frodo non è più lo stesso hobbit
dai personaggi iconici e indimenticabili. Il succes- spensierato che abbiamo incontrato all’inizio de La
so di queste opere dipende da molteplici fattori, ma compagnia dell’anello: il viaggio che ha compiuto lo ha
tutte queste sono accomunate dalla presenza di pro- messo di fronte a sfide che ne hanno temprato il ca-
tagonisti il cui viaggio esterno procede di pari passo rattere, messo in dubbio certezze e riscritto le priorità.
con quello interno.
Un personaggio che non cambia a livello interio-
Nel manuale L’arco di trasformazione del personaggio re, ma resta bensì la stessa persona dall’inizio della
di Dara Marks, l’interiorità del protagonista è il pri-
mo argomento a essere analizzato: questo fa capire
quanto, nella scrittura di un’opera, il viaggio interiore
dei personaggi non sia semplicemente importante,
ma fondamentale perché questi vengano ricordati
dai lettori e, soprattutto, apprezzati. Il successo di
un’opera è strettamente legato alla capacità dell’au-
tore di raccontare, oltre agli avvenimenti esterni,
alla situazione e all’avventura, anche l’interiorità dei
personaggi e la trasformazione a cui questi vanno
incontro. Non basta, secondo la Marks, proporre al storia sino alla fine, può anche salvare il mondo, ma
pubblico delle scene d’azione o degli avvenimenti non coinvolgerà il lettore o lo spettatore allo stesso
fantastici: questi piaceranno nell’immediato, ma non modo. Un esempio che la Marks illustra nel suo ma-
lo colpiranno a fondo e non resteranno a lungo nel nuale è quello del protagonista del film Apollo 13, Jim
cuore delle persone. Lovell. Questo viene presentato come una persona
forte, coraggiosa e intraprendente sin dall’inizio del
Prendiamo, per esempio, Harry Potter: perché il film, e tale resterà per tutta la sua durata. Nono-
giovane maghetto ha fatto innamorare milioni di let- stante la sua storia sia piena di ostacoli e prove da
tori? L’incredibile world-building, gli scontri magici superare, nessuna di queste lo porterà a cambiare,
e il conflitto con l’antagonista hanno di sicuro con- perché il suo essere eroico fin dal principio non lo
tribuito al suo successo mondiale, ma se prendia- costringe a cambiare per affrontare i pericoli che lo
mo in analisi soltanto il protagonista, noteremo una attendono. Secondo l’autrice, questo tipo di perso-
semplice quanto efficace verità. Harry è un ragazzo naggio non è per nulla di interesse per lo spettatore,
come tanti, che si ritrova catapultato in situazioni in quanto non può dargli nulla, non può insegnargli
nuove e sconvolgenti, sempre più difficili e pericolo- una lezione o dargli una dimostrazione della forza del
se, che lo metteranno sempre di più alla prova. Il gio- cambiamento interiore.
vane mago, per sopravvivere e salvare i suoi amici e
il mondo, deve trovare, nel suo cuore immaturo, for- Questo perché, citando le parole della Marks, quando
za, coraggio, volontà e fiducia: solo in questo modo guardiamo un film:
riuscirà a superare tutte le prove che gli si presen-
teranno davanti. L’Harry Potter dell’ultima pagina del
settimo libro non è più quello del primo, ed è proprio

SUSSURRI 30
ma la maggior parte di noi esseri umani non è così:
il nostro carattere si forgia sull’incudine delle sfide,
quando siamo chiamati all’azione o quando il nostro
obiettivo domanda un pegno in coraggio e volontà.

La vita che siamo Nessuno nasce eroe, ma tutti percorrono un viaggio


pieno di insidie e ostacoli che chiamano all’azione,
preoccupati di salvare esattamente come i protagonisti dei nostri amati ro-
manzi: ecco perché, nelle loro storie, amiamo sco-
è la nostra. La storia prire che l’Eroe non è mai stato tale fin dall’inizio, ma
si è guadagnato quel titolo con l’impegno, la costan-

di un film non è za e la forza di volontà. Non è nato possedendo già


tutte le conoscenze del mondo, ma bensì ha impa-

quell’esperienza passiva rato numerose lezioni lungo il percorso, molte delle


volte sbagliando o perdendo qualcosa, esattamente

che ci sembra di
come noi.

Amiamo leggere, e teniamo di più ai personaggi il cui


percepire. percorso ricorda in qualche modo quello che viviamo
nella nostra vita reale, perché essi sono un modo di
Al contrario è qualcosa guardare alla nostra realtà, imparare insieme a loro
e migliorare, crescere e trasformarci.
che ci riguarda e che può
attivare un meccanismo
di sviluppo interiore
come qualunque
esperienza che facciamo
nella nostra vita reale.

Probabilmente noi non salveremo il mondo sconfig-


gendo il signore oscuro di turno, né ci imbarcheremo Giulia Padovan, divoratrice di libri, soprattutto fan-
tasy, meme maker a tempo perso, gran maestra di
in viaggi epici in compagnia di creature fantastiche, Canva ed elemento essenziale di Lumien. Giulia,
ma, prima o poi, ci ritroveremo senza dubbio ad af- oltre ad occuparsi dei social e degli aspetti più cre-
frontare difficoltà e sfide, dovremo superare ostaco- ativi, riveste il ruolo di lettrice editoriale. Si occu-
pa, inoltre, di foreign rights. Di notte sogna di poter
li e/o lottare per qualcosa in cui crediamo. Forse, tra
accedere al Mare senza stelle, di giorno di solcare i
gli otto miliardi di persone presenti a questo mon- mari con l’unico vero capitano, Inej Ghafa. Quindi sì,
do, ci saranno persone nate con l’indole dell’eroe, non c’è mai davvero con la testa.
coraggiose e scaltre, impavide davanti alle sfide,

SUSSURRI 31
rie amatissima che ha tenuto migliaia di spettatori

Vox Machina:
incollati a Twitch per assistere in tempo reale alle
loro fantastiche avventure. Quanto fatto dai Critical
Role è stato apprezzato a tal punto da aver ispirato

il potere
altri format simili, come quello dei bravissimi e ta-
lentuosi ragazzi di Inntale, progetto multimediale di
divulgazione sui giochi di ruolo nato da un’idea di Si-

dell’amicizia
mone Rosini. Le loro splendide avventure e sessioni
sono racchiuse in Luxastra, campagna di Pathfinder
(la prima stagione, mentre le successive di D&D 5.0)
scritta e narrata da un fantastico Mattia Ceniti. La
ALVISE CANAL
loro, però, è una storia che merita uno spazio a parte
(e di cui non vedo l’ora di parlarvi).

Prendete un gruppo di amici appassionati di giochi Torniamo a parlare dei Critical Role e di come la qua-
di ruolo, fateli sedere ad un tavolo con un Dungeon lità del progetto sia nel tempo divenuto qualcosa di
Master preparato e dal talento narrativo invidiabile e ancora più grande. La webserie è stata trasformata
avrete raccolto tutti gli ingredienti per un progetto nella Critical Role Productions LLC, una vera e pro-
destinato ad avere successo. Sto ovviamente parlan- pria compagnia di produzione, necessaria per un
do di Critical Role, serie in onda su Twitch e YouTu- prodotto sempre più strutturato e seguito (parliamo
be dal 2015 che vede come protagonisti un gruppo di uno dei canali più pagati di Twitch). Il 4 marzo 2019
di doppiatori alle prese con splendide e divertenti viene infine lanciata la campagna Kickstarter pe rac-
campagne di Dungeons & Dragons, il gioco di ruolo cogliere i fondi necessari alla realizzazione di un cor-
fantasy più amato e giocato in tutto il mondo, giunto to. Critical Role, in poco più di un mese raccoglie più
negli ultimi anni alla solida e divertente edizione 5.0. di 11 milioni, un budget che gli permette di dare vita
ad un’intera serie televisiva. Poi, nel 2019, il colosso
Dalla passione e ambizione di queste sette giocatori, Prime Video acquista i diritti della serie e commis-
e del loro DM Matthew Mercer (doppiatore, tra l’altro, siona 14 ulteriori episodi, da cui trarre la seconda
di Levi Ackerman e Kiritsugu Emiya), è nata una se- stagione. Così, il 28 gennaio 2022, esce finalmente

SUSSURRI 32
La leggenda di Vox Machina, prima stagione di 12
puntate dedicata alla prima campagna dei Critical
Role, giocata su una versione semplificata (sì, era
necessario per renderla giocabile) di Dungeons and
Dragons 4.0.

Ebbene, da poco ho finito di vederla, o, per meglio


dire, divorarla. I suoi episodi sono spassosissimi,
come i personaggi della compagnia, e la trama fun-
ziona alla grande grazie ad una storyline tipica da
GDR, quindi contraddistinta da combattimenti epici,
avversari tostissimi e trama apparentemente line-
are ma disseminata di colpi di scena e, soprattutto,
delle trame secondarie dei protagonisti, ovvero del
loro passato, vero motore della serie. Vox Machina si
distanzia anni luce da qualsiasi altro prodotto fantasy
animato. La serie non ha il budget di Arcane, vero e
proprio capolavoro d’animazione, né trame arzigo-
golate e volutamente strutturate. Vox Machina è una
serie leggera, nonostante i toni dark e il quantitativo
di sangue astronomico, un prodotto originale e spas-
soso da gustarsi senza impegno. La bellezza risiede
anche nell’immaginarsi i personaggi seduti intorno al
tavolo, a ruolare le azioni che, anni dopo, sarebbero
state trasformate in prodotto animato. A giustificare
la visione potrebbe anche essere soltanto la Mano di
Scanlan, l’incantesimo del bardo che da vita a ma-
gie deliranti al limite della censura. I personaggi, per
quanto indubbiamente incastonati nei più classici
cliché della narrativa fantastica (l’orco barbaro igno- non sono pronti), La Leggenda di Vox Machina è la
rante che vuole combattere e uccidere ogni cosa; lo serie di cui avete più bisogno.
gnomo bardo che vuole accoppiarsi con ogni cosa;
i mezzelfi cupi che cercano vendetta), funzionano Qui potete recuperare tutti gli episodi della serie
proprio perché caricaturizzati e ben amalgamati. originale https://critrole.com/campaign-1/, mentre
Per quanto diversissimi, la loro unione e i loro rap- su Amazon Prime Video vi consiglio di recuperare la
porti sono fra gli elementi principali della saga. Mai, serie animata: la adorerete!
infatti, ci immagineremmo un barbaro amico di una
gnoma chierica, ma in Vox Machina tutto è possibile.

È vero, non è un capolavoro, ma è un titolo estrema-


mente godibile, una delle serie animate fantasy più
apprezzabili che vi possiate godere in questi giorni.
Tutti gli elementi narrativi funzionano nel loro in-
sieme e la stravaganza del progetto rende la serie
qualcosa di irripetibile e unico nel suo genere. Se
volete immergervi in un’avventura fantasy e ridere di
gusto all’ironia e demenza che solo una compagnia
di Dungeons & Dragons può creare (i giocatori capi-
ranno di cosa stiamo parlando, gli altri, forse, ancora

SUSSURRI 33
MARTINA PONENTE

Le matite
dietro Lumien
Ho iniziato a la- ca). Per il resto, oltre il disegno, i
vorare a sedici libri (la mia passione per il fantasy
anni, facendo è risaputa, ma leggerei di tutto,
piccole commis- anche gli scontrini del supermer-
sioni, dal ritratto cato) e la scrittura, amo tantissimo
di famiglia alla la Musica ( linfa vitale e matrice di
silhouette per ogni mia storia) e la Cucina (so-
gioielli. A dicias- prattutto i dolci al caramello). Ma
sette anni ho ini- in questi ultimi due campi sono
ziato a lavorare talmente fallimentare da non dilun-
per alcuni Autori garmi oltre. Sarei capace di brucia-
Self Publishing e re anche un gelato. Io e le pentole
piccole case edi- totale disaccordo.
trici locali. Stu-
diando contem- Concludo con un po’ di curiosità a
poraneamente. caso. La mia tecnica preferita è lo
sketch a matita, amo ogni genere
Ho sempre ama- musicale, sono appassionata di
Cara Martina, quello che sappia- to il mondo dei libri, così come il- carte e adoro realizzare set a tema.
mo di te è che realizzi illustrazioni lustrare e scrivere. Sono le mie tre
splendide. Hai voglia di raccon- ragioni di vita. Adoro l’illustrazione Ho una passione per i personaggi
tarci qualcosa in più su di te e su per l’infanzia, immaginare di cono- ( libri, serie tv, film etc.) Potrei stu-
quello che fai? scere un bambino con occhi grandi diare il loro Character Design all’in-
e sognanti che si rivolge a me con finito. Infatti per me i personaggi
Ciao, e grazie per questi compli- la stessa felicità con cui guardavo non sono solo carta su inchiostro,
menti e soprattutto per questa in- i miei miti, mi scioglie. (Bambini di bazzicano dentro e fuori la mia
tervista! Dunque, fortunatamente aspetto e Bambini nel cuore!) testa, mi aiutano quando sono in
raccontarmi non è molto difficile. difficoltà e ho appreso più da loro
Ho seguito un percorso abbastan- Questo è uno dei motivi per cui che dietro i banchi di scuola. Per
za lineare e coerente. Ho sempre ogni giorno cerco di migliorarmi i profani, tutto questo può essere
avuto la passione per l’arte, il di- e far trasparire tutto l’amore e la sintetizzato in “Sì, alla veneranda
segno e i libri, e ho seguito questa passione che ho per questo me- età di 24 anni ho ancora gli ami-
strada da quando ho iniziato a leg- stiere che toglie tanto, ma regala ci immaginari!” del resto anche i
gere e scrivere. Sono nata e vivo a il doppio! miei amici veri hanno i loro amici
Palermo, ho studiato al liceo Arti- immaginari, quindi ogni sabato è
stico (Damiani Almeyda) e succes- Leggo molto, ma vorrei anche po- un problema prenotare in pizzeria,
sivamente diplomata in Accademia ter scrivere. Ho il cervello pieno di esistono tavoli che vanno verso
di Belle Arti, triennio di Fumetto e storie che premono per uscire, ma l’infinito?
Illustrazione. Attualmente sto stu- rispetto al disegno la scrittura mi
diando al biennio di Animazione. incute timore. Non credo di esser- P.s Ho scritto tanto ma ho rias-
ne all’altezza. Ahah. (risatina isteri- sunto tutta la mia vita hahahahah.

SUSSURRI 34
Spero che quando qualcuno taglierà questa intervi- I tuoi lavori hanno tantissimi spunti ed elementi
sta lo farà dando un tono professionale che io non fantastici. Ci racconti il tuo rapporto con la fan-
avrò mai. tasia?

Parliamo ora della copertina. Ci racconti come fun- Il mio rapporto con la fantasia ha la seguente per-
ziona il processo creativo e come questo ti ha por- centuale matematica: Fantasia 80% Realtà 20%
tato a dare vita a questa stupenda illustrazione?
Purtroppo devo vivere nella realtà anche per quel
Quando ho capito che il tema era “Fuoco” la mia testa 20 %, ma ogni cosa che mi circonda è una possibi-
ha pensato subito ai draghi, a mentori potenti e mi- le storia/personaggio/creatura. Io vivo di fantasia,
steri che risalgono alla Notte dei Tempi. Poi, BOOM! non esiste un giorno in cui la mia testa non produce
Ha vinto l’opzione Notte! L’idea era quella di fare una un’immagine, un dialogo, una scena fantastica.
copertina potente, misteriosa, d’effetto.
Il portapenne che diventa una torre, lo spray nasale
Quindi… Auricolari alle orecchie ho iniziato a scivo- che diventa una navicella spaziale pronta al decollo,
lare nei meandri della musica ed ecco tanti tamburi il cuscino stropicciato che diventa una creatura pan-
tribali, Epic music, e un pizzico Di Caparezza. Sono ciuta che sonnecchia, eccetera eccetera eccetera…
andata tanto lontano da risalire alla Madre Natura di
Leopardi, al celebre “Dialogo tra la Natura e l’Islande- Percorro spesso le strade a piedi, auricolari saldati
se”. Ho rosolato il tutto con il mito di Prometeo, per alle orecchie e si cammina per la città immaginan-
dare un tocco di Sapere. Nasce così la Madre Natura done sempre un profilo nuovo. I miei amici diventa-
del Fuoco, una creatura primordiale, irraggiungibile. no protagonisti di libri, le loro azioni si trasformano
È ricoperta di oro, metalli e pietre preziose. Ho pre- in pretesti narrativi, una pizza diventa un meet di
so molti elementi dalle culture tribali africane e non maghi pronti a lottare contro le forze oscure (tipo i
solo, questo per dare al suo aspetto una doppia let- carciofini sottaceti). Per ogni anno scolastico (dalle
tura, passato e futuro. Inoltre, le Tribù sono la culla elementari) preparavo una storia con protagonisti i
del mondo, quando ancora gli umani erano vicini alla miei compagni. Al liceo era diventata una tradizione
Terra, all’istinto. annuale, ( Un anno eravamo maghi, l’altro anno ci-
neasti del 1900, l’altro ancora circensi bloccati in un
I suoi occhi sono ardenti, volevo toglierle in senso circo maledetto).
simbolico, ogni traccia umana, o anche la minima
traccia di sentimento. Anche la simmetria è un ulte- Le mie storie sono sempre intrise di magia, realtà
riore riferimento alla mancanza di umanità (la perfe- fantastiche e distorte, creature magiche, miti, Dei,
zione simmetrica non è nella natura umana). Sul suo supereroi. (Magari dai quarant’anni in poi inizierò a
copricapo, al centro, ho rappresentato il sole. Minu- scrivere saggi sulla politica estera della Zagaluska, o
scolo rispetto alla Dea. La Dea, infine, è rappresen- ricette vegetariane per pappagalli.)
tata in maniera statica, come se il suo movimento
fosse cristallizzato nel tempo, ferma, un’azione che Quindi creare, per me, non è stato mai un problema.
dura secoli. Certo, non si hanno sempre idee brillanti, e sincera-
mente io stessa non credo di essere un genio dell’in-
Questo è il procedimento creativo, quello prati- novazione. Ma l’originalità è una chimera che non si
co è molto più lineare. Tutto parte con uno sketch, può raggiungere sempre, e secondo me cercarla è
poi una linea più pulita, una colorazione piatta che solo una frustrante perdita di tempo. Bisogna scri-
scoraggia praticamente ogni committente, e infine vere, pensare, disegnare e creare partendo da sé
la magia delle atmosfere e delle luci. Vanto una va- stessi e dalla propria esperienza. Quello che ci piace,
stissima collezione di pennelli, ma come SEMPRE, quello che NON ci piace, i nostri miti e i nostri ne-
ne ho usati tipo 3. Per questo Artwork ho utilizzato mici. Le ricette saranno sempre diverse, siamo tutti
Procreate. diversi, le idee saranno sempre Nostre.

SUSSURRI 36
Ultimo ma non meno importante: elemento magico
preferito?

Elemento Magico preferito? Se si parla di realtà Ele-


mentale: L’Aria. Mi chiamo Ponente, il vento mi ha
sempre affascinato. Quindi sono scontata e di parte.

Ma sono un Sagittario, e quindi il Fuoco è il mio ele-


mento di natura. Creazione e Distruzione. Incostan-
za e Sicurezza. Mi sento descritta bene da entram-
bi questi elementi, ma il kio preferito rimane l’ Aria.
Sempre. La sua leggerezza e la sua forza sono una
poesia che vorrei tanto far diventare mia.

Poteri Magici, IL TELETRASPORTO. Vorrei essere


ovunque e viaggiare ovunque, sai che bello essere
stracolmi di lavoro e teletrasportarsi alle Bahamas?
O semplicemente saltare la fila dei bagni pubblici?
Un sogno.

Molti vorrebbero leggere la mente, per me è una vio-


lazione della privacy, è bello poter contare sul pro-
prio intuito e scoprire le persone passo dopo passo.

SUSSURRI 37
“Leggere libri è il gio-
co più bello che l’uma-
nità abbia inventato”
Wislawa Szymborska

SUSSURRI 38
Disegna Lumien
Il fantastico vive di immagini potenti, di illustrazioni sognanti che danno vita
all’immaginifico degli autori. Nelle pagine di Lumien vogliamo creare uno
spazio anche per queste, per aiutare gli illustratori italiani a condividere la
propria arte e farsi conoscere. Pubblica su Instagram un’illustrazione fantasy
come post, taggandoci e inserendo l’hashtag #sussurri.

I disegni più belli verranno pubblicati sulla prossima edizione del magazine!
Potresti anche divenire il copertinista del prossimo numero!

SUSSURRI 39
I Cavalieri di Nome:
Rachele Piccolo
Libro fantastico preferito:

Lumien: i L’Attraversaspecchi
Elemento di appartenenza:
Acqua/ghiaccio/fuoco (qualcuno

nostri preziosi la aiuti a scegliere)


Superpotere:
Dominio dell’acqua

lettori
editoriali
In questa pagina vi raccontiamo di loro, i Cavalieri
di Lumien, un gruppo di valorosi e fantastici, in tut-
ti i sensi, beta reader che ci aiutano nella
fase di lettura e valutazione dei tanti
manoscritti e racconti che ci arriva-
no ogni giorno!

Ci teniamo a mostrarveli e pre-


sentarveli perché il loro aiuto,
supporto e confronto e davve-
ro prezioso per la nostra casa
editrice.

Grazie di cuore, Cavalieri!

Nome:
Andrea Littera
Libro fantastico preferito: Nome:
Ciclo delle Fondazioni Alice Giuman
Elemento di appartenenza: Libro fantastico preferito:
Acqua Harry Potter (non sa
Superpotere: sceglierne uno)
Telecinesi/telepatia Elemento di appartenenza:
Oscurità
Superpotere:
Mutaforma

SUSSURRI 40
Nome:
Luca Littera
Libro fantastico preferito:
Ma gli androidi sognano
Nome:
pecore elettriche?
Aurora Pomiato
Elemento di appartenenza:
Libro fantastico preferito:
Aria/Luce
L’Ospite
Superpotere:
Elemento di appartenenza:
Volo
Elettricità
Superpotere:
Elettromagnetismo

Nome: Nome:
Greta Marchiori Beatrice Canal
Libro fantastico preferito: Libro fantastico preferito:
Orgoglio e pregiudizio Harry Potter e l’ordine della Fenice
(Greta è la nostra preziosa Elemento di appartenenza:
beta reader outsider!) Fuoco
Elemento di appartenenza: Superpotere:
fuoco/luce (è una testurbante) Controllo mentale
Superpotere:
Rigenerazione

SUSSURRI 41
Perché un
magazine?

Lumien nasce da un concetto tanto semplice quanto


ambizioso, ovvero rivoluzionare il mercato editoria-
le italiano. Abbiamo creato questa casa editrice per
supportare in modo etico i tanti scrittori emergen-
ti che faticano a trovare il proprio spazio in questo
mondo. In quest’ottica abbiamo individuato una serie
di strumenti che potessero essere utili a tutti, non
soltanto agli autori Lumien.

Sussurri nasce come alleato di tutti gli scrittori di


fantastico italiani. Per noi non fa alcuna differenza
che abbiate auto pubblicato o che abbiate sotto-
scritto contratti con case editrici differenti. Credia-
mo che per valorizzare questo genere, tanto bistrat-
to dall’editoria odierna, sia necessario fare squadra,
Tutto ciò che
allearsi e supportarsi a vicenda. Se un autore fan-
tastico di un’altra CE riesce ad ottenere il successo
dovete fare è
che merita, noi ne siamo entusiasti.
divertirvi
Ecco perché una rivista, per offrire agli scrittori un
modo per farsi conoscere, per raccontare la propria
arte, mettersi in gioco e promuovere i propri libri e
le proprie saghe. Se con le pagine di Sussurri avremo
aiutato un autore a vendere anche solo una copia in
più del proprio romanzo, tutto il nostro impegno sarà
ripagato.

Sussurri è Vostro. Sussurri è dei tanti scrittori che ci


credono davvero e degli ancora più numerosi lettori.
Questa rivoluzione non può essere fatta senza di voi.

Noi ci crediamo, e speriamo decidiate di farlo con noi.

SUSSURRI 42 SUSSURRI 42
Cosa c’è di diverso
in Lumien?

01 02 03
Il Cuore La Spada La Luna
Lumien esiste per una ragione: Per raggiungere i nostri obiettivi, Per quanto le nostre gambe siano
per fare del bene. Tutto quello che sappiamo che le parole non basta- piantate a terra, il nostro sguardo
vogliamo è la felicità degli scritto- no. Per questo abbiamo estratto la è sempre rivolto alla luna, alle stel-
ri emergenti, è creare un mondo spada, l’arco e il grimorio. Abbiamo le. Guardiamo verso l’alto perché è
adatto a loro e far sì che quanti più un arsenale pieno di strumenti che lì che vogliamo arrivare, e vogliamo
lettori al mondo possano godere la metteremo a disposizione dei no- farlo insieme a tutti gli scrittori che
lettura dei loro libri e l’immersione stri autori, per aiutarli a vendere decideranno di affidarsi a noi.
nei mondi che creeranno. più di quanto mai potrebbero spe-
rare. Il piano di conquista di Lumien è
Vogliamo avere un impatto positivo stato dettagliatamente definito.
sulla società e provare a risolvere Le competenze e la tecnica dei Sappiamo dove vogliamo arrivare,
le problematiche che affliggono il cavalieri Lumien sarà offerta agli ed è una meta per la quale non ba-
settore dell’editoria. Ogni nostra scrittori per riuscire a far sì che sterebbero mille astronavi. Solo le
parola sarà frutto dell’empatia che il loro libro raggiunga tutte le li- vostre storie potranno condurci lì.
ci muove: sappiamo di cosa hanno brerie. Non solo parole, ma fatti e Dovete soltanto rivolgere il vostro
bisogno gli autori e vogliamo riu- professionisti che inventeranno le sguardo in alto, e crederci.
scire a darglielo! strategie più efficaci per aiutarvi.

SUSSURRI 43
Cerchiamo Scrittori
italiani di Fantasy e
Fantascienza.

Hai un libro da
troppo tempo nel
cassetto?

Inviacelo!

SUSSURRI 44
Dove possiamo
incontrarci?
Lumien è ovunque. Stiamo conquistando tutti i social
network, e presto passeremo al mondo intero.
Intanto puoi leggerci e ascoltarci su Facebook,
Instagram, Spotify e Telegram.
Ti aspettiamo lì per tanti approfondimenti utili!

PROSSIMO
TEMA:
L’ACQUA

DETTAGLI MAGAZINE

Sussurri di Alvise Canal e Giulia Padovan


Impaginazione e creatività: Ocalab Ringraziamo
Copertina: Martina Ponente Universo Fantasy per
Illustrazioni: Silvia Dalla Palma l’amicizia e l’alleanza”.

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