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L�avventura cominciata con Miss Peregrine.

La casa dei ragazzi speciali, e


proseguita con Hollow City, trova, in questo terzo libro, un finale eccitante,
pieno di suspense. Jacob, il protagonista sedicenne, che ha appena scoperto di
essere dotato di un nuovo, straordinario potere, intraprende un rocambolesco
viaggio per andare a salvare i suoi amici Speciali tenuti prigionieri in una
fortezza apparentemente inespugnabile. Con lui ci sono l�adorata Emma Bloom, la
ragazza capace di creare il fuoco con la punta delle dita, e Addison MacHenry, il
cane dotato del fiuto giusto per seguire la traccia lasciata dagli Speciali rapiti.
Insieme, i tre si lasciano alle spalle la Londra moderna per infilarsi nei vicoli
labirintici di Devil�s Acre, i bassifondi pi� abietti dell�Inghilterra vittoriana:
infatti, sar� proprio qui che il destino dei ragazzi Speciali di ogni luogo ed
epoca dovr� essere deciso una volta per tutte. Come i primi due romanzi della saga,
La biblioteca delle anime � un fantasy ad alto tasso di emozione impreziosito da
bizzarre fotografie vintage: un�esperienza di lettura irripetibile. Dal primo
romanzo della serie, Miss Peregrine. La casa dei ragazzi speciali � un caso
letterario internazionale che ha venduto pi� di un milione e mezzo di copie in
tutto il mondo � � tratto il film di Tim Burton, prodotto dalla Twentieth Century
Fox.
RANSOM RIGGS � nato in Florida e vive a Los Angeles. � autore di cortometraggi,
scrittore di viaggi, collezionista di fotografie d�epoca e blogger. Rizzoli ha
pubblicato i primi due volumi della trilogia di Miss Peregrine: La casa dei ragazzi
speciali (2011) e Hollow City (2014).

Propriet� letteraria riservata


� 2015 by Ransom Riggs
All rights reserved
First published in English by Quirk Books, Philadelphia, Pennsylvania
Published by agreement with Trentin e Zantedeschi Literary & Film Agency
� 2016 Rizzoli Libri S.p.A. / Rizzoli, Milano
Titolo originale dell�opera:
LIBRARY OF SOULS
THE THIRD NOVEL OF MISS PEREGRINE�S PECULIAR CHILDREN
Art Director:
Francesca Leoneschi
Progetto grafico:
Andrea Cavallini / theWorldofDOT
Prima edizione: settembre 2016
Realizzazione editoriale:
Librofficina, Roma
In copertina: Fotografia courtesy of John Van Noate
Art Director: Francesca Leoneschi
Graphic Designer: Luigi Altomare / theWorldofDOT
www.rizzoli.eu

LA BIBLIOTECA DELLE ANIME


IL TERZO LIBRO DI
MISS PEREGRINE
LA CASA DEI RAGAZZI SPECIALI

A mia madre

I CONFINI DELLA TERRA, GLI ABISSI


DEL MARE, L�OSCURIT� DEL TEMPO,
TU LI HAI SCELTI TUTTI E TRE.
E.M. FORSTER

GLOSSARIO DEI TERMINI SPECIALI

SPECIALI Ramo invisibile di ogni specie, umana o animale, benedetta � e maledetta �


da poteri soprannaturali. Onorati nei tempi antichi, temuti e perseguitati in
quelli pi� recenti, gli Speciali sono reietti che vivono nell�ombra.

ANELLO Area circoscritta all�interno della quale un unico giorno continua a


ripetersi per sempre. Creati e sorvegliati dalle ymbryne per salvaguardare dai
pericoli gli Speciali posti sotto la loro tutela, gli anelli ritardano all�infinito
l�invecchiamento di chi li abita. Ma chi vive in un anello non � affatto immortale:
ogni giorno �saltato� si accumula in un debito, che viene riscosso provocando un
veloce e orribile invecchiamento nel caso lo Speciale si attardi troppo a lungo
all�esterno del proprio anello.

YMBRYNE Matriarche mutaforma del mondo degli Speciali. Possono trasformarsi in


uccelli, se lo desiderano, manipolare il tempo, e hanno il compito di proteggere i
ragazzi Speciali. Nell�antico Idioma degli Speciali, la parola ymbryne (pronunciata
imm-brinn) significa �rivoluzione� o �circuito�.

SPIRITI VACUI Ex Speciali dalle fattezze mostruose che hanno fame delle anime dei
loro antichi fratelli. Somigliano a cadaveri avvizziti, eccezion fatta per
l�energica mascella che cela al proprio interno un groviglio di robuste lingue
tentacolari. Sono molto pericolosi perch� nessuno pu� vederli, tranne pochissimi
Speciali, e fra loro l�unico rimasto in vita � Jacob Portman (un altro era suo
nonno, ora morto). Prima che una recente invenzione potenziasse le loro capacit�
non potevano penetrare negli anelli, ed � per questo motivo che gli Speciali hanno
deciso di rifugiarsi l�.

SPETTRI Se un Vacuo mangia un numero sufficiente di anime Speciali diventa uno


Spettro. Gli Spettri sono visibili a chiunque e sembrano Normali in tutto e per
tutto, tranne che per gli occhi completamente bianchi e privi di pupilla. Scaltri,
manipolatori e bravissimi a mimetizzarsi, lavorano da anni per infiltrarsi tra i
Normali e gli Speciali. Chiunque potrebbe essere uno Spettro: il fruttivendolo
sotto casa, l�autista dell�autobus, il vostro strizzacervelli. Impegnati in una
lunga campagna di terrore contro gli Speciali, basata su assassinii e rapimenti,
utilizzano i Vacui come mostruoso braccio armato. Hanno un unico obiettivo:
vendicarsi degli Speciali e assumere il controllo del loro mondo.

1.

Il mostro era l�, a portata di lingua, con gli occhi fissi sulle nostre gole, il
cervello vizzo e gonfio di fantasie omicide. Era affamato di noi, una fame che
saturava l�aria. Gli Spiriti Vacui nascono affamati dell�anima degli Speciali, ed
eccoci l�, apparecchiati davanti a lui come una tavola imbandita: ai miei piedi
c�era quella briciola di Addison, fermo e coraggioso in posizione di attacco, con
la coda ritta; Emma si teneva aggrappata a me, ancora troppo stordita dalla botta
per produrre qualcosa di pi� di una debole fiammella; ed entrambi eravamo
schiacciati contro quel che restava della cabina telefonica, la schiena tutta
graffiata. Oltre quel nostro desolante gruppetto, la stazione della metropolitana
sembrava un locale notturno dopo un bombardamento. Dalle condutture esplose, il
vapore usciva sibilando e formava una cortina spettrale. Dal soffitto penzolavano
gli schermi, rotti e pericolanti. Un tappeto di vetri in frantumi si allargava fino
ai binari e luccicava sotto i riflessi rossi e intermittenti delle lampade di
emergenza come una palla da discoteca gigantesca. Eravamo in trappola: da una parte
una parete invalicabile, dall�altra una barriera di vetro che ci arrivava alle
caviglie, e a soli due passi da noi una creatura dotata di un unico istinto
primordiale, quello di farci a pezzi� Eppure il mostro non faceva nulla per colmare
la distanza. Sembrava inchiodato a terra, anche se continuava a ondeggiare sulle
gambe come un ubriaco o un sonnambulo, la testa ciondoloni, quasi fosse morto, le
lingue simili a un nido di serpi che io avevo ammaliato come un incantatore.
Io. L�avevo fatto io. Jacob Portman, un ragazzino qualunque nato in Un Posto
Qualunque, nello Stato della Florida. Il mostro � questo concentrato di orrore
fatto di buio e degli incubi raccolti nel sonno dei bambini � non ci stava
uccidendo, e solo perch� io gli avevo chiesto di non farlo. Gli avevo detto senza
mezzi termini di togliermi di dosso le lingue che mi avviluppavano il collo.
Vattene, avevo detto. Fermo l�, avevo detto� in una specie di idioma fatto di suoni
che non credevo potessero uscire dalla bocca di un essere umano� e come per
miracolo la creatura aveva obbedito, allontanandosi ma con gli occhi sempre fissi
su di me. In qualche modo avevo tenuto a bada l�incubo, l�avevo addomesticato con
un incantesimo. Prima o poi, per�, tutte le cose assopite si risvegliano e gli
incantesimi si dissolvono, specialmente quelli che funzionano per caso, e nella
calma apparente io percepivo che lo Spirito Vacuo era sul punto di esplodere.
Addison mi diede una nasata alla caviglia. �Stanno per arrivare altri Spettri. Ci
lascer� passare, la bestia?�
�Parlagli ancora� disse Emma; la voce era intontita, appannata. �Digli di levarsi
di torno.�
Provai a rintracciare le parole, ma non le trovavo pi�. �Non so pi� come si fa.�
�L�hai appena fatto� intervenne Addison. �Era come se dentro di te ci fosse un
demone.�
L�avevo fatto, era vero, ma prima che sapessi di esserne capace: allora, le parole
mi erano affiorate alle labbra, pronte per essere pronunciate. Adesso che le
rivolevo, mi sfuggivano come i pesci quando cerchi di acciuffarli a mani nude. Non
appena mi sembrava di averne catturata una, ecco che subito sgusciava via.
Vattene! gridai.
Ma lo gridai in inglese, e il Vacuo non si mosse. Raddrizzai le spalle, lo fissai
negli occhi neri come macchie d�inchiostro e riprovai.
Vattene da qui! Lasciaci in pace!
In inglese, anche stavolta. Il mostro inclin� la testa come un cagnolino curioso, e
per il resto non mosse un muscolo.
�Se ne � andato?� chiese Addison.
Loro non potevano saperlo: soltanto io riuscivo a vederlo. �� ancora qui� risposi,
�non capisco cos�� che non funziona.�
Mi sentivo stupido e svuotato. Il mio potere si era gi� esaurito? Cos� in fretta?
�Lascia perdere� fece Emma. �Tanto con i Vacui non ci puoi mica ragionare.� Allung�
un braccio e cerc� di accendere una fiamma, ma la scintilla si spense subito. Lo
sforzo sembrava averla fiaccata, e io la tenni stretta per la vita per non farla
cadere.
�Non sprecare energie, Fiammiferina� le disse Addison. �Immagino che dopo ci
serviranno.�
�Mi batter� con lui a mani nude, fuoco o non fuoco, se necessario� ribatt� Emma.
�L�unica cosa che conta � trovare gli altri prima che sia troppo tardi.�
Gli altri. L�avevo ancora davanti agli occhi, l�immagine mentale sbiadita di loro
sulla banchina: i bei vestiti di Horace tutti sbrindellati; la forza di Bronwyn che
nulla poteva contro le armi degli Spettri; Enoch stordito dall�esplosione; Hugh che
approfittava della confusione per togliere a Olive le scarpe zavorrate, cos� che
lei potesse volare via; e Olive che veniva bloccata e ritirata gi� prima di
riuscire a scappare. E tutti in lacrime, terrorizzati, spinti a forza sul treno,
portati via. Portati via con la ymbryne che eravamo riusciti a rintracciare quasi a
costo della vita, e che adesso era stata risucchiata dalle viscere di Londra, verso
un destino pi� terribile della morte. � gi� troppo tardi, pensai. Era gi� troppo
tardi quando i soldati di Caul avevano assaltato il rifugio ghiacciato di Miss
Wren. Ed era troppo tardi la notte in cui avevamo scambiato il fratello perfido di
Miss Peregrine per la nostra amata ymbryne. Ma giurai a me stesso che avremmo
ritrovato i nostri amici e la nostra ymbryne, anche a costo di recuperare solo i
loro cadaveri� o di aggiungere i nostri alla pila.
Quindi, adesso: da qualche parte, oltre il buio illuminato dalla luce a lampi,
doveva esserci una via d�uscita che portava sulla strada. Una porta, una scala, una
scala mobile, laggi� in fondo. Ma come fare a raggiungerla?
Vattene subito di qui! gridai al Vacuo in un ultimo tentativo.
Ancora una volta in inglese, ovviamente. Il mostro reag� con un grugnito,
nient�altro. Era inutile: avevo perso le parole.
�Piano B� annunciai. �Visto che non mi d� retta, lo aggiriamo. Sperando che non si
muova.�
�Lo aggiriamo in che senso?� chiese Emma.
Per tenerci a una distanza di sicurezza avremmo dovuto camminare sul tappeto di
vetri rotti, per� cos� le schegge avrebbero ferito le caviglie nude di Emma e
dilaniato le zampe di Addison. Mi concentrai sulle alternative: potevo prendere in
braccio il cane, ma restava il problema di Emma. Potevo cercare un pezzo di vetro
lungo e affilato e conficcarlo tra gli occhi della creatura � una tecnica che avevo
gi� sperimentato con successo �, ma se non fossi riuscito a uccidere il mostro al
primo colpo l�avrei solamente risvegliato, e a quel punto ci avrebbe ucciso lui.
Restava solo un�altra soluzione: sgusciare nel varco minuscolo tra la parete e il
Vacuo, dove le schegge di vetro non erano arrivate, ma il passaggio era davvero
strettissimo, largo non pi� di trenta, quaranta centimetri, il minimo
indispensabile per respirare anche se ci fossimo appiattiti contro il muro. Temevo
che avvicinarci cos� tanto al mostro, o peggio ancora sfiorarlo per sbaglio,
avrebbe spezzato la fragile trance che lo teneva al suo posto. Comunque, a meno che
ci spuntassero le ali per volargli sopra la testa, non avevamo altra scelta.
�Ce la fai a camminare un pochino?� chiesi a Emma. �O a saltellare, almeno?�
Lei irrigid� le ginocchia e allent� la stretta con cui si reggeva a me, per capire
se riusciva a stare in piedi. �Posso zoppicare� disse.
�Allora sentite cosa facciamo: gli scivoliamo di fianco, con la schiena al muro,
lungo questo passaggio. Non c�� molto spazio, ma se stiamo attenti��
Addison cap� subito cosa intendevo fare e si rifugi� nella cabina telefonica.
�Secondo te � una buona idea andargli cos� vicino?�
�Forse no.�
�E se si sveglia mentre siamo�?�
�Non succeder� risposi, ostentando una sicurezza che non avevo. �Niente movimenti
bruschi, e non toccatelo per nessun motivo al mondo.�
�Sei tu i nostri occhi, ora� disse Addison. �E che i munifici uccelli veglino su di
noi.�
Raccolsi da terra un lungo frammento di vetro e lo feci scivolare nella tasca.
Arretrammo fino alla parete; ci addossammo contro le piastrelle fredde e
cominciammo a strisciare in direzione del Vacuo. I suoi occhi si mossero con noi,
fissi su di me. Altri due passi, lentissimi, e ci ritrovammo avviluppati dal tanfo
fetido emanato dal mostro. Addison toss� e Emma si port� la mano al naso.
�Ancora un piccolo sforzo� dissi, la voce tesa e stridula. Tirai fuori dalla tasca
il pezzo di vetro e glielo puntai contro, poi feci un altro passo, e un altro
ancora. Ormai eravamo vicinissimi, se avessi allungato un braccio l�avrei toccato.
Sentivo, sempre pi� veloce, il battito del suo cuore sotto le costole. Cercava di
resistere, combattendo con ogni neurone per neutralizzare la presa goffa con cui
cercavo di controllarlo. Stai fermo, dissi, mimando con la bocca le parole in
inglese. Tu sei mio. Ho io il controllo. Stai fermo.
Tirai in dentro la pancia, mi raddrizzai, appiccicai ogni singola vertebra alla
parete e continuai a muovermi di lato, come un granchio, nello spazio strettissimo
tra il muro e il Vacuo.
Stai fermo. Non muoverti.
Scivolare, e strisciare, e scivolare. Trattenni il respiro quando il Vacuo acceler�
il suo, un fiato nauseabondo e umido, rantolante, che gli usciva dalle narici in
una nuvola nera. L�istinto di sbranarci doveva essere disperato, straziante. Almeno
quanto lo era il mio di correre, ma lo ignorai; le prede scappano, non il
cacciatore.
Non muoverti. Non. Muoverti.
Ancora pochi passi, pochissimi centimetri, ed era fatta. Tra la sua spalla e il mio
petto ci passava giusto un capello.
Non�
� e invece s�. Con un movimento repentino il Vacuo ruot� prima la testa, poi il
corpo, verso di me.
Mi irrigidii. �Fermi� dissi, questa volta a voce alta, rivolto agli altri. Addison
seppell� il muso tra le zampe e Emma si blocc�, serrandomi il braccio in una morsa.
Mi preparai per quello che stava per arrivarmi addosso� le sue lingue, i suoi
denti, la fine.
Indietro. Indietro, sta� indietro.
In inglese, in inglese, sempre in inglese!
Passarono diversi secondi durante i quali, inspiegabilmente, il mostro non ci
uccise. Il suo petto si alzava e si abbassava, ma a parte questo sembrava essersi
impietrito di nuovo.
Scivolai di qualche millimetro lungo la parete per verificarlo. Lui mi segu�
muovendo appena la testa � magnetizzato da me come l�ago di una bussola, il suo
corpo in perfetta sincronia con il mio � ma nient�altro; non spalanc� le fauci. Se
il mio incantesimo, o quel che era, era stato spezzato, a quest�ora avremmo dovuto
essere morti.
Invece il Vacuo mi fissava, e basta. In attesa di istruzioni che io non sapevo come
impartire. �Falso allarme� dissi, e Emma liber� un sonoro sospiro di sollievo.
Facemmo gli ultimi passi, ci staccammo dal muro e sfrecciammo via veloci, per
quanto potesse essere veloce Emma che zoppicava. Un paio di metri e mi voltai a
guardarlo: si era girato del tutto e ancora mi fissava.
Resta l�, sussurrai in inglese. Da bravo.
* * *
Passammo attraverso una cortina di vapore e la scala mobile era l�, ferma, i
gradini statici: staccata dalla corrente. Un debole alone di luce diurna
rischiarava l�ambiente, un richiamo allettante del mondo che stava poco pi� su. Il
mondo dei viventi, il mondo del presente. Un mondo dove c�erano i miei genitori.
Erano entrambi l�, a Londra, respiravano quell�aria. A pochi chilometri di distanza
da me.
Ehi! Lass�!
Pazzesco. E ancora pi� pazzesco: meno di cinque minuti prima, avevo raccontato ogni
cosa a mio padre. Nella versione bignami, questo s�: Io sono come Nonno Portman,
gli avevo detto. Sono uno Speciale. Loro non potevano capire, per� almeno adesso
sapevano. Perlomeno, la mia assenza avrebbe avuto un sapore diverso dal tradimento.
Sentivo ancora la voce di mio padre che mi implorava di ritornare a casa, e mentre
ci trascinavamo verso la luce mi ritrovai a lottare contro l�improvvisa urgenza,
meschina, di divincolarmi dalla presa di Emma e mettermi a correre, di scappare via
da quel buio soffocante e andare a cercare i miei genitori e supplicarli di
perdonarmi; e poi di scivolare nel loro bellissimo lettone che sembrava quello di
un hotel e addormentarmi.
Questa sarebbe stata la cosa pi� pazzesca di tutte. Perch� non avrei mai potuto
farlo: io amavo Emma, gliel�avevo detto, e non l�avrei lasciata l� per tutto l�oro
del mondo. Ma non perch� avessi un animo nobile o coraggioso, non c�era niente di
cavalleresco in me, proprio niente. Avevo solo paura che se l�avessi abbandonata si
sarebbe strappata una parte di me.
E poi c�erano gli altri, gli altri. I nostri poveri amici, pi� sfortunati di noi.
Dovevamo andare a prenderli� ma come? Da quando quel treno se li era portati via,
nella stazione non ne erano arrivati altri; e dopo l�esplosione e la sparatoria che
aveva messo tutto sottosopra, di sicuro la circolazione non sarebbe tornata
regolare. Quindi ci restavano due cose da fare, entrambe terribili: andare a
cercarli a piedi, lungo le gallerie, sperando di non imbatterci in nessun Vacuo,
oppure salire in superficie per affrontare qualunque cosa ci aspettasse l� sopra �
molto probabilmente una banda di Spettri �, e a quel punto valutare la situazione e
organizzarci di conseguenza.
Non avevo dubbi su cosa preferivo fare. Del buio, e soprattutto dei Vacui, non ne
potevo pi�.
�Saliamo� dissi, spingendo Emma verso le scale mobili ferme. �Ci cerchiamo un
posticino tranquillo per pianificare la prossima mossa, e intanto recuperiamo le
energie.�
�Non se ne parla� fece lei. �Non possiamo abbandonare gli altri. Per me non ti devi
preoccupare.�
�Non li abbandoniamo� risposi. �Ma dobbiamo guardare in faccia la realt�. Siamo
feriti e deboli, e loro chiss� dove sono, ormai. Probabilmente lontanissimi, fuori
dalla metropolitana. Come facciamo a trovarli?�
�Nello stesso modo in cui io ho trovato voi� disse Addison. �Col mio fiuto. Gli
Speciali hanno un odore particolare, rilevabile solo dai cani come me. E fra
l�altro, voi siete un gruppetto di Speciali piuttosto profumato. Immagino che la
paura accentui l�odore, e anche il fatto che non vi lavate da��
�E allora andiamo a cercarli!� esclam� Emma.
Con sorprendente energia mi trascin� verso i binari. Feci resistenza, lei che
tirava da una parte, io che tiravo dall�altra. �No, no� � impossibile che i treni
viaggino ancora. E andare l� dentro a piedi 腻
�Non me ne frega niente se � pericoloso. Io non li mollo.�
�Non � solo pericoloso, � insensato. Ormai non ci sono pi�, Emma.�
Lei lasci� cadere il braccio e si incammin� zoppicando in direzione dei binari,
inciamp� e si rimise in piedi. Di� qualcosa, sillabai in silenzio a Addison, e lui
alla fine le si par� davanti.
�Temo che abbia ragione. Siamo a piedi, perci� la traccia lasciata dai nostri amici
sar� scomparsa ben prima che riusciamo a trovarli. Sono estremamente dotato, ma a
tutto c�� un limite.�
Emma guardava fisso l�interno della galleria, poi si gir� verso di me, tormentata
dal dubbio. Allungai una mano verso di lei. �Andiamo, dai. Non significa mica che
ci arrendiamo.�
�Va bene� mi rispose con durezza. �Va bene.�
Ci stavamo avviando alla scala mobile, quando qualcuno ci chiam� dalle profondit�
del buio.
�Ehi, voi!�
Una voce debole ma familiare, dall�accento russo. Era l�uomo pieghevole. Scrutai
fra le ombre e identificai la sua sagoma a terra, vicino ai binari, un braccio
sollevato. Era stato colpito durante il conflitto a fuoco di poco prima, e credevo
che gli Spettri l�avessero caricato sul treno insieme agli altri. Invece era l�,
steso a terra, e ci chiamava.
�Sergei!� grid� Emma.
�Lo conoscete?� chiese Addison diffidente.
�� uno degli Speciali che si erano rifugiati da Miss Wren� dissi, con le orecchie
tese verso le sirene che sentivo ululare in superficie. C�erano guai in arrivo �
anche se magari travestiti da soccorsi � e io sapevo che se volevamo cavarcela
dovevamo andarcene subito di l�. Solo che, stavolta, non potevamo certo abbandonare
Sergei.
Addison zampett� verso di lui, scansando i cumuli di schegge acuminate. Emma si
lasci� prendere nuovamente sottobraccio e insieme lo seguimmo. Sergei giaceva su un
fianco, ricoperto di pezzi di vetro e sangue. La pallottola aveva colpito un organo
vitale. La montatura di metallo dei suoi occhiali era rotta, e lui cercava di
risistemarseli sul naso per guardarmi meglio. �� miracolo, � miracolo� rantolava,
con una vocina annacquata come un t� fatto con una bustina usata due volte. �Ho
sentito te parlare con lingua dei mostri. � miracolo.�
�Non proprio� risposi, inginocchiandomi accanto a lui. �Non sono pi� capace di
farlo.�
�Se potere � dentro te, � per sempre.�
Dalla scala mobile arrivavano voci e un rumore di passi. Spazzai via i pezzi di
vetro per poter infilare le mani sotto di lui. �Ti portiamo con noi.�
�Tu lascia me qui� gracchi� Sergei. �Io fra poco andato via��
Ignorai le sue proteste e lo sollevai di peso. Era alto come una pertica ma pi�
leggero di una piuma, e lo tenevo tra le braccia come se fosse un neonato enorme,
le gambe magrissime che penzolavano da una parte e la testa che ciondolava sulla
mia spalla.
Due sagome si erano precipitate gi� dalla scala mobile e adesso erano l�, ferme in
controluce, a scrutare l�oscurit�. Emma indic� il pavimento e ci inginocchiammo
piano, sperando che non ci beccassero � e che fossero due semplici cittadini venuti
a prendere la metro �, ma poi udii il gracchiare di un walkie-talkie ed entrambi
accesero una torcia, illuminandosi a vicenda le giacche catarifrangenti.
Erano uomini del pronto intervento? O Spettri travestiti? Lo capii solo quando, con
un unico gesto sincronizzato, si sfilarono entrambi gli occhialoni avvolgenti.
Ma certo.
Adesso la via di fuga restava una. I binari, le gallerie. Non potevamo batterli
sulla velocit�, malmessi com�eravamo, ma se non ci vedevano, forse potevamo ancora
farcela� e non ci avevano ancora visti, nel caos della stazione devastata. I fasci
luminosi delle loro torce spazzavano il pavimento. Io e Emma indietreggiammo verso
i binari. Se fossimo riusciti a infilarci nella galleria quatti quatti� ma Addison,
che cavolo, non ci seguiva!
�Forza, muoviti� sussurrai.
�Quelli sono autisti di ambulanze� lo sentii dire a voce troppo alta, �e quest�uomo
ha bisogno di aiuto.� Un secondo dopo, i fasci di luce rimbalzarono da terra e
piovvero dritti su di noi.
�Fermi l�!� tuon� uno degli uomini sfoderando una pistola mentre l�altro armeggiava
con il walkie-talkie.
Poi accaddero due cose inaspettate, una di seguito all�altra. La prima: stavo per
appoggiare l�uomo pieghevole sulla banchina e saltare gi� insieme a Emma, quando un
sibilo cavernoso risuon� da dentro la galleria e un unico, gigantesco fanalone
inond� di luce il passaggio. Il soffio d�aria stantia era stato provocato,
naturalmente, da un treno, che nonostante l�esplosione, chiss� come, viaggiava
ancora. La seconda: una dolorosa fitta allo stomaco mi disse che il Vacuo si era
mosso e camminava a grandi passi verso di noi. L�attimo immediatamente dopo lo
vidi: ci marciava incontro attraverso una nuvola di vapore, le labbra nere
spalancate e le lingue che sferzavano l�aria.
Eravamo in trappola. Se ci fossimo messi a correre in direzione delle scale ci
avrebbero intercettati e uccisi. Se fossimo saltati sui binari, il convoglio ci
avrebbe travolti. E non potevamo rifugiarci dentro il treno, perch� ci avrebbe
messo minimo dieci secondi prima di fermarsi, e ne sarebbero passati almeno dodici
prima che si aprissero le porte, e poi altri dieci prima che si chiudessero, e per
allora ci avrebbero uccisi gi� tre volte. Perci� feci quello che facevo spesso
quando ero a corto di soluzioni: guardai Emma. Capii dalla sua espressione
disperata che aveva intuito la pericolosit� della situazione, e dalla sua mascella
serrata che aveva deciso di agire comunque. Solo quando cominci� ad avanzare
zoppicando, con i palmi delle mani distesi, ricordai che lei non era in grado di
vedere il Vacuo. Cercai di chiamarla, di raggiungerla, di fermarla, ma le parole
non mi uscivano di bocca e non potevo afferrarla senza lasciar cadere l�uomo
pieghevole, e poi vidi Addison inseguirla e iniziare ad abbaiare allo Spettro
mentre lei cercava inutilmente di produrre una fiammella� e poi ci fu una
scintilla, e un�altra, ma il fuoco non si animava; era come se Emma avesse in mano
un accendino scarico di gas.
Lo Spettro scoppi� a ridere, fece scattare il cane della pistola e gliela punt�
contro. Il Vacuo, intanto, correva verso di me, ululando in contrappunto allo
sferragliare sibilante dei freni del convoglio. Fu allora che compresi che era
finita e non potevo farci proprio niente. In quel momento, per�, qualcosa dentro di
me si sciolse, e allora anche il dolore che sentivo ogni volta che un Vacuo si
avvicinava svan�. Era un dolore che somigliava a un gemito acutissimo, e mentre si
dissolveva scoprii, nascosto pi� in profondit�, un altro suono, un mormorio ai
margini della coscienza.
Una parola.
Mi ci gettai sopra a capofitto. La afferrai e la strinsi. La inghiottii e la
scagliai fuori urlando, con tutta la potenza di un lanciatore della Major League.
Lui, dissi, in una lingua che non era la mia. Una sillaba sola, ma densa di
significati, e non appena mi rantol� fuori dalla gola il risultato fu istantaneo.
Il Vacuo si blocc� ondeggiando sul posto � come pietrificato, inchiodato per i
piedi � e subito gir� il busto di centottanta gradi frustando l�aria con una lingua
che si abbatt� sulla banchina prima di avvolgersi in tre spire intorno alla gamba
dello Spettro. Quello perse l�equilibrio e spar� un colpo che rimbalz� sul
soffitto, e poi vidi il suo corpo schizzare in alto a testa in gi� e lo sentii
gridare.
I miei amici ci misero un momento a capire cos�era successo. Mentre loro se ne
stavano l� a bocca aperta e l�altro Spettro sbraitava nel walkie-talkie, udii le
porte del treno aprirsi con un sibilo alle mie spalle.
Ci siamo.
�ANDIAMO!� urlai, e Emma si mise a correre per quel che poteva, con Addison che
inciampava nelle sue gambe e io che cercavo di infilare nel piccolo varco delle
porte il corpo allungato e scivoloso per il sangue dell�uomo pieghevole. Alla fine
rotolammo tutti insieme oltre la soglia sul vagone.
Risuonarono altri colpi di pistola, lo Spettro stava cercando di colpire alla cieca
il Vacuo.
Le porte si chiusero per met�, si riaprirono. �Agevolare la chiusura delle porte,
prego� ci ricordava il vivace annuncio registrato.
�L�!� disse Emma, indicando le lunghe gambe e le scarpe di Sergei, per met� ancora
fuori dalla carrozza. Scattai per liberargli i piedi, e negli interminabili secondi
prima che le porte si chiudessero davvero lo Spettro intrappolato nelle lingue
spar� altri colpi a caso finch� il mostro si spazient� e lo scaravent� contro il
muro. Lo Spettro scivol� lungo la parete fino a terra, e l� rimase, accasciato e
immobile.
L�altro Spettro intanto correva verso l�uscita. Anche lui, cercai di dire, ma ormai
era tardi. Le porte si stavano chiudendo, e con un brusco scossone il treno si
avvi�.
Mi guardai intorno: grazie al cielo eravamo finiti in un vagone deserto. Cosa ci
avrebbero fatto delle persone normali, altrimenti?
�Stai bene?� chiesi a Emma. Si era seduta e respirava con affanno senza levarmi gli
occhi di dosso.
�Grazie a te� rispose. �Davvero sei stato tu a ordinare al Vacuo quello che ha
fatto?�
�Mi sa di s� dissi. Anche se io per primo non ci credevo.
�Che roba� sussurr� lei. Non riuscivo a capire se fosse spaventata, o piacevolmente
colpita, o entrambe le cose.
�Ti dobbiamo la vita� intervenne Addison, strofinandomi teneramente il naso sul
braccio. �Sei un ragazzino molto speciale, sai?�
L�uomo pieghevole sghignazz�, e quando guardai gi� vidi che sorrideva nonostante la
sofferenza. �Vedi?� disse. �Te l�ho detto. � miracolo.� Poi la sua espressione si
fece nuovamente grave. Mi afferr� la mano e mi premette sul palmo un quadratino di
carta: era una fotografia. �Mia moglie, mio figlio� disse. �Nostro nemico li ha
presi molto tempo fa. Se tu trovi gli altri, forse��
Appena guardai l�immagine rimasi sconvolto. La foto, 5x7 centimetri, ritraeva una
donna con un bambino tra le braccia. Si capiva che Sergei la portava con s� da
tanto tempo. Le due figure si distinguevano ancora bene, ma la fotografia � o forse
il negativo da cui era stata sviluppata � era fortemente danneggiata, quasi fosse
stata ripescata in extremis dalle fiamme, come se fosse stata esposta a un calore
cos� forte da deformare e spezzettare quei volti. Era la prima volta che Sergei
menzionava la sua famiglia. Da quando l�avevamo incontrato, parlava soltanto del
suo desiderio di mettere insieme un esercito di Speciali e di andare di anello in
anello a reclutare i sopravvissuti alle razzie e alle epurazioni. Non ci aveva mai
confidato a cosa gli servisse, quell�esercito, e ora finalmente lo capivo: voleva
riportare a casa sua moglie e suo figlio.
�Troveremo anche loro� dissi.
Sapevamo tutti e due quanto fosse improbabile, ma lui al momento aveva bisogno di
sentirmi pronunciare quelle parole.
�Grazie� mormor�, poi si accasci� nella pozza di sangue che si faceva sempre pi�
ampia.
�Non gli resta molto� disse Addison avvicinandosi per leccargli la faccia.
�Io magari riesco a produrre abbastanza calore per cauterizzare la ferita� fece
Emma sfregandosi i palmi, e anche lei si avvicin�.
Addison diede dei colpetti con il naso sulla camicia di Sergei. �Qui� disse,
fermandosi sull�addome, �l�hanno colpito qui.� Emma accost� le mani ai lati del
punto indicato, e quando la pelle prese a crepitare, io mi alzai: non � che mi
sentissi troppo bene.
Guardai fuori dal finestrino. Eravamo ancora all�interno della stazione, perch�
probabilmente i detriti sui binari rallentavano il treno. Lo sfarfallio delle
indicazioni luminose delle uscite di sicurezza rischiarava solo alcuni dettagli
nell�altrimenti piena oscurit�: vidi il cadavere di uno Spettro bruciacchiato in
mezzo ai vetri; la cabina telefonica semidistrutta, la stessa in cui avevo avuto il
mio exploit; e poi il Vacuo � capii che era lui e sobbalzai � che ci veniva
incontro a grandi passi lungo la banchina, a un paio di carrozze di distanza, agile
come un atleta.

Fermo l�, va� via, dissi di getto, in inglese, contro il finestrino. Non mi
riusciva di pensare con chiarezza, e quel dolore era tornato insieme al lamento.
Il treno prese velocit� e si infil� nella galleria. Io premetti la faccia contro il
vetro per guardare indietro ed era tutto buio, buio pesto� e poi un lampo di luce
improvviso � come il flash di una macchina fotografica � stagli� in tutto quel nero
una fugace immagine del Vacuo� sospeso per aria, immobile. Vidi i piedi sollevati
dalla banchina, le lingue protese nell�atto di prendere al laccio l�ultimo vagone
del convoglio.
Un miracolo. Un sortilegio. Non riuscivo a cogliere bene la differenza.
* * *
Io lo presi per le gambe, Emma per le braccia, e insieme spostammo con cautela
Sergei su una fila di sedili, sotto il manifesto pubblicitario di una pizza da
infornare in casa. Lui rimase immobile, svenuto, cullato dal su e gi� del treno. Se
stava per morire, non ci sembrava giusto che morisse su un pavimento sporco.
Emma gli sollev� la camicia leggera. �L�emorragia si � fermata� mi inform�, �ma se
non vede subito la stanza di un ospedale, morir� presto.�
�Potrebbe morire in ogni caso� le fece eco Addison. �Specialmente in un ospedale di
qui, intendo del presente. Pensaci: si risveglia fra tre giorni, e la ferita �
guarita, ma per il resto sarebbe un disastro. Con duecento anni e passa sulle
spalle, santi uccellini��
�S�, infatti� concesse Emma. �E comunque mi sorprenderebbe se nel giro di tre
giorni, a prescindere da come stiamo, qualcuno di noi fosse ancora vivo. Non so
cos�altro possiamo fare per lui.�
Non era la prima volta che sentivo parlare di quel limite di tempo: due, tre giorni
al massimo era il lasso temporale entro il quale gli Speciali vissuti in un anello
potevano sopravvivere nel presente senza invecchiare alla velocit� della luce. Un
periodo sufficiente per fare un salto nel presente, ma non per rimanerci;
sufficiente per viaggiare tra gli anelli, ma abbastanza breve perch� nessuno avesse
la tentazione di attardarsi. Solo i pi� temerari e le ymbryne si avventuravano in
spedizioni nel presente pi� lunghe di qualche ora, perch� le conseguenze di un
ritardo erano fin troppo gravi.
Emma si alz� in piedi, di un pallore malaticcio sotto la luce gialla dei neon, poi
barcoll� e si aggrapp� a uno dei sostegni della metropolitana. Le presi la mano e
la aiutai a sedersi accanto a me, e lei quasi precipit� contro la mia spalla,
stremata. Lo eravamo entrambi. Non dormivo veramente da giorni. Ed erano giorni che
non mangiavo come si deve, tolte le rare occasioni in cui avevamo dovuto ingozzarci
come maiali. Non sapevo pi� nemmeno da quanto tempo stessi correndo, terrorizzato,
con addosso quelle cavolo di scarpe che mi martoriavano i piedi; e come se non
bastasse, ogni volta che parlavo la lingua dei Vacui mi sembrava di perdere un
pezzetto di me che non sapevo pi� come recuperare. Mi affaticava tantissimo, ed era
una stanchezza che non avevo mai sperimentato prima, del tutto sotterranea. Avevo
scoperto una vena vergine dentro di me, una fonte di potere a cui attingere come in
una miniera, ma si trattava di una risorsa limitata e non rinnovabile, e io mi
chiedevo se consumandola non consumassi anche me stesso.
Ci avrei ragionato su in un altro momento. Adesso volevo assaporare quell�attimo di
pace, il braccio che cingeva Emma, la sua testa sulla mia spalla; respirare
insieme, nient�altro. Forse ero stato egoista a non dire loro del Vacuo che ci
inseguiva sul treno. Ma del resto, cosa potevamo farci? Ci avrebbe raggiunti, o
forse no. Ci avrebbe uccisi, o magari no. Quando ci avesse beccati la volta dopo �
perch� sicuro ci sarebbe stata una prossima volta � avrei trovato le parole per
immobilizzargli le lingue, o forse non ci sarei riuscito.
Osservai Addison saltare sul sedile di fronte a noi, sbloccare un finestrino con la
zampa e aprirlo. Il rumore arcigno del treno sui binari e il fetore torrido della
galleria entrarono prepotentemente nel vagone, mentre lui si accucciava restando
all�erta, fiutando l�aria con gli occhi vigili. Io sentivo una puzza di sudore
stantio e marciume, lui per� sembrava avvertire qualcosa di pi� sottile, una
traccia che meritava un�attenta interpretazione.
�Tu lo senti?� gli chiesi. �Il loro odore?�
Il cane non mi rispose subito, lo sguardo fisso al soffitto del vagone come se
stesse completando un pensiero. �S�. Lasciano una traccia molto chiara e precisa.�
Andavamo molto veloci, eppure sorprendentemente riusciva ancora a percepire l�odore
lasciato, parecchi minuti prima, dagli Speciali che erano passati di l� rinchiusi
in un altro treno. Rimasi impressionato da tanta abilit�, e non esitai a dirglielo.
�Be�, grazie. Ma non posso attribuirmi tutto il merito� replic�. �Qualcuno di loro
deve aver aperto un finestrino del vagone, altrimenti la pista sarebbe molto pi�
debole. Forse � stata Miss Wren, sapendo che avrei provato a seguire la traccia.�
�Lei sa che sei qui?� chiesi.
�E tu come hai fatto a trovarci?� domand� Emma.
�Scusatemi un attimo� ci interruppe secco lui. Il treno stava rallentando per
entrare in stazione, oltre i finestrini il nero della galleria lasciava il posto al
candore delle piastrelle. Addison sporse il naso dalla fessura e chiuse gli occhi,
tutto concentrato. �Non credo siano scesi qui, ma tenetevi pronti comunque.�
Io e Emma ci alzammo, facendo del nostro meglio per schermare alla vista l�uomo
pieghevole. Constatai con sollievo che c�era poca gente in attesa sulla banchina.
In realt�, era gi� strano che ci fosse qualcuno, e anche che la metropolitana
funzionasse ancora. Era come se non fosse successo niente di niente. Tutta opera
degli Spettri, sospettavo io, volevano farci abboccare all�amo: salite sul treno,
cos� poi per noi sar� un gioco da ragazzi circondarvi. Non era certo difficile
individuarci in mezzo ai pendolari londinesi che andavano al lavoro.
�Fate i disinvolti� dissi. �Come se foste gente del posto.�
Il mio commento sembr� divertire Emma, che soffoc� una risatina. Divertente era
divertente, immagino, dato che noi non eravamo di nessun posto, e tanto meno di l�.
Il treno si arrest� e le porte si aprirono. Il naso di Addison ci stava dando
dentro quando una donna con l�aria del topo da biblioteca, stretta in una giacca di
lana blu, sal� a bordo. Non appena ci vide sgran� gli occhi, si gir� svelta e
ridiscese. No, grazie, anche no. E chi poteva darle torto? Eravamo lerci da far
schifo e avevamo un aspetto orribile con quei vestiti strani e tutti sporchi di
sangue. Probabilmente sembrava che avessimo appena ammazzato il poveretto disteso
accanto a noi.
�Fate i disinvolti� disse Emma, e sogghign�.
Addison si allontan� dal finestrino. �Siamo sulla pista giusta� disse. �Miss Wren e
gli altri sono passati di qui, non ci piove.�
�Per� non sono scesi, giusto?� domandai.
�Credo di no. Se tuttavia non avverto il loro odore alla prossima stazione, sapremo
di essere andati oltre.�
Le porte si chiusero con uno schiocco, ci fu un gemito elettrico e ripartimmo.
Stavo per suggerire di cercare altri vestiti da indossare, quando vidi Emma
sussultare come se le fosse di colpo tornato in mente qualcosa.
�Addison?� disse. �Cos�� successo a Fiona e Claire?�
Nel sentire i loro nomi, fui investito da un�altra tremenda ondata di angoscia.
L�ultima volta le avevamo viste al serraglio di Miss Wren, quando Fiona aveva
deciso di rimanere con la piccola Claire troppo malconcia per continuare il
viaggio. Caul ci aveva detto di avere razziato il serraglio e catturato le ragazze,
ma ci aveva anche detto che Addison era morto, quindi ovviamente di lui non ci
potevamo fidare.
�Oh� fece Addison, annuendo appena con fare solenne. �Temo di avere cattive
notizie. Una parte di me, devo ammetterlo, sperava che non lo chiedessi.�
Emma sbianc�. �Raccontaci.�
�Certo� fece lui. �Ve ne eravate appena andati, quando un gruppo di Spettri ci ha
attaccati. Gli abbiamo lanciato delle uova esplosive, quelle delle galline
dell�Apocalisse, poi siamo scappati a nasconderci. La ragazza pi� grande, quella
con i capelli tutti arruffati��
�Fiona� mormorai. Mi batteva forte il cuore.
�� lei ha usato il suo potere con le piante, e ci siamo riparati sotto gli alberi e
la vegetazione che ha fatto crescere l� per l�. Eravamo mimetizzati molto bene,
cos� bene che gli Spettri avrebbero impiegato giorni per scovarci, peccato per� che
hanno usato il gas e ci hanno costretti a uscire allo scoperto.�
�Ancora il gas!� sibil� Emma. �Quei bastardi avevano giurato di non usarlo pi�!�
�A quanto pare mentivano� concluse Addison.
Mi era capitato di vedere una foto di un attacco del genere in uno degli album di
Miss Peregrine: gli Spettri indossavano delle inquietanti maschere con il
respiratore e se ne stavano tranquilli mentre spruzzavano nell�aria gas velenoso.
Non era letale, ma faceva bruciare i polmoni e la gola, provocando forti dolori, e
si diceva che imprigionasse le ymbryne nella loro forma di uccello.
�Poi ci hanno radunati� continu� Addison �e ci hanno chiesto dove fosse Miss Wren.
Quindi hanno perquisito la torre da cima a fondo; immagino cercassero mappe, diari,
non saprei, e quando la povera Deirdre ha cercato di fermarli, le hanno sparato.�
Il muso allungato, buffo e dolcissimo del girastruzzo, coi suoi grossi incisivi
separati, mi si par� davanti, e sentii una stretta allo stomaco. Bisognava essere
senza cuore per uccidere una creatura cos�. �Oh, no. � terribile� dissi.
�Terribile� ribad� Emma meccanicamente. �E le ragazze?�
�La pi� piccola l�hanno catturata gli Spettri� rispose Addison. �L�altra� be�, si �
accapigliata con alcuni soldati, ed erano proprio sul crinale, e lei � caduta.�

Spalancai gli occhi. �Cosa?� Per un secondo mi si appann� la vista, poi ripresi
contatto con la realt�.
Emma si era irrigidita, ma la sua espressione non lasciava trapelare nulla. �Caduta
in che senso? Caduta dove?�
�Un bel salto. Trecento metri, almeno.� Il muso paffuto di Addison si afflosci�.
�Mi dispiace molto.�
Dovevo sedermi. Emma, invece, rest� in piedi, le mani strette forte ai sostegni. ��
impossibile� disse perentoria. �Si sar� aggrappata a qualcosa, mentre cadeva. Un
ramo, una roccia��
Addison fissava il pavimento del treno chiazzato di vecchi chewing-gum masticati.
�Non possiamo escluderlo� disse.
�O magari gli alberi hanno attutito la caduta facendole da rete! Lei con gli alberi
ci parla, lo sapete anche voi.�
�S� concesse Addison. �Si pu� sempre sperare.�
Io provai a immaginare di atterrare su un pino spinoso dopo un volo del genere. Non
c�era speranza che tenesse. E la vidi svanire anche dal viso di Emma, e poi le
gambe cominciarono a tremarle e lei moll� la presa sul palo e si lasci� cadere sul
sedile vicino a me.
Guardava Addison con gli occhi lucidi. �Mi dispiace per la tua amica� disse.
Lui fece un piccolo cenno. �E a me per la vostra.�
�Se ci fosse stata Miss Peregrine, tutto questo non sarebbe mai accaduto� disse
Emma in un sussurro. Poi chin� la testa e cominci� a piangere in silenzio.
Avrei voluto abbracciarla, ma mi sembrava di intromettermi nel suo dolore, di
rivendicarlo anche per me quando in realt� era solo suo, cos� non feci niente, se
non fissarmi le mani, mentre lei piangeva la perdita della sua amica. Addison volt�
il muso dall�altra parte, in segno di rispetto, credo, e anche perch� il treno
stava rallentando per entrare in stazione.
Le porte si aprirono. Addison sporse la testa dal finestrino, fiut� l�aria della
banchina, ringhi� a qualcuno che cercava di salire sulla nostra carrozza, poi torn�
dentro. Quando le porte si richiusero, Emma sollev� la testa. Non piangeva pi�.
Le strinsi forte la mano. �Stai bene?� Non mi veniva in mente niente di pi� o di
meglio da dirle.
�Devo per forza, non credi? Devo farlo per quelli che sono ancora vivi.�
Il modo brusco e sbrigativo in cui liquid� la faccenda poteva farla sembrare
un�insensibile, io per� ormai la conoscevo abbastanza bene da sapere che non era
affatto cos�. Emma aveva un cuore grande come tutta la Francia, e alle poche
persone fortunate che amava dedicava ogni centimetro di quel cuore � ed essendo
cos� grande, per�, la cosa poteva diventare pericolosa: se avesse sentito davvero
ogni dolore, sarebbe stata rovinata. Quel suo cuore doveva tenerlo a bada, imporgli
il silenzio, metterlo a tacere. Doveva scacciare via le perdite pi� terribili e
abbandonarle su un�isola che ormai ne era sempre pi� piena, e dove lei un giorno
sarebbe andata ad abitare.
�Vai avanti� disse a Addison. �A Claire cos�� successo?�
�Gli Spettri l�hanno presa. Le hanno imbavagliato tutte e due le bocche e l�hanno
chiusa in un sacco.�
�Ma era viva?� domandai.
�Vivissima, direi, fino a ieri a mezzogiorno. Poi abbiamo seppellito Deirdre nel
nostro piccolo camposanto, dopo di che io me la sono filata per venire a Londra a
cercare Miss Wren e mettervi in guardia. Uno dei piccioni di Miss Wren mi ha
accompagnato al suo rifugio, e ho constatato con gioia che voi ci eravate arrivati
prima di me. Sfortunatamente, lo stesso valeva per gli Spettri. L�assedio era gi�
cominciato, e io sono stato costretto a osservare inerme mentre assaltavano il
palazzo, e poi� insomma, il resto lo conoscete. Vi ho seguiti quando vi hanno
portati gi� nella metropolitana. Poi c�� stata l�esplosione, ho intuito che potevo
aiutarvi, e ho colto l�occasione.�
�Grazie per quello che hai fatto� dissi, accorgendomi solo allora che non gli
avevamo ancora espresso la nostra riconoscenza. �Se non ci avessi trascinati via in
tempo��
�Mah, d�accordo. Direi che non � il caso di indugiare in ipotesi poco piacevoli�
fece lui. �Piuttosto, se desiderate restituirmi il favore, speravo di poter contare
sul vostro aiuto per liberare Miss Wren dagli Spettri. Per quanto possa suonare
impossibile. Lei � molto preziosa per me.�
Quindi era Miss Wren che aveva cercato di strappare alle grinfie degli Spettri, non
era venuto per noi� Per�, una volta partito il treno, avrebbe potuto salvare
soltanto noi, e quindi senza pensarci due volte aveva preso una decisione.
�Certo che ti aiuteremo� risposi. �Non lo stiamo gi� facendo?�
�Ma s�, certo� disse lui. �Tuttavia, dovete capire che Miss Wren, essendo una
ymbryne, vale molto di pi� dei ragazzi Speciali, agli occhi degli Spettri. Ecco
perch� liberarla potrebbe rivelarsi ben pi� difficile. Io temo che, se anche
fossimo cos� fortunati da soccorrere i vostri amici��
�Ehi, aspetta un attimo� scattai. �Chi � che dice che lei vale pi� di��
�� vero� mi interruppe Emma. �La terranno sicuramente sotto chiave e guardata a
vista. Ma noi non la abbandoneremo, non abbandoneremo nessuno, mai pi�. Hai la
nostra parola di Speciali.�
Il cane parve soddisfatto. �Vi ringrazio� disse, poi abbass� le orecchie. Quindi
salt� su un sedile per guardare fuori mentre entravamo nella stazione successiva.
�Nascondetevi� ci ordin� accovacciandosi. �Nemici in vista.�
* * *
Gli Spettri ci aspettavano. Ne scorsi due fermi sulla banchina, vestiti da
poliziotti, mischiati a un drappello di pendolari. Perlustravano i vagoni con lo
sguardo man mano che gli sfilavano davanti. Ci abbassammo sotto i finestrini,
sperando che non ci scovassero, ma io sapevo che non sarebbe andata cos�. Quello
con il walkie-talkie doveva averli avvisati, quindi sapevano che eravamo su quel
treno. Non gli restava che cercarci.
Quando ci fermammo, la gente cominci� a salire, ma non sul nostro vagone. Mi
azzardai a sbirciare attraverso le porte e vidi uno degli Spettri in fondo alla
banchina, marciava verso di noi senza staccare gli occhi dal treno.
�Ne arriva uno� mormorai. �Come va col fuoco, Em?�
�Sono a secco� mi rispose.
Lo Spettro si avvicinava. Ancora quattro vagoni. Tre.
�Allora preparatevi a correre.�
Due vagoni. Poi si ud� il messaggio registrato: �Attenzione, chiusura porte�
annunci� la voce, calma.
�Bloccate il treno!� url� lo Spettro. Ma ormai le porte si stavano chiudendo.
Lui infil� dentro un braccio; le porte si riaprirono di scatto, e cos� sal� a bordo
� nel vagone adiacente al nostro.
Puntai subito lo sguardo sulla porticina che collegava le due carrozze: era chiusa
con un lucchetto, dio ti ringrazio. Le porte si sigillarono e il treno part�.
Tirammo gi� dai sedili l�uomo pieghevole e lo sistemammo a terra in un angolino,
fuori traiettoria rispetto al vagone nel quale viaggiava lo Spettro.
�E adesso che facciamo?� chiese Emma. �Alla prossima fermata piomber� qui, e ci
trover�.�
�Siamo assolutamente sicuri che sia uno Spettro?� chiese Addison.
�E siamo sicuri che i gatti non crescono sugli alberi?� ribatt� Emma.
�Vero, in questa parte del mondo non succede.�
�Quindi certo che non siamo sicuri. Ma quando si tratta di Spettri, vale il detto:
fidarsi � bene, non fidarsi � meglio.�
�D�accordo, d�accordo� dissi io. �Allora: appena le porte si aprono, schizziamo
fuori.�
Addison liber� un sospiro. �Sempre a scappare� disse in tono schifato, manco fosse
un buongustaio a cui avessero appena messo sotto il naso una sottiletta molliccia.
�Mi pare si manchi di immaginazione, qui. Non potremmo sgusciare via? Confonderci
con gli altri? Quella � un�arte. E poi, semplicemente, andarcene, con eleganza,
senza farci notare.�
�Neanche a me piace scappare� replicai. �Ma io e Emma sembriamo Jack lo Squartatore
dopo un omicidio, e tu sei un cane con gli occhiali. Secondo me ci noteranno
eccome.�
�Fintanto che non metteranno sul mercato lenti a contatto per i cani, non ho
scelta� borbott� Addison.
�Dov�� quel Vacuo, adesso che abbiamo bisogno di lui?� ci interruppe Emma.
�Se abbiamo fortuna, l�avr� tirato sotto un treno� risposi. �Ma perch� dici cos�?�
�Perch� prima ci � stato piuttosto utile.�
�E prima ancora ha cercato di ucciderci� per ben due volte! Anzi, tre! Non so cosa
sono riuscito a fare per bloccarlo, ma � successo pi� o meno per caso. E se adesso
non riuscissi pi�? Saremmo spacciati.�
Emma non replic� subito; invece mi guard� per un momento, poi mi prese la mano,
tutta incrostata di sporco, e me la baci� con dolcezza. Un bacio, e poi un altro.
�E questo� perch�?� le chiesi stupito.
�Non lo sai proprio, vero?�
�Che cosa dovrei sapere?�
�Che sei un miracolo.�
Addison lanci� un gemito.
�Hai un talento stupefacente� mi sussurr� Emma. �Io sono sicura che ti serve solo
un po� di pratica.�
�Pu� darsi. Ma fare pratica significa sbagliare di tanto in tanto, di solito, e in
questo caso sbagliare significa finire ammazzati. Noi, o qualcun altro.�
Emma mi strinse la mano. �Be�, non c�� niente come un po� di pressione per
migliorarsi.�
Il sorriso che volevo offrirle non venne fuori. Mi batteva troppo forte il cuore al
pensiero del male che potevo provocare. Questa cosa che sapevo fare� era come avere
una pistola carica, senza il libretto delle istruzioni. Che cavolo, neanche sapevo
contro cosa dovevo puntarla! Forse era meglio lasciarla gi�, prima che mi
esplodesse in mano.
Sentimmo un rumore in fondo alla carrozza e quando alzammo gli occhi la porticina
di collegamento si stava aprendo. Non c�erano lucchetti, l�, e due ragazzini
vestiti di pelle � un lui e una lei � barcollarono dentro il nostro vagone, ridendo
e passandosi una sigaretta accesa.
�Ci metteremo nei casini!� esclam� la ragazza mentre gli baciava il collo.
Il ragazzo si spost� il bel ciuffo dalla fronte e disse: �Come se non ci fossi
abituato, baby�, poi ci vide e si blocc�, gli occhi fuori dalle orbite. Dietro di
loro, la porticina si chiuse con un botto.
�Ehi� salutai io con nonchalance. Come se non fossimo accucciati a terra accanto a
un moribondo coperto di sangue. �Come butta?�
Non sclerate. Non ci tradite.
Il ragazzo aggrott� la fronte. �Cos��, siete�?�
�In maschera� dissi. �Ci abbiamo dato dentro col sangue finto.�
�Ah� fece lui, senza credere a una parola.
La ragazza fissava l�uomo pieghevole. �Ma lui �?�
�Ubriaco� la precedette Emma. �Ciucco perso. Infatti si � tirato addosso tutto il
sangue finto. Ha sporcato anche il pavimento.�
�E noi� fece Addison. Le teste dei ragazzi scattarono a guardarlo, gli occhi
sgranati.
�Idiota� sibil� Emma. �Sta� buono.�
Il ragazzo sollev� una mano tremante e indic� il cane. �Ha appena�?�
Addison aveva detto solo due paroline. Potevamo anche convincerli che si fossero
sbagliati, con i rumori del treno e tutto il resto, ma lui no, era troppo
orgoglioso per fare la figura dello scemo.
�Certo che no� disse, il naso per aria. �I cani mica parlano inglese. N�
nessun�altra lingua degli umani, fatto salvo � ma si tratta di un�eccezione pi�
unica che rara � il lussemburghese, comprensibile tuttavia solo a banchieri e
lussemburghesi, quindi decisamente di scarsa utilit�. No, avete mangiato pesante e
non siete lucidi, tutto qui. Ora, se non vi dispiace, i miei amici avrebbero
bisogno di prendere in prestito i vostri abiti. Svestitevi, prego.�
Pallido e tremante, il ragazzo cominci� a togliersi la giacca di pelle, ma si era
appena sfilato una manica quando piomb� a terra svenuto. La ragazza cacci� un urlo,
e poi un altro, e poi continu� a gridare come un�indemoniata.
L�attimo successivo lo Spettro stava menando colpi alla porticina chiusa con il
lucchetto, gli occhi bianchi e assassini che mandavano lampi.
�Alla faccia di chi voleva sgusciare via� dissi.
Addison si gir� per vedere. �Decisamente uno Spettro, s� disse, annuendo come un
vecchio saggio.
�E almeno un mistero � risolto, che bellezza� fece Emma.
Uno scossone, uno stridio di freni, ed entrammo nella stazione. Aiutai Emma ad
alzarsi, e ci preparammo a fiondarci fuori.
�E Sergei?� disse lei voltandosi a guardarlo.
Era gi� abbastanza complicato seminare gli Spettri con lei ancora cos� debole; come
avrei fatto a caricarmi in braccio anche l�uomo pieghevole? Impossibile.
�Dobbiamo lasciarlo qui� le risposi. �Qualcuno lo vedr� e lo porter� in ospedale. �
quanto di meglio possiamo fare per lui� e per noi.�
Emma mi sorprese: era d�accordo con me. �Immagino che anche lui avrebbe voluto cos�
disse, abbassandosi un attimo su Sergei. �Scusaci, Sergei, se non possiamo portarti
con noi. Sono sicura che ci incontreremo ancora.�
�In prossimo mondo� gorgogli� lui, gli occhi aperti di non pi� di un millimetro.
�Ad Abaton.�
Su quelle parole misteriose, mentre le urla della ragazza continuavano a perforarci
i timpani, il treno inchiod� e le porte si aprirono.
* * *
Senza un piano. Senza un briciolo di eleganza. Non appena le porte si aprirono,
corremmo fuori veloci come il vento.
Lo Spettro irruppe nel nostro vagone, ma per allora noi eravamo gi� sfrecciati via
lasciandoci dietro la ragazza urlante, superando con un balzo il ragazzo svenuto e
atterrando sulla banchina, dove ci scontrammo con la folla che spingeva, come una
nidiata di pesciolini, per salire a bordo. Al contrario delle altre, questa
stazione era affollatissima.
�L�!� gridai, trascinando Emma verso l�insegna USCITA che illuminava un angolo
lontano. Speravo proprio che Addison fosse con noi, ma c�era talmente tanta gente
che faticavo a vedere il pavimento. Emma, per fortuna, stava recuperando le energie
� o magari si trattava solo di una botta di adrenalina � perch� non credo che sarei
riuscito a occuparmi anche di lei mentre sgomitavo per farmi largo in quella
muraglia umana.
Eravamo a circa cinque metri dal vagone, con una cinquantina di persone tra noi e
lo Spettro, quando lui balz� fuori dal treno e prese a spintonare i pendolari al
grido di Sono un agente di polizia! Fatemi passare! e Fermate quei ragazzi! Nessuno
lo sentiva, nel baccano della stazione, oppure semplicemente nessuno gli dava
retta. Mi voltai e lo vidi sempre pi� vicino, e fu allora che Emma cominci� a fare
sgambetti a destra e a manca continuando a correre. La gente adesso imprecava,
cadeva, e quando mi girai di nuovo lo Spettro stava scavalcando grovigli di braccia
e schiene beccandosi in risposta borsate e ombrellate. Finch� si ferm�, scoraggiato
e rosso in faccia, per tirare fuori la pistola. Ormai per� la marea umana si era
ingrossata, e anche se ero sicuro che non avrebbe avuto remore a sparare nel
mucchio, non fu cos� stupido da farlo: scatenare il panico significava diminuire le
possibilit� di prenderci.
Quando mi girai per la terza volta era lontanissimo, inghiottito dalla folla, e lo
vedevo a malapena. Forse, in fin dei conti, non ci teneva troppo a catturarci.
Dopotutto non eravamo una vera minaccia e non valevamo nemmeno un granch�. Forse
aveva ragione il cane: non eravamo ymbryne, non valeva la pena di farsi in quattro
per acciuffarci.
A met� strada dall�uscita la massa di gente si dirad� e guadagnammo velocit� ma un
paio di metri dopo Emma mi stratton� per la manica e mi fece fermare. �Addison!�
url�, guardandosi intorno. �Dov�� finito Addison?�
Un secondo dopo lo vedemmo sbucare dalla calca pi� fitta, affannato, con una lunga
striscia di stoffa chiara agganciata a uno spuntone del collare. �Mi avete
aspettato!� disse. �Mi ero impigliato nelle calze di una signora��
A quelle parole, parecchie teste si girarono a guardarlo.
�Forza!� li incitai. �Non ci fermiamo proprio adesso.�
Emma gli stacc� dal collare il pezzetto di collant e ricominciammo subito a
correre. Pi� avanti c�erano un ascensore e una scala mobile; la scala stavolta era
in funzione, ma piena di gente, perci� puntai dritto verso l�ascensore. Superammo
di corsa una donna in blu dalla testa ai piedi, e io senza rallentare mi girai per
fissarla. Aveva i capelli tinti di blu, la faccia truccata di blu e indossava una
tuta aderente completamente blu.
L�avevo appena persa di vista quando incrociai un tizio ancora pi� strano: un uomo,
stavolta, con la testa divisa in due verticalmente, per met� pelato e con la pelle
completamente bruciata, per l�altra met� normale, con i capelli ingellati pettinati
alla perfezione. Se Emma lo vide, non ci fece caso. Forse perch� era talmente
abituata alle stranezze degli Speciali, che i Normali un po� speciali non li notava
nemmeno. Ma� e se invece non fossero Normali? pensai. Se sono Speciali, e noi non
siamo nel presente ma siamo finiti in un altro anello? E se�
A quel punto vidi due ragazzini che impugnavano delle spade laser impegnati in un
combattimento vicino alla parete dei distributori automatici � a ogni sciabolata un
pac, leggero e plasticoso � e tornai di botto alla realt�. Tutti quei tizi strani
non erano Speciali, erano solo dei supernerd, e noi eravamo decisamente nel
presente.
Le porte dell�ascensore si aprirono, appena cinque metri pi� in l�. Accelerammo il
passo per poi catapultarci dentro, rimbalzando a braccia tese sulla parete di
fondo, mentre Addison ci zampettava dietro ansimante. Mi voltai in tempo per
scorgere due figure oltre le porte che si chiudevano: lo Spettro che fendeva la
folla e correva a rotta di collo verso di noi, e pi� in l�, sui binari dove il
treno era sul punto di ripartire, il Vacuo che si staccava con un balzo dal tetto
dell�ultima carrozza e finiva sul soffitto della stazione, a dondolare come un
ragno, appeso con le lingue a una plafoniera, gli occhi neri e fiammeggianti fissi
su di me.
Le porte si chiusero e cominciammo a salire lentamente, poi una voce: �Cos��,
ragazzi, scappate da un incendio?�.
C�era un uomo di mezza et� nell�angolino dell�ascensore, travestito da qualcosa e
con un ghigno stampato in faccia. Aveva la camicia strappata, la faccia piena di
cicatrici finte, il braccio che gli finiva � sul modello di Capitan Uncino � con
una motosega tutta macchiata di sangue.
Emma sobbalz�. �E tu chi saresti?�
Lui le lanci� un�occhiata risentita. �E dai��
�Ti piacciono gli incendi?� fece Emma. �Allora guarda qua.� Fece per sollevare le
mani, e io la fermai giusto in tempo.
�Non � nessuno� dissi.
�Mi pareva di non aver avuto un�ideona, quest�anno� mormor� l�uomo. Inarc� un
sopracciglio e sollev� di qualche centimetro la motosega. �Ash, piacere. Avete
presente�? L�armata delle tenebre?�
�Mai sentiti nominare� fece Emma. �La tua ymbryne chi �?�
�La mia che?�
�Sta recitando un personaggio� cercai di spiegarle, ma era fiato sprecato perch�
tanto non mi ascoltava.
�Fa niente chi sei� continu� Emma. �Un�armata ci serve, e se quello che passa il
convento � questo� I tuoi uomini dove sono?�
Il tizio rote� gli occhi. �L-O-L. Siete forti, ragazzi. Sono tutti al centro
congressi, ovviamente.�
�� in maschera� sussurrai a Emma. E poi, al tizio: �Non � una che va tanto al
cinema�.
�In maschera?� Emma aggrott� la fronte. �Ma � grande e grosso.�
�E con questo?� sbott� l�uomo squadrandoci. �E voi, invece, chi sareste? Gli Zombie
Sfigati? La Lega dei Puzzoni?�
�Ragazzi Speciali� rispose Addison, il cui ego, come al solito, gli impediva di
stare zitto pi� di un certo tempo. �E io sono il settimo nato di una settima nata
di una lunga e illustre discendenza di��
L�uomo perse i sensi prima che Addison si zittisse, battendo a terra la testa con
un clonc che mi fece trasalire.
�Guarda che la devi piantare� fece Emma, poi non riusc� a reprimere una risatina.
�Se l�� cercata� ribatt� Addison. �Una persona davvero sgradevole. Svelti, adesso,
freghiamogli il portafogli.�
�Ma sei impazzito?� sbottai. �Noi non siamo ladri.�
Lui sbuff�. �Credo di poter affermare che serve pi� a noi che a lui.�
�Ma mi spieghi perch� cavolo si � vestito cos�?� disse Emma.
L�ascensore fece ding e le porte si aprirono.
�Mi sa tanto che stai per scoprirlo da sola.�
* * *
Le porte dell�ascensore si aprirono e come per magia ecco un mondo illuminato dalla
luce del giorno, talmente brillante che fummo costretti a schermarci gli occhi con
le mani. Respirai a fondo quell�aria fresca che ci accoglieva mentre uscivamo sul
marciapiede zeppo di gente. C�erano persone mascherate praticamente ovunque:
supereroi con la calzamaglia, zombie truccatissimi che strascicavano i piedi,
ragazze vestite da anime con pesanti cerchi scuri intorno agli occhi e delle asce
da guerra in mano. Si raggruppavano in capannelli e poi imboccavano la strada
chiusa al traffico, attratti come falene verso un edificio grigio sul quale
campeggiava uno striscione: OGGI FESTIVAL DEL FUMETTO!
Emma indietreggi� verso l�ascensore. �Ma dove siamo finiti?�
Addison stava sbirciando da sopra il bordo degli occhiali un Joker con i capelli
verdi intento a ritoccarsi il trucco. �A giudicare dalla tenuta, sembrerebbe una
qualche sorta di cerimoniale religioso.�
�Qualcosa del genere, s� dissi io, spingendo Emma sul marciapiede, �ma non � il
caso di spaventarsi. Sono solo dei Normali travestiti. E loro penseranno lo stesso
di noi. L�unica cosa di cui dobbiamo preoccuparci � quello Spettro.� Quanto al
Vacuo, speravo con tutto il cuore che sparendo in ascensore fossimo riusciti a
seminarlo. �Troviamoci un posticino tranquillo dove stare finch� non se ne va, dopo
di che torniamo gi�.�
�Non credo ce ne sar� bisogno� ribatt� Addison, e detto questo scomparve fra le
gambe della gente, il naso all�aria.
�Ehi!� fece Emma. �E adesso dove vai?�
Il cane, per�, stava gi� tornando indietro.
�Ma tu pensa la fortuna. Viva!� esclam�, agitando il moncherino che gli faceva da
coda. �Il mio fiuto mi dice che i nostri amici sono stati portati fuori dalla
metropolitana proprio con questo ascensore. L�abbiamo imbroccata, alla fin fine!�
�Siano ringraziati gli uccelli!� fece Emma.
�Credi di essere in grado di seguire la pista?� chiesi io.
�Credi? Essere in grado?! Guarda che non mi chiamano Addison il Magnifico per
niente. Difatti, non c�� aroma, fragranza o eau de speciale che non riesca ad
avvertire a una distanza di cento metri��
Bastava un nonnulla perch� Addison si lanciasse in un elogio della propria
grandezza, anche in presenza di situazioni ben pi� urgenti, e in quei casi il suo
vocione fiero e tonante aveva una tendenza a rimbombare.
�Okay, abbiamo capito� cercai di fermarlo, ma il cane ormai era partito in quarta,
e continuava a zampettare, il naso all�erta.
�� individuerei uno Speciale in un cumulo di Vacui, una ymbryne all�interno di una
voliera��
Lo seguimmo in mezzo alla folla mascherata, sorpassando prima un nanetto sui
trampoli, poi un gruppetto di principesse fantasma. Per un pelo evitammo di
scontrarci con un Pikachu che ballava il valzer insieme a un Edward Mani di
Forbice. Ma certo, � ovvio che abbiano portato qui i nostri amici, pensai. Quello
era un posto perfetto per mimetizzarsi: e non solo per noi, che l� in mezzo
sembravamo del tutto Normali, ma anche per degli Spettri che avessero rapito un
manipolo di ragazzi Speciali. Se anche qualcuno di loro avesse provato a gridare
per chiedere aiuto, chi avrebbe prestato ascolto? L� fingevano tutti: c�era gente
che improvvisava finte battaglie, gente che ringhiava travestita da mostro, gente
che rantolava come fanno gli zombie. Un gruppetto di stravaganti ragazzini che
urlavano di essere stati rapiti da qualcuno che voleva rubargli l�anima� Nessuno
avrebbe battuto ciglio.
Addison si fece un giretto annusando a terra, dopo di che si mise seduto,
abbastanza basito. Io mi chinai senza dare nell�occhio � anche in mezzo a quella
gente, era pur sempre un cane che parlava � e gli chiesi quale fosse il problema.
�� solo che� be�� balbett�, �mi pare di poter dire che��
�Hai perso la pista?� lo interruppe Emma. �Credevo avessi un olfatto infallibile.�
�L�ho persa momentaneamente. Tuttavia, non capisco come sia� Porta qui, e qui
scompare.�
�Allacciati le scarpe� disse Emma all�improvviso. �Adesso.�
Io guardai gi�. �Ma non sono��
Mi afferr� per il braccio e mi tir� gi�. �Allacciati. Le. Scarpe� ripet�, poi mim�
con le labbra: Spettro!
Ci inginocchiammo, tenendoci al riparo al di sotto della folla che si stava
disperdendo. Sentimmo un crepitio metallico, e dopo una vocetta uscire dalla
ricetrasmittente: �Codice 141! Tutti gli agenti alla base, subito!�.
Lo Spettro era vicino. Lo sentimmo rispondere con una voce rauca dall�accento
strano: �Qui M. Sono sulle tracce dei fuggitivi. Chiedo autorizzazione a proseguire
le ricerche. Passo�.
Scambiai con Emma un�occhiata allarmata.
�Negativo, M. Gli addetti passeranno al setaccio la zona pi� tardi. Passo.�
�Pare che il ragazzo interferisca con gli addetti. L�azione potrebbe non essere
efficace.�
Gli addetti. Dovevano essere i Vacui. E il ragazzo dovevo essere io.
�Autorizzazione negata!� ribad� la voce metallica. �Rapporto immediato alla base, o
ti becchi una notte nella buca, passo!�
Lo Spettro borbott� un �Ricevuto� nel walkie-talkie, e finalmente si tolse di
mezzo.
�Dobbiamo seguirlo!� fece Emma. �Magari ci porta dagli altri!�
�E altres� nella tana del lupo� aggiunse Addison. �Sebbene immagino che non sia
possibile evitarlo.�
Quanto a me, ero ancora scosso. �Sanno chi sono� mormorai. �Hanno visto quello che
ho fatto.�
�Altroch�!� mi conferm� Emma. �E gli hai fatto venire una bella strizza!�
Mi voltai per vedere dove fosse finito lo Spettro proprio nel momento in cui lui
emergeva dalla folla; superava con un salto una transenna per poi filare via verso
un�auto della polizia in attesa.
Lo seguimmo fino alla transenna. Mi chiedevo cos�avesse intenzione di fare, e
intanto mi guardavo intorno. Dietro di noi c�era la massa di gente, e davanti a
noi, oltre la barriera, un viavai di macchine alla ricerca di un parcheggio.
�Magari i nostri amici sono arrivati a piedi fino a qui� dissi, �e poi li hanno
fatti salire su una macchina.�
Addison, raggiante, si alz� sulle zampe posteriori e diede una sbirciata oltre la
transenna. �Esatto! Dev�essere andata cos�. Bravo, ragazzo!�
�E questa sarebbe una buona notizia?� fece Emma. �Se li hanno fatti montare in
macchina a quest�ora potrebbero essere ovunque!�
�E noi li seguiremo fino a ovunque, e anche oltre� fu l�enigmatica replica di
Addison. �Non credo siano poi tanto in l�, comunque. Il mio vecchio padrone
possedeva una casetta, non lontano da qui, e io conosco piuttosto bene questa zona
della citt�. � priva di grossi porti e non ci sono strade dirette per uscire da
Londra, per� ci sono un paio di accessi agli anelli. � molto pi� plausibile che li
abbiano portati proprio l�. Tiratemi su, forza!�
Lo feci io, e lui cominci� ad annusare l�aria tenendosi aggrappato alla transenna.
Non gli ci volle molto per ritrovare la pista dei nostri amici. �Per di qua!�
disse, accennando alla strada presa dallo Spettro, che era gi� salito
sull�autocivetta e si stava allontanando.
�Mi sa che ci toccher� camminare per un po�� dissi a Emma. �Credi di farcela?�
�In qualche modo ci riesco� rispose lei, �basta che lo troviamo in fretta, questo
anello. Perch� altrimenti mi verranno i capelli bianchi e le zampe di gallina.�
Sorrise, come se ci fosse qualcosa di cui sorridere.
�Non permetter� che accada� dichiarai.
Saltammo dall�altra parte della transenna, e io gettai un ultimo sguardo alla
stazione della metropolitana che ci lasciavamo alle spalle.
�Vacui in vista?� chiese Emma.
�No. Non so proprio dove possa essere, e la cosa mi preoccupa.�
�Una preoccupazione alla volta� mi rispose lei.
* * *
Ci avviamo a passo svelto dietro Addison, compatibilmente al ritmo che poteva
tenere Emma, sul lato della strada ancora in ombra, con gli occhi aperti nel caso
spuntasse un poliziotto. Attraversammo una zona industriale dalle parti del porto,
con il nastro scuro del Tamigi che faceva capolino fra i capannoni, per poi
ritrovarci in una via dello shopping piena di negozi scintillanti sovrastati da
file di appartamenti con tanto di finestre panoramiche. Oltre i tetti si
intravedeva la cupola della cattedrale di Saint Paul, praticamente come nuova,
avvolta da un cielo azzurro senza nuvole. Le bombe erano state sganciate e i
bombardieri erano scomparsi da molto tempo � abbattuti e ridotti a rottami, e
adesso in pensione nei musei a prendere polvere al di l� dei cordoni, con i bambini
delle scuole che li fissavano a bocca aperta perch� la guerra, per loro, era
lontana tanto quanto il tempo delle Crociate. Invece, per me, la guerra era una
cosa del giorno prima, e non per modo di dire. Difficile a credersi, eppure si
trattava delle stesse strade piene di crateri e rimaste al buio che avevamo
percorso con il fiato in gola la notte prima per metterci in salvo. Adesso erano
irriconoscibili: i centri commerciali sembravano sorti come per magia dalle
macerie, e lo stesso valeva per le persone che camminavano lungo le vie, tutte con
la testa bassa, a fissare i cellulari nei loro vestiti firmati. All�improvviso il
presente mi sembrava strano, frivolo, disattento. Mi sentivo come uno di quegli
eroi mitologici che dopo mille battaglie riemergono dal regno dei morti solo per
accorgersi che il mondo sulla Terra � ugualmente maledetto.
E poi, finalmente, capii: ero tornato. Ero di nuovo nel presente, e ci ero arrivato
senza l�intercessione di Miss Peregrine� il che, a quanto ne sapevo, non era
possibile.
�Emma?� dissi. �Come abbiamo fatto ad arrivare qui?�
Lei non staccava gli occhi dalla strada, all�erta come al solito. �Intendi a
Londra? Con il treno, che domande!�
�No.� Abbassai la voce. �Intendo in questo tempo. Mi avevi detto che solo Miss
Peregrine era in grado di riportarmi indietro.�
Lei si gir� a guardarmi, strizzando le palpebre, concentrata. �Infatti� disse, ��
cos�.�
�Oppure tu credevi che fosse cos�.�
�No, ne sono sicura. � cos� che funziona.�
�E allora come mai sono qui?�
Aveva un�espressione molto confusa adesso. �Non lo so, Jacob. Forse��
�Laggi�!� disse Addison tutto agitato, distogliendoci dalle nostre elucubrazioni.
Si era irrigidito e puntava verso la strada che avevamo appena imboccato. �Avverto
la pista di decine di Speciali, ora. Decine di decine� e sono tutte tracce fresche!

�Il che significa?� chiesi.
�Che di qui sono passati altri Speciali� rispose Emma, �non soltanto i nostri
amici. Il covo degli Spettri dev�essere vicino.�
�Vicino quanto?� dissi io. Era un isolato pieno di fast food e brutti negozi di
souvenir, e noi ci eravamo fermati davanti alla vetrina illuminata a neon di un
ristorantino che non prometteva niente di buono. �Mi ero immaginato un posto un
po�� pi� malefico.�
�Infatti. Un castello e delle segrete umide e fredde� mi diede manforte Emma.
�O un campo di prigionia presidiato da soldati e chiuso con del filo spinato�
aggiunsi io.
�Sotto la neve. Come il disegno che aveva fatto Horace.�
�Potremmo sempre trovare un posto del genere� disse Addison. �Non dimenticate che
questo dovrebbe essere soltanto l�ingresso di un anello.�
Dall�altra parte della strada, i turisti si immortalavano davanti a una delle
tipiche cabine telefoniche rosse di Londra. Poi ci videro e cominciarono a
fotografare noi.
�Ehi!� sbott� Emma. �Niente foto!�
La gente ci fissava. Adesso che ci eravamo lasciati alle spalle il corteo dei
fumettari, l� in mezzo alla strada spiccavamo come dei pollici dritti, e
insanguinati.
�Seguitemi� sibil� Addison. �Tutte le piste convergono da questa parte.�
Ci affrettammo con lui lungo l�isolato. �Quanto vorrei che Millard fosse qui� dissi
io. �Andrebbe in avanscoperta e nessuno lo vedrebbe.�
�O anche Horace� mi fece eco Emma. �Potrebbe ricordarsi un sogno che ci
aiuterebbe.�
�O trovarci dei vestiti puliti� aggiunsi.
�Va bene, diamoci un taglio o mi metto a piangere� disse Emma.
Eravamo arrivati a un molo che ferveva di attivit�. Il sole si rifletteva
sull�acqua torbida, una minuscola insenatura del grande Tamigi, e grappoli di
turisti con gli occhiali da sole e il marsupio si trascinavano su e gi� da una fila
di barconi, tutti attraccati l� per offrire alla gente lo stesso giro turistico
della citt�.
Addison si ferm�. �Li hanno portati qui� disse. �Si direbbe che li abbiano caricati
su una barca.�
Ci affidammo al suo fiuto inoltrandoci fra la calca fino a un ormeggio rimasto
vuoto. Quindi gli Spettri avevano fatto salire i nostri amici su una barca, e
adesso noi avremmo dovuto seguirli� ma con cosa? Camminammo per un po� avanti e
indietro sul molo, tentando di capire come ottenere un passaggio.
�Queste non vanno bene� mugugn� Emma in direzione delle barche. �Sono troppo grosse
e affollate. Ce ne serve una piccola, che possiamo guidare da soli.�
�Zitti un attimo� la interruppe Addison, con il naso che vibrava. Zampett� subito
via con il muso appiccicato alle assi di legno del molo. Lo seguimmo lungo la
banchina e ci ritrovammo a scendere per una piccola rampa senza contrassegni; l� di
turisti non se ne vedevano. Portava a una banchina pi� in basso, sotto il livello
della strada, a filo d�acqua. Dovunque guardassimo, non c�era anima viva.
Addison si blocc�. �Speciali� disse con un�espressione molto concentrata dipinta
sul muso, �degli Speciali sono passati per di qua.�
�I nostri Speciali?� chiese Emma.
Lui diede un�altra annusata alle assi e scosse la testa. �No, non i nostri.
Tuttavia, qui avverto parecchie tracce. Nuove e vecchie. Pi� o meno forti, tutte
mescolate insieme. Questo � un passaggio che viene utilizzato di frequente.�
Davanti a noi, la banchina si restringeva fino a sparire sotto il molo principale,
inghiottita dalle ombre.
�Utilizzato da chi?� domand� Emma scrutando con ansia il buio. �Io non ho mai
sentito parlare dell�ingresso di un anello nascosto sotto un molo del quartiere di
Wapping.�
Addison non sapeva cosa rispondere. Non ci restava altro da fare se non proseguire
ed esplorare, e infatti lo facemmo, inoltrandoci con il cuore in gola
nell�oscurit�. Non appena gli occhi si abituarono alla penombra, vedemmo profilarsi
un altro molo� ma completamente diverso da quello accogliente e inondato di sole
che ci eravamo lasciati alle spalle. L� sotto, le assi di legno erano verdastre,
marce e tutte spezzate. Un assembramento di topi enormi squittiva e scorrazzava
dentro e fuori una montagnola di lattine vuote, poi balzarono tutti insieme su un
vecchio barchino che beccheggiava sull�acqua scura, ormeggiato a un paio di metri
da l� a dei piloni scuri e lucidi di muschio.
�Be�� fece Emma, �a caval donato��
�Ma � ricolma di topi!� esclam� Addison inorridito.
�Non per molto� ribatt� lei producendo una fiammella con le mani. �Ai topi non sto
molto simpatica.�
E dato che sembrava non ci fosse nessuno a impedircelo, raggiungemmo la barca con
una specie di slalom, nel tentativo di schivare le assi pi� malmesse, e cominciammo
a levare le cime.
�CHI � L�!� tuon� un vocione da dentro la barca.
Emma cacci� un urlo, Addison gua� e io per poco non schizzai fuori dalla pelle.
C�era un uomo seduto sulla barca � come avevamo fatto a non vederlo prima?! � e
molto lentamente si alz� in piedi, centimetro dopo centimetro, fino a torreggiare
letteralmente su di noi. Alto come minimo due metri e trenta, una figura massiccia
avvolta in un mantello, il volto nascosto da un cappuccio scuro.
�Mi� mi scusi tanto!� balbett� Emma. �� che� credevamo che la barca fosse��
�In molti hanno cercato di derubare Sharon!� tuon� l�uomo. �Ora i loro teschi
offrono un rifugio alle creature degli abissi!�
�Le giuro che non volevamo��
�Ce ne andiamo, signore� squitt� Addison indietreggiando. �Perdoni il disturbo.�
�SILENZIO!� rugg� il barcaiolo, salendo sul molo scricchiolante con un unico
gigantesco movimento. �C�� un prezzo da PAGARE, per chi vuole la mia barca!�
Ero terrorizzato fino al midollo, e quando Emma url� �CORRETE!� io mi ero gi�
girato per farlo. Ma avevamo fatto solo un paio di passi, quando sfondai con il
piede un�asse marcia e piombai faccia in gi� sul molo. La gamba mi si era
incastrata nel buco e non riuscivo a tirarla fuori. Non mi potevo muovere! E quando
Emma e Addison tornarono indietro per aiutarmi, ormai era tardi. Il barcaiolo ci
aveva raggiunti; ora ci sovrastava minaccioso e la sua risata fragorosa rimbombava
su di noi. Forse fu colpa del buio, ma avrei potuto giurare di vedere un topo
cascargli fuori dal cappuccio e un altro scivolargli lungo la manica mentre
sollevava lentamente un braccio verso di noi.
�Stia lontano, lei � matto!� strill� Emma battendo i palmi per produrre una
fiammella. Non c�era ancora abbastanza luce per dissipare il nero che riempiva il
cappuccio del barcaiolo � se � per questo, avevo come l�impressione che neanche il
sole sarebbe bastato per scorgergli la faccia �, tuttavia riuscimmo a capire cosa
teneva in mano, e non era un coltello. Non aveva armi; fra il pollice e l�indice,
lunghissimo e pallido, il barcaiolo stringeva un pezzo di carta.
Me lo porse, abbassandosi perch� potessi prenderlo.
�Prego� disse pacato. �Leggilo.�
Esitai. �Che cos��?�
�Il prezzo. E qualche altra informazione sui servizi che offro.�
Tremando dalla testa ai piedi, mi allungai e presi il foglio. Gli altri si
avvicinarono a me per leggere alla luce della fiammella di Emma.
Sollevai lo sguardo sul gigantesco barcaiolo. �Quindi � lei?� dissi piano. �Lei �
Sharon?�
�In carne e ossa� rispose l�uomo in un soffio viscoso che mi fece rizzare i peli
sulla nuca.
�Per tutti gli uccelli del cielo, vecchio mio, ci son quasi saltati i nervi!� disse
Addison. �Era il caso di fare tutte quelle scene?�
�Le mie scuse. Stavo riposando e mi avete spaventato.�
�Noi l�abbiamo spaventata?�
�Credevo sul serio che foste intenzionati a rubarmi la barca� disse lui
ridacchiando.
�Ah-ah!� rise Emma assecondandolo. �Ma no, stavamo solo controllando� che fosse
legata bene.�
Sharon si volt� a guardare il barchino, che era assicurato a un unico pilone.
�E cosa ne dite?� chiese, mentre sotto il cappuccio si intravedeva la mezzaluna
bianca di un sorriso.
�Un ormeggio coi fiocchi e i controfiocchi� risposi, liberandomi finalmente la
gamba con un ultimo strattone. �Proprio a regola d�arte.�
�Non avrei saputo fare di meglio� conferm� Emma, e poi mi si avvicin� e mi aiut� a
rimettermi in piedi.
�Comunque� fece Addison. �Quelli che in effetti erano intenzionati a� poi in
effetti hanno�� Lanci� un�occhiata all�acqua scura e lo sentimmo deglutire.

�Non importa� tagli� corto il barcaiolo. �Mi avete svegliato, sono al vostro
servizio. Cosa posso fare per voi? Ditemi.�
�Ci serve la barca� rispose Emma decisa. �A noleggio, ma vogliamo uscire da soli.�
�Questo non � possibile� replic� Sharon. �Il capitano sono io.�
�Ah, be�, allora tanto peggio!� fece Addison. E detto questo si volt�, impaziente
di andarsene.
Ma Emma lo agguant� per il collare. �Aspetta un attimo� sibil�. �Non abbiamo ancora
finito.� Rivolse un bel sorriso al barcaiolo e aggiunse: �Ecco, sappiamo che un bel
po� di Speciali sono passati da��. Si guard� intorno, alla ricerca della parola
giusta. �� qui� disse. �� perch� da queste parti c�� l�ingresso di un anello?�
�Non capisco la domanda� ribatt� Sharon senza scomporsi.
�Okay, d�accordo, s�, non pu� ammetterlo cos�, certo. � comprensibile. Ma qui siamo
tra amici, insomma. Noi siamo��
Le diedi una gomitata. �Emma, no!�
�Perch� no? Ha visto il cane che parlava e ha visto me che producevo il fuoco. Se
non possiamo essere chiari��
�Ma non sappiamo se lui lo � replicai.
�Ovvio che lo � ribatt� lei, e si volt� a guardare Sharon. �Lei lo �, dico bene?�
Il barcaiolo ci fissava senza battere ciglio.
�S� o no?� chiese Emma a Addison. �Tu lo senti?�
�Mah, non esattamente.�
�Va bene. Non importa. � sufficiente che non sia uno Spettro.� Incoll� gli occhi su
Sharon e gli chiese: �Cosa che lei non �, giusto?�.
�Io sono un uomo d�affari� rispose lui tranquillo.
�Avvezzo ai cani parlanti e alle ragazze che sprigionano fiamme dalle mani�
aggiunse Addison.
�Nel mio ambiente si incontra un sacco di gente diversa.�
�Veniamo al sodo� mi intromisi. Mi scrollai via l�acqua prima da un piede, poi
dall�altro. �Stiamo cercando degli amici. Dovrebbero essere passati di qui pi� o
meno un�ora fa. Bambini e ragazzi, perlopi�, e qualche adulto. Uno di loro �
invisibile, un�altra vola��
�Difficile non notarli� mi interruppe Emma. �Tenuti sotto tiro da una banda di
Spettri.�
Sharon si port� le braccia al petto a formare una gigantesca X nera.
�Come stavo dicendo, c�� gente di tutti i tipi che noleggia la mia barca. E possono
contare tutti sulla mia assoluta discrezione. Non rilascio informazioni di sorta
sulla mia clientela.�
�Ah, s�?� fece Emma. �Mi scusi un attimo.� Mi prese da parte e mi disse
nell�orecchio: �O questo parla, o mi arrabbio per davvero�.
�Cerchiamo di stare calmi� le sussurrai di rimando.
�E perch�? Mica crederai a quelle stupidaggini sui teschi e le creature degli
abissi.�
�A dirla tutta, s�. L�ho capito che � un farabutto, per�
�Farabutto? Ha appena ammesso di fare affari con gli Spettri! E magari � uno di
loro!�
�� per� pu� tornarci utile. Secondo me lo sa, dove li hanno portati. Dobbiamo solo
fargli le domande giuste.�
�Allora datti da fare� ribatt� lei brusca.
Sfoggiai un sorriso e dissi a Sharon: �In cosa consistono i tour che offre?�.
Lui si illumin� all�istante. �Oh, finalmente un argomento di cui posso parlare
liberamente. Ho proprio qui dei volantini�� E si volt� di scatto per avvicinarsi a
un pilone, sul quale era stata inchiodata una tavola. Sopra la tavola era poggiato
un teschio, abbellito da un paio di occhialoni, una cuffia di pelle e una sciarpa
avvolta intorno al collo in stile aviatore del secolo scorso. Fra i denti erano
infilati degli opuscoli: Sharon ne tir� fuori uno e me lo porse. Erano brochure
turistiche veramente pacchiane, roba che sembrava stampata quando il mio bisnonno
andava alle elementari. Mentre lui parlava, cominciai a sfogliare le pagine.
�Vediamo un po�� disse lui. �Alle famiglie piace il pacchetto Fame e Fuoco� Si
parte di buon mattino e si naviga il fiume verso nord, per andare a vedere le
catapulte vichinghe che lanciano le pecore malate oltre le mura della citt�; poi ci
fermiamo per un piacevole pranzo al sacco e in serata torniamo passando per il
Grande Incendio del 1666, assolutamente magnifico all�imbrunire, con le fiamme che
si riflettono sull�acqua, molto suggestivo. In alternativa, se avete solo due ore a
disposizione, vi propongo una bella Impiccagione sul Molo � in questo caso si parte
al tramonto, � un�escursione particolarmente apprezzata dalle coppiette in luna di
miele: si possono ammirare dei talentuosi pirati che pronunciano un bel discorsetto
colorito subito prima che la corda si stringa al collo. E con un piccolo
supplemento, potete farvi scattare una foto ricordo con loro!�
All�interno della brochure c�erano immagini di turisti sorridenti che si godevano
le meraviglie appena descritte. Sull�ultima pagina, uno degli ospiti di Sharon era
ritratto insieme a un gruppetto di pirati con delle facce da galera che
imbracciavano fucili o brandivano coltelli.
�Ma gli Speciali si divertono cos�?� esclamai. Ero allibito.
�Stiamo solo perdendo tempo� mormor� Emma. Continuava a guardarsi intorno, nervosa.
�Sono sicura che � tutta una presa in giro, sta solo guadagnando tempo in attesa
che arrivi la prossima pattuglia di Spettri.�
�Io non credo� ribattei. �Credo invece che��
Sharon intanto tirava dritto, come se non ci avesse neanche sentiti. �� e poi
potete ammirare la sfilata di teste di matti impalate sotto il London Bridge!
Infine, la nostra escursione pi� gettonata, che tra l�altro � anche la mia
preferita. Ma� be�, s�, come non detto� e sventol� la mano vagamente in imbarazzo,
�ripensandoci, non credo che siate interessati a Devil�s Acre.�
�Perch� no?� disse Emma. �Troppo bello e piacevole?�
�A dire il vero � abbastanza brutto. Un luogo non certo adatto a dei ragazzini��
Emma picchi� il piede a terra, e tutto quell�assito marcio trem�. �Li hanno portati
l�, i nostri amici, vero?� strill�. �Vero?�
�Non si arrabbi, signorina. Io ci tengo che non corriate pericoli.�

�La pianti di prenderci in giro e ci dica che cosa c�� l�!�


�Bene. Se proprio insistete�� Sharon fece un bel respiro, come se stesse per
immergersi in una vasca piena per un bel bagno caldo, e poi si strofin� quelle sue
manone ruvide, evidentemente compiaciuto. �Cose mostruose. Cose abiette. Chiamatele
come volete, se quelle che volete sono scene ripugnanti, mostruose, abiette. Ho
fantasticato spesso di appendere il remo al chiodo e rifugiarmi l�, magari per
prendere in gestione il piccolo mattatoio di Oozing Street��
�E diceva che si chiama�?� domand� Addison.
�Devil�s Acre� sussurr� il barcaiolo con aria trasognata.
Addison fu attraversato da un brivido che gli si propag� fino alla coda. �Lo
conosco� disse cupo. �� un luogo tremendo. Il bassofondo pi� depravato e pericoloso
dell�intera storia della citt� di Londra. So di animali Speciali che vi sono stati
portati chiusi in gabbia per prendere parte a sanguinari combattimenti. Scimmiorsi
contro girastruzzi, scimpanoceronti contro capricotteri� genitori contro i loro
stessi cuccioli! Costretti a mutilarsi e uccidersi a vicenda per il sollazzo di un
manipolo di Speciali annoiati.�
�� disgustoso� disse Emma. �Chi di noi si presterebbe a una cosa del genere?�
Addison scosse lentamente la testa. �Fuorilegge� mercenari� reietti��
�Ma non ci sono fuorilegge nel mondo Speciale!� sbott� Emma. �Se uno Speciale viene
condannato per un crimine, una guardia lo trasferisce subito in un anello punitivo!

�Quanto poco sai del tuo stesso mondo� intervenne il barcaiolo.
�Per metterli in prigione bisogna prima prenderli, i criminali� spieg� Addison. �Se
per� loro scappano, rifugiandosi in un anello come quello� un luogo senza regole,
allo sbando��
�Sembra un posto infernale� dissi io. �Perch� mai qualcuno vorrebbe andarci?�
�Ci� che per te � l�Inferno� disse il barcaiolo, �per un altro � il Paradiso. �
l�ultima oasi di libert� rimasta. Ci puoi comprare e vendere qualunque cosa�� Mi si
avvicin�, e a voce bassa disse: �E nasconderci qualunque cosa�.
�Per esempio le ymbryne e i ragazzi Speciali?� dissi. �� questo che intende?�
�Non ho detto niente del genere.� Il barcaiolo scroll� le spalle per staccarsi di
dosso il topo che si era aggrappato all�orlo del mantello. �Buono, Percy. Pap� �
impegnato.�
Mentre lui era occupato a posare con cura il topo a terra, io presi da parte Emma e
Addison. �Che ne pensate?� sussurrai. �Secondo voi li hanno portati davvero in quel
posto� demoniaco?�
�Be�, di sicuro devono tenerli prigionieri in un anello, e dev�essere un anello
abbastanza vecchio� disse Emma. �Perch� altrimenti la maggior parte di noi
invecchierebbe troppo in fretta, e questo significa che nel giro di un paio di
giorni morirebbe��
�E se anche fosse? Agli Spettri non importa nulla se moriamo� dissi io. �Tutto
quello che vogliono � prendersi la nostra anima.�
�S�, magari � cos�. Per� le ymbryne devono tenerle in vita. Hanno bisogno di loro
per replicare quello che hanno fatto nel 1908. Te lo ricordi? Quel piano folle
degli Spettri��
�Tutte quelle farneticazioni di Golan sul fatto di diventare immortali e di
dominare il mondo��
�Esatto. � per questo che da mesi rapiscono le ymbryne. E hanno bisogno di un posto
dove conservarle, un posto dove non diventino delle bucce rinsecchite, giusto?
Ovvero, di un anello abbastanza vecchio. Diciamo di ottanta, cento anni come
minimo. E se questo Devil�s Acre � davvero una giungla piena di fuorilegge e
malfattori��
�Eccome se lo � conferm� Addison.
�� allora � il posto giusto dove tenerli prigionieri.�
�E proprio nel cuore della Londra degli Speciali, fra l�altro� aggiunse il cane.
�Proprio sotto il nostro naso. Certo che quei tipi sono svegli��
�Mi sa che la questione � chiusa� mormorai.
Emma non perse altro tempo e si rivolse a Sharon. �Vogliamo tre biglietti per
questo posto schifoso e orribile che ci ha descritto, grazie.�
�Vi consiglio di pensarci bene� le disse il barcaiolo. �Non sempre gli agnellini
come voi fanno ritorno da Devil�s Acre.�
�Ci abbiamo gi� pensato� dissi io.
�Molto bene, allora. Poi non dite che non vi avevo avvisati.�
�Soltanto una cosa� intervenne Emma. �Non abbiamo le tre monete d�oro.�
�Ma davvero?� Sharon si soffi� sulle lunghe dita, un alito fetido che puzzava di
bare scoperchiate. �Di norma esigo un pagamento sull�unghia, ma stamattina sono in
vena di generosit�. Il vostro intrepido ottimismo mi ha conquistato. Me li darete,
siete in debito con me.� E poi scoppi� in una potente risata, come se sapesse che
non avremmo mai potuto saldare. Fece un passo di lato e con un gesto del braccio
nascosto dal mantello ci indic� la barca.
�Benvenuti a bordo, ragazzi.�

2.

Sharon si diede palesemente da fare per togliere dalla barca sei toponi agitati,
come se un viaggio pestilenze-free fosse un lusso riservato agli Speciali VIP, dopo
di che porse a Emma il braccio e l�aiut� a scendere dal molo. Ci sedemmo tutti e
tre vicini su una panca di legno. Mentre lui slegava la cima, mi chiesi se fidarsi
di quell�uomo fosse stata semplicemente un�imprudenza o se superava gi� la linea di
confine della totale incoscienza, tipo schiacciare un sonnellino al centro di una
strada trafficata.
Il problema del confine tra imprudenza e stupidit� grave � che spesso capisci da
che parte ti trovi solo quando � gi� troppo tardi. A un certo punto le acque si
calmano e hai modo di riflettere, ma ormai i giochi sono fatti, il treno ha
lasciato la stazione, o, nel nostro caso, la barca il molo; cos�, mentre osservavo
Sharon spingere un piede nudo contro il muretto, e mi accorgevo che quel piede non
era propriamente umano � gli alluci allungati sembravano delle mini salsicce e le
unghie spessissime e gialle erano curve come artigli � capii con certezza assoluta
da quale confine ci eravamo mossi, e anche che ormai non potevamo pi� tornare
indietro.
Il nostro capitano tir� la cordicella del minuscolo fuoribordo e il motore prese
vita in uno sbuffo di scoppiettii e fumi bluastri. Dopo di che Sharon si pieg�
sulle lunghissime gambe e si accovacci� a terra, sedendosi sulla macchia scura
formata dal mantello. Diede gas e ci allontanammo dalla banchina, superando un
intrico di alti piloni di legno e sbucando infine in pieno sole. Ci trovavamo in un
canale, un affluente artificiale del Tamigi, chiuso su entrambi i lati da edifici a
vetrate e affollato di barche e barchette pi� del bagnetto di un neonato: c�erano
rimorchiatori rosso ciliegia, chiatte enormi, battelli turistici con il ponte pieno
di vacanzieri a godersi lo spettacolo. Stranamente, nessuno di loro prendeva la
fotocamera per immortalarci, anzi, sembrava che non avessero nemmeno notato la
strana comitiva che gli sfilava accanto: un angelo della morte seduto al timone,
due ragazzini sporchi di sangue per passeggeri, e un cane con gli occhiali che
sbirciava oltre lo scafo. Decisamente meglio cos�. Era possibile che Sharon avesse
approntato un qualche incantesimo, in modo che la barca fosse visibile soltanto
agli Speciali? Decisi di s�, anche perch� in caso contrario non c�era un buco dove
avremmo potuto nasconderci.
Guardandola meglio alla luce del giorno, vidi che si trattava di una barca molto
semplice, tolta la polena finemente intagliata che si ergeva a prua. Rappresentava
un grosso serpente ricoperto di scaglie che si drizzava con eleganza formando una
S, ma al posto della testa c�era un unico globo oculare gigantesco, grande come un
melone e senza ciglia, puntato verso il largo.
�Questo cos��?� domandai, accarezzandone la superficie lucida.
�Tasso� rispose Sharon sopra il rumore del motore.
�Basso cosa?�
�Legno di tasso.�
�Ah. Ma a cosa serve?�
�Per vederci!� mi rispose lui spazientito.
Poi diede di nuovo gas, immagino per evitare ulteriori domande, e la prua si
sollev� leggera sull�acqua mentre prendevamo velocit�. Inspirai a fondo, felice per
il sole e per il vento che mi soffiava sul viso, e vidi Addison con la lingua
penzoloni e le zampe appoggiate sul bordo che guardava fuori, pi� raggiante che
mai.
Una giornata bellissima per andare all�Inferno.
�Ho ragionato un po� su come hai fatto a finire qui� mi disse Emma. �Qui nel
presente, intendo.�
�Ah� feci io. �E?�
�C�� solo una spiegazione plausibile, cio� abbastanza plausibile. Eravamo nelle
gallerie della metropolitana con tutti gli Spettri, e ci siamo ritrovati nel
presente, e tu sei venuto con noi invece di continuare verso l�Ottocento-e-rotti,
dove saresti stato da solo, e questo � potuto succedere solo perch� Miss Peregrine
era l� da qualche parte, nelle vicinanze, e ti ha aiutato senza che nessuno se ne
accorgesse.�
�Non so, Emma, mi sembra un po��� esitai, perch� non volevo ferirla. �Secondo te
Miss Peregrine era nascosta nelle gallerie?�
�Dico solo che � possibile. Io non lo so dove fosse.�
�L�hanno portata via gli Spettri. L�ha detto Caul!�
�Da quand�� che ti fidi degli Spettri?�
�Sei stata tu a portarmi qui� le dissi. �E siccome Caul si vantava di avere
catturato Miss Peregrine, io ho pensato che potesse essere vero.�
�O forse l�ha detto solo per demoralizzarci e indebolirci. Voleva che ci
arrendessimo ai suoi soldati. Te lo ricordi o no?�
�S� risposi, pensandoci su. Alla fine il mio cervello si era messo in moto e
valutava tutte le possibilit�. �Okay. Ammettiamo allora che Miss P fosse con noi
nella galleria. Perch� avrebbe dovuto prendersi la briga di rispedirmi indietro nel
presente, fra le grinfie degli Spettri? Stavano per prenderci la nostra seconda
anima. Sarei stato meglio in quell�anello.�
Per un attimo, sul viso di Emma comparve un�espressione confusa. Poi il suo sguardo
si illumin� e disse: �Forse perch� io e te siamo quelli che devono salvare tutti
gli altri! Forse il suo piano era questo!�.
�Ma come faceva a sapere che saremmo riusciti a sfuggire agli Spettri?�
Lei lanci� un�occhiata a Addison. �Magari contava su qualcuno?� sussurr�.
�Em, mi sembra che l�ipotetica catena degli eventi sfoci in una ricostruzione un
po� improbabile.� Presi un bel respiro e scelsi le parole con attenzione. �So che
vuoi credere che Miss Peregrine sia qui da qualche parte, libera, a vegliare su di
noi. Vale lo stesso per me��
�Lo voglio cos� tanto che mi fa quasi male� rispose lei.
�Ma se cos� fosse, non si sarebbe gi� messa in contatto con noi? E se lui
c�entrasse qualcosa� dissi piano, indicando Addison con un cenno, �ti pare che non
ce lo avrebbe detto fino ad adesso?�
�Potrebbe aver giurato di mantenere il segreto. E magari � qualcosa di troppo
pericoloso per raccontarlo, persino a noi. Se noi sapessimo dove si trova Miss
Peregrine; e se qualcuno sapesse che noi sappiamo, potrebbero torturarci per��
�Noi, ma anche lui� la interruppi, a voce un po� troppo alta, e il cane si gir� a
guardarci con la pelle intorno alla bocca gonfiata dal vento e la lingua che
sventolava ridicola.
�Ehi, voi!� fece. �Ho gi� contato cinquantasei pesci, sebbene in uno o due casi non
escludo si trattasse di spazzatura rimasta a galla. Che state cospirando?�
�Niente� rispose Emma.
�Sarei portato a dubitarne� borbott� Addison, ma un secondo dopo l�istinto ebbe la
meglio sui suoi sospetti e strill�: �Pesce!�. Riport� gli occhi sull�acqua. �Pesce�
pesce� spazzatura� pesce��
Emma accenn� una risatina. �� un�idea folle, lo so. Ma il mio cervello � una
macchina che sforna speranze.�
�E io ne sono felice� le dissi. �Perch� invece il mio � un generatore di scenari da
incubo.�
�Allora siamo fatti l�uno per l�altra.�
�Direi di s�. Ma questo lo sapevamo gi�.�
Il rollio della barca ci sospingeva continuamente vicini, poi ci separava, ci
sospingeva vicini, ci separava�
�Sicuri di non preferire il tour romantico?� disse Sharon. �Siamo ancora in tempo.�
�Sicurissimi� risposi. �Abbiamo del lavoro da fare.�
�Allora vi consiglio di guardare l� sotto. Fra poco avrete bisogno di quella roba.�
Sollevammo insieme il coperchio della panca, e vedemmo che conteneva una cerata.
�A cosa serve?� chiesi.
�Serve a nascondervi� rispose Sharon. Adesso stava pilotando la barca lungo un
canale molto stretto, costeggiato da palazzine di appartamenti lussuosi di nuova
costruzione. �Vi ho nascosti alla vista fin qui, ma non sono in grado di offrirvi
protezione a Devil�s Acre� Dalle parti dell�entrata ci sono dei ceffi che hanno
l�occhio lungo per le prede facili. E di sicuro voi siete prede facili.�
�Lo sapevo che aveva architettato qualcosa� esclamai. �I turisti non ci hanno
degnati di uno sguardo.�
�Se si vuole assistere a una rievocazione storica di certe atrocit�, � meglio che i
figuranti non siano in grado di vedere chi li guarda� ribatt� lui. �Mica posso
rischiare che quei barbari di vichinghi mi rapiscano i clienti, no? Pioverebbero
recensioni negative!�
Ci stavamo avvicinando spediti a una specie di tunnel, un tratto di canale coperto,
lungo una trentina di metri, sovrastato da un edificio che sembrava un magazzino, o
un vecchio mulino. In fondo alla galleria brillava un cerchio azzurro, per met�
cielo, per met� acqua che rifletteva la luce. In mezzo, fra noi e quel punto, c�era
solo buio. In base alla mia esperienza, aveva tutta l�aria di essere il passaggio
di accesso a un anello.
Tirammo fuori l�enorme cerata e la dispiegammo; occupava per met� la lunghezza
della barca. Emma ci si infil� sotto accanto a me e ce la tirammo fin sul mento
come se fosse una coperta. La barca scivol� piano nell�ombra, sotto il ponte, e
Sharon spense il motore e lo nascose con una cerata pi� piccola. Quindi si alz� in
piedi, allung� un bastone telescopico, lo immerse nel fiume fino a toccare il
fondo, e ricominciammo ad avanzare a forza di silenziose e possenti spinte.
�Comunque� disse Emma, �chi sarebbero questi �ceffi�? Sono Spettri?�
�Gli Spettri che tanto odiate non sono il male peggiore del mondo Speciale� rispose
Sharon, e la sua voce echeggi� contro le pareti del tunnel. �Un opportunista che si
spaccia per amico � certamente pi� pericoloso di un nemico dichiarato.�
Emma sbuff�. �Non potrebbe essere pi� preciso?�
�Gi� la testa!� fece lui. �Anche tu, cane.�
Addison tir� su col naso e tutti e tre ci nascondemmo sotto la cerata, piombando
nel buio. L� sotto faceva un caldo pazzesco, e la puzza di carburante era
insopportabile.
�Avete paura?� sussurr� Addison.
�Non tanto� disse Emma. �Tu, Jacob?�
�Potrei vomitare da quanta fifa ho. Addison?�
�Niente affatto� disse il cane. �L�impressionabilit� non � un tratto dei cani della
mia razza.�
E infatti subito dopo si raggomitol� tra me e Emma, e io sentivo il suo corpicino
tremare dalla punta delle orecchie alle zampe.
* * *
Avevo attraversato alcuni passaggi molto in fretta e senza accorgermene, come se
viaggiassi su un�autostrada, ma stavolta fu come arrancare su una strada tutta
buche e cunette, e poi curvare all�improvviso di centottanta gradi, e infine
bloccarsi di botto sul bordo di un precipizio; e il tutto nella pi� totale
oscurit�. Alla fine ero stordito, in testa avevo una gran confusione e mi pulsavano
le tempie. Mi chiedevo per quale invisibile meccanismo certi passaggi fossero pi�
impegnativi di altri. Se il viaggio era uno specchio della destinazione, allora
eravamo finiti in un posto selvaggio e proibitivo completamente fuori dal mondo,
poco ma sicuro.
�Siamo arrivati� ci annunci� Sharon.
�State tutti bene?� chiesi io, cercando a tastoni la mano di Emma.
�Dobbiamo tornare indietro� si lament� Addison. �I reni mi sono rimasti dall�altra
parte.�
�State l� buoni finch� non trovo un posto riparato dove farvi scendere� ci ammon�
Sharon.
� incredibile quanto si affini l�orecchio quando gli occhi non ti servono a niente.
Me ne stavo l�, immobile sotto la cerata, ipnotizzato dal suono di un mondo che
apparteneva al passato e che rifioriva ora intorno a noi. All�inizio c�era solo il
rumore del bastone di Sharon che colpiva l�acqua, ma poi ne arrivarono subito
altri, tutti mescolati, e nella mente mi si form� un quadro molto elaborato. Il
legno che schiaffeggiava la superficie a intervalli regolari era quello, immaginai,
dei remi di una barca ricolma di pesci. Immaginai le donne che sentivo parlare a
voce alta con le dirimpettaie, e le vidi scambiarsi pettegolezzi affacciate alle
finestre che davano sul canale mentre stendevano il bucato. Pi� avanti dei bambini
scoppiavano a ridere e un cane abbaiava, e ancora pi� in l� si sentivano voci che
cantavano tutte insieme al ritmo delle martellate: �Udite udite: i martelli che
picchiano! Udite udite: i chiodi si conficcano!�. Nel giro di un attimo stavo gi�
immaginando gli impavidi spazzacamini col cappello a cilindro in testa che
scendevano disinvolti per quelle strade povere, piene di un fascino rustico, e la
gente che si riuniva in gruppetti per farsi coraggio tra una strizzata d�occhio e
un canto popolare.
Non potevo farci niente. Tutto quello che sapevo dei bassifondi dell�epoca
vittoriana l�avevo imparato dalla versione musical, decisamente kitsch, di Oliver
Twist. A dodici anni ero entrato nella piccola produzione di un teatro che lo
metteva in scena; dovevo fare l�Orfano Numero Cinque, se proprio volete saperlo, e
la sera dello spettacolo mi era venuta una tale strizza da palcoscenico che avevo
simulato un�influenza intestinale e l�avevo guardato tutto dalle quinte, in divisa
da orfano, con un secchio stretto fra le gambe nel caso lo stomaco non avesse
retto.
Comunque sia, stavo immaginando queste e altre cose quando mi accorsi di un
buchetto sulla cerata, proprio vicino alla mia spalla� dovevano averla rosicchiata
i topi, senza dubbio: mi mossi appena e sbirciai fuori. Bastarono un paio di
secondi, e il quadretto spensierato e gioioso che avevo in testa cominci� a
sciogliersi come gli oggetti in certi quadri di Salvador Dal�. La prima cosa
orribile che vidi furono le case affacciate sul canale, anche se per chiamarle case
ci voleva un bel coraggio. Erano tutte storte e fatiscenti, dalla prima all�ultima;
sembravano una fila di soldati stremati colti dal sonno durante il turno di
guardia, e l�impressione era che sarebbero cascate direttamente in acqua se non
fossero state tutte appiccicate tra loro, senza contare che c�era anche uno spesso
strato melmoso di una sostanza verde e nera spalmato sulla parte inferiore dei
muri, che sembrava tenerle tutte insieme come farebbe una fascia di nastro adesivo.
Vicino alla parete pericolante di ogni casa c�era una costruzione pi� piccola, una
specie di scatola a forma di bara, ma solo quando udii un versaccio venire da l� e
vidi una sagoma rotolare gi� nel fiume, capii che il suono che avevo sentito prima
non era affatto quello di un remo nell�acqua, ma che quei gabbiotti erano latrine
all�aperto che contribuivano a produrre quello strato di sudiciume che teneva
insieme le case.
Le donne che si parlavano da una parte all�altra del canale affacciate alle
finestre c�erano, come avevo immaginato, solo che non stendevano il bucato e di
sicuro non si scambiavano pettegolezzi, o almeno non in quel momento: si
scambiavano piuttosto insulti, e pesanti, e sputavano minacce. Ce n�era una che
agitava una bottiglia rotta e rideva come fosse ubriaca, e un�altra che le gridava
epiteti che facevo fatica a sentire � �Non sei altro che una vecchia sgualdrina che
la darebbe al diavolo in persona per un quarto di penny!�, il che era assurdo, se
avevo capito bene, perch� lei per prima era nuda fino alla vita e non sembrava
importargliene granch�. Si immobilizzarono entrambe mentre passavamo e fischiarono
gi� per chiamare Sharon, ma il barcaiolo le ignor�.
Avevo bisogno di togliermi dagli occhi subito quella scena, ma tutto ci� che
riuscii a fare fu sostituirla con una ancora peggiore: poco pi� avanti c�era una
banda di ragazzini seduti su un ponticello malandato, con i piedi nel canale.
Tenevano sollevato sopra l�acqua un cane legato con una corda per le zampe
posteriori, e immergevano il poveretto ridendo come dei matti quando lui latrava,
spaventatissimo, e si formavano le bolle in superficie. Dovetti farmi veramente
forza per non scalciare via la cerata e dirgliene quattro. Se non altro Addison non
se ne era accorto; perch� in caso contrario mai e poi mai sarei riuscito a
convincerlo a non partire a testa bassa e denti scoperti, facendo saltare la nostra
copertura.
�So cosa ti frulla in testa� mi disse Sharon in un biascichio. �Se vuoi dare
un�occhiata in giro aspetta un attimo, fra un secondo il peggio � passato.�
�Stai sbirciando?� mormor� Emma dandomi una gomitata.
�Pu� essere� risposi io senza smettere di guardare.
Il barcaiolo ci disse di tacere. Sfil� il bastone dall�acqua, apr� il manico, che
conteneva una lama corta, e con quella recise la corda dei ragazzini mentre
passavamo. Il cane cadde in acqua e nuot� subito via tutto felice, mentre quei
monelli gridavano infuriati per poi bersagliarci con qualunque cosa gli capitasse a
tiro. Sharon prosegu�, ignorandoli come aveva ignorato le donne, finch� il torsolo
di una mela non lo manc� di un soffio. A quel punto liber� un sospiro, si volt� e
si scost� lentamente il cappuccio dalla testa, quanto bastava perch� i ragazzini lo
vedessero � io per� non ci riuscivo.
Qualunque cosa avessero visto doveva essere spaventosa, perch� si misero a scappare
tutti, urlando, e nella foga uno inciamp� e scivol� nell�acqua fetida. Con una
risatina, Sharon si risistem� il cappuccio e riprese la posizione di timoniere.
�Cos�� successo?� disse Emma sul chi va l�. �Che � stato?�
�Benvenuti a Devil�s Acre� fu la risposta di Sharon. �Ora, se vi interessa sapere
dove siamo, potete scoprirvi la faccia, ma senza esagerare. Cercher� di darvi le
informazioni previste dal tour, comprese nella moneta d�oro del prezzo, per il poco
tempo che ci resta.�
Noi obbedimmo, abbassando la cerata fin sotto il mento, e Emma e Addison subito
sembrarono sconvolti. Lei, credo, per ci� che vedeva; Addison, a giudicare dal naso
fremente, per la puzza. Era una scena irreale, come se tutt�intorno a noi si
aprisse un�enorme fogna che ribolliva a fuoco lento.
�Vi ci abituerete� disse Sharon, interpretando bene la mia espressione disgustata.
Emma mi strinse forte la mano. �Ma � terribile��
Lo era eccome. Ora che lo vedevo con entrambi gli occhi, quel posto era ancora pi�
infernale. Le fondamenta delle case si sgretolavano tutte in una specie di
poltiglia. Sul canale si incrociavano alla rinfusa strette passatoie di legno
fatiscenti, alcune non pi� larghe di una tavola, e sulla banchina puzzolente
c�erano montagne di rifiuti e sagome spettrali che frugavano strisciando
continuamente dentro e fuori da quei cumuli. Tutto era nerastro o verdastro o
giallognolo � i colori del sudiciume e del degrado �, ma a dominare su ogni cosa
era il nero. C�erano macchie nere su ogni superficie, sbaffi neri su ogni faccia,
strisce nere e compatte che si innalzavano nel cielo dai camini che ci
accerchiavano e � ancora pi� spaventoso � dalle ciminiere delle fabbriche che si
scorgevano in lontananza e che spandevano un frastuono industriale, primitivo e
forte come il rullo dei tamburi di guerra, cos� potente da far tremare i pochi
vetri ancora intatti.
�Questo, amici, � Devil�s Acre� riprese Sharon, la voce strascicata, alta giusto
quanto bastava perch� sentissimo. �Numero di abitanti effettivi:
settemiladuecentosei, numero di abitanti censiti: zero. I fondatori della citt�,
nella loro saggezza, preferiscono ignorarne l�esistenza. L�incantevole specchio
d�acqua che stiamo percorrendo � soprannominato Fever Ditch, e gli scarichi
industriali, i liquami e le carcasse animali che qui non mancano mai sono ci� che
conferisce al canale il suo seducente profumino, oltre a essere causa delle
grandiose epidemie che qui si reiterano con acclarata regolarit� e che sono valse
alla zona l�appellativo di Capitale del Colera.
�E tuttavia�� sollev� un braccio al di sotto del mantello, indicando una ragazzina
che immergeva un secchio nell�acqua, �per molte di queste anime sciagurate il
canale fa da fogna e anche da acquedotto.�
�Mica la berr�!� esclam� Emma orripilata.
�Nel giro di qualche giorno i residui pesanti si depositeranno sul fondo, e lei
recuperer� il liquido pi� chiaro.�
Emma si port� una mano alla bocca. �No��
�Invece s�. Veramente terribile� butt� l� Sharon, poi continu� a snocciolare
notizie come se le stesse leggendo da un elenco. �Le attivit� pi� diffuse tra la
popolazione sono frugare tra i rifiuti e tendere imboscate agli estranei per poi
dargli una randellata in testa e derubarli. Per svagarsi ingollano qualunque tipo
di liquido infiammabile abbiano a portata di mano e cominciano a cantare malamente
con quanto fiato hanno in corpo. Le tre principali voci di esportazione della zona
sono: residui metallici derivanti dal processo di fusione, farine ottenute dagli
scarti degli animali macellati, povert�. Tra i luoghi degni d�interesse��
�Non fa ridere� lo interruppe Emma.
�Scusami?�
�Ho detto che non fa ridere! Queste persone soffrono, e lei le prende in giro!�
�Niente affatto� ribatt� Sharon con decisione. �Vi sto fornendo informazioni
preziose che potrebbero salvarvi la vita. Se invece preferite avventurarvi in
questa giungla con le bende sugli occhi��
�Non � cos� m�intromisi io. �Non intendeva dire quello che ha detto. La prego di
continuare.�
Emma mi lanci� un�occhiataccia, e io gliela restituii. Non era il momento di fare
le anime pure, nonostante l�apparente insensibilit� di Sharon.
�E abbassate la voce, per tutti i diavoli� riprese la nostra guida, piccata.
�Allora, dicevamo. Tra i luoghi degni di nota spiccano la prigione dei trovatelli
di St Rutledge, un�istituzione progressista che gli orfani li mette in gabbia prima
che abbiano avuto l�occasione di commettere un reato, prevenendo in questo modo
sprechi di soldi e grattacapi; l�ospedale psichiatrico St Barnabus destinato a
matti, imbroglioni e adolescenti problematici, pi� propriamente un ambulatorio che
opera su base volontaria, ed � quasi sempre vuoto; Smoking Street, che arde da
ottantasette anni a causa di un incendio sotterraneo che nessuno si � mai premurato
di spegnere. Ah, ecco� esclam� poi, indicando uno spiazzo annerito tra le case
sulla riva del canale. �Quello � un punto, come potete notare � piuttosto
bruciacchiato.�
L� dove indicava c�erano diversi uomini al lavoro con dei martelli su una struttura
di legno � immaginai che stessero ricostruendo una casa �, e quando ci videro si
fermarono e salutarono Sharon a forza di grida. Lui si limit� a restituire un
cenno, e sembrava un po� imbarazzato.
�Sono amici suoi?� chiesi.
�Parenti alla lontana� borbott�. �Manutenzione forche, � l�attivit� di famiglia��
�Manutenzione di che?� salt� su Emma.
Ma prima che il barcaiolo potesse rispondere, gli uomini avevano ripreso a lavorare
e mentre martellavano cantavano: �Udite udite: i martelli che picchiano! Udite
udite: i chiodi si conficcano! Costruire la forca � un vero spasso, la fine giusta
per il gradasso!�.
Se non fossi stato cos� orripilato, forse sarei scoppiato a ridere.
* * *
Continuammo a navigare lungo il Fever Ditch. A ogni spinta di bastone di Sharon il
canale si restringeva schiacciandoci tra gli argini, tanto che certe volte per
andare da una riva all�altra non servivano nemmeno le passatoie � si sarebbe potuto
saltare da tetto a tetto. L�acqua l� sotto e il cielo grigio erano ridotti a
fessure, e davano una sensazione di soffocamento e angoscia. Intanto, il nostro
barcaiolo snocciolava dati come un libro stampato. In una manciata di minuti era
riuscito a parlarci delle ultime tendenze della moda di Devil�s Acre (andavano
molto le parrucche rubate agganciate ai passanti dei pantaloni), del PIL del luogo
(decisamente in negativo), e ci aveva raccontato modalit� e tempistiche della
fondazione (a opera di una comunit� di lombricoltori all�inizio del Millecento).
Stava per attaccare con le bellezze architettoniche quando Addison, che non era
stato fermo un attimo vicino a me, lo interruppe.
�Pare che lei conosca ogni pi� recondito aspetto di questo buco dimenticato da dio,
fatta eccezione per le cose che potrebbero vagamente tornarci utili.�
�Tipo?� domand� l�altro spazientito.
�Tipo: di chi possiamo fidarci da queste parti?�
�Di nessuno, nella maniera pi� assoluta.�
�Come facciamo a trovare gli Speciali che vivono in questo anello?� chiese Emma.
�Vi sconsiglio di provarci.�
�Gli Spettri che hanno preso i nostri amici dove sono?� chiesi io.
�Non giova agli affari sapere certe cose� rispose lui senza scomporsi.
�Allora ci faccia scendere da questo diavolo di barca e lo scopriremo da soli!�
sbott� Addison. �Stiamo perdendo tempo prezioso, e la sua tiritera mi sta facendo
venire sonno. Volevamo un barcaiolo, non una maestra!�
Sharon non grad�. �Siete talmente maleducati che dovrei buttarvi subito in acqua,
ma se lo facessi, addio monete d�oro.�
�Come osa parlare di soldi?� si indign� Emma. �E il benessere degli Speciali? Dei
suoi compagni? Le dice niente la parola fedelt�?�
Sharon si fece una risatina. �Se badassi a cose del genere sarei bello che
stecchito da un pezzo.�
�Magari!� bofonchi� Emma distogliendo lo sguardo.
Mentre parlavamo si era alzata una nebbia spessa che avvolgeva a strati. Non aveva
niente a che vedere con la foschia grigiastra di Cairnholm, perch� questa era densa
e giallognola come una minestra di zucca. La sua improvvisa comparsa sembr�
innervosire Sharon, e mentre la visibilit� diminuiva il timoniere cominci� a girare
la testa da una parte e dall�altra, come se temesse l�arrivo di guai� o forse
cercava il posto giusto per scaraventarci in acqua.
�Maledetti, maledetti, maledetti� scand�. �Cos� non va bene.�
�� solo nebbia� disse Emma. �Non ci spaventa la nebbia.�
�Vale anche per me� disse Sharon, �ma questa non � nebbia. � caligine ed � prodotta
dagli uomini. Succedono cose spiacevoli, quand�� cos�; sar� meglio levarci di torno
alla svelta.�
Si esib� in un verso che significava che dovevamo rimetterci sotto la cerata, e noi
obbedimmo. Io mi rincantucciai dall�altra parte del buco da cui sbirciare. Pochi
secondi dopo, una barca emerse dalle ombre e ci pass� accanto procedendo nell�altra
direzione. A bordo, un uomo al timone e una donna seduta, e anche se Sharon li
salut� loro due si limitarono a fissarci, senza mai staccarci gli occhi di dosso
fino a quando ci superarono e anche dopo, finch� furono inghiottiti di nuovo dalle
tenebre. Sharon borbott� qualcosa e punt� la riva sinistra, conducendoci verso un
molo minuscolo che si distingueva a fatica. Ma non appena si udirono dei passi
sulle tavole di legno e un mormorio di voci, la nostra guida fece forza sul palo e
allontan� subito lo scafo.
Vagammo di qua e di l� tra le rive, alla ricerca di un posto dove attraccare, ma
ogni volta che ci avvicinavamo Sharon vedeva qualcosa che non gli piaceva e ci
spingeva di nuovo via. �Avvoltoi� mormorava. �Avvoltoi appostati ovunque��
Io non ne vidi, finch� passammo sotto un ponticello malconcio. Sopra il ponte c�era
un uomo che camminava, e quando ci vide si ferm� e guard� gi�; apr� la bocca e
prese un gran respiro � come se stesse per gridare �aiuto!� � ma al posto della
voce usc� fuori un fiotto di fumo giallo e denso, che ci colp� con la violenza di
un getto sparato da un idrante.
Mi prese il panico e il respiro mi si blocc� in gola. E se era un gas velenoso? Ma
vidi che Sharon non si copriva la faccia n� tentava di ripararsi il naso: si limit�
a continuare a ripetere: �Maledetti, maledetti, maledetti� mentre l�alito dell�uomo
ci vorticava intorno mescolandosi con il nebbione. Adesso non si vedeva quasi pi�.
Nel giro di un paio di secondi l�uomo, il ponticello e le due rive del fiume erano
completamente svaniti.
Cacciai fuori la testa (tanto non poteva vederci nessuno) e a bassa voce dissi:
�Quando ha detto che questa roba era prodotta dagli uomini, pensavo si riferisse
alle fabbriche. Non credevo lo intendesse alla lettera��.
�Be�, wow� fece Emma emergendo anche lei da sotto la cerata. �E a cosa serve?�
�Gli avvoltoi sputano caligine quando vogliono nascondere i loro traffici� rispose
Sharon �e accecare le prede. Per vostra fortuna, io non sono una preda facile.�
Detto questo sfil� il lungo bastone dall�acqua, ce lo fece passare sopra la testa e
diede un colpetto al globo oculare di legno che campeggiava a prua. L�occhio si
illumin� come un fendinebbia, bucando il nebbione che avevamo davanti. Sharon
allora rimise a mollo il bastone e cominci� a manovrare abilmente. La barca prese a
girare piano su se stessa, con la luce che lambiva le onde.
�Ma allora significa che sono Speciali, giusto?� disse Emma. �E se sono Speciali,
forse ci possiamo fidare.�
�I puri di cuore non diventano pirati� disse Sharon. �Mai.� L�occhio fece luce su
un�imbarcazione in avvicinamento, e lui ferm� subito la nostra. �Parli del diavolo�
aggiunse.
Riuscivamo a vederli abbastanza bene, ma per il momento loro potevano scorgere
soltanto un alone luminoso. Non ci dava un gran vantaggio, per� almeno potevamo
fare una valutazione prima di essere costretti a tornare sotto la cerata. Erano in
due, uomini, e lo scafo era due volte il nostro. Il primo uomo era quello che si
occupava del motore, un fuoribordo piuttosto silenzioso, l�altro aveva in mano un
bastone.
�Se sono cos� pericolosi� sussurrai, �perch� restiamo qui?�
�Ci siamo addentrati troppo per potercene andare ora. Magari riesco a risolvere la
faccenda a parole.�
�E se invece non le riesce?� domand� Emma.
�Allora vi toccher� nuotare.�
Emma fiss� l�acqua oleosa e scura. �Manco morta� disse.
�� una vostra scelta. Ora, vi consiglio di tornare l� sotto, ragazzi, e di non
muovere nemmeno un muscolo.�
Ci tirammo di nuovo la cerata sulla testa e un attimo dopo una bella voce calda
grid�: �Ehil�, barcaiolo!�.
�Ehil� rispose Sharon.
�Cosa ti porta da queste parti?�
�Giusto un giretto per distrarmi un po�� replic� lui in tono sereno.
�E t�� capitata proprio una bella giornata!� disse l�uomo con una risatina.
Invece il suo compare non sembrava in vena di chiacchiere. �Cos�� che c�� sotto
quel cencio?� Aveva un tono aggressivo e un accento difficile da identificare.
�Quello che ho sulla mia barca sono affari miei.�
�Se passa per il canale sono affari nostri.�
�Vecchio cordame e cianfrusaglie, se ci tenete a saperlo� si arrese Sharon. �Niente
di che.�
�Quindi non c�� problema se gli diamo un�occhiata, uh?� disse il primo uomo.
�Avevamo un accordo, mi pare. Vi ho pagato un mese.�
�L�accordo � carta straccia� disse il secondo. �Gli Spettri pagano cinque volte
tanto, per certi bocconcini. E se te ne fai scappare uno, ti tocca la miniera� se
non di peggio.�
�Perch�, c�� qualcosa di peggio?� comment� il primo uomo.
�Non ho alcuna intenzione di scoprirlo� gli rispose l�altro.
�Signori, stiamo calmi� disse Sharon. �Immagino che possiamo rinegoziare i termini.
Io vi posso offrire un accordo molto vantaggioso��
Bocconcini. Nonostante sotto la cerata cominciasse a fare davvero caldo � per via
delle mani di Emma che si stavano arroventando in fretta � rabbrividii. Speravo che
non sarebbe andata oltre, ma quei due non mollavano l�osso, e le chiacchiere di
Sharon sembravano solo peggiorare la situazione. Se fosse degenerata, sarebbe stato
un disastro. Anche nel caso fossimo riusciti ad avere la meglio sui due uomini
della barca, il barcaiolo aveva detto che c�erano avvoltoi dappertutto. Me li
immaginai piombarci addosso a stormi dal fiume, dalle banchine, dai ponti, e mi
vennero i sudori freddi. Speravo davvero di non scoprire mai cosa significasse
bocconcini.
Poi, per�, sentii un rumore bellissimo: il suono delle monete che passavano di
mano. Il secondo uomo disse: �Be�, mo s� che si ragiona! Con questi qua, io vado a
svernare in Spagna��.
Ma le mie speranze furono troncate sul nascere dalla sensazione strisciante e
familiare che cominciavo ad avvertire nello stomaco, e mi accorsi che, in realt�,
la sentivo gi� da un po�. All�inizio era stata una specie di fastidio, che poi si
era trasformato in un dolorino sordo, e adesso quel dolore era sempre pi� intenso:
ormai era uno spasmo, e indicava chiaramente che nei paraggi c�era uno Spirito
Vacuo.
Ma non uno qualsiasi. Il mio Vacuo.
La parola mi si era insinuata nel cervello senza preavviso, ed era la prima volta
che succedeva. Il mio. O forse era vero il contrario. Forse ero io a essere suo.
Comunque fosse, la situazione restava pericolosa. Lui voleva uccidermi, cos� come
volevano uccidermi gli altri Vacui, lo sapevo, eppure c�era qualcosa che lo
frenava. Ed era la stessa cosa che lo aveva attirato verso di me, come
calamitandolo, e che aveva fatto vibrare, nel mio intimo, l�ago della bussola; lo
stesso ago che adesso mi diceva che il Vacuo era l�, sempre pi� vicino.
Giusto in tempo per vederci catturati, o uccisi, o ucciderci lui stesso. Decisi che
se fossimo riusciti ad arrivare a terra sani e salvi, per prima cosa mi sarei
sbarazzato di lui una volta per tutte.
Ma dove si trovava, esattamente? Se era gi� cos� vicino come sembrava, allora
significava che ci stava nuotando incontro lungo il canale, e in quel caso come mai
non sentivo il rumore di un essere che sbatacchiava l�acqua, viste tutte le
appendici di cui il mostro era dotato? Poi per� l�ago si mosse, ebbe uno scatto, e
io capii � ma era come se lo vedessi � che il Vacuo si trovava sott�acqua. A quanto
pareva, non erano creature che avevano bisogno di respirare con tanta frequenza. Un
secondo dopo ci fu un sordo tunk, nell�istante esatto in cui il mostro ader� al
fondo della nostra barca. Sobbalzammo tutti e quattro, anche se io ero l�unico a
sapere davvero cosa stesse succedendo. Avrei voluto tanto avvertire i miei amici,
invece dovevo restarmene steso l�, immobile, mentre quel corpo si trovava ad appena
qualche centimetro di distanza da noi, dall�altra parte del legno.
�Cos�� stato?� Era la voce del primo uomo.
�Io non ho sentito niente� ment� Sharon.
Sparisci, mimai con le labbra, sperando che il Vacuo mi sentisse. Vattene e
lasciaci in pace. Ma lui, al contrario, cominci� a fare un gran baccano sotto lo
scafo, e io me lo immaginai intento a rosicchiare la barca con quei suoi dentacci
lunghissimi.
�Io invece ho sentito benissimo� intervenne il secondo uomo. ��Sto barcaiolo vuole
farci passare per scemi, Reg!�
�Mi sa proprio di s� disse l�altro.
�Vi assicuro che vi sbagliate� reag� Sharon. �� la mia barca che � messa malaccio.
� gi� da un po� che dovrei darle una bella ripassata.�
�Va bene, lasciamo perdere, non c�� pi� nessun accordo. Facci vedere cos�hai l�
sopra.�
�Ma permettetemi di aggiungere ancora qualcosa� disse Sharon. �Potremmo
considerarla una mancia, per la vostra gentilezza e comprensione.�
Gli uomini confabularono un attimo a voce bassa.
�Se lo molliamo e lo trova qualcun altro con dei bocconcini, noi ci becchiamo la
miniera.�
�O peggio.�
Vattene, vattene, vattene VIA, supplicai il Vacuo pensando in inglese.
Pok, pok, POK, fu la risposta contro lo scafo.
�Alza quel cencio!� ordin� il primo uomo.
�Signori, se solo mi concedete un altro��
Ma gli uomini non intendevano sentire ragioni, e subito dopo la nostra barca si
mosse come se qualcuno fosse saltato a bordo. Udimmo delle grida, poi dei passi
vicino alla testa mentre cominciavano ad azzuffarsi.
Ormai tanto vale uscire di qui, pensai, e gli altri a quanto pareva erano del mio
stesso avviso, perch� vidi le dita pulsanti e bollenti di Emma che afferravano la
cerata.
�Al tre� disse piano. �Pronti?�
�Sono sui blocchi� latr� Addison.
�Aspettate� dissi, �sotto la barca� devo dirvi che c�腻
E poi la cerata si sollev� di colpo, prima che avessi il tempo di finire la frase.
* * *
Quello che accadde dopo accadde molto in fretta. Addison azzann� il braccio che
aveva alzato la cerata e Emma centr� in pieno la faccia stupefatta dell�uomo,
regalandogli con le dita una sequenza di bruciature. Un grido, e quello ricadde in
acqua. Sharon era stato colpito, e l�altro uomo gli incombeva addosso brandendo un
bastone. Addison gli si avvent� contro e gli addent� una gamba, lui si volt� per
scrollarselo via e il barcaiolo riusc� a rimettersi in piedi e a sferrargli un
pugno nello stomaco. L�uomo si pieg� in due e Sharon lo disarm� con un�abile
sventagliata della pertica.
A quel punto l�aggressore decise che era meglio smammare all�istante, e con un
salto fu di nuovo sulla sua barca. Sharon tir� via la cerata dal blocco motore,
diede uno strattone alla cordicella e la nostra barchetta prese vita proprio mentre
una terza imbarcazione si avvicinava a tutta velocit� fendendo il nebbione. A bordo
c�erano tre uomini, uno dei quali impugnava una pistola di quelle antiche, che
sollev� in direzione di Emma.
Le gridai di abbassarsi, e udii lo sparo, mentre mi lanciavo su di lei, seguito da
uno sbuffo di fumo bianco. L�uomo adesso aveva Sharon sotto tiro; il barcaiolo
lasci� andare la leva del motore e alz� le mani. Ecco, era finita, pensai. Ma poi
dalla gola mi si rivers� fuori un fiotto di parole strane, chiare e inequivocabili,
che per� non avevo mai sentito prima.
Affonda quella barca! Affonda quella barca con le lingue!
Nel mezzo secondo che serv� a tutti per girarsi a guardarmi, il Vacuo era emerso da
sotto il nostro scafo e aveva gi� intrappolato nelle sue spire l�imbarcazione. Le
lingue schizzarono fuori dall�acqua, si avvinghiarono al pulpito di poppa e
rovesciarono lo scafo con una serie di scossoni che scagli� fuoribordo tutti e tre
gli occupanti.
Infine la barca ricadde, a pancia in gi�, su due di loro.
Sharon avrebbe potuto approfittarne per tirare la cordicella e portarci velocemente
fuori di l�; invece se ne stava ancora immobile, stordito, con le mani alzate.
E andava bene cos�, perch� io non avevo ancora finito.
Lui, dissi, fissando l�uomo che si agitava nel canale.
A quanto pareva il Vacuo mi sentiva ancora, sott�acqua dov�era, perch� un secondo
dopo aver pronunciato questa parola il naufrago cacci� un urlo, guard� in basso un
istante e venne risucchiato sul fondo � spar�, semplicemente. Un secondo dopo il
fiume prese a tingersi di rosso.
�Non ho detto che dovevi mangiartelo!� dissi in inglese.
�Si pu� sapere cosa sta aspettando?� grid� Emma a Sharon. �Andiamo via, forza!�
�Va bene, va bene� farfugli� il barcaiolo. Si riscosse e abbass� le braccia, azion�
la leva e il motore rugg�. Sharon vir� stretto per far ruotare la barca e noi tre
capitombolammo tutti in un angolo. Poi, con un ultimo sobbalzo, prendemmo velocit�,
sfrecciando fra le volute di nebbia, diretti a rotta di collo verso il punto da
dov�eravamo partiti poco prima.
Emma mi guard� e io la guardai, ma il fracasso del motore era troppo forte, proprio
come la scarica che ancora sentivamo nel cervello. Eppure mi sembrava di leggerle
in faccia la paura; aveva un�espressione che diceva: Tu, Jacob Portman, sei un
ragazzo portentoso e spaventoso. Quando alla fine parl�, capii solo una parola:
Dov��?
Gi�, dov�era? Speravo che saremmo riusciti ad andarcene mentre il Vacuo era ancora
occupato con il pirata, ma l�istinto mi diceva che invece il mostro era tuttora
vicinissimo e ci seguiva al traino: niente, del resto, gli impediva di usare una
delle sue lingue come se fosse un cavo da rimorchio.
Vicinissimo, sillabai in silenzio.
Lei si illumin� e annu� una volta sola, risoluta. Perfetto.
Io scossi la testa. Perch� non aveva paura? Perch� non capiva che era molto
pericoloso? Il Vacuo adesso era su di giri, reduce da uno spuntino che aveva dovuto
lasciare a met�. Non potevamo sapere che razza di cattiverie gli mulinavano nelle
viscere. Ma Emma mi stava guardando in quel modo, con quel suo sorrisetto appena
accennato� Presi forza, e sentii che potevo fare qualunque cosa.
Intanto, ci stavamo avvicinando a gran velocit� al ponte dove avevamo visto lo
Speciale che produceva la nebbia giallognola. Ci stava aspettando, appostato,
tenendoci sotto tiro dall�altra parte di un fucile appoggiato al parapetto.
Ci chinammo tutti di scatto. Udii due spari, e quando rialzai il capo vidi che
nessuno di noi era stato colpito.
La barca adesso stava passando proprio sotto il ponte; nel giro di un paio di
secondi saremmo sbucati dall�altra parte, e lo Speciale ci avrebbe sparato di
nuovo. Non potevo permettere che succedesse.
Mi voltai e gridai Ponte! nel linguaggio dei Vacui, e la creatura parve
comprendermi all�istante. Le due lingue che non gli servivano per tenersi
saldamente aggrappato alla nostra barca schizzarono in alto e subito dopo
atterrarono con uno schiaffo umido sui fragili piloni del ponte, una per parte,
stringendosi intorno al legno. Poi tutte e tre le sue lingue si srotolarono e si
tesero, come gli elastici di una fionda triangolare tirati allo spasmo. A quel
punto il Vacuo era emerso dall�acqua, una mostruosa stella marina con i bracci
agganciati allo scafo e al ponte.
La barca rallent� bruscamente, come se qualcuno avesse tirato il freno d�emergenza;
e tutti noi precipitammo a terra. Il ponte scricchiol�, oscill�, e lo Speciale che
ci aveva messi nel mirino perse l�equilibrio e con esso la presa sul fucile.
Pensavo che il ponte avrebbe ceduto, oppure che l�avrebbe fatto il Vacuo �
strillava come un pazzo, adesso, come se stesse per spezzarsi in due � ma lo
Speciale riagguant� al volo l�arma e il ponte a quanto pareva era ancora l�, tutto
intero, il che significava che il nostro assalto a sorpresa non era servito a
granch�. E fra l�altro adesso non eravamo pi� neanche un bersaglio mobile.
Molla! gridai al Vacuo, stavolta nella sua lingua.
Lui non lo fece� ovvio, la creatura non mi avrebbe mai mollato di sua iniziativa.
Perci� strisciai fino in fondo alla barca, a poppa. Una delle lingue era
avviluppata al timone. Mi torn� in mente che una volta Emma era riuscita, con un
tocco dei suoi, a scacciare un Vacuo avvinghiato che le attanagliava la caviglia;
cos� le afferrai un braccio e le dissi di scaldare il timone. Lei lo fece,
rischiando di perdere l�equilibrio mentre si avvicinava. Il Vacuo cacci� un grido e
moll� la presa.
E la fionda scatt�. Il Vacuo schizz� via e and� a sbattere contro il ponte con un
rumore devastante, e nel giro di un batter di ciglia tutta quella strana
costruzione sotto tensione cedette e alla fine collass� in acqua. Nello stesso
identico momento la nostra barca si impenn� e il motore, che era tornato
completamente sotto il livello del canale, ci fece schizzare in avanti. Cademmo
tutti di nuovo, tanti birilli sotto la spinta dell�accelerazione improvvisa. Sharon
riusc� a tenersi al timone e si rialz�, quindi con una brusca virata evit�
l�impatto con la banchina. Poi riprendemmo la navigazione, lasciandoci dietro una
lunga V di acqua scura.
Eravamo ancora tutti a testa bassa, giusto nel caso saltasse fuori qualche
proiettile vagante, ma a quanto pareva per il momento il pericolo era cessato. Gli
avvoltoi erano ancora l�, da qualche parte alle nostre spalle, per� era difficile
che riuscissero a riprenderci subito.
Addison era piuttosto provato. �Quella era la creatura della metropolitana, dico
bene?�.
Mi accorsi che stavo ancora trattenendo il fiato. Presi un respiro e annuii. Emma
mi guard�, in attesa che aggiungessi altro, ma io stavo ancora elaborando
l�accaduto, ogni terminazione nervosa ancora scossa dall�evento straordinario che
era appena successo. Cio�: stavolta ero arrivato a un passo dal possederlo. Era
come se, a ogni incontro con il Vacuo, penetrassi un po� di pi� il suo sistema
nevralgico. Le parole mi arrivavano con pi� facilit�, mi suonavano meno estranee, e
il mostro si mostrava pi� arrendevole. Eppure, in realt� era come se avessi messo
il guinzaglio a una tigre. Si sarebbe potuto rivoltare in un attimo, azzannando me
o chiunque di noi. Non mi spiegavo perch�, ma finora non l�aveva fatto.
Forse, pensai, mi sarebbero bastati un altro paio di tentativi per riuscirci
davvero. E a quel punto, a quel punto� Mio dio, che pensiero!
A quel punto saremmo stati inarrestabili.
Guardai alle mie spalle, il ponte distrutto, i pezzi di legno e la polvere che si
alzava dove solo un attimo prima c�era stata la struttura intatta. Nel disastro mi
aspettavo di vedere sbucare un braccio o una gamba che riemergevano dall�acqua, ma
c�erano soltanto detriti che mulinavano, inermi e morti. Cercai di concentrarmi,
eppure il mio istinto taceva, svuotato dalla dura prova. Poi la cortina color fango
si chiuse dietro di noi e su tutta la scena.
Proprio adesso che mi serviva un mostro, quello si era ammazzato da solo.
* * *
La barca ondeggiava mentre Sharon teneva gi� la leva e inclinava a destra; a poco a
poco la nebbia si diradava e davanti a noi adesso c�era un complesso di caseggiati
che metteva paura solo a vederlo. Un�unica muraglia di case si ergeva direttamente
a pelo d�acqua e sembrava pi� che altro segnare l�estrema linea di confine di un
labirinto fortificato e minaccioso, munito di ben poche vie d�accesso. Ci
avvicinammo con il motore al minimo, alla ricerca di un varco. Alla fine fu Emma a
scorgerne uno, anche se io dovetti mettermi d�impegno per capire che in realt� non
si trattava semplicemente di un gioco di ombre.
Non che la si potesse considerare una strada, in effetti. Era uno spazio angusto,
un passaggio strettissimo di una cinquantina di centimetri da muro a muro, chiuso
sui due lati da pareti alte cinquanta volte tanto; l�accesso era segnato da una
scaletta malridotta ricoperta di muschio agganciata in verticale alla banchina. Lo
sguardo riusciva a spingersi l� dentro fino a un certo punto, poi il vicolo curvava
chiss� dove verso un luogo in cui il sole non batteva mai.
�Dove porta quella stradina?� chiesi.
�L� dove gli angeli non osano mettere piede� disse Sharon. �Non era qui che
intendevo portarvi, ma al momento non abbiamo molta scelta. Sicuri che non volete
andarvene? Siete ancora in tempo.�
�Pi� che sicuri� risposero in coro Emma e Addison.
Io per la verit� sarei stato felice di discuterne meglio� ma ormai era tardi per
ripensarci. O le salviamo, o ci lasciamo le penne mentre tentiamo: avevo detto una
cosa del genere, non pi� tardi di qualche giorno fa. Era arrivato il momento di
buttarsi.
�In questo caso� si sbarca a terra� annunci� Sharon sarcastico. Recuper� la corda
da sotto la sua panca, la lanci� agganciando la scaletta e tir� la barca verso
riva. �Pronti a scendere, prego. Fate attenzione a dove mettete i piedi. Fate
passare prima me, grazie.�
Quindi il barcaiolo si avventur� con agilit� sulla scaletta a pioli viscida e
scivolosa, come se l�avesse fatto milioni di volte. Quando arriv� in cima si
inginocchi� a terra e aiut� noi a salire uno dopo l�altro. Emma and� per prima, poi
gli passai Addison che si agitava come un matto, decisamente nervoso, infine fu il
mio turno; salii senza afferrare la mano tesa, per orgoglio e stupidit�, e per poco
non scivolai.
Non appena fummo in salvo sulla banchina, Sharon era gi� tornato alla scaletta,
pronto a scendere. Aveva lasciato il motore acceso.
�Ehi, aspetti un attimo� disse Emma. �E adesso dove va?�
�Via di qui!� rispose lui, atterrando con un balzo sulla barca. �Vi dispiace
tirarmi la corda?�
�Certo che s�! Prima deve dirci cosa dovremmo fare adesso. Non abbiamo la pi�
pallida idea di dove siamo!�
�Offro solo gite in barca, io. E non mi concedo strappi alla regola.�
Ci guardammo increduli.
�Ci dica almeno da che parte andare!� lo implorai.
�O ci fornisca una piantina, sarebbe persino pi� apprezzata� intervenne Addison.
�Una piantina!� sbott� Sharon, come se non avesse mai sentito una richiesta pi�
assurda. �Ci sono pi� vicoli pieni di ladri, passaggi sotterranei abitati da
assassini e covi che brulicano di criminali da queste parti che in qualunque altro
posto del mondo. Non si pu� fare una piantina di Devil�s Acre! Ora basta con le
assurdit�, e passatemi quella corda.�
�Prima deve dirci qualcosa di utile!� insistette Emma. �Il nome di qualcuno a cui
possiamo chiedere aiuto� qualcuno che non ci dia in pasto agli Spettri, per�!�
Sharon sbott� a ridere.
Emma lo fiss� con aria di sfida. �Ci sar� qualcuno! Almeno una persona!�
L�uomo si esib� in un inchino � �Eccomi qui, signori!� � poi risal� qualche gradino
e strapp� la corda di mano a Emma. �D�accordo, basta davvero, adesso. Addio,
ragazzi miei. Non credo avremo occasione di incontrarci di nuovo.�
Detto questo, salt� sulla barca e fin� in una pozza d�acqua che gli arrivava alle
caviglie. Cacci� un urlo stridulo e abbass� gli occhi. A quanto pareva, i
proiettili che avevano mancato noi avevano prodotto delle falle nello scafo.
�Ma guardate cos�avete fatto! Ci � andata di mezzo la mia barca!�
Emma lo incener� con lo sguardo. �Noi?� disse.
Sharon ispezion� velocemente il danno e concluse che era piuttosto ingente. �Sono
spacciato!� annunci� con enfasi, dopo di che spense il motore, richiuse il suo
lungo bastone telescopico e risal� per la scaletta. �Io ora vado a cercare un bravo
diavolo che sappia ripararla.� Ci pass� accanto e senza fermarsi aggiunse: �Voi non
mi seguite�.
Invece lo seguimmo, in fila indiana, lungo il vicolo.
�E perch� no?� lo provoc� Emma.
�Perch� portate sfortuna. Iella!� Fece un gesto nell�aria come a scacciare degli
insetti. �Via, sci�!�
�Sci� in che senso?� Emma gli si fece sotto e lo afferr� per il gomito che sbucava
dal mantello. Lui si volt� di scatto e se la scroll� di dosso, e per un attimo
credetti che l�avrebbe colpita con la mano che teneva sollevata. Mi irrigidii,
pronto a saltargli alla gola, ma la sua mano rest� a mezz�aria, a mo� di monito.
�Sono stato da queste parti innumerevoli volte. Mai prima di oggi sono stato
assalito da un pirata. Mai mi � capitato di dover rinunciare alla mia copertura e
usare il fuoribordo. E mai, mai prima d�ora la mia barca ha subito danni. Siete un
gioco che non vale affatto la candela, tutto qui, e non voglio avere niente a che
fare con voi.�
Mentre parlava, sbirciai nel vicolo dietro di lui. Gli occhi non si erano ancora
abituati alla poca luce, ma quello che riuscivo a vedere era spaventoso: un meandro
labirintico e serpentiforme, in cui al posto delle porte c�erano solo delle
aperture scure che sembravano denti mancanti in un sorriso, e dappertutto si
udivano rumori inquietanti� mormorii, fruscii, passi concitati. Anche l� sentivo
che eravamo sorvegliati da occhi famelici, che qualcuno avrebbe potuto sfoderare un
coltello da un momento all�altro.
Non potevamo restare l� da soli, perci� non ci restava che supplicare.
�La pagheremo il doppio di quanto pattuito� proposi.
�E aggiunga il costo per riparare l�imbarcazione� si intromise Addison.
�Chi se ne importa dei vostri spiccioli!� sbott� Sharon. �Non capite che sono
rovinato? Non potr� pi� mettere piede a Devil�s Acre! Secondo voi gli avvoltoi mi
faranno entrare un�altra volta, dopo che i miei clienti hanno ucciso due di loro?�
�Perch�, cos�avremmo dovuto fare?� replic� Emma. �Ci avevano attaccati!�
�Ma fammi il piacere. Avrebbero lasciato perdere, se solo� se solo�� Sharon guard�
me e sussurr�: �Avreste dovuto dirmelo, che eravate in combutta con le creature
della notte!�.
�Mmm� feci io, imbarazzato. �Non direi proprio �in combutta���
�Non sono molte le cose che temo a questo mondo, ma di regola mi tengo lontano dai
mostri che divorano l�anima. E a quanto pare ce n�� uno che vi sta dietro come un
cane da tartufo! Immagino che ce lo ritroveremo fra i piedi da un momento
all�altro, dico bene?�
�Non proprio� rispose Addison. �Ha scordato che un attimo fa gli � caduto in testa
un ponte?�
�Un ponte, ma troppo piccolo� tagli� corto Sharon. �Ora vi prego di scusarmi, devo
cercare qualcuno che possa riparare la mia barca.� E detto questo corse via.
Gir� l�angolo prima che riuscissimo a raggiungerlo, e quando ci arrivammo anche
noi, lui ormai era sparito. Svanito completamente, forse in uno di quei passaggi di
cui aveva parlato. Restammo l� a guardarci intorno, confusi e impauriti.
�Non ci credo che se ne � andato davvero!� dissi.
�Nemmeno io� mi fece eco Addison senza battere ciglio. �In effetti, non credo
l�abbia fatto. Credo piuttosto che stia mercanteggiando.� Si schiar� la voce, si
mise seduto sulle zampe posteriori e si rivolse ai tetti con voce stentorea:
�Signore, ci ascolti! Noi vogliamo salvare i nostri amici e le nostre ymbryne, e
badi a quel che le dico, perch� quando ci� avverr�, ed essi sapranno che lei ci �
venuto in aiuto, la loro riconoscenza sar� immensa�.
Lasci� che le parole si depositassero nell�aria e continu�.
�Qui non si tratta di piet�! Men che meno di lealt�! Lei �, io credo, una persona
intelligente e ambiziosa; sono certo che non manca di riconoscere un�ottima
opportunit�, quando le si presenta. Noi le siamo debitori; ma le monetine di due
ragazzi e di un cane sono un�entrata ben modesta, paragonata a ci� che la
gratitudine delle ymbryne potrebbe offrirle. Non desidererebbe, per esempio, avere
un anello tutto per s�? Un suo personale parco giochi, dove non possano venire a
seccarla altri Speciali? Dove e quando potrebbe deciderlo lei: una verdeggiante
isola sprofondata nell�estate e nella pace pi� completa; oppure un umilissimo buco
in un�epoca di pestilenze. A lei la scelta.�
�Veramente lo possono fare?� sussurrai a Emma.
Emma si strinse nelle spalle.
�Immagini che scenari!� si anim� Addison.
L�eco della sua voce scem�. Noi restammo in ascolto.
Da qualche parte, due persone stavano discutendo.
Si ud� un unico colpo di tosse.
E qualcosa che veniva trascinato gi� per una scala.
�Va be�, almeno � stato un bel discorso.� Emma sospir�.
�Dimentichiamoci di lui� conclusi io. Scrutai la strada che si divideva davanti a
noi: c�era un viottolo sulla sinistra, uno sulla destra, e uno che si perdeva sul
fondo. �Da che parte andiamo?�
Scegliemmo a caso � dritti � e ci incamminammo. Una decina di passi dopo udimmo una
voce: �Non andrei per di l�, se fossi in voi. Cannibals� Alley, e non � soltanto un
bel soprannome�.
C�era Sharon, dietro di noi, con le mani sui fianchi in un atteggiamento da
personal trainer. �Con l�et� mi si intenerisce il cuore� disse. �O magari mi sta
andando in pappa il cervello.�
�Questo significa che ci aiuter�?� chiese Emma.
Intanto aveva cominciato a piovere piano. Sharon guard� in su, porgendo alle gocce
una piccola porzione del volto incappucciato. �Conosco un avvocato, da queste
parti. Come prima cosa, mi firmate un contratto dove c�� scritto nero su bianco
quello che mi dovete.�
�Va bene, va bene� fece Emma. �Ma dopo lei ci aiuta?�
�Dopo dovr� far riparare la barca.�
�E dopo?�
�Vi aiuter�, s�. Sebbene non possa promettervi niente, e voglio che sia messo agli
atti che secondo me siete matti da legare.�
Ringraziarlo, visto tutto quello che ci aveva fatto passare, ci venne un po�
difficile.
�Ora, state vicino a me e seguite alla lettera le istruzioni che vi dar�. Oggi
avete ucciso due avvoltoi. Potete star sicuri che altri vi stanno dando la caccia.�
Non avevamo dubbi in proposito.
�Se vi prendono, io e voi non ci conosciamo. Non ci siamo mai nemmeno visti.�
Annuimmo all�unisono con convinzione.
�E qualsiasi cosa succeda, non toccate mai, ripeto mai, neanche un goccio di
ambrosia. O vi assicuro che non uscirete vivi da qui.�
�Non capisco cosa significa� dissi io, e le espressioni di Emma e di Addison mi
confermarono che anche loro brancolavano nel buio.
�Lo capirai� ribatt� Sharon, una battuta che non ci tranquillizzava affatto. Si
volt� con una frusciante mantellata e si infil� nel labirinto.

3.

Nei moderni mattatoi, un attimo prima di essere stordita con una martellata, la
mucca viene accompagnata lungo un tortuoso labirinto cos� che le ripetute e
frequenti curve del tragitto non le consentano di vedere che qualche metro pi� in
l�: in questo modo, � solo agli ultimi passi, quando il labirinto improvvisamente
si restringe e un collare si serra intorno al collo, che l�animale capisce la
destinazione del viaggio. Io invece, mentre tutti e tre ci affrettavamo alle
calcagna di Sharon, dritti nel cuore di Devil�s Acre, ero gi� sicuro di cosa ci
sarebbe successo, anche se non sapevo quando n� come. A ogni passo, a ogni svolta,
penetravamo sempre di pi� all�interno di un groviglio dal quale, temevo, non
saremmo riusciti a districarci.
L�aria fetida era spessa, immobile, dato che l�unico sfogo era una fenditura
frastagliata che dava sul cielo, lontanissimo, sopra le nostre teste. Il vicolo era
talmente claustrofobico � da una parte e dall�altra si ergevano pareti storte e
piene di bozzi � che certe volte dovevamo girarci e camminare di fianco; e i
passaggi pi� angusti erano segnati dagli aloni scuri lasciati dai vestiti di chi
era passato di l� prima di noi. Non c�era niente di naturale, in quel luogo, non
una sola foglia verde, niente che respirasse a parte i parassiti che zampettavano e
le figure spettrali con gli occhi iniettati di sangue che ci sbirciavano da dietro
gli usci vuoti e da sotto le grate della strada, e che di sicuro ci sarebbero
saltate addosso se con noi non ci fosse stata la guida incappucciata di nero che
procedeva con passo sicuro. La Morte in persona che ci conduceva verso le fiamme
dell�Inferno.
Continuavamo a svoltare, ancora e ancora. Ogni nuova via era identica alla
precedente. Non c�erano cartelli n� indicazioni di alcun tipo. O Sharon aveva una
memoria portentosa, oppure semplicemente si affidava al caso, cercando di seminare
eventuali pirati che provassero a seguirci.
�Ma lo sa dove stiamo andando?� gli chiese Emma.
�Mi pare ovvio!� tuon� lui, imboccando bruscamente un vicolo laterale senza nemmeno
voltarsi a guardarla. Poi per� si ferm�. Torn� sui propri passi, e scese una
piccola rampa che portava a un uscio sotto il livello della strada. Oltre la porta
c�era uno scantinato umido, con il soffitto non pi� alto di un metro e mezzo,
rischiarato solamente da un lucore grigiastro. Corremmo accucciati lungo il
passaggio sotterraneo sentendo sotto i piedi uno scricchiolio di ossa, con il
soffitto che ci sfiorava la testa; superammo cose che facevo di tutto per non
vedere, come una sagoma accasciata in un angolo, persone che tremavano e dormivano
su squallidi giacigli fatti di paglia, un ragazzino vestito di stracci disteso a
terra con il bicchiere per l�elemosina allacciato al polso. In fondo, il corridoio
si apriva su una stanza e l� c�erano due povere donne inginocchiate sotto la luce
che filtrava da un paio di finestrelle; strofinavano dei panni, chine sull�acqua
del canale che si era raccolta in una pozza nauseabonda.
Ma noi salimmo su per una scala e uscimmo fuori, grazie a dio, sbucando in un
cortile chiuso come se ne vedono spesso sul retro degli edifici. In una realt�
parallela il cortile avrebbe avuto il suo bel praticello verde o un piccolo gazebo,
qui per� eravamo a Devil�s Acre e lo spiazzo era qualcosa a met� tra una discarica
e un porcile. I rifiuti gettati dalle finestre si innalzavano in cumuli putrescenti
contro i muri e l� in mezzo al fango, tutto storto, c�era un recinto di legno
all�interno del quale un ragazzino pelle e ossa montava la guardia a un unico
maiale ancora pi� scheletrico di lui. Una donna stava seduta a fumare e a leggere
un giornale davanti a una parete di mattoni crudi e alle sue spalle una ragazzina
le spidocchiava i capelli. La donna e la ragazzina neanche si accorsero del nostro
passaggio, il ragazzino, invece, ci punt� contro il forcone. Quando cap� che non
eravamo interessati al suo maiale si lasci� ricadere a terra, stremato e senza
forze.

Emma si ferm� al centro del cortile a guardare i fili del bucato che erano stati
tirati tra le grondaie dei tetti. Ci fece notare un�altra volta che coi vestiti
macchiati di sangue sembravamo proprio una banda di assassini, e propose che forse
sarebbe stato meglio trovarne di nuovi. Sharon ribatt� che da quelle parti gli
assassini non facevano molta notizia, e le consigli� di darsi una mossa. Lei per�
rimase indietro, replicando che invece nella metropolitana uno Spettro aveva visto
i nostri abiti sporchi di sangue e aveva avvertito i suoi compari via radio:
eravamo troppo riconoscibili, cos�. In realt�, io pensavo che Emma, pi� che altro,
si sentisse a disagio con addosso la camicia macchiata del sangue secco di un�altra
persona. Lo ero anch�io, in effetti; e poi non avrei voluto che i nostri amici ci
vedessero cos�, se e quando li avessimo trovati.
Con palese riluttanza, Sharon si arrese. Ci stava guidando verso un recinto sul
lato del cortile, perci� gir� sui tacchi e ci accompagn� all�interno di uno degli
edifici. Salimmo due, tre, quattro rampe di scale, tanto che anche Addison cominci�
a boccheggiare, e seguimmo la nostra guida oltre una porta aperta fin dentro una
piccola stanza squallida. La pioggia entrava da chiss� quanto tempo attraverso uno
squarcio nel tetto e il pavimento era tutto deformato dall�umidit�, pieno di onde
come un laghetto e il muro era striato di muffa scura. Accanto a una finestra
zozza, due donne e una ragazza erano chine su delle macchine per cucire a pedale
poggiate su un tavolaccio.
�Ci servono dei vestiti� disse Sharon alle donne con un vocione che fece tremare le
pareti di carta velina. Tutte e tre alzarono le facce pallide. Una di loro prese un
ago da cucito e ce lo punt� contro come se fosse un�arma. �Prego� disse.
Sharon le si avvicin� e scost� appena il cappuccio del mantello, cos� che soltanto
le sarte gli poterono vedere il volto. Si ritrassero con un gemito di terrore, poi
crollarono svenute in avanti, con la faccia sul tavolo.

�Era veramente necessario?� gli chiesi.


Sharon si riabbass� il cappuccio. �Forse necessario no� disse. �Ma opportuno di
sicuro.�
Le sarte stavano cucendo delle camicie e degli abiti senza pretese, usando scampoli
di stoffa e pezzi di altri vestiti. Gli scarti giacevano ammonticchiati a terra, e
i risultati delle loro fatiche, che contavano pi� toppe e imbastiture di quelle
visibili sul corpo mostruoso di Frankenstein, erano appesi allineati fuori dalla
finestra. Mentre Emma tirava il filo per poterli prendere, io scandagliai
lentamente la stanza. Era fin troppo chiaro che non fosse esclusivamente un luogo
di lavoro: quelle donne l� ci vivevano. C�era un letto assemblato usando pezzi di
legno scompagnati. Sbirciai dentro una pentola ammaccata appesa sul focolare e ci
vidi gli ingredienti che servono per cucinare una zuppa da poveri: pelle di pesce e
foglie avvizzite di cavolfiore. E avevano fatto un mezzo tentativo di abbellire
l�ambiente � c�erano un mazzolino di fiori secchi, un ferro di cavallo agganciato
alla mensola del camino e un ritratto incorniciato della regina Vittoria � che per�
in definitiva era pi� triste del nulla assoluto che ci sarebbe stato altrimenti.
C�era in quella stanza un senso di disperazione palpabile, che pesava su ogni
oggetto e addensava perfino l�aria che si respirava. Non avevo mai fatto i conti
con una miseria cos� completa. Davvero era possibile che gli Speciali avessero una
vita tanto reietta? Lo chiesi a Sharon, che stava portando dentro una bracciata di
camicie. La mia domanda parve addolorarlo. �Gli Speciali non si ridurrebbero mai in
simili condizioni. Questi sono comunissimi baraccati, intrappolati in un unico
giorno che continua a ripetersi per sempre, com�� previsto dall�anello. I Normali
occupano i margini infetti di Devil�s Acre; ma il cuore di questo posto appartiene
a noi.�
Quindi erano Normali. Anzi, peggio: erano Normali intrappolati in un anello, come
quelli di Cairnholm che cadevano vittime delle scorrerie dei ragazzi pi� crudeli
durante i giochi di Razziamo il Villaggio. Normali che facevano semplicemente parte
dello scenario di fondo, elementi del paesaggio come il mare o le scogliere, mi
dissi. Eppure, guardavo le facce provate di quelle donne, seppellite fra gli
stracci, e l�idea di derubarle non mi sembrava meno orribile.
�Sono sicura che riconosceremo gli Speciali, quando li incontreremo� disse Emma
intenta a rovistare in un mucchio di camicie sporche.
�Come succede sempre� aggiunse Addison. �Il passare inosservati non � mai stato il
punto forte della nostra specie.�
Mi sfilai la maglietta sporca di sangue e la barattai con l�indumento meno sudicio
che riuscii a trovare: una camiciola senza collo che avrebbero potuto consegnarmi
in un campo di prigionia, a righe e con le maniche di lunghezza diversa, cucita
insieme usando pezzi di stoffa pi� ruvidi della carta vetrata. Ma mi andava giusta,
e con l�aggiunta di un semplice cappotto nero che trovai gettato sullo schienale di
una sedia sarei potuto tranquillamente passare per un abitante del luogo.
Ci girammo quando Emma si prov� un vestito informe che le arrivava ai piedi. �La
vedo difficile, correre con questo� si lament� subito dopo. Prese un paio di
forbici dal tavolo delle sarte e cominci� a darci dentro con la grazia di un
macellaio, tagliando e strappando finch� l�orlo frastagliato non arriv� poco sotto
il ginocchio.
�Fatto.� Rimir� il suo improvvisato lavoro di sartoria davanti a uno specchio. �Un
po� malandato, ma comunque��
�Horace potrebbe fartene uno migliore� dissi io soprappensiero. Non so come, avevo
dimenticato che i nostri amici non erano l� con noi, ad attenderci nella stanza
accanto. �Voglio dire� quando li rivedremo��
�Stai zitto� disse Emma. Per un attimo sembr� tristissima, completamente inerme,
poi per� si riscosse, mise gi� le forbici e si avvi� decisa verso la porta. Quando
si volt� a guardarci, l�espressione sul suo volto si era fatta determinata. �Forza.
Abbiamo gi� perso anche troppo tempo qui dentro.�
Possedeva questa straordinaria capacit� di trasformare la tristezza in rabbia e la
rabbia in volont�, e per questo motivo non c�era nulla che potesse abbatterla
veramente. Cos�, io e Addison � e Sharon, che solo in quel momento, pensai, aveva
davvero capito con chi aveva a che fare � la seguimmo fuori dalla porta e gi� per
le scale.
* * *
Il Devil�s Acre vero e proprio � o almeno il cuore del mondo Speciale � si trovava
a poco pi� di una decina di isolati di distanza. Dopo essere usciti dal ricovero
per mendicanti, staccammo una tavola da una recinzione di legno e ci infilammo in
un vicoletto soffocante che portava a un altro vicolo un po� meno soffocante e poi
a un altro un po� pi� largo e poi ancora a un altro sufficientemente ampio da
permettermi di camminare fianco a fianco con Emma. Pi� procedevamo, pi� le vie si
allargavano, come arterie che si dilatano dopo un attacco di cuore, e alla fine
sbucammo in una strada che poteva bene o male meritarsi quel nome, lastricata di
mattoni rossi e con un marciapiede che correva su entrambi i lati.
�State indietro� mormor� Emma. Ci appiattimmo dietro un angolo e sbirciammo fuori
in stile commando, le nostre tre teste tutte in fila.
�Si pu� sapere cosa state facendo?� chiese Sharon. Lui era ancora per strada, e pi�
che preoccupato per la propria incolumit� sembrava alquanto imbarazzato dalla
nostra tattica.
�Evitiamo un�imboscata e studiamo vie di fuga� rispose Emma.
�Qui di imboscate non ce ne sono� ribatt� Sharon. �I pirati operano solo nella
terra di nessuno. Non ci seguiranno. Siamo in Louche Lane.�
In effetti ora un cartello c�era, il primo che mi capitava di vedere a Devil�s
Acre. LOUCHE LANE, c�era scritto, vergato a mano. E nella stessa grafia: LA
PIRATERIA NON � GRADITA.
�Non � gradita?� esclamai. �E per gli omicidi che si fa? Sono mal visti?�
�Diciamo che l�omicidio � �tollerato con riserva�.�
�Esiste qualcosa che sia illegale da queste parti?� chiese Addison.
�Le sanzioni delle biblioteche per i ritardi nella riconsegna sono molto rigide.
Dieci frustate al giorno, ed � la pena minima, quella per i tascabili.�
�Perch�, qui c�� una biblioteca?�
�Ce ne sono due. Anche se una non effettua il servizio di prestito. Ha solo libri
rilegati in pelle umana, quindi molto preziosi.�
Scivolammo fuori dal nostro nascondiglio e ci guardammo intorno stupefatti. Nella
terra di nessuno mi era sembrato di avvertire la morte in agguato a ogni angolo di
strada, ma questo Louche Lane sembrava proprio un�oasi di senso civico. C�erano dei
bei negozietti ai lati della via, ognuno con un�insegna e una vetrina, e ai piani
superiori abitazioni. Non si vedevano tetti bucati n� vetri rotti. E c�era gente
che si attardava per le strade, persone che passeggiavano sole o in coppia, chi
entrava in un negozio, chi sbirciava la merce esposta. Erano tutti ben vestiti e
puliti. Non che fosse tutto nuovo e luccicante, nemmeno l�, per� le superfici
rovinate e gli intonaci scrostati erano belli, pittoreschi, creavano un�atmosfera
suggestiva, di cose semplici fatte in maniera artigianale. Se mia madre avesse
visto Louche Lane in una di quelle sue riviste di viaggio che sfogliava sempre
senza leggere mai, e che ingombravano il tavolino basso del nostro soggiorno,
avrebbe detto che era uno scorcio carinissimo, e poi si sarebbe lamentata del fatto
che lei e mio padre non erano mai riusciti a trascorrere una vacanza come si deve
in Europa � E dai, Frank, andiamoci.
Emma per� sembrava proprio delusa. �Mi aspettavo qualcosa di un po� pi�
sgradevole.�
�Pure io� dissi. �Dove sono i covi degli assassini e le arene sanguinarie?�
�Non so bene cosa crediate che faccia la gente da queste parti� rispose Sharon, �ma
personalmente non ho mai sentito parlare di covi. Quanto alle arene, ne esiste
soltanto una, quella di Derek, sulla Oozing. Bravo ragazzo, quel Derek. Mi deve
ancora un biglietto da cinque��
�E gli Spettri?� lo interruppe Emma. �E i nostri amici?�
�Abbassa la voce� le intim� Sharon. �Risolvo il mio problema, dopo di che troveremo
qualcuno che possa aiutarvi. Fino ad allora, non voglio pi� sentire domande del
genere.�

Emma lo affront� a muso duro. �E allora queste domande non me la faccia ripetere
pi�. Mentre noi stiamo qui a ringraziarla e inchinarci per il suo aiuto e le sue
competenze, la vita dei nostri amici ha una bella data di scadenza stampata sopra.
Non mi morder� la lingua n� star� qui con le mani in mano solo per non urtare la
suscettibilit� di qualcuno.�
Sharon rimase a fissarla per un attimo dall�alto in basso, taciturno per un
istante. Poi disse: �Ce l�abbiamo tutti, una data di scadenza. Fossi in te, non mi
darei tanto da fare per scoprire qual �.
* * *
Ci incamminammo alla ricerca dell�avvocato di Sharon. La nostra guida, per�, si
spazient� in fretta. �Avrei giurato che il suo studio fosse qui� sbuffava,
guardandosi intorno nella strada. �Anche se non lo vedo da anni. Potrebbe essersi
trasferito.� Poi decise di proseguire la ricerca per conto suo, e a noi disse di
aspettarlo l�. �Torno subito. Non parlate con nessuno.�
Quindi si allontan� a grandi passi e noi restammo soli. Ci raggruppammo sul
marciapiede, un po� spaesati, senza sapere bene cosa fare. I passanti ci fissavano.
�Ce l�ha fatta, eh?� disse Emma. �Ci ha fatto credere che questo posto fosse un
ricettacolo di brutture, e invece a me sembra proprio un anello come un altro.
Anzi, a me questi qui sembrano pi� normali di tutti gli Speciali che abbia mai
conosciuto. Mi d� come l�idea che abbiano perso per strada le loro caratteristiche
distintive. � noioso da morire.�
�Immagino tu stia scherzando� intervenne Addison. �Non ho mai visto un posto pi�
volgare e disgustoso di questo.�
Lo guardammo entrambi a occhi spalancati.
�In che senso?� chiese Emma. �Qui ci sono solo negozietti e botteghe.�
�Certo, ma guardate un po� cosa vendono.�
Non l�avevamo ancora fatto. C�era un negozio, proprio dietro di noi, e in vetrina
c�era un uomo in piedi, in abiti eleganti; aveva uno sguardo malinconico e la barba
lunga. Quando si accorse che lo fissavamo fece un piccolo cenno con la testa, tir�
fuori di tasca un orologio a cipolla e sfior� il pulsantino. Nell�attimo esatto in
cui lo fece, l�uomo si immobilizz�, e la sua sagoma sembr� come sfocarsi. Dopo un
paio di secondi si mosse senza muoversi� cio� scomparve e poi riapparve subito
nell�altro angolo della vetrina.
�Accidenti� dissi. �Questa s� che � magia!�
L�uomo lo fece un�altra volta, teletrasportandosi al posto di prima. Mentre io ero
ancora ipnotizzato, Emma e Addison si trovavano gi� davanti alla vetrina
successiva. Li raggiunsi. Anche l� l�ambientazione era simile, solo che in questo
caso c�era una donna di mezza et� vestita di nero, con una lunga collana di perle
tra le dita.
Quando la donna si accorse che la fissavamo, chiuse gli occhi e tese le braccia
come una sonnambula. Poi cominci� a farsi scivolare lentamente le perle fra le
dita, una a una. Ero talmente concentrato sulla collana che mi ci vollero alcuni
istanti per capire che al suo viso stava succedendo qualcosa: cambiava, in maniera
impercettibile, ogni volta che maneggiava una perla. Perla numero uno, e vidi
l�incarnato pallido farsi pi� luminoso; perla numero due, le labbra si affinarono.
Poi i suoi capelli cominciarono a farsi gradualmente sempre pi� rossi. L�effetto
finale, dopo diverse decine di perle manovrate in quel modo, fu che il suo volto
non era pi� lo stesso ma si era trasformato: l�anziana signora mora e con la faccia
rotonda era diventata una giovane donna con i capelli rossi e gli zigomi alti.
Molto affascinante e molto inquietante.
Al termine dello spettacolo mi rivolsi a Addison. �Ancora non capisco. Cos�� che
vendono?�
Ma prima che il cane potesse rispondermi, un ragazzino comparve come dal nulla e mi
ficc� a forza in mano due bigliettini. �Due al prezzo di uno, solo per oggi!�
strill�. �Accettiamo qualunque offerta, purch� ragionevole!�
Guardai i cartoncini. Sul primo c�era la foto dell�uomo con l�orologio da taschino,
e dietro la scritta J. Edwin Bragg, bilocazionista. Sull�altro c�era la foto della
donna con le perle ritratta in un momento di trance, e dietro lessi G. F�nke, la
donna dai mille volti.
�Sparisci, non compriamo niente� gli disse Emma, e il ragazzino la guard� storto e
scapp� via.
�Adesso l�hai capito, cosa vendono?� mi chiese Addison.
Perlustrai la strada con lo sguardo. Per tutto il Louche Lane, dentro ogni vetrina
c�era qualcuno come l�uomo dell�orologio o la donna delle perle: Speciali, pronti a
mettere in scena il loro spettacolo non appena uno li guardava.
Tirai a indovinare. �Vendono� se stessi?�
�Come una lampadina che si accede all�improvviso� conferm� Addison.
�E non va bene?� azzardai di nuovo.
�Ovvio che no� fece Addison. �� vietato dalla legge, nel mondo degli Speciali. E
per comprensibilissime ragioni.�
�Il nostro essere Speciali � un dono sacro� spieg� Emma. �Metterlo in vendita � un
disonore.�
Sembrava recitasse a memoria un luogo comune che le era stato inculcato in testa
fin da piccola.
�Ah� dissi. �Okay.�
�Non ti vedo convinto� disse Addison.
�Credo di non riuscire a capire cosa ci sarebbe di male. Se ho bisogno dell�aiuto
di una persona invisibile, e questa persona invisibile ha bisogno di soldi, perch�
non potremmo trovare un accordo?�
�Il punto � che tu hai dei principi morali, ma non si pu� dire lo stesso del
novantanove per cento degli uomini� rispose Emma. �E se a richiedere l�aiuto di uno
Speciale invisibile fosse una persona cattiva, o magari qualcuno con un�etica
discutibile?�
�Lo Speciale invisibile dovrebbe negarglielo.�
�Ma le cose non sempre sono tutte bianche o tutte nere� disse Emma. �E mettersi in
vendita manomette l�ago della nostra bussola morale. Prima ancora di rendercene
conto, finiamo dalla parte sbagliata di questa zona grigia, a fare cose che, se non
ci fossero di mezzo i soldi, non accetteremmo mai di fare. E per disperazione
potremmo anche arrivare a venderci a chiss� chi, a prescindere dalle sue reali
intenzioni.�

�Come per esempio a uno Spettro� precis� Addison.


�Be�, s�, questo non andrebbe bene� ammisi. �Ma voi credete davvero che uno
Speciale lo farebbe?�
�Non essere stupido!� mi assal� Addison. �Non ti basta vedere com�� ridotto questo
posto? Io direi che � l�unico anello rimasto in Europa che non sia stato devastato
dagli Spettri! E per quale motivo, secondo te? Perch� disporre di un�intera
popolazione di voltagabbana e informatori compiacenti, desiderosi di esaudire
qualunque richiesta, � estremamente vantaggioso, ecco perch�.�
�Forse � meglio se abbassi la voce� gli dissi.
�Ha ragione, invece� intervenne Emma. �Io credo che abbiano infiltrato degli
informatori Speciali nel nostro anello. Altrimenti come avrebbero potuto sapere
tutte le cose che sapevano? Dove si trovavano gli ingressi, le postazioni di
difesa, i punti deboli� solo utilizzando persone come queste.� Lanci� intorno a s�
uno sguardo velenoso e fece una smorfia, come se avesse appena bevuto del latte
andato a male.
�Accettiamo qualunque offerta, purch� ragionevole. E ci credo!� ringhi� Addison.
�Traditori, dal primo all�ultimo. Bisognerebbe impiccarli tutti!�
�Ma cosa c��, zuccherino? Abbiamo avuto una brutta giornata?�
Ci girammo, e ci ritrovammo davanti una donna. (Da quanto tempo era in piedi dietro
di noi? Cos�aveva sentito?) Era vestita come negli anni Cinquanta, un look spartano
e senza fronzoli: gonna al ginocchio e scarpe d�collet� nere con il tacco basso � e
fumava una sigaretta con fare languido. Aveva i capelli cotonati e gonfi come una
specie di alveare, e l�accento era piatto e americano come le praterie del Midwest.
�Mi chiamo Lorraine� si present�. �E voi siete nuovi da queste parti, dico bene?�
�Stiamo aspettando una persona� rispose Emma. �Siamo qui� in vacanza.�
�Ah, non me ne parlate!� esclam� Lorraine. �Io pure. Sono in vacanza da
cinquant�anni.� E rise, scoprendo i denti macchiati di rossetto. �Fatemi sapere se
posso esservi utile in qualche modo. Lorraine offre il meglio di Louche Lane, su
questo non ci piove.�
�Non ci serve niente, grazie� risposi io.
�Non devi avere paura, zuccherino. Mica mordo.�
�Non siamo interessati.�
Lorraine si strinse nelle spalle. �Tentavo solo di essere gentile. Mi sembrate un
po� smarriti, ecco tutto.�
Stava per andarsene, ma qualcosa nelle sue parole aveva risvegliato la curiosit� di
Emma.
�Il meglio di cosa?� domand� infatti.
Lorraine si volt� e ci offr� un sorriso languido. �Giovani e vecchi. Talenti di
ogni genere. Ho dei clienti che si accontentano di godersi lo spettacolo, e va
bene. Ma ne ho anche altri che avanzano richieste pi� specifiche. Ma � difficile
che qualcuno vada via insoddisfatto.�
�Il ragazzo ha detto che non ci serve niente, grazie� rimarc� Addison a muso duro,
e sembrava sul punto di liquidare la donna quando Emma gli si par� davanti e disse:
�A me invece interessa�.
�A te cosa?� feci io.
�Mi interessa� ripet� Emma. La voce le trem� appena e aggiunse: �Voglio andare a
vedere�.
�No perditempo, per� disse Lorraine.
�Non ho intenzione di perderne.�
Io non avevo idea di cosa le frullasse per la testa, ma mi fidavo di lei quanto
bastava per assecondarla.
�E loro?� fece Lorraine lanciando a me e a Addison un�occhiata dubbiosa. �Sono
sempre cos� simpatici?�
�Anche meglio. Ma non saranno un problema.�
Lorraine ci valut�, come per capire cos�avrebbe comportato sbatterci fuori dal suo
locale in caso di eventuale necessit�.
�Tu cosa sai fare?� mi chiese. �Per esempio?�
Emma si schiar� la voce e mi guard� con tanto d�occhi. Capii all�istante cosa stava
cercando di comunicarmi: Menti!
�Sapevo far levitare matite e altri oggetti� risposi, �ma adesso non riesco neanche
a farli stare in piedi. Mi sa che mi si � bloccato qualcosa��
�Succede anche ai migliori.� La donna abbass� lo sguardo su Addison e gli rivolse
la stessa domanda. �Invece tu?� disse.
Addison alz� gli occhi al cielo. �Non saprei� sono un cane parlante, pu� bastare?�
�Tutto qui? Sai parlare e basta?�
�Certe volte si direbbe di s�, in effetti� commentai io, incapace di trattenermi.
�Non so da chi dovrei sentirmi maggiormente offeso� replic� piccato Addison.
Lorraine diede un ultimo tiro alla sigaretta, la gett� a terra e disse: �Va bene,
tesorucci. Seguitemi�. Poi lei si avvi� e noi restammo qualche passo indietro per
confabulare a bassa voce.
�E Sharon?� dissi. �Ci aveva detto di aspettarlo qui.�
�Ci metteremo pochissimo� rispose Emma. �Ho il sospetto che lei ne sappia pi� di
Sharon sugli Spettri e sul loro nascondiglio.�
�E secondo te sar� cos� carina da rivelarci questa informazione di sua iniziativa?�
la provoc� Addison.
�Staremo a vedere� rispose Emma, poi si gir� e ci mettemmo tutti e tre sulla scia
di Lorraine.
* * *
Il locale di Lorraine non aveva vetrine n� insegne: c�erano soltanto una porta
liscia e un campanello d�argento di quelli a catena. Lorraine lo suon�. Restammo in
attesa mentre qualcuno da dentro faceva scattare tutta una serie di serrature di
sicurezza e chiavistelli, poi la porta si apr� di uno spiraglio. Dal buio ci
osservava un occhio scintillante.
�Carne fresca?� chiese una voce maschile.
�Clienti�� fu la risposta di Lorraine. �Facci entrare.�
L�occhio scomparve e la porta si apr� del tutto. Oltre la soglia ci trovammo in una
sala d�ingresso piuttosto formale, dove l�usciere ci aspettava per esaminarci.
Indossava un pesante cappotto con il collo alto e un borsalino a tesa larga portato
cos� basso sulla fronte che l�unica cosa che riuscivamo a distinguere del suo volto
erano le due punte di spillo degli occhi e la punta del naso. Era fermo di fronte a
noi a bloccarci il passaggio, e ci scrutava attento.
�E allora?� chiese Lorraine.
L�uomo parve convincersi che non aveva niente da temere. �Vanno bene� disse, e fece
un passo di lato. Chiusa a chiave la porta, scivol� dietro di noi mentre Lorraine
ci faceva strada nel lungo corridoio.
Raggiungemmo un salotto illuminato a malapena dalle fiammelle di alcune lampade a
olio, un ambiente squallido che tradiva ambizioni di grandezza: le pareti erano
ornate da modanature color oro e panneggi di velluto, sul soffitto a cupola erano
dipinte divinit� greche dalla pelle scura velate da tuniche, e ai lati dell�entrata
c�erano delle colonne di marmo.
Lorraine fece un cenno all�usciere e disse: �Grazie, Carlos�.
Lui si rifugi� sul fondo della stanza e lei si avvicin� a dei tendoni e tir� una
cordicella, aprendoli su un�ampia e solida vetrata. Ci avvicinammo per guardare:
dall�altra parte c�era un salone, molto simile a quello dove ci trovavamo ora, solo
un po� pi� piccolo. Oltre il vetro, persone sedute su poltrone e divani, che
leggevano o dormicchiavano.
Ne contai otto. Qualcuno era abbastanza in l� con l�et�, con i capelli ingrigiti
sulle tempie. Due ragazzini, un maschio e una femmina, non dovevano avere neanche
dieci anni. Ed erano tutti, realizzai in quel momento, prigionieri.
Addison fece per chiedere qualcosa, ma Lorraine lo zitt� con un moto
d�insofferenza. �Le domande pi� tardi, per piacere.� Raggiunse il finestrone, sfil�
un tubo inserito nella parete sottostante e avvicin� la bocca a una delle
estremit�: �Numero 13!� disse.

Dall�altra parte del vetro, il pi� giovane dei bambini si alz� e venne verso di noi
strascicando i piedi. Aveva delle catene ai polsi e alle caviglie, ed era l�unico
Speciale a indossare una specie di divisa da detenuto a righe, con un grosso 13
cucito sulla casacca e anche sul cappellino. Nonostante la giovane et� aveva gi� il
viso pieno di peli, che formavano una fitta barba a punta sul mento; sotto le
sopracciglia cespugliose lo sguardo era distaccato e indagatore.
�Perch� � incatenato in quel modo?� chiesi. �� pericoloso?�
�Lo scoprirete da voi� rispose Lorraine.
Il ragazzino chiuse gli occhi, come per concentrarsi, e un attimo dopo da sotto il
bordo del cappello cominciarono a crescere i capelli, che si allungarono fino a
coprirgli la fronte. Anche il pizzetto si allung�, poi si attorcigli� e prese a
contorcersi, sollevandosi sinuoso come un serpente dal cesto di un incantatore.
�Per tutti gli aironi� esclam� Addison. �Che stravagante meraviglia.�
�State attenti, adesso� ci sugger� Lorraine con un sorriso scaltro.
Numero 13 alz� le mani incatenate. La punta del pizzetto Speciale si diresse
precisa verso la serratura, annus� l�aria davanti al buco e ci si infil�. Il
ragazzino apr� gli occhi, lo sguardo fisso davanti a s�, l�espressione
imperturbabile. Dopo una decina di secondi il pizzetto attorcigliato si irrigid� e
cominci� a vibrare, e anche al di qua del vetro sentimmo un suono musicale e acuto.
Il lucchetto si apr� e le catene gli scivolarono gi� dai polsi.
Il ragazzo si produsse in un piccolo inchino. Io avevo una gran voglia di
applaudire, ma feci di tutto per trattenermi.
�Sa aprire qualunque tipologia di serratura� proclam� Lorraine con una punta di
orgoglio nella voce.
Il ragazzino fece ritorno alla sua poltrona e al suo giornaletto.
Lorraine copr� con una mano la bocca del tubo e aggiunse: �� unico nel suo genere,
e lo stesso vale per tutti gli altri. Ne abbiamo uno che legge nel pensiero, molto
competente. Una che sa passare attraverso i muri fino alle spalle: particolarmente
utile, pi� di quanto possa sembrare, credetemi. Quella ragazzina l�, invece, vola,
se beve una quantit� sufficiente di succo d�uva.�

�Ma davvero� fece Addison a mezza voce.


�Sar� felice di mostrarvelo� disse Lorraine, e chiam� subito la ragazzina,
chiedendole di avvicinarsi alla vetrata.
�Non importa� sibil� Emma a denti stretti.
�� il loro lavoro� insistette Lorraine. �Numero 5, vieni avanti!�
La ragazzina raggiunse un tavolo stracolmo di bottiglie, ne prese una piena di un
liquido viola e cominci� a bere. Quando la bottiglia fu vuota la ripose sul tavolo,
fece un educato ruttino e and� a mettersi accanto a una sedia con lo schienale di
vimini intrecciato. Un altro ruttino e i piedi le si staccarono da terra, e poi le
gambe cominciarono ad alzarsi mentre la testa rimaneva ferma. Al terzo ruttino
formavano un angolo retto con il pavimento e la bambina era per aria in
orizzontale, con solo la nuca appoggiata allo schienale.
Immagino che Lorraine si aspettasse una qualche reazione da parte nostra, ma per
quanto fossimo impressionati da quella scena restammo trincerati nel silenzio.
�Pubblico difficile� borbott� allora lei, prima di comunicare alla bambina che
poteva tornare a sedere.
�Va bene� disse poi, rinfilando il tubo al suo posto e voltandosi verso di noi. �Se
loro non sono di vostro gradimento, ho degli accordi di prestito con altre
scuderie. � chiaro che non dovete scegliere per forza tra quello che vedete qui.�
�Scuderie� ripet� Emma in tono piatto, ma io ero sicuro che fosse sul punto di
esplodere. �Quindi ci sta dicendo che li considera animali?�
Lorraine la studi� per un momento, poi lanci� una rapida occhiata all�uomo col
cappotto che montava la guardia in fondo alla stanza. �Certo che no� rispose. �Sono
beni molto preziosi. Ricevono un�alimentazione adeguata, riposano il giusto, e li
alleniamo anche in vista di prestazioni sotto stress. E poi sono intatti e puri
come tanti fiocchi di neve. La maggior parte di loro non ha neanche mai sfiorato un
goccio di ambrosia, e nel mio ufficio ho i documenti che lo attestano. Oppure
potete chiederlo direttamente a loro. Numeri 13 e 5!� url� nel tubo. �Venite a dire
a queste persone come vi trovate qui.�

Il ragazzino e la ragazzina si alzarono in piedi e raggiunsero lentamente la


vetrata. Il primo afferr� il tubo collegato dall�altra parte. �Ci troviamo molto
bene� disse con il tono cadenzato di un automa. �La mamma ci tratta benissimo.�
Pass� il tubo alla ragazzina. �Ci piace fare il nostro lavoro. Noi�� si interruppe,
come per richiamare alla memoria qualcosa che sapeva e aveva dimenticato. �Ci piace
il nostro lavoro� ripet� piano.
Lorraine, innervosita, li conged� con un cenno brusco della mano. �Ecco fatto.
Allora, vediamo, posso farvene vedere qualcun altro di questi, dopo di che per�
avr� bisogno di una caparra.�
�Vorrei vedere quei documenti� ribatt� Emma con uno sguardo all�uomo del cappotto.
�Quelli che tiene nel suo ufficio.� Le sue mani, ferme lungo i fianchi,
cominciavano a brillare. Secondo me sarebbe stato meglio andarsene da l� prima che
le cose si mettessero male. Non valeva la pena di scontrarci con quella donna, a
prescindere dalle informazioni che avrebbe potuto fornirci, e poi l�idea di salvare
tutti quegli Speciali� insomma, sar� anche stato crudele, ma prima di loro ne
avevamo altri da salvare.
�In realt� credo che non sar� necessario� mi intromisi. E a Emma sussurrai:
�Torneremo dopo ad aiutarli. Abbiamo delle priorit� da rispettare�.
�I documenti� ripet� Emma ignorandomi.
�Non c�� problema� disse Lorraine. �Venite nel mio ufficio e possiamo parlare
liberamente.�
Emma non se lo fece ripetere due volte, e io del resto non potevo fermarla senza
rischiare di destare sospetti.
L�ufficio di Lorraine aveva solamente una scrivania e una sedia stipate dentro una
cabina-armadio. La donna non fece in tempo a chiudere le porte dietro di s�, che
Emma le fu addosso spingendocela contro; subito Lorraine imprec� e grid� per
chiamare Carlos, ma poi si zitt� non appena la mia amica le piazz� davanti al naso
una mano che pulsava come la serpentina incandescente di un forno. Sulla sua
camicia, dove Emma l�aveva afferrata, adesso fumavano due impronte scure e dai
contorni bruciacchiati.
Udimmo picchiare sulla porta e una voce che grugniva.
�Digli che va tutto bene� ordin� Emma, calma, determinata.
�Va tutto bene!� squitt� Lorraine.
La porta alle sue spalle fu strattonata ancora.
�Ridiglielo.�
�E piantala!� fece Lorraine, stavolta pi� credibile. �Lasciami lavorare!�
Un altro grugnito, poi i passi si allontanarono.
�State facendo qualcosa di molto, molto stupido� minacci� Lorraine. �Chi mi ha
derubato non ne � mai uscito vivo.�
�Non siamo qui per i tuoi soldi� replic� Emma. �Adesso, tu rispondi a un paio di
domande.�
�Domande su che cosa?�
�Su quella gente al di l� del vetro. Credi che siano di tua propriet�?�
Lorraine la guardava, un�espressione confusa stampata in faccia. �Non capisco.�
�Quelle persone. Quei ragazzini. Li hai comprati� secondo te sono una tua
propriet�?�
�Io non ho mai comprato nessuno.�
�Li hai comprati e vorresti rivenderli. Sei una schiavista.�
�No, non � cos� che funziona. Sono venuti da me di loro iniziativa. Io faccio loro
da agente.�
�Tu sei una sfruttatrice� la accus� Emma.
�Senza di me sarebbero morti di fame. O se li sarebbero presi quelli.�
�Quelli chi?�
�Lo sapete anche voi, chi.�
�Lo voglio sentire da te.�
La donna fece una risatina. �Non mi pare un�idea molto brillante.�
�Ah, no?� dissi io. Mi avvicinai di un passo. �E come mai?�
�Hanno orecchie dappertutto, e non gradiscono che si parli di loro.�
�Io ne ho ammazzati, di Spettri� continuai. �Non mi fanno paura.�
�Allora non sei molto intelligente.�
�Devo mordere?� chiese Addison. �Mi piacerebbe molto farlo. S�, solo uno, piccolo
piccolo.�
�E cosa succede quando li prendono?� riattaccai io senza prestare ascolto al cane.
�E chi lo sa� rispose Lorraine. �Ho cercato di scoprirlo, ma��
�Immagino quanto ti ci sei impegnata� comment� Emma.
�Ogni tanto vengono qui� riprese Lorraine. �Per fare shopping.�
�Shopping� le fece eco Addison. �Niente male come terminologia.�
�Per usarli.� Lorraine si guard� intorno e abbass� la voce a un sussurro: �Non lo
sopporto. Non si sa mai quanti ne vogliono e per quanto tempo. Bisogna dare loro
tutto ci� che chiedono. Io vorrei lamentarmi� ma non ci si pu� lamentare�.
�Per� sui soldi non hai niente di cui lamentarti� disse Emma sprezzante.
�Sono perfino pochi, considerato quello che gli fanno passare. Quando li sento
arrivare cerco di nascondere i pi� piccoli. Me li riportano sempre tutti sconvolti,
che non ricordano pi� niente. E se io gli chiedo: �Ma dove andate? Cos�� che vi
fanno fare?�, i ragazzi non lo sanno, punto e basta.� Scosse la testa. �Per� dopo
hanno degli incubi. Incubi bruttissimi. Ed � difficile rivenderli.�
�Io vorrei tanto vendere te� sbott� Emma furibonda. �Anche se non credo che
qualcuno sia disposto a pagare pi� di qualche penny.�
Mi infilai i pugni chiusi nelle tasche per impedirmi di prenderla a schiaffi. Ma
c�erano altre cose che avevamo bisogno di sapere. �E gli Speciali che rapiscono
dagli altri anelli?� le chiesi.
�Li trasportano su dei furgoni. Una volta succedeva di rado, invece ultimamente �
un viavai continuo.�
�Sono passati anche oggi?� domandai.
�Un paio di ore fa� rispose. �C�erano guardie armate dappertutto, hanno bloccato la
strada. Uno spiegamento di forze in grande stile.�
�E di solito non lo fanno?�
�No, appunto. Credo si sentano al sicuro, qui. Doveva essere una consegna
importante.�
Sono loro, pensai; mi sentivo invadere da una scarica di eccitazione � subito messa
a tacere da Addison che si scagliava contro Lorraine: �Non ho dubbi che si sentano
alquanto al sicuro, qui. Questo � un covo di traditori!�.
Lo afferrai per il collare e lo trattenni dall�azzannarla. �Datti una calmata!�
Il cane fece resistenza, e per un attimo pensai che mi avrebbe morso la mano,
invece si calm�.
�Si fa quel che si pu� per sopravvivere� sibil� Lorraine.
�Vale anche per noi� ribatt� Emma. �Adesso ci dici dov�erano diretti quei furgoni.
E se racconti balle, o se � una trappola, io torno qui e ti abbrustolisco le
narici.� Alz� un dito incandescente e glielo piazz� sotto il naso. �Mi sono
spiegata?�
Non mi era difficile immaginare che l�avrebbe fatto sul serio. Era come se stesse
entrando in una spirale d�odio di cui solo adesso capivo davvero la portata, e
sebbene la cosa ci tornasse utile, in situazioni come questa, era anche un pochino
spaventevole. Preferivo non pensare a cosa sarebbe stata capace di fare se avesse
avuto un valido motivo.
�Vanno nella loro zona� rispose Lorraine girando il viso per allontanare il dito
arroventato di Emma. �Oltre il ponte.�
�Quale ponte?� la incalz� Emma.
�In fondo a Smoking Street. Ma non datevi la pena di attraversarlo, se non volete
ritrovarvi con la testa infilzata su una picca.�
Di pi�, sospettavo, non saremmo riusciti a estorcerle, perci� adesso dovevamo
decidere cosa fare di lei. Addison voleva prenderla a morsi; Emma avrebbe voluto
marchiarla sulla fronte con il dito rovente, una S come schiava; io convinsi
entrambi a desistere. La imbavagliammo con uno dei pezzetti di stoffa che servivano
per tenere aperte le tende e la legammo alla gamba della scrivania. Stavamo per
andarcene lasciandola cos�, quando mi venne in mente un�ultima cosa che volevo
sapere da lei.
�Che cosa succede agli Speciali che rapiscono?�
�Mrrrf�!�
Le tirai gi� il bavaglio.
�Nessuno � mai riuscito a scappare per poterlo raccontare� disse lei a quel punto,
�ma girano delle voci.�
�E cosa dicono?�
�Dicono sia peggio che morire� rispose, e ci rivolse un sorrisetto bavoso. �Ma
credo che non vi rimanga che scoprirlo da soli.�
* * *
Non appena aprimmo la porta dell�ufficio, l�uomo con il cappotto ci si gett�
addosso, nelle mani brandiva un oggetto pesante. Ma prima che potesse raggiungerci,
da dentro la cabina-armadio si ud� un grido attutito e lui si blocc� in mezzo al
salone, fece dietrofront e and� a vedere che succedeva. Emma non perse tempo e
richiuse la porta di scatto dietro di lui, poi con le mani infuocate fuse il
metallo delle maniglie rendendole inutilizzabili.
Il tutto nel giro di una manciata di secondi.
Io e Addison ci fiondammo verso l�uscita. Eravamo a met� strada, quando mi accorsi
che Emma non era con noi: stava dando manate alla vetrata del locale dov�erano
rinchiusi gli Speciali imprigionati.
�Possiamo aiutarvi a uscire di qui! Fatemi vedere dov�� la porta!�
Loro si girarono a guardare dalle poltrone e dai divani su cui erano distesi,
un�espressione apatica sul volto.
�Spaccate il vetro con qualcosa!� urlava Emma. �Fate in fretta!�
Ma nessuno si mosse, sembravano pi� che altro storditi. Forse avevano gi�
abbandonato ogni speranza di salvezza� o forse non volevano affatto essere salvati.
�Emma, non abbiamo tempo� le dissi, strattonandola per un braccio. Figuriamoci se
lei si arrendeva. �Vi prego!� grid� dentro il tubo. �Mandate fuori i pi� piccoli,
almeno!�
Da dentro l�ufficio, intanto, giungevano urla a pieni polmoni. E adesso la porta si
muoveva sui cardini. In preda allo sconforto, Emma continuava a battere il pugno
sul vetro.
�Ma perch� fanno cos�?�
Loro la guardavano, irrequieti. E il ragazzino e la ragazzina si misero a piangere.
Addison afferr� con i denti l�orlo del vestito di Emma e la stratton�. �Dobbiamo
andare!�
Allora lei lasci� cadere il tubo e si volt� di scatto, piena di rabbia.
Ci precipitammo alla porta e poi fuori, sul marciapiede. Era scesa una nebbiolina
gialla e fitta, come una garza spessa che nascondeva alla vista il lato opposto
della strada. Udimmo le urla di Lorraine dietro di noi � anche se non riuscivamo a
scorgerla � quando ormai eravamo arrivati di corsa in fondo all�isolato; svoltammo
in una strada, poi in un�altra, finch� ci parve di averla seminata. Ci fermammo a
riprendere fiato in una via deserta, davanti alla vetrina di un negozio che era
stata sbarrata con delle assi.
�La chiamano sindrome di Stoccolma� dissi. �Quando la vittima stabilisce un
rapporto affettivo con il carnefice.�
�Io ritengo che fossero semplicemente impauriti� dichiar� Addison. �Dove potrebbero
scappare, del resto? Questo posto � tutto una prigione.�
�Vi sbagliate entrambi� si inser� Emma. �Li hanno drogati.�
�Sembri abbastanza sicura� commentai.
Lei si scost� i capelli che le erano scivolati sugli occhi. �Quando lavoravo al
circo come mangiafuoco, dopo che me ne ero andata di casa, una donna mi avvicin� a
fine spettacolo. Disse che sapeva chi ero, che conosceva altre persone come me, e
che se avessi voluto lavorare per lei avrei guadagnato molto di pi�.� Il suo
sguardo vag� lungo la strada, aveva le guance arrossate per la corsa. �Le risposi
che non volevo, ma lei continuava a insistere. Alla fine se ne and�, infuriata.
Quella notte mi svegliai su un carro, mi avevano imbavagliata e avevo le mani
legate. Non riuscivo a muovermi e nemmeno a pensare bene. Fu Miss Peregrine a
salvarmi. Se non mi avesse trovata il giorno dopo, quando si fermarono a far
ferrare il cavallo� Emma fece un cenno in direzione della casa dove Lorraine ci
aveva portati, �sarei potuta finire esattamente come loro.�
�Non me l�avevi mai raccontato� dissi piano.
�Non � qualcosa di cui parlo volentieri.�
�Mi dispiace molto che sia capitato anche a te� disse Addison. �Quella donna di
prima� � stata lei a rapirti?�
Emma ci pens� su un attimo.
�� successo tanto tempo fa. Ho rimosso i particolari pi� terribili, compresa la
faccia di chi mi aveva rapita. Per� una cosa la so: se mi aveste lasciata da sola
con lei, non sono sicura che sarei riuscita a trattenermi. Credo che l�avrei
uccisa.�
�Ognuno deve vincere i suoi demoni� dissi io.
Mi appoggiai alle assi che oscuravano la vetrina, assalito all�improvviso da
un�enorme stanchezza. Da quanto tempo non dormivamo? Quante ore erano passate da
quando Caul era comparso? Sembravano giorni, invece dovevano essere trascorse non
pi� di dieci o dodici ore. E ogni singolo secondo era stato una guerra, un incubo
infinito infarcito di terrore e battaglie. Avevo l�impressione che il mio corpo
fosse sul punto di cedere. L�unica cosa che mi teneva in piedi era il panico, e
quando la tensione cominciava ad affievolirsi, mi affievolivo anche io.
Per una frazione di secondo mi concessi di chiudere gli occhi. Ma anche in quella
minuscola parentesi di buio trovai le mie paure appostate. Lo spettro della morte
eterna accovacciato sul corpo di mio nonno, intento a divorarne la carne, con gli
occhi che trasudavano petrolio. E in quegli stessi occhi, conficcate, le lame
gemelle di un paio di cesoie, e le urla del mostro che sprofondava nella terra
fangosa della sua tomba. Il viso contorto dal dolore mentre scivolava nel vuoto,
colpito nel profondo delle viscere, tra urla disumane. Io avevo gi� ucciso i miei
demoni, ma l�effetto di quelle vittorie era gi� esaurito; altri si erano
prontamente sollevati per sostituire i caduti.
Aprii di scatto gli occhi quando sentii dei passi dietro di me, oltre la vetrina
sbarrata. Mi allontanai con un balzo e mi girai a guardare. Il negozio sembrava
abbandonato, eppure l� dentro c�era qualcuno e stava uscendo sulla strada.
Eccolo: il panico. Ero di nuovo sveglio, di nuovo lucido. Anche Emma e Addison
avevano sentito il rumore. Seguendo lo stesso istinto, ci accovacciammo tutti e tre
dietro una catasta di legna poco distante e da l�, dalle fessure tra un tronco e
l�altro, cercai di sbirciare l�entrata del negozio. C�era un�insegna appesa sopra
la porta; diceva: Munday, Dyson & Strype, avvocati. Odiati e temuti dal 1666.
Una serratura scatt�, la porta si apr� lentamente e infine comparve un cappuccio
nero che conoscevo bene: Sharon. Si guard� intorno, vide che c�era via libera,
sgusci� fuori e si richiuse la porta alle spalle. Mentre si incamminava a passo
svelto in direzione di Louche Lane, noi confabulammo a bassa voce sull�opportunit�
di seguirlo. Avevamo ancora bisogno di lui? E potevamo fidarci? Forse s� per la
domanda numero uno; forse no per la domanda numero due. E poi cos�era entrato a
fare in quel negozio chiuso? Stava l� l�avvocato che diceva di dover incontrare? E
perch� tutta quella circospezione?
Troppe domande, troppi dubbi sul suo conto, perci� decidemmo che potevamo cavarcela
da soli. Restammo nascosti e lo guardammo imboccare una traversa, una sagoma
indistinta nella nebbia, e infine Sharon spar�.
* * *
Ci incamminammo alla ricerca di Smoking Street e del ponte degli Spettri. E siccome
volevamo evitare eventuali ulteriori incontri imprevisti, decidemmo che non avremmo
chiesto indicazioni a nessuno. Sembrava fattibile, soprattutto perch� scoprimmo che
a Devil�s Acre i cartelli c�erano, erano solo nascosti nei punti pi� impensati � li
avevano piazzati dietro le panchine, ad altezza di ginocchio, oppure appesi in cima
ai lampioni, e c�erano scritte scolpite anche nei lastroni consunti dei marciapiedi
� ma nonostante questo, continuavamo a sbagliare strada. Era come se tutta la zona
fosse stata progettata per far impazzire chi ci rimaneva intrappolato. Alcune
strade finivano contro un muro cieco, per poi ricominciare da un�altra parte. Altre
svoltavano cos� repentinamente che avevamo l�impressione di seguire la linea di una
spirale. C�erano vie senza nome, e altre che ne avevano due o tre diversi. Ma
nessuna era pulita e ordinata come Louche Lane: si capiva che l� si erano messi
d�impegno per realizzare un�isola felice per chi comprava carne Speciale (al solo
pensiero, ora che avevo visto la merce di Lorraine e sentito della disavventura di
Emma, mi si rivoltava lo stomaco).
Pi� vagavamo per quel labirinto, pi� mi si chiariva la geografia particolare della
zona, e lentamente imparavo a distinguere gli isolati in base alle loro
caratteristiche, invece di affidarmi ai cartelli. Ogni strada faceva storia a s� e
i negozi che vi si affacciavano erano raggruppati per tipologia. Doleful Street
offriva due imprese di pompe funebri, un medium, un falegname che lavorava soltanto
con �legno da bare riciclato�, un quartetto di prefiche professioniste che si
esibiva cantando a cappella nei fine settimana e un commercialista. Oozing Street
era stranamente allegra, con vasi di fiori sui davanzali e le case dipinte in
colori vivaci; persino il mattatoio, che era il centro pulsante della strada, era
intonacato di un bell�azzurro uovo di pettirosso, e dovetti reprimere lo strano
impulso che mi suggeriva di entrare a chiedere se era possibile visitarlo. Invece
Periwinkle Street era un immondezzaio: la fogna a cielo aperto scorreva al centro
della strada, c�era una fiorente comunit� di mosche parecchio agguerrite e i
marciapiedi erano ingombri della frutta e della verdura marce provenienti da una
bottega che, stando all�insegna montata sul davanti, poteva farle ridiventare
fresche con un bacio.
Attenuated Avenue era lunga quindici metri e contava un�unica attivit�: due uomini
che vendevano stuzzichini da un cesto appoggiato su una slitta. I bambini vi si
affollavano intorno chiedendo insistentemente l�elemosina, e Addison fece una
deviazione per dare un�annusata a terra alla ricerca delle briciole. Stavo per
chiamarlo, quando uno dei due uomini grid�: �Carne di gatto, venite! Abbiamo carne
di gatto bollita!�. Perci� lo vidi tornare indietro molto in fretta da solo, con la
coda tra le gambe, che piagnucolava: �Non manger� mai pi�, mai mai pi�.

Per arrivare in Smoking Street passammo dall�Upper Smudge, una zona che sembrava
come appassire a mano a mano che ci avvicinavamo: i negozi erano sempre pi� vuoti,
i marciapiedi sempre pi� deserti, e ai nostri piedi soffiavano correnti fatte di
cenere che annerivano il selciato. Come se una specie di morte si fosse insinuata
per tutto l�isolato, infettandolo. In fondo, la strada curvava bruscamente a destra
e proprio sull�angolo sorgeva una vecchia casa di legno; sui gradini che portavano
all�ingresso, un uomo ugualmente vecchio con una scopa di saggina spazzava
inutilmente via la cenere, che subito si riaccumulava.
Gli chiesi perch� si desse la pena di farlo.
Lui alz� di scatto la testa e strinse la scopa al petto come se avesse paura che
gliela rubassimo. Era scalzo e aveva i piedi neri; anche i pantaloni erano sporchi
di fuliggine fino al ginocchio. �Bisogna che qualcuno lo faccia� rispose.
�Altrimenti questo posto va alla malora.�
Si rimise all�opera mentre noi ci allontanavamo, anche se le mani artritiche
faticavano a reggere saldamente il manico. Mi venne da pensare che in lui c�era
qualcosa di regale, una specie di ammirevole contegno. Era l� e teneva duro, si
rifiutava di abbandonare la sua postazione. Era come l�ultimo guardiano di fronte
alla fine del mondo.
Seguimmo la strada infilandoci tra due ali di edifici che pi� avanzavamo, pi� erano
malridotti: all�inizio c�era solo l�intonaco bruciacchiato che si scrostava, poi
vedemmo che le vetrine erano tutte annerite e rotte; pi� oltre i tetti erano
sfondati e le pareti crollate. Alla fine, giunti all�imbocco di Smoking Street, non
c�erano che macerie: un�accozzaglia di frammenti di legno carbonizzati, e ovunque
braci che ardevano nella cenere come piccoli cuori pulsanti sul punto di spegnersi.
Ci fermammo a guardarci intorno, esterrefatti. Dalle voragini sulla strada si
alzavano esalazioni sulfuree. Gli alberi distrutti dal fuoco presidiavano le rovine
come tanti spaventapasseri. Ondate di cenere sommergevano l�intera via,
ammassandosi in certi punti in cumuli alti una trentina di centimetri. Era lo
scenario pi� simile all�Inferno che potevo immaginare.
�Quindi questo � come il vialetto di casa degli Spettri� disse Addison. �Mi sembra
decisamente in linea con loro.�
�� allucinante� feci io sbottonandomi il cappotto. Il caldo era soffocante e si
irradiava anche alla suola delle scarpe. �Cosa raccontava, Sharon, di questo posto?

�Parlava di incendi sotterranei� rispose Emma. �Possono durare per decenni, e
riuscire a domarli, si sa, � un�impresa.�
Udimmo un fragoroso schiocco, come se qualcuno avesse aperto una gigantesca lattina
di gazzosa, e poi una fiammata arancione schizz� fuori da una spaccatura nella
strada a non pi� di tre metri di distanza da dove ci trovavamo. Balzammo indietro
per lo spavento, ma dovemmo riprenderci subito.
�Non possiamo passare qui un minuto pi� del necessario� disse Emma. �Da che parte
si va?�
Potevamo scegliere fra destra e sinistra. Sapevamo che da Smoking Street si
ritornava al canale da una parte e si arrivava al ponte degli Spettri dall�altra,
ma non sapevamo quale delle direzioni portasse dove, e c�era troppo fumo, troppa
nebbia e troppa cenere alzata dal vento perch� riuscissimo a capire quale direzione
scegliere. Fare testa o croce significava rischiare di tornare indietro, oltre che
perdere del tempo prezioso. Eravamo sull�orlo della disperazione quando, al di l�
della cortina di nebbia, udimmo una specie di canzoncina. Ci rifugiammo velocissimi
al riparo dello scheletro carbonizzato di una casa. Mentre le voci si avvicinavano,
sempre pi� limpide, riuscimmo a distinguere le parole che accompagnavano la
melodia:
La notte prima di attaccar su il furfante
il boia di turno si � fatto vedere
son qui, ha detto, per un avviso importante
siccome domani ti tocca cadere
Il collo ti attacco, ti taglio le braccia
ti mando all�inferno, di� addio alla pellaccia
ti faccio un po� male ma � tutto reale
Al che le voci fecero una pausa, prima di concludere con un coro: �TI DO SOTTOTERRA
UN PASSAGGIO ABISSALE!�.
Capii a chi appartenevano prima ancora di vedere le sagome emergere dalla nebbia.
Indossavano tutti delle tute nere e dei grossi scarponi neri; sul fianco di ognuno
ballonzolava una sacca per gli attrezzi. Anche dopo una dura giornata di lavoro,
gli indomiti operai addetti alle forche avevano ancora l�energia per cantare a
pieni polmoni.
�Viva le anime stonate!� disse Emma con una risatina.
Li avevamo visti al lavoro sul canale, in fondo a Smoking Street, quindi era molto
probabile che arrivassero proprio da l�. Il che significava che adesso stavano
andando verso il ponte. Aspettammo che ci superassero, e quando la nebbia li
inghiott� di nuovo tornammo sulla strada per seguirli.
Arrancavamo tra cumuli di cenere che imbrattavano di nero qualunque cosa: i
risvolti dei miei pantaloni, le scarpe e le caviglie nude di Emma, le zampe di
Addison da cima a fondo. Sentimmo che gli uomini intonavano un�altra canzone, le
loro voci che riecheggiavano sinistre in quel paesaggio devastato. Tutt�intorno non
c�erano che rovine. Di tanto in tanto si udiva un secco whoosh, subito seguito da
una lingua di fuoco che affiorava in un getto dalla terra. Ma mai tanto vicino come
ci era accaduto la prima volta. Una bella fortuna, perch� il rischio di morire
grigliati vivi era tutt�altro che remoto.
Improvvisamente si alz� il vento, e la cenere e le braci bollenti presero a
volteggiare in aria in gorghi neri. Abbassammo la testa per cercare di respirare.
Mi coprii la bocca con il collo della camicia ma non serviva a nulla, e subito
iniziai a tossire. Emma prese in braccio Addison, ma subito dopo anche lei cominci�
a boccheggiare. Mi tolsi il cappotto in fretta e furia e cercai di proteggerli con
quello. La tosse di Emma si calm� e sentii Addison che, da l� sotto, mormorava un
attutito: �Grazie!�.
Non avevamo altra scelta se non rincantucciarci l� in attesa che la tempesta si
calmasse. Avevo gli occhi chiusi quando udii qualcosa muoversi vicino a me,
sbirciai tra le dita delle mani e vidi una cosa che persino l�, dopo tutto quello
che avevo visto a Devil�s Acre, mi lasci� senza parole: un uomo che passeggiava
tranquillo, e che se non fosse stato per il fazzoletto premuto sulla bocca sembrava
completamente a suo agio. Non aveva nessun problema a orientarsi perch� dagli occhi
gli partivano due fasci luminosi.
�Buonasera!� ci salut�, puntando le sue luci oculari su di me e portandosi la mano
alla falda del cappello. Quando provai a rispondere, la gola mi si riemp� di
cenere, e subito anche gli occhi, ma quando riuscii a riaprirli ormai lui era
scomparso.
Il vento stava calando adesso. Sputammo fuori tutto quello che avevamo respirato a
forza di colpi di tosse e ci sfregammo per bene gli occhi. Emma rimise a terra
Addison. �Se non stiamo attenti, questo anello ci ammazzer� prima ancora che lo
facciano gli Spettri� dissi. Emma mi riconsegn� il cappotto e poi mi strinse forte
in un abbraccio finch� l�aria non si ripul� del tutto. Aveva un modo tutto suo di
tenermi tra le braccia, con la testa rifugiata sotto la mia, come se fossimo un
corpo solo, e io avevo una voglia matta di baciarla, perfino l�, perfino tutti
ricoperti di fuliggine.
Addison si schiar� la voce. �Mi spiace interrompervi, ma sarebbe meglio darsi una
mossa.�
Ci sciogliemmo dall�abbraccio, un pochino imbarazzati, e riprendemmo il cammino.
Poco dopo, dalla nebbia emersero delle sagome sfocate. Vagavano per la strada,
andando da destra a sinistra e viceversa tra le case diroccate che ne punteggiavano
i lati. Non sapevamo che fare, dato che non avevamo nessuna idea di chi fossero
quelle persone, ma d�altra parte l�unico modo per proseguire era passare di l�.
�Testa alta, schiena dritta� ci ordin� Emma. �Come se non avessimo paura.�
Serrammo i ranghi e avanzammo ancora. Sembravano dei selvaggi e si guardavano
intorno con circospezione. Erano sporchi di fuliggine dalla testa ai piedi e
vestiti da straccioni. Li guardai in malo modo, cercando di sembrare davvero un
duro poco raccomandabile. Loro se ne andarono come cani bastonati.
Quel posto era una specie di bidonville: c�erano baracche basse costruite con i
pezzi di ferro che avevano resistito al fuoco, i tetti di lamiera erano tenuti
fermi da sassi e frammenti di tronchi, e al posto delle porte, per le casupole che
ne erano dotate, c�erano miseri scampoli di stoffa. L� la vita ricresceva come una
macchia di muffa sullo scheletro di una civilt� andata in fumo, la cui presenza �
visibile a malapena.
Per la strada scorrazzavano galline. Un uomo era inginocchiato a terra sopra una
buca fumante, a cuocere delle uova sfruttando il calore rovente che usciva da l�
sotto.
�Non vi avvicinate troppo� mormor� Addison. �Sembrano malati.�
L�avevo pensato anch�io, per come zoppicavano quando camminavano, per lo sguardo
fisso che avevano. Molti di loro indossavano delle rozze maschere o avevano in
testa dei sacchi con due fessure per gli occhi, come per nascondere la faccia
segnata dalla malattia, o per evitare il contagio.
�Ma chi sono?� chiesi.
�E chi lo sa� rispose Emma. �Comunque non ho nessuna intenzione di andare a
domandarglielo.�
�Credo che siano qui perch� non sono i benvenuti altrove� disse Addison.
�Intoccabili, portatori di sciagure, criminali che hanno compiuto atti ritenuti
imperdonabili persino a Devil�s Acre. Degli scampati alla forca che si sono
rifugiati qui, in fondo al pozzo, al margine estremo del mondo degli Speciali.
Esiliati anche dai reietti fra i reietti.�
�Se il margine estremo � questo� disse Emma, �allora gli Spettri non sono lontani.�
�Ma siamo sicuri che si tratti davvero di Speciali?� chiesi. Non sembravano avere
niente di unico, a parte il fatto di vivere nella degradazione pi� assoluta. Forse
peccavo d�orgoglio, ma ero sicuro che una comunit� di Speciali, per quanto abietta,
non si sarebbe mai lasciata andare a quella depravazione da Medioevo.
�No, e non m�importa� mi rispose Emma. �Tiriamo dritto.�
Lo facemmo a testa alta, lo sguardo fisso in avanti, fingendo indifferenza nella
speranza che quelli ci restituissero il favore. Molti rimasero dov�erano, ma
qualcuno ci venne intorno chiedendo la carit�.
�Anche un goccio, una fialetta. Quello che avete, qualunque cosa� disse uno
indicandosi gli occhi.
�Per favore� implor� un altro. �Non ci facciamo una dose da giorni.�
Avevano le guance butterate e solcate da cicatrici, come se le loro lacrime fossero
fatte di una sostanza acida. Riuscivo a malapena a guardarli.
�Qualunque cosa vi serva, non l�abbiamo� disse Emma cercando di scacciarli.
I mendicanti si fecero da parte ma non si allontanarono, restavano l� a fissarci
foschi. Un altro ci chiam� con una voce da oltretomba: �Ehi, voi! Ehi, ragazzo!�.
�Ignoralo� disse Emma.
Io lo guardai di sottecchi senza muovere la testa. Era seduto con la schiena contro
un muro, vestito di stracci, e mi indicava con la mano che tremava.
�Sei tu? Ragazzo! Sei tu, vero?� Sollev� la benda che gli copriva una lente degli
occhiali per guardarmi meglio. �Gi� gi� gi�.� Fece un fischio, e poi un sorriso che
rivel� le gengive completamente annerite. �Ti stavano aspettando.�
�Chi mi sta aspettando?�
Non ce la facevo pi�. Mi bloccai davanti a lui e udii il sospiro di impazienza con
cui Emma mi invitava a proseguire.

Il sorriso del barbone si allarg�, un sorriso da folle. �Le madri della polvere,
gli incantatori di nodi! I bibliotecari maledetti e i cartografi benedetti! Tutti
quelli che contano!� Sollev� le braccia e si inchin� in un gesto di finta
adorazione, e al suo movimento un fetore umido mi colp� con una zaffata. �Ti stanno
aspettando da tantiiiissimo tempo.�
�E perch�?�
�Vieni via� disse Emma. �Non vedi che � matto?�
�Il grande spettacolo, il grande spettacolo� continuava quello con il tono suadente
dell�imbonitore. �Il pi� grande, il pi� bello, il solo e unico! Sta per
arrivaaaare��
Avvertii un brivido gelido lungo la schiena. �Io non ti conosco, e di certo tu non
conosci me� dissi, poi mi voltai e raggiunsi gli altri.
�Invece s� sentii che diceva. �Tu sei il ragazzo che parla con i Vacui.�
Ero come paralizzato. Emma e Addison si girarono con gli occhi sbarrati.
Tornai dritto da lui e gli gridai in faccia: �Ma chi diavolo sei? E come fai a
saperlo?�.
Ma lui aveva cominciato a ridere, e non ci fu modo di estorcergli altro.
* * *
Ci dileguammo proprio mentre una piccola folla si radunava.
�Non girarti� mi ammon� Addison.
�Lascialo perdere� aggiunse Emma, �� solo un povero pazzo.�
Sapevamo tutti che era molto pi� di questo, ma sapevamo poco altro. Proseguimmo in
un silenzio paranoico, con il cervello che lavorava su domande che non avevano
risposta. Ringraziai mentalmente i miei compagni perch� non tornarono pi� su quelle
strane dichiarazioni del barbone. Non avevo la pi� pallida idea di cosa potessero
significare ed ero troppo stanco per mettermi a ragionare; e dal modo in cui si
trascinavano per la strada, anche Emma e Addison dovevano essere stremati. Non
parlammo neanche di quello. La stanchezza era una nemica, e nominarla voleva dire
renderla pi� pressante ancora.
Mentre la strada scendeva puntando verso una conca caliginosa, ci sforzammo di
scorgere il ponte degli Spettri, e a me venne in mente che forse Lorraine ci aveva
detto una bugia. Forse non esisteva nessun ponte. Forse ci aveva indirizzati in
quella fogna perch� sperava che ci sbranassero vivi. Se solo l�avessimo portata con
noi, allora avremmo potuto costringerla a�
�Eccolo!� Addison grid� e contemporaneamente si blocc� sul posto, tutto il corpo
proteso in avanti.
Cercammo di capire cos�aveva visto � Addison portava gli occhiali, ma nonostante
questo ci vedeva decisamente meglio di noi � e dopo una decina di passi ci
accorgemmo, malgrado la scarsa visibilit�, che la strada si restringeva e poi si
innalzava, arcuandosi sopra una specie di voragine.
�Il ponte!� esclam� Emma.
Ci mettemmo a correre, per un attimo dimentichi della fatica, sollevando nuvoloni
di polvere nera. Un minuto dopo, quando ci fermammo per prendere fiato, riuscivamo
a mettere a fuoco meglio il paesaggio. Un velo di foschia verdastra aleggiava sopra
la voragine. Al di l� si profilava, ancora indistinto, un lungo muro di pietra
bianca, e oltre le mura si ergeva una torre altissima e chiara la cui sommit� si
perdeva dentro un ammasso di nuvole basse.
L�avevamo raggiunta: la fortezza degli Spettri. Emanava un senso di vuoto che
metteva i brividi, come un volto privato dei lineamenti. E anche la posizione in
cui sorgeva sembrava sbagliata, perch� quell�imponente edificio bianco dalle linee
squadrate era un pugno in un occhio se si pensava alla devastazione totale nella
quale era sprofondata Smoking Street: come un centro commerciale di provincia
costruito nel bel mezzo del campo della battaglia di Azincourt. Mi bast� guardarlo
per essere investito da un moto di terrore puro, che mi si rovesci� addosso insieme
a un�iniezione di volont�: come se tutti i pezzi dispersi e scompagnati della mia
piccola vita potessero riunirsi finalmente in un singolo punto, invisibile, che si
trovava al di l� di quella muraglia. Perch� la cosa che dovevo fare, e che avrebbe
potuto uccidermi, era l� di fronte a me. Il debito che dovevo pagare era l�. Era l�
la cosa per la quale erano esistite tutte le gioie e le paure che mi avevano
accompagnato fino a quel momento. Se era vero che tutto aveva un senso, quello
della mia vita era recintato fra quelle mura.
Vicino a me, Emma rideva. La guardai, confuso, e lei smise.
�Cio� sarebbe qui che si nascondono?� disse per giustificarsi.
�Cos� parrebbe� rispose Addison. �Tu lo trovi divertente?�
�Io odio gli Spettri e convivo con la paura praticamente da sempre. Per tutti
questi anni, non vi so dire quante volte ho immaginato il momento in cui finalmente
mi sarei trovata davanti il loro covo. Come minimo, mi aspettavo un castello
maledetto. Mura inzuppate di sangue, un lago di olio bollente. E invece no.�
�Praticamente sei delusa� dissi io.
�Un pochino. S�.� Indic� con sprezzo la fortezza. �Questo sarebbe il meglio che
sanno fare?�
�Sono deluso anch�io� intervenne Addison. �Avrei tanto voluto che ci fosse una
piccola armata con noi. Ma da quel che vedo, direi che non ne avremo bisogno.�
�Non lo so� commentai io. �Dall�altra parte di quelle mura potrebbe esserci di
tutto.�
�E noi saremo pronti per quel tutto� dichiar� Emma. �Cos�altro potrebbero farci? Li
abbiamo gi� affrontati. Siamo sopravvissuti alle pallottole, alle bombe, agli
attacchi dei Vacui� Il punto � uno: finalmente siamo qui. E dopo tutti gli agguati
che loro ci hanno teso nel corso degli anni, finalmente saremo noi a sferrare
l�attacco.�
�Ah, s�. Mi immagino che stiano gi� tremando come foglie� dissi io.
�Trover� Caul� continu� Emma. �Lo trover� e lo far� piangere come un bambino. Lo
costringer� a supplicare per avere salva la sua inutile vita, e poi gli metter� le
mani al collo e stringer� finch� la sua testa si scioglier� tutta e��
�Non facciamo il passo pi� lungo della gamba� la interruppi. �Fra noi e lui chiss�
cosa c�� ancora di mezzo. Ci saranno Spettri ovunque. E guardie armate, immagino.�
�Magari perfino Vacui� aggiunse Addison.
�Di sicuro ci saranno Vacui� disse Emma. Sembrava quasi entusiasta all�idea.
�Quindi� osservai, �forse non � il caso di fare irruzione l� dentro senza sapere
bene cosa ci aspetta dall�altra parte. Potremmo avere una sola possibilit� di
colpire, e non voglio sprecarla.�
�Va bene� fece Emma. �Allora cosa proponi?�
�Di trovare un modo per mandare Addison in avanscoperta. � quello di noi che pu�
passare pi� inosservato, abbastanza piccolo per nascondersi, e poi ha fiuto. Lui va
in ricognizione, striscia fuori di nuovo e ci dice cos�ha visto. Propongo questo,
se lui � d�accordo.�
�E se invece non torno?� fece Addison.
�Allora verremo dentro noi� risposi.
Il cane si prese un attimo � non di pi� � per pensarci. �D�accordo, ma a una
condizione.�
�Che sarebbe?� gli chiesi.
�Nelle storie che si racconteranno a seguito del nostro trionfo, io dovr� essere
menzionato come Addison l�Ardimentoso.�
�E cos� sia� conferm� Emma.
�Anzi, Addison il Sublime Ardimentoso� precis� Addison. �Aitante, anche.�
�Affare fatto� dissi.
�Ottimo� fece Addison. �Allora muoviamoci. Tutte le persone, o quasi, alle quali
teniamo di pi� nella vita si trovano dall�altra parte di questo ponte. Ogni minuto
di pi� che passo qui � un minuto perso.�
Il piano era di arrivare con lui fino al ponte, poi noi due avremmo aspettato l� il
suo ritorno. Ci avviammo gi� per la discesa, un tragitto agevole, con la bidonville
tutt�intorno che pi� avanzavamo e pi� si compattava. Le baracche sorgevano sempre
pi� vicine tra loro finch� a un certo punto diventarono un unico ammasso, un
collage ininterrotto e indistinto di ruggine e metallo. Poi, di botto, baracche e
catapecchie finivano, e per un centinaio di metri Smoking Street tornava a essere
una landa desolata di muri crollati e tronchi anneriti, una specie di zona
cuscinetto che forse era stata specificamente voluta dagli Spettri. Alla fine
giungemmo al ponte, ai piedi del quale si affollavano una cinquantina di persone.
Eravamo ancora troppo lontani per vederli bene, ma Addison disse: �Guardate, un
esercito accampato! Hanno messo sotto assedio la fortezza! Lo dicevo, io, che non
saremmo stati gli unici a combattere��.
Solo che, guardandoli meglio, capimmo che non erano affatto soldati. Addison
proruppe in un �humf� sconsolato, e dovette dire addio alle sue piccole grandi
speranze.
�Sono accampati, s� dissi, �ma non mi pare abbiano intenzioni bellicose.�
Erano i barboni pi� barboni che avevamo visto fino a quel momento e stavano
stravaccati in mezzo alla cenere, talmente letargici e storditi che per un attimo
anche quelli seduti dritti mi parvero dei morti in piedi. Avevano i capelli e tutto
il corpo imbrattati di cenere e sporcizia e le facce talmente martoriate di bozzi e
cicatrici che mi chiesi se per caso non fossero lebbrosi. Mentre ci facevamo strada
fra di loro alcuni ebbero la forza di guardare in su, ma se anche stavano
aspettando qualcuno, quel qualcuno non eravamo noi, e subito le teste ricaddero sul
petto. L�unico in piedi era un ragazzo con un berretto da caccia coi paraorecchie,
il quale si aggirava circospetto tra gli altri che dormivano e gli frugava nelle
tasche. Quelli che si svegliavano gli davano una manata, ma tutto finiva l�. Ormai
non avevano pi� niente che valesse la pena di rubare.
Li avevamo quasi superati quando uno grid�: �Voi morirete!�.
�Cosa stai dicendo?� fece Emma fermandosi, insolente.
�Voi morirete.�
L�uomo che aveva parlato era steso su un pezzo di cartone; gli occhi ingialliti ci
sbirciavano da dietro una cortina di capelli neri. �Nessuno attraversa il ponte
senza la loro autorizzazione.�
�Invece noi stiamo per farlo. Perci�, se c�� qualcosa che dovremmo sapere, ditelo
subito.�
Il tizio soffoc� una risatina, gli altri non aprirono bocca.
Emma si volt� a guardarli. �Nessuno di voi vuole aiutarci?�
Un uomo fece per dire: �State attenti a��m ma un altro lo mise a tacere all�istante
con uno �shh�.
�Lasciali andare. Tempo un paio di giorni, e vedrai che ci porteranno quel che
resta di loro!�
Il gruppo di barboni emise un gemito di desiderio puro.
�Mamma, cosa darei per una fialetta�� disse una donna stesa accanto ai miei piedi.
�Anche per una goccia. Una goccia solamente!� cantilen� un uomo dandosi una sonora
pacca sulla coscia. �Una gocciolina del loro sughetto!�
�E basta, � una tortura!� piagnucol� un altro. �Non posso stare a sentire��
�Ma andate al diavolo� sbott� Emma. �Tocca a te, Addison l�Ardimentoso. Forza.�
Detto questo, ce ne andammo indignati.
* * *
Il ponte era stretto, arcuato al centro, e costruito con un marmo cos� chiaro che
perfino la cenere che ricopriva le strade sembrava in soggezione all�idea di
superarlo. Addison si blocc� di colpo un attimo prima che mettessimo piede sul
ponte vero e proprio. �Stop, qui sento qualcosa� disse, e noi rimanemmo l�, fermi e
agitati, mentre lui chiudeva gli occhi e alzava il naso a leggere l�aria come un
veggente legge la sua sfera di cristallo.
�Dobbiamo attraversarlo adesso� siamo troppo esposti, qui� prov� a mormorare Emma,
ma Addison, ormai, era altrove, e chiss� dove. E comunque, a me non sembrava di
avvertire proprio nessun pericolo. Non c�era nessuno, sul ponte, non c�era nessuno
di guardia alle porte della fortezza, e nemmeno sulle mura dove avrebbero dovuto
essere appostati uomini di vedetta armati di fucili e binocoli. Tolta la muraglia
bianchissima, l�unico elemento posto a difesa della cittadella sembrava essere il
fossato profondo che la circondava, sul letto del quale scorreva e ribolliva un
liquido che rilasciava nell�aria il vapore verdognolo e solforoso che ci aleggiava
intorno. Non vedevo altre vie d�accesso, se non quella rappresentata dal ponte.
�Sempre delusa?� chiesi a Emma.
�Offesa, direi. � come se non tentassero nemmeno di fermarci.�
�S�, infatti, e la cosa ammetto che mi preoccupa.�
Addison ebbe un sussulto e spalanc� gli occhi: erano illuminati, accesi.
�Che succede?� domand� Emma allarmata.
�Una traccia debolissima, ma riconoscerei l�odore di Balenciaga Wren perfino in
capo al mondo.�
�E gli altri?�
Addison annus� di nuovo. �C�erano altri come noi, insieme a lei. Ma non so dire
chi, di preciso, o quanti fossero. La traccia � poco definita. Ultimamente per di
qua sono passati diversi Speciali� e con questo non intendo loro� precis�, con
un�occhiata truce ai barboni che ci eravamo lasciati alle spalle. �La loro essenza
Speciale � debolissima, appena percettibile.�
�Allora quella donna che abbiamo messo sotto torchio diceva la verit� commentai. ��
qui che gli Spettri portano i prigionieri. I nostri amici sono l� dentro.�
Da quando li avevano catturati, il mio cuore era oppresso da un senso di
disperazione insopportabile, soffocante, per� adesso, lentamente, ricominciava a
pulsare. Per la prima volta dopo tante ore, non erano soltanto le nostre congetture
a darci nuove energie. Avevamo seguito le tracce dei nostri amici muovendoci in un
territorio ostile ed eravamo arrivati fino alla porta di casa degli Spettri. Era
gi�, di per s�, una piccola vittoria, e anche se solo per un attimo sentii che
niente sarebbe stato impossibile.
�Se � cos�, allora � veramente strano che non ci sia nessuno a montare la guardia�
disse Emma, cupa. �Non mi piace per niente.�
�Neanche a me� confermai. �Ma non vedo altro modo per arrivare di l�.�
�Io potrei comunque farcela� intervenne Addison.
�E noi ti accompagneremo� disse Emma, �finch� si pu�.�
�Lo apprezzo.� Addison adesso sembrava un po� meno ardimentoso.
Avremmo potuto attraversare il ponte di corsa in meno di un minuto. Ma che motivo
c�era di correre? mi chiesi. Dovevamo correre, mi risposi in silenzio, perch� �
come diceva quella frase di Tolkien che mi si materializz� nella testa � non si
cammina, per entrare a Mordor.
Ci avviammo a passo svelto mentre dietro di noi i barboni mormoravano e
ridacchiavano piano tra loro. Mi girai a guardarli. Erano sicuri che stessimo per
morire nel pi� atroce dei modi e si davano da fare per trovare il posto migliore da
cui godersi lo spettacolo. Gli mancavano giusto i popcorn. Sarei tornato indietro
volentieri a buttarli gi� uno per uno nel fossato schiumante.
Tempo un paio di giorni, e vedrai che ci portano quel che resta di loro. Non capivo
cosa significava, e speravo di non scoprirlo mai.
Il ponte adesso saliva. Un senso dilagante di paranoia mi faceva battere forte il
cuore: ero sicuro che da un momento all�altro ci sarebbero piombati addosso, e noi
saremmo rimasti senza alcuna via di fuga. Ero come un topo che stava correndo
dritto dentro la trappola preparata apposta per lui.
Ripassammo insieme il piano sussurrandoci i vari passaggi: introdurre Addison oltre
il cancello, ritirarsi nella baraccopoli, trovare un posto riparato dove
aspettarlo. Se non fosse tornato nel giro di tre ore, io e Emma avremmo escogitato
un modo per intrufolarci nella fortezza.
Eravamo quasi in cima al ponte quando vidi una piccola rientranza, poco pi� gi�,
che prima non si vedeva. E poi i lampioni iniziarono a parlare.
�Altol�!�
�Chi va l�!�
�Da qui non si passa!�
Ci bloccammo con il cuore in gola e gli occhi sbarrati quando capimmo che non erano
affatto lampioni, ma teste avvizzite infilzate su delle lunghe picche. Erano
orribili, con la pelle tutta tirata e grigia e le lingue penzoloni. E sotto le
teste non c�erano le gole, eppure tre di quelle avevano appena parlato. In tutto
erano otto, sistemate quattro di qua e quattro di l� sui lati del ponte.
Solo Addison non si scompose. �Non vorrete farmi credere che non avete mai visto
una testa di ponte� disse.
�Fermi l�!� ci intim� la testa alla nostra sinistra. �� pressoch� certa la morte,
per chi attraversa senza permesso!�
�Forse dovresti togliere quel pressoch� lo corresse la testa alla nostra destra.
�Altrimenti � un po� deboluccio.�
�Ce l�abbiamo il permesso� annunciai, improvvisando una bugia. �Sono uno Spettro,
porto questi due nuovi prigionieri Speciali a Caul.�
�Be�, non siamo stati avvertiti� disse infastidita la testa alla nostra sinistra.
�Ti sembrano prigionieri, Richard?� chiese quella sulla destra.
�Non saprei� rispose quella a sinistra. �I corvi mi hanno strappato gli occhi
qualche settimana fa.�
�Anche a te?� comment� quella a destra. �Che peccato.�
�Ma non � una voce che conosco� osserv� la testa a sinistra. �Il vostro nome,
signore?�
�Smith� risposi.
�Ah! Qui non abbiamo nessuno Smith!� disse la testa a destra.
�Sono appena arrivato.�
�Va bene, ci hai provato. Ma no, non credo che vi lasceremo passare.�
�E chi ci ferma?� dissi.
�Non noi, chiaramente� disse la testa sulla sinistra. �Noi diamo l�allarme e
nient�altro.�
�Diamo anche informazioni� disse la testa sulla destra. �Voi lo sapevate che sono
laureato in beni culturali e archeologici? Io non ho mai voluto fare la testa di
ponte��
�Nessuno vuole fare la testa di ponte� lo aggred� la testa di sinistra. �Non c��
bambino che da grande vorrebbe fare la stramaledetta testa di ponte, per stare qui
a dare indicazioni ogni santissimo giorno, con i corvi che ti strappano gli occhi.
Ma nella vita non sono solo rose e fiori, dico bene?�
�Andiamocene� mi sussurr� Emma. �Questi sono dei chiacchieroni, non fanno che
riempirci di frottole.�
Li lasciammo perdere e avanzammo lungo il ponte, con le teste che ci avvisavano a
turno.
�Non un altro passo!� disse la quarta.
�Da questo momento proseguite a vostro rischio e pericolo!� disse la quinta.
�Non credo che ci presteranno ascolto� disse la sesta.
�Ah, vabbe�� fece la settima. �Poi per� non prendetevela con noi.�
L�ottava testa tir� semplicemente fuori la sua linguaccia verde, e finalmente ce le
lasciammo alle spalle: eravamo arrivati in cima al ponte. Solo che, all�improvviso,
il ponte si interrompeva: al posto delle pietre si spalancava un precipizio di
almeno sei metri, e fu un vero miracolo se non caddi gi�. Emma mi afferr� al volo
mentre stavo per perdere l�equilibrio, con le braccia che mulinavano nell�aria.
�Ma non l�hanno finito, maledetti!� sibilai. Mi era venuto un gran caldo per
l�imbarazzo e per la scarica di adrenalina. E sentivo le teste che ridevano, e pi�
in l� anche i barboni.
Certo che, pensai, se ci fossimo messi a correre davvero non saremmo mai riusciti a
fermarci per tempo. Saremmo cascati gi�, e fine della storia.
�Tutto bene?� mi chiese Emma.
�Io sto bene� risposi. �Ma adesso che cosa facciamo? Come lo portiamo Addison
dall�altra parte?�
�Molto spiacevole� disse Addison, camminando avanti e indietro lungo il bordo del
precipizio. �Immagino che saltare sia fuori discussione.�
�Puoi scommetterci� gli dissi. �Il vuoto � troppo largo. Non ci riusciremmo neanche
prendendo la rincorsa. Neanche con un�asta da salto in alto.�
�Mmm� fece Emma, poi si guard� indietro. �Sai che mi hai dato un�idea? Torno
subito.�
Noi due restammo a guardarla mentre ripercorreva il ponte. Arrivata alla prima
delle teste si ferm�, impugn� la picca con entrambe le mani e diede un forte
strattone.
Il bastone si sfil� senza grosse difficolt�. Mentre la testa infilzata strillava a
pi� non posso, Emma pos� il palo a terra, poi le piazz� il piede sulla faccia e
diede un altro strattone bello forte. La testa venne via e rotol� gi� dal ponte
urlando di rabbia. Emma torn� da noi vittoriosa; poggi� un�estremit� dell�asta sul
ciglio della voragine, e poi la lasci� andare e l�asta ricadde dall�altra parte con
un clangore metallico.
�Non � proprio il London Bridge� disse pensierosa. Sette metri di lunghezza per tre
centimetri di larghezza, e un po� imbarcata al centro: sembrava pi� che altro una
di quelle aste da equilibristi del circo.
�Prendiamone altre� proposi.
Cos� corremmo avanti e indietro, a sfilare picche per poi piazzarle accanto alla
prima. Le teste sbraitavano e imprecavano e lanciavano minacce inutili. Rotol� via
anche l�ultima, e noi ci ritrovammo con un ponticello di metallo non pi� largo di
ventiquattro centimetri, pieno di filamenti viscidi, e sbatacchiato dalla stessa
brezza che faceva volare per aria la cenere.
�Per l�Inghilterra!� esclam� Addison prima di mettere con cautela una zampa sulle
aste.
�Per Miss Peregrine� dissi io imitandolo.
�Per amore degli uccelli, andiamo� aggiunse Emma prima di seguirmi.
Addison per� ci rallentava mica da ridere. Le sue zampette continuavano a slittare
tra le aste, e questo le faceva ruotare su se stesse come l�albero motore di una
macchina, provocandomi dei bruttissimi vuoti allo stomaco. Cercavo di concentrarmi
su dove appoggiare i piedi senza guardare di sotto, ma era impossibile; il fiume
ribollente era come una calamita, e mi ritrovai a chiedermi se fossimo abbastanza
in alto da morire sul colpo, in caso di caduta, o se sarei sopravvissuto per poi
morire lessato nel liquido bollente. Nel frattempo Addison aveva rinunciato del
tutto a camminare e si era messo a pancia in gi�, a strisciare sulle aste come una
lumaca. Proseguimmo in questo modo indecoroso, centimetro dopo centimetro, fino a
poco pi� della met� e a quel punto il vuoto che sentivo nello stomaco divent�
qualcosa di pi� concreto ancora: uno spasmo che ormai riconoscevo a occhi chiusi.
Vacuo. Cercai di gridare la parola, ma mi si era seccata la bocca; deglutii, e
quando finalmente riuscii a pronunciarla la sensazione che avvertivo si era
decuplicata.
�Oh, ma che splendido colpo di fortuna� disse Addison. �Dietro o davanti a noi?�
Non lo sapevo. Dovevo esaminare meglio la mia sensazione, ancora per un attimo, per
metterla a fuoco.
�Jacob! Dietro o davanti?� mi grid� Emma nell�orecchio.
Davanti. La mia bussola interiore non tentennava, ma non aveva alcun senso: ora
vedevamo bene, senza impedimenti, l�ultimo tratto del ponte che portava alle porte
della fortezza, e l� non c�era proprio nessuno. La strada era sgombra.
�Non lo so!� mi lamentai.
�E allora proseguiamo!� disse Emma.
Mancava poco, ormai; avremmo di sicuro fatto prima a raggiungere l�altro lato della
voragine che non a tornare indietro. Scacciai la paura, mi chinai a prendere in
braccio Addison e mi lanciai di corsa gi�, sulle picche scivolose, traballanti e
molto instabili. Il Vacuo era vicinissimo, avvertivo la sua presenza a un passo da
noi, e adesso riuscivo anche a sentirlo: grugniva mentre ci veniva incontro, ma io
non capivo da quale direzione. Seguii con gli occhi quel rumore fino a un punto
davanti a noi, per� pi� in basso, e finalmente vidi che sul lato interrotto del
ponte, nella pietra, erano state ricavate delle fenditure alte e strette.
L�, dove il ponte era spaccato: era l� che il Vacuo si nascondeva. Il suo corpo era
troppo grosso per potersi infilare in un�apertura, ma lo stesso non poteva certo
dirsi per le sue lingue.
Ero arrivato in fondo alle picche e avevo appena messo piede sul ponte vero e
proprio quando udii il grido di Emma. Lasciai cadere Addison e mi girai di scatto.
Lei era l� dietro di me: aveva una di quelle lingue stretta intorno alla vita e il
mostro la sbatacchiava su e gi�.
Url� il mio nome e io urlai il suo. La lingua continuava ad agitarsi fendendo
l�aria. Emma url� ancora, l�urlo pi� orrendo del mondo.
Poi un�altra lingua si abbatt� sulle picche e il nostro ponticello artigianale and�
in mille pezzi, e le aste piombarono rumorosamente di sotto come tanti fiammiferi
dalla punta metallica. E poi quella stessa lingua si sguinzagli� verso Addison, e
la terza centr� me in pieno petto.
Caddi a terra tramortito. Quando provai a respirare, la lingua mi si avvinghi� al
polso e mi scagli� per aria; a Addison aveva intrappolato le zampe posteriori. Nel
giro di un attimo ci ritrovammo tutti e tre a testa in gi�.
L�afflusso di sangue al cervello mi oscurava la vista; sentivo Addison che abbaiava
e dava morsi a quell�orribile appendice.
�Non farlo!� gli gridai, �altrimenti cadi di sotto!� Ma lui non mi diede retta.
E anche Emma aveva le mani legate; se solo avesse provato ad arrostire la lingua
del Vacuo, lui avrebbe mollato la presa e lei sarebbe precipitata.
�Parlagli, Jacob!� mi url�. �Fallo smettere!�
Mi contorsi per poter vedere le feritoie nelle quali si erano inserite le lingue. I
denti del mostro sfregavano contro la roccia, frantumandola. I suoi occhi neri e
globosi lampeggiavano voraci. E noi eravamo sospesi sull�abisso che si spalancava
pi� gi�, come tre frutti sostenuti da tre tralicci neri.
Provai a parlare la sua lingua. METTICI GI�! gridai, ma mi venne fuori in inglese.
�Riprova!� disse Addison.
Chiusi gli occhi, visualizzai nella mente il Vacuo che mi obbediva, e riprovai.
Mettici gi� sul ponte!
In inglese, ancora. Quello non era il Vacuo che conoscevo, non era il mostro con
cui avevo comunicato per ore, in silenzio, mentre era intrappolato nel ghiaccio.
Era un altro Vacuo, che mi era estraneo, e il contatto che riuscivo a stabilire era
debolissimo. Lui parve intuire che cercavo una via d�accesso al suo cervello e con
un�improvvisa frustata ci scagli� verso l�alto, come se volesse scaraventarci gi�
nella voragine. Dovevo mettermi in comunicazione con lui, dovevo riuscirci subito�
FERMO! gridai, con la gola che mi bruciava, e stavolta quello che sentii fu un
verso gutturale e rauco nella lingua dei Vacui.
Uno strattone, e ci ritrovammo fermi a mezz�aria, e per un attimo restammo l�
appesi a dondolare come panni stesi sbatacchiati dal vento. Le mie parole avevano
fatto effetto, ma non del tutto. Pi� che altro avevo confuso il mostro.
�Non riesco a respirare� gracchi� Emma. La lingua la strizzava troppo e la sua
faccia era ormai quasi viola.
Mettici gi� sul ponte, ripetei � evviva!, anche stavolta nel linguaggio dei Vacui �
e le parole mi uscirono di bocca graffiandomi a sangue la gola. Ogni volta, era
come se tossissi una manciata di chiodi.
Il Vacuo emise un versaccio, esitante. Per un attimo mi feci prendere
dall�ottimismo e pensai che mi avrebbe obbedito. Invece il mostro prese a sbattermi
convulsamente, su e gi�, su e gi�, neanche fossi una tovaglia.
Mi si sfoc� la vista, ma mi ripresi: avevo la lingua intorpidita e sentivo in bocca
il sapore del sangue.
Addison stava gridando: �Digli di metterci gi�!�. Solo che io al momento non ero in
grado di parlare.
Gii poovo, farfugliai. Tossii sputando sangue. Betici i��, dissi in inglese. Mi ero
morsicato la lingua. Betici i��
Mi zittii, riprogammai i pensieri, presi un bel respiro.
Mettici gi� sul ponte, dissi, quattro parole chiarissime nel linguaggio dei Vacui.
Le ripetei per altre tre volte, nella speranza che cos� potessero impiantarsi in un
qualche solco del suo cervello da rettile. Mettici gi� sul ponte. Mettici gi� sul
ponte. Mettici gi� sul�
Il mostro rugg� di frustrazione e con un altro improvviso sussulto mi tir� gi�, fin
davanti alle spaccature nel ponte dietro le quali era imprigionato, e rugg� ancora,
spruzzandomi la faccia di gocce scure di saliva. Poi ci riport� su tutti e tre, e
un attimo dopo stavamo ricadendo gi�.
Precipitammo nel vuoto per un istante infinito � stavolta era fatta, lo sapevo,
volavamo dritti verso il nostro tragico destino � e poi impattai con la spalla
sulla pietra dura del ponte, e come gli altri scivolai e capitombolai gi� per la
discesa.
* * *
Miracolosamente, eravamo vivi: tutti sfasciati, certo, ma non avevamo perso
conoscenza, e con braccia e gambe ancora al loro posto. Eravamo ruzzolati gi� lungo
il marmo liscio del ponte, urtando il mucchio di teste che si erano ammassate in
fondo.
�Bentornati!� disse quella pi� vicina a me. �Belle, quelle vostre grida
terrorizzate. Complimenti per i polmoni!�
�Perch� non ci avete detto che l� sotto si nascondeva un Vacuo?� sbottai. Con
cautela, mi tirai su a sedere. Sentivo male dappertutto, avevo le mani scorticate e
le ginocchia spellate e la spalla mi pulsava come se fosse lussata.
�Perch� altrimenti addio divertimento. � molto meglio l�effetto sorpresa, no?�
�Che poi vi ha fatto solo il solletico� disse un�altra. �Dell�ultimo che � passato
di qui si � mangiato le gambe!�
�E quello � stato niente� disse una testa con un cerchietto lucido come orecchino,
identico a quelli che portano i pirati. �Io una volta l�ho visto legare uno
Speciale con una corda, immergerlo nel fiume per cinque minuti, e poi l�ha tirato
su e se l�� pappato.�
�Speciale al dente� disse la testa numero tre, conquistata. �Il nostro simpaticone
� un buongustaio.�
Avevo ancora qualche problema a reggermi in piedi, ma mi precipitai da Emma e da
Addison che erano finiti a qualche metro da me.
�State bene?� chiesi.
�Ho battuto forte la testa� disse lei, e sussult� quando le spostai i capelli per
esaminare il piccolo taglio.
Addison sollev� una zampa floscia. �Temo sia rotta. Immagino non fosse possibile
domandare alla bestia di posarci a terra con un certo garbo.�
�Spiritoso� replicai. �Ma adesso che ci penso, perch� invece non gli ho chiesto di
uccidere gli Spettri e di portare in salvo i nostri amici?�
�Infatti. Me lo chiedevo anch�io� disse Emma.
�Stavo scherzando.�
�Io ero seria� replic� lei. Le tamponai la ferita con il polsino della camicia.
Emma tir� un respiro secco e mi spinse via la mano. �Cos�� successo, di preciso?�
�Credo che il Vacuo mi abbia capito, ma non sono riuscito a farmi obbedire. Con
questo non ho stabilito lo stesso contatto che ho, anzi che avevo, con l�altro.�
Il mostro era morto, travolto dal ponte e probabilmente annegato, e adesso un
pochino mi dispiaceva.
�Come avevi fatto a stabilire un contatto con il primo?� domand� Addison.
Gli raccontai velocemente di quando l�avevo trovato intrappolato nel ghiaccio fino
agli occhi e di come, dopo quella strana notte passata vicinissimo a lui, con la
mia mano sulla sua testa, fossi riuscito, o cos� mi sembrava, a scassinare un
qualche pezzo fondamentale del suo cervello.
�Ma se non hai stabilito nessun contatto con quest�ultimo� disse Addison, �per
quale assurdo motivo siamo ancora vivi?�
�� possibile che l�abbia mandato in confusione?�
�Credo sia necessario che ci ragioni su meglio� tagli� corto Emma. �Dobbiamo
portare Addison dall�altra parte.�
�Meglio? Cio� cosa dovrei fare, prendere lezioni? Quello ci uccide, se ci
avviciniamo ancora. Dovremo trovare un altro modo per arrivarci.�
�Jacob, non c�� un altro modo.� Emma si scost� dal visto la tendina di capelli
spettinati e mi punt� addosso gli occhi. �Sei tu il modo.�
Stavo obiettando con una vocetta querula quando avvertii una botta alla schiena e
balzai in piedi strillando. Una delle teste mi aveva colpito sul sedere.
�Ehi!� gridai, mentre mi massaggiavo il muscolo.
�Rimetteteci sulle nostre picche come ci avete trovati, vandali!� disse.
Le mollai un calcione con tutta la forza che avevo e quella ruzzol� via atterrando
in mezzo ai barboni. Le altre teste si misero a strepitare all�unisono, lanciandoci
maledizioni, mentre rotolavano comicamente via facendo forza sulle mascelle.
Ricambiai le gentilezze e gli scalciai contro la cenere, finch� le loro orribili
facce legnose cominciarono a sputare e a tossire tutte insieme. E poi una cosa
piccola e tonda sfrecci� nell�aria e mi becc� dritto sulla schiena con un sonoro
ciac.
Una mela marcia. Mi girai verso i barboni. �Chi � stato?�
Ridacchiavano sotto i baffi come una manica di ubriaconi.
�Tornatevene da dove siete venuti!� grid� uno.
Cominciavo a pensare che non fosse un�idea completamente sbagliata.
�Ma come osano� borbott� Addison.
�Lasciali perdere� gli dissi; la rabbia mi era gi� quasi passata. �Vediamo
piuttosto di��
�Come osate!� strill� Addison, furibondo, sollevandosi sulle zampe posteriori per
vederli meglio. �Siete Speciali, no? Non avete un po� di vergogna? Qui noi stiamo
cercando di aiutarvi!�
�Dateci una fiala o toglietevi dai piedi!� reag� una stracciona.
Addison tremava d�indignazione. �Noi siamo qui per aiutarvi� ripet�. �E invece voi,
invece voi!� mentre uccidono la nostra gente, e razziano i nostri anelli� voi ve ne
state l� a dormire davanti alla casa del nemico! Dovreste assalirla!� Punt� loro
contro la zampa ferita. �Siete tutti traditori. E verr� un giorno, statene certi,
che vi vedr� al cospetto del Concilio delle ymbryne, dove riceverete la giusta
punizione!�
�Va bene, basta cos�, non sprecare energie con questa gente� disse Emma. Si alz� in
piedi, un po� malferma sulle gambe, e un secondo dopo un cavolfiore marcio la colp�
alla spalla e and� a spiaccicarsi a terra.
Lei allora perse le staffe.
�E va bene. Qui c�� qualcuno che vuole lasciarci la faccia?� url�, agitando una
mano incandescente alla volta dei barboni.
Durante il discorso di Addison un gruppetto si era ritirato a confabulare con fare
cospiratorio, e adesso avanzava verso di noi. Stringevano in pugno delle armi
improvvisate, il ramo segato via da un albero, un pezzo di tubo. La situazione
volgeva velocemente al peggio.
�Ci avete scocciato� disse un uomo tutto pesto strascicando le parole. �Perci�
adesso vi buttiamo nel fiume.�
�S�, come no� fece Emma.
�Forse per� � meglio levare le tende� azzardai io.
Loro erano sei, noi tre, e non eravamo proprio in splendida forma: Addison
zoppicava, Emma aveva del sangue sulla faccia e io riuscivo a malapena a sollevare
il braccio destro a causa della botta alla spalla. Loro intanto avanzavano,
accerchiandoci, del tutto intenzionati a buttarci di sotto.
Emma lanci� un�occhiata al ponte dietro di s�, poi mi guard�. �E dai. Io lo so che
puoi farcela. Provaci un�altra volta.�
�Non ci riesco, Em. Non riesco. Mica sto scherzando.�
Non scherzavo affatto. Non avevo il controllo su quel Vacuo � non ancora � e ne ero
consapevole.
�Se il ragazzo dice che non riesce, sarei propenso a credergli� intervenne Addison.
�Dobbiamo trovare un altro modo per toglierci d�impaccio da qui.�
Emma era inviperita. �Ah, s�? Tipo?� chiese. Guard� lui: �Riesci a correre?�.
Guard� me: �E tu voli, per caso?�.
Erano entrambi due no. Aveva ragione lei, le nostre opzioni erano decisamente
limitate.
�In simili occasioni� disse Addison fiero, �quelli della mia specie non combattono.
Noi arringhiamo il popolo!� Si gir� verso gli uomini, e a voce alta attacc�: �Amici
Speciali, siate ragionevoli! Consentitemi di dire un paio di parole!�.
Loro non lo degnarono della bench� minima attenzione. Continuavano ad avvicinarsi
sbarrandoci la via di fuga, mentre noi arretravamo verso il ponte, con Emma che
intanto fabbricava nelle mani la palla di fuoco pi� grossa che le riuscisse di
ottenere; Addison stava sperticandosi per dire che siccome gli animali della
foresta vivono tutti in armonia, perch� non potevamo farlo anche noi? �Prendete
l�umile porcospino, e l�opossum suo vicino� sprecano forse energie nel tentativo di
gettarsi l�un l�altro dai dirupi mentre affrontano entrambi un comune nemico,
ovverosia l�inverno? Certo che no!�
�� andato via di testa� mi disse Emma. �Chiudi quella bocca e azzannali!�
Io mi guardai intorno alla ricerca di un�arma. L�unica cosa a portata di mano erano
le teste, e ne afferrai una per gli ultimi rimasugli di capelli che le restavano.
�C�� un altro modo per arrivare di l�?� le gridai in faccia. �Parla, svelta, o
finisci nel fiume!�
�Ma va� all�inferno� fece quella, si rivolt� e mi morse il polso.
La scagliai via verso gli uomini, malamente, col braccio sinistro, mancando il
bersaglio. Ne cercai subito un�altra, la afferrai e le rifeci la stessa domanda.
�Certo che s� mi rispose. �Nel sedile di dietro di un camion a sbarre! Sebbene se
fossi in voi me la giocherei ancora con quel Vacuo��
�Camion a sbarre? E che cos��? Dimmelo o ti lancio!�
�Sta per venirtene addosso uno� replic� la testa, e poi in lontananza risuonarono
tre colpi di pistola, bam bam bam, secchi e precisi, come se fossero un segnale.
Gli uomini che ci venivano addosso si bloccarono di botto e si girarono a guardare
la strada.
Seminascosta da un nuvolone di ceneri, una cosa grossa e squadrata avanzava
scoppiettando verso di noi. Si ud� il frastuono di un motore di grossa cilindrata
che scalava le marce, e dalla nebbia emerse una camionetta. Era un veicolo moderno
tipo quelli dell�esercito, una specie di autoblindo, con delle ruote gigantesche.
Il retro era un cubotto aperto, e sulle fiancate stavano in piedi due Spettri
armati di mitragliatrice con addosso i giubbotti antiproiettile.
Vedendola, i barboni furono presi da una specie di foga e cominciarono a ridere e a
gridare di gioia, agitando le braccia e battendo le mani come dei poveri
sopravvissuti a un naufragio che mandano segnali a un aereo; e in un istante
brevissimo si erano gi� dimenticati di noi. Era la nostra occasione, e non
l�avremmo sprecata. Gettai via la testa, mi piazzai Addison contro la spalla
sinistra, e con un balzo io e Emma ci togliemmo dalla strada. Potevamo filare via,
allontanarci da Smoking Street e riparare in una zona pi� sicura di Devil�s Acre,
ma il nostro nemico era qui, alla fine, in carne e ossa, e qualunque cosa stesse
succedendo o fosse sul punto di succedere era di sicuro importante. Ci accucciammo
dietro un mucchio di alberi carbonizzati e restammo a guardare.
La camionetta rallent� e i barboni le sciamarono intorno come cagnolini.
Mendicavano � �una fiala�, dicevano, o �una souly, un po� di ambrosia, solo un
goccio, solo un sorso, per favore, signore� � disgustosamente succubi di quei
macellai, palpeggiando i vestiti e gli scarponi chiodati dei soldati che per tutta
risposta li riempivano di calci. Ero sicuro che gli Spettri avrebbero cominciato a
sparare, o che in alternativa avrebbero dato gas al motore per fare piazza pulita
di quei poveri matti che ostruivano la strada in direzione del ponte. Ma invece la
camionetta si ferm� e gli Spettri iniziarono a gridare ordini. �Tutti in fila,
laggi�. Niente schiamazzi, o non avrete nulla!� Gli altri obbedirono e si disposero
l�uno dietro l�altro, come una massa di poveri in fila per il pane, a orecchie
basse, tutti frementi per quello che stavano per ricevere.
Senza preavviso, Addison prese ad agitarsi per scendere. Gli chiesi che diavolo gli
passava per la testa, ma lui continuava solo a mugolare e ad agitarsi di pi�, con
in faccia un�espressione angosciata come se avesse appena fiutato una pista sicura.
Emma gli cacci� gi� la testa, ma lui la ricacci� fuori quanto bastava per dire: ��
lei, � lei� � Miss Wren�, e io capii che il camion con le sbarre era in realt� una
camionetta per il trasporto dei prigionieri e che nel vano posteriore di quel
veicolo enorme gli Spettri avevano caricato quasi sicuramente degli esseri umani.
Poi Addison mi diede un morso. Cacciai un urlo e lo mollai a terra, e il secondo
dopo lui scatt� via. Emma imprec�, io dissi: �Addison, no!�. Ma a che serviva? Era
il suo istinto: il riflesso insopprimibile di un cane fedele che cerca di
proteggere il padrone. Mi gettai su di lui e lo mancai � era veramente veloce, per
essere rimasto con tre zampe � e poi Emma mi aiut� ad alzarmi e gli corremmo
dietro, uscendo allo scoperto.
Ci fu un attimo, un millesimo di secondo, in cui pensai che l�avremmo acciuffato,
che i soldati fossero troppo occupati per accorgersi di noi, e lo stesso valeva per
gli altri, tutti presi com�erano dalle loro smanie. E sarebbe potuto succedere, se
non che Emma a met� percorso cambi� idea, e questo accadde quando sbirci� i
portelloni sul retro della camionetta. Portelloni con serrature che si possono
liquefare, portelloni che possono essere aperti: ecco quali furono i suoi pensieri,
capii vedendole il viso accendersi di speranza, e allora Emma super� Addison senza
neanche tentare di acciuffarlo e si arrampic� sul paraurti.
Partirono grida dalle guardie. Io agguantai Addison, ma mi scivol� via di mano e
fin� sotto il camion. Emma stava per sciogliere la prima maniglia quando una
guardia la colp� con la mitragliatrice che teneva in mano come fosse una mazza da
baseball. La becc� sul fianco, e lei cadde a terra; io mi avventai prontissimo per
fargli pi� male che potevo con il mio braccio buono, e poi qualcuno mi fece lo
sgambetto: crollai dritto sulla spalla malconcia, e una fitta di dolore mi devast�.
Alzai gli occhi al grido della guardia: era l� disarmata, che si teneva una mano
ferita, e poi la vidi andarsene saltellando e sparire inghiottita dal vortice dei
corpi. I barboni gli brulicavano intorno ma ormai non chiedevano pi�, pretendevano,
lo minacciavano come se fossero impazziti� e adesso, tutto d�un tratto, uno di loro
imbracciava la sua mitragliatrice. Panico sul volto della guardia; che prese a
sbracciarsi in direzione dell�altro Spettro, le mani tese sopra la testa nel
tentativo di dire tirami fuori di qui!
Mi rizzai in piedi e corsi da Emma. L�altra guardia si tuff� nella folla, spar� in
aria, e alla fine lui e il suo compare tornarono di fretta alla camionetta.
Arrampicarsi sulla fiancata, chiudere con un botto le portiere e dare gas fu un
tutt�uno; io raggiunsi Emma mentre il camion puntava verso il ponte, con quelle sue
ruote gigantesche che sparavano in aria cenere e ghiaia.
Le afferrai il braccio per assicurarmi che fosse intera. �Sanguini� dissi,
�parecchio�, che era un�inutile constatazione dei fatti, ma anche il modo migliore
che avevo per dire quanto mi facesse male vederla cos�: Emma zoppicava, e dal
taglio profondo che aveva in testa usciva molto sangue che le imbrattava i capelli.
�Addison dov��?� chiese. Ma prima che dalla bocca mi uscisse: �Non lo so�, lei
stava gi� dicendo: �Dobbiamo seguirli. Potrebbe essere la nostra unica occasione!�.
Guardammo la camionetta che si avvicinava al ponte: una delle guardie stava
colpendo due barboni recidivi con il calcio dell�arma. E mentre li vedevo cadere,
contorcendosi a terra, capii che Emma si sbagliava: non c�era modo di seguirli, n�
di attraversare il ponte. Non c�era assolutamente nessun modo, e adesso anche i
barboni lo sapevano. Capii anche, mentre i loro compagni cadevano, che la
disperazione di quella marmaglia stava trasformandosi in rabbia; tempo un soffio, e
quella rabbia la rivolsero contro di noi.
Provammo a scappare ma ci avevano circondati. La folla urlava che avevamo �rovinato
tutto�, e �adesso s� che siamo davvero isolati�, e ci urlava che meritavamo di
morire. Ci piovvero addosso le botte: sberle, pugni, mani che ci strappavano i
capelli e i vestiti. Cercavo di proteggere Emma, ma mi ritrovai con lei che
proteggeva me, almeno per i pochi attimi in cui riusc� a sbracciarsi menando colpi
e scottando chiunque le capitasse a tiro. Ma nemmeno il suo fuoco bastava a
scacciarli; continuavano a picchiarci e alla fine ci ritrovammo in ginocchio, poi a
terra, le mani sulla testa, pi� morti che vivi.
Perch� stavo per morire, lo sapevo. O forse stavo sognando, perch� in quel momento
udii qualcuno che cantava� era un coro, voci forti e vigorose che dicevano: �Udite
udite: i martelli che picchiano, udite udite: i chiodi si conficcano!� � solo che
alle parole si mischiavano dei tonfi sordi e degli strepiti: �Costruire la forca �
un vero (BAM!), la fine giusta per il (TONC!)�.
Dopo pochi versi e pochi tonc la gragnuola si interruppe e la massa di corpi si
allontan�, i barboni se ne andarono lentamente, guardinghi, borbottando. Riuscii a
scorgere, al di l� del misto di sangue e terra che avevo sugli occhi, cinque
muscolosi operai, di quelli addetti alla sistemazione delle forche, con la cintura
per gli attrezzi in vita e i martelli alzati in aria. Si erano aperti un passaggio
tra la calca e adesso ci stavano intorno in cerchio, guardavano gi� verso di noi
con aria perplessa, come se fossimo una strana specie di pesci che non si erano
aspettati di trovare nella loro rete.
�Sono questi?� disse uno. �Non sono mica messi bene, cugino.�
�Certo che sono loro!� disse un�altra voce bassa, compatta come una sirena da
nebbia, una voce che conoscevo.
�� Sharon!� grid� Emma.
Riuscii a muovere una mano quel tanto che bastava per pulirmi via il sangue da un
occhio. Sharon era l�, in tutti i suoi due metri e dieci di altezza, col suo
mantello nero. Sentii che ridevo, o almeno che cercavo di farlo; non ero mai stato
cos� felice di vedere una persona tanto molesta. Stava togliendosi di tasca
qualcosa � delle fialette di vetro �, poi le sollev� sopra la testa e url�: �HO QUI
QUELLO CHE VOLETE, SCIMMIETTE MALATE! ANDATE A PRENDERLO E LASCIATE IN PACE QUESTI
RAGAZZI!�.
Si volt� e lanci� le fiale sulla strada. La marea di corpi si mosse all�istante,
gridavano, rantolavano, si strattonavano per arrivare primi. E perci� rimasero l�
solo gli operai, che non sembravano proprio reduci da una zuffa e stavano
risistemandosi i martelli nelle cinture. E poi vidi Sharon che veniva a grandi
passi verso di noi, con la mano pallida che ci indicava. �Ma cosa volevate fare?
Andarvene in giro cos�! Ero maledettamente preoccupato!� disse.
�� vero� disse uno degli operai. �Era fuori di s�. Vi abbiamo cercato in lungo e in
largo.�
Tentai di mettermi seduto, inutilmente. Sharon torreggiava su di noi, esaminandoci
come se fossimo animaletti che erano appena stati investiti su un�autostrada.
�Siete tutti interi? Ce la fate a camminare? Cosa diavolo vi hanno fatto queste
canaglie?� Il tono era da sergente istruttore infuriato e al contempo anche da
padre amorevole.
Sentii che Emma diceva: �Jacob � ferito�, e la voce le si incrin�. �Sei ferita
anche tu� provai ad aggiungere di rimando, ma la lingua non obbediva. Aveva ragione
lei, a quanto pareva: la testa mi pesava come se fosse un sasso enorme e ci vedevo
un secondo s�, il secondo dopo no, a lampi come quando il segnale satellitare della
tiv� � debole e fa i capricci. Sentii che mi sollevavano, che le braccia di Sharon
mi tenevano � era molto pi� forte di quanto desse a vedere � e un pensiero mi
attravers� la mente all�improvviso.
Dov�� Addison? cercai di dire.
Avevo la bocca impastata ma non so come lui mi cap�, mi gir� la testa verso il
ponte e disse: �Laggi�.
Vista da l�, la camionetta sembrava fluttuare a mezz�aria. La botta che avevo preso
mi stava giocando un brutto tiro?
Niente affatto. Adesso lo vedevo bene: il camion era per aria, sorretto dalle
lingue del Vacuo al di sopra del dirupo.
Ma Addison dov��?
�Laggi� ripet� Sharon. �L� sotto.�
Da sotto la camionetta penzolavano due zampette e un piccolo corpo marrone. Addison
si era aggrappato in qualche modo coi denti al telaio e si era fatto dare un
passaggio. E bravo ragazzo! E quando le lingue depositarono il veicolo dall�altra
parte del ponte, col pensiero gli dissi: Buona fortuna, ardimentoso cagnolino.
Potresti essere la nostra speranza pi� grande.
E poi svenni: con il mondo che diventava notte tra i colori dell�arcobaleno.

4.

Sogni agitati, sogni in lingue strampalate e sconosciute, sogni che avevano il


sapore di casa, sogni che avevano il sapore della morte. Strani frammenti privi di
senso si srotolavano interrotti da bagliori di lucidit�, caotici e inaffidabili,
invenzioni del mio cervello traumatizzato. Una donna senza faccia che mi soffiava
della polvere negli occhi. La sensazione di trovarmi immerso nell�acqua calda. La
voce di Emma che mi ripeteva di stare tranquillo, che andava tutto bene, loro erano
amici, noi eravamo al sicuro. Poi un buio assoluto e senza sogni per non so quante
ore.
Quando mi risvegliai, non stavo sognando e lo sapevo. Ero a letto sotto le coperte
in una stanzetta. Dalle tende alla finestra filtrava un po� di luce. Quindi era
giorno. Ma che giorno era?
Avevo addosso una camicia da notte, non pi� i miei vecchi vestiti, e negli occhi
non sentivo pi� la sabbia. Qualcuno si era preso cura di me. E ancora: ero stanco
morto, ma il dolore era diminuito tantissimo. La spalla non mi faceva pi� male, e
nemmeno la testa. Non capivo bene cosa significasse.
Provai a mettermi seduto. Dovetti fermarmi a met� movimento e appoggiarmi sui
gomiti. C�era una brocca di vetro piena d�acqua su un comodino accanto al letto, e
in un angolo della stanza un mastodontico armadio di legno. Nell�altro � strizzai
gli occhi e me li stropicciai, giusto per essere sicuro, e s�: c�era un uomo
addormentato su una poltrona. Pensavo talmente al rallentatore che non mi spaventai
nemmeno; nella mia testa mi dissi soltanto: Guarda che strano. E infatti l�uomo era
strano davvero: aveva un aspetto talmente bizzarro che ci misi un attimo a capire
cosa stavo guardando. Il corpo sembrava formato da met� diverse: per met� i capelli
erano appiccicati alla testa, per l�altra met� erano tutti per aria; su met� faccia
portava la barba incolta, l�altra met� era rasata alla perfezione. Anche i vestiti
(pantaloni, una maglia sgualcita, una gorgiera pieghettata) erano per met� moderni
e per met� arcaici, obsoleti.
�Salve?� dissi titubante.
Lui cacci� un urlo, cos� spaventato che cadde gi� dalla poltrona precipitando a
terra con un tonfo. �Oh, santo cielo! Oh, mamma mia!� Riguadagn� il posto sulla
poltrona, gli occhi sbarrati e le mani in movimento. �Ti sei svegliato!�
�Mi scusi, non volevo spaventarla��
�Ah. No. � tutta colpa mia� disse lui lisciandosi i vestiti e raddrizzandosi il
colletto. �Per favore, non dire a nessuno che mi sono addormentato mentre ti
vegliavo!�
�Lei chi �?� gli chiesi. �E dove sono?� La nebbia che mi occupava il cervello si
stava diradando rapidamente, lasciando subito il posto a una selva di domande. �E
dov�� Emma?�
�Giusto, giusto!� fece lui; era veramente agitato. �Potrei non essere il membro pi�
indicato della casa per rispondere alle tue� domande��
Sussurr� la parola, gli occhi sempre pi� spalancati, come se fare domande fosse una
cosa proibita. �Ma!� aggiunse; e mi indic�: �Tu sei Jacob�. Indic� se stesso: �Io
sono Nim�. Disegn� uno svolazzo nell�aria con la mano. �E questa � la casa del
signor Bentham. Che non vede l�ora di conoscerti. Infatti, avrei dovuto informarlo
non appena ti fossi svegliato.�
Feci forza sui gomiti per tirarmi su dal letto, uno sforzo che per poco mi lasci�
senza fiato. �Non mi interessano queste cose, io voglio vedere Emma.�
�Naturale! La tua amica��
Mosse su e gi� le mani come se fossero delle piccole ali, mentre gli occhi
saettavano da un lato all�altro della stanza come se sperasse di trovare Emma l�,
acquattata in un angolo.

�Voglio vederla. Adesso!�


�Io mi chiamo Nim!� squitt� lui. �E avrei dovuto comunicargli� s�, come da precise
istruzioni��
Un pensiero agghiacciante mi balen� in mente: Sharon, da mercenario qual era, ci
aveva salvati da quella folla inferocita solo per venderci come pezzi di ricambio.
�EMMA!� riuscii a gridare. �DOVE SEI?�
Nim mi guard� fisso, poi si accasci� sulla poltrona � l�avevo spaventato a morte,
pensai.
Un attimo dopo arriv� un rumore di passi nel corridoio, poi un uomo con un camice
bianco piomb� nella stanza. �Ti sei svegliato!� esclam�. L�unica cosa che mi venne
in mente era che fosse un dottore.
�Voglio vedere Emma!� ripresi. Cercai di muovere le gambe per scendere dal letto,
ma erano rigide, due pezzi di legno.
Il dottore si precipit� su di me e mi spinse con energia sotto le coperte. �Niente
sforzi! Non sei ancora guarito.�
Dopo di che ordin� a Nim di andare a chiamare il signor Bentham, e quello corse
fuori dalla stanza dando una zuccata sullo stipite prima di fiondarsi lungo il
corridoio.
E poi Emma era l�, sulla porta, col fiato corto e raggiante, i capelli sciolti e un
vestito bianco pulito.
�Jacob?�
Mi bast� vederla per sentire che le forze ritornavano. Mi misi a sedere e spinsi
via il dottore.
�Emma!�
�Sei sveglio!� disse lei correndo da me.
�Facciamo attenzione che � cagionevole!� la ammon� il dottore.
Emma si blocc�, mi strinse in un abbraccio molto delicato, e poi si sedette sul
bordo del letto accanto a me. �Mi dispiace, non ero qui quando ti sei svegliato.
Dicevano che ci sarebbero volute ancora delle ore��
�Non importa� dissi. �Ma dove siamo? Da quanto tempo siamo qui?�
Emma lanci� un�occhiata al dottore: l�uomo stava scrivendo su un quadernetto, ma
era chiaro che ci ascoltava. Gli volt� le spalle e abbass� la voce: �Siamo nella
casa di un ricco signore, a Devil�s Acre. Un posto nascosto da qualche parte. Ci ha
portati qui Sharon un giorno e mezzo fa�.
�Nient�altro?� le dissi. Le scrutai il volto. Aveva la pelle liscia, al posto dei
tagli si vedevano soltanto delle sottilissime righe chiare. �Tu sembri gi� guarita!

�Era solo qualche graffio, e poi due o tre lividi��
�Non � vero� replicai. �Me lo ricordo cos�� successo laggi�.�
�Ti sei rotto una costola e avevi una spalla lussata� intervenne il dottore.
�C�� una donna, qui� disse Emma. �Una guaritrice. Il suo corpo produce una polvere
molto potente��
�E anche una commozione cerebrale acuta� aggiunse il dottore. �Niente che alla fine
non siamo riusciti a trattare. Ma tu, ragazzo, eri pi� morto che vivo quando sei
arrivato qui.�
Mi toccai il petto, lo stomaco, tutte le parti dove mi avevano malmenato. Non
sentivo dolore. Sollevai il braccio destro e ruotai la spalla. Funzionava tutto.
�Mi sento come se mi avessero messo un braccio nuovo� dissi stupito.
�Per fortuna che non avevi bisogno di una testa nuova� s�inser� un�altra voce.
Sharon: lo vidi chinare la testa per riuscire a passare sotto la porta. �In realt�,
� un peccato che non te l�abbiano messa, una testa nuova, perch� a quanto pare
quella che hai � piena di segatura. Sparire cos�, scappare via senza una parola� e
dire che vi avevo messo in guardia su questo posto! Si pu� sapere cosa vi diceva il
cervello?� Torreggiava su Emma e su di me, e ci agitava contro il suo lungo dito
pallido.
Gli sorrisi. �Salve, Sharon. � davvero bello rivederla.�
�S�, s�, ridi pure. Sorride, lui, adesso che tutto � a posto. Ma guarda che l�
fuori per poco non vi facevate ammazzare!�
�Siamo stati fortunati� ammise Emma.
�S�, certo� fortunati che ci fossi io! Fortunati che i miei cugini fossero liberi
l�altra sera e che sia riuscito a recuperarli prima che si scolassero una birra di
troppo al Cradle and Coffin! E comunque, non lavorano certo gratis. Metter� il loro
compenso sul vostro conto, da aggiungere a quanto gi� mi dovete per la barca!�
�Va bene, va bene!� dissi. �Adesso si calmi, okay?�
�Cos�� che vi diceva il cervello?� ripet� Sharon, e il suo alito fetido ci cal�
addosso come una nuvola.
E a quel punto mi venne in mente quello che mi diceva il cervello, qualcosa che
avevo pensato in quel momento e poi mi era sfuggita. �Che lei � un mascalzone e che
di lei non ci si pu� fidare, ecco cosa mi diceva il cervello!� mi infiammai. �Che a
lei interessano solo i soldi, e che probabilmente ci avrebbe venduti come schiavi
alla prima occasione buona! S� dissi, �l�abbiamo visto, sa? Sappiamo tutto dei
traffici loschi che voi Speciali fate da queste parti, e se ha pensato anche solo
per un secondo che noi crediamo che lei� e indicai Sharon �o chiunque di questi� e
indicai il dottore �ci stiate aiutando per puro spirito di solidariet�, be�, si
sbaglia di grosso! Quindi: ci dica cosa vuole da noi o ci lasci andare, perch� noi
abbiamo� noi abbiamo��
Mi venne addosso un�improvvisa, devastante ondata di stanchezza e mi si offusc� la
vista.
�Cose pi� importanti da��
Scrollai la testa, cercai di resistere, ma la stanza aveva cominciato a girare.
Emma mi teneva per un braccio e il dottore mi fece delicatamente riappoggiare sul
cuscino. �Noi vi aiutiamo su ordine del signor Bentham� rispose secco. �Se lui
vuole qualcosa da voi, be�, questo dovrete chiederglielo di persona.�
�Ripeto, anche questo signor come-si-chiama pu� andare a quel pff��
Emma mi mise una mano sulla bocca. �Al momento Jacob non si sente troppo bene� si
scus� con gli altri. �Sono sicura che intendeva ringraziarvi per averci salvati.
Siamo in debito con voi.�
�Anche quello, s� biascicai da dietro le sue dita.
Ero arrabbiato e spaventato, ma anche assolutamente felice di essere vivo, e di
vedere che Emma era tutta intera e guarita. Quando mi concentrai su questo
pensiero, tutta la mia ostilit� si dissolse e mi ritrovai colmo di una sincera
gratitudine. Chiusi gli occhi e la stanza smise di girare, quindi restai ad
ascoltarli mentre, a voce molto bassa, parlavano di me.
�Ha un problema� disse il dottore. �Non possiamo permettere che incontri il signor
Bentham in queste condizioni.�
�� confuso� disse Sharon. �Se io e la ragazza potessimo parlargli in privato, sono
sicuro che riusciremmo a farlo riprendere. � possibile rimanere soli con lui?�
Il dottore lasci� la stanza di malavoglia. Quando se ne fu andato, aprii gli occhi
di nuovo e mi concentrai su Emma, che era ancora accanto a me e mi stava guardando.
�Dov�� Addison?� le chiesi.
�Ha attraversato il ponte� rispose.
�Giusto� dissi, questo me lo ricordavo. �Hai notizie di lui? � gi� tornato?�
�No� rispose Emma piano. �Non ancora.�
Pensai a cosa potevano significare quelle parole, a cosa poteva essergli successo,
ma era un pensiero insopportabile. �Avevamo promesso di seguirlo� dissi. �Se ci �
riuscito lui, possiamo riuscirci anche noi.�
�C�� da considerare che il Vacuo del ponte potrebbe non aver fatto troppo caso a un
cane� si intromise Sharon, �invece a voi farebbe la pelle e vi butterebbe dritti
nel fiume bollente.�
�Vada via� gli dissi. �Voglio stare da solo con Emma.�
�Perch�? Per scappare dalla finestra e sparire un�altra volta?�
�Non andiamo da nessuna parte� ribatt� lei. �Jacob non riesce neanche a scendere
dal letto.�
Ma Sharon non si lasci� convincere. �Vado l� nell�angolo e non vi disturbo� disse.
�� l�offerta migliore che posso farvi.� Cos� fece: si appollai� sull�unico
bracciolo della poltrona di Nim e si mise a fischiettare mentre si puliva le
unghie.
Emma mi aiut� a mettermi seduto, e poi fronte contro fronte iniziammo a parlare
sottovoce. Per un attimo quella vicinanza mi turb�, cancellando le mille domande
che mi riempivano la testa: c�era solo la sua mano che mi sfiorava la faccia e mi
accarezzava le guance e la bocca.
�Mi hai spaventata da morire� disse. �Credevo sul serio di averti perso.�
�Sto bene� risposi. Ero stato tutt�altro che bene, ma mi metteva a disagio che si
preoccupasse per me.
�Prima no, per�. Proprio per niente, sai? Dovresti chiedere scusa al dottore.�
�Lo so, ero fuori di me. E mi dispiace di averti spaventata.�
Lei annu� e distolse lo sguardo. I suoi occhi indugiarono per un attimo sulla
parete, e quando tornarono sui miei vidi balenare una durezza nuova.
�Mi piace pensare di essere forte� disse. �E che se in questo momento sono qui,
libera, al posto di Bronwyn, o di Millard, o di Enoch, � perch� sono abbastanza
forte da permettere che siano gli altri ad appoggiarsi a me. Sono sempre stata cos�
quella capace di sopportare qualunque cosa. Come se dentro di me ci fosse un
sensore del dolore e fosse disattivato. So tenere a distanza le brutture e andare
avanti, fare quello che va fatto.� La sua mano trov� la mia sopra le coperte. Le
nostre dita si intrecciarono d�istinto. �Ma quando penso a te� a come stavi quando
ti hanno sbattuto a terra, dopo che quella gente��
Le sfugg� un sospiro incerto e scosse la testa, come per allontanare il ricordo.
�Io crollo. Ecco.�
�Vale lo stesso per me� le dissi, al ricordo del dolore che avevo sentito ogni
volta che l�avevo vista ferita, del terrore che mi aveva preso tutte le volte che
era stata in pericolo. �Vale lo stesso per me.� Le strinsi la mano e cercai altre
parole da aggiungere, ma lei mi anticip�.
�Devi farmi una promessa.�
�Quello che vuoi� risposi.
�Non devi morire. Ho bisogno che non muori.�
Abbozzai un sorriso, ma lei non ricambi�. �Non puoi morire� ripet�. �Se perdo te,
tutto il resto non conta pi� nulla.�
La abbracciai e la strinsi forte. �Far� del mio meglio.�
�Non � abbastanza� sussurr�. �Devi prometterlo.�
�Va bene, non morir�.�
�Di�: �Lo prometto�.�
�Lo prometto. Dillo anche tu.�
�Promesso.�
�Ah� fece Sharon dal suo angolo con un�aria da niente. �Le dolci bugie degli
innamorati...�
Ci separammo all�istante. �Aveva detto che non avrebbe ascoltato!� sbottai.
�L�avete tirata abbastanza per le lunghe� ribatt� lui, e trascin� rumorosamente la
poltrona sul pavimento per venirsi a piazzare accanto al letto. �Abbiamo cose
importanti di cui parlare. Vale a dire, le scuse che mi dovete.�
�E per cosa?� gli chiesi, infastidito.
�Per aver messo in discussione il mio ruolo e la mia reputazione.�
�Era la pura e semplice verit� dissi. �Questo anello � pieno di farabutti e gente
viscida. E lei � una persona poco raccomandabile, fissata con i soldi.�
�Che non prova nessuna piet� per le condizioni terribili in cui vivono i suoi
simili� aggiunse Emma. �Comunque grazie, di nuovo, per averci salvati.�
�Da queste parti si impara a pensare innanzitutto a se stessi� disse Sharon.
�Ognuno ha la sua storia, la sua terribile storia. Ognuno vuole qualcosa da te, e
quasi tutti raccontano una marea di bugie. Perci� s�, sono orientato solo su me
stesso per ricavarci sempre qualcosa, e non chiedo scusa per questo. Ma mi disturba
assai che insinuiate che avrei traffici di non so che tipo con gente che commercia
carne Speciale. Il fatto che sia un sostenitore del capitalismo non implica che io
sia un bastardo senza cuore.�
�E noi come facevamo a saperlo?� replicai. �L� sul molo abbiamo dovuto supplicarla
e contrattare, altrimenti ci avrebbe abbandonati, non se lo ricorda?�
Sharon si strinse nelle spalle. �Solo perch� ancora non avevo capito chi sei.�
Guardai Emma, poi indicai me stesso. �Chi sono io? E cio�?�
�S�, chi sei tu, ragazzo. � da molto tempo che il signor Bentham aspetta di
parlarti. Dal giorno stesso in cui ho iniziato la mia attivit� di barcaiolo, ovvero
una quarantina di anni fa. Bentham ha fatto s� che potessi entrare e uscire in
sicurezza da Devil�s Acre; in cambio, gli ho dovuto promettere che avrei tenuto gli
occhi aperti per trovarti, e che ti avrei portato da lui. Ho mantenuto la parola, e
finalmente eccoti qui.�
�Mi sa che mi ha confuso con qualcun altro� dissi. �Io non sono nessuno.�
�Diceva che saresti stato in grado di parlare agli Spiriti Vacui. Conosci altri
Speciali che ne sono capaci?�
�Ma lui ha solo sedici anni� intervenne Emma. �Sedici veramente. Quindi com�腻
�� per questo che mi ci � voluto un po� per collegare le cose� rispose Sharon. �Mi
� toccato andare direttamente da Bentham, infatti ero da lui quando voi due siete
scappati via. Il fatto � che tu non corrispondi alla descrizione. Per tutti questi
anni mi aspettavo di incontrare un vecchio.�
�Un vecchio� ripetei.
�Esatto.�
�Che parla con i Vacui.�
�� quello che ho detto.�
Emma mi strinse pi� forte la mano e ci scambiammo un�occhiata � no, era impossibile
�, poi io di scatto tirai le gambe fuori dal letto, pervaso da nuova energia.
�Voglio parlare con questo Bentham. Adesso.�
�Ti ricever� quando sar� pronto� disse Sharon.
�Ho detto adesso� ribadii.
Neanche a farlo apposta, proprio in quel momento qualcuno buss� alla porta. Sharon
and� ad aprire e trov� Nim sulla soglia. �Il signor Bentham incontrer� i nostri
ospiti per un t�, fra un�ora� annunci�, �nella sala della biblioteca.�
�Non abbiamo un�ora� ribattei. �Abbiamo gi� perso fin troppo tempo.�
A quelle parole Nim arross� un pochino e gonfi� le guance. �Perso?� disse.
�Jacob� intervenne Emma �intendeva dire che abbiamo un altro appuntamento urgente
qui a Devil�s Acre, e siamo gi� in ritardo.�
�Il signor Bentham insiste per incontrarvi con tutti i crismi� disse Nim. �Come
ripete sempre: il giorno in cui vengono meno le buone maniere, abbiamo gi� perso la
partita. E a tal proposito, devo assicurarmi che siate vestiti in maniera
appropriata.� And� all�armadio e spalanc� le massicce ante. Dentro c�erano
parecchie file di vestiti. �Potete scegliere quello che vi piace.�
Emma tir� fuori un vestitino di pizzo e fece una smorfia. �C�� qualcosa di
sbagliato� disse. �Noi che ce ne stiamo qui a giocare, a cambiarci d�abito e a
sorseggiare t�, e i nostri amici e le nostre ymbryne intanto sono costretti a
sopportare chiss� cosa.�
�� per loro che lo facciamo� replicai. �Dobbiamo stare al gioco finch� Bentham non
ci ha detto quello che sa. Potrebbe essere importante.�
�O magari � solo un vecchio che si sente solo.�
�Non si parla del signor Bentham in questi termini� scatt� Nim, il volto serio e
corrugato. �Il signor Bentham � un santo, un gigante fra gli uomini!�
�Calmatevi, forza� intervenne Sharon. And� alla finestra e apr� le tende, e il
giorno sgocciol� nella stanza con un�impalpabile luce verdina. �Forza e coraggio!�
ci disse. �Voi due avete un appuntamento.�
Scostai le coperte e Emma mi aiut� ad alzarmi. Non me l�aspettavo, ma le gambe
reggevano il mio peso senza problemi. Oltre la finestra vidi la strada deserta
avvolta dalla solita nebbia gialla, e poi, con Emma che mi teneva sottobraccio,
raggiunsi l�armadio per prendere un cambio di vestiti. Attaccato a una gruccia
c�era un cartellino con su scritto il mio nome.
�Possiamo per favore avere un po� di privacy, mentre ci cambiamo?� chiesi.
Sharon guard� Nim e alz� le spalle. Nim sventol� le mani in quel suo modo tipico e
disse: �Non sarebbe opportuno!�.
�Su, su, va tutto bene� ribatt� Sharon sbrigativo. �Ma niente cosucce strane,
d�accordo?� disse a noi.
Emma avvamp�. �Non capisco di cosa parla.�
�Certo, certo.� Sharon mand� fuori Nim, si ferm� sulla soglia e aggiunse: �Mi fido
di voi. Non scapperete un�altra volta, vero?�.
�E perch� dovremmo?� ribattei. �Noi vogliamo conoscerlo, il signor Bentham.�
�Non andremo da nessuna parte� ribad� Emma. �Ma lei� aggiunse, �perch� � ancora
qui?�
�Il signor Bentham mi ha chiesto di tenervi d�occhio.�
Mi domandai se significava che ci avrebbe fermati nel caso avessimo tentato di
fuggire.
�Dev�essere bello grosso, il favore che gli deve� commentai.
�Enorme� ribatt� lui. �Devo la vita a quell�uomo.� Si pieg� fin quasi a toccare
terra e scivol� fuori nel corridoio.
* * *
�Tu ti cambi di l� disse Emma indicando con un cenno un piccolo bagno comunicante
con la camera, �io mi cambio qui. E non sbirciare finch� non ho finito!�
�Okaaay� dissi, fingendomi fin troppo deluso per evitare che si accorgesse che lo
ero davvero. Vedere Emma seminuda era una prospettiva affascinante; e se era vero
che tutti i pericoli e le minacce che avevamo affrontato negli ultimi tempi avevano
come congelato la sezione adolescente del mio cervello, era anche vero che altri
due o tre baci come si deve sarebbero bastati per risvegliare i miei istinti
primari.
Ma comunque.
Mi chiusi in bagno � che era tutto un luccicare di ceramiche bianche e spessi tubi
di ferro � e mi sporsi sul lavandino per esaminarmi da vicino nello specchio con la
cornice d�argento.
Ero messo male.
Avevo il volto gonfio e segnato da graffi arrossati, che stavano guarendo in fretta
ma che per il momento erano l�, a ricordarmi le botte che avevo preso. Anche il
petto era tutta una geografia di lividi: non mi facevano male, ma non erano un
bello spettacolo. L�orecchio era incrostato di sangue secco: per poco non svenni,
al vederlo, e dovetti aggrapparmi al lavandino per non cadere. All�improvviso mi
torn� in mente un�immagine: pugni e pedate che si abbattevano su di me, e il
terreno che si avvicinava alla velocit� della luce.
Mai nessuno, prima di quel momento, aveva tentato di ammazzarmi a mani nude. Era
una cosa nuova, molto diversa dal trovarsi braccato dagli Spettri, che se non altro
agivano per istinto. Diversa anche rispetto a quando ti sparano addosso: le
pallottole sono un mezzo veloce, impersonale per uccidere qualcuno. Invece usare le
mani richiede del tempo. E una grande riserva d�odio. Era strano e molto triste
pensare che quell�odio era stato convogliato su di me. Quegli Speciali che non
conoscevano nemmeno il mio nome, in un momento di follia collettiva mi avevano
odiato al punto di cercare di strapparmi la vita a forza di percosse. Mi sentivo
oltraggiato, disumanizzato in un certo senso, anche se non capivo bene perch�. Era
una cosa con la quale avrei dovuto fare i conti, se mai un giorno fossi stato cos�
fortunato da avere il tempo di fare i conti con cose del genere.
Aprii il rubinetto per lavarmi la faccia. Le tubature vibrarono emettendo un
gemito, ma dopo quest�orchestra di gorgoglii sput� fuori un unico spruzzo di acqua
marrone. Questo Bentham poteva essere ricco, eppure non c�era lusso capace di
metterlo al riparo dalla realt� infernale del posto in cui viveva.
Come aveva fatto a finire quaggi�?
E, ancora pi� interessante, come faceva a conoscere mio nonno? O a sapere chi
fosse? Sharon si riferiva di sicuro a lui quando aveva detto che Bentham stava
cercando un vecchio che parlava la lingua dei Vacui. Forse il nonno aveva
incontrato Bentham durante la guerra, dopo che se n�era andato dalla casa di Miss
Peregrine, ma prima di arrivare in America. Era un periodo ben preciso della sua
vita del quale parlava molto di rado, e senza mai scendere nei dettagli. Negli
ultimi mesi avevo imparato molte cose che riguardavano il nonno, eppure lui per me
restava un mistero. E ora che non c�era pi�, pensai con tristezza, forse sarebbe
rimasto un mistero per sempre.
Mi infilai nei vestiti gentilmente offerti da Bentham, un completo camicia azzurra
e maglione di lana grigia abbinati a dei semplici pantaloni neri che nel complesso
mi davano un�aria da studentello. Mi andavano tutti alla perfezione, come se il mio
arrivo fosse stato pianificato da tempo. Stavo per calzare le scarpe stringate di
cuoio marrone quando Emma buss� alla porta.
�Come va, l� dentro?�
Aprii la porta su un�esplosione di giallo. Emma sembrava avvilita dentro un
gigantesco vestito color canarino con le maniche a sbuffo che le arrivava fino ai
piedi.
Fece un sospiro. �Era il meno peggio di tutti quegli altri obbrobri d�alta
sartoria, fidati.�
�Sembri Big Bird� dissi, seguendola fuori dal bagno �e io Fred Rogers. � un uomo
crudele, questo Bentham.�
Lei non poteva cogliere nessuna delle mie due allusioni. Mi ignor�, attravers� la
stanza e and� ad affacciarsi alla finestra.
�Bene. Bene.�
�Bene cosa?� domandai.
�C�� un cornicione, qui. Grande pi� o meno come la Cornovaglia, e pieno di appigli.
Pi� sicuro di uno di quei castelletti di legno nei parchi giochi per bambini.�
�E perch� dovremmo essere interessati alla sicurezza offerta da un cornicione?� Mi
avvicinai anch�io alla finestra.
�Perch� Sharon sorveglia il corridoio, perci� di sicuro non possiamo passare per di
l�.�
Certe volte sembrava che Emma avesse delle conversazioni fatte e finite con me, ma
tutte dentro la sua testa � conversazioni di cui io non ero al corrente � e poi che
si scoraggiasse davanti alla mia confusione quando finalmente si decideva a
coinvolgermi. Il suo cervello andava talmente di corsa che ogni tanto neanche lei
gli stava dietro.
�Non passeremo da nessuna parte� dissi. �Dobbiamo incontrare Bentham.�
�Lo faremo. Ma io non resto un�altra ora qui dentro a girarmi i pollici, puoi
scommetterci. Quel santo di un Bentham � un esule che vive a Devil�s Acre, il che
significa che probabilmente � un pericoloso criminale che ne ha fatte di tutti i
colori. Voglio dare un�occhiata qui intorno e vedere cosa riusciamo a scoprire.
Saremo di ritorno prima che qualcuno se ne accorga. Hai la mia parola.�
�Ah, ho capito: un�operazione in incognito. Allora abbiamo i vestiti adatti.�
�Non fai ridere.�
Io indossavo degli scarponi con la para che rimbombavano a ogni passo come un colpo
di martello, lei era in un vestito giallo ma molto pi� giallo di un giubbino
catarifrangente, e avevo appena riacquistato le forze per reggermi in piedi, ma
comunque le dissi di s�. Di solito aveva ragione lei, quando si trattava di queste
cose, e ormai mi affidavo del tutto al suo istinto.
�Se qualcuno ci becca, pace� aggiunse Emma. �Quell�uomo ti aspetta da una vita, o
cos� pare. Non credo ci sbatter� fuori solo perch� ci � venuta voglia di fare un
giretto.�
Detto questo apr� la finestra e si arrampic� sul cornicione. Io sporsi la testa con
prudenza. Eravamo due piani sopra una strada deserta nella zona �bene� di Devil�s
Acre. Riconobbi la catasta di legna dietro la quale ci eravamo nascosti quando
Sharon era uscito da quel negozio che sembrava abbandonato. Subito sotto di noi
c�era l�ufficio degli avvocati Munday, Dyson & Strype. Non esisteva nessuno studio
legale, naturalmente. Era solo una facciata, un�entrata segreta che portava alla
casa di Bentham.
Emma allung� una mano verso di me. �So che non vai matto per le altezze, ma io mica
ti lascio cadere.�
Dopo che ero rimasto appeso a dondolare sopra un fiume ribollente grazie a un
Vacuo, quel piccolo salto non mi sembrava poi cos� terribile. E Emma aveva ragione:
il cornicione era profondo, con riccioli decorativi e doccioni a forma di facce che
sporgevano dal muro, ideali per aggrapparsi. Mi arrampicai fuori, ne afferrai uno e
scivolai dietro di lei.
Quando il cornicione curv� per seguire la parete, e fummo abbastanza sicuri di
trovarci paralleli rispetto a un corridoio, fuori dalla vista di Sharon, provammo
ad aprire una finestra.
Era chiusa. Andammo avanti e provammo la successiva ma era chiusa pure quella;
stessa cosa per la terza, la quarta e la quinta.
�Fra un po� non ce ne sono pi� dissi. �E se non se ne apre nemmeno una?�
�Questa vedrai che si apre� disse Emma.
�E tu come lo sai?�
�Sono una chiaroveggente.� Dopo di che le assest� un calcio e spacc� il vetro, che
fin� in frantumi dentro il locale e anche gi� sulla strada in una pioggia
tintinnante.
�Vandala, altro che chiaroveggente� dissi.
Lei mi sorrise e fece cadere i restanti pezzi di vetro colpendoli con la mano
aperta.
Si intrufol� nell�apertura e io la seguii, senza entusiasmo, in una stanza ampia e
buia. Ci serv� un momento per abituare gli occhi alla penombra, l�unica luce
arrivava dalla breccia che avevamo appena aperto sul vetro e illuminava i contorni
di un paradiso per quelle persone che non riescono a buttare via nulla. Ovunque
c�erano casse di legno e scatoloni impilati che arrivavano a sfiorare il soffitto
in colonne traballanti, con solo un minuscolo corridoio per passare.
�Ho come l�impressione che a Bentham non piaccia disfarsi delle cose� osserv� Emma.
Per tutta risposta, a me venne fuori una raffica di starnuti. Nell�aria c�era pi�
polvere che ossigeno. �Salute� mi disse Emma, poi accese in mano una fiammella. La
avvicin� a una cassa. L�etichetta recitava: RM. AM-157.
�Secondo te cosa contengono?� domandai.
�Ci servirebbe un piede di porco per scoprirlo. Sono massicce.�
�E la chiaroveggente dov�� finita?�
Lei mi fece una boccaccia.
In assenza del piede di porco ci rimettemmo a camminare, con Emma che aumentava
l�intensit� della fiamma a mano a mano che ci allontanavamo dalla luce sempre pi�
debole proveniente dalla finestra. Il passaggio strettissimo tra le casse conduceva
a una porta ad arco e da l� a un�altra stanza, anch�essa buia e pi� o meno piena di
roba quanto la precedente. L�, al posto degli scatoloni c�era un�accozzaglia di
oggetti ingombranti nascosti sotto dei teli. Emma stava per sollevarne uno, ma io
le afferrai il braccio.
�Be�, cosa c��?� reag� lei, seccata.
�Potrebbe esserci qualcosa di brutto, l� sotto.�
�S�, come no� ribatt�, e tir� via il lenzuolo scatenando un ciclone di polvere.
Quando l�aria si ripul�, intravedemmo il nostro riflesso su una di quelle teche
quadrate da museo con il coperchio di vetro, alta fino alla vita e profonda una
ventina di centimetri. All�interno erano allineati ed etichettati un guscio
intagliato di noce di cocco, un pettine ricavato da un osso di balena, una piccola
scure di pietra e qualche altro oggetto che non si capiva bene a cosa servisse.
Sulla targhetta appiccicata al vetro c�era scritto Utensili e oggetti per la casa
utilizzati dagli Speciali sull�isola di Espiritu Santo, Nuove Ebridi, Regione del
Pacifico della Melanesia, 1750 ca.
�Uh� fece Emma.
�Bizzarro� dissi io.
Rimise a posto il lenzuolo, anche se non aveva molto senso cancellare le tracce del
nostro passaggio � tanto ormai la finestra l�avevamo spaccata � e vagammo
lentamente nella stanza, scoprendo oggetti a caso. Erano tutti, bene o male, pezzi
da museo, senza alcun collegamento tra loro, se non il fatto che in passato erano
appartenuti a uno Speciale o erano stati utilizzati da uno di noi. Una teca
conteneva un assortimento di stoffe di seta colorata indossate dagli Speciali
dell�Estremo Oriente nell�Ottocento. Un�altra quella che a prima vista mi sembr� la
sezione trasversale di un tronco d�albero, ma che a guardarla meglio era in effetti
una porta con i cardini di metallo e la maniglia ricavata da un nodo nel legno. La
targhetta recitava: Porta d�entrata di una casa Speciale situata nelle grandi lande
selvagge d�Hibernia, 1530 ca.
�Wow� fece Emma, chinandosi per vedere pi� da vicino. �Non sapevo che fossimo cos�
tanti, nel mondo.�
�Forse eravamo� dissi. �Mi chiedo chi sia rimasto, l� fuori.�
L�ultima teca era contrassegnata dalla scritta Armamenti degli Speciali ittiti,
citt� sotterranea di Kaymakli, senza data. Un po� sconcertante, perch� dentro
c�erano solo farfalle e scarabei morti.
Emma avvicin� la fiamma per illuminare il mio volto. �Direi che abbiamo capito che
Bentham � un patito di storia. Cosa facciamo, andiamo?�
Superammo in fretta altre due stanze piene di teche protette da lenzuoli e
arrivammo a una scaletta retrattile che ci port� al piano superiore. La botola si
apriva su un corridoio lunghissimo, rivestito con una moquette soffice e spessa.
Sembrava andare avanti per sempre, con una sfilza di porte e riquadri di carta da
parati che si susseguivano uno dopo l�altro, a intervalli regolari, dando una
vertiginosa sensazione di infinito.
Ci incamminammo, sbirciando nelle stanze. Contenevano tutte gli stessi mobili,
nella medesima disposizione, e anche la carta da parati era identica: in ognuna
c�era un letto, un comodino e un armadio, proprio come nella camera dov�ero stato
curato; il motivo della carta da parati era un unico viticcio color papavero che si
arricciava su tutta la superficie per poi scendere e ripetersi a onde ipnotiche
sulla moquette: l�impressione era che tutto l�ambiente stesse per essere
inghiottito, lentamente, dalla natura. L�unica cosa che contraddistingueva le
singole stanze era la piccola targa d�ottone inchiodata alla porta, ognuna con su
scritto un nome dal suono esotico: Camera Alpi, Camera del Gobi, Camera Amazzonia.
Ce ne saranno state una cinquantina, allineate lungo il corridoio, ed eravamo
all�incirca a met� � andavamo pi� veloci, adesso, perch� avevamo capito che l�
dentro non c�era niente di interessante da scoprire � quando fummo travolti da una
corrente d�aria cos� gelida che mi venne all�istante la pelle d�oca.
�Uhh!� dissi, strofinandomi le braccia. �E questa da dove arriva?�
�Magari qualcuno ha lasciato aperta una finestra?� ipotizz� Emma.
�Per� fuori non fa freddo� replicai, e vidi che i brividi ce li aveva anche lei.
Continuammo a camminare, l�aria si faceva via via pi� gelida, e alla fine svoltammo
un angolo e l�, in quell�ala del corridoio, vedemmo che sul soffitto si erano
formati dei ghiaccioli e che la moquette riluceva, rivestita da un velo di
ghiaccio. Sembrava che il gelo venisse da una stanza in particolare, cos� ci
fermammo davanti a una soglia: da sotto la porta uscivano leggeri, uno dopo
l�altro, dei minuscoli fiocchi di neve.
�Strano, eh?� dissi tremando.
�Decisamente inconsueto� ribad� Emma, �anche per i miei standard.�
Feci un passo sul ghiaccio scricchiolante che ricopriva la moquette per leggere la
targa: Camera Siberia.
Guardai subito Emma, e lei guard� me.
�Sar� un condizionatore impostato al massimo� ipotizz� lei.
�Perch� non apriamo e controlliamo?� Provai a girare la maniglia, ma non successe
niente. �� bloccata� dissi.
Emma poggi� una mano sul pomello, e dopo qualche secondo dalla maniglia iniziarono
a cadere piccole goccioline.
�� ghiacciata, pi� che bloccata�.
La gir� e spinse la porta, ma il battente si apr� soltanto di uno spiraglio: la
neve, dall�altra parte, si era accumulata. Tentammo insieme una spallata dopo aver
contato fino a tre, e quando la porta si spalanc� un soffio di aria polare ci
invest� in piena faccia. L� dentro la neve turbinava, e ci finiva negli occhi prima
di riversarsi nel corridoio alle nostre spalle.
Ci riparammo il viso con la mano e sbirciammo all�interno. La stanza era arredata
come tutte le altre � letto, armadio, comodino �, solo che qui i mobili erano
diventati degli ammassi bianchi irriconoscibili, sepolti sotto una spessa coltre di
neve.
�Cosa cavolo �?� esclamai, alzando la voce per sovrastare l�urlo del vento. �Un
altro anello?�
�� impossibile!� grid� Emma di rimando. �Ci troviamo gi� in un anello!�
Facemmo un altro passo per vedere meglio, chini in avanti per controbilanciare la
forza del vento. Avevo pensato che il freddo e la neve venissero da una finestra
lasciata aperta, ma poi la tempesta si plac� e mi accorsi che di finestre non c�era
traccia, e a mancare del tutto era anche una parete davanti a noi. Quelle laterali
c�erano, s�, coperte di ghiaccio, e avevamo anche un soffitto sopra la testa, e
probabilmente la moquette, da qualche parte, sotto i nostri piedi, ma sul fondo la
stanza si perdeva in una grotta di ghiaccio e, oltre la grotta, verso uno spazio
aperto, in un lunghissimo, infinito paesaggio di neve bianca e rocce scure.
Per quel che ne sapevo, eravamo finiti in Siberia.
Un unico passaggio di neve spalata attraversava la stanza e portava al biancore che
si perdeva chiss� dove. Lo seguimmo trascinando i piedi, lasciandoci la stanza alle
spalle, ed entrammo nella grotta. Era tutto una meraviglia intorno a noi. Spuntoni
di ghiaccio enormi si innalzavano da terra o scendevano dal soffitto ed era come
trovarsi in un bosco di alberi candidi.
Emma non era tipa da lasciarsi impressionare facilmente � aveva pi� o meno un
secolo di vita, e di cose Speciali ne aveva viste parecchie �, ma quel posto
sembrava lasciarla in preda a un genuino stupore.
�� bellissimo!� esclam�, quindi si chin�, afferr� una manciata di neve e me la tir�
addosso ridendo. �� bellissimo, s� o no?�
�S� le risposi coi denti che battevano, �� bello. Ma da dove arriva?�
Zigzagammo tra gli spuntoni bianchi e ci ritrovammo all�aperto. E se si guardava
indietro, la stanza non si vedeva gi� pi�, perfettamente mimetizzata dentro la
grotta.

Emma corse avanti e mi chiam�: �Vieni qui!�. C�era una nota di agitazione nella sua
voce.
Mi affannai nella neve che diventava sempre pi� alta e la raggiunsi. Il paesaggio
era bizzarro: davanti a noi c�era una distesa piatta e bianca, e poi ancora oltre
il terreno si ondulava e si spaccava in una serie di avvallamenti profondi, come se
ci fossero tanti crepacci.
�Non siamo soli� disse Emma, indicandomi un dettaglio che mi era sfuggito. C�era un
uomo, in piedi sul bordo di un precipizio, e guardava gi�.
�Che sta facendo?� chiesi, anche se era una domanda abbastanza stupida.
�Si direbbe che stia cercando qualcosa.�
Lo guardammo camminare lungo il crepaccio, sempre a testa bassa. Dopo circa un
minuto mi accorsi di avere talmente freddo che non sentivo pi� la faccia. Poi si
alz� una folata di neve e vento, gettando un velo di bianco su ogni cosa.
Quando torn� la calma, l�uomo stava fissando proprio noi.
Emma si irrigid�. �Oh-oh.�
�Secondo te ci ha visti?�
Lei abbass� gli occhi sul suo vestito giallo acceso. �Secondo me s�.�
Restammo cos� per qualche istante, con gli occhi incollati sull�uomo che ci fissava
dall�altra parte di quella distesa di bianco, e poi all�improvviso lui si mise a
correre verso di noi. Sar� stato a un centinaio di metri di distanza e a separarci
c�era la neve alta e un paesaggio fatto di voragini e avvallamenti. Non era chiaro
se avesse cattive intenzioni, ma ci trovavamo in un posto dove non saremmo dovuti
essere e con ogni probabilit� la cosa migliore da fare era levarsi di torno. Una
opzione che ci apparve decisamente giusta quando sentimmo un ululato, e io di
ululati cos� ne avevo sentito solo un altro in vita mia, all�accampamento dei
gitani.
Un orso.
La rapida occhiata che mi lanciai alle spalle conferm� i miei sospetti: un grosso
orso nero si era issato fuori da un crepaccio a forza di artigli e si era unito
all�uomo sulla neve. E venivano tutti e due verso di noi; e l�animale era molto,
molto pi� veloce dell�uomo.
�ORSO!� urlai, come se ce ne fosse bisogno.
Provai a correre, ma i piedi congelati non rispondevano ai miei comandi. Invece
Emma sembrava impermeabile al freddo e infatti mi afferr� per un braccio e mi
trascin� via. Ci infilammo di nuovo nella grotta a tutta birra, attraversammo la
stanza sbandando e ci fiondammo fuori dalla porta, oltre la quale si era gi�
accumulato uno strato della neve che vorticava nel corridoio. La richiusi di botto
alle nostre spalle � come se bastasse questo a fermare un orso � e rifacemmo il
lungo tragitto a ritroso fino alle scale e poi gi�, nel museo abbandonato di
Bentham, per andare a nasconderci tra quei fantasmi ammantati in bianchi lenzuoli.
* * *
Ci ficcammo nel piccolissimo spazio tra una parete e un mastodontico monolite
coperto da un velo di polvere nell�angolo pi� lontano che riuscimmo a trovare, un
antro talmente angusto che non riuscivamo nemmeno a girarci. Intanto il freddo da
cui eravamo fuggiti ci penetrava in profondit� nelle ossa. Restammo l� a tremare in
silenzio, rigidi come manichini, con la neve che ci si scioglieva sui vestiti
andando a formare piccole pozze d�acqua sul pavimento. La mano sinistra di Emma si
chiuse sulla mia destra: era tutto il calore che eravamo in grado di darci, e tutto
quello che riuscivamo a dirci. Stavamo sviluppando insieme un linguaggio che non
era assolutamente traducibile in parole, un vocabolario speciale fatto di gesti, di
sguardi, di carezze e di baci sempre pi� lunghi, che si faceva pi� pieno, pi�
intenso, pi� complesso col passare delle ore. Era affascinante, e in momenti del
genere anche necessario: mi faceva sentire un po� meno spaventato, un po� meno
infreddolito.
Quando, dopo un paio di minuti, non si fece vivo nessun orso per sbranarci e farci
a pezzi, ci azzardammo a sussurrare qualche parola.
�Era un anello, quello?� le chiesi. �Un anello all�interno di un altro anello?�
�Non lo so che cos�era� rispose Emma.
�Siberia: la targa sulla porta diceva cos�.�
�Se quella era la Siberia, allora la stanza � una specie di portale, non un anello.
E ovviamente i portali non esistono.�
�Ovviamente� confermai, anche se non ci sarebbe stato niente di strano a credere
che in un mondo dove esistevano gli anelli temporali esistessero pure i portali.
�E non potrebbe essere invece un anello molto vecchio?� ipotizzai. �Tipo dell�era
glaciale, di dieci o quindicimila anni fa? A quel tempo Devil�s Acre magari era
cos�.�
�Non credo esistano anelli cos� antichi� disse Emma.
Io continuavo a battere i denti. �Non riesco proprio a smettere di tremare.�
Lei si strinse a me e mi strofin� la mano calda sulla schiena.
�Se potessi costruirmi un portale che conduca da qualche parte� ripresi, �la
Siberia non sarebbe in cima alla mia lista.�
�E dove andresti, allora?�
�Mmh. Forse alle Hawaii? Anche se � una scelta un po� scontata, lo so. Ci
andrebbero tutti, alle Hawaii.�
�Io no.�
�E dove andresti, allora?�
�Andrei nel posto da cui vieni tu� rispose Emma. �In Florida.�
�E perch� mai vorresti andare in Florida?�
�Perch� vorrei vedere dove sei cresciuto.�
�Oh, � un bel pensiero� feci. �Non � niente di che, comunque. � tutto molto
tranquillo.�
Lei poggi� la testa sulla mia spalla e liber� un sospiro caldo sul mio braccio.
�Sembra un paradiso.�
�Hai della neve sui capelli� le dissi io, ma non appena feci per levargliela, i
fiocchi si sciolsero. Mi ripulii la mano dall�acqua fredda, e fu allora che vidi le
impronte che avevamo lasciato a terra: tutta una traccia di neve sciolta che con
ogni probabilit� portava dritta al nostro rifugio.
�Ma quanto siamo stupidi?� esclamai. Le indicai le orme. �Dovevamo toglierci le
scarpe!�
�Tranquillo� rispose lei. �Se non ci hanno scovati fino adesso��
Dall�altra parte della stanza echeggi� forte un rumore di passi pesanti, e poi
quello del respiro ansimante di un grosso animale.
�Alla finestra, via! Pi� in fretta che puoi� sibil� Emma.
Strisciammo fuori dal nascondiglio, ma quando feci per mettermi a correre scivolai
su una pozzanghera. Afferrai la prima cosa che mi capit� a tiro, che era il
lenzuolo che copriva il grosso oggetto che ci faceva da scudo. Il lenzuolo si
strapp� rumorosamente e fin� a terra, e a terra finii anch�io, intrappolato in un
groviglio di stoffa. Sotto il lenzuolo c�era un�altra di quelle teche.
Quando guardai su, la prima cosa che vidi fu una ragazza, ma non era Emma, perch�
Emma era in piedi sopra di me: dentro la teca, oltre il vetro, la ragazzina aveva
un volto assolutamente angelico e portava un vestito pieno di balze e un nastro tra
i capelli; teneva lo sguardo spento fisso nel vuoto, con in faccia la smorfia
cristallizzata di un essere umano imbalsamato.
Feci uno scatto indietro e Emma, che si era chinata per capire cosa fosse successo,
mi imit�.
Mi tir� in piedi e cominciammo a correre.
* * *
Avevo dimenticato tutto: l�uomo che ci inseguiva, l�orso, la Siberia. Volevo
solamente uscire da quella stanza, allontanarmi da quella ragazzina impagliata,
sparire prima che io e Emma potessimo finire come lei, morti stecchiti e rinchiusi
in una teca. Adesso sapevo quello che mi serviva sapere su questo Bentham: era una
specie di collezionista flippato, e io ero sicuro che se avessimo guardato sotto
gli altri lenzuoli avremmo trovato altri esemplari come quella bambina.

Svoltammo velocissimi un angolo, ma solo per trovarci davanti, immensa, una


spaventosa montagna alta tre metri tutta pelo e artigli. Gridammo, frenammo troppo
tardi e scivolammo tutti e due ai piedi dell�orso. Restammo l�, piccoli piccoli, in
attesa della morte. Sopra di noi, un getto di fiato puzzolente. Sulla mia guancia,
una cosa umida e ruvida.
Un orso che mi leccava. Un orso che mi leccava, e c�era qualcuno che rideva.
�Stai tranquillo che non morde!� disse la voce. Cos� scostai le braccia, e quello
che vidi fu un lungo naso peloso e due grossi occhi scuri che mi guardavano.
Era stato l�orso a parlare? Gli orsi parlavano di s� in terza persona?
�Si chiama PT� riprese la voce, �� la mia guardai del corpo. Abbastanza gentile, se
capisce che mi state simpatici. PT, seduto!�
PT obbed� e cominci� a leccarsi la zampa lasciando in pace la mia faccia. Mi girai
svelto sul fianco, mi sfregai via la saliva dalla guancia e finalmente vidi a chi
apparteneva quella voce. Era un uomo adulto, un signore con un mezzo sorriso sulla
labbra che suggellava una tenuta decisamente schizzata: cappello a cilindro,
bastone, guanti e un notevole colletto bianco che si innalzava al di sopra della
giacca scura.
Accenn� un inchino e si port� una mano al cappello. �Myron Bentham, al vostro
servizio.�
�Allontanati piano� mi sussurr� Emma nell�orecchio, e subito ci alzammo in piedi
insieme scostandoci dall�orso. �Non siamo in cerca di guai, signore. Ci lasci
andare, e nessuno si far� male.�
Bentham allarg� le braccia e ci sorrise. �Siete liberi di andarvene quando meglio
credete. Ma sarebbe un tale dispiacere per me. Siete appena arrivati, abbiamo tante
cose di cui parlare.�
�Ah, s�?� dissi. �Allora perch� non comincia spiegandoci cosa ci fa quella
ragazzina dentro la teca, su nell�altra stanza?�
�E ci parli anche della Stanza Siberia� aggiunse Emma.
�Siete sconvolti, infreddoliti e bagnati come pulcini. Non vorreste discuterne
davanti a una bella tazza di t� caldo?�

Certo che s�, ma non intendevo ammetterlo ad alta voce.


�Non verremo da nessuna parte con lei prima di capire che cosa succede qui� rispose
la mia amica.
�Molto bene� ribatt� Bentham senza scomporsi. �Era il mio assistente, quello che
avete incrociato nella Stanza Siberia. La quale, come avrete di certo intuito,
conduce in un anello temporale proprio laggi�, in Siberia.�
�Ma � impossibile� disse Emma. �La Siberia si trova a migliaia di chilometri da
qui.�
�Tremilaquattrocentottantanove� precis� lui. �Ho dedicato la vita a rendere
possibili gli spostamenti tra gli anelli. Quanto alla teca che hai scoperto tu�
riprese voltandosi verso di me, �lei � Sophronia Winstead. La prima bambina
Speciale nata nella famiglia reale inglese. Un�esistenza affascinante, la sua,
sebbene leggermente tragica nel finale. Ho una cospicua raccolta di Speciali
illustri, nel mio Specialario, noti e meno noti, famosi e no, e sar� felice di
mostrarveli su richiesta. Non ho nulla da nascondere.�
�Questo � matto� mormorai a Emma. �Vuole impagliarci per la sua collezione!�
Bentham rise. (A quanto pareva l�udito gli funzionava piuttosto bene.) �Sono
semplicemente modelli di cera, ragazzo. Sono un collezionista e un tassidermista,
questo s�, ma non tratto esseri umani. Credi davvero che abbia atteso tutto questo
tempo con il solo obiettivo di spolparti delle viscere e rinchiuderti in un
armadio?�
�Conosco passatempi anche pi� strani� replicai; mi era venuto in mente Enoch e il
suo esercito di statuette che prendevano vita. �Cosa vuole da noi?�
�Ogni cosa a suo tempo� rispose lui. �Innanzitutto bisogna che vi scaldiate e vi
asciughiate. Dopo di che, un bel t�. Dopo di che��
�Non vorrei sembrarle scortese� lo interruppe Emma, �ma siamo rimasti qui anche
troppo a lungo. I nostri amici��
�Stanno bene, per il momento� ci inform� Bentham. �Ho dato un�occhiata alla
situazione, e non � ancora giunta la mezzanotte, per loro, contrariamente a quanto
potreste immaginare.�
�Lei come lo sa?� scatt� Emma. �E cosa significa che non � ancora giunta la��
�Cosa significa che ha dato un�occhiata?� intervenni io parlandole sopra.
�Ogni cosa a suo tempo� ripet� Bentham. �Comprendo la difficolt�, ma dovete avere
pazienza. Ci sarebbe troppo da dire, e non siete nelle condizioni migliori.�
Allung� un braccio e aggiunse: �Vedete? State tremando�.
�Va bene, allora� acconsentii. �Prendiamoci questo t�.�
�Ottimo!� esclam� Bentham. Diede due colpetti a terra con il bastone. �PT, andiamo!

L�orso grugn�, apparentemente ben disposto, si mise ritto sulle zampe posteriori e
fece due passi fino a raggiungere il suo padrone. Camminava a papera, come
camminano le persone grasse con le gambe troppo tozze. Poi si chin� e lo prese in
braccio, neanche fosse un beb�, una zampa sotto la schiena e l�altra sotto le
gambe.
�Mi rendo conto che sia una maniera insolita di muoversi� disse Bentham da sopra la
spalla irsuta di PT, �ma, sapete, mi affatico facilmente.� Punt� il bastone in
avanti e ordin�: �PT, biblioteca!�.
Rimasi fermo a guardare, affascinato come Emma, l�orso che si incamminava con il
signor Bentham tra le zampe.
Non � una cosa che capita spesso, pensai. Il che poteva dirsi pi� o meno di tutto
quello che mi era capitato quel giorno.
�PT, fermo!� ordin� Bentham.
L�orso si ferm�, Bentham ci fece cenno di seguirlo.
�Venite o no?�
Eravamo ancora l� impalati.
�Scusi� disse Emma, e ci affrettammo a raggiungerli.
* * *
Attraversammo il labirinto tallonando Bentham e il suo orso.
�Il suo orso � Speciale?� chiesi.
�S�, lui � uno scimmiorso� rispose Bentham, e gli diede una strofinatina affettuosa
sulla spalla. �Gli scimmiorsi sono i migliori amici delle ymbryne in Russia e in
Finlandia, luoghi dove l�arte di ammaestrarli � un�antica e onorevole tradizione
tra gli Speciali. Sono abbastanza forti da sapersi difendere dagli Spiriti Vacui,
ma anche abbastanza delicati da potersi prendere cura di un bambino; tengono pi�
caldo di una coperta elettrica, nelle serate d�inverno, e sono formidabili come
guardie del corpo, come avrete modo di vedere� PT, sinistra!�
Mentre Bentham tesseva le lodi degli scimmiorsi, eravamo arrivati in una piccola
anticamera dove, sotto un lucernario posto al centro del soffitto, c�erano tre
donne e un orso enorme che le sovrastava con atteggiamento bellicoso. Per un attimo
mi si mozz� il fiato, poi capii che non si muovevano: era un�altra delle
riproduzioni di Bentham.
�Queste sono Miss Waxwing, Miss Torupial e Miss Grebe� ci illustr� il padrone di
casa, �e il loro scimmiorso: Alexi.�
A un secondo sguardo, mi parve che lo scimmiorso avesse un fare protettivo nei
confronti delle ymbryne di cera: le signore erano in posa, tranquille, e lui stava
ritto sulle zampe posteriori, immortalato per sempre nel bel mezzo di un ruggito
mentre con una delle zampe anteriori tentava di colpire un nemico invisibile.
L�altra invece era poggiata con delicatezza sulla spalla di una delle ymbryne e le
dita di lei sfioravano i lunghi artigli, come a voler mostrare chiaramente con
quanta disinvoltura si possa dominare una creatura cos� terrificante.
�Alexi era il prozio di PT� disse Bentham. �Saluta lo zio, PT!�
PT grugn�.
�Pensa se tu potessi fare lo stesso con i Vacui� mi sussurr� Emma.
�Quanto tempo serve per ammaestrare uno scimmiorso?� domandai a Bentham.
�Anni� mi rispose. �Sono animali fortemente indipendenti.�
�Sentito, anni� sussurrai a Emma.
Lei alz� gli occhi al cielo. �E anche Alexi � fatto di cera?� chiese a Bentham.

�No, no. Nel suo caso si tratta di tassidermia.�


A quanto pareva, l�avversione che provava nell�impagliare gli Speciali non si
applicava ai nostri fratelli animali. Potevo solo immaginare le scintille, se l�
con noi ci fosse stato Addison.
Mi venne un brivido, e Emma mi accarezz� la schiena con la mano calda; se ne
accorse anche Bentham, che disse: �Perdonatemi! Ricevo cos� poche visite che quando
capita non so trattenermi dall�esibire la mia collezione. Ma ora: vi ho promesso un
t�, mi pare, e dunque t� sia!�.
Punt� il bastone davanti a s� e riprendemmo a camminare. Li seguimmo oltre i
magazzini che conservavano i manufatti protetti dai lenzuoli verso altre zone della
casa. Che era, sotto certi aspetti, la tipica abitazione di un uomo ricco: c�erano
un ingresso delimitato da colonne di marmo e una sala da pranzo formale capace di
ospitare decine di commensali e tappezzata con carta da parati; e alcune ali
dell�edificio sembravano avere il solo scopo di accogliere pezzi di arredo disposti
ad arte. Ma in ogni stanza, accanto a tutto quello che doveva esserci, non mancava
qualche oggetto della collezione Speciale di Bentham.
�Spagna, sedicesimo secolo� disse lui indicando l�armatura che scintillava in un
salone. �L�ho restaurata da cima a fondo. Adesso mi calza a pennello!�
E alla fine arrivammo alla biblioteca � la pi� bella biblioteca che avessi mai
visto in vita mia. Bentham ordin� a PT di posarlo a terra; si ripul� la giacca dai
peli e ci fece strada. La stanza sar� stata alta tre piani almeno, con gli scaffali
che si innalzavano ad altezze vertiginose sopra di noi. Per raggiungerli era stato
predisposto tutto uno schieramento di gradinate, passerelle e scale da appoggio con
le rotelle.
�Confesso di non averli letti ancora tutti� disse Bentham, �ma non demordo.�
Ci port� al cospetto di un gruppo di divani dispiegati intorno a un focolare acceso
da cui veniva il calore che riempiva l�ambiente. Accanto al fuoco ci aspettavano
Sharon e Nim. �E poi sarei io il mascalzone inaffidabile?� sibil� Sharon; ma prima
che andasse oltre, Bentham gli fece cenno di spostarsi per poter prendere delle
coperte per noi. Eravamo entrati nelle grazie del padrone di casa, e sotto la sua
ala protettrice le lavate di capo di Sharon erano giocoforza rimandate.
Un minuto dopo eccoci seduti su un divano, avvolti nelle calde coperte. Nim ci
svolazzava intorno occupato a preparare il t�, PT si era piazzato davanti alle
fiamme chiaramente predisposto ad andare in letargo. Cercavo di opporre resistenza
alla sensazione di benessere e pace che cominciava a coccolarmi, per concentrarmi
invece su tutto quello che restava da fare. C�erano domande importanti che
aspettavano risposte, problemi apparentemente irrisolvibili che bisognava
affrontare: i nostri amici, le ymbryne; il compito assurdo e disperato che ci
eravamo imposti. Ce n�era abbastanza da annientarmi, se solo ci pensavo tutto in
una volta. Perci� chiesi a Nim tre zollette di zucchero e di versarmi del latte
finch� il t� si color� di bianco, lo buttai gi� in tre sorsate e ne chiesi un�altra
tazza.
Sharon si era rintanato in un angolo e da l� poteva tenerci il broncio in santa
pace, ma con un orecchio sempre attento alla conversazione.
Emma non vedeva l�ora di mettere da parte le formalit�. �Allora� esord�. �Possiamo
parlare, adesso?�
Bentham non diede segno di averla sentita. Era seduto di fronte a noi ma fissava
me, con quel suo mezzo sorriso stampato in faccia.
�Cosa c��?� dissi. Mi asciugai dal mento una goccia di t�.
�� sconcertante� disse lui. �Sei veramente tale e quale.�
�Tale e quale a chi?�
�A tuo nonno, ovviamente.�
Abbassai la tazza. �Lei lo conosceva?�
�Certamente. Mi � stato amico molto tempo fa, in un momento in cui ne avevo un gran
bisogno.�
Lanciai un�occhiata a Emma; era sbiancata un pochino e stringeva le dita attorno
alla tazza.
�� morto pochi mesi fa� dissi.
�Ne sono al corrente, mi � spiaciuto molto apprendere la notizia� ribatt� Bentham.
�Per quanto mi abbia sorpreso, a voler essere onesti, che abbia resistito tanto a
lungo. Immaginavo fosse morto da anni. Di nemici ne aveva parecchi. Ma che talento
eccezionale, tuo nonno.�
�E come mai eravate amici?� intervenne Emma con un tono da commissario in fase di
interrogatorio.
�Tu devi essere Emma Bloom� fu la risposta di Bentham, che finalmente pos� gli
occhi su di lei. �Ho sentito parlare parecchio di te.�
Lei sembr� sorpresa. �Ah, s�?�
�Certo. Abraham ti era molto affezionato.�
�Questa mi giunge nuova� replic� lei arrossendo.
�Sei perfino pi� carina di quel che diceva.�
Emma serr� la mascella. �Grazie� rispose in tono neutro. �Come l�ha conosciuto?�
Il sorriso di Bentham si spense. �Torniamo a noi, va bene?�
�S�, se non le dispiace.�
�Niente affatto� disse lui, anche se adesso la sua voce suonava un po� pi�
distante. �Mi hai chiesto della Stanza Siberia, prima, e io so che la mia risposta
non ti ha soddisfatta, Miss Bloom.�
�� vero, ma io� anzi, noi siamo pi� interessati al nonno di Jacob, e al motivo per
cui lei ci ha portati qui.�
�Esiste un collegamento tra queste cose, credetemi. Quella stanza, e questa casa in
generale, sono il posto dal quale bisogna partire.�
�Va bene� intervenni io. �Ci parli della casa, allora.�
Bentham prese un respiro e un� le dita sulla bocca per un istante, assorto. Poi
inizi� a raccontare: �Questa casa � piena di oggetti di inestimabile valore che
provengono dalle spedizioni che mi hanno impegnato nel corso della vita, ma non ce
n�� nemmeno uno che sia pi� prezioso della casa in s�. Questa casa � un
macchinario, un dispositivo che ho inventato personalmente. L�ho chiamato
Panellopticon.�
�Il signor Bentham � un genio� disse Nim, e ci mise davanti un vassoio di panini.
�Gradisce, signor Bentham?�
Bentham gli fece cenno di andarsene. �Ma non � esattamente questa l�origine di
tutto� continu�. �La mia storia comincia ben prima della costruzione di questa
casa, quand�ero un ragazzo pi� o meno della tua et�, Jacob. Io e mio fratello ci
credevamo esploratori. Studiavamo le mappe di Perplexus Anomalous e sognavamo di
visitare tutti gli anelli che aveva scoperto. Di trovarne di nuovi, e visitarli, ma
non una sola volta; noi volevamo tornarci ancora e ancora. Speravamo, in questo
modo, di restituire al mondo Speciale la sua grandezza.� Si sporse verso di noi.
�Capite cosa voglio dire?�
Lo guardai perplesso. �Restituire la grandezza� con le mappe?�
�No, non proprio con le mappe. Provate a pensarci: cos�� che indebolisce il nostro
popolo?�
�Gli Spettri?� ipotizz� Emma.
�I Vacui?� tentai io.
�Prima che i Vacui e prima che gli Spettri entrassero in gioco� sugger� Bentham.
Emma rispose: �La persecuzione da parte dei Normali?�.
�No. Quello � solo un sintomo della nostra debolezza. A indebolirci � la geografia.
Secondo i miei calcoli, esistono pi� o meno diecimila Speciali in tutto il mondo,
al momento. Sappiamo che � cos�, proprio come sappiamo che devono esistere altri
pianeti nell�universo che ospitano forme di vita intelligenti. � un corollario
matematico.� Sorrise e bevve un sorso di t�. �Ora, provate a immaginare diecimila
Speciali, tutti dotati di talenti straordinari, tutti riuniti in un unico luogo e
uniti dalla condivisione di una causa comune. Costituirebbero una forza con la
quale sarebbe obbligatorio confrontarsi, dico bene?�
�Credo di s� rispose Emma.
�Non c�� alcun dubbio� la rimbecc� Bentham. �Invece siamo frantumati, per motivi
geografici, in centinaia di sottounit� indebolite � dieci Speciali qui, altri
dodici da un�altra parte �, perch� � estremamente difficile passare, poniamo, da un
anello situato nell�Outback australiano a un anello situato nel Corno d�Africa.
Bisogna considerare non solo il pericolo rappresentato dai Normali e dal mondo
naturale in quanto tali, ma altres� il rischio che corriamo di invecchiare in
fretta nel corso di un lungo viaggio. La tirannia della geografia ci preclude di
visitare gli anelli lontani, se non per una toccata e fuga, persino in quest�epoca
moderna di spostamenti con l�aeroplano.�
Si zitt� un momento, esaminando con gli occhi la stanza. Poi riprese. �Quindi.
Immaginate che esista qualcosa che colleghi quell�anello in Australia e l�anello in
Africa. D�un tratto, queste due popolazioni potrebbero instaurare un rapporto.
Commerciare l�una con l�altra. Imparare l�una dall�altra. Coalizzarsi per
difendersi a vicenda durante i momenti di crisi. Si aprirebbero infinite,
affascinanti possibilit� che ci sono sempre state precluse. E col tempo, via via
che si stabiliscono questi collegamenti, il mondo Speciale, da quell�insieme di
trib� remote che �, nascoste nei rispettivi anelli isolati, si trasformerebbe in
una nazione potente, unita, forte!�
Nel prosieguo del discorso Bentham si era entusiasmato sempre di pi�, e sull�ultima
frase aveva alzato le mani e allargato le dita, come se tentasse di afferrare
un�invisibile sbarra da ginnasta.
�E il macchinario serve a questo?� tentai.
�Il macchinario serve a questo� rispose lui prima di abbassare le mani. �Cercavamo,
io e mio fratello, un mezzo pi� facile per esplorare il mondo Speciale, e invece ci
siamo trovati per le mani un mezzo per unirlo. Il Panellopticon doveva
rappresentare la salvezza della nostra gente, un�invenzione capace di cambiare per
sempre la natura della societ� degli Speciali. Funziona cos�: si parte da qui, da
questa casa, con un pezzetto del macchinario che chiameremo spola. Sta nel palmo di
una mano� disse, aprendo la sua. �Porti la spola con te, fuori dalla casa, fuori
dall�anello, e poi attraverso il presente fino a un altro anello, che potrebbe
trovarsi dall�altra parte del mondo oppure nel Paese confinante. E quando torni
qui, la spola ha raccolto e conserva in s� la firma di quell�anello, come una sorta
di DNA, che potr� essere utilizzato per fabbricare un secondo ingresso al medesimo
anello. Da qui, da dentro questa casa.�
�Dal piano di sopra?� prov� Emma. �Tutte quelle porte con quelle targhe��
�Esattamente� disse Bentham. �Ognuna di quelle stanze � l�ingresso di un anello,
che io e mio fratello abbiamo raccolto e riportato qui nel corso di molti anni.
Grazie al Panellopticon, il difficile viaggio iniziale per stabilire il primo
contatto si deve fare una volta sola, e poi ogni viaggio di ritorno � immediato.�
�Come quando si posano le linee del telegrafo� disse Emma.
�Precisamente� conferm� Bentham. �E in questo modo, in teoria, la casa diventa un
deposito centrale di tutti gli anelli esistenti.�
Ci pensai su, riflettendo su quant�era stato difficile, la prima volta, raggiungere
l�anello di Miss Peregrine. E se avessi potuto accedervi direttamente dall�armadio
della mia casa di Englewood, invece di dover andare fino a un piccolo isolotto al
largo della costa del Galles? Avrei potuto vivere entrambe le vite: a casa con i
miei genitori e l�, con i miei amici e con Emma.
Solo che. Solo che, in quel caso, il nonno e Emma non sarebbero mai stati costretti
a rompere� Una frase talmente strana da lanciarmi un brivido lungo la spina
dorsale.
Bentham taceva e sorseggiava il suo t�. �Freddo� disse poi, e mise gi� la tazza.
Emma scost� la coperta, si alz� in piedi, attravers� la stanza fino al divano
dov�era seduto, immerse la punta dell�indice nel t�. Un paio di secondi, e sentimmo
il liquido riempirsi di bolle.
Lui le sorrise. �Magnifico� disse.
Lei tolse il dito. �Avrei una domanda.�
�Immagino di sapere quale sia� replic� Bentham.
�Ah, va bene. E qual �?�
�Se questa cosa portentosa esiste per davvero, come mai non ne avete mai sentito
parlare prima?�
�Indovinato� ribatt� lei e torn� a sedersi accanto a me.
�Non ne avete mai sentito parlare � voi e chiunque altro � a causa dello spiacevole
problema con mio fratello.� Bentham si fece scuro in volto. �Mi aveva aiutato a
progettare il macchinario, ma in ultima analisi ne ha decretato anche la fine. Il
Panellopticon non � mai stato utilizzato come uno strumento per unificare il nostro
popolo, ovvero per lo scopo per il quale era nato, ma con un intento esattamente
opposto. I problemi sono iniziati quando abbiamo compreso che visitare ogni singolo
anello sparso nel mondo in modo da poterne ricreare gli ingressi era un compito
assurdo, nella migliore delle ipotesi: talmente oltre le nostre capacit� da poter
essere considerato folle. Avevamo bisogno di aiuto, e intendo di parecchio aiuto.
Mio fratello, per fortuna, era una persona molto carismatica, molto convincente, e
trovarlo non fu difficile. Nel giro di poco tempo abbiamo radunato un piccolo
esercito di giovani Speciali idealisti, pronti a mettere a rischio la propria vita
per aiutarci a realizzare il nostro sogno. Ci� che non capivo, in quell�occasione,
era che il sogno di mio fratello non era uguale al mio, e che lui aveva mire
segrete.�
Con un certo sforzo, Bentham si alz� in piedi. �C�� questa leggenda� continu�. �Tu,
Miss Bloom, dovresti conoscerla.� Aiutandosi con il bastone, attravers� la stanza
fino agli scaffali e prese un libretto. �Narra di un anello perduto. Una sorta di
aldil� dove sono custodite le nostre anime Speciali dopo la morte.�
�Abaton� mormor� Emma. �S�, ne ho sentito parlare. Ma � solo una leggenda.�
�Magari puoi raccontare questa storia?� le chiese Bentham. �A beneficio del nostro
amico neofita?�
Zoppic� di nuovo fino ai divani e mi porse il libro. Era sottile, e talmente
vecchio che le pagine ai bordi si sfaldavano. Sulla copertina verde c�era scritto I
racconti degli Speciali.
�L�ho letto!� esclamai. �Alcune parti, almeno.�
�Questa edizione ha qualcosa come seicento anni� ci inform� Bentham. �� l�ultima
che contiene la storia che Miss Bloom sta per raccontare, perch� questa storia era
considerata pericolosa. C�� stato un tempo in cui il semplice fatto di raccontarla
era considerato un reato; perci�, il libro che tieni tra le mani � l�unico libro
degli Speciali che sia mai stato bandito.�
Lo aprii. Ogni pagina era scritta con una grafia tutta riccioli mostruosamente
accurata e i margini erano pieni zeppi di illustrazioni.
�� passato tanto tempo da quando l�ho sentita� fece Emma, una sfumatura
d�incertezza nella voce.
�Ci sono qui io per aiutarti.� Con gesti lenti e cauti Bentham si rimise a sedere
sul divano. �Tu intanto comincia.�
�S�, allora�� disse Emma. �La leggenda dice che tanto tanto tempo fa � cio�
migliaia e migliaia di anni fa � esisteva un anello particolare dove gli Speciali
andavano quando morivano.�
�Il Paradiso degli Speciali� dissi io.
�Non proprio. Non era un posto dove rimanevano per l�eternit�. Somigliava di pi� a
una� biblioteca.� Sembr� combattuta sulla scelta del termine e guard� Bentham.
�Giusto?�
�Giusto.� Lui annu�. �Si pensava che le anime Speciali fossero una risorsa preziosa
esauribile, e che per questo motivo fosse uno spreco portarle con s� nella tomba.
Perci�, al momento di morire bisognava andare in pellegrinaggio alla biblioteca,
per depositare l�anima che sarebbe stata in seguito usata da altri. Noi Speciali
siamo sempre stati parsimoniosi, anche nelle questioni dello spirito.�
�Il primo principio della termodinamica� mormorai io.
Lui mi guard� senza capire.
�Nulla si crea e nulla si distrugge. Le nostre anime, nel caso specifico.� (Certe
volte mi faccio paura da solo, per le cose che ricordo tra quelle che ho studiato a
scuola.)
�Un principio simile, s� conferm� Bentham. �Gli antichi credevano che solo un
determinato numero di anime Speciali fosse a disposizione degli uomini, e che
quando uno Speciale nasceva, lui o lei prendevano in prestito un�anima proprio come
potresti fare tu, o come potrei fare io, al momento di richiedere un libro a una
biblioteca.� Indic� con un gesto gli scaffali intorno a noi. �Ma quando la tua vita
stava per finire � cio� quando il prestito scadeva � l�anima doveva essere
riconsegnata.�
Bentham fece un cenno a Emma. �Prego, continua pure.�
�Quindi� riprese lei, �c�era questa biblioteca. Io me la sono sempre immaginata
piena di libri bellissimi, luminosi, ognuno dei quali conteneva l�anima di uno
Speciale. Per migliaia di anni le persone hanno preso in prestito le anime e le
hanno restituite subito prima di morire, e tutto andava bene. Poi, un giorno,
qualcuno ha pensato che magari si poteva entrare di forza nella biblioteca anche se
non si era in punto di morte. E infatti ci � entrato, e l�ha saccheggiata. Ha
rubato le anime pi� potenti che � riuscito a trovare e le ha usate per creare
scompiglio.� Emma guard� Bentham. �Giusto?�
�I fatti sono quelli, per quanto presentati con un po� d�ingenuit� rispose il
padrone di casa.
�Le ha usate in che senso?� chiesi io.
�Combinando il loro potere al proprio� spieg� Bentham. �Alla fine i custodi della
biblioteca hanno ucciso quel delinquente, si sono ripresi le anime rubate, e hanno
rimesso a posto le cose. Ma ormai, per cos� dire, il genio era uscito dalla
lampada. Sapere che la biblioteca poteva essere violata ha guastato la nostra
societ� fin nel midollo. Avere il controllo della biblioteca significava poter
dominare l�essenza Speciale, e nel giro di poco tempo sono state rubate altre
anime. � stato l�inizio di un�epoca buia, che ha visto i pi� prepotenti fra i
prepotenti combattere sanguinose battaglie gli uni contro gli altri per assicurarsi
il controllo di Abaton e della Biblioteca delle Anime. Sono morti in tanti, la
Terra era in fiamme. Imperversavano carestie e pestilenze, mentre Speciali dotati
di poteri inimmaginabili si uccidevano a vicenda a colpi di inondazioni e saette. �
da qui che vengono le storie dei Normali sugli d�i che si contendevano la
supremazia dei cieli. Ci� che loro chiamano �scontro fra titani� fu la nostra
battaglia per la Biblioteca delle Anime.�
�Credevo avesse detto che non era una storia vera� dissi.
�Ci sto arrivando� replic� Bentham, e si volt� verso Nim che ciondolava l� vicino.
�Puoi andare, Nim. Non ci serve altro t�.�
�Mi perdoni, signore, non intendevo origliare, signore, ma questa � la parte che
preferisco.�
�E allora mettiti seduto!�
Nim si sedette a terra a gambe incrociate e si prese il mento fra le mani.
�Dicevamo. Per un breve ma funesto periodo di tempo la nostra gente ha vissuto
nella distruzione e nella miseria. Diverse sono state le mani che si sono
accaparrate il controllo della biblioteca, mentre il sangue scorreva a fiumi. Poi
un giorno tutto questo � finito. L�autoproclamatosi re di Abaton � stato ucciso sul
campo di battaglia, e cos� il suo assassino si sarebbe arrogato il diritto di
rivendicare la biblioteca per s�, ma non � stato in grado di trovarla. Nel corso
della notte, l�anello era scomparso.�
�Scomparso?� domandai.
�Il giorno prima c�era, il giorno dopo non c�era pi� mi spieg� Emma.
�Puf� fece Nim.
�La leggenda vuole che la Biblioteca delle Anime si trovasse sulle colline
dell�antica citt� di Abaton. Ma quando il nuovo re vi � arrivato per reclamare il
suo trofeo, non c�era pi�. E nemmeno la citt� c�era pi�. Come se non fossero mai
esistite. Al loro posto vi era solo una distesa di erba verdissima.�
�� incredibile.�
�Ma non significa niente� disse Emma. �� solo una vecchia storia.�
�La leggenda dell�Anello Perduto� lessi sulla pagina aperta del libro che avevo tra
le mani.
�Potremmo non sapere mai se Abaton sia esistita oppure no� riprese Bentham con un
sorrisetto enigmatico sulle labbra. �Che � proprio ci� che fa di questa storia una
leggenda. Ma un�identica cosa succede con i tesori nascosti: l�alone leggendario
che li circonda non ha mai fermato la gente, nel corso dei secoli, dal volerli
cercare. Si dice che lo stesso Perplexus Anomalous abbia dedicato anni a dare la
caccia all�anello perduto di Abaton, ed � cos�, infatti, che prese avvio la sua
opera di scoperta dei tanti anelli che compaiono sulle sue celebri mappe.�
�Questo non lo sapevo� disse Emma. �Quindi qualcosa di buono ne � venuto.�
�E pure qualcosa di molto meno buono� aggiunse Bentham. �Anche mio fratello credeva
a questa storia. E io, stupidamente, gli ho perdonato tale debolezza; l�ho
ignorata, rendendomi conto quando ormai era troppo tardi che ne era diventato
completamente prigioniero. Ma a quel punto, il mio carismatico fratello aveva gi�
convinto della sua veridicit� il nostro piccolo esercito di giovani reclute.
Abaton, li aveva persuasi, esisteva. La Biblioteca delle Anime poteva essere
trovata. Perplexus, diceva loro, ci era arrivato vicinissimo, era solo questione di
portare a termine il suo lavoro. E finalmente il potere enorme e tremendo contenuto
nella biblioteca si sarebbe riversato nelle nostre mani. Nelle loro mani.
�Ho tergiversato troppo a lungo, e quest�idea ha messo radici in loro come un
cancro. Cominciarono a cercare l�anello perduto, organizzando una spedizione dopo
l�altra, e ogni fallimento non faceva che rinfocolare l�entusiasmo. L�unit� degli
Speciali era un obiettivo ormai dimenticato. Fin dall�inizio, a mio fratello
interessava solo e soltanto diventare il capo, cos� com�era accaduto ai tanti
aspiranti d�i Speciali dell�antichit�. E quando cercai di affrontarlo per
riprendere il controllo del macchinario che avevo costruito, lui mi calunni�
chiamandomi traditore; mise gli altri contro di me e mi fece rinchiudere in una
cella.�
Bentham aveva stretto forte le mani intorno al manico del suo bastone come se fosse
la gola di qualcuno che voleva strozzare, ma a questo punto alz� lo sguardo,
l�espressione spaurita come quella di una maschera funebre. �Immagino che abbiate
capito come si chiamava.�
I miei occhi sfrecciarono verso Emma. I suoi erano due lune piene, colme di
stupore. Lo pronunciammo insieme:
�Caul�.
Bentham annu�. �Il suo vero nome � Jack.�
Emma si allung� verso di lui. �Quindi sua sorella 腻
�Mia sorella � Alma Peregrine� disse Bentham.
* * *
Lo guardavamo a bocca aperta, storditi, sconvolti. Ma veramente l�uomo di fronte a
noi era il fratello di Miss Peregrine? Mi ricordavo che Miss P aveva due fratelli,
me ne aveva parlato un paio di volte, addirittura mi aveva fatto vedere una foto di
quand�erano bambini. E mi aveva raccontato di come il loro desiderio di immortalit�
li avesse condotti al disastro del 1908, che poi li aveva trasformati, loro e i
loro seguaci, in Spiriti Vacui e, dopo ancora, negli Spettri che conoscevamo e
temevamo. Ma non mi aveva mai detto il nome dei suoi fratelli, e la storia che mi
aveva raccontato non assomigliava molto a quella che Bentham ci aveva appena
rivelato.
�Se quello che dice � vero� esordii, �allora lei � uno Spettro.�
�Ma niente affatto� intervenne Nim sbigottito, pronto pi� che mai a difendere
l�onore del padrone; Bentham, per�, lo dissuase con un gesto.
�Va tutto bene, Nim. Conoscono solo la versione di Alma, hanno delle lacune da
colmare.�
�Non l�ho sentita negarlo, per� lo incalz� Emma.
�Non sono uno Spettro� le rispose lui brusco. Non era certo abituato a essere
sottoposto a interrogatorio da due ragazzini, e l�orgoglio cominciava a intaccare i
suoi modi affabili.
�Allora non le dispiacer� se controlliamo� dissi io, �giusto per essere sicuri��
�Prego� fece lui. Si mise in piedi poggiandosi al bastone e zoppic� fino a una zona
franca tra i divani. PT sollev� la testa, curioso e svogliato, Nim invece ci diede
le spalle, infuriato all�idea che il suo padrone fosse costretto a subire
quell�umiliazione.
Raggiungemmo Bentham sul tappeto. Lui si chin�, in modo che non dovessimo alzarci
sulla punta dei piedi � era veramente altissimo � e aspett� mentre gli esaminavamo
il bianco degli occhi alla ricerca di lenti a contatto o altri trucchetti del
genere. Erano paurosamente iniettati di sangue, come se non dormisse da giorni, ma
a parte questo non destavano sospetti.
Facemmo un passo indietro. �Okay, non � uno Spettro� confermai. �Questo per�
significa che non pu� essere il fratello di Caul.�
�Temo che partiate da presupposti sbagliati� ribatt� lui. �� colpa mia, se mio
fratello e i suoi seguaci sono diventati Spiriti Vacui. Io, tuttavia, non lo sono
diventato.�
�� stato lei a creare i Vacui?� trasecol� Emma. �Ma perch�?!�
Bentham si volt� e fiss� gli occhi sul fuoco. �Fu un terribile errore. Un
incidente.� Aspettammo che si spiegasse meglio. Sembrava costargli una fatica
immane, riportare alla luce quella storia tirandola fuori dai recessi nei quali
l�aveva seppellita. �La mia colpa � stata quella di non intervenire� riprese cupo.
�Continuavo a ripetermi che mio fratello non era pericoloso quanto dava a vedere.
Ma solo quando mi fece rinchiudere, ovvero quando ormai era troppo tardi per agire,
capii di aver preso un abbaglio.�
Si avvicin� al calore del fuoco e si accosci� ad accarezzare il grosso ventre
dell�orso, lasciando vagare le dita nella folta pelliccia. �Sapevo che bisognava
fermare Jack, e non solo per il mio bene, n� perch� ci fosse il rischio che alla
fine trovasse davvero la Biblioteca delle Anime. No: era chiaro come il sole che le
sue ambizioni si erano ingigantite. Erano mesi che manipolava le nostre reclute per
trasformarle in milizie di un pericoloso movimento politico. Si pregiava di essere
un oppresso che lottava per far s� che la nostra societ� non fosse pi� soggetta a
quella che lui chiamava �l�influenza infantilizzante delle ymbryne�.�
�La nostra societ� esiste grazie alle ymbryne� protest� Emma.
�Non dico il contrario� replic� Bentham, �ma dovete capire che mio fratello era
morbosamente invidioso del potere e dello status di nostra sorella, ed � sempre
stato cos�, fin da quand�eravamo bambini. I nostri doni erano nulla in confronto ai
suoi. Che Alma fosse un vero talento, le ymbryne anziane che si prendevano cura di
lei lo capirono ben prima del suo terzo compleanno. La ricoprivano tutti di
attenzioni, e Jack non lo sopportava. Quando era ancora in fasce, le dava
pizzicotti solo per farla piangere. Quando si esercitava per trasformarsi in un
uccello, lui le correva dietro e le strappava le penne.�
Vidi una fiammella prendere vita su un dito di Emma, e lei subito la spense
immergendolo nel t�.
�Questa cattiveria and� accentuandosi con il passare del tempo� continu� Bentham.
�Jack aveva la capacit� di imbrigliare e sfruttare a proprio vantaggio la malsana
invidia che albergava in forma latente anche in alcuni dei nostri compagni
Speciali. Organizzava raduni e teneva discorsi, raggruppando gli insoddisfatti
perch� si schierassero a favore della sua causa. E Devil�s Acre era un terreno
fertile, perch� molti degli Speciali che vivevano qui erano reietti, persone ostili
al matriarcato delle ymbryne, dal quale erano stati allontanati.�
�Gli Alidicreta� disse Emma. �Gli Spettri si chiamavano cos�, prima di diventare
Spettri. Miss Peregrine ci ha insegnato delle cose su di loro.�
��Non abbiamo bisogno delle loro ali!� predicava Jack. �Ne avremo di nostre!� Era
una metafora, naturalmente, e tuttavia se ne andavano tutti in giro con delle ali
finte come simbolo del loro movimento.� Bentham si alz� in piedi e ci guid� alla
libreria. �Venite, guardate. Ho ancora qualche foto di quei giorni. Le poche che
Jack non � riuscito a distruggere.� Tir� gi� un album da un ripiano e lo sfogli�
fino all�immagine di una grossa folla radunata davanti a un uomo che parlava.
�Ecco. Questo � lui durante uno di quei suoi esecrabili discorsi.�
La folla era composta quasi esclusivamente di uomini, tutti con il cappello in
testa; file e file di persone, alcune in piedi su delle casse, altre arrampicate su
una specie di cancello per sentire meglio quello che Caul aveva da dire.
Bentham volt� la pagina e ci mostr� un�altra foto, due giovani uomini nel fiore
degli anni, entrambi in completo e col cappello, uno con un bel sorriso aperto,
l�altro con un�espressione indecifrabile. �Questo sono io, a sinistra; quello a
destra � Jack� disse. �Jack sorrideva solo quando voleva ottenere qualcosa.�
L�ultima che ci fece vedere era la foto di un bambino con due grosse ali che
sembravano quelle di un gufo aperte sulle spalle. Era appollaiato su un piedistallo
e guardava l�obiettivo con sfrontatezza, un occhio nascosto sotto il cappello messo
di sghembo. In fondo alla foto c�erano scritte le parole Non abbiamo bisogno delle
loro ali.
Bentham avvicin� agli occhi la seconda fotografia e scrut� la faccia di suo
fratello. �C�� sempre stata un�ombra di perfidia, in lui� disse, �ma io rifiutavo
di vederla. Alma era pi� perspicace, e l�ha allontanato in fretta. Io e Jack, per�,
avevamo pi� o meno la stessa et�, e pi� o meno lo stesso modo di guardare le cose,
o cos� credevo. Eravamo amici, praticamente inseparabili. Solo che lui mi teneva
nascosto chi fosse veramente. Lo capii soltanto il giorno in cui gli dissi: �Jack,
devi smetterla� e lui ordin� che mi picchiassero e poi mi fece sbattere in un buco
sottoterra in attesa che morissi. Lo capii troppo tardi, s�.�

Bentham alz� gli occhi, nei quali si rifletteva il bagliore delle fiamme. ��
abbastanza sconvolgente accorgersi di non contare nulla per il proprio fratello.�
Smise di parlare, avviluppato dai suoi brutti ricordi.
�Per� lei non � morto� disse Emma. �Lei li ha fatti diventare Vacui.�
�Gi�.�
�E come ha fatto?�
�Li ho ingannati, e li ho convinti.�
�Li ha convinti a diventare dei mostri?� chiesi io.
�Non � mai stata mia intenzione trasformarli in mostri. Volevo solo sbarazzarmi di
loro.� Torn� al divano e vi si abbandon� sopra con un movimento lento. �Ero a un
passo dal morire d�inedia, quando mi venne in mente la storia perfetta per prendere
in trappola mio fratello. Una fandonia vecchia come il mondo. La fonte della
giovinezza. Incisi la storia sul pavimento sporco della mia cella con le unghie:
tutti i passaggi di un�oscura tecnica per manipolare gli anelli, pensata per tenere
sotto controllo � e poi eliminare per sempre � i pericoli provocati
dall�invecchiamento repentino. O cos� credevo. In realt�, si trattava solo di un
effetto secondario della procedura vera e propria, che consisteva in un arcano
processo ormai dimenticato dai pi� per far collassare gli anelli, in fretta e in
via definitiva, in caso di emergenza.�
Mi immaginai il famigerato pulsante dell��autodistruzione� inventato dalla
fantascienza. Una supernova in miniatura; la fine delle stelle.
�Non mi aspettavo che l�inganno funzionasse cos� bene� continu� Bentham. �Mi ero
guadagnato le simpatie di un membro del movimento e fu lui a far circolare l�idea
spacciandola per sua. Jack ci casc� in pieno. Port� i suoi seguaci in un anello
lontano per attivare la procedura� dove io speravo che sarebbero sprofondati per
sempre.�
�Ma le cose non andarono cos� disse Emma.
�� stato l� che mezza Siberia � saltata per aria?� chiesi io.
�La reazione fu cos� potente da durare un giorno e una notte interi� disse Bentham.
�Ci sono foto che la testimoniano, e anche foto del dopo��
Indic� con un cenno l�album poggiato sul pavimento e aspett� che trovassimo le
immagini. Una, scattata di notte in un luogo deserto che non si capiva bene dove
fosse, era tagliata in due da una fiammata che puntava verso l�alto, una massa
densa, incandescente e chiara di energia che si liberava sul fondo e si stagliava
nel buio come un bengala alto quanto un grattacielo. L�altra ritraeva un paese
ridotto in macerie, tutto case diroccate e rovine e alberi privi della corteccia.
Mi bast� guardarla per sentire il soffio desolato del vento; il silenzio tangibile
di un luogo a cui era stata strappata all�improvviso la vita.
Bentham scosse la testa. �Nemmeno nei miei sogni peggiori avevo mai osato
immaginare cosa sarebbe strisciato fuori da quell�anello collassato� disse. �In
seguito, per qualche tempo non accadde nulla. Io ero uscito di prigione e
cominciavo a recuperare le forze. Ripresi il controllo del mio macchinario. L�era
buia di mio fratello sembrava volgere al termine, invece eravamo solo agli inizi.�
�Fu quando scoppiarono le Guerre dei Vacui� disse Emma.
�Iniziarono ben presto a circolare storie su creature fatte di ombra. Emergevano
dalle foreste distrutte per cibarsi degli Speciali, ma non solo: anche dei Normali,
degli animali, e di qualunque cosa fosse della misura giusta per le loro mascelle.�
�Io una volta ne ho visto uno che si mangiava un�automobile� disse Nim.
�Un�automobile?� ripetei.
�Io ci ero dentro� mi rispose.
Aspettammo che argomentasse meglio.
�E?� disse Emma.
�Me ne sono andato� disse lui con un�alzata di spalle. �Gli si � fermato il
piantone dello sterzo in gola.�

�Posso continuare?� chiese Bentham.


�Certamente, signore. Le chiedo scusa.�
�Allora, dicevamo. C�era ben poco che potessi fare per fermare questi nuovi
abomini: a parte il piantone dello sterzo, restavano solo gli accessi agli anelli.
Per fortuna, di questi ultimi avevamo grande disponibilit�. Cos�, la maggior parte
di noi affront� il problema degli Spiriti Vacui restandosene al riparo nel proprio
anello, avventurandosi all�esterno solo se era indispensabile. I Vacui non misero
fine alle nostre vite, ma le resero enormemente pi� faticose, isolate e
pericolose.�
�E gli Spettri?� domandai.
�Immagino che ci stia arrivando� disse Emma.
�� cos� conferm� Bentham. �Cinque anni dopo essermi imbattuto nel mio primo Spirito
Vacuo, feci la conoscenza del mio primo Spettro. Era passata mezzanotte quando
bussarono alla porta. Ero in casa, al sicuro nel mio anello, o cos� credevo, perch�
invece, quando aprii, l� fuori c�era mio fratello Jack, un po� malmesso, ma in
sostanza uguale a come lo ricordavo� se non che i suoi occhi erano spenti, vuoti
come un foglio bianco.�
Io e Emma ci eravamo messi tutti e due a gambe incrociate e adesso pendevamo dalle
sue labbra, protesi verso di lui. Bentham fissava un punto al di sopra delle nostre
teste, lo sguardo angosciato.
�Aveva consumato abbastanza Speciali da riempire la sua anima di Vacuo, e poi si
era trasformato in qualcosa che somigliava a mio fratello ma non era lui, in
realt�. Quel poco di umanit� che forse un tempo aveva avuto era scomparsa del
tutto, risucchiata via proprio come il colore dei suoi occhi. Uno Spettro somiglia
allo Speciale che � stato come la copia della copia della copia di qualcosa
somiglia all�originale. I dettagli spariti, e il colore��
�E la sua memoria?� chiesi.
�Quella Jack non l�aveva persa, purtroppo: in caso contrario, magari avrebbe
dimenticato tutto di Abaton e della Biblioteca delle Anime. E anche quello che gli
avevo fatto.�
�E come ha fatto a scoprire che era stato lei?� domand� Emma.
�La si potrebbe chiamare intuizione fraterna. E poi un giorno, non avendo niente di
meglio da fare, mi tortur� fino a costringermi a confessare.� Bentham indic� la
propria gamba. �Come potete vedere, i segni sono rimasti.�
�Per� non l�ha uccisa� dissi io.
�Gli Spettri sono creature pragmatiche e la vendetta non � mai granch�
interessante� rispose Bentham. �L�ossessione di Jack era sempre e pi� che mai
quella di trovare Abaton, ma per farlo aveva bisogno del mio macchinario� e di me
per metterlo in funzione. Divenni suo prigioniero e schiavo, e Devil�s Acre si
trasform� nel quartier generale segreto di un piccolo ma potente contingente di
Spettri determinati a rintracciare la Biblioteca delle Anime e penetrarvi. Cosa
che, ormai lo avrete capito, � il loro scopo principale.�
�Io credevo che volessero reinnescare la reazione che li aveva trasformati in
Vacui� dissi, �solo pi� potente e pi� accurata. Per la serie: �Facciamolo per bene,
stavolta�.�
Bentham aggrott� la fronte. �Questa da dove arriva?�
�Ce l�ha detto uno Spettro poco prima di morire� rispose Emma. �Diceva che era per
questo che avevano bisogno delle ymbryne. Per ottenere una reazione pi� forte.�
�Non ha alcun senso� replic� lui. �Probabilmente nient�altro che una menzogna per
mettervi fuori strada. Sebbene non escludo che lo Spettro che ve l�ha raccontata ci
credesse. Solo i fedelissimi di Jack sono a conoscenza della ricerca di Abaton.�
�Ma se non hanno bisogno delle ymbryne� intervenni, �perch� si sono dati cos� tanto
da fare per rapirle?�
�Perch� l�anello perduto di Abaton non � semplicemente andato perduto� rispose
Bentham. �La leggenda narra che prima che andasse perduto l�anello fu anche
sigillato, e a sigillarlo furono le ymbryne. Dodici di loro, per la precisione, che
si riunirono giungendo ognuna da un angolo remoto del mondo Speciale. Per riaprire
Abaton, posto che si riesca a trovarla, servono quelle stesse dodici ymbryne, o le
loro discendenti. Ecco perch� non � affatto strano che mio fratello ne abbia rapite
proprio dodici, dopo aver passato anni a dar loro la caccia e stargli addosso.�
�Lo sapevo� esclamai. �Non poteva trattarsi solo di reinnescare la reazione che li
aveva trasformati in Vacui.�
�Ma allora significa che l�ha trovata� disse Emma. �Caul non si sarebbe deciso a
rapire le ymbryne se non avesse saputo dove si trova davvero Abaton.�
�Per� credevo avesse detto che fosse un posto leggendario� dissi a Bentham. �Invece
adesso ne parla come se fosse reale. Qual � la verit�?�
�La posizione ufficiale del Concilio delle ymbryne vuole che la Biblioteca delle
Anime non sia niente pi� di una storia inventata� mi rispose.
�Non mi interessa cosa dice il Concilio� ribatt� Emma. �Lei cosa dice?�
�Tengo per me le mie opinioni� rispose Bentham sfuggente. �Ma se la biblioteca
esiste, e se Jack riuscisse a trovarla e a entrarvi, non sarebbe comunque in grado
di rubare le anime che contiene. Lui non lo sa, ma avrebbe bisogno di un terzo
elemento, di una terza chiave.�
�Che sarebbe?� chiesi.
�Nessuno pu� prendere i vasi delle anime. I vasi sono invisibili praticamente a
chiunque, e nessuno li pu� toccare. Nemmeno le ymbryne. Le storie raccontano che
solamente alcuni addetti particolari, chiamati bibliotecari, sono in grado di
vederli e maneggiarli; e da mille anni non ne � venuto al mondo nemmeno uno. Se la
biblioteca esiste, tutto ci� che Jack vi troverebbe sarebbero degli scaffali
vuoti.�
�Oh, che sollievo� esclamai.
�S� e no� controbatt� Emma. �Chiss� cosa far�, quando scoprir� che le ymbryne alle
quali d� la caccia da sempre non gli servono a niente. Andr� fuori di testa!�
�� questa, in effetti, la cosa che mi preoccupa di pi� concord� Bentham. �Jack �
irascibile. E quando il sogno che ha coltivato tanto a lungo svanir�
Provai a immaginare cosa potesse significare � a immaginare tutte le torture che un
uomo come Caul sarebbe stato capace di infliggere �, ma il mio cervello si chiuse
di scatto alla sola idea. E a quanto pareva le stesse immagini orribili le stava
contemplando Emma, perch� la sua reazione trasudava rabbia e non ammetteva
repliche.
�Dobbiamo riportarle indietro.�
�Condividiamo lo stesso obiettivo� dichiar� allora Bentham. �Che � quello di
distruggere mio fratello e la sua banda, e di portare in salvo mia sorella e le sue
compagne. Io credo che, insieme, possiamo riuscire in entrambe le cose.�
In quel momento quell�uomo mi sembr� cos� piccolo, affondato com�era nel divano
enorme, con il bastone appoggiato alle gambe malferme, che per poco non mi misi a
ridere.
�E come?� dissi. �Avremmo bisogno di un esercito.�
�Non � esatto� ribatt� lui. �Respingere un esercito sarebbe un gioco da ragazzi,
per gli Spettri. Per nostra fortuna, noi disponiamo di qualcosa di meglio.� Guard�
Emma, guard� me, le labbra che si incurvavano in un sorriso. �Ovvero voi due. E per
vostra fortuna, voi due avete me.� Bentham fece forza sul bastone e si alz�
lentamente in piedi. �Dobbiamo farvi entrare nella fortezza.�
�A me sembra abbastanza impenetrabile� obiettai.
�Questo perch� in effetti lo �, o dovrebbe esserlo� ribatt� Bentham. �Durante gli
anni in cui Devil�s Acre era un anello-prigione� prosegu�, �la fortezza era
destinata a ospitare la feccia della feccia. Poi, quando gli Spettri tornarono qui,
ne fecero il loro quartier generale; cos�, la prigione a prova di evasione di un
tempo divent� la loro fortezza impenetrabile.�
�Solo che lei conosce un modo per entrarci� disse Emma.
�� possibile, con il vostro aiuto� rispose lui. �Quando Jack e i suoi spettri
vennero qui, rubarono il cuore del mio Panellopticon. Mi obbligarono a spaccare il
macchinario, a copiare gli anelli e a ricrearli all�interno di quella fortezza,
cos� da poter continuare il loro lavoro in un luogo pi� protetto.�
�Quindi c�� un altro macchinario?� dissi io.
Bentham annu�. �L�originale � in mio possesso, poi c�� la copia� rispose. �Sono
collegati. E in ognuno ci sono dei passaggi che portano all�altro.�
Emma raddrizz� la schiena. �Cio� possiamo usare il suo macchinario per accedere nel
loro?�
�Esatto.�
�E allora perch� non l�ha fatto lei?� gli chiesi. �Perch� non l�ha fatto anni fa?�
�Jack aveva seriamente devastato il mio dispositivo, per cui pensavo che non
funzionasse pi� rispose Bentham. �Per anni, solamente una stanza ha continuato a
svolgere il suo compito: quella che porta in Siberia. Ma l�abbiamo scandagliata in
lungo e in largo, senza mai trovare un modo per accedere al macchinario di Jack.�
Rividi nella mente l�uomo che scrutava dentro i crepacci: ecco cosa cercava, sotto
tutta quella neve, un passaggio.
�� necessario aprire altre porte, altre stanze� continu� Bentham, �ma per farlo ho
bisogno di un adeguato pezzo di ricambio per la parte che Jack ha sottratto, ovvero
la dinamo che costituisce il cuore del Panellopticon. Da molto tempo credo di avere
individuato qualcosa che potrebbe fare al caso mio � una cosa molto potente, e
molto pericolosa � ma sebbene si trovi qui, a Devil�s Acre, non mi � mai stato
possibile recuperarla. Fino a oggi.�
Si volt� verso di me.
�Ragazzo mio, ho bisogno che tu mi porti uno Spirito Vacuo.�
* * *
Accettai, naturalmente. Avrei risposto di s� praticamente a tutto, se solo pensavo
che sarebbe servito a liberare i nostri amici. Ma mi accorsi solo dopo averlo
detto, e dopo che Bentham mi aveva preso le mani fra le sue tenendomele strette,
che non avevo la pi� pallida idea di dove andarlo a prendere, uno Spirito Vacuo.
Ero sicuro che ce ne fossero molti all�interno della fortezza degli Spettri, ma
avevamo gi� stabilito che l� non c�era modo di entrare. Fu in quel momento che
Sharon emerse dalle ombre che si erano allungate sulle pareti della stanza per
darci una buona notizia, o almeno una specie di buona notizia.
�Ve lo ricordate il vostro amico travolto da quel ponte?� disse. �Pare non sia
morto del tutto. L�hanno tirato fuori dal canale qualche ora fa.�
�E chi?� domandai.
�I pirati. Gli hanno messo i ceppi e l�hanno rinchiuso gi� in fondo a Oozing
Street. � parecchio agitato, da quel che si dice in giro.�
�Ma benissimo� fece pronta Emma, gi� tesa per l�eccitazione. �Ce lo prendiamo e lo
portiamo qui, facciamo ripartire la macchina del signor Bentham, apriamo un
passaggio che ci conduca alla fortezza degli Spettri e ci riprendiamo i nostri
amici.�
�Detto fatto!� disse Sharon. Poi se ne usc� con una risata sguaiata. �Tolta
l�ultima parte.�
�E anche la prima� aggiunsi io.
Emma mi si avvicin�. �Scusa, tesoro. Ho messo a disposizione il tuo talento senza
chiedere. Credi di riuscire a gestirlo, quel Vacuo?�
Non ne ero sicuro. Gli avevo fatto eseguire proprio un bel numero, laggi� nel
canale, ma per addomesticarlo come un cagnolino e portarselo da l� fino alla casa
di Bentham bisognava essere un addestratore di Vacui coi fiocchi, e invece io ero
solo alle prime armi. E poi la fiducia che avevo nelle mie capacit� era ai minimi
storici, dopo il mio ultimo, disastroso scontro. Tutto, per�, dipendeva da me.
�Riesco a gestirlo eccome� dissi, dopo un silenzio troppo lungo. �Quand�� che
andiamo?�
Bentham batt� le mani. �Ecco lo spirito giusto!�
Gli occhi di Emma restavano su di me. Lei lo sapeva, che bluffavo.
�Potete partire non appena siete pronti� aggiunse il padrone di casa. �Sharon vi
accompagner�.�
�Sarebbe meglio non tirarla per le lunghe� disse il barcaiolo. �Quando la gente di
qui avr� finito di divertirsi con quel Vacuo, ho ragione di credere che lo faranno
fuori.�
Emma si tocc� il davanti del suo ingombrante vestito. �In questo caso, mi sa che
dobbiamo cambiarci.�
�Ovviamente� disse Bentham, e mand� Nim a cercarci degli abiti pi� adatti alla
missione. Torn� un minuto dopo portando due paia di scarponi con il carrarmato e
due completi giacca e pantaloni da lavoro di foggia moderna: neri, di tessuto
impermeabile e abbastanza aderenti.
Andammo a cambiarci in due stanze diverse, poi ci ritrovammo nel corridoio: io e
Emma e nessun altro, vestiti con la nostra tenuta da avventura. Lei, in quegli
abiti spartani e senza forma, aveva un aspetto un po� mascolino (che comunque le
donava), ma non si lament�: anzi, si leg� i capelli in una coda di cavallo, alz� il
viso e mi fece il saluto militare con la mano alla fronte. �Sergente Bloom, a
rapporto.�
�Il soldato pi� affascinante che mi sia capitato di incontrare� bofonchiai io in
una � bruttissima � imitazione di John Wayne.
Esisteva un collegamento diretto fra il mio nervosismo e le stupidaggini che
dicevo. E al momento tremavo come una foglia, con lo stomaco che gocciolava acidit�
come un tubo rotto. �Secondo te ce la facciamo davvero?� le chiesi.
�Secondo me s� mi rispose.
�Ma non ti viene mai qualche dubbio?�
Emma scosse la testa. �Il dubbio � deleterio, quando sei in alto mare.�
Si avvicin� e ci abbracciammo. Sentii che anche lei tremava, un pochino. No, non
era infrangibile. E capii allora che la mia insicurezza stava cominciando a minare
anche lei, ma era la sua forza che riusciva a tenere tutto insieme. A tenere a bada
le onde della vita.
Ero arrivato a considerare la fiducia che riponeva in me come un atteggiamento
sconsiderato, per certi versi.
Era come se Emma pensasse che con un semplice schiocco di dita avrei potuto far
ballare il tip tap a uno Spirito Vacuo; e che a inibire il mio potere fosse una
qualche debolezza che avevo dentro e non contrastavo. Questo suo atteggiamento da
un lato mi infastidiva, ma dall�altro mi chiedevo se forse non avesse ragione.
L�unico modo per scoprirlo definitivamente era affrontare il Vacuo che mi aspettava
con l�incrollabile certezza di poter avere la meglio su di lui.
�Vorrei vedermi come mi vedi tu� le sussurrai.
Lei mi strinse pi� forte, e io decisi di tentare.
Poi Sharon e Bentham ci raggiunsero nel corridoio. �Pronti?� ci disse Sharon.
Ci staccammo. �Pronti� risposi.
Bentham mi strinse la mano, poi strinse quella di Emma. �Sono cos� felice che siate
qui� ci salut�. �Credo sia una prova del fatto che la fortuna comincia a girare,
per noi.�
�Spero che lei abbia ragione� ribatt� Emma.
Stavamo per andarcene, quando mi venne in mente una domanda che mi frullava in
testa fin dall�inizio; e mi accorsi che, nella peggiore delle ipotesi, poteva
essere l�ultima occasione che avevo di farla.
�Signor Bentham� dissi, �alla fine non abbiamo parlato di mio nonno. Come mai lo
conosceva? Perch� lo stava cercando?�
Lui inarc� di scatto le sopracciglia e poi subito dopo sorrise, come per mascherare
la sorpresa. �Mi mancava, ecco perch� rispose. �Eravamo vecchi amici, e speravo di
riuscire a incontrarlo di nuovo, prima o poi.�
Sapevo che non era esattamente la verit�, e capii dagli occhi stretti di Emma che
la pensava anche lei cos�, ma non avevamo tempo per indagare oltre. Al momento, il
futuro ci riguardava molto di pi� del passato.
Bentham sollev� la mano per salutarci. �Fate attenzione, l� fuori� disse. �Io sar�
qui, a preparare il mio Panellopticon perch� possa trionfalmente tornare in
servizio.� Quindi spar� zoppicando nella sua biblioteca, e noi lo sentimmo che dava
ordini all�orso. �PT, in piedi! Abbiamo del lavoro da fare!�
Sharon ci scort� per un corridoio lunghissimo, facendo oscillare avanti e indietro
il suo bastone mentre i grossi piedi nudi risuonavano sul pavimento di pietra.
Quando arrivammo all�uscita si ferm�, si chin� per guardarci negli occhi e ci dett�
le regole.
�Il posto dove stiamo andando � pericoloso. Sono molto pochi i ragazzi Speciali
senza padrone rimasti a Devil�s Acre. Quindi non passerete inosservati. Non
parlate, a meno che non vi chiedano qualcosa. Non incrociate lo sguardo di nessuno.
Seguitemi a breve distanza, ma non perdetemi mai di vista. Fingeremo che siate miei
schiavi.�
�Che cosa?� esclam� Emma. �Niente affatto.�
�� il modo pi� sicuro� disse Sharon.
�� umiliante!�
�S�, ma daremo nell�occhio il meno possibile.�
�E cosa dovremmo fare?�
�Tutto quello che vi dico di fare, subito e senza discutere. E tenetevi in faccia
un�espressione apatica.�
�Signors�, signore� dissi io come un automa.
�Non intende quello� fece Emma. �Intende come i ragazzi di quel posto spaventoso di
Louche Lane.�
Rilassai i muscoli e dissi, nel tono pi� neutro e piatto possibile: �Salve, siamo
tutti molto felici, qui�.
Emma rabbrivid� e si gir� dall�altra parte.
�Molto bene� disse Sharon, poi guard� Emma. �Prova anche tu.�
�Se dobbiamo proprio farlo� disse lei, �io far� finta di essere muta.�
Sharon non aveva assolutamente nulla in contrario. Apr� la porta e ci invit� con un
gesto a uscire nella luce del giorno che moriva.

5.

L�aria all�esterno era una specie di zuppa giallognola color veleno, cos� gialla
che non riuscivo a distinguere la posizione del sole nel cielo. Capivo che era
quasi sera solo perch� la luce scemava lentamente. Camminammo per un po� dietro
Sharon, sforzandoci di tenere il passo ogni volta che lui incontrava qualcuno che
conosceva e accelerava l�andatura per evitare di doverci parlare. Le persone
sembravano sapere bene chi fosse: aveva una reputazione, e credo fosse preoccupato
che potessimo combinare qualcosa per rovinargliela.
Procedemmo lungo Oozing Street, insolitamente allegra con i suoi vasi di fiori alle
finestre e le case dipinte con colori accesi, poi svoltammo in Periwinckle Street,
dove il lastricato della pavimentazione lasciava il posto al fango e le casette ad
alloggi fatiscenti e decrepiti. Uomini con i cappelli tirati bassi sul volto erano
radunati in fondo a uno squallido vicolo cieco. Sembravano di guardia all�ingresso
di una casa con le finestre oscurate. Sharon ci disse di stare fermi e noi
aspettammo mentre lui andava a parlarci.
Nell�aria c�era un vago odore di benzina. In lontananza si sentivano voci e risate,
prima forti poi pi� deboli: il rumore di molti uomini riuniti in un bar a guardare
una partita � ma non poteva essere cos�, perch� quello � un suono cos� tipico della
modernit�, e da queste parti non c�erano televisori.
Dalla casa usc� un tizio con i pantaloni schizzati di fango. Quando la porta si
apr� le voci arrivarono pi� forti, per poi spegnersi subito non appena si richiuse.
L�uomo avanzava lungo la via con un cesto in mano. Noi ci voltammo a osservarlo
mentre procedeva verso qualcosa che prima non avevo notato: due cuccioli di orso
incatenati a un lampione mezzo divelto al lato della strada. Avevano un aspetto
disperato, il gioco della catena non era che di poche decine di centimetri, e se ne
stavano seduti in mezzo al fango a guardare l�uomo che arrivava, con una sfumatura
di terrore nello sguardo e le orecchie pelose appiattite all�indietro. Lui rovesci�
davanti a loro un po� di fetidi avanzi della cena, poi si allontan� senza dire una
parola. La scena mi fece piovere addosso una tristezza infinita.
�Quelli sono scimmiorsi da allenamento� disse Sharon. Quando ci voltammo, era l�
alle nostre spalle. �Gli sport sanguinari sono un bell�affare da queste parti, e
affrontare uno scimmiorso � la sfida delle sfide. I combattenti pi� giovani devono
pur allenarsi, in un modo o nell�altro, quindi cominciano con i cuccioli.�
�� terribile� dissi.
�Tuttavia, gli orsi oggi hanno il giorno libero, grazie al vostro bestione.� Sharon
indic� la casetta. �� l� dentro, sul retro. Prima di entrare, per�, devo
avvertirvi: � una fumeria di ambrosia, e ci sono Speciali all�interno che sono
sballati e fuori di testa. Non parlate con loro, e qualunque cosa accada non
guardateli negli occhi. Conosco gente che ha perso la vista.�
�In che senso ha perso la vista?� chiesi io.
�Nel senso che adesso non ci vede pi�. Ora seguitemi, e non voglio sentire altre
domande. Gli schiavi non fanno domande al loro padrone.�
Notai che Emma digrignava i denti. Seguimmo Sharon mentre attraversava il gruppetto
di uomini radunati davanti all�ingresso.
Si mise subito a parlare con loro. Io cercai di cogliere qualche parola della
conversazione, mantenendo sempre la distanza che si addice a uno schiavo e
distogliendo lo sguardo. Uno di loro disse a Sharon che c�era una �tassa di
ingresso� e lui tir� fuori una moneta dal mantello e pag�. Un altro si inform� su
di noi.
�Ancora non ho deciso i nomi� rispose lui. �Li ho comprati ieri. Sono ancora cos�
acerbi che non me la sento di perderli di vista.�
�� vero?� intervenne quello avvicinandosi a noi. �Non avete ancora un nome?�
Scossi il capo, scegliendo l�opzione scena muta come Emma. L�uomo ci squadr�, e io
avrei tanto voluto essere lontano dal mio stesso corpo. �Ma io non ti ho gi� visto
da qualche parte?� aggiunse lui facendosi pi� vicino.
Non risposi.
�Forse nella vetrina di Lorraine� intervenne Sharon.
�Nah� fece l�altro, poi con un gesto della mano lasci� cadere la questione. �Sono
sicuro che mi verr� in mente.�
Corsi il rischio di rivolgergli uno sguardo solo quando era ormai voltato di
spalle. Se era un pirata del canale, non era tra quelli con cui avevamo avuto le
scaramucce in precedenza. Portava una benda sul mento e un�altra sulla fronte.
Molti degli uomini che erano con lui avevano fasciature simili, e uno portava una
benda sull�occhio. Mi chiesi se si fossero procurati quelle ferite combattendo con
gli scimmiorsi.
L�uomo con la benda sull�occhio ci apr� la porta. �Spassatevela� disse, �ma se
fossi in te oggi non li manderei nella gabbia, a meno che non ti interessi
raccoglierli con un cucchiaino.�
�Siamo venuti solo per dare un�occhiata e imparare qualcosa� rispose Sharon.
�Sei uno che la sa lunga.�
Ci fecero entrare e noi ci affrettammo a seguire da vicino il nostro padrone,
ansiosi di allontanarci dagli sguardi appostati vicino all�ingresso. Sharon, col
suo metro e ottanta abbondante, fu costretto a chinarsi per superare la soglia, e i
soffitti erano talmente bassi che rimase in quella posizione per tutto il tempo che
trascorremmo all�interno. La stanza era buia e puzzava di fumo, e fino a quando i
miei occhi non si abituarono alla penombra tutto quello che riuscii a distinguere
furono delle punture di spillo di luce aranciata sparse qua e l�. Lentamente misi a
fuoco l�ambiente, illuminato da lanterne a olio talmente spuntate che non facevano
pi� luce di un fiammifero. Era un locale lungo e stretto, con dei letti a cuccetta
ricavati alle pareti, come quelli che si possono trovare nelle viscere oscure di
una nave che solca gli oceani.
Inciampai su qualcosa e per un istante fui sul punto di perdere l�equilibrio.
�Perch� � cos� buio qui?� mormorai. Stavo gi� infrangendo la promessa di non fare
domande.
�Gli occhi sono pi� sensibili quando gli effetti dell�ambrosia svaniscono� mi
spieg� Sharon. �Anche la pi� flebile luce del giorno diventa quasi insopportabile.�
Fu in quel momento che notai le persone nelle cuccette, alcune sdraiate e
addormentate, altre sedute in un nido di lenzuola sgualcite. Ci guardavano fumando
pigramente e le loro voci erano un sussurro. Qualcuno parlava da solo, sciorinando
incomprensibili monologhi. In tanti avevano il volto fasciato, come gli uomini che
presidiavano l�ingresso, oppure indossavano delle maschere. Avrei voluto chiedere
qualcosa su quelle maschere, ma pi� di ogni altra cosa desideravo prendere quel
Vacuo e filare via di l�.
Superammo una tenda di fili perlinati ed entrammo in una sala pi� illuminata e
decisamente pi� affollata della precedente. Un omone massiccio stava in piedi su
una sedia lungo la parete in fondo e smistava la gente verso una o l�altra delle
due porte alle sue spalle. �I lottatori a sinistra, gli spettatori a destra!�
gridava. �Fate le vostre puntate all�ingresso!�
Da qualche stanza pi� in l� sentivo arrivare altre urla, e un momento dopo la folla
si apr� per permettere il passaggio di tre figure. Due uomini trascinavano il
terzo, svenuto e ricoperto di sangue. A seguirli, strilla e fischi.
�Ecco che aspetto ha un perdente!� mugg� l�energumeno sulla sedia. �E questo
invece� riprese indicando una sala laterale �� l�aspetto dei codardi!�
Sbirciai nella stanzetta, dove due tizi sotto sorveglianza erano miseramente
esposti agli sguardi di tutti. I loro corpi erano ricoperti di catrame e piume.

�Che serva da promemoria� disse ancora l�uomo. �Tutti i combattenti devono


trascorrere minimo due minuti dentro la gabbia!�
�Allora, tu a quale gruppo appartieni?� mi domand� Sharon. �Sei un lottatore o uno
spettatore?�
Sentii il petto contrarsi mentre provavo a immaginare quello che sarebbe successo:
non solo tra pochi istanti avrei dovuto addomesticare un Vacuo, ma avrei dovuto
farlo di fronte a un pubblico rumoroso e probabilmente ostile � e poi provare ad
andarmene da l� tutto intero. Mi ritrovai a sperare che il mostro non fosse ferito
troppo gravemente, perch� sentivo di aver bisogno delle sue forze per farci largo e
uscire da quella casa. Questi Speciali non si sarebbero certo lasciati portare via
il loro nuovo giocattolo senza alzare un dito.
�Un lottatore� risposi. �Per esserne sicuro, per�, ho bisogno di avvicinarmi a dare
un�occhiata.�
Emma incroci� il mio sguardo e sorrise. Puoi farcela, diceva la sua espressione, e
in quel momento io stesso sapevo che era cos�. Con passo deciso superai la porta
per i lottatori, rinfrancato da una nuova sicurezza, e Sharon e Emma mi seguirono.
Quella nuova sicurezza dur� non pi� di quattro secondi, ossia il tempo che mi ci
volle per entrare nella stanza e accorgermi delle pozze e degli schizzi di sangue
sul pavimento e sulle pareti. Un fiume rosso indicava la via verso una sala piena
di luce e poi attraverso una porta aperta, dalla quale riuscivo a distinguere altra
gente radunata, e, alle loro spalle, le sbarre di una gabbia enorme.
Dall�esterno arriv� un grido acuto. Stavano portando dentro un altro lottatore.
La sagoma di un uomo apparve dalla penombra di una stanza laterale. Era a torso
nudo e indossava una semplice maschera bianca. Rimase un istante in piedi ai bordi
della sala, come se si fosse fermato a raccogliere il proprio coraggio, poi chin�
il capo all�indietro e alz� una mano. Tra le dita stringeva una minuscola fiala di
vetro.
�Non guardate� ci disse Sharon spingendoci contro la parete. Ma la tentazione era
troppo forte per me.

Con gesti lenti l�uomo fece scivolare il liquido nero dalla provetta nei due fori
della maschera corrispondenti agli occhi, poi gett� via la fiala ormai vuota,
abbass� la testa e inizi� a gemere e lamentarsi. Per alcuni secondi sembr�
paralizzato, poi il corpo inizi� a sussultare e dai buchi per gli occhi si
produssero due coni di luce bianca, visibilissimi anche nella stanza illuminata.
Emma rimase a bocca aperta. L�uomo, che pensava di essere solo, si volt� stupito
verso di noi. Il bagliore dei suoi occhi super� le nostre teste e la parete oltre
di noi inizi� a sfrigolare.
�Passavamo di qua!� disse Sharon, col tono di chi allo stesso tempo vuole dire:
Ehi, amico! e anche: Per favore, non ammazzarci con quei due affari!
�Passate, allora� ringhi� l�altro.
In quel momento la luce nei suoi occhi iniziava a spegnersi e quando si gir� per
andarsene brillava appena a intermittenza. Percorse il corridoio e super� la porta,
lasciando come scia dietro di s� due sbuffi di fumo. Quando si fu allontanato, osai
guardare la carta da parati sopra le nostre teste. Due bruciature color caramello
segnavano il tragitto del suo sguardo sulla parete. Grazie a dio non mi aveva
fissato negli occhi.
�Prima di fare un altro passo� dissi a Sharon, �credo sia meglio che ci dia una
spiegazione.�
�Ambrosia� rispose lui. �I lottatori la assumono per potenziare le loro capacit�.
Il problema � che gli effetti non durano a lungo, e quando svaniscono ti ritrovi
molto pi� debole di quanto eri in partenza. Se diventa un vizio, le capacit� si
riducono praticamente a zero, finch� non ne assumi dell�altra. In breve ti ritrovi
a prenderla non pi� per combattere, ma per continuare a funzionare come Speciale. E
diventi dipendente da chiunque te la possa vendere.� Con un cenno del capo indic�
la stanza alla nostra destra: da l� arrivavano delle voci ovattate che facevano da
contrappunto alle grida a squarciagola provenienti dall�esterno. �L�invenzione di
questa roba � la trappola pi� grossa che gli Spettri abbiano mai preparato. Nessuno
qui li tradirebbe mai, non finch� sono dipendenti dall�ambrosia.�
Sbirciai nella stanzetta laterale per vedere che aspetto avesse uno spacciatore per
Speciali e colsi l�immagine di qualcuno con una bizzarra maschera barbuta
affiancato da due uomini armati di pistola.
�Cos�� successo prima agli occhi di quell�uomo?� domand� Emma.
�La luce bruciante � un effetto collaterale� replic� Sharon. �Un altro � che, nel
corso degli anni, l�ambrosia ti squaglia il viso. � da l� che riconosci i
consumatori pi� accaniti: indossano una maschera per nascondere le lesioni.�
Io e Emma ci scambiammo uno sguardo disgustato e proprio in quel momento una voce
dall�interno della stanza ci invit� a entrare. �Ehi, voi l� fuori� grid� lo
spacciatore. �Prego, accomodatevi.�
�Mi dispiace� risposi, �ma dobbiamo andare��
Sharon mi pos� una mano sulla spalla e sibil�: �Sei uno schiavo, non dimenticarlo�.
�Oh, sissignore� risposi pronto avvicinandomi alla porta.
L�uomo con la maschera era seduto su una piccola sedia nella stanza con le pareti
affrescate. La sua immobilit� era quasi inquietante, un braccio posato su un
tavolino e le gambe elegantemente accavallate. I pistoleri si erano disposti ai due
angoli della stanza e un terzo era occupato da una cassa di legno munita di
rotelle.
�Non abbiate paura� riprese il trafficante invitandoci a entrare. �Potete venire
anche voi, amici.�
Feci altri pochi passi oltre la soglia, con Sharon e Emma appresso.
�Non vi ho mai visto da queste parti� disse lo spacciatore.
�Li ho appena acquistati� intervenne Sharon. �Non hanno ancora nemmeno un no��
�Stavo forse parlando con te?� lo interruppe brusco l�uomo.
Sharon ammutol�.
�No, infatti, non parlavo con te� concluse lo spacciatore. Si allisci� la barba
posticcia e dalle due orbite vuote della maschera sembr� studiarmi. Io mi domandavo
che aspetto avesse il suo viso dietro la copertura, e quanta ambrosia uno si doveva
versare addosso prima che la faccia si squagliasse. Poi un brivido mi corse lungo
la schiena: quanto avrei voluto non essermelo mai domandato.

�Sei qui per combattere?� chiese lui.


Gli risposi di s�.
�Bene, sei fortunato. Ho appena ricevuto una partita di ambrosia di primissima
qualit�, pertanto le tue probabilit� di sopravvivere si solo alzate terribilmente!�
�Non ne ho bisogno, grazie.�
Lui lanci� un�occhiata ai due uomini armati per valutare la loro reazione � i volti
erano impassibili �, poi scoppi� a ridere. �L� fuori c�� uno Spirito Vacuo, lo sai?
Ne hai mai sentito parlare?�
Non ero in grado di pensare ad altro, in particolare proprio a quel Vacuo che stava
l� fuori. Non vedevo l�ora di iniziare, ma questo tizio inquietante, era chiaro,
gestiva la faccenda, e farlo innervosire ci avrebbe creato pi� problemi del
necessario.
�Ne ho sentito parlare, s� risposi.
�E come pensi di cavartela contro uno di loro?�
�Penso di potermela cavare bene.�
�Bene, tutto qui?� L�uomo incroci� le braccia. �Ecco cosa voglio sapere: devo
scommettere su di te? Vincerai?�
Gli dissi quello che voleva sentirsi dire. �S�.�
�Allora, se devo puntare i miei soldi su di te, avrai bisogno di un aiuto.� Si alz�
in piedi, raggiunse un armadietto dei medicinali e apr� gli sportelli. Il pensile
brillava di fiale di vetro, file e file di provette tutte piene fino all�orlo di un
liquido scuro e chiuse da minuscoli tappi di sughero. Ne prelev� una e me la port�.
�Prendila� disse, passandomi la fiala. �Agisce sulle tue migliori qualit�,
amplificandole fino a dieci volte.�
�No, grazie� replicai. �Non ne ho bisogno.�
�� quello che dicono tutti, all�inizio. Poi, dopo che vengono colpiti � se
sopravvivono � la prendono tutti, nessuno escluso.� Rigir� la fiala tra le dita e
la sollev� alla flebile luce. Nell�ambrosia sottovetro galleggiavano sospese delle
schegge argentate, brillanti. E io, malgrado non volessi, continuavo a fissarla.
�Di cosa � fatta?� domandai.
L�uomo rise ancora. �Schiocchi di dita e lumache e code di cuccioli di cane.� Mi
porse nuovamente la provetta. �� gratis� aggiunse.
�Ha detto che non la vuole� intervenne bruscamente Sharon.
Pensavo che il trafficante l�avrebbe aggredito, invece pieg� la testa di lato, lo
guard� e chiese: �Io ti conosco?�.
�Non penso� replic� Sharon.
�S�, invece� riprese l�uomo annuendo. �Sei stato uno dei miei migliori clienti.
Cosa ti � successo?�
�Ho smesso.�
Il trafficante fece un passo verso di lui. �Sembra che tu abbia aspettato troppo
prima di darci un taglio� comment�, andando ad abbassare con sprezzo il cappuccio
di Sharon.
Lui gli afferr� la mano a mezz�aria. E le guardie estrassero immediatamente le
pistole.
�Attento a quello che fai� minacci� il trafficante.
Sharon trattenne ancora la mano, poi la lasci� andare.
�Allora� riprese l�uomo, stavolta rivolto a me. �Non vorrai mica rifiutare un
campione gratuito, dico bene?�
Non avevo la minima intenzione di togliere quel tappo, ma accettare sembrava il
modo migliore di porre fine a quella situazione. Quindi accettai.
�Bravo ragazzo� comment� il trafficante, poi con un gesto ci scacci� dalla stanza.
�Sei stato un drogato?� sibil� Emma a Sharon. �Perch� non ce l�hai detto?�
�Che differenza avrebbe fatto?� rispose lui. �S�, ho avuto degli anni bui. Poi
Bentham mi ha preso con s� e mi ha fatto smettere con quella roba.�
Mi voltai a osservarlo, provando a immaginare. �� stato Bentham?�
�L�ho gi� detto: devo la vita a quell�uomo.�
Emma prese la fiala e la sollev�. Ora, alla luce pi� intensa, i frammenti d�argento
sospesi nel liquido nero brillavano come tante minuscole schegge di sole. Era uno
spettacolo ipnotico e, al di l� degli effetti collaterali, non riuscivo a non
domandarmi in che modo poche gocce di ambrosia avrebbero potuto potenziare le mie
capacit�. �Non ce l�ha detto, cosa c�� in questa fiala� osserv� Emma.
�Ci siamo noi, l� dentro� le rispose Sharon. �Piccoli pezzi delle nostre anime
rubate, spappolate, e poi restituiteci dagli Spettri come nutrimento. In ciascuna
di quelle provette c�� un pezzetto di ogni Speciale che hanno rapito.�
Emma allontan� terrorizzata il contenitore di vetro e Sharon lo prese per
infilarselo nel mantello. �Non si sa mai, una di queste potrebbe tornarci utile
prima o poi� disse.
�Sapendo di cosa sono fatte� replicai io, �non riesco a credere che lei abbia
potuto usarle.�
�Non ho mai detto di andarne fiero� replic� Sharon.
Quello schema diabolico era perfetto nella sua malvagit�. Gli Spettri avevano
trasformato gli Speciali di Devil�s Acre in cannibali, affamati delle loro stesse
anime. Renderli dipendenti dall�ambrosia era un modo per assicurarsi la supremazia
e per tenere sotto controllo la popolazione. Se non li avessimo liberati, e alla
svelta, i nostri amici sarebbero stati i prossimi a riempire quelle fiale.
Mi giunse l�ululato del Vacuo � sembrava un grido di vittoria � e l�uomo che poco
prima avevamo visto assumere l�ambrosia venne trascinato attraverso la porta,
davanti a noi e poi lungo la sala. Sanguinava e aveva perso conoscenza.
Tocca a me, pensai, e il mio corpo fu percorso da un brivido di adrenalina.
* * *
Fuori dalla fumeria di ambrosia c�era un cortile circondato da alte mura, al centro
del quale si trovava una gabbia rialzata che sar� stata larga s� e no quindici
metri quadrati. Le sbarre erano robuste, perfettamente capaci � o almeno cos� mi
sembrava � di tenere testa a un Vacuo. Sulla terra battuta, alla distanza
raggiungibile dalla lingua di un Vacuo, era stata tracciata una linea, e la folla
degli spettatori, composta di una quarantina di Speciali con l�aria da duri, si era
saggiamente posizionata al di qua del confine. Lungo le pareti che segnavano il
cortile erano allineate delle gabbie pi� piccole in cui venivano tenuti, per i
combattimenti futuri, una tigre, un lupo e quello che aveva tutta l�aria di essere
uno scimmiorso adulto; tutte bestie di scarso interesse, se paragonate a un Vacuo.
L�attrazione principale era rinchiusa nella gabbia pi� grande, e camminava in tondo
legata a un robusto palo di ferro con una catena assicurata al collo. Era in
condizioni terribili, cos� disperate che quasi ne provai piet�. Il Vacuo era stato
ricoperto di vernice bianca e qua e l� spalmato di fango. Questo trattamento lo
rendeva visibile a tutti ma gli conferiva un aspetto ridicolo, perch� conciato cos�
ricordava pi� un dalmata o un mimo di strada. Zoppicava vistosamente e muovendosi
si lasciava alle spalle delle tracce di sangue nero. Le sue lingue muscolari, che
in vista di uno scontro sarebbero guizzate nell�aria attorcigliandosi come fruste,
erano flosce e abbandonate. Ferito e umiliato, era quanto di pi� lontano
dall�incubo a cui mi ero abituato, ma la folla, che non aveva mai visto prima uno
Spirito Vacuo, sembrava comunque impressionata. Ed era comprensibile: perfino in
questa condizione debilitata, il mostro era stato capace di mettere fuori gioco
diversi lottatori in fila. Era ancora molto pericoloso, e del tutto imprevedibile.
Ecco perch�, mi dissi, diversi uomini armati di fucile presidiavano il cortile.
Meglio prevenire che curare.
Mi appartai con Emma e Sharon per mettere a punto una strategia. Il problema, su
questo eravamo d�accordo, era riuscire a farmi entrare nella gabbia con il Vacuo.
Non era certo quello di controllarlo, dato che il fatto che ne fossi capace lo
davamo per assodato. La difficolt� vera consisteva nel liberarlo e portarlo via da
quella gente.
�Credi di poter liquefare la catena che ha al collo?� chiesi a Emma.
�S�, se avessi due giorni a disposizione� rispose lei. �Immagino non sia possibile
spiegare a queste persone che abbiamo veramente bisogno di quel Vacuo e che glielo
riportiamo non appena finiamo con lui, vero?�
�Non riusciresti a finire la frase� conferm� Sharon fissando la folla in tumulto.
�Questa � la cosa pi� divertente che gli capiti di vedere da chiss� quanti anni.
Nessuna possibilit�, direi.�
�Il prossimo lottatore!� grid� una donna da una finestra al secondo piano.
Lontano dagli spettatori, un gruppetto di uomini discuteva per stabilire chi di
loro dovesse combattere per primo. Il pavimento della gabbia era gi� ricoperto di
sangue e nessuno sembrava aver fretta di aggiungere il suo rosso contributo.
Stavano tirando a sorte, e un tipo robusto fasciato fino alla vita aveva appena
pescato il bastoncino pi� corto.
�Senza maschera� disse Sharon osservando i folti baffi sul viso dell�uomo e la
quasi totale assenza di cicatrici. �Dev�essere appena agli inizi.�
L�uomo si fece coraggio e a passo deciso si avvi� verso la folla. Con voce forte e
un pesante accento spagnolo annunci� agli astanti che nessuno l�aveva mai sconfitto
in uno scontro, che avrebbe ucciso il Vacuo e tenuto la sua testa come trofeo, e
che la sua abilit� Speciale � guarigione ultrarapida � avrebbe impedito al mostro
di infliggergli una ferita mortale.
�Vedete i segni che porto?� disse voltandosi per mostrare un terribile assortimento
di cicatrici d�artiglio sulla schiena. �Uno scimmiorso mi ha fatto questo regalo la
settimana scorsa. Erano profonde parecchi centimetri� sosteneva, �e il giorno
stesso erano gi� guarite.� Poi indic� il Vacuo nella gabbia. �Quel rottame
malconcio non ha nessuna possibilit� contro di me!�
�Preparatevi, adesso il Vacuo lo ammazza di sicuro� disse Emma.
L�uomo si vuot� negli occhi la fialetta di ambrosia. Il corpo si irrigid�
all�istante e dalle pupille apparvero due raggi luminosi, lasciando una vistosa
bruciatura sul terreno. Un secondo dopo erano quasi spenti. Tonificato, il
lottatore avanz� con passo sicuro verso l�apertura della gabbia, dove un uomo con
un grosso anello di chiavi gli si fece incontro per aprire.

�Occhio a quel tizio� dissi. �Potrebbero servirci le sue chiavi.�


Sharon infil� una mano nella tasca del mantello e tir� fuori per la coda un grosso
ratto. �Hai sentito, Xavier?� disse al roditore. �Vai. Vai a prendere le chiavi.�
Lo lasci� cadere a terra e la bestiola si dilegu� all�istante.
Il lottatore spaccone entr� nella gabbia e si piazz� davanti al Vacuo. Dalla
cintura aveva recuperato un coltellino, ma nonostante le ginocchia piegate e la
posizione di attacco sembrava non aver una gran voglia di iniziare il
combattimento. Al contrario, dava l�idea di voler prendere tempo dando fiato alla
bocca, producendosi in un discorso infarcito di tutte le roboanti smargiassate di
un wrestler professionista. �Fatti sotto, animale! Io non ho paura di te! Te le
faccio a fettine, quelle lingue, e poi mi ci costruisco una cintura per tenermi su
i calzoni! Con le unghie dei tuoi piedi mi ci pulisco i denti, e la tua testa la
inchiodo in bella mostra alle parete di casa!�
Il Vacuo lo osservava con aria annoiata.
Il lottatore si esib� in uno show, tracciandosi un disegno sull�avambraccio con la
punta del coltello. Quando il sangue prese a uscire, mostr� la ferita: si
rimarginava prima che una sola goccia potesse versarsi sul terreno. �Io sono
invincibile!� gridava. �Io non ho paura!�
All�improvviso il Vacuo fece per scagliarsi contro l�avversario con un ruggito; il
lottatore reag� spaventato lasciando cadere il coltello e proteggendosi il volto
con le mani. A quanto pareva il mostro ne aveva abbastanza.
La folla esplose in violente risate � e noi con gli altri � e lo sfidante, paonazzo
per la vergogna, si chin� a raccogliere il coltello. Adesso il Vacuo si stava
davvero avvicinando a lui, le catene sbatacchiavano a mano a mano che avanzava, le
lingue si tendevano per poi subito serrarsi in un nodo come pugni. In quel momento
l�uomo cap� che, se voleva salvo l�onore, doveva attaccare: brandendo il
coltellino, mosse qualche incerto passo in avanti. Il Vacuo fece guizzare una di
quelle sue lingue imbiancate e a quel punto l�altro sollev� la lama per
intercettarla � e ci riusc�. Ferito, il mostro lanci� un lamento e ritrasse la
lingua, poi prese a sibilare come un gatto furioso.
�Cos� impari ad attaccare Don Fernando!� gridava il lottatore.
�Questo tizio non ha capito la lezione� commentai. �Sfidare un Vacuo non � mai una
buona idea.�
Ma a quanto pareva, il Vacuo era in ritirata. Indietreggiava davanti
all�avversario, che continuava a parlare e ad agitare il pugnale. Quando il mostro
arriv� a toccare con la schiena le sbarre della gabbia, impossibilitato a
retrocedere oltre, l�uomo sollev� il coltello. �Preparati a morire, germe di un
demone!� grid� prima di lanciarsi all�attacco.
Per un momento mi chiesi se non fosse meglio entrare nella gabbia e salvare il
nostro Vacuo, ma ben presto fu chiaro che si trattava di una trappola. Sotto il
corpo dell�uomo serpeggiava la catena che il Vacuo afferr� scuotendola
violentemente di lato. E Don Fernando fu proiettato verso l�alto, andando a colpire
con la testa il palo di ferro. Un clonk ed ecco fatto, steso a terra anche lui. Un
altro KO.
Era stato un patetico sbruffone fin dall�inizio e la folla non poteva che gioire
della sua sconfitta.
Una squadra armata di fiaccole e manganelli elettrici entr� nella gabbia e tenne
alla larga il Vacuo mentre il lottatore svenuto veniva trascinato via.
�Chi � il prossimo?� grid� la donna che svolgeva anche le mansioni di arbitro.
Gli sguardi dei lottatori rimasti tradivano una certa apprensione, poi il gruppetto
ricominci� a confabulare. Nessuno voleva entrare nella gabbia.
Nessuno tranne me.
La ridicola esibizione dell�ultimo sfidante e il trucchetto messo in campo dal
Vacuo mi avevano dato un�idea. Non era un piano a prova di bomba, e forse non era
affatto buono, ma se non altro era un punto di partenza, e comunque sempre meglio
di niente. Noi � cio� io e il Vacuo � avremmo inscenato la sua morte.
* * *
Chiamai a raccolta il mio coraggio e, come succede di solito quando sto per fare
qualcosa di audace o molto stupido, il cervello mi si separ� dal corpo. Ebbi come
l�impressione di osservarmi dall�esterno mentre alzavo una mano rivolto all�arbitro
e gridavo: �Vado io!�.
Fino a quel momento ero stato invisibile. Adesso, invece, tutti gli spettatori e i
lottatori si girarono a guardarmi.
�Il piano qual �?� mi sussurr� Emma.
Uno in testa ce l�avevo, ma ero stato cos� impegnato a metterlo a punto da non
avere il tempo di parlarne con lei e Sharon, e ormai non c�era pi� modo di
informarli. Il che, probabilmente, era pure un vantaggio. Temevo che, se l�avessi
pronunciato ad alta voce, sarebbe sembrato un piano ridicolo o, peggio ancora,
impraticabile, e che quindi avrei cominciato ad agitarmi.
�Mi sa che � meglio se ve lo faccio vedere in diretta� risposi. �Ma in ogni caso
dobbiamo procurarci quelle chiavi, altrimenti non funziona.�
�Tranquillo, se ne sta occupando Xavier� mi tranquillizz� Sharon. Sentimmo uno
squittio e quando abbassammo lo sguardo il topo in questione era l� con un pezzo di
formaggio tra i denti. Sharon lo tir� su e lo rimprover� con severit�: �Ho detto
chiavi, Xavier! Per la merenda c�� tempo�.
�Ci penso io� intervenne Emma. �Tu per� promettimi che torni tutto intero.�
Glielo promisi. Lei mi augur� buona fortuna, poi mi baci� sulle labbra. Quindi io
guardai Sharon, che inclin� il capo come a dire: Spero che non ti aspetti un bacio
anche da me, e quel gesto mi fece ridere un po�. Infine, mi avvicinai al gruppetto
dei lottatori.
Loro mi squadrarono. Dovevano pensare che fossi pazzo, eppure nessuno cerc� di
fermarmi. Dopotutto, se questo ragazzino inesperto che non era nemmeno intenzionato
a prendersi una fiala di ambrosia prima della battaglia voleva gettarsi sulla
bestia e stancarla un po�, bene, era un regalo che avrebbero accettato di buon
grado. E anche se fossi morto, non ero che uno schiavo, niente di pi�. Questo
pensiero me li fece odiare profondamente e mi proiett� nella mente di quei poveri
Speciali rapiti a cui avevano sottratto l�anima, la stessa anima che adesso
galleggiava nelle fiale strette tra le mani di quella gente; e la mia rabbia
aument�. Feci del mio meglio per trasformare la collera in concentrazione e in una
determinazione incrollabile, ma in realt� riusciva solo a distrarmi dalla mia
missione.
Eppure. Mentre l�uomo con le chiavi armeggiava per aprire la gabbia, mi guardai
dentro per scoprire, con mia enorme sorpresa e soddisfazione, che non c�era nessuna
esitazione in me, che non ero spaventato dalle immagini di una morte imminente, che
non ero percorso da ondate di terrore. Avevo affrontato questo Vacuo ed esercitato
il mio controllo su di lui gi� due volte in precedenza, e questa sarebbe stata la
terza. Nonostante la rabbia, mi sentivo calmo e sereno, e in quella serenit�
scoprii che le parole di cui avevo bisogno erano l�, in attesa, pronte per essere
pronunciate.
Quando l�uomo finalmente apr� la gabbia, entrai. Aveva appena richiuso lo sportello
che il Vacuo si volt� a fissarmi, sbatacchiando la catena come farebbe un fantasma
infuriato.
Lingua mia, non tradirmi proprio ora.
Sollevai una mano a coprirmi la bocca e dissi, nell�idioma giusto:
Fermo.
Il Vacuo si ferm�.
Seduto, dissi.
Lui si mise a sedere.
Mi sentii invadere da un�ondata di sollievo. Non c�era da preoccuparsi; ristabilire
la connessione era facile come impugnare le redini di un�anziana e mansueta
giumenta. Prendere il controllo del mostro era come lottare con qualcuno molto pi�
minuto di me: era inchiodato a terra e si divincolava per liberarsi, ma la mia
forza lo soverchiava e non correvo pericoli. La facilit� con cui dominavo il Vacuo,
per�, era di per s� un problema. L�unica strada percorribile per uscire dalla
gabbia era che tutti pensassero che il mostro fosse morto e non pi� in grado di
minacciarli, ma per convincerli che era morto davvero non potevo mica sconfiggerlo
troppo in fretta. Ero un ragazzino pelle e ossa, e non mi ero neanche preso
l�ambrosia: non potevo certo avvicinarmi, dargli un buffetto e mandarlo al tappeto.
Se il mio piano voleva essere efficace dovevo mettere in piedi uno spettacolo in
piena regola e credibile.
Come lo avrei �ucciso�? Di sicuro non a mani nude. Mi guardai intorno nella gabbia
in cerca d�ispirazione e l�occhio mi cadde sul coltellino del lottatore che mi
aveva preceduto. Gli era caduto dalle mani e si trovava vicino al palo di metallo.
Il Vacuo era seduto proprio l� accanto, il che rappresentava un altro problema;
perci� raccolsi da terra una manciata di ghiaia, corsi verso di lui e gliela gettai
addosso.
All�angolo, dissi, sempre con la mano davanti alla bocca. Il Vacuo si volt� e
schizz� nel suo angolo, proprio come se quel lancio di pietruzze lo avesse
spaventato. Raggiunsi il palo, raccolsi di scatto da terra il coltello e
indietreggiai, un gesto di coraggio con cui mi guadagnai un fischio di approvazione
da parte di uno degli spettatori.
Rabbia, dissi poi, e il Vacuo cominci� a ruggire e a far saettare le lingue come
per una furiosa reazione alla mia audacia. Lanciai uno sguardo alle mie spalle e
scorsi Emma tra la folla, poi la vidi muoversi furtiva verso l�uomo che custodiva
le chiavi.
Ottimo.
Dovevo rendermi le cose pi� difficili. Vieni verso di me, ordinai, e quando il
Vacuo ebbe compiuto qualche passo traballante nella mia direzione, gli imposi di
far guizzare una delle sue lingue e di acciuffarmi la gamba.
Lui esegu� e la lingua si avvent� sul mio polpaccio, avviluppandosi due volte
attorno al muscolo. Poi feci in modo che il Vacuo mi sbattesse a terra e mi
trascinasse verso di s� mentre fingevo di divincolarmi in cerca di un appiglio.
Quando scivolai accanto al palo di ferro, mi ci aggrappai con entrambe le braccia.
Tira, gli dissi, precisando subito dopo � non troppo forte!
Nonostante la mancanza di dettagli nelle mie indicazioni, il Vacuo sembr� capire
esattamente cosa intendevo dire, come se il semplice fatto di immaginare un�azione
o pronunciare qualche parola ad alta voce bastasse per fornirgli tutta una sfilza
di informazioni. Cos�, quando tir� verso l�alto mentre ero ancora aggrappato al
palo, sollevandomi in aria, le cose andarono esattamente come avevo preventivato.
Ci sto prendendo la mano, dissi soddisfatto a me stesso.
Per qualche secondo me ne restai l� a gemere e divincolarmi, sperando di dare
l�impressione di soffrire veramente, e alla fine mollai la presa. Gli spettatori,
prefigurandosi la mia morte imminente in quello che stava per diventare il match
pi� breve di sempre, iniziarono a gridare e insultarmi.
Era venuto il momento di mettere a segno un colpo.
Gamba, dissi. Ancora una volta il Vacuo fece schizzare una delle sue lingue verso
la mia gamba, avvolgendola.
Tira.
Inizi� a trascinarmi verso di s� mentre io scalciavo nel tentativo di liberarmi.
Bocca.
Spalanc� le fauci come se volesse ingoiarmi intero. Mi voltai di scatto, e colpii
la lingua che mi bloccava la caviglia con il coltello. Non lo ferii, ma gli ordinai
di lasciarmi andare immediatamente e di mettersi a gridare come se l�avessi fatto.
Il Vacuo obbed� con un latrato per poi ritirare le lingue dentro la bocca.
Personalmente mi sembrava una misera messinscena � c�era stato un secondo di
intervallo tra il mio ordine e l�esecuzione �, ma a quanto pareva la folla se l�era
bevuta. I buuu si trasformarono in urla entusiastiche per un incontro che si stava
rivelando avvincente, con uno sfidante dato per spacciato che forse, in fin dei
conti, aveva qualche possibilit� di spuntarla.
Sperando con tutto me stesso che non sembrasse una patetica scena di lotta di
quelle che si vedono in certi B-movie, ci mettemmo entrambi in posizione di
combattimento e scambiammo alcuni affondi. Mi lanciai verso il mostro e lui mi
mand� al tappeto. Provai a colpirlo col coltello, ma evit� il colpo. Si mise a
ululare e scagli� in aria le lingue, e intanto continuavamo a girarci intorno. A un
certo punto, addirittura gli ordinai di catturarmi con una lingua e scuotermi
(delicatamente), finch� non la infilzai (per finta) e lui (forse troppo
delicatamente) mi lasci� cadere di nuovo a terra.
Corsi il rischio di un�altra occhiata a Emma. Era l�, in piedi in mezzo al gruppo
dei lottatori, non lontana dall�uomo con le chiavi. Mi fece un gesto
inequivocabile, con la mano di taglio a recidere la gola.
Basta giochetti.
Giusto. Era ora di farla finita. Presi un profondo respiro, mi feci coraggio e mi
preparai per il gran finale.
Scattai verso il Vacuo con il coltello alzato. Lui fece saettare una delle sue
lingue verso la mia gamba, ma riuscii a schivarla con un salto, poi prov� a
raggiungermi alla testa, ma feci in tempo a chinarmi.
Tutto come da copione.
Il prossimo passo, nei miei programmi, era saltare un�altra lingua lanciata contro
i miei piedi, poi fingere di pugnalare al cuore il Vacuo � soltanto che, invece,
quella lingua mi centr� in pieno petto. Scagliata con la forza di un diretto da
peso massimo, la botta mi fece cadere sulla schiena e rimanere senza fiato. Restai
l�, al tappeto, scioccato, incapace anche solo di respirare, mentre la folla degli
spettatori rumoreggiava.
Indietro, provai a dire, ma mi mancava l�aria per pronunciare la parola.
Un istante dopo il mostro era sopra di me, le fauci spalancate, e muggiva di
rabbia. Il Vacuo si era emancipato dal mio controllo, anche solo per un momento, e
di certo non era una situazione simpatica. Dovevo a tutti i costi riprendere le
redini dello scontro, e alla svelta, ma le lingue mi avevano inchiodato braccia e
gambe, e quell�arsenale di denti aguzzi e luccicanti si avvicinava pericolosamente
alla mia faccia. Stavo cercando di ritrovare il fiato � riempiendomi i polmoni del
fetore del mostro � ma tossivo senza riuscire a spiccicare parola.
Sarebbe potuta essere la fine, se non fosse stato per la peculiare anatomia dei
Vacui: fortunatamente, non gli era possibile serrare le mascelle avendo le lingue
srotolate. Se voleva azzannarmi la testa doveva mollare la presa sui miei arti, e
nel momento in cui percepii la stretta delle lingue allentarsi sul braccio � il
braccio giusto, quello della mano con cui ancora impugnavo il coltello � feci
l�unica cosa a cui riuscii a pensare per salvarmi la pelle: spinsi di scatto la
lama verso l�alto.
Il pugnale si conficc� in profondit� nella sua gola. Lui cacci� un grido e rotol�
via, con le lingue che scattavano per afferrare il coltello.
Gli spettatori impazzirono, eccitati dallo spettacolo.
Finalmente ero in grado di prendere fiato, un respiro pieno e pulito. Mi tirai a
sedere e vidi il Vacuo dimenarsi a terra a pochi metri da me, con il sangue nero
che sgorgava dalla ferita alla gola. In quel momento capii, senza la minima traccia
della soddisfazione con cui avrei accolto la notizia in circostanze diverse, che
forse avevo appena ucciso quella creatura. Uccisa per davvero, il che non
corrispondeva nemmeno alla lontana al piano di partenza. Con la coda dell�occhio
vedevo Sharon sbracciarsi con le mani aperte nella mia direzione, nel tipico gesto
di chi cerca di dirti: Hai appena rovinato tutto.
Mi alzai, deciso a salvare il salvabile. Ripristinai il controllo sul Vacuo e gli
imposi di rilassarsi. Gli dissi che no, non stava sentendo dolore. Gradualmente
smise di divincolarsi e le lingue si afflosciarono a terra. Allora avanzai verso di
lui, estrassi dalla gola il coltello insanguinato e lo sollevai in aria per
mostrarlo alla folla. Tutti gridavano e strillavano di gioia, e io feci del mio
meglio per apparire trionfante quando dentro di me, in realt�, sentivo solo il peso
di un immane fallimento. Avevo appena mandato in fumo la possibilit� di soccorrere
i nostri amici ed ero sgomento.
L�uomo con le chiavi apr� lo sportello della gabbia e altri due si precipitarono
dal Vacuo per verificarne le condizioni.
Non muoverti, mormorai mentre lo esaminavano. Uno di loro gli puntava alla testa la
pistola, l�altro lo toccava con un bastone tenendo una mano all�altezza delle sue
narici.
E non respirare.
Lui non lo fece. Anzi, fece un ottimo lavoro fingendosi morto, al punto che io
stesso, se non fosse stato per la connessione mentale in corso tra noi, avrei
creduto che non ci fosse pi� nulla da fare.
I due ci cascarono in pieno. L�esaminatore gett� via il bastone e sollev� il mio
braccio come si fa con il pugile che ha vinto l�incontro, dichiarandomi
ufficialmente campione. La folla esplose in nuovi festeggiamenti e io vidi il
denaro passare di mano e quelli che avevano scommesso contro di me, delusi, dire
addio alle loro banconote.
Poco dopo gli spettatori iniziarono a entrare nella gabbia per dare un�occhiata pi�
da vicino al mostro sconfitto, secondo loro morto stecchito, e tra loro c�erano
Emma e Sharon.
Lei mi gett� le braccia al collo. �Va bene cos� mi disse. �Non hai avuto altra
scelta.�
�Non � morto� le sussurrai. �Soltanto ferito. Non so quanto potr� resistere. �
meglio portarlo via di qui.�
�Allora tanto meglio, perch� io nel frattempo sono riuscita a prendere queste�
disse lei facendomi scivolare in tasca l�anello con le chiavi.
�Ehi, ma sei un genio!�
Quando per� mi voltai per aprire il lucchetto della catena che teneva prigioniero
il Vacuo, mi ritrovai bloccato da un gruppo di persone che cercava di avvicinarsi
al mostro. Volevano tutti dare un�occhiata da vicino, volevano toccare la creatura,
strapparle un ciuffo di peli o prendersi come souvenir un frammento insanguinato di
terra. Iniziai a farmi largo tra loro, ma la gente continuava a fermarmi per
stringermi la mano e darmi delle sonore pacche sulla spalla.
�� stato incredibile!�
�Sei stato fortunato, ragazzino!�
�Ma davvero non hai preso nemmeno un po� di ambrosia?�
Nel frattempo, con un filo di voce, impartivo i miei ordini al Vacuo dicendogli di
stare disteso e continuare a fingersi morto, perch� sentivo che cominciava a
contorcersi, come un bambino stanco di rimanere seduto. Era irrequieto e
sofferente, e avevo bisogno di tutta la concentrazione di cui ero ancora capace per
impedirgli di scattare in piedi e riempirsi la bocca di quella marea di appetitosa
carne Speciale che lo accerchiava.
Finalmente raggiunsi la catena, e stavo cercando la serratura quando il trafficante
di ambrosia mi si par� davanti. Mi voltai per scoprire che l�inquietante maschera
barbuta dell�uomo era a pochi centimetri dal mio viso.
�Credi che non sappia cosa stai combinando?� mi disse. Era sempre scortato dalle
due guardie armate. �Credi che sia cieco?�
�Non so di cosa parla� risposi. Per un interminabile secondo pensai che mi avesse
beccato e che sapesse che il Vacuo non era morto. Eppure i suoi sgherri non stavano
nemmeno tenendo d�occhio il mostro.
Il trafficante mi afferr� per il bavero. �Nessuno pu� fregarmi!� disse. �Questo
posto � roba mia!�
La gente cominci� a indietreggiare. Di sicuro il tipo non godeva di buona fama.
�Nessuno vuole fregarti� disse Sharon, qualche passo dietro di me. �Quindi diamoci
una calmata.�
�Non si truffa un truffatore� replic� l�uomo. �Arrivi qua dicendo che questo
ragazzino � carne fresca, che fino a oggi non si � mai battuto neanche con un
orsetto di peluche, e poi va a finire cos�?� Con un gesto del braccio indic� il
Vacuo riverso a terra. �Impossibile!�
�� morto� dissi. �Controlli pure, se le va.�
Il trafficante lasci� la presa sulla mia giacca e mi strinse le mani al collo.
�EHI!� sentii gridare Emma.
Immediatamente le due guardie puntarono le pistole contro di lei.
�La mia unica domanda� riprese l�uomo �� questa: cos�� che vendi?�
Iniziava a stringere.
�Cosa vendo?� ripetei, la voce rotta.
Lui sospir�, irritato per dover spiegare il suo pensiero. �Arrivi nel mio
territorio, uccidi il mio Vacuo e convinci i miei clienti che non hanno bisogno di
acquistare il mio prodotto.�
Pensava che fossi uno spacciatore rivale, andato l� per soffiargli gli affari.
Follia.
Strinse pi� forte.
�Lascialo andare� lo supplicava Sharon.
�Se non hai preso l�ambrosia, allora cosa prendi? Cos�� che vendi?�
Provai a rispondere, ma non riuscivo a parlare. Gli guardai le mani. Lui cap� e
allent� leggermente la presa.
�Parla� mi incalz� con grande generosit�. Con ogni probabilit� le mie parole non
furono per lui che una sequela di colpi di tosse.
Quello a sinistra, dissi nella lingua dei Vacui. E in quel momento il Vacuo si tir�
a sedere, rigido come un Frankenstein che prende improvvisamente vita. I pochi
Speciali rimasti si misero a strillare prima di fuggire a gambe levate. Il
trafficante si volt� a guardare e io in quel momento gli sferrai un pugno sulla
maschera; le guardie adesso non sapevano a chi sparare per primo, se a me o al
Vacuo.
Quel secondo di indecisione fu il loro errore. Nel tempo che impiegarono a girare
la testa, il Vacuo aveva gi� lanciato le sue tre lingue contro la guardia pi�
vicina. Con una la disarm� mentre le altre due la avvolgevano alla vita,
sollevandola per aria e utilizzandola come la testa di un martello per mandare al
tappeto il suo compare.
A quel punto restavamo solo io e il trafficante. E lui cominciava a capire chi era
che manovrava il Vacuo. Cadde in ginocchio e prese a supplicarmi.
�Sar� pure il tuo territorio� gli dissi, �ma questo � il mio Vacuo.�
Ordinai al mostro di lanciargli una lingua intorno al collo, poi informai il
trafficante che saremmo andati via con lui, e che se voleva salva la vita non
doveva metterci i bastoni fra le ruote.
�S�, certo� concord� l�uomo, la voce scossa e tremante. �Certamente��
Aprii il lucchetto e levai le catene che imprigionavano il Vacuo. La folla fissava
la scena e io, Emma e Sharon conducemmo il mostro claudicante verso l�entrata della
gabbia. Il trafficante era davanti a noi e ripeteva: �Non sparate! Non sparate!�,
per quel poco che riusciva a dire con le lingue del Vacuo che gli attanagliavano la
gola.
Richiudemmo lo sportello alle nostre spalle con la gran parte degli spettatori
ancora nella gabbia, poi avanzammo attraverso la fumeria ripercorrendo al contrario
il tragitto che avevamo fatto e risbucando sulla strada. Fui tentato di fare una
micrososta per distruggere le scorte di ambrosia del tizio, ma alla fine decisi che
non valeva la pena di rischiare. Che ci si strozzassero pure con quella roba. E del
resto, forse era meglio non sprecare il prodotto, se c�era anche solo un briciolo
di possibilit� che quelle anime perdute potessero, un giorno, ricongiungersi con i
loro proprietari.
Abbandonammo il trafficante carponi nel canale di scolo, lasciandolo l� ad
annaspare in cerca di aria, la maschera che gli penzolava da un orecchio. Stavamo
per lasciarci alle spalle quella vista sordida quando sentii un flebile ruggito e
mi ricordai dei cuccioli di scimmiorso.
Mi voltai a guardarli, combattuto. Avevano teso la catena fino al limite, nello
sforzo di provare a seguirci.
�Non possiamo� mi disse pronto Sharon, spingendomi ad andare avanti.
Li avrei abbandonati, se Emma non avesse colto il mio sguardo. Fallo, sillab� senza
emettere suono.
Alla fine ci vollero quindici minuti prima che il Vacuo riuscisse a strappare via
il palo a cui erano assicurate le catene che imprigionavano i cuccioli, e per
allora un gruppo di feroci tossicodipendenti si era radunato all�ingresso della
fumeria. Ma ne era valsa la pena, perch� ci allontanammo con quegli orsetti al
seguito che si trascinavano dietro le loro catene e anche il palo, lentamente, con
fatica � e poi il mio Vacuo, in un gesto spontaneo e autonomo, li raccolse tra le
braccia e li tenne con s�.
* * *
Intuimmo abbastanza in fretta di avere un problema. Ci eravamo allontanati solo di
qualche isolato, e gi� la gente per strada aveva notato la creatura che ci faceva
compagnia. Per tutti, eccetto me, non era che un ammasso un po� confuso di macchie
di vernice, e attirava parecchia attenzione. E siccome volevamo che nessuno capisse
dov�eravamo diretti, dovevamo inventarci un modo pi� discreto per tornare a casa di
Bentham.
Ci infilammo di soppiatto in un vicolo laterale. Quando smisi di forzarlo a
camminare, il Vacuo si accasci� esausto sulle ginocchia. Sembrava cos� vulnerabile
e fragile, abbandonato l� sul selciato, il corpo ripiegato su se stesso, le lingue
rintanate tra le fauci. Percependo il suo malessere, i cuccioli che il mostro aveva
soccorso gli si avvicinarono, odorandolo coi loro nasini umidi, e lui reag� con un
placido grugnito che apparve, in quel momento, quasi tenero. Era pi� forte di me:
sentivo come un moto d�affetto per quelle tre creature, quei tre fratelli separati
in tenera et�, in un certo senso.
�Detesto dirlo, ma sono abbastanza carini� osserv� Emma.
Sharon mugugn�. �Puoi anche mettergli addosso un tut� rosa� disse, �rimane lo
stesso una macchina di morte.�
Ci confrontammo alla svelta su cosa fare per portarlo da Bentham prima che morisse
lungo il tragitto. �Potrei cicatrizzare la ferita sul collo� propose Emma,
allungando una mano che gi� iniziava a brillare.
�Troppo rischioso� risposi. �Un dolore forte potrebbe farlo rivoltare contro di
me.�
�Potrebbe aiutarlo la guaritrice di Bentham, forse� intervenne Sharon. �Dobbiamo
soltanto riuscire ad arrivare da lei in tempi brevi.�
Il mio primo pensiero fu di passare velocemente attraverso i tetti. Se solo il
Vacuo avesse avuto le energie necessarie, avrebbe potuto sollevarci fino in cima a
un edificio e da l� avremmo raggiunto casa di Bentham senza farci vedere. Ma in
quel momento non ero nemmeno sicuro che una semplice camminata fosse tra le opzioni
praticabili. Cos� suggerii di cancellargli la vernice bianca dal corpo in modo che
il Vacuo fosse invisibile a tutti tranne che a me.
�Assolutamente no, scordatelo pure, signorino� disse perentorio Sharon scuotendo il
capo con vigore. �Io non mi fido di quel coso. Voglio tenerlo d�occhio.�
�� sotto il mio controllo� replicai, un po� offeso.
�Per adesso� ribatt� Sharon.
�Sono d�accordo con lui� intervenne Emma. �Stai andando alla grande, ma quando ti
allontanerai un attimo, o se per caso ti addormentassi, che succederebbe?�
�Perch� dovrei allontanarmi un attimo?�
�Per fare i tuoi bisogni?� disse Sharon. �O hai in mente di portarti il tuo
Vacuetto anche al bagno?�
�Uhm� concessi. �Penso che quando sar� il caso, lo far�.�
�La vernice resta dov�� concluse Sharon.
�Va bene� ribattei irritato. �Allora che si fa?�
Una porta si spalanc� rumorosamente sul vicolo e un refolo di vapore si affacci�
sulla strada. Dalla soglia emerse un uomo che spingeva un carretto; lo parcheggi�
all�esterno e torn� dentro.
Andai rapido a dare un�occhiata. Era l�ingresso di servizio di una lavanderia, e il
carretto era carico di lenzuoli sporchi. Era largo abbastanza da ospitare una
persona minuta� o anche un Vacuo accovacciato.
Devo ammetterlo: ho rubato quel carretto. Lo spinsi fin dov�erano rimasti gli
altri, lo svuotai e ci feci salire il mostro. Poi ricoprimmo la creatura con i
lenzuoli, caricammo anche i cuccioli di scimmiorso e guidammo quell�aggeggio lungo
la strada.
Nessuno si disturb� a darci una seconda occhiata.

6.

Quando raggiungemmo la casa era quasi buio. Nim ci venne incontro e ci fece entrare
in tutta fretta, Bentham ci attendeva gi� all�ingresso, ansioso. Non ci salut�
nemmeno. �Dove avete recuperato gli scimmiorsi?� disse, gli occhi che scattavano di
continuo verso il carretto. �E la creatura dov��?�
�� qui� dissi. Spostai i cuccioli e iniziai a rimuovere la biancheria.
Lui osservava, ma a distanza di sicurezza. I lenzuoli in cima erano bianchi, ma a
mano a mano che toglievo gli strati mostravano macchie di sangue sempre pi� larghe,
fino a diventare un bozzolo nero verso il fondo. Levai l�ultimo ed eccola l�, una
cosa piccola e rattrappita in posizione fetale. Difficile a credersi, ma quella
miserevole creatura era la stessa che mi aveva regalato lunghissimi, infiniti
incubi.
Bentham si avvicin� di un passo. �Mio dio� disse, gli occhi fissi sui lenzuoli
insanguinati. �Cosa gli hanno fatto?�
�A dire il vero, sono stato io� risposi. �Le assicuro che non avevo scelta.�
�Stava per divorare la testa di Jacob� spieg� Emma.
�Non l�avrai mica ucciso, vero?� domand� Bentham. �Non ci serve a nulla da morto.�
Risposi che non pensavo di averlo fatto, poi ordinai al Vacuo di aprire gli occhi e
lui, molto, molto piano, esegu�. Era vivo, ma tremendamente debole. �Per� non so
quanto pu� resistere ancora.�
�Se � cos�, non c�� tempo da perdere� concluse Bentham. �Dobbiamo mandare subito a
chiamare la mia guaritrice e pregare il cielo che la sua polvere sia efficace anche
sui Vacui.�
Nim venne inviato di corsa a cercare la donna. Mentre aspettavamo il suo arrivo,
Bentham ci condusse in cucina e ci offr� biscotti e frutta sciroppata. Non so se
fosse per la tensione, o per tutte le cose inquietanti che avevamo visto, ma n� io
n� Emma avevamo appetito. Spizzicammo un po� di cibo per educazione mentre Bentham
ci aggiornava su cos�era accaduto durante la nostra assenza. Aveva messo a punto il
macchinario, disse, ed era tutto pronto; non restava che inserire il Vacuo.
�Lei � sicuro che funzioner�?� gli chiese Emma.
�Sicuro come pu� esserlo chi non ci ha mai provato� replic� lui.
�Soffrir�?� chiesi io. Mi sentivo stranamente protettivo nei confronti del Vacuo,
se non altro perch� mi ero ficcato in un mare di guai per salvarlo.
�Certo che no� mi tranquillizz� Bentham, accompagnando quelle parole con un gesto
liquidatorio della mano.
La guaritrice arriv� e non appena la vidi quasi mi sfugg� un grido di stupore.
Non per il suo aspetto insolito � anche se insolito lo era eccome � ma perch� ero
assolutamente certo di averla gi� incontrata, anche se non riuscivo a ricordare
dove, o com�era possibile che avessi dimenticato un personaggio cos� particolare.
Le uniche parti visibili del suo corpo erano l�occhio sinistro e la mano sinistra.
Il resto era celato sotto ampi strati di tessuto: scialli, sciarpe, una veste e una
crinolina rigonfia come una campana. La mano destra sembrava mancarle e quella
sinistra era stretta nella presa di un giovane con la pelle scura e grandi occhi
luminosi. Lui indossava un�elegante quanto consunta camicia di seta e un cappello a
tesa molto larga. Guidava la guaritrice come se fosse cieca o avesse una qualche
altra disabilit�.
�Mi chiamo Reynaldo� si present� il giovane con un marcato accento francese, �e
questa � Mother Dust. Sar� io a parlare per lei.�
Mother Dust si accost� al suo accompagnatore e gli sussurr� qualcosa all�orecchio.
Reynaldo spost� lo sguardo su di me e disse: �Spera che tu stia meglio�.

Fu in quel momento che capii dove l�avevo gi� incontrata: nei miei sogni � o in
quelli che credevo fossero stati solo sogni � durante la convalescenza seguita
all�aggressione.
�S�, va molto meglio� risposi, un po� nervoso.
Bentham salt� i convenevoli. �Potete guarire una di queste creature?� disse,
guidando Reynaldo e Mother Dust verso il carretto della biancheria. �� uno Spirito
Vacuo, riusciamo a vedere di lui solo le parti ricoperte di vernice.�
�Pu� guarire qualunque essere sia dotato di un cuore che batte� afferm� Reynaldo.
�Allora, vi prego� riprese Bentham. �Per noi � molto importante salvare la vita di
questa creatura.�
Attraverso Reynaldo, Mother Dust cominci� a dare ordini. Fate scendere dal carretto
la bestia, dissero, e io e Emma stendemmo il Vacuo sul pavimento. Mettetelo
nell�acquaio, dissero, e Emma e Sharon mi aiutarono a sollevarlo e adagiarlo nella
lunga e profonda conca del lavandino. Pulimmo le ferite con l�acqua del rubinetto,
facendo attenzione a non lavar via troppa vernice. Poi Mother Dust esamin� il corpo
del Vacuo mentre Reynaldo mi chiedeva di indicargli tutti i punti in cui aveva
riportato delle lesioni.
�Senti, Marion� intervenne Bentham, rivolgendosi informalmente a Mother Dust, �non
c�� bisogno che tu guarisca ogni graffio e ogni livido. Non vogliamo che la
creatura recuperi tutte le sue forze, il nostro unico obiettivo � mantenerla in
vita. Mi capisci?�
�Certo, s� replic� Reynaldo. �Sappiamo cosa dobbiamo fare.�
Bentham sbuff� e si volt�, senza nascondere l�irritazione.
�Ora produrr� la polvere� ci inform� il giovane. �Allontanatevi, e fate attenzione
a non respirarla. In un istante vi ritrovereste addormentati.�
Indietreggiammo. Reynaldo si assicur� sul naso e sulla bocca una mascherina
antipolvere e poi sleg� lo scialle che avvolgeva quel che restava del braccio
destro di Mother Dust. Il moncherino non andava oltre i dieci centimetri e finiva
ben prima di arrivare l� dove un tempo c�era stato il gomito.
Con la mano sinistra Mother Dust inizi� a strofinare il moncone, rilasciando una
sottilissima polvere bianca che restava sospesa tra loro. Trattenendo il fiato,
Reynaldo setacciava l�aria con una mano per raccoglierla. Noi restammo a osservare
affascinati e anche un po� disgustati, finch� il giovane non ebbe messo insieme
qualcosa come un�oncia di quella roba e il moncherino di Mother Dust si fu ridotto
pressappoco della stessa quantit�.
Reynaldo vers� la polvere nella mano della padrona. Lei si chin� sul Vacuo e gliene
soffi� un po� sul volto � e io mi ricordai che aveva compiuto lo stesso identico
gesto anche con me. Il Vacuo inal�, poi ebbe un improvviso scatto. Tutti, eccetto
Mother Dust, fecero un balzo indietro.
Stai gi�, fermo, ordinai, ma non sarebbe stato necessario; la sua era una reazione
istintiva alla polvere, ci spieg� Reynaldo: era il corpo che passava a una marcia
pi� bassa. Poi Mother Dust ne soffi� dell�altra sullo squarcio nel collo del Vacuo
e Reynaldo ci disse che la polvere era in grado di curare le ferite e indurre
sonnolenza, a seconda della quantit� e delle modalit� di somministrazione. Mentre
parlava, le ferite del Vacuo rilasciavano un vapore candido e iniziavano ad
accendersi. La polvere di Mother Dust, riprese Reynaldo, era la polvere del corpo
della stessa Mother Dust, e in quanto tale disponibile in una quantit� logicamente
limitata. Lei si consumava un poco ogni volta che guariva qualcuno.
�Spero non sembri una domanda scortese� si inser� Emma rivolgendosi alla donna, �ma
perch� lo fa, se questo le fa male?�
Mother Dust interruppe la sua operazione sul Vacuo per un istante, si volt� quanto
bastava perch� il suo occhio buono potesse inquadrare Emma, poi parl� con lo stesso
tono che le avevamo sempre sentito: il gutturale borbottio di chi non ha la lingua.
Reynaldo si occup� della traduzione: �Lo faccio� disse �perch� � stato deciso che
io fossi utile in questo modo�.
�Ah� grazie� replic� Emma pensierosa.
Mother Dust le offr� un cenno del capo, poi torn� alla sua missione.
* * *
Il recupero del Vacuo non sarebbe stato istantaneo. Era profondamente sedato e si
sarebbe svegliato soltanto quando anche la pi� grave delle ferite fosse guarita, un
processo che molto probabilmente avrebbe occupato l�intera nottata. Era necessario
che fosse sveglio perch� Bentham potesse �installarlo� nel suo macchinario, cos� la
fase due del nostro piano di salvataggio avrebbe dovuto aspettare diverse ore. In
attesa di quel momento, la gran parte di noi si radun� in cucina: Reynaldo e Mother
Dust, che di tanto in tanto doveva applicare nuove dosi di polvere sulle ferite
della creatura, io con Emma, visto che non mi sentivo a mio agio a lasciare il
Vacuo da solo, nonostante fosse immerso in un sonno profondo. Adesso ero
responsabile del mostro, proprio come chi si porta a casa un animale domestico e
deve farlo abituare al nuovo ambiente. Emma mi faceva compagnia perch� in qualche
modo era responsabile di me (cos� come io lo ero di lei); se mi fosse venuto sonno,
mi avrebbe dato un pizzicotto per tenermi sveglio o mi avrebbe raccontato qualche
storia dei bei vecchi tempi a casa di Miss Peregrine. Bentham si affacciava a
controllare di tanto in tanto, ma per la maggior parte del tempo era impegnato in
perlustrazioni e pattugliamenti di sicurezza nella casa con Sharon e Nim,
preoccupato quasi alla paranoia che gli sgherri di suo fratello potessero attaccare
da un momento all�altro.
Scese la notte, e io e Emma iniziammo a parlare dell�indomani. Dando per scontato
che Bentham riuscisse a rimettere in funzione il suo apparecchio, era probabile che
nel giro di qualche ora ci saremmo ritrovati dentro la fortezza degli Spettri. E
allora avremmo rivisto i nostri amici, e anche Miss Peregrine.
�Se saremo molto prudenti, e se avremo molta, molta fortuna� disse Emma. �E se��
Esit� un istante. Eravamo seduti l�uno accanto all�altra su una lunga panca di
legno accostata alla parete, e lei cambi� posizione per nascondere il viso.
�Se cosa?� le chiesi.
Emma spost� lo sguardo su di me, il volto sofferente. �Se loro sono ancora vivi.�
�Sono vivi� dissi.
�Tu non lo puoi sapere. E io sono stufa di fingere. Gli Spettri potrebbero anche
essersi gi� presi le loro anime per farne ambrosia. O magari hanno capito che le
ymbryne sono inutili e hanno deciso di tormentarle, o di spremergli l�anima, o di
fargli chiss� cosa per dimostrare quale trattamento riceve chi cerca di scappare��
�Smettila� intervenni. �Non � passato cos� tanto tempo.�
�Quando arriveremo l� saranno trascorse quarantotto ore, come minimo. E in
quarantotto ore possono succedere cose orribili.�
�Non siamo qui per immaginarle una per una. Sembri Horace, con i suoi scenari
catastrofici. Finch� non sappiamo con certezza cos�� successo, � inutile
torturarsi.�
�Ti sbagli� insistette lei. �C�� una ragione pi� che ottima per farlo. Noi
prendiamo in considerazione l�eventualit� peggiore; e se dovesse essere andata
esattamente cos�, almeno non arriveremo del tutto impreparati.�
�Non credo di potermi preparare a certe cose.�
Emma si prese la testa tra le mani e liber� un sospiro nervoso. Anche solo
immaginarlo era troppo da sopportare.
In quell�istante avrei voluto dirle che l�amavo. Credevo che sarebbe stato d�aiuto,
che ci avrebbe ancorati a qualcosa, perch� quella s� che era una certezza rispetto
a tutto ci� che non sapevamo, ma avevamo pronunciato quelle parole pochissime
volte, e io adesso, in presenza di due perfetti estranei, non riuscivo a dirle.
Pi� pensavo al mio amore per lei, pi� mi sentivo scosso e provato, proprio perch�
il nostro futuro era cos� incerto. Avevo bisogno di immaginare un futuro per me e
Emma, ma era impossibile figurarsi le nostre vite perfino da l� al giorno
successivo. Per me era una lotta perenne, perch� non avevo nessuna idea di cosa il
domani avesse in serbo. Sono prudente per natura, un pianificatore � una di quelle
persone a cui piace sapere cosa c�� dietro l�angolo, e poi dietro l�angolo che
viene dopo, e dietro quello dopo ancora � e tutta questa esperienza nel suo
complesso, dal momento in cui mi ero avventurato in quel rifugio sperduto che era
la casa di Miss Peregrine, fino a oggi, era stato un lungo e imprevedibile salto
nel vuoto. Per sopravvivere ero dovuto diventare un�altra persona, una persona
flessibile, determinata, coraggiosa. Una persona di cui mio nonno sarebbe andato
fiero. Ma la mia trasformazione non era stata totale. Il nuovo Jacob si innestava
su quello vecchio, e c�erano ancora momenti � parecchi � in cui ero preda di un
terrore incredibile e avrei tanto voluto non aver mai sentito nominare quella
maledetta Miss Peregrine, e sentivo un disperato bisogno che il mondo smettesse di
correre all�impazzata cos� da potermi aggrappare a qualcosa e riposare un po�. Mi
chiedevo, sprofondando nel dolore, di quale dei due Jacob Emma si fosse innamorata.
Quello nuovo, pronto a tutto, o il vecchio, che aveva soltanto bisogno di qualcosa
a cui aggrapparsi per sostenersi?
Decisi che non avevo nessuna voglia di pensarci sul momento � tipica modalit� di
affrontare gli eventi del vecchio Jacob � e mi concentrai invece sulla prima
distrazione a portata di mano: il Vacuo, e quello che sarebbe accaduto al suo
risveglio. A quanto pareva, avrei dovuto abbandonarlo.
�Mi piacerebbe poterlo portare con noi� dissi. �Insieme a lui, sarebbe un gioco da
ragazzi sbarazzarci di chiunque si metta sul nostro cammino. Ma penso che al nostro
amico toccher� rimanere qui, per tenere in funzione il macchinario.�
�Amico? Quindi siamo in confidenza?� Emma inarc� un sopracciglio. �Non affezionarti
troppo. Ricordati: basta dargli mezza opportunit�, e quel mostro ti mangia vivo.�
�Lo so, lo so� risposi con un sospiro.
�E poi non sono sicura che sarebbe cos� facile sbarazzarsi di quelli l�. Secondo me
gli Spettri sanno tenere testa benissimo a un Vacuo. In fondo, un tempo lo erano
anche loro.�
�Tu possiedi un dono unico� intervenne Reynaldo. Era la prima volta da pi� di
un�ora che si rivolgeva direttamente a noi. Aveva smesso di verificare le
condizioni delle ferite del Vacuo, una pausa per andare a rovistare nella dispensa
di Bentham in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti, e ora lui e Mother Dust
erano seduti a un tavolino e si dividevano un tocco di formaggio bluastro.
�Per� � un po� strano, come dono� risposi. Era da un po� che pensavo a quanto fosse
effettivamente strano, ma fino a quel momento non ero stato in grado di dirlo a
voce alta. �In un mondo ideale, i Vacui non esisterebbero. E se non esistessero i
Vacui, la mia vista speciale non avrebbe nulla da vedere, e nessuno capirebbe
quella lingua bizzarra che io invece conosco. Tu, per esempio, non sapresti nemmeno
che ho un�abilit� speciale.�
�Allora � un bene che tu sia qui adesso� comment� Emma.
�Okay, per� non ti sembra, se non altro, che sia tutto troppo casuale? Potevo
nascere in qualunque epoca. E lo stesso valeva per mio nonno. I Vacui esistono
soltanto da un secolo o gi� di l�, ed � successo che noi siamo nati adesso, proprio
quando c�era bisogno della nostra presenza. Perch�?�
�Credo fosse scritto� rispose Emma. �O forse sono sempre esistite persone capaci di
fare quello che fai tu, solo che non l�hanno mai saputo. Forse sono tanti quelli
che attraversano una vita intera senza mai sapere di essere Speciali.�
Mother Dust si avvicin� a Reynaldo e gli sussurr� qualcosa.
�Dice che nessuno di voi due ha ragione� rifer� il portavoce. �Il tuo vero dono,
probabilmente, non � la capacit� di manipolare i Vacui. Quella � soltanto la sua
applicazione pi� banale.�
�Che significa?� chiesi. �E allora quale sarebbe?�
Mother Dust sussurr� di nuovo qualcosa.
�� molto pi� semplice di quel che pensi� riprese Reynaldo. �Prendiamo un
violoncellista: non � certo nato con un�attitudine unica per quello strumento, ma
per la musica nel suo complesso. Ecco, allo stesso modo tu non sei nato solo per
manipolare la mente dei Vacui. E tu invece� continu� rivolto a Emma, �non sei nata
solo per generare il fuoco.�
Emma si fece seria. �Io ho pi� di cento anni. Penso di aver scoperto, ormai, quali
sono le mie capacit� Speciali. E ti assicuro che non posso manipolare n� l�acqua n�
l�aria n� la terra. Credimi, ci ho provato.�
�Questo non significa che tu non possa riuscirci� replic� Reynaldo. �Nel corso
della nostra vita, individuiamo molto presto i talenti di cui disponiamo e ci
concentriamo su quelli a scapito degli altri. Non � che non esistano altre
possibilit�; � che non le coltiviamo.�
�Teoria interessante� commentai.
�Il punto � che non � una casualit� cos� eccezionale che tu abbia la capacit� di
manipolare gli Spiriti Vacui. Il tuo dono si � sviluppato in quella direzione
perch� c�era bisogno di questo.�
�Se � cos�, come mai non riusciamo tutti a dominare la mente dei Vacui?� chiese
Emma. �Qualunque Speciale potrebbe utilizzare un po� delle abilit� di Jacob.�
�Perch� soltanto il suo talento di base � stato in grado di svilupparsi in quella
direzione. Quando i Vacui non esistevano, le capacit� degli Speciali con un�anima
simile alla sua probabilmente si manifestavano in modo diverso. Si dice che la
Biblioteca delle Anime fosse gestita da persone capaci di leggere nelle anime degli
Speciali come se fossero le pagine di un libro. Se questi bibliotecari fossero
ancora vivi, chiss�, forse sarebbero come lui.�
�Come fai a dirlo?� intervenni. �Cos�hanno in comune il fatto di manipolare un
Vacuo e il fatto di leggere le anime?�
Reynaldo si consult� con Mother Dust. �Tu sembri un lettore del cuore� rispose. �In
fondo, hai visto del buono anche in quello di Bentham. E hai deciso di perdonarlo.�
�Perdonarlo?� dissi io. �Per cosa avrei dovuto perdonarlo?�
Mother Dust si rese conto di aver detto qualche parola di troppo, ma ormai era
tardi per tirarsi indietro.
�Per quello che ha fatto a tuo nonno� disse Reynaldo.
Mi voltai a guardare Emma, ma la sua espressione era interdetta quanto la mia.
�E cosa avrebbe fatto a mio nonno?�
�Glielo racconter� io� disse una voce dalla soglia della stanza, e in quel momento
Bentham fece il suo ingresso. �� la mia colpa, e sono io a doverla confessare.�
Scivol� oltre l�acquaio, scost� una sedia dal tavolo e prese posto di fronte a noi.
�Durante la guerra tuo nonno era considerato una risorsa preziosa per la sua
Speciale capacit� di trattare con i Vacui. Avevamo un piano segreto, io e alcuni
tecnici: contavamo di riuscire a replicare la sua abilit� e di offrirla ad altri
Speciali. Pensavamo di iniettare loro una sostanza che li difendesse dai Vacui,
come un vaccino. Se ognuno di noi fosse stato in grado di vederli e percepirne la
presenza, non avrebbero pi� rappresentato una minaccia e la guerra contro la loro
specie si sarebbe conclusa con una vittoria. I sacrifici di tuo nonno furono molti
e tutti nobili, ma nessuno importante come questo: accett� di prendere parte al
piano.�
Il volto di Emma si fece pi� teso mentre ascoltava. Era chiaro come il sole che non
aveva mai sentito prima niente di simile.
�Ne abbiamo preso solo un pezzettino� ricominci� Bentham. �Solo un minuscolo
pezzettino della sua seconda anima. Pensavamo che potesse essere conservata, o
semplicemente ricostituita, un po� come quando si dona il sangue.�
�Lei ha preso la sua anima� disse Emma, la voce scossa.
Bentham alz� una mano, l�indice e il pollice distesi a qualche centimetro di
distanza. �Tanto cos�. L�abbiamo sezionata e poi somministrata a diversi soggetti
campioni. Aveva l�effetto sperato ma la durata era limitata, e l�esposizione
prolungata al trattamento finiva per consumare le loro abilit� innate. Il nostro
esperimento fu un fallimento.�
�E cosa mi dice di Abe?� chiese Emma. Nel tono della sua voce brillava quella
peculiare cattiveria che riservava a chi aveva ferito le persone che amava. �Cosa
gli avete fatto?�
�Era indebolito, e il suo potere ne fu fortemente compromesso� spieg� Bentham.
�Prima del trattamento era molto simile al giovane Jacob. La sua capacit� di
controllare i Vacui era un fattore determinante nella nostra guerra contro gli
Spettri. In seguito al trattamento, tuttavia, scopr� di non essere pi� in grado di
manipolarli, e la sua seconda vista si era come offuscata. Mi � stato raccontato
che dopo quel momento abbandon� all�improvviso il mondo Speciale. Era preoccupato,
temeva di costituire un pericolo per i suoi compagni Speciali e di non poterli pi�
aiutare. Aveva la sensazione di non essere pi� in grado di offrire loro
protezione.�
Lanciai uno sguardo a Emma. Teneva gli occhi incollati a terra, l�espressione
indecifrabile.
�Un esperimento fallito non � qualcosa di cui scusarsi� concluse Bentham. �� cos�
che la scienza segna i suoi progressi. Ma quello che � accaduto a tuo nonno � uno
dei miei rimorsi pi� grandi.�
�Ecco perch� ha deciso di partire� comment� Emma alzando appena la testa. �� per
questo che � andato in America.� Si volt� verso di me. Non sembrava arrabbiata, al
contrario, sul suo volto si leggeva un moto di sollievo. �Si vergognava. Una volta
mi ha scritto cos�, in una lettera, e io non riuscivo a capire cosa volesse dirmi.
Si sentiva in colpa, si sentiva Non Speciale.�
�Era stato privato di quella condizione� aggiunsi. Ora avevo trovato la risposta
anche a un�altra domanda: com�era possibile che un Vacuo avesse sconfitto mio
nonno, e per giunta nel suo territorio. Non era vecchio, e nemmeno particolarmente
vulnerabile. Ma le sue difese contro i Vacui erano ormai bassissime, e le aveva
perse molto tempo prima.
�Non � di questo che dovresti scusarti.� Sharon era in piedi sulla soglia, le
braccia incrociate al petto. �Un uomo solo non poteva vincere la guerra. Il vero
disastro � quello che gli Spettri hanno fatto servendosi della tua tecnologia. Tu
hai creato il precursore dell�ambrosia.�
�Ho tentato di saldare il mio debito� ribatt� Bentham. �Non ti ho forse aiutato? E
non � lo stesso per te?� Guard� prima Sharon, poi Mother Dust. Come Sharon, anche
lei sembrava avere avuto un passato di dipendenza. �Per anni ho sentito il bisogno
di scusarmi� disse ancora rivolto a me. �Di chiedere perdono a tuo nonno. Ecco
perch� l�ho cercato per cos� tanto tempo. Speravo tornasse a trovarmi, e di poter
escogitare un modo per ripristinare la sua abilit�.�
Emma scoppi� in una risata amara. �Dopo quello che gli ha combinato, pensava
davvero che tornasse per un�altra razione?�
�Non ci contavo molto, ma ci speravo. Fortunatamente, la redenzione si compie in
varie forme. In questo caso, ha preso le fattezze di un nipote.�
�Non sono qui per la sua redenzione, signor Bentham� dissi.
�Io per� sono qui per servirti. Se c�� qualcosa che posso fare, sarai tu a
chiedermelo.�
�� sufficiente che ci aiuti a riportare indietro i nostri amici. E sua sorella.�
�Ne sar� felice� rispose lui. Sembrava sollevato dal fatto che non avessi preteso
di pi� o che non mi fossi scagliato contro di lui gridando la mia rabbia. Avrei
potuto farlo� la mia mente lavorava all�impazzata, e ancora non avevo preso una
posizione su come reagire. �Ora� riprese lui, �per quanto riguarda come procedere
da questo momento in poi��
�Potete scusarci un istante?� lo interruppe Emma. �Ho bisogno di un attimo da sola
con Jacob.�
Uscimmo nel corridoio per poter parlare in privato � perdendo di vista il Vacuo, ma
era solo per un momento.
�Allora� esord� Emma. �Facciamo un elenco di tutte le cose terribili di cui
quell�uomo � responsabile.�
�Va bene� acconsentii. �Primo: ha creato i Vacui. Senza averne intenzione, per�.�
�Ma lo ha fatto. E ha creato l�ambrosia, e ha portato via i poteri di Abe, almeno
per la maggior parte.�
Senza averne intenzione, stavo per aggiungere. Le sue intenzioni, per�, non erano
una variabile del discorso. Sapevo cosa voleva dirmi Emma: dopo tutte queste
rivelazioni, non mi fido granch� a mettere i nostri destini e quelli dei nostri
amici nelle mani di Bentham, o a contare davvero sui suoi progetti. Forse era vero
che agiva a fin di bene, ma la lista dei suoi precedenti era lunga e disastrosa.
�Possiamo fidarci di lui?� mi domand�.
�Abbiamo alternative?�
�Non ti ho chiesto questo.�
Ci pensai per un istante. �Penso di s�, possiamo fidarci� risposi. �Spero solo che
abbia gi� dato fondo a tutte le sue scorte di sfortuna.�
* * *
�VENITE! VELOCI, SI STA SVEGLIANDO!�
Dalla cucina arrivavano grida agitate. Emma e io schizzammo oltre la soglia e li
trovammo tutti radunati in un angolo della stanza, terrorizzati da uno Spirito
Vacuo piuttosto intontito che cercava in tutti i modi di tirarsi a sedere ma che
fino a quel momento era riuscito soltanto a far scivolare met� del corpo fuori
dall�acquaio. Solo io ero in grado di vederlo bene, di distinguere la bocca
spalancata e le tre lingue abbandonate, flosce, sul pavimento.
Chiudi la bocca, gli ordinai nella sua lingua. Il Vacuo si produsse in un suono di
risucchio, come se stesse mangiando una forchettata di spaghetti, e ritir� indietro
le sue estremit�.
Seduto.
Non ce la faceva, cos� lo afferrai per le spalle e lo aiutai a mettersi dritto. I
tempi di recupero erano straordinari, tutto sommato, e nel giro di qualche minuto
riusc� a ritrovare sufficiente mobilit� per farsi guidare a uscire dall�acquaio e
mettersi in piedi. Non zoppicava pi�. Dello squarcio sul collo non rimaneva che un
indistinto segno bianco, non troppo diverso da quelli che erano svaniti cos� in
fretta dalla mia faccia. Quando lo feci notare, Bentham non riusc� a trattenere
l�irritazione: perch� Mother Dust l�aveva guarito fino in fondo?
�Che ci posso fare se la mia polvere � potente?� reag� lei attraverso Reynaldo.
Sfiniti, ci salutarono per andare a cercare un giaciglio su cui riposare. Eravamo
esausti anche io e Emma � albeggiava e non avevamo chiuso occhio � ma i nostri
progressi erano esaltanti e contavo che ci dessero un�iniezione di energie fresche.
Bentham si volt� verso di noi, una strana luce nello sguardo. �� il momento della
verit�, amici miei. Vogliamo vedere se riusciamo a mettere in moto di nuovo la mia
vecchia amica?�
Si riferiva al macchinario, non c�era nessun bisogno di chiedere spiegazioni.
�Diamoci una mossa, s� lo incoraggi� Emma.
Bentham chiam� l�orso e io mi occupai del Vacuo. Sulla soglia comparve PT, che
prese in braccio il suo padrone, e insieme ci condussero attraverso la casa. Era
una scena veramente strana, se qualcuno si fosse trovato a guardarla: un azzimato
gentiluomo rannicchiato tra le braccia di un orso, Sharon nel suo ampio mantello
rigonfio, Emma che con una mano ancora fumante cercava di reprimere uno sbadiglio,
e il caro vecchio Jacob che mormorava ordini a uno Spirito Vacuo impiastricciato di
bianco, che nonostante fosse in perfetta salute avanzava zampettando, quasi che le
sue ossa fossero improprie per quel corpo.
Proseguimmo lungo i corridoi e poi gi� per le scale, inoltrandoci nelle viscere
della casa: stanze sempre pi� piccole, tutte piene di marchingegni sferraglianti,
finch� non arrivammo a una porta troppo stretta per la stazza dell�orso. Ci
fermammo, e PT pos� a terra il suo padrone.
�Eccoci� annunci� Bentham, raggiante come un padre orgoglioso. �Il cuore del mio
Panellopticon.�
Apr� la porta. PT attese all�esterno, mentre tutti noi seguivamo Bentham.
La stanzetta era dominata da uno spaventoso macchinario tutto di ferro e acciaio.
Le viscere di quell�arnese andavano da una parete all�altra, uno stupefacente
campionario di volani e pistoni e valvole lucidi di lubrificante. Sembrava capace
di produrre un frastuono forsennato, ma per ora era l�, immobile, freddo e
silenzioso. Un uomo sporco di olio e grasso era in piedi tra due giganteschi
ingranaggi, impegnato a stringere qualcosa con una chiave inglese.
�Vi presento il mio assistente, Kim� ci disse Bentham.
Lo riconobbi subito: era lo stesso che ci aveva messi in fuga dalla Camera Siberia.
�Io sono Jacob� mi presentai. �Ti abbiamo incontrato ieri, in mezzo alla neve.�
�Che ci facevi l� fuori?� gli chiese Emma.
�Congelavo, stavo per lasciarci le penne� ribatt� lui con un tono aspro, poi
riprese a stringere i suoi bulloni.
�Kim mi stava aiutando a cercare una strada per il Panellopticon di mio fratello�
spieg� Bentham. �Se nella Camera Siberia esiste un accesso di quel tipo, � assai
probabile che si trovi sul fondo di un grande crepaccio. Sono sicuro che Kim vi
sar� molto grato se il vostro Spirito Vacuo riuscir� a riattivare qualcuna delle
nostre stanze. Devono esserci altre porte, in aree pi� accessibili.�
L�assistente grugn� qualcosa, l�espressione del volto era piuttosto scettica mentre
ci squadrava. Mi chiesi da quanti anni combattesse i morsi del gelo per perlustrare
crepacci.
Bentham si mise subito all�opera. Diede al suo assistente una serie di istruzioni
concise, e lui ruot� alcune manopole prima di tirare una lunga leva. Gli ingranaggi
del macchinario emisero un sibilo sferragliante, poi scattarono di un grado.
�Portate la creatura� disse Bentham a bassa voce.
Il Vacuo era rimasto in attesa al di l� della porta. Lo chiamai e lui barcoll�
dentro tirando fuori un ringhio basso e roco, come se sapesse che stava per
capitargli qualcosa di molto sgradevole.
L�assistente fece cadere la chiave inglese, ma si chin� svelto a raccoglierla.
�Questa � la camera di caricamento� disse Bentham, indicandoci un�ampia scatola
nell�angolo della stanza. �Devi guidare la creatura all�interno, e l� verr�
trattenuta.�
La camera di caricamento aveva tutta l�aria di una cabina telefonica senza finestre
e con le pareti di ghisa. Dal tetto spuntava un nido di tubicini collegati ad altre
tubazioni che poi correvano lungo il soffitto. Bentham afferr� la pesante maniglia
e con un raschio la porta si apr�. Mi affacciai per sbirciare dentro. Le pareti
erano di metallo, grigie e lisce, segnate da una fitta rete di buchini, un po� come
l�interno di un forno. Su quella di fondo erano assicurate delle spesse cinghie di
cuoio.

�Gli far� male?� chiesi.


Quella domanda sorprese anche me, non soltanto Bentham.
�� importante?� fu la sua risposta.
�Preferirei che non gli facesse male. Potendo scegliere.�
�Invece non si pu� rispose Bentham. �Comunque non sentir� dolore. Prima che il
processo cominci, la camera si riempir� di un gas anestetico e soporifero.�
�E poi?�
Mi sorrise e mi diede un colpetto sul braccio. �� una cosa molto tecnica. Ti basti
sapere che la tua creatura uscir� da qui dentro ancora viva, pi� o meno nelle
stesse condizioni in cui ci � entrata. Ora, gentilmente, vorresti farlo accomodare?

Non mi convinceva, e non capivo perch� me ne importasse cos� tanto. Il Vacuo ci
aveva fatto patire le pene dell�inferno e sembrava cos� a corto di sentimenti che
infliggergli una bella razione di dolore avrebbe dovuto essere un vero piacere.
Eppure non era cos�. Non volevo ucciderlo, non pi� di quanto avrei potuto voler
uccidere un animale strano.
Nel comandare a bacchetta quel mostro mi ero avvicinato abbastanza a lui da
comprendere che dentro di s� non nascondeva soltanto un vuoto enorme. C�era una
minuscola scintilla, una piccolissima biglia di anima sul fondo di quell�abisso. Il
Vacuo non era vacuo � non esattamente, ecco.
Vieni, gli dissi, e il mostro, che era rimasto acquattato in un angolo, intimidito,
gir� attorno a Bentham e si posizion� di fronte all�ingresso della cabina.
Dentro.
Percepii un tremore. Adesso era guarito, nel pieno delle forze, e se la mia presa
su di lui fosse venuta a mancare, anche solo per un istante, sapevo di cosa sarebbe
stato capace. Ma io ero pi� forte, e in uno scontro di volont� tra noi due non ci
sarebbe stata battaglia. Tremava, pensai, perch� stavo tremando anch�io.
Mi dispiace, gli dissi.
Il Vacuo non si muoveva, mi dispiace era un�espressione che non era in grado di
interpretare. Io, per�, sentivo il bisogno di dirglielo.
Dentro, ripetei, e questa volta lui esegu� e s�infil� nella camera. Visto che
nessuno si sarebbe mai azzardato a toccarlo, da quel momento Bentham mi comunic�
esattamente cosa fare. Su sue istruzioni, spinsi la creatura contro la parete in
fondo e incrociai le cinghie di cuoio per assicurare le gambe, le braccia e il
busto, poi strinsi con forza. Era evidente che fossero state progettate per
immobilizzare un essere umano, il che mi fece venire in mente delle domande alle
quali, sul momento, non avevo nessuna intenzione di rispondere. Bisognava solo
procedere secondo il piano stabilito.
Quindi uscii dalla cabina, irrigidito e gi� nel panico per quei pochi istanti
passati l� dentro.
�Chiudi la porta� mi disse Bentham.
Vedendomi esitare, l�assistente si mosse per eseguire lui il comando. Gli bloccai
la strada. �� il mio Vacuo� dissi. �Lo faccio io.�
Mi piantai sui piedi e afferrai la maniglia, e poi � nonostante cercassi di
evitarlo � lo guardai in faccia. I suoi giganteschi occhi neri erano sgranati,
spaventati, del tutto sproporzionati rispetto al corpo minuto, raggrinzito come un
cesto di fichi. Era ancora e sarebbe sempre stato una creatura disgustosa, ma in
quel momento aveva un aspetto cos� miserevole che mi sentivo malissimo, come se
stessi mandando a cuccia un cane che non aveva nessuna idea del perch� qualcuno
volesse punirlo.
Tutti gli Spiriti Vacui meritano la morte, mi ripetei. Sapevo di aver ragione, ma
la cosa non mi faceva stare meglio, nemmeno un po�.
Spinsi la porta, che si chiuse con un cigolio. L�assistente di Bentham agganci� un
lucchetto enorme ai maniglioni, torn� ai comandi del macchinario e si diede da fare
con le manopole.
�Hai fatto la cosa giusta� mi sussurr� Emma all�orecchio.
Gli ingranaggi presero a girare, i pistoni a pompare e la macchina nel suo
complesso a picchiettare con un frastuono che scuoteva tutto l�ambiente. Bentham
giunse le mani e liber� un sorriso, felice come un bambino l�ultimo giorno di
scuola. Poi dall�interno della cabina ci giunse un grido, un grido come non ne
avevo mai uditi.
�Ha detto che non avrebbe sofferto!� urlai a Bentham.
Lui si volt� per gridare qualcosa al suo collaboratore. �Il gas! Hai dimenticato
l�anestetico!�
L�assistente si precipit� a tirare un�altra leva e subito si ud� un sonoro sibilo
di aria compressa. Un nastro di fumo bianco filtrava da una fessura della porta
della cabina. Il grido del Vacuo and� lentamente spegnendosi.
�Ecco� disse Bentham. �Ora non sente pi� nulla.�
Per un istante desiderai che in quella gabbia, al posto del mio Vacuo, ci fosse
Bentham.
Altri pezzi del macchinario presero vita. Arriv� il rumore inconfondibile di un
liquido che correva nelle tubature sopra la nostra testa. Diverse minuscole valvole
sul soffitto iniziarono a trillare come tanti campanelli. Dalle viscere del
dispositivo fuoriusciva una sostanza nera. Non era olio, ma qualcosa di ancora pi�
scuro, pi� acre, quel fluido che lo Spirito Vacuo produceva quasi costantemente,
che colava dai suoi occhi e gli gocciolava dai denti. Era sangue.
Avevo visto abbastanza. Uscii di l�, travolto da una sensazione di nausea e
malessere. Emma mi segu�.
�Stai bene?�
Non potevo pretendere che comprendesse la mia reazione. Io stesso faticavo a
capire. �Andr� meglio� le dissi. �� la cosa giusta da fare.�
�� l�unica� disse lei. �Ci siamo davvero vicini.�
Anche Bentham ci raggiunse, zoppicando. �PT, di sopra!� ordin� e si lasci� cadere
fra le braccia dell�orso, gi� distese per accoglierlo.
�Funziona?� gli chiese Emma.
�Lo scopriremo presto� rispose lui.
Il mio Vacuo era legato, sedato e sigillato dentro una cabina di ferro, quindi non
c�era nessun pericolo a lasciarselo alle spalle� eppure non riuscivo ad
allontanarmi.
Dormi, dissi. Dormi, e non svegliarti finch� non sar� tutto finito.
Seguii gli altri fuori dalle stanze dei macchinari e poi su, lungo diverse rampe di
scale. Arrivammo al lungo corridoio con la moquette su cui si affacciavano tutte
quelle camere con i nomi esotici. Le pareti trasudavano energia, era come se la
casa fosse viva.
PT deposit� a terra Bentham. �Il momento della verit�!� annunci� lui.
Raggiunse con passo deciso la pi� vicina delle porte e la spalanc�.
Una brezza umida flu� lungo il corridoio.
Feci un passo per sbirciare all�interno, e quello che vidi mi fece venire la pelle
d�oca. Come per la Camera Siberia, si trattava di un portale per accedere a un
altro tempo e a un altro spazio. I mobili ordinari della stanza � il letto,
l�armadio, il comodino � erano come glassati da un velo di sabbia. La parete di
fondo non c�era, e al di l� si stendeva un arco di spiaggia costellato di palme.
�Ecco a voi Rarotonga, anno 1752!� annunci� fiero Bentham. �Ciao, Sammy! Quanto
tempo!�
Chino, poco lontano, c�era un uomo minuto che squamava un pesce. Ci guardava con
una certa sorpresa, poi sollev� in aria la sua preda e la agit� nella nostra
direzione. �Molto, molto tempo, gi� disse.
�Allora, va bene?� chiese Emma rivolta a Bentham. �� questo che voleva ottenere?�
�Quello che volevo, quello che ho sempre sognato�� Bentham rideva mentre si
precipitava ad aprire un�altra porta. Dentro c�era un placido canyon ricoperto di
vegetazione, con un ponte stretto e lungo che collegava le due sponde del burrone.
�Columbia Britannica, 1929!� grid� raggiante.
Con una piroetta tagli� il corridoio per spalancare una terza porta � e noi ormai
sempre dietro � oltre la quale scorsi delle gigantesche colonne di pietra, le
rovine polverose di una citt� antica.
�Palmira!� grid� ancora, colpendo con la mano aperta la parete. �Viva! Quel
maledetto affare funziona!�
* * *

Bentham non riusciva a contenersi. �Oh, mio amato Panellopticon� gridava, le


braccia spalancate. �Quanto mi sei mancato!�
�Congratulazioni� si compliment� Sharon. �Sono contento di trovarmi qui e poter
assistere a tutto questo.�
L�entusiasmo del padrone di casa era contagioso. Quel macchinario era un vero
portento: un intero universo, racchiuso in un unico, semplice corridoio. Se
lasciavo correre lo sguardo, potevo scorgere i segni di altri mondi che si
affacciavano: il vento che muggiva dietro una porta, granelli di sabbia che
filtravano da sotto un�altra. In qualunque altro momento, in qualunque altra
circostanza, sarei corso ad aprirle tutte. Ora, per�, c�era una sola porta che
desideravo con tutto me stesso spalancare.
�Quale di queste conduce alla fortezza degli Spettri?� chiesi.
�S�, certo, al lavoro� rispose Bentham, ritrovando un po� di compostezza. �Mi scuso
se ho un po� deviato dal percorso. Ho sacrificato tutta la vita per quel
macchinario, ed � una bella sensazione vederlo di nuovo all�opera.�
Si poggi� con la schiena alla parete, improvvisamente a corto di energie. �Farvi
arrivare alla fortezza dovrebbe essere abbastanza facile. Dietro queste porte c��
almeno una mezza dozzina di passaggi di attraversamento. Ma la domanda che dovremmo
porci �: cosa farete una volta arrivati l�?�
�Questo dipende da un�altra domanda� replic� Emma. �Cosa troveremo, una volta
arrivati l�?�
�� passato molto tempo dall�ultima volta che ci sono stato� inizi� Bentham, �quindi
le mie informazioni sono datate. Il Panellopticon di mio fratello non somiglia al
mio, � organizzato verticalmente, in una torre altissima. I prigionieri vengono
detenuti altrove. Si trovano in celle separate, protetti da una guardiania ferrea.�
�Le guardie saranno il nostro problema pi� grosso� dissi.
�Potrei aiutarvi io con loro� si offr� Sharon.
�Verr� con noi?� gli chiese Emma.
�Assolutamente no!� rispose lui. �Ma in qualche modo vorrei dare il mio piccolo
contributo. Ovviamente, col minimo del rischio. Creer� un po� di disordini
all�esterno della fortezza, e questo attirer� l�attenzione delle guardie. Cosa che
dovrebbe rendervi pi� agevole appostarvi senza essere notati.�
�Che tipo di disordini?� domandai.
�Quelli che piacciono meno agli Spettri: disordini di piazza. Far� in modo che i
lavativi e gli sfaccendati di Smoking Street catapultino oggetti pericolosi e
infiammati contro le mura, finch� non avremo tutta la guarnigione delle guardie
alle calcagna.�
�E perch� quella gente dovrebbe aiutarla?� domand� Emma.
�Perch� da dove arriva questa, ce n�� ancora parecchia� rispose Sharon estraendo
dal mantello la fiala di ambrosia che aveva preso a Emma. �Promettete loro di
dargliene ancora, e quelli faranno praticamente qualsiasi cosa.�
�La metta via, signore� sbott� Bentham. �Sa bene che in casa mia certe cose non
sono tollerate.�
Sharon si scus� e fece sparire la fiala di ambrosia sotto il mantello.
Bentham guard� l�ora sul suo orologio da taschino. �Vediamo, sono appena passate le
quattro e mezzo del mattino. Sharon, immagino che i suoi provocatori in questo
momento dormano. Pu� fare in modo che siano pronti e sufficientemente agitati per
le sei?�
�Senza alcun dubbio� rispose lui.
�Allora se ne occupi.�
�Felice di servirla.� Con un fruscio del mantello, Sharon si volt� svanendo a passo
spedito lungo il corridoio.
�Questo significa che avete un�ora e mezzo per prepararvi� riprese Bentham, anche
se non era molto chiaro a quale tipo di preparativi facesse riferimento. �Tutto ci�
di cui dispongo � a vostra completa disposizione.�
�Rifletti� mi disse Emma. �Cosa potrebbe servire in un raid?�
�Ha delle pistole?� chiesi.
Bentham scosse il capo. �L�unica difesa di cui ho bisogno qui � PT.�
�Esplosivi?� domand� Emma.
�Temo di no.�
�E sospetto non ci sia nemmeno una gallina dell�Apocalisse� dissi, scherzando ma
non del tutto.
�Una c��, impagliata, nelle mie collezioni.�
Immaginai di scagliare un pollo impagliato contro uno Spettro armato fino ai denti
e non sapevo se ridere o piangere.
�Forse sono confuso� riprese Bentham. �Perch� dovreste avere bisogno di armi ed
esplosivi se potete manipolare i Vacui? Ce ne sono moltissimi nella fortezza.
Addomesticateli, e la battaglia � gi� vinta.�
�Non � cos� semplice� replicai, ormai un po� stufo di dover sempre ripetere le
stesse cose. �Ci vuole del tempo per prendere il controllo anche di un solo Vacuo,
figuriamoci��
Mio nonno, lui s� che ce l�avrebbe fatta, avrei voluto dire. Prima che lei lo
annientasse.
�Bene, queste non sono cose che mi riguardano� concluse Bentham, accorgendosi di
avermi pestato i piedi. �Quale che sia il modo in cui porterete a termine la
missione, le ymbryne dovranno essere la vostra priorit�. Riportate loro per prime.
Nel maggior numero possibile, e a cominciare da mia sorella. Sono loro le pi�
ambite, il premio pi� importante, e quelle che corrono i maggiori pericoli.�
�Sono d�accordo� intervenne Emma. �Ymbryne come prima cosa, poi i nostri amici.�
�E poi?� dissi io. �Quando si renderanno conto che stiamo portando via gli
Speciali, ci inseguiranno di sicuro. E dove andremo, da qui?� Era come una rapina
in banca: arraffare i soldi � solo met� del lavoro. Poi devi anche squagliartela
con i soldi.
�Andate dove credete� disse Bentham, indicando con il braccio il corridoio
lunghissimo. �Potete scegliere una qualunque di queste porte, un qualunque anello.
Avete a disposizione ottantasette possibili vie di fuga solo in questo corridoio.�
�Ha ragione� comment� Emma. �Come farebbero a trovarci?�
�Escogiteranno un modo� dissi io. �Riusciremo soltanto a rallentarli.�
Bentham sollev� un dito per interrompermi. �Ed � per questo che io preparer� una
trappola, e far� credere loro che vi abbiamo nascosti nella Camera Siberia. PT ha
l� la sua famiglia allargata, e saranno tutti in posizione ad attenderli dietro la
porta, in salute e molto affamati.�
�E se gli orsi non riuscissero a eliminarli?� chiese Emma.
�A quel punto, credo che toccher� a noi.�
�E il gioco � fatto� lo rimbecc� lei, una frasetta del tutto innocua, se non fosse
stato per il tono sarcastico della sua voce. Tradotto: il suo approccio disinvolto
mi manda fuori di testa. Bentham parlava di tutta la faccenda come se equivalesse a
fare un salto in drogheria: vi precipitate dentro, salvate tutti, vi nascondete,
ammazzate i cattivi e il gioco � fatto. Il che, ovviamente, era da fuori di testa.
�Si rende conto che siamo in due?� dissi. �Due ragazzini.�
�S�, certo� rispose lui annuendo. �E questo � il vostro vantaggio. Se gli Spettri
si aspettano una resistenza di qualche tipo, avranno in mente un esercito alle
porte della fortezza. Non immaginano certo di trovarsi tra i piedi due ragazzini.�
Il suo ottimismo cominciava a scalfire le mie barriere. Forse, pensai, avevamo
davvero una possibilit� di farcela.
�Ehi, voi!�
Ci voltammo, per vedere Nim correre verso di noi lungo il corridoio, affannato. �Un
uccello, Mr Jacob!� gridava. �Un uccello messaggero� per� Mr� Jacob� arrivato
adesso� � di sotto!� Non appena ci raggiunse, si pieg� in due e prese a tossire.
�Un messaggio per me?� dissi. �Non � possibile, nessuno sa che sono qui.�
�Sar� meglio andare a vedere� disse Bentham. �Nim, facci strada.�
Nim si accasci�, stremato.
�Oh, santo cielo� esclam� il padrone di casa. �Dovremo organizzarti qualche seduta
di ginnastica, Nim. PT, per favore, dai uno strappo a questo poveretto!�
* * *
Il messaggero era in attesa all�ingresso al piano di sotto. Si trattava di un
grosso pappagallo verde. Era volato dentro casa da una finestra aperta parecchi
minuti prima e aveva iniziato a gracchiare il mio nome, e a quel punto Nim lo aveva
catturato e messo in una gabbia.
E quello non aveva smesso di gracchiare il mio nome.
�Ja-a-cob! Ja-a-cob!�
Quel grido sembrava il rumore fastidioso di un cardine arrugginito.
�Non parla con nessuno, solo con te� ci spieg� Nim, spingendomi verso la gabbia.
�Eccolo qui, stupido di un uccello! Adesso dagli il messaggio!�
�Ciao, Jacob� disse il pappagallo. �Qui parla Miss Peregrine.�
�Cosa?� Ero scioccato. �Adesso � un pappagallo?�
�No� intervenne Emma. �� un messaggio da parte di Miss Peregrine. Vai avanti,
pappagallo, cosa ti manda a dirci?�
�Sono viva e sto bene, sono nella torre di mio fratello� disse l�uccello, e la sua
voce ora aveva una sinistra somiglianza con quella di un essere umano. �Anche gli
altri stanno bene: Millard, Olive, Horace, Bruntley, Enoch e tutti quanti.�
Emma e io ci scambiammo una rapida occhiata. Bruntley?
Come se fosse una segreteria telefonica vivente, l�uccello riprese: �Il cane di
Miss Wren mi ha detto dove potevo trovarvi � tu e Miss Bloom. Voglio scoraggiarti
da qualunque tentativo di soccorrere gli altri. Qui non corriamo alcun pericolo, e
non � necessario rischiare la vita con sciocche azioni troppo audaci. Al contrario,
ecco l�offerta di mio fratello: consegnatevi alle sue guardie sul ponte di Smoking
Street e non vi sar� fatto alcun male. Io insisto perch� accettiate. � la nostra
unica possibilit�. Ci troveremo di nuovo tutti insieme, e sotto le cure e la
protezione di mio fratello costruiremo una nuova era Speciale.�
Il pappagallo lanci� un fischio, segno che il messaggio era concluso.
Emma scuoteva il capo. �Non sembrano parole di Miss Peregrine. A meno che non le
abbiano fatto il lavaggio del cervello.�

�E non ha mai chiamato i bambini soltanto per nome o per cognome� dissi. �Avrebbe
detto Miss Bruntley.�
�Credete che il messaggio non sia autentico?� ci interrog� Bentham.
�Io non ho neanche capito che cosa sia� replic� Emma.
Bentham si avvicin� alla gabbia e ordin�: �Identificati!�.
L�uccello rest� in silenzio. Il padrone di casa ripet� l�ordine, diffidente, e
accost� l�orecchio alle sbarre. Poi, all�improvviso, si irrigid� di scatto.
�Oh, maledizione!�
E in quel momento lo sentii anch�io: un ticchettio.
�� UNA BOMBA!� grid� Emma.
PT scagli� la gabbia in un angolo e ci strinse tutti in un abbraccio protettivo,
voltando la schiena al pappagallo. Ci fu un lampo accecante, e subito dopo un boato
fortissimo, ma io non sentivo dolore: l�orso aveva assorbito l�urto della
detonazione. Il violento spostamento d�aria mi assord�, e fece anche volare via il
cappello di Bentham, e poi ci fu un�intensa ondata di calore ma per fortuna breve e
fugace. Eravamo salvi.
Piovevano pezzi di intonaco e piume di pappagallo, mentre barcollavamo fuori dalla
stanza. Eravamo tutti illesi tranne l�orso, che se ne stava a quattro zampe dandoci
le spalle e gemeva. Era ustionato e la sua pelliccia era a brandelli, e quando
Bentham lo vide grid� di rabbia e abbracci� al collo l�animale.
Nim corse a svegliare Mother Dust.
�Ma che cosa significa?� disse Emma. Stava tremando e aveva gli occhi sgranati.
Sono certo che fosse la mia stessa espressione: succede questo, a una persona che
scampa a un attentato esplosivo.
�Sono sicuro, sicurissimo che non � stata Miss Peregrine a inviarci il messaggio�
dissi.
�Mi sembra ovvio.�
�E quindi Caul sa dove ci troviamo.�
�Se non lo sapeva prima, di certo lo sa ora. Gli uccelli messaggeri sono addestrati
per trovare le persone anche se chi li manda non ha l�indirizzo preciso.�
�E questo non lascia dubbi: ha catturato Addison� dissi, il cuore che sprofondava
al solo pensiero.
�S�, ma significa anche qualcos�altro. Caul ci teme. Altrimenti non si sarebbe
preso la briga di tentare di ucciderci.�
�Pu� essere� commentai.
�� cos�. E se ha paura di noi, Jacob�� Mi guardava con gli occhi stretti come due
fessure. �Allora vuol dire che dev�esserci qualcosa che gli fa paura.�
�Non � spaventato� intervenne Bentham, sollevando la testa dalle pieghe sul collo
di PT. �Dovrebbe esserlo, ma non lo �. Questo pappagallo non doveva uccidervi, solo
debilitarvi. A quanto pare mio fratello vuole il giovane Jacob vivo.�
�Io?� dissi. �E perch�?�
�Mi viene in mente un unico motivo. Gli � giunta la notizia della prova che hai
dato contro lo Spirito Vacuo, e adesso � convinto che tu sia uno Speciale.�
�Speciale in che senso?� chiesi.
�La mia impressione � questa: Caul crede che tu possa essere il tassello definitivo
per la Biblioteca delle Anime. Qualcuno capace di vedere e manipolare i contenitori
delle anime.�
�Come ha detto Mother Dust� mormor� Emma.
�� assurdo� dissi. �Potrebbe essere cos�?�
�Quello che conta � che lui ci crede� rispose Bentham. �Ma questo non cambia nulla.
Eseguirete il piano di salvataggio come previsto, poi condurremo voi, i vostri
amici e le nostre ymbryne quanto pi� lontano possibile da mio fratello e dai suoi
folli progetti. Ma dobbiamo sbrigarci: la fanteria di Jack seguir� le tracce del
pappagallo esplosivo fino a questa casa. Arriveranno presto per cercarvi, e per
allora voi dovrete essere in viaggio.� Consult� l�orologio da taschino. �A
proposito, sono quasi le sei.�
Stavamo per avviarci quando Mother Dust e Reynaldo entrarono trafelati nella
stanza.
�Mother Dust vorrebbe consegnarvi questo� disse il ragazzo, e la donna ci porse un
piccolo oggetto avvolto in uno scampolo di stoffa.
Bentham protest� che non c�era tempo ora per queste cose, ma Reynaldo insistette.
�Se vi doveste trovare nei guai� aggiunse, mettendo il dono nelle mani di Emma,
�apritelo.�
Lei scost� la tela grezza. Il piccolo affare avvolto sulle prime ci sembr� un tocco
di gesso, poi Emma se lo rigir� nel palmo.
Aveva due nocche e una piccola unghia smaltata.
Era un mignolo.
�Non avreste dovuto� dissi.
Reynaldo si accorse che non avevamo capito. �� il dito di Mother Dust� spieg�.
�Polverizzatelo e usatelo a vostro piacimento.�
Emma sgran� ancora gli occhi e la sua mano cedette per un istante, come se quel
piccolo dito avesse di colpo triplicato il proprio peso. �Non possiamo accettare�
disse. �� troppo.�
Mother Dust allung� verso di lei la mano buona � era diventata pi� piccola, e una
fasciatura copriva la nocca dalla quale era stato staccato il mignolo � poi serr�
le dita di Emma intorno al dono. Mormor� qualcosa e Reynaldo tradusse per noi: �Tu
e lui potreste essere la nostra ultima speranza. Se potessi farlo, vi darei un
intero braccio�.
�Non so cosa dire� balbettai. �Grazie.�
�Usatelo con parsimonia� aggiunse Reynaldo. �Con poco si pu� fare molto. Oh, e
avrete bisogno anche di queste.� Dalla tasca posteriore sfil� due mascherine
antipolvere e ce le fece oscillare davanti. �Altrimenti vi addormenterete insieme
ai nemici.�
Lo ringraziai ancora e presi le mascherine. Mother Dust accenn� un inchino per noi,
e la sua enorme gonna accarezz� il pavimento.
�Ora per� dobbiamo andare sul serio� ci incalz� Bentham. Lasciammo PT in compagnia
dei guaritori e dei cuccioli di scimmiorso che si erano avvicinati per coccolare il
fratellone ferito e sofferente.
Tornammo di sopra al corridoio degli anelli. Sul pianerottolo fui colto da un senso
di vertigine, in preda alla sensazione improvvisa di trovarmi sull�orlo di un
precipizio, dato il posto in cui mi trovavo: ottantasette mondi al di l� di
ottantasette porte allineate davanti a noi, un numero infinito di spazi tutti
collegati con quella casa come fasci di nervi con il tronco di un encefalo. Stavamo
per superare una di quelle soglie e forse non ci sarebbe mai stato un ritorno.
Sentivo lottare dentro di me il nuovo e il vecchio Jacob, mentre il terrore e
l�euforia si rincorrevano a ondate.
Bentham parlava, e intanto camminava spedito davanti a noi aiutandosi con il
bastone. Ci disse quale porta utilizzare, e dove avremmo trovato, all�interno, il
passaggio successivo che ci avrebbe messi in collegamento con l�anello di Caul, e
poi come uscire e rientrare nel Panellopticon della fortezza. Era parecchio
complicato, ma ci assicur� che il tragitto sarebbe stato breve e indicato a dovere.
Per essere davvero certo che non ci perdessimo, invi� con noi il suo assistente a
farci da guida. Cos�, l�uomo fu esonerato dal manovrare gli ingranaggi del
macchinario, e mentre ci scambiavamo i saluti rimase l� in piedi zitto e
imbronciato.
Bentham ci strinse la mano. �Arrivederci, buona fortuna, e grazie� disse.
�� presto per ringraziarci� replic� Emma.
L�assistente apr� una delle porte e ci aspett� oltre la soglia.
�Riportate a casa mia sorella� aggiunse Bentham. �E quando troverete quelli che
l�hanno�� Sollev� una mano coperta dal guanto e strinse il pugno con forza, facendo
stridere la pelle. �Non risparmiateli.�
�Non lo faremo� risposi, poi ci avviammo dall�altra parte.

7.

Seguimmo l�assistente di Bentham nella stanza, oltre i soliti mobili, e


attraversammo la parete sul fondo, quella mancante, poi proseguimmo all�aperto in
una fitta selva di sempreverdi. Era circa mezzogiorno, sar� stato tardo autunno o
inizio primavera, e l�aria era fresca e odorosa di legna bruciata. Le nostre scarpe
scricchiolavano su un sentiero ben segnato e gli unici altri suoni erano il fischio
melodioso di un uccello e il basso ma sempre pi� intenso sciabordio di una cascata.
L�assistente di Bentham parlava poco, e la cosa ci andava benissimo: sia io che
Emma eravamo molto tesi, inquieti, e non avevamo nessuna voglia di chiacchiere
futili e di circostanza.
Emergemmo dagli alberi su una stradina che costeggiava, tra un tornante e l�altro,
una piccola altura. Il paesaggio adesso era come desaturato, una distesa di rocce
grigie e chiazze di neve. In lontananza, una fila di pini ritti come i denti di un
pettine. Avanzavamo a un ritmo non frenetico, cauto, per non stancarci troppo
presto. Dopo qualche minuto superammo una curva e ci ritrovammo di fronte una
cascata roboante.
L� c�era uno dei cartelli di cui aveva parlato Bentham: DA QUESTA PARTE, diceva,
forte e chiaro.
�Dove siamo?� chiese Emma.
�Argentina� rispose l�assistente.
Seguimmo le indicazioni e imboccammo il sentiero che, gradualmente, si andava
riempiendo di alberi e arbusti. Spostammo i rami e ci infilammo tra le frasche,
lasciandoci alle spalle il rumore sempre pi� ovattato della cascata. Il sentiero
terminava presso un piccolo torrente. Ne seguimmo il corso per un centinaio di
metri, finch� s�interruppe: l�acqua precipitava in un�apertura sul fianco di una
collinetta, una fenditura nascosta dalle felci e dal muschio. L�assistente si chin�
sulla riva del torrente, strapp� un ciuffo di erbacce � e in quel momento si
immobilizz�.

�Cos��?� sussurrai.
Di scatto estrasse la pistola che portava alla cintura e spar� tre colpi contro
l�apertura. Dall�interno arriv� un grido agghiacciante, poi una creatura, o meglio
il suo cadavere, rotol� in acqua.
�Cos��?� chiesi di nuovo, gli occhi fissi sulla creatura. Era un ammasso di peli e
artigli.
�Che ne so� rispose lui. �Ma vi stava aspettando.�
Non ero esattamente in grado di capire cosa fosse: il corpo era bitorzoluto, i
denti affilati, gli occhi, giganteschi, erano a bulbo, e perfino quelli sembravano
coperti da uno strato di pelliccia. Mi domandai se fosse stato Caul a mandarlo�
forse aveva previsto il piano del fratello e disseminato di trappole esplosive le
scorciatoie che portavano al suo Panellopticon?
Il flusso della corrente trascin� via il corpo.
�Bentham ci aveva detto di non avere pistole� disse Emma.
�Infatti lui non ne ha� ribatt� l�assistente. �Questa � mia.�
Emma lo guard�, l�espressione carica di aspettative. �Bene, non � che potremmo
averla in prestito?�
�No.� L�uomo rinfoder� l�arma, poi ci indic� la caverna. �Entrate l� e proseguite.
Ripercorrete a ritroso la strada che abbiamo fatto per arrivare qui. E a quel punto
sarete tra gli Spettri.�
�E tu dove sarai?�
Lui si sedette sulla neve. �Dove mi vedete adesso.�
Lanciai un�occhiata a Emma e lei mi restitu� lo sguardo. Entrambi cercavamo di
nascondere quanto ci sentissimo vulnerabili. Stavamo provando a costruire uno
strato di acciaio a protezione dei nostri cuori, per prepararci a quello che
avremmo potuto vedere. Che avremmo potuto fare. O che qualcuno avrebbe potuto
farci.

Scesi per primo nel torrente e l�aiutai a raggiungermi. L�acqua era gelida,
anestetizzante. Mi chinai per sbirciare all�interno della grotta e vidi che
dall�altra parte brillava flebile la luce del giorno. Un altro passaggio, dal buio
alla luce, come una sorta di nascita.
Non sembravano esserci altre creature con i denti aguzzi appostate all�interno,
cos� mi immersi nel torrente. L�acqua mi sciabord� sulle gambe, sulla vita, una
corrente gelida che mi mozz� il respiro. Sentii il lamento di Emma alle mie spalle
quando s�immerse anche lei, poi mi aggrappai al bordo dell�apertura e mi inoltrai
nella caverna.
Stare nell�acqua corrente gelida fa malissimo, � come se ogni centimetro del corpo
venisse pugnalato da un esercito di aghi. Tutti i dolori sono stimolanti, e quello
lo fu pi� che mai: presi a dimenarmi e a spingermi dentro il tunnel di pietra con
rapidit�, superando rocce aguzze e scivolose, sotto un soffitto basso, irto di
sporgenze, quasi affogando mentre l�acqua mi investiva il viso. Poi finalmente
riemersi dall�altra parte e subito mi voltai per aiutare Emma.
Saltammo fuori dal torrente gelato e ci guardammo intorno. Il posto era identico a
quello che avevamo lasciato all�altro capo del tunnel, solo che l� non c�era
l�assistente di Bentham, non c�erano bossoli nella neve, non c�erano impronte. Era
come se avessimo attraversato uno specchio per precipitarci nel mondo riflesso
sulla sua superficie, privato soltanto di alcuni dettagli.
�Sei blu� disse Emma; quindi mi sospinse sulla riva e mi strinse a s�. Il calore
che emanava mi percorse il corpo, riportando vita e sensibilit� negli arti
intorpiditi.
Iniziammo a camminare, ripercorrendo a ritroso ogni singolo passo del tragitto che
avevamo fatto dall�altra parte. Ci inoltrammo tra la vegetazione, risalimmo la
collina, superammo la cascata: il paesaggio era identico in tutto e per tutto,
tranne che per l�assenza del cartello DA QUESTA PARTE che Bentham aveva piazzato
per noi. Niente cartello, l�: quell�anello non apparteneva a lui.
Raggiungemmo anche qui la fitta foresta. Scattammo da un albero all�altro,
utilizzando i tronchi per proteggerci finch� non arrivammo al punto in cui il
sentiero terminava per trasformarsi in pavimento e quindi in una stanza, circondata
e nascosta da alcune conifere. Questa stanza, per�, era diversa da quella di
Bentham. Era pi� spartana � niente mobilio, niente carta da parati con il viticcio
di papaveri � e le pareti e il pavimento erano di cemento grezzo. Entrammo e
cercammo la porta al buio, tastando i muri alla cieca fino ad agganciare una
piccola maniglia incassata.
Appoggiammo l�orecchio al battente, in ascolto di eventuali voci o passi. Arrivava
solo un�eco indistinta.
Lentamente, con la massima cautela, provai ad aprire la porta, che si scost� con un
secco clac. Infilai la testa nella fessura per sbirciare. Qui il corridoio era
ampio, curvo e rivestito in pietra, lindo come una corsia di ospedale e illuminato
a giorno. Le pareti lisce erano segnate da due file di altissime porte nere, simili
agli accessi di un sepolcro, decine e decine di porte che si susseguivano per poi
sparire al di l� della curva.
Eravamo arrivati a destinazione: la torre degli Spettri. Adesso eravamo nella tana
del lupo.
* * *
Udii un rumore di passi in avvicinamento. Ritirai la testa e mi nascosi dietro la
porta, ma non feci in tempo a chiuderla.
Dalla fessura colsi un bagliore bianco nel momento in cui un uomo pass� davanti
alla stanza. Procedeva rapido, con indosso un camice da laboratorio e il capo chino
a leggere un foglio che teneva tra le mani.
Non si accorse di me.
Aspettai che il rumore dei passi si spegnesse e sgattaiolai nel corridoio. Emma mi
segu� dopo aver richiuso la porta alle sue spalle.
Destra o sinistra? Il pavimento procedeva in discesa a destra, in salita a
sinistra. Stando alle indicazioni di Bentham ci trovavamo nella torre di Caul,
eppure i prigionieri non erano detenuti l�. Dovevamo trovare il modo di uscire.
Perci�, secondo logica, dovevamo scendere. Quindi, destra.

Ci avviammo in quella direzione, tenendoci appiccicati alla parete interna di quel


corridoio che si snodava a spirale. Le suole di gomma delle mie scarpe facevano
rumore. Me ne accorgevo solo adesso, e nel silenzio amplificato dai muri spessi a
ogni passo mi sfuggiva una smorfia.
Continuammo per un po�, poi Emma si irrigid� e mi blocc� con una mano sulla spalla.
Restammo in ascolto. Fermi, immobili, ora riuscivamo a sentire i passi degli altri.
Erano poco pi� avanti, molto vicini. Ci lanciammo verso la prima porta a portata di
mano, che si apr� senza problemi. Schizzammo dentro, la chiudemmo, poggiammo la
schiena al battente.
La stanza in cui ci trovammo era circolare, le pareti curve un tutt�uno con il
soffitto: era un gigantesco impianto di drenaggio, largo almeno dieci metri, ancora
in costruzione� E non eravamo soli. Dove il condotto terminava, sbucando nella luce
esterna del giorno, su un�impalcatura a forma di goccia rovesciata, stavano seduti
una decina di uomini e ci osservavano interdetti. Avevamo interrotto la loro pausa
pranzo.
�Ehi! Come ci siete finiti qui dentro?� grid� uno.
�Ma sono dei ragazzini� disse un altro. �Ehi, non � mica un parco giochi questo!�
Erano americani, e sembrava non avessero la minima idea di cosa farsene di noi. Non
avevamo risposto, temendo che gli Spettri potessero sentirci, e io speravo davvero
che le grida degli operai non li allertassero.
�Hai tu quel dito?� mormorai a Emma. �Mi sa che � il momento giusto per vedere se
funziona.�
Cos� mostrammo loro il dito (non quello, quell�altro), indossammo le mascherine
antipolvere (ancora umide dopo il bagno nel torrente, ma comunque utilizzabili) e
Emma gratt� un angolino del mignolo di Mother Dust mentre ci incamminavamo verso
gli uomini per provare a narcotizzarli. Soffi� sulle mani messe a coppa, ma la
polvere si alz� in una nuvola che ci circond� la testa, facendomi prudere la faccia
e stordendomi un po�, e nient�altro. Allora tentai io, cercando di lanciarla sugli
uomini, ma non conclusi niente. A quanto pareva quella polverina non era granch�
efficace come arma di attacco, e gli operai del condotto cominciavano a
innervosirsi; uno di loro era gi� balzato gi� dall�impalcatura per mandarci via con
le maniere forti. Quindi Emma mise via il dito e produsse una fiammata con la mano;
si ud� un puf!, come se la scintilla avesse acceso la polvere rimasta sospesa
nell�aria, e subito la polvere si trasform� in fumo.

�Wow!� fece l�uomo, poi inizi� a tossire, e in pochi istanti si accasci� al suolo,
quasi svenuto. Quando alcuni degli altri si precipitarono ad aiutarlo, caddero
vittime anche loro della nuvoletta anestetizzante, finendo al tappeto accanto al
collega.
Ora gli operai rimasti avevano paura; ma erano anche furiosi e ci gridavano di
tutto. Prima che la situazione degenerasse oltre, ci mettemmo a correre in
direzione della porta. Controllai che la via fosse libera e scivolammo svelti nel
corridoio.
Quando richiusi la porta dietro di me, il suono di quelle voci spar� all�istante,
come se invece di chiuderli dentro fossi in qualche modo riuscito a spegnerli.
Iniziammo a correre, poi ci fermammo in ascolto di eventuali passi, quindi
ricominciammo e ci fermammo di nuovo, e via cos�, discendendo la spirale della
torre con scatti improvvisi intervallati da pause e silenzio. Sentimmo per due
volte avvicinarsi qualcuno e ci nascondemmo in fretta dietro la porta pi� vicina.
All�interno di una stanza trovammo una giungla canicolare in cui riecheggiavano le
urla delle scimmie, l�altra invece era tutta di mattoni rossi e si affacciava su un
terreno riarso con una linea di montagne all�orizzonte.
Il pavimento si faceva a mano a mano pi� piano e il corridoio pi� dritto.
All�altezza dell�ultima curva c�erano due porte doppie e da sotto le porte filtrava
la luce del giorno.
�Non dovrebbero esserci in giro delle guardie?� chiesi, nervoso.
Emma si strinse nelle spalle e con un cenno della testa indic� le porte, che
sembravano essere l�unica via di uscita dalla torre. Stavo per aprirne una a
spinta, quando udii delle voci venire dall�altra parte. Un uomo, che raccontava una
barzelletta. Riuscivo a sentire solo una specie di borbottio, non a distinguere le
parole esatte, ma era di sicuro una barzelletta perch� quando si zitt� ci fu
un�esplosione di risate.
�Signore, ecco a lei le guardie che chiedeva� disse Emma, scimmiottando un
cameriere che serve in tavola una ricca portata.
Potevamo restare l� e sperare che se ne andassero, oppure aprire la porta e
affrontarle. La seconda opzione richiedeva coraggio e velocit� di esecuzione, cos�
chiamai a me il Nuovo Jacob e lo informai che avremmo spalancato il battente e ci
saremmo gettati nella battaglia, quindi, per favore, che non iniziasse a discutere
con il Vecchio Jacob, il quale, senza dubbio, avrebbe piagnucolato e opposto
resistenza. Quando finalmente ebbi risolto la faccenda, per�, Emma era gi� entrata
in azione.
Silenziosa e rapida, aveva aperto una delle porte. Disposti a raggiera di fronte a
noi c�erano cinque Spettri, di spalle. Vestivano uniformi differenti e avevano
tutti alla cintura delle pistole moderne, del tipo in dotazione alle forze di
polizia. Sembravano tranquilli, e nessuno di loro si volt� nella nostra direzione.
Non si erano accorti della porta aperta. Oltre le guardie c�era un cortile
circondato da basse caserme e poco pi� in l� si innalzavano le mura della fortezza.
Con un dito indicai quello che Emma teneva nascosto nella tasca; addormentiamoli,
mormorai, e con questo puntavo a mettere fuori gioco gli Spettri per poi
trascinarli dentro la torre: il pi� efficace dei piani possibili, a mio avviso. Lei
cap� al volo, richiuse un po� la porta e inizi� a estrarre il dito. Io feci per
prendere le mascherine che erano assicurate alla mia cintura.
Fu in quel momento che una massa fiammeggiante spunt� in lontananza, oltre le mura
della fortezza, veleggiando verso di noi nell�aria con un arco perfetto. And� a
schiantarsi con uno splat al centro del cortile, disseminando dappertutto bavose
palline di fuoco e mettendo le guardie in uno stato di allerta. Due di loro si
avventurarono a vedere cosa fosse atterrato, e quando si chinarono per esaminare
quella fanghiglia infuocata un altro grosso proiettile incendiato super� in volo le
mura e ne centr� uno, che fin� a terra, avvolto dalle fiamme. (A giudicare
dall�odore, acre e pungente e che si diffondeva rapido, doveva essere una miscela
di benzina ed escrementi.)
Le guardie rimaste corsero in aiuto del ferito, e in quel momento si sent�
risuonare un allarme potentissimo. Nel giro di pochi secondi gli Spettri si
riversarono fuori dagli edifici che circondavano il cortile e si precipitarono
verso le mura. L�assalto ideato da Sharon era iniziato � grande Sharon! � e con
tempismo perfetto. Con un po� di fortuna, ci avrebbe fornito la copertura
necessaria per continuare la ricerca senza impedimenti � per qualche minuto almeno.
Mi pareva scontato che gli Spettri non ci avrebbero messo molto di pi� per
sbarazzarsi di un manipolo di tossici di ambrosia equipaggiati solo con un paio di
catapulte.
Perlustrammo il cortile con lo sguardo. Era chiuso su tre lati da quelle baracche
basse, pi� o meno tutte uguali. Non c�erano frecce intermittenti o insegne al neon
che indicassero la presenza di ymbryne, pertanto avremmo dovuto cercare, e nel pi�
breve tempo possibile, sperando in un colpo di fortuna.
Tre Spettri si erano lanciati verso le mura, lasciandone due a tentare di spegnere
le fiamme del compagno ricoperto di escrementi infuocati. Lo facevano rotolare
nella polvere, dandoci le spalle.
Scegliemmo un edificio a caso � il primo a sinistra � e corremmo verso l�ingresso.
All�interno c�era un�ampia sala piena all�inverosimile di quelli che sembravano
indumenti usati. Percorremmo rapidi un corridoio ai cui lati si allineavano due
file di appendiabiti stracolmi di vestiti di ogni foggia, tutti di epoche storiche
diverse, tutti etichettati e ben sistemati. Un magazzino di vestiti, immaginai, per
ognuno degli anelli nei quali gli Spettri si erano infiltrati. Mi domandai se anche
il cardigan che il dottor Golan indossava sempre durante i nostri incontri venisse
da l�.
Ma i nostri amici non c�erano da quelle parti, e nemmeno le ymbryne, cos�
cominciammo a scostare quegli aggeggi in cerca di un accesso all�edifico adiacente,
di un varco che non ci costringesse a tornare allo scoperto, nel cortile.
Niente da fare. Dovevamo rischiare un�altra sortita all�esterno.
Ci avvicinammo alla porta e sbirciammo dallo spiraglio mentre l�ultimo ritardatario
attraversava di corsa il cortile, sistemandosi addosso nel frattempo la sua divisa
da guardia. Quando fu passato anche lui, schizzammo fuori.
Tutt�intorno a noi precipitavano oggetti di ogni tipo catapultati da oltre le mura.
Avendo dato fondo alle scorte di escrementi, l�improvvisato esercito di Sharon
aveva iniziato a lanciare un altro genere di munizioni: mattoni, spazzatura,
cadaveri di piccoli animali. Sentii proprio uno di questi proiettili proferire una
sequela di volgarit� mentre si schiantava a terra e riconobbi la sagoma raggrinzita
di una testa di ponte che rotolava. Se il mio cuore non fosse stato impegnato a
martellare all�impazzata, probabilmente sarei scoppiato a ridere.
Tagliammo per il cortile e raggiungemmo la costruzione di fronte. Le porte
sembravano promettenti: pesanti e di metallo, di sicuro sarebbero state guardate a
vista se i gendarmi non avessero dovuto abbandonare la posizione per portarsi alle
mura. Senza dubbio erano l� a proteggere qualcosa di valore.
Aprimmo, e ci trovammo in un piccolo laboratorio rivestito di piastrelle bianche
che puzzava forte di solventi e sostanze chimiche. Una scaffalatura piena zeppa di
strumenti chirurgici di metallo lucidissimi cattur� la mia attenzione. Dall�altra
parte del muro arrivava un ronzio insistente, il dissonante battito tipico dei
macchinari in funzione, e anche qualcos�altro�
�Lo senti anche tu?� mi chiese Emma, irrigidita, in ascolto.
Lo sentivo. Era un brusio prolungato, ed erano voci umane. Qualcuno che rideva.
Ci scambiammo un�occhiata perplessa. Emma mi pass� il dito di Mother Dust e accese
una fiamma nel palmo della mano, poi entrambi indossammo le mascherine. Ci
sentivamo pronti a tutto, anche se, a ripensarci, non eravamo nemmeno lontanamente
preparati per il castello degli orrori che ci attendeva.
Superammo diverse stanze che oggi fatico a descrivere perch� ho cercato con tutte
le mie forze di cancellarle dalla memoria. Sempre pi� spaventose, a mano a mano che
procedevamo. La prima era una specie di sala operatoria fatta ad anfiteatro, e il
lettino al centro era munito di cinghie e lacci. Lungo le pareti erano allineati
dei lavandini per la raccolta dei liquidi di drenaggio. La stanza successiva era
un�area di ricerca con dei minuscoli crani e altre ossa collegati ad attrezzature
elettriche e misuratori. I muri erano ricoperti di Polaroid che documentavano gli
esperimenti condotti sugli animali. A quel punto avevamo gi� la pelle d�oca, e
cercavamo di non guardare proteggendoci gli occhi con le mani.
Ma eravamo solo all�inizio.
Nella terza stanza era in corso un esperimento vero e proprio. Sorprendemmo due
infermiere e un medico che stavano sottoponendo un bambino a una procedura
terribile: il piccolo era disteso tra due tavoli, e sotto i tavoli c�erano dei
fogli di giornale per raccogliere i liquidi. Un�infermiera gli teneva un piede, il
medico bloccava la testa ed esaminava gli occhi.
Si voltarono e ci videro, videro le mascherine sulla nostra faccia e il fuoco nella
mano di Emma. Gridarono in cerca di aiuto, l� per� non c�era nessuno che potesse
sentirli. Il medico allora si lanci� verso un tavolino ingombro di lame e bisturi;
ma Emma fu pi� veloce, e dopo una breve colluttazione l�uomo si arrese e alz� le
mani. Spingemmo lui e le infermiere in un angolo della stanza, chiedendo che ci
dicessero dove erano tenuti i prigionieri, ma non volevano rispondere. Io allora
soffiai la polvere sui loro visi, e uno dopo l�altro si afflosciarono tutti sul
pavimento.
Il ragazzino sui tavoli era stordito, ma illeso. Non sembrava in grado di offrire
nient�altro che lamenti alle nostre domande pressanti � Stai bene? Ce ne sono altri
nelle tue condizioni? Dove sono? �, cos� decidemmo che sul momento la cosa migliore
da fare era trovargli un nascondiglio. Lo avvolgemmo in un lenzuolo per tenerlo al
caldo, poi lo sistemammo in un piccolo armadio a muro con la promessa di tornare a
prenderlo. Speravo davvero di riuscire a mantenere la parola.

La stanza seguente era ampia e spaziosa come un vero e proprio reparto d�ospedale.
In fila, lungo le pareti, una ventina di letti, forse di pi�, ai quali erano legati
con alcune cinghie degli Speciali, grandi e piccoli. Nessuno sembrava sveglio n�
vigile. Dalle piante dei piedi partivano aghi e tubicini, collegati ad alcune
sacche che andavano riempiendosi di un liquido nero.
�Li stanno svuotando� disse Emma, la voce rotta. �Gli tolgono l�anima.�
Non volevo guardare i loro volti, ma dovevamo farlo. �Chi c�� qui? Chi c��? Chi
siete?� mormorai mentre passavamo in rassegna la camerata.
Speravo, e dentro di me ne provavo una tremenda vergogna, che tra quei disgraziati
non ci fossero i nostri amici. Molti li conoscevamo: la bambina telecinetica,
Melina. I fratellini pallidi, Joel-e-Peter, che erano stati separati cos� che non
fosse possibile un altro scatto distruttivo dei loro. Avevano tutti l�espressione
stravolta, i muscoli tesi, i pugni serrati anche nel sonno, come se fossero
attanagliati da sogni terribili.
�Mio dio� disse Emma. �Stanno cercando di resistere.�
�E allora aiutiamoli� replicai io, poi mi avvicinai al bordo del letto di Melina e
con molta attenzione le sfilai l�ago dalla pianta del piede. Una gocciolina di
liquido nero col� dalla ferita. L�attimo dopo, il volto della bambina si rilass�.
�Salve� disse una voce da qualche parte nella stanza.
Ci voltammo con un sobbalzo. In un angolo sedeva un uomo con i ceppi alle gambe.
Era ripiegato su se stesso e dondolava, ridendo senza sorridere, gli occhi due
schegge di ghiaccio scuro.
Era sua la risata agghiacciante che avevamo udito riecheggiare per le stanze
precedenti.
�Dove tengono gli altri?� gli chiese Emma inginocchiandosi davanti a lui.
�Ma come, sono proprio qui!� rispose l�uomo.
�No, gli altri� intervenni. �Devono essercene altri.�
Lui scoppi� a ridere di nuovo, con il fiato che gli usciva dalle labbra in piccoli
sbuffi di vapore gelato, un fenomeno piuttosto strano dato che non faceva per
niente freddo. �Siete in piedi proprio sopra di loro� aggiunse poi.

�Dicci qualcosa di sensato!� gridai, quasi fuori controllo. �Non abbiamo tempo per
queste cose!�
�Per favore� lo implor� Emma. �Siamo Speciali. Siamo qui per aiutarvi, ma prima
dobbiamo trovare le nostre ymbryne. In quale edificio le tengono prigioniere?�
Lui ripet� quello che aveva appena detto, stavolta molto lentamente. �Siete. In
piedi. Proprio sopra di loro.� Con quelle parole, un violento getto di aria gelida
ci colp� in faccia.
Stavo per afferrarlo e scuoterlo quando l�uomo sollev� una mano e indic� qualcosa
alle nostre spalle. Mi voltai e vidi, mimetizzata tra le piastrelle del pavimento,
una maniglia � e poi scorsi il profilo quadrato dell�accesso a una botola.
Sopra di loro. Letteralmente.
Ci precipitammo alla botola e sollevammo il portello. Una scala a chiocciola di
metallo sprofondava nelle tenebre.
�Come facciamo a essere sicuri che dici la verit�?� lo sfid� Emma.
�Non potete� rispose l�uomo, e su questo aveva decisamente ragione.
�Facciamo un tentativo� dissi. Del resto, non potevamo andare da nessun�altra
parte, se non tornare da dov�eravamo arrivati.
Emma sembrava incerta, il suo sguardo scivolava dai gradini sotto di noi ai letti
che ci circondavano. Sapevo a cosa stava pensando, ma non se la sentiva di
esprimerlo ad alta voce: non c�era tempo per passare di letto in letto e liberare
tutti. Saremmo dovuti tornare a salvarli. Speravo solo che, quando fosse successo,
ci sarebbe stato ancora qualcuno da salvare.
* * *
Emma mise un piede sui gradini metallici e scese per prima. Io cercai lo sguardo
del folle e mi portai l�indice alle labbra. Lui mi sorrise e imit� il mio gesto.
Speravo che ne avesse colto il significato: presto sarebbero sopraggiunte le
guardie, e se lui avesse tenuto la bocca chiusa forse non ci avrebbero seguiti l�
sotto. Guardai gi�, scesi i primi gradini e richiusi la botola sopra di noi.
Ci accucciammo l�, in cima a quello stretto cilindro di scale elicoidali,
sbirciando in basso. Ci volle un po� di tempo perch� i nostri occhi si adattassero
al passaggio dall�ambiente illuminato a giorno del piano di sopra a questa spelonca
scavata nella roccia e quasi buia.
Emma si aggrapp� al mio braccio e mi sussurr� qualcosa.
�Celle.�
Indic� con la mano davanti a s�. Lentamente riuscii a scorgerle: le sbarre di una
prigione.
Ci lanciammo gi� per le scale, mentre a poco a poco l�ambiente iniziava a
rivelarsi: eravamo all�estremit� di un lungo corridoio sotterraneo sul quale si
affacciavano due file di celle, e anche se non riuscivamo ancora a capire chi le
occupasse, il cuore mi si gonfi� di speranza. Eccoci. Era questo il posto che
volevamo trovare.
Poi il corridoio fu invaso da un frastuono di scarponi e io avvertii una scarica di
adrenalina. C�era una guardia in perlustrazione, fucile in spalla e pistola alla
cintura. Non ci aveva ancora visti, ma sarebbe successo da un momento all�altro.
Ormai eravamo troppo lontani dalla botola per tentare la fuga su per le scale, e
troppo lontani anche da terra per saltargli addosso e attaccarlo, quindi ci
schiacciammo all�indietro, sperando che l�intricata ringhiera della scala a
chiocciola bastasse a nasconderci.
Ma non poteva funzionare. Eravamo all�altezza della sua testa. Adesso la guardia
era a venti passi da noi, quindici. Dovevamo agire, e subito.
Perci� passai all�azione.
Mi alzai in piedi e cominciai a scendere. Lui mi vide quasi immediatamente, chiaro,
ma prima che potesse guardarmi bene iniziai a parlargli, forte, e con tono
autoritario: �Non hai sentito l�allarme? Perch� non sei fuori a difendere le mura?
�.
Prima che potesse capire che non ero uno dei suoi superiori io ero gi� arrivato a
terra, e quando estrasse la pistola avevo ormai percorso met� della distanza che ci
separava, lanciato verso di lui come un giocatore di football pronto al placcaggio.
Lo colpii con una spallata nell�istante esatto in cui premeva il grilletto. L�arma
rugg� e il proiettile and� a conficcarsi alle mie spalle. Finimmo a terra e io feci
l�errore di provare a impedirgli di esplodere un altro colpo mentre cercavo il dito
� adesso l�avevo io � frugandomi nella tasca destra. Non avevo abbastanza braccia
per riuscire in entrambe le operazioni, e lui si liber� di me e riusc� a rimettersi
in piedi. Sono pi� che certo che sarebbe stato l�ultimo istante della mia
esistenza, se la guardia non avesse visto Emma lanciarsi contro di lui, le mani
incendiate, e non si fosse voltato per scaricare la sua arma su di lei.
Fece fuoco ma il colpo fu improvvisato, troppo alto, e questo mi diede
l�opportunit� che aspettavo per alzarmi e caricarlo di nuovo. Lo spinsi e cademmo
all�indietro nel corridoio, lui con la schiena contro le sbarre di una cella. Mi
colp� � forte, sul volto, con una gomitata � e io barcollai prima di finire a
terra. E poi lui prese la pistola per spararmi, e n� io n� Emma eravamo abbastanza
vicini per fermarlo.
D�un tratto, un paio di mani paffute sbucarono dall�oscurit�, attraverso le sbarre,
e afferrarono la guardia per i capelli. La testa scatt� all�indietro e sbatt� con
violenza sul metallo, come fosse il batacchio di una campana.
La guardia si accasci� e scivol� sul pavimento. E subito dopo Bronwyn emerse dal
buio della cella, il viso schiacciato contro le sbarre. Sorrideva.
�Mr Jacob! Miss Emma!�
Non ero mai stato cos� felice di incontrare qualcuno. I suoi occhioni gentili, quel
mento pronunciato, i capelli castani lisci� era Bronwyn! Infilammo le braccia tra
le sbarre e la stringemmo con affetto, per quanto possibile vista la situazione,
cos� emozionati e sollevati di vederla che continuavamo a ripetere il suo nome
senza sosta, �Bronwyn, Bronwyn�. Emma era senza fiato. �Sei proprio tu?�
�Sei tu, Miss Emma?� rispose Bronwyn. �Abbiamo pregato, continuavamo a sperare� Oh,
e io avevo cos� tanta paura che gli Spettri vi avessero��
Ci abbracciava dall�altra parte delle sbarre, cos� forte che temevo mi spezzasse.
Le sbarre erano spesse come mattoni e fatte di un materiale pi� resistente del
ferro, e in quel momento capii che era l�unica ragione per cui Bronwyn non era
scappata dalla sua cella.
�Non riesco� a respirare� mugugn� Emma, e lei si scus� prima di lasciarci andare.
Ora che, a distanza, potevo osservarla, notai un livido sulla guancia e una macchia
scura, molto probabilmente di sangue, sul lato della maglia. �Cosa ti hanno fatto?�
le chiesi.
�Niente di grave� rispose, �anche se ci hanno minacciati.�
�E gli altri?� le domand� Emma, di nuovo in preda al panico. �Dove sono gli altri?�
�Qui!� disse una voce da qualche parte nel corridoio. �Qua!� le fece eco un�altra.
E quando ci voltammo, ecco i volti dei nostri amici, pressati tra le sbarre delle
tante celle allineate. Erano tutti l�: Horace e Enoch, Hugh e Claire, Olive, che
gridava verso di noi dalla cima della sua cella, la schiena premuta contro il
soffitto � tutti l�, tutti vivi e vegeti, tranne la povera Fiona, precipitata gi�
nel dirupo quand�era nel serraglio di Miss Wren. Ma non potevamo permetterci il
lusso di piangere per lei, non adesso.
�Oh, siano ringraziati gli uccelli, quegli accidentacci di uccelli miracolosi!�
grid� Emma mentre correva a stringere la mano di Olive. �Non potete neanche
immaginare quant�eravamo preoccupati!�
�Mai come noi!� fece eco la voce di Hugh dal fondo del corridoio.
�Io lo dicevo che sareste venuti!� disse Olive, sul punto di piangere. �Glielo
dicevo, continuavo a dirglielo, ma Enoch mi ripeteva che era da stupidi pensare
che��
�Non conta, adesso sono qui!� intervenne Enoch. �Perch� diavolo ci avete messo cos�
tanto?�
�In nome di Perplexus, come avete fatto a trovarci?� ci chiese Millard. Era l�unico
che gli Spettri si fossero presi la briga di vestire con un�uniforme da
prigioniero: una tuta a righe, per renderlo visibile.
�Vi racconteremo tutta la storia� rispose Emma, �ma prima dobbiamo trovare le
ymbryne e portarvi tutti fuori di qui!�
�Sono l� ci inform� Hugh. �Oltre il portone!�
In fondo al corridoio c�era un imponente portale di metallo. Sembrava abbastanza
massiccio da proteggere il caveau di una banca� o respingere l�attacco di uno
Spirito Vacuo.
�Vi serve la chiave� disse Bronwyn, indicando l�anello infilato nella cintura della
guardia svenuta. �� quella grossa color oro. Non l�ho perso d�occhio un momento,
io!�
Raggiunsi la guardia e sganciai le chiavi. Poi rimasi come congelato, con le chiavi
in mano e gli occhi che correvano tra Emma e le celle.
�E dai, sbrigatevi! Fateci uscire!� disse Enoch.
�Con quale chiave?� chiesi. Nell�anello ce n�erano a decine, tutte identiche tranne
quella d�oro.
Emma era affranta. �Oh, no��
Presto sarebbero arrivate altre guardie, e sbloccare ogni cella significava perdere
attimi preziosi. Quindi ci lanciammo in fondo al corridoio, aprimmo il portone, poi
consegnammo il portachiavi a Hugh, che era rinchiuso nell�ultima cella. �Liberati,
e poi pensa agli altri!� gli dissi.
�E poi restate qui finch� non veniamo a prendervi� aggiunse Emma.
�Neanche per sogno� fece Hugh. �Noi vi veniamo dietro!�
Non c�era tempo per mettersi a discutere, e in fondo ero sollevato di sentire
quelle parole. Era da tantissimo tempo che mi battevo da solo, non vedevo l�ora di
avere dei rinforzi.
A fatica, io e Emma aprimmo quella porta pesantissima, quindi lanciammo un ultimo
sguardo ai nostri amici prima di schizzare via.
* * *
Oltre la soglia c�era una lunga sala rettangolare ingombra di mobili spartani e
illuminata dall�alto con delle lampadine fluorescenti verdastre. Doveva dare
l�impressione di un ufficio, ma io non me la bevevo. Quella porta era spessa
abbastanza da resistere a un�esplosione atomica. No, non era un ufficio.
Sentivamo del movimento in fondo allo stanzone, ma la visuale era bloccata da un
ingombrante mobile d�archivio. Sfiorai il braccio di Emma e le feci un cenno con la
testa � andiamo �, quindi iniziammo ad avanzare a piccoli passi nella speranza di
riuscire a raggiungere di soppiatto chiunque si trovasse l� sotto insieme a noi.
Scorsi un camice bianco e la testa di un uomo con i capelli radi. Non una ymbryne,
decisamente. Non avevano sentito il rumore del portone che si apriva? No, non
l�avevano sentito, e poi capii perch�: stavano ascoltando della musica. Una voce
femminile cantava un pezzo rock dolce, sinuoso � una vecchia canzone che conoscevo,
ma di cui non ricordavo il titolo. Era cos� strano, cos� fuori luogo sentirlo
proprio l� e in quel momento.
Scivolammo in avanti superando diversi tavoli stracarichi di documenti e mappe, con
il volume della musica abbastanza alto da coprire il rumore dei nostri passi. Una
scaffalatura agganciata alla parete ospitava centinaia di contenitori di vetro
all�interno dei quali, immersi in un liquido scuro, galleggiavano delle schegge
argentate. Mi fermai un istante e vidi che ogni recipiente era contrassegnato da
un�etichetta stampata a caratteri minuscoli: su ognuna, il nome della vittima a cui
era stata strappata l�anima.
Ci sporgemmo dal mobile-archivio e vedemmo, seduto a un tavolo, un uomo in camice
da laboratorio. Controllava dei documenti, dandoci le spalle. Intorno a lui era
tutto uno show di orrori anatomici. Un braccio senza pelle, con le fasce muscolari
ben esposte. Una spina dorsale appesa come un trofeo alla parete. Alcuni organi
dissanguati sparpagliati, come tessere smarrite di un puzzle, sulla scrivania.
L�uomo prendeva appunti e annuiva, canticchiando a bassa voce la canzone � qualcosa
che parlava d�amore, e anche di miracoli.

Uscimmo allo scoperto e avanzammo verso di lui attraverso la stanza. All�improvviso


ricordai dove avevo gi� sentito quella canzone: dal dentista, con una punta di
metallo conficcata nella carne tenera e rosa delle mie gengive.
You Make Loving Fun.
Ora eravamo a pochi metri di distanza. Emma allung� una mano, pronta ad accendere
la fiamma. Ma un attimo prima che potessimo raggiungerlo, l�uomo si rivolse a noi.
�Benvenuti, vi stavo aspettando.�
Una voce viscida, suadente, che non dimenticher� mai. La voce di Caul.
Emma ritir� le fiamme che le schizzavano dalle mani con un suono di frusta. �Dimmi
dove sono le ymbryne, e potrei risparmiarti la vita!�
Lui trasal�, poi si volt� sulla sedia. Anche noi trasalimmo davanti a quella
visione: sotto gli occhi spalancati c�era un disastro di carne martoriata. Quello
non era Caul � non era nemmeno uno Spettro � e non poteva essere stato lui a
parlare pochi istanti prima: le labbra erano fuse insieme. Fra le dita stringeva
una matita portamine e un piccolo telecomando. Attaccato al camice c�era un
cartellino.
WARREN.
�Perbacco, non farete mica del male al vecchio Warren, dico bene?� Ancora la voce
di Caul, che arrivava da dove arrivava la musica: un altoparlante agganciato alla
parete. �Anche se non sarebbe un problema, nel caso. � solo uno dei miei dottori.�
Warren sprofond� sulla sua sedia girevole, gli occhi spaventati fissi sulle fiamme
nelle mani di Emma.
�Dove sei?� grid� lei guardandosi intorno.
�Oh, cosa importa dove sono?� rispose Caul dall�altoparlante. �Quello che conta �
che siete venuti per me. Ne sono deliziato! � molto pi� semplice che darvi la
caccia.�
�Un intero esercito di Speciali � in marcia� ment� la mia amica. �La folla che
assedia le tue mura � solo la punta della nostra lancia. Dicci dove si trovano le
ymbryne e forse possiamo risolvere la faccenda pacificamente.�
�Un esercito!� ripet� Caul ridendo. �In tutta Londra non ci sono abbastanza
Speciali disposti a combattere per costituire un battaglione, figuriamoci un
esercito. E per quanto riguarda quelle miserabili ymbryne, risparmiatemi le vostre
vuote minacce. Vi mostrer� volentieri dove si trovano. Warren, ti andrebbe di fare
tu gli onori di casa?�
Warren schiacci� un tasto del telecomando e con un sonoro whoosh un pannello
scorrevole si apr� sulla parete laterale. Oltre c�era un secondo muro fatto di
vetro, che dava su un�ampia stanza avvolta nell�ombra.
Ci schiacciammo contro il vetro, le mani a coppa intorno agli occhi per vedere
meglio. A poco a poco riuscimmo a riconoscere un ambiente che aveva tutta l�aria di
uno squallido scantinato in cui erano ammucchiati pezzi di mobilio e pesanti tende
e figure umane pietrificate in insolite posizioni, molte delle quali, come i pezzi
di corpo sul tavolo di Warren, sembravano essere state private della pelle.
Oh, Ges�, che cosa gli ha fatto�
I miei occhi scattarono nel buio, il cuore che batteva all�impazzata.
�Quella � Miss Glassbill!� grid� Emma, e in quel momento la vidi anch�io. Era
seduta su una sedia poco distante, l�aspetto mascolino e la faccia piatta, con due
trecce perfettamente simmetriche che le scendevano ai lati della testa. Battemmo i
pugni sulla superficie trasparente urlando il suo nome, ma lei aveva lo sguardo
fisso, annebbiato, e non reagiva alle grida.
�Cosa le hai fatto?� ringhiai. �Perch� non reagisce?�
�Le � stato prelevato un pezzo di anima� disse Caul. �Il trattamento tende a
offuscare la mente.�
�Bastardo!� lo insult� Emma, picchiando il pugno contro il vetro. Warren
indietreggi� verso un angolo della stanza scivolando via sulla sua sedia. �Tu sei
senza cuore. Sei un essere spregevole, un vigliacco��
�Ehi. Calma, calma� disse Caul. �Le ho solo preso un pezzettino di anima. E le
altre vostre bambinaie sono tutte in ottima salute. Magari non proprio su di giri��

La stanza strapiena fu illuminata di colpo da una luce metallica, intermittente,


che veniva dal soffitto, e capimmo subito che gran parte delle figure in realt�
erano delle bambole � anche se non avevano nulla di carino �, manichini, o modelli
anatomici disposti a dovere con i tendini tesi e i muscoli contratti. Ma tra loro,
imbavagliate e legate alle sedie e ai pali di legno, irrequiete, che strizzavano
gli occhi per proteggersi dalla luce improvvisa, c�erano persone vere, persone
vive. Donne. Otto, o forse erano dieci � non avevamo il tempo per contarle tutte �,
per la maggior parte anziane, scarmigliate, ma che conservavano il loro innato
aspetto raffinato ed elegante.
Le nostre ymbryne.
�Jacob, sono loro!� grid� Emma. �Guarda, quella � Miss��
La luce sfarfall� e si spense prima che riuscissimo a individuare Miss Peregrine, e
adesso i miei occhi, feriti dal buio, non vedevano pi� nulla attraverso il vetro.
�C�� anche lei� ci inform� Caul con un sospiro annoiato. �Il vostro devoto
uccellino, la vostra balia��
�Tua sorella�� intervenni io, sperando che quella parola iniettasse in lui un
frammento di umanit�.
�Mi dispiacerebbe tanto doverla uccidere� ribatt� Caul, �e immagino che non sar�
necessario. Sempre ammesso che voi mi diate ci� che desidero.�
�E sarebbe?� domandai, allontanandomi dal vetro.
�Niente di che� fu la sua risposta disinvolta. �Solo un pizzico delle vostre
anime.�
�Cosa?� sbott� Emma.
Io esplosi in una grassa risata.
�Allora, allora� riprese Caul. �Statemi a sentire. Non la voglio mica tutta.
Qualche gocciolina soltanto, come quando vi mettete il collirio. Ancora meno di
quella che ho prelevato a Miss Glassbill. Certo, per un po� sarete appena appena
storditi, ma nel giro di qualche giorno avrete recuperato pienamente le vostre
facolt�.�
�Vuoi la mia anima perch� credi possa aiutarti a far funzionare la Biblioteca�
dissi io. �E a prenderti il potere.�
�Vedo che avete avuto modo di parlare con mio fratello� replic� Caul. �Forse sapete
anche questo: ormai ci sono quasi riuscito. L�ho cercata per tutta la vita, e
finalmente ho trovato Abaton, e le ymbryne � questa combinazione perfetta di dodici
ymbryne � hanno sbloccato la porta per me. Ahim�, solo allora ho capito che mi
mancava ancora un elemento. Uno Speciale con un talento molto specifico, di quelli
che si vedono molto di rado nel mondo, al giorno d�oggi. Avevo quasi perso le
speranze di trovare un personaggio simile, quando ho capito che il nipote di un
certo Speciale poteva fare al caso mio, e che queste ymbryne, altrimenti del tutto
inutili per i miei scopi, potevano fungere da esca per attirarlo da me. E infatti �
andata cos�! Credo davvero sia un segno del destino, ragazzo! Io e te
ripercorreremo insieme la storia degli Speciali!�
�Noi non andremo da nessuna parte, insieme� risposi. �Perch� se tu riuscirai ad
accaparrarti il potere, il mondo diventer� un inferno.�
�Mi hai frainteso� continu� lui. �E non mi sorprende, capita spesso. S�, ho dovuto
trasformare il mondo in un inferno per coloro che mi hanno sbarrato la strada, ma
ora sono a tanto cos� dal traguardo e sono pronto a mostrarmi generoso. Magnanimo.
Clemente.�
La musica, che ancora si udiva, lieve, al di sotto della voce di Caul, era sfumata
in un tranquillo brano strumentale, decisamente in contraddizione con il panico e
il terrore che provavo e che mi dava i brividi.
�Finalmente vivremo in pace e in armonia� ricominci� lui, la voce addolcita,
rassicurante. �Io sar� il vostro re, il vostro dio. � questa la naturale gerarchia
della societ� Speciale. Non � mai stato il nostro destino quello di vivere cos�,
sparsi per il mondo e senza un potere centrale. Governati dalle donne, per di pi�.
Quando salir� al comando, non ci saranno pi� nascondigli. Basta, con quei
miserabili tentativi di ripararsi sotto la sottana delle ymbryne. In quanto
Speciali, il posto che ci spetta � a capotavola della mensa degli umani.
Governeremo la Terra e i popoli che la abitano. E finalmente avremo ci� che �
nostro di diritto!�
�Se credi che daremo un qualche contributo a questo progetto� intervenne Emma, �sei
fuori di testa.�
�Mi aspettavo esattamente questo, da te, ragazzina� la rimbecc� Caul. �Sei la
tipica Speciale tirata su dalle ymbryne, un prodotto da manuale: nessuna ambizione
e zero buon senso, solo boria. Quindi fatti da parte, sto parlando con lui.�
Il volto di Emma si fece rosso come il fuoco che le sprizzava dalle mani.
�Allora parla� dissi io senza girarci intorno. Pensavo che di l� a un attimo
sarebbero arrivate le guardie, probabilmente, e i nostri amici stavano ancora
armeggiando con le chiavi nel corridoio delle celle.
�La mia proposta � questa� riprese Caul. �Consenti ai miei tecnici di sottoporti
alla procedura, e quando avr� ottenuto ci� che chiedo vi lascer� andare, voi e i
vostri amici, e anche le ymbryne. Del resto, non rappresentano per me alcuna
minaccia.�
�E se rifiuto?�
�Se non mi permetti di prelevare la tua anima nel modo pi� semplice e indolore,
allora i miei Vacui saranno ben felici di farlo al posto mio. Non sono rinomati per
le loro maniere delicate, e una volta che avranno finito con te, temo che non sar�
in grado di fermarli prima che passino alle ymbryne. Quindi, come vedi, mi prendo
ci� che voglio in entrambi i casi.�
�Non funzioner� disse Emma.
�Ti riferisci al trucchetto del ragazzo? Ho sentito che � stato in grado di
manipolare un Vacuo, ma come se la caver� con due? O con tre, o magari cinque?�
�Il numero conta poco� ribattei io ostentando sicurezza, imperturbabile.
�Mi piacerebbe davvero vedere la scena� replic� Caul. �Allora, devo prenderla come
la tua risposta definitiva?�
�Prendila come preferisci� gli dissi. �Io non ti aiuto.�
�Oh, molto bene� comment� la voce. �Sar� tutto molto pi� divertente.�
Lo sentimmo scoppiare a ridere dagli altoparlanti, e poi un potente ronzio mi fece
trasalire.
�E adesso?� disse Emma.
Avvertii una stretta allo stomaco. Non c�era bisogno che Caul spiegasse niente di
niente. Sapevo benissimo cosa stava per succedere, cio� sapevo che in uno dei
tunnel che correvano al di sotto della stanza delle ymbryne, un Vacuo era stato
liberato dalle profondit� delle viscere della fortezza. Era sempre pi� vicino, si
arrampicava in direzione di una grata nel pavimento, che di l� a poco si sarebbe
spalancata. Da un momento all�altro il mostro sarebbe piombato tra le ymbryne.
�Ha chiamato un Vacuo!� gridai. �Sta per entrare l� dentro!�
�Cominceremo con un solo Spirito Vacuo� conferm� Caul. �Se te la cavi con lui, ti
presenter� i suoi amici.�
Sferrai un pugno contro il vetro. �Facci entrare!�
�Con molto piacere� disse Caul. �Warren?�
Warren premette un altro tasto del suo telecomando e una sezione del vetro che
fungeva da porta si apr� scorrendo sulle guide.
�Vado io!� dissi a Emma. �Tu resta qui e controllalo!�
�Se l� dentro c�� Miss Peregrine, vengo anch�io.�
Ovviamente, non avevo modo di dissuaderla.
�Allora dobbiamo portarlo con noi� dissi.
Al che Warren prov� a fuggire, ma Emma lo acciuff� svelta per un lembo del camice.
Io mi fiondai verso la porta, nell�oscurit�, dentro il magazzino, con Emma dietro
di me che non mollava il dottore senza bocca mentre lui cercava invano di
divincolarsi.
Sentii il tonfo della porta vetrata che si chiudeva alle nostre spalle.
Emma imprec�.
Mi voltai a guardare.
Dall�altra parte del vetro, gettato a terra, c�era il telecomando. Eravamo in
trappola.
* * *
Eravamo dentro da una manciata di secondi, quando il dottore riusc� a liberarsi
dalla presa di Emma e sgusci� via nel buio. Lei part� all�inseguimento, ma la
trattenni � ormai non contava pi�. A contare davvero era il Vacuo, che era ormai
quasi uscito dal suo buco per entrare nella sala.
Era affamato. Sentivo i morsi della sua fame come se fossero i miei. Se non lo
avessimo fermato, da un momento all�altro avrebbe iniziato a sbranare le ymbryne.
Se io non lo avessi fermato. Per prima cosa, per�, dovevo individuarlo, e la stanza
era cos� ricolma di cianfrusaglie e ombre che la mia capacit� di vedere i Vacui non
serviva a molto.
Chiesi a Emma di farmi luce. Lei rinforz� al massimo le fiamme che le ardevano
nelle mani, ma tutto quello che ottenemmo fu un moltiplicarsi di ombre.
Le chiesi di non allontanarsi dalla porta, per la sua sicurezza. Ovviamente
rifiut�. �Noi stiamo insieme� disse.
�Stiamo insieme, ma tu dietro di me, allora. Molto indietro.�
Almeno questo lo accett�. Quando superai la catatonica Miss Glassbill inoltrandomi
nella sala, Emma rimase indietro di qualche passo, con un braccio alzato per
illuminare l�ambiente. Quello che riuscivamo a distinguere della stanza ricordava
un ospedale da campo privato del sangue, con pezzi di corpi smontati e sparpagliati
ovunque.
Toccai con i piedi un braccio abbandonato a terra. Il contatto provoc� un suono
sordo e l�oggetto rotol� via� un calco. L�, sul tavolo, c�era un torso. Qui una
testa immersa in un liquido, sottovetro, occhi e bocca spalancati, di sicuro vera
ma non particolarmente recente. A quanto pareva ci trovavamo nel laboratorio di
Caul, la sua camera delle torture, il suo magazzino. Tutto in un unico ambiente.
Come suo fratello, era un accumulatore compulsivo di oggetti improbabili e
spaventosi � solo che l� dove Bentham era organizzato a puntino, Caul aveva un
disperato bisogno di una governante.
�Benvenuti nel parco giochi dei Vacui� disse, la voce amplificata che riempiva la
stanza. �Qui portiamo avanti i nostri esperimenti su di loro, li osserviamo fare a
pezzi il loro cibo. Mi domando: quale parte di voi mangeranno per prima? Alcuni
Vacui partono dagli occhi� giusto un antipastino raffinato��
Inciampai su un corpo, e quando il mio piede lo tocc� udii un gemito. Abbassai lo
sguardo e vidi il volto terrorizzato a morte di una donna di mezza et�. Mi
osservava, gli occhi sgranati � una ymbryne che non conoscevo. Senza fermarmi mi
chinai e le sussurrai: �Niente paura, vi porteremo fuori di qui�, eppure no, non ce
l�avremmo fatta, pensai; quel caos di forme e ombre impazzite sarebbe stato la
scenografia della nostra morte� Era il Vecchio Jacob che si affacciava nuovamente
in superficie col suo tragico pessimismo, e non si poteva tappargli la bocca.
Captai un movimento nelle profondit� della stanza, seguito dal suono umido della
mascella di un Vacuo che si spalancava. Il mostro era qui, in mezzo a noi. Mi misi
a correre in quella direzione � inciampai, mi rialzai, e dietro di me Emma correva
gridando: �Sbrigati, Jacob!�.
Dagli altoparlanti, Caul le fece il verso: �Sbrigati, Jacob!�.
Aveva alzato il volume della musica: un ritmo cadenzato, travolgente, scatenato.
Superammo altre quattro o cinque ymbryne, tutte legate, che cercavano di liberarsi,
poi finalmente lo vidi.
Mi fermai di colpo, senza fiato, con il cervello che lavorava al massimo delle sue
capacit�. Il mostro era gigantesco, parecchio pi� alto di quello che avevo domato,
con il cranio che quasi grattava il soffitto nonostante la postura ingobbita. Era a
meno di dieci metri da me, le fauci spalancate e le lingue che frustavano l�aria.
Emma incespic� e mi super� di qualche passo, allungando il braccio a indicarmi
qualcosa e illuminandola allo stesso tempo.
�L�! Guarda!�
No, ovviamente non aveva visto il Vacuo, ma quello su cui il mostro si stava
avventando: una donna, che si contorceva a testa in gi�, appesa al soffitto come un
quarto di bue, le gonne nere che ricadevano a nasconderle la testa. Perfino in
quello stato, perfino al buio, la riconobbi: era Miss Wren.
Accanto a lei era appeso Addison. Si dibattevano, imbavagliati, a pochi metri dallo
Spirito Vacuo le cui lingue adesso si allungavano verso di loro, scivolavano sulle
spalle di Miss Wren, la tiravano verso le fauci spalancate�
�FERMO!� gridai, prima in inglese, poi nello stridulo idioma che il Vacuo era in
grado di comprendere. Gridai un�altra volta, poi ancora, finch� il mostro si ferm�
� anche se non lo fece perch� l�avevo soggiogato, ma perch� d�un tratto aveva
trovato in me una preda molto pi� allettante.
Lasci� andare la ymbryne, che rimase a oscillare come un pendolo, e poi le sue
lingue scattarono verso di me.
�Taglia la corda di Miss Wren mentre io lo distraggo� dissi a Emma.
Mi allontanai dalla ymbryne senza smettere di parlare al Vacuo con una cadenza
costante, nella speranza di distoglierlo da lei e farlo concentrare su di me.
Chiudi la bocca. Siediti. Sdraiati.
Quando mi mossi lasci� perdere Miss Wren � ottimo, ottimo � e quando poi
indietreggiai, lui mi segu�.
Bene. Molto bene. E adesso?
La mano and� quasi automaticamente alle tasche. In una avevo quel che restava del
dito di Mother Dust. Nell�altra, un segreto: una fiala di ambrosia che avevo
sottratto nella stanza dall�altra parte del vetro mentre Emma era distratta.
L�avevo presa in un momento di sconforto. E se non fossi riuscito a farcela da
solo? E se avessi avuto bisogno di una spinta?
Siediti, dissi. Fermo.
Il Vacuo mi scagli� contro una delle sue lingue. Mi nascosi dietro un manichino e
la lingua afferr� quello, sollevandolo e scaraventandolo contro la parete, dove
and� in mille pezzi.
Schivai una seconda frustata, e nel farlo picchiai lo stinco su una sedia che era
caduta a terra. La lingua scivol� sul pavimento sgombro, nel punto esatto in cui mi
trovavo un istante prima. Il Vacuo per ora stava giocando con me, ma presto avrebbe
sferrato l�attacco letale. Dovevo fare qualcosa, e avevo solo due possibilit�.
La fiala o il dito.
Non c�era verso di riuscire a controllare questo Vacuo senza una spintarella alle
mie abilit�, quella che solo una fiala di ambrosia poteva garantirmi. Il dito gi�
mezzo consumato di Mother Dust, d�altro canto, non era qualcosa da cui potevo
separarmi, e poi avevo perso la mascherina. Se avessi provato a utilizzarlo, mi
sarei narcotizzato da solo: pi� dannoso che inutile.
Quando un altro colpo di lingua and� a segno poco dietro di me, mi infilai sotto un
tavolo e recuperai dalla tasca la fialetta. Con le mani tremanti cercai di
stapparla. Mi avrebbe reso un eroe, o avrebbe fatto di me uno schiavo? Anche una
sola dose poteva rendermi dipendente per tutta la vita? E quale sarebbe stato
l�esito peggiore: diventare un tossico e uno schiavo, oppure finire morto nella
pancia del Vacuo?
Il tavolo era semidistrutto, e io praticamente allo scoperto. Scattai in piedi.
Fermo, fermo, gridavo, facendo piccoli salti all�indietro per schivare gli affondi
delle lingue, che mi mancavano di pochissimi centimetri.
A un certo punto mi ritrovai con le spalle al muro. Non c�era pi� spazio per
scappare.
Ricevetti una botta allo stomaco, poi la stessa lingua che mi aveva appena colpito
si ritir� per scattare di nuovo e avvinghiarsi al collo. Dovevo fuggire ma ero
intontito, piegato in due, e non riuscivo a respirare. Poi sentii un ringhio
rabbioso � un suono che arrivava dal Vacuo � e un potente, roboante abbaiare.
Addison.
Di colpo la stessa lingua indirizzata al mio collo si irrigid�, come fosse
dolorante, e si ritir� dall�altra parte della stanza. Il cane, quel piccolo,
coraggioso boxer, lo aveva morso. Lo sentivo guaire e ringhiare mentre cominciava
la sua battaglia con una creatura invisibile, venti volte pi� grande di lui.
Scivolai sul pavimento, la schiena alla parete, cercando di riempirmi nuovamente di
aria i polmoni. Presi la fiala, adesso ero deciso. Ero sicuro di non avere nessuna
possibilit� senza l�aiuto dell�ambrosia. Levai il tappo, sollevai la boccetta sopra
gli occhi e tirai indietro la testa.
Fu in quel momento che udii il mio nome � �Jacob� � pronunciato a bassa voce da
qualche parte nel buio, a pochi metri da me.
Mi voltai per guardare e l�, sul pavimento, stesa in mezzo a un mucchio di organi,
c�era Miss Peregrine. Era piena di lividi, legata, faticava a parlare avvolta nella
nebbia del dolore o delle medicine, eppure era l�, e mi guardava con i suoi occhi
verdi e penetranti.
�No� mi disse piano. �Non farlo.� La voce era appena udibile, come in sogno.
�Miss Peregrine!�
Abbassai la fiala, la richiusi, mi chinai, e carponi mi avvicinai a lei. La mia
seconda madre, la santa signora degli Speciali. Piegata, ferita. Forse sul punto di
morire.
�Mi dica che sta bene� mormorai.
�Mettila via� ripet� lei. �Non ne hai bisogno.�
�S�, invece. Io non sono come lui.�
Sapevamo entrambi chi fosse lui: mio nonno.
�S�, lo sei� rispose. �Tutto ci� di cui hai bisogno � gi� dentro di te. Mettila
via, e prendi questo.� Con un cenno del capo indic� un oggetto a terra tra noi due:
la gamba di legno scheggiata di una sedia rotta.
�Non posso. Non � abbastanza.�
�Lo � mi rassicur� lei. �Devi solo mirare agli occhi.�
�Non ci riesco� dissi ancora, ma eseguii ugualmente. Poggiai la fiala e presi il
paletto.
�Bravo il mio ragazzo� mormor� lei. �Adesso vai, e fai qualcosa di terribile.�
�Lo far� risposi, e Miss Peregrine sorrise prima che la testa cedesse di nuovo
contro il pavimento.
Mi alzai, deciso come mai prima, il paletto di legno stretto saldamente nella mano.
Dall�altra parte della stanza, Addison aveva infilzato a fondo la lingua del Vacuo
con i suoi denti e la cavalcava come un cowboy da rodeo, resistendo valorosamente e
ringhiando mentre il mostro lo trascinava di qua e di l�. Emma aveva liberato Miss
Wren dalla corda a cui l�avevano appesa e ora le era accanto per proteggerla, le
mani infiammate che volteggiavano alla cieca.
Il Vacuo scaravent� Addison contro una colonna, e il cane perse la presa.
Mi lanciai contro il mostro, correndo pi� forte che potevo attraverso un percorso a
ostacoli di membra lacerate. Ma come una falena con una fiamma, la creatura
sembrava pi� interessata a Emma. Le andava incontro, cos� gridai, prima in inglese
� �Ehi! Da questa parte� � e poi nella lingua dei Vacui: Vieni a prendermi,
bastardo!
Raccolsi il primo oggetto a portata di mano � che guarda caso era proprio una mano
� e gliela scagliai addosso. Lo centr� sulla schiena, e il mostro si volt� subito
verso di me.
Vieni a prendermi, vieni a prendermi.
Per un istante il Vacuo apparve confuso, il che mi diede il tempo necessario per
avvicinarmi senza farmi beccare dalle lingue. Lo pugnalai col paletto, una, due
volte, al torace. Reag� come se l�avesse punto un�ape � niente di pi� � e poi con
una frustata mi mand� al tappeto.
Fermo, fermo, fermo, gridai nella sua lingua, cercando disperatamente qualcosa per
cavarmela, ma la bestia sembrava a prova di bomba, del tutto impermeabile alla mia
capacit� di suggestione. Poi mi ricordai del dito, quel piccolo gessetto fatto di
polvere che tenevo in tasca. Mentre cercavo di estrarlo, una delle lingue mi si
avvolse attorno issandomi in aria. Sentivo le grida di Emma, diceva di mettermi
gi�, e la voce di Caul � �Non mangiarlo!� gridava dall�altoparlante. �Lui � mio!�
Quando tirai fuori il dito di Mother Dust dalla tasca, il Vacuo mi trascin� tra le
sue fauci spalancate.
Ero intrappolato in quella bocca dalle ginocchia al petto, i denti mi
immobilizzavano e cominciavano a penetrare nella carne, le mascelle si aprivano di
pi� per ingoiarmi intero.
Ecco, il mio ultimo atto. Il mio ultimo istante. Frantumai il dito nel pugno e lo
ficcai in quella che speravo fosse la gola del Vacuo. Emma lo stava attaccando, lo
bruciava � e l�, proprio un attimo prima che serrasse le mascelle e mi segasse in
due con le sue zanne, la creatura cominci� a tossire. Si allontan� barcollando da
Emma, ustionato e mezzo soffocato, e cerc� di ritirarsi verso la grata nel
pavimento da cui era venuto. Cercava di ritornare alla sua tana, dove avrebbe avuto
tutto il tempo per sbranarmi con calma.
Provai a fermarlo, a gridare (Lasciami!), ma lui stringeva la morsa e il dolore era
cos� spaventoso da impedirmi di pensare � e poi eccoci l�, a un passo dalla grata,
pronti a scivolare dentro. La bocca per� era troppo piena del mio corpo: lui non
riusciva ad afferrare i pioli sul muro e adesso stava cadendo, cadeva e tossiva
mentre io, chiss� come, ero ancora vivo.
Quando arrivammo in fondo ci fu un rumore forte di ossa rotte che ci spalanc� i
polmoni e scagli� in aria, tutt�intorno a noi, la polvere sedativa che avevo
ficcato nel gargarozzo del Vacuo. Ne sentivo gli effetti mentre cadevamo a terra,
il dolore si affievoliva, la mente si offuscava. E di certo doveva avere gli stessi
effetti sul Vacuo, perch� adesso aveva praticamente smesso di mordermi e la stretta
delle mandibole si era fatta pi� lenta, quasi docile.
Cademmo uno sopra l�altro, storditi e sedati, sulla via di un sonno profondo. Tra
le mille particelle chiare che mi annebbiavano la vista riuscivo a vedere di fronte
a me un tunnel cavernoso e buio pieno di ossa. L�ultima cosa che scorsi prima che
la polvere mi portasse altrove fu una moltitudine di Vacui, curvi e curiosi, che si
trascinavano strisciando verso di noi.
8.

Mi svegliai. Gi� questo era di per s� degno di nota, pensai, date le circostanze.
Mi trovavo nel rifugio sotterraneo dei Vacui, e ammucchiati attorno a me c�erano i
corpi di molti di loro. Forse erano morti, ma sembrava pi� probabile che avessero
respirato quel che restava della polvere del mignolo di Mother Dust, e il risultato
era un groviglio di spaghetti di carne di Vacuo, puzzolente, ronfante e priva di
conoscenza.
Con una silenziosa preghiera ringraziai Mother Dust, poi mi chiesi, sempre pi�
allarmato, da quanto tempo mi trovassi l� sotto. Un�ora? Un giorno? E cos�era
successo agli altri di sopra?
Dovevo andarmene. Alcuni dei Vacui iniziavano a riprendersi dal sonno, ma erano
ancora storditi. Alzarsi fu un grande sforzo. A prima vista le ferite non erano
gravi e le ossa non sembravano rotte. Barcollai, ancora intontito, poi ritrovai
l�equilibrio e iniziai a muovermi tra quell�accozzaglia di mostri.
Diedi per sbaglio un calcio a una testa. La creatura si svegli� con un grugnito e
apr� gli occhi. Rimasi come paralizzato, convinto che se fossi corso via mi avrebbe
atterrato. Il Vacuo sembr� registrare la mia presenza � ma non come una minaccia o
una possibile pietanza �, poi richiuse le palpebre.
Proseguii attento a dove mettevo i piedi finch�, superato quel tappeto di Vacui,
non mi ritrovai di fronte a una parete. Era la fine del tunnel. La via d�uscita era
sopra la mia testa: uno scivolo verso l�alto lungo una trentina di metri che
conduceva a una grata aperta e alla sala al piano di sopra. C�erano degli appigli,
lungo la rampa, ma erano troppo distanziati tra loro, costruiti per le acrobatiche
lingue dei Vacui, non per i piedi e le mani di un essere umano. Rimasi l� a
guardare quell�anello di luce flebile, lass� in lontananza, sperando che una faccia
amica facesse capolino, ma non osavo chiamare aiuto.
Disperato, saltai sul muro di roccia, cercando di intercettare un primo appiglio. E
chiss� come, ci riuscii. Mi issai e mi ritrovai all�improvviso a pi� di tre metri
da terra. (Come ce l�avevo fatta?) Saltai ancora e raggiunsi l�appiglio successivo
� e poi quello dopo ancora. Stavo risalendo la rampa, le gambe mi proiettavano
sempre pi� in alto e le braccia arrivavano pi� in l� di quanto ritenessi possibile
� che follia � e poi eccomi in cima, che spingevo fuori la testa, sollevandomi
all�interno della stanza.
E non avevo nemmeno il fiatone.
Mi guardai intorno e vidi la luce delle fiamme di Emma. Attraversai la stanza
ingombra per correre da lei, provai a gridare il suo nome ma sembravo incapace di
emettere suoni. Non importava; lei era l�, dall�altra parte della porta a vetri
aperta, nell�ufficio. C�era anche Warren, legato alla stessa sedia su cui era stata
seduta Miss Glassbill, e quando mi avvicinai il dottore borbott� qualcosa e si
gett� a terra. Poi i loro volti si precipitarono contro il vetro, sbirciando
sospettosi � Emma e Miss Peregrine e Horace, e alle loro spalle le altre ymbryne e
i nostri amici. Erano tutti l�, vivi, bellissimi. Erano stati liberati dalle loro
celle, ma solo per finire di nuovo imprigionati qui, chiusi dietro la porta a prova
di bomba del bunker di Caul, al sicuro dagli Spettri (per ora) e in trappola.
Sui loro volti si leggeva la paura, e pi� mi avvicinavo alla vetrata pi� quella
paura diventava terrore. Sono io, provai a dire, ma le parole non venivano fuori
come previsto, e i miei amici fecero un salto indietro.
Sono io, Jacob!
Ma invece dell�inglese quello che usc� dalle mie labbra fu un ringhio aspro, e tre
lingue grassocce che si agitavano in aria di fronte a me, e sputi della mia stessa
bocca nel tentativo di parlare. In quel momento sentii uno dei miei amici � Enoch,
era proprio Enoch � dire chiaro e tondo quale terribile sciagura mi era capitata.
�� un Vacuo!�
No che non lo sono, cercavo di rispondere, non lo sono � ma tutte le prove
indicavano il contrario. In qualche modo ero diventato uno di loro. Ero stato morso
e trasformato, come un vampiro, o forse mi avevano ucciso, e divorato, e riciclato,
e mi ero reincarnato � oddio, oddio, non pu� essere vero�
Provai a distendere le braccia, a fare un gesto che fosse riconoscibile come umano,
ora che la bocca non mi aiutava, ma a distendersi furono le mie tre lingue.
Mi dispiace, mi dispiace. Non so come si usano questi affari.
Istintivamente Emma allung� la mano verso di me � e all�improvviso sembr� capire.
D�un tratto, un dolore lancinante mi tagli� il corpo.
E in quel momento mi svegliai.
Di nuovo.
O meglio, sconvolto da quel dolore fulminante mi risvegliai nel mio corpo, il mio
corpo ferito, il mio corpo umano, ancora sdraiato al buio tra le mascelle
semiaperte di un Vacuo addormentato. Eppure ero ancora il Vacuo che ero stato di
sopra, che ritirava la lingua dentro la bocca e si trascinava lontano dalla porta.
In qualche modo ero doppiamente presente, ero dentro la mente del Vacuo e dentro la
mia, e scoprivo a poco a poco di poterle controllare entrambe� s�, potevo sollevare
il mio braccio e quello del mostro, girare la mia testa e la sua, e tutto questo
senza pronunciare una sola parola, soltanto col pensiero.
Senza rendermene conto � senza nemmeno averci provato consapevolmente � mi ero
impadronito del Vacuo a tal punto (vedevo attraverso i suoi occhi, sentivo
attraverso la sua pelle) che per un istante avevo avuto la percezione di essere io
stesso un Vacuo. Ora per� la distinzione prendeva forma e chiarezza. Io ero il
ragazzo vulnerabile con le ossa rotte, sprofondato in un buco in mezzo a dei mostri
intontiti. Si stavano svegliando tutti tranne quello che mi aveva trascinato laggi�
stretto tra le sue fauci (aveva cos� tanta polvere in corpo che probabilmente
avrebbe dormito per anni), e adesso si tiravano a sedere, si stiracchiavano per
cancellare il torpore dalle membra.
Eppure non sembravano interessati a farmi fuori. Mi osservavano, placidi e attenti.
Erano disposti in semicerchio attorno a me, come dei bambini educati che hanno
preso posto per ascoltare una storia. Aspettavano un mio gesto.
Rotolai fuori dalla bocca del Vacuo, scivolando sul pavimento. Riuscivo a mettermi
seduto, ma il dolore era troppo quando provavo ad alzarmi. Loro, per�, potevano
alzarsi in piedi.
In piedi.
Non avevo pronunciato quelle parole, a dire il vero non le avevo neanche pensate
realmente. Mi sembrava di averlo fatto, solo che non ero stato davvero io. Loro
eseguirono, undici Spiriti Vacui che si alzavano in piedi di fronte a me con una
sincronia perfetta. Uno spettacolo stupefacente, questo � fuor di dubbio, eppure
dentro di me sentivo diffondersi un profondo senso di quiete. Mi stavo rilassando
nei meandri della purezza del mio dono. Qualcosa che aveva a che fare con lo
spegnere in un colpo solo tutte le nostre menti, e poi riattivarle all�unisono � un
riavvio collettivo � e che ci aveva condotti a una specie di armonia, permettendomi
di accedere al cuore segreto del mio potere, e anche alle menti dei Vacui proprio
nel momento in cui erano privi di difese.
E ora erano miei. Marionette che potevo controllare muovendo fili invisibili. Ma
fino a che punto? Qual era il limite? Quanti potevo controllarne in una volta,
separatamente?
Per scoprirlo, cominciai a giocare.
Nella stanza di sopra feci distendere il Vacuo.
E lui ubbid�.
(Avevo deciso che erano tutti �lui�, nessuna �lei�.)
Feci saltare quelli di fronte a me.
Saltarono.
Adesso c�erano due gruppi distinti, quello solitario di sopra e gli altri qui con
me. Provai a manovrarli individualmente, chiedendo a uno di alzare una mano e agli
altri di stare fermi. Era un po� come chiedere a un unico dito del piede di
muoversi � difficile, non impossibile �, ma in breve riuscii a padroneggiare la
cosa. Meno ero consapevole dei miei tentativi, pi� diventava facile. Riuscivo a
dominarli con naturalezza quando mi limitavo a immaginare un�azione da compiere.
Li feci allontanare, inviandoli lungo il tunnel tra i mucchi di ossa, poi ordinai
che le raccogliessero con le lingue e se le lanciassero addosso: prima uno alla
volta, poi due, poi tre e quattro, aggiungendo movimento a movimento fino ad
arrivare a sei. Persero qualche colpo solo quando contemporaneamente riuscii a far
alzare il Vacuo di sopra e fargli fare dei salti a gambe divaricate.
Non credo di peccare di arroganza o superbia se dico che me la cavavo alla
grandissima. Un talento naturale, oserei aggiungere. Non avevo dubbi che con un po�
pi� di tempo per esercitarmi sarei diventato un maestro. Avrei potuto far giocare
entrambe le squadre in una partita di basket tra Vacui. Avrei potuto farli ballare
in tutti i ruoli del Lago dei cigni. Ma non c�era tempo per allenarmi: quello che
avevo in mano doveva bastarmi. Cos� li radunai attorno a me, mi feci sollevare con
la lingua e prendere in spalla dal pi� forte, e uno alla volta i soldati del mio
mostruoso piccolo esercito risalirono la rampa, diretti verso la sala al piano di
sopra.
* * *
Nel magazzino le luci sul soffitto erano state accese, e nel bagliore metallico
vidi che gli unici corpi rimasti erano quelli dei manichini e dei modelli
anatomici; le ymbryne erano state tutte portate via. La porta di vetro che dava
sulla sala di osservazione di Caul era chiusa. Feci attendere i Vacui mentre mi
avvicinavo da solo, o meglio con il mostro che stavo cavalcando, poi chiamai i miei
amici � questa volta con la mia voce, in inglese.
�Sono io! Jacob!�
Si precipitarono alla porta, vidi il viso di Emma e attorno tutti gli altri.
�Jacob!� La sua voce giungeva ovattata da dietro il vetro. �Sei vivo!� Mentre mi
osservava, per�, la sua espressione si fece strana, come se non riuscisse a farsi
una ragione di quello che si trovava di fronte agli occhi. Ero a cavalcioni sulla
schiena di un Vacuo, e pertanto nella scena che si presentava a lei in effetti
galleggiavo sospeso per aria.
�Va tutto bene� dissi, �sto cavalcando uno Spirito Vacuo!� Diedi una pacca sulla
spalla del mostro per dimostrare che l� sotto c�era qualcosa di solido e carnoso.
�� totalmente in mio potere. Lui e anche gli altri.�
Feci avanzare gli altri undici Vacui, coi piedi che battevano a terra per
annunciare il loro arrivo. I miei amici rimasero a bocca aperta per lo stupore.
�Sei davvero tu, Jacob?� chiese Olive.
�Cosa vuol dire che sono in tuo potere?� domand� Enoch.
�C�� del sangue sulla tua maglietta!� disse Bronwyn.
Aprirono la porta di vetro quel tanto che bastava perch� potessimo parlare.
Raccontai loro della caduta nella fossa dei Vacui, di come uno di loro mi aveva
quasi segato in due a morsi, dell�annebbiamento e del sonno indotto, e di come mi
ero risvegliato con una decina di mostri sotto il mio controllo. A ulteriore
riprova ordinai ai Vacui di afferrare Warren, con la sedia a cui era legato e tutto
il resto, e di sballottarlo avanti e indietro un po� di volte, la sedia che
schizzava in giro impazzita, finch� i ragazzi esultarono e Warren prese a
lamentarsi come se fosse sul punto di vomitare. Allora ordinai ai mostri di
rimetterlo gi�.
�Se non lo avessi visto con i miei occhi non ci avrei mai creduto� disse Enoch.
�Neanche tra un milione di anni!�
�Sei fantastico!� aggiunse una voce flebile: era quella di Claire.
�Ma lasciati guardare!� le dissi io, solo che quando feci per avvicinarmi alla
porta aperta lei si ritrasse. Per quanto impressionati dalla mie abilit�, superare
l�innata paura dei Vacui cos� propria degli Speciali non era impresa da poco � e mi
sa che la puzza emanata da quelle bestie non aiutava di certo.
�� sicuro� le dissi per tranquillizzarla. �Fidati.�
Olive si accost� alla porta. �Io non ho paura.�
�Io nemmeno� aggiunse Emma, �e voglio essere la prima.�
Usc� dalla porta semiaperta e mi venne incontro. Feci inginocchiare il Vacuo, scesi
dalla sua schiena e in qualche modo riuscii a metterle un braccio sulle spalle. �Mi
dispiace, le gambe non mi reggono ancora tanto bene� spiegai, il viso contro la sua
guancia, gli occhi chiusi accarezzati dai suoi capelli soffici. Non era abbastanza,
ma per ora mi dovevo accontentare.
�Sei ferito.� Si allontan� di un passo per guardarmi meglio. �E sei pieno di tagli,
tagli profondi.�
�Non sento dolore. Sono praticamente cosparso di polvere��
�Allora magari sei solo anestetizzato, non guarito.�
�Ci penser� dopo. Quanto sono stato via?�
�Tanto� sussurr� lei. �Per ore. Pensavamo fossi morto.�
Posai la fronte contro la sua. �Ti ho fatto una promessa, ricordi?�
�Ho bisogno di un�altra promessa. Smettila di spaventarmi a morte.�
�Far� del mio meglio.�
�No. Promettilo.�
�Quando sar� tutto finito, ti far� tutte le promesse che vuoi.�
�Guarda che non me lo dimentico� disse lei.
Sulla soglia apparve Miss Peregrine. �Voi due, forse � meglio se rientrare. E, per
favore, lasciate fuori quella bestia.�
�Miss P� dissi io, �ma lei � in piedi!�
�S�, mi sto riprendendo� rispose lei. �Sono stata risparmiata arrivando qui con un
certo ritardo, e c�� stato qualche favoritismo nepotistico da parte di mio
fratello. Ma le mie compagne ymbryne non hanno avuto la stessa fortuna.�
�Non ti ho risparmiata, sorellina� tuon� una voce tonante dall�alto � ancora Caul,
attraverso il sistema di amplificazione. �Volevo solo tenere per ultimo il
bocconcino pi� gustoso!�
�Chiudi quella bocca!� sbott� Emma. �Ti troveremo, e allora i Vacui di Jacob ti
mangeranno a colazione!�
Caul rise. �Ne dubito� ribatt�. �Sei pi� potente di quanto immaginassi, ragazzino,
ma non t�illudere. Sei circondato e non hai via di scampo. Hai solo ritardato
l�inevitabile. Tuttavia, se ti arrendi subito potrei valutare l�idea di risparmiare
qualcuno di voi��
Con un rapido scatto delle lingue, i Vacui sotto il mio controllo strapparono le
casse di amplificazione dal soffitto per scaraventarle a terra. Mentre cavi e viti
schizzavano in ogni direzione, la voce di Caul si spense.
�Quando lo troveremo� intervenne Enoch, �mi piacerebbe strappargli le unghie a una
a una prima di ucciderlo. Qualcuno ha qualcosa in contrario?�
�No, se per� prima posso spedirgli su per il naso uno squadrone di api� disse Hugh.
�Non � il nostro stile� intervenne Miss Peregrine. �Quando tutta questa storia sar�
finita, sar� giudicato secondo le leggi delle ymbryne e condannato a dimorare in un
anello punitivo per il resto della sua innaturale esistenza.�
�E che divertimento ci sarebbe?� domand� Enoch.
Miss Peregrine gli lanci� un�occhiataccia.
Abbandonai il mio Vacuo e con l�aiuto di Emma zoppicai fin dentro la sala di
osservazione.
I miei amici erano tutti l� � tutti tranne Fiona. E poi in fila lungo le pareti, o
dalle sedie dell�ufficio, mi fissavano delle facce pallide, spaventate: le ymbryne.
Prima che potessi andare da loro, per�, i miei amici mi bloccarono la strada. Mi
abbracciavano, si stringevano al mio corpo instabile. Mi abbandonai a quelle
dimostrazioni di affetto. Era da tantissimo tempo che non provavo emozioni cos�
belle e intense. Poi Addison arriv� col suo passo fiero, per quanto possibile con
due zampe ferite, e io mi separai dagli altri per salutarlo.
�� la seconda volta che mi salvi la vita� gli dissi accarezzandogli il pelo sulla
testa. �Non so se riuscir� mai a sdebitarmi.�
�Potresti iniziare conducendoci fuori da questo nefasto anello� brontol� lui. �Che
io sia dannato per aver attraversato quel ponte!�
Quelli che lo sentirono sbottarono a ridere. Forse era per via della sua natura
canina, ma Addison non aveva filtri: non diceva mai niente che non pensasse sul
serio.
�Quell�acrobazia che hai fatto sulla camionetta � stata una delle cose pi�
coraggiose che abbia mai visto� gli dissi.
�Mi hanno catturato non appena sono entrato nel complesso. Mi rincresce di avervi
delusi.�
Dall�altro lato del portone udimmo un boato improvviso, potentissimo, la stanza
trem� tutta e alcuni oggetti caddero dagli scaffali.
�Gli Spettri stanno cercando di sfondare la porta� ci spieg� Miss Peregrine. �� da
un po� che ci lavorano.�
�Li affrontiamo noi� dissi. �Ma prima voglio sapere chi manca. Le cose si
complicheranno quando apriremo quel portone, quindi se ci sono degli Speciali da
salvare da qualche altra parte nella struttura, voglio sapere chi sono prima dello
scontro.�
L�ambiente era cos� buio e affollato che ricorremmo a un banale appello. Chiamai
due volte i nomi dei miei amici, giusto per essere certo che fossero tutti l�. Poi
mi informai sugli Speciali che erano stati trascinati via dalla casa di ghiaccio di
Miss Wren insieme a noi: il clown (gettato gi� per un dirupo, ci raccont� Olive tra
i singhiozzi, per essersi rifiutato di eseguire gli ordini degli Spettri), l�uomo
pieghevole (abbandonato nelle gallerie della metropolitana in gravi condizioni), la
telecinetica Melina (lei era al piano di sopra, incosciente per essere stata
privata dell�anima), e i fratellini pallidi (stessa cosa). Poi venne il turno degli
Speciali che Miss Wren era riuscita a salvare: il ragazzino dall�aspetto ordinario
col grande cappello e la ragazza con i capelli ricci che incantava i serpenti.
Bronwyn disse che li avevano portati in un�altra ala del complesso, dov�erano gi�
tenuti prigionieri altri Speciali.
Infine, procedemmo alla conta delle ymbryne. C�era Miss Peregrine, ovviamente,
dalle cui gonne i miei amici pi� piccoli, da quand�erano stati liberati, non si
allontanavano mai. Avevo voglia di parlarle di tantissime cose. Di raccontarle
tutto quello che ci era accaduto dall�ultima volta che l�avevamo vista. Di farmi
raccontare tutto quello che era accaduto a lei. Non c�era tempo per parlare di
niente, in realt�, ma nei brevi istanti in cui i nostri occhi si erano incrociati
di sfuggita eravamo riusciti comunque a trasmetterci qualcosa. Osservava me e Emma
con uno sguardo carico di orgoglio e meraviglia. Mi fido di voi, dicevano i suoi
occhi.
Ma Miss Peregrine, per quanto fossimo strafelici di vederla, non era la sola
ymbryne di cui dovevamo preoccuparci. In totale erano dodici. Ci present� le sue
amiche: Miss Wren, che Emma aveva liberato recidendo la corda fissata al soffitto,
era ferita ma lucida. Miss Glassbill aveva ancora lo sguardo fisso nel vuoto,
assente. La pi� anziana, Miss Avocet, che non si era pi� vista da quando lei e Miss
Peregrine erano state rapite insieme a Cairnholm, occupava una sedia accanto alla
porta. Miss Bunting, Miss Treecreeper e le altre si affaccendavano intorno a lei,
sistemandole una coperta sulle spalle.
Quasi tutte avevano un�espressione spaventata, il che era veramente atipico per le
ymbryne. Erano le anziane del nostro mondo, le nostre guide, ma le avevano tenute
prigioniere l� per settimane, e avevano visto e subito cose tremende. (Inoltre, al
contrario dei miei amici, non erano cos� fiduciose che fossi in grado di tenere a
bada una dozzina di Spiriti Vacui, perci� si tenevano il pi� lontano possibile
dalle creature, per quanto lo spazio della stanza non permettesse grandi libert� di
movimento.)
Alla fine dell�appello, restava ancora una persona tra noi della quale non avevo
pronunciato il nome: un uomo barbuto, non molto alto, che se ne stava in silenzio
tra le ymbryne, osservandoci da dietro un paio di lenti scure.
�E quello chi �?� chiesi. �Uno Spettro?�
Lo sconosciuto and� su tutte le furie. �Niente affatto!� Si lev� gli occhiali per
mostrarci gli occhi, affetti da un potente strabismo. �Io sono� ehmm!� disse con un
marcato accento italiano. Accanto a lui, su un tavolo, c�era un grosso volume
rilegato in pelle, e lo indic� come se quell�oggetto potesse comprovare la sua
identit�.

Qualcuno mi tocc� il braccio. Era Millard, tornato invisibile ora che aveva smesso
la divisa a righe da carcerato. �Permettimi di presentarti il pi� grande cartografo
temporale di tutti i tempi� dichiar� in tono solenne. �Jacob, lui � Perplexus
Anomalous.�
�Buongiorno� mi salut� Perplexus in italiano. Poi continu� in inglese. �Come va?�
�� un onore conoscerla� dissi.
�S� rispose lui, il naso per aria. �Lo �.�
�Che ci fa qui?� bisbigliai a Millard. �E come fa a essere ancora vivo?�
�Caul lo ha trovato in un anello della Venezia del quattordicesimo secolo di cui
nessuno sapeva niente. Per� � gi� qui da due giorni, il che significa che potrebbe
invecchiare molto presto.�
Per come avevo capito il funzionamento di certi meccanismi, Perplexus correva il
rischio di invecchiare rapidamente perch� l�anello in cui aveva vissuto era molto,
molto pi� antico di quello in cui ci trovavamo ora, e la differenza tra i due archi
temporali alla fine lo avrebbe raggiunto.
�Io sono il suo pi� grande fan!� gli disse Millard. �Ho tutte le sue mappe��
�S�, me lo hai gi� detto� replic� Perplexus. �Grazie.�
�Ma non abbiamo ancora capito come mai sia qui� intervenne Emma.
�Perplexus ha scritto nei suoi diari del ritrovamento della Biblioteca delle Anime�
spieg� Millard, �quindi Caul era sulle sue tracce, lo ha rapito e si � fatto
rivelare dove si trova.�
�Avevo fatto un giuramento di sangue, non avrei mai dovuto farmi sfuggire nemmeno
una parola� aggiunse Perplexus con voce affranta. �E ora sono maledetto per
l�eternit�!�
�Voglio riportarlo nel suo anello prima che invecchi� disse Millard. �Non voglio
essere responsabile della perdita del tesoro pi� immenso del mondo Speciale.�
Dall�esterno ci giunse un altro boato, pi� energico e prolungato del precedente. La
stanza trem� ancora, e dal soffitto si staccarono minuscoli frammenti di roccia.
�Faremo del nostro meglio, caro� concluse Miss Peregrine. �Ma al momento abbiamo
altre priorit�.�
* * *
Mettemmo subito a punto un piano d�azione, se cos� poteva definirsi: spalancare il
portone e usare i miei Vacui per spianarci la strada. Erano a disposizione,
sembravano in buone condizioni, e il mio legame con loro era sempre pi� saldo. Per
quanto concerneva eventuali intoppi, non osavo neppure pormi la questione. Avremmo
stanato Caul se possibile, ma come prima cosa dovevamo fuggire dalla fortezza e
salvare la pelle.
Condussi i miei Vacui nella stanza pi� piccola. Tutti fecero largo ai mostri,
appiattendosi con la schiena alle pareti e con le mani sul naso mentre le creature
li superavano per disporsi in semicerchio davanti al portone. Il Vacuo pi�
imponente si chin� e io salii in sella un�altra volta; adesso ero cos� alto che
dovevo chinarmi per non andare a sbattere sul soffitto.
Sentivamo le voci degli Spettri l� fuori, nel corridoio. Senza dubbio stavano
collocando un altro ordigno. Decidemmo di aspettare che lo posizionassero prima di
procedere, cos� restammo l�, in attesa, mentre un silenzio teso mordeva la stanza.
Alla fine fu Bronwyn a spezzare la tensione. �Credo che Mr Jacob debba dirci
qualcosa.�
�Di che tipo?� chiesi, facendo voltare il mio Vacuo per stare di fronte al gruppo.
�Be�, stai per guidarci in battaglia� riprese lei. �Un discorso da condottiero.�
�Qualcosa per motivarci� rincar� la dose Hugh.
�Qualcosa per farci passare la strizza� aggiunse Horace.
�� una bella pressione per me� risposi, sentendomi un pochino a disagio. �Non so se
questo dar� coraggio a qualcuno fra voi, ma ci ho riflettuto su parecchio. Vi
conosco solo da due settimane, ma mi sembrano molte di pi�. Siete gli amici
migliori che abbia mai avuto. Ed � strano pensare che solo qualche mese fa ero a
casa mia e nemmeno sapevo se eravate reali o un�invenzione. E mio nonno era ancora
con me.�
Da fuori provenivano dei rumori, un suono di voci ovattate, il tintinnio metallico
di qualcosa che cadeva a terra.
Ripresi a voce pi� alta. �Mio nonno mi manca tanto, ogni giorno, ma un amico molto
saggio una volta mi ha detto che le cose succedono sempre per un motivo. Se non lo
avessi perduto, be�, non avrei mai trovato voi. Quindi penso di aver perso una
parte della mia famiglia ma di averne trovata un�altra. In ogni caso, � cos� che mi
fate sentire. Come a casa. Come uno di voi.�
�Tu sei uno di noi� disse Emma. �E qui sei a casa.�
�Ti vogliamo bene, Jacob� aggiunse Olive.
�� da un po� che ti conosco, Mr Portman� intervenne Miss Peregrine. �Tuo nonno
sarebbe stato molto fiero di te.�
�Grazie� risposi. Mi stavo commuovendo e l�imbarazzo aumentava.
�Jacob?� mi chiam� Horace. �Posso darti una cosa?�
�Certo.�
Gli altri capirono che si trattava di un momento privato tutto nostro e presero a
parlottare piano tra loro.
Horace si avvicin� al Vacuo nei limiti della sua soglia di sopportazione e,
tremando leggermente, mi porse un drappo di tela ripiegato. Lo presi allungandomi
verso di lui dalla mia posizione sopraelevata sulla schiena del mostro.
�� una sciarpa� disse. �Miss P � riuscita a recuperarmi dei ferri, e l�ho
realizzata mentre ero in quella cella. Credo che lavorare a maglia mi abbia
impedito di impazzire, l� dentro.�
Lo ringraziai e aprii l�involto. La sciarpa era semplice, grigia, con le frange, ma
era ben fatta e in un angolo c�era addirittura il monogramma con le mie iniziali.
JP.
�Wow, Horace, 腻
�Non � un�opera d�arte. Se avessi avuto il mio libro con gli schemi avrei fatto di
meglio.�
�� fantastica� dissi. �Ma come facevi a sapere che ci saremmo rivisti?�
�Ho fatto un sogno� mi rispose, un sorriso schivo stampato in faccia. �La metterai?
Lo so, non fa tantissimo freddo, per� come portafortuna?�
�Ma certo� dissi, e me la sistemai goffamente intorno al collo.
�No, cos� ti cade. Ecco invece, cos�.� Mi aiut� a piegarla per met� nel senso della
lunghezza, poi a sistemarmela ad anello intorno al collo e infine ad annodarla, in
modo che mi coprisse per bene la gola, con le frange sul davanti. Non proprio una
tenuta da battaglia, ma non vedevo cosa ci fosse di male.
Emma si avvicin� di soppiatto. �Hai sognato qualcos�altro, o solo accessori di moda
per uomo?� gli chiese. �Tipo dove si nasconde Caul, per esempio?�
Horace scosse la testa e fece per rispondere � �No, per� ho fatto un sogno molto
affascinante sui francobolli� cominci� a dire � ma prima che aggiungesse altro
arriv� un boato dal corridoio, come se un autocarro si fosse schiantato contro il
muro, un botto fortissimo che ci scosse fin nel midollo. La grande porta blindata
in fondo alla stanza si spalanc�, proiettando per aria frammenti dei cardini e
schegge di metallo. (Fortunatamente, gli altri si erano tenuti alla larga.) Segu�
un momento di vuoto mentre il fumo svaniva e tutti si rialzavano. Poi, nonostante
il ronzio alle orecchie, udii una voce amplificata: �Fate uscire il ragazzo da solo
e nessuno si far� male!�.
�Chiss� perch� non ci credo� reag� Emma.
�Idem� le fece eco Horace.
�Non pensarci nemmeno, Mr Portman� mi ammon� Miss Peregrine.
�Non si preoccupi� risposi. �Tutti pronti?�
Un mormorio di assenso collettivo. Collocai i Vacui ai due lati del portone, con le
loro ciclopiche fauci spalancate e le lingue pronte a colpire. Stavo per lanciare
il mio attacco a sorpresa, quando la voce di Caul risuon� dagli altoparlanti nel
corridoio. �Hanno preso il controllo dei Vacui! Ritirata, uomini! In posizione di
difesa!�
�Maledetto!� grid� Emma.
Il suono degli scarponi che indietreggiavano riemp� l�aria. Il nostro attacco a
sorpresa era stato disinnescato.
�Non importa!� dissi. �Quando hai dalla tua dodici Vacui, non hai bisogno del
fattore sorpresa.�
Era arrivato il momento di usare la mia arma segreta. Invece che un crescendo di
tensione nell�imminenza dell�assalto, sentivo l�opposto, tutto il mio Io che si
allentava, la coscienza che si placava e si suddivideva tra i Vacui. E in quel
momento, mentre io e i miei amici esitavamo, le creature si scagliarono sul portone
divelto e si riversarono nel corridoio di corsa, ringhiando, le mascelle
spalancate, i corpi invisibili che scavavano passaggi nella coltre fitta del fumo
lasciato dall�esplosione. Gli Spettri fecero fuoco, le canne dei fucili si accesero
di fiammate, poi la guarnigione pass� alla ritirata. Le pallottole attraversavano
l�aria e la porta aperta piombando nella stanza dove io e gli altri ci eravamo
riparati, conficcandosi nella parete alle nostre spalle.
�Dicci tu quando partire!� mi grid� Emma. �A un tuo cenno, noi attacchiamo!�
Con la mente in dodici posti diversi, non ero praticamente in grado di rispondere
nemmeno con un monosillabo. Io ero loro, quei Vacui l� fuori, la mia carne subiva
empaticamente ogni colpo che incideva la carne dei mostri.
Furono le nostre lingue a colpire per prime: gli Spettri che non erano riusciti a
fuggire abbastanza in fretta e quelli coraggiosi ma stupidi che continuavano a
combattere. Li colpimmo, spaccammo le loro teste sui muri, e qualcuno di noi si
ferm� � qui cercai di scollegare i sensi � per affondare i denti nella carne,
inghiottire le armi, zittire quelle grida lasciandoli straziati e senza vita.
Imbottigliati contro la scalinata in fondo al corridoio, le guardie fecero
nuovamente fuoco. Una seconda selva di pallottole ci fer� nel profondo della carne,
dolorosamente, ma continuammo la nostra corsa, le lingue sempre in azione.
Qualche Spettro riusc� a fuggire attraverso la botola. Altri non ebbero la stessa
fortuna, e quando si fermarono, urlanti, gettammo i loro corpi gi� dalle scale.
Sentii che due dei miei Vacui morivano � i loro segnali erano spariti dalla mia
mente, la connessione persa. E poi il corridoio era libero.
�Ora!� gridai a Emma: in quel momento era il discorso pi� complesso che fossi in
grado di gestire.
�Ora!� ripet� lei a gran voce, voltandosi verso il gruppo. �Da questa parte!�
Guidai il mio Vacuo nel corridoio, appiccicandomi al suo collo per non essere
disarcionato. Emma mi seguiva con gli altri usando il fuoco per segnalare la strada
sotto la cortina di fumo. Ci lanciammo insieme nel corridoio, il battaglione dei
miei mostri in testa, dietro di me il mio esercito di Speciali. Le prime file erano
quelle dei pi� forti e coraggiosi: Emma, Bronwyn e Hugh, poi le ymbryne e quel
brontolone di Perplexus, che aveva insistito per portarsi appresso la sua
pesantissima Mappa dei Giorni. Da ultimi venivano i bambini pi� piccoli, i pi�
spaventati e i feriti.
Il corridoio puzzava di polvere da sparo e sangue.
�Non guardate!� grid� Bronwyn mentre iniziavamo a superare i cadaveri degli
Spettri.
Io provai a contarli: ce n�erano cinque, sei, sette, contro i due Vacui caduti.
Numeri incoraggianti, ma quanti Spettri avremmo dovuto affrontare in totale?
Quaranta, cinquanta? Temevo fossero troppi quelli da uccidere, e che fossimo troppi
anche noi, quelli da proteggere, e che una volta fuori dai sotterranei ci avrebbero
facilmente sopraffatto, circondato, e sarebbe stato il caos. Dovevo farne fuori pi�
che potevo prima di uscire all�aperto, prima che lo scontro si tramutasse in
qualcosa da cui non potevamo uscire vittoriosi.
La mia coscienza si rimise in contatto con i Vacui. Risalendo la scala a
chiocciola, il primo stava per emergere dalla botola� poi avvertii un dolore
bruciante, poi pi� nulla.
Un�imboscata, non appena il mostro si era affacciato.
Ordinai al Vacuo successivo di uscire dalla botola e raccogliere il cadavere per
usarlo come scudo. Assorb� una raffica di fuoco, facendosi largo nella stanza
mentre anche gli altri emergevano dalla botola subito dietro. Dovevo allontanare in
fretta gli Spettri, impedirgli di raggiungere gli Speciali che giacevano nei letti
di quel reparto d�ospedale. Assestammo un paio di frustate con le lingue e lo
Spettro pi� vicino a noi cadde, gli altri per� scapparono via.
Inviai i miei Vacui all�inseguimento mentre io e gli altri Speciali uscivamo dal
sotterraneo. Eravamo cos� tanti, adesso, c�erano cos� tante mani a disposizione che
sarebbe stato facile liberare i nostri fratelli dagli aghi e da tutti quei tubicini
che drenavano la loro anima. Ci dividemmo per metterci all�opera. Il folle
incatenato e il ragazzino chiuso nell�armadio per il momento erano pi� al sicuro l�
dove stavano. Saremmo tornati a prenderli in seguito.
Nel frattempo, i miei Vacui costringevano gli Spettri verso l�uscita dell�edificio;
e quelli sparavano all�impazzata per coprirsi la fuga. Li colpimmo alle caviglie
con le lingue e riuscimmo a farne inciampare un paio; andarono incontro a una fine
rapida ma terribile quando i miei mostri si avventarono su di loro. Uno Spettro si
era nascosto dietro un bancone e stava innescando una bomba. Un Vacuo lo
intercett�, poi scaravent� lui e il suo ordigno in una saletta laterale. Qualche
istante dopo il congegno esplose. Un altro Vacuo che spariva dalla mia coscienza.
Gli Spettri si erano separati, e pi� della met� di quegli esseri immondi si era
dileguata infilando le finestre o le porte di servizio. Ci stavano seminando, la
battaglia si stava spostando altrove. Avevamo ormai finito di liberare dagli aghi
gli Speciali e io avevo quasi recuperato tutti i miei Vacui, un esercito che ora
ammontava a sette elementi, pi� quello che stavo cavalcando. Ci trovavamo vicino
all�uscita, nella stanza degli strumenti dell�orrore, e potevamo scegliere. Feci la
domanda a quelli pi� vicino a me � Emma, Miss Peregrine, Enoch, Bronwyn.
�Usiamo i Vacui come copertura e corriamo verso la torre?� chiesi. Ora che i mostri
di cui dovevo tenere traccia erano diminuiti, ero di nuovo in grado di usare la mia
lingua. �Oppure andiamo avanti a combattere?�
Furono sorprendentemente tutti d�accordo. �Non possiamo fermarci ora� rispose Enoch
asciugandosi il sangue dalle mani.
�Se ci fermiamo, continueranno a darci la caccia per sempre� intervenne Bronwyn.
�No, non lo faremo!� grid� uno Spettro ferito raggomitolato sul pavimento non
lontano da noi. �Firmeremo un trattato di pace!�
�Ci abbiamo gi� provato nel 1945� replic� Miss Peregrine. �Non valeva la carta
igienica su cui era scritto. Dobbiamo continuare a combattere, ragazzi.
Un�occasione simile potrebbe non capitarci mai pi�.�
Emma sollev� una mano infiammata. �Distruggiamo questo posto fino alle fondamenta.�
* * *
Feci uscire subito i miei Vacui dall�edificio del laboratorio e li inviai nel
cortile, a rincorrere gli Spettri rimasti. Furono attaccati ancora e ne cadde un
altro, scomparendo dalla mia mente nell�attimo in cui la vita lo abbandonava.
Eccetto quello che stavo cavalcando, ormai tutti i miei Vacui si erano beccati
almeno una pallottola, eppure, nonostante le ferite, la gran parte di loro era
ancora in forze. I Vacui, lo avevo imparato a mie spese in pi� occasioni, sono
delle piccole canaglie particolarmente coriacee. Gli Spettri, sull�altro fronte,
pareva cominciassero ad avere paura, ma questo non significava che potevo
sottovalutarli. E il fatto di non sapere dove si trovassero esattamente ne
aumentava la pericolosit�.
Provai a trattenere i miei amici all�interno dell�edificio mentre spedivo i Vacui
in perlustrazione, ma gli Speciali erano furiosi e carichi, e non vedevano l�ora di
gettarsi nella mischia.
�Lasciatemi passare!� diceva Hugh, cercando di spingere via me e Emma che
bloccavamo l�uscita.
�Non � giusto che faccia tutto lui!� intervenne Olive. �Jacob, ne hai uccisi un
sacco, ma non � che io detesti gli Spettri meno di te! E comunque li odio da pi�
tempo. Quasi cento anni! Perci� andiamo!�
Era vero: quei ragazzini avevano un secolo di odio da espellere dal loro corpo, e
io mi stavo prendendo tutti i meriti. Questa battaglia era anche loro, e non
toccava a me trattenerli. �Se proprio vuoi aiutare� dissi a Olive, �ci sarebbe una
cosa che potresti fare��
Trenta secondi dopo eravamo all�aperto, nel cortile, e Horace e Hugh tenevano Olive
per la corda che le avevano assicurato in vita. Adesso era il nostro preziosissimo
occhio sospeso nel cielo, e ci gridava dall�alto informazioni che i miei Vacui non
avrebbero mai potuto reperire sul terreno.
�Ce ne sono due sulla destra, appena dietro il capanno bianco! Uno sul tetto! E
altri che corrono verso le mura!�
Non si erano sparpagliati troppo, ma per la maggior parte si trovavano gi� oltre il
cortile. Con un po� di fortuna potevamo ancora acciuffarli. Chiamai a raccolta i
sei Vacui che mi erano rimasti. Ne posizionai quattro in formazione a falange
perch� marciassero davanti al gruppo, e due in retroguardia per prevenire un
attacco alle spalle. Questo lasciava a me e ai miei amici lo spazio intermedio e la
possibilit� di affrontare gli Spettri che avessero superato la nostra mostruosa
muraglia.
Cominciammo ad avanzare verso il limitare del cortile. In groppa al mio Vacuo
personale mi sentivo come un generale che comanda le truppe in sella al suo
cavallo. Emma era sempre al mio fianco, e gli altri Speciali subito dietro: Bronwyn
raccoglieva mattoni da lanciare, Horace e Hugh tenevano la corda di Olive, Millard
stava appiccicato a Perplexus che continuava a proferire una raffica di
imprecazioni in italiano mentre si faceva scudo con la Mappa dei Giorni. In coda
alla formazione, le ymbryne fischiavano lanciando nell�aria i loro acuti di uccello
nel tentativo di richiamare qualche amico volatile alla nostra causa, ma Devil�s
Acre era una zona talmente desolata che c�erano solo degli sparuti uccelli
selvatici. Miss Peregrine aveva preso in carico l�anziana Miss Avocet e le altre
ymbryne in difficolt�. Non c�era un posto dove potevamo lasciarle, quindi ci
avrebbero accompagnato in battaglia.
Arrivammo al confine del cortile, oltre il quale c�era una pista di terreno sgombro
lunga una cinquantina di metri. In tutto quello spazio c�era un unico edificio, non
molto grande, e nient�altro tra noi e le mura esterne. Era una struttura bizzarra,
con un tetto a pagoda e porte altissime e decorate, dentro la quale vidi rifugiarsi
diversi Spettri. Secondo Olive, quasi tutti gli Spettri rimasti avevano preso
posizione all�interno di quella piccola struttura. In un modo o nell�altro dovevamo
costringerli a uscire di l�.
Nell�aria si era installata una certa calma. Non c�erano Spettri in vista. Ci
avvicinammo a un muro per avere protezione e discutere la prossima mossa.
�Perch� stanno l� dentro?� chiesi.
�Vogliono attirarci fuori, allo scoperto� disse Emma.
�Nessun problema. Mando i Vacui.�
�Ma cos� noi restiamo sguarniti.�
�Non abbiamo altra scelta, credo. Olive ha contato almeno venti Spettri che si
infilavano l� dentro. Occorre che mandi un numero di Vacui sufficiente a
sopraffarli, altrimenti li massacrano.�
Presi fiato. Verificai la tensione studiando i volti attorno a me. Inviai i Vacui
uno alla volta, facendoli scivolare sulla pista in punta di piedi, sperando che in
questo modo riuscissero a circondare l�edificio senza farsi notare.
Forse stava funzionando: l�edificio aveva tre porte di accesso, e avevo piazzato
due Vacui a ogni varco senza intravedere neanche l�ombra di uno Spettro. Le mie
creature restarono di guardia all�esterno e io mi misi in ascolto attraverso le
loro orecchie. Dentro, qualcuno parlava a voce alta ma non riuscivo a distinguere
bene le parole. Poi arriv� il fischio di un uccello e mi si gel� il sangue nelle
vene.
C�erano delle ymbryne, laggi�. Molte di pi� di quante avevamo pensato di trovarne
nella fortezza.
Ostaggi.
Ma se era cos�, perch� gli Spettri non cercavano di negoziare?
Il mio piano di partenza era buttare gi� le tre porte contemporaneamente e fare
irruzione. Ma se c�erano degli ostaggi � e soprattutto se questi ostaggi erano
ymbryne � non potevo correre il rischio di un�azione del genere.
Decisi di osare e mandare un unico Vacuo a dare un�occhiata. Solo che le finestre
erano sprangate, perci� sarebbe dovuto passare dalla porta.
Scelsi il pi� piccolo del mio contingente. Gli feci srotolare la lingua centrale, e
lui prima lecc� la maniglia, poi la afferr�.
�Ne invio uno all�interno� comunicai agli altri. �Solo uno, per dare un�occhiata.�
Lentamente il mostro fece girare la maniglia. Contai in silenzio fino a tre, poi il
Vacuo spinse il battente.
Si allung� oltre la soglia, e con l�occhio nero sbirci� all�interno.
�Sto guardando dentro.�
Tramite il suo occhio vidi una porzione della parete e una fila di gabbie
allineate. Gabbie pesanti, scure, di varie forme e dimensioni.
Il Vacuo spinse ancora la porta. Ora vedevo altre gabbie, e anche degli uccelli,
dietro le sbarre e fuori, incatenati ai trespoli.
Ma nemmeno uno Spettro.
�Cosa vedi?� mi chiese Emma.
Non c�era tempo per le spiegazioni, dovevamo agire. Ordinai a tutti i miei Vacui di
sfondare le porte in un colpo solo, e un istante dopo erano dentro.
C�erano uccelli ovunque, spaventati, urlanti.
�Uccelli!� dissi. �La stanza � piena di ymbryne!�
�Cosa?� fece Emma. �E gli Spettri dove sono?�
�Non lo so.�
I Vacui si giravano intorno annusando l�aria, perlustrando ogni nicchia e ogni
anfratto.
�Non pu� essere!� esclam� Miss Peregrine. �Tutte le ymbryne rapite sono qui con
noi.�
�E allora questi uccelli cosa sono?� dissi io.
Poi, con una voce gracchiante da pappagallo, uno di loro cant�: �Corri, coniglio,
corri! Corri, coniglio, corri!�. E allora capii: no, non erano ymbryne. Erano
pappagalli. E ticchettavano.

�A TERRA!� gridai, e ci lanciammo tutti gi�, oltre il muro del cortile, con il mio
Vacuo che indietreggiava portandomi con s�.
Feci scattare gli altri Vacui verso l�uscita, ma i pappagalli-bomba detonarono
prima che potessero varcare la soglia, dieci contemporaneamente; un boato
terribile, e l�edificio e i miei mostri non c�erano pi�. Mentre per il cortile
volavano mattoni, polvere, pezzi della casa, piovendo su di noi, sentii i segnali
dei Vacui spegnersi all�unisono, tutti eccetto uno. Spariti per sempre dalla mia
mente.
Una nuvola di fumo e piume oltrepass� il muro dietro il quale avevamo trovato
riparo. Gli Speciali e le ymbryne erano imbrattati di terra e polvere, tossivano,
si controllavano l�un l�altro alla ricerca di eventuali ferite. Io ero scioccato, o
qualcosa del genere, e i miei occhi si fissarono su una macchia gelatinosa, l� a
terra, dov�era stato proiettato un pezzo di carne Vacua ancora pulsante e
spappolata. Per un�ora la mia mente si era sforzata di trovare spazio per dodici di
loro, e adesso quella morte improvvisa generava un vuoto disorientante che mi
lasciava stordito e con una strana sensazione di perdita. Le crisi, per�, trovano
sempre una strada per incanalare i pensieri, e subito dopo io e il mio Vacuo ci
sedemmo entrambi, uniti, con la schiena dritta.
Da oltre il muro arrivava un coro di voci urlanti � un potente e crescente grido di
battaglia � e ancora oltre un rumore tumultuoso di scarponi militari in marcia.
Tutti si immobilizzarono e mi guardarono, il terrore negli occhi.
�E questo cos��?� disse Emma.
�Fammi vedere� risposi, e scesi dal mio Vacuo per affacciarmi oltre il muro.
Un�orda di Spettri caricava verso di noi sulla pista ancora invasa dal fumo. Erano
venti in formazione, correvano con le pistole e i fucili spianati, quei loro occhi
bianchi e i denti candidi che scintillavano. Erano usciti illesi dall�esplosione,
sospettavo, riparandosi in qualche rifugio sotterraneo. Ci avevano attirati in
trappola, e i pappagalli-bomba erano solo la prima portata. Ora che ci avevano
privato della nostra arma migliore, gli Spettri si lanciavano nell�assalto finale.
Ci fu un momento di panico mentre anche gli altri si sporgevano dal muro per vedere
coi loro occhi quell�orda all�attacco.
�Cosa facciamo?� chiese Horace.
�Combattiamo!� rispose Bronwyn. �Diamogli quello che si meritano!�
�No, dobbiamo scappare finch� siamo in tempo� intervenne Miss Avocet � non che
fosse facile immaginarla che scappava da qualcosa, con quella sua schiena curva e
il volto rugoso. �Non possiamo permetterci di perdere un�altra vita Speciale!�
�Mi scusi, ma stavo parlando con Jacob� disse Horace. �� stato lui, del resto, a
portarci fin qui��
D�istinto guardai in direzione di Miss Peregrine, che per me era l�autorit� delle
autorit�, senza possibilit� di appello. �S� concluse lei, �credo che sia Mr Portman
a dover prendere la decisione. Alla svelta, per�, altrimenti quegli Spettri la
prenderanno al posto tuo.�
Stavo quasi per protestare, in fondo i miei Vacui erano tutti morti tranne uno; ma
immagino fosse il modo di Miss Peregrine per dire che si fidava di me, con o senza
le mie creature. E comunque, il da farsi sembrava ovvio. In un secolo intero gli
Speciali non erano mai stati cos� vicini a liberarsi per sempre della minaccia
degli Spettri, e se fossimo fuggiti ora sapevo che quell�opportunit� avrebbe anche
potuto non ripresentarsi mai pi�. Le espressioni sul volto dei miei amici erano
intimorite ma determinate � erano pronti, pensai, a rischiare la vita per sradicare
quella piaga dalle loro esistenze.
�Battiamoci� dissi. �Siamo andati troppo oltre per tirarci indietro.�
Se tra noi c�era qualcuno che avrebbe preferito la fuga, decise di tacere. Perfino
le ymbryne, che avevano giurato di vegliare su di noi, non sollevarono obiezioni.
Conoscevano il destino al quale saremmo andati incontro se ci avessero catturati.
�Al tuo segnale� disse Emma.
Allungai il collo per guardare oltre il muro. Gli Spettri si avvicinavano in
fretta, saranno stati a una quarantina di metri da noi, non di pi�. Ma io volevo
che si avvicinassero ancora � quanto bastava perch� riuscissimo facilmente a
strappargli di mano le armi.
Cominciarono a risuonare gli spari. E un grido straziante ci giunse dall�alto.
�Olive!� grid� Emma. �Stanno mirando a Olive!�
Avevamo lasciato quella povera ragazza appesa lass�. Gli Spettri le sparavano come
cecchini e lei urlava, dimenava le gambe, le braccia, una strana stella marina
impazzita. Non c�era tempo per tirarla gi�, ma non potevamo nemmeno lasciarla l� a
fare da bersaglio.
�Diamogli qualcosa di meglio a cui sparare� dissi. �Pronti?�
La reazione fu sonora e affermativa. Mi arrampicai sulla schiena del Vacuo che si
era chinato per farmi salire. �ANDIAMO!� gridai.
Il Vacuo balz� in piedi e per poco non mi disarcion�, poi si scagli� in avanti come
un cavallo da corsa al segnale dello starter. Schizzammo fuori da dietro il muro,
io e il Vacuo in testa alla carica, i miei amici e le ymbryne alle nostre spalle.
Cacciai un potente grido di battaglia, non tanto per spaventare gli Spettri ma per
dissipare la paura che mi attanagliava. I miei amici fecero lo stesso. Gli Spettri
si bloccarono, e per un momento sembrarono incapaci di decidere se continuare
l�attacco o fermarsi per scaricare su di noi i loro fucili. Questo permise a me e
al mio Vacuo di coprire la gran parte della distanza che ci separava.
Ma la loro decisione non tard� ad arrivare. Gli Spettri si posizionarono,
spianarono le armi contro di noi come un plotone di esecuzione e fecero partire una
raffica di pallottole. I proiettili bucavano l�aria intorno a me, si conficcavano a
terra, accendevano i miei recettori del dolore quando colpivano il Vacuo. Pregavo
che non lo centrassero in un punto vitale e mi tenevo basso per farmi scudo con il
suo corpo, spingendolo a continuare la corsa, pi� in fretta, e a usare le lingue
come gambe supplementari per aumentare la velocit�.
Coprimmo la distanza in pochi secondi, i miei amici sempre dietro di noi. Di colpo
ci trovammo in mezzo agli Spettri, impegnati in una battaglia corpo a corpo, e il
vantaggio era tutto nostro. Mentre io li disarmavo, gli altri mettevano a frutto i
loro talenti Speciali. Emma faceva volteggiare le braccia come fossero bastoni
infuocati, dividendo il fronte degli avversari. Bronwyn lanciava i mattoni che
aveva accumulato, poi colpiva a mani nude gli Spettri. L�ape solitaria di Hugh si
era appena fatta delle amiche, e mentre lui li incitava ad attaccare (�Puntate agli
occhi, compagne!�) gli insetti vorticavano in aria scaraventandosi in picchiata
contro i nostri nemici. Lo stesso facevano le ymbryne, che si erano trasformate in
uccelli dopo l�inizio della sparatoria. Miss Peregrine era la pi� temibile, con il
suo becco enorme e gli artigli che mettevano in fuga gli Spettri; ma anche la
minuta e colorata Miss Bunting si dava da fare, perch� strapp� i capelli a uno
Spettro e lo colp� in testa con forza sufficiente da fargli sbagliare la mira � il
che permise a Claire di balzare su di lui e mordergli la spalla con i denti aguzzi
della grossa bocca supplementare che aveva sulla nuca. Enoch diede il suo
contributo, tirando fuori da sotto la maglia tre omini di argilla con due forchette
al posto delle gambe e due coltelli al posto delle braccia, che mand� poi
all�attacco delle caviglie degli Spettri. In tutto questo, Olive ci gridava
avvertimenti dall�alto della sua postazione: �Dietro di te, Emma! Sta recuperando
la pistola, Hugh!�.
Malgrado le nostre astuzie Speciali, per�, eravamo in inferiorit� numerica, e gli
Spettri si battevano come se ne andasse della loro stessa vita � il che, a dirla
tutta, non era poi lontano dalla verit�.
Qualcosa di duro mi si abbatt� sulla testa � il calcio di una pistola � e per un
attimo rimasi mezzo svenuto sul dorso del Vacuo, col mondo che girava intorno a me.
Catturarono Miss Bunting e la gettarono a terra. Era il caos, un caos terrificante
e sanguinoso, e gli Spettri stavano per prendere il sopravvento, obbligandoci a
retrocedere.
Poi sentii un ruggito familiare alle mie spalle. Ritrovai l�equilibrio, e quando mi
voltai vidi Bentham lanciato al galoppo in sella al suo scimmiorso. Erano entrambi
bagnati fradici perch� erano arrivati attraverso il Panellopticon, e perci� avevano
percorso lo stesso tragitto che avevamo fatto io e Emma.
�Salve, ragazzo!� mi salut� cavalcando fino a fermarsi accanto a me. �Ti serve
assistenza?�
Prima che potessi parlare, il mio Vacuo fu colpito di nuovo. La pallottola gli
trapass� il collo di lato e mi sfior� la coscia, tracciando una linea rossa di
sangue sui miei pantaloni malconci.
�S�, per favore!� gridai in risposta.
�PT, hai sentito il ragazzo?� disse Bentham. �UCCIDI!�
L�orso si lanci� nella mischia, agitando le poderose zampe e mandando al tappeto
gli Spettri come fossero birilli. Uno di loro si rialz� e gli spar� a bruciapelo al
torace con una rivoltella minuscola. L�orso sembr� soltanto infastidito, poi
afferr� lo Spettro e lo scaravent� via. In breve, con il mio Vacuo e PT che
lavoravano in coppia, riportammo gli Spettri in formazione di difesa. Quando ne
eliminammo a sufficienza perch� fosse chiaro che ora i numeri si erano ribaltati e
le loro file ammontavano a non pi� di dieci uomini, mollarono e si diedero alla
fuga.
�Non fateli scappare!� grid� Emma.
Ci lanciammo all�inseguimento, chi a piedi, chi volando, chi a dorso del Vacuo o
dello scimmiorso. Li rincorremmo tra le macerie della casa dei pappagalli, lungo la
pista disseminata dai roditori catapultati l� dai ribelli di Sharon, verso una
cancellata ad arco inserita nell�incombente cinta muraria esterna.
Miss Peregrine cacci� un grido da sopra le nostre teste e si tuff� in picchiata sui
fuggiaschi. Ne sollev� uno per la collottola, ma quest�azione, e i reiterati
attacchi delle api di Hugh, non fecero che velocizzare la fuga dei nove rimasti.
Avevano aumentato il passo e il mio Vacuo iniziava a rallentare, e intanto
continuava a perdere del liquido nero da una decina di ferite diverse.
Gli Spettri correvano a perdifiato mentre la saracinesca di ferro dell�entrata
cominciava a sollevarsi.
�Fermateli!� gridai, sperando che oltre il cancello Sharon e la sua folla di
ribelli potessero sentirmi.
Poi mi ricordai: il ponte! C�era ancora un Vacuo a mia disposizione, quello
accucciato sotto il ponte. Dovevo mettermi in contatto con lui, e forse sarei
riuscito a bloccare la fuga degli Spettri.
E invece no. Ormai erano oltre il portale e correvano a perdifiato, e io ero
maledettamente indietro. Quando uscimmo anche noi, il Vacuo del ponte ne aveva gi�
prelevati cinque e li aveva depositati in Smoking Street, dove si aggirava solo uno
sparuto gruppetto di tossici � troppo pochi per opporre resistenza. Gli altri
quattro Spettri erano rimasti bloccati all�interruzione del ponte, in attesa di
essere trasportati anche loro dall�altra parte.
Quando io e il mio Vacuo iniziammo a risalirlo, sentii che la bestia l� sotto
entrava in connessione con me. Adesso stava prelevando tre dei quattro Spettri
rimasti.
Stop, dissi forte nella lingua dei Vacui.
O almeno credevo di aver detto cos�, anche se forse qualcosa non aveva funzionato
nella traduzione, e forse quello Stop, nel loro strano idioma, era suonato come
Stop nel senso di �mollali�, perch� invece di bloccarsi a mezz�aria e poi riportare
dal nostro lato i tre Spettri scalcianti e terrorizzati, il Vacuo semplicemente li
lasci� andare. (Questa s� che era una stranezza!)
Tutti noi Speciali da un lato e i tossici dall�altro ci sporgemmo sull�orlo del
baratro a guardarli precipitare, mentre loro ululavano e si agitavano per tutta la
durata della caduta in quella nebbiolina verde e solforosa a banchi, finch� � plop!
� si infilarono nell�acqua schiumosa del fiume e scomparvero.
Su entrambe le rive esplose l�allegria e una voce gracchiante e familiare disse:
�Gli sta bene. Tanto non lasciavano mai uno straccio di mancia!�.
Era una delle due teste di ponte ancora infilzate sulle picche. �La mamma non ve
l�ha detto che non si fa il bagno dopo mangiato?� comment� l�altra. �BISOGNA
ASPETTARE MINIMO VENTI MINUTI!�
L�ultimo Spettro rimasto dal nostro lato gett� le armi e alz� le mani, gli altri
cinque invece stavano gi� svanendo di corsa in una nuvola di cenere sollevata dal
vento.
Restammo l� a guardarli mentre si allontanavano. Al momento, non potevamo fare
niente per acciuffarli.
�Ma che iella� esclam� Bentham. �Saranno anche pochi, ma potranno sempre gettare
scompiglio per anni a venire.�
�Sono d�accordo, fratello, anche se onestamente credevo che non te ne importasse un
fico secco di noialtri.� Ci voltammo e vedemmo che Miss Peregrine si avvicinava, di
nuovo nelle sue sembianze umane, uno scialle avvolto con semplicit� attorno alle
spalle. Teneva gli occhi fissi su Bentham, l�espressione dura e ostile.
�Ciao, Alma! Che bello vederti!� la accolse lui con allegria ostentata. �Ti sbagli,
invece m�importa un�� Si schiar� la voce, imbarazzato. �Insomma, se non siete pi�
rinchiusi in una cella lo dovete a me! Forza, ragazzi, raccontatele tutto!�
�Mr Bentham ci ha aiutato molto� ammisi io, anche se non avevo nessuna intenzione
di mettermi in mezzo in una disputa tra fratello e sorella.
�In questo caso, ti ringrazio per quello che hai fatto� riprese gelida Miss
Peregrine. �Mi accerter� che il Concilio delle ymbryne venga informato del ruolo
che hai svolto. Forse giudicheranno opportuno alleviare la tua condanna.�
�Condanna?� sbott� Emma rivolgendo uno sguardo tagliente a Bentham. �Quale
condanna?�
Le labbra di Bentham si contrassero. �Esilio. Non penserete mica che avrei vissuto
in quel postaccio se fossi stato ben accetto altrove, no? Sono stato costretto,
accusato ingiustamente di��
�Collaborazionismo� complet� la frase Miss Peregrine. �Collusione con il nemico. Un
tradimento dopo l�altro.�
�Stavo facendo il doppio gioco, Alma, spremevo i nostri fratelli per avere
informazioni. Te l�ho gi� spiegato!� Bentham piagnucolava, le mani aperte come un
postulante. �Sai che ho tutte le ragioni del mondo per odiare Jack!�
Miss Peregrine sollev� una mano per fermarlo. Aveva gi� sentito questa storia e non
intendeva ascoltarla di nuovo. �Quando ha tradito tuo nonno� disse rivolta a me, ��
stata l�ultima goccia.�
�Quello � stato un incidente!� si affrett� a dire Bentham, e fece un passo indietro
come se si fosse offeso.
�Allora che ne � stato della souly che hai prelevato da lui?� lo incalz� Miss
Peregrine.
�� stata iniettata ai soggetti dell�esperimento!�
Miss Peregrine scosse il capo. �Abbiamo sottoposto il tuo esperimento a un processo
di ingegneria inversa. Ai soggetti veniva data la souly di animali da fattoria, il
che pu� significare una cosa soltanto: che hai tenuto per te quella di Abe!�
�� un�accusa assurda!� grid� lui. �� questo che hai detto al Concilio? � per questa
ragione che mi hanno condannato a marcire qui?� Non ero in grado di stabilire se
fosse autenticamente sorpreso o se stesse solo fingendo. �Sapevo che ti sentivi
minacciata dalla mia intelligenza e dalle mie doti superiori di leader. Ma che ti
abbassassi a pronunciare menzogne del genere per tenermi lontano� Sai quanti anni
ho passato a lottare per eliminare la piaga dell�ambrosia? Cos�accidenti avrei
potuto farmene della souly di quel pover�uomo?�
�La stessa cosa che l�altro nostro fratello vuole fare grazie al giovane Portman�
rispose Miss Peregrine.
�Non mi degner� nemmeno di rispondere a una simile illazione. Spero solo che la
nebbia del pregiudizio si dissipi e che tu possa guardare in faccia la verit�: io
sto dalla tua parte, Alma, lo sono sempre stato.�
�Tu stai da qualunque parte ti convenga al momento.�
Bentham sospir� e rivolse uno sguardo avvilito a Emma e a me. �Addio, ragazzi. �
stato un enorme piacere conoscervi. Ora devo tornare a casa, salvarvi la vita ha
messo a dura prova il corpo di questo povero vecchio. Spero tuttavia che un giorno,
quando la vostra direttrice avr� ritrovato il senno, ci si possa incontrare di
nuovo.�
Si port� una mano al cappello, poi inizi� ad allontanarsi insieme all�orso,
fendendo il gruppetto di Speciali, in direzione della torre.
�Che commediante� mormorai, anche se un po� mi dispiaceva per lui.
�Ymbryne!� grid� Miss Peregrine. �Tenetelo d�occhio!�
�Davvero ha rubato l�anima di Abe?� chiese Emma.
�In assenza di prove non possiamo esserne certi� rispose Miss Peregrine. �Ma gli
altri crimini che ha commesso bastano e avanzano per un esilio a vita.� Lo
osservava andar via, e lentamente la sua espressione severa si sciolse. �I miei
fratelli mi hanno dato una gran bella lezione. Le persone che ami sono sempre
quelle che ti fanno pi� male.�
* * *
Il vento cambi� direzione, sospingendo verso di noi la nube di cenere che aveva
facilitato la fuga degli Spettri. Arriv� in fretta, cogliendoci impreparati, l�aria
intorno che ululava e pungeva la pelle, la luce sempre pi� debole. Ci fu un deciso
frullare d�ali quando le ymbryne mutarono forma e si sollevarono in volo sopra la
tempesta. Il mio Vacuo si inginocchi�, chin� la testa e us� le tre lingue per
proteggersi il muso. Era abituato alle tempeste di cenere, ma i nostri amici no.
Sentivo il loro panico mentre il buio si allargava.
�Restate dove siete!� gridai. �Finir� presto!�
�Mettetevi la maglia sul naso e respirate cos�!� aggiunse Emma.
Quando la tempesta inizi� a placarsi, udii un rumore dall�altra parte del ponte e
mi si drizzarono i peli sulla nuca. Tre voci baritonali che cantavano in coro, le
parole cadenzate da botti e lamenti.
�Udite udite: i martelli che picchiano��
Sbam!
�Udite udite: i chiodi si conficcano!�
�Ahia! Le gambe!�
�Costruire la forca � un vero spasso��
�Lasciatemi andare, lasciatemi andare!�
�� la fine giusta per il gradasso!�
�Vi prego, basta! Mi arrendo!�
Poi, quando la cenere si dirad�, apparvero Sharon e i suoi tre grossi cugini, e
ognuno di loro si trascinava appresso uno Spettro piuttosto male in arnese. �Salve,
gente!� ci salut� Sharon. �Non � che avete perso qualcosa?�
I nostri amici si pulirono la cenere dagli occhi, e vedendo cos�erano riusciti a
fare esplosero in grida di giubilo.
�Sharon, sei un grande!� esclam� Emma.
Tutt�intorno a noi atterravano le ymbryne e riprendevano sembianza umana. Mentre
loro scivolavano rapide nei vestiti che avevano lasciato a terra, noi tenemmo per
rispetto gli occhi fissi sui prigionieri.
All�improvviso, uno degli Spettri si liber� dalla stretta del suo carceriere e
fugg�. Invece di lanciarsi all�inseguimento, l�operaio pesc� un piccolo martello
dalla cintura degli attrezzi che portava alla vita, si mise in posizione e lo
scagli�. L�arnese vol� dritto dritto verso la testa dello Spettro, ma quello che
sarebbe stato un colpo da maestro fin� in un nulla di fatto perch� il bersaglio si
chin� e sfrecci� via verso il caos di macerie sul ciglio della strada. Era sul
punto di sparire tra due catapecchie quando la strada si spacc�, sputando fuori
un�infuocata lingua gialla che lo inghiott�.
Uno spettacolo rivoltante, eppure esultammo tutti.
�Ma guardate!� esclam� Sharon. �� la terra stessa che vuole sbarazzarsene!�
�Fantastico� dissi io. �Ma Caul dov��?�
�Giusto� mi fece eco Emma. �Se non catturiamo lui sar� tutto inutile. Dico bene,
Miss P?�
Mi guardai intorno, ma non la vidi. Emma mi imit�.
�Miss Peregrine?� disse la mia amica, una nota di panico a incrinarle la voce.
Feci alzare il mio Vacuo per avere una visuale migliore. �Qualcuno ha visto Miss
Peregrine?� gridai. Adesso si guardavano intorno tutti, gli occhi fissi sul cielo
nel caso fosse in volo, o verso terra nel caso fosse scesa restando ancora un
uccello.
E poi, dietro di noi, una voce tutta contenta interruppe i nostri mormorii.
�Non vi scomodate a cercare, ragazzi!� Per un istante non riuscii a capire bene da
dove veniva. Parl� ancora: �Fate come vi dico e nessuno le torcer� un capello!�.
A quel punto vidi comparire una sagoma familiare da dietro i rami ricoperti di
cenere di un albero basso, appena oltre l�ingresso della fortezza degli Spettri.
Caul. Sottile come un ramoscello, disarmato e senza guardie a proteggerlo. Il volto
era pallido e contorto in un ghigno innaturale, gli occhi nascosti da un paio di
occhiali scuri molto grossi che lo facevano sembrare un insetto. Era avvolto in un
mantello, una specie di cappa chiusa da un�elaborata catena d�oro, e portava al
collo un vaporoso foulard di seta. Aveva un�aria stralunata, come lo scienziato
pazzo di un racconto gotico che ha condotto troppi esperimenti su se stesso. E fu
proprio quella sua palese follia, credo � e il fatto che tutti conoscevamo la sua
essenza malvagia � a impedirci di scattare contro di lui per farlo a pezzi. Un uomo
come Caul non era mai indifeso come sembrava.
�Dov�� Miss Peregrine?� gridai, innescando un coro di domande simili tra le ymbryne
e gli Speciali alle mie spalle.
�Dove merita di stare� rispose Caul. �Con la sua famiglia.�
L�ultima nube di cenere sfum� al di sopra del complesso fortificato dietro di lui,
e noi vedemmo Bentham e Miss Peregrine, lei in forma umana, imprigionata tra le
zampe dell�orso. Nei suoi occhi baluginava la rabbia, consapevole com�era che non
fosse il caso di mettersi a lottare contro uno scimmiorso irascibile dotato di
artigli affilati.
Sembravamo chiusi in un incubo che eravamo condannati a sognare ancora e ancora:
Miss Peregrine rapita, stavolta da Bentham. Lui era in piedi appena dietro il suo
animale, gli occhi rivolti a terra, come se si vergognasse di incrociare il nostro
sguardo.
Tra gli Speciali e le ymbryne era tutto uno strepitare; eravamo sconvolti e pi� di
ogni altra cosa furiosi.
�Bentham� urlai io. �Lasciala andare!�
�Sei un bastardo traditore!� rincar� la dose Emma.
Lui alz� la testa per guardarci. �Nemmeno dieci minuti fa� disse ad alta voce, il
tono solenne, �avevate garantita la mia lealt�. Avrei potuto tradirvi e consegnarvi
a mio fratello, ma non l�ho fatto.� Si volt� verso Miss Peregrine, gli occhi
stretti come due fessure. �Avevo scelto te, Alma, perch� credevo � ingenuamente,
ormai � chiaro � che se avessi aiutato te e i tuoi protetti avresti capito quanto
ingiusto era stato il tuo giudizio nei miei confronti, e avresti infine dimenticato
le divergenze di un tempo, emancipandoti dal passato.�

�Sarai mandato nella Landa crudele, per questo!� grid� in risposta Miss Peregrine.
�Non ho pi� paura del tuo piccolo, patetico Concilio!� la aggred� lui. �Non potete
pi� schiacciarmi!� Pest� il bastone a terra. �PT, museruola!�
L�orso stamp� una zampa sulla bocca di Miss Peregrine.
Caul fece un passo verso il fratello e la sorella, le braccia che si allargavano, e
il sorriso di conseguenza. �Benny ha scelto di combattere per se stesso, e io, per
una volta, mi congratulo con lui! Non c�� niente di pi� bello di ritrovarsi in
famiglia!�
E poi all�improvviso Bentham fu scaraventato all�indietro da una forza invisibile
mentre all�altezza della sua gola si materializzava un coltello. �Ordina al tuo
orso di liberare Miss Peregrine!� grid� una voce che conoscevo.
�Millard!� disse qualcuno nel mormorio che si era propagato nel nostro gruppetto.
Era Millard, senza vestiti addosso e perci� invisibile. Bentham aveva
un�espressione sgomenta, quella di Caul invece era solo seccata. Estrasse da una
profonda tasca del mantello una pistola di foggia antica e la punt� alla testa del
fratello. �Lasciala andare e ti ammazzo io, fratellino.�
�Avevamo un accordo!� protest� Bentham.
�Se cedi alle richieste di un ragazzino nudo, armato di un coltellino, il nostro
accordo va a farsi friggere.� Caul arm� il revolver, glielo premette contro la
tempia, poi si rivolse a Millard. �Costringimi a uccidere mio fratello, e la tua
ymbryne � spacciata.�
Il nostro amico esit� un istante, poi lasci� cadere il coltello e si mise a
correre. Caul fece per acciuffarlo, lo manc�, e i passi di Millard si allontanarono
lasciando una scia di orme.
Bentham ritrov� il controllo e si sistem� la camicia. Caul invece aveva perso il
buonumore.
�Adesso ascoltatemi!� ringhi�, tenendo sotto tiro Miss Peregrine. �Voi, dall�altra
parte del ponte. Liberate le guardie!�
Quelli non avevano altra scelta se non accettare. Cos�, Sharon e i suoi cugini
lasciarono andare gli Spettri e fecero un passo indietro. Lo Spettro che era
rimasto dalla nostra parte del ponte si chin� e raccolse da terra l�arma. Nel giro
di pochi secondi l�equilibrio delle forze in campo si era ribaltato, e adesso
c�erano quattro pistole puntate contro di noi e contro Miss Peregrine. Caul aveva
campo libero.
�Ragazzo!� disse, indicando me. �Spingi gi� quel Vacuo!� La sua voce stridula era
come un ago nei timpani.
Guidai la creatura fino al bordo del crepaccio.
�Ora fallo saltare!�
A quanto pareva non avevo alternative. Era un terribile spreco, ma forse non cos�
grave: il Vacuo soffriva molto, dalle ferite usciva un sangue scuro che gli colava
fino alle zampe. Non sarebbe comunque sopravvissuto.
Sciolsi la lingua arrotolata all�altezza della vita, scesi dalla groppa e misi
piede a terra. Avevo ritrovato forze sufficienti per reggermi sulle gambe da solo,
invece le energie del Vacuo svanirono in fretta. Non appena smontai dalla sua
schiena emise un muggito impercettibile, ritrasse nelle fauci le tre lingue e cadde
in ginocchio, offrendosi volontariamente al sacrificio.
�Grazie, chiunque tu sia� dissi. �Sono sicuro che se mai diventerai uno Spettro,
non sarai uno Spettro troppo cattivo.�
Gli posai un piede sulla schiena e spinsi. Lui rotol� in avanti e spar� in silenzio
in quel vuoto nebuloso. Dopo qualche istante, sentii la sua coscienza diradarsi e
infine svanire dalla mia mente.
Il Vacuo del ponte trasport� gli Spettri dalla nostra parte, e io non potevo fare
niente senza mettere a rischio la vita di Miss Peregrine. Olive venne tirata gi�.
Le guardie si posizionarono per scortarci come un gregge compatto, facilmente
manovrabile. Poi Caul grid� il mio nome, e uno dei suoi sgherri mi raggiunse e mi
trascin� fuori dal gruppo.
�L�unico che mi serve vivo � lui� comunic� alle guardie. �Se dovete sparare, mirate
alle ginocchia. Per quanto riguarda gli altri�� Sollev� la pistola sul gruppetto e
fece fuoco; ci furono delle grida, mentre cercavano di ripararsi in qualche modo.
�Con loro potete sparare dove preferite!�
Scoppi� a ridere e fece volteggiare le braccia in una posa da ballerina. Stavo per
lanciarmi contro di lui, pronto a strappargli gli occhi dalle orbite a mani nude
senza pensare alle conseguenze, quando un revolver con la canna lunghissima si
materializz� al centro del mio campo visivo.
�Non farlo� grugn� il mio carceriere, uno Spettro con due spalle enormi e una testa
calva e scintillante.
Caul spar� in aria una volta e pretese con un grido il silenzio: le voci si
spensero, tranne i lamenti di chi era stato colpito.
�Non disperate, gente, ho un�offerta per voi!� disse poi rivolto al gruppo. �Oggi �
una giornata storica. Mio fratello e io stiamo per giungere al culmine di una vita
intera fatta di invenzioni e battaglie, incoronandoci re gemelli del mondo
Speciale. Ma cosa sarebbe un�incoronazione senza testimoni? Perci� vi porteremo con
noi. Badate di comportarvi come si deve, assisterete a qualcosa che nessuno vede
pi� da un migliaio di anni: la presa e l�espropriazione della Biblioteca delle
Anime!�
�Devi promettermi una cosa, o non avrai il mio aiuto� ribattei io. Non che avessi
un grosso potere di negoziazione, ma lui era convinto di aver bisogno di me, e
questo era gi� qualcosa. �Una volta ottenuto quello che volete, lascerete andare
Miss Peregrine.�
�Temo non sar� possibile� mi rispose lui, �tuttavia la lascer� vivere. Governare
sar� molto pi� divertente, con la mia sorellina tra i sudditi. Ti blocco le ali, e
ti tengo come mia schiava. La mia schiava personale. Che te ne pare, Alma?�
Lei prov� a rispondere, ma le sue parole si persero sotto la zampa carnosa
dell�orso che le schiacciava la bocca.
Caul si port� una mano a coppa all�orecchio e scoppi� a ridere. �Come? Non ti
sento!� Infine si volt� e si avvi� verso la torre.
�Forza!� gridarono le guardie, e in pochi secondi ci ritrovammo tutti incolonnati
dietro di lui.

9.

Ci condussero verso la torre biancheggiante a passo fin troppo deciso, con gli
Spettri che spronavano chi rimaneva indietro a forza di spinte e calci. Io, senza
il mio Vacuo, non potevo che zoppicare e trascinarmi: avevo delle brutte ferite da
morso al torace e l�effetto anestetizzante della polvere cominciava a svanire. Mi
costrinsi lo stesso a continuare, il cervello che lavorava freneticamente vagliando
le possibili vie di fuga per salvarci la pelle, una pi� improbabile dell�altra.
Senza i miei Vacui, tutti i nostri poteri di Speciali erano niente, di fronte agli
Spettri e al loro arsenale.
Superammo arrancando le macerie della casa dov�erano morte le mie creature, i
mattoni sporchi del sangue dei pappagalli e degli Spettri. Attraversammo il cortile
circondato dalle mura a passo di marcia ed entrammo nella torre, quindi salimmo e
salimmo ancora lungo un infinito corridoio a spirale sul quale si affacciava una
serie di porte nere, tutte identiche. Caul sfilava in testa al corteo come un
capobanda impazzito, camminando con le ginocchia alte e facendo oscillare le
braccia a ritmo per poi scagliarci addosso subito dopo una sequela di insulti e
oscenit�. Dietro di lui, l�orso avanzava sorreggendo Bentham con un braccio; Miss
Peregrine se l�era gettata sulla spalla come uno straccio vecchio.
Lei continuava a supplicare i fratelli perch� ripensassero a quello che stavano
facendo.
�Non ve le ricordate le vecchie storie di Abaton? La misera fine toccata in sorte a
tutti gli Speciali che hanno profanato la Biblioteca delle Anime? Il potere di
Abaton � un potere maledetto!�
�Non sono pi� un bambino, Alma, le vecchie leggende delle ymbryne ormai non mi
spaventano� la sbeffeggiava Caul. �E ora tieni a freno la lingua. Sempre che tu
voglia conservarla intera!�
Presto Miss Peregrine abbandon� i tentativi di convincerli. Rimase a guardare noi,
in silenzio, dalla spalla dell�orso, e il suo volto trasmetteva forza ed energia.
Non abbiate paura, sembrava volerci comunicare a distanza. Ce la faremo anche
stavolta.
Io temevo che non tutti ce l�avremmo fatta prima di arrivare in cima alla torre. Mi
guardavo intorno per cercare di capire chi di noi fosse stato colpito. In mezzo al
gruppetto compatto alle mie spalle, Bronwyn portava a braccia qualcuno che
zoppicava � Miss Avocet, credo �, poi all�improvviso una vigorosa manata si abbatt�
sulla mia testa.
�Guarda avanti o ti faccio saltare una rotula� ringhi� la mia guardia.
Finalmente arrivammo in cima, di fronte all�ultimissima delle porte che si aprivano
sul corridoio. Oltre la curva della parete si perdeva la luce del giorno. Sopra di
noi c�era una specie di piattaforma aperta, un elemento che registrai nel caso
potesse tornarmi utile.
Caul si ferm� raggiante davanti alla porta. �Perplexus!� chiam�. �Signor Anomalous.
S�, proprio tu, l� in fondo! Dato che devo questa scoperta, almeno in parte, alle
tue spedizioni e al duro lavoro che hai portato a termine � diamo a Cesare quel che
� di Cesare! �, credo spetti a te l�onore di aprire questa porta!�
�Su, forza, non abbiamo tempo per le cerimonie� intervenne Bentham. �Abbiamo
lasciato il tuo campo base sguarnito��
�Non fare lo sciocchino� lo redargu� Caul. �Ci vorr� un attimo.�
Una delle guardie trascin� Perplexus fuori dal gruppo e lo spinse in malo modo
verso la porta. Dall�ultima volta che lo avevo guardato in faccia la barba e i
capelli erano diventati color avorio, la schiena si era fatta curva e rughe
profonde gli solcavano il viso. Aveva trascorso troppo tempo lontano dal suo
anello, e adesso il tempo veniva a riprenderselo. Perplexus allung� un braccio per
aprire la porta, e all�improvviso fu scosso da un accesso di tosse. Una volta
ritrovato il ritmo del respiro, si piazz� di fronte a Caul, si riemp� i polmoni con
una grossa boccata d�aria e gli sput� un grosso bolo di catarro luccicante sul
mantello.
�Sei un maiale ignorante!� gli grid� in faccia.
Caul sollev� la pistola, mir� alla testa e premette il grilletto. Ci furono delle
grida � �Jack, non farlo!� url� Bentham � e Perplexus sollev� le mani e si volt� di
scatto, ma l�unico rumore prodotto dalla pistola fu un secco clic.
Caul apr� il tamburo e controll� la camera di caricamento, poi si strinse nelle
spalle. �� un aggeggio antiquato, proprio come te� disse a Perplexus. Si ripul� il
mantello con la canna dell�arma. �Immagino che il destino sia intervenuto in tua
difesa. Poco male: preferisco vederti trasformato in una manciata di polvere che
guardarti morire dissanguato.�
Con un cenno ordin� alle guardie di portarlo via. Borbottando insulti in italiano,
il vecchio venne nuovamente trascinato a forza in mezzo a noi.
Caul si volt� verso la porta. �Oh, al diavolo� disse come tra s�, e fece scattare
la serratura. �Forza, tutti dentro!�
All�interno c�era la solita stanza a noi familiare, con le pareti di cemento
grigio, solo che stavolta al posto della parete in fondo si estendeva un lungo
corridoio buio. Le guardie ci costrinsero ad avanzare. I muri, da lisci che erano
si facevano sempre pi� ruvidi e irregolari, poi si distanziarono aprendosi su uno
spazio primordiale illuminato a giorno. L�ambiente era tutto roccia e argilla, e
l�avrei definito una caverna se non fosse stato per l�entrata e le due finestrelle,
tutte e tre di forma vagamente rettangolare. Qualcuno le aveva scavate nella
pietra, e aveva ugualmente modellato il resto dell�ambiente lavorando la roccia
friabile con un qualche utensile.
Ci portarono fuori. La giornata era afosa, torrida; la vista mozzafiato. Ci
trovavamo molto in alto in un paesaggio verosimilmente alieno: dappertutto, intorno
a noi, torreggianti da un lato e sprofondate in vallate dall�altro, c�erano gobbe e
guglie di una strana pietra vermiglia, tutte scavate per ricavare porte e finestre
abbozzate, come in un alveare. Un vento perenne soffiava tra le aperture,
producendo un lamento quasi umano che sembrava provenire dalla terra stessa.
Nonostante il sole fosse tutt�altro che prossimo al tramonto, il cielo era un
immenso bagliore color arancio, come se appena oltre l�orizzonte si preparasse la
fine del mondo. A dispetto dei palesi segnali di civilizzazione, l�unica presenza
visibile era la nostra. In me prese corpo una sensazione ingombrante, come di
essere osservato, quasi che stessimo per oltrepassare un confine che non ci era
concesso superare.
Bentham scese dall�orso e si tolse il cappello, vinto dallo stupore e dalla
meraviglia. �Quindi � questo, il posto� disse, lo sguardo perso tra le colline.
Caul gli mise un braccio sulle spalle in un atteggiamento da fratello maggiore. �Ti
avevo detto che questo giorno sarebbe arrivato. Certo che ne abbiamo passate per
arrivare fin qui, eh?�
�Oh, eccome� concord� lui.
�Ma tutto � bene ci� che finisce bene, dico io, perch� ora potr� farcela.� Caul si
volt� a guardarci. �Amici! Ymbryne! Tutti voi Speciali!� Lasci� che l�eco della sua
voce rimbalzasse tra quegli strani canyon lamentosi. �Questo giorno passer� alla
storia! Benvenuti ad Abaton!�
Si interruppe, in attesa di un applauso che non arriv�.
�Vi trovate di fronte all�antica citt� che un tempo difendeva la Biblioteca delle
Anime. Nessuno l�ha vista da quattrocento anni a questa parte, da mille e pi�
nessuno l�ha mai conquistata� finch� io, io l�ho ritrovata! Adesso. E voi mi siete
testimoni��
Si zitt�, quindi chin� il capo per un istante, poi scoppi� a ridere. �Ma perch�
spreco il fiato? Voi zoticoni non sarete mai in grado di apprezzare l�importanza
della mia conquista. Guardatevi: sembrate delle scimmie in visita alla Cappella
Sistina!� Diede un colpetto sul braccio del fratello. �Forza, Bentham. Andiamo a
prendere ci� che � nostro.�
�� anche nostro!� intervenne una voce alle mie spalle. Una delle guardie. �Non vi
dimenticherete di noi, dico bene, signore?�

�Oh, certo che no� rispose Caul, cercando invano di sfoggiare un sorriso, incapace
di dissimulare l�irritazione per essere stato interrotto di fronte a tutti. �La
vostra lealt� verr� ripagata, dieci volte tanto.�
Si volt� verso Bentham, poi insieme presero a scendere lungo un sentiero. Le
guardie, a forza di spinte, ci obbligarono a seguirli.
* * *
Il sentiero cotto dal sole si divideva pi� e pi� volte in bracci e stradine che
risalivano o scendevano per i vari cucuzzoli. Seguendo un percorso che senza dubbio
gli era stato rivelato, sotto costrizione, da Perplexus, e che doveva aver gi�
verificato pi� volte negli ultimi giorni, Caul ci condusse con sicurezza lungo
viottoli ombreggiati e infestati di rovi. Ogni passo risuonava dell�arroganza del
colonizzatore. Quanto a me, quella strana sensazione di essere osservato non faceva
che aumentare. Come se le grezze aperture che scavavano la roccia fossero una
colonia di occhi semichiusi, una sorta di remota intelligenza incastonata nella
pietra che andava risvegliandosi lentamente dopo un sonno durato mille anni.
Ero divorato dall�ansia, e i pensieri mi si accavallavano l�uno sull�altro. Ci� che
sarebbe accaduto dipendeva da me. Gli Spettri, in fondo, avevano bisogno di me.
Cosa sarebbe successo se mi fossi rifiutato di occuparmi delle anime per conto
loro? E se avessi trovato un modo per fregarli?
Sapevo cosa sarebbe successo. Caul avrebbe ucciso Miss Peregrine. E poi avrebbe
iniziato a uccidere le altre ymbryne, una dopo l�altra, finch� non gli avessi dato
quello che voleva. E se mi fossi rifiutato ancora, avrebbe ucciso Emma.
Non ero abbastanza forte. Sapevo che avrei fatto qualunque cosa per impedirgli che
le facesse del male � e questo significava perfino fornirgli la chiave di accesso a
un potere inaudito.
Poi un pensiero, un pensiero che mi spavent� a morte: e se non ne fossi stato
capace? E se Caul si sbagliava e io non ero in grado di vedere i contenitori delle
anime? O se invece ero s� in grado di vederli, ma non di maneggiarli? Non mi
avrebbe creduto. Avrebbe pensato che mentissi, avrebbe iniziato ad ammazzare i miei
amici. E anche se in qualche modo lo avessi convinto della verit� � cio� che
davvero non ne ero capace �, sarebbe diventato blu dalla rabbia e avrebbe ucciso
comunque tutti.
Nella mente rivolsi una preghiera silenziosa a mio nonno � si possono pregare i
morti? Be�, io lo stavo facendo � e gli chiesi, nel caso mi stesse osservando, di
farmi arrivare fino in fondo, e di darmi la forza e l�energia che aveva avuto lui.
Nonno Portman, dissi senza parlare, so che sembra incredibile, ma Emma e i miei
amici per me sono tutto, sono proprio tutto, accidenti, e anche di pi�, e darei
qualunque cosa a Caul pur di salvare loro la vita. Questo fa di me una persona
cattiva? Non lo so, ma credo che tu possa capirmi. Perci�, per favore, aiutami.
Sollevai lo sguardo e rimasi sbalordito nel vedere che Miss Peregrine mi osservava
dalla spalla dell�orso. Non appena i nostri occhi si incrociarono lei distolse lo
sguardo, e io vidi le lacrime farsi strada nel velo di sporco che le imbrattava le
guance pallide. Come se, in qualche modo, avesse udito le mie parole.
Il nostro percorso devi� attraverso un antico labirinto di sentieri tortuosi e
scalinate intagliate sui pendii, i gradini consumati come mezzelune crescenti. In
alcuni punti il tracciato sembrava scomparire, inghiottito dalla vegetazione.
Sentii Perplexus lamentarsi che gli ci erano voluti anni per rintracciare il
percorso che portava alla Biblioteca delle Anime, e che adesso vedere quel furfante
ingrato calpestare quella strada senza riguardo era per lui un insulto
intollerabile!
Poi udii la voce di Olive. �Perch� nessuno ci ha mai detto che la Biblioteca esiste
per davvero?�
�Perch�, mia cara� rispose una delle ymbryne, �non ci era permesso. Era pi� sicuro
raccontarvi��
La ymbryne si interruppe per riprendere fiato.
�� che si trattava solo di una leggenda.�
Solo una leggenda. Ormai, una delle verit� definitive della mia vita era che, per
quanto mi sforzassi di tenerle piatte e bidimensionali, imprigionate nella carta e
nell�inchiostro, ci sarebbero sempre state leggende che rifiutano la gabbia dei
libri. Non era mai solo una leggenda. Io lo avevo imparato sulla mia pelle, perch�
una leggenda aveva inghiottito la mia vita.
Camminavamo da diversi minuti costeggiando un muro liscio, con l�ululato sinistro
del vento che andava e veniva intorno a noi, quando Caul sollev� un braccio e
ordin� a tutti di fermarsi.
�Siamo andati troppo in l�?� disse. �Avrei giurato che la caverna fosse qui da
queste parti. Dov�� il cartografo?�
Perplexus venne tirato fuori dal gruppo.
�Allora, adesso non sei contento di non avergli sparato?� borbott� Bentham.
Caul ignor� il commento. �Dov�� la caverna?� chiese, avvicinando il viso a quello
del vecchio.
�Ahh. Forse si nasconde da te� reag� Perplexus.
�Non provocarmi� replic� Caul. �O brucio ogni singola copia della tua Mappa dei
Giorni. E nel giro di un anno il tuo nome cadr� nell�oblio.�
Perplexus intrecci� le dita e liber� un sospiro. �L� disse, indicando un punto alle
nostre spalle.
L�avevamo superata.
Caul avanz� con incedere marziale lungo un tratto di muro coperto dai rampicanti,
verso un�apertura cos� modesta e ben nascosta che non era affatto strano che non
l�avessimo notata; somigliava pi� a un buco, che a una porta vera e propria. Spost�
con una mano la vegetazione e si affacci� all�interno. �S�!� lo sentii dire, poi
tir� fuori la testa e inizi� a impartire istruzioni.
�Da qui in poi solo le persone che servono sono autorizzate a proseguire. Fratello,
sorella.� Indic� Bentham e Miss Peregrine. �Il ragazzo.� Indic� me. �Due guardie,
e�� Cerc� nel gruppo. �C�� buio, l� dentro, ci servir� una torcia. Tu, ragazzina.�
Indic� Emma.
Mi si contrasse lo stomaco mentre la mia amica veniva separata dagli altri.
�Se qualcuno vi crea problemi� riprese Caul rivolto ai suoi uomini, �sapete cosa
fare.� Alz� la pistola e la punt� contro il gruppetto. Ci furono delle urla, e
tutti si ripararono la testa con le braccia, mentre lui scoppiava a ridere.
La guardia di Emma la spinse dentro il buco. L�orso di Bentham era troppo grosso
per quell�apertura angusta, cos� Miss Peregrine venne fatta scendere e alla mia
guardia fu assegnato il doppio compito di sorvegliare me e lei.
I bambini pi� piccoli iniziarono a piangere. Chi poteva dire se l�avrebbero
rivista? �Siate coraggiosi, bambini� grid� loro Miss Peregrine. �Io torno presto!�
�Esatto, bambini!� canticchi� Caul, sprezzante. �Ascoltate la direttrice! Le
ymbryne hanno sempre ragione!�
Io e Miss Peregrine fummo spinti insieme dentro l�apertura, e ci fu un istante, l�
in mezzo ai rampicanti, in cui riuscii a parlarle senza che nessuno se ne
accorgesse.
�Cosa devo fare una volta dentro?� mormorai.
�Tutto quello che ti chiede di fare� rispose lei bisbigliando. �Se non lo facciamo
innervosire, forse possiamo ancora sopravvivere.�
Sopravvivere, certo; ma a che prezzo?
Un attimo dopo stavamo superando i rovi ed entrando in uno spazio nuovo, bizzarro:
una camera di pietra senza tetto e aperta al cielo. Per un istante rimasi senza
fiato, talmente ero scioccato dal gigantesco volto deforme che ci osservava dalla
parete opposta. Un muro � era semplicemente un muro �, ma al posto della porta
aveva una bocca spalancata, due occhi distorti fungevano da finestre, le narici
erano due buchi, ed era ricoperto da lunghe erbacce in cima, come se fossero i
capelli, che al piede formavano una specie di barba incolta. Qui l�ululato del
vento era ancora pi� forte, quasi che quella porta a forma di bocca provasse a
metterci in guardia e a scacciarci in un linguaggio antico fatto di vocali cos�
lunghe da durare per giorni interi.
Caul indic� la porta. �La Biblioteca vi attende.�
Bentham si lev� il cappello. �Straordinario� disse, la voce bassa, il tono
deferente. �Sembra quasi che canti per noi. Come se tutte le anime che qui riposano
si stessero svegliando per accoglierci.�

�Accoglierci� ripet� Emma. �Ne dubito.�


Le guardie ci spinsero verso la porta. Ci chinammo per entrare nella ristretta
apertura e accedere a un�altra sala, anch�essa una specie di grotta. Come le altre
che avevamo visto ad Abaton, era stata scavata a mano nella roccia friabile in
epoche remote, lontanissime. Aveva il soffitto basso ed era spoglia, completamente
vuota a eccezione di un po� di paglia sparsa a terra insieme a dei cocci di
terracotta. L�unico elemento distintivo erano le pareti, nelle quali erano state
ricavate innumerevoli nicchie, arrotondate in alto e piatte alla base, alte
abbastanza da poter contenere una bottiglia o un cero. In fondo alla sala, diverse
aperture conducevano ad altrettanti spazi avvolti nell�oscurit�.
�Allora, ragazzo?� mi incalz� Caul. �Ne vedi qualcuno?�
Mi guardai intorno. �Vedere cosa?�
�Non fare il furbo con me. Contenitori di anime.� Raggiunse la parete e infil� la
mano in una nicchia. �Vai a prendermene uno.�
Mi voltai lentamente e scandagliai i muri. Tutte le nicchie mi sembravano vuote.
�Non vedo niente� dissi. �Forse non ce ne sono.�
�Stai mentendo.�
Caul fece un cenno al mio carceriere, e quello mi assest� un pugno allo stomaco.
Emma e Miss Peregrine gridarono mentre mi accasciavo sulle ginocchia, gemendo di
dolore. Chinai il capo e vidi che avevo la maglia sporca di sangue, ma il pugno non
c�entrava, era la ferita aperta dal morso del Vacuo.
�Ti prego, Jack!� url� Miss Peregrine. �� solo un ragazzino!�
�Solo un ragazzino, solo un ragazzino!� le fece il verso Caul. �� proprio questo il
punto! Li devi punire come faresti con un uomo. Innaffiarli con il sangue, e allora
il bocciolo comincia a germogliare, e la pianta si sviluppa.� Avanz� a passo deciso
verso di me, agitando la canna della sua bislacca rivoltella d�altri tempi.
�Distendigli la gamba. Voglio ficcargli una pallottola dritta nel ginocchio.�

La guardia mi atterr� e afferr� con forza la mia caviglia. Strisciai la guancia


sulla terra battuta, il viso rivolto alla parete.
Sentii scattare il cane della rivoltella. Poi, mentre le donne pregavano Caul di
avere piet�, intravidi qualcosa in una delle nicchie. Una forma, che prima non
avevo notato�
�Aspetta!� gridai. �Vedo qualcosa.�
La guardia mi fece voltare.
�Sei rinsavito, eh?� Caul era in piedi sopra di me e mi fissava. �Cos�� che vedi?�
Scrutai ancora, sbattendo le palpebre, e mi sforzai di restare calmo e
concentrarmi.
L�, sulla parete, sempre pi� nitida come una Polaroid che lentamente si sviluppava,
c�era l�immagine sbiadita di un barattolo di pietra. Era un manufatto semplice,
senza decorazioni, un oggetto di forma cilindrica con il collo affusolato e un
tappo in cima. La pietra di cui era fatto aveva lo stesso colore vermiglio delle
strane alture di Abaton.
�� un recipiente� risposi. �Solo uno. � rovesciato, per questo non l�ho visto
subito.�
�Alzati� mi ordin� Caul. �Voglio che vai a prenderlo.�
Mi portai le ginocchia al petto, feci leva sulle gambe e mi tirai su, con una fitta
di dolore che mi si diffondeva per tutto il corpo. Raggiunsi lentamente la nicchia
dall�altra parte di quella sala rocciosa. Feci scivolare le dita sul barattolo, ma
sentii una specie di scossa e staccai subito la mano.
�Cosa c��?� disse Caul.
�� gelato� risposi. �Non me lo aspettavo.�
�Affascinante� mormor� Bentham. Era rimasto in attesa sulla soglia, come se stesse
rivalutando il valore di tutta quell�impresa, ma ora fece un passo avanti.
Io tornai a guardare la nicchia e, preparato alla sensazione del freddo, afferrai
il contenitore.
�Non � giusto� disse Miss Peregrine. �L� dentro c�� l�anima di uno Speciale, merita
di essere trattata con rispetto.�
�Se me la mangiassi, sarebbe il pi� grande tributo che un�anima possa desiderare�
ribatt� Caul. Si avvicin� a me. �Descrivi il barattolo.�
�� molto semplice. Di pietra.� La mia mano destra cominciava a gelare, cos� lo
spostai nella sinistra, e incisa sulla parte posteriore in una grafia allungata e
sottilissima lessi una parola.
Aventan.
Non avevo intenzione di dirlo, ma Caul mi stava guardando con occhi di falco e si
era accorto che avevo notato qualcosa. �Be�?� chiese. �Ti avverto, non tacere
nulla!�
�C�� una parola� risposi. �Aventan.�
�Come si scrive?�
�A-v-e-n-t-a-n.�
�Aventan� ripet� Caul, la fronte corrugata. �� nell�antica lingua Speciale, vero?�
�Ovvio� conferm� Bentham. �Non ricordi le cose che hai studiato?�
�Certo che s�! Ed ero pi� sveglio di te, sui banchi di scuola. Tu questo lo
ricordi? Aventan� continu� Caul. �La radice � la stessa di vento. Ma non c�entra
con le condizioni atmosferiche. Denota invece rapidit�, suggerisce qualcosa che
prende velocit� � come una forma di rafforzamento, di rinvigorimento.�
�Non ne sono cos� sicuro, fratello.�
�Oh, tu non ne sei cos� sicuro� replic� Caul sarcastico. �Io invece credo che in
realt� lo voglia tutto per te.�
Allung� un braccio e cerc� di strapparmi di mano il contenitore. Riusc� a
stringerlo tra le dita, ma non appena il barattolo si stacc� dalla mia mano le dita
di Caul si chiusero a pugno, come se all�improvviso non ci fosse pi� nulla su cui
serrarsi, e il contenitore and� in frantumi cadendo a terra.
Lui imprec�, gli occhi fissi al pavimento, esterrefatto, mentre un liquido di un
blu brillante si spandeva ai nostri piedi.
�Lo vedo!� disse, tutto eccitato, indicando quella pozza di colore. �Eccolo, lo
vedo!�
�S� s�, anch�io� gli fece eco Bentham, e con lui le guardie. Riuscivano a vedere il
liquido, ma non il barattolo che l�aveva contenuto e protetto.
Una delle guardie si accovacci� per saggiare quella sostanza blu con il dito. Nel
momento esatto in cui la tocc�, cacci� un grido e balz� all�indietro, agitando la
mano per scuotere via quella roba. Se il barattolo era gelato, potevo soltanto
immaginare la temperatura di quel fluido.
�Che spreco� si lament� Caul. �Mi sarebbe piaciuto mischiare questa roba con
qualche altra anima selezionata.�
�Aventan� recit� Bentham. �La radice � la stessa della parola levent, ovvero
togliere, ridurre. Devi essere felice di non aver preso quella, fratello.�
Caul assunse un�espressione seria. �No. Niente affatto, sono sicuro di avere
ragione io.�
�E invece hai torto� intervenne Miss Peregrine.
Lo sguardo di Caul andava dall�uno all�altra, uno sguardo paranoico, come se stesse
valutando l�eventualit� che i due si fossero in qualche modo alleati contro di lui.
Poi sembr� abbandonare quel pensiero. �Questo � solo il primo locale� disse. �Le
anime succulente sono pi� in l�, ne sono certo.�
�Concordo� rispose Bentham. �Pi� si va avanti, pi� si trovano anime antiche. E pi�
sono antiche, pi� sono potenti.�
�Allora dobbiamo scandagliare questa montagna fino a trovarne il cuore� concluse
Caul. �E poi mangiarlo.�
* * *
Ci condussero a forza attraverso una delle aperture buie, tenendoci sotto tiro con
le pistole. La sala successiva era pi� o meno identica alla precedente, con le
pareti punteggiate di nicchie e altre aperture sul fondo affacciate nell�oscurit�.
Qui per� non c�erano finestre, e solo una lama sottile del sole pomeridiano
filtrava a illuminare il pavimento di terra battuta. Ci stavamo lasciando alle
spalle la luce.
Caul ordin� a Emma di produrre una fiamma, e a me di elencare cosa contenevano le
nicchie alle pareti. Io registrai diligentemente la presenza di tre contenitori, ma
la mia parola non era abbastanza, per lui; mi obblig� a toccarli tutti con un dito
per provargli che c�erano davvero, poi volle che facessi scivolare la mano
all�interno di decine di nicchie vuote per provargli che invece l� non c�era
niente.
Poi mi disse di leggere le iscrizioni. Heolstor. Unge-sewen. Meagan-wundor. Quelle
parole non avevano alcun significato per me, e a lui non diedero nessuna
soddisfazione. �Sono le anime di schiavi inutili� si lament� con Bentham. �Se
vogliamo diventare re, abbiamo bisogno di anime regali.�
�Procediamo oltre, allora� ribatt� il fratello.
Ci infilammo in un labirinto di cunicoli che dava le vertigini, apparentemente
infinito, nell�assenza pi� completa di luce naturale e con il terreno che inclinava
verso il basso. L�aria si faceva sempre pi� fredda. I passaggi scavati nella roccia
si diramavano nel buio come tante vene. Caul sembrava orientarsi grazie a una
specie di sesto senso e deviava con sicurezza a destra o a sinistra. Era
palesemente esaltato, come invasato, e io ero sicuro che ci saremmo persi, che se
anche fossimo riusciti a sfuggirgli ci sarebbe toccato passare l�eternit�
intrappolati in quelle grotte.
Cercai di immaginare le battaglie che erano state combattute in nome di quelle
anime � antichi, titanici Speciali che si scontravano tra le guglie e i crepacci di
Abaton �, ma erano immagini inconcepibili, per me. La sola cosa che riuscivo a
pensare era che rimanere intrappolati l� sotto senza luce doveva essere
abominevole.
Pi� andavamo avanti, pi� i contenitori nelle pareti si moltiplicavano, come se
molto tempo prima una banda di sciacalli avesse fatto razzia nelle sale pi�
esterne, ma poi qualcosa avesse impedito loro di spingersi oltre � forse un
salutare istinto di autoconservazione. Caul mi abbaiava contro per avere
aggiornamenti, ma aveva smesso di pretendere prove tangibili di quali nicchie
fossero occupate e quali vuote, e solo di tanto in tanto mi ordinava di leggere ad
alta voce l�iscrizione incisa su un contenitore. La sua era una caccia grossa, e
sembrava aver deciso che non valesse la pena prendersi troppo disturbo in questa
zona della biblioteca.
Procedemmo in silenzio. A mano a mano le sale si facevano pi� ampie e grandiose,
nella loro semplicit�, con soffitti pi� alti e pareti pi� distanziate. Ora i
contenitori erano praticamente ovunque: ogni nicchia ne custodiva uno, erano
ammucchiati negli angoli in colonne simili a totem, incastrati nelle fessure e nei
buchi, e il freddo che emanavano gelava l�ambiente. Tremavo, cos� mi strinsi le
braccia al corpo, con il fiato che mi si condensava davanti in un vapore bianco e
una recrudescenza di quella spiacevole sensazione di essere osservato. Questa
biblioteca � cos� la chiamavano tutti � era in realt� un immenso mondo sotterraneo,
un complesso di catacombe, un rifugio e un nascondiglio per la seconda anima di
ogni singolo Speciale venuto al mondo nell�ultimo millennio: per centinaia di
migliaia di Speciali. E quella sterminata concentrazione di anime cominciava a
esercitare su di me una strana pressione, comprimeva lo spazio vitale nella mia
testa e nei polmoni, ed era come affondare in acque sempre pi� profonde.
E non ero l�unico a sentirsi poco in forma. Anche le guardie erano ipersensibili:
trasalivano a ogni minimo rumore e si guardavano costantemente le spalle.
�Hai sentito?� disse il mio carceriere.
�Le voci?� rispose un altro.
�No, � pi� un rumore di acqua, acqua che scorre��
Mentre confabulavano riuscii a dare uno sguardo a Miss Peregrine. Era spaventata?
No; sembrava in attesa degli eventi, e intanto osservava. Questo mi diede un po� di
conforto, unito al fatto che avrebbe potuto assumere la sua forma di uccello e
fuggire da tempo, ma aveva deciso diversamente. Finch� io e Emma eravamo
prigionieri, lo sarebbe stata anche lei. Forse in campo non c�era soltanto il suo
istinto protettivo. Forse aveva un piano.
L�aria si fece ancora pi� gelida, e il piccolo rivolo di sudore che sentivo alla
nuca si trasform� subito in una scaglia ghiacciata. Ora arrancavamo in una sala
cos� disseminata di contenitori che ero costretto a fare delle gincane per non
calpestarli � per quanto gli altri, invece, ci passassero in mezzo come se nulla
fosse. Mi sentivo oppresso dai morti contenuti in quei vasi. C�erano solo posti in
piedi, l�, sembrava la banchina di una stazione all�ora di punta, Times Square la
notte di Capodanno con tutte le facce smunte dei tiratardi che ci fissavano, niente
affatto felici di vederci. (Tutto questo non lo vedevo, per� lo sentivo.) Alla
fine, persino Bentham si spazient�.
�Fratello, aspetta� disse ansimando mentre allungava un braccio per trattenere
Caul. �Non credi che ci siamo gi� spinti abbastanza lontano?�
Caul si volt� lentamente a guardarlo, il viso in ombra per una met� perfetta, per
l�altra illuminato dalla luce del fuoco di Emma. �No, credo di no� rispose.
�Ma io sono certo che le anime che abbiamo qui siano sufficienti��
�Non l�abbiamo ancora trovato.� La voce era affilata, nervosa.
�Trovato cosa, signore?� os� chiedere la mia guardia.
�Lo sapr� quando lo vedr�!� ringhi� Caul.
Poi si irrigid�, eccitato, e schizz� via di corsa nell�oscurit�.
�Signore! Aspetti!� lo chiamarono le guardie, spintonandoci perch� lo seguissimo.
Caul spar� solo per un istante prima di riapparire in fondo alla sala, illuminato
da un raggio di flebile luce blu. Era avvolto per met� da quel bagliore, e guardava
fisso un punto, come stregato. Quando ci avvicinammo, quello che vedemmo fu un
lungo cunicolo scintillante di luce azzurra. All�estremit� opposta c�era
un�apertura di forma quadrata, invasa dalla luce. E si sentiva anche qualcosa, un
vago rumore bianco, come di acqua scrosciante.
Caul batt� le mani e cacci� un grido di trionfo. �Perdio, ci siamo quasi!�
Si precipit� lungo il passaggio, in preda all�euforia, e noi fummo costretti a
corrergli dietro. Quando arrivammo in fondo, la luce che ci avviluppava era cos�
abbagliante che ci fermammo, disorientati, troppo accecati per capire dove
mettevamo i piedi.
Emma lasci� che le fiamme nella sua mano si spegnessero. L� non ce n�era pi�
bisogno. Provai a guardare attraverso le dita che tenevo sugli occhi e lentamente
riuscii a distinguere l�ambiente in cui mi trovavo. Immersa in drappi ondulati di
una luce blu quasi trasparente, l� davanti si apriva la pi� gigantesca delle
caverne che avessi mai visto: uno spazio dai contorni smussati, una specie di
alveare enorme e conico, largo una quarantina di metri alla base e che terminava
molti, molti piani pi� su. Era un luccichio unico di cristalli di ghiaccio, c�era
ghiaccio in ogni nicchia e su tutti i contenitori � che erano migliaia e salivano
fino ad altezze impossibili rivestendo per intero le pareti.
Nonostante il gelo, c�era acqua che scorreva: sgorgava da un rubinetto a forma di
testa di falco per poi cadere in un piccolo canale che seguiva il perimetro della
sala, rasente i muri, e andava a formare infine una pozza profonda, circondata da
un anello di pietra nera e liscia, sul fondo della grotta. Era quest�acqua la fonte
di quella luce paradisiaca. Come la sostanza contenuta nelle urne delle anime,
brillava di un blu fantasmagorico, che pulsava a un ritmo regolare, impallidendo e
poi accendendosi, quasi che respirasse. Sarebbe potuta essere un�esperienza
veramente pacificante, un po� come in certe spa nordiche, se non ci fosse stato
quel lamento perfettamente riconoscibile, umano, che si infiltrava nel piacevole
sciabordio dell�acqua. Era identico al lamento che avevamo udito all�esterno �
quello che avevo attribuito al vento che soffiava insinuandosi dalle aperture � ma
qui non c�era vento, n� alcuna possibilit� che potessimo sentire quello esterno. Si
trattava di qualcosa di diverso.
Bentham misurava zoppicando la caverna alle nostre spalle proteggendosi gli occhi
con la mano, mentre Caul puntava al centro esatto della sala. �VITTORIA!� grid�,
come compiacendosi del suono della sua stessa voce che riecheggiava tra quelle
pareti incombenti. �� qui! La nostra sala del tesoro! La nostra sala del trono!�
�� uno spettacolo magnifico� comment� Bentham in un sussurro, avvicinandosi al
fratello. �Ora capisco perch� in cos� tanti hanno voluto sacrificare la propria
vita a combattere per questo��
�State commettendo un terribile errore� li redargu� Miss Peregrine. �Non dovete
profanare questo luogo sacro.�
Caul si esib� in un sospiro teatrale. �Ma devi sempre rovinare tutto con il tuo
moralismo da prima della classe? O sei soltanto invidiosa e rimpiangi di non essere
pi� la sorella pi� potente, quella pi� dotata? Guardami, io posso volare, io posso
manovrare gli anelli temporali! Tempo una generazione, e nessuno ricorder� pi� che
siano esistite creature cos� insignificanti come le ymbryne!�
�Ti sbagli!� grid� Emma, che non riusciva pi� a tenere a freno la lingua. �Sarete
voi due a essere dimenticati!�
La sua guardia si avvicin� per colpirla, ma Caul gli ordin� di lasciarla stare.
�Falla parlare� disse. �Potrebbe essere la sua ultima occasione.�
�Anzi no� riprese lei, �non vi dimenticheranno. Scriveremo un nuovo capitolo dei
Racconti, su di voi. �I fratelli avidi�, lo intitoleremo cos�. Oppure �I luridi
traditori che fecero la fine che meritavano�.�
�Mmh, un po� piatto, non trovi?� ribatt� Caul. �Potremmo intitolarlo �Come i
magnifici fratelli sconfissero il pregiudizio e divennero i legittimi sovrani del
regno degli Speciali�, o qualcosa su questa falsa riga. E ti � andata bene,
ragazzina, in questo momento sono eccezionalmente di buonumore!�
Poi concentr� la sua attenzione su di me. �Ragazzino! Dimmi dei contenitori in
questa sala, e non tralasciare niente, neanche il pi� piccolissimo dettaglio.�
Pretendeva una descrizione esaustiva, e io eseguii, leggendo ad alta voce decine e
decine di iscrizioni scritte a mano in quella grafia sottile e affusolata. Se solo
parlassi l�antica lingua Speciale, mi dissi, potrei mentire, e forse riuscirei a
convincerlo a prendere un�anima debole e sciocca. E invece ero il perfetto automa:
benedetto da un dono ma condannato dall�ignoranza. L�unica cosa che potevo fare era
cercare di distogliere la sua attenzione dai contenitori palesemente promettenti.
Anche se molti erano piccoli e ordinari, ce n�erano alcuni piuttosto grossi,
decorati e soprattutto pesanti, a forma di clessidra, con due manici e delle ali
color rubino dipinte sulla superficie; sembrava evidente che contenessero le anime
di Speciali potenti e importanti (o che erano convinti di esserlo). Ma comunque,
bastava la dimensione notevole delle nicchie, come indizio, e infatti, quando Caul
mi diceva di colpirli con le nocche, risuonavano sonori e pieni.
Non disponevo di altri trucchetti. Caul avrebbe avuto quello che voleva, e io non
potevo fare nulla per impedirglielo. Poi, per�, fu lui a fare qualcosa che colse
tutti di sorpresa. Un gesto che ci apparve, a prima vista, stranamente generoso. Si
gir� verso le guardie e disse: �Bene! Allora, chi vuol farsi il primo sorso?�.
I suoi uomini si scambiarono un�occhiata, confusi.
�Che vuoi dire?� gli chiese Bentham, avvicinandosi a lui preoccupato. �Non dovrebbe
toccare a me e a te? Abbiamo faticato cos� tanto��
�Non essere avido, fratello. Non avevo detto che li avrei ripagati per la loro
fedelt�?� Un�altra occhiata alle guardie, con un sorriso da presentatore di quiz
televisivo stampato in faccia. �Allora, chi comincia di voi?�
Tutte le mani scattarono in alto.
�Io, signore, io!�
�Anch�io!�
Caul indic� lo Spettro che si occupava di me. �Tu!� disse. �Mi piace il tuo modo di
fare. Avvicinati!�
�Grazie, signore, grazie!�
Caul mi punt� contro la pistola, sollevando cos� lo Spettro dal suo incarico.
�Allora, quale di queste anime ti sembra adatta a te?� Ricordava i punti in cui
avevo identificato determinati contenitori e inizi� a indicarli con la mano. �Yeth-
Faru. C�entra qualcosa con l�acqua, le alluvioni. Ottimo per chi aspira a una vita
in fondo al mare. Wolsenwyrsend. Credo fosse una sorta di centauro, una creatura
per met� cavallo e per met� uomo in grado di controllare le nuvole. Che ne dici,
Bentham, ti risulta?�
Il fratello mormor� qualcosa in risposta, ma Caul non ascoltava.
�Styl-hyde, questa non � niente male. Pelle metallica. Pu� tornare utile in
battaglia, anche se credo che ci si debba oliare parecchio��
�Signore, spero non si arrabbi per la mia domanda� disse la guardia con aria
dimessa, �ma se prendessi una delle urne pi� grandi?�
Caul gli oscill� l�indice davanti al naso. �Apprezzo gli uomini ambiziosi, ma
quelle sono per me e mio fratello.�
�Certo, signore, certo� si affrett� a rispondere lo Spettro. �Allora� ecco� ce
n�erano delle altre?�
�Ti ho dato le opzioni migliori� rispose Caul, il tono era gi� quello di chi lancia
un avvertimento. �Adesso scegli.�
�S�, s�, mi scusi, signore�� La guardia era angosciata. �Scelgo Yeth-faru.�
�Scelta eccellente!� sbott� Caul. �Ragazzo, recupera il contenitore.�
Raggiunsi la nicchia che mi aveva indicato e prelevai l�urna. Era cos� fredda che
tirai la manica della giacca per usarla come un guanto, ma perfino attraverso il
tessuto avevo la sensazione che il contenitore mi strappasse via il calore dal
corpo.
La guardia fissava la mia mano. �E cosa ci faccio?� chiese. �Si prende come
l�ambrosia?�
�Non ne sono sicuro� rispose Caul. �Tu che ne pensi, fratello?�
�Non ne sono certo nemmeno io� ammise Bentham. �Nessuno degli antichi testi ne fa
menzione.�
Caul si pass� una mano sul mento. �Credo� s�, credo che dovresti assumerla come
ambrosia.� Annu�, d�un tratto convinto della sua decisione. �S�, � cos� che
funziona. Proprio come l�ambrosia.�
�Ne � certo?� insist� lo Spettro.
�Assolutamente, al cento per cento� ribatt� lui. �Sta� tranquillo. Entrerai nella
storia. Sarai un pioniere!�
La guardia incroci� il mio sguardo. �Niente trucchi� mi disse.
�Niente trucchi� risposi.
Stappai il contenitore e dall�interno fuoriusc� una luce blu. La guardia mise la
mano sulla mia e la guid� portandosi l�urna sopra la testa, poi alz� il viso.
Prese un lungo, esitante respiro. �Vada come vada� disse, dandomi un colpetto sulla
mano.
Il liquido col� dal contenitore in un fiotto viscoso. Nell�istante in cui raggiunse
gli occhi dello Spettro, la sua mano si strinse cos� forte sulla mia che temetti mi
si spezzassero le dita. Riuscii a liberarmi e feci uno scatto indietro, e l�urna
cadde a terra, frantumandosi.
Il viso della guardia fumava e stava diventando blu. Cacci� un grido e cadde in
ginocchio, il corpo scosso dalle convulsioni, poi si gett� in avanti. Quando la
testa colp� il pavimento, and� in mille pezzi, come fosse fatta di vetro. Schegge
del suo cranio congelato schizzarono via e mi si raccolsero ai piedi. Poi lo
Spettro si zitt�; morto, indiscutibilmente morto.
�Oh, mio dio!� grid� Bentham.
Caul fece schioccare la lingua, come se gli avessero appena offerto un bicchiere di
vino pregiato. �Be�, caspita� disse. �Dopo tutto, mi sa che non � esattamente come
prendere l�ambrosia.� Con lo sguardo scandagli� la sala. �Allora, vediamo� Adesso
deve provare qualcun altro��
�Io ho molto da fare, mio signore!� grid� la guardia che teneva sotto tiro Emma e
Miss Peregrine.
�S�, vedo che hai le mani decisamente impegnate, Jones. Forse allora uno dei nostri
ospiti?� Stava guardando Emma. �Ragazzina, fai questo per me e ti nominer� giullare
di corte!�
�Va� all�inferno� ringhi� lei.
�Su questo possiamo trovare un accordo� ringhi� in risposta lui.
E poi si sent� un sibilo acuto, e una fiammata di luce avvamp� da qualche parte
nella sala. Ci voltammo tutti a guardare. Il liquido fuoriuscito dall�urna rotta
aveva cominciato a scorrere lungo il canale rasente le pareti, e l� dove l�acqua e
il liquido blu si mescolavano stava avvenendo una reazione. L�acqua ribolliva,
spumeggiava, pi� accesa che mai.
Caul era raggiante. �Ma guarda l�!� esclam�, saltellando da un piede all�altro.
Nel canale il composto scorreva rapidamente, portando l�acqua spumeggiante al
limite della sala. Ne seguimmo il flusso finch� non raggiunse la vasca bordata di
pietre sul fondo � e a quel punto anche la piccola piscina prese a ribollire e a
brillare, e una colonna di fumo denso e blu si innalz� fino a toccare il soffitto.
�Io so cos��!� fece Bentham, un tremito nella voce. �Si chiama pozza degli spiriti.
� un antico strumento per evocare i morti e comunicare con loro.�
Appena al di sopra della pozza, all�interno della colonna di luce, galleggiava un
vapore bianco, spettrale, che si andava raggrumando, lentamente, assumendo i
contorni di una figura umana.
�Ma se un vivo entra nella pozza al momento dell�evocazione��
�Assorbe lo spirito del morto che � stato evocato� complet� Caul. �Mi sa che
abbiamo trovato la risposta che cercavamo!�
Lo spirito, immobile, si librava nell�aria. Indossava una semplice tunica che
rivelava la pelle squamosa e una pinna dorsale che spuntava al centro della
schiena. Era l�anima di Yeth-faru, l�uomo sirena scelto dalla guardia. La colonna
di luce che lo circondava sembrava una sorta di prigione dalla quale gli era
impossibile uscire.
�Allora?� disse Bentham indicando la piscina. �Ci vai tu?�
�Non mi interessano gli avanzi di qualcun altro� rispose Caul. �Io voglio quella.�
Indic� l�urna che avevo fatto risuonare per lui poco prima, la pi� grande di tutte.
�Rovesciala nell�acqua, ragazzo.� Mi punt� la pistola alla testa. �Muoviti.�
Feci come mi era stato ordinato. Raggiunsi la nicchia pi� ampia, presi l�urna con
entrambe le mani e me la strinsi al petto � con attenzione, per paura che il
contenuto si rovesciasse e mi ferisse il viso.
Il liquido blu prese a fluire, brillante, lungo il muro, incanalandosi, e l�acqua
al contatto con quello impazz�: sibilava riempiendosi di schiuma, e la luce che
produceva era talmente luminosa che fui costretto a chiudere gli occhi. Quando
cominci� a percorrere il perimetro verso la pozza degli spiriti, con lo sguardo
cercai Miss Peregrine e Emma. Era la nostra ultima opportunit� di fermare Caul, e a
sorvegliarci era rimasta un�unica guardia, che per� non staccava gli occhi n� la
canna dell�arma da loro due, e Caul mi teneva sempre sotto tiro. A quanto pareva,
eravamo ancora in loro potere.
Il liquido della grande urna raggiunse la pozza degli spiriti. Adesso l�acqua nella
vasca ribolliva, sempre pi� gonfia, come se un mostro marino stesse per erompere
dalla superficie.
La colonna di luce che si innalz� sfolgorava, e Yeth-faru evapor� nel nulla.
E subito cominci� a prendere forma un altro sbuffo di vapore; era molto, molto pi�
imponente di quello di cui aveva preso il posto, e se quelle che stava assumendo
erano le sembianze di un uomo, allora doveva trattarsi di un gigante, alto almeno
il doppio di chiunque di noi e con un torace smisurato. Aveva artigli al posto
delle dita, e li teneva sollevati, i palmi rivolti verso l�alto, in una posa che
lasciava intendere una forza enorme, terrificante.
Caul osservava la creatura e sogghignava. �E ora, come si dice, tocca a me.� Infil�
la mano nel mantello e ne estrasse un foglio di carta ripiegato. Lo apr� con un
gesto secco, poi annunci�: �Vorrei per� dire due parole, prima di cambiare
ufficialmente le condizioni della mia esistenza�.
Bentham gli si avvicin� con passo malfermo. �Fratello, penso che faremmo meglio a
non perdere altro tempo��
�Io invece non penso!� grid� Caul. �Mi si conceder� pure un momento di gloria in un
giorno come questo!�
�Ascoltate!� sibil� Bentham
E noi ascoltammo. Per un po� non si sent� nulla, ma poi, in lontananza, ecco
arrivare un rumore stridulo, acuto. Vidi Emma irrigidirsi e sgranare gli occhi.
Caul si fece serio. �Ma � un cane?�
S�! Un cane! Era l�abbaiare di un cane, molto lontano e perso nell�eco.
�Gli Speciali avevano con loro un cane� disse Bentham. �Se � sulle nostre tracce,
dubito che sia solo.�
Il che poteva significare soltanto una cosa: i nostri amici avevano sopraffatto le
guardie, e guidati da Addison stavano venendo a cercarci. S�! Stava arrivando la
cavalleria, e che cavoli! Ma Caul era a un passo dall�acquisire i poteri� e chi
poteva dire quale distanza fosse in grado di coprire l�eco di quelle caverne?
Potevano essere a pochi minuti da noi, e anche in quel caso sarebbe stato
irrimediabilmente tardi.
�Bene, allora� riprese Caul. �Immagino che le mie dichiarazioni dovranno
aspettare.� Infil� di nuovo il foglio nella tasca del mantello. Non sembrava avere
troppa fretta, e la cosa stava facendo innervosire Bentham.
�Muoviti, Jack! Prendi il tuo spirito, poi io prender� il mio!�
Caul liber� un sospiro. �A questo proposito� sai, pensavo una cosa: non sono sicuro
che tu sia in grado di gestire tutto questo potere. Sei debole di volont�, capisci.
Con questo non intendo dire che tu sia poco intelligente, al contrario, lo sei
molto pi� di me! Ma pensi come un debole. La tua volont� � debole. Insomma, essere
intelligenti non � abbastanza. Devi anche essere malvagio!�
�No, fratello! Non farlo!� lo implor� Bentham. �Sar� il tuo vice, il numero due, il
tuo leale confidente� tutto ci� di cui avrai bisogno��
Ben ti sta, pensai. Adesso continua a parlare�
�Vedi, � proprio di questo servilismo che parlo� replic� Caul scuotendo il capo. ��
quel genere di cose che non pu� che cambiare la testa, in una persona priva di
volont�, quale sei tu. Ma io non sono sensibile a certe suppliche sentimentali.�
�No, qui si tratta di vendetta� ribatt� Bentham amareggiato. �Come se spezzarmi le
gambe e imprigionarmi per anni non fosse stato abbastanza.�
�Oh, lo � stato, invece� riprese Caul. �� vero, ce l�avevo con te per averci
trasformati tutti in Spiriti Vacui, ma alla fine disporre di un esercito di mostri
si � rivelato decisamente utile. Eppure, se devo essere onesto, non si tratta
nemmeno del tuo carattere debole. � solo che� � il mio fallimento come fratello,
credo. Alma potrebbe parlartene. A me non piace aprirmi.�
�Allora fallo� grid� Bentham. �Falla finita e spara!�
�Potrei� rispose Caul. �Ma credo sarebbe molto pi� efficace se sparassi� a lui.�
E in quel momento mi punt� la pistola al torace. Poi premette il grilletto.
* * *
Sentii l�impatto della pallottola prima ancora del boato dello sparo. Fu come
ricevere un pugno gigantesco, invisibile. Venni sbalzato a terra e caddi
all�indietro, poi ogni cosa intorno a me perse concretezza. Fissavo il soffitto, la
vista ristretta a un forellino. Qualcuno gridava il mio nome. Un altro colpo di
pistola, poi un altro.
Grida.
Ero confusamente cosciente dell�immane quantit� di dolore che il mio corpo stava
provando. Ero cosciente di stare per morire.
Poi Emma e Miss Peregrine inginocchiate su di me, in affanno, che urlavano
qualcosa, e la guardia scomparsa dalla vista. Non riuscivo a capire le parole, come
se avessi le orecchie sott�acqua. Cercavano di spostarmi, mi trascinavano per le
spalle verso l�entrata, ma il mio corpo era floscio, pesante. Poi un ululato, come
se i venti di un tornado si fossero alzati dalla pozza degli spiriti, e nonostante
il dolore insopportabile riuscii a girare la testa e guardare.
Caul era in piedi nella pozza, immerso fino alle caviglie, le braccia distese e la
testa rovesciata all�indietro, in uno stato di paralisi mentre il vapore lo
avvolgeva stretto, amalgamandosi a lui e insinuandosi dappertutto: ricci di vapore
che si inoltravano nella bocca, filamenti che risalivano le narici, nuvole e sbuffi
che gli si accalcavano sugli occhi e nelle orecchie. Poi, nel giro di pochi secondi
era tutto finito: il riverbero blu che aveva rischiarato forte la caverna dimezz�
d�intensit�, come se Caul ne avesse assorbito il potere luminoso.
Sentivo le grida di Miss Peregrine. Emma impugn� l�arma di una delle guardie e
svuot� il caricatore contro Caul. Non era distante e lei era un�ottima tiratrice.
Doveva averlo colpito di sicuro, ma lui non ebbe nemmeno un sobbalzo. Invece di
cadere, sembrava reagire all�opposto� cresceva. E lo faceva molto in fretta,
raddoppiando in altezza e in ampiezza di secondo in secondo. Liber� un grido
animalesco mentre la pelle si spaccava per poi rimarginarsi, e si spaccava ancora
per rimarginarsi ancora. In breve divenne una torre di carne cruda e rosa e abiti
strappati, gli occhi enormi e blu elettrico: alla fine, un�anima rubata andava a
riempire il vuoto che lui le aveva preparato da cos� tanto tempo. La cosa peggiore
erano le mani. Erano diventate gigantesche, due affari nodosi, spessi e
aggrovigliati come le radici di un albero, ognuna con dieci dita.
Emma e Miss Peregrine provarono ancora a trascinarmi all�uscita, ma adesso Caul si
dirigeva verso di noi. Era emerso con passo pesante dalla pozza degli spiriti e
liber� un grido, la voce che sapeva di ossa spezzate: �ALMA, TORNA SUBITO QUI!�.
Sollev� le sue mani spaventose. Una qualche forza invisibile strapp� da me Miss
Peregrine e anche Emma, allontanandole. Vennero sollevate in aria e rimasero a
volteggiare, sospese a quattro metri da terra, finch� Caul non volt� nuovamente i
palmi verso il basso. Con la velocit� di una palla che rimbalza, furono
scaraventate a terra.
�VI FRANTUMER� TRA I DENTI!� ulul�, misurando a falcate la caverna, ogni passo una
specie di terremoto.
A quanto pareva l�adrenalina cominciava a restituirmi un po� di lucidit�: adesso se
non altro vedevo e sentivo. Non riuscivo a immaginare una sentenza di morte pi�
crudele di questa: trascorrere i miei ultimi momenti con davanti agli occhi lo
spettacolo delle due donne che pi� amavo divorate da un mostro. Poi sentii un cane
che abbaiava, e un pensiero ancora peggiore mi attravers� la mente: avrei dovuto
assistere anche alla morte dei miei amici.
Emma e Miss Peregrine fuggirono. Non avevano altra scelta. Ormai, tornare indietro
ad aiutarmi era impossibile.
E poi gli altri iniziarono a riversarsi nella sala, bambini e ymbryne, tutti
insieme. Sharon con i suoi cugini operai. Doveva essere stato Addison a guidarli
fin l�, e infatti anche adesso era in testa al corteo, con una lanterna che
penzolava dalla bocca.
Non avevano la minima idea di cosa li aspettava. Avrei voluto poterli avvisare �
non provate nemmeno a combattere, scappate! � ma non mi avrebbero dato retta.
Videro la bestia torreggiante e gli scaraventarono contro tutto quello che avevano.
I cugini di Sharon lanciarono i martelli. Bronwyn un blocco di muro che aveva
portato con s�; si inarc� tutta all�indietro e poi lo fece partire come un�atleta
dalla pedana del lancio del peso. Alcuni dei bambini avevano le pistole sottratte
agli Spettri, e le usarono per sparare a Caul. Le ymbryne si trasformarono in
uccelli e lo attaccarono alla testa scendendo in picchiata, colpendo col becco dove
riuscivano.
Nessuno di questi attacchi scalf� il mostro. Le pallottole rimbalzavano. Caul par�
il blocco di muro. Afferr� i martelli tra le zanne giganti e li sput� via. Come
fossero uno sparuto gruppetto di moscerini, le ymbryne sembravano dargli soltanto
un timido fastidio. Poi Caul allarg� le braccia e le dita nodose, con quelle
minuscole radici di alimentazione che penzolavano oscillando, come fili sotto
tensione, e lentamente congiunse i palmi. Nel momento del contatto, le ymbryne che
gli volteggiavano intorno alla testa furono scaraventate via e tutti gli Speciali
gettati gli uni contro gli altri.
Un� nuovamente i palmi, poi mosse le dita come per stropicciare un pezzo di carta.
Le ymbryne e gli Speciali si sollevarono da terra in un groviglio sferico di membra
e ali. Io ero l�unico rimasto in disparte (tolto Bentham � a proposito, che fine
aveva fatto Bentham?) e cercai di alzarmi, di mettermi in piedi per fare qualcosa,
ma tutto ci� che riuscivo a muovere era la testa. Mio dio, li stava polverizzando,
le grida terrorizzate rimbombavano gi� tra le pareti� e io pensai che eravamo alla
fine, che di l� a un attimo il sangue sarebbe schizzato dai loro corpi come il
succo di un frutto spremuto � ma poi Caul separ� le mani e prese a muoverne una
davanti alla faccia come per scacciare qualcosa.
Api. Erano api. Un nugolo delle api di Hugh era riuscito a sciamare fuori dal
groviglio e ora lo attaccava agli occhi. Caul cacci� un grido raggelante. Le
ymbryne e gli Speciali rovinarono a terra, la palla che formavano fino a un momento
prima smembrata, i corpi sparpagliati ovunque. Grazie a dio, non li aveva
spappolati.
Miss Peregrine, che lanciava gridi e volteggiava nelle sue sembianze di uccello,
aiut� tutti a rialzarsi poi sfrecci� verso l�uscita. Correte. Scappate. Via!
Alla fine, per�, vir� in volo per dirigersi verso Caul. Lui si era liberato delle
api e stava per allargare ancora le braccia, pronto a risollevare tutti per
scaraventarli chiss� dove. Ma prima che potesse farlo, Miss Peregrine lo centr� in
picchiata con gli artigli, incidendo graffi profondi sulla sua faccia. Caul scart�
di lato per scacciarla, poi la colp� talmente forte da scagliarla in fondo alla
sala. Lei si abbatt� sul muro e cadde a terra. L� rimase, immobile.
Quando Caul si volt� per affrontare gli altri, loro avevano gi� infilato l�uscita.
Protese il palmo, poi chiuse le dita e cerc� di strattonarli per riportarli
indietro, ma ormai si erano spinti troppo oltre nel passaggio: cos�, i suoi poteri
di telecinesi erano inutili. Allora fece per rincorrerli, ululando di frustrazione,
ma cadde di peso sulla pancia e prese a strisciare per riuscire ad acciuffarli. Ci
passava per un pelo ma ci passava, strizzato ai lati tra le pareti rocciose.
Fu in quel momento che, finalmente, vidi Bentham. Si era lasciato rotolare nel
canale per nascondersi, e adesso stava uscendo, bagnato fradicio ma per il resto
uguale a prima. Mi dava le spalle e armeggiava con qualcosa� ma cos�era?
A me sembrava di tornare alla vita. Il dolore al petto era diminuito. Provai a
muovere le braccia � un esperimento � e scoprii di esserne capace. Le feci
scivolare in alto e me le portai al petto, aspettandomi di trovare i fori dei
proiettili e un mucchio di sangue, e invece ero asciutto. Al posto dei buchi, le
mie mani toccarono un pezzo di metallo appiattito, come una moneta. Lo strinsi tra
le dita e lo sollevai per guardarlo.
Era la pallottola. Non era penetrata nel mio corpo. E io non stavo morendo. La
pallottola si era fermata, incastrata nella mia sciarpa.
La sciarpa che Horace aveva fatto per me.
Lui, in qualche modo, sapeva gi� che tutto questo sarebbe accaduto, e allora aveva
usato la lana di una pecora Speciale per tessere la trama della mia sciarpa. Dio,
ti ringrazio di avere creato Horace�
Con la coda dell�occhio vidi qualcosa sfrecciare per la sala e sollevai la testa �
di pi� non potevo fare �, ed ecco Bentham, in piedi, con gli occhi fiammeggianti,
illuminati da un cono di luce bianchissima che gli usciva dalle orbite. Qualcosa
gli cadde di mano e sentii il tintinnare del vetro.
Aveva assunto una fiala di ambrosia.
Feci ricorso a tutte le mie energie per girarmi su un fianco, mi raggomitolai e
provai a mettermi seduto. Bentham camminava svelto lungo le pareti, gli occhi sulle
urne. Le studiava una per una con grande attenzione.
Come se potesse vederle.
In quell�istante capii cosa aveva fatto, cosa aveva appena preso. Per tutti quegli
anni aveva conservato per s� l�anima rubata a mio nonno, e adesso l�aveva bevuta.
Poteva davvero vedere le urne. Poteva fare quello che ero stato in grado di fare
io.
Adesso ero in ginocchio, palmi a terra. Misi avanti un piede e mi diedi una spinta.
Ero tornato, risorto dal mondo dei morti.
Ormai Caul era riuscito a strisciare nel passaggio e l�aveva percorso quasi per
met�. Sentivo le voci dei miei amici riecheggiare dall�altra parte. Non erano
ancora fuggiti. Forse non volevano andare via lasciando indietro Miss Peregrine (e
forse anche me). Continuavano a combattere.
Intanto Bentham correva, per quanto glielo consentissero le gambe. Aveva visto
l�altra urna enorme e puntava in quella direzione. Io feci qualche passo incerto
verso di lui, e lui a quel punto afferr� l�urna e la rovesci�. Il liquido blu flu�
nel canale e inizi� a scorrere verso la pozza degli spiriti.
Poi Bentham si volt� e mi vide.
Fece per raggiungere zoppicando la pozza, e io feci lo stesso verso di lui. Non
appena il liquido si rivers� nella vasca, l�acqua prese a ribollire, furiosa, e una
colonna di luce accecante schizz� al soffitto.
�CHI � CHE PRENDE LE MIE ANIME!� tuon� Caul dal passaggio roccioso, prima di
cominciare a contorcersi per tornare, strisciando, fin nella sala.
Riuscii a placcare Bentham � o forse, meglio, caddi su di lui, come preferite. Ero
ancora debole e intontito, lui invece vecchio e fragile: due avversari della stessa
categoria. Lottammo un attimo, e quando fu chiaro che l�avevo inchiodato, si
arrese.
�Ascoltami� disse. �Ho dovuto farlo. Sono la vostra unica speranza.�
�Zitto!� risposi, cercandogli le mani che ancora tentavano di divincolarsi. �Non
voglio pi� sentire le tue bugie!�
�Ci uccider� tutti se non mi lasci andare!�
�Sei impazzito? Se io ti lascio andare, tu torni da lui!� Finalmente riuscii a
bloccargli i polsi. Stava cercando di estrarre qualcosa dalla tasca.
�No, non lo far�!� grid�. �Ho commesso moltissimi errori� ma posso riparare.
Permettimi di aiutarti.�
�Aiutarmi?�
�Guarda nella mia tasca!�
Lentamente Caul stava riemergendo dal passaggio, e ancora strillava qualcosa sulle
sue anime.
�La tasca della mia giacca!� url� Bentham. �C�� un foglio. Lo porto sempre con me,
per ogni necessit�.�
Lasciai la presa su una delle sue mani e controllai nella tasca. C�era un piccolo
pezzo di carta ripiegato; lo presi e lo aprii.
�Cos��?� chiesi. Era scritto nell�antica lingua Speciale, non ero in grado di
leggerlo.
�� una formula. Mostralo alle ymbryne. Loro sapranno che farne.�
Una mano mi afferr� per la spalla, quindi mi strapp� dalle dita il foglio. Mi
voltai di scatto e accanto a me c�era Miss Peregrine, malconcia nelle sue sembianze
umane.
Lesse il biglietto, e subito i suoi occhi scattarono su Bentham. �Sei sicuro che
funzioni?�
�Ha funzionato una volta� rispose lui, �non vedo perch� non dovrebbe funzionare di
nuovo. E poi ci sono anche pi� ymbryne��
�Lascialo andare� mi disse Miss Peregrine.
Ero sconcertato. �Cosa? Ma lui��
Miss Peregrine mise di nuovo la mano sulla mia spalla. �Lo so.�
�Ha rubato l�anima di mio nonno! L�ha bevuta� � dentro di lui adesso!�
�Lo so, Jacob.� Pos� lo sguardo su di me, l�espressione dolce ma ferma. �� tutto
vero, e forse � addirittura peggio. E hai fatto bene a fermarlo. Ora, per�, devi
lasciarlo andare.�
Liberai le mani di Bentham, poi con l�aiuto di Miss Peregrine mi alzai. Si mise in
piedi anche lui, un vecchio curvo e triste, con le gocce scure e luccicanti
dell�anima di mio nonno che gli scivolavano sulle guance. Per un istante riuscii a
cogliere nei suoi occhi uno sprazzo di Abe, una scintilla di lui, proprio l�, che
brillava per me.
Bentham si volt� e corse verso la colonna di luce e la pozza degli spiriti. Il
vapore si stava addensando in una figura gigantesca quasi quanto quella di Caul, ma
dotata di ali. Se avesse raggiunto la pozza per tempo, Caul avrebbe avuto contro di
s� un valido avversario.
Caul adesso era quasi uscito dal passaggio, e schiumava di rabbia. �MA COSA HAI
FATTO!� grid�. �IO TI UCCIDO!�
Miss Peregrine mi costrinse a sdraiarmi a terra e si stese accanto a me. �Non c��
tempo per nascondersi� mi disse. �Fingiti morto.�
Bentham entr� nella vasca e immediatamente il vapore si addens� su di lui. Caul
ormai era arrivato nella sala e con passo pesante arrancava verso il fratello; per
poco non ci schiacci�, quando uno dei suoi piedi smisurati atterr� a un soffio
dalle nostre teste. Per� arriv� alla pozza troppo tardi per riuscire a impedire che
Bentham si fondesse con quell�anima antica, magniloquente, che era rimasta
custodita nell�urna. Il fratello pi� giovane e pi� debole di Miss Peregrine stava
gi� crescendo, raddoppiando la sua altezza.
Noi due ci aiutammo a vicenda per alzarci. Alle nostre spalle, Caul e Bentham
iniziavano a scontrarsi, il rumore della battaglia potente come quello di una bomba
che deflagrava. Non c�era bisogno che qualcuno mi dicesse di scappare.
Eravamo a met� del passaggio quando Emma e Bronwyn ci corsero incontro. Ci presero
sottobraccio e ci portarono al sicuro, pi� in fretta di quanto io e Miss Peregrine,
indeboliti e malconci com�eravamo, saremmo stati in grado di fare da soli. Non
scambiammo una parola � c�era tempo solo per correre via, e il frastuono era troppo
anche a volersi mettere a gridare � ma il viso di Emma, elettrizzato dallo stupore
e dal sollievo per il semplice fatto che ero ancora vivo, diceva tutto quello che
c�era da dire.
Il buio del tunnel ci inghiott�. Ce l�avevamo fatta. Mi voltai solo una volta e
colsi un�immagine fugace del trambusto alle nostre spalle. Attraverso nuvoloni di
polvere e vapore scorgevo due creature immense che cercavano di uccidersi: Caul
provava a soffocare Bentham con una delle sue mani gibbose, con l�altra mirava agli
occhi. Suo fratello aveva la testa di un insetto e mille e mille occhi, e gli
mordeva il collo con una lunga mascella elastica senza smettere di percuoterlo con
le ali, che erano enormi e ruvide. Era come una danza, un groviglio di arti; le due
creature andavano a sbattere contro le pareti e sotto quei colpi la caverna si
sgretolava; e intanto il contenuto di tutte quelle urne spaccate che avevano
custodito le anime ricadeva gi�, inondandoli di una pioggia luminosa.
Era l�immagine che avrebbe abitato i miei incubi, gi� conficcata nel mio cervello.
Lasciai che Emma mi portasse via nell�oscurit�.
* * *
Incontrammo i nostri amici nella sala successiva, inghiottiti dal buio, con l�unica
luce proveniente da una lanterna che lanciava il suo debole bagliore stretta tra i
denti di Addison. Quando Emma accese un fuoco nella mano e ci videro avanzare piano
verso di loro, conciati piuttosto male ma vivi, lanciarono un grido di gioia.
Quando li scorsi anch�io, ebbi un sussulto: erano in pessime condizioni,
sanguinanti e lividi dopo la tremenda girandola a cui li aveva sottoposti Caul,
qualcuno zoppicava e qualcun altro aveva una gamba rotta.
Per un momento il rumore tremendo che arrivava da dentro la caverna si zitt�, e
finalmente Emma mi abbracci�. �L�ho visto con i miei occhi, ti ha sparato! E invece
sei vivo. � un miracolo!�
�Gi�. Ed � tutto merito della lana delle pecore Speciali, e dei sogni di Horace!�
risposi io, poi la baciai, e subito dopo andai a cercare Horace nel gruppo. Lo
trovai, e lo strinsi cos� forte che le sue scarpe di pelle verniciata si staccarono
da terra. �Spero di potermi sdebitare con te, un giorno� dissi, dando uno strattone
alla mia sciarpa.
�Felice che abbia funzionato!� esclam� lui con un sorriso raggiante.
La devastante battaglia riprese, un frastuono immane, indescrivibile. Pezzi di
roccia rotolavano verso di noi. Anche se l� dov�eravamo Caul e Bentham non potevano
raggiungerci, c�era pur sempre il rischio che tutta la struttura ci crollasse in
testa. Dovevamo uscire dalla Biblioteca � e poi uscire da quell�anello.
Ci mettemmo a correre, arrancando a ritroso lungo il percorso da cui eravamo
arrivati. Met� di noi zoppicava, l�altra met� faceva da stampella. Fu Addison a
guidarci con il suo fiuto in mezzo al labirinto. E intanto i rumori dello scontro
sembravano seguirci; pi� ci allontanavamo, pi� si facevano forti, come se i due
fratelli stessero ancora crescendo. Ma quanto grossi potevano diventare? E quanto
potenti? Forse, le anime di tutte le urne che avevano spaccato stavano scorrendo
nell�acqua fin nella pozza degli spiriti, e li nutrivano rendendoli pi� mostruosi
ancora.
La Biblioteca delle Anime li avrebbe sepolti? Sarebbe diventata la loro tomba, la
loro prigione eterna? Oppure si sarebbe schiusa come un guscio dando alla luce i
suoi orrori e liberandoli nel mondo?
Raggiungemmo l�uscita della caverna e finalmente ritrovammo ancora una volta la
luce aranciata del giorno. Il rimbombo alle nostre spalle ormai era un rumore
costante, una scossa che si riverberava per le alture.
�Dobbiamo andare avanti!� ci spron� Miss Peregrine. �Fino all�uscita dell�anello!�
Eravamo pi� o meno a met� strada, appena giunti in una radura, quando la terra sono
i nostri piedi sussult� con una violenza tale da mandarci gambe all�aria. Non avevo
mai visto dal vivo l�eruzione di un vulcano, ma non avrebbe potuto essere pi�
spaventosa di cos�: l�esplosione deflagr�, tonante, e rimase a riecheggiare tra i
pendii pi� bassi alle nostre spalle. Ci voltammo tutti, scioccati; davanti a noi si
allargava una distesa di roccia polverizzata sospesa per aria � e quelle che
arrivavano alle nostre orecchie, distinte e chiare come la luce del giorno, erano
le grida di Bentham e Caul.
Erano riusciti a emergere dalla Biblioteca; avevano perforato il soffitto spesso
della caverna, strati su strati di roccia, e ora erano fuori.
�Non possiamo aspettare oltre!� url� Miss Peregrine; poi si rialz�, sollev� il
foglietto che mi aveva consegnato Bentham e disse: �Sorelle, � giunta l�ora di
sigillare questo anello!�.
Fu in quel momento che capii cosa ci aveva dato Bentham, e perch� Miss Peregrine
aveva deciso di lasciarlo andare. Una formula, cos� l�aveva definita Bentham. Ha
funzionato una volta�
Era la formula con cui aveva ingannato Caul e i suoi seguaci, tanti anni prima, nel
1908. Quella che descriveva la procedura per distruggere l�anello in cui si
trovavano, invece che per risincronizzare gli orologi interni, cos� come i ribelli
avevano sperato. Questa volta il collasso dell�anello sarebbe stato intenzionale.
C�era un unico problema�
�Ma non si trasformeranno in Vacui?� chiese Miss Wren.
�Un Vacuo non � un problema� intervenni io, �ma l�ultima volta che qualcuno ha
distrutto un anello in questo modo, la detonazione � stata cos� potente da radere
al suolo met� della Siberia, giusto?�
�Le ymbryne che mio fratello aveva cooptato con la forza erano giovani e inesperte�
spieg� Miss Peregrine. �Noi faremo un lavoro migliore.�
�Noi siamo migliori� le fece eco Miss Wren.
Intanto, sulle colline stava sorgendo un volto enorme, una specie di secondo sole
che sbucava all�orizzonte. Era Caul, grande adesso quanto dieci case, e con una
voce che rimbombava nelle vallate gridava: �ALMAAAAAAAAA!�.
�Sta venendo a cercarla, Miss Peregrine!� esclam� Olive. �Dobbiamo metterci al
riparo!�
�Tra un momento, tesoro.�
Miss Peregrine ordin� a tutti noi Speciali (e a Sharon con i suoi cugini) di
tenerci a debita distanza, poi radun� le ymbryne intorno a s�. Sembravano una
specie di setta segreta di mistici sul punto di inscenare un rito antico. Il che,
credo, non era poi cos� lontano dalla verit�. Un�occhiata rapida al foglio, poi
Miss Peregrine inizi�: �Stando a quello che c�� scritto qui, una volta attivata la
reazione avremo un minuto per abbandonare l�anello�.
�Ci baster�?� chiese Miss Avocet.
�Dovr� bastarci� rispose risoluta Miss Wren.
�Forse dovremmo avvicinarci all�uscita prima di provare� sugger� Miss Glassbill,
che solo da poco aveva ripreso conoscenza.
�Non abbiamo tempo� replic� Miss Peregrine. �Dobbiamo��
Il resto della sua frase venne risucchiato da un urlo di Caul, distante ma
potentissimo. Ora le parole che diceva erano incomprensibili, come se la sua mente
fosse stata schiacciata dalla tensione straordinaria di quella crescita rapida e
incontrollata. Il suo respiro ci raggiunse qualche secondo dopo, un soffio giallo e
disgustoso che incendi� l�aria.
La voce di Bentham non la sentivamo da un bel po�, e io mi chiesi se il fratello
non lo avesse ucciso.
�Augurateci buona fortuna!� ci grid� Miss Peregrine.
�Buona fortuna!� urlammo noi in coro.
�Non fateci saltare in aria!� aggiunse Enoch.
Miss Peregrine si volt� verso le sorelle e le dodici ymbryne andarono a formare un
piccolo cerchio, poi si presero per mano. Quindi Miss Peregrine cominci� a
pronunciare una sequenza di parole nella lingua antica degli Speciali. Le altre le
ripetevano all�unisono, le voci che salivano a comporre un canto sinistro e
melodioso che prosegu� per trenta secondi, forse di pi�, durante i quali Caul
inizi� ad arrampicarsi fuori dalla caverna mentre massi e pezzi di roccia franavano
gi� dalla collina l� dove le sue mani enormi cercavano un appiglio.
�Be�, � uno spettacolo affascinante� comment� Sharon, �e voi siete liberi di stare
qui a godervelo, ma credo proprio che io e i miei cugini preferiamo andarcene.�
Fece per allontanarsi, poi vide che il sentiero davanti a lui si divideva in cinque
stradine pi� piccole, e che la terra dura non aveva tenuto traccia delle nostre
orme. �Uhm� disse, tornando verso di noi, �qualcuno per caso si ricorda da che
parte siamo arrivati?�
�Dovrai aspettare� ringhi� Addison. �Nessuno si allontaner� finch� le ymbryne non
avranno terminato.�
Finalmente, le ymbryne si lasciarono le mani e spezzarono il cerchio.
�Tutto qui?� chiese Emma.
�Tutto qui!� rispose Miss Peregrine correndo verso di noi. �Forza, andiamo. Non
dobbiamo assolutamente trovarci qui tra� quarantacinque secondi!�
L� dove un attimo prima si erano radunate le ymbryne ora si stava aprendo un
crepaccio, l�argilla si spaccava e aveva formato una dolina che si allargava
velocissima e dalla quale veniva un ronzio potente, quasi meccanico. Il collasso
dell�anello aveva avuto inizio.
Nonostante la fatica, le membra piagate e i passi incerti, iniziammo a correre,
spinti dal terrore e da quei rumori spaventosi, apocalittici, e dall�ombra
gigantesca che gi� si proiettava sul nostro tragitto. Continuammo a correre mentre
la terra si spalancava al nostro passaggio, fino a raggiungere la prima
costruzione, quella da cui eravamo usciti, ormai soffocata dalla polvere rossa dei
muri in disfacimento. Finalmente, ecco il passaggio che ci riportava alla torre di
Caul.
Miss Peregrine ci fece entrare per primi mentre tutto si sgretolava attorno a noi,
poi ci guid� dall�altra parte, all�interno della torre. Mi voltai per vedere la
gola rocciosa alle nostre spalle e colsi la sagoma di un pugno enorme che si
abbatteva sulla cima.
Miss Peregrine, agitata: �Dov�� finita la porta? Dobbiamo chiuderla, o il collasso
potrebbe estendersi a questo anello!�.
�Bronwyn l�ha abbattuta a calci!� balbett� Enoch. �� rotta!�
Era stata la prima ad arrivare, e quindi per lei abbatterla a calci era stata la
soluzione pi� rapida. Altro che girare la maniglia� �Mi dispiace!� piagnucolava.
�Ho firmato la nostra condanna?�
Il tremore dell�anello si propagava gi� alla torre, che adesso oscillava
scaraventandoci da una parte all�altra della sala in cui ci trovavamo.
�No, se ce ne andiamo da qui!� disse Miss Peregrine.
�Ma siamo troppo in alto!� strill� Miss Wren. �Non riusciremo mai ad arrivare in
fondo in tempo!�
�Sopra di noi c�� una piattaforma aperta� proposi io. Non ero molto sicuro del
perch� lo avessi detto, dato che morire saltando gi� da l� non sembrava molto
meglio di morire travolti dalle macerie della torre.
�S�!� url� Olive. �Saltiamo gi�!�
�Non se ne parla nemmeno!� intervenne Miss Wren. �Per noi ymbryne non sarebbe un
problema, ma voi ragazzi��
�Posso tenervi su io!� si propose Olive. �Sono abbastanza forte!�
�Non esiste!� fece Enoch. �Sei minuscola, e noi siamo troppi!�
La torre adesso ondeggiava da far venire la nausea. Le mattonelle del soffitto ci
cadevano addosso e sul pavimento iniziavano ad aprirsi delle crepe.
�Bene, allora� disse Olive. �State indietro!�
Cominci� a salire le scale, e noi non impiegammo pi� di un istante � ci bast�
l�ennesima oscillazione della torre � per decidere che la nostra ultima speranza
era proprio lei.
Adesso, le nostre vite erano nelle mani delicatissime della pi� piccola tra noi.
Pregai gli uccelli di proteggerci.
Risalimmo il corridoio, poi uscimmo all�aperto in quel che restava della luce del
giorno. Sotto di noi si allargava maestosa la distesa di Devil�s Acre: la fortezza
e le sue candide mura, il precipizio avvolto dalla nebbia con il ponte interrotto a
picco sul vuoto, gli spuntoni bruciacchiati di Smoking Street e i caseggiati
sovraffollati alle sue spalle � e poi il Canale che serpeggiava al margine
dell�anello come un ricciolo di schiuma. Qualunque cosa fosse accaduta, che fossimo
sopravvissuti oppure no, sarei stato felice se non altro di aver visto gli ultimi
istanti di quel luogo.
Salimmo carponi sul parapetto circolare. Emma mi afferr� la mano. �Non guardare
gi�, va bene?�
Una dopo l�altra le ymbryne si trasformarono in uccelli e si appollaiarono sul
parapetto, pronte a venire in nostro aiuto se ne avessimo avuto bisogno. Olive si
mise in posizione e si tolse le scarpe. Poi fece una verticale sul parapetto, le
mani sulla pietra, i piedi al cielo.
�Bronwyn, aggrappati ai miei piedi!� disse. �Facciamo una catena. Emma si attacca
alle gambe di Bronwyn, Jacob a quelle di Emma, Hugh a quelle di Jacob, e poi Horace
a quelle di Hugh��
�A me fa male la caviglia sinistra!� protest� Hugh.
�Allora Horace si attaccher� alla destra!� disse Olive.
�� una follia!� intervenne Sharon. �Siamo troppo pesanti!�
Olive fece per controbattere, ma un tremore improvviso scosse la torre cos�
violentemente che dovemmo aggrapparci tutti alla ringhiera per non essere sbalzati
via.
O il metodo di Olive, o niente.
�S�, � un�idea!� esclam� Miss Peregrine. �Fate come dice Olive, e mi raccomando non
mollate la presa finch� non siamo a terra!�
La piccola Olive pieg� le ginocchia e tir� gi� un piede verso Bronwyn. Lei lo
afferr�, poi si allung� e afferr� l�altro. Olive moll� il parapetto e rimase dritta
tra le mani di Bronwyn, poi si diede una spinta come un nuotatore a fine vasca e
sal� verso il cielo.
E anche Bronwyn si libr� in aria. Emma, rapida, si attacc� alle sue gambe, e subito
venne sollevata mentre Olive si dava da fare per salire ancora, la mascella
serrata, con determinazione. Era arrivato il mio turno; per� Olive, almeno
all�apparenza, stava esaurendo il suo potere. Si sforzava, gemeva, dimenava le
braccia e le gambe come un cagnolino in acqua, ma non aveva pi� benzina. Fu in quel
momento che Miss Peregrine si trasform� in uccello, sbatt� le ali, agganci� con gli
artigli Olive sul dietro del vestito e ci sollev�.
Anche i miei piedi si staccarono da terra. Hugh si aggrapp� alle mie gambe, Horace
alle sue, e poi ancora Enoch e cos� via, finch� anche Perplexus e Addison e Sharon
e i suoi tre cugini non salirono a bordo. E ora veleggiavamo nel cielo come un
aquilone stranissimo, ondeggiante, con Millard a segnare la nostra coda invisibile.
Le altre ymbryne, pi� minute, ci presero qua e l� per i vestiti e iniziarono a
sbattere forte le ali, aggiungendo quanta pi� forza potevano al nostro moto
ascensionale.
L�ultimo di noi aveva appena lasciato la torre quando la struttura inizi� a
sgretolarsi. Io guardai gi� giusto in tempo per vederla crollare. Fu questione di
un istante: precipit� su se stessa, e la parte superiore sembr� implodere come se
fosse stata risucchiata nel collasso dell�anello. Quindi anche il resto della torre
cedette, rovesciandosi prima di spezzarsi al centro e poi franare in una nube di
polvere e detriti. Il rumore fu quello di un milione di mattoni che venivano
scaricati tutti insieme all�interno di una cava. Ormai le forze di Miss Peregrine
iniziavano a venir meno, e noi scendevamo lenti verso il suolo, con le ymbryne che
si davano da fare per tenerci e guidarci, cos� da assicurarci un atterraggio
morbido il pi� lontano possibile da quella devastazione.
Toccammo terra nel cortile, prima Millard e infine Olive, talmente svuotata per lo
sforzo che ricadde sulla schiena e rest� l� distesa, il fiato corto, come se fosse
reduce da una maratona. Ci radunammo attorno a lei, festanti, e solo per lei
facemmo un grosso applauso.
I suoi occhi si aprirono, enormi, e indic� il cielo. �Guardate!�
In aria, sopra le nostre teste, l� dove fino a pochi istanti prima c�era stato il
cucuzzolo della torre, ora si vedeva un piccolo vortice di argento incandescente,
una specie di tornado in miniatura. Era l�ultima immagine dell�anello collassato.
Lo osservammo come ipnotizzati mentre rimpiccioliva, mulinando sempre pi� veloce.
Nel momento in cui stava per sparire, dal vortice giunse un suono simile a un boato
supersonico: �ALMAAAAAAA��.
Poi l�occhio del ciclone si chiuse, come ammiccando, risucchiando via con s� la
voce di Caul.

10.

Dopo il collasso dell�anello e il crollo della torre, non avevamo certo la


possibilit� di starcene l�, scioccati, immobili, a bocca aperta � o almeno, non
troppo a lungo. A quanto pareva il peggio era alle spalle, e i nostri nemici erano
scomparsi � chi caduto in battaglia, chi catturato �, eppure tutt�intorno a noi
regnava il caos e avevamo ancora parecchia strada davanti. E nonostante la fatica,
i lividi, le slogature, le ymbryne si preparavano a fare quello che le ymbryne
sanno fare meglio: mettere un po� di ordine nella confusione. Ritrovarono la forma
umana e presero in mano le redini della situazione. Passammo al setaccio il
complesso della fortezza in cerca di Spettri nascosti. Due si arresero senza
opporre resistenza, e Addison ne scov� un altro, una donna nascosta in un buco
scavato nel terreno.
Venne fuori con le mani alzate, implorando piet�. I cugini di Sharon si erano gi�
messi all�opera per costruire una cella improvvisata per ospitare il nostro ridotto
ma crescente bottino di prigionieri, e canticchiavano giulivi fra un colpo di
martello e l�altro. Sharon sub� un interrogatorio da parte di Miss Peregrine e Miss
Avocet, ma dopo qualche domanda le ymbryne si dissero soddisfatte: era solo un
mercenario; non un agente segreto, non una spia. Del resto, pareva essere stato
preso in contropiede quanto noi dal tradimento di Bentham.
Non ci volle molto per svuotare le segrete e i laboratori degli Spettri e
distruggere tutti quegli orribili strumenti di tortura. Portammo all�aperto le
vittime di quei terribili esperimenti e ci assicurammo che stessero bene. Ne
liberammo molti altri da un braccio secondario di celle. Emersero dalla struttura
sotterranea in cui li avevano detenuti, smagriti e laceri. Qualcuno era in stato
confusionale e vagava a caso, cos� dovemmo radunarli e tenerli d�occhio per evitare
che si allontanassero troppo col rischio di perdersi. Altri erano talmente pieni di
riconoscenza che non riuscivano a smettere di ringraziarci. Una ragazzina pass� una
mezz�ora intera saltabeccando da uno Speciale all�altro, sorprendendoci con i suoi
abbracci. �Non avete idea di cosa avete fatto per noi� continuava a ripetere. �Non
avete idea di quanto sia importante.�

Era impossibile non farsi toccare il cuore da quella scena, e mentre cercavamo di
offrire loro tutto il conforto di cui eravamo capaci fummo sopraffatti dai
singhiozzi e dalle lacrime. Non riuscivo nemmeno a immaginare quello che i miei
amici avevano dovuto affrontare, figuriamoci cosa doveva aver sopportato chi era
rimasto per settimane, o mesi, tra le grinfie di Caul. Al confronto, i miei lividi
e le mie ferite erano inesistenti.
Tra gli Speciali che salvammo, quelli che ricordo meglio sono tre fratelli.
Sembravano in buona salute, ma erano cos� traumatizzati da quanto avevano subito da
non essere pi� in grado di parlare. Alla prima occasione si staccarono dal gruppo,
raggiunsero un cumulo di macerie e vi si accucciarono sopra. Rimasero l� a
guardarsi intorno con gli occhi spenti, il pi� grande con le braccia sulle spalle
dei pi� piccoli. Quasi che non riuscissero a far quadrare la scena che avevano
davanti con l�inferno che ormai avevano accettato come la loro realt�.
Emma e io ci avvicinammo a dove si erano seduti. �Adesso siete al sicuro� disse lei
con dolcezza.
Loro la fissavano come se non comprendessero il senso di quella parola.
Enoch ci vide parlare e si avvicin� con Bronwyn. La mia amica si trascinava dietro
uno Spettro pi� morto che vivo, un addetto al laboratorio con il camice bianco e le
mani legate. I tre ragazzi si ritrassero di scatto appena lo videro.

�Non pu� pi� farvi del male� li tranquillizz� Bronwyn. �Nessuno di loro ve ne far�
pi�.�
�Forse dovremmo lasciarlo qui con voi per un po�� propose Enoch con un sorriso
diabolico. �Scommetto che avete un sacco di cose da dirgli.�
Lo Spettro sollev� il capo. Quando vide i ragazzi, i suoi occhi bruciati si
spalancarono.
�Smettila� dissi. �Non tormentarli.�
Le mani del pi� piccolo dei fratelli si chiusero a pugno e fece per alzarsi, ma il
maggiore dei tre lo trattenne e gli sussurr� qualcosa all�orecchio. Il bambino
chiuse gli occhi e annu�, come se volesse mettere da parte un qualche pensiero, poi
infil� i pugni serrati sotto le braccia.
�No, grazie� rispose con un educato accento del Sud.
�Andiamo� dissi io, e li lasciammo soli. Bronwyn venne con noi trascinandosi dietro
lo Spettro.
* * *
Gironzolammo per il complesso, in attesa di istruzioni da parte delle ymbryne. Per
una volta era un gran sollievo non dover essere noi a prendere le decisioni. Ci
sentivamo spenti ma energizzati, esausti da non credere eppure ricaricati da una
consapevolezza magnifica: eravamo ancora vivi.
C�erano improvvisi scoppi di allegria, risate, canzoni. Millard e Bronwyn ballavano
sul terreno martoriato. Olive e Claire si erano appiccicate a Miss Peregrine, che
le teneva in braccio mentre camminava di qua e di l� per controllare la situazione.
Horace continuava a pizzicarsi da solo per paura che fosse soltanto uno dei suoi
sogni, un futuro bellissimo che non era ancora arrivato. Hugh vagava per conto suo;
era chiaro che gli mancava Fiona: la sua assenza lasciava un vuoto in tutti noi.
Millard si agitava intorno al suo eroe, Perplexus, il cui invecchiamento accelerato
aveva subito una battuta d�arresto quando eravamo entrati ad Abaton e, stranamente,
non era ancora ricominciato. Ma sarebbe accaduto, ci assicur� Millard, e ora che la
torre di Caul era crollata non era chiaro come avrebbe fatto il cartografo a
tornare nel suo anello. (C�era sempre il Panellopticon di Bentham, questo s�, ma
quale di quelle centinaia di porte sarebbe stata quella giusta?)
E poi c�era la questione che riguardava Emma e me. Eravamo inseparabili, eppure
avevamo scambiato a malapena qualche parola. Avevamo timore di parlarci, credo,
perch� sapevamo di quale argomento avremmo dovuto discutere.
Cosa sarebbe successo, ora? Che ne sarebbe stato di noi? Io sapevo che Emma non
avrebbe mai potuto lasciare il mondo Speciale. Avrebbe dovuto vivere in un anello
per il resto della sua esistenza, rimanere a Devil�s Acre o in qualche altro posto,
magari migliore. Io, invece, ero libero di andare. Avevo una famiglia, a casa, ad
aspettarmi. Avevo una vita, o almeno qualcosa che ci somigliava. Per�, anche qui
avevo una famiglia. E avevo lei, Emma. E poi c�era il nuovo Jacob che ero
diventato, che stavo ancora diventando. Sarebbe sopravvissuto, gi� in Florida?
Avevo bisogno di tutte queste cose. Di entrambe le famiglie, dei due Jacob � di
Emma, soprattutto. Sapevo che dovevo fare una scelta, e avevo paura di essere
dilaniato in due.
Era troppo, molto di pi� di quanto potessi affrontare, dopo tutto quello che
avevamo gi� sopportato. Avevo bisogno ancora di qualche ora, forse di giorni, per
capire. Quindi io e Emma eravamo l�, spalla contro spalla, e guardavamo altrove con
l�idea di gettarci a capofitto in qualunque incarico le ymbryne ci avessero chiesto
di svolgere.
Loro, iperprotettive per natura, conclusero che ne avevamo gi� passate abbastanza.
Avevamo bisogno di riposare, e inoltre, dissero, c�erano dei compiti che non
spettavano ai ragazzini Speciali. Quando la torre era crollata aveva abbattuto un
edificio pi� piccolo alle sue spalle, ma le ymbryne non volevano che passassimo al
setaccio le macerie in cerca di sopravvissuti. E altrove, nella fortezza, c�erano
delle scorte di ambrosia da recuperare, e non volevano per niente al mondo che le
avvicinassimo. Mi chiesi cosa ne avrebbero fatto, o se fosse possibile restituire
quelle anime rubate ai legittimi proprietari.
Ripensai alla fiala che custodiva l�anima di mio nonno. Mi ero sentito cos� violato
quando Bentham l�aveva assunta� Eppure, se non lo avesse fatto, non saremmo mai
riusciti a fuggire dalla Biblioteca delle Anime. Quindi alla fine, in realt�, era
stata l�anima di mio nonno a salvarci. Era gratificante sapere che se non altro il
suo sacrificio non era stato vano.
C�era molto lavoro da fare anche al di fuori del quartier generale degli Spettri.
Lungo Louche Lane e in altre aree di Devil�s Acre occorreva liberare altri Speciali
tenuti in schiavit�, ma le ymbryne ripetevano con insistenza che dovevano
occuparsene loro con l�aiuto degli Speciali adulti. Alla fine non avrebbero
incontrato alcuna resistenza: gli schiavi e altri rinnegati erano scappati via al
momento della caduta degli Spettri. Avrebbero trovato i bambini e li avrebbero
portati in un luogo sicuro. Avrebbero dato la caccia ai traditori per poi
trascinarli davanti a un tribunale. E di tutto questo noi non dovevamo
preoccuparci, ci dissero. Al momento, quello che ci serviva era un luogo dove
recuperare le energie, e una base operativa per poter dare inizio alla
ricostruzione della societ� degli Speciali; e nessuno voleva trattenersi un secondo
pi� del dovuto nella fortezza degli Spettri, ancora infestata dalla paura e dal
terrore.
Io proposi la casa di Bentham. C�era una marea di spazio, laggi�, c�erano letti,
comodit�, un medico interno, e un Panellopticon (che, mai dire mai, poteva tornarci
utile in caso di necessit�). Ci avviammo al calar della sera, caricando chi tra noi
aveva difficolt� a camminare su una delle camionette degli Spettri, mentre gli
altri marciavano subito dietro. Attraversammo il ponte della fortezza con un
piccolo aiuto da parte del Vacuo, che prima sollev� il mezzo e poi si occupo di
noi, a gruppi di tre, depositandoci dall�altra parte. Alcuni dei pi� piccoli
avevano paura di lui e fu necessaria una strenua opera di convincimento. Altri non
vedevano l�ora di provarci e chiesero a gran voce di farsi un altro giro, dopo la
prima traversata. Li accontentai. Il potere che avevo sui Vacui era ormai diventato
una seconda natura, il che era piuttosto gratificante, nonostante mi lasciasse in
bocca un certo retrogusto dolceamaro. Ora che i Vacui erano praticamente estinti,
la mia abilit� Speciale mi appariva superata � o almeno questa sua manifestazione.
Alla fine, per�, andava bene cos�. Non mi importava di avere un potere da esibire,
ormai quello non era che un trucchetto strabiliante. Sarei stato molto pi� felice
se i Vacui non fossero mai esistiti.
Avanzammo per Devil�s Acre in un lento corteo, quelli tra noi che si reggevano
sulle proprie gambe circondavano la camionetta come se fosse un carro da parata,
gli altri erano in piedi sui paraurti o seduti sul tettuccio. Sembrava una marcia
trionfale, e gli Speciali della zona uscivano dalle case e dai loro rifugi per
vederci sfilare. Avevano visto il crollo della torre. Sapevano che la situazione
era cambiata, adesso. Molti ci applaudivano, altri ci rendevano omaggio, altri
ancora restavano nascosti nell�ombra, sopraffatti dalla vergogna per il ruolo che
avevano giocato in quella vicenda.
Quando giungemmo da Bentham, Mother Dust e Reynaldo ci accolsero sulla porta. Fu un
saluto caloroso, e ci dissero che la casa era a nostra disposizione, se ne avevamo
bisogno. Mother Dust inizi� subito a occuparsi dei feriti mostrando loro i letti,
facendoli accomodare, curandoli con la sua polvere. Si offr� di trattare come prima
cosa le mie escoriazioni e il morso nell�addome, ma le dissi che potevo aspettare.
Altri erano in condizioni peggiori delle mie.
Le raccontai di come avevo usato il suo dono. Di come mi avesse salvato la vita, e
di conseguenza la vita degli altri. Lei si strinse nelle spalle e torn� subito al
lavoro.
Io per� ci tenevo. �Merita una medaglia� le dissi. �Non so se gli Speciali
assegnino medaglie, me se � cos� le assicuro che ne avr� una.�
Per qualche motivo sembr� seccata dalla mia frase: le sfugg� un colpo di tosse e si
allontan� in fretta.
�Ho detto qualcosa di sbagliato?� chiesi a Reynaldo.
�Non so� mi rispose lui, l�espressione preoccupata, e subito le corse dietro.
Nim vagava per la casa in stato confusionale, non riusciva a capacitarsi del gesto
di Bentham. �Ci deve essere un errore� continuava a ripetere. �Mr Bentham non ci
avrebbe mai traditi in questo modo.�
�Datti una svegliata!� lo aggred� Emma. �Il tuo padrone faceva schifo!�
La verit� era leggermente diversa, pi� sfumata, pensavo io, ma avviare una
discussione sulla complessit� delle doti morali di quell�uomo non mi avrebbe reso
molto popolare, in quel momento. Bentham non era stato costretto a passare ad altri
la sua formula, n� a sfidare il fratello. Aveva fatto una scelta. E in definitiva
aveva condannato se stesso per salvare noi.
�Ha solo bisogno di tempo� disse Sharon a proposito di Nim. �Deve assorbire il
colpo, non � facile. Bentham aveva ingannato molti di noi.�
�Perfino lei?� gli chiesi.
�Specialmente me.� Si strinse nelle spalle, poi scosse il capo. Sembrava afflitto e
malinconico. �Mi ha fatto smettere con l�ambrosia, mi ha guarito dalla dipendenza,
mi ha salvato la vita. E penso che questo mi abbia reso cieco di fronte alla sua
parte peggiore.�
�Deve aver avuto per forza un confidente. Insomma, un seguace. Un Igor.�
�Kim, il suo assistente!� dissi. �Qualcuno lo ha visto?�
Non lo aveva visto nessuno. Perquisimmo la casa intera per trovarlo, ma a quanto
pareva l�impassibile braccio destro di Bentham era svanito nel nulla. Miss
Peregrine ci riun�, e chiese a me e a Emma di descriverlo nel dettaglio, nel caso
tornasse. �Dobbiamo ritenerlo un personaggio pericoloso� aggiunse. �Se lo
incontrate, non affrontatelo. Correte a chiamare una delle ymbryne.�
�Una delle ymbryne� sbott� Enoch, sprezzante. �Non hanno ancora capito che siamo
stati noi a salvare loro?�
Miss Peregrine riusc� a sentirlo. �S�, Enoch. Siete stati bravissimi, tutti voi. E
siete molto cresciuti, dico davvero. Ma esistono sempre anziani pi� saggi, anche
quando si diventa adulti.�
�S�, Miss� rispose lui, mortificato.
In seguito chiesi a Miss Peregrine se pensava che Bentham avesse in mente di
tradirci fin dall�inizio.
�Mio fratello era, sopra ogni altra cosa, un opportunista� mi rispose. �Credo che
una parte di lui volesse fare la cosa giusta, e quando ha aiutato te e Miss Bloom
lo ha fatto con sincerit�. Ma per tutto questo tempo si � preparato a tradirci, nel
caso la situazione gli avesse presentato qualche vantaggio. E quando gli ho fatto
capire che per me poteva andare al diavolo, ha deciso da che parte stare.�
�Non � stata colpa sua, Miss P� le disse Emma. �Dopo quello che ha fatto a Abe,
neanch�io lo avrei perdonato.�
�Eppure avrei potuto essere pi� gentile.� Si fece seria, gli occhi sfuggenti. �I
rapporti tra fratelli e sorelle possono essere complicati. A volte mi domando se
non siano state proprio le mie azioni a segnare il percorso dei miei fratelli.
Sarei potuta essere una sorella migliore, per loro? Forse, quando ero solo una
giovane ymbryne, ero troppo concentrata su me stessa.�
Io dissi: �Miss Peregrine, ma 腻 � per� mi zittii prima di pronunciare la parola
�ridicolo�, perch� non avevo mai avuto un fratello o una sorella, e forse non era
ridicolo per niente.
* * *
Pi� tardi accompagnammo Miss Peregrine e alcune altre ymbryne gi� nel seminterrato
per mostrare loro il cuore del Panellopticon di Bentham. Riuscivo a percepire la
presenza del mio Vacuo nella camera di caricamento, era molto fiaccato ma ancora in
vita. Mi sentivo tremendamente in colpa verso di lui e chiesi se potevamo farlo
uscire, ma Miss Peregrine mi rispose che per il momento avevano bisogno che il
macchinario restasse in funzione. Avere cos� tanti anelli a cui poter accedere da
un unico luogo avrebbe permesso alle ymbryne di diffondere velocemente la notizia
della nostra vittoria in tutto il mondo Speciale, di valutare i danni provocati
dagli Spettri e di iniziare in tempi rapidi la ricostruzione.
�Spero che tu capisca, Mr Portman� si scus� Miss Peregrine.
�Certo��
�Jacob ha un debole per questo Vacuo� intervenne Emma.
�Be�� risposi, un po� imbarazzato, �per me � stato il primo.�
Miss Peregrine mi lanci� un�occhiata strana ma promise che avrebbe fatto il
possibile per accontentarmi.
Il dolore all�addome non mi dava tregua, perci� io e Emma ci aggiungemmo alla fila
per incontrare Mother Dust che dalla clinica improvvisata in cucina si allungava
come una serpentina fino all�ingresso. Era stupefacente osservare le persone
entrare una dopo l�altra, malconce, livide, con un piede rotto o una mezza
contusione � o, nel caso di Miss Avocet, con una pallottola esplosa dal vecchio
revolver di Caul conficcata nella spalla � e uscirne pochi minuti dopo come nuove,
se non di pi�. In effetti, erano cos� in forma che Miss Peregrine prese da parte
Reynaldo e si raccomand� di ricordare a Mother Dust che le sue non erano risorse
rinnovabili: non doveva sprecarsi per le ferite lievi, perch� sarebbero guarite
benissimo da sole.
�Ho cercato di dirglielo io stesso� replic� lui, �ma � una perfezionista. Non mi d�
ascolto.�
Per questo Miss Peregrine decise di andare a parlarle a quattr�occhi. Usc� dalla
cucina cinque minuti dopo con un�aria sconfortata, nonostante molti dei tagli che
aveva sul viso fossero spariti e il braccio, che non si era pi� raddrizzato da
quando Caul l�aveva scaraventata contro la parete della caverna, adesso fosse
tornato al suo posto, guarito. �Che donna testarda!� esclam�.
Quando venne il mio turno di entrare e farmi visitare, il primo istinto fu di
rifiutare il trattamento: le erano rimasti solo un pollice e un indice della mano
buona. Ma Mother Dust diede uno sguardo ai tagli slabbrati e incrostati di sangue
che mi percorrevano l�addome e senza troppe cerimonie mi spinse sulla branda che
avevano preparato accanto al lavello. Il morso si stava infettando, mi fece sapere
attraverso Reynaldo. I denti del Vacuo erano un ricettacolo di batteri pericolosi,
e senza un trattamento le mie condizioni sarebbero peggiorate. Quindi cedetti. Lei
mi cosparse di polvere il costato, e dopo pochi minuti mi sentivo gi� meglio.
Prima di andare, cercai di dirle un�altra volta quanto il suo sacrificio fosse
stato prezioso, e come quel pezzettino di s� che mi aveva regalato ci avesse
salvato la vita. �Dico davvero, senza quel dito non sarei mai stato in grado di��
Ma non appena cominciai a parlare lei si allontan�, come se la parola �grazie� le
bruciasse i timpani.
Reynaldo mi accompagn� fuori. �Mi dispiace, Mother Dust deve vedere molti altri
pazienti.�
Emma mi aspettava all�ingresso. �Hai un aspetto meraviglioso!� mi disse. �Che gli
uccelli siano lodati, cominciavo a temere davvero che quel morso��
�Stai tranquilla, e dille delle tue orecchie� risposi.
�Cosa?�
�Le tue orecchie� ripetei a voce pi� alta, indicandole. Era da quand�eravamo
fuggiti dalla Biblioteca che Emma sentiva un ronzio continuo. Aveva dovuto tenere
vive le fiamme nelle mani per farci strada mentre scappavamo, e perci� non aveva
potuto tapparsi le orecchie per proteggersi da quel frastuono insopportabile, se
non letteralmente assordante, temevo. �Solo, ricorda, non parlarle del dito!�
�Del cosa?�
�Del dito!� ripetei, sollevando il mio. �� un argomento che la tocca da vicino.
Scusa il gioco di parole��
�Perch�?�
Mi strinsi nelle spalle. �Non ne ho idea.�
Emma entr� in cucina. Tre minuti dopo stava uscendo, stuzzicandosi le orecchie con
le dita. �Fantastico!� disse. �Ci sento forte e chiaro.�
�Meno male� risposi. �Gridare per tutto il tempo non � proprio il massimo.�
�Mmm. Comunque, le ho parlato del dito.�
�Cosa? E perch�?�
�Ero curiosa.�
�E?�
�Le mani hanno cominciato a tremarle. Poi ha mormorato qualcosa che Reynaldo non ha
tradotto, e subito dopo lui mi ha praticamente sbattuta fuori.�
Avremmo potuto provarci ancora, immagino, ma eravamo stanchi e affamati, e proprio
in quel momento un profumino buonissimo arriv� a stuzzicarci le narici.
�Venite, � pronto!� chiam� Miss Wren dal fondo del corridoio, e noi non aggiungemmo
una parola di pi�.
* * *
A sera inoltrata ci radunammo per cenare nella biblioteca di Bentham, l�unico
ambiente abbastanza grande da accoglierci tutti comodamente. Il fuoco era acceso e
la gente del luogo ci aveva portato un sacco di provviste per ringraziarci, pollo
arrosto e patate e cacciagione e pesce (che io evitai: chi me lo assicurava che non
l�avevano pescato nel Canale?). Mangiammo e chiacchierammo, rie-vocando le
avventure degli ultimi giorni. Miss Peregrine conosceva solo una piccola parte di
quel che ci era accaduto mentre ci spostavamo da Cairnholm a Londra, e poi di
quando avevamo attraversato la citt� bombardata fino ad arrivare da Miss Wren, e
voleva sapere tutto, nei minimi dettagli. Era sempre stata un�ottima ascoltatrice,
pronta a ridere se c�era da ridere e a reagire con gratificanti �ohhh� quando
aggiungevamo un pizzico di dramma.
�E poi la bomba � caduta proprio in testa al Vacuo e lo ha fatto andare in mille
pezzi!� strill� Olive, balzando dalla sedia mentre inscenava l�accaduto. �Ma noi
indossavamo i maglioni Speciali di Miss Wren, perci� le schegge non ci hanno
ucciso!�
�Oh, santo cielo!� fece Miss Peregrine. �Che gran colpo di fortuna!�
Quando terminammo le nostre storie, Miss Peregrine rimase seduta in silenzio per un
po�, osservandoci con un misto di tristezza e stupore. �Sono molto, molto
orgogliosa di voi� disse, �e mi spiace davvero per tutto quello che � successo. Non
so dirvi quanto vorrei esserci stata io al vostro fianco, al posto di
quell�imbroglione di mio fratello.�
Osservammo un minuto di silenzio ricordando Fiona. Non era morta, insisteva Hugh,
si era soltanto persa. Gli alberi avevano attutito la caduta, diceva, e adesso
sicuramente vagava nella foresta da qualche parte non lontano dal serraglio di Miss
Wren. O forse aveva picchiato la testa cadendo e si era scordata la strada da cui
era arrivata. O magari si era nascosta�
Si guardava intorno speranzoso, ma noi evitavamo di incrociare il suo sguardo.
�Sono sicura che la ritroveremo� cerc� di rassicurarlo Bronwyn.
�Non dargli false speranze� intervenne Enoch. �� una cosa crudele.�
�Te la faccio vedere io una cosa crudele� replic� lei sdegnata.
�Propongo di cambiare argomento� si inser� Horace. �Voglio sapere come ha fatto il
cane a salvare Jacob e Emma nella metropolitana.�
Addison zampett� giocoso sopra il tavolo e inizi� a raccontare la storia, ma
abbellendola con cos� tanti particolari secondari sul suo eroismo che Emma fu
costretta a intervenire. Insieme, raccontammo ai nostri amici come avevamo scoperto
il passaggio per Devil�s Acre, e di come, con l�aiuto di Bentham, avevamo preparato
la nostra mini-invasione nella fortezza degli Spettri. Poi, a turno, iniziarono le
domande per me. Tutti volevano sapere dei Vacui.
�Come hai fatto a imparare la loro lingua?� mi chiese Millard.
�� com�� manipolare un Vacuo?� si inser� Hugh. �Immagini di essere uno di loro,
come faccio io con le api?�
�E ti viene il solletico?� domand� Bronwyn.
�E hai mai pensato di prenderne uno come animale domestico?� s�inform� Olive.
Io feci del mio meglio per rispondere, ma mi sentivo la lingua bloccata perch� la
mia connessione con i Vacui era qualcosa di difficile da descrivere, come mettere
insieme i pezzi di un sogno la mattina dopo, al risveglio. E poi ero distratto
dalla conversazione che io e Emma non avevamo ancora avuto. Risposi a tutto, poi
incrociai lo sguardo della mia amica e le feci cenno di andare alla porta. Ci
scusammo e ci allontanammo dal tavolo, e io sentivo gli occhi di tutti su di noi.
Ci infilammo in una piccola stanza guardaroba illuminata dalla luce di una lanterna
e zeppa di cappotti, cappelli e ombrelli. Non era certo spazioso o confortevole, ma
se non altro era un luogo appartato, un posto in cui nessuno sarebbe entrato
all�improvviso, e al riparo da orecchie indiscrete. Mi sentivo d�un tratto
terrorizzato, chiss� perch�. Dovevo prendere una decisione difficile, e fino a quel
momento non avevo mai affrontato veramente la cosa.
Restammo zitti per un istante, uno di fronte all�altra, in quello spazio tutto
pieno di stoffe, cos� ovattato che sentivo il battito dei nostri cuori.
�Allora� esord� Emma, perch� come sempre era chiaro che avrebbe iniziato lei. Emma,
senza peli sulla lingua, che non aveva mai paura dei momenti imbarazzanti.
�Resterai?�
Non sapevo cos�avrei detto finch� quelle parole non mi uscirono di bocca. Avevo
inserito il pilota automatico, non c�era pi� nessun filtro. �Devo vedere i miei
genitori.�
Questo era vero, senza appello. Stavano di certo soffrendo, dovevano essere
spaventati e non lo meritavano, e io li avevo lasciati senza mie notizie per troppo
tempo.
�S� rispose lei. �Lo capisco. Ovvio che devi vederli.�
Una domanda non espressa restava sospesa tra noi. Vedere i miei genitori era una
mezza misura, una non risposta. Vederli, okay. E poi? Cosa gli avrei detto?
Cercai di immaginare di raccontare loro la verit�. In questo senso, la
conversazione telefonica che avevo avuto con mio padre dalla stazione della
metropolitana era stata un�anteprima del grande spettacolo che stava per andare in
scena. � impazzito. Nostro figlio � completamente fuori di testa. O forse si droga.
O magari non si droga abbastanza.
No, la verit� non avrebbe funzionato. E allora come fare? Li avrei incontrati,
avrebbero visto che ero vivo e stavo bene, poi mi sarei inventato qualcosa su una
capatina a Londra per vedere la citt�, poi gli avrei detto di tornarsene a casa
senza di me? Mah. Si sarebbero messi sulle mie tracce. Avrebbero chiamato al
polizia, ci sarebbero stati agenti nascosti tra i cespugli nel luogo del nostro
incontro. Uomini con il camice bianco e con una camicia di forza a misura di Jacob.
Sarei dovuto scappare. A dire la verit� avrebbe solo peggiorato le cose. Vederli, e
poi fuggire, sarebbe stata l�ennesima tortura per loro. D�altra parte, per�, l�idea
di non incontrarli per nulla, di non tornare mai pi� a casa � non riuscivo a
venirci a patti. Perch�, se dovevo essere onesto con me stesso fino in fondo, per
quanto mi facesse male pensare di lasciare Emma e i miei amici e quel mondo, una
parte di me voleva tornare a casa. I miei genitori e il loro mondo rappresentavano
un ritorno alla sicurezza e alla stabilit�, qualcosa che desideravo con tutto me
stesso dopo la follia in cui mi ero trovato immerso. Avevo bisogno di un tuffo
nella normalit�. Di riprendere fiato. Solo per un po�.
Avevo ripagato il mio debito con gli Speciali e Miss Peregrine. Ero diventato uno
di loro. Ma non ero soltanto uno di loro. Ero anche il figlio dei miei genitori, e
per quanto imperfetti fossero mamma e pap�, mi mancavano tantissimo. E mi mancava
casa. S�, probabilmente Emma mi sarebbe mancata pi� di tutte queste cose. Il
problema era che ne volevo troppe. Volevo vivere entrambe le vite. Volevo due
cittadinanze. Volevo essere Speciale, e imparare tutto quello che c�era da imparare
sul mondo degli Speciali, e restare con Emma, ed esplorare ogni anello catalogato
da Bentham nel suo Panellopticon. Ma volevo anche fare tutte le cose stupide e
normali che fanno gli adolescenti, finch� ancora potevo essere considerato uno di
loro. Volevo prendere la patente. Avere un amico della mia et�. Finire le
superiori. Poi avrei compiuto diciotto anni, e sarei potuto andare dove volevo �
quando volevo. Sarei potuto tornare qui.
Era questa la verit�, nuda e cruda: non potevo vivere il resto della mia vita
dentro un anello temporale. Non volevo restare un ragazzo Speciale per sempre. Un
giorno, per�, forse avrei potuto essere un adulto Speciale.
Forse, se fossi stato molto attento, c�era un modo per ottenere tutto questo.
�Non voglio andare� dissi, �ma credo di averne bisogno, per un po�.�
L�espressione di Emma si fece enigmatica. �Allora vai� mi rispose.
Ero atterrito. Non mi aveva nemmeno chiesto cosa intendessi dire con �per un po��.
�Verr� a trovarvi� mi affrettai ad aggiungere. �Posso tornare ogni volta che
voglio.�
In linea teorica, era la verit�: ora che la minaccia degli Spettri era stata
annullata, ci sarebbe sempre stato � con l�intercessione degli uccelli � qualcosa a
cui fare ritorno. Ma era difficile immaginare che i miei genitori organizzassero in
tempi brevi un altro viaggio nel Regno Unito. Stavo mentendo a me stesso � anzi a
tutti e due � e Emma lo sapeva.
�No� ribatt�. �Non voglio che torni.�
Il mio cuore salt� un battito. �Come?� le dissi, calmo. �Perch�?�
�Perch� � quello che ha fatto Abe. Tornava ogni tanto, a distanza di qualche anno.
E ogni volta era pi� vecchio e io invece ero sempre la stessa. Poi ha incontrato
una persona, si � sposato��
�Io non lo far� dissi. �Io amo te.�
�Lo so� mi rispose, e distolse lo sguardo. �Anche lui mi amava.�
�Ma noi non siamo� tra noi non andr� cos 셻 Mi affannavo per trovare le parole
giuste, ma i miei pensieri erano impantanati.
�Invece � cos�. Se potessi verrei con te, lo sai, ma non posso. Invecchierei
subito. Quindi dovrei starmene qui e aspettarti. Paralizzata in una goccia d�ambra.
No, non posso farlo un�altra volta.�
�Non durer� cos� tanto! Solo qualche anno. Poi potr� fare quello che voglio! Potrei
andare al college da qualche parte, forse qui a Londra!�
�Forse� ripet� lei. �Forse. Ma ora mi stai facendo promesse che potresti non
mantenere, ed � proprio cos� che le persone che si amano si feriscono l�un l�altra,
e in profondit�.�
Il cuore batteva all�impazzata. Mi sentivo disperato e patetico. E va bene, non
avrei pi� rivisto i miei genitori. Nessun problema. Non potevo perdere Emma.
�Sono confuso� ammisi. �Non volevo dire questo. Rester�.�
�No, invece, secondo me sei stato sincero� ribatt� lei. �E credo che se restassi
qui non saresti felice. E un giorno mi odieresti, per questo. Sarebbe perfino
peggio.�
�No, no, io non potrei mai��
Ma ormai avevo scoperto le mie carte, ed era troppo tardi per tirarsi indietro.
�Devi andare� mi disse. �Hai una vita e una famiglia. Lo sapevamo fin dall�inizio
che non sarebbe stato per sempre.�
Mi sedetti a terra, poggiai la schiena sulla parete di cappotti e mi lasciai
inghiottire. Per qualche interminabile secondo provai a fingere che non stesse
accadendo davvero, che non mi trovassi l�, che tutto il mio mondo non fosse che
questo groviglio di lana nero che sapeva di naftalina. Quando tornai in superficie
per respirare, Emma era seduta accanto a me, le gambe incrociate.
�Non lo voglio nemmeno io� mi disse. �Ma credo di capire perch� deve andare cos�.
Tu hai il tuo mondo da ricostruire, io ho il mio.�
�Ma questo � anche il mio mondo, adesso� risposi.
�Vero.� Rimase pensierosa per un istante, massaggiandosi il mento con le dita.
�Vero, e io spero sinceramente che un giorno tornerai, perch� sei diventato uno di
noi e alla nostra famiglia mancherebbe un pezzo senza di te. Ma quando lo farai,
penso che io e te dovremmo essere solo amici.�
Ci pensai per un momento. Amici. Sembrava qualcosa di opaco, pallido, senza vita.
�Allora credo sia meglio non parlarne pi�.�
�Sono d�accordo� concluse lei. �Non credo che riuscirei a sopportarlo.�
Le scivolai vicino e le cinsi la vita con un braccio. Pensavo che si sarebbe
scostata ma non lo fece. Dopo un po�, poggi� la testa sulla mia spalla.
E restammo seduti cos� per tanto, tanto tempo.
* * *
Quando finalmente io e Emma emergemmo dalla stanza guardaroba, gli altri erano
andati a dormire. Il fuoco nel camino della biblioteca era ridotto a un mucchietto
di braci, i vassoi ricolmi di cibo ora contenevano solo avanzi e tra gli alti
soffitti riecheggiavano il russare e i mormorii. I ragazzi e le ymbryne erano
distesi sui divani o rannicchiati sul tappeto, nonostante al piano di sopra fosse
pieno di stanze da letto. Avevano corso il rischio di perdersi per sempre, e non
erano disposti ad accettare l�idea di separarsi, anche per una notte sola.
Io sarei partito il mattino dopo. Ora che sapevo cosa sarebbe accaduto tra me e
Emma, rimandare ancora ci avrebbe soltanto fatto del male. Adesso, per�, avevamo
bisogno di riposare. Quanto tempo era passato dall�ultima volta che avevamo chiuso
gli occhi per due minuti consecutivi? Non riuscivo a ricordare di essere mai stato
tanto sfinito.
Ammucchiammo qualche cuscino in un angolo e ci addormentammo abbracciati. Era la
nostra ultima notte insieme, e io mi tenni stretto a lei, le braccia sigillate
attorno al suo corpo, come se con una presa pi� ferma potessi imprimere Emma nella
mia memoria sensoriale. La sensazione di averla accanto, il suo odore. Il suono del
suo respiro quando rallentava e si regolarizzava. Il sonno per� mi travolse, e mi
sembrava di avere appena chiuso gli occhi quando all�improvviso mi ritrovai
accecato dalla luce gialla e brillante del sole che ci trafiggeva da una serie di
alte finestre.
Erano tutti svegli e girovagavano per la sala, parlando a voce bassa per non
svegliarci. Ci slacciammo dall�abbraccio con una certa premura, consapevoli di aver
perso l�intimit� garantita dal buio. Prima che avessimo il tempo di ricomporci,
ecco arrivare Miss Peregrine con una brocca di caff� e Nim con un vassoio di tazze.
�Buongiorno, ragazzi! Spero abbiate riposato bene, perch� abbiamo un sacco di co��
Miss Peregrine ci vide e si interruppe a met� della frase, inarcando di colpo le
sopracciglia.
Emma si copr� il volto con la mano. �Oh, no.�
Travolto dalla fatica e dalla stanchezza della notte precedente, non avevo pensato
che dormire nello stesso letto con Emma (anche se avevamo dormito e basta) avrebbe
urtato la sensibilit� vittoriana di Miss Peregrine.
�Mr Portman, devo dirti una parola.� Miss Peregrine poggi� il caff� e mi indic� col
dito.
Mi sarei preso la colpa di tutto, sicuro. Mi alzai e sistemai gli abiti sgualciti,
e intanto diventavo tutto rosso in viso. Non mi vergognavo nemmeno un po�, ma era
impossibile in quella situazione non sentire un pizzico di imbarazzo.
�Augurami buona fortuna� sussurrai a Emma.
�Nega tutto!� bisbigli� lei di rimando.
Sentivo ridacchiare intorno a me nella stanza, e qualcuno che intonava: �Jacob e
Emma mano nella mano, Jacob e Emma si dicono ti amo!�.
�Oh, ma quando crescerai, Enoch!� lo rimbrott� Bronwyn. �Sei solo geloso.�
Io seguii Miss Peregrine nell�ingresso.
�Non � successo niente� mi affrettai a dire, �giusto perch� lo sappia.�
�Sono certa che la cosa non mi riguardi� rispose lei. �Oggi ci lascerai, dico bene?

�Lei come lo sa?�
�Sar� anche un�anziana signora, a ben guardare, ma credo di avere ancora una certa
presenza di spirito. So che sei combattuto tra i tuoi genitori e noi, tra la tua
vecchia casa e quella nuova� o quel che ne rimane. Vorresti trovare un equilibrio
senza dover scegliere se stare da una parte o dall�altra, e senza ferire le persone
che ami. Ma non � semplice. E nemmeno possibile, per forza di cose. All�incirca �
questo che senti?�
�ȅ s�. Ci siamo molto vicini.�
�E come vi siete lasciati con Miss Bloom?�
�Siamo amici� risposi a disagio, mentre sperimentavo il sapore di quella parola
sulla lingua.
�E questo vi rende infelici.�
�Be�, s�. Ma io capisco� almeno credo.�
Lei chin� appena il capo. �Capisci davvero?�
�Emma vuole proteggersi.�
�E vuole proteggere te� aggiunse Miss Peregrine.
�Questo mi sfugge.�
�Sei molto giovane, Jacob. Ci sono parecchie cose che probabilmente �ti sfuggono�.�
�Non vedo cosa c�entri la mia et� con questo.�
�C�entra eccome!� rispose lei con una risata breve e acuta. Poi si rese conto che
davvero non capivo, e il suo tono si ammorbid� un po�. �Miss Bloom � nata allo
scoccare del secolo scorso� disse. �Il suo cuore � antico e saldo. Forse ti
preoccupa l�idea che qualcuno possa sostituirti� che una sorta di Romeo degli
Speciali le faccia perdere la testa. Non la considererei un�eventualit�. �
concentrata su di te. Non l�ho mai vista cos� felice con nessuno. Nemmeno con Abe.�
�Davvero?� dissi mentre un�ondata di calore mi invadeva il petto.
�Davvero. Ma come abbiamo gi� stabilito, tu sei molto giovane. Hai solo sedici
anni, quasi diciassette. Il tuo cuore si sta risvegliando proprio ora, e Miss Bloom
� il tuo primo amore. Forse mi sbaglio?�
Non potevo che annuire, avvilito. Cavoli, s�, le cose stavano senza dubbio in
questi termini. L�avrebbe capito chiunque.
�Avrai altri amori� riprese Miss Peregrine. �I cuori giovani, come i cervelli
giovani, hanno intervalli di attenzione piuttosto limitati.�
�Non io� sbottai. �Io non sono cos�.�
Sapevo che sarebbe suonata come la replica impulsiva di un adolescente, ma in quel
momento ero sicuro di Emma come non lo ero mai stato di nient�altro al mondo.
Miss Peregrine annu� lentamente. �Sono felice di sentirtelo dire� ammise. �Miss
Bloom potrebbe anche averti concesso l�autorizzazione a spezzarle il cuore, ma io
non l�ho fatto. � molto preziosa per me, e non � affatto forte come lascia
intendere. Non posso permettere che la malinconia abbia il sopravvento, e che
cominci a incendiare tutto quello che le capita a tiro nel caso tu ti faccia
sedurre dal pallido fascino di una ragazza Normale. Ci sono gi� passata una volta,
e semplicemente� non abbiamo abbastanza mobili. Capisci cosa sto dicendo?�
�Mmm� feci io, preso alla sprovvista. �Penso di��
Lei avanz� di un passo verso di me e ripet� la domanda, la voce ora era pi� bassa e
dura. �Lo capisci?�
�S�, Miss Peregrine.�
Un cenno secco del capo, poi un sorriso e una pacca sulla spalla. �Bene, allora. �
stata una piacevole conversazione.� E prima che potessi aggiungere qualcosa si era
gi� avviata a passo sicuro verso la biblioteca, gridando: �Ragazzi, la colazione �
pronta!�.
* * *
Partii un�ora dopo. Emma e Miss Peregrine mi accompagnarono al molo, insieme a
tutta la guarnigione dei miei amici e alle ymbryne. Sharon ci attendeva su una
nuova imbarcazione lasciata l� dai pirati del canale durante la fuga. Ci furono
lunghi scambi di abbracci e lacrime di addio, che sfociarono nella mia promessa di
tornare presto a trovarli, anche se non avevo idea di come ci sarei riuscito, nel
breve periodo: i voli internazionali costavano un sacco, e poi avrei dovuto
convincere i miei genitori.
�Non ti dimenticheremo mai, Jacob!� mi disse Olive tirando su col naso.
�Io trascriver� la tua storia per i posteri� mi promise Millard. �Mi dedicher� a
quello, da oggi. E far� in modo che venga inclusa nella nuova edizione dei Racconti
dei Ragazzi Speciali. Tu diventerai famoso!�
Addison si avvicin� con i due cuccioli di scimmiorso alle calcagna. Era impossibile
stabilire se lui avesse adottato loro o viceversa. �Sei al quarto posto nella
classifica degli umani pi� temerari che abbia mai conosciuto� mi disse. �Spero che
ci incontreremo ancora.�
�Lo spero anch�io� risposi, e lo pensavo davvero.
�Ma senti, Jacob, noi possiamo venire a trovarti?� mi implorava Claire. �Ho sempre
voluto vedere l�America��
Non me la sentivo di spiegare perch� non sarebbe stato possibile. �Certo che s�
risposi allora. �Mi piacerebbe tantissimo.�
Sharon diede qualche colpo di bastone allo scafo della barca. �Tutti a bordo!�
Lo feci, malvolentieri, e salirono anche Emma e Miss Peregrine. Avevano insistito
per restarmi vicino finch� non avessi incontrato i miei genitori, e io non avevo
aperto bocca. Un addio per gradi sarebbe stato di sicuro pi� sopportabile.
Sharon moll� gli ormeggi e la barca si stacc� dalla banchina. I nostri amici
continuavano a salutarci e a chiamarci per nome mentre galleggiavamo via. Li
salutavo anch�io, ma stare a guardarli mentre diventavano sempre pi� piccoli e
lontani faceva male, cos� chiusi gli occhi finch� la corrente non ci condusse oltre
un�ansa del canale, e quando li aprii non c�erano pi�.
Nessuno sulla barca aveva troppa voglia di parlare. Nel silenzio, osservammo
sfilare gli edifici fatiscenti e i ponticelli pericolanti. Dopo qualche minuto
arrivammo a una biforcazione e venimmo risucchiati violentemente verso lo stesso
sottopassaggio da cui eravamo entrati, per poi essere sputati fuori nella luce
fangosa e moderna di un primo pomeriggio. I caseggiati decrepiti di Devil�s Acre
erano scomparsi, e al loro posto sorgevano palazzoni di vetro e luccicanti torri di
uffici. Una barca a motore ci super� ronzando.
Si facevano strada verso di noi i rumori di un tipico giorno del presente,
trafficato e denso. L�allarme di una macchina. La suoneria di un cellulare. Un
pezzo pop degli anni Ottanta. Sfilammo davanti a un bel ristorante con la terrazza
sul fiume, ma grazie a un incantesimo di Sharon nessuno degli avventori poteva
vederci scivolare sull�acqua. Se non fosse stato cos�, chiss� cosa avrebbero
pensato di noi: due adolescenti vestiti di nero, una signora in un�impeccabile
tenuta d�epoca vittoriana, e Sharon con il suo mantello da Tristo Mietitore che a
forza di pagaiate ci conduceva fuori dal mondo sotterraneo. Ma chi pu� dirlo: forse
il mondo moderno ormai � cos� indifferente a tutto che nessuno avrebbe battuto
ciglio comunque.
I miei genitori, per�, erano tutt�altra faccenda; e ora che eravamo tornati nel
presente, era proprio l�esito di quella faccenda che cominciava a preoccuparmi. Gi�
pensavano che fossi andato via di testa, o che avessi cominciato a drogarmi. Sarei
stato fortunato se non mi avessero spedito di filato in un ospedale psichiatrico. E
se anche non lo avessero fatto, sarei rimasto sotto osservazione per anni. Non si
sarebbero mai pi� fidati di me.
Ma era la mia battaglia, e avrei trovato un modo per combatterla. La cosa pi�
semplice dal mio punto di vista sarebbe stata raccontare la verit� � eppure, ancora
una volta, non potevo. Non avrebbero mai capito quella parte della mia vita, e se
cercavo di costringerli rischiavo di mandare loro in un ospedale psichiatrico.
Mio padre ormai sapeva dei ragazzi Speciali anche pi� del necessario. Li aveva
incontrati tutti a Cairnholm, anche se credeva di aver sognato. E poi Emma gli
aveva lasciato una lettera e una foto in cui era in compagnia del nonno. E come se
non bastasse, c�era stata quella telefonata in cui gli avevo detto chiaro e tondo
che ero uno Speciale. Era stato un errore, ormai l�avevo capito, e un gesto
egoista. E adesso stavo andando a incontrarli con Emma e Miss Peregrine al mio
fianco.
�Pensandoci bene� dissi, voltandomi verso di loro sulla barca, �forse non sarebbe
meglio se andassi da solo?�
�E perch�?� mi chiese Emma. �Mica invecchieremo cos� velocemente��
�Non credo che i miei genitori debbano vedermi con voi. Sar� gi� abbastanza
difficile spiegargli le cose cos� come sono.�
�Ho fatto qualche riflessione su questo punto� mi disse Miss Peregrine.
�Su cosa? Sui miei genitori?�
�S�. Posso darti una mano con loro, se vuoi.�
�E come?�
�Tra la miriade di incombenze delle ymbryne, c�� quella di occuparsi dei Normali
che sviluppano una problematica curiosit� nei nostri confronti, o che ci procurano
guai o fastidi. Abbiamo dei modi per spegnere questa curiosit�, o per fare in modo
che dimentichino determinate cose.�
�Tu ne eri a conoscenza?� domandai a Emma.
�Certo. Se non potessimo cancellare certe cose, gli Speciali occuperebbero i
notiziari praticamente ogni giorno.�
�Cio� cancellare la memoria delle persone?�
�� pi� come spizzicare delle noccioline, si scelgono dei ricordi specifici� mi
spieg� Miss Peregrine. �Non � doloroso e non ci sono effetti collaterali. Lo so,
potrebbe sembrarti eccessivo. Lo lascio quindi alla tua discrezione.�
�Okay� risposi.
�Okay cosa?� disse Emma.
�Okay, per favore, fate questa cosa di cancellare la memoria ai miei genitori. Mi
sembra una soluzione perfetta. E visto che ci siete, c�� anche quella volta, quando
avevo dodici anni, e sono finito con la macchina della mamma sulla serranda del
garage��
�Non facciamoci prendere la mano, Mr Portman.�
�Scherzavo� risposi, anche se non era proprio uno scherzo. In ogni caso, mi sentivo
veramente sollevato. Non avrei dovuto passare il resto dell�adolescenza a scusarmi
per il tempo che ero stato via, con i miei che mi credevano morto, e nemmeno per
avergli pi� o meno rovinato la vita. Niente male davvero.

11.

Sharon attracc� allo stesso lugubre molo inferiore infestato dai topi dove lo avevo
incontrato la prima volta. Sentii una stretta di tenerezza e di nostalgia quando
scesi dalla barca. Sar� anche stato sporco e spaventato, e potevo anche aver
sperimentato delle forme di sofferenza davvero esotiche in ogni secondo degli
ultimi giorni, per� probabilmente non avrei mai pi� vissuto un�avventura cos�. Gi�
ne sentivo la nostalgia; e non parlo degli ostacoli che avevo dovuto superare, ma
della persona che ero diventata nel momento stesso in cui li superavo. Dentro di me
c�era una volont� di ferro, ora ne ero consapevole, e speravo di poterci fare
affidamento anche se la mia vita avesse preso una piega pi� semplice.
�Eccoci� disse Sharon. �Sono felice di averti incontrato, nonostante l�infinita
serie di problemi che questo incontro mi ha provocato.�
�Gi�, anch�io.� Ci stringemmo la mano. �� stato interessante.�
�Aspettaci qui� lo istru� Miss Peregrine. �Io e Miss Bloom saremo di ritorno tra
un�oretta o due.�
Trovare i miei genitori si rivel� facile. Lo sarebbe stato ancora di pi� se avessi
avuto il cellulare, ma per come stavano le cose tutto quello che dovevamo fare era
raggiungere una stazione di polizia. Ero una persona scomparsa, perci� diedi le mie
generalit� a un agente e mi misi ad aspettare su una panca. Mezz�ora dopo eccoli
arrivare. Era lampante che avessero dormito nei vestiti sgualciti che ancora
indossavano, e il trucco solitamente curatissimo di mia madre era tutto sbavato.
Mio padre aveva la barba lunga di tre giorni, ed entrambi tenevano in mano una pila
di volantini con la mia faccia stampata sopra accanto alla scritta SCOMPARSO. Mi
sentii subito terribilmente in colpa per tutto quello che avevano passato. Ma
mentre cercavo di scusarmi, loro lasciarono cadere i volantini e mi abbracciarono
insieme, e le mie parole si persero nelle pieghe del maglione di pap�.
�Jake, Jake, oddio, il mio piccolo Jake� piangeva mia madre.
�� lui, � davvero lui� diceva pap�. �Siamo stati cos� in pensiero per te, eravamo
cos� preoccupati��
Quanto tempo ero stato via? Una settimana? Pi� o meno s�, anche se sembrava
un�eternit�.
�Dove sei stato?� mi chiese la mamma. �Cos�hai fatto in tutto questo tempo?�
Sciogliemmo l�abbraccio, ma io ancora non riuscivo a spiccicare parola.
�Perch� sei scappato cos�?� domand� mio padre. �Cosa ti � saltato in testa, Jacob?�
�Mi hai fatto venire i capelli bianchi!� disse mia madre, poi per la seconda volta
mi strinse tra le braccia.
Pap� intanto mi studiava. �Dove sono i tuoi vestiti? Di chi sono questi abiti che
indossi?�
Avevo ancora la mia divisa nera d�avventura. Ops. Comunque pi� facile da spiegare
rispetto a una mise ottocentesca, e grazie al cielo Mother Dust aveva guarito tutti
i tagli che avevo in faccia�
�Jacob, di� qualcosa!� sbott� mio padre.
�Mi dispiace, mi dispiace tanto� dissi. �Non vi avrei mai fatto passare tutto
questo se avessi potuto evitarlo, ma adesso va tutto bene. Andr� tutto bene. Voi
non capirete, e questo lo so. Vi voglio bene.�
�Su questo hai ragione� disse mio padre. �Non capiamo. Non ti capiamo proprio.�
�Ma non va bene cos� intervenne la mamma. �Ci devi dare una spiegazione.�
�Anche noi ne abbiamo bisogno� intervenne l�agente che era rimasto accanto a noi.
�E ci serve anche un test antidroga.�
La situazione stava sfuggendo di mano. Era il momento di darci un taglio.
�Vi racconter� tutto� dissi, �ma prima voglio che conosciate una mia amica. Mamma,
pap�, lei � Miss Peregrine.�
Vidi gli occhi di mio padre spostarsi su Miss P, poi su Emma. Doveva averla
riconosciuta, perch� aveva l�espressione di chi ha appena visto un fantasma. Ma
andava bene cos� � presto avrebbe dimenticato.
�Sono molto lieta di fare la vostra conoscenza� si present� Miss Peregrine,
stringendo le mani a entrambi. �Avete un figlio magnifico, davvero un ragazzo
eccellente. Non soltanto Jacob � un perfetto gentiluomo, ma � anche pi� dotato di
suo nonno.�
�Suo nonno?� disse mio padre. �Come fa lei��
�Chi � questa strana donna?� intervenne mia madre. �Come conosce nostro figlio?�
Miss Peregrine prese le loro mani e li guard� fissi negli occhi. �Alma Peregrine,
Alma LeFay Peregrine. Ora, capisco che avete passato dei brutti momenti qui nelle
Isole Britanniche. Un viaggio orrendo. E penso sia meglio per tutte le persone
coinvolte se dimentichiamo quanto � accaduto. Siete d�accordo?�
�S� disse mia madre, e il suo sguardo si fece distante, remoto.
�Sono d�accordo� ripet� mio padre, il tono della voce di chi � ipnotizzato.
Miss Peregrine aveva fermato i loro cervelli.
�Fantastico, meraviglioso� disse lei. �Ora, per favore, posate lo sguardo su
questo.� Gli lasci� andare le mani e dalla tasca estrasse una lunga piuma di falco
punteggiata di blu. E in quel momento il senso di colpa mi travolse come una
fiammata, e la fermai.
�Aspetti� dissi. �Non penso di volerlo, in fondo.�
�Ne sei certo?� Miss P sembrava vagamente delusa. �Potrebbe diventare molto
complicato per te.�
�Mi sembra un tradimento� risposi.
�E allora cosa dirai?� mi chiese Emma.
�Ancora non lo so. Ma non mi sembra giusto� cancellare delle cose dalla loro
mente.�
Se dire la verit� sarebbe stato un gesto egoista, eliminare il loro bisogno di
avere da me una spiegazione lo era il doppio. E per quanto riguardava la polizia? E
il resto dei miei familiari? E gli amici dei miei? Di certo, tutti ormai sapevano
della mia scomparsa, e se loro avessero dimenticato quello che era accaduto�
sarebbe stato un casino.
�Dipende da te� mi disse Miss Peregrine. �Ma credo sarebbe saggio se mi permettessi
di cancellare almeno gli ultimi due o tre minuti, cos� che dimentichino Miss Bloom
e me.�
�Be�� okay� risposi. �Basta che non dimentichino anche l�inglese.�
�Sono molto precisa� puntualizz� Miss Peregrine.
�Cos�� questa storia di cancellare delle cose dalla mente?� s�inser� l�agente di
polizia. �Chi � lei?�
�Alma Peregrine� rispose Miss Peregrine, avvicinandosi a lui per stringergli la
mano. �Alma Peregrine, Alma LeFay Peregrine.�
La testa del poliziotto si abbass�, improvvisamente attratta da un punto preciso
sul pavimento.
�Mi vengono in mente un po� di Spettri a cui avrebbe potuto farlo� comment� Emma.
�Sfortunatamente funziona solo con le menti malleabili dei Normali� ribatt� Miss
Peregrine. �A proposito dei quali� aggiunse, sollevando la penna di falco.
�Aspetti� dissi. �Prima che lo faccia.� Le tesi la mano. �Grazie di tutto. Mi
mancher�, Miss Peregrine, mi mancher� moltissimo.�
Lei ignor� la mano tesa e mi strinse in un abbraccio. �Il sentimento � reciproco,
Mr Portman. E sono io che ringrazio te. Se non fosse stato per il tuo eroismo e per
quello di Miss Bloom��
�Be�� dissi, �se lei non avesse salvato mio nonno tanti anni fa��
Mi sorrise. �Siamo pari, allora.�
C�era ancora un addio. Il pi� difficile. Gettai le braccia al collo di Emma, e lei
mi strinse a s� fortissimo.
�Possiamo scriverci?� mi chiese.
�Sei sicura che � quello che vuoi?�
�S�. Gli amici si tengono in contatto.�
�Okay� risposi, sollevato. �Almeno potremmo��
E in quel momento mi baci�. Un bacio pieno, sulle labbra, che mi fece venire le
vertigini.
�Pensavo che fossimo solo amici!� le dissi, ritirandomi sorpreso.
�Mmm, s� rispose lei imbarazzata. �Adesso lo siamo. Avevo bisogno di ricordarci di
noi.�
Scoppiammo a ridere insieme, mentre i nostri cuori precipitavano e si spezzavano in
un colpo solo.
�Ragazzi, basta!� sibil� Miss Peregrine.
�Frank� disse mia madre con un filo di voce, �chi � quella ragazza che bacia Jake?�
�Non ne ho la pi� pallida idea� borbott� mio padre. �Jacob, chi � questa ragazza, e
perch� la stai baciando?�
Avvampai. �Ecco, lei � un�amica. Emma. Ci stiamo solo salutando.�
Emma, impacciata, sventol� la mano. �Non vi ricorderete di me� comunque ciao!�
�Bene, adesso smetti di baciare strane ragazzine e vieni con noi� riprese mia
madre.
�Va bene� dissi a Miss Peregrine. �Credo sia meglio procedere.�
�Non credere che questo sia un addio. Sei parte della famiglia, ormai. E non ti
libererai di noi tanto facilmente.�
�Spero proprio di no� risposi, cercando di sorridere nonostante il peso che mi
soffocava il cuore.
�Ti scriver� disse Emma, la voce rotta, anche lei con un mezzo sorriso. �Buona
fortuna con� qualunque cosa facciano i ragazzi Normali.�
�Addio, Emma. Mi mancherai.� Sembrava la cosa meno giusta da dire, ma in momenti
cos� sono le parole stesse a essere sbagliate.
Miss Peregrine si volt� per portare a termine l�operazione. Sollev� la piuma di
falco e con quella solletic� il naso dei miei genitori.
�Scusi tanto!� reag� mia madre. �Ma cosa crede di faaa-A-A-A-TCHOUUUU!!�
E poi lei e mio padre cominciarono a starnutire, e mentre starnutivano Miss
Peregrine si dedic� al naso del poliziotto, e cominci� a starnutire anche lui.
Quando ebbero finito, con i nasi colanti e rossi, Miss Peregrine e Emma erano gi�
sgattaiolate fuori dalla porta, andate.
�Come stavo dicendo� riprese mio padre come se gli ultimi minuti non fossero
esistiti. �Aspetta� cosa stavo dicendo?�
�Che possiamo andare a casa e parlarne pi� tardi?� proposi speranzoso.
�Non prima che tu abbia risposto ad alcune domande� intervenne il poliziotto.
Passammo alcuni minuti a parlare con gli agenti. Le mie risposte rimasero sul vago,
infarcii di scuse ogni frase, e giurai e spergiurai che non ero stato rapito, che
nessuno mi aveva fatto del male e che non mi avevano drogato. (Grazie
all�operazione di cancellazione della memoria di Miss Peregrine, il poliziotto si
era scordato di volermi sottoporre al test antidroga.) Quando i miei genitori
raccontarono della morte di mio nonno e dei �problemi� che avevo avuto in seguito,
l�agente sembr� soddisfatto: ero uno di quei ragazzini che scappano di casa,
normale amministrazione, mi ero solo dimenticato di prendere le medicine. Ci fecero
firmare alcuni documenti e poi dissero che potevamo andare.
�S�, s�, per l�amor del cielo, andiamo a casa� disse mia madre. �Ma la cosa non
finisce qui, giovanotto. Niente affatto.�
Casa. Il mondo mi era diventato estraneo, un territorio remoto che faticavo anche
solo a immaginare.
�Se ci sbrighiamo� disse mio padre, �forse riusciamo a prendere un volo stasera��
Il suo braccio era come cementato sulle mie spalle, quasi temesse che sarei
scappato se l�avesse tolto. Mamma, invece, non riusciva a staccarmi gli occhi di
dosso, erano spalancati, pieni di gratitudine, e lucidi di lacrime trattenute.
�Sto bene� dissi. �Davvero.�
Sapevo che non mi credevano, e le cose non sarebbero cambiate ancora per un po�.
Uscimmo dalla stazione di polizia per prendere uno di quei taxi neri. Quando il
primo accost�, scorsi due facce conosciute che mi osservavano da un parchetto
dall�altra parte della strada. Sotto l�ombra screziata di una quercia c�erano Emma
e Miss Peregrine. Sollevai una mano in segno di saluto e avvertii una fitta di
dolore al petto.
�Jake?� Mio padre teneva aperta per me la portiera del taxi. �Tutto a posto?�
Abbassai velocemente la mano e mi grattai la testa. �Tutto a posto, pap�.�
Salii in macchina. Mio padre si volt� per guardare verso il parchetto. Quando anche
io guardai fuori dal finestrino, tutto quello che vidi ai piedi dell�albero furono
un uccello e una manciata di foglie sollevate dal vento.
* * *
Il ritorno a casa non fu n� trionfale n� agevole. Avevo minato la fiducia dei miei
genitori, e rimettere insieme i cocci sarebbe stato un lavoro lento e doloroso.
Dato il rischio di fuga, ero controllato a vista. Non potevo andare da nessuna
parte senza che mi tenessero d�occhio, nemmeno per una passeggiata nel quartiere.
In casa venne installato un sofisticato sistema di sicurezza, non tanto per
impedire ai ladri di entrare quanto per impedire a me di sgattaiolare fuori. Le
sedute di terapia ricominciarono subito, mi sottoposero a un�infinit� di
valutazioni psicologiche e mi prescrissero delle medicine pi� forti (che io
nascondevo sotto la lingua, per sputarle appena possibile). Ma quell�estate avevo
sopportato privazioni ben pi� dure, e se questa temporanea perdita di libert� era
il prezzo che dovevo pagare per i nuovi amici che avevo trovato, mi sembrava un
buon affare. Tutte le imbarazzanti discussioni con i miei genitori valevano la
pena, e anche tutte le notti solitarie trascorse a sognare Emma e i miei amici
Speciali, e anche tutte le sedute con la mia nuova strizzacervelli.
La dottoressa Spanger era un�anziana signora imperturbabile, e io passavo quattro
mattine a settimana sotto i riflessi del suo sorriso fisso da chirurgia plastica.
Continuava a chiedermi perch� fossi fuggito dall�isola e come avessi trascorso i
giorni successivi, e quel suo sorriso non si muoveva mai di un millimetro. (Gli
occhi, che si sappia, erano color fango come l�acqua sporca dei piatti, e le
pupille normali, senza lenti a contatto.) La versione che avevo imbastito tirava in
ballo una temporanea infermit� mentale alla quale si aggiungeva una vaga perdita di
memoria, ed era una storia impossibile da dimostrare in ogni sua parte. La mettevo
pi� o meno cos�: spaventato da quello che mi era sembrato un maniaco che ammazzava
le pecore a Cairnholm, avevo dato di matto, ero salito su una barca diretta nel
Galles, avevo dimenticato per un po� chi fossi e fatto l�autostop per tornare a
Londra. Avevo dormito nei parchi, non avevo rivolto la parola a nessuno, non avevo
conosciuto nessuno, non avevo consumato sostanze psicotrope n� stupefacenti, e
avevo vagato per vari giorni in lungo e in largo per la citt� in uno stato di fuga
dissociativa. Per quanto riguardava la telefonata a mio padre in cui confessavo di
essere uno �Speciale�� Ehm, che telefonata? Non ricordo nessuna telefonata�
Alla fine la dottoressa Spanger ridusse l�accaduto a un episodio maniacale
caratterizzato da allucinazioni e scatenato dallo stress, dal lutto per il nonno e
dal rapporto irrisolto che avevo con lui. In altre parole: ero uscito un po� fuori
di testa, ma probabilmente si trattava di un episodio isolato e ora stavo gi� molto
meglio, arrivederci e grazie. Eppure i miei erano ancora sulle spine. Si
aspettavano che cedessi di nuovo, che facessi qualche pazzia, che scappassi
un�altra volta di casa � e invece io mi comportavo da manuale. Recitavo la parte
del bravo bambino e del figlioletto pentito in un�interpretazione da Oscar. Mi
offrivo volontario per dare una mano con le faccende di casa. Mi alzavo molto prima
di mezzogiorno e restavo in zona per essere sempre sotto l�occhio vigile dei miei
apprensivi genitori. Guardavo la tiv� insieme a loro e sbrigavo commissioni e
restavo a tavola dopo i pasti per prendere parte alle discussioni inutili che a
loro piaceva tanto fare � sulle piastrelle nuove per il bagno, sull�associazione
dei proprietari di casa, sulle diete lampo, sugli uccelli. (Non c�era mai pi� di
una vaga allusione al nonno, all�isola o al mio �episodio�.) Io mi mostravo
disponibile, gentile, paziente, e sotto moltissimi aspetti quanto di pi� distante
dal figlio che ricordavano. Forse pensavano che fossi stato rapito dagli alieni e
sostituito con un clone o qualcosa del genere, comunque di fatto non si
lamentavano. E dopo una settimana, venne ritenuto sicuro invitare a casa i parenti,
e allora uno zio o una zia si fermavano per un caff� e per due chiacchiere forzate,
e cos� potevo dimostrare dal vivo di essere capace di intendere e di volere.
Stranamente, mio padre non menzion� mai la lettera che Emma gli aveva lasciato
laggi�, sull�isola, e nemmeno la foto di lei e Abe inserita in mezzo al foglio.
Forse per lui era troppo, non riusciva ad affrontarlo, o forse temeva che parlarne
con me potesse far scattare una ricaduta. Quale che fosse la ragione, era come se
non fosse mai successo. E per quanto riguardava il fatto di aver incontrato di
persona Emma, Millard e Olive, ero certo che ormai lo avesse archiviato come uno
strano sogno.
Dopo qualche settimana, finalmente, iniziarono a rilassarsi. Si erano bevuti la mia
storia e le spiegazioni della dottoressa Spanger sul mio comportamento. Avrebbero
potuto scavare pi� a fondo, probabilmente � pormi altre domande, cercare un secondo
o un terzo consulto da un altro specialista � ma in realt� volevano soltanto
credere che stessi davvero meglio. Che qualunque medicina la dottoressa Spanger mi
avesse somministrato stesse facendo la sua magia. Pi� di ogni altra cosa, volevano
che le nostre vite tornassero alla normalit�, e col passare del tempo sembrava che
questo obiettivo si avvicinasse.
Io per�, tra me e me, facevo fatica ad adattarmi. Mi annoiavo e mi sentivo solo. I
giorni si trascinavano tutti uguali. Avevo creduto che, dopo le avversit� delle
ultime settimane, avrei apprezzato di cuore le comodit� di casa, ma in poco tempo
anche le lenzuola fresche di bucato e il cinese da asporto persero la loro
attrattiva. Il letto in cui dormivo era troppo soffice. Il cibo troppo sostanzioso.
C�era troppo di ogni cosa, e io mi sentivo in colpa, niente pi� che un ragazzino
viziato. A volte, quando uscivo con i miei a fare compere, mi ritrovavo a pensare
ai poveracci di Devil�s Acre nel bel mezzo del centro commerciale. E dentro di me
la rabbia cresceva. Perch� noi avevamo anche il superfluo e invece loro non avevano
nemmeno il necessario per sopravvivere?
Faticavo ad addormentarmi. Mi svegliavo alle ore pi� insolite con in testa le scene
dei momenti che avevo passato con gli Speciali. Avevo dato a Emma il mio indirizzo
e controllavo la posta pi� volte al giorno, per� non arrivava mai nessuna lettera,
n� da parte sua n� degli altri. Pi� passava il tempo senza che ricevessi notizie �
due settimane, poi tre � pi� tutta quell�esperienza diventava astratta e irreale.
Era successo davvero? Era stata un�illusione? E nei momenti pi� cupi arrivavo a
chiedermi: forse sono matto davvero?
Perci� fu un sollievo incredibile quando, un mese dopo il mio ritorno a casa,
finalmente arriv� una lettera di Emma. Era breve e sbrigativa, mi aggiornava
sull�andamento della ricostruzione e mi chiedeva come procedevano le cose da me.
L�indirizzo per la risposta corrispondeva a un fermoposta di Londra, piuttosto
vicino all�ingresso dell�anello di Devil�s Acre a quanto mi scriveva; quindi, lei
avrebbe potuto infilarsi nel presente abbastanza spesso per controllare. Le risposi
il giorno stesso, e presto ci ritrovammo a scambiarci due o tre lettere a
settimana. Mentre la vita a casa si faceva sempre pi� soffocante, le sue parole
diventarono una cima di salvataggio.
Non potevo correre il rischio che i miei genitori trovassero le lettere, perci�
ogni giorno aspettavo il postino come uno stalker e gli correvo incontro a rotta di
collo non appena lo vedevo comparire in fondo al vialetto. Suggerii a Emma di
passare alle email, che sarebbero state pi� rapide e sicure, e compilai pagine e
pagine cercando di spiegarle cos�era Internet e come poteva trovare una connessione
pubblica in un bar e aprirsi una casella di posta elettronica � ma era un�impresa
disperata, non sapeva neanche da che parte guardare una tastiera. Le lettere
comunque valevano il rischio, e alla fine mi innamorai di quel modo di comunicare.
C�era qualcosa di straordinariamente dolce nel tenere tra le dita un oggetto
tangibile che era stato sfiorato e scritto da qualcuno che amavo.
Una volta mi mand� anche delle fotografie. Ecco cosa scrisse:
Caro Jacob,
finalmente da queste parti le cose si fanno interessanti. Ricordi le persone che
abbiamo visto nel seminterrato, quelle che secondo Bentham erano statue di cera?
Be�, mentiva. Le aveva rapite da altri anelli e utilizzava la polvere di Mother
Dust per tenerle in uno stato di vita sospesa. Secondo noi cercava di rimettere in
funzione il macchinario usando diverse tipologie di Speciali come batterie, ma
finch� non � arrivato il tuo Spirito Vacuo non ha concluso nulla. In ogni caso,
Mother Dust ha confessato che sapeva tutto, il che spiega quel suo strano
comportamento. Credo che Bentham la ricattasse, in qualche modo, o che minacciasse
di far del male a Reynaldo se non lo avesse aiutato. Comunque, lei adesso ci sta
aiutando a svegliarli uno per uno e a riportarli nel loro anello. Non ti sembra
tutta una follia assurda?
Abbiamo anche utilizzato il Panellopticon per esplorare altri luoghi e incontrare
persone nuove. Miss Peregrine dice che ci fa bene vedere come vivono gli Speciali
in altre parti del mondo. Ho trovato una macchina fotografica a casa di Bentham e
l�ho portata con me durante la nostra ultima escursione. Ti mando alcune fotografie
che ho scattato. Bronwyn dice che me la cavo gi� piuttosto bene!
Mi manchi da matti. So che non dovrei scriverti certe cose� perch� cos� diventa
tutto pi� difficile. Per� a volte � pi� forte di me. Chiss�, forse potresti venire
a trovarci, magari presto? Mi piacerebbe un sacco. O forse
Aveva cancellato l�ultimo o forse, per poi continuare: Oh-oh, c�� Sharon che mi
chiama. Sta partendo, e voglio essere sicura che questa lettera arrivi entro oggi
all�ufficio postale. Scrivimi presto! Con amore, Emma.
Cosa c�era sotto quel �o forse�? mi chiesi.
Guardai le foto che mi aveva spedito. Sul retro di ognuna aveva aggiunto qualche
riga di descrizione. La prima era un�istantanea di due signore in abiti vittoriani,
in piedi davanti a una tenda a righe su cui campeggiava un cartello con scritto:
RARIT�. Sul retro, Emma aveva scritto: Miss Bobolink e Miss Loon hanno allestito
una mostra itinerante utilizzando alcuni dei vecchi oggetti di Bentham. Ora che gli
Speciali possono viaggiare liberamente, stanno facendo affari niente male. Molti di
noi non sanno granch� della nostra storia�
La foto successiva ritraeva degli adulti che scendevano una scaletta verso una
spiaggia e una barca a remi. Questo � un anello molto bello, sulle coste del Mar
Caspio, aveva scritto Emma, e la settimana scorsa Nim e alcune ymbryne sono andati
l� per un giro in barca. Hugh, Horace e io ci siamo uniti a loro, ma abbiamo
aspettato sulla spiaggia. Ne abbiamo tutti abbastanza di barche a remi, grazie
mille.
Nell�ultima immagine c�erano due sorelle siamesi con degli enormi fiocchi bianchi
sui capelli nero corvino. Erano sedute l�una accanto all�altra e scostavano un
pezzo del vestito per far vedere la parte di corpo che le univa. Carlotta e Carlita
sono siamesi, diceva la didascalia sul retro, ma non � questa la cosa pi� Speciale.
Il loro corpo produce una colla adesiva che, quando si asciuga, � pi� tenace del
cemento. Enoch si � seduto sopra un po� di questa sostanza e si � ritrovato il
fondoschiena attaccato alla sedia per pi� di due giorni! Era cos� arrabbiato che ho
pensato gli esplodesse la testa. Mi sarebbe piaciuto che ci fossi stato anche tu�
Scrissi immediatamente la mia lettera di risposta. Cosa intendevi con quel �o
forse�?
Passarono dieci giorni e da lei nessuna notizia. Ero preoccupato, credevo pensasse
di essersi spinta troppo in l�, di aver violato il nostro accordo �solo amici� e
che volesse fare un passo indietro. Mi chiedevo se avrebbe firmato la prossima
lettera scrivendo ancora Con amore, Emma, tre piccole parole da cui ormai ero
diventato dipendente. Dopo due settimane, iniziai a chiedermi se ci sarebbe mai
stata un�altra lettera.

Poi la corrispondenza si interruppe del tutto. Restavo ossessivamente in attesa del


postino, e quando non si fece vivo per quattro giorni capii che qualcosa non
andava. I miei ricevevano in continuazione tonnellate di cataloghi e bollette. Con
fare indifferente, dissi che mi sembrava strano che negli ultimi tempi non
arrivasse posta. Mio padre borbott� qualcosa a proposito di una festa nazionale e
cambi� argomento. E fu l� che iniziai a preoccuparmi sul serio.
Il mistero si risolse durante la seduta della mattina successiva con la dottoressa
Spanger, alla quale, diversamente dal solito, erano stati invitati a partecipare
anche mamma e pap�. Erano entrambi molto tesi, il volto cinereo, e addirittura
mentre facevano quattro chiacchiere prima di sedersi non erano per niente a loro
agio. La Spanger inizi� con le solite domande preliminari. Come mi sentivo? Qualche
sogno interessante? Sapevo che stava puntando a qualcosa di grosso, e alla fine non
riuscii pi� a reggere la tensione.
�Perch� i miei genitori sono qui?� le chiesi. �E perch� hanno queste facce da
funerale?�
Per la prima volta, il sorriso fisso della dottoressa Spanger svan�. Da una
cartellina che teneva sulla scrivania tir� fuori tre buste.
Erano lettere di Emma. Ed erano state aperte. �Dobbiamo parlare di queste� rispose.
�Eravamo d�accordo che non ci sarebbero stati segreti� intervenne mio padre. ��
grave, Jake, molto grave.�
Le mie mani iniziarono a tremare. �Sono cose private� dissi, sforzandomi di
controllare la voce. �Sono indirizzate a me. Non avreste dovuto leggerle.�
Cosa c�era scritto su quei fogli? Cosa avevano visto i miei genitori? Che disastro,
che immane disastro.
�Chi � Emma?� mi chiese la dottoressa. �E chi � Miss Peregrine?�
�Non � giusto!� gridai. �Avete rubato delle lettere private, e ora le usate per
incastrarmi!�
�Abbassa la voce!� mi ammon� pap�. �Ormai � venuto tutto fuori, quindi cerca di
essere sincero e sar� pi� facile per tutti.�
La dottoressa Spanger sollev� una foto, una di quelle che Emma doveva aver accluso
alle sue lettere. �Chi sono queste persone?�
Mi sporsi in avanti per vederla. Era la foto di due signore anziane su una sedia a
dondolo, una in grembo all�altra come una bambina.
�Non ne ho idea� risposi brusco.
�C�� scritto qualcosa sul retro� riprese lei. �Precisamente: Stiamo trovando dei
modi nuovi per aiutare quelli a cui hanno prelevato una parte dell�anima. Il
contatto molto stretto sembra miracoloso. Dopo poche ore, Miss Hornbill era gi� una
nuova ymbryne.�
Aim-brina, la dottoressa lo pronunci� cos�.
�Si dice imm-brinn� la corressi io, incapace di trattenermi. �La i � lunga.�
�Capisco.� La dottoressa pos� la foto e si port� un dito al mento. �E cosa sarebbe
una� imm-brinn?�
A ripensarci ora forse � stata una stupidaggine, ma al momento mi sentivo messo
alle corde, come se non avessi alternative alla verit�. Avevano le lettere, avevano
le foto, e tutte le mie storie senza fondamento erano state spazzate via.
�Ci proteggono� dissi.
La dottoressa lanci� un�occhiata ai miei genitori. �Tutti noi?�
�No, solo i ragazzi Speciali.�
�Ragazzi Speciali� ripet� piano la dottoressa. �E tu credi di essere uno di loro.�
Allungai la mano verso di lei. �Ora vorrei avere indietro le mie lettere.�
�Le avrai. Ma prima dobbiamo parlare, va bene?�
Ritirai la mano e incrociai le braccia. Mi trattava come se fossi un mezzo
deficiente.
�Allora. Cosa ti fa pensare di essere speciale?�
�Posso vedere cose che gli altri non vedono.�

Con la coda dell�occhio, mi accorsi che i miei diventavano sempre pi� pallidi. Non
la stavano prendendo bene.
�Nelle tue lettere fai riferimento a una cosa, un certo� Panellopticon? Me ne vuoi
parlare?�
�Non le ho scritte io, quelle lettere� risposi. �� stata Emma.�
�Certamente. Allora cambiamo argomento. Parlami di Emma.�
�Dottoressa� intervenne mia madre. �Non credo sia una buona idea incoraggiare��
�La prego, Mrs Portman� la ferm� subito la Spanger sollevando una mano. �Jake,
parlami di Emma. � la tua ragazza?�
Vidi mio padre inarcare un sopracciglio. Non avevo mai avuto una ragazza. Non ero
mai neanche uscito con qualcuna.
�Lo era, credo. Ma ora siamo in una specie di� pausa di riflessione.�
La dottoressa prese qualche appunto, poi si picchiett� la penna sul mento. �E
quando te la immagini, come la vedi? Com��?�
Mi abbandonai sulla sedia. �Cosa significa �quando me la immagino�?�
�Ah.� La dottoressa si morse il labbro inferiore. Era consapevole di aver
ingarbugliato la situazione. �Quello che voglio dire � che��
�Okay, questa storia � gi� durata abbastanza� sbott� mio padre. �Sappiamo che hai
scritto tu quelle lettere, Jake.�
Per poco non saltai sulla sedia. �Tu pensi che io� che cosa? Non � nemmeno la mia
grafia!�
Mio padre tir� fuori una lettera dalla tasca, quella che Emma gli aveva lasciato.
�Hai scritto questa, per�, non � vero? � la stessa grafia.�
�� stata Emma a scriverla! Vedi? C�� il suo nome l�!� Feci per afferrare il foglio,
ma lui scost� il braccio.
�A volte desideriamo moltissimo qualcosa, tanto da immaginare che sia reale� disse
la dottoressa Spanger.
�Voi pensate che io sia matto!� gridai.
�Non usiamo questo termine, nel mio studio� intervenne la dottoressa. �Per favore,
Jake, calmati.�
�E allora i francobolli? E i timbri postali?� ribattei, indicando le lettere sul
tavolo. �Sono arrivate da Londra!�
Mio padre sospir�. �Hai fatto il corso di Photoshop lo scorso semestre a scuola,
Jakey. Sar� anche vecchio, ma so capire quanto sia facile falsificare una cosa del
genere.�
�E le foto? Ho falsificato anche quelle?�
�Sono le foto di tuo nonno. Sono certo di averle gi� viste.�
A quel punto la testa mi girava di brutto. Mi sentivo smascherato, tradito, e mi
vergognavo moltissimo. Poi decisi di tapparmi la bocca, perch� qualsiasi cosa
dicessi sembrava convincerli ancora di pi� che ero impazzito.
Me ne stavo seduto l�, furibondo, mentre loro parlavano di me come se non ci fossi.
Secondo la nuova diagnosi della dottoressa Spanger soffrivo di un �radicale
distacco dalla realt� e quegli �Speciali� erano parte di un elaborato universo
allucinatorio che mi ero costruito ad arte, completo anche di una fidanzatina
immaginaria. E siccome ero molto intelligente, ero riuscito a prendere in giro
tutti per settimane facendo credere di essere sano di mente, ma le lettere
provavano che ero tutt�altro che guarito, e che potevo addirittura rappresentare un
pericolo per me stesso. La dottoressa, pertanto, suggeriva che fossi �ricoverato in
una clinica� per un periodo di �riabilitazione e monitoraggio� con la dovuta
urgenza; ovvero, secondo la mia traduzione dallo psichiatrese, che mi spedissero in
un manicomio.
Avevano gi� pianificato tutto. �Si tratter� solo di una settimana o due� disse mio
padre. �� un posto molto bello, di lusso. Prendila come una piccola vacanza.�
�Rivoglio le mie lettere.�
La dottoressa Spanger le infil� nuovamente nella sua cartellina. �Mi dispiace,
Jake� rispose. �Pensiamo sia meglio che le custodisca io.�
�Mi avete mentito!� sbottai, poi scattai verso la scrivania, allungandomi per
afferrarle, ma la dottoressa fu pi� rapida e balz� indietro con la cartellina in
mano. Mio padre gridava, e mi blocc�, e un secondo dopo due dei miei zii si
precipitarono nello studio. Erano rimasti in sala d�aspetto per tutto il tempo
della seduta. Guardie del corpo, nel caso cercassi di fuggire.
Mi scortarono fino al parcheggio e poi in macchina. Gli zii sarebbero stati da noi
per qualche giorno, mi spieg� la mamma con un certo nervosismo, finch� non si fosse
liberata una stanza per ospitarmi alla clinica.
Avevano paura di restare da soli con me. Ed erano i miei genitori. Poi mi avrebbero
spedito in un posto in cui sarei diventato il problema di qualcun altro. La
clinica. Come se dovessero semplicemente fasciarmi un gomito contuso. Chiamiamo le
cose con il loro nome: era un manicomio, per quanto di lusso. Non era un posto dove
potevo far finta di ingoiare le medicine e poi sputarle. Non era un posto dove
potevo fregare i dottori con le mie panzane sulla fuga dissociativa e la perdita
della memoria. Mi avrebbero drogato con gli antipsicotici e con il siero della
verit� finch� non gli avessi raccontato tutto, fino all�ultima virgola, del mondo
degli Speciali, fornendo loro la prova provata che ero irrimediabilmente pazzo. Non
avrebbero avuto altra scelta che rinchiudermi in una cella con le pareti imbottite
e buttare via la chiave.
Ero fregato, fregato alla grandissima.
* * *
Nei giorni successivi mi guardarono a vista manco fossi un criminale, c�era sempre
con me uno dei miei genitori o uno degli zii, e se non erano l� erano nella stanza
accanto. Aspettavano tutti la telefonata dalla clinica. Doveva essere un istituto
molto frequentato, ma non appena si fosse liberata una camera � e ormai era
questione di giorni � l�avrebbero riservata a me.
�Verremo a trovarti tutti i giorni� mi rassicurava mia madre. �Sar� solo per
qualche settimana, Jakey, te lo prometto.�
Solo qualche settimana. S�, come no.
Provai a farli ragionare. Provai a implorarli. Li supplicai di rivolgersi a un
perito calligrafo, cos� gli avrei dimostrato che le lettere non le avevo scritte
io. Quando anche questo tentativo fall�, provai con un approccio opposto. Ammisi di
averle scritte io (quando era chiaro che non era cos�), e dissi che alla fine avevo
capito che era tutta un�invenzione della mia mente: non esisteva nessun ragazzo
Speciale, nessuna ymbryne, nessuna Emma. Questa cosa gli fece piacere, ma non
cambiarono idea. Pi� tardi li sentii che sussurravano fitto e appresi che per
assicurarsi un posto nella lista d�attesa della clinica avevano dovuto pagare in
anticipo per la prima settimana di ricovero, e la retta era salata. Quindi indietro
non si tornava.
Presi in considerazione anche l�eventualit� di fuggire. Di rubare le chiavi della
macchina e tagliare la corda. Ma mi avrebbero beccato di sicuro, e a quel punto le
cose per me sarebbero precipitate.
Fantasticai su Emma che veniva in mio soccorso. Scrissi addirittura una lettera in
cui le raccontavo cosa stava succedendo, ma non sapevo come fare a spedirla. E
anche se fossi riuscito a sgattaiolare fino alla buca delle lettere senza farmi
vedere, ormai il postino non veniva pi� a casa nostra. E anche se fossi riuscito a
contattarla, che importanza avrebbe avuto? Ero bloccato nel presente, lontanissimo
da un qualsiasi anello. Lei, in ogni caso, non mi poteva raggiungere.
La terza notte, sull�orlo della disperazione, rubai il telefonino di mio padre (il
mio me l�avevano sequestrato) e inviai una email a Emma. Prima di rendermi conto di
quanto fosse impedita con i computer le avevo aperto una casella di posta
elettronica � firegirl1901@gmail.com � ma lei era talmente poco interessata alla
cosa che non le avevo mai scritto, e nemmeno mi ero preso la briga, me ne accorgevo
solo ora, di inviarle la password. Un messaggio in una bottiglia affidato
all�oceano avrebbe avuto pi� possibilit� di arrivare a destinazione, ma non avevo
altre opzioni.
La telefonata arriv� la sera dopo. Si era liberata una stanza per me. Le mie
valigie erano pronte da giorni, in attesa. Non contava che fossero le nove di sera,
che ci volessero due ore di macchina per raggiungere la clinica; bisognava partire
subito.
Montammo tutti nella station-wagon. I miei genitori sui sedili davanti, io
strizzato tra gli zii in quello dietro, come se pensassero che potessi lanciarmi
fuori dall�auto in corsa. A dire il vero, lo avrei fatto. Ma quando la serranda del
garage si apr� con il solito fracasso e mio padre mise in moto, quel poco di
speranza che avevo continuato a coltivare inizi� a rinsecchirsi. Non avevo modo di
scamparla. Non potevo convincerli a parole, non potevo scappare � a meno che non
riuscissi ad arrivare a Londra, impresa per la quale mi servivano un passaporto e
dei soldi e un sacco di altre cose che non avevo. No, dovevo sopportare. Ma del
resto gli Speciali avevano sopportato cose decisamente peggiori.
Uscimmo in retromarcia dal garage. Mio padre accese prima le luci, poi la radio. Le
chiacchiere stupide di un DJ riempirono l�abitacolo. La luna saliva piano dietro le
palme che segnavano il perimetro del nostro giardino. Io abbassai la testa e chiusi
gli occhi, cercando di ricacciare indietro un senso dilagante di terrore. Magari
potevo sognare fortissimo di essere altrove. Magari riuscivo a scomparire.
Iniziammo a muoverci, con le conchiglie rotte del nostro vialetto che
scricchiolavano sotto le ruote. I miei zii parlavano tra loro scavalcandomi,
qualcosa a proposito di sport, forse per alleggerire l�atmosfera. Io chiusi fuori
dalla testa tutte quelle voci.
Non sono qui.
Eravamo ancora sul vialetto quando la macchina inchiod�. �Ma che cavolo�?� sentii
dire a mio padre.
Un colpo di clacson e aprii gli occhi di botto, ma quello che vidi mi disse che s�,
ce l�avevo fatta: mi ero proiettato da solo in un sogno. In piedi davanti alla
nostra macchina, in fila sul vialetto, illuminati dalla luce dei fanali, c�erano
tutti i miei amici Speciali. Emma, Horace, Enoch, Olive, Claire, Hugh e Millard � e
poco pi� avanti, con un soprabito sulle spalle e una di quelle borse da viaggio
fatte con uno scampolo di tappeto stretta in mano, Miss Peregrine.
�Che diavolo succede?� disse uno degli zii.
�Gi�, Frank, chi diavolo sono questi?� gli fece eco l�altro.
�Non lo so� rispose mio padre, poi abbass� il finestrino. �Andatevene da qui!�
grid�.
Miss Peregrine si avvi� a passo deciso verso di lui. �Non lo faremo. Scendete dal
veicolo, per favore.�
�Ma chi diavolo � lei?� la aggred� mio padre.
�Alma LeFay Peregrine, capo pro tempore del Concilio delle ymbryne e responsabile
di questi ragazzi Speciali. Ci siamo gi� incontrati, anche se non mi aspetto che
lei se ne ricordi. Ragazzi, salutate.�
Mentre mio padre se ne stava l� a bocca aperta e mia madre entrava in
iperventilazione, i miei amici salutarono con la mano. Olive si libr� in aria,
Claire mostr� i denti che aveva sulla nuca, Millard si esib� in una piroetta, un
mucchietto di vestiti senza corpo, e Emma accese una fiammella nella mano
avvicinandosi al finestrino aperto del guidatore. �Salve, Frank!� disse. �Io sono
Emma. Sono una buona amica di suo figlio.�
�Vedete?� esclamai io. �Ve l�avevo detto che esistono davvero!�
�Frank, portaci via da qui!� strillava mia madre dandogli delle manate sulla
spalla.
Lui sembrava paralizzato, ma a quel punto suon� ancora il clacson e schiacci�
l�acceleratore, e mentre da sotto le ruote schizzavano pezzetti di conchiglie la
macchina si lanci� in avanti.
�FERMATI!� gridai io vedendo che puntava i miei amici. Loro balzarono di lato �
tutti tranne Bronwyn che invece piant� i piedi, protese le braccia e afferr� il
paraurti davanti. Eravamo di nuovo fermi, le ruote che giravano a vuoto. Mia madre
e gli zii urlavano, spaventati a morte.
L�auto era immobile. I fanali si spensero e il motore tacque. Quando i miei amici
circondarono la station-wagon, cercai di tranquillizzare la mia famiglia. �Va tutto
bene, sono miei amici e non vi faranno del male.�
Gli zii erano gi� svenuti, una testa di qua e l�altra di l� sulle mie spalle, e le
urla di mia madre si affievolirono fino a diventare un mormorio. Mio padre era
nervosissimo, gli occhi sgranati. �� assurdo, � assurdo, � completamente assurdo�
continuava a borbottare.
�Restate in macchina� dissi, poi superai uno degli zii privo di conoscenza, aprii
la portiera e scivolai fuori.
Emma e io ci corremmo incontro, stringendoci in un abbraccio maldestro. Riuscivo a
malapena a parlare. �Cosa hai� cio�, come��
Sentivo un formicolio dappertutto, sicuramente stavo ancora sognando.
�Ho ricevuto la tua posta elettrica!� disse lei.
�La mia� email?�
�S�, chiamala come vuoi! Siccome non ricevevo pi� tue notizie ero preoccupata, e
poi mi sono ricordata della casella di posta meccanizzata che avevi detto di aver
fatto per me. Horace � riuscito a indovinare la password, e allora��
�Siamo venuti appena abbiamo saputo� intervenne Miss Peregrine, scuotendo il capo
in direzione dei miei genitori. �Sono molto dispiaciuta, ma non del tutto
sorpresa.�
�Siamo venuti a salvarti!� gracchi� Olive. �Come tu hai salvato noi!�
�E io sono cos� felice di vedervi!� esclamai. �Ma non dovete andare? Altrimenti
comincerete a invecchiare!�
�Non hai letto le mie ultime lettere?� mi chiese Emma. �Ti spiegavo tutto��
�Le hanno prese i miei. � per questo che sono andati fuori di testa.�
�Cosa? Ma � terribile!� Lanci� un�occhiataccia ai miei genitori. �Questo � rubare,
lo sapete? Comunque, non c�� problema. Abbiamo fatto una scoperta meravigliosa!�
�Forse volevi dire che ho fatto una scoperta meravigliosa� intervenne Millard. �E
tutto grazie a Perplexus. Mi ci sono voluti giorni per capire come riportarlo
indietro nel suo anello utilizzando quel macchinoso aggeggio di Bentham. E in quel
lasso di tempo Perplexus sarebbe dovuto invecchiare precocemente. Per� non
succedeva. Come se non bastasse, i suoi capelli grigi ridiventavano neri! � in quel
momento che ho capito che gli era successo qualcosa quando si trovava ad Abaton con
noi: la sua et� reale era stata azzerata. Quando le ymbryne hanno distrutto
l�anello, hanno riportato indietro le lancette del suo orologio, diciamo cos�,
quindi il suo corpo aveva esattamente l�et� che dimostrava, non quella reale di
cinquecentosettantuno anni!�
�E non � successo solo all�orologio di Perplexus!� continu� Emma accalorata. ��
successo a tutti noi! A tutti quelli che erano ad Abaton quel giorno!�
�Apparentemente � un effetto collaterale del collasso di un anello� spieg� Miss
Peregrine. �Una Fonte di Giovinezza, estremamente pericolosa.�
�Quindi questo significa� che non invecchierete pi� velocemente? Mai pi�?�
�Be�, non pi� velocemente di te!� rispose Emma in una risata. �Un giorno alla
volta!�
�Ma � magnifico!� Ero invaso dalla gioia eppure faticavo ad assorbire quella
notizia. �Siete sicure che non � un sogno?�
�Sicurissime� mi rincuor� Miss Peregrine.
�Possiamo restare per un po�, Jacob?� chiese Claire balzandomi addosso. �Avevi
detto che potevamo venire quando volevamo!�
�Pensavo di trasformare questo viaggio in una piccola vacanza� intervenne Miss
Peregrine prima che avessi il tempo di replicare. �I ragazzi non sanno praticamente
nulla del ventunesimo secolo, e poi questa casa sembra molto pi� comoda di quella
vecchia trappola per topi di Bentham, malridotta com��. Quante stanze da letto ha?�
�Mmm� ne abbiamo cinque, credo.�
�S�, potrebbe andar bene. Andr� benissimo.�
�E i miei genitori? E gli zii?�
Lei lanci� un�occhiata alla macchina e salut� con la mano. �La memoria dei tuoi zii
pu� essere cancellata facilmente. Per quanto riguarda i tuoi genitori, credo che
ormai giochiamo a carte scoperte, come si suol dire. Dovremo controllarli da vicino
per un po�, tenerli al guinzaglio. Ma se esistono due Normali che possono essere
educati a capire il nostro modo di vedere le cose, quelli sono i genitori del
grande Jacob Portman.�
�E il figlio e la nuora del grande Abraham Portman!� aggiunse Emma.
�Voi� voi conoscevate mio padre?� chiese timidamente pap�, guardandoci dal
finestrino.
�L�ho amato come un figlio� rispose Miss Peregrine. �E lo stesso vale per Jacob.�
Pap� sbatt� le palpebre, poi annu� appena, anche se non credo che avesse davvero
capito.
�Resteranno con noi per un po�� gli dissi. �Va bene?�
Lui sgran� gli occhi, poi si riprese. �Ecco� ehm� forse � meglio se chiedi a tua
madre.�
Lei era rannicchiata nel sedile del passeggero, le mani davanti agli occhi.
�Mamma?�
�Andate via� disse lei. �Andate via, tutti via!�
Miss Peregrine le si avvicin�. �Mrs Portman, mi guardi, per favore.�
Mamma lo fece da uno spiraglio tra le dita. �Voi non siete qui, non esistete. Ho
bevuto troppo vino a cena, ecco tutto.�
�Siamo reali, invece, glielo assicuro. E potr� anche essere difficile da credere,
in questo momento, ma noi diventeremo amiche.�
Mia madre distolse lo sguardo. �Frank, cambia canale. Non mi piace questo
programma.�
�Va bene, tesoro� rispose mio padre. �Figliolo, credo sia meglio se� ehm�� Poi
chiuse gli occhi, scosse la testa e alz� il vetro.
�� sicura che questa cosa non gli mander� in pappa il cervello?� chiesi a Miss
Peregrine.
�Ci arriveranno� mi rispose. �Qualcuno ci mette pi� tempo di altri.�
* * *
Ci avviammo in gruppo verso casa mia, la luna crescente era luminosa e la notte
torrida, animata dal vento e dal frinire delle cicale. Bronwyn spingeva alle nostre
spalle la macchina praticamente morta, con la mia famiglia ancora seduta
all�interno. Io camminavo mano nella mano con Emma, e intanto la mia mente correva,
scossa da quanto era appena accaduto.
�Una cosa non ho ancora capito� dissi. �Come avete fatto ad arrivare qui? E cos� in
fretta?�
Cercai di immaginarmi una ragazzina con la bocca dietro la testa e un ragazzo con
delle api che gli ronzavano intorno mentre passavano i controlli di sicurezza
all�aeroporto. E Millard: lo avevano fatto salire di nascosto sull�aereo? E i
passaporti? Come avevano fatto con i documenti?
�Abbiamo avuto fortuna� mi disse Emma. �Una delle stanze a casa di Bentham portava
a un anello a non pi� di duecento chilometri da qui.�
�Una palude spaventosa� precis� Miss Peregrine. �Coccodrilli e melma fino alle
ginocchia. Non so proprio immaginare cosa avesse in mente mio fratello rispetto a
quel postaccio. Comunque sia, da l� sono riuscita a organizzare il nostro accesso
nel presente, e poi � stata solo una questione di autobus da prendere, due, e di
una passeggiata di qualche chilometro. Nel complesso, tutto il viaggio non � durato
pi� di una giornata. Non � necessario che ti dica che siamo stremati e assetati, a
questo punto.�
Eravamo arrivati al portico davanti a casa. Miss Peregrine fiss� la porta, una
traccia speranzosa nello sguardo.
�Ma certo! Ci sono delle bibite, nel frigo almeno credo��
Infilai la chiave nella serratura e aprii.
�Ospitalit�, Mr Portman, ospitalit�!� disse Miss Peregrine scivolando dentro dopo
di me. �Lasciate le scarpe qui fuori, ragazzi, non siamo pi� a Devil�s Acre!�
Rimasi l� in piedi a tenere la porta aperta mentre gli altri entravano in fila, con
le scarpe infangate e tutto il resto.
�S�, credo che andr� pi� che bene!� sentii dire a Miss Peregrine. �Dov�� la cucina?

�Cosa devo fare con la macchina?� disse Bronwyn che teneva ancora in mano il
paraurti posteriore. �E con� con i Normali?�
�Potresti piazzarli un attimo in garage?� risposi. �E magari tenerli d�occhio per
un minuto o due?�
Lei guard� prima Emma, poi me. �Nessun problema.�
Presi il telecomando del garage e schiacciai il tasto. Bronwyn spinse dentro la
macchina con i miei genitori e gli zii dentro, quindi io e Emma ci ritrovammo soli
sotto il portico.
�Sei sicuro che va bene se restiamo qui?� mi chiese.
�Sar� un po� complicato con la mia famiglia� risposi. �Ma mi pare che Miss P sia
convinta che possa funzionare.�
�Quello che volevo dire � se va bene per te. Sai, per come sono rimaste le cose��
�Stai scherzando? Sono talmente felice che non riesco quasi a parlare.�
�Okay. Stai sorridendo, quindi mi sa proprio che devo crederti.�
Sorridendo? Avevo un faccia tutta denti, come uno scemo.
Emma fece un passo avanti, e io la tirai a me in un abbraccio. Ci tenemmo cos�, la
mia guancia contro la sua fronte.
�Non ho mai voluto rinunciare a te� mi sussurr�. �Ma non vedevo altre soluzioni. Un
taglio netto sembrava pi� semplice che non perderti al rallentatore.�
�Non devi spiegare niente. Non serve.�
�In ogni caso, forse adesso non dobbiamo pi�. Essere solo amici, intendo. Se ti
va.�
�Forse invece non � una cattiva idea� risposi. �Solo per un po�.�
�Oh� fece lei, il tono deluso. �Va bene��
�No, quello che volevo dire � che�� La allontanai un pochino da me e la guardai.
�Adesso abbiamo tempo, perci� possiamo procedere con calma. Potrei invitarti a
uscire, potremmo andare al cinema� e anche a fare passeggiate� insomma, le cose che
fanno i Normali.�
Lei si strinse nelle spalle. �Non ne so molto di cosa fanno i Normali.�
�Non � complicato� dissi. �Tu mi hai insegnato a essere uno Speciale. Forse io
posso insegnarti a essere una Normale. Be�, almeno per quel che ne so.�
Emma rimase un istante in silenzio, poi scoppi� a ridere. �Sicuro, Jacob. E credo
che sar� divertente.� Mi prese la mano e si avvicin�, poi mi diede un bacio sulla
guancia. �Adesso che abbiamo tutto il tempo.�
In quel momento mi venne in mente, mentre stavo l�, con i nostri respiri che si
mischiavano e il silenzio che ci avvolgeva, che quelle potevano anche essere le
parole pi� belle della lingua inglese.
Abbiamo tutto il tempo.

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