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La
prima edizione di questo testo narrativo è stata pubblicata nel maggio del 2020.
Questo libro, composto da ventisei racconti, riunisce più voci ed il fattore che le
accomuna è il Covid-19. L’irruzione, in Italia, di questo nemico invisibile ha
sconvolto la realtà e bloccato l’intero paese. Dalle loro case, ventisei scrittori
hanno dato un senso a questi giorni fronteggiando la pandemia con le armi della
letteratura. Hanno deciso di farlo insieme alla casa editrice Garzanti, donando
tutto il ricavato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Gli autori, con i
loro diversi punti di vista, hanno partecipato a questo progetto raccogliendo
riflessioni per non dimenticare un momento della storia così difficile. Ogni
scrittore ha condiviso la propria quotidianità con i lettori, descrivendo stati
d’animo e momenti di sconforto. C’è chi racconta le vicende di una routine ormai
consolidata e di convivenze forzate oppure di distanze dalle persone care. C’è
chi, rivolgendosi alla pandemia stessa, esprime delle riflessioni che trasmettono
rabbia e che allo stesso tempo lasciano spazio alla speranza per un futuro
migliore. Nonostante il virus abbia tolto la possibilità di contatto fisico, pensieri
e storie sono liberi di circolare. I libri, in questo periodo difficile, uniscono e
creano vincoli invisibili che distruggono ogni barriera. Invito a leggere questi
racconti piacevoli perché sono adatti a tutti e colmano la solitudine portata da
questa quarantena.
3)
Mercoledì 1 Aprile 2020, ore 23:00
Caro diario,
anche oggi sono rimasta chiusa in casa. Vorrei dirti che è stata una giornata produttiva
e raccontarti qualcosa di interessante, ma non posso mentire. Questa mattina sono stata
svegliata dal volume eccessivamente fastidioso della televisione. Mia madre stava
ascoltando il telegiornale per avere aggiornamenti riguardo la pandemia, come ogni
mattina del resto. La situazione peggiora di giorno in giorno: i reparti di terapia
intensiva degli ospedali del mio paese sono messi a dura prova e ci sono centinaia e
centinaia di morti. Fortunatamente io e la mia famiglia siamo in buona salute ma devo
ammettere che la paura è tanta. Questo pomeriggio, essendo stata una giornata
soleggiata, l’ho trascorso in giardino. Mi ritengo davvero fortunata ad averne uno in
questo momento così difficile.
Ora vorrei provare a chiudere gli occhi per dimenticare, almeno durante il sonno, che
domani passerò una giornata identica a quella di oggi.
Buonanotte!
Alessia Santoro