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2. L'ordinamento giuridico
Si definisce ordinamento giuridico l'insieme delle norme
giuridiche che regolano la vita di una comunità all'interno di
uno stato. Consideriamo elementi indispensabili ai fini
dell'esistenza di un ordinamento, la plurisoggettività (se non ci
fosse, mancherebbero i destinatari delle norme giuridiche,
siano essi persone fisiche o giuridiche), l'organizzazione (se non
ci fosse, mancherebbero gli apparati, le strutture la cui
funzionalità è fondamentale per definire un ordinamento
sociale e destinato a durare nel tempo) e la normazione
(necessaria per il mantenimento di un ordine stabile).
2. Lo Stato liberale
Lo Stato liberale si configura come prima realizzazione dello
Stato di diritto; si registra una separazione tra la sfera pubblica
o del pubblico potere e la sfera privata, area riservata
all'autonomia dei singoli, in cui lo Stato non entrava mai. Nella
sfera pubblica gli organi dello stato esercitano legalmente la
forza di imperio per assicurare il mantenimento dell'ordine
contro i pericoli interni ed esterni allo stato; la sfera privata
rappresenta invece una dimensione nella quale l'individuo è
sovrano, lo Stato deve astenersi da ogni interferenza, esso non
persegue direttamente il bene dei singoli, ma lascia che siano
essi stessi a soddisfare i propri bisogni attraverso l'esercizio
delle libertà e dell'autonomia. Lo stato liberale si definisce
infatti “Stato non interventista”. Sul piano istituzionale, si
caratterizza per alcuni tratti distintivi: la presenza di una
Costituzione, considerata la legge superiore dell'ordinamento;
La monarchia assoluta
Contraddistingue l'Europa del XVI secolo; lo stato del principe era
caratterizzato da un sistema di governo posto nelle mani del re, il cui
potere era privo di freni o vincoli. La volontà del monarca era legge,
rappresentava la fonte primaria del diritto, il suo potere assoluto non
incontra limiti legali. Da qui trae origine il termine assolutismo.
La monarchia costituzionale
Si caratterizza per la netta separazione dei poteri tra il re e il parlamento;
si fondava sulla coesistenza di due autorità politiche, cui erano affidate
funzioni specifiche. Da un lato il sovrano, che conservava formalmente i
suoi poteri, dall'altro il parlamento cui il sovrano aveva riconosciuto il
potere di partecipare alla produzione delle leggi. Questo tipo di governo,
pian piano, con l'esigenza di una più articolata ripartizione delle funzioni
secondo una concezione del principio della separazione dei poteri, si
evolve in una forma di governo parlamentare, il parlamentarismo;
inizialmente esso si presenta come un parlamentarismo dualista, dove il
potere esecutivo è esercitato dal re e dal suo governo, che deve avere una
doppia fiducia, quella del sovrano e quella del parlamento. Si passa poi
ad una fase monista, dove il rapporto di fiducia tra parlamento e governo
assume caratteri esclusivi; il potere del sovrano diventa sempre più
formale e vuoto, ai margini della politica.
gli statuti degli enti locali ecc. Sono fonti fatto quei
comportamenti, soprattutto le consuetudini, che
producono diritto ma non si traducono in atti legislativi
formali (non sono scritte).
Fonti tipiche – Fonti atipiche: sono fonti tipiche quelle fonti
la cui formazione è regolata da procedure tipiche del
genere di fonti a cui appartengono (leggi, regolamenti,
ecc); sono fonti atipiche quelle fonti nel cui procedimento
di formazione devono inserirsi degli elementi non ricorrenti
nel genere cui appartengono (Es. Leggi rinforzate).
7. La riserva di legge
La riserva di legge è lo strumento mediante il quale la
Costituzione individua la fonte abilitata a disciplinare una
determinata materia; rappresenta quindi una regola
distributiva della competenza tra le fonti del diritto. La
Costituzione italiana presenta diversi tipi di riserve:
Riserva di legge costituzionale – Riserva di legge ordinaria:
si ha una riserva di legge costituzionale quando la
Costituzione prevede che una determinata materia possa
essere disciplinata solo con legge costituzionale; è prevista
per l'attribuzione ad organi ed enti del potere di iniziativa
legislativa, per la revisione degli statuti delle regioni ad
autonomia speciale e per il mutamento delle circoscrizioni
regionali. La riserva di legge ordinaria prevede invece che
in determinate materie debba intervenire una fonte
primaria statale, in modo assoluto, relativo o rinforzato.
Riserva di legge assoluta – Riserva di legge relativa: Nel
caso di riserva di legge assoluta, la legge o gli atti con
forza di legge disciplinano la materia in tutti i suoi aspetti,
senza margine di intervento per le fonti subordinate; nel
caso di riserva relativa, invece, i principi devono essere
stabiliti dalla legge ordinaria, ma viene lasciato uno spazio
di integrazione della materia al potere esecutivo (governo)
attraverso i regolamenti governativi.
materie; leggi atipiche: leggi che pur presentando la stessa forma della
legge, hanno una posizione particolare nel sistema delle fonti, perchè
non sono abrogabili dal referendum e non introducono norme capaci di
produrre effetti giuridici nell'ordinamento]
Le fonti primarie statali si pongono, nella scala delle fonti, al di
sotto della Costituzione e delle leggi costituzionali; due organi
sono abilitati a produrre norme primarie, il Parlamento e il
Governo. La principale fonte primaria è la legge ordinaria
formale, approvata dal Parlamento. La legge del Parlamento,
però, nell'ordinamento italiano incontra una serie di importanti
vincoli: il limite principale è rappresentato dalla Costituzione
che, in quanto fonte sulle fonti e rigida, la influenza sia sul
piano formale sia sul piano sostanziale; la legge del parlamento
infatti dev'essere approvata secondo un procedimento
disciplinato dalla Carta costituzionale e deve avere un
contenuto non in contrasto con essa.
La Costituzione ha individuato alcuni casi nei quali la
regolamentazione può essere posta in essere solo con la legge
del Parlamento: l'articolo 72.4 prevede che la legge di delega al
Governo della funzione legislativa debba essere approvata
dalle Camere con procedimento ordinario (riserva di
assemblea); questa legge presenta poi anche un vincolo di
contenuto, dovendo in essa essere indicato l'oggetto della
disciplina, il termine entro il quale il Governo potrà esercitarla e
i principi e criteri direttivi affinchè il conseguente decreto
legislativo rispetti appieno la volontà del parlamento
delegante. Un altro caso di ricorso alla legge formale è
rappresentato dalla conversione del decreto legge, che affida
alle Camere anche la possibilità di regolare con legge gli effetti
di un decreto legge non convertito. È riservata alle legge
formale anche l'autorizzazione alla ratifica dei trattati
internazionali, che si presenta come una fonte atipica dal
momento che il suo contenuto è privo della capacità di
innovare l'ordinamento giuridico. Riservata alle Camera è
anche l'approvazione della legge di amnistia o indulto: in
seguito alla riforma dell'articolo 79, tale legge dev'essere
approvata a maggioranza dei due terzi in entrambi i rami del
parlamento. La Costituzione inserisce nel gruppo delle fonti
primarie statali due atti normativi del Governo, il decreto
legislativo e decreto legge, previsti dagli articoli 76 e 77 della
Costituzione. I decreti legislativi e i decreti legge vengono
definiti dalla Costituzione atti con valore e con forza di legge;
9. Il referendum
Il referendum è uno strumento di democrazia diretta, mediante
il quale il popolo esercita in modo diretto la propria sovranità.
Nella Costituzione italiana il referendum è previsto come fase
eventuale nel procedimento di revisione costituzionale, dove ha
una finalità confermativa del lavoro svolto dal Parlamento
(articolo 138), con un valore consultivo nel caso di richieste di
modificazioni territoriali (articolo 132), come strumento di
legislazione popolare negativa nella forma del referendum
abrogativo (articolo 75). il referendum abrogativo disciplinato
dall'articolo 75 consente al corpo elettorale di abrogare una
legge o un atto avente forza di legge; il nucleo del referendum
abrogativo è rappresentato dal quesito al quale l'elettore è
2. Il corpo elettorale
La sovranità appartiene al popolo (articolo 1) che la esercita in
via sostanziale e non solo ideale, mediante l'elezione dei propri
rappresentanti presso le istituzioni. Si realizza così la
democrazia rappresentativa, in quanto i cittadini, pur non
partecipando direttamente alle funzioni di governo, scelgono le
persone che assumeranno le decisioni politiche nell'interesse
della collettività. Il corpo elettorale rappresenta quella parte del
popolo titolare dei diritti politici, quindi in possesso dei requisiti
(età e status) che lo legittimano ad esprimere la dichiarazione
di voto. Per esercitare il diritto di voto è richiesto il
raggiungimento della maggiore età, che presuppone
l'acquisizione di un grado di maturità personale, culturale ed
ideologica dell'individuo, e il possesso della cittadinanza nello
3. I sistemi elettorali
Il sistema elettorale è il metodo di trasformazione della volontà
popolare in voti e dei voti in seggi; rappresenta perciò lo
strumento operativo con cui in concreto i cittadini selezionano i
rappresentanti politici a cui affidare la carica istituzionale. La
formula elettorale riguarda le operazioni di calcolo utili a
tradurre i voti espressi in seggi; sono previste due formule
elettorali di base:
Maggioritaria: attribuisce il seggio al candidato che ottiene
più voti nel collegio elettorale;
Proporzionale: attribuisce i seggi in proporzione alla
percentuale di voti riportati dai candidati o dalle forze
politiche.
5. Il Parlamento
Il termine parlamento ha assunto sin dal medioevo il significato
di assemblea, nella quale inizialmente si dibatteva al fine di
raggiungere un accordo tra le diverse componenti del
8. La pubblica Amministrazione
La pubblica amministrazione è quella struttura, composta di
pubblici impiegati forniti di specifiche competenze
professionali, che ha il compito da un lato di coadiuvare gli
organi politici centrali e locali nell'azione di governo per la cura
di interessi pubblici, e dall'altro quello di fornire beni ed erogare
servizi in favore delle comunità amministrate. La funzione
amministrativa quindi ha il compito di provvedere alla cura di
interessi pubblici determinati e concreti, in ciò differenziandosi
dalla funzione normativa, che ha invece il compito di
disciplinare situazioni generali e astratte. La Costituzione non
disciplina direttamente la Pubblica amministrazione, ma
stabilisce alcuni principi fondamentali; l'articolo 5, e l'intero
titolo V, della Costituzione sanciscono i principi dell'autonomia
e del decentramento nell'ordinamento: l'amministrazione è
affidata agli enti rappresentativi delle comunità territoriali e le
funzioni amministrative statali sono dislocate sul territorio. La
costituzione prevede anche la diretta responsabilità (civile,
penale, amministrativa e contabile) per gli atti compiuti in
violazione dei diritti e sancisce il diritto generale di ricorrere ad
un giudice contro qualsiasi atto della Pubblica amministrazione
che abbia leso diritti soggettivi o interessi legittimi. L'articolo
97 stabilisce che i pubblici uffici sono organizzati secondo
disposizioni di legge, in modo che siano assicurati il buon
andamento e l'imparzialità dell'amministrazione.
8. Il Governo
Il governo oggi rappresenta l'organo che impersona il potere
esecutivo e l'organo che lo esercita. Secondo l'articolo 92.2, il
Presidente della Repubblica nomina il presidente del consiglio
dei ministri e, su proposta di questo, i ministri. All'elezione del
governo da parte del Presidente della repubblica, segue subito
il giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della
Costituzione e delle sue leggi. Da questo momento il Governo è
immerso nella pienezza delle funzioni. Esso è composto, come
già detto, dal Presidente del Consiglio, dai Ministri e dal
Consiglio dei ministri; questi tre organi sono necessari
all'esistenza dell'organo costituzionale “Governo della
repubblica”. La legge 400/1988 conferisce direttamente al
Presidente del Consiglio una serie di importanti attribuzioni,
all'interno delle quali vanno distinte quelle:
9. La Magistratura
Alla magistratura è affidato l'esercizio della funzione
giurisdizionale, allo scopo di risolvere una controversia insorta
tra due soggetti. Al fine di assicurare la piena ed effettiva
uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, la tutela dei diritti
soggettivi e degli interessi legittimi e la puntuale separazione
tra le diverse funzioni statuali, la Costituzione ha stabilito che
la magistratura dev'essere autonoma e indipendente da ogni
altro potere; questo non significa che possa darsi da sé le
regole organizzative e funzionali, ma che l'ordine giudiziario
non deve subire condizionamenti provenienti da organi
appartenenti ad altri poteri dello Stato. Il magistrato,
nell'esercizio delle funzioni attribuitegli dalla Costituzione,
opera secondo il proprio libero convincimento e senza
dipendere dagli altri poteri statuali. L'obbligo di fedeltà alle
quale lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'effettivo esercizio
delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto
di asilo nel territorio della repubblica secondo le condizioni stabilite dalla
legge. L'assenza di una legge organica sul diritto di asilo è stata colmata
recentemente dagli interventi del legislatore italiano, che hanno dovuto
recepire la normativa nel frattempo adottata dall'UE in quest'ambito; la
normativa italiana in vigore sul diritto di asilo è dunque di derivazione
europea, fondata sulla figura del rifugiato, il cittadino straniero che
abbandona il proprio paese temendo, a ragione, di essere perseguitato
per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un
determinato gruppo sociale o opinione politica. L'articolo 10.4 fa
riferimento alla questione dell'estradizione dello straniero, ossia della
consegna di una persona ad un altro stato affinchè venga sottoposta a
giudizio o sconti la pena in quel paese. La Costituzione vieta
l'estradizione dello straniero per reati politici; in tale divieto non rientra
però il reato di genocidio, che riguarda qualsiasi atto commesso
nell'intento di distruggere un gruppo nazionale, etnico, razziale o
religioso; per questa tipologia di reato è ammessa l'estradizione.
coordinare " a fini sociali" tanto " l' attività economica pubblica
quanto quella " privata", le quali vengono cosi' a porsi in
posizione di pari subordinazione all'attività regolativa pubblica.
Dall'affermazione che " l' iniziativa economica privata è libera"
si trae la garanzia in base alla quale neppure la legge può
obbligare il privato ad intraprendere una qualsiasi attività di
natura economica.
Rispetto alle altre libertà costituzionalmente garantite, però, la
costituzione ha approntato forme di tutela meno intense. Basti
pensare all'utilità sociale, contemplata dall' art 41.2 come
principio nei cui confronti l' iniziativa privata nel suo svolgersi
non può porsi in contrasto , ovvero ai fini sociali verso i quali la
legge può indirizzare e coordinare l' attività economica. Se,
quindi, l' iniziativa economica è libera, il concreto svolgimento
dell' attività che ne deriva incontra i citati limiti negativi e
positivi. L' art. 41 conferisce al legislatore il compito di ricercare
il giusto equilibrio tra l' esercizio della libertà di iniziativa
economica privata e altri valori costituzionalmente rilevanti.
La proprietà pubblica e privata : Articolo 42 - 43
La tutela e la garanzia dell'iniziativa economica sono tutelate a
quelle della proprietà privata; la proprietà è pubblica o privata,
i beni economici appartengono allo stato, ad enti o a privati. La
proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge, che ne
determina i modi di acquisto, di godimento e i limiti allo scopo
di assicurarne la funzione sociale e di renderla accessibile a
tutti. La sua espropriazione per motivi di interesse generale
comporta un indennizzo; ogni proprietà ha un valore economico
e la sua espropriazione comporta un danno economico che
dev'essere risarcito con una somma equa.
Il principio del pareggio di bilancio in Costituzione
Al termine di un percorso europeo che ha assoggettato i bilanci
degli stati membri ad un controllo preventivo della
Commissione europea, sono stati ratificati anche dal nostro
paese due trattati internazionali che hanno ridotto la sovranità
nazionale anche in campo economico-finanziario dei paesi che
hanno adottato l'Euro; il Fiscal Compact ha previsto che la
posizione di bilancio dei paesi che vi aderiscono dev'essere in
equilibrio o in surplus; allo stesso tempo è prevista una
codificazione del principio di pareggio del bilancio negli
ordinamenti costituzionali nazionali, al fine di responsabilizzare