Sei sulla pagina 1di 47

Parte 1 - Cenni di teoria generale del diritto

Capitolo 1 - La norma giuridica e il diritto

Diritto oggettivo = insieme delle norme giuridiche


Norme giuridiche = norme che lo Stato impone ai cittadini, al fine di regolare i loro comportamenti per una pacifica convivenza
Origine delle norme giuridiche = atti o fatti (= fonti del diritto)
Ordinamento giuridico = insieme delle norme di uno Stato (diritto pubblico + diritto privato)

La norma giuridica e i suoi caratteri


Norma giuridica = comando generale ed astratto, con il quale viene imposta a tutti una certa condotta, sotto la minaccia di una
sanzione
Norma = precetto (= comando contenuto dalla norma stessa) + sanzione (= reazione in caso di inosservanza del precetto)
Caratteri della norma giuridica:
Generalità: si rivolge alla generalità degli individui;
Astrattezza: disciplina una situazione tipo, in un caso ipotetico;
Obbligatorietà: tutti i consociati devono osservare la norma (caso contrario = sanzione);
Positività: le norme giuridiche sono solo quelle in vigore e riconosciute dall’ordinamento;
Intersubiettività: regola i rapporti tra soggetti giuridici.

La classificazione delle norme


Le norme si classificano in base:
Alla sanzione:
• Norme perfette (munite di sanzione)
• Norme imperfette (non munite di sanzione)
• Norme men che perfette (munite di sanzione, ma inadeguata)
Al contenuto:
• Norme precettive (contengono un obbligo giuridico)
• Norme proibitive (contengono un divieto)
• Norme permissive
Al tipo di comando:
• Norme assolute (non possono essere modificate per volontà dei privati)
• Norme dispositive (possono essere derogate dalla volontà dei privati che possono adattarle alle proprie particolari esigenze)
• Norme suppletive (vanno a regolamentare un rapporto quando manca la volontà delle parti)
All’estensione dell’efficacia:
• Norme generali (applicate in tutto il territorio dello Stato)
• Norme locali (applicate solamente in alcune zone dello Stato)
• Norme comuni (riguardano tutti i rapporti giuridici)
• Norme speciali (si applicano solo in alcune materie, in alcuni ambiti e a determinate categorie di soggetti)
• Norme regolari (si adeguano ai principi generali dell'ordinamento giuridico)
• Norme eccezionali (rappresentano un'eccezione rispetto ai principi generali dell'ordinamento giuridico)

Interpretazione della norma


Interpretare una norma = cercare e comprendere l’esatto significato per applicarla correttamente
Interpretazione letterale (vox iuris) = si ricerca il significato proprio delle parole secondo la connessione tra esse
Interpretazione logica (ratio iuris) = si ricerca il significato considerando gli scopi che il legislatore si è prefissato al momento
dell’emanazione

L’interpretazione si divide:
In relazione ai soggetti:
• Interpretazione autentica
• Interpretazione giudiziale
• Interpretazione dottrinale
In relazione ai risultati:
• Interpretazione dichiarativa
• Interpretazione estensiva
• Interpretazione restrittiva

L’analogia
Analogia legis = il giudice applica norme che regolano casi simili o materie analogiche quando, nella realtà, si verifica che il
caso sul quale il giudice è stato chiamato a pronunciarsi non sia regolato da alcuna norma
Analogia iuris = quando non esistono norme che regolano casi simili e non si può ricorrere all’analogia legis, il giudice decide
secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato

Ricorso all’analogia = vietato in caso di norme penali sfavorevoli al reo o di norme eccezionali

L’efficacia della norma nel tempo e nello spazio


A. Efficacia nel tempo
Ciclo vitale della norma: nasce quando entra in vigore e muore quando perde la sua efficacia
Entrata in vigore: dopo la promulgazione da parte del PDR e la pubblicazione della Gazzetta Ufficiale
Dalla pubblicazione all’entrata in vigore = 15 giorni nei quali la legge esiste ma i cittadini non sono tenuti a rispettarla (=
Vacatio legis)

Vacatio legis = periodo che intercorre tra la pubblicazione della legge e la sua entrata in vigore
L’efficacia della norma nel tempo è regolata dal principio di irretroattività per il quale la legge regola solo i fatti che si
verificano dopo la sua entrata in vigore (la legge vale solo per l’avvenire), non potendosi applicare ai fatti accaduti
precedentemente alla sua entrata in vigore.

Le norme giuridiche perdono efficacia quando vengono abrogate.
L’abrogazione può essere:
• Espressa: se la norma posteriore esplicitamente dichiara abrogata la disposizione normativa precedente;
• Tacita: incompatibilità tra la disposizione successivamente emanata e quella in vigore;
• Totale: quando la perdita di efficacia riguarda l’intero dispositivo di legge;
• Parziale: quando la perdita di efficacia riguardo solo alcuni articoli della legge.

Una norma può essere eliminata dall’ordinamento anche ad opera della Corte Costituzionale che ne dichiara l’illegittimità.

B. Efficacia nello spazio


Vale il principio di territorialità del diritto = le norme giuridiche hanno efficacia nel territorio di competenza dell’autorità che le
ha emesse

Le leggi emanate dal Parlamento hanno efficacia su tutto il territorio nazionale = norme generali
Norme con efficacia territoriale = norme locali
Norme di diritto internazionale privato = norme interne dello Stato, volte a stabilire quale legge vada applicata nei casi in cui
una fattispecie presenti elementi di estraneità rispetto all’ordinamento giuridico italiano

Le fonti del diritto
Fonti del diritto = atti o fatti dai quali traggono origine le norme giuridiche

Fonti-atto = manifestazioni di volontà normativa espresse da organi dello Stato o da altri enti legittimati dalla Costituzione che
trovano la loro funzione in un testo normativo (leggi costituzionali, decreti, regolamenti, leggi regionali)
Fonti-fatto = comportamenti oggettivi dei singoli ai quali lo Stato riconosce l’idoneità a porre in essere norme rilevanti per
l’ordinamento giuridico (es. consuetudine)
Fonti di produzione = atti e fatti che determinano la nascita, la modificazione o l’estinzione delle norme giuridiche
Fonti di cognizione = strumenti con i quali le pubbliche autorità fanno conoscere alla collettività il diritto vigente
Le fonti del diritto non hanno tutte lo stesso valore, ma sono ordinate gerarchicamente

Le fonti di grado inferiore non posso disporre diversamente da quanto stabilito dalle fonti che si trovano ad un livello
superiore.

Oltre allo Stato, anche le regioni e le province autonome di Trento e Bolzano possono emanare leggi:
Leggi regionali: disciplinano tutte le materie ad eccezione di quelle che la Costituzione o gli statuti regionali riservano alla
legislazione dello Stato. La loro efficacia è limitata al solo territorio regionale ma devono comunque rispettare i principi
regionali dell’ordinamento;
Regolamenti = fonti secondarie (no contrasto con la Costituzione e con le leggi ordinarie): possono essere emanati dal
Governo, dai Ministri, dalle Province e dai Comuni;
Uso o consuetudine: fonti non scritte del diritto che consistono in una regola di comportamento osservata da tutti i
consociati in modo costante ed uniforme nel tempo. Non è ammessa la consuetudine contraria al diritto scritto.
Sono considerate fonti indirette del diritto:
Giurisprudenza: insieme dei principi di diritto che si ricavano dalle decisioni dei giudici;
Dottrina: studio scientifico delle norme legislative;
Equità: giustizia del caso singolo.

Il diritto pubblico e il diritto privato


Diritto pubblico = insieme delle norme che disciplinano l'organizzazione e il funzionamento dello Stato, delle istituzioni e degli
enti pubblici, oltre ai rapporti fra i privati e gli enti pubblici quando agiscono in posizione di supremazia

Il diritto pubblico si suddivide in vari rami:


• Diritto costituzionale
• Diritto amministrativo
• Diritto penale
• Diritto processuale
• Diritto internazionale pubblico
• Diritto finanziario
• Diritto ecclesiastico
• Legislazione sociale

Diritto privato = insieme delle norme che disciplinano i rapporti tra i singoli cittadini o tra i privati e gli enti pubblici quando
agiscono in posizione di parità

Il diritto privato si suddivide in:


• Diritto civile: regola i rapporti tra i privati cittadini;
• Diritto commerciale: disciplina le attività commerciali e gli obblighi dell’impresa
• Diritto della navigazione: tratta dei soggetti, dei beni e dei rapporti giuridici relativi ai viaggi e ai traporti marittimi, fluviali,
lacustri ed aerei
Insieme delle norme costituenti il nucleo centrale del diritto civile = codice civile (1942)
Il codice civile è diviso in 6 libri:
Libro delle persone e della famiglia
Libro delle successioni
Libro delle proprietà
Libro delle obbligazioni
Libro del lavoro
Libro della tutela dei diritti

Capitolo 2 - Il rapporto giuridico e le situazioni giuridiche successive


Rapporto giuridico = ogni relazione tra 2 o più soggetti regolata dal diritto
È una relazione tra parti: soggetto attivo (titolare di una posizione di vantaggio = diritto soggettivo*) + soggetto passivo
(titolare di una situazione soggettiva passiva = dovere, obbligo giuridico)
*dei diritti soggettivi si possono fare diverse classificazioni:
Diritti assoluti e relativi
Diritti patrimoniali e non patrimoniali
Diritti trasmissibili e intrasmissibli
Diritti reali e di obbligazione

Il rapporto giuridico
Scopo norme giuridiche = disciplinare i comportamenti e le relazione tra gli individui
Non tutti i rapporti tra gli esseri umani sono regolati da norme giuridiche: il diritto soggettivo disciplina solo i rapporti degni di
rilievo per l’interesse del singolo e della collettività

Rapporti giuridici = rapporti che l’ordinamento prende in considerazione e ne fa oggetto di una determinata disciplina
Rapporto giuridico = qualsiasi relazione tra 2 o più soggetti prevista e regolata dal diritto

Soggetti = parti
Estranei al rapporto = terzi
Nascita di un rapporto giuridico: titolo originario o titolo derivativo, se il diritto viene trasmesso da un soggetto all’altro

Situazioni giuridiche soggettive


Posizioni che un soggetto assume in un dato rapporto giuridico = situazioni giuridiche soggettive
Possono essere:
Attive: attribuiscono una posizione favorevole al soggetto titolare
Passive: consistono in posizioni sfavorevoli per il titolare

Situazioni giuridiche soggettive attive


Diritto soggettivo: potere di agire per il soddisfacimento del proprio interesse;
Potestà: potere attribuito ad un soggetto per la realizzazione di interessi non propri;
Aspettativa: posizione di attesa in cui si trova il soggetto a favore del quale si sta maturando un diritto soggettivo;
Interesse legittimo: pretesa alla legittimità dell’azione amministrativa;
Diritto potestativo: potere di modificare a proprio vantaggio la situazione giuridica di un altro soggetto, che si trova in
posizione di soggezione

Situazioni giuridiche soggettive passive


Ad ogni situazione soggettiva attiva corrisponde una parallela situazione soggettiva passiva
Diritto assoluto = dovere generico di astensione Diritto relativo = obbligo giuridico Diritto potestativo = soggezione
Dovere generico di astensione = situazione giuridica passiva di chi si deve limitare a rispettare la posizione di supremazia
altrui;
Obbligo giuridico = dovere di tenere un comportamento specifico che ha lo scopo di realizzare un interesse di un soggetto;
Soggezione = sottoposizione di un soggetto alle conseguenze dell’esercizio del diritto potestativo altrui;
Onere = sacrificio di interesse proprio, imposto ad un soggetto affinché possa ottenere o conservare un vantaggio giuridico

Classificazione dei diritti soggettivi


Diritti assoluti: garantiscono al titolare un potere che può far valere verso tutti, a carico dei quali sussiste l’obbligo di non
turbare il godimento del diritto stesso;
Diritti relativi: assicurano al titolare un potere che può far valere solo verso una persona o più persone determinate, a
carico delle quali sussiste l’obbligo di tenere un certo comportamento. Il soggetto attivo e il soggetto passivo si presentano
determinati o determinabili sin dalla nascita del rapporto giuridico;
Diritti patrimoniali: tutelano interessi economici dei soggetti e sono suscettibili di valutazione in denaro;
Diritti non patrimoniali: realizzano interessi di natura morale;
Diritti trasmissibili: trasferibili ad altri soggetti (es. proprietà);
Diritti intrasmissibili: non possono essere trasferiti ad altri soggetti = diritti personalissimi (es. diritto alla vita), alcuni
diritti patrimoniali (es. diritti di usufrutto), e i diritti che disciplinano rapporti che soddisfano un interesse supereroi (es.
diritti riguardanti la famiglia);
Diritti reali = categoria più importante dei diritti assoluti: attribuiscono al titolare una signoria piena (proprietà) o limitata
su un bene. Presentano il carattere della tipicità: costituiscono un numero chiuso;
Diritti di obbligazione: attribuiscono al loro titolare un potere che può far valere solo verso una o più persone determinate,
a cui si richiedere un particolare comportamento (= prestazione). In questo caso, deve esserci un soggetto passivo
determinato, tenuto ad una particolare condotta nei confronti del titolare del diritto (es. pagare un debito), il quale ha
bisogno della cooperazione dello stesso soggetto passivo per realizzare il proprio interesse.

Parte 1a - Obbligazioni e contratti


Capitolo 1 - I diritti di obbligazione
Obbligazione = vincolo giuridico che si crea tra due o più soggetti (creditore e debitore), in base al quale il debitore si impegna a
compiere una prestazione a favore del creditore, secondo le regole dell’ordinamento giuridico

L’obbligazione presenta 3 elementi:


• Soggetti = creditore e debitore
• Vincolo giuridico = obbliga il debitore alla prestazione
• Prestazione alla quale è obbligato il debitore

La prestazione può essere:


• Positiva: il debitore è tenuto a un dare o un fare;
• Negativa: il debitore è tenuto a un fare

La prestazione deve avere un contenuto patrimoniale e deve essere:


• Lecita: non deve essere contraria a norme imperative, all'ordine pubblico e al buon costume;
• Possibile: riguarda attività o risultati materialmente o giuridicamente possibili;
• Determinata: quando è specificata in tutti i suoi elementi, come nel caso in cui si debba una somma di denaro dal preciso
ammontare (liquida);
• Determinabile: quando le parti o la legge fissano i criteri per la sua successiva determinazione, che può essere affidata anche
ad un terzo.

In base all’oggetto della prestazione si possono distinguere:


Prestazioni di dare: consegna di un bene o nel pagamento di una somma di denaro. Possono dare luogo ad una:
• Obbligazione di genere: se il bene da consegnare è determinato solo nel genere (es. quantità di denaro). La proprietà si
trasferisce a seguito della specificazione, cioè quando il bene viene individuato e viene separata la parte spettante al
creditore;
• Obbligazione di specie: se l’oggetto è un bene determinato. Il passaggio della proprietà si determina per effetto del consenso
manifestato (es. un determinato terreno)
Prestazioni di fare: l’oggetto della prestazione consiste in un qualsiasi comportamento diverso dal dare. Es: compiere
un’opera, trasportare, prestare un consenso. Rientrano anche le prestazioni di ‘non fare’ (es. non esercitare concorrenza o
per permettere il passaggio sul proprio fondo). Le obbligazioni di fare possono dare luogo a:
• Obbligazione di mezzi: il debitore è obbligato a svolgere a favore del creditore una determinata attività, senza garantire il
risultato che il creditore si aspetta. Il debitore non promette un risultato, ma si impegna a tenere un comportamento che
soddisfi il creditore, senza che il raggiungimento di un risultato sia essenziale per l’interesse del creditore (es. attività svolta
da un medico o da un avvocato);
• Obbligazione di risultato: il debitore è obbligato anche a realizzare il risultato (es. appalto)

L’obbligazione può essere solidale dal lato:


Attivo: ciascuno dei creditori di uno stesso debitore può rivolgersi al debitore per esigere l’intera prestazione con la
conseguenza che l’adempimento conseguito da uno dei creditori libera il debitore dall’obbligazione nei confronti di tutti gli
altri (es. se in un incidente causo danni a più persone di altri veicoli, la mia obbligazione sarà quella di risarcire il danno a
tutti. Posso pagare singolarmente tutte le persone o posso pagare tutto in favore di un avvocato comune a tutti i creditori,
che darà a ciascuno la propria quota);
Passivo: ciascuno dei debitori del medesimo creditore può essere costretto ad eseguire l’intera prestazione, con la
conseguenza di liberare dall’obbligazione anche gli altri debitori (es: sono titolare di un appartamento, lo vendo a tre
persone coobbligate al pagamento di tutto il bene, 1/3 ciascuno. Loro possono pagare la loro quota singolarmente, se
decidono di non pagarla, io proprietario posso pretendere da uno il pagamento della quota totale. Poi chi ha pagato, potrà
chiedere agli altri la loro parte. -> se il debitore coobbligato paga il creditore, il debitore che ha pagato l’intera somma, può
rivalersi sugli altri debitori, chiedendo a ciascuno il pagamento della propria parte di quota (il debitore diventa a sua volta
creditore)
Obbligazione parziaria = obbligazione con più soggetti, ciascuno dei quali è portatore di un diritto o obbligo parziale,
proporzionale alla sua partecipazione al vincolo obbligatorio:
• Se ci sono più creditori, ognuno ha il diritto di esigere dal debitore solo la sua parte = parziaria attiva (es. i miei genitori
avevano un appartamento e decidono di darlo in eredità a me e ai miei 4 fratelli. Ognuno è titolare di 1/5. Decidiamo di
comune accordo di vendere l’immobile a un solo soggetto. Questo soggetto è tenuto al pagamento di 1/5 per ciascuno e può
decidere se pagare tutti insieme o singolarmente. Io però, titolare di 1/5, posso chiedere al debitore solo il pagamento della
mia parte senza pretendere che il debitore paghi anche per gli altri)
• Se ci sono più debitori, ognuno è obbligato solo per la sua parte = parziaria passiva (es. se Tizio e Caio debbono 100 a
Sempronio a titolo di obbligazione parziaria, Sempronio potrà chiedere a ciascuno soltanto 50)

Fonti delle obbligazioni


Art. 1173 codice civile = le obbligazioni derivano da contratto, fatto illecito o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in
conformità all’ordinamento giuridico

Gli atti o fatti dai quali l’obbligazione può trarre origine possono essere:
• Contratti
• Volontà unilaterale
• Fatto illecito
• Ogni altro fatto diverso dai precedenti idoneo a produrle (elemento generico idoneo a comprendere tutte le situazioni che
possono essere considerate meritevoli di tutela e in grado di dare origine a obbligazioni = principio di atipicità delle fonti
dell’obbligazione)

Le modificazioni soggettive del rapporto obbligatorio


Può verificarsi che cambi il creditore o il debitore all’interno del rapporto obbligatorio (non sempre si svolge e si conclude tra i
soggetti che lo hanno iniziato) = successione nel rapporto
Può avvenire:
• Nel lato attivo: cambia il soggetto attivo (creditore). Avviene nei casi di cessione del credito e surrogazione
• Nel lato passivo: cambia il soggetto passivo (debitore). Avviene nei casi di delegazione, espromissione ed accollo
Modificazioni nel lato attivo
Cessione del credito: accordo con cui il creditore (cedente) trasferisce, a titolo oneroso o gratuito, il suo credito ad un’altra
persona (cessionario) (es. sono debitore di un avvocato, nel frattempo può succedere che l’avvocato smetta di esercitare la
sua professione, il debito non si estingue ma l’avvocato cede la sua attività ad un altro avvocato. Se il creditore da il debito
all’altro avvocato, il debito si estingue)
Si sostituisce un nuovo creditore al posto di quello originario: successione a titolo particolare nel credito.
Surrogazione: ingresso di un terzo che si sostituisce nei diritti del creditore verso un debitore, per effetto del pagamento
del debito da parte del terzo stesso
La surrogazione è uno degli istituti che dà vita alle modificazioni soggettive del rapporto obbligatorio nel lato attivo.
Il codice prevede 3 figure di surrogazione:
• Surrogazione per volontà del creditore: quando lo stesso, ricevendo il pagamento da parte del terzo, dichiara di surrogarlo
nei suoi diritti;
• Surrogazione per volontà del debitore: quando prende a mutuo una somma di denaro da un terzo, al fine di adempiere il suo
debito e surroga il mutuante nei diritti che spettano al creditore;
• Surrogazione legale: ha la sua fonte nella legge ed è prevista in alcune ipotesi tassative

Modificazioni nel lato passivo


Delegazione: accordo con il quale il debitore (delegante) assegna al creditore (delegatario) un nuovo debitore (delegato), il
quale si obbliga verso il creditore stesso (es. prendo una multa per divieto di sosta. Delego un terzo a pagarla)
Il creditore può:
• Accettare l’obbligazione del delegato, dichiarando di liberare il delegante = delegazione liberatoria (il nuovo debitore si
sostituisce a quello originario, quindi il creditore potrà rivolgersi per il pagamento, solo al delegato);
• Accettare l’obbligazione del delegato, senza dichiarare di liberare il delegante = delegazione cumulativa (il nuovo debitore si
aggiunge a quello originario, quindi il creditore non può rivolgersi al delegante se prima non ha chiesto al delegato)
Espromissione: contratto fra il creditore (espromissario) ed un terzo (espromittente) per cui il terzo, senza intervento del
debitore (espromesso), assume il debito verso il creditore
• Espromissione liberatoria: il creditore dichiara di liberare il debitore originario;
• Espromissione cumulativa: il nuovo debitore si aggiunge a quello originario e il creditore può chiedere l’adempimento o al
debitore originario o a quello nuovo perché l’espromittente è obbligato in solido con il debitore originario.
Accollo: contratto tra debitore (accollato) e terzo (accollante) che assume un debito del debitore. Non partecipa il creditore
(accollatario)
Si distingue in:
• Interno (o semplice): quando l’accordo tra debitore e accollante non è manifestato al creditore, che rimane estraneo rispetto
al rapporto;
• Cumulativo: il creditore non dichiara di liberare il debitore che resta obbligato insieme al terzo che si è accollato il debito;
• Liberatorio: il creditore dichiara espressamente di liberare il debitore.

L’estinzione dell’obbligazione
L’ordinamento prevede diverse modalità di estinzione dell’obbligazione:
Adempimento: modo normale di estinzione
Novazione
Remissione
Compensazione
Confusione
Impossibilità sopravvenuta per causa non imputabile al debitore
Prestazione in luogo dell’adempimento
ADEMPIMENTO
Modo di estinzione tipico delle obbligazioni
Consiste nell’esatta esecuzione dell’obbligazione: cessa l’obbligazione e vengono meno sia la pretesa del creditore sia
l’obbligo del debitore
Il debitore deve usare la diligenza del buon padre di famiglia (Art. 1176 codice civile)
Se l’obbligazione non viene esattamente adempiuta, il debitore non incorre in responsabilità per inadempimento
Se si è stabilito un termine, l’adempimento deve essere eseguito entro quel termine
In mancanza di termine, la prestazione può esigersi immediatamente
MODI DI ESTINZIONE NON SATISFATTIVI: non realizzano l’interesse del creditore

NOVAZIONE:
Si attua con un contratto in base al quale le parti sostituiscono l’obbligazione originaria (che si estingue) con una nuova
obbligazione con oggetto o titolo diverso
Le parti decidono volontariamente di far cesare il vecchio rapporto obbligatorio sostituendolo con uno nuovo
Si produce l’estinzione dell’obbligazione originaria: si estingueranno anche tutte le garanzie collegate all’obbligazione
novata
Per far sì che ci sia novazione, è necessario che ricorrano una serie di presupposti:
• Obbligazione originaria da novare: la mancanza dell’obbligazione originaria rende nulla la novazione; se però la novazione
originaria era annullabile, la novazione sarà valida solo se il debitore assume il nuovo debito;
• Aliquid novi rispetto alla vecchia obbligazione consistente nell’oggetto (es. invece di darti 100 euro in denaro, stabiliamo che
debba darti un quintale di uva) o nel titolo (es. invece di darti 100 euro come somma residua di un vecchio canone di
locazione, stabiliamo che debba essere restituita a titolo di mutuo);
• Animus novandi: deve risultare dall’accordo la volontà di estinguere la vecchia obbligazione; in mancanza di animus novandi,
non vi sarà novazione e alla vecchia obbligazione, si aggiungerà la nuova.

REMISSIONE:
Il creditore rinuncia al suo credito nei confronti del debitore
La comunicazione al debitore della remissione fa estinguere l’obbligazione
Si distinguono 2 tipi di remissione del debito:
• Remissione espressa: il creditore comunica al debitore la remissione del debito
• Remissione tacita: la restituzione volontaria del titolo originale del credito, fatta dal creditore al debitore, costituisce prova
della liberazione

IMPOSSIBILITÀ SOPRAVVENUTA PER CAUSA NON IMPUTABILE AL DEBITORE:


L’obbligazione si estingue quando la prestazione diventa impossibile
L’impossibilità dev’essere:
• Sopravvenuta: intervenire dopo la nascita dell’obbligazione;
• Oggettiva e assoluta: deve essere oggettivamente impossibile e non impossibile solo per il debitore;
• Non imputabile al debitore: il debitore non deve aver causato con il suo comportamento impossibilità alla prestazione = deve
derivare da caso fortuito o da forza maggiore;
• Definitiva: non deve consentire in alcun modo l’adempimento.

L’impossibilità può essere:


• Temporanea: situazione oggettiva che impedisce temporaneamente al debitore di eseguire una prestazione
• Parziale: è parzialmente impossibile
MODI DI ESTINZIONE SATISFATTIVI: soddisfano l’interesse del creditore

COMPENSAZIONE:
Due persone sono obbligate una verso l’altra per debiti e crediti reciproci, che si estinguono per le quantità corrispondenti
Compensazione legale: opera fin dal momento della coesistenza di reciproci rapporti di debito e credito quando sono:
• Omogenei: stesso oggetto (2 crediti di denaro)
• Liquidi: esattamente determinati dal loro ammontare
• Esigibili: non sono sottoposti ne a termine ne a condizione
Compensazione giudiziale: il debito opposto in compensazione non è liquido ma è di facile e pronta soluzione. Il giudice può
dichiarare la compensazione per la parte del credito che riconosce esistente
Compensazione volontaria: quando i debiti e i crediti reciproci non presentano le caratteristiche di omogeneità, liquidità ed
esigibilità possono essere comunque compensati in base all’accordo delle parti
CONFUSIONE:
In uno stesso soggetto si riuniscono le qualità di debitore e creditore (es. padre e figlio: il padre presta dei soldi al figlio che
è erede. Alla morte del padre, il figlio acquisisce altri crediti e quindi diventa il debitore di sé stesso)
Situazione giuridiche poste in essere dal soggetto o di natura accidentale
0pera automaticamente
PRESTAZIONE IN LUOGO DELL’ADEMPIMENTO:
Il debitore non può liberarsi eseguendo una prestazione diversa da quella dovuta, anche se di valore uguale o maggiore,
salvo che il creditore consenta. In questo caso l'obbligazione si estingue quando la diversa prestazione è eseguita

Parte 2 - Il contratto in generale


Capitolo 1 - Le fonti dell’obbligazione
Contratto = negozio giuridico per eccellenza
Contratto = accordo di due o più parti, al fine di costituire, regolare, modificare o estinguere un rapporto giuridico patrimoniale

Art.1173 = le obbligazione derivano da contratto, fatto illecito o da ogni altro atto o fatto idoneo a produrle in conformità
dell’ordinamento giuridico

Fonti:
• Natura negoziale: la volontà del soggetto determina la nascita del rapporto = contratto e promesse unilaterali
• Natura non negoziale: il rapporto nasce anche contro o senza la volontà di colui che rimane obbligato = fatto illecito e
particolari fatti o atti illeciti (gestione d’affari altrui, pagamento dell’indebito, arricchimento senza causa)

La nozione di contratto e l’autonomia patrimoniale


Art.1321 = contratto: accordo di due o più parti per costituire, regolare, modificare o estinguere un rapporto giuridico
patrimoniale
Autonomia patrimoniale = possibilità riconosciuta ai soggetti privati di curare i propri interessi attraverso la conclusione di
contratti
Art.1322 = autonomia patrimoniale: le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto nei limiti imposti dalla
legge

La disciplina
Il regime giuridico del contratto è dettato:
• Dalla legge
• Dalla volontà delle parti, che può essere:
- Derogatrice: le norme di legge non sono imperative
- Suppletiva: non è prevista una specifica disciplina che regolamenti il contratto
In presenza di norme imperative, la deroga delle parti comporta la nullità del contratto
• Dagli usi
Gli elementi essenziali del contratto sono:
• Accordo o consenso: incontro delle volontà delle parti contraenti;
• Causa: funzione economico-sociale a cui il contratto adempie;
• Oggetto: possibile, lecito, determinato o determinabile;
• Forma: modo di essere della manifestazione della volontà contrattuale

La classificazione dei contratti


Rispetto al momento in cui si perfeziona il vincolo, i contratti si classificano in:
Contratti consensuali: semplice scambio del consenso delle parti (es. vendita)
Contratti reali: consegna della cosa (es. deposito, mutuo)
Rispetto agli effetti:
Contratti ad effetti obbligatori: danno luogo alla nascita di un rapporto obbligatorio e fanno sorgere diritti personali di
obbligazione (es. locazione)
Contratti ad effetti reali: producono come effetto il trasferimento della proprietà di un bene determinato o il trasferimento
di altro diritto (es. compravendita)
Rispetto all’efficacia nel tempo:
Contratti ad esecuzione istantanea: esauriscono i loro effetti in un solo momento (es. caffè al bar)
Contratti di durata: la loro esecuzione si protrae nel tempo per soddisfare un bisogno del creditore che si estende nel
tempo (es. mutuo)
Rispetto al rapporto tra le prestazioni:
Contratti a prestazioni corrispettive: generano 2 attribuzioni patrimoniali contrapposte (es. locazione: se il proprietario
non rende abitabile l’immobile, il conduttore non è tenuto al pagamento del canone)
Contratti con obbligazioni a carico di una sola parte: generano un obbligo a carico di una sola parte che si trova nella
posizione di debitore (es. comodato gratuito: quando finisce, bisogna restituire il bene)
Contratti bilaterali imperfetti: anche se ciascuna parte può pretendere una prestazione, le prestazioni reciproche non sono
legate da nesso di corrispettività (le prestazioni non hanno lo stesso valore patrimoniale)
Contratti associativi: 2 o più persone conferiscono beni o servizi per il conseguimento dello scopo comune (es. contratti
con i quali si aderisce a un’associazione)
Contratti commutativi: scambio di prestazioni economicamente equivalenti. L’entità del vantaggio o del sacrifico è nota alle
parti fin dalla conclusione del contratto. L’eventuale alterazione del valore di una delle prestazioni influisce sul valore
dell’altra o sulla sorte del contratto (es. locazione: le parti si mettono d’accordo per avere temporaneamente la
disponibilità di un determinato bene. Affitto una casa che la proprietà dice di valere 500 euro, in realtà non li vale, subisco
quindi uno svantaggio (pagare l’affitto) che è maggiore del vantaggio (avere una casa in affitto) perché la casa non vale ciò
che pago)
Contratti aleatori: contratti a prestazioni corrispettive in cui alla prestazione certa di una parte corrisponde una
prestazione incerta dell’altra, o vi è incertezza per entrambi (es. assicurazione: la prestazione dell’assicuratore è solo
eventuale, mentre l’assicurato dovrà comunque pagare quanto stabilito nella polizza, anche se non si verificherà mai
l’evento assicurato
Rispetto alla causa:
Contratti tipici: modello di operazione economica che è si tradotto in modello normativo, disciplinato dalla legge (es.
compravendita)
Contratti atipici: non espressamente disciplinati dal diritto civile e creati dalle parti, in base alle loro specifiche esigenze di
negoziazione. Le parti possono agire liberamente, scegliendo i termini senza restrizioni. Devono essere sottoposti al
rispetto delle norme imperative e al limite della meritevolezza dell’interesse: meritevole è ogni modello contrattuale che
persegua interessi socialmente utili. La loro disciplina è data dalla regolamentazione pattizia nonché dalla disciplina legale
del contratto in generale (es: contratto di leasing). Anche se non previsti né disciplinati dalla legge, essi sono ammessi
purché leciti e diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridici
Contratti misti: 2 ipotesi
• Contratti in cui ricorrono gli elementi di più contratti tipici che si fondono in un’unica causa (es. contratto di albergo)
• Pluralità di cause tipiche concorrenti nell’unicità del rapporto (es. contratto di sharing)
In entrambe le ipotesi, il contratto è unico
Contratti collegati: si distinguono dai contratti misti perché si ha una pluralità di contratti tipici o atipici che però sono
autonomi. La causa è unica ma i contratti sono di più (es. contratti di un’associazione)

Capitolo 2 - La formazione del contratto


Base di qualsiasi contratto: accordo delle parti (incontro delle loro volontà) che si attua attraverso la proposta e l’accettazione
All’accordo si può arrivare rapidamente e senza negoziazione (contratti a formazione istantanea) o attraverso delle trattative
(contratti preliminari)

La formazione del contratto e le trattative


Consenso delle parti = base di qualsiasi contratto
È un elemento necessario e sufficiente per la produzione degli effetti giuridici del contratto

I negoziati precedono la stipulazione del contratto e prendono il nome di trattative: hanno carattere preparatorio e
strumentale, non sono vincolanti per le parti perché acquistano valore soltanto nel caso che si pervenga ad un accordo.

Anche se le parti sono libere di concludere o meno un contratto, la legge impone loro l’obbligo di comportarsi secondo buona
fede: il loro comportamento deve essere corretto e leale.

La proposta
Proposta = dichiarazione unilaterale di volontà recettizia. Quando intervene l’accettazione del destinatario, la proposta diviene
vincolante perché costituisce la concorde volontà contrattuale.

Accettazione non conforme alla proposta = nuova proposta


La proposta è revocabile fino a che il proponente non ha avuto coscienza dell’accettazione dell’altra parte.
Perde efficacia quando l’accettazione non interviene entro il termine stabilito dal proponente.

La proposta può essere indirizzata anche a ‘incertam personam’, cioè al pubblico, affinché sia accettata dalla persona a cui
interessi = ipotesi di offerta al pubblico

Se la dichiarazione non contiene tutti gli elementi essenziali del contratto = invito a proporre

L’accettazione
Accettazione = atto prenegoziale che consiste in una dichiarazione di volontà recettizia di adesione alla proposta
Può essere anche tacita: deve risultare da un comportamento manifesto ed inequivocabile tenuto dall’accettante, dal quale si
presume abbia accettato

Quando l’accettazione arriva a conoscenza del proponente, il contratto si conclude.


L’accettazione dev’essere: tempestiva, incondizionata e conforme a tutte le clausole contenute nella proposta

Controproposta = se è anche parzialmente difforme, o se giunge a conoscenza del proponente oltre il limite pattuito o
ordinariamente necessario

Può essere anche revocata, purché la revoca giunga al proponente prima dell’accettazione.

Il contratto per adesione (es. contratto di Netflix, Spotify, noleggio di una macchina)
Forma di contrattazione più spedita: salta le fasi delle trattative

Contratto per adesione = concluso mediante moduli o formulari predisposti dal proponente con clausole prestabilite il cui
contenuto non può essere negoziato dall’altro contraente (= contraente più debole: se vuole stipulare deve aderire alle clausole
e modalità predisposte dall’altra parte)
A tutela del contraente più debole ci sono:
• Condizioni generali di contratto: esplicazione delle clausole del contratto;
• Clausole vessatorie: producono uno squilibrio dei diritti a danno del consumatore

Il contratto preliminare
Contratto preliminare = una o entrambe le parti si obbligano a prestare un futuro consenso, cioè a concludere in un momento
successivo il contratto definitivo

Può vincolare entrambi gli stipulanti a prestare il futuro consenso oppure uno solo di essi:
Contratto preliminare bilaterale: entrambe le parti si obbligano a stipulare un futuro contratto
Contratto preliminare unilaterale: una sola delle parti si obbliga a prestare il suo consenso mentre l’altra rimane libera di
giungere alla stipulazione del futuro contratto
Se il soggetto obbligato a contrarre non adempie, l’altra parte può:
• Chiedere la risoluzione del contratto per inadempimento e la condanno al risarcimento del danno;
• Provocare l’emanazione di una sentenza che produce gli stessi effetti del contratto definitivo non concluso

Contratto preliminare = tipico caso di formazione progressiva del contratto ad effetti obbligatori, che svolge una funzione
preparatoria rispetto al futuro contratto definitivo

Art.1351 = il contratto è nullo se non è stipulato nella stessa forma che la legge prescrive per il contratto definitivo (es. un
contratto preliminare di compravendita immobiliare deve essere stipulato per iscritto)

Capitolo 3 - Gli effetti del contratto


Una volta concluso, il contratto vincola le parti con la stessa forza della legge, ma:
I contraenti possono sciogliersi concludendo un nuovo accordo = mutuo dissenso
Una parte può sottrarsi dal vincolo contrattuale con una manifestazione unilaterale di volontà = recesso
Gli effetti del contratto hanno particolare rilievo per:
• I terzi;
• Le figure del contratto a favore del terzo;
• Le figure del contratto per persona da nominare.

Gli effetti del contratto tra le parti


Secondo il ‘principio della relatività degli effetti del contratto’, il contratto ha efficacia (= produttivo di effetti traslativi o
costitutivi di diritti reali e/o di obbligazioni) tra le parti.

Art.1372 = le parti, una volta stipulato il contratto, sono tenute ad osservarlo

Per il ‘principio dell’autonomia privata’, le parti sono libere di regolare i propri interessi, stipulando o meno il contratto, ma,
una volta concluso, restano vincolate ad esso: il contratto, nello stesso tempo, regola e autoregola gli interessi delle parti
contraenti.

Può sciogliersi con:


Mutuo consenso: le parti estinguono un precedente vincolo contrattuale che non ha ancora prodotto effetti traslativi;
Cause previste dalla legge = recesso: diritto potestativo di sciogliersi dal contratto mediante dichiarazione unilaterale
comunicata all’altra parte. Questo diritto può essere
• Legale: previsto dalla legge
• Convenzionale: previsto con apposita clausola

Gli effetti del contratto nei confronti dei terzi


Terzo = chi non è parte del contratto, chi non è parificato alla parte, chi è estraneo al rapporto costituito, regolato o estinto dal
contratto

Il contratto non produce effetti rispetto ai terzi: gli effetti del contratto sono limitati alle sole parti.
La prestazione del debitore è eseguita direttamente al creditore, ma le parti possono convenire che la prestazione venga resa a
vantaggio di un terzo, che avrà sempre la facoltà di rifiutare.

L’interesse del creditore può essere soddisfatto dalla prestazione del debitore ad un terzo: è necessario che esista un interesse
da realizzare.

Si ha contratto a favore di un terzo quando le parti stipulano un contratto a vantaggio di una persona che non è parte
contraente attribuendogli la titolarità di un diritto a pretendere, direttamente dal promittente, l’esecuzione della prestazione
promessa.
L’altra parte del contratto (stipulante) deve avere un interesse anche solo morale per far si che il terzo riceva il beneficio del
promittente.

Il contratto per persona da nominare


Contratto per persona da nominare = al momento della conclusione del contratto, una parte si riserva la facoltà di nominare
successivamente la persona nella cui sfera giuridica il negozio dovrà produrre i suoi effetti

Il contratto produce i suoi effetti nei confronti del terzo solo se:
La dichiarazione di nomina viene comunicata nel termine fissato dalle parti (in mancanza di termine, entro 3 giorni)
La dichiarazione è accompagnata dall’accettazione della persona nominata, o dalla procura anteriore al contratto
Altrimenti, il contratto produce i suoi effetti nei confronti dello stipulante originario quando vengono meno i requisiti suddetti.

Capitolo 4 - L’interpretazione e l’integrazione del contratto


Nella stipula del contratto possono esserci manifestazioni di volontà delle parti non chiare. Ci sono quindi:
Norme che riguardano l’interpretazione del contratto
Norme che soccorrono le parti che non prevedono particolari disposizioni (integrazione del contratto)

L’interpretazione del contratto


Interpretazione del contratto = attività rivolta ad indagare e ricostruire il significato da attribuire alle dichiarazioni di volontà
delle parti

Può accadere che alcune dichiarazioni negoziali abbiamo significato equivoco, in quanto intese diversamente dal dichiarante,
dal destinatario della dichiarazione o dai terzi interessati.

Interpretazione soggettiva = diretta a ricercare la reale comune intenzione delle parti


Art.1362 = occorre accertare la comune intenzione delle parti e non limitarsi al senso letterale che emerge dalle parole usate
Art.1366 = il contratto deve essere interpretato secondo buona fede (comportamento leale dei soggetti)

Interpretazione oggettiva = diretta a ricercare il significato oggettivo del contratto; è integrata a quella soggettiva nel caso in
cui l’indagine sulla comune volontà delle parti non abbia portato a risultato utile = vengono applicate le norme interpretative
integrative

Art.1371 = norma di chiusura nel caso in cui il contratto rimanga oscuro

Integrazione del contratto


Integrazione del contratto = le parti sono tenute non solo a quanto incluso volontariamente nel contratto, ma anche alle
conseguenze che derivano dalla legge, dagli usi e dall’equità: se c’è una norma suppletiva, essa interviene a disciplinare quella
parte del rapporto che non è stata oggetto del contratto

Capitolo 5 - L’estinzione e l’invalidità del contratto


Il codice, oltre alla nullità e all’annullabilità del contratto, prevede altri vizi che incidono sul rapporto contrattuale e che
dipendono da un difetto funzionale della causa (risoluzione del contratto) o da un difetto genetico parziale della causa
(rescissione del contratto).
La risoluzione
Risoluzione = causa di scioglimento del contratto a prestazioni corrispettive conseguente al sopravvenire di fatti che alterano
l’equilibrio tra le prestazioni
Si può avere:
Risoluzione per inadempimento: se in un contratto a prestazioni corrispettive una parte non adempie, per causa ad essa
non imputabile, l’altra parte che ha eseguito la propria prestazione può chiedere l’adempimento oppure esercitare il diritto
alla risoluzione
Una volta richiesta la risoluzione, la parte non può più pretendere l’adempimento.
Per ottenere la risoluzione non sempre occorre il ricorso al giudice. In particolare, la risoluzione può aversi:
- Di diritto quando:
• Nel contratto è inserita la clausola risolutiva espressa;
• La parte adempiente inoltra all’inadempiente una diffida ad adempiere, assegnandoli un termine non inferiore ai 15 giorni;
• senza che si sia avuta la prestazione è scaduto il termine essenziale, cioè quel termine di adempimento che, per volontà delle
parti o per la natura della prestazione «toglie alla prestazione l’utilità che essa presentava per il creditore». Il contratto si
intende risolto a meno che la parte a cui favore è stato stabilito il termine, non dichiari entro tre giorni di voler egualmente
esigere l’adempimento
- Per effetto di una sentenza costitutiva (sentenza giudiziale)
Impossibilità sopravvenuta della prestazione: estingue l’obbligazione con conseguente liberazione della parte che vi era
tenuta
Se la prestazione diventa solo parzialmente impossibile, si ha risoluzione parziale: l’altra parte ha diritto ad una corrispondente
riduzione della prestazione, ma può recedere dal contratto se non ha interesse all’adempimento parziale

Eccessiva onerosità: è prevista per ovviare ad uno squilibrio fra le prestazioni verificatosi dopo la conclusione del
contratto
La parte contro cui è richiesta la risoluzione può evitarla offrendo di modificare in modo equo le condizioni del contratto.
È sempre necessaria la pronuncia del giudice.

La rescissione
Rescissione = forma d’invalidità del contratto posta a tutela di chi contrae a condizioni inique per il suo stato di bisogno o
pericolo

STATO DI PERICOLO
La parte che, per il contratto, assume obbligazioni a condizioni inique, per la necessità, conosciuta dalla controparte, di salvare
sé o altri dal pericolo attuale di un danno grave, può ottenere la rescissione del contratto. Il giudice nel pronunciare la
rescissione può assegnare un equo compenso all’altra parte per l’opera prestata.
PRESUPPOSTI
Stato di pericolo
Iniquità delle condizioni
Conoscenza da parte dell’altro contraente dello stato di pericolo
RESCISSIONE PER LESIONE ULTRA DIMIDIUM
Ricorre quando c’è grave sproporzione tra le prestazioni dovuta allo stato di bisogno in cui versava una delle parti al momento
della conclusione del contratto, e supera la metà del valore de bene.
• Non può essere richiesta per i contratti aleatori
• Si prescrive in un anno dalla conclusione del contratto, decorso il quale non può essere convalidato
• È riconosciuta alla parte contro cui è richiesta la possibilità di evitarla offrendo modificazione delle condizioni contrattuali
PRESUPPOSTI
Lesione ultra dimidium
Stato di bisogno
Approfittamento dello stato di bisogno
Capitolo 6 - Il patto di famiglia
Patto di famiglia = contratto che si verifica tra coloro che hanno realizzato un’attività di famiglia e consente al titolare di
anticipare il trasferimento dell’azienda o delle quote al discendente o ai discendenti che si sono mostrati più idonei alla gestione
dell’impresa, per evitare liti ereditarie e per far sì che continui l’attività

È disciplinato dall’art.768 bis: contratto con il quale, compatibilmente con le disposizioni in materia di impresa familiare e nel
rispetto delle differenti tipologie societarie, l'imprenditore trasferisce, in tutto o in parte, l'azienda, e il titolare di partecipazioni
societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti

È necessaria la partecipazione dell’imprenditore, del beneficiario, del coniuge dell’imprenditore e dei soggetti che sarebbero
legitttimari.

Chi riceve la titolarità o le quote deve pagare agli altri legittimari la loro quota di spettanza.

Può capitare che i legittimari rifiutino la loro quota e non si facciano pagare.

Quando muore una persona e ha un’eredità, questa viene divisa tra i legittimari. Se questa quota non viene retribuita in
maniera proporzionale, chi è legittimato a ricevere quella quota può citare in giudizio chi ha ricevuto una quota maggiore per
rivendicare la propria quota di diritto.

Con il patto di famiglia, i beneficiari non possono essere citati in giudizio per la revoca di questa disposizioni da chi ha diritto
all’eredità, cioè dagli altri legittimari.

Non può essere impugnato rispetto alla violazione della quota legittima, ma solo per altri motivi ed entro un anno.

La titolarità la ha chi è amministratore dell’azienda.


Es. La società ‘Cattolica’ ha come amministratore Alessia ma chi ha le quote sociali (soldi che contribuiscono al capitale
dell’azienda) sono Chiara, Arianna, Davide e Riccardo. Alessia gestisce l’azienda ma ha una responsabilità sui soci.

Parte 3 - Il diritto del lavoro


Capitolo 1 - Lavoro subordinato e lavoro autonomo
Il codice civile non detta una nozione di lavoro subordinato ma individua il lavoratore.
Art.2094 = prestatore di lavoro subordinato: colui che si obbliga mediante retribuzione a collaborare nell’impresa, prestando il
proprio lavoro intellettuale o manuale alle dipendenze e sotto la direzione dell’imprenditore

Caratteri costituitivi del rapporto di lavoro subordinato:


Collaborazione: partecipazione di un soggetto all’attività lavorativa di un altro
Onerosità: dove c’è presenza di lavoro subordinato una presunzione di onerosità
Subordinazione: caratteristica fondamentale che individua il contratto di lavoro che ha ad oggetto tale prestazione
Si distingue tra:
Subordinazione tecnico-funzionale: fa riferimento all’etero-determinazione = il lavoratore subordinato esegue la
prestazione dedotta in contratto secondo ordini e direttive impartite dal datore di lavoro;
Subordinazione socio-economica: il lavoratore è soggetto alle dipendenze economiche del datore di lavoro

Norme di tutela per i lavoratori subordinati


Assunzione: il datore di lavoro ha l’obbligo di assumere il lavoratore tramite contratto, in caso contrario è soggetto a
denuncia. Deve quindi documentare l’instaurazione del rapporto con il lavoratore, con l’obbligo di fornirgli tutte le
informazioni relative;
Lavoratore in nero = seppur facendo un lavoro sotto la direzione di altri, per la legge non è nessuno perché non ha un
contratto, la sua paga è percepita dallo Stato e non ha tutele
Retribuzione: viene stabilita attraverso aspetti costituzionali, non può essere decisa dal datore. La Costituzione stabilisce
il principio della proporzionalità tra qualità e quantità del lavoro versato rispetto alla retribuzione prevista. Ci sono degli
importi minimi e massimi indicati dal CCNL (= Contratto Collettivo*Nazionale del Lavoro) ai quali il datore deve attenersi
e che in sede giudiziale sono considerati parametri della retribuzione proporzionata e sufficiente prescritta dalla
Costituzione;
*contratti collettivi = stipulati tra lavoratori e sindacati rispetto a determinate categorie (es. agricoltura, settore meccanico,
terziario…) e tutelano le figure subordinate rispetto al datore

Tutela previdenziale: consente al lavoratore di ritirare la pensione e nel caso di rivendicare il pagamento dei contributi
non versati (es. se io, lavoratore, vengo assunto, il datore sarà obbligato a pagare all’INPS i contributi (= somme versate
per il lavoratore in base alla sua attività) che un domani consentiranno al lavoratore di ritirare la pensione);

Estinzione del rapporto di lavoro


Una delle più importanti forme di tutela del lavoro subordinato
Complesso normativo che regola in modo preciso ed inderogabile il recesso del rapporto di lavoro con una limitazione della
facoltà di licenziamento da parte del datore, garantendo al lavoratore una tutela in caso di licenziamento illegittimo
(Art.18 dello Statuto dei lavoratori)
Può avvenire in diversi modi, in base al tipo di contratto (part time, full time, a tempo determinato/indeterminato)
• Contratto a tempo determinato: al termine del tempo previsto, il contratto si estingue o si può rinnovare (per 3 o 6 mesi)
fino a un masso di 24 mesi. Dopodiché, o si fa il contratto indeterminato (quando il lavoratore lavoro nella stessa azienda
con la stessa mansione), o si termina il rapporto di lavoro;
• Contratto a tempo indeterminato: il lavoratore può essere licenziato solo per determinati motivi:
‣ Giusta causa: giustificazione esterna, che va al di sopra della volontà del datore e del lavoratore, tale per cui non
c’è più la possibilità di proseguire il rapporto di lavoro (es. chiusura dell’azienda);
‣ Giustificato motivo:
• Soggettivo: riguarda il rapporto soggettivo tra datore e lavoratore. Il datore perde la fiducia nel lavoratore,
tale per cui non può più proseguire il rapporto. Necessita comunque del periodo di preavviso;
• Oggettivo: impossibilità oggettiva di continuare il rapporto di lavoro (es. devo chiudere la filiale di Brescia e
chiedo al lavoratore se vuole trasferirsi a Roma. Se il lavoratore rifiuta, viene licenziato.

Quando il lavoratore vuole licenziarsi si parla di dimissioni = bisogna presentare una documentazione scritta con un preavviso

Lavoro autonomo
Lavoro autonomo = compimento di un’opera o di un servizio, con lavoro prevalentemente proprio che il lavoratore svolge senza
vincolo di subordinazione, verso un corrispettivo, nei confronti del committente

Art.2222 = disciplina il contratto d’opera

No subordinazione = lavoro autonomo

Per distinguere tra lavoro autonomo e lavoro subordinato, serve verificare se in base alle modalità di svolgimento della
prestazione, esista o meno il vincolo di subordinazione.
La giurisprudenza ha elaborato il metodo tipologico per approssimazione come criterio per il riconoscimento della
subordinazione e consente di confrontare l’ipotesi del lavoro subordinato con la fattispecie concreta.

Si basa su una serie di indici:


• Osservanza dell’orario di lavoro predeterminato;
• Collaborazione;
• Rischio accollato al lavoratore (es. io medico ho una responsabilità, l’impiegato di un ufficio no: più alto é il rischio, più è
probabile che sia autonomo);
• Natura della prestazione;
• Versamento o cadenze fisse di una retribuzione (stipendio fisso = contratto);
• Inserimento del lavoratore nell’organizzazione produttiva;
• Coordinamento dell’attività lavorativa con l’assetto organizzativo dato all’impresa del datore di lavoro
La parasubordinazione
Il lavoro "parasubordinato", che intercorre tra due soggetti, il "collaboratore" (ossia chi presta l'attività lavorativa) e il
"committente" (ossia chi beneficia dell'opera lavorativa), si definisce come tale perché presenta caratteristiche proprie, in
parte, del lavoro autonomo e, in parte, del lavoro subordinato.

Il collaboratore, infatti, si impegna a compiere un'opera o un servizio a favore del committente, senza alcun vincolo di
subordinazione ma, a differenza dei lavoratori autonomi, gli vengono estese delle prestazioni e delle tutele tipiche dei lavoratori
subordinati.

Le più comuni forme di lavoro parasubordinato sono il contratto di lavoro a progetto (Co.co.pro.) e il contratto di collaborazione
coordinata e continuativa (Co.co.co.).

Capitolo 2 - Divieto di intermediazione e interposizione nelle prestazioni di lavoro


È diretto a proteggere i lavoratori da forme di sfruttamento conseguenti alla dissociazione tra l’autore dell’assunzione e
l’effettivo beneficiario delle prestazioni lavorative (es. io lavoratore stipulo un contratto con un soggetto che non è il mio
datore di lavoro)

Capitolo 3 - Assunzione dei lavoratori


I datori hanno la possibilità di assumere direttamente il personale comunicandolo poi al Centro Territoriale per l’impiego.
Al neo lavoratore viene consegnata una scheda con il numero di matricola e le mansioni per cui è stato assunto (= compiti e
attività che deve eseguire nell’ ambito del rapporto di lavoro).

Mansioni = oggetto specifico dell’obbligazione lavorativa


Art.2103 = il lavoratore deve essere adibito alle mansioni per le quali è stato assunto, ma anche alle mansioni corrispondenti
alla categoria superiore che abbia successivamente acquisito.

L’assegnazione a mansioni superiori diventa definitiva quando lo scatto non è provvisorio (sostituire un lavoratore assente) e
se la mansione viene svolta per almeno tre mesi.

Art.2103 = divieto di assegnare il lavoratore a mansioni inferiori a meno che non sia in presenza di esigenze straordinarie
temporanee, oppure per tutelare la salute del lavoratore o il suo interesse alla conservazione del posto di lavoro (es. lavoratrice
madre)

Ai lavoratori sono assegnate 4 categorie in relazione alle mansioni:


Dirigenti: collaborare con l’imprenditore e hanno responsabilità di parti o dell’intera azienda e piena autonomia;
Quadri: hanno poteri direttivi, ampie responsabilità ma non sono autonomi. Sono sottoposti alla direzione dei dirigenti;
Impiegati: esercitano attività di attuazione delle direttive del datore (impiegati di concetto: coloro che lavorano in ufficio) o
attività esecutive (impiegati d’ordine: poliziotti);
Operai: coloro che svolgono mansioni manuali
I datori di lavoro hanno l’obbligo di assumere un soggetto appartenente alle categorie protette* nella misura di:
• 1 lavoratore disabile se si hanno tra i 15 e i 35 dipendenti;
• 2 lavoratori disabili se si hanno tra i 36 e i 50 dipendenti;
• Obbligo del 7% se si hanno oltre 50 dipendenti

*
• persone che hanno un deficit mentale superiore al 45%;
• persone con problemi motori/malformazioni (deficit fisico al 33%);
• Non vedenti;
• Sordomuti;
• Invalidi di guerra (nati senza disabilità, ma causata da un’esperienza

Non appartiene alla categoria protetta però gode di una particolare tutela la figura della donna/madre.
Capitolo 4 - La tutela della lavoratrice madre e la parità uomo-donna nel rapporto di lavoro
Nel diritto di lavoro, la donna è considerata come soggetto degno di particolare protezione per ragioni di salute pubblica.

Art.3 Costituzione = tutti i cittadini hanno pari dignità e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di
lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali

Legge 903/77 sulla parità;


Art.1 = é' vietata qualsiasi discriminazione fondata sul sesso per quanto riguarda l'accesso al lavoro indipendentemente dalle
modalità di assunzione e qualunque sia il settore o il ramo di attività, a tutti i livelli della gerarchia professionale

Art.3 = é vietata qualsiasi discriminazione fra uomini e donne per quanto riguarda l'attribuzione delle qualifiche, delle
mansioni e la progressione nella carriera

La legge del 1977 non ha portato ai risultati sperati. Viene inserita:


La legge 125/91
• Art.4 comma 1: costituisce discriminazione diretta qualsiasi atto/patto/comportamento che produca un pregiudizio
all’attività del lavoratore discriminando le lavoratrici in quanto donne;
• Art.4 comma 2: determina l’esistenza di una discriminazione indiretta, quando una disposizione, un criterio, un patto o un
comportamento apparentemente neutri mettono o possono mettere i lavoratori di un determinato sesso in una posizione di
particolare svantaggio rispetto ai lavoratori dell’altro sesso.
La legge Golfo-Mosca (120/2011): introduce l’obbligo di equilibrare le rappresentanze di genere nei CDA delle società
quotate
È vietata al datore di lavoro qualsiasi discriminazione fondata sul sesso in merito a:
• Accesso al lavoro in forma subordinata, autonoma o in qualsiasi altra forma, indipendentemente dalle modalità di assunzione
e qualunque sia il settore di attività;
• Attribuzione delle qualifiche, delle mansioni e la progressione nella carriera;
• Retribuzione, classificazione professionale;
• Conservazione del posto: le lavoratrici beneficiano della tutela contro i licenziamenti illegittimi fino a 60 anni d’età

Ricorso per comportamenti discriminatori


Qualora il datore adotti comportamenti discriminatori, la legge prevede che la lavoratrice possa fare ricorso al tribunale in
funzione di giudice del lavoro del luogo dove è avvenuto il comportamento denunciato.

Il giudice convoca le parti: se ritiene sussistente la violazione denunciata, emana un decreto immediatamente esecutivo con cui
ordina la cessazione del comportamento illegittimo e la rimozione degli effetti dello stesso e provvede, se richiesto, al
risarcimento del danno anche non patrimoniale.

La tutela della lavoratrice madre


L’art.54 del Decreto Legislativo 151/2001 sancisce il non licenziamento della lavoratrice dal momento dell’accertamento della
gravidanza fino al compimento di un anno di vita del figlio.

Può essere licenziata per:


• Colpa grave rispetto all’attività lavorativa;
• Chiusura dell’azienda;
• Contratto a tempo determinato: la lavoratrice scopre di essere incinta o ha un figlio entro l’anno.

La lavoratrice può fare ricorso, chiedere la reintegrazione e il risarcimento per licenziamento illegittimo.

Capitolo 5 - Il patto di prova


Patto di prova = clausola che può essere apposta al contratto di lavoro per subordinare l’assunzione definitiva all’esito positivo
di un periodo di prova

Art.2096 = l’assunzione del lavoratore deve risultare da atto scritto e durante questo periodo ciascuna delle parti può recedere
dal contratto senza obbligo di avviso

Oggetto del patto = verifica delle capacita professionali e della personalità del lavoratore
Durata del patto = stabilita dal contratto collettivo: limite 6 mesi (è un periodo di lavoro effettivo quindi la retribuzione è
uguale a quella degli altri lavoratore

Durante il periodo di prova non trova applicazione la disciplina sui licenziamenti: il recesso è discrezionale e non dev’essere
motivato.

L’unica ragione per cui si può licenziare è il mancato superamento della prova.

Il licenziamento è illegittimo se il datore non ha consentito l’esecuzione della prova o se ha licenziato per una ragione
discriminatoria.

Capitolo 6 - Il tempo della prestazione di lavoro


Il contratto di lavoro, in quanto contratto di durata, prevede che le sue obbligazione siano adempiute nel tempo,

Decreto legislativo 66/2003 = la normale durata dell’orario di lavoro è di 40 ore settimanali


Durata giornaliera della prestazione di lavoro = massimo 13 ore (ogni lavoratore ha diritto a un riposo consecutivo di 11 ore
ogni 24: art.7)

Anche la settimana lavorativa ha una durata massima: 48 ore comprensive di straordinario.

Lavoratore notturno = colui che svolge durante il periodo di lavoro notturno almeno 3 ore del suo tempo di lavoro giornaliero
impiegato in maniera normale

Capitolo 7 - Tipi di contratti di lavoro


Contratto a tempo indeterminato
Contratto di lavoro subordinato che non ha un temine di scadenza. L’orario di lavoro può essere diviso in:
• Full time: 40 ore settimanali, circa 8 al giorno;
• Part time
Può interrompersi e si può risolvere unilateralmente o consensualmente con preavviso.
Il recesso del lavoratore non dev’essere motivato, mentre quello del datore può essere fatto per giusta causa, giustificato
motivo oggettivo o soggettivo.

Contratto a tempo determinato


Ha una scadenza che può essere dettata dal datore di lavoro. Orario full time o part time, però prevede una durata massima
che, a seconda del rinnovo o meno, non può superare i 24 mesi. Trascorsi 2 anni, o si cessa il contratto o si stabilizza
un’adeguata retribuzione.
Può essere stipulato:
• Senza causale: prevede un periodo di lavoro non superiore a 12 mesi;
• Con causale: durata dai 12 ai 24 mesi.
La responsabilità è del datore di lavoro.

Contratto di somministrazione di lavoro a tempo determinato


Ha maggiore flessibilità e richiede la presenza contemporanea di due distinti rapporti contrattuali (contratto di
somministrazione tra somministratore e utilizzatore e contratto di somministrazione tra somministratore e lavoratore). Si
instaura un rapporto triangolare: l’agenzia (= somministratore) permette all’azienda di inserire la figura di cui ha bisogno e
tutela il lavoratore.
Può essere stipulato con o senza causale. La responsabilità è del datore e dell’agenzia.
Non può avere durata superiore a 24 mesi con lo stesso utilizzatore. Se, invece, nella triangolarità, il somministratore e il
lavoratore restano gli stessi, ma l’utilizzatore cambia, si può prolungare fino a 48 mesi.

Contratto di somministrazione del lavoro a tempo indeterminato


Ha le stesse caratteristiche del determinato ma non ha una scadenza. L’agenzia fa solo da tramite.
Contratto di apprendistato
L'apprendistato è un contratto di lavoro caratterizzato da un contenuto formativo: il datore di lavoro, oltre a pagare la
retribuzione all’apprendista per il lavoro svolto, è obbligato a garantire all’apprendista la formazione necessaria per acquisire
competenze professionali adeguate al ruolo e alle mansioni per cui è stato assunto.

3 tipi di apprendistato:
Apprendistato per la qualifica e per il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di
specializzazione tecnica superiore: permette di conseguire una qualifica professionale o un diploma professionale
alternando lavoro e studio. La durata, che è determinata in considerazione della qualifica o del diploma da conseguire, non
può essere superiore a tre anni. Possono essere assunti con questa tipologia di apprendistati i giovani dai 15 anni fino al
compimento dei 25 anni, senza una qualifica o un diploma professionale;
Apprendistato professionalizzante: È un contratto di lavoro per il conseguimento di una qualifica professionale ai fini
contrattuali attraverso una formazione trasversale e professionalizzante. Normalmente la durata del contratto non può
essere superiore a tre anni o cinque per l’artigianato. Possono essere assunti con questa tipologia di apprendistati i
giovani tra i 18 e i 29 anni compiuti;
Apprendistato di alta formazione e ricerca: È un contratto di lavoro che consente di conseguire diversi livelli di titoli di
studio: diploma di scuola secondari superiore, diploma professionale di tecnico superiore, diploma di laurea, master e
dottorato di ricerca. Possono essere assunti con questa tipologia di apprendistati i giovani tra i 18 e i 29 anni compiuti
(nel caso di possesso di qualifica professionale l’età minima scende a 17 anni), in tutti i settori di attività, privati o
pubblici.
Contratto di lavoro a chiamata
Il lavoratore si mette a disposizione del datore di lavoro per un tempo determinato o indeterminato per una prestazione di
lavoro a carattere discontinuo.
È possibile:
• Quando vi siano soggetti che abbiano più di 55 anni oppure lavoratori con età inferiore ai 24 anni, nella fascia tra 24 e 55
non è possibile;
Non posso farlo:
• Nel settore del turismo, dello spettacolo e dei pubblici esercizi;
• Per sostituire dei lavoratori in sciopero;
• In aziende che nei 6 mesi precedenti hanno fatto licenziamenti collettivi;
• In aziende in cui vi è sospensione o riduzione dell’orario del lavoro per cassa integrazione;
• In aziende che non hanno effettuato la valutazione dei rischi.

Contratto di prestazione di lavoro occasionale


Utilizzato da soggetti che vogliono intraprendere un’attività lavorativa di ridotta entità in modo sporadico e saltuario, in modo
da tracciare i pagamenti e non conseguire il lavoro in nero, quando non posso avere altri tipi di contratti.
Non può essere utilizzato per compensi superiori a 5000 euro, indicati al netto dei contributi fiscali.

Contratto di lavoro parasubordinato


Non ha un vincolo di subordinazione rispetto al lavoro- dipendente, né prevede un’attività lavorativa in proprio, è semi-
subordinato. Contratto di collaborazione coordinata e continuativa. In base a quanti contratti si chiudono si ha una
determinata provvigione.

Tirocinio extracurricolare/stage
Non costituisce alcun rapporto di lavoro. È un periodo di formazione pratica presso un’impresa o una pubblica amministrazione
finalizzata a completare la formazione con l’acquisizione di una determinata professione.



Parte 4 - La sicurezza sul lavoro
Sicurezza sul lavoro in Italia = Decreto legislativo 81/08 o ‘Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro’

Stabilisce regole, procedure e misure preventive da adottare per rendere piu sicuri i luoghi di lavoro.
Obiettivo = evitare e ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori a rischi legati all’attività lavorativa per evitare infortuni,
incidenti o contrarre una malattia professionale

Obbligo di adottare queste misure è a carico del datore di lavoro, dei lavoratori che devono rispettarle e dei collaboratori che
devono adottare un comportamento adeguato all’ambiente in cui si trovano.

Il luogo di lavoro deve essere dotato di accorgimenti e strumenti e deve esistere un’attività di prevenzione adeguata ai possibili
rischi in azienda, valutati con il DVR (Documento Valutazione Rischi).

Il datore di lavoro deve definire delle misure generali di tutela attraverso una continuativa valutazione dei rischi, provvedere
alla sorveglianza sanitaria e collaborare con RSPP (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione) e RLS
(Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza).

Capitolo 1 - La normativa di riferimento


La questione relativa alla tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori è stata affrontata attraverso diverse fasi.
Il D.Leg. 81/08 è l’ultimo risultato.
3 tappe fondamentali:
Decreto del PDR 547/1955
Decreto del PDR 303/1956
Decreto legislativo 626/1994
Tappe principali:
• Art.2087 Codice Civile (1942): l’imprenditore è tenuto ad adottare nell’esercizio dell’impresa le misure che, secondo la
particolarità del lavoro, l’esperienza e la tecnica, sono necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei
prestatori di lavoro;
• 27 dicembre 1947 = nasce la Costituzione Italiana:
◦ Art.32: la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività;
◦ Art.35: la Repubblica tutela il lavoro in tutte le sue forme ed applicazioni. Cura la formazione e l’elevazione
professionale dei lavoratori. Promuove e favorisce gli accordi e le organizzazioni internazionali intesi ad affermare e
regolare i diritti del lavoro;
◦ Art.41: l’iniziativa economica è libera, ma non può svolgersi in modo da recare danno alla sicurezza ed alla dignità
umana.
• 20 maggio 1970 = nasce lo Statuto dei Lavoratori (= legge 300):
◦ Art.9: i lavoratori, mediante loro rappresentanze, hanno diritto di controllare l’applicazione delle norme per la
prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali e di promuovere la ricerca, l’elaborazione e l’attuazione di
tutte le misure idonee a tutelare la loro salute e la loro integrità fisica.
• Decreto del PDR 547/1955: si intitolava “norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro”. Aveva 406 articoli, suddivisi
in 12 titoli che individuavano le varie regole che limitavano i rischi relativi all’uso di macchinari, sostanze e
apparecchiature.
• Decreto del PDR 303/1956: si chiama “norme generali per l’igiene del lavoro” ed é composta da 70 articoli suddivisi in 5
titoli. Vengono stabiliti i requisiti degli ambienti di lavoro, le regole per la custodia delle materie prime e dei rifiuti, le
disposizioni per i servizi igienico-sanitari e l’organizzazione di presidi sanitari.
• Istituzione della sorveglianza sanitaria (Art.33): “nelle lavorazioni industriali che espongono all’azione di sostanze tossiche
o infettanti o che risultano nocive, i lavoratori devono essere visitati da un medico competente:
◦ Prima della loro ammissione al lavoro per verificare se essi abbiano i requisiti di idoneità;
◦ Successivamente nei periodi indicati, per verificare il loro stato di salute.
• Decreto legislativo 626/1994: allarga la fascia di tutela dei lavoratori e la sanità dei luoghi di lavoro a livello europeo.
Vengono inglobate nel nostro ordinamento le misure europee inerenti alla sicurezza dei lavoratori, in maniera tale da avere
criteri uniformi non solo in Italia ma anche nella comunità europea;
• Decreto legislativo 81/2008: si intitola “testo unico sulla sicurezza sul lavoro” e riforme le disposizioni precedenti,
elaborando un sistema di gestione della sicurezza e della salute attraverso:
◦ Individuazione dei fattori e delle sorgenti di rischi;
◦ La riduzione del rischio;
◦ Il controllo delle misure preventive messe in atto;
◦ L’elaborazione di una strategia aziendale.
Questo decreto si applica a tutti i settori di attività pubblici e privati

Capitolo 2 - I soggetti del sistema di prevenzione


I soggetti interessati e coinvolti nel nuovo assetto normativo sono:

Datore di lavoro: colui che è titolare del rapporto di lavoro o il soggetto che ha la responsabilità dell’organizzazione stessa o
dell’unità produttiva

Il DL ha dei compiti non delegabili:


• Valutazione del rischio e redazione del DVR;
• Designazione del RSPP.

Sanzioni penali per il DL:


• Multa da 2500 a 5000 euro per la mancata redazione del DVR;
• Multa da 3000 a 8000 euro e arresto da 3 a 6 mesi per la mancata designazione del RSPP.

La delega di alcune funzioni da parte del DL può avvenire con i seguenti limiti e condizioni:
• Deve risultare da atto scritto con data certa;
• Il delegato deve possedere tutti i requisiti di professionalità richiesti;
• La delega deve attribuire al delegato tutti i poteri di organizzazione, gestione e controllo richiesti;
• La delega deve attribuire al delegato l’autonomia di spesa necessaria;
• La delega deve essere accettata dal delegato per iscritto.

Il DL e i dirigenti che organizzano e dirigono le stesse attività devono:


• Nominare il medico competente:
• Designare i lavoratori incaricati dell’attuazione delle misure di prevenzione, di primo soccorso e di gestione dell’azienda;
• Tenere conto delle capacità e delle condizioni dei lavoratori;
• Fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale;
• Inviare i lavoratori ad una visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria;
• Adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio;
• Vigilare affinché i lavoratori non svolgano mansioni senza l’autorizzazione del medico competente.

Il DL fornisce al servizio di prevenzione e protezione e al medico competente informazioni in merito a:


• Natura dei rischi;
• Organizzazione del lavoro, programmazione e attuazione delle misure preventive;
• Descrizione degli impianti e dei processi produttivi;
• Dati relativi alle malattie professionali;
• Provvedimenti adottati dagli organi di vigilanza.

IL LAVORATORE: persona che, indipendentemente dalla tipologia contrattuale, svolge un’attività lavorativa nell’ambito
dell’organizzazione di un datore di lavoro pubblico o privato

Il decreto legislativo 81/08 attribuisce ai lavoratori una serie di competenze e di obblighi, cui corrisponde una precisa
responsabilità, sanzionata anche penalmente.

Tra i diritti vi è quello che il lavoratore, in caso di pericolo grave e immediato, si allontani dal posto di lavoro, senza subire
pregiudizio alcuno.

La norma stabilisce sia obblighi generali che obblighi specifici.

Obblighi generali:
• Contribuire all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicruezza sui luoghi di lavoro;
• Osservare le istruzioni date dal datore di lavoro;
• Utilizzare in modo appropriato i dispostivi di protezione;
• Segnalare le condizioni di pericolo;
• Attuare gli atteggiamenti per eliminare o ridurre le situazioni di grave pericolo;
• Non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispostivi di sicurezza o di segnalazione;
• Non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza;
• Partecipare ai programmi di formazione e addestramento;
• Sottoporsi ai controlli sanitari.

Obblighi specifici:
• Impiegare i DPI (dispostivi di protezione individuale);
• Sottoporsi al programma di formazione e addestramento;
• Utilizzare i DPI;
• Avere cura dei DPI;
• Seguire le procedure per la riconsegna dei DPI;
• Devono segnalare al datore eventuali difetti rilevati nei DPI.

In caso di esposizione imprevedibile ad agenti cancerogeni, i lavoratori devono abbandonare immediatamente l’area
interessata.
Se si verificano incidenti che possono provare la dispersione di agenti biologici, i lavoratori devono abbandonare la zona
interessata e segnalare al datore qualsiasi infortunio o incidente.

Il DL provvede affinché tutti i lavoratori ricevano un’adeguata informazione:


• Sui rischi per la salute e sicurezza sul lavoro;
• Sulle procedure di primo soccorso, antincendio ed evacuazione;
• Sui nominativi del responsabile e degli addetti di prevenzione e protezione e del medico competente;
• Sui rischi specifici a cui sono esposti;
• Sui pericoli connessi all’uso delle sostanze;

Il DL assicura che ciascun lavoratore riceva una formazione sufficiente e adeguata, con riferimento a:
• Concetti di rischio, danno, prevenzione e protezione;
• Rischi riferiti alle mansioni e ai possibili danni caratteristici del settore

La formazione e l’addestramento devono avvenire in occasione:


• Della costituzione del rapporto di lavoro;
• Del trasferimento o cambiamento di mansioni;
• Dell’introduzione di nuove attrezzature.

L’addestramento viene effettuato da persone esperte e sul luogo di lavoro. La formazione deve essere periodicamente ripetuta.

IL RAPPRESENTANTE DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA (RLS): persona eletta per rappresentare i lavoratori per quanto
riguarda la salute e la sicurezza sul lavoro

Nelle aziende con massimo 15 lavoratori è eletto direttamente da loro; con più di 15 viene eletto per tramite delle
rappresentanze sindacali dell’azienda:
• 1 RLS ogni 200 lavoratori;
• 3 RLS da 201 a 1000;
• 6 RLS oltre i 1000.

Il RLS:
• Accede ai luoghi di lavoro;
• Riceve le informazioni e la documentazione inerente la valutazione dei rischi e le misure preventive relative;
• Collabora con il DL per migliorare la qualità del lavoro;
• Agisce da punto di riferimento tra DL, lavoratori, sindacato e istituzioni.

IL PREPOSTO: persona che sovrintende all’attività lavorativa e garantisce l’attuazione delle direttive ricevute, controllandone
la corretta esecuzione da parte dei lavoratori

Obblighi del preposto:


• Vigilare sull’osservanza da parte dei lavoratori degli obblighi di legge e delle disposizioni aziendali in materia di salute e
sicurezza;
• Frequentare gli appositi corsi di formazione;
• Segnalare eventuali persistenze delle inosservanze da parte del lavoratore;
• Informare i lavoratori in merito ad eventuali rischi o pericoli.
IL RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE (RSPP): persona in possesso delle capacita e dei requisiti
professionali per coordinare il servizio di prevenzione e protezione

È designato dal DL in base al titolo di studio; non è destinatario di sanzioni ma può essere coinvolto nelle indagini.

Il servizio di prevenzione e protezione deve:


• Individuare i fattori rischio;
• Elaborare un piano contente le misure di sicurezza da applicare per la tutela dei lavoratori;
• Presentare i piani formativi ed informativi per l’addestramento del personale;
• Collaborare con il DL nell’elaborazione di dati riguardanti la descrizione degli impianti, i rischi presenti, la presenza delle
misure preventive e le relazioni provenienti dal medico competente, con lo scopo di effettuare la valutazione dei rischi
aziendali.

ADDETTI ALLA SQUADRA DI PRIMO SOCCORSO


• Vengono istruiti per il rischio specifico sia dal punto teorico che pratico;
• Conoscono i rischi specifici dell’attività;
• Attuano gli interventi di primo soccorso;
• Allertano il sistema di soccorso.

In ogni azienda è obbligatoria la presenza e l’uso di una cassetta o di un armadietto del primo soccorso.

ADDETTI ALLA SQUADRA ANTINCENDIO E GESTIONE DELLE EMERGENZE


• Devono aver frequentato un corso di formazione;
• Devono effettuare periodicamente diversi controlli sull’efficienza delle attrezzature di sicurezza antincendio;
• Devono controllare che tutti i materiali infiammabili siano depositati in luoghi sicuri;
• Devono controllare che le fiamme libere siano spente;
• Devono controllare che tutte le porte resistenti al fuoco siano chiuse.

IL MEDICO COMPETENTE: medico che collabora con il DL ai fini della valutazione dei rischi ed è nominato dallo stesso per
effettuare la sorveglianza sanitaria

Il medico competente svolge la propria opera in qualità di:


• Dipendente o collaboratore di una strutta esterna pubblica o privata;
• Libero professionista;
• Dipendente del datore di lavoro.

Il medico competente:
• Collabora con il DL e con il RSPP ai fini della programmazione della sorveglianza sanitaria, all’attività di formazione e
informazione dei lavoratori e all’organizzazione del servizio di primo soccorso;
• Programma ed effettua la sorveglianza sanitaria;
• Istituisce una cartella sanitaria per ogni lavoratore;
• Fornisce informazioni ai lavoratori sul significato della sorveglianza sanitaria;
• Visita gli ambienti di lavoro.

La sorveglianza sanitaria comprende:


• Visita medica preventiva;
• Visita medica periodica;
• Visita medica su richiesta del lavoratore;
• Visita medica in occasione del cambio di mansione;
• Visita medica alla cessazione del rapporto di lavoro;
• Visita medica preventiva in fase pre-assuntiva;
• Visita medica precedente alla ripresa del lavoro.

Gli esiti della visita medica devono essere allegati alla cartella sanitaria e il medico competente esprime uno dei seguenti
giudizi:
• Idoneità;
• Idoneità parziale, temporanea o permanente, con prescrizioni o limitazioni;
• Inidoneità temporanea o permanente.
Capitolo 3 - Gli organi di vigilanza, controllo e assistenza
Comitato per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza: è istituito presso il Ministero della salute ed è
presieduto dal Ministro della Salute. Deve:
• Stabilire le linee comuni delle politiche nazionali in materia di salute e sicurezza sul lavoro;
• Individuare obiettivi e programmi dell’azione pubblica di miglioramento delle condizioni di salute dei lavoratori;
• Definire la programmazione annuale in ordine ai settori prioritari di intervento della vigilanza;
• Programmare il coordinamento della vigilanza a livello nazionale in materia di salute e sicurezza sul lavoro.
Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro: è istituita presso il Ministero del lavoro e deve:
• Esaminare i problemi applicativi della normativa di salute e sicurezza e formulare proposte per il suo sviluppo;
• Definire le attività di promozione e le azioni di prevenzione;
• Validare le buone prassi in materia di salute e sicurezza;
• Elaborare le procedure standard di effettuazione della valutazione dei rischi;
• Indicare i modelli di organizzazione e gestione aziendale
Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro (SINP): ha il compito di fornire dati utili per
orientare, programmare, pianificare e valutare l’efficacia dell’attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie
professionali. Questi dati sono:
• Quadro produttivo ed occupazionale;
• Quadro dei rischi;
• Quadro di salute e sicurezza;
• Quadro degli interventi di prevenzione;
• Quadro degli interventi di vigilanza;
• Dati degli infortuni che derivano dall’INAIL.

Enti nazionali aventi compiti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
• Elaborano e applicano piani triennali di attività;
• Provvedono alla consulenza alle aziende;
• Progettano ed erogano percorsi formativi per la salute e la sicurezza sul lavoro;
• Promuovono e divulgano la cultura della salute e della sicurezza sul lavoro.
Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL):
• Raccoglie e registra i dati relativi agli infortuni sul lavoro che comportino l’assenza dal lavoro di almeno un giorno;
• Concorre alla realizzazione di studi e ricerche sugli infortuni e sulle malattie professionali;
• Partecipa all’elaborazione della normazione tecnica in materia;
• Può erogare prestazioni di assistenza sanitaria riabilitativa.
Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro (ISPESL): è un organo tecnico-scientifico che ha l’obiettivo
di ricercare e controllare qualsiasi informazione o documentazione relativa alla prevenzione degli infortuni.
• Svolge e promuove programmi di studio e ricerca scientifica;
• Controlla la conformità ai requisiti di sicurezza e salute di prodotti messi a disposizione dei lavoratori;
• È titolare di prime verifiche alle attrezzature di lavoro;
• Fornisce assistenza al Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali e alle regioni e province autonome.
Istituto di Previdenza per il Settore Marittimo (IPSEMA): ha il compito di ridurre il fenomeno infortunistico del settore
marittimo. Svolge gli stessi compiti dell’INAIL, ma relativi al settore marittimo.

La vigilanza
Azienda Sanitaria Locale (ASL): vigila affinché la legislazione in materia di salute e sicurezza sul lavoro venga applicata
tramite 3 sottogruppi:
• SISP (Servizio Igiene e Sanità Pubblica);
• SPESAL (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro);
• SIAN (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione).
Opera in diversi settori:
• Costruzioni edili o di genio civile;
• Lavori subacquei;
• Attività lavorative con rischio elevato.
Se la normativa non viene rispettata, possono essere presi dei provvedimenti come la sanzione o la sospensione, fino a 2 anni,
dell’attività.
Si ha reiterazione se, nei 5 anni successivi, lo stesso soggetto commette altre violazione della stessa origine.

Capitolo 3- La valutazione dei rischi in azienda


Valutazione dei rischi = valutazione globale e documentata di tutti i rischi per la salute e la sicurezza nell’ambito
dell’organizzazione in cui i lavoratori prestano la loro attività

Il DL ha l’obbligo primario di valutare i rischi e ha l’obbligo di elaborare un documento, chiamato DVR (Documento di
Valutazione dei Rischi) contenente:
• Relazione sulla valutazione di tutti i rischi;
• Indicazione delle misure di prevenzione e di protezione e dei dispositivi di protezione individuali adottati;
• Individuazione dei ruoli dell’organizzazione aziendale;
• Indicazione del nominativo del responsabile di servizio di prevenzione e protezione, del rappresentante dei lavoratori per la
sicurezza e del medico competente;
• Individuazione delle mansioni che espongono i lavoratori a rischi specifici.

Deve essere semplice, breve e comprensibile.

È un’operazione complessa che prevede:


• Identificazione delle sorgenti di rischio;
• Identificazione dei potenziali rischi di esposizione;
• Stima dell’entità dei rischi

Il processo di valutazione può portare ai seguenti risultati:


• Assenza di rischio di esposizione = nessun problema connesso con lo svolgimento del lavoro
• Presenza di esposizione entro i limiti previsti = la situazione dev’essere tenuta sotto controllo
• Presenza di un rischio di esposizione = attuare i necessari interventi di prevenzione e protezione

R (rischio) = P (probabilità) x D (danno)

I rischi per la salute e la sicurezza possono essere divisi in 3 categorie:


Rischi per la sicurezza dovuti a:
• Strutture
• Macchine
• Sostanze pericolose
• Incendio
• Impianti elettrici
Rischi per la salute dovuti a:
• Agenti chimici
• Agenti fisici
• Agenti biologici
Rischi per la sicurezza e la salute dovuti a:
• Organizzazione del lavoro
• Fattori psicologici
• Fattori ergonomici
• Condizioni di lavoro difficili

Gli interventi devono tendere a ridurre il rischio fino a:


• Rischio tollerabile
• Rischio residuo

Il rischio può essere ridotto con:


Prevenzione: agisce riducendo la probabilità di accadimento
Protezione: agisce diminuendo la gravità del danno
PREVENZIONE: complesso delle misure necessarie per evitare o diminuire i rischi professionali

Le misure di prevenzione sono di tipo strutturale e organizzativo come:


• Informazione, formazione e addestramento dei lavoratori;
• Progettazione, costruzione e corretto utilizzo degli ambienti, delle strutture e delle macchine;
• Evitare situazioni di pericolo;
• Adozione di comportamenti adeguati.

INFORMAZIONE: trasferimento di notizie e contenuti utili and attivare il processo di prevenzione degli infortuni

FORMAZIONE: adozione di competenze cognitive, operative e comportamentali

ADDESTRAMENTO: formazione svolta direttamente sulle macchine per conoscere i rischi

PROTEZIONE: difesa contro ciò che potrebbe recare danno


Le misure di protezione si distinguono in:
• Protezione attiva: attivata dagli stessi operatori (es. estintori) o indossata (es. DPI);
• Protezione passiva: interviene anche senza il comando umano.

I dispositivi di protezione individuali (DPI)


Dpi = qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o piu
rischi

Devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o ridotti.
Devono:
• Essere adeguati ai rischi da prevenire;
• Essere adeguati alle condizioni esistenti;
• Tenere conto delle esigenze ergonomiche;
• Poter essere adattati all’utilizzatore.

Obblighi del DL:


• Effettuare l’analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi;
• Individuare le caratteristiche dei DPI;
• Valutare le caratteristiche dei DPI presenti sul mercato;
• Individuare le condizioni in cui un DPI deve essere usato;
• Mantenere in efficienza i DPI;
• Fornire istruzioni per i lavoratori;
• Informare il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge;
• Stabilire le procedure aziendali da seguire per la riconsegna e il deposito dei DPI;
• Assicurare una formazione adeguata

Obblighi dei lavoratori:


• Sottoporsi al programma di formazione e addestramento;
• Utilizzare i DPI;
• Curare i DPI;
• Non apportarvi modifiche;
• Riconsegnare i DPI;
• Segnalare al DL qualsiasi difetto rilevato nei DPI.



Parte 5 - I contratti per la circolazione dei beni
I rapporti economici e i rapporti giuridici comportano la circolazione dei beni e dei diritti.
Circolazione dei beni = spostamento fisico (es. trasferimento di una cosa) e spostamento in senso giuridico (es. acquisto di un
diritto)
La compravendita
Compravendita = contratto mediante il quale il VENDITORE trasferisce la proprietà di un bene o un diritto al COMPRATORE,
che si obbliga a pagare un prezzo corrispettivo

Vendita = contratto tipico nel sistema di scambio monetario, in quanto l’oggetto della vendita viene scambiato per un
corrispettivo in denaro

Effetti essenziali della COMPRAVENDITA:


• Trasferimento del diritto;
• Costituzione dell’obbligazione per il prezzo.

Elementi caratterizzanti della COMPRAVENDITA:


• Consensualità tra le parti;
• Produzione di effetti reali (il consenso manifestato è sufficiente per far transitare la proprietà del diritto compravenduto
senza che sia necessaria la consegna della cosa: consegna = elemento NON costitutivo del contratto);
• Sinallagmaticità (= a prestazioni corrispettive: io ti vendo qualcosa per avere qualcos’altro in cambio);
• Onerosità;
• Commutatività.

Il contratto di compravendita non è necessariamente istantaneo.


Il perfezionamento del contratto si ha quando vi è congruità tra le volontà delle parti. Può essere l’esito di uno scambio di
proposta ed accettazione. Non determina necessariamente effetti traslativi immediati, ma può aversi un trasferimento differito
(in un secondo momento rispetto al perfezionamento).

La forma del contratto di compravendita è libera (esistono alcune eccezioni in cui l’ordinamento prevede necessariamente la
forma SCRITTA: trasferimento della proprietà di beni immobili).

Vendita di beni immobili


La vendita di beni immobili può essere a misura o a corpo.
Vendita a misura: la vendita avviene per un corrispettivo di tot euro per metro quadrato
Vendita a corpo: vendo la mia casa a 100.000 euro

Vendita di cosa futura


Vendita di cosa futura = contratto che prevede il trasferimento della proprietà di una cosa che ancora non esiste, ma che verrà
realizzata (es: casa da costruirsi)

Il contratto non è condizionato alla venuta ad esistenza del bene o del diritto perché le parti possono essere già vincolate
all’esecuzione di alcune prestazioni (es. il compratore potrebbe essere già obbligato al pagamento del prezzo e il venditore
potrebbe essere obbligato a cooperare alla venuta ad esistenza del bene).

L’unico effetto che rimane sospeso è quello traslativo: si verifica nel momento in cui il bene viene ad esistenza in maniera
completa.

Il mancato avveramento dell’evento nel termine stabilito determina la risoluzione del contratto per SOPRAVVENUTA
IMPOSSIBILITÀ DI PRESTAZIONE, salvo che non sia stato stipulato un contratto aleatorio che consiste nell’assumersi il rischio
che la cosa non esisterà mai.

Vendita di cosa parzialmente altrui


Vendita di cosa parzialmente altrui = contratto secondo il quale se la cosa che il compratore riteneva di proprietà del venditore
era solo in parte proprietà altrui, il compratore può chiedere la risoluzione del contratto ed il risarcimento del danno se si
prova che non avrebbe acquistato la cosa senza l’altra parte. Altrimenti può solo ottenere una riduzione del prezzo, oltre al
risarcimento del danno
Vendita a rate con riserva di proprietà
Vendita a rate con riserva di proprietà = il compratore acquista la proprietà della cosa solo con il pagamento dell’ultima rata di
prezzo, ma assume i rischi dal momento della consegna

Se il compratore non paga il prezzo delle rate alle scadenze stabilite, il venditore può ottenere la risoluzione del contratto. Non
può ottenerla per il mancato pagamento di UNA SOLA RATA che non superi l’ottava parte del prezzo.

Vendita con riserva di gradimento


Vendita con riserva di gradimento = la vendita si perfeziona quando il gradimento viene comunicato dal compratore al
venditore (soddisfatti o rimborsati)

Si perfeziona solo quando il compratore comunica il proprio gradimento al venditore, nel termine di decadenza stabilito dalle
parti.

Nell’inerzia del compratore alla scadenza del termine, se la cosa si trova in possesso del compratore, il gradimento si presume.
Se, invece, la cosa deve essere esaminata presso il venditore, questi è liberato dalla proposta di vendita.

Il gradimento non comporta rinuncia ad agire con le azioni per vizi o per mancanza di qualità della cosa venduta anche se il
compratore ha manifestato oggi il suo gradimento, domani potrà comunque agire in giudizio per contestare i vizi della cosa.

Vendita con patto di riscatto


Vendita con patto di riscatto = il venditore si riserva il diritto di riacquistare la proprietà della cosa venduta mediante la
restituzione del medesimo prezzo, maggiorato delle spese che l’acquirente ha dovuto affrontare per la vendita e per le
riparazioni necessarie

il termine per il riscatto non può essere maggiore di 1 anno ella vendita di cose mobili e di 2 anni per gli immobili.

Il patto di riscatto crea sulla cosa venduta un vincolo reale: se il compratore vende la cosa, il venditore può riscattarla anche
nei confronti del terzo acquirente.

Vendita con patto di retrovendita


Vendita con patto di retrovendita = il compratore si obbliga nei confronti del venditore a ricedergli il bene dopo un certo
periodo di tempo, al verificarsi di una determinata situazione

Affinché sia valido non basta la dichiarazione del venditore per riacquistare il bene, ma serve un negozio di trasferimento, in
cui ci sono entrambe le volontà.

Ha la stessa funzione di un contratto preliminare: le parti si vincolano reciprocamente a stipulare un nuovo negozio di vendita.

Il venditore deve garantire che il bene venduto sia libero dai vizi e dall’evizione.

La garanzia per l’evizione è funzionale alla tutela del compratore per eventuali ‘vizi giuridici’ non conosciuti al momento della
conclusione del contratto, che limitano il godimento del diritto o del bene. Si distinguono 3 tipi di evizione:
• Evizione totale: il compratore subisce l’accoglimento di un’azione di rivendicazione proposta ad un terzo, perdendo cosi la
proprietà del bene. È previsto che il compratore possa proporre l’azione di risoluzione del contratto, condannando il
venditore alla restituzione del prezzo e al risarcimento del danno;
• Evizione parziale: una sola parte del bene è di proprietà altrui. Se al momento della conclusione del contratto il compratore
avrebbe ugualmente acquistato il bene, ha diritto alla sola riduzione del prezzo e al risarcimento;
• Evizione limitativa: i terzi vantano diritti reali minori sul bene.

Il compratore avrà l’onere di chiamare a testimoniare il venditore che potrà smentire le pretese del terzo, in caso in cui un
terzo dovesse vantare diritti reali relativamente al been acquistato dal compratore.

La garanzia per i vizi, cosi come la garanzia per l’evizione, è un effetto naturale della compravendita.
Con questa garanzia, il venditore garantisce l’assenza di vizi materiali del bene che non ne consentano l’uso per il quale è
destinato.

Opera solo se i vizi sono tali da rendere la cosa inidonea all’uso a cui è destinata o sono tali da diminuire il valore del bene.
Non opera per i vizi che erano, al momento della stipulazione del contratto, conosciuti o conoscibili.

I rimedi in caso di vizi sono:


• La riduzione del prezzo;
• La risoluzione contrattuale.

La garanzia deve essere fatta valere dal compratore entro 8 giorni dal momento della scoperta dei vizi, mentre il diritto di far
valere la garanzia si prescrive in 1 anno dalla data di consegna della cosa.
Vendita ai consumatori e vendita di beni di consumo
Consumatore = colui che acquista beni o servizi
Professionista = colui che offre beni o servizi

Consumatore = posizione subordinata rispetto al professionista: è un soggetto che aspira a conseguire un bene che pochi
offrono

Professionista = posizione privilegiata: offrono beni e servizi a una molteplicità di persone

La disciplina sancisce la nullità di alcune clausole, dette vessatorie, che determinano gravi squilibri contrattuali.
L’eventuale sanzione di nullità della clausola vessatoria non determina la nullità del contratto.

Allo scopo di tutelare il consumatore e al fine di garantire la conformità dei beni oggetto del contratto è stata introdotta una
disciplina. La conformità va valutata non solo in relazione al contratto ma anche con riguardo all’informazione precontrattuale
e alle descrizioni del professionista.

In caso di vizi o difformità, il consumatore può:


• Chiedere la sostituzione del bene;
• Chiedere la riparazione del bene;
• Ottenere una riduzione del prezzo;
• Agire per risolvere il contratto.

Il venditore risponde per i vizi manifestati entro 2 anni dalla consegna, a patto che il consumatore abbia denunciato la
presenza dei vizi entro 2 mesi dalla loro scoperta.

Vendita a prova
Vendita a prova = al compratore è assegnato un termine per valutare se la cosa acquistata abbia le qualità stabilite nel
contratto o è idonea all’uso cui è destinata

La prova si sostanzia in una condizione sospensiva: il contratto è già perfetto al momento della conclusione.

La prova dev’essere eseguita nei termini e secondo le modalità stabilite dal contratto.
Se l’esito è negativo, il contratto si risolve e il compratore può esigere la restituzione delle somme già pagate, con esclusione di
qualsiasi conversazione del contratto o riduzione del prezzo.

Il possesso in buona fede


Art.1153 = il possessore in buona fede (ignora di ledere un diritto altrui) di un bene che ha acquistato a titolo oneroso si
considera il legittimo proprietario

Il possesso in buona fede viene attuato ai beni mobili perché non sono soggetti a regime di pubblicità in determinati albi o
catasti.
La buona fede è presunta: sarà chi la contesta a dover provare la mala fede del possessore.
Posso accertare la mia buona fede nel momento in cui ho acquistato un determinato bene. Se cerco di accertarlo solo quando
vengo scoperto, risulto meno credibile.

Principio del divieto di alienazione


Alienazione = vendita: può capitare che sia vietata da parte del proprietario del bene
Pone una limitazione all’autonomia contrattuale e ha effetto solo tra le parti (es. Chiara e Arianna si accordano affinchè
Arianna non venda un bene di cui è proprietaria ma lo aliena a Giulia. Chiara può far valere il patto contro Arianna ed ottenere
il risarcimento del danno, mentre non può opporre l’accordo a Giulia, il cui acquisto è valido)

Contratto di riporto
Contratto di riporto = contratto nel quale il RIPORTATO trasferisce al RIPORTATORE la proprietà di titoli di credito a fronte del
consensuale pagamento di un prezzo

Il RIPORTATORE si obbliga a trasferire al RIPORTATO, alla scadenza del termine fissato, la prosperità di altrettanti titoli della
stessa specie.

Al termine convenuto, il RIPORTATO vende titoli di credito (= assegni bancari e cambiali) al RIPORTATORE.

Se il RIPORTATO pagherà una somma inferiore, ne avrà tratto un guadagno, ma il RIPORTATORE, facendo circolare quei titoli,
potrebbe averne comunque tratto un guadagno.

Se il RIPORTATO pagherà una somma superiore, subirà una perdita ma avrà avuto la disponibilità di denaro per il periodo
convenuto, rientrando comunque in possesso dei titoli (= DEPORTO).

Contratto di permuta
Contratto di permuta = contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose o di altri diritti da un
contraente all’altro

Non c’è il corrispettivo in denaro, le spese sono a carico di entrambi i contraenti.


Trae origine dal baratto.

Contratto estimatorio
Contratto estimatorio = contratto con il quale una parte consegna determinate cose mobili, stimate per un certo prezzo, ad
un’altra che si obbliga a pagarne il prezzo, con facoltà di liberarsi restituendo le cose entro un termine stabilito

È un contratto autonomo e tipico, reale (si perfezione con la consegna), ad efficacia traslativa (trasmette il diritto di proprietà)
e a titolo oneroso (comporta un arricchimento da entrambe la parti).

Contratto di somministrazione
Contratto di somministrazione = una parte si obbliga, verso corrispettivo di un prezzo, ad eseguire, a favore di un’altra,
prestazioni periodiche o continuative di cose

È un contratto consensuale che può avere:


• Efficacia obbligatoria: somministrazione d’uso (es. bottiglie per la vendita di bevande, che devono essere restituite);
• Effetti reali: somministrazione di consumo (es. fornitura di gas, energia elettrica ecc., in cui le cose fornite vengono
trasferite in proprietà al somministrato).

Si tratta di un contratto di durata avente ad oggetto più prestazioni autonome e differenti.


La prestazione è:
• Periodica: va ripetuta a distanza di tempo, in scadenze determinate;
• Continuativa: si prolunga per tutta la durata del contratto.


Parte 6 - L’impresa
Il Codice Civile non fornisce una definizione di impresa ma di imprenditore, e ne distingue diversi tipi:
• Imprenditore generale;
• Imprenditore agricolo;
• Imprenditore commerciale;
• Piccolo imprenditore.

Imprenditore in generale
Imprenditore = colui che esercita professionalmente un’attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio
di beni e servizi

La natura dei beni è irrilevante.

Affinché si possa parlare di impresa, i requisiti richiesti sono:


• L’attività non deve essere finalizzata al mero godimento;
• Organizzazione: l’imprenditore dovrà programmare e coordinare una serie di atti finalizzati alla produzione o allo scambio;
• Economicità: riferito sia allo scopo, sia al modo di svolgimento. L’attività può dirsi condotta con metodo economico quando le
entrate coprono i costi (= autosufficienza economica);
• Professionalità: attività svolta in maniera abituale.

Imprenditore agricolo
Art.2135 = colui che esercita: coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività connesse

Coltivazione del fondo, selvicoltura e allevamento di animali = attività dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico, di
carattere vegetale o animale, che utilizzano il fondo, il bosco o le acque dolci, salmastre o marine

Attività agricole connesse:


• Dirette alla manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti ottenuti da
un’attività agricola essenziale;
• Dirette alla fornitura di beni o servizi mediante l’utilizzo di attrezzature o risorse impiegate nell’attività agricola.

Non può essere soggetto a fallimento, non ha l’obbligo di tenere le scritture contabili e non ha l’obbligo di iscriversi nella
sezione ordinaria del registro delle imprese (= elenco in cui sono indicate le aziende che esercitano sul territorio. Ha il compito
di rendere pubbliche le imprese esistenti e i fatti che le riguardano: pubblicità legale).

Imprenditore commerciale
Imprenditore commerciale = colui che esercita una o più delle seguenti categorie di attività:
• Attività industriale diretta alla produzione di beni o servizi: impresa alberghiera;
• Attività intermediaria nella circolazione dei beni: commercio all’ingrosso;
• Attività di trasporto per terra, acqua e aria: impresa di traporto merci;
• Attività bancaria o assicurativa: banca;
• Altre attività ausiliarie alle precedenti: imprese di agenzia, di marketing o di mediazione.

È soggetto a fallimento, ha l’obbligo di tenere le scritture contabili e ha l’obbligo di iscriversi nella sezione ordinaria del registro
delle imprese.

Registro delle imprese


Gli atti e fatti contenuti permettono ai terzi di conoscere l’imprenditore stesso.

È diviso in:
• Sezione ordinaria: imprenditori commerciali, società commerciali, gruppi europei di interesse economico ed enti pubblici
economici;
• Prima sezione speciale: imprenditori agricoli, piccoli imprenditori, società semplici e artigiani;
• Seconda sezione speciale: società tra avvocati.

L’iscrizione al registro ha un’efficacia dichiarativa: serve a portare a conoscenza dei terzi e quindi rendere opponibili agli
stessi terzi gli atti compiuti dall’imprenditore.
Può essere di 2 tipi:
• Positiva: tutto ciò che è scritto si considera in modo assoluto conosciuto ai terzi;
• Negativa: tutto ciò che non è scritto si considera non conosciuto ai terzi in maniera relativa.

Le scritture contabili sono quei documenti necessari per consentire un controllo costante dell'attività di impresa, permettendo
all'imprenditore una gestione razionale e tutelando gli interessi dei terzi che con essa vengono in contatto. La loro tenuta è
obbligatoria per gli imprenditori non piccoli che esercitano attività commerciale e per l’esercizio dell’impresa sociale.

Scritture obbligatorie:

•Libro giornale: registro che compilo giornalmente, in ordine cronologico, indicando le operazioni attive e passive dell’impresa:

•Libro degli inventari: raccoglie gli inventari che vengono redatti all’inizio e alla fine dell’attività d’impresa. L’inventario deve
contenere l'indicazione e la valutazione delle attività (denaro, crediti, macchinari, impianti, ...) e delle passività (prestiti, debiti
verso terzi, ...) relative all'impresa. Alla fine dell’anno si redigerà il bilancio aziendale, in cui verranno indicati utili e perdite.

Le scritture contabili devono essere tenute secondo le norme di un’ordinata contabilità. Il libro giornale e quello degli inventari
devono essere numeri in ogni pagina e bollati in ogni foglio dall’ufficio del registro delle imprese.

Scritture relativamente obbligatorie:

•Libro cassa: scrittura nella quale vengono rilevate le entrate e le uscite di denaro relative all’azienda. La sua tenuta non è
imposta dalla legge.

Nell’ambito della rappresentanza commerciale, queste 3 figure rappresentano l’imprenditore e l’azienda al di fuori dell’esercizio
dell’attività:

•Institore: rappresentante generale dell’imprenditore preposto all’esercizio dell’impresa commerciale o di un suo ramo. Ha i
maggiori poteri di rappresentanza e amministrazione dell’impresa = “alter ego” dell’imprenditore. L’unico limite che ha è il
divieto di vendere o ipotecare i beni immobili dell’imprenditore principale. Non può decidere sulla disposizione dell’azienda o
modificare la sua struttura. Può stare in giudizio in nome dell’imprenditore per le obbligazioni che dipendono da atti compiuti
nell’esercizio dell’impresa.

•Procuratore: colui che in base ad un rapporto continuativo, ha il potere di compiere per l’imprenditore gli atti pertinenti
all’esercizio dell’impresa.

•Commesso: ha un limitato potere di rappresentanza limitatamente agli atti necessari per svolgere le operazioni per le quali
sono stati incaricati.

Piccolo imprenditore
Art.2083 = coltivatori diretti del fondo, artigiani, piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale
organizzata con il lavoro proprio o dei componenti della famiglia

Non è soggetto a fallimento, non ha l’obbligo delle scritture contabili e non ha l’obbligo di iscriversi nella sezione ordinaria dei
registro delle imprese.

Acquisto della qualità di imprenditore


La qualità di imprenditore si acquista con l’esercizio di attività d’impresa. Per poter affermare che il soggetto è diventato
imprenditore è necessario che l’esercizio dell’attività sia a lui giuridicamente imputabile.

Criterio base di imputazione = spendita del nome: diventa imprenditore colui che esercita personalmente l’attività d’impresa,
compiendo in proprio nome gli atti relativi

Secondo criterio = principio di effettività: acquisto della qualità di imprenditore con l’inizio dell’esercizio dell’attività d’impresa.
Non è sufficiente la semplice intenzione: l’effettivo inizio fa acquistare la qualità di imprenditore. L’iscrizione nel registro delle
imprese non è condizione né necessaria né sufficiente per l’attribuzione della qualità di imprenditore

Terzo criterio = la capacità di esercizio dell’attività d’impresa si acquista con la piena capacità di agire, quindi al compimento
dei 18 anni. Si perde in seguito a interdizione o inabilitazione. Non costituiscono limitazioni della capacità di agire, ma semplice
incompatibilità, i divieti di esercizio d’impresa commerciale posti a carico di coloro che esercitano determinati uffici o
professioni

Capitolo 1 - L’azienda
Art.2555 = azienda: complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa

Rapporto tra azienda e impresa: rapporto di mezzo a fine = l’azienda costituisce l’apparato strumentale di cui l’imprenditore si
avvale per lo svolgimento della propria attività d’impresa

Beni organizzati = consentono la produzione di utilità nuove, diverse e maggiori da quelle detraibili dai singoli beni

Il rapporto di strumentalità e di complementarietà fra i singoli elementi fa sì che il complesso unitario acquisti un valore di
scambio maggiore della somma dei valori dei singoli beni: avviamento

• Avviamento oggettivo: ricollegabile a fattori suscettibili di permanere anche se cambia il titolare dell’azienda;
• Avviamento soggettivo: dovuto all’abilità dell’imprenditore sul mercato e nel formarsi, conservare ed accrescere la clientela.

Elementi costitutivi dell’azienda = tutti i beni di qualsiasi natura organizzati dall’imprenditore

Capitolo 3 - L’imprenditore e il mercato


Ciascun imprenditore utilizza uno o più segni distintivi che consentono di individuarlo sul mercato e di distinguerlo dagli altri
imprenditori concorrenti

I 3 principali segni distintivi dell’imprenditore sono:


• Ditta
• Insegna
• Marchio
La ditta
Ditta = nome sotto il quale l’imprenditore esercita la sua impresa

Può essere liberamente scelta ma è sottoposta a 2 limiti specifici: è necessario che rispetti i principi della verità e della novità

• Verità: la ditta deve contenere almeno il cognome o la sigla dell’imprenditore. Se l’attività viene trasferita ad un altro
imprenditore, non è necessario che quest’ultimo integri la ditta con il proprio cognome o la propria sigla;
• Novità: non si può adottare una ditta uguale o simile a quella usata da altro imprenditore. Una delle due ditte deve essere
modificata al fine di differenziarla. L’obbligo di differenziazione grava:
◦ Sul titolare della ditta iscritta posteriormente al registro delle imprese;
◦ Sul titolare della ditta usata posteriormente (in caso di impresa non soggetta a registrazione).
Il marchio
Marchio = qualunque segno riconoscibile rappresentato graficamente con parole, disegni, lettere, cifri, suoni, forma di un
prodotto o della confezione di esso, combinazioni o tonalità cromatiche, purché sia sufficiente a distinguere i prodotti o i servizi
di un’impresa da quelli delle altre (= funzione distintiva dei prodotti)

É un indicatore della provenienza del prodotto.

Svolge una funzione attrattiva nei confronti dei consumatori che spesso acquistano determinati prodotti solo perché
contrassegnati da un marchio famoso.

Requisiti di validità del marchio:


• Liceità;
• Verità;
• Originalità;
• Novità.

Non deve contenere segni contrari alla legge, all’ordine pubblico e al buon costume.
Non deve contenere segni idonei ad ingannare il pubblico.
Dovrà essere composto in modo da consentire l’individuazione dei prodotti contrassegnati fra tutti quelli dello stesso genere.
Non deve essere simile ad un altro marchio esistente ed utilizzato per prodotti dello stesso tipo.

È disciplinato dal Codice della proprietà industriale e si distingue in:


• Marchio registrato
• Marchio non registrato: tutela giuridica più fragile

La tutela del marchio su scala nazionale richiede la registrazione presso l’Ufficio italiano brevetti e marchi.
Il marchio registrato é un segno distintivo che gode di una particolare tutela giuridica nei confronti di terzi.

Si registra un marchio al fine di consentire all’imprenditore di distinguere e riconoscere il proprio prodotto o servizio rispetto a
quello di altre aziende.

L’insegna
Insegna = strumento atto a contraddistinguere e a indicare al pubblico i locali o il luogo di svolgimento di un’attività economica

È disciplinata dall’Art.2568 che prevede che l’utilizzo di tale strumento goda del diritto di uso esclusivo al pari della ditta.

L’unico requisito richiesto per l’insegna é quello della novità, per evitare il rischio di confusione con altra insegna già esistente.

Capitolo 4 - Obblighi dell’imprenditore


Art.2086 = l’imprenditore ha l’obbligo di istituire assetto organizzativo, amministrativo e contabile che sia adeguato alla
natura e alle dimensioni dell’impresa. Questo perché l’imprenditore deve avere la possibilità di rilevare un eventuale crisi
d’impresa o perdita della continuità aziendale e agire tempestivamente.

La procedura di fallimento viene gestita da terza persona che ha il compito di recuperare più soldi possibili, vendendo anche
beni immobili per soddisfare tutti i creditori.

Parte 7 - Le società
Capitolo 1 - Le società in generale
L’attività d’impresa può essere esercitata sia in forma individuale che collettiva.
Forma collettiva = società
Società = organizzazione di persone e di beni preordinata al raggiungimento di uno scopo produttivo, mediante l’esercizio in
comune di una attività economica

Tutti gli associati partecipano al rischio di gestione dell’impresa.

Le società si classificano in:


Società lucrative e mutualistiche = in base allo scopo perseguito
Società commerciali e non commerciali = in base alla natura dell’attività economica
Società di persone e di capitali = in base al grado di autonomia patrimoniale

Nozione
Art.2247 = Con il contratto di società, due o più persone conferiscono beni o servizi per l’esercizio in comune di un’attività
economica allo scopo di dividerne gli utili

I requisiti essenziali del contratto di società


I conferimenti
La società non può esistere senza la costituzione di un fondo sociale.
Non vi è un contratto di società se i soci non conferiscono.

Conferimento = atto traslativo a titolo oneroso con cui il socio adempie alla promessa di apporto di beni o lavoro proprio
stabilita in sede di costituzione della società stessa al fine di esercitare in comune l’attività economica
I conferimenti possono essere:
• In danaro;
• Beni in proprietà;
• Beni in godimento;
• Di crediti;
• Della propria opera: il socio d’opera si impegna ad eseguire una prestazione di lavoro = conferisce servizi.

Esercizio in comune di un’attività economica


L’attività economica deve essere esercitata in comune:
• Sia nel momento deliberativo, in quanto ai soci spetta il potere di determinare l’attività sociale;
• Sia nel momento esecutivo, poiché l’atto sociale riguarda tutti i soci e fa ricadere su di essi i suoi risultati positivi o negativo.

Oggetto sociale = particolare attività economica che la società prevede di svolgere

La partecipazione e la divisione degli utili


Scopo dell’attività sociale = realizzare un profitto (lucro oggettivo), che deve essere diviso tra i soci (lucro soggettivo)

Ciascun socio deve partecipare alla divisione degli utili in misura proporzionale al conferimento.

Unico limite: divieto del patto leonino (Art.2265) = uno o più soci vengono esclusi totalmente da ogni partecipazione agli utili o
alle perdite

Capitolo 2 - Tipi di società


In base allo scopo:
Società lucrative: hanno come scopo la divisione degli utili tra i soci
Società mutualistiche (Società cooperativa e Società di mutua assicurazione): hanno lo scopo di garantire ai soci un
risparmio di spesa = spesa minore per l’acquisto di beni e servizi o una retribuzione maggiore del loro lavoro
In base alla natura dell’attività:
Società commerciali: possono avere come oggetto qualsiasi attività (società in nome collettivo, in accomandita semplice,
per azioni, a responsabilità limitata e in accomandita per azioni)
Società non commerciali: possono avere come oggetto solo un’attività di natura agricola o non commerciale (società
semplice)
In base al grado di autonomia patrimoniale:
Società di persone:
• Società semplice
• Società in nome collettivo
• Società in accomandita semplice
Società di capitali:
• Società per azioni
• Società in accomandita per azioni
• Società a responsabilità limitata
• Società cooperativa
• Società di mutua assicurazione

Le società di persone e capitali si differenziano per il grado di autonomia patrimoniale = separazione tra il patrimonio della
società e il patrimonio dei singoli soci

Società di capitali = autonomia patrimoniale perfetta: i soci rispondono delle obbligazioni sociali solo nei limiti della quota
conferita. Quindi:
• I creditori particolari del socio non possono soddisfarsi sul patrimonio sociale;
• I creditori sociali non possono pretendere che i soci facciano fronte anche con i loro patrimoni personali agli eventuali debiti
contratti dalla società.
Società di persone = autonomia patrimoniale imperfetta: i singoli soci rispondono personalmente degli obblighi assunti dalla
società di cui fanno parte. Ciò significa che:
• I creditori sociali non possono aggredire direttamente il patrimonio personale dei soci. Devono prima soddisfarsi sul
patrimonio sociale e solo dopo possono rivolgersi al patrimonio personale dei singoli;
• I creditori personali dei soci non possono aggredire il patrimonio sociale per soddisfarsi.

Le società di persone
Responsabilità
In base al tipo di società, la responsabilità può variare. La responsabilità è:
• Di tutti i soci nella società in nome collettivo (è inderogabile);
• Di tutti i soci ma con la possibilità di patto contrario per alcuni di essi nella società semplice;
• Dei singoli soci accomandatari nella società in accomandita semplice (i soci accomandatari hanno responsabilità sociale
illimitata mentre i soci accomandati hanno responsabilità limitata: rispondono solo con quanto hanno conferito all’interno
della società).

Potere di amministrazione
Ciascun socio è amministratore della società.
L’amministrazione può essere:
• Congiunta: tutti i soci esercitano il potere);
• Disgiunta: viene nominato un amministratore che esercita il potere da solo).

Intrasferibilità delle quote sociali


Salvo diversa disposizione dell’atto costitutivo e anche in caso di morte del socio, la sua quota di partecipazione non si
trasmette automaticamente agli eredi: occorre che vi acconsentano gli eredi stessi e anche i soci superstiti che possono
decidere di liquidare la quota del socio defunto.

Capitolo 3 - Le società di capitali


Responsabilità
I soci godono del beneficio della responsabilità limitata: rischiano nell’impresa solo il denaro o i beni che hanno conferito in
società.
I soci accomandatari sono solidalmente e illimitatamente responsabili per le obbligazioni sociali-

Potere di amministrazione
Il potere di amministrazione è dissociato dalla qualità di socio: il socio non è amministratore della società. La qualità di socio gli
conferisce solo il potere di concorrere alla nomina degli amministratori.

Trasferibilità della qualità di socio


La qualità di socio è liberamente trasferibile: la sostituzione del socio non richiede alcuna modificazione del contatto e si attua
esclusivamente per volontà del cedente e del cessionario o, in caso di morte del socio, secondo le successioni.

Società lucrative
Sono caratterizzate dallo scopo di lucro che comprende:
• La realizzazione del profitto (lucro oggettivo);
• La sua divisione tra i soci (lucro soggettivo).

Società mutualistiche
Sono caratterizzate dallo scopo mutualistico (= fornire beni, servizi o occasioni di lavoro a favore dei propri soci a condizioni
più vantaggiose) perseguito dai soci.

Società commerciali
Società commerciali = società in nome collettivo, società in accomandita semplice, società per azioni, società a responsabilità
limitata e società in accomandita per azioni

Società non commerciali


Società non commerciali = società semplice
Società unipersonali
Sono società a responsabilità limitata con un unico socio, stipulate mediante contratto unilaterale.
Consentono ad un soggetto di esercitare un’attività d’impresa e di godere del beneficio della responsabilità limitata.
Si intendono esclusivamente le società di capitali, S.R.L o S.p.A.

Società tra professionisti intellettuali


Società tra avvocati (D.Lgs. 2 febbraio 2001)
I professionisti iscritti ad ordini o albi professionali possono esercitare la loro professione in forma societaria. Possono
costituirsi come:
• Società di persone;
• Società di capitali;
• Società cooperative.

Alla società possono partecipare, oltre ai soci professionisti, anche soci non professionisti.

Società interne o occulte


Società interne = i soggetti decidono di dar vita a una società affidando i rapporti con i terzi (= rapporti esterna) ad uno solo di
essi

Il contratto viene stipulato per iscritto, ma l’esistenza di esso non viene esteriorizzata: una persona agisce, nei rapporti con i
terzi, apparentemente come imprenditore individuale, anche se essa ha uno o più soci che restano nascosti ai terzi.

Capitolo 4 - Le società di persone


Società semplice (S.s)
Oggetto = attività non commerciale (attività agricola)
È il prototipo di tutte le società di persone

Il contratto di società semplice non è soggetto a forme particolari. È valido anche un contratto orale o concluso per fatti
concludenti.

È richiesta l’iscrizione dell’atto costitutivo nel registro delle imprese.

La costituzione della società semplice deve essere formale e sostanziale.


La società semplice non ha personalità giuridica, ma è dotata di una sfera giuridica autonoma che consiste nella possibilità di
costituire un centro di imputazione di interessi autonomo rispetto alle sfere soggettive dei singoli soci.

Ha una propria autonomia patrimoniale che si realizza con:


• Divieto ai creditori particolari del socio di agire sui beni della società;
• Divieto al socio di distrarre, senza il consenso degli altri soci, le cose del patrimonio sociale;
• Divieto di procedere a ripartizioni tra i soci dei beni sociali finché non vengono pagati i creditori della società;
• Escussione preventiva del patrimonio sociale per il pagamento di debiti sociali.

La ragione sociale ha funzione di identificazione della società allo stesso modo in cui il nome identifica la persona fisica. Deve
contenere il nome di uno o più soci.

Il capitale sociale esprime in termini monetari il valore di conferimenti che costituiscono il fondo sociale.

Lo status di socio si acquista per il solo fatto di aver concorso alla costituzione della società.

I soci hanno diritti:


Relativi all’amministrazione:
• Partecipazione alla gestione sociale;
• Voto;
• Controllare l’operato degli amministratori
Patrimoniali:
• Utili;
• Liquidazione della quota

Hanno l’obbligo del conferimento e il divieto di servirsi dei beni sociali per fini estranei alla società.

Amministrazione della società = attività di gestione dell’impresa sociale: attività di esecuzione del contratto sociale preordinata
a realizzare l’interesse per il quale si è concluso il contratto sociale.

Principio generale per la società semplice = il potere di amministrazione spetta a ciascun socio con responsabilità illimitata.
Questo potere incontra un limite: il diritto di veto è riconosciuto a ciascuno degli altri soci che possono opporsi all’operazione
da compiere. È la maggioranza a decidere.

Agli amministratori di società semplici spettano i poteri di:


• Deliberare su tutti gli argomenti attinenti alla gestione società non riservati all’assemblea;
• Eseguire le deliberazioni delle assemblee;
• Rappresentare la società;
• Presentare il rendiconto.

In tutte le forme di società va distinta l’amministrazione dalla rappresentanza:


Amministratore: colui che ha la gestione dell’impresa collettiva (carattere interno);
Rappresentante: colui che il potere di esprimere all’esterno la volontà sociale, di agire nei confronti dei terzi in nome della
società (carattere esterno).
Gli amministratori sono responsabili verso la società per l’adempimento degli obblighi imposti dalla legge e dal contratto sociale.
La responsabilità non si estende a quelli tra loro che dimostrino di essere esenti da colpa, fornendo la prova di aver
amministrato e vigilato.

Il codice, per la società semplice, non prevede l’esistenza dell’assemblea. Le decisioni possono essere prese raccogliendo, anche
separatamente, le singole volontà dei soci: in alcuni casi le decisioni devono essere prese all’unanimità, in altre è sufficiente la
maggioranza dei soci.

Ciascun socio ha diritto di percepire gli utili. Le parti spettati ai soci nei guadagni e nelle perdite si presumono proporzionali ai
conferimenti, quindi:
• Se il valore dei conferimenti non è determinato dal contratto, le parti spettanti ai soci si presumono uguali;
• Se il contratto determina soltanto la parte di ciascun socio nei guadagni, nella stessa misura si deve determinare la
partecipazione alle perdite.

La parte spettante al socio che ha conferito la propria opera è determinata dal giudice.

Caratteristica fondamentale della società semplice è che per le obbligazioni sociali è responsabile non solo la società con il suo
patrimonio ma anche i singoli soci personalmente e illimitatamente responsabili.

Il rapporto può sciogliersi con riferimento ad un solo socio (= l’uscita di una sola parte dal contratto non determina lo
scioglimento della società) o nei confronti di tutti i soci.

La liquidazione della quota avviene mediante il pagamento di una somma di denaro entro 6 mesi dal giorno in cui si è verificato
lo scioglimento del rapporto con riguardo al socio defunto, receduto o escluso.
Il valore della quota si determina in base alla situazione patrimoniale della società nel giorno in cui si verifica lo scioglimento.

Il socio receduto o escluso e gli eredi del socio defunto restano responsabili personalmente per le obbligazioni sociali nate fino
al giorno in cui si è verificato lo scioglimento.

Verificatasi la causa dello scioglimento, la società non cessa subito di esistere ma si apre la liquidazione. Continua ad esistere
ai soli fini della liquidazione, che ha per scopo la conversione del patrimonio sociale in denaro destinato ad estinguere i debiti
sociali.
Società in nome collettivo (S.n.C)
Si caratterizza per la prevalente importanza delle persone dei soci rispetto alle quote di capitale conferite.
Carattere fondamentale = responsabilità illimitata e solidale dei soci

Società in nome collettivo: tutti i soci rispondono solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali (non derogabili dai
soci)

Autonomia patrimoniale = più rigida sia nei confronti dei creditori sociali che nei confronti dei creditori particolari

• Ogni socio che entra a far parte della società risponde anche per le obbligazioni contratte prima della sua ammissione;
• La responsabilità del socio uscente persiste fino al giorno in cui si verifica lo scioglimento del rapporto sociale.

Stipulazione del contratto = iscritto mediante scrittura privata autenticata dal notaio o atto pubblico

Gli amministratori e il notaio sono obbligati a depositare il contratto o una copia per l’iscrizione, presso l’ufficio del registro
delle imprese.

Le modifiche all’atto costitutivo vanno adottare dall’assemblea sociale all’unanimità.

La ragione sociale deve essere costituita dal nome di uno o più soci e dall’indicazione del rapporto sociale: deve risultare che si
tratta di una società ma non è necessario specificarne anche il tipo.

La tutela del capitale sociale é attuata attraverso:


• Divieto di distribuzione di utili fittizi, cioè non corrispondenti ad una plusvalenza attiva del patrimonio rispetto al capitale
sociale;
• La riduzione facoltativa del capitale sociale per perdite: se si verifica una perdita non si distribuiscono gli utili finché il
capitale non viene reintegrato o ridotto;
• L’obbligo della tenuta di scritture contabili in capo agli amministratori;
• L’obbligo di redigere annualmente l’inventario;
• Divieto a carico degli amministratori di restituire i conferimenti ai soci o di liberarli dall’obbligo di esecuzione.

Tutti i soci hanno diritto di amministrare disgiuntamente i beni sociali.


L’amministrazione può essere affidata ad uno o più soci.

Scioglimento: stesse regole della società semplice a cui va aggiunto il fallimento della società.
Liquidazione: stesse regole della società semplice alla quali devono aggiungersi quelle dettate in tema di pubblicità e formalità.

Società in accomandita semplice (S.a.S)


È caratterizzata dalla presenza di due tipi di soci:
• Accomandatari: responsabili solidalmente e illimitatamente per le obbligazioni sociali;
• Accomandanti: rispondono nei limiti della quota conferita.

È l’unico tipo di società che consente l’esercizio in comune di un’impresa commerciale senza esporre l’intero patrimonio
personale al soddisfacimento delle obbligazioni sociali.

Le quote non possono essere rappresentate da azioni.

É fondata sulla fiducia verso gli accomandatari. La presenza delle due categorie deve esserci sempre: se viene meno una
categoria, la società deve sciogliersi.

Non è prevista l’assemblea societaria.

L’atto costitutivo é soggetto alla normativa della S.n.C.: vanno distinti però i soci accomandanti e i soci accomandatari.

Agisce sotto una ragione sociale costituita dal nome di almeno uno dei soci accomandatari, con l’indicazione del rapporto
sociale.
Divieti dei soci accomandanti:
• Includere il proprio nome nella ragione sociale;
• Partecipare attivamente all’amministrazione della società.

Le sanzioni sono:
• Perdita della limitazione di responsabilità nei confronti dei contravventori;
• Possibilità di essere escluso dalla società.

Obblighi dei soci accomandanti:


• Prestare la loro opera sotto la direzione degli amministratori;
• Comunicazione e controllo del bilancio e del conto profitti e perdite;
• Non devono restituire gli utili accertati successivamente inesistenti, ma riscossi in buona fede secondo il bilancio.

Capitolo 5 - Le società di capitali


Società per azioni (S.p.A)
Forma più importante di società di capitali, caratterizzata dalla presenza di un capitale conferito e dalla limitazione di
responsabilità per i soci che rischiano esclusivamente nei limiti del proprio conferimento.

Per le obbligazioni sociali risponde la società con il suo patrimonio: hanno personalità giuridica ed autonomia patrimoniale
perfetta.

Si costituisce solo quando si realizzano due adempimenti richiesti dalla legge:


• Stipulazione dell’atto costitutivo;
• Iscrizione della società nel Registro delle Imprese.

La S.p.A può essere costituita per contratto o atto unilaterale.

Il contratto di società si articola in:


• Atto costitutivo: si manifesta la volontà delle parti di dare vita al rapporto sociale. Deve essere depositato 20 giorni dalla
stipula presso l’ufficio del registro delle imprese;
• Statuto: sono contenute le norme per il funzionamento della società.

La S.p.A deve costituirsi per atto pubblico, la cui mancanza è causa di nullità della società.

L’iscrizione al registro delle imprese è l’elemento con cui si completa la fattispecie costituiva: in seguito a ciò la società viene
ad esistenza (iscrizione = efficacia costitutiva: con essa la società acquisisce la personalità giuridica)

L’atto costitutivo può essere modificato attraverso una delibera dell’assemblea straordinaria.
La delibera di modifica deve essere iscritta nel registro delle imprese entro 30 giorni a cura del notaio.

Patti parasociali
Patti parasociali = accordi che si accompagnano alla stipulazione dell’atto costitutivo ma che restano separati ed autonomi
rispetto ad esso

Nascono dall’esigenza dei soci di tutelare meglio gli interessi già tutelati dalla legge.

Sono convenzioni con cui due o più soci assumono impegni reciproci in ordine all’esercizio dei diritti connessi alla
partecipazione sociale da ciascuno posseduta.

Hanno efficacia obbligatoria: vincolano solo i soci che li hanno sottoscritti e non possono essere opposti né a terzi né alla
società.

I conferimenti
La disciplina dei conferimenti per le S.p.A é ispirata a una duplice finalità:
• Garantire che i conferimenti promessi dai soci vengano acquisti dalla società;
• Garantire che il valore assegnato dai soci ai conferimenti sia veritiero.

I conferimenti devono essere fatti in denaro. C’è l’obbligo di immediato versamento al momento della costituzione della società
di almeno il 25% dei conferimenti.

Le prestazioni d’opera o di servizi non possono costituire oggetto di conferimento, ma solo oggetto di prestazioni accessorie.

L’elemento personale e le azioni


Lo status di socio di S.p.A si acquista con la titolarità dei titoli azionari in cui sono documentati la qualità di socio e la quotaci
partecipazione.
Diritti del socio: diritti patrimoniali e diritti di amministrazione.
Obblighi del socio: esecuzione dei conferimenti e prestazioni accessorie non consistenti in denaro.

Le quote di partecipazione alla società sono rappresentate da azioni = titoli di credito causali nominativi sottoscritti da uno
degli amministratori che rappresentano la misura della partecipazione dei singoli soci alla società.

La circolazione delle azioni


Titoli azionari = mezzo necessario per il trasferimento della partecipazione sociale

Azioni incorporate in certificati al portatore = trasferimento con la consegna del documento


Azioni nominative:
• Trasferimento con il metodo ‘transfert’: richiede la cooperazione della società che provvede ad annotare il nome
dell’acquirente sul libro dei soci o rilascia un nuovo titolo e annota il suo nome sul libro dei soci. L’acquirente diventa
titolare dei diritti collegati alla partecipazione azionaria;
• Trasferimento con il metodo della ‘girata’: é una dichiarazione di volontà che contiene l’ordine rivolto al debitore di
effettuare la prestazione nei confronti di un soggetto. La duplice annotazione è eseguita da soggetti diversi e in momenti
diversi:
◦ Dalle parti, all’atto del trasferimento del titolo;
◦ Dalla società, successivamente.
A seguito del trasferimento mediante girata, il giratario è legittimato ad esercitare tutti i diritti sociali.

Categorie speciali di azioni


Le società, oltre alle azioni ordinarie, possono creare categorie diverse di azioni la cui rilevanza emerge in sede di formazione
della volontà sociale.

L’elemento patrimoniale nella S.p.A: capitale sociale e riserve


Capitale sociale minimo nelle S.p.A = 50.000€
Fondi di riserva= immobilizzazioni di utili imposti dalla legge o dallo statuto per assicurare la stabilità del capitale sociale di
fronte a perdite e per dotare la società di nuovi mezzi finanziari

Le modifiche del capitale sociale


Il capitale sociale può essere variato solo mediante modificazioni dell’atto costitutivo, deliberate dall’assemblea straordinaria ed
iscritte al registro delle imprese.

Aumento e riduzione del capitale sociale = carattere reale o nominale


Aumento del capitale reale: corrispondente aumento del patrimonio della società
Aumento del capitale nominale: lascia invariato il patrimonio della società
Riduzione del capitale: abbattere il capitale sociale fino ad un importo non inferiore a 50.000€

Acquisto e sottoscrizione delle proprie azioni


La società può procedere all’acquisto di azioni proprio nel rispetto dei limiti indicati dal legislatore che prevede 2 ordini di
cautele:
• Le operazioni devono essere controllate dall’assemblea che deve autorizzarle e fissarne le modalità e i limiti;
• Stabilisce che per le società che fanno ricorso al mercato del capitale di rischio, il valore nominale delle azioni acquistate non
può superare la quinta parte del capitale sociale.

L’acquisto di azioni proprie non è soggetto al regime quando avviene:


• In esecuzione di una deliberazione dell’assemblea di riduzione del capitale;
• A titolo gratuito;
• Per effetto di successione universale, di fusione o di scissione;
• In occasione di esecuzione forzata per il soddisfacimento di un credito della società.

La sottoscrizione di azioni proprie é vietata.

Il bilancio
Bilancio = documento contabile da redimersi al termine di ogni esercito annuale, dal quale devono risultare con chiarezza e
precisione la situazione patrimoniale della società e gli utili conseguiti o le perdite sofferte

L’assemblea, una volta approvato il bilancio, delibera circa la distribuzione degli utili ai soci:
• Possono essere corrisposti dividendi solo per utili realmente conseguiti dal bilancio approvato;
• Se si verificano perdite del capitale sociale non possono ripartirsi utili finché il capitale non viene reintegrato o ridotto. Sono
possibili acconti su dividendi (= utili futuri che saranno sostituiti)

Le obbligazioni
Obbligazioni = mezzo di finanziamento della società
Obbligazioni = titoli emessi dalla società ed offerti in sottoscrizione ai risparmiatori per reperire capitale

I possessori di obbligazioni sono tutelati da:


• Assemblea degli obbligazionisti
• Rappresentante comune

Gli organi della S.p.A


Assemblea: organo deliberativo interno della società che rappresenta la riunione dei soci, dei quali manifesta la volontà
all’esterno
In base alla composizione si distingue tra:
• Assemblea generale: partecipano tutti i soci
• Assemblea speciale: intervengono solo alcune categorie di azionisti

In base all’oggetto della deliberazione si distingue tra:


• Assemblea ordinaria: convocata almeno una volta all’anno e che delibera sulla gestione normale della società. Approva il
bilancio
• Assemblea straordinaria: delibera su argomenti particolari come la modificazione dell’atto costitutivo, la nomina, la
sostituzione e i poteri dei liquidatori

Il potere di convocare l’assemblea spetta all’amministratore unico o al consiglio di amministrazione nel sistema di controllo
tradizionale e in quello monistico, mentre in quello dualistico é riconosciuto al consiglio di gestione.

Se l’assemblea é regolarmente costituita si procede alla discussione dell’ordine del giorno e si passa poi passa alla votazione.
Amministratori
Sistema tradizionale: basato sulla distinzione tra un organo di gestione (= consiglio di amministrazione o amministratore
unico) e un organo di controllo (= collegio sindacale*). Possono essere nominati amministratori i soci e i soggetti estranei alla
società.
Gli amministratori hanno la funzione di gestire l’impresa, di rappresentare la società nei confronti di terzi, di eseguire la
volontà dell’assemblea e di curare la tenuta dei libri contabili.
Sono responsabili verso la società dei danni derivanti dall’inosservanza dei loro doveri.

Sistema dualistico: la gestione dell’impresa spetta al consiglio di gestione affiancato da un consiglio di sorveglianza.

Sistema monistico: la gestione dell’impresa spetta al consiglio di amministrazione.

*Organo composto da 3 o 5 membri effettivi e 2 supplenti, nominati tra i soci o tra persone estranee. Devono avere particolari
requisiti di idoneità, indipendenza e onorabilità. Restano in carica 3 anni e possono essere revocati solo per giusta causa.

Ha funzioni di controllo e di vigilanza sull’amministrazione


Scioglimento e liquidazione delle società di capitali
Cause di scioglimento:
Decorso del termine;
Conseguimento dell’oggetto sociale o impossibilità di conseguirlo;
Impossibilità di funzionamento dell’assemblea;
Riduzione del capitale al di sotto del minimo legale;
Deliberazione dell’assemblea;
Incapacità patrimoniale di procedere alla liquidazione della quota del socio recedente;
Liquidazione:
Con il verificarsi di una causa di scioglimento, la società entra nello “stato di liquidazione”: il suo scopo si trasforma da
lucrativo o mutualistico in quello di pagare il passivo e ripartire tra i soci il residuo attivo.

In questa fase non può essere esercitata attività sociale.


La nomina dei liquidatori spetta all’assemblea e la funzione dei liquidatori é quella di chiudere i rapporti della società con i
terzi, per consentire la ripartizione del patrimonio residuo tra i soci.

Poteri dei liquidatori: possono compiere tutti gli altri utili per la liquidazione della società..

Attività dei liquidatori = diretta a soddisfare i creditori sociali utilizzando il denaro presente nelle casse della società e quello
realizzato dalla vendita dei beni sociali

La società potrebbe però non avere fondi sufficienti: i liquidatori possono chiederei ai soci i versamenti ancora dovuti
Al termine della liquidazione, i liquidatori devono redigere il bilancio finale che dev’essere depositato presso l’ufficio del
registro delle imprese.

Durante i 3 mesi successivi all’iscrizione del deposito, ogni socio può contestare il bilancio proponendo reclamo al
tribunale
Se non vengono presentati reclami, il bilancio si ritiene approvato

Resta solo da ripartire tra i soci l’attivo residuo sulla base del piano di riparto contenuto nel bilancio.

Società in accomandita per azioni (S.p.A)


É caratterizzata dalla presenza di due categorie di soci:
• Accomandatari: gestiscono l’impresa
• Accomandanti: sono obbligati nei limiti della quota di capitale sottoscritta

I soci che hanno potere il potere hanno anche la responsabilità personale ed illimitata delle obbligazioni sociali.

Le norme che disciplinano le S.p.A sono:


• Norme proprie della società
• Norme dettare per la S.p.A

Il capitale sociale non può essere inferiore a 50.000€ e la denominazione sociale si forma con:
• L‘indicazione del tipo sociale;
• Il nome di almeno un socio accomandatario

La S.p.A si scioglie anche nell’ipotesi di cessazione dall’ufficio di tutti gli amministratori se in 180 giorni non si è provveduto
alla loro sostituzione.

Società a responsabilità limitata (S.r.l)


È dotata di personalità giuridica e di autonomia patrimoniale perfetta, ma i soci hanno ampia libertà di stabilire le regole del
funzionamento della società.
É una società che permette alle imprese sociali di ridotte dimensioni di fruire del beneficio della responsabilità limitata dei soci.
Deve costituirsi con atto pubblico e il suo capitale sociale non può essere inferiore a 10.000€.

Nella denominazione sociale possono anche non comparire i nomi dei soci ma deve sempre contenere l’indicazione della S.r.l.

É ammessa la possibilità di conferire tutti gli elementi dell’attivo suscettibili di valutazione economica: oltre alle esperienze
professionali, il marchio, il nome e il brevetto possono essere conferire anche prestazioni di opera e di servizi a condizione che
il socio presti alla società una polizza assicurativa a garanzia degli obblighi assunti.

Acquista la personalità giuridica con l’iscrizione nel registro delle imprese.

Quota = misura della partecipazione di un soggetto al capitale che non può essere rappresentata da azioni e non può costituire
oggetto di offerta al pubblico di prodotti finanziari

Carattere naturale della quota = trasferibilità

Al socio spetta il diritto di recedere dalla società mediante una manifestazione unilaterale di volontà:
• Nei casi previsti dall’atto costitutivo
• Nei casi specifici previsti dalla legge

Organi sociali
Assemblea
Modello decisionale principale = assembleare collegiale
Altro modello = procedimento a formazione progressiva che si realizza con la consultazione scritta o il consenso espresso per
iscritto

Amministratori
I componenti dell’amministrazione possono essere scelti anche tra i non soci.
Se l’amministrazione viene affidata a più persone é previsto che diano vita al consiglio di amministrazione che può operare con:
• Amministrazione disgiuntiva che attribuisce il potere di gestione a ciascun amministratore
• Amministrazione congiuntiva che può contemplare la necessità del consenso unanime di tutti gli amministratori

Titoli di debito e finanziamenti dei soci


Le S.r.l hanno la possibilità di emettere titoli di debito come forma di finanziamento societaria. Possono essere emessi solo
previa previsione dell’atto costitutivo che attribuisce la relativa competenza ai soci o agli amministratori.

Società a responsabilità limitata semplificata (S.r.l.s)


Ha personalità giuridica che può essere costituita con un contratto o con un atto unilaterale da persone fisiche senza alcun
limite d’età.

L’atto costitutivo va redatto per atto pubblico e il capitale sociale, pari alla cifra simbolica di 1€ e inferiore a 10.000, dev’essere
interamente versato alla data della costituzione mediante conferimento in denaro.

Capitolo 6 - Mercato mobiliare e servizi di investimento


Il mercato mobiliare
Le forme di finanziamento dell’impresa si rifanno agli schemi fondamentali del prestito e del conferimento nel capitale della
società.
Se queste operazioni si svolgono in un ristretto ambito di persone non c’è bisogno di una particolare regolamentazione; quando
l’impresa assume dimensioni maggiori è necessario fare ricorso a capitali di terzi.

Mercato finanziario = luogo ideale di incontro della domanda e dell’offerta dei prodotti finanziari in cui entra il risparmio
raccolto fra il pubblico

Gli intermediari finanziari


L’esercizio professionale dei servizi e delle attività di investimento é riservato:
• Alle S.I.M (società di intermediazione mobiliare);
• Alle imprese di investimento UE;
• Alle banche italiane;
• Alle banche UE;
• Alle imprese di paesi terzi (non ha la sede legale nell’UE)

L’appello al pubblico risparmio


Trova una diversa disciplina a seconda che si traduca in un’offerta al pubblico di sottoscrizione e di vendita o un’offerta
pubblica di acquisto e di scambio.

Possono avere ad oggetto non solo strumenti finanziari ma anche prodotti finanziari,

Offerta al pubblico di sottoscrizione e di vendita = ogni comunicazione rivolta a persone in qualsiasi forma e con qualsiasi
mezzo, finalizzata alla vendita o alla sottoscrizione di prodotti finanziari

Offerto pubblica di acquisto o di scambio = ogni offerta, invito ad offrire o messaggio promozionale effettuati in qualsiasi forma
e finalizzati all’acquisto o allo scambio di prodotti finanziari

Le società di intermediazione mobiliare


SIM = imprese autorizzate a svolgere servizi o attività di investimento

Devono essere costituire dalla società per azioni.


Devono comprendere nella denominazione sociale le parole “società di intermediazione mobiliare” ed avere sede legale nel
territorio della Repubblica.

I fondi comuni di investimento


Consentono la raccolta del risparmio per l’impiego dello stesso in beni, strumenti finanziari o altri valori.

Sono definiti come il patrimonio autonomo, suddiviso in quote, gestito a monte e raccolto mediante una o poi emissioni di quote.

Le SICAV e le SICAF
La prestazione del servizio di gestione collettiva é riservata alle società di risparmio, alle società di investimento a capitale
variabile (SICAV) e alle società di investimento a capitale fisso (SICAF).

SICAV = organismi di investimento collettivo del risparmio aperto costituito in forma di S.p.A a capitale variabile con sede
legale in Italia e avente per oggetto l’investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l’offerta delle proprie azioni

SICAF = organismi di investimento collettivo del risparmio chiuso costituto in forma di S.p.A a capitale fosse com sede legale
I’m Italia e avente per oggetto l’investimento collettivo del patrimonio raccolto mediante l’offerta delle proprie azioni e di altri
strumenti finanziari

Capitolo 7 - Le società mutualistiche


Società mutualistiche = società cooperative e società di mutua assicurazione
Elemento comune = scopo mutualistico: intento di fornire beni, servizi ed occasioni di lavoro direttamente ai membri
dell’organizzazione a condizioni più vantaggiose di quelle che otterrebbero dal mercato

Affinché lo scopo possa realizzarsi occorre che assumano la qualità di imprenditore le stesse persone che normalmente sono ad
esso contrapposte (clienti e consumatori) = l’impresa viene collettivamente esercitata dalle stesse persone che usufruiranno
dei beni o servizi da essa prodotti: i soci e destinatari dell’attività sociale sono le stesse persone

Le società cooperative
Sono predisposte per l’esercizio collettivo a scopo mutualistico di imprese commerciali e non.
Si distinguono tra:
• Cooperative a mutualità prevalente
• Cooperative a mutualità non prevalente

La costituzione deve avvenire nella forma dell’atto pubblico che è sottoposto all’iscrizione nel registro delle imprese a seguito
della quale la società acquista la personalità giuridica.
I soci fondatori devono essere almeno 9.
La denominazione sociale può essere formata liberamente ma deve contenere l’indicazione “società cooperativa”.
Contratto di società = aperto e consente l’ingresso di nuovi soci.
La partecipazione dei soci è rappresentata da quote o da azioni nominative di valore non inferiore a 25€ e non superiore a
500€. Nessun socio può essere titolare di una partecipazione superiore a 100.000€.
Quote ed azioni sono trasferibili per atto fra vivi con effetto verso la società solo se il trasferimento è autorizzato dagli
amministratori.

La responsabilità dei soci: l’Art.2518 stabilisce che per le obbligazioni sociali è responsabile la società con il suo patrimonio.
Il capitale sociale è variabile: muta al mutare del numero dei soci.
L’assemblea sociale: ogni socio ha un solo voto e può esercitarlo se iscritto da almeno 90 giorni nel libro dei soci.
L’organo amministrativo: la maggioranza degli amministratori deve essere composta dai soci cooperatori. Sono nominati
dall’assemblea.
L’organo di controllo: la nomina del collegio sindacale è obbligatoria se:
• Per due esercizi consecutivi sono stati superati due limiti;
• La cooperativa è obbligato alla redazione del bilancio consolidato;
• La cooperativa controlla una società obbligata alla revisione legale dei conti.

Le società cooperative sono sottoposte a rigorosi controlli dell’autorità governativa: se vengono accertate gravi irregolarità,
l’autorità di vigilanza può revocare gli amministratori e i sindaci ed affidare la gestione ad un commissario governativo.

Le società di mutua assicurazione


Svolgono attività assicurative, nelle quali il socio ha diritto alla prestazione dell’ assicurazione solo perché ha aderito alla
società.

Con un unico contratto, un soggetto diventa socio della società e stipula l’assicurazione.

Capitolo 8 - Le vicende della società


L’adozione di un determinato tipo di società risponde a precise esigenze di carattere sia economico che giuridico. Può accedere
che tali esigenze cambino, rendendo indispensabili l’adeguamento ad esse della struttura sociale prescelta.

Vengono introdotti gli istituti della trasformazione, fusione e scissione della società con i quali si assiste ad una Modica
dell’atto costitutivo.

Carattere comune ai 3 istituti = operare un mutamento dell’organizzazione sociale che si rifletta sulla posizione dei soci e sulla
loro responsabilità per le obbligazioni sociali

Trasformazione: mutamento del tipo di società. Consiste in una modificazione dell’atto costitutivo: la società rimane
immutata nella sua identità ma cambia il tipo e lo schema organizzativo. La società conserva i diritti e gli obblighi e
prosegue in tutti i rapporti dell’ente che ha effettuato la trasformazione
Fusione: fenomeno della concentrazione delle imprese. Ad una pluralità di società viene sostituito un unico organismo
sociale che comporta la modificazione degli atti costitutivi. Gli amministratori devono redigere un progetto di fusione che
deve indicare l’atto costitutivo della nuova società, il rapporto di cambio delle azioni o quote
Scissione: il patrimonio di un ente viene suddiviso ed attribuito ad altre società in funzione di riorganizzazione aziendale.
Può essere:
• Scissione totale: l’intero patrimonio viene assegnato a 2 o più società;
• Scissione parziale: solo una parte del patrimonio viene assegnata a 2 o più società.

In entrambi i casi si attua un trasferimento di elementi patrimoniali arrivi e passivi ma nella scissione totale la società si
estingue, in quella parziale dovrà solo ridurre il caporale sociale rispetto a quanto trasferito.

Potrebbero piacerti anche