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Antonio Bello, meglio conosciuto come Don Tonino Bello, nacque il 18 marzo 1935,

figlio di un carabiniere e di una casalinga, ad Alessano. Studiò presso i seminari di


Ugento e Molfetta, così venne ordinato presbitero l’8 dicembre 1957 ed incardinato
nella diocesi di Santa Maria di Leuca ad Ugento. Fu vice-rettore nel seminario di
Ugento per 22 anni e dal 1969 assistente dell’Azione Cattolica. Quando il Papa gli
mandò una lettera per chiedere che fosse nominato vescovo, con la scusa che
voleva rimanere lì dov’era per aiutare la madre, anziana e malata, ma donna di
grandissima fede e speranza, rifiutò per due volte. Alla terza lettera, però, non potè
rifiutare a causa della morte della madre, e quindi venne nominato vescovo, nel
1982, delle diocesi di Molfetta, Giovinazzo, Terlizzi e Ruvo. Quando gli abitanti lo
videro per la prima volta, essendo abituati a vedere vescovi vestiti in modo molto
lussuoso, non credevano ai loro occhi. Venne rimproverato per il fatto che lasciava
ogni sera la sua auto aperta ai poveri, perché i viceparroci avevano paura che
venisse rubata, e perché 2 o 3 volte a settimana si faceva chiudere in chiesa per
pregare. Promosse l’attenzione per i gruppi Caritas e fondò una comunità per curare
le tossicodipendenze. Nel 1985 venne indicato dalla presidenza della Conferenza
Episcopale italiana a succedere a monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea, nel
ruolo di guida di Pax Christi, il movimento cattolico internazionale per la pace. Nel
1990 fondò a molfetta la rivista mensile Mosaico di Pace. Il 7 dicembre 1992 partì
insieme a circa 500 volontari da Ancona verso la costa della Dalmazia dalla quale
iniziò una marcia a piedi verso la città di Sarajevo, da tempo assediata dai serbi a
causa di una guerra civile. Morì a Molfetta il 20 aprile 1993.

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