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A Joey e Sunrag: i mieí due figli,
le mie due guide spirituali
Breve introduzione

A uesto libro è il risultato di anni di studio e di ricerca spiritua-


I I t. Offre molti strumenti per arricchire la vostra vita e per gua-
le ferite.del passato. Potrà guidarvi lunÉo il cammino che
\rire
conouce aila pace rntenore.
Leggetelo più volte: le informazioni che contiene sono molte di
più di quante riuscirete ad assimilare dopo la prima lettura.
In seguito potrete cominciare a mettere in pratica la speciale
Formula di Guarigione Emozionale e tutti gli altri esercizi per il rie-
quilibrio delle emozioni.
Condividete questo libro con altre persone e nelle prime fasi aiu-
tatevi I'un I'altro e così saremo dawero un'unica cosa.
Vivete ogini giorno come se fosse I'ultimo, ma senza rimpianti.
Fate a modo vostro, perché è questo I'unico modo possibilel
Leggete e rileggete questo libro.
Spero che ci incontreremo in qualche luogo in questa dimen-
sione spazio-temporale, per poter condividere 1e nostre numerose sto-
rie di guarigione e imparare sempre di più l'uno dall'altro.
Vi auguro di compiere un favoloso viaggio che, in reaità, non è
affatto un viaggio.

27 novembre 1998
Barbados
*
Indice :tr

*
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Premessa:itrelivelli dicoscienza ......X]


PRIMA PARTE: LE BMOZIONI SONO ENERGTA IN MOVIMENTO
Capitolo 1 Emozioni irrisolte: enerlia prodotta dai radicali
liberi. .........3
Capitolo 2 I nostri "trigger" sono proiezioni del mondo
interiore .......I7
Capitolo 3 I1 rifiuto di sé: laturbolenza interiore . . . . . . .. .29
Capitolo 4 Il karma e le emozioni: due facce
dellastessamedaglia .........43
Capitolo 5 I blocchi emotivi sulla strada della Suarigione . . .61
Capitolo 6 I chakra: levie d'accesso alla coscienza . . . . . . . .81
Capitolo 7 La memoria delle cellule. Infiniti gigabyte
di informazionikarmiche .....I29
SECONDA PARTE: RIDARE EQUILIBRIO ALLE EMOZIONI
Introduzione ...153
Capitolo 8 Le 14 vie d'accesso al riequilibrio
delleemozioni... ....I57
Capitolo 9 Emotional Switching: I'inversione delle
emozioni .....I79
Capitolo 10 I-lultimo ostacolo sulla via della libertà:
ilperdono .....215
Capitolo 11 Consapevolezzacomeparadosso ......23T ì:ì
Capitolo 12 www.God.com ........261 ::

Che la guarigione cominci


i:
Capitolo 13 . . . .277
ii
Capitolo 14 Il sentiero che conduce alla pace interiore . . . .297
Capitolo 15 Sincronoetica:verso il futuro ........305 $
Capitolo 16 Laboratori, miscellanea e letture consigliate . . .315 ,,
R
.f
Prem€ssff: Í tre *
j

livelli di coscienza úe)

lTlutti noi abbiamo una caratteristica comune: siamo alla ricerca


I della felicità. Felicità può significare un tetto sotto il quale tro-
I uur. riparo. cibo per nutrirsi. tìgli sani, una relazione sentimenlale
soddisfacente. eccetera. Alcune persone sono alla ricerca di una cate-
goria più elevata di felicità, che viene definita "beatitudine" o "appa- r
:;
gamento", Nel dizionario, alla parola appagamento corrisponde la defi-
nizione "una condizione di felicità perfetta". Si può anche essere feli-
ci e appagati. Per me, sentirsi appagati significa essere felici senza
un motivo particolare. Si tratta dell'espressione più elevata della feli-
cità e del proprio io. Ma se non c'è alcun motivo per essere felici,
allora perché dovremmo esserlo? Provate a essere felici per ciò che
siete. Molti non saranno d'accordo e si chiederanno: "Perché dovrei f:rr

essere felice per il solo fatto di essere quello che sono?".


Perquestotipodipersonelafelicitàsignificaaveresuccesso'ric-
chezze, un bell'aspetto e così via.
Per poter raggiungere la condizione di appagamento e riuscire
a conservarla, dobbiamo distinguere tre livelli di felicità:

Lívello I
Felicità competitiva: possiamo trovarla nel mondo dello sport e
quan-
degli affari, in guerra, nel gioco o nello studio. Ci sentiamo felici
1:l

do siamo vincenti e superiamo gli altri. Negli affari siamo molto felici it
quando battiamo la concorrenza, nello studio 1o siamo quando otte- S
niamo voti migliori dei nostri compagni. Questo tipo di felicità è sem- *b
noi.
pre transitoria ed è destinata, presto o tardi, a ritorcersi contro di l'l
AlcuninonriesconoaSuperarequestolive1loeciòlipuòren-
dere molto infelici e distruttivi, se nel confronto con gli altri risulta- f
}I
no perdenti. Vivono questa esperienza come una sconfitta definitiva,
ma il successo è sempre di breve durata, perché a esso segue un'al-
tra battaglia da vincere. È il livello di felicità più basso. Un'antica favo-
la indiana descrive bene questo tipo di felicità.
C'erano una volta due mercanti che avevano negozi molto
simili, l'uno di fianco all'altro, nella strada più frequentata di un pic-
colo villaggio. I due mercanti si facevano una concorrenza spietata
per procacciarsi i clienti e ognuno di loro era felice soltanto quando
riusciva a sottrarre un cliente all'altro o a guadagnare di più. Entram-
bi avevano un unico scopo nella vita: quello di vedere perdere 1'altro.
Un giorno Dio mandò un angelo a uno dei mercanti e I'angelo pro-
nunciò le seguenti parole:
"Potrai ottenere qualsiasi cosa tu voglia: ogni tua aspirazione,
ogni tuo desiderio potranno diventare realtà a un'unica condizione".
11 mercante fu molto felice che I'angelo avesse scelto lui e non il suo

concorrente e domandò: "Quale sarebbe questa condizione?" "Qual-


siasi cosa tu otterrai, verrà concessa in quantità doppia al tuo con-
corrente". Fu evidente il turbamento del mercante, che cominciò a
pesare a cosa sarebbe stato meglio fare. Dopo avere riflettuto per alcu- *
ni minuti, disse: "So quello che voglio: prendi uno dei miei occhi!"
Questo comportamento è tipico di questo livello di coscienza.
Lo possiamo osservare nei tribunali, quando coloro che hanno subito
un'ingiustizia vedono che il colpevole viene punito in modo inadeguato
o viene addirittura assolto; per questo si sentono profondamente
amareggiati e la loro vita si riempie di risentimento e di amarezza.

Livello 2
Felicità condizionata: è più comune. Siamo molto felici se siamo
giovani, forti, di aspetto gradevole e pieni di energia, mentre venia-
mo assaliti dalla depressione quando i segni dell'invecchiamento comin-
ciano a farsi evidenti. Siamo veramente felici quando nasce un bam-
bino, ma diventiamo infelici quando 1o vediamo trasformarsi in una
peste iperattiva e incontrollabile, o quando entra nella pubertà e diven-
ta ribelle. Siamo felici insieme ai nostri amici fino a quando si dimo-
strano gentili nei nostri confronti; spesso però le amicizie finiscono
male, perché ci sentiamo dire qualcosa che avremmo preferito non
sentire o perché veniamo a sapere che gli amici hanno parlato male
di noi con altre persone.
Quando ci innamoriamo è tutto meraviglioso, ma alcuni anni ,f
dopo ci ritroviamo a essere più critici e meno entusiasti. La felicità
CI

\
*
condizionale non dura; prima o poi, scopriamo che le cose non stan-
E
no affatto come pensavamo e, quindi, non siamo più felici di quello
che abbiamo. *
In generale il rapporto di amore più facilmente destinato a fini- Ìe
re male è quello in cui uno dei due partner dona tutto se stesso, tda

mentre I'altro prende, senza ricambiare. Quando il donarsi non è


incondizionato, significa che non è fondato su amore e accettazione.
Se siete consapevoli di donare perché vi aspettate qualcosa in cam-
bio, siate molto espliciti al riguardo e rispettate le condizioni che voi
stessi avete postol Donate di cuore, oppure chiarite bene la vostra
intenzione, perché 1'altro capisca la vostra posizione.

Livello 3
Felicità incondizionata: appagamento. Non abbiamo bisogno di
alcun impulso esterno o stimolo per sentirci in una condizione di feli-
cità e di pace interiore.
Abbiamo accettato il fatto che siamo esseri mortali e per questo
possiamo commettere errori; accettiamo a braccia aperte ogni cam-
biamento, la morte e la sofferenza. Siamo a nostro agio in situazioni
di disagio o di benessere e non ci lasciamo condizionare dai risultati;
godiamo dell'esperienza della vita in ogni suo minimo particolare.
Siamo grati per tutte le benedizioni e le esperienze che ci vengono
concesse durante il nostro cammino e siamo in pace con noi stessi e
con gli altri. Non siamo toccati dal bisogno di giudicare o di essere
giusti e offriamo il nostro perdono con grande facilità. Comprendia-
mo, inoltre, che siamo un tutt'uno con I'Universo, con tutto ciò che
esiste, con il nostro creatore, con la totalità del nostro essere. Per la
maggior parte del tempo ci troviamo in una zona priva di turbolenze
che io chiamo Still-point, ovvero Punto di Quiete Assoluta. Qui
abbiamo la percezione di chi siamo: si tratta di un punto nella di-
mensione spazio-temporale dove il tempo non esiste, dove non esi-
stono neppure rumori interiori o distrazioni e dove diventiamo un
tutt'uno con il presente che non ha tempo. Questo è il momento
della pace e dell'armonia interiore totale e della sensazione di comu-
nione e di infinito. In qesto istante, attraverso ogni cellula del nostro i,:
corpo, comprendiamo di essere essenzialmente perfetti e che lo
scopo fondamentale della nostra esistenza è di riuscire a trovare que-
i:l
sto luogo privo di rumori interiori e di disarmonia. Mettendoci in
comunicazione con esso, attraverso i nostri cuori, illumineremo anche il
gli altri, affinché cerchino di migliorarsi, nei limiti delle loro possibi- )t
M
lità. Questo collegamento interiore illuminerà lo spazio che ci cir-
conda e darà vita a una reazione a catena che coinvolgerà molte altre
persone e le aiuterà a liberarsi da disarmonie o turbolenze interiori.
Lappagamento è il silenzio della perfezione; racchiude lo spet- f
lot
tro di tutio ciò che esiste, così come nella luce sono contenuti tutti dn
i colori dello spettro. Dove non c'è luce ci imbattiamo in confini che
noi stessi stabiliamo e che, in realtà, esistono soltanto perché non li
abbiamo illuminati con 1a nostra luce. Quando siamo in una condi-
zione di totale appagamento non esistono limiti; se incontriamo
limiti o turbolenze significa che ci troviamo al di fuori dello stato di
appagamento, al di fuori del Punto di Quiete.

Questo libro vuole aiutarvi a trovare il vostro "Punto di Quiete"


che in sostanza corrisponde al collegamento con Dio. La mia defini-
zione di Dio non può essere che limitata dai miei confini personali e,
per rendere la nozione di Dio il più aperta e illimitata possibile, dirò
che Dio è "tutto" ciò che è, "tutto" ciò che è stato e "tutto" ciò che
mai sarà. Oppure, che Dio è "quello" che è, "quello" che è stato, e
"quello" che mai sarà.
Si tratta di qualcosa che noi sistematicamente dimentichiamo
e trascuriamo, non impegnandoci nel voler essere un tutt'uno; ci
isoliamo energeticamente dal resto del mondo e dalla sorgente di tutto
ciò che è. Lisolamento è sempre una scelta autoimposta: facciamo
tutto da soli e diventiamo talmente bravi in questo isolarci da arri-
vare a credere che ci sia stato imposto dagli altri, dalle circostanze,
dalla natura o da un ordine divino.
La ragione principale che ci porta a dimenticare chi siamo
veramente è che concentriamo I'attenzione sui nostri cinque sensi,
che invece sono molto limitati. Avremo modo di esaminare più a fondo
questo concetto successivamente. La nostra attenzione è concentra-
ta sulla percezione della materia, che è un'illusione deil'inconscio col-
lettivo, e rimaniamo intrappolati dal nostro credere a ciò che vedia-
mo. La nostra realtà è la proiezione creata dai nostri sensi limitati su
un nostro schermo interiore. È la massima limitazione della vera
forma. Poiché cresciamo in un mondo in cui le persone non hanno
la consapevolezza di ciò che realmente sono, vediamo che i limiti, il
dolore, la malattia e la sofferenza siano del tutto normali nel percor-
so della nostra esistenza. La maggior parte delle persone è del tutto
inconsapevole del suo potenziale e durante la vita non fa altro che
creare paradigmi, che sono la prova dell'esclusivo utilizzo dei cinque D
ú
XIV

I
k
sensi fondamentali. La conoscenza viene tramandata da una genera- kt

zione all'altra e questo impone un limite sostanziale. Per ottenere la


saggezza necessaria al raggiungimento della felicità incondizionata, k
dobbiamo liberare noi stessi dalle molte credenze limitative che i nostri let
d4,
educatori e i nostri pari ci inculcano. Soltanto così potremo eludere
la nostra realtà proiettata e ricavare il senso di tutto ciò che esiste.
C'è una bellissima favola nella letteratura Vedica (le antiche scrit-
ture Indiane) che può farci capire chi siamo veramente e perché abbia-
mo dimenticato Swarupa (il nostro pieno potenziale originale).
In una foresta dell'lndia, una leonessa diede alla luce un cuc-
ciolo. Sfortunatamente, la madre morì poco dopo il parto, quando il
leoncino aveva soltanto poche settimane. I1 piccolo, dopo avere inva-
no tentato di svegliare la madre, cominciò a vagabondare nei dintor-
ni e si perse tra gli alberi, alla ricerca di cibo. Per puro caso incon-
trò una pecora, che stava allattando i propri piccoli. Fu accettato tra
le pecore e così crebbe nella loro comunità. Naturalmente, non
conosceva altra realtà se non quella di essere una pecora, anche se a
volte si sentiva strano perché incontrava delle difficoltà a belare.
Lerba gli risultava indigesta, ma non conosceva altro cibo, anche se
una voce interiore gli suggeriva, con sempre maggiore insistenza, che
lui era diverso dalle altre pecore. Ma la realtà era un'altra e il cuc-
ciolo di leone accettò di essere come le pecore.
Un giorno, mentre le pecore facevano quello che fanno di soli-
to, cioè brucavano l'erba, arrivò ruggendo un grosso leone e comin-
ciò a rincorrere le pecore. Le pecore, atterrite, si misero a correre
belando e così fece anche il cucciolo.
Il grosso leone si bloccò per la sorpresa, nel vedere un cuccio-
lo di leone che aveva paura di lui e belava come una pecora. Afferrò
il leoncino con la bocca e lo portò lontano, con sé, nella giungla.
Il leone spiegò al cucciolo spaventato che non aveva intenzione
di divorarlo, perché era anche lui figlio di un leone - il re della fore-
sta - e gli disse che per un leone non era possibile vivere insieme alle
pecore, né tantomeno belare e brucare come una di loro. Il cucciolo
non riusciva ad afferrare il senso delle sue parole e continuava a
ripetere: "Per favore, non mangiarmi!" Allora il leone si rese final- lt;
mente conto del fatto che il cucciolo non capiva chi fosse in realtà - t
,
quale fosse la vera natura. Così lo portò a un torrente vicino e gli ii
fece vedere la sua immagine riflessa nell'acqua. Alla fine, il leoncino
ammise che il leone aveva ragione. Subito cominciò a muoversi con
tr
,]
l'eleganza di un leone, tenendo la testa eretta e non, come faceva g
XV
I
prima, china come le pecore. Smise di belare e cominciò a ruggire
come i suoi simili.
)l
.i
Questa antica favola si tramanda da migliaia di anni ed è oggi
più valida che mai. La maggior parte di noi è, infatti, come il cuc- qA

ciolo di leone: ha dimenticato la propria vera natura. Le persone che


ci circondano sono come pecore, che attraversano la vita senza auto-
stima e senza alcun rispetto di sé. Noi vendiamo la nostra dignità per
piccoli vantaggi materiali e così non ci sentiamo realizzati e cerchia-
mo l'oblio nell'alcol, nelle sigarette, nei dolci o nella droga. tUolti di
noi sono sempre di cattivo umore, brontolano, litigano e si sentono
stressati di fronte al più piccolo problema.
Questa favola ci ricorda la scintilla divina che ofnuno di noi
porta dentro di sé, ciò che chiamiamo I'lo Superiore. Tutti i grandi
maestri dell'occidente, come Deepak Chopra, Wayne Dyer e Louise
Hay, ci dicono oggi quello che gli antichi hanno sostenuto per seco-
li: rinunciare alle debolezze che riusciamo a percepire e credere
nella nostra natura divina. Una volta accettata la nostra natura divi-
na, se agiremo di conseguenzaè assolutamente certo che diventere-
mo padroni del nostro destino e vivremo con autostima, affrontando
coraggiosamente le sfide che si presenteranno sul nostro cammino.
Tratteremo tutti come altrettanti esseri divini, anche quando essi non
si renderanno conto di esserlo.
Soltanto allora potremo amare, rispettare e accettare gli altri
indipendentemente da razza, sesso, età, religione, grado di istruzio-
ne, credo, nazionalità, condizioni economiche o livello sociale. Non
ci costerà alcuno sforzo superare la rabbia, I'odio, le gelosie, I'avidità
e I'incapacità di perdonare; verremo, invece, pervasi da una profusio-
ne d'amore, di empatia e di spirito di sacrificio e non avremo più biso-
gno di stare sulla difensiva.
Ecco lo scopo di questo libro: prepararsi ad avere il controllo della
mente con graziae competenza, passo dopo passo. Si tratta di un approc-
cio molto sottile che si basa su oltre vent'anni di pratica e di osserva- ':'
:
zione clinica. La maggior parte di noi non ha alcun tipo di controllo
1r
sulla mente, della quale diventia schiavo e non padrone. Quando riu- a!
i*
sciamo a comprendere il funzionamento della mente e a tenerla in eser-
cizio in modo adeguato, essa ci permette di fare molte cose che nor- l,il
malmente sarebbero al di fuori della nostra portata.
La domanda che molti mi pongono è: "In che modo diventiamo
X
schiavi della nostra mente?". tl
XVI
o
k
La risposta risulterà owia dopo che avrete letto questo libro, ma
fin d'ora vorrei elencare alcuni principi di base.
*
k
Per poter soprawivere, proprio come un computer, alla nascita
veniamo dotati di alcuni "programmi" fondamentali per 1a nostra E(
:A
soprawivenza: mangiare, dormire, espellere le sostanze di rifiuto e
crescere. Questo è un modo di essere molto materialistico. Per poter
raggiungere uno scopo dobbiamo suscitare amore: è per questa
ragione che i neonati sanno ispirare tanta dolcezzaelenerezza.Anche
i suoni da noi prodotti sono programmati per attirare I'attenzione e
all'occorrenza, scatenare il panico. Non possiamo certo affermare che
questo sia un processo cosciente; anz| fa parte della programmazio-
ne inconscia di cui ognuno di noi ha bisogno per poter soprawivere
ai primi anni di vita. Crescendo, dobbiamo imparare attraverso I'e-
sperienza a superare e ad aggirare questa programmazione di base. I
genitori possono dimostrarci affetto e amore, anche quando non siamo
affamati, e soddisfare le nostre esigenze fondamentali con la qualità
del tempo che ci dedicano, il rispetto, l'ammirazione, la fiducia, la rico-
noscenza, la comprensione, I'accettazione, il conforto, l'incoraggia-
mento, l'attenzione, 1'approvazione eccetera, senza che noi dobbiamo
rinunciare a nulla, semplicemente per ciò che siamo. Quando questo
non awiene, noi lo desideriamo con tutte le nostre forze e cerchiamo
di soddisfare le esigenze rimaste insoddisfatte, fino a riuscire ad aggi-
rare questi desideri inconsci. Il problema più grave è che siamo pro-
grammati per trovare persone che solitamente non ci danno ciò che
vogliamo e di cui abbiamo bisogno. Di conseguenza, la nostra dispe-
razione aumenta sempre più e possiamo diventare depressi e appicci-
cosi o, al contrario, acidi, aggressivi, negativi e deprimenti. Tendiamo
a biasimare noi stessi o il mondo per quello che non abbiamo otte-
nuto o per i nostri bisogni insoddisfatti.
In breve, ci ritroviamo invischiati nei nostri "programmi" fon-
damentali di soprawivenza e, senza rendercene conto, perdiamo il
controllo, lasciandoci condizionare proprio da quei bisogni. I-iunico
controllo che funziona è perdere il controllo! Questo va contro ogni
nostro istinto fondamentale di soprawi\tenza.
Lobiettivo di questo libro è di farvi comprendere questo mec-
canismo, in modo che riusciate a superare la programmazione in-
conscia. In sostanza, riuscire a superare f istinto egoistico di soprav-
vivenza significa riuscire a rendersi utili agli altri.
I1 cosiddetto Ego che risulta da questa programmazione incon-
scia è come una lama a doppio taglio, in quanto può essere usato tanto

l::ir

I
')
per apparire superiori agli altri con il miraggio del potere (nella pro- i
11
pria mente), quanto per servire gli altri e manifestare altruismo e
amore con 1'annullamento dei proprio io, conseguenza naturale
della crescita umana cosciente. :1
dit
Per meglio comprendere i tre livelii fondamentali di coscienza 'fo
(che possono anche essere ulteriormente suddivisi), dobbiamo ren-
derci conto del fatto che, in natura, ogni fenomeno evidenzia un'ar-
monia dinamica; quasi sempre si tratta di una sintesi di due forze
opposte. Lessere umano è I'unico essere dotato della capacità di osser-
vare, ragiionare e trarre conclusioni dalle osservazioni; proprio que-
sta capacità permette di superare le forze della natura.
La caratteristica essenziale di ogni essere umano è la capacità
di crescere e di andare oltre la realtà materiale percepibile, per arri-
vare alla forma più elevata di vita che è I'antimateria.
Prendiamo nuovamente in esame i tre livelli di coscienza:

o livello 1: materia
. livello 2: energia
. livello 3: antimateria.

A questo punto possiamo dedurre che perché un oggetto qual-


siasi possa prendere forma nella materia, occorre in primo luogo che
esista un archetipo di antimateria il quale deve ricevere energia e poi
materializzarsi assumendo una data forma. Nella materia le infor-
mazioni viaggiano più lentamente della luce. Sotto forma di energia
le informazioni possono viaggiare alla stessa velocità della luce. Nel-
I'antimateria le informazioni viaggiano istantaneamente non vi è alcu-
na perdita di energia o resistenza: è I'area della manifestazione imme-
diata. Portiamo questo concetto a un livello di maggiore concretez-
za e vediamo in che modo creiamo obiettivi, desideri, sogni e aspira-
zioni nel corso della nostra esistenza.

I tre livelli di manifestazione


Ìt
Livello I ,,
Lavoro duro. Richiede una grande quantità di energia; spesso
:;:1
incontriamo qualche resistenza e troviamo insufficienti le ventiquat-
tro ore di una giiornata. Maggiore il nostro impegno sul lavoro, mag-
giore il nostro successo. A questo livello appartengono quasi tutti i J
4

I
*
"guru" della motivazione, tra i quali Anthony Robbins, Les Brown, Zig f
1r
Ziglar e altri ancora.
I seminari motivazionali trasmettono molta energia e molte aspi- i.i
razioni e il messaggio va ripetuto più volte ai partecipanti, perché essi tic
rimangano motivati e mantengano il loro livello energetico. A
Viene fortemente stimolato il pensiero positivo e questo può por-
tare alla soppressione delle emozioni (maggiori dettagli in seguito).
Parole chiaue: intensità, felicità competitiva, concentrazione
cosciente, orientamento verso uno scopo (riuscita/risultati).
Se vi trovate a questo livello e volete avere successo significa che
vi ìmpegnerete al massimo nel lavoro e con grande sforzo. Potrete
avere molto successo, ma spesso lo pagherete a caro prezzo. Quasi
tutti quelli che appartegono a questo livello, per raggiungere i loro
obiettivi, sacrificano il tempo da dedicare alla famiglia, alla salute e
al1'esercizio fisico.
Questi individui diventano veri e propri drogati da lavoro e la
loro felicità dipende dal livello delle prestazioni. La maggior parte di
loro ha una personaiità di tipo A ed è più soggetta a malattie cardia-
che, allergie, stress e ipertensione. La manifestazione materiale è il
loro sommo obiettivo.

Livello 2
Lavoro intelligente. Molti arrivano a questo livello dopo essersi
impegnati per lungo tempo al massimo grado nel lavoro e aver com-
preso la futilità di questo tipo di approccio. Oggi grazie al progresso
delle telecomunicazioni, un sempre maggior numero di individui lavo-
ra all'estero o si trasferisce in campagna. È questa la tendenza del
nostro tempo.
A poco a poco ci rendiamo conto del fatto che se lavoriamo in
modo intelligente molte cose non sono più necessarie. Cominciamo
a dare ascolto ai nostri sentimenti e a seguire il nostro intuito. Se riu-
sciamo a fare le nostre scelte a livello viscerale (intuito), riusciamo
anche a costruire un vita piena di armonia. A questo livello siamo
più propensi a seguire I'insegnamento di personaggi quali Stephen t:
Covey, Dennis Waitley, Joan Broysenko e Louise Hay.
I seminari ispirazionali ci consentono di capire chi siamo vera-
mente e quali sono le nostre motivazioni. Cominciamo a fidarci i:i'n
magigiormente dei nostri istinti (intuito) e aindirizzarci al Sentimento
Positivo piuttosto che al Pensiero Positivo. )(
3
XIX
t
Parole chiaue: intuito, felicità condizionale, voce interiore,
't
subconscio, orientamento verso un processo, saggezzainnata del corpo. .I
I

Se siete a questo livello e volete avere successo, significa che vi


lasciate guidare dai vostri valori fondamentali. La famiglia e la feli- it
cità sono più importanti della carriera. Lavorando in modo intelli- iah
tid
gente e instaurando le giuste alleanze strategiche, potete comunque
costruire il vostro futuro. A questo livello spesso ci si accontenta di
meno di quanto sia realmente necessario e si creano confusione e in-
congruenze sulla ricchezza e sul successo. Se reprimiamo il nostro
intuito e i nostri sentimenti siamo più soggetti a disfunzioni del siste-
ma immunitario, al cancro e alla sindrome da faiica cronica.
Lequilibrio e l'armonia sono essenziali a questo livello.

Livello 3
Nessun lavoro. Questa definizione può risultare ambigua, meglio
quindi usare I'espressione "annullamento di ogni fatica": questo è il
percorso caratterizzalo dalla minore quantità di resistenza. Lavorare
non costa nulla in termini di energia;, al contrario "dà la carica". A
questo livello siamo in sincronia con I'universo. Facciamo entrare
nella nostra vita le persone giuste al momento Siusto e creiamo istan-
taneamente. Gli altri credono che si tratti di pura coincidenza o for-
tuna. Non sprechiamo energia nei nostri sforzi. Siamo completamente
in sintonia con il livello più elevato della nostra coscienza e ci sen-
tiamo guidati. Sappiamo che siamo responsabili di ogni singolo
evento che si verifica nella nostra esistenza. Siamo felici anche senza
motivo e ci sentiamo un tutt'uno con I'Universo. A questo livello i
nostri punti di riferimento sono Deepak Chopra, Neale D. Walsh, Wayne
Dyer e altre guide spirituali; scopriamo di essere entità senza limiti
e che I'universo esiste per darci il suo appoggio. Questo è il livello di
massima sincronia, del completo lasciarsi andare, che permette la
manifestazione della nostra intenzione attraverso l'universo.
Parole chiaue: intenzione, felicità incondizionata ("appagamen-
to"), coscienza superiore, guida universale, magia, orientamento verso
la comunione, vivere nel presente. Essere utili è la componente essen-
ziale di questo livello.
Se siete a questo livello, il successo arriverà senza sforzo ecces- .::
a
sivo; siete consapevoli di tutti i segnali che l'universo vi invia e siete ::,i
in comunicazione con le vostre guide. La crescita spirituale è la
vostra priorità e non pestate attenzione a tutto ciò che da essa vi distrae.
i:
\l
d
XX
Le relazioni si basano sui valori spirituali e non sull'amore condizio-
\
nato. Diventate maestri della sincronia e manifestate la vostra ricchezza
con naturalezza. Vi fidate ciecamente della vostra connessione con I'u-
niverso. Questo è il livello della vera guarigione della remissione spon-
co
tanea. La maggior parte di noi non riesce a rimanere sempre a que- l-a(

sto livello e "oscilla" tra il livello 2 e il livello 3. Inoltre, occorre tene-


re presente che in ogni livello sono presenti numerosi "sottolivelli".
Possiamo esaminare questo concetto sotto diversi aspetti e molti
di essi verranno illustrati in questo libro. Per diventare esperti, in
qualsiasi campo, occorre percorrere tre passaggi.
Primo passaggio: lavorare duramente per creare nel nostro siste-
ma neurologico il ricordo, passando così da inconscio incompetente
a conscio competente.
Secondo passaggio: cominciare a lavorare in modo più intelli-
gente. Diamo ascolto ai nostri ritmi naturali e al nostro corpo per-
cominciare a diventare ciò che vogliamo. Non dobbiamo più concen-
trare il nostro pensiero su questo aspetto: inconscio competente.
Terzo passaggio: abbiamo eseguito il nostro compito così tante
volte che 1o possiamo fare senza alcuna fatica. Siamo al livello del-
l'inconscio eccellente, della padronanza.
In sostanza, quindi, si tratta di uno sviluppo naturale nell'am-
bito della nostra esistenza. Per arrivare al livello 3, in qualsiasi tipo
di attività, avremo bisogno di un ingrediente, senza il quale non
avremo successo. Questo ingrediente è l'autodisciplina, una forza ecce- i
zionale quando viene dal cuore e non dalla mente. I bambini impa-
rano a camminare, e poi a correre, perché 1o vogliono con tutte le
loro forue e nulla riesce a fermarli. Alcune persone ricavano il bene
da ciò che fanno perché amano il loro lavoro: l'autodisciplina che pro-
viene dal cuore non costa alcuno sforzo.
È questo il traguardo al quale voglio condurvi: abituarvi a usa-
re le emozioni per sviluppare il vostro essere fino al iivello 3 (annul- i
lamento di ogni fatica).
Prima di procedere, cerchiamo di stabilire in quale punto vi
trovate in questo preciso momento. Avremo così una visione com-
plessiva delle aree sulle quali occorrerà concentrarsi.
Per prima cosa vorrei suggerirvi, anzi esortarvi, a procurarvi li:
un diario, preferibilmente rilegato con copertina rigida. Questo dia- i;
rio diventerà la vostra guida in questo percorso e in esso potrete
conservare traccia dei vostri progressi. Dedicate ogni giorno alcuni
minuti al resoconto degli awenimenti della giornata. In seguito arri- t
'e-

XXT

I
veremo a definire che cosa intendiamo per turbolenza e imparerete
a non perdere energia, creando e gestendo ia turbolenza.

Dopo avere letto le definizioni dei tre livelli di manifestazione


'dt
(o di coscienza): atú

a Dove vi trovate per la maggior parte del tempo?


a Che cosa riesce ancora a stressarvi?
a Al raggiungimento di quale scopo dedicate il vostro massimo
impegno?
Quale tipo di persone vi stimola maggiormente? Come affron-
tate questo aspetto?
a Che cosa vivete con maggiore intensità?
a Che cosa vi costa meno fatica?
a In quali settori della vostra esistenza avete la sensazione di usare
il vostro intuito?
a In quali, invece, no?
a Che cosa awiene senza alcuna fatica e vi dà gioia?
a Vi sentite sovente in connessione con I'Universo?
a Vi piace essere al servizio degli altri?
a Quale conclusione traete?

Cerchiamo di approfondire i tre livelli di coscienza.


Nella medicina cinese la complementarità delle due polarità oppo-
ste della natura viene rappresentata da yin e yang. Lo yang è espan-
sione, attenzione rivolta verso I'esterno con agigressività di tipo maschi-
le, energia (centrifuSa). Lo yin è introspezione, energia più dolce di
tipo femminile (centripeta). Lintera filosofia dello YIN,{ANG riguar-
da due forze opposte che sono in grado di modificare la polarità del-
l'energia, definita ch'i. Quando le due energie sono in equilibrio si
verifica una situazione di armonia definita Tao, o anche unità (Tai-
ch'i). Si tratta di una scienza cosmica, che trova conferma nella fisi-
ca dei quanti. Le leggi dell'energia governano la nostra esistenza: com-
prendendole e operando in base a esse creiamo armonia e longevità,
Vediamo ancora una volta i tre livelli (tabella 1).
Questa tabella offre una visione d'insieme delle caratteristiche .l
.:

di ciascuno dei tre diversi livelli. '..i:

Quando siamo al livello 1, le cose "ci capitano", siamo sfortu-


nati o fortunati, si verificano coincidenze che influiscono sulla no- IA
stra esistenza.
{}

I
r
Tabella 1
n
Livello 1 Livello 2 Livello 3
yang yìn r
lal
conscio subconscio conscio superiore do

ragione sentimento conoscere


intelletto intuito comprensione
fatica intelligenza assenza di fatica
materia (energìa) media archetipo (antimateria)
intensità intuito intenzione
intelligenza (mente) cuore spirito
conoscenza sistema di credo saggezza
felicità competitiva felicìtà condizionale felicità incondizionata
routine stato di sensazione stato di flusso
attenzione al futuro attenzione al passato attenzione al presente
cura guarigione essere
scientificità naturale magìa (spontanea)
coincidenza sincronia creazione istantanea

Al livello 2 cominciamo a intravedere il collegamento con i vari


awenimenti, ma non ne abbiamo il controllo; accettiamo e seguia-
mo la guida che ci viene offerta.
Al livello 3 creiamo da soli la nostra realtà, siamo padroni del
gioco cosmico e siamo in sincronia con I'intenzione del cosmo. Ci
liberiamo dell'ego e ci arrendiamo totalmente alla forza universale
che collega ogni cosa.
't

La domanda che mi viene posta più frequentemente durante i


miei seminari è: "Come posso passare dal livello 1 al livello 3?"
La via più rapida per arrivare al livello 3 è quella che passa dal
livello 2. Si tratta di una scorciatoia. Non si arriva al livello 3 soltan-
to lavorando duramente; si passa attraverso il livello 2 imparando a
percepire e ad ascoltare la propria guida interiore e confidando nelle
proprie sensazioni. Ci saranno molti ostacoli e deviazioni obbligate
lungo il percorso. La domanda è: "Chi li ha messi lì?" e la risposta è: ;;
proprio voi! Per poter crescere spiritualmente dobbiamo accettare una :tai

verità fondamentale: "lo che creo la mia realtà".


In altre parole, nulla awiene per caso; nella vita non esistono
coincidenze e non esistono punizioni divine, esistono soltanto causa D
i]

I
k
ed effetto. Si tratta di ciò che viene definito 'karma'. Nel capitolo
seguente ne parleremo in modo più approfondito, esaminando il 'karma' $r
dal punto di vista della fisica dei quanti. Nel momento in cui accet-
tiamo il ruolo di artefici del nostro destino, comprendiamo di poter
t
'l.e

creare quello che vogliamo veramente. 'lnt


t

La domanda successiva, è quindi: "Che cosa vogliamo veramente?"


Se siete al livello 1, ciò che veramente desiderate è la materia.
Inconsciamente cercate sicur ezza!
Volete creare quanta più materia potete.
Se siete al livello 2, ciò che veramente desiderate è sentirvi
bene in ogni momento;a volete essere amati, essere oggetto di atten-
zione, rispetto, fiducia e ammirazione, sentire che qualcuno si pren-
de cura di voi non per i vostri soldi, ma per quello che siete veramente.
Fate del bene agli altri, perché in questo modo otterrete ciò che desi-
derate e riuscire a attirare su di voi I'attenzione della quale avete biso-
gno. Tutto questo rientra nel concetto di amore condizionato.
Inconsciamente volete essere amati e non rifiutati.
Se siete al livello 3, ciò che desiderate veramente è diventare un
tutt'uno con l'universo; vi mettete al servizio della fonte suprema, abban-
donandovi a essa. Ricavate gioia dal fatto di essere quello che siete, libe-
randovi delle paure e facendo scelte basate su ciò che è meglio per la
vostra crescita spirituale. Inconsciamente cercate la comunione.
In questo libro riprenderemo spesso su questo concetto dei tre
livelli. Vediamo come possiamo applicarlo a una situazione reale.
Di recente sono stato in Cina, per visitare quello che è I'ospe-
dale "senza medicina" più grande del mondo. I-lunica terapia che si
utilizza qui è una forma di "meditazione cinese nel movimento"
chiamata Zhi-Neng Qi Gong.
Si tratta di un insieme di movimenti molto semplici che vanno
eseguiti a occhi chiusi visuali zzando il "Ch'i" (o Qi = energia) che flui-
sce attraverso i meridiani (canali energetici).
In questo centro arrivano ogni cinquanta giorni quattromila
nuovi pazienti con le più svariate patologie: cancro, diabete, malattie
cardiovascolari, renali eccetera. La percentuale di guarigione si aggi-
ra intorno al 950/o; la metà di queste persone guarisce completamen-
te e non presenta sintomi apprezzabili, mentre I'altra metà migliora l:ì::
i:'

notevolmente eliminando quasi completamente sintomi e segni evi- j:::


denti della malattia.
Ma qual è il segreto? L
Studiando i risultati ho scoperto quanto segue. \lI
XXTV

I
t
Per un gruppo si trattava di quella che viene definita remissio- rl
ne spontanea o guarigione istantanea. Il processo richiedeva una o due
settimane. Un piccolo gruppo guariva addirittura dopo la prima sedu- I
I

ta; scomparivano rapidamente anche i tumori, benigni o maligni. tfi


Per il secondo gruppo occorreva più tempo e la guarigione richie- tA

deva un periodo di tempo compreso tra 4 e 7 settimane. I membri di


questo gruppo miglioravano gradualmente durante le settimane tra-
scorse in ospedale. Alcuni non presentavano alcun miglioramento;
poi, improwisamente e velocemente si verificava una remissione spon-
tanea, come se avessero dovuto prima rimuovere gli ostacoli presen-
ti sul percorso.
I membri delterzo gruppo seguivano un andamento lento e dove-
vano impegnarsi con costanza, anche dopo la permanenza in ospe-
dale, per poter progiredire ulteriormente.
Laspetto notevole era rappresentato dal fatto che il tipo di malat-
tia non era importante. Anche i bambini affetti da patologie cardia-
che congenite, come la stenosi della valvola mitralica (una valvola car-
diaca ristretta), riuscivano a guarire. Individui rimasti paralizzatt a
cusa di lesioni al midollo spinale riprendevano a camminare. Perso-
ne affette da diabete insulino-dipendente non avevano più bisogno
delle loro iniezioni quotidiane. La cosa fondamentale per queste per-
sone era riuscire ad aprirsi e lasciare così via libera alla guarigione.
Quelli che erano pronti e convinti di guarire, guarivano più rapi-
damente. Più erano congruenti e sicuri, più rapida era la guarigione.
Per coloro che si aprivano ma dubitavano, il processo richiede-
va più tempo. Non appena cominciavano a percepire l'energia e il
miglioramento, la guarigione diventava più rapida.
Infine, c'erano i membri del terzo gruppo: desideravano dispe-
ratamente guarire e questa era la loro ultima speranza, Quando
venivano intervistati dimostravano però, in fondo in fondo, di non cre-
dere alla possibilità di una guarigione. Alcuni non riuscivano a cre-
dere al fatto che una cosa tanto semplice come il Qi GonÉ potesse gua-
rirli, ma dal momento che non conoscevano altro rimedio al quale
ricorrere ed erano decisi ad aprirsi a questa possibilità.
rii

A.
Risultati li
i!
. Livello 1. I risultati non corrispondono agli obiettivi: incon- Ìi
groenza. Aperti a credere in base a prove di fatto. Viuere íl cam-
biomento è importante. X
r
..:

XXV rti
. Liuello 2. Credere con qualche dubbio. Quando i sentimenti
corrispondono a ciò che si crede non vi sono più dubbi. Senti-
re è importonte.
r Liuello 3. Totale congruenza con ciò che si crede. Non c'è biso-
gno di prove, c'è bisogno di fare. Fare è importante.

Che cosa potete ricavare da tutto questo? In che modo affron-


tate la vostra esistenza? Vi occorrono prove per scegliere una terapia
oppure lasciate che la terapia si limiti a dare supporto alla guarigio-
ne innata in voi?
Avremo modo di vedere come questi tre principi influiscono su
ogni aspetto dell'esistenza.
Se vogliamo ottenere il massimo dagli sforzi che compiamo per 1

costruire la nostra felicità, dobbiamo trasformarla in un modo di esse- i


F
re che nulla potrà alterare. E
Possiamo essere tristi, ma sentirci comunque appagati se com-
prendiamo che la tristezzanon è altro che un punto focale della nostra
consapevolezza e che non appena riusciremo a concentrarci nuova-
mente sul nostro essere ritorneremo in armonia e al nostro punto di
quiete.
a
t
I

!
I

'@

s
XXVI

I
Wsw'$mxxm gpxww&w r

Le emozioni
sono energia
in movimento
6

*
*
*
Hmozioni irrisolte: EI
:A

energia prodotta
dai radicali liberi
La nostra uíta sí fondo su ciò che è ragioneuole e di buon
senso: la uerità non è probabilmente né I'una né l'altra cosa.
Christmas Humphreys (Zen Wisdom, Timothy Freke)

er riuscire ad afferrare il concetto di "Equilibrio Emozionale",


occorre capire, innanzi tutto, che cosa è realmente un'emozio-
ne. Dal momento che le emozioni che proviamo rispondono a
determinati stimoli, si basano su modelli di condizionamento e para-
digmi inconsci del nostro passato; raramente derivano da una libera
scelta.
La libera scelta è una decisione conscia. Possiamo dividere le
nostre sensazioni in due categorie: piacevoli/spiacevoli e neutre.
Le nostre distinzioni si basano sul tipo di sensazione piacevole o
spiacevole che proviamo. Questo, normalmente, ci dà I'opportunità di
modificare quella sensazione. Ci dà una maggiore possibilità di scelta.
Alcune persone reagiscono con un atteggiamento che può esse-
re descritto con uno o più dei seSuenti aggettivi - timoroso, nervo-
so, deluso, geloso, preoccupato, colpevole, annoiato, gioioso, irre-
quieto, critico, sospetto, grato, estatico, felice, spensierato, appagato,
entusiasta, speranzoso, riconoscente eccetera. Queste persone vedo-
no tutto bianco o nero, buono o cattivo, corretto o non corretto, e
così via. Altre persone si concentrano esclusivamente sulle loro sen,
sazioni negative e filtrano tutto il resto, eliminandolo. Vedono sem-
pre il bicchiere mezzo vuoto anche quando, in realtà, è mezzo pieno.
Ma, allora, che cosa sono queste emozioni e in che modo pos-
sono diventare tanto potenti da riuscire a tenerci in ostaggio e a con-
trollarci, anziché lasciare a noi stessi il controllo della situazione?
Come possiamo raggiungere una condizione di Equilibrio
Emozionale e imparare a gestire le nostre emozioni?
lJlntelligenza Emozionale è la capacità di individuare, ricono-
scere e accettare le proprie emozioni agendo su di esse, ma in modo
da non reprimerle. In questo modo, le emozioni diventano unaforza
trainante per la soprawivenza e il successo.
Le emozioni indirizzano le nostre azioni verso alcune situazio-
ni: per esempio, quando soffriamo per la perdita di una persona cara,
per un pericolo, per una relazione affettiva, per i rapporti sociali. La
situazione emotiva determina il nostro comportamento.
Pensate a come reagireste se vi trovaste nelbel mezzo di un ingor-
go stradale, dopo avere vinto una cospicua somma di denaro alla lot-
teria o, viceversa, dopo avere trascorso una notte orribile litigando con
vostra moglie ed essendo in ritardo per il lavoro. Reagireste in modo
diverso? La maggior parte di noi probabilmente lo farebbe.
Le emozioni sono alla base delle nostre azioni.

Che cos'è il karma?


Quando parleremo del karma ci renderemo conto del fatto che
la maggior parte delle nostre reazioni emotive negative deriva da que-
stioni irrisolte del passato. Se non facciamo scelte consce, restiamo
intrappolati da quelli che si chiamano "cicli viziosi" o spirali viziose
del karma. Le emozioni, però, possono anche indicarci la giusta dire-
zione e aiutarci a fare scelte più appropriate, che creeranno un
karma positivo. Immaginate, per esempio, che uno sconosciuto (nel
caso specifico, il cassiere di un supermercato) si rivolga a voi urlan-
do e trattandovi in modo maleducato, senza motivo.
Come reagireste? Gli appartenenti a una minoranza etnica rea-
girebbero immediatamente, in base a situazioni già vissute e caratte-
rizzate da atteggiamenti interpretati come razzisti. La risposta di nì::

queste persone potrebbe essere un comportamento estremamente ag- ::t:

glressivo, che varierà a seconda della personalità e della sofferenza


provata. Un altro tipo di persona, invece, smetterebbe, forse, di fre- ì:

quentare più quel particolare supermercato. Altre persone, invece,


i:i;
sporgerebbero reclamo; altre ancora potrebbero risentirne psicologi- !,
camente per molto tempo.
Tutte le rcazioni dipenderebbero, comunque, dallo stato emoti-
vo della mente, in quel preciso momento. La maggior parte delle
persone svilupperebbe comunque una reazione emotiva. fi,A

EQUTLIBRIO trMOZIONALE

I
)

Le emozioni appartengono alla sfera del cttore, mentre la


F
ragione appartiene allasfera fisica (connessioni nervose). Quando le I

emozioni e la ragione non sono in equilibrio fra loro si manifesta lo


stress.
cl
Pertanto, dobbiamo innanzi tutto valutare attentamente le emo- t

zioni.
È quasi impossibile dare una corretta definizione delle emozio-
ni. Spesso vengono descritte come sentimenti; ma I'emozione è dav-
vero un sentimento, oppure è un'etichetta attribuita a determinati
sentimenti?
In base alle mie ricerche, I'emozione è I'associazione che attri-
buiamo a un dato sentimento. Spesso, il sentimento è, di per sé, pre-
valentemente di natura enerEletica, associato a reazioni elettrochimi-
che a livello del sistema nervoso centrale; le reazioni elettrochimi-
che sono secondarie rispetto alle reazioni energetiche.
Ogniqualvolta proviamo un'emozione, si crea in noi un accu-
mulo energetico che deve essere liberato. In altre parole, I'emozione
è, a mio parere, un tipo di energia alla quale occorre dare direzione, l!.:
movimento e azione, indipendentemente dalla sua origine. I-lorigine, ::.1

o stimolo, non è, di fatto, importante - è il modo in cui noi utiliz-


ziamo questa enerplia, che fa la differenza.
Provare emozioni è un lato della medaglia, mentre esprimerle,
facendo circolare o dissipando I'energia coinvolta, è un altro. Tutte le
emozioni attribuiscono un secondo significato ai sentimenti, dotan-
do il sentimento stesso della carica necessaria all'azione. Questa può
tradursi in un pianto o in una risata che, a volte, riescono a elimina-
re o alleviare la tensione. Le emozioni ci spingono anche verso altri
tipi di azione: espressione, fuga, confronto...
Il problema è rappresentato dal fatto che non è sempre possibi-
le lasciar trasparire le proprie emozioni, in quanto potrebbero tra-
dursi in un comportamento socialmente inaccettabile come colpire Lr1

qualcuno, rubare, stuprare, assumere un atteggiamento infantile e lii:

così via. Per questo motivo impariamo a reprimere le emozioni fin dai
primi anni di vita, in modo da poterci adattare allo stereotipo creato,
per noi, dai nostri genitori. .{iit
Possiamo adottare diverse strategie per reprimere le emozioni:
ii{
a Negazione (non riconoscere il sentimento). ,b::i
gì'
a Razionalizzazi one ( dissociare ).
a Banalizzazione (sminu i re ). nt

i':..:

CAP. 1 trMOZION] TRRTSOT,TFJ


i::::i
i'ìr'
l:.:

I
.J

. Pensiero positivo (può essere un insieme di tutte le precedenti).


r Resistenza (non accettare).
t
.

Per poter comprendere che cosa awiene quando sopprimiamo


le emozioni, dobbiamo approfondire il concetto di circolazione ener- i
getica.
In agopuntura, praticata dai medici cinesi da oltre 5000 anni, si
procede in base alla teoria secondo la quale ogni organo produce un
tipo specifico di energia, definita anche "Ch'i". Il Ch'i viene traspor-
tato a 100 trilioni di cellule e tessuti positivi in tutto l'organismo attra-
verso un sistema complesso che prende il nome di meridiani. Les-
senza dell'energia è diversa a seconda dell'organo nel quale viene pro-
dotta.
Lenergia del fegato ha un livello vibrazionale diverso da quello
dell'energia del rene. I cinesi hanno descritto la qualità dell'energia
in rapporto alla collocazione naturale. Per esempio, I'energia del re-
ne e della vescica ha una caratteristica fredda e malleabile, che viene
descritta come acqua. Uenergia del fegato e della cistifellea è più
flessibile, imprevedibil e, caratterizzata da rapidi cambiamenti e viene
definita legno (il legno, infatti, ricorda le caratteristiche dei germo-
gli e delle giovani piante).
I cinesi distinguono cinque elementi fondamentali: Fuoco, Terra,
Metallo, Acqua e Legno. Il concetto più interessante che possiamo
ricavare dalla medicina tradizionale cinese è il modo di descrivere il
collegamento con le emozioni.
Basandosi su meticolose osservazioni effettuate nel corso di
migliaia di anni, i cinesi hanno concluso che le emozioni producono
un effetto diretto sul flusso energetico del corpo. Specifici tipi di emo-
zione influenzano particolari meridiani e organi. Quando le emozio-
ni non vengono gestite adeSuatamente si trasformano in energia dan-
nosa e incontrollata che io definisco energia prodotta dai radicalí líbe-
ri, per analogia con i radicali liberi prodotti durante il metabolismo,
in mancanza di antiossidanti.

Le emozioni, o sentimenti irrisolti, si comportano


come I'energia prodotta daí radicali liberi
Influiscono sui corrispondenti organi o tessuti. Per tradurre que-
sto concetto dell'agopuntura in termini più pratici, vediamo alcuni
esempi. tr
r:.4

EQUILiBRiO EMOZiONALE

I
ù

Una frustrazione di vecchia data, gestita in modo inadeguato,


può provocare calcoli o malattie della cistifellea.
t
I-lincidenza dei calcoli alla cistifellea è molto più elevata tra le
donne obese che hanno tentato ogni tipo di dieta, che non tra le donne 'c1
obese che non hanno mai tentato alcuna dieta, né sperimentato alcun I

programma per il controllo del peso.


La mia opinione è che, in questo caso, si possa individuare un
collegamento con il sentimento di frustrazione.
Uansia cronica e le preoccupazioni influiscono sul meridiano
dello stomaco e possono portare all'ulcera gastrica, alla gastrite
eccetera. Secondo alcuni studi recenti, il fatto di preoccuparsi aÉisce
sul sistema immunitario e può renderci più vulnerabili alle infezio-
ni. Negli ultimi anni, le ulcere dello stomaco sono state attribuite
alla presenza nello stomaco stesso del batterio Helicobacter Pgloris
e sono state trattate "con successo" con gli antibiotici. Raramente
nella medicina occidentale viene ricercata la vera causa: perché siamo
divenuti così vulnerabili a questo batterio?
Parliamo dal presupposto che gli scienziati occidentali abbiano con-
dotto osservazioni accurate sul collegamento tra emozioni ed energia;
esiste qualche evìdenza nella letteratura scientifica occidentaie?
Il dottor Deepak Chopra, uno dei pionieri che hanno rivalutato
le più antiche e preziose conoscenze scientifiche, ogsi confortato dai
più recenti studi, parla di quello che viene definito "corpo quantico
meccanico". Secondo il suo insegnamentol si tratta di una struttura
di controllo che risponde immediatamente ai nostri più impercetti-
bili pensieri ed emozioni. Non è localizzatanella dimensione spazio-
tempo, ma è molto più astratta e si estende in ogni direzione come
un campo.
Non possiamo vedere il nostro corpo quantico perché è intera-
mente costituito da lievi vibrazioni e fluttuazioni del campo, ma pos-
siamo prenderne coscienza.
Più avanti vedremo come si entra in sintonia con 1o spazio quan-
tico. È importante sottolineare che quando parliamo di vibrazioni fac-
ciamo riferimento a un concetto energetico. Lenergia segue alcune
semplici leggi, una delle quali afferma che I'energia stessa non sva-
nisce, ma può cambiare forma. Può trasformarsi in materia, ma non
può dissolversi; rimarrà sempre una memoria o campo energetico.

Deepak Chopra, Perfect Health.

CAP. 1 _ EMOZIONI IRRJSOLTE


Un altro pioniere dei nostri tempi è il prof. William Tiller,
Ph.D. Nel suo libro Science and Human Tlonsformation lLa scienza
e la trasformazione umanal egli affronta il tema delle energie sottili
e della coscienza.
Secondo alcuni, Tiller è un altro "Einstein della scienza". È sicu-
ramente uno dei maggiori scienziati al mondo, specializzato nella
struttura della materia, ed è stato per oltre trent'anni professore all'u-
niversità di Stanford, presso il dipartimento di scienza della materia.
Ha condotto ricerche nei più svariati settori: omeopatia, yoga, ei GonS,
meditazione, laser, per citarne solo alcuni. Ha creato un modello rivo-
luzionario, che porta la scienza a un livello completamente nuovo, Ha
proseguito il lavoro da dove Einstein lo aveva lasciato e ha scoperto
che le informazioni viaggiano più velocemente della luce. Entriamo
così nella "scienza da Star Trek", il cosiddetto iperspazio.
Nel capitolo 6 approfondiremo ulteriormente le ramificazioni
del suo lavoro, quando esamineremo il sistema dei meridiani e dei
chakra. Per il momento affermiamo soltanto che le informazioni (e
le emozioni sono un tipo di informazione) condizionano la materia e
che i meridiani esistono veramente e trasportano dawero energia in
tutto il nostro corpo. Chiunque voglia negarlo non dimostra alcuna
apertura verso l'evidenza scientifica, perché è bloccato dalle sue opi-
nioni personali. In altre parole, le emozioni sono essenzialmente di
natura energetica e se la loro energia non segue il suo percorso
naturale, può ritorcersi contro di noi.
Se pensiamo alle principali cause di morte nella società occi-
dentale, constatiamo che le più gravi sono le cardiopatie. Il principa-
le fattore di rischio non è I'alimentazione, bensì l'insoddisfazione, l,in-
felicità e la frustrazione. La corrispondenza, in medicina cinese, è con
l'elemento legno, il fegato e la cistifellea.
Il legno alimenta il fuoco (cuore); quando il legno è umido a
causa delle emozioni che abbiamo elencato, l'elemento fuoco diven-
ta debole e il fuoco non riesce ad autoalimentarsi. Il fegato e la cisti-
fellea giocano un ruolo importante nel metabolismo del colesteroro
e dei grassi.
Il fatto che il colesterolo "impazzisce", non non dipende da
problemi alimentari, ma da squilibri emotivi. Lindustria farmaceuti-
ca guadagna miliardi producendo farmaci che abbassano il livello di
colesterolo senza neppure mai sfiorare la vera causa del problema. Il
rimedio migliore per il nostro cuore consiste nel "lasciar correÍe,, e
nel sapere accettare. È quello che, in giapponese, si chiama ,,shofa-

EQUILIBRIO EMOZIONALE

I
)

nai". In sostanza, occorre accettare quello che non possiamo cambiare


e agire su ciò che possiamo influenzare!
k
La Prevention Magazine ha pubblicato un libro dal titolo The
Complete Guide to Your Emotions and to Your Health [La guida com- iCt
pleta alle vostre emozioni e alla vostra salutel (Rodale Press, 1986) {
che è ricco di fatti interessanti per i non addetti ai lavori.
Una delle pubblicazioni fondamentali sulle malattie cardiache e
sulle emozioni è stato il libro Type A Behauíor and Your Heart lIl
comportamento del tipo A e il cuorel scritto da due medici, Meyer
Friedman e Ray H. Rosenman, entrambi specializzati in cardiologia.
Essi hanno riscontrato che le personalità di Tipo A evidenziano
un rischio più elevato di contrarre patologie cardiache mortali. La
tipica personalità estrema, di Tipo A, è una persona impaziente, irri-
tabile, aggressiva, che parla in fretta ed è solitamente il tipico "dro-
gato da lavoro".
Si tratta, generalmente, di individui che lavorano duramente
(livello 1) e sono al livello della felicità competítiua. Non si rilassano
neppure quando giocano con i propri figli; sono automotivati e
ambiziosi e cercano di far rientrare quante più attività riescono nel
minor tempo possibile. "ll tempo è denaro" e "Limportante è vince-
re" sono i loro motti preferiti. Si può essere un Tipo A estremo o mode-
rato. Queste persone amano lavorare duramente e hanno inventato il
termine "power-lunch" [che significa, in altre parole, nutrirsi di po-
tere]: di solito mangiano velocemente, guidano velocemente, sono
sempre di fretta e decisamente non amano la meditazione.
La buona notizia per le persone di Tipo A è che il loro non è un
difetto geneticamente trasmesso. Non è nient'altro che un modello
di comportamento acquisito che può essere modificato. La caratteri-
stica più importante di queste personalità è la loro facilità alla rabbia
e all'impazienza, che viene impiegata come energia motrice nella car-
riera professionale; in ambito aziendale la si può notare spesso, soprat-
tutto tra alcuni dirigenti vecchio stampo, che vengono definiti "di-
nosauri". Nella medicina cinese queste personalità si chiamano Tipo
il
Yang/Legno. Dovrebbero imparare ad adattarsi ai loro ritmi e, anzi-
ché lavorare senza sosta, imparare a lavorare in modo intelligente e
più intuitivo; non avere reazioni incontrollate, ma imparare ad
ascoltare. Quando riusciranno ad attuare questo cambiamento, man-
geranno più lentamente, attenderanno pazientemente in coda a uno
sportello o in mezzo al traffico, parleranno più lentamente e ascolte-
ranno dawero, interessandosi alla persona che sta loro di fronte. Diven- R
*
CAP. 1 _ EMOZIONI IRRISOLTE
''
teranno meno egocentrici. Un fatto significativo è che il fattore respon-
I
sabile delle malattie cardiache non sono l'elevato coinvolgimento nel
k
lavoro, oppure il senso di urgenza in termini di tempo. Lingredien-
te fondamentale è I'ostilità. \C]
Lostilità è dawero negativa - non soltanto rappresenta il prin- t
cipale fattore di rischio di malattie cardiache, ma è anche associata a
un maggior rischio di morte, per molte altre cause. Questa ostilità si
fonda sulla sostanziale mancanza di fiducia nella natura umana e nei
suoi propositi. Si basa sull'affermazione profetica, che puntualmente
si awera o che, comunque, è una diffusa credenza, in base alla quale
gli esseri umani sono fondamentalmente cattivi, pronti a giudicare,
tradire e maltrattarel Nel prossimo capitolo vedremo come tutte le
affermazioni che sono vere e proprie credenze siano anche afferma-
zioni profetiche che si awerano.
Uno studio condotto dal Dr. Williams e dai suoi collaboratori,
presso la Duke University, ha valutato il livello di ostilità e il com-
portamento di Tipo A in 400 soggetti. I soggetti dello studio furono
sottoposti anche ad altri test per la ricerca di placche ateroscleroti-
che. Il livello di ostilità si è rivelato un fattore di previsione per le
malattie cardiache assai più preciso rispetto ad altri modelli del com-
portamento di Tipo A. Il 70 percento costituito da soggetti con un
notevole livello di ostilità presentava placche aterosclerotiche, a dif-
f.erenza del 50 percento, caratlerizzato invece da un livello di ostilità
ridotto. In altri studi è stata dimostrata un'incidenza dell'infarto sei
volte superiore nei soggetti che avevano un livello di ostilità assai
elevato: in conclusione, quindi, sembrerebbe che la giusta strategia
sia quella di imparare a rilassarsi.
Le migliori terapie per i tipi Yang/Legno sono la meditazione,
il Qi Gong, il Tai Ch'i, lo yoga, le camminate all'aria aperta, l'ascolto
di musica rilassante, la vocalizzazione e le altre tecniche di rilassa-
mento.
Le condizioni Yang si riportano in equilibrio con la terapia Yin.
Vi descriverò alcuni particolari agopunti che placheranno I'e-
nergia Yang/Legno, se stimolati in combinazione con specifiche
affermazioni.
Spero che sia oramai chiaro che I'ostilità, espressa o repressa, è
originata da una debolezza nell'energia Legno e influenza sempre e
comunque I'individuo. Quando riusciamo a rallentare il passo diven-
tiamo meno reattivi e rientriamo nel livello 2. Questi esercizi e ago-
punti vi aiuteranno a effettuare la transizione.

10 EQUILIBRIO EMOZIONALE
Oggi è risaputo che 1o stress innalza i livelli di coiesterolo. È
stata evidenziata una correlazione tra tensioni quotidiane e tensioni
nervose e sbalzi notevoli del colesterolo. La buona notizia è che il
tocco diretto, come il massaggio, I'abbraccio e le carezze nonché le C1
interazioni sociali, riesce a sconfiggere lo stress. I

Il dr. James Lynch, Ph.D., del centro per lo studio della psicofi-
siologia umana presso la facoltà di medicina dell'università del Mary-
land a Baltimora, ha scoperto che tra le persone che vivono da sole vi
è un'incidenza assai più elevata di malattia e di morte prematura. Sono
stati inoltre trovati alcuni collegamenti tra cancro e isolamento.
Il cancro è un altro spietato "killer" dell'umanità.
La dottoressa Joan Borysenko, Ph.D. della facoltà di medicina
dell'università di Harvard è psicologa e biologa cellulare e lavora con
un gruppo di medici che studia il collegamento tra la personalità e il
cancro. La dottoressa ha scoperto, nel corso della sua ricerca, che gli
individui che tendono a sviluppare il cancro, solitamente hanno avuto
un rapporto insoddisfacente con i genitori.
I1 dottor Richard B. Schekelle, PhD, professore di epidemiolo-
gia presso la Scuola per la Salute Pubblica dell'università del Texas a
Houston, ha scoperto che in un gruppo di soggetti maschi, coloro che
manifestavano un elevato livello di depressione sviluppavano due volte
di più alcune forme di cancro, rispetto ai membri del gruppo che,
invece, mantenevano un maggiore controllo. È stato dimostrato che
la depressione è associata a una meno efficace risposta del nostro siste-
ma immunitario. Gli individui che avevano meno paure e meno
ansia evidenziavano una risposta immunitaria meno ridotta rispetto
a quelli che erano più esposti allo stress.
Altri studi hanno dimostrato che buona parte delle vittime del
cancro sono persone che hanno perso ogni opportunità di esprimer-
si in modo creativo. Tra le circostanze più comuni possiamo citare il
pensionamento, la morte del compagno, l'abbandono della casa da
parte dei figli, I'interruzione improwisa di un'attività sportiva o di
un hobby eccetera. Altri studiosi hanno scoperto che anche il fatto di
reprimere la rabbia costituisce un fattore di rischio significativo. Molte
persone non sono capaci di esprimere la propria rabbia od ostilità
per difendersi nonostante siano invece pronte a farlo per difendere
gli altri o una giusta causa. Nel caso del cancro del seno, è stato riscon-
trato che la percentuale di donne più inclini alla rabbia era maggio-
re tra quelle affette da tumore maligno che non tra quelle che pre-
sentavano forme tumorali benigne.

CAP, 1 EMOZIONI IRRISOLTE 11


t
E interessante notare i seguenti risultati: le donne affette da
tumori maligni erano molto dispiaciute per la loro rabbia, anche quan-
k
do ritenevano di essere nel giusto, mentre le donne che avevano forme
tumorali benigne tendevano ad arrabbiarsi e a rimanere arrabbiate. tcl
Le donne che, invece, non avevano alcuna forma di tumore, né beni- t
gno né maligno, di solito esplodevano in un attacco di rabbia e poi si
rilassavano. Esse erano, infatti, capaci di riportare la loro attenzione
e le loro energie su questioni più piacevoli.
Un altro aspetto sul quale emozioni e atteggiamenti influisco-
no notevolmente è la lonSevità. Da molti anni sappiamo che le per-
sone che si mantenpiono fisicamente attive hanno un'aspettativa di
vita mediamente superiore di sette anni rispetto a chi conduce una
vita tendenzialmente sedentaria (Preventive Medicine, 1972; I:I09-
2I).Le persone che praticano un'attività fisica sono meno esposte alla
depressione e all'ansia e manifestano una migliore efficienza menta-
le, una maggiore autostima e una migliore qualità del riposo; sono
più rilassate, spontanee, entusiaste e, infine, si accettano di più (Jour-
nal of Clinical Psychology l97l;27:4II-12).
Io sono convinto del fatto che l'esercizio fisico sia un buon meto-
do per agevolare il flusso dell'energia attraverso i meridiani. Possia-
mo meglio descrivere i meridiani come torrenti di elettricità che attra-
versano il nostro corpo. Le emozioni irrisolte sono simili a grossi massi
che facciamo cadere in questi torrenti, ostacolandone il flusso. Con 1'e-
sercizio fisico aumentiamo la portata del torrente e rendiamo più
agevole la rimozione di massi e ostacoli. Alcuni esercizi specifici per
il flusso energetico, come il Qi Gong, il Tai Ch'i la meditazione, pos-
sono influire ancora più notevolmente sullo stato emotivo di una per-
sona.
Nel corso delle mie ricerche ho anche avuto modo di dimostra-
re che il fumo e le altre forme di dipendenza non sono mai di natura
fisica, ma sempre di natura emozionale. Il fumo è uno dei modi miglio-
ri per reprimere le emozioni e per liberare una maggiore quantità di
energia prodotta dai radicali liberi. È più facile superare l'assuefazio-
ne alla nicotina con I'aiuto di particolari tecniche di agopressione, che
rimuovono dai meridiani i blocchi creati da anni di repressione delle t:
i'l
emozioni. Tra i fumatori è maggiore f incidenza di depressione e di :j

suicidio (Acta Psychiatr. Scand. Suppl. 1995; 272:16-22). i,:.1

Dovrete liberarvi da ogni tipo di dipendenza,pu riuscire a rimuo-


vere tutti i blocchi che si frappongono tra voi e l'Equilibrio Emozio-
nale. I-equilibrio delle emozioni è un fattore essenziale per la longe-
R
tra

12 EQUILIBRIO EMOZIONALE

I
vità. Alcuni studi sull'invecchiamento hanno dimostrato, al di là di ogni
dubbio, che le caratteristiche emotive che fanno prevedere una mag-
giore longevità sono soprattutto il fatto di sentirsi collegati agli altri,
di avere uno scopo nella vita e di essere curiosi. In uno studio scandi-
C]
navo condotto su 1062 soggetti di 67 anni e oltre, la salute fisica e l

l'attività erano generalmente i principali fattori predisponenti a una


maggiore longevità. Tuttavia, per la previsione della soprawivenza tra
i più giovani, la salute mentale era un fattore ben più determinante
della salute fisica, dell'ambiente sociale, della mobilità e della vita spi-
rituale (Scandinavian Journal of Social Medicine 1996; 24:90-101).
Secondo un altro studio, I'autostima, i legami sociali e la sod-
disfazione esistenziale sono altrettanto importanti (Arch. Family Medi-
cine, 1997; 6:67-70).
La salute emotiva e psicologica è un efficace strumento di pre-
visione per la mortalità (Health Psychology, 1995; 14:381-7). Lo stu-
dio del gruppo "12 Centaurus" ha evidenziato i seguenti temi comu- ,:l
ni: il rapporto con gli altri, un senso di produttività e di valore e ia
fede in Dio (Journal Holist. Nurs. 1997; 155:199-213).
I risultati da me ottenuti, studiando persone che mantenevano
buone condizioni fisiche anche in età avanzata, hanno evidenziato che
il fattore più determinante, e comune a ognuna di loro, era la capa-
cità di affrontare le difficoltà, le perdite e le fasi alterne della vita.
In questo modo arriviamo a formulare la prima legge dell'E-
quilibrio Emozionale, owero accettare ciò che ci accade senza per-
dere di vista quello che possiamo fare per dare il via al cambiamento
vivendo sensazioni di impotenza e vittimismo riuscirete sicuramen-
te a creare problemi al vostro sistema immunitario, che reagisce esat-
tamente allo stesso modo del vostro stato mentale. È collegato al vostro
modo di sentire attraverso quello che viene definito "anello fisiologi-
co cibernetico". A seconda di come vi sentite, il vostro stato energe-
tico e ilvostro stato biochimico/fisiologico si modificano. In altre paro-
le, se siete depressi anche il vostro sistema immunitario 1o è e potrà
quindi essere sconfitto dagli invasori esterni o dalle mutazioni cellu-
lari (cancro o tumori benigni).
Se siete affetti da vittimismo, anche il vostro sistema immuni-
tario perde ogni capacità di difendersi e può subire un crollo. Se
dentro di voi nascondete la tendenza cronica ad accumulare emozio-
ni irrisolte di rabbia, il vostro fegato soccomberà allo stress e il vo-
stro corpo non riuscirà a disintossicarsi in modo efficace. Questo potrà
portare alla fatica e poi, a completare il ciclo, seguirà la depressione.

CAP. 1, EMOZIONI iRRISOLTE t.J


Credo che la conclusione sia owia: le emozioni irrisolte si ri-
voltano contro di voi e provocano danni a tutti i vostri sistemi (orga-
ni e tessuti).
Alcuni ricercatori hanno stimato che il 90%o di tutti i problemi
cl
fisici ha radici psicologiche. Non credo, peraltro, che si tratti di un'e-
sagerazione. Al contrario, potrebbe essere addirittura una stima pru-
dente!
Disponiamo di prove sufficienti che confermano che la nostra
dimensione fisica risente, nel bene e nel male, dell'influsso delle emo-
zioni.
Se ripensate alla percentuale di guarigione da malattie croni-
che (970/o in un periodo compreso tra 30 e 50 giorni) ottenuta grazie
a una semplice terapia mente-corpo, come il Qi Gong, allora concor-
derete sul fatto che la mente ha un effetto notevole, quando viene
utilizzataper indirizzare le nostre energie. Questo è I'unico vero scopo
del Qi Gong: indirizzare nuovamente le energie del nostro corpo e
ridare armonia a tutti i sistemi.
Dove l'energia fluisce, diminuiscono e scompaiono i blocchi emo-
zionali. Uno dei più frequenti effetti collaterali del Qi Cong è la feli-
cità, che è tipica della maggior parte dei terapeuti. Questa condizio-
ne di appagamento è, per la maggior parte di loro, una sensazione
del tutto nuova e un valido motivo per voler continuare a praticare
la terapia.
Per me, e per altri ricercatori, è evidente che la mente è il più
potente strumento di guarigione di cui I'umanità possa disporre.
Attraverso alcune tecniche come l'agopressione, il Qi Gong, la
meditazione, I'autoipnosi, il bio-feedback, il reiki e il tocco terapeu-
tico, possiamo pervadere il nostro cervello di immagini e messaggi
positivi di guarigione che verranno da esso tradotti in termini di bio-
chimica, il linguaggio del corpo.
Come potete dedurre dai concetti appena esposti, I'energia è la
matrice formante della materia. Quando è presente dell'energia pro-
dotta dai radicali liberi, derivante da emozioni irrisolte, ne consegue
una totale disarmonia.
Questa disturba i campi elettrici delle cellule e produce un caos
biochimico che influisce sull'integrità del sistema e rende più vulne-
rabili alla malattia.
D'altro canto, ogni forma di malattia rappresenta un segnale che
vi invita a ricercare, in profondità, la vera causa. Anche un banale
raffreddore vi suggerisce di guardare dentro di voi e di verificare quale

I4 EQUILlBRIO trMOZIONALE

I
@

k
tipo di stress dovete combattere. Quali emozioni sono irrisolte?
cosa vi turba? Per quale motivo siete ansiosi, preoccupati o spaven-
Che
*
k
tati? Qual è il vostro livello di autostima? Vi sentite vulnerabili,
attaccati o minacciati? E(
Dove si nascondono ie vostre paure in questo momento della :A

vostravita? Siete concentrati sulla realizzazione di un processo di cre-


scita spirituale e volete scoprire chi siete veramente?
Ogni fonte di disagio rappresenta, dal mio punto di vista, una tur-
bolenza. La turbolenza è provocata da emozioni irrisolte. Se non
prenderete prowedimenti (e vi dirò come, in seguito) presto o tardi vi
ritroverete ad attraversare nuovamente la stessa turbolenza.
Lo stress non nasce da fattori esterni ma dal modo in cui i fat-
tori esterni riescono a influire sui vostri fattori interni.
Per concludere, una citazione dal libro del dottor Wayne Staging
on the Poth lRestare sul percorsol:

Le círcostanze in cui ui uenite a trouare non determinano


come sarà la uostra uita; riuelano il tipo di immagini che uoi
auete scelto, fíno o questo momento.

CAP. 1 _ EMOZIONI IRRISOLTtr


rt
mf

I nostri "trigger"
ooa
sono prorezronr
del mondo interiore
Uno studente uenne al monastero alla ricerca della uerità del
Buddismo.
"Perché sei uenuto al monastero?" chiese il maestro.
"Perché trascuri íl tesoro prezioso che conserui nella tua ca-
sa?"
"Qual è il mio tesoro?" chiese I'adepto.
"Colui che fa la domanda è il tesoro" replicò il maestro.
Christmas Humphreys (Zen Wisdom, Timothy Freke)

fTlutti i grandi maestri del nostro tempo affermano lo stesso prin-


I cipio: "Noi stessi siamo gli artefici della nostra realtà". Per la
I maggior parte di noi, però, si tratta di un'affermazione molto dif-
ficile a credersi. Se fosse vero, infatti, perché mai creeremmo tanta
miseria, guerre, povertà e sofferenza?
Per riuscire a capire che tutto quello che awiene nel mondo
esterno (macrocosmo) altro non è che una proiezione di ciò che awie-
ne nel nostro mondo interiore, dobbiamo addentrarci maggiormen-
te nel campo della moderna scienza dei quanti. Nel capitolo 1 abbia-
mo già parlato di energia e di campi. Le emozioni, le opinioni e altre
caratteristiche non materiali come l'intuizione, le pulsioni, la moti-
vazione, la creatività e la saggezza, derivano dal caos dinamico del
nostro corpo energetico. Questo, trovandosi in una determinata con-
dizione vibrazionale, interagisce con altri campi energetici.
Vediamo di esaminare più a fondo le implicazioni di questo
concetto. Sappiamo che la materia è composta per il 99,999 0/o di
spazio e soltanto per lo 0,0001%o di atomi. Ciò che vediamo è un'il-
lusione creata dalle oscillazioni degli atomi. È come guardare un
film - grazie alla velocità della pellicola i movimenti appaiono fluidi
e reali sullo schermo; in realtà, si tratta di pura illusione.
Lo spettro elettromagnetico è talmente vasto che va al di 1à ddel-
la nostra immaginazione. La luce visibile corrisponde a meno di un
centomiliardesimo di questo spettro. Ciò che vediamo è nulla, se para-
gonato a ciò che non siamo in grado di vedere. Le cose che vediamo
vengono interpretate diversamente perché il nostro modo di filtrare
le informazioni si basa su passate esperienze e associazioni.
Le percezioni non sono nient'altro che una distorsione sogget-
tiva di quanto percepiamo come dawero esistente. Ecco perché I'e-
sperienza di una situazione accidentale sarà diversa per ciascuno degli
individui coinvolti. Se ci affidiamo esclusivamente ai cinque sensi la
nostra rappresentazione della realtà è decisamente limitata. Ogni esse-
re umano è stato dotato di altri sensi, oltre ai cinque fisiologici: se
riusciremo ad avere una maggiore consapevol ezza di questi altri sensi
e a utllizzarli, allora potremo passare al livello 2, che è un livello di
maggiiore intuizione. A questo livello cominciamo, infatti, a percepi-
re una risonanza totalmente diversa da quella del livello 1, nel quale
predominano i nostri sensi più primitivi.
Si è scoperto che ogni individuo, attraverso il proprio campo
energetico, interagisce con i campi energetici degli altri esseri viven-
ti e con gli stimoli dell'ambiente.
Possiamo anche essere condizionati negativamente dai campi
elettromagnetici provenienti dalle apparecchiature elettriche. Una fra-
zione delle informazioni energetiche alle quali siamo esposti entra nel
nostro campo energetico e ci rendiamo conto di questo attraverso i
nostri sensi, i nostri pensieri o I'intuizione.
La maggior parte dei campi energetici che produce un effetto
su di noi, rimane al di fuori della nostra percezione. Questo impre-
visto "input" di informazioni può anche essere originato da altre per-
sone. Alcuni individui, pur con le migliori intenzioni, possono influen-
zarci con i loro pensieri, le loro preoccupazioni e le loro preghiere.
Nel suo studio sul campo energetico umano la dottoressa Valerie Hunt
ha registrato le onde cerebrali, le risposte galvaniche dell'epidermi-
de, il battito cardiaco, le modificazioni della pressione sangiuigna e
delle contrazioni muscolari dei propri pazienti, mentre alcuni letto-
ri di aura rilevavano le modificazioni del campo energetico.
La dottoressa Hunt scoprì che i cambiamenti awenivano nel
campo energetico, prima che in ogni altro sistema (Townsend Letter
for Doctors, n. 150, pag.124-26).

18 EQUILIBRIO EMOZIONALtr
A questo punto, è forse opportuno cercare di capire meglio
cosa significhi "essere artefici della propria realtà".
Un tipico esempio è il nervosismo che precede gli esami. Si trat-
ta di una forma di stress molto diffusa, con una causa evidente. Una
lieve tensione o ansia è normale, durante gli esami; aiuta lo studente
a concentrarsi e a darsi un ritmo di studio.
Sono molto frequenti cali di attenzione transitori che possono
durare da poche ore fino a una settimana o più. Nella mente di molti
studenti, però, può prendere forma il pensiero o la convinzione
negativa che gli esami andranno male, o che saranno troppo diffici-
li. Questi soggetti cominceranno a temere di "non riuscire a ricordare
nulla" e questo, sovente, evocherà in loro sintomi quali paura,
insonnia, calo dell'appetito, disturbi di stomaco, nausea, irrequietez-
za, minzione frequente, cefalea, attacchi di aggressività, irritabilità e
vertigini. Tutto ciò potrà influire in modo molto negativo sulle loro
prestazioni. In alcuni casi lo stress sarà talmente forte da portarli al
ritiro dagli esami o al rifiuto di eseguire le prove, a giravi attacchi di
panico, a insonnia o ipersonnia, alla perdita dell'appetito o ad attac-
chi di fame compulsiva.
Per alcuni la paura diventerà realtà e non supereranno dawero
l'esame, trovando così conferma alle loro convinzioni negative.
In altre parole, la paura può materializzarsi, originando una
situazione indesiderata. In questo caso, 1'esame è I'evento "trigger" o
fattore scatenante, che risveglia questioni irrisolte presenti dentro di
noi e ci stimola ad agire di conseguenza, producendo una realtà che
si basa sul passato e non sul presente.
Continuando il nostro percorso di costruzione di una realtà
microcosmica, scopriamo che i nostri pensieri, le nostre credenze e
le nostre percezioni condizionano ogni singola cellula del nostro corpo.
Riuscire a comprendere il potere delle nostre emozioni è il segre-
to della nostra salute. La salute o la malattia possono essere conse-
guenza di pensieri o atteggiamenti particolarmente ricorrenti.
I "trigger" [ett. meccanismo di innesco, grilletto] sono stimoli
che provengono dall'ambiente esterno o dal nostro intimo ecco per-
ché dobbiamo cercare di capire in che modo questi fattori scatenan-
ti agiscono sul nostro organismo.
Lo studio della psiconeuroimmunologia si propone di ricercare
il collegamento tra mente-emozioni e sistema immunitario. Il siste-
ma nervoso centrale e il sistema immunitario sono tra loro collega-
ti in due modi.

CAP. 2 _ I NOSTRI'TR]GGER'' l9
Nel primo, ogni pensiero viene tradotto in un linguaggio bio-
chimico sotto forma di neuropeptidi. Il nucleo centrale della materia
è costituito da un fondamento di informazioni (paradigmi energeti-
ci). Il corpo energetico e il suo campo rappresentano I'impronta
sulla base della quale si fonda il corpo fisico. Le ricerche condotte
dalla neurobiologa Candace Pert hanno dimostrato che i pensieri e i
ricordi dotati di carica emotiva stimolano il corpo a produrre neuro-
peptidi diversi.
I ricercatori dell'istituto di matematica cardiaca (a Boulder, Colo-
rado) hanno scoperto che le emozioni positive fanno salire i livelli di
oHoa (un ormone che favorisce il rinnovamento cellulare e combatte
lo stress) e di IgA (immunoglobuline di tipo A), mentre le emozioni
negative provocano la diminuzione di entrambi.
I neuropeptidi non agiscono soltanto a livello cerebrale, ma anche
su organi, ghiandole, cellule e tessuti.
Ogni pensiero che ci attraversa la mente e ogni emozione che
proviamo, viene comunicato a ogni singola cellula del nostro corpo.
Inoltre, secondo quanto abbiamo già visto nel capitolo 1, gli organi
possono immaSazzinare anche informazioni emozionali. Oggi, que-
sto risulta confermato da ciò che awiene, ormai reEiolarmente, negli
ormai frequenti trapianti di organi.
Il libro di Paul Pearsall The Heort\ Code lIl codice del Cuorel
(Broadway Books, 1998) descrive 73 casi di trapianto di memorie coin-
cidenti con altrettanti trapianti cardiaci.
In una circostanza, un caso di omicidio fu risolto proprio per-
ché il trapianto del cuore coincise con il trapianto della memoria.
Nel libro troviamo numerosi esempi di questo tipo - dalla signora
anziana che cominciò a provare un irresistibile desiderio di birra e
hamburger, proprio come il suo donatore, all'utllizzo di parole e lin-
gue che il trapiantato non aveva mai parlato, ma che erano state del
tutto naturali per il donatore. I-lelenco degli esempi descritti è infi-
nito. Pearsall suggerisce che le cellule comunicano elettromagneti-
camente e che la memoria può essere preservata in ogni cellula.
In questo modo, ogni cellula diventa un ologramma delf intero
corpo umano. Non è più sostenibile il concetto secondo il quale una
cellula cardiaca è soltanto una cellula.
Possiamo oggi affermare che tutti gli organi e le cellule custo-
discono informazioni emozionali.
Il sistema nervoso centrale si collega al sistema immunitario
anche attraverso il sistema nervoso autonomo, suddiviso a sua volta

20 EQUILIBRIO EMOZIONALtr
in due parti: il sistema nervoso parasimpatico (pNs) e il sistema ner-
voso simpatico (sNs). Essi rappresentano 1o Ying e 1o Yang del siste-
ma nervoso. Il pNs è la parte Yin che promuove la crescita, la rigene-
razione e I'assimilazione e lavora al meglio durante il rilassamento e
il riposo. È il nostro modo di creare un cuscinetto che ci aiuta a
superare i momenti di stress.
Il sNs è un sistema reattivo che tiene sotto controllo gli stimo-
li esterni, quali rumore, calore, dolore eccetera, adattandosi ad essi.
I1 sNs fa parte dei nostri meccanismi di soprawivenza e può prepa-
rarci istantaneamente a un'azione muscolare intensa. Il sistema para-
simpatico è rivolto interiormente alle nostre emozioni e percezioni,
mentre il sistema simpatico rivolge la sua attenzione all'esterno. Nel
corso dei secoli, il ruolo del sNs è diventato predominante in conse-
guenza dell'accelenzione dei ritmi della vita, del carico di informa-
zioni, della pressione lavorativa e così via. Per questa ragiione sono
diventati essenziali gli strumenti che ci aiutano a sostenere il siste-
ma nervoso parasimpatico. Ancora una volta, tra i più importanti,
vogliamo citare la meditazione, il Tai Ch'i, il Qi Gong e le tecniche di
rilassamento.

In che modo le percezioni influiscono sulla biologia


Vi voglio dare un esempio del modo in cui le percezioni, o
"trigger", influenzano il sistema immunitario.
Supponiamo che stiate ottenendo ottimi risultati sul lavoro. In
virtù della vostra eccellente prestazione, il vostro superiore vi offre
una promozione che vi farebbe diventare supervisore di persone che,
fino a poco tempo fa, erano vostre pari grado.
Immaginate che la vostra reazione iniziale sia stata entusiasti-
ca, in quanto avrete un incremento del 50%o dello stipendio, un'auto
aziendale, varie forme di incentivo e quant'altro. Vi sentite esaltati: il
vostro cervello comincia a produrre sostanze chimiche che rispec-
chiano la vostra condizione e tutte le cellule vengono eccitate, pro-
ducendo una risposta a livello del pNs che fa aumentare l'attività para-
simpatica del vostro corpo (e aumentando anche i livelli di beta endor-
fine). Questo è un fatto positivo per voi e la vostra zona cuscinetto
(la vostra adattabilità allo stress) aumenta. Dopo un certo tempo però,
cominciano a prendere forma, nella vostra mente, altri pensieri - vi
rendete conto che sarete uno dei dirigenti più giovani e che dovrete
assumervi la responsabilità di persone che potrebbero essere vostro

CAP. 2 INOSTRI"TRIGGER'' 27
padre o vostra madre. A questo punto entra in gioco il sentimento
della paura, perché siete spaventati all'idea di non essere in grado di
soddisfare 1e aspettative dell'azienda.
Ora le vostre previsioni scatenano la reazione del sNs e la con-
segiuente secrezione di sostanze chimiche, come la norepinefrina, che
comunicano a tutte le cellule le "cattive notizie".ll corpo entra in una
condizione d'allarme e le ghiandole surrenali si attivano per produr-
re un potente ormone chiamato cortisolo.
Si tratta della cosiddetta risposta "combatti o fuggi". Lo stesso
messaggio può scatenare due reazioni opposte nel vostro corpo, a se-
conda dell'oggetto della vostra attenzione in uno specifico momento.

In che modo scatenate la malattia (microcosmo)


con i vostri pensieri ("trigger")
Comprendere il modo in cui i nostri pensieri innescano alcune
modificazioni biochimiche è facile. Tutto ciò che pensiamo produce
un effetto sul nostro organismo. Il nostro corpo è regolato dai nostri
sistemi energetici. Le due parti più conosciute del nostro corpo
energetico sono il suo sistema circolatorio (i meridiani) e i suoi
principali centri energetici, i cosiddetti chakra (un termine sanscri-
to). Inoltre, è particolarmente importante il campo energetico che ci
circonda.
Si tratta di quello stesso campo elettromagnetico che ci con-
sente di sapere quando qualcuno ci osserva alle spalle o quando
qualcuno è dietro di noi, anche se non 1o abbiamo né visto né senti-
to. È anche alla base del nostro senso di intuizione e del cosiddetto
"sesto senso" (forme di percezione extrasensoriale che diventano più
attive quando ci troviamo al livello due di manifestazione). Questo
campo energetico possiede anche alcune funzioni spirituali, come
quella di collegamento tra spirito e corpo fisico.
La ragione per cui manifestiamo sempre gli stessi sintomi, nono-
stante i nostri corpi si rinnovino in continuazione, risiede nel fatto
che, invece, i nostri paradigmi energetici non cambiano. La nostra
programmazione rimane la stessa.
Quando il sistema energetico non è in equilibrio, è debole o dan-
neggiato, possono manifestarsi alcuni problemi negli altri nostri siste-
mi, digestivo o endocrino, nel tessuto connettivale e così via. Che cosa
dobbiamo ritenere responsabile dell'indebolimento o del danneggia-
mento del corpo energetico?

22 EQUILIBRIO EMOZIONALE
Tutto ciò che ci accade produce un effetto, come awiene con le
ferite, i traumi, i pensieri, le credenze.
Se già risultiamo indeboliti da altre sfide, quando dobbiamo
affrontare un nuovo fattore di stress I'impatto risulta ancora più deva-
stante.
Vediamo quanti eventi "trigger" o fattori scatenanti siete in grado
di riconoscere:

c Pensieri associati a qualcosa che sentite


Per esempio, qualcuno esprime una critica sulle vostre presta-
zioni.
In alcune persone si innesca una reazione negativa quando ascol-
tano la loro voce registrata su nastro.
Certi tipi di musica o suoni o voci possono scatenare reazioni
violente in voi. Alcuni di voi non riescono a dormire, se non c'è
un silenzio assoluto. Ad altri, invece, occorrono suoni suadenti
per addormentarsi.
Le voci di alcune persone vi irritano.
. Pensieri associati a quolcosa che uedete
Per esempio, vedere la vostra ex-moglie o il vostro ex-marito con
un'altra persona.
Alcune persone sono estremamente stimolate dalla vista del san-
gue o di atti violenti.
Il numero di trigger in questa categoria è infinito.
. Tligger tattili: nel nostro corpo possono esisere specifici punti
che evocano ricordi negativi.
Alcuni tocchi riescono a calmare i nostri allarmi.
Molte persone sono particolarmente sensibili al tocco, all'ab-
braccio o al bacio.
. Trigger olfattiui: un odore può essere gradevole o meno, ma
può anche evocare in noi risposte specifiche. Per esempio, a volte,
un certo profumo o un'acqua di colonia possono richiamare in
noi ricordi del passato.
. Tligger gustatiui; le nostre papille gustative proprio come il
nostro senso dell'olfatto, giocano anch'esse un ruolo importan-
te nel processo di "innesco". Per esempio, il fatto di mangiare
il porridge [crema di fiocchi d'avena] richiama alla mia mente
ricordi estremamente sgradevoli! Infatti, mi ricorda il periodo
della crescita, che è stato uno dei periodi meno felici della mia
esistenza fino a questo momento.

CAP. 2 _ I NOSTRI "TRIGGER''


Tutti i fattori scatenanti o "trigger" appena citati rientrano
nella categoria dei cinque sensi e sono facilmente riconoscibili.
I1 punto essenziale è che tutti i "trigger" spiacevoli costituisco-
no un segnale molto preciso di questioni irrisolte. 11 subconscio ci
vuole ricordare di tenere conto di particolari situazioni. Se ignoria-
mo i "trigger" perdiamo forse la possibilità di risolvere importanti
questioni emotive della nostra esistenza.
La successiva cateSoria di "trigger" non è collegata ai cinque
sensi, ma piuttosto alle nostre rielaborazioni interiori. A volte ci
capita di svegliarci e di sentirci malissimo senza alcuna ragione. A
volte siamo soggetti a repentini cambiamenti d'umore oppure, senza
un motivo apparente, ci sentiamo depressi per il clima o dopo che
abbiamo parlato con qualcuno. In queste situazioni quello che per-
cepiamo è il nostro subconscio che, in ogni modo, cerca di attirare
la nostra attenzione su problemi dei quali non siamo pienamente con-
sapevoli. Trascurando queste opportunità di guarigione scegliamo
un percorso che ci porta all'autodistruzione o alla malattia. Ma,
senza alcuna ragione apparente e senza alcun fattore scatenante,
possono manifestarsi altre sensazioni. Esiste sempre la possibilità di
essere in sintonia o in risonanza con le energie o le emozioni di altre
persone. Altre energie possono influenzare il ritmo, la frequenza, la
lunghezza d'onda e le cariche elettromagnetiche delle onde di ener-
gia vibrante, che formano il nostro corpo energetico. Perché questa
risonanza possa essere attivata è necessario che entrambe le parti coin-
volte condividano una struttura energetica simile, nel loro sistema.
In altre parole, le onde energetiche del vostro corpo possono cam-
biare soltanto se sono in risonanza con le onde energietiche di un'al-
tra persona.
Si possono attivare fattori scatenanti di vario genere soltanto se
nel vostro sistema sussiste un'emozione tossica, ossia un'emozione
irrisolta o male interpretata che non è stata liberata e che è rimasta
intrappolata nei sistemi interni della memoria energetica. Si tratta
dell'energia prodotta dai radicali liberi che abbiamo trattato nel capi-
tolo l.
Non è la specifica emozione che rilascia nel sistema nervoso una
data sostanza chimica: è il significato o f interpretazione da noi attri-
buita a quella particolare sensazione che innesca una reazione bio-
chimica, associata ai nostri pensieri. Tutto ciò agisce, quindi, da fat-
tore scatenante della malattia e degli squilibri all'interno del nostro
orSanismo.

tn EQUILIBRIO EMOZIONALE
Le emozioni non sono, di per sé, né buone né cattive, ma rap-
presentano unaforzache ci guida. Quando ci sentiamo bene (è neces-
sario distinguere tra felicità competitiva, condizionale e incondizio-
nata) veniamo guidati sul percorso che porta alla salute e alla realiz-
zazione di sé. Le emozioni sgradevoli sono segnali di awertimento,
che ci invitano a considerare più attentamente il nostro comporta-
mento o le nostre percezioni. I "trigger" che provocano sensazioni
spiacevoli dovrebbero essere sempre considerati i benvenuti, perché
ci danno la possibilità di cambiare e di awicinarci alla felicità incon-
dizionata.
Attraverso lepercezioni possiamo costruire la nostra salute, con-
centrandoci sulle cose che ci trasmettono gratitudine, gioia, diverti-
mento e una sensazione di benessere. Anche se non avete alcun con-
trollo su quello che awiene nel mondo, avete senz'altro il controllo
assoluto sul modo di affrontare gli eventi. Ogni giorno, ogni mo-
mento della nostra vita ci offre l'opportunità di un nuovo inizio, una
nuova occasione per liberarci delle cose che non ci servono più. Se
non ci facciamo carico di questa responsabilità, ci lasciamo vincere
dalla sensazione che le cose ci capitano fortuitamente e che siamo sol-
tanto vittime delle circostanze. Quando ci consideriamo vittime finia-
mo per diventarlo veramente e il nostro corpo energetico reagisce di
conseguenza. Ma se riusciamo a liberarci da queste nostre errate
convinzioni e sensazioni, non combattendole, ma accettandole senza
giudicare, allora faremo il primo passo per liberarci del nostro pas-
sato. Liberarsi dal passato significa liberare il flusso energetico ed
eliminare tutti gli ostacoli creati dai ricordi e dai pensieri.
Come raggiungere in questo obiettivo è lo scopo di questo
libro; nella Seconda Parte concentreremo maggiormente I'attenzio-
ne su alcuni strumenti pratici che potranno aiutarvi.
È chiaro che gli eventi "trigger" rappresentano la migliore oppor-
tunità di crescita. Se non temessi di ripetermi, per cercare di rende-
re più comprensibile questo termine userei la parola turbolenza.
Un esempio pratico: vi trovate in un ingorgo stradale, state facen-
do tardi a un'importante riunione e la batteria del vostro cellulare è
scarica. Come vi sentite? Se vi sentite sconvolti, frustrati, arrabbiati,
ansiosi o, comunque, non "shoganai" (accettare qualcosa che non
potete cambiare e continuare con la vostra vita) o non in uno stato
di "appagamento" (felicità indipendente da situazioni spiacevoli) signi-
fica che un vostro trigger si è attivato e dovete perciò concentrare
tutta la vostra attenzione su voi stessi.

CAP.2 I NOSTRI "TRIGGER''


Se osservate questa situazione dal primo livello di coscienza avete
tutti i diritti di sentirvi frustrati. Al secondo livello di coscienza
dovete assumervi la responsabilità della situazione e mettervi in col-
legamento con il vostro intuito personale.
Dobbiamo allora verificare i seguenti punti:

o Esiste qualche ragione per cui questa riunione potrebbe non


essere positiva, per me, in questo momento?
O meglio, quali sarebbero le conseguenze se la riunione si rive-
lasse un successo? A che cosa dovrei rinunciare in funzione di
questo successo?
Che cosa ho paura di perdere? Sono pronto per questo livello di
successo? Ho qualche dubbio o qualche sensazione negativa al
riguardo?

Approfondite, per quanto vi sia possibile, questi punti e, se pos-


sibile, in silenzio. Concentratevi sulla vostra conoscenza interiore
prendendo le distanze dalle conseguenze ed entrando in una condi-
zione di meditazione. Dopo avere creato il silenzio e quando vi sen-
tirete a vostro agio, potrete vedere che cosa affiora dal vostro inter-
no, dal luogo che racchiude la conoscenza. Deepak Chopra lo defini-
sce "l'osservatore" o "il testimone",

Quali segnali ho trascurato che avrebbero potuto impedire che


questo accadesse? Che cosa ha provocato questa serie di eventi
e ha prodotto questa situazione? In che modo ho gestito la situa-
zione? Quali altre precauzioni avrei potuto prendere? Che cosa
posso fare ora? Per esempio, uscire dall'autostrada e cercare una
cabina telefonica.
Per quale ragione avrei dovuto provocare tutto questo? Quali
sono i vantaggi? Forse, avere più tempo per prepararmi.

Naturalmente, non possiamo ricordare ogni cosa, ma resterete


stupiti dal numero di pensieri che possono affiorare alla mente se vi
impegnerete in questo esercizio. Ogni fatto della nostra esistenza awie-
ne per una ragione precisa e, nel lungo termine, ciò che ne risulta va
sempre a nostro vantaggio.
Quando raggiungiamo il terzo livello di coscienza, quello che
definiamo livello dell'annullamento di ogni fatica, capiamo che si trat-
ta delle circostanze migliori in assoluto, perché siamo noi ad averle

26 EQUILIBRIO EMOZIONALE
create. Sappiamo che alla base di questo livello vi è una precisa
intenzionalità. Si tratta della nostra intenzione e sappiamo già di che
cosa si tratta. Pertanto, ogni volta che ci troviamo nel mezzo di una
turbolenza, dobbiamo prima di tutto raggiungere questo livello. La
condizione di annullamento di ogni fatica è la condizione di assolu-
ta fiducia e I'intento divino è in collegamento e allineato con il nostro.
È la condizione di accettazione, di perdono e di assoluta non resi-
stenza. È il percorso con il minor numero di ostruzioni, non perché
vogliamo evitare ogni sforzo, ma perché sappiamo che otteniamo mag-
giori risultati quando lasciamo che I'universo faccia il suo lavoro. Se
viviamo situazioni che scatenano in noi emozioni o turbolenza, sap-
piamo immediatamente che non è per via degli stimoli esterni, ma
tutto va ricondotto alle questioni irrisolte che celiamo in noi.
Amando e non resistendo, o combattendo la turbolenza, la tra-
sformiamo. Il noto terapeuta Gay Hendricks ha osservato che nella
vita il dolore, il biasimo o la vergiogna, si localizzano nelle parti di
noi che non abbiamo mai amato abbastanza. Il modo migliore per
eliminare un sentimento "negativo", come il senso di colpa o la ver-
gogna, è semplicemente quello di amarsi per il fatto di provarlo. Se
riuscirete ad accettare il sentimento o i pensieri, senza alcuno sfor-
zo e senza sprecare energie nel giudicarli e passando oltre, riuscire-
te a liberarvi e a essere nuovamente in grado di creare. In altre paro-
le, I'energia circola di nuovo liberamente e l'effetto della turbolenza
svanisce.
11 lerzo livello di coscienza prevede anche la possibilità che affio-
ri un nuovo paradigma. Oggi, nonostante la forza delle contrapposte
tendenze, si sta verificando uno spostamento nel paradigma profon-
do dei valori globali - uno spostamento verso una prospettiva più
cosciente del nostro sistema di vita.
La condizione del mondo rispecchia il nostro conscio colletti-
vo. Un sempre maggior numero di individui si ritrova a essere padro-
ni del proprio ambiente, creatore attivo di un mondo preesistente.
La coscienza diventa sempre più un tipo di realtà causale. Questa azio-
ne di coscienza a tutti i livelli della realtà porta a fenomeni quantici
che possono essere confermati scientificamente a tutti i livelli scien-
tifici, sempre che la scienza non persegua la motivazione naturale
del cervello umano corrispondente a una spinta verso il "significato"
e non verso la "verità".
La prima sintesi di questo capitolo è la seguente affermazione:
ogni turbolenza (indipendentemente da come vogliamo definirla: "trig-

CAP. 2 _ I NOSTRi "TRIGGER" 27


ger", stress, preoccupazione, ferita, incidente, coincidenza, sfortu-
na...) è una proiezione della nostra coscienza e consegue sempre ad
una specifica intenzione. Uintenzione è sempre positiva, mentre la
nostra consapevolezza di essa può variare.
Concludo anche questo capitolo con una citazione dal libro
Stoying on the Path [Restare sul percorso] del dottor Wayne W.
Dyer:

La felicità e íl successo sono processi ínteriori, con i quali arric-


chiamo l'impegno della nostra uita, e non qualcosa che rica-
uiamo da quello che "sta fuori".

EQUILIBRIO EMOZIONALE
R
Lp

il rifiuto di sé: la
turboleu,a interiore

Tutta la uita è cambiamento, lo è ín tutte le sue forme, e sta a


noi scegliere se seguire la corrente o allontanarcene.
Se siamo felici di seguire la corrente uediamo con gli occhi deíla
scienza che le cose sono euenti nel tentpo e nello spazio e che
gli euenti sono uortici più o meno grandi del liume del tempo.
Se seguiamo la corrente, che è lo scorrere infiníto del nostro
karma, possíamo assorbirlo per quello che è, mentre noi stes-
si scorriamo e non prouiamo alcuna sofferenza.
Accettandolo, saremo un tutt'uno con esso; resistendo, ne sa-
remo feriti.
Christmas Humphreys (Zen Wísdom, Timothy Freke)

el primo capitolo abbiamo visto che gli effetti delle emozioni,


in quanto fenomeni energietici, possono ritorcersi contro il nostro
equilibrio interiore e provocare la malattia cronica. Nel secon-
do capitolo abbiamo affrontato I'idea che tutto ciò che viviamo nella
realtà di ogni giorno è un'espressione del nostro turbamento interio-
re. Quando abbiamo ulteriormente ampliato questo concetto, por-
tandolo alterzo livello di coscienza, abbiamo compreso che siamo stati
noi gli artefici delle nostre circostanze, attraverso una specifica
intenzionalità. Quando rivolgiamo lo sguardo al passato per fare una
valutazione della nostra esistenza, scopriamo che, in molte circostanze,
i nostri sentimenti hanno creato ostacoli sul nostro percorso e ci hanno
impedito di comportarci nel modo in cui avremmo realmente voluto.
Le nostre emozioni sono fortemente determinanti per le nostre rea-
zioni. A volte la scintilla è scatenata da motivi apparentemente futili,
come la stanchezza dovuta a una giornata particolarmente impegna-
tiva oil fatto di aver affrontato una serie di contrattempi sul lavoro.
Sembra proprio che la pazienza abbia un limite; dopo aver recitato per
otto ore la parte del "Signor Cortesia" con i nostri clienti, lasciamo
cadere la maschera. Spesso non dimostriamo la stessa considerazio-
ne per le persone che amiamol
Si può persino arrivare acredere che gli esseri umani non abbia-
no alcuna possibilità di scegliere i propri sentimenti e che la vita sia
costituita da situazioni da affrontare. La buona notizia è che le per-
sone sono come le arance: il contenuto viene fuori soltanto se le
spremete. Se alf interno c'è molta amaÍezza o rabbia, il succo sarà
costituito di amarezza e rabbia. Ma la notizia ancora più positiva è
costituita dal fatto che se applichiamo scrupolosamente alcune sem-
plici tecniche, possiamo fare in modo che la gioia e il piacere pren-
dano il posto dell'amarezza. Allora, anche quando saremo fisicamen-
te provati riusciremo comunque a crescere e a dimostrare amore e
gentilezza alle persone che amiamo e a chiunque ci stia vicino. La
nostra incapacità di affrontare le emozioni deriva sostanzialmente
dal nostro rifiuto di noi stessi (argomento che affronteremo nelle pagi-
ne successive). Per prima cosa dobbiamo studiare il modo in cui il
"succo" che è dentro di noi viene fuori.

Sentimenti di impotenza
La reazione agli eventi stressanti si manifesta attraverso emo-
zioni autodistruttive come la sensazione di impotenza, la disperazio-
ne, la frustrazione, la rabbia, la gelosia, il sentimento di inadegua-
tezza, Ia vergogna, il senso di colpa eccetera. Questi sentimenti pos-
sono essere risvegliati in noi da una telefonata, da una lettera o da
qualcuno che ci critica, o, magari, da qualcosa che il nostro compa-
gno ha fatto e che a noi non è piaciuta. Qualsiasi cosa può fare usci-
re del succo acido dalla nostra arancia.

Reazioni ínefficaci
Molte persone non sanno come gestire determinate emozioni,
quando le provano. Avolte le rifuggono, chiudendosi in se stesse, abu-
sando di sostanze che alterano lo stato di coscienza (come l'alcol, gli
psicofarmaci e le droghe) o I'umore (come il cibo, il cioccolato, le siga-
rette eccetera). In altri casi, reagiscono con esagerata aggressività, se
la prendono con gli altri, gridano, si lasciano andare ad accessi d'ira

30 EQUILIBRIO EMOZIONALE
e così via. Oppure, in altre occasioni, assumono un atteggiamento di
totale indiffeÍenza e di calma esteriore.

Convinzioni enate
Alcune persone hanno la tendenza a credere che sia sbagliato
provare determinate emozioni o sentimenti, come rabbia, frustrazio-
ne, desiderio. Quando provano questo tipo di emozioni provano anche
molta vergogna o un forte senso di colpa.

Comportamento autodistruttivo
Un altro tipo di reazione di chi non riesce a glestire emotiva-
mente determinate situazioni, è quello di agire in modo irresponsa-
bile, o di esporsi a notevoli pericoli. Questo tipo di azioni può celare
un inconscio desiderio di morte o l'inconscia volontà di farsi del
male oppure la ricerca di un'attenzione negativa.

Tutti questi modi di reagire agli stimoli esterni si fondano sul no-
stro modo di vedere noi stessi. I-lautostima è essenziale per la soprav-
vivenza emotiva: senza un'adeguata autostima, la vita si trasforma in
un'esperienza dolorosa e senza autostima perdiamo ogni possibilità di
vivere un'esistenza soddisfacente e gratificante. Gli esseri umani si
distinguono dagli animali per la loro capacità di plasmare e valutare
se stessi. Lironia sta nel fatto che, in realtà, noi creiamo un'immagi-
ne di noi stessi e poi giudichiamo questa immagine. La maggior parte
delle persone non ama f immagine che ha creato: qualsiasi tipo di rifiu-
to di questa immagine diventa un autorifiuto, che è poi causa di quasi
tutti i nostri problemi. Ecco, quindi, la sfida più importante dell'esse-
re una persona, perché quando rifiutiamo la nostra immagine o alcu-
ni aspetti di noi stessi, indeboliamo e distruggiamo il fondamento psi-
cologico che ci tiene in vita. Siamo noi stessi la causa di gran parte
del nostro rumore interiore, o turbolenza. Rifiutiamo e giiudichiamo
noi stessi di continuo e ci autoinfliggiamo un'inutile sofferenza.
Si crea così una spirale discendente, che ci può portare ad evi-
tare tutto ciò che aggrava questa sofferenza, o autorifiuto. Creiamo
ogni possibile meccanismo di difesa ed evitiamo il confronto. La cosa
peggiore è che perdiamo la nostra obiettività e la nostra intuizione.
Filtriamo ogni cosa in base al criterio che si tratti di qualcosa da evi-
tare, negare, reprimere, biasimare o criticare. Limitiamo la nostra

CAP. 3 _ IL RIFIUTO DI SÉ: LA TURBOLENZA INTtrRIORE J1


capacità di creare intimità, di esprimere i sentimenti, di dare ascolto
alle critiche, di chiedere aiuto o di risolvere i nostri conflitti. Il risul-
tato finale è che non abbiamo più alcuna scelta emotiva, siamo vitti-
me delle nostre ombre, ostaggi emotivi con una limitata capacità di
reagire. I risultati sono quasi sempre gli stessi:

a Sentimenti di impotenza.
a Reazioni inefficaci.
a Convinzioni errate.
a Comportamento autodistruttivo.

Prima di procedere, rimanete in silenzio per alcuni istanti e riflet-


tete su quello che avete letto finora.
Vi siete riconosciuti in qualche situazione perché da voi, già
vissuta?
Se sì, come vorreste modificarla?
Che cosa pensate che vi impedisca di effettuare questo cambia-
mento?
Di quali risorse avete bisogno per effettuare il cambiamento?
Che cosa potete fare per accedere più facilmente a tali risorse?
Dobbiamo prima di tutto cercare di liberarci da queste fonda-
mentali illusioni:

1. Sono i fattori esterni che causano lo stress.


2. Quando siamo stressati (o affetti da disturbi) dobbiamo cercare
un aiuto esterno.

Quando avrete compreso l'assurdità di questi concetti e il mes-


saggio ingannevole che essi nascondono sarete già a buon punto nella
conquista di una condizione di Equilibrio Emozionale.
Se fosse vero che sono i fattori esterni a provocare la nostra
turbolenza interiore, allora avremmo tutte le ragioni di adottare del-
le strategie per proteggerci, come la fuga, il rinchiuderci in noi stes-
si o la negazione, per citarne soltanto alcune. Se così fosse, saremmo
vittime delle circostanze e non avremmo alcun tipo di controllo sul-
la nostra esistenza. Invece, se siamo noi la causa del nostro stesso tor-
mento interiore, che a sua volta genera negatività nella nostra esi-
stenza, allora faremmo meglio a riprendere il controllo dei centri di
comando e a imparare a superare gli ostacoli che si presentano
lungo il nostro percorso esistenziale. In questo caso, l'unico aiuto

EQUILIBRIO EMOZIONALE
esterno che ci occorre è un corso che ci insegni a riacquistare il con-
e, se proprio ne sentiamo I'esigenza, una
trollo della nostra esistenza
struttura di supporto.

Il punto essenziale è che tutto ciò che è importante proviene


dal nostro intimo e dipende in primo luogo dalla nostra armo-
nia interiore. Dobbiamo accettare noi stessi, accettare il fatto
che la vita è difficile, che incontreremo ostacoli lungo il per-
corso, che commetteremo moltissimi errori e che molte perso-
ne crederanno che siamo noi la causa della loro infelicità.

Rileggete almeno due volte il paragrafo precedente e non prose-


guite finché non avrete ben afferrato il significato di questa afferma-
zione. Nellavita incontrerete persone alle quali non piacerete; non sarà
per voi la fine del mondo. Non possiamo certo piacere a tutti. Ma per-
ché è così essenziale avere ben chiaro questo punto? Perché è una delle
strategie di soprawivenza tipiche dell'infanzia, ma quasi tutti, in età
adulta, sviluppiamo ulteriormente queste strategiel La maggior parte
di noi nei primi anni di vita apprende alcune regole basilari per la
soprawivenza, che poi dovrebbero essere sempre rispettate.
Sono certo che la maggior parte delle 10 regole fondamentali
che sto per elencare risulterà assai familiare anche a voi; esse posso-
no variare leggermente da persona a persona, o magari qualcuno ne
ha molte di più.

Le 10 reflole di soprawivenza tipiche


dell'infanzia rapportate all'età adulta
Indicate con un segno di spunta quelle che vi risultano più fami-
liari:

1. Genitori uguale "Capi": i loro ordini devono essere sempre e


comunque rispettati, tranne quando riuscite a "farla franca".
2. I genitori hanno sempre ragione, perché sanno di più e sanno
prevedere (sanno vedere il vostro futuro).
J. Anche quando avete l'assoluta certezzadi avere ragione, è comun-
que efficace la regola numero 2.
4. Li amerete in modo incondizionato, perché vi hanno donato la
vita, vi hanno dato cibo e riparo e vi hanno donato giocattoli
(che è, invece, omore condizionato).

CAP. 3 _ IL RIFIUTO DI SÉ: LA TURBOLENZA INTERIORE


5. Reprimerete tutte le emozioni che potrebbero essere interpre-
tate come mancanza d'amore per i Capi o come disaccordo con
loro.
6. Vi comporterete in modo socialmente accettabile. potete eser-
citare una notevole influenza sui sentimenti dei Capi. Con un
certo tipo di comportamento potete farli stare male e renderli
infelici o, viceversa, farli sentire felici e appagati. Siete respon-
sabili di quello che essi sentono.
7. Se non vi comporterete in modo accettabile e accondiscenden-
te sarete cattivi e non meritevoli di amore. Verrete rifiutati e,
magari, abbandonati.
8. La maggiior parte delle vostre vere emozioni non è accettabile;
avrà un impatto negativo sui vostri Capi.
9. I Capi non devono necessariamente mantenere le loro promes-
se, ma voi dovete sempre e comunque mantenere le vostre.
10. I Capi possono permettersi comportamenti dannosi per la loro
salute e il loro benessere, in quanto sono più vecchi e ,,più saggi".
Voi, invece, dovrete attendere fino a quando sarete abbastanza
adulti da poter scegliere di adottare quel particolare comporta-
mento.

Queste sono le regole che mi sono rimaste impresse quando,35


anni fa, ho iniziato a fare mie quelle strategie di soprawivenza che
avrebbero dovuto aiutarmi ad affrontare la vita e, forse, queste rego-
le, a quell'epoca, mi erano dawero utili. Tuttavia, se non ci liberiamo
di un modello di realtà ormai superato, possiamo sviluppare una ten-
denzaai disturbi mentali. Glipsichiatri definiscono il fatto di rimanere
attaccati a una visione ormai superata della realtà transfert o trasfe-
rímento.11 trasferimento è il modo di percepire e di reagire agli sti-
moli esterni che sviluppiamo durante f infanzia e che, mentre duran-
te I'infanzia rappresentano una strategia di soprawivenza appropria-
ta, vengono impropriamente rapportati alla nostra realtà di adulti,
Quando siamo bambini, i nostri genitori rappresentano tutto per
noi - rappresentano i nostri valori futuri, il mondo come noi 1o ve-
diamo. Il nostro presupposto è che il modo in cui i nostri genitori
"fanno le cose" è "il Modo" per eccellenza. euindi, se scoprite di
non potervi fidare dei vostri genitori traducete questa verità nel ,,non
potersi fidare della giente". La quantità e la qualità del tempo che i
nostri genitori ci dedicano sono il fondamento della nostra capacità
di amare noi stessi e della nostra autostima.

34 EQUILIBRIO EMOZIONALE
Tutti i bambini hanno il terrore di essere abbandonati, perché
per un bambino l'abbandono è I'equivalente della morte. Se non venia-
mo dotati di una base di sicurezza e di rassicurazione, il mondo diven-
ta un posto insicuro in cui vivere.
Uno dei maggiori problemi che possiamo trovarci a dover affron-
tare è rappresentata da un genitore iperprotettivo. Spesso questo
tipo di genitore desidera a tal punto aiutare i figli da non lasciar loro
la possibilità di sviluppare la capacità di risolvere i problemi. Così, cre-
scendo, queste persone si aspettano che siano gli altri a risolvere i loro
problemi e non sanno farsi carico delle lono responsabilità.
Un'altra fonte di difficoltà potrebbe essere la disciplina è il fat-
tore di maggior peso e il più importante nella conquista del succes-
so, ma anche della crescita spirituale. La maggior parte delle perso-
ne rifugge la crescita spirituale, perché teme che richieda un'ecces-
siva disciplina eccessiva.
Nellibro del dr. Scott PeckThe Road Less Tlaueled lett. "la stra-
da meno battuta"] troviamo questa affermazione: "lnsegniamo a noi
stessi e ai nostri figli la necessità della sofferenza e il suo valore, la
necessità di affrontare direttamente i problemi e di sperimentare la
sofferenza che ne deriva. Ho affermato che la disciplinaèl'attrezza-
tura di base per risolvere i nostri problemi esistenziali. Scopriremo
che questi strumenti sono tecniche di sofferenza, mezzi attraverso i
quali viviamo il dolore o i problemi, in modo da elaborarli e risolver-
li con successo imparando e crescendo nel contempo.
Quando insegniamo a noi stessi e ai nostri figli la disciplina, a
loro e a noi stessi a soffrire, ma anche a crescere".
Il dottor Peck cita quattro strumenti di disciplina:
. Ritardo della gratificazione.
o Accettazionedellaresponsabilità.
. Dedizione alla verità.
. Arte dell'equilibrio.

Come possiamo vedere, gran parte della nostra turbolenza inte-


riore deriva dal:

r Desiderare una gratificazione immediata.


o Evitare le responsabilità.
. Non essere sinceri con noi stessi e con gli altri.
o Non essere capaci di reagire ai "tiri mancini" della vita.

CAP. 3 _ IL RIFIUTO DI SÉ: LA TURBOLENZA INTERIORE


Ogni volta che affrontiamo la turbolenza interiore dobbiamo
essere in grado di rimanere in collegamento con noi stessi.
Le cose peggiori che possiamo fare sono:

a Rifarci alle strategie di soprawivenza tipiche dell'infanzia.


a Assumere un ruolo tipico del genitore criticando e rifiutando il
nostro comportamento o la nostra prestazione.
Smettere di nutrire e di amare noi stessi.

Ho dedicato vent'anni della mia vita alla cura di persone mala-


te e la mia conclusione è la seguente: ogni forma di turbolenza inte-
riore (stress emotivo) deriva dal rifiuto di se stessi.
Da dove proviene questo rifiuto di sé?
Dentro di noi abbiamo quello che viene definito il "Giudice Inte-
riore", che normalmente percepiamo come una voce interiore. Que-
sto "Giudice Interiore" è il risultato dell'esperienza di socializzazio-
ne vissuta con i nostri genitori. Essi ci hanno condizionato e allena-
to per la soprawivenza, insegnandoci quali comportamenti sono
sbagliati, cattivi, pericolosi, fastidiosi, degni d'amore, accettabili, buoni
eccetera. Quando non eravamo all'altezza delle loro aspettative, veni-
vamo puniti in un modo o nell'altro.
A tutti noi è rimasto qualche residuo emotivo di questo condi-
zionamento. Si tratta di ricordi consci, ma anche inconsci, di tutte le
volte in cui ci siamo sentiti cattivi o rifiutati per qualcosa che aveva-
mo fatto. Abbiamo anche avuto il compito quasi impossibile di
distinguere tra comportamento e identità. Quando venivamo fre-
quentemente richiamati alla disciplina o corretti, credevamo che ci
fosse qualcosa di sbagliato in noi e ci sentivamo senza speranza e
cattivi. Sono questi inevitabili traumi sottili che hanno f impatto più
devastante sulla nostra autostima.
Uesperienza dell'infanzia è I'origine del "Giudice Interiore",
che prende il posto dei genitori e alimenta le sensazioni spiacevoli
associate a una certa parte della nostra identità o del nostro com-
portamento che non riteniamo corretto.
Esiste in noi una programmazione inconscia, che ci porta a esse-
re convinti di essere cattivi ogni volta che qualcuno si trova in disac-
cordo con noi o ci trova indisponenti, o quando non piacciamo, o com-
mettiamo degli errori, o non portiamo a compimento un incarico. Il
"Giudice Interiore" è la conferma di alcune opinioni negative che già
abbiamo di noi stessi.

JO EQUILIBRIO trMOZIONALtr
Esistono sei fattori principali che determinano con quanta
forza arriviamo a rifiutare noi stessi.

1. Fino a che punto i genitori sono riusciti a distinguere tra la


nostra identità e il nostro comportamento? La maggior parte di
noi non si rende conto del fatto che esiste una profonda diffe-
renza tra ciò che facciamo (comportamento) e ciò che siamo
(identità). I genitori dovrebbero sempre cercare di rafforzarela
nostra identità dimostrandoci il loro amore, pur esprimendo
disapprovazione per alcuni nostri comportamenti. Lo possono
fare al meglio utilizzando quello che definiamo un meccani-
smo di "feedback a sandwich".
Un feedback a sandwich funziona più o meno così:

I1 primo strato consiste nel dirci che cosa stiamo facendo di


giusto,
Il secondo strato nel dirci che cosa occorre migliorare e in che
modo essi vorrebbero che il miglioramento si realizzasse.
ll teruo strato consiste nel ringraziarci per la nostra voiontà
di ascoltare e di collaborare e nel dirci quanto essi siano orgo-
gliosi di noi.

Il "Giudice Interiore" criticherà il comportamento e l'identità e ci


dirà che non valiamo nulla, che saremo un fallimento e così via.
2. Il livello di confusione o di misinterpretazione di una questio-
ne in base alla morale, quando, invece, la questione riguarda i
bisogni personali, la sicurezza ecc.
Pensiamo alla situazione di un bambino che preferisce un dato
tipo di abbigliamento perché è quello indossato da tutti i suoi
amici, mentre i genitori tendono a sottolineare il fatto che il
livello sociale dei suoi amici è più basso. Oppure, nel caso delle
prestazioni scolastiche, pensiamo a un padre che dice al figlio
di provare vergogna a causa sua o accusa il figlio di ingratitu-
dine nei suoi confronti per tutti i sacrifici che fa per mandarlo
a scuola. Ogni volta che i genitori ritengono i propri figli mo-
ralmente in errore, per una scarsa prestazione scolastica, per un
giudizio errato o per una preferenza personale, alimentano in
loro la mancanza di autostima.
J. Lafrequenza dei messaggi negativi. Mediamente, ogni sedicen-
ne si sarà sentito ripetere migliaia di volte che cosa non riesce

CAP. 3 - IL RIFIUTO DI SÉ: LA TURBOLtrNZA INTERIORE


a fare, che cosa non dovrebbe fare, il motivo per cui non meri-
ta una data cosa, che si comporta male e altri messaggi negati-
vi del tipo: "Si può sapere che cos'hai?" "Possibile che tu non rie-
sca mai a fare niente di giusto?" "Sei stupido?".
Presto o tardi questi messaggi arrivano nel profondo e si tra-
sformano in armi che, in seguito, verranno usate dal nostro Giu-
dice Interiore.
4. La coerenza della disciplina (regole).
I bambini sfidano di continuo i loro genitori in merito alla coe-
renza d,elle loro regole. Se riscontrano casualità elo incoerenze
(situazione che si può verificare, per esempio, quando un geni-
tore è stanco), non trovano conferma alle regole. Questo impli-
ca I'owia conclusione che essi vengono puniti non per qualco-
sa che hanno fatto, contrawenendo alle regole, ma per quello
che sono. Spesso, quando le regole non vengono riconfermate
in modo coerente, si sviluppa un senso di colpa.
5. Rifiuto da parte dei genitori.
Quando un genitore rifiuta un figlio rinchiudendosi in se stes-
so, ignorandolo o arrabbiandosi, rimanendo in collera per qual-
cosa, 1'autostima può venire notevolmente danneggiata. Questo
atteggiamento rappresenta, infatti, la conferma del timore di non
valere nulla o di non essere degni di amore.
6. Abuso verbale e rifiuto verbale.
Quando i genitori abusano verbalmente dei figli e ripetono loro
in continuazione che non valgono nulla e che non meritano il
loro amore, provocano il danno peggiore che si possa immagi-
nare, equivalente all'abuso fisico e sessuale. Questo comporta-
mento lascia cicatrici emozionali profonde che influiranno pesan-
temente sui futuri livelli della loro autostima.

Questi sono i motivi principali per i quali rifiutiamo noi stessi


e spesso diveniamo il peggiore nemico e critico di noi stessi. È anche
per questa serie di fattori che molte persone rimangono radicate al
primo livello di coscienza. Non importa quanto duramente si impe-
gnino sul lavoro per dimostrare le loro capacità nella parte più profon-
da di loro soprawivono questi demoni che creano scompiglio e
impediscono loro di conquistare la pace interiore.
Tutti noi abbiamo alcuni bisogni essenziali e questi bisogni, se
non vengono adegiuatamente presi in considerazione o soddisfatti, pos-
sono ritorcersi contro di noi e provocare turbolenza interiore.

38 EQUILIBRIO EMOZIONALE
Tutti noi desideriamo sentirci:

1. Sicuri e liberi dalla paura.


2. Accettati dagli altri (preferibilmente amati dagli altri).
u
J. Capaci e all'altezza della situazione.
4. Consci del nostro valore e sicuri di noi in ogni situazione.

Quando possediamo un livello adeguato di autostima abbiamo


un approccio diverso e adottiamo strategie totalmente diverse rispet-
to a quando manchiamo di autostima.
Ecco come gestiamo le situazioni facendo leva sulla nostra forza
i nteriore:

1. Ci confrontiamo con le nostre paure e troviamo soluzioni,


2. Accettiamo il fatto di non piacere a tutti o di non essere accet-
tati da tutti.
3. Accettiamo il fatto di non potere essere ugualmente competen-
ti in tutti i settori dell'esistenza e se vogliamo dawero qualco-
sa facciamo di tutto per ottenerla, rimuovendo gli ostacoli che
incontriamo lungo il percorso.
4. Affrontiamo i conflitti interpersonali senza evitarli.
5. Accettiamo il fatto di non essere perfetti e di poter commettere
degli errori.

Se abbiamo un basso livello di autostima tutto cambia. La vita


è molto più difficile da gestire e spesso cerchiamo un posto in cui
nasconderci e una via di fuga. Affrontiamo I'ansia e i conflitti evitan-
do la situazione che ha generato questi sentimenti di inad,eguatezza.
Il "Giudice Interiore" vuole essere d'aiuto. I-lenorme paradosso è
costituito dal fatto che nonostante la sua durezza e neElatività, il
"Giudice Interiore" può anche farvi sentire meglio. Vi darà conferma
del fatto che non valete nulla o che non potete farcela, che gli altri non
vi amano, che non potete fidarvi di nessuno eccetera. A questo punto
potrete rilassarvi perché non avete più bisogno di essere in ansia; vi
sentirete, così, meno incapace, meno vulnerabile. 11 modo migliore per
uscirne è affidarsi a una delle seguenti affermazioni: "Non c'è nulla che
io possa fare", "Sono come sono", "Se avessi ricevuto un'altra educa-
zione sarei completamente diverso!". Perché questo argomento è tanto
importante? Soprattuto perché i nostri pensieri e i nostri sentimenti
producono un impatto sul nostro corpo energetico.

CAP. 3 _ IL RIFIUTO DI SÉ: LA TURBOLENZA INTERIORE 39


Ovunque si rivolga il pensiero, da esso risultano energia e forza
vitale. La maggior parte delle persone è consapevole del fatto
che perde energia quando stabilisce legami e collegamenti
emozionali con gli altri esseri umani e con gli animali.
La maggior parte di noi non si rende però conto della quanità
di energia vitale che disperde a causa di incidenti del passato,
rimpianti, credenze ormai superate (spesso neppure nostre) e
perdite. I nostri pensieri indicano in ogni momento la direzio-
ne del flusso dell'energia.

Quando i pensieri contengono messaggi negativi, che sottin-


tendono paura, mancanza di autostima, ansia, preoccupazioni, osti-
lità eccetera, l'energia si disperde o rimane bloccata nel corpo.
Quando siamo più concentrati su messaggi o immagini positi-
ve, o quando non opponiamo resistenza a quello che non possiamo
cambiare e ci liberiamo di dolori e insulti legati al nostro passato,
l'energia riprende a circolare nelle aree che prima erano bloccate e
rende possibile la guarigione.
Comunque decidiamo di utilizzare la nostra energiia vitale, per
concentrarci su rabbia e frustrazione o su gioia e armonia, essa si
manifesterà a livello biologico. Una disarmonia prolungata nel tempo,
o una debolezzaalivello del campo energetico, portano a disfunzio-
ni fisiche e alla malattia.
Spesso il nostro pensiero segue un andamento casuale i pen-
-
sieri "vanno e vengono". I nostri pensieri proiettano continuamente i
nostri sentimenti all'esterno, nel campo di collegamento che definia-
mo "morfogenetico". Si tratta di un campo elettromagnetico che inglo-
ba il mondo e collega direttamente ognuno di noi a tutti gli altri. Gli
altri riescono a raccogliere i nostri messaggi e a intuire le nostre inten-
zioni. A questo livello entrano in gioco i sensi non fisici, come il sesto
senso, f intui zione, la chiaroveggen za ecc. Tutti noi possediamo questi
sensi non fisici e la maggior parte di noi non se ne rende neppure conto.
Reagiamo comunque ai messaggii non uditi, non visti e non verbali
delle altre persone. Tutti noi proiettiamo pensieri e sentimenti nel
campo morfogenetico; nessuno fa eccezione.
Quando colleghiamo un sentimento a un pensiero, otteniamo
un giudizio. Ogni giudizio causa un blocco energetico nel nostro orga-
nismo. Ognivolta che giudichiamo noi stessi, creiamo degli ostacoli
energetici nel nostro sistema di meridiani. Anche tutte le volte che
giudichiamo un'altra persona creiamo blocchi energetici nel nostro

40 EQUTLIBRIO EMOZIONALE
corpo. Supponiamo che siate in collera con qualcuno. Ogni volta che
vi capita di vedere o di pensare a quella persona, di sentire pronun-
ciare il suo nome o di fare con essa qualunque tipo di associazione,
siriacutizza il vostro sentimento di rabbia e così si creano dei bloc-
chi energetici nel vostro sistema.
Più giudichiamo, più diveniamo prigionieri dei nostri sentimenti,
più energia viene risucchiata dal nostro sistema dei meridiani. Que-
sto meccanismo provoca rigidità e intorpidimento in tutto il corpo e
può portare al malessere o alla malattia.

Giudicare una cosa o una persono significa sottrarre a se stes-


si forza uitale!
Giudizio e opinione sono diversi fra loro. Un'opinione non è dota-
ta di alcuna carica emotiva ed è neutrale. Possiamo cambiare
opinione abbastanza facilmente quando riceviamo nuovi dati o
'.:
informazioni. E giusto avere delle opinioni, ma non appena ci
fissiamo su un'opinione essa comincia ad assorbire energia. Il
segreto è rimanere distaccati e neutrali.

Il modo migliore per affrontare le emozioni negative consiste


nel concentrarsi sul sentimento e non sull'etichetta o sul giudizio
espresso sul sentimento.
Che cosa proviamo? Dove lo proviamo? Quanto è intenso que-
sto sentimento? Non è importante scoprire la causa: la causa non è
mai il vero problema. È un fattore scatenante, un "trigger" che fa scat-
tare l'allarme collegato ad antichi ricordi.
Dovreste accettare il vostro sentimento anche quando è sco-
modo. Che cosa awiene quando avete un pensiero negativo su voi
stessi e conseguentemente state male?
Esso si localizza in una sensazione di pesantezza allo stomaco
insieme a una leggera sensazione di nausea. In questo caso dovreste
accettare completamente il vostro sentimento e conviverci; dovreste
persino ringraziare il vostro corpo per il fatto di essere una macchi-
na tanto perfetta e perché vi awerte del blocco energetico presente
nel vostro sistema.
laffermazione più efficace è la seguente: "Amo e accetto me stes-
so e questo sentimento". Inviate pensieri d'amore alla zona disturba-
ta e visualizzate l'energia che fluisce liberamente attraverso quest'a-
rea. Più avanti, in questo libro, ci concentreremo maggiormente sulle
tecniche che aiutano ad accelerare questo processo.

CAP. 3 _ IL RIFIUTO DI SÉ: LA TURBOLENZA INTERIORE 47


La base è consiste nell'accettare e amare noi stessi semplice-
mente per quello che siamo. Non dobbiamo cambiare nulla: è suffi-
ciente che entrino in collegamento con quell'amore che già esiste den-
tro di noi. Se non accettiamo noi stessi in modo incondizionato per
quello che siamo, rifiutiamo noi stessi o una parte di noi. I1 coman-
damento 'Ama il prossimo tuo come te stesso" si fonda sulla premessa
di amare in primo luogo noi stessi e senza condizioni.
Ogniqualvolta non accettiamo un'altra persona per quello che
è, danneggiamo noi stessi. Accettare I'altro non significa concordare
totalmente con lui o rinunciare ai propri principi. Accettare signifi-
ca, in questo contesto, accettare l'altro per quello che è e non espri-
mere un giudizio nemmeno quando fa qualcosa che non ci piace.
La legge energetica sottostante è:

Ogni persona che rifìutiamo riflette una parte di noi stessi che
rifiutiamo.

In ultima analisi, non vi è alcuna differenza tra voi e gli altri.


Abbiamo creato questo momento nel tempo e nello spazio e abbiamo
sempre qualcosa da imparare quando blocchiamo le nostre energie.
Un altro modo di affrontare questo punto consiste nel formula-
re la seguente domanda: "Come posso affrontare questa persona o que-
sta situazione senza perdere energia?".
Soltanto se accetto gli altri e tutte le situazioni in modo incon-
dizionato accetto anche me stesso. Ogni singolo evento accidentale,
trauma, incidente, situazione, o persona fa parte della mia personale
creazione e, quindi, posso accettare e amare tutto pienamente, al cento
percento. All'inizio, questo può richiedere un certo dispendio di ener-
gia, ma poi diventa il percorso che impone meno resistenza. Il per-
corso che impone meno resistenza conduce all'armonia interiore, a
un minore dispendio energletico e all'amore incondizionato per se stes-
si e per gli altri. Per raggiungere questo obiettivo occorre un duro
lavoro.
Per concludere, ho scelto una citazione dal libro Stagíng on
the Path [Restare sul percorso] del dottor Wayne W. Dyer:

Arrendersi o una nuoua coscienza, a un pensiero che sussurra.


"In questo momento posso fare questa cosa. Riceuerò tutto I'aiu-
to che mi occorre fino a quando manterrò fede a questo mio
intenzione e cercherò un sostegno in me stesso".

42 EQUILIBR]O EMOZIONALE
jil"
n

il karma e Ie
emozioni: due facce
della stessa medaglia
La bugía che rocconta una persona è Ia uerità che raccontano
innumereuoli altre persone.
Proverbio Zen (Zen Wísdom, Timothy Freke)

ivere 1'esperienza della vita come bellezza e bontà, senza diven-


tarne schiavi, essendo d'aiuto agli altri, pur continuando a rima-
nere fedeli a se stessi, è una sintesi piuttosto indiretta della ba-
se della legge del karma.
Per la maggior parte delle persone, però, il karma è un qualco-
sa che va ricollegato alla filosofia della reincarnazione. Avremo modo
di approfondire questo concetto nel capitolo 7.
In questo capitolo ci concentreremo su ciò che è il karma e sulla
relazione con le nostre emozioni; vederemo anche in che modo que-
sta consapevolezzapossacambiare f intero corso della nostra esistenza.
La conoscenza del karma ci aiuterà a fare scelte di vita migliori e a
trasformare i ricordi e le situazioni che provocano in noi dolore in
occasioni di crescita spirituale.
Per riuscire a comprendere pienamente il significato della
legge di causa ed effetto (karma) dobbiamo partire dal concetto in
base al quale la vita non è una serie di eventi e di incidenti casuali.
Non esistono vittime, né aguzzini; non vi sono perdenti, né vincito-
ri; non esistono cose come fortuna, sfortuna, coincidenza o destino.
Noi apparteniamo a un intreccio globale di spiriti tra loro collegati,
ma liberi di scegliere: il caos non esiste.
Al contrario, esiste un sistema coerente e ordinato, governato
da determinate leggi e prevedibile, purché siano note tutte le infor-
mazioni in entrata. Esiste un collegamento prevedibile tra le nostre
scelte e le loro conseguenze. La verità è che abbiamo il controllo, ma
spesso abbiamo abdicato le nostre scelte, trasformandoci in ostaggi
emotivi e schiavi dei nostri desideri e bisogni.
Quando riusciremo ad ammettere che, mentre prima avevamo
il controllo, ora lo abbiamo perduto, avremo compiuto il passo fon-
damentale per riprendere il timone della nostra vita. Almeno, questo
sarà il mio obiettivo: anche il vostro, vero?

La domanda è: come riuscire a individuare il proprio percorso


nella vita?
È necessario trovare un percorso nella propria vita?
Se non 1o è, da che cosa siamo guidati?
Questa è la differenza fra il primo livello di manifestazione e tutti
gli altri livelli.

. Livello I
A questo livello vi lasciate guidare dalle circostanze.Le cose vi
capitano: potete essere fortunati o avere sfortuna. Il vostro approc-
cio alla vita è del tipo "O la va, o la spacca,' ed è indotto dalla
mancanza di consapevolezza, o da passività e, in ultima analisi,
dalla negazione di sé che è poi la negazione delle vostre capa-
cità e del vostro spirito. In altre parole, è un po, come se gio-
caste alla roulette russal
. Livello 2
A questo livello confidate nella vostra intuizione e seguite il per-
corso che ritenete più giusto per voi. Cominciate a creare una
maggiore sincronia nella vostra vita e ammettete che esistono
alti e bassi. Cominciate a entrare in collegamento e in comuni-
cazione con le vostre guide, gli angeli o I'Io superiore.
Cominciate a capire i segnali e il linguaggio dell'universo.
. Livello 3
A questo livello siete sicuri del fatto che voi e I'universo siete
un'unica cosa. Ciò che accade nella vostra vita riflette le vostre
intenzioni. Scegliete di avere un'intenzione pura e chiara. Non
esistono più alti e bassi; per voi esiste soltanto un ,,adesso". In
questo "adesso", gradualmente vi liberate del vostro passato.

Vediamo di capire il significato della legge del karma - in realtà


essa esprime il concetto secondo il quale esistono soltanto due scel-
te fondamentali -: o scegliamo la beatitudine dell'ignoranza, o sce-

44 EQUILIBRIO EMOZIONALE
gliamo di essere consapevoli del fatto che ogni azione ha delle con-
seguenze. Questa seconda scelta implica che dobbiamo approfittare
di ogni opportunità che ci viene offerta di scegliere il meglio per la
nostra vita e tutto ciò che troviamo lungo il percorso. La legge del
karma significa una continua scelta. Se dovessimo rifiutarci di sce-
gliere, il nostro passato sceglierebbe al posto nostro, perché le inten-
zioni del passato sono sempre e comunque vive.
Modificando I'intento originale della nostra infanzia, ossia la pro-
grammazione inconscia alla soprawivenza, possiamo progredire al
livello di esistenza successivo.
11 succo del karma è nelle nostre azioni ed esperienze passate.

Dovreste tenere ben presente un punto: tutte le azioni genera-


no un ricordo. Questo stesso ricordo darà vita a un nuovo desiderio
che consiste nel risolvere tutte le questioni del passato rimaste irri-
solte. Questo desiderio ci porterà all'azione e questa al karma.

Azione -'> lncidente -+ Emozioni irrisolte

îJ
Scelte <- Desiderio <- Ricordo (energia prodotta dai radicali liberi)

Possiamo immaginare che cosa succederebbe se non affrontas-


simo le emozioni: rimarremmo invischiati in un ciclo vizioso che con-
tinuerebbe a rafforzarsi. Le circostanze potrebbero variare, ma il model-
lo di base sarebbe 1o stesso.
Se riusciremo a comprendere e ad accettare questa legge, ne
ricaveremo maggiore resistenza e flessibilità, che ci aiuteranno ad
affrontare le difficoltà della vita.
Un mio amico dentista è molto famoso perché è uno dei pochi
dentisti che riescono a curare in assenza di dolore. I pazienti che si
rivolgono a lui provengono da ogni parte del Paese. Nel suo studio
ha collegato alla poltrona dentistica un pulsante che il paziente è libe-
ro di attivare, mentre è seduto. Non appena una persona prova il mini-
mo fastidio può premere il pulsante e il dentista interviene. Rispetto
ad altri dentisti, egli riceve un numero irrisorio di richieste di anal-
gesici.
La verità è che i suoi pazienti si servono raramente del pulsan-
te, perché dal momento che vi hanno libero accesso riescono a man-
tenere un maggiore controllo di sé. Non si sentono impotenti e, quin-
di, non soffrono a causa delle più consistenti fonti di dolore - l'ansia

CAP. 4 _ IL KARMA E LE EMOZIONI 45


e la sensazione di impotenza. La stessa cosa awiene con il karma:
quando assumiamo il controllo della situazione diventa assai più
facile affrontare le difficoltà che noi stessi abbiamo creato.
11 punto fondamentale che dobbiamo accettare è che nulla ci può

accadere senza il consenso e la collaborazione della nostra anima. Per-


tanto, ogni aspetto della realtà è il prodotto delle nostre scelte!
Se riusciamo ad accettare la realtà, anche nei momenti più dif-
ficili, abbiamo I'opportunità di crescere al massimo grado.
Le leggi dell'universo non costituiscono un mistero per noi; sono
tanto reali quanto la legge di gravità e noi siamo pienamente in
grado di applicarle, dal momento che le abbiamo già comprese a livel-
lo inconscio. Abbiamo il vantaggio è essere dotati di un meccanismo
interno che ci permette di rilevare le leggi universali: le sensazioni.
Nell'Universo sono presenti, al massimo grado, quell'ordine e quel-
I'armonia che riusciamo a percepire non appena vi attingiamo con-
sciamente. Se entriamo in sintonia con questa sensazione ci accor-
giamo se facciamo qualcosa che disturba quest'armonia.
In altre parole, la legSe del karma ci allinea con I'armonia che
è onnipresente nell'universo. Per comprendere fino in fondo la legge
del karma dobbiamo sapere che ogni nostro pensiero e desiderio, ogni
emozione che reprimiamo, produce una modifica del nostro "livello
vibrazionale".
Possiamo sfruttare questo cambiamento a nostro vantaggio, pro-
prio come possiamo modificare il nostro livello vibrazionale per atti-
rare ciò che vogliamo. Possiamo imparare a farlo utilizzando le tec-
niche che spieghiamo in questo libro. A mano a mano che approfon-
diamo la conoscenza di questo meccanismo, aumenta la nostra con-
sapevolezza e riusciamo a trascendere a livelli di coscienza più ele-
vati rispetto a quelli in cui operiamo attualmente. Dobbiamo evolverci
in modo da diventare multisensoriali e non restare soltanto penta-
sensoriali (i cinque sensi fisiologici). 11 sistema pentasensoriale è utile
soltanto per percepire il mondo fisico materiale. Al di 1à di questo, è
inutile: anzi, spesso diventa una vera e propria "palla al piede" che
porta f individuo a credere nella sua impotenza. Questo produrrà azio-
ni contrastanti al primo livello, cioè al livello pentasensoriale. A que-
sto livello, infatti, appartengono gli "irriducibili", le persone che pre-
feriscono morire piuttosto che rinunciare ai loro sogni.
Qui troviamo anche persone che viaggiano a "velocità di cro-
ciera",la massa grigia che costituisce la maggioranza. Essi accettano
il loro destino e la magigiior parte di loro svolge un lavoro insoddisfa-

46 trQUILIBRIO EMOZIONALE
cente fino al momento in cui va in pensione e si lascia andare total-
mente o si dedica a un hobby facendone la sua ragione di vita per
molto tempo. La maggioranza di queste persone non è felice ed è
molto invidiosa, e critica, nei confronti degli "irriducibili" della nostra
società. Di solito si oppongono al capitalismo perché non riescono
ad accettare la concorrenza.
Il livello degli irriducibili, invece, è quello in cui risulta vinci-
tore chi muore riccol È come parlare di "corsa al successo", di mon-
do dei "power-lunch" [vedi capitolo 1] e di "sieste pomeridiane".
Il terzo gruppo è quello formato dalle figure opposte agli "irri-
ducibili", i cosiddetti "tranquilli". Essi hanno rinunciato e la loro tran-
quillità deriva dall'accettazione della vita per quello che è. Non lot-
tano più e nel momento in cui smettono veramente di tentare di rea-
lizzare i loro sogni con il duro lavoro, riescono a trovare un senso di
pace interiore. La differenza tra queste persone e quelle del secondo
gruppo consiste nel fatto che queste non provano sentimenti ostili:
la maggior parte di loro ha trovato la pace nella religione.
Ritornando al karma, possiamo affermare che le nostre scelte e
le conseguenti azioni rappresentano gli strumenti di cui disponiamo
per la nostra evoluzione a livello di coscienza. Scegliamo costante-
mente I'intenzione che potrà dare alle nostre esperienze un determi-
nato significato.
Quando optiamo per l'ignoranza facciamo comunque una scel-
ta, seppure inconscia, e la nostra evoluzione sarà in linea con quella
scelta. Quando le nostre scelte si basano sull'allineamento con la nostra
coscienza superiore possiamo liberarci di molte delle pulsioni primi-
tive di primo livello come l'avidità, la sicurezza, la paura, la rabbia,
la vergogna, la solitudine e il desiderio di una rcalizzazione esterio-
re della nostra felicità.
Una persona multisensoriale è aperta alle percezioni, alle intui-
zioni, al sesto senso e ad altre sensazioni, segni e segnali di natura
sottile. Le sue scelte si baseranno sull'amore, la compassione e la
saggezza e saranno libere da ogni negatività e giudizio.
Owiamente, come abbiamo avuto modo di ripetere alf infinito
- dobbiamo diventare consapevoli delle nostre scelte. 11 nostro nemi-
co pubblico numero uno è qualsiasi tipo di condizionamento che ci
impedisca di effettuare scelte coscienti.
A questo punto potete cominciare a esaminare gli effetti dei ricor-
di irrisolti che creano un desiderio del quale non dobbiamo conscia-
mente tenere alcun conto.

CAP. 4 _ IL KARMA E LE EIUOZIONI 47


pensiero cosciente -) azione cosciente --) questione risolta

î J
sentimento, desiderio, rilascio del vecchio <- rilascio di energia
situazioni, bisogno, karma prodotta dai radicali
incidenti liberi

î J
vecchio karma nuove intuizioni
(questioni inisolte) (saggezza)

Come possiamo ricavare dal diagramma, è questo il modo per


liberarci del vecchio karma (questioni irrisolte), che è la cusa di deter-
minate situazioni accidentali, desideri, o bisogni nella nostra vita.
Ancora una volta: dietro ogni incidente, azione, pensiero, sen-
timento, bisogno o desiderio, c'è un'intenzione precisa. euesta in-
tenzione deriva da una causa originale, da un'impresa incompiuta.
Quando agiamo consciamente possiamo spezzare questo ciclo kar-
mico e lasciare più spazio a un'energia d'amore positiva e creativa e
a un più efficace annullamento della fatica.
Quando avremo introdotto la legge del karma nel nostro modo
di essere cominceremo a comprendere che tutte le persone e tutti gli
eventi che si verificano nel nostro microcosmo sono orchestrati dal-
la nostra coscienza collettiva superiore. Tutti quelli che sono coinvorti
potranno così evolversi secondo i loro ritmi e misura.
Presto o tardi capiremo il sacro principio secondo il quale tutto
awiene per un motivo preciso.
Personalmente, preferisco 1' affermazione "Dietro ogni singolo
evento accidentale c'è una precisa intenzionel". Si tratta sempre del-
I'intento positivo di promuovere la nostra crescita spirituale e il nostro
benessere. Il fatto che questo accada attraverso di noi dimostra che
si tratta di qualcosa di adatto a noi e che non sarà, quindi, mai qual-
cosa che non potremo gestire, salvo che non decidiamo altrimenti.
Il percorso spirituale è una serie di scelte che effettuiamo
ripromettendoci di conquistare una maggiore armonia interiore. Come
per tutte le cose, all'inizio occorre fare pratica e impegnarsi dura-
mente per sviluppare la competenza necessaria; poi, attraverso la disci-
plina e la ripetizione si raggiunge la maestria.
Lunico modo per arrivare all'annullamento di ogni fatica è attra-
verso la disciplina, nel seguire il percorso che offre meno resistenza.

48 EQUILIBRIO EMOZIONALE
Può essere necessaria molta applicazione per rimuovere i condizio-
namenti e per risvegliare la nostra coscienza, lasciando da parte le
cred,enze che sono tipiche del primo livello.
Ecco alcune considerazioni da fare quando si sceglie percorso
da seguire. Lalegge dell'annullamento di ogni fatica, in quanto mani-
festazione del raggiungimento del massimo livello, implica il fatto
che, nell'applicarla, non sarà comunque possibile evitare la fatica.
Spesso, le scelte "migliori" sono anche le più difficili e richiedono
disciplina, volontà di sacrificio e la necessità di essere d'aiuto agli altri.
Questo percorso richiede la capacità di essere distaccati e I'incapa-
cità di difendersi. In questo percorso si lascia che ogni cosa attraver-
si liberamente la vita, senza provare il desiderio di trattenerla a ogni
costo.
I-lenergia dell'universo è la maggiore fonte di energia; perché
possa fluire attraverso di noi occorre che ci liberiamo dei ricordi nega-
tivi del passato, che bloccherebbero il flusso energetico. Qualsiasi
interferenza con il flusso di questa energia ridurrà la nostra possibi-
lità di confluire nel secondo e terzo livello di manifestazione.
Uno dei modi più sicuri per bloccare il libero flusso dell'ener-
gia consiste nel cercare di rimanere attaccati a ciò che pensiamo di
possedere, che si tratti di beni materiali, relazioni, carriera, persone
eccetera. Questo chiuderà il cerchio intorno a noi, bloccando f in-
gresso di nuove persone e di nuovi elementi nelle nostre vite. La dif-
ferenza tra avere e possedere è ladimensione celeste. Possedere
qualcosa significa esservi attaccati. Quindi, vale una semplice regola:
tutto quello che non vi sarà possibile portare con voi, quando lasce-
rete per sempre la vostra dimensione fisica, non merita alcun tipo di
attaccamento da parte vostra. Una relazione progredisce , grazie al rin-
novarsi, attimo dopo attimo, del vostro coinvolgimento nella stessa.
Si tratta di una scelta che fate in modo continuativo.
Il motivo principale per cui desideriamo rimanere attaccati alle
cose è costituito dal fatto che non riusciamo a credere che sarà I'U-
niverso, in ultima analisi, a prowedere a ogni nostro bisogno. Anche
questo dipende dalla nostra realtà emotiva passata, alla quale rima-
niamo attaccati nella speranza che questo ci preservi dal rivivere even-
ti dolorosi del passato. In questo modo, però, senza saperlo, creiamo
proprio quella situazione che cerchiamo di prevenire.
Siamo convinti, inoltre, di conoscere i nostri bisogni meglio del-
I'Universo e dobbiamo avere la sensazione di avere il controllo, per
sentirci sicuri.

CAP. 4 _ IL KARMA E LE EMOZIONI 49


Al secondo e al terzo livello possiamo arrivare a capire che, se
condividiamo la nostra prosperità e contribuiamo a fare sì che gli altri
aiutino maggiiormente se stessi, saremo sempre in connessione con
la fonte infinita di energia, che è sempre a nostra disposizione. per
raggiungere la padronanza della legge dell'abbondanza universale dob-
biamo liberarci della nostra prospettiva limitata e della sensazione di
insufficienza.
Al terzo livello riusciamo finalmente ad ammettere che I'ab-
bondanza è 1o stato naturale delle cose e, a questo punto, ci liberia-
mo da ogni tipo di attaccamento all'abbondanza materiale, riuscen-
do veramente a farla scorrere liberamente nella nostra vita. La legge
del karma non è un arbitrario codice di comportamento e di bontà
imposto dall'universo, ma il modo in cui possiamo mantenere l'ar-
monia nell'universo. Questo è I'aspetto più interessante: ogini pen-
siero, azione, ctedenza o desiderio che è in risonanza con l'armonia
dell'universo si moltiplicherà producendo ulteriore armonia e
amore,
Questo concetto può essere rappresentato da tre diapason: il
primo, è un enorme diapason che vibra a una specifica frequenza armo-
nica, che attrae le altre persone che vibrano alla stessa frequenza. ll
secondo, è, invece, un altro enorme diapason che vibra a una fre-
quenza disarmonica.Ilterzo è il diapason che è dentro di noi e può
scegliere se vibrare a una frequenza armoniosa o dissonante. Indi-
pendentemente da cosa sceglierà, lafrequenza sarà rafforzata da uno
dei due grandi diapason e a noi verrà rimandato ciò che abbiamo tra-
smesso, sotto forma di altre persone che appartengono alla stessa
banda di frequenza.
In conclusione, ogni azione, pensiero, desiderio o sentimento
che non è in armonia con la bontà dell'universo, presto o tardi ritor-
nerà su di noi, per offrirci la possibilità di ritornare in linea con I'ar-
monia universale. Il karma è, infatti, la "cosa" migliore che ci può
accadere. Ci offre un'altra possibilità di fare una nuova scelta. Laltro
aspetto positivo è rappresentata dal fatto che non esiste alcun Éiudi-
ce o Dio la cui unica attività consista nel valutare le nostre azioni,
conservandone traccia. Lintero sistema si basa sulla fisica dei quan-
ti. La maggiore limitazione degli esseri umani è il tentativo di defi-
nire un fenomeno del quale essi sono una parte interattiva. Ogni osser-
vazione è limitata dalle limitazioni di chi osserva.
Come potete misurare con i soli cinque sensi qualcosa che si
estende ben al di là di quegli stessi cinque sensi?

EQUIL]BRIO EMOZIONALE
La leSge del karma non prevede punizioni: anzi, è la legge della
pietà e dell'amore. Non stiamo cercando di obbedire ai dieci coman-
damenti, un codice di comportamento dettato da Dio. La legge della
pietà e dell'amore è un'espressione dell'essenza amorevole di Dio - o
dell'Universo, se preferite. Essa si applica anche se non credete in Dio,
anche se non esiste alcun Dio.
Pertanto, non c'è alcuna ragione per dimostrare un'aperta ri-
luttanza nell'obbedire a queste leggi. Un atteggiamento di questo
tipo crea soltanto una maggiore distanza tra voi e il Creatore, I'es-
senza della vita, e comporta un maggliore rifiuto di se stessi e la limi-
tazione dell'energia. Questo stesso atteggiamento può portarci a rispet-
tare le leggi perché lo vogliamo, oppure soltanto perché dobbiamo
farlo, anche se non ci piacciono, o può renderci polemici, o indurci
a lamentarci e a criticare le leggi e, comunque, a rispettarle contro-
voglia.
Possiamo anche arrivare a fare quello che è nostro dovere fare,
per timore di una punizione. Spesso, però, vediamo anche l'esatto
opposto, che si manifesta attraverso un atteggiamento di ribellione
carico di risentimento e autodistruttivo.
Non è raro attraversare tutte le fasi appena descritte.
Connessione interna significa comprendere che è vero I'oppo-
sto - la legge della pietà, dell'amore e del perdono è un'espressione
dell'interconnessione tra I'intelligenza universale e noi stessi.
È la legge della comunione, dell'unicità ed espressione della vera
natura della bontà. Quindi, quando parliamo di karma dovremmo sem-
pre distinguere tra karma positivo e karma negiativo. Abbiamo già
osservato che le emozioni giocano un ruolo fondamentale nello svi-
luppo del karma. Noi creiamo il karma positivo sostituendo quelli che
definiamo i nostri istinti naturali, che sono originati da questioni irri-
solte, con decisioni coscienti che si basano sulla nostra connessione
con I'amore che è dentro di noi.
Se seguiamo i nostri istinti naturali basati su questioni emoti-
ve irrisolte, rimaniamo nell'ambito del karma "negativo".
Cos'altro dobbiamo sapere a proposito del karma che potrebbe
influire sulla nostra esistenza? Meglio 1o comprendiamo, meglio sarà
per noi.
È importante sapere che la conoscenza che non dà luogo a intui-
zioni e scelte migliori a volte viene vista come karma "maligno". Se
sapete che il fumo delle sigarette è nocivo alla salute e scegliete di
continuare a fumare, questo è un karma "maligno" o "negativo". Se

CAP. 4 _ IL KARMA E LE EMOZIONI 5l


scegliete di smettere di fumare, perché fa male a voi e agli altri, state
cominciando a costruire un karma "positivo".
Dobbiamo diventare esperti di "riconoscimento del karma"; que-
sta è una delle abilità più difficili da sviluppare. Si tratta della capa-
cità di rintracciare cause ed effetti specifici. Di conseguenza, saremo
maggiormente in grado di effettuare scelte che creano un karma
"buono". Inoltre, avremo modo di accettare più facilmente le conse-
guenze del karma passato. La legge del karma non è semplice, come
potrebbe sembrare. In linea di principio lo è, ma è molto complessa
nelle sue ramificazioni.

Gonvinzioni che danno fotza


Se vogliamo capire fino in fondo questa sua complessità, dob-
biamo tenere conto della filosofia della reincarnazione. I-lequazione
ha molto più senso, se introduciamo la variabile della reincarnazio-
ne. Anche se non ci crediamo, I'accettazione della reincarnazione può
soltanto aiutarci a comprendere meglio ciò a cui forse stiamo assi-
stendo.
In secondo luogo, ci potrà aiutare il fatto di credere che non
esistono eventi accidentali o casuali e che nulla awiene per colpa, o
per errore di altre persone. Facciamo tutti parie di una cospirazione
globale e, sotto un certo profilo, abbiamo scelto di partecipare a que-
sta danza della vita. A dire il vero, siamo volontari entusiasti, in accor-
do con gli eventi che si svolgono nel tempo presente. Abbiamo la
possibilità di scegliere di non partecipare, in qualsiasi momento, ma
per poterlo fare dobbiamo essere capaci di entrare in sintonia e di
aprirci al linguaggio universale. Alcune delle sfide che dobbiamo affron-
tare in questo momento derivano da esperienze infantili, mentre altre
derivano da nostre vite precedenti.
ln terzo luogo ci darà forza anche la convinzione che, di qual-
siasi sfida si tratti, siamo all'altezza. Non siamo mai soli, siamo sem-
pre uniti e in grado di aiutarci a vicenda. Se avete qualche dubbio
sulla legge del karma e della reincarnazione, provate a porvi la seguen-
te domanda: "Che cosa ho da perdere, se accetto che si tratta di una
possibilità?".
Se ci pensate bene, la risposta è "nulla".
Non potete in alcun modo farvi più male di quanto ve ne stiate
già facendo. Se la legge esiste veramente, ricaverete un vantaggio enor-
me dalla sua applicazione. Se, invece, non esiste, potrete soltanto miglio-

52 EQUILIBRIO EMOZIONALE
rare come persone, per il fatto di averci provato. Non accettare la legge
del karma significa semplicemente che non esiste uno scopo e che assi-
stiamo allo svolgimento casuale di una serie di eventi sui quali non
abbiamo alcun tipo di controllo, e questo ci rende impotenti.
Potete anche decidere di dare vita a un progetto, nel quale potre-
te soltanto risultare vincenti o alla pari, e verificare la validità di
questa legge, per almeno un anno. Per lo meno, saprete di esservi con-
cessi la possibilità di reclamare il vostro potere di creatività e avrete
una reale possibilità di migliorare la qualità della vostra vita.
Se siamo d'accordo su questo punto, possiamo analizzare più a
fondo la legge del karma e vedere che cosa possiamo apprendere dai
saggi che vantano antiche tradizioni nel suo studio. Ricordate ogni
nuoua è buona nuoua e possiamo soltanto guadagnare dalla cono-
scenza, se agiamo su di essa. La vera buona nuova, a proposito del
karma è che, nonostante esista una varietà impressionante di possi-
bili forme in cui esso si può manifestare nella nostra vita di ogni
giorno, vi sono soltanto poche categorie di base che occorre cono-
scere per capire come esso interagisca con le nostre scelte.
Per prima cosa, in sanscrito, karma significa "azione".Io, inve-
ce, preferisco attribuirgli il significato di "scelta". 11 karma riguarda le
scelte che facciamo e le conseguenze che da queste scelte derivano.

La prima legge del karma è anche il fondamento della fisica: è


la legge della conseraazione.

La legge della conservazione di massa ed energia dice che I'e-


nergia non si consuma mai, ma cambia soltanto forma, e che I'ener-
gia totale di qualsiasi sistema fisico non può né aumentare, né dimi-
nuire. Questa può anche essere definita legge della continuità. Occor-
rono 8 minuti perché I'energia del sole raggiunga la terra. Quello
che noi vediamo, come luce solare, è un'azione iniziata 8 minuti fa.
Con le stelle è ancora più stupefacente: quello che noi vediamo sono
informazioni trasmesse migliaia di anni fa. Queste informazioni
viaggiano per sempre nel tempo e nello spazio. Lo stesso concetto,
quando è rapportato alle nostre personali esistenze, ci suggerisce
che l'effetto delle nostre scelte o azioni passate tende a protrarsi da
un'esistenza all'altra.
La persona pentasensoriale crede, normalmente, che la sua
partecipazione all'evoluzione spirituale sia confinata a una sola vita.
Dopo questa prima vita, tutto finisce. Veniamo al mondo con un'ani-

CAP. 4 - IL KARMA E LE EMOZIONI


ma candida priva di informazioni o di ricordi e ce ne andiamo con le
sole esperienze vissute in questa specifica esistenza.
Nel capitolo 7 cercherò di spiegarvi perché questo non è mai
vero e perché tutti entriamo in questa dimensione, con un insieme
di impurità nel nostro sistema. Questo non ha nulla che vedere con
la reincarnazione o la religione: si tratta esclusivamente di fatti scien-
tificamente provati. La persona multisensoriale ritiene possibili
ripetute incarnazioni in quanto spiegherebbero molti misteri della
vita umana e sa che la componente spirituale è immortale. Lo spiri-
to non è limitato da spazio e tempo. Esso vive contemporaneamen-
te tutte le sue incarnazioni. un cambiamento influisce simurtanea-
mente su passato, futuro e presente. Ho potuto osservare questo feno-
meno nella realtà, migliaia di volte. euando un paziente che ha
avuto la sensazione di essere stato profondamente ferito da una per-
sona, magari da un gienitore, riesce dawero a perdonarla si verifica
un cambiamento che coinvolge ogni cosa. Il ricordo dell,evento (il
passato) cambia istantaneamente, mentre il futuro cambia contem-
poraneamente al presente. Si modifica la fisiologia e cambia persino
la biochimica. Tutti questi mutamenti possono awenire in un batti-
to di ciglia. Spesso, anche le persone coinvolte cambiano. La perso-
nalità e il corpo fisico rappresentano gli strumenti di cui dispone ro
spirito per evolversi. ogni aspetto della personalità e del corpo fisico
si adatta, allo scopo di perseguire I'obiettivo dello spirito.
Quando ci liberiamo della paura e di tutte le relative emozioni
limitanti, il karma si modifica istantaneamente - ogni volta che eli-
miniamo una delle nostre paure, ne interrompiamo la proiezione nel
futuro, passato e presente e il nostro karma cambia, mentre noi libe-
riamo un ostaggio emotivo. Questo awiene perché lo spirito non è
legato alla dimensione temporale e il futuro e il passato non sono fissi.
Lo scopo consiste nell'eliminare la maggiore quantità possibile di
negatività (proiezione delle paure) per riuscire ad awicinarsi il più
possibile al paradigma ideale di amore incondizionato. L,aspetto
positivo della legge karmica della conservazione è rappresentato dal
fatto che nessuno sforzo, o intenzione, andrà mai perso. Tutto ciò
che avete ottenuto dalla vita, sia a livello emotivo sia a rivello spiri-
tuale, lo porterete con voi anche nella prossima, o nell'eternità.
Lenergia e la dedizione che caratterizzano i nostri sforzi deter-
minano gli effetti futuri della nostra fatica. Ecco perché è importan-
te imporsi una disciplina, per continuare nella nostra formazione
spirituale, perché, presto o tardi, ne ricaveremo grandi benefici. La-

54 EQUILIBRIO EMOZIONALtr
spetto negativo di questa legge karmica risiede, invece, nel fatto che
tutto ciò che rimane irrisolto (emotivamente)viene trasferito nel futu-
ro. Esattamente come f impulso positivo delle nostre azioni e scelte
positive viene mantenuto vivo attraverso la ripetizione (disciplina), il
nostro karma negativo basato su credenze, pensieri e azioni negative
rimane attivo nel futuro e produce archetipi limitanti. Questo rap-
presenta il nucleo fondamentale del problema ed ecco perché, per la
maggior parte di noi, è tanto difficile cambiare.
Per quanto attiene ai modelli distruttivi, la maggior parte della
giente vive nella negazione e nell'autoinganno, o ha delle zone d'om-
bra. La gente difende e protegge questi modelli, perché la sua consa-
pevolezza e la sua coscienza sono offuscate. È qui che entra in gioco
la seconda legge del karma, che ci offre altre opportunità per rompere
con questi modelli karmici. È bene sapere che 1o spirito viene attrat-
to dall'armonia e dalla guarigione e prosegue lunÉo il percorso del-
l'evoluzione.

La seconda legge del karma èla legoe della reciprocità.

Rícambiare
Se i sentimenti e le azioni che riservate a qualcuno sono ricam-
biati, significa che i sentimenti o i comportamenti dell'altra persona
verso di voi sono gli stessi che avete riservato a lei. Questa è la base
del comandamento "ama il prossimo tuo come te stesso". Quello che
farete agli altri, sarà fatto anche a voi. Trattate tutti come vorreste
essere trattati voi, indipendentemente da come essi vi trattano. I nostri
pensieri e le nostre azioni ritornano su di noi, come un boomerang.
Presto o tardi capiterà anche a voi che le vostre azioni e i vostri pen-
sieri vi tornino addosso. È un po' quello che succede quando si paga-
no i conti. Supponiamo che vi venga presentato un conto, o una fat-
tura, per un'azione che ha causato un danno; per esempio, avete rotto
un oggetto che appartiene ad altri. Ecco diversi modi in cui potrete
saldare il conto:

1. In contanti. Provate istantaneamente un dolore a livello del vostro


conto corrente: si tratta del karma istantaneo.
2a. Karmo ritardato a breue termine. Un ritardo a breve termine,
per esempio, pagate con una carta di credito e 30 giorni più tardi
ricevete 1'addebito.

CAP. 4 _ IL KARMA E Ltr EMOZIONI


2b. Karma ritardato a lungo termine. Pagate con una carta di cre-
dito; scegliete di pagare soltanto I'ammontare minimo e il rima-
nente in piccole rate con interessi, o in un'unica soluzione.
t
J. Karma ritardato o lungo termine priuo di copertura. Potete opta-
re per un conto scoperto che vi procurerà la fama di cattivo debi-
tore. Questo significa che la "punizione" da voi scelta potrebbe
essere talmente distante nel futuro, che potreste persino dimen-
ticare il motivo per cui siete stati puniti! Tornando alla rein-
carnazione, questo significa che nelle vostre vite future vivrete
I'esperienza ritornata su di voi per I'effetto "boomerang", ma non
ricorderete la ragione per cui ciò accadel

Personalmente, preferisco il "karma istantaneo", perché facilita


I'individuazione di causa ed effetto. Più vi evolvete, più "istantaneo"
sarà il vostro karma. La legge della reciprocità vige anche per il karma
positivo; anche il pagamento del karma positivo segue 10 stesso prin-
cipio. A volte, riceviamo gli interessi su un investimento in un'unica
somma consistente; in altri casi, gli interessi vengono ripartiti in un
certo arco di tempo e, altre volte, non si incassano se non in un lon-
tano futuro.
Va puntualizzato che la legge della reciprocità non è I'unica spie-
gazione plausibile per le sfide esistenziali. Quando vediamo qualcu-
no che soffre, è invalido o sta vivendo un momento tragico, non pos-
siamo presupporre che queste situazioni siano sempre frutto delle sue
scelte distruttive del passato. A volte, lo spirito rileva il karma di
altri, per alleviare la loro sofferenza oppure per rendere un servizio,
o sceglie di vivere questa esperienza per accelerare la sua crescita
spirituale.
Alcuni spiriti scelgono di essere portatori di un handicap, per-
ché questo può avere un'influenza sulla società e risvegliare le coscien-
ze sul problema dell'handicap. Un figlio che rimane al mondo solo per
un breve periodo, perché muore di cancro o a causa di qualche disfun-
zione metabolica congenita, può essere nato per aiutare i suoi geni-
tori e fratelli ad accelerare la loro crescita spirituale, e non per un
suo bisogno spirituale. Può anche essere vero l'opposto: una persona
può offrirsi di curare chi è portatore di gravi handicap, con I'inten-
zione di rendersi utile a qualcuno che sta attraversando una diffici-
lissima esperienza spirituale.
La lezione più importante è che non possiamo mai partire dal
presupposto che la sofferenza di una persona è provocata dalla sua

EQUILIBRIO EMOZIONALE
espertenzadegli effetti negativi del karma. La nostra intenzione dovreb-
be essere quella di dimostrare amore e compassione a tutti coloro che
attraversano il loro processo karmico. Se non sarà così, creeremo, a
nostra volta, ulteriore karma negativo. D'altro canto, la legge della
reciprocità può aiutarci a comprendere le difficoltà, le tragedie, gli
handicap, la sofferenza, la morte prematura e così via. Anche i
disturbi fisici ed emotivi di minore entità possono essere dovuti a que-
sta legge. Ho sviluppato un semplicetestgraziaal quale chiunque può
imparare a scoprire se una tragedia, o un'altra forma di sofferenza, è
il risultato del karma o di qualcos'altro.
La legge della reciprocità è anche la legge del karma positivo.
Tutto ciò che facciamo basandoci su atti di amore incondizionato, di
gentilezza, servizi che offriamo o compassione, ci verrà restituito in
eguale misura. Come i vecchi debiti aumentano per I'accumularsi
degli interessi passivi, così i risparmi risultano moltiplicati dagli
interessi attivi.
Molte persone riscuotono nella vita presente le remunerazioni
degli investimenti passati. Così, alcune persone saranno particolar-
mente fortunate con i soldi, la salute, le relazioni o in altri settori,
grazie alle loro azioni passate. Questo ci rende più accorti nel modo
di fare le nostre scelte.
Le nostre scelte vengono fatte in funzione del karma positivo
che ne deriverà? Non si tratta di un atteggiamento egoistico? Tutta la
conoscenza è karma: a che cosa serve la conoscenza se non possiamo
agire su di essa? Una situazione ideale sarebbe quella di fare del bene
dal profondo del cuore: cioè dimostrando amore, compassione e gien-
tilezza.
Quando dobbiamo affrontare determinate scelte è accettabile
scegliere dal livello mentale in base ai vantaggi che derivano dal fare
del bene. Si tratta di un ulteriore incentivo, in un momento di ten-
tazione. A poco a poco, ci sentiamo sempre più a nostro agio e in
armonia con la nostra scelta di fare del bene, facendola partire dal
nostro cuore.

Duro lavoro spirituale


Alcuni spiriti scelgono I'opzione del duro lavoro sul loro per-
corso spirituale e scelgono di affrontare le difficoltà e di sfidare atti-
vamente le circostanze, per trarre vantaggio da queste come da un
"ormone" della crescita spirituale.

CAP. 4 _ IL KARMA tr LE EMOZIONI 57


Conclusioní
Alcune persone utllizzano la legge della reciprocità per diven-
tare vittime del loro io passato e per crogiolarsi nel loro senso di colpa
e di vergogna. In questo modo è quasi inevitabile creare maggiore
karma, anche se ciò non è mai nelle intenzioni originarie. euesta
legge ci consente di guarire il passato e di modificarlo. Ci offre la
possibilità di non soffrire invano e ci consente di purificare i ricordi
e di riempire il nostro sistema di nuova energia. Ci rende consape-
voli del fatto che dobbiamo assumerci la responsabilità delle nostre
vite. Vi sono altre leggi relative al karma ma le due descritte finora
sono le più importanti, se vogliamo comprendere il rapporto tra karma
ed emozioni.
Per quanto riguarda il nostro Equilibrio Emozionale, l'ulterio-
re vantaggio dato dal fatto di risolvere le emozioni irrisolte del pas-
sato è che ogni volta che ci liberiamo di un ricordo, carico di radica-
li liberi, ci liberiamo anche del karma negativo e diventa così possi-
bile una scelta emotiva più libera.

La scelta emotiua libera è il percorso che porta al karma.

Come abbiamo avuto modo di osservare in questo capitolo,


possiamo effettuare le nostre scelte partendo dalla mente o dal
cuore.

Hardware Idimensione corporea]


Quando siamo al primo livello, le nostre scelte si basano sul livel-
lo mentale perché questa è la cosa migliore per noi.
Heartuare [dimensione del cuore, "heart"]
Quando siamo al secondo livello, le nostre scelte partono dal
cuore, perché ci sembrano giuste (intuitivamente).
Software [dimensione incorporea]
Si tratta del nostro livello spirituale essenziale (terzo livello);
qui le nostre scelte partono dalla nostra guida spirituale e seguo-
no il percorso che offre la resistenza minore.

Questi tre livelli racchiudono vari "sottolivelli" e, mentre pro-


cediamo, possiamo passare gradatamente da un livello all'altro attuan-
do i principi dell'evoluzione spirituale.
Per chiudere, qualche perla di saggezza del dottor Wayne W.
Dyer, dal suo libro Staying on the Poth fRestare sul percorso]:

58 EQUTL]BRIO EMOZIONALE
Soltanto un fantasma uaga nel suo passato e spiega se stesso
con elementi descrittiui che si basono su una uita già uissuta.
Voi siete quello che scegliete di essere oggi, non quello che auete
scelto in passato.

CAP.4 _ IL KARMA E LE EMOZIONI


rX

I blocchi emotiú
sullaaastrada della
guarr$one
Esiste il bene ed esìste il male
-equestoèbene.
Esiste la perfezione ed esiste l'imperfezione
-equestoèperfetto.
î'Ao Shan (Zen Wisdom, Timothy Freke)

T a comprensione della malattia si basa sulla comprensione della


I tuggr"ra di un corpo sano. La malattia non è qualcosa che ci
I-Jcapita per caso fa parte di un sistema complesso, che ci sugge-
risce che abbiamo bisogno di apportare alcuni cambiamenti al
nostro approccio alla vita.
Ogni deviazione dall'equilibrio è un disequilibrio. Il disequili-
brio non è lo stato naturale delle cose per noi, ma è la condizione in
cui la maggior parte di noi si trova. La causa è semplice: la mancan-
za di automotivazione (apatia) combinata con la mancanza di cono-
scenza (ignoranza).
Normalmente, non occorre alcun tipo di conoscenza per con-
servare la salute: tutto ciò che ci occorre è già connaturato al nostro
sistema. Allontanandoci dalla nostra natura divina ci siamo allonta-
nati dalla nostra intelligenza autoregolatrice, la saggezza innata del
corpo. E così dobbiamo imparare quello che già conosciamo, per poter-
ci riappropriare di ciò che già ci appartiene. E... questo è esattamente
I'argomento di questo libro.
Se osserviamo la natura, vediamo che quando viene lasciata a
se stessa tutto awiene in modo naturale e senza difficoltà.
Esiste un'intelligenza che mantiene ogni cosa in movimento,
senza alcuno sforzo.Il cerchio della vita si realizza in modo natura-
le. Non servono diete, ginnastica, la volontà di studiare; non esisto-
no I'inflazione, la borsa, I'insonnia...
Noi esseri umani abbiamo deciso di turbare i ritmi della natu-
ra e di rendere la nostra vita molto comoda e molto complicata. Non
diciamo mai quello che vogliamo veramente dire, ci preoccupiamo
delle cose che non possiamo cambiare, non interveniamo sulle cose
che possiamo cambiare, concentriamo i nostri sforzi su obiettivi non
possiamo raggiungere e abbiamo dimenticato chi siamo veramente.
"Oh, oh!" Siamo stati distratti da tutti i dettagli da noi costruiti. Abbia-
mo attinto alle illusioni create dalla nostra fantasia, e abbiamo ini-
ziato a credere che si tratti della realtà.
Come il bambino che gioca con i suoi giocattoli ed è totalmen-
te assorbito da questa sua attività, tanto da viverla, vederla e sentir-
la, il nostro mondo è pieno di giocattoli che sono fatti apposta per
rendere la nostra vita confortevole. Ma che cosa ha a che vedere
tutto questo con la malattia?
La risposta è: tuttol Non possiamo isolare la malattia dal con-
testo nel quale essa si presenta. Non possiamo non tenere conto del
mondo in cui viviamo, non possiamo guarire da una malattia senza
preoccuparci di conoscerne la causa, perché solo comprendendo I'o-
rigine della malattia possiamo guarire.
Questo libro parla di guarigione, nel suo significato di risolve-
re la dualità e ritornare a essere uno. Uno non è yang oppure yin: è
frutto del completarsi ed equilibrarsi perfettamente a vicenda, come
avrebbe dovuto essere fin dall'inizio.
Cominciamo a realizzare una breve panoramica della medicina
occidentale, che per noi è l'epitome della scienza, o almeno questa è
I'impressione che essa ci trasmette.
Alcuni collegamenti mancanti sono:

I dottori hanno perso il loro senso d'umanità (siamo per loro


soltanto "il prossimo paziente nella lista").
Non vi è alcuna implementazione della fisica dei quanti e di altre
innovazioni scientifiche nella guarigione.
a Lenfasi è posta sui sintomi e sulle parti, non sull'insieme.
a Non vi è un impegno in tempo reale della bioenergietica (la sag-
gezza innata del corpo).
a Non c'è posto per i poteri di guarigione della mente.
a Ostilità nei confronti della terapia nutrizionale e dell'erboriste-
ria; preferenza per farmaci soppressivi di origine chimica.

oz EQU]LIBRIO EMOZIONALE
La medicina occidentale non teme confronti quando si parla di
medicina d'urgenza, in particolare di traumi, disturbi circolatori o
respiratori acuti e altre situazioni che mettono a rischio la vita del pa-
ziente. Quando, invece, si tratta di individuare la vera causa di una
malattia cronica e di guarirla, I'intera prospettiva cambia; non riesce
a guarire efficacemente nemmeno un comune raffreddore.
Questo non significa, di per sé, che la medicina alternativa sia
la giusta soluzione. Ho dedicato oltre 20 anni allo studio dei metodi
di cura alternativi: agopuntura, omeopatia, fitoterapia, Qi Gong, flo-
riterapia, reiki, tocco terapeutico, medicina osteopatica, terapie
alternative per la cura del cancro, medicina bioenergetica, NLP o pro-
grammazione neuro-linguistica, shiatzu, terapia ortomolecolare, talas-
soterapia, terapia ghiandolare, terapia della chelazione, bio-feedback,
ipnosi e molte altre ancora.
Sono giunto alla conclusione che la medicina alternativa è in-
tricata quanto una giungla. Occorre una guida per essere inditizzati
alla terapia più appropriata e al medico che possa meglio risolvere
un nostro problema: non si può certo definire un settore ben orga-
nizzato.
I principi, i concetti e le filosofie di base sono estremamente
interessanti e in questo capitolo cercherò di illustrare ogni concetto
nel suo contesto più adatto, per darvi modo di comprendere meglio
come si origina la malattia e quali sono i passi da compiere per affron-
tarla nel migliore dei modi.
In questo modo, qualunque tipo di cura decidiate di segluire, pro-
durrà su di voi effetti benefici, perché sarete voi a controllare il
vostro processo di guarigione, non i medici o i terapeuti, siano essi
alternativi oppure no.

Salute e vitalità
Secondo 1'Organizzazione Mondiale della Sanità la salute è una
condizione di benessere nella quale un individuo è libero dalla soffe-
renza, sia essa di origine emotiva, fisica o sociale.
Nella medicina alternativ a, la definizione più unanimemente
accettata di salute è il funzionamento ottimale di corpo, mente e
anima.
Personalmente, ritengio che "malattia" non significhi necessa-
riamente "opposto di salute", ma che spesso, invece, sia proprio una
conseguenza della salute. Lintelligenza del nostro corpo, nella sua

CAP. 5 _ I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GUARIGIONE 63


costante e infaticabile ricerca di equilibrio a tutti i livelli, farà quanto
necessario per mantenere o creare questa condizione di equilibrio.
Per mantenere la casa pulita, dobbiamo regolarmente fare le
pulizie. La domanda è: quante volte la settimana dovremo dedicarci
alle pulizie di casa per mantenerla pulita?
Qualcuno sceglierà di farlo continuamente (e questo, normal-
mente, è un atteggiamento patologico), altri 1o faranno un giorno sì
e uno no, altri una sola volta alla settimana. Supponiamo che, inve-
ce, facciate pulizia una volta al mese: in questo caso avrete così tante
cose da fare che vi sentirete stanchi e sfiniti per almeno qualche
giorno.
Altre domande importanti sono: quante persone vivono in casa
vostra, qual è la collocazione geografica della casa, quanto è grande,
quanto inquinamento generano le persone che la abitano e quanto
siete coinvolti nell'aiutare queste persone.
Il corpo agisce in modo molto simile: la quantità di sforzo neces-
saria per mantenere I'equilibrio dipenderà da diversi fattori, che pos-
sono bloccare la guarigione.

Fattorí determinanti per la salute


e la guarigiione
o La quantità di fattori inquinanti che introduciamo nel nostro
corpo (alcol, zuccheri, additivi alimentari, nicotina ecc.).
o La quantità di scorie che eliminiamo (sudore, urina, feci, pol-
moni).
. Laccumulo presente nel sistema (quantità di tossine introdotte
maggiore di quella espulsa).
r La quantità di energia che viene deviata verso attività che richie-
dono un grande dispendio energetico come, per esempio, lo
stress, le preoccupazioni, le infezioni, le allergie, l'ansia ecc.
o La quantità di riposo che ci concediamo (quando il sonno non
è sufficiente, abbiamo una minore capacità di disintossicarci e
di rigenerarci).
. Introduciamo una quantità sufficiente di nutrienti (antiossidanti,
vitamine, minerali, acidi grassi, proteine, carboidrati)?
. Quantità e qualità dei fluidi introdotti.
r Ambiente (inquinato o contaminato dalle onde elettromagnetiche).
r La quantità di infezioni (guerre) che si sviluppano nel nostro
corpo (per esempio parassiti, infezioni micotiche, sinusiti, carie).

64 EQUILiBRIO EMOZIONALE
La quantità di rilassamento che riusciamo a concederci abi-
tualmente (meditazione, musica ecc.).
a La quantità di esercizio fisico e movimento.
a La quantità di concentrazione mentale (il grado di preoccupa-
zione che proviamo per la salute e la malattia dipende dalle nostre
credenze e dai nostri pensieri).
La nostra costituzione genetica (problemi metabolici congeni-
ti, pensieri).
Il nostro bagaglio karmico, con il quale dobbiamo fare i conti
nel presente.

Insomma, essere sani è facile: quando avremo il controllo di tutti


questi fattori saremo già a buon punto.
Per inciso, non dimenticate di programmare la vostra mente,
di condizionarla per conquistare vitalità, longevità e un funziona-
mento ottimale del corpo.
Naturalmente, è più facile a dirsi che a farsi; tuttavia, il mio pro-
posito è quello di aiutarvi ad affrontare la parte più difficile, owero il
fatto di riuscire a controllare la maggiore perdita di energia nel vostro
sistema.
Per I'appunto: credo che sappiate perfettamente che cosa inten-
do quando parlo della uostra situazione emozionale. Mi riferisco alf in-
grediente fondamentale della vitalità e dell'anello mancante in molti
approcci terapeutici alternativi.
Ma, allora, che cos'è la malattia?
Proviamo a pensare alla pratica clinica e vediamo di approfon-
dire questo concetto nel suo contesto.
Jim era un uomo di 68 anni. Il suo viso esprimeva angoscia e
aveva perso il suo abituale sorriso. Lo conoscevo da 15 anni e lo ave-
vo seguito per alcuni problemi di gotta e di sovrappeso. Jim era uno
di quei tipici pazienti che venivano a consultarmi soltanto se aveva-
no un problema serio. Si impegnava a modificare il suo stile di vita
nel modo in cui gli suggerivo, ma soltanto fino a quando questo
produceva il cambiamento desiderato, per poi riprendere il suo con-
sueto stile di vita, fino al ripresentarsi di un nuovo problema, nel qual
caso tornava da me con un sorriso. Egli era l'opposto di un ipocon-
driaco e faceva sempre finta che tutto fosse perfetto. Il suo vizio
principale era la gola: prediligeva i ristoranti dove si può "mangiare
a volontà" e si vantava del fatto che con lui questi ristoranti lavora-
vano in perdita.

CAP. 5, I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GUARIGIONtr 65


Naturalmente, era in sovrappeso e aveva tentato molte diete
senza alcun successo. Mi bastò guardare l'espressione del suo viso
per capire che era accaduto qualcosa di estremamente glrave.
"Mi hanno diagnosticato un cancro" mi disse. "Vogliono inter-
venire chirurgicamente e con la radioterapia".
Ero, nel contempo, stupito e non stupito: avevo sempre saputo
che presto o tardi Jim si sarebbe messo nei guai. Per lui avevo previ-
sto però problemi cardiaci.
"Dov'è il cancro?" gli chiesi in tono tranquillo. "È cancro della
vescica con metastasi alle ossa", rispose e aggiunse: "È la fine, lo so".
"Perché dici così?" risposi a mia volta, "Non saprei, lo so e basta!".
Questo era un aspetto di Jim che non avevo mai conosciuto
non era certo un tipo rinunciatario e, quindi, ero dawero sorpreso.
Doveva esserci sotto qualcos'altro e dovevo scoprire di che cosa si trat-
tava, qual era la ragione per cui aveva deciso che combattere non aveva
più alcun senso. Lo "shoglanai" (l'accettazione del proprio destino) è
molto utile, quando non c'è niente da fare, ma non significa accetta-
re la propria sconfitta, atteggiamento assolutamente dannoso quan-
do la situazione può ancora essere modificata.
Nel cancro lo "shoganai" fa parte del piano di battaglia, ma non
va inteso in termini di sconfitta, piuttosto come accettazione della
diagnosi. Significa cercare di uscire dalla fase di negazione e accet-
tare la sfida.
La diagnosi di cancro può uccidere, anche più del cancro stes-
so. Forse la storia che sto per raccontare può illustrare quest'altro
concetto.
Lepisodio che voglio descrivere ebbe luoglo nella clinica uni-
versitaria della città di Utrecht, 23 anni fa. Si sono però verificati molti
altri casi del genere (Utrecht è una città dell'Olanda, dove ho studia-
to medicina per 6 anni). Due pazienti, il cui cognome era Jones e
che, per combinazione, condividevano anche l'iniziale del nome di
battesimo (W), erano ricoverati nella stessa stanza in due letti vicini,
nel reparto pneumologia. Uno di loro aveva una grave polmonite con
una tosse che gli procurava dolore; era, inoltre, affetto da asma bron-
chiale. Laltro Jones era un fumatore incallito e aveva una grave forma
di bronchite; si trovava in ospedale perché quando tossiva sputava san-
gue e doveva essere sottoposto a una broncoscopia.
Al Jones paziente asmatico, dopo una radiografia, venne dia-
gnosticata una forma progressiva e molto aggressiva di cancro ai
polmoni: la prognosi era terribile, da sei a nove mesi di vita. Al Jones

66 EQUILIBRIO EMOZIONALE
fumatore, invece, fu detto che i suoi sintomi erano dovuti semplice-
mente a una grave polmonite e gli furono somministrati antibiotici
per via endovenosa, oltre alle altre medicine del caso.
Quando gli furono comunicate queste notizie, apparve visibil-
mente sollevato e subito il suo intero quadro fisiologico cominciò a
cambiare. Sussurrava canzonette e raccontava storielle agli altri pazien-
ti; era così felice perché quando era entrato in ospedale era convinto
di avere il cancro e aveva rinunciato a ogni speranza, convinto che
sarebbe morto. A questo punto, smise di fumare e tornò a casa e alla
vita di ogni giorno.
I-laltro W. Jones non fu così fortunato: dopo aver lottato per anni
contro l'asma cronica, si era sentito comunicare la diagnosi di un can-
cro ai polmoni già metastatizzato e che la fine era vicina.
Fu assalito da una profonda depressione, tanto che non voleva
più parlare a nessuno. La sua famiglia cercò invano di sollevargli il
morale; non riusciva a fargli cambiare quell'umore funereo che,
anzi, peggiorava ogni giorno di più.
Dopo 3 mesi questo W. Jones morì, confermando ancora una
volta la bravura dei medici nella predizione del futuro.
Ma la storia non finisce qui. Alcune settimane dopo la morte di
W. Jones, per caso uno studente scoprì che c'era stato uno scambio
nelle cartelle dei pazienti e così il W. Jones soprawissuto, che avreb-
be invece dovuto essere già morto di cancro, fu convocato per un'al-
tra radiografia. Con enorme sorpresa di tutti i medici, non vi era più
alcuna traccia del cancro ai polmoni; c'era solo una piccola calcifica-
zione laddove avrebbe dovuto esserci il tumore. W. Jones era com-
pletamente guarito e libero da tutti i sintomi. Naturalmente, questo
è un tipico esempio di effetto "placebo", una strana anomalia della
mente, inaccettabile in termini medici: "Se lo credete abbastanza fer-
mamente, potete guerire" . Non si tratta certo di una teoria scientifi-
ca; piuttosto, di qualcosa che ha a che vedere con I'esoterico o la
religione.
Il W. Jones deceduto era stato, invece, vittima dell'effetto "no-
cebo", un'altra strana anomalia della mente inaccettabile in termini
medici: "Se lo credete abbastanza fermamente, potrete ammalarui e
addirittura morire", soprattutto quando la diagnosi vi è stata comu-
nicata da una voce autorevole, come può esserlo quella di un medi-
co. A questo proposito, purtroppo, la maggioranza dei medici dimen-
tica che le prognosi si basano su dati statistici. Le statistiche rappre-
sentano sempre quella che viene definita "curva di Bell", che preve-

CAP. 5 _ I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DtrLLA GUARIGIONE 67


de eccezioni in entrambi i termini dell'equazion e. Le deviazioni dalla
norma interessano sia la parte bassa sia la parte alta della curva. euin-
di, se il dottore dice che vi rimangono sei mesi di vita, questo può
significare due mesi o anche meno nella parte bassa della curva di
Bell, ma anche molti molti anni nella parte alta della curva.
Se morirete esattamente dopo sei mesi, vorrà dire che siete
stati pazienti modello e molto suggestionabili. Il dottore avrà avuto
ragione. È questo quello che chiamiamo effetto "nocebo".
Se, invece, rifiutate di entrare a far parte delle statistiche e riu-
scite ad assumere il giusto atteggiamento mentale, tutto è possibile.
Ma torniamo al caso di Jim e del suo cancro alla vescica. Dopo
aver parlato con lui, mi resi chiaramente conto di quello che stava
awenendo. Venticinque anni prima alla moglie di Jim era stato dia-
gnosticato un cancro: da un po' di tempo aveva capito che c'era qual-
cosa che non andava nel suo seno e aveva temuto di avere un tumo-
re. Aveva aspettato a rivolgersi a un medico, fino a quando non le era
più stato possibile tenere la cosa nascosta a Jim. Così le fu diagno-
sticato un cancro al seno con metastasi alle ossa. I dottori le dissero
che non potevano più fare niente per lei. Jim non aveva voluto accet-
tare questa cosa. Aveva venduto delle proprietà e I'aveva portata in
Germania, presso una clinica privata. La donna era stata operata e
poi sottoposta a radioterapia e a chemioterapia. Jim aveva ottenuto il
permesso di assentarsi dal lavoro e le rimase accanto per tutta la dura-
ta della cura. Spese tutti i suoi risparmi e si indebitò notevolmente.
Ma la donna non ce la fece. Morì dopo avere lottato per dieci mesi,
proprio come le era stato predetto dai primi medici che I'avevano visi-
tata. Jim non riusciva a superare la cosa e si sentiva in colpa, perché
si era convinto del fatto che la donna non si era fidata di lui al punto
da confidargli i suoi sintomi. All'epoca, infatti, lavorava molto, aveva
due lavori e la carriera andava bene. Aveva investito i suoi guadagni
in alcuni immobili e prima che la moglie si ammalasse la loro situa-
zione finanziaria era ottima.
Dopo il funerale, Jim era un uomo diverso: cominciò a mangiare
in modo smodato e non condivise più i suoi sentimenti e i suoi pen-
sieri intimi con nessuno.
Ecco la mia diagnosi di Jim:

1. Emozioni irrisolte collegate al senso di colpa.


2. Un sistema di credenze in base al quale i medici non possono
mai sbagliare una prognosi relativa al cancro.

EQUILIBRIO EMOZIONALE
t
J. Paura e depressione nascoste: premesse dello sviluppo di un can-
cro.
4. Sconfitta e depressione dovute alla diagnosi, associate al senti-
mento della paura.
5. Rancore verso Dio per le ingiustizie che si subiscono nella vita.

Nella medicina cinese è dato per certo che ogni organo ha una
più forte risonanza con determinate emozioni.
Ecco un elenco degli organi principali e delle corrispondenti
emozioni fondamentali:

Cuore: offesa, ferita, sensazione di essere abbandonati, delu-


sione.
a Intestino tenue: solitudine, ipersensibilità, vulnerabilità.
a Vescica: insicurezza, indecisione, incapacità di lasciarsi andare.
a Reni: paura, mancanza di fiducia, sospetto (sfiducia).
a Cistifel lea: frustrazione, irritazione, amar ezza.
a Fegato: rabbia, rabbia repressa, gelosia, vendetta.
a Polmone: depressione, tristezza, dolore, perdita, arfoganza.
a Colon: rigidità, dogmatismo, difensiva, perfezionismo.
a Mllzalpancr eas: bassa autostima, disperazione, dipendenza dagli
altri.
Stomaco: preoccupazioni, ansia, ossessione, disgusto.

Vi sono poi altri sistemi energetici che non corrispondono agli


organi descritti dalla medicina occidentale e hanno nomi piuttosto
esotici: il Triplice Riscaldatore, il Vaso Governatore e il Vaso Conce-
zione. Appartengono tutti all'elemento Fuoco e sono collegati al siste-
ma neuro-endocrino e al sistema immunitario.
Gli organi sono, inoltre, suddivisi in gruppi, in base ai cinque
elementi; gli organi di ciascun elemento hanno frequenze vibratorie
corrispondenti. Alcune associazioni di questi orgiani sono facilmente
comprensibili per il punto di vista occidentale: per esempio, il fegato
e la cistifellea, i reni e la vescica, il pancreas e 1o stomaco. Le combi-
nazioni meno owie sono cuore e intestino tenue, polmoni e colon
(anche se ha senso dal punto vista dello sviluppo embrionale).
Ecco l'elenco degli elementi e il corrispondente sistema di
organi:

Fuoco: cuore, intestino tenue, triplice riscaldatore, pericardio.

CAP. 5 _ I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GUARiGIONE 69


a Terra: milza, pancreas, stomaco.
a Metallo: polmone, colon.
a Acqua: vescica, rene.
a Legno: fegato, cistifellea.
a Neutro (vuoto): vaso governatore, vaso concezione.
a Vuoto: questi elementi corrispondono al sistema dei chakra della
scienza indiana e sono collegati a tutti gli organi.

Ogni singola emozione ha una risonanza primaria con la fre-


quenzavibratoria di uno specifico organo o sistema energetico. Que-
sto produce un duplice effetto:

Se l'organo è indebolito dallo stress, sarà più facile che il sog-


getto provi I'emozione corrispondente.
Per esempio: un contadino che è stato esposto per lungo tempo
a pesticidi tossici potrà sviluppare una patologia al fegato. Dal
momento che il fegato non è più in equilibrio, il contadino sarà
sempre più incline all'irritazione, alla frustrazione e alla rab-
bia. Le più piccole contrarietà gli creeranno enormi problemi;
poiché non riuscità a capirne il motivo, diventerà sempre più
impaziente con i suoi collaboratori, con la moglie e i figli. Se le
questioni irrisolte sono molte, tendono ad affiorare in superfi-
cie. Secondo la medicina cinese sono state le questioni irrisol-
te a rendere più vulnerabile il suo fegato e per questa ragione i
pesticidi hanno avuto un effetto maggiore di quello che avreb-
bero altrimenti potuto avere. In altre parole, le questioni irri-
solte ci rendono più vulnerabili e più inclini ad ammalarci. Inol-
tre, ci rendono anche più soggetti a incidenti.
È importante capire che quando un organo è stressato o non è
in equilibrio (se, per esempio, ha una manifestazione fisica), se
non riusciamo a risolvere il fattore causale emotivo sottostante
non riusciremo neppure a ristabilire I'equilibrio.

Ecco I'altra faccia della medaglia:

Una persona che non affronta una determinata emozione in modo


energeticamente appropriato causerà I'indebolimento del corri-
spondente organo.
Abbiamo già affrontato questo argomento in modo approfondi-
to nel capitolo 2, quando abbiamo parlato di ostilità e dell'in-

EQUILIBRIO EMOZIONALE
sorgenza di patologie cardiache. La depressione, per esempio,
influisce anche sulla ghiandola del timo e, quindi, sul sistema
immunitario.

Perciò, se vi arrabbiate con qualcuno e reprimete la vostra rab-


bia, provocate un danno a voi stessi. Ciò può portare a un indeboli-
mento della funzione epatica, limitando la capacità del vostro fegato
di eliminare le tossine e provocando una sindrome da affaticamento
cronico.
Questo punto può essere illustrato più chiaramente da un'altra
storia di un caso.
Un dentista si presentò nel mio studio: lo conoscevo perché aveva
frequentato uno dei seminari da me tenuti. Dopo il consueto scam-
bio di formalità e di dimostrazioni di rispetto per le rispettive spe-
cialità, mi spiegò che soffriva di un'epatite C cronica.
Il trattamento con interferone previsto dalla medicina occiden-
tale non aveva avuto successo e temeva, perciò, di sviluppare una
cirrosi epatica. Non vi è modo migliore di ottenere quello che si
uuole che alimentando la paura di ciò che non si uuole. Dopo un suo
esame di coscienza, apparve evidente che I'uomo aveva gravi proble-
mi emotivi con il padre.
Il padre aveva fisicamente abusato di lui, quando era bambino,
ed era un alcolista cronico. Dopo che gli era stata diagnosticata una
cirrosi epatica, aveva iniziato un programma di disintossicazione e
alla fine aveva smesso di bere. Per oltre dodici anni, Harry, il denti-
sta, non aveva più rivolto la parola a suo padre e aveva persino rac-
contato alla moglie che suo padre era morto.
Tre anni prima, improwisamente il padre si era rifatto vivo al
telefono, chiedendogli di perdonarlo. I1 dentista si era infuriato e aveva
urlato a suo padre che non lo avrebbe mai perdonato.
Poco tempo dopo, mentre stava intervenendo chirurgicamente
su un paziente affetto da epatite C, si punse accidentalmente con un
ago infetto.
Questo awenne esattamente due giorni dopo la telefonata. Il
dentista si rese subito conto di essere stato infettato e il giorno stes-
so si rivolse a un medico in cerca d'aiuto. A questo punto gli chiesi
di guardare alla situazione da una diversa prospettiva: per tutta la
vita il suo più grande desiderio era stato quello di avere un padre.
Cinque anni prima si era sposato e il suocero era diventato per
lui un simpatico compagno di pesca. Però non era la stessa cosa. Gli

CAP. 5 I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GI]ARIGIONE 71


suggerii che esisteva la remota possibilità che egli avesse creato que-
sta malattia, per riuscire ad affrontare la sua sfida più importante;
liberarsi del passato. Gli dimostrai, con una particolare procedura di
test, che se non avesse perdonato il padre e non si fosse liberato della
sua rabbia, avrebbe finito per diventare come il padre, affetto da cir-
rosi epatica.
Alla fine, Harry riuscì ad accettare l'idea che l,unica vera possi-
bilità di guarigione consisteva nel liberarsi del passato e ricomincia-
re daccapo. Lo fece: non soltanto guarì completamente dall'epatite C
(fatto decisamente insolito), ma riuscì anche a ricostruire uno stu-
pendo rapporto con il padre, diventandogli amico. In questo frangente
scoprì di avere molte cose in comune con lui, molte più di quanto
avesse mai immaginato.

A questo punto torniamo al caso di Jim: il suo disturbo interes-


sava I'elemento Acqua (cancro della vescica), a sua volta collegato
alle seguenti emozioni: insicurezza, indecisione, incapacità di
lasciarsi andare, sfìducia, sospetto.
Cominciammo ad applicare le tecniche descritte nelle pagine di
questo libro. Non soltanto Jim guarì completamente dal cancro della
vescica e dalle metastasi alle ossa, ma tutto accadde così rapidamen-
te che i suoi medici rimasero allibiti. Dopo tre mesi, nella vescica
rimaneva soltanto una piccola cicatrice. I medici, che mai prima di
allora avevano avuto una risposta così positiva, gli dissero che era un
paziente eccezionale, mentre non li sfiorava neppure lontanamente
I'idea che il trattamento alternativo a base di erbe, vitamine e omeo-
patia fosse il motivo di quella rapida guarigione.
E... sapete una cosa? Avevano assolutamente ragione! Io sono
convinto che il motivo per cui Jim è riuscito a guarire senza avere
ricadute per cinque anni, risiede nel fatto di essere riuscito a libe-
rarsi delle passate emozioni irrisolte.
Anche il suo interesse per i ristoranti dove si "mangia a volontà"
è notevolmente diminuito. Soffre ancora di gotta, ma poiché questo
non lo infastidisce particolarmente, credo che non si farà più vedere nel
mio studio e questo, naturalmente, per una sua precisa scelta.
Il punto è che i blocchi emotivi sono ovunque, come l,aria che
respiriamo, e tutti ne abbiamo qualcuno, anche le persone che intor-
no a noi riscuotono grande successo: è questo il nostro karma, il mate-
riale sul quale dobbiamo lavorare. Le malattie e il disagio, la soffe-
renzafisica e mentale sono soltanto un modo per richiamare la nostra

lz EQUILIBRIO EMOZIONALE
attenzione sulla necessità di affrontare il pesante fardello del karma
che portiamo con noi.
Ogni malattia è anche un'opportunità per superare alcuni demo-
ni del passato e per eliminare quello di cui non abbiamo più bisogno.
Ogni tentativo di curare qualsiasi malattia, senza tenere conto
della sua reale origine, è un altro modo per fissare il passato ancora
più profondamente nella nostra programmazione inconscia. Se risol-
viamo i problemi con I'uso di sostanze chimiche, potremo averne di
più gravi in futuro.
In altre parole, ogni tentativo di cura che non tenga nella do-
vuta considerazione l'intelligenza insita nel corpo, è potenzialmente
rischioso.
La vera guarigione awiene soltanto quando riusciamo a indivi-
duare i fattori causali inconsci e ad affrontarli. Tutto il resto è sinto-
matico. A questo punto cerchiamo di capire meglio qual è I'origine
della malattia.
Il corpo, la mente e lo spirito formano un anello cibernetico
che non può essere sciolto. I nostri pensieri giocano un ruolo impor-
tante nel dirigere il flusso dell'energia. Questo può essere facilmente
provato applicando il Qi Gong, tecnica che ho già avuto modo di descri-
vere in precedenza.
Chi pratica il Qi Gong, indirizza con la propria mente il flusso
dell'energia. I risultati vanno ben al di là di quelli ottenuti con qual-
siasi altra terapia che ho avuto modo di sperimentare: oltre 1l95Vo di
guarigioni senza alcuna medicina. Soltanto laforza della mente!
Dopo avere studiato a fondo oltre 80 diverse forme di terapia
alternativa, ho deciso di integrare le tecniche più efficaci di questi
diversi approcci in un unico sistema, che ho chiamato MEDICINA DELLA
\TTALITÀ.
La premessa essenziale della tumrrcrNa DELT.A vITALITÀ, è che la mag-
gior parte delle malattie si origina a livello inconscio. Non si tratta
assolutamente di quello che fanno molte persone: incolpare se stessi
per il fatto di essersi ammalati. Non è assolutamente di questo che si
tratta. Noi non scegliamo consciamente di creare la malattia, né godia-
mo del processo della sofferenza.
Non riusciamo a farlo a comando, o per lo meno la maggior parte
di noi non ci riesce, né possiamo cambiare la situazione semplice-
mente decidendo che vogliamo uscirne. È assai più complicato. Se
riuscirete a segluirmi, ricaverete alcune importanti nozioni su questo
argomento.

CAP. 5 - I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GUARIGIONE 73


La malattia o i sintomi sono i mezzi per raggiungere uno sco-
po. Non è mai esistita in noi, l'intenzione di creare la sofferenza.
In realtà, desideriamo soltanto un po' di attenzione, rispetto,
ammirazione, cura, fiducia e amore nei suoi vari aspetti. Magari siamo
stanchi delle pesanti responsabilità che ci siamo assunti e ci trovia-
mo intrappolati in un "circolo vizioso" di pensieri negativi.
Forse non siamo contenti del nostro lavoro, delle nostre rela-
zioni e della nostra esistenza e, quindi, vogliamo uscirne.
Magari vogliamo proteggere noi stessi da attenzioni non richie-
ste. Magari abbiamo avuto reazioni esagerate o siamo stati troppo
zelanti e vogiliamo uscire da questa situazione senza perdere la fac-
cia.
Oppure, non conosciamo un altro modo per impedire a noi stes-
si di autodistruggerci, o forse crediamo di non meritare il successo,
I'amore, laricchezza o la salute.
Magari pensiamo di meritare una punizione.
La maggior parte delle persone crea la malattia al primo livello
di coscienza e questo richiede anni di duro lavoro, anni trascorsi tra-
scurando totalmente se stessi. Anni di convinzioni negative, di discor-
si interiori di autosconfitta.
Ci siamo impegnati al massimo per ammalarci e abbiamo corso
senza sosta e senza pensare ad altro. Provate a guardarvi attorno atten-
tamente e vedrete che la massa si muove in questa direzione. È come
un fiume che scorre nella direzione della cascata. Non possiamo fare
nulla per fermare la sua corsa: è inarrestabile. Così è la maggioranza
di noi: fa parte di quel fiume di ignoranza diretto verso la cascata.
Non è esattamente il luogo in cui sarebbe preferibile trovarsi.
Un altro consistente gruppo di persone crea la malattia al livel-
lo 2 di coscienza; per fare questo occorrono mesi, o anche anni, di
negazione dei propri sentimenti, trascorsi ignorando la propria voce
interiore e la propria intuizione.
Sapevamo che non avremmo dovuto accettare il nuovo lavoro:
lo stipendio è migliore, ma l'ambiente è intollerabilmente soffocan-
te. Abbiamo continuato a cercare la nostra motivazione nei soldi, nel
miglioramento della qualifica, nel prestigio, negli extra ecc.
Sapevamo che questa relazione non avrebbe avuto un futuro;
abbiamo sperato per anni che il nostro compagno o la nostra com-
pagna cambiassero e capissero che il nostro modo di vedere era quel-
lo giusto. Abbiamo sprecato energia vitale preziosa in questo tenta-
tivo.

74 EQUILIBRIO trMOZIONALE
Molti sono gli esempi di comportamento incongruente: abbia-
mo sensazioni molto precise, ma scegliamo di non prestare loro atten-
zione. A volte ci "ancoriamo" a persone o a oggetti in modo tale da
perdere la nostra stessa identità e da interrompere il collegamento
con le nostre sensazioni e la nostra intuizione; di conseguenza,inde-
boliamo la nostra forzavitale. Non è facile essere onesti con se stes-
si (1o dico per esperienza personale) e liberarsi di legami pericolosi e
di persone che generano tossicità.
Questo libro può aiutarvi a portare emozioni e paradigmi incon-
sci a livello di consapevolezza cosciente per poi liberarvene. Alcuni
avranno magari bisogno di una consulenza personalìzzata, o di fre-
quentare uno dei molti laboratori nei quali io, come molti altri, inse-
gno alle persone I'Equilibrio Emozionale. Un buon numero riuscirà
a uscire dalle sue spirali di autosconfitta per proseguire nel percorso
verso la guarigione.
La malattia può svilupparsi, però, anche perché una persona è
diventata troppo negativa, si lascia andare al senso di colpa, alla ver-
gogna, alla vendetta, alla gelosia, al risentimento, alla rabbia, alla
paura, o a pensieri ossessivi ricorrenti, fino al punto da permettere
alla negatività di danneggiare il suo benessere a livello biochimico e
strutturale. Naturalmente, la malattia può anche essere dovuta a una
caÍenza di nutrienti o di acqua, a intossicazioni, a incidenti, all'in-
quinamento elettromagnetico o ad altre cause materiali. Questo può
derivare da altri blocchi emotivi sottostanti. Alcune persone scelgo-
no di consumare alimenti poco sani dal punto vista nutrizionale,
perché il loro corpo si trova in un tale stato di disarmonia che i cibi
sani le farebbero stare male.
Altre persone, invece, si ritrovano inconsciamente a lavorare,
dormire o rilassarsi in luoghi carichi di stress elettromagnetico. Disar-
monía chiamo disormonía. Anche il fatto di non bere a sufficienza
può avere cause emotive.
In ultima analisi, non ha importanza il fatto di credere che noi
creiamo o meno la nostra realtà.
A livello conscio, la maggior parte di noi non riesce ad avere il
controllo di quanto awiene attorno, ma può scegliere il modo di affron-
tare la situazione.
Inoltre, deve essere chiaro e owio per tutti che se non riuscia-
mo a fare affiorare e a liberarci definitivamente di emozioni, convin-
zioni, pensieri e sentimenti negativi e/o dell'utilizzo negativo del nostro
potere personale, le perdite energetiche non cesseranno.

CAP. 5 _ I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GUARIGIONE 75


Quindi, presto o tardi, la malattia potrà ripresentarsi o potran-
no crearsi nuovi blocchi sul nostro percorso di guarigione.
La guarigione riguarda anche il ripristino dell'equilibrio nel
nostro sistema a tutti i livelli. Questo significa anche fare esercizio
fisico (movimento), nutrirsi in modo equilibrato, meditare (rilassa-
mento), gestire lo stress, modificare lo stile di vita, perdere peso o
aumentare di peso (a seconda delle esigenze), modificare il proprio
atteggiamento mentale e così via.

Le emozioni e í loro effetti sul nostro orf:anismo


Ogni pensiero, o emozione, produce i seguenti effetti:

Risonanza bioenergetica che viaggia attraverso il nostro corpo


alla velocità della luce e viene raccolta dai chakra e dai meri-
diani.
Segnali elettrici che viaggiano attraverso il sistema nervoso e
influiscono sugli organi e sui tessuti.
Segnali biochimici (neurotrasmettitori) che agiscono sul siste-
ma immunitario, su tutte le cellule e i tessuti.
Pensieri e altre oscillazioni che vengono inviati allo spazio cir-
costante e al di 1à di esso. Possono essere raccolti da altre per-
sone, in quello che definiamo campo morfogenetico.

Disponiamo di un'unità che vibra con le informazioni: anzi, ab-


biamo un corpo bioenergetico attivo che pensa e prova sentimenti.
Se ci limitiamo a trattare un solo componente del sistema con
strumenti biochimici, forse non riusciremo a influenzare I'intero orga-
nismo. Uno dei segreti per raggiungere la guarigione è costituito dal
modo in cui ogni persona gestisce i segnali del suo corpo, owero I'at-
teggiamento che ogni persona ha verso la propria salute e il proprio
corpo: si sente in grado di controllare la situazione, o prova sentimenti
di disperazione e di impotenza? Tutto ciò che ci accade, in un conte-
sto o in un altro, ha un determinato significato che noi possiamo modi-
ficare in base a nuove informazioni e a nuove dimostrazioni.
Jim (che aveva un cancro alla vescica) riteneva che le prognosi
dei medici fossero sempre corrette. Ne aveva avuta una dolorosa ripro-
va e, in base a questa, interpretava tutte le nuove informazioni che
potevano mettere in discussione questo principio. Il mio lavoro
doveva essere quindi quello di modificare la sua errata convinzione e

76 EQU]LIBRIO EMOZIONALE
di fargli trovare nuovi significati. Il passo successivo per Jim è stato
quello di liberarsi del senso di colpa, della paura e della rabbia. Crean-
do armonia interiore è riuscito a sopportare meglio la radioterapia e
a guarire più velocemente di ogni altro paziente nelle sue stesse con-
dizioni.
Per sintetizzare questo concetto in altro modo posso affermare
che il paziente deve essere congruente con la sua guarigione. Deve
affrontare tutte le questioni emotive che sono all'origine del suo pro-
blema e deve convincersi di avere buone probabilità di uscirne vitto-
rioso. Tutto ciò per dare supporto all'innata capacità di guarigione del
corpo. Se seguiamo queste indicazioni, la guarigione awiene più di
frequente e in modo meno faticoso. Vediamo le diverse modalità
della guarigione. Possiamo distinguere quattro categorie principali:

Medicina meccanica (livello 1 di coscienza)


I medici cercano di riacquistare il controllo del corpo soppri-
mendo la malattia attraverso sostanze chimiche, chirurglia, radio-
terapia, trapianto di organi, organi artificiali e altri mezzi. È il
livello del massimo impegno: richiede conoscenza, preparazio-
ne specialistica e anni di studio. Vengono commessi molti erro-
ri perché le terapie possono essere tossiche anche per i sogget-
ti sani. Dovrebbe rappresentare l'ultima spiaggia. La medicina
fitoterapica, spesso, rappresenta una scelta meno invasiva e
non è tossica nella stessa misura dei prodotti chimici. La fito-
terapia richiede, comunque, una preparazione specifica.
Medicina bioenergetica (dal livello 1 al livello 2 di coscienza)
In questa categoria rientra la maggior parte delle terapie alter-
native come, per esempio, l'agopuntura, 1'omeopatia, la florite-
rapia, il reiki ecc. Poiché intervengono sul sistema energetico,
cercano di dare supporto al corpo nel percorso di guarigione.
Sono stati individuati molti metodi per comunicare con I'intel-
ligenza propria del corpo, come il bio-feedback, la kinesiologia
applicata, la diagnosi attraverso il viso, la lingua, le pulsazioni
o l'elettrodiagnosi.
Alcuni terapeuti adottano soprattutto un approccio intuitivo;
altri, invece, un approccio più sistematico. A seconda del tipo
di approccio, parliamo di livello 1 o di livello 2.
Medícina psicosomatica (livello 1 e livello 2 di coscienza)
È il punto di partenza della teoria secondo la quale il corpo e la
mente sono un tutt'uno. Per influenzare la mente, vengono sem-

CAP. 5 _ I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GUARIGIONE 77


pre più utilizzate alcune terapie quali I'ipnosi, l'autoipnosi, lo
yoga, la meditazione, il condizionamento subliminale median-
te registrazioni su nastro, \e affermazioni positive e la visualiz-
zazione.
Medicina intenzionale (livello 3 di coscienza)
È la guarigione a distanza. Uno dei migliori esempi è la pre-
ghiera.
Un altro è f imposizione delle mani.
Leffetto della preghiera è stato dimostrato. Una delle maggiori
autorità in questo campo è il Dr. Larry Dossey, un medico auto-
re di diversi best-seller, l'ultimo dei quali è Be careful what you
prog for... (you just might get zl) [Attenti a quello per cui pre-
gate... (potreste ottenerlo)1.
In questo libro, Dossey prende in esame I'altra faccia della pre-
ghiera di guarigione, esplorando i danni non intenzionali che
possiamo causare con i nostri pensieri e desideri.
La conclusione è chiara: dobbiamo assumerci un elevato livel-
lo di responsabilità per i nostri pensieri negativi e nocivi.
Questo libro offre una prospettiva completamente nuova sul-
l'intenzione, simile alla scoperta che il fumo passivo può essere
dannoso. In altre parole, ci danneggiano non soltanto i nostri
pensieri negativi, ma anche quelli degli altri. Questo principio
appartiene da secoli alla medicina tradizionale ed è anche l,in-
grediente principale di magia nera, voodoo, guna-guna e così via.
Esistono molte conferme del potere delle intenzioni, soprattut-
to quando esso viene moltiplicato dalla mente collettiva di molti
credenti: in questo modo si crea una forza indomabile e travol-
giente (ma, purtroppo, in senso negativo).
La preghiera è un modo per comunicare con la coscienza col-
lettiva; può essere positiva o negativa per noi. Se la preghiera
rappresenta una conferma dei nostri bisogni, del nostro dolore,
della nostra povertà o miseria, servirà soltanto a confermare che
cosa ci manca. Ma se sgorga dal cuore o dall'amore, si tratterà
di un livello differente.

Lalezione più importante da tenere a mente è quella di essere


molto chiari e precisi in merito alle proprie intenzioni. La vostra inten-
zione rappresenta il culmine della vostra energia che verrà moltipli-
cato dalla risonanza collettiva di tutte le intenzioni che esistevano
già nel passato e di tutte le intenzioni che esisteranno nel futuro. La

78 trQUILIBRIO EMOZIONALE
vostra intenzione è in grado di attraversare il confine spazio-tempo-
rale e di entrare nell'iperspazio dell'antimateria. Quando questa vibra-
zione è chiaramente definita, crea una traccia nell'antimateria.
A seconda dellachiarezza del messaggio, la manifestazione appa-
re a un certo punto dell'evento spazio-temporale dell'ener$ia e, con-
seguentemente, della materia.
Per semplificare: la maggior parte delle persone ammalate è
più preoccupata di ciò che non vuole, che di ciò che vuole. Il fatto di
essere concentrate sulle paure crea nel loro schermo mentale alcune
immagini che sono I'opposto di ciò che realmente desiderano. Lim-
magine è I'intenzione che esse inviano nella dimensione spazio-tem-
porale e ciò che manifestano.
I neuroscienziati affermano che la mente subconscia non può
sentire 1a parola rzo.
Secondo me, non è affatto così: la mente subconscia è preva-
lentemente visiva e crea un'immagine dell'og$etto della nostra con-
cenftazione.
Ecco perché vedremo un'immagine di quello che in realtà non
vogliamo: per questa ragione il nostro subconscio è convinto che desi-
deriamo quello che proiettiamo sul suo schermo!
Ricordo un incidente che mi accadde circa dodici anni fa,
quando vivevo in California, prima che riuscissi a comprendere I'esi-
stenza dei tre livelli di manifestazione (la coscienza è manifestazio-
ne!). Un giorno avevo la sensazione che mi sarebbe capitato un inci-
dente d'auto e non riuscivo a liberarmene. Da quel momento comin-
ciai a guidare in modo molto prudente, temendo di essere coinvolto
in un incidente, cosa che, naturalmente, non mi attirava affatto (già
all'età di 21 anni ero stato ricoverato nel reparto di terapia intensiva
per un trauma cervicale dovuto a un grave incidente automobilisti-
co). Alla fine, dopo tre mesi, mi capitò dawero un incidente; persi il
controllo della mia auto e finii contro un albero.
I-lunico danno fu quello subito dal paraurti. Mi sentii sollevato
e felice per avere avuto quell'incidente, perché così I'incubo era fini-
to! Non avrei potuto essere più felice del danno subito dalla mia
auto! Alcuni anni dopo mi capitò di provare nuovamente la stessa sen-
sazione ma, a differenza della prima volta, ero ormai preparato.
Anziché concentrarmi su quello che non volevo, cominciai a pensa-
re intensamente a ciò che desideravo: arrivare a casa sano e salvo, con
I'auto intatta. Gradatamente la sensazione che provavo si affievolì e
da quel giorno non mi è più capitato nessun incidente d'auto.

CAP. 5 _ I BLOCCHI EMOTIVI SULLA STRADA DELLA GUARIGIONE 79


Più ci evolviamo verso il livello 3 e più velocemente awiene la
rnanifestazione. A volte questo può fare dawero paura. A volte ci viene
un'idea e, prima ancora che ce ne rendiamo conto, ecco che salta fuori
qualcuno che ci dà una mano a realizzare e a manifestare quell,idea,
senza alcuna fatica. Ecco il potere dell'intenzione: come 1'energia
nucleare, è una cosa che va utilizzata saggiamente. È come avere a
disposizione una bacchetta magica che manifesta all'istante o con un
breve ritardo, i nostri pensieri, desideri e aspirazioni. Quindi sarà bene
stare molto attenti a quello che pensiamo , perché potrebbe realizzarsi
prima di quanto immaginiamo. Ogni nostro pensiero dovrebbe esse-
re carico d'amore, perché produrrà sicuramente un effetto. euesto
awiene comunque, indipendentemente dal fatto che abbiate già rag-
giunto il livello 3 o meno. Forse occorrerà più tempo o l'effetto non
sarà così eclatante, ma con il passare del tempo, tutte le vostre
intenzioni lasceranno un segno indelebile... Ora sono certo che
avrete un quadro più chiaro della situazione.
Ogni percorso di guarigione dovrebbe iniziare con il chiaro inten-
to di guarire e di liberare il corpo da tutte le intenzioni negative del
passato. Se quello che volete è attenzione, la vostra intenzione dovrà
essere quella di ottenerla in modo sano. Se, inconsciamente, deside-
rate intensamente il rispetto, donando rispetto in modo incondizio-
nato, sapete che, in base alla legge boomerang del karma, presto o tardi
il rispetto rimbalzerà su di voi: non dovete ammalarvi per ottenerlo.
Anzi, è molto meglio ottenerlo quando siete in salute. Owia-
mente, questo vale per ogni tipo di aspirazione.
La questione che occorre chiarire è: qual era I'intento positivo
originale del fatto di ammalarmi? In quale altro modo, basandomi
sulla mia attuale conoscenza del karma, potrei raggiungere questo
obbiettivo pur rimanendo sano e vitale?
Vorrei concludere con uno dei miei autori preferiti, il dottor
Wayne W. Dyer, citando una frase dal suo llbro Staging on the path
[Restare sul percorso]:

Auere cura di te stesso è I'euoluzione naturale dell'amore di sé.


Viui una serena storia d'amore con te stesso.

E vi faccio omaggio di un'altra citazione:

Non puoi uccidere il pensiero.


È etemo.

80 EQUILIBRIO trMOZIONALE
{i
I chakra:
le vie d'accesso
alla coscienza
Rinunciate a ogní cosa - al uostro corpo, alla uostra uito, al
uostro io interiore: uiurete I'esperienza della pace, della faci-
lità, della felicitò priua di legami e inesprimibile.
Yuan Wu (Zen Wísdom, Timothy Freke)

n questo capitolo desidero illustrare uno dei metodi fondamentali


per riuscire a spostare I'attenzione dai desideri, dai bisogni e dai
dolori fisici, al corpo quantico, e aumentare così il livello di coscienza.
Il corpo quantico è più vasto dell'ologramma energetico della
vita ed è I'espressione del nostro spirito e della nostra coscienza. I-le-
spressione energetica della coscienza determina chi e che cosa pos-
siamo fare entrare nella nostra vita. Si tratta della via per "incanala-
re" I'antimateria.
Tutti ricordiamo una scena tipica degli episodi di "Star Trek":
qualcuno viene "teletrasportato" attraverso lo spazio, dissolvendosi in
un punto per materializzarsi nuovamente in un altro. Se riusciamo
a capire il funzionamento del sistema dei chakra, possiamo accedere
alla forma essenziale della materia.
I chakra sono importanti centri energetici, situati in prossimità
del sistema nervoso centrale e delle ghiandole endocrine. Per prima
cosa vedremo come funzionano i chakra e i meridiani in rapporto al
nostro modo di inviare e di ricevere informazioni e vedremo anche
le ramificazioni del nostro percorso spirituale. Per manifestare la no-
stra coscienzautllizzeremo sempre il sistema dei chakra. Inoltre, use-
remo chakra e meridiani per accedere alle informazioni sottili.
Nel suo llbro Science and Human Transformation [lett. La scien-
za e la trasformazione umanal il Prof. William Tiller descrive alcune
ricerche condotte su esseri umani, mediante specifici strumenti in
grado di rilevare le radiazioni elettromagnetiche (rrrr). Ha scoperto
che dal nostro corpo viene irradiata energia EM, in conseguenza di una
serie di processi complicati, come i movimenti degli atomi, le rota-
zioni fisiche, le vibrazioni delle molecole, il movimento delle mem-
brane cellulari, la pulsazione degli organi e il movimento del corpo
in generale. Maggiore è I'entità che provoca lo spostamento delle cari-
che elettriche, minore è la frequenza delle onde tn. La sua conclu-
sione è che il corpo può essere visto come una specie di trasmettito-
re, dotato anche di un'antenna ricevente. La gamma di onde Bu di una
determinata frequenza in entrata attiverà I'organo o il tessuto del-
1'organismo, che risuonerà con quella data frequenza.
Laspetto interessante è costituita dal fatto che quando non esi-
ste un rapporto armonico tra i movimenti delle parti del corpo,
caratterizzate da dimensioni diverse, non esiste neppure integrazio-
ne e la radiazione in uscita non ha, quindi, un andamento proprio.
In altre parole la disarmonia provoca l'emissione di informazioni disar-
moniche. È però vero anche l'opposto: maggiore è la gamma di
movimenti correlati tra i diversi organi e tessuti, maggiore è la pro-
babilità che i modelli emulino I'emissione e maggiore il suo conte-
nuto informativo. Pertanto, sarebbe bene che riusciste a sincroniz-
zare tutti i sistemi del vostro corpo, in modo da creare maggiore
integrazione e armonia.
I-lincongruenza, i pensieri che generano confusione, il biasimo,
il senso di colpa... sono tutti elementi che contribuiscono al caos e
alla disarmonia. Potete sfruttare i poteri dei vostri chakra. È impor-
tante ricordare che il passato si ripete continuamente durante la nostra
vita per darci I'opportunità di guarire e di liberarci. Così facendo,
evitiamo di instaurare cicliviziosi e progrediamo rapidamente ai livel-
li più elevati di consapevolezza e di coscienza.
I chakra filtrano la quantità illimitata di energia di cui possia-
mo disporre per ridurla alla quantità che possiamo utilizzareal momen-
to e per mantenerci concentrati sulle questioni del presente. Apren-
do i chakra possiamo accedere a molte più informazioni e progredi-
re dal livello pentasensoriale al livello multisensoriale.
Per liberare noi stessi e raggiungere la condizione di euforia insi-
ta nella felicità incondizionata, prerequisito dell'amore incondizio-
nato e della capacità di lasciarsi andare totalmente, dobbiamo pren-
dere coscienza dei nostri confini immaginari. Questi confini sono bar-
riere protettive che ci circondano, basate sulle nostre paure.

82 EQUILIBRIO EMOZIONAI,F]
Dovremo avere accesso al nostro coraggio per riuscire a rom-
pere queste barriere e a espandere la nostra realtà. Armonizzareino'
stri chakra significa guarire noi stessi dalle antiche costrizioni e dai
modelli di autodistruzione.
A questo punto è necessario conoscere i singoli chakra, ricavan-
done alcune considerazioni da sfruttare a nostro vantaggio.

Primo chalcra (Muladhara)


Il chakra della radice o chakra sacrale si trova alla base della
colonna vertebrale - posteriormente al retto.
concentrata sul processo di soprav-
In questo chakra la coscienza è
vivenza. Ha la frequenza vibratoria più bassa ed è collegato alla
materia, che simboleggia la madre, la fonte del nostro sostentamen-
to, colei che ci cura. I mammiferi non possono soprawivere senza una
madre. Attenzione e qualità del tempo sono aspetti della materia. Tutti
gli eventi spazio-temporali sono collegati alla nostra esistenza sul pia-
neta Terra (madre). Questo chakra contiene f impronta iniziale della
nostra manifestazione fisica: ossa, muscoli, pelle, capelli, unghie,
vasi sanguigni eccetera. Riguarda il sistema di supporto del corpo fisi-
co: la base della colonna, le giambe, i piedi e il sistema immunitario.
Risulta disturbato quando non ci sentiamo sicuri o quando viviamo
ossessionati continuamente dalla nostra soprawivenza. In questo caso
ci blocchiamo in un modello di comportamento, che soltanto riusci-
remo a definire molto più tardi, dopo che i1 pericolo sarà passato.
Questo riesce a spiegare il motivo per cui molte persone che
hanno vissuto in prima persona la povertà, riescono a diventare ric-
che: perché cercando sicurezza, accumulano sempre più materia.
Per avere cura di noi stessi dobbiamo prima di tutto sapere dove
ci troviamo e compiere scelte consapevoli in merito a dove voglia-
mo arrivare, agendo di conseguenza. Se trascuriamo la nostra base
di soprawivenza, o ci lasciamo ossessionare da essa, non riuscire-
mo mai ad attingere al nostro pieno potenziale di coscienza. Il
risultato sarà quello di enfatizzare esageratamente I'aspetto fisico, lo
status sociale, il prestigio, i beni materiali, la carriera, e così via,
senza riuscire mai a godere pienamente dei frutti della felicità incon-
dizionata.
Il primo chakra ci invia costantemente informazioni sul fun-
zionamento del nostro corpo. Se riusciamo a sintonizzarci con il lin-
guaggio del corpo, possiamo soddisfarne le esigenze e creare quel-

CAP. 6 -I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA 83


l'armonia che migliorerà la qualità della nostra vita e la nostra lon-
gevità. Inoltre, impareremo a gestire lo stress in modo adeEiuato e a
radicarci, creando una sensazione di immobilità e di pace. Gli orga-
ni maggiormente associati al primo chakra sono le gihiandole surre-
nali e il colon. Le ghiandole surrenali funzionano analogamente al
nostro sistema di allarme "Combatti, o fuggi, o paralizzati", che rea-
gisce automaticamente nelle situazioni di stress, shock o panico. È
essenziale, quindi, tenere fede al proprio percorso e non lasciarsi
influenzare da quello che dice "la gente".
Il rispetto di sé, il senso dell'onore verso se stessi, il fatto di
liberarsi del senso di colpa e delle paure del passato, introducono
una carica energetica positiva nel chakra della radice. Il primo chak-
ra ci chiede di onorare la tribù o la famiglia alla quale apparteniamo
dalla nascita, anche se il percorso della nostra esistenza ci ha spinto
a distaccarcene. Possiamo estendere ulteriormente questo concetto
affermando che tutti abbiamo un'unica madre, la Terra. Vi è una cor-
relazione tra come trattiamo noi stessi e come trattiamo la madre
Terra. In quanto individui, inquiniamo, esauriamo, sfruttiamo, abu-
siamo, aweleniamo, manchiamo di rispetto e trascuriamo il nostro
corpo fisico e questo crea dissonanza nel chakra della radice. Allo stes-
so modo, in quanto comunità umana, trattiamo la nostra madre Terra.
Inquiniamo, esauriamo le sue risorse, coltiviamo eccessivamente, abu-
siamo, aweleniamo e trascuriamo il pianeta nel quale viviamo. Se esa-
miniamo il nostro modello economico basato su strategie per la soprav-
vivenza, possiamo anche rilevare la ricerca instancabile dell'accumu-
lo di sempre più cose. La felicità competitiva è il principale mecca-
nismo di soprawivenza. Perché la specie umana possa soprawivere e
prosperare, dovrà imparare a vivere in maggiore armonia con la mate-
ria e il nostro pianeta. Il primo passo sarà quello di armonizzarci con
il nostro chakra della radice. Ogni passo che compiamo verso una
maggiore consapevolezza produrrà un effetto sulla coscienza collet-
tiva del nostro pianeta.

Risvegliare la consapevolezza del primo chalcra


Due dei principali modelli che il primo chakra può creare si basa-
no sul timore del cambiamento. Il cambiamento è una minaccia per
la soprawivenza che può portare alla paura del successo e alla paura
del rifiuto. Il successo non è un obiettivo da raggiungere, ma il risul-
tato di un processo di crescita. Corrisponde al grado di realizzazione

84 EQUILIBRIO EMOZIONALE
conseguente Àll'i-pegno cfe dedichiamo ai nostri valori. Se non ci
impegniamo, la,qostra-percezione di successo corrisponderà al vuoto
e all'insoddisfa/ione; apparterrà al nostro livello di felicità competitiva,
che non è affdtto felicità. lalutare noi stessi significa impegnarci nei
confronti dellnostro bisogno di crescere e questo garantirà il succes-
so in ogni anibito della nostra vita.
Dobbiamo imparare a perdonare e ad amare noi stessi, accet-
tando i nostri errori come parte del nostro processo di crescita e di
un sistema collettivo nel quale ognuno aiuta I'altro a crescere, pur
continuando a essere se stesso. Per risvegliare la manifestazione e il
potere creativo del primo chakra, dobbiamo essere orientati al pro-
cesso, non al risultato. Lobiettivo non è neppure il principale fattore
determinante del nostro successo, mentre lo è la persona che diven-
teremo, nella ricerca di quell'obiettivo. Quando "falliamo" dobbiamo
guardare dentro di noi, per cercare I'intenzione positiva del nostro
mancato successo. Si è trattato di un modo per attirare I'attenzione,
I'affetto o per soddisfare un bisogno primario? Preferiamo rimanere
attaccati alle nostre comodità? Vogliamo veramente raggiungere l'obiet-
tivo che ci siamo prefissati? Lo facciamo per noi o per provare agli
altri chi siamo?
Ecco alcune nozioni fondamentali da valutare attentamente:

Il successo deriva dal fatto di saper gestire gli effetti collaterali


indesiderati in modo armonico.
Successo significa conoscere il proprio talento e le proprie capa-
cità, ma anche i propri limiti e le proprie debolezze (la propria
identità).
Successo significa confrontarsi con le paure più profonde e supe-
rarle riuscendo ad accettarle.
Successo significa diventare congruenti con i propri valori e
basare i propri obiettivi su di essi.
Successo significa accettare il fatto che gli altri ci critichino, ci
ostacolino o impongiano dei limiti alla nostra crescita persona-
le, scegliendo ciò che noi vogliamo (anche il cambiamento è una
minaccia al nostro ambiente).
Se abbiamo successo soltanto in un campo e non in altri setto-
ri (relazioni, rapporti con i figli, livello di prestanzafisica), signi-
fica che stiamo sabotando noi stessi e che dobbiamo riportare
la nostra attenzione sui settori che ne hanno maggiormente biso-
gno, imparando a gestire le paure e i problemi connessi.

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA


Soltanto quando impareremo ad affrontare e ad accettare il rifiu-
to e il fallimento, potremo avere dawero successo.
Il successo basato sul concetto "o vinci - o perdi" è un karma
negativo e, in ultima analisi, un fallimento.
Il successo al livello più elevato di coscienza si raggiunge quan-
do il percorso non è stato faticoso e ci ha rigenerato, e quando,
durante il percorso, molti altri sono stati promossi a una con-
dizione più elevata di coscienza.

Dísarmonia del primo chakra


Quando il primo chakra non è in equilibrio i segnali più evidenti
sono: opinioni superficiali, formalità, orgoglio, autocritica, perfezio-
nismo, avarizia, meschinità e ristrettezza mentale. Ma anche: attac-
camento ai dogmi, alle regole, alle strutture , all'organizzazione e pre-
terenza per i segreti, i misteri, le cerimonie, irituali, il sospetto e la
superstizione.

Le qualità da coltivare
Capacità di lasciarsi andare di collegarsi con la coscienza uni-
versale, tolleranza, dolcezza, spirito di squadra, umiltà e amore.

Archetipi collegiati al primo chalca


Or ganizzatore, imprenditore, ingegnere, architetto, commer-
cialista, contabile.

Primo chalcra - Sintesi


. Elemento: materia, terra-
r Or€anismo: retto, colon, ghiandole surrenali, stress, ossa, gambe,
vasi sanguigni, sistema immunitario.
. Coscienza: soprawivenza, sicurezza, funzioni corporee, adatta-
mento al cambiamento.
o Armonizzazione: fiducia, rispetto di sé, capacità di lasciarsi anda-
re, non giudicare, sentirsi sicuri.
. Disarmonia: umiliazione, vergogna, abuso di autorità, sentimento
di inferiorità.
o Verità sacra: tutto è un'unica cosa.
o Sacramento: battesimo (dare il benvenuto nella vita, nella
famiglia e nella comunità).

EQUILIBRIO trMOZIONALE
a Contenuto energetico: potere tribale.
a Paure: paura del cambiamento, paura del rifiuto.
a Speciale: alimentare il corpo con cibi e pensieri nutrienti.
a Enfasi: felicità competitiva: successo.
a Affermazione: "È bene per me...", "Sono in grado di...", "Devo..."

Studio di un caso - Primo chakra


Entrò nel mio studio vestita come se dovesse presentarsi a una
sfilata di moda.
Lucy era un'omeopata classica, proveniente dalla California: un'o-
meopata classica è una professionista della medicina alternativa che
utilizza una terapia specifica in base alla personalità del paziente e
alla sua specifica presentazione dei sintomi. La donna era molto famo-
sa e rispettata da tutti nel campo dell'omeopatia ed aveva già scritto
due libri sull'argomento.
Aveva circa 40 anni ed era molto bella. Tutto quello che indos-
sava sembrava studiato apposta per valorizzare la sua bellezza. Aveva
molti gioielli d'oro, sei braccialetti, otto anelli, dei quali alcuni con
diamanti. Guidava una Mercedes sportiva e tutto quello che la cir-
condava trasmetteva la sensazione di un notevole successo e il suo
amore per i dettagli.
I-lavevo vista partecipare a diversi miei seminari: stava sempre
per conto suo e non socializzava molto con i colleghi. Quando le avevo
parlato avevo riscontrato una notevole timid,ezza, non mi guardava
mai direttamente negli occhi. Mi stupiva il fatto che si fosse rivolta a
me per un consulto: al telefono aveva detto che si trattava di una
cosa urgiente e che era disperata.
Dopo le formalità iniziali, le chiesi in che modo avrei potuto
esserle d'aiuto: "Sto perdendo molti capelli e ho davvero paura di
perderli tutti" mi disse. Osservandola più attentamente, notai che,
anche se la prima impressione era molto positiva, aveva dawero un
grosso problema di caduta di capelli.
Quando le chiesi di raccontarmi la sua storia clinica venni a
conoscenza di tutta una serie di problemi. A 16 anni aveva cominciato
a essere ossessionata dal suo peso e a soffrire di bulimia e di anores-
sia. Assumeva lassativi per la stitichezza, ma la vera causa del distur-
bo era la sua dieta. Mangiava gallette o cracker senza burro, a volte
con il pomodoro. Per cena mangiava un pezzetto di pollo con un po'
di verdura. Era ipometabolica (con uno scarso funzionamento della

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA 87


tiroide) e questo è normale per chi ha simili abitudini alimentari.
Aveva anche subito una decina di interventi chirurgici per l'asporta-
zione di un melanoma (cancro della pelle). A casa aveva un lettino per
abbronzatura e, nonostante i medici glielo avessero sconsigliato, lo
utilizzava tre volte la settimana per migliorare il suo aspetto. Aveva
la pelle chiara ed era bionda e, quindi, aveva una predisposizione al
melanoma. Sporadicamente, la donna soffriva, inoltre, di sciatica sul
lato sinistro, soprattutto durante il periodo mestruale.
Infine, era una drogata da lavoro e dedicava alle visite deipazien-
ti anche 14 o 15 ore al giorno, sette giorni la settimana. Quando
effettuammo un test sulle sue ghiandole surrenali, trovai che erano
sottoposte a un superlavoro. Era questa la causa del suo affaticamento
e dell'insonnia.
Cominciai con il mio percorso diagnostico che includeva alcu-
ni esami del sangue, per verificare la sua funzione surrenale, la pre-
senza di vitamine, minerali e i normali parametri del sangue. Utiliz-
zai, inoltre, lakinesiologia applicata, anche definita "test muscolare".
È una procedura semplice e non invasiva che consente al medico e al
paziente di collaborar e utilizzando una tecnica che ii mette in comu-
nicazione con l'intelligenza innata del corpo. Il test viene eseguito
su uno specifico muscolo e, nel frattempo, il medico pone una doman-
da al paziente. Si tratta sempre di una domanda che prevede come
risposta un sì o un no. Quando la risposta è un sì, solitamente il musco-
lo che alf inizio della procedura risultava forte o fermo, evidenzia un
indebolimento della propria forza. Se la risposta è negativa, Ia forza
muscolare rimane inalterata.
Io insegno una particolare modalità di test muscolare, sia ai
medici sia ai non addetti ai lavori. La validità di questo approccio sta
nel fatto che può aiutare a comprendere il funzionamento del corpo
in pochi minuti. Per i casi più gravi questo metodo va supportato da
altre forme di diagnosi.
Quello che rendeva il caso di Lucy ancor più interessante era
che l'unico fattore di una certa importanza da me rilevato era il bloc-
co del suo primo chakra. Inizialmente, non riuscivo a crederlo e così
la sottoposi ad altri test. Ma il risultato era sempre lo stesso. A quel
tempo, non ero particolarmente preparato sull'interpretazione della
sintomatologia dei chakra, così andai a prendere il manuale di un semi-
nario che avevo frequentato, dal titolo "Integrazione emozionale del
corpo", tenuto dalla dottoressa Susan Brennan, una chiropratica califor-
niana. La Brennan insegna, per I'appunto, il riequilibrio dei chakra.

88 EQUILIBRIO EMOZIONALE
Vi trovai un elenco dei problemi collegati al disequilibrio del
primo chakra: emorroidi, stitichezza, problemi di peso, sciatica, ano-
ressia nervosa, problemi di pelle e di capelli, insufficienza surrenale.
Era quasi come se stessi leggendo la descrizione della storia di Lucy,
così mi awicinai a lei e cominciai a scavare nel suo passato.
Uno dei modi più sicuri di procurare un danno al primo chak-
ra è il fatto di subire abusi e umiliazioni. Venni a sapere che la donna
era sposata con il suo primo ragazzo, che qui chiameremo Pete.
Lucy era stata con Pete dall'età di 17 anni e 1o aveva sposato a20.Pete
era sempre stato 1'elemento dominante del rapporto di coppia e lei era
stata umiliata in pubblico e in privato. I-luomo la criticava in conti-
nuazione e non gli andava bene nulla di quello che lei faceva. Non
sapeva cucinare, aveva un "sedere" enorme, il seno troppo piccolo e
così via. Per fargli piacere si fece fare una plastica al seno ma lui
disse che avrebbero dovuto inserirle delle protesi più grandi. Dopo il
primo intervento, però, riprese ad avere rapporti sessuali con lei, dopo
averli interrotti per ben sei anni e li ebbe per alcuni mesi. La donna
sapeva che lui aveva una relazione extraconiugale e ne era profonda-
mente umiliata. Inoltre, Pete abusava di lei, sia fisicamente sia ver-
balmente. Le chiesi perché non lo lasciava "Ho paura, lui è I'unico
uomo di cui mi sia mai fidata. Almeno con lui so a che cosa vado
incontro". Sembrava dawero incredibile: una giovane e bellissima
donna, con una carriera di successo e tutto quello che poteva desi-
derare, era così spaventata alf idea di lasciare quell'uomo.
Quando effettuai il test sulla sua identità, il risultato evidenziò
una d,ebolezza nella categoria dell'essere se stessa, che indica f inca-
pacità di accettarsi. Invece, quando pronunciò la frase "lo sono
Pete", il risultato del test evidenziò forza, indicando I'intenzione di
fargli piacere a tutti i costi.
In un libro di Carolyn Myss l'autrice mette in rapporto la sin-
drome da fatica cronica con il disequilibrio energetico del primo chak-
ra, nelle persone che si sentono molto vulnerabili e insicure. Queste
persone cercano di essere tutto per tutti e alimentano troppe perso-
ne e/o troppi progetti (il lavoro in questo caso) con la loro energia.
Questo può sfociare nel collasso del sistema immunitario e portare
queste persone ad ammalarsi di tumore.
Un altro punto importante è costituito dal fatto che, dato che
Lucy era ormai diventata totalmente dipendente dal marito, tutti i
suoi circuiti energetici erano collegati a lui. Il disequilibrio portava
la donna a non avere abbastanza energia per mantenere in salute il

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA 89


proprio corpo e, allo stesso tempo, generava nel marito una sensa-
zione di "soffocamento".
Basandomi su queste informazioni, le chiesi se anche il marito
avesse lo stesso problema di caduta dei capelli. La donna rispose affer-
mativamente e aglgiiunse che lui non riusciva ad accettare la sua cal-
vizie. A questo punto il quadro (diagnostico) era completo: Lucy aveva
una grave disfunzione del primo chakra che la portava a concentrar-
si ossessivamente sull'aspetto fisico, sul guadagno e sulla sicurezza.
I1 divorzio avrebbe rappresentato un cambiamento troppo radi-
cale e troppe incognite. Quindi preferiva tenere in piedi il suo rap-
porto di coppia.
Anche tutti i suoi problemi fisici erano connessi al primo cha-
kra. La sua terapia non sarebbe stata facile; quello che lei si aspetta-
va era una terapia continuativa forse basata su agopuntura, vitami-
ne, omeopatia ecc. Io, invece, le dissi che quello sarebbe stato il
passo successivo, dopo alcuni esercizi di visualizzazione e di affer-
mazioni positive volti a riequilibrare il primo chakra.
Mentre agivo su alcuni particolari agopunti, quelli del rene e
della vescica, che riguardano la paura e l'insicurezza (li vedremo in
seguito, nella Seconda Parte del libro), le feci pronunciare le seguen-
ti aff er mazioni positive.
. Affermazione generíca per il primo chakra (agendo sull'ago-
punto del rene): "Mi sento totalmente al sicuro e rilassata e rie-
sco a liberarmi delle ferite e delle vicende del passato senza sof-
frire, ora e per sempre".
. Affermazione personale per Lucg (agendo sull'agopunto della
vescica): "Sono in grado di accettare me stessa e di amarmi
proprio per quello che sono e mi sento bene e sicura, anche
quando Pete mi critica o mi rifiuta, ora e per sempre".

Non è poi così complicato, vero? Doveva recitare ogni afferma-


zione positiva sei volte al giorno, massagigiiando i punti corrispondenti
evisualizzando il corpo pieno di luce e i capelli nuovamente sani. Mi
chiamò due settimane più tardi in preda all'eccitazione. "Roy, ho deci-
so di divorziare e me ne andrò la settimana prossima. Ho già trova-
to casa!". Bro dawero entusiasta e quando le chiesi dei suoi capelli,
mi rispose "Oh, non so, non me ne sono preoccupata più di tanto!".
Fui dawero colpito dalla velocità di questo rimedio e decisi di
cominciare a studiare seriamente i chakra. Lucy, nel frattempo, sta

EQU]LIBRIO EMOZIONALE
sempre meglio, non perde piùi capelli e non ha più avuto ricadute
nel melanoma: frequenta una scuola di ballo e si incontra con un
uomo che è molto gentile con lei!

Secondo chalcra (Indriya o Svadíshtana)


II chakra del sesso e della creatiuitò si trova nella parte bassa
dell'addome, intorno alla zona della vescica. La coscienza è concen-
trata sull'espressività e sulla creatività. Questo chakra ha una fre-
quenza vibrazionale superiore a quella del precedente ed è qui che
entrano in gioco il godimento e il piacere. Prendiamo, per esempio,
un neonato, la cui prima esigenza è di essere nutrito: dopo avere pla-
cato la fame, il piccolo comincia a gustarsi la vita, emettendo suoni,
guardandosi intorno, trovando oggetti da toccare, sentendo i sapori.
La materia in movimento diventa morbida e plasmabile, quin-
di I'elemento associato è I'acqua.
Ilacqua è il cristallo che contiene in sé il ricordo dell'ologram-
ma originale. Ilacqua è anche simbolica per la sua fluidità, espressi-
vità, flessibilità e adattabilità. Questo chakra reglola i fluidi corporei,
linfa, sangue, muco, sperma, urina, saliva, liquido lacrimale, mem-
brane mucose eccetera. Cli organi maggiormente interessati da pro-
blemi al secondo chakra sono: 1'apparato riproduttivo e sessuale,
f intestino crasso, la pelvi e la bassa zona pelvica, inclusa la zona del
bacino.
I disturbi al secondo chakra sono causati da energia creativa soffo-
cata, conflitti finanziari e sessuali, lotte di potere, mancanza di gioia
nella routine quotidiana come, per esempio, nelle relazioni persona-
li o professionali prive di uno sbocco, e tattiche di controllo che non
siano basate sulla prima legge del karma "Onoratevi l'un I'altro".
Dovrebbe essere naturale accettare e prendere coscienza di tut-
ti i nostri sentimenti - comprendendo, allo stesso tempo, che accet-
tarli non significa esservi attaccato indissolubilmente - per essere in
grado di reagire basandoci proprio su di essi.
Spesso ci lasciamo irretire dai ricordi del passato e continuia-
mo a fare riferimento a modelli che non ci consentono di migliora-
re: ecco perché molti reprimono i sentimenti e si sentono in colpa se
si divertono. A questo livello è importante imparare a gestire in
modo costruttivo i sentimenti e le emozioni. La coscienza può esi-
stere soltanto se rimaniamo in contatto con i nostri sentimenti.
Questi ci permettono di mantenerela"consopeuolezza dell'adesso e

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA 91


del qui" e didistingueretra quello che attrae e quello che distrae. La
mente ha bisogno di ricevere sensazioni, per riuscire a indirizzare
I'energia verso i settori che ne hanno bisogno. In alcune malattie come
la lebbra, a causa della quale vengono annullate tutte le sensazioni,
il corpo fisico è pieno di mutilazioni e di cicatrici.
Se sviluppiamo la nostra coscienza riusciamo a provare più
sensazioni; se riusciamo a distinguere meglio le sfumature e a
discriminare maggiormente, il messaggio che ci arriverà sarà più chia-
ro. Attraverso questo chakra possiamo gettare le fondamenta neces-
sarie a trascendere dal livello pentasensoriale a quello multisensoria-
le e a sviluppare il nostro intuito. Impariamo a conoscere i nostri sen-
timenti, a capire da dove provengono e quali sono il paradigma cau-
sale e le questioni irrisolte.
Il secondo chakra è il nostro centro della gioia: quando è ben
sviluppato può diventare I'istinto che ci occorre per individuare il per-
corso che ci fornirà l'enerEiia più ricca di gioia. Se è chiuso, incon-
treremo un blocco emotivo dopo l'altro e questi limiteranno la
nostra capacità di amare e di godere. Andremo alla ricerca di quelle
sostanze e situazioni che ci potranno regalare brevi momenti di gioia,
come le droghe, i dolci, il cioccolato e così via.
Allo stesso livello, ma in seguito a trauma, alcune persone pos-
sono ritrovarsi prigioniere di un meccanismo di prostituzione della
propria energiia, che può manifestarsi nella prostituzione, nelle rela-
zioni illecite, nell'incesto, nello stupro e nell'abuso fisico.
Tenete sempre presente che siamo riceventi e mittenti di infor-
mazioni energetiche che vengiono raccolte da altre persone sintoniz-
zate sulla stessa lunghezza d'onda. Molti, presto o tardi, si rendono
conto del fatto che sono bloccati da una situazione che li priva della
capacità di lottare per il denaro o la sicurezza fisica e che in questi
vani tentativi stanno perdendo la loro preziosa forzavitale e il loro
Equilibrio Emozionale. Sono prigionieri delle loro relazioni illecite,
distruttive e inabilitanti. Controllare gli altri e lasciarsi dominare sono
due facce opposte della stessa medaglia. Lluno non può esistere senza
I'altro, sono lo yin e lo yang, il polo nord e il polo sud.
Alcuni dei disturbi associati alla disarmonia del secondo chakra
e alla paura di perdere il controllo o la propria autorità sono: cancro
al seno, lombalgie, cancro alla prostata e alle ovaie, malattie e can-
cro uterino, impotenza, frigidità e problemi alla vescica.
Per riportare armonia nel secondo chakra dovremo ritrovare il
nostro equilibro interiore, che ci consentirà di rispettare e tenere nella

92 EQUILIBRIO EMOZIONAI,E
dovuta considerazione i confini delle altre persone, accettandole, senza
cercare di modificarle, manipolarle o controllarle, anche con le miglio-
ri intenzioni.
Per quanto riguarda la sessualità, è importante essere sicuri di
non imparare a dissociarci dalle nostre sensazioni più profonde. Apren-
doci e collegandoci a ogni livello ci apriamo a una maggiore gioia e
libertà di espressione. Quando proviamo delle inibizioni nella sfera
del piacere sessuale, raramente si tratta di una questione orEianica,
mentre; il problema è legato alla paura di provare e di esprimere le
nostre emozioni. Se riusciremo a collegarci al nostro cuore e ad
aprire tutti i canali interrotti, aumenteremo il nostro livello di pia-
cere. Riuscire a provare piacere, passione, estasi e felicità, è essenziale
per la nostra crescita spirituale.

Rispettate i vostri sentimenti


Rispettare noi stessi significa essere consapevoli e accettare i
nostri sentimenti e le nostre emozioni. Soltanto accettando anche i
sentimenti negativi, senza esprimere giudizi o temere di esserne sopraf-
fatti, possiamo evitare di creare dei blocchi. Possiamo imparare astare
bene con i nostri sentimenti negatiui, prendendo coscienza del pro-
cesso nel quale siamo coinvolti senza reprimerlo.
I sentimenti ci aiutano a entrare in collegamento con i vari
chakra e a mantenere in circolazione l'energia. Riuscire a gestire in
modo armonico I'intera gamma dei sentimenti è il fondamento del-
I'Equilibrio Emozionale.
Le emozioni sono la via che ci permette di collegare il nostro
mondo interiore al mondo esterno e di imparare a diventare res-
pons-abili della nostra crescita spirituale.
Per riuscire a condividere gioia, armonia e amore con gli altri,
dobbiamo riuscire a trovarle dentro di noi e a coltivarle facendole
diventare la nostra seconda natura.

Risvegliare la consapevolezza del secondo chakra


Data la maggiore frequenza vibrazionale del secondo chakra esso
si identifica con il primo livello, nel quale possiamo cominciare a
distaccarci dalla dimensione illusoria che chiamiamo materia e
realtà oggettiva. Il secondo chakra può anche aiutarci, a un livello
diverso, a distaccarci da altri scenari, come il vittimismo, il fatto di

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA 93


avere un lavoro o una relazione personale poco gratificante o di esse-
re prigionieri di qualche forma di dipendenza.
Il segreto è quello di "passare oltre", quando non abbiamo più
nulla da imparare dalla situazione attuale e il maggiore potenziale di
crescita è racchiuso nella capacità di liberarsi da quel modello. Chi è
bloccato nel secondo chakra può servirsi di alcune tecniche quali la
meditazione, i mantra, il cantilenare oleaffermazioni positive per distac-
carsi dalle emozioni e ritrovare la collocazione nel secondo chakra,
Un buon esempio di questa situazione è quello di una donna che
ho incontrato durante un ritiro in meditazione della durata di una
settimana, organizzato a Goa (lndia) dal Dr. Deepak Chopra. La donna
aveva 38 anni e aveva subìto diversi interventi chirurgici per alcuni
problemi all'utero. La cosa sorprendente è che seppi che meditava otto
ore ogni giorno. Quando si trovava a dover affrontare un problema
coniugale, prolungava ulteriormente la sua meditazione. "Perché?"
le chiesi io. Mi rispose: "Mi aiuta a staccarmi e Chopra dice che la
meditazione aiuta a bruciare il proprio karma". La donna praticava
la meditazione da oltre otto anni. Le spiegai che interpretava le paro-
le di Deepak Chopra fuori dal loro contesto, soltanto per adattarÌe al
suo obiettivo, owero quello di non entrare in contatto con i suoi
sentimenti. Inoltre, le dissi che aveva paura di perdere il controllo e
che, dal momento che non aveva più rapporti sessuali con il marito,
stava creando un ulteriore karma costringendo entrambi a vivere un
rapporto distorto. Le dissi poi che rifugiandosi nella meditazione
non bruciava il karma, anzi creava un karma negiativo.
Nel corso delle nostre sedute la donna riuscì a comprendere
meglio come gestire la propria situazione. Le proposi due alternative:

1. Impegnarsi nel rapporto di coppia e bruciare il karma attraver-


so il confronto con tutte le questioni irrisolte e le emozioni che
ne derivavano.
2. Chiudere il rapporto e bruciare il karma mettendosi a confron-
to con le diverse prospettive dell'essere abbandonata, della paura
della solitudine, del timore di non riuscire a trovare un altro
uomo eccetera.

Questo episodio è esemplificativo del pericolo che si corre quan-


do si cerca di fare della meditazione una via di fuga dalla realtà; i
problemi possono comunque coinvolgervi e manifestarsi sotto forma
di problemi fisici o di altre dolorose e inevitabili esperienze. Distac-

EQUILIBRIO EMOZIONALE
co non significa evitare i sentimenti o indifferenza: è la capacità di
lasciarsi alle spalle quello che non è più d'aiuto nella nostra crescita
spirituale, o di ridare la libertà a tutto ciò a cui ci siamo attaccati al
punto da trasformarlo in un limite alla nostra crescita spirituale. Ogni
volta che abbiamo la sensazione che determinate cose non siano più
d'aiuto e valutiamo la possibilità di seguire un nuovo percorso, dob-
biamo innanzitutto cercare il silenzio e sintonizzarci con le nostre
sensazioni interiori, confrontandoci con le nostre paure, accettando-
le e, poi, lasciandocele alle spalle dopo aver preso coscienza di quel-
le parti del nostro inconscio che cercano di aiutarci. Durante un perio-
do di transizione dobbiamo avere pazienza con noi stessi e accettare
la sensazione di insicurezza che deriva dal nostro trascendere a un
nuovo livello di consapevolezza.
Frustrazione, confusione, tristezza e ansia sono sintomi normali
durante la fase di distacco da antichi paradigmi e sono il segnale del
cambiamento che sta per awenire in noi. Accettiamo e prendiamo
coscienza di questi sentimenti: f ideale è esprimere i sentimenti con
un movimento o un suono fisico, perché questo consentirà di creare
le condizioni per liberare le emozioni. Personalmente, preferisco espri-
mermi prendendo a pugni un sacco da pugilato fino allo sfinimento,
ma si può anche gridare, uÍlare, colpire un cuscino con una mazza
da baseball (senzaferire qualcuno o rompere qualcosa, owiamente!),
correre il più veloce possibile o impegnarsi in altre attività quali la
pittura, il disegno, la scrittura...
Dopo che ci siamo espressi in uno di questi modi, possiamo
tornare al silenzio e sentire il flusso di energia e I'armonia nel nostro
corpo. Un altro modo interessante di raggiungere questo obiettivo è
con I'aiuto del partner: si tratta della tecnica nota come "taglio di
capelli". Decidete insieme al partner quanto tempo vi occorre per espri-
mere la vostra frustrazione, rabbia e dolore... Normalmente, in media
occorrono tre minuti. Concedetevi questi tre minuti per "esplodere"
- potete gridare, urlare ecc., senza avere alcun contatto fisico con il
partner, e "buttate fuori tutto". Il vostro partner non deve fare nulla,
soltanto "rimanere lì". A1 termine, ringraziatelo e dedicate un po' di
tempo all'analisi dell'esperienza.

Disarmonia del secondo chakra


Quando è in equilibrio sono più probabi-
il secondo chakra non
li alcuní comportamenti: una maggiore dipendenza dagli altri (biso-

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCItrNZA 95


gno della loro approvazione, opinione, comprensione), la gelosia, la
repressione dei sentimenti elanegazione, il pregiudizio,ll fatto di ir-
ritarsi facilmente, prendere ogni cosa come un affronto personale,
essere particolarmente interessati al sesso, avere qualche forma di
dipendenza (droghe, cibo, nicotina, alcol, vitamine, erbe e medicine).
Atri tipici atteggiamenti sono: il fanatismo, la nostalgia, il com-
portamento maschilista, la possessività, la territorialità, la devozio-
ne, la rigidità, I'ossessione per le strutture e le regole, I'ammirazio-
ne e la fissazione per le celebrità o gli insegnanti (nei casi più estre-
mi, si può arrivare agli appostamenti).

Le qualità da coltiuare
Coraggio, pvÍezza, volontà di sacrifico, rinuncia, onestà, tolle-
ranza, fiducia, capacità di lasciarsi andare, flessibilità, serenità, equi-
librio e buon senso.

Archetipi collegati al secondo chakra


Vittima, devoto seguace, martire, guerriero, ribelle (agli atteg-
giamenti formali).

Secondo chakra - Sintesi


. Elemento: acqua.
. OrÉanismo: ghiandole surrenali, orgiani riproduttivi, colon, lom-
balgie, appendice, vescica.
o Coscienza: piacere, espressione dei sentimenti, creatività, ri-
produzione.
. Armonizzazione: onestà, fiducia, capacità di lasciarsi andare, fles-
sibilità, serenità, speranza.
. Disarmonia: negazione, gelosia, senso di colpa, dipendenza,
biasimo, sospetto.
r Verità sacra: onoratevi l'un I'altro.
. Sacramento: comunione (sacra unione con la coscienza uni-
versale).
o Contenuto energetico: alleanza (spirito di squadra).
. Paure: paura di perdere il controllo.
. Speciale: accettazione e riconoscimento di tutti i sentimenti per
imparare a interagire coscientemente con gli altri e a costruire
legami con quanti contribuiscono alla nostra crescita spiritua-
le; liberarsi delle relazioni tossiche.

EQUILIBRIO EMOZIONALE
. Enfasi: felicità competitiva, controllo.
r Affermazione:"lo sento...", "Per me è bene...", "Mi libero da..."

Studlo di un caso - Secondo chakra


Conoscevo molto bene John, entrambi avevamo praticato le
arti marziali per molto tempo e nutrivamo un profondo rispetto I'uno
verso I'altro. Lui era cintura nera al quinto dan e gestiva tre scuole
di arti marziali; nel settore occupava una posizione di primo piano
ed era presidente di diverse orfanizzazioni. Era un uomo alto, di quasi
quarant'anni e aveva I'aspetto fisico di un culturista. John entrò nel
mio studio in silenzio e, dopo avermi salutato, si sedette.
Osservavo il suo aspetto: sapevo che non sarebbe stata una cosa
facile. Sembrava che fosse in preda alla più totale depressione e que-
sto lo metteva in grande difficoltà. Molto presto compresi il perché.
John aveva 37 anni ed era sposato da quasi un anno, in seconde nozze,
con una collega istruttrice di arti marziali.
"Non riesco più a farlo" disse con un filo di voce. "Non so a chi
altro rivolgermi!". Anche se potevo immaginare di che cosa stesse par-
lando, volevo esserne sicuro: "Stai parlando di impotenza?". Si limitò
a fare segno di sì con la testa e a fissarsi i piedi, senza dire una paro-
la. Tra parentesi, questo episodio aweniva prima dells rivoluzione
del Viagra!
Cominciai a scavare in profondità nella mente di John. Scoprii
che il suo primo matrimonio era finito quando John aveva scoperto
che la moglie aveva una relazione con uno dei suoi più cari amici.
Non ne aveva parlato a nessuno e provava un grande imbarazzo.Ua-
spetto più doloroso della cosa era costituito dal fatto che continuava
a frequentarli regolarmente alle gare di arti marziali e li vedeva molto
felici. Aveva cominciato a fare uso di marijuana per sentirsi meglio e
a bere da otto a dodici bottiglie di birra al giorno.
Tutto il suo mondo era stato stravolto. Tutti 1o avevano sempre
considerato un "fusto", un guerriero e ora si sentiva una vittima.
Così cominciò a dare un peso eccesseivo alle opinioni degli altri. Sposò
una delle sue allieve, che lo ammirava molto, in fondo soltanto per-
ché non voleva stare da solo.
Si allenava fino allo sfinimento e dava grande importanza al
suo fisico. Le critiche lo rendevano aggressivo e spesso veniva alle
mani. Fumava marijuana e per la maggior parte del tempo non pen-
sava ad altro che al passato e a quanto era stato felice.

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA


Dopo avere scavato nella sua mente per 40 minuti lo guardai e
gli dissi: "John, puoi farcela, se dawero è questo che vuoi. Ci vorrà
un po' di impegno, ma sono sicuro che ce la farai".
I suoi occhi si illuminarono: "Pensi dawero che io possa torna-
re a essere normale?".
"Certo che 1o credo, ma non puoi continuare a giuardare al pas-
sato e a sfuggire il presente!". Poi lo sottoposi a un test di kinesiolo-
gia applicata e come prevedevo il suo secondo chakra risultò total-
mente fuori equilibrio. Il secondo chakra è il chakra dell'alleanza, della
fiducia, del lasciarsi andare e dell'accettazione di "ciò che è". Così affi-
dai a John un lavoro impegnativo da fare per conto suo, con due affer-
mazioni positive associate al riequilibrio emozionale dei meridiani del
colon (rigidità) e del fegato (capacità di perdonare).

Affermazione generíca per riequilibrare il secondo chakra (mas-


saggiando contemporaneamente gli agopunti del colon): "lo sono
flessibile, accetto e dono con amore e mi sento a mio agio nel-
I'esprimere i miei più profondi sentimenti, ora e per sempre".
Affermazione personale per John (agendo sugli agopunti del fega-
to): "lo accetto, sto bene con me stesso, mi libero del mio pas-
sato, perdono la mia ex-moglie per il fatto di avermi tradito e
accetto il fatto che lei viva con il mio amico, ora e per sempre".

John rimase stupito quando apprese che la cura consisteva


semplicemente in queste affermazioni. Non sembrava soddisfatto: si
era aspettato di risolvere i suoi problemi con l'ausilio di qualche pil-
lola o, magari, con alcune sedute di agopuntura. Gli spiegai che
quello che provava nasceva nel suo cervello e che, quindi, occorreva
intervenire su quello che andava corretto. Inoltre, gli spiegai che il
potere dell'Equilibrio Emozionalederiva dalla sua combinazione con
1'agopuntura. Gli dissi: "Se eseguirai questi esercizi da sei a otto
volte al giiorno, avrai gli stessi benefici che otterresti se ti sottoponessi
a un trattamento di agopuntura da sei a otto volte al giorno! Quindi
ti faccio risparmiare tempo e denaro se ti insegno a farlo da solo!".
Gli spiegai anche che questa terapia non è la più potente tra quelle
disponibili, ma che la percentuale di successo da me raggiunta nel
trattamento delle fobie e dei traumi emotivi con questa tecnica, era
comunque prossima al 970/o. Non si trattava soltanto di un mio suc-
cesso personale, ma della media calcolata in base ai successi di tutti
i terapeuti che avevo personalmente istruito.

EQUILIBRIO trMOZIONALE
Gli dissi: "Pensa a chi soffre di diabete e si inietta I'insulina da
due a cinque volte al giorno. Se ogni volta dovesse rivolgersi a un
medico o a un infermiere, il tempo e i costi sarebbero inaccettabili.
Oggi i diabetici possono persino misurare da soli il livello di zucche-
ri nel sangue. Quella che io prescrivo è una medicina preventiva d'a-
vanguardia, ed è così avanzata che alla medicina occidentale occor-
reranno decenni per mettersi al passol".
Quando se ne andò si sentiva decisamente meglio. Non 1o sen-
tii per sette settimane. Poi, lo incontrai per caso a una Elara di arti
marziali dove io, in quanto ospite d'onore, avrei tenuto un discorso
su "Mente e Arti Marziali". Gli chiesi come stasse e lui mi rispose "Mai
stato meglio di così". Aveva un ottimo aspetto. I1 suo aspetto fisico e
il suo volto trasmettevano Sioia.
"E... lui... come sta?" 1o punzecchiai. "Sta facendo $li straor-
1'macho".
dinari per recuperare il tempo perduto!", mi rispose con fare da
Dopo cinque giorni la sua potenza sessuale e la sua libido erano gira-
dualmente ritornate alla normalità; la sua libido era persino cresciu-
ta rispetto ai tempi del suo primo matrimonio e di questo John era
dawero felice.

Tetzo chalra (Nabhi o Manipura)


Il chakro del plesso solore si trova, appunto, nel plesso solare.
La coscienza è concentrata sulla responsabilità e sul rispetto di
sé. A questo chakra corrisponde l'istinto di soprawivenza, che ci preav-
visa di un pericolo imminente e della negatività che proviene dagli
altri. È questa la sede della nostra autostima.
Riprendiamo la metafora del neonato: dopo che è stato nutrito
e ha potuto cominciare a gustare la vita, il piccolo comincia a senti-
re I'esigenza di andare alla scoperta dell'ambiente e di esplorare i
suoi confini personali. Per la soprawivenza è indispensabile metter-
si in comuni cazione con gli altri e imparare a riconoscere le situa-
zioni pericolose. La pulsione verso I'esplorazione corrisponde al fuoco:
il fuoco è potere e purificazione. Questo chakra controlla i processi
metabolici e di assimilazione del nostro organismo e mantiene in equi-
librio i due aspetti di scomposizione (catabolismo) e di rigenerazio-
ne (anabolismo). I-elemento del fuoco è necessario per la trasforma-
zione da materia a energiia.
Questo è il chakra della transizione dalla bassa frequenzavibra'
zionale della struttura fisica e del cibo alla frequenza vibrazionale

CAP, 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA


più rapida, tipica della dimensione sottile dell'amore, dell'intuito e
dell'espressione. Gli orgiani fisici sono: stomaco, ntestino tenue,
fegato, cistifellea, reni, pancreas, milza e la parte centrale della
colonna vertebrale.
Questo chakra risulta disturbato dall'uso errato della volontà; ci
aiuta a gestire la nostra forza vitale. Riflette la nostra possibilità di
scegliere in base alle lezioni che la vita ci ha dato e di optare per I'o-
rientamento che contribuirà alla nostra crescita. Molte persone non
vogliono rinunciare alle loro comodità e la loro crescita spirituale tende
alla stagnazione. Per alcuni è molto difficile distinguere tra I'annulla-
mento di ogni fatica (il terzo livello di coscienza) e l'accontentarsi.
Quando riusciamo ad avere tutta la ricchezza materiale che ci occor-
re per vivere pienamente e piacevolmente la nostra vita, ci troviamo
di fronte alla domanda: "Qual è il passo successivo?" A questo punto
possiamo scegliere se fermarci nel punto in cui ci troviamo, accon-
tentandoci di quello che abbiamo, o se lasciare il mondo materiale per
esplorare la dimensione dell'ignoto. Dovremmo vivere tutti nella con-
sapevolezza del luogo in cuici troviamo e della direzione in cui stia-
mo andando, invece di aspettare passivamente di reagire agli eventi.
Uno degli scogli da superare è consiste nel liberarsi dalla con-
vinzione secondo la quale siamo privi di ogni potere creativo. La
maggior parte di noi si è adattata agli altri senza costruire un percor-
so personale. Per esaltare il potere creativo di questo chakra dobbia-
mo scegliere di divenire la forza più attiva in ogni aspetto della nostra
esistenza. Conseguentemente, dobbiamo trovare la forzainteriore per
creare un movimento all'esterno e non per rispondere ai movimenti
esterni, reprimendo noi stessi. In altre parole, bisogna essere in grado
di rispondere al mondo esterno senza perdere contatto con ciò che
siamo e con il motivo per cui siamo qui. Quando c'è equilibrio tra realtà
esterna e realtà interiore c'è armonia nella zona del plesso solare.
Dovremmo riuscire a lasciarci andare a quella realtà interioÍe, senza
perdere la concentrazione sul nostro obiettivo finale. Per riuscirvi, dob-
biamo verificare regolarmente il nostro funzionamento interiore.

Risvegliare la consapetolezza del terzo chalcra


I blocchi da superare sono:

Sfiducia in se stessi: inconfruenza con le proprie sensazioni inte-


riori.

r00 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Rimanere attaccati alle proprie comodità e diventare passivi o
soddisfatti di sé.
Non sapere che cosa vogliamo realmente, owero concentrarci
su quello che non vogliamo.
a Incongruenza con i propri obiettivi e desideri.
a Convinzioni negative su noi stessi (immagine di sé neÉativa).
a Attingere ai miti, alle bugie e alle convinzioni negative di altri
(per esempio, sentirsi in colpa per prosperità o ricchezza).
Eccessiva umiltà, incapacità di farsi valere e di sentirsi orgogliosi
di sé.
Paura dell'ignoto, del cambiamento e del rifiuto.

Onora te stesso
Per passare al livello successivo, il terzo chakra ci chiede di ono-
rare noi stessi, di mantenerci in collegamento con le nostre sensazio-
ni interiori e di rispettare le informazioni essenziali per la soprawi-
venza, che ci vengono trasmesse in ogni momento dal nostro intuito.
Illerzo chakra corrisponde al corpo emotiuo ed è la via d'accesso
al corpo per le emozioni.

Disarmonia del terzo chakra


Quando il terzo chakra non è in equilibrio, i segnali più tipici
sono la mancanza di compassione per gli altri, il fatto di essere più
egoisti e distaccati, la difficoltà nel perdonare gli altri, il pregiudizio,
la critica spietata, il fatto di tenere le distanze, 1'orgoglio intellettua-
le e il sentimento di superiorità, laristrettezza mentale, I'essere ecces-
sivamente analitici e ossessionati dai dettagli.

Le qualità da coltivare
Devozione, simpatia, amore e mentalità aperta.

Archetipi collegati al terzo chalcra


Awocati, scienziati, esperti di computer, chirurghi, giudici, inse-
gnanti e professioni analitiche.

Terzo chakra - Sintesi


r Elemento: fuoco.

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA 101


Organismo: stomaco, intestino tenue, fegato, cistifellea, reni,
pancreas, milza e zona centrale della colonna vertebrate.
a Coscienza: responsabilità e rispetto di sé.
a Armonizzazione: perdono, apertura verso gli altri, riconoscere
le proprie sensazioni interiori.
Disarmonia: passività, apatia, negazione, giudicare, perdita di
ogni speranza, disperazione, pregiudizio, senso di superiorità,
distacco.
a Verità sacra: onora te stesso.
a Sacramento: cresima (un'espressione di grazia che migliora la
propria autostima e I'individualismo).
a Contenuto energetico: potere personale.
a Paure: paura di non essere degni di rispetto o di amore, paura
del rifiuto.
Speciale: non prendere gli stimoli esterni a livello troppo per-
sonale.
a Enfasi: amore condizionale.
a Affermazione: "Io posso...", "lo sono pronto...", "Posso affron-
tare i1 rifiuto degli altri...".

Studio di un caso - Terzo chakra


Ray era un giudice di 48 anni, che si era rivolto a me perché
aveva un'ulcera gastrica. La causa dell'ulcera, secondo i medici, era
lo stress. Lavorava part-time, ma non era soddisfatto. Sua sorella gli
aveva parlato spesso di questo dottore che usava soltanto preparati
erboristici e metodi naturali (cioè io) e 1o aveva spinto a rivolgersi a
me. Era un uomo robusto alto circa un metro e ottanta che irradia-
va autorità già dal modo di sedersi, con la schiena eretta sulla sedia,
e dal modo di fissare gli altri. Mi faceva sentire in colpa per tutti i
crimini che avevo commesso nella mia vital Cercai di metterlo a suo
agio facendogli alcune domande, ma lui non rispondeva volentieri
dovevo strappargli le risposte. Quando rispondeva, lo faceva in modo
totalmente distaccato, come un computer che analizza una situazio-
ne e produce un rapporto dettagliato.
La moglie, che lo accompagnava, era una biondina, più consa-
pevole di lui delle caratteristiche emotive del marito. In un secondo
momento, fu lei a dirmi che ultimamente il marito era molto cam-
biato e aveva cominciato a chiudersi in se stesso. Non voleva più fre-
quentare i loro numerosi amici perché li giudicava noiosi.

102 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Cercai un indizio per venti minuti; alla fine, la donna mi disse:
"Tutto è cambiato dopo il caso 'John Doe"' (il nome è, owiamente, di
fantasia).
John Doe era un awocato che si era reso colpevole di frode. Dal
momento che era un awocato di tutto rispetto, Ray aveva avuto modo
di frequentarlo spesso e aveva anche provato simpatia per lui. Quan-
do gli fu chiesto di giudicarlo nella causa, si rifiutò per motivi per-
sonali. John Doe fu ritenuto colpevole di molti capi d'accusa - rici-
claggio di denaro sporco per alcuni boss della droga, frode fiscale ecce-
tera.
Dopo questo caso, Ray, a poco a poco, cominciò a cambiare e ad
avere problemi di stomaco. Il test rivelò una grave disarmonia delterzo
chakra, che normalmente provoca problemi digestivi, ulcere, distur-
bi pancreatici e calo della glicemia. Quando glielo chiesi, e$li rispo-
se che, effettivamente, aveva questi sintomi: bassa glicemia e proble-
mi digestivi, confermati anche dagli esami di laboratorio.
Riuscii a scoprire che Ray, quando era giovane aveva un amico
con il quale si era confidato, raccontandogli ogni sua esperienza. Ray
aveva avuto la sensazione di non potersi fidare dell'amico, ma, poi-
ché aveva molte difficoltà nel socilizzare aveva deciso di ignorare que-
sta sensazione. I-lamico tradì la sua fiducia raccontando di un inci-
dente nel quale Ray era stato coinvolto ai suoi Senitori, ai quali inve-
ce Ray non aveva avuto il coraggio di dire nulla.
John Doe, in un certo senso, ricordava a Ray questo suo amico
e quindi scatenava le stesse sensazioni passte. Decise di reprimere le
sue sensazioni e non ne parlò mai a nessuno! A livello inconscio,
questo gli fece credere di non essere più degno di essere un giudice,
dato che non riusciva neppure lui a fidarsi di se stesso.
Quando c'è disarmonia nel terzo chakra le nostre convinzioni
negative prendono il soprawento su noi stessi; cominciamo ad attin-
gere alle bugie e alle convinzioni negative di altre persone. Non riu-
sciamo più a basarci sul nostro giudizio.
È stato difficile convincere Ray del fatto che, quando faccio una
diagnosi certa di disequilibrio nei chakra, preferisco, in un primo
tempo, concentrarmi sulle affermazioni positive. Quando ritengo
che possano essere efficaciutilizzo anche le essenze floreali (oli essen-
ziali che si ricavano dai petali dei fiori; in modo analogo all'aromate-
rapia producono un effetto sul nostro stato emotivo). Ray non sem-
brava molto convinto, ma decise di provare per quattro settimane e
di fare poi il punto della situazione.

CAP. 6 - I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA 103


Affermazione generica per riequilíbrare il terzo chakra (mas-
saggiando contemporaneamente gli agopunti della milzalpan-
creas): "Io onoro me stesso, posso entrare in connessione con gli
altri facilmente e apprezzo le loro opinioni e i loro sentimenti,
ma riman$o in connessione con me stesso ora e per sempre".
Affermazione personale per Rag: "Io accetto e amo me stesso e
mi libero della mia ansia, delle mie preoccupazioni e dei giudi-
zi su me stesso, ora e per sempre".

Dopo quattro settimane Ray tornò da me, da solo: era un'altra


persona. Una settimana prima del nostro incontro aveva smesso di
prendere le medicine per lo stomaco e aveva ripreso a lavorare a tempo
pieno. Non soltanto si sentiva molto meglio, ma aveva anche ripreso
a coltivare l'hobby della pittura. Inoltre, aveva fatto visita a John Doe
e dopo avergli parlato si era sentito meglio: era anche riuscito a capir-
lo. Era entusiasta e si scusava del fatto di non essersi fidato subito
dei miei metodi. La cosa che mi colpì in modo particolare fu il tota-
le cambiamento del suo aspetto fisico.
Sentii una voce dentro di me che diceva: "Allora questa roba fun-
ziona dawero!".

Quarto chalsa (Nriday o Anahata)


Il chakra del cuore si trova nella cavità toracica. La coscienza è
concentrata su amore e armonia e alimenta la compassione per noi
stessi e per il nostro operato nel mondo. Per riprendere l'analogia
del neonato che cresce, dopo essere stato nutrito, dopo avere comin-
ciato a gustare lavita e a esplorare il mondo esterno, dopo avere cono-
sciuto le persone che lo circondano, il piccolo comincia a socializza-
re con altri bambini. Laffinità o l'attrazione lo porteranno a svilup-
pare amicizie e rapporti d'affetto.
Gli elementi di questo chakra sono I'aria o una combinazione
di acqua e fuoco. Questo chakra ci trasmette lezioni d'amore, di impe-
gno, di perdono, di rimpianto e vi incontriamo dispiacere, dipenden-
za reciproca ed egocentrismo.
Molte persone ritengono che il cuore sia la sede dell'amore incon-
dizionato, ma non è vero. I-lamore incondizionato è la virtù più ele-
vata e appartiene al livello del settimo chakra.
Il chakra del cuore richiede amore: vuole dare amore. ma vuole
anche essere contraccambiato.

t04 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Ecco perché molte persone dicono di avere il cuore spezzato:
danno amore e si aspettano che tutto andrà bene per sempre. Pur-
troppo non è così, nella vita reale: sono molti gli imprevisti, le devia-
zioni obbligate dal percorso e gli ostacoli da superare sono essenzia-
li, comunque, per il nostro processo di crescita.
Per questa ragione I'impegno, e quindi anche il matrimonio,
sono essenziali per la nostra crescita. Soltanto quando ci impegnia-
mo, avendo ben chiaro un obiettivo per la nostra crescita spirituale,
riusciamo a superare ogni ostacolo e a crescere in modo esponenzia-
le. Se rimaniamo ancorati alle emozioni negative del passato, siano
esse dirette verso altri o verso noi stessi, oppure provochiamo inten-
zionalmente un dolore ad altri, esauriremo laforza vitale che è nel
nostro organismo. La paura è una delle forze in grado di distrugge-
re I'armonia amorevole del cuore. Lostilità è un'altra energia di-
struttiva. Se attingiamo all'energia dell'amore riduciamo le paure,
soprattutto la paura di impegnarci, della solitudine, del tradimento e
di essere vulnerabili.
Il potenziale di questo chakra riguarda i rapporti personali; se
ameremo noi stessi saremo più ricettivi e dare amore e calore. La
mancanza di autostima è negativa per la nostra esistenza e ci farà
sviluppare la convinzione negativa di non essere degni di stima e di
amore.
Costruire la nostra autostima ed essere capaci di creare inti-
mità è molto importante per la nostra crescita spirituale.
I-lenergia che pulsa da questo chakra ci porterà continuamente
a valutare le nostre credenze e la nostra integrità. Se accettiamo chiun-
que e qualunque cosa priva di integrità, inquiniamo il nostro spirito
e il nostro corpo.
Per rieducare noi stessi dovremo raggiungere la consapevolez-
za, concentrandoci sul modo in cui ci siamo svenduti per amore e in
cui possiamo modificare la situazione.

Risvegliare la consapevolezza del quarto chalcra


Il quarto chakra si trova esattamente nel mezzo fra i chakra supe-
riori e i chakra inferiori. È il chakra cardinale, perché rappresenta
finizio delle vibrazioni di frequenza più elevata che corrispondono al
livello più elevato di coscienza. È il ponte della trasformazione da
corpo a spirito. È anche il punto in cui incontriamo le forze che pla-
smano la nostra impronta originale nell'antimateria. Proprio questo

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCIENZA 105


determina il modo in cui invecchieremo. Se i chakra inferiori e quel-
li superiori non sono in connessione tra loro, ci concentriamo alter-
nativamente sul fisico o sull'eterico. Spesso molte delle cosiddette per-
sone spirituali si staccano completamente dal corpo concentrandosi
totalmente sullo spirito.
La forza motrice più importante per il chakra del cuore è I'a-
more puro. I-lessenza della natura umana è quella di ricevere e dare
amore. Amare qualcuno, in realtà, significa accettare e avere cura di
qualcuno per quello che è, non perché, eventualmente, potrà scegliere
di cambiare. Non dobbiam o forzare il cambiamento nell'altro, ma offri-
re tutto il nostro sostegno, anche quando pensiamo che I'altro potreb-
be agire diversamente. La prima cosa da fare è instaurare una comu-
nicazione aperta e onesta.
Llamore è impegno, non un processo naturale: la nostra natura
ci direbbe di fuggire il confronto e non di cercarlo. I-lamore è una
sfida e ci impone di avere un terzo chakra forte (onora te stesso), di
conoscere i nostri limiti e di sapere fino a che punto siamo preparati
a spingerci.
Se non conosciamo i nostri limiti, o non onoriamo noi stessi,
perderemo la nostra identità e dovremo rinunciare alla felicità.
Il chakra del cuore è il centro del perdono. Il modo migliore
per mantenere il cuore aperto e in armonia consiste nell'alimentare
la nostra capacità di perdonare e nell'usarla il più possibile senza
perdere di vista noi stessi (in realtà, non esiste la possibilità di ecce-
dere nel perdono).
La crescita spirituale è il processo di acquisizione della consa-
pevolezza dei nostri poteri creativi, il graduale aumento della consa-
pevolezza della nostra bellezza interiore, la capacità di diventare il
canale attraverso il quale esprimere I'amore divino sotto forma di
amore, gioia, armonia e pace. Questo può awenire soltanto se abbia-
mo la volontà e la capacità di aprire il nostro cuore.

Disarmonia del quarto chakra


Quando il quarto chakra non è in equilibro, i segnali più co-
muni sono: attaccamento, rabbia, avidità, egoismo, mancanza della
capacità di farsi valere, iperprotezione nei confronti di se stessi, sogna-
re a occhi aperti, mancanza di obiettività, essere sempre alla ricerca
del meglio e del più bello perché l'aspetto esteriore è più importante
del contenuto, instabilità emotiva, dubbio, alternanza di umore.

106 EQUILIBRIO trMOZIONALtr


Le qualità da coltivare
Autostima, serenità, autocontrollo , purezza, altruismo, maggiore
equilibrio, precisione.

Archetipi collegati al quarto chakra


Artista, negoziatore, pittore, attore.

Quarto chalcra - Sintesi


. Elemento: aria (fuoco e acqua).
e Organismo: polmoni, cuore, timo.
r Coscienza: amore. compassione. gioia.
. Armoni zzazione'. comprensione, felicità, autoaccettazione, moti-
vazione alla vita.
. Disarmonia: rimpianto, dipendenza, tristezza, dolore, ceycare
di soddisfare le aspettative degli altri, indifferenza, abbandono.
r Verità sacra: I'amore è un potere divino.
. Sacramento: matrimonio (onora il bisogno fondamentale di amo-
re e di avere cura di sé, per poter amare completamente un'al-
tra persona).
. Contenuto energletico: potere emotivo.
. Paure: di impegnarsi, del tradimento, della solitudine, di esse-
re vulnerabile, di seguire il proprio cuore.
. Speciale: accettare qualcuno per quello che è, senza cercare di
cambiarlo.
. Enfasi: sviluppare I'amore incondizionato.
. Affermazione: "Sono degno di ricevere amore...", "Merito di...".

Studio di un caso - Quarto chakra


Sandra mi guardava con i suoi grandi occhi blu, aspettando
una mia reazione. Mi aveva appena detto che sei anni prima faceva la
prostituta e che era abituata a vedere negli altri lo shock, il disgusto
o altri segnali di rifiuto. La conoscevo da due anni, da quando cioè
aveva cominciato a frequentare i miei seminari. Studiava per diven-
tare una terapeuta.
Attesi qualche secondo prima di darle una risposta: non ero affat-
to sconvolto. Anzi, avevo sempre percepito una strana energia intor-
no a lei e sembrava che lei non avesse nulla in comune con il grup-
po di studenti di medicina alternativa. Adesso potevo collocare quel-

CAP. 6 I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA 107


Le dissi che la sua asma era psicosomatica e che lo erano anche le
sue allergie.
"Hai un'asma e alcune allergie dovute alla stessa causa: I'asma
- non è dovuta alle allergie, come ti hanno detto molti medici...". Le
spiegai che le sue allergie erano un modo per rifiutare tutte le cose
delle quali non pensava di essere degna - la polvere domestica indi-
cava che non meritava di avere la bella casa in cui viveva (grazie ai
risparmi si era comperata una casa molto bella, in una zona residen-
ziale), 1l latte indicava il rifiuto simbolico di sua madre (si aspettava
che la madre la rifiutasse), l'allergia ai pollini indicava il rifiuto dei
fiori, perché essi simboleggiano I'amore romantico. Lallergia al pro-
fumo, invece, era un segno evidente del rifiuto di se stessa (quando
'faceva la prostituta usava molto profumo per purificarsi emotivamente
dagli uomini). Poiché, invece, gli antibiotici sono farmaci "salvavita",
la sua allergia indicava che la sua vita non le sembrava degna di esse-
re salvata.
Amava i suoi gatti e i suoi cani, ma inconsciamente non rite-
neva di meritarli. Gli uccelli rappresentavano simbolicamente le colom-
be, simboli di amore e di pace, e non meritava nemmeno quelli.
Le dissi: "Se il mio professore di allergologia mi sentisse fare
queste aff.ermazion| gli verrebbe un infarto, ma questo è quanto indi-
cano i test che ho eseguito su di te; di fatto, si tratta di buone noti-
zie. Se riuscirai ad amare te stessa, avrai buone probabilità di vedere
sparire tutti i tuoi sintomi!".
Fu molto felice della diagnosi e della prognosi e non vedeva I'ora
di cominciare la terapia.
Le affidai il compito di pronunciare due affermazioni positive
da otto a dieci volte al giorno, per sei settimane. Inoltre, le prescris-
si alcuni rimedi omeopatici e a base di erbe per aiutare il suo orga-
nismo a depurarsi dall'inquinamento prodotto da anni di utllizzo di
spray inalanti a base di cortisone.

Affermazione generica per riequilibrare il quarto chakra (mas-


saggiando contemporaneamente gli agopunti del polmone): "Amo
e rispetto profondamente me stessa, sono degna di ricevere
tantissimo amore e perdono facilmente tutte le persone che mi
feriscono, ora e per sempre".
Affermazione personale per Sondra: "Accetto e amo me stessa
per quello che sono, incluso il mio passato, e mi perdono per
tutto ciò che ho fatto entrare nella mia vita".

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D,ACCESSO ALLA COSCItrNZA 109


La rividi dopo sei settimane; già dalla seconda settimana aveva
smesso di usare gli spray per I'asma e di fumare. A volte le capitava
di avere ancora degli attacchi d'asma, ma sapeva sempre qual era la
causa e quindi faceva il possibile per liberarsi dei suoi sentimenti.
Aveva deciso di raccontare tutto a sua madre ed era in ansia per la
sua reazione: le dissi di continuare con le affermazioni positive fino
a quando non si fosse definitivamente liberata di tutti i sintomi.
Due mesi più tardi ci incontrammo a un seminario e mi disse
che da tre settimane non aveva più alcun sintomo... da tre settima-
ne si era confidata con la madre che le aveva dato il suo pieno appog-
gio... pura coincidenza?

Quinto chakra (Vishuddha o lcanth)


Il chakra della gola si trova nella regione del collo, alla base
della gola ed è associato alla capacità di comunicare o di esprimere
la propria creatività e il proprio io interiore, consentendo così di sen-
tirsi collegati con il mondo e con noi stessi.
La coscienza è'l'espressione del nostro io interiore, che ci con-
sente di manifestare noi stessi al mondo.
Riprendiamo la nostra metafora del bambino alla scoperta del
mondo. Dopo avere creato legami affettivi, aumenta la necessità di
esprimere i propri sentimenti più intimi e di avere ben chiari i pro-
pri limiti e la propria identità, ai quali bisogna tenere fede.
Gli elementi associati al quinto chakra sono il suono e I'etere.
Uetere è l'elemento di collegamento tra acqua, aria e fuoco; rappre-
senta il campo delle forze magnetiche ultrasottili. Il quinto chakra
aSisce da punto focale per l'energia del cuore del quarto chakra e per
I'energia della mente del sesto chakra. La sua energia è costituita dalla
forza di volontà insita nell'optare per l'autoespressione e la verità.
Ogni settore della nostra esistenza, soprattutto la malattia e la
morte, è direttamente influenzato dal karma che generiamo, dalle
nostre scelte e dal modo in cui arriviamo a compiere queste scelte.
Chiarezza e saggezza sono alla base della vera autorità e sono il
risultato della verità del sesto chakra, in armonia con la forza amo-
revole del chakra del cuore. Ogni scelta che compiamo è il risultato
dell'equilibrio tra il nostro stato emotivo e quello mentale (emisfero
cerebrale destro e sinistro). Quando I'emisfero della mente e quello
delle emozioni si scontrano, si crea disarmonia nel chakra della gola.
Una prolungata disarmonia può portare a disturbi fisici localizzati a

110 EQUILIBRIO EMOZIONALE


livello di gola, tiroide, bocca, mascelle, denti, giengive, paratiroide, tra-
chea, collo e ipotalamo.
Nel quinto chakra si mescolano e prendono forma le energie
delle vibrazioni del nostro corpo. Se facciamo affiorare il nostro mondo
interiore, incanaliamo le energie indesiderate o disarmoniche e ci
riportiamo in armonia con I'ambiente. In questo modo possiamo
modellare il nostro ambiente, oltre che armonizzarlc Se riportiamo
armonia tra emozioni, pensieri, sentimento, intuito e mondo ester-
no, possiamo tenere costantemente sotto controllo I'effetto del nostro
modo di esprimerci e la risposta che riceviamo dal nostro ambiente.
In questo modo realizziamo uno scambio a più livelli, combinando
le informazioni che riceviamo attraverso ciò che vediamo, udiamo,
sentiamo e percepiamo, in base alla nostra espressione personale, ana-
logamente a un radar che perlustra l'ambiente.

Risvegliare la consag,evolezza del quinto chakra -


Comunicazione
La comunicazione è uno scambio di informazioni. È interessante
notare che una persona può alterare non solo le parole che utllizza,
attraverso l'intonazione, il timbro eccetera, ma addirittura la parte
non verbale e non udibile della propria voce. Le nostre antenne rie-
scono sempre a percepire in un'altra persona lo stress, la sfiducia, le
bugie, anche se non ne siamo consapevoli. La comunicazione ci
aiuta anche a strutturare i pensieri e i sentimenti e a fare chiarezza.
Per comunicare in modo efficiente, il ricevente deve verificare di avere
compreso il messaggio e il mittente deve accertarsi del fatto che I'al-
tro abbia dawero ricevuto il messaggio. Quando abbiamo un dialogo
interiore e, quindi, non abbiamo un atteggiamento neutrale o da testi-
mone attendibile, la comunicazione diventa confusa e inefficace e può
generare incomprensioni.
Quando notiamo che I'altra persona non ci riserva la necessa-
ria attenzione e continuiamo a parlare, ci ritroviamo bloccati in un
modello non funzionale. La comunicazione congruente awiene quan-
do i messaggi verbali e non verbali che inviamo sono coincidenti.
Quando il quinto chakra è in equilibrio si genera chiarezza, pazien-
za, giustizia, dignità, comprensione, pienezza di comprensione, de-
vozione, prudenza e, quindi, il messaggio è ben articolato. Quando
esprimiamo noi stessi in modo sincero, ci sintonizziamo con la nostra
armonia interiore e ci liberiamo dei fattori di stress.

CAP. 6 - I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA


Se non ci esprimiamo con sincerità creiamo ancora più tensio-
ne nel nostro organismo e perdiamo energia.
Laspetto negativo del fatto di non onorare la verità è che faccia-
mo del male a noi stessi; quando la verità è già nota agli altri a livel-
lo eterico, percepiranno la tensione e la disarmonia presenti in noi.
Neale D. Walsh, autore dei best-seller della serie Conuersations
uith God [ett. Conversazioni con Dio], in uno dei suoi articoli scrive:
"Esprimendo onestamente noi stessi, non rinunciamo a noi stessi".
La maggior parte delle persone commette proprio questo erro-
re: è una cosa che awiene lentamente e in modo ostile. Si comincia
rinunciando a qualcosa, arrivando a un compromesso, adattandosi,
ingoiando un po' di verità, per non ferire gli altri... È molto subdolo,
e non sembra mai un grosso problema, né un modo di ferire gli altri.
Un giorno, però, ci svegliamo e scopriamo che non siamo più
quello che credevamo di essere. Smettiamo di frequentare la scuola
di ballo, perché non è dignitoso. Non leggiamo più perché preferia-
mo guardare la televisione, non andiamo più in palestra, perché non
abbiamo tempo.
Di fatto, rinunciamo a essere quel "Magnifico Io felice di esplo-
rare" per trasformarci in un amabile pigro partner sovrappeso o in
un individuo per il quale la maggior parte delle persone prova sim-
patia. In un angolo recondito, dentro di noi, siamo ancora alla ricer-
ca della Verità Profonda e dell'Integrità della nostra giovinezza, che
non sarebbero mai giunte a compromessi soltanto per poter rimane-
re in gioco. Si tratta proprio di quello che il quinto chakra non per-
metterebbe mai. Dobbiamo sempre trovare il modo di esprimere noi
stessi con gioia, per dimostrare la nostra gratitudine. Danzare, dipin-
gere, camminare, suonare uno strumento, scrivere poesie, dedicarsi
a un'attività artistica, sono tutti modi di manifestare la creatività,
che esprime il nostro io.
Se dimentichiamo chi siamo, non diamo il giusto nutrimento
al nostro essere e blocchiamo il nostro sviluppo: presto o tardi, finia-
mo con il perdere la gioia, l'eccitazione, latenerezza e il calore che
tutti abbiamo dentro di noi.

Disarmonia del quinto chalcra


Quando il quinto chakra non è in equilibrio, gli atteggiamenti
più tipici sono: cercare I'isolamento, trattenere le informazioni, alte-
rare la verità, essere distratti, concentrarsi sul proprio io, essere ipe-

112 trQUILIBRIO trMOZIONALE


rattivi, preoccuparsi dei dettagli, cercare di manipolare le cose, crea-
re disaccordo tra le persone.

Le qualità da coltivare
Tolleranza, devozione, accuratezza e simpatia.

Archetipi collegati al quinto chalcra


Tecnico, responsabile di progetto, superiore, dirigente, allena-
tore.

Quinto chakra - Sintesi


. Elemento: suono, etere.
. OrÉianismo: gola, tiroide, collo, spalle, esofago, bocca, mascella,
denti, gengive, paratiroide, trachea, ipotalamo.
. Coscienza: esprimere le sensazioni interiori, creatività, verità
interiore, comunicazione con gli altri.
. Armonizzazione: rispetto e apertura, comunicazione adulta.
. Disarmonia: rinchiudersi in se stessi, punizione, reprimere le
emozioni.
o Verità sacra: sacrifica la volontà personale alla Volontà Divina.
r Sacramento: confessione (purificare il proprio spirito dagli atti
o dalle intenzioni negative).
. Contenuto energetico: il potere della volontà.
o Paure: di ferire qualcuno.
. Speciale: rimanere onesto, anche quando questo implica soffe-
renza,
. Enfasi: trovare modi diversi per esprimere la propria creatività.
. A,ffermazione: "Io parlo...", "Per gli altri e per me è giusto che...",
"Mi fa bene..,",

Studio di un caso - Quinto chakra


Quando cercavo fra le cartelle dei miei pazienti un caso adatto
a esemplificare il quinto chakra, mi resi conto del fatto che sono molto
più numerosi rispetto a quelli di tutti gli altri chakra. La ragione per
la quale è difficile trovare casi per gli altri chakra è che io tendo a
curare la maggior parte dei pazienti con una terapia multiforme attra-
verso I'uso di omeopatia, floriterapia, erbe, vitamine, alimentazione,
visualizzazione eccetera.

CAP. 6 -I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA 113


Soltanto quando il problema è sicuramente dovuto a un sem-
plice disturbo di un singolo chakra mi concentro, in un primo momen-
to, esclusivamente sulle affermazioni positive.
Mi chiedo come mai molti casi possano essere ricondotti al quin-
to chakra; probabilmente perché in noi esiste la volontà di raggiun-
gere un compromesso e di non essere completamente onesti nella
comunicazione. Pensiamo di non volere ferire i sentimenti delle al-
tre persone, ma, in realtà, temiamo di essere rifiutati per le nostre
affermazioni; così, arriviamo a un compromesso con il nostro sentimen-
to e questo impone uno stress sul quinto chakra.
Un altro motivo è che non siamo sempre congruenti con quel-
lo che affermiamo. Questo si può misurare facilmente e individuare
dai paradigmi di stress evidenti nell'analisi vocale.
Ogni volta che diciamo qualcosa che non è vero, o che lo è sol-
tanto in parte, imponiamo uno stress al nostro quinto chakra. Una
volta mi trovavo a una festa oreanizzata dal mio amico Simon. Era
molto movimentata e vi partecipavano molti amici, colleghi e soci
d'affari.
Walter, improwisamente, si rivolse a me dicendo: "Hai un mi-
nuto Roy?". Intuivo che c'era qualcosa che non andava, per il sudore
che gli attraversava la fronte e il pallore del suo viso; aveva le pupille
ristrette.
Entrammo in una stanza che il mio amico utilizzava come uffi-
cio. Walter era un manager di buon livello e lavorava presso un'azienda
di medie dimensioni; sembrava più giovane dei suoi cinquantadue anni.
Lo conoscevoperché aveva frequentato i miei seminari e ogni tanio ci
incontravamo. Mi piacevano il suo senso dell'umorismo e il suo entu-
siasmo per l'Equilibrio Emozionale, che metteva in pratica con suc-
cesso con i suoi amici e collaboratori. Da pochi minuti provava un
dolore acuto nella zona del seno mascellare: era un dolore insoppor-
tabile. Non sapeva che cosa fare. Avrebbe potuto rivolgersi al pronto
soccorso e farsi dare un analgesico, ma aveva deciso di consultare prima
me sul da farsi. "Lasciami vedere se riesco a capirci qualcosa", gli
dissi effettuando un rapido check-up, con il test muscolare. Con mia
grande sorpresa risultò che aveva un blocco nel chakra della gola.
Dopo qualche ricerca, riuscimmo a individuare il motivo di quel
disturbo: era in collera con il nostro comune amico Simon, che gli
aveva promesso di farlo partecipare a una joint-venture da lui inizia-
ta qualche mese prima. Dal momento che non aveva più avuto noti-
zie sulle trattative, aveva pensato che tutto fosse ancora in sospeso.

114 trQUILIBRIO EMOZIONALtr


Una volta arrivato alla festa, aveva saputo che la joint-venture era già
stata awiata e stava riscuotendo un certo successo, anche senza di lui.
Si era arrabbiato molto. Non appena venuto a conoscenza delle no-
vità si era spostato in un altro punto della stanza, dove aveva incon-
trato Simon. Simon gli aveva chiesto come stava e Walter, automati-
camente, aveva risposto: "Molto bene, che bella festa...". Non era riu-
scito ad affrontare la questione e si era sentito a disagio. Quindici
minuti più tardi aveva accusato quel dolore insopportabile. Comin-
ciai a trattarlo subito con le tecniche su cui si basa I'Equilibrio Emo-
zionale, per alleviare il dolore. Dopo 10 minuti il dolore era scom-
parso. Ero stupito. In seguito gli parlai, per cercare di trovare i model-
li che avevano prodotto quello stress del suo quinto chakra. Così,
scoprii che in inverno soffriva sempre di infezioni alla gola e che dove-
va sempre indossare una sciarpa, anche d'estate. Gli era stata dia-
gnosticata anche una forma di ipotiroidismo e per questo doveva assu-
mere degli ormoni tiroidei sintetici. Inoltre, anche se non meno impor-
tante, spesso soffriva di torcicollo e di dolori alle spalle.
Gli dissi che i suoi sintomi erano tipici di uno stress cronico
del quinto chakra e che sospettavo che il suo problema fosse quello
di non riuscire a essere totalmente onesto con gli altri. Accadde una
cosa molto buffa. Mi disse: "Non è assolutamente vero!" e cominciò
a ridere, perché si era accorto di avere detto una bugia. Poi disse:
"Credo che tu abbia ragione!" e quando incrociò il mio sguardo rico-
minciò a ridere, perché aveva appena detto un'altra bugia. "È vero, lo
ammetto, a volte ho qualche problema a dire quello che penso vera-
mentel". "A volte?" gli chiesi, fissandolo negli occhi. Abbassò lo sguar-
do, a dimostrazione di un certo disagio, ed ebbi I'impressione che, per
la prima volta, stesse dawero cercando di dire quello che provava.
Infatti, disse: "Hai proprio ragione. Non dico mai quello che penso!".
Sospirò e continuò a tenere gli occhi bassi, totalmente immerso nei
suoi pensieri.
Gli spiegai che 1o capivo perfettamente, perché si trattava di un
problema che io stesso avevo dovuto affrontare per anni. Tuttavia, io
avevo affrontato questo problema come prioritario e da quel mo-
mento tutta la mia vita era stata meno carica di stress.
Sì, avevo perso qualche amico lungo il percorso, ma ne era val-
sa la pena. Gli dissi: "Ti aiuterò se ti impegnerai a dire la verità!". Ac-
cettò volentieri e gli affidai il compito di ripetere le seguenti affer-
mazioni almeno sei volte al giorno, per le successive sei-otto setti-
mane, massaÉÉiando gli agopunti indicati.

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA 1l5


Affermazione generica per riequilibrare il quinto chakra (mas-
saggiando contemporaneamente gli agopunti del triplice riscal-
datore): "lo esprimo i miei pensieri e i miei sentimenti in modo
onesto e sono sincero con me stesso e con gli altri, ora e per
sempre".

Quando cominciò a esercitarsi, non riuscì a terminare la frase


senza balbettare; al quarto tentativo, invece, la pronunciò senza dif-
ficoltà.
Walter e io ci incontrammo due settimane più tardi, mentre
tenevo una lezione serale. Durante l'intervallo si awicinò per ringra-
ziarm| "È dawero un miracolo come mi sento benel" disse, "E, sai
una cosa? È più facile di quanto credessil". Mi raccontò che anche il
rapporto con sua moglie era migliorato, ora che riusciva a esprime-
re le sue emozioni; anche sul lavoro l'atmosfera era notevolmente
migliorata.
Per un breve istante mi augurai che tutti i casi fossero altret-
tanto semplici. In base alla mia esperienza, e poiché ormai da cinque
anni utilizzo le tecniche dell'Equilibrio Emozionale, posso dire che
esse rendono tutto più semplice e che accelerano il processo di gua-
rigione di tutte le affezioni croniche.
Spero che questo caso possa illustrare l'importanza del fatto di
essere sinceri con se stessi e di onorare le nostre sensazioni più intime.

Sesto chalcra (Aina)


II sesto chakra, o chakra del terzo occhío, si trova tra 1e due
sopracciglia ed è collegato al nostro intuito, o terzo occhio, che ci
consente di esprimere e realizzare i nostri sogni e/o le nostre fanta-
sie. La ghiandola endocrina collegata al sesto chakra è I'ipofisi.
Si tratta dell'ultimo chakra del corpo fisico ed è noto per la sua
grande spiritualità. La coscienza è I'espressione della nostra com-
prensione, del nostro intuito, ed è in connessione con I'amore uni-
versale. Inoltre, è in questo chakra che cominciamo a vedere l'ener-
gia e la vibrazione, e a passare al livello della chiaroveggenza.
In sostanza, riguarda la connessione con I'universo e I'esperienza
dell'amore incondizionato.
Secondo Carolyn Myss nel quinto chakra passiamo attraverso
la fase di maturazione della volontà, partendo dalla percezione pri-
mitiva secondo la quale ognuno e ogni cosa che ci circonda esercita-

116 EQUILIBRIO trMOZIONAI,F]


no su di noi un potere, per poi acquisire la percezione che soltanto
noi abbiamo potere su noi stessi e, infine, raggiungere la percezione
finale (sesto chakra) che il potere deriva dall'allineamento del pro-
prio io con la volontà divina.
Il sesto chakra ci aiuta ad allinearci con il motivo per cui ci siamo
materializzati in questo mondo. Siamo venuti alla luce per vivere in
prima persona 1'esperienza di affrontare determinate situazioni; non
appena abbiamo imparato lalezione, possiamo liberarci dei modelli
in base ai quali abbiamo creato una data situazione.
Il sesto e il quinto chakra ci consentono di ritornare al nostro
nucleo interiore fondamentale e di mantenerci concentrati sul no-
stro percorso. Il nostro obiettivo finale consiste nel risolvere le que-
stioni passate e nel superarle definitivamente. Inoltre, il sesto chak-
ra ci aiuta a richiamare verso di noi quelle situazioni che contribui-
scono a sviluppare la nostra evoluzione spirituale. Possiamo vedere
con maggiore chiarezza quello che sta veramente accadendo; inoltre,
siamo maggiormente in grado di creare immagini visive. La mancanza
di chiarezza, tipica di molti di noi, è dovuta alla proiezione del
nostro passato nella nostra realtà di ogni giorno, in base alla quale
reagiamo in modo prevenuto come se ci trovassimo ancora nella situa-
zione passata. Dal momento che non riusciamo a liberarci del
modello che ci condiziona, continuiamo a ricreare il nostro passato,
senza fare alcun progresso.
Il passo fondamentale per la crescita spirituale consiste nel diven-
tare un osservatore neutrale: osservare noi stessi senza pregiudizi,
prendendo decisioni basate sulla prospettiva di ottenere il migliore
risultato possibile per la crescita spirituale di tutte le persone coin-
volte. Aiutati dal settimo chakra, raggiungiamo I'ispirazione e la
connessione con le fonti più elevate della conoscenza; questa energia
si manifesta nel nostro amore.

Rlsvegliare la consaperolezza del sesto chakra -


Intuito
La mente intuitiva è la mente spirituale e rappresenta la base
dell'ispirazione delle nuove creazioni. Concentrandoci ed enfatizzan-
do la mente logica e analitica reprimiamo la mente spirituale. La mag-
giior parte di noi ha paura del silenzio, perché nel silenzio dobbiamo
confrontarci con tutte le voci che si affollano nella mente e che deri-
vano del fatto di avere represso per anni la mente spirituale.

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA rt7


Accendere la televisione, la radio o lo stereo non è una soluzio-
ne. Non dovremmo mettere a tacere la mente, ma lasciare che essa
raggiunga la quiete attraverso 1o sfogo verbale. E qui entra in gioco
il potere della meditazione.
Meditare aiuta a placare la mente; a quel punto possiamo colle-
garci alla fonte, nella quale si originano i pensieri. Questo momento
è quello che viene definito "gap" llett. apertura, vuoto] ed è un momen-
to di silenzio, nel quale creiamo o ci accostiamo al pensiero succes-
sivo. Questo momento di silenzio è l'occasione di innumerevoli nuove
possibilità. Tutto è possibile e noi riusciamo a dare una breve occhia-
ta all'infinito e all'eternità. Ecco come ci manteniamo collegati al
nostro spirito. Tutto quanto è opera del nostro spirito: raccogliere
informazioni e fare entrare gli altri nella nostra vita. Se entriamo nel
"gap" possiamo accedere alle informazioni senza alcuno sforzo. l{el
silenzio si trouano tutte le risposte.
Mettendo in pratica le tecniche di visualizzazione, sviluppiamo
sempre di più i nostri poteri creativi. Le scelte che facciamo sono il
combustibile karmico necessario alla nostra crescita spirituale. Quan-
do liberarci del passato diventa un problema, questo fatto si esprime
nel dolore. Il dolore è stagnazione e rallentamento delle nostre
vibrazioni. Creiamo il movimento prendendone coscienza e lascian-
do che si esprima; se non ci riusciamo, rischiamo la depressione.

Disarmonia del sesto chalcra


Quando il sesto chakra non è in equilibrio, i segnali più frequenti
sono: manifestazione dell'ego attraverso la possessività, attaccamen-
to, rabbia, sentirsi feriti, disonestà e, quindi, indifferenza (la maggior
parte della gente ci annoia), ossessione per I'accumulo di conoscen-
ze. Altri segnali possono essere: possibile negatività, sentimento di
inferiorità, autocommis erazione, depressione, infelicità per le proprie
prestazioni o il proprio insuccesso.

Le qualità da coltivare
Amore incondizionato, compassione, riuscire a non essere
spinti ad agire dal nostro ego, altruismo.

Archetipi collegati al sesto chakra


Leader carismatico, filosofo, filantorpo, visionario, fautore della
pace.

118 trQUIL]BRIO EMOZIONALE


Sesto chakra - Sintesi
. Elemento: luce.
. Organismo: ipofisi, occhi, seni nasali.
. Coscienza: collegarsi con la verità universale (consapevolezza).
. Armonizzazione: fidarsi dell'intuito, seguire le intuizioni, pren-
dere coscienza dell'amore universale, trovare il tempo per medi-
tare.
. Disarmonia:attaccamento,avidità,disonestà,dissociazionedalle
nostre sensazioni e dal nostro intuito, non trovare il tempo per
il silenzio.
. Verità sacra: cerca soltanto la verità.
r Sacramento: ordine (riconosce I'unicità delf intuito e della sag-
gezza, che portano una persona ad aiutare gli altri, consacran-
do il proprio percorso di servizio).
. Contenuto energetico: il potere della mente.
. Paure: paura di arrendersi completamente.
. Speciale: colleElarsi al "gap".
. Enfasi: imparare la felicità incondizionata.
. Affermazione: "So...", "Comprendo...", "Per me è possibile...".

Studio di un caso - Sesto chalcra


Susan non era affatto felice. Anzi, era molto turbata. Era una
giornalista di una famosa rivista e proprio una settimana prima mi
aveva intervistato. In quell'occasione mi aveva parlato delle sue cefa-
lee e sinusiti ricorrenti e io mi ero offerto di aiutarla. Era una donna
molto nervosa, sulla quarantina, e una fumatrice accanita.
Inoltre, era una di quelle persone che parlano in modo molto
veloce e non sopportano il silenzio. Amava fare battute e, soprattut-
to, era molto brava a fare dell'umorismo su se stessa. La ragione del
suo turbamento era costituita dal fatto che io le avevo detto che i
suoi mal di testa rappresentavano un modo di sfuggire alle respon-
sabilità e dirichiamarel'attenzione. Mi disse che a lei non interessa-
va affatto attirare I'attenzione su di sé e che era stanc di sentirsi dire
che non era capace di mettersi in contatto con le sue emozioni. Anche
se non avevo ancora accennato alle emozioni, credo che avesse intui-
to che 1o stavo per farlo. Feci una pausa e la lasciai parlare. Volevo
dirle che aveva accumulato molta rabbia dentro di sé e, mentre ero
assorto nei miei pensieri, lei mi disse: "So che pensi che io abbia molta
rabbia dentro di me, ma come potrebbe essere altrimenti?". Ancora

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCtrSSO ALLA COSCItrNZA 119


una volta pronunciò le stesse parole che io stavo pensando. Dopo alcu-
ni minuti compresi che poteva leggere i miei pensieri ancora prima
che io avessi finito di formularli.
Dopo averla sottoposta al test, vidi che il problema era il suo
sesto chakra, totalmente disturbato. Volevo chiederle qualcosa della
sua fiovinezza, quando cominciò a parlare della sua infanziatrascorsa
in Indonesia e del fatto che non si era mai sentita a suo agio in
mezzo alla gente, perché aveva il potere di "vedere cose". Vedeva anche
delle luci intorno alle persone. Tutto cessò quando vide in sogno che
sua madre stava per morire in un incidente d'auto. All'epoca aveva
sette anni; la mattina seguente chiese alla madre di restare a casa,
ma la madre rise di lei e le disse di non essere sciocca. La madre
morì quello stesso giorno. Poco tempo dopo l'intera famiglia si tra-
sferì in Olanda e lei chiuse per sempre il canale attraverso il quale le
giungevano quei messaggi. Soffriva di cefalea all'incirca da trenta-
cinque anni, da quando cioè si era trasferita in Olanda. Le spiegai
che il suo sesto chakra era molto sensibile; non avendo voluto ammet-
tere le sue doti di intuito si era procurata dei disturbi fisici. Inoltre,
le dissi che questo, probabilmente, poteva spiegare anche i suoi pro-
blemi legati al silenzio e il motivo per cui preferiva, piuttosto, parla-
re in continuazione, o ascoltare musica. Attraverso il fumo reprime-
va le proprie emozioni, per non dovere affrontare i suoi sentimenti
più nascosti. I1 fatto di concentrarsi sugli altri e non su se stessa l'a-
veva portata a essere una giornalista: in questo modo non era mai lei
al centro dell'attenzione.
Il motivo per cui aveva dei problemi di relazione era rappre-
sentato dal fatto che, tendenzialmente, era possessiva e tendeva ad
attaccarsi agli altri fino a diventare "appiccicosa". Le relazioni le
causavano ansia e paura; alla fine, I'uomo non riusciva più a soppor-
tarla e la lasciava.
Era perplessa rispetto alla mia diagnosi: "Come fai a sapere tutte
queste cose?" mi chiese. "Uso anch'io il sesto chakra per raccogliere
questo tipo di informazioni" le dissi, "puoi fare la stessa cosa, se rima-
ni in silenzio". Cominciò a dirmi che spesso durante le interviste le
capitava di venire a sapere alcune cose e non riusciva a spiegare agli
intervistati il motivo per cui faceva determinate domande. Le dissi che
avrebbe potuto ritrovare I'equilibrio etrarre ulteriori vantaggi dall'a-
scoltare questa sua voce interiore, dandole fiducia: "Se lo farai, tro-
verai pace e felicità" le dissi. Ecco I'affermazione che le chiesi di
ripetere per quattro settimane, prima di ritornare nel mio studio.

t20 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Affermazione generica per ríequilibrare il sesto chakra (mas-
saggiando contemporaneamente gli agopunti del vaso conce-
zione): "Io ho piena fiducia nel mio intuito e nelle mie premo-
nizioni, accetto la mia conoscenza e mi amo per ciò che sono,
ora e per sempre".

Quello che le accadeva la rendeva molto felice. Le consigliai di


seguire un corso di meditazione attraverso i suoni primordiali, un
sistema di meditazione mantra introdotto in Occidente dal Dr. Dee-
pak Chopra, e le diedi il numero di telefono al quale rivolgersi.
Quattro settimane dopo ritornò da me per mostrarmi I'articolo
che aveva scritto e che sarebbe stato pubblicato sul numero succes-
sivo della rivista. Stava molto meglio, si sentiva calma interiormen-
te e aveva trovato nuovi amici nel gruppo di meditazione. Inoltre,
stava preparando un articolo sulla meditazione e sul Dr. Chopra. Le
cefalee erano praticamente scomparse; la sinusite la tormentava anco-
ra, ma molto meno.
Quando le parlai circa tre mesi dopo, era una persona comple-
tamente diversa: aveva smesso di fumare e non aveva più bisogno di
medicine per la sinusite e le cefalee. Una volta ogni tanto le capitava
di accusare un disturbo e comprendeva che stava reprimendo qual-
che cosa. Era molto felice e dimostrava cinque anni di meno.

Settimo chakra (Sahasrara)


II settimo chakra, o chakra della corona, si trova sulla som-
mità del capo ed è collegato all'Energia Universale. Questo chakra è
una proiezione olografica nello spazio e non risiede nel corpo fisico
vero e proprio. Si tratta di un punto di trasformazione verso la dimen-
sione astrale (la dimensione "extracorporea").
Il settimo chakra è la sinergia finale dell'intenzione e della
creazione. È il creatore e il distruttore della materia e influenza di-
rettamente I'antimateria, I'impronta originale della creazione. È col-
legato al valore, al coraggio, alle doti naturali di comando, al senso
di umanità, alla più completa onestà, al potere di influire sulla mate-
ria, alla capacità di spiegare questioni spirituali complesse, di non
esprimere giudizi, di provare compassione e di vedere una prospetti-
va più ampia.
È il chakra delf ispirazione, della spiritualità, della devozione e
dell'indistruttibile capacità di avere fede nella vita.

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA 721


Il chakra della corona ci insegna a vivere nel presente, mentre la
maggior parte di noi è legata al passato; attraverso la capacità di per-
donare gli altri e se stessi e di riuscire a dare un significato positivo ai
traumi, superiamo le nostre ferite e le emozioni irrisolte.
Se giudichiamo consciamente il nostro processo di elaborazio-
ne del pensiero non disperdiamo più la nostra energia in paradigmi
ciclici e possiamo espandere i limiti che ci siamo autoimposti.
Il chakra della corona ci consente di rimanere concentrati sulle
nostre responsabilità e ci awerte quando le trasferiamo ad altri. Il set-
timo chakra ci permette di liberarci del karma che ci è stato imposto
dall'educazione familiare, dai condizionamenti socio-culturali e dalla
nostra provenienza geografica. Se ci colleghiamo allo spirito possia-
mo vedere quello che è sbagliato, anche se siamo stati educati a con-
siderarlo normale. Possiamo capire che cosa c'è di sbagliato in deter-
minate abitudini della nostra famiglia, o della nostra cultura. Non
abbiamo bisogno di conoscenze trasmesse dall'esterno perché sono
già in noi. Dobbiamo semplicemente lasciare che fluisca liberamen-
te attraverso di noi. I dogmi della religione possono essere accettati
per quello che sono e possiamo collegarci direttamente alla fonte.
Quando trascuriamo o ignoriamo il nostro vero io riceviamo
ripetuti awertimenti e segnali che, nel tempo, diventano sempre più
forti. Presto o tardi ci troviamo a confrontarci con loro ed è molto dif-
ficile ignorarli.
Grazie al potere del settimo chakra possiamo liberarci delle con-
vinzioni negative e sostituirle con visualizzazioni costruttive e affer-
mazioni positive. Dovremo fare attenzione a individuare eventuali con-
vinzioni negative, che potremmo aver sottovalutato.

Risvegliare la consapevolezza del settimo chakra -


Ildualismo tra non resistenza e creazione
Con il settimo chakra ci trasferiamo direttamente al livello
della manifestazione nell'assoluta non resistenza, che corrisponde a
quello che viene definito "coscienza Siddhi". La coscienza Siddhi è lo
stato di consapevolezza, nel quale non esiste il dubbio e non esiste
alcun ritardo tra l'intenzione creativa e la sua concretizzazione nella
materia. Si tratta della condizione definitiva dell'essere, nel quale pos-
siamo creare senza alcuno sforzo e all'istante.
Ciò è possibile perché questo livello di coscienza non produce
un effetto attraverso la mente, ma agisce sull'antimateria. La mente

t22 EQUILIBRIO EMOZIONALE


spesso, è la maggiore barriera tra noi e I'esperienza di questo livello
di coscienza, che è collegato alla felicità incondizionata.
È nel settimo chakra che la consapevolezza raggiunge 1a perfe-
zione, è qui che esiste ogni conoscenza interiore, qui ci allineiamo
con grazia all'energia dell'universo.
Attraverso il silenzio e la pratica spirituale possiamo accedere
sempre più alla coscienza Siddhi, che ha un le$ame con lo stato di
"gioia assoluta". In piccolissima parte, è quello che noi proviamo quan-
do ci fermiamo a guardare I'alba, o vediamo un arcobaleno, o tenia-
mo fra le braccia un bimbo appena nato. In questi momenti attin-
giamo alla "gioia assoluta", che è sempre presente nel nostro settimo
chakra. Per evolvere e crescere spiritualmente non dobbiamo mai
dimenticare le basi; quindi, dobbiamo avere cura del nostro corpo e
dei nostri bisogni primari. Se nutriremo il corpo e noi stessi non
verremo distratti durante la nostra pratica spirituale.
Non è corretto credere che, per potere crescere spiritualmente,
sia necessario rinunciare a tutti i beni materiali e condurre una vita
monacale. Questo principio può essere utile per chi è troppo legato
alle comodità.

Disarmonia del settimo chalcra


Quando il settimo chakra non è in equilibrio, i segnali più tipi-
ci sono: orgoglio, ambizione, arroganza, giochi di potere, depressio-
ne, distrazione, irritazione,impazienza, chiusua in se stessi, isolamento,
bisogno di controllare ogni cosa, durezza, insonnia, confusione'

Le qualità da coltivare
Dolcezza, compassione, preoccupazione per $li altri, pazienza,
vulnerabilità anche se si rivestono ruoli di comando.

Archetipi collegati al settimo chakra


Generale, leader autorevole, presidente, direttore generale,
conquistatore.

Settimo chalcra - Sintesi


. Elemento: pensiero.
. Organismo: ghiandola pineale.
. Coscienza: coscienza Siddhi, stato di flusso, felicità incondizio-
nata, annullamento di ogni sforzo.

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VItr D,ACCESSO ALLA COSCIENZA 723


Armonizzazione : verità, compassione, amore incondizionato,
perdono.
Disarmonia: attaccamento al passato o al futuro, disonestà, indif-
ferenza, odio, estroversione, ostilità.
a Verità sacra: vivi il momento presente.
a Sacramento: estrema unzione (la grazia per concludere quello
che non è stato portato a compimento durante la vita di ogni
giiorno, consentendo a una persona di vivere nel ,,tempo pre-
sente").
a Contenuto energetico: il nostro collegamento spirituale.
a Paure: perdita di concentrazione.
a Speciale: sincronia, coincidenza significativa; la pratica della
meditazione è essenziale per il collegamento.
a Enfasi: lasciare i dettagli della manifestazione all'universo.
a Affermazione: "Io sono...", "Io sono in equilibrio ora e per
sempre...", "Io creo.,.", "Io manifesto...".

Studio di un caso - Settimo chalcra


Frequentai un corso di formazione per istruttori certificati di
"Pirobazia" [Fire Walk - owero, l'arte di camminare sui carboni arden-
til tenuto da una delle fondatrici del movimento per la pirobazia negli
Stati Uniti, Peggy Dylan. 11 corso si teneva in Svizzera.
Fui molto colpito da Peggy: era una delle persone più sincere e
spirituali che avessi mai conosciuto.
La sua incredibile connessione con i poteri dell'universo risul-
tava evidente ogni giorno, quando uscivamo all'aria aperta e le aqui-
le apparivano in cielo non appena lei cominciava a meditare.
Durante il seminario uno dei partecipanti, una donna, comin-
ciò a dare segni di confusione mentale dopo una seduta di rebirthing,
una particolare tecnica di respirazione che, in pochi minuti, mette
in contatto con i propri traumi emotivi più profondi.
Sembrava avere un'ossessione maniacale e ripeteva continua-
mente la stessa frase: "Non voglio morire, non voglio morire!',.
La sottoposi a un test e I'unica cosa che riuscii a scoprire fu
una disarmonia a livello del settimo chakra. probabilmente questa
disarmonia era affiorata quando aveva rivissuto alcuni ricordi delle
sue vite precedenti. Più tardi, mi raccontò che era stata un grande
sacerdote eeizio, morto di morte violenta per mano di una setta riva-
le, molti secoli prima. La donna praticava da anni la meditazione e

124 EQUILIBRIO EMOZIONALE


da vent'anni seguiva un percorso spirituale. Era una persona piena
d'amore, molto gentile e molto carismatica. Si chiamava Therese e
teneva seminari sulla spiritualità femminile in tutta Europa.
Mi concentrai sul suo settimo chakra, massaggiando i relativi
agopunti e concentrando la mia mente sulla sincronizzazione delle
sue energie. Dopo quindici minuti si calmò e i suoi occhi ritornaro-
no alla normalità. Mi ringraziò per I'aiuto e mi disse che per tutto il
tempo era stata al di fuori del suo corpo, rivivendo quello che rite-
neva fosse il suo passato senza riuscire a sfuggire a quell'agonia.
Mi disse che la mia energia era molto rilassante e I'aveva aiuta-
ta a ritornare alla realtà. Mi raccontò che a volte soffriva di depres-
sione, soprattutto nella stagione invernale (cosa che dimostra una debo-
lezza della ghiandola pineale, collegata al settimo chakra). Inoltre, la
donna, in alcuni periodi non voleva vedere nessuno e si ritirava nei
boschi per tre o quattro settimane per dedicarsi alla meditazione.

Affermazione per il settimo chakra (questa è l'affermazione posi-


tiva che le affidai): "lo sono pienamente collegato con la Divi-
nità e con l'amore incondizionato e sono completamente in equi-
librio a tutti i livelli del mio essere, ora e per sempre".

Ci siamo tenuti in contatto: da allora, la donna non ha piùr sof-


ferto di depressione e non ha più accusato sintomi. È raro trovare
disturbi collegati esclusivamente al settimo chakra.
Gli agopunti dautilizzare sono: vaso governatore e vaso conce-
zione.

Riepilogo
I chakra: le vie d'accesso alla coscienza
Questo capitolo vi offre una panoramica completa dei chakra
insieme a diverse nuove conoscenze che ho potuto trasmettere ai miei
lettori grazie al fatto di aver lavorato per diversi anni su queste vie
d'accesso.
In base allamia esperienza di medico posso affermare che gra-
zie a queste conoscenze la mia capacità di supportare il processo di
guarigione delle persone che si sono rivolte a me è aumentata in modo
esponenziale. Attraverso la combinazione degli incredibili poteri dei
chakra, che contribuiscono a modificare alcuni modelli limitanti, con

CAP. 6 _ I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA t25


l'altrettanto antica arte dell'agopuntura, sono nate una scienza e una
forma di terapia completamente nuove che, per quanto io sappia,
non hanno eguali nel campo della medicina alternativa.
Anche se questo libro non intende in alcun modo sostituirsi
alla consulenza medica specialistica, potrà alleviare la sofferenza di
milioni di persone, facendo loro acquisire alcune conoscenze che le
aiuteranno nel loro percorso spirituale.
Gli oltre mille medici e terapeuti che hanno adottato queste tec-
niche hanno ottenuto gli stessi risultati entusiasmanti che ho otte-
nuto io: oltre il 950/0 di successi nel campo delle fobie, dello stress
post-traumatico eccetera. Insegno anche ai non addetti ai lavori
alcune tecniche di base che forniscono loro uno strumento utile all'ac-
celerazione dell'intelli genza di guari gione.
Nei capitoli successivi ripeterò le affermazioni specifiche di ogni
chakra, in modo tale che possiate servirvene per accedere al vostro
illimitato potenziale. Alcuni di voi potrebbero aver già individuato
alcune aree sulle quali dovranno insistere particolarmente. Se legge-
rete attentamente questo capitolo potrete approfondire la conoscen-
za della vostra personalità.
Magari più di uno dei vostri chakra richiederà un trattamento.
Potete scegliere di trattarli uno per volta, oppure tutti insieme. Ogni
volta che vi concentrate su un'affermazione positiva vi mettete in col-
legamento con il relativo chakra e contribuite alla sua armonizza-
zione, favorendo la vostra guarigione e il vostro benessere.
Inoltre, le sette storie di casi vi possono essere utili, per indivi-
duare gli strumenti dei quali avete bisogno. Ecco una buona notizia:
non potete sbagliare con queste affermazioni positive. Non esistono
controindicazioni, né "dosaggi eccessivi" perché si tratta semplice-
mente di messaggi positivi, che inviate al vostro cervello.
Mentre pronunciate le affermazioni positive dovete massaggia-
re i punti indicati, che verranno descritti nella Seconda parte di que-
sto libro. Sono questi agopunti che fanno ladifferenza. Quando le per-
sone pronunciano le loro affermazioni positive incontrano molta resi-
stenza da parte della loro programmazione negativa a livello della
mente inconscia. Questo è dovuto all'incongruenza, che produce
uno stress energetico e la stagnazione della circolazione energetica
nei meridiani. Quando massaggiamo gli agopunti manteniamo atti-
vo il flusso energetico e armonizziamo il corpo con il nostro mes-
saggio (affermazione positiva). È questo il segreto dell'Equilibrio Emo-
zionale.

126 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Potete cominciare fin da subito, con le affermazioni positive che
preferite. Potete anche pronunciare tutte \e affermazioni una dopo
I'altra, oppure distanziarle nel tempo, oppure ripetere la stessa affer-
mazione due o più volte al giorno. Qualunque cosa farete vi sarà d'aiu-
to nel vostro percorso.

L'unico tempo che esiste è íl presente...

Il modo più logico di agire su diversi chakra è quello di comin-


ciare con il chakra dalle vibrazioni più basse per procedere verso quel-
li con vibrazioni più elevate. Quindi, normalmente, si parte dal chak-
le
ra della radice per proseguire con il chakra del sesso, del plesso sola-
re e così via.
Poiché è impossibile commettere errori, non dovete preoccu-
parvi del fatto che awertiate tutti o soltanto uno dei segnali o dei
sintomi. Potreste riconoscere un aspetto di voi stessi in ognuno dei
sette chakra, ma questo non sarà un problema: basterà che vi impe-
gniate a pronunciare le affermazioni per almeno quattro settimane e
noterete cambiamenti significativi nei vostri paradigmi; nel vostro
modo di guardare al mondo esterno e di sentire ciò che è dentro di
voi. Questa tecnica può essere abbinata a qualsiasi terapia, tecnica di
meditazione o pratica spirituale esistente sul nostro pianeta.
Vogllio concludere con una citazione dal libro Teoching of Zen
[ett. Linse8namento dello Zen] di Thomas Cleary:

La consopeaolezza sfessc
La sottÌle, perfetta essenza della consapeuolezza è fondamen-
talmente aperta e calma per natura, equanime e pura, uasta
come Io spazio. Non può essere euidenziata in termini mate-
rioli, né può essere raggiunta in termini logisticí. Non può esse'
re penetrata attrauerso alcuna porta o strada, non può essere
dipinta o copiata usando í colorí dello spettro.
We-tse

CAP. 6 - I CHAKRA: LE VIE D'ACCESSO ALLA COSCIENZA


w

La memoria
delle cellule
Infiniti gigabyte di informazioni l<armiche

La uostra uisione apparirà più chiara soltanto quando guarde-


rete nel uostro cuore. Chi guarda all'estemo, sogno.
Chi guarda all'intemo, si sueglia.
Karl Gustav Jung

/^ ggi viviamo nell'era dell'informazione: il potere economico è


I lnelle mani di coloro che hanno il controllo delle informazio-
Vni. Sempre piir informazioni in sempre minor spazio. Tl com-
puter è diventato più veloce ed è dotato di una maggiore quantità di
memoria. Non riusciamo a vedere un punto d'arrivo. Nonostante
I'esibizione di tecnologia avanzata, la capacità dei computer non è
neanche lontanamente prossima a raggiungere la quantità di infor-
mazioni racchiuse in una cellula umana. La cellula è così piccola che
dobbiamo usare il microscopio per riuscire ad avere un'idea della sua
struttura. È una centrale d'energia in miniatura, che contiene
molte più informazioni di quanto possiamo immaginare. Ogni mi-
nuscola cellula è una piccola rappresentazione olografica delf intero
organismo.
La scienza della clonazione si basa su questo concetto. La mag-
gior parte di queste informazioni non ci è ancora accessibile. Ogni
giorno impariamo cose nuove su questo universo microscopico.
Per chi crede nella reincarnazione, presento in questo capitolo
alcuni interessanti approfondimenti sul modo di accedere a una par-
te di queste informazioni. A chi, invece, non ci crede, dimostrerò che
il passato torna comunque a perseguitarci attraverso i nostri prede-
cessori e che dobbiamo comunque affrontare il loro karma, che ci
piaccia o no.
Questo capitolo è di cruciale importanza, perché spiega come
I'Equilibrio Emozionale e altre tecniche possono aiutarci a liberarci
del passato e bruciare il karma negativo più in fretta di quanto
occorrerà per leggerlo.
A questo punto cominciamo: cercate di concentrarvi perché que-
ste informazioni potrebbero cambiare, per sempre, il modo in cui
affrontate gli eventi che fanno parte della vostra vita.
Provate a chiedere a una persona qualsiasi che cos'è la memo-
ria cellulare; per tutta risposta riceverete uno sguardo vuoto, o chi vi
sta di fronte comincerà a parlare dei gigabyte di memoria in dotazione
al suo computer. Altri, invece, penseranno che stiate parlando del-
I'ultimo modello di telefono cellulare e della sua memoria.
La memoria cellulare è I'insieme delle informazioni presenti in
ognuna delle cellule del vostro corpo. Se provassimo acreare un vostro
duplicato, clonando una delle vostre cellule, otterremmo una ripro-
duzione esatta dell'originale, dotata degli stessi ricordi, cicatrici e pen-
sieri. Terrificante, vero?
In altre parole, la nostra cellula immaSazzina le informazioni
in arrivo, proprio come un computer le memorizza su CD, dischetto
o DVD. Oltre alle informazioni che riguardano noi stessi, le cellule
contengono anche le informazioni relative alle questioni irrisolte o
represse delle generazioni precedenti. Fortunatamente per noi, non
vengono memorizzate tutte queste informazioni. Alcune vengono
sostituite da informazioni simili, ma dotate di un segnale più forte.
Inoltre, dopo qualche generazione le informazioni cominciano a risul-
tare meno chiare, a meno che non sia stato tramandato e ripetuto
anche il modello comportamentale che le ha originate. In questo caso
può accadere la cosa opposta: le informazioni si rafforzano.
Il concetto di memoria cellulare esiste da più di duecento anni
ed è stato convalidato dalla pratica clinica di migliaia di medici. Lidea
è stata lanciata dal Dr. Samuel Hahneman, fondatore dell'omeopatia
classica, la prima scienza occidentale ad applicare i principi della fisi-
ca quantistica, molto tempo prima che essi fossero scoperti e studiati.
Il dottor Hahneman definì la memoria cellulare da lui scoperta
"miasma". Miasma significa impurità; miasmatico significa patogeno
(causa di malattia).
Potremmo utilizzare questo aggettivo per tutte le informazioni
patogene che gli individui ereditano dalle generazioni precedenti,
ma esso potrebbe anche riferirsi a tutte quelle informazioni respon-
sabili della produzione di radicali liberi che ognuno di noi accumula

130 EQUILIBRIO EMOZIONALE


durante la propria esistenza e che soprawivono per molto tempo,
anche dopo che l'origine della malattia o dei sintomi è scomparsa.
Queste informazioni vengono memorizzate in modo analogo alla
risonanza elettromagnetica. Possono essere latenti (non attive) e
attivate o rafforzate da alcuni episodi incidentali, che danno origine
a un segnale elettromagnetico della stessa frequenza d'onda e influi-
scono sui processi cellulari, che possono portare a determinate mo-
dificazioni degli organi o dei tessuti bersaglio. È un po' come attiva-
re un virus latente la differenza è che le informazioni di un virus sono
codificate nel oNn o nell'nxa, mentre le informazioni miasmatiche non
sono rappresentate nella materia: si tratta soltanto di informazioni
presenti nel sistema.
Il miasma ha una certa correlazione con il karma familiare, o
karma del sangue. Mi riferisco al karma che, apparentemente, sce-
gliamo o facciamo nostro quando ci incarniamo in una data famiglia.
Avremo la forza genetica e costituzionale di questa famiglia (karma
positivo), ma anche le debolezze genetiche e costituzionali (karma
negativo). Il miasma è al di sopra di ogni cosa ed è sempre un karma
neSativo. La buona notizia è costituita dal fatto che possiamo sempre
rimuoverlo attraverso I'Equilibrio Emozionale e che I'omeopatia (clas-
sica) può aiutarci in questo. Possono essere d'aiuto anche alcune forme
di meditazione e il Qi Gong.
Osserviamo più attentamente la memoria cellulare. La memo-
ria cellulare oriElinale (programmazione) si trova nel lua (acido desos-
siribonucleico) e nella suaversione speculare, I'nln. Il oNR rappresenta
il punto di incontro tra spirito e materia. Lo spirito esprime se stes-
so attraverso il nNa, ma il oxa senza 1o spirito è soltanto una stringa
di acidi nucleici, sostanze chimiche prive di ogni potere. Attraverso
la benedizione dello spirito, esso si trasforma nella squadra di inge-
gneri più professionale, in grado di costruire qualsiasi cosa da zero
utllizzando i mattoni più semplici, owero gli aminoacidi e I'acqua.
Contiene I'impronta originale di tutti gli organi e i tessuti dell'orga-
nismo, racchiude la programmazione del tipo di personalità e dei prin-
cipali modelli di pensiero.
Dal momento che abbiamo accesso alla coscienza, possiamo
modificare questi programmi e influenzare il lNa. Esiste uno scam-
bio dinamico tra antimateria (spirito) e materia e ogni comunicazio-
ne attraversa il oNe.
Nulla awiene nel nostro corpo senza il coinvolgimento del ona:
è il servitore della nostra intelligenza divina, il nostro collegamento

CAP. 7 _ LA MEMORIA DELLE CELLULE 131


con la fonte di ogni cosa. Tutta la materia di cui siamo costituiti, inclu-
si tutti i sensi e il cervello, è stata creata peÍ mezzo del oNl Gran parte
della nostra programmazione, per quello che riguarda salute, malat-
tia e longevità, si basa sul oN.c.
Laspetto positivo di tutto questo è che possiamo condizionare
il orva perché lavori per noi.

DNA emozionale
Questa definizione è stata introdotta da Richard Turner, che
I'ha utilizzata in una delle sue pubblicazioni a proposito della pro-
girammazione emozionale e della memoria cellulare.
Oggi, con I'impiegio dell'ipnosi abbiamo la possibilità di approfon-
dire le nostre conoscenze sui ricordi emotivi. Nella tecnica definita
ipnosi della regressione, i soggetti vengono ipnotizzati e poi viene
chiesto loro di ritornare indietro nel tempo. In questo modo posso-
no rivivere qualsiasi periodo della loro vita, ricostruendo dettagli
che, in condizioni normali, non potrebbero certo ricordare!
Arrivano a ricordare con precisione il vestito che indossavano
alla loro festa di compleanno, i regali ricevuti, il nome di tutti gli invi-
tati e così via. La mente registra tutte le nostre esperienze e le
memorizza nella mente non cosciente o subconscia. Così, quando
chiediamo ai soggetti esaminati dove fossero prima di "abitare" il corpo
attuale, sentiamo raccontare storie dawero incredibili.
Analogamente a quanto awiene nelle cosiddette esperienze post-
mortem, durante le quali le persone clinicamente morte o che han-
no subito esperienze traumatiche Sravi riescono ad avere una visio-
ne fuggevole dell'aldilà, tutti i soggetti ci forniscono resoconti simili
tra loro di una dimensione totalmente differente dalla nostra realtà,
dove vivono anche altre entità e dove ha luogo una specie di adde-
stramento e di insegnamento seguito dalle relative valutazioni. euan-
do chiediamo loro di ritornare ancora più indietro nel tempo, quasi
tutti ritrovano le vite che hanno vissuto in passato. Ci raccontano det-
tagli di queste vite, come se le stessero vivendo nello stesso istante e,
a volte, si mettono a parlare correntemente lingue straniere che non
hanno mai studiato.
Tutto questo può convalidare la filosofia della reincarnazione?
Forse sì, forse no. Se non volete credere, non esisteranno prove che
tengano. In fondo, non ha alcuna importanza. La reincarnazione inte-
sa come filosofia, non è, di per sé, né cristiana né anticristiana. Non

732 EQUIL]BRIO EMOZIONALE


si tratta di una religione, ma soltanto di una filosofia, che può aiuta-
re a comprenderci meglio la nostra vita. Può essere integrata in mol-
te religioni, senza togliere nulla a nessuna di esse. È la stessa cosa
della comprensione dei chakra e dei meridiani, che sono concetti ener-
getici di tipo scientifico che ci aiutano a sfruttare maggiormente il
nostro potenziale.
Chiunque può dimostrare apertura verso la teoria della rein-
carnazione e continuare avivere la propria fede cristiana, ebrea, indui-
sta, buddista...
Nel corso della pratica clinica, quando le credenze del paziente
non lo consentono, cerco di non entrare nel merito della reincarna-
zione e questo non rappresenta un problema. Ma quando il paziente
è ricettivo, e quando è necessario, ho la possibilità di accedere alle
informazioni risalenti alle sue vite passate per scoprire la causa di un
problema attuale.
È interessante sapere che tutte queste informazioni vengono sal-
vate nella nostra memoria cellulare; a volte si tratta di ricordi di cen-
tinaia di vite, alcune molto brevi e altre lunghissime. In ogni pas-
saggio dalla vita fisica, quando ci liberiamo della mente cosciente
collegata alla nostra esistenza materiale, abbiamo la possibilità divalu-
tare i nostri progressi e di conoscere le nostre esigenze di crescita spi-
rituale. Ogni volta che lasciamo il nostro corpo fisico entriamo in una
condizione più elevata di consapevolezza e ci awiciniamo maggior-
mente alla nostra identità spirituale di fondo, riuscendo così a indi-
viduare il nostro vero traguardo.
La dimensione terrena ci impartisce lezioní che possiamo impa-
rare anche in un laboratorio tridimensionale (e, a volte, anche quadri-
dimensionale). Esistono, però, altri livelli di coscienza, che ci consento-
no di intraprendere percorsi di sviluppo e di apprendimento diversi.
Una ragione per ritornare al passato è quella di ripartire dal punto
in cui ci eravamo interrotti nella nostra vita precedente. Infatti, gran
parte della turbolenza di questa vita è il risultato di attività che non
abbiamo portato a termine nelle vite precedenti. La notizia confor-
tante è data dal fatto che non importa se crediamo o meno nelle vite
passate il nostro obiettivo non cambia e consiste nel liberarci degli
antichi modelli che ci fanno dimenticare il vero traguardo finale, ossia
I'amore incondizionato e la possibilità dí uiuere il momento senza
alcun pregíudizio o giudizio. Ogni momento che viviamo ci offre la
possibilità di essere nel presente e di effettuare alcune scelte basan-
doci sui nostri valori più elevati e non sul passato. Non appena riu-

CAP. 7 _ LA MEMORIA DELLE CELLULE 133


sciamo a liberarci di un dato modello, non ci troviamo più coinvolti
in determinate situazioni, né disperdiamo più la nostra energiia a causa
di questo modello.
I-lamore per il Creatore è evidente nella legge di causa ed effet-
to e ci guida verso una più completa comprensione, a livello spiri-
tuale, delle nostre esperienze nella dimensione materiale. La cosa
più positiva, che per me è diventata evidente dopo avere lavorato con
migliaia di pazienti, è rappresentata dal fatto che la storia dello spi-
rito, al nostro livello di esistenza, è la storia di un Dio d'amore che
non smette mai di dare ai suoi figli la possibilità di risvegliare la loro
vera essenza.
È questa I'unica ragione per la quale viviamo un turbamento
interiore o una turbolenza. Ogní uolta che prouíamo stress, dolore o
disagio, dobbiamo considerarli uno sueglia che suona per ricordarci
dí guardare dentro di noí
La teoria della reincarnazione non risponde a tutte le doman-
de; riguarda essenzialmente la legge del karma e la possibilità di uno
sviluppo spirituale, attraverso un ciclo di rinascite. Più approfondia-
mo la nostra conoscenza di questa filosofia, più aumentano le doman-
de alle quali non è possibile dare una risposta.
Ecco alcune domande che potrebbero incuriosirvi.

In quale momento lo spirito entra nel corao?


Sottoponendo i miei pazienti ad alcuni test ho scoperto che, fin
dal momento del concepimento, 1o spirito reclama un corpo e rima-
ne a esso collegato. Il corpo fisico è in grado di raccogliere ogni tipo
di esperienza che non derivi dallo spirito. La maggior parte di queste
esperienze e ricordi è collegata a quelli della madre e, in un secondo
tempo, dovrà essere rimossa dalla memoria cellulare. Questo nor-
malmente awiene in modo naturale, ma quando un bambino cresce
e i suoi bisogni fondamentali non vengono soddisfatti, molti di que-
sti ricordi rimangono attivi e le emozioni trasmesse dalla madre
possono rimanere dentro di lui.
Nella maggioranza dei casi, l'ingresso dello spirito nel corpo,
awiene poco prima della nascita o al momento stesso della nascita.

Quanto spesso lo spírito rítorna sulla terra?


Non esiste una media valida per tutti; esistono moltissime dif-
ferenze. Non esiste un intervallo di tempo prestabilito tra una vita e
l'altra: a volte una persona ritorna poco tempo dopo che è morta, altre

134 EQUILIBRIO EMOZIONALtr


volte lo spirito non si reincarna per migliaia di anni. I miei pazienti
mi hanno rivolto molte domande in proposito e, in un mio prossimo
libro, cercherò di approfondire 1'argomento; per ora preferisco con-
centrarmi maggiormente su tutto quello che riguarda le memoria cel-
lulare e sulle sue conseguenze sulla nostra esistenza.
Vediamo, dunque, dove si originano le informazioni che fanno
parte della nostra memoria cellulare di base. Bisognerebbe considera-
re la memoria cellulare di base, come il "DNA emozionale", non fisico.

Memoria cellulare di base


. Periodo della gravidanza, a partire dal concepimento.
r Periodo "astrale" prima della reincarnazione (tra due vite).
. Miasmi, informazioni ereditate da generazioni precedenti.
o Vite precedenti.
o Informazioni raccolte durante il sonno.
o Informazioni derivanti dai sogni a occhi aperti o dalla visualiz-
zazione.
. Telepatia e altri modi per raccogliere informazioni dal campo
morfogenetico o dai soggetti con i quali siamo a contatto.
. Informazioni che raccogliamo direttamente da altre persone.
. Informazioni che provengono da organi trapiantati.

Analizziamo ognuno di questi aspetti singolarmente e vediamo


in che modo possono infTuenzare il nostro Equilibrio Emozionale
durante tutta la nostra vita.

Periodo della grauidanza, a partire dal concepímento


Abbiamo già parlato di questo argomento. Il feto in fase di svi-
luppo è come un cristallo o come un cD-RoM. La fisica quantistica ha
provato che l'acqua e i cristalli possono funzionare come chip di
memoria. Il feto, in fase di sviluppo, è la stessa cosa. Le cose dette
dalla madre o dalle persone presenti nel suo ambiente vengono rac-
colte e memorizzate in quello che viene definito "testo prenatale"
(questa espressione è stata coniata da un mio amico psicoterapeuta,
Loek Knippels). Anni dopo, ascoltando le stesse parole, potremo esser-
ne attivati a livello emotivo. Inoltre, queste stesse parole possono
ritornare a ossessionarci, entrando a far parte del nostro dialogo inte-
riore.

CAP.7 , LA MEMORIA DELLE CtrLLULE 135


Tutto ciò ricorda le esperienze che alcune persone dicono di vive-
re quando vengono sottoposte a un intervento chirurgico in aneste-
sia generale. Una parte della loro mente è sempre attiva e ascolta quel-
lo che dicono i chirurghi. Eventuali commenti negativi fatti durante
1'operazione possono provocare profonde ferite o traumi emotivi,
che potranno influire sulla vita dei pazienti. La stessa cosa può capi-
tare durante la gravidanza: anche se il bambino o il feto non è anco-
ra abbastanza maturo dal punto di vista neurologico per poterne com-
prendere il significato, l'intenzione e le frasi vengono comunque memo-
rizzate. La ricerca scientifica ha dimostrato che il fatto di parlare al
feto che sta crescendo nella pancia della mamma e di suonare musi-
ca classica o new age, hanno un effetto positivo sul parto e anche sul
sistema immunitario e sulla capacità di adattamento del bimbo che
nascerà. Possiamo spiegare questo fatto solo se riusciamo a liberarci
del presupposto secondo il quale le informazioni vengono memoriz-
zate, soltanto a livello del sistema nervoso centrale.
Presento la storia di un caso che può esemplificare questo con-
cetto.

Storia di un caso: la memoria prenatale


Jill era la tipica sedicenne dei nostri tempi. Si era fatta il pier-
cing in ogni possibile parte dei corpo, incluse lingua, orecchie,
ombelico, capezzoli e guance. Sua madre la portò nel mio studio
perché era preoccupata per il suo comportamento autodistruttivo: la
Íagazza, infatti, fumava, beveva in modo sconsiderato ed era talmen-
te spericolata da lasciare senza fiato, persino il fratello diciassetten-
ne. Si era rotta molte ossa, inclusi il naso, i gomiti, le caviglie, quat-
tro vertebre, diverse costole ecceteta. Sembrava provasse piacere nel
ritornare a casa con qualche frattura o slogatura. Si trattava di un
vero miracolo se era ancora viva.
I genitori avevano consultato tre diversi psicologi e tre psichia-
tri, ma senza ottenere alcun risultato. Per una straordinaria coinci-
denza avevo già conosciuto il padre, che era seduto di fianco a me
durante uno dei mieiviaggi aerei transcontinentali. Vedendomi scri-
vere per ore e ore, durante il volo, mi aveva chiesto che cosa facessi
e io gli avevo risposto "Sto scrivendo un libro". "Su che cosa?" aveva
proseguito lui. Gli dissi che stavo scrivendo un libro sulle fobie e su
altri problemi emotivi e sul modo di guarirli rapidamente, senza dove-
re utilizzare complicate tecniche di psicoterapia. Dopo qualche
istante, egli mi parlò della sua grave preoccupazione per la figlia

136 EQUILiBRIO trMOZIONALE


sedicenne. Gli dissi che non accettavo nuovi pazienti perché avevo già
moltissimi impegni, ma che senz'altro avrei ascoltato il suo caso e
gli avrei dato la mia opinione.
Jill era la sua terza figlia. Aveva un fratello maggiore di un an-
no e una sorella ventitreenne, già sposata e, come il fratello, molto
equilibrata. Il padre era un imprenditore di successo, che stava svi-
luppando diversi progetti in Florida, e sia lui sia la moglie provava-
no un forte imbarazzo per il comportamento della figlia. Sottoposi la
ragazza alla solita serie di esami per cercare di scoprire se esistevano
eventuali fattori biochimici che potessero spiegare il suo comporta-
mento anomalo, come glicemia bassa, allergie, intossicazione chimi-
ca o elettromagnetica, infezioni croniche. I risultati furono negativi.
Allora cominciai uno screening emozionale, che consiste essenzial-
mente nell'utilizzo del test muscolare e in alcune domande. In pochi
minuti riuscii a individuare il suo trauma emotivo.
Dopo tre settimane e mezzo dal concepimento, la madre aveva
scoperto con grande sgomento di essere incinta. La situazione non
la rendeva affatto felice perché non aveva pianificato un'altra gravi-
danza e, anzi, avrebbe voluto avere soltanto due figli.
Aveva preso in considerazione la possibilità di abortire e ne aveva
discusso con il marito, ma poi per motivi religiosi aveva deciso di por-
tare avanti la gravidanza. Jill aveva fissato dentro di sé il fatto di non
essere desiderata e che i genitori avevano pensato di ucciderla. Così,
a modo suo, stava ancora cercando di abortire se stessa perché sen-
tiva di non essere degna di vivere.
Quando rivelai questi risultati, la madre scoppiò a piangere e
raccontò la storia con parole sue, chiedendo alla figlia di perdonarla.
Subito dopo cominciai a riequilibrare i meridiani disturbati e il primo
chakra dellaragazzache, dopo questo trattamento, cambiò totalmente
non soltanto nel comportamento, ma anche nell'aspetto, nel modo
di vestirsi e nella scelta degli amici. Ecco come si manifesta il pote-
re del "testo prenatale".

Periodo "astrale" príma della reincarnazione


(tra due vite)
Non ho intenzione di dimostrare che la reincarnazione è possi-
bile o che siamo spiriti immortali. Sono un medico e un ricercatore:
al mio studio si presentano casi difficili da risolvere e questo mi obbli-
ga a cercare risposte anche laddove la maggior parte dei medici ha

CAP.7 _ LA MtrMORIA DELLE CELLULE 137


paura di spingersi. Ho un solo obiettivo in mente e cioè quello di
contribuire alla guarigione dei miei pazienti nel modo più naturale
possibile.
Ho avuto molto successo in questo senso e ho cercato di far
conoscere in tutto il mondo i risultati della mia ricerca a medici, tera-
peuti e anche ai non addetti ai lavori. Il "periodo astrale" è una memo-
ria cellulare che ognuno di noi racchiude in sé. In questo periodo
stabiliamo qual è lo scopo della nostra venuta in questo piano mate-
riale e che cosa ci serve per imparare ad accostarci alla più pura vibra-
zione d'amore possibile. I risultati riscontrati in migliaia di pazienti
mi hanno portato a credere che lo scopo della nostra esistenza è
quello di scoprire il nostro reole potenziale, liberandoci di ogni inu-
tile dolore e sofferenzo che noi stessi creíamo quando non riuscia-
mo a capíre chi siamo ueramente. Non dobbiamo imparare nulla, dob-
biamo soltanto capire che I'amore è la risposta; non importa quale
sia la sfida da affrontare.
Ecco la storia di un caso che illustra il "periodo astrale".

Storía di un caso: periodo astrale


Ann aveva trentasette anni e si era rivolta a me per parlarmi della
sua depressione e dei suoi pensieri suicidi. Aveva consultato uno psi-
chiatra che le aveva prescritto il Prozac. Si era sentita meglio, ma il
vero problema della sua vita era costituito dal fatto che continuava a
conoscere uomini che abusavano di lei. In queste relazioni distrutti-
ve continuava a sacrificare le sue esigenze per soddisfare le richieste
egoistiche del compagno. Quando le chiesi se credesse nella reincar-
nazione, mi disse di non esserne certa. Non ci aveva mai pensato seria-
mente. La ragione per la quale era entrata in depressione era che si
sentiva particolarmente attratta da un uomo che abusava di lei in
modo estremo. Per qualche strana ragione, continuava a tornare da
lui. Decidemmo di esplorare una sua possibile vita passata attraverso
il test muscolare.
Risultò che I'uomo nella sua vita precedente era stato suo pa-
dre e aveva anche allora abusato di lei. Lei era la figlia e non riusci-
va a capire che la rabbia provata dal padre nei suoi confronti, in
quella vita precedente, derivava dal fatto che sua madre era morta dan-
dola alla luce. Il padre le attribuiva la colpa di ciò e, quindi, ogni
volta che poteva, abusava fisicamente di lei.
Durante il "periodo astrale" lei e quest'uomo si erano collegati
per ritornare alla vita e trovare il modo di perdonarsi reciprocamen-

138 EQUILIBRIO EMOZIONALE


te. Alla fine del test facemmo una seduta di perdono nella quale la
donna perdonò se stessa per aver causato la morte di un'altra perso-
na e per il dolore che il padre precedente aveva dovuto sopportare
per questo. Inoltre, perdonò il suo compagno per gli abusi fatti nei
suoi confronti. Ann piangeva lacrime di sollievo e, alla fine, se ne andò
sentendosi leggera e piena di ottimismo.
Mi telefonò la settimana seguente per dirmi che era accaduta
una cosa strana: quando era tornata a casa aveva trovato il suo com-
pagno in piena crisi di pianto, che chiedeva di perdonarlo. Mentre Ann
era da me lui era a casa e guardava un talk show alla televisione.
I-largomento in discussione era: "Perché le donne amano gli uomini
che abusano di loro". Da quelf istante il loro rapporto si era trasfor-
mato e la donna aveva anche smesso di assumere il Prozac. Quando
terminai la telefonata mi misi a fissare il vuoto, perché ero profon-
damente perplesso di fronte ai meccanismi misteriosi dell'universo.
Già da molto tempo sapevo che non esistono coincidenze, ma ogni
volta che la sincronia si manifesta rimango stupefatto di fronte alla
grazia della nostra coscienza collettiva. Abbiamo ogni tipo di infor-
mazione a nostra disposizione nella nostra memoria cellulare di
base, e non è difficile raggiungerle.

Miasmi, informazioni ereditate da generazioni


precedenti
Il miasma è costituito da informazioni patogene ereditate, che
possono influire sulla nostra salute e sull'Equilibrio Emozionale. In
parte abbiamo già affrontato I'argomento, ma a questo punto portia-
mo questo concetto a un livello superiore. I miasmi possono essere
impressi nella memoria cellulare da serie di eventi, come infezioni
soppresse da farmaci, intossicazioni da sostanze chimiche o da me-
talli pesanti, vaccinazioni ed emozioni irrisolte. Questi eventi causali
sono sempre più frequenti nell'era moderna per I'uso incontrollato di
antibiotici, vaccinazioni e per l'aumento dell'inquinamento. Spesso
nelle malattie croniche rileviamo la presenza di miasmi come uno
dei fattori più invalidanti del sistema immunitario.
I miasmi più frequentemente rilevati, sono quelli di origine emo-
tiva. Se eliminiamo i miasmi creiamo un maggiore "spazio respira-
torio" per il sistema immunitario, consentendogili, in questo modo,
di svolgere meglio il suo compito. I miasmi possono influire anche
sul nostro stato emotivo.

CAP.7 _ LA MEMORIA DELLE CELLULE 139


Il racconto che segue è un esempio, fra i tanti, di casi di memo-
ria emozionale miasmatica.

Storia di un caso: memoria miasmatica


Rick era un ragazzo diciannovenne che si era rivolto a me per
alcune gravi allergie che gli provocavano bronchite e sinusite. Stava
studiando medicina e il padre era un cardiologo. Il padre non appro-
vava il fatto che si rivolgesse a me, ma la madre, Millie, mi conosce-
va molto bene e lo aveva accompagnato comunque.
Da bambino Rick aveva sofferto di bronchite asmatica; ogni volta
che si sentiva soffocare gli veniva un attacco di panico. Allora grida-
va in preda al terrore e ripeteva "Sto morendo!". Lo avevano esami-
nato i migliori medici di tutto 1o Stato, e diversi professori e aveva
preso farmaci di ogni genere, tra i quali alcuni corticosteroidi (un sop-
pressore molto potente). In famiglia avevano dato via tutti gli ani-
mali domestici e si erano trasferiti un paio di volte in zone a lui più
favorevoli.
All'incirca all'età di otto anni, la frequenza degli attacchi dimi-
nuì e all'età di undici anni scomparvero del tutto. A nove anni Rick
era diventato un bambino iperattivo, che ingurgitava qualsiasi tipo
di cibo "spazzatura".
Dopo avere iniziato il mio trattamento su di lui, scoprii quasi
subito che le sue allergie erano di origine emotiva e che l,emozione
predominante in lui era il dolore. Cercai di individuare I'origine di
questo dolore e scoprii che era stato ereditato (miasma) dalla fami-
glia della madre. Risaliva addirittura atre Senerazioni prima. La nonna
di sua madre non si era mai realmente ripresa dopo avere perso un
bambino, subito dopo il parto, e soffriva di depressione. Aveva avuto
una sola altra figlia, cioè la nonna di Rick. Millie sembrava perplessa
di fronte alla mia diagnosi e ricordò che anche sua madre aveva lei
sofferto di depressione post-parto, così come ne aveva sofferto lei stes-
sa. Sapeva, inoltre, che il racconto su sua nonna era corretto. Dopo
la nascita di Rick, lei stessa era caduta in una profonda depressione
post-parto, che era riuscita a superare soltanto quando Rick, all'età
di due mesi, si era ammalato di una bronchite piuttosto grave e per
questo motivo venne ricoverato in ospedale. A livello inconscio, Rick
aveva sviluppato l'idea di avere diritto alle sue attenzioni soltanto
quando era ammalato e si era sempre sentito respinto dalla madre,
perché, appena nato, Millie non era stata effettivamente in grado di
occuparsi di lui, che era stato affidato ad una balia e non era mai

140 EQUILIBRIO EMOZIONALE


stato allattato. Probabilmente questo produsse un effetto sul suo siste-
ma immunitario e, molto presto, egli sviluppò alcune allergiie al latte
e poi ad altri cibi. Furono necessarie quattro sedute con Rick per
aiutarlo a liberarsi di tutto il dolore e delle ferite che portava dentro
di sé. Anche Millie subì un trattamento in tre sedute, per liberarsi
del suo dolore. Due mesi più tardi Millie portò nel mio studio anche
sua madre, che aveva da poco compiuto settant'anni e si era recata a
trovarla. Da quindici anni assumeva farmaci antidepressivi e, nel suo
caso, p€r liberarla del dolore ereditato occorsero sei sedute.
Questo straordinario trattamento familiare avrebbe potuto
concludersi così, ma un gliorno, con mia grande sorpresa, il cardio-
logo (il padre di Rick) venne da me, per ringraziarmi di quello che
avevo fatto per la sua famiglia. Rick non aveva più sintomi da più di
un anno e sentiva Millie cantare sotto la doccia, cosa che non aveva
mai fatto prima, in tutta la sua vita.

Vite precedenti
Oggi sempre più persone, nella società occidentale, abbracciano
la filosofia della reincarnazione. Alcune celebrità e personaggi noti al
grande pubblico ne parlano apertamente. Se ne parla alla televisione
ed essa è argomento di molti film e libri, tra cui alcuni best-seller.
Ormai possiamo parlarne apertamente anche con persone che, per
motivi religiosi, non dovrebbero prenderla in considerazione. Si ten-
gono laboratori sulle vite passate, ipnoterapia regressiva e così via.
Laspetto positivo della reincarnazione è rappresentato dal fatto
che incoraggia le persone ad assumersi la responsabilità del proprio
sviluppo di esseri spirituali, venuti al mondo per portare a compi-
mento una specifica missione. Ci fa intuire un significato anche quan-
do sembra che nulla abbia un senso.
Quando i bimbi soffrono, o le persone muoiono in incidenti senza
senso, come è accaduto, per esempio, nell'attentato di Oklahoma City,
il 19 aprile del i995, questa filosofia può dare una speranza, o aiuta-
re a capire.
La maggior parte di noi parte dal presupposto secondo il quale
la morte del corpo fisico è una cosa negativa. Quando valutiamo le
informazioni ricevute da persone che hanno vissuto esperienze post-
mortem, che hanno provato l'ipnosi regressiva o vissuto episodi di
chiaroveggenza, il messaggio è sempre 1o stesso. Tutti sembrano
concordare sul fatto che la vita senza un corpo fisico è piuttosto gra-

CAP.7 , LA MEMORIA DELLE CELLULE 14L


devole. La domanda è:visto che abbiamo il controllo della nostra realtà,
è sbagliato decidere di abbandonarla per raggiungere un livello supe-
riore?
Ci sono diverse ragioni per le quali andarsene e molte altre per
rimanere. Nessuno può prendere questa decisione per un altro, Le
frasi di circostanza che la gente pronuncia, come "Era ancora così
giovane", oppure "Pensare che aveva tutto" o ancora ,,Le rimaneva
tutta una vita da vivere", non corrispondono agli obiettivi personali
più profondi e noti soltanto all'io superiore della persona considera-
ta, che conosce la questione più ampia del suo scopo in termini di
coscienza, karma e crescita.
Esistono momenti in cui ci troviamo ad affrontare un evento
estremo e particolarmente drammatico. Spesso riceviamo dei segna-
li premonitori, durante il nostro percorso, che però preferiamo igno-
rare. Qualsiasi awenimento drammatico o traumatico trasmette molti
inseginamenti a tutte le persone coinvolte; le costringe a guardare
più attentamente il loro percorso e afare nuove scelte. Alla fine, come
ho già detto, non importa se credete o no. Quello che è, sarà.
Nel mio lavoro questo concetto ha decisamente senso e aiuta
migliaia di persone.
Voglio condividere con voi, un episodio della mia storia perso-
nale che mi ha aperto gli occhi su altre possibilità.

La mia storia
Da bambino ho sofferto anch'io di bronchite asmatica. Ogni volta
che mi veniva un attacco avevo la sensazione di morire e di asfissiare.
A volte boccheggiavo, alla ricerca di aria, come un pesce fuori dall,ac-
qua e diventavo cianotico. Avevo molta paura di restare da solo e duran-
te un attacco entravo nel panico più totale. I medici riuscivano a darmi
soltanto un sollievo temporaneo, non una cura definitiva.
Mia nonna, che aveva qualche nozione di erboristica, mi diede
un trattamento graduale e dopo quattro anni di sofferenza gli attac-
chi cessarono. A quell'epoca avevo circa sette anni. Divenni iperatti-
vo e cominciai a soffrire di als (Attention Deficit Syndrome - sin-
drome da deficit di attenzione).
Ero comunque molto interessato a imparare e, quasi miracolo-
samente, riuscii a superare i vari livelli di istruzione a pieni voti.
Nel frattempo, cominciai a soffrire di ipoglicemia, di allergie, ec-
zema, sinusite, insonnia, emicranie, infezioni virali ricorrenti, affa-
ticamento cronico, crampi muscolari, intorpidimento e svenimenti.

t42 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Riuscii a terminare il corso di laurea in medicina con I'aiuto
delle arti marziali. Un anno dopo la laurea, cominciai a dedicarmi
alla ricerca e allo studio della medicina alternativa, per trovare io stes-
so la cura più adatta al mio caso. Nutrivo una strana awersione per
la lingua tedesca e per i tedeschi. Mentre vivevo in Olanda, dove stu-
diavo medicina, dovetti recarmi in Germania diverse volte, per alcu-
ne gare di arti marziali. Mi sentivo sempre a disagio in quel Paese e
ritornavo da 1ì con un gran mal di testa.
Il problema si chiarì ai miei occhi dopo che mi sottoposi a una
seduta di ipnosi regressiva. Durante questa seduta ricordai di essere
stato un ragazzo ebreo di sedici anni, che era stato portato in un campo
di concentramento in Germania, dove era morto insieme a migliaia
di altri ebrei nelle camere a gas. Rivivevo il momento della mia morte,
che era spaventosa, e il modo in cui ero trasceso a una diversa
dimensione. Dopo quella seduta, nella mia vita cambiarono molte cose:
la maggior parte delle mie allergie scomparve e insieme a loro anche
la mia awersione per i tedeschi e la lingua tedesca.
Vero o no, molti episodi della mia vita cominciarono ad avere un
senso e, da allora, mi sono dedicato alla ricerca per scoprire un meto-
do che possa essere utllizzato da chiunque, per liberarsi del proprio
passato, indipendentemente dal fatto che esso appartenga a vite pre-
cedenti o alla propria vita attuale. Credo di esservi riuscito, come
avrete modo di leggere nella Seconda Parte del libro.
In India la reincarnazione è una filosofia riconosciuta e inseri-
ta nella vita di tutti. Sono stati documentati molti casi di bambini
che riuscivano a ricordare con precisione quello che era accaduto nella
loro vita precedente. Alcuni casi di omicidio sono stati risolti dopo
che i bambini avevano indicato con stupefacente sicurezza chi li aveva
uccisi e dove. Per i veri scienziati non esistono prove della reincar-
nazione, quindi proviamo a rivelare altre possibilità per questi episo-
di di "déjà-fait" ilett. "già fatto"l o di "déjà-vu" [ett. "già visto"]:

Il subconscio raccoglie informazioni dal campo morfogenetico,


che vive come realtà propria.
Il subconscio si identifica con una data persona e crede di esse-
re quella persona. Molte persone durante I'ipnosi credono di esse-
re Napoleone, Giovanna d'Arco eccetera.
Il subconscio traduce gli incidenti e gli eventi casuali della vita
quotidiana in racconti simbolici e crede che questi racconti
corrispondano al vero.

CAP. 7 _ I,A MEMORIA DELLE CELLULE 143


v

Durante il sonno, attraverso i sogni o le esperienze extracorpo-


ree, viviamo altre vite, che vengono registrate come eventi reali.
Tendiamo a raccogliere eventi awenuti ad altre persone e a
mernorizzarli come se fossero accaduti a noi.
Devono esserci anche altre possibilità e una di queste è la com-
binazione di tutte le precedenti, inclusa la reincarnazione.
Inoltre, il tempo potrebbe non essere lineare come appare a
noi, ma parallelo, owero potrebbero accadere simultaneamen-
te cose diverse e noi avremmo la possibilità di collegarci con la
realtà parallela.

In realtà, non è nemmeno importante sapere tutte queste cose;


il risultato non cambia. Nella pratica clinica le utilizzo solo quando
possono migliorare la comprensione e accelerare il processo di gua-
rigione di un paziente, oppure quando un paziente mi fa delle doman-
de sulla vita alle quali io non sono in grado di rispondere in alcun
modo.

Informazioni raccolte durante il sonno


Durante il sonno non siamo inattivi. Il nostro spirito può vaga-
re in un altro luogo e occuparsi dei nostri affari. Questo "altro luo-
go" non si trova necessariamente nel nostro mondo materiale tridi-
mensionale. Alcune di queste awenture prendono forma nei nostri
sogni, altre non lasciano in noi alcun ricordo cosciente.
Il professor Tiller, nel suo libro The Scíence of Humon Tlan-
sformation [ett. La scienza della trasformazione umana], elenca alcu-
ne delle motivazioni scientifiche che consentono diipotizzare che esi-
ste una dimensione parallela alla nostra, da lui definita antimateria o
etere. In questa dimensione le informazioni viaggiano a una velocità
superiore a quella della luce. È qualcosa di analopio allo stato di coscien-
za Siddhi,
Non ho molti esempi di informazioni raccolte durante il sonno.
Un episodio è legato alla mia esperienza personale. Ho un'amica di
nome Carina, che fa l'omeopata in Belgio, alla quale sono molto affe-
zionato. Circa tre anni fa andai a trovarla e incontrai sua figlia Chia-
ra, che all'epoca aveva tre anni; si creò subito un buon rapporto tra
noi e giocai per un po' con lei. In segluito, awenne una cosa strana.
Durante i tre anni successivi al nostro incontro, Chiara appariva rego-
larmente nei miei sogni e mi diceva: "Roy, giochiamo!". E comincia-

144 EQUILIBRIO EMOZIONALE


vamo a giocare nei prati, con gli animali e con qualsiasi altra cosa.
I-laltra cosa strana fu che Chiara, dopo il nostro incontro, parlava di
me, ogni giorno.
Un giorno, mentre parlavo a Carina in merito alla preparazione
della documentazione per il libro Vitality Medicine [lett. medicina
della vitalità1, le spiegai che stavo facendo ricerche su questi feno-
meni. Chiesi a Carina di chiedere a Chiara che cosa facesse la notte,
mentre dormiva, e la risposta fu: "Ogni notte vado a giocare con Roy!".
Sono certo del fatto che potrebbero esserci altre spiegazioni di que-
sto fenomeno, ma ho la netta sensazione che almeno una parte del
mio sogno la trascorrevo con Chiara. Nella mia pratica clinica, per
ora, non utilizzo questo tipo di conoscenza: rimane una possibilità
nascosta dentro di me, che mi potrebbe tornare utile in qualche caso
particolare, che mi capiterà di affrontare.

Informazíoni derivanti dai sogni ad occhi aperti


o dalla visualizzazione
Ogni nostro pensiero dotato di una certa carica emotiva verrà
registrato come elemento della nostra realtà emotiva. Se dedichiamo
un tempo sufficiente a pensare determinate cose, esse entreranno a
far parte di noi.
Lo stesso principio vale per levisualizzazioni: piir sono vivide e
multisensoriali, maggiori sono le possibilità che diventino realtà.
Mi piace molto raccontare una storia che mi ha fortemente
impressionato e che, di fatto, è stata una delle principali ragioni per
cui ho cominciato a dedicarmi a questo settore di attività. Avevo uti-
lizzato inconsapevolmente la visualizzazione nella pratica delle arti
marziali: infatti, prima di ogni campionato, visualizzavo me stesso
come vincitore, mentre ricevevo il premio. Sono stato imbattuto, come
campione europeo, per 150 tornei consecutivi.
Nel 1989 cominciai a interessarmi seriamente alla visualizza-
zione, per qualcosa che mi era stato detto da Erica, la mia compagna
di quel periodo. Mi aveva detto che se visualizziamo con tutti i sensi
(odorato, gusto, vista, udito e tatto) riusciamo a manifestare quello
che vogliamo molto più rapidamente. Decisi di visualizzare qualcosa
che sarebbe stato impossibile ottenere: visualizzai qualcuno che mi
donava un'automobile, e non un'auto qualunque, ma una Mercedes.
Avevo in mente l'immagine del modello che desideravo, un modello
che ero certo che non avrei mai acquistato. Ogni giorno, per dieci

CAP. 7 _ LA MtrMORIA DELLE CELLULE 145


minuti, visualizzavo me stesso seduto nell'auto, mentre sentivo I'o-
dore del cuoio, toccavo il volante e guidavo I'auto. Lo feci per quat-
tro mesi (sì, volevo proprio quella macchinal). Non accadde nulla.
Verso l'estate dello stesso anno accettai I'incarico di contribui-
re a costruire la più avanzala clinica di medicina alternativa di tutta
laSvizzera. Quando ci trasferimmo 1ì, dove avremmo vissuto per alcu-
ni anni per dirigere il progetto, awenne qualcosa di strano. La per-
sona che si occupava del progetto venne da me e mi disse: "Dr. Mar-
tina, a lei serve un'auto. Uno dei miei dirigenti ha appena lasciato
I'azienda e abbiamo ancora un anno di leasing della sua auto: perché
non la prende lei?". Mi portò a vedere I'auto e rimasi impietrito: non
soltanto si trattava di una Mercedes, ma anche dello stesso modello
e colore di quella che avevo visualizzato io. Il mio primo pensiero fu:
"Che imbecillel Perché non hai visualizzato una Porsche?!".
Sono un sostenitore convinto della visualizzazione e, normal-
mente, riesco a ottenere tutte le cose che visualizzo, alcune magari
con un certo ritardo, ma al momento giusto so perfettamente che se
riesco a farle penetrare nella mia mente subconscia, prima o poi si
materializzeranno! Questo è il livello due della coscienza.

Telepatia
I fenomeni psichici come la telepatia, la chiaroveggenza ecce-
tera, si verificano più frequentemente di quanto immaginiamo. Abbia-
mo imparato a ignorarli e a non accettare la loro validità. A volte, il
subconscio non riesce a distinguere tra la sua memoria e quello che
ha raccolto altrove.

Storia di un caso: telepatia


La signora Lindsay venne nel mio studio perché aveva dolori addo-
minali, a destra nella zona della cistifellea. Nonostante i numerosi esami
a cui era stata sottoposta dall'internista, non era risultato nulla e aveva
dovuto assumere medicinali, che non I'avevano aiutata affatto. Aveva
cinquantasei anni e ormai da tre mesi accusava questi dolori. Comin-
ciai a esaminarla: secondo me, i suoi dolori erano di origine emozio-
nale, ma la cosa particolare era che li aveva assimilati dalla figlia. La
figlia, a sua volta, soffriva di un problema fisico alla cistifellea, provo-
cato dalla frustrazione accumulata nel coso del suo matrimonio.
La signora Lindsay rimase sconvolta dalla mia diagnosi: mi disse
che tutto ciò che le avevo detto era giusto e che sua figlia sarebbe

746 EQUILIBRIO EMOZIONALE


stata operata la settimana seguente, per la rimozione dei calcoli alla
cistifellea. La donna non aveva mai collegato le due cose. Era strano
anche il fatto che la figlia avesse cominciato a stare male soltanto
due settimane prima!
Le prescrissi un trattamento di agopuntura e alcune essenze flo-
reali; dopo il trattamento i dolori scomparvero.
Non si tratta di un caso eccezionale; avviene più spesso di
quanto si possa pensare.
La figlia viveva lontano da lei e si sentivano telefonicamente una
volta la settimana.
Ho avuto modo di vedere casi analoghi, nei quali le persone
raccolgono informazioni anche dagli oggetti come gioielli, orologi,
anelli eccetera.
Il caso più strano fu quello di una donna che soffriva di fortis-
sime cefalee ed emicranie che derivavano dall'energia che raccoglie-
va da un ritratto di suo nonno, che teneva appeso in soggiorno. Dopo
il mio consulto la donna telefonò a sua madre, che le confermò che
il nonno aveva sofferto di cefalea. Da oltre dodici anni quella donna
assumeva regiolarmente degli antidolorifici.
Ho visto alcuni casi nei quali il disequilibrio derivava dal fatto
di indossare i gioielli di un defunto. Alcuni oggetti assorbono le
informazioni dalle persone con cui entrano in contatto e le passano
ad altre persone.
Come potete vedere, è necessario che ci rendiamo conto di ciò
che awiene dentro di noi. Non possiamo dare nulla per scontato. Pos-
siamo addirittura raccogliere informazioni dai luoghi, soprattutto
quando si tratta di luoghi dove si sono svolte vicende traumatiche, dal
punto di vista emotivo, come la morte o l'assassinio.

Informazioni che raccoflliamo direttamente


da altre persone
Questo è assai più frequente e tutti abbiamo avuto un'esperienza
di questo tipo. A volte parliamo a una persona che soffre terribilmente
o è in preda alla disperazione o alla depressione e, al termine della
conversazione, veniamo assaliti da un senso di depressione del quale
non riusciamo a liberarci: a volte può durare giorni interi. Di solito
questo awiene con persone con le quali abbiamo un certo "feeling",
ma purtroppo possiamo raccogliere questo tipo di informazioni anche
da perfetti sconosciuti.

CAP. 7 - I,A MEMORIA DELLE CELLULE r47


Solitamente, questo tipo di reazione è dovuto alla presenza di
analoghe questioni irrisolte nel nostro sistema, nel qual caso risuo-
niamo con le relative oscillazioni disarmoniche. Se lavoreremo sulle
nostre questioni irrisolte, esse diminuiranno fino a dissolversi com-
pletamente.

Storia di un caso: raccogliere emozíoni da altri


Quando il mio primo figlio, Sunray, aveva quattro anni, diven-
ne molto iperattivo dopo che trascorse due sere di seguito con una
certa baby-sitter. Non voleva più dormire e non ascoltava nulla di quel-
lo che sua madre, Erica, o io, gli dicevamo. Lo sottoposi a un test e
compresi che era frustrato a causa della baby-sitter, la cui energia
aveva totalmente disturbato il suo equilibrio causandone il compor-
tamento anomalo.
Dopo un trattamento sugli agopunti della cistifellea e del fega-
to, ritornò ad avere il comportamento normale al quale eravamo abi-
tuati. La baby-sitter portava sempre le cuffie per ascoltare la musica
a tutto volume e ricordo di averle chiesto di non usarle mentre bada-
va al bambino. Lei mi aveva lanciato uno sguardo talmente irritato,
che avevo deciso di non chiederglielo più. Dopo il trattamento di Sun-
ray tutto ritornò alla normalità.
Molti medici e terapeuti si sentono sfiniti dopo avere visto pazien-
ti per tutto il giorno. Conosco molto bene questa sensazione per aver-
la provata io stesso, molte volte. Ho scoperto che noi medici risuo-
niamo così tanto con alcune delle patologie emozionali dei nostri
pazienti, che esse finiscono per esaurire la nostra forzavitale. Se siamo
consapevoli di questo fatto, utilizziamo il trattamento adeguato e
seguiamo i protocolli illustrati in questo libro il problema scompare
e, alla fine della giiornata, ci sentiremo rinnovati e pieni di energia.
Questo è assai importante per chiunque lavori o sia a contatto con la
$ente per gran parte della giornata.

Informazioni che provengono da orfani trapíantati


Quando un organo viene trapiantato, viene trasferito molto più
del solo organo: viene trasferita anche la memoria cellulare del
donatore.
Non ho alcuna esperienza personale con pazienti che abbiano
subito trapianti d'organo o di tessuto. Dalla letteratura e dai miei
colloqui con i colleghi medici ho potuto desumere che, in molti casi,

t48 trQUILIBRIO EMOZIONALE


il ricevente ha visto modificarsi alcuni dei suoi comportamenti e
persino alcune delle sue preferenze.
In uno dei suoi seminari il dottor Deepak Chopra racconta di
una donna che poco tempo dopo avere subito un trapianto di cuore
sognò di un giovane che le diceva il suo nome e la ringraziava perché
si prendeva cura del suo cuore. La donna provava il desiderio di man-
giare hamburger e di bere birra, mentre prima dell'intervento non le
era mai capitato nulla di simile. Si recò in biblioteca per cercare tra
quelle degli annunci mortuari una data di poco anteriore a quella del
suo trapianto e così trovò il nome del ragazzo che le era apparso in
sogno. Rintracciò la sua famiglia e scoprì che ll raqazzo adorava dav-
vero gli hamburger e la birra. Questa è una conferma del fatto che, a
volte, la realtà è molto più complessa di quello che appare.
Dopo avere letto questo capitolo, spero che vi siate fatti un'idea
di quali possibili perturbazioni del nostro Equilibrio Emozionale
possiamo trovarci ad affrontare. Quelle che non abbiamo considera-
to, per il momento, non sono importanti. Anche se, in teoria, potrem-
mo essere sopraffatti dalle potenzialità della nostra memoria cellula-
re, il lato positivo della cosa è costituito dal fatto che, nella maggior
parte dei casi, possiamo assumere il controllo e risolvere i problemi
che hanno causato la nostra turbolenza emotiva.
Chiudiamo con un pensiero tratto da Teaching of Zen llett.
I-linsegnamento dello Zenl di Thomas Cleary, sul quale vale la pena
di riflettere.

Aeíone e ImmobíIità
Lasciate che le uostre azioni siano come nuuole che passano;
Ie nuuole che passano non hanno una mente.
Lasciate che la uostra immobilità sia come lo spiríto della ualle;
Io spirito della ualle è immortale.
Quando I'azione accompagna I'immobilitò e I'immobilità si uni-
sce all'azione, allora la dualitò dell'azione e dell'immobilità non
si nota più.
Pei-Chen (1185-1246)

CAP. 7 _ LA MEMORIA DELLE CtrLLULE r49


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Ridare equilibrio
alle emozioni
Introduzione

T a nostra tendenza è quella di considerare la mente e il corpo come


I due entità separate e questo crea, di per sé, un blocco nel flus-
I-Jso di energia dei meridiani. A volte ci capita di pronunciare frasi
quali, "La mia schiena mi uccide", "Non riesco a sopportare questo
dolore alla spalla" oppure "Mi fa male la testa".
Manifestando i nostri disturbi con queste parole creiamo una
specie di corto circuito tra le parti interessate e la nostra energia emo-
zionale. Se isoliamo le parti coinvolte, otteniamo esattamente I'effet-
to opposto di quello desiderato.
Il corpo fisico è un'espressione del nostro mondo interiore. Ogni
sintomo, per piccolo o grande che possa essere, ha una sua motiva-
zione originaria profonda. Un brufolo, uno sfogo, un dolore, un pru-
rito, sono tutti segnali della nostra necessità di guardare dentro di
noi. Anziché cercaÍe rapide panacee o rimedi che faranno luce magi-
camente sui nostri sintomi e sui nostri dolori, dovremmo impeginar-
ci nell'arte di comunicare con noi stessi.
Una storia vera, che ha visto come protagonista un mio amico,
di nome Jan van den Burg, può forse illustrare questo punto. Jan è
un esperto di marketing di nazionalità olandese; nell'episodio che sto
per raccontare doveva fare una presentazione al consiglio di am-
ministrazione di una grande azienda di Parigi. Il secondo giorno della
riunione si svegliò con una febbre da cavallo, la gola infiammata e la
voce rauca. Jan aveva partecipato a molti miei seminari e laboratori
ed era sempre stato molto creativo: così, restò a letto e cominciò a
rilassarsi e a meditare. Poi entrò in comunicazione con la sua mente
subconscia e disse: "So che hai una ragione validissima per fare quel-
lo che stai facendo in questo momento e ti ringrazio per il fatto di
prenderti cura così amorevolmente del mio corpo e di me. Voglio chie-
derti un grande favore: potresti sospendere la tua attività o rallen-
tarla temporaneamente, in modo che io possa terminare la rappre-
sentazione? Mi occorrono soltanto altre tre ore!".
Meditò per un'altra mezz'ota e non appena ebbe terminato di
meditare, la sua febbre era scomparsa, la sua voce era tornata squil-
lante e si sentiva benissimo. Grazie alla sua ottima presentazione
riuscì a ottenere il contratto per la sua società; tre ore più tardi, quan-
do rientrò in albergo, si mise a letto e la febbre risalì immediatamente.
Perciò, effettuò il trattamento di specifici punti utilizzando le tecni-
che dell'Equilibrio Emozionale e il giorno seguente tornò alla nor-
malità.
In linea di principio è questo ciò che dobbiamo imparare: trat-
tare il nostro corpo con un atteggiamento di rispetto, che ci farà onore.
Questa è la vera magia: imparare ad assumersi la responsabilità fisi-
ca ed emotiva della propria condizione.
Viviamo in una cultura nella quale milioni di persone non sanno
affrontare i loro problemi. Utilizzano sostanze chimiche, erbe, vita-
mine, e si rivolgono a medici e terapeuti di medicina alternativa per
ceÍcare di reprimere sempre di più le capacità naturali di guarigione
del corpo.
Per raglgliunElere il livello tre di creazione, che è il livello del
magiico annullamento di ogni sforzo, dobbiamo scoprire e vivere diret-
tamente I'intreccio intricato della spirale formata da corpo fisico, sen-
timenti, emozioni, spirito e mente. Tutto questo è necessario sempre
e da parte di tutti noi.
Per ritrovare l'Equilibrio Emozionale, che è la condizione di flus-
so ininterrotto, dobbiamo combinare lo yang (testa) e lo yin (cuore)
e, in questo modo, raggiungere lo stato del Too. "Tao" (che si pro-
nuncia "doo", o anche "Do", in cinese), significa letteralmente la"Vie",
il percorso dell'annullamento di ogni fatica che percorre tutto l'Uni-
verso. Rappresenta la struttura nel mezzo del caos, o I'intelligenza
nascosta che da molti viene definita "Dio", ma non in senso religio-
so. Il Tao è la realtà finale, I'essenzadella Natura. È la via d'accesso
che porta a tutto ciò che è visibile e invisibile.
Lao Tzu scrive queste parole introduttive nel suo Tao Te Ching:
"I1 Tlro che si può sperimentare non è il Tao eterno... Il Tao è asso-
luto e infinito, mentre le parole sono relative e limitate. Le parole
sono soltanto contenitori che non possono racchiudere intere visio-
ni del Tao, ma soltanto parti della visione".

t54 EQUILIBRIO EMOZIONALE


E stato scritto intorno al 500 a.C. ,,Lao Tzu" significa ,,uomo
anziano" e questo indica che l'autore o gli autori di queste parole sono
sconosciuti.
I principi fondamentali dell'Equilibrio Emozionale (no) deriva-
no da molte filosofie e scienze, ma lo scopo è unico e comune, e cioè
quello di ritrovare armonia nella nostra realtà.
Nella Prima Parte del libro abbiamo discusso a proposito di emo-
zioni irrisolte, trigger o fattori scatenanti, autorifiuto, blocchi emo-
tivi lungo il percorso della guarigione, karma, chakra e memoria cel-
lulare per riuscire a capire che cosa dobbiamo affrontare. Nella Secon-
da Parte, invece, analizzeremo gli strumenti e le tecniche che utiliz-
zeÍemo per creare il nostro Equilibrio Emozionale.
Raggiungendo I'Equilibrio Emozionale abbiamo I'opportunità di
uscire dai vortici della nostra turbolenza emozionale e arrivare al
Punto di Quiete Assoluta, owero la zona del flusso armonioso.
Tutti noi viviamo nell'Universo, non visto e non udito, dei campi
elettromagnetici e noi stessi siamo esempi radianti della vibrazione
dell'energia. Ogni emozione irrisolta origina un paradigma disarmo-
nico di energia che noi irradiamo nell'universo. Attraverso questo
meccanismo attraiamo e respingiamo le altre persone, mediante para-
digmi energetici simili oppure opposti. Se non riusciamo ad avere
fiducia negli altri, faremo entrare nella nostra vita persone che con-
fermeranno il fatto che abbiamo ragione.
Riequilibrando le nostre energie disarmoniche, produrremo un
cambiamento nel nostro campo energetico e cominceremo ad attrar-
re verso di noi, altri tipi di persone che saranno maggiormente com-
plementari alle nostre energie.
Abbiamo già visto come le emozioni irrisolte si ritorcono con-
tro di noi e distruggono il nostro corpo fisico. Abbiamo anche visto
che il modo in cui immaginiamo noi stessi e il concetto che abbia-
mo di noi stessi determinano il nostro successo. Abbiamo imparato
che i chakra giocano un ruolo fondamentale per i nostri modelli emo-
tivi e comportamentali e, cosa ancora più importante, abbiamo capi-
to di quante cose inutili provenienti dalle generazioni che ci hanno
preceduto, dalle vite precedenti e da altre fonti ci facciamo carico.
Di che cosa abbiamo bisogno per raggiungere il livello dell'B-
quilibrio Emozionale? come possiamo liberarci di tutto il materiare
che ostruisce il nostro percorso?
Ma è dawero possibile liberarci del nostro karma? partendo dal
presupposto che il modo in cui reagiamo a una determinata situa-

CAP. 8 _ INTRODUZIONF] 155


zione si basa essenzialmente sul nostro passato, dobbiamo interveni-
re su questo aspetto e rispondere nel presente. Inoltre, dobbiamo con-
siderare la questione anche da un punto di vista spirituale. Nella Secon-
da Parte ci occuperemo delle quattordici vie d'accesso per riequilibra-
re tutte le energie negative del nostro corpo risultanti da emozioni
irrisolte: si tratta di speciali agopunti scoperti oltre 5000 anni fa.
La conoscenza di questi quattordici punti ci permetterà di
accedere al "computer principale". Sarà come avere una "tastiera" gra-
zie alla quale potremo modificare la programmazione delle nostre
emozioni e del nostro comportamento.
Inoltre, ci occuperemo di quello che awiene quando, a volte,
sabotiamo i nostri desideri più reconditi e di come possiamo evitarlo.
Come ultima cosa, ma non certo per importanza, parleremo del-
I'uso essenziale del perdono come intervento risolutivo di guarigio-
ne per liberarci del nostro passato.
Questa Seconda Parte vi rivelerà, quindi, i tre passaggi da com-
piere per la realizzazione di sé.

EQUILIBRIO EMOZIONALE
N
Le l1úe d'accesso
al riequilibrio delle
emozioni
La felícità pìù gronde dí tutta lo nostra uita è la conuinzione
di essere amati, amati per noi stessi, o meglio, nonostante noi
stessi.
Victor Hugo

iò che rende diverso I'Equilibrio Emozionale dalle metodologie


della psicoterapia occidentale è il fatto che esso si concentra
sul sentire, sulle emozioni, e non sul pensare. Concentrandoci
sulle nostre sensazioni, ci apriamo alle intenzioni del nostro spirito:
l'unico ostacolo è il nostro passato. Le questio:ri irrisolte del passato
creano un blocco che ci impedisce di progredire spegnendo, letteral-
mente, i nostri circuiti elettrici.
Nel nostro corpo ci sono quattordici meridiani principali che
distribuiscono il Ch'i (energia) in tutto il corpo. In qualche modo, la
mente cerca di farci rallentare, per permetterci di concentrarci sul
messaggio che ci invia. Se fissiamo la nostra attenzione sulla sensa-
zione riusciamo a valutare il rnotivo per cui la proviamo e a reagire
di conseguenza.
Prendiamo il seguente esempio: state parlando con un amico dei
vostri problemi esistenziali più intimi. Improwisamente, provate un
certo fastidio nella zona del collo. Proseguite la conversazione, ma vi
massaggiate il collo con una mano, senza rendervi conto del motivo
per cui lo fate. Altermine della conversazionevi sentitisfinitie avete
mal di testa. Il vostro corpo è pieno di tensione: come farebbero milio-
ni di persone, prendete una pillola per il mal di testa e riprendete la
vostra normale esistenza. Purtroppo, avrete perso un'occasione per
sintonizzarvi con quella magnifica macchina che è il vostro corpo. Se

CAP. 8 _ LE 14 VIE D'ACCESSO AL R]EQUILIBRIO DELLE EMOZIONI I57


continuerete ad agire in questo modo, presto o tardi il vostro corpo
comincerà a non funzionare bene e diventerete ostaggi delle questio-
ni irrisolte memorizzate nella vostra memoria cellulare.
Allora qual è la soluzione? È piuttosto semplice: attraverso quat-
tordici particolari punti del nostro corpo possiamo riequilibrare
tutte le tensioni in esso presenti. Possiamo ritornare su qualsiasi que-
stione del passato e depurarla da eventuali cariche emotive, frutto
della nostra passata ignoranza o di un modello superato.
Nell'applicazione dell'Equilibrio Emozionale non hanno impor-
tanza la gravità del trauma, I'intensità della fobia o se crediamo che
quello che ci è capitato sia qualcosa di insormontabile o di imperdo-
nabile.
A livello energetico tutte queste distinzioni e definizioni non
hanno più senso. La questione diventa semplice: il flusso energetico
awiene con o senza intralci. La domanda prevede come risposta un
semplice sì ono. Se il flusso non scorre agevolmente, significa che è
presente un blocco. Le dimensioni del blocco non sono importanti;
il blocco c'è o non c'è.
La base di un trattamento per una grave forma di agorafobia o
per una leggera ansia indotta dal fatto di dover uscire di casa, è esat-
tamente la stessa.
Per uno psicologo I'approccio sarà totalmente diverso, così come
lo saranno la durata del trattamento, le tecniche da adottare ecc. Per
I'Equilibrio Emozionale entrambe le condizioni possono essere trat-
tate altrettanto facilmente. Non sussistono grandi differenze: I'unica
esistente è quella presente nella mente dei soggetti coinvolti. Il tipo
di etichetta da noi attribuita alle nostre esperienze diventa la nostra
realtà.
Per esempio: due persone devono tenere il loro primo discorso
a un pubblico abbastanza numeroso, circa un centinaio di persone.
Entrambe provano una sensazione nella zona dello stomaco e una certa
tensione a livello del collo, degli occhi e della gola. Lunica differenza
esistente è nel loro pensiero. Una persona teme di dimenticare tutto
quello che deve dire, d'apparire ridicola, perdere la faccia e fare una
figuraccia. Si sentirà sempre peggio e, alla fine, il suo pensiero pren-
derà forma nella realtà. Comunque, anche se tutto quello che pensa
non si awererà e il suo discorso andrà bene, la volta successiva le sue
sensazioni non cambieranno di molto.
Una volta incontrai una psicologa che, come me, era stata invi-
tata a tenere un discorso durante un congresso medico. Era terro-

158 EQUILIBRIO trMOZIONALtr


rizzata e aveva dovuto prendere dei calmanti per poter salire sul palco.
Una volta salita, era rimasta paralizzata a leggeye i suoi appunti per
mezz'ora, senza mai rivolgere lo sguardo al pubblico. Dopo il mio
discorso, venne da me e disse: "Ti invidio perché sei così calmo e sicu-
ro di te: come fai?".
Era una signora di sessantaquattro anni, molto apprezzataper
i numerosi libri che aveva scritto e per il suo lavoro di ricerca. Da
vent'anni teneva conferenze, in media due al mese, e ogni volta l,i-
dea la terrorizzava e le impediva di dormire durante le due notti pre-
cedenti il suo intervento. Dopo una seduta di dieci minuti di Equili-
brio Emozionale, la sua paura di parlare in pubblico si dissolse com-
pletamente.
Ritorniamo al nostro esempio iniziale: supponiamo che il secon-
do oratore, pur provando le stesse sensazioni del primo, attribuisca
loro un'etichetta totalmente diversa. Così, dice a se stesso: "Provo que-
ste sensazioni perché sono elettrizzato, sono pronto e sento che que-
sto discorso sarà eccezionale. Non vedo I'ora di salire sul palco!" La
sua esperienza sarà totalmente diversa e non vivrà la turbolenza vis-
suta dal primo oratore.
Insomma, in base all'etichetta che attribuiamo alle nostre sen-
sazioni creiamo la realtà che viviamo.
Il segreto è quello di arrivare alla sensazione pura, senza filtri,
e agire su di essa; ma anche intervenendo sui meridiani ci liberiamo
del passato e bruciamo il karma (questioni irrisolte che ci rendono
prigionieri di modelli karmici).
II riequilibrio delle emozioni attrauerso l'Equilibrio Emoziona-
le è uno dei metodi più rapidi per bruciare il karma e rimanere
ancorati al presente.

Yin, Yang, Tao


Uarmonia è il risultato della sinergia che creiamo tra i due
principi fondamentali di energia ed emozione.
Le emozioni, siano esse espresse oppure no, dovrebbero essere
integrate e poi rilasciate.
Sono la carica che la nostra mente attribuisce alla sensazione.
Questa carica è un prodotto della nostra mente subconscia, che col-
lega la situazione, o la sensazione, alla percezione di pericolo.
Integrazione significa accettare la sensazíone senza attribuir-
le alcuna caríco.

CAP. 8 _ LE T4 VIE D'ACCESSO AL RIEQUILIBRIO DELLE EMOZ]ONI 159


In altre parole, accettiamo e ammettiamo di sentirci in un
certo modo e riceviamo consciamente il messaggio che ci viene
inviato dalla nostra mente subconscia.
Ciò equivale a dire: "Grazie per avermi awertito, ho visto il peri-
colo e starò all'erta!".

Rilascio
Una volta acquisita la consapevolezza del messaggio, non oc-
corre trattenerlo: possiamo liberacene. Rilasciandolo, ci assumiamo
la nostra responsabilità e siamo pronti ad agire in base alle informa-
zioni che ci raggiungono. Siamo rilassati e pronti. Questa tecnica di
[ntegrazione e Rilascío è la base di molte arti mediche e arti marziali
orientali.
Nelle arti marziali insegno ai miei allievi a diventare un tutt'u-
no con I'awersario, integrando i suoi campi energetici con i loro e
liberando ogini paura. Entrando in sincronia con quello che perce-
piamo come nemico, non affrontiamo più un nemico, ma soltanto 1'e-
nergiia e nient'altro; riusciamo a percepire l'ener$ia prima del movi-
mento e a modificare la sua direzione, in modo che non possa dan-
neggiarci. Se non entriamo in sincronia, accumuliamo tensione e usia-
mo una quantità di energia magigiore, diventando così facili prede
delle nostre paure. Possiamo così riassumere:

vaxc: la carica che attribuiamo alla sensazione, basandoci sul


presente.
vnr: il significato che attribuiamo alla sensazione, basandoci sul
passato.
teo; sinergia, ritorno allo stato di flusso o allo stato naturale del-
I'esistenza, creando un tutt'uno con tutto ciò che esiste.

Ch'i - Flusso
11nostro obiettivo è la consapevolezza e I'essere nel presente.
Le tecniche dell'Equilibrio Emozionale ci insegneranno a diven-
tare sempre più consapevoli delle tensioni, dei blocchi e delle inibi-
zioni, integrandoli e liberandoci di essi.
Questo ci porterà a sperimentare un livello totalmente nuovo
del flusso del Ch'i attraverso il nostro corpo e, quindi, a entrare in
contatto con il nostro io interiore, che ci consentirà di collegarci con

160 EQUILIBRIO EMOZIONALE


ogni cellula del nostro corpo. Gradualmente, con l'espandersi del
nostro corpo energetico e della nostra mente si modificherà il nostro
concetto di chi siamo realmente e cominceremo a sentire una mag-
piiore unità tra mente, corpo e spirito. A poco a poco, impareremo a
individuare il percorso dell'intuizione e della minore resistenza e
cominceremo a manifestare sempre di più la nostra coscienza
Síddhi. A questo livello percepiamo le connessioni energetiche, che
esistono tra noi e tutti gli esseri viventi e, a volte, tutte le altre entità
presenti nell'universo.
Sentiamo che 1'energia universale non separa più il nostro "Io"
dal resto.
A questo punto possiamo servirci di quello che è stato, anche
se non abbiamo mai realmente pensato di manifestare i nostri sogni
e il nostro destino.
Riusciremo a portare il nostro livello energetico a traguardi sco-
nosciuti perché non permetteremo più che la nostra forza vitale si
disperda o venga assorbita da altri o venga utilizzata per resistere al
nostro passato. La nostra abbondanza energetica porterà salute e vita-
lità, illuminerà tutti i luoghi in cui ci troveremo e ci permetterà di
contribuire alla guarigione di altre persone.
Non verremo più attaccati dai virus emotivi delle altre persone
quali ansia, paranoia, paure, preoccupazioni, scarsa autostima, dolo-
re, depressione, sospetto..., ma rimarremo in collegamento con il
nostro io interiore.

Il riequilibrio delle emozíoní e la vulnerabilità


Esiste molta confusione sul concetto di vulnerabilità, che secon-
do molti rappresenta una caratteristica indesiderabile. per contrasta-
re la vulnerabilità ricorriamo alla costruzione di una ,,corazza', emo-
tiva, che produce sempre una tensione fisica. Il corpo imprigiona i
ricordi in determinate regioni fisiche e le collega a determinate
situazioni fisiologiche. Questo farà mantenere o, a volte, scatenerà,
determinate emozioni, che nulla hanno a che vedere con quel parti-
colare evento. A volte si producono cambiamenti a livello fisiologico:
si può assumere abitualmente una postura con le spalle rivolte in avan-
ti oppure sviluppare una tendenza al gibbo, alla rigidità delle giun-
ture e alla tensione muscolare. La sconfortante realtà è che paghia-
mo un prezzo per un risultato che non riusciamo a ottenere. Se oppo-
niamo resistenza ai sentimenti l'emozione persiste.

CAP. 8 _ LE 14 VIE D'ACCESSO AL RItrQUILIBRIO DELLE EMOZIONI 161


Cíò che si resiste, persiste
Non possiamo resistere a qualcosa che già sentiamo. Così fa-
cendo alimentiamo I'emozione indesiderata con altra energia e ne
aumentiamo laforzat Quando, finalmente, ci rendiamo conto di quel-
1o che sentiamo, è perché già ci provoca tensione, blocchi energeti-
ci, intorpidimento eccetera. A questo punto è troppo tardi per oppor-
re resistenza.
Uessenza della"corazza emotiva" è il tentativo di anestetizzare
noi stessi, per evitare di awertire sensazioni spiacevoli; in realtà, diven-
tiamo ostaggi delle nostre emozioni.
Bssere vulnerabili significa accettare queste emozioni, sentirsi
a proprio agio nel sentirsi a disagio, oppure sentirsi bene nel sentir-
si male.
Le emozioni e i sentimenti possono arricchire la nostra esistenZa,
se manteniamo I'equilibrio.

Costruire coîazze emotive è controproducente


Più cerchiamo di sopprimere le nostre sensazioni e costruiamo
blocchi, più sperimentiamo turbolenza sotto forma di depressione,
irritazione, ansia, scontento, frustrazione. . . Queste sensazioni inde-
siderate si insinuano nella nostra giornata, mattina e sera, nei rap-
porti personali, nel matrimonio, nel lavoro e persino nel nostro sonno:
in questo caso, non ci svegliamo con la sensazione di essere in cima
al mondo, ma ci sentiamo vittime di un destino malvagio e in preda
alla tristezza.
Perdiamo di vista tutte le cose che, invece, sono positive, non
riusciamo più a vedere i dettagli e, a poco a poco, perdiamo forzavita-
le, passione ed entusiasmo per la vita.
Magari cerchiamo altri modi per regredire, come le sigarette, il
cibo, la lettura, la televisione, il parlare, il bere o i calmanti.
Interrompiamo il nostro percorso di crescita e rimaniamo radi-
cati nel tentativo di soprawivere. È uno spreco karmico. La vulnera-
bilità terrorizza molte persone, ma, in realtà, riguarda la nostra
autoconsapevolezza ed è ciò che ci guiderà verso la libertà.
Autoconsapevolezza significa rimanere in contatto con il no-
stro spirito, che è il nostro collegamento con 1'energia dell'universo.
Riuscendo ad ammettere i nostri sentimenti, possiamo diventare più
attenti al nostro percorso spirituale e dirigerci sistematicamente verso
i1 Punto di Quiete Assoluta.

t62 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Nel Punto di Quiete Assoluta esiste la pace interiore: quando
effettuiamo scelte e valutazioni dal Punto di Quiete Assoluta possia-
mo scegliere liberi dal karma del passato. Siamo collegati allo spiri-
to e non all'ego (condizionamento della soprawivenza). In questo
modo possiamo sceEiliere basandoci sulla nostra intuizione priva di
ogni inibizione e individuare il percorso che non ci induca a creare
altro karma. Il percorso di cui parlo è il dharmo (in sanscrito) o il
chosaku (in giapponese), il percorso della maEiia, dell'appagiamento e
dell'assoluta mancanza di ogni fatica.
Mancanza di fatica non significa non fare nulla, ma non disper-
d,ere forzavitale creando fardelli indesiderati (karma negativo). Signi-
fica liberarsi di tutti i pesi che producono dentro di noi turbamento
o turbolenza.
La vulnerabilità è una condizione di apertura, uno stato di con-
nessione con il proprio io; significa sapere chi siamo e agire su quel-
lo che abbiamo, senza paura. Perché avere paura? Quando sussiste il
flusso, non esiste la paura. Se non abbiamo difese, non abbiamo
bisogno di difendere nulla.
Per raggiungere questa condizione di assoluta non resistenza,
che io chiamo mencanza dí difese, dobbiamo liberarci della nostra
durezza, dei nostri scudi e dei vari meccanismi di difesa. I-lunico modo
per fare ciò consiste nell'aprirci al livello più alto del nostro io e
della nostra fiducia, fiducia che possiamo elargire in ogni circostan-
za. Questa condizione ci aiuterà ad acquisire la consapevolezza dei
nostri condizionamenti, dei nostri paradigmi abituali, dei discorsi
negativi che facciamo a noi stessi, di giudizi, emozioni e sensazioni:
riusciremo così a scegliere più liberamente su quale di essi interve-
nire e a integrare tutto ciò che non desideriamo.
All'inizio avrete la sensazione che per raggiungere questa con-
dizione occorrerà un impegno enorme, eppure ogini passo rappre-
senterà una vittoria e vi porterà più vicino alla condizione di annul-
lamento di ogni fatica che tutti desideriamo.
Distaccandoci dalle sfide della nostra dimensione materiale, pos-
siamo collegarci meglio con il nostro spirito. La corazza emotiva ci
tiene bloccati negli eventi del passato e proiettiamo il nostro dolore
e i nostri problemi nel campo morfogenetico, del quale attraiamo una
maggiore proporzione.
Le tecniche di Equilibrio Emozionale combinate con la vulne-
rabilità ci consentono di affrontare il passato, per poter rimanere nel
presente e sperimentare dawero il significato di "libera scelta"!

CAP. 8 _ LE 14 VIE D'ACCESSO AL RIEQUILIBRIO DELLE EMOZ]ONI 163


Emozioni e Ch'i
Le emozioni rappresentano le centinaia di possibili distinzioni
riguardanti i sentimenti.
Sono la gamma di colori che utilizziamo per colorare le nostre
sensazioni interiori. La classificazione generica di un'emozione è in
termini di "piacevole" o "non piacevole", buona o cattiva, positiva o
neSativa ecc.
Generalmente però, in termini pratici, questa classificazione non
si rivela utile, perché non fornisce informazioni sulle quali basare un
intervento adeguato.
Le emozioni sono diverse dai giudizi che formuliamo su di esse
e sono diverse anche dalle azioni risultanti.
Per riportare in equilibrio le emozioni possiamo utilizzare le
nostre percezioni come indicazioni dei meridiani che occorre riequi-
librare, ma la scoperta più importante è costituita dal fatto che,
forse, abbiamo etichettato tutte le nostre emozioni in modo non rispon-
dente alla realtà.
La fobia può essere interpretata come paura, mentre per molte
persone si tratta di ansia unita a una scarsa autostima. Le preoccupa-
zioni possono essere etichettate come frustrazione.Lamaggior parte
dei sentimenti è un miscuglio di numerose emozioni: attribuendo loro
un'etichetta, non facciamo altro che enfatizzare un singolo aspetto
delle nostre sensazioni. Inoltre, esiste una certa differenza tra le sen-
sazioni che coinvolgono alcune parti del corpo e l'esperienza sogget-
tiva del momento (emozione).
Per quanto riguarda la tecnica dell'Equilibrio Emozionale è impor-
tante che entro un certo periodo di tempo impariamo a non rimane-
re attaccati allo scenario costantemente mutevole che chiamiamo vita.
Tutto accade nel presente: se rimaniamo attaccati a qualcosa spostia-
mo la nostra consapevolezza dal presente a una situazione già passa-
ta, continuando a riportarla nel tempo presente. Essa assume il nostro
controllo e ci tiene in ostaggio. Alcune persone si lamentano in con-
tinuazione, altre sono depresse indipendentemente da ciò che awie-
ne intorno a loro, altre sono arrabbiate con il mondo intero e altre
ancora sono costantemente pensierose e preoccupate. Che cos'hanno
in comune queste persone? Tutte continuano a vivere e rivivere il
passato. Qualunque cosa accada nella loro vita, a causa del loro stato
emotivo, non vìene apprezzata nella giusta misura.
Con I'Equilibrio Emozionale questa situazione può cambiare;
lo si può utllizzare in qualunque momento e ovunque, soprattutto nel

t64 EQUILIBRIO trMOZIONALE


corso di un'azione. Questo significa che, una volta che vi sarete
impadroniti della tecnica, potrete usufruirne ogni volta che vi senti-
rete stressati, emotivi, irritati, turbati, preoccupati e così via. Vi aiu-
terà a esprimere nel modo più adeguato i vostri sentimenti e a com-
prendere che la loro colorazione dipende dal vostro passato. Gli uomi-
ni sono più bravi a esprimere rabbia, frustrazione, irritazione, men-
tre le donne lo sono a esprimere dolore, trìstezza, paura e così via.
Con I'Equilibrio Bmozionale possiamo accedere alla completa
gamma delle emozioni, senza venire travolti dalla turbolenza.
È importante non proiettare un'interpretazione negativa delle
proprie affermazioni, owero: "Mi rendi nervoso, perché...", "Mi feri-
sci quando ti comporti in questo modo..", "Mi fai arrabbiare tutte le
volte che...".
Dobbiamo, invece, adottare un atteggiamento di equilibrio emo-
zionale e di connessione interiore, owero: "Temo che se dici queste
cose, significa che...", "Provo rabbia, quando dici che....", "Mi sento
teso e irritato, quando...".
La regola è che ammettiamo questi sentimenti perché abbiamo
interpretato qualcosa che I'altro ha detto o fatto come un affronto per-
sonale.
lVon possiamo mai attribuire agli altri la colpa di come ci sen-
tiamo!
Il modo in cui ci sentiamo è una scelta, anche se non lo vivia-
mo come tale.

Affermazioní
Se, prima di tutto, riconoscerete e accetterete quello che prova-
te e comprenderete che si tratta di una forma di scelta, sarete in
grado di esprimere le vostre sensazioni in modo più appropriato.
Ogni volta che sopprimiamo o ignoriamo un'emozione, o una
sensazione, rifiutiamo una parte di noi stessi; di fatto, diciamo a noi
stessi che non ci rispettiamo.
Amare veramente noi stessi significa rispettare e riconoscere
gli importanti segnali emessi dalla nostra mente subconscia.
Le affermazioni sono uno dei modi possibili per concentrare la
nostra consapevolezza su quello che dawero vogliamo.
Massaggiando contemporaneamente i punti dei meridiani, ren-
diamo la nostra mente subconscia ricettiva all'affermazione. Anziché
combatterla o instaurare un dialogo interiore negativo, I'armonia

CAP. 8 _ LE 14 VItr D'ACCESSO AL RIEQUILIBRIO DELLE EMOZIONI T65


indotta dalla circolazione di energia produrrà un effetto maggiore
della sola aff ermazione o del solo utilizzo dell'agopressione sui punti
del riequilibrio emozionale.
Le affermazioni positive diventano, dopo un certo tempo, una
nostra seconda natura, perché il corpo le ha collegate all'armonia
indotta dal trattamento dei punti del riequilibrio emozionale.
Normalmente,\e aff ermazioni positive generano molta resistenza
perché sono estranee al nostro modo di essere; il paradigma consue-
to, per molti di noi, è l'affermazione negativa.
Create una rottura permanente tra voi e tutte le affermazioni
negative quali, per esempio: "Il solo pensiero mi fa stare male", "ll
mio lavoro è terribile", oppure "Odio il mio aspetto".
Ripetete in continuazione affermazioni positive su come volete
che sia la vostra vita; combinatele al massaggio dei punti di Rilascio
delle Paure e avrete fatto un passo avanti nella riprogrammazione
della vostra mente subconscia in direzione del successo.
Ricordate sempre di pronunciare le vostre affermazioni positi-
ve usando il roupo IRESENTE, per esempio: "Sono..." (felice, in buona
salute ecc.), "Ho..." (tutte le ricchezze che desidero ecc.).
Combinatele con alcune visualizzazioni, sperimentando e apprez-
zando quello che desiderate. Rendete la vostra esperienza multisen-
soriale, impegnandovi a provare le diverse sensazioni.
Non usate espressioni del genere: "Ho bisogno...", "Voglio...",
"Desidero . . . ", 'Avrò. . . ", perché così la vostra mente subconscia pen-
serà che volete riservarle al futuro e sarete bloccati.

Accettazione e amore di sé
Il principale atteggiamento da assumere come paradigma abi-
tuale è quello di rispettare, accettare e amare profondamente noi stes-
sz. Si tratta del condizionamento che ci porterà alla felicità incondi-
zionata e ai vantaggi derivanti dalla nostra connessione con la rete
dell'universo.
La felicità non deriva dalla salute, dallabellezza dal denaro, dalla
giovinezza o dal potere.
La felicità non è un fatto che awiene; non si basa sulla geneti-
ca, sulla fortuna o sulla coincidenza.
Non è il risultato di eventi esterni, ma, piuttosto, il nostro modo
di valutare quello che ci accade e, a un livello superiore, la nostra crea-
ztone.

166 EQUILIBRIO EMOZIONALtr


Quindi, dovremo predisporci accettando e amando tutte le emo-
zioni che noi stessi creiamo rispetto agli eventi di cui siamo artefici.
I-lamore verso se stessi è il combustibile della felicità e ci fa stare
bene, ma è impossibile senza I'accettazione e l'approvazione di sé.
Per arrivare a questo livello dobbiamo abituare la nostra mente
a lavorare per noi e non a criticarci. La nostra mente è programma-
ta per resistere al cambiamento: teme che l'incognito sia peggiore di
quello che ci è noto. Attraverso il riequilibrio delle emozioni possia-
mo rompere con questi paradigmi che, a lungo termine, sono auto-
distruttivi e provocano la malattia.
Ecco il segreto dell'Equilibrio Emozionale: concentrarci su ciò
che proviamo e trattare i punti del riequilibrio emozionale fino a
percepire I'armonia dentro di noi.
A questo punto vediamo le sette principali emozioni che hanno
il maggiore impatto sul nostro flusso energetico. Tutte le altre emo-
zioni sono riconducibili alle sette fondamentali.
Vedremo inoltre, ancora un volta, le sette vie d'accesso coinvolte
nel riequilibrio delle emozioni, anche di quelle del passato. Se riu-
sciremo a condizionare noi stessi in modo da affrontare tutte le
emozioni, elimineremo ogni tensione dal nostro corpo.

1. Paura
È la condizione emozionale che esaurisce maggiormente il
ch'i. La paura deriva da un pericolo imminente per la nostra vita; si
basa sulf idea che non siamo in grado di sopportare una determinata
situazione e, quindi, possiamo perdere quello che è più prezioso per
noi: la vita, una persona amata, la vitalità, i beni terreni, la salute men-
tale ecc.
La paura è I'emozione della materia e la maggiore responsabile
della malattia.

a Elemento: acqua.
a Organi: vescica, rene.
a Relative emozioni principali : insicur ezza, indecisione.
a Relative emozioni secondarie: sfiducia, sospetto, disperazione.
a Affermazione: amo profondamente me stesso e mi accetto con
la mia paura e la mia insicurezza.
Punti principali dell'on: su entrambi i lati dello sterno sotto la
clavicola (figura 1).

CAP. 8 - LE 14 VIE D'ACCESSO AL RIEQUILIBRIO DELLE EMOZIONI 167


Figura 1

Figura 2

Punti secondari dell'ps: all'attaccatura delle sopracciglia (figu-


ra2).
Varie: uno dei segreti per tenere sotto controllo la paura è quel-
1o di concentrarsi sulla respirazione.
Inspirate lentamente contando fino a sette e, nel contempo, spin-
gete in fuori I'addome; trattenete il respiro contando fino a tre
ed espirate quanto più lentamente e gradualmente vi è possibi-
le, spingendo contemporaneamente addome verso f interno.
Note: gli attacchi di panico e le fobie sono collegati, spesso, all'an-
sia (elemento terra, vedi il paragrafo 4 "Preoccupazione").

2. Rabbia
La rabbia, se repressa o impropriamente diretta, è estremamente
dannosa per il nostro cuore e per tutti gli altri organi vitali.
Può derivare da diverse cause: la sensazione di essere stati trat-
tati in modo inSiusto, di non essere capiti, di non riuscire a ottene-
re quello che desideriamo, di essere stati insultati ecc.
Il punto è che non importa chi o che cosa ci fa sentire arrab-
biati si tratta di una forma di energia che deve essere liberata ed eli-
minata dal sistema.

168 EQUILIBRIO trMOZIONALE


Annebbia la nostra visione e il nostro modo i ragionare e ci fa
prendere decisioni affrettate e impulsive.

a Elemento: legno.
a Organi: feSato, cistifellea.
a Relative emozioni principali: frustrazione, irritazione.
a Relative emozioni secondarie: delusione, gelosia, amarezza cari-
ca di furia; sentirsi non perdonato, maltrattato, incapace di lascia-
re perdere.
Affermazione: amo profondamente me stesso e mi accetto con
la mia rabbia e la mia frustrazione.
Questa affermazione, come tutte le altre, può essere adattata a
situazioni specíÍiche, per esempio: "Amo profondamente e accet-
to me stesso con la mia irritazíone".
Punto principale dell'ot: fegato (questo punto si trova sul lato
destro del corpo, a circa metà della linea che forma la base
della gabbia toracica, sulla parte anteriore del corpo, dal centro
verso I'esterno) (figura 3).
Punto secondario dell'na: cisiifellea (a circa un dito, in linea)
(figura 4).
Varie: quando proviamo rabbia verso qualcuno dobbiamo sem-
pre eliminare questa energia. Per farlo, dobbiamo perdonare la
persona che ha provocato la nostra rabbia.
Dobbiamo inoltre perdonare noi stessi per avere permesso che
qualcuno ci facesse arrabbiare. Se qualcuno riesce a farci infu-
riare, significa che non siamo riusciti a liberarci di qualche cosa.

Figura

CAP. 8 _ LE 14 VIE D'ACCESSO AL R]EQUILIBRIO DtrLLtr EMOZIONI 169


Figura 4

Se qualcuno ci ha provocato intenzionalmente, è ancora più


facile: non dovremmo mai disperdere energia per una cosa del
genere.
. Per il perdono: vedi il paragrafo 3 "Ferite".
. Note: gli esercizi respiratori, non accompagnati da vocalizzazio-
ni o suoni, possono aiutare a liberare l'energiia della rabbia. Anco-
ra più utili sono l'esercizio fisico, correÍe, saltare, gridare ecc.

3. Ferite
Sentirsi feriti è una delle sensazioni più tremende, che ci può
portare a costruire una corazza emotiva, a provare sentimenti di ina-
deSualezza, a sentirci soli, in colpa, depressi, indegni. Ci fa capire
che siamo vulnerabili e, spesso, sfruttati. È una sensazione indefini-
ta che può portarci ovunque: a rinchiuderci in noi stessi, alla nega.
zione, alla confusione, alla rabbia, alla sfiducia, alla paura e così via.
Questo è dovuto al fatto che il sentirsi feriti risuona in modo spe-
cifico con il cuore, che è aperto e vulnerabile. Si tratta di una sensa-
zione di cui possiamo imparare a liberarci, interpretando le azioni degli
altri come un'opportunità per arrivare a conoscere meglio noi stessi.
Prendiamo ogni cosa come un affronto personale? Cerchiamo
un modo per crescere? Come affrontiamo la nostra realtà? Esiste qual-
cuno che possa portarci via la nostra felicità? Amiamo noi stessi?
Lunico modo per affrontare questa situazione è a testa alta, impa-
rando la lezione e continuando a vivere la nostra vita.
Condividere i nostri sentimenti più intimi può essere d'aiuto,
purché ce ne assumiamo la responsabilità e non impersoniamo il ruolo
delle vittime.

. Elemento: fuoco.
. OrÉani: cuore e intestino tenue.

170 EOUILIBRIO EMOZIONALE


Figura 5 Figura 6
a Relative emozioni principali: vulnerabilità e instabilità emotiva.
a Relative emozioni secondarie: ipersensibiliià, sensazione di abban-
dono, solitudine, repressione delle emozioni, ipereccitabilità,
senso di colpa, vergogna, delusione.
Affermazione: amo profondamente me stesso e mi accetto con
la mia sensazione di essere stato ferito, perdono me stesso e...
(inserire il nome della persona che ci ha ferito) per avere crea-
to questa situazione.
Principale punto dell'ro: cuore (questo punto è situato nell'an-
golo interno dell'attaccatura dell'unghia del dito mignolo, dalla
parte del dito adiacente) (figura 5).
Punto secondario dell'ps: intestino tenue (quando il pugno è
chiuso, questo punto si trova alla fine della piega principale del
palmo della mano, vicino al punto di congiunzione della pelle
del palmo con la pelle dell'avambraccio) (figura 6).
Varie: il potere del perdono è il più forte potere liberatorio e di
guarigione del quale possiamo disporre per liberarci del passa-
to. Non possiamo mai eccedere nel perdono! Perdonando, rom-
piamo i legami con il passato e ci liberiamo del karma. perdo-
nate chiunque abbia fatto qualcosa per ferirvi.
Note: stimolando il punto primario della ferita e, allo stesso
tempo, perdonando, rigeneriamo il cuore e il fegato e ci sentia-
mo rinvigoriti.

4. Preoccupazione
Questo tipo di emozione ci fa perdere molta energia e crea ten-
sione nel nostro corpol
Inoltre, influisce sulla digestione e sul metabolismo. euando
siamo preoccupati, non riusciamo a concentrarci e a raggiungere i
nostri obiettivi. A lungo termine, questa emozione influisce anche

CAP. 8 - LE 14 VIE D'ACCESSO AL RIEQUILIBRIO DELLE EMOZIONI 171


sulla nostra autostima. Inoltre, ci allontana dal presente e sci rende
potenzialivittime di incidenti e di distrazioni. Se affrontiamo in modo
efficace questa situazione possiamo ottenere di più e raggiungere i
nostri obiettivi con maggiore facilità.

a Elemento: terra.
a Organi: stomaco, milza e pancreas.
a Relative emozioni principali: ansia, scarsa autostima.
a Relative emozioni secondarie: dipendenza, interdipendenza, sen-
sazione di non avere il controllo, sfiducia, paura del futuro, disgu-
sto, ossessione, nervosismo, infelicità, paura di omettere qual-
cosa.
Affermazione: amo profondamente me stesso e mi accetto anche
quando sono preoccupato, ansioso o provo una scarsa autostima.
Punto principale dell'nn: stomaco (questo punto si trova a metà
de1 contorno osseo dell'orbita oculare) (figura 7).
Punto secondario dell'oo: milza (questo punto è l'unico situato
sul lato sinistro del corpo e corrisponde al punto in cui il reggi-
seno di una donna incrocia la linea longitudinale del fianco che
si origina esattamente dal punto centrale dell'ascella) (figura B).

FiguraT

Figura 8

trQUILIBRIO EMOZIONALE
Varie: ogni volta che siamo preoccupati e non riusciamo a libe-
rarci di un certo pensiero, il punto principale dell'oo per la preoc-
cupazione serve a rompere questo ciclo. Anche i sogni ricorrenti
e I'ansia scompaiono in fretta.
Note: molte fobie sono attacchi d'ansia che possono essere cura-
ti efficacemente trattando questi punti. Come per tutte le pro-
cedure di automedicazione, se non si rileva alcun miglioramento,
occorre consultare un medico.

5. Dolore
Il dolore è sempre collegato al distacco da una persona amata o
da una cosa alla quale siamo affezionati è un percorso utile e neces-
sario. Se fossimo più aperti alla possibilità che niente o nessuno è mai
perduto per sempre e se riuscissimo a comprendere i complessi mec-
canismi dell'universo, il dolore sarebbe molto più sopportabile e accet-
tabile.
È dal nostro attaccamento che deriva la sofferenza per quello
che non fa più parte della nostra vita. Nelle situazioni particolarmente
traumatiche o fortemente stressanti a volte veniamo sopraffatti da
un dolore forte e intenso, del quale è molto difficile liberarsi: questo
porta alla cosiddetta "sindrome da stress post-traumatico", dovuta pro-
prio alla nostra repressione di queste emozioni.
Saremo costantemente in lotta con il passato e molti di noi
non riusciranno ad uscire da questa situazione senza l'aiuto di qual-
cuno, oppure troveranno rifugio nell'alcol, nelle droghe, negli psico-
farmaci ecc. Poiché piangere in solitudine e crogiolarsi nel dolore non
sono, nella maggior parte dei casi, sufficienti per recuperare il be-
nessere, dobbiamo ripristinare il flusso dei meridiani. In questo caso
ci può essere di aiuto l'ot.

a Elemento: metallo.
a Organi: polmone, colon.
a Relative emozioni principali: rigidità.
a Relative emozioni secondarie: tristezza, depressione, perdita,
struggimento, desiderio, perdita di fede e di ogni speranza, infles-
sibilità, pianto, atteggiamento difensivo, attaccamento alle rego-
le, perf ezionismo, colpa.
Affermazione principale: amo profondamente me stesso e mi
accetto con il mio dolore e la mia sensazione di perdita.

CAP. 8 _ LE 14 VIE D'ACCESSO AL RIEQUILIBRIO DELLE EMOZIONI 173


Figura 9 Figura l0
Affermazione secondaria: amo profondamente me stesso e mi
accetto con la mia rigidità e la mia difficoltà nel lasciarmi
andare.
Punto principale dell'ne: polmone/linfa (questo punto si trova
sul lato interno dell'attaccatura dell'unghia del pollice) (figura
e).
Punto secondario dell'os: colon (questo punto si trova sulf in-
dice, dalla parte del pollice, vicino all'attaccatura dell'unghia)
(figura 10).
Varie: dopo che abbiamo sofferto dobbiamo sempre ripristinare
il nostro ch'i. Un modo rapido per farlo consiste nell'attivare ad
uno ad uno tutti i punti dell'en, pronunciando le relative affer-
mazioni.
Note: anche gli altri paradigmi bloccati nell'elemento del metal-
1o hanno a che vedere con il fatto di rimanere attaccati alla
rigidità e al perfezionismo. Questo attaccamento è molto diffi-
cile da rimuovere, ma con un po' di esercizio chiunque può scio-
gliersi e diventare più flessibile.

6. Stress
È un fattore che non possiamo ignorare. Stress è tutto ciò che
assorbe energia dal nostro sistema.
Lo stress è legato al nostro modo di affrontare quello che
incontriamo lungo il percorso; ha a che vedere con i nostri processi
interiori e non con gli eventi esterni.
È possibile gestire lo stress in diversi modi:

1. Resistere.
2. Reprimere i sentimenti.
3. Accettare e Integrare il Rilascio (un).

t74 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Ciò che si resiste, persíste; ciò che uiene represso, ci persegui-
terà per sempre. Pertanto, il miglior modo per far sì che lo stress si
dissolva come ARLA (arn in inglese) è:

a Agire su quello che possiamo cambiare e controllare.


a Integrare, accettando quello che non possiamo cambiare o
controllare.
Rilasciare ogni tensione che impedisca il libero flusso dell'e-
nergia.

a Elemento: fuoco.
a Organi: sistema immunitario ed endocrino (vaso governatore e
vaso concezione).
a Relative emozioni principali: repressione delle emozioni.
a Relative emozioni secondarie: reminiscenza, confusione, repres-
sione della rabbia, sensazione di vuoto, insicurezza, problemi
di concentrazione e di memoria.
Affermazione principale: amo profondamente me stesso e mi
accetto con il mio stress.
Affermazione secondaria: amo profondamente me stesso e mi
accetto anche quando reprimo le mie emozioni.
Punto principale dell'Br: vaso governatore (questo punto si trova
nel punto di congiunzione del terzo superiore e dei due terzi
inferiori di una linea che congiunge il naso con il punto media-
no del labbro superiore) (figura 11).
Punto secondario dell'no: vaso concezione (questo punto si tro-
va nel punto di congiunzione del terzo superiore e dei due terzi
inferiori di una linea che congiunge il punto mediano del lab-
bro superiore con il mento) (figura 12).
Varie: reminiscenza significa rivivere il passato, non vivere il pre-
sente ed essere bloccati in una dimensione di sogno a occhi aper-

Figura 11 Figura 12

CAP" 8 Ltr 14 VIE D'ACCESSO AL RIEQUILIBRIO DELLE EMOZIONI 175


ti che ci toglierà la possibilità di affrontare il nostro karma. Dob-
biamo liberarci di ciò che avrebbe potuto essere e creare ciò
che realmente desideriamo ora.
Note: imparare a gestire lo stress è una delle capacità più indi-
spensabili nel nostro mondo moderno. Mantenere la calma e la
concentrazione anche nel bel mezzo di una turbolenza è il segre-
to della salute e della longevità.

t. Ipereccitabilità - Instabilità neurolo$ica


Uipereccitabilità e I'instabilità emotiva non sono molto diverse
fra loro. Nella nostra ricerca del piacere e dell'eccitazione rischiamo
di interrompere il collegamento con la dimensione dei sentimenti e
di arrivare alla repressione.
Se entriamo in sintonia con le sensazioni interiori possiamo
ristabilire nuovamente la connessione.
Appoggiando una mano sulla fronte possiamo mettere in colle-
gamento fra loro learee cerebrali dei riflessi, destra e sinistra, che ci
faranno calmare e placheranno la nostra turbolenza interiore. Que-
sto metodo è particolarmente efficace quando è abbinato alla respi-
razione addominale lenta e se a ogni inspirazione ci concentriamo sul
pensiero di "lasciarsi andare". Ripetete le parole tranqulllizzanti del-
l'affermazione primaria tutte le volte che sarà necessario per ritrova-
re il vostro equilibrio emozionale.

a Elemento: fuoco,
a Organi: pericardio e triplice riscaldatore (sistema neuro-endo-
crino).
a Relative emozioni principali: sessualità repressa.
a Relative emozioni secondarie: cambiamento d'umore, para-
noia, indecisione, confusione, perdita della libido, frigidità, impo-
tenza, esaurimento, shock, trauma acuto.
Affermazione principale: mi sento equilibrato e sono in grado di
affrontare tutte le mie sfide, per grandi che siano, con gÍazia.
Affermazione secondaria: sento profondamente I'amore per me
stesso e accetto le mie sensazioni represse riguardo alla sessua-
lità.
Punto principale dell'nB: triplice riscaldatore (sul dorso della ma-
no, a metà strada tra le nocche posteriori e il polso, nell'awal-
lamento tra anulare e mignolo) (figura 13).

EQUILIBRIO EMOZIONALE
Figura 13 Figura 14

Punto secondario dell'to: pericardio (sul dito medio vicino all'an-


golo dell'attaccatura dell'unghia, dalla parte del pollice) (figura
14).
Varie: vi sono molti modi e molte ragioni per reprimere la ses-
sualità, non direttamente collegati al sesso.
La sessualità riguarda le caratteristiche maschili e femminili,
presenti sia negli uomini sia nelle donne. Gli uomini tendono a
reprimere il loro lato femminile e a vivere nella negazione. Non
ammettendo i loro sentimenti più intimi, reprimono la sessua-
lità. A volte reprimono anche il lato maschile, quando non rie-
scono a farsi valere. Le donne tendono a reprimere il loro lato
assertivo maschile, non affrontando in modo corretto la rabbia.
Note: l'instabilità neurologica è molto frequente in questa nostra
era dominata dalla smania di informazione. Le informazioni sen-
soriali in arrivo possono essere troppe, mentre non riusciamo a
liberarci dell'accumulo di emozioni: così diveniamo ipereccita-
ti o sovreccitati.
In questo processo potremmo anche sentirci svuotati e sfiniti.
Nel mondo in cui viviamo, che cambia tanto rapidamente, i ruoli
tradizionali maschili e femminili possono confondersi e pro-
durre, come conseguenza, una repressione delle emozioni.

Riepilogo
In questo capitolo ho esposto i concetti di base delle tecniche
dell'Equilibrio Emozionale, che è una delle terapie, tra tutte quelle
conosciute, che agiiscono più rapidamente nella gestione delle emo-
zioni. Ho insegnato questa tecnica a molti professionisti del settore
sanitario in Europa, ed essi la utilizzano ogni giorno nella loro pro-
fessione. I risultati sono strabilianti e, per questa ragione, ho inse-
plnato una versione semplificata anche ai "non addetti ai lavori": anche

CAP. 8 LE 14 VIE D'ACCESSO AL RIEQU]LIBRIO DELLE EMOZIONI I77


in questo caso i risultati sono stati notevoli. Alcune persone sono
riuscite a liberarsi da cefalea, fobie, stress post-traumatico, disturbi
della concentrazione; a superare sindromi da fatica cronica, allergie,
incubi notturni, timidezza, paura di parlare in pubblico; a smettere
di fumare, di bere alcolici in quantità eccessiva ecc.
Sono stati salvati anche alcuni rapporti personali e alcuni matri-
moni.
Nei prossimi capitoli vi proporrò altri strumenti e un protocol-
1o per utrlizzare I'EE nella vostra vita quotidiana.
Le sette emozioni primarie sono le fonti principali di stress per
il nostro sistema che dobbiamo imparare a giestire: paura, rabbia, feri-
te, dolore, preoccupazione, stress e ipereccitabilità.
In seguito, cominceremo a rimuovere talmente in fretta tutti i
principali traumi emotivi che vi chiederete come mai psicologi e medi-
ci non adottino queste tecniche.
Concludo con un pensiero: provate a prendere I'abitudine di ripe-
tere nella vostra mente queste parole (di Edmond Rostand), guar-
dandovi allo specchio:

Ti amo píù di ierí e meno di domani.

178 EQUILIBRIO EMOZIONALE


w

Emotional Switching:
I'inversione delle
emozioni
Non è perché le cose sono difficili che noi non osiamo, è per-
ché non osiamo che esse sono difficili.
Seneca

e vi dicessi che sto per rivelarvi in che cosa consiste il più effi-
cace metodo di Suarigione, che funziona per il 99Zo delle perso-
ne che vi fanno affidamento, ma che, comunque, so già che la
maggior parte di voi, pur conoscendolo, non lo utllizzerà, mi crede-
reste?
Ne fareste uso se sapeste che potrebbe migliorare la vostra esi-
stenza in modo esponenziale e che ne giuadagnereste in termini di
divertimento, successo, minori preoccupazioni, paure e così via?
Perché la maggior parte delle persone boicotta se stessa? per-
ché tende sempre a rimandare?
Perché non mantiene fede ai buoni propositi per I'anno succes-
sivo? Perché dice di volere la felicità, ma fa di tutto per distruggere i
suoi rapporti personali e per essere infelice?
Perché danneggia gravemente il suo corpo e la sua salute? per-
ché, perché, perché?
Perché non segue i consigli del medico? Perché oltre il gí0/o delle
persone che si mette a dieta riacquista poi il suo peso, anzi lo au-
menta ulteriormente?
Perché scegliamo la pigrizia,le bugie, le mezze verità, la negli-
$enza, I'ignoranza, la negazione o la repressione, quando, invece, po-
tremmo realizzare qualunque cosa?
A chi possiamo attribuire la colpa del nostro condizionamento
al sabotaggio e al fallimento?
Storia di un caso - n. 1: il sabotaÉÉio
John era un ragazzino di 14 anni ed era un bravo combattente
di Judo.
Secondo il suo sensei (maestro) era il miglior talento che gli
fosse mai capitato di vedere durante i trenta e più anni della sua car-
riera.
Venne nel mio studio dopo che i suoi genitori mi avevano visto
alla televisione e avevano sentito che ero stato, fra l'altro, un cam-
pione dei tornei studenteschi europei, molti anni prima, mentre ora
insegnavo a potenziare i livelli emotivi e mentali ad alcuni atleti che
si stavano preparando per il campionato mondiale.
John non aveva mai superato una finale. Vinceva senza proble-
mi tutte le gare che precedevano la finale, indipendentemente che si
trattasse di gare a livello nazionale o internazionale, ma dal fatto
perdeva sempre l'ultimo incontro.
Lo sottoposi a un test per individuare eventuali blocchi emotivi.
Quando John disse:'Voglio essere un campione", i suoi muscoli si inde-
bolirono; questo indicava un'incongruenza. [.lincong Íuenza si verifica
quando consciamente desideriamo qualcosa, mentre inconsciamente
abbiamo qualche motivo per temerne le conseguenze, oppure quando
pensiamo di non meritare una data cosa o, ancora, quando riteniamo
che il nostro desiderio sia poco realistico o irrealizzabile ecc.
La mente e la mente inconscia sono come gemelli siamesi: se
una vuole andare a destra e l'altra a sinistra, nasce un problema. A
lungo andare, è la mente subconscia a vincere ii r''.a$gior numero di
battaglie (causando stress, disturbi, deviazioni dal percorso ecc.), sabo-
tando gli obiettivi della mente cosciente. La mente cosciente siamo
noi, quello che vogliamo o desideriamo. Dopo aver letto questo capi-
tolo capirete in che modo possiamo sincronizzarcla mente subcon-
scia per farla lavorare per noi anziché in opposizione a noi.
Dissi a John: "Una parte di te ha paura di essere un campione.
Proviamo a scavare più a fondo e scopriamone la ragione e, se è pos-
sibile, troviamo un rimedio!".
John cominciò ad agitarsivisibilmente: questo problema gli aveva
creato imbarazzo per tantissimo tempo ed era ansioso di risolverlo e
di cambiare, una volta per tutte, la sua fama di eterno secondo. La
settimana segiuente era in programma la sua partecipazione alla sele-
zione per la squadra nazionale. Aveva letto il mio libro You are a cham-
pion! lsei un campionel Tecniche Nuove, 19981, nel quale descrivo
le tecniche emozionali e mentali che mi hanno aiutato a diventare

180 EQUILIBRIO EMOZ]ONALE


campione europeo di arti marziali e a rimanere imbattuto per sette
anni.
Attraverso il test muscolare riuscii a stabilire che si era verifi-
cato un fatto accidentale dopo la sua nascita. Non riuscivo a definire
in modo esatto di quale tipo di incidente si trattasse, ma sembrava
avesse a che fare con una frase pronunciata dal medico. Chiesi alla
madre di John se ricordasse qualcosa di insolito: mi disse che John
era il suo primogenito, che il parto era stato particolarmente dolo-
roso e che il dottore aveva dovuto usare il forcipe per farla partorire
velocemente poiché si era verificato un "calo" nel battito cardiaco
del bambino. La donna ricordava che il medico aveva commentato il
fatto più o meno in questi termini: "È il solito problema del primo
figlio: più dolore e più difficoltà".
La madre di John ricordava anche che il medico aveva impre-
cato quando l'aveva sottoposta ad anestesia per suturare lelacerazio-
ni dovute al parto forzato. Mi disse: "Ero molto stanca e lui era un
vero maleducato e non dimostrava la minima compassione; inoltre,
non mi diedero o subito John affinché in braccio e, quindi, ero for-
temente turbata".
Il neonato aveva percepito questa situazione e aveva creato un'as-
sociazione tra il fatto di essere stato il primo per sua madre e quello
di averle procurato dolore: aveva pertanto inconsciamente deciso di
non essere mai più il numero uno! Quando sottoposi John al test chie-
dendogli di pronunciare queste parole "Non voglio essere il numero
uno, perché questo fa soffrire mia madre" i suoi muscoli risultarono
forti e questo dimostrava che, per la sua mente subconscia, questa
affermazione era una verità assoluta.
Dopo la seduta, John si sentiva carico e pronto e non vedeva l'ora
che cominciasse la gara.
Una settimana più tardi mi telefonarono, in tarda mattinata;
per prima mi parlò la madre, e mi disse che John aveva vinto, poi
parlai a John direttamente. Era talmente contento che non riusciva
quasi a parlare. Mi fece poi un resoconto completo del modo in cui
aveva sconfitto il suo maggiore rivale, che era stato campione nazio-
nale negli ultimi tre anni.
Prima, durante le finali, John non si era mai sentito a suo agio
perché awertiva qualcosa che lo tratteneva; stavolta questa sua sen-
sazione era definitivamente scomparsa.
La storia di John è rapresentativa di molte situazioni che vivia-
mo nella nostra vita di ogni giorno. Per esempio, vorremmo essere

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 181


felici e avere un rapporto fantastico con il nostro coniuge e, invece,
ci ritroviamo bloccati in alcuni paradigmi negativi che tendono a sepa-
rarci a livello emozionale dal partner e, magari, ci portano a soffrire
emotivamente, ad abusare dell'altro, a ceÍcaÍe rifugio nell'aicol,
nelle sigarette e nel cibo, o al divorzio.

Storia di un caso - n. 2: ll sabotaf$io


Stavo tenendo una conferenza sull'Equilibrio Emozionale a
un'affollata platea di circa seicento persone. Dopo la mia consueta
introduzione teorica, decisi che era giusto dare una dimostrazione.
Chiesi un volontario tra il pubblico, per una semplice prova. Una
decina di persone alzò la mano e io scelsi tra queste una giovane donna
sulla trentina, senzauna ragione specifica, semplicemente perché sen-
tivo che era giusto farlo. Per una scelta di questo tipo mi affido sem-
pre al mio intuito e, di solito, trovo sempre qualcuno che, poi, si
rivela particolarmente adatto a illustrare un caso.
Il suo nome era Joan e il suo "problema" era costituita dal fatto
che aveva smesso quasi completamente di fumare, salvo che per un'u-
nica sigaretta al giorno, alla quale non riusciva proprio a rinunciare.
Si odiava per questo e aveva provato con l'ipnosi, I'agopuntura e le
gomme da masticare alla nicotina, ma senza successo.
Le spiegai che tutte le forme di dipendenza hanno, quasi sem-
pre, un'origine mentale-emozionale, che raramente sono indotte dalla
sostanza chimica in questione e che, quando interrompiamo una dipen-
denza, basandoci esclusivamente sulla forza di volontà o sull'aiuto di
qualche strumento, come i cerotti alla nicotina, le piomme da masti-
care, le erbe ecc., non affrontiamo direttamente le cause subconsce
sottostanti. Inoltre, le spiegai che alla base di ogni forma di dipen-
denza,vi possono essere o un'intenzione positiva, come quella di cela-
re determinate ferite emotive o, al contrario, una forma di autodistru-
zione, dovuta a convinzioni negative; altre volte, le dipendenze rive-
lano I'inconscia ricerca di spiritualità. Quest'ultima condizione porta
più facilmente all'uso di droghe, che alterano la coscienza, perché in
esse le persone cercano una scorciatoia che abbrevi il loro percorso
verso f illuminazione.
Chiesi a Joan: "Che cosa ti dà una sigaretta?". Mi rispose: "Mi
dà la sensazione di avere un mio spazio personale, qualcosa che appar-
tiene solo a me. Corro avanti e indietro tutto il giorno, per tenere puli-
ta la casa, per occuparmi dei bambini e di mio marito e quando fumo
quello è I'unico momento veramente tutto mio!".

182 EQUILIBRIO trMOZIONALE


Mi spiegò di aver sviluppato un vero e proprio rituale per fuma-
re la sua sigaretta quotidiana: metteva in sottofondo un brano di musi-
ca classica, si versava un bicchiere di vino e si sedeva sulla sua pol-
trona preferita, tenendo i piedi sul tavolo; poi si accendeva la sua siga-
retta.
Le chiesi perché volesse eliminare quell'ultima sigaretta e mi rispo-
se che, nonostante il bene che le arrecava quel suo rituale, temeva
comunque che il fumo la potesse uccidere. Suo padre era stato un fuma-
tore accanito e si era ammalato di cancro ai polmoni. Dopo aver sof-
ferto per quattro anni morì e lei era presente quando questo accadde.
Joan aveva un rapporto di amore-odio con la sua sigaretta quo-
tidiana; da un lato ne traeva grande piacere, dall'altro I'associava al
dolore, alla sofferenza e alla morte.
Dopo avere fumato si sentiva regolarmente assalire dai sensi di
colpa, dalla tristezza, peggiorando la sua già scarsa autostima. Sem-
brava un caso molto chiaro. Proprio quella sera avevo spiegato al
mio pubblico che, per quanto potesse sembrare strano, nelle mie ricer-
che avevo riscontrato che i grandi traumi non sono quasi mai causa
di comportamenti nevrotici, compulsivi o di auto-sabotaggio. Dai risul-
tati dei test a cui ho sottoposto migliaia di pazienti risulta evidente
che la sofferenza post-traumatica deriva, quasi sempre, da incidenti
di poco conto, awenuti in passato, che ci rendono incapaci di affron-
tare i grandi incidenti o traumi del presente.
Inoltre, ho potuto stabilire che a volte, già al momento della
nascita, presentiamo qualche "corto circuito" a livello della nostra
memoria cellulare che ci è stato tramandato da vite o generazioni pre-
cedenti (per quanto riguarda i miasmi, vedere il capitolo 7 "La memo-
ria delle cellule").
Così cercai di capire di quali emozioni fosse prigioniera Joan,
tanto da non riuscire a rinunciare a quell'ultima sigaretta.
Individuai in lei cinque emozioni: tristezza, paura, insicurezza,
soppressione della sessualità e frustrazione. In segiuito, mi concen-
trai su quello che l'aveva indotta a rimanere attaccata a queste emo-
zioni. Si trattava di qualcosa che aveva a che vedere con un inciden-
te accadutole quando aveva solo tre anni.
I dettagli che affiorarono furono i seguenti: un giorno era com-
pletamente assorbita dal gioco mentre sua madre era in cucina a
preparare il pranzo. Sentì un rumore, che sembrava provocato d qual-
cosa che caduto a terra: quando andò in cucina a vedere, vide che la
madre giaceva a terra priva di coscienza. La bambina fu assalita dal

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING t83


panico, si mise a urlare e corse a chiamare i vicini di casa. Purtrop-
po non erano in casa: sentendosi totalmente impotente, la bambina
continuò a suonare il campanello della loro porta, piangendo e
urlando. Arrivò il postino, che la ricondusse a casa e chiamò un'am-
bulanza.
Tutto si risolse per il meglio: la madre soffriva di anemia e di
pressione bassa, ma si riprese completamente. Joan aveva associato
il fatto di "dedicare del tempo soltanto a se stessa" a questo doloroso
incidente. La sola emozione che non poteva essere ricondotta a que-
sto incidente era la repressione della sessualità. Riuscimmo a ricon-
durla alla sua vita prenatale; durante il quarto mese di gravidanza, la
madre era stata sottoposta alla prima ecografia.
Quando I'ecografista informò i genitori del fatto che avrebbero
avuto una bambina, suo padre disse: 'Accidenti, avevo sperato che
fosse un maschio!". In qualche modo, lei aveva percepito quella sua
delusione. Joan disse al pubblico presente in sala che finalmente capi-
va perché era sempre stata un "maschiaccio" e perché aveva sempre
odiato tutte le attività tipicamente femminili.
Ecco perché attribuiva così tanta importanza a quel momento
speciale, che la ricaricava emotivamente dopo che I'espletamento di
tutti i suoi compiti di donna l'aveva consumata. Alla delusione di suo
padre aveva collegato la paura del mondo esterno, I'insicurezza e la
frustrazione. Per tutta la vita si era sentita in dovere di dimostrare le
sue effettive capacità, ma si era sempre sentita insicura, dimostran-
do scarsa autostima.
Aveva cominciato a fumare quando era una ragazzina, per sen-
tirsi "parte del gruppo", ed effettivamente, per la prima volta, era stata
accettata. Dopo la morte del padre aveva smesso di fumare, tranne
che per quell'unica sigaretta al giorno. Alla fine, emerse che aveva
un forte senso di colpa dovuta al sollievo che aveva provato dopo la
sua morte per il fatto di non dover più dimostrare di essere degna del-
I'amore di suo padre.
A livello inconscio, infatti, non lo era mai stata soltanto perché
era una donna. Inconsciamente, quell'unica sigaretta era I'ultimo col-
legamento con suo padre, il suo ultimo tentativo di rimanere legata
a lui.
Quando pronunciò le parole "Rinunciare a quest'ultima siga-
retta significa perdere contatto con mio padre!", la sua forza musco-
lare era notevole! Dopo avere integrato le sue emozioni e dopo che la
mente subconscia era riuscita a liberarsi di esse, i suoi muscoli risul-

184 EQUILIBRIO EMOZIONALE


tarono deboli: questo indicava che era riuscita a eliminare quella sua
convinzione inconscia. Si sentiva pervasa in tutto il corpo da un insie-
me di emozioni e cominciò a piangere.
Le persone presenti in sala, che l'avevano ascoltata in silenzio,
sentirono il bisogno di esternare le emozioni suscitate in loro dalla
sua storia: si levarono in piedi e cominciarono ad applaudire per tra-
smettere a Joan la loro empatia.
Non ho più avuto modo di parlare con Joan, ma sono certo che,
da allora, non abbia più fumato. Almeno dieci delle persone presenti
mi hanno contattato, in seguito, per farmi sapere che avevano smes-
so a loro volta, spontaneamente, di fumare.
Lo studio di questo caso ci ha dimostrato che anche il sempli-
ce fatto di tentare di rinunciare a una sola sigaretta può creare com-
plicazioni e che questo non dipende soltanto dallaîorza di volontà o
dalla concentrazione mentale. Laforzadi volontà non è né buona né
cattiva, ma quando la utllizziamo per reprimere le emozioni ci cari-
chiamo di energia prodotta dai radicali liberi che, prima o poi, ci
costerà molto cara.

Che costè I'inversione emozionale


I-linversione emozionale [in inglese, Emotional Switching] si
verifica quando desideriamo qualcosa consciamente, ma, al tempo
stesso, la nostra mente subconscia non è allineata con i nostri desi-
deri. Questa situazione produce un notevole livello di stress nel nostro
corpo, che può essere misurato mediante apparecchiature di bio-feed-
back, analizzatori dello stress vocale, oppure con un semplice test mu-
scolare.
Quando pronunciate un'affermazione che non è congruente con
la vostra mente subconscia, un muscolo perde immediatamente la sua
forza e risulta, quindi, più debole rispetto a prima.
Questo awiene anche quando pensiamo a un obiettivo da rag-
giungere. Ogni volta che pensiamo ai nostri obiettivi senza essere con-
Siruenti, perdiamo una parte della nostra forza.
La prima persona che descrisse questo fenomeno dell'inversio-
ne emozionale fu lo psicologio Roger Callahan, che 1o definì "inver-
sione psicologiica". Callahan è stato un pioniere nel campo dell'appli-
cazione del test muscolare ai problemi emotivi.
Esistono quattro categorie di inversione emozionale, spiegate
qui di seguito.

CAP. 9 EMOTIONAL SWITCHING 185


l. [inversione emozionale totale
(rns - Total Emotional SwitchinÉ)
Si verifica quando un individuo è incongruente a livello incon-
scio con il fatto di essere felice, sano e realizzato e, sempre a livello
inconscio, è congruente con l'essere triste, malato e incapace di ave-
re successo.
Quando una di queste persone dice: "Voglío essere felice, sano
e realizzato", i suoi muscoli si indeboliscono e lo stress pervade
tutto il suo corpo.
I1 solo pensiero di essere felice, sana elo realizzata, la fa sentire
a disagio.
Quando, invece, dice o pensa: "Voglio essere triste, malata e inca-
pace di auere successo", i suoi muscoli rimanSono forti e si sente bene
e in pace con se stessa.
Com'è possibile? Non è meglio desiderare di essere felici e sani
e di avere successo? Perché mai una persona sana di mente dovreb-
be desiderare di essere triste e malata e di non avere successo? Que-
sto è uno dei misteri più complessi della mente umana; non soltan-
to gli esseri umani manifestano questo tipo di atteggiamento, ma
anche tra gli animali awiene un fenomeno analoglo, di cui avrò
modo di parlare in seguito.
I-linversione emozionale è decisamente correlata alf immagine
di noi stessi che è radicata nella nostra mente subconscia. Il concet-
to di "immagine di sé" è il fondamento della personalità umana,
delle convinzioni che abbiamo su noi stessi e, infine, del modo di
reagire agli stimoli interni ed esterni.
I-limmagine che abbiamo di noi stessi può condizionare il no-
stro pensiero in relazione a ciò che può essere bene o male per noi. A
volte determina la nostra possibilità di raggiun$ere o meno i nostri
obiettivi e di realizzare i nostri sogni.
Se riusciamo a trovare il modo di modificare l'immagine di noi
stessi e di aggiornarla, perché ci sia di aiuto anziché di ostacolo, nel
tentativo di realizzare i nostri desideri, trasformeremo la nostra auto-
sconfitta in un successo.
In conseguenza di un'inversione emozionale un individuo può
avere una personalità "orientata al successo" oppure "orientata al
fallimento" o "incline alla felicità" o "incline allatristezza", "tenden-
zialmente sana" oppure "tendenzialmente malata".
Analogamente, esistono persone che sono "soggette a inciden-
ti", le quali fanno cadere in continuazione gli oggetti, rigano la car-

186 EQUILIBRIO EMOZIONALE


rozzeria dell'auto, rompono i piatti, inciampano e si fanno male, e
così via.
Possiamo osservare questa tend,enza anche in alcuni bambini e
le cause sono sempre le stesse. Alcuni riescono a vincere e a modifi-
care la loro immagine di sé, mentre altri non ne sono capaci.
Così, dopo aver subito un intervento di chirurgia plastica si può
osservare che alcune persone restano comunque tristi e infelici, nono-
stante la correzione del loro difetto. Ho eseguito trattamenti su diver-
se persone che si sentivano infelici, come se nulla fosse cambiato dopo
che un intervento di chirurgia plastica aveva eliminato un loro difetto
fisico che le aveva sempre imbarazzate. Queste persone pensavano che
si sarebbero sentite totalmente diverse dopo I'intervento, mentre,
invece, avevano poi avuto I'impressione che nulla fosse cambiato.
Ecco la storia di un caso che può esemplificare questo concetto.
Mary aveva avuto una vita molto triste. Era nata con un naso
deforme e dal momento che i suoi genitori erano poveri non aveva-
no potuto permettersi di pagarle un intervento di chirurgia plastica.
Quando la incontrai aveva quarantaquattro anni, per tutta la vita si
era sempre sentita a disagio ed era molto timida. Nove anni prima la
donna, dopo avere risparmiato per anni, aveva finalmente realizzato
il suo sogno di sottoporsi a un intervento di chirurgia estetica, in
una delle migliori cliniche private di tutta la Germania. Dopo I'in-
tervento il suo naso appariva stupendo: il risultato era dawero stu-
pefacente. Vidi le foto del "prima" e del "dopo" intervento e la diffe-
Yenza era abissale.
Tuttavia, Mary insisteva sul fatto che I'intervento non aveva per
nulla modificato il suo aspetto. Addirittura, sosteneva: ',Sono esatta-
mente come prima, il mio naso non è affatto miglioratol". Le chiesi
che cosa pensavano della sua trasformazione la sua famiglia e i suoi
amici. Rispose che tutti si erano complimentati con lei perché la tro-
vavano stupenda, ma lei non ci credeva e pensava che lo dicessero sol-
tanto per farla stare meglio.
Negava totalmente i cambiamenti awenuti e quando tentai di
farle vedere ciò che era owio, si irritò ancora di più. Allora compresi
che quello che facevo non aveva alcun senso, perché ci avevano già
tentato tutti e senza successo. Mary era così timida che non avrebbe
mai osato guardare qualcuno negli occhi e mi resi conto che doveva
essere questo il punto di partenza per risolvere il suo problema.
Così, sperimentammo alcune affermazioni per verificare la sua
congruenza: 'Amo e accetto me stessa, esattamente per quello che

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHINC 787


sono", "Amo e accetto il mio naso esattamente per come è", "Posso
guardare negli occhi chiunque senza provare vergogna di me stessa!".
Mentre faceva queste affermazioni i suoi muscoli risultavano
debolissimi; cominciai a cercare di scoprire le questioni irrisolte del
suo passato.
Non fu affatto difficile: l'evento che aveva avuto il maggiore
impatto su di lei era awenuto appena dopo la sua nascita.
Dopo essere stata partorita, il medico I'aveva sculacciata e l'a-
veva affidata all'infermiera, che aveva detto: "Mio Dio! che naso
deformel".
Dopo alcuni minuti fu messa tra le braccia della madre, che la
guardò e cominciò a piangere.
Questo fatto le aveva instillato un'opinione negativa di sé: era
convita di essere brutta.
I blocchi emotivi presenti in lei erano: insicurezza, paura, tri-
stezza e stress. Dopo avere risolto e liberato queste emozioni, awen-
ne un miracolo. Mi guardò dritto negli occhi e sorrise. Mi disse: "È
come se mi fossi tolta un peso dalle spalle. Mi sento dawero solleva-
ta. È favoloso!". Tre mesi più tardi, andò al suo primo appuntamento!
Compresi che il cambiamento del suo aspetto esteriore non era
stato supportato da un cambiamento della personalità: così, una parte
di lei era convinta di non essere degna di essere felice e di meritare
la sua infelicità perché la sua bruttezza aveva causato sofferenza a
sua madre.
Questo spiega anche il motivo per cui il "pensiero positivo", per
molte persone, non funziona e perché milioni di persone utilizzano
il metodo delle affermazioni positive senza riuscire a produrre il mini-
mo cambiamento nella loro vita.
Questi metodi possono essere efficaci soltanto se sono congruenti
con I'immagine che ognuno ha di se stesso altrimenti portano a repri-
mere i sentimenti e producono maggiore stress nel corpo.
Per riuscire dawero a trovare l'equilibrio emozionale e il per-
corso che porta all'annullamento di ogni fatica, che ci aiuterà a esse-
re felici senza una ragione precisa, dobbiamo imparare a essere feli-
ci con noi stessi.
Soltanto allora potremo raggiungere la condizione di amore
incondizionato, che è impersonale.
Amore impersonale significa amare per il gusto di amare, senza
trarre alcun vantaggio personale dal sentimento né in base a una
pr ef er enza o a un'affinità personale.

188 EQUILIBRIO trMOZIONALE


Programmazione subconscia
Siamo dotati di una mente subconscia che viene programmata
nello stesso modo incui si compila un software per un computer. eue-
sto concetto deriva dalla cosiddetta scienza cognitiva ed è noto come
funzionalismo.
Il funzionalismo non si occupa di "hardware", della struttura
fisica, sia che parliamo di computer sia che parliamo del nostro cer-
vello, ma stabilisce che le funzioni intelligenti, messe in atto per
raggiungere uno stesso risultato, riflettono un processo di base iden-
tico o simile. Secondo il funzionalismo la mente subconscia sta all'in-
dividuo, come il programma di un computer sta al suo hardware. eue-
sto porta la scienza cognitiva, se considerata dal punto di vista del
funzionalismo, a essere una disciplina a sé stante: infatti, non abbia-
mo bisogno di sapere nulla sulle funzioni del cervello a livello biolo-
giico, per programmarlo. Lunico problema della scienza cognitiva è
rappresentata dal fatto che non tiene conto delle emozioni.
Agendo sulle emozioni, possiamo aggirare la resistenza derivante
da tutte le questioni irrisolte che possono portare al fallimento. Nel
caso di Mary, per esempio, la chirurgia plastica non era stata suffi-
ciente: era necessario neutralizzare I'energia prodotta dai radicali libe-
ri, che era la causa della sua mancata accettazjone del cambiamento
fisico. Se riusciamo a combinare il rilascio delle emozioni con speci-
fiche informazioni in entrata, possiamo riprogrammare la mente sub-
conscia affinché faccia il suo dovere. La mente subconscia è stata crea-
ta per.aiutarci a raggiungere quello che desideriamo.
E come un pilota automatico, che entra in funzione quando la
rotta è stata prestabilita: ci porterà verso qualunque destino sia stato
in essa programmato. Non aspirerà a nulla di meno del successo. Se
successo significa che vogliamo essere infelici, troverà ogni modo pos-
sibile per aiutarci a raggiungere I'infelicità. Quando abbiamo succes-
so, significa che questo era il nostro obiettivo iniziale; se, però, il
nostro scopo consisteva nell'ammalarci, la mente subconscia crea le
circostanze che ci portano a essere malati per realizzarc il nostro obiet-
tivo iniziale. Se, infine, il nostro scopo è di essere felici, essa ci indi-
cherà il Eiiusto percorso da segiuire.
Provate a pensare adesso ai vostri "successi": verificate se c'è
un particolare settore nel quale il vostro successo dipende dal rag-
giungimento di ciò che non volete. Questo potrebbe dipendere dal
fatto che siete stati programmati per raggiungere proprio quello che
non volete.

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 189


Sabotaggio della salute
Dolori, incidenti, interventi chirurgici per asportare organi (cisti-
fellea, tonsille, appendice, polmoni, stomaco, tumori benigni o mali-
gni, polipi ed altre forme di crescita), fratture ossee, cicatrici, invec-
chiamento precoce, debolezza del sistema immunitario, malattie
autoimmuni, diabete, ipertensione, infezioni, sindrome da fatica cro-
nica, allergie, rigidità degli arti, perdita dell'udito, della vista eccete-
ra. Questo elenco può prolungarsi all'infinito. Dovreste inserirvi in
questa lista se soffrite di qualche affezione cronica, se siete stati sot-
toposti a interventi chirurgici e se avete frequentato gli studi medici
più spesso di quanto riusciate a ricordare.
Se la vostra salute non è vibrante, è probabile che stiate sabo-
tando voi stessi in questo settore. Se fumate, bevete più di due bic-
chieri di alcolici al giorno, superate il vostro peso forma di più di sei
chili, non fate ginnastica, non avete mai praticato la meditazione, lo
yoga, il Tai Ch'i o il Qi Gong, è probabile che siate preda di un'in-
versione emozionale rispetto alla salute.

Sabotaggio del rapporti personali


In questo caso il problema fondamentale è rappresentato dal fat-
to che attirate persone che vi rendono infelici. Alcuni autori le defi-
niscono persone tossíche, ma io credo che non esistano persone tos-
siche. Lasciatemi spiegare questo concetto in altro modo: il livello di
stress che può trasmettervi una persona (che è tossica per uoi) è equi-
valente al livello di stress che voi le consentite di trasmettervi di esse-
re tossica per uoi).
Se cambierete, noterete che:

l. Attirerete altri tipi di persone verso di voi.


2. Le persone tossiche non saranno più tossiche per voi, oppure
cambieranno anche loro e forse scoprirete che, in realtà, la loro
tossicità dipendeva soltanto da voi.

Le persone tossiche sono quelle che vi disturbano, non vi sosten-


gono, pretendono molto da voi, vi soffocano, hanno un atteggiamen-
to paternalista, abusano di voi, non vi prestano attenzione, vi criti-
cano in continuazione, non sono affettuose e vi danno per scontati.
Se abitualmente vi sentite infelici e pensate di dovervi accontentare
di ciò che avete perché non ci sono altre possibilità, o perché pensa-
te di non meritare di essere felici o che la vita è crudele, allora siete

190 EQUILIBRIO EMOZIONALE


davanti a una probabile manifestazione della vostra inversione emo-
zionale rispetto alla felicità.

Sabotaliliio della situazione finanziaria


Non riuscite ad arrivare a fine mese con il vostro stipendio, ritar-
date i pagamenti, non riuscite a risparmiare o a investire, né a man-
tenere un posto di lavoro. Non avete mai abbastanza soldi, ne date agli
altri senza tenerne per voi stessi. Acquistate biglietti della lotteria con
la speranza di fare il "colpo grosso". I problemi finanziari sono all'or-
dine del giorno nella nostra società: molte persone spendono l,inte-
ro stipendio e non riescono a fare diversamente; altri fanno due o
più lavori per riuscire a fare quadrare il bilancio e altri ancora, pur
avendo un ottimo impiego, vivono al di sopra delle loro possibilità.
La maggior parte delle persone ha un rapporto di odio-amore con il
denaro. Le possibilità di sabotaggio sono numerose se nella nostra
mente subconscia siamo convinti del fatto che il denaro sia I'origine
di tutti i mali e non possa dare la felicità e di molte altre incongruen-
ze di questo genere. Il denaro è un'energia, e il fatto di non averne a
sufficienza produce stress, che a sua volta assorbe la nostra energia. Si
crea così un ciclo vizioso, che possiamo modificare soltanto quando
riusciamo a modificare la nostra programmazione subconscia rispet-
to al denaro.

Sabotaggio totale
Si verifica quando siete programmati per fallire a tutti i livelli
dell'esistenza. I vostri rapporti personali non funzionano, avete pro-
blemi finanziari, di salute e non vedete una via d'uscita. Magari avete
partecipato a qualche seminario sulla motivazione (quelli che io
chiamo seminari per sentírsi momentaneamente bene), avete con-
sultato medici e psicologi, praticato la meditazione, letto libri e ascol-
tato nastri di "auto-aiuto", ma il tutto con risultati di breve durata o,
addirittura, senza alcun risultato. Arrivate quasi sempre alla medesi-
ma conclusione: "La vita è dura, io sono un fallimento, non ho alcun
talento, non sono nato fortunato, non riesco a fare nulla di buono,
faccio quello che faccio soltanto perché non c'è alternativa,', e così
via. Probabilmente, spesso tendete a rimandare e siete pieni di auto-
commiserazione: tutto questo rientra nel quadro di una evidente inver-
sione emozionale. A questo punto dovrebbe essere abbastanza chiaro
per voi in quale di queste categorie rientri il sabotaggio che state
attuando nei confronti di voi stessi. Non dovete sentirvi depressi se

CAP. 9 EMOT]ONAL SWITCHTNC 191


scoprite di rientrare in più di una di esse o addirittura in tutte: que-
sto è piuttosto comune e, comunque, la soluzione è facile ed effica-
ce. Si tratta di una manifestazione della vostra programmazione sub-
conscia e dell'immagine che avete di voi stessi. Ancora una volta vi
chiedo di rispondere, con la massima onestà, alle seguenti domande
e di prendere appunti nel vostro diario perché tutto questo cambierà
la vostra vita in modo drammatico.
Quali sensazioni provate rispetto alla vostra vita? Vi sentite a
vostro agio quando affermate: "Ho un enorme successo!"? Che cosa
di quello che accade nella vostra vita vi fa sentire bene? Quali sono
le cose che vi frustrano, vi irritano o vi procurano stress? Vi piace
quasi sempre quello che fate? Vi svegliate pieni di entusiasmo e con
il desiderio di andare avanti? Come vanno le vostre finanze? Siete con-
tenti di ciò che avete? Come vanno i vostri rapporti personali (moglie,
figli, amici, famiglia)? Avete molti rapporti personali che vi procura-
no stress? Fanno parte della vostra vita persone tossiche? Come
avete vissuto la vostra giovinezza e l'infanzia? Quando pensate ai vostri
genitori vi sentite felici e in pace? Vi sentite felici, sani e fortunati?
Se qualcuna di queste domande vi ha messo a disagio o vi ha
causato stress, è perché ha toccato questioni che possono provocare-
la vostra inversione emozionale e assorbire la vostra forza vitale.
Forse avete perso contatto con i vostri sentimenti o siete in preda
alla negazione; si tratta certamente di questioni sulle quali occorre
intervenire. I-linversione emozionale procura molto dolore, sofferen-
za, infelicità e una sensazione di inadeguatezza.

Parole chiave dell'inversione emozionale


Sono soprattutto tre le parole chiave che vi capiterà di sentire
pronunciare da chi è in preda all'inversione emozionale: dourei, for-
se ele varie forme del verbo cercare. Queste persone dicono frasi del
tipo: "Dovrei avere magigiore cura della mia salute". "Dovrei fare gin-
nastica", "Cercherò di smettere di fumare", "Forse domani comincerò
una dieta". Altre persone adducono scuse diverse per i loro insucces-
si e dicono frasi del tipo: "Non ho abbastanzaforza di volontà", "So-
no come sono, non sono perfetto", "Sono troppo pigro, sono sempre
stato così", "Bisogna pure morire di qualcosa", "Non credo che sarò
mai felice, indipendentemente da quello che faccio".
Vediamo ora quali problemi possono causare queste tre parole,
che vengono normalmente utilizzate dalle persone che vivono un'in-
versione emozionale. Cominciamo con la parola forse.

792 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Quando diciamo forse non ci impegniamo; lasciamo aperta
ogni porta, per non fare quello che dobbiamo fare. Ce la prendiamo
comoda e, quindi, non possiamo fallire.
Si tratta di una sconfitta in partenza e raramente questo attegi-
giamento può portare al successo.
Forse è una parola che produce stress a livello della mente sub-
conscia e, di per sé, impedisce di prefissare un obiettivo che la nostra
mente possa raggiungere; significa che, se abbiamo altre priorità, non
intraprenderemo alcuna azione.
Il verbo cercore è molto simile. Non si può cercare di fare qual-
cosa e avere successo. Cercore non significa agire, ma farlo soltanto
a livello mentale. Facciamo un esempio. Cercate di leggere la prossi-
ma frase: Se state leggendo questo frase, non state cercando; toma-
te indietro e cercate di leggerla dì nuouo! Vedete, se cercate di fare
qualcosa e lo fate, non state più, cercando, ma lo state facendo. Non
potete cercore di fare qualcosa e farla: è impossibile.
Quindi, fate un grosso favore a voi stessi ed eliminate la parola
cercare dal vostro vocabolario; è semplicemente una delle numerose
parole che causano stress alla vostra mente subconscia. Ecco qual è
la madre di tutte le parole negative: dourei.
Dourei è forse la peggiore delle tre, perché ogni volta che dicia-
mo doureí è come se ci sparassimo a un piede. La parola dourei
implica il fatto che ci manca qualcosa, che non siamo adeguati o che
siamo stati inadeguati in passato, o che lo saremo in futuro.
È la conferma al fatto che siamo inadeguati perché siamo quel-
1o che siamo. Sarebbe meglio sostituire questo dourei con un potrei,
che ci lascia maggiori possibilità di scelta.
Ogni volta che usiamo le espressioni dourei e forse e le diverse
forme del verbo cercare, ci sabotiamo e non siamo leali con noi stes-
si: non facciamo realmente una scelta e, pertanto, lasciamo la porta
aperta al sabotaggio e al "rimandare".
Alla base di tutto ciò c'è l'immagine negativa che abbiamo di noi
stessi, owero di "non essere abbastanza buonil". In altre parole, cre-
diamo di non essere degni d'amore e rifiutiamo noi stessi sabotando
così i nostri traguardi e obiettivi. Ecco perché il "pensiero positivo" e
le affermazioni positive non possono funzionare quando sono incon-
gruenti con l'immagine di sé.
Come ci costruiamo un'immagine negativa di noi stessi? Deri-
va dal nostro modo di interpretare le informazioni ricevute in passa-
to. Per esempio, se vostro padre vi avesse detto: "John, non mi piace

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 193


come ti comporti", avreste potuto pensare di essere cattivi, dal momen-
to che vostro padre non approvava il vostro comportamento.
Per un bambino è molto difficile definire una distinzione tra
comportamento e identità. Così, John pensa di non essere una per-
sona deSna di amore perché suo padre lo odia. Questo può tradursi
in realtà. Llimmagine che abbiamo oggi di noi stessi e la relativa auto-
stima sono il risultato del modo in cui abbiamo "vissuto" le nostre
esperienze (la nostra realtà emotiva) e non delle intenzioni sottostanti
o di ciò che realmente è accaduto. Quindi, dobbiamo modificare la
realtà emotiva, eliminando la connotazione negativa che le abbiamo
attribuito. Dobbiamo dare un nuovo significato al nostro passato, cam-
biando, in questo modo, la nostra esperienza del "presente".
Non è leggendo questo libro che scoprirete il segreto per cam-
biare la vostra vita, ma mettendo in pratica il suo contenuto e appli-
cando le relative informazioni alla vostra realtà. Il primo passo consi-
ste nelf individuare le problematiche della vostra esistenza sulle quali
occorre intervenire e delle quali conviene prendere nota. Il secondo
passo consiste nel lavorare su voi stessi eseguendo, come vi sarà chie-
sto di fare, alcuni esercizi.
Occorrono da tre a quattro settimane perché si cominci a in-
travedere un reale cambiamento nella propria esistenza.
Eventuali aspettative in relazione a un più rapido raggiungi-
mento dei risultati desiderati sono ottimistiche, ma non realistiche.
Tenete per voi ogni giudizio e utilizzate gli strumenti descritti
per almeno tre settimane: è questo il periodo di tempo necessario
per modificare un'immagine negativa di sé e per affrontare l'inver-
sione emozionale e il sabotaggio.
Riuscire o meno a trasformare I'immagine negativa di se stessi
in un'immagine costruttiva determinerà successo o fallimento, one-
stà o disonestà, amore o paura, infelicità o felicità. Potrà aiutarvi a
recuperare un matrimonio che sta andando in pezzi; a dare nuova
carica alla vostra vita e alla vostra carriera; a trasformarvi da vittime
in vincenti. Riuscire a creare un'immagine positiva di sé, ci consen-
te di distinguere tra libertà emotiva e il fatto di essere ostaggi delle
proprie emozioni.

Il selreto per interrompere il ciclo di autosabotali$io


Che noi ce ne rendiamo conto oppure no, abbiamo tutti un'im-
magine subconscia di noi stessi. Si tratta di una rappresentazione det-
tagliata di ciò che crediamo di essere.

t94 EQUILIBRIO EMOZIONALE


È il risultato finale di tutta la programmazione e dei condizio-
namenti accumulati durante la nostra esistenza, anzi, se ci credia-
mo, di molte esistenze.
Il nostro karma e il nostro dovere consistono nell'aggiornare i
dati in nostro possesso e nell'eliminare dal programma tutti quelli
che, in base alla nostra attuale coscienza e conoscenza, non ci servo-
no più. Dal momento che avete letto questo libro fino a questo pun-
to, dovreste ormai essere consapevoli del fatto che noi siamo esseri
limitati. Tutte le nostre limitazioni derivano dalle questioni irrisolte
che abbiamo scelto di conservare in noi.
Abbiamo scelto di credere alle bugie raccontate da genitori, com-
pagni, insegnanti e altre cosiddette "voci autorevoli". Siamo stati indot-
ti a credere di essere pecore, mentre, in realtà, siamo nati leoni. Abbia-
mo imparato a belare, anziché a ruggire. Abbiamo attinto all'illusio-
ne della realtà materiale, erché siamo persone pentasensoriali e non
multisensoriali.
Abbiamo scelto di credere di non essere destinati ad avere suc-
cesso, di non essere degni d'amore, di non valere nulla, di non meri-
tare nulla e di non essere attraenti. Siamo riusciti a confinarci ai
livelli più bassi della felicità, anziché cercare di raggiungere la felicità
incondizionata. Non siamo riusciti a liberarci delle umiliazioni, dei
fallimenti e della sensazione di essere rifiutati dagli altri. Abbiamo
dimenticato di essere responsabili del nostro destino e di essere spi-
riti immortali, senzaalcuna limitazione, perché provenienti dalla fonte
divina dell'amore, e di essere qui sulla terra, perché abbiamo scelto di
cercaye il modo di trascendere le limitazioni imposte dalla nostra natu-
ra terrena. A questo punto siamo pienamente consapevoli dell'essere
meraviglioso, prigioniero della creazione della nostra immaginazione,
e possiamo passare al livello di consapevolezza successivo, per co-
minciare a creare quel tipo di immagine di noi stessi che ci porterà
automaticamente al successo, alla salute, alla longevità e alla felicità.
Ecco alcuni concetti fondamentali che è meglio comprendere
prima di procedere.
Confruenza. Tutto ciò che fate, percepite o pensate, è sempre
congruente con l'immagine che avete di voi stessi. Siete programmati
per essere in un certo modo, che vi piaccia oppure no e, quindi, vi
comportate di conseguenza. Se siete emozionalmente dissociati rispet-
to al successo, troverete un modo dopo I'altro per rimanere congruenti
con la vostra personalità "orientata al fallimento". Saboterete il vo-
stro successo in ogni modo possibile.

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING r95


Un esempio: rimanete bloccati in un ingorgo stradale, mentre
vi recate a una importante riunione. Owiamente, pensate di non pote-
re intervenire in alcun modo su un ingorgo stradale, soprattutto quan-
do imprevisto.
Oppure, potete ammalarvi alf improwiso, o subire un inciden-
te o dimenticarvi completamente di quella importante riunione.
Se l'immagine che avete di voi stessi è quella di "vittima", atti-
rerete nella vostra esistenza (owero "creerete") situazioni che dimo-
streranno 1'esattezza delle vostre convinzioni. Troverete persone che
abuseranno di voi, vi deruberanno ecc. finché non modificherete quel-
I'immagine. Se riusciremo a comprendere che siamo delle ricetra-
smittenti biologiche, potremo renderci conto di essere vere e proprie
calamite per le persone e le situazioni che risultano congruenti con
I'immagine che abbiamo di noi stessi.
Siamo noi stessi gli autori di profezie che sicuramente si rea-
lizzeranno; così, se non ci sentiamo attraenti, faremo di tutto per crea-
re una realtà che confermi questa nostra convinzione.
Ma questo concetto va ben oltre: se non crediamo di essere degni
di amore, il cervello elimina tutti i messaggi che affermano il con-
trario.
Ecco un esempio. Durante uno dei miei seminari una delle par-
tecipanti si rivolse a me perché aveva bisogno di un aiuto personale.
I1 suo problema era costituito dal timore che nessuno I'amasse, inclu-
si il marito e i figli. Quando le chiesi perché mai avesse sposato una
persona che non l'amava, mi rispose. "Alf inizio tutti mi amano, ma
subito dopo perdono ogini interesse!".
Chiesi il suo consenso per portarla sul palco di fronte al pub-
blico, in modo che tutti potessero imparare qualcosa dalla sua situa-
zione. Anche suo marito fu invitato a salire sul palco. Gli chiesi di
dirle che I'amava. Subito i muscoli della donna risultarono indeboli-
ti, e questo indicava lo stress prodotto da quell'affermazione. Poi gli
dissi di limitarsi a guardarla con amore e di collegarsi interiormente
all'amore che provava per lei. Ancora una volta i muscoli della donna
evidenziarono un'immediatareazione di stress. Allora chiesi a1 mari-
to di dirle che non I'amava. A questo punto i muscoli della donna risul-
tarono forti e questo dimostrava che la sua mente subconscia accet-
tava il messaggio, senza opporre resistenza.
Allora chiesi al marito di mostrarsi arrabbiato e irritato nei
confronti della moglie, senza dire nulla; la forza muscolare della donna
dimostrava che anche quell'atteggiamento la faceva sentire a suo a$io.

196 EQUILIBRIO EMOZIONALE


In altre parole, era emozionalmente dissociata rispetto al fatto di esse-
re amata. Ebbi modo di scoprire che quando lei aveva tre o quattro
anni le era nata una sorellina e le attenzioni di tutti si erano con-
centrate sulla neonata. A quel punto lei si era rinchiusa in se stessa,
perché pensava che suo padre amasse sua sorella più di lei; da quel
momento non volle più andargli in braccio e rifiutò le sue "coccole',.
Il padre si sentì, a sua volta, respinto dalla figlia maggiore e concen-
trò le sue attenzioni sulla figlia minore.
Questa situazione aveva creato un blocco emotivo costituito da
amàrezza, gelosia, scarsa autostima, risentimento e dolore.
Dopo avere tenuto con lei una seduta di perdono, perché perr
dosse sua sorella e suo padre, la sua inversione emozionale scompar-
ve. Ciò produsse effetti notevoli sul suo matrimonio e sulla sua vita in
Sienerale. Ora la donna ha più fiducia in se stessa ed è più sicura di sé.
In conclusione, è importante essere costantemente alla ricerca
della conferma dell'immagine di noi stessi per renderla più forte e
creare, quindi, una spirale negativa o positiva. Ho notato che spesso,
quando un paziente riesce a crearsi un'immagine positiva di sé, si
modificano miracolosamente la fiducia in se stessi, la carriera, i rap-
porti personali, la salute eccetera.
Paura e accettazione. Uimmagine che abbiamo di noi stessi
produce un'inversione emozionale perché, tutte le volte che deside-
riamo qualcosa che non è congruente con questa nostra immagine
di noi stessi, si scatena immediatamente una reazione di paura. La
paura deriva dal fatto di desiderare qualcosa che non è bene per noi,
perché non è congruente con la nostra immagine di noi stessi.
Per esempio, se vogliamo essere ricchi, ma la nostra immagine
di noi stessi è quella di non meritare alcuna ricchezza,la mente sub-
conscia troverà il modo di rendere spaventoso il fatto di essere ricchi:
perderemmo i nostri amici o piaceremmo aSli altri soltanto per i nostri
soldi. Se fossimo ricchi, "gli altri" cercherebbero di derubarci.
Riusciremmo a individuare molte altre ragioni per le quali nes-
suna persona sana di mente vorrebbe essere ricca.
E per quanto riguarda la salute?
La salute può essere associata all'assunzione di responsabilità,
al fatto di doversi recare al lavoro, di non ricevere attenzione, di dover
essere sempre forti. La malattia potrebbe essere vista come evento pia-
cevole, in quanto implicherebbe il fatto di essere oggetto di atten-
zione, amore, rispetto, cura, ammirazione eccetera. Se da bambini
avete ricevuto attenzioni, soprattutto quando eravate ammalati, e avete

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 197


collegato la malattia al piacere derivante dal fatto di non andare a
scuola, a livello inconscio potreste aver collegato il fatto di essere
ammalati a una possibilità di divertimento, e aver pensato che i1
fatto di essere sani sia negativo.
A questo punto, è possibile che pensiate: "D'accordo, può darsi
che sia così per la salute e la ricchezza, ma come può qualcuno desi-
derare di essere infelice?"
Anche il fatto di essere felice può essere associato a sensazioni
spiacevoli. Possiamo avere la sensazione di non poter essere felici per-
ché tante persone nel mondo soffrono e questo ci fa sentire in colpa.
Magari crediamo di non meritare di essere felici perché siamo
persone cattive; oppure, crediamo che essere felici significhi non dimo-
strare empatia o rispetto per gli altri.
Alcune persone hanno associato un tale dolore al fatto di esse-
re felici che non riescono a divertirsi o a provare piacere.
Una psicologa, Janet Hranicky, ha studiato la personalità di
centinaia di ammalati di cancro e ha scoperto che molti di loro for-
mulavano associazioni negative con la felicità.
Ha definito questo fenomeno "congelamento del piacere". In
altre parole, possiamo temere ciò che desideriamo quando riteniamo
a livello subconscio che esso non sia adatto all'immagine che abbia-
mo di noi stessi.
Una delle tecniche che utilizzeremo consisterà nell'accettare il
fatto che forse non saremo mai felici, ricchi e pieni di salute. Nes-
suno vuole ammetterlo, ma se accetteremo il fatto che potremmo
non ottenere mai ciò che desideriamo, annulleremo il sabotaggio al
quale ci esponiamo quando stabiliamo i nostri obiettivi. Se ammet-
tiamo la possibilità di un fallimento, questo non ci procurerà ulte-
riore stress e potremo utllizzare I'energia, che avremmo sprecato per
la paura, per cercare di raggiungere il successo. "lo accetto e amo
me stesso, anche quando fallisco" è I'affermazione che permette di
cambiare la paura in potere. Più avanti, avremo modo di approfon-
dire questo aspetto.
IJimmagine di se stessi può essere riprolirammata. La
buona notizia è rappresentata dal fatto che chiunque, a qualsiasi età,
può modificare la sua immagine di sé e raggiungere, così, la pace della
mente. Bisogna lavorare sulla causa, non sui sintomi. I sintomi sono
il fallimento, la malattia, f infelicità e la consapevolezza della po-
vertà; la causa è l'immagine negativa di se stessi. Lequilibrio emo-
zionale è raggiungibile soltanto se partiamo dal fattore causale.

198 EQUIL]BRlO EMOZIONALtr


Il "pensiero positivo" non è sufficiente se non modifichiamo la
nostra immagine di noi stessi. Occorre creare un'immagine di sé che
sia congruente con i propri traguardi, valori e impegni. euindi basterà
porsi una semplice domanda; "Che tipo di immagine di noi stessi dob-
biamo avere per riuscire a realizzare gli obiettivi della nostra esi-
stenza?"
Per vivere una vita "alla grande", dobbiamo avere un,immagine
di noi stessi che sia congruente con le nostre credenze. Dobbiamo
credere in noi.
Pertanto, dovremo riprogrammare la nostra mente subconscia
con un "software" scelto da noi, che ci consentirà di avere successo.
Avremo così un nuovo modo di pensare, nuove immagini e nuove sen-
sazioni che saranno congruenti con la nostra nuova immaEiine di noi
stessi.
Uinuersione emozionale totale può essere semplicemente neu-
tralizzatautilizzando poche affermazioni positive e trattando allo stes-
so tempo alcuni punti previsti dalla tecnica dell'Equilibrio Emozio-
nale.
Di questa procedura parleremo alla fine di questo capitolo.
Il problema reale, però, è costituito dal fatto di non amare abba-
stanzo se stessi. Sentiamo di non essere abbastanza buoni, merite-
voli e degni. Tutto questo non ha senso ed è giunto il momento di
cambiare radicalmente prospettiva e di cominciare una nuova vita.

2. Uinversione emozíonale specifica


(sns - Specific Emotional SwitchinÉ)
Questa è la seconda categoria di sabotaggio di quello che real-
mente desideriamo, ma non ha la stessa portata delf inversione emo-
zionale totale. Possiamo essere totalmente congruenti con la felicità,
la salute e la ricchezza, ma, comunque, sabotare noi stessi in alcune
aree specifiche.
Mentre I'inversione emozionale totale porta a vivere una vita
caratterizzata da depressione, fallimento e cattiva salute, I'inversione
emozionale specifica colpisce soltanto alcune aree.
Magari abbiamo successo nella carriera e il nostro tenore di
vita è altissimo, mentre il sabotaggio è totale nel settore dei rappor-
ti personali, del matrimonio, della salute, della dieta, dello stile di vita
o della crescita spirituale. Owiamente, è possibile anche avere suc-
cesso nelle altre aree, come il matrimonio e la salute, ma essere costan-

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 199


temente nei guai per quanto riguarda il punto di vista finanziario. A
volte sembra che alcune persone siano persegluitate dalla sfortuna, ma
in realtà la fortuna o la sfortuna non c'entrano affatto.
Il seguente episodio può darvi un'idea di come vanno le cose
nella vita reale.

Storia di un caso: n. I - Inuersione emozionale specifica


Incontrai Joseph durante un volo da Amsterdam ad Atlanta: stavo
tornando da un giro di conferenze e seminari che era durato inin-
terrottamente due settimane, in Italia e Olanda. Di solito viaggio in
business class; dopo avere dormito un'ora o poco più, mi svegliaro-
no per il pranzo.
Joseph, seduto di fianco a me, non mangiava: guardava fisso di
fronte a sé, con I'espressione di chi aveva subìto una sconfitta. Era
un giovane di bell'aspetto sui venticinque anni. Gli chiesi se ci fosse
qualcosa che non andava nel cibo e mi rispose, "No, è soltanto che
non mi sento bene, le cose non vanno troppo bene per me".
Provavo una certa simpatia per quel giovane e così cominciai a
fargli qualche domanda per capire se potevo in qualche modo aiutarlo.
La sua storia era dawero interessante. Aveva ventiquattro anni e i suoi
genitori erano morti in un incidente automobilistico, quando lui aveva
solo otto anni. Per uno strano scherzo del destino, quella sera lo ave-
vano lasciato a casa con la governante e, nonostante le sue rumoro-
se insistenze perché anche loro rimanessero a casa, non gli avevano
dato retta. I genitori erano molto ricchi e gli avevano lasciato quasi
cinque milioni di dollari in un fondo fiduciario, oltre a diverse pro-
prietà immobiliari il cui valore ammontava ad altri quattro milioni
di dollari circa.
Al compimento del diciottesimo anno di età egli fu libero di inve-
stire quel denaro nel modo in cui voleva. Si rivolse a un consulente
finanziario affidabile e investì il suo denaro in borsa.
Poco tempo dopo, il mercato azionario crollò e Joseph perse due
milioni di dollari nel giro di una sola notte. A questo punto, ritirò
tutti i suoi soldi e li investì in Svizzera, in alcune proprietà immobi-
liari. Dopo poco più di un anno, aveva perso un altro milione di dol-
lari e ormai gli rimanevano solo gli ultimi due milioni. Seguendo il
consiglio di un nuovo consulente finanziario, investì una parte del
denaro in cavalli da corsa e in un ristorante ben awiato. Con questo
nuovo investimento perse la metà dei suoi soldi e per fare un ultimo
tentativo era volato ad Amsterdam, per parlare con una tra le più cono-

EQUILIBRIO EMOZIONALE
sciute e valide società di investimento. Il suo aspetto era così cupo
perché si era appena sentito dire che per recuperare le sue perdite
sarebbero occorsi da otto a dieci anni. Stava considerando la possibi-
lità di vendere tutte le sue proprietà immobiliari, anche se lattuale
andamento del mercato non gli avrebbe permesso di realizzare gran-
di guadagni. Riteneva di essere nato sfortunato: prima per la perdita
dei suoi genitori e ora per il fatto che stava per perdere tutto il suo
patrimonio. Gli dissi che facevo ricerche sul modo in cui la nostra
mente subconscia agiva, e cioè come una specie di pilota automati-
co, indirizzato dalle nostre convinzioni inconsce, e che ritenevo che
fosse possibile modificarne la programmazione. Gli dissi che lo avrei
aiutato volentieri e che prevedevo che nel suo caso ci sarebbero
voluti al massimo venti o trenta minuti. Non aveva nulla da perdere
visto che, in ogni caso, saremmo rimasti bloccati su quell'aereo per
almeno sei ore, così, alla fine, accettò.
Cominciai a studiare la sua mente subconscia attraverso il test
muscolare. I suoi muscoli risultavano forti mentre pronunciava le
seguenti affermazioni (e questo indicava che era congruente a livel-
lo subconscio): "Voglio essere sano", "Voglio avere successo',.
I muscoli risultavano, invece, deboli quando faceva le seguenti
affermazioni (e questo indicava che era incongruente a livello sub-
conscio): "Voglio fare soldi", "Voglio essere fortunato,', ,,Vo$lio esse_
re felice". Per contro, la sua forza muscolare era notevole quando face-
va le seguenti affermazioni (e questo indicava che erano vere per
lui): "Voglio perdere tutti i miei soldi", "Voglio avere sfortuna", ,,Voglio
essere infelice".
A questo punto avevo conquistato I'attenzione di Joseph che
era rimasto letteralmente allibito per il risultato del test.
"Che cosa mi sta succedendo? Com'è possibile?" mi chiese con-
fuso. "Cerchiamo di individuare la vera causa di tutto ciò" fu la mia
risposta e proseguimmo con i test.
I-lassistente di volo, passando, osservava questi due individui che
facevano cose strane. Quando sottopongo una persona al test musco-
lare, devo chiederle di formare il cosiddetto ,,anello a O,', owero di
collegare la punta del pollice di una mano con la punta dell'indice, o
dell'anulare della stessa mano. Dopo, uso tutta la mia forza per testa-
re la forza muscolare di questo "anello a O" mentre la persona sot-
toposta al test pronuncia le frasi che le suggerisco.
Effettivamente, può apparire strano agli occhi di chi osserva e
non sa che cosa sta succedendo!

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 201


Cominciai a ricercare le sue emozioni irrisolte, rispetto al desi-
derio di avere successo in campo finanziario e di essere felice. Il
risultato fu il seguente: senso di colpa, dolore, abbandono, scarsa auto-
stima e incapacità di perdonare. Queste emozioni non si erano mai
risolte dopo la morte dei suoi genitori.
In realtà, egli biasimava se stesso perché non era riuscito a
convincerli a rimanere a casa con lui, quella disgraziata sera: si sen-
tiva colpevole della loro morte e, perciò, non meritava di ereditare il
loro denaro. Era totalmente incapace di perdonare se stesso e si sen-
tiva abbandonato da Dio; questo aumentava la sua già scarsa autosti-
ma e il suo dolore.

La mente subconscia e il campo morfofienetico


Da questo racconto possiamo dedurre che la mente subconscia
contiene alcuni dati dei quali non siamo consapevoli.
Questo sembra dimostrato dal modo in cui Joseph riusciva a
selezionare proprio quei consulenti finanziari che, pur godendo di
ottima fama, 1o spingevano a fare scelte che gli facevano perdere i suoi
soldi, quasi fossero ingranaggi di una cospirazione cosmica destina-
ta ad aiutarlo a raggiungere il suo scopo consistente nel perdere tut-
ti i suoi averi.
È anche possibile che la mente subconscia di Joseph possedes-
se la magica capacità di influenzare il valore delle proprietà immobi-
liari, in modo tale che ciò che possedeva si svalutasse, oppure di con-
dizionare i cavalli da corsa normalmente vincenti a diventare perdenti
o, ancora, di fare in modo che i clienti abituali di un ristorante non
1o frequentassero più.
Inoltre, è possibile che entrambe le cose fossero vere: una certa
dote di chiaroveggenza per sapere come investire e perdere denaro
accompagnata dalla capacità di influenzare il mondo esterno, perché
gli offrisse quello che realmente desiderava.
Naturalmente, la quarta possibilità è costituita dal fatto che si
trattasse di pure coincidenze, che nulla avevano a che fare con Joseph.
Alcune persone preferiranno credere a quest'ultima alternativa, per-
chéterrorizzate dall'idea che possiamo essere dotati di una mente sub-
conscia così potente, che non lascia nulla di intentato per raggiun-
gere i nostri traguardi subconsci e usa la sua conoscenza della fisica
quantistica per concretizzare e creare situazioni favorevoli al rag-
giungimento del nostro obiettivo.

202 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Si tratta di un incredibile meccanismo di successo che non può
essere paragonato a nulla di ciò che è conosciuto.
Sì, esiste dawero una cospirazione cosmica, che si rivela quan-
do la coscienza collettiva si mette al lavoro per creare le circostanze
che aiutano il karma di ognuno di noi.
Quindi, o ci assumiamo la nostra responsabilità e cominciamo
a sfruttare questa cospirazione cosmica, oppure continuiamo a igno-
rarla e a credere al fatto che siamo semplicemente vittime o esseri
fortunati, a seconda se le cose ci vanno male o bene.

Storia di un caso: n, 2 - Inversione emozionale specifica


Pete appariva fortemente a disagio per quello che mi aveva appe-
na confidato e si fissava i piedi. Lily, la sua fidanzata, sembrava inve-
ce perfettamente a suo agiio in quella situazione e mi guardava come
se fosse un gliudice che doveva "prendere le parti" di uno o dell'altro.
Pete mi aveva detto che lui e Lily si frequentavano ormai da due anni
e che per riuscire ad avere rapporti sessuali con lei, doveva sempre
insistere. Durante il rapporto Lily rimaneva sdraiata sulla schiena,
lasciando che lui la usasse, senza partecipazione e senza dimostrare
il minimo piacere. Lui aveva ventisei anni e lei venticinque.
Entrambi dicevano di amarsi e di volere rimanere insieme. I-tu-
nico problema era rappresentato dal fatto che a Lily non piaceva fare
sesso; lo faceva esclusivamente per non dispiacere Pete. Pete mi aveva
visto in un programma televisivo e aveva fissato un appuntamento.
"Ci deve essere una ragione per cui Lily prova una tale awer-
sione per il sesso" dissi, "La sottoporrò a un test e cercheremo di
scoprire qualcosa, ma prima vorrei chiedere a Lily, sei mai stata vit-
tima di molestie sessuali, di abusi fisici o sessuali, o vittima di ince-
sto?". La donna rispose negativamente e I'unico altro sintomo in lei
evidente, era che da due anni non aveva più il ciclo mestruale. prima
di allora, per un periodo di sei o sette anni, aveva comunque avuto
un ciclo molto irregolare. Le era capitato di avere le mestruazioni sol-
tanto quattro volte l'anno.
Cominciai ad eseguire su di lei il test per stabilire se ci fosse
un'inversione emozionale e Lily risultò congruente con le seguenti
affermazioni (e questo indicava che la sua mente subconscia concor-
dava con lei!): "Voglio essere sana, felice e avere successo", "Voglio
avere un buon rapporto".
Risultò incongruente con le seguenti affermazioni (e questo indi-
cava che la sua mente subconscia non concordava con lei): "Voglio

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 203


essere in grado di godere del sesso", "Voglio fare sesso con Pete".
Risultò congruente con le seguenti affermazioni: "Voglio smettere di
fare sesso con Pete", "Voglio essere infelice quando faccio sesso".
Pete era rimasto senza parole nel vedere e ascoltare quello che
succedeva e seguiva attentamente tutto quello che facevamo.
Le emozioni che affiorarono erano: dolore, disperazione, tri-
stezza, ferite, vulnerabilità, senso di colpa, disgusto.
Era accaduto qualcosa, quando Lily aveva diciotto anni, che I'a-
veva sconvolta e aveva provocato la repressione di queste emozioni.
Le chiesi se sapesse che cosa era accaduto nove anni prima. Scoppiò
a pianglere e non riuscì a smettere prima che fossero trascorsi cinque
minuti. Poi cominciò a raccontare la sua storia in modo frammenta-
rio. Quando aveva diciotto anni era rimasta incinta. 11 suo ragazzo era
un suo compagno di scuola, che aveva la sua stessa età e di cui lei
era molto innamorata. Lily avrebbe voluto tenere il bambino, ma i
suoi genitori reagirono molto male e le dissero: "Come hai potuto
farci una cosa simile. Dovresti vergognarti". La forzarono ad aborti-
re contro la sua volontà. Lily non voleva farlo perché riteneva l'abor-
to una forma di omicidio e perché voleva avere il bambino, ma i
genitori non dimostrarono alcuna pietà. Quando ritornò a casa dalla
clinica, vide che i suoi avevano comperato una torta e dello champa-
gne per festeggiare "il lieto fine"; lei era corsa al piano di sopra, nella
sua stanza, e scoppiando a piangere aveva pregato Dio: "Fai che non
possa più accadere: la prossima volta mi suiciderei!".
Entrò in azione il suo mecconísmo di successo subconscio: dopo
avere subito questo trauma cominciò ad avere mestruazioni irrego-
lari, che poi cessarono del tutto. Lasciò il suoÍagazzo e non frequentò
nessuno per cinque anni, fino a quando, due o tre anni prima, aveva
incontrato Pete. Allora aveva scoperto che, anche se amava Pete, non
le piaceva fare sesso. Aveva completamente represso tutte le infor-
mazioni riguardanti l'aborto e non ci aveva più pensato, fino a que-
sto momento.
Lavorai con lei per liberare le sue emozioni represse e feci una
seduta di perdono, perché perdonasse i suoi genitori per il fatto che
erano stati così duri e insensibili con lei, forzandola ad abortire.
Quello che awenne in seguito potrebbe essere quasi definito
un miracolo: mi telefonò una settimana più tardi, per dirmi che aveva
trascorso sei giorni e sei notti di passione con Pete e che era preoc-
cupata perché si chiedeva se Pete riuscisse a tenere il passo con il
suo appetito sessuale.

204 EQUILIBRIO trMOZIONALE


"Tra parentesi", mi disse, "questa mattina mi sono tornate le
mestruazioni!".
Quello che gli specialisti non erano riusciti a risolvere, usando
ormoni chimici, I'aveva risolto la mente in modo facile e naturale!
La cosa più bella è che casi di questo genere non sono affatto
rari o insoliti. Awengono quotidianamente nella vita delle persone
che applicano le tecniche dell'Equilibrio Emozionale per risolvere le
loro turbolenze interiori.
Ogni giorno professionisti e non addetti ai lavori utllizzano que-
sto metodo nei Paesi dove io insegno I'oo.
Questo libro vuole fare conoscere questo strumento a milioni
di persone in tutto il mondo.
Ora vediamo il terzo tipo di inversione emozionale.

3. Inversione emozíonale parziale


(nns - Partial Emotional SwitchinÉ)
_
La terza categoria di inversione emozionale è analoga alla secon-
da. E piuttosto frequente e la maggior parte delle persone, prima o
poi, la sperimenta.
Possiamo essere totalmente congruenti con l'essere felici e sani
e con I'avere successo, oltre che con i nostri traguardi personali e,
comunque, sabotare noi stessi a un livello meno evidente rispetto a
quanto awiene per le categorie dell'inversione ,,totale" o ,,specifica',,
ma questo può, in ogni caso, significare la rovina della nostra vita,
della nostra salute e del nostro successo.
Inversione "parziale" significa che non vogliamo liberarci di tutti
i fastidi che ci affliggono, ma che desideriamo mantenerne alcuni.
Così, per esempio, una persona che soffre quotidianamente di cefalea
una volta sottoposta al test può risultare congruente con I'afferma-
zione "Voglio liberarmi di questo mal di testa,', ma non congruente
con "Voglio liberarmi di questo mal di testa completamente". Si trat-
ta di uno strano fenomeno che spiega il motivo per cui molte perso-
ne non guariscono mai completamente. Magari migliorano fino a un
certo punto, senza però completare il processo.
Perché mai dovremmo desiderare una cosa del genere? perché
non cerchiamo di realizzare pienamente tutti i nostri obiettivi? A
che scopo mantenere un po'di sovrappeso, qualche disturbo, qual-
che allergia, qualche dolore, o non rinunciare a poche sigarette o al
soddisfacimento di qualche "voglia"?

CAP. 9 - EMOTIONAL SWITCHING 205


Poiché nulla awiene senza una raSlione, la prima spiegazione
è che la mente subconscia sente che il fatto di liberarsi di tutto non
garantisce il successo nel raggiungimento dello scopo prefissato. I
vantaggi derivanti dal fatto di mantenere alcuni disturbi possono esse-
re enormi, perché la mente subconscia preferisce che raggiungiamo
i nostri obiettivi con il minimo sforzo possibile.
Quando siamo ammalati e ci sentiamo frustrati per questo,
possiamo desiderare di essere meno malati e raggiungere il nostro
obiettivo.
Prendiamo, per esempio, la situazione di chi da bambino ha
imparato che, quando si ammalava, la mamma era disposta a rima-
nere a casa dal lavoro, per coccolarlo e dargli tutta l'attenzione e le
cure che aveva sempre desiderato.
Da adulti la nostra mente subconscia è programmata a conqui-
stare l'attenzione e I'affetto, facendoci essere ammalati. I-lunico svan-
taggio è che essere malati non è di per sé una gran cosa. La maggior
parte delle persone affette da malattie croniche sabota I'ultimo sta-
dio della guarigione. Vediamo la storia del caso di una persona affet-
ta da sindrome da fatica cronica.
Paulina aveva consultato almeno otto medici specialisti, duran-
te i dodici anni in cui era stata affetta dalla sindrome da fatica croni-
ca. Aveva ormai esaurito ogni alternativa propostale dalla medicina
ufficiale, dal Prozac alle iniezioni di corticosteroidi, senza ottenere
alcun risultato. Inoltre, era stata curata con le migliori tecniche dispo-
nibili nella medicina alternativa: agopuntura, omeopatia, chiroprati-
ca, fitoterapia, Qi Gong, yoga, meditazione, floriterapia ecc.
Di solito si sentiva meglio dopo due o tre minuti di una data tera-
pia: ricominciava a sperare, ma subito dopo ricadeva nel suo proble-
ma. Questo la stava facendo impazzire. Uno dei suoi terapeuti stava
seguendo un corso di formazione presso la mia Accademia di Medici-
na della Vitalità, e aveva discusso con me del suo caso. Gli avevo
detto che ero disponibile a incontrarla una volta, per vedere se pote-
vo dargli qualche suggierimento.
Aveva glià sottoposto 1a donna a ogni tipo di test e aveva ricer-
cato la presenza di inversione emozionale. La paziente era una
donna sulla trentina, di bell'aspetto e, a prima vista, non sembrava
assolutamente malata. Mi disse che io ero la sua ultima spiaggia, al
che le risposi di non dire così perché a volte siamo proprio noi che
creiamo la nostra malattia, per poter trovare il nostro percorso spi-
rituale. Se nessun tipo di aiuto esterno ci dà conforto, allora possia-

EQUILIBRIO EMOZIONALE
mo rivolgerci al nostro interno per scoprire la ragiione di queste mani-
festazioni. Le dissi, inoltre, che avrei potuto aiutarla e che I'intelli-
genza del suo corpo avrebbe fatto il resto.
Risultava congiruente con I'inversione emozionale totale, l,in-
versione emozionale specifica e I'inversione emozionale parziale.
I muscoli rimanevano forti con I'affermazione "Voglio ripren-
dermi completamente da questa situazione!", ma erano deboli con
I'affermazione "Non voglio che rimanga nulla di tutto questo!".
Charly, il suo terapeuta e mio studente, aveva a sua volta ese-
guito lo stesso test. Così, seguendo la mia intuizione, le chiesi di
pronunciare queste parole: "Vogilio mantenere soltanto una minima
parte della mia fatica cronica". Ancora una volta i muscoli di Pauli-
na risultarono forti, dimostrando la veridicità dell'affermazione.
Charly era entusiasta e lo eravamo anche Paulina ed io. Aveva-
mo la sensazione di aver individuato il punto di minore resistenza.
Avevo imparato qualcosa di nuovo e avevo scoperto quanto questo
fosse importante.
Ricercammo le motivazioni profonde, anche se non erano così
fondamentali, perché è interessante capire come funziona la mente
subconscia. Come avremo modo di vedere in seguito, conoscere I'e-
vento che provoca il blocco emotivo non è fondamentale: I'unica
cosa che dobbiamo fare è riuscire a liberarci del nostro passato, indi-
pendentemente dalla causa originaria.
Nel caso di Paulina, era evidente che ogni volta che accennava
a una ripresa fisica, doveva farsi subito nuovamente carico delle sue
responsabilità: occuparsi della casa, dei due figli e del suo lavoro
part-time come disegnatrice grafica. La sua mente subconscia non lo
riteneva giiusto. Era stata la maggiore di quattro figli, in una famiglia
della classe media che aveva sempre dovuto affrontare molti proble-
mi finanziari. In quanto sorella maggiore, a lei era toccata la respon-
sabilità di occuparsi della casa, dei due fratelli e della sorella minori.
Riusciva a sottrarsi ai suoi doveri soltanto quando era malata.
Le sue emozioni erano rabbia, delusione, frustrazione e preoc-
cupazione.
Paulina cambiò totalmente dopo il nostro incontro, durato otto
minuti, e guarì completamente dopo il successivo trattamento di sei
settimane. In Elenere, una sindrome da fatica cronica richiede diver-
si trattamenti, ma nel caso di Paulina, dal momento che era già stata
seguita da medici di tutto rispetto e da terapeuti alternativi, il mio
contributo era, se volete, "l'anello mancante".

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHING 207


Tuttavia, il mio trattamento è risultato decisamente efficace in
molti casi di sindrome da fatica cronica e, quindi, consiglierei a chiun-
que sia affetto da questa condizione di provare la tecnica dell'Equili-
brio Emozionale che potrebbe cambiare la vita in meglio e più rapi-
damente di molte altre terapie. Laspetto importante da sottolineare
è che, anche se la mente subconscia vuole mantenere solo una pic-
cola parte della malattia, questa impedirà la completa guarigione. Il
sabotaggio è sempre un sabotaggio e può compromettere la vita, i rap-
porti personali, i matrimoni, I'attività fisica o la perdita di peso; può
impedirvi di smettere di fumare e influenzare altri aspetti della
vostra esistenza, come i soldi o l'amicizia.
Ora vediamo la quarta e ultima categioria di inversione emozio-
nale.

4. Inversione emozionale incidentale


(ms - Incidental Emotional SwitchinÉ)
Questa categoria potrebbe anche essere definita mista, perché
tutto ciò che non rientra nelle prime tre categorie viene definito inver-
sione emozionale incidentale. Vi sono infinite ragioni per le quali cre-
diamo a livello subconscio di non riuscire a raggiungere i nostri obiet-
tivi. Proviamo a esaminare alcune di queste motivazioni.

Templsmo
Forse non è il momento giusto per diverse ragioni; magari vole-
te mantenere un determinato disturbo, fino a quando tutti si convin-
ceranno del fatto che si tratta di malattia vera e non immaginaria.
Forse se soffriste soltanto un poco di più, riuscireste a convin-
cerli. O, forse, dovreste aspettare fino a quando una certa persona vi
vedrà per quello che siete veramente e una volta che vi avrà conces-
so la sua attenzione e avrà soddisfatto le vostre esigenze, potrete
fuarire. Magari, inconsciamente, credete che dovreste rimanere anco-
ra un po' in una data situazione, perché la vostra sofferenza non è
stata sufficiente e meritate di venire puniti ancora.
Forse questo sarebbe il momento sbagliato per guarire perché
in ufficio sta arrivando un grosso lavoro e non ve la sentite di affron-
tarlo perché siete ancora deboli. Forse, se guariste ora dovreste affron-
tare troppe cose in una volta sola, mentre è meglio fare le cose poco
per volta e al momento giusto.

208 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Owiamente, la mente subconscia è un vero mago Houdini nel
creare dal nulla le ragioni per mantenere un disturbo di cui soffrite;
la maggior parte di esse appare del tutto razionale ed effettivamente
potrebbe avere senso nella maggior parte dei casi.
Comunque, ... si tratta sempre di sabotaggio.

Non è bene per gli altri


Questa motivazione è addotta molto spesso. La nostra guarigione
non andrebbe a vantaggio di molte altre persone.
Forse il vostro lavoro è già stato affidato a',Tizio,,e se voi rien-
traste in ufficio adesso creereste una situazione di stress e ogni cosa
andrebbe comunque rivista.
Il vostro medico di famiglia potrebbe sentirsi in imbarazzo per
il fatto di non essere riuscito a guarirvi, o magari provate empatia
per lui dopo tutto quello che ha fatto per voi. Vostro marito o vostra
moglie sono felici di occuparsi di voi e di dover pensare a tutto: si sen-
tono gratificati da questo e non si sentono più "comandati a bacchetta',
da voi. Vi dispiacerebbe rovinare questo momento.
In questo modo la mente subconscia riesce a trovare innume-
revoli ragioni del motivo per cui qualcosa che desideriamo non è bene
per gli altri: per esempio, perché potrebbe influire negativamente sul
vostro matrimonio, sui rapporti personali, amicizie e così via.

Non è bene per uoi stessi


Possono essere molte le ragioni per cui ciò che desiderate non
è bene per voi. Avere molto denaro può essere fastidioso e procurare
molti grattacapi che non siete preparati ad affrontare. È meglio far
parte della "massa" anonima, senza aspirare al meglio. La responsa-
bilità è una delle scuse predilette: non sarete responsabili sortanto
dei vostri successi, ma anche dei vostri fallimenti.
Non sarebbe un grosso problema dover perdonare qualcuno
per qualcosa che vi ha fatto, se non per il fatto che quella stessa per-
sona potrebbe farvi ancora del male: quindi, deducete che è meglio
trattenere in voi una parte dell'emozione, che vi mantiene sempre in
allarme.
O, forse, avete la deleteria convinzione di non meritare il suc-
cesso e di non esserne degni e, perciò, preferite non raggliungerlo,
per evitare ogni possibile delusione.

CAP. 9 _ EMOTIONAL SWITCHINC


O, ancora, pensate di non avere le carte giuste per raggiungere
i vostri obiettivi o, magari. essi richiedono un maggiore coraggio o
una maggiore autostima da parte vostra, che al momento non siete
in grado di dimostrare.
Forse non riuscite a gioire del vostro successo perché in realtà
non è quello che desideravate maSari avete sottovalutato qualche aspet-
to come, per esempio, il fatto che vi è costato troppa energia, la salu-
te, il vostro rapporto coniugale o che magari ha ostacolato la vostra
crescita spirituale.
Ancora una volta, non possiamo che guardare con stupore all'in-
credibile creatività della mente subconscia nel trovare scuse. Ma sape-
te che riesce quasi sempre a trarvi in inganno, facendovi credere che
gli ostacoli sul vostro percorso verso il successo sono veri? Diventa-
te, così, marionette nelle mani della vostra stessa mente e se non inter-
verrete per tempo vi ritroverete perennemente bloccati nel medesi-
mo paradigma. Eppure, in cuor vostro sapete che potrete comunque
farcela ed avere successo.
Le affermazioni di cui mi servo per svelare la presenza di inver-
sioni emozionali accidentali sono svariate, ma la più semplice è: "Non
voglio avere alcuna ragione per sabotare me stesso". Oppure, possia-
mo interrogare direttamente la mente subconscia: "Esiste qualche
ragione per cui vuoi sabotare il raggiungimento del tuo traguardo ora
o nel futuro? Se esiste qualche ragione i tuoi muscoli risulteranno
deboli al test oral".
Se il test evidenzia debolezza muscolare, questo conferma che
nel nostro subconscio si annida ancora qualcosa che ci impedisce di
essere totalmente congruenti e che ci farà continuare a sabotare noi
stessi.
Tutte queste categorie di inversione emozionale possono essere
facilmente curate. Come vedremo in seguito, soltanto 1'accettazione
ci porterà al fallimento.
Accettando di poter fallire, accettiamo tutte le paure che cir-
condano il nostro successo e smettiamo di opporre resistenza a quel-
lo che desideriamo. Si tratta di un principio che ho preso in prestito
dalle arti marziali: quando combattiamo qualcosa, lottiamo e perdia-
mo molta energia. In parte vinciamo e in parte perdiamo. Se riusciamo
a lasciarci andare completamente e ad accettare la sconfitta come una
possibilità realistica, siamo più rilassati e meno preoccupati riguar-
do al risultato; possiamo concentrare così le nostre energie su quel-
lo che veramente importa.

2ro EQUILIBRIO trMOZIONALE


Vediamo l'applicazione pratica di questo principio nella storia
del prossimo caso.

Storia di un caso: inversione emozionale incidentale


Sandra aveva 38 anni ed era una ragazzamadre di due maschiet-
ti di nove e quattro anni.
Studiava per diventare naturopata, giostrandosi tra le respon-
sabilità di essere madre, di studiare e di seguire alcuni pazienti per
guadagnare qualche soldo in più. Soffriva di periartrite omero-sca-
polare (in termini meno scientifici: aveva una spalla "bloccata").
Non aveva abbastanza forzaper sollevare il suo bambino più pic-
colo o per pettinarsi. Le era impossibile anche comprendere altri movi-
menti, come sollevare il braccio al di sopra della testa per prendere
qualcosa da un armadio della cucina. Il disturbo era dawero fastidioso
e diversi colleghi avevano cercato di aiutarla, ma senza successo.
Aveva deciso di iniziare una serie di iniezioni di cortisone, quan-
do sua cognata le suggerì di rivolgersi a me.
Era già stata sottoposta a diversi trattamenti approfonditi, a livel-
lo emozionale, e sembrava che questi riuscissero a darle soltanto un
sollievo temporaneo perché, in breve tempo, il disturbo si ripresen-
tava tale e quale.
Risultava negativa ai test per l'inversione emozionale totale, spe-
cifico e parziale, ma quando veniva sottoposta a test per I'inversione
emozionale incidentale risultava debole se pronunciava la seguente
affermazione: "Voglio liberarmi completamente di tutte le ragioni
per le quali devo soffrire di questo disturbo alla spalla". euesto indi-
cava un'incong[uenza e, quindi, provai a effettuare il test opposto; il
risultato Íu di forza (congruenza) con I'affermazione: ,Non voglio libe-
rarmi completamente di tutte le ragioni per le quali devo soffrire di
questo disturbo alla spalla".
La donna era congruente anche con le seguenti affermazioni:
"Non è bene per me liberarmi totalmente di questo disturbo in que-
sto momento!", "Non è bene per gli altri se mi libero totalmente di
questo disturbo in questo momento!", "Non voglio godermi la vita
senza questo disturbo alla spalla", "Non mi merito di stare realmen-
te bene!".
Sembrava, quindi, che ci fosse ancora un certo numero di que-
stioni sulle quali intervenire. Apparve chiaro che la sua mente sub-
conscia riteneva che Sandra non fosse in grado di gestire tutto quel-
lo che dovevafare e che, dedicandosi ai suoi impegni, non le rima-

CAP. 9 EMOTiONAL SWITCHING


nesse il tempo per uscire e incontrare uomini. Limitando la sua
capacità di fare alcune cose semplicissime, la sua mente subconscia
cercava di darle più tempo per cercare di trovarsi un partner adatto.
Ecco la vera ragione per cui liberarsi del disturbo alla spalla
non era bene per lei.
Non era bene neppure per i suoi bambini e per sua madre. Sua
madre era felice di venire da lei per occuparsi dei bambini e dato che
ora le sue limitazioni erano maggiori, sarebbe venuta più spesso' Se
la sua spalla fosse guarita, non avrebbe mai trovato un uomo che la
volesse aiutare e non si sarebbe mai potuta godere la vita. Non meri-
tava di stare bene, perché la mente subconscia sapeva che aveva
troppi difetti e aveva commesso troppi errori nel passato.
Quindi, le ragioni per non liberarsi completamente del suo distur-
bo erano quattro.
A causa del suo disturbo alla spalla non poteva svolgere alcune
attività come, per esempio, falciare il prato, aggiustare la recinzione
ecc.
La sua mente subconscia sperava che un affabile vicino scapo-
lo si offrisse di aiutarla e che così si sarebbero innamorati e sarebbe-
ro vissuti per sempre felici e contenti!
Lavorammo per circa mezz'oÍa, per rimuovere tutti i blocchi
emotivi che ostruivano i canali energetici che portavano alla spalla.
Dopodiché, Sandra riuscì a riacquistare il pieno controllo della spal-
la e fu completamente guarita. Un anno più tardi, pur non avendo
ancora un rapporto stabile, era comunqu e felice, aveva un nuovo lavo-
ro e si era trasferita in un'altra città.
Come vi sentite adesso che sapete che la vostra mente subcon-
scia non si ferma di fronte a nulla pur di farvi ottenere quello che
desiderate? Naturalmente vi aiuterete da soli, se sarete completamente
congruenti con i vostri traguardi e desideri e se avrete ben chiaro in
mente quello che dawero volete.
Prenderemo in esame alcune semplici tecniche che ho svilup-
pato per riuscire a liberarsi completamente delle quattro cate$orie di
inversione emozionale e vi insegnerò un esercizio della durata di quat-
tro o cinque minuti che potrete eseguire ogni giorno per eliminare
questi meccanismi di sabotaggio.
Sono lieto per il fatto che siate arrivati a questo punto del libro.
La maggior parte delle persone legge i libri fino soltanto a metà'
Il fatto che abbiate raggiunto questo punto dimostra che già pos-
sedete quello che serve per raggiungere il successo'

2t2 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Molte persone sarebbero già state costrette dalla loro mente sub-
conscia a smettere di leggerlo, perché essa intuisce che seguendo i
consigli contenuti potreste dare una svolta decisiva alla vostra esi-
stenza.
Dovete assolutamente leggere il prossimo capitolo, che descri-
verà in modo dettagliato una delle più efficaci, eppure semplici, tec-
niche di guarigione: il perdono.
Nel capitolo 13 presenterò, invece, alcune delle tecniche che ci
permettono di sconfiggere I'inversione emozionale.

CAP. 9 . EMOTIONAL SWITCHING


$w
Uultimo ostacolo
sulla úa della
libertà: il perdono
Oh, Dio, aiutomi a credere la uerità che mi riguarda, non impor-
ta quanto merouigliosa essa sia.
Macrina Wiederkehr

[lrudV mi stava osservando. Era molto turbata. Si era presentata


II ne della tecnica dell'Equilibrio Emozionale. Soffriva di epatite
Cuando avevo chiesto un volontario per dare una dimostrazio-

cronica e di affaticamento. Era un'insegnante, ma non lavorava da


tre anni. Scoprii che era stata stuprata da tre uomini circa cinque anni
prima e che, tuttora, almeno due notti la settimana era perseguitata
dagli incubi relativi a questa esperienza.
La ragione per la quale era turbata eraperché io le avevo detto
che, per poter giuarire, doveva perdonare i suoi tre aguzzini. Mi dis-
se: "La mia epatite non ha niente a che vedere con l'abuso che ho subi-
to da quei tre individui; è stato troppo doloroso per me e non voglio
perdonare!". Le dissi che capivo come si sentiva eppure il fatto che
non riuscisse a perdonarli influiva sul suo sistema immunitario e sul
suo fegato. Le dissi apertamente: "Hai soltanto due alternative, in que-
sto momento:

Altemotiua n. 1: continua a rivivere il tuo passato e distruggie-


rai lentamente, ma inesorabilmente te stessa. Così essi non avran-
no abusato di te soltanto allora. Tu scegli che I'abuso venga ripe-
tuto e in questo modo il risentimento ti distruggerà completa-
mente. Ne vale la pena?
Altemotiua n. 2: perdonali e liberati del tuo passato, guarisci e
riprendi possesso della tua vita. Sta a te sceglierel".
Alla fine riuscì a capire quello che io intendevo dire e decise di
perdonare.
La seduta di perdono fu particolarmente difficile: subito dopo
Trudy cominciò a piangere e si vedeva chiaramente che il suo pianto
era provocato dall'avere trattenuto dentro di sé, per così tanto tempo,
queste dolorose emozioni. La sua epatite cronica guarì completamen-
te nelle otto settimane successive e lei ritornò a insegnare.

Liberarsi del passato


Per poter progredire e diventare gli artefici della nostra stessa
esistenza, occorre che ci liberiamo del passato e perdoniamo tutte le
persone che riteniamo ci abbiano fatto del male. Dobbiamo anche per-
donare noi stessi.
"Tutti i disturbi derivano dalf incapacità di perdonare. Ogni volta
che ci ammaliamo dobbiamo pensare al fatto che c'è qualcuno che
dobbiamo perdonare".
Non ho mai condiviso così tanto un'affermazione e negli ultimi
sette anni ho lavorato con il perdono, come metodo di terapia, otte-
nendo risultati stupefacenti. La mia regola personale è che non si
può mai eccedere nel perdono.
Lincapacità o la non intenzione di perdonare è il più spietato
killer silenzioso del mondo civilizzato occidententale. Può provocare
cardiopatie, cancro e indebolimento del sistema immunitario e pro-
prio alla combinazione di queste tre patologie è dovuta la maggio-
ranza delle morti premature nella nostra società.
Se volete diventare "maestri di perdono" e imparare il modo in
cui il perdono possa dawero liberarvi del vostro passato, dovete accet-
tare il fatto che il passato è passato e non lo si può cambiare. Noi
possiamo invece cambiare il nostro modo di sentire e di pensare in
merito al nostro passato. Continuiamo a punire noi stessi nel pre-
sente, se non ci liberiamo del nostro risentimento, del senso di
colpa, delle critiche, delle ferite e delle paure del passato.

Genitori e perdono
Credo fermamente che siamo noi a scegliere dove, quando e
come reincarnarci. A livello mentale intuisco che questo accade prima
che ci reincarniamo - facciamo un'accurata ricerca per trovare il
meglio in quanto a genitori, cultura, nazione e caratteristiche $ene-

216 EQUiLIBRIO EMOZIONALE


tiche, per riuscire a perseguire i nostri obiettivi spirituali. euando
troviamo la combinazione perfetta, aspettiamo il nostro turno per
reincarnarci. Scegliamo persino la nostra data di nascita per sfrutta-
re gili aspetti astrali che potranno influenzare la nostra esistenza.
Può darsi che questa visione vi sembri un po' eccessiva, ma io non
credo affatto che sia così. Io credo che tutti noi scegliamo i genitori
perfetti per noi, cioè per avere modo di imparare quelle lezioni che
ci permetteranno di crescere a livello spirituale.
Ecco perché alcuni di noi scelgono genitori che vivono per com-
battere le loro battaglie o che sono troppo indaffarati per avere cura
di loro oppure genitori che hanno qualche forma di dipendenza, dal-
I'alcol, dalle sigarette ecc. Tutto ciò rientra nel nostro modello kar-
mico, che coinvolge il sesso, il patrimonio etnico e culturale, i mia-
smi familiari, la religione e così via.
I1 nostro traguardo consiste nel trascendere tutti questi aspetti
scoprendo che non possiamo biasimare i nostri genitori per il fatto
di essere quello che sono. Li abbiamo scelti proprio per questo moti-
vo. Essi sorzo perfetti per quello che noi desideriamo realizzare. Abbia-
mo voluto loro proprio per le loro imperfezioni e perché sapevamo
che ci avrebbero trattato male o non ci avrebbero amato o che avreb-
bero abusato di noi, o perché sarebbero stati esattamente quello che
sono stati. Per qualche ragione avevamo bisogno di tutto ciò, per
raggiungere i nostri obiettivi spirituali. Sfortunatamente, in un secon-
do momento ci dimentichiamo di tutte queste cose e una volta adul-
ti li accusiamo di non essere stati perfetti.
Vogliamo credere ancora alle favole; una parte di noi desidera
che tutto sia perfetto e questo siginifica che vogliamo evitare qualsia-
si forma di sofferenza. Naturalmente, questo non è possibile: se voglia-
mo crescere e imparare, dobbiamo scrollarci di dosso il passato e riac-
quistare il controllo del presente.
Per farlo, dobbiamo guardare ai nostri modelli e alle situazioni
che continuiamo a ricreare all'infinito. Che cosa stiamo cercando
che non è stato realizzato? Le esigenze primarie che desideravamo
vedere soddisfatte dai nostri genitori, per poterci sentire amati, erano:

1. Accettazione.
2. Comprensione.
3. Ammirazione.
4. Riconoscimento.
5. Identificazione.

CAP. 10 _ UULTIMO OSTACOLO SULLA VIA DtrLLA LIBERTA 2t7


6. Rassicurazione.
7. Approvazione.
8. Incoraggiamento.
9. Rispetto.
10. Fiducia.
11. Apprezzamento.
12. Cura.
Quando queste nostre richieste non vengono esaudite in modo
soddisfacente dai nostri genitori, ci rivolgiamo all'esterno in cerca di
soddisfazione. Possiamo, per esempio, dedicarci allo sport per otte-
nere rispetto, ammirazion e, accettazione, identificazione, incorag-
giamento ecc. Molti allenatori impersonano una nuova figura pater-
na. Questa "figura paterna" può anche essere ricercata in altri ambien-
ti, per esempio la scuola, i rapporti sociali, il matrimonio, gli amici,
il lavoro, eccetera.
La maggior parte di noi farà di tutto per raggiungere quello
che desidera o di cui ha bisogno, e anche voi dovreste dedicare un
po' di tempo a esaminare, una per una, queste dodici esigenze pri'
marie per individuare quali sono le più importanti per voi e il modo
in cui agite per vederle soddisfatte. Ho imparato queste cose da un'a-
mica, Fiona Brouver, che è una consulente di coppia e utilizza que-
sto metodo nel corso delle sue sedute per fare capire ai suoi clienti
che cosa essi desiderassero dai loro genitori.
Lidea di fondo è che ciò di cui abbiamo bisogno, abbìamo
anche necessità di donarlo agli altri in abbondanza, così come a noi
stessi.
Quando siamo in equilibrio le nostre esigenze, in questo senso,
sono minime. Con il loro comportamento i nostri genitori ci hanno
insegnato a vivere, e la prima cosa di cui abbiamo bisogno è perdo-
narli per tutte le idee sbagliate che ci hanno portato ad avere nei
loro confronti.
I nostri genitori sono stati determinanti nel nostro processo di
crescita e ora è giunto il momento di riprendere il controllo e di
creare un'immagine di noi stessi che corrisponda a quello che vo-
gliamo veramente essere. Molti genitori incolpano i figli dei loro
problemi o del fatto di non essere a loro completa disposizione, dopo
tutto quello che hanno fatto per loro per tutta la vita. Non dobbiamo
accettare questa teoria, né alcun senso di colpa o di vergogna. Anche
i nostri genitori devono svilupparsi a livello spirituale, ma è una loro

218 EQUILIBRIO EMOZIONALE


scelta se decidono di non farlo. Non possiamo farci carico della loro
amarezza, del loro risentimento, del loro senso di colpa e delle loro
paure. Facciamoli sentire amati, aiutiamoli per quanto possiamo, o
vogliamo, e liberiamoci di tutte le sensazioni negative che essi ci
impongono!

Come guarire il nostro cuore


Molti di noi sono stati feriti da altre persone: un coniugie che ci
ha lasciato per un'altra persona, una madre che era troppo occupata
per prendersi cura di noi, un padre che era molto severo e ci ha ripe-
tuto migliaia di volte che eravamo dei buoni a nulla. Alcuni di noi
hanno vissuto il trauma dello stupro, dell'incesto o della violenza.
Sono molte le ragioni per cui, superate determinate situazioni,
ci ritroviamo feriti, ma a volte tutto sembra non avere alcun senso,
per esempio in altre circostanze, come la perdita di una persona amata
in un incidente causato da un ubriaco, o perché vittima accidentale
di una sparatoria. Questi awenimenti possono a volte riempirci di
amarezza, di risentimento e di sentimenti di odio e di vendetta. Con-
tinuiamo a chiederci: perché, perché, perché?
Non riusciamo ad accettare I'idea che il nostro Creatore possa
permettere che accada tutto questo e, ancor meno, I'idea che siamo
parte della nostra stessa creazione. Questi pensieri peggiorano la situa-
zione e non ci aiutano affatto. Il perdono è I'unica soluzione per gua-
rire il nostro cuore e ritrovare la pace interiore liberandoci di tutte
le ferite emotive.
Per molte persone non è facile perdonare: si tratta di un con-
cetto del tutto estraneo al loro modo di pensare. Vogliono giustizia e
il perdono è invece, a loro parere, una scappatoia per chi ha li ha fe-
riti. Per loro, non perdonare è l'unica cosa che li fa andare avanti,
nella speranza di ottenere vendetta. Se, invece, riuscissimo a vedere
le cose come stanno realmente, comprenderemmo che, non perdo-
nando, rimarremmo intrappolati in un passato che non ha mai fine
e perderemmo così un'enorme quantità di forza vitale.
Nel corso degli anni mi sono state rivolte molte domande sul
perdono. Alcune, più spesso di altre:

Che cosa devo fare se sento che perdonare non è la scelta giu-
sta?
Devo comunicare il mio perdono all'altro?

CAP. 1O _ TJULTIMO OSTACOLO SULLA VIA DELLA I-ISBRT,À 219


Devo perdonare anche se all'altro il mio perdono non interessa
e non dimostra alcun rimorso?
a Come posso perdonare Dio?
a Se sono stato io a creare questa situazione perché dovrei dare
il mio perdono a un'altra persona che ha fatto parte della mia
cospirazione?
a Devo cercare di ristabilire un rapporto con chi ho perdonato?
a E se dopo che ho perdonato mi feriscono ancora?
a Che cosa devo fare se la persona che perdono non smette di
cercare di insultarmi e mi ferisce?

Sono queste e molte altre le domande che mi vengono rivolte


in continuazione e non è sempre facile dare loro una risposta. I-lidea
di perdonare qualcuno che ci ha ferito può generare sentimenti con-
trastanti e confusione. Allora vediamo che cosa realmente significa
"perdono" e perché 1o combattiamo così tanto. Vediamo, inoltre, quali
sono i blocchi energetici che produciamo, non perdonando. Discute-
remo poi del perdono di se stessi, di Dio e degli altri.
Dopo che avremo perdonato, potrà avere inizio la guarigione e
vedremo anche come si può accelerare questo processo, attraverso le
quattordici vie d'accesso, per neutralizzarele emozioni che produco-
no radicali liberi. Discuteremo della differenza tra perdono razionale
(della mente) e perdono che sgorga dal profondo del cuore.
Molti trovano consolazione nella Bibbia, dove trovano molti
esempi di perdono. Lasciandoci andare all'amore incondizionato di
Dio possiamo trovare sollievo e anche guarigione.

Siamo tuttí un'unica cosa


Innanzi tutto dobbiamo capire che facciamo parte di un insie-
me e che nulla awiene a prescindere dal quadro generale. Quello che
accade a ognuno di noi è parte della nostra Coscienza Collettiva. È il
risultato della Realtà Combinata che tutti condividiamo. Noi creia-
mo ogni secondo della nostra realtà.
Questo è il primo concetto che dobbiamo accettare, per potere
comprendere perché ci troviamo coinvolti in determinati awenimenti.
Di questo sistema collettivo fanno parte livelii diversi tra loro, come
la dimensione fisica (materia), I'energia (elettromagnetica) e la dimen-
sione spirituale. Essi corrispondono ai tre livelli di manifestazione dei
quali abbiamo Sià avuto modo di parlare.

220 EQUILIBRIO EMOZIONALE


La definizione di Coscienza Collettiva risale a Carl Gustav
Jung; Edgar Cayce si riferisce agli "Akashic Records,, [emblema del
concetto teosofico di una memoria delle vite passate dei veggenti,
accessibile dalle menti dei veggenti contemporanei N.d.T.l mentre
Rupert Sheldrake ci parla di "campo morfogenetico',.
Siamo noi che influenziamo e diamo forma a questi campi col-
lettivi, attraverso i nostri pensieri, le nostre azioni e la nostra capaci-
tà di perdonare. Attraverso i nostri gesti compassionevoli e ra nostra
volontà di trascendere quello che noi stessi abbiamo creato, influenzia-
mo in un modo o nell'altro questa Coscienza Collettiva. Grazie a un
effetto di risonanza di numerosi piccoligesti d'amore e di compassio-
ne, risulta amplificata laforza di trasformazione del mondo intero.
Siamo parte integrante del cambiamento della coscienza del
mondo, attraverso le nostre azioni, i nostri pensieri e i nostri senti-
menti. Abbiamo la scelta karmica di alimentare la coscienza colletti-
va con I'energia dell'incapacità di perdonare, del risentimento, della
paura, dell'amaÍezza, della frustrazione... o con l'energia di guari-
gione dell'amore, del perdono, della gioia e della compassione.
Tocca dawero a voi scegliere: scegliere di vivere e di costruire
un mondo migliore, oppure scegliere di mantenere le energie nega-
tive che sono state la prima causa delle vostre sofferenze.
In breve, ognuno di noi ha il potere di trasformare il mondo e
quindi anche se stessi. Non importa se la nostra intenzione è quella
di trasformare noi stessi o di cambiare il mondo: entrambe le cose
sono tra loro strettamente collegate e non possono awenire indi-
pendentemente l'una dall'altra. Questo potere è nostro e ognuno lo
possiede, senza eccezioni. Il punto è se siamo pronti e se abbiamo la
volontà e la capacità di assumerci la responsabilità di fare la nostra
parte. Altrimenti rimarremo attaccati al concetto: ,,Che cosa impor-
ta quello che faccio, dopo tutto sono soltanto un essere umano',.
Anziché alimentare questo pensiero negativo, dovremmo con-
centrarci sul processo di trasformazione di noi stessi e, così facendo,
contribuire a cambiare il mondo con l'intenzione e la consapevolez-
za di farlo. Il primo passo di questo percorso è quello di utilizzare
maggiormente il perdono.

Studio di un caso: il perdono


Hal era un reduce del Vietnam e un alcolista. Aveva ereditato
una cospicua fortuna e poteva permettersi tutti i lussi che desidera-

cAp. r0 riulTrMo osrAcolo sULLA vrA DELLA r_resRtÀ 221


va. La cosa che però desiderava maggiormente era la pace interiore.
Lepisodio a cui mi riferisco aweniva mentre mi godevo una piace-
vole vacanza alle Hawaii. Stavo sottoponendo al test muscolare un
uomo di circa quarant'anni, perché voleva perdere peso. Mentre lo
facevo, Hal passò di lì e ci chiese: "Che cosa state facendo voi due?"
In effetti era piuttosto strano vedere due adulti che giocavano con le
mani su una spiaggia. Gli spiegai il concetto di test muscolare e il
modo in cui cercavo di ridare congruenza a quella persona per libe-
rarla dal suo desiderio compulsivo per la cioccolata.
Hal dimostrò un certo interesse e mi chiese se avessi mai lavo-
rato con i reduci di guerra. Gli risposi affermativamente e precisai che
avevo generalmente ottenuto ottimi risultati. Mi chiese di sottopor-
lo a un test e fissammo un appuntamento. Ci incontrammo mezz'o-
ra più tardi e mi raccontò la sua storia. Aveva combattuto in Vietnam
e non era mai stato in grado di dimenticare un episodio, in cui si era
trovato faccia a faccia con un ufficiale Vietcongi, ed entrambi aveva-
no fatto fuoco simultaneamente. Il proiettile di Hal aveva colpito
I'altro in pieno petto, mentre il Vietcong 1o aveva mancato. Tutte le
notti continuava a rivivere questa situazione in sogno. Non riusciva
a liberare la sua mente dallo sguardo del suo nemico, mentre riceve-
va quel colpo mortale al cuore.
Sottoposi Hal al test e I'unica emozione che affiorò fu I'incapa-
cità di perdonare se stesso.
Così facemmo insieme una seduta di perdono e lui riuscì a per-
donare se stesso per avere preso quella vita, per salvare la propria. Hal
pianse per dieci minuti in silenzio e provò un enorme sollievo. Dopo
la nostra seduta, Hal non ebbe più i suoi incubi ricorrenti e per
quanto riguarda il suo problema con I'alcool riuscì a parlarne senza
mezzi termini. Lo aiutai sia per questa sua dipendenza, sia per altri
disturbi fisici e dopo due giorni era totalmente cambiato. Questo è
uno dei tanti esempi del potere di guarigione del perdono.

Svincolarsi dalla neflazione


Per riuscire a perdonare è importante essere completamente
onesti con se stessi. Se siamo vittime della negazione il perdono non
può funzionare. I pensieri sono le emozioni tradotte in incentivi ad
agire. I pensieri portano all'azione, alle scelte e alle decisioni. Onestà
emozionale significa assumersi la propria responsabilità senza nascon-
dersi dietro alle scuse o alla negazione. Non potete dawero perdona-

EQUILIBRIO EMOZIONALE
re se non avete affrontato gli awenimenti in ogni loro aspetto. Se non
riuscite ad ammettere i vostri sentimenti, non riuscite neppure a
perdonare. Dobbiamo riuscire a renderci conto della profondità delle
nostre ferite e dobbiamo capire che soltanto se siano capaci di un
amore impersonale possiamo guarire noi stessi, soprattutto quando
alcuni aspetti del panorama complessivo non hanno alcun senso per
noi.
Se riusciamo ad ammettere che il nostro obiettivo nell'intra-
prendere questo viaggio, che chiamiamo vita, è 1'evoluzione spiritua-
le e ad affrontare tutto quello che ci capita lasciandoci andare e viven-
do l'attimo presente, perché mai non dovremmo perdonare?
Dovremo capire che non perdonando feriamo soltanto noi stes-
si e compromettiamo la nostra evoluzione spirituale: odio, risenti-
mento, amarezza, senso di colpa e vergogna, sono tra le emozioni
più distruttive alle quali si possa rimanere attaccati.
Forse abbiamo addirittura creato questa situazione, proprio per
poter compiere un notevole passo avanti verso la nostra consapevo-
lezza spirituale. Occorre poi che affrontiamo le emozioni che ci impe-
discono di perdonare e ci tengono incatenati al nostro passato e sono
causa di molte delle nostre sofferenze.
La nostra mente riuscirà a trovare innumerevoli ragioni per non
perdonare. I1 desiderio di vendetta e di giustizia, uniti alla nostra ama-
tezza, rapptesentano una sorta di awertimento che ci mantiene con-
centrati sullo scopo di impedire che ci accada nuovamente la stessa
cosa.
A volte diciamo che vorremmo avere il tempo necessario a pla-
care il
dolore per potere poi perdonare più facilmente! Non lasciate-
vi trarre in inganno da questa affermazione. Possono passare anni e
anni, prima che riusciamo anche solo ad accostarci al perdono. In par-
ticolare, questo è vero nei casi di incesto, stupro, o morte prematu-
ra di una persona amata. Aspettando il perdono buttiamo via la nostra
salute. Quando ci accorgiamo di avere un cancro o un attacco di cuore,
è ormai troppo tardi: il danno è fatto.
Perdonare non deve necessariamente essere "comodo", può anzi
essere molto doloroso. Significa svincolarsi dalla negazione. Neghia-
mo il fatto che, rimanendo attaccati al nostro passato, danneggiamo
soltanto noi stessi.
Neghiamo il fatto che abbiamo bisogno di perdonare per pote-
re continuare la nostra vita e lasciarci il passato alle spalle: questa è
la cosa migliore che possiamo fare per noi stessi.

cAp. 10 - uuLTIMo osrAcolo SULLA vIA DELLA r_teeRrÀ


Conseguenze del perdono
Risentimento, ostilità, rabbia, vendetta, amarezza, frustrazione
e incapacità di perdonare sono emozioni molto dannose. Esse influi-
scono in primo luogo sul fegato e poi sul cuore e sul timo (sistema
immunitario).
Restando attaccati a queste emozioni, lentamente, ma inesora-
bilmente miniamo la nostra salute fisica e mentale. Perdiamo buona
parte della forzavitale. Perdonando, ci facciamo carico delle nostre
responsabilità lasciando cadere il nostro desiderio di vendetta. Non fac-
ciamo altro che lasciarci andare sul piano fisico ed energetico e con-
segnare il nostro dolore alla fonte suprema, il nostro Creatore. Sol-
tanto lasciandoci andare, possiamo guarire a livello emozionale.
Dobbiamo distinguere tra perdono razionale, frutto della no-
stra mente, e perdono che viene dal cuore. I1 perdono razionale
awiene quando comprendiamo a livello mentale che è meglio per-
donare: è la cosa giusta da fare, quindi perdoniamo sopprimendo i
nostri reali sentimenti.
È forse peSgio del rifiuto di perdonare, perché possiamo arriva-
re a credere di avere perdonato, mentre in realtà non 1o abbiamo fatto.
Mi è capitato molte volte di imbattermi in questa situazione, che
appartiene alla stessa categoria della negazione.
Il perdono dato con il cuore, invece, si verifica quando accet-
tiamo la nostra parte di responsabilità nella genesi delle nostre feri-
te e ammettiamo che anche la responsabilità dell'altra persona è par-
ziale. Possiamo anzi ringraziarlaper lalezione e augurarle ogni bene
collegandoci con I'amore universale che è nel profondo del nostro
cuore. Perdonando, dobbiamo comunque affrontare le emozioni che
possono affiorare e, soprattutto, se incontreremo di nuovo la perso-
na in questione, potremo provare ancora dolore e tutte le diverse emo-
zioni che sembreranno ancora più acuti se essa non dimostrerà
alcun pentimento.
Ricordote: íl perdono non riguarda chi ci ha offeso, ma soltan-
to noi stessi!
Esistono molte errate convinzioni sul perdono che possono deri-
vare da ciò che è stato scritto al riguardo e da altre fonti. Alcune per-
sone pensano di dover comunicare il loro perdono a chi li ha offesi,
mentre questo non è necessario. Si può perdonare e non parlarne mai,
se non per modificare un comportamento ormai radicato e per sug-
gerire il modo di cambiare, sempre che, però, ci sentiamo in grado
di farlo.

224 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Altre persone affermano che, perdonando, ammettiamo di ave-
re avuto torto. Invece, attraverso il perdono, ci limitiamo a elimina-
re 1'energia prodotta dai radicali liberi, senza per questo sottintende-
re o ammettere di avere sbagliato o di esserci comportati male.
Perdonare non significa ammettere che un comportamento
distruttivo era giusto o che chi ne è stato responsabile non sapeva
quello che faceva.
Non vuol nemmeno dire che dobbiamo dimenticare I'accaduto.
Siamo sulla terra per imparare le nostre lezioni e riuscire così a
creare quello che ci serve, più efficacemente. Una volta eliminata
dall'incidente ogni carica emotiva, possiamo liberarci di esso facen-
do tesoro degli insegnamenti.
Perdonare non significa che dobbiamo tornare al passato e fin-
gere che nulla sia accaduto.
Non dobbiamo mantenere in vita un rapporto che non funzio-
na, né ricostruirlo quando ormai è a pezzi.
La riconciliazione può essere un'alternativa, ma soltanto se sen-
tiamo che è giusta. Alcune persone credono di dover incolpare, anzi-
ché perdonare. Incolpare i nostri genitori ci porterà soltanto a distrug-
gere noi stessi e non trarremo alcun vantaggio dalla guarigione indot-
ta dall'avere sciolto il nostro vincolo emozionale. I nostri genitori
hanno avuto un solo dovere, cioè quello di essere la nostra incuba-
trice dopo il concepimento.
Nel momento in cui siamo diventati capaci di badare a noi stes-
si, il loro dovere è terminato ed è iniziato il nostro percorso spirituale.
Il primo passo consiste nel comprendere che essi sono esattamente
come noi volevamo che essi fossero e che possiamo contribuire alla
loro crescita, amandoli perché non sono colpevoli di nulla. Possiamo
scegliere i nostri sentimenti rispetto al passato e dare a esso un nuovo
significato, ma come ci sentiremmo noi, se i nostri figli ci incolpas-
sero per tutto quel che non funziona nella loro vita? Attribuire ad altri
la colpa non ha mai aiutato nessuno.
Incolpare è un altro modo per rimanere radicati al proprio pas-
sato.
Perdonare non è facile; chiunque dica che lo è, probabilmente
è abilissimo nel perdono razionale, mentre il perdono che sgorga dal
cuore richiede molto di più. Il perdono è una decisione e non richie-
de alcuna procedura: dovrebbe essere immediato e sgorgare dal cuo-
re nel momento in cui riusciamo a comprendere i meccanismi uni-
versali. Prima riusciamo a concentrarci sul perdono, più facile risul-

cAp. t0 - uuLTIMo osrAcolo SULLA vIA DELLA LreoRrÀ t, q,


terà. Perdonando iniziamo subito il percorso verso la guarigione emo-
zionale. Non ci serve conoscere tutti i fatti per potere perdonare:
non è importante. I-lunica cosa importante è la nostra volontà di per-
donare e di sciogliere le catene emozionali con il passato; è come la
liberazione di un ostaggio.

Un'opera incompiuta
Non avere perdonato è un'opera incompiuta che influenza i nostri
campi energetici. Crea una risonanza disarmonica, che può a sua volta
richiamarne un'altra.
Il dolore cronico deriva, spesso, dal senso di perdita e dall'inca-
pacità di liberarsi di qualcosa che invece bisogna eliminare.
Lintenzione sottostante al perdono è quella di portare a termi-
ne qualcosa che non abbiamo terminato senza mancare di rispetto a
noi stessi. Occorre pazienza per portare a termine il processo della
guarigione emozionale. I1 perdono è una scelta, scelta è karma. Per-
donando rilasciamo anche il nostro karma negativo. Ci liberiamo
del1'amarezza, del dolore, della frustrazione, della rabbia e di altre
emozioni. Pertanto, il perdono porta la quiete e la pace interiore.
Il perdono non ha nulla a che vedere con la giustizia o con I'a-
vere soddisfazione per il fatto che chi ci ha offeso è stato punito. Il
perdono è un atto di pietà e di fiducia nelle leggi dell'universo.
Non sta a noi giudicare e punire: di fatto, rinunciamo ai nostri
diritti per il dolore di cui soffriamo. Ecco perché è così difficile.
Il perdono inizia quando siamo preparati a prendere la decisio-
ne di liberare chi ci ha ferito da ciò che ha commesso. Il perdono,
dunque, consiste nel liberare i nostri ostaggi e prigionieri, nel porta-
re a termine I'opera incompiuta, nel purificare il campo energetico e
nel rompere le catene del karma che derivano dal nostro passato.

Chi perdonare
Viviamo in una società nella quale molte persone cercano sol-
tanto di soddisfare i propri bisogni. Si appropriano anche di ciò che
non appartiene loro e, così facendo, provocano molto dolore. Alcuni
hanno I'intenzione cosciente di provocare dolore o di fare de1 male. A
volte, invece, vengono coinvolti testimoni involontari che rimangono
feriti. Altri non si rendono conto di quello che fanno e di come le loro
azioni coinvolgano altre persone. Per alcuni, la trasgressione è conti-

226 EQUILIBRIO trMOZIONALE


nuata e portano avanti questo loro comportamento distruttivo fintan-
toché non vengono colti sul fatto. In alcuni casi il colpevole non attra-
verserà più la nostra strada, a volte, invece, ce 1o troveremo di fronte
tutti i giorni; alcuni di essi si pentiranno e chiederanno il nostro per-
dono, ma la maggior parte non lo farà. Questo faciliterà le cose?
La risposta è: non importa assolutamente. Non siamo noi a dove-
re cambiare la loro vita: per prima cosa dobbiamo occuparci di qual-
cun altro e cioè di noi stessi. Dovremmo perdonare tutti, quelli che
conosciamo e quelli che non conosciamo, quelli che hanno commesso
qualcosa di orribile e quelli che, invece, ci hanno soltanto insultato
con qualche commento negativo. Coloro che dimostrano pentimen-
to e coloro che, invece, se ne "infischiano". La verità è che ogni
istante che noi viviamo senza portare a termine questo processo, feria-
mo sempre più noi stessi. Quanto tempo volete aspettare ancora?
Anche se qualcuno continua a farvi del male, dovete perdonar-
lo. Inoltre, dovete lavorare su voi stessi perché le loro azioni non
possano più ferirvi emotivamente. Se volete diventare esperti nel gua-
rire voi stessi, dovreste imparare a perdonare subito.
Ogni giorno awengono molte cose che possono farci sentire feri-
ti: dobbiamo imparare a perdonare e a non pensarci più ogni volta che
ci capita qualcosa del genere. Meglio riusciremo in questo, minori
saranno le possibilità di lasciare I'opera incompiuta e, quindi, di accu-
mulare ulteriori problemi. Non evitate chi vi ha ferito perché questa
persona è lì per insegnarvi la pace interiore, l'amore e il perdono,
fino a quando non riuscirete a sentirvi bene, indipendentemente da
quello che viene detto, perché in quel momento sarete pronti a pro-
gredire.
Nessun tipo di offesa è troppo grave per poter essere perdona-
ta. Loffesa non è la questione principale, quando perdoniamo. Mag-
giore il dolore, maggiore dovrebbe essere la nostra motivazione a per-
donare. Anche gli awenimenti che sono stati talmente devastanti da
apparire impossibili da perdonare, dovrebbero essere perdonati.
l{on si può maí eccedere nel perdono, non si può mai perdonare
abbastanza!
Quindi, non importa quante volte siamo stati insultati, offesi,
umiliati e così via: dobbiamo perdonare anche ilpeggio del peggio per
essere liberi. È questa I'essenza della guarigione.
Non è mai facile o esente da complicazioni. Abbiamo una scel-
ta da fare e scegliendo il perdono utilizziamo la fonte d'amore che è
in noi e riproduce la grazia e la pietà divina.

cAp. 10 - uuLTIMo osrAcolo sULLA vIA DtrLLA r_teBnrÀ 227


Ogni volta che noi perdoniamo, saliamo un altro gradino della
scala della nostra evoluzione spirituale.
Una volta diventati esperti di perdono, ben poche cose riescono
a ferirci perché cominciamo a capire i meccanismi della realtà che
abbiamo contribuito a creare.

Il perdono
Molti si chiedono in che modo perdonare e come mettere in atto
la propria decisione di perdonare.
Di fatto, questa è la parte più semplice e non esistono regole
immutabili sul modo di procedere.
Vedremo a questo punto come io preparo le persone a realizza-
re questo proposito e che cosa possiamo fare per dare modo alla gua-
rigione di seguire il suo corso.
La prima cosa da ricordare è che il perdono può essere dato ovun-
que: non occorre che ci troviamo in un luogo particolare o in com-
pagnia di una persona specifica. Si tratta di qualcosa che riguarda la
nostra sfera privata. Alcune persone che perdoniamo possono essere
già morte e magari di altre non conosciamo neppure il nome.
Anche se la persona da perdonare è disponibile, non occorre
che ci presentiamo a lei dicendo: "Ti ho perdonato!". Alcune persone
non si sono neppure rese conto dell'accaduto. Non sta a noi giudica-
re gli altri, questo è un compito di Dio e delle leggi dell'Universo.
Naturalmente, se il comportamento di qualcuno è per noi fonte di
irritazione, nessuno ci impedisce di rivolgerci direttamente a quella
persona in modo gentile e di chiederle di modificarlo. Tuttavia, sta a
lei la scelta di cambiare oppure no, e il nostro intervento si deve
limitare a questo.
Il perdono è un atto spirituale che ci porta a essere più vicini a
Dio e dà subito inizio al processo di guarigione. Riguarda noi e la
nostra coscienza superiore, che fa parte del tutto che è Dio. Uunico
testimone oculare del quale abbiamo bisogno è Dio: non c'è bisogno
di dire niente a nessuno, soprattutto se non vogliamo fare sfoggio
della nostra bontà.
Se ci troviamo ad affrontare l'argomento possiamo comunque
parlarne, come pure possiamo parlarne con qualcuno durante il pro-
cesso di guarigione che awiene dopo avere perdonato.
La cosa più importante è perdonare e lasciare ogni altro detta-
glio nelle mani dell'Universo. A questo punto abbiamo portato a ter-

228 EQUILIBRIO EMOZIONALtr


mine il nostro compito e siamo purificati. Abbiamo ristabilito il nostro
potere e abbiamo attinto al nostro amore incondizionato. per quan-
to mi riguarda, Dio è la personificazione dello stato di grazia.
La principale attrattiva della filosofia della reincarnazione è il
fatto che riconferma I'amore di Dio, la sua pietà e la sua giustizia. Ci
aiuta a capire che ogni evento ha un suo scopo preciso: i bambini
che muoiono di fame nel Bangladesh, le morti dovute agli incidenti,
alle guerre, al cancro e ad altre malattie che potrebbero invece esse-
re prevenute. Non bisogna incolpare Dio di tutto questo, perché siamo
noi ad averlo creato e perché, per nostra libera scelta, otteniamo ciò
che creiamo.
Lultima parte di questa seduta di perdono consiste nel tratta-
mento dei punti del cuore, vicino all'attaccatura dell'unghia, nella
parte interna del dito mignolo. Dobbiamo massaggiare o trattare que-
sti punti almeno tre volte, o comunque fino a quando ci sentiamo
completamente in pace.
Le affermazioni che pronunciamo sono: "Amo profondamente
e perdono me stesso per avere causato questo evento; perdono...
(chi mi ha ferito) per avervi preso parte e mi libero di tutto ciò ora e
per sempre!".
In questo consiste la seduta di perdono: affrontiamo la nostra
rabbia e il nostro risentimento, le nostre paure riguardo al fatto che
ciò che è accaduto possa ripetersi nuovamente, e poi perdoniamo noi
stessi e chi ci ha ferito per quanto è accaduto. Se la nostra rabbia era
diretta verso Dio, mentre trattiamo i punti del cuore possiamo aggiun-
gere la seguente affermazione: "Amo profondamente e perdono me
stesso per avere incolpato Dio di questo evento: ti prego mio Dio,
perdonami per la mia ignoranza!".
Questa procedura ha aiutato migliaia di persone a dare il via
alla loro guarigione e ho visto molte malattie croniche migliorare
incredibilmente o addirittura guarire completamente, quando la per-
sona era pronta, capace e intenzionata a liberarsi del proprio passato.
Allora... Siete pronti? Esiste qualcuno che volete perdonare pro-
prio ora? Inclusi voi stessi? Potete iniziare da subito: fate un elenco
delle persone o degli eventi che vi hanno procurato dolore e soffe-
renza. Non serve mai rimandare!
È forse una buona idea cominciare a perdonare qualcuno, prima
di proseguire nella lettura. È sempre consigliabile cominciare con il
perdonare i propri genitori e le altre persone con le quali abbiamo
avuto rapporti molto stretti.

cAp. 10 - LULTIMO osrAcolo sULLA vIA DELLA r_ree RrÀ 229


Ntre argomentazioni sul perdono
Avete fatto I'unica cosa giusta possibile: vi siete confrontati con
voi stessi e avete perdonato. A questo punto tutto dovrebbe essere pas-
sato e potete andare avanti con la vostra vita, ma in molti casi si trat-
ta di pura illusione, perché la vostra decisione e il vostro atto di per-
dono possono essere presi di mira e messi in ridicolo da altri.
Anche la vostra mente subconscia può opporsi e generare in
voi il dubbio. I vostri pensieri possono non essere in linea con le vostre
azioni e per questo potete sentirvi a disagio.
È tutto normale: dopo ít perdono ha inizio la uera guarigione
e, a volte, non si tratta di un percorso privo di ostacoli. Preparatevi
dunque a questo impegno. Inoltre, è importante perdonare Dio per
tutto quello di cui 1o incolpate e, nel contempo, perdonare anche voi
stessi, perché se non perdonate voi stessi per i vostri errori e i vostri
insuccessi continuate nella vostra autocondanna.
Molte persone sono sopraffatte dal senso di colpa: senso di
colpa perché i figli non si sono rivelati i cittadini esemplari che ave-
vano desiderato, per il proprio divorzio, per essere stati coinvolti in
un incidente d'auto nel quale alcune persone sono state gravemente
ferite o sono morte, per essere stati un cattivo esempio per i propri
figli, per avere commesso errori e per non essere stati perfetti.
Vi sono molte altre ragioni per sentirsi in colpa, come attribuirsi
il fallimento di un matrimonio finito, la perdita di una persona ama-
ta e così via. Alcune di esse sembrano effettivamente valide: se aveste
fatto più attenzione non sarebbe successo, o se non aveste bevuto trop-
po non vi sareste addormentati al volante.
C'è qualcosa di cui incolpate voi stessi? Fate un elenco, perché
anche queste colpe vanno affrontate subito!
Molti di noi si sentono inadeguati e non riescono a essere al-
l'altezza delle loro aspettative. Abbiamo rinunciato a molti dei nostri
sogni e abbiamo accettato i nostri limiti, ma continuiamo a incolpa-
re noi stessi. La nostra immagine di noi stessi è totalmente distorta
e non è assolutamente vicina alla realtà. Cerchiamo di integrarci, ma
la continua esposizione di corpi e di persone perfette e la pubblicità
non facilitano certo il nostro compito.
Cominciamo a credere in queste illusioni e cerchiamo di
affrontare una battaglia che molti di noi sono destinati a perdere.
A questo punto, dunque, prendetevi un po' di tempo e iniziate
una seduta di perdono per voi stessi per sentirvi più a vostro agio
con il vostro modo di essere, positivo o negativo che sia. Accettatevi

230 EQUILIBRIO EMOZIONALE


e amatevi profondamente. Ve lo meritate e vi siete guadagnati il
diritto di avere almeno un po' di pace mentale. Alcuni di voi non rie-
scono a perdonare qualcuno perché sentono che quello che è acca-
duto va al di là di ogni spiegazione razionale. È stato dawero troppo,
troppo freddo, troppo calcolato e quindi il colpevole deve essere
punito, magari addirittura eliminato per il bene di tutti!
Quando scegliete di rimanere attaccati all'evento accidentale,
scegliete di riviverlo più e più volte.
In altre parole, una parte di voi è masochista e prova piacere
quando soffre. Questa sarebbe 1'unica spiegazione plausibile quando
sapete che, perdonando, guarirete voi stessi, e che il perdono non
riguarda l'altro ma solo voi. Scegliete, in questo caso, di continuare
a percorrere il cammino della sofferenza e dell'autodistruzione: tutti
hanno il diritto di fare le loro scelte.
Scegliete I'oscurità spirituale anziché I'illuminazione.
Non importa quanto dolore vi costi, potete sempre perdonare.
Milioni di persone hanno perdonato le più terribili offese, e quin-
di potete farlo anche voi!

Lasciamo che la guarigíone abbia inizio


Dopo il perdono iniziamo il percorso della guarigione e dell'ar-
monia. Sebbene ancora scossi, siamo determinati a guarire noi stes-
si e a lasciarci tutto alle spalle. Per una volta dobbiamo lottare per
mantenere fede alla nostra scelta di perdono, ma questo è I'unico modo
per attingere nuovamente all'energia di guarigione dell'amore. Se non
perdoniamo, costringiamo i nostri cuori e riduciamo il nostro colle-
gamento con il livello spirituale più profondo. Per potere fare ciò dob-
biamo, prima di tutto, guarire tutte le emozioni negative che affio-
rano in noi riguardo a chi ci ha offeso o all'offesa. Dobbiamo essere
capaci, se è inevitabile e necessario, di confrontarci con chi ci ha
offeso e di sentirci completamente in pace facendolo.
Può servire un po' di tempo per completare il percorso di gua-
rigione e fino a quel momento è meglio continuare a lavorare sulle
emozioni negative che generano dolore. Visualizzate voi stessi, men-
tre incontrate chivi ha offeso e sentitevi completamente calmi e pieni
d'amore. Con le tecniche descritte nei capitoli successivi potrete eli-
minare ogni dolore residuo.
È importante non cercare di evitare il confronto a tutti i costi
perché anche questo può essere una forma di negazione. Rimanete

CAP. TO _ UULTIMO OSTACOLO SULLA VIA DtrLLA LIBERTA 237


concentrati sul vostro obiettivo, per riuscire a liberare tutto il dolo-
re che appartiene al vostro passato. Inoltre, non vendicatevi ignorando
o maltrattando la persona che vi ha fatto soffrire. Questo va inteso
come una parte del vostro percorso di guarigione e come un modo
per mettere voi stessi alla prova per verificare che la guarigione sia
completa.
È normale provare una turbolenzainteriore e questo indica se la
guarigione è stata portata a compimento o no. Aspettatevi di vivere
momenti di dolore e pensate a come affrontarli per poter progredire.

I vostri pensieri possono essere cambiatí


Non importa quanto possa essere stato grave o crudele un av-
venimento: il significato che noi gli attribuiamo è solo la conseguenza
dei nostri pensieri e delle nostre passate esperienze.
Il nostro pensiero genera sensazioni e noi accettiamo tali sen-
sazioni come vere e reali. Se modifichiamo i nostri pensieri, cambia-
no anche i nostri sentimenti.
Ricordate: il passato può avere potere su di voi soltanto se siete
voi ad attribuirgli tale potere. Se scegliete nuovamente divivere il pre-
sente, vi liberate dal vostro passato.
Possiamo ricominciare tutto daccapo senza dolore e stress.
Possiamo anche scegliere i nostri pensieri e di averne altri. È
questo il potere incredibile di cui possiamo disporre. Possiamo esse-
re forti e rifiutare tutti i pensieri che consumano la nostra forzavita-
le. Non dobbiamo arrenderci.
Liberiamoci dell'odio verso noi stessi, del senso di colpa e del
biasimo: sono tutti estremamente negativi.
Concentrandoci sul pensiero quando esso si forma, possiamo
evitare di essere coinvolti in una spirale negativa di autodistruzione.
Cambiando il nostro pensiero attingiamo alla potente energia uni-
versale della guarigione, che tutti noi abbiamo dentro di noi, e pos-
siamo sentire I'energia dell'amore che fluisce attraverso di noi.
Ogni pensiero che attraversa la nostra mente dovrebbe essere
vagliato per vedere se ben si adatta al nostro nuovo modello e per-
corso spirituale. Esaminate il vostro modo di pensare e di giudicare
e modificatelo immediatamente.
Non aspettatevi che il cambiamento sia istantaneo: preparatevi
a combattere e, mantenendo I'attenzione sul riequilibrio delle emo-
zioni, vedrete che sarà tutto finito prima di quanto possiate pensare.

EQUILIBRIO EMOZIONALE
Il confronto
A volte è bene condividere il nostro dolore con gli altri purché
non ci atteggiamo a vittime. Scegliendo di essere vittime blocchiamo
il nostro processo di crescita e la nostra guarigione.
È quello che Carolyne Myss definisc ewoundology (letteralmente
"feritologia"), owero usare le proprie ferite emotive per attirare l'at-
tenzione e le cure di chi ci circonda. È un atteggiamento che non fun-
ziona: non bisogna giudicare chi ci ha offeso ma avere comprensio-
ne e la volontà di vedere qual è stato il dolore che lo ha portato ad
agiire male (se dawero è stato così!).
Tenete nella dovuta considerazione le persone che vi hanno feri-
to, trovate in loro qualcosa di positivo, vedetele come persone che
devono lottare nel loro percorso spirituale. Rifiutate di combatterle e
trovate I'amore che è nel vostro cuore.
È una buona idea pregare per loro e inviare loro ogni giorno
pensieri d'amore: questo può servire a trasformare il mondo. Ogni
preghiera raggiunge la Coscienza Collettiva e aiuta a promuovere una
guarigione globale.
Così facendo, noterete che il dolore emozionale comincerà a
diminuire e, presto o tardi, svanirà del tutto. Allora potrete chieder-
vi se è necessario il confronto con chi vi ha offeso. Vale la pena con-
frontarsi soltanto se questo è frutto dell'amore e della pace interiore.
Può anche essere utile, se conduce al cambiamento del comporta-
mento che ha ferito voi e potrebbe ferire anche altri. Pronunciate paro-
le di verità con amore, senza incolpare nessuno e spiegando esatta-
mente che cosa vi ha ferito nel comportamento dell'altro. Le vostre
ragioni devono essere pure, altrimenti sarà come prendervi in giro
da soli cercando vendetta.
Se possibile, verificate se altre persone hanno vissuto la stessa
esperienza, ma senza nascondervi dietro di loro: parlate soltanto di
quello che riguarda voi stessi.
In alcuni casi, se sono in pericolo vite innocenti, dovrete cer-
care di mettervi in contatto con le autorità competenti in grado di
affrontare la situazione. A volte sarà più saggio evitare il confronto,
se sapete in partenza che sarà inutile o che potrebbe persino peggio-
rare la situazione.
Altre volte non sta a voi sceglliere il confronto, perché non cono-
scete tutti i fatti. Valutate in anticipo quale sarà la migliore strategia
da seguire nel confronto. Dovete essere preparati: le ferite devono esse-
re guarite e il cuore in pace.

CAP. 10 _ UULTIMO oSTACoLo SULLA VIA DELLA LIBERTÀ ZJJ


In altri casi è consigliabile chiedere perdono per qualcosa che
altre persone potrebbero avere preso come un'offesa. In questo modo
faciliterete loro il compito di valutare il loro comportamento. Dove-
te anche avere f intenzione di aprire il vostro cuore e di mostrare a
queste persone che dawero vi preoccupate per loro e non siete in cerca
di vendetta. Dimostrando di essere sensibili alla loro situazione e al
loro dolore rendete più facile ogni cosa.
Pensate, in primo luogo, alla sicurezza. Se chi vi ha ferito è un
tipo iroso e incline alla violenza, potete scegliere di telefonargli o di
scrivergli o di incontrarlo in un luo€o pubblico. Non dovete mettere
in pericolo voi stessi. A volte un incontro non è consigliabile per la
distanza o perché sarebbe troppo doloroso.
Un altro modo è quello di scrivere una lettera. Non scrivete
una lettera senza prima riflettere. Forse occorrerà riscriverla diverse
volte per studiare I'approccio migliore. Deve essere frutto di amore e
non di sofferenza. Leggete e rileggete la lettera: esprime il vostro
amore e avete con essa chiesto perdono per gli errori che anche voi
avete commesso?
Ricordate di concentrarvi sull'amore e sulle lezioni positive che
avete imparato da tutto ciò.

Percorso spirituale
Lo scopo fondamentale del perdono è quello di iniziare il per-
corso di guarigione e di consentirci di riprendere il nostro percorso
spirituale.
I1 perdono è uno degli esercizi spirituali più impegnativi. Dob-
biamo fare pratica per diventare esperti di perdono. Più diventiamo
capaci di perdonare, più noteremo che nessuno riuscirà a ferirci. Potre-
te permettere a qualcuno di ferirvi soltanto se 1o deciderete voi.
Il vostro spirito è intoccabile: il vostro corpo può subire abusi,
ma ilvostro spirito può rimanere al di sopra di tutto ciò. Quando que-
sto vi sarà chiaro, sarà facile perdonare. Noterete poi come molte
persone non siano affatto consapevoli del dolore che provocano. Vedre-
te che alcuni soffrono a loro volta moltissimo e feriscono gli altri
perché pensano che non sia giusto che il dolore sia soltanto 1oro.
Così comincerete a considerare le persone da una prospettiva total-
mente differente.
Gli altri cercheranno di ferirvi perché sentiranno che anche voi
li avete feriti. Forse non avete concesso loro la vostra attenzione, o
234 EQUILIBRIO trMOZIONALE
forse sono gelose perch é, magafi, avete trascorso più tempo con altri
che con loro. Ho visto di tutto.
Le persone agiscono d'impulso senza pensare: anche le persone
che dovrebbero essere maggiiormente in sintonia con voi perché più
spirituali.
Latteggiamento migliore è quello di non aspettarsi nulla, per
non essere delusi.
Accettate ognuno per quello che è, nel bene e nel male.
Non cercate di cambiare nessuno, tranne voi stessi.
Diventate maestri di perdono, perché allora farete parte dell'a-
more universale.

CAP. 10 _ L'ULTIMO OSTACOLO SULLA VIA DELLA I-TENRTÀ 235


$,$

Consapevolezza
come paradosso

Ijínaito

Non mí ínteressa che cosa faí per guadagnarti da aìaere


Voglio sapere che cosa ti fa soffrire e se osi sognare
di incontrare il desiderio del tuo cuore.

Non mi ínteresso quanti anni haí


Voglio sapere se rischierai di sembrare rídicolo per amore,
per i tuoi so1ní, per I'auuentura di essere uiuo.

Non mi interessa qualì píaneti sono în quadratura


con la tua luna
Voglio sapere se hai toccato il centro del tuo dispiacere,
se sei stato aperto dai tradimenti della uita o ti sei
inaridito e chíuso per la paura di soffrire oncora.
Voglio sapere se puoí sopportare il dolore, mio o tuo,
senzo muouerti per nasconderlo, sfumailo o risoluerlo.
Voglio sapere se puoi uiuere con la gioia, mia o tua; se puoi
danzare con la natura e lasciare che l'estasi ti peruada dalla
testa aí piedi senza chiedere di essere attenti, di essere
realistici o dî ricordare i limiti dell'essere umani.

Non mí interessa se Ia storía che rocconti è aera


Voglio sapere se riuscirestí a deludere qualcuno per
mantenere fede a te stesso; se riesci a sopportare I'accusa
di tradimento senzo tradíre Ia tua anima.
Voglio sapere se puoi esser fedele e quíndi degno di fiducía.
Voglio sapere se riesci a uedere lo bellezza anche quando
non è sernpre bella; e se puoi ricauare uita dallo sLrA presenzo.
Voglio sapere se riesci a uiuere con il fallimento, mio e tuo
e comungue rimanere in riua a un lago e gridare alla luna
piena d'aroento "Sì".

Non mi ìnteressa sapere doae uíuí o quantì soldi haì


Voglio sapere se riesci ad alzarti dopo una notte di dolore
e di disperozione, sfínito e profondamente ferito e fore
ugualmente quello che deui per i tuoi fíglí.

Non mí interessa chí sei e come seí arriaato qui


Voglio sapere se rimani al centro del fuoco con me
senza ritirarti.

Non mí Ínteressa doae o che cosa o con chi haí


studiato
Voglio sapere chi ti sostiene all'intemo, quando tutto
íl resto ti abbandona.
Voglio sopere se riesci a stare da solo con te stesso e se
apprezzi ueramente la compagnia che ti sai tenere nei
momenti di uuoto.
Oriah Mountain Dreamer, anziano di una tribù pellerossa

Molti credono che noi siamo sulla terra per imparare le nostre
lezioni e crescerespiritualmente. La verità è che non abbiamo assolu-
tamente nulla da imparare. Non dobbiamo fare nulla per diventare per-
sone migliori o più spirituali. Siamo già il meglio di noi stessi e I'uni-
ca scelta possibile è di prendere coscienza di questo fatto. Possiamo
scegliere di risvegliare il nostro io e di fare I'esperienza finale, I'espe-
rienza più celestiale e divina di tutte, owero quella di ricordare chi
siamo veramente ricongiungendoci con la nostra vera identità.
La storia seguente vuole illustrare questo concetto.
I1 figlio di un contadino stava facendo una passeggiata in mon-
tagna quando scoprì un nido d'aquila che conteneva un uovo.
Portò con sé l'uovo fino alla sua fattoria e lo mise nel pollaio
con le altre uova. Si dimenticò poi completamente dell'accaduto e
quando l'uovo si schiuse, I'aquilotto pensò che sua madre fosse una
gallina e di essere un pulcino. Laquila crebbe quindi comportandosi
da pollo, mangiava vermi e insetti, andava in giro chiocciando pro-

238 EQUILIBRIO EMOZIONALtr


prio come un pollo. Esattamente come gli altri polli volava sollevan-
dosi soltanto di pochi centimetri dal suolo e visse molti anni della
sua vita come un pollo, fino a tarda età.
Un giorno, alzò lo sguardo e vide un uccello bellissimo che
tracciava cerchi nel cielo sopra la fattoria. Usava le ali per planare
con grazia ed eleganza. Laquila che si credeva un pollo guardava
stupita quello spettacolo magnifico.
"Che uccello è mai quello?" chiese a un pollo che gli passava di
fianco. "È il re di tutti gli uccelli, un'aquila" disse il pollo. "l-laquila
appartiene al cielo, come noi apparteniamo alla terra, perché siamo
semplicemente polli". Laquila che si credeva un pollo morì da pollo,
perché quella era la percezione della sua identità.
Se non prendiamo coscienza della nostra magnificenza, ci
comporteremo sempre come I'aquila che credeva di essere un pollo.
In verità, molte persone preferiscono essere polli, perché è una scel-
ta più comoda. Risvegliarsi da questa illusione non è piacevole. Si-
gnifica dover rinunciare a molte delle proprie limitate cred,enze.
Significa dover agire ed essere come siamo veramente.
Dobbiamo comportarci come un'aquila invece di sognare di
diventarlo.
La triste verità è che la maggior parte delle persone non vuole
dawero acquisire consapevolezza e sperimentare la sua magnificen-
za. 11 primo passo da compiere consiste nel capire la propria condi-
zione di negazione e diventare onesti con se stessi.
Abbiamo vissuto nella negazione per così tanto tempo, che ci
sembra reale: cominciamo a credere che le nostre illusioni siano la
realtà. Essere uomini significa essere umani e sperimentare che cosa
significa vivere in questa dimensione. Abbiamo imparato a essere fe-
lici quando otteniamo qualcosa. Quando non otteniamo quello che
desideriamo, siamo infelici e neghiamo il nostro essere immortale
che, invece, è felice incondizionatamente. Non vogliamo rinunciare
a ricavare qualcosa dai nostri sforzi. Vogliamo che i nostri desideri
siano soddisfatti. I nostri desideri derivano, come abbiamo già avuto
modo di vedere, dai ricordi del nostro passato. Quando lasciamo alle
spalle il passato, ci svegliamo e non combattiamo più. Di fatto,
disimpariamo il nostro passato.
La sfida più importante che dobbiamo affrontare nell'acquisi-
zione della consapevolezza è quella di aprirci a una nuova dimensio-
ne, per lasciarci il passato alle spalle. Siamo pronti ad abbandonare
tutte le nostre credenze del passato? Quanta verità siamo in grado di

CAP. 11 _ CONSAPEVOLEZZA COME PARADOSSO 239


affrontare? La maggior parte di noi ha dawero paura di lasciarsi alle
spalle quello che conosce e di vivere al limite dell'ignoto. Scambiare
le proprie illusioni per realtà significa proprio questo.
La realtà implica che non esiste passato e non esiste futuro.
Esiste soltanto adesso. Il passato è come noi 1o facciamo diventare.
Di fatto, il passato e il futuro sono adesso. Quello che desideriamo è
ciò che ci manca. Allora concentriamoci su ciò che abbiamo creato
in questo momento, per capire come lo abbiamo fatto.
Diventando osservatori senza giudicare, possiamo trasformare
noi stessi. Distaccandoci emozionalmente dalle nostre creazioni, diven-
tiamo meno dipendenti da esse. Creare è come una magia, e la magia
è come un'illusione. I-illusione diventa realtà e noi cominciamo a cre-
dere che I'illusione sia il vero modo di essere.
Essere illuminati significa diventare consapevoli. Per prima cosa
osserviamo che cosa awiene nella nostra vita: comprendiamo che
siamo stati noi a creare determinati scenari. Quindi, per poter crea-
re una determinata situazione abbiamo dovuto formulare determinati
pensieri. Allora comprendiamo che c'è qualcuno che formula questi
pensieri e quel qualcuno è il nostro io.
I maestri spirituali ci dicono che la questione fondamentale nella
nostra esistenza è "Chi sono". Che cos'è I'entità che definiamo "Io"?
Possiamo sapere tutto sui computer e sulla cucina e saper fare
molte altre cose, ma se non sappiamo chi è questo "lo" siamo impri-
gionati in uno stato di coma profondo.
Non siamo nient'altro che persone prive di consapevolezza, che
non sanno che cosa sta succedendo nel mondo. Voi siete in coma? Il
primo passo per uscire dal coma è quello di riuscire a capire che siamo
in coma e desiderare risvegliarsi. Lo capite? La domanda è: chi 1o capi-
sce? Guardare al nostro "lo" e diventare osservatori ci farà scoprire
che non siamo liberi, ma schiavi del nostro passato, dei condiziona-
menti, delle credenze che non ci aiutano, delle paure che abbiamo
ereditato dai nostri genitori, familiari, insegnanti ecc. Siamo diven-
tati un prodotto delle nostre passate esperienze e della nostra passa-
ta programmazione.
La libera scelta è una farsa, se non risuegliamo Ia nostra con-
sapeuolezza. Siamo bloccati dai modelli di ciò che riteniamo giusto
o sbagliato, al punto che non riusciamo a vedere che anche tutti gli
altri sono bloccati e che tutti difendono la loro "zona". Rendiamo la
nostra vita infelice e, come tutti, crediamo che la nostra infelicità
dipenda dagli altri!

240 EQUILIBRIO EMOZIONALE


La verità è che nessuno può renderci infelice, se siamo consa-
pevoli. Il più grande paradosso è che tutte le emozioni sono false.
Abbiamo dato un significato alle esperienze del passato. Abbiamo
creduto di dovere avere genitori perfetti e un'infanzia perfetta. Que-
sto è stato il nostro primo errore: abbiamo scelto genitori perfetti, per
imparare quello che siamo venuti a imparare. In altre parole, i nostri
genitori sono stati perfetti per il nostro scopo. Se non abbiamo più i
genitori, questo fa parte del nostro piano. Nessuno deve essere incol-
pato di nulla, ogni cosa awiene in base a un piano preciso. I-lunica
cosa che dobbiamo ricordare è proprio questo piano.
Ecco la mia risposta alle molte persone che mi chiedono: "Per-
ché siamo qui?". È il più grande paradosso di tutti: "Siamo qui per
scoprire perché siamo qui!". I1 nostro traguardo è quello di ricorda-
re il nostro obiettivo, di analizzare ciò che è awenuto e di trovare il
modo di scoprire chi siamo realmente. È doloroso scoprire che
siamo stati sviati e che ora crediamo che certe cose siano vere, quan-
do invece non 1o sono.
È doloroso uscire dal coma e capire che stavamo vivendo in un'il-
lusione. Allora, chi è la persona che legge questa sentenza? Chi è il
lettore? Chi è il pensatore? Chi è I'osservatore? Può I'osservatore ar-
rivare a conoscere se stesso?
Per comprendere e definire questo "lo" dobbiamo scoprire, prima
di tutto "ciò che esso non è". Questo processo ci fa capire perché Dio
è l'osservatore più grande di tutti. Dio è "l'Io" di tutto ciò che è, che
è stato e che mai sarà.
Il mio "Io" fa parte di questo "Io" divino. Io sono parte della
manifestazione universale complessiva, che fa parte di Dio. Dio è I'a-
more universale è quindi "lo" devo fare parte dell'amore universale.
Che cosa "lo" non sono? "Io" non sono i miei pensieri. Anche
se posso avere molti pensieri - secondo gli scienziati fino a sessanta-
mila al giorno - io non sono i miei pensieri. Io di fatto riciclo molti
dei miei pensieri, fino al novanta percento o più di essi. "Io" faccio in
modo di pensare, ma non sono i miei pensieri.
Mi sono posto la seguente domanda: "lo" sono un corpo?" La
risposta è: "lo non sono nessun corpo". In realtà, "Io" utllizzo questo
corpo per sperimentare determinate sensazioni (percezioni), che
"lo" posso sperimentare soltanto quando "lo" diminuisco la mia ve-
locità vibrazionale. I1 corpo è la mia "tuta spaziale", che ho costrui-
to per esplorare I'energia vibrazionale più lenta. Rallento "me stesso"
e mi impongo dei limiti confinandomi in questo corpo. Un altro

CAP. 11 - CONSAPEVOLEZZA COME PARADOSSO 247


paradosso è che la nascita (indossare la tuta spaziale) è stata una grave
limitazione del mio essere, Diventando umano "Io" sono morto per
nascere.
La vita è un'esperienza limitativa dell"'Io". Perché "Io" dovrei
desiderare di viverla?
In uno dei miei laboratori ho chiesto ai partecipanti di andare
in giro, per un intero giorno, con gli occhi bendati. Per molti di loro
questa esperienza è stata dawero spaventosa, perché avevano biso-
gno di appoggiarsi ad altri e ad altri sensi. Quasi tutti hanno scoper-
to qualcosa di nuovo su se stessi, in grado di cambiare la loro vita.
Hanno scoperto cose che non avrebbero mai scoperto, se non fosse-
ro stati limitati dalla perdita della vista.
La stessa cosa awiene quando il nostro "Io" limita se stesso attra-
verso I'incarnazione. Scopre nuovi aspetti di sé che sarebbe quasi
impossibile conoscere se non ci fossero limiti. Quindi "lo" non sono
il mio corpo. "Io" sono un'entità non corporea che abita o controlla
un corpo.
I nostri corpi cambiano continuamente, I'unica costante è 1"'1o".
"lo" non sono le mie credenze perché le credenze possono cambiare.
"Io" non sono il mio lavoro. Alcuni dicono "Io sono un awocato, un
medico, un impiegato". Non è vero. Non possiamo essere semplice-
mente awocati, medici o impiegati. Di fatto, si tratta di limitazioni
della propria identità. Molte persone si rinchiudono in caselline e
impersonano i loro limiti. Noi creiamo etichette delle limitazioni e
poi ci identifichiamo con queste etichette.
Lo stesso awiene con le emozioni: io sono arrabbiato, sono tri-
ste ecc. Si tratta di un uso improprio della lingua: sarebbe corretto
dire: "Provo questa sensazione dentro di me che io ho etichettato come
rabbia (o tristezza, o paura...)". Per brevità possiamo dire: "Mi sento
arrabbiato".
I-l"lo" non rientra in nessuna di queste caselline, o etichette, che
noi stessi ci attribuiamo. L"Io" è infinitamente più grande di tutto ciò.
È I'identificazione dell'Io con etichette che crea sofferenza e dolo-
re, 1"'Io" non può soffrire.
Quando superiamo lasofferenzaosserviamo che non è l"'lo" che
soffre.
U"lo" è infinito, immortale e non si identifica con i nostri desi-
deri terreni, con le etichette, i desideri e i bisogni.
Sono questi desideri, necessità e bisogni, che rappresentano
I'illusione alla quale attingiamo e così sentiamo di avere biso$no di

242 EQUILIBRIO EMOZIONALE


una gratificazione esterna per stare "bene". Tutta la sofferenza deri-
va dal desiderio. Il desiderio nasce dalla nostra memoria (karma):
soltanto quando crediamo di avere bisogno di questo desiderio, spe-
rimentiamo la mancanza di gratificazione, abbandoniamo la nostra
condizione di "essere" e agiamo in modo da ottenere ciò che deside-
riamo.
E questo è un altro paradosso: la maggior parte delle persone
crede che se "ourà" quello che al momento non ha, sarò più felice,
sicura, amato e in pace.
Così cominciano a compiere"azionT" che possono fare loro otte-
nere ciò che desiderano, ma allo stesso tempo non "sono" nella con-
dizione che desiderano. Molti trascorrono la loro vita alla ricerca di
ciò che non hanno, ma non "sono" mai quello che vogliono essere.
Provate a guardarvi intorno: la maggioranza delle persone agisce in
modo da ottenere ciò che non ha per poter raggiungere una deter-
minata condizione? E voi?
Ecco qual è la realtà per molti: Desiderio -+ Azione -> Condi-
zione desiderato.
Il paradosso è che noi possiamo essere tutto ciò che desideria-
mo essere, purché cornprendiamo che si tratta di una nostro scelta.
Se volete essere felici, cominciate a essere felici fin da subito:
liberatevi di ogni tristezzae sofferenza e scegliete subito di essere feli-
ci indipendentemente da tutto.

Quando sarete in questa condizione e affronterete tutte le que-


stioni con questo atteggiamento, attirerete verso di voi più cose che
vi renderanno felici e avrete tutto ciò che avrete sempre desiderato.
Ecco una citazione di Charles Swindoll suAtteggiamento:

Più uiuo e più capisco l'impatto del nostro atteggiamento sulla


uíta.
L'atteggíamento per me è più importante dei fatti. È più im-
portante del passato, dell'educazione, del denaro, delle circo-
stanze, dei fallimenti, del successo, di quello che dicono o fanno
gli altri. È più importante dell'opparenzo, del talento o della
copacítà. Può costruíre o rompere un'amicizia. .. una chiesa. ..
uno casa.
La cosa più noteuole è che ogni giorno abbiamo la possibilità
di scegliere il tipo di atteggiamento da adottare per quel
giomo.

CAP. 11 , CONSAPEVOLtrZZA COME PARADOSSO 243


Non possiamo cambiare il nostro passato... non possiamo cam-
biare l'íneuitabile. L'unica cosa che possíamo fore è suonare I'u-
nica corda che abbiamo e cioè il nostro otteggiamento... sono
conuinto che la uita sia per il 100/o guello che copita e per il 900/o
il modo in cui io reagisco a essa. E lo stesso uale per uoi... abbia-
mo noi il controllo dei nostri atteggiamenti.

Quando usciamo dal nostro stato di coma, ci rendiamo conto


che tutto ciò che è accaduto nella nostra vita è stato perfetto per noi.
Abbiamo cospirato con migliaia, forse milioni, se non miliardi di
altri spiriti per creare proprio le circostanze perfette per arrivare
dove siamo ora e leggere questo libro.
Ho raggiunto uno dei successi più importanti della mia esistenza
quando ho smesso di preoccuparmi di ciò che gli altri pensano di
me. A quel punto sono stato veramente libero di fare quello che sen-
tivo era meglio per me. Diventiamo liberi soltanto quando smettia-
mo di avere bisogno di supporto esterno.
Quindi, per raggiungereilterzo livello di felicità dobbiamo capi-
re che la felicità è una scelta, non un risultato o una conse-
liuenza.
Il segreto per ottenere tutto quello che desideriamo è comin-
ciare a sentirsi come se già avessimo tutto ciò che desideriamo, in
altre parole "crea il tuo modello e diventa così".
Scegliendo il nostro modo di sentire creiamo le condizioni per
convogliare verso di noi ciò che desideriamo maggiiormente. Il pro-
cessodi questa creazione inizia raffigurando con precisione nella nostra
mente il prodotto delle nostre sensazioni, quando manifestiamo i nostri
desideri. Coinvolgendo tutti i nostri sensi e provando sensazioni a
livello fisico, creiamo una radianza elettromagnetica che mette in
movimento una cospirazione di spiriti i quali attraggono ciò che noi
desideriamo. Questo è sempre vero.
Ma ecco un altro paradosso: se non otteniamo quello che desi-
deriamo o se otteniamo quello che non desideriamo, sígnifica che
una parte di noi desideraua quello che abbiamo ottenuto.
In altre parole, il nostro conscio e il nostro inconscio non era-
no congruenti.
Unendo corpo, mente e spirito per provare quello che deside-
riamo nella pienezza del colore, delle sensazioni e dei dettagli, stia-
mo di fatto modellandolo e diventandolo (realtà virtuale). Quando
aggiungiamo qualche "grano di pepe" spirituale a questa ricetta, fac-

244 EQUILIBRIO EMOZIONALE


ciamo una magia. Il pepe spirituale consiste nel dare agli altri ciò
che più desideriamo, o nell'aiutare gli altri a ottenere ciò che desi-
derano.
I-altro ingrediente spirituale fa partire dal profondo del cuore il
desiderio che gli altri siano dawero felici come lo siamo noi. Ecco
l'ultimo e più importante ingrediente: quando raffiguriamo nella nostra
mente quello che vogliamo, possiamo goderne senza sviluppare un
eccessivo attaccamento. Quello che già siamo, 1o creiamo senza alcu-
no sforzo. Così, possiamo creare un modello per diventare noi stessi
e manifestarlo facilmente e senza fatica.
I-luniverso diventa la nostra fonte di aiuto, quando gli facciamo
sapere che proviamo determinate sensazioni. Ci aiuterà a ottenere più
di ciò che già abbiamo, quindi se proviamo infelicità questo ci por-
terà a un'infelicità maSgiore. Aiutando gli altri, dando loro ciò che
abbiamo in abbondanza, ne otterremo ancora di più dall'universo.
Diventeremo vere e proprie calamite che riescono ad attirare ogni cosa
che sperimentiamo.
Ogni aspetto della nostra esistenza è stato creato e attratto da
noi. I-labbiamo modellata così com'è. Tutto ha avuto uno scopo. Ha
fatto parte delle credenze, della guarigione o delle esperienze. Se vogilia-
mo cambiare il nostro modo di sentire, cominciamo a sentire ciò che
desideriamo e in questa maniera modelleremo il nostro destino così
come lo desideriamo.
A questo punto sta a noi scegliere: vogliamo c'(eare in modo
cosciente o inconsciamente?
Inconsciamente significa che lasceremo il controllo alla nostra
passata programmazione: non vogliamo, invece, essere artefici con-
sapevoli del nostro destino? Possiamo farlo, sia se siamo in "coma",
sia se siamo svegli.
La scelta è nostra. Siamo uno dei tanti, o siamo parte di quel-
I'uno che forma i tanti? Se riusciamo a capire che tutte le cose sono
fra loro collegate e che dare agli altri è come dare a noi stessi, riu-
scendo dawero a godere dell'arte del donare, riceveremo in entram-
bi i sensi.
Quando doniamo qualcosa ne ríceuiamo due uolte tanto.
Questo può awenire soltanto quando comprendiamo che fac-
ciamo parte dell'unità che è formata da tutte le cose. È sveglia la
coscienza che è consapevole del fatto di essere parte di Dio, il crea-
tore di ogni cosa. Sono i nostri pensieri che creano tutto e quindi dob-
biamo imparare a controllare i nostri pensieri e a farli agire a nostro

CAP. 11 _ CONSAPEVOLEZZA COME PARADOSSO 245


vantaggio. Tutto ciò che è accaduto nella nostra vita, è la manifesta-
zione dei nostri desideri più nascosti, delle scelte, delle idee e del con-
cetto di chi noi siamo o scegliamo di rssrnn. Nel nostro modo di "esse-
re" riveliamo chi pensiamo di essere.
Modificando il nostro concetto di chi siamo, cambiamo il nostro
modo di "essere". Non siamo più le vittime dei nostri pensieri incon-
trollati o della cospirazione collettiva che si serve di noi per fare
parte del nostro karma. Possiamo essere i creatori e farci aiutare
dalla coscienza collettiva. Su una scala più vasta, tutti noi cresciamo
insieme: più persone riusciamo a risvegliare dal coma, più persone
cominceranno a donare liberamente l'una all'altra, più riusciremo a
forgiare quello che desideriamo, e cioè a trovare la felicità derivante
dall'essere una cosa sola e completa.
Rivediamo i tre livelli del nostro modo di creare:

a Livello 1: il nostro subconscio crea la nostra realtà.


a Livello 2: il subconscio collettivo crea la nostra realtà.
a Livello 3: la nostra coscienza creativa crea la nostra realtà, diven-
tando alleata della coscienza collettiva.

Ed ecco quello che noi percepiamo:

Livello 1: cerchiamo di avere il controllo di qualcosa di cui non


abbiamo il controllo. Le cose ci accadono, fortuna, sfortuna.
Livello 2: cerchiamo di adattarci a ciò di cui non abbiamo il con-
trollo. Diventiamo responsabili del nostro modo di reagire alle
circostanze.
Livello 3: diventiamo consapevoli delle leggi cosmiche della mani-
festazione e lasciamo che la cospirazione collettiva lavori per
noi. "Creiamo un modello, fino a diventarlo" e parliamo di que-
sta "cosa" che è I'uno formato dai molti. Siamo essere divini,
cominciamo a sperimentare I'unità più vasta e diventiamo
parte di questa realtà scegliendo di smettere di creare la nostra
realtà individuale. Ora siamo parte dell'effetto delle nostre scel-
te. Diventiamo ecologici anziché logici. Questa è saggezza!

Il poradosso successiuo: percepire ía negatiuítà negli altri riue-


la la negatiuità dentro di noi.
Lillusione che abbiamo creato è che gli altri possono farci sen-
tire in un certo modo. Questo non è vero e non è accettabile. Tutte

246 EQUILIBRIO EMOZIONALE


le volte che percepiamo la negativitàin qualcuno, riviviamo una parte
delle nostre emozioni irrisolte o represse. La realtà è che abbiamo
creato questa situazione per potere guarire una parte di noi stessi. In
questo senso siamo noi che abbiamo bisogno di guarire. I sentimen-
ti negativi creano attaccamento. Attaccamento significa che non siamo
capaci di lasciarci andare. Se non riusciamo a lasciarci andare rima-
niamo in coma e non possiamo essere consapevoli.
Quando diventiamo emotivamente dipendenti dagli altri, signi-
fica che veniamo resi schiavi dagli altri. Abbiamo bisogno dell'appro-
vazione degli altri per essere felici ed essa diventa una droga, tanto
che se non riusciamo a ottenere questa approvazione narcotizziamo
nuovamente noi stessi e ritorniamo in coma.
Non siamo soli per mancanza di compagnia, siamo soli perché
dipendiamo dagli altri per la nostra felicità. Forse, non siamo com-
pletamente felici in questo preciso momento solo perché siamo con-
centrati su quello che in questo preciso istante non abbiamo. La nostra
felicità è condizionale. Abbiamo paura, o siamo preoccupati, o pro-
viamo qualsiasi altra emozione che non viene liberata, perché cre-
diamo che ci sia stato fatto qualcosa.
Queste sono alcune delle molte cose alle quali dedichiamo la
nostra consapevolezza e che non hanno alcun merito. Sprechiamo le
nostre energiie in quei settori che non richiedono la nostra attenzio-
ne. Dobbiamo imparare a controllare questi riflessi appresi e con-
centrarci su ciò che porta pace, armonia, amore e felicità nella
nostra vita. Quando instilliamo nella nostra mente pensieri o senti-
menti negativi, la alimentiamo con un cibo che non nutre e ci limi-
ta, assorbendo la nostra forza vitale. Dobbiamo imparare a ottenere
il controllo dei nostri pensieri. È semplice: se ci concentriamo su pen-
sieri felici, nella nostra mente produciamo felicità. Se le nostre
menti sono felici, le nostre cellule sono felici. Se le nostre cellule sono
felici, cominciamo a rigenerare il nostro corpo e otteniamo maggio-
re vitalità.
Quando ci concentriamo sulla tristezza della nostra vita, diven-
tiamo tristi. Concentriamoci quindi sulla gioia di vivere, sulla grati-
tudine e sull'amore di Dio. Annulleremo così le emozioni negative e
potremo avere più forza vitale, più vitalità e quindi essere attenti,
pazienti e maEigiiormente in grado di accettare gli altri.
Dedicare il nostro tempo alle questioni negative e irrisolte della
nostra esistenza ci toglie la possibilità di vivere il presente. I1 "pre-
sente" è un regalo di Dio. È il dono che Dio ci fa. Dobbiamo vivere

CAP. 11 CONSAPEVOLEZZACOME PARADOSSO 247


nel presente.11 momento più importante della nostra vita è proprio
"adesso". Cominciate a sentirvi felici e pieni di glioia, proprio adesso.
Se non vi concentrate su ciò che non avete comincerete a sperimen-
tare la felicità del ricevere il presente di questo momento.
La felicità deriva dall'essere liberi di scegliere: essere liberi ci
rende pieni di gioia e in equilibrio. I-lignoranzaproduce paura. Non
essere consapevoli del nostro incredibile potenziale ci fa provare paura.
Allora abbiamo due scelte nella vita: amore o ignoranza. O compren-
diamo questo paradosso, o non lo comprendiamo. Se non lo interio-
rizziamo, continueremo ad avere paura.
In base alle leggi del karma, la filosofia della reincarnazione
diventa la forza della giustizia che non può essere piegata. Creando
armonia nella nostra esistenza e in quella di chi ci circonda, ci
armonizziamo con il "Suo" amore incondizionato. Scegliendo di
perdonare scegliamo tra karma e grazia. Facciamo spazio alla magia
nei nostri cuori. Quindi, quando perdoniamo, è sempre bene colle-
garsi alla fonte dell'amore incondizionato, sentire I'amore di Dio per
tutto ciò che ha creato e poi liberare il dolore in quel momento d'a-
more.
Allora, la cosa migliore è trovare un luogo tranquillo in cui
possiamo avere il necessario raccoglimento e dedicare alcuni momen-
ti a noi stessi, senza alcuna possibilità di interruzione. Potete stare
seduti in auto, o in camera da letto, fare una passeglgiata oppure rima-
nere in un luogo tranquillo. Di solito io consiglio di mettersi como-
damente a sedere o di sdraiarsi appoggiando entrambi le mani sul
cuore. Inspirate ed espirate lentamente e rilassatevi completamente.
Concentratevi sul vostro cuore e collegatevi al cuore, con l'amore
incondizionato che vi circonda, e sentite I'energia dell'amore che attra-
verso il vostro corpo.
Pensate a tutti ciò che è scritto in questo libro nei capitoli pre-
cedenti e, in particolare, al fatto che siamo stati noi a scegliere i nostri
gienitori, perché aiutassero la crescita di cui noi stessi siamo artefici
attimo dopo attimo. Inoltre, consideriamo il fatto che ogini inciden-
te serve a confrontarci con noi stessi. Quali lezioni abbiamo impara-
to? Forse soltanto quella che dobbiamo perdonare, anche se ogni
cellula del nostro corpo non pensa che sia giusto e che dobbiamo avere
fede nelle leggi dell'universo.
Inviate il vostro amore a chi vi ha recato offesa e perdonatelo
per ciò che vi ha fatto. Inoltre, convincetevi che non cercherete ven-
detta o non ricambierete l'offesa, ma userete la vostra ener$ia per gua-

248 EQUILIBRIO trMOZIONALE


rire il vostro cuore. Allora nella vostra mente distruggete il ricordo
del male che è stato commesso nei vostri confronti e aggiungete I'e-
lenco delle lezione che avete imparato.
Con le tecniche dell'Equilibrio Bmozionale procediamo verso il
traguardo successivo e lavoriamo, dunque, sull'energia dei meridiani
del corpo; in seguito, potremo fare le due cose simultaneamente. per
prima cosa trattiamo I'energia del fegato: è qui che la rabbia, il risen-
timento, la frustrazione e il senso di colpa rimangono bloccati. Mas-
saggiamo o trattiamo questo punto mentre pronunciamo la nostra
affermazione: "Io amo profondamente e accetto me stesso con la mia
rabbia (o risentimento, desiderio di vendetta ecc.) verso... (chi ci ha
offeso)".
Ripetete questa procedura almeno tre volte finché non vi senti-
rete calmi e in pace e non vi procurerà alcuno stress visualizzare o
pensare a quella persona (il punto del fegato si trova sul lato destro,
a metà dell'arco della cassa toracica).
Poi procedete sui punti dei reni (situati vicino allo sterno, sotto
la clavicola). Questi punti sono legati alla paura. Se non affrontiamo
le nostre paure possiamo proiettare f incidente e ricreare una situa-
zione analoga.
Mentre massaggiamo o trattiamo i due punti dei reni, pronun-
ciamo le nostre affermazioni: "Amo profondamente e accetto me stes-
so con le mie paure. Qualcosa del genere potrà ancora accadere!',.
Anche questa volta, ripetete questa procedura almeno tre volte fino a
sentirvi totalmente a vostro agio e in pace con voi stessi.
Come possiamo avere paura, se sappiamo che non possiamo mori-
re? Di fatto, morire è una liberazione da tutte le preoccupazioni ter-
rene. Siamo spiriti infiniti e immortali che hanno un'esperienza umana
limitata. Non siamo limitati ai nostri cinque sensi. Il nostro spirito è
un osservatore: Deepak Chopra definisce questo aspetto la,,saggezza
silenziosa", che non cambia mai. Non può cambiare perché fa parte
della Fonte Unica, che la maggior parte di noi definisce Dio.
I-lanima è la parte personale di ognuno di noi che contiene il
nostro intelletto, i ricordi, la personalità e i valori della nostra coscien-
za superiore. La nostra anima è la somma complessiva di tutte le nostre
sensazioni passate; può cambiare ed essere purificata da tutte le que-
stioni irrisolte. Il nostro spirito non può morire, la nostra anima si riu-
nirà adesso con tutti i nostri ricordi e le questioni in sospeso. Il no-
stro corpo fisico può essere nutrito con cibo, acqua e rilassamento. I-la-
nima e lo spirito vengono nutriti con l'amore e la compassione.

CAP. 1T _ CONSAPEVOLEZZA COMtr PARADOSSO 249


Questa è la guarigione dell'anima e la via per sperimentare il
nostro essere definitivo.
Perché non dovremmo temere la morte? Comprendere il para-
dosso della morte può liberarci dalla nostra maggiore paura: quella
di essere vivi. Di fatto, quando nasciamo, moriamo nello spirito e
accettiamo le limitazioni della nostra umanità. Quando moriamo siamo
liberati e viviamo la libertà definitiva immergendoci nella luce della
sorgente di ogni forma di vita. Ritorniamo alla nostra casa spiritua-
le. Accettando questa verità della nostra esistenza, possiamo smette-
re di prendercela per il fatto di essere vivi e di temere la transizione
al luogo in cui saremo liberi da tutti i limiti.
Siamo venuti al mondo per sperimentare i limiti imposti dalla
materia e per provare sensazioni quali la sete, il piacere fisico del man-
giare, del sesso eccetera. Possiamo sperimentare sensazioni che non
sono tipiche del mondo dello spirito, coma la rabbia, la paura, l'osti-
lità, la tristezza e così via. Quando eravamo spiriti, conoscevamo sol-
tanto I'amore. Per definire che cosa realmente è I'amore, dobbiamo
sapere che cosa non è. Non è avidità, egoismo, crudeltà, paura,
preoccupazione, frustrazione, gelosia ecc. Ora arriviamo a sperimen-
tare che cosa non è I'amore e possiamo così comprendere il vero spi-
rito dell'unica sorgente di vita.
Possiamo riuscire a comprendere che Dio non punisce e che
attraverso le leggi del karma possiamo purificare il passato e diven-
tare noi stessi la nostra forza di guarigione. Quindi, se c'è qualcosa
che possiamo imparare qui sulla terra, è che abbiamo bisogno di segui-
re il nostro istinto più puro. Il nostro cuore, una volta che è impo-
stato sull'amore, sull'amore universale, ci guiderà per farci capire
come dobbiamo nutrire la nostra anima.
Provare paura, rabbia o altre emozioni che ci consumano dal-
I'interno, non è ciò che desideriamo. Queste sensazioni bloccano la
nostra esperienza di provare amore, felicità e pace. Dobbiamo risve-
giliare e sorvegliare la nostra anima. Non permettendo alle emozioni
negative di avere il controllo su di noi, possiamo liberarci delle feri-
te del passato. Dobbiamo approfittare di ogni incontro per capire a
che punto del nostro percorso siamo giunti. Attraverso la consape-
volezzadi quello che awiene nel nostro cuore ed evitando che le emo-
zioni negative possano macchiare la nostra anima, possiamo godere
dell'amore più puro senza alcuna paura.
Le emozioni, di per sé, non sono né negative né positive. Le emo-
zioni devono essere accompagnate da un'azione: è I'azione che deter-

250 EQUILIBRIO EMOZIONALE


mina I'effetto delle emozioni. Quando nella nostra vita sono presen-
ti persone che costantemente creano stress e che, nonostante il nostro
amore e la nostra compassione, scelgono di continuare nel loro mo-
do di agire, che ci ferisce, possiamo farle uscire dalla nostra vita.
Possiamo amarle a distanza, in modo da impedire che ci influenzino.
Progredendo nella guarigione e diventando più forti ci saranno sem-
pre meno persone che riusciranno ad avere un impatto negativo sul-
la nostra situazione emotiva.
Un altro paradosso da comprendere a liuello ínteríore è che la
nostra uita è esattamente come noi uogliamo che essa sia.
La nostra vita è il risultato del nostro desiderio inconscio. Se
vogliamo qualcosa consciamente e a livello inconscio riteniamo di
non poterla avere, avremo ciò che consciamente non desideriamo.
Tutto ciò che awiene all'esterno, deriva da ciò che awiene alf inter-
no. I1 mondo esterno è lo specchio del nostro mondo interiore. Ciò
di cui non siamo consapevoli interiormente diuenta cono-
sciuto al nostro esterno. Possiamo controllare ciò di cui siamo
consapevoli, ma ciò di cui non siamo consapevoli controllerà noi.
Quando soffriamo significa che abbiamo perso contatto con la nostra
natura divina.
Quando ci risvegliamo dal nostro coma, possiamo comprende-
re la cospirazione collettiva del livello 1. Il principale punto di forza
del livello I consiste nel tenere l'umanità in uno stato di coma. Ciò
che è dichiarato normale è un falso ritratto che fa desiderare a ognu-
no ciò che non ha. Lo scopo principale di questo livello competitivo
è quello direalizzare un profitto, di vincere mentre tutti gli altri per-
dono. Il pianeta si sta deteriorando per colpa della nostra ignoranza.
Siamo diventati pecore che credono che saranno leoni se potran-
no avere ciò che non hanno.
La realtà è che più ci abbandoniamo a questa illusione, più diven-
tiamo tristi e ci sentiamo inadeguati. Cominciamo a credere di esse-
re un fallimento, perché non siamo felici o belli come i protagonisti
delle pubblicità. I nostri modelli di riferimento sono persone ricche
e famose e coloro che hanno avuto successo al livello 1, come gli atto-
ri cinematografici, gli atleti, i politici, i musicisti e le persone ricche.
Per la maggior parte si tratta di persone infelici che fingono di
essere felici del loro successo esteriore. Non sono questi gli standard
del livello 3 o del nostro spirito divino. Quando lasceremo il nostro
corpo e rinasceremo nella dimensione spirituale, nessuno ci chie-
derà informazioni sul nostro conto bancario o sul modello di auto che

CAP. 11 _ CONSAPEVOLEZZA COME PARADOSSO 257


guidiamo. Nessuno si interesserà ai risultati dei test o al costo della
nostra casa. Quello che vorranno sapere è se siamo riusciti ad aumen-
tare la nostra capacità di amare e di dimostrare compassione; se siamo
riusciti a dare supporto a coloro che sono meno fortunati di noi e in
che misura abbiamo contribuito alla causa della coscienza.
Quindi essere ricchi e famosi non ha nulla a che vedere con I'a-
vere successo nella vita. Quando usciamo dal nostro stato di coma, ci
rendiamo conto che non ha importanza ciò che gli altri pensano di
noi. Ci rendiamo conto che non c'è alcun bisogno di preoccuparsi di
nulla. Le persone che hanno conosciuto il vero successo appaiono
molto raramente sulle prime pagine dei giornali, rimangono in dispar-
te, non sono alla ricerca di cose che non hanno alcun valore per la
loro causa spirituale. Non subiscono f influenza delle critiche o delle
lusinghe altrui.
È il nostro ego che teme di non essere all'altezza e richiede
1'approvazione degli altri.
Nessuno può renderci felici, perché la vera felicità non può esse-
re creata al nostro esterno. La felicità è un nostro diritto di nascita e
non può essere acquisita.
La risposta paradossale alla domanda "Come posso essere feli-
ce?" è quella di liberarsi della falsa evidenza e delle illusioni. Cer-
chiamo 1'evidenza nel luogo sbagliato. Per essere felici, dobbiamo sol-
tanto liberarci della paura, in inglese la parola FEAR, che può essere
interpretata come acronimo di Falsa Evidenza che Appare Reale. Quan-
do ci liberiamo di queste illusioni che producono paura, avidità, ambi-
zioni e desiderio compulsivo di avere sempre di più, possiamo final-
mente godere del nostro diritto di nascita.
Quando acquistiamo una macchina costosa siamo felici e que-
sto sembra dimostrare che la felicità deriva dalla realtà che è fuori di
noi. Abbiamo associato il possesso al raggiungimento della felicità.
Presto o tardi scoprirete che si tratta di falsa evidenza, perché I'ego
proverà nuovi desideri compulsivi, nuove paure e così via, e quindi
dovremo nuovamente fare qualcosa per essere felici.
Dobbiamo disimparare tutte le sciocchezze che la nostra so-
cietà ci ha portati a credere. Se stiamo male è perché abbiamo den-
tro di noi qualche questione irrisolta: non è colpa del coniuge, del
capo o di altri, il problema è in noi!
La prima azione da intraprendere è smettere di incolpare gli altri
o le circostanzeperla nostra sofferenza. Dobbiamo guardarci dentro
per riuscire a individuare i sentimenti negativi, non rivolgerci all'e-

252 EQUILIBRIO EMOZIONALtr


sterno. Ricordate: l'esterno è lo specchio dell'interno. Non dobbiamo
identificarci con questi sentimenti, ma limitarci a osservarli. Siamo
noi a dover cambiare e nessun altro.
Il paradosso più importante è che quello che noi uediamo è
mero illusione: quando qualcuno ci rifiuta o ci tratta male, significa
che reagisce alla sua percezione di ciò che noi siamo. Reagisce a un'il-
lusione creata dalle emozioni irrisolte del passato, all'immagine che
proietta su di voi, e che si basa sul suo passato. Quello che gli altri vedo-
no risulta distorto a causa di ciò che non ricordano e che non sanno.
Allora, la prossima volta che vi sentirete respinti, ricorda che vi
potete sentire respinti soltanto se non riuscite a capire il funziona-
mento della mente dell'altra persona. Quando soffrite, si tratta di un
segnale che vi indirizza a qualcosa di irrisolto in voi. Quindi dobbia-
mo imparare a vivere, senza avere alcuna aspettativa.
Possiamo avere preferenze e opinioni, ma da esse non dipende
la nostra felicità. Non giudichiamo gli altri in base a quello che ve-
diamo, anzi non giudichiamo affatto, limitiamoci a osservare. Sap-
piamo di non poterci affidare alle nostre percezioni, perché abbiamo
subìto il condizionamento delle emozioni, che non abbiamo mai espres-
so o risolto.
La realtà va al di là di ogni conoscenza. Dobbiamo essere capa-
ci di osservare quello che awiene fuori e dentro di noi.
Quando ci lasciamo alle spalle le opinioni e i giudizi, smettia-
mo di combattere il giusto e lo sbagliato. La spiritualità non è nient'al-
tro che consapevolezza: consapevolezza del fatto che non abbiamo
bisogno di nulla e di nessuno per essere felici. Consapevolezza del
fatto che quando non siamo felici, viviamo nel passato e non nel pre-
sente eterno. Se facciamo qualcosa che non ci fa sentire bene, signi-
fica che lo abbiamo fatto in una condizione inconscia di consapevo-
lezza; dopo che abbiamo aperto gli occhi capiamo che la libertà deri-
va dal fatto di vivere la consapevolezza del cuore. Quando cerchiamo
la via del cuore, perdiamo il nostro desiderio irrefrenabile di appro-
vazione esterna e di successo.
Qualsiasi cosa desideriamo per noi stessi, doniamola liberamente
agli altri. La mente subconscia crederà che ne abbiamo in abbondanza
e ce ne darà ancora. Dio ci valuta in base al futuro, non al passato.
Possiamo essere soltanto dove siamo in questo preciso momento, per-
ché "l'adesso" è una combinazione di futuro e passato.
Ricordate che la vita è cambiamento. Il paradosso è che non pos-
siamo cambiare nulla perché siamo già tutto. Lunica cosa che pos-

CAP. I1 _ CONSAPEVOLEZZA COME PARADOSSO


siamo fare è liberarci delle cose che non ci servono più, perché
vediamo attraverso I'illusione. I vostri concetti e le vostre idee defi-
niscono chi siete.
Liberarsi dei concetti e delle credenze ormai superate è un modo
di ridefinirsi. Questo accelera la nostra crescita e la nostra evoluzio-
ne spirituale.
I tre livelli di coscienza consistono in questo:

Livello 1: la nostra realtà è frutto della creazione dei nostri


pensieri inconsci incontrollati.
Livello 2: noi creiamo la nostra realtà coscientemente e per
scelta.
Livello 3: noi contribuiamo a crearela nostra realtà servendo la
coscienza collettiva e lasciando che si metta al lavoro per noi.

Quando raggiungiamo il livello 3, ci sottomettiamo alla legge


dell'universo diventando pienamente consapevoli e comprendendo che
cos'è l'amore universale. Comprendiamo che siamo tutti collegati fra
noi e, quindi, ciò che diamo agli altri, 1o diamo a noi stessi. Faremo
parte dell'Uno che è i Molti e non ci sentiremo mai più separati.
Il paradosso successiuo è íl paradosso del uiaggio. In realtà, non
c'è mai stato alcun viaggio, siamo sempre stati dove dovevamo essere.
Allora, per essere nel presente non c'è un posto in cui dobbia-
mo andare. Possiamo concentrarci sul passato, sul futuro o sulla fan-
tasia e non essere consapevoli del presente: questo è il livello 1 di co-
scienza. La nostra felicità sarà nel passato, nel futuro o nella nostra
fantasia. Tutte le possibilità derivano dal presente, occorre soltanto
decidere quale possibilità desideriamo provare. I1 nostro scopo è quel-
lo di conoscere noi stessi. Il viaggio che intraprendiamo awiene rima-
nendo nel momento eterno del presente. Quando veniamo distratti
perdiamo la concentrazione:la stessa cosa awiene durante la medi-
tazione. La meditazione è uno strumento per imparare a rimanere
vigili e concentrati sul presente, consiste nel decidere entrare in
contatto con noi stessi.
Il senso e lo scopo del rimanere nel presente è quello di scegliere
chi siamo veramente e chi vogliamo essere.
Il successiuo è il paradosso dell'apprendimento. Non abbiamo
nulla da imparare; abbiamo già la conoscenza, il nostro obiettivo è
quello di ricordare che già conosciamo. Creiamo f illusione che si chia-
ma vita, ma non dobbiamo rimanere stregati dalla nostra stessa crea-

EQUILIBRIO EMOZIONALE
zione. Continuiamo a essere osservatori e, se ci sono cose che non ci
piacciono, siamo consapevoli che le ha create una parte di noi.
Guariamo quella parte e creiamo qualcosa che ci piace. per farlo,
per creare cioè qualcosa che ci piace, dobbiamo prima accettare
quello che non ci piace. Dobbiamo accettare ogni nostra creazione.
Non possiamo creare qualcosa che non ci piace. parliamo a quella
parte di noi, scopriamone la motivazione e diamole ciò che desidera;
è questa I'accettazione senza giudizio. Giudizio significa rifiutare
una parte di noi. Non nepiate né resistete alcuna parte, perché così
essa si ribellerà creando ancora quello che non ci piace.
Un altro paradosso: nel silenzio si trouano tutte le risposte. Se
riuscirete a comprendere questo, capirete che il silenzio è il luogo in
cui l'anima ci fornirà la risposta. La pratica quotidiana della medita-
zione è uno dei modi per entrare in contatto con la propria essenza.
In questo modo riuscirete a scoprire meglio chi siete.
Il paradosso successiuo: l'Uno è i Moltí che formano I'Uno.
Luno è la fonte di tutto ed è alimentato dal tutto che costitui-
sce la fonte. Lintero universo consiste in un'unica vibrazione che vibra
a velocità diverse peÍ creare l'illusione della molteplicità. Non pos-
siamo separare noi stessi dalla fonte. Ci sentiamo separati quando
abbiamo subìto il condizionamento della nostra stessa illusione. Non
siamo più consapevoli. Siamo in coma.
Non c'è nulla da perdere, perché esiste una legge universale
secondo la quale nulla può essere perso: tutto ciò che esiste sarà
tutto ciò che mai esisterà. Quello che doniamo, lo doniamo a noi stes-
si perché siamo parte del tutto. Quindi, tutto ciò che facciamo, lo
facciamo in ultima analisi per noi stessi. Quando qualcuno ci fa stare
male, in realtà siamo noi a decidere di stare male. euello che non fa
bene agli altri non fa bene neanche a noi stessi. Tutto ciò che cer-
chiamo in questo mondo è già dentro di noi. Il nostro cuore è il tem-
pio di Dio, è il luogo in cui risiede l'amore eterno.
Nel Vedanta troviamo un detto: "La gioia del mondo è come I'os-
so per un cane". Il cane trova I'osso e comincia a rosicchiarlo. Men-
tre lo rosicchia, alcune schegge si conficcano nelle sue gengive che
cominciano a sanguinare. Il cane sente il gusto del sangue e pensa:
"Quanto è gustoso quest'osso!". Più rosicchia l'osso e più le sue gen-
give sanguinano. Più sente il gusto del sangue e più si sente eccita-
to e felice.
Si tratta di un ciclo infinito di realizzazione di sé. proprio co-
me il cane dell'esempio, noi non ci rendiamo conto del fatto che quel-

CAP. 11 - CONSAPEVOLEZZA COME PARADOSSO 255


lo che ci rende felici proviene dal nostro interno. Utilizziamo il mondo
esterno per accedere a un sentimento che è dentro di noi. Ecco per-
ché dobbiamo arrivare alla nostra fonte interiore.
Per sperimentare la vera felicità dobbiamo concentrare la nostra
consapevolezza al nostro interno durante la meditazione. Il parados-
so consiste nel fatto che, invece, abbiamo imparato a cercare una rispo-
sta al nostro esterno.
Il paradosso maggiore è che possiamo cominciare a vivere sol-
tanto quando non abbiamo paura di morire. Quando siamo pronti a
morire, cominciamo a vivere. Quando riusciamo a vivere ogni istan-
te come se fosse I'ultimo, abbiamo dawero afferrato il significato della
vita. Non esiste più la routine, tutto lascia intravedere una sua bel-
lezza, chiunque incontriamo ci trasmette gioia, perché ci rendiamo
conto del fatto che potrebbe trattarsi dell'ultima possibilità.
Trattiamo con amore e perdoniamo facilmente tutti, perché non
vogliamo avere alcun debito karmico. Ci rendiamo conto del fatto che
non abbiamo tempo per la negatività perché essa ci distoglie dalla
gioia del momento. La vita non è sicurezza, è gioco d'azzardo, è rischio.
La maggior parte di noi non vive perché cerca sicurezza; la gente
pensa che vivere significhi rimanere in vita. È invece l'opposto: la
vita è una danza con la morte, un tango mortale. Quando ci liberia-
mo della nostra paura, riusciamo a gioire della fluidità, della musica,
dei movimenti, del resto della vita. Accettando la morte come un'a-
mica e non come una nemica, possiamo concentrarci sul nostro
essere vivi e vivere senza timore.
La paura consuma la nostra forza vitale e ci fa diventare morti
viventi, degli "zombie". La vita consiste nel liberarsi di ciò a cui siamo
attaccati e da cui siamo dipendenti, dal bisogno di approvazione o di
essere apprezzati.La nostra felicità o infelicità non dipende più dagli
altri, ma dal fatto di essere: allora cerchiamo di intraprendere atti-
vità che possiamo svolgere con tutto il nostro essere. Amiamo quel-
lo che facciamo e facciamo quello che amiamo!
Molte persone soffrono, non per la mancanza d'amore, ma per
la mancanza della consapevolezza del fatto che tutta la negatività è
dentro di loro. Noi stessi siamo responsabili delle nostre delusioni,
delle scadenze che stabiliamo, delle richieste che formuliamo e delle
nostre aspettative.
Cominciamo quindi a nutrire meglio la nostra anima, creiamo
le occasioni per conoscere noi stessi: meditazione, natura, musica pia-
cevole, Qi Gong, lettura di un buon libro, buona compagnia. Smet-

256 EQUILIBRIO EMOZIONALE


tiamo di nutrirci di apprezzamento, fama, potere, ricchezza, atten-
zione eccetera. Altrimenti diventeremo dipendenti da fonti esterne.
Ecco, allora, il percorso passo passo, per uscire dalla casella del
paradosso.

Fase 1: siate consapevoli del fatto che esiste soltanto il presen-


te. Quando siete collegati al vostro presente, sentite amore, armo-
nia, pace e siete ottimisti. Tutte le volte che vi sentite in un altro
stato d'animo, infelici, arrabbiati, paurosi, significa che non siete
collegati alla fonte. Passate allo stadio 2.
Fase 2: non identificatevi in voi stessi, diventate osservatori della
negiatività. Cercate di capire che essa è dentro di voi e che la situa-
zione che avete creato rappresenta per voi una possibilità di gua-
rire e di collegarvi nuovamente alla fonte. Finché continuerete a
pensare che sia esterna a voi, obbligherete voi stessi a lasciare il
momento presente. Accettate le vostre sensazioni e muovetevi
in esse. Avete una sensazione, ma non vi identificate con essa.
Fase 3: accettate e amate voi stessi con la vostra sensazione e
lasciate che sia così. Entro breve tempo svanirà da sola. Come
la pioggia che smette di cadere, lasciando posto al sole.

Queste sono le tre tappe del percorso verso la guarigione emo-


tiva. Possiamo renderle più efficaci con I'approccio descritto nei
prossimi capitoli. Comunque, esse rappresentano la base del percor-
so. Dobbiamo riconoscere che siamo gli artefici delle nostre sensa-
zioni e dei nostri sentimenti e che, quindi, possiamo modificarli.
Quando avremo compreso il funzionamento di questo mecca-
nismo, riusciremo a rimanere collegati alla fonte e a sperimentare l'a-
more in ogni circostanza. Molte volte non riusciremo a seguire que-
sto facile percorso. Non dobbiamo essere troppo duri con noi stessi,
non sono molti i bambini che hanno imparato a camminare perfet-
tamente nel giro di un paio di settimane. Si tratta di un percorso per
il quale occorre un certo tempo. Una delle priorità della nostra vita
consiste proprio nell'acquisire la padronanza di questo percorso. La
vita è importante soltanto quando riusciamo a viverla bene, quando
riusciamo a guardare la morte negli occhi e a sorridere. Se riuscite a
farlo, potete affrontare ogni tipo di negatività. Tutto il resto sarà faci-
le, se paragonato al superamento della paura della morte.
Siate consapevoli del fatto che la maggior parte delle persone
può affermare razionalmente di non avere alcun tipo di paura, ma

CAP. 11 CONSAPEVOLEZZA COME PARADOSSO 257


pochi lo possono dire dal profondo del cuore. Si tratta della fase sulla
quale ci concentreremo successivamente, per diventare quello che
conosciamo.
A questo punto vogilio fornirvi un riassunto di questo capitolo:
rileggetelo almeno 10 volte per assimilare ogni concetto e riuscire
ad averne la completa padronanza. In questo capitolo sono presenti
così tanti concetti, che vanno contro la nostra abituale linea di pen-
siero, che vale la pena di ripetersi per riuscire a modificare i concet-
ti limitati che abbiamo in mente.

Riepilogo dei paradossí della consapevolezza


. Non vi sono lezioni da imparare. Non dobbiamo fare nulla, ma
diventare coscienti del modo in cui facciamo le nostre scelte.
. Siamo aquile che credono di essere polli.
o Volere qualcosa significa affermare che non lo abbiamo ed è que-
sto il modo migliore per non ottenerlo.
r Non esiste passato e non esiste futuro: esiste soltanto l'eterno
presente. Il passato è come 1o interpretiamo noi, esattamente
allo stesso modo di come creiamo il nostro futuro, lo model-
liamo finché riuscíamo a costruirlo.
. Il distacco dalla nostra creazione ci rende meno dipendenti e
maSgiormente capaci di avere il controllo della nostra prossi-
ma creazione.
. Per cambiare il presente dobbiamo cambiare il nostro modo di
pensare.
. Non abbiamo libera scelta se non siamo vigili e consapevoli.
e La nostra parte è quella di scegliere il modo perfetto per perse-
guire il nostro obiettivo di arrivare al presente.
. Siamo qui per scoprire il motivo per cui siamo qui.
. Dio è l"'Io" di tutto ciò che esiste e di tutto ciò che mai sarà.
"Io" sono parte della manifestazione universale complessiva
che fa parte di Dio.
. Nascere significa morire in un'altra dimensione, morire signi-
fica rinascere da dove proveniamo.
. U"Io" è I'unica costante che esiste, è il testimone silenzioso.
. Possiamo provare rabbia, ma mai "essere" arrabbiati.
. Non possiamo attribuire etichette all"'Io" né rinchiuderlo in una
casellina: l"'lo" è la parte che non ha identità e non può essere
definita o descritta, perché infinita e immortale.

258 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Per avere qualcosa, dobbiamo prima "essere" quello che questa
cosa ci darà e se riusciamo a "essere" nella condizione deside-
rata, sarà più facile ottenere ciò che vogliamo, ma di cui non
abbiamo più bisogno.
Desiderio -+ condizione desiderata -+ attrazione del desiderio.
a La felicità è una scelta e non un risultato o una conseguenza.
a Modelliamo noi stessi fino a diventarlo (visualizzazione senso-
riale completa: realtà virtuale).
Se non riusciamo a ottenere ciò che desideriamo o se ottenia-
mo quello che non desideriamo, significa che una parte di noi
desiderava ciò che abbiamo ottenuto.
a Diamo agli altri quello che noi desideriamo maggiormente.
a I-luniverso ci aiuta a ottenere più di ciò che desideriamo.
a Quando doniamo riceviamo il doppio della quantità donata, per-
ché siamo parte dell'Uno che rappresenta il tutto.
Provare sensazioni negiative nei confronti degli altri rivela la
negatività che è dentro di noi.
Tutte le sensazioni negative creano I'opportunità di guarire il
passato.
Il momento più importante della nostra vita è il presente: quin-
di sarà bene gioirne.
La nostra anima e il nostro spirito sono nutriti dall'amore e dalla
compassione.
a La nostra vita è esattamente come vogliamo che essa sia.
a Tutto ciò che accade all'esterno deriva da ciò che accade all'in-
terno. Il mondo esterno (macrocosmo) è lo specchio del mon-
do interno (microcosmo).
Ciò di cui non siamo consapevoli interiormente, diventa cono-
sciuto al nostro esterno. Possiamo controllare ciò di cui siamo
consapevoli, ma ciò di cui non siamo consapevoli controllerà noi.
La principale forza della nostra società consiste nel mantener-
ci in una condizione di inconsapevolezza (in coma). La nostra
società vuole che crediamo di poterci trasformare da pecore in
leoni, se crediamo alle sue illusioni.
Per essere felici, dobbiamo liberarci della Falsa Evidenza che
Appare Reale (nnen - owero la paura è un'illusione).
Se stiamo male è perché non abbiamo la consapevolezza delle
questioni irrisolte che sono dentro di noi.
Ciò che noi vediamo è mera illusione: le persone reagiscono in
base alla loro percezione di quello che siamo.

CAP. 1I _ CONSAPEVOLtrZZA COME PARADOSSO


Non dobbiamo avere aspettative, soltanto preîerenze e opinio-
ni: non dobbiamo dipendere da esse per essere felici.
Non possiamo cambiare nulla perché siamo già tutto. Possiamo
soltanto liberarci di ciò che non ci serve più.
Il livello più elevato della creazione consiste nel mettere al lavo-
ro per i nostri fini la coscienza collettiva senza alcuna fatica.
All'inizio non c'è alcun tipo di viaggio, siamo sempre esatta-
mente dove dovremmo essere, non esiste un luogo in cui dovrem-
mo andare, dobbiamo solo sapere e ricordare ciò che già cono-
sciamo.
Non possiamo creare liberamente se non accettiamo prima di
tutto il luogo in cui siamo e la parte di noi stessi che ha model-
lato il presente nella sua attuale condizione.
a Nel silenzio si trovano tutte le risposte dell'anima.
a LUno è i Molti che formano l'Uno, non possiamo essere sepa-
rati dalla fonte. Tutto ciò che facciamo, 1o facciamo per noi
stessi.
a Quello che ci rende felici proviene dal nostro interno.
a Cominciamo a vivere quando rinunciamo alla paura di morire
e viviamo oÉni momento come se fosse I'ultimo.

Le tre fasi per arrivare alla guarigione emozionale:

Fase 1: siate nel presente e così sperimenterete amore, armonia,


pace e ottimismo. Tutto il resto significa che non siete nel pre-
sente.
Fase 2: non identificatevi nelle sensazioni negative, limitatevi a
osservarle.
Fase 3: accettate e amate la vostra sensazione in quanto parte
di voi. Lasciate che sia così, svanirà da sola e ritornerete al pre-
sente.

Ildono di Dio è il presente. Se non siomo nel presente, non


apprezziamo il Suo presente. Essere nel presente signifìca pas-
sare dall'Essere Umano all'Essere Spirituale rimanendo umani.

EQUILIBRIO EMOZIONALE
$m

lvrvw.God.com

Signore, fai di me uno strumento della Tua pace,


dou'è I'odio, fa che io semini amore.
Dou'è il dubbio, fede.
Dou'è Ia disperazione, speranza.
Dou'è I'oscurità, luce.
Dou'è la tristezza, gioia.
Oh, Diuino Maestro, fai che io cerchi
non di essere consolato, ma dí consolare.
Non di essere compreso, ma di comprendere.
Non di essere amoto, ma di amare.
Perché donando riceuiomo.
Perdonondo, siomo perdonati.
Lasciando morire (ìl fako io) rinasciamo
alla Vita Eterna.
Preghiera di San Francesco d'Assisi

mmaginate che Dio (in inglese God) abbia un sito Web: quali pa-
role chiave occorrerebbe inserire nel motore di ricerca? Personal-
mente, ritengo, parole quali:

e Amore universale.
e Amore incondizionato.
. Compassione.
. Perdono.
. Paradiso.
o Pace.
. Armonia.
a Presente.
a Ispirazione.
a Verità.
a Onestà.
a Consapevolezza.
a Infinito.
a Illuminazione.

Che altro ci potrebbe essere?


Guida, angeli, sicurezza, eternità, fonte, vita, tutto. Immaginia-
mo di essere riusciti a collegarci con questo sito Web. Ecco che cosa
troveremmo nella home page:

<Qui parla Dio, la sorgente di ogni cosa, di tutto ciò che è stato
e di tutto ciò che mai sarà. Abbiamo soltanto notizie positive da con-
dividere con voi. Questo sito Web sarà la vostra guida semplice, ma
approfondita, che vi insegnerà a perdonare voi stessi e a essere inclu-
si nella mia rete di amore, pace, armonia e compassione. Seguendo
le linee guida che vi fornirò, riuscirete ad avere il controllo di questo
facile gioco che si chiama vita!
Le regole sono semplici: non esiste giusto o sbagliato. Non pote-
te perdervi. Non esistono peccati: i peccati sono illusioni create dal-
I'uomo. Non siete il vostro corpo e non potete subire ferite o insulti.
Non potete morire, perché siete immortali. Moriranno le vostre
credenze, idee e concetti. Voi non siete mai nati, avete scelto di pro-
vare a essere umani per comprendere che cosa veramente siete. Riu-
scendo a scoprire che cosa non siete, riuscirete a sapere che cosa siete.
Siete responsabili delle vostre azioni e dei vostri pensieri e avete il
compito di gestire le azioni e i pensieri degli altri.
Non potete commettere errori, potete soltanto essere consape-
voli di quello di cui siete coscienti. Non essendo consapevoli, create
le circostanze che vi aiutano a diventare consapevoli. Proverete sen-
sazioni come rifiuto, solitudine, tristezza, dolore, rabbia, paura, preoc-
cupazione, rigidità e insicurezza, che vi ricorderanno che non siete
consapevoli. Gli altri vi incolperanno, così come voi incolpate loro,
della vostra non consapevolezza. Giudicherete gli altri ed essi giudi-
cheranno voi e in questo modo fornirete gli uni agli altri la prova di
che cosa non siete consapevoli.
Gli strumenti più potenti di cui vi ho dotato per rammentarvi
che non siete consapevoli, sono le illusioni della colpa e della vergo-

262 EQUILIBRIO EMOZIONALE


gna. Userete spesso questi strumenti, finché non scoprirete che si trat-
ta di creazioni della vostra immaginazione. Proietterete le vostre paure
e le vostre ingiustizie su di Me e crederete che Io voglia punirvi e rele-
garvi all'inferno. Questa è la riprova definitiva della vostra non con-
sapevolezza, perché il Mio Amore per voi è l'amore verso Me stesso e
Io non potrei mai rinnegare Me stesso. I vostri pensieri e le vostre
emozioni irrisolte sono i vostri peggiori nemici. Lamico più fedele
dell'uomo è il cane, in inglese Doc, ma questo detto è vero soprattutto
se leggiamo ooc al contrario, cioè col, owero Dio.
Voi siete i vostri peggiori nemici, perché trattate voi stessi peg-
gio di come trattereste un cane: credete di non valere nulla e di
dovere essere puniti per le vostre azioni. Il vostro vero karma consi-
ste nel non essere consapevoli. Diventando consapevoli il vostro pas-
sato si dissolve istantaneamente e diventate illuminati, abbracciando
la vostra parte d'ombra (la parte umana). Rifiutando la vostra parte
umana, condannate voi stessi e gli altri e tutte le vostre conquiste
risultano così awolte nell'ombra.
Accettando e amando la vostra parte d'ombra, siete umani nel
senso più vero e il vostro spirito può librarsi in volo nella luce.
Le regole più importanti sono che la paura è I'ultima arma che
vi può fare uscire dalla consapevolez za, alla quale segue il fatto di attri-
buire a voi stessi o agli altri la colpa di determinate situazioni o sen-
timenti. Non esiste nulla di sbagliato: tutte le circostanze sono per-
fette per darvi modo di manifestarvi. In questo gioco chiamato vita,
non potete perdere la vita perché siete immortali. Nulla awiene for-
tuitamente, o per pura coincidenza. Tutto awiene in base a un con-
senso. Tutto ciò che vedete è il risultato di quello che credete. La mag-
gior parte delle vostre credenze sono credenze altrui, che si basano
sul passato di altri. Il resto delle vostre credenze deriva dalle vostre
passate esperienze. Non siete colpevoli di nulla: siete come sonnam-
buli, che non sono coscienti di quello che fanno.
Inoltre, non sapete chi siete. Sonnambuli, credete ai vostri sogni.
Dovete svegliarvi e arrivare a un compromesso con voi stessi. Tutti i
vostri sentimenti negativi derivano da un senso di colpa o di vergo-
fna inconscio. Avete paura di non essere degni d'amore. Il senso di
colpa o di vergogna significa negare di fare parte della bellezza di un
unico Dio.
Questa vostra parte non è consapevole della sua origine. Se non
perdonate voi stessi per il vostro senso di colpa, non potrete diventa-
re consapevoli. Siete voi i vostri giudici e dovete diventare anche i

CAP, 12 _ WWW.GOD.COM
vostri awocati difensori e liberare voi stessi dal fatto di non essere
consapevoli. Siete aquile che sognano di essere polli e rifiutate di
svegliarvi. Per guidarvi vi ho dato un bussola che vi indichi la via verso
casa. Questa bussola è la voce dell'amore e della compassione: vi aiu-
terà a fare la scelta più giusta nel labirinto di specchi che chiamate
vita.
Se chiederete: "Tutto questo mi porta a provare più amore op-
pure no?" riceverete una risposta dal vostro cuore e sarà sempre la
risposta giusta. Non potrete perdervi, perché a ogni svolta vi invierò
guide e messaggeri che potranno assumere le forme più svariate: paro-
le, nomi di vie, articoli di giornale, opuscoli, libri, angeli, voci ecc.
Userò qualunque cosa come messaggero. Se sarete consapevoli, rice-
verete il Mio messaggio.
Se questo non accadrà sperimenterete il dolore, la sofferenza,
la malattia. Non si tratta di una punizione, ma del risultato della vostra
scelta di un percorso che vi fa consumare le vostre riserve umane di
energia.
Per insegnarvi a entrare in sintonia vi darò I'opportunità di col-
legarvi al mio sito Web attraverso la meditazione, lo yoga, il tai ch'i,
la pregihiera, il rilassamento, la musica, le canzoni, le poesie e gli auto-
ri ispirati che porteranno a voi il Mio messagglio.
Il più alto tradimento è quello di voi stessi, anche quando ciò
awiene perché non volete tradire gli altri. Per prima cosa dovrete
amare voi stessi e fare tutto senza provare sensi di colpa o I'esigenza
di evitare una punizione.
Tutto ciò che vi donate tra di voi, lo donate anche a Me e vi sarà
restituito. Lo riceverete in altra forma, in un altro momento e da altre
persone.
Non donate, aspettandovi di ricevere qualcosa in cambio dal-
I'altra persona. Vedete I'altro come una parte di Me e donate libera-
mente. Tutto ciò che donerete vi sarà restituito con gli interessi e
aumenterà sempre di più. Donare significa moltiplicare.
Il perdono è il dono più grande: è il dono da donare a se stessi
perché vita significa donare. Non dimenticate di donare a voi stessi.
Il vostro profitto nel donare consiste nel vivere con la consapetolez-
za che state donando a voi stessi e a Dio, anche se donate soltanto a
voi stessi.
I-lunico vero controllo è la mancanza di controllo: solo allora avre-
te il controllo del vostro
destino. Uunica vera sicurezza non risiede
nei beni materiali, ma nel fatto di non essere posseduto da nulla.

264 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Essere ossessionati dalla sicurezzaèla forma più grave di insi-
a)rezza che esiste. Voi non siete separati, vivete la vostra personale
esperienza del quadro gienerale. Personalizzate le vostre esperienze e
in questo modo definite voi stessi. Se quello che avete creato non vi
soddisfa, siete liberi di creare qualcos'altro. Potete farlo finché riu-
scirete a controllare il processo di creazione di quello che desidera-
te. Crescendo, i vostri Eiusti cambieranno e comincerete a creare in
modo più ecologico e spirituale.
Potete creare tutto quello che volete, ma se non amate voi stes-
si non potrete essere felici della vostra creazione. Quello che prova-
te per gli altri, riflette quello che provate per voi stessi. Escludendo
gli altri dal vostro amore, escludete una parte di voi stessi dalla gua-
rigione. Includendoli, create l'opportunità di guarire.
Chiedere perdono agli altri significa diventare consapevoli del
fatto di non proiettare più se stessi.
Se gli altri vi perdonano lo fanno perché è una loro scelta che
a voi non deve importare; dimostra però che anch'essi hanno ulteriori
possibilità di guarigione.
Non fate mai per gli altri quello che essi possono fare per se stes-
si: questo li renderebbe dipendenti da voi e li farebbe rimanere fermi
sulle loro posizioni. Inoltre, non lasciate che altri facciano quello
che voi dovete fare per voi stessi. Non lasciate che diventino per voi
la fonte della felicità positiva. Benedite tutti nel Mio nome: ogni
volta che benedirete qualcuno sarete anche voi benedetti.
Ogni volta che direte "Dio ti benedica", ricorderete che è il mo-
mento di essere consapevoli di vivere il presente.
Dimostrate gratitudine per tutto ciò che avete e per tutte le vostre
esperienze; non concentratevi su quello che non vi appartiene. Sen-
titevi allo stesso modo sia che abbiate, sia che non abbiate qualcosa
e così non vi proietterete, fissandovi su quello che non avete.
Tutte le esperienze vi permettono di essere più consapevoli di
quello che awiene dentro divoi. Siete delle vittime? Significa che non
siete consapevoli del motivo per il quale avete vissuto determinate cir-
costanze nella vostra esistenza e correte il rischio di ricreare le stes-
se circostanze all'infinito. Questo potrebbe awenire nella vita reale o
a livello mentale. La vostra mente non distingue tra realtà e realtà
emozionale. Se non vi lasciate andare, continuate a rivivere e ricrea-
re le stesse circostanze all'infinito.
Avete modo di imparare a trasformare la vostra natura di vitti-
me in quella di vincenti? Se riuscite a comprendere il lato positivo

cAP. 12 - WWW.GOD.COM
dell'evento, o a valutare la paura che esso suscita in voi, potete gua-
rire la parte che vi ha portato ad essere in un certo modo. Accettan-
do e amando quella parte, awiate il vostro processo di guarigione.
Fate parte di un grande esperimento, e questo consente a Me, Dio, di
mettere in pratica quello che Io già conosco a livello concettuale. Tutto
ciò che voi fate e provate, fa parte dell'esperimento. Potete decidere
in qualsiasi momento di creare soltanto quello che vi piace, perché
questo piacerà a me. Per poter creare quello che vi piace, dovrete per
prima cosa arrivare a conoscere veramente voi stessi. Voi siete molto
di più di quello che credete di essere.
La vostra missione è quella di scoprire chi siete, riuscendo a
ricollegarvi con voi stessi. Potete allora fare miracoli e magie: per riu-
scire a far entrare la magia nella vostra esistenza, dovete essere deci-
si a liberarvi del vostro modo limitato di pensare. I vostri limiti
determineranno le caratteristiche della vostra ueazione. Sono Io
che ho ispirato Henry Ford a pronunciare le seguenti parole: "Quel-
lo che credete vero, o quello che credete non vero, va sempre ugual-
mente bene per voi!".
Shakespeare ha espresso lo stesso concetto in modo più elo-
quente: "Essere o non essere". Sia che voi siate, sia che voi non siate
essere umani, significa scoprire che cosa significa essere umani; qual-
siasi casella nella quale deciderete di richiudervi costituirà una limi-
tazione.
Uesperienza umana è un esperimento di integrazione, trasfor-
mazione e trascendenza.lntegrazione di mente, spirito e corpo, signi-
fica farli agire come un'unica entità. Lo spirito è quello che deve avere
il controllo perché è la massima forma dell'essere. Quando domina-
no la mente o il corpo, non siamo, ma facciamo o abbiamo. Se
siamo, in primo luoSo, non dobbiamo fare o avere nulla: siamo già
quello che vogliamo essere.
Questo è I'enigma più affascinante. Molti leggono la situazione
al contrario: vogliono qualcosa di irraggiungibile e lo associano all'e-
sperienza di una determinata sensazione (forma di essere). La mag-
gior parte delle persone scopre che le sensazioni sono transitorie e
quando vengono collegate a fonti esterne, diventano parte dell'illu-
sione che definiamo proiezione. La trasformaztone è il processo di tra-
duzione delle esigenze fisiche e mentali in esperienze che danno nutri-
mento all'anima, e non in azioni mirate a rincorrere le illusioni.
Scoprite la vera intenzione del bisogno e guarite I'anima che è
la parte ferita dello spirito, È ferita soltanto in conseguenza dell'am-

EQUILIBRIO EMOZIONALtr
nesia che voi avete personificato. La trasformazione è la cura del-
I'amnesia e trasforma il bisogno. 11 bisogno di approvazione deriva
dalla vostra convinzione di non essere abbastanza buoni: questa con-
vinzione vi è stata inculcata dai genitori, dai nonni e così via. Si trat-
ta di una cred,enza miasmatica.
Se riuscirete a comprendere questo processo, non avrete più
bisogno di alcuna approvazione e potrete apprezzare coloro che non
vi approvano, scoprendo in che modo proiettano le loro convinzioni
miasmatiche. Potrete aiutarli a trasformarsi e a guarire. Trascenden-
za è quando riuscite a capire che le uniche cose che contano non sono
materiali.
Trascendendo I'illusione della materia potete comunque app,rez-
zarla, senza però provare un senso di attaccamento e dedicarvi alle
cose più importanti, owero a imparare l'amore universale che è un
altro modo di definire la compassione.
La compassione è alla base di tutto ciò che conta, perché è la
forza trainante dell'universo. Ricercare la perfezione significa affer-
mare f imperfezione. Non dovete ricercare la perfezione perché è già
in voi; dovete diventare consapevoli della perfezione che è in voi e
negli altri. Questo vi solleverà dal senso di frustrazione che provate
nel cercare di raggiungerelaperfezione. "Siate" semplicemente e sare-
te perfetti. "Essendo" potete usare una parte maggiore del vostro poten-
ziale per vivere le situazioni che create e avere l'energia e I'intenzio-
ne di modificare 1'esperienzaepey questa ragione creare un'esperienza
completamente nuova.
D'altra parte, rimanendo attaccati a determinati modi di essere
limitate voi stessi alle esperienze glià vissute e diventante il prodotto
del vostro passato. Se cercate di giudicare la situazione, scoprite le
imperfezioni e le ferite. Cominciate a sentirvi infelici perché non si
tratta di quello che prevedevate. In altre parole, vi identificate con le
sensazioni negative del passato e avete la conferma di ciò che non
siete.
Siete al centro del cambiamento, il vostro nome è cambiamen-
to. Essere significa cambiare; essere umani significa creare il cam-
biamento. Ogni volta che respirate o pensate, voi cambiate. Voi
siete il cambiamento.
Esistono soltanto brevi momenti di immaginaria sicurezza.La
sicurezzaè nell'accettare con gioia il cambiamento come scelta di vita.
Vivere è la definizione di cambiamento. Desiderando la sicurezza,
ricreate il vostro passato e diventate schiavi di una ragnatela di illu-

CAP. 12 _ WWWGOD.COM 267


sioni che vi faranno chiudere gli occhi e perdere coscienza. Impara-
te a sorridere al cambiamento e alle persone che cambiano idea.
Congratularsi con loro è la migliore prova della vostra evoluzione:
cambiate le vostre idee, cambiate i vostri pensieri e guarite la vostra
anima.
Non cercate di intrappolare gli altri o voi stessi nel passato.
Non crogiolatevi nel passato, incolpando altri delle vostre azioni pas-
sate. Il cambiamento totale è la strada da seguire: sentire i ricordi e
buttarsi a capofitto nell'esperienza, con un atteggiamento mentale
aperto, sapendo che nessuno può veramente ferirvi. Il dolore è sol-
tanto la consapevolezza di ciò che deve essere guarito.
La libera scelta non può esistere se vivete nel passato e perdete
il vostro diritto spirituale. Crescere significa la morte del momento;
quello che muore è il momento passato, quello che nasce è il momen-
to successivo. Diventate esperti di morte per poter essere nel presente.
Attribuire un significato a qualcosa, significa limitare I'espe-
rienza; vivendo con il cuore, dimostrate alla vostra intelligenza emo-
tiva che deve andare oltre i limiti di ciò che qualcosa può significa-
re. Vivete senza timore, perché siete immortali.
Entrate in sintonia con I'intenzione e siate preparati a sorpren-
dervi. Lunico modo per scoprire le intenzioni di qualcuno è quello
di aprire il vostro cuore e viverle. Aprendovi potete distaccarvi e
semplicemente essere. Dovreste liberarvi di ciò che non vi piace e di
ciò che non sentite giusto per voi.
Innamoratevi dell'amore per tutte le persone. Aprite veramen-
te voi stessi all'amore universale, senza attaccamento: è questa la
trascendenza. "Amate le persone nonostante loro", molti non sono
consapevoli di chi essi sono. Le persone che hanno maggiormente
bisogno d'amore sono quelle che lo rifiutano maggiormente. Amate
senza bisogno di controllare e senza aspettarr,ri qualcosa in cambio,
senza condizioni, senza attaccamento: questo è amore incondiziona-
to, celestiale e si ricollega a Me.
Per entrare in collegamento con Me dovete imparare a com-
prendere che tutte le intenzioni sono buone. Non è l'intenzione che
crea i1 dolore, ma il modo in cui agite in base alle vostre intenzioni.
Pensiamo a Saddam Hussein: in realtà, quello che egli vuole è esse-
re amato. Ha imparato che per avere attenzione deve provocare e con-
trollare. Vuole attenzione: nella sua mente attenzione significa amore.
Tutti voi dovreste cominciare a spedirgli tutte le settimane cartoline
che esprimano amore: riceverebbe così milioni di pensieri d'amore.

268 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Non pensieri di cambiamento, ma soltanto parole che gli faranno sape-
re che molte persone lo amano e che, quindi, non ha più bisogno di
studiare i modi più impensati per richiamare l'attenzione. Se volete
partecipare a questo progetto, dal profondo del cuore, ecco I'indiriz-
zo: Saddam Hussein, Quartiere Generale Baghdad, Iraq.
Ricordatelo nelle vostre preghiere e inviategli amore e compas-
sione tutti i giorni.
Potete creare il mondo che desiderate vedendo che non c'è nulla
di sbagliato in voi o negli altri. Avete imparato a stabilire una pola-
rità tra bene e male e tutte le vostre paure derivano da questo. Voi
punite i cattivi, anziché aiutarli a guarire, insegnare loro I'amore e
amarli. Li liberate dopo avere detto loro che sono cattivi, indegni e
rifiutati dalla società. Li controllate per un po', e quando essi fingo-
no di essere guariti e di rispettare tutte le regole, credete che siano
guariti.
È una vera follia: in realtà, insegnate loro a ripetere il loro
comportamento e la maggior parte di loro si ritrova esattamente al
punto di partenza- in una prigione. Il vostro sistema di "giusto e sba-
gliato" non funziona; anziché assumere più poliziotti e costruire più
prigioni, dovete investire maggiormente nella risoluzione delle
cause di questo disagio della comunità umana. Dovete creare situa-
zioni di uguaglianza attraverso I'amore e la compassione. I-lignoran-
za è il vostro peggiore nemico, dopo il giudizio e il senso di colpa.
Condividendo la vostra abbondanza con coloro che sono nati in
condizioni di ristrettezza, condividete amore e compassione. Ecco in
che cosa consiste la spiritualità. Amando e condividendo con chi ha
bisogno, rompete le catene karmiche e mostrate che cosa significa
vivere. Il fatto di credere che i bisognosi debbano essere puniti per il
loro karma neEiativo, crea anche il vostro karma neEiativo e vi sottrae
all'opportunità di guarire voi stessi e il vostro pianeta.
Se avete del tempo libero, dedicatevi a un lavoro utile alla vostra
comunità. Donare è la più potente forza di guarigione dell'universo,
dopo il perdono: anzi sono una sola e identica cosa!
Nella mia mente non esistono dualismo, conflitti, scelte da
fare; esistono soltanto due cose: amore e compassione. Per collegar-
vi con Me dovete vedere tutti come figli di Dio e trattarli come vor-
reste essere trattati voi.
La cosa peggiiore che può accadere alle persone è di non essere
consapevoli di essere parte della Sorgente Divina. Si sentono ferite,
abbandonate, rifiutate e proiettano il loro dolore sul mondo. Quante

CAP. 12 _ WWW.GOD.COM 269


volte vi è capitato di fare1o stesso? Non siete megllio degli altri, pote-
te essere soltanto più o meno consapevoli di altri. Non esistono
razze, tutli arrivano al traguardo e non è mai finita, fino a quando
non sono arrivati. Unendovi gli uni agli altri risvegliate la coscienza
e crescete nella vostra consapevolezza. Potete giudicare gli altri sol-
tanto quando non siete voi stessi consapevoli e ogni tipo di giudizio
deriva dalla paura, dall'isolamento dalla Sorgente Divina.
Non è un errore commettere errori: non vi può derubare di nulla,
non vi farà mancare nulla. Soltanto se credete che qualcuno possa
derubarvi di qualcosa di cui avete bisogno, vi convincerete di sentir-
ne la mancanza e lo definite un errore.
Quando I'amore abbonda, non può essere frainteso: è lì per tutti
anche se, a volte, 1o dimentichiamo.
Accettate il vostro errore che consiste nel sentire la mancanza
di qualcosa e vi sentirete Suariti e perdonati.
Laperfezione è I'espressione della verità senza giudizio e senza
f intenzione di ferire. La verità può guarire, purché ricordiate che si
tratta della vostra verità. Quello che è vero per voi, può non essere
vero per altri. Inoltre, dovete ricordare che, come è inevitabile il vostro
cambiamento, quello che è vero per voi oggi potrebbe non esserlo
più tra un momento.
Ricordate che nel silenzio vi collegate alla vostra anima e sco-
prite che cosa, in essa, necessita di guarigione. Per diventare buoni
osservatori dovete per prima cosa imparare a osservare che cosa awie-
ne quando non fate nulla, limitandovi a essere. Attraverso il silenzio
vi collegate con voi stessi e in ultima analisi con Me. Il silenzio può
essere raggiiunto attraverso la meditazione e la respirazione.
Ascoltare gli altri e rimanere nel presente è un altro processo
di guarigione. Osservando voi stessi e le vostre sensazioni, potrete sco-
prire quali parti di voi devono essere guarite. Diventate bravi ascol-
tatori e bravi osservatori e accelererete il vostro processo di guari-
giione personale. A questo punto concentriamoci sull'amore incondi-
zionato.
Siate consapevoli del fatto che la prima persona da guarire
siete voi e che se non troverete il tempo e il luoÉo adatti alla guari-
gione non potrete essere veramente d'aiuto agli altri.
Per imparare ad amare incondizionatamente dovete disimpara-
re I'amore condizionale, basato sul fatto che i vostri educatori crede-
vano di dipendere da fonti esterne, per essere felici. Essi vi hanno con-
dizionato a essere la loro fonte di felicità. In questo modo vi sono stati

270 EQUILIBRIO EMOZIONALE


imposti una pesante responsabilità e un compito impossibile. per
riuscire a renderli felici avete dovuto rinnegare voi stessi e rinuncia-
re all'amore per voi stessi, in modo da fare sentire amati gli altri.
La maggior parte di voi finisce per credere a questo condizio-
namento e fa in modo di condizionare gli altri allo stesso modo. euan-
do è stata I'ultima volta che vi è capitato di sentire una frase del tipo:
"Se veramente provassi amore per me, allora..." Potete provare a sosti-
tuire la parola "amore" con rispetto, cura, sostegino, fiducia, accetta-
zione, approvazione, apprezzamento, riconoscenza eccetera. È quel-
1o che fate nei vostri rapporti: se non ricevete una dimostrazione d'a-
more vi sentite rifiutati, abbandonati, non amati, indegni, insultati,
trascurati, privi di appoggio, non accettati ecc. Pensate all'ultima volta
in cui vi è accaduto qualcosa di simile. In che occasione? Ritornate a
quel momento e rintracciate nel passato il momento originario in
cui avete avuto bisogno di una conferma esterna, per sentirvi in un
determinato modo.
Ritornate alla vostra infanzia e pensate ai vostri genitori ed
educatori. In che modo vi hanno condizionato per rendervi dipendenti
dal loro amore condizionale? In che modo sono stati a loro volta dipen-
denti da fonti esterne per il loro benessere? Sono stati condizionati
dai loro genitori e hanno messo in pratica quello che hanno appre-
so. Sono stati condizionati dal senso di colpa, dalla vergogna, dalla
paura di non essere abbastanza buoni. A questo punto sta a voi libe-
rare voi stessi e gli altri da questa catena karmica, senza incolpare o
giudicare. Non importa se essi sono in vita o no; rompendo la cate-
na libererete tutti dal debito karmico: ecco in che cosa consiste il
perdono.
Il passo successivo nel processo di guarigione è quello di dona-
re a voi stessi ciò che non avete mai avuto: l'amore incondizionato.
Dipende da voi e da nessun altro. Se non lo farete voi, nessun altro
lo farà. Dio vi ha già dato I'esempio: amando incondizionatamente,
senza legami. Ora dovete seguire il Suo esempio.

Lavoro spirítuale
La vostra anima è la parte di voi che bisogna guarire: è stata feri-
ta da esperienze del passato che non vi servono più. Il principale timo-
re che sconvolgerà la vostra anima sarà: "E se questo non fosse vero,
se Dio non mi amasse? Se io non fossi degno?". Tutte queste doman-
de sono il prodotto della paura e voi dovete staccarvi da esse accet-

CAP. 12 WWW.GOD.COM 271


tandole e amando la parte di voi che ha paura. Non ignorate questi
pensieri, ma ammetteteli.
Ecco un metodo per farlo e accelerare così, decisamente, il pro-
cesso di guarigione. Fate il segiuente esercizio almeno due volte al
giorno, per almeno quattro settimane e noterete un enorme cambia-
mento nel vostro cuore. Più spesso lo farete, meglio sarà. Due volte
al giorno mettetevi in piedi di fronte a uno specchio, guardatevi fisso
neÉli occhi e massaggiate con una mano i punti della paura, sui due
lati dello sterno, sotto la prima costola, pronunciando le seguenti affer-
mazioni:

1. "lo accetto e amo profondamente me stesso con la mia paura di


non essere degno dell'amore di Dio".
2. "Io accetto e amo profondamente la mia paura di non essere
de$no".
a
J. "Io amo e accetto me stesso anche quando non mi sento degno
o mi sento non amato o rifiutato".
4. "Io accetto e amo me stesso anche se questa paura non svanirà
mai e dò alla mia anima il permesso di liberarmi completamente
e per sempre di questa paura".

Questo è il fondamento della guarigione emotiva. Non si tratta


di non avere paura, ma di accettare e di amare voi stessi, con la
vostra paura. Accettare e amare quelle parti di voi che hanno ancora
bisogno di questa paura.
Scrivete queste affermazioni su un foglio e portatele con voi
ovunque. Quando siete irritati, frustrati, arrabbiati o preoccupati, e
vi rendete conto del fatto che queste sensazioni derivano da voi stes-
si e che tutte le emozioni negative derivano dalla paura, potete pro-
nunciare queste affermazioni, massaggiando i punti di agopressione
per la paura.
Potete anche personalizzare le vostre affermazioni. Per esempio:
"Io accetto e amo profondamente me stesso con le mie frustra-
zioni che derivano dalla mia paura di non essere abbastanza buono".
Non potete sbagliare: non c'è nulla che potete fare o dire a voi
stessi che possa peggiorare la situazione.
Concludete ogni sequenza con la seguente affermazione (sem-
pre agendo sui punti di agopressione per la paura): "lo accetto e amo
incondizionatamente me stesso e sono pienamente degno dell'amore
incondizionato di Dio, ora e per sempre".

272 EQU]LIBRIO EMOZiONALE


Scoprirete che, quando vi risveglierete dall'illusione dell'amore
condizionale e comincerete a donare a voi stessi I'amore incondizio-
nato, attirerete verso di voi altre persone che faranno la stessa cosa.
Più farete vostre queste affermazioni, meno vi sentirete biso-
gnosi. Sarete in grado di sostenervi da soli e di amarvi e in questo
modo potrete donare liberamente agli altri.
Diminuirà la vostra tendenza a esercitare il controllo e final-
mente eviterete di rendere le altre persone dipendenti dal vostro amore
o dalla vostra approvazione. Vi renderete conto del progressivo aumen-
to dell'amore universale e comincerete a intravedere Dio in tutte le
persone.
Quando effettuiamo una transizione dal giudicare all'accettare,
apriamo i nostri cuori alla compassione. Tutto ha inizio con l'amare
noi stessi; smettete di giudicarvi e cominciate ad accettarvi piena-
mente.
All'inizio è impossibile smettere di giudicare; più vi concentre-
rete sul non giudicare e più giudicherete voi stessi e gli altri e que-
sto porterà alcuni di voi a sentirsi ancora più in colpa. Per superare
questo problema dovete accettare il fatto di giudicare e perdonare
voi stessi per questo. Limitatevi a osservare che una parte di voi ha
ancora bisogno di tutto ciò e accettate e amate quella parte. Ringra-
ziatela per la sua intenzione positiva. Lo stesso vale per la paura: accet-
tatela, giocate con essa, finché la trasformerete. Paura significa cre-
dere di essere inferiori a quello che siete, di poter essere feriti o addi-
rittura di morire.
Accettate i vostri pensieri limitanti senza ceÍcare di modificar-
li. Limitatevi a osservare, a inviare amore e a lasciarvi andare. Lac-
cettazione è il primo stadio della guarigione: non c'è nulla di sbagliato
in voi, ogni cosa è come dovrebbe essere. Siamo al passo con l'evo-
luzione e tutto procede secondo i piani. Qualsiasi dolore o paura serve
a rendervi consapevoli del fatto che una parte di voi richiede atten-
zione per la guarigione. Ogni errore che fate è una possibilità di impa-
rare qualcosa su voi stessi. Godetevi questi momenti e siate grati per
la lezione. Uscite dallo stato di neSazione e diventate una sola cosa
con quello che sentite. Lasciate parlare sinceramente la vostra anima
attraverso di voi, riconoscendo i vostri sentimenti ed esprimendoli.
Diventate consapevoli dei vostri pensieri, osservateli e riconosceteli;
lasciate che essi siano, si prenderanno cura di sé da soli.
Il vittimismo fa parte delle antiche credenze accettate il fatto di
averlo utilizzato come strumento per manipolare voi stessi e gli altri

cAP. 12 - WWW.GOD.COM
per riuscire a ottenere amore, empatia, attenzione e compassione.
Donate liberamente queste cose a voi stessi e agli altri, per evitare di
avere bisogno dello strumento del vittimismo. Esso, infatti, vi fa
ottenere l'opposto di ciò che desiderate: vi porta a credere di non meri-
tare amore. Donate amore alle parti di voi che sono ferite e non rie-
scono a perdonare; guaritele e starete meglio. Ricordate di essere con-
sapevoli di tutto ciò per cui provate gratitudine. Dimostrate la vostra
gratitudine condividendo la vostra abbondanza con chi è meno for-
tunato di voi. Gratitudine significa consapevolezza della benedizione
universale di Dio.
Ricevete tutti i doni che vi vengono concessi, con gratitudine;
liberatevi della negatività riguardo a quanto ricevete.
Perdete completamente ogni atteggiamento difensivo, non giu-
stificate la vostra opinione, accettate I'opinione altrui e rispettate gli
altri, perché sanno condividere. Vedete Dio in ogni persona e diven-
tate parte della guarigione, non parte della malattia.
La spiritualità ha tutte le caratteristiche necessarie per com-
prendere che siamo tutti un'unica cosa. Voi siete fratelli e sorelle e
dovete trattare gli altri come vorreste che gli altri trattassero voi.
Avere l'abbondanza e non condividerla significa confermare la
propria manchevolezza e mancanza di consapevolezza. Fino a quan-
do esisterà la discriminazione e alcune persone riterranno di essere
più degne di altre, più evolute o più spirituali o più giuste, ci sarà
una mancanza di inteSrazione.
Quando imparerete ad amare i vostri nemici, avrete fatto un
enorme progresso. Quando imparerete a scegliere in base alla vostra
compassione, avrete conquistato la consapevolezza.
I leader spirituali non indicano una strada, ma forniscono 6ili
strumenti per permettervi di scoprire il vostro percorso spirituale.
Non distribuite quello che non concedete a voi stessi, rispettate e
amate in primo luoglo voi stessi. Amate coloro che cercano di mani-
polarvi, ma scegliete di non sentirvi in colpa per la loro mancanza d'a-
more di sé.
Molti genitori manipolano i figli, cercando di farli sentire in
colpa. Molti figli si sentono in colpa o arrabbiati e, comunque, fanno
quello che vogliono i loro genitori. Potete amare i vostri genitori,
senza lasciarvi manipolare da loro. Le loro accuse sono espressione
del loro condizionamento e del loro dolore. Pregate per loro, dimo-
strate compassione e siate pazienti; perdonate e donate quello che
potete, senza senso di colpa, dal profondo del cuore.

274 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Quando vi sentite attaccati, non rimanete sulla difensiva; anzi,
rinunciate a ogni tipo di difesa e percepite il dolore dell'altro, invian-
dogli amore e compassione. Fate tutte le vostre scelte in base al cuore,
perché I'altro vi chiede il vostro amore nell'unico modo che conosce.
Ricordate di usare il più possibile il dono del perdono, perché ogni
volta che perdonate rompete le catene karmiche e sperimentate la mia
gloria. I1 perdono è il dono che si moltiplica all,infinito; significa col-
legarsi alla fonte dell'amore incondizionato. Linizio di ogni guari-
gione è il faro che vi guida verso di Me. Vi ricorda che nessuno può
farvi del male, che il vostro dolore deve essere guarito: perdonate per
guarire voi stessi.
Il perdono è lo strumento migliore per raggiungere l'Equilibrio
Emozionale e vi porta all'intelligenza dello spirito, purifica il vostro
cuore e guarisce la vostra anima. Perdonate ogni giorno, soprattutto
voi stessi e tutti quelli che pensate vi possano aver fatto del male.
Vi sono alcuni efficaci esercizi per purificare I'anima.

Amore Universale come giuadgiione


I-lamore è 1o strumento più potente che Io vi ho donato per
procedere nella guarigione: non esiste nulla di più efficace dell'Amo-
re. I1 segreto è di donarlo agli altri universalmente: universalmente
significa donare amore a tutti i Miei figli. Esso vi aprirà a una nuova
consapevolezza dell'essere vivi.
Il primo passo consiste nel far sentire il vostro amore: sceglie-
te le parole, I'intonazione, l'atteggiamento e usate i vostri occhi, il
viso e il corpo, per esprimere quello che provate dentro di voi. euan-
do comincerete a praticare I'amore universale e vi concentrerete su
di esso, troverete che il mondo risponde.
Dimostrate interesse per gli altri e incoraggiateli, dimostrate
loro rispetto, gentllezzae soprattutto compassione. Fate cose che nes-
suno si aspetterebbe da voi comperate centinaia di bellissime carto-
line e inviatene alcune ogni settimana alle persone il cui cuore vole-
te toccare. Sorprendete i parenti donando loro dei fiori; telefonate alle
persone alle quali non parlate da tempo, per fare loro sapere che vi
preoccupate per loro. Individuate quali sono le persone che avete
lasciato uscire dalla vostra vita. Fate un elenco delle persone che cono-
scete e pensate alle azioni che potreste compiere per fare loro sape-
re che sono importanti per voi. Non perché desiderate il loro amore,
ma perché volete praticare l'amore universale.

CAP. 12 _ WWWGOD.COM zlJ


Fate attenzione, siate consapevoli delle persone che vi aiutano,
trovate qualcosa che vi piace veramente di loro e ditelo. Fatele senti-
re bene senza una ragione precisa, senza volere nulla in cambio.
Manifestate il vostro amore al vostro coniuge, ai vostri figli e a
tutti i parenti vicini e lontani. Inoltre, dimostrate il vostro interesse
per i colleghi, le persone che lavorano con voi o per voi. Fatene un'a-
bitudine quotidiana.
Una volta tanto fate qualcosa di insolito. Sorridete di più e
guardate la gente negli occhi. Apprezzate le persone e fate loro sape-
re che i loro sforzi vengono apprezzati. Trovate quello che c'è di buono
in ognuna di loro e ditelo. Se volete che alcune cose vengano fatte in
modo diverso, dite prima di tutto che cosa già va bene e poi che cosa
dovrebbe essere migliorato. Quest'ultima parte dovrà essere breve.
Non giudicate, non criticate, non create motivi di divisione. Termi-
nate con qualcosa di positivo o di incoraggiante. Siate gentili e
rispettosi verso chiunque, anche verso chi vi tratta diversamente.
Concentrate i vostri sforzi su questo, ogni giorno, d'ora in
avanti. Se un giorno le cose non andranno come volete, ricordate di
ricominciare tutto daccapo la volta successiva. Se lo farete, diventerà
per voi un'abitudine: potrete dimostrare amore a tutti e per questo
sentirvi bene. Non reprimete nulla, siate onesti con voi stessi. Non è
un modo di agire, è un modo di collegarsi alla fonte di ogni cosa: Me.
Grazie per avere visitato il mio sito Web. Se ne avrete bisogno,
potrete visitarlo altre volte. Vi troverete ogni volta nuove informazioni
e la ripetizione è comunque la base di ogni abilità.
Siate benedetti e trovate la pace nel vostro cuore>>.

Il migliore amico dell'uomo


per I'eternità, Dio.

EQUILIBRIO EMOZIONALE
$t$

Che la guarigione
cominci

Le intenzioni, se lasciate a se stesse, cercono automaticamen-


te la loro realizzazione.
Ageless Bodg, Timeless Mind, Deepak Chopra

f, f elle pagine precedentiabbiamo descritto tutte le nozioni di base


della guarigione emozionale. In questo capitolo imparerete a
I| \ \ usare alcuni strumenti per awiare il vostro processo di guari-
gione.
Se volete dawero guarire, dovete affrontare le principali que-
stioni della vostra vita:

r Paura della morte.


. Paura di non essere degni dell'amore di Dio.
. Convinzione che gli altri possano farvi del male o rifiutarvi.
. Senso di colpa per cose che avete fatto.
o Vergogna o vittimismo.
. Traumi del passato.
o Sentirsi incapaci di perdonare o paura di lasciarsi andare.
o Sentire il bisogno di avere il controllo.

Stilate un elenco delle cose che volete €uarire nella vostra vita.
Se occorre, utllizzate altri fogli. Più tardi ritorneremo su questo elen-
co, quando avrete gli strumenti per farlo.
Guarire significa eliminare dalla vostra vita tutti i motivi di stress,
guarendo quelle parti di voi che subiscono lo stress. Lo stress non è
ín quello che accade, mo nel significato che noi attribuiamo a ciò
che occade. Per diventare consapevoli dello stress, dovete essere
consapevoli di quello che awiene dentro di voi. Quando non vi sen-
tite in pace, pieni d'amore o in armonia, siete stressati e dovete pro-
cedere alla guarigione.
Ricordate che dovete osservare i sentimenti, ma non "identifi-
carvi" con essi, lasciando che essi "siano", per poi passare all'accetta-
zione e al mantra di guarigione che presto riceverete. È importante
acquisire consapevolezza dei propri sentimenti e dei propri pensieri.
Se osserverete attentamente le vostre azioni e le vostre parole, rica-
verete molte altre informazioni. Consapevolezza di guarire significa
imparare a diventare consapevoli di tutto ciò che ci porta lontano dal-
I'armonia (il nostro Punto di Quiete Assoluta).
Quando sentite che qualcosa, dentro o fuori di voi, vi mette a
disagio, in realtà ricevete un segnale che proviene da una parte che
necessita di guarigione.
Per esempio, se vi trovate inmezzo a un ingorgo stradale e qual-
cuno, per risparmiare tempo, usa la corsia di emergenza per supera-
re la vostra e molte altre auto, o magari vi taglia la strada, come rea-
gite? Provate rabbia o frustrazione?
Questa tecnica combinata si chiama Formula di Guarigione Emo-
zionale e fa parte delle tecniche dell'Equilibrio Emozionale (ne). La-
spetto più interessante è che potete fare tutto da soli, senza ricorre-
re all'aiuto di nessuno. Questo vi garantisce il privilegio di usarla ovun-
que per voi stessi, come, in ogni luogo, potete anche condividerla
con altre persone. Scoprirete dove è localizzata la vostra ferita e
come guarirla. Non vi servirà la psicoanalisi, la vostra mente sub-
conscia sa già tutto ciò che serve conoscere.
I-loo viene utllizzato da migliaia di persone in tutta Europa ed è
diffuso anche nel resto del mondo, in oltre venti Paesi. La Formula
di Guarigione Emozionale vi metterà in comunicazione con la vostra
anima e con il vostro spirito e vi riporterà alla vostra vera essenza, il
vostro ona spirituale. Vi collegherà alla fonte di oglni cosa, Dio. Non
dovete essere religiosi per utilizzare questa formula. Non fatevi fuor-
viare o eccitare dalle parole: è un concetto universale, che non vuole
mettere a disagio nessuno.
Se credete negli angeli, i messaggeri dell'amore di Dio, potete
chiedere loro di assistervi e di guidarvi nel percorso di guarigione. La

278 EQUILIBRIO EMOZIONALE


parola angelo deriva dall'aramaico antico e il suo significato principa-
le è quello di messaggero (Nick Brunick, nel suo libro: In God's Truth).
Questi messaggeri, o guide, sono sempre con noi: ci aiutano nel-
la nostra evoluzione spirituale e ci ricordano che soltanto quando sare-
mo in armonia con quello che è dentro di noi, con il nostro spirito o
Io superiore, il vero Io, riusciremo a trovare la felicità incondizionata.
Ricorrete il più possibile ai vostri angeli per accelerare la vostra gua-
rigione e ritrovare la pace interiore.

Formula di guarígione emozionale


Mentre valutate la natura dei vostri sentimenti, massaggiate i
punti di agopressione della paura (vicino allo sterno) e pronunciate
le seguenti affermazioni:

"lo accetto e amo profondamente me stesso con la mia paura di


liberarmi di questo sentimento. Accetto me stesso anche se
non riuscirò mai a liberarmi completamente di questo senti-
mento",
Inspirate ed espírate profondamente -+ Concentratevi sul primo
chakra: flessibilità.
Se credete negli angeli, dite quanto segue:
"Chiedo ai miei angeli e alle mie guide di assistermi per arriva-
re all'origine, per quanto possa essere lontana nel tempo, di que-
sto sentimento (o pensiero) di... e di aiutarmi a guarirlo com-
pletamente".
Inspirate ed espírate profondamente -+ Concentratevi sul secon-
do chakra: gioia.
Se non credete negli angeli, dite quanto segue:
"Chiedo al mio spirito (o Io Superiore) di ritornare indietro
fino alla prima volta in cui ho provato questo sentimento (ho
avuto questo pensiero) di...".
Inspirate ed espirate profondamente + Concentratevi sul secon-
do chakra: gioia.
"Lascio che ogni parte e ogni aspetto del mio essere mi assista
nella guarigione di questo incidente originale, per quanto lon-
tano nel tempo, e nell'accettare completamente e amare I'in-
tenzione originale".
Inspirote ed espirate profondamente -+ Concentratevi sul
terzo chakra: accettazione e liberazione.

CAP. 13 _ CHE LA GUARIGIONE COMINCI 279


"lo perdono me stesso, al cospetto dell'amore di Dio, per avere
rifiutato me stesso e gli altri, per le mie errate credenze, pen-
sieri, sentimenti e percezioni e perdono tutte le altre persone,
incidenti, o altre cose coinvolte e mi libero di ogni motivo o cre-
denzadi avere ancora bisogno di questo, e mi libero di ogni espe-
rienza del passato, lasciando così che la guarigione sia comple-
ta e relativa a tutti gli incidenti da allora in poi".
Inspírate ed espirate profondamente --> Concentratevi sul
quarto chakra: pace e perdono.
"Ora abbandono e rendo libero con amore incondizionato e la
benedizione di Dio tutto il passato che ha fatto parte di me in que-
sto modo, nel sentimento o nel pensiero, ora e per sempre. Scel-
go di sostituire questo con... (sentimento o pensiero positiuo).
Accetto questo sentimento di... (sentímento posítiuo) con ogini
cellula del mio corpo".
Inspírate ed espirate profondamente -+ Concentratevi sul
quinto chakra: esprimere il proprio Io con sincerità.
"Concedo a me stesso il permesso di liberarmi del relativo disa-
gio a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale o dei relativi
atteggiamenti, comportamenti, o sentimenti, facilmente e con
grazia, ora e per sempre".
Inspirate ed espirate profondamente -+ Concentratevi sul sesto
chakra: conoscere il proprio Io.
"Io ringrazio Dio, le mie guide e angeli (o il mio Io superiore)
per tutto il loro aiuto ed esprimo a loro il mio amore e la mia
gratitudine. Accetto e sono degno di tutte le benedizioni e del-
l'amore di Dio".
Inspirate ed espirate profondamenle -+ Concentratevi sul set-
timo chakra: amore universale.

I sentimenti positivi dei quali vi servite per sostituire i senti-


menti negativi sono importanti. Non consideratelo semplice-
mente un esercizio mentale: è importante provare veramente
questi sentimenti con tutto il vostro corpo. Lasciate che il vostro
corpo esprima quello che è nella vostra mente e poi lasciate
che questo sentimento pervada ogni cellula del vostro corpo.
Visualizzate il sentimento che attraversa il vostro corpo, come
se fosse luce che illumina ogini cellula.
Respirazione: in tutto, respirate profondamente sette volte, inspi-
rando ed espirando. Ogni volta vi collegherete a livello subcon-

280 EQUILIBRIO EMOZIONALE


scio con uno dei chakra e porterete l'energia sempre più verso
l'alto nel vostro sistema. È meglio concentrarsi sulla zona spe-
cifica dei chakra, mentre 1o fate, e immaginare una sensazione
di calore nel punto prescelto.

a Primo chakra: base del coccige.


a Secondo chakra: zona dell'osso pubico.
a Terzo chakra: plesso solare o ombelico.
a
Quarto chakra: zona del cuore.
a
Quinto chakra: zona della gola.
a Sesto chakra: tra i due occhi (terzo occhio).
a Settimo chakra: appena sopra la sommità del capo (da 3 a 5
centimetri).

Concentrate la vostra attenzione su questi punti; potete anche


collegarvi ai chakra con sentimenti specifici. Inizialmente non
preoccupatevi troppo di questo. A mano a mano che la Formula di
Guarigione Emozionale entrerà a fare parte delle vostre abitudini quo-
tidiane, tutto sarà più facile.

. Primo chakra: flessibilità (adattarsi a ogni sfida).


. Secondo chakra: gioia di vivere (godere lo svolgersi dell'esi-
stenza).
. Terzo chakra: accettazione e liberazione (lasciarsi andare facil-
mente).
o Quarto chakra: pace e perdono (armonia).
o Quinto chakra: espressione sincera del proprio Io (non repri-
mere i sentimenti).
r Sesto chakra: conoscenza del proprio io (ascoltare la propria voce
interiore e le guide).
. Settimo chakra: amore universale (attingere all'unità collettiva).

Molti eventi della vita giustificano il fatto che ci sentiamo tur-


bati, insultati, arrabbiati, frustrati, irritati eccetera. Questi sentimen-
ti sono originati dalla nostra anima, perché deve essere guarita.
Quando vi sentite traditi e sfruttati e non capite che state
creando un'opportunità di guarigione per voi stessi, vi sentite molto
male, molto turbati. Tutti vi confermeranno che è giusto che vi sen-
tiate così, che è inevitabile che vi sentiate male se un criminale o qual-
cuno che ha commesso un'ingiustizia contro di voi o la vostra fami-

CAP. 13 , CHE LA GUARIGIONtr COMINCI 287


glia circola liberamente impunito. Invece, non c'è nulla di più lonta-
no dalla verità: quando vi sarete evoluti non vi sentirete offesi, per-
donerete e romperete così 1a catena karmica.
Ecco un'altra situazione molto comune: qualcuno arriva in ritar-
do e questo vi irrita moltissimo, forse perché pensate che si tratti di
una mancanza di rispetto, soprattutto se I'altro non si scusa. Comin-
ciate a notare tutte le situazioni nelle quali vi sentite giustificati a sen-
tirvi in un certo modo, se siete convinti di avere ragione, mentre I'al-
tro ha torto o è maleducato o villano. Le occasioni per avviare la
guarigione sono molteplici. Io stesso mi sono impegnato a fondo su
questo aspetto durante gli ultimi due anni e ormai sono pochissime
le situazioni che riescono a disturbare il mio equilibrio. Mi sento
felice per la maggior parte del tempo e i miei rapporti sono più aper-
ti, onesti e liberi da stress. Non mi interessa più che cosa la gente
pensa di me e la mia autostima è salita alle stelle. Ho fatto entrare
nella mia vita persone nuove. La mia compagna, Patricia van Walstijn,
è stata uno dei doni più grandi e insieme affrontiamo ogni problema
che si presenta. Mi sono messo in collegamento con persone mera-
vigliose, una delle quali è Deepak Chopra, con il quale prossimamente
lavorerò. Oggi faccio molte più cose rispetto al passato, e con meno
sforzo, e mi sento felice. Ho ascoltato il resoconto di esperienze si-
mili da migliaia di persone che hanno frequentato i miei seminari, o
i laboratori organizzati da altri insegnanti di Equilibrio Emozionale.
Dovete prendere coscienza di quello che sentite e della natura dei
vostri pensieri, se volete guarire completamente la vostra anima. Chiun-
que può imparare a farlo. Le nostre emozioni irrisolte alimentano e
danno carica ai sentimenti.
Dobbiamo guarire alcuni settori della nostra anima. Alla guari-
glione concorrono diversi elementi:

1. Una formula di guarigione che aiuta la mente subconscia a rin-


tracciare il primo incidente che ha provocato la successione a
catena delle emozioni.
2. Specifici punti di agopressione attraverso i quali riequilibrare i
meridiani di agiopuntura per accelerare il processo di guarigione.
D
.). Esercizi respiratori specifici per integrare I'intero processo a
livello dei chakra e del sistema neurologico.

Questo approccio multiforme è nato dall'utllizzo di vari ele-


menti di diverse discipline, dell'agopuntura e delle affermazioni posi-

282 EQUILIBRIO EMOZIONALE


tive. Tutti gili elementi sono stati testati sul campo su oltre ventimi-
la persone, per verificarne I'efficacia. I risultati hanno superato
quelli di tutte le singole tecniche che ho studiato nel corso degli ulti-
mi vent'anni.
La respirazione va eseguita nel modo seguente: inspirate profon-
damente attraverso il naso, il più rapidamente e profondamente pos-
sibile, rilassatevi, chiudete gli occhi e mentre vi concentrate sul cha-
kra specifico, espirate lentamente attraverso la bocca, immaginando
di respirare attraverso il vostro chakra. Allo stesso tempo, massaggiate
i punti di agopressione della paura.
La guarigione può awenire istantaneamente, quando siamo pron-
ti; la maggior parte delle volte, però, si tratta di un processo gradua-
le, per il quale occorre del tempo, soprattutto perché alla maggior
parte di noi occorre del tempo per cambiare modo di pensare, idee e
opinioni. Ci vuole tempo. Facendo diventare questa procedura un'a-
bitudine e applicando la Formula di Guarigione Emozionale quoti-
dianamente, raggiungerete un sempre maggiore equilibrio. Sarà sem-
pre più facile, per voi, raggiungere il Punto di Quiete Assoluta.
Sarete sempre più concentrati sui sentimenti positivi, che si tro-
vano nel profondo di voi stessi. È importante trovare sentimenti
positivi che prendano il posto dei vecchi sentimenti: si può farlo
semplicemente pronunciando una sola parola o una frase completa.
Non importa purché lasciate che il sentimento entri in voi.
Pronunciando le parole chiave dei chakra e concentrandovi su
questi sentimenti, accelerate notevolmente il processo di guarigione;
se non riuscite a trovare un sentimento che possa sostituire in modo
adeguato i sentimenti del passato, potete sempre ricorrere alla feli-
cità incondizionata e all'armonia.
La Formula di Guarigione Emozionale vi mette subito in colle-
gamento con il vostro "lo" e con la fonte di ogni cosa: Dio. Non si
tratta di dare la preferenza a una religione piuttosto che a un'altra:
si tratta di una preghiera personale diretta alla guarigione che si rivol-
ge ad alcune parti dell'anima e dell'Io Superiore, per collegarsi all'a-
more incondizionato di Dio. Essa farà immediatamente aumentare
le vostre vibrazioni a un livello positivo d'amore, pace e armonia,
che è poi il livello spirituale della guarigione. In questo modo arri-
verete direttamente al livello dell'antimateria, la cosiddetta impron-
ta originale olografica, e riunirete fra loro tutti i sistemi: il Corpo
Energetico, la Mente, I'Anima e lo Spirito, nella più potente combi-
nazione di guarigione nota al genere umano.

CAP. 13 _ CHE LA GUARiGIONE COMINCI 283


La Formula di Guarigione Emozionale potrà andare oltre il rista-
bilimento dell'Equilibrio Emozionale, se metterete in pratica i prin-
cipi che vi illustrerò, per Eiuarire voi stessi a tutti i livelli. Essa vi
porterà, passo dopo passo, al livello 3 della creazione e della ma-
nifestazione e vi aiuterà a vivere il "chosaku", liberandovi e risolvendo
la maggior parte del vostro karma negativo. "Chosaku" è una parola
giapponese che indica che non create altro karma negativo ma, anzi,
eliminate il vecchio karma negativo. Significa vivere consciamente
con I'intenzione di purificare I'anima e di liberare lo spirito.
Sarete sempre più in sintonia con I'amore di Dio e il vostro cuore
diventerà la vostra bussola e riuscirete a godere in pieno della vostra
esistenza. Ascoltando il vostro cuore sarete anche guidati lungo il per-
corso in cui non esiste più alcun tipo di malattia o di disagio. È il
percorso che impone meno resistenza.La malattia può anche essere
guarita più rapidamente applicando la Formula di Guarigione Emo-
zionale. Ricordate di non combattere la malattia, ma di accettarla
come una vostra creazione, un modo per il vostro subconscio di ripor-
tare la vostra attenzione su un settore della vostra vita che necessita
di guarigione.
Le aree principali sulle quali dovete aÉire (per la purificazione
spirituale) sono:

1. Io sono degno di essere amato.


2. Io accetto e amo me stesso al livello più profondo.
3. Io accetto e sono in pace con il fatto che un giorno morirò.
4. Io mi lascio alle spalle ogini senso di colpa e di vergogna.
5. Io perdono completamente me stesso per tutti gli errori del pas-
sato.
6. Io perdono tutti gli altri per quello di cui li ritengo responsa-
bili nei miei confronti.
7. Io sono totalmente impegnato a vivere consciamente e a fare
entrare I'amore di Dio nella mia vita.

Potete personalizzare questo elenco, per esempio, con una


il fatto che mio
frase quale: "Sono deglno di essere amato nonostante
padre mi abbia dato f impressione di non amarmi".

"Io accetto e amo me stesso al livello più profondo e mi impe-


gno ad abbandonare tutte le mie abitudini autodistruttive (fuma-
re, bere ecc.)".

284 EQUILIBRIO EMOZIONALE


. "Io accetto e sono in pace con la mia paura di morire".
r "lo accetto la mia difficoltà nel liberarmi del mio senso di colpa
o di vergogna".

Vi consiglio di stabilire le vostre priorità in ordine di importanza.


Impegnatevi a lavorare ogni giorno su questi aspetti per alcuni mesi,
integrandoli quotidianamente con gli eventuali nuovi fattori di tur-
bamento. Se praticate la meditazione o il Qi GonS (che consiglio),
prima di iniziare dovreste esegluire i seguenti eseÍcizi, che migliore-
ranno decisamente la vostra pratica e vi consentiranno di trarne magi-
giore vantaggio.
Come per la meditazione o il Qi Gong, è importante eseguire la
Formula di Guarigione Emozionale in un luogo comodo, preferibil-
mente silenzioso. Fatene un'occasione dawero speciale. Accendete
una candela e utilizzate un olio per aromaterapia, o un incenso che
vi piace particolarmente, e create un tranquillo sottofondo di musi-
ca "new aEje". Sedetevi e rilassatevi. Chiudete gli occhi, inspirando ed
espirando lentamente. Poi concentratevi progressivamente su ognu-
no dei sette chakra. Usate le sette parole collegate a ciascuno dei
chakra ed entrate in sintonia con le corrispondenti sensazioni:

1. Flessibilità.
2. Gioia di vivere.
3. Accettazione e liberazione.
4. Pace e perdono.
5. Bspressione sincera del proprio Io.
6. Conoscenza del proprio Io.
7. Amore universale.

A questo punto vi suggerisco di invitare i vostri angeli e le


vostre guide ad accostarsi a voi, a darvi sostegno e ad assistervi nella
vostra guarigione. Con gli occhi chiusi, immaginate di essere circon-
dati da esseri amorevoli pieni di luce, intervenuti per sostenervi e
assistervi nella guarigione della vostra anima. Sono sempre vicino a
voi, pronti ad aiutarvi. È giunto il momento di iniziare la guarigione
profonda; immaginiamo che cominciate dal primo punto: "Io sono
degno di essere amato", ecco come dovreste procedere.
Cominciate a massaggiare i punti di agopressione relativi alla
paura (vicino allo sterno), poi pronunciate le seguenti parole:
"Io accetto e amo profondamente me stesso con la mia paura di libe-

CAP. 13 _ CHE LA GUARIGIONE COMINCI


rarmi di questa mia convinzione di non essere degno di essere
amato. Accetto me stesso anche se non riuscirò mai a liberarmi
completamente di questa convinzione".
Insp irate pro fondamente (rap ídamente ), esp irot e lent ament e e
portate la uostra attenzione sulla zona del prímo chokro (prima del-
l'estremità coccigea). Concentrateui sulla sensazione di flessíbilità,
sentendoui pronti ad adattarui a tutte le sfìde. Sentiteui sicuri, per-
ché sapete che potete affrontare tutto cíò che auuiene nella uostra
uita. Respírate come se respiraste attrauerso quest'area.
"Io chiedo ai miei angeli e alle mie guide di assistermi per arri-
vare all'origine, per quanto lontana nel tempo, della convinzione di
non essere abbastanza degno di amore e chiedo loro di aiutarmi a giua-
rirla completamente".
E/o: "lo chiedo al mio spirito (o Io Superiore) di ritornare alla
prima volta in cui ho avuto questa convinzione di non essere abba-
stanza degno di amore".
Insp ir a t e p r o fon dament e ( r op i dament e ), esp ira t e I ent amen t e e
portate la uostra ottenzione sulla zona del secondo chakra. Imma-
ginate di respirare attrauerso questo punto nell'osso pubico. Con-
centrateui sul sentimento dí gioio, piacere e gratitudíne per tutte le
cose buone che accadono nella uostro uita.
Prosefuite poi (massaÉÉiando i punti di a$opressione
per la paura): "Io permetto che ogni parte e aspetto del mio esse-
re mi assista per guarire l'incidente originale, per quanto lontano
nel tempo e per accettare completamente e amare I'intenzione origi-
nale".
Insp irat e p r o fon dament e ( rap i dament e ), e sp ir a t e lent amen t e e
portate Ia uostra attenzione sulla zona del terzo chakra (intomo
all'ombelico o plesso solare); immaginate di respirare attrauerso que-
sto punto. Concentrateui sul sentirui aperti e ricettiui (accettazione)
e capaci di liberarui con grazía del passato. Immaginate che il pas-
sato si dissolua e scompoia attrauerso questo chakra.
"Io perdono me stesso al cospetto dell'amore di Dio per avere
rifiutato me stesso e gli altri a causa di errate convinzioni, pensieri,
sentimenti e percezioni e perdono tutte le persone, gli incidenti, e
ogni altra cosa pertinente, liberandomi di tutte le ragioni o le con-
vinzioni di avere ancora bisogno di loro nel futuro o di averne avuto
nel passato, rendendo così completa la guarigione".
Inspirate profondamente (rapidamente), espirate lent amente e
portate la uostra attenzione sulla zona del quarto chakro (intomo al

286 EQUILIBRIO EMOZIONALtr


cuore); immagínate dí respirare attrauerso questo punto. Concen-
trateui sul sentimento di pace, amore e perdono e promettete a uoi
stessi di aprire completamente il uostro cuore per liberarui di tutti i
traumi del passoto. Immoginate di uedere sparire le cicatrici attra-
uerso il perdono e I'amore incondizionato di Dio.
"Ora io mi libero, con I'amore incondizionato di Dio e le sue
benedizioni, da tutte le questioni del passato che mi obbligavano a
sentire o a pensare in questo modo, ora e per sempre. Scelgo di
sostituire queste sensazioni con quella di essere degno di amore e di
autostima e accetto questo sentimento con ogni cellula del mio corpo".
Inspirate profondamente (rapidamente ), espirate lentomente e
portate la uostra attenzione sulla zona del quinto chokra (intomo
alla gola); immaginate di portare luce ed energia a questo punto.
Concentroteui sulla sensazione dí essere a uostro agio, esprimendo
con sincerità i uostri sentimenti più profondi e i uostri pensíeri. Imma-
ginate che questa luce e questa energia si diffondano in tutto íl uostro
corpo e sentite pienamente I'amore e I'apprezzamento dí Dío.
Diffondete queste sensazíoní a ogni cellula del uostro corpo e riem-
pitele di luce fínché uedrete uoi stessi come una grande fonte lumi-
noso.
Ora prosegulte: "Mi permetto di liberarmi di eventuali disagi
a livello fisico, emotivo, mentale e spirituale e di atteggiamenti,
comportamenti o sentimenti a questo collegati, con facilità e Srazia,
ora e per sempre",
Inspírate profondomente (rapidomente), espirate lentamente e
portate la uostra attenzíone sulla zona del sesto chakra (tra le due
soprocciglia); immaginate di portare luce in questo punto attrauer-
so I'inspirazione. Concentrateui ora sul fatto di aprire uoi stessi alla
guida del uostro Io Superíore, delle guide spirituali e degli angeli.
Immaginate di uedere guide e angelí e di riceuere da loro messaggi
che uí aiutano e ui assístono lungo íl uostro percorso spirituale.
Terminate con: "Ringrazio Dio,le mie guide e gli angeli (o
I'Io Superiore) per tutto il loro aiuto ed esprimo a loro il mio amore
e la mia gratitudine. Accetto e sono degno di tutte le benedizioni e
dell'amore di Dio".
Inspirate profondamente (rapidamente), espirate lentamente e
portate la uostra attenzione sulla zona del settimo chakra (pochi cen-
timetri sopra la sommitò del capo) e immaginate un fascio di luce
che uí collega alla fonte della uita; sentite l'amore incondizionato di
Dio e la sua compassione per uoi e tuttí gli esseri uiuenti. Lasciate

CAP. 13 _ CHE LA GUARIGIONE COMINCI


che questa luce ui riempia di uerità e di speranza e sentiteui colle-
gati a tutto I'uniuerso.
Ora ritornate al vostro corpo e sentite il vostro corpo. Quando
siete pronti, aprite gli occhi.
Come vi fa sentire la Formula di Guarigione Emozionale?
Siate consapevoli del suo potere e del fatto che ogni volta che
la eseguite il suo potere aumenta, come una reazione a catena. Per-
ché I'effetto sia totale, ripete la procedura almeno 21 volte per ogni
questione irrisolta. Potete affrontare diverse questioni una dopo I'al-
tra, ma non esaSerate. Lasciate al vostro corpo la possibilità di adat-
tarsi. Se praticate la meditazione o il Qi Gong, il momento più adat-
to per farlo è proprio dopo la Formula di Guarigione Emozionale. Si
tratta di una pratica estremamente valida e vi aiuterà a colle$arvi
meglio con il vostro Io Superiore e con I'lo della vostra identità.
Scrivetevi la Formula e portatela sempre con voi, ovunque andia-
te.tJtllizzatela tutte le volte che volete. Inoltre, continuate a leggere
e a ricercare modi per accelerare la vostra guarigione e raggiungere
I'Equilibrio Emozionale, che è il modo più rapido per aprirsi alla spi-
ritualità.
La ragione di ciò risiede nel fatto che questa formula specifica
purifica l'anima e risuona con il vostro nna spirituale. Questo è lo
scopo di essere della vostra anima, il piano originale del "perché
siete qui". La pratica della Formula vi aiuterà a prendere contatto
con questi aspetti, soprattutto se I'abbinerete alla meditazione e al
Qi Gong.

Laboratorí/Seminari
Nei seminari e laboratori sull'Equilibrio Emozionale da me tenu-
ti in tutto ilmondo (possono durare da tre a sette giorni) cerco di
approfondire la ricerca emozionale e di insegnare a eseguire alcuni
test per problemi specifici, in modo da individuare esattamente l'e-
mozione irrisolta. Nei laboratori più avanzati potete imparare a rile-
vare I'incidente karmico profondo che determina alcuni paradigmi
specifici nella vostra vita.
Negli Stati Uniti organizzo i miei seminari e laboratori in col-
laborazione con il Chopra's Center for Wellbeing [Centro Chopra per
il Benesserel (vedi il capitolo 16).
In Europa, potete contattare il Roy Martina's Institute (vedere
il capitolo 16). In Italia, I'lstituto Italiano NEI (tel. 030/2531700).

288 EQUILIBRIO trMOZIONALE


Inoltre, ho realizzato alcune registrazioni audio e video sulla
pratica del Ch'i Neng Qi Gong, una semplice tecnica che chiunque
può imparare per proprio conto. Sto preparando anche un co sulla
meditazione guidata, per chi intende entrare in profondità nel terzo
livello di guarigione (vedi il capitolo 16).
Mi occupo della formazione di professionisti per I'applicazione
di queste tecniche in campo sanitario. È importante sapere che l'uso
della Formula di Guarigione Emozionale può, di per sé, favorire il pro-
cesso di guarigione, per una parte notevole: tutti gli altri strumenti
servono a rendere più profondi i suoi effetti e ad aiutarvi a compren-
dere megilio "Chi siete" e"Perché siete qui".

Ntri sullflerimenti e strumenti


Esistono cinque categorie di emozioni o sentimenti irrisolti. Esa-
minando ciascuna di queste categorie potete migliorare i risultati della
Formula di Guarigione Emozionale.

1. Mentale: pensieri, convinzioni, idee, immagini, memorie.


2. Atteggiamento: comportamento (fisiologia, voce, compostezza).
3. Incidenti: stress (traumi, persone, ambiente).
4. Sentimenti: emozioni, sensazioni, umori, dolore.
5. Sensazione fisica: dolore, disagio, pulsioni.

Queste cinque categorie sono tra loro collegate e si influenza-


no reciprocamente. Esiste poi un'altra categoria che è più difficile da
definire: la spiritualità. Essa è maggiormente collegata alla sensazio-
ne di disagio, che deriva dalla sensazione di non essere sul giusto
percorso per seguire il proprio kharma. Infelicità, irrequietezzaeinci-
denti possono essere le conseguenze.Per semplicità non considererò
quest'ultima categoria, ma potete aggiungerla voi se vi sentite a vostro
agio nel prenderla in considerazione. Quando riscontriamo un cam-
biamento in una di queste categorie, anche tutte le altre categorie ne
risultano coinvolte. Cambiare le vostre convinzioni può avere un impat-
to enorme sul vostro atteggiamento, sui vostri livelli di stress, sui
vostri sentimenti e sulla sfera fisica.
A questo punto è giunto il momento di rileggere questo capi-
tolo. Può cambiare la vostra vita. Anche il cambiamento dell'atteg-
giamento può influire molto sull'ambiente, sui sentimenti e sul corpo
fisico.

CAP. 13 _ CHE LA GUARIGIONE COMINC] 289


Consideriamo ora 1o studio di un caso. Pete era un bambino di
otto anni estremamente intelligente. Sua madre lo aveva portato da
me perché era sempre distratto e stanco. Non passava giorno che Pete
non dimenticasse qualcosa in qualche posto. Dal cestino del pranzo
agli abiti e alle scarpe. Inoltre, non riusciva mai a ricordare che cosa
succedeva a scuola. Stranamente, però, riportava ottime votazioni nei
compiti in classe.
Pete mi guardava con i suoi grandi occhi azzurri, che trasmet-
tevano lristezza e disperazione. Gli chiesi se mi poteva raccontare
qualcosa della sua giornata a scuola. "Abbiamo giocato in giardino"
mi disse. "Avete fatto qualcos'altro?" gli chiesi, "Siamo stati in classe
tutto il giorno!" mi rispose. Ogni volta che gli facevo una domanda,
non riusciva a essere più preciso di così. Mi disse: "Ho poca memo-
ria. Continuo a dimenticarmi le cose!". Gli chiesi perché lo dicesse e
lui mi rispose: "Lo dicono tutti!". Era convinto di avere poca memo-
ria. Gli dissi che gli altri avevano torto e che, invece, era dotato di
grande memoria. Gli elencai tutte le cose che ricordava: fare gli eser-
cizi di matematica, parlare, vestirsi, giocare a calcio, a pallacanestro,
a football americano, a monopoli, a dama, a scacchi e così via.
"Pete, sai che non esiste al mondo un solo computer che sap-
pia fare tutte le cose che fai tu?". Da quel momento, I'intera fisiolo-
gia di Pete cambiò completamente: cominciò a sorridere, assumendo
una posizione etetta, e guardò la madre per vedere se anche lei aveva
sentito quelle cose.
Gli mostrai come massaggiare il punto dell'autostima e gli
spiegai che si trattava di un punto segreto e magico che gli faceva
aumentare la memoria e che doveva massaggiarlo almeno tre volte
al giorno, cantando: "Ho una memoria eccezionale, ricordo facilmente
tutto".
Se volessi riassumere il comportamento di Pete in base alle
cinque precedenti categorie, prima che venisse nel mio studio, sa-
rebbe il seguente:

1. Mentale: credeva di avere una memoria molto scarsa, cosa che


gli veniva ripetutamente confermata dall'opinione degli altri.
2. Atteggiamento: di scarsa autostima e di scusa.
3. Incidenti: stress a casa e a scuola, perché non trovava mai nien-
te e dimenticava le cose.
4. Sentimenti: di inadeguatezza: "Non valgo niente".
5. Sensazione fisica: esaurimento, poca enerÉia.

290 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Due settimane dopo Pete era unra4azzo completamente diver-
so: era scomparso il gonfiore che aveva sotto gli occhi, non dimenti-
cava più nulla, si sentiva benissimo ed era molto più libero di quan-
to lo fosse mai stato prima di allora.
Queste situazioni si verificano spesso: facciamo in modo che l'at-
tenzione delle persone si focalizzi sulle loro debolezze e in questo
modo esse si fisseranno su un modello, al quale apparentemente non
riusciranno a sfuggire in nessun modo. Dovremmo invece concen-
trarci sul modo di aiutarli per dare loro sostegno.
Ecco un altro esempio, un po' più vicino a questo concetto.
Mary era una donna di ventisei anni alcolizzata, che soffriva di
depressione. Desiderava il suicidio e non voleva più vivere. Non cre-
deva di essere degna di vivere un rapporto felice con un compagno e
si riteneva un fallimento. Passava ore e ore a guardare la TV, man-
giando in continuazione e ingerendo psicofarmaci.
Vediamo che cosa era successo. Sei mesi prima, a distanza di
sole tre settimane dalla data del matrimonio, il suo fidanzato le
aveva detto di amare un'altra. Aveva capito di avere trovato I'anima
gemella e che il suo destino era legato a quella donna. Lasciò Mary
in preda alla vergogna per il fatto di dover annullare tutti i prepara-
tivi del matrimonio. Si trattava della sua seconda relazione ed era
durata quattro anni; la precedente era finita dopo tre anni. Aumentò
quasi cinque chili e fu licenziata perché arrivano sempre in ritardo e
non era in grado di portare a termine il suo lavoro. A quel punto
cominciò a bere.

1. Mentale: "Sono un fallimento, nessuno mi ama". Pensieri sui-


cidi ricorrenti. Ricordava che il padre non le aveva mai detto di
amarla. "Non valgo nulla".
2. Atteggiamento: depresso, non parla ad alta voce, oppure diven-
ta ribelle e si arrabbia.
3. Incidenti: annullamento del matrimonio, padre che non espri-
meva le emozioni.
4. Sentimenti: emozioni, sensazioni, umori, dolore.
5. Sensazione fisica: desiderio di alcol, cibo, di dormire troppo.

Durante la seduta di guarigione ci concentrammo sul cambia-


mento delle sue convinzioni su se stessa e sul ricordo di incidenti e
persone che dimostravano che era amata. Sua madre le aveva sempre
manifestato il suo amore.

CAP. 13 CHE LA GUAR]GIONE COMINC] 291


Attraverso la seduta di Guarigione Emozionale riuscimmo Sra-
datamente a modificare i suoi sentimenti su se stessa e il suo desi-
derio di zuccherc e alcol scomparve. È sempre importante creare un
ambiente favorevole alla guarigione e allontanare le persone che potreb-
bero impedire la guarigione e la crescita personale.

Uso quotidiano della Formula


di Guarigione Emozionale
. Usatela oSni volta che vi sentite a disaglio, in preda allo stress,
arrabbiati, irritati, o frustrati. Ricordate sempre che i fattori sca-
tenanti esterni (incidenti) possono funzionare soltanto se c'è
qualcosa all'interno che deve essere giuarito.
. Passate in rassegna convinzioni, atteggiamenti, sensazioni fisi-
che ed emozioni e dopo la seduta stabilite se è awenuto qual-
che cambiamento. I-lincidente o la causa scatenante non dovreb-
be più farvi stare male. Se invece lo fa, significa che dovete
insistere con la Formula di Guarigione Emozionale fino a
quando non raggiiungerete il Punto di Quiete Assoluta. Punto
di Quiete Assoluta significa sentirvi in pace e a vostro agio quan-
do pensate a una situazione o quando vi trovate in essa.

Un buon metodo è quello di valutare il vostro livello di disagio


su una scala da 0 a 10, dove 0 significa sentirsi totalmente a proprio
agiio e in pace, mentre 10 indica la maggiore intensità di emozione
che si possa immaginare. Dopo la seduta di guarigione misurate
nuovamente I'indice e a questo punto dovreste riscontrare una diffe-
renza. Se, invece, non ci sarà nessuna differenza, provaye con le tec-
niche descritte per 1o sdoppiamento emozionale (vedere capitolo 9).

Strumento per favorire lo sdoppiamento emozionale


(uso frequente!)
Fate un pugno con una mano e cominciate a colpire piano con
il pugno il palmo dell'altra mano, senza provocare fastidio. Dopo cin-
que o sei colpi scambiate le mani: se avete cominciato con la sinistra
aperta e la destra serrata a pungo, aprite la destra e serrate la sini-
stra, riprendendo a colpire il palmo dell'altra. Pronunciate le seguenti
affermazioni (continuate a ripetere alternativamente il movimento
fino alla fine):

292 EQUILIBRIO EMOZIONALE


1.a "lo accetto e amo me stesso il più profondamente possibile anche
se non sarò mai completamente felice, sano e realizzato".
Inspirate profondamente (rapidamente ) ed esp irate lentomen-
te, poi proseguite.
1,b "Io accetto e amo me stesso il più profondamente possibile, anche
quando sarò estremamente felice, sano e realizzato".
Inspirate profondamente (rapidamente) ed espírate lent amen-
te, poi proseguite.
2.a "lo accetto e amo me stesso il più profondamente possibile anche
se non riuscirò mai a liberarmi di questo sentimento/pensie-
rolconvinzione di... (inserite qui l'aspetto sul quale state lavo-
rando in questo momento)".
Inspirate profondamente (rapidamente) ed espirate lentomen-
te, poi proseguite.
2.b "Io accetto e amo me stesso il più profondamente possibile anche
quando riuscirò a liberarmi di questo sentimento/pensiero/con-
vinzione di... (inserite qui l'aspetto su cui state lavorando in
questo momento)".
Inspírat e profondamente (rapidamente) ed espirate lentamen-
te, poi proseguite.
3.a "lo accetto e amo me stesso il più profondamente possibile anche
se non intendo liberarmi completamente di questo sentimen-
tolpensiero/convinzione di... (inserite qui I'aspetto sul quale
state lavorando in questo momento) e vorrei mantenerne una
parte".
Inspirate profondamente (rapidamente) ed espirate lentamen-
te, poi proseguite.
3.b "Io accetto e amo me stesso il più profondamente possibile e
mi sento a mio agio nel liberarmi ora completamente di que-
sto sentimento/pensiero/convinzione di... (inserite qui I'aspet-
to sul quale state lavorando in questo momento) e per sempre".
Insp irat e profondamente (rap idament e ) ed espirat e lent amen-
te, poi proseguite.
4.a "Io accetto e amo me stesso il più profondamente possibile anche
se ho ancora motivazioni, convinzioni e parti di me che mi impe-
discono di liberarmi completamente di questo sentimento/pen-
siero/convinzione di. . . (inserite qui l'aspetto sul quale state lavo-
rando in questo momento) ora".
Inspirate profondamente (rapidamente ) ed espirote lentamen-
te, poi proseguite.

CAP. 13 _ CHE LA GUARIGIONE COMINCI


4.b "Io accetto e amo me stesso il più profondamente possibile, quan-
do mi libero e guarisco tutte le motivazioni, convinzioni o parti
di me che mi impedivano di liberarmi completamente di que-
sto sentimento/pensiero/convinzione di... (inserite qui 1'aspet-
to sul quale state lavorando in questo momento) ora".
Inspirate profondamente (rapidamente ) ed espirate lentamen-
te, poi proseguite.

Dopo questa seduta avrete eliminato gran parte dei sabotaggi


nascosti contro il vostro processo di guarigione. Ora tornate indietro
e ripetete la Formula di Guarigione Emozionale. Potete anche sce-
gliere di eseguire abitualmente per primo I'esercizio per favorire lo
sdoppiamento emozionale.
Con il movimento alternato dei pugni e la respitazione rag-
giungiamo 1o scopo di:

1. Distribuire equamente le informazioni tra I'emisfero cerebrale


destro e sinistro.
2. Stimolare un punto di agopressione specifico sul meridiano
dell'lntestino Tenue che aiuterà a creare un Equilibrio Emo-
zionale e a integrare le emozioni irrisolte.
3. Avremo accesso, respirando in questo modo, al sistema limbico
che contiene 1'ologramma emozionale (impronta originale) di
tutte le emozioni irrisolte.
4. Più rapidamente 1o faremo, più coinvolgeremo il sistema neu-
rologico e le affermazioni ci aiuteranno a gluarire le questioni
irrisolte.

In questo modo coinvolgiamo l'intero cervello e consentiamo


al corpo di accedere alla sua Intelligenza di Guarigione Divina. La
vostra intenzione sarà quella di portare l'intensità dell'emozione al
Punto di Quiete Assoluta (0), dove proverete calma, pace e agio tota-
le. Alcune sensazioni sono talmente radicate nel sistema che occor-
re insistere particolarmente su di esse. Prendetene nota nel vostro
"Diario Emozionale" (un quaderno qualsiasi) e intervenite quotidia-
namente fino a raggiungere il punto di Quiete Assoluta. Potete an-
che utilizzare altri punti di agopressione per un lavoro più approfon-
dito (vedi capitoli seguenti).
Al termine della giornata, valutate come è andata e se avete
provato stress, irritazione o altri sentimenti negativi, per quanto lievi'

294 EQUILIBRIO EMOZIONALE


A ognuno di essi applicate la Formula di Guarigione Emozionale o
prendetene nota nel vostro Diario Emozionale. Annotate la data e l,in-
cidente. Dedicate alcuni momenti liberi della giornata a recuperare
sul vostro carico di emozioni irrisolte.
La purificazione dell'anima è un compito inizialmente arduo,
ma molto presto diventa un modo intelligente di lavorare e, infine,
non richiede più il minimo sforzo!
Concentratevi sul maggior numero possibile di cause di stress,
fattori scatenanti e sentimenti irrisolti. Ricordate che le convinzioni
predominano sui sentimenti. Inoltre, prestate attenzione ai pensieri
ricorrenti che esprimono critica, rifiuto, ridicolo e senso di inferio-
rità. Di questa equazione dovrebbero far parte anche il vostro atteg-
giamento nei confronti della vita e le vostre sensazioni fisiche.
In pratica, state imparando a prestare attenzione a voi stessi
diventando migliori osservatori. Vi state collegando sempre più al
vostro "Io" ed è questo il vostro cammino spirituale!
Con il passare del tempo imparerete a memoria la vostra For-
mula e in questo modo sarà sempre a vostra disposizione.

Un awertimento importante
Non lasciate mai che la Formula diventi per voi un semplice
esercizio mentale, o una frase scritta da leggere. Dovrebbe trattarsi
di un'esperienza olografica, che coinvolge mente, corpo, anima e spi-
rito. Potete pronunciarla ad alta voce, oppure nella vostra mente. Non
importa, purché la vostra attenzione sia totale.
Una volta ogni tanto proverete sentimenti che è difficile espri-
mere con le parole. Non è un problema: le etichette non sono asso-
lutamente importanti. Limitatevi a misurare I'intensità del sentimenti
da 0 a 10 e poi concentratevi sul sentimento di disagio durante la
vostra seduta di guarigione emozionale. Nel prossimo capitolo vi for-
nirò altri strumenti per penetrare negli strati più profondi delle que-
stioni irrisolte.
Per concludere, una citazione da un autore (a me) sconosciuto,
ricevuta da mia sorella:

La Scelta è Mia,
Io scelgo di uiuere per libera scelta, non per caso
Io scelgo il combiamento, non le scuse
Io scelgo dí essere motiuoto, non monipolato

CAP. 13 _ CHtr LA GUARIGIONE COMINCI 295


Io scelgo di essere utile, non usato
Io scelgo l'autostima, non I'autocommiserazíone
Io scelgo di eccellere, non di competere
Io scelgo di ascoltare la uoce interiore
non I'opinione casuale della folla.
La scelta è mía e ío scelgo di
arrendermi alla uolontà dello Mente Diuina,
perché nella resa io sono uincente.

EQUILIBRIO EMOZIONALE
$"$

n sentiero che
conduce alla pace
interÍore
Ho uissuto al limíte della pazzia,
desiderando conoscere le ragioni, bussando alla porta.
Si è aperta. Ho bussato dall'intemo.
Loue Poems of Rumi, Deepak Chopra

generale, desideriamo tutti la stessa cosa: sentirci felici, amati e


Tn
I
Ire,
realizzati. Non necessariamente realizzati dal punto di vista del pote-
dei soldi e della fama, ma più che altro avere la sensazione di
avere realizzato qualcosa nella vita. Uamore incondizionato e l'amore
universale non sono obiettivi facili, ma ci offrono la meravigliosa oppor-
tunità di guarire profondamente a livello emozionale e di ritrovare il
percorso verso la pace interiore. Ecco alcune idee e un concetto che
ci può aiutare a completare questo percorso verso la pace interiore.

Le quattro sfere di influenza


a Primo: cominciate con le persone con le quali vivete un rapporto
profondo. Possono essere i genitori, il coniuge, i figli, i familia-
ri più stretti come fratelli e sorelle e gli amici più cari. Si trat-
ta della uostra sfera ínterna.
Secondo: proseguite con la sfera successiva, owero quella for-
mata dalle persone con le quali siete regolarmente o frequente-
mente in contatto, come i vicini di casa, i colleghi, i membri di
un circolo eccetera. Si tratta della uostra sfera sociale.
Terzo: passate ora alle persone che entrano ed escono dalla vostra
vita e possono essere estranei o conoscenze occasionali. Si trat-
ta della uostra sfera estema.
Quarto: concludete con le persone che vi hanno causato dolore
o sofferenza. Tra queste possono esserci persone appartenenti
alle prime tre sfere. Se hanno fatto parte di un passato molto
doloroso o traumatico, includetele tutte nella quarta sfera. Sl
trotta dello uostra sfero karmica di guarígione.

A questo punto prendiamo in esame I'amore incondizionato e


I'amore universale e poi ritorniamo a queste quattro sfere di guari-
gione.
Amore incondizionato: amar e un'altra persona, indipendente-
mente dalla sua personalità, dalle sue azioni, dalle sue credenze o dal
suo comportamento. Questo tipo di amore prescinde da ciò che l'al-
tro fa; può essere una strada a senso unico, nella quale lasciamo che
i nostri sentimenti, le nostre emozioni e le nostre azioni fluiscano
all'esterno verso I'altro senza aspettarci nulla in cambio. Anche
quando l'altro non concorda con noi, abusa di noi, si approfitta di noi
o non dimostra mai né gratitudine né rimorso, o quando addirittura
mostra risentimento o ci mette in ridicolo. E questo il vero amore
incondizionato: non dipende da uno scambio di amore o dall'apprez-
zamento o dalla gratitudine per quello che noi facciamo o doniamo.
Amore uniuersale: amare chiunque indipendentemente dal fatto
di intrattenere con essi un rapporto profondo. Si può trattare di per-
fetti estranei, dei quali non sappiamo nulla. Possono essere diversi
da noi peÍ razza, colore della pelle, classe sociale, cultura, opinioni
politiche ecc.
Si tratta di un obiettivo molto elevato e per la maggior parte di
noi praticamente impossibile da raggiungere, ma certamente vale la
pena di tentare.

La nostra sfera karmica di giuarigiione


È la più difficile; amare qualcuno che ha ferito noi o le persone
che amiamo. È ancora più difficile se questa persona non dimostra
alcun rimorso, né I'intenzione di cambiare.
Le situazioni più intense si verificano quando persone amate
hanno perso la vita a causa delle azioni di qualcuno al quale poi non
è stata inflitta, da parte delle autorità, la punizione che, secondo noi,
sarebbe stata adeguata. Questo ci procura enorme rabbia, frustrazio-
ne e amarezza. Questo genere di situazioni offre I'opportunità di
guarire nel profondo e di scoprire molte cose su noi stessi.

298 EQUILIBRIO EMOZIONALE


Non è pensabile che qualcuno possa confrontarsi con situazio-
ni come queste senza provare disagio. Con l'Equilibrio Emozionale
si può individuare il percorso verso la guarigione interiore. Vale la
pena di tentare. Le quattro sfere di influenza sono quattro ambiti, in
ordine crescente di difficoltà, in cui sviluppare l'amore incondizionato
e universale. Ricordate: il percorso verso la pace interiore inizia dal
perdono e dalla capacità di liberarsi del passato.
Iniziate, in primo luogio, dalla sfera interiore e fate un elenco di
tutte le persone che fanno parte di questa sfera, individuando quelle
che sono pervoi le principali fonti di stress; verificate, inoltre, se rico-
noscete paradigmi tipici (catene di reazioni tipiche). Eseguite le vostre
sedute di guarigione rispetto a queste persone finché non proverete
esclusivamente affetto nei loro confronti. Prendetevi tutto il tempo
che occorre e leggete più a fondo questo capitolo, soffermandovi
sulle specifiche emozioni e sul loro trattamento.
Quando vi sentite completamente a vostro agio e pieni d'amo-
re, potete passare alle persone che fanno parte della seconda sfera di
influenza. Dovete procedere allo stesso modo. Prendetevi ancora tutto
il tempo necessario. A questo punto procedete con il maggior nu-
mero possibile di persone incluse nellaterza sfera di influenza, fin-
ché non vi sentirete pieni di affetto e in pace con chiunque vi capi-
ti di incontrare. Prendetevi tutto il tempo necessario. Infine, ma
non meno importante, passate alla quarta sfera. Leggete nuovamen-
te il capitolo sul perdono e poi perdonate ognuna delle persone appar-
tenenti a questa sfera, agendo sui punti di agopressione della rabbia
e del perdono.
Poi, per oSni persona, fate una seduta di Guarigione Emozio-
nale. Proseguite in questo modo finché non vi sentirete totalmente a
vostro agio e pieni d'amore pensando a queste persone. Tutto ciò richie-
derà un certo tempo, ma sono sicuro che produrrà un impatto estre-
mamente positivo sulla vostra esistenza. Soltanto allora potrete pro-
vare amore incondizionato per gli altri, indipendentemente dal dolo-
re o dal male che hanno causato a voi o ai vostri familiari. Tutte le
volte che una persona vi procura stress o disagio, avete la possibilità
di guarire un'altra parte di voi stessi. Siate lieti di queste opportu-
nità. In cinese, crisi e opportunità sono indicate dallo stesso termine
e a questo punto dovrebbe esservi chiaro il perché: in ogni crisi c'è
una grande opportunità di guarigione e di crescita; accogiliete con
gioia la crisi per la grande opportunità che essa rappresenta. 11 passo
successivo sul percorso verso la pace interiore consiste nelf interve-

CAP. 14 _ IL SENTIERO CHE CONDUCE ALLA PACE INTERIORE


nire su specifiche emozioni, utllizzando le quattordici vie d'accesso
al riequilibrio emozionale. Per poter guarire completamente, il Ch'i
deve poter scorrere liberamente lungo i quattordici meridiani, in modo
da rigenerare il corpo nella sua totalità. In qualunque punto del nostro
corpo sia presente una limitazione, un disagio o un disturbo, dob-
biamo applicare una combinazione della Formula di Guarigione Emo-
zionale ed equilibrare le quattordici vie d'accesso, concentrandoci sulla
parte o sull'organo che ha bisogno di sostegno.

Le sette emozioni primarie


11 percorso che porta alla pace interiore è condizionato dall'in-
tegrazione delle sette emozioni primarie: paura, rabbia, ferite, preoc-
cupazione, dolore, stress, ipereccitabilità (vedi capitolo 8). Esistono
due modi per integrare queste emozioni: o$ni volta che proviamo una
di queste specifiche emozioni o altre a esse collegate, usiamo l'lndi-
ce di Intensità per attribuire loro un valore da 0 a 10' Poi eseguiamo
le tecniche di inversione emozionale (vedi capitolo 13) e, successiva-
mente, trattiamo le quattordici vie d'accesso con le affermazioni appro-
priate; quindi, procediamo con la Formula di Guarigione emoziona-
le e concentriamoci sul particolare sentimento. Se la valutazione in
base all'lndice di Intensità non è uÉuale azero, allora possiamo ese-
guire un ulteriore trattamento delle quattordici vie d'accesso (punti
di agopressione).

Riequilibrio quotidiano: creare la pace interlore


Un altro metodo efficace consiste nel trattare i quattordici pun-
ti almeno una volta al giorno e preferibilmente due, mattina e sera'
Questo faciliterà il flusso del Ch'i attraverso il corpo; aumenterà la
vitalità e il processo di rigenerazione sarà più semplice.

Problemi fisici
In presenza di disturbi fisici si può accelerare in modo espo-
nenziale la guarigione attraverso una combinazione della Formula di
Guarigione Emozionale e delle quattordici vie d'accesso al riequili-
brio delle emozioni.
Durante I'esecuzione della Formula di Guarigione Emozionale
occorre concentrarsi sul disturbo fisico; a questo si fanno immedia-

300 EQUILIBRIO EMOZIONALE


tamente seguire le quattordici vie d'accesso, collegandole alle affer-
mazioni specifiche e al disturbo fisico.

. Esempio: "lo amo profondamente me stesso e mi accetto con la


mia paura e la mia frustrazione per questo disturbo fisico".
. Esempio: " Io amo profondamente me stesso e mi accetto con
la mia rabbia e la mia frustrazione per questo disturbo fisico,'.

È importante ricordare che non dovete necessariamente prova-


re rabbia: questa procedura serve a guarire il passato, i relativi inci-
denti e le relative patologie, Non preoccupatevi, non potete sbaglia-
re. Non potete creare qualcosa che non avete potete soltanto guarire
quello che avete anche se non ne siete coscienti.

Riepilogo
Siamo noi i soli responsabili della creazjone della nostra pace
interiore. Nessun altro può esserlo al posto nostro. Lunico modo per
esserlo è attraverso I'introduzione nella nostra vita di una forma di
disciplina. Per disciplina io intendo specificamente la disciplina spi-
rituale, perché è questa che vi porterà più vicini allo spirito. Si trat-
ta di un investimento in termini di tempo e di fatica: per molte per-
sone questo aspetto sarà una notevole disillusione. Siamo infatti
condizionati a credere che esistano una risposta istantanea e una solu-
zione a tutti i nostri problemi.
Guardate la televisione e vedete quante sono le illusioni che le
principali aziend,e creano nel tentativo di convincere le persone ad
acquistare i loro prodotti e servizi. Per associare personaggi famosi,
come il giocatore di pallacanestro Michael Jordan, a un dato prodot-
to si spendono miliardi. La maggior parte di queste celebrità non ha
il minimo interesse né per il prodotto, né per voi, ma viene sempli-
cemente pagata per dire qualcosa. È ora di svegliarsi da questo stato
di coma. Per raggiungere il livello della manifestazione dell'annulla-
mento di ogni fatica esiste una sola strada, cioè lavorare duramente,
ma con intelligenza. Più investite su voi stessi, maggiori saranno i
vostri profitti. A lungo andare la vostra vita diventerà più fluida e più
facile. Comincerete ad attirare verso di voi persone e situazioni
diverse. Quanto vale per voi riuscire a ottenere di più da questa
vostra vita? Più gioia, più felicità, più piacere, più anni, più qualità,
più vita insomma. Qual è il problema se tutto ciò che dovete fare è

CAP. 14 - IL SENTIERO CHE CONDUCE ALLA PACE INTERIORE 301


dedicare un po' più di tempo a voi stessi? Qual è il problema se que-
sto investimento è così poco impegnativo eppure così efficace da ag-
giungere molti più anni di vitalità alla vostra vita? Lo fareste? Natu-
ralmente sì. Cominciate con quindici o venti minuti al giorno, tutti
i giorni, e quando comincerete a sentirvi meglio e vi basterà una mino-
re quantità di sonno, aumentate a trenta minuti al giorno il tempo
che investirete nello sviluppo dell'intelligenza spirituale e dell'equi-
librio emozionale.
Ecco le aree su cui lavorare:

1a. Lungo termine. Le vostre sfere di influenza. A partire dalla sfe-


ra di influenza interna, fino alla quarta sfera karmica, portando
nella vostra esistenza amore incondizionato e universale.
1b. Stress acuto. Reagite quotidianamente a ogni tipo di stress deri-
vante da ognuna delle quattro sfere ed equilibrate lo stress con
queste tecniche.
2. Riequilibrio quotidiano. Le sette emozioni primarie: paura,
rabbia, ferite, preoccupazione, dolore, stress, ipereccitabilità.
Riequilibrate quotidianamente le quattordici vie d'accesso per
avere risultati ottimali.
t
.). Problemi fisicí di qualsiasi natura, disturbí o disagi. Anche la
rigidità di un muscolo, i crampi mestruali, i problemi di inson-
nia, glli incubi... rientrano in questa categoria. È altrettanto
importante valutare i disturbi postoperatori.
4. Problemi esistenziali: diuentare responsab ili
A. Perdonare tutto, passato e presente.
B. Essere degni: sentirsi degni di ricevere.
C. Liberarsi di vergiogna, senso di colpa, risentimento e Eliu-
dizio.
D. Liberarsi del bisogno di esercitare un controllo, di abusa-
re, di fare valere il proprio potere.
E. Liberarsi del bisogno di approvazione,apprezzamento, rico-
noscenza.
R Sentirsi all'altezza nell'affrontare ostacoli e sfide.
G. Amare tutta la creazione di Dio e apprezzare anche le lezio-
ni impartite non apertamente.
H. Gratitudine per le nostre benedizioni.

Quando ci assumiamo la piena responsabilità delle nostre azio-


ni, parole, pensieri, credenze e sentimenti, ci impegniamo dawero a

EQUILIBRIO EMOZIONALE
percorrere il sentiero che conduce alla pace interiore. A questo
punto avete gli strumenti necessari: il resto dipende da voi.
Partirete sempre con la certezza di non poter mai sbagliare: si
tratta di un procedimento che è stato provato e perfezionato da oltre
ventimila persone e che ha portato al lieto fine di molte storie per-
sonali. La vostra sarà la prossima.
La libertà vi aspetta e la pace interiore vi appartiene.

Una nuoua lìlosofia, un modo di uiuere, non uengono concessi


gratuitamente.
Deuono essere pogati a coro prezzo e acquisiti con molta pa-
zienza e grande sforzo.
Fèdor Dostoevskíj

CAP. 14 _ IL SENTIERO CHE CONDUCE ALLA PACE INTERIORE 303


d@
$t)
Sincronoetica: Yerso
il futuro

"Noi siamo degli esploratorí, e la più stimolonte frontiera del


nostro tempo è lo coscienza umona. La nostra ricerca consiste
nell'integrozione della scíenza e dello spiritualità, una uisione
che ci ricorda íl nostro legame con I'Io interiore, con gli altri e
con lo Terra",
Istituto delle Scienze Noetiche

Jl termine "noetica" deriva dal greco "nous" che significa mente,


I intelletto o modo di sapere. Lescienze noetiche si basano su uno
Istudio interdisciplinare della mente, della coscienza e dei diversi
modi di sapere. Il termine sincronoetica che qui ho inventato vuole
invece sottolineare l'aspetto loElico sottostante alterzo livello di mani-
festazione, il livello della sincronia. Deepak Chopra tiene alcuni corsi
su quello che egli definisce "sincrodestino", owero come far lavora-
re I'universo a nostro vantaggio.
La sincronoetica ha un obiettivo analogo: si comincia purifi-
cando il passato per trovare la pace interiore attraverso la guarigio-
ne emozionale. Purificando il passato modificate le informazioni che
inviate al campo morfogenetico. Liberate, strato dopo strato, le
informazioni karmiche che non vi servono più e attirate verso di voi
nuove opportunità e persone attraverso una serie di coincidenze impro-
babili che Deepak definisce "cospirazione dell'universo". Non potreb-
be, in questo, trovarmi più d'accordo.
È opportuno studiare alcune componenti.

1. Intenzione: la vostra intenzione deve essere chiara e congruen-


te. Qualunque cosa desideriate dovete creare un'immagine chia-
ra di quello che desiderate ed essere totalmente congruenti con
essa. Convogliate questa immagine in ogni chakra e applicate
la Formula di Guarigione Emozionale per purificare le creden-
ze, i pensieri, le emozioni o i sentimenti che vi sabotano impe-
dendo di essere totalmente congruenti con essa. Inoltre, utiliz-
zateletecniche di sdoppiamento emozionale per integrarla com-
pletamente. Utilizzando le quattordici vie d'accesso potete meglio
sintonizzare ed equilibrare ogni meridiano con l'immagine pen-
tadimensionale e multisensoriale che avete creato.
2. Chosaku: il vostro obiettivo deve essere karma-loglico, libero
dal karma negativo. Non deve danneggiare nessuno e contribuire
positivamente al vostro processo di evoluzione.
J. Distacco: al livello tre non esiste alcun tipo di attaccamento.
Accettate il fatto che potreste non raglgiungere mai il traguar-
do e distaccate la vostra immagine da ogni sentimento di feli-
cità e di realizzazione. Dovete essere felici con essa o senza di
essa: non deve trasmettervi maggiore autostima o farvi sentire
migliori di altri. Prendete le distanze con amore.
4. Date ístruzioni specifîche alle uostre guide o angeli: lasciate che
siano loro a occuparsi dei dettagli. Durante la vostra medita-
zione quotidiana dovete soltanto visualizzare la vostra immagi-
ne e sperimentare tutte le sensazioni che essa induce per il solo
fatto di fare parte della vostra vita. Conservate queste sensazio-
ni nella vostra vita e fate dono dell'immagine alle guide e agli
angeli.
5. Fate attenzíone ai segnali: I'universo comunica con voi attra-
verso un linguaggio universale, utilizzando tutti i segnali e le
coincidenze possibili. Ogni cosa ha un suo significato. Gli ange-
li sono la quarta forza dopo la santissima trinità di Padre, Figlio
e Spirito Santo. Il segnale concordato con i mieiangeli e le mie
guide è lo starnuto. Quando la mia compagna starnuta, sappia-
mo che è in arrivo un messaggio. In un mio prossimo libro affron-
terò questo argomento in modo più approfondito e condividerò
con voi centinaia di storie insegnandovi a collegarvi con le vostre
guide, senza per questo diventare "strani" o vivere estraniati dalla
realtà.

Potete cominciare subito facendo attenzione al vostro eterno


momento del presente. Tenete gli occhi e gli altri nove sensi
bene aperti, in attesa dei segnali che arriveranno. Cominciate

EQUILIBRIO EMOZIONALE
semplicemente con I'individuare la serie di coincidenze chevi
ha portato a leggere questo libro. Il passo successivo consiste
nello scoprire come potete aumentare le vostre conoscenze: una
possibilità è quella di frequentare un seminario o un laborato-
rio, leggere altri libri, procurarsi video o audiocassette ecc.
Immergetevi completamente in voi stessi, studiate la medita-
zione.
Personalmente, pratico la meditazione con i suoni primordiali
che mi è sta insegnata da istruttori formati da Deepak Chopra.
Inoltre, pratico il Ch'i Neng Qi Gong (noto negli Stati Uniti come
Ch'i Lel Qi Gong): anche questo aiuta a raggiungere il proprio
nucleo interiore essenziale. Senza una pratica spirituale diven-
ta molto più difficile sperimentare tutti i vantaggi della sincro-
noetica così come il vostro potere magnetico di creare e attira-
re nella vostra vita cose e persone positive.
Llntelligenza Spirituale corrisponde alla sincronoetica e que-
sta risulta dalla guarigione della vostra anima.

Voglio condividere con voi la storia di una mia paziente e di come


comunicano il suo subconscio e il suo Io Superiore. Come avrete modo
di vedere, I'universo ha un modo particolare di comunicare con noi.
Tutto può significare qualcosa: sta a voi scoprire che cosa quel qual-
cosa significa per voi.

La storía di Anja
Anja aveva un ottimo aspetto e i suoi occhi risplendevano. Aveva
trentasei anni ed era stata sottoposta quattro mesi prima a un inter-
vento chirurgico per un cancro al seno destro, al quale era seguita la
radioterapia. Era una terapeuta di medicina alternativa e aveva com-
pletato la sua formazione presso la Academy of Vitality Medicine, che
io avevo fondato anni prima. Aveva consultato una serie di terapeuti
alternativi e si sentiva confusa di fronte alle loro teorie e indicazioni
contrastanti. Mi spiegò di avere provato oltre quaranta diversi pro-
dotti. "Come fai?", le chiesi: "I1 mio compagno mi sottopone al test
muscolare ogni due giorni, per vedere di che cosa ho bisogno!",
Qual era 1o stato attuale delle cose? Mi disse che dopo l'inter-
vento, che aveva comportato I'asportazione totale del carcinoma e di
alcuni linfonodi, era stata bene per qualche tempo. Durante le ultime
due settimane aveva notato un rigonfìamento al seno e nella zona ascel-

CAP. 15 - SINCRONOETICA: VERSO IL FUTURO 307


lare. Inoltre, era ancora presente la colorazione utilizzata per eviden-
ziare i linfonodi e il suo seno risultava molto sensibile al tatto.
"Ebbene, che cosa hai imparato da tutto ciò?" le domandai a que-
sto punto. Mi disse che non lo sapeva con precisione! Aveva la sensa-
zione che prima che le diagnosticassero il cancro era stata bene. Aveva
sempre lavorato sulle emozioni e aveva apportato molti cambiamen-
ti alla sua vita. Si sentiva più equilibrata, felice e poi... proprio quan-
do tutto sembrava andar bene, aveva sviluppato il tumore. Era stata
da una sensitiva che le aveva detto che non c'era alcuna lezione da
imparare e che si trattava soltanto di lezioni o questioni del passato,
che aveva già affrontato. Era stata molto felice per questo. "Sono
d'accordo con lei per quello che riguarda le lezioni", le dissi: "Secon-
do me non siamo qui sulla terra per imparare altre lezioni. Io credo
che a questo punto siamo a uno stadio più avanzato".
"Credo che sappiamo giià tutto, anche se non ne siamo consa-
pevoli. Anziché dedicarci alla ricerca interiore per individuare il nostro
potenziale, ci rivolgiamo al mondo esterno per individuare eventua-
li insegnamenti utilizzando il nostro sistema pentasensoriale. Ogni
volta che ci imbattiamo in una barriera o in un muro invisibile, ci ri-
troviamo pieni di lividi, eppure ricominciamo a cercare gli insegna-
menti con il nostro sistema pentasensoriale. Quindi, continuiamo a
cercare le nostre risposte all'esterno, anziché chiederci: "Di che cosa
non sono consapevole?". È proprio sul fatto di essere consapevoli che
non siamo onesti con noi stessi: essere consapevoli di non volerci libe-
rare, essere consapevoli dei nostri attaccamenti e dei nostri modelli
karmici. Non esistono insegnamenti, non abbiamo nessun viaggio da
compiere per trovare I'illuminazione. Siamo già illuminati, dobbiamo
soltanto diventare consapevoli di chi siamo veramente!".
Anja rimase in silenzio per un istante, come per assorbire que-
ste informazioni. Le chiesi: "Quello che voglio sapere è: che cosa cerca
di comunicarti il tuo corpo o il tuo subconscio? Perché si sta con-
centrando sul tuo seno destro e non su qualcos'altro? Perché proprio
ora? Perché non ne sei consapevole? Che cosa sta awenendo nella
tua vita, per seguire modelli ripetitivi, che tu non sei in grado di
rompere?". Lei mi guardò stupita, perché non ci aveva mai pensato;
era stata talmente assorbita dalla cura del suo cancro.
"Concentriamoci per prima cosa su questa domanda: perché
hai insistito per consultare me dopo che avevi già sentito il parere di
altri sette terapeuti, ognuno dei quali era il migliore nel suo campo?
Che cosa ti aspettavi?". "Non so", mi rispose. "Una voce dentro di me

308 EQUILIBRIO EMOZIONALE


mi ripeteva che dovevo venire da te e non riuscivo a liberarmene; inol-
tre, anche il mio compagno voleva che ti parlassi! Poi ti ho visto alla
televisione e ho deciso di telefonarti subito (questo è un euento di sin-
cronicítà)". Rimasi assorto nei miei pensieri, perché sentivo che era
accaduto qualcosa in fase di sincronizzazione: di solito ero così im-
pegnato che le persone dovevano aspettare anche sei mesi per fissa-
re un appuntamento con me, se mai potevo prendere altri appunta-
menti. Andai dalla mia segretaria per cercare di capire come Anja fosse
riuscita a fissare un appuntamento entro così breve tempo. La mia
segretaria mi rispose: "Ha chiamato pochi secondi dopo che una per-
sona aveva cancellato il suo appuntamento e siccome suo marito è
un nostro buon amico ho deciso di dare a lei l'appuntamento che era
fissato di lì a due giorni".
Un altro fatto strano era che la prima moglie del suo compagno
era morta per un cancro al seno. Dovevo quindi parlare al mio amico
per scoprire il significato di questa sincronicità. Perché questa
malattia sembrava essere ricorrente fra le persone che entravano a
fare parte della sua vita? Ritornai al presente e dissi: "D'accordo, vedia-
mo di approfondire la cosa attraverso alcuni test per cercare di
saperne di più!". Quando la sottoposi al test per stabilire la sua aper-
tura al test e al fatto di consentirmi di scoprire la causa, risultò con-
gruente soltanto al quattro percento. I-lemozione che la bloccava era
la frustrazione - frustrazione rispetto a tutti gli aspetti della sua vita
che per lei era difficile accettare. Quando la sottoposi a test per sta-
bilire quale fosse la questione che rappresentava per lei il maggiore
motivo di frustrazione, scoprii che era il fatto di aver dovuto subire
un intervento chirurgico. Una parte di lei non riusciva ad accettare
il fatto che, pur essendo una terapeuta di impostazione olistica,
aveva dovuto ricorrere alla medicina ufficiale. Poi cercammo di sape-
re di più sul suo seno destro: aveva qualcosa a che fare con il suo lato
maschile e con i suoi partner maschili. Quando le feci alcune do-
mande piÌr specifiche, scoprimmo che aveva avuto un rapporto distur-
bato con il padre (che, fra I'altro, era già morto) e con tutti gli uomi-
ni con i quali in passato aveva avuto delle relazioni.
Il padre le aveva fatto promesse che non aveva mantenuto. Da
questo aveva tratto la conclusione che gli uomini non erano degni di
fiducia e che lei non era abbastanza degna di essere amata. Aveva anche
perso fiducia nel suo lato maschile, incluso il sistema immunitario,
che rappresenta la parte maschile e aggressiva del corpo umano (agi-
sce come un esercito), che attacca e distrugge tutto quello che non è

CAP. 15 - SINCRONOETICA: VERSO IL FUTURO 309


in armonia con il corpo. Aveva quindi formato un tumore che rap-
presentava la sua incapacità di vivere in armonia con il suo lato maschi-
le. Dal momento che rappresentava la sua incapacità di perdonare, il
tumore era aggressivo e I'attaccava dove le faceva più male, il suo lato
femminile. In questo modo Anja si proteggeva da tutti gli uomini!
Anche il suo quinto chakra era bloccato e aveva difficoltà nel-
l'esprimere i suoi sentimenti più intimi. Creare intimità con gli uomi-
ni rappresentava per lei un grosso problema. I suoi precedenti com-
pagni si erano tutti arresi di fronte al suo comportamento. Il suo part-
ner attuale le aveva detto che non avrebbe rinunciato a lei e non le
avrebbe permesso di lasciarlo. Poco tempo dopo, però, aveva annul-
lato un appuntamento per una cena. Quello era stato il fattore scate-
nante per il suo sistema immunitario, che era entrato in crisi - due
mesi più tardi le era stato diagnosticato il tumore. Aveva sempre pre-
ferito rivolgersi a donne terapeuta, ma, per una strana coincidenza,
aveva sentito qualcuno parlare di me e soprattutto del fatto che io
ero decisamente in contatto con il mio lato femminile. Questo aveva
risvegliato l'attenzione del suo subconscio. I-luniverso si era occupa-
to degli altri dettagli e così aveva potuto rivolgersi a me, con l'in-
dubbio vantaggio rappresentato dal fatto che la sua assicurazione
avrebbe coperto tutte le spese!
Fu letteralmente travolta da quello che stavamo portando alla
luce e dal fatto che ogni cosa rientrava perfettamente nel quadro sin-
cronoetico. Le raccontai, quasi come un aneddoto, che la persona
che aveva cancellato il suo appuntamento era una vera celebrità in
Olanda; dopo essere stata trattata con la tecnica dell'Equilibrio Emo-
zionale aveva modificato radicalmente la sua vita e per la prima volta
in cinque anni aveva prenotato una vacanza di due settimane in Estre-
mo Oriente con il marito. La durata del volo era di sedici ore e que-
sto per lei non costituiva più un problema, nonostante avesse sem-
pre avuto paura di volare!
Le vie che l'universo segue per aiutare i suoi figli sono impre-
vedibili. Anja decise di cominciare ad agire per guarire il suo passa-
to, perdonare suo padre e aprirsi magEiiormente all'intimità.

Uincontro con Deepak Chopra


Tra tutte le centinaia di storie che posso raccontare, questa è
un esempio tipico della magia della sincronoetica, o di quello che Dee-
pak Chopra definiscesincrodestino. È impossibile che non abbiate mai

310 EQUILIBRIO trMOZIONALE


sentito parlare di Deepak Chopra, uno dei primi pionieri nella spie-
gazione delle antiche scienze Vediche in base ai principi della fisica
quantistica. È l'autore di oltre venti libri, tra i quali numerosi best-
seller, e ha anche assistito molte persone celebri che si sono rivolte a
lui in situazioni disperate. Deepak viaggia in tutto il mondo per diffon-
dere il suo messaggio: ognuno di noi può diventare I'artefice della
sua esistenza, anziché restare vittima della cospirazione collettiva.
Sentii parlare per la prima volta di Deepak Chopra nel 1995 da
un mio amico, Ralph Baker, che fu il primo a invitarlo in Olanda. Ralph
ed io siamo stati gli autori del llbro Vítality, un vero successo. Si era
trattato della mia prima esperienza come scrittore ed era stata, per
me, un compito assai difficile. Avevo impiegato più di nove mesi per
terminare la mia parte. Ero sicuro che doveva esserci un altro modo
e proprio allora Ralph mi parlò di Deepak e dei numerosi libri che
aveva scritto. Così decisi di rivolgermi a lui per un consiglio.
Lo feci in modo diverso da come si potrebbe pensare. Entrai in
meditazione: in quel periodo stavo sperimentando il contatto con le
mie guide spirituali, per ricevere i loro consigli. Quando chiesi loro
come avesse fatto Deepak a scrivere così tanti libri, mi dissero: "Per-
ché non lo chiedi a lui direttamente?". In quel preciso momento
Deepak apparve di fronte a me. Le prime cose che notai furono la sua
calma e la sua serenità: era aperto e molto concreto. Gli feci la mia
domanda. Egli sorrise pazientemente, come se si stesse rivolgendo a
un giovane studente (quale io ero a quell'epoca), e mi disse: "Devi ave-
re fiducia nella tua Forza di Creazione Divina. Lascia semplicemente
che awenga, senza forzature. Abbi fiducia: awerrà a tempo debito".
Non appena ebbe terminato di pronunciare quelle parole, scompar-
ve, ma prima disse: "Sarò lieto di incontrarti ancora!".
Mi sentivo come in trance: stavo soltanto immaginando quello
che era accaduto, o era vero? Andai a comprare quattro libri di Dee-
pak Chopra e li appoggiai sulla mia scrivania, per ricordarmi di que-
sta esperienza dawero unica.
Alcuni mesi più tardi avevo già scritto due libri, ognuno dei quali
nel tempo record di un paio di settimane. Il mio libro migliore ,,Who
are you really?" ÍChi siamo ueromente?, Tecniche Nuove, 1999], che
è diventato un best-seller in Olanda, collocandosi al quarantasettesi-
mo posto nella classifica dei libri di saggistica più venduti, è stato da
me dettato in sole otto ore!
Il libro che state leggendo è il mio dodicesimo libro in soli
quattro anni e prevedo di scriverne molti altri.

CAP. 15 SINCRONOETICA: VERSO IL FUTURO 311


Un paio d'anni dopo, verso la fine del 7997, ricevetti un opuscolo
su uno dei laboratori tenuti da Deepak. Si intitolava Seduzione dello
Spirito e doveva svolgersi a Goa, in India; prevedeva una settimana
di ritiro meditativo con Deepak Chopra nel marzo del 1998. Esami-
nai I'opuscolo e provai il forte desiderio di partecipare, ma non avevo
né il tempo né le disponibilità finanziarie per farlo. Avevo investito
quasi tutti i miei averi in una nuova attività in Olanda e il mio conto
in banca era decisamente in rosso! Così cestinai I'opuscolo. Dopo
due giorni mia sorella, che lavora per me, svuotò il cestino e quando
1o riportò nel mio studio vidi che I'opuscolo si era incollato sul fondo
del cestino. Lo tolsi e lo appallottolai cercando poi di fare canestro nel
cestino e dopo tre tentativi, finalmente vi riuscii. Subito dopo, i miei
due figli, Sunray (9 anni) e Joey (7 anni), entrarono nel mio studio
come al solito giocando e correndo. Dopo che si furono allontanati,
trovai (ancora una volta!) I'opuscolo, questa volta sulla mia scriva-
nia. All'improwiso mi fu chiaro il messaggio: le mie guide cercava-
no di dirmi qualcosa di importante. Entrai in meditazione e ricevet-
ti il messaggio: "Devi andare in India". "Perché?", chiesi io. "Per incon-
trare Deepak Chopra", mi risposero. "Perché proprio in India?".
La risposta fu la stessa di una famosa pubblicità: "Fallo e basta!".
Così, mi ritrovai nella più totale disperazione. Se dovevo anda-
re in India, volevo che la mia compagna, Tricia, venisse con me, ma
non avevamo soldi. Dopo una breve discussione, decidemmo comun-
que di andare. Avremmo utilizzato il mio credito di miglia come "Fre-
quent Flyer" per volare in prima classe con la Delta Airlines fino in
India. Il 26 febbraio 1998 partimmo per Bombay con uno scalo tec-
nico a Francoforte. Arrivammo a Goa il 28 febbraio, un sabato a
mezzo$iorno Era stato un lunSo volo, dalla Florida a 1ì. La domeni-
ca, I" marzq cominciammo con un'introduzione alla meditazione
attraverso i suoni primordiali.
La mia insegnante era Malika, una giovane donna indiana di bel-
I'aspetto. Aveva una voce molto dolce e mi trasmise un mantra spe-
cifico, che viene formulato per ogni individuo in base all'ora e alla
data di nascita.
Quando riuscimmo a parlare un po' mi disse di essere la figlia
di Deepak Chopra. Le sorrisi e le dissi: "Tu sei il primo segno". La
ragazza non capì, né io mi preoccupai di spiegare. Avevo chiesto di
ricevere alcuni segnali del fatto che tutto stava procedendo come
previsto e che tutto seguiva un piano, che rientrava nel terzo livello
di manifestazione.

3t2 EQUILIBRIO EMOZIONALtr


"Credi che avrò la possibilità di parlare a tuo padre in privato
per qualche minuto?", le chiesi. Lei mi rispose: "Hai buone possibi-
lità, perché non ha molto da fare durante questi seminari". Me ne
andai in preda all'eccitazione e alla felicità, per questo buon inizio. Il
lunedì mattina eseguimmo alcuni eserciziyoga e poi ci fu una medi-
tazione di gruppo; nel pomeriggio Deepak presentò al gruppo alcuni
particolari "sutra". Fu interessante incontrarlo, finalmente, di perso-
na: aveva esattamente lo stesso aspetto che ricordavo dalla mia medi-
tazione di alcuni anni prima. La giornata volò via e fu molto piace-
vole e gratificante.
Quella sera, durante la cena, una mia amica, Lucy Romero, psi-
cologa e insegnante di meditazione in Messico, corse da me. Mi
disse: "La moglie di Deepak, Rita, ha una reazione allergica a qual-
cosa e nessuno sa che cosa fare. Ho detto loro che tu la puoi aiuta-
re!". Rimasi sconvolto perché non era questo il segnale che avevo pre-
visto (in ogni caso, non potete mai prevedere nulla!). Accettai di visi-
tarla, per stabilire che cosa fare. Dopo il laboratorio ero andato in
camera con Tricia e avevo visto che aveva messo in valigia alcuni
ungiuenti per le scottature solari, doposole e contro gli insetti. Aveva
anche portato una crema omeopatica per le allergie che era finita
con le altre per "sbaglio". Quando andai a visitare Rita, la portai con
me. Rita era calma e mi mostrò la zona del collo in cui si era pre-
sentata la reazione allergica. La sottoposi al test muscolare e l'un-
guento omeopatico risultò essere esattamente il tipo di medicamen-
to adatto a lei. Si parlava di una possibilità su un milionel Ero total-
mente sbalordito: cominciai a dubitare di me stesso, pensando che
fosse meglio procedere con un trattamento emozionale completo su
di lei. Ma una voce dentro di me ripeteva: "Abbi fede, va tutto bene e
rientra nel pianol". Così mi rilassai e le diedi il tubo di unguento con
alcune istruzioni sull'uso, dicendole di farmi sapere se non avesse
notato alcun cambiamento. Il martedì la vidi verso I'ora di pÍanzo:
stava molto meglio e si sentiva sollevata.
Il mercoledì, dopo il laboratorio, andai a parlare a Malika, che
era seduta a una scrivania in fondo all'aula in cui si era tenuto il la-
boratorio. Avevo appena ricevuto un fax dall'Italia da una mia amica,
la dottoressa Rosa Moreschi, che mi chiedeva di invitare Deepak
Chopra in Italia per tenere una conferenza al nostro gruppo locale
(ogni anno organizziamo un evento particolare e i medici che io istrui-
sco invitano i loro pazienti a partecipare al laboratorio, per lavorare
insieme sui problemi emozionali). Voleva che Deepak partecipasse e

CAP. 15 - SINCRONOETICA: VERSO IL FUTURO 313


parlasse in quell'occasione. Non appena cominciai a spieglare la cosa
a Malika, dal fondo entrò Deepak e quasi dal nulla apparve anche
Rita che lo portò da me. Io non mi ero reso conto della loro presen-
za e stavo chiedendo a Malika se fosse possibile incontrare suo padre.
"Perché non lo chiedi direttamente a lui?", mi disse e indicò Deepak
e Rita, che proprio in quel momento si erano awicinati a me. A quel
punto Rita disse a Deepak: "Deepak, lascia che ti presenti il dottor
Roy, che mi ha aiutato con la mia allergia".
Deepak mi strinse la mano e mi ringraziò. Mi chiese: "C'è qual-
cosa che posso fare per te?".
Gli sorrisi e gli risposi: "Sì, vorrei che mi dedicassi cinque o dieci
minuti del tuo tempo è possibile?". "Va bene domani all'ora di pran-
zo?", replicò Deepak.
Il 5
marzo andammo insieme a pÍanzo e questo awenimento
ebbe un impatto fondamentale sul resto della mia vita, tanto da con-
vincermi a trasferirmi in California per lavorare più a stretto contat-
to con Deepak. Sarò ospite di diversi laboratori tenuti da Deepak e la
sua organizzazione ospiterà diversi miei laboratori di "Guarigione della
Pace Interiore". Avrei molte altre cose da raccontare su quello che è
accaduto in seguito, ma ci saranno molti altri libri, dei quali uno
sarà dedicato alla creazione della magia nella vostra vita, attraverso
la minore attività. Tutto può cominciare fin da questo momento: ascol-
tando I'universo e il vostro corpo. Proprio in questo momento l'uni-
verso vi sta dicendo che è giunto il momento di iniziare il vostro
percorso verso la pace e la guarigione interiore. Fino a quando non
inizierete questo viaggio, tutto il resto non avrà molta importanza.
Dipende da voi! Amate abbastanza voi stessi da desiderare di scopri-
re chi siete veramente? Se siete arrivati fino a questo punto so che la
risposta è sÌ e che proprio in questo momento è stata awiata una
reazione a catena cosmica di eventi spazio-temporali sincronici che
potrebbe farci incontrare da qualche parte nel cyberspazio.
Vi auguro una salute vibrante, felicità incondizionata e pace inte-
riorel
Namaste.

30 novembre 1998

EQUILIBRIO EMOZIONALE
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Indirizzi e letture
consigliate

Per informazioni sulle attività del Dott. Roy Martina


Consultare il sito: www.roymartinaitalia.it

Letture consigliate
- Nrcr BRUNICK, In God's Truth, Hampton Roads Publishing
Company Inc., ISBN I-57 I74-I29-7.
- Luna CnaN, 701 Mirocles of Natural Helaing and Secrets of the
Tai Chi Circle, Benefactor Press, ISBN 0-9637341-0-5, (ordini
telefonici : l-800 -7 84-02 46).
- Dnopax CHornA, vto, Quantum Healing, Bantam Books, ISBN 0-
553-05368-X.
- Wavun W Dven, on., Staging on the Path, Hay House Inc.,
ISBN 1-56 t70-t26-2.
- Dalrr RrcHo, pH.D., Unexpected Miracles, The Crossroad Publi-
shing Company, ISBN 0-8245-1729-6.
- Near,r DoNru,o WALSH, Conuersations with God Book 3, Hamp-
ton Roads Publishing Company Inc., ISBN I-57 174-103-8.

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