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Alcuni miei brevetti Cod.

MB
Capitolo 19

MB - 196 Cucina a gas di Brown


(due parti di idrogeno e una parte di ossigeno)

L’idrogeno potrebbe essere la fonte del futuro: è un combustibile ed ha come unico prodotto di
reazione acqua. Viene definito “ad emissioni zero”, ma ha un limite: deve essere prodotto da com-
bustibili fossili o dall’acqua, perché in natura è presente solo in minime quantità.
Nel mio caso ho deciso di produrlo a partire da quest’ultima.
L'Opzione di HHO Gas ottenuto gratuitamente dal sole.

Cella elettrolitica da me brevettata


Cella elettrolitica per la produzione di gas da cucina
Dato l'alto costo del gas in bombole e la difficoltà di reperirle in molte zone d'Africa, ho sviluppato
un generatore funzionante a gas idrogeno chiamato HHO alimentato da due pannelli solari da 250
watt e una batteria da 200 Amp. L'elettricità dei pannelli viene imessa direttamente alla cella e
lettrolitica. La produzione di gas è istantanea e viene utilizzata direttamente così come viene
prodotta. La sera, l'elettricità viene prelevata dalla batteria. Il processo viene eseguito secondo il
principio fisico della separazione della molecola d'acqua (H2O) in un parassita di idrogeno gassoso
attraverso un elettrolitico.

La cella elettrolitica da me brevettata, permette di sostituire la fornitura di gas metano per cucina,
ottenendo una imparagonabile rapidità di cottura e/o ebollizione dell’acqua rispetto al gas normal-
mente utilizzato, oltre all’assenza di sostanze nocive emanate dai gas esplosivi come il metano.
Per iniziare il processo, basta riempire il recipiente con 2 litri di acqua distillata (o acqua piovana) e
dare corrente alla cella elettrolitica. Con questo dispositivo si può cucinare in casa la sera, quando la cucina
solare per ovvi motivi non può essere utilizzata. La fiamma che fuoriesce dal generatore raggiunge una tem-
peratura di 3000 ° C e non produce emissioni nocive.
La cella elettrolitica è dotata di valvole, pressostati e dispositivi di sicurezza.
Cella elettrolitica (come funziona)
All’interno di essa, ha luogo la reazione elettrolitica dell’acqua, che genera il gas Idrogeno. Per l’elettrolisi
sono necessari (almeno) due elettrodi: uno positivo e uno negativo. Gli elettroni muovendosi dal polo
negativo a quello positivo (che è il verso reale (non convenzionale) della corrente elettrica) “staccano” gli
atomi di idrogeno dalle molecole di acqua e li rilasciano allo stato gassoso. L’idrogeno gassoso ha un peso
specifico minore dell’acqua e dell’ossigeno, quindi risale la cella fino ad uscire (attraverso un tubo che lo
condurrà al “filtro” di miscelazione).

All’interno del tubo che funge da contenitore, ci sono 11 piastre in acciaio inox, che sono gli elettrodi. Sono
collegate tra di loro secondo la sequenza:

N-N-()-()-P-P-P-()-()-N-N

dove N sono quelle collegate al negativo, P al positivo e () sono le piastre neutre, ovvero non sono collegate
a nulla (servono soltanto a favorire la reazione elettrolitica consumando meno corrente, questo per aumentare
il rendimento della cella a parità di corrente).

Le piastre sono di diversa larghezza per consentire di utilizzare tutto lo spazio del contenitore (che è un
tubo cilindrico) e sono collegate tra loro internamente per mezzo di piastrini appositamente tagliati, quindi
escono i due morsetti (+ e -) che sono due barre filettate M8 in inox.

Fiamma che esce dagli ugelli Pentola con acqua andata in ebolizzione

Batteria da 150 Amp

La cella è stata alimentata a 12V 10A (120W) e produce un litro di gas al minuto che è la quantità
minima per tener accesa la fiamma sul cannello (torcia HHO) quindi erogando 12V 20A (240W) la
cella produrrà 2 litri di gas al minuto. Eventualmente per aumentare l'efficienza del sistema
potremmo inserirci un PWM che a parità di assorbimento riesce a produrre + gas.

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