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Analitica
K. distingue i principi pratici che regolano la nostra volontà in MASSIME (prescrizioni di valore
puramente soggettivo) e IMPERATIVI (valore oggettivo).
Gli imperativi ipotetici prescrivono dei mezzi in vista di determinati fini (“se...devi”);si
specificano in regole dell’abilità che illustrano le tecniche per raggiungere uno scopo, e in consigli
della prudenza che forniscono i mezzi. L’imperativo categorico ordina il dovere in modo
incondizionato,dovere-per-il-dovere,(ha i connotati della legge morale);si concretizza nella
prescrizione di tenere sempre presenti gli altri e ci ricorda che un comportamento risulta morale
solo se supera il test della generalizzabilità. La seconda formula dell’imperativo morale
afferma:”Agisci in modo da trattare l’umanità,sia nella tua persona sia in quella di ogni
altro,sempre anche come fine e mai semplicemente come mezzo”. La terza formula chiarisce come
il comando morale non sia esterno e schiavizzante,ma il frutto spontaneo della volontà
razionale,per cui non facciamo che obbedire a noi stessi:ognuno è suddito e legislatore allo
stesso tempo.
RIGORISMO
Il cuore della moralità risiede nel dovere-per-il-dovere,per cui non dobbiamo agire per la
felicità,ma solo per il dovere;da ciò il rigorismo che esclude dall’etica emozioni e sentimenti.
Nell’etica si riconosce il solo sentimento a priori del rispetto della legge,dotato di una forza tale
da far tacere tutti gli altri sentimenti egoistici e disporre l’individuo all’accoglimento della
legge.
LA VOLONTÀ BUONA
La morale implica una partecipazione interiore,per cui non è morale ciò che si fa,ma l’intenzione
con cui lo si fa,ossia la convinta adesione della volontà alla legge (volontà buona).
Dialettica
POSTULATI ETICI
Proposizioni teoretiche non dimostrabili accolte per rendere possibile l’esistenza della legge morale.
-immortalità dell’anima:poiché solo la santità rende degni del sommo bene e poiché la santità non
è mai realizzabile nel nostro mondo,si deve ammettere che l’uomo possa disporre di un tempo
infinito grazie a cui progredire all’infinito verso la santità
-esistenza di Dio:la felicità proporzionata alla virtù comporta l’esistenza di una volontà santa e
onnipotente che faccia corrispondere la felicità al merito
-libertà:nel momento in cui l’etica prescrive il dovere,presuppone anche che si possa agire o meno
in conformità di esso→ mondo noumenico postulato della morale
La libertà,essendo la condizione stessa dell’etica è una certezza;l’immortalità dell’anima e
l’esistenza di Dio rappresentano delle condizioni ipotetiche.
Kant classifica come postulato anche la libertà perché ritiene che il libero arbitrio non possa venir
scientificamente affermato,in quanto il mondo dell’esperienza si regge sul principio di causa-effetto.
I postulati non hanno valenza conoscitiva:se l’esistenza di Dio e l’immortalità dell’anima
fossero certezze razionali il mondo morale ne uscirebbe distrutto (sarebbe la religione o la
metafisica a fondare la morale).
È la morale a fondare le verità religiose (fede razionale).