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16/03/2020

Si porta avanti il concetto di ​darwinismo sociale​: uno stravolgimento della teoria di darwin che viene interpretata come
vittoria del più forte e non del più adatto.
In generale tutto il periodo dell’anteguerra è una corsa al riarmo con enormi spese militari.
É periodo di grande esaltazione della guerra, nessuno di coloro che esaltano la guerra si aspetta ciò che sarà la prima guerra
mondiale; ci sono armi così potenti che non si può più contare sulla sola tattica e gli eserciti si fronteggiano per anni nelle
trincee inoltre vengono coinvolte anche le popolazioni civili.
L'atteggiamento generale a livello politico è di ​antidemocrazia e antiliberalismo​. I regimi democratici e liberali fondati su
rappresentanza, discussione in parlamento ecc, vengono percepiti come ammassi di persone inconcludenti e irresolute. Sono
luoghi in cui la nazione marcisce e vengono visti come qualcosa di poco funzionale.
Viene portato avanti ​il mito dell’eroe​ che riesce a trascinare le folle, l'attenzione si concentra attorno a questa figura.
Le masse con la ragione, la democrazia e il buon senso non vengono scosse, ciò avviene solo in presenza di un capo
carismatico.
[Tommaso Marinetti è un esponente del futurismo italiano che esalta la guerra]
I francesi hanno un impeto di nazionalismo con il quale ha origine ​l’action francaise​, una destra molto aggressiva alla base
delle cui tesi c’è il declino della Francia con la caduta della monarchia, che doveva essere restaurata. Inoltre c’erano
sentimenti di rivincita contro la Germania che aveva portato via Alsazia e Lorena.
Tra i tedeschi era molto forte il pangermanesimo ​ovvero l’unificazione di tutti gli individui di razza germanica al fine di
portare al comando questa razza superiore. É una teoria razziale concepita in Europa che non poteva affermare la superiorità
della razza bianca, quindi afferma quella della razza ariana.
Sul versante russo abbiamo il ​panslavismo​, trasposizione del pangermanesimo in territorio slavo, anche questo porta con sé un
principio di razzismo. In questo periodo ci furono grandi uccisioni di ebrei, ​pogrom (​ погром, sommosse popolari antisemite)
in cui si assisteva ad assassini programmati: si individuava un villaggio ebreo e lo si attaccava.
In italia c’era il movimento nazionalista italiano​, con pochi aderenti ma molto attivi. Non avevano un seguito popolare
importante, ma molta visibilità e importanti sostegni. Verso la fine del 1800 Theodor Herzl, un giornalista ebreo, a fronte di
tutte le persecuzioni che gli ebrei stavano già subendo, comincia a progettare un ritorno in Palestina: intendevano però fondare
un nuovo stato, quello di Israele, come comunità politica autonoma e non creando una comunità in comunione con quella
araba locale, ma sostituendola. Il ​sionismo​, cioè il diritto dell’autoaffermazione del popolo ebraico, prevede mezzi non
tollerabili.
Il 1800 è caratterizzato dal liberalismo e dal capitalismo, gestiti da borghesia e classi medie. Questo clima crea le ​masse
operaie ​che, prendendo maggior coscienza di sé e creando partiti di masse, prendono terreno con scioperi e lotte e minacciano
la borghesia che li ha fatti sorgere. La borghesia, minacciata da questi partiti, rinuncia ai propri principi fondanti ovvero libertà
ed eguaglianza alleandosi con i nazionalisti e i conservatori che negano da sempre i principi dello stato liberale (esso si
degrada perché i suoi fondatori non lo sorreggono) fino a giungere all’autoritarismo e al fascismo. Tutto questo prima, durante
e dopo la prima guerra mondiale.

INGHILTERRA
L'Inghilterra vittoriana è al massimo della sua potenza e grazie al suo impero è l’unica che non ricorre al protezionismo. I suoi
territori diventano gradualmente ​dominions ​(l’ultima a diventarlo è l'Irlanda). Aveva un regime ​liberaldemocratico ​molto
avanzato poiché viene ampliato il voto e la vita politica è ideale.
Vengono portate avanti molte riforme sociali come la maggiore tassazione per i ceti abbienti, aumento delle tutele (come la
garanzia di istruzione). Questo clima di benessere e grossi attriti porta alla nascita del ​partito laburista ​(di centro sinistra)
senza mai arrivare ai presupposti per l’autoritarismo.
Gli irlandesi però non sono d’accordo a far parte della Gran Bretagna e quando viene proposta la ​home rule ​(regole da seguire
all'interno di una suddivisione amministrativa) ​esplode il partito Sinn Féin (noi stessi da soli, esprimeva la volontà di
autogoverno dell’Irlanda) che porterà avanti attentati per l’indipendenza totale.

FRANCIA
In Francia dopo la caduta di Napoleone III viene istituita la ​terza repubblica ​e vi è una grande instabilità politica. L'Affaire
Dreyfus (​il maggior conflitto politico e sociale della Terza Repubblica, scoppiato a seguito dell'accusa di tradimento e
spionaggio a favore della Germania, nei confronti dell’innocente capitano alsaziano di origine ebraica Alfred Dreyfus).
mischia antiprogressismo e antisemitismo.
La Francia si divide nella parte socialista e in quella militare, razzista.
Da queste contese la Francia esce rafforzata a sinistra con una forte collaborazione tra radicali e socialisti. I radicali sono i
liberali di sinistra definiti così perché vogliono una radicale distinzione tra stato e Chiesa, tramite una radicale applicazione del
principio di uguaglianza. La sinistra vince le elezioni del 99.
Clemenceau è il primo ministro che dà inizio a riforme improntate sulla laicità ad esempio la separazione totale tra stato e
chiesa togliendo ogni sostegno economico alle organizzazioni cattoliche e non rinnovando il concordato napoleonico, (legge è
tuttora in vigore).
25/03/2020
Ci sono anche importanti riforme a livello sociale come quella di Jules Ferry che segnò l’istruzione pubblica francese: la
scuola pubblica era intesa come un laboratorio di educazione dello stato, i maestri sentivano la missione di dover insegnare
l'importanza della comunità statale della Francia.
Si dà anche un importante impulso alla colonizzazione francese, che sta diventano una potenza notevole.
La Francia investe nella Russia: l'industrializzazione russa progredisce mediante i capitali francesi e ciò, contrariamente a
quello che voleva Bismarck, cioè una la Francia isolata, porta all'avvicinamento tra Francia e Russia.
La Francia si presenta come uno stato laico, patriottico, in via d’espansione e in avvicinamento con la Russia per motivi
economici.

GERMANIA
La Germania è un impero che si sta consolidando in un modo molto rapido. Bismark vuole che diventi l’ago della bilancia
dell’Europa.
La sua crescita economica è basata su agrari e industriali e adotta una politica protezionista.
All’interno si pone ​il problema con i cattolici che sono visti come una presenza problematica: l’impero tedesco voleva
arrivare all’unificazione, com’era stato in Francia, ma qui c’erano minoranze etniche che i cattolici volevano salvaguardare.
Nel mondo luterano i cattolici sono sempre visti male poiché fanno riferimento a una forza straniera, il Papa.
Bismarck porta avanti il ​Kulturkampf (conflitto tra Stato tedesco e Chiesa cattolica) cercando di estromettere i cattolici e
emarginarli, alla fine però c’è una condizione di tipo politico-sociale che costringe Bismarck a rivedere questo discorso,
poiché, a causa dell’industrializzazione, la parte socialista aumenta il suo potere e Bismarck trova più opportuno allearsi con i
cattolici per battere in parlamento la parte socialista. Nascerà poi il partito cattolico che sarà sempre alleato con le forze al
governo.
Inoltre fa un importante legislazione sociale concessa in modo paternalistico, ovvero non ascoltando ciò che la nazione
chiede, ma pensando di sapere le sue necessità.
Nel 1888 però cambia tutto con la salita al trono di Guglielmo II, che è aggressivo e militarista e non apprezza la politica
tattica di Bismarck (che si dimetterà nel 1890).
In generale l’economia tedesca continua sotto il segno del protezionismo e in politica rimane conservatrice, non dando spazio
ai partiti nuovi e alle forze liberali. La popolazione tedesca cresce tantissimo sia a livello demografico che economico: questa
crescita giustifica per Guglielmo II il fatto che sia necessaria un’espansione.
Guglielmo II concepisce la follia della ​Weltpolitik (​politiche militari aggressive adottate alla fine del XIX secolo) ​con una
Germania superiore a tutti gli altri stati e che può eliminarli con le sue armi.
Questa politica di potenza allontana la Germania dal Regno Unito che si avvicinerà alla Francia.
Guglielmo II continua ad appoggiare le pretese austriache nei Balcani che si contendeva con la Russia.
Nella seconda guerra balcanica infatti tiene apertamente le difese dell’Austria, allontanandosi dalla Russia che si avvicinerà
all’orbita franco-inglese.
All’interno della Germania i partiti di opposizione orientati nell’ambito socialdemocratico sono deboli e divisi e quindi non
sono una forza compatta: infatti non riusciranno a portare avanti l’opposizione.

IMPERO AUSTRO-UNGARICO
Venne chiamato Austro-Ungarico, poiché l’impero austriaco era composto da molte etnie che reclamavano l’indipendenza.
L’etnia più potente era quella ungherese che guidata da Lajos Kossuth nel 1867 aveva ottenuto la doppia corona.
I governanti dell'Austria pensano ​all’ipotesi del trialismo​: un'entità che sarebbe diventata l’impero austro-ungarico-slavo con
gli slavi che costituivano un governo semi-indipendente come gli ungheresi.
[Quando si parla di trialismo i serbi si arrabbiano, poiché avrebbero portato via i territori che volevano unire]
L’Austria è uno dei centri di cultura più importanti dell’Europa con personaggi di grande spicco sono come Freud, Mahler.
C’era una situazione di libertà e apertura.
Se politicamente l’Austria ha varie tensioni, culturalmente è molto avanzata: si sta andando verso una certa liberalizzazione e
democratizzazione delle istituzioni, senza ambizioni coloniali con la ​volontà di conquistare i Balcani ​che porterà a vari
problemi sia con la Russia che con i serbi.
Nel 1908 ci fu una rivoluzione politica in Turchia con la deposizione del sultano da parte dei giovani turchi, mentre questa
nazione è solcata da tutti questi problemi con tentativi di modernizzazione, i problemi esteri vengono in secondo piano
portando a una crisi dell’impero ottomano che lascia la libertà all’Austria di conquistare la Bosnia-Erzegovina.
Questa azione non viene accettata dalla Serbia e tra il 1912-13 ci saranno guerre ferocissime nei balcani.

IMPERO RUSSO
L’impero russo è notevolmente esteso.
È un impero autocratico​: lo zar ha un potere assoluto, ma ancora più assoluto di quello di Hobbes; nell'autocrazia il potere si
identifica con la persona, per questo ci furono molti attentati verso le persone che detenevano il potere (come nel caso si
Alessandro II).
Era una politica fortemente repressiva e illiberale, molto antiquata: tutti i tentativi di modernizzazione e di sollevare le
condizioni della popolazione vengono represse.
Lo zar Alessandro III restaura il potere dei nobili e con questo la Russia va politicamente incontro al suicidio.
Porta avanti un discorso di persecuzione religiosa e russificazione forzata, l’elemento slavo-russo e la religione ortodossa sono
quelle le uniche accettabili.
Tra le persecuzioni, i pogrom, sommosse popolari antisemite, sono le peggiori.
Le condizioni peggiori erano quelle dei contadini con un’agricoltura molto arretrata, nonostante le riforme che però non
ascoltavano il loro bisogno di terre per il sostentamento: la riforma prevedeva che le terre venissero vendute e non regalate
quindi solo i contadini più ricchi potevano aggiudicarsele.
La riforma agraria provoca una differenziazione sociale tra i contadini: i kulaki (​кулак) ​che sono riusciti a ottenere la terra
diventando benestanti, e gli altri, più poveri che non riescono ad acquistare le terre.
In economia c’è un tumultuoso sviluppo solo grazie ai capitali stranieri e solo in alcune zone, ma tutti i proventi delle
industrie non andranno a creare una classe operaia.
La nobiltà russa è ancora lontanissima dalla realtà e dai mutamenti che stanno avvenendo.
Il nuovo zar Nicola II prosegue sia sull’autocrazia, rafforzando i poteri personali, che sull'industrializzazione forzata.
L’industrializzazione avrà soprattutto il risultato di creare una vasta schiera di operai da cui prenderà piede la rivoluzione,
cresce anche poco la borghesia che non sarà quella capitalista, ma dei funzionari, degli impiegati.
Questa borghesia, che fa riferimento allo stato liberale, chiede la monarchia costituzionale: non vogliono distruggere lo stato
vogliono la limitazione del potere autocratico.
Il vero problema però sono i contadini e gli operai: tra i contadini si afferma il partito socialrivoluzionario (SR) ​che non deve
essere confuso con il partito marxista, poiché ha un'impostazione anarchica ovvero vuole la distruzione dello stato senza avere
delle proposte alternative, è populista, perché si riferisce al popolo senza un’organizzazione con l'ingenua convinzione che
distrutto il potere l’uomo si saprà governare, questo partito si afferma tra i contadini perché sono disperati e non sanno a chi
affidarsi.
Tra gli operai invece, più organizzati e con una coscienza di classe maggiore, si diffonde ​il partito socialdemocratico che si
dichiara di ispirazione marxista.
Per i marxisti c’è una legge generale del processo storico che ha prodotto la nuova classe sociale del proletariato e che
distruggerà la borghesia costruendo il mondo perfetto del comunismo.
Tra i marxisti ci sono due correnti che si staccano:
-​ i massimalisti ​dicono che non bisogna collaborare con lo stato borghese e bisogna preparare la rivoluzione;
-​i riformisti​ dicono di inserirsi a livello democratico nello stato e fare dei cambiamenti dall’interno.
Il massimalismo e il riformismo si manifestano nel partito socialdemocratico nel congresso del 1903 in due correnti:
-​i bolscevichi ​(​большевики), ​che sono la maggioranza nel congresso, ma la minoranza nel partito; portano avanti un discorso
massimalista dicendo di saltare la fase borghese e passare subito alla dittatura del proletariato guidando il popolo, poiché non
aveva ancora creato una coscienza rivoluzionaria;
-​i menscevichi (​mеньшевики́) ​che sono la minoranza nel congresso, ma la maggioranza nel partito non vogliono saltare la
fase borghese e sono convinti che sia necessario passare per la rivoluzione borghese.
Sia socialdemocratici sia socialrivoluzionari sono clandestini.
La situazione in Russia è peggiore dopo la guerra contro il Giappone per il controllo del nord della Cina del 1905 che causa
ulteriori disastri economici.
Il ​22 gennaio del 1905 una manifestazione pacifica a San Pietroburgo dettata dalla richiesta di pane e di aiuto viene repressa
dai soldati e passa alla storia come ​“la prima domenica di sangue”.
Questa ottusità dello zar fa si che all’interno della classe dei contadini e degli operai si comincino a formare i Soviet ​(​Совет)
cioè i consigli: sono organi spontanei di democrazia diretta che sorgono all’interno di una fabbrica, di un villaggio o di un
reggimento. Sono organi che hanno a che fare con poche persone e portano avanti un discorso di autogoverno. All’interno
della fabbrica ci si organizza e si prendono delle decisioni che verranno imposte alla dirigenza.
Per cercare di sistemare un po’ le cose lo zar crea la Duma ​(​Ду́ма) ​ovvero il parlamento che in realtà ha solo un valore
consultivo ed è a suffragio censitario, quindi la presenza più importante è quella del partito liberale detto ​il partito cadetto
(cadetto= costituzionale democratico) fondato dal principe L’vov (​Георгий Евгеньевич Львов)​.
Viene tentata anche una riforma agraria che viene contestata da tutti.
La situazione russa è disastrosa e peggiorerà dopo la prima guerra mondiale con lo scoppio della rivoluzione.

ITALIA GIOLITTIANA (1903-1914)


l’Italia sta crescendo nel bene o nel male economicamente e bisogna governare questa modernizzazione.
Giolitti deve affrontare tre problemi:
1. i socialisti che sono sempre più presenti ​(a Imola viene eletto il primo sindaco socialista);
2. i cattolici che non votano alle elezioni politiche che portano a uno squilibrio;
3​. ​ la questione meridionale.
Giolitti porta avanti un discorso di liberalismo progressista :
→ allargare la base sociale del sistema politico
→ ampliare il diritto di voto
→ fare riforme
→ favorire la partecipazione dei cattolici
Gli operai continuano a organizzarsi e anche i contadini cominciano a farlo portando alla nascita delle​ leghe​:
→ le leghe bianche che sono cattoliche;
→ le leghe rosse che sono socialiste.
Sono favoriti dalla ​Rerum Novarum c​ on la quale la Chiesa si apre per la prima volta alla modernità, facendosi carico della
questione sociale, denunciando lo sfruttamento.
Giolitti quando era ministro dell’interno aveva portato avanti queste riforme.
Nel 1903 Giolitti divenne primo ministro e per perseguire i suoi obiettivi invita i socialisti nel governo che rifiutano a causa
della forza d’opposizione interna, ma il segretario socialista Turati avrebbe voluto accettare.
08/04/2020
All’interno del partito socialista ci sono tre correnti:
- i massimalisti, ​guidati da Labriola, seguita da coloro che dalle lotte sindacali non avevano avuto significativi cambiamenti
come proletari meno qualificati, manovali ed erano coloro che fremevano di più per la rivoluzione;
-​moderati guidati da Turati seguita da operai specializzati e tutti coloro che avendo un maggior capacità di lavoro stavano
ottenendo dei buoni risultati a livello economico;
-​corrente guidata da Bonomi ​più vicina all’ala liberale e accentuatamente riformisti; questa corrente verrà espulsa poiché
appoggerà la guerra in Libia.
Un esponente di prima fila del massimalismo è Benito Mussolini che si distingue per le sue notevoli capacità oratorie.
Dopo il congresso di Bologna i socialisti decidono di non appoggiare piu il governo quindi l’ala moderata paga lo scotto
dell’ala massimalista che trionfa. Se la corrente massimalista trionfa, si cominceranno a moltiplicare tutti gli strumenti tipici
del socialismo massimalista come lo sciopero generale.
Nel 1904 viene proclamato il primo sciopero generale che vuole paralizzare tutta l’Italia che però non sortisce gli effetti
sperati, soprattutto perchè al governo c’è Giolitti che si guarda bene dal mandare l'esercito e la polizia: infatti lo lascia sfogare.
I lavoratori che speravano in uno scontro si trovano delusi e inoltre le classi medie che assistono a questo fenomeno
cominciano a preoccuparsi, poiché la loro posizione è molto traballante a causa della minaccia già presente dagli operai
specializzati e ora anche da quelli non.
Anche loro dal liberalismo cominciano a sentire la sirena del nazionalismo.
Giolitti non reprime lo sciopero, cosa che non farà mai per nessuno sciopero, per motivi economici: infatti sono cose che
devono gestire i datori di lavoro non lo stato.
A causa del fallimento dello sciopero e della tenuta del governo giolitti, la sinistra radicale alle elezioni successive torna ad
arretrare e nel partito socialista tornano a dettare le regole i riformisti: infatti nel 1906 Giolitti torna ad essere primo ministro e
nel partito socialista tornano i riformisti. Con tutto questo nasce la CGIL ovvero un'associazione di lavoratori con un
orientamento spiccatamente riformista. Con la progressiva formazione di queste rappresentanze operaie e contadine (federterra
e confindustria), le lotte diventano più mature e gestibili. Nella CGL non entrano gli operai che seguivano il massimalismo,
perchè non ci vedevano alcun costrutto.
Viene prodotta da Giolitti un importante legislazione sociale:
-tutela del lavoro, infortuni, pensione, nuova legge scolastica.
Comincia anche a manifestarsi l’ingresso dei cattolici nella vita politica, che fino ad ora si erano limitati all'associazionismo,
perchè sento gradualmente l’esigenza di entrare nella vita politica.
Nella storia d’Italia la tarda entrata dei cattolici nella vita ha fatto sì che la situazione politica italiana si evolvesse in modo
abnorme senza una vera e propria destra tranne i nazionalisti: infatti questo buco si è fatto sentire molto e l’unica vera destra
avuta è stata il fascismo .
Già nel 1901 era nato un movimento politico chiamato democrazia cristiana ​(movimento non significa partito)ovvero un
movimento di opinione che stava muovendo il mondo cattolico, i suoi fondatori sono Luigi Sturzo e Romolo Murri che sarà
allontanato dalla chiesa perché troppo vicino a certe posizioni del socialismo.
I principi democratici temperati dalla dimensione cristiana infatti volevano la laicizzazione dello stato.
La maggior parte dei cattolici resta comunque su posizioni moderate e conservatrici.
Per iniziativa di giolitti cominciano a nascere i primi accordi elettorali e si comincia a vedere ​il cattolico deputato ​che
permette ai cattolici di entrare in politica: infatti sono credenti che rappresentano individualmente in parlamento gli interessi
della chiesa, che si differenzia da “deputato cattolico”, poiché non era possibile creare un partito cattolico confessionale.
Questione meridionale
Giolitti fa due politiche diverse per nord e sud: al nord la politica si chiama “compromesso”(mettere d’accordo le parti
produttive del paese)ovvero le forze degli industriali e quelle dell'aristocrazia operaia, cioè quelli specializzati, giungono a
degli accordi di vantaggio reciproco, così che si migliori la qualità e la crescita industriale del nord.
Al sud rimane la situazione di sempre con arretratezza, mafia, clientelismo e questi infatti sono gli anni di una massiccia
emigrazione, soprattutto verso le americhe.
Al sud non si fanno interventi strutturali di lungo periodo, ma il frutto di ogni intervento è dovuto a una legge speciale. Non
viene creato un sistema di leggi che possa valere per tutto il sud, ma per ogni provvedimento si fa una legge apposta.
I problemi del meridione non venivano gestiti in modo strutturale, ma puntuale.
Giolitti non poteva fare diversamente, poiché il meridione era in mano ai mafiosi che gestivano tutto e che non erano ancora
entrate nella dimensione criminale.
Salvemini lo accusa di essere ​il ministro della malavita e di essersi appoggiato alla rete della camorra e della mafia per avere
il voto di scambio​(voto che ti do con la promessa di benefici).
Viene accusato di trasformismo.
avventura coloniale dell’italia ​:
Giolitti non era d’accordo con l’espansione coloniale, ma nell’ambito dell’opinione pubblica sta crescendo la corrente
nazionalista.
Questo movimento nazionalsita, che è guidato da Enrico Corradini, è portatore di tutte quelle istanze della degenerazione del
nazionalismo: anche in Italia cominciano ad esserci delle spinte antidemocratiche, militariste e reazionarie, che nega ciò che
c’è di nuovo e che vuole modificare l’impianto social.e.
L’idea che portavano è una variazione su tema imperialismo : si vedeva l’Italia come nazione proletaria povera e non
considerata che deve conquistare il suo posto tra le altre nazioni ricche. Si fa strada l’idea che Giolitti e il parlamento non
possano portare l’Italia al posto che le spetta.
Giolitti, dopo aver appoggiato l’espansione francese e inglese, dà il via libera per la conquista della Libia nel 1911, che era
ancora sotto il dominio dell'impero ottomano.
In Italia non c’è un discorso di capitali, ma solo di facciata per il potere dietro alla conquista: qui è molto più forte l’elemento
irrazionale e la plebe.
C’è un’intensa propaganda dell’impresa che passa come una civilizzazione che muove l’opinione pubblica ad applaudire a
questa azione: infatti anche Giovanni Pascoli applaude a questa iniziativa insieme a cattolici e militaristi.
Gaetano Salvemini definì la conquista della Libia come la conquista “uno scatolene di sabba”​, poiché i risultati furono pochi
e scarsi
16/04/2020
L’unica parte che viene occupata è la costa della Libia, perché l’interno è ancora nelle mani della popolazione locale. Nel
frangente della conquista della Libia la componente di destra dei socialisti si schiera a favore della colonizzazione e con loro
Giovanni Pascoli.
Al congresso di Reggio Emilia del 1912 i riformisti di destra vengono espulsi e fondano un nuovo partito, intanto Turati si
viene a trovare indebolito, mentre si rafforza la corrente massimalista con Mussolini che ottiene sempre più visibilità
guidando l’ala più estremista.
Il partito socialista si trova in balia dei massimalisti e impossibilitato a un dialogo con il governo liberale. Mussolini diventerà
direttore dell’Avanti ​ovvero l’organo del partito socialista e per ora Mussolini è un fervente socialista massimalista che porta
il partito socialista verso una situazione radical rivoluzionaria, lui infatti non nasce come fascista.
In contemporanea si sviluppa sempre di più un atteggiamento di opposizione a Giolitti: quindi sia da destra cioè i conservatori
che da sinistra cioè dai socialisti la condanna di Giolitti è quasi unanime.
Giolitti infatti ha deluso i socialisti e rafforzato i massimalisti, diventa sempre di più il simbolo degli sfruttatori per i socialisti
e per i conservatori diventa una persona senza polso che vuole solo parlamentare.
Quando la situazione economica si deteriora, si radicalizzano sempre gli atteggiamenti rivoluzionari a sinistra e quelli
conservatori reazionari a destra, perché una posizione equilibrata è più difficile e richieda una maggior fatica.
Il 1913 è l’anno delle elezioni e Giolitti ha vara una legge elettorale che consente il suffragio a tutti i cittadini maschi. Inoltre
gli appare molto probabile un’avanzata delle forze socialiste e quindi cerca degli accordi con i cattolici, perché altrimenti il
partito liberale cadrà nella minoranza. Viene firmato il ​patto Gentiloni con cui fa sospendere il “non expedit” che dà la
possibilità ai cattolici conservatori ancora ligi alle direttive papali a votare per i liberali, Giolitti però deve pagare qualcosa: si
impegna a non introdurre il divorzio e a finanziare le scuole cattoliche portando a uno scivolone della laicizzazione dello stato
che era il caposaldo dei liberali.
La coalizione di Giolitti vince, però non è stata impedita l’avanzata della sinistra e ora Giolitti dovrà tenere conto dei cattolici
che per dare il loro assenso alle decisioni del governo pretenderanno qualcosa in cambio..
La maggioranza infatti era molto eterogenea e intanto l’opposizione si era rafforzata.
La sua maggioranza è troppo condizionata dagli elementi conservatori, quindi ora Giolitti nel suo agire si sente troppo
condizionato da questa parte e dopo alcuni tentativi di riforme che vengono contestate (come l’introduzione della tassazione
progressiva quindi in base al reddito) si dimette e consiglia di mettere al governo Salandra, liberale conservatore, che non ha
né la larghezza di veduta né la mentalità stratega di Giolitti. È certo che dopo il pessimo lavoro che avrebbe fatto Salandra lo
avrebbero richiamato come primo ministro e prima di riprendere il posto avrebbe dato le sue condizioni.
Si potrebbe vedere Salandra come succube a Giolitti, questo però non è vero poiché prenderà decisioni che Giolitti non
avrebbe mai preso e che porteranno l’Italia in una pessima situazione.
Le forze politiche italiane non sostengono Giolitti più come prima che andassero verso la radicalizzazione.
La situazione comincia a precipitare dopo alcuni avvenimenti: : nel giugno del 1914 ad Ancona c’è uno sciopero che Salandra
fa reprimere e da questo si vede che Salandra non era il fantoccio di Giolitti. In questa attività vengono uccisi tre militanti
anarchici ​(strage di villa rossa)​. Questa decisione di Salandra genera una reazione enorme in Italia soprattutto al nord che
porta all’inizia della cosiddetta settimana rossa dove ci sono scioperi, manifestazioni e guerriglia. Questo è un periodo di
forte destabilizzazioni dove le forze di sinistra e di destra si radicalizzano ancora di più: siccome al governo ci sono dei
nazionalisti conservatori c’è la spinta a voler trasformare l’Italia in un regime più conservatore e repressivo.
Giolitti si trova spiazzato e non tornerà come primo ministro per un bel po’: infatti verrà richiamato solo dopo la prima guerra
mondiale.
Le tendenze autoritarie e repressive prendono di nuovo quota e fra un mese scoppierà la guerra, infatti saranno proprio queste
tendenze a far entrare in guerra l’Italia.
SITUAZIONE EUROPEA:
L’Europa a fine 800 e inizi 900 non è in aperta guerra, perché le tensioni si sfogano nei territori extraeuropei: non è
formalmente in guerra, ma si sta preparando.
Il clima europeo era molto tesa per 4 motivi:
→ la Francia che aveva un desiderio di rivalsa contro la Germania;
→ la Germania di Guglielmo II che cerca di superare l’Inghilterra nel commercio marittimo;
→ Austria-Ungheria e Russia che si contendono i balcani;
→ competizione tra le varie potenze per colonie asiatiche e africane.
Il clima di imperialismo e nazionalismo esaspera la situazione europea.
Nel corso dei primi anni del 900 ci sono degli avvicinamenti inaspettati tra nazioni rivali: come Francia e Gran Bretagna con
l’alleanza politica e militare e la Francia e la Russia. Questi avvicinamenti porteranno nel 1907 alla nascita della Triplice
Intesa ​che si oppone alla ​Triplice Alleanza ​(Italia e i due imperi centrali).
Si cominciano a schierare le forze per quello che diventerà un vero e proprio conflitto.
Comincia l’aumento della produzione militare e questa produzione dovrà essere usata, poiché altrimenti si cade nella
sovrapproduzione. Ci sono le forze industriali che sono sempre più vicine a quelle nazionaliste poiché vedono nella guerra
delle possibilità di grandissimo guadagno.
Nonostante la situazione nessuno si aspettava una guerra europea: infatti nel 1901 viene istituito il premio Nobel per la pace
che viene consegnato a Dunant fondatore della croce rossa e ideatore della convenzione di Ginevra (che regola i diritti per i
prigionieri). Nel 1899 si era tenuta la prima conferenza internazionale della pace in cui però non si discute su come
mantenere la pace, ma su cosa non fare durante le guerre.
Si tende ancora a trovare soluzioni diplomatiche tra gli stati: le due crisi marocchini furono le situazioni che misero più in crisi
la pace europea.
22/04/2020
Ancora non c’è una situazione di belligeranza entro l’Europa, ma nelle zone coloniali c’è una grande tensione che si cerca di
risolvere in modo diplomatico: ad esempio Francia e Germania si contendono il marocco e per ben due volte la Germania
cerca di intervenire sulle manovre francesi, poi per vie diplomatiche ,soprattutto per opera dell'inghilterra,la Germania fu
obbligata ad andarsene lasciando il Marocco alla Francia.
Nei balcani la tensione aumenta, perché, oltre alla storica rivalità verso l’Austria-Ungheria, ci sono altri problemi e situazioni
di guerra aperta:
→ ​nel 1912 scoppia la prima guerra balcanica c’era ancora una zona dei balcani sotto il controllo dell’impero ottomano,
allora Serbia, Bulgaria, Grecia e Montenegro si alleano formando la lega balcanica per strappare questi territori. Dopo questa
guerra nasce l’Albania.
→ successivamente gli ex alleati si alleano contro la Bulgaria perché non sono d’accordo sulla spartizione dei nuovi territori e
quindi​ nasce la seconda guerra balcanica​.
Saranno anni di guerre locali che avranno un effetto importante sui rapporti tra gli stati europei.
L’Austria ha favorito la formazione dell’Albania per non far accedere la Serbia al mare e l’Italia non è molto contenta,perché
anche lei aveva delle mire su questa zona balcanica.
La Turchia e la Bulgaria,che sono sostenute nella lotta da Austria e Germania, quando scoppierà la guerra saranno al fianco
della triplice alleanza.
La goccia che fa traboccare il vaso è il famoso assassinio di sarajevo​: quando uno studente serbo-bosniaco il 28 giugno 1914
uccide l’arciduca ferdinando e la moglie. Viene arrestato l’attentatore serbo-bosniaco nazionalista.
All’opinione pubblica sembrava che un eventuale conflitto sarebbe stato limitato a Austria e Serbia, ma inaspettatamente ha
avuto dei risvolti mondiali.
Se l’Austria avesse attaccato la Serbia, c’era la possibilità che la Russia sarebbe venuta in suo aiuto, allora chiede aiuto alla
Germania. Guglielmo II sottostimando la Russia acconsente pensando che si limiterà a una protesta diplomatica.
Dopo l’accordo con la Germania, l’Austria manda un ultimatum alla serbia inaccettabile chiedendo che nel processo verso il
ragazzo ci fossero anche dei giudici austriaci e ciò voleva dire “voi serbi non siete in grado di fare un processo equo e siete
responsabili di questo attentato”.
Il 28 luglio 1914 ​l’Austria dichiara guerra alla Serbia e comincia il bombardamento di Belgrado, con bombardamento si
intende uso di cannoni e obici. Questa inoltre è una guerra tra cugini e la cosa assurda è che si mandavano tra di loro
telegrammi, ma alla fine si sono schierati gli uni contro gli altri.
Il 29 luglio 1914 la Russia comincia a mobilitarsi contrariamente alle previsioni della Germania, perché lo zar non poteva
ignorare la fortissima ondata patriottica, per lo zar era quasi un toccasana per mettere in secondo piano tutti gli altri problemi.
L’esercito russo però farà una bruttissima fine per la loro arretratezza come aveva immaginato Guglielmo II.
A questo punto la Germania manda un ultimatum alla Russia e inizia anche lei la mobilitazione armata: i tedeschi erano molto
più preparati che i russi.
A questo punto si mobilita anche la Francia e nei primi di agosto la Germania dichiara guerra alla Francia e alla Russia.
La Germania ha il problema del belgio,perché gli strateghi tedeschi stanno pensando in questo modo: devono arrivare subito ai
francesi,ma tra di loro c’era il belgio che era neutrale per avere un movimento a sopresa. Sulle prime cercano un accordo
economico con il Belgio proponendo un indennizzo, ma alla fine la Germania invade lo invade e questo fa entrare in guerra
l’Inghilterra.
A questo punto sono tutti impegnati nella guerra.
Si inserisce anche il Giappone, come alleato della triplice intesa, perché gli interessa di impossessarsi di piccoli domini
coloniali della Germania in estremo oriente. La Germania sottostima i Giapponesi.
Tutte queste dichiarazioni di guerra portano i nazionalisti a esultare ovunque sperando che portino al rovesciamento dello stato
liberale.
I partiti socialisti che dovrebbero essere i freni di questa situazione non hanno uniformità: una parte si dichiara pacifista,
socialisti riformisti italiani e russi, perché la guerra è un affare dei capitalisti quindi partecipare vorrebbe dire continuare a
propagare, ma questa parte è molto piccola; altri socialisti, quelli interventisti, invece vedono la guerra come un modo per far
crollare il regime borghese capitalista così dopo la guerra faranno meglio la rivoluzione.
Alla fine in quasi tutti i paesi i socialisti appoggeranno la guerra, in Francia tutti i cittadini francesi abbandonano le loro
divisioni ideologiche e si uniscono per salvare la patria in pericolo: ogni paese si sentiva ingiustamente attaccato e quindi
fanno corpo con i propri concittadini contro l’oppressore.
Solo in Russia i socialisti votano contro la guerra, mentre tutta la duma è a favore.
In Gran Bretagna c’è una grande frenesia per l’arruolamento, gli uffici di leva vengono presi d’assalto, tutti hanno l’idea di
essere nel giusto: ognuno individua l’altro come suo aggressore, la guerra viene vista come una guerra difensiva.
Tutti credono che la guerra sarà breve, sembra un’avventura eccitante: dopo molto tempo di pace i giovani non sanno più cos’è
la guerra e quindi corrono ad arruolarsi.
La guerra lampo si è trasformata in una guerra di posizione, perché le tecnologie belliche sono andate molto avanti e hanno
creato armi che rendono impossibile la guerra offensiva, tutto ciò rende la guerra lunga e distruttiva e porta alla costruzione
delle trincee. ​La guerra è una guerra di logoramento.
La necessità di stare nelle trincee aguzza l’intelligenza dei guerrafondai che porta all’utilizzo di gas che invadono la trincea
opposta facendo vere stragi.
Altra invenzione è il carro armato che serve per procedere sulle trincee e proteggersi.
Adesso vincerà l’esercito che è supportato dalla nazione più ricca che è in grado di rifornirsi per anni e questo è un
cambiamento radicale della guerra a cui le coscienze del tempo non erano preparate.
29/04/2020
L’italia allo scoppio della guerra può dirsi neutrale e infatti farà così: questa azione viene contesta sia dalla triplice alleanza
che dalla triplice intesa, ma nessun patto la obbliga a intervenire.
Inoltre Salandra e Sonnino stanno giocando su due fronti: si interfacciano con Austria e Germania ma anche con Russia,
Francia e Inghilterra per vedere come sia opportuno procedere.
La bilancia penderà dalla triplice intesa, perché c’erano varie terre che voleva l’Italia sotto il controllo austriaco.
Inizia un discorso di tipo cultura: nelle coscienze entra l’idea della guerra in modo positivo, pensano al prestigio nazionale che
potrebbe derivare dalla guerra e l’unità
Quando l’italia entrò in guerra la Germania e l’Austria definiranno il re d’italia “traditore”.
Nonostante l’idea della guerra si stia facendo sempre più allettante: la maggioranza sia in parlamento che nell’opinione
pubblica è neutralista.
Fronte neutralisti:
→ ​Giolitti ​è un neutralista convinto, aveva capito che la guerra sarebbe stata lunga, portava avanti un discorso di diplomazia
come la negoziazione con l’Austria per il Trentino in cambio della neutralità, inoltre era sicuro che l’Italia non sarebbe stata
pronta per reggere lo sforzo;
→​ la chiesa​ vedeva la guerra come un’inutile strage e non voleva rompere i rapporti con la cattolicissima Austria;
→ i socialisti ​sono un fronte fragile, infatti anche in Italia ci sono i socialisti riformisti che dicono che la guerra è un affare
solo per chi vende le armi e quindi gli operai avrebbero ottenuto solo disgrazie.
Il fronte degli interventisti è variegato:
→ ​i socialisti massimalisti e i sindacalisti rivoluzionari vogliono con forza la guerra, poiché avrebbe distrutto lo stato
borghese e avrebbe portato alla rivoluzione.
In generale però questo fronte si orientava verso la triplice intesa:
→ irredentisti che volevano entrare in guerra con l’intesa per proseguire il risorgimento e che la vedevano come la quarta
guerra d’indipendenza;
→ ​gli industriali ​sono contenti di poter vendere le loro armi e di ricevere delle ricche commesse statali, se l’intesa avesse
vinto la Germania sarebbe stata depotenziata anche a livello industriale;
→ ​i nazionalisti ​portano avanti il discorso di potenza con la patria che deve trovare il suo posto al sole e partire alla ribalta
per arrivare dove sono le grandi nazioni(sono proprio loro che faranno cambiare orientamento all’opinione pubblica)

Le due figure di spicco dell'interventismo sono : Gabriele D’Annunzio che ha capito a rovescio il superuomo di Nietzsche ed
è un trascinatore di folle e ​Benito Mussolini ​che partendo da posizioni di sinistra arriva a sostenere la guerra e per le sue
posizioni verrà espulso dal partito socialista ciò gli farà fondare il partito d’Italia, in breve tempo convertirà la sua fede
socialista in qualcosa di molto diverso. Sono entrambi grandi oratori e riescono a dire ciò che le persone vogliono sentirsi dire.
Anche il fronte culturale esalta la guerra: il futurismo è contro il passatismo presente in Germania e in Austria.
Tutti gli interventisti hanno come collante comune l’antigiolittismo.

Il 26 aprile del 1915 viene firmato un patto segreto​, il patto di Londra, ​con la Triplice Intesa conosciuto solo da Salandra,
Sonnino e dal re che prevede in caso di vittoria: Trentino, Alto Adige, Venezia Giulia, Trieste, Istria, Dalmazia. Alcune di
queste terre non saranno date all’Italia per l’assenza di popolazione italiana come ad esempio la Dalmazia la cui totalità degli
abitanti era salvi. Questo patto solleticava molto le mire espansionistiche italiane che avrebbe avuto un posizione di primo
piano nel mar mediterraneo. Rimase segreto fino alla rivoluzione russa.
Il patto firmato obbligava l’entrata in guerra entro un mese, ma c’era il problema dell’opinione pubblica neutrale: infatti il
parlamento che dovrebbe ratificare il patto non lo farà perché è per la maggior parte neutralista.
In questo mese,in cui bisogna convincere l’italia a entrare in guerra, si scatena un mobilità d’opinione impressionante come
nel maggio del 1915 l’inaugurazione del monumento dei 1000 che è il pretesto per un tirata incredibile in favore della guerra.
Per tutto maggio, definito le radiose giornate di maggio, ​si susseguono manifestazioni, titoli di giornali tanto che piano piano
,nella coscienza che si sta diffondendo, la parola neutralista prende il tratto di traditore e ciò cambia molto l’opinione pubblica.
D’Annunzio si scatena con i suoi discorsi, poiché capisce l’importanza dell’uomo forte e del suo rapporto con le masse: la
massa senza struttura interna forte viene governata molto bene dall’esterno da un uomo forte e carismatico .
Queste folle sono borghesi: infatti sarà la borghesia a portare avanti questo discorso della guerra.
Il giorno prima della votazione si comprese che la maggioranza dei deputati erano ancora neutralisti: infatti passano da casa di
Giolitti e gli lasciano il loro biglietto nella posta facendogli comprendere che votano contro la guerra.
Salandra allora dà le dimissioni, il re le rifiuta e rifiutandole il re getta una sfida aperta al parlamento disconoscendo la sua
volontà, così il parlamento approva l’entrata in guerra perchè non è in grado di reggere una crisi di governo in questo
momento. Inoltre in questo momento i neutralisti venivano aggrediti.
il 24 maggio del 1915​ l’Italia entra in una guerra che viene presentata come una grande avventura patriottica.
La classe sociale che favorisce questa entrata è il ceto medio e per la prima volta riempie le piazze che prima veniva riempite
dagli operai.
I collanti comune oltre dall'antigiolittismo sono l’antiparlamentarismo e antiliberalismo che vengono visti come governi
blandi, quando invece c’era bisogno di uno stato forte.

La guerra sarà difficile e dolorosa, inoltre sarà in montagna dove le trincee saranno nella neve e al freddo: la maggior parte dei
morti sarà dovuta alle condizioni invivibili.
Nella parte trentina del fronte sarà proprio una guerra di montagna, mentre sul carso sarà più una guerra di posizione dove ci
furono 12 bottiglie tra 1915 e 1917, tutte chiamate battaglie sull’Isonzo che porteranno solo a piccole vittorie.
La guerra italiana si rivela da subito difficilissima.
Guerra in Europa:
nella zona centro-nord europea i tedeschi sembrano avere ragione nella definire la guerra una guerra lampo.
La Germania segue il piano Schlieffen:fare leva sull’effetto sorpresa, invadere il Belgio, in pochi giorni invadere la Francia e
nel mentre i Russi non sarebbero riusciti ad arrivare e dopo la conquista della francese passare alla conquista russa.
Sulle prime il piano Schlieffen sembra funzionare perché i francesi perdono terreno in Lorena e al nord fuggendo a Bordeaux.
Ben presto però la Francia si riorganizza e nel frattempo i russi che erano stati molto meno lenti del previsto iniziano a
combattere contro gli austriaci sconfiggendoli anche.
Il piano Schlieffen comincia a disgregarsi perchè le truppe tedesche destinate alla Francia devono essere mandate contro la
Russia.
I Russi che hanno sconfitto gli austriaci vengono sconfitti dai tedeschi, però questo trasferimento di truppe tedesche ha
indebolito la parte occidentale.
La Francia si riorganizza trasferendo con ogni mezzo di trasporto i soldati francesi al fronte. In questo modo l’assalto tedesco
perde vigore e i francesi passano al contrattacco e poi si passa alla resistenza presso la Marna che porta alla creazione del
fronte occidentale, su questo fronte si combatteranno le battaglie di Verdun, Somme e Passchendaele.
Ad est invece si forma il fronte orientale con i russino di q
Inoltre i serbi sconfiggono l’Austria.
7/05/2020
Dal 1916 è chiaro che la guerra sarà lunga, una guerra di logoramento in cui vince non chi ha le migliori strategie ma chi ha le
maggiori forze economiche e morali.
C’erano ​mortai, mitragliatrici e gas​: sono le tre armi che rivoluzionano profondamente l’andamento della guerra.
→ la mitragliatrice consente ad una sola persona di sparare ad una moltitudine che si avvicina, rende impossibile l’eroismo.
→ Con il gas si cerca di inondare la trincea avversaria e prima che si inventino la maschera antigas questa cosa funziona,
sempre con il rischio che torni indietro con il vento.
→ Il mortaio è un cannone che ha un tiro verticale molto preciso di modo che finisca direttamente nella trincea avversaria .
→ invenzione dell carro armato che è l'unico veicolo che può tranquillamente passare sopra le trincee e andarci in mezzo senza
essere abbattuto.
Nel 1916 si può dire che la guerra è totale (gli USA entreranno dopo). Nella zona europea sono alleati l’Austria, la Germania,
la Bulgaria (alleata per i problemi con le guerre balcaniche) e l'impero Ottomano, poi c’erano diverse colonie tedesche. Tutto il
mondo è interessato da questa guerra che comincia veramente ad essere chiamata ​grande guerra, ​nessuno si aspettava che
assumesse dimensioni così grandi, è una sorpresa(La seconda guerra mondiale in cui ci furono molti più morti non venne però
chiamata grande guerra perché ormai ci si era abituati)
Il 1916 è contrassegnato da delle battaglie enormi, sanguinosissime e assolutamente inutili: ci sono momenti nei quali si tenta
di forzare le linee nemiche e regolarmente questi attacchi finiscono in laghi di sangue senza né vincitori né vinti. Le principali
sono:
→ ​l’attacco tedesco a Verdun ​che non porta però a nessuna vittoria;
→ gli Anglo-francesi attaccano sul ​fiume Somme​ ma anche questo attacco sarà inutile;
→ battaglia navale dello Jutland tra gli Inglesi e i tedeschi, molto cruenta, ma come le altre, senza un risultato definitivo, per
questo il Regno Unito a seguito di questa battaglia senza esito istituisce il blocco navale per affamare la Germania e
l'Austria.Questo blocco causa grossi problemi alle popolazioni degli imperi centrali perché iniziano a mancare tante cose e si è
costretti anche al razionamento.
La Germania allora risponde con la guerra sottomarina, che dal 1917 sarà illimitata, gli U boat tedeschi si muovono sotto i
mari e fanno esplodere qualsiasi cosa. Altro grosso errore di valutazione perché facendo in questo modo colpiscono
indiscriminatamente navi militari e navi civili. ​Nel 1915 affondarono il piroscafo Lusitania, pieno di cittadini americani che
si stavano recando in Gran Bretagna, e questa azione risveglia la coscienza degli americani che cominciano ad essere avversi
alla Germania (ma ancora non sono intenzionati ad entrare in guerra).
Sul fronte orientale c'è una maggiore mobilità, ci sono movimenti militari che non si esauriscono in guerra di trincea, ma le
truppe si muovono anche per svariati chilometri. Vengono conquistate dai tedeschi la Romania, la Serbia e la Grecia.
La questione dell’impero turco:
comprende la Turchia che è abitata dai turchi, ma comprende anche altri territori che rappresentano la nazione araba: infatti
alcune delle popolazioni arabe sono sottomesse al dominio turco, ma sono etnicamente e culturalmente diverse.
francesi ed inglesi invitano gli arabi ad unirsi all'Intesa e a ribellarsi ai dominatori turchi promettendo loro in modo
menzognero che dopo la guerra sarebbero stati lasciati liberi di fondare una grande nazione araba.
Uno dei personaggi principali è il celeberrimo ​Lawrence d'Arabia​: un nobile inglese che aveva vissuto moltissimo nei paesi
arabi ed era un sincero amante della cultura araba che si è adoperato per guidare gli arabi che si sono organizzati e hanno
contribuito ampiamente alla caduta dell'impero Ottomano, fidandosi dell’alleanza. Allo stesso tempo nel 1916 il ministro
inglese Sykes e il ministro francese Picot stringono un patto nel quale suddividono questi territori e decidono il loro destino
dopo la guerra: non c’è nessuno stato arabo nell’accordo, ma un territorio sotto il dominio diretto inglese (c’era il petrolio), un
territorio sotto il protettorato inglese, uno sotto il protettorato francese, uno sotto il dominio francese, uno sotto il dominio
russo e un territorio sotto protezione congiunta (inglese, francese e russa). Mentre gli arabi combattevano credendoci, i
francesi e gli inglesi li stavano ingannando e quindi alla fine della guerra, quando essi chiesero effettivamente di poter
costituire la loro nazione, trovarono poi, con il ​Trattato di Sèvres, tutte le loro terre in mano alle potenze. I sentimenti ostili
degli arabi nei confronti dell’occidente nascono anche questo tradimento.
La Francia si è impadronita virtualmente delle coste che sono importantissime e l'Inghilterra si è presa tutta la zona ricca di
petrolio. Nel 1916 fra queste battaglie inutili e con molti morti, avviene anche la cosiddetta “​strafexpedition” cioè la
spedizione punitiva austriaca contro l'Italia, un attacco sulla frontiera del Trentino e dell'Alto Adige, anche qua l'esercito
italiano cede un po’ continuando però a resistere, quindi come tutte le altre battaglie del 1916 anche questa in terra italiana non
ha esito.
L'esercito italiano si trova guidato dal ​generale Cadorna: ​una personalità a dir poco disumana, un militare con delle idee non
democratiche ma da sovrano assolutista, pretendeva una disciplina totale e faceva punire con la fucilazione, impediva la
comunicazione con le famiglie, i soldati italiani vivevano in una dimensione di continuo terrore, erano presenti diversi episodi
di autolesionismo.
Il 24 ottobre del 1917 a Caporetto l'esercito austriaco, al quale si è unito anche l'esercito tedesco poiché sul fronte orientale
la Russia si è arresa, attacca l’esercito italiano e la fanteria italiana deve arretrare fino sul Piave, così un territorio enorme viene
invaso dai tedeschi. Cadorna accusò l'esercito e giunse addirittura a negare ai soldati fatti prigionieri l'assistenza dello Stato
Italiano in sfregio anche alla convenzione di Ginevra. A questo punto però in Italia la guerra che prima era vista come
offensiva, adesso comincia ad essere percepita come difensiva e allora gli italiani cominciano a organizzare un ​grande
movimento di solidarietà e di resistenza​ che porterà anche alla vittoria successiva.
Cadorna viene sostituito da Armando Diaz​, molto più empatico nei confronti dell’esercito. Diaz promise anche delle terre che
però non verranno mai date e sarà una delle cose che renderà molto difficoltoso il dopoguerra.
In Italia dopo la clamorosa sconfitta vediamo una reazione comune. Viene usata anche ​l'arma della propaganda​:
→ manifesti con i quali si esorta l'Italia a resistere;
→ ​il prestito di guerra del credito italiano con il quale i cittadini comprano dei titoli dando dei soldi allo Stato, che userà
per i soldati per armarli.
L'Italia si stringe in una guerra difensiva e quindi anche il morale degli italiani viene corroborato e vengono anche reclutati i
cosiddetti Ragazzi del 99, ovvero coloro che hanno appena compiuto 18 anni e che costituiranno una parte importante di
questo nuovo contingente: tutte le forze vengono messe in campo e l'Italia ritrova la sua forza e la sua compattezza.
→ il 1916 è l'anno delle battaglie;
→ il 1917 è l'anno della crisi e del crollo dove i militari e le popolazioni non riescono più a reggere la guerra, la morte e
cominciano a reclamare la pace. La coscienza civile-militare si comincia a ribellare e in ambito militare, si parla di ​disfattismo
cioè abbandono delle posizioni,​ di fuga, di diserzione e di ammutinamento.
In ambito civile questo disagio si manifesta soprattutto con dei grandissimi scioperi in tutti gli Stati europei nei quali si
reclama il pane e un ritorno ad una vita nella quale si possa vivere in un modo pacifico. Tutta l'Europa viene proprio sommersa
da questo sentimento tremendo.
I socialisti cominciano a mobilitarsi e ritrovano la loro unità cercando di ottenere una pace senza vincitori né vinti.
I socialisti propongono ciò e anche il pontefice interviene rivolgendosi in modo accorato ai capi di Stato, chiedendo di fermare
l'inutile strage, ma nessuno vuole accettare una pace senza risultati: quindi tutti vogliono continuare questa guerra e vogliono
portare il nemico alla resa senza condizioni,la pace non viene assolutamente considerata come un'opportunità e quindi si
continua ad oltranza.
Il 1917, oltre ad essere l'anno della crisi, sarà anche l'anno di una svolta importante, perché la Russia uscirà dalla guerra.
La Russia in piena rivoluzione non ha le forze e neanche la volontà di continuare la guerra e quindi si ritira, in questo modo il
fronte orientale si chiude e i tedeschi possono riversarsi sul fronte occidentale. Contemporaneamente entrano in guerra, ​il 2
aprile del 1917, ​gli Stati Uniti e l'uscita della Russia viene controbilanciata. gli Stati Uniti entrano perché questa guerra
coinvolge i loro interessi politici ma anche soprattutto economici:
→ la situazione di guerra e di blocco navale impediva il normale commercio di cui gli Stati Uniti erano importantissimi
esponenti;
→ gli stati dell'intesa avevano contratto degli importanti debiti con gli Stati Uniti, che gli avevano in parte finanziati oppure
che gli avevano fornito armi, c'era quindi il rischio che se la Germania e l'Austria avessero vinto, tutti questi crediti che gli
americani avevano, andassero poi dopo perduti.
Gli Stati Uniti, guidati da Wilson, entrano con precise condizioni: i trattati di pace dovranno essere fatti secondo le loro
condizioni raccolte nei famosi 14 punti, che prevedono di non fare mai più accordi segreti, conseguenza anche del fatto che
durante la rivoluzione russa era saltato fuori il patto di Londra, che aveva stipulato l'Italia con le potenze dell'Intesa, senza
farlo sapere i suoi cittadini,riduzione degli armamenti(poco rispettata) e poi sistemazione delle rivendicazioni coloniali
salvaguardando gli interessi delle popolazioni, ovvero riconsiderando e cercando di dare anche voce ai popoli. La cosa
principale è la ​libertà commerciale ​perché gli Stati Uniti devono poter vendere i loro prodotti e poter commerciare
liberamente senza barriere doganali. RICORDARE SOLO 2 e 3 PUNTO.
Nel 1918 viene siglato definitivamente l'accordo di pace fra la Germania e la Russia a Brest Litovsk, dove i potenziali
bolscevichi incontrano i plenipotenziari tedeschi e stringono la pace cedendo una grandissima parte dei territori della Russia
verso l'occidente che vanno in mano austriaca e tedesca. Ora la Germania si può concentrare sull’occidente in modo massiccio,
dove però ora trova gli Stati Uniti.
Il generale Ludendorff scaglia lo stesso nella primavera-estate del 18 un'offensiva fortissima sulla zona della Marna​, ma
l’offensiva non riesce a superare la resistenza francese e inglese. Il generale Foch guida con grande valore l'esercito alleato e
sulla Marna ci sono combattimenti violentissimi trasformati di nuovo anche in scontri in campo aperto. La sconfitta definitiva
è quella di Amiens​ dove l'esercito tedesco viene definitivamente sconfitto.
Si arrendono l'impero Ottomano e la Bulgaria che erano gli alleati principali e anche l'impero Austro-Ungarico crolla.
In Italia sul Piave c’è una serrata resistenza e un'importante offensiva che fa sì che gli italiani a ​Vittorio Veneto riescono a
sconfiggere definitivamente gli austriaci.
Nel 1918 la guerra è finita su tutti i fronti.
L'imperatore d'Austria abdica e firma l'armistizio di Villa Giusti​. La Germania è allo stremo economico, anche se non è stata
invasa e rimane compatta. I tedeschi cominciano a maturare questa idea folle che in realtà la guerra si poteva ancora vincere,
ma che è stata per la vigliaccheria dei governanti che erano stati sconfitti.
Guglielmo II fugge in Olanda, non prendendosi le sue responsabilità. I tedeschi non incolpano l’imperatore, ma danno la colpa
ai socialisti che si prenderanno in mano il governo provvisorio della Germania e saranno obbligati a firmare la pace. La vera
colpa della guerra è dell'imperatore, che è scappato e ha lasciato la Germania in mano a nessuno e il partito socialista si è
preso la responsabilità di guidare il dopoguerra e firmare la pace. I tedeschi fanno girare la fake news della pugnalata alle
spalle accusando il governo di Weimar di avere firmato la resa quando ancora la Germania poteva vincere e quindi li chiamano
i traditori di novembre​, quelli che hanno svenduto la Germania.
19/05/2020
Per tutto l’800 la guida politica ed economica è stata la Gran Bretagna, ma sta tramontando perchè economicamente è
surclassata dagli Stati Uniti che però non si assumono l'onere della guida politica che si assumeranno solo dopo la seconda
guerra mondiale. Da questo l’europa ne risulta indebolita.
Con la prima guerra mondiale crolla tutto l’ottimismo che aveva portato alla belle epoque e fu così che si concluse il ​secolo
lungo​ e cominciò ​il secolo breve ​che inizia con la fine della prima guerra mondiale e finisce con la fine della guerra fredda.
La pace della prima guerra mondiale viene definita una pace squilibrata. A gestire le trattative di pace vediamo: Lloyd
George per la Gran Bretagna, Wilson per gli Stati Uniti, ​Clemenceau per la Francia e Vittorio Emanuele Orlando per l’Italia.
Da subito a gestire una guerra che è iniziata come guerra europea, non ci sono solo potenze europee, ma c’è la presenza molto
ingombrante degli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti hanno un interesse fondamentale che riguarda la vita economica,quindi per loro da questa pace deve scaturire
una grande libertà commerciale che permetta ai loro commerci di spostarsi liberamente in tutto il mondo: infatti il
protezionismo portato avanti fino ad ora non ha giovato all’economia americana.
Anche se gli americani non hanno svolto un ruolo fondamentale nella prima guerra mondiale, vantano dei crediti enormi nei
confronti di Francia e Inghilterra e vogliono dettare le loro condizioni: infatti le condizioni dettate da Wilson risultano poco
applicabili all’Europa, soprattutto all’Italia.
Wilson entra di netto con​ i 14 punti ​che arrivano come qualcosa di abbastanza estraneo.
Alcuni punti importanti da ricordare :
→ ​libertà dei mari e commercio internazionale
→​ autodeterminazione dei popoli
→ il punto 14 porta avanti l’esigenza di costruire un’associazione generale delle nazioni, quindi l’attuale ONU ha il suo
germe nei 14 punti di Wilson che sosteneva la necessità che si crei fra tutte le nazioni una società entro la quale si possano
affrontare i problemi internazionali in modo diplomatico.
Questa società non sarà molto utile: gli stessi promotori della società, gli Stati Uniti, non ne entrano a far parte, la Germania
non può entrare perché è considerata colpevole della guerra e la Russia non viene lasciata entrare, perchè è retta da un regime
comunista.
Gli Stati Uniti dopo aver dettato legge tornano alla loro politica: infatti dovrebbero essere coloro che uniscono le nazioni
vincitrici e che permettono il loro maggiore sviluppo economico e politico, cosa che non succederà poiché manterranno la
supremazia economica, ma non si occuperanno mai della supremazia politica.
Trattati di pace (trattati di Versailles e Sèvres)
In questi trattati si vede la volontà aggressiva della Francia di ridurre allo stremo la Germania: infatti vuole una ​pace
cartaginese, ​cioè distruggere la germania e fare in modo che non rinasca più. Questa aggressività non verrà fermata da
nessuno. Tutto ciò è scorretto in quanto non ha iniziato tutto la Germania, ma per questa influenza e rabbia dei francesi viene
stritolata.
La Germania è costretta a perdere diversi territori: l’Alsazia-Lorena torna alla Francia, il corridoio di Danzica viene tolto alla
Germania per essere assegnato alla neonata Polonia che porta alla divisione in due della Germania, Schleswig assegnato alla
Danimarca, poi ci sono territori che sono stati sottoposti al plebiscito e hanno votato per rimanere con la Germania; tutto
questo per quanto riguarda il discorso politico.
per quanto riguarda il discorso economico: viene affidato alla Francia il territorio molto ricco e produttivo della Saar, quindi
sarà lei che lo gestirà fino al 1935, quando verrà tenuto un plebiscito lasciando al popolo la libertà di scegliere se rimanere con
la Germania o andare sotto alla Francia.
La Renania viene smilitarizzata rimanendo però sotto la Germania.
L’esercito tedesco viene praticamente azzerato.
I Sudeti vennero dati alla Cecoslovacchia che nasce dalle ceneri dell'impero austro-ungarico, che però presentavano una
popolazione tedesca.
Le colonie tedesche vengono affidate alle potenze vincitrici con dei ​mandati: ​sono dei protettorati che portano a
un'amministrazione imperialista dei territori ed è qui che si comincia a parlare di neoimperialismo.
Oltre a questo scempio territoriale la Germania deve pagare un’indennità di 132 miliardi in oro per i danni di guerra.
Le condizioni sono pesantissimi perché la Francia non vuole pagamenti in moneta, ma in oro: è una cosa sproporzionata che
porta un risentimento grandissimo e getta le basi per il futuro nazismo.
Con il trattato di Saint-Germain-en-Laye assistiamo alla disgregazione dell’impero austro-ungarico: l’impero diventa
un’insieme di piccoli stati(Cecoslovacchia e Austria-Ungheria), poi la parte del sud farà parte del regno di Jugoslavia, l’Istria e
il Trentino andranno all’Italia.
All'Austria-Ungheria,anche se c’entrava anche lei con la guerra, viene assicurato un trattamento che non è così violento,
perché non le vengono chieste indennizzi.
Nella zona del sud nasce il regno di Jugoslavia che viene affidato alla corona serba e che, a causa delle varie etnie presenti al
suo interno, sarà un regno nel quale ci saranno delle tensioni altissime: nella zona centrale molti bosniaci sono musulmani
invece i serbi sono cristiani ortodossi; poi ci sono varie etnie, infatti gli sloveni non sono come croati, croati sono diversi dai
bosniaci, i bosniaci non sono montenegrini e tutto questo difficilmente sarà armonizzato.

Europa prima della guerra:


presentava pochissime divisioni, c'erano questi due grandi imperi centrali, poi c'era la Serbia che scalpitava per avere il
controllo della zona dei Balcani e per il resto erano tutti i territori abbastanza grandi.
Europa dopo la prima guerra mondiale:
abbiamo un mescolamento della varie nazioni​: la Polonia è rinata, dopo la caduta della Russia e dal suo ritiro dalla guerra nel
1917 alcuni territori che ne facevano parte tornano ad essere stati indipendenti,ovvero le famose repubbliche baltiche: Estonia,
Lituania e Lettonia e la Polonia.Adesso sono presenti parecchie frammentazioni.
Il Medio Oriente per tutto il 1800 era sotto il dominio dell'impero Ottomano, poi, nel corso della fine 800 e inizio 900 tutti
questi territori gli sono stati sottratti di modo che nel 1914 sotto il dominio dell'impero Ottomano rimaneva un territorio molto
più ristretto. Oltre ai turchi, c’erano diverse altre etnie:
- gli arabi;
- i curdi;
- gli Armeni.
Seguendo i quattordici punti di Wilson si dovrebbe dare ai turchi quel che è dei Turchi (penisola Anatolica), mentre dare agli
altri popoli l’indipendenza​. Invece all'inizio della prima guerra mondiale la Turchia dominava questi territori, con il Trattato di
Sèvres:
- all'Impero Ottomano viene data tutta la penisola Anatolica;
- la zona del Bosforo viene posta sotto controllo internazionale;
- viene creato uno stato curdo e uno stato armeno (Curdi e Armeni erano oppressi da secoli dalla dominazione turca, ma
diversi a livello etnico e culturale)
Mustafa Kemal​, generale turco che comanda forze progressiste (‘giovani turchi’) e viene chiamato ​Ataturk(​ padre della
Turchia), ​con un colpo di stato prende il potere​.
Finora l'impero Ottomano era ancora gestito dall'imperatore, il quale si era piegato ai diktat del Trattato di Sèvres ed aveva
accettato queste mutilazioni territoriali, invece, quando Mustafa Kemal prende il potere e quindi manda a casa il sultano, fa
delle azioni molto decise: vengono recuperati completamente tutti quei confini europei che erano stati negati​, quindi la
Turchia, amputata e condannata a pagare le riparazioni di guerra, si trova invece in una situazione, nella quale recupera tutti
questi territori e non paga neanche le riparazioni di guerra. Kemal lo fa anche con un'azione estremamente aggressiva, va a
sbattere i pugni proprio nelle sedi internazionali e alla fine, con il ​Trattato di Losanna del 1923, la Turchia recupera tutti
questi territori.
Nasce la Repubblica turca​, laica, moderna e per la prima volta nella Turchia le donne non portano più il velo: ​la forma
repubblicana non considera l'influenza della religione​. Si tratta però di una ​repubblica molto autoritaria​, crudele e decisionista
e nei confronti delle minoranze curde e armene si attua una spietatissimo depressione: ​i curdi e gli armeni, che avrebbero avuto
diritto a uno Stato nazionale, vengono di nuovo invasi e oppressi(strage e genocidio).
Durante la Prima Guerra Mondiale gli arabi erano stati convinti a combattere contro i turchi con la promessa di uno stato arabo
indipendente e la presenza di Lawrence d'Arabia fu veramente importantissima e le popolazioni arabe si spesero tantissimo per
scacciare i turchi e per racconto per la propria Libertà Indipendenza.
Nel 1916 le nazioni della triplice intesa si erano spartite i territori del Medio Oriente:
- a nord della Siria—> controllo francese;
- Siria—> influenza francese;
- Iraq e Giordania—> influenza britannica;
- Kuwait—> controllo britannico;
- Armenia—> controllo russo;
- a sud della Turchia—> controllo e influenza italiana;
- Palestina—> controllo internazionale.
La malafede dei politici occidentali in realtà si stava servendo in un modo spregiudicato delle forze arabe, per poi venire a
meno dell'impegno preso.
Dopo la guerra ​l'Egitto e l’Arabia (poco produttivi) diventano monarchie cosiddette indipendenti​, ma - di fatto - ​sono
controllate dagli inglesi,​ ottimo terreno di coltura per i nazionalisti.
L’Iraq e la Transgiordania, che poi diventerà la Giordania, ​vanno sotto mandato britannico​. Il mandato è una forma di
neocolonialismo, non c'è nessuna differenza e così anche la ​Siria e il Libano vanno sotto mandato francese e la Palestina​,
che sulle prime era stata progettata come mandato internazionale, alla fine ​ai britannici​. ​Le truppe britanniche e francesi sono
pesantemente presenti​: l'economia e la politica di queste zone vengono pesantemente condizionate, fra l'altro si creano dei
confini artificiali che sono ad usum delle potenze occidentali, delle divisioni arbitrarie tracciate a tavolino. In queste operazioni
le popolazioni si sentono assolutamente tradite​: si ritrovano sotto una dominazione straniera, laddove invece loro speravano in
autonomia.
Ci sono zone ricchissime di petrolio e dove non ci sono, sono zone strategiche per far passare degli oleodotti.
Questa guerra in Siria non finisce mai​, perché ci sono due oleodotti di diversa matrice nazionale politica e che si contendono
l'egemonia del trasporto del petrolio greggio. Quindi questa zona è una ​zona strategica​, sia dal punto di vista locale che dal
punto di vista delle risorse: l'economia basata sul petrolio diventerà sempre più importante, quindi queste zone, secondo gli
occidentali, devono essere controllate da loro. Anche l'Iran, pur rimanendo una monarchia assoluta, è sempre molto amica
degli inglesi.
Si aggiunge la ​questione palestinese​: gli inglesi combinano un disastro in Palestina, di cui le conseguenze avvelenano ancora
il Medio Oriente.
Fin dal 1500 fino al 1917 la Palestina era un territorio dell'impero Ottomano e in questo territorio:
- la grande maggioranza della popolazione erano arabi(i palestinesi);
- c'era una una percentuale anche di cristiani;
- c’era una piccolissima percentuale di ebrei.
Arabi, cristiani ed ebrei erano tutti palestinesi e avevano tutti la stessa dimensione di patria. A parte alcuni proprietari terrieri
molto ricchi, ​la maggior parte degli arabi viveva in povertà​: erano impiegati soprattutto nell'agricoltura e andavano a lavorare
nei territori appunto dei loro correligionari, degli altri arabi ricchi.
Nel corso dell'800 a causa dell'aumento delle persecuzioni agli ebrei nasce il ​sionismo ​(Sion è l'antico nome di Israele),
fondato da Theodor Herzl, che ha come scopo il ritorno degli ebrei in Palestina​, che è la loro terra promessa, dalla quale sono
stati scacciati. Gli ebrei, però, sono molto ricchi e nei primi momenti acquistano le terre e quindi diventano grandi proprietari
terrieri e fanno lavorare gli arabi, che lavoravano prima sotto i loro proprietari terrieri arabi. Le proprietà terriere dei ricchi
arabi, pian piano, passano sotto il dominio degli ebrei e quindi adesso gli arabi si trovano a lavorare per gli ebrei. Verso la fine
dell'800 e i primi del 900 l’emigrazione dall'Europa aumenta in modo spropositato e tutti questi nuovi ebrei che arrivano in
Palestina diventeranno loro gli operai, che andranno a lavorare nei territori di proprietà degli ebrei e nascono i cosiddetti
Kibbutz​. Si comincia a profilare un primo nodo di tensione: gli arabi, che prima lavoravano per i proprietari terrieri ebrei,
adesso vengono sostituiti dagli operai ebrei stessi e i territori ebrei cominciano ad essere tutti a manodopera ebraica e questo è
già un bel problema.
20/05
In Europa il ​concetto di nazione degenera in nazionalismo aggressivo e non era più vivo, invece in Medioriente c’è ancora e
significa ancora volontà di indipendenza, volontà di diventare una nazione indipendente sia per i Turchi che per gli Arabi.
Gli inglesi, che portavano avanti una diplomazia furba, cercavano di ingraziarsi un po' tutti e di usarli per i loro fini:
→ hanno promesso agli arabi (anche al re Faysal) che avrebbero avuto uno Stato indipendente;
→ contemporaneamente hanno promesso alla Francia che avrebbe avuto tutto il controllo sulla parte settentrionale (quindi
Siria, Libano, ecc..);
→ hanno promesso anche all'Italia che avrebbe controllato tutta una parte della Turchia e questa promessa del controllo
sull’Anatolia è stata fatta al momento del patto di Londra, quindi l'Italia era stata allettata promettendole oltre a quei territori
anche questa parte dell'Anatolia; e poi avevano per ora sistemato Israele sotto controllo internazionale.
Il comportamento del Regno Unito è un comportamento assolutamente ambiguo, falso, traditore e seccamente imperialista
perché l'Inghilterra aveva perso la guida politica, ma qui siamo nel 1916-17, quindi la guerra non è finita e l'Inghilterra ha
ancora questa pretesa di poter giocare un po' con le sorti del mondo, (il discorso della perdita della guida politica che poi non
viene rilevata dalla nuova potenza economica ma rimane un po' fluttuante lo dobbiamo fare dopo il 1918), qui abbiamo ancora
questa dimensione molto autoreferenziale degli inglesi, quindi fanno un insieme di promesse che verranno mantenute solo in
parte.
Dopo la guerra l'Egitto e l’Arabia si saranno costituiti come monarchie, anche se in realtà gli inglesi le controllano e quindi gli
arabi sono molto scontenti perché volevano un’altra cosa, inoltre la ​questione dei mandati instaura un colonialismo molto
puntuale su questi territori che sono strategici sia per la presenza di petrolio sia per la presenza di un punto di un collegamento
con con il Mare Mediterraneo e per la possibilità di trasportare il petrolio.
Questo scatena i sentimenti di nazionalismo dei paesi arabi che invece avevano avuto l'impressione che tutto questo territorio
(che comprende anche l'Egitto e tutta l’Arabia) sarebbe diventato un grande stato arabo indipendente. (gli arabi nel Medioevo
erano praticamente i padroni del Mediterraneo e anche se adesso non erano ridotti tanto bene comunque il ricordo di questa
grandezza ce l'avevano ben presente e quindi l'idea di tornare ad essere un grande paese piaceva loro e anche per questo si
erano così impegnati contro gli oppressori turchi, in Turchia c’erano i turchi, qui comandavano i turchi però c'erano gli arabi)
Questione palestinese:
A fine Ottocento la popolazione ebraica era una presenza abbastanza minuscola e gli ebrei vivevano tranquillamente con i
cristiani e con gli arabi ritenendosi tutti palestinesi.
Il sionismo ha un uno scopo politico: infatti un conto è dire che gli ebrei possono tornare in Palestina , un conto è dire che gli
ebrei abbiano diritto a uno stato nazionale in Palestina, questo è il problema, il discorso del focolare ebreo non è solo un
discorso di spostamenti di popoli che però poi convivono civilmente con gli altri, è proprio il discorso di andare a costruire uno
stato nazionale ex novo sulla base delle vecchie promesse della Bibbia, che dice che questa è la loro terra promessa e loro ci
vogliono tornare(come se gli italiani d'America decidessero di fondare uno stato in America politicamente indipendente, con
poteri sovrani, …)
Sull'onda di questo movimento gli ebrei cominciano ad arrivare e acquistare le terre dai ricchi arabi, è ancora un movimento
sporadico, anche se dopo un primo momento in cui loro davano lavoro agli arabi in queste fattorie che avevano comprato, con
il fenomeno dei kibbutz e con il continuo arrivo di altri coloni la manodopera diventa tutta ebraica e quindi gli arabi
cominciano a sentire il problema.

In questa situazione che è già gravida di tensioni si inserisce ancora l'Inghilterra e si inserisce in un modo molto obliquo, cioè
gli inglesi partendo dal discorso della questione ebraica si facevano sugli ebrei delle idee un po' strane (adesso siamo nel 17
quindi comunque Russia, Inghilterra e Francia sono messe male, la guerra non sta andando tanto bene ci sono dei problemi
grossi).
Gli inglesi pensano che sia importantissimo far intervenire gli americani che per adesso sono un po' restii e poi pensano che
sia importantissimo far sì che i russi (che adesso hanno rovesciato lo zar e hanno fondato la Repubblica Sovietica) non escano
dalla guerra, quindi il fondamento, la pietra sulla quale viene poi effettivamente formulata la cosiddetta ​dichiarazione Balfour
è basata su alcuni errori di valutazione come la sovraestimazione dell'importanza degli ebrei in America. Gli inglesi pensano
che favorendo gli ebrei essi, che hanno tanta importanza in America, riusciranno a convincere l'élite americana a entrare in
guerra (è già è un'idea assurda perché invece l'importanza degli ebrei era notevolmente diminuita, anche loro importanza
finanziaria).
Dato che tanti rivoluzionari russi sono ebrei gli inglesi pensano che dando anche a loro un contentino, supportandoli in quelle
che secondo loro sono le aspirazioni di tutti gli ebrei, allora la Russia resterà in guerra a fianco dell'Inghilterra, quindi gli
inglesi vedono tutti gli ebrei come sionisti e quindi tutti hanno come scopo principale quello di tornare in Israele e di fondare
questo nuovo stato.
L'Inghilterra pensa che favorendoli apertamente saranno spinti a dare il loro sostegno e quindi a influire sui loro governi per:
→ in America entrare in guerra
→ in Russia per non uscire in guerra
è un discorso senza alcun senso proprio perché non tutti gli ebrei sono sionisti e gli ​ebrei russi non lo sono assolutamente,
erano al di sopra del discorso religioso, la loro meta era il comunismo, però le premesse degli Inglesi nonostante fossero false
vengono portate avanti.
(FOTO POWERPOINT: (famiglia Rothschild (?) in America che erano dei Banchieri importantissimi non avevano quella
voce capitolo che si può immaginare).
Il padre di Marx, che era ebreo, era un rabbino ortodosso, Jacob Schiff era un banchiere ebreo di New York che aveva aiutato
la rivoluzione bolscevica:ci sono delle figure importantissime che vengono dal mondo ebraico, il postulato indimostrabile sul
quale gli inglesi vogliono fondarsi e quindi fanno questo grosso errore, ad esempio Churchill se ne renderà conto però ormai le
cose erano andate troppo avanti.
Per ingraziarsi l'elemento ebraico loro pensano a questo tipo di approccio e nel 1917 il ministro degli Esteri Lord Balfour
Pubblica una dichiarazione nella quale dice che l'Inghilterra è favorevole alla creazione di un focolare nazionale per gli ebrei in
Palestina. Focolare nazionale vuol dire un nuovo stato e dopo veniva detto : a patto che ciò non entrasse in contraddizione con
gli interessi della popolazione locale(ambiguità), inoltre dice che useranno tutta la loro influenza per facilitare il
raggiungimento di questo obiettivo.
Questa dichiarazione di balfour gli inglesi abusano del loro potere e della loro influenza per dare un colpo mortale ai popoli
arabi della Palestina, i quali si trovano non solo un aumento esponenziale di immigrazione dall'Europa, si trovano di fronte alla
fondazione di università, di strutture culturali e strutture di controllo nella loro terra, ma quando vogliono ribellarsi gli ebrei
sono sempre difesi dalle truppe inglesi, quindi gli inglesi restano in Palestina per facilitare questa che è di fatto un
occupazione.
Lo stato indipendente verrà proclamato nel 48​, le occupazioni diventeranno anche violente, quindi il popolo arabo rimane
veramente esterrefatto.
Tenendo a mente la situazione del popolo ebraico, la mossa di occupare dei territori non solo per essere cittadini di un altro
stato, ma per fondarne uno nuovo, rimpiazzando quello preesistente, è da considerarsi sfrontata.
Il flusso degli ebrei non si ferma e, a differenza degli arabi che sono molto arretrati e legati a economia di sussistenza, gli
ebrei sono ricchi e ben organizzati nelle terre che prima comprano, poi occupano. Svolgeranno attività di agricoltura intensiva,
creeranno sistemi d'irrigazione importanti e costruiranno tantissimi dissalatori per ricavare l'acqua dolce presente in maniera
scarsa nelle loro terre, dal mare. ​Le loro competenze tecniche e i loro mezzi sono importanti per lo sviluppo dei territori che
vanno ad occupare. Sono gli USA a proporre la creazione di due stati distinti per risolvere il conflitto tra questi due popoli,
soluzione che non funzionerà e che non porrà alcun freno alle occupazioni ebraiche, davanti alle quali gli arabi non sanno
come procedere. La famosa striscia di Gaza, rimasta agli arabi, è adesso occupata in parte dagli israeliani. Si tratta di un
territorio molto fertile. Il problema della presenza palestinese dal 1946 al 2010 fino ai giorni nostri, aiuta ad intuire quanta
rabbia sia maturata tra le popolazioni locali, non solo espulse dal proprio territorio, ma anche uccise o relegate in campi
profughi (ad esempio in Libano).
Il terrorismo nasce proprio dall’oppressione nei confronti di questi popoli che, privati della loro terra, non sanno come
contrattaccare diversamente.
Al giorno d’oggi lo stato d'Israele è sempre difeso a spada tratta dagli americani, il presidente Donald Trump in particolare ha
riconosciuto ufficialmente Gerusalemme come capitale solo d'Israele e non di entrambi gli stati.

L'Italia aveva aderito al patto di Londra tramite il quale avrebbe dovuto ricevere vari territori: ​il ​Trentino​, il ​Tirolo meridionale
,la ​Venezia Giulia​, con gli ​altopiani carsico-isontini e con l'intera ​penisola istriana (con l'esclusione di ​Fiume​), un terzo della
Dalmazia​, alcune città in ​Albania e il bacino carbonifero di ​Adalia in ​Turchia​, oltre alla conferma della sovranità su ​Libia e
Dodecaneso​. In caso di spartizione delle ​colonie tedesche in ​Africa​, l'Italia avrebbe avuto compensi territoriali in ​Libia​, ​Eritrea
e ​Somalia​.
Alla fine della guerra gli Italiani vanno a riscuotere i loro compensi al Congresso di Versailles.
Il problema più grande fu l’introduzione degli USA ai trattati (con Woodrow Wilson, portatore dei famosi 14 punti). Wilson
ricordò, tra i suoi 14 punti, quello riguardante l’autodeterminazione dei popoli: le popolazioni di una etnia e di una cultura
diversa da quelli di coloro che li dominavano avevano il diritto di avere l'indipendenza. La Dalmazia, promessa all'Italia, era
abitata da slavi, gli americani si oppongono e all'Italia non viene assegnata la Dalmazia.
La Dalmazia verrà inclusa nella Jugoslavia. Con i​l Trattato di Saint Germain l’Italia acquisisce i territori sopra indicati
esclusi quelli slavi.
Gli italiani provano a chiedere la città di Fiume, prevalentemente abitata da italiani che non viene comunque concessa perchè
non compariva nei patti di Londra. Gli italiani si sentono quindi beffeggiati e danneggiati.
Sonnino e Orlando, dopo aver protestato invano, abbandonano sdegnati la conferenza di Versailles e arrivano in Italia
acclamati da molti. Mentre i rappresentanti italiani sono assenti, le potenze vincitrici si spartiscono le colonie tedesche e
l'Italia non ne riceve nessuna.
Alla fine del 1919 l'Italia possiede molto meno di quanto aveva ricevuto in promessa. Nonostante la concessione dell'Istria nel
1920 tutti i territori non ricevuti vengono rimpianti, comincia a diffondersi l’espressione “​La nostra è stata una vittoria
mutilata” verrà ripresa in seguito da Mussolini e D'Annunzio. A tutti i sacrifici che l'Italia ha subito (74630 Mutilati, 26000
tubercolotici…)non è stato corrisposto il giusto compenso poiché non ricevette i territori promessi.
Da questo concetto di vittoria mutilata prenderà avvio, nel dopoguerra, il movimento fascista che si fonderà sulle paure della
classe media, sulla rabbia nei confronti delle nazioni non comportatesi in modo corretto con l’Italia, e che porterà al potere
Mussolini e, purtroppo, anche la tragica alleanza con la Germania.

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