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Velletri

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Velletri (IPA: /velˈletri/[9]) è un comune italiano di


Velletri

52  911 abitanti[6] della città metropolitana di Roma


Capitale nel Lazio. comune

Il centro storico sorge sulle propaggini meridionali dei


Colli Albani, a 332  mslm[1][2][3]. Incluso  – ma solo da
alcuni[10] – nell'area dei Castelli Romani nonostante la
sua lunga tradizione di libero comune.

Antichissima città dei Volsci (Velester, e Velitrae in


latino) e già autorevole al tempo di Anco Marzio, lo
storico Dionigi d'Alicarnasso la definisce ἐπιφανής
(epiphanés), "illustre"[11]. Sede suburbicaria di Velletri-
Segni, è stato teatro di due storiche battaglie: nel 1744[12]
e nel 1849[13].

Indice
Geografia fisica Localizzazione
Territorio
Stato  Italia
Idrografia
Orografia Regione Lazio
Clima Città Roma
metropolitana
Origini del nome
Amministrazione
Storia
Età antica Sindaco Orlando Pocci (PD)
Medioevo dal 25-6-2018

Età moderna Territorio


Il terremoto del 1806 Coordinate 41°40′N 12°47′E
Il XX secolo
Altitudine 332[1][2][3] m s.l.m.
Seconda guerra mondiale
Superficie 118,23[5] km²
Oggi
Simboli Abitanti 52 911[6] (31-5-2021)

Monumenti e luoghi d'interesse Densità 447,53 ab./km²


Architetture religiose Frazioni Malatesta, Sole
Architetture civili Luna, Cinque Archi,
Architetture militari Cigliolo, Paganico,
Altro Tevola, Marcaccio,
Siti archeologici Peschio.
Aree naturali Comuni Aprilia (LT), Artena,
Società confinanti Cisterna di Latina
Evoluzione demografica (LT), Genzano di
Etnie e minoranze straniere Roma, Lanuvio,
Lingue e dialetti Lariano, Nemi,
Religione Rocca di Papa
Tradizioni e folclore Altre informazioni
Istituzioni, enti e associazioni Cod. postale 00049
Cultura Prefisso 06
Istruzione
Fuso orario UTC+1
Biblioteche
Scuole Codice ISTAT 058111
Università Cod. L719
Seminari catastale
Musei Targa ROMA
Media Cl. sismica zona 2B (sismicità
Stampa media)[7]
Radio
Cl. climatica zona D, 1 544 GG[8]
Arte
Nome abitanti veliterni (o
Teatro
velletrani)[4]
Cinema
Musica Patrono san Clemente e
Cucina sante Annia e
Gerontide vergini e
Geografia antropica
martiri
Urbanistica
Suddivisioni storiche Giorno 23 novembre
Decarcie festivo
Contrade Cartografia

Economia
Agricoltura
Industria
Servizi
Turismo
Infrastrutture e trasporti
Strade Velletri
Ferrovie
Amministrazione
Gemellaggi
Sport
Atletica leggera
Calcio
Pallacanestro
Pallanuoto
Pallavolo
Impianti sportivi
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni

Geografia fisica

«La bellezza del sito e la giocondità del prospetto


le recano grande ornamento e decoro.
Dal'oriente ella scuopre una lunga e varia catena
di monti, mirandosi ancora le cime degli Posizione del comune di Velletri nella
Appennini, che s'innalzano dentro il limitrofo città metropolitana di Roma Capitale
regno di Napoli. Sopra i monti Albani si scorgono
Palestrina, Paliano, Piglio, Serrone: su quelli Sito istituzionale (http://www.comun
Lepini, Cori, Sermoneta, Norma, Rocca e.velletri.rm.it)
Massima, e alle falde Giulianello. Dal
mezzogiorno si gode la vista delle vastissime
campagne delle Paludi Pontine, e ad esse si
presentano ancora Cisterna, e la penisola del
monte Circeo e l'estesissimo mare Tirreno
coll'isolette di Palmarola, Ponza e Sannona, e
sulle coste il porto d'Anzio, Nettuno e Astura.
Dall'occidente Ardea, e Civita Lavinia con amene
colline. Finalmente dal settentrione gode il monte
Artemisio tutto coltivato, colle selve sempre
verdeggianti di Faggiola e di Lariano.»

(Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-


ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 214, Venezia 1851.)

Territorio

Il territorio di Velletri si estende a cavallo tra due zone ben


distinte: la parte settentrionale è posta sulle propaggini
meridionali del sistema dei Colli Albani, formatosi
geologicamente circa 150.000 anni fa, dopo il collasso della
caldera del Vulcano Laziale; la parte meridionale è invece ai
margini dell'Agro Pontino, la cui bonifica, iniziata già al tempo
di papa Pio VI, si compì solo con il fascismo.

Secondo la classificazione data dal Servizio Geologico


La dorsale del Monte Artemisio
d'Italia[14], buona parte del territorio veliterno verso valle è sede di alcune contrade veliterne
composto da terreno di tipo lps, ovvero da paleosuoli[15]; il
resto è in prevalenza composta da suoli di natura lp, lapilli di
vario colore distintamente stratificati con intercalazioni cineritiche, zone talora argillificate,
ricchi di minerali femici isolati, e abbondante leucite analcimizzata[16]. In banchi circoscritti
situati a ridosso del centro storico, il suolo è composto da materiale β5, classificato come leucite
metallitica di Velletri[17].

Classificazione sismica: zona 2 (sismicità medio-alta)[18][19]

Idrografia
Il territorio di Velletri raccoglie solo gli scoli di numerose vene d'acqua che originano più a monte e
che nel corso dei secoli hanno scavato valloni e calanchi in direzione del mare. Questi corsi
d'acqua, la maggior parte dei quali a carattere torrentizio o di piccola portata, prendono il nome di
fossi. Sono da menzionare:

Fosso Minella, ai margini del territorio comunale verso Genzano di Roma, in prossimità della
località di Sant'Eurosia. Questo fosso si origina dal Monte Spina (731 m s.l.m.), in territorio di
Nemi, con il nome di fosso dell'Acqua Lucia. Assume quindi la denominazione di fosso Minella
dopo il ponte della Strada Statale 7 Via Appia a 405 m s.l.m., ai piedi di Colle degli Olmi.
Parallelo al fosso Minella scorre anche il fosso delle Tre Armi, che poi si unisce ad esso;
Fosso di Sant'Eurosia, originato da Colle degli Olmi e attraversante la località omonima, posta
a 238 m s.l.m.;
Fosso Paganica, parallelo agli altri due fossi sopra descritti, orientato in direzione NE-OS,
questo corso d'acqua nasce da vene d'acqua presenti su Colle Caldaro (467 m s.l.m.), in
prossimità del chilometro 37 della Strada Statale 7 Via Appia, e su Colle Tondo (596 m s.l.m.);
Fosso di Ponte Veloce, che nasce da vene d'acqua presenti su Colle Tondo, sul Maschio
dell'Artemisio (812 m s.l.m.) e nella selva di Faccialone (615 m s.l.m.). Questo corso d'acqua
in prossimità di villa Borgia, superato il centro storico di Velletri, cambia nome in fosso Farina,
e subduce al ponte in ferro della ferrovia Roma-Velletri;
Fosso di Anatolia, originato da Colle Bello (600 m s.l.m.), scorre ai piedi dell'altura su cui sorge
il centro storico, fino a confluire nel sunnominato fosso Farina già di Ponte Veloce;
Fosso del Peschio, originato dall'Acqua del Peschio (600 m s.l.m.) sottostante Monte Peschio,
scorre verso valle fino al chilometro 0 di via Ariana, da dove poi si disperde nel Vallone la
Regina, che scorre tangenziale al centro storico.

Altre sorgenti importanti sono l'Acqua de' Ferrari, a quota 650 m  s.l.m., sottostante Monte de'
Ferrari (886 m s.l.m.) presso il territorio di Rocca di Papa, da cui parte l'acquedotto comunale; le
sorgenti Marcaccio, Tevola e Bocca d'Orto (602 m  s.l.m.); l'Acqua Palomba, che denomina
un'intera zona ai confini con Lariano; l'Acqua Vivula, a 227 m s.l.m. al chilometro 41 della Strada
Statale 7 Via Appia verso Cisterna di Latina.

Orografia

Nel territorio veliterno le quote più elevate sono nella parte settentrionale e in quella orientale, nel
sistema dei Colli Albani: si tratta, rispettivamente, del Monte Artemisio (939 m  s.l.m.) e del
Maschio di Lariano (891 m s.l.m.).

Il centro storico ha un'altitudine sostanzialmente uniforme: a parte i 380 m s.l.m. di Via Castello e
del colle dei Cappuccini, l'altitudine di piazza Cairoli è 358 m  s.l.m., quella di piazza Giuseppe
Garibaldi 340 m s.l.m., quella di porta Napoletana 322 m s.l.m.. La stazione ferroviaria sorge a 292
m  s.l.m.. La zona occidentale della città murata è un po' più alta: a San Lorenzo l'altitudine
raggiunge i 378 m s.l.m.

Per il resto, il territorio a mezzogiorno e occidente è situato a quote generalmente inferiori ai 300
m s.l.m..

Clima

Secondo la classificazione dei climi di Köppen, Velletri rientra nella fascia del “Clima temperato
caldo mediterraneo a siccità estiva” (Csa). Dal punto di vista termico le temperature della città
differiscono di poco comparate alla sottostante Pianura Pontina rispetto cui si registrano,
generalmente, 1° o 2  °C in meno. In condizioni di alta pressione entrano poi in gioco le
innumerevoli inversioni termiche, tipica prerogativa del Lazio. A 25 km dalla costa, Velletri risente
ancora dell'influenza mitigatrice del Mar Tirreno. Essa si manifesta attraverso un caratteristico
delicato zéfiro, popolarmente chiamato Ponentino dai vicini romani, ossia una brezza che spira in
estate e nelle stagioni intermedie mantenendo le temperature dei pomeriggi estivi su valori
accettabili. Nell'ultimo decennio, tuttavia, si nota una maggiore frequenza d'anticiclone africano
con temperature massime pari o leggermente superiori a 35 °C in più di un'occasione.

Le stagioni intermedie sono le più gradevoli, con l'autunno più caldo della primavera e
temperature costantemente miti. Non sono rari, in primavera, refoli d'inverno con improvvise
diminuzioni di temperatura associate ad episodi di maltempo. Al pari, in autunno, giornate fresche
possono alternarsi a giornate più calde fino a ottobre inoltrato. L'inverno è costituito da periodi
tendenzialmente miti, interrotti da rapidi e intensi picchi di freddo senza che si raggiungano,
tuttavia, temperature eccessivamente basse. Nelle notti più rigide la temperatura può raggiungere
o scendere, in talune occasioni, lievemente sotto lo 0 °C. Generalmente la sensazione di freddo è
fortemente acuita dai burrascosi venti da nord-est che accompagnano sovente le irruzioni di aria
fredda.

Per quanto riguarda i fenomeni meteorologici Velletri presenta un andamento pluviometrico a


cadenza fortemente irregolare. Si alternano periodi siccitosi discretamente lunghi a periodi
caratterizzati, al contrario, da precipitazioni frequenti. Quest'ultime si manifestano in ogni
stagione e quasi sempre sotto forma di nubifragi, temporali e scariche di grandine. La causa è da
attribuire all'orografia. Le correnti perturbate provenienti da sud-ovest, foriere d'umidità,
impattano sulla catena dei Colli Albani che abbraccia da nord la città, dando luogo al cosiddetto
fenomeno dello stau e originando le classiche piogge orografiche. La siccità estiva, inoltre, può
essere interrotta dai temporali di calore estivi pomeridiani benché, negli ultimi anni, sia evidente
una notevole diminuzione della frequenza degli stessi.

La media annua precipitativa di Velletri va dai 1000  mm della zona al confine con i comuni di
Aprilia e Cisterna di Latina, ai 1400 mm del centro abitato, fino ai 1600 mm dell'area dei Pratoni
del Vivaro, al confine con il comune di Rocca di Papa. La nevosità dell'area, invece, segue il classico
andamento del versante tirrenico italiano, con accumuli nulli o scarsi in pianura (media annuale di
0–5  cm dai 56 ai 400 metri di quota), lievi in collina (5–10  cm dai 400 ai 600 metri di quota),
moderati in montagna (10–20  cm dai 600 ai 939 metri di quota). Le nevicate abbondanti al di
sotto dei 400 metri di quota sono affidate all'azione di masse d'aria molto fredda e instabile
provenienti da nord-ovest (Valle del Rodano). Accumuli superiori ai 10  cm, in tal caso, sono
possibili anche in città e in pianura dove però, normalmente, la neve non perdura al suolo a lungo.

Il limite massimo per l'accensione degli impianti di riscaldamento è fissato a dodici ore giornaliere
dal 1º novembre al 15 aprile, a meno che situazioni climatiche particolari non ne giustifichino l'uso
in altri periodi dell'anno[20].

Velletri Mesi
Centro[21] Gen Feb Mar Apr Mag Giu Lug Ago Set Ott Nov Dic I
T. max. media
10,6 11,3 13,9 17,8 22,8 27,9 31,4 31,3 26,5 20,8 15,2 12,1 1
(°C)
T. min. media
3,8 4,0 5,7 8,4 11,7 15,3 17,9 17,9 15,4 11,8 8,2 5,4 4
(°C)
Precipitazioni
128,0 104,0 119,0 100,0 89,0 62,0 39,0 56,0 93,0 151,0 179,0 125,0 35
(mm)
Umidità
relativa 74 72 68 68 63 61 60 61 68 73 73 74 7
media (%)
Classificazione climatica: zona D, 1544 GR/G
Diffusività atmosferica: media

Origini del nome


L'etimologia del toponimo "Velletri" è controversa: si discute se abbia origine italica (volsca) o
etrusca.[22]

Secondo i sostenitori dell'origine italica, il toponimo deriva da un antico termine volsco affine al
latino "velia" ("palude") e corrispondente anche al greco "ουελια" ("uelia"). Da qui Velestrom,
quindi luogo paludoso o prossimo ad una palude, nome usato probabilmente dai Volsci per
chiamare l'antica Velletri.[23]

Secondo i sostenitori dell'origine etrusca, la sillaba Vel- ("luogo") corrisponde alla prima sillaba di
altri toponimi di area etrusca: Volterra (etrusco Velathri), Volturno (Velthurne), Vulci (VelXe)
ecc.[24]

I Romani in seguito denominarono la stessa città Velitrae, da cui il greco Ουελιτραι ("Ouelitrai"),
Ουελιτρα ("Ouelitra") o Βελιτρα ("Belitra")[25].

Nel Medioevo, vengono attestate almeno sei varianti nel nome di Velletri riscontrate da vari atti
ufficiali fino all'XI secolo[26]: appaiono infatti Velletrum, Veletrum, Veletra, Velitrum, Bellitro,
Villitria.

In seguito, fino al XVIII secolo, accanto al toponimo corretto Velletri sopravvissero forme parallele
come Blitri[27] e Belitri.

Storia

Età antica

«Questa città fu una delle più cospicue de' Volsci; nulla si sa della sua fondazione; e nella
storia appare per la prima volta circa l'anno 130 di Roma, ossia 624 anni l'era volgare ai
tempi di Anco Marcio.»

(Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma - Velletri, vol. III p. 440,
Roma, 1829.)

Infatti proprio all'epoca del leggendario Anco Marzio, Roma venne per la prima volta in conflitto
con i Volsci[28]. A causa di alcune violazioni del confine da parte dei Volsci, Anco Marzio si sentì in
dovere di entrare manu militari nel territorio volsco ed assediare Velitrae, che venne a patti con
Roma siglando anche un'alleanza. In forza di questa alleanza, la Gens Octavia, originaria di
Velitrae, al momento del suo trasferimento a Roma all'epoca di Tarquinio Prisco, ottenne
immediatamente il riconoscimento della cittadinanza romana e dei diritti politici[29].

Quando, circa nel 510 a.C., cadde la monarchia di Roma, la Lega Latina assieme agli Etruschi di
Porsenna si allearono per rimettere Tarquinio il Superbo sul trono. Anche i Volsci di Velitrae
parteciparono a questa alleanza[30], ma quando nella battaglia del Lago Regillo (499 a.C. o 496
a.C.) i Latini vennero sbaragliati dai Romani, i Volsci continuarono ad essere ostili a Roma. Nel
494 a.C., infatti, il Senato inviò il console Aulo Verginio Tricosto Celiomontano a sconfiggere i
Volsci: si tenne una battaglia campale in prossimità di Velitrae, al termine della quale i Volsci,
sconfitti, fuggirono in città inseguiti dai Romani, che saccheggiarono e conquistarono la città, nella
quale fu installata una colonia romana[31].
Forse è proprio a questa battaglia a cui fa riferimento Bonaventura Teuli nel suo Theatro Historico
di Velletri[32], quando riferisce:

«(...) li Corani assieme con li Popoli di Pometia, benché Colonie de' Romani, s'unirono
con gli Aurunci, e perciò li Romani, essendo Consoli Agrippa Menenio, e Publio Postumio
fecero guerra contro detti Aurunci, e al fine si ridusse a Pometia con vittoria de Romani.
Da questo Agrippa Menenio, e per l'istessa speditione si fabricò, e chiamò il Ponte
Menenio, hoggi detto Ponte Menello nella via Appia, dove il Tenente Francesco Cinelli ha
una delitiosa Villa (...)»

(Padre Bonaventura Theuli, Theatro Historico di Velletri, p. 34, Velletri 1644 (I ed.).)

Questo ponte Menello, anche denominato Minelli o Miniello in dialetto velletrano avrebbe dunque
servito egregiamente per circa duemilacinquecento anni i velletrani, prima di venire recentemente
sostituito da un nuovo viadotto.

Nel 443 a.C. però i coloni romani di Velitrae si schierarono insieme ai Volsci contro Roma,
attirandosi contro l'ostilità romana sotto forma prima dei tribuni Lucio e Spurio Papirio che, nel
381 a.C., sconfissero veliterni e prenestini in una battaglia campale ai piedi delle mura cittadine[33],
poi nel 379 a.C. di Marco Furio Camillo e quindi nel 377 a.C. di Lucio Quinzio Cincinnato, che
espugnò Velitrae ancora una volta. Tuttavia, ancora nel 365 a.C. i Romani dovettero assediare
Velitrae, finché nel 338 a.C. i Romani non presero seri e definitivi provvedimenti contro il perenne
ribellismo di Velitrae:

(LA) (IT)

«In Veliternos, ueteres ciues Romanos, «Contro i Veliterni, antichi cittadini romani,
quod totiens rebellassent, grauiter poiché eransi ribellati tante volte fu
saeuitum: et muri deiecti et senatus inde gravemente infierito: le mura demolite, il
abductus iussique trans Tiberim habitare, Senato tolto di là, ed i senatori ebbero
ut eius qui cis Tiberim deprehensus esset ordine di abitare di là dal Tevere, in guisa
usque ad mille pondo assium clarigatio che quello che venisse sorpreso di qua dal
esset nec priusquam aere persoluto is qui Tevere fosse sottoposto all'ammenda di
cepisset extra uincula captum haberet. in 1.000 libre, e che quegli che lo arrestasse
agrum senatorum coloni missi, quibus avesse il diritto di ritenerlo prigione finché
adscriptis speciem antiquae frequentiae non avesse pagato tal somma. Nelle terre
Velitrae receperunt.» loro furon mandati coloni, i quali
mantennero in Velletri l'aspetto dell'antica
popolazione.»

(Tito Livio, Ab Urbe condita, lib. VIII v. XIV [2] (https://la.wikisource.org/wiki/Ab_Urbe_Condita_liber_VIII);


traduzione di Antonio Nibby.)

Con la perdita della libertà politica, Velitrae iniziò a decadere: priva di mura e isolata dalla grandi
vie di comunicazione - la via Appia allora passava per Lanuvio - venne colonizzata ai sensi della
Lex Sempronia di Caio Sempronio Gracco.

Ottaviano Augusto, nato Caio Ottavio Turino, primo imperatore di Roma, era di famiglia veliterna
da tempo stanziatasi a Roma, la gens Ottavia già nominata.[34] Non nacque, quindi, a Velitrae, ma
a Roma. Tuttavia, i veliterni ebbero diversi decenni prima della sua nascita una famosa
premonizione della fortuna del bambino che sarebbe nato, premonizione raccontata da Svetonio e
immortalata negli affreschi settecenteschi nel Palazzo Comunale:

(LA) (IT)
«Velitris antiquitus tacta de caelo parte «Dal tempo remoto in cui un fulmine era
muri, responsum est eius oppidi civem caduto su una parte delle mura di Velitrae,
quandoque rerum potiturum; qua fiducia era stato profetizzato che un giorno un
Veliterni et tunc statim et postea saepius cittadino di quella città si sarebbe
paene ad exitium sui cum populo Romano impadronito del potere; per questo gli
belligeraverant; sero tandem documentis abitanti di Velitrae, fiduciosi nella
apparuit ostentum illud Augusti potentiam promessa, e allora e in seguito
portendisse.» combatterono spesso contro il popolo
Romano, fin quasi alla loro rovina. Ben più
tardi apparve evidente che il prodigio
aveva voluto fare riferimento alla potenza
di Augusto.»

(Gaio Svetonio Tranquillo, Vita divi Augusti, v.II.)

Sulle estreme propaggini dei Colli Albani, a 3 chilometri circa ad occidente di Velletri, si
estendono, sul colle detto San Cesareo, i ruderi di una grande villa romana[35], ritenuta per
tradizione proprietà della famiglia degli Ottavi[36], di origine veliterna. Durante il Medioevo, sui
resti di questa antica villa s'impiantò un insediamento cristiano, dedicato a san Cesario di
Terracina, attestato proprio da un battistero costruito riutilizzando un ambiente in reticolato e
laterizi dotato di un impianto idrico[37].

Medioevo

«La città siede sopra l'ultimo ripiano di una lacinia che discende dal dorso dell'Artemisio
verso oriente: è cinta di mura semidirute de' tempi bassi, che girano circa 3 m.»

(Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni di Roma - Velletri, vol. III p. 463,
Roma 1847.)

La prima informazione su Velletri nel Medioevo è datata 465: si tratta delle menzione di un tale
Adeodato, vescovo cittadino. Tra V e VI secolo la diocesi veliterna andò sempre più acquisendo
importanza: nel 592 infatti papa Gregorio I accorpò a Velletri la diocesi decaduta di Tres
Tabernae, sulla via Appia. Nello stesso tempo, numerosi pontefici menzionano fondi e beni
ecclesiastici situati in Velitris.

Nel X secolo Velletri cadde verosimilmente sotto la signoria dei Conti di Tuscolo: infatti risulta
menzionato, nel 981, un tale Stefano dux di Ariccia, Velletri e Tuscolo[38]. Del resto, l'intera area dei
Colli Albani e dei Monti Prenestini era dominata dai Conti di Tuscolo, inclusa la rocca di Lariano
prossima a Velletri.

Nel 1084 Roberto il Guiscardo marciò contro Roma e, transitando per Velletri, incontrò la
resistenza degli abitanti, che furono ricompensati per questo dal Papa, nel 1101, con un Breve che
assegnò amplissimi confini alla Comunità veliterna.

Nel XIII secolo Velletri era amministrata in forma di repubblica: ci erano il Consiglio Maggiore,
formato dai consules, poi rimpiazzati da una consulta di novemviri; un Sindaco, con compito di
vigilanza; i Connestabili, con funzioni di guide militari; e un Podestà per i compiti giudiziari[39].

Papa Alessandro IV (1254 - 1261), già vescovo di Velletri, ordinò durante il suo pontificato di
portare in Velletri le reliquie dei santi martiri Ponziano ed Eleuterio, conservate da allora nella
cripta sottostante la Cattedrale.
Nel 1268 venne confermata la concordia tra la Comunità di Velletri e la castellania di Lariano,
soggetta alla Camera Apostolica, ai sensi della quale i velletrani dovettero riconquistare il castello
occupato in quel periodo da Riccardo Annibaldi.

Nel 1298 papa Bonifacio VIII, che prima di divenire Papa era forse stato Podestà di Velletri per sei
mesi, con tre bolle alienò la città da ogni soggezione al governo provinciale della Marittima e
Campagna, rendendo di fatto la città praticamente indipendente[40].

Nel 1328 l'esercito di Ludovico il Bavaro si accampò a Velletri, prima di entrarvi; ma in seguito alla
distruzione di Cisterna, i velletrani si rifiutarono di far entrare di nuovo l'imperatore in città.

Nel 1342, Nicola Caetani, signore di Fondi, assediò Velletri per impadronirsene: la città tuttavia
resistette valorosamente fino all'arrivo di rinforzi da Roma, anche se, dopo la scacciata del Caetani,
le autorità cittadine, per l'aiuto ricevuto, dovettero subire la nomina di un Podestà nominato da
Roma. Questo tipo di vassallaggio durò fino al 1374, quando, a seguito di polemiche alimentate dai
velletrani, si arrivò a un accordo secondo il quale il Podestà sarebbe stato eletto ogni sei mesi: le
prime quattro volte la scelta sarebbe toccata direttamente a Roma, mentre per tutte le altre scelte a
venire sarebbe bastata la sol ratifica da parte romana. Tuttavia i Caetani rinunceranno
definitivamente ad ogni pretesa su Velletri solo nel 1385.

Nel 1353 venne inaugurata la Torre del Trivio, simbolo della città di Velletri e del suo prestigio: era
il 15 aprile, secondo quanto ricordato da una lapide in caratteri gotici apposta su un muro ad
perpetuam rei memoriam.

Nel 1408 Ladislao I di Napoli, durante il suo tentativo di conquistare lo Stato Pontificio, occupò
Velletri che gli aveva resistito. Tuttavia confermò magnanimamente gli Statuti cittadini e
l'indipendenza. Ladislao tornò una seconda volta a Velletri nel 1413.

Nel 1434, durante la lotta contro i Colonna ed i Savelli, Papa Eugenio IV rase al suolo il castello di
Lariano con l'aiuto di 800 soldati velletrani, ragion per cui il territorio della castellania venne
concesso alla Comunità di Velletri, rimanendo accorpato a Velletri fino al 1967.

Il 21 agosto 1482, durante la Guerra del Sale tra papa Sisto IV e Ferrante d'Aragona, 500 soldati
velletrani, fra cui 250 balestrieri considerati tra i migliori militi italiani, combatterono assieme alle
truppe pontificie di Roberto Malatesta nella battaglia di Campomorto, in una zona paludosa
prossima al territorio velletrano, oggi in comune di Aprilia. La vittoria arrise ai pontifici, e i
velletrani vennero ricompensati per la fedeltà alla Santa Sede.

Età moderna

«Nella regione del Lazio fra Cora ed Albano, e delle sue regali vie a man sinistra la Latina
e a destra l'Appia, sorge l'antichissima e fedelissima città di Velletri, già capo del Regno
dei Volsci, sopra un colle a forma di scudo, che da mezzogiorno scuopre il mar Tirreno, e
da Levante, da ponente e da settentrione vien circondata da colline, e piani e da
montagne fertilissime.»

(Giuseppe Bassi, Descrittione della città di Velletri, Roma, 1631.)

Nel 1512 è attestato che Velletri è ancora libera, e che il governo della città è tenuto dai Priori,
sostituti dei novemviri, in numero di nove, eletti ogni sei mesi; da un Sindaco, eletto ogni anno, e
da altre figure come i Grascieri, i Maestri di Strada, il Procuratore dei Poveri, ed altre.
Da questi
anni si inizia ad avere notizia concreta di Famiglie D'Alta Nobiltà(Tintisona, Mammucari,Etc.)
sebbene gli storici siano certi che esse abitassero in loco già da moltissimo tempo.
Nel novembre 1526 un contingente velletrano inviato da papa Clemente VII contribuì a radere al
suolo il castello di Marino, feudo dei Colonna nemici del Papa e alleati della Spagna[41]. In seguito a
questo fatto, Ascanio Colonna, signore di Marino, dopo il sacco di Roma del 7 maggio 1527,
quando il Papa è recluso in Castel Sant'Angelo, costringe la Comunità di Velletri ad refectionem,
reedificationem et restaurationem terrae Mareni: i velletrani cioè dovranno fornire 15.000 scudi
in terreni comunali, oltre a 12.600 scudi con pagamento rateizzato, e più di 6.000 rubbia di calce e
15.000 coppi per la riparazione dei danni compiuti[42]. Inoltre, i lanzichenecchi giungeranno fino a
mettere a sacco Velletri.

Dopo questo episodio, si può considerare


cessato il periodo dell'indipendenza politica di
Velletri: nel 1559 infatti il Papa impose a
Velletri il governo anche civile del cardinale
vescovo, il primo dei quali fu Giovanni Pietro
Carafa, poi papa Paolo IV.

Nel 1589 papa Sisto V sciolse il governo civile


da quello temporale del vescovo, restituendo
libertà al Comune: ma papa Gregorio XIV nel
1591 ordinò la riunificazione dei due poteri,
sigillando così la fine definitiva del libero
comune. Il Palazzo comunale e il Tempietto di Santa Maria del
Sangue in una foto del 1935
Nel 1744 a Velletri si combatté una battaglia
della guerra di successione austriaca tra le
truppe austriache del principe Cristiano di Lobkowitz e quelle ispano-napoletane del re Carlo di
Borbone. La vittoria arrise a questi ultimi. Nel territorio veliterno rimasero i segni della guerra,
oltre che nelle strade scavate dal genio militare napoletano sul monte Artemisio, anche in vari
edifici bombardati.

Il 18 febbraio 1798 Velletri proclamò la repubblica unitamente ad Albano e Frascati, seguita dopo
poco da Marino, ad imitazione di Roma che aveva proclamato la Repubblica Romana. (Vedi
Rivoluzione francese nei Castelli Romani e a Velletri)

Il 1º febbraio 1832, dopo il ritorno del Papa nello Stato Pontificio, Gregorio XVI istituì la
Delegazione di Velletri con il motu proprio Luminose prove, istituzione riconfermata nel 1850 da
Pio IX con l'aggiunta dei territori della Delegazione di Frosinone. Di fatto, così Velletri era un
capoluogo di provincia.

Nel 1848, durante la Repubblica Romana, Giuseppe Garibaldi affrontò Ferdinando II di Borbone
in una battaglia campale presso Velletri, ottenendo una clamorosa vittoria (Vedi Battaglia di
Velletri (1849)).
In seguito Garibaldi, rimasto affezionato a Velletri, scriverà alcune parole dedicate
alla battaglia ora scolpite su una parete del cascinale su via Ariana che ospitò il quartier generale
garibaldino:

«Qui ebbero stanza alcuni italiani

insofferenti di tirannide

e di menzogne sacerdotali.

Possano le generazioni che seguono

emanciparsi da tali brutture.

»
Per quanto riguarda la comunicazioni, nel 1856 arrivò a Velletri il telegrafo e nel 1863 Pio IX
inaugurò la ferrovia Roma-Velletri, la terza linea ferroviaria dello Stato Pontificio e una delle
prime in Italia. (Vedi Ferrovia Roma-Velletri)
Questo giovò non poco alla crescita della cittadina,
anche dopo il passaggio al Regno d'Italia nel settembre 1870 e l'accorpamento alla provincia di
Roma: infatti nel 1885 sorse il primo istituto bancario in senso moderno, la Cassa di Risparmio di
Velletri; nel 1882 si tenne a Velletri una Fiera Enologica e in questi stessi anni nasceva la nota
Cantina Sperimentale.

Il terremoto del 1806

Alle 8:36 del 26 agosto 1806 un terremoto di magnitudo 5,8 della scala Richter (VIII-IX Scala
Mercalli) colpì i Colli Albani. Si ebbero i massimi effetti nella città di Velletri, epicentro della
scossa, dove vi fu una situazione di disastro territoriale con chiese, abitazioni e conventi rasi al
suolo. Si tramanda che non si ebbero vittime, come ricordato anche in una lapide esposta nel 2006
nel Palazzo Comunale in occasione del bicentenario dell'evento. Il periodo sismico fu molto breve.
Alla scossa principale seguirono alcune repliche il giorno stesso e il giorno 28 agosto. Fu il più
violento terremoto prodotto dall'edificio vulcanico dei Colli Albani. Alcuni danni si verificarono
anche a Roma. La scossa venne avvertita in tutto il centro-sud fino a Napoli, Grosseto, Terni e
Pescara. Gli abitanti di Roma e dei Colli Albani spaventati, organizzarono messe solenni. Nacque
in questo modo a Velletri la Festa della Madonna delle Grazie.

Il XX secolo

Nel 1913 arrivarono a Velletri le Tramvie dei Castelli Romani, che collegavano la cittadina
direttamente a Roma e agli altri Castelli Romani e che rimasero in funzione su questa tratta fino al
1953.

Nel 1927 l'OND (Opera Nazionale Dopolavoro), per volere del regime fascista, istituì la Festa
dell'Uva e del Vino, che si celebra ad ottobre. Nel 1927 viene inaugurato alla presenza del Re il
Monumento ai Caduti in piazza Giuseppe Garibaldi, è il 4 giugno.

Seconda guerra mondiale

Durante la seconda guerra mondiale, dopo lo sbarco anglo-americano ad Anzio (22 gennaio 1944),
Velletri fu al centro del conflitto: negli ultimi giorni del maggio 1944, mentre cadevano sia la linea
Gustav a Cassino che la linea Hitler a Pontecorvo, i tedeschi crearono una terza linea fortificata,
chiamata linea Caesar, che si estendeva fra Torvaianica, Lanuvio, Velletri, Artena e Valmontone. A
Velletri era di stanza la I divisione paracadutisti della Wehrmacht, Il generale statunitense Mark
Wayne Clark ordinò il 25 maggio un'offensiva contro la linea Caesar, che tuttavia resistette
duramente; sennonché la 36ª divisione di fanteria americana comandata dal general Walker
individuò una falla nello schieramento tedesco sul Monte Artemisio, tra Velletri e Valmontone:
così tra il 30 ed il 31 maggio 1944 il 142º ed il 143º reggimento penetravano attraverso lo
schieramento tedesco da Monte Artemisio, mentre il 141º attaccava Velletri per copertura;
l'operazione riuscì con successo, e il 1º giugno Velletri cadde, seguita il giorno dopo da Valmontone
ed il 3 giugno da Lanuvio e dagli altri Castelli Romani[43].

Il 18 febbraio 1944 tredici cittadini vennero trucidati in contrada Pratolungo dai soldati tedeschi,
durante una rappresaglia che non risparmiò nemmeno una donna incinta, Artemisia Mammucari.
Nel 1994 fu posta una stele a memoria delle vittime a poca distanza dal luogo dell'eccidio, in via di
Vecchia Napoli.
Velletri uscì dalla guerra praticamente distrutta: erano stati danneggiati i suoi monumenti più
importanti, dalla Torre del Trivio al Palazzo Comunale e a Palazzo Ginnetti, quest'ultimo distrutto
e mai più ricostruito; numerose erano state anche le vittime umane, nonostante lo sfollamento
ordinato dalle autorità militari tedesche.

La rinascita recente di Velletri è stata tuttavia rapida ed evidente; nonostante lo smembramento


nel 1967 sia a livello amministrativo, con la concessione di indipendenza al comune di Lariano, sia
a livello religioso, con lo scorporo della Diocesi di Latina e la successiva creazione della Sede
suburbicaria di Velletri-Segni, la città si è ripresa ottimamente, con il sorgere di scuole superiori e
di centri culturali, della nuova sede del Tribunale e del Battaglione Allievi Sottufficiali dei
Carabinieri, poi I Reggimento Allievi Marescialli e Brigadieri dei Carabinieri e del carcere.

Oggi

Nel 2000 è stata inaugurata la nuova sede della Biblioteca Comunale "Augusto Tersenghi"; nel
frattempo, è in corso tutta un'opera di rinascita culturale con l'apertura del Teatro di Terra (1995)
e la riapertura del Teatro "Ugo Tognazzi", il ripristino del Museo Civico Archeologico e del Museo
Diocesano. Nel 2013 è stato riaperto anche il Teatro Artemisio.

Il 14 giugno 2001 è stata presentata dall'onorevole Mario Pepe alla Camera dei deputati una
proposta di legge sull'istituzione di una provincia dei Castelli Romani con capoluogo proprio
Velletri[44].

«I Castelli Romani rappresentano dunque un'area-sistema assolutamente peculiare, di cui


fanno parte città notevolmente popolate legate tra loro da millenari legami storici e
culturali nonché da un elevato indice di complementarità economica, con particolare
riferimento al settore turistico [...] Appare pertanto ormai anacronistica la eccessiva
dipendenza dei Castelli Romani [...]»

(Camera dei Deputati - proposta di legge n° 853 XIV Legislatura (http://legxiv.camera.it/_dati/leg14/lavori/stampat


i/sk1000/articola/0853.htm), pp. 2-3.)

Nella proposta dell'onorevole Pepe, i comuni che sarebbero dovuti entrare nella provincia dei
Castelli Romani erano Albano Laziale, Anzio, Ardea, Ariccia, Artena, Carpineto Romano, Castel
Gandolfo, Cave, Colleferro, Colonna, Gavignano, Genazzano, Genzano di Roma, Grottaferrata,
Lanuvio, Lariano, Marino, Monte Compatri, Montelanico, Monte Porzio Catone, Nemi, Nettuno,
Olevano Romano, Palestrina, Pomezia, Rocca di Papa, Rocca Priora, San Cesareo, San Vito
Romano, Segni, Valmontone, Velletri e Zagarolo[45]. Il capoluogo della provincia istituenda sarebbe
stato Velletri, sia a ragione della posizione baricentrica che "del ruolo e dell'importanza strategica
di Velletri"[46]. Le risorse finanziarie assegnate alla provincia, una volta costituita, erano state
preventivate in 4.600 milioni di lire[47].

Simboli

Lo stemma veliterno, di antichissima origine, è così descritto ufficialmente:

«Torre in campo rosso, allori in campo d'argento racchiusi nel motto "est mihi libertas
papalis et imperialis" più le quattro sigle S.P.Q.V., il tutto accollato sull'aquila bicipite
austriaca ad ali spiegate, con la duplice corona reale imperiale.»

(Descrizione Ufficiale della Commissione Araldica (http://www.comuni-italiani.it/058/111/stemma.html))


I colori cittadini sono l'argento e il rosso.

Lo storico motto cittadino è Est mihi libertas papalis et


imperialis (Io ho libertà del Papa e dell'Imperatore), che
testimonia la grande importanza avuta nel Medioevo da
Velletri come libero comune. La prima parte del motto è Est
mihi libertas imperialis, perché secondo la tradizione
addirittura il generale bizantino Belisario, per conto
dell'imperatore Giustiniano, avrebbe concesso l'autonomia alla
Comunità veliterna al tempo della Guerra gotica (535-553). La
seconda parte, Est mihi libertas papalis, si formò quando il
Papa dopo la Donazione di Sutri (753) ratificò l'indipendenza
di Velletri, che durò fra alterne vicende fino al XVI secolo.

Un altro motto cittadino è il più tradizionale SPQV (Senatus


Populusque Veliternus), versione provinciale del più noto
Lo stemma di Velletri. SPQR.

Si tratta in ogni modo di una tradizione molto recente risalente


al XVII secolo. Del motto cittadino, infatti, Ascanio Landi non ne parla, mentre Bonaventura
Theuli nel suo Teatro Historico afferma: “Donde habbia havuto principio scritto tanto honorevole,
io non l'hò potuto trovare; si tiene però comunemente, c'habbia havuto origine dall'haver de
Velletri una Femeglia havuto i suoi natali, la quale è stata seminario de' Pontefici, e d'Imperatori,
come se dirà à suo luogo”. È solamente Alessandro Borgia a spiegarne l'origine, come
riconoscimento da parte di Giustiniano e Narsete, citando però come unica fonte l'Opera
imperfetta scritta da suo padre Clemente Erminio Borgia! La menzione del più antico stemma
veliterno è riportata sempre dal Borgia che parla di un “antichissimo sigillo di metallo trovato frà
alcune ruine di Velletri, e conservato già nel museo di Giovanni Paolo Ginnetti”, è questa la più
antica rappresentazione iconografica che raffigurerà poi lo stemma comunale: un castello con tre
torri, non ancora definito come rocca, circondato da alberi da frutto. Sul margine di questo
stemma si legge: Signum Communis Veletri, Sit vobis papalis libertas imperialis, motto che verrà
poi trasformato in Est mihi libertas papalis et imperialis che comparirà nelle rappresentazioni
dello stemma veliterno a partire dal 1643.

Della scritta SPQ Veliternus ne parla per la prima volta Antonio Mancinelli nel suo commento ai
Carmi di Orazio pubblicato a Venezia nel 1492, lamentandone la distruzione ad opera di un “livore
ductus quidam ex Aquapendente oriundus”, familiare del cardinale Rotomagense, del quale
Mancinelli dice di tacere il nome per non consegnarlo alla storia come era successo a Erostrato
distruttore del tempio di Diana Efesina. Il personaggio in questione dovrebbe essere comunque
identificabile con Giacomo di Aquasparta, uno dei commissari del cardinale d'Estouteville che nel
1479 stabilirono, con sentenza arbitrale, i confini tra il territorio di Velletri “quod fuit Faiole” e il
castello di Nemi. Sembrerebbe comunque apparentemente inspiegabile una distruzione basata
sull'invidia, da parte di un funzionario pubblico alle dirette dipendenze del cardinale, di un reperto
archeologico così importante a meno che l'opera non fosse stata frutto di una volgare imitazione
contemporanea. Iacobus de Acquasparta era un personaggio molto noto, forse residente nella
stessa città di Velletri, già attivo nella regione almeno dal 1472, essendo stato collettore della
vigesima dovuta dagli Ebrei, come testimoniato dalla descriptio da lui redatta dei fuochi ebraici
della regione. C'è poi una coincidenza temporale quanto meno singolare del ritrovamento della
lapide veliterna, avvenuta secondo Mancinelli nella già diruta chiesa di Santo Stefano, con quella
su cui era incisa la scritta SPQ Lanivinus. Di quest'ultima Mancinelli era perfettamente a
conoscenza poiché era stata riportata da Martino Filetico nel suo commento ad Orazio pubblicato
solo pochi anni prima. Proprio questa testimonianza epigrafica servì a Mancinelli per rilevare
l'errore tra le due città di Lavinio e Lanuvio vulgato nelle stampe precedenti al suo commento sulla
Geographia di Strabone.
Monumenti e luoghi d'interesse
Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati del Lazio non cita
le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.

Architetture religiose
Basilica Cattedrale di San Clemente
Chiesa di Santa Maria del Trivio
Chiesa del Santissimo Salvatore
Chiesa di San Michele Arcangelo
Chiesa di San Martino da Tours (XI-XIX secolo)
Chiesa di Sant'Antonio da Padova
Ex Chiesa e convento di San Francesco d'Assisi
Chiesa di San Lorenzo La torre del Trivio,
campanile della Chiesa
Chiesa dei Santissimi Pietro e Bartolomeo
di Santa Maria del
Chiesa di Santa Chiara d'Assisi Trivio, uno dei simboli
Chiesa di Santa Teresa[48] della città.
Chiesa di Sant'Antonio Abate[49]
Chiesa di San Crispino[50]
Resti della chiesa della SS. Concezione detta della
Coroncina
Chiesa di San Silvestro[51]
Chiesa della Madonna della Neve
Oratorio di Santa Maria del Sangue
Chiesa della Santissima Trinità Il Palazzo comunale.
Chiesa di Sant'Apollonia
Chiesa di San Giovanni in Plagis
Chiesa di San Giovanni Battista
Chiesa di Santa Maria dell'Orto
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Chiesa della Santa Croce del Monte Calvario[52]
Chiesa di Santo Stefano[53]
Chiesa Santa Maria del Carmine
Chiesa Regina Pacis

Architetture civili
Palazzo Comunale; l'edificazione di una nuova sede per ospitare la sede dei Priori della
Comunità di Velletri venne votata dal Consiglio Maggiore con delibera del 12 ottobre 1572. La
prima pietra del nuovo edificio, concepito in maniera monumentale, venne posata il 26 gennaio
1575. Completato nel 1590, in realtà gli interventi sulla struttura si protrassero fino al 1720.
Distrutto nel 1944, il palazzo è stato ricostruito, in seguito al conflitto mondiale,
sostanzialmente fedele al progetto originario.
Palazzo Vecchio o Palazzo dei Conservatori; iniziato nel 1822 come sede della Delegazione di
Velletri, divenne poi dal 1870 sede degli uffici giudiziari e del Palazzo di Giustizia. Danneggiato
nel 1944, l'edificio è stato ricostruito fedelmente al progetto originale.
Palazzo Ginnetti; costruito dal cardinal Marzio Ginnetti alla metà del XVII secolo, era famoso
per la loggia arcata del cortile interno e per il vasto parco. La sua decadenza, iniziata nel 1744
quando vi si stanziarono le truppe napoletane e Carlo III di Borbone in margine della battaglia
di Velletri, è cessata con la parziale distruzione causata dai bombardamenti anglo-americani
del 1944 e la sua seguente totale demolizione nel dopoguerra per far posto a due palazzi
moderni. Questione che a distanza di tanti anni ancora provoca nella popolazione amarezza e
dubbi. Di esso resta oggi soltanto il parco adibito a giardino pubblico col nome di Villa Ginnetti.
Palazzo Toruzzi.
Palazzo Borgia.
Palazzo Alfonsi.
Palazzetto Corsini.
Palazzo Romani.
Palazzo Filippi.
Palazzo Vescovile.
Palazzo De Bonis.
Convento di San Francesco, dopo l'unità d'Italia Caserma G. Garibaldi (oggi conosciuto come
Casermaccia).
Villa Bernabei (restituita alla città nel 2011 ed utilizzata dal Comune a scopi culturali).

Architetture militari

Velletri fin dall'età volsca venne cinta di poderose mura, rase


tuttavia al suolo nel 338 a.C. per punizione dopo la definitiva
conquista romana e la riduzione della città allo status di
colonia agraria. In età antica, le mura non vennero più
ricostruite.

Nel Medioevo, la città venne cinta di poderose mura castellane,


nelle quali si aprivano originariamente otto porte: porta
Furia[54], porta del Pontone, porta Santa Martinella (poi
Porta Napoletana, posta in direzione
inglobata nel Convento del Carmine), Portella, porta Santa
sud.
Lucia, porta San Giovanni in Plagis, porta Romana e porta
Napoletana.

Nel XVI secolo venne riedificata e rafforzata la cerchia muraria, con la chiusura di alcune porte ed
il mantenimento solo di tre varchi: porta Santa Lucia, porta Napoletana e porta Romana.

Porta Napoletana venne edificata nel 1511 da manovalanze di provenienza lombarda, ed


impressiona per la sua mole e per la sua vetustà, che colpì tra gli altri Gaetano Moroni[55]. Nel
1596 la Congregazione del Buon Governo fece scrivere su una parete della porta l'avviso "Si paga
gabella". Questo accesso fortificato non venne smantellato nel corso del XIX secolo né in età
successiva, ed è sopravvissuto pressoché incolume fino ai giorni nostri: attualmente ospita la sede
locale dell'AIS (Associazione Italiana Sommelier).

Porta Romana invece ricostruita in forme monumentali nel 1573 su progetto di Jacopo Barozzi da
Vignola, meglio noto come il Vignola, assieme al bastione vicino. Tuttavia, nel corso dei lavori di
ampliamento della via Appia, la porta è stata distrutta e in suo luogo venne realizzato prima il
blocco di porta Romana, un posto di dogana, e poi l'attuale piazza Giuseppe Garibaldi.

Altro
Monumento ai Caduti; progettato dall'architetto Emanuele Cannigia, venne inaugurato il 2
giugno 1927 al cospetto del re Vittorio Emanuele III di Savoia. È situato in un angolo di Piazza
Giuseppe Garibaldi.
Monumento a Urbano VIII; edificato nel XVII secolo al centro
delle due fontane di Piazza Cairoli, già piazza del Trivio o piazza
Grande o "dammonte", era una statua in bronzo raffigurante
papa Urbano VIII: venne abbattuto nel 1798 durante la
Repubblica Romana del periodo napoleonic[56].

Numerose sono le fontane pubbliche a Velletri, alcune delle quali


monumentali. Sono servite tutte dall'acquedotto comunale,
realizzato nel XVII secolo dall'ingegnere Giovanni Fontana, che
parte dalle selve della Faiola presso Monte Artemisio seguendo un
tracciato tortuoso e un percorso ingegnoso. L'acquedotto, distrutto
nell'ultimo tratto durante i fatti bellici del 1744[12], venne riattivato
dall'ingegner Girolamo Romani con lavori eseguiti tra il 1842 ed il
1845[57]. Monumento ai Caduti sul
Lavoro.
Tra le fontane vanno menzionate:

Fontana di piazza Giuseppe Garibaldi; venne realizzata al


termine del lavori per l'acquedotto del Simbrivio e si trova
al centro della piazza;
Fontana monumentale di Piazza Cairoli; edificata nel 1622
con progetto dell'architetto Giovanni Battista Rainaldi e
manodopera dello scalpellino Pasquale Desideri. Andava a
sostituirsi ad un'altra fontana, posta dal lato opposto,
iniziata nel 1618 per il progetto dell'architetto Massimiliano
Bruni e mai compiuta, tanto che venne rasa al suolo;
Fontana monumentale di piazza Giuseppe Mazzini; La Fontana del Simbrivio di Piazza
realizzata nel 1612 su un progetto dell'architetto
Giuseppe Garibaldi.
Massimiliano Bruni e con la manodopera di Angelo
Pellegrini. Interventi sostanziosi vi vennero fatti dal punto di
vista architettonico nel 1623, da parte di Giovanni Battista
Rainaldi, nel 1684, e nel 1755 da parte dell'architetto Nicola Giansimoni. La fontana, in
travertino, raffigura scene mitologiche;
Fontana di Piazza Caduti sul Lavoro; realizzata anch'essa nel XVII secolo, prendeva
originariamente nome di fonte di San Giacomo;

Siti archeologici

Dell'antica Velitrae, città dei Volsci e poi colonia romana, restano diversi reperti, raccolti parte in
sito nel Museo Civico Archeologico e nel Museo Diocesano, parte in vari musei italiani ed esteri.

In età romana esistevano a Velitrae templi pagani dedicati ad Apollo, Ercole, Marte[58]. Il Nibby
ipotizza[59] anche la presenza di una basilica civile, attestata da un brandello di iscrizione murata in
una casa sull'attuale piazza Caduti del Lavoro. È stata attestata l'esistenza in Velitrae di un
anfiteatro romano, la cui presenza oltre che in un'iscrizione rinvenuta nel 1565 è provata da una
curva nel tessuto viario nell'area adiacente al Palazzo Comunale.

Nel 1784, nell'ambito di lavori nella chiesa delle SS. Stimmate di San Francesco, venne rinvenuta
scavando la nota lamina bronzea di Velletri, di fabbricazione volsca, e 16 lastre di rivestimento, di
provenienza etrusca, appartenenti ad un tempio etrusco-italico del VI secolo a.C. Tutto il materiale
è conservato al Museo Nazionale Archeologico di Napoli.

Fuori dall'abitato, nelle campagne in località San Cesareo è stato identificato il sito della Villa degli
Ottavi, residenza sub-urbana della gens Ottavia e di Ottaviano Augusto, nonché unica villa
romana del territorio veliterno che sia stata sottoposta a scavi metodici in occasione del
bimillenario augusteo. Nel 1930 l'archeologo Giuseppe Lugli mise in luce un battistero cristiano
ricavato da un ambiente termale con condutture d'acqua e resti di un monastero medioevale.

Della grandiosa villa, costruita su tre terrazzamenti in tre diversi periodi (repubblicano, imperiale
e cristiano), non rimane alcuna traccia mentre è ancora in buone condizioni la cisterna di età
repubblicana. Infatti la zona, nonostante il vincolo, è stata lottizzata per cui la cisterna è oggi
inglobata in un’abitazione privata e non accessibile. Particolarità di questa cisterna di età
repubblicana a tre navate della dimensione di 15,05 x 13,20, sono i pilastri che sostengono archi
ogivali a sesto molto acuto, unico esempio conosciuto della loro utilizzazione nel mondo romano.

L'ultima testimonianza della decorazione della villa era un mosaico sul quale è stato collocato un
palo dell'ENEL. L'area, attualmente lottizzata, appartiene a privati.

Un'altra cisterna romana esiste in località Capanna Murata e prende nome di Cisterna di
Centocolonne poiché sorretta da 32 pilastri disposti su quattro file. Situata lungo il tracciato
dell’Appia antica, fino al 1982 sembrava isolata nella campagna e non se ne capiva la funzione.
Quell’anno (nonostante il vincolo archeologico apposto sull’area) il terreno su cui è ubicata è stato
oggetto di uno sbanco edilizio che, oltre a sfondare la volta della monumentale costruzione, ha
messo in luce resti di una villa, solo in parte interessata dal successivo sondaggio di scavo
promosso dalla Soprintendenza.

Ancora una cisterna romana, delle dimensioni di 25,80 x 11,60 m, è stata trovata in località
Civitana, su un terrazzo artificiale di dimensioni 120 x 120 m, a ridosso dell'antica via Appia.

Aree naturali

La principale area verde urbana è il Giardino Comunale di via Orti Ginnetti, la cui superficie era
anticamente occupata appunto dagli Orti Ginnetti, complesso verde dal grande fascino annesso
all'omonimo Palazzo (Villa Ginnetti). Vi sono altre aree verdi: i Giardini di S.Maria dell'Orto,
recentemente ristrutturati, appena in periferia sulla provinciale per Nettuno, sono muniti di una
pista di pattinaggio, fontane ed un bar. Il Parco Muratori, uno dei polmoni verdi più significativi
della città, è da poco stato riaperto al pubblico con la realizzazione di un Camelieto al suo interno.
All'interno del Parco Muratori si tengono iniziative culturali e il Velletri Summer Sport. Ville
minori sono quella del Ponte Rosso, quella di viale Marconi, anch'essa munita di una pista di
pattinaggio pubblica, e quella di via Metabo, non lontana dalla cattedrale di S. Clemente.

Elenco principali aree verdi di Velletri:

Parco di Villa Ginnetti: villa storica della città di Velletri, era l'antico giardino del distrutto
Palazzo Ginnetti. L'imponente edificio della famiglia Ginnetti, che dominava l'antistante Piazza
Cairoli ed era arricchito al retro dall'enorme giardino, è stato distrutto durante la seconda
guerra mondiale. È rimasta soltanto l'area verde, impreziosita dal cancello monumentale della
villa stessa. Ristrutturata nel 2008 è punto d'incontro dei giovani e luogo di eventi culturali,
oltre ad essere museo a cielo aperto con l'esposizione di alcuni ruderi della persa villa a
cavallo tra le aree verdi. Centro pulsante di eventi cittadini di prim'ordine quali la festa dell'uva
e quella delle Camelie, è dotata di una vasta area pianeggiante per concerti ed iniziative.
Parco Muratori: secondo parco cittadino per estensione, si trova immerso nel centro urbano
periferico e dispone di un largo parcheggio. A pochi metri è situato il distaccamento
dell'Università della Tuscia di Viterbo. Anch'esso ristrutturato nel 2008, è stato dotato di una
grossa area coperta al centro del parco dove hanno luogo iniziative culturali.
Giardini Comunali di via Metabo: situati in vicinanza della Basilica di S.Clemente, sono
abituale ritrovo di bambini e famiglie dell'area Sud del centro cittadino. Arredati con fontane,
panchine, aiuole e giochi per bambini rappresentano un'area preziosa
Giardinetti di Piazza Martiri di Pratolungo: in posizione strategica tra il corso della Repubblica
e le vie interne, sono corredati da una fontana e da aiuole con panchine. Recentemente
costruiti (negli anni duemila) sono punto di ritrovo abituale per molte famiglie che decidono di
passare in pieno centro le proprie giornate.
Parco S.Maria dell'Orto: in posizione periferica rispetto agli altri parchi cittadini, annovera una
delle più antiche fonti di acqua pubblica di Velletri. Utilizzato per feste e aperto al pubblico
quotidianamente, dispone di un bar, una pista di pattinaggio pubblica e di servizi igienici.
Teatro delle iniziative annuali del "Velletri blues", eventi musicali che richiamano pubblico da
tutti i Castelli Romani.
Giardini Comunali del Ponte Rosso: in posizione sottostante alla via Appia, sono uno dei
polmoni verdi più suggestivi della città. Da qualche anno sede dello Skate Park, rappresentano
un ritrovo per i giovani del luogo e per i residenti della zona Nord di Velletri.
Villa di Viale Marconi (ex villa romana): costruita sulle rovine della vecchia villa romana che si
vocifera sia appartenuta ad Ottaviano Augusto, il giardino di Viale Marconi è una delle aree
verdi più imponenti della città. A due passi dalla stazione ferroviaria di Velletri nei mesi estivi
ospitail "Marconi Village", appuntamento fisso dell'estate veliterna con stand e musica nell'arco
di tempo da luglio a settembre. Dotata di una pista di pattinaggio pubblica.
Giardinetti di Piazzale Donatori del Sangue (o Belvedere)
Villa Comunale di Piazza Garibaldi (con busto di Giuseppe Garibaldi): area verde ad inizio
corso della Repubblica, tristemente famosa per il busto in bronzo di Giuseppe Garibaldi
trafugato da ignoti. Nel 2010 è stato ri-installato il monumento all'eroe dei due mondi, e la villa
è stata oggetto di restyling con l'installazione di nuovi arredi urbani.
Monumento ai Caduti: situato in posizione sopraelevata, è chiuso al pubblico e visibile soltanto
dall'esterno. È dotato di giardini ornamentali che fanno da contorno alle incisioni dei nomi dei
caduti durante la seconda guerra mondiale. Annualmente, in occasione dell'anniversario del
bombardamento su Velletri del 22 gennaio 1944, avvengono le celebrazioni di autorità e
superstiti per commemorare i caduti.
Giardini del Centro Culturale Amministrativo (zona 167): costruiti insieme al Centro Culturale
Amministrativo, volgarmente detto "Ciammellone", sono dotati di panchine e aree verdi che
abbracciano l'area della zona 167 e del quartiere S. Biagio.

Società

Evoluzione demografica

Abitanti censiti[70]

Evoluzione storica della popolazione

1827 9.744[60]

1832 12.395[61]

1853 14.474[62]

1961 38.571[63]

1982 41.273[64]

1985 41.801[64]

1991 43.476[64]

1995 45.533[65]

2001 48.236[66]

2005 50.324[67]

2006 50.699[68]

2007 51.021[69]

2010 53.447[64]

Etnie e minoranze straniere

All'anno 1999, il totale dei cittadini stranieri residenti è di 830 individui, di cui la comunità più
consistente proveniente dalla Tunisia (183 individui), seguita dalle comunità maggiori provenienti
da Marocco (105), Romania (73), Albania (71), India (53), Polonia (38), Egitto (26), Stati Uniti
d'America (25), ex-Jugoslavia (23). I restanti 234 stranieri provengono da altri paesi[71].

Secondo i dati ISTAT[72] al 31 dicembre 2010 la popolazione straniera residente era di 4.754
persone di 81 nazionalità (2.093 di 21 Stati dell'UE e 2.661 di 60 Paesi extra EU). Le dieci
nazionalità maggiormente rappresentate in base alla percentuale sul totale della popolazione
residente con il 4,89% è quella rumena con 2.617 unità, seguita da Albania (399), Marocco (291),
Tunisia (216), India (174), Ucraina (157), Moldavia (106), Polonia (96), Cina (66), Gran Bretagna
(44).

Lingue e dialetti

«Cent'anni pozza campà chi dice da 'i a magnà, nun pozza campà 'n ora chi dice che n'è
ora»

(Proverbio in dialetto velletrano, Proverbi e modi di dire, su Tuttovelletri (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2003).)

L'idioma ufficiale di Velletri è ovviamente la lingua italiana, mentre il suo dialetto più diffuso è il
veliterno detto anche velletrano, tipico esempio di dialetto mediano, questo dialetto è influenzato
minormente dal romanesco, ma è un dialetto del gruppo laziale centro-settentrionale, avendo
molte stesure, vocaboli ed elementi della sintassi in comune con le altre parlate delle province di
Frosinone e Latina. Importante pilastro del velletrano sono state la Poesie in dialetto velletrano di
Giovanni Battista Iachini (1884), prima espressione letteraria del dialetto locale, seguiti da altre
opere simili, fra le quali ricordiamo le Poesie e canti in dialetto velletrano del professor Antonio
Venditti (1979) e Velletri mia di Lucia Mammucari (1988). Il "velletrano", vera e propria lingua
con sue regole grammaticali ben precise, poco comprensibile a chi non lo parla abitualmente, ha
molti vocaboli di origine spagnola, francese ed ovviamente latina. Tipica è la sostituzione
dell'articolo il con "o".

Religione

Nella Statistica dello Stato Pontificio del 1853 risultavano 5 ebrei residenti a Velletri.

A Velletri è presente una chiesa evangelica pentecostale ADI, un centro dell'Opera per le Chiese
Evangeliche Metodiste d'Italia (OPCEMI) chiamato Ecumene ed un piccolo centro islamico. Il 24
ottobre 2004 a Velletri si è tenuta la IV Assemblea Nazionale delle Chiesa Evangeliche Italiane.

Tradizioni e folclore
Festa patronale di San Clemente; ricorre il 23 novembre.
Festa patronale di Santa Maria delle Grazie.
La Pasquella; si tiene il 5 gennaio: Si tratta di un canto augurale portato dalle diverse squadre
di pasquellari alle famiglie veliterne, un augurio che copre la famiglia da quel momento
all'avvento della pasqua.[73]
Palio delle Decarcie.[74]

Istituzioni, enti e associazioni

Velletri è, assieme a Lariano, parte del distretto H5 (che


proprio in città ha sede) dell'ASL RMH.
L'Ospedale Civile
"Paolo Colombo" è la locale struttura sanitaria pubblica.

Sono presenti una struttura sanitaria privata, la Casa di Cura


Madonna delle Grazie, con 175 posti letto ed una residenza
sanitaria assistenziale accreditata, la casa di cura Il Pigneto[75]
con 40 posti residenziali. Il San Raffaele nota un tempo come
Clinica Madonna della Letizia, anch'essa accreditata come
Il tribunale
residenza sanitaria assistenziale, dotata di pronto soccorso e
402 posti letto non è più operativa[76].

Hanno inoltre sede nel comune: la Scuola allievi marescialli e


brigadieri carabinieri, il Tribunale e il carcere di massima
sicurezza.

Cultura

Istruzione
Il carcere di massima sicurezza

Biblioteche

La principale biblioteca pubblica di Velletri è la Biblioteca comunale Augusto Tersenghi,


istituzione di antica fondazione che raccoglie diversi fondi librari radunati da privati fin dal XVIII
secolo ed è parte integrante del SBCR (Sistema bibliotecario dei Castelli Romani).
Scuole

Scuole primarie

Le prime scuole per l'infanzia hanno a Velletri radici molto


antiche. Un Istituto dei fratelli delle scuole cristiane venne
fondato nel 1836, e sciolto nel 1850 per mancanza di strutture;
un Conservatorio di zitelle per l'educazione della fanciulle
esisteva fin dal 1690, affiancato poi a partire dal 1695 da un
istituto di Suore Orsoline: le due istituzioni si fusero nel 1713 e
La casa di cura "San Raffaele" non
perdurarono fin al 1870; le Maestre Pie Venerini aprirono la
più operativa.
loro casa a Velletri il 3 maggio 1744.

Nel 1874 venne aperta una scuola elementare di tirocinio


annessa alla Reale Scuola Normale.

«Velletri si distingue anche nel pubblico


insegnamento, sì per l'istruzione e educazione della
gioventù, sì per l'emulazione nelle scienze, come
ancora negli istituti benefici e caritatevoli a vantaggio
dei bisognosi.»

(Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Il centro culturale-amministrativo


Velletri, vol. LXXXIX p. 238, Venezia, 1851.)

Nell'anno scolastico 1999-2000, 10  090 ragazzi frequentavano scuole di ogni ordine e grado nel
territorio di Velletri.[71]

Scuole superiori

Un Collegio della Compagnia di Gesù venne fondato a Velletri con la bolla di papa Pio IX Quod
Divina Sapientia del 7 aprile 1851.

Una Reale Scuola Normale fu istituita a Velletri con Regio Decreto del 23 settembre 1872, e
concepita come istituto magistrale per adempiere alla necessità di meglio provvedere alla
formazione di buoni insegnanti per le scuole elementari maschili e femminili in provincia di
Roma[77]. Nel 1891 la scuola venne intitolata a Clemente Cardinali (1789-1839), archeologo e
intellettuale velletrano. Stabilita la sede in prossimità della chiesa di San Lorenzo, nell'ex-
convento dei PP. Francescani, la scuola venne dotata di una scuola elementare di tirocinio, di
un Convitto, di un Osservatorio Sismico nel cortile, più un gabinetto di fisica, uno di scienze
naturali, una biblioteca, ed un museo scolastico. La scuola, tramutata in seguito in Istituto
Magistrale e dedicata a Dante Falconi[78], è stata nel 1999 accorpata all'Istituto di Istruzione
Superiore "Mancinelli-Falconi", e gradualmente sostituita dagli indirizzi di liceo socio-
psicopedagogico e liceo di scienze sociali.
L'Istituto di Istruzione Superiore "Antonio Mancinelli-Dante Falconi" è frutto dell'unione tra varie
istituzioni scolastiche, e offre i corsi di liceo classico, liceo linguistico, liceo socio-
psicopedagogico e liceo delle scienze sociali. Il liceo ha una succursale a Velletri Centro.
Dal 1990 ha aperto i battenti il Liceo Scientifico Statale "Ascanio Landi", con il corso di liceo
scientifico, liceo Scientifico Informatico e Liceo Scientifico Linguistico. Il liceo ha una
succursale presso un'altra scuola veliterna.
L'Istituto Tecnico Industriale Statale "Giancarlo Vallauri" è un istituto tecnico nato nel 1960
come succursale dell'Istituto "Enrico Fermi" di Roma: divenuto autonomo nel 1968. Offre i corsi
di Istituto Tecnico e Liceo Scientifico Tecnologico.
L'Istituto Tecnico Commerciale Professionale Statale "Cesare Battisti" è nato negli anni
cinquanta del XX secolo.
L'Istituto di Istruzione Superiore "Juana Romani" è una scuola con principale indirizzo artistico.
Velletri è inoltre sede dell'Istituto Agrario nel quale alloggia anche la sede dell'Istituto per
Geometri, sede distaccata è invece l'istituto di Ragioneria.
L'"Enrico Fermi", è invece un istituto tecnico commerciale e liceo privato con scuole serali.
L' " I.P.S.S.A.R Ugo Tognazzi" è invece un istituto alberghiero.

Università

L'Università di Velletri consisteva in una teorica istituzione concessa da secoli in favore della Sede
suburbicaria di Ostia, dal 1150 unita alla Diocesi di Velletri: Pertanto, visto lo spopolamento di
Ostia, il diritto all'università venne spostato a Velletri, presso il seminario, dove fin dal 1817 si
tenevano corsi umanistici che terminavano con la laurea[79].

Agli inizi del XX secolo scoppiò un'ardua lotta tra Marino e Velletri per ospitare la sede distaccata
della Facoltà di Agraria dell'Università "La Sapienza" di Roma; la lotta venne infine spuntata da
Velletri, con grande delusione dei marinesi[80]. La sede, tuttavia, venne in seguito chiusa.

A Velletri ha sede la Facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia di Viterbo con le


specializzazioni in Viticoltura, Enologia, Tecniche alimentari.

Sempre a livello universitario, in città ha sede l'Università della Terza Età, aperta a tutti gli over 65.
È una delle sedi del polo laziale insieme a quelle di Roma, Frosinone, Ariccia e Cassino.

Seminari

Il seminario vescovile venne fondato una prima volta nel 1570 dal cardinale vescovo Giovanni
Girolamo Morone, tuttavia per carenza di rendite venne chiuso pochi anni dopo. Il cardinale
vescovo Alfonso Gesualdo nel 1592 provò a riaprire il seminario, riuscendo stavolta a trovare le
rendite con difficoltà. La Comunità di Velletri manteneva due posti al seminario a sue spese, uno
per un nobile, l'altro per un popolano; attorno al 1860 la popolazione scolastica del seminario era
di una ventina di seminaristi, più una cinquantina di convittori[79].

Gli studenti del seminario venivano istruiti in grammatica inferiore, grammatica superiore,
umanità, retorica, filosofia, teologia dogmatica, morale, storia ecclesiastica e storia sacra, canto
fermo.
Nel 1601 la Sacra Congregazione del Concilio concesse al cardinale vescovo Alfonso
Gesualdo il seguente privilegio per il seminario della sua sede vescovile di Velletri:

«Ut qui in collegio illo per triennium studuerit, habeat privilegia data ipsis universitatibus.»

Così in forza di ciò il cardinale vescovo Alessandro Mattei (1814-1820) ottenne in seguito da papa
Pio VII l'autorizzazione ad aprire nel seminario veliterno corsi di filosofia e teologia che dessero la
laurea ai seminaristi: tuttavia questo privilegio venne abrogato da papa Leone XII.

Nel 1967, dopo lo smembramento della Diocesi di Velletri in favore della nuova Diocesi di Latina, il
seminario venne chiuso, suscitando grande delusione nell'ambiente ecclesiastico veliterno. In
seguito, il seminario è stato ricostituito con sede in località Colle dell'Acero.

Musei
Museo civico archeologico Oreste Nardini; il Museo, riaperto da alcuni anni dopo una serie di
restauri ed interventi sulla struttura, accoglie alcune opere considerevoli, come il famoso
sarcofago di Velletri o Sarcofago delle Fatiche di Ercole.

Fin dal XVII secolo umanisti e prelati si cimentarono nel raccogliere antichità che affioravano nel
territorio di Velletri, dando vita così al Museo Borgiano, alla Collezione Ginnetti, al Museo
Diocesano, che in buona parte sono poi confluite nel Museo Civico Archeologico inaugurato nel
1920 dall'ingegner Oreste Nardini, Regio Ispettore ai Monumenti e Scavi di Velletri. I reperti che
poi comporranno il Museo furono visti anche da Johann Wolfgang von Goethe, il quale ne decantò
la bellezza nel suo libro Italienische Reise (Viaggio in Italia). Oggi buona parte delle opere più
pregevoli, come la Pallade di Velletri conservata al Louvre di Parigi, sono lontane da Velletri.

Il museo si suddivide in due itinerari:

Itinerario archeologico; racchiude il cuore della collezione, con il Sarcofago delle Fatiche
di Ercole, risalente al II secolo e rinvenuto nel 1955, la Lastra dell'Orante, del IV secolo,
e le Terrecotte Volsche, rinvenute nel 1910. Altri reperti vennero rinvenuti nel 1881,
mentre nel 1980 venne alla luce un sarcofago romano;
Itinerario di Geopaleontologia e Preistoria dei Colli Albani; aperto nel 2005, è un
interessante viaggio nella preistoria dei Colli Albani, suddiviso in cinque sezioni:

Geologia; uno scenografico "condotto di fuoco" conduce il visitatore in un ambiente


che riproduce un'eruzione vulcanica;
Paleontologia; vengono esposti reperti fossili e viene spiegata la fossilizzazione;
Antropologia; viene analizzato lo sviluppo de primi uomini;
Preistoria; tramite ricostruzioni fedeli, viene riproposto lo sviluppo dell'uomo prima
della scoperta del fuoco;
Protostoria; viene analizzata la vita dell'uomo prima della scrittura.

Museo Diocesano; a Velletri, nel chiostro della Cattedrale, ha sede il Museo Diocesano.
Raccoglie opere d'Arte di inestimabile valore, importanti soprattutto per la loro unicità. Tra
queste la Crux Veliterna, prezioso reliquiario dell'XI-XII secolo in oro filigranato e smalti; opere
di Gentile da Fabriano, Bicci di Lorenzo, Antoniazzo Romano, Giovan Battista Rositi,
Francesco da Siena, Giuliano Finelli e Sebastiano Conca, nonché paramenti ed arredi liturgici.
La Crux Veliterna o Croce Veliterna è una stauroteca in oro (cioè una croce contenente la
reliquia di un frammento della Santa Croce), in filigrana, pietre preziose e smalti cloisonné
posta su un piede di argento e bronzo dorati. Sul lato frontale vediamo un frammento di
enkolpion raffigurante Cristo Crocifisso, mentre nel verso l'Agnus Dei è circondato dai simboli
antropomorfi degli Evangelisti. La Croce, che racchiude un frammento della vera Croce, venne
donata da Federico II di Svevia al papa Alessandro IV che la donò, a sua volta alla Cattedrale
veliterna. L'analisi stilistica permette di supporre che la sua realizzazione sia avvenuta in
ambito palermitano nella prima metà del XII secolo. La Madonna con Bambino di Gentile da
Fabriano è l'unica opera rimasta dell'artista fra quelle realizzate durante il suo periodo romano
(settembre 1426-settembre 1427) essendo andati perduti gli affreschi di San Giovanni in
Laterano. Di Sebastiano Conca è la Madonna del Rosario con i Santi Domenico, Caterina da
Siena e Giovanni Battista. La tela è opera del famoso pittore nato a Gaeta, ma formatosi a
Napoli alla scuola del Solimena e operoso a Roma nella prima metà del Settecento. Il dipinto
venne realizzato su commissione della famiglia veliterna Fiscari e posto nella Cappella del
Rosario della Cattedrale per ordine del cardinale Tommaso Ruffo vescovo di Velletri. Il dipinto
benché risponda a delle istanze prettamente devozionali, è di grande levatura pittorica e
costituisce uno dei pezzi più importanti della collezione del Museo. Il Museo è privo di barriere
architettoniche. Inoltre è presente una Sala Mostre dove si tengono esposizioni temporanee.
Museo delle Religioni (via Ettore Novelli)
Museo di Geopaleontologia
Museo delle Decarcie "Nicola Ferri"
Media

Stampa

Il primo giornale stabile pubblicato a Velletri è stato il Bullettino di Velletri e del Lazio, risalente al
1870. In seguito, è stato il turno de: Il Censore (1878-1879), La Falce, quindicinale pubblicato a
Velletri e Frosinone tra il 1881 ed il 1886, L'Avvenire del Lazio, quotidiano di Albano, Frascati e
Velletri uscito tra il 1881 ed il 1888, Il Nuovo Censore, settimanale edito tra il 1882 ed il 1915, La
Gazzetta di Velletri (1884), Camicia Rossa (a frequenza irregolare tra il 1884 ed il 1887), La Sfinge
Volsca, mensile di enigmistica pubblicato nel decennio 1890-1900, La Favilla (1897-1913),
L'incubo (1905-1907), In Alto! (1908), Abbattiamo per riedificare, quindicinale socialista del
Lazio edito tra il 1908 ed il 1909, il settimanale La Democrazia (1910-1911), Il Fargo (1912), Lo
studente (1913), Il lavoratore (1913-1914), Velester (1929-1930), L'Araldo (1961), La Torre (1969,
le cui pubblicazioni sono state sospese nel 2014), Eolo (1999-2001), Milleluci (pubblicazioni
sospese nel 2012), Il Cittadino (pubblicazioni sospese nel 2016), Informa Oggi (che ha sostituito
Velletri Oggi), L'Artemisio (settimanale, nelle edicole dal 2001). Proprio a Velletri, nel 2011, è
stato fondato il quotidiano telematico, dal 2016 anche cartaceo, Castelli Notizie[81]. Dal 2013 è
operativo il quotidiano on line Velletri Life Giornale, che riprende in veste telematica e giornaliera
il vecchio mensile cartaceo edito negli anni Duemila.

Radio

Dal 1976 è stata attiva la rete radiofonica Radio Delta Velletri Stereo sulla frequenza 103,3 MHz,
che ha cessato di trasmettere il 31 ottobre 2015. Un'altra stazione, chiamata Radio Mania,
emittente radiofonica veliterna che trasmette sulla frequenza 88,2  MHz dal 1995 diretta da
Leonardo Di Silvio. Le radio locali si occupano di politica, cronaca, spettacolo, sport, musica con
programmi di varietà e finestre sulla quotidianità veliterna. A Velletri risulta molto seguita anche
Radio Antenne Erreci storica emittente con sede a Cisterna di Latina sulla frequenza 97,300
diretta dal veliterno Manlio Goldner.

Arte

Letteratura

Nel XVII secolo iniziarono a sorgere diverse accademie letterarie, fondate da eruditi e umanisti,
che si riunivano nelle sale di qualche palazzo nobiliare. Vennero fondate l'Accademia degli
Affaticati, quella degli Erranti, degli Estinti, dei Gonfiatori, dei Riaccesi, dei Sollevati, e degli
Innominati[82]. Particolare era poi l'Accademia degli Incogniti, che si riuniva nei locali del
seminario vescovile.

Nel 1755 Clemente Erminio Borgia e Domenico Antonio Cardinali, entrambi velletrani, fondarono
la Società letteraria Volsca Veliterna . Gli Atti di questa Società, editi alcuni anni dopo la
fondazione, sono conservati nel fondo Antico della Biblioteca "Oreste Nardini" e rappresentano
un'importante fonte storica e letteraria su Velletri.

Un'importante opera di letteratura dialettale velletrana è rappresentata dalle Poesie in dialetto


velletrano di Giovanni Battista Iachini, edite nel 1884.

Diversi storici e studiosi in varie epoche si sono dedicati a Velletri:

Italia illustrata, Flavio Biondo, 1527;


Gerarchia Cardinalizia, Carlo Bartolomeo Piazza, 1703;
Description of Latium, Ellis Cornelia Knight, 1809;
Viaggio antiquario ne' dintorni de Roma, Antonio Nibby, 1819;
Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni de Roma, Antonio Nibby, 1837;
New guide of Rome and the environments, Antonio Nibby, 1849;
Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica (vol. LXXXIX-XC), Gaetano Moroni, 1847;
La Campagna Romana antica, medioevale e moderna (vol. II), Giuseppe Tomassetti, 1910;

Delle altre opere monografiche dedicate a Velletri, la più antica è il Theatro Istorico di Velletri
Insigne città e Capo dei Volsci, di padre Bonaventura Teuli[83] (1590-1670), ristampata nel 1885; la
più nota è invece l'Istoria della Città e della Chiesa di Velletri, del cardinale Alessandro Borgia.

La prima edizione del Theatro Istorico di Velletri di fra' Bonaventura Theuli è del 1644. La
seconda edizione venne ristampata nel 1885 da Cesare Bertini, libraio ed editore con sede in strada
Vittorio Emanuele 99, con lo stesso titolo ma con i seguenti sottotitoli: Insegne città e capo dei
Volsci, del Rev. Padre Fra' Bonaventura Teoli, Velletrano Dott. Teol. Francescano Conv. Opera
già dedicata all'Em. e R.m Card. Geronimo Verospi, Vescovo d'Osimo.
Reca inciso in antiporta un
ritratto di fra' Bonaventura disegnato da Oreste Nardini traendo spunto da un quadro ad olio
esistente nella biblioteca Comunale e inciso da I. Marelli

L'Istoria della Città e della Chiesa di Velletri è del cardinale Alessandro Borgia, zio di Stefano
Borgia. Per quanto riguarda questo autore, recentemente sono state tradotte dal latino, con testo
originale a fronte, a cura di L. Bartelli, del professore M. Lozzi e di B. Pallotti, due opere
importantissime: Sinossi del cardinale Stefano Borgia, opera del carmelitano scalzo fra' Paolino di
San Bartolomeo, e la De Cruce Veliterna, minuziosa descrizione fatta dallo stesso cardinale
Stefano Borgia della famosa opera di oreficeria parlermitana conservata presso il Museo
Diocesano di Velletri.
Queste due opere, finemente rilegate, in tre volumi, in marocchino e seta
rossi, sono state dagli stessi curatori offerte pubblicamente a papa Benedetto XVI durante la sua
visita alla città del 23 settembre 2007.

Teatro

Durante tutto il Medioevo e poi nel Rinascimento, a Velletri era operativo un teatro all'aperto
chiamato Teatro della Passione, dalle rappresentazioni della Passione di Gesù Cristo che vi si
tenevano a Pasqua. Il Teatro venne raso al suolo nel 1765 perché la Confraternita del Gonfalone di
San Giovanni in Plagis, proprietaria del luogo, vi eresse un granaio.

(LA) (IT)

«Vetustissimum Hoc V. Confraternitatis S. «Questo antichissimo teatro della


Iohannis in Plagis Teatrum In Foro S. Venerabile Arciconfraternita di San
Iacobi Nuncupato Contra Orientem Ad Giovanni in Plagis nella piazza chiamata di
Publice Representanda Dominicae San Giacomo verso oriente costruito per le
Passionys Mysteria Constructum in pubbliche rappresentazione dei Misteri
as
Horreum Aere Proprio Conf. Convertita.» della Passione del Signore adibito ad area
di granaio di proprietà della Confraternita.»

(Avanzi del Teatro della Passione, xilografia 70x150, da La Patria, 1894.)

Tuttavia, le rappresentazioni teatrali pubbliche vennero spostate nella cornice del Palazzo
Comunale.

Nel 1850 il Moroni[84] afferma che si stava costruendo un Teatro Comunale, iniziato nel 1835 e ai
suoi tempi ancora incompiuto. Sempre il Moroni afferma che era stata appena fondata una Società
accademica Filodrammatica che si esibiva nel teatro privato di palazzo Graziosi, ricostruito
appositamente da Giuseppe Graziosi.

Velletri è dotata di quattro teatri:

Teatro Artemisio - Gian Maria Volonté: è la sala storica veliterna. Recentemente ristrutturato
dopo 25 anni di inattività, nel 2012 è stato riaperto e intitolato all'artista Gian Maria Volonté. Ha
una capienza di oltre 400 spettatori. Negli anni scorsi ha ospitato il Festival Nazionale della
Canzone Italiana veliterno (che si oppose a quello di Sanremo più blasonato) oltre ad una
vasta di gamma di spettacoli. Il teatro, molto ampio, è vanto della città per la sua caratteristica
architettura e la sua alta capienza. In alcune foto storiche si nota il doppio utilizzo come teatro
e come cinema.

Teatro "Ugo Tognazzi"; il cartellone degli spettacoli Teatro Artemisio - Gian Maria
che vi si tengono è, questi anni, sempre più ricco di Volonté
grandi nomi del teatro. Inaugurato da Gianmarco
Tognazzi e Bud Spencer, nel marzo 2007 è andata Ubicazione
anche in scena un adattamento teatrale di un'opera Stato  Italia
ispirata al sonetto La Battaglia di Marino del
Località Velletri
velletrano Giovanni Battista Iachini liberamente tratta
dalla poesia dello stesso poeta e messa in scena Indirizzo via Edmondo Fondi,
dall'Associazione Culturale " 'A matticella" 00049 Velletri, Italia
(myspace.com/amatticella). Il dissesto finanziario del
comune ha portato alla temporanea chiusura del Dati tecnici
teatro, riaperto il 1º gennaio 2012. Tipo sala con platea

Teatro di Terra; fondato nel 1995 dall'associazione Fossa assente


culturale Artemista, fino ad oggi ha visto stagioni Capienza 400 posti
teatrali dai fervidi programmi: tra le principali Sito ufficiale (http://www.comune.velletri.r
rappresentazioni La locandiera di Carlo Goldoni, La
coscienza di Zeno di Italo Svevo, e molto altro m.it)
ancora.
Teatro Aurora; Adiacente alla cattedrale di San Teatro Ugo Tognazzi
Clemente, abbastanza ampio e spesso utilizzato per
Ubicazione
varie manifestazioni. La sala è munita sia di platea
che di galleria. Stato  Italia
Località Velletri
Molte Compagnie Teatrali conosciute a Velletri sono:
Indirizzo via Filippo Turati
Compagnia Anim'Azione Velletrana di Sandro Natalizi Dati tecnici
Compagnia Teatrale 'A Matticella Tipo sala con platea
Compagnia Già e non ancora
Fossa assente
Gruppo 'o Stazzo
Capienza 450 posti
Compagnia Teatrale Aquerò
Sito ufficiale (http://www.comune.velletri.r
Nel 2009 ha invece chiuso il più piccolo Teatro della m.it)
Neve, situato in vicolo della Neve e salito alla ribalta della
cronaca per gli spettacoli comici tra cui quello del
napoletano Peppe Barra. Teatro di Terra
Ubicazione
Cinema Stato  Italia
Località Velletri
Velletri ha una ben radicata tradizione cinematografica.
Indirizzo via san Crispino 18,
Oltre ad alcuni studi di produzione installati in città agli
inizi del XX secolo, è sempre esistita in città almeno una 00049 Velletri, Italia
sala cinematografica. Dati tecnici
Proprio agli inizi del Novecento, in città nacquero gli Tipo sala con platea
stabilimenti cinematografici Helios Film. Il primo film
Fossa assente
uscito da questi stabilimenti è stato del 1911, col titolo
L'Inferno, basato sull'inferno dantesco: film muto, in Capienza 100 posti
bianco e nero, della durata di 15', è stato girato Realizzazione
interamente nelle campagne di Velletri e presso il lago di
Costruzione 1995
Giulianello, sotto Cori. Recentemente è stato rinvenuto
nella Filmoteca Vaticana e presentato restaurato nel I Sito ufficiale (http://www.teatroditerra.it)
festival del cinema dei Castelli Romani a Ciampino. La
Helios perse per questo film una causa con la Milano
Films, autrice di un altro Inferno praticamente coevo di Teatro Aurora
questo, che viene considerato il primo lungometraggio Ubicazione
della storia del cinema italiano.
Stato  Italia
Una commedia cinematografica del 1974 tratta di un Località Velletri
ipotetico Fra' Tazio da Velletri, per la regia di Romano Indirizzo Piazza Clemente Micara
Gastaldi (con nome d'arte Romano Scandariato) e la
partecipazione di Remo Capitani, Glauco Onorato, Dati tecnici
Christa Linder, Margaret Rose Keil. Tipo sala con platea
Fossa assente
Musica Capienza 250 posti
Sito ufficiale (http://www.comune.velletri.r
Velletri fin dal XIX secolo ospita un Concerto m.it)
Filarmonico cittadino, che originariamente aveva sede
presso alcuni locali nel Palazzo Comunale.

Tuttavia, numerosi sono i velletrani divenuti famosi per meriti musicali: il primo è Giovanni di
Cola, fondatore della cappella musicale della Cattedrale di San Clemente; poi vanno menzionati
Ruggero Giovannelli (1560-1622), il quale succedette a Giovanni Pierluigi da Palestrina nella guida
della cappella musicale del Vaticano; e Mariano Astolfi (1790-1859), maestro della cappella
musicale della Basilica di San Lorenzo in Damaso.

Agli inizi del XIX secolo era attiva a Velletri la Banda Musicale del Garofano Rosso, in seguito
scioltasi.
Nel XIX secolo risultano tra i direttori: Filippo Angelini (dal 1868 al 1885), Giovanni
Battista Checcucci (dal 1886 al 1888), Agoardo Bernabei (dal 1891 al 1902)[85].

Nel 1988 viene fondato il Coro Ruggero Giovannelli che svolge attività di divulgazione del canto
corale sul territorio. Si è esibito fino ad oggi in più di 300 concerti, di cui oltre cento nella Capitale,
presso sedi prestigiose come l'Arena di Verona col M° Ennio Morricone, l'Altare della Patria in
Roma, i Campi Flegrei di Napoli, il Palazzo dei Congressi di Parigi, etc. Il suo repertorio spazia
dalla polifonia con l'Ensemble R. Giovannelli, al grande repertorio sinfonico-corale e all'opera. Nel
2012 è stato invitato dall'amministrazione comunale ad inaugurare la riapertura del Teatro
Artemisio con i Carmina Burana di C. Orff.

Protagonista dal 2006[86] degli eventi cittadini è la Banda Comunale "Città di Velletri", sempre
presente in occasione di pubbliche cerimonie.

Cucina

La cucina velletrana è fortemente influenzata sia dalla cucina romana che da quella laziale in
genere, ed i piatti principali sono: il carciofo alla matticella; le fettuccine al bastone, gli gnocchi
alla velletrana, la zuppa di cavoli con baccalà, la panzanella alla velletrana, i polli in porchetta, la
zuppa di fagioli con cotiche. Il tutto è ovviamente accompagnato da vino locale, istituito a
Denominazione di Origine Controllata nel 1972, distinguibile in varie categorie, dal Velletri bianco
al Velletri rosso riserva.

Geografia antropica

Urbanistica

«Moltissime sono le città, che col volger de' secoli hanno in tutto, e almeno in parte
cambiato l'antico sito; non però Velletri, che sempre dalla sua antichissima origine ha
occupato i medesimo colli su cui tuttora esiste.»

(Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 213-214.)

Il sito dell'abitato Velletri è sempre stato lo stesso fin dall'età dei


Volsci e poi dei Romani: variava però probabilmente l'estensione
dell'area popolata: in età romana infatti si pensa che l'area della
Cattedrale di San Clemente fosse occupata da un tempio rustico al dio
Marte. Nel Medioevo, la città iniziò ad ascendere e l'area abitata a
crescere dentro le nuove fortificazioni, che avvolgevano per un
perimetro di tre miglia l'intera altura tra il fosso di Anatolia e il
Vallone della Regina.

La strada principale era ed è corso della Repubblica, che segue il


tracciato della via Appia dentro le mura, da porta Romana a porta
Napoletana. Lo sviluppo quindi ha seguito la sua direttrice,
riempiendo la parte orientale della città murata e tralasciando fino al La Via Appia in entrata da
XIX secolo le zone occidentali. nord, in questo tratto
chiamata Viale Roma
Con la crescita del secondo dopoguerra, Velletri si è espansa sia in
direzione sud, lungo la Strada Statale 7 Via Appia, ma anche e
soprattutto verso oriente, in parallelo a via Ariana, con i nuovi
quartieri attorno alla Tangenziale e al nuovo Tribunale.

Suddivisioni storiche

Decarcie

Velletri fin dal periodo medioevale è stata suddivisa in cinque


Corso della Repubblica, principale
decarcìe (singolare decarcìa), zone equivalenti ai rioni.
arteria cittadina.
L'origine del nome decarcia è plausibilmente legata al greco
δεκα (deka, "dieci") e αρχια (arkia, "potere"), quindi "potere
dei dieci"[87].

Le decarcie sono in numero di sei:

Decarcia Portella.
Decarcia Collicello.
Decarcia Santa Maria.
Decarcia Castello.
Decarcia Santa Lucia.
Decarcia San Salvatore.

L'Associazione "Palio delle Decarcie Nicola Ferri" si è occupata


dell'organizzazione del Palio fino alla cessazione della sua
attività. Nel 2012 l'Associazione "Sbandieratori e Musici di
Velletri" riceve l'incarico dall'Amministrazione comunale
unitamente al Gruppo Equestre di Velletri.

Contrade
Piazza Mazzini
La nuova toponomastica comunale estesa a tutto il territorio
comunale, ha sostituito nei documenti ufficiali la dicitura di
contrada ma nella cultura popolare, dopo secoli di uso, esse sono ancora ben radicate ad indicare
le aree rurali del territorio velletrano: le contrade di Velletri sono più di cento. Potrebbero essere
paragonate alle frazioni o alle località di alcuni comuni, ma si trovano in un paesaggio di
campagna e distaccato dal centro. Le contrade fanno da cornice al centro cittadino e sono sparse
per tutto il territorio comunale. In molte di esse non vi è alcun servizio, mentre in altre vi sono
supermercati, centri sportivi, vivai, scuole elementari. I nomi sono dovuti ad antiche leggende o a
soprannomi dei vari colli sulle quali sorgono. Quasi tutte sono servite dalle autolinee comunali.
Sono in genere composte da una strada principale che prende il nome dalla contrada in cui si trova
e da numerose viuzze secondarie spesso senza uscita. Nelle contrade vi sono numerosi villini. Esse
sono 90:

Acqua Lucia Colle Perino Malatesta


Acqua Palomba Colle Petrone Mercatora
Acquavivola Colle Piombo Monaci
Arcioni Colle Pipino Morice
Aria Fina Colle Rosso Muracce
Campetto Macellari Colle Salvia Paganico
Capanna Murata Colle San Clemente Papazzano
Capitancelli Colle San Francesco Peschio
Carbonara Colle San Giovanni Piazza di Mario
Carciano Colle Santa Maria Poggi d'Oro
Casale Colle Scarano Ponte di Mele
Castel Ginnetti Colle Stringa Pozzetti
Castagnoli Colle Zioni Prato di Maggio
Ceppeta Colonnella Pratolungo
Cigliolo Comune Pratone
Cinque Archi Crocefissi Ponte Massorano
Colle Barberetti Faiola Pratolungo
Colle Calcagno Fienili Retarola
Colle Caldara Fiume Rioli
Colle Catalini Fossatello Sant'Eurosia
Colle Cicerchia Giannettola San Pietro
Colle dei Marmi La Chiusa Santirecchia
Colle d'Oro La Parata Santo Tomao
Colle Formica La Pilara Selvanova
Colle Gallinelli Lazzaria Soleluna
Colle Giorgi Le Corti Spirito Santo
Colle Ionci Le Fornaci Tevola
Colle Noce Le Mole Troncavia
Colle Ospedale Lupacchiotti Ulica
Colle Ottone Madonna degli Angeli Vascucce

Economia

Agricoltura

«L'industria della massa del popolo veliterno è la coltivazione delle vigne e de' campi, il
che forma tutta la ricchezza della città.»

(Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 253.)

Il settore primario a Velletri si basa prevalentemente sulla produzione di vino e sul commercio dei
prodotti della circostante regione agricola. Nel 1851 la produzione vinicola del territorio si aggirava
sulle 14.000 botti, smerciate soprattutto a Roma[88].

Nel territorio di Velletri e in quello adiacente di Lariano si producono i seguenti vini DOC:

Velletri bianco
Velletri bianco superiore
Velletri rosso
Velletri rosso riserva

Alla fine dell'Ottocento, a Velletri venne aperta una Cantina Sperimentale, grazie all'impegno del
deputato veliterno Menotti Garibaldi, che rappresentò un punto importante per lo sviluppo della
città, che oggi ospita la facoltà di Agraria dell'Università della Tuscia.

Industria

«Sembrami non esagerare asserendo, che nelle due provincie di Marittima e Campagna
non vi è città o terra più popolata, più conoda, più abbondante e più commerciante di
Velletri.»

(Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 253.)

Nel XIX secolo l'industria veliterna consisteva in una ricca ed eccellente fabbrica di cera, una
fabbrica di sapone, cinque speziarie, alcuni droghieri e mercanti di panni, nove mulini da olio, e un
opificio a vapore per il grano.

Il settore industriale è piuttosto vivace e l'area industriale ed artigianale si concentra lungo la via
Appia Nuova, principale arteria di collegamento con le grandi industrie dell'Agro Pontino.
L'effettiva zona industriale però si trova in Contrada Lazzaria, sede del carcere e della discarica
comunale, e consta di svariati impianti al confine con la provincia di Latina. Tra le attività
artigianali più diffuse e rinomate vi sono l'arte della ceramica e della terracotta.[89]

Servizi
Esistevano durante lo Stato Pontificio a Velletri due monti frumentari, enti benefici verso i
bisognosi: uno era il Monte dell'Abbondanza o Annona, chiuso al tempo di papa Pio VII, l'altro era
il Monte di Pietà "Ginnasia Gregna", istituito da Caterina Ginnasi nel 1639, nipote del cardinale
vescovo Domenico Ginnasi (1630-1639), e beneficiato dal cavalier Nicola Gregna nel 1797. Il
Monte di Pietà cessò la sua attività nel 1940. Un Monte di Pietà era già stato instaurato a Velletri
intorno al 1470, ad opera di Giovanni Mancinelli allora uno dei Signore Nove che governavano la
città. Fu il primo Monte non derivato dalla predicazione Francescana e uno dei primi a nascere
fuori dalla zona umbro-marchigiana.

Nel 1885 nacque la prima banca velletrana, la Cassa di Risparmio di Velletri; nel 1895 venne
invece costituita la Banca Cooperativa Commerciale-Agricola di Velletri, e nel 1903 la Banca
Cooperativa Pio X.

Velletri è sede della Banca Popolare del Lazio, una società cooperativa per azioni che ha filiali in
tutta la regione.

Fin da tempo immemorabile si celebra la fiera in occasione della festa patronale di san Clemente,
che nel XIX secolo durava dal 23 novembre al 2 dicembre; anticamente, si celebravano anche altre
due fiere: una dal 15 al 23 agosto e una dal primo lunedì di maggio a dieci giorni a venire[88].

Mentre in tempi antichi il giorno di mercato franco era il sabato[88], il mercato settimanale si tiene
di giovedì nel quartiere San Biagio. Il mercato dell'usato è invece situato, sempre di giovedì,
nell'area adiacente al Parco Muratori.

L'11 maggio 2003 è stato inaugurato il nuovo Mercato Ortofrutticolo di Velletri, dotato di 44
banchi su un'area di 1.800 m2. È costato 950.000 euro con i contributi della provincia di Roma e
del comune di Velletri[90].

Turismo

Velletri era una delle tappe del Gran Tour d'Italia: tappa obbligata tra Roma e Napoli, inoltre
attirava molti viaggiatori per le ricchezze delle sue collezioni museali e per le sue bellezze
naturalistiche ed architettoniche. Nel 2011 Velletri è stata la città capolinea della prima tappa del
Giro Internazionale Femminile di Ciclismo: la tornata ciclistica è stata vinta da Marianne Vos, che
avrebbe poi collezionato il maggior numero di maglie rosa nel tour 2011.

Infrastrutture e trasporti

Strade

Velletri è storicamente interessata dal tracciato di strade


importanti: fin dall'età romana infatti, per Velitrae venne fatta
passare la via Appia. In età medioevale, Velletri fu punto di
arrivo di vari percorsi che da Roma conducevano a Napoli,
alternativi alla via Appia impraticabile nel tratto pontino. Papa
Pio VI tra il 1789 ed il 1791 bonificò il tracciato della via Appia,
chiamata così anche via consolare Pia, realizzando il tracciato
seguito dalla Strada Statale 7 Via Appia tra Genzano di Roma e
Velletri, in antico chiamato "stradello dei Genzanesi". Il bivio Via Appia - Via dei Laghi.

Le principali arterie che attraversano il territorio veliterno


sono la Strada Statale 7 Via Appia e la Strada statale 217 Via dei
Laghi[91], che si incontrano poco prima di entrare nel centro storico di Velletri, che è circondato da
una tangenziale. Importante è anche la Strada Provinciale 304 Via Ariana, che conduce da Velletri
a Lariano e dunque alla via Casilina, e la Strada Provinciale per Anzio e Nettuno.

Velletri è servita dalle autolinee COTRAL con una Autostazione davanti alla stazione.

Ferrovie

La linea ferroviaria a Velletri giunse nel 1863, quando papa Pio


IX in persona inaugurò la ferrovia Roma-Velletri, terza linea
ferroviaria dello Stato Pontificio (dopo la Roma-Frascati e la
Roma-Civitavecchia). Venne per l'occasione pubblicata una
medaglia commemorativa, sul cui retro compare il
monumentale ponte in ferro che attraversa il vallone del fosso
di Anatolia, simbolo della modernità della città. In seguito la
linea venne prolungata dalla stazione di Velletri fino a
Colleferro, su un tratto poi dismesso. La stazione ferroviaria di Velletri,
capolinea della ferrovia Roma-
Il tram venne portato a Velletri dalla STEFER il 12 aprile 1913,
Velletri
con l'apertura del tronco delle tranvie dei Castelli Romani
proveniente da Genzano, che già era collegata
all'intercastellare Albano-Marino-Frascati, a Lanuvio e alla direttrice Appia per Roma. L'ultima
corsa sulla linea Genzano-Velletri venne effettuata dalla STEFER il 4 giugno 1954.

Amministrazione

Gemellaggi

Velletri è gemellata con[92]:

Esch-sur-Alzette
Puteaux
Mödling
Offenbach am Main
Zemun
Kőszeg
Vsetín

Sport
Questa voce o sezione sull'argomento centri abitati del Lazio non cita
le fonti necessarie o quelle presenti sono insufficienti.

Atletica leggera
ASD Atletica Velletri.[93]
Giovanni Scavo Velletri.[93]
Amatori Top Runners Castelli Romani.[93]

Calcio
La VJS Velletri, società fondata nel 1955, con colori sociali rosso-nero giunse fino alla Serie D nel
1978, arrivando negli anni successivi, ripetutamente ad un passo dalla promozione in serie C.
Milita nel 2011-12 nel Campionato di Promozione.

Altra formazione veliterna è la "ASD Vittorio Recine Velletri" ex AC Velletri, con colori sociali
nero-azzurri che milita nel campionato di Seconda Categoria. Ha rilevato il titolo lasciato vacante
dalla società Nuova Velletri che ha a sua volta operato una fusione con la VJS Velletri. Il nuovo
nome oggi è "Sporting Velletri ASD", con colori sociali bianco-azzurri, militante nel campionato di
seconda categoria e con un forte settore giovanile.[94]

È presente una squadra di Calcio femminile militante in Serie C oltre a due società sportive di
calcio a 5.

Calcio a 5

A.S.D. Velletri che, dal 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie B.[95]

A.S.D. Technology C5, fondata nel 2018, vanta due promozioni di fila. Vincitrice del
campionato Serie D nel 2018/2019 e 3' classificata nel campionato Serie C2 nel 2019/2020.
Militerà in Serie C1 nella stagione 2020/2021
A.S.D. Visual Technology C5, milita nel campionato di Serie D

A.S.D. Playground Velletri milita nel campionato di Serie C2


FC Blaugrana milita nel campionato di Serie C2
SPQV Velletri milita nel campionato di Serie D

Pallacanestro
Virtus Velletri che, nel campionato 2019-2020, milita nel campionato maschile di Serie C
Silver.[96]
A.S. Velester che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di Promozione.[96]

Pallanuoto

A Velletri ha sede l'F&D H2O Velletri, squadra di pallanuoto femminile militante in Serie A1.

Per quanto riguarda la pallanuoto maschile ha sede l’Aquademia A.S.D.


La prima squadra
maschile milita in serie B.

Pallavolo
ASD Pallavolo Velletri, fondata nel 1963, che nel 2019-2020 milita nel campionato maschile di
Serie C.[97]

Impianti sportivi

Lo Stadio Comunale Giovanni Scavo, con una capienza di posti a sedere per 3.028 spettatori (m
109x68), è uno stadio in erba dove si differenziano due diverse tribune ed è intitolato al veliterno
Giovanni Scavo, ex campione italiano di atletica leggera del 1957 degli 800 metri e staffetta 4 x
400. Lo stadio si trova in Piazzale Giovanni Vincenzo Savo (ex campione italiano professionisti dei
pesi mosca di pugilato negli anni 1930-1931).
Lo Stadio Comunale B è invece un campo di minori dimensioni (m 105x60) munito di una sola
tribuna con capienza di circa 500 persone, dove giocano le altre squadre che rappresentano
Velletri e che militano in categorie inferiori.

Il palazzetto dello Sport invece è stato inaugurato nel dicembre 2008, ed è situato su via Ariana.
L'impianto, con capienza di oltre 4.000 spettatori tra seggiolini e posti in piedi, e regolamentare
per gare agonistiche, omologato per le più importanti competizioni nazionali, è stato intitolato a
Spartaco Bandinelli, pugile veliterno vincitore di una medaglia d'argento alle olimpiadi del 1948.
Nel 2009 ha ospitato gli Europei di Box Tailandese, nel 2010 l'incontro Italia-Russia di karate con
la presenza della campionessa mondiale femminile 61 kg, la russa Maria Sobol, e le qualificazioni
al campionato europeo di pallavolo maschile Under 21 nelle quali gli azzurrini hanno vinto due
gare su tre nel loro girone contro Belgio, Portogallo e Slovenia.

Presente infine la palestra Polivalente che ha assunto la funzione di Palazzetto dello Sport per
numerosi anni e che resta un importante polo sportivo in cui si tengono gare di pallavolo e basket.
La capienza è di circa 2.000 spettatori.

Altre società veliterne utilizzano palestre e impianti che hanno uso sia sportivo che didattico
essendo parte di istituti superiori di Velletri.

Note
1. Velletri, su Comuni italiani. URL consultato il 27 dicembre 2018.
2. comune-italia.it, https://www.comune-italia.it/comune-velletri.html. URL consultato il 10 ottobre 2018.
3. Velletri, su Statistiche Italia. URL consultato il 28 dicembre 2018.
4. ^ Velletri, su Tuttitalia. URL consultato il 4 novembre 2020.
5. ^ Principali statistiche demografiche dei comuni, su Istat. URL consultato il 28 dicembre 2018.
6. Dato Istat (http://demo.istat.it/bilmens/query.php?lingua=ita&Rip=S3&Reg=R12&Pro=P058&Co
m=111&anno=2021&submit=Tavola) - Bilancio demografico anno 2021 - Velletri (dati
provvisori).
7. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
8. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in
Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia
e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012
(archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
9. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "Velletri", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia,
Rai Eri, 2007, ISBN 978-88-397-1478-7.
10. ^ Armando Ravaglioli, I Castelli Romani, in Armando Ravaglioli, Alla scoperta del Lazio,
Newton Compton Editori 1995.
11. ^ Dionigi d'Alicarnasso, Ῥομαική Ἀρχαιολογία, lib. VI v. 42.
12. Vedi Battaglia di Velletri (1744).
13. ^ Vedi Battaglia di Velletri (1848).
14. ^ Carta Geologica d'Italia, foglio 150 (Roma), edizione 1967.
15. ^

«Facies pedogenizzata dei lapilli varicolori.»

(Carta Geologica d'Italia, edizione 1967.)

16. ^ Carta Geologica d'Italia, edizione 1967.


17. ^

«Lave in grandi colate, soprastanti o sottostanti a lp.»

(Carta Geologica d'Italia, edizione 1967.)

18. ^ Riclassificazione sismica della Regione Lazio (PDF), su ateservizi.it. URL consultato il 17 marzo
2011.
19. ^ Anche secondo le categorie sismiche stabilite dal D.M. LL.PP. 1984 e la successiva
ordinanza P.C.M. n° 3274 20 marzo 2003 Velletri era in zona sismica 2. Sono nella stessa
zone sismica tutti i Colli Albani.
20. ^ Ad ogni modo, fuori dai periodi fissati non è consentito usare per più di sei ore giornaliere gli
impianti di riscaldamento.
21. ^ I dati della tabella si riferiscono al periodo trentennale 1973-2014, su ilmeteo.it. URL consultato
il 23 settembre 2014.
22. ^ Belitry..., su belitristory.it. URL consultato il 20 ottobre 2018.
23. ^ Così appare denominata la città nella lamina veliterna, fibula bronzea rinvenuta nel 1784 a
Velletri.
24. ^ M.E.Migliori, Toponimi italiani di origine etrusca, su Centro Studi La Runa, 2009. URL
consultato il 20 ottobre 2018.
25. ^ Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma - Velletri,
vol. III pp. 439-440, Roma, 1829.
26. ^ Luigi Cardinali, Dissertazione su un antico sigillo capitolare veliterno, da Atti dell'Accademia
Romana di Archeologia, tomo II.
27. ^ George Hoefnagle in una veduta di Velletri stampata a Colonia nel 1599 scrisse come titolo
dell'immagine "Velitrae vulgo Blitri".
28. ^ Dionigi di Alicarnasso, Antichità romane, III, 41,5.
29. ^ Svetonio, Vita divi Augusti, v. II.
30. ^ Dionigi d'Alicarnasso, Ῥομαική Ἀρχαῖη, lib. V v. 41.
31. ^ Dionigi d'Alicarnasso, Ῥομαική Ἀρχαῖη, lib. VI v. 42; Tito Livio, Ab Urbe condita, lib. IV v. 30.
32. ^ Padre Bonaventura Theuli, Theatro Historico di Velletri, p. 34.
33. ^ Tito Livio, Ab Urbe condita, lib. VI v. 12-13.
34. ^ Svetonio, Augustus, 1.
35. ^ Bullettino della Commissione archeologica comunale di Roma, Volumi 69-70, L'Erma di
Bretschneider, 1941
36. ^ Ceccarini Tiziana, Museo civico di Velletri, Quasar, 1989
37. ^ Bollettino di archeologia, Volumi 7-8, Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, Libreria dello
Stato, 1991
38. ^ Emanuele Lucidi, Memorie storiche dell'antichissimo municipio ora terra dell'Ariccia, e delle
sue colonie di Genzano e Nemi, Roma, Tipografia Salomoni, 1786.
39. ^ Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma - Velletri,
p. 457, Roma, 1829.
40. ^ Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' dintorni di Roma - Velletri,
p. 458, Roma, 1829.
41. ^ Oltre a Marino, le truppe pontificie al comando di Vitellio Vitelli rasero al suolo altri tredici
castelli dei Colonna.
42. ^ Giuseppe Tomassetti, La Campagna Romana antica, medioevale e moderna.
43. ^ Raimondo Del Nero, La Valle Latina - Storia di un ambiente, Albano Laziale, 1990; Zaccaria
Negroni, Marino sotto le bombe, Marino, 1948.
44. ^ Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura, su legxiv.camera.it, Camera dei Deputati. URL
consultato il 17 marzo 2011.
45. ^ Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura, art. 1 (PDF), su legxiv.camera.it, Camera dei
deputati, p. 5. URL consultato il 17 marzo 2011.
46. ^ Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura (PDF), su legxiv.camera.it, Camera dei deputati,
p. 2. URL consultato il 17 marzo 2011.
47. ^ Proposta di legge n° 853 XIV Legislatura, art. 4 (PDF), su legxiv.camera.it, Camera dei
deputati, p. 6. URL consultato il 17 marzo 2011.
48. ^ Anche denominata del SS. Nome di Gesù.
49. ^ Anche denominata Sant'Antonio di Vienna.
50. ^ Anche denominata della Madonna di Costantinopoli.
51. ^ Anche denominata di San Giuseppe.
52. ^ Anche denominata dei Cappuccini.
53. ^ Anche denominata di San Rocco.
54. ^ Secondo Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol.
LXXXIX, p. 214, il toponimo Fura sarebbe la corruzione di Furia, dal nome di Furio Camillo,
antico assediatore di Velitrae. Una porta Furia esiste anche a Sutri, in provincia di Viterbo, e
l'etimologia di quel toponimo è appunto legata al generale romano.
55. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX, p. 214.
56. ^ Vedi Rivoluzione francese nei Castelli Romani e a Velletri.
57. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, Vol. XC p. 44.
58. ^ Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni di Roma -
Velletri, vol. III p. 449.
59. ^ Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-antiquaria della mappa de' dintorni di Roma -
Velletri, vol. III p. 450.
60. ^ Statistica dello Stato Pontificio - 1827, da Antonio Nibby, Analisi storico-topografico-
antiquaria della carta de' dintorni di Roma, Roma 1829.
61. ^ Statistica dello Stato Pontificio - 1831, da Renato Mammuccari, Velletri nelle sue stampe,
Velletri 1980.
62. ^ Statistica dello Stato Pontificio - 1853, da Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-
ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 214, Venezia 1850.
63. ^ Dati Censimento della popolazione e delle abitazioni ISTAT 1961, in Gian Luigi Camera,
Velletri, da Grande Dizionario Enciclopedico UTET, vol. XII (SPIT-Z), Torino, Tipografia Sociale
Torinese, 1962.
64. Popolazione totale del Comune di Velletri, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 17 marzo 2011.
65. ^ Popolazione al 1º gennaio 1995, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 17 marzo 2011.
66. ^ Censimento della popolazione e delle abitazioni ISTAT 2001, su dawinci.istat.it. URL consultato
il 17 marzo 2011.
67. ^ Popolazione residente al 1º gennaio 2005, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 19 marzo
2011.
68. ^ Popolazione residente al 1º gennaio 2006, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 19 marzo
2011.
69. ^ Popolazione residente al 1º gennaio 2007, su demo.istat.it, ISTAT. URL consultato il 19 marzo
2011.
70. ^ Statistiche I.Stat (http://dati.istat.it/Index.aspx) - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
71. Velletri - L'informazione torna ai cittadini (PDF), su sistan.it, ISTAT-Comune di Velletri. URL
consultato il 19 marzo 2011 (archiviato dall'url originale l'11 maggio 2006).
72. ^ Statistiche demografiche ISTAT, su demo.istat.it. URL consultato l'8 gennaio 2012 (archiviato il 22
giugno 2013).
73. ^ Rete di cultura popolare (https://www.reteitalianaculturapopolare.org/archivio-partecipato/ite
m/3135-la-tradizione-della-pasquella-a-velletri.html)
74. ^ [http://paliodecarcie.blogspot.com/p/le-origini.html Palio Decarcie
75. ^ Anziani e sanità Accreditate 15 nuove strutture (http://archiviostorico.corriere.it/2013/novemb
re/24/Anziani_sanita_Accreditate_nuove_strutture_co_0_20131124_f972615e-54d6-11e3-97e7
-9f27278aa1c5.shtml)
76. ^ Castelli Notizie – Velletri, INDIGNAZIONE PER LA CHIUSURA DEL SAN RAFFAELE (http://
www.castellinotizie.it/2012/01/04/velletri-rabbia-e-indignazione-per-la-chiusura-del-san-raffael
e/)
77. ^ R.D. 23 settembre 1872,
Copia archiviata, su mancinelli-falconi.it. URL consultato il 7 luglio 2008
(archiviato dall'url originale il 30 marzo 2007)..
78. ^ Eroe della prima guerra mondiale nativo di Velletri.
79. Gaetano Moroni, [Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 238.
80. ^ Giovanni Lovrovich, Franco Negroni, Lo vedi ecco Marino, Marino, Tipografia Santa Lucia,
1984.
81. ^ Castelli notizie, su castellinotizie.it.
82. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 244.
83. ^ Anche chiamato Theuli.
84. ^ Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 243.
85. ^
http://archivicomunali.lazio.beniculturali.it/ProgettoRinasco/inventarionline/html/roma/VelletriBand
86. ^ Copia archiviata, su festivaldeicastelli.it. URL consultato il 27 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale
il 28 dicembre 2017).
87. ^ Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 413.
88. Gaetano Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica - Velletri, vol. LXXXIX p. 253.
89. ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 19.
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Bibliografia

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Collegamenti esterni

Sito ufficiale, su comune.velletri.rm.it.


Vellétri, su sapere.it, De Agostini.
Museo Diocesano di Velletri, su velletrimusei.it.
Museo Civico Archeologico di Velletri, su comune.velletri.rm.it. URL consultato il 17 febbraio 2008
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Scheda di Velletri su Comuni-Italiani.it, su comuni-italiani.it.
Informazioni su Velletri e tutta la provincia di Roma, su intornoaroma.it. URL consultato il 28 giugno
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il sito ufficiale del progetto Velletri: Park e Bus in Centro finanziato dal Ministero dell'Ambiente
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VIAF (EN) 305127470 (https://viaf.org/viaf/305127470) · GND (DE) 4119383-0 (https://
Controllo di d-nb.info/gnd/4119383-0) · BNF (FR) cb12445549w (https://catalogue.bnf.fr/ark:/1214
autorità 8/cb12445549w) (data) (https://data.bnf.fr/ark:/12148/cb12445549w) · WorldCat
Identities (EN) lccn-n86136937 (https://www.worldcat.org/identities/lccn-n86136937)

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