Sei sulla pagina 1di 875

52 mm

DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA


L’obiettivo del presente Dizionario è quello di offrire al pubblico
un’opera che presenti, nella sua concretezza, la complessità del diritto
della concorrenza e dei problemi ad esso connessi, tanto con rife-
rimento al diritto antitrust e alla disciplina degli aiuti di Stato, quanto
DIZIONARIO SISTEMATICO
con riferimento alle problematiche del diritto dell’Unione europea ed a
DEL DIRITTO

DIZIONARIO SISTEMATICO
quelle del diritto italiano. La scelta del «taglio» della pubblicazione,
appunto un Dizionario, ha permesso di prevedere un numero rilevante
di voci, settantasei per la precisione, sufficiente per trattare con il giusto
approfondimento i numerosi temi di un settore che ha subito negli
DELLA CONCORRENZA
ultimi anni una sensibile accelerazione del suo sviluppo e delle
problematiche ad esso connesse. a cura di

Lorenzo F. Pace è professore di diritto dell’Unione europea presso


Lorenzo F. Pace
l’Università del Molise e Avvocato in Roma. Tra le sue recenti pubbli-
cazioni, ha curato i volumi «European Competition Law: the Impact of
the Commission’s Guidance on Article 102», Edward Elgar Publishing,
2011, e «Nuove tendenze del diritto dell’Unione europea dopo il

Lorenzo F. Pace (a cura di)


Trattato di Lisbona», Giuffrè, 2012. È stato direttore del progetto
europeo «Jean Monnet - European Union and Competition Law» ed è
direttore del progetto per la formazione dei giudici nazionali in materia
di diritto europeo della concorrenza organizzato dall’Università del
Molise in partnership con l’Autorità garante della concorrenza e del
mercato e il Consiglio superiore della magistratura.

Due domande.

ISBN

J 70,00 Jovene editore 2013


DIZIONARIO SISTEMATICO
DEL DIRITTO
DELLA CONCORRENZA
a cura di

Lorenzo F. Pace

Jovene editore 2013


DIRITTI D’AUTORE RISERVATI
© Copyright 2013
ISBN 978-88-243-2233-1

JOVENE EDITORE
Via Mezzocannone 109 - 80134 NAPOLI NA - ITALIA
Tel. (+39) 081 552 10 19 - Fax (+39) 081 552 06 87
web site: www.jovene.it e-mail: info@jovene.it

I diritti di riproduzione e di adattamento anche parziale della presente


opera (compresi i microfilm, i CD e le fotocopie) sono riservati per tutti
i Paesi. Le riproduzioni totali, o parziali che superino il 15% del
volume, verranno perseguite in sede civile e in sede penale presso i
produttori, i rivenditori, i distributori, nonché presso i singoli
acquirenti, ai sensi della L. 18 agosto 2000 n. 248. È consentita la
fotocopiatura ad uso personale di non oltre il 15% del volume
successivamente al versamento alla SIAE di un compenso pari a quanto
previsto dall’art. 68, co. 4, L. 22 aprile 1941 n. 633.

Printed in Italy Stampato in Italia


Indice

Note sugli autori ....................................................................................................................... p. VII

Introduzione ............................................................................................................................. » IX

I. Profili generali relativi al diritto della concorrenza


La nascita del diritto della concorrenza in Europa: la redazione degli artt. 85 e 86
CEE e il Reg. 17/1962 (L.F. Pace) .................................................................................... p. 3
Il private enforcement del diritto europeo antitrust: evoluzione e risultati (G.A. Be-
nacchio) ............................................................................................................................. » 16
Il private enforcement degli aiuti di Stato: l’action plan e le novità del 2012 (E. Gam-
baro) .................................................................................................................................. » 27
Il diritto di iniziativa economica privata, il diritto antitrust e la tutela della con-
correnza nella giurisprudenza della Corte costituzionale italiana (R. Niro) ............... » 32

II. Diritto antitrust


II.1. I divieti antitrust e alcuni aspetti ad essi relativi
Il concetto d’impresa (G. Caggiano) ...................................................................... » 47
Il pregiudizio al commercio tra Stati membri (M. De Vita) ................................ » 59
Il concetto d’intesa (M. D’Ostuni) .......................................................................... » 69
Le pratiche facilitanti e lo scambio di informazioni (C. Osti) ............................. » 77
Le intese verticali (R. Pardolesi) ............................................................................ » 80
L’abuso di posizione dominante (G. Bruzzone) .................................................... » 95
L’applicazione degli artt. 101 e 102 TFUE nei confronti degli Stati membri
(L.F. Pace) ................................................................................................................ » 111
L’art. 106 § 2 TFUE quale deroga antitrust atipica (D. Gallo) ............................. » 118
I rapporti tra diritto antitrust e diritti di proprietà intellettuale (E. Fabrizi) ..... » 129
Il rapporto tra diritto europeo antitrust e diritto nazionale (L.F. Pace) .............. » 139
L’applicazione extraterritoriale dei divieti antitrust (P. De Pasquale) .................. » 144

II.2. Il public enforcement dei divieti antitrust


Il procedimento antitrust dinanzi all’AGCM (S. Stella) ........................................ » 155
Le decisioni dell’AGCM, con particolare riferimento alle decisioni di accer-
tamento, e la relativa politica sanzionatoria (R. Garozzo) ................................... » 170
Il procedimento antitrust dinanzi alla Commissione (M. Todino) ...................... » 184
Le decisioni della Commissione, con particolare riferimento alle decisioni di
accertamento, e la relativa politica sanzionatoria (E. Botti - A. Zanazzo) .......... » 199
L’imputabilità della responsabilità delle violazioni antitrust e i gruppi di
società (L. De Sanctis) ............................................................................................ » 211
Il ruolo della Guardia di finanza nell’esercizio dei poteri istruttori da parte
dell’AGCM e della Commissione (A. Franceschin) ............................................... » 218

II.3. Il private enforcement dei divieti antitrust


Il giudizio di merito nell’azione antitrust (F. Valerini) ......................................... » 231
La tutela cautelare nell’azione antitrust (P. Comoglio) ......................................... » 247
L’azione di classe per violazione del diritto antitrust (G. Afferni) ....................... » 255
Problemi di giurisdizione e di diritto internazionale privato nell’azione an-
titrust (S. Bariatti) ................................................................................................... » 267
Il giudice competente nel processo antitrust (P. Catallozzi) ................................. » 275
La legittimazione attiva e passiva all’azione antitrust (P. Fattori) ....................... » 283
Le conseguenze civilistiche dell’illecito antitrust (E. Camilleri) .......................... » 290
IV INDICE

Le difese dell’impresa convenuta e il passing on (M. Carpagnano) ..................... p. 298


La prescrizione del diritto al risarcimento danni (M. Melpignano) .................... » 307
Il riparto dell’onere della prova ai sensi dell’art. 3 Reg. 1/2003 anche con rife-
rimento all’art. 101 § 3 TFUE (G.L. Zampa - G. Attinà) ....................................... » 312
L’azione risarcitoria, l’onere della prova e gli strumenti processuali ai sensi del
diritto italiano (R. Caiazzo) .................................................................................... » 324
La quantificazione del danno nel processo antitrust (G. Muscolo) ..................... » 338
Il ruolo dell’analisi economica nella valutazione degli effetti di condotte an-
ticoncorrenziali e nella quantificazione del danno antitrust (G. Notaro -
G. Guardavaccaro) .................................................................................................. » 347
Il rapporto tra il giudizio civile e gli atti dell’AGCM e della Commissione
(A. Trotta) ................................................................................................................. » 361
Arbitrato commerciale internazionale e diritto antitrust (S. Bastianon) ............ » 368

II.4. I rapporti tra public e private enforcement dei divieti antitrust


Le decisioni con impegni e il rilievo per l’antitrust private enforcement (A. Pera) » 379
Le decisioni con settlement e il rilievo per l’antitrust private enforcement
(S. D’Alberti) ............................................................................................................ » 388
I programmi di leniency e il rilievo per l’antitrust private enforcement (P. Cas-
sinis) ........................................................................................................................ » 397
I rapporti tra Commissione, Autorità nazionali e giudici nel settore antitrust
(O. Main) ................................................................................................................. » 405

II.5. La tutela giurisdizionale contro gli atti dell’AGCM e della Commissione in


materia antitrust
La tutela giurisdizionale contro gli atti dell’AGCM in materia antitrust
(A. Leoni) ................................................................................................................. » 419
La tutela giurisdizionale contro gli atti della Commissione in materia antitrust
(G. Gattinara) .......................................................................................................... » 429

II.6. L’antitrust private enforcement in alcuni paesi extra Unione europea


Private enforcement of Antitrust Law in Russia (R. Dashko - A. Dergacheva -
V. Semenikhina) ....................................................................................................... » 443
Private enforcement of Antitrust Law in Brasil (F. de Magalhães Furlan) .......... » 460
Private enforcement of Antitrust Law in the United States of America (A.
Fiebig) ...................................................................................................................... » 471
Private enforcement of Antitrust Law in China (T. Hu) ...................................... » 485

III. Aiuti di Stato


III.1. Il divieto di aiuti di Stato e le relative deroghe
Il concetto di aiuto di Stato (P. Nebbia) ................................................................ » 497
Le deroghe al principio generale d’incompatibilità ex art. 107 §§ 2 e 3 TFUE e
il Regolamento generale di esenzione per categoria (N. Landi) .......................... » 516
Gli aiuti di Stato, l’art. 106 § 2 TFUE e la compensazione di obblighi di ser-
vizio pubblico (D. Gallo) ........................................................................................ » 527
Il rapporto tra l’art. 107 TFUE e le altre norme dei Trattati (G. Biagioni) ......... » 536
La disciplina degli aiuti di Stato a finalità regionale (C. Paolini) ....................... » 543

III.2. La disciplina di diritto secondario e i procedimenti della Commissione in


materia di aiuti di Stato
La normativa di secondo grado in materia di aiuti di Stato (N. Landi) ............. » 559
La procedura della Commissione relativa agli aiuti di Stato nuovi (P. Piroddi) » 565
La procedura della Commissione relativa agli aiuti di Stato illegali e l’obbligo
di recupero (P. Piroddi) ........................................................................................... » 575
La procedura della Commissione relativa all’uso abusivo dell’aiuto di Stato
(P. Piroddi) ............................................................................................................... » 583
La procedura della Commissione relativa agli aiuti esistenti e agli schemi
di aiuti di Stato (P. Piroddi) ................................................................................... » 588
INDICE V

III.3. Il private enforcement dell’art. 108 § 3 TFUE, le controversie sul recupero de-
gli aiuti illegali e incompatibili dinanzi ai giudici nazionali e il risarcimento
del danno provocato dalla violazione delle norme in materia di aiuti di Stato
nel diritto dell’Unione europea
Il private enforcement dell’art. 108 § 3 TFUE e i rimedi in capo al giudice
nazionale (Diritto UE) (C. Schepisi) ...................................................................... p. 599
Gli aiuti di Stato in materia fiscale e le conseguenza della violazione dell’art.
108 § 3 TFUE (Diritto UE) (F. De Cecco - M. Di Meglio) ...................................... » 614
Il recupero degli aiuti illegali e incompatibili e le relative controversie dinanzi
ai giudici nazionali (Diritto UE) (M. Merola - T. Ubaldi) ..................................... » 623
Le difese dell’impresa beneficiaria a fronte dell’ordine di recupero del giudice
nazionale, ex art. 108 § 3 TFUE, e della Commissione e dello Stato membro,
ex art. 107 TFUE (Diritto UE) (E. Gambaro) ........................................................ » 638
Il risarcimento dei danni per la violazione delle norme in materia di aiuti di
Stato (Diritto UE) (F. Bestagno) ............................................................................. » 649
Le modalità di calcolo dell’aiuto di Stato da recuperare e del risarcimento
danni per violazione degli artt. 107 e 108 § 3 TFUE (Diritto UE) (G. Biagioni) » 662
Il ruolo dell’analisi economica per il calcolo dell’aiuto da recuperare e del
risarcimento danni per violazione degli artt. 107 e 108 § 3 TFUE (Diritto UE)
(P. Buccirossi) .......................................................................................................... » 671
La tutela giurisdizionale contro le decisioni in materia di aiuti di Stato della
Commissione (Diritto UE) (G. Gattinara) ............................................................. » 679

III.4. Le procedure di notifica e di recupero degli aiuti di Stato in Italia


Le procedure di notifica e di recupero degli aiuti di Stato in Italia (D. Lucaferri) » 691
Le procedure di notifica e di recupero degli aiuti di Stato fiscali in Italia (M.
Di Meglio) ................................................................................................................ » 702

III.5. Il private enforcement dell’art. 108 § 3 TFUE, le controversie sul recupero de-
gli aiuti illeciti e incompatibili e il risarcimento del danno provocato dalla
violazione delle norme in materia di aiuti di Stato dinanzi ai giudici italiani
La riforma della l. 234/2012 con riferimento agli aiuti di Stato (S. Fiorentino -
D. Gottuso) .............................................................................................................. » 715
Il riparto di giurisdizione per l’applicazione degli artt. 107 e 108 § 3 TFUE
(A. Cioffi) ................................................................................................................. » 724
Il private enforcement dell’art. 108 § 3 TFUE e le controversie sul recupero degli
aiuti illegali e incompatibili dinanzi al giudice amministrativo (M. Martinelli) » 733
Il private enforcement dell’art. 108 § 3 TFUE e le controversie sul recupero de-
gli aiuti illegali e incompatibili dinanzi al giudice civile prima della riforma
della l. 234/2012 (A. Perin) ..................................................................................... » 750
Le controversie sul recupero degli aiuti illegali e incompatibili dinanzi al giu-
dice tributario prima della riforma della l. 234/2012 (A. De Stefano) ................. » 764
Il private enforcement dell’art. 108 § 3 TFUE e le controversie sul recupero de-
gli aiuti illegali e incompatibili dinanzi al giudice del lavoro prima della
riforma della l. 234/2012 (E. Rocchini) ................................................................. » 778
La legittimazione dell’AGCM a ricorrere avverso i provvedimenti della p.a. ex art.
21-bis l. 287/1990 e la violazione delle norme sugli aiuti di Stato (M.A. Sandulli) » 785
Gli aiuti di Stato e la concorrenza sleale (V. Falce - A. Muselli) .......................... » 796
La tutela inibitoria del concorrente nei confronti di condotte illecite ai sensi
delle norme in materia di concorrenza sleale dell’impresa beneficiaria di aiuti
di Stato (A. Genovese) ............................................................................................. » 804

III.6. I rapporti tra public e private enforcement in materia di aiuti di Stato


La cooperazione tra i giudici nazionali e la Commissione nel settore degli aiuti
di Stato (V. Vecchietti - M. Liberati) ....................................................................... » 813
Note sugli autori

GIORGIO AFFERNI - Avvocato in Genova, LL.M. ALESSANDRO CIOFFI - Professore associato di Diritto
(Harvard); Dottore di ricerca in Diritto privato, amministrativo, Università degli Studi del Mo-
Università degli Studi di Pisa; Professore a con- lise
tratto di Diritto privato europeo, Università de- PAOLO COMOGLIO - Avvocato in Vercelli; Dottore di
gli Studi di Genova ricerca in Teoria generale e comparazione pro-
GIULIA ATTINÀ - Avvocato in Roma, Studio legale cessuale, Università degli Studi di Urbino; As-
Freshfields Bruckhaus Deringer, LLM (King’s segnista di ricerca, Università degli Studi di Ge-
College) nova
STEFANIA BARIATTI - Professore ordinario di Diritto SILVIA D’ALBERTI - Avvocato in Roma, Socio dello
internazionale, Università degli Studi di Mi- Studio legale Allen & Overy
lano. Avvocato in Milano, Socio dello Studio ROMAN DASHKO - Avvocato in Mosca, Socio dello
Legale Chiomenti Studio legale Morgan Lewis
STEFANO BASTIANON - Professore associato di Di- MARCO D’OSTUNI - Avvocato in Roma, Socio dello
ritto dell’Unione europea, Università degli Studio legale Cleary Gottlieb Steen & Hamil-
Studi di Bergamo; Avvocato in Busto Arsizio ton
GIAN ANTONIO BENACCHIO - Professore ordinario di FRANCESCO DE CECCO - Lecturer di Diritto del-
Diritto privato comparato, Università degli l’Unione Europea, Università di Newcastle
Studi di Trento; Direttore dell’Osservatorio per- FERNANDO DE MAGALHÃES FURLAN - Managing Part-
manente sull’applicazione delle regole di con- ner della Furlan Associados, Brasila. Già Presi-
correnza dell’Università di Trento dente del CADE
FRANCESCO BESTAGNO - Professore ordinario di Di- PATRIZIA DE PASQUALE - Professore ordinario di Di-
ritto internazionale, Università Cattolica del ritto dell’Unione europea, Università LUM Jean
Sacro Cuore, Milano Monnet Casamassima - Bari
GIACOMO BIAGIONI - Ricercatore di Diritto interna- LAURA DE SANCTIS - Avvocato in Roma, of Counsel
zionale, Università degli Studi di Cagliari; Av- Studio legale Delfino e Associati Willkie Farr &
vocato in Pistoia Gallagher
ALESSANDRO DE STEFANO - Avvocato dello Stato
ELISABETTA BOTTI - Avvocato in Bruxelles, Studio
presso l’Avvocatura generale di Roma
legale Gianni Origoni Grippo Cappelli &Partners
MANFREDI DE VITA - Avvocato in Roma, Socio dello
GINEVRA BRUZZONE - Vice-direttore generale di As- Studio Fontana Galli e Associati
sonime, Responsabile dell’Area Attività d’im-
ANASTASIA DERGACHEVA - Avvocato in Mosca, Stu-
presa e concorrenza
dio legale Morgan Lewis
PAOLO BUCCIROSSI - Direttore e fondatore dello stu- MARIA DI MEGLIO - Funzionario presso la Dire-
dio di consulenza Lear - Laboratorio di econo- zione relazioni internazionali del Dipartimento
mia, antitrust, regolamentazione delle finanze
GIANDONATO CAGGIANO - Professore ordinario di Di- ENRICO FABRIZI - Avvocato in Roma, Socio dello
ritto dell’Unione europea, Università degli Studio Legale R&P Legal
Studi “Roma Tre” VALERIA FALCE - Professore associato di Diritto del-
RINO CAIAZZO - Avvocato in Roma, Socio dello Stu- l’economia, Università Europea di Roma; Av-
dio legale Caiazzo Donnini Pappalardo & Asso- vocato in Roma, Of Counsel Studio legale
ciati; Professore a contratto di Diritto della con- Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners
correnza - teoria e casi, Università degli Studi PIERO FATTORI - Avvocato in Roma, Socio dello Stu-
“Roma Tre” dio Legale Gianni Origoni Grippo Cappelli &
ENRICO CAMILLERI - Professore ordinario di Diritto Partners
privato, Università degli Studi di Palermo; Av- ANDRE FIEBIG - Avvocato in Chicago, Socio dello
vocato in Palermo Studio legale Baker & McKenzie
MICHELE CARPAGNANO - Avvocato in Roma, Studio SERGIO FIORENTINO - Avvocato dello Stato presso
legale Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Part- l’Avvocatura generale di Roma
ners; Direttore dell’Osservatorio permanente ALBERTO FRANCESCHIN - Ufficiale della Guardia di
sull’applicazione delle regole di concorrenza Finanza
dell’Università degli Studi di Trento DANIELE GALLO - Ricercatore di Diritto dell’Unione
PAOLO CASSINIS - Direttore aggiunto della Direzione europea, Università “Luiss - Guido Carli”
generale per la tutela del consumatore e Re- EDOARDO GAMBARO - Avvocato in Milano, LL.M.
sponsabile della Direzione clausole vessatorie, (Bruges); Socio dello Studio legale Santa Maria
AGCM Studio legale Associato
PAOLO CATALLOZZI - Giudice presso il Tribunale del- ROSARIA GAROZZO - Funzionario presso la Direzione
l’impresa di Roma per gli affari giuridici e il contenzioso, AGCM
VIII NOTE SUGLI AUTORI

GIACOMO GATTINARA - Avvocato; Membro del Servi- CRISTOFORO OSTI - Professore ordinario di Diritto
zio giuridico della Commissione europea; Dot- privato comparato, Università degli Studi del
tore di ricerca, Università degli Studi di Roma Salento; Avvocato in Roma
“La Sapienza”, LLMs (College of Europe, Bru- LORENZO F. PACE - Professore associato di Diritto
ges; King’s College, London); MA (King’s Col- dell’Unione europea, Università degli Studi del
lege, London) Molise; LL.M. (Universität Hamburg); Avvo-
ANNA GENOVESE - Professore ordinario di Diritto cato in Roma
commerciale, Università di Verona; Avvocato in CAMILLA PAOLINI - Dottorato di ricerca in Diritto
Roma dell’Unione europea; ha collaborato e collabora
DANIELA GOTTUSO - Avvocato, Ufficio legislativo del presso Studi legali operanti nel settore a Bruxel-
Ministro per gli affari europei les
GILBERTO GUARDAVACCARO - Funzionario presso la ROBERTO PARDOLESI - Professore ordinario di Di-
Direzione generale tutela consumatore, AGCM; ritto privato comparato, Università degli Studi
Dottore di ricerca in Diritto Industriale, Uni- di Roma “Luiss - Guido Carli”
versità degli Studi di Pavia ALBERTO PERA - Avvocato in Roma, Socio dello Stu-
TIE HU - Avvocato in Pechino, Socio dello studio le- dio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli &
gale De Heng Partners
NICCOLÒ LANDI - Avvocato in Torino, Studio Legale ANDREA PERIN - Avvocato in Velletri; Dottorando di
Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners, Ricerca in Diritto processuale civile, Università
LL.M. (University College Dublin) degli Studi di Roma “La Sapienza”
ANNALAURA LEONI - Avvocato; dottoranda di ricerca PAOLA PIRODDI - Professore associato di Diritto del-
in Diritto amministrativo, Università degli l’Unione europea, Università degli Studi di Ca-
Studi “Roma Tre” gliari; Avvocato in Milano
MATTEO LIBERATI - Avvocato in Cagliari; Dottore di EMILIO ROCCHINI - Assegnista di ricerca in Diritto
ricerca in Diritto dell’Unione Europea, Univer- del lavoro, Università degli Studi di Roma “Tor
sità di Cagliari Vergata”; Professore a contratto di Diritto del
DORIANA LUCAFERRI - Esperto presso la Presidenza lavoro, Link Campus University, Roma
del Consiglio dei Ministri, Dipartimento per il MARIA ALESSANDRA SANDULLI - Professore ordinario
coordinamento delle politiche europee, Ufficio di Diritto amministrativo e Giustizia ammini-
«Mercato interno, concorrenza e aiuti di Stato» strativa, Università degli Studi “Roma Tre”; Av-
OMBRETTA MAIN - Vice Segretario generale dell’Au- vocato in Roma
torità garante della concorrenza e del mercato; CRISTINA SCHEPISI - Professore associato di Diritto
Responsabile a.i. della direzione rapporti co- dell’Unione europea, Università degli Studi di
munitari e internazionali della medesima Auto- Napoli Federico II
rità VALENTINA SEMENIKHINA - Avvocato in Mosca, Stu-
MARCO MARTINELLI - Avvocato in Roma, Studio le- dio legale Morgan Lewis
gale Gianni, Origoni, Grippo e Partners; Dot- SERENA STELLA - Dirigente presso l’Autorità garante
tore di ricerca in Diritto amministrativo, Uni- della concorrenza e del mercato
versità degli Studi “Roma Tre” MARIO TODINO - Avvocato in Bruxelles, Socio dello
MARLENE MELPIGNANO - Funzionario presso la Di- Studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli &
rezione Rapporti Comunitari e Affari Interna- Partners
zionali, AGCM ANDREA TROTTA - Avvocato in Roma
MASSIMO MEROLA - Avvocato, Socio dello Studio TECLA UBALDI - Avvocato, Studio Bonelli Erede
Bonelli Erede Pappalardo; Professore di diritto Pappalardo
della concorrenza - settore pubblico, Collège FABIO VALERINI - Avvocato in Roma; Dottore di ri-
d’Europe, Bruges cerca in Tutela giurisdizionale dei diritti, im-
GABRIELLA MUSCOLO - Giudice presso il Tribunale prese e amministrazioni, Università degli Studi
dell’impresa di Roma di Roma “Tor Vergata”
AURORA MUSELLI - Dottoranda di ricerca, Univer- VALERIO VECCHIETTI - Direttore dell’Ufficio «Mer-
sità di Milano “Luigi Bocconi”; Avvocato in cato interno, concorrenza e aiuti di Stato», Di-
Roma, Studio legale Gianni Origoni Grippo partimento per il coordinamento delle politiche
Cappelli & Partners europee presso la Presidenza del Consiglio dei
PAOLISA NEBBIA - Funzionario presso la Direzione Ministri
generale per la concorrenza, AGCM GIAN LUCA ZAMPA - Avvocato in Roma, Socio dello
RAFFAELLA NIRO - Professore associato di Istitu- Studio legale Freshfields Bruckhaus Deringer
zioni di Diritto pubblico, Università degli Studi LLMs (Queen Mary & Westfield College, Co-
di Macerata lumbia University)
GIOVANNI NOTARO - Funzionario dell’Autorità ga- ANNAGIULIA ZANAZZO - Avvocato in Bruxelles, Stu-
rante della concorrenza e del mercato, Ufficio dio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli &
del chief economist Partners
Introduzione

Il presente Dizionario è il risultato di un progetto dell’Università del Molise cofi-


nanziato dalla Direzione generale concorrenza della Commissione europea iniziato nel
febbraio 2012.
L’obiettivo del presente Dizionario è quello di offrire al pubblico un’opera che pre-
senti, nella sua concretezza, la complessità del diritto della concorrenza e dei problemi
ad esso connessi, tanto con riferimento al diritto antitrust e alla disciplina degli aiuti di
Stato, quanto con riferimento alle problematiche del diritto dell’Unione europea ed a
quelle del diritto italiano. Con questo obiettivo è stato chiesto agli autori di trattare
nelle voci esclusivamente aspetti normativi, giurisprudenziali e di prassi dei singoli
temi. Aspetti dottrinali sono stati volontariamente esclusi prevedendo comunque una
bibliografia al termine di ogni voce per permettere successivi approfondimenti. La
scelta del “taglio” della pubblicazione, appunto un Dizionario, ha permesso di preve-
dere un numero rilevante di voci, settantasei per la precisione, sufficiente per trattare
con il giusto approfondimento i numerosi temi di un settore che ha subito negli ultimi
anni una sensibile accelerazione del suo sviluppo e delle problematiche ad esso con-
nesse.
Riguardo al diritto antitrust, un diritto “giovane” – nato in Europa nel 1952 con il
Trattato CECA, molto dopo l’americano Sherman Act del 1890 – detta accelerazione è
stata determinata dall’abbandono del Reg. 17/1962 e dall’emanazione del regolamento
di modernizzazione, Reg. 1/2003, di cui quest’anno ricorrono i 10 anni dalla pubblica-
zione. Con riferimento al public enforcement, il Reg. 1/2003, ad esempio, ha disciplinato
una pluralità di nuovi istituti (decisioni d’impegni, decisioni di transazione, ecc.), così
come ha determinato la nascita della Rete europea di autorità antitrust e la crescita di
importanza di altri istituti (ad es. i programmi di leniency). Queste modifiche a livello
europeo hanno determinato degli sviluppi sostanzialmente speculari a livello nazio-
nale. Con riferimento al private enforcement delle norme antitrust, il legislatore europeo
aveva emanato il Reg. 1/2003 con l’obiettivo, da una parte, di decentrare l’applicazione
del diritto europeo antitrust e, dall’altra, di facilitare la tutela dei diritti riconosciuti da-
gli artt. 101 e 102 TFUE dinnanzi ai giudici nazionali. Sotto questo secondo aspetto il
legislatore europeo ha dimostrato gli attuali limiti del sistema europeo non essendo
riuscito ancora ad emanare, a quasi 10 anni dall’emanazione del relativo Libro verde,
una normativa specifica sul private enforcement. Ritardi e carenze i cui effetti sono stati
in qualche modo limitati dalla giurisprudenza della Corte di giustizia. Tali mancanze
non hanno però limitato lo sviluppo del private enforcement a livello nazionale anche se
con risultati differenti tra Stati membri. A fronte di ciò, il sistema italiano – anche in
conseguenza delle oltre 110.000 cause di risarcimento danni presentate a seguito della
decisione “R.C. Auto” dell’AGCM – è riuscito a definire con rapidità – nonostante il
ritardo con cui l’Italia si è dotata di una normativa antitrust rispetto ad altri Stati eu-
ropei – dei principi specifici relativi all’azione antitrust, dietro le puntuali indicazioni
fornite dalla giurisprudenza della Corte di giustizia.
Con riferimento agli aiuti di Stato, le modifiche del settore sono state, a livello
europeo, meno rilevanti rispetto quelle del settore antitrust. In particolare, i principi
relativi alla disciplina degli aiuti di Stato (ad es. le conseguenze della violazione dell’art.
108 § 3 TFUE e degli obblighi di recupero degli aiuti illegali e incompatibili) sono stati
chiaramente definiti nel corso degli anni dalla giurisprudenza della Corte di giustizia.
In Italia vi è stata una certa difficoltà nell’attuare tali principi, in particolare con riferi-
mento al recupero degli aiuti illegali e incompatibili, e ciò in conseguenza di una serie
di differenti motivi: il differente livello tra la responsabilità della violazione di tali di-
vieti (cioè il livello statale) e il livello in cui gli aiuti possono essere concessi (non solo
X INTRODUZIONE

statale ma anche regionale e locale); i problemi derivanti dall’assenza di procedure di


recupero definite normativamente; la “riottosità” dei giudici italiani ad adeguarsi ai
principi europei sul punto; le differenze derivanti dalle giurisdizioni dinanzi alle quali
gli ordini di recupero potevano essere impugnati (civile, amministrativo, tributario e
del lavoro). Queste importanti carenze sono state risolte, in buona parte, dalla recente
legge 24 dicembre 2012, n. 234, che ha introdotto per la prima vota a livello nazionale
una disciplina organica in materia di aiuti di Stato prevedendo, inoltre, la giurisdizione
esclusiva del giudice amministrativo per l’impugnazione dei provvedimenti in materia
di aiuti di Stato.
Il Dizionario ha cercato di individuare una voce per ognuno di questi temi.
Desidero ringraziare vivamente tutti gli autori e formulare un particolare ringra-
ziamento a Rino Caiazzo, Enrico Camilleri, Alessandro De Stefano e Marina Tavassi
per i consigli relativi alla redazione dell’elenco delle voci.

Roma, 20 aprile 2013


L.F.P.
DIZIONARIO SISTEMATICO
DEL DIRITTO
DELLA CONCORRENZA
a cura di

Lorenzo F. Pace

ESTRATTO

Jovene editore 2013


La nascita del diritto della concorrenza in Europa:
la redazione degli artt. 85 e 86 CEE e il Reg. 17/1962

Sommario: I. INTRODUZIONE. – II. LA REDAZIONE E zare ora, forse più di quanto non è stato
L’ATTUAZIONE DEGLI ARTT. 85 E 86 CEE. – 1. La possibile al momento di entrata in vigore
redazione e l’attuazione dell’artt. 85 CEE. – del Reg. 1/03, l’importanza degli artt. 85 e
1.1. La situazione in Germania. – 1.2. La si-
tuazione in Francia. – 1.3. La redazione
86 CEE e del Reg. 17/1962 per la crea-
dell’art. 85 CEE: la creazione di una con- zione di una cultura del diritto della con-
nessione tra l’art. 85 CEE e il futuro Rego- correnza in Europa e in ciascuno Stato
lamento 17/1962. – 1.4. L’attuazione del- membro dell’allora Comunità economica
l’art. 85 CEE ai sensi del Reg. 17/1962. – 2. europea. Con particolare riferimento al
La redazione e l’attuazione dell’art. 86 Reg. 17/1962, la complessità amministra-
CEE. – 2.1. L’attuazione dell’art. 86 CEE. – tiva di tale regolamento (e in particolare il
III. IL SISTEMA DI APPLICAZIONE DEGLI ARTT. 85 E
86 CEE DISCIPLINATO DAL REG. 17/1962. – IV. “burocratico” sistema di notifica per otte-
LA TUTELA GIURISDIZIONALE DELLE NORME ANTI- nere l’eccezione ex art. 85 § 3 CEE) valu-
TRUST EUROPEE DISCIPLINATO DAL REG. 17/1962. tata dopo una pausa di dici anni dall’en-
– V. LA CRISI E IL TRAMONTO DEL REG. 17/1962 trata in vigore del Reg. 1/2003, permette di
E L’EMANAZIONE DEL REG. 1/2003. apprezzare l’importanza del Reg. 17/1962
a tal fine.
I. INTRODUZIONE Con il senno di poi, dopo gli impor-
tanti cambiamenti del Reg. 1/2003 nel si-
La presente voce prende in considera- stema di applicazione antitrust europeo,
zione – in un modo eccentrico rispetto si comprende come non è stato tanto im-
alle altre voci del Dizionario – un aspetto portante, come è stato scritto, che il si-
centrale in un volume in materia di diritto stema ex art. 17/1962, per la sua comples-
della concorrenza; cioè il passaggio dal sità, non sia mai riuscito a funzionare
principio dell’economia cartellizzata, ti- come previsto dal legislatore europeo1. Il
pico della prima metà del XX secolo, al vero obiettivo e la grande sfida del Reg.
principio della tutela della concorrenza 17/1962 era infatti quello di creare una
introdotto nel Trattato CECA, prima, e nel “cultura del diritto della concorrenza” in
Trattato CEE, successivamente. Questo Europa2.
momento di passaggio, in primo luogo Non si deve infatti dimenticare che nel
“culturale”, sarà affrontato, dal punto di 1957 nessun paese che sarebbe divenuto
vista giuridico, prendendo in considera- membro della CEE disponeva di una nor-
zione gli aspetti relativi alla redazione dei mativa a tutela della concorrenza, come
divieti degli artt. 85 e 86 CEE e alla reda- oggi noi la intendiamo, cioè di una nor-
zione del Reg. 17/1962, primo regola- mativa che individui il divieto delle intese
mento di attuazione delle norme di con- e di abuso di posizione dominante quale
correnza CEE. comportamento anticoncorrenziale. Sarà
La riflessione tanto sulla redazione dei infatti la Germania che per prima ema-
divieti antitrust quanto su testi di regola- nerà una simile normativa antitrust na-
menti elaborati ormai più di mezzo secolo zionale in Europea la quale, e non è un
fa e non più in vigore, permette di apprez- caso, entrerà in vigore il 1° gennaio 19583.
1 V. A. JONES - B. SUFRIN, «The use of comfort opinions publiques et intégration européenne
letter rather than formal decisions meant that for (Brussels: Bruylant, 2007), 337-53.
many years prior to 1 May 2004 the notification- 3 Sullo sviluppo delle normative a tutela della
and-expemption procedure did not operate in real concorrenza in Francia, Germania, Italia, Spagna
life as had been intended in Regulation 17», EC e Regno Unito, dagli anni ’30 ad oggi v. i contri-
Competition Law, 3rd, 2008, p. 1139. buti in Lorenzo FEDERICO PACE (ed.), The impact of
2 Vedi BRIGITTE LEUCHT, “Tracing European the Commission’s guidance on Article 102 (Chel-
Mentalities: Free Competition in Post-WWII-Eu- tenham and Northampton, MA: Edward Elgar
rope”, in MARIE-THÉRÈSE BITSCH, WILFRIED LOTH, Publishing, 2011), 3 ss.
CHARLES BARTHEL, C. (eds.), Cultures politiques,
4 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

La situazione “culturale” europea in era stato in molti Stati europei fino a quel
quel momento risentiva, naturalmente, momento) ma che, al contrario, la collu-
dell’impostazione che vedeva (con alcune sione rappresentava un pregiudizio per la
e a volte rilevanti differenze tra uno Stato collettività. Non è un caso che le difficoltà
ed un altro) i cartelli tra imprese come maggiori nell’applicazione delle norme
una normale modalità di esercizio del di- antitrust CEE sono state relative, almeno
ritto di iniziativa economica privata. Im- inizialmente, all’applicazione del divieto
postazione questa conseguenza del pecu- di accordi anticoncorrenziali, avendo avu-
liare sviluppo industriale europeo e di to il divieto di abuso di posizione domi-
cartellizzazione delle economie nazionali nante una piena applicazione in Europa
a partire dal 1870 e che ha avuto nel pe- solo più tardi, all’inizio degli anni ’70.
riodo della seconda guerra mondiale il È stato poi il sistema di notifica disci-
suo momento di più forte sviluppo4. plinato dal Reg. 17/1962 ad essere la “ca-
In questa situazione, la funzione del tena di trasmissione” che ha “esportato” il
Reg. 17/1962 era quella di trovare un si- “nuovo” divieto europeo di accordi anti-
stema che riuscisse a garantire l’applica- concorrenziali in ciascuna delle norma-
zione di norme “rivoluzionarie” per la cul- tive a tutela della concorrenza dei singoli
tura giuridico-economica europea, come Stati membri5.
gli allora artt. 85 e 86 CEE, secondo una Questa evoluzione permette di chiarire
interpretazione che “volgesse radical- il perché della sostanziale irrilevanza in
mente le spalle” alla “cartellizzazione” di questa prima fase dell’applicazione giudi-
quegli anni. ziale delle norme di concorrenza (c.d. pri-
E infatti concretamente il sistema del vate enforcement) rispetto all’applicazione
Reg. 17/1962 (e in particolar modo l’ob- amministrativa (c.d. public enforcement)6.
bligo di notifica degli accordi al fine di ot-
tenere l’esenzione ex art. 85 CEE e la com- II. LA REDAZIONE E L’ATTUAZIONE DEGLI
petenza esclusiva della Commissione per ARTT. 85 E 86 CEE
riconoscere tale esenzione) creò nel 1962,
a poco più di quindici anni dalla conclu- Il primo passo nella redazione di
sione della seconda guerra mondiale, un norme a tutela della concorrenza a livello
sistema che permise questo cambiamento europeo è stato compiuto con i divieti del
“culturale”. Infatti, questi due primi fat- Trattato CECA. Ed infatti, mentre la di-
tori, uniti all’autonomia della Commis- chiarazione Schuman del maggio 1950
sione dagli Stati membri nell’applicazione non conteneva nessun espresso riferi-
degli artt. 85 e 86 CEE (fortemente difesa mento alla disciplina dei cartelli7, il 4 ot-
nella formulazione dell’art. 10 Reg. 17/ tobre 1950 Jean Monnet avvertì i capi
1962), permise di definire una nuova e ri- delle delegazioni che se non fossero stati
voluzionaria modalità (per gli Stati euro- inseriti nel Trattato dei chiari divieti rela-
pei) di intendere e regolare i rapporti tra tivamente ai cartelli industriali, il governo
imprese, e questo tramite i divieti anti- americano non avrebbe fornito il proprio
trust; divieti, come detto, sostanzialmente contributo finanziario allo sviluppo del
sconosciuti in Europa fino a quel mo- progetto del Trattato8.
mento. In questo modo facendo accettare, La pressione politica degli Stati uniti
ad esempio, che la collusione tra imprese d’America – ma anche il gruppo di giuristi
non fosse nell’interesse pubblico (come statunitensi presenti nella sede nell’Am-

4 Su questo punto e per una lista di cartelli in- renti Stati membri v. i contributi in Pace, supra
ternazionali attivi nel 1932 v. LORENZO FEDERICO nota 3.
PACE, European Antitrust Law: Prohibitions, Mer- 6 V. ad es. PACE, supra nota 4, 3-33, 70, 100.
ger Control And Procedures (Cheltenham and 7 WYATT C. WELLS, Antitrust and the Formation
Northampton, MA: Edward Elgar, 2007), 8. of the Postwar World (New York: Columbia Uni-
5 Con riferimento al passaggio dal principio versity Press, 2002), 163.
di abuso al principio di divieto riguardo agli 8 REINER SCHULZE - THOMAS HOEREN (eds.),
accordi anticoncorrenziali tanto nel diritto del- Dokumente zum Europäischen Recht. Band 3,
l’Unione europea che nelle discipline dei diffe- Springer Verlatg, Berlin, xxi.
L.F. PACE – LA NASCITA DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA IN EUROPA 5

basciata americana di Parigi che forni- rappresenta un interessante fenomeno di


rono aiuto nella redazione dei divieti9 – confronto tra la cultura giuridica francese
sono alla base del diritto della concor- e quella tedesca.
renza del Trattato CECA10.
I divieti a tutela della concorrenza del 1.1. La situazione in Germania. – Già
Trattato CECA, anche se il relativo testo anteriormente alla prima guerra mon-
era sostanzialmente differente rispetto a diale, la Germania era stata das Land der
quello del Trattato CEE, sono il primo Kartelle, cioè la terra dei cartelli. Una rela-
caso in cui la concorrenza tra imprese è zione del 1920 elencava oltre 2.100 car-
stata individuata come il principio di base telli sul territorio tedesco.
del commercio tra Stati dello spazio euro- La Germania aveva infatti già emanato
peo. nel 192012 normative relative alla disci-
Durante la redazione dei divieti a tu- plina dei cartelli. Esse, pur non dichia-
tela della concorrenza del Trattato CEE la rando tali accordi illeciti, ne vietavano l’u-
pressione politica degli Stati uniti d’Ame- tilizzazione abusiva. Anche in conse-
rica non era più necessaria. Le stesse guenza di questa scelta di politica econo-
parti contraenti valutavano il diritto della mica, l’economia tedesca nei primi 40
concorrenza come una necessità. Come anni del XX secolo era stata organizzata
già detto, in considerazione dell’economia sulla base di cartelli tra imprese piuttosto
europea, fortemente cartellizzata, la ne- che sulla concorrenza tra di esse.
goziazione si incentrò prevalentemente Alla fine della seconda guerra mon-
sul divieto di cartelli industriali più che diale, successivamente all’emanazione da
sul divieto di comportamenti unilaterali parte delle forze di occupazione di una
anticoncorrenziali delle imprese. legge sulla decartellizzazione13, era stata
Durante tale negoziazione le culture istituita dal Governo tedesco una Com-
giuridico-economico dei due più impor- missione di studio per la redazione di
tanti futuri Stati membri, quella francese una normativa in materia di tutela della
e quella tedesca, si scontrarono11. concorrenza. Tale Commissione terminò
i lavori in concomitanza con la discus-
1. La redazione e l’attuazione dell’art. 85 sione sulla redazione delle norme anti-
CEE. – Con riferimento al divieto di car- trust del Trattato di Roma. Questo fatto
telli, la redazione dell’art. 85 CEE (1957) determinò delle “interessanti” difficoltà,

9 V. BRIGITTE LEUCHT, “Transatlantic policy MENS LAMMERS, Internationale Industrie-Kartelle


networks and the formation of core Europe” (PhD (Völkerbunds-Denkschrift) (Berlin: Carl Heym-
diss. University of Portsmouth, 2008), 56, 197. anns Verlag 1930), 140; ERICH ERTEL, Internatio-
10 V. LORENZO FEDERICO PACE, I fondamenti del nale Kartelle und Konzerne der Industrie (Stutt-
Diritto antitrust europeo: norme di competenza e gart: C.E. Poeschel Verlag, 1930); HORST WAGEN-
sistema applicativo dalle origini alla Costituzione FÜHR, Kartelle in Deutschland (Nürnberg: Verlag
europea (Milan: Giuffrè, 2005), 52. V. anche der Hochschulbuchhandlung Krische & Co, 1931);
SCHULZE - HOEREN, infra nota 14, Volume 3, xxi e HORST WAGENFÜHR, Kartellverträge - Deutsche aus-
doc n. 7; WELLS, supra nota 7, xxi. ländische und internationale Kartellverträge im
11 Sugli aspetti generali della redazione degli Wortlaut (Nürnberg: Verlag der Hochschulbuch-
artt. 85 e 86 CEE, v. Pace, supra nota 4, 65 ss. e handlung Krische & Co, 1931); HORST WAGENFÜHR,
111 ss. Kartellgesetzgebung in Deutschland (Nürnberg:
12 Sulla disciplina dei cartelli industriali vedi Verlag der Hochschulbuchhandlung Krische &
FERDINAND BAUMGARTEN, ARTUR MESZLENY, Kartelle Co, 1933); FRITZ WERR, Internationale Wirtschafts-
und Trusts - Ihre Stellung im Wirtschafts- und zusammenschlüsse (Kartell und Konzern) und
Rechtssystem der wichtigsten Kulturstaaten (Ber- Staat als Vertragspartner (Berlin: Heymann, 1936);
lin: Verlag von Otto Liebmann, 1906); CLEMENS HEINRICH FRIEDLÄNDER, Die Rechtspraxis der Kar-
LAMMERS, Kartellgesetzgebung des Auslandes - Be- telle und Konzerne in Europa (Zürich: Polygraphi-
richt an den Völkerbund für die internationale scher Verlag, 1938); FRITZ HAUSMANN, Konzerne
Wirtschaftskonferenz (Berlin: Carl Heymanns Ver- und Kartelle im Zeichen der “Wirtschaftslenkung”
lag, 1927), 104; Kurt Wiedenfeld, Kartelle und (Zürich: Verlag für Recht und Gesellschaft A.G,
Konzerne (Berlin: Walter de Gruyter & Co, 1927); 1938); EMIL EGGMANN, Der Staat und die Kartelle
Oswald Lehnich, Kartelle und Staat unter Berück- (Zürich: Dr. H. Girsberger Verlag, 1945).
sichtigung der Gesetzgebung des In- und Auslandes 13 HAROLD RASCH, “Kartellverbot und Grund-
(Berlin: Verlag von Reimar Hobbing, 1928; CLE- gesetz”, Wirtschaft und Wettbewerb (1955): 679.
6 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

da poco chiarite grazie alla pubblica- molto differente dal precedente periodo
zione dei relativi documenti ufficiali, per dal momento che tale divieto sarebbe
i rappresentanti tedeschi in sede di reda- stato applicato, come nell’esperienza fran-
zione del Trattato14. cese, secondo un principio ex post e caso
Per comprendere la posizione tenuta per caso e non secondo un generale prin-
dalla Repubblica federale di Germania cipio ex ante.
nel 1956/57 al tavolo delle trattative del Il principio che venne poi assorbito
Trattato di Roma, è da sottolineare che al- nella legge tedesca del 1957 riguardo ai
l’interno della stessa dottrina tedesca era cartelli industriali era quella del principio
presente una intensa discussione ri- del divieto con specifiche esenzioni a tale
guardo al modello di disciplina dei car- principio.
telli. La dottrina era infatti divisa tra i so- La disciplina degli accordi verticali era
stenitori del principio del divieto (Verbot- invece regolata da una norma distinta che
prinzip) e i sostenitori del principio dell’a- non rientrava nel principio di divieto (art.
buso (Missbrauchtprinzip)15. 15 GWB ss.).
I primi sostenevano, nel ricordo del di- La legge sulla tutela della concorrenza
sastro politico ed economico della Ger- tedesca fu votata nel 1957 ed entrò in vi-
mania nazista e delle leggi di cartellizza- gore il 1 gennaio 1958, cioè lo stesso
zione, la necessità di vietare qualunque giorno dell’entrata in vigore del Trattato
accordo orizzontale tra imprese anche al di Roma e delle relative norme antitrust.
fine di tutelare il diritto di iniziativa eco- Per concludere, la Repubblica federale
nomica dei singoli. Inoltre, tale dottrina di Germania, durante la redazione del
sosteneva che la “dispersione” del potere Trattato di Roma del 1956/57, non poteva
economico e il riconoscimento generaliz- presentare una chiara “politica concor-
zato del diritto di iniziativa economica renziale” riguardo alla valutazione degli
avrebbe determinato dei risultati di “giu- accordi tra imprese non disponendo in
stizia sociale”16. Secondo questa imposta- quel momento di una definitiva norma-
zione gli accordi anticoncorrenziali tra tiva antitrust nazionale e questo nono-
imprese dovevano essere privi di efficacia stante la convinzione che la normativa co-
giuridica. Essi avrebbero acquisito la pro- munitaria avrebbe avuto un importante
pria efficacia solo dopo la notifica dell’ac- influenza anche sulla (futura) normativa
cordo ad uno specifico organo autonomo tedesca.
di controllo.
I fautori del principio dell’abuso soste- 1.2. La situazione in Francia. – Già ne-
nevano, al contrario, la necessità di for- gli anni ’20 la Repubblica francese aveva
mulare una norma che vietasse i cartelli e emanato normative che regolamentavano
ne escludesse la relativa efficacia giuri- gli accordi tra imprese18.
dica successivamente all’accertamento All’inizio degli anni ’50 era stata isti-
dell’illiceità del cartello17. Questa scelta tuita una Commissione di riforma dell’al-
avrebbe determinato una situazione non lora vigente normativa dell’art. 419 Code

14 V. SCHULZE and Hoeren, supra nota 8. (1955): 421; WERNER BENISCH, Ist das Kartellverbot
15 Su questo punto vedi KNUT WOLFGANG NÖRR, Grundgesetzwidrig?, in Der Betrieb (1956): 37. See
Die Leiden des Privatrechts - Kartelle in Deutsch- also HAROLD RASCH, Wettbewerbsbeschränkungen
land von der Holzstoffkartellentscheidung zum Ge- Kartell- und Monopolrecht; Kommentar zum Ge-
setz gegen Wettbewerbsbeschränkungen (J.C.B. setz gegen Wettbewerbsbeschränkungen, 2ed.
Mohr, Tübingen, 1994), 203. Regarding this di- (Herne: Verlag Neue Wirtschafts-Briefe, 1958).
scussion see, ERNST-JOACHIM MESTMÄCKER, “Der 16 V. ANDREAS HEINEMANN, Die Freiburger Schule
Böhm-Entwurf eines Gesetzes gegen Wettbewerb- und ihre geistigen Wurzeln (Munich: VVF, 1989).
sbeschränkungen”, Wirtschaft und Wettbewerb 17 RUDOLF ISAY, “Wirtschaftliche und rechtliche
(1955): 285; WOLFRAM DOERINKEL, “Abriß der 1. Le- Konsequenzen des Böhm-Entwurfs”, Wirtschaft
sung des Kartellgesetzentwurfs im Bundestag”, und Wettbewerb (1955): 339.
Wirtschaft und Wettbewerb (1955): 572; HAROLD 18 See ROBER PLAISANT and JACQUES LASSIER, Les
RASCH, supra note 13, 679; WERNER BENISCH, “Zur Ententes Industrielles sous forme de Sociétés ou
Problematik eines gesetzlichen Schutzes des Lei- d’Associations (Paris: Juris-Classeurs, 1956).
stungswettbewerbs”, Wirtschaft und Wettbewerb
L.F. PACE – LA NASCITA DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA IN EUROPA 7

pénal (1926) in quanto essa si era dimo- l’art. 59-bis decreto 9 agosto 1953, disci-
strata non efficace e di difficile applica- plinò il délit de coalition, cioè il divieto di
zione. La proposta di legge del 10 luglio tutti gli accordi che avessero ad oggetto o
195219 era probabilmente influenzata dal ad effetto di alterare la concorrenza, ac-
modello di regolamentazione del mercato cordi questi espressamente vietati di di-
europeo della prima parte del XX secolo ritto. Solo due categorie di intese rien-
relativa al “controllo dei cartelli” e non al tranti in tale divieto e previste dall’art. 59-
loro divieto. Tale normativa, infatti, pren- ter del decreto erano esentate dall’illi-
deva le mosse dal presupposto che gli ac- ceità22, e cioè gli accordi imposti da leggi
cordi di cartello tra imprese non fossero o regolamenti (normative ben conosciute
necessariamente negativi e che vi fosse al diritto UE in quanto prese in conside-
quindi la necessità di distinguere tra “ac- razione da una serie di decisioni e di sen-
cordi buoni” e “accordi cattivi”20. Il pro- tenze negli anni ’9023) e gli accordi che de-
getto di legge prevedeva, in linea di prin- terminavano specifici vantaggi per la con-
cipio, la liceità degli accordi tra imprese correnza.
funzionali a migliorare, nell’interesse ge- In considerazione della previsione del-
nerale, la produzione e la distribuzione l’esenzione dal divieto e dal fatto che l’e-
(art. 1 Progetto n. 9951). L’art. 2 del pro- senzione era applicata da giudici (cioè
getto vietava invece solo i comportamenti sulla base di un applicazione ex post e
finalizzati alla costituzione di monopoli, caso per caso) il ‘délit de coalition’ non era
alla creazione di coalition o alla limita- un divieto antitrust come inteso oggi ed
zione e alla soppressione della concor- era profondamente differente dal tipo di
renza sleale (art. 2 Progetto n. 9951)21. divieto di cui allo Sherman Act del 1890.
Tale proposta subì una radicale modi- A fronte di ciò, però, la Francia dispo-
fica. La formulazione finale della norma, neva già nel 1952, cioè prima della ne-

19 Sul punto v. J. HAMEL and G. LAGARDE, Con- pour objet ou pouvant avoir pour effet d’entraver
trole des ententes industrielles, § 231 Traite de Droit le plein exercice de la concurrence en faisant obs-
Commercial (Paris: Librairie Dalloz, 1954), 280; tacle à l’abaissement des prix de revient ou de
CHARLEY DEL MARMOL, “Les Ententes industrielles vente ou en favorisant une hausse artificielle des
en Droit comparée”, La Revue de la Banque prix».
(1929): 86; PIERRE GIDE, Le Projet Français de Loi «Tout engagement ou convention se rappor-
Anti-Trust et les expériences étrangères - Etats-Unis tant à une pratique ainsi prohibée est nul de plein
- Angleterre - Allemagne (Paris: Librairie Du Re- droit».
cueil Sirey, 1953); ANDRÉ TOULEMON, “Le Décret-loi «Cette nullité peut être invoquée par les par-
du 9 août 1953 relatif au maintien ou au rétablis- ties et par les tiers, elle ne peut être opposée aux
sement de la libre concurrence industrielle ou tiers par les orties; elle est éventuellement consta-
commerciale”, Revue trimestrielle de Droit Com- tée par les tribunaux de droit commun à qui l’avis
mercial (1954): 269. PIERRE FORTUNET, “Dirigisme de la commission, s’il en est intervenu un doit être
et libre concurrence - De la réglementation des communiqué».
ententes professionnelles et des conditions de L’art. 59-ter prevedeva: «Ne sont pas visées par
vente par le décret du 9 août 1953”, Revue des So- les dispositions de l’article 59-bis, les actions
ciétés (1954): 236; IOUDA TCHERNOFF and PIERRE concertées, conventions ou ententes»:
OLIVIER LAPIE, “Industrial and trade combinations «1. Qui résultent de l’application d’un texte lé-
under French law”, in LESLIE SCOTT (ed.), Trade gislatif ou réglementaire»;
Combinations in U.S.A., France, Germany, Poland «2. Dont les auteurs seront en mesure de jus-
(Paris: Librairie du Recueil Sirey, 1932), 49. tifier qu’elles ont pour effet d’améliorer et
20 Per un approfondimento di questi aspetti, d’étendre les débouchés de la production, ou d’as-
rinviamo a V. SALANDRA, Il diritto delle unioni di surer le développement du progrès économique
imprese (consorzi e gruppi), Padova, A. Milani, par la rationalisation et la spécialisation».
1934, 38. 23 Cfr. Sentenza della Corte del 3 dicembre
21 DEL MARMOL, supra nota 19, 86. 1987, Bureau National Interprofessionnel du Co-
22 In particolare, il délit de coalition previsto gnac c. Yves Aubert, causa 136/86, Racc. 1987, p.
dall’art. 59-bis decreto del 9 agosto 1953 relativo 4789; 82/896/CEE: Decisione della Commissione,
al mantenimento e al ristabilimento della libera del 15 dicembre 1982, (IV/29.883 - UGAL/BNIC),
concorrenza recitava: «Sont prohibées, sous ré- Gazzetta ufficiale, n. L 379 del 31 dicembre 1982,
serve des dispositions de l’article 59-ter, toutes les p. 1-18; Sentenza della Corte del 30 gennaio 1985,
actions concertées, conventions, ententes ex- Bureau National Interprofessionnel Du Cognac c.
presses ou tacites, ou coalitions sous quelque Guy Clair, causa 123/83, Racc. 1985, p. 391.
forme et pour quelque cause que ce soit, allant
8 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

goziazione delle norme antitrust del Trat- sentanze, irrigidirono le loro posizioni
tato di Roma, di una normativa in mate- pervenendo quindi ad una situazione di
ria di accordi anticoncorrenziali, norma- stallo27. I documenti ufficiali indicano
tiva espressione di una chiara imposta- come i rappresentanti della Repubblica
zione riguardo alla valutazione giuridica federale di Germania riconoscevano però
degli accordi tra imprese. che: «È impossibile imporre a livello eu-
ropeo un principio (cioè il principio del
1.3. La redazione dell’art. 85 CEE: la divieto) che è oggetto di discussione nella
creazione di una «connessione» tra l’art. 85 Germania stessa»28.
CEE e il futuro Regolamento 17/1962. – La situazione fu risolta dal Presidente
Durante la redazione delle norme antitrust del sottogruppo relativo alle norme della
del Trattato di Roma, i rappresentanti concorrenza, il tedesco Hans von der
della Repubblica francese proposero una Groeben, il quale era stato uno dei redat-
norma relativa al divieto di accordi la tori del Relazione Spaak, aveva degli
quale, da una parte, armonizzava le nor- stretti rapporti con la scuola ordoliberale
mative nazionali relative alla “discrimina- di Friburgo e sarebbe stato successiva-
zione sulla base del prezzo” e, dall’altra – mente il primo Commissario per la poli-
relativamente alle pratiche restrittive di tica di concorrenza della Commissione.
concorrenza24 –, conteneva gli stessi prin- Il compromesso proposto da von der
cipi degli artt. 59-bis e 59-ter del decreto Groeben, e accettato dalle parti, fu la pre-
francese 9 agosto 1953. Tale seconda parte visione di una norma di divieto di accordi
della proposta, in particolare, era espres- tra imprese (art. 85 § 1 CEE) che preve-
sione del principio degli accordi “buoni” e desse un’eccezione al divieto, discipli-
“cattivi”, cioè il divieto di accordi anticon- nando inoltre i requisiti in presenza dei
correnziali salvo la possibilità di esentare quali dichiarare non applicabile il divieto
specifiche intese che avessero avuto un ef- (art. 85 § 3 CEE)29. Infine, la norma di di-
fetto positivo sulla concorrenza. vieto prescriveva che «gli accordi e deci-
Diversamente, i rappresentati della sioni, vietati in virtù del presente articolo,
Repubblica federale di Germania avevano sono nulli di pieno diritto» (art. 85 § 2
difficoltà a prendere posizione sul punto, CEE), così come l’art. 53-bis del decreto
non avendo essi stessi ben chiaro quale francese del 1953 ma anche come la Not-
sarebbe stata la formulazione della rela- verordnung tedesca del 1931.
tiva normativa nazionale. I rappresen- Infine, Von der Groeben propose di
tanti tedeschi temevano che la redazione rinviare la decisione che aveva determi-
della norma comunitaria sui cartelli risul- nato lo “stallo”, cioè la modalità di appli-
tasse in contrasto con il loro diritto nazio- cazione dell’autorizzazione dell’art. 85 § 3
nale. Era già chiaro, infatti, che il diritto CEE (tramite il principio del divieto o il
della concorrenza del Trattato avrebbe principio dell’abuso), in un regolamento
avuto una rilevante influenza sul diritto successivo alla firma del Trattato di Roma
statale25. (ciò è dimostrato anche dalle prese di po-
I rappresentanti della Repubblica fe- sizioni del Governo olandese, del Parla-
derale di Germania, dopo un primo mo- mento francese e del Parlamento italiano
mento di esitazione, proposero una nel 1957). A tal fine il 28 novembre 1956
norma contenente il principio del divieto fu redatta la bozza dell’articolo poi dive-
senza eccezioni, qualificando tale propo- nuto, dopo successive elaborazioni, l’art.
sta come unica e immodificabile26. 87 § 2 lett. e CEE30.
A fronte di tale proposta i rappresen- In forza di tale compromesso, e ai
tanti francesi, così come le altre rappre- sensi degli artt. 87 e 88 CEE, si decise che

24 V. SCHULZE - HOEREN, supra nota 8, doc. 51. 30 L’art. 87 § 2 lett. e CEE recitava: “1. Nel ter-
25 Ivi, doc. 62. mine di tre anni dall’entrata in vigore del presente
26 Ivi, p. xxvii. Trattato, il Consiglio, con deliberazione unanime,
27 Ivi, p. xxvii. su proposta della Commissione e dopo consultata
28 Ivi, doc. 65. l’Assemblea stabilisce tutti i regolamenti o le di-
29 Ivi, p. xxxi. rettive utili ai fini dell’applicazione dei principi
L.F. PACE – LA NASCITA DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA IN EUROPA 9

l’art. 85 §§ 1 e 3 CEE sarebbe stato appli- a guisa del principio del divieto, recepito
cato, «fino al momento dell’entrata in vi- nel GWB del 195731.
gore delle disposizioni adottate in appli- La rappresentanza francese sosteneva
cazione dell’articolo 87», dalle «Autorità invece, come previsto dal decreto del
degli Stati membri (…) in conformità del 1953, un’applicazione dell’art. 85 § 3 CEE
diritto nazionale interno» (art. 88 CEE), a guisa del principio dell’abuso, cioè vali-
in questo modo giustificando il richiamo dità degli accordi stipulati dalle parti fino
delle Autorità nazionali direttamente al momento in cui non fosse stata accer-
dalle norme del Trattato (artt. 87 e 88 tata la violazione dell’art. 85 CEE.
CEE). Quindi le Autorità nazionali, ai Il “difficile” compromesso tra le diffe-
sensi dell’art. 88 CEE, erano competenti renti posizioni venne raggiunto con
anche ad applicare l’eccezione prevista l’aiuto del relatore del regolamento, il te-
dall’art. 85 § 3 CEE «in conformità del di- desco Arved Deringer, e fu trasposto nel
ritto nazionale interno». Secondo il com- Reg. 17/1962, primo regolamento di at-
promesso, la scelta della modalità di ap- tuazione degli artt. 85 e 86 CEE.
plicazione dell’art. 85 § 3 CEE (cioè il Il compromesso consisteva nel fatto
principio del divieto o dell’abuso) era così che, a fronte della “norma fondamentale”
temporaneamente lasciata alla scelta de- dell’Art. 1 Reg. 17/1962 secondo cui ac-
gli Stati membri. cordi «di cui all’articolo 85, paragrafo 1
del Trattato (…) sono vietati senza che oc-
1.4. L’attuazione dell’art. 85 CEE ai corra una decisione preventiva in tal
sensi del Reg. 17/1962. – Così come la re- senso» (Art. 1 Reg. 17/1962), le imprese al
dazione del testo dell’art. 85 CEE, anche la fine di ottenere l’esenzione di cui all’Art.
redazione nel 1961 del testo del primo re- 85 § 3 CEE dovevano notificare gli ac-
golamento ex art. 87 CEE, e in particolare cordi ad un unico organo (Art. 4 comma 1
della modalità di applicazione dell’art. 85 Reg. 17/1962)32. Ai sensi dell’art. 9 comma
§ 3 CEE, fu oggetto di forti discussioni. In- 1 Reg. 17/1962 tale organo era la Com-
fatti, il differente principio di giudizio dei missione33. A ciò si accompagnava la pre-
cartelli industriali, da parte dei francesi e visione dell’illiceità retroattiva dell’ac-
dei tedeschi, non era cambiato. cordo, conseguenza del principio di cui
La rappresentanza tedesca sosteneva, all’art. 1 Reg. 17/1962 in caso di rigetto
infatti, l’applicazione dell’art. 85 § 3 CEE dell’esenzione34, conseguenza questa del

contemplati dagli articoli 85 e 86. // Tali disposi- cati, la dichiarazione di cui all’articolo 85, para-
zioni, qualora non siano state adottate entro il grafo 3 non può essere rilasciata”.
termine suindicato, sono stabilite dal Consiglio, 33 ARVED DERINGER, Das Kartellrecht des EWG-
che delibera a maggioranza qualificata su propo- Vertrages im Verhältnis zum nationalen Recht
sta della Commissione e previa consultazione del- (Karlsruhe: Verlag C.F. Müller, 1965), 10. L’art. 9
l’Assemblea. // 2. Le disposizioni di cui al para- comma 1 Reg. 17/1962, rubricato come “Compe-
grafo l hanno, in particolare, lo scopo di: (…) b) tenza”, recitava: “Fatto salvo il controllo della de-
determinare le modalità di applicazione dell’arti- cisione da parte della Corte di Giustizia, la Com-
colo 85, paragrafo 3, avendo riguardo alla neces- missione ha competenza esclusiva per dichiarare
sità di esercitare una sorveglianza efficace e, nel inapplicabili in virtù dell’articolo 85, paragrafo 3
contempo, semplificare, per quanto possibile, il del Trattato le disposizioni dell’articolo 85, para-
controllo amministrativo”. grafo 1”.
31 ARVED DERINGER, Das Kartellrecht des EWG- 34 L’art. 6 comma 1 Reg. 17/1962, rubricato
Vertrages im Verhältnis zum nationalen Recht come “Dichiarazioni ai sensi dell’articolo 85, pa-
(Karlsruhe: Verlag C.F. Müller, 1965), 10. ragrafo 3”, recitava: “Quando la Commissione ri-
32 L’art. 4 § 1 Reg. 17/1962, rubricato come lascia una dichiarazione ai sensi dell’articolo 85,
“notificazione dei nuovi accordi, decisioni e prati- paragrafo 3 del Trattato, essa indica la data a de-
che”, recitava: “Gli accordi, le decisioni e le prati- correre dalla quale la dichiarazione prende ef-
che concordate, di cui all’articolo 85, paragrafo 1 fetto. Questa data non può essere anteriore a
del Trattato, intervenuti dopo l’entrata in vigore quella della notificazione”. V. anche sentenza
del presente regolamento, e per i quali le imprese della Corte del 6 febbraio 1973, SA Brasserie de
interessate intendono avvalersi dell’articolo 85, Haecht contro Wilkin-Janssen, Causa 48-72, Racc.
paragrafo 3, devono essere notificati alla Com- 1973, p. 77, § 25.
missione. Fino a quando non siano stati notifi-
10 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

principio di cui all’art. 1 Reg. 17/1962. La successiva prassi decisionale della


Questi principi erano conseguenza della Commissione optò per una interpreta-
richiesta tedesca di applicazione del prin- zione rigida dell’art. 85 § 1 CEE, ren-
cipio del “divieto”. Però, anche in caso di dendo tendenzialmente vietati tutti gli ac-
illiceità dell’accordo, la notifica dell’intesa cordi orizzontali e rendendo conseguente-
rendeva non comminabili alle parti le mente più ampia l’applicazione dell’art.
sanzioni per la violazione dell’art. 85 § 1 85 § 3 CEE. Tale prassi ha sostanzial-
CEE, e ciò per il periodo di tempo inter- mente trasformato, per i primi 40 anni di
corso tra notifica e decisione di merito applicazione, l’art. 85 § 1 CEE in una
della Commissione (art. 15 comma 5 Reg. norma contenente il principio del divieto,
17/1962)35. con la necessità (ma non l’obbligo for-
Inoltre, il Reg. 17/1962 prevedeva male) di notificare le intese alla Commis-
(come richiesto dalla Francia) l’efficacia sione. Ciò quanto meno per “assicurarsi”
temporanea degli accordi fino alla deci- la temporanea efficacia degli accordi
sione della Commissione, in presenza o stessi e per evitare le sanzioni in caso di
meno della notifica dell’intesa. Però, in illiceità dell’intesa (art. 85 § 2 CEE) con-
assenza di notifica e nel caso in cui l’ac- seguente al rigetto dell’autorizzazione. In
cordo fosse stato vietato ai sensi dell’art. ultima istanza, tale applicazione propo-
85 § 1 CEE, era prevista l’illiceità dell’ac- neva a livello comunitario un sistema si-
cordo ex tunc e senza possibilità di valu- mile a quanto previsto dalla normativa
tazione ex art. 85 § 3 CEE. antitrust tedesca.
La modalità di attuazione dell’art. 85 A ben vedere, tale prassi della Com-
CEE ex Reg. 17/1962 aveva quindi mante- missione è stata determinata dall’influen-
nuto, nella relativa formula di compro- za tedesca a livello CEE (e in particolare
messo, un certo equilibrio tra principio della scuola ordoliberale di Friburgo). La
tedesco e principio francese. dominante influenza tedesca nello svi-
Da questa situazione di “equilibrio”, luppo del diritto europeo della concor-
l’impostazione finale sarebbe stata più vi- renza nei primi anni della CEE era conse-
cina al regime proposto dalla Germania o guenza dell’approfondita riflessione che
dalla Francia a seconda della scelta di in Germania vi era stata sui problemi
fondo relativa all’applicazione dell’art. 85 della concorrenza proprio in conseguenza
§ 1 CEE. Infatti, un’interpretazione più ri- della tragica esperienza nazista e dell’eco-
gida del divieto avrebbe sostanzialmente nomica “cartellizzata” ad essa stretta-
imposto alle imprese, secondo il principio mente connessa.
del divieto tedesco, di notificare gli ac- Tra i personaggi che hanno influen-
cordi sia al fine di richiedere l’esenzione zato questo sviluppo vi fu il prof. Ernst-
ex art. 85 § 3 CEE, ma anche per non in- Joachim Mestmäcker il quale fu nomi-
correre nelle sanzioni in caso di rifiuto nato nel 1960, dietro indicazione dell’al-
dell’esenzione ex art. 85 § 3 CEE. Una in- lora presidente della Commissione, Wal-
terpretazione meno rigida del divieto del- ter Hallstein, consulente speciale della
l’art. 85 § 1 CEE avrebbe determinato un Commissione per la concorrenza.
minore incentivo a notificare alla Com- Il prof. Mestmäcker era allievo di
missione gli accordi e quindi un divieto Franz Böhm, questo ultimo fondatore in-
più simile al principio dell’abuso fran- sieme a Walter Eucken della scuola di Fri-
cese. burgo. La nomina rifletteva la necessità

35 L’art. 15 comma 5, rubricato come “Am- scritta nella notificazione, b) anteriori alla notifi-
mende”, recitava: «Le ammende previste al para- cazione e che restino nei limiti degli accordi, de-
grafo 2, lettera a) non possono essere inflitte per cisioni e pratiche concordate, esistenti alla data di
comportamenti: a) posteriori alla notificazione entrata in vigore del presente regolamento, pur-
alla Commissione ed anteriori alla decisione con ché la notificazione sia stata fatta nei termini in-
la quale questa concede o rifiuta l’applicazione dicati nell’articolo 5, paragrafo 1 e nell’articolo 7,
dell’articolo 85, paragrafo 3 del Trattato, nella mi- paragrafo 2».
sura in cui essi restano nei limiti dell’attività de-
L.F. PACE – LA NASCITA DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA IN EUROPA 11

della Commissione di creare la politica di zioni, così come già previsto nel Trattato
concorrenza comunitaria36. CECA38 (istituto che nel Trattato CECA
Il prof. Mestmäcker rimase consulente era stato imposto dagli Stati Uniti d’Ame-
speciale della Commissione dal 1960 al rica per evitare che le imprese tedesche
1970 influenzando l’interpretazione dei nel settore del carbone e dell’acciaio ac-
principi degli artt. 85 CEE e 86 CEE se- quisissero nuovamente una posizione di
condo la scuola tedesca37. dominanza sul mercato). Diversamente
nel Trattato CEE, non ponendosi il pro-
2. La redazione dell’art. 86 CEE. – Il blema relativo al Trattato CECA, gli Stati
Rapporto Spaak prevedeva che il Trattato membri non inserirono un sistema di
CE disciplinasse, oltre ad una norma sul controllo delle concentrazioni, sistema
divieto di accordi, anche una norma rela- che avrebbe evidentemente limitato in
tiva al divieto di comportamenti monopo- modo consistente l’autonomia degli Stati
listici delle imprese. membri nella “gestione” dell’economia al-
Dai documenti ufficiali risulta che la l’interno dei propri confini.
redazione dell’art. 86 CEE sia stata meno
problematica della redazione dell’art. 85 2.1. L’attuazione dell’art. 86 CEE. –
CEE. Ciò è stato probabilmente determi- L’art. 85 CEE, a differenza dell’art. 85 § 3
nato dall’assenza, al momento della reda- CEE, non necessitava (e non necessita) di
zione del Trattato, di norme similari negli norme di attuazione. Anzi, l’articolo pre-
ordinamenti dei sei Stati fondatori. In- senta, come riconosciuto dalla successiva
fatti, solo in Germania si poneva in quel giurisprudenza CEE, i requisiti di norme
periodo la necessità di introdurre nella avente “effetto diretto”.
legge di tutela della concorrenza una In assenza della necessità di norme di
norma contro i comportamenti unilate- attuazione dell’art. 82 CEE, ed essendo
rali delle imprese. Tale norma, cioè l’a- essa avente “effetto diretto”, l’art. 1 Reg.
buso di posizione dominante, fu poi inse- 17/1962, rubricato come “Disposizione di
rita nel GWB all’art. 22. principio”, recitava: «(…) Lo sfruttamen-
Questo non evitò che nelle «scherma- to abusivo di una posizione dominante
glie» negoziali. La Francia aveva infatti sul mercato ai sensi dell’articolo 86 del
proposto una norma di divieto della do- Trattato, [è] vietat[o] senza che occorra
minanza delle imprese sul mercato. Que- una decisione preventiva in tal senso
sto divieto avrebbe causato gravi conse- (…)».
guenze per le imprese tedesche le quali, in
considerazione della presenza nel territo-
III. IL SISTEMA DI APPLICAZIONE DEGLI ARTT.
rio tedesco di numerose imprese di rile-
85 E 86 CEE DISCIPLINATO DAL REG.
vanti dimensioni, sarebbero potuto essere
17/1962
oggetto di tale divieto. Come noto l’art. 86
CEE formulò, nella sua versione finale, il Come noto, il primo regolamento di
divieto di abuso della posizione domi- applicazione degli artt. 85 e 86 CEE è
nante sul mercato. stato emanato il 6 febbraio 1962 – dopo
Ciò detto, in sede di redazione della circa cinque anni dalla firma del Trattato
norma la discussione si sviluppò maggior- di Roma (1957) –. Il regolamento è en-
mente sulla modalità di limitare il potere trato in vigore il 13 marzo 196239 ed ha
delle singole imprese e sul se disciplinare terminato il periodo di vigenza il 30 aprile
nel Trattato il controllo delle concentra- 2004. Tale regolamento – oltre a regolare

36 OSKAR KLUG, Die Problematik der amtlichen siebzigsten Geburstag, ULRICH IMMENGA (a cura di),
deutschen Kartellpolitik, in LUDWIG KASTL - MAX Baden - Baden, Nomos Verlagsgeselschaft, 1996,
METZNER, Kartelle in der Wirklichkeit Festschrift p. 24.
fuer Max Metzner zu seinem fuenfundsiebzigsten 38 SCHULZE and HOEREN, supra nota 8.
Geburstag, Köln, Heymann, 1963, p. 153, 171. 39 Regolamento n. 17, primo regolamento d’ap-
37 V. HANS FRIEDERICH ZACHER, Grußwort, in plicazione degli articoli 85 e 82 del Trattato CEE,
Festschrift fur Ernst-Joachim Mestmäcker zum in G.U.C.E. P 13 del 21 febbraio 1962, p. 204.
12 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

il centrale elemento della modalità di ai sensi dell’articolo 85, paragrafo 3); art.
applicazione dell’art. 85 § 3 CEE (art. 1 23 Reg. 17/1962 (regime transitorio appli-
Reg. 17/1962), le conseguenze sulla parti- cabile alle decisioni delle Autorità degli
colare disciplina delle decisioni della Stati membri).
Commissione (artt. 2-8 Reg. 17/1962) e gli Il Reg. 17/1962 manteneva in capo alle
organi competenti ad applicare l’art. 85 Autorità nazionali la competenza ad ap-
§ 3 CEE (art. 9 Reg. 17/1962) – non disci- plicare gli artt. 85 e 86 CEE, così come già
plinava aspetti altrimenti non già previsti ai sensi dell’art. 88 CEE. L’art. 9 § 3 Reg.
(anche se succintamente) nel Trattato 17/1962 prevedeva infatti che «fino a
CEE (1957). quando la Commissione non abbia ini-
Con riferimento alla competenza della ziato alcuna procedura a norma degli
Commissione, l’art. 9 comma 1 Reg. 17/ artt. 2, 3 o 6, le Autorità degli Stati mem-
1962 attribuiva all’Autorità CE la com- bri restano competenti per l’applicazione
petenza esclusiva di applicazione dell’art. dell’articolo 85, paragrafo 1 e dell’articolo
85 § 3 CEE. A ben vedere il riconosci- 86, in conformità dell’articolo 88 del Trat-
mento di tale competenza esclusiva era tato, anche se non sono scaduti i termini
nel 1962 sostanzialmente obbligato. Una per la notificazione, indicati nell’articolo
competenza decentrata del potere di au- 5, paragrafo 1 e nell’articolo 7, paragrafo
torizzazione ex art. 85 § 3 CEE avrebbe 2». D’altro canto, non vi sarebbe stato mo-
infatti determinato il rischio di prassi non tivo per eliminare tale competenza, so-
coerenti tra le varie Autorità nazionali e la prattutto in presenza negli Stati membri
Commissione (soprattutto in un mo- di organi che avrebbero potuto cooperare
mento in cui le culture giuridiche ed eco- con la Commissione per la tutela antitrust
nomiche relative alla tutela dai cartelli tra CEE.
imprese erano così differenti tra i singoli La competenza riconosciuta dal Reg.
Stati membri, ed in particolare tra Ger- 17/1962 alle Autorità nazionali non si
mania e Francia). estendeva però – a differenza dell’art. 88
CEE – all’applicazione dell’art. 85 § 3
Le decisioni che la Commissione po-
CEE, competenza esclusiva della Com-
teva emanare in applicazione degli artt.
missione (art. 9 comma 1 Reg. 17/1962).
85 e 86 CEE ai sensi del Reg. 17/1962
Inoltre, le Autorità nazionali non po-
erano la conseguenza dei due elementi so-
tevano esercitare la propria competenza
pra indicati, cioè: da una parte, la previ- ex artt. 85 e 86 CEE parallelamente alla
sione del sistema di notifica per l’applica- Commissione riguardo ad una medesima
zione dell’art. 85 § 3 CEE; dall’altra, la fattispecie (art. 9 § 3 Reg. 17/1962). In-
competenza esclusiva in capo alla Com- fatti, in conseguenza dell’apertura di un
missione dell’applicazione dell’art. 85 § 3 procedimento da parte della Commis-
CEE. Infatti, tra le decisioni della Com- sione sul medesimo caso oggetto di valu-
missione disciplinate, solo gli artt. 2 Reg. tazione di un’Autorità nazionale, l’Auto-
17/1962 (attestazione negativa) e 3 Reg. rità CEE avocava a sé la competenza an-
17/1962 (eliminazione delle infrazioni) titrust per poter giudicare tale fattispecie.
non riguardavano decisioni di applica- Parimenti l’Autorità nazionale non po-
zione dell’art. 85 § 3 CEE. Tutte le altre teva iniziare un procedimento ai sensi del
norme riguardavano il sistema di notifica diritto antitrust CEE per casi oggetto in
degli accordi, e cioè: art. 4 Reg. 17/1962 quel momento di un procedimento istrut-
(notificazione dei nuovi accordi, decisioni torio della Commissione. Ciò non esclu-
e pratiche); art. 5 Reg. 17/1962 (notifica- deva però che le Autorità nazionali potes-
zione degli accordi, decisioni e pratiche sero applicare parallelamente – sebbene
esistenti); art. 6 Reg. 17/1962 (dichiara- nella vigenza del Reg. 17/1962 questo
zioni ai sensi dell’articolo 85, paragrafo fosse una mera ipotesi di scuola – la com-
3); art. 7 Reg. 17/1962 (disposizioni parti- petenza antitrust CEE per la medesima
colari per gli accordi, decisioni e pratiche fattispecie.
esistenti); art. 8 Reg. 17/1962 (durata Al contrario, il Reg. 17/1962 non esclu-
della validità e revoca delle dichiarazioni deva, come confermato dalla sent. Walt
L.F. PACE – LA NASCITA DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA IN EUROPA 13

Wilhelm40, procedimenti paralleli della della norma da parte dei giudici nazionali
Commissione e delle Autorità nazionali il fatto che l’art. 85 § 3 CEE non dispo-
su di una medesima fattispecie: la Com- nesse di “effetto diretto”. D’altro canto,
missione ai sensi del diritto antitrust CE e come chiarito dalla giurisprudenza Sa-
l’Autorità ai sensi del diritto antitrust na- bam41 e confermato dalla giurisprudenza
zionale. Delimitis42, se l’art. 85 § 3 CEE fosse stata
norma avente effetto diretto, la compe-
IV. LA TUTELA GIURISDIZIONALE DELLE
tenza esclusiva della Commissione rela-
NORME ANTITRUST EUROPEE
tiva a tale norma non avrebbe potuto
escludere l’applicazione di tale norma da
Il Reg. 17/1962, così come gli artt. 88 e parte dei giudici nazionali.
89 CEE, non prevedeva – al contrario del Sempre la giurisprudenza Delimitis
Reg. 1/03 – alcun riferimento ai giudici aveva però chiarito – in conseguenza della
nazionali; né, in primo luogo, con riferi- disciplina del Reg. 17/1962 – che nel caso
mento alla competenza di applicazione di intese notificate alla Commissione, i
degli artt. 85 e 86 CEE, né, in secondo giudici non potevano decidere della fatti-
luogo, sotto il profilo della collaborazione specie fino a quando l’Autorità CEE non
con la Commissione o le Autorità nazio- avesse deciso sulla notifica stessa. Nel
nali. caso in cui la Commissione avesse riget-
Riguardo al primo aspetto, ciò era tato la richiesta di autorizzazione, il giu-
comprensibile in quanto i giudici applica- dice poteva però applicare l’art. 85 § 1
vano gli artt. 85 § 1 e 86 CEE in conse- CEE. Nel caso di intese non notificate, i
guenza dell’effetto diretto di tali due giudici potevano decidere immediata-
norme. Essi, quindi, non necessitavano di mente su tali accordi valutando esclusiva-
specifiche norme che ai sensi dei regola- mente la violazione o meno dell’art. 85 § 1
menti ex art. 87 CEE riconoscessero ad CEE, senza possibilità di valutare l’appli-
essi specifiche competenze. cabilità dell’art. 85 § 3 CEE.
Sotto questo aspetto, il Reg. 17/1962 In secondo luogo, il Reg. 17/1962 non
risolveva – anche se indirettamente – uno prevedeva norme relative al collegamento
dei problemi osservati agli artt. 88 e 89 tra Commissione o Autorità nazionali
CEE con riferimento al potere dei giudici (differentemente dal Reg. 1/03). Questo in
nazionali di applicare gli artt. 85 e 86 quanto l’obiettivo principale del regola-
CEE (e in particolare con riferimento al- mento era definire, da una parte, le mo-
l’art. 85 § 3 CEE). L’art. 1 Reg. 17/1962 in- dalità per applicare l’art. 85 § 3 CEE e,
fatti prevedeva – come già evidenziato – dall’altra, definire i poteri della Commis-
che le intese ai sensi dell’art. 85 § 1 (ma sione per realizzare gli obiettivi dell’art. 3
anche gli abusi di posizione dominante ex § 1 lett. g CEE.
art. 86 CEE) erano «vietati senza che
[fosse] necessaria una preventiva deci-
V. LA CRISI E IL TRAMONTO DEL REG. 17/
sione in tale senso». In questo modo era
1962 E L’EMANAZIONE DEL REG. 1/2003
chiarito che i giudici nazionali, ai sensi
dell’art. 1 Reg. 17/1962, applicavano gli Il testo del Reg. 17/1962 negli oltre 40
artt. 85 § 1 e 86 CEE in considerazione anni di vigenza è rimasto sostanzialmente
del relativo effetto diretto. invariato. L’ordinamento CE nel contem-
Sebbene il Reg. 17/1962 avesse quindi po era cambiato profondamente, sia ri-
risolto il problema relativo alla modalità guardo agli aspetti più propriamente nor-
di applicazione dell’art. 85 CEE, rimaneva mativi (le modifiche del CEE, anche in
comunque come limite per l’applicabilità conseguenza della crescita del numero di

40 Sentenza della Corte del 13 febbraio 1969, Fonior (Sabam - Fonior), causa 127/73, Racc.
Walt Wilhelm e altri contro Bundeskartellamt, 1974, p. 51.
causa 14-68, Racc. 1969 p. 1. 42 Sentenza della Corte del 28 febbraio 1991,
41 Sentenza della Corte del 30 gennaio 1974, Stergios Delimitis contro Henninger Bräu AG,
Belgische Radio en Televisie contro Sv Sabam e Nv causa C-234/89, Racc. 1991 p. I-935.
14 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

Stati membri), sia per quanto riguarda gli L’alto numero di notifiche depositate
aspetti più fattuali (la crescita del numero presso la Commissione per ottenere l’e-
di casi rientranti nel campo di applica- senzione ex art. 85 § 3 CEE era conse-
zione del diritto antitrust CE, conse- guenza dell’interpretazione restrittiva del-
guenza della “realizzazione” del mercato l’art. 85 § 1 CEE. Dall’entrata in vigore del
comune). Tali cambiamenti avevano de- Reg. 17/1962 le imprese notificavano fre-
terminato l’emersione di nuovi problemi quentemente le intese poste in essere in
nel sistema di tutela antitrust CEE, in par- considerazione, in un primo momento,
ticolare nel rapporto “verticale” tra Com- dell’incertezza di quale sarebbe stata l’im-
missione e organi dei sistemi di tutela postazione della Commissione riguardo a
della concorrenza degli Stati membri. tale norma di esenzione e, in un secondo
Il rapporto “verticale” tra Commis- momento – dall’inizio degli anni ’70 – in
sione, Autorità e giurisdizioni nazionali considerazione dell’interpretazione re-
divenne un aspetto rilevante del sistema strittiva dell’art. 85 § 1 CEE dell’Autorità
antitrust europeo all’inizio degli anni ’90. CEE. Le conseguenze dell’eventuale illi-
Ciò è stata conseguenza del numero ec- ceità ex tunc delle intese non notificate (e
cessivo di casi antitrust (ad es. notifiche della non applicabilità delle sanzioni nel
ex art. 85 § 3 CEE, denunce presentate al- caso di rigetto dell’esenzione e violazione
l’Autorità CEE, casi iniziati d’ufficio) a dell’art. 85 § 1 CEE) erano per le imprese
cui era sottoposta la Commissione ri- infatti tali da consigliarne la notifica.
spetto al numero di funzionari a disposi- L’alto numero di notifiche era determi-
zione della Direzione generale della con- nato anche da un’interpretazione restrit-
correnza della Commissione stessa. tiva dell’art. 4 § 2 Reg. 17/1962, norma
A parte il fenomeno “fisiologico” del- che era stata prevista paradossalmente
l’aumento nel tempo del numero di de- proprio per ridurre i casi in cui notificare
nunce presentate all’Autorità CE (fatto av- intese poste in essere da imprese attive
venuto tanto in Europa quanto negli Stati nello stesso territorio43.
Uniti d’America e derivante dalla crescita La Commissione aveva “tamponato”
di fattispecie che avevano effetto sul com- inizialmente il problema del numero di
mercio interstatale), la crescita del nu- notifiche tramite soluzioni di carattere
mero di notifiche per ottenere l’esenzione procedurale.
ex art. 85 § 3 CEE – al contrario – presen- In primo luogo, negli anni ’60 la Com-
tava una “dinamica” esclusiva del sistema missione aveva emanato, ad iniziare dal
europeo che vale la pena prendere breve- 196744, una serie di regolamenti di esen-
mente in considerazione. zione per categoria al fine di evitare che le

43 Cfr. Sentenza della Corte del 18 marzo del 30 novembre 1988 relativo all’applicazione del-
1970, Brauerei A. Bilger, cit. e il commento di l’articolo 85, paragrafo 3 del trattato CEE a cate-
Koenraad Lenaerts, Le Juge et la Constitution aux gorie di accordi di licenza di know-how, in G.U. L
États-Unis d’Amérique et dans l’Ordre juridique 61 del 4.3.1989, pp. 1-13; Regolamento (CEE) n.
Européen (Brussels: Bruylant, 1988), 124. 4087/88 della Commissione del 30 novembre 1988
44 Vedi Regolamento n. 67/67/CEE della Com- concernente l’applicazione dell’articolo 85, para-
missione, del 22 marzo 1967, relativo all’applica- grafo 3 del trattato a categorie di accordi di fran-
zione dell’articolo 85, paragrafo 3, del Trattato a chising, in G.U. L 359 del 28.12.1988, pp. 46-52;
categorie di accordi di distribuzione esclusiva, in Regolamento (CEE) n. 417/85 della Commissione
G.U. 57 del 25.3.1967, pp. 849-852; Regolamento del 19 dicembre 1984 relativo all’applicazione del-
(CEE) n. 123/85 della Commissione del 12 dicem- l’articolo 85, paragrafo 3, del trattato CEE a cate-
bre 1984 relativo all’applicazione dell’articolo 85, gorie di accordi di specializzazione, in G.U. L 53
paragrafo 3, del trattato CEE a categorie di ac- del 22.2.1985, pp. 1-4; Regolamento (CEE) n.
cordi per la distribuzione di autoveicoli e il servi- 418/85 della Commissione del 19 dicembre 1984
zio di assistenza alla clientela, in G.U. L 15 del relativo all’applicazione dell’articolo 85, paragrafo
18.1.1985, pp. 16-24; Regolamento (CEE) n. 3, del trattato CEE a categorie di accordi in mate-
2349/84 della Commissione del 23 luglio 1984 re- ria di ricerca e sviluppo, in G.U. L 53 del
lativo all’applicazione dell’articolo 85, paragrafo 3, 22.2.1985, pp. 5-12; Regolamento (CEE) n. 82/91
del trattato CEE a categorie di accordi di licenza della Commissione del 5 dicembre 1990 relativo
di brevetto, in G.U. L 219 del 16.8.1984, pp. 15-24; all’applicazione dell’articolo 85, paragrafo 3 del
Regolamento (CEE) n. 556/89 della Commissione trattato CEE a talune categorie di accordi, deci-
L.F. PACE – LA NASCITA DEL DIRITTO DELLA CONCORRENZA IN EUROPA 15

imprese notificassero alla Commissione riva infatti gli investimenti e le attività


determinate categorie di accordi45. economiche “interstatali” (rectius di rile-
In secondo luogo, negli anni ’80, la vanza comunitaria) con la conseguente
Commissione aveva cercato di «tampo- applicabilità – per via del pregiudizio sul
nare» ulteriormente la crescita del carico “commercio tra Stati membri” – del diritto
di lavoro derivante dalle notifiche delle antitrust CEE. All’aumento del carico di
intese tramite le c.d. comfort letter. Con lavoro si aggiungeva la lentezza con cui le
tali provvedimenti informali (c.d. anche richieste di esenzione ex art. 85 § 3 CEE
«lettere amministrative») la Commissione erano decise dalla Commissione – anche
avvertiva i soggetti che avevano notificato in considerazione del limitato personale
le intese che il caso presentava o meno i della D.G. concorrenza –; tale lentezza era
requisiti per ottenere l’esenzione ex art. stata riconosciuta dalla stessa Corte di
85 § 3 CEE oppure che l’intesa rientrava giustizia47 ed ha influito, ad esempio, an-
nel campo di applicazione di un regola- che sulla redazione del campo di applica-
mento di esenzione. Le comfort letter pre- zione della legge antitrust italiana48.
sentavano però il limite della loro natura Questi fatti imposero alla Commis-
di atti non vincolanti per i singoli, con l’e- sione di trovare un modo per ridurre il re-
vidente limite per la certezza del diritto46. lativo carico di lavoro. Tale soluzione fu
Con l’inizio degli anni ’90 il carico di trovata dalla D.G. concorrenza, in cui era
lavoro della Commissione relativo alle no- allora Commissario per la concorrenza
tifiche e ai procedimenti di cui agli artt. 85 Mario Monti, nel “decentramento dell’ap-
e 86 CEE divenne insostenibile. Tale ulte- plicazione del diritto antitrust europeo” da
riore aumento di attività della Commis- parte delle Autorità e dei giudici nazio-
sione era conseguenza del completamento nali, principio che ha costituito il perno
del mercato interno nel 1992 e quindi del successivo (e vigente) regolamento di
della maggiore importanza del diritto an- applicazione delle norme europee di con-
titrust CEE in un momento in cui le bar- correnza, il Reg. 1/0349.
riere normative tra gli Stati membri veni-
vano lentamente eliminate. Questo favo- LORENZO F. PACE

sioni e pratiche concordate aventi per oggetto i 47 Cfr. Sentenza della Corte del 6 febbraio
servizi di assistenza a terra, in G.U. L 10 del 1973, Sa Brasserie di Haecht c. Wilkin - Janssen,
15.1.1991, pp. 7-8; Regolamento (CEE) n. 3932/92 causa 48/72, Racc. 1973, p. 77.
della Commissione, del 21 dicembre 1992, relativo 48 Sul punto v. LORENZO FEDERICO PACE, Il si-
all’applicazione dell’articolo 85, paragrafo 3 del stema italiano di tutela della concorrenza e il “vin-
trattato a talune categorie di accordi, decisioni e colo comunitario” imposto al legislatore nazionale:
pratiche concordate nel settore delle assicura- l’art. 1 l. n. 287/90, Rivista italiana di Diritto pub-
zioni, in G.U. L 398 del 31.12.1992, pp. 7-14. blico comunitario (2001) 6: 997.
45 V. DANIEL G. GOYDER, EC Competition Law, 49 Sul problema del decentramento del diritto
3rd edition, (Oxford: Oxford University Press, europeo della concorrenza, rinviamo al nostro
1998), 130. Decentralised Application, in GIAN LUIGI TOSATO
46 V. Sentenza della Corte del 10 luglio 1980, and LEONARDO BELLODI (eds.), EU Competition
Anne Marty Sa c. Estee Lauder Sa, causa 37/79, Law: Procedure: Anti-Trust, Merger, State Aids (De-
Racc. 1980, p. 2485. venter: Claeys & Casteels, 2006), 215.
DIZIONARIO SISTEMATICO
DEL DIRITTO
DELLA CONCORRENZA
a cura di

Lorenzo F. Pace

ESTRATTO

Jovene editore 2013


Il private enforcement del diritto europeo antitrust:
evoluzione e risultati

Sommario: I. PRIVATE ANTITRUST ENFORCEMENT E Qualche dubbio, invece, potrebbe ri-


COMPETENZE DELL’UNIONE EUROPEA. – II. ALLE guardare proprio il c.d. private enforce-
ORIGINI DEL PRIVATE ENFORCEMENT EUROPEO. –
ment della concorrenza.
III. PRINCIPI E REGOLE COMUNITARIE IN TEMA DI
PRIVATE ENFORCEMENT: I DOCUMENTI DI SOFT LAW.
In quanto non strettamente correlato
– IV. PRINCIPI E REGOLE ELABORATE DELLA CORTE alla definizione di regole sulla concor-
DI GIUSTIZIA. renza bensì di regole sui criteri e modalità
di tutela civilistica di un diritto sogget-
I. PRIVATE ANTITRUST ENFORCEMENT E COM-
tivo, la disciplina del private enforcement
PETENZE DELL’UNIONE EUROPEA
dovrebbe appartenere alla categoria delle
competenze concorrenti, elencate all’art. 4
Il private antitrust enforcement, vale a TFUE, elenco che comprende materie
dire quel meccanismo che consente ad quali “mercato interno” e “protezione dei
imprese o a privati cittadini (dal 2010 an- diritti dei consumatori” nelle quali si po-
che tramite azione collettiva) la tutela ci- trebbe collocare, così come avviene per la
vilistica di una situazione giuridica sog- gran parte delle materie del diritto privato
gettiva che si ritiene lesa da un comporta- europeo, la disciplina del risarcimento del
mento anticompetitivo e che permette, in danno cagionato ad un privato da un’altra
particolare, di agire per ottenere vuoi il ri- persona, fisica o giuridica, privata.
sarcimento del danno, vuoi misure caute- Trattandosi di competenza non esclu-
lari nei confronti di quelle imprese che siva dell’UE, si deve allora applicare la re-
abbiano violato le regole antitrust euro- gola, dettata dal c.d. “principio di sussi-
pee, è nato e si è sviluppato nel solco della diarietà”, secondo la quale tali compe-
disciplina della concorrenza e non in tenze (concorrenti) possono essere eser-
quello del diritto privato (diritto dei con- citate dall’Unione solo se «gli obiettivi
tratti o responsabilità civile). Ciò ha de- dell’azione prevista non possono essere
terminato una prima importante conse- conseguiti in misura sufficiente dagli Stati
guenza per il nuovo istituto sottratto, di membri (…) ma possono (…) essere con-
fatto, alla disciplina e alla evoluzione del seguiti meglio a livello di Unione» (art. 5,
diritto privato europeo. Di esso in effetti comma 3, TUE). Ciò significa che, in linea
non c’è traccia non solo nelle direttive di di principio, la competenza a disciplinare
armonizzazione del diritto privato o nei il private enforcement spetta agli Stati,
regolamenti di uniformazione ma nep- salvo che l’UE non decida di intervenire
pure nei grandi progetti di armonizza- ma solo se dimostra che le sue misure pos-
zione come, ad esempio, il Draft Common sono avere una efficacia maggiore rispetto
Frame of Reference (DCFR) oppure il Draft a quelle eventualmente adottate singolar-
Principles of European Tort Law (PETL). mente dagli Stati membri.
L’istituto ha trovato invece la sua sede na- A rafforzare questa ricostruzione soc-
turale nell’ambito della disciplina della corre un’altra norma in base alla quale gli
concorrenza e, in particolare, della disci- Stati membri sono tenuti a stabilire i «ri-
plina antitrust. medi necessari per assicurare una tutela
Che la disciplina della concorrenza a giurisdizionale effettiva nei settori disci-
livello comunitario appartenga alla cate- plinati dal diritto dell’Unione» (art. 19,
goria delle competenze “esclusive” dell’U- comma 2, TUE). Se apparentemente la
nione europea non vi è alcun dubbio: norma sembra attribuire agli Stati mem-
l’art. 3 del TFUE testualmente sancisce la bri la competenza ad assicurare tutela
competenza esclusiva dell’Unione per giurisdizionale nei settori disciplinati dal-
quanto riguarda la «definizione di regole l’Unione europea, in realtà essa costitui-
di concorrenza necessarie al funziona- sce la piena legittimazione delle Istitu-
mento del mercato interno». zioni di Bruxelles ad agire in luogo degli
G.A. BENACCHIO – IL PRIVATE ENFORCEMENT DEL DIRITTO ANTITRUST 17

Stati, esercitando quel potere che deriva titrust europeo, nel rispetto delle sue fina-
dal principio di sussidiarietà che per- lità, degli obiettivi, delle regole e dei prin-
mette agli organi dell’Unione di giustifi- cipi comunitari; b) la giurisprudenza
care l’adozione di un’azione unitaria in della Corte di giustizia costituisce e conti-
funzione del raggiungimento di quella «… nuerà a costituire, anche in presenza di
tutela giurisdizionale effettiva» che molto una eventuale espressa regolamentazione
difficilmente potrebbe essere raggiunta positiva europea e/o nazionale, il princi-
da tutti gli Stati senza un efficace coordi- pale punto di riferimento sia per colmare
namento centralizzante. Come vedremo i vuoti normativi, sia per creare nuove re-
oltre, tale disposizione è stata effettiva- gole vincolanti, sia per valutare la confor-
mente utilizzata dalla Corte di giustizia mità dei diritti nazionali e delle loro solu-
per imporre agli Stati membri, in assenza zioni giurisprudenziali al diritto dell’UE.
di una disciplina positiva sul risarcimento
del c.d. danno antitrust, regole minimali II. ALLE ORIGINI DEL PRIVATE ENFORCEMENT
vincolanti. EUROPEO
Fatto sta che, mancando allo stato at-
tuale una organica disciplina comunita- Il private antitrust enforcement nasce
ria, è compito degli Stati membri discipli- dunque più come strumento per favorire il
nare la materia del risarcimento del rispetto delle regole comunitarie sulla
danno da illecito antitrust, ovviamente nel concorrenza, e dunque sotto il profilo di
quadro delle regole dei Trattati, delle di- un rafforzamento della deterrenza gene-
sposizioni contenute in alcuni sporadici rale, che non come strumento civilistico di
interventi comunitari, dei principi gene- tutela di posizioni giuridiche soggettive.
rali del diritto UE e, soprattutto, dei prin- Le istituzioni comunitarie, e in primo
cipi e regole sancite in questi ultimi anni luogo la Commissione, in questi ultimi
dalla Corte di giustizia in materia. anni hanno premuto per una politica di
A dire il vero, il tema è talmente deli- decentramento nell’applicazione del di-
cato e complesso che molti Stati sem- ritto antitrust; il numero sempre mag-
brano preferire di attendere indicazioni giore di Stati membri e il conseguente au-
più precise da parte dell’Unione per evi- mento delle possibili violazioni del diritto
tare o di adottare soluzioni che poi pos- europeo hanno richiesto un allargamento
sono essere contestate e bocciate da parte dei soggetti, pubblici o privati comprese
dei giudici di Lussemburgo, o di dover ri- le persone fisiche, che possano in qualche
vedere una loro eventuale normativa alla modo contribuire a fare emergere e repri-
luce di successive disposizioni comuni- mere tali violazioni.
tarie, affidando nel frattempo alla giu- Ciò è avvenuto mediante due stru-
risprudenza nazionale l’individuazione menti, quello normativo e quello giuri-
delle regole e delle soluzioni caso per sprudenziale.
caso. L’aspettativa dei legislatori nazionali Infatti, da un lato il Reg. 1/20032 ha at-
è stata alimentata anche da una bozza di tribuito agli Stati membri, in particolare
proposta di direttiva, circolata negli ul- alle varie autorità garanti amministrative,
timi anni, mai pubblicata e successiva- compiti e funzioni prima appartenute alla
mente arenatasi negli uffici di Bruxelles1. Commissione, in merito all’accertamento
Il dato sulla competenza è estrema- delle violazioni di cui agli artt. 101 e 102
mente importante per due motivi: a) la di- TFUE e all’applicazione delle relative san-
sciplina, attuale e futura, del private anti- zioni; dall’altro lato la Corte di giustizia,
trust enforcement si colloca (e si dovrà seguita poi da alcune formali iniziative
sempre collocare) nel solco del diritto an- della Commissione, ha sancito il diritto
1 Si tratta del documento denominato Propo- che, molto probabilmente, sarà presentata nel
sal for a Directive on rules governing damages ac- corso del 2013.
tions for infringements of Articles 81 and 82 of the 2 Reg. 1/2003 del Consiglio, 16 dicembre 2002,
Treaty (2009). Nell’Agenda 2012 della Commis- concernente l’applicazione delle regole di concor-
sione UE era in programma la presentazione e la renza di cui agli articoli 81 e 82 del trattato, in
discussione di una rinnovata proposta di direttiva G.U.C.E. L 1, 4 gennaio 2003, p. 1 ss.
18 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

degli individui, cittadini o imprese, di Ciò che ha reso possibile l’intervento


agire presso le Corti nazionali per instau- della giurisprudenza comunitaria è stato
rare azioni civili volte sia a far cessare il principio, anch’esso di origine giuri-
comportamenti contrari alle regole comu- sprudenziale, della “diretta applicabilità”
nitarie, sia ad ottenere il risarcimento dei degli artt. 101 e 102 TFUE. Fin dal lon-
danni eventualmente subiti. tano 1974 la Corte di giustizia, decidendo
L’origine giurisprudenziale del private il caso BRT e SABAM, riconobbe che «per
enforcement è incontestabile. Se non ci loro natura, i divieti sanciti dagli artt.
fosse stato il deciso intervento della Corte [101 § 1 e 102 TFUE] sono atti a produrre
di giustizia, secondo la quale il diritto direttamente degli effetti nei rapporti fra i
delle vittime al risarcimento del danno singoli» e che «detti articoli attribuiscono
antitrust è un diritto garantito dall’ordina- direttamente [ai singoli] dei diritti che i
mento comunitario, molto probabilmente giudici nazionali devono tutelare»4.
gli Stati dell’Unione europea avrebbero Già a seguito di questa decisione i giu-
continuato a procedere in ordine sparso, dici nazionali avrebbero avuto la possibi-
chi piuttosto riluttante, come Francia e lità di concedere ai singoli l’opportunità
Germania, a riconoscere il risarcimento di far valere non solo l’unica sanzione
del danno e chi tendenzialmente favore- espressamente prevista dell’art. 101 TFUE,
vole, come i Paesi di Common law, chi ri- vale a dire la nullità dell’accordo lesivo
conoscendolo a determinate condizioni e della concorrenza, ma anche il principio
chi ad altre, tanto che il noto studio Ash- generale del risarcimento del danno ca-
rust3, pubblicato nel 2004, definisce il pa- gionato da un comportamento contrario
norama europeo in tema di private enfor- alla legge.
cement come caratterizzato da uno «sot- Tuttavia, salvo qualche sporadico caso,
tosviluppo totale». i giudici degli Stati membri hanno dimo-
Oggi la situazione è mutata, grazie so- strato per lungo tempo una certa diffi-
prattutto ad alcuni fondamentali inter- denza ad accogliere azioni civili da parte
venti della Corte di giustizia; è vero che la di privati e accordare il risarcimento del
mancanza di una legislazione uniforme danno.
continua a generare incertezze e dubbi È solo a seguito della nota sentenza
nella dottrina, nella giurisprudenza e negli Courage del 20015 della Corte di giustizia
stessi operatori economici, ma almeno le che il private antitrust enforcement entra
decisioni della corte di Lussemburgo prepotentemente anche nelle aule giudi-
hanno contribuito alla formazione di una ziarie nazionali provocando un intenso e
sia pure embrionale forma di armonizza- quanto mai ampio dibattito dottrinale; i
zione e, soprattutto, permettono di affer- convegni, i seminari, le pubblicazioni e gli
mare che, oggi, il risarcimento del danno studi si moltiplicano in modo esponen-
da condotta anticoncorrenziale è ricono- ziale, sia a livello nazionale che comunita-
sciuto in tutti gli Stati membri, alcuni dei rio. Data l’assenza di una disciplina co-
quali hanno anche emanato apposite disci- munitaria, la sentenza del 2001, insieme
pline normative, mentre altri, come l’Italia, alla successiva sentenza Manfredi, del
si affidano ancora alla giurisprudenza. 20066, rappresentano ancora oggi il punto
3 Study on the conditions of claims for dama- gische Radio en Televisie c. SV Sabam e NV Fonior.
ges in case of infringement of EC antitrust rules, re- La diretta applicabilità da parte delle giurisdi-
peribile sul sito della Commissione europea Si zioni nazionali degli attuali artt. 101, §§ 1 e 2, e
tratta del primo studio, in chiave comparatistica, 102 TFUE è stata successivamente consolidata
che dipinge la situazione negli allora 25 Stati dalla Corte di giustizia nei casi Delimitis (28 feb-
membri e dal quale emerge una diversità di mo- braio 1991, C-234/89), Guérin automobiles (18
delli di applicazione giudiziale delle regole comu- marzo 1997, C-285/95) e Masterfood (14 dicembre
nitarie sulla concorrenza; il documento regi- 2000, C-344/98) ed esplicitamente sancita a livello
strava, nel periodo 1957-2003, poco più di 60 casi normativo soltanto con l’articolo 6 del Reg.
di azioni di risarcimento danni decise dalle Corti 1/2003.
nazionali fondate sulla violazione tanto delle 5 C. giust. CE, 20 settembre 2001, C-453/99,
norme nazionali quanto di quelle comunitarie in Courage c. Crehan.
tema di concorrenza. 6 C. giust. CE, 13 luglio 2006, cause riunite da
4 C. giust. CE, 30 gennaio 1974, C-127/73, Bel- C-295/04 a C-298/04, Manfredi c. Lloyd Adriatico.
G.A. BENACCHIO – IL PRIVATE ENFORCEMENT DEL DIRITTO ANTITRUST 19

di riferimento essenziale per l’applica- mazione può venire meno qualora la


zione del private enforcement. parte danneggiata abbia avuto una «re-
Per comprendere l’importanza delle af- sponsabilità significativa»8 nella distor-
fermazioni contenute nella sentenza Cou- sione della concorrenza, dal momento
rage è indispensabile premettere che l’in- che, come avviene nella maggior parte de-
tervento dei giudici comunitari era stato gli ordinamenti giuridici, un singolo non
richiesto dalla Court of Appeal per sapere può trarre beneficio dal proprio compor-
se, nel caso di specie, la parte contraente tamento illecito.
di un contratto concluso in violazione del- Dopo queste due importanti afferma-
l’art. 101 TFUE potesse non solo far valere zioni la Corte, in considerazione del si-
la nullità dell’accordo ma ottenere anche il stema di ripartizione delle competenze
risarcimento del danno subito. La richie- tra Stati e Unione, a cui sopra abbiamo
sta del giudice britannico era dettata dal accennato, è costretta poi a precisare che,
fatto che, nell’ordinamento inglese, non è in mancanza (e in attesa) di una eventuale
consentito ad una delle parti di un ac- disciplina comunitaria, spetta comunque
cordo illecito esperire un’azione di risarci- all’ordinamento giuridico di ciascuno
mento danni nei confronti della contro- Stato stabilire o individuare le condizioni
parte, tanto più che, secondo un’interpre- e le modalità procedurali dei ricorsi intesi
tazione fornita fino allora sempre dalla a garantire la tutela dei diritti spettanti ai
Court of Appeal, l’art. 85 TCE (ora 101 singoli in forza dell’effetto diretto del di-
TFUE) sarebbe diretto a tutelare i terzi, ritto comunitario, «purché dette modalità
concorrenti o consumatori e non anche le non siano meno favorevoli di quelle che
parti dell’accordo illecito che sarebbero riguardano ricorsi analoghi di natura in-
entrambe, infatti, le responsabili e non le terna (principio di equivalenza) né ren-
vittime della restrizione vietata. dano praticamente impossibile o eccessi-
La risposta della Corte di giustizia è vamente difficile l’esercizio dei diritti con-
stata ferma e decisa: la piena efficacia del- feriti dall’ordinamento giuridico comuni-
l’articolo 81 TCE (ora 101 TFUE) e, so- tario (principio di effettività)»9.
prattutto, l’effetto utile del divieto sancito
all’articolo 81 § 1 TCE (ora 101 § 1 TFUE), III. PRINCIPI E REGOLE COMUNITARIE IN
sarebbero messi in discussione «se chiun- TEMA DI PRIVATE ENFORCEMENT: I DOCU-
que non potesse chiedere il risarcimento MENTI DI SOFT LAW
del danno causatogli da un contratto o da
un comportamento che possono restrin- Paradossalmente l’Unione europea,
gere o falsare il gioco della concorrenza» pur avendo dato un decisivo impulso alla
(punto 26). risarcibilità del danno antitrust, fatica a
Il diritto al risarcimento del danno trovare il consenso necessario per disci-
«rafforza, infatti, il carattere operativo plinare in via normativa l’istituto, come
delle regole di concorrenza ed è tale da dimostra anche la vicenda della direttiva
scoraggiare gli accordi o le pratiche, del 2009, discioltasi prima ancora di es-
spesso dissimulate, che possono restrin- sere formalizzata come semplice bozza.
gere o falsare il gioco della concorrenza Basti pensare che è soltanto con l’en-
nel mercato comune. In quest’ottica, le trata in vigore del Reg. 1/2003 sull’appli-
azioni di danno incardinate dinanzi ai cazione delle regole di concorrenza (c.d.
giudici nazionali possono contribuire so- “modernizzazione della politica di con-
stanzialmente al mantenimento di un’ef- correnza”) che al private enforcement
fettiva concorrenza nella Comunità»7. viene formalmente fornita una prima ti-
Una volta stabilito il principio che mida base giuridica propria. Il conside-
“qualunque danneggiato” ha diritto di rando n. 7 afferma infatti che le giurisdi-
chiedere il risarcimento del danno a ca- zioni nazionali «tutelano i diritti sogget-
rico di chi abbia violato le regole anti- tivi garantiti dal diritto comunitario nelle
trust, la corte precisa però che tale legitti- controversie fra privati, in particolare ac-
7 Ibidem, punto 27. 9 Ibidem, punto 29.
8 Ibidem, punto 31.
20 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

cordando risarcimenti alle parti danneg- l’applicazione effettiva delle regole di con-
giate dalle infrazioni. Le giurisdizioni na- correnza, come avevano paventato i giu-
zionali svolgono sotto questo aspetto un dici della sentenza Courage, sia di una
ruolo complementare rispetto a quello loro applicazione uniforme e coerente.
delle autorità garanti della concorrenza Alle scarne disposizioni normative sul
degli Stati membri». tema si contrappongono, invece, nume-
L’art. 101 § 2 TFUE in tema di accordi rosi documenti, sia pur privi di efficacia
vietati si limita a dettare una sola norma vincolante, ma fondamentali punti di rife-
di diritto civile, vale a dire la sanzione rimento per i legislatori e le giurisdizioni
della “nullità di pieno diritto” dell’accordo nazionali.
illecito, mentre non si pronuncia l’art. 102 Si tratta di documenti della Commis-
TFUE in tema di abuso. Nulla viene detto sione, quali Libri verdi, Libri bianchi,
poi in tema di risarcimento del danno. proposte di direttiva, comunicazioni, rela-
Nessun’altra norma, di diritto prima- zioni, ma anche risoluzioni del Parla-
rio o secondario, dell’Unione Europea mento e così via dai quali emerge tutta
contiene ulteriori riferimenti alle azioni l’importanza che le Istituzioni europee at-
dei privati di fronte ai giudici nazionali, e tribuiscono al private enforcement e al ri-
meno ancora alle regole o ai principi di sarcimento del danno antitrust in partico-
diritto privato e processuale applicabili. lare.
Nulla, ad esempio, viene detto sull’onere Le proposte della Commissione, anche
della prova, sulla quantificazione del
se non hanno alcun valore vincolante,
danno, sulla prescrizione dell’azione di ri-
sono estremamente importanti non solo
sarcimento del danno antitrust e su tutti
perché offrono ai legislatori e ai giudici
gli altri elementi che dovrebbero contri-
un preciso indirizzo ma, soprattutto per-
buire a creare un quadro preciso di riferi-
ché, come è ormai noto, la Corte di giusti-
mento sia per il giudice sia per le parti
stesse. Ancora più carente è il diritto co- zia, quando è chiamata a valutare la
munitario nel sancire i poteri inibitori dei conformità di una regola o di una prassi
giudici. nazionale al diritto comunitario, molto
Ed è proprio l’assenza di una norma- spesso si avvale proprio delle valutazioni
tiva uniforme o anche di sola armonizza- proposte dalla Commissione. Pertanto è
zione uno dei principali ostacoli ad una molto probabile che le soluzioni adottate
efficace tutela giudiziale. Se, come sopra negli ordinamenti giuridici nazionali sa-
ricordato, in assenza di una disciplina eu- ranno ritenute dalla Corte, in eventuali
ropea è competenza di ciascun ordina- giudizi di rinvio o di inadempimento,
mento nazionale definire «le modalità conformi o meno al diritto comunitario
procedurali dei ricorsi intesi a garantire alla luce, anche, delle valutazioni espresse
la tutela dei diritti spettanti ai singoli in dalla Commissione.
forza dell’effetto diretto del diritto comu- Per questa ragione non è possibile
nitario»10, ciò fa emergere tutta la varietà ignorare le posizioni e le indicazioni
e la diversità dei singoli modelli nazionali espresse nei diversi documenti di soft law
di tutela risarcitoria anche in ordine a in relazione ai principali problemi che
singoli aspetti procedurali che vanno possono scaturire dalle azioni di risarci-
dalla legittimazione ad agire all’ammissi- mento del danno antitrust, problemi che
bilità dei danni punitivi e così via. ancora oggi sono affrontati nelle tavole
Ne consegue una generale e notevole rotonde, nei dibattiti, nei convegni e pub-
incertezza, che coinvolge il danneggiato e blicazioni varie, dalla dottrina, dai giu-
il danneggiante, su quello che potrà es- dici, dagli operatori del diritto.
sere non solo l’esito del giudizio ma anche Il primo importante documento elabo-
l’andamento dello stesso nelle varie fasi rato dalla Commissione europea è stato il
del procedimento, a detrimento sia del- Libro verde del 200511. L’obiettivo era
10 Si vedano le sentenze 10 luglio 1997, C- 11 Azioni di risarcimento del danno per viola-
261/95, Palmisani, punto 27; Courage e Crehan, zione delle norme antitrust comunitarie, del 19 di-
cit., punto 29; Manfredi, cit., punto 62. cembre 2005, COM(2005) 672 def. Si consiglia la
G.A. BENACCHIO – IL PRIVATE ENFORCEMENT DEL DIRITTO ANTITRUST 21

quello di invitare esperti ed operatori de- decisione dell’Autorità garante? Una volta
gli Stati membri ad indicare i principali che l’Autorità nazionale abbia accertato
ostacoli all’attuazione di un sistema effi- una violazione del diritto comunitario,
cace per la presentazione di domande di l’accertamento deve essere vincolante an-
risarcimento del danno. che per il giudice del risarcimento? E se
Il Libro verde invitava gli operatori ad una impresa ha aderito al programma di
esprimersi su una serie di questioni rite- clemenza, favorendo così la ricerca delle
nute fondamentali per uno sviluppo effi- prove e la valutazione dei fatti da parte
cace ma anche armonizzato del private dell’Autorità, si dovrebbe poi ridurre l’en-
enforcement e possono essere così rias- tità del risarcimento o questa deve rima-
sunte: nere immutata e rispondente al danno ef-
– il requisito soggettivo dell’atto ille- fettivamente subito?
cito deve necessariamente presupporre Tutte queste questioni rappresentano
l’esistenza di una colpa del danneggiante tutt’ora i punti cruciali dell’istituto e su di
(come in alcuni Stati) oppure si può pre- esse si concentrano dibattiti e prese di po-
vedere una responsabilità oggettiva (come sizione in vista di una futura legislazione,
in altri Stati)? sia essa nazionale che europea.
– Il risarcimento del danno deve essere Il Libro verde è stato poi pienamente
parametrato al danno subito dall’attore condiviso e rafforzato dalla Risoluzione
oppure anche in relazione al profitto ille- del Parlamento europeo, del 200712, che ha
cito ottenuto dell’autore della violazione? aggiunto importanti proposte allo scopo
Si può immaginare un risarcimento pari di rendere sempre più agevole avviare
al doppio o al triplo del danno, allo scopo un’azione per il risarcimento del danno
di aumentare l’effetto deterrente? Gli inte- sul presupposto che le regole comunitarie
ressi dovranno decorrere dalla data della di concorrenza «non avrebbero un effetto
violazione o dalla data in cui si è verifi- dissuasivo e la loro efficacia sarebbe com-
cato il pregiudizio? Nei casi di maggiore promessa se coloro che tengono compor-
difficoltà di dimostrazione dell’entità del tamenti vietati potessero (…) godere del-
danno si può pensare ad una quantifica- l’immunità per le violazioni commesse, a
zione in via equitativa? causa di ostacoli al procedimento di risar-
– È possibile per il convenuto far va- cimento del danno». Così essa aggiunge
lere la c.d. “eccezione di trasferimento del proposte rivolte a favorire un accordo
danno” ed evitare il risarcimento dimo- amichevole e stragiudiziale; a considerare
strando che l’attore ha traslato il maggior un’attenuante l’avere risarcito il danno
prezzo sul successivo acquirente della ca- prima ancora dell’esito finale del procedi-
tena distributiva? mento; a considerare vincolanti, al fine di
– Dato che molto spesso i danni cagio- una applicazione uniforme delle regole
nati da un comportamento illecito di una sulla concorrenza, per tutti gli Stati mem-
o più imprese, se sono ripartiti tra mi- bri la decisione adottata da una qualsiasi
gliaia di consumatori, rendono pratica- giurisdizione o Autorità garante nazio-
mente impossibile o quanto meno antie- nale; a ridurre l’asimmetria informativa
conomico esperire un’azione da parte del che caratterizza molto spesso il danneg-
singolo a causa dei costi, degli oneri, dei giato rispetto alla controparte; a suggerire
ritardi, delle incertezze che ne possono le modalità di quantificazione del danno,
derivare all’attore, quale tipo di azione che dovrebbe essere limitato al danno
collettiva si potrebbe introdurre? emergente e al lucro cessante onde evitare
– Quali possono essere gli effetti della ingiustificati arricchimenti; ad impedire

lettura anche del Working Paper dei servizi della Discussion paper, Private actions in competition
Commissione, SEC(2005)1732, annesso al Libro law: effective redress for consumers and business,
verde, del rapporto del Parlamento Europeo, Re- aprile 2007.
port on the Green Paper on Damages actions for 12 Risoluzione del 25 aprile 2007, in G.U.U.E.,
breach of the EC antitrust rules, dell’aprile 2007 n. C-74 E/653 del 20 marzo 2008.
nonché del rapporto dell’Office of Fair Trade, OFT,
22 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

la possibilità per il convenuto di eserci- stico su quelli che sono, oggi, i diversi
tare il passing on defence; a consentire modelli giuridici nazionali.
azioni collettive anche mediante l’inter- L’obiettivo dalla Commissione è quello
vento di associazioni di categoria; a so- di indirizzare, in assenza di una norma-
spendere il termine di prescrizione dal tiva europea, legislatori e giudici nazio-
momento in cui la Commissione o una nali ad adottare soluzioni che permettano
qualunque Autorità garante abbia iniziato una più ampia convergenza possibile, in
un’indagine, e così altre proposte ancora. modo da giungere se non ad un modello
La duplice valenza dell’istituto del pri- unico, quanto meno ad un insieme di mo-
vate enforcement che dovrebbe, in defini- delli sia pure diversificati, ma il più possi-
tiva, fungere anche da deterrente nei con- bile armonizzati, allo scopo di evitare ec-
fronti delle imprese che non rispettino le cessive disparità di trattamento, di garan-
regole antitrust, ritorna in quasi tutti i do- tire una più efficace tutela del danneg-
cumenti della Commissione, tra i quali il giato e, soprattutto, di assicurare una
Libro bianco del 200813. concorrenza effettiva all’interno del mer-
Si tratta del documento forse più im- cato unico.
portante tra quelli elaborati dalla Com- Le proposte del Libro bianco, spaziano
missione perché, dopo avere ribadito il da temi più di natura processuale, quali la
principio che «il risarcimento del danno è “legittimazione ad agire” (in particolare la
garantito dal diritto comunitario» e avere
questione delle azioni rappresentative e
stigmatizzato la situazione europea (pre-
delle azioni collettive con modalità opt-
senza di diversi «ostacoli di natura giuri-
in)14, la “prova del danno” subito e la pos-
dica e procedurale»; sostanziale «ineffica-
sibilità di “accedere agli elementi di
cia attuale delle azioni di risarcimento del
danno antitrust»), dopo avere esaltato gli prova” (al fine di superare il contrasto tra
effetti benefici del private enforcement (ef- l’asimmetria informativa danneggiato/au-
fetto deterrente e una concorrenza più ef- tore dell’illecito e l’esigenza di garantire la
fettiva), nonché i problemi che potreb- riservatezza delle imprese), il dies a quo ai
bero derivare da una non corretta disci- fini della prescrizione dell’azione di risar-
plina nazionale o eccessivamente diversi- cimento15, fino a temi più strettamente ci-
ficata da Stato a Stato (quali, in primis, vilistici, quali il presupposto soggettivo
l’incertezza del diritto), si dedica quasi dell’illecito (colpa o responsabilità ogget-
esclusivamente a formulare proposte per tiva?), la quantificazione del danno16, il
la soluzione dei principali problemi che si problema del trasferimento del sovrap-
pongono nell’attuazione del diritto al ri- prezzo (passing on theory), fino al tema,
sarcimento del danno. sempre più attuale ed estremamente deli-
Tali proposte tengono conto dei diversi cato che riguarda il valore del precedente.
modelli giuridici degli Stati membri e Quest’ultima questione attiene alla
delle diverse tradizioni giuridiche pre- possibilità di concepire un sistema in
senti. Esse suggeriscono una o più solu- base al quale una volta adottata dalla
zioni alternative per ciascuno dei princi- Commissione o da una qualsiasi delle
pali problemi individuati e rappresentano ventisette Autorità garanti, una decisione
un interessantissimo studio comparati- definitiva, questa possa divenire vinco-

13 Libro bianco in materia di azioni di risarci- 15 Sull’argomento cfr. il documento di lavoro


mento del danno per violazione delle norme anti- dei servizi della Commissione annesso al Libro
trust comunitarie, del 2 aprile 2008, COM(2008) verde sulle azioni di danno, Working Paper
165 def. SEC(2005)1732, p. 74.
14 Il Comitato economico del Parlamento eu- 16 Un documento, denominato «Bozza di do-
ropeo ha commissionato una ricerca per analiz- cumento di orientamento», molto corposo e com-
zare lo stato delle azioni collettive in Europa; i ri- plesso, è stato diffuso nel giugno 2011 con il titolo
sultati, estremamente interessanti, si possono «Quantificazione del danno nelle azioni di risarci-
esaminare nel documento intitolato Collective Re- mento fondate sulla violazione dell’articolo 101 o
dress in Antitrust pubblicato sul sito della Com- 102 del Trattato FUE», disponibile sul sito della
missione europea. Commissione europea.
G.A. BENACCHIO – IL PRIVATE ENFORCEMENT DEL DIRITTO ANTITRUST 23

lante per tutti i giudici e le Autorità ga- 2009, una Risoluzione del Parlamento
ranti degli altri Paesi. europeo18. Si tratta di un documento al-
La Commissione tiene molto al rag- trettanto significativo perché, adottato
giungimento di questo obiettivo in quanto quando il dibattito sulle azioni di danno
è il solo sistema che permetterebbe di evi- antitrust si trova ormai in uno stato deci-
tare decisioni contraddittorie, che garan- samente avanzato, contiene alcune affer-
tirebbe una maggiore certezza del diritto mazioni che non potranno rimanere ina-
incrementando, allo stesso tempo, l’effica- scoltate e che potrebbero condizionare
cia e l’efficienza procedurale delle azioni pesantemente alcune delle proposte con-
di risarcimento danni. tenute nel Libro bianco del 2008.
Attualmente in tutti gli ordinamenti Oltre a condividere gran parte delle so-
europei ogni giudice nazionale è tenuto luzioni prospettate dalla Commissione, il
ad attenersi alle decisioni della Commis- documento del Parlamento contiene al-
sione, visto l’art. 16 Reg. 1/200317. cuni elementi di novità che fanno com-
Ma nella maggior parte degli ordina- prendere quanto il dibattito sia ancora
menti, compreso quello italiano, non vi è aperto all’interno delle Istituzioni comu-
nessuna norma che obblighi il giudice ad nitarie e, indirettamente, ci fanno capire
attenersi a quanto deciso dall’Autorità ga- il motivo per cui la bozza di direttiva del
rante, né tanto meno a quanto deciso da 2009 non è ancora stata fatta propria
una Autorità garante appartenente ad un dalla Commissione e pubblicata.
altro Stato membro. Innanzitutto la Risoluzione richiama
L’uniforme applicazione delle regole di la Commissione sul fatto che non abbia
concorrenza nel mercato unico passa an- ancora individuato la base giuridica per
che attraverso il riconoscimento di una l’adozione delle misure proposte, a dimo-
forza vincolante intracomunitaria ai prov- strazione delle difficoltà di inquadramen-
vedimenti delle Autorità di concorrenza, to della disciplina private enforcement nel-
sempre e quando il provvedimento de quo l’ambito della suddivisione delle compe-
abbia valore definitivo, sia stato emanato tenze tra Unione europea e Stati membri.
da una Autorità competente e i destina- Nel merito, poi, la Risoluzione pone
tari del provvedimento abbiano potuto ef- l’accento sul problema della tutela dei
fettivamente far valere le proprie ragioni consumatori e sottolinea lo scarso coordi-
nel procedimento amministrativo. In que- namento delle proposte con l’intera disci-
sto modo i danneggiati potranno provare plina di tutela degli interessi economici di
la violazione della normativa antitrust questi ultimi ricordando che la mancanza
semplicemente allegando la decisione del- di coordinamento potrebbe portare ad
l’Autorità, anche straniera. una «arbitraria o inutile frammentazione
È questa la posizione che la Commis- del diritto processuale nazionale». La Ri-
sione assume nel Libro bianco, posizione soluzione propone quindi di dare mag-
in linea con il modello tedesco scaturito giore slancio e sviluppo non solo alle
dalla riforma della Legge sulla concor- azioni collettive di consumatori o delle
renza (GWB) nella quale viene sancito, loro associazioni rappresentative ma an-
per il giudice nazionale, il carattere vinco- che alle forme di composizione extragiu-
lante di una decisione amministrativa diziale delle controversie (ADR), come si-
(definitiva) emessa non solo dall’Autorità stema che consente una maggiore soddi-
nazionale di concorrenza ma anche da sfazione del danneggiato a fronte di mi-
ogni altra Autorità di qualsiasi altro Stato nori costi e tempi più contenuti.
membro. Ma, soprattutto, il Parlamento euro-
Al Libro bianco ha fatto seguito, nel peo si esprime in maniera molto decisa

17 Art. 16: le giurisdizioni nazionali «quando sioni che siano in contrasto con la decisione adot-
si pronunciano su accordi, decisioni e pratiche ai tata dalla Commissione».
sensi dell’articolo 81 o 82 del Trattato [oggi 101 e 18 Risoluzione del 26 marzo 2009, in G.U.U.E.,
102 TFUE] che sono già oggetto di una decisione C-117 E/161, del 6 maggio 2010.
della Commissione, non possono prendere deci-
24 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

nei confronti di due aspetti in particolare: pea, si trovano a dover valutare la compa-
i danni punitivi e il valore vincolante della tibilità con il diritto comunitario di
decisione delle Autorità garanti nazionali norme nazionali che il giudice del rinvio
di un altro Stato membro. dovrebbe applicare a fattispecie che,
Sul primo punto il documento re- come quelle in materia antitrust, sono di
spinge fermamente la proposta di intro- interesse comunitario. Come più volte af-
durre i c.d. “danni punitivi”, mentre sul fermato dalla giurisprudenza della Corte
secondo rifiuta, senza però motivare la di giustizia, in assenza di una specifica
scelta, l’idea che un tribunale nazionale normativa comunitaria spetta al giudice
debba essere vincolato dalla decisione di nazionale scegliere le regole procedurali e
un’Autorità nazionale garante della con- sostanziali da applicare al caso concreto a
correnza di un altro Stato membro. condizione, però, che le modalità interne
di applicazione delle regole comunitarie
IV. PRINCIPI E REGOLE ELABORATE DELLA
non siano meno favorevoli di quelle che
CORTE DI GIUSTIZIA
riguardano ricorsi analoghi di natura in-
terna (“principio di equivalenza”) né tali
Più volte abbiamo detto che, in as- da rendere praticamente impossibile o ec-
senza di una normativa UE, il legislatore, cessivamente difficile l’esercizio dei diritti
in primis, ma anche i giudici nazionali, conferiti dall’ordinamento giuridico co-
dovranno rispettivamente dettare ed ap- munitario (“principio di effettività”)19.
plicare regole che siano conformi alle re- Tali due principi di creazione giuri-
gole e ai principi dell’UE e, in particolare, sprudenziale si sono rilevati di grandis-
alle regole e ai principi elaborati dalla sima importanza, come vedremo meglio
Corte di giustizia. in seguito. Infatti, proprio in assenza di
In effetti la Corte di giustizia, invocata una disciplina comunitaria, essi costitui-
in questi ultimi anni dai giudici nazionali scono gli unici strumenti per evitare che
in procedimenti di rinvio pregiudiziale, è gli Stati possano frapporre ostacoli di di-
intervenuta in più occasioni per porre un versa natura al fine di scoraggiare l’uti-
rimedio all’assenza di una disciplina co- lizzo dell’arma del risarcimento del danno
munitaria e alla grave carenza di quella e favorire il public enforcement, vale a dire
nazionale. il controllo e l’intervento amministrativo
Già abbiamo ricordato i due impor- a tutela delle regole antitrust.
tanti principi elaborati in materia dalla Così, ad esempio, la sentenza Man-
sentenza Courage e che possiamo così sin- fredi20 del 2006, dopo avere ricordato l’im-
tetizzare: a) chiunque abbia subito un portanza della valutazione da parte del
danno in conseguenza di una violazione giudice del nesso di causalità tra pratica
delle regole comunitarie sulla concor- vietata e danno subito, afferma che in
renza ha diritto ad ottenerne il risarci- mancanza di una disciplina comunitaria
mento; b) anche chi è parte di un con- in materia «spetta all’ordinamento giuri-
tratto stipulato in violazione delle regole dico interno stabilire le modalità di eser-
antitrust può agire per chiedere il risarci- cizio del diritto al risarcimento del danno,
mento del danno. comprese quelle relative all’applicazione
Ma il ruolo della Corte comunitaria della nozione di «nesso di causalità», pur-
non si è esaurito con la formulazione di ché i principi di equivalenza e di effetti-
questi due principi. vità siano rispettati»21.
È nota la posizione dei giudici di Lus- I principi di “effettività” e di “equiva-
semburgo quando, in assenza di una spe- lenza” sono poi invocati in numerosi altri
cifica disciplina sia nazionale che euro- casi; per esempio, laddove il giudice di
19 È opportuno ricordare che tale ruolo delle zionale di dettaglio quando questa risulti essere
giurisdizioni nazionali non viene meno nel caso in contrasto con le regole comunitarie.
in cui il legislatore nazionale disciplini la materia; 20 C. giust. CE, 13 luglio 2006, Manfredi c.
il principio di supremazia del diritto comunitario Lloyd Adriatico, cit.
rispetto al diritto interno s’impone al giudice na- 21 Ibidem, punto 64.
zionale anche in presenza di una legislazione na-
G.A. BENACCHIO – IL PRIVATE ENFORCEMENT DEL DIRITTO ANTITRUST 25

rinvio chiede se sia compatibile con il di- nunciata25 affermando che un soggetto,
ritto comunitario il fatto che l’azione di danneggiato da un’infrazione antitrust
risarcimento danni debba essere propo- che intenda conseguire il risarcimento del
sta, secondo un criterio di competenza danno, può sicuramente avere accesso ai
esclusiva, innanzi alla corte d’Appello e documenti relativi ad un procedimento di
non innanzi al giudice individuato se- clemenza riguardante l’autore dell’infra-
condo le regole processuali ordinarie. A zione; tuttavia, in considerazione del peri-
tale domanda la Corte risponde affer- colo che tali comunicazioni possano dis-
mando che tali disposizioni procedurali suadere i soggetti dal fornire spontanea-
non devono essere meno favorevoli di mente i documenti necessari per avvalersi
quelle previste per la violazione delle della possibilità offerta dai programmi di
norme nazionali in materia di concor- clemenza, i giudici nazionali dovranno
renza e non rendere praticamente impos- determinare le condizioni e i limiti ai
sibile o eccessivamente gravoso l’esercizio quali un simile accesso deve essere auto-
del diritto22. rizzato o negato in considerazione, da un
Ancora, il rispetto dei principi di “effet- lato, dell’efficacia e dell’importanza dell’i-
tività” e di “equivalenza” viene richiamato stituto del “programma di clemenza” per
per stabilire quale debba essere il dies a poter giungere all’accertamento dei fatti
quo per quanto riguarda il termine di pre- e, dall’altro, del rischio che una utilizza-
scrizione dell’azione di risarcimento: se- zione incondizionata da parte del giudice
condo i giudici di Lussemburgo dovrà es- in sede di risarcimento del danno induca
sere il giudice nazionale a stabilire se un i responsabili a non aderire al pro-
termine, relativamente breve e non sog- gramma stesso.
getto a sospensione, non abbia per effetto GIAN ANTONIO BENACCHIO
di rendere praticamente impossibile o ec-
cessivamente difficoltoso l’esercizio del di- Bibliografia
ritto al risarcimento del danno23.
Anche il problema dell’ammissibilità G.A. BENACCHIO - M. CARPAGNANO (a cura di),
dei cosiddetti “danni puntivi” o “danni I rimedi civilistici agli illeciti anticoncorrenziali.
Private enforcement of competition law. Atti del
esemplari” è risolto facendo ricorso ai III Convegno di studio presso la Facoltà di Giu-
principi di effettività e di equivalenza. risprudenza dell’università di Trento, 15-16
Dopo avere affermato che il danneggiato aprile 2011, Padova, 2012; S. BASTIANON, La tu-
deve sicuramente avere la possibilità di tela privata antitrust: Italia, Unione Europea e
chiedere il risarcimento tanto del danno Nord America, Milano, 2012; P. BUCCIROSSI - M.
CARPAGNANO, «Is it time for the European Union
emergente quanto del lucro cessante, la to legislate in the field of collective redress in
Corte ricorda che l’ammissibilità del antitrust (and how)?», in Journal of European
danno punitivo non deve essere esclusa Competition Law & Practice, (2013) 4(1), p. 3;
laddove l’ordinamento la riconosca nel- C. TESAURO, «Recenti sviluppi del private anti-
l’ambito di azioni nazionali analoghe alle trust enforcement», in Mercato, concorrenza re-
azioni fondate sulle regole comunitarie di gole, 2011, n. 3, p. 427 ss.; M. CARPAGNANO,
«Vent’anni di applicazione giudiziale delle re-
concorrenza, precisando però che tale gole di concorrenza in Italia: 1999-2010», in G.
possibilità non deve consentire una forma GHIDINI (a cura di), Concorrenza e mercato, Mi-
di arricchimento senza causa24. lano, 2011, p. 284 ss.; M. BARCELLONA, «Fun-
Anche sul problema dell’accesso alle zione compensativa della responsabilità e pri-
prove e in particolare ai documenti che vate enforcement della disciplina antitrust», in
l’impresa abbia spontaneamente conse- M. MAUGERI - A. ZOPPINI (a cura di), Funzioni del
diritto privato e tecniche di regolamentazione
gnato all’Autorità garante al fine di poter del mercato, Bologna, 2009, p. 57 ss.; G. AFFERNI,
godere del “programma di clemenza” la «Azione di classe e danno antitrust», in Mer-
Corte di giustizia si è recentemente pro- cato, concorrenza, regole, 2010, n. 3, p. 491 ss.;

22 Ibidem, punti 71 e 72. 25 C. giust. UE, 14 giugno 2011, C-360/09, Pfei-


23 Ibidem, punti 77-82. derre AG c. Bundeskartellamt.
24 Ibidem, punto 99.
26 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

G.A. BENACCHIO - M. CARPAGNANO (a cura di), Il delle norme sulla concorrenza, Milano, 2009; G.
Private enforcement del Diritto comunitario ROSSI, Illecito antitrust e tutela del consumatore,
della concorrenza: ruolo e competenze dei giu- Torino, 2009; G.A. BENACCHIO - M. CARPAGNANO,
dici nazionali. Atti del II Convegno tenuto L’azione di risarcimento del danno per viola-
presso la Facoltà di Giurisprudenza di Trento zione delle regole comunitarie sulla concorrenza,
8-9 maggio 2009, Padova, 2009; F. ROSSI DAL Quaderni del Dipartimento di Scienze giuridi-
POZZO - B. NASCIMBENE, Il private enforcement che dell’Università di Trento, Trento 2007.
DIZIONARIO SISTEMATICO
DEL DIRITTO
DELLA CONCORRENZA
a cura di

Lorenzo F. Pace

ESTRATTO

Jovene editore 2013


Il private enforcement degli aiuti di Stato:
l’action plan e le novità del 2012

Sommario: I. IL PRIVATE ENFORCEMENT DEGLI AIUTI dei diritti dei singoli in caso di inadempi-
DI STATO. – II. IL PRIVATE ENFORCEMENT NELLO mento dell’obbligo di notifica. Inoltre, i
STATE AID ACTION PLAN DEL 2005. – III. PRO- giudici nazionali svolgono un ruolo fon-
SPETTIVE PER IL PRIVATE ENFORCEMENT IN MATERIA
DI AIUTI NEL NUOVO STATE AID MODERNISATION. damentale nell’esecuzione delle azioni di
recupero di cui all’art. 14 del Regola-
mento di procedura. Si ritiene, tra l’altro,
I. IL PRIVATE ENFORCEMENT DEGLI AIUTI DI
che la distinzione di ruoli trovi conferma
STATO nel fatto che, come statuito dalla Corte4,
L’art. 108 § 3, ultimo periodo, TFUE la Commissione non possa ordinare il re-
vieta tassativamente allo Stato membro di cupero dell’aiuto solo perché illegale, os-
dare esecuzione a qualunque forma di sia non notificato. Quest’ultima, infatti, è
aiuto, prima che la procedura di autoriz- tenuta a operare una valutazione com-
zazione dinanzi alla Commissione abbia pleta di compatibilità, a prescindere dal
condotto a una decisione finale (il c.d. ob- rispetto della clausola di stand-still e tale
bligo di stand-still). Ai sensi di una conso- valutazione richiede, ovviamente, del tem-
lidata giurisprudenza, si tratta di una po. Al contrario, i giudici nazionali hanno
norma ad effetto diretto, immediata- il potere di ordinare la sospensione e la
mente applicabile dai giudici nazionali restituzione dell’aiuto in ragione della
degli Stati membri1 e, quindi, di una di- sola violazione dell’obbligo di cui all’art.
sposizione idonea a creare diritti ed obbli- 108 § 3 TFUE.
ghi in capo ai singoli, che possono farli Conseguentemente, le azioni intentate
valere dinanzi alle autorità dei propri or- dinanzi ai giudici nazionali offrono un
dinamenti interni. importante mezzo per tutelare i concor-
Ai giudici nazionali viene in tal modo renti ed i terzi interessati lesi dall’aiuto. In
attribuito un ruolo complementare a particolare, i rimedi disponibili dinanzi
quello svolto dalla Commissione in tema alle giurisdizioni nazionali includono: i)
di aiuti di Stato2. In particolare, la Com- la sospensione del pagamento dell’aiuto
missione ha competenza esclusiva in me- illegale; ii) il recupero dello stesso; iii) il
rito alla valutazione di compatibilità del- recupero degli interessi dovuti; iv) il risar-
l’aiuto ai sensi delle disposizioni del Trat- cimento dei danni a concorrenti e terzi in-
tato sul funzionamento dell’UE ed opera teressati; v) l’adozione di misure provviso-
sotto il controllo della Corte di giustizia3. rie contro gli aiuti illegali5.
Al contrario, il ruolo del giudice nazionale Nell’applicare l’art. 108 § 3 TFUE, il
è quello di provvedere alla salvaguardia giudice nazionale deve necessariamente

1 C. giust. CE, 15 luglio 1964, causa 6/64, Co- diritto UE, competenza esclusiva della Commis-
sta v. ENEL, in Racc. 1964, p. 1129; 5 ottobre sione. V., inter alia, C. giust. CE, 17 giugno 1999,
2006, causa C-368/04, Transalpine Ölleitung in causa C-295/97, Piaggio SpA contro International
Österreich GmbH e a. c. Finanzlandesdirektion für Factors Italia SpA (Ifitalia), Dornier Luftfahrt
Tirol e a., in Racc. 2006, p. I-9957. GmbH e Ministero della Difesa, in Racc. 1999, p. I-
2 C. giust. CE, causa C-368/04, Transalpine Öl- 3735, punto 29 e giurisprudenza ivi citata.
leitung, cit., punto 37; 21 ottobre 2003, cause riu- 4 C. giust. CE, 14 febbraio 1990, causa C-
nite C-261/01 e C-262/01, Belgische Staat c. 301/87, Francia c. Commissione - “Boussac”, in
Eugène van Calster e Felix Cleeren e altri, in Racc. Racc. 1990, p. I-307, e 21 marzo 1990, causa C-
2003, p. I-12249, punto 74; 11 luglio 1996, causa 142/87, Belgio c. Commissione - “Tubemeuse”, in
C-39/94, Syndicat français de l’Express internatio- Racc. 1990, p. I-959.
nal e a. c. La Poste e a. - “SFEI”, in Racc. 1996, p. 5 Comunicazione della Commissione relativa
I-3547, punto 41. all’applicazione della normativa in materia di
3 Gli stessi giudici di Lussemburgo hanno più aiuti di Stato da parte dei giudici nazionali,
volte sottolineato la loro incompetenza a decidere 2009/C 85/01, in G.U.U.E. C-85, 9 aprile 2009, p. 1
sulla compatibilità di una misura nazionale con il ss., punto 26.
28 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

qualificare la fattispecie come aiuto sog- 88 § 3 TCE desse luogo a difficoltà nel
getto all’obbligo di notifica e alla conse- qualificare una misura come aiuto di
guente preventiva autorizzazione della Stato ovvero al fine di stabilire se si trat-
Commissione. Pertanto, stante la genesi tasse di un aiuto nuovo o già esistente.
della fattispecie nel diritto UE, i giudici La Comunicazione del 1995 è stata poi
nazionali sono tenuti ad interpretare la sostituita dalla successiva Comunicazione
nozione di “aiuto di Stato” al fine di po- della Commissione relativa all’applicazione
terla sussumere nel caso concreto6. Trat- della normativa in materia di aiuti di Stato
tandosi di una nozione di diritto dell’U- da parte dei giudici nazionali del 20099. Lo
nione, la ricostruzione operata dal giu- scopo principale di questa seconda Co-
dice non può che avvenire in termini di municazione è quello di informare i giu-
diritto UE, applicando le norme di prove- dici nazionali, ed i terzi, dei rimedi dispo-
nienza europea nell’interpretazione da- nibili in caso di violazione delle norme
tane dalla giurisprudenza della Corte di sugli aiuti e di rafforzare la cooperazione
giustizia7. Si delinea dunque un delicato con i primi, promuovendo strumenti più
equilibrio di competenze per cui i giudici pratici per sostenerli e facilitare il loro la-
nazionali sono tenuti a affrontare il tema voro. In seguito alla Comunicazione del
della qualificazione di una misura, in 2009, gli sforzi di sensibilizzazione sono
quanto questione “pregiudiziale”, mentre stati intensificati. Ad esempio, la Com-
è solo la Commissione a poter statuire in missione si è attivamente impegnata a fi-
merito alla compatibilità della misura in nanziare programmi di formazione per i
questione. giudici nazionali e ad inviare i propri
La stessa Commissione, dunque, ha ri- esperti a conferenze e workshops, come
tenuto necessario dare ausilio ai giudici relatori. Nel febbraio del 2012 la Commis-
nazionali nell’adempimento della loro sione, in cooperazione con l’associazione
funzione di custodi delle regole procedu- dei giudici europei di concorrenza, ha te-
rali in materia. Nel 1995 venne pubblicata nuto una conferenza relativa ai maggiori
la prima Comunicazione relativa alla coo- problemi riscontrati dalle giurisdizioni
perazione in materia di aiuti di Stato8. nazionali sia in ambito antitrust sia in
Sulla base del principio di leale collabora- materia di aiuti. Si segnala infine la pre-
zione, la Commissione riteneva che la senza, nello stesso sito web della Commis-
cooperazione tra Stati membri e istitu- sione, di una pagina in cui è possibile rin-
zioni dell’Unione fosse fondamentale per venire le più rilevanti pronunce delle giu-
garantire il raggiungimento dell’obiettivo, risdizioni nazionali in tema di aiuti, già
previsto dai Trattati, di una leale concor- suddivise per Stato membro.
renza nel mercato interno. Alla luce di tali
considerazioni, la Commissione inten- II. IL PRIVATE ENFORCEMENT NELLO STATE
deva concorrere al rafforzamento della AID ACTION PLAN DEL 2005 - OBIETTIVI
cooperazione in diversi modi: una poli-
DELLA COMMISSIONE - ALTRE INIZIATIVE
tica di apertura e trasparenza, la possibi-
lità per i giudici nazionali di rivolgersi a Il piano d’azione nel settore degli aiuti
quest’ultima per chiedere informazioni di di Stato del 2005 è un documento di con-
carattere procedurale e la possibilità di sultazione emanato dalla Commissione al
prendere contatto con i suoi uffici allor- fine di riformare le politiche degli aiuti di
ché l’applicazione degli allora art. 87 § 1 e Stato, procedendo alla c.d. modernizza-

6 Conc. Mengozzi, 17 luglio 2008, causa C- 7 V. causa C-295/97, Piaggio, cit., punto 50; or-
487/06 P, British Aggregates Association c. Commis- dinanza C. giust. CE, 24 luglio 2003, causa C-
sione, in Racc. 2008, p. I-10515, punto 97; causa C- 297/01, Sicilcassa e a., in Racc. 2003, p. I-7849,
368/04, Transalpine Ölleitung, cit., punto 39; 30 no- punto 44.
vembre 1993, causa 189/91, Kirsammer-Hack c. 8 Comunicazione della Commissione del 23
Nurhan Sidal, in Racc. 1993, p. I-6185, punto 14; novembre 1995, in G.U.C.E. C-312, p. 8 ss.
22 marzo 1977, causa 78/76, Steinike und Weinling, 9 In G.U.U.E. C-85 del 9 aprile 2009, p. 1.
in Racc. 1977, p. 595, punto 14.
E. GAMBARO – IL PRIVATE ENFORCEMENT DEGLI AIUTI DI STATO 29

zione della materia10. Il Piano di azione si reso necessaria un’armonizzazione dei


incentrava sul principio «aiuti di Stato procedimenti intentati dinanzi alle corti
meno numerosi e più mirati». L’obiettivo nazionali degli Stati membri. In partico-
centrale, infatti, consisteva nell’incorag- lare, si suggerì l’adozione di una direttiva
giare gli Stati membri a ridurre il livello volta ad uniformare il livello di tutela in
globale di aiuti e, al contempo, a riorien- ciascuno Stato membro, l’identificazione
tare le risorse verso obiettivi aventi un di un preciso termine di prescrizione del-
chiaro interesse comunitario. l’azione e l’individuazione dei rimedi di-
Nel documento, la Commissione dedi- sponibili ai privati stabiliti in uno Stato
cava al private enforcement delle norme in membro per citare in giudizio l’autorità
materia di aiuti due paragrafi e sottoli- nazionale di un altro Stato. Infine, fu evo-
neava, in particolare, come i ricorsi dei cato il rischio di un utilizzo abusivo del
privati dinanzi ai giudici nazionali potes- sistema, soprattutto da parte di operatori
sero contribuire a rafforzare la disciplina economici contrariati dal fatto di non
nel settore in parola. Nel Piano, quindi, la aver ricevuto un aiuto concesso ad altri.
Commissione si impegnava ad operare Nel 2006, l’Esecutivo dell’Unione or-
una sensibilizzazione rispetto al potere dinò uno studio sull’applicazione delle le-
dei giudici nazionali di sospendere, e di gislazioni nazionali in materia di aiuti12.
recuperare a titolo provvisorio, gli aiuti Esso prese come riferimento temporale il
concessi illegalmente prima della loro ap- periodo tra il 1999 e il 2006 ed analizzò i
provazione. ricorsi promossi in materia di aiuti a li-
Nel corso della consultazione pubblica vello nazionale al fine di fornire alla Com-
che seguì la pubblicazione del docu- missione un’analisi dettagliata del quadro
mento11, alcune istituzioni pubbliche e or- dell’applicazione della normativa nei di-
ganismi privati sottolinearono la neces- versi ordinamenti interni. Dallo studio
sità di procedere con cautela in relazione emerse che la maggioranza dei procedi-
all’enforcement delle norme sugli aiuti su menti non era volta a ridurre l’effetto an-
iniziativa dei privati, in ragione del fatto ticoncorrenziale degli aiuti illegali, ma,
che l’applicazione dell’art. 108 § 3 TFUE anzi, che la maggior parte delle azioni
da parte dei giudici avrebbe richiesto erano intentate da contribuenti che ri-
tempo e risorse, soprattutto in funzione chiedevano uno sgravio da un onere fi-
della necessità di specializzazione in ma- scale o da soggetti beneficiari degli aiuti
teria da parte di questi ultimi. Inoltre, dai dichiarati incompatibili. Per di più, il nu-
commenti inviati emersero altri elementi mero dei ricorsi proposti per assicurare il
che la Commissione avrebbe dovuto te- rispetto delle norme in materia di aiuti
nere in considerazione, nel percorrere il era relativamente ridotto.
sentiero della modernizzazione in rela- Nel 200913, quando lo studio venne ag-
zione al private enforcement; in partico- giornato in ragione dell’adesione all’U-
lare, i) l’incertezza quanto ai rimedi di- nione di nuovi Stati membri, la situazione
sponibili negli ordinamenti nazionali a pareva, almeno in parte, migliorata grazie
causa delle differenze significative tra si- all’evoluzione positiva nell’ambito del pri-
stemi giuridici interni, e ii) la mancanza vate enforcement. Il numero delle azioni
di trasparenza delle relative procedure. dirette contro la concessione di aiuti ille-
Pertanto, secondo alcuni operatori, la de- gali era globalmente aumentato, così
centralizzazione dell’enforcement avrebbe come il numero di concorrenti-attori vit-

10 Piano d’azione nel settore degli aiuti di disponibili i singoli commenti pervenuti alla
Stato. Aiuti di Stato meno numerosi e più mirati: Commissione.
12 Cioè, Study on the Enforcement of State Aid
itinerario di riforma degli aiuti di Stato 2005-
2009, SEC(2005) 107 def., 7 giugno 2005. Law at National Level, marzo 2006, Jones Day, Lo-
11 V. Results Of The Consultation On The State vells, Allen & Overy. Lo studio riguardava unica-
Aid Action Plan (SAAP), 9 febbraio 2006, in cui mente quindici Stati membri dell’UE.
13 Cioè, 2009 update of the 2006 Study on the
sono riassunti tutti i commenti inviati alla Com-
missione. Nel sito della Commissione sono anche enforcement of State aid rules at national level, ot-
tobre 2009, Lovells.
30 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

toriosi in giudizio, specialmente allorché Uno dei principali obiettivi della ri-
questi chiedevano la sospensione del pa- forma è quello di concentrare l’azione ex
gamento dell’aiuto illecito. Tuttavia, le ante della Commissione, e conseguente-
corti nazionali sembravano ancora rilut- mente l’applicazione delle norme UE, sui
tanti a concedere il risarcimento dei casi di maggior impatto sul mercato in-
danni derivanti da violazione delle dispo- terno. L’obiettivo, tuttavia, non è quello di
sizioni sugli aiuti. rivedere l’attribuzione delle competenze,
In conclusione, nonostante, dunque, i così come attualmente delineata dal Trat-
ricorsi proposti da soggetti privati dinanzi tato. Rimane infatti ferma la competenza
ai giudici nazionali abbiano ancora oggi esclusiva della Commissione ad applicare
un ruolo limitato nel settore degli aiuti di le norme relative agli aiuti nel mercato in-
Stato, la Commissione ritiene che tali terno, salvo l’effetto diretto del terzo para-
azioni possano essere di notevole benefi- grafo dell’art. 108 TFUE15.
cio per la politica degli aiuti di Stato. In- La necessità di adottare modelli di
fatti, i giudici nazionali possono offrire ai spesa maggiormente efficienti, in partico-
ricorrenti rimedi molto efficaci in caso di lare in un periodo di crisi economica glo-
violazione delle norme, il che a sua volta bale, si dovrebbe tradurre in una defini-
può fungere da deterrente e contribuire a zione delle priorità e un maggiore con-
una maggiore disciplina complessiva nel trollo degli aiuti c.d. considerevoli, con
campo degli aiuti di Stato14. potenziali effetti distorsivi della concor-
renza16. Parallelamente, l’analisi dei casi i
III. PROSPETTIVE PER IL PRIVATE ENFORCE-
cui effetti sul mercato unico apparissero
MENT IN MATERIA DI AIUTI NEL NUOVO
fin da subito scarsi dovrebbe essere sem-
STATE AID MODERNISATION plificata. Ciò dovrebbe condurre, al con-
tempo, ad una maggiore responsabilità da
Nel maggio del 2012, la Commissione parte degli Stati membri nella definizione
ha emanato una Comunicazione in me- e nell’attuazione delle misure di soste-
rito alla modernizzazione della disciplina gno17.
degli aiuti di Stato (la “Comunicazione Le proposte di modernizzazione evi-
sulla Modernizzazione”). Nell’ambito denziate dalla Commissione compren-
della strategia c.d. Europa 2020, che mira dono: a) la revisione del Regolamento de
a trasformare l’Europa in un’economia minimis18; b) la modifica del Regola-
“intelligente, sostenibile e inclusiva”, si ri- mento di applicazione del Consiglio, al
tiene che la modernizzazione del settore fine di permettere alla Commissione di di-
degli aiuti di Stato sia necessaria al fine di chiarare determinate categorie di aiuto
migliorare la qualità dell’analisi della compatibili e dunque dispensate dall’ob-
Commissione e che la stessa rappresenti bligo di notifica ex ante (ad esempio, aiuti
un mezzo per promuovere un impiego in favore della cultura e aiuti destinati a
adeguato delle risorse pubbliche e l’attua- ovviare ai danni causati da calamità natu-
zione di politiche orientate alla crescita, rali)19; c) la revisione del Regolamento ge-
limitando le distorsioni della concorrenza nerale di esenzione per categoria e d) la
che metterebbero a rischio le condizioni modernizzazione del Regolamento di pro-
di parità nel mercato interno. cedura, soprattutto in relazione al tratta-

14 Comunicazione della Commissione relativa Bruxelles, 23 febbraio 2012, SPEECH/12/117 e


all’applicazione della normativa in materia di State aid reform and the new Regional State Aid
aiuti di Stato da parte dei giudici nazionali, cit. Guideline, Bruxelles, 1° febbraio 2013, SPEECH/
15 V. J. ALMUNIA, Presenting the State Aid Mo- 13/92.
dernisation Initiative EP Workshop: State Aid Mo- 18 V. la consultazione pubblica lanciata dalla
dernisation, Bruxelles, 25 settembre 2012, Commissione al fine di modificare il Reg. de mi-
SPEECH/12/657. nimis 1998/2006.
16 V. J. ALMUNIA, Doing more with less - State 19 V. la proposta di Reg. del Consiglio che mo-
aid reform in times of austerity: Supporting growth difica il Reg. (CE) 994/98 del Consiglio del 7 mag-
amid fiscal constraints, Bruxelles, 11 gennaio gio 1998 e il Reg. (CE) 1370/2007 del Parlamento
2013, SPEECH/13/14. europeo e del Consiglio, del 23 ottobre 2007,
17 V. J. ALMUNIA, Modernising State Aid Control, COM(2012) 730 final, del 5 dicembre 2012.
E. GAMBARO – IL PRIVATE ENFORCEMENT DEGLI AIUTI DI STATO 31

mento delle denunce e gli strumenti per la trebbe essere inserito nel Regolamento di
raccolta di informazioni di mercato20. procedura (l’attuale Reg. 659/99). La Com-
Le proposte di modernizzazione, fina- missione propone, in particolare, che, ai
lizzate a garantire un utilizzo il più effi- fini dell’applicazione degli artt. 107 e 108
ciente possibile delle risorse pubbliche TFUE, i tribunali degli Stati membri pos-
scarse, sembrano implicare un notevole sano chiedere alla Commissione di tra-
incremento delle responsabilità degli smettere loro le informazioni in suo pos-
Stati membri nel garantire la corretta ap- sesso, ovvero possano invitare la stessa a
plicazione della normativa in materia di presentare il suo parere in merito ad una
aiuti. In particolare, qualora venga au- questione concernente l’applicazione del-
mentato il numero delle ipotesi di esen- le norme sugli aiuti. Inoltre, ove fosse re-
zione dall’obbligo di notifica, gli Stati do- putato necessario per assicurare una coe-
vranno verificare il rispetto ex ante delle rente applicazione di tali disposizioni, la
norme sugli aiuti delle misure c.d. de mi- Commissione, di propria iniziativa, potrà
nimis, dei regimi e dei casi che benefi- far pervenire osservazioni scritte ai tribu-
ciano di un’esenzione per categoria. Ciò nali nazionali (nonché intervenire oral-
dovrà ovviamente avvenire in stretta col- mente, ma soltanto dietro consenso del
laborazione con la Commissione, che giudice nazionale). Al solo fine della reda-
continuerà ad esercitare un controllo ex zione delle proprie osservazioni, la Com-
post su tali misure. Lo stesso Parlamento missione potrà chiedere al giudice nazio-
europeo, nel gennaio del 2013, ha espres- nale che costui le trasmetta, ovvero assi-
so il suo apprezzamento ed il suo sup- curi la trasmissione, di tutta la documen-
porto all’iniziativa della Commissione21. tazione necessaria alla valutazione del
Ma tale maggiore responsabilizzazio- caso23. La stessa Commissione sottolinea,
ne degli Stati dovrà coinvolgere tutte le tra l’altro, che il suo eventuale intervento
istituzioni interne agli ordinamenti nazio- dinanzi ad un giudice nazionale dovrà es-
sere esclusivamente finalizzato alla tutela
nali, inclusi i giudici22. Con specifico ri-
di un interesse pubblico dell’Unione, in
guardo al private enforcement delle norme
qualità di amicus curiae, e non potrà
in materia di aiuti di Stato, si segnala la
avere lo scopo di supportare una delle
proposta elaborata dalla Commissione di
parti nel giudizio pendente24.
un nuovo art. 23a, dal titolo «Coopera-
zione con i tribunali nazionali», che po- EDOARDO GAMBARO

20 V. la proposta della Commissione di modi- tempestività nella trasmissione delle informazioni


fica del Reg. del Consiglio CE 659/1999, e in termini di efficacia dei sistemi nazionali, in-
COM(2012) 725 final, del 5 dicembre 2012. cluso il caso di applicazione delle norme su inizia-
21 Risoluzione del Parlamento europeo del 17 tiva dei privati») che conferma l’affidamento ripo-
gennaio 2013 sulla modernizzazione degli aiuti di sto dalla Commissione nel private enforcement.
Stato, 2012/2920 (RSP). 23 V. la proposta di Reg. del Consiglio del 5 di-
22 In tal senso, depone il § 21 della Comunica- cembre 2012, cit., punto 23.
zione sulla Modernizzazione («la collaborazione 24 V. State aid: Proposed reform of state aid
tra la Commissione e gli Stati membri dovrà essere procedures - frequently asked questions, n. 8.
incrementata per lo meno in termini di qualità e “How will the reform affect national courts?”.
DIZIONARIO SISTEMATICO
DEL DIRITTO
DELLA CONCORRENZA
a cura di

Lorenzo F. Pace

ESTRATTO

Jovene editore 2013


Il diritto di iniziativa economica privata, il diritto antitrust e la tutela
della concorrenza nella giurisprudenza della Corte costituzionale

Sommario: I. LA SCOPERTA DEI FONDAMENTI COSTI- era accaduto nel caso della radiotelevi-
TUZIONALI DI UNA LEGISLAZIONE ANTITRUST E A sione (sent. n. 60 del 19591).
TUTELA DELLA CONCORRENZA: LIBERTÀ DI INIZIA-
Sempre immersa in un’ottica econo-
TIVA ECONOMICA, PRINCIPIO DI EGUAGLIANZA ED
UTILITÀ SOCIALE. – II. LA DISCIPLINA ANTITRUST E mica protezionistica e comunque lontana
L’ATTUAZIONE DELL’ART. 41 COST. LA DERIVAZIONE dal riconoscimento della concorrenza
COMUNITARIA. – III. DALLA CONCORRENZA COME come principio costituzionale, la Corte,
DIRITTO DI LIBERTÀ ALLA CONCORRENZA COME MA- nella sent. n. 46 del 19632, poneva l’atten-
TERIA DI COMPETENZA STATALE: LE MISURE ANTI-
zione sulle limitazioni all’iniziativa eco-
TRUST COME PARTE DELLA REGOLAMENTAZIONE A
TUTELA DELLA CONCORRENZA (E DEL MERCATO) SE-
nomica privata consentite direttamente
CONDO IL MODELLO COMUNITARIO. – IV. GLI SVI- dall’art. 41 Cost., ravvisando l’unica possi-
LUPPI DELLA CONFIGURAZIONE COMPOSITA DELLA bile giustificazione della disciplina autori-
TUTELA DELLA CONCORRENZA: LIBERALIZZAZIONE, tativa della produzione e del commercio
REGOLAZIONE DEL MERCATO E PROMOZIONE DELLA della canapa nei “programmi” e “con-
CONCORRENZA IN VISTA DELLA EFFICIENZA E COM-
trolli” che lo stesso art. 41, al suo terzo
PETITIVITÀ DEL SISTEMA ECONOMICO. – V. IL CON-
TROLLO DELLE OPERAZIONI DI CONCENTRAZIONE
comma, «dà facoltà alla legge di determi-
FRA TUTELA DELLA CONCORRENZA E REGOLAZIONE nare per indirizzare e coordinare l’attività
DEL MERCATO. – VI. TUTELA DELLA CONCOR- economica pubblica e privata a fini so-
RENZA, REGOLAZIONE DEL MERCATO ED AIUTI DI ciali». Ed identificava questi ultimi, in-
STATO: NOZIONE, AMMISSIBILITÀ SUL PIANO COSTI-
nanzitutto, nella difesa, in specie sul mer-
TUZIONALE, REGIME DEI CONTROLLI FRA UE ED
ORDINAMENTO NAZIONALE.
cato internazionale, di un settore agricolo
minacciato dalla concorrenza di prodotti
similari e sostitutivi (fibre tessili artifi-
I. LA SCOPERTA DEI FONDAMENTI COSTITU- ciali), oltre che negli interessi della cate-
ZIONALI DI UNA LEGISLAZIONE ANTITRUST E goria dei coltivatori.
A TUTELA DELLA CONCORRENZA: LIBERTÀ Con la sent. n. 97 del 19693, poi, la
DI INIZIATIVA ECONOMICA, PRINCIPIO DI Corte, chiamata a pronunciarsi sulla legit-
EGUAGLIANZA ED UTILITÀ SOCIALE
timità costituzionale della disciplina del
Le prime tracce del rinvenimento, da rilascio delle licenze di impianto ed eser-
parte della Corte costituzionale, nel det- cizio dei magazzini di vendita di merci a
tato costituzionale, delle basi giustifica- prezzo unico, riconosceva che «la libertà
tive di una legislazione antitrust e, più in di commercio, come gode della tutela ac-
generale, di una legislazione volta a ga- cordata dall’art. 41 della Costituzione,
rantire la libertà della concorrenza e del così soggiace a quei limiti che tale dispo-
mercato risalgono agli anni ottanta. sizione consente di imporre a salvaguar-
In precedenza, l’approccio seguìto era dia di beni che la Costituzione considera
quello – ascritto ad una impostazione eco- preminenti rispetto alla libertà di inizia-
nomica di tipo dirigistico – di ritenere la tiva economica». Fra questi – precisava –
riserva statale di cui all’art. 43 Cost. (e «viene qui in evidenza quello connesso al-
quindi i monopoli pubblici) lo strumento l’utilità sociale, alle cui esigenze deve es-
più adatto ad evitare il rischio che deter- sere subordinata anche la concorrenza,
minate attività d’impresa, in regime di li- che indubbiamente il vigente sistema co-
bera iniziativa, dessero luogo a situazioni stituzionale non considera di per sé ido-
di monopolio o anche di oligopolio pri- nea a realizzare o a rispettare gli interessi
vato, lesive dell’interesse generale, come della società». Nella specie – si affermava

1 C. cost. 27 novembre 1959, n. 60, in G.U., 1ª 3 C. cost. 22 maggio 1969, n. 97, in G.U., 1ª se-
serie speciale, 5 dicembre 1959, n. 295. rie speciale, 18 giugno 1969, n. 152.
2 C. cost. 4 aprile 1963, n. 46, in G.U., 1ª serie
speciale, 13 aprile 1963, n. 101.
R. NIRO – IL DIRITTO DI INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA 33

– «il potere del prefetto relativo al rilascio normativa codicistica esaminata d’al-
delle licenze per i magazzini a prezzo tronde – proseguiva la Corte – sebbene
unico, al pari del potere del sindaco per i non più idonea a garantire l’effettiva tu-
normali esercizi commerciali, deve ten- tela del mercato concorrenziale nel mo-
dere a disciplinare l’iniziativa economica derno contesto economico – rivelava il
in funzione di scopi di utilità sociale e perseguimento di entrambe le predette fi-
non di interessi meramente settoriali», nalità: essa, infatti, impedendo eccessive
scopi individuati nell’«esigenza di un or- restrizioni della libertà di iniziativa eco-
dinato sviluppo del mercato», atto ad nomica, nel porre condizioni ai patti limi-
«evitare il rischio che la totale liberalizza- tativi della concorrenza, tutelava, in una
zione – specie in una fase di profonda mo- misura sia pure modesta, il mercato nelle
dificazione del sistema di distribuzione sue oggettive strutture.
dei beni, nella quale i numerosi piccoli
operatori non ancora hanno avuto modo II. LA DISCIPLINA ANTITRUST E L’ATTUAZIONE
di dar vita a forme di organizzazione ade- DELL’ART. 41 COST. LA DERIVAZIONE CO-
guate alle trasformazioni sociali in atto – MUNITARIA
possa tradursi nella creazione di mono-
poli non corrispondenti all’interesse dei Ancora nel segno dell’inadeguatezza
consumatori e, quindi, della collettività». degli «strumenti previsti dal vigente ordi-
È, quindi, solo negli anni ottanta, in namento civilistico» ed in specie della nor-
specie con la sent. n. 223 del 19824, che la mativa codicistica inerente alla concor-
Corte, nel salvare la norma di cui all’art. renza, la Corte, qualche anno più tardi, ri-
2596 c.c. relativa ai patti limitativi della peteva il monito contenuto nella sent. n.
concorrenza, dichiarava, per la prima 223 del 1982 circa la necessità dell’ado-
volta, espressamente, la necessità dell’a- zione di una efficace normativa anticon-
dozione di una «opportuna normativa centrazione a carattere generale. Questa
(cioè di una legislazione antimonopolio o volta faceva leva sia su alcuni propri ulte-
antitrust)», idonea ad «assicurare la effet- riori precedenti, anche se riferiti ad uno
tiva tutela del mercato, oggettivamente specifico settore, quello dell’informazio-
considerato, sotto il profilo concorren- ne5, sia sulla acquisita consapevolezza
ziale» ed a «soddisfare così le esigenze della necessità di dar seguito nell’ordina-
della moderna vita economica», alla luce mento interno alle prescrizioni comunita-
del riconoscimento dello “statuto costitu- rie, volte a garantire la tutela della concor-
zionale” della libertà di concorrenza. renza e del mercato, nell’ottica ormai ac-
Quest’ultima, infatti, veniva desunta, ad quisita dell’integrazione europea. E così,
un tempo, dal primo e dal secondo (e dal nella sent. n. 241 del 19906, escludendo la
terzo) comma dello stesso art. 41 Cost. possibilità di applicare alla S.I.A.E.7 diret-
Essa – si osservava – da un lato, «integra tamente l’art. 86 del Trattato istitutivo
la libertà di iniziativa economica che della CEE [ora art. 102 TFUE] in tema di
spetta nella stessa misura a tutti gli im- sfruttamento abusivo di posizione domi-
prenditori» (in specie, leggendo il primo nante, non essendo ravvisabile sempre la
comma alla luce dell’art. 3 Cost.); dall’al- lesione della concorrenza in una parte so-
tro, «è diretta alla protezione della collet- stanziale del mercato comune, tale da pre-
tività, in quanto l’esistenza di un pluralità giudicare il commercio fra gli Stati mem-
di imprenditori, in concorrenza tra loro, bri, la Corte invocava la necessità che una
giova a migliorare la qualità dei prodotti e simile prescrizione fosse introdotta dal le-
a contenerne i prezzi» e soddisfa, quindi, gislatore nazionale, come parte di quella
anche uno scopo di utilità sociale, in vista generale disciplina a tutela della concor-
del quale è legittimato – ove non vincolato renza e del mercato, volta a soddisfare in-
– ad intervenire il legislatore. La stessa nanzitutto «pressanti esigenze» di carat-

4 C. cost. 2 dicembre 1982, n. 223, in G.U., 1ª G.U., 1ª serie speciale, 29 luglio 1981, n. 207 e C.
serie speciale, 22 dicembre 1982, n. 351. cost. 13-14 luglio 1988, n. 826, in G.U., 1ª serie
5 In specie v. C. cost. 14 luglio 1981, n. 148, in speciale, 20 luglio 1988, n. 29.
34 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

tere costituzionale. Tali esigenze venivano “dichiarato” dall’art.1 della medesima


ancora una volta ricondotte allo statuto legge che, appunto, autoqualifica le pro-
della libertà di iniziativa economica deli- prie disposizioni come dettate «in attua-
neato dall’art. 41 Cost., ai sensi del quale zione dell’art. 41 della Costituzione a tu-
detta libertà non può svolgersi in contra- tela e garanzia del diritto di iniziativa eco-
sto con l’utilità sociale e deve soggiacere ai nomica» (comma 1), statuendo altresì che
controlli necessari perché possa essere in- le stesse devono essere interpretate in
dirizzata e coordinata a fini sociali, i quali base ai principi dell’ordinamento delle
sarebbero «fatalmente scavalcati o elusi in Comunità europee in materia di disci-
un ordinamento che consente l’acquisi- plina della concorrenza (comma 4) – la
zione di posizioni di supremazia senza nel Corte si sarebbe espressa molti anni più
contempo prevedere strumenti atti ad evi- tardi, in specie con la sent. n. 270 del
tare un loro esercizio abusivo». In tal 20108. In quest’ultima, a proposito della
modo, infatti, – ribadiva la Corte – non disciplina recata dalla citata legge n. 287
solo «può essere vanificata o distorta la li- in tema di controllo delle concentrazioni,
bertà di concorrenza – che pure è valore la Corte infatti ha precisato che essa, pur
basilare della libertà di iniziativa econo- non essendo «a contenuto costituzional-
mica ed è funzionale alla protezione degli mente vincolato»9, «fa espressa applica-
interessi della collettività dei consumatori zione dell’art. 41 Cost.», essendo volta a
– ma rischiano di essere pregiudicate le garantire la libertà di iniziativa econo-
esigenze di costoro e dei contraenti più mica di tutti gli imprenditori, nonché
deboli». E ciò con il risultato di ostacolare quei fini sociali già rintracciati in prece-
il «programma di eliminazione delle disu- denza dalla medesima Corte nell’assetto
guaglianze di fatto additato dall’art. 3, se- concorrenziale del mercato ed identificati
condo comma Cost. che va attuato anche nell’interesse dei consumatori, dei con-
nei confronti dei poteri privati e richiede traenti deboli, nonché nella protezione
tra l’altro controlli sull’autonomia privata della collettività in generale. E ciò nella
finalizzati ad evitare discriminazioni arbi- «dovuta coerenza con l’ordinamento co-
trarie». munitario e con il principio che “il mer-
Nella motivazione della citata sentenza cato interno ai sensi dell’articolo 3 del
si faceva anche riferimento alla «crescente Trattato sull’Unione europea comprende
presa di coscienza […] di tali pressanti esi- un sistema che assicura che la concor-
genze», dimostrata dalla predisposizione renza non sia falsata” (Protocollo n. 27
di progetti di legge recanti norme per la sul mercato interno e la concorrenza, alle-
tutela della concorrenza e del mercato – gato al Trattato di Lisbona entrato in vi-
ed in particolare del disegno di legge n. gore il 1° dicembre 2009, che conferma
3755 atti Camera, X Legislatura, già ap- l’art. 3, lettera g, del Trattato CE)».
provato dal Senato, che di lì a poco si sa-
rebbe tradotto nella legge 10 ottobre 1990, III. DALLA CONCORRENZA COME DIRITTO DI
n. 287 (Norme per la tutela della concor- LIBERTÀ ALLA CONCORRENZA COME MA-
renza e del mercato). Una simile afferma- TERIA DI COMPETENZA STATALE: LE MI-
zione costituisce chiaro indizio della base SURE ANTITRUST COME PARTE DELLA RE-
costituzionale che – nell’orientamento GOLAMENTAZIONE A TUTELA DELLA CON-
della Corte costituzionale – avrebbe carat- CORRENZA (E DEL MERCATO) SECONDO
terizzato la emananda legge generale anti-
IL MODELLO COMUNITARIO
trust, base peraltro letta nella prospettiva
della integrazione comunitaria. Sulla derivazione comunitaria della
A conferma di tale fondamento costi- normativa antitrust interna o, più in gene-
tuzional-comunitario della l. n. 287/90 – rale, della normativa interna a tutela della
6 C. cost. 3-15 maggio 1990, n. 241, in G.U., 1ª stione dei diritti di utilizzazione economica delle
serie speciale, 23 maggio 1990, n. 21. opere di autori ed editori.
7 Si trattava della Società italiana autori edi- 8 C. cost. 22 luglio 2010, n. 270, in G.U., 1ª se-
tori, titolare di un’esclusiva legale in tema di ge- rie speciale, 28 luglio 2010, n. 30.
9 Su questa precisazione v. infra, § 5.
R. NIRO – IL DIRITTO DI INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA 35

concorrenza e del mercato la Corte costi- nate a promuovere un mercato aperto e in


tuzionale si è pronunciata ripetutamente, libera concorrenza. Anche nel diritto in-
in particolare a seguito della modifica del- terno, pertanto, la “materia” della tutela
l’art. 117 Cost. ad opera della l. cost. n. 3 della concorrenza non può – ad avviso
del 200110 e della introduzione della previ- della Corte – «essere intesa soltanto in
sione della “tutela della concorrenza” senso statico, come garanzia di interventi
come materia attribuita alla competenza di regolazione e ripristino di un equilibrio
legislativa esclusiva dello Stato. Tale no- perduto, ma anche in quell’accezione di-
vità, che ha portato alla consacrazione co- namica, ben nota al diritto comunitario,
stituzionale espressa della concorrenza, che giustifica misure pubbliche volte a ri-
ha, tuttavia, coinciso anche con una di- durre squilibri, a favorire le condizioni di
versa e più composita configurazione un sufficiente sviluppo del mercato o ad
della stessa da parte della giurisprudenza instaurare assetti concorrenziali», costi-
costituzionale. In base ad essa le preoccu- tuendo «una delle leve della politica eco-
pazioni relative alla protezione delle sfere nomica statale».
di libertà tutelate dall’art. 41 Cost. sem- Su tali basi, nelle decisioni successive,
brano aver ceduto il passo a quelle relative la Corte ha ricondotto alla tutela della
alla tutela del mercato, inteso nella sua va- concorrenza così intesa le misure più va-
lenza oggettiva di sistema economico, rie come, ad esempio, ora misure statali
ispirato al modello comunitario dell’“eco- di liberalizzazione di settori quali l’acqua,
nomia aperta e in libera concorrenza”. l’energia, il trasporto ed i servizi pubblici
A partire dalla sent. n. 14 del 200411, la locali, finalizzate, mediante la predisposi-
Corte ha, infatti, in primo luogo osservato zione delle regole relative all’affidamento
che «dal punto di vista del diritto interno, degli appalti, a garantire la graduale e
la nozione di concorrenza non può non ri- completa apertura dei mercati alla libera
flettere quella operante in ambito comu- concorrenza (sent. n. 401 del 200712), ora,
nitario». In quest’ultimo i principi della viceversa, interventi del legislatore sta-
concorrenza e del mercato non sono svin- tale, ritenuti proporzionati e ragionevoli,
colati da un’idea di sviluppo economico- a sostegno di una campagna promozio-
sociale, cosicché anche il divieto degli nale straordinaria a favore del made in
aiuti di Stato (dei quali si trattava, nella Italy, volti a garantire, in vista dello svi-
specie) – posto al fine di evitare interventi luppo economico del Paese, la diffusione
che falsino o minaccino di falsare la con- appunto del made in Italy nei mercati me-
correnza – può essere derogato: simili diterranei, dell’Europa continentale e
aiuti possono infatti essere guardati «con orientale, e quindi «a promuovere lo svi-
favore ed anzi propiziati» quando ap- luppo del mercato attraverso una campa-
paiano orientati «ad assecondare lo svi- gna che diffonda, con il marchio predetto,
luppo economico e a promuovere la coe- un’immagine dei prodotti italiani asso-
sione sociale», rivelandosi in qualche mo- ciata all’idea di una loro particolare qua-
do «funzionali alla promozione di un lità» (sent. n. 175 del 200513).
mercato competitivo». «Nel diritto comu- Spinta dalla preoccupazione di evitare
nitario» – prosegue la Corte – «le regole la pervasiva espansione dell’area di opera-
della concorrenza non sono quindi limi- tività della materia “tutela della concor-
tate all’attività sanzionatoria della tra- renza”, che sarebbe potuta derivare dalla
sgressione della normativa antitrust, ma suddetta configurazione, con esiti che
comprendono anche il regime degli aiu- avrebbero potuto condurre lontano dallo
ti», interventi regolativi e misure desti- “statuto” dell’art. 41 Cost. e, ad un tempo,

10 Legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 che, fra le tante, C. cost., 17 dicembre 2008, n.
(Modifiche al titolo V della parte seconda della 411, in G.U., 1ª serie speciale, 24 dicembre 2008,
Costituzione). n. 53; C. cost. 22 maggio 2009, n. 160, in G.U., 1ª
11 C. cost. 18 dicembre-13 gennaio 2004, n. serie speciale 27 maggio 2009, n. 21.
14, in G.U., 1ª serie speciale, 21 gennaio 2004, n. 3. 13 C. cost. 4 maggio 2005, n. 175, in G.U., 1ª
12 C. cost. 23 novembre 2007, n. 401, in G.U., serie speciale, 11 maggio 2005, n. 19.
1ª serie speciale, 28 novembre 2007, n. 46. V. an-
36 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

consapevole della necessità di scongiurare ditoriale (sent. n. 430 del 200716). In que-
l’evanescenza della linea di confine fra sta prospettiva la Corte ha anche preci-
competenze statali e regionali, la Corte, ha sato che, «una volta che tale scrutinio ab-
poi tentato di precisarne i contenuti. Ed bia esito positivo», delle predette misure
ha chiarito che le regole antitrust costitui- statali deve essere garantita l’inderogabi-
scono solo una parte – e non la più ampia lità anche ove esse incidano – «nei limiti
– della normativa a tutela della concor- della loro specificità e dei contenuti nor-
renza e corrispondono a quelle «misure le- mativi che di esse sono propri» – in am-
gislative di tutela in senso proprio, che biti materiali riconducibili a competenze
hanno ad oggetto gli atti ed i comporta- regionali, dato che anche le Regioni non
menti delle imprese che incidono negati- possono legiferare «in contrasto con gli
vamente sull’assetto concorrenziale dei obiettivi delle norme statali che discipli-
mercati e che ne disciplinano le modalità nano il mercato, tutelano e promuovono
di controllo, eventualmente anche di san- la concorrenza» (sent. n. 430 del 200717).
zione» (sent. n. 430 del 200714). Ad esse, In applicazione di tali criteri, la Corte,
tuttavia, si aggiungono quegli interventi ad esempio, da un lato, ha escluso la ri-
regolatori che, pure, a titolo principale, in- conducibilità alla tutela della concorrenza
cidono sulla concorrenza e che si risol- di una norma statale recante la disciplina
vono in «misure legislative di promozione, delle modalità di erogazione e gestione del
che mirano ad aprire un mercato o a con- «Fondo per il finanziamento degli inter-
solidarne l’apertura, eliminando barriere venti consentiti dagli Orientamenti UE su-
all’entrata, riducendo o eliminando vin- gli aiuti di Stato per il salvataggio e la ri-
coli al libero esplicarsi della capacità im- strutturazione delle imprese in difficoltà».
prenditoriale e della competizione tra im- Una simile disciplina – ha precisato – è co-
prese, in generale i vincoli alle modalità di stituzionalmente illegittima, in quanto ri-
esercizio delle attività economiche» (sent. guarda finanziamenti riferibili ad una plu-
n. 430 del 2007)15. ralità di materie, anche di competenza re-
Proprio con riferimento a tali ultime gionale, in relazione ai molteplici settori
misure, strutturalmente eterogenee, la nei quali le imprese in difficoltà, cui detti
Corte ha avvertito la necessità di fornire finanziamenti sono destinati, si trovino ad
un argine “concettuale”, escludendo la ri- operare: essa, pertanto, configura degli
conducibilità alla materia della tutela «aiuti di Stato, i quali, quando consentiti,
della concorrenza di quelle, fra di esse, lo sono normalmente in deroga alla tutela
«che non intendono incidere sull’assetto della concorrenza» e quindi «non può giu-
concorrenziale dei mercati o che addirit- stificare l’intervento del legislatore sta-
tura lo riducono o lo eliminano». Ed ha tale» (sent. n. 63 del 200818). Analoga-
individuato – come oggetto del proprio mente, anche con riguardo ad una norma
scrutinio – la verifica della “coerenza” statale recante la previsione della proroga
delle norme adottate dallo Stato «rispetto automatica per dieci anni delle conces-
all’obiettivo di assicurare un mercato sioni delle grandi derivazioni idroelettri-
aperto e in libera concorrenza», princi- che, pur stabilita in relazione «ai tempi di
palmente ravvisata nella strumentalità completamento del processo di liberaliz-
delle medesime all’eliminazione di limiti zazione e integrazione europea del mer-
e barriere all’accesso al mercato ed alla li- cato interno dell’energia elettrica, anche
bera esplicazione della capacità impren- per quanto riguarda la definizione di prin-

14 C. cost. 14 dicembre 2007, n. 430, in G.U., modo da garantire “la più ampia apertura del
1ª serie speciale, 19 dicembre 2007, n. 49. mercato a tutti gli operatori economici” (sentenza
15 V. supra nota 14. Tale classificazione sa- n. 401 del 2007): si tratta, in sintesi, di interventi
rebbe stata, poi, ripetutamente ribadita dalla mirati ad assicurare la concorrenza “per il mer-
Corte nelle sentenze successive, talora con una ul- cato”»: così sent. n. 160 del 2009.
teriore articolazione costituita dal riferimento 16 V. supra nota 14.
alle «disposizioni legislative che perseguono il 17 V. supra nota 14.
fine di assicurare procedure concorsuali di garan- 18 C. cost. 14 marzo 2008, n. 63, in G.U., 1ª se-
zia mediante la strutturazione di tali procedure in rie speciale, 19 marzo 2008, n. 13.
R. NIRO – IL DIRITTO DI INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA 37

cipi comuni in materia di concorrenza e lizzata anch’essa «ad evitare che il conces-
parità di trattamento nella produzione sionario sfrutti il proprio potere di mer-
idroelettrica», la Corte ha affermato che, cato applicando tariffe ingiustificata-
di contro all’autoqualificazione legislativa, mente gravose, attuando pratiche abusive
essa «lungi dal costituire uno strumento a danno dei consumatori» (sent. n. 51 del
indispensabile per tutelare e promuovere 200821). Simili previsioni – ha puntualiz-
la concorrenza, contrasta con i principi zato la Corte – rientrano nella tutela della
comunitari e contraddice apertamente il concorrenza essendo qualificabili quali
fine (la tutela della concorrenza), che pure misure volte ad «evitare che un operatore
afferma di voler perseguire» (sent. n. 1 del estenda la propria posizione dominante
200819). Essa, infatti, prevedendo una pro- in altri mercati» (sent. n. 326 del 2008) o
roga “secca” per dieci anni dei rapporti che un «concessionario estenda abusiva-
concessori in corso, anziché aprire gra- mente la propria posizione dominante in
dualmente il mercato interno dell’energia mercati contigui» (sent. n. 51 del 200822).
seguendo le scadenze naturali delle di-
verse concessioni di grandi derivazioni di IV. GLI SVILUPPI DELLA CONFIGURAZIONE
acque pubbliche, si è posta in contrasto COMPOSITA DELLA TUTELA DELLA CON-
con il principio della gara e quindi proprio CORRENZA: LIBERALIZZAZIONE, REGOLA-
con il fine di tutela della concorrenza e di ZIONE DEL MERCATO E PROMOZIONE
adeguamento ai principi comunitari am- DELLA CONCORRENZA IN VISTA DELLA EF-
biguamente invocati a fondamento della FICIENZA E COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA
disciplina. ECONOMICO
Dall’altro lato, la Corte ha, viceversa,
salvato norme statali, pur incidenti su Nella giurisprudenza successiva, il
materie di competenza regionale, con giudice costituzionale ha ribadito a più ri-
funzioni evidentemente antitrust, per prese la natura “composita” della tutela
certi versi ritenute “integrative” (o specifi- della concorrenza, comprensiva delle mi-
cative) delle “regole generali” antitrust sure antitrust e di quelle volte ad assicu-
contenute nella l. n. 287/90. È ciò che è rare la concorrenza sia “nel mercato” che
accaduto, ad esempio, nel caso delle “per il mercato” (fra le tante, sent. n. 45
norme aventi ad oggetto la delimitazione del 201023). Quanto a queste ultime, le ha
delle attività di società a capitale intera- individuate in quelle finalizzate a deter-
mente pubblico o misto costituite o parte- minare «la riduzione o l’eliminazione di
cipate dalle amministrazioni pubbliche vincoli al libero esplicarsi della capacità
regionali e locali per la produzione di imprenditoriale e della competizione tra
beni o servizi strumentali all’attività di le imprese, che (come tale) non può tolle-
tali enti, in quanto volte ad «impedire che rare differenziazioni nel territorio nazio-
dette società costituiscano fattori di di- nale» (sent. n. 247 del 201024); misure in
storsione della concorrenza» in forza quanto tali idonee ad «incidere sull’equili-
della loro posizione di privilegio (sent. n. brio economico generale»25. Di simili mi-
326 del 200820). Come anche nel caso sure ha anche riaffermato la derivazione
della disciplina statale volta a determi- comunitaria rivelando la strumentalità
nare, in modo uniforme, il sistema di ta- delle stesse non alla concorrenza in sé,
riffazione dei servizi aeroportuali forniti ma ai principi sui quali l’intero ordina-
in regime di esclusiva (cd price cup), fina- mento comunitario fin dalle origini è

19 C. cost. 18 gennaio 2008, n. 1, in G.U., 1ª se- 24 C. cost. 8 luglio 2010, n. 247, in G.U., 1ª se-
rie speciale, 23 gennaio 2008, n. 4. rie speciale, 14 luglio 2010, n. 28.
20 C. cost. 1 agosto 2008, n. 326, in G.U., 1ª se- 25 Su tali basi la Corte ha, ad esempio, escluso
rie speciale, 6 agosto 2008, n. 33. che si potessero considerare tali quelle adottate
21 C. cost. 7 marzo 2008, n. 51, in G.U., 1ª se- dalla Regione recanti il divieto di commercio su
rie speciale, 12 marzo 2008, n. 12. aree pubbliche in forma itinerante nei centri sto-
22 V. supra nota 21. rici dei comuni con popolazione superiore ai cin-
23 C. cost. 12 febbraio 2010, n. 45, in G.U., 1ª quantamila abitanti: sent. n. 247 del 2010 (su cui
serie speciale, 17 febbraio 2010, n. 7. v. nota 24).
38 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

stato costruito. Esse, infatti, «tendono a 200 del 201228)29. «Una politica di ri-rego-
tutelare essenzialmente i principi della li- lazione» – ha precisato la Corte – «tende
bera circolazione delle merci, della libertà ad aumentare il livello di concorrenzialità
di stabilimento e della libera prestazione dei mercati e permette ad un maggior nu-
di servizi» (sent. n. 45 del 201026) che, in mero di operatori economici di compe-
quanto principi generali del diritto comu- tere, valorizzando le proprie risorse e
nitario, si impongono anche al legislatore competenze» (sent. n. 200 del 201230) de-
nazionale, chiamato a rispettare gli obbli- terminando l’efficienza e la competitività
ghi internazionali: pertanto, quest’ultimo del sistema economico. In altri termini, in
dovrà dettare una disciplina che rispetti i tal modo la Corte ha ravvisato in una re-
principi della tutela della concorrenza po- golazione del mercato “razionale” e cioè
sti dalla normativa comunitaria in quanto non «ingiustificatamente intrusiva», (id
strumentali ad assicurare le libertà comu- est «non necessaria e sproporzionata ri-
nitarie. spetto alla tutela di beni costituzional-
È ancora con riferimento specifico alle mente protetti»), uno degli strumenti di
misure volte a tutelare la concorrenza promozione della concorrenza perse-
“nel mercato” e “per il mercato” – e non guita, a sua volta, solo se ed in quanto ca-
alle misure specificamente antitrust – che pace di produrre effetti virtuosi per il cir-
la Corte costituzionale ha, poi, ulterior- cuito economico (efficienza e competiti-
mente precisato lo “statuto costituzio- vità), inevitabilmente incidenti anche su-
nale” della concorrenza, rilevando la so- gli operatori economici, sui consumatori
stanziale continuità fra gli «sviluppi or- e sugli stessi lavoratori, in perfetta armo-
mai consolidati nell’ordinamento europeo nia con i principi dell’ordinamento comu-
e internazionale» e la propria giurispru- nitario (come affermato nella sent. n. 14
denza sul tema. Quest’ultima ha letto, del 200431), ma anche «all’interno della
nelle pieghe dell’art. 41 Cost., il riconosci- cornice delineata dai principi costituzio-
mento di un principio generale, non già di nali» ed in specie nel rispetto dell’utilità
libertà di concorrenza, ma di liberalizza- sociale individuata dall’art. 41 Cost. Tut-
zione delle attività economiche, espressa- tavia, nella specie, sembra aver identifi-
mente consacrato dall’art. 3, c. 1 e 2 d.l. n. cato la regola (il principio di liberalizza-
138 del 201127 oggetto del giudizio, nella zione) nell’assenza di regolazione («è per-
parte in cui afferma che «è permesso messo tutto ciò che non è espressamente
tutto ciò che non è espressamente vietato vietato dalla legge») delle condotte degli
dalla legge». Tale principio – ha procla- operatori economici, in vista del supe-
mato – «prelude a una razionalizzazione riore e preminente interesse dell’effi-
della regolazione, che elimini, da un lato, cienza e competitività del sistema econo-
gli ostacoli al libero esercizio dell’attività mico nel suo complesso, assegnando alla
economica che si rivelino inutili o spro- regolazione una valenza di “eccezione”
porzionati e, dall’altro, mantenga le nor- atta essenzialmente a correggere le dina-
mative necessarie a garantire che le dina- miche economiche non compatibili con
miche economiche non si svolgano in l’utilità sociale, del cui contenuto non
contrasto con l’utilità sociale» (sent. n. viene fornita una chiave di lettura, ma

26 V. supra nota 23. servanza dei principi costituzionali legati alla tu-
27 D.l. 13 agosto 2011 n. 138 (Ulteriori misure tela della salute, dell’ambiente, del patrimonio
urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo culturale e della finanza pubblica – in particolare
sviluppo), conv., con modif., dalla l. 14 settembre la tutela della sicurezza, della libertà, della di-
2011 n. 148. gnità umana, a presidio dell’utilità sociale di ogni
28 C. cost. 20 luglio 2012, n. 200, in G.U., 1ª se- attività economica come l’art. 41 Cost. richiede».
rie speciale 25 luglio 2013, n. 30. Nello stesso senso v. anche C. cost. 19 dicembre
29 Nella specie la Corte ricorda che la norma 2012, n. 299, in G.U., 1ª serie speciale, 27 dicem-
impugnata conteneva l’indicazione che il legisla- bre 2012, n. 51; C. cost. 23 gennaio 2013, n. 8, in
tore statale o regionale «può e deve mantenere G.U., 1ª serie speciale, 30 gennaio 2013, n. 5e
forme di regolazione dell’attività economica volte sent. n. 8 del 2013.
a garantire, tra l’altro – oltre che il rispetto degli 30 V. supra nota 28.
obblighi internazionali e comunitari e la piena os- 31 V. supra nota 11.
R. NIRO – IL DIRITTO DI INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA 39

che sembra comunque proporsi princi- protezione assoluta e possono, quindi, su-
palmente come strumentale al medesimo bire le limitazioni ed essere sottoposte al
obiettivo dell’efficienza e competitività coordinamento necessario a consentire il
del sistema economico (non necessaria- soddisfacimento contestuale di una plura-
mente coincidente con la garanzia della lità di interessi costituzionalmente rile-
libertà di concorrenza) e solo residual- vanti». Più precisamente, la Corte rilevava
mente alla tutela di altri beni costituzio- la necessità che la regolazione del mer-
nalmente tutelati. cato – di cui quella recata dalla l. n.
287/90 costituisce un importante esem-
V. IL CONTROLLO DELLE OPERAZIONI DI CON- pio, essendo essa dettata in attuazione
CENTRAZIONE FRA TUTELA DELLA CONCOR-
dell’art. 41 Cost., senza tuttavia esserne
RENZA E REGOLAZIONE DEL MERCATO
l’unica possibile – rifletta il necessario
equilibrio «tra l’esigenza di apertura del
Lo stesso richiamo al collegamento mercato e di garanzia dell’assetto concor-
strumentale fra regolazione del mercato, renziale rispetto alle condotte degli attori
concorrenza, efficienza e competitività del mercato stesso, cioè imprese e consu-
del sistema economico, da un lato, e “ra- matori, da una parte; e, dall’altra, la tutela
gioni” di utilità sociale, di regola coinci- degli interessi diversi, di rango costituzio-
denti con il predetto obiettivo della effi- nale, individuati nell’art. 41 comma 2 e 3
cienza del sistema economico, e solo ec- Cost. che possono venire in rilievo e la tu-
cezionalmente ravvisate nella tutela di al- tela dei quali richiede un bilanciamento
tri interessi costituzionalmente protetti, con la concorrenza». Fra i suddetti inte-
dall’altro, era stato operato dalla Corte co- ressi, tuttavia, – ricordava anche la Corte
stituzionale già nella sent. n. 270 del – sono stati già annoverati interessi «col-
201022. E questa volta in riferimento non legati alla sfera economica, quali in parti-
alle misure di promozione della concor- colare, quelli attinenti alla esigenza di
renza, ma a quelle di tutela della stessa e protezione di una data produzione (sen-
cioè proprio alle misure antitrust. In tale tenza n. 20 del 198034), ovvero a quella di
sentenza la Corte, chiamata a pronun- salvaguardare l’equilibrio di mercato tra
ciarsi sulla legittimità costituzionale di domanda e offerta in un determinato set-
una norma, l’art. 4 comma 4-quinquies tore (sentenza n. 63 del 199135), oppure
d.l. n. 347/03, convertito dalla l. n. 39/0433, strumentali a garantire i valori della con-
volta ad autorizzare un’operazione di correnzialità e competitività delle im-
concentrazione (consistente nell’acquisi- prese (sentenza n. 439 del 199136) o anche
zione di alcuni rami d’azienda di società l’esigenza di interesse generale di ricono-
sottoposte ad amministrazione straordi- scimento e valorizzazione del ruolo di im-
naria e nell’acquisizione del controllo prese di determinate dimensioni (sen-
esclusivo di altre società) in deroga al pro- tenza n. 64 del 200737)». La stessa valuta-
cedimento prescritto dalla l. n. 287/90, zione antitrust relativa ad una operazione
pur richiamando tutti i suoi precedenti di concentrazione, d’altro canto, – osser-
sui fondamenti costituzionali della libertà vava la Corte – implica la considerazione
di concorrenza, respingeva i dubbi di vio- di una serie di elementi, fra i quali vi sono
lazione della stessa libertà e quindi di pure il «test di efficienza anche interna
contrasto con gli artt. 3 e 41 Cost. E ciò dell’esito dell’operazione» ed il «rilievo
proprio sulla base dell’assunto che «la particolare e specifico dell’acquisizione di
sfera di autonomia privata e la concor- un’impresa in stato d’insolvenza» in vista
renza non ricevono dall’ordinamento una degli obiettivi economici del mercato

32 V. supra nota 8. 35 C. cost. 8 febbraio1991, n. 63, in G.U., 1ª se-


33 D.l. 23 dicembre 2003 n. 347 (Misure ur- rie speciale, 13 febbraio 1991, n. 7.
genti per la ristrutturazione industriale di grandi 36 C. cost. 9 dicembre 1991, n. 439, in G.U., 1ª
imprese in stato di insolvenza), conv., con modif., serie speciale, 18 dicembre 1991, n. 50.
dalla l. 18 febbraio 2004 n. 39. 37 C. cost. 9 marzo 2007, n. 64, in G.U., 1ª se-
34 C. cost. 15 febbraio 1980, n. 20, in G.U., 1ª rie speciale, 14 marzo 2007, n. 11.
serie speciale, 20 febbraio 1980, n. 50.
40 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

(competitività del mercato, efficienza del particolare del suo assetto concorren-
sistema economico). E ciò in linea con ziale»; diviene una forma di regolazione
quanto stabilito in particolare dal regola- generale del mercato nella parte in cui dà
mento comunitario sulle concentrazioni luogo al potere del Consiglio dei ministri
n. 139 del 200438, che consente «di ap- di autorizzare, sia pure eccezionalmente,
prezzare le eventuali efficienze generate operazioni di concentrazione vietate «per
dalle concentrazioni», nella prospettiva rilevanti interessi generali dell’economia
ultima della realizzazione degli obiettivi nazionale nell’ambito dell’integrazione eu-
economici del mercato unico. In vista di ropea» (art. 25). E ciò in linea – a parere
un simile scopo – proseguiva la Corte – è della Corte – con lo statuto dell’art. 41
compatibile con il mercato comune anche Cost. che «consente una regolazione stru-
una concentrazione che sia valutata nega- mentale a garantire la tutela anche di inte-
tivamente alla stregua delle norme anti- ressi diversi rispetto a quelli correlati al-
trust (in quanto volta a costituire o raffor- l’assetto concorrenziale del mercato ga-
zare una posizione dominante sul mer- rantito», legittimando ulteriori interventi
cato nazionale tale da eliminare o ridurre del legislatore ordinario il quale può pre-
in modo sostanziale e durevole la concor- vedere, con altri atti normativi, «la possi-
renza), allorquando, ad esempio, una bilità di autorizzare operazioni di concen-
delle imprese partecipanti alla concentra- trazione in vista del contemperamento
zione versi in uno stato di crisi o quando con altri interessi costituzionalmente rile-
l’operazione di concentrazione si riveli vanti, diversi da quelli inerenti all’assetto
«più favorevole per gli utenti di un dete- concorrenziale del mercato». Nella specie,
rioramento della struttura del mercato il giudice costituzionale salvava la norma-
causato dalla potenziale cessazione delle provvedimento recante l’operazione di
attività da parte di una determinata im- concentrazione, ravvisando sufficienti
presa». Ed il fatto che sia previsto un con- giustificazioni alla innegabile compres-
trollo, a livello comunitario, svolto dalla sione non solo della libertà di concor-
Commissione ed eventualmente dal giu- renza, ma anche dell’assetto concorren-
dice comunitario nell’ipotesi in cui gli ziale del mercato da essa derivante, nella
Stati membri adottino provvedimenti per situazione di gravissima crisi nella quale
tutelare interessi diversi da quelli con- versava un’impresa (sottoposta ad ammi-
nessi al mercato concorrenziale – osser- nistrazione straordinaria), che svolgeva il
vava la Corte – «vale solo a distinguere gli servizio del trasporto aereo (l’Alitalia) di
interventi a fini protezionistici degli cui doveva essere garantita la continuità
Stati», non ammessi, «da quelli dovuti ad in un settore particolare, «notoriamente di
interessi pubblici legittimi diversi dalla importanza strategica per l’economia na-
concorrenza»39, viceversa possibili. zionale, meritevole di distinta considera-
In armonia con l’ordinamento comuni- zione, che esigeva di scongiurare distor-
tario, anche nell’ambito dell’ordinamento sioni ed interruzioni suscettibili di rica-
nazionale, il controllo delle operazioni di dute sistemiche in ulteriori comparti».
concentrazione regolato dalla l. n. 287/90
implica – segnalava la Corte – una «valuta- VI. TUTELA DELLA CONCORRENZA, REGOLA-
zione che va al di là del controllo ex post ZIONE DEL MERCATO ED AIUTI DI STATO:
sulla condotta delle imprese tipico della NOZIONE, AMMISSIBILITÀ SUL PIANO CO-
funzione di garanzia»: esso tocca «il con- STITUZIONALE, REGIME DEI CONTROLLI
fine tra tutela della concorrenza e regola-
FRA UE ED ORDINAMENTO NAZIONALE
zione del mercato» nella parte in cui si ri-
solve nella verifica affidata all’Autorità an- Se con riguardo alla disciplina del
titrust circa «il perseguimento dei cosid- controllo delle concentrazioni la Corte co-
detti obiettivi economici del mercato, in stituzionale, solo di recente, ha espressa-
38 Reg. 139/2004/CE del Consiglio relativo al 39 A tal proposito la Corte richiamava affer-
controllo delle concentrazioni tra imprese («Re- mazioni contenute nella Relazione sulla politica
golamento comunitario sulle concentrazioni»). della concorrenza inerente all’anno 2009, redatta
dalla Commissione europea il 3 giugno 2010.
R. NIRO – IL DIRITTO DI INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA 41

mente provveduto a qualificarla, come si di sostegno dei prezzi che, siano effettuati
è detto, come un esempio di regolazione o no con l’apporto finanziario degli or-
del mercato non necessariamente ricon- gani comunitari, rappresentano sempre
ducibile ad un profilo di tutela della con- attività dirette a modificare le condizioni
correnza, quanto piuttosto di realizza- di concorrenza e soggetti perciò al vaglio
zione degli obiettivi di efficienza e stabi- di merito della loro opportunità, ai fini
lità del sistema economico e del mercato della possibile autorizzazione». Nume-
nazionale (come dimostrato dal riferi- rose sono state le occasioni in cui tale im-
mento anche alla disciplina vigente in al- postazione è stata implicitamente riba-
tri paesi europei) e del mercato unico in dita, nelle quali Corte si è tuttavia limitata
ambito comunitario, in relazione alla di- a pronunciarsi sul rispetto o meno del
sciplina degli aiuti di Stato, questa “con- predetto obbligo di comunicazione di
sapevolezza” della sua natura “comple- progetti recanti probabili “aiuti di Stato”
mentare” rispetto alla disciplina della alle competenti autorità comunitarie da
concorrenza è assai più risalente nel parte, in specie, delle Regioni, configu-
tempo. Già nella sent. n. 120 del 196940, la rando l’eventuale violazione del mede-
Corte – chiamata a pronunciarsi sulla le- simo obbligo quale vizio di legittimità co-
gittimità costituzionale di una delibera le- stituzionale in riferimento all’art. 11
gislativa della Regione Sicilia che dispo- Cost.: talora ha accolto le censure, talaltra
neva aiuti diretti a sostenere il prezzo del le ha respinte, all’esito di un accerta-
mercato degli agrumi e che, tuttavia, non mento di fatto, volto a verificare – in linea
era stata notificata preventivamente alla con l’ottica comunitaria “sostanzialistica”
Comunità economica europea ai sensi – l’intervenuta comunicazione ovvero il
dell’art. 93 del Trattato CEE (attuale 108 parere della Commissione che escludeva
TFUE) – accoglieva la questione in riferi- la configurazione in termini di aiuti di
mento all’art. 11 Cost., fornendo utili pre- Stato degli interventi programmati ovvero
cisazioni. In specie, essa identificava, tra ancora l’avvenuta informale comunica-
gli obblighi nascenti appunto dal Trattato zione delle modifiche apportate al pro-
e vincolanti gli Stati membri (e quindi, al getto originario, ove non sulla base di una
loro interno, anche le Regioni), anche interpretazione in bonam partem delle di-
quello, stabilito dall’art. 93, di comuni- sposizioni legislative sub iudice.
care «i progetti diretti ad istituire o modi- È però ancora una volta nelle pro-
ficare aiuti» e cioè relativi a tutti gli «in- nunce meno risalenti che la Corte è giunta
terventi che la mano pubblica può effet- a precisare le ragioni comunitarie e costi-
tuare per modificare la formazione dei tuzionali e le condizioni dell’ammissibilità
prezzi in regime di concorrenza: regime degli aiuti di Stato, nell’ambito della più
che il Trattato intende sostanzialmente generale regolazione del mercato. Nel
tutelare, pur non disconoscendo la possi- puntualizzare la ratio e la portata applica-
bilità di legittimare tali interventi nell’in- tiva degli artt. 92 e 93 del Trattato CEE
teresse sociale, ma a condizione di parità (ora 107 e 108 TFUE), in specie con ri-
di tutti gli Stati membri e quindi ordina- guardo alle ipotesi in cui per taluni aiuti
riamente sotto il controllo e con l’autoriz- (di importo poco elevato) non si configura
zazione degli organi comunitari». Più neppure il richiamato obbligo di notifica-
precisamente, il giudice costituzionale, zione, essendo essi implicitamente am-
nel confermare l’ammissibilità degli aiuti messi, la Corte ha, dapprima, rivelato che
nella prospettiva comunitaria, osservava «se qualsiasi intervento finanziario accor-
tuttavia che «la struttura del Trattato, dato da uno Stato ad un’impresa può fal-
volto ad assicurare libertà e parità di ac- sare in modo più o meno significativo la
cesso e di condizioni a tutti gli Stati mem- concorrenza, costituendo uno svantaggio
bri sui mercati nazionali di ciascuno, non per gli imprenditori che non ne benefi-
consente discriminazioni nelle operazioni ciano, non tutti gli aiuti hanno un impatto

40 C. cost. 8 luglio 1969, n. 120, in G.U., 1ª se-


rie speciale, 16 luglio 1969, n. 179.
42 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

sensibile sugli scambi e sulla concorrenza 69/2001 del 12 gennaio 2001, sugli aiuti de
fra gli Stati membri» (sent. n. 85 del minimis (ora abrogato), «non si discosta
199941). Pertanto – proseguiva la Corte – da una visione della concorrenza come
per gli aiuti di «importo poco elevato che obiettivo da promuovere: (…) tali aiuti
sono generalmente accordati alle piccole e sono concepiti come fattore di sviluppo
medie imprese (cosiddetti aiuti de mini- da favorire anche mediante la rimozione
mis) e che sono per lo più gestiti da enti delle procedure di autorizzazione per sin-
locali o regionali, la Commissione ha in- goli interventi, le quali sono addirittura
trodotto nel 1992 una regola, detta ap- valutate come un inutile intralcio alla rea-
punto de minimis che fissa una cifra asso- lizzazione di una più equilibrata competi-
luta al di sotto della quale (…) si può con- zione nei diversi settori produttivi». In
siderare non applicabile l’art. 92, para- questa prospettiva la Corte ha ricondotto
grafo 1, del Trattato di Roma [oggi art. alla tutela della concorrenza sia gli inter-
107 TFUE] (…)», regola che tuttavia opera venti di sostegno finanziario al settore
solo ove non vi siano speciali regolamen- produttivo tessile, dell’abbigliamento e
tazioni comunitarie e la cui corretta appli- calzaturiero, consentiti dalla legge finan-
cazione implica l’esclusivo potere qualifi- ziaria per il 200143 e volti a garantire uno
catorio dei competenti organi comunitari «sviluppo equilibrato del sistema produt-
(in specie della Commissione). tivo nazionale, per assicurargli competiti-
Poi, proprio richiamando l’attenzione vità in vista della realizzazione del mer-
sul peculiare regime (di favore) ricono- cato unico europeo», sia le agevolazioni
sciuto a livello comunitario, fra l’altro, (sotto forma di credito di imposta per i ti-
agli aiuti de minimis (ma anche ai cd tolari di reddito di impresa) per gli inve-
fondi strutturali ed agli aiuti alle piccole e stimenti nelle aree svantaggiate di cui alla
medie imprese), la Corte ha, con la sent. predetta legge finanziaria, identificate
n. 14 del 200442, portato alla massima dalla medesima Commissione europea, in
espansione il riconoscimento dell’ammis- pretesa linea con quanto previsto dallo
sibilità degli aiuti di Stato (e quindi delle stesso art. 87, § 3, lett. a) e c), del Trattato
deroghe al divieto degli stessi), invocan- CE (ora art. 3 TUE).
doli, genericamente, come “forme” di in- L’ampiezza e la genericità del ricono-
tervento diretto sul mercato delle istitu- scimento di aiuti di Stato, ritenuti ammis-
zioni pubbliche e qualificandoli come sibili e compatibili con la concorrenza,
«funzionali alla promozione di un mer- contenuto nella richiamata decisione –
cato competitivo», guardati “con favore” parallela all’ampiezza e genericità del
dalla stessa Comunità ove orientati «ad concetto di concorrenza ivi pure configu-
assecondare lo sviluppo economico e a rato – non hanno mancato di sollevare
promuovere la coesione sociale». Il «re- perplessità e di stimolare un mutamento
gime degli aiuti riguardanti sia il campo di atteggiamento della stessa Corte nelle
agricolo sia gli altri settori produttivi, sui decisioni successive, decisamente più
quali l’azione della Comunità è sinora in cauto e severo sia nel ravvisare aiuti di
larga parte intessuta» – ha precisato la Stato in corrispondenza di qualsiasi inter-
Corte – fa parte delle regole comunitarie vento pubblico sul mercato, sia nell’iden-
della concorrenza, come dimostrato dalla tificarne i presupposti di ammissibilità,
stessa sistematica del Trattato, che inseri- sia nell’escluderne la riconducibilità alla
sce le norme relative, appunto, agli aiuti – tutela della concorrenza, anche alla stre-
in specie alle deroghe al divieto degli gua della normativa comunitaria. È così
stessi – all’interno del Titolo V rubricato che, ad esempio, in relazione al sistema di
“Regole della concorrenza”. Anche il Re- tariffazione dei servizi aeroportuali offerti
golamento CE della Commissione n. in regime di esclusiva (c.d. price cup), ha

41 C. cost. 23 marzo 1999, n. 85, in G.U., 1ª se- 43 Si trattava della l. 23 dicembre 2000 n. 388
rie speciale, 31 marzo 1999, n. 13. (Disposizioni per la formazione del bilancio an-
42 V. supra nota 11. nuale e pluriennale dello Stato - legge finanziaria
2001).
R. NIRO – IL DIRITTO DI INIZIATIVA ECONOMICA PRIVATA 43

escluso che potesse ritenersi aiuto di mento degli obiettivi delineati dalla stessa
Stato, precisando che di tale meccanismo, Comunicazione della Commissione, che
volto a determinare le misure dei diritti corrispondono a «ragioni di politica so-
aeroportuali sulla base di un calcolo che ciale o regionale» connesse ai positivi ef-
commisura il prezzo delle prestazioni fetti economici dell’attività delle piccole e
rese dai gestori a parametri obiettivi, fon- medie imprese, o anche, «in via eccezio-
dati sulla redditività dell’investimento, si nale», all’«opportunità di conservare una
avvantaggiano tutti i vettori, italiani e struttura di mercato concorrenziale nel
stranieri, e manca dunque «l’elemento caso in cui la scomparsa di imprese possa
della selettività, che è connotato necessa- determinare una situazione di monopolio
rio della nozione di aiuto di Stato» se- od oligopolio ristretto», confermando l’e-
condo la giurisprudenza comunitaria straneità alla tutela della concorrenza an-
(sent. n. 51 del 200844). Così pure, la Corte che di simili aiuti di Stato, posto che que-
ha escluso la riconducibilità di misure re- sti ultimi, «quando consentiti, lo sono in
gionali di sostegno in favore di rivenditori deroga alla tutela della concorrenza»
di generi di monopolio, nonché di incen- (sent. n. 63 del 200846).
tivi per la creazione di imprese da parte Se con l’ord. n. 103 del 200847 con cui
delle donne nei settori dell’artigianato, la Corte, per la prima volta, operava un
commercio, turismo e servizi, alla tutela rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia
della concorrenza, pur ravvisando in circa l’interpretazione di alcune norme del
dette misure i caratteri degli aiuti di Stato Trattato (fra cui l’art. 87 del Trattato CE,
de minimis (sent. n. 217 del 201245). E l’ha ora art. 107 TFUE) in riferimento a dispo-
fatto ricordando non solo che «in tema di sizioni della Regione Sardegna inerenti ad
aiuti di Stato (artt. 107 e 108 TFUE, già imposte regionali, essa si trovava, inciden-
art. 87 e 88 TCE) (…) sono vietati gli aiuti talmente a richiedere appunto alla pre-
concessi dagli Stati, ovvero mediante ri- detta Corte europea una chiarificazione
sorse statali, sotto qualsiasi forma, che, proprio attorno alla configurazione di ta-
favorendo talune imprese o talune produ- luni interventi quali aiuto di Stato, con la
zioni, falsino o minaccino di falsare la sent. n. 185 del 201148 provvedeva diretta-
concorrenza e che incidano sugli scambi mente e puntualmente a fornire specifiche
tra Stati membri», ma anche che «non indicazioni in merito. Ancora una volta in
tutti gli aiuti hanno un impatto sensibile un’ottica di delimitazione dell’operatività
sugli scambi e sulla concorrenza fra gli degli aiuti e di consapevolezza della so-
Stati membri», motivo per il quale «per stanziale loro contrarietà (di regola) alla
gli aiuti di importo poco elevato, general- tutela della concorrenza, la Corte preci-
mente accordati alle piccole e medie im- sava che la nozione di aiuto Stato, ben più
prese e che sono per lo più gestiti da enti ampia di quella di sovvenzione, si ravvisa
locali o regionali, nella disciplina attua- ogniqualvolta si sia in presenza di «inter-
tiva del Trattato è stata introdotta una re- vent[i]dello Stato o di una sua articola-
gola, detta de minimis, che fissa una cifra zione o comunque effettuat[i] mediante ri-
assoluta al di sotto della quale (…) l’aiuto sorse pubbliche», che possono consistere
non è più soggetto all’obbligo di comuni- non solo in prestazioni positive, ma anche
cazione». Nella stessa prospettiva, con ri- in misure che, in varie forme, alleviano gli
ferimento all’istituzione di un Fondo per oneri che gravano sul bilancio dell’im-
il finanziamento degli interventi consen- presa. Tali interventi devono, inoltre, es-
titi negli Orientamenti UE sugli aiuti di sere «idone[i] ad incidere sugli scambi tra
Stato per il salvataggio e la ristruttura- Stati membri», devono «concedere un
zione delle imprese in difficoltà, ha chia- vantaggio al […] beneficiario», vantaggio
rito che esso è strumentale al consegui- che «deve falsare o minacciare di falsare

44 V. supra nota 21. 47 C. cost. 15 aprile 2008, n. 103, in G.U., 1ª se-


45 C. cost. 13 settembre 2012, n. 217, in G.U., rie speciale, 16 aprile 2008, n. 17.
19 febbraio 2012, n. 37. 48 C. cost. 10 giugno 2011, n. 185, in G.U., 1ª
46 V. supra nota 18. serie speciale, 15 giugno 2011, n. 26.
44 I. PROFILI GENERALI RELATIVI AL DIRITTO DELLA CONCORRENZA

la concorrenza (sentenza Altmark, causa Bibliografia


C-280-00 del 24 luglio 2003)», e devono al- R. BIFULCO, «La tutela della conconcorrenza
tresì «superare i limiti al disotto dei quali tra parte I e II della Costituzione (in margine
l’intervento può essere considerato di “im- alla sent. 14/2004 della Corte costituzionale)»,
portanza minore” (de minimis) ai sensi del in Le Regioni, 2008, p. 791; BUZZACCHI, «Princi-
regolamento n. 1998 del 2006 della Com- pio della concorrenza e aiuti di Stato tra di-
missione del 15 dicembre 2006». Una si- ritto interno e diritto comunitario», in Giur.
mile nozione, tanto complessa, «può rite- cost., 2004, p. 277; F. CINTIOLI, «L’art. 41 della
Costituzione tra il paradosso della libertà di
nersi integrata» – ha precisato la Corte – concorrenza e il “diritto della crisi”», in Dir. e
«soltanto ove sussistano tutti i presupposti soc., 2009, p. 383; G. CORSO, «La tutela della
previsti dall’art. 87, n. 1 Trattato CE (ora concorrenza come limite della potestà legisla-
art. 107 TFUE)», per l’accertamento dei tiva (delle Regioni e dello Stato)», in Dir.
quali l’ordinamento comunitario ha deli- pubbl., 2002; GIAMPIERETTI,«Il principio costitu-
neato un «ben preciso riparto di compe- zionale della libera concorrenza: fondamenti,
tenze». In base a quest’ultimo, spetta alla interpretazioni, applicazioni», in Dir. soc.,
2003, p. 439; LIBERTINI, «I fini sociali come li-
«competenza esclusiva della Commis- mite eccezionale alla tutela della concorrenza:
sione, sotto il controllo del Tribunale e il caso del decreto Alitalia», in Giur. cost, 2010,
della Corte di giustizia, la verifica della A. PACE, Problematica delle libertà costituzio-
compatibilità dell’aiuto con il mercato in- nali. Parte speciale, Padova, I ed., 1988; II ed.,
terno, nel rispetto dei regolamenti di pro- 1992, p. 457 ss.; A. PACE, «Gli aiuti di Stato
cedura in vigore. Ai giudici nazionali sono forme di “tutela” della concorrenza?», in
spetta solo l’accertamento dell’osservanza Giur. cost., 2004; A. PACE, «Libertà “del” mer-
cato e “nel” mercato», in Pol. dir., 1993, p. 327
dell’art. 108, n. 3, TFUE e cioè dell’avve- e ss.; L.F. PACE, «II sistema italiano di tutela
nuta notifica dell’aiuto […]. Solo a questo della concorrenza e il “vincolo comunitario”
specifico fine» – precisa la Corte – «il giu- imposto al legislatore nazionale: l’art. 1 I. n.
dice nazionale, ivi compresa questa Corte, 287/90», in Riv. it. dir. pubbl. comunitario,
ha una competenza limitata a verificare se 2001, p. 997; A. PALMIERI - R. PARDOLESI, «L’in-
la misura rientri nella nozione di aiuto». compiuta: ascesa e declino costituzionali della
libertà di concorrenza», in Foro it., 2010, parte
RAFFAELLA NIRO I, p. 2913.
DIZIONARIO SISTEMATICO
DEL DIRITTO
DELLA CONCORRENZA
a cura di

Lorenzo F. Pace

ESTRATTO

Jovene editore 2013


Il concetto d’impresa

Sommario: I. LA NOZIONE TRA INDIRIZZO INTERPRE- un’attività riveste un ruolo centrale in


TATIVO-APPLICATIVO E RESTATEMENT DELLA COM- quanto, da un lato, giustifica la distin-
MISSIONE. – II. PARALLELISMO O DIVERGENZA CON
zione con le attività che restano di com-
L’AMBITO DI APPLICAZIONE DELLA CIRCOLAZIONE
DELLE LIBERTÀ DEL MERCATO. – III. IRRILEVANZA
petenza esclusiva degli Stati membri; dal-
DEL CRITERIO SOGGETTIVO PER LA VALUTAZIONE l’altro, rappresenta il presupposto mate-
DEGLI ENTI PUBBLICI O PRIVATI. – IV. IL CRITERIO riale del conferimento di diritti esclusivi o
OGGETTIVO PER LE ATTIVITÀ NON-ECONOMICHE ED speciali da uno Stato membro, giustifica-
ECONOMICHE E LA DISSOCIABILITÀ IN CASO DI CU- bili solo per una missione di servizio pub-
MULO TRA DIVERSE ATTIVITÀ SVOLTE DALLO STESSO
blico1.
SOGGETTO. – V. LE ATTIVITÀ A CARATTERE SO-
CIALE. – VI. (Segue) LE ATTIVITÀ PREVIDENZIALI In assenza di definizione nei Trattati,
DI BASE E COMPLEMENTARI. l’interpretazione da parte della Corte di
giustizia e la prassi decisionale della
Commissione includono, nella nozione in
I. LA NOZIONE TRA INDIRIZZO INTERPRETA-
parola, qualsiasi soggetto che eserciti
TIVO-APPLICATIVO E RESTATEMENT DELLA
un’attività economica consistente nell’of-
COMMISSIONE
ferta di beni o servizi su un determinato
Nel diritto dell’Unione europea, la no- mercato. Occorre subito evidenziare che
zione di impresa ha carattere trasversale e l’accertamento dell’esistenza effettiva o
propedeutico dell’applicabilità del diritto potenziale di un mercato di riferimento
della concorrenza, riferendosi ai destina- per una determinata attività può differire
tari di tutte le fattispecie normative anti- in forza delle diverse modalità di organiz-
trust e della relativa applicazione coerci- zazione, da uno Stato membro ad un al-
tiva, nonché a coloro che sono obbligati a tro, così come in periodi diversi a seguito
richiedere autorizzazione preventiva per della riforma di determinati settori mate-
effettuare una concentrazione. riali, come ad esempio per i servizi previ-
Tale categoria giuridica è stata ap- denziali e sanitari.
profondita soprattutto in relazione all’ap- La nozione di impresa ai sensi delle
plicazione del divieto di aiuti di Stato e norme comunitarie sulla concorrenza
della deroga dei servizi di interesse econo- può essere definita di tipo funzionale, in
mico generale (in seguito anche SIEG). quanto si riferisce al tipo di attività svolta
Specie in questi ultimi due settori, la qua- anziché alle caratteristiche dell’operatore
lificazione del carattere economico di che la esercita2. In sostanza, la qualifica-

1 C. giust. CE, 23 aprile 1991, causa C-41/90, Paris/Commissione, in Racc. 2003, p. I-9297, punto
Höfner e Elser, in Racc. 1993, p. I-1979, punto 21; 79; C. giust. CE, 10 gennaio 2006, causa C-222/04,
C. giust. CE, 16 novembre 1995, causa C-244/94, Ministero dell’Economia e delle Finanze c. Cassa di
Fédération française des sociétés d’assurance e a., in Risparmio di Firenze SpA e al., in Racc. 2008, p. I-
Racc. 1997, p. I-4013, punto 14, C. giust. CE, 11 di- 289, punto 108; C. giust. CE, 23 marzo 2006, causa
cembre 1997, causa C-55/96, Job Centre, detta «Job C-237/04, Enirisorse SpA c. Sotacarbo SpA, in
Centre II», in Racc. 1999, p. I-7119, punto 21; C. Racc. 2008, p. I-2843, punto 28; 11 dicembre 2007,
giust. CE, 21 settembre 1999, causa C-67/96, Al- causa C-280/06, Autorità Garante della Concor-
bany, in Racc. 2001, p. I-5751, punto 77; C. giust. renza e del Mercato c. Ente tabacchi italiani, ETI
CE, 12 settembre 2000, cause riunite da C-180/98 SpA, in Racc. 2009, p. I-10893, punto 38; C. giust.
a C-184/98, Pavlov e a., in Racc. 2002, p. I-6451, CE, 1° luglio 2008, causa C-49/07, Motosykletistiki
punto 74: C. giust. CE, sentenze 25 ottobre 2001, Omospondia Ellados NPID (MOTOE) c. Elliniko
causa C-475/99, Ambulanz Glöckner, in Racc. Dimosio, in Racc. 2010, p. I-4863, punto 21.
2003, p. I-8089, punto 19; C. giust. CE, 19 febbraio 2 Conclusioni dell’avvocato generale Jacobs
2002, causa C-309/99, J.C.J. Wouters, J.W. Savel- del 22 maggio 2003, AOK Bundesverband, Bun-
bergh e Price Waterhouse Belastingadviseurs BV c. desverband der Betriebskrankenkassen (BKK), e al.
Algemene Raad van de Nederlandse Orde van Advo- c. Ichthyol-Gesellschaft Cordes e al., cause riunite
caten, in Racc. 2003, p. I-1577, punto 46; C. giust. C-264/01, C-306/01, C-354/01 e C-355/01, in Racc.
CE, 24 ottobre 2002, causa C-82/01 P, Aéroports de 2005, p. I-2493, punto 26.
48 II.1. I DIVIETI ANTITRUST E ALCUNI ASPETTI AD ESSI RELATIVI

zione di impresa ad una persona fisica o dono al «raffinamento» dei criteri di ana-
giuridica (condizione soggettiva) non ri- lisi e di valutazione del carattere econo-
veste vera e propria autonomia concet- mico delle attività ai fini della concor-
tuale ma si «intreccia» con il riconosci- renza.
mento del carattere economico di una de- Sull’evoluzione interpretativa della no-
terminata attività (condizione oggettiva). zione può essere utile riferirsi alla Comu-
In premessa può dirsi che l’elemento nicazione sugli aiuti di Stato ai SIEG
discriminante per la definizione della na- (2011)5 che, in collegamento con gli altri
tura delle attività dello Stato membro (o atti del «pacchetto Alumnia», fornisce per
altre autorità pubbliche) appare la distin- la prima volta un vero e proprio restate-
zione (o la «scindibilità» in caso di cu- ment della giurisprudenza e della prassi
mulo) fra l’esercizio delle prerogative decisionale. Al riguardo, la Commissione
pubbliche («potere d’imperio») e lo svol- è motivata dall’esclusiva finalità di facili-
gimento di attività di natura industriale o tare la conoscenza della materia e confe-
commerciale3. Inoltre, anche un’attività rire certezza del diritto e prevedibilità
svolta da soggetti non-statuali può rive- della propria azione decisionale; invece,
stire carattere non-economico a condi- una Comunicazione interpretativa non
zione che sia contrassegnata in modo pre- assume in quanto tale valore vincolante6.
ponderante dal principio di solidarietà Per meglio esemplificare il rilievo della
(nazionale) e dal controllo dello Stato questione, si può ricordare il contesto de-
membro sul regime applicabile. gli aeroporti regionali. In tale ambito, le
La definizione della nozione rientra attività venivano nel passato considerate
nella competenza del diritto dell’UE che di carattere non-economico, in quanto
però tiene conto del contesto legislativo, rientranti nella politica di coesione eco-
amministrativo e contrattuale della fatti- nomica e sociale, secondo l’orientamento
specie a livello degli Stati membri4, senza espresso nella Comunicazione sugli orien-
però alcun condizionamento dovuto allo tamenti per l’aviazione (1994). Alla luce
status giuridico dei soggetti interessati nel dello sviluppo degli aeroporti regionali e
diritto nazionale. Al contrario, la qualifi- delle compagnie aeree a basso costo ivi
cazione nazionale può trovare diversa o operanti, i giudici dell’Unione si sono pro-
contrapposta valutazione da parte della nunciati per la prima volta nella sentenza
Commissione e dei giudici dell’Unione Aeroports de Paris7, esprimendo un’inter-
che, seguendo la tecnica pretoria, proce- pretazione estensiva del carattere econo-

3 C. giust. CE, 16 giugno 1987, causa 118/85, teria di aiuti di Stato, di «appalti pubblici» e di
Commissione c. Italia, in Racc. 1988, p. 2599, «mercato interno».
punti 7, 14 e 15; 19 gennaio 1994, causa C-364/92, 7 V. da ultimo C. giust. UE, 13 dicembre 2012,
SAT Fluggesellschaft c. Eurocontrol, in Racc. 1995, causa C-226/11, Expedia Inc. c. Autorité de la con-
p. I-43, punti 30 e 31. currence e altri, che ritiene legittima l’applica-
4 C. giust. CE, 23 aprile 1991, Klaus Hòfner e zione, da parte di un’autorità nazionale garante
Frìtz Elser c. Macrotron GmbH, causa C-41/90 in della concorrenza, della nozione di restrizione
Racc. p. I-1979, punto 21. sensibile ai sensi dall’articolo 101 TFUE anche in
5 C. giust. CE, la Corte 16 marzo 2004, AOK assenza delle soglie previste dalla «comunica-
Bundesverband v. Ichthyol Gesellshaft Cordes, zione de minimis» (Comunicazione della Com-
cause riunite C-264/01, C-306/01, C-354/01 e C- missione relativa agli accordi di importanza mi-
355/01, in Racc. 2006, p. I-2493, punto 25. nore che non determinano restrizioni sensibili
6 Comunicazione della Commissione sull’ap- della concorrenza ai sensi dell’articolo 81, para-
plicazione delle norme dell’Unione europea in grafo 1, del trattato che istituisce la Comunità eu-
materia di aiuti di Stato alla compensazione con- ropea (de minimis), G.U.U.E. C-368, 22 dicembre
cessa per la prestazione di servizi di interesse eco- 2001, pp. 13-15). Secondo la Corte, anche la
nomico generale, del 20 dicembre 2011, docu- stessa Commissione è vincolata dalle discipline o
mento C(2011) 9404 definitivo, punti 8-25 (pub- dalle comunicazioni da essa emanate «unica-
blicata in G.U.U.E. C-8, 11 gennaio 2012, p. 4 ss.); mente nei limiti in cui queste ultime non dero-
cfr. una versione precedente più ampia, SEC(2010) gano a una buona applicazione delle norme del
1545 final, 7 dicembre 2010, Guida relativa all’ap- Trattato», v. C. giust. CE, 11 settembre 2008, Re-
plicazione ai servizi d’interesse economico gene- pubblica federale di Germania (C-75/05 P), Glunz
rale, e in particolare ai servizi sociali d’interesse AG e OSB Deutschland GmbH (C-80/05 P) c. Kro-
generale, delle norme dell’Unione europea in ma- nofrance SA, cause riunite C-75/05 P e C-80/05 P.,
G. CAGGIANO – IL CONCETTO D’IMPRESA 49

mico delle attività che vi si svolgono. La cato generale Maduro nelle conclusioni
Commissione ha ovviamente tenuto conto del caso Fenin, gli Stati membri possono
di questo indirizzo in una successiva e organizzare determinate attività in modo
specifica Comunicazione sugli aeroporti da conferire predominanza al principio di
regionali8. Sul diritto applicabile a livello solidarietà sicché assumano carattere
inter-temporale, la recente Sentenza Mit- non-economico, sottraendole così all’am-
teldeutsche Flughafen9 ribadisce che «l’in- bito di applicazione della concorrenza; sul
terpretazione data dalla Corte di una di- versante del principio della libera presta-
sposizione di diritto dell’Unione si limita zione dei servizi non influiscono invece la
a chiarire e a precisare il significato e la modalità organizzative di un’attività a li-
portata della stessa, quale avrebbe dovuto vello nazionale12. Ci sembra opportuno
essere intesa ed applicata fin dal mo- aggiungere che il mercato interno non è in
mento della sua entrata in vigore»10. alcun caso «compartizzabile» mentre la
concorrenza tiene conto soltanto del pre-
II. PARALLELISMO O DIVERGENZA CON L’AM-
giudizio al commercio transnazionale.
BITO DI APPLICAZIONE DELLA CIRCOLA-
Vale pertanto la pena di accennare alla
ZIONE DELLE LIBERTÀ DEL MERCATO
prassi che sembra indicare la natura uni-
taria o duplice della nozione di impresa e,
La nozione di impresa può determi- di conseguenza, il parallelismo o la divari-
nare un diverso ambito di applicazione cazione nell’applicazione delle due disci-
del diritto della concorrenza e della circo- pline.
lazione delle libertà fondamentali11. In al- A favore di un parallelismo applicativo
cune sentenze, la Corte di giustizia, dopo si può ricordare la fattispecie del tra-
aver valutato le caratteristiche economi- sporto dei malati, che la Corte esamina
che di un’attività ai fini dell’applicazione nella sentenza Gloeckner, concludendo
di una delle due discipline, considera suc- che si tratta di un’attività economica in
cessivamente i presupposti di applica- entrambe le prospettive di analisi13. Nel
zione dell’altra. La dichiarata differenza senso di un carattere quasi integrativo fra
di ambiti di applicazione comporta tal-