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LA TEMPESTA
Né d'amor ti parlerò.
Mentre folgori e baleni,
Eccessivo spavento
Vergognosa lo sguardo!
La calma ritrovai:
LA GELOSIA
Vi credo, mi fido:
Giuraste d'amarmi;
Mi basta così.
Se torno a lagnarmi,
Tu vermiglia diventi,
Ed io mi lagno a torto?
Ma se tranquillo il vede
L'INCIAMPO
Orgoglioso fiumicello,
Né di te mi lagnerò.
Ma tu cresci frattanto.
Il giorno s'avvicina, ecco l'aurora;
A Filli ed a Licori
Povero ruscelletto,
Disturberò quell'onde,
LA PESCA
Le fresch'aure a respirar.
La selvaggia dimora;
Moltiplicar le stelle,
E per l'onda vedrai gelida e bruna
E le umidette figlie
Di pallide conchiglie,
Di lucidi coralli
Le colmeranno il sen.
LA PRIMAVERA
Nunzio di primavera
Esperienza, ingegno,
Ed insidie e sorprese,
Ed assalti e difese
Ma un trionfo indistinto
Ma torna vincitor.
IL SOGNO
Di solitaria fonte
Ah se mirar potessi
L'inganno ed il piacer;
Ma la mia fiamma, oh Dio!
IL NOME
Or sì potrai fastosa
Le abitatrici ninfe;
Te dell'erte pendici
Le ninfe abitatrici e gli altri tutti
Pastore infido.
E Filomena sol
Vi faccia il nido.
Scrivo in te l'amato nome
O pianta avventurosa,
Or ti vedrò festosa
Le abitatrici ninfe
Al rinnovar dell'anno
E sempre a te d'intorno
Pastore infido.
E Filomena sol
Vi faccia il nido.
IL RITORNO
Di maligno rivale
Mi conosceste in sen?
A dilatar l'impero
LA CIOCCOLATA
A FILLE
Rammentar le felici
Sostegno e fondamento,
Da esperte si comprime
Le ricorre frequente,
Subito persuade
Coll'utile goder.
Veloce la vedrai
IL TABACCO
A CLORI
Su le prodighe mense
Ammaestrano talora,
Violento deliro
Di peregrine fronde
All'ombra inaridite
Lo reca, e la cortese
Separarne è costume
La tiranna vanità.
Chi non cede al suo potere,
E sostanza e colore,
Affollati trasporti
Irritando e discioglie
Or se tanto procace,
SONETTI
I
Scrivendo l'autore in Vienna l'anno 1733 la sua Olimpiade, si sentì commosso fino alle lacrime
nell'esprimere la divisione di due teneri amici: e meravigliandosi che un falso e da lui inventato disastro
potesse cagionargli una sì vera passione, si fece a riflettere quanto poco ragionevole e solido
fondamento possano aver le altre, che soglion frequentemente agitarci nel corso di nostra vita.
II
Scritto dall'autore in Vienna in occasione d'essere egli stato acclamato dall'Accademia de' Pastori
Ereini in Palermo.
III
Questo ed il seguente furono composti in Roma a richiesta per la vestizione dell'abito monacale della
signora ***
V
Scritto di commissione per un maritaggio in Vienna.
VI
Questo e idue seguenti furono composti in Vienna, quando il principe Trivulzi ricevé il Toson d'oro
dall'imperator Carlo VI nella cesarea residenza.
VIII
IX
Scritto in Roma a richiesta, in circostanza del vestirsi l'abito religioso dalla signora Rosa ***
XII
Composto in Roma per la signora contessa Fiume, che vestiva l'abito claustrale.
XIV
Scritto in Napoli per la promozione dell'eminentissimo cardinale Conti.
XV
Alle dame di Venezia, la prima volta che fu ivi rappresentata in musica la Didone abbandonata, primo
dramma dell'autore.
XVI
Composto in Vienna per un maritaggio
XVII
Per la festività dell'Esaltazion della Croce.
XVIII
Scritto in Napoli per lo primo parto della principessa di Belmonte, alla quale con antecedente
componimento avea già l'autore augurata e presagita fecondità.
XIX
Fatto in Roma a richiesta per un maritaggio.
XX
In Roma per una dimostrazione anatomica.
XXI
L'affettuoso nome di gemello, usato fra il predetto cavaliere e l'autore, è allusivo all'essere entrambi,
per dir così, nati insieme alla luce del pubblico; poiché l'uno fu udito con ammirazione la prima volta in
Napoli, cantando nell'Angelica e Medoro, primo componimento uscito dalla penna dell'altro.
XXII
Scritto in Roma
XXIII
Scritto in Roma l'anno 1719, in lode del celebre Gasparini, insigne allora compositor di musica.
XXIV
L'autore alle opere sue drammatiche. Questo sonetto, egualmente che gli altri quattro seguenti, furono
scritti in gioventù: ma non è possibile indicare precisamente in qual tempo.
XXV
DESIDERIO AFFETTUOSO
XXVII
LA GELOSIA
XXVIII
Scritto per commissione in Venezia l'anno 1725.
XXX
In difesa delle donne, risposta all'abate Lorenzini.
XXXI
In lode di alcuni stabilimenti fatti dal'imperatrice regina Maria teresa e dall'imperatore Francesco I per
promuovere le scienze e le belle arti.
XXXII
All'augustissimo incognito Monarca, nel portarsi al tempio del Vaticano.
RIME
TERZINE
LA STRADA DELLA GLORIA
SOGNO
Scritto dall'autore in Roma, nella prima sua gioventù, in occasione di deplorar la perdita del benefico
ed insigne suo maestro Gian Vincenzo Gravina, e da lui recitato in una delle pubbliche adunanze degli
Arcadi l'anno 1718.
Già l'ombrosa del giorno atra nemica
CANZONETTE
LA PRIMAVERA
Scritta in Roma l'anno 1719.
Veggonsi rivestir.
Il margine fiorir.
Su le pendici alpine
Da vomere crudel.
La rondinella viene
E va del cacciator
L'insidie ad incontrar.
L'amante pastorella
A ricomporsi il crin.
D'abbandonar s'affrettano,
Le arene il pescator,
L'albergo il pellegrin.
Naufrago ritornò,
E rammentar non sa
Ma se ritorno libero
Gli antichi lacci a sciogliere,
Ho fatto risonar.
O pietosa, o crudel,
L'ESTATE
Composta in Roma l'anno 1724.
Va tergendogli la bella
Amorosa villanella
Là su l'arido terreno
La giovenca innamorata
Sì penosa a me non è.
Vi conduce a pascolar:
Là cantando il dì s'inganni.
O di fasto o di ricchezza;
Né d'incomoda vecchiezza
Rivolgendomi talora,
Placidissimi su l'etra,
LA LIBERTÀ
A NICE
Scritta in Vienna l'anno 1733.
Grazie agl'inganni tuoi,
Lungi da te m'aggiro
Né pena né piacer.
Di tua beltà ragiono,
Né intenerir mi sento;
E non mi so sdegnar.
Posso di te parlar.
Mi parve di morir.
Quell'augellin talora,
Ma torna in libertà:
In pochi dì rinnova;
In me l'incendio antico,
La barbara catena
Me soddisfar procuro;
Né se tranquilla sei
È facile a trovar.
PALINODIA
A NICE
Scritta in Vienna l'anno 1746.
È degno di pietà.
Ma fu l'estrema volta
Ma cangi o no colore,
Se nominar t'ascolto
Tu delirar mi fai
Di pena o di piacer.
Infastidir mi sento,
Di nulla mi rammento,
Tutto mi fa sdegnar.
A nominarti io sono
Soglio di te parlar.
Io mi difendo in vano,
Or parlerò sincero;
E ne credei morir.
Ah di tentar l'istesso
Quell'augellin talora,
Cercando libertà;
Ma in agitar le penne
Di te parlar procuro;
Ritorni a consolar.
Un'alma ingannatrice
LA PARTENZA
Composta in Vienna l'anno 1746.
E tu chi sa se mai
Ti sovverrai di me!
E tu chi sa se mai
Ti sovverrai di me!
E tu chi sa se mai
Ti sovverrai di me!
Io rivedrò sovente
A me saran tormento
E tu chi sa se mai
Ti sovverrai di me!
Là si languiva insieme’;
E tu chi sa se mai
Ti sovverrai di me!
Ti sovverrai di me!
A NICE
Scordarsi l'amore,
Scordarsi di Nice,
Fin or ci tradì.
Assai m'ingannasti,
Ti basti così.
E se non si trova
Di te più vezzosa,
Sì dolce d'aspetto,
Sperai di trovarti
Capace d'affetto,
Modestia chiamai
Che in te si celasse