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1 Itattan M odem ism . Itatian Culture Between Decadentism and A vant-G arde, e d ite d b y L.
Som igli a n d M . M o ro n i, T o ro n to : T o ro n to U niversity P ress, 200 4 ; R. C astellan a, Parole
cose persone. Il realismo modernista di T ozzi, R o m a-P isa: S erra, 2 0 0 9 e “ R ealism o m o d e r
n ista. U n ’idea del ro m an zo italiano (1 9 1 5 -1 9 2 5 )” , «Italianistica», 1, 2 0 1 0 , p p . 23 -4 5 ; V.
B aldi, Reale invisibile. M im esi e interiorità nella narrativa di Pirandello e G adda, V enezia:
M arsilio, 2010 (e devo aggiungere il m io G adda modernista, Pisa: E T S , 20 0 6 ). Si veda
infine la sezione II modernismo in Italia, a cura di R. L u p e rin i e M . T o rto ra , su «Allegoria»
63, 2 0 1 1 , 7 -100: in clu d e L. Som igli, “D agli ‘u o m in i del 1914’ alla ‘p la n e ta rie tà ’. Q u a d ri
p e r u n a storia del c o n ce tto di m o d e rn ism o ”; A. N u c ifo ra , “N o te sul m o d ern ism o angloa
m e ric a n o ” ; C . Savettieri, “T ra g e d ia , tragico e ro m an zo n el m o d e rn ism o ”; V. B aldi, “A
cosa serve il m o d ern ism o italiano?” ; M . T o rto ra , “ L a n arrativ a m o d ern ista ita lia n a ”; R.
L u p erin i, “ M o d e rn ism o e p oesia italiana del p rim o N o v e c e n to ” .
2 M . L evenson, A Genealogy o f M odem ism : A S tn d y o f English hiterary Doctrine, 1908-
1922, N e w Y ork: C a m b rid g e U n iv ersity P ress, 1986, p. VII.
14 S U L M O D E R N IS M O IT A LIA N O
3 A lludo so p ra ttu tto a G . D e b e n e d e tti, Il rom anzo del Novecento, M ilano: G a rza n ti, 1971
e II personaggio nomo [1 9 4 7 -1 9 6 7 ], M ilano: G a rza n ti, 1988 (su cui va visto M . T o rto ra ,
“D e b e n e d e tti, Svevo e il m o d e rn ism o ” , in Per R om ano Lnperini, a c u ra di P . C atald i,
Palerm o: P a lu m b o , 2 0 1 0 , p p . 28 1 -3 0 2 ) e G . G uglielm i, L a prosa italiana del Novecento.
Umorismo M etafisica Grottesco e L a prosa italiana del Novecento II. Tra rom anzo e racconto,
T o rin o : E in a u d i, 1986 e 1998 (m eno persuasivo, invece, L ’invenzione della letteratura. Fra
ìnodemisìno e avanguardia, L iguori: N a p o li, 2 0 0 1 , che p ro tra e il p a rad ig m a dello sp e rim e n
talism o, di a sc en d en za avan g u ard istica, e sten d e n d o lo da L eo p a rd i al pien o N o v e ce n to ).
E difficile delim itare il cam po: di fatto, c h iu n q u e leggesse la n arrativ a p rim o n o v ecen tesca
sullo sfondo d i quella eu ro p ea c o n te m p o ra n e a aveva in m en te quello che oggi definiam o
u n c an o n e m o d ern ista (così, p e r esem pio, an ch e C o n tin i q u a n d o accosta G a d d a a Joyce o
a P ro u s t va in quella direzione: cfr. G . C o n tin i, Q narant’a nni d ’amicizia. Scritti su G adda
1934-1988, T o rin o : E in a u d i, 1989). P e r il m io discorso, vanno rico rd a ti an ch e , e alm e
n o , G . M azzacu rati, Pirandello nel rom anzo europeo, B ologna: Il M u lin o , 1987, e Stagioni
dell’apocalisse: Verga, Pirandello, Svevo, T o rin o : E in a u d i, 1998; e R. L u p erin i, che di fatto
h a in d ag ato sul m o d ern ism o p rim a an co ra d i dargli q u esto n o m e (in L ’autocoscienza del
moderno, N ap o li: L iguori, 2 0 0 6 ), c o n II Novecento, T o rin o : L o esch er, 1981, p assa n d o p e r
L ’allegoria del ìnodemo, R om a: E d ito ri R iuniti, 1990, sino al p iù re ce n te L ’incontro e il caso,
R om a-B ari: L aterza, 200 7 .
4 In Italia, il m aggiore assertore di u n n e o -m o d e rn ism o è R. L u p erin i, L a fin e del po
stmoderno, N apoli: G u id a , 2 0 0 5 , in p artic. p p . 67 -7 9 . Si p ro n u n c ia c o n tro q u e sta tesi C.
B e n ed e tti, D isum ane lettere. Indagine sulla cultura della nostra epoca, R om a-B ari: L aterza,
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2. Modernismo / avanguardia
il suo romanzo già nel 1904. In effetti, è sotto l’etichetta di età delle
avanguardie che si è rubricata una fase della storia letteraria in cui ac
canto agli avanguardisti veri e propri vengono posti i crepuscolari (ma
Govoni, Corazzini e Gozzano esordiscono, ancora una volta, prim a
del 1909) e gli scrittori della «Voce» (che, con l’ennesimo lieve sfasa
m ento, inzia le pubblicazioni nel 1908, anche se per i libri di Rebora
o Sbarbaro o Cam pana occorre attendere almeno il 1913).
D i fatto, e sia pure di pochissimo, il m odernism o precede l’avan
guardia. Del resto, sebbene l’età dell’oro del m odernism o inglese dati
agli anni Venti, i suoi esordi risalgono alla fine del secolo precedente
con la narrativa di C onrad e di James (e, per alcuni aspetti, con la
poesia di Browning): il caso italiano, nonostante un qualche ritardo,
confermerebbe questa cronologia, fermo restando che Verga, Fogazza
ro, Pascoli o d ’Annunzio stan n o in una fase distinta. M a la questione
non è di date. I modernisti san n o quello che sa l’avanguardia, ma
vogliono qualcosa in più. La loro precedenza non è cronologica, ma di
posizione e di valore. Se siamo stati abituati a pensare il m odernism o
sotto l’egemonia delle avanguardie, e in sua funzione, ora potrem m o
rovesciare il discorso, e vedere nell’avanguardia un m om ento unilate
rale della logica m odernista. L ’Italia starebbe così nella regola euro
pea: e la regola viene posta proprio dall’eccezione dei paesi di lingua
inglese, i soli a non aver conosciuto avanguardie forti e protratte ma,
al contrario, un m odernism o che tendeva a fare gruppo sia pure senza
costituirsi in m ovim ento6.
Com e ben sapeva Sanguineti, l’atteggiamento dell’avanguardista
è eroico e patetico, e passa dalla distruzione cinica al proclam a del
la verità. La sua furia è organizzata e collettiva. Rovesciare gli idoli
tardorom antici e spazzar via il ciarpame piccoloborghese vuol dire
rinnovare la vita in una festa sanguinaria. La rivoluzione dell’arte si
allinea ai progressi della tecnica e il nuovo diventa una fede senza de
roghe. Per questo, le istituzioni dell’arte vanno destituite e la tradizio
ne sconfessata soprattutto nei suoi m onum enti. La violenza rigenera,
il riso seppellisce gli avversari. Il nuovo uom o sarà un superuom o7.
L ’atteggiamento m odernista è invece critico e dialettico, e oscilla tra
nostalgia e utopia. T anto si accanisce nel rifiutare e nel disgregare le
6 R icostruisce il d ib attito su i ra p p o rti fra m o d ern ism o e a vanguardia Som igli, “ D agli
‘u o m in i del 1914’ alla ‘p la n e ta rie tà ’”, cit.
7 Q u esta lettu ra si appoggia in larga m isu ra a P. B iirger, Teoria dell’avanguardia, ed.
italiana a c u ra di R. R uschi, T o rin o : B ollati B oringhieri, 1990; \Theorie der A vantgarde,
F ra n k fu rt a m M ain: S u h rk a m p 1980].
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8 S u q u esto asp e tto h a insistito efficacem ente F . Jam eso n , L ’inconscio politico, M ilano:
G a rza n ti, 1990, p p . 3 5 3 -3 7 6 ; [The Politicai Unconscions, Ithaca: C o rn ell U n iv ersity Press,
1981],
9 Su q u esto , rim a n d o al m io “M a sc h ere della violenza. T e o rie e p ra tich e d ell’u m o rism o
fra m o d ern ism o e avanguardia: P ira n d ello , G a d d a , P alazzeschi” , d i p ro ssim a pubb licazio n e
negli a tti del colloquio m alatestian o M o d i di ridere. Forme spiritose e umoristiche della narra
zione-, S an tarcan g elo di R o m ag n a, 2 8 -2 9 m aggio 2010.
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cose, e che non potrebbero produrre, qui e ora, nessuna vittoria senza
ombre, nessuna sconfìtta perm anente11.
3. Modernismo storico
4. Modernismo / realismo
5. Trame
18 Q u e sta fo rm ula, p e r esem pio, si deve a J. O rteg a y G a sset, S u l rom anzo, M ilano:
S u g a rC o , 1983, p. 37; [Ideas sobre la novela, M a d rid : R evista de O c cid e n te , 1925].
28 S U L M O D E R N IS M O IT A LIA N O
19 G . L ukàcs, Teorìa del rom anzo, M ilano: SE , 2 0 0 4 , p. 72; [Die Theorie des R om ans,
Berlin: C assirer, 1920].
20 P e r rico stru ire u n p a n o ra m a del ra cc o n to m o d ern ista , sono utili i saggi d e d ic ati a
P ira n d ello , T o zzi, Svevo, L andolfi, G a d d a , Savinio, e, p e r q u a lc h e a sp e tto , B uzzati, ri
sp e ttiv a m e n te da R. M o ri, A. L oria, F . Scollo, F . P ich , A. G od io li, B. L aghezza e A. Izzo
in Un genere senza qualità. Il racconto italiano nell’età della short stor\>, a c u ra di S. Z atti e
A. S tara, n u m e ro m onografico di «M oderna», X II, 2, 2010.
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Essa vede allora cancellazione dei nessi tem porali e causali, prevalere
del m ondo interno del personaggio sul m ondo esterno, visionarie
tà della rappresentazione, declinazione psicopatologica dei caratteri,
framm entazione lirica della pagina. È il caso di Con gli occhi chiusi,
dove, a differenza di quanto accade in Pirandello o in Zeno, non è in
questione la scrittura del protagonista; del memorialismo di Slataper;
oppure di Moscardino, dove neppure la scrittura entra in gioco (nono
stante la narrazione in prim a persona) e dove l’emergere di Leitmotive
verbali e simbolici fa interferire un ordine paradigm atico e verticale
con l’ordine sintagmatico e orizzontale del racconto.
Se la disarticolazione per ellissi scredita il valore della consecuzione
dei fatti sino a negarla, un effetto analogo può essere conseguito per
enfasi del romanzesco, che appare tuttavia come citato e parodiato. In
Pirandello il ricorso a tram e abusate e ad effetto è frequentissimo. Le
coincidenze e le avventure occorse a M attia, i colpi di scena dei Qua
derni, i rivolgimenti di tante novelle, come pure i casi terribili e pseudo
tragici dei Sei personaggi o i dram m i di cerone e cartapesta dell’Etneo
IV, rivelano una gestione artificiosa del racconto, e u n ’oscillazione
irrisolta: quando infatti, come accade ne\YAvvertenza sugli scrupoli del
la fantasia, Pirandello rivendica il carattere realistico dell’invenzione
narrativa, lo fa per svelare l’assurdità della vita anziché una supposta
verosimiglianza delle tram e (che sarebbe, invece, ossequio supino alle
convenzioni). Se la vita imita l’arte, allora, è perché la vita stessa è
falsa. Perciò, alle tram e resta la loro risibile implausibilità. Di segno
diverso è l’enfasi che concede al romanzesco G adda. Partito dalla
necessità di «giungere al pubblico fino attraverso il pubblico grosso»
e da un gusto per l’intreccio avventuroso che avrebbe ben poco di
m odernista, G adda si trova poi sia a riscattarlo gnoseologicamente,
facendone una figura del nostro m odo di conoscere le con n essioni
delle cose, sia a m etterne in scena l’implosione. La predilezione per il
romanzo giudiziario o poliziesco nasce da questa pluralità di ragioni,
e giunge non solo alla sua parodia, ma alla sua dissoluzione. Poiché
l’ordine delle idee e l’ordine delle cose debbono coincidere, è allora il
linguaggio stesso a produrre e preordinare le tram e, rendendo abusiva
la distinzione tra parole e fatti: di qui la realizzazione di romanzi-sinfo
nia che, m entre trasm utano un progetto dannunziano, possono essere
affiancati a quelli di Proust, W oolf e soprattutto Joyce.
D i fatto, e sotto forme così diverse, il romanzo m odernista italia
no vede una sopravvivenza del romanzesco decisamente più ampia
che nella narrativa inglese. In Europa, del resto, quest’ultim a sembra
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6. Modernismo / simbolismo