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GNGTS 2008 SESSIONE 1.

Fig. 3 - Spostamenti verticali del


suolo dedotti da dati GPS dal
1/5/2000 al 30/06/2007, per il sito
GPS di RITE (Rione Terra).

Ringraziamenti. Questo lavoro è stato parzialmente finanziato con i fondi delle Convenzioni INGV-DPC. Si rin-
graziano i servizi tecnici comuni della sezione Osservatorio Vesuviano per il contributo profuso.

Bibliografia
Berrino G.; 1998: Detection of vertical ground movements by sea-level changes in the Neapolitan volcanoes. Tectonophysics, 294,
323-332.
Capuano P., Buonocore B., Obrizzo F., Pingue F., Costa A., Macedonio G., Sansone E.; 2004: Neapolitan tide gauge network, sea
level variation recorded after the 30/12/2002 Strombolian flank collapse. Geophysical Research Abstracts, Vol. 6, 06463.
La Rocca A., Pinto S., Russo A.; 2005: La rete mareografica dell’Osservatorio Vesuviano. Open File Report, n. 1.
Pawlowicz R., Beardsley B., Lentz S.; 2002: Classical tidal harmonic analysis including error estimates in MATLAB using T TIDE,
Computers & Geosciences, 28, 929–937.

LA RETE NEVOCGPS DELL’AREA VULCANICA NAPOLETANA:


UN CONTRIBUTO ALL’ANALISI DELLE DEFORMAZIONI DEL SUOLO
ATTRAVERSO MISURE GPS IN CONTINUO
U. Tammaro, P. De Martino, C. Serio, G. Brandi, A. D’Alessandro, M. Dolce, S. Malaspina,
G. Scarpato, F. Obrizzo, F. Pingue
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione Osservatorio Vesuviano, Napoli
L’area vulcanica napoletana è caratterizzata dalla convivenza di circa 2 milioni di persone con
tre strutture vulcaniche attive: il Somma-Vesuvio, i Campi Flegrei e l’isola d’Ischia. La caldera dei
Campi Flegrei, nota in tutto il mondo per il caratteristico fenomeno del bradisismo, è localizzata ad
ovest della città di Napoli. L’ultima eruzione è avvenuta nel 1538 ed ha portato alla formazione di
Mt. Nuovo. A tale evento è seguito un lungo periodo di abbassamento del suolo, intervallato da due
episodi di uplift: 1969-1972 con sollevamento massimo di circa 1,7 m, 1982-1984 con circa 1,8 m
di sollevamento. Il Somma-Vesuvio è noto in tutto il mondo per l’eruzione del 79 D.C., che seppel-
lì fino al diciassettesimo secolo le città di Pompei ed Ercolano. Negli ultimi 2000 anni il Vesuvio
ha avuto almeno tre violente eruzioni esplosive (79, 472 e 1631) e dal 1631 al 1944 l’attività è stata
caratterizzata da eventi più frequenti, ma meno esplosivi. Dall’ultima eruzione del 1944 il vulcano
è quiescente, ma una incontrollata espansione urbanistica avvenuta alle sue falde, fino a quote rag-
guardevoli, ha portato ad una elevata densità abitativa e questo ha contribuito a rendere il Vesuvio
uno dei vulcani a più alto rischio del mondo. L’isola di Ischia è stata caratterizzata da una attività
vulcanica principalmente di tipo esplosivo, avvenuta negli ultimi 50000 anni. L’ultima eruzione
risale al 1302 e successivamente la dinamica dell’isola è stata caratterizzata dal forte terremoto di

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Casamicciola del 1883 (XI grado MCS) e da una subsidenza localizzata in alcuni settori dell’isola.
In questo contesto, alla fine degli anni ’90, per meglio seguire i fenomeni deformativi legati alla
dinamica dell’area napoletana, furono condotte diverse sperimentazioni utilizzando strumentazione
GPS. Dopo questa fase, nelle tre aree vulcaniche furono attrezzate numerose stazioni GPS in con-
tinuo. Oggi tutti i siti permanenti installati negli ultimi 10 anni sono stati omogeneizzati nelle loro
principali caratteristiche operative ed oggi la rete NeVoCGPS (Neapolitan Volcanoes Continuous
GPS) contribuisce al controllo delle deformazioni del suolo con 25 ricevitori, di cui 4 inseriti nella
rete nazionale GPS (RING). In questo lavoro sono riportate le modalità operative delle stazioni e la
loro gestione remota. Sono mostrate le procedure sviluppate o implementate per la trasmissione ed
archiviazione dei dati, nonché quelle per il controllo della qualità e quantità dei dati acquisiti. Sono
presentate le procedure automatiche per ricavare le serie temporali delle variazioni delle componen-
ti del vettore posizione. Infine, attraverso la presentazione dei risultati interpretativi ottenuti anche
con l’impiego dei dati GPS, è mostrato il contributo della rete NeVoCGPS all’analisi dei dati in rela-
zione ai fenomeni deformativi accaduti nell’area vulcanica napoletana.

IL PROGETTO DI PERFORAZIONE PROFONDA ‘CAMPI FLEGREI DEEP-DRILLING


PROJECT’ (CFDDP): TRA VULCANOLOGIA E GEOTERMIA
G. De Natale, C. Troise
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, sezione Osservatorio Vesuviano, Napoli

L’idea di base del progetto di perforazione profonda dei Campi Flegrei (Campi Flegrei
DeepDrilling Project, in acronimo CFDDP) è quella di convertire parzialmente l’altissimo rischio
vulcanico che caratterizza l’area napoletana in un’opportunità di avanzamento scientifico e tecno-
logico, con importanti ricadute economiche. Il progetto si propone infatti di fare dei Campi Flegrei
un grande laboratorio naturale internazionale per affrontare, in un contesto multi disciplinare, alcu-
ni dei problemi fondamentali non solo per la Campania, ma per l’intero sistema economico nazio-
nale: l’ambiente (ed i rischi associati), l’innovazione tecnologica e la questione energetica. Il pro-
getto CFDDP presenta delle grandi opportunità in ciascuno di questi campi e, fondamentalmente,
colma quella che è da molte parti riconosciuta come la lacuna principale della ricerca scientifica ita-
liana, ossia di avere scarse ricadute industriali ed economiche. Il contesto nel quale opera il CFDDP
è la caldera dei Campi Flegrei, ossia un’area vulcanica caratterizzata dal vulcanismo più esplosivo
al mondo (al pari di Yellowstone, USA, Santorini, Grecia, Iwo Jima, Giappone, le Galapagos, ecc.),
l’unico che può produrre catastrofi globali. L’argomento principale del progetto è quindi la ricerca
vulcanologica e la mitigazione del rischio vulcanico: in pratica, per la prima volta nella vulcanolo-
gia mondiale, si determinerà, in maniera diretta tramite perforazione, i meccanismi fisici che pro-
ducono le eruzioni più esplosive sulla Terra, e la profondità dei serbatoi magmatici. Inoltre, le stes-
se caratteristiche vulcaniche peculiari di quest’area la rendono ideale per la sperimentazione di tec-
nologie per la produzione di energia geotermica (generazione di calore e di elettricità), che rappre-
senta la vera frontiera per la produzione di energia eco-compatibile, utilizzabile in maniera conti-
nua e costante (diversamente da energia solare ed eolica che dipendono fortemente dalle condizio-
ni meteorologiche e/o dal ciclo giorno/notte). Inoltre, la compresenza nell’area di vari sorgenti di
rischio ambientale (vulcanico, sismico, frane, tsunami) ne fa un laboratorio naturale ideale per lo
sviluppo e l’installazione di nuovi sistemi e tecnologie di monitoraggio ambientale, con potenziale
sviluppo di nuovi settori industriali ad alto contenuto tecnologico nel campo ambientale. Il Progetto
è sponsorizzato dall’Organizzazione Internazionale per le applicazioni scientifiche delle perforazio-
ni crostali profonde (ICDP), che richiede co-finanziamenti da fonti nazionali per le parti di svilup-
po tecnologico ed economico.

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