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(Ebook - ITA - MUSICA) Appunti Di Storia Della Musica Moder
(Ebook - ITA - MUSICA) Appunti Di Storia Della Musica Moder
contemporanea”
L’età dei grandi mutamenti stilistici (1500-1600)
L’assolutismo e il concetto di barocco
Barocco: periodo di tempo delimitato all’incirca dalla fine del secolo XVI alla metà del
XVII secolo.
Solo alla fine del secolo XIX il termine barocco ha un’accezione non negativa. Il Barocco va
considerato un’espressione artistica originale che scaturisce da una nuova concezione
dell’arte e della vita. L’Europa intera è attraversata da una profonda crisi economica e
sociale.
Le stesse classi dominanti furono investite dal problema della diminuzione delle risorse.
Problemi sociali.
Assolutismo monarchico.
Potere di controllo e repressione si manifestava nella sua forma più diretta: punizione
fisica che colpiva devianze di tipo politico e ideologico (tribunale Inquisizione).
Arte del persuadere e del commuovere come strumenti di strategia sociale.
La situazione intellettuale di corte cambiata, sono strumenti del potere che se ne serve per
i suoi scopi di dominio.
Ciò che prevale è senso di spettacolo che ha la funzione di persuadere e di commuovere.
Retorica degli affetti è l’invenzione più importante. Esprimere o imitare gli affetti.
Grande diffusione della polifonia e le fortune editoriali del madrigale, della villanella e
della canzonetta nel Cinquecento. Era uso cantare “ottave” cioè cantare le strofe dei poemi
epici e particolarmente dell’Orlando furioso, servendosi di moduli melodici prefissati ai
quali era stato dato un nome (la romanesca...).
Esempi: Camerata fiorentina raccolta intorno al conte Bardi che della battaglia
antipolifonica avevano fatto il loro punto d’onore.
Lo stile di canto che nacque da queste esperienze viene solito designato con il termine di
“recitar cantando”. Si trattava dunque di un canto che tendeva a imitare le inflessioni della
parole recitata, stilizzando musicalmente gli accenti e le durate delle sillabe.
Il primo vero melodramma nel senso più maturo del termine fu senz’altro l’Euridice di
Peri e Rinuccini, rappresentato il 6 ottobre 1600 a Palazzo Pitti a Firenze.
Durante tutto il corso del XVI secolo la musica vocale veniva stampata a parti separate: se
ad esempio si doveva pubblicare un madrigale a 5 voci, le cinque parti che lo costituivano
venivano scritte in cinque libretti diversi.
Quando verso la fine del secolo si fecero i primi esperimenti di stile recitativo l’uso di
sostenere il canto con strumenti d’accompagnamento divenne necessario. Le edizioni a
stampa che documentano i primi esperimenti drammaturgici dell’anno 1600 (Euridice,
Rappresentazione di anima e corpo..) sono interessanti anche dal punto di vista grafico.
Per esempio le varie voci non sono più scritte separatamente ma organizzate in partitura.
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Di musica profana agli inizi del XVII secolo il repertorio si arricchisce in Italia di generi
nuovi. Il declino del madrigale polifonico di stampo cinquecentesco è lento e graduale.
Primo avvio allo stile monodico sacro fu dato dalla raccolta dei Cento concerti
ecclesiastici di Lodovico Grossi da Viadana. Il successo della raccolta era dovuto non solo
alla novità del basso continuo ma anche alle facilitazioni pratiche essa offriva agli
esecutori.
La parola concerta divenne agli inizi del Seicento una sorta di termine-chiave non ben
definito nei suoi contorni ma vagamente capace di alludere ai nuovi tipi di sonorità.
Quando Orfeo fu rappresentato alla corte di Mantova nel 1607 Monteverdi aveva già
composto e pubblicato dal 1582 al 1584 tre raccolte: Sacrae cantiunculae a tre voci,
Madrigali spirituali, Canzonette a tre.
Nuove tendenze secondo le quali la musica doveva illustrare i contenuti espressivi della
parola, doveva potenziarli e tradurli in immagine sonore.
Queste caratteristiche si fanno gradualmente luce nei cinque libri di madrigali pubblicati
tra il 1587 e il 1605.
Il Quinto libro è il primo frutto veramente aturo della poetica della “seconda pratica” in
cui fa la comparsa lo stile concertato cioè la contrapposizione di soli a tutti o fra gruppi di
voci di diverso peso , registro, timbro, in modo da conferire alla composizione una
fisionomia altamente drammatica.
La pubblicazione del quinto libro precedette di due anni l’andata in scena dell’Orfeo.
Pregnanti episodi in stile recitativo si alternano ad andamenti madrigalisti.
Confrontando l’Orfeo con la Dafne di Marco da Gagliano su libretto di Rinuccini in lo stile
proprio della Camerata è applicato con costante e attenta fedeltà.
Del 1608 è “Il ballo delle ingrate”, sempre su libretto del Rinuccini: balletto di corte.
Nell’ottavo libro non c’è più traccia del madrigale.
Compone “Il combattimento di Tancredi e Clorinda” nel 1624: in musica passi dalla
Gerusalemme liberata.
Scrive anche musiche dedicate alla celebrazione liturgica (più attiva dal 1613).
Dell’ultimo periodo ci sono rimaste anche due importanti opere teatrali: Il ritorno di Ulisse
in patria e L’incoronazione di Poppea.
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Comparsa basso continuo e monodia e soprattutto novità per il la musica del XVII secolo
(1600) sta nella diffusione di tipi di composizioni concepiti per l’esecuzione strumentale.
I primi strumenti che si dotarono di una grafia diversa da quella vocale furono quelli a
tastiera e a pizzico per i quali si inventò il sistema di scrittura detto intavolatura (più
antiche risalgono agli inizi del XV secolo).
Dalla seconda metà del Seicento alla seconda metà dell’Ottocento e oltre la musica europea
è caratterizzata da quel complesso fenomeno di organizzazione dei suoni che va sotto il
nome di tonalità.
Accordo: sovrapposizione contemporanea di più suoni.
In tutto il periodo rinascimentale l’accordo per eccellenza era triade, cioè la combinazione
di tre suoni sovrapposti a distanza di un intervallo di terza (do-mi-sol), pensata non come
unità ma come insieme di intervalli. Uso del basso continuo muta la situazione. Un passo
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successivo fu la graduale consapevolezza dell’esistenza di regole che potevano governare
una buona successione di accordi (regole d’orecchio); es. a primo grado della scala (tonica)
spettava nella sequenza accordale funzione conclusiva, mentre a quella del quinto
(dominante) spettava funzione di transizione verso la conclusione.
Rapporto tra melodia e armonia viene rovesciato.
Le melodie tonali devono rispettare le funzioni armoniche dei gradi della scala e devono
essere compatibili con quelledecadenza di alcuni dei molteplici modelli di scala
musicale che la musica europea aveva ereditato dalla tradizione medievale. Si
affermeranno due modelli: scala maggiore e minore.
Maggiore teorico dell’armonia settecentesca è senza dubbio Rameu.
Esempi:
1. Francesco Cavalli: tende ad un recitativo incisivo e succinto scandito da formule
melodiche ricorrenti. Opera “Giasone”.
Tra gli ultimi due decenni del Seicento e i primi due del secolo successivo quando il
melodramma da Venezia a Roma si era diffuso in tutta la penisola videro la luce anche le
più di 60 opere teatrali con cui il palermitano Alessandro Scarlatti si conquistò ampia
fama nell’Italia dell’epoca. Strumenti musicali stessi che egli aveva ereditato dalla
tradizione (aria, recitativo, interventi orchestrali...).
Orchestra è ormai basata sugli strumenti ad arco, ma per effetti speciali impiegati anche i
fiati. Opere di Scarlatti: “Il trionfo dell’onore” e “La Griselda”.
Modello di melodramma romano-veneziano trova diffusione anche all’estero.
a) In Inghilterra c’è Purcell con la “Didone ed Enea” (masque era intrattenimento teatrale
della corte inglese). Le poche arie tutte in forma di ciaccona sono sufficienti a delineare
caratteri e situazioni densi di pathos. Altre opere: “Il re Arturo”, “La regina delle fate”,
“Sogno di una notte di mezza estate”.
Si diffonde anche in alcune zone di lingua tedesca e soprattutto in Austria.
b) Cesti in Austria con il “Pomo d’oro” per celebrare le nozze dell’imperatore Leopoldo.
Altro genere diffuso: la cantata che non è altro che una serie di recitativi e di arie legati da
un soggetto comune. Differenziazione tra recitativo e aria tende talora ad emergere.
Estraneo a processo di trasformazione degli assetti stilistici della musica italiana sei-
settecentesca rimase il settore delle composizioni liturgiche, in primo luogo della MESSA.
Unici stili ammessi durante le funzioni liturgiche: quello concertato e stile severo.
Il personaggio che più di tutti acquisì fama di codificatore di forme e stili è senza dubbio
Arcangelo Corelli i cui testi strumentali riassumono linee di tendenza comuni ai
compositori dell’epoca. Non ha tratti del grande innovatore e attento al gusto medio della
sua epoca. Sei raccolte. Carattere di fondo dello stile corelliano è il risultato di un’ormai
secolare elaborazione di tre grandi modelli di organizzazione sonora: quello della
polifonia vocale, della musica per danza e del canto solistico. L’opera di Corelli costituisce
un momento importantissimo nello sviluppo della musica strumentale. Egli diede nuovo
impulso alla forma della sonata a tre. Nella sonata a tre C. sfrutta a fondo le possibilità
cantabili del violinoservendosi di un a struttura assai semplice in tr o quattro tempi. La
scrittura è sostenuta da un contrappunto vigoroso e ricco di studiate dissonanze. Enorme
risonanza dei 12 Concerti grossi ponendosi così all’inizio della fortuna europea del
concerto grosso.
Albinoni [si iscrive in posizione minore accanto a Vivaldi e ai due Marcello nella grande
fioritura del concerto strumentale veneziano settecentesco].
Quando Albinoni pubblicava la sua raccolta Antonio VIVALDI (1678-1742) non aveva
ancora iniziato la sua carriera di violinista e compositore famoso. Solo nel 1704 fu assunto
come maestro di violino all’Ospedale della Pietà. Era questo un orfanotrofio femminile.
Per molta parte della sua vita Vivaldi prestò la sua opera in questo istituto (rimase fino al
1740). Compose anche altri tipi di musica (sonate, composizioni sacre, melodrammi) ma la
sua fama è comunque restata legata ai CONCERTI. Novità: semplicità di struttura che ne
facilita la percezione. Prima raccolta dei concerti: L’estro armonico. È la più importante
delle raccolte, ampiamento valorizzata da Bach che trascrisse 6 dei 12 concerti che la
compongono; essa consta di 4 concerti con violino obbligato (solistici) e di 8 concerti
grossi. Si rivela tutta la forza espressiva vivaldiana: il pulsare ritmico, armonica
concentrazione del canto negli adagi, polifonia levigata, gusto per ricerca timbrica e
invenzione del suono, il virtuosismo impiegato in chiave di contabilità fiorita. Franchezza
con cui maneggia gli elementi di base del linguaggio strumentale: accenti, colpi d’arco.
Musica capace di sfumature affettive e descrittive che erano di casa nella scena
melodrammatica ma non nella sede del concerto: Quattro stagioni appartenenti alla
raccolta pubblicata con il titolo “Il cimento dell’armonia e dell’invenzione” op. 8 preceduti
da sonetti esplicativi. La struttura è quella di concerto solistico ma la materia sonora vi è
organizzata con criteri nuovi. Il musicista sembra svincolarsi dal formalismo tradizionale
per cercare una nuova libertà espressiva. Anche altri concerti a programma come La notte,
La tempesta di mare, La caccia, Il gardellino (tutti per flauto)...
Il concerto assume definitivamente la struttura in tre tempi: allegro. Adagio, allegro.
Con Luigi XIII e Luigi XIV monarchia tende ad accentrare nelle sue mani le leve
fondamentali del potere politico e culturale.
Della tradizione liutistica francese i più eminenti rappresentati sono i membri della
dinastia dei Gaultier, in particolare Ennemondo detto Gualtier le Vieux e Denis detto
Gualtier le Jeune.
Agli inizi del regno di Luigi XIV si colloca anche un altro avvenimento importante per la
storia della musica francese: l’esecuzione dell’Orfeo di Luigi Rossi (1647) favorito dalla
presenza dell’onnipotente cardinale Mazzarino.
Si affaccia in questi anni Giovanni Battista Lulli nato a Firenze nel 1632 e morto a Parigi
nel 1687. Portato in Francia come cameriere e entra nella corte di Luigi XIV. Cambia nome
in Jean Baptiste Lully. Per quasi vent’anni si dedica alla composizione di musiche di scena
per balletti e crea insieme a Moliere il genere della commedie-ballet. Verso la fine degli
anni Sessanta il librettista Perrin e il musicista Cambert si dedicarono all’ardito tentativo
di creare un’opera in musica ispirata ai modelli italiani ,a cantata in francese. Fallì e Lully
prese in mano l’iniziativanuovo genere della Tragedie-lirique.
Nel genere sacro il musicista troverà degni successori in Charpentier, Campra, Delalande.
Ma i due più illustri continuatori della tradizione francese del Seicento vengono di solito
indicati in Couperin e Rameau.
Dalla seconda metà dei Seicento il liuto venne soppiantato dal clavicembalo.
La fama di Rameau fu dovuta soprattutto a due diversi aspetti della sua produzione: alla
sua opera di teorico e alle sue composizioni teatrali. Altri dieci anni dopo dovranno
passare perché la sua notorietà esploda con la presentazione pubblica della prima della
sue tragedie-lyriques: Hyppolyte et Aricie.
Nel secolo XVII incertezza sul piano della stabilità politica. Separazione culturale. Guerra
dei Trent’anni (1618-1648). Nella tradizione liturgica luterana la musica aveva
un’importanza primaria.
Esattamente cent’anni prima di Bach, nel 1585 nasceva in un villaggio della Turingia
Heinrich Schutz (Henricus Sagittarius). Tre componenti stilistiche caratterizzano le sue
composizioni: la fedeltà alla tradizione della polifonia cinquecentesca, il gusto per la
declamazione espressiva all’italiana, attenzione per le innumerevoli forme di elaborazione
polifonica deel corale luterano che rappresenta il lato più devotamente tedesco della sua
personalità. Opere più importanti: Cantiones Sacrae, Geistliche Chormusik...
Comparsa stile concertato non abolisce tuttavia la continuità della pratica polifonica
neppure di quella di origini antiche risalenti all’epoca fiamminga che utilizzava un cactus
firmus come base della composizione: anzi, il cactus firmus nella fattispecie luterana del
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corale continuò ad essere rigogliosamente praticato per tutto il secolo.
Il passaggio dal concerto spirituale alla cantata avvenne insensibilmente per graduali
passaggi.
Il genere più tipico della tradizione organistica tedesca è sicuramente quello del corale.
La musica per clavicembalo non si differenziò inizialmente in maniera sostanziale da
quella per organo.
L’unico luogo in cui si creò ed ebbe fortuna una tradizione operistica locale fu la città di
Amburgo dove si inaugurò nel 1678 un teatro pubblico con spettacolo in lingua tedesca
che inizialmente erano anche di argomento sacro.
Inseguendo il supremo ideale di una musica concepita come scienza Bach si allontanava
dalle tendenze che nella prima metà de secolo XVIII si venivano diffondendo in tutta
Europa.
Bach (1685-1750) ebbe tanti figli che seguirono la carriera del padre. Fino al 1708 ebbe
incarichi di organista ad Arnstadt e Muhlhausen. A questo periodo risalgono fughe,
preludi, toccate, corali per organo e composizioni per clavicembalo tra il cui il Capriccio
sopra la lontananza del fratello dilettissimo. Fra le prime cantate per il servizio liturgico
la più complessa è la cosiddetta Actus tragicus. All’età di 23 anni entra come organista a
Weimar (studio di compositori italiani, tra cui Vivaldi). Da Weimar si allontanò nel 1717
per assumere l’incarico di maestro di cappella presso la corte di Kothen e sposò la sua
seconda moglie di Anna Magdalena.
Compone: Sonate per flauto e per violino con cembalo obbligato, Suites per violoncello
solo, Sonate per violino solo. Gruppo più noto è costituito dai 6 Concerti Brandeburghesi
(detti così da Spitta perché Bach li dedicò nel 1721 al margravio del Brandeburgo).
Compone anche pezzi per lo studio del clavicembalo e per fornire modelli ed esercizi per
la composizione.
Ma la raccolta di gran lunga più ambiziosa è quella intitolata Wohltemperierte Clavier
che è concepita come una dimostrazione scientifica della possibilità di comporre in 24
diverse tonalità una volta che la tastiera venga accordata col sistema temperato basato
sulla divisione dell’ottava in 12 semitoni uguali.
Le fughe non solo usano in forme diverse gli artifici intellettuali del contrappunto ma
tendono a basarsi sopra caratteri e affetti particolari.
Dal 1723 fino alla morte Bach visse a Lipsia. In pratica la maggior parte del tempo Bach la
doveva dedicare all’istruzione dei ragazzi.
Un ciclo liturgico prevedeva l’esecuzione di un 60 di cantate, tante quante erano le feste
annuali. Bach ne scrisse cinque cicli completi ma a noi ne sono pervenute circa 200 (da
BWV I a BWV 200 dove la sigla indica le opere di Bach secondo il catalogo pubblicato nel
1950 da Schmieder che è indicato appunto come Bach-Werke-Verzeichnis).
Una cantata bachiana comprende un brano iniziale (quasi sempre un coro polifonico
grandioso), la cui unità generale è offerta spesso dalla ripetitività costante degli spunti
tematici dell’orchestra. Il testo del coro è di norma tratto dalla Bibbia. La chiusa era di
solito affidata al canto di un corale a 4 voci. I tipi di cantata variano non solo in ragione
della fantasia inventiva dell’autore ma anche dei suoi rapporti con i poeti che gli fornivano
alcune parti del testo e della disponibilità e delle capacità degli strumentisti, dei solisti, del
coro.
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Abbiamo cantate riferite a un ampio frammento del ciclo liturgico. In questi casi Bach
definisce le sue cantate con il nome di Oratorium: si tratta dei tre cicli di cantate
corrispondenti agli Oratori di Natale, dell’Ascensione e di Pasqua.
Da tutt’altra tradizione derivano invece le Passioni (c’è anche quella che mette in musica
direttamente il testo del vangelo). A quest’ultima categoria appartengono le due passioni
rimaste fra le 5 che Bach pare abbia composto: quella Secondo San Matteo e quella
Secondo san Giovanni culmine dell’arte sacra di Bach.
Fra i riti protestanti c’era quello della Messa su testo latinKirie+Gloria+Sanctus. Bach
compose anche una Messa cattolica, quella in si minore per Federico Augusto II principe
cattolico di Sassonia e poi re di Polonia.
Ultimo grande ciclo delle composizioni pensate a scopo didattico si apre con i primi due
volumi della raccolta intitolata Klavier-Ubung. Il primo contiene 6 Suites e il secondo il
Concerto italiano e l’Ouverture alla maniera francese. Ma la raccolta più singolare è
costituita dal III volume della stessa collezione che contiene una ventina di corali per
organo.
Il secondo volume del Clavicembalo per temperato e le Variazioni Goldber completano il
quadro della produzione matura di Bach.
Predilezione per l’opera teatrale. Ad Amburgo con Almira (1705) fece il suo esordio
operistico e quello di compositore di musica sacra con la Passione secondo San Giovanni su
testo di Postel. Opere teatrali come Agrippina. Teatralità del gesto italiano rappresentò per
Handel un potentissimo stimolo creativo. Si trasferisce in Italia dal 1706 al 1710 dove
compone Agrippina. Poi l’abbandona per Londra. Nel 1711 esordisce con Rinaldo e
supremazia dell’opera seria italiana dura un trentennio fino al 1741 (Deidamia).
Concatenazione tra recitativi e arie con occasionali ed eccezionali deroghe determinate da
circostanze interne ed esterne. Fra le circostante interne determinante era il carattere dei
libretti; preferiva ispirarsi ad opere già collaudate e da lui conosciute direttamente o
indirettamente.
Scelta ostinata di continuare a dedicarsi al melodramma. Verso la fine del terzo decennio il
clamoroso successo della Beggar’s opera (1728) una farsa di John Gay affermava le ragioni
di un teatro musicale schiettamente inglese. Solo nel 1741 H. depose le armi nel teatro
d’opera e da allora in poi scrisse solo oratori. Il soggetto della maggior parte degli oratori è
tratto dell’antico testamento. Famoso il Messiah. Scrive alcune odi e le due suites
famosissime: Watermusic (per il corteo reale sul Tamigi, 1715) e Fireworks Music (del
1749).
Serie di concerti per organo concepiti più come intermezzi strumentali degli oratori.
Modello dell’opera italiana già alla fine del Seicento imposto in tutta Europa.
Fuori dall’Italia Vienna era la capitale di maggiore prestigio.
Eccezione Parigi, unica capitale europea che fosse riuscita a creare un teatro proprio molto
vitale. Cosiddetta “opera seria” era il melodramma di genere più nobile. Amore
rappresenta la forza motrice di tutti gli eventi e il dovere morale era una forza altrettanto
importante.
Racconto della vicenda era affidato al recitativo secco o accompagnato. Intorno al 1730 la
grande maggioranza delle arie operistiche italiane erano orami arie col da capo, a
testimoniare anche il favore di cui questa forma godeva sia presso i cantanti sia presso il
pubblico.
Movimento di riforma del teatro musicale ebbe uno dei suoi punti di forza iniziali in
Apostolo Zeno (1668-1750) il quale dopo che fu nominato poeta cesareo presso la corte
viennese lanciò buone idee che avrebbero dovuto ridurre gli abusi e ridare una maggiore
dignità artistica allo spettacolo operistico. Ha in mente la dignità della tragedia antica.
Promuove la collocazione dell’aria alla fine dell’episodio narrato, cioè dopo i dialoghi in
stile recitativo per far sì che il cantante ricevuta la sua dose di applausi uscisse di scena e
permettesse il cambio dei personaggi. Libretti più noti musicati da Alessandro e Domenico
Scarlatti.
Riforma acquista fisionomia grazie al suo successore, Pietro Metastasio (1698-1782), il più
grande librettista del Settecento. Scrisse solo 27 libretti ma su di essi si composero circa 900
opere. Riforma: riduzione del numero delle arie, diminuzione dei cambiamenti di scena.
Quasi tutti i musicisti del Settecento musicarono i libretti di Metastasio.
Successo dell’opera seria napoletana dopo successo della metastasiana Didone musicata
da Vinci (successo da 1740 a 1770).
Era intanto esplosa sempre da Napoli la moda dell’opera buffa o opera comica. Nel corso
del secolo precedente e nei primi venti anni del Settecento gli esempi di commedie
musicali esistevano nel repertorio operistico ma erano rari.
Si era affermata anche un’altra consuetudine: quella dell’intermezzo breve da recitare fra
un atto e l’altro di un dramma serio in prosa o in musica. Da questo genere di spettacolo (a
cui appartengono capolavori famosissimi come La serva padrona del 1732 di Pergolesi) si
svilupparono più tardi la farsa e la burletta.
Personaggi dell’intermezzo e dell’opera buffa più caratterizzati rispetto all’opera seria.
Grande diffusione usanza di concludere atti dell’opera con battute più serrate: nome di
finale.
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Primi esempi sono di Pergolesi. L’opera comica arriva verso la fine degli anni Trenta a
Roma.
Verso gli anni Sessanta il teatro francese stava coltivando un genere particolarmente
fortunato: commedia larmoyante (commedia lacrimevole) basata sul personaggio della
fanciulla innocente ingiustamente perseguitata da pregiudizi sociali...Tradizione di
musicisti napoletani si inserisce in questa tradizione Cecchina, ossia La buona figliola
(1766) con libretto di Goldoni e musica di Piccinni e qualche anno dopo con Nina o sia La
pazza per amore di Paisello che scrive poi Il barbiere di Siviglia ovvero La precauzione
inutile.
Destino più singolare l’ebbe La serva padrona di Pergolesi che scatenò la querelles des
buffons che vide i difensori tradizione opera francese opposti ai philosophes che vedevano
nell’opera italiana rinnovamento. Si protrasse fino all’arrivo di Gluck a Parigi nel 1773 con
la sua riforma dell’antica tragedie lyrique e trionfale accoglienza della sua Iphigenie.
Haydn (1732-1809): si stabilì nella capitale solo in tarda età negli anni Novanta dopo aver
passato tutta la prima parte della sua vita in provincia. Negli ultimi anni 50 troviamo H. al
servizio di famiglie nobili. Le composizioni di questo periodo riflettono abbastanza
fedelmente le tendenze di quegli anni nei due settori della musica sacra e della musica
strumentale.
Al servizio di Miklos Antal Esterhazy per vent’anni in un castello esagerato. La sessantina
di sinfonie che egli compose in questi vent’anni per il servizio principesco rappresenta il
documento forse più significativo delle facoltà inventive del compositore. Opere che
diventano famose: Merkur, La passione, Sinfonia degli adii, Maria Theresia, Il Maestro di
scuola, Laudon...Anche nel campo del quartetto. Fino ai sei quartetti opera 20 del 1772
Haydn non adotta il termine moderno ma la più arcaica dizione di divertimento.
Dà un’attenzione particolare al pianoforte: sonate opera 13 e 14 in cui la tecnica pianistica
comincia ad acquistare un propria individualità. Opere sacre: Grosse Orgelmesse e la
Cacilienmesse. Liberalità nel concedere spazio a un gusto moderno impregnato di vena
melodrammatica. In Italia queste due tendenze contrapposte erano rappresentate dalla
scuola bolognese e da quella napoletana.
Una messa di questo tipo viene definita come messa-cantata. Il coro interveniva in forme
omoritmiche o anche in forme fugate e questo era il punto di legame con l’antico stile
severo.
Fra le molte opere da lui composte (quasi tutte opere comiche) “La cantarina”, “Lo
speziale” “L’infedeltà delusa”, “Il mondo della luna” sono altrettanti esempi di questa
versione nobile della tradizione buffa italiana.
Lucrose commissioni.
Quando nel 1790 muore il suo grande mecenate egli si trova libero di se stesso e si
trasferisce a Vienna. Compone per la società concertistica di Salomon le sue ultime 12
sinfonie. Agli anni Novanta risalgono anche le ultime 4 Sonate per pianoforte con cui si
conclude un’avventura stilistica durata mezzo secolo.
Compone degli oratori: Die Schopfung (la Creazione, 1798) e Die Jahrzeiten (Le stagioni,
1801).
Mozart (1756-1791): sfruttato molto dal padre per grande talento. Lunghi viaggi che
sicuramente influirono sulla salute cagionevole. Dal 1769 al 1771 rimane con il padre in
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Italia: due esecuzioni milanesi del Mitridate nel 1770 e dell’Ascanio in Alba. Morte
dell’arcivescovo di Salisburgo gli toglie molti favori e il nuovo vescovo Colloredo non è
così permissivo. Padre e figlio nel 1773 possono anche allontanarsi da Salisburgo (tra il
1773-1774 piena maturità artistica). Le opere del 1773 portano numeri di catalogo che si
aggirano tra il k160 e il k 180 (K sta per Kochel come editore).
Fra autunno 1773 e primavera 1774 compone a Salisburgo cinque sinfonie, poi tra il 1774 e
il 1775 altre cinque sonate. Uso del pianoforte non è più intercambiabile con quello del
clavicembalo.
Tre concerti per pianoforte e orchestra composti tra il 1776 e il 1777modello di dialogo
tra il pianoforte e l’orchestra.
Nel 1777 incidente serio con Colloredo e Mozart si licenzia e con la madre parte per un
viaggio che muore a Parigi. Ritorna a Salisburgo accettando un altro incarico di Colloredo
nel 1779. Si allontana definitivamente nel 1781 ma quel periodo è molto creativo.
Composizione dell’Idomeneo in scena nel 1781. Ciò che colpisce è densità di linguaggio e
la capacità di sbalzare con precisione il profilo psicologico dei personaggi. Si reca a Vienna
con Colloredo dopo la morte di Maria Teresa nel 1781. Dal 1781 è libero e produzione
riflette cambiamento di status: diminuiscono produzioni di musica sacra. Incontra Haydn,
Lorenzo da Ponte. Nel 1785 entra nella Massoneria. Amicizie favorite anche dal successo
del Ratto del Serraglio che avvenne nel 1782: storia di Belmonte e Costanza rapita dal
Pascià ha un fondo autobiografico (Mozart rapisce Costanze Weber per sposarla).
Quattro anni dopo (1786) furono rappresentate Le nozze di Figaro su libretto di Da Ponte
tratto dalla commedia di Beaumarchais. Non accettata perché gusto medio era più per
l’opera buffa all’italiana. Successo a Praga.
Don Giovanni: sempre con collaborazione di Da Ponte (eseguita a Venezia nel 1787).
Negli ultimi 5 anni della sua vita Mozart vide gradualmente declinare gli entusiasmi.
Le ultime tre sinfonie tutte scritte nel 1788 ebbero fortuna così duratura da non uscire mai
dal repertorio neppure nel secolo successivo: Sinfonia in do maggiore k 551...
Viaggi ancora e intanto compone per il teatro di corte “Così fan tutte”, “Il flauto magico”
per il popolare teatro viennese Auf den Wieden e “La clemenza di Tito” per Praga. I tre
ultimi lavori teatrali appartengono a tre generi diversi: il primo è un’opera comica, il
secondo è un’opera seria, il terzo è un Singspiel.
FLAUTO MAGICO: favola che poteva soddisfare gusti popolari e intellettuali. Vicenda
ambientata in una fantastico antico Egitto narra le vicende del principe Tamino che dopo
aver superato una serie di prove di eroismo e di virtù diventa degno di essere ammesso
insieme all’amata Pamina nel regno di Sarastro. Nelle sue prove è accompagnato
dall’uccellatore Papageno che riesce anch’egli a guadagnarsi la possibilità di ottenere in
moglie la bella Papagena.
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A Bonn nacque Beethoven (1770-1827). Famiglia va in miseria. Responsabilità educazione
musicale a Neefe. Ideali politici erano quelli di una sorta di speranza utopica o di fedeltà
ideale nei confronti del regnate buono che sostituisce il tiranno cioè colui che riesce a
trasformare la convivenza collettiva nel regno della libertà individuale e della legge
morale. Funzione morale che egli affidava alla sua attività di musicistamusicista-vate
Nel 1792 si trasferisce a Vienna da cui non si muove più se non per viaggi occasionali.
Nei primi anni una buona parte delle sue entrate era dovuta ai concerti. Infermità all’udito
lo costringe a rinunciare ai concerti. Amore per l’umanità lo toglie dal suicidio,
attaccamento morboso per nipote.
Il processo creativo del musicista potrebbe dividersi in te periodi:
1) Primo periodo fino al 1800 che comprende le opere giovanili ancora legate ai
modelli settecenteschi. Prime 11 delle 32 sonate per pianoforte, i sei quartetti
dell’opera 18, la Prima Sinfonia, i primi tre Concerti per pianoforte ed
orchestra, le prime quattro Sonate per violino e pianoforte. Suonata per
pianoforte in do minore op. 13 (Patetica)
2) Secondo periodo che comprende tutte le opere della maturità. Sinfonie fino
alla Sesta, sonate fino all’opera 81, sei Quartetti, le musiche di scena per
l’Egmont e Coriolano, altri due concerti per pianoforte, quello per violino e
Fidelio. Carattere vittorioso della Quinta sinfonia. Anche Fidelio come la
Quinta sinfonia si conclude con un gesto liberatorio. (1808-1815): Settima
Sinfonia, Ottava... Sintomi di un’evoluzione. Nostalgia
3) Terzo periodo (ultimi 11 anni) a cui appartengono gli ultimi sei quartetti, le
ultime cinque sonate, la Nona Sinfonia, la Missa Solemnis. Accentuata
sordità. Bagattelle e Variazioni. Distacco da convenzioni. “Inno alla gioia” su
testo di Schiller che conclude la Nona Sinfonia conferma che B. non ha
rinunciata a mettere in campo il motivo di fondo di tutta la sua esperienza
morale.
Solo alla fine del Settecento con i primi fermenti preromantici la musica acquistò un posto
di assoluto preminenza tra le arti.
Moderna storiografia sulla musica risale proprio agli inizi dell’Ottocento.
La gestione della cultura passa dalle mani del ceto aristocratico a quelle del ceto
imprenditoriale e borghese.
Pratica amatoriale del far musica in casa (Hausmusik)
Sogni e fantasie di una medie borghesia si riflettono nella Salonmusik.
Soprattutto nell’Europa del nord dove esisteva una lunga tradizione di canto religioso
collettivo si diffusero ampiamente associazioni e gruppi di amatori che coltivavano la
musica cantando in coro. I primi cori erano esclusivamente maschili.
In Germania e in Austria il genere musicale del Lied corale ebbe una diffusione analoga a
quello del Lied per voce sola a cui diedero contributi musicisti come Schubert, Schumann
e Brahms.
Il musicista reagisce con una sorta di moto d’orgoglio individuale.
Destinatari del concerto sono un gruppo di soggetti con esigenze culturali differenziate.
Una delle prime spontanee reazioni è quella di chi tende a giustificare in termini di utilità
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sociale l’opera del musicista nei confronti dei suoi possibili destinatari. D’altra parte il
problema delle difficili relazioni fra l’artista e la società che lo circonda trova anche
soluzioni in un atro tipo di ideologia che nasce dalla sfiducia nella possibilità di un
rapporto positivo. Problematica libertà del musicista.
La forma classica della sinfonia dall’epoca di Mendelsohn a quella di Brahms si mantenne
tuttavia ancora salda nelle sue strutture portanti. E lo stesso avvenne per il quartetto e la
sonata.
Ricerca di un’originalità individuale “momenti musicali” di Schubert e i pezzi fantastici
di Schumann.
Le grandi figure del Romanticismo in Austria e in Germania: Franz Schubert, Carl Maria
von Weber, Felix Mendelssohn e Robert Schumann
Nei primi decenni del secolo fu ancora Vienna a mantenere la preminenza artistica in
campo musicale. Una preminenza che le derivava soprattutto dalla presenza di Beethoven
e di Schubert.
Dopo la morte Franz Schubert (1797-1828) divenne una delle figure emblematiche della
Vienna degli anni della Restaurazione.
Non ebbe alcun rapporto con gli aristocratici che protessero Beethoven. Schumann
promosse la prima esecuzione della Sinfonia in do maggiore, mentre la Sinfonia in si minore
(nota come Incompiuta) rimase sconosciuta fino al 1865. Notevole diffusione ebbero i
Lieder. La natura stessa del Lied schubertiano rende sterile ogni tentativo di
classificazione formale.
Soluzioni di fresca semplicità e intuizioni di arditissima originalità formale si incontrano
tra i primi come tra gli ultimi capolavori di Schubert per canto e pianoforte. Su testo di
Goethe è il primo capolavoro di Schubert “Gretchen am Spinnrade”. Nel 1814 numerosi
sono i testi goethiani musicati da Schubert: da altre pagine del Faust alle liriche del
Wilhelm Maister legate alle figure di Mignon e dell’arpista, da Erlkonig a Suleika I e II.
Con i sei Lieder che furono pubblicati postumi arbitrariamente uniti a Lieder su testo di
Rellstab e di Seidl, nella raccolta cui fu dato il titolo di Schwanengesang. Alcune delle
intuizioni più sconvolgenti e ardite nascono dall’incontro con i versi di Heine: basti citare
l’intensissima declamazione di Der Doppelganger (Il sosia) che si staglia sulla spettrale
staticità, sulla fissità ostinata della parte pianistica.
Rilievo che assume l’immagine del viandante che è anche il protagonista in ognuno dei
due cicli di Lieder di Schubert “Die schone Mullerin” e “Die Winterreise”.
Molte pagine giovanili, come le prime sei sinfonie, i primi quartetti o le sonate pianistiche
presentano una freschezza e un fascino rivelatori. Due capolavori incantevoli del 1819, la
Sonata in la maggiore D. 664 e il Quintetto in la maggiore D. 667 per pianoforte e archi (La
trota)...
Nello stesso anno dell’Incompiuta Schubert compose la Fantasia in do maggiore op. 15
nota come Wanderer-Fantasie. Otto sonate composte tra il 1823 e il 1828.
Dopo la morte di Schubert ebbero una fortuna assai maggiore delle sonate i sei Moments
musicaux e gli Improptus op. 90 e op. 142 ai quali vanno aggiunti i postumi e meno diffusi
tre Klavierstucke del 1828. Nella produzione sacra spiccano le due grandi messe, D. 678 e
D. 950, frammento dell’oratorio Lazarus. Per il teatro Schubert compose musiche di scena
per Die Zauberhafte (arpa magica) e Rosamunde. Tra gli esiti maggiori Alfonso ed
Estrlla e Fierrabras.
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Nonostante per molti aspetti il compositore viennese si possa considerare il primo grande
espondenti del romanticismo musicale in campo operistico questo primato toccò a Carl
Maria von Weber (1786-1826). L’anno in cui Schubert aveva iniziato la composizione di
Alfonso ed Estrlla nel 1821 a Berlino andava in scena il Freischutz (il Franco cacciatore).
Haydn lo aiutò a rivedere l’opera Peter Schmoll. Dall’inizio del 1813 al 1816 fu
Kapellmeister al Teatro di Praga. A Praga Weber aveva proposto il Fernando Cortez di
Spuntini e a Dresda iniziò a comporre Die Freischutz. Intanto aveva scritto le musiche di
scena per la Preciosa di P.A. Wolff e aveva posto mano al progetto di un’opera comica (Die
drei Pintos). L’interesse di Weber per l’esotico che trovò stimoli nell’abate Vogler è aspetto
essenziale della sua poetica romantica. Trama del Freischutz: il cacciatore Max per amore
di Agate è indotto ad un patto con le forze del male (impersonate da Samiel e dal malvagio
Caspar) per ottenere pallottole magiche: conteso tra il mondo delle potenze oscure e quello
libero e luminoso Max alla fine si salva. Valorizzati i corni, evocanti la vita dei cacciatori.
Compone poi Euryanthe. Vicenda dell’innocenza tradita sullo sfondo di un Medioevo
romantico.
Oberon: ultimo capolavoro composto nel 1825. Aspetti cavallereschi.
Oltre all’isolata Genoveva di Schumann vanno ricordate nel primo Ottocento tedesco
anche le opere di Lortzing e di Carl Otto Nicolai. Il capolavoro di Nicolai è una delle più
felici opere comiche dell’epoca: Le allegre comari di Windsor seguono poi Undine,
Regina, Hans Sachs...
Dopo la morte di Beethoven e Schubert la Vienna della Restaurazione e dell’immobilismo
di Metternich rimase per circa un trentennio ai margini della musica europea più vitale.
Nel mondo tedesco i compositori più significativi furono attivi in città come Lipsia,
Berlina, Dresda...
Berlioz: può essere considerato come una sorta di caposcuola o di pioniere della muisca
strumentale francses dell’Ottocento. Suoi grandi modelli Gluck e Spuntini. La sua prima
opera importante (la Symphonie fantastique del 1830) assume gli atteggiamenti profetici
della grandiosa retorica beethoveniana. Compone poi un poema sinfonico “Harold en
Italie”, “Romeo e Juliette”...
Produzione non nota ai suoi contemporanei. Troppe contraddizioni.
Nicolo Paganini si esibì a Parigi e nonostante tutto la sua figura appartiene in senso più
vasto alla cultura europea e la sua fama di artista diabolico. I 24 Capricci di cui
elaborarono trascrizioni pianistiche è la sua opera più importante.
Lizt agli inizi degli anni Trenta rimase sorpreso dal virtuosismo di Paganini e compose su
un capriccio La Grande Fantasia di bravura sulla Campanella.
Con Richelieu e Luigi XIV si avverte la necessità di promuovere una cultura di stato.
Attitudine a gestione centralizzata si manifesta all’epoca della tragedie-lyrique lulliana.
Nell’Ottocento acquisterà rappresentatività il genere dell’opera-comique che aveva tratto
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origine dal quel teatro popolare della foire (fiera).
Così ecco Medea di Luigi Cherubini.
Inizia a diffondersi il genere dell’opera-historique meglio noto come grand-opera.
Simile poetica fu praticata da Eugene Scribe e da Meyerbeer, il più rappresentativo fra gli
autori di grand-operas.
Era comunque sul versante del’opera-comique che le istanze romantiche potevano trovare
autentica espansione. Ciò accadde col Benvenuto Cellini di Hector Berlioz.
L’opera lyrique nacque quindi dallo spirito dell’opera comique. Tema è la passione
amorosa sentita quale sublimazione del vissuto quotidiano della classe emergente.
19 anni di carriera di Rossini dal 1810 al 1829 coincidono con la fine della guerre
napoleoniche e con l’età della Restaurazione.
Non vanno comunque dimenticati esponenti della scuola napoletana come Nicola
Antonio Zingarelli, Fioravanti.
L’opera buffa non era ormai il campo d’azione più interessante. Carattere tragico piace di
più.
Altri esempi: Giovanni Simone Mayr...
La molteplicità di stimoli di rinnovamento che caratterizzava l’opera italiana tra la fine del
Settecento e i primi anni del nuovo secolo è avvertita da Gioacchino Rossini protagonista
di una svolta che si sarebbe rivelata incisiva per gli sviluppi futuri del melodramma. La
produzione buffa occupa una posizione privilegiata nella prima fase della carriera con
Barbiere di Siviglia (1816) e Cenerentola (1817) e si interrompe con Le comte Ory (1828).
Una farsa in un atto “La cambiale di matrimonio” fu l’inizio della carriera teatrale di
Rossigni. L’esordio (prima c’era stata un’opera seria, Demetrio e Polibio) fu seguito da
esplosione creativa: 9 opere nuove (6 buffe e 3 serie): La pietra del paragone, L’occasione
fa il ladro, Il signor Bruschino, Tancredi. Primo capolavoro buffo, L’Italiana in Algeri.
Due opere fra le quali “Il Turco in Italia” furono rappresentate nel 1814. Viene chiamato a
Napoli come direttore artistico e dal 1815 al 1822 si impone con 19 opere dopo le quali
Semiramide conclude questa fase centrale. Due opere semiserie: La gazza ladra e Matilde
di Shabran.
La ricerca rossiniana non puntava su un’originalità radicale. Le rinnova dall’interno, le
sottopone ad un’espansione. Un affascinante esempio di questo peculiare equilibrio può
essere considerata “La donna del lago” ispirata al poema di Walter Scott e ambientata in
Scozia.
Nell’estate 1824 Rossini si stabilì a Parigi assumendo la direzione del Theatre Italien e nel
1825 per l’incoronazione di Carlo X scrisse Il Viaggio di Reims. Terza opera francese di R.
fu “Comte Ory”. Compone poi il Guglielmo Tell, Mose in Egitto, Maometto II.
Il capolavoro degli ultimi anni è la Petite messe solennelle.
Vincenzo Bellini come individualità più rappresentativa della prima epoca romantica.
Bellini fu il primo operista italiano dell’800 ad avvertire come primaria esigenza che i
personaggi di un dramma musicale dovevano vivere esteticamente anche nei recitativi.
Felice Romani gli fornì tutti i libretti tranne l’ultimo, I Puritani.
Sue opere:
Il pirata
La straniera
Zaira
I capuleti e i Montecchi
La sonnambula: dal genere semiserio, ambientazione in Svizzera
La Norma: da tragedia classica
Beatrice di Tenda
I Puritani: estetica romantica
Gaetano Donizetti (1797-1848): rende immanente a quegli schemi stessi la pulsione
romantica. Muore a 51 anni preda della follia.
Opere:
Elisir d’amore: opera comica
L’ajo nell’imbarazzo: opera comica
Lucia di Lammermoor: seria. Perfetta fusione psicologia personaggi e ambiente. Da
romanzo Walter Scott
Anna Bolena: seria
Lucrezia Borgia: seria
Don Pasquale
Linda di Chamonix: semiseria
La Favorita: per il teatro francese
La figlia del Reggimento: per Parigi
Giuseppe Verdi (1813-1901): condivisione spontanea per le idee e i valori della società in
cui viveva. Oppone ideali di sacrificio e onestà.
La sua carriera iniziò relativamente tardi nel 1839 con Oberto Conte di San Bonifacio.
Il Nabucco diede fama internazionale, ispirata a narrazione biblica (trasposizione fra la
prigionia degli ebrei in Babilonia con quella degli Italiani).
Ernani (1844) ispirato al dramma di Hugo.
Nel corso degli anni Quaranta Verdi alterna opere a sfondo corale e patriottico:
La battaglia di Legnano
Attila
I lombardi alla prima crociata
O drammi personali:
I due Foscari
I Masnadieri
Luisa Miller
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1) Figura originale del padre a cui spetta il compito di difendere la figlia o di
combattere devianze dei figli.
2) Amore fra i giovani dotato di forza da resistere contro le convenzioni sociali
Nella concezioni verdiana l’unità musicale comprende un’intera azione cioè la narrazione
esauriente di un episodio basata sulla presenza dominante di un personaggio. Soprano e
tenore costituivano in genere la coppia eroica dei protagonisti amorosi; alla voce di basso e
baritono erano invece riservate di norma le funzioni antagonistiche.
Attenzione alla realizzazione registica e scenografica per Macbeth (1847).
I primi anni di carriera si conclusero con tre opere comparse agli inizi degli anni
Cinquanta:
Rigoletto (1851)
Il trovatore (1853)
La Traviata (1853)
Non celata avversione per potere clericale.
Per Parigi compone: I Vespri siciliani
Altre opere che si ispirano alla grand-opera: Simon Boccanegra, Aida
Dopo Un Ballo in maschera presentato a Roma nel 1859 assume un atteggiamento più
critico nei confronti dell’ambiente italiano.
Così per quasi 30 anni le nuove opere che Verdi compose non ebbero la lora prima
rappresentazione in teatri italiani: La forza del destino (Pietroburgo), Don Carlos (1867 a
Parigi), Aida (Cairo, 1871).
Con il Verismo Verdi rimane comunque legato alla società del suo tempo. Esempio ne è la
Messa da Requiem (1874) che gli fu ispirata dalla morte di uno dei più grandi protagonisti
dell’epoca risorgimentale: Manzoni.
Si lasciò sedurre da Shakespeare nel 1887 e compose Otello e Falstaff. In entrambi si servì
come librettista di Arrigo Boito.
Liszt (1811-1886): una delle personalità musicali romatiche meno circoscrivibili in una
specifica area geografica. Nomadismo e internazionalismo. Ungherese. Fu attivo a
Weimar, la seconda è che è impossibile scollegarlo da Wagner. Dal 1848 al 1858 a Weimar.
Arte musicale intesa come missione. Immagine poetiche ispirate da impressioni
naturalistiche. Nonostante nel periodo di Weimar venga alla luce la sua composizione
pianistica di maggior impegno, la Sonata in si minore (1853) è nell’ambito orchestrale che
Liszt concepisce i suoi progetti più ambiziosi con una serie di 13 poemi sinfonici e due
sinfonie programmatiche. La sonata in si minore è un poema sinfonico per pianofort privo
di qualsiasi programma ancorché animata da un tormento faustiano, mentre i due concerti
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per pianoforte e specialmente il secondo conferiscono al tradizionale schema del concerto
un andamento ciclico. Già nel periodo di Weimar la religiosità era oscillante e subì una
svolta in senso più confessionale con la decisione di abbracciare ordini minori. Produzione
sacra: Messa di gran, oratori La leggenda di Santa Elisabetta e Christus.
Brani pianistici tutti concpiti negli anni ’80 di carattere rievocativo e funebre in memoria di
Wagner: La lugubre gondola, R.W. – Venezia, Sulla tomba di R.W.) o di eroi ungheresi
(Ritratti storici ungheresi).
L’arte di L, non risulta un’arte perfetta.
A differenza di L. Wagner trovò nel teatro musicale la sua forma privilegiata di
espressione. Per Wagner infatti il dramma musicale è stato una precisa scelta ideologica:
non un genere tra gli altri, ma l’unico luogo in cui potesse trovare piena attuazione l’opera
d’arte dell’avvenire. Il teatro di Wagner prende corpo in un contesto artistico in cui è già
venuto coagulandosi l’ideale di un teatro musicale nazionale.
Wagner (1813-1883 a Venezia) muove da opere (Die Feen ricavata da una fiaba di Gozzi e
Das Liebesverbot da Shakespeare) che si rifanno l’una alla recente tradizione romantica di
Hoffman e l’altra agli stili di Donizetti...A Parigi nel 1839 termine la partitura del Rienzi.
Il trapasso si compirà attraverso L’olandese volante, il Tannhauser, Lohengrin per
sfociare nei capolavori della maturità: la tetralogia intitolata L’anello del Nibelungo,
Tristano e Isotta, I maestri cantori di Norimberga e Parsifal. Già nell’Olandese volante i
personaggi vivono all’interno delle tematiche simboliche. La leggenda, tratta da Heine,
narra di un navigatore olandese condannato dal diavolo a vagare sui mari per l’eternità fin
tanto che l’amore fedele di una donna non l’abbia redento.
A Dresda compone nel 1845 il Tannhauser che si fonda su leggende nordiche che hanno
per protagonista il Minnesanger Tannhauser che cerca una salvazione dal peccato che
soltanto la morte di una vittima sacrificale, Elisabetta, può procurargli.
La tecnica del Leitmotiv vi compare chiaramente anche se non è un vero sistema. Essa
riappare definita nel Lohengrin completata nel 1848. Le parti essenziali si sviluppano da
cinque motivi musicali principali che generano la struttura interna delle scene senza il
concorso di forme chiuse (arie, cori, duetti, recitativi).
Compone poi i quattro drammi collegati, TetralogiaL’anello del Nibelungo, L’oro del
Reno, La Walkiria, Sigfrido, Il crepuscolo degli dei.
Intanto scrive Tristano und Isolde in cui W. Reinterpreta i temi della colpa e della
redenzione.
Nel 1866 prende dimora in Svizzera e completa la partitura di Die Meistesinger von
Nurnberg (i Maestri cantori di Norimberga), unica opera non tragica. Storia d’amore di
Walter che per guadagnare la mano della giovane Eva tenta di conquistare il titolo di
maestro cantore e poi gareggia nel campo col suo severo censore Beckmesser (in cui
W..vede Hanslick) vincendo grazie all’aiuto di Hans Sachs.
Matrimonio con Cosima, figlia di Liszt e vita a Tribschen dove completa la Tetralogia nel
1874.
L’idea drammatica dell’Anello del Nibelungo consiste nel tramonto d’un mondo basato
sulla legge e sulla violenza, quello degli dei e del loro re. Rinuncia dell’amore in cambio
del potere. Sacrifico di Brunilde e Sigfrido.
Tecnica del Leitmotiv.
Nell’ultimo dramma musicale Parsifal Wagner conduce il motivo della colpa e della
redenzione a un estremo grado di interiorizzazione. Parsifal è un personaggio passivo.
Pensiero di Schopenhauer. Completato nel 1882.
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La Vienna di Brahms, Bruckner e di Hugo Wolf
Crisi impero asburgico, varietà etnica dei popoli sottomessi. Mire espansionistiche
dell’impero prussiano. Vienna più ricca di stimoli.
Il valzer e l’operetta
Le scuole nazionali
Russia
Glinka usa tutti gli ingredienti musicali a lui contemporanei ma vi immette in
modo continuativo una componente russa.
Dargomyzskij: individuazione di un recitativo propriamente russo
Gruppo dei Cinque: portavoce Stasov. Per una musica di tendenza slavofila. Insieme a
Balakirev, Cui, Borodin, Musorgskij (Boris Godunov [Boris Godunov è salito al trono
dopo aver assassinata il piccolo Dimitri erede vive il suo potere in una tragica solitudine,
minacciato dalla nobitlà, odiato dal popolo e insidiato da un falso Dimitri e si appoggia
alla Chiesa cattolica e alla Polonia. Si conclude con la morte di Boris], Il matrimonio, Una
notte sul Monte Calvo, Quadri di un’esposizione, Chovanscina[tre contendenti al trono.
Popolo come protagonista della storia. M. muore in solitudine]), Rimski-Korsakov
[maggior rilievo. Predilezione per fiabesco: “Sadko”, “Antar”, si allontana sempre più per
arrivare ad una sua individualità. Compone “La notte di Natale”, “Il gallo d’oro”,
“Sherazade”, “Capriccio spagnolo”, “La grande Pasque russa”). Questi erano
dell’indirizzo orientale, per una musica slava.
Per l’indirizzo OCCIDENTALE abbiamo Caikovski (1840-1893), omosessuale. Opere
liriche “Eugenio Onegin”, “Dama di Picche”. Balletti famosi come Il lago dei cigni, La
bella addormentata, Schiaccianoci. Scrive alcune sinfonie da segnalare la Quarta, la
Quinta, La Sesta detta Patetica. Compone ouverture-fantasie come Francesca da Rimini,
Romeo e Giulietta...Nella produzione operistica l’effusione melodica è un elemento
prevalente. Affronta argomenti storici o nazional popolari: La pulzella d’Orleans, Ma
zeppa, L’ufficiale della guardia.
Solo con la comparsa di due grandi personalità come Smetana e Dvorak si può parlare di
una vera e propria scuola nazionale in Cecoslovacchia.
Smetana (1824-1884): incontro con Lizt. Fonda una scuola a Praga. Compone Ouverture
trionfale, I Brandeburghesi in Boemia, La sposa venduta. Amore per la sua terra. Afflitto
da disturbi mentali. Famoso quartetto”Della mia vita” in cui volle rendere nel linguaggio
della pura musica la sua esperienza esistenziale. Valida alternativa alla tradizione classica
viennese.
Dvorak: più legato a Brahms. Spesso le melodie e i ritmi popolari diventano materiale
tematico delle sue composizioni. Compone: Danze slave, Stabat Mater, Rusalka, la
sinfonia “Dal nuovo mondo” scritta dagli USA con ritmi di jazz come nel trio Dumky.
Scuola scandinava:
Grieg
Nielsen
Sibelius: ha contribuito in modo decisivo allo sviluppo di una scuola nazionale
finlandese. Compone poemi sinfonici come “Una saga”, “Karelia”, “Il cigno di
Tuonala”. Il più famoso è comunque “Finlandia” del 1899.
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Scuola inglese:
Elgar e Delius
Scuola spagnola:
Pedrell: intendeva valorizzare il patrimonio musicale spagnolo nella sua interezza
popolare. Scrive il monumentale “Canzoniere musicale popolare spagnolo” e la
triologia teatrale “I Pirenei.
Albeniz: suo allievo.
Granados: suo allievo
De Falla: suo allievo
In Italia il secolare dominio del melodramma aveva ritardato l’affermarsi del concerto
pubblico a pagamento. Repertorio di una produzione ricalcata sui modelli del
Romanticismo e tardo Romanticismo tedesco. Musicisti che ci provano: Bazzini, Golinelli,
Mancinelli, Sgambati, Martucci, Leone Sinigaglia per la rinascita della musica strumentale
in Italia. Influenze del sinfonismo di Wagner.
Inquiete ricerche. Svolta si delinea con chiarezza intorno al 1890: basti ricordare qui le
datre delle prime esecuzioni della Prima Sinfonia di Mahler e del Don Juan di Strauss e del
Prelude a l’apres-midi d’un faune (1894).
Ultimi due decenni del secolo si apre una fase nuova nella storia europea caratterizzata da
un consolidamento del capitale ecnomico grazie anche alle conquiste coloniali che
conoscono in quest’epoca la massima espansione.
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Claude Debussy (1862-1918): vive nella Parigi dell’arte impressionista. Rapporto con
ambienti musicali meno decisivo di quello con artisti e poeti. Le sue relazioni con
l’armonia wagneriana sono in un certo senso indirette o meno dirette che in altri casi. Uso
accorto di modi d’attacco rari (frullati, tremoli, suoni armonici…). Capolavori degli anni
Novanta (Cinq poemes de C. Baudelaire, Fetes galantes, Chansons de Bilitis) che in un
certo senso preparano al momento culminante di Pelleas et Melisande. Nel Prelude a
l’apres-midi d’un faune restano tracce evidenti di “tematismo” e tracce di partizione
formale nella divisione in tr zone con un episodio centrale di carattere e tenuto diverso dai
due episodi laterali.
In opere strumentali successive, nei Nocturnes, in La mer e in Images il gioco degli
occultamente si fa ancora più sapiente. Il risultato è quello di una sorta di atomizzazione
del discorso, di suddivisione del testo in brevi frammentiImpressionismo.
Dicono che la musica di Debussy proceda per macchie sonore.
Il lavoro debussiano più tipico è parso Pelleas et Melisande anche perché si legava ad un
testo del maggiore esponenti del teatro simbolista, Maeterlinck. D. musicò direttamente in
prosa senza pensare ad una trasposizione librettistica. Progetto dal Crollo della casa
Usher di Poe e due balletti Khamma e Jeux.
Tutta la tecnica di D. sembra volta a creare nell’ascoltatore questo senso di caducità del
tempo. Il balletto Jeux che fu eseguito a Parigi dalla compagnia di Diaghilev descrive
provocatoriamente una partita di tennis in costume sportivo.
Ravel (1875-1937): gli fu rifiutato il Prix de Rome. Fonda una nuova associazione di
giovani musicisti, la Societe Musicalee Indepenante (con Faurè presidente). Curiosità e stima
per i musicisti della sua generazione. Assimilatore: musica rinascimentale e barocca
(Pavane pour une infante defunte e Le tombeau de Couperin), al folklore spagnolo (Rapsodia
spagnolo e Bolero), russa (trascrizione di Quadri di un’esposizione), alla tradizione viennese
dedicò più di un’opera a cominciare dai Valses nobles et sentimentales. Di jazz abbiamo
tracce ne L’enfant et les sortileges e nella Sonata per violino e pianoforte del 1927.
Satie (1866-1925): avanguardia francese degli anni Venti. Scoperto da Ravel attorno al 1910
aveva alla spalle già una produzione compositiva avviata all’insegna di uno
sperimentalismo armonico. Opere da lui composte: Ogives, Messe de pauvres, Poudre
d’or, Diva de l’Empire, la famosa Parade…
Gruppo dei Sei si sciolse alla vigilia della morte di Satie nel 1924. Il balletto realista Parade
è un’opera-manifesto provocatoria nel suo improbabile realismo. Socrate è un dramma
sinfonico. Prima di morire scrisse ancora la muisca per Mercuri e Relache. Si parla di
pauperismo musicale di Satie. Fa anche una parodia della famosa Sonatina op. 36 n. I di
Clementi.
Irrompere del moderno nella musica dei paesi di lingua tedesca si fa risalire alla data della
prima esecuzione del poema sinfonico “Don Juan” di Richard Strauss. Pochi giorni Mahler
presentò la sua Prima Sinfonia. Nel 1888 Mahler aveva scritto “Totenfeier” che sarebbe poi
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divenuto il primo tempo della Sinfonia n.2.
I primi capolavori di Gustav Mahler (1860-1911) e Richard Strauss (1864-1949) sembrano
appartenere allo stesso genere; ma questa coincidenza documenta soltanto la fortuna della
“musica a programma”.
L’idea della musica come Naturlaut, come suono della natura, va intesa in un senso molto
ampio e abbraccia l’insieme dei vocaboli musicali. Così nelle sinfonie di Mahler si
addensano materiali eterogenei..Ebreo boemo, Opera che può essere considerata l’atto di
nascita del suo linguaggio “Das klagende Lied”. Dopo gli esordi gli unici generi musicali
coltivati da Mahler furono Lieder (per voce e orchestra). Nel 1897 è direttore dell’Opera di
corte di Vienna. Matrimonio con Alma Schindler figlia di un pittore lo pose in contatto con
l’ambiente artistico. Soprattutto nella seconda e nella terza sinfonia si ha l’idea di sinfonia
come mondo. I Lieder mahleriani hanno per protagonisti soldati e contadini, bambini,
disertori...Esempio è “Kindertotenlieder”. Ottava è importante successo. Con il Lied von
der Erde, la Nona e l’incompiuta Decima: andamento frammentario. Mahler considerava
se stesso l’inattuale per definizione e vedeva in Strauss il “grande attuale”.
Strauss: primo capolavoro è il poema sinfonico Don Juan che si ispira a Lenau. Compone
il rondò “Till Eulenspiegels lustige Streiche”; alla forma sonata si può ricondurre Tod und
Verkllarung (Morte e trasfigurazione). Di più ampio respiro “Also sprach Zarathustra”
dove Nietsche preso liberamente come spunto per una celebrazione dell’evolversi
dell’umanità. E in una celebrazione si risolve l’idea poetica di Ein Heldenleben. Scandalo
per la Salomè (dalla traduzione tedesca del dramma di Wilde). Elektra di Hofmannsthal.
Tocca punte di allucinata esasperazione espressiva. Commedia Rosenkavalier con la
collaborazione di Hofmannsthal così come Arianna a Nasso. Con LA donna senz’ombra
ribadisce il suo estraniarsi alle novità radicali degli anni dell’Espressionismo. È una fiaba
densa di simboli. Si isola sempre di più.
Il 1909 fu l’anno dello Schonberg atonale.
Rachmaninov: gestualità romantica. Famoso “L’isola dei morti” come poema sinfonico.
La vita dei teatri e delle sale da concerto comincia ad assumere le omogenee caratteristiche
internazionali che sono le premesse di quelle attuali. Oggi è un dato acquisito che gli anni
1908-09 a Vienna segnino una data fondamentale per la musica del Novecento; ma la
consapevolezza di questa prospettiva storica non sempre è stata scontata e non lo era
certamente negli anni della stesura della Filosofia della musica moderna.
Schonberg (1874-1951): lezioni da Zemlisky. Dopo le prime raccolte di Lieder il suo primo
capolavoro fu Verklarte Nacht del 1899 per sestetto d’archi. Musica da camera ha un
rilievo essenziale nell’opera del giovane S. Ricerca di essenzialità e organico gigantesco
come Gurrelieder o poema sinfonico Pelleas und Melisande. Opere riassuntive della prima
fase possono essere considerate il Quartetto n. 1 in re minore op. 7 e la Sinfonia da camera
op.9. Sono concepiti come blocco unico. All’interno di un solo movimento in forma sonata
s’inglobano i quattro tempi tradizionali. La sinfonia composta per 15 strumenti con esiti
sonori di trasparenza e allucinata tensione presenta un grado di densità e concentrazione
portato all’estremo.
Tra il 1908 e il 1909 egli compose i 15 Lieder dal Libro dei Giardini Pensili di Gorge, nel
1909 nascquero i Tre pezzi per pianoforte, i Cinque pezzi per orchestra e il monogramma
Erwartung.
Rifiuta il termine di atonalità e preferisce parlare di EMANCIPAZIONE DELLA
DISSONANZA.
Legami con Kandiski.
Condizione emblematica dell’espressionismo è l’angosciosa solitudine dell’unica
protagonista di Erwartung, una donna.
In “Die gluckliche Hand” aveva progettato una grande dramma.
Nel 1911 compone i Seipiccoli pezzi op. 19 per pianoforte.
Del 1912 è il Pierrot Lunaire (forme libere e anche rigorose forme contrappuntistiche).
Musica come caleidoscopio. È costituita da una forma di recitazione intonata che
Shconberg chiamò Srpechgesand dove l’interprete deve rispettare rigorosamente il ritmo
ed intonare le note scritte con emissione parlata.
Negli anni della guerra S. lavorò solo ai bellissimi Lieder op. 22 con orchestra e
all’incompiuto oratorio Die jakobsleiter.
Metodo della dodecafonia.
Nel solo ambito della scuola di Vienna, in Schonberg, Berg e Webern, si assiste a tre modi
radicalmente diversi di concepire il nuovo metodo. In Schonberg la sperimentazione della
dodecafonia coincise con una svolta stilistica piuttosto netta. Già il Pierrot Lunaire segna
una svolta. Ma una più netta è quella che si profila tra le due raccolte di composizioni
pianistiche degli anni 20-23, i Cinque pezzi op. 23 e la Suite op. 25. L’op. 23 prosegue
26
idealmente le esperienze del Pierrot e della Jakobleiter. Uso della dodecafonia in S. andò
rapidamente oltre la rigida stilizzazione di aprte dell’op. 25 recuperando una nuova libertà
inventiva. Gli anni dopo il 1920 sono di rinnovata fertilità: quartetto n. 3 e le Variazioni.
Totale padronanza del nuovo metodo nell’incompiuta opera “Moses und Aron”.
All’avvento del nazismo decise di lasciare la Germania e si stabilì negli USA. Si delineò
allora nella musica di Schonberg una tendenza retrospettiva e ritorno alla tonalità.: Ode to
Napoleon...Poi, intorno al 1945 c’è un’altra svoltariemgerge la tendenza ad inventare
forme liberissime (A Survivor from Warsaw...”..
Webern (1883-1945): assume la posizione de puro lirico rispetto agli altri due. Al Lied è
dedicata gran parte delle sue composizioni. Webern studiò con Schonberg. Inizia il suo
catalogo con la Passacaglia op. 1 per orchestra del 1908. Tra il 1908 e il 1909 musicò 15
poesie di Stefan Gorge. Compone anche Bagattelle.
Nel 1914 si apre una nuova fase nella musica di W.: dopo aver approfondito all’esrtmo la
ricerca nell’ambito della massima concentrazione egli ritornò alla musica vocale, unendo
al canto il pianoforte (nell’op. 12) o piccoli ed atipici gruppi strumentali.
A partire dai 3 Volktexte op. 17 Webern adotta il metodo dodecafonico proposto da
Schonberg usandolo in modo piuttosto semplice.
A partire dalla Sinfonia op. 21 si precisano i caratteri più tipici del modo weberniano di
intendere la dodecafonia negli anni della avanzata maturità. Egli tende a “comporre la
serie”, a pensarla cioè come un materiale di partenza che unifichi compiutamente diversi
aspetti della composizione.
Kodaly e Bartok dalla metà del primo decennio del Novecento collaborarono
appassionatamente ad una sistematica ricerca etnomusicologica impostata su basi
scientifiche ed alla pubblicazione del materiale raccolto che li indirizzò puire ad
un’utilizzazione creativa dei tratti salienti di quel folklore conducendoli ad esiti artistici
molto diversi.
Kodaly (1882-1967): ungherese. Utilizzò il canto popolare come mezzo educativo e come
mezzo comunicativo.
Vince un soggiorno Parigino dopo aver composto La vida breve. Scambi tra la cultura
spagnola e quella francese. La sua autodifesa fu appunto il folklore inteso come “verità
senza autenticità”. Famoso il balletto “Il cappello a tre punte”. Nelle sue opere evoca colori
e profumi della Spagna. Non riesce ad ultimare Atlantica in cui intendeva celebrare la
Spagna ritornando alle sue sorgenti mitologiche.
La musica in Germania fra la due guerre: Paul Hindemith, Kurt Weill e Hanns Eisler
Musica d’uso.
Hindemith (1895-1963): opere significatice che si imposero con una forza d’urto capace di
suscitare scandalo come “Morder, Hoffunung der Frauen”, “Das Nusch-Nuschi” e “Sancta
Susanna”. Il pià famoso lavoro strumentale composto da H. la Kammermusik il primo di
una serie di pezzi per diversi organici intitolati Kammermusik. Interesse per la musica d’uso
rivolta all’intrattenimento dei dilettanti ed ad una funzione didattica. Opera Cardillac
tratto da una novella di Hoffmann. Das Fraulein von Scuderi. Collaborò con Brecht nel
badener Lehrstuck vom Einverstandnis.
Compone i 7 quadri del Mathis der Maler: racconta la crisi creativa del pittore Mathias
Grunewald di fronte alla Germania sconvolta dalle guerre dei contadini e il suo
superamento nella consapevolezza di dover soltanto seguire la vocazione artistica.
Autobiografico. In Die Harmonie der Welt H. si identifica con la contemplazione
dell’armonia delle sfere, con l’atteggiamento speculativo di Keplero. Rischio
dell’accademismo.
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Fra gli esempi caratteristici del clima culturale tedesco verso la fine degli anni Venti e
della voga della Zeitoper va ricordato il caso di Jonny spielt auf del viennese Ernst Krenek
per gusto cinematografico.
Kurt Weill (1900-1950): collabora con Brecht per “Mahagonny Songspiel”. Maggior
successo “Die Dreigroschenoper”. Brecht elogiò in Weill l’apertura al linguaggio della
canzone, del cabaret...Balletto “Die sieben Totsunden” e “Der Jasager” così si chiude la
collaborazione con Brecht.
Musicista che con Brecht collaborò più a lungo fu Hanns Eisler. Autore di musiche per il
teatro di Brecht come La madre, Galileo, Schweik, di canzoni di lotta come Massenlieder.
Con Brecht collaborò anche Paul Dessau che all’incontro con Brecht dovette gli stimoli
decisivi e il suo lavoro più fortunato “Die Verurteilung des Lukullus”.
Tutti scelsero l’esilio al momento dell’affermazione del nazismo. Per altri significò
chiudersi all’isolamento (“emigrazione interna” per Hartmann).
Con la morte di Stalin si realizzarono caute aperture anche nel campo artistico e musicale.
Due massimi compositori sovietici . Sostakovic non si allontanò mai dalla patria,
Prokoviev sempre visse in Europa e in America.
Prokoviev: nel momento del suo trasferimento in occidente si era già imposto
all’attenzione del pubblico per lavori come Quattro pezzi op. 4, la Toccata, i Sarcasmes, Le
Visions fugitives... Avversione nei confronti del retaggio romantico. Più verso sinfonismo
haydiano. Soggiorno occidentale di febbrile attività specialmente nel teatro: Il giocatore
(tradizione Musorskiana e rimskiana), soggetti operistici diversi come la favola gozziana
(L’amore delle tre melarance) ed il racconto gotico (L’angelo di fuoco), il racconto
favolistica russo (Il buffone), ispirazione macchinistico-futurista (Il passo d’acciaio) e la
storia biblica (Il figliuol prodigo che divenne un balletto). Decide di tornare in patria e
supera la prova di mutamento di temperie culturale con Romeo e Giulietta e Cenerentola
e Guerra e Pace.
Sostakovic: il primo periodo compreso tra la Prima Sinfonia op. 10 e la Quarta è definito
come modernismo. “Il naso”: concezione parodistica e dissacrante. La quinta segna una
svolta: ripudia il modernismo e ricondusse lo schema ed il linguaggio sinfonico alle
categorie formali ed espressive del sinfonismo classico-romantico. Successo per la Settima.
Compone sinfonie gino alla Quindicesima. Dà anche l’avvio ad un intenso ciclo di liriche.
Interesse per vocalità ed ad una cauta utilizzazione tematica della serie dodecafonica
nell’ambito cameristico.
Gorge Gershwin: “Rapsody in blue”, poema sinfonico “Un americano a Parigi”. “Porgy
and Bess” del 1935 è il capolavoro della carriera musicale colta in cui il fascino dei songs e
la spettacolarità del folklore rivissuto in edizione Broadway sostituiscono le qualità
fondamentali di una vera e propria opera.
Nel corso degli anni Settanta si è manifestata la propensione ad una sempre più spiaccata
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contaminazione del jazz con il rock e il pop (esempi di Miles Davis).
Duke Ellington: voci strumentali di solisti di eccezione.
Sperimentazione musicale di cui l’esponente principale è Edgar Varese: creazione di un
universo sonoro in cui i timbri di strumenti dal suono determinato o indeterminato sono
cellule germinali di un processo di aggregazione quasi-materica del suono. Le due opere
centrali dell’itinerario creativo varesino Ecuatorial e Density 21,5 rispecchiano una
tendenza alla rarefazione linguistica, alla coagulazione del discorso attorno ad un nucleo
melodico. La pià perfetta realizzazione orchestrale del mondo espressivo varesino è forse
Deserts inciso su nastro magnetico che conferiscono al lavoro una dimensione antifonica.
America Latina:
Brasile di Villa-Lobos
Messico di Chavez
Argentina di Ginastera
Autori importanti:
1) Oliver Messiaen: nuove ricerche sul ritmo
2) Pierre Boulez: celebre Schonberg è morto
3) Stockhausen
4) Nono
5) Berio
6) Maderna
7) Clementi
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Appunti da “La nascita de Novecento” di Guido Salvetti
CARATTERI GENERALI
PARIGI
Intorno al 1890 la vita musicale francese era dominata da auguste istituzioni. Concorso del
Prix de Rome apera ai giovani diplomati…Negli stessi anni può dirsi ancora in pieno
svolgimento la battaglia culturale dei “sinfonisti” , dei wagneriani, degli armonisti…
Cesar Franck (1822): in lui l’illuminazione wagneriana degli anni ottanta riguardò solo
marginalmente il teatro. Trascorse per decenni un’esistenza oscura di organista
compositore. Nei decenni seguenti la sua produzione fu quasi esclusivamente dedicata al
genere sacro (tradizione cattolica francese). Si veniva fondendo in lui con un profondo
amore per il Bach delle Cantate. Un primo impulso ad affrontare forme più ampie con
l’uso dell’orchestra sinfonia gli venne da Lizt il quale nell’attribuirgli segni di
ammirazione lo commosse. Il cromatismo esasperato di Tristano piagato e agonizzatnte e
quello terribile del lamento di Amfortas nel Parsifal gli apparvero come il termine estremo
che ha le visioni mistiche dei riti e dei cori del Santo Gral. Solo in un caso la ricerca di F.
verte nella direzione di un alleggerimento amabile e francese.
Vincet D’Indy: viene anch’essa a coincidere con gli anni dell’affermazione di Debussy. D.
veniva a rappresentare l’ingresso di un’intellettualità seriosa, nutrita di studi musicologici
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e sostenuta da un dichiarato intento morale educativo nei confronti del pubblico.
Faurè: caso singolare. Totale indipendenza da Wagner e da tutti gli altri. La sua figura di
musicista è solitaria. Margini del repertorio corrente. Spicca il requiem. Partecipazione al
movimento di risporta del canto gregoriano. Verlaine ricondotto ad una misura
sentimentale.
La sua fama risale a due periodi distinti: nei primi anni del secolo in Francia dopo il
successo di Pelleas e nel secondo dopoguerra per merito di Messiaen. La moda debussista,
il rifiuto successivo e la riesumazione più recente si basarono su letture parziali della sua
opera. Si è evidenziato il rigore delle sue costruzioni, il calcolo cosciente delle disposizioni
nel tempo non solo degli elementi melodico-armonici, ma anche di quelli timbrici e ritmici.
La frammentarietà discorsiva è stata reinterpretata come un recupero del “suono puro”.
Da qui l’accostamento in Boulez de nome di Debussy con quello di Webern. Si affermò la
tendenza storiografica di far iniziare da Debussy il Novecento musicale.
Caratteri di Debussy: detesta grossolanità e l’edonismo a fini commerciali. Aborrisce dal
popolulismo naturalista. Contro Charpentier. Esigenza di bellezza pura, dono di pochi
eletti. Wagner come esperienza suprema. Si reca a Bayreuth; di Wagner accetta l’estetica,
ma ne respinge il gusto; preferisce lasciare all’immaginazione a l sentimento. L’esperienza
musicale di D. fortemente segnata dal clima letterario decadente.
Protettrice Madame von Meck. A Parigi D. si guadagnava la vita dando lezioni di piano.
Venne poi a contatto con la famiglia Vesnier. Vincitore del Prix de rome tra il 1885 e il
1887. Conosce poi l’editore Edmond Bailly. Scrive “Cinque poemi su testi di Baudelaire”.
Piena di allusioni simboliche. Ispirazione al Settecento di Verlaine. Anche suggestione
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ellenistica. Dopo un periodo di difficoltà economiche D. ritrova il successo con i
Nocturnes.
L’avvenimento fondamentale di questi anni è l’opera Pelleas et Melisande. Le intenzioni
che guidano la ricerca sono rendere la musica capace di alludere all’”inesprimibile”.
Dramma di Maeterlinck appare a D. come perfettamente corrispondente alle sue esigenze
di teatro. In due anni termina i cinque atti dell’opera. La vicenda poteva essere considerata
una rivisitazione del Tristan di Wagner, ma di segno opposto: silenzi là dove le parole
avevano incalzato, semplicità quasi infantile là dove la passione era stata spasmodica.
Presenti riferimenti fissi ai personaggi e all’azione, temi non s’impongono, la tecnica non è
diversa da quella wagneriana, ma diverse sono le qaualità dei temi, la semplicità del loro
trattamento, la loro stessa somiglianza. La riuscita assoluta del Pelleas consiste nell’essere
un teatro musicale antidrammatico.
Successo cambia la vita di D.: abbandona la moglie e gli amici, ha un editore importante
come Durand, dal 1909 inizia a soffrire per la malattia che lo ucciderà nel giro di nove
anni. Inquietudine anche nelle opere. Si parla di un ritorno al sinfonismo. Scrive le Images,
le musiche per il Martirio di San Sebastiano di D’Annunzio, il balletto Jeux per Diaghilev.
Pluralità di stili ha un’intenzione di arcaicità antidrammatica e antilirica. Un categoria
centrale per lo stile di Debussy è quella di arabesco.
In Children’s Cornet (1908) la misura infantile dà ad ogni riferimento un tocco di ironia
pur nella serietà di fondo che viene garantita dall’ammirazione per La camera dei bambini
di Musorgski.
Poi scrive i due volumi di Preludes. Pezzi didattici negli Studi.
Il modernismo di Ravel
Educazione musicale ordinatissima. Aveva studiato pianoforte. Non riesce a vincere il Prix
de Rome scandalo nel 1905. Per nulla simbolista. Evocazione di atmosfere esotiche o
antiche (Habanera, Rhapsodei espagnole, Bolero del 1928). Artificioso per natura.
La prima grande stagione compositiva di Ravel si colloca tra il 1905 e il 1908: Rapsodie,
L’heure espagnole…
L’heure espagnole: intenzione di rinnovare opera buffa. Intreccio spassoso nel
nascondersi degli amanti dell’intaprendente moglie dell’orologiaio rimasta sola in bottega.
Immagine ritmica del meccanismo dell’orologio.Evocazione infanzia.
Rivalutazione funzioni armoniche.
La modernità di Ravel non risiede nell’arditezza delle armonie o nell’uscita dal sistema
tonale; essa va colta in un costante distacco ironico. Negli anni seguenti questo aspetto
antiromantci si radicalizzò nel clima culturale dominato da S. e non poco da Satie.
L’enfant e les sortileges, da una fiaba di Colette : il bambino cattivo che ha rotto ogni cosa
e ha maltrattato piante e animali si vede comparire dinanzi, animate e parlanti, le sue
vittime e viene ricondotto alla ragione.
La popolarità di Ravel si affidò in particolare alle grandi partiture orchestrali: la Rapsodie
espagnole. Compone anche le musiche per un balletto, Daphnis et Chloè, balletto per i
Ballets Russes di Diaghilev.
Sarà comunque il Blero a venire incontro al grande pubblico proprio intorno al 1929,
contro ogni modernità e ogni ricerca di avanguardia. Compone anche i Due concerti per
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pianoforte e orchestra. Dopo il 1932 c’è un aggravarsi delle condizioni fisiche e nervose. Le
ultime composizioni rimasero i due Concerti e le liriche di Don Quichotte.
Negli anni di Debussy e Ravel giunse a piena maturazione lo scambio culturale tra la
musica spagnola e quella francese. Da un lato lo spagnolismo fu componenti non
secondaria dell’impressionismo più evocatore o dell’acceso scatenarsi di ritmi e timbri
squillanti. La lezione della Spagna fu profonda: fu una lezione di libertà improvvisatoria,
di estro fatto di accensioni improvvise o di languori.
Manuel de Falla: compenetrazione tra le vicende della musica francese e dello spirito
spagnolo. I Balletti di Diaghilev rappresentavano a Londra “El sombrero de tres picos”.
Quando l’autore si trasferì a Granata cominciò ad abbandonare i riferimenti alla musica
Andalusa. Lezione di Ravel.
Tra simbolismo ed oggettivismo.
La pittura ha un ruolo di primo piano nella modificazione del gusto e delle estetiche.
Tecnica del colore violento, chiarissimo. Movimento che si conviene definire
“espressionismo tedesco”, la pittura francese dei fauves che genera il cubismo.
Strettamente collegato con le avanguardi eparigine fu il futurismo. Marinetti ne pubblicò il
Manifesto nel 1909 sul Figaro.
Apollinaire: “Le mammelle di Tiresia” e “Calligrammes”: derisione del pubblico
borghese.
Eppure l’avanguardia francese ha un impegno morale e politico.
Movimento dada fondato da Tzara a Zurigo nel 1915 ed esportato a Parigi nel 1919.: scopo
totale distruzione è fondazione società anarchica o comunista radicalmente diversa perché
diversi sono gli uomini che la compongono.
Surrealismo di Breton, con negazione di una valore reale dell’esperienza.
Cocteau: fuori dal movimento surrealistico. Rappresenta la tendenza ad ispirarsi sia al
mondo del clowns per uno spettacolo derisorio sia alle tragedie antiche.
I diversi volti di S.
Si stabilisce presso il lago di Ginevra. Grande interesse per la tradizione popolare russa.
Balletto Les Noces. Alternarsi nel testo di momenti di malinconia e di momenti di gioia.
Renard: dissociazione tra cantante e attore. Quattro solisti stanno in orchestra, mentre gli
attori mimano l’azione sulla scena. Uso del cymbalom ungherese.
Histoire du soldat: prevede un’orchestra da camera che è la miniatura di quella sinfonica.
Voci degli attori sono soltanto recitanti. Recitazione si sovrappone molto spesso alla
musica.
Nel 1925 arriva negli Stati Uniti. Intorno agli anni ’20 era avvenuto un cambiamento di
prospettiva ed era entrato nel period neoclassico con Pulcinella e Mavra. Il primo su
musiche di Pergolesi con scene e costumi di Picasso.
Mavra: opera buffa.
Da monocromatismo discende l’importanza nuova che il pianoforte acquista per S. in
questi anni. Scrive delle Sonate.
Culmine con Edipo re e balletto Apollon Musagete. Il primo segna l’incontro con
classicismo di Cocteau.
Culmine del classicismo con “The rake’s progress”.
Satie (1866-1825)
I Sei
Gruppo quasi omogeneo. Predilezione per Cocteau e Apollinaire. Comune amore per il
jazz. Si scioglie tra il 1923 e il 1925.
Avanguardia francese dopo la morte di Debussy, Satie e Ravel non sopravvisse e la musica
ritornò nell’accademismo.
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Tra Vienna e Berlino
Pfitzner: opera Palestrina. Battaglia contro i Futuristi. Palestrina visto come colui che
avrebbe salvato con la Missa Papae Marcelli la musica polifonica dai rigori del Concilio di
Trento vi appare dolorosamente cosciente che la grande tradizione contrppuntistica sta
per naufragare con l’affermazione della seconda pratica della Camerata fiorentinaBu. Sua
produzione esibiva totale assenza di evoluzione interna. Problematico rapporto per suo
antisemitismo.
Max Reger: più pacato. Amore per organo e per Bach. Predilezione per la forma della
variazione. Tecniche fraseologiche ed armoniche che discendono dal cromatismo
wagneriano. Predilezione per settecento galante, per rococò.
Edward Elgar: certa notorietà con “Enigma variations”. Ciascuna delle 14 variazioni è
caratterizzata dalle iniziali di un nome o dal soprannome di una persona amica.
Accentuato formalismo. Il poema sinfonico è la forma libera in cui esperienze raffinate,
commoventi vengono distillate in una creazione sonora.
41
Appartenenza alla cultura e alla tradizione musicale tedesca fu per Busoni una questione
problematica. Successi precocissimi come pianista. Vienna gli appare troppo piena di
querelles e l’Italia troppo sciatta. Tra Boston e New York. Sceglie Berlino. Tra il 1898 e il
1913 la sua attività incide nella vita musicale della città. Attività di revisione e
elaborazione di musiche di Bach. Scrive “Abbozzo di una nuova estetica della musica”
dove si denuncia l’eccessiva povertà del sistema tonale. Si auspica l’utilizzo di nuove scale
con differenti distribuzioni dei semitoni. Attenzione anche ai moderni apparecchi. Rifiuta
qualsiasi formalismo. “Bela gigogin”: coesistono elementi italiani e tedeschi… “Fantasia
contrappuntistica”.
Veniva raggiunta nel 1910 nel clima acceso delle avanguardie tedesche la punta estrma
dello sperimentalismo linguistico di Busoni: la cupa Berceuse elegiaque. Questo
espressionismo di Busoni culminò nel 1912 con l’allucinato Nocturne Symphonieque. Del
1912 è “Die Brautwahl” (la sposa sorteggiata) su soggetto di Hoffmann; ricerca del
soprannaturale. Soggiorna a Zurigo fino al 1920 dove rappresenta la due brevi opere
Turandot e Arlecchino.
Arlecchino: unisce elementi del Rondò un gran numero di forme chiuse.
Turandot: leggerezza del gioco delle maschere della Commedia dell’Arte e al candore
della fiaba.
“Giovane classicità”.
Avversione alla guerra e stupidità dei patrioti.
Definitivo distacco dall’Italia.
Lunga malattia gli impedì di portare a termine l’opera, il Doktor Faust (7 episodi
racchiusi) completato dall’allievo Jarnach. Ma nel 1985 Beaumont sulla base di nuovi
documenti propose a Bologna una seconda versione.
Neppure con questo entrò nel repertorio corrente del Novecento.
Teatro irrealistico.
43
A compromessi con nazismo per fama ma poi costretto a dimettersi.
Avvento dell’espressionismo. Nel 1905 alcun pittori formarono a Dresda il gruppo “Il
ponte”. Libertà e immediatezza sono concetti fondati su un’estetica dell’urlo, del gesto
violento…
È la fine delle tendenze spiritualistiche delle Secessioni. Sconvolgente fu la conoscenza di
Van Gogh, la pittura di Munch (esistenzialismo nordico, imperniato sui concetti di
angoscia e inconscio). Berlino fu investita dall’attività del gruppo quando nel 1908 vi
giunse Pechstein. Vi si stabiliva anche Ernst Kirchner. A Monaco l’avanguardia si riunì
intorno a Kandiski e formò un nuovo gruppo denominato “Il cavaliere azzurro”: ogni
innovazione tecnico-formail è irrilevante rispetto alla liberazione della potenza espressiva
dello Spirito. Astrattismo lirico. Kandiski fu l’unico in quegli anni a capire la musica di
Schonberg come originata da una totale rinuncia alla bellezza convenzionale e dall’amore
per tutti i mezzi che portano all’espressione dell’io.I fauves (selvaggi) si mostrarono
interessati al Cavaliere azzurro. A Vienna non si organizzarono gruppi di avanguardia
espressionista, ma il pittore Kokoscha e Schiele ne rappresentarono vigorosamente le
tematiche.
Kokoscha e “Assassino, speranza delle donne” castellana e guerriero…simbolismo
oscuro. Rapporto sado-masochistico.
Schonberg dramma “Erwartun” e “La mano felice”.
Essenza dell’uomo è sofferenza e angoscia. La vicenda sessuale rappresenta la sconfitta
totale del suo desiderio di comunicazione con gli altri e con la natura. Il conflitto
dell’individuo con la massa era il grande tema del primo successo di Kafka: La
metamorfosi.
Prime importanti composizioni di Schonberg tentano una sintesi tra la lezione di Wagner e
quella di Brahms, tra una dichiarata tensione letterario-filosofica e un’avvertita
preoccupazione formale. Nell’ultimo decennio del secolo era una posizione diffusa.
Particolare peso hanno anche in questi esordi i riferimenti letterari scelti nella grande area
del simbolismo: da Dehmel viene desunto il programma di Verklarte Nacht. Da Maeterlinck
deriva il programma di Pelleas und Melisande dove i due protagonisti agiscono in
partitura attraverso i corrispondenti Leitmotiv.
A modelli e scritture straussiane si riferisce anche la scelta iniziale dei Gurrelieder. Una
serie di Lieder per voce e pianoforte avrebbe dovuto narrare attraverso gli interventi lirici
la romanticissima leggenda del poeta danese Jacobsen. Schonberg abbandonò presto
l’impresa e poi vi ritorna.
È al complesso delle opere fino all’op.9 che guardarono direttamente Alban Berg e Anton
von Webern. La sonata op. 1 di Berg per pianoforte affronta sostanzialmente il problema
della derivazione di tutte le figure tematiche da motti inziali. Negli anni a venire Berg
cercherà sempre simili difficili punti d’incontro tra tradizione e modernità.
La Passacaglia op. 1 di Webern anch’essa del 1908 è un sapeinte ricalco del Finale della
Quarta Sinfonia di Brahms, per qunato riguarda l’utilizzo (barocco) di una serie cospicua
di variazioni su sequenza melodica ostinata all’interno di un tragitto discorsivo
appartenente al più acceso e fluente sinfonismo ottocentesco.
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Atonalismo
Espressionismo
La scelta aforistica coinvolge anche Berg ma in modo occasionale: i Quattro pezzi per
clarinetto e pianorte op. 5 del 1913 mostrano una miniaturizzazione estrma dell’organico e
una compressione di tutti i gesti e situazione drammatiche del grande sinfonismo
tardoromantico (di Mahler e del primo Schonberg).
Il Pierrot lunaire
La grande stagione atonale culmina con Schonberg nel Pierrot Lunaire del 1912 su
commissione dell’attrice-cantante Zehme. I testi vennero attinti dalle 50 poesie del
simbolista belga Giraud. I raggi della luna (LUNA ESPRESSIONISTA!) sbalzano dalla
notte immagini d’incubo collegate alla lucida follia di un Pierrot vampiresco, sadico,
violatore di sepolcri. L’estetismo del dandy rivela un’abiezione di fondo; ma ha anche
momenti di divagazione lirica nella contemplazione della notte e della luna, nel pensiero
della Madonna. Ogni incubo notturno si dissolve con la luce del primo sole.
Rapporto instabile ed allusivo tra le immagini del testo e la musica.
Allusione, ironia, allucinazione.
Soltanto Stravinsky potrà costruire sul totale fraintendimento di questi oggetti sonori una
rinnovata ricerca sul timbro strumentale in rapporto ad una prosciugata vocalitàTre
poesie della lirica giapponese (1913).
Allo scoppio della guerra i vasti abbozzi dell’oratorio La scala di Giacobbe segnano il
culmine di un’aspirazione religiosa e metafisica.
A Vienna l’istituzione più imponente era rimasta attività dei cori operai.
Eppure le tematiche delle avanguardi eculturali del dopoguerra ebbere un indiretto
riflesso anche sul circolo di Schonberg. Il costruttivismo musicale del Wozzeck e la
formulazione del metodo dodecafonico di Schonberg sono sicuri tributari del razionalismo
e dell’oggettivismo di quegli anni.
Festival Organizzati come la Società Internazionale di Musica Contemporanea.
La città di Berlino svolse un ruolo innovativo primario anche per la musica.
Il musicista che più di tutti si radicò nel dibattito culturale del dopoguerra tedesco fu Paul
Hinsemith. Debutto avvenne nel segno del teatro espressionista rivistitato attraverso
Lothar Schreyer. Si qualificherà come un deciso rappresentatnte di un classicismo
restauratore. Scrive un trattao “Regola del comporre” che riafferma la funzione del centro
tonale come legge inviolabile della natura.
Prime collaborazioni di Weill con Brecht e successo di Krenek con l’opera-jazz Jonny spiel
auf (Jonny attacca!).
Hindemith iniziava l’operazione didascalica della Musica d’uso (Gebrauchsmusik).
Prospettiva didattica poteva contare sull’attività di Carl Orff che fondò a Monaco nel 1924
la Gutherschule in cui l’educazione musicale veniva impartita mediante stretta
connessione tra ginnastica, musica e danza. Opera in due parti intitolata Carmina burana
del 1937 su testi del Codex Latinus 4660 di Beuren.
Kurt Weill: fama legata alla collaborazione con Brecht: musiche per Mahagonny-
Songspiel, Ascesa e caduta della città di Mahagonny, Opera da tre soldi, Der Jasager. La
“musica d’uso” era disponibile ad utilizzare le moderne tecniche di comunicazione tra cui
la radio: Volo di Lindbergh e la cantata sinfonica Das Berliner Requiem. Opera una scelta
popolare: introduce elementi di tango, shimmy…volgarità dichiarata senza finzioni..
Ricerca un controllo razionale della costruzione sonora. Il tema si rivelava quello dell’unità
dell’opera d’arte.
Dodecafonia: metodo di comporre con 12 suoni che non stanno in realzione che fra loro.
Il metodo dodecafonico nasceva dall’esigenza di controllare razionalmente il metodo
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compositivo dell’emancipazione della dissonanza. Si recuperavano metodi compositivi
antichi usati dai fiamminghi e da Bach. C’è un recupero della forme musicali classiche e
addirittura barocche e uno scoperto ossequio a Bach.
“Von Heute auf Morgen”: operina dodecafonica.
Con la guerra emigra negli USA.
„Ode to Napoleon Buonaparte“ del 1942
“A survivor from Warsaw” del 1947
“Moses und Aron” incompiuta. Imprigionamento di Aronne e la folgorazione che lo fa
cadere morto avrebbe sancito il prevalere della testi integralista: il risultato rimane, agli
occhi dello spettatore, ambiguo. Summa di tutte le rpecedenti esperienze strumentali e
teatrali.
Con il Trio il carattere sfuggente e visionario è quello di un testamento estremo.
Esperienza tragica al fronte gli apre gli occhi sulla realtà della guerra. Musiche e storia sul
soldato Wozzeck.
La musica fu scritta tra il 1918 e il 1921. Testo di George Buchner è un documento
impressionante di realismo in età romantica; in esso vive tutta la passione politica
dell’autore, seguace del comunista Babeuf. Nucleo è la condizione di sfruttamento delle
classi popolari (soldato Wozzeck e donna Maria) da parte degli altolocati come causa
dell’immroalità e del delitto (cronaca giudiziaria da decapitazione barbiere Woyzeck per
avere ucciso vedova). Temi come alienazione mentale, sangue, incubo...Disumanità
meccana del Capitano e del Dottore e umanità di Wozzeck e Maria. Culmine dopo la
morte di Wozzeck annegato anch’egli nello stagno dove cercava di lavarsi dal sangue di
Maria. L’opera è in tre atti. Ogni scena ha una logica costruttivo-formale che Berg stesso
dichiarò esplicitamente. Successo fu inarrestabile.
Altra opera la Kammerkonzer.
Suite lirica: anagrammati i nomi della donna Hanna Fuchs con cui aveva avuto una
relazione e il suo...Dominatre dai numeri magici.
Lulu: incompleta nel 1935. La sua vita si è distaccata dalla quieta inerzia viennese
dell’anteguerra. Viaggia. Il libretto nasce da una complessa commistione di due lavori di
Wedekind, Lo spirito della terra e il Vaso di Pandora. Attenzione verso la sfera erotica.
Berg morì il 24 dicembre del 1935.
Già prima della guerra le più varie necessità lo avevano portato lontano da Vienna
soprattutto come direttore di operette per intere stagioni.
Difficoltà professionali.
Si può considerare in blocco la grande produzione di Lieder intendendola come una
ricerca rigorosa delle possibilità liriche della declamazione vocale. Nel preziosismo di
questi oggetti sonori, dove l’emozione è profonda e pura si può valutare quanto Webern
ammirasse la musica di Strawinski.
Con il 1927 la ricerca compositiva di Webern si sposta decisamente verso il recupero
seriale-dodecafonico delle forme classiche.
49
Il regime nazista
La vita musicale
La “Giovine scuola”
Il più importante avvenimento della vita musicale italiana in età umbertina è Cavalleria
rusticana di Ma scagni al Teatro Costanzi di Roma nel 1890. L’opera tornava al ruolo
ufficiale di spettacolo “popolare” per eccellenza.
Caso più clamoroso fu quello di Giacomo Puccini con Manon Lescaut (1893) e La boheme
(1896).
La Giovine scuola italiana è il fenomeno di un’intera generazione di nuovi “geni”
nazionali nel clima di rinnovata attenzione verso il melodramma che Cavalleria aveva
suscitato.
Si parla di verismo d’ambiente.
Il Settecento fa capolino anche nella Manon Lescaut di Puccini o nelle Maschere di Mascagni
e ha il suo cultore nel veneziano Ermanno Wolf-Ferrari che predilesse soggetti goldoniani.
C’è quindi un versante settecentesco e un filone ‘esotico’: dal Giappone dell’Iris di Ma
scagni, Madame Butterfly e Turandot di Puccini. Oriente freddo e spietato.
Tema della sensualità: Isabeu di Ma scagni.
D’Annunzio punto di riferimento per l’ingresso nei soggetti d’opera della Giovine Scuola:
primo libretto dannunziano è “La figlia di Iorio”: la passione del pastore per la
malafemmina è sanguinaria e feroce. Non c’è traccia di verismo.
Tra Medioevo e Rinascimento si accampano amori disperatamente carnali: Francesca da
Rimi di Zandonai, Parisina di Mascagni.
Nucleo comune: contabilità sentimentale. La protagonista femminile di queste opere a
conservare una misura che ce la rende vicina.
Cavalleria rusticana
Zanetto: stessi librettisti della Cavalleria. Dialogo tra Silvia maliarda e Zanetto si
svolge in un clima rinascimentale primaverile.
Amica:
Isabeu: soggetto medievale. Due atti. Amore di Isabeu per libertà. Amore per Folco.
Assalto del popolo contro Folco.
Il piccolo Marat: del 1921. Eventi della Rivoluzione francses vengono rappresentati
attraverso marcette e cori rivoluzionari. Su un versante opposto la delicatezza
d’animo della povera nipote del Presidente, nonché i buoni sentimenti del piccolo
Marat, della sua mamma e del Carpentiere. Lieto fine.
Umberto Giordano lega il suo nome all’Andrea Chenier (1896), in quattro atti. Vivace
rappresentazione di un salotto nobiliare poco prima della Rivoluzione Francese.
Raffigurazione del popolo rivoluzionario avviene con un evidente compiacimento di modi
plebei. Andrea spalleggiato dal rivoluzionario Gerars e dall’amante Maddalena che sale
con lui sulla ghigliottina. Il Montaggio decide la grande popolarità di una simile opera.
Altre opere: Fedora (principessa russa in cerca dell’assassino del fidanzato), Madame
Sans-Gene.
Francesco Cilea e L’Arlesiana (1897): quattro atti tratti da un dramma di Scribe. Mondo
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del teatro parigino.
A partire dalla rappresentazione postuma di Turandot non si ha più in Italia un solo titolo
d’opera che sia entrato stabilmente in repertorio.
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contro la stato di abbandono delle fonti musicali italiane.
Questa attività musicologia ed editoriale cominciò a riflettersi sul piano delle esecuzioni
musicali. Ne furono investiti i conservatorii poi con l’Orfeo di Monteverdi cominciarono
ad essere interessate alcune associazioni musicali.
Riscoperta dei Concerti di Antonio Vivaldi (nel 1919 solo le Quattro Stagioni).
Il Nazionalismo
Il primo decennio del nuovo secolo vide la progressiva affermazione del nazionalismo. Il
primo dei suoi atti politici è infatti il Congresso di Milano del 1914. Erano quegli gli anni
del governo Giolitti. L’opposizione a Giolitti da parte degli intellettuali fu di una violenza
difficilmente riscontrabile. Esempio di Salvemini. Sorsero numerose riviste.
Guerra e fascismo ebbero qui il migliore terreno di coltura. Di tutta la più solida
culturalmente fu “La voce”.
Esauritosi il ruolo della Voce a Parigi si saldò il legame tra Casella, Malipiero e Pizzetti.
Casella fondò una Società Italiana di Musica Moderna. Gli scopi erano quelli di eseguire le
musiche più interessanti dei giovani italiani. Ma accanta al modernismo di Casella fu
vivace il fervore nel recupero della musica antica italiana. Con D’Annunzio fonda anche
una Società Internazionale di Musica Contemporanea con l’appoggio del governo. Ma nel
1935 tutto veniva visto in maniera sospetta e così l’Italia si ritira.
Gatti e la rivista “Il Pianoforte”.
Il futurismo e la musica
Il Manifesto di Marinetti del 1909. Pratella compone opere come “La guerra”, “L’aviatore
Drò”.
Russolo e “L’arte dei Rumori” fatto con grossi parallelepipedi.
Inneggiano alla guerra e al sangue.
I Ballets Russes
I balletti di Stravinskij
Periodo di formazione (fino al 1910 circa) L’uccello di fuoco. Rielaborazione degli stili
studiati alla scuola di Rimski-Korsakov.
Periodo russo (1911 – 1923) Petruska, La Sagra della Primavera, Renard, L’histoire du soldat,
Les noces. Comprende opere più conformi allo spirito dei Ballets Russes di Djagilev.
Argomenti crudi e amorali, tradizione russa. Il destino dei protagonisti è di soccombere.
Periodo neoclassico (1920-1951) Pulcinella, Apollo, Le baiser de la fee, Jeu de cartes, Orpheus.
Si torna alla simmetria formale, purezza armonica. Ricompaiono comunque personaggi
isolati e in conflitto.
Periodo seriale-dodecafonico (1952-1966)Agon. Ulteriore purificazione stilistica.
Le opere
L’uccello di fuoco
Commissionato nel dicembre 1909 ed eseguito per la prima volta all’Opera di Parigi il 25
giugno 1910. I risultati dell’insegnamento di Rimski-Korsakov sono la Sinfonia in Mi
bemolle op. 1 composta tra il 1905 e il 1907, la Suite vocale per mezzosoprano e orchestra
op. 2 su testi di Puskin (il fauno e la pastorella) del 1906, lo scherzo fantastico op. 3
composto tra il 1907 e il 1908 fino a Feu d’artifice op. 5 del 1908. Occasione fortuita fu la
rinuncia di un altro allievo di Rimski-Korsakov Ljiadov, troppo lento. S. abbandonò per un
attimo l’opera Le Rossignol a cui stava lavorando e si mise al lavoro. Coreografia era di
Fokin che in quell’epoca S. stimava molto. Rapporti però presto si guastarono. Argomento
del balletto un’antica fiaba russa: da un lato elemento malvagio incarnato da Kascej,
l’immortale, orco dai verdi artigli che cattura le fanciulle e pietrifica gli uomini. L’altro
elemento magico, quello buono, è rappresentato dall’Uccello di fuoco che possiede il segreto
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per sfatare incantesimi di Kascej. Protagonista umano è lo Zarevic Ivan. E principessa (una
delle 13 prigioniere). Trama particolarmente adatta per un balletto. Protagonista coppia
Kascej-Uccello di Fuoco. Musica sottolinea magia. Lo notiamo fin da quando
(introduzione) violoncelli e contrabbassi intonano in pianissimo e con sordina un tema
cupo e minaccioso. Appare Uccello du fuoco che dalle terzine veloci degli archi e dai
tremolii dei legni sembra proprio spiccare il volo (frullio reso da tremoli e note ribattute di
archi e legni in crescendo e soprattutto da piatti colpiti con le bacchette dei timpani).
Secondo S. la Danza dell’Uccello di fuoco è il brano più felice. Il corteo delle principesse reso
da un’ascensione accordale in pianissimo degli archi. Il tema della principessa, suonato in
successione da clarinetto, flauto, violino solo e poi tutti i violini è una mesta melodia.
Dall’Alba in poi l’azione si svolge in maniera più drammatica e movimentata. Apparizione
di Kascej accentuata da un improvviso crescendo su un glissando di archi tromboni e
fagotti fino ad un secco più che fortissimo. Apparizione dell’Uccello di fuoco preannunciato
da leggeri glissandi verso gli acuti. Emerge lo xilofono. La “danza infernale di tutti i
sudditi di Kascej”, il brano più audace più prossimo allo stile delle Sacre. Rullo di
grancassa annunci a morte, staccati sparsi dei legni e archi il suo stramazzare al suolo, i
tremoli dei timpani in pianissimo e dell’intera orchestra d’archi in flautando
rappresentano le tenebre. Tema della liberazione annunciato dal corno. Uccello di fuoco
ebbe un successo strepitoso sia nel balletto originale che nella suite.
Petruska
Caso fortuito. S. si trovava in Svizzera nell’estate del 1910. Si mise poi a comporre un
lavoro orchestrale con pianoforte concertante e poi gli venne in mente il nome del
burattino, eterno infelice eroe di tutte le fiere. Lo fece ascoltare a Djagilev a cui piacque
subito. L’opera fu terminata il 26 maggio e il 13 giugno ebbe luogo la prima a Parigi.
Direttore fu Monteux, coreografo Fokin, scenografo Benois e interprete Nizinski, la
Karsavina come ballerina e Orlov come il Moro. Enrico Cecchetti come Burattinaio.
Argomento: durante la festa di piazza del Martedì grasso a Pietroburgo si fa largo il
burattinaio con i tre pupazzi. Viene messa in primo piano la loro piccola tragedia: P. ama
la ballerina, ma questa è attratta dal Moro che si sbarazza di lui fracassandogli la testa. Poi
appare il fantasma che fa uno sberleffo al Burattinaio e a tutto il pubblico. È divisa in 4
quadri.
Primo quadro
2. “Festa popolare della settimana grassa”: corni e clarinetti con squilli irregolari di
flauto e violoncelli. La ballerina danza battendo il tempo con il triangolo (la
melodia è “Elle avait une jambe en bois”. A questa melodia si sovrappongono vari
suoni estranei. Poi due tamburi avanzano verso il teatrino e attirano l’attenzione
della folla.
3. Davanti al teatrino compare il Burattinaio e i suoi tre pupazzi (ritmi misteriosi)
4. Tre pupazzi si mettono a ballare una danza russa. Funzione concertante de
pianoforte. Rullo di tamburo militare e due squilli politonali di clarinetti e oboi
preannunciano il cambiamento di quadro.
Secondo quadro
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2. Camera di Petruska. Un calcio lo spinge nella scena. È innamorato della ballerina. Il
suo amore disperato si esprime nel Furioso. Solitudine malinconica. Con un’entrata
trionfale appare la ballerina. Ancora il rullo del tamburo fa da trait d’union con il
terzo quadro.
Terzo quadro
2. “Presso il Moro”: musica ne sottolinea la figura greve e rozza. Tuba, fagotti, timpani
e rullo in pianissimo del tam-tam. Fagotti intonano melodia orientale a tre voci.
Apparizione della ballerina (cornetta, e stupida melodia). Ballano insieme il valzer.
Apparizione di P. che dopo aver litigato con il moro viene spinto via.
Quarto quadro
1. “Festa popolare della settimana grassa. Verso sera”: gioia. Tutti gli strumenti
vibrano di fitti tremoli sull’accordo di Re maggiore. Lungo squillo di trombe
richiama attenzione su teatrino. P. esce dal teatrino inseguito dal Moro che la
ballerina cerca di trattenere. Il Moro lo raggiunge e lo colpisce con la spada. P. cade
con il cranio fracassato. La folla si riunisce e muore lamentandosi. Il Burattinaio
rassicura che è P. non è altro che un burattino. Il libretto continua a parlare di
cadavere. Sul teatrino appare il fantasma di P.
Esatta riproduzione timbrica delle orchestrine del music-hall o degli organetti di Barberia.
Effetto metateatrale. Due livelli teatrali, quello della folla e quello del teatrino. Musica
differenziata: tipicamente russa e all’interno del teatrino più raffinata. Frequenti
interruzioni del discorso armonico fino all’inferenza di sezioni a tonalità diverse e alla
sovrapposizione politonale. Le ultime pagine, sebbene scritte in fretta sono considerate da
S. le migliori della partitura. Dopo la baraonda della festa l’atmosfera diviene calma.
Tremoli fitti degli archi si alternano a tremoli lenti degli oboi e dei corni. La musica si
smorza progressivamente fino al colpo di scena dello squillo delle trombe di P e alle
quattro enigmatiche note conclusive degli archi (do diesis – Re diesis – Do naturale – Fa
diesis). Di notevole virtuosismo la trascrizione per pianoforte dei Tre movimenti di P.
(Danza russa, Da P., La settimana grassa).
L’idea originaria era venuta in mente a S. già nel 1910 a Pietroburgo mentre stava per
terminare L’Uccello di fuoco.
Realizzazione di tale progetto parecchio tormentata. Problemi dovuti anche alla mancanza
del coreografo. Fokin aveva interrotto i rapporti con Djagilev e l’impresario puntò su
Nizinski che non era un granché. La partitura fu terminata l’anno successivo, il 29 marzo
1913 e il 29 maggio presso Parigi venne rappresentata con l’orchestra diretta da Monteux.
Scandali più clamorosi della storia della musica. Pubblicò iniziò a manifestare
disapprovazione. Le rappresentazioni successive riscossero invece successo. La Sagra della
Primavera scardinò i tradizionali canoni compositivi: innanzitutto il procedimento
politonale diventa un fattore strutturale costitutivo dell’intera organizzazione compositiva
al pari di quello modale che ne caratterizza l’orizzontalità melodica. S. sembra non
concedere più nulla alla regolarità della scansione; e anche quando appare una normale
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successione di crome in 2/4 questa viene contraddetta dalla disposizione degli accenti.
Anche dal punto di vista timbrico le innovazioni sono rilevanti: l’orchestra impiegata è
mastodontica, nonostante le iniziale titubanze di Djagilev. Per la funzione melodica
vengono preferiti i legni, gli ottoni agli archi. Non ha un vero e proprio svolgimento
drammatico. Si divide in due parti: “L’adorazione della terra” e “Il sacrificio”. La prima
parte inizia con un a-solo del fagotto nel registro acuto. La melodia è un canto lituano.
Unico canto originale folklorico di tutto il pezzo. La seconda parte riguarda il sacrificio,
momento culminante di tutto il rito tribale. L’Introduzione presagisce e anticipa il senso di
morte e di mistero che avvolge tale rito. Ciò che prevale è l’elemento percussivo. Il
sacrificio crudele di un’adolescenza che offre la sua giovinezza. Con questa scelta S.
scandalizzò il pubblico e tutta la società che in quegli anni era in procinto di compiere un
ben più crudele sacrificio di vite umane. La Sagra è il primo esempio di quella fredda
oggettività tipica della musica di S..
Renard
Nel periodo immediatamente precedente alla guerra S. compose le Tre liriche giapponesi e
la fiaba musicale Le Rossignol dal racconto di Andersen. I primi mesi del 1915 li trascorse in
montagna dove cominciò a comporre Les noces e una favola rustica intitolata Racconto del
gallo, della volpe, del gatto e del caprone. L’occasione propizia gli venne offerta dalla
principessa Edmond de Polignac la quale nel gennaio 1916 gli chiese di comporre un’opera
da camera con pochi strumenti da eseguirsi nel suo salotto. S. le propose allora Renard.
Djagilev era molto più interessato a Les noces. L’allestimento presso al Polignac non si
realizzò mai. Solo più tardi nel ’22 D. inserì Renard insieme a Mavra nel cartellone dei
Ballets. Determinante per Renard fu l’incontro con Aladar Racs, virtuoso del cimbalom
(strumento tzigano). S. fece del cimbalom quello che in P. era il pianoforte. Pochi strumenti
rappresentativi: legni da ottavino, flauto, oboe, corno inglese, clarinetto e fagotto; gli ottoni
da due corni e una tuba; le percussioni massicce e agli archi ruolo subordinato. Cimbalom
ungherese fa da strumento concertante. Ritmicamente ammicca al jazz e alla musica di
consumo. Formalmente Renard presenta una struttura rigidamente simmetrica. La volpe
Renard sfida la stupidità del mondo circostante e ne subisce la violenza e l’arroganza;
assomiglia perciò a P. tanto è testardo; ma la sua proverbiale furbizia nulla può contro la
viltà del Gallo. Renard sembra ricevere e incarnare la malignità del mondo: la sua indole è
quella del diavolo. C’è un elemento che conferma la parentela di Renard con Nick Shadow:
lo strano arpeggio con cui viene presentato ad ogni sua apparizione in scena.
“L’histoire du soldat”
Il lavoro di S. e di Ramuz consistette nel prendere e rielaborare alcune fiabe russe della
raccolta di Afanas’ev, riguardanti il periodo delle guerre russe-turche e in cui si parla di
un “soldato che diserta e l’astuto Diavolo che viene a reclamare la sua anima”.
Concepirono un teatro povero. Anche l’argomento rivisita un grande mito romantico:
Faust. L’orchestra è sul lato opposto del palcoscenico. L’esordio dell’opera come in Renard
è una marcia. La voce recitante segue ritmicamente la musica. A differenza che in Renard
qui si tratta di una piccola Ouverture che non fa da semplice entree ma anticipa e riassume
musicalmente i contenuti dell’opera. Si ritrova qui un modulo caro a S. consistente
nell’opporre uno strumento solista a degli antagonisti che emergono minacciosamente. Il
violino poi riprende tranquillamente il suo a-solo, ma lo strano arpeggio conclusivo ha il
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sapore di una capitolazione di fronte a quelle forze misteriose. Lo accompagna una Marcia
Reale ironicamente pomposa quando il soldato va dalla figlia del Re (paso doble
spagnolo”. Ottenuta la promessa di vedere la principessa il soldato incontra il diavolo
travestito da virtuoso del violino e rivince il suo violino e suona un gioioso Petit-concert.
Giunto al capezzale della principessa malata il soldato suona tre danze (Tango, Valzer,
Ragtime) che fanno rianimare la ragazza. Si sposano ma lei vuole conoscere il passato del
soldato e lui vuole rivedere i suoi cari. Ma il narratore avverte l’attore: “Una felicità è tutto,
due felicità è come se non esistessero più”. Il soldato perde la sua anima e il violino
sembra agonizzare. Farsa della follia.
Les noces
Nel periodo che va dal 1914 al 1923 si inscrive la lunga gestazione delle “scene
coreografiche russe” Les noces. L’intento di S. fu unicamente quello di riportare la viva
voce della tradizione russa. S. voleva sì mettere in scena un rito popolare ma
accentuandone la distanza culturale, evitando ogni coinvolgimento passionale, ogni
sentimentalismo nostalgico di stampo romantico. S. ebbe la geniale intuizione di trasferire
l’elemento vocale, il soffiato interamente negli strumenti a percussione che costituiscono
l’unica sezione supersite della grande orchestra. S. dovette risolvere comunque un altro
problema pratico: la collocazione spaziale degli strumentisti. Si optò per la collocazione
dei cantanti e delle percussioni nella fossa dell’orchestra, mentre i quattro pianoforti
occupavano gli angoli della scena. La prima rappresentazione avvenne a Parigi il 13
giugno 1923. Come in Renard anche nelle Noces le voci non si identificano univocamente
con i personaggi: all’inizio il soprano è la sposa mentre alla fine fa la parte dell’oca.
Prima scena
Canto della sposa (Natascia) mentre si sta sciogliendo la treccia e i nastri, simboli secondo
la tradizione russa della verginità e del legame parentale. Le amiche pettinano la sposa
piangente e la consolano per la separazione dalla madre. Poi parlano di un albero nel
giardino del fidanzato e di un usignolo che canta
Seconda scena
Pianto della madre dello sposo anche se sembra più commosso e sincero di quello della
nuora, ai limiti della gelosia. Ella si lamenta perché non potrà più curare il figlio.
Terza scena
Pulcinella
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Pulcinella è il primo lavoro dello stile neoclassico. È una delle opere più esemplari. La sua
ironia è volta a sottolineare questa distanza. Il vero oggetto polemico è un altro, ossia gli
epigoni del tardo romanticismo e i fautori della dissoluzione linguistica musicale. Djagilev
propose a S. l’orchestrazione di alcune pagine di Pergolesi. S. scelse Pulcinella.
L’argomento venne tratto da un manoscritto della Commedia dell’Arte italiana del ‘700,
trovate da Massine e Djagilev a Napoli o a Roma. Quattro ragazzi si travestono da
Pulcinella e tentano di uccidere il vero Pulcinella che si fa sostituire da Furbo che finge da
morire. Poi Pulcinella sposa Pimpinella. Assenti perfidia. Uso esplicito delle tonalità, delle
forme tradizionali, di una metrica e di una misurazione ritmica fondamentalmente
regolari e quadrate. Organico strumentale: 2 flauti, 2 oboi, 2 corni, 2 trombe, trombone,
archi suddivisi in concertino….Pulcinella è l’opera che forse creò meno problemi al
compositore. Perfetta intesa con Picasso che disegnò la scenografia e i costumi.Prima
rappresentazione ebbe luogo al Theatre de l’Opera il 15 maggio 1920. Preminenza degli
archi.
Opera neoclassica insieme alla Mavra, Ottetto, Serenata in La per pianoforte, Concerto per
pianoforte e strumenti a fiato, Oedipus Rex. Neoclassiche nello stile e nel contenuto
(ispirate alla mitologia greca). Apollon costituisce forse il caso estremo di questa volontà di
autocontrollo, di rinuncia e di inibizione espressiva. Sfrondò l’orchestra. Elementi che
compaiono sulla scena e che caratterizzano anche la musica: senso dell’ascesa, principio
dell’unità. Senso del ritorno. Ciò che premeva al compositore era la chiarezza e la
nitidezza. Il balletto inizia con un’introduzione austera e solenne per il progressivo
ascendere del ritmo puntato nei diversi piani tonali, anche queste ascendenti: prima Do
maggiore...All’apertura del sipario il senso di attesa si protrae fino al momento della
nascita di Apollo annunciata dall’accordo che la simboleggia. Nella seconda scena
cominciano le variazioni. Il balletto si conclude con una mirabile Apotheose in cui il ritmo
puntato del tema di Apollo suggella l’unitarietà del carattere e della struttura di tutta
l’opera. Egli non volle più scandalizzare la gente come fece la sera del 20 maggio 1913.
Quando incontriamo uno S. accondiscendente non dovremmo fidarci di lui. Anche quello
neoclassico è un ennesimo travestimento dopo quello russo e prima di quello atonale.
Le baiser de la fee
Balletto commissionato alla fine del 1927 da Ida Rubinstein per la sua compagnia di
balletti di Parigi. Benois gli propone un soggetto ispirato alla musica di Cajkovski.
Racconto di Andersen, “La Vergine dei ghiacciai”: un ragazzo di nome Rudy svizzero
baciato alla nascita da una fata. Durante una tempesta di neve la madre di Rudy muore e il
bambino viene allevato da dei cacciatori. S’innamora della figlia del mugnaio Babette e
alla vigilia delle nozze quando sta per realizzare il suo sogno d’amore, la Vergine lo
reclama a sé, facendolo perire nelle acque del Lago di Ginevra. Per S. questo soggetto
poteva essere un’allegoria della figura di Cajkovskij. L’allegoria può essere estesa anche
all’intera vita del musicista. Quello con C. fu un rapporto d’amore basato sulla raccolta
accurata di materiale vario ripreso fedelmente o modificato col fine di farlo rivivere nel
presente. Utilizza l’orchestra in senso cameristico.
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Prima scena
Prologo della fiaba. Per la scena temporalesca S. scelse la Berceuse durante la tempesta op.
54 n. 10 di C. Il crescendo finale della prima scena coincide con il momento in cui i
cacciatori del posto ritrovano il piccolo.
Seconda scena
Terza scena
La fata accompagna il giovane al mulino. Presagio di morte per oscillazione dei tremoli
violinistici su un lungo pedale dei violoncelli. La fidanzata si veste da sposa ma compare
la fata vestita anch’essa da sposa che rivendica il giovane.
Quarta scena
Tema tratto dal Lied “Niente altro che cuore solitario”. La fata bacia di nuovo il giovane
ma questa volta sulla pianta del piede per portarlo con sé nella dimora eterna. Il pendant
con il bacio ricevuto è sottolineato da una ripresa della melodia iniziale. Indeciso se
l’eternità è quella dell’Olimpo di Apollo o nel Tartari di Persefone.
S. non collaborò molto alla coreografia. Djagilev non soddisfatto. Non fu un successo. Nel
1931 ci fu la riduzione a suite che ha come titolo Divertimento.
Destino è casuale così come la distribuzione delle carte. L’allegoria è ambigua: il Jolly
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soccombe ma in fondo è il deus ex machina di tutti i giochi. Perciò assomiglia a personaggi
come Petruska, Pulcinella e Renard. Personaggio diabolico. Tra i balletti di S. meno
rappresentati.
Rapporto Mussolini-Stravinski: rispetto ma non ammirazione.
Orpheus (1945-1947)
In America dal 1939 durante la guerra. Richieste anche consumistiche (Sagra della
Primavera per Fantasia). Buoni rapporti con Hollywood. Rappresentato per la prima volta
il 28 aprile 1948. Balletto autenticamente neoclassico nell’uso delle forme chiuse, nello stile
musicale e nell’argomento (punto di riferimento è Monteverdi). Mito è quello narrato da
Virgilio nelle Georgiche (IV) e ripreso da Ovidio nelle Metamorfosi (X). Orfeo tenta di
riprendersi Euridice, ma si gira prima e la perde per sempre. Tornato in superficie viene
ucciso dalle Baccanti per la sua indifferenza. La sua anima ascenderà al cielo e allieterà i
beati con la sua musica. Orfeo è come Edipo, cerca di infrangere il destino ma ne rimane
schiacciato. Per S. l’atto di voltarsi è una frustrata affermazione della libertà. Pessimismo
antiumanistico di S. Rare volte viene superata la soglia del mezzoforte. L’arpa (cetra di
Orfeo) espone la sua lenta melopea discendente su un velo armonico degli archi. Critica:
agitazione delle furie meno furiosa. Un improvviso crescendo al fortissimo costituisce il
culmine drammatico del duetto e di tutto il balletto “Orfeo si strappa la benda dagli occhi
e Euridice cade morta”. Nel Pas d’action le Baccanti prendono Orfeo e lo fanno a pezzi. I
pizzicati degli archi rappresentano i passi furtivi delle Menadi. Lo sventurato viene
afferrato nel momento in cui la piena orchestra suona in più-che-fortissimo. Quindi la
musica stessa si frammenta e si lacera. La terza scena è “L’Apoteosi di Orfeo” e il finale è
in diminuendo.
Agon (1953-1957)
All’inizio di Petruska viene eseguita una semplice melodia con la seguente indicazione
scenica: “Qui passa danzando una piccola folla di festanti ubriachi”. Fonti occidentali
identificano questa melodia come un canto pasquale conosciuto come “canto dei
Volocebniki” che erano personaggi che giravano per i villaggi della Bielorussia il lunedì
dell’Angelo, cantano volocebnye pesni e cioè carole pasquali. I passanti in festa devono
essere quindi forestieri perché l’abitudine dei canti di Pasqua esisteva solo in Bielorussia.
Questo teatro rappresentava le seguenti forme: 1) la messa in scena di riti pagani
sopravvissuti, 2) le usanze e le cerimonie fortemente drammatizzate che nei villaggi
contadini accompagnavano la celebrazione del fidanzamento e 3) le esibizioni di
cantastorie itineranti. Inoltre rappresentati 4) il Carnevale pre-quaresimale e 5) le
rappresentazioni di commedie popolari tramandate oralmente su contadini,
regnanti…recitate da soldati illetterati e detenuti…
Valutando le principali opere di S. nel periodo 1910-18 si può notare che:
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Le sacre du printemps è la drammatizzazione musicale del punto 1)
Les noces del 2)
Renard è una rievocazione moderna dello spirito degli skomorokhi.(3)
Petruska è un’antologia di situazioni e di usanze.(4)
L’Histoire du soldat ha molte caratteristiche in comune con il teatro popolare dei soldati e
dei detenuti.(5)
Quindi L’uccello di fuoco è ancora il prodotto dell’estetica ottocentesca. Nel libretto sono
mescolati temi del folklore russo ed elementi tratti dal Lago dei cigni di Ciakovskij e dalla
piece teatrale Danze notturne di Sologub.
Per Petruska è invece molto facile riconoscere le arie che accompagnano i danzatori…
Nel periodo che vide la composizione di Les noces, Renard e della serie notevole di canti e
cori contadini del 1914-19, S. non aveva più bisogno di citare o deformare melodie
popolari perché ormai aveva interiorizzato le proprietà strutturali.
L’apertura del folklore musicale russo ad una dimensione internazionale è un processo che
S. compì in modo graduale:
Le sacre du Printemps e i riti agricoli invernali: quando nel 988 il Grande Principe
Vladimir impose il Cristianesimo non aveva sufficiente potere e canali di
comunicazione per costringere tutti i suoi sudditi ad abbandonare la religione
slava.
Les noces ed i matrimoni contadini russi. La più antica fonte storica russa, la
Cronaca degli anni passati, testimonia dell’esistenza di rappresentazioni
drammatiche pagane e di danze eseguite durante i matrimoni delle antiche tribù
slave orientali. Rito del fidanzamento, il devisnik (sciolte le trecce).
Renard e gli skomorokhi. Ambientata in un villaggio in un’epoca precedente
l’ascesa di Pietro il Grande, Renard è in sostanza la rappresentazione di quattro
skomorokhi che raccontano una burla satirica ed anticlericale ai danni di un ricco
contadino (il Gallo) da parte di un’imbrogliona vestita da monaca errante. Per due
volte il Gallo è salvato. Gli skomorokhi come classe sociale scomparvero con gli
editti dello zar Alessio.
Teatro popolare in Petruska. Gli elementi di teatro popolare presente in P. non
hanno origini antiche come quelli visti sin qui. Per la maggior parte essi non
risalgono a prima del Settecento e sono anche molto più accessibili al pubblico
occidentale. La centralità dell’imbonitore carnevalesco.
L’histoire du soldat e il teatro popolare orale. Teatrale popolare di tradizione orale
di soldati e detenuti.. Tratti tipici di questo teatro sono: la deformazione di leggende
straniere, incontri e i rapporti tra popolani russi come soldati e contadini non russi;
l’incontro tra la realtà quotidiana, fatta di baracche militari…L’Histoire è una
parodia della leggenda di Faust.
Letteratura
Restò fedele a Puskin, poeta russo. S. sostenne l’idea di un ordine artistico; la affermò in
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numerose interviste e nelle pagine della sua Poetica della musica. Tra gli scrittori russi il
secondo posto per S. lo occupava Dostoevskij. Ne “L’adolescente” il protagonista Versilov
esprime questo giudizio: Soltanto il russo ha la capacità di diventare ancora più russo
proprio quando è più europeo”. Queste erano anche le idee di S..
Benois con Djagilev è stato uno degli ispiratori di quel cenacolo che riunì negli anni a
cavallo dei due secoli molti giovani pittori, letterati e musicisti. Questa associazione
artistica ebbe un ruolo importante nella formazione della personalità di S. Egli vi trovò un
ambiente vicino alle sue idee, pur rifiutandone alcune caratteristiche. S. lavorò anche con
pittori non russi (Picasso). S. aveva grande memoria visiva. Grande influenza ebbe
Pietroburgo sulla sua formazione.
Teatro
Influenza della tradizione russa. Legami tra “L’uccello di fuoco” e l’opera di Rimski-
korsakov “Kascei l’immortale”, Petruska con Il gallo d’oro sempre di Rimski-Korsakov, la
Sagra della Primavera con scene analoghe…
Negli anni venti S. si rivolse alla mitologia antica e al rituale ecclesiastico occidentale.
Il teatro popolare dei saltimbanchi e gli spettacoli da fiera sono rievocati in Petruska,
Renard, Histoire du soldat e in parte in The rake’s Progress e in The flood… mentre la
Commedia dell’Arte rivive in Pulcinella.
Musica
Autodidatta per il contrappunto. Solo nei mesi dopo la morte del padre riuscì a diventare
allievo di Rimski-Korsakov che influenzò profondamente la sua formazione anche se la
sua tradizione la vedeva risalire da Glinka, Puskin e Cajkovskij. Si interessò anche alle
scoperte artistiche di Musorgskij. Attorno al 1910 fortemente attratto da Debussy. Studia il
folklore russo.
Lo “stile russo”
Pensava in russo e ne era consapevole. Il fatto che un compositore pensi nella sua
madrelingua implica inevitabilmente che la sua concezione musicale sia influenzata dalle
forme della tradizione nazionale. Cambiamento del ritmo, alternanza accenti e
mescolanza, carattere improvvisato nell’introduzione delle voci.
Lifar, uno dei più grandi ballerini di tutti i tempi descrisse S. come un tiranno. Egli
sostiene che sia un errore considerare la musica di S. per il suo carattere ritmico come
musica danzante, anzi disse che essa a causa dei frequenti cambiamenti di ritmo e della
sua complessità ritmica in generale impoverisce e appesantisce la danza, perciò la
considera anti-danzante. Sia i coreografi che i musicisti devono conoscere in quei tempi i
mestieri di entrambi. Viganò scompare nel 1821. Il Romanticismo nel campo del balletto si
manifestava in modo assai meno complesso di quanto non accadesse nei mondi delle altre
arti. Musica non servì altro che a sottolineare con efficaci effetti sonori il pathos delle
azioni e le esuberanze dei virtuosismi coreici dei danzatori. Accadeva così che il balletto,
avendo perduto il suo contatto con la grande musica finì per trovarsi in crisi. S. partecipò
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alle imprese innovatrici. Quindi la riforma venne dalla Russia e non dall’Italia. Si distinse
Fokine come danzatore e futuro coreografo (freschezza).
Ma il nuovo consistette in fondo nei rapporti della danza con la musica. Per questo per
L’uccello di fuoco scelse S..
S. però non fu completamente soddisfatto della coreografia di Fokine perché rimase
troppo limitato ai valori visivi del balletto. Conflitti in Petruska; diversi modi di vedere gli
sviluppi dell’azione scenica. Nella coreografia fatta da Nijinsky per la Sagra della Primavera
invece il fattore visivo riuscì ad unificarsi con quello auditivo. S. fu soddisfatto solo del
lavoro di Massime per Pulcinella. Ottima la collaborazione con Balanchine soprattutto per i
balletti neoclassici (si sofferma sulla pura linearità del movimento).
L’autore parla di coreografie uniche e originali solo per Jeu de cartes, Orpheus, Les noces e
Persephone.
Critica e risposta a ciò che ha detto Lifar: non solo non ha ucciso la danza, ma è stato uno
delle forze più vivificanti del balletto!
Esordio
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interiezioni degli ottoni incisività esplosiva dei ritmi, disposizioni asimmetriche delle
battute e spostamenti accenti.
Allo stesso periodo 1907-08 appartengono altri 4 lavori: Canto funebre op. 5, Due canti op.
6, Quattro studi op. 7 per pianoforte e la Pastorale per voce e pianoforte. Il Canto funebre è
restato inedito e il manoscritto perduto.
Quattro studi op. 7: influsso panismo chopiniano attraverso Liadoff e Scriabin. Impronta
di S. nel serrato gioco ritmico.
Pastorale: piccolo vocalizzo per canto e pianoforte. Lavoro più valido.
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la sfrenata allegria del carnevale. L’Adorno scorge in Petruska un preannuncio di quel che
sarà il dramma dell’individuo nella meccanizzata civiltà di massa che tende ad annullarne
la personalità.
1. Due canti su testi di Verlaine: composti nel 1910. Due brevissime pagine basate sui
versi delle due poesie: La lune blanche e Un gran sommeil noir.
2. Canti su poesie d’amore di Balmont: “Non ti scordar di me” e “Il Colombo” che
preannunciano taluni dei passi della Sagra e degli ultimi atti dell’Usignolo.
3. Cantata “Il Re delle stelle”: su testo di Balmont e dedicata a Debussy. Lavoro
problematico, complessità armonica. Non ha avuto diffusione. Pezzo breve ma
importante complesso orchestrale e parte del coro di difficile intonazione. Il
manoscritto andò perduto (era nelle mani di Debussy). L’importanza del Re delle
Stelle si dichiara sul piano spirituale in connessione con quello sfondo religioso
dell’arte di S. e che questa Cantata lascia trasparire per la prima volta in modo
inequivocabile.
Nella Poetique S. parla di un tipo di musica che esso considera legata al tempo ontologico.
Nella sue opere dalla scolta neoclassica in poi la calma dinamica andrà sempre più
affermandosi culminando nel balletto che porta il titolo di Apollon Musagete. Ma il primo
lavoro nel quale si attua una tale calma è il Re delle Stelle, cioè il lavoro che precede
immediatamente la Sagra in cui si verifica uno scatenamento di forze vulcaniche d’una
violenza senza precedenti nella storia della musica.
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tragicamente negativa, essa l’ha fatto per poter esprimere questa situazione e riscattarla. Il
vero posto della Sagra è restato nelle sale da concerto come musica assoluta che non ha
bisogno di nessun complemento visivo.
Quattro canti paesani russi (1918-19)quattro brevissimi cori su poesiole e detti russi nel
periodo natalizio mentre le contadine predicevano il futuro dalle foglie di tè versate in
sottocoppe. Melodie semplici, elementari.
Le rossignol
S. dopo la Sagra della primavera non scrisse più per l’orchestra normale per circa un
decennio. S. impiegò le formazioni strumentali o gli strumenti isolati sia unendoli a voci
soliste e a complessi corali sia da soli.
Tre pezzi per quartetto d’archi: scritti nel 1914. Poco noti. Non la chiama Quartetto
d’archi, ma tre pezzi, cioè musiche non in forma di sonata (opposizione dialettica di due
temi distinti cui corrispondeva l’opposizione dei piani tonali della tonica e della
dominante – alternanza di piani tonali) e dove la parola quartetto non designa più una
forma ma semplicemente la formazione di un complesso strumentale.
Fissità degli elementi armonici e melodici e timbrici si contrappone l’estrema mobilità
delle strutture ritmiche. Le figure delle quattro parti strumentali danno sempre le stesse
nove note.
Altre due serie di pezzi per pianoforte a quattro mani. La prima serie è del 1915 s’intitola
Tre pezzi facili. La seconda è del 1917 e comprende Cinque pezzi facili. I Tre pezzi facili sono
una Marcia, un Valzer e una Polka.
Tre pezzi facili: ironia. La satira di S. non manca di una sua poesia: di quella poesia
malinconica e disincantata che emana dagli organetti e dai pianoforti meccanici.
Cinque pezzi facili: prevalgono aspetti poetici. L’Andante è uno dei pezzi più teneri
(molto vicino a Ravel). Anche l’Espanola è un omaggio alla musica iberica. Il terzo pezzo
allude alla sonorità dell’antico strumento slavo chiamato Balalaica. Il quarto pezzo è una
spiritosa Tarantella intitolata Napolitana (omaggio a Napoli). Solo nell’ultimo pezzo S. torna
a rovesciare l’acido del suo umorismo sulla danza che ebbe tanta voga nella Parigi
dell’800: il Galoppo, uno dei pezzi più divertenti di S.
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Tre pezzi per clarinetto solo: scritti per l’industriale e mecenate Werner Reinhart di
Winterthur (aveva sovvenzionato l’Histoire du soldat).
Il teatro da camera
Musica teatrale. S. creò in questo campo (mentre era in Svizzera) due dei suoi lavori più
originali, Renard e l’Histoire du soldat.
Histoire du soldat: sette esecutori. Argomento tratto dalla stessa raccolta di racconti russi
dell’Afanasjev che S. aveva recato con sé dalla Russia. Storia del soldato…Non è
tipicamente russa, si ritrovano anche nelle fiabe dei fratelli Grimm. Nella musica S. cercò
di attuare analoghe caratteristiche universali: rag-time nordamericano, fanfare
svizzere….Solo il motivo del violino che simboleggia l’anima del soldato si conserva una
chiara intonazione russa. Quando il racconto diventa azione il lettore tace, salvo nella
scena della partita a carte in cui il soldato si rivolge al lettore e l’interpella. L’intero lavoro
si divide in due parti. La prima di apre con la Marcia del soldato che torna a casa: un
ostinato del contrabbasso scandisce il ritmo delle crude melodie da marcia della cornetta
mentre il violino gratta spesso sulle corde con ostinazione: il soldato non vede l’ora di
arrivare. Incontro con il diavolo: trombone e cornetta cominciano ad insidiare la poetica
melodia del violino. La seconda parte comincia come la prima, cioè con la Marcia del
Soldato, segue poi la tronfia Marcia Reale in cui entra al palazzo del re. Alla lotta tra il
diavolo e il soldato si riferisce un Piccolo concerto. Poi il soldato strappa il violino al diavolo
e suona alla principessa tre danze moderne: Tango, Valzer e Rag-time. Segue la Danza del
diavolo. Il diavolo non può resistere e cade per terra. Al suono del Piccolo corale il soldato e
la principessa si abbracciano. Ma il soldato vuole rivedere la sua terra natale. Il passato è
tabù. Così cade nella mani del soldato passato il confine che se lo porta via al suono di una
Marcia trionfale. Si assiste al trionfo della percussione a cui il violino non resiste. Eterno
motivo faustiano dell’uomo che rinuncia alla sua anima per il possesso di beni materiale o
per conoscere l’inconoscibile.
Opere del periodo russo: si ispira a motivi popolari. Nelle musiche del periodo russo S.
non si limita all’uso di temi russi. Ci sono anche motivi di sapore orientale. Tuttavia nel
loro complesso tali musiche presentano aspetti intrinseci ed anche estrinseci tali da
giustificare quell’etichetta collettiva di “russe”.
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Periodo neoclassico: inaugurato nel 1919 con Pulcinella ma si dispiega solo quattro/cinque
anni più tardi. Nel frattempo S. pubblica 2 lavori che concludono il periodo precedente:
Mavra (1921-22) e Le nozze (finite nel 1923), quest’ultima con ancora protagonisti i riti
dell’antica Russia pagana.
Mavra: scritta nel 1921-22. Soggetto desunto dalla Casetta Kolomna di Pouchkin. Dedica allo
stesso+Tschaikowsky. Polemica col dramma lirico. Elementi russi, tzigani, occidentali e
jazzistici. Comicità. Opera buffa. L’opera comincia con la canzone di Paracha la quale
rimprovera al suo innamorato, un baldo ussaro, la sua assenza prolungata. L’ussaro le
risponde con una romanza tzigana. Successivamente la madre di Paracha manda costei a
cercare una nuova domestica, essendo morta quella vecchia. Paracha torna con una solida
ragazza che non è altro che l’ussaro travestito il quale si fa chiamare Mavra. Tutti sono
contenti. Dopo un ardenti duetto d’amore Paracha si allontana con la madre. La finta
domestica si fa la barba e l’improvviso ritorno delle due donne rivela l’inganno. Scandalo,
svenimenti e grida. L’ussaro scappa dalla finestra e la tela si chiude. Nonostante l’assunto
buffonesco anche la musica di Mavra lascia un’impressione di malinconia e di amarezza.
La virata neoclassica
La prima di queste musiche è Pulcinella “balletto con voci e piccola orchestra, su temi,
frammenti e pezzi di Pergolesi”. Argomento tratto da un manoscritto trovato a Napoli e
datato al 1700.
Pulcinella: da questo balletto ha tratto una Suite in otto parti per sola orchestra senza
canto: Sinfonia, Serenata, Scherzino+Allegro+Andantino, Tarantella, Toccata. Composta con
temi e su temi altrui.Opere formulate a tratti o tutte su temi preesistenti. Grovigli di
dissonanze, laceranti contrappunti, motivi melodici di una disincarnata linearità.
Sinfonie di strumenti a fiato (estate del 1920): dedicata alla memoria di Debussy. Opera è
stata meno eseguita. Austerità. Sinfonia come gruppo di fiati che “sintonizzano” cioè
suonano insieme. Ulteriore religiosità di S..
Predilezione di S. per gli strumenti a fiato si manifesta pure nell’Ottetto per fiati scritto nel
1922-23.
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come l’apoteosi del pianoforte inteso come strumento a martelli.
Le cinque dita, otto melodie molto facili su cinque note: composte nel 1921. Funzione
didattica. Gli otto brani vengono a collocarsi degnamente in quella lunga serie di musiche
dall’assunto infantile, di cui lo stesso S. aveva già dato più d’un cospicuo esempio.
Concerto per pianoforte e orchestra di fiati (1924): solista ed interprete della propria
musica. Eterogeneità.
Sonata per pianoforte (1925): suonato dallo stesso S. a Venezia. Tutta la violenza è come
congelata. Sonata in senso preclassico, cioè semplicemente per designare secondo la sua
accezione etimologica un pezzo destinato ad essere SUONATO invece che CANTATO.
Dopo aver composto la Sonata S. intraprese la sua prima tournee negli USA. Gli venne così
l’idea di scrivere un lavoro pianistico in 4 parti delle quali ognuna doveva stare nella
facciata di un disco nel 1925 nasce la Serenata in là, in quattro movimenti che è costruita
tutta quanta intorno alla nota la.
Nel 1928 ritenne che era giunto il momento di dotare il suo repertorio di un altro lavoro
concertanteCapriccio per pianoforte ed orchestra, in tre movimenti (Presto, Andante
rapsodico, Allegro capriccioso).
I balletti neoclassici
Filone che si può definire come greco. Il primo lavoro è il suo opus due: Il fauno e la
Pastorella (1905-06). Lo stesso clima è anche nella Pastorale. Ma è nel periodo che va dal
1926 al 1934 che l’accostamento di S. al mondo antico si fa esplicito. Appartengono a
questa fase: Apollo, Oedipus Rex, Persefone, Duo Concertante, Orfeo…
Edipo: opera-oratorio in due atti su libretto di Cocteau tratto dalla tragedia di Sofocle e
tradotto in latino da Danielou. Ricorso a tragedia dettato da esigenza di staticità scenica.
Senso di tragica fatalità che governa i destini umani. Interiorizzazione del dramma.
Personaggi non muovono che le braccia e le teste. La scena non deve avere nessuna
profondità. Prima esecuzione nel 1927 a Parigi. Viene definito opera-oratorio proprio per
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via della staticità dei personaggi e la scena senza profondità. Più facile ingresso nel
repertorio concertistico. Articolazione estrinseca del discorso musicale è governata
dall’uso di classiche forme chiuse: Arie, Duetti, Cori…Identica formula metrica. Nella
scena finale il destino si rivela drammaticamente: Polibio è morto, ma egli non era che il
padre adottivo di Edipo, i cui genitori furono Laio, da lui assassinato e Giocasta che egli
sposò, secondo la predizione dell’oracolo Tiresia. Accordo in si minore…vibrati a lungo…
Persefone: rappresentata nel 1934. Orchestra normale, dei cori misti, un coro infantile.
Come solisti non c’è che la voce di Eumolpo, maestro di cerimonie del culto di Cerere. Il
ruolo di Persefone è mimato. Definizione del lavoro come melodramma inteso da S. come
recitazione accompagnata dala musica. È un’opera lirica + un balletto mimato. L’azione si
svolge in un atto suddiviso in tre quadri: Persefone rapita, Persefone agli inferi, Persefone
rinascente. Mito greco di Proserpina rapita da Plutone e diventata la regina degli Inferi
sotto il nome di Persefone. La madre di Persefone, Cerere, insegna al re Trittolemo a
lavorare la terra e il grano. Per intercessione di Giove Cerere riesce a convincere Plutone di
consentire che Persefone passi metà dell’anno sotto terra col marito e metà con la
madreciclo del grano il cui ciclo vitale ha luogo in primavera. Si parla di nuovo di un
crudele sacrificio umano (come nella Sagra della Primavera). Tragico pessimismo.
Le musiche concertanti
Duo concertante (1932) per violino e piano: ancora con la collaborazione di Dushkin.
Concerto per due pianoforti: pezzo da suonare con il figlio (prima esecuzione il 21
novembre 1935 alla Salle Caveau di Parigi). Una delle più grandiose composizioni di S. Il
Notturno e la prima e la terza Variazione costituiscono invece delle parentesi di una
delicata e serena poeticità. Spontanea gioia di suonare.
Le musiche americane
Dal 1914 S. non ritornò più in Russia. S. fu invitato a tenere un corso di poetica musicale
alla Harward University di Boston. Le lezioni di questo corso vennero raccolte nel volume
Poetique musicale. Con la guerra si stabilì definitivamente. Nel 1945 divenne cittadino
americano. Da allora l’attività creatrice di S. si svolge interamente in America.
Estremamente sensibile all’ambiente culturale, manca di contingenza sentimentale.
Prodigiosa facoltà di assimilazione (prima di lui solo Mozart).
Primo pezzo scritto negli USA: Tango per pianoforte solo (prima di questo c’erano stati il
tango nella Storia del soldato e un altro tra i Pezzi facili per cinque dita): 1940.
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La bandiera stellata (1941): trascrizione per coro misto e orchestra dell’Inno nazionale
americano. Fece molto rumore.
Danze concertanti (1941): richieste dall’orchestra di Los Angeles. Ritmi di danza senza
alcun riferimento ad un soggetto. Due anni più tardi Balanchine ne diede comunque
un’interpretazione coreografica. Ripensa alle sue musiche.
Circus Polka (1942): spassosissima, con sottotitolo composto per un giovane elefante.
Composizione scritta realmente in seguito ad una commissione del circo americano
Barlum e Bailey. Ironia di S. da acida è diventata affettuosa.
Scenes de Ballet (1944): su commissione di uno dei più grandi produttori di Broadway,
Billy Rose. Doveva servire da sostegno ad un balletto classico tipo Giselle, ma senza
argomento prestabilito. Si presentano come una Suite di movimenti di danza. Non volle
arrangiamenti di tipo jazzistico e presto entrò nel repertorio sinfonico.
Ebony Concert (1946): lavoro jazzistico scritto per l’orchestra jazz di Woody Herman.
Norvegian Moods, cioè Impressioni Norvegesi: con sottotitolo Quattro episodi per
orchestra. Musiche di commento per un film sullo sbarco in Norvegia. Si oppose ad ogni
manomissione. I cineasti di Hollywood insisterono e così S. ritirò la musica già impostata e
ne fece un lavoro autonomo. Si valse di un certo numero di motivi popolari norvegesi.
Sonata per due pianoforti (1943-44): carattere russo in virtù delle qualità espressive.
Velata nostalgia per il paese natio.
Canto elegiaco in tre movimenti per orchestra, intitolato Ode (1943): dedicata alla
memoria di Natalia Kussevitzky, moglie del direttore d’orchestra e fondatore delle
Edizioni musicali Russe che pubblicarono un gran parte delle prime musiche di S..
Elegia per viola sola (1944): dedicato a Alphonse Onnou, membro e fondatore del
Quartetto “Pro Arte” di Bruxelles. Problema che affronta e risolve è realizzare una reale
trame polifonica con i soli mezzi d’uno strumento essenzialmente monodico. Motivi
ispiratori dell’antica classica che ritornano nel balletto Orfeo che S. porta a termine nel
1947.
Ritorno al sinfonismo
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La musica di S. trae la sua articolazione discorsiva dall’accentuazione ritmica.
Nel 1940 S. riserva al mondo musicale la sorpresa di pubblicare una Sinfonia e cioè una
vera Sinfonia nel vero senso classico della parola. Si tratta della Sinfonia in do. Allusione
al ritmo del motivo principale della Quinta sinfonia di Beethoven.
Scherzo alla russa (1944): si richiesta di Paul Whiteman, promotore della formula del Jazz
sinfonico. Non possiede nessuna intrinseca qualità jazzistica. S. ne diede subito una
definitiva versione sinfonica.
Sinfonia in tre movimenti (1945), ovvero la terza: eseguita per la prima volta nel 1946.
Originariamente concepito come un lavoro sinfonico con pianoforte concertante. Poi per
arpa e pianoforte. Alcuni la considerano l’opera summa della sua arte. Impegno umano in
contrasto con la leggerezza del
Tragicità delle musiche si risolve in due direzioni: 1)in puro gioco, 2) valori ellenici e valori
cristiani.
S. uomo profondamente religioso. Assegna alla musica il compito di costituirsi a mezzo
atto a promuovere una comunione dell’uomo con l’Essere.
Numero delle opere di S. ispirate ai testi sacri non è rilevante:
Sinfonia di Salmi (1930)
Messa (1948): senza sollecitazione esteriore. Messa cattolica anche se lui era di professione
greco-orientale. Uso del testo latino, carattere e dimensioni (17 minuti), e intonazione del
Credo assegnata alla voce di un sacerdote. Ha ravvisato probabilmente
l’UNIVERSALITA’. Tranquillità e distacco dalle cose non sono il risultato di un
pessimismo ma di una tranquillità dovuta alla fede religiosa. Esclusione dei solisti
“virtuosi” del canto.
Tre cori liturgici (destinati alla liturgia bizantina).
Cantata intitolata Babel (1944): concepita come una parte dell’opera collettiva basata sui
testi della Genesi che il compositore e mecenate Shilkret commissionò nel 1944 ad alcuni
tra i più noti musicisti: Il Prologo fu composto da Schonberg, la Creazione dallo stesso
Shilkret, la Caduta dell’uomo da Tansman, Caino e Abele da Milhaud, Il Diluvio da
Castelnuovo-Tedesco, Il Messaggio da Bloch e la Torre di Babele da S.
L’intero ciclo fu eseguito per la prima volta a L.A. nell’ottobre 1946.
Culmine e fine del neoclassicismo strawinskyano: “The rake’s progress” (Carriera d’un
libertino)
S. continuò a semplificare la sua musica. Tutto questo trova il suo culmine nell’opera in tre
atti intitolata “The rake’s progress” condotta a termine nel 1951 (prima rappresentazione al
Teatro La Fenice di Venezia). Fiaba morale. Auden come librettista. Su spunto di Hogart
(sperpero dell’eredità, matrimonio ad una brutta donna...); essi aggiungono 1) la storia di
Mefistofele, 2) partita a carte con il diavolo, 3) mito dei tre desideri (ricco, felice, buono
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che sono in relazione con le tre tentazioni, desiderio del piacere, dell’assoluta libertà
spirituale e desiderio di diventare salvatore del mondo). Eroe Tom Rakewell riassume
tratti dei personaggi come Don Giovanni, Faust, Ermanno della Dama di Picche di
Tchaikowsky. Mister Nick Shadow è un misto tra Mefistofele e Leporello...Opere divisa in
tre atti e ogni atto comprende tre scene.
PRIMO ATTO
Prima scena
Giardino della casa di Trulove, padre di Ann, fidanzata di Tom. Il padre offre a Tom un
posto come contabile che lui rifiuta perché più ambizioso. Un arabesco del clavicembalo
segna l’ingresso di Nick Shadow che gli annuncia l’eredità e lo convince a seguirlo a
Londra. Il compenso tra un anno e un giorno.
Seconda scena
Terza scena
Ann triste per non avere più notizie. Sa che Tom ha bisogno di lei.
SECONDO ATTO
Prima scena
Seconda scena
Terza scena
Lite tra Baba e Tom. Introduzione nella camera di una macchina che Nick dice che libera
l’umanità dal bisogno.
TERZO ATTO
Prima scena
Vendita all’asta degli averi di Tom. Arriva Ann per avere sue notizie. Tom impazzisce.
Seconda scena
Nel cimitero. Sono passati l’anno e il giorno. Nick esige il suo compenso, cioè l’anima.
Tom dovrà uccidersi con un’arma a sua scelta, ma prima ha l’ultima possibilità di giocare
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la sua anima a carte. Duetto con meccanicità. Alla fine la forza dell’amore di Ann aiuta
Tom a vincere ma perderà il senno.
Terza scena
Manicomio di Londra. Tom si crede Adone e scambia Ann per Venere. Con una Ninna-
nanna semplice e tenera Ann addormenta Tom. Risvegliandosi Tom muore, invocando
Venere e Orfeo.
Motivo cristiano. Un miracoloso atto d’amore può salvare l’uomo dalle crudeli forze
oscure. La salvezza però riguarda solo la redenzione dell’anima. Per soddisfare la legge
della giustizia assoluta egli deve pagare con la perdita della ragione e della vita.
Primo lavoro composto dopo Rake’s Progress, cioè con la Cantata per soprano, tenore,
coro femminile e piccolo complesso strumentale. Esso comprende inoltre il Settimino, i
Canti di Shakespeare, In Memoriam Dylan Thomas, il Canticum ad Honorem Sancti Marci
Nominis, il balletto Agon e altri recenti lavori di S.
Scopo di riconquistare quella unità di linguaggio che essa aveva smarrito al crocevia post-
romantico.
Si muove per gradi verso l’altra ala della sensibilità musicale contemporanea.
Il primo passo lo compie nella Cantata (1952). Serie di suoni che si presentano
alternativamente in forme dirette, inverse e retrograde. La linea di sviluppo inaugurata da
S. con la Cantata si accentua nel suo lavoro successivo, il Settimino per clarinetto, corno,
fagotto, pianoforte, violino, viola e violoncello composto nel 1953. Il motivo seriale è unico.
Tre canti da William Shakespeare: per mezzo soprano, flauto, clarinetto e viola. Organica
strutturazione seriale. La serie su cui esso si basa comprende 12 suoni.
In memoriam Dylan Thomas (1954): morì in tragiche circostanze mentre era in viaggio
per sottoporre a S. il progetto di un libretto d’opera. Primo pezzo del tutto cromatico di S.
Greeting Prelude for the eightieenth birthday of Pierre Monteux: dura solo 45 secondi.
Treni, id est Lamentatio Jeremiae Prophetae (1958): assimila elementi della tradizione
ebraica.
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