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La Costituzione venne approvata il 22/12/1947 e promulgata il 27/12/1947 dal capo provvisorio Enrico de
Nicola. Essa entrò in vigore l’anno successivo. La Costituzione italiana è popolare, rigida, lunga e
programmatica. Popolare: perché coinvolge la popolazione con l’elezione di un’assemblea costituente o con
un referendum. Rigida: perché non è modificabile. Lunga: perché oltre a disciplinare l’assetto dello Stato dà
indicazioni sui diritti e doveri dei cittadini (vita associata dei cittadini). Programmatica: perché
“riempendola” in maniera programmatica di contenuti nel tempo, con interventi legislativi, questi diventano
sostanziali.
La Costituzione rappresenta l’atto finale di un processo iniziato con la fine della seconda guerra mondiale e
la sconfitta del fascismo e che vide due tappe fondamentali: il referendum istituzionale, che il 2 giugno del
1946 sancisce la Repubblica, e l’elezione dell’Assemblea costituente, che nomina una Commissione di 75
membri per elaborare la Costituzione.
Principi fondamentali e valori della carta costituzionale, ossia gli ideali che possono essere
universalmente e permanentemente condivisi (artt. 1-12);
Ordinamento della Repubblica ossia funzioni dei vari organi dello Stato (artt. 55-139);
Disposizioni transitorie e finali che permettono un passaggio tra il vecchio e il nuovo ordinamento
giuridico (artt. I-XVIII).
Il Parlamento
Esso è l’assemblea che rappresenta il popolo, ha la funzione legislativa ed esercita il controllo sull’operato
del governo. La sua struttura è delineata nella Costituzione Parte II, Titolo I dagli artt. 55 a 82.
Camera dei deputati: Numero dei deputati eletti 630 + 12 eletti nella Circoscrizione Estero (art. 56,
comma 2 Cost.). Può essere eletto a deputato chi ha compiuto 25 anni (art.56, comma 3 Cost.), mentre gli
elettori della Camera dei deputati sono tutti i cittadini maggiorenni.
Senato della Repubblica: Numero dei senatori eletti 315 + 6 nella Circoscrizione Estero. I senatori
sono eletti a suffragio universale. Per essere eletto a senatore bisogna aver compiuto 40 anni, mentre gli
elettori del Senato sono quelli che hanno superato i 25 anni.
I sistemi elettorali
Il sistema elettorale è il complesso di regole che devono essere applicate alla procedura della selezione dei
rappresentanti dei cittadini. Essi sono molteplici. I più comuni sono:
Il maggioritario che si suddivide in quello a turno unico (o plurality), quello a doppio turno (o
majority) e quello di lista;
Il proporzionale, in cui i seggi sono divisi in proporzione fra i gruppi di candidati, inseriti nelle liste.
Il sistema elettorale in Italia dopo il referendum del 18 aprile 1993, da misto (sostanzialmente proporzionale)
si è trasformato prevalentemente in maggioritario. Poi, con la legge n.270 del 2005, è divenuto un sistema
proporzionale a liste bloccate con premio di maggioranza.
Le sedute sono, di regola, pubbliche e le votazioni sono a scrutinio palese (alzata di mano), o per appello
nominale, o a scrutinio segreto. Ognuna delle Camere elegge tra i propri membri sia un Presidente sia un
ufficio di Presidenza. Una legislatura dura 5 anni. Il Presidente della Repubblica può, in alcuni casi,
sciogliere anticipatamente le Camere ed indire nuove elezioni.
Secondo il principio della separazione dei poteri spetta alle Camere esercitare il potere legislativo. Le norme
giuridiche poste in essere dalle Camere sono contenuti in atti che assumono il nome di Leggi Formali
(distinte in leggi ordinarie che sono dirette a disciplinare la vita della collettività e leggi costituzionali che
sono rivolte a cambiare la Costituzione).
Iniziativa legislativa, che consiste nella presentazione ad una delle camere di una proposta di legge
da parte del Governo (con i disegni di legge), dal popolo (con progetti di legge sottoscritti da almeno 50.000
elettori), dai consigli regionali, dai singoli membri delle Camere e dal CNEL (Consiglio nazionale
dell’economia e del lavoro);
Approvazione delle Camere. Tutte le proposte sono prima esaminate dalle commissioni permanenti,
dopo passano a ciascuna Camera e poi vengono approvate se riportano il voto favorevole della maggioranza
dei presenti in aula.
NOTA: Tale iter può modificare una legge ordinaria ma non costituzionale perché la Costituzione italiana
non è flessibile! Per cambiare la Costituzione è necessaria una legge costituzionale che segue un diverso iter:
il disegno di legge costituzionale deve essere approvato da ciascun ramo del Parlamento con due distinte
deliberazioni, tra le quali devono intercorrere almeno tre mesi. La maggioranza dei parlamentari, nelle
votazioni, deve essere assoluta. Nel caso in cui la deliberazione, nella seconda votazione di ciascuna delle
Camere, non sia avvenuta a maggioranza di due terzi dei loro componenti può essere richiesto un referendum
confermativo. Quest’ultimo può essere proposto da un quinto dei membri di una delle due camere, da cinque
consiglieri regionali o da 500.000 elettori.
La funzione legislativa del popolo.
Il popolo può esercitare funzione legislativa direttamente con un referendum (da 500.000 elettori o da 5
Consigli regionali) per abrogare totalmente o parzialmente una legge o un atto come i decreti-legge e i
decreti legislativi (ma il referendum non è ammesso per le leggi tributarie o di bilancio; per le leggi che
riguardano l’amnistia o l’indulto; per le leggi che autorizzano la ratifica dei trattati internazionali che invece
sono leggi d’indirizzo politico che permettono al Parlamento di partecipare direttamente alla direzione
politica dello Stato). La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la
maggioranza degli aventi diritto e se è raggiunta la maggioranza dei voti validi.
L’ordinamento giuridico, per consentire al Parlamento di giudicare l’operato del Governo, ha predisposto
alcuni strumenti: l’interrogazione, l’interpellanza, la mozione e le inchieste parlamentari.
Governo
Funzione esecutiva. E' formato dal Presidente del Consiglio e dai Ministri che a loro volta formano il
Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio viene nominato dal Presidente della Repubblica e coordina
l’attività dei vari ministri a capo di un ministero. Il Presidente del consiglio può essere assistito da un gruppo
ristretto di ministri che prende il nome di Consiglio di Gabinetto, costituito da alcuni ministri scelti, e che ha
il compito di esaminare le linee generali dell’attività del governo (anche se la decisione finale spetterà
sempre al Consiglio dei ministri).
Per poter formare il governo bisogna passare le fasi seguenti: consultazioni, incarico, nomina e giuramento .
Il Presidente della Repubblica avvia le consultazioni e una volta terminate conferisce l'incarico di Presidente
del Consiglio alla persona prescelta, il quale scioglie la riserva solo se è in grado di assicurare un nuovo
esecutivo e di poter ottenere la fiducia in Parlamento. Il Presidente del Consiglio e i ministri, prima di
assumere le loro funzioni, devono prestare giuramento nelle mani del Presidente della Repubblica. Inoltre, il
Governo deve presentarsi alle Camere con il programma ben definito per avere la fiducia. Il Parlamento può
revocare la fiducia al Governo e farlo dimettere in qualsiasi momento.
Egli cura i rapporti istituzionali con il Presidente della Repubblica e il Parlamento. Controfirma le leggi e gli
atti aventi forza di legge.
Esso è un organo collegiale formato dal Presidente del Consiglio e dai Ministri. Tutte le decisioni più
importanti del governo devono essere discusse e approvate nel Consiglio dei Ministri. Le loro riunioni non
sono pubbliche.
Ministri
pubblica amministrazione. Si dividono in ministri con portafoglio = ministri che sono a capo di un Ministero;
e ministri senza portafoglio = che non sono a capo di nessun ministero, però svolgono funzioni importanti.
I ministri sono, a livello collegiale, responsabili degli atti del Consiglio dei ministri e, a livello individuale, di
quelli dei loro dicasteri. La responsabilità collegiale è politica. I ministri sono responsabili nei confronti del
Parlamento. La responsabilità individuale può essere: civile (quando cagiona un danno ad un soggetto) e
penale (quando viola una norma di diritto penale sia come ministro che come cittadino).
Non svolgono una funzione amministrativa attiva, bensì una funzione di iniziativa, di controllo oppure
consultiva a favore del Governo. Sono:
CNEL è un organo di consulenza delle Camere e del Governo per le materie e secondo le funzioni
che le sono state attribuite dalla Legge. È costituito da 64 membri, più il Presidente, i quali rappresentano
tutte le categorie produttive;
La Corte dei Conti: esercita il controllo sulla Gestione del bilancio dello Stato ma anche sul
patrimonio delle amministrazioni pubbliche.
L’Avvocatura dello Stato: svolge il compito primario di Assistere e Difendere lo Stato e, più in
generale, le Pubbliche amministrazioni nei giudizi in cui sono parte.
La funzione giurisdizionale è una delle funzioni fondamentali dello Stato, attuata attraverso
funzionari dello Stato che si denominano Magistrati. Lo Stato con il potere giurisdizionale assicura
l’osservanza delle norme giuridiche.
La Costituzione del 1948 prevedeva l’istituzione delle Regioni ma il dettato costituzionale trovò
attuazione sono negli anni 70 del secolo scorso. Nel 1997, con la riforma Bassanini, vengono
ampliati i compiti delle Regioni e degli Enti Locali (numerose funzioni amministrative passano agli
Enti locali, tranne la difesa, l’ordine pubblico, la scuola, l’università, la giustizia e la sanità). Ma il
cambiamento effettivo in senso federalista si ha con la Legge costituzionale n.3 del 18 ottobre
2001 che modifica il Titolo V della Costituzione. Le maggiori novità riguardano:
Solo in materia di istruzione scolastica Stato e Regioni hanno competenza legislativa concorrente.
Lo Stato stabilisce i principi generali (durata e tipologia dei corsi, gli esami e le certificazioni, valore legale
del titolo, gli obiettivi d'apprendimento ed i crediti).
Le Regioni ne assicurano l'organizzazione sul territorio. Hanno inoltre una certa autonomia nel creare reti
con altre scuole e soprattutto in materia didattica, organizzativa e di sperimentazione, ricerca e sviluppo.
Gli Uffici scolastici regionali hanno a volte competenze esclusive a volte concorrenti. Sono un autonomo
centro di responsabilità amministrativa, attuano le direttive e sostengono le singole istituzioni scolastiche.
2.2. Le competenze delle Regioni e degli Enti locali in materia d'Istruzione e formazione
La Legge n. 59 del 1997 (Legge Bassanini) trasferisce alle Regioni e agli Enti locali “tutte le funzioni e i
compiti amministrativi localizzabili”; sono esclusi l'istruzione universitaria, gli ordinamenti scolastici,
l'organizzazione generale dell'Istruzione, lo stato giuridico del personale.
Il Decreto legislativo (d.lgs.) n. 112/98 procede all'individuazione delle competenze e dei servizi da
decentrare in campo amministrativo, tra cui:
Alle province, in relazione all'istruzione secondaria superiore, e ai Comuni, in relazione agli altri gradi
inferiori di scuola, sono attribuiti in campo scolastico, i seguenti compiti (tra gli altri):
i servizi di supporto organizzativo per gli alunni con handicap o in situazione di svantaggio;
I Comuni, anche in collaborazione con le Province, esercitano inoltre funzioni in materia di:
interventi perequativi;
Il Regolamento sull'autonomia delle istituzioni scolastiche, d.P.R. n. 275 del 1999, delinea un nuovo assetto
di attribuzione in ambito didattico-curricolare, organizzativo e di ricerca, sviluppo e sperimentazione.
Le interazioni proficue sono realizzate nel POF (Piano dell'offerta formativa) che sono l'espressione della
scuola e dei diversi bisogni del territorio e dell'ente locale.
Le istituzioni sono altresì obbligate ad organizzare interventi di recupero, sostegno, continuità e orientamento
scolastico e professionale e coordinare le proprie iniziative con quelle locali.
Parte Prima
Capitolo 3
LE ORGANIZZAZIONI COMPLESSE E LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
(elaborato da Dani_Giammi)
CAPITOLO 4
L’art 97 della Costituzione definisce i due principi generali che devono caratterizzare i pubblici
uffici:
buon andamento
imparzialità
Il buon andamento è un concetto metagiuridico che riguarda non solo la buon amministrazione ma
anche la buona gestione finanziaria, come definito nella carta fondamentale dei diritti dell’UE, che
aggiunge ulteriori connotazioni a tale concetto, sancendo: il diritto ad un trattamento equo da parte
dell’amministrazione pubblica, il diritto dei cittadini ad essere preventivamente ascoltati prima che
si proceda nei loro confronti, il diritto al risarcimento, il diritto a ricevere risposta nella propria
lingua. Dunque, il buon andamento è un principio che si ricollega all’ordinamento comunitario e si
basa sulla certezza del diritto e sul legittimo affidamento. Nel quadro normativo si esplica mediante
la definizione di un iter che deve seguire il procedimento: obbligo di conclusione, di motivazione,
rintracciabilità del responsabile del procedimento stesso, diritto di partecipazione e accesso. Tale
ultimo principio si riferisce soprattutto alla scuola non solo nell’ottica della collegialità ma anche
nella possibilità dell’esercizio del diritto di partecipazione alla formulazione dell’offerta formativa e
di tutti gli atti relativi al servizio scolastico.
La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti solo alla legge (art.101
Cost). La funzione giurisdizionale è esercitata da magistrati ordinari. Non possono essere istituiti
giudici straordinari o giudici speciali. Possono soltanto istituirsi presso gli organi giudiziari ordinari
sezioni specializzate per determinate materie, anche con la partecipazione di cittadini idonei
estranei alla magistratura. La legge regola i casi e le forme della partecipazione diretta del popolo
all'amministrazione della giustizia (art. 102 Cost.).
Il Consiglio di stato e gli organi di giustizia amministrativa hanno giurisdizione per la tutela nei
confronti della pubblica amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie indicate
dalla legge, anche dei diritti soggettivi. La Corte dei Conti ha giurisdizione nelle materie di
contabilità pubblica e nelle altre specificate dalla legge. I tribunali militari in tempo di guerra hanno
la giurisdizione stabilita dalla legge. In tempo di pace hanno giurisdizione soltanto per i reati
militari commessi da appartenenti alle Forze armate. (art. 103 Cost)
L’autorità giudiziaria dispone direttamente della polizia giudiziaria. (Art. 109. Cost)
Ferme le competenze del Consiglio superiore della magistratura, spettano al Ministro della giustizia
l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia. (Art. 110 Cost)
La giurisdizione si attua mediante il giusto processo regolato dalla legge.Ogni processo si svolge
nel contraddittorio tra le parti, in condizioni di parità, davanti a giudice terzo e imparziale. La legge
ne assicura la ragionevole durata.Nel processo penale, la legge assicura che la persona accusata di
un reato sia, nel più breve tempo possibile, informata riservatamente della natura e dei motivi
dell’accusa elevata a suo carico; disponga del tempo e delle condizioni necessari per preparare la
sua difesa; abbia la facoltà, davanti al giudice, di interrogare o di far interrogare le persone che
rendono dichiarazioni a suo carico, di ottenere la convocazione e l’interrogatorio di persone a sua
difesa nelle stesse condizioni dell’accusa e l’acquisizione di ogni altro mezzo di prova a suo favore;
sia assistita da un interprete se non comprende o non parla la lingua impiegata nel processo.
Il processo penale è regolato dal principio del contraddittorio nella formazione della prova. La
colpevolezza dell’imputato non può essere provata sulla base di dichiarazioni rese da chi, per libera
scelta, si è sempre volontariamente sottratto all’interrogatorio da parte dell’imputato o del suo
difensore. La legge regola i casi in cui la formazione della prova non ha luogo in contraddittorio per
consenso dell’imputato o per accertata impossibilità di natura oggettiva o per effetto di provata
condotta illecita. Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati. Contro le sentenze e
contro i provvedimenti sulla libertà personale, pronunciati dagli organi giurisdizionali ordinari o
speciali, è sempre ammesso ricorso in Cassazione per violazione di legge. Si può derogare a tale
norma soltanto per le sentenze dei tribunali militari in tempo di guerra. Contro le decisioni del
Consiglio di Stato e della Corte dei conti il ricorso in Cassazione è ammesso per i soli motivi
inerenti alla giurisdizione.( Art. 111 Cost.)
Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei diritti
e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa.Tale tutela
giurisdizionale non può essere esclusa o limitata a particolari mezzi di impugnazione o per
determinate categorie di atti.La legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli
atti della pubblica amministrazione nei casi e con gli effetti previsti dalla legge stessa. ( Art. 113
Cost.)
Tale attività complessa e diversificata viene esercitata non solo dal Governo e dagli organi che da
esso dipendono ma anche da enti pubblici territoriali e dagli enti strumentali.
Governo. E' formato dal Presidente del Consiglio e dai Ministri che a loro volta formano il
Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio e i ministri vengono nominato dal Presidente
della Repubblica. Essi prestano giuramento davanti al Presidente della Repubblica. Per poter
formare il governo bisogna passare le 3 fasi seguenti: consultazioni, incarico, nomina e giuramento.
Il Presidente della Repubblica avvia le consultazioni e una volta terminate conferisce l'incarico di
Presidente del Consiglio alla persona prescelta, il quale scioglie la riserva solo se è in grado di
assicurare un nuovo esecutivo e di poter ottenere la fiducia in Parlamento.
Consiglio dei Ministri. E’un organo collegiale formato dal Presidente del Consiglio e dai Ministri.
Tutte le decisioni più importanti del governo devono essere discusse e approvate nel Consiglio dei
Ministri. I Ministri svolgono le funzioni amministrative utili ad attuare il programma di governo
tramite la pubblica amministrazione.
Le regioni e gli enti locali. L’art. 5 della Costituzione enuncia: “La Repubblica, una e indivisibile,
riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio
decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze
dell'autonomia e del decentramento. ”Art. 114: “La Repubblica è costituita dai Comuni, dalle
Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e dallo Stato”.
regioni ordinarie:ai sensi dell’art. 116, comma 3 della Costituzione ad ogni regione a statuto
ordinario (deliberato dal Consiglio regionale a maggioranza assoluta e poi approvato dal
Parlamento nazionale con legge ordinaria) spetta il potere di definire nel rispetto delle norme
Gli organi della Regione sono costituiti dal Consiglio Regionale, dalla Giunta Regionale e dal
Presidente. Il Consiglio regionale dura in carica 5 anni (art. 5 L.n. 165/2004); esercita la funzione
legislativa mediante l’approvazione delle leggi regionali. Al Consiglio spetta anche la deliberazione
dello Statuto (successivamente approvato con legge del parlamento) e dei regolamenti esecutivi di
leggi regionali. La Giunta Regionale è formata dagli assessori (ciascuno di essi si occupa di un
ramo dell’amministrazione regionale) e dal Presidente della giunta regionale, eletto direttamente dal
popolo. Il Presidente svolge le seguenti funzioni:
1. convoca e presiede le riunioni di giunta;
La Provincia è definita dall’art. 3 comma3, del Dlgs n. 267/2000 come “ente locale intermedio tra
comune e regione”. Le sue funzioni sono:
Le Province devono:
1. fornire gli edifici, gli arredi ed ogni strumento organizzativo per il funzionamento delle
1. garantire supporto scolastico e servizi agli alunni con handicap o in situazioni di svantaggio;
Presidente del Consiglio provinciale, ha autonomi poteri di direzione dei lavori e delle
attività del
La Giunta Provinciale è composta dal Presidente e da un numero pari di assessori stabilito dallo
Statuto. La giunta è un organo collegiale composto dal presidente della provincia, che la presiede, e
da un numero di assessori, stabilito dallo statuto provinciale, che non deve essere superiore a un
quarto (arrotondato) del numero dei consiglieri provinciali (computando a tale fine anche il
presidente della provincia) e comunque non superiore a dodici (art. 47 del d.lgs. 267/2000, come
modificato dall'articolo 2, comma 23, della legge 244/2007). La sua funzione è al livello
amministrativo (D. Lgs. N° 267/2000 art. 48).
Il Presidente della Provincia viene eletto insieme all’elezione del Consiglio provinciale con
suffragio universale e diretto. Le sue funzioni sono:
Il Comune è l’ente pubblico locale, cui spettano le funzioni amministrative d’interesse comunale.
creare un piano di assistenza e di diritto allo studio a studenti capaci, meritevoli, privi di
mezzi e ai disabili;
Inoltre ai comma 2 e 3 dell’art. 139 del D.Lgs. n. 112/1998, i Comuni anche in collaborazione con
le Province e le comunità montane devono:
Secondo il D.Lgs. 267/2000 (Testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali) il Consiglio
Comunale è un organo collegiale formato da un numero di membri, stabilito dalla legge in base al
numero della popolazione residente nel Comune, eletti dai cittadini per una durata di cinque anni. Il
Consiglio Comunale è l’organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo del Comune.
La Giunta Comunale, sulla base degli obiettivi che vengono stabiliti consiglio, si occupa di
predisporre un documento che si chiama (Piano Esecutivo di Gestione = P.E.G.) con cui affidano
tutte le risorse (umane, finanziarie, strumentali..) necessarie a realizzare tali obiettivi alla dirigenza
che dovrà difatti provvedere ad effettuare tutti i procedimenti per realizzarli. Il Sindaco è
responsabile dell’amministrazione comunale. Viene eletto insieme all’elezione del Consiglio
comunale con suffragio universale e diretto. Egli rappresenta l’ente, convoca e presiede la Giunta;
nomina e revoca gli assessori, nomina i responsabili degli uffici e dei servizi. Ai sensi dell’art. 54
del D.Lgs. n. 267/2000 è anche Ufficiale di governo a livello locale, e in tale veste esercita
specifiche funzioni in materia di anagrafe e stato civile e in materia di ordine pubblico e della
sicurezza. Inoltre come autorità locale emana ordinanze in materia di emergenza sanitaria o di
igiene pubblica; coordina gli orari di apertura al pubblico degli uffici pubblici del territorio
comunale.
Consiglio di Stato
Consob
Banca d’Italia
Commissione per di garanzia per l’attuazione della legge sul diritto allo sciopero
1. un atto di diritto pubblico o atto amministrativo vero e proprio, nel caso in cui la P.A. pone
la propria supremazia nei confronti del cittadino;
atti discrezionali in cui il provvedimento viene emesso previa valutazione motivata degli
interessi in causa
un atto di diritto privato (ad esempio la stipula dei contratti avviene secondo la disciplina del
Codice Civile);
Per far sì che un atto amministrativo sia valido gli organi emettono il proprio parere, che può essere:
- obbligatorio o facoltativo
L'atto amministrativo di una P.A. per essere valido, deve essere in forma scritta, pena la nullità e
deve contenere:
- la sottoscrizione, in quanto per ciascun provvedimento la P.A. deve determinare una unità
organizzativa responsabile dell'istruttoria e dell'espletamento del provvedimento finale, all'interno
della quale il dirigente scolastico assegna a sè od ad un dipendente l'incarico di responsabile del
procedimento.
-collettivi quando le singole volontà dei soggetti che formano l’atto, pur concorrendo allo stesso
fine, rimangono distinte
In base ai CONTENUTI, possiamo distinguere quelli che ampliano la sfera giuridica dei singoli:
ammissioni
concessioni
autorizzazioni
dispense
rinunce
espropriazioni
ordini
punizioni
Interni
Esterni
particolari
generali
a) La fase preparatoria. Prima di deliberare l'atto e deciderne il contenuto l'autorità competente alla
sua emanazione deve acquisire ed elaborare i dati necessari quali, ad es., le condizioni di
ammissibilità e i requisiti di legittimazione, chiedendo anche, se occorre, pareri ad altri organi. In
tale fase la pubblica amministrazione gode della più ampia libertà per il compimento degli atti
necessari e vige il principio della libera valutazione delle prove.
b) La fase costitutiva. È quella in cui si decide il contenuto dell'atto e si provvede alla sua
formazione ed emanazione. Si riscontrano atti quali accordi preliminari (nel caso in cui l'atto debba
essere emanato di concerto tra più autorità), deliberazioni preparatorie, designazioni, autorizzazioni,
proposte, pareri ecc. Al termine di tale fase l'atto è formato e perfetto, ma manca di efficacia poiché
al conferimento di tale definitiva qualità è preordinata l'ultima fase.
c) La fase integrativa dell'efficacia. È distinta in due momenti: quello del controllo dell'atto e
quello della comunicazione, finalizzata a rendere noto l'atto agli interessati. Se l'atto è ricettizio la
comunicazione è obbligatoria e in sua mancanza il provvedimento adottato non produce alcun
effetto; se non lo è la comunicazione è finalizzata a consentire agli interessati un'eventuale
impugnativa.
In virtù della legge 241 7/8/1990 a differenza di quanto avveniva prima, oggi le pubbliche
amministrazioni devono determinare per ogni tipo di procedimento il termine entro cui deve
concludersi e qualora non provvedano a indicarlo deve terminare entro 30 giorni dalla data del suo
inizio. Tutti i provvedimenti amministrativi devono essere motivati. La legge ha inoltre privilegiato
l'aspetto della partecipazione del privato al procedimento amministrativo stabilendo i seguenti
fondamentali elementi: la pubblica amministrazione è tenuta a comunicare l'inizio del procedimento
ai destinatari del provvedimento finale oltre che a tutti coloro che, pur non essendo direttamente
interessati all'atto, possano riceverne qualche pregiudizio. Per garantire la trasparenza dell'attività
amministrativa i titolari di interessi giuridicamente rilevanti nei confronti dell'amministrazione
pubblica hanno diritto di prendere visione dei documenti amministrativi, tranne quelli coperti da
segreto di Stato.
"1. Il Consiglio di Stato e gli altri organi di giustizia amministrativa hanno giurisdizione per la
tutela nei confronti della Pubblica Amministrazione degli interessi legittimi e, in particolari materie
indicate dalla legge, anche dei diritti soggettivi".
"Contro gli atti della pubblica amministrazione è sempre ammessa la tutela giurisdizionale dei
diritti e degli interessi legittimi dinanzi agli organi di giurisdizione ordinaria o amministrativa. La
legge determina quali organi di giurisdizione possono annullare gli atti della pubblica
amministrazione nei casi e con gli effetti previsti dalla legge stessa ".
La legge n. 1034 demanda ai T.A.R. la materia de "i ricorsi per incompetenza, eccesso di potere o
violazione di legge contro atti e provvedimenti emessi dagli organi centrali dello Stato e degli enti
pubblici a carattere ultraregionale".
Appare quindi evidente che il ricorso al T.A.R. è normalmente per motivi di legittimità (solo nei
casi specifici previsti espressamente dalla stessa legge il T.A.R. si esprime con giudizi di merito): ne
risulta la simmetria fra la giurisdizione dei diritti soggettivi, demandata alla magistratura ordinaria,
e la giurisdizione degli interessi legittimi,demandata alla magistratura amministrativa.Quest'ultima,
pur godendo delle stesse prerogative di autonomia e indipendenza della magistratura ordinaria, non
appartiene però all'ordine giudiziario, amministrato dal Consiglio superiore della magistratura.
Consiglio di stato
Commissioni tributarie
Allo stesso giudice che ha pronunciato la sentenza nei casi di opposizione di terzo.
gli obiettivi assegnati al personale dirigenziale ed i relativi indicatori, mediante l’utilizzo di sistemi
premianti
Parte Prima_Capitolo 5
5.1 Introduzione
Il MIUR, nella sua configurazione moderna, nasce nel 2008, con il decreto legislativo
n°122, in seguito modificato con la Legge 133/2008, quando il Ministero della Pubblica
Istruzione torna ad accorparsi al Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della
Ricerca.
A livello nazionale esistono altri organismi che, pur essendo autonomi, risultano
collegati al Ministero:
Il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione che, in qualità di organo
puramente consultivo, elabora proposte ed esprime pareri obbligatori in materia di
politiche del personale della scuola, valutazione ed organizzazione generale del
sistema scolastico nazionale e sugli standard nazionali dell'istruzione.
In collaborazione con le Regioni e gli Enti locali, gli USR individuano e sviluppano la
necessaria offerta formativa, anche relativa all'educazione degli adulti ed all'istruzione
tecnica superiore. Essi assicurano l'uniformità dell'azione amministrativa per tutto ciò
che non sia di competenza delle singole istituzioni scolastiche e non sia riservato
all'Amministrazione centrale. Presso gli USR opera un corpo ispettivo composto da
dirigenti investiti dell'esercizio della funzione ispettiva tecnica ed un organo collegiale
a composizione mista competente in materia di coordinamento delle attività gestionali
e di valutazione degli obiettivi programmati dalle istituzioni scolastiche.
5.4 Struttura e competenze del sistema in ambito territoriale locale
E' invece grazie agli Uffici Scolastici Provinciali, ora diventati Uffici di Ambito
Territoriale, se l'anno scolastico riesce ad avere un inizio regolare ed ordinato. Gli URP
curano le procedure di istituzione ed aggiornamento delle graduatorie, l'esecuzione
delle pratiche inerenti lo stato giuridico del personale e le pratiche pensionistiche.
Anche gli URP hanno un ruolo di coordinamento e di raccordo con gli altri enti locali,
organizzazioni, associazioni a vario titolo coinvolte nei processi di formazione ed
istruzione in genere.
Nel passaggio da Usl a Asl, quindi in seguito all'ultima riforma sanitaria, le unità
sanitarie locali sono diventate delle aziende a tutti gli effetti, dotate di personalità
giuridica e di autonomia organizzativa, amministrativa, gestionale e tecnica. Con
questa evoluzione si concretizza definitivamente il passaggio da una concezione di
salute intesa come prevenzione e cura delle malattie ad una nuova concezione di
benessere non solo fisico, ma anche psicologico e sociale. Il nuovo approccio alla
tutela della salute si orienta proprio verso la realizzazione di tale condizione. L'attività
di prevenzione si trasforma dunque in promozione della salute. Le attività di
educazione alla salute sono ormai presenti in tutte le istituzioni scolastiche e
coinvolgono, a vari livelli, gli esperti, gli insegnanti, gli alunni ed i genitori.