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11/6/2021 La meridiana di Rennes Le Château • Altrogiornale.

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La meridiana di Rennes Le Château

31 Maggio 2021 By Gaetano Barbella

L’XI ora e la trama delle ombre


Prologo

«Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo.» (Qo 3,1),

inizia l’Ecclesiaste (Qoelet) sul conto del «tempo», e conclude

«Mi sono accorto che nulla c’è di meglio per l’uomo che godere delle sue opere,  perché
questa è la sua sorte. Chi potrà infatti condurlo a vedere ciò che avverrà dopo di lui?» (Qo
3,22).

Ma arriva anche il “tempo” della risposta a ciò che egli dice prima di questa conclusione,
ossia

«Chi sa se il soffio vitale dell’uomo salga in alto e se quello della bestia scenda in basso
nella terra?»(Qo 3,21).

Ed è, imprevedibilmente, una vecchia meridiana a Rennes-le-Château, al limite del bivio


che conduce alla famosa chiesa di Santa Maria Maddalena che quasi alla XI ora,
raccomanda di consultare il “profeta”, un’ombra sotto di essa quasi a bussare alla sua porta:
lui sa, lui dirà quel che occorre sapere.

Lui conosce le cose della terra e sa dire sui fatti dei soffi vitali.

Ed è da qui che inizia questo scritto e le cose della terra sono quelle di un borgo medievale
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Verso la Chiesa di Santa Maria Maddalena
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Il pellegrino consueto
diretto alla Chiesa di
Santa Maddalena,
meglio nota ai cultori
di esoterismo, come
la chiesa di Rennes-
le-Château un piccolo
borgo medievale della
Francia, che si profila
nella foto sopra
(illustr. 1), non si
distrae tanto dal
paesaggio che fa da
corteo alla ricercata
Dama, supposta
custode di chissà
quali arcani, e tesori
tanto ricercati in quel
sacro luogo. Su tutta
questa fama ha
contribuito molto un
libro di successo, Il
Codice da Vinci,
scritto da Dan Brown,
bestseller in tutto il
mondo. Infatti a
ragione di ciò, il
suddetto visitatore,
molto probabilmente
non è qui per
esprimere un voto di
devozione. Poco
contano per lui i
dettagli delle tracce
lungo la strada che
conduce alla chiesa
cui sono diretti. Egli, Illustrazione 1: Rennes-le-Château. Verso la Chiesa di Santa

come tutti gli altri Maria Maddalena. Si nota sull’estrema destra, al sommo della

visitatori, sono porta, una meridiana e sotto, l’ombra d’un volto che bussa per

convinti che si tratta entrare. Crediti: foto tratta di Google Maps.


di cose disposte
distrattamente nel
tempo e, perciò, non  c’entrano con ciò in merito a sì tanto pregio, lì nella chiesa della Santa
Maddalena. Eppure, se i loro occhi fossero tanto dilatati per tener da conto i suddetti
argomentati “dettagli”, come d’incanto, chissà, riuscirebbero a vedere che il tempo non è più
locale, ma passato, presente e futuro e d’un tratto lo scenario cambierebbe. Essi
riuscirebbero a sentire le testimonianze di un passato che attiene la storia in cui quella chiesa
fu teatro, insieme a tutto il borgo di Rennes, di episodi chiave per riuscire a svelare il
presente e un ricercato futuro. Di certo è più qui il luogo del tesoro nascosto di Rennes-le-
Château, ma non è riservato a chi non lo ha pagato nel corso della sua vita cosmica, al limite,
con “sangue” contante, attraverso il martirio, se si pensa quanto vi hanno contribuito i câtari
che dovettero subire atroci torture ed infine la morte sul rogo. Infatti c’è molta propensione a
ritenere che qui a Rennes-le-Château ci siano tracce importanti di un favoloso tesoro portato
da reduci Câtari, superstiti di una popolazione radicalmente estirpata in tutta Europa, tra il
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alla fine del loro pellegrinaggio in realtà svanisce, e per riempire questo vuoto progettano
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sempre nuovi “pellegrinaggi”. Ciò che vedono e toccano, a prima vista, sembra interessante,
ma poi queste non trovano esplicazioni soddisfacenti come speravano, per illuminare le 
menti offuscate in loro. Forse fu così  anche per la stesura del menzionato libro Il Codice da
Vinci che ha dato fama al suo autore. In fondo ciò che conta per tutti questi è ottenere fama e
denaro, come fu con la misteriosa storia di un certo prete, parroco di Rennes-le-Château,
appunto, ma se ne parlerà in seguito.

Fra i pellegrini suddetti ve n’è uno, diverso dal solito e molto strano, perché nel procedere
verso la chiesa scruta ovunque, volgendo continuamente lo sguardo attento su tutto il suo
orizzonte visivo. Si capisce che sono io preso per la mia visita a Rennes-le-Château,
nell’istradarmi metaforicamente verso la chiesa di questo antico borgo francese
dell’Occitania, un paesino sperduto dell’Aude, di 87 abitanti, in cima alla cresta di una
montagna selvaggia dell’Haut-Razés.

Questo è il racconto di un giorno a ritroso nel tempo su una “strada” della famosa Rennes-le-
Château, là dove termina in un bivio che frontalmente conduce alla chiesa della Santa Maria
Maddalena (illustr. 1).

Illustr. 2: Sulla sinistra della foto dell’illustr. 1 si nota una croce inconsueta e poi,
accanto, una bici e questa scritta sul muro: La Porte de Rennes. La croce: basta
inclinarla e diventa X, infatti così è la sua ombra. Crediti: foto di Google Maps.

Guardando a sinistra (illustr. 2) si nota un cippo sormontato da una croce inconsueta e,


accanto, una bici (un vista casuale tratta da Google Maps) e questa scritta sul muro del
negozio che si vede bene nella foto precedente: La Porte de Rennes. Stanco com’era, il
mendico in me, gli viene in mente di desiderare quella bici per non camminare ancora, ma
lui ne vedeva due, come altrettanti fantastiche ali con cui librarsi, a ragione della sua ombra
sul muro. E sempre nel pensiero cerca di montarvi per godere l’ebbrezza dell’aria sul viso,
però fu tutta un’illusione perché, a quel punto, tutto svanì in lui. Ma fu lesto a tenere a mente
due cose, la scritta sul muro, La Porte de Rennes e, volgendosi di scatto tutto a destra con
lo sguardo, fece a tempo a notare una meridiana al sommo di una porta. L’asta, o gnomone
come viene chiamata, di questo antico orologio murale segnava quasi l’ora XI (illustr. 1). E
dopo? Come nei sogni, di questo scenario non ci fu più traccia mnemonica e cominciò un
nuovo sogno, come a dire che egli proseguì verso la chiesa, sempre sulla carta, per sciogliere
chissà quali arcani in lui. Ma ciò che vide, l’indicazione sul muro e l’ora della meridiana, si
fissò bene nella sua mente. Ah! Non dimenticò quella strana croce, forse celtica, che si trova
anche Fanjeaux presso cui c’è il monastero di Prouille di San Domenico. I domenicani della
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Chiesa di Rennes-le- Château. Il demone Asmodeo

L’XI ora di un ombra di un raccomandabile monaco e


demone?
Tutto si prefigura nel « restare impressionati nel leggere questa scritta, “TERRIBILIS EST
LOCUS ISTE” sul frontone della chiesa di Rennes-le-Château. Vuol dire, questo luogo
incute terrore. Perciò se quel discusso abate, don Saunière, che decise di ristrutturarla nel
1891, in seguito al ritrovamento misterioso di un tesoro prezioso, o la scoperta di un segreto,
che gli fruttò milioni di soldi, decise di far colpo per legarla al mistero, ebbene ci riuscì in
pieno. C’erano tutti gli ingredienti per legarne tanti, di piccoli e grandi misteri, in cui domina
la leggenda del Sacro Graal come Sangue Reale, non senza il mistero sul tesoro trovato. Si
trattava delle leggendarie ricchezze del Tempio di Gerusalemme, che i Visigoti avevano
depredato saccheggiando Roma nel 410 d.C.? Era il tesoro dei Câtari, messo al sicuro
all’ultimo momento dai pochi sopravvissuti all’assedio di Montségur? Faceva parte del
misterioso tesoro scomparso dei Templari? Era l’espressione di un “segreto” storico di
enorme importanza, di carattere religioso oltre che politico? Mettiamo – l’aver scoperto la
tomba di una misteriosa prostituta, forse il luogo autentico di sepoltura di Maria Maddalena,
la peccatrice “redenta”? Ma c’è la risposta a tutte queste domande? ».

Non manca poi la misteriosa acquasantiera all’entrata della chiesa, sorretta dal demone
Asmodeo, che se vista nell’ottica del cattolicesimo, di certo fuori posto senza dubbio, cosa
vuol provocare nel pellegrino che vi si imbatte? Tutto questo per restare interdetti
nell’impatto con la chiesa concepita dal parroco Sauniere, nondimeno si son fatti commenti
da parte di cattolici conservatori non favorevoli sul contenuto esoterico prima accennato con
punti interrogativi. Come questo commento  di Massimo Introvigne che fa seguito, per
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Si tratta della sua


tesi, in favore dei
cattolici
conservatori,
avvalendosi del
libro “Sulle tracce
del Graal. Alla
ricerca
dell’immortalità. Il
mistero di Rennes
Le Château” di
Mariano Bizzarri e
Francesco Scurria.

Secondo gli autori,


«la leggenda dei
merovingi “divini”
è stata costruita ad
arte per nascondere
il vero segreto di
Rennes-le-Château:
il paesino dei
Pirenei è il centro
di influenze – non
divine ma
diaboliche – più
pericoloso del
mondo, e il
presunto Graal che
vi è nascosto – al
cui servizio si sono
messi di volta in
volta i celti con il
loro santuario tra i Illustr. 3: Chiesa di Rennes-le- Château. Il demone Asmodeo che
boschi, i catari, la regge l’acquasantiera.
famiglia di
Hautpoul e il
parroco Saunière – è una sorta di porta dell’Inferno che permette a forze demoniache di
dilagare nel mondo. […] E – una volta eliminati tutti i falsi – non si potrà forse escludere che
nel Settecento e nell’Ottocento, intorno a parroci che si dilettavano di esoterismo, si
muovesse effettivamente una piccola cerchia di appassionati di cose esoteriche in contatto
con ambienti di Carcassonne e di Tolosa, centri esoterici fra i principali dell’epoca in
Francia; appassionati che possono avere lasciato a Rennes-le-Château e dintorni una serie di
curiosi simboli astrologici, alchemici e massonici. Tutto questo, se presenta certo qualche
interesse, appartiene alla storia locale del milieu esoterico del Sud della Francia, e non ha
molti rapporti con i sogni grandiosi di eredi fisici di Gesù Cristo che, aiutati dal Priorato di
Sion, si candidano a dominare il mondo, sogni – questi sì – da consegnare alla pattumiera
delle storie costruite per denigrare la Chiesa cattolica, arricchire i furbi e ingannare i più
ingenui.».

Tuttavia commenta  concludendo Massimo Introvigne:

« […] specialisti dell’esoterismo – come è stato notato in una prima giornata di studi
accademici sull’argomento, promossa a Parigi nel 1995 dall’associazione Politica Hermetica
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dei titoli sul tema. Rennes le
Château nasconderebbe infatti – e non si tratta di un elenco completo – il segreto del Graal,

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la verità sul cristianesimo, l’identità dei veri pretendenti legittimi al trono di Francia, la vera
storia delle società segrete, le prospettive future del mondo, e – per buona misura – un tesoro
di valore inestimabile. Non sorprende che un buon numero di turisti arrivino con gli attrezzi
da scavo, anche se finora nulla di significativo è stato trovato benché si scavi da almeno
quarant’anni.».

Ma all’inizio ho scritto nel prologo:

“imprevedibilmente, una vecchia meridiana a Rennes-le-Château, al limite del bivio che


conduce alla famosa chiesa di Santa Maria Maddalena che quasi alla XI ora, raccomanda di
consultare il “profeta”, un’ombra sotto di essa quasi a bussare alla sua porta: lui sa, lui dirà
quel che occorre sapere.

Lui conosce le cose della terra e sa dire sui fatti dei soffi vitali.”

Nei racconti medievali sulla ricerca del Graal, capitava che lungo il percorso di un cavaliere
verso questa meta un monaco gli si parava innanzi per risolvere le sue incertezze
consigliandolo, e forse così potrebbe considerarsi il suddetto segno della meridiana di
Rennes-le-Château. Questo, se poco poco si è disposti a lasciarsi attrarre dal magnetismo
surreale di questo luogo, seppur molestati da quel terribile monito posto all’entrata sul
frontone della chiesa subito dopo la casa della meridiana in questione,  “TERRIBILIS EST
LOCUS ISTE”. Ma riflettendo sul segno della meridiana che segna l’XI ora, ci viene in
mente la favola di Cenerentola, con XII ora, la stessa cosa, che fu per lei un momento
cruciale per distoglierla dal meraviglioso ballo col principe dei suoi sogni, appena pochi
“attimi” prima del ritocco di mezzanotte che avrebbe fatto svanire la gioia di quel momento.
Ma una scarpetta rimase impigliata nel sogno…

Cosa vuol far capire l’XI ora? È uno stereotipo per significare che ci si riduce all’ultima
momento per fare ciò che non è gradito fare e che a volte comporta un gran sacrificio, presi
nel vortice dei vivere tranquillo – mettiamo per la gente per bene – e ligio per buon vivere
quotidiano. Come molti personaggi dello scenario della geo-carta mappale dell’illustr. 11. E
se all’ipotetica XI ora che si riteneva fatale, poi tutto si appiana diciamo: «Speriamo che la
prossima volta non ci ridurremo all’undicesima ora o a descrizioni come accordo
dell’undicesima ora».

Ma il l’Ecclesiaste citato all’inizio dice bene: « Per ogni cosa c’è il suo momento, il suo
tempo per ogni faccenda sotto il cielo. » (Qo 3,1). Si capisce che vale in genere anche per
avvertirci in tanti modi che sta per scadere l’XI ora. Uno di questi avvertimenti ce lo ha dato
in questi tempi un attore famoso e anche regista e produttore di un film, Leonardo DiCaprio
e il suo film è THE 11TH HOUR ossia L’UNDICESIMA ORA.

«L’undicesima ora per il genere umano è adesso, l’ultimo attimo nel quale è ancora possibile
cambiare e fermare la nostra corsa verso il collasso ecologico globale. L’attore Leonardo
DiCaprio è il produttore e la voce narrante di questo documentario sull’improrogabilità del
cambiamento, che ci racconta da dove veniamo, dove stiamo andando e, cosa più
importante, come possiamo cambiare. Grandi intellettuali come Mikhail Gorbachev e
Stephen Hawking ed esperti di sviluppo sostenibile come William McDonough, insieme a
molti altri, rivelano l’attuale e drammatica situazione del pianeta Terra. Incredibili immagini
di inondazioni, incendi, uragani, scioglimento dei ghiacci e crescenti montagne di rifiuti
giustapposte ad immagini di un futuro sostenibile ci esortano ad agire. Riusciremo ad
utilizzare le tecnologie innovative a nostra disposizione e a cambiare il nostro
comportamento per salvare il pianeta? Il momento critico è adesso; ma gli strumenti per
salvare questo straordinario pianeta azzurro per le generazioni future sono a portata di
Questo sitomano.» [da una
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Ma un giornoLeggi
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alla porta il Doppelgänger
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Può capitare di fare delle cose insolite, a volte riprovevoli, o “condividere” decisioni senza il
nostro consenso e non ci spieghiamo come avviene tutto ciò. Molto più avanti nell’età,
riflettendovi ci si rende conto che la nostra vita si è svolta in seguito ad una catena di eventi
come quelli appena accennati. Ma non con una sequenza secondo il loro ordine, bensì
disordinato, e a confermare il noto effetto farfalla dei matematici e fisici relativo alla teoria
del caos. Cioè ‘idea che piccole variazioni nelle condizioni iniziali producano grandi
variazioni nel comportamento a lungo termine di un sistema. “Una farfalla batte le ali a
Pechino e a New York arriva la pioggia invece del Sole”, per citare una frase a riguardo detta
nel film Jurassic Park di Steven Spielberg.

Se questo avviene nel mondo della materia dell’atomo, ancor potrà avvenire nel mondo
sensibile, per entrare nell’argomento del Doppelgänger, cioè il “doppio viandante”, che un
giorno bussa alla nostra porta. E già questa “doppiezza” ci porta alla consapevolezza che si
tratta di un essere astrale di doppia natura che va inteso nel senso di “bilocato” e che,
tradotto in italiano, vale per “alter ego” o “sosia”. Si tratta di un doppio ahrimanico che
tende ad offuscare la libera coscienza dell’individuo, istillandovi, come un parassita, pensieri
ed impulsi all’azione estranei al suo autentico modo di essere. Ed ecco l’XI ora fatale che
improvvisamente scocca prendendoci quasi sempre alla sprovvista.

La fisica quantistica poi ci spiega, dal canto della materia subatomica, del ruolo
fondamentale degli entangled, una sorta di Giano bifronte per trovarvi il nesso con quel
“doppio” da cui stare alla larga. Ma quando ci sfiora allora è la nostra vita che in qualche
modo cambia gradualmente, se non in modo fatale.

Nel migliore dei casi, essendo disposti ad aspettarci il suo sopraggiungere in qualche modo,
se non altro preavvertendolo senza averne la percezione fisica, egli non è diverso per lo stato
in cui si trova. da “bastian contrario” ha svolto la sua parte di svolgere il suo ruolo
all’insegna di quel demone Asmodeo dell’acquasantiera della chiesa di Rennes-le-Château.
(illustr. 3) Al Doppelgänger ben si addice la scritta  “TERRIBILIS EST LOCUS ISTE” sul
frontone della stessa chiesa!

Il primo giorno dell’impatto con lui – perché egli bussa continuamente – come un mendico,
si presenta alla nostra porta ma non lo avvertiamo, e chiede a modo suo l’elemosina.

All’inizio è pieno di boria, presuntuoso e arrogante, ed ha presa facile. Se siamo giovanotti


presi dalla vita e attratti dalle belle ragazze, il Doppelgänger è sulla loro pelle dalle belle
forme molto esposte, per stordirci. Naturalmente la cosa vale anche per le ragazze. Ma si può
traslare il genere di attrazione per altri infiniti “eldoradi” del desiderio umano.

Dipende da noi restare in equilibrio, a volte in un bilico difficile da mantenere, infine, fra
sconfitte e vincite giungiamo all’ora XIma, ma, non c’è da stupirci nel capire che il 
Doppelgänger non sia nel nostro stesso stato, pur restando con la sua indole di “bastian
contrario”. Se avessimo orecchie adatte per sentirlo ci accorgiamo che parla sommessamente
e in modo frammentario. È come se avesse perso tutta la forza deleteria del passato. Si è
ammansito e non fa più tanta paura, quasi ad aver compassione per lui.

Su questa estrema possibilità, nel passato si è affermato il concetto dell’apokastasi di cui uno
dei maggiori sostenitori fu Origene. Secondo lui, alla fine dei tempi avverrà la redenzione
universale e tutte le creature saranno reintegrate nella pienezza del divino, compresi Satana e
la morte: in tal senso, dunque, le pene infernali, per quanto lunghe, avrebbero un carattere
non definitivo ma purificatorio. I dannati esistono, ma non per sempre, poiché il disegno
salvifico non si può compiere se manca una sola creatura: “Noi pensiamo che la bontà di
Dio, attraverso la mediazione di Cristo, porterà tutte le creature ad una stessa fine” (De
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la sua ombra che lo segue passo
passo, e va considerato al pari di un compito da svolgere lungo l’arco della vita, per poi
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giungere da un occulto “coniunctio oppositorum”, che l’alchimia sa spiegare bene. Ma, in


genere è la fede mistica, che in modo interiore, svolge l’analogo ruolo benefico.

Più da vicino, in termini alchemici, si tratta del matrimonio dello Spirito e il Corpo, il
volatile e il fisso che si azzuffavano dilaniandosi. Il problema di questi due principi risiede
nella loro mancata integrazione, nella loro separazione. L’alchimista, quindi, non potendo
rinunciare né all’uno né all’altro, deve riuscire ad amalgamare e fondere insieme Spirito e
Corpo, realizzando, appunto la “coniunctio oppositorum”. Gli opposti devono prima lottare
divorarsi ed uccidersi a vicenda perché la loro unione possa realizzarsi. Questa operazione
ha due aspetti, quello del costringere la “terra corporea” e pesante ad elevarsi verso le
regioni dello Spirito e quello consistente nell’obbligare lo Spirito ad abbandonare i “cieli
filosofici”, ove può spaziare liberamente, costringendolo a discendere nelle regioni più
pesanti e condizionate dai vincoli terrestri perché possa vivificare rivitalizzare e “rendere
consapevole” il corpo. Si sarà capito ora quanto sia prezioso ma inflessibile Doppelgänger, il
“sergente addestratore di marines”!

«Il Doppelgänger si riferisce a un qualsiasi doppio o sosia di una persona, più comunemente
in relazione al cosiddetto gemello maligno o alla bilocazione; descrive anche il fenomeno
nel quale si vede la propria immagine con la coda dell’occhio. In leggende e romanzi è un
duplicato spettrale o reale di una persona vivente; nel folclore è inoltre descritto come uno
spirito incapace di scomparire. In alcune mitologie vedere il proprio Doppelgänger è un
presagio di morte, mentre visto da amici o da parenti di una persona può anche portare
sfortuna o annunciare il sopraggiungere di una malattia.»(3)

1. rennes-le-chateau-mistificatori-e-mistificazioni-sul-graal

2. Rennes le Château: quelques questions posées par un “mythe agglutinant”, in Politica


Hermetica, n. 9, 1995, pp. 194-208.

3. wikipedia.org/wiki/Doppelg

Gaetano Barbella, Rennes le Château

About author

Gaetano Barbella (Gaetano Barbella)


Gaetano Barbella é uno studioso eclettico dotato di singolari capacità
intuitive che, unite ad una considerevole abilità dell’uso di “riga e
compasso”, fanno di lui un singolare ricercatore. Egli è un diplomato
geometra ma è stato continuamente incline a erudirsi da autodidatta, tanto
da disporlo allo studio, in particolare, nel campo delle espressioni dell’arte
e dell’architettura. Nel caso di questi scritti si rivela un attento studioso di
argomenti dal tratto esoterico. Su queste linee ha scritto molti
saggi pubblicati sul web. Nel 2010 ha scritto un Ebook edito dalla Macro
Edizioni, “I Due Leoni Cibernetici”, in cui viene mostrata una singolare
ipotesi sull’annosa “quadratura del cerchio”. Gaetano Barbella vive a
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