UNIVERSITA’ SCOPERTO UN SISTEMA DI ANALISI CHE PUO’ UTILIZZARE QUANTITA’ BIOLOGICHE MINIME
Il metodo Urbino: il Dna viene dal nulla
Piero Angeloni: «La “Cyo” può dare nuovo impulso anche alle indagini su Yara» POIROT, Sherlock Holmes e cui abbiamo dimostrato che utiliz- formazioni (preziose ad esempio plessa. Il team di ricercatori urbi- Maigret al confronto impallidisco- zando la metodologia dell’ago per determinare lo stato di salute nati, di cui fanno parte anche Lau- no. Il nuovo metodo di analisi del aspirato è possibile prelevare in di una persona, ndr), è stato neces- ra Stocchi e Marco Rocchi, hanno Dna (Cyo) sviluppato dal Diparti- modo sostanzialmente non invasi- sario utilizzare metodi per l’anali- trovato un’altra strada. Il nome è mento di Scienze Biomolecolari vo e senza la necessità di ricorrere si del Dna che permettessero di Cyo e garantisce più affidabilità dell’Università degli Studi Carlo all’anestesia una quantità davvero farlo nel modo più accurato a par- nella valutazione del materiale ge- Bo di Urbino non ha precedenti minima di tessuto muscolare. tire da quantità minime di mate- netico. «Oltretutto — ha aggiun- in letteratura. Men che meno in Quantità minima ma sufficiente riale biologico». to il dottor Renato Panebianco — quella scientifica. «Nel 2007 — ha per ottenere un numero davvero è stata valutata l’opportunità di spiegato ieri il professor Vilberto significativo di informazioni a li- IL LAVORO suscitò sin dall’ini- rendere fruibili e visibili i risulta- Stocchi ripercorrendo le tappe vello molecolare riguardanti la zio grande interesse nella comuni- ti scientifici». All’importante con- dell’innovativa tecnica nel corso struttura e la funzione della cellu- tà scientifica, confermando il suc- di un convegno — è stato possibi- la del muscolo scheletrico». Ecco cesso nel 2010, in occasione di una nuova pubblicazione. Che co- DIRETTORE SCIENTIFICA DNA Il convegno all’Università le pubblicare un nostro lavoro in il punto: «Per ottenere queste in- sa conteneva di tanto importan- «Ogni anno si aprono quasi te? Il fatto di trovare applicazione mille fascicoli con analisi Dna nei diversi ambiti della ricerca Moltissimi risultati positivi» medico-biologica nonché nell’atti- vità investigativa della Polizia scientifica e dei Ris. Infatti alla ba- vegno urbinate ha partecipato an- se di tutto c’è la Pcr, cioè la reazio- che il questore Piero Angeloni, di- ne a catena della polimerasi, per rettore centrale della Polizia amplificare frammenti di acidi Scientifica: «Questo risultato è nucleici e raccogliere materiale ge- importantissimo per le nostre in- netico da utilizzare nelle successi- dagini e potremo renderle più ve- loci, anche per il caso di Yara ve analisi. Una di queste è la real- Gambirasio — ha affermato Pie- time Pcr usata soprattutto in me- tro Angeloni —. Ogni anno quasi dicina molecolare, nelle biotecno- mille fascicoli si aprono su reati logie, in microbologia e infine nel- che riguardano analisi di moleco- la diagnostica. Ebbene fino a que- le di Dna e, nel 90% dei casi, que- sto momento essa si avvaleva del sto porta a un risultato positivo cosiddetto metodo «Gold stan- per le nostre indagini». dard». Una procedura molto com- Emanuele Maffei
UNIVERSITA’ CERIMONIA CON IL RETTORE PIVATO
Consegnata la laurea ad honorem
al riminese Luigi Valentini, un mobiliere di grande successo «IL MIO è stato un percorso com- ad assorbire concorrenti e non in plicato e al tempo stesso affasci- un crescendo che è andato a com- nante». Luigi Valentini, ieri, pletare l’intera filiera, dalla fabbri- nell’aula magna del rettorato cazione alla vendita al pubblico dell’Università, ha raccontato sé del mobile finito. Il riconoscimen- stesso. Semplice e pratica la sua to «assolutamente inatteso» è arri- lectio magistralis, dopo aver rice- vato proprio nel giorno del suo vuto la laurea ad honorem in Eco- compleanno (Valentini è nato a nomia: non ha fatto che ripercor- Verucchio il 23 marzo 1936). A rere i tratti salienti della sua carriera. I primi anni passati a rimboccarsi le mani- che negli alberghi, l’attività imprendito- riale avviata nel 1959 in una bottega di fale- gnameria a Rimini, l’ingresso nel mondo dei semilavorati per mobili (col fiato sul collo delle «cambia- li») ed i ripetuti trasfe- rimenti dovuti all’espansione dell’azienda. Negli an- ni ‘80, l’avvio della produzione di mobili in Kit, l’acquisto delle quote del motivarlo è stato un aspetto sotto- fratello, l’assorbimento della Gies- lineato dal Rettore Stefano Piva- segi mobili di Appignano e l’affac- to: «L’adesione ad un principio ciarsi nel mercato di medio alto-li- di operosità oltreché i risultati ot- vello. Quindi il contributo dato al- tenuti nel corso di una lunghissi- la realizzazione della darsena di ma esperienza imprenditoriale Rimini, l’entrata nel settore della sensibile all’arte e alla cultura». grande distribuzione attraveso il Foto: Luigi Valentini e Stefano Mercatone Uno. Fino ad arrivare Pivato.