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•• 24 URBINO E MONTEFELTRO GIOVEDÌ 24 MARZO 2011

UNIVERSITA’ SCOPERTO UN SISTEMA DI ANALISI CHE PUO’ UTILIZZARE QUANTITA’ BIOLOGICHE MINIME

Il metodo Urbino: il Dna viene dal nulla


Piero Angeloni: «La “Cyo” può dare nuovo impulso anche alle indagini su Yara»
POIROT, Sherlock Holmes e cui abbiamo dimostrato che utiliz- formazioni (preziose ad esempio plessa. Il team di ricercatori urbi-
Maigret al confronto impallidisco- zando la metodologia dell’ago per determinare lo stato di salute nati, di cui fanno parte anche Lau-
no. Il nuovo metodo di analisi del aspirato è possibile prelevare in di una persona, ndr), è stato neces- ra Stocchi e Marco Rocchi, hanno
Dna (Cyo) sviluppato dal Diparti- modo sostanzialmente non invasi- sario utilizzare metodi per l’anali- trovato un’altra strada. Il nome è
mento di Scienze Biomolecolari vo e senza la necessità di ricorrere si del Dna che permettessero di Cyo e garantisce più affidabilità
dell’Università degli Studi Carlo all’anestesia una quantità davvero farlo nel modo più accurato a par- nella valutazione del materiale ge-
Bo di Urbino non ha precedenti minima di tessuto muscolare. tire da quantità minime di mate- netico. «Oltretutto — ha aggiun-
in letteratura. Men che meno in Quantità minima ma sufficiente riale biologico». to il dottor Renato Panebianco —
quella scientifica. «Nel 2007 — ha per ottenere un numero davvero è stata valutata l’opportunità di
spiegato ieri il professor Vilberto significativo di informazioni a li- IL LAVORO suscitò sin dall’ini- rendere fruibili e visibili i risulta-
Stocchi ripercorrendo le tappe vello molecolare riguardanti la zio grande interesse nella comuni- ti scientifici». All’importante con-
dell’innovativa tecnica nel corso struttura e la funzione della cellu- tà scientifica, confermando il suc-
di un convegno — è stato possibi- la del muscolo scheletrico». Ecco cesso nel 2010, in occasione di
una nuova pubblicazione. Che co- DIRETTORE SCIENTIFICA
DNA Il convegno all’Università le pubblicare un nostro lavoro in il punto: «Per ottenere queste in-
sa conteneva di tanto importan- «Ogni anno si aprono quasi
te? Il fatto di trovare applicazione mille fascicoli con analisi Dna
nei diversi ambiti della ricerca Moltissimi risultati positivi»
medico-biologica nonché nell’atti-
vità investigativa della Polizia
scientifica e dei Ris. Infatti alla ba- vegno urbinate ha partecipato an-
se di tutto c’è la Pcr, cioè la reazio- che il questore Piero Angeloni, di-
ne a catena della polimerasi, per rettore centrale della Polizia
amplificare frammenti di acidi Scientifica: «Questo risultato è
nucleici e raccogliere materiale ge- importantissimo per le nostre in-
netico da utilizzare nelle successi- dagini e potremo renderle più ve-
loci, anche per il caso di Yara
ve analisi. Una di queste è la real- Gambirasio — ha affermato Pie-
time Pcr usata soprattutto in me- tro Angeloni —. Ogni anno quasi
dicina molecolare, nelle biotecno- mille fascicoli si aprono su reati
logie, in microbologia e infine nel- che riguardano analisi di moleco-
la diagnostica. Ebbene fino a que- le di Dna e, nel 90% dei casi, que-
sto momento essa si avvaleva del sto porta a un risultato positivo
cosiddetto metodo «Gold stan- per le nostre indagini».
dard». Una procedura molto com- Emanuele Maffei

UNIVERSITA’ CERIMONIA CON IL RETTORE PIVATO

Consegnata la laurea ad honorem


al riminese Luigi Valentini,
un mobiliere di grande successo
«IL MIO è stato un percorso com- ad assorbire concorrenti e non in
plicato e al tempo stesso affasci- un crescendo che è andato a com-
nante». Luigi Valentini, ieri, pletare l’intera filiera, dalla fabbri-
nell’aula magna del rettorato cazione alla vendita al pubblico
dell’Università, ha raccontato sé del mobile finito. Il riconoscimen-
stesso. Semplice e pratica la sua to «assolutamente inatteso» è arri-
lectio magistralis, dopo aver rice- vato proprio nel giorno del suo
vuto la laurea ad honorem in Eco- compleanno (Valentini è nato a
nomia: non ha fatto che ripercor- Verucchio il 23 marzo 1936). A
rere i tratti salienti
della sua carriera. I
primi anni passati a
rimboccarsi le mani-
che negli alberghi,
l’attività imprendito-
riale avviata nel 1959
in una bottega di fale-
gnameria a Rimini,
l’ingresso nel mondo
dei semilavorati per
mobili (col fiato sul
collo delle «cambia-
li») ed i ripetuti trasfe-
rimenti dovuti
all’espansione
dell’azienda. Negli an-
ni ‘80, l’avvio della
produzione di mobili
in Kit, l’acquisto delle quote del motivarlo è stato un aspetto sotto-
fratello, l’assorbimento della Gies- lineato dal Rettore Stefano Piva-
segi mobili di Appignano e l’affac- to: «L’adesione ad un principio
ciarsi nel mercato di medio alto-li- di operosità oltreché i risultati ot-
vello. Quindi il contributo dato al- tenuti nel corso di una lunghissi-
la realizzazione della darsena di ma esperienza imprenditoriale
Rimini, l’entrata nel settore della sensibile all’arte e alla cultura».
grande distribuzione attraveso il Foto: Luigi Valentini e Stefano
Mercatone Uno. Fino ad arrivare Pivato.

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