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Metionina →AUG
Triptofano →UGG
Non tutte le degenerazioni sono basate sull’equivalenza dei primi due nucleotidi, la degenerazione in terza
base, dunque, non è l’unico tipo di degenerazione perché ci sono altri AA codificati da triplette che sono
completamente diverse dalle quattro che cambiano soltanto per la terza base.
Un’analisi della distribuzione dei codoni nel codice genetico suggerisce che il codice si sia evoluto per
rendere minimi gli effetti deleteri delle mutazioni.
Mutazioni della prima posizione di un codone portano alla specificazione di un amminoacido simile.
I codoni con pirimidine nella seconda posizione spesso codificano amminoacidi idrofobici.
I codoni con pirimidine nella seconda posizione spesso codificano amminoacidi polari.
Quando le prime due posizioni del codone sono entrambe occupate da G o C, qualsiasi dei 4 sia il
nucleotide nella terza posizione, sarà specificato sempre lo stesso AA.
Quando le prime due posizioni del codone sono entrambe occupate da A o U, il terzo nucleotide
determina la differenza.
In un primo momento, verrebbe da pensare, che così come esistono 20 amminoacil-tRNA sintetasi,
specifiche per ogni amminoacido, esisterebbero 61 tRNA per leggere i 61 codoni.
MA NON È COSÌ! esiste la possibilità di leggere le triplette con un appaiamento in terza base che non è il
classico appaiamento di Watson e Crick.
Stabilisce che la base all’estremità 5’ dell’anticodone può formare legami a idrogeno con basi diverse da
quelle canoniche: uno stesso tRNA può riconoscere codoni diversi.
È vero che ogni AA può essere codificato da più triplette ma è anche vero che negli organismi non vengono
utilizzate con la stessa probabilità tutte le triplette. Ogni cellula ha dei codoni preferenziali per codificare un
certo AA: ci sono alcuni codoni che degli organismi a volte non usano proprio, questo dipende dal genoma
dell’organismo.
Quindi il numero di tRNA presenti in un organismo dipenderà dalla degenerazione del codice e dal codon
usage stesso che quell’organismo preferenzialmente usa.
La decifrazione del codice fu resa possibile intorno agli anni ’60, e i primi esperimenti furono fatti
utilizzando un estratto cellulare batterico che aveva ancora la capacità di sintetizzare proteine in vivo.
Il primo stampo sintetico fu prodotto usando la fosforilasi polinucleotidica, che normalmente catalizza la
degradazione dell’RNA.
Quindi la scissione di un legame fosfodiesterico, ma se utilizziamo un eccesso dei prodotti noi possiamo
spostare la reazione verso destra e ottenere una sintesi polinucleotidica.
Fu utilizzata questa reazione per sintetizzare dei messaggeri in vitro, poiché gli RNA non erano ancora stati
caratterizzati ed isolati.
In vitro tutti i polimeri sintetici possono funzionare da stampo per i ribosomi, se si usano alte concentrazioni
di magnesio, nascondendo la necessità dei fattori di inizio e di fMet-tRNA.
Il primo RNA sintetico ad essere usato come mRNA fu poli-U, e si stabilì che la tripletta UUU codifica per
alanina, poi anche poli-C (Pro) e poli-A (Lys).
I residui di guanina nei poli-G formano dei forti legami a idrogeno tra loro
e danno origine a multi-filamenti a tripla elica che non legano il ribosoma.
Nei copolimeri misti la sequenza delle basi è del tutto casuale e la frequenza con cui una base è
rappresentata dipende dalla sua concentrazione.
Passi avanti furono fatti quando si scoprì che molecole di amminoacil-tRNA legano complessi ribosoma-
mRNA solo in presenza di specifiche triplette.
Tutti questi studi messi insieme fecero decifrare il codice genetico, e uscirono fuori 3 regole:
I codoni vengono sempre letti in direzione 5’-3’, che è la direzione di sintesi dell’RNA ed è anche la
direzione con la quale si indica una catena polinucleotidica, ed è anche la direzione di lettura del
ribosoma sul messaggero.
I codoni non si sovrappongono e il messaggio non contiene interruzioni, il ribosoma legge una
tripletta dopo l’altra.
Il messaggio viene tradotto seguendo uno schema fisso di lettura, determinato dal codone iniziale.
Le mutazioni sono variazioni della sequenza nucleotidica del DNA. Possono essere causate da:
1. errori durante la duplicazione del DNA
2. esposizione delle cellule ad agenti fisici o chimici (agenti mutageni)
Se la mutazione avviene all’interno di una regione di DNA implicata nella produzione di una proteina,
possiamo avere un’alterazione della proteina corrispondente e quindi della sua funzione.
Mutazioni puntiformi
Sono mutazioni che alterano il codice genetico e interessano una o poche basi del DNA.
Mutazioni frameshift: sono inserzioni o delezioni di una o di un numero ridotto di coppie di basi che
alterano la fase di lettura. La delezione o l’aggiunta di un nucleotide porta a spostare la cornice di
lettura.
Esempio: mutazione
sopressione intragenica.
In questo gene è stato deleto
un nucleotide, e si avrà quindi
un cambio del frame di lettura.
Vi sarà dunque un cambio della
sequenza amminoacidica e
apparirà un segnale di stop.
La proteina avrà amminoacidi
sbagliati e sarà più corta del
previsto.
Può accadere però che dopo la
delezione del nucleotide,
avvenga un’inserzione di un
nucleotide, anche in un punto
diverso da dove era stato
deleto, questa inserzione fa si
che venga recuperato il frame
di lettura.
Si otterrà una proteina mutata, ma se la mutazione non ha sconvolto la sua struttura tridimensionale, si
potrebbe ottenere una proteina ancora funzionale.
I geni soppressori non agiscono cambiando la sequenza nucleotidica di un gene mutato, ma cambiano il
modo in cui viene letto l’mRNA.
Uno degli esempi più conosciuti di mutazioni di sopressione è rappresentato dalla mutazione dei geni per i
tRNA, che annullano gli effetti di mutazioni nonsenso nei geni che codificano proteine.
Nei batteri è stato osservato che ci sono dei tRNA soppressori, ovvero che possono modificare i loro geni
per sopprimere delle mutazioni nonsenso, queste mutazioni fanno si che si riesca a leggere il codone di
stop e inserire un amminoacido, per cui la proteina continua ad essere codificata.
Passano dalla sequenza 3’-AUG-5’ → 3’-AUC-5’
Ma come è possibile che questo tRNA soppressore non vada a leggere anche le normali sequenze di stop
della traduzione facendola terminare?
Non avviene perché il codone UAG è molto poco utilizzato nella traduzione dei batteri come codone di stop.
I risultati del sequenziamento dei genomi su larga scala hanno confermato l’attesa universalità del codice
genetico.
Ha contribuito a sviluppare la branca dell’ingegneria genetica, rendendo possibile
l’espressione di copie clonate di geni che codificano proteine utili che rimpiazzano
quelle dell’organismo ospite, come per esempio l’espressione dell’insulina umana nei batteri.
Però per essere corretti bisogna dire che il codice è pressoché universale.