LE ANALISI DI LABORATORIO APPLICATE AI BENI ARTISTICI POLICROMI
STEFANO VOLPIN – LORENZO APPOLONIA
COLLANA I TALENTI
1) LE FINALITÀ DELLE ANALISI SCIENTIFICHE
Conoscenza tecnico-storico dell’opera: identificazione dei materiali costitutivi, definizione della tecnica esecutiva, indicazioni sulla corretta collocazione storico-artistica (attribuzione, datazione). Definizione dello stato di conservazione: identificare i fenomeni di degrado ed eventuali prodotti di neoformazione generati dalla trasformazione dei materiali originali e risalire alle cause di eventuali problemi. Verifica dell’integrità dell’opera: accertare la presenza di materiali estranei usati in interventi precedenti (ridipinture, vernici, impregnanti, patine, scialbature). Studio del sistema ambiente – manufatto: l’opera d’arte non è mai un sistema chiuso e statico ma ha una sua dinamica legata ad una continua ricerca di equilibrio tra i materiali e l’ambiente in cui sono inseriti. Guida alla scelta dei materiali e delle condizioni più opportune per la conservazione: la chimica e le scienze naturali possono intervenire nella selezione dei migliori prodotti per il consolidamento, la pulitura, la protezione e l’integrazione. Il controllo degli interventi conservativi e delle condizioni di conservazione: qualsiasi intervento di restauro è in qualche modo invasivo nei confronti dell’opera stessa, nel senso che agisce su un equilibrio consolidato fra i vari componenti e l’ambiente inducendo delle modifiche strutturali oltre che estetiche del manufatto. Le indagini di laboratorio possono aiutare a verificare la correttezza dell’intervento.
2) IL PROBLEMA DEL PRELIEVO DEL CAMPIONAMENTO
L’analisi fornisce risposte e, pertanto, si deve tenere conto che se si vuole ottenere dei dati adeguati, che possono essere utili alla conoscenza, essi devono essere il frutto di una precisa serie di domande e di altrettanto precise valutazioni, il che richiede una fase progettuale comune a tutte le persone interessate dal risultato analitico.
Progettazione del campionamento
Una volta definite le necessità diagnostiche per una risposta alle esigenze conoscitive, si deve passare alla fase di progettazione del campionamento che deve rispondere a tre quesiti fondamentali: 1) dove campionare: la scelta di dove campionare sarà ovviamente dettata in primo luogo dal tipo di indagine che si intende svolgere, ma dovrà tenere in considerazione alcuni fattori tutt’altro che insignificanti nella futura interpretazione dei dati. Il campione dovrà essere prelevato nel modo più completo possibile, ovvero racchiudere in sé tutti gli strati che interessano. Si possono scegliere zone di campionamento in vicinanza di lacune o cadute e fare risultare quindi il campionamento mimetico, ma si dovrà tenere presente che in tali circostanze il dato che si ottiene potrà essere influenzato da una alterazione più accentuata degli strati da studiare. Il campionamento dovrebbe essere preceduto da una progettazione direttamente riportata su un rilievo o su del materiale fotografico. 2) quanto campione prelevare: il campione deve essere significativo dell’opera e la quantità deve tenere conto del tipo di indagine che si vuole effettuare. 3) quando campionare: tutti i campionamenti andrebbero fatti nelle condizioni e nei luoghi più idonei per salvaguardare l’integrità del campione prelevato. Occorrerà garantire la sterilità e la conservazione dei campioni con presenze di natura biologica oppure l’ermeticità dei contenitori da utilizzarsi per misure del contenuto di umidità. È sempre opportuno utilizzare sistemi ermetici e che non rilascino sostanze che possono contaminare il campione.