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MARCO DE CARLO

INGLESE VELOCE 3x

Metodo Pratico e Divertente


per Imparare l’Inglese in 30 Giorni

Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook


Titolo
“INGLESE VELOCE 3x”

Autore
Marco De Carlo

Editore
Bruno Editore

Sito internet
www.brunoeditore.it

ATTENZIONE: questo ebook contiene i dati criptati al fine


di un riconoscimento in caso di pirateria. Tutti i diritti sono
riservati a norma di legge. Nessuna parte di questo libro può
essere riprodotta con alcun mezzo senza l’autorizzazione scritta
dell’Autore e dell’Editore. È espressamente vietato
trasmettere ad altri il presente libro, né in formato cartaceo né elettronico, né
per denaro né a titolo gratuito. Le strategie riportate in questo libro sono frutto di
anni di studi e specializzazioni, quindi non è garantito il raggiungimento dei
medesimi risultati di crescita personale o professionale. Il lettore si assume piena
responsabilità delle proprie scelte, consapevole dei rischi connessi a qualsiasi
forma di esercizio. Il libro ha esclusivamente scopo formativo e non sostituisce
alcun tipo di trattamento medico o psicologico. Se sospetti o sei a conoscenza di
avere dei problemi o disturbi fisici o psicologici dovrai affidarti a un appropriato
trattamento medico.
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Sommario

Introduzione pag. 5
Giorno 1: Come affrontare il corso pag. 10
Giorno 2: Come imparare la grammatica: le basi pag. 24
Giorno 3: Come imparare la grammatica: i verbi pag. 95
Giorno 4: Come memorizzare mille parole pag. 169
Giorno 5: Come effettuare la full immersion pag. 208
Giorno 6: Come padroneggiare la conversazione pag. 225
Giorno 7: Come migliorare a fine corso pag. 240
Conclusione pag. 261

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Introduzione

Conoscere l’inglese è diventato ormai indispensabile, ad ogni età


e in ogni campo della vita. Ormai l’inglese è la lingua universale,
la lingua degli affari, di Internet, dello sport, della medicina. È
innegabile che saperlo parlare e scrivere correttamente offra
grandi vantaggi proprio perché, nonostante la sua importanza, in
Italia coloro che ne possiedono una buona competenza sono
ancora pochi.

Sembra assurdo ma è così, le persone conoscono le parole più


semplici come hello oppure dog, ma chi può vantarsi di
padroneggiare veramente la lingua inglese? Sicuramente chi è
stato a lungo in Inghilterra o in America, ma gli altri? L’inglese
scolastico è insufficiente, serve un metodo pratico ed efficace
per ottenere una preparazione ideale.

Se stai leggendo questo ebook, hai fatto il primo passo che ti


guiderà in trenta giorni a saper parlare e scrivere in inglese, a

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saper fronteggiare una conversazione, a scandire con sicurezza le
parole di un dialogo, a capire una frase che oggi sicuramente non
capiresti.

Trenta giorni sono davvero pochi per imparare una lingua, e forse
l’inglese è l’unica che può avere un periodo di apprendimento
così breve. Nonostante questo dovrai impegnarti, ma ricordati che
non siamo a scuola, non considerare lo studio come una cosa
difficile o faticosa. Ti meraviglierai di quanto possa essere
piacevole e facile.

Il metodo funziona e sai perché? L’ho testato su di me e su


diverse persone con cui sono in contatto e ho ottenuto risultati
eccezionali. Non sono mai stato in America o in Inghilterra,
eppure ho acquisito una notevole capacità linguistica, scritta e
orale. Non ho avuto nessun bisogno di andare a New York o a
Londra, semplicemente perché ho portato l’America a casa mia. Il
tutto è stato piacevole e divertente, e ora posso dire di avere una
competenza in più, e non è una competenza da niente, vero?

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Scommetto che anche tu vorresti ottenere questi risultati. E
scommetto anche che li otterrai tranquillamente se seguirai a
dovere i miei consigli in queste pagine. Sono pagine che possono
cambiare la tua vita.

Prima di iniziare, ecco a grandi linee in cosa consiste il corso.


Imparerai subito le basi della grammatica. Il tutto è strutturato in
modo da essere semplice e facilmente assimilabile. È forse la
parte più “noiosa” del corso, ma dopo arriverà la parte piacevole e
divertente.

Mi riferisco al modo in cui acquisirai un vocabolario molto


ampio. Ti spiegherò infatti come memorizzare a lungo termine
mille vocaboli. Che tu ci creda o no, sarà semplicissimo e
divertente, ne bastano circa trenta al giorno per un mese, ci credi?

Un vecchio adagio dice che basta conoscere mille parole e le basi


della grammatica per imparare una lingua. È tutto vero e vale per
qualsiasi lingua. Ma in questo corso c’è qualcosa di più. Ti farò
focalizzare sulle tue passioni e approfondendo queste ultime sarai
in grado di migliorare ulteriormente il tuo inglese.

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La full immersion in un paese è l’unico modo per imparare una
lingua? No, se come ho fatto io porti l’America a casa tua. Ti
guiderò verso una full immersion globale che darà il colpo di
grazia a quello che rimarrà della tua ignoranza in inglese. Vivrai
in un mondo dove non saprai se sei in America o a casa tua.

Infine passerai alla conversazione, allo sviluppo delle tue abilità


di dialogo. Ti spiegherò come conversare in inglese; farai dei
progressi notevoli. Ti fornirò una lista di software utili durante il
tuo percorso di apprendimento, e anche a corso finito.

Come vedi è un metodo creativo, attivo, divertente; ha le giuste


caratteristiche per essere molto efficace. È una novità e si
differenzia di gran lunga dai metodi “tradizionali”.

Personalmente sono contrario a questi metodi, come i corsi in


aula o quelli che si acquistano in edicola. Conosco molte persone
che appena esce l’ultimo videocorso in DVD corrono a
comprarlo. Mi dicono tutti che i miglioramenti sono difficili da
ottenere, forse questi corsi non ti motivano abbastanza e alla fine
ti stanchi, oppure devi comprare tutti i DVD e ti costano una

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fortuna. Anche i corsi in aula possono essere faticosi e molto cari.
Gli insegnanti sono bravissimi ma seguire tutto il corso diventa
difficile, è un percorso lungo che prima o poi viene visto come
una fatica, e ben presto la voglia passa.

È molto più semplice se l’apprendimento diventa piacevole,


veloce, pratico e non costa più di qualche decina di euro, non
trovi? È un metodo che va bene per tutti e non ha limiti di età. In
queste pagine hai davvero tutto quello che ti serve, sei pronto per
iniziare?

Have fun!
Marco De Carlo

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GIORNO 1:
Come affrontare il corso

Come hai letto nell’introduzione questo corso è molto semplice,


divertente e soprattutto efficace. Non so come sei messo
attualmente con l’inglese ma posso dirti come sarai tra trenta
giorni. Se ti impegni, se segui gli esercizi, se credi in quello che
fai sarai in grado di:
 avere buone basi grammaticali;
 possedere un vocabolario ampio;
 scandire e capire i dialoghi;
 parlare e conversare in inglese.

Questa deve essere la tua sfida per i prossimi trenta giorni, questi
sono i tuoi obiettivi. Per cui prendi nota di questi quattro punti su
un foglio di carta, tieni questo foglio sempre con te e non
perderlo! Scrivi gli obiettivi in prima persona (per esempio:
voglio parlare e conversare in inglese), e stabilisci un arco
temporale di trenta giorni. Potresti sistemare questo foglio sulla

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tua scrivania come faccio io. Personalmente quando devo
raggiungere un obiettivo lo scrivo sempre su un foglietto che
attacco al monitor del mio PC, ed è difficile che lo perda di vista.
In questo modo posso tenerlo sempre sotto controllo e ogni volta
che lo guardo sono spinto a impegnarmi proprio perché ho sempre
davanti il mio obiettivo. I risultati sono straordinari.

Fallo anche tu; se non l’hai ancora fatto prendi carta e penna,
scrivi questi quattro punti e sistema il foglio in un punto visibile.
Avrai messo le basi per raggiungere i tuoi obiettivi. Nei prossimi
trenta giorni ti capiterà spesso di vedere questo foglietto e se ti
impegnerai a proseguire l’opera che hai iniziato, non potrai che
imparare l’inglese.

«Così poco? Solo trenta giorni?» Sicuramente hai pensato così, e


capisco che possa sembrarti strano; eppure ti garantisco che da
qui a trenta giorni (se segui veramente il mio metodo) avrai
acquisito le competenze stabilite nel tuo foglio degli obiettivi. Se
ti impegni a dovere raggiungerai un livello di conoscenza
dell’inglese decisamente sconosciuto alla maggior parte degli
italiani, un livello che ti consentirà di scrivere, parlare e

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conversare con un inglese, capendo quello che dice e facendoti
capire. Una bella cosa, vero?

Puoi farcela tranquillamente, ma come ho detto prima devi


impegnarti davvero! Solo così verrai ripagato: potrai ad esempio
telefonare in America, affrontare discussioni su argomenti tecnici
e delicati, chattare tranquillamente con americani e inglesi ogni
giorno, guardare film in lingua originale senza sottotitoli, capire i
testi delle canzoni.

SEGRETO n. 1: scrivi su un pezzo di carta i tuoi obiettivi per


imparare l’inglese. Fai in modo che il foglio sia bene in vista e
non si perda. Tienilo d’occhio per i prossimi trenta giorni.

Diversi miei amici hanno notato le mie qualità e mi hanno chiesto


come ho fatto a imparare tutte queste cose non avendo mai
frequentato un corso d’inglese, o non essendo mai stato in
America o in Inghilterra. Io semplicemente ho spiegato loro il
mio metodo, e sono le stesse cose che trovi in questo ebook.
Ovviamente hanno applicato queste tecniche e adesso il loro
inglese è decisamente buono. Alcuni all’inizio erano titubanti, per

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cui potresti esserlo anche tu. È normale, ma giorno dopo giorno si
sono accorti che questo lavoro migliorava veramente il loro
inglese in maniera indelebile. Per cui credimi se ora sei scettico,
piano piano ti ricrederai.

Ricordo di aver aiutato una mia amica al liceo che per tre anni
aveva avuto il debito in inglese. Nelle altre materie era brava ma
in inglese aveva molti problemi, probabilmente perché alle medie
non aveva imparato quasi nulla. La nostra professoressa metteva
in primo piano la letteratura, e la mia amica non riusciva a capire i
testi o gli esercizi, aveva difficoltà alle interrogazioni orali e nella
conversazione, quindi aveva preso l’insufficienza per tre anni di
seguito.

Durante l’estate tra la terza e la quarta liceo le ho spiegato il mio


metodo e lei non solo ha recuperato il debito, ma i successivi due
anni è riuscita a ottenere otto in pagella. La professoressa aveva
notato dei cambiamenti incredibili ma non le aveva dato dieci
perché la mia amica non amava molto la letteratura. Eppure
diceva sempre che in inglese lei era quasi da dieci.

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È per questo che posso affermare che il metodo funziona. Ma è
necessario precisare una cosa, capire come devi affrontare
questo corso. È molto importante il tuo approccio a livello
mentale. Penso di poter affermare che questo metodo rappresenta
una novità, nessuno insegna una lingua in un modo così
piacevole ed efficace. Il tuo atteggiamento mentale nei confronti
di quello che leggerai condizionerà i tuoi risultati. Se hai un
atteggiamento positivo ce la farai, se credi che non funzioni non
otterrai alcun successo. Puoi scegliere tu se affrontare questa sfida
in maniera potenziante oppure limitante!

SEGRETO n. 2: affronta il metodo con un atteggiamento


mentale positivo o non imparerai l’inglese. Non farti limitare
da nessuna cosa e non avere mai un atteggiamento negativo.
Indirizza la tua mente verso una sola direzione, il successo.

Un altro limite che tante persone si mettono da sole sono le


opinioni infondate sulle proprie carenze. So che hai sentito decine
di volte un tuo amico dire: «No, davvero non ce la posso fare, io
non sono mica portato per la matematica», oppure: «Ho troppe
carenze, non capisco nulla di fisica, è inutile che ci provi». È

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comunissimo, capita in tutti i campi, in tutte le materie; per cui
molti lo penseranno anche per l’inglese, e magari lo stai pensando
anche tu mentre leggi queste righe. Capita spesso ma devi sapere
che questa è la maniera più errata per raggiungere un
obiettivo. Non è vero che Francesca non è portata per la
matematica o Giulio per la fisica. Sono solo opinioni che un
individuo acquisisce e fa sue, e che gli impediscono
effettivamente di ottenere dei risultati in quei campi.

Purtroppo in alcune occasioni ci lasciamo condizionare da queste


opinioni, ad esempio quando alle medie un professore ci dice che
non siamo portati per la matematica. Diciamoci la verità, sono
scuse buone per noi stessi, ma non ci devono limitare. Se noi per
primi crediamo di non essere capaci, come possiamo farcela?
Chiunque può apprezzare la fisica, capire l’algebra, imparare
l’inglese. Non è che un’opinione su di te può essere vera o
falsa, ma semplicemente può favorirti o sfavorirti.

Ricordo che al liceo non ero molto bravo in latino. Ogni volta che
studiavo non riuscivo bene, partivo con dei preconcetti che erano
degli ostacoli. Ero convinto di non essere portato per il latino e

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che non ci avrei mai capito nulla. Questa era la scusa che dicevo a
me stesso; in questo modo però evitavo di mettere in moto il
cervello e così non apprendevo. E per cinque anni del liceo sono
riuscito a ottenere sempre la sufficienza solo per il fatto che avevo
molto intuito, e alle versioni riuscivo quasi sempre a prendere il
mio sei sudato.

Purtroppo è così, capita più spesso di quanto si possa pensare e


chissà in che modo ho fatto mia questa idea; probabilmente in
prima liceo avevo incontrato quelle difficoltà che si possono
incontrare quando si affronta per la prima volta una materia nuova
come il latino, e quindi avevo deciso che sarebbe stato più
comodo dire a me stesso che non ero capace.

Niente scuse, bisogna trasformare queste convinzioni da limitanti


a potenzianti. Come puoi fare? È abbastanza semplice.
Prendiamo il caso che tu abbia la convinzione limitante di non
poter imparare l’inglese perché è difficile. Per prima cosa devi
trovare i riferimenti, le occasioni che ti hanno fatto credere di
non poter imparare questa lingua.

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Pensaci bene, prenditi qualche minuto per farlo. Ora che hai i
riferimenti, cerca una o più occasioni in cui questi riferimenti
si sono rivelati falsi. Sicuramente conoscerai a memoria delle
canzoni in inglese, o sbaglio? Fatti delle domande, ricorda le
occasioni in cui non diresti mai di essere un incapace in inglese.
Pensa a qualche tuo hobby, sono sicuro che conoscerai tutti i
relativi termini tecnici in inglese.

Così facendo puoi smontare le tue idee limitanti, e sostituirle


con quelle potenzianti, d’altronde se ce l’hai fatta alcune volte
puoi farcela sempre. Imprimi nella tua mente queste nuove
convinzioni.

Questo è importante, perché se parti male già dall’inizio non


otterrai buoni risultati. Quindi, se pensi di non essere in grado di
imparare l’inglese, ti chiedo di procedere con questo esercizio.
Inizia bene questa sfida e ti garantisco che i risultati arriveranno
presto. Molte persone, quando pensano di non essere portate per
una cosa, difficilmente cambiano idea, ma se sei una di queste ti
ripeto ancora che sei fuori strada. Prova almeno una volta a girare
questa convinzione a tuo favore, i risultati sono garantiti.

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Sono convinto che hai voglia di imparare e che non avrai
problemi nel partire con l’atteggiamento mentale giusto.
Dopotutto hai acquistato questo ebook, ti sei reso conto che così
hai già fatto un passo importantissimo per imparare l’inglese?

SEGRETO n. 3: trasforma le tue convinzioni limitanti in


potenzianti. Trova i riferimenti che le hanno create e smontale
con i fatti, con le tue dimostrazioni passate di successo. Se
pensi di non farcela, non imparerai l’inglese.

La situazione in Italia
Dato che siamo in tema di apprendimento è bene capire com’è la
situazione scolastica in Italia. Purtroppo penso che lo scenario sia
tragico, e forse anche per questo l’Italia è indietro in molti campi
rispetto agli altri paesi europei.

In generale, quando lo studente medio esce dalla scuola, a parte


delle rare eccezioni, non è in grado di parlare o scrivere in
inglese. Conosce alcune parole, sa qualcosa di grammatica, ma
non è in grado di comunicare senza problemi con un inglese.
Ricordo di amici in difficoltà a Monaco nel chiedere a un passante

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dove si trovava il market più vicino. È molto triste che un ragazzo
studi cinque anni inglese a scuola e non riesca a chiedere una cosa
del genere.

Se non si trova qualche bravo insegnante volenteroso è


impossibile uscire dalla scuola con delle competenze che aiutino
nella vita reale. Io ho frequentato il liceo scientifico e devo dire
che i professori d’inglese che ho avuto non facevano altro che
parlare di letteratura. Belle cose i sonetti, le poesie, i racconti in
inglese; ma nessuno si rendeva conto che gli studenti non avevano
le basi per affrontarli, oltre al fatto che le parole, le costruzioni e
le frasi usate in un sonetto di Shakespeare sono molto diverse da
quelle dell’attuale lingua parlata.

Le poche ore dedicate alla conversazione o alla grammatica non


riescono a garantire agli studenti una preparazione adeguata.
Questi sono i problemi che ho potuto riscontrare, in base alle mie
esperienze e alla mia carriera scolastica.

Mi ricorderò sempre di un pomeriggio a Monaco, alla gita in


quinta liceo con i miei compagni di classe. Eravamo in una piazza

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e si avvicinarono delle bambine di dieci-undici anni. Queste
scolare delle elementari iniziarono a parlare in inglese con i miei
compagni di classe, i quali non capivano e non riuscivano a
rispondere. Io invece sapevo perfettamente quello che dicevano:
le bambine stavano prendendo in giro i miei amici perché non
sapevano parlare l’inglese.

Come è possibile che delle alunne tedesche di quinta elementare


siano più preparate degli alunni italiani di quinta liceo? Purtroppo
la situazione in Italia è questa, non possiamo farci molto. Quello
che puoi fare tu è migliorare il tuo livello attuale, e con questo
ebook hai tutto ciò che ti serve.

Se la scuola italiana in questo senso non offre una preparazione


adeguata per affrontare la vita reale, non bisogna abbattersi e
lasciare le cose come stanno. Solo tu puoi raddrizzare la tua
situazione ed essere competitivo nel mondo del lavoro come può
esserlo un ragazzo tedesco.

A volte negli aspetti negativi c’è però un vantaggio. Se è vero che


puoi essere indietro rispetto all’Europa, è anche vero che se

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impari bene l’inglese, lo padroneggi, sai parlare e scrivere
correttamente hai un notevole vantaggio a livello italiano. Non è
un grande stimolo per partire carico?

Pensa solo a quanto puoi avvantaggiarti nella vita conoscendo


l’inglese. E anche se hai un impiego dove non cambia nulla se sai
l’inglese o no, ti posso assicurare che questa lingua apre porte e
strade incredibili. Io sono un appassionato di guadagno online (e
non solo), sin da quando Internet è nata costruivo i miei primi siti
per guadagnare qualche soldo. Ora ho più di dieci anni di
esperienza e grazie a questo ho ottenuto delle grandi soddisfazioni
economiche. Se infatti hai letto il mio ebook La Torre di AdSense
sai quanto è possibile guadagnare con un sito grazie a Google. Le
rendite sono automatiche, una volta impostate i guadagni arrivano
senza grossi lavori.

Come è stato possibile raggiungere una situazione del genere a


soli ventitré anni? Se sai qualcosa di business online sai
benissimo che non c’è paragone tra il mercato italiano e quello
inglese/americano. In Italia è dura, devi essere davvero bravo per
ottenere guadagni consistenti. In America è tutto più facile, il

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mercato è più grande e quindi il tuo sito riceve dieci volte i
visitatori che può ricevere in Italia. Inoltre da loro c’è più
abitudine all’acquisto online, qui da noi appena un sito chiede il
numero di carta di credito tutti hanno paura, si pensa subito a una
truffa.

Grazie alle mie abilità ho potuto creare dei siti web in inglese e
quindi mi sono potuto affacciare sul mercato americano. Certo,
sono stato bravo e fortunato a creare un business di successo, ma
se non avessi conosciuto l’inglese non avrei mai potuto realizzare
una cosa del genere. Forse l’avrei fatto in Italia ma sono sicuro
che guadagnerei molto meno. Ora capisci quanto possa essere
importante questo ebook?

SEGRETO n. 4: conoscere l’inglese può aprire strade


incredibili nella tua vita, non solo per il lavoro.

Iniziamo subito con la grammatica!

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RIEPILOGO DEL GIORNO 1:
 SEGRETO n. 1: scrivi su un pezzo di carta i tuoi obiettivi per
imparare l’inglese. Fai in modo che il foglio sia bene in vista
e non si perda. Tienilo d’occhio per i prossimi trenta giorni.
 SEGRETO n. 2: affronta il metodo con un atteggiamento
mentale positivo o non imparerai l’inglese. Non farti limitare
da nessuna cosa e non avere mai un atteggiamento negativo.
Indirizza la tua mente verso una sola direzione, il successo.
 SEGRETO n. 3: trasforma le tue convinzioni limitanti in
potenzianti. Trova i riferimenti che le hanno create e smontale
con i fatti, con le tue dimostrazioni passate di successo. Se
pensi di non farcela, non imparerai l’inglese.
 SEGRETO n. 4: conoscere l’inglese può aprire strade
incredibili nella tua vita, non solo per il lavoro.

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GIORNO 2:
Come imparare la grammatica: le basi

La grammatica è il primo grande passo verso la conoscenza di una


lingua. È una parte indispensabile e meglio la conosci meglio
puoi parlare e capire. Non preoccuparti, la grammatica inglese
non è complicata come quella italiana, anzi è semplicissima.

Userai tantissime volte la forma base del verbo, che è sempre


uguale; quindi non dovrai coniugare il verbo in tutte le persone
come avviene in italiano. Pensa che fatica e quanto può essere
difficile per uno straniero che decide di imparare l’italiano.
Guarda tu stesso la differenza tra italiano e inglese per alcune
semplici frasi:

io corro I run
tu corri you run
egli corre he runs

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ella corre she runs
esso, essa (animale o cosa) corre it runs
noi corriamo we run
voi correte you run
essi corrono they run

Non è ancora una lezione, è semplicemente un esempio per farti


notare la semplicità della grammatica inglese per una banalissima
frase all’indicativo presente. In italiano il verbo “correre”
coniugato al presente diventa “corro, corri, corre, corriamo,
correte, corrono”.

Parole che per noi sono semplici ma che in realtà per una persona
che le deve imparare possono presentare dei problemi, anche
perché sono diverse tra loro. In inglese invece bisogna imparare
solo run e runs (la forma di run alla terza persona, come vedrai
più avanti). Quando dici run infatti stai usando il verbo alla forma
base. Una bella differenza, no? Come scritto prima questo era
solo un esempio introduttivo, utile giusto per far capire una
differenza sostanziale rispetto all’italiano. Un’altra differenza

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rispetto alla nostra lingua riguarda l’uso di it, ovvero “esso, essa”.
Mentre “esso” o “essa” in italiano sono riferiti anche a esseri
umani, in inglese sono riferiti solo a cose o animali. Ad esempio it
runs può significare “esso (il cane) corre” oppure “esso (il tempo)
corre”, ma non “esso (un uomo) corre”.

È un grande vantaggio per te che devi imparare l’inglese, la


grammatica è semplice; se ti impegnerai, imparerai tutto quanto
senza nessun problema. In quanti giorni? Dovresti saperlo, lo hai
scritto sul tuo foglietto di carta preferito.

SEGRETO n. 5: la grammatica inglese è molto più semplice


di quella italiana. Non ci sono paranoie per le declinazioni e si
fa un grande uso della forma base del verbo.

Per imparare la grammatica ho deciso di presentare le varie


lezioni in schede semplici, pratiche e facilmente consultabili in
caso di dimenticanze o futuri ripassi. Ogni scheda sarà correlata
da regole ed esempi pratici, il paradiso per chi vuole imparare.
Ora le vedrai tutte di seguito ma non devi imparare tutto in
un’ora. Magari dagli uno sguardo approfondito per cercare di

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capire un po’ i tuoi punti deboli, le differenze con l’italiano ecc.;
ricorda che per imparare queste schede hai trenta giorni e potrai
sempre consultarle comodamente anche in futuro ogni qualvolta
ne avrai bisogno.

Essendo un argomento molto vasto, la grammatica verrà


presentata in due parti, perché i verbi meritano un capitolo
dedicato. Dato che sei in procinto di mettere le tue fondamenta
per l’apprendimento di una nuova lingua, in questo capitolo ti
presenterò anche alcuni argomenti non proprio di grammatica ma
comunque di base. È il caso dei giorni della settimana, delle
stagioni, delle ore e altri argomenti.

Un fattore importantissimo è la pronuncia, aspetto su cui non


puoi sorvolare. Ecco quindi che la prima cosa che ti chiedo è di
fare amicizia con il traduttore di Google, un potentissimo
software gratuito che puoi consultare online, Google Translate.
Questo programmino trasforma in qualsiasi lingua le frasi che
vorrai tradurre. Non lo fa sempre in maniera corretta e affidabile,
è pur sempre una macchina, ma a noi quello che interessa è che il
programma è in grado di trasformare in voce tutto quello che gli

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scriverai come testo. Per cui se ad esempio vuoi sapere la
pronuncia di dog, ti basterà digitare la parola dog e premere il
pulsante Ascolta. All’inizio, se non hai mai sperimentato questo
tipo di software, ti sembrerà qualcosa di magico: premi un
pulsante e senti una voce che in un perfetto inglese pronuncerà
quello che hai scritto.

Perché ti faccio usare Google Translate? Sarebbe stato più


comodo per te se a fianco di ogni parola avessi scritto la relativa
pronuncia. Ma questo è un apprendimento passivo, non è molto
efficace. È così che la maggior parte degli studenti, in qualsiasi
materia, cerca di apprendere; ma sbaglia. Se ti sforzi a usare un
atteggiamento attivo l’apprendimento sarà molto più efficace,
praticamente indelebile. Sarà un rinforzo notevole alla tua
preparazione. A volte bisogna avere il coraggio di abbandonare i
metodi tradizionali, se ne esistono di migliori.

Ricordo ad esempio che la mia professoressa di italiano mi aveva


detto che per studiare bene avrei dovuto «mettere il sedere sulla
sedia e ripetere venti volte» una decina di pagine che ci aveva
assegnato. Lei era molto preparata, aveva una cultura immensa.

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Ma non c’è nulla di più sbagliato nella sua frase. Lei promuoveva
i metodi tradizionali di studio, leggere e ripetere fino alla nausea,
un atteggiamento estremamente passivo. Metodi faticosissimi, che
non ti lasciano tempo libero per passioni o interessi extra
scolastici.

A livello mentale leggere e ripetere in questo modo (strategia


usata dal 99% degli studenti) porta a immagazzinare le
informazioni nella memoria a breve termine, e come abbiamo
detto richiede davvero tanto tempo. Sono sicuro che ti sarà
capitato almeno una volta di studiare in questo modo, io stesso ho
studiato così per anni. E sicuramente anche i tuoi amici o colleghi
studiano così.

Quante volte avrai detto o avrai sentito qualcuno dire: «Ho


studiato un argomento ma dopo due giorni me lo sono
dimenticato», «Professoressa ho studiato per avantieri e ora, non
avendo ripassato, non ricordo nulla». Ti è capitato, vero? Non sei
tu o i tuoi amici ad avere problemi di memoria, semplicemente è
sbagliata la strategia di immagazzinamento delle informazioni.
o Gli esseri umani sono fatti così, è inevitabile.

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Per studiare davvero non devi ripetere venti volte come diceva la
mia professoressa. Devi usare un atteggiamento creativo, fare un
grande uso dei colori, dei disegni semplici come quando eri
all’asilo, delle mappe mentali, ovvero lo strumento più incredibile
per studiare. Per mappe mentali non intendo i classici schemini
fatti da quasi tutti gli studenti per apprendere un argomento; una
mappa mentale per definirsi tale ha bisogno di determinate
caratteristiche; ma praticamente nessuno le usa.

Solo così puoi immagazzinare a lungo termine. Scoprirai che


non hai bisogno di ripetere una lezione o un concetto, e avrai
tantissimo tempo libero da dedicare ai tuoi interessi. La mia vita
scolastica è cambiata radicalmente non appena ho scoperto i libri
di Tony Buzan, il più grande esperto di mappe mentali (per
imparare le tecniche al meglio ho dovuto anche vedere diversi
video in inglese).

Trovare il proprio metodo ottimale di studio è fondamentale per


il successo nell’apprendimento. Troppo spesso si studia male,
senza un’organizzazione definita, senza avere obiettivi
prestabiliti. Impara a trovare il metodo intelligente che funziona

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per te, anche se ciò dovesse richiedere molto tempo, perché ne
varrà sicuramente la pena. Ricordati di costruirlo seguendo questi
punti base:
 interesse attivo;
 estrema sintesi;
 focalizzazione sui concetti fondamentali;
 creatività (colori, immagini);
 lettura veloce.

So che può sembrarti strano, ma con queste strategie puoi


arrivare a risparmiare il 90% del tempo di studio, ottenendo
risultati migliori di chi rimane tutto il giorno a studiare. Per cui se
vai a scuola o all’università, o se vuoi dare ai tuoi figli lo
strumento migliore per il loro bene e la loro formazione, ti
consiglio davvero di interessarti alle opere di Tony Buzan, basta
cercare su Google e troverai migliaia di risultati.

SEGRETO n. 6: costruisci il tuo metodo di studio efficace e su


misura. Questo dovrà essere semplice e basarsi
sull’atteggiamento attivo, sull’estrema sintesi, sui concetti
fondamentali, sulla creatività e sulla lettura veloce.

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Tornando alla pronuncia, ecco come puoi usare Google Translate.
Dato che ti consiglio solamente gli strumenti migliori, ti assicuro
che il programma è sicuro al 100%: non ha virus, spyware o altri
aspetti pericolosi. È freeware, quindi gratuito. Sono argomenti
delicati, quindi li preciso sempre per la tua sicurezza.

Per prima cosa collegati all’indirizzo http://translate.google.it e


aggiungilo ai Preferiti in modo da rivisitarlo spesso e facilmente.
Il software è semplicissimo da usare, avrai subito notato la grande
area di testo. Nell’esempio qui sotto ho scritto dog (cane). Prova a
utilizzarlo subito, hai visto quanto è semplice? Ora hai la
pronuncia di tutte le parole che vuoi.

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SEGRETO n. 7: usa regolarmente Google Translate per
tradurre e conoscere la pronuncia di tutti i vocaboli che
desideri.

Chiaramente conoscerai già la pronuncia di tantissime parole, per


cui usa Google Translate solo quando ne hai bisogno. Non ti
faccio perdere tempo ulteriore, passiamo subito alle schede!
Prima però ti spiegherò in breve come usarle.

Guida alla consultazione delle schede


Per ogni scheda troverai la spiegazione dell’argomento, le note
con le nozioni pratiche più importanti e soprattutto tantissimi
esempi. Come ben saprai un esempio è meglio di mille parole!

Inoltre per ogni argomento ho stabilito la relativa importanza, in


una scala che va da uno a cinque. Ti consiglio, nei tuoi famosi
trenta giorni, di studiare solo gli argomenti fondamentali, ovvero
quelli con un’importanza molto elevata. Il resto puoi farlo quando
hai più tempo, quando già conosci bene le basi. Potresti anche
scoprire di non avere bisogno di studiare il resto, in quanto
apprenderai il tutto con la pratica in maniera automatica.

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Una nota sull’importanza; se un determinato argomento presenta
un voto basso non significa che non sia importante,
semplicemente non è così indispensabile come altri argomenti!
Per fare un esempio, il condizionale è importantissimo, ma i primi
tempi per sopravvivere si può anche non sapere o sapere meno
rispetto all’indicativo. Ciò non toglie che per conoscere l’inglese
devi saperlo, ma prima assicurati di padroneggiare le fondamenta
per poi passare ai dettagli.

Al di là di tutto, dopo che leggi un argomento ti consiglio di


prendere un foglio di carta e provare a inventare frasi relative a
ciò che hai appena studiato. È molto importante, in quanto creare
dal nulla frasi con le conoscenze che di volta in volta acquisisci
fisserà meglio i concetti.

Organizzati al meglio per imparare le basi della grammatica in


trenta giorni. Ricorda che non è necessario studiarla
minuziosamente nel dettaglio; impara i concetti e i pilastri. La mia
professoressa di biologia diceva: «No al nozionismo!» e aveva
ragione. Prima impara bene la parte generale perché è quella che
serve nel mondo reale, lo specifico lo imparerai automaticamente

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con il tempo. Considera che hai trenta giorni, quindi non puoi
studiare proprio tutto; rischieresti anche che il gioco diventi un
po’ noioso! Approfondiremo questo concetto in seguito quando
parlerò di apprendimento passivo e attivo.

SEGRETO n. 8: prima i concetti fondamentali, poi quelli


generali. Non perdere tempo a studiare i dettagli, perché li
farai tuoi in seguito con la pratica e con l’apprendimento
attivo. Prima sopravvivi, poi rifinisci i dettagli.

Abituati sempre a semplificare le cose, a esprimerle con parole


tue cercando di capirle attraverso concetti più semplici
Risparmierai tempo prezioso e le informazioni che apprenderai
saranno immagazzinate nella memoria a lungo termine. È un’arte,
ma tutti ci possono riuscire con la pratica; vediamo se ce la fai tu
con la grammatica! Iniziamo subito allora, let’s get it started!

I sostantivi (importanza 4/5)


Alla base della grammatica troviamo i sostantivi; questi possono
essere maschili, femminili o neutri (quando si riferiscono a cose o
animali). I sostantivi possono inoltre essere singolari o plurali.

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Plurale dei sostantivi. Regola della s

Il plurale dei sostantivi si forma aggiungendo una s al singolare.

Plurale irregolare

Alcuni sostantivi non seguono questa regola e formano il


plurale in maniera diversa. Altri nome hanno il singolare
uguale al plurale (fish e sheep).

Plurale/singolare mancante

Plurale mancante: ci sono dei sostantivi inglesi che non hanno


il plurale, anche se in italiano ce l’hanno. A questi sostantivi
non va mai aggiunta la s e anche il verbo va al singolare.

Singolare mancante: ci sono dei sostantivi inglesi che non


hanno il singolare, anche se in italiano ce l’hanno. A questi
sostantivi non va mai aggiunta la s (in quanto sono già al
plurale) e anche il verbo va al plurale.

Plurale generale (regola della s)


Solitamente per esprimere un nome al plurale basta aggiungere
una s alla fine.

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Singolare Plurale
house (casa) houses
dog (cane) dogs
book (libro) books

Plurale irregolare
I sostantivi che terminano in ch, o, s, sh, x formano il plurale
aggiungendo es.

Singolare Plurale
kiss (bacio) kisses
brush (spazzola) brushes
match (partita) matches
potato (patata) potatoes
box (scatola) boxes

I sostantivi che terminano in consonante + y formano il plurale


sostituendo la y con una i e aggiungendo es.

Singolare Plurale
diary (diario) diaries

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story (storia) stories
baby (bambino) babies

Alcuni sostantivi che terminano in f o fe formano il plurale


sostituendo f o fe con ves.

Singolare Plurale
thief (ladro) thieves
shelf (scaffale) shelves
knife (coltello) knives

Alcuni sostantivi (sheep e fish) hanno il singolare uguale al


plurale.

Singolare Plurale
fish (pesce) fish
sheep (pecora) sheep

Alcuni sostantivi hanno il plurale diverso dal singolare.

Singolare Plurale
man (uomo) men

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woman (donna) women
child (bambino) children
foot (piede) feet
tooth (dente) teeth
mouse (topo) mice

Plurale/singolare mancante
Alcuni sostantivi non hanno il plurale.

Singolare Plurale
hair (capelli) non esiste
money (soldi) non esiste
spaghetti (spaghetti) non esiste
homework (compiti) non esiste
information (informazioni) non esiste
advice (consigli) non esiste
luggage (bagagli) non esiste
furniture (mobili) non esiste

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Esempi:
your hair is black → i tuoi capelli sono neri
money is beautiful → i soldi sono bellissimi

Negli esempi i sostantivi in italiano si traducono con il plurale


(capelli e soldi), inoltre il verbo è al singolare (is). Sarebbe un
grave errore scrivere your hair are black oppure money are
beautiful.

Alcuni sostantivi non hanno il singolare.

Singolare Plurale
non esiste people (persone)
non esiste grapes (uva)
non esiste police (polizia)
non esiste goods (merce)
non esiste pyjamas (pigiama)

Esempi:
people are good → le persone sono buone
the police are coming → la polizia sta arrivando

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Per i sostantivi che non hanno il singolare il verbo va comunque
al plurale.

Gli articoli (importanza 5/5)


Parlando di una persona, cosa o animale in particolare si usa
l’articolo determinativo; parlando di una persona, cosa o
animale in generale si usa l’articolo indeterminativo.

Articolo determinativo: the

L’articolo determinativo (il, lo, la, i, gli, le) in inglese si traduce


semplicemente con the; rispetto all’italiano è quindi molto
facile e immediato. La pronuncia di the è dhe quando è seguito
da un nome che inizia per consonante, è dhi quando è seguito
da un nome che inizia per vocale.

Articolo indeterminativo: a, an

L’articolo indeterminativo (un, uno, una) in inglese si traduce


semplicemente con a oppure an. Si usa a quando è seguito da
un nome che inizia per consonante, si usa an quando è seguito
da un nome che inizia per vocale.

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Nota bene:
 in alcuni casi non si usa l’articolo determinativo the anche se
in italiano si usa. È il caso degli anni, dei nomi di alcuni
continenti, stati, montagne o laghi;
 in alcuni casi si usa l’articolo determinativo the anche se in
italiano non si usa. È questo il caso delle stanze della casa e
delle parole “cielo, aria, campagna, montagna”;
 per le parole che iniziano per h muta, come honest (onesto) e
hour (ora), si usa l’articolo indeterminativo an e non a.

Esempi:
the car is red → la macchina è rossa
the books are here → i libri sono qui
the trees are green → gli alberi sono verdi
Alcuni esempi con l’articolo determinativo. Come vedi si usa
sempre the per tradurre il, lo, la, i, gli, le.

I need a pen → ho bisogno di una penna


I need an apple → ho bisogno di una mela
Esempi con l’articolo indeterminativo. Si usa a quando la parola
che segue inizia per consonante, an quando inizia per vocale.

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America is big → l’America è grande
I was born in 1985 → sono nato nel 1985
Mrs Cooper is happy → la signora Cooper è felice
Eccezioni dell’articolo determinativo; in questi casi anche se in
italiano si usa in inglese non va usato.

I’m in the kitchen → sono in cucina


I live in the country → vivo in campagna
there is a star in the sky → c’è una stella in cielo
Eccezioni dell’articolo determinativo; in questi casi anche se in
italiano non si usa in inglese va usato.

I’m an honest man → sono un uomo onesto


I need an hour → ho bisogno di un’ora
Le parole honest e hour hanno l’h muta e quindi richiedono an e
non a.

Gli aggettivi (importanza 5/5)


Anche per gli aggettivi la grammatica inglese è decisamente più
semplice rispetto a quella italiana.

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Le due regole degli aggettivi

Invariabilità: mentre in italiano l’aggettivo si accorda con il


nome sia per il genere che per il numero, in inglese l’aggettivo
non cambia mai, è invariabile.

Precedenza: mentre in italiano l’aggettivo può precedere o


seguire il nome, in inglese l’aggettivo precede sempre il nome.

Nota bene:
 gli aggettivi di nazionalità in inglese si scrivono sempre con
la lettera maiuscola (in italiano invece avviene il contrario);
 se più aggettivi precedono il nome si segue quest’ordine:
aggettivo dimostrativo, aggettivo che riguarda la dimensione,
aggettivo che riguarda il colore, aggettivo di nazionalità. Ad
esempio this small yellow French car → questa piccola
macchina francese gialla.

Esempi:
he is a good boy → egli è un bravo ragazzo
she is a good girl → ella è una brava ragazza
they are good boys → essi sono bravi ragazzi

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In inglese l’aggettivo precede sempre il nome; inoltre è
invariabile (è sempre uguale al maschile, al femminile, al
singolare o al plurale). Mentre in italiano è indifferente dire “egli
è un bravo ragazzo” oppure “egli è un ragazzo bravo”, in inglese
sarebbe un errore grave dire he is a boy good.

Aggettivi dimostrativi (importanza 5/5)

this questo, questa


these questi, queste
that quello, quella
those quegli, quei, quelle

Esempi:
this pen is blue → questa penna è blu
those cars are big → quelle macchine sono grandi
these books are mine → questi libri sono miei
that chair is empty → quella sedia è vuota

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Aggettivi possessivi (importanza 5/5)

my mio, mia, miei, mie


your tuo, tua, tuoi, tue
his suo, sua, suoi, sue (di lui)
her suo, sua, suoi, sue (di lei)
its suo, sua, suoi, sue (di un animale o una cosa)
our nostro, nostra, nostri, nostre
your vostro, vostra, vostri, vostre
their loro, loro, loro, loro

Nota bene:
 gli aggettivi possessivi non sono mai preceduti da un articolo
determinativo o indeterminativo; a differenza di quelli italiani
rifiutano l’articolo;
 gli aggettivi possessivi sono sempre seguiti dal nome;
 sono invariabili, non cambiano mai. Esiste una sola forma per
il singolare, il plurale, il maschile, il femminile. Questo rende
le cose molto semplici;
 mentre in italiano gli aggettivi possessivi si accordano con la
cosa posseduta, in inglese si accordano con il possessore;

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 l’aggettivo possessivo si usa (e non si può omettere) quando
si nominano le parti del corpo (my hand → la mia mano).

Esempi:
my pen is blue → la mia penna è blu
Come si vede in questo esempio, rispetto all’italiano manca
l’articolo. Non fare mai l’errore di mettere l’articolo davanti
all’aggettivo possessivo. Dire the my pen is blue è un errore
gravissimo!

my pens are blue and red → le mie penne sono blu e rosse
Confrontando questo esempio con il precedente puoi notare come
l’aggettivo possessivo sia uguale al singolare che al plurale.

his daughter is Helen → sua figlia è Helen


her daughter is Helen → sua figlia è Helen
In questo esempio puoi vedere come in inglese gli aggettivi
possessivi si concordano con il possessore, e non con la cosa
posseduta come avviene in italiano. Entrambe le frasi significano
la stessa cosa, ma la prima indica “la figlia di egli”, la seconda “la
figlia di ella”.

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its tail is short → la sua coda è corta
Ovviamente si riferisce alla coda di un animale e non alla coda
dei capelli di una ragazza. Its si usa solo per cose e/o animali.

her tail is short → la sua coda è corta


Questa frase invece significa “la coda di lei”, ovviamente di una
ragazza. La traduzione in italiano è identica rispetto all’esempio
precedente, ma in inglese sono due cose molto diverse ed è
importante capire e saper usare un’espressione o l’altra al modo
giusto.

your hair is long → i tuoi capelli sono lunghi


my hair is short → i miei capelli sono corti
Con le parti del corpo si usano sempre gli aggettivi possessivi.

Aggettivi qualificativi (importanza 4/5)


Ecco i principali aggettivi qualificativi:

beautiful bello
ugly brutto
big grande

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small piccolo
young giovane
old vecchio
tall alto
short basso
thin magro
fat grasso
hot caldo
cold freddo
empty vuoto
full pieno

Comparazione-uguaglianza (importanza 3/5)

like come (non seguito da un verbo)


as come (seguito da un verbo)
as + aggettivo + as confronto di uguaglianza
not as + aggettivo + as confronto negativo di uguaglianza

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Esempi:
I am like you → sono come te
I did as you requested → ho fatto come hai chiesto
Se “come” è seguito da un verbo si usa as, altrimenti si usa like.

I am as tall as you → sono alto quanto te


I am not as tall as you → non sono alto quanto te
Esempi di confronto di uguaglianza.

Aggettivi qualificativi. Comparativo (importanza 3/5)

Per gli aggettivi brevi (formati da poche sillabe): il comparativo


si forma aggiungendo er alla fine.

Per gli aggettivi lunghi (formati da più sillabe): si usa more


davanti all’aggettivo.

Si usa than come preposizione di paragone.

Nota bene:
 ci sono delle eccezioni, in certi casi bisogna modificare
l’aggettivo prima di aggiungere er. Se la consonante finale è
preceduta da una vocale si raddoppia la consonante finale (big

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→ bigger). Se l’aggettivo termina per e si elimina
quest’ultima (late → later). Se l’aggettivo termina per y
preceduta da una consonante si sostituisce la y con la i (easy
→ easier). Alcuni aggettivi sono irregolari (il comparativo è
diverso dall’aggettivo).

Esempi:
I am taller than you → sono più alto di te (tall → taller)
she’s stronger than me → ella è più forte di me (strong → stronger)
it is more interesting than my book → è più interessante del mio
libro (interesting → more interesting)
it’s more expensive → è più costoso (expensive → more
expensive)

Comparativo. Aggettivi irregolari (importanza 3/5)

Aggettivo Comparativo
good (buono) better (migliore)
bad (cattivo) worse (peggiore)
far (lontano) farther (più lontano)
little (poco) less (meno)

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Esempi:
I’m better than you → sono meglio di te
it’s farther than the other → è più lontano dell’altro/a

Aggettivi qualificativi. Superlativo (importanza 3/5)

Per gli aggettivi brevi (generalmente monosillabi): il


superlativo si forma aggiungendo est alla fine.

Per gli aggettivi lunghi (formati da più sillabe): si usa most


davanti all’aggettivo.

Si usa the come articolo prima del superlativo.

Nota bene:
 ci sono delle eccezioni, in certi casi bisogna modificare
l’aggettivo prima di aggiungere est. Se la consonante finale è
preceduta da una vocale si raddoppia la consonante finale (big
→ the biggest). Se l’aggettivo termina per e si elimina
quest’ultima (late → the latest). Se l’aggettivo termina per y
preceduta da una consonante si sostituisce la y con una i (easy
→ the easiest). Alcuni aggettivi sono irregolari (il superlativo
è diverso dall’aggettivo);

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 in italiano dopo il superlativo può essere presente la
preposizione “di”, che in inglese può essere tradotta con of se
si parla di altre persone, animali o cose, oppure con in se si
parla di un posto o un luogo geografico;
 il superlativo assoluto si forma mettendo very davanti
all’aggettivo, ad esempio big → very big (grandissimo).

Esempi:
the most interesting → il più interessante (aggettivo lungo)
the greatest → il più glorioso (aggettivo corto)
the nicest → il più carino (aggettivo corto terminante per e)
it’s very big → è grandissimo
Alcuni esempi riguardanti l’uso del superlativo in inglese.

Superlativo. Aggettivi irregolari (importanza 3/5)

Aggettivo Comparativo
good (buono) the best (il migliore)
bad (cattivo) the worst (il peggiore)
far (lontano) the farthest (il più lontano)
little (poco) the least (il meno)

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Esempi:
I’m the best in town → sono il migliore in città
it’s the farthest place → è il posto più lontano

Aggettivi indefiniti (importanza 2/5)

some alcuni, del, qualche, un po’ di


a few pochi, poche, non molti, non molte
several diversi, diverse, parecchi, parecchie
a lot of, lots of molto, molta, molti, molte
much molto, molta
many molti, molte
too (seguito da aggettivo troppo
o avverbio)
too much, too many troppo, troppi
little poco, poca
a little un poco, un po’ di
few pochi, poche
no niente, nessuno, alcuno
all tutto, tutta, tutti, tutte
other altro, altra, altri, altre
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another un’altro, un’altra
some more ancora un po’ di
every ogni, ognuno, ciascuno
each ogni, ognuno, ciascuno
both entrambi, tutti e due
either entrambi, o l’uno o l’altro
neither nessuno dei due, né l’uno né l’altro

Nota bene:
 se “molto” precede un aggettivo si traduce con very. Se
“molto” viene dopo un verbo si traduce con very much.

Esempi:
can I have some bread? → posso avere del pane?
I have a few cards → ho alcune carte
you came here several times → sei venuto qui diverse volte
there is a lot of bread → c’è molto pane
there are lots of people → ci sono molte persone
we are a lot → siamo in molti
I need much money → ho bisogno di molti soldi

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I have many friends → ho molti amici
it’s too late → è troppo tardi
don’t push too much → non spingere troppo
I made too many mistakes → ho fatto troppi errori
he has little money → ha pochi soldi
there is a little sugar → c’è un po’ di zucchero
you have few mates → hai pochi compagni
no problem → nessun problema
all my jeans are small → tutti i miei jeans sono piccoli
I prefer the other CD → preferisco l’altro CD
I need another house → ho bisogno di un’altra casa
I want some more sugar → voglio ancora un po’ di zucchero
every dog needs a man → ogni cane ha bisogno di un uomo
each time I wake up → ogni volta che mi sveglio
both of you are tired → entrambi voi due siete stanchi
try either way → prova entrambe le strade
neither you nor I like pizza → né io né te amiamo la pizza
Diversi esempi di frasi utilizzando aggettivi indefiniti.

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I pronomi
I pronomi sono parole usate in sostituzione del nome.

Pronomi personali soggetto (importanza 5/5)


Per i pronomi personali non te la scampi, devi per forza saperli a
memoria; ad ogni modo al 90% li dovresti già conoscere dalla
scuola. Prenditi un po’ di tempo per padroneggiarli e conoscerli al
meglio.

I io
you tu
he egli
she ella
it esso, essa (animale o cosa)
we noi
you voi
they essi, esse

Nota bene:
 I, ovvero “io”, va scritto sempre in maiuscolo; è una
convenzione che devi sempre rispettare;

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 you si usa sia alla seconda persona singolare, sia alla seconda
persona plurale. In pratica si usa you sia per dire “tu”, sia per
dire “voi”;
 per la terza persona singolare si usa he per “egli”, she per
“ella” e it per “esso, essa”. He e she vengono usati per le
persone, it viene usato solo per cose e/o animali;
 non c’è distinzione fortunatamente tra maschile e femminile.
They si usa sia per dire “essi” che per dire “esse”.

Esempi:
Mary is English → she is English (uso she al posto di Mary)
Mary è inglese → ella è inglese
Paolo is Italian → he is Italian
Paolo è italiano → egli è italiano
my pen is black → it is black
la mia penna è nera → essa è nera
they go to the sea → essi vanno al mare
you love music → tu ami la musica (oppure voi amate la musica,
può voler dire uno o l’altro in base al contesto).

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Pronomi personali oggetto (importanza 5/5)
I pronomi personali complemento oggetto sono i classici “mi, ti,
ci ecc.”.

me me, mi
you te, ti
him lui, lo, gli
her lei, la, le
it esso, essa, lo, la (animale o cosa)
us noi, ci
you voi, vi
them essi, esse, loro, li, le

Nota bene:
 come vedi fortunatamente i pronomi personali complemento
oggetto sono simili ai pronomi personali soggetto, quindi non
servono grandi sforzi per impararli.

Esempi:
I like you → tu mi piaci
I like her → ella mi piace

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I like them → essi mi piacciono
they love us → essi ci amano

Pronomi possessivi (importanza 5/5)


I pronomi possessivi sono ugualmente molto simili ai precedenti.

mine il mio, la mia, i miei, le mie


yours il tuo, la tua, i tuoi, le tue
his il suo, la sua, i suoi, le sue (di lui)
hers il suo, la sua, i suoi, le sue (di lei)
its il suo, la sua, i suoi, le sue (di un animale o cosa)
ours il nostro, la nostra, i nostri, le nostre
yours il vostro, la vostra, i vostri, le vostre
theirs il loro, la loro, i loro, le loro

Nota bene:
 i pronomi possessivi sostituiscono il nome e si trovano
sempre da soli;
 i pronomi possessivi rifiutano sempre gli articoli;
 i pronomi possessivi sono invariabili;
 i pronomi possessivi si accordano sempre con il possessore.

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Esempi:
my pen is black and yours is blue → la mia penna è nera e la tua è
blu
my pen is black and hers is yellow → la mia penna è nera e la sua
(di una persona di sesso femminile) è gialla
my pen is black and yours are red and blue → la mia penna è
nera e le vostre (o le tue) sono rosse e blu

Pronomi riflessivi (importanza 5/5)


I pronomi riflessivi si usano quando il soggetto compie un’azione
su se stesso.

myself me stesso, mi
yourself te stesso, ti
himself se stesso, si (lui)
herself se stessa, si (lei)
itself se stesso, se stessa, si (animale o cosa)
ourselves noi stessi, ci
yourselves voi stessi, vi
themselves loro stessi, se stessi, si

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Nota bene:
 ricordarli, usando come parola chiave self (al plurale selves), è
molto facile.

Esempi:
she loves herself → ella ama se stessa
they found themselves in trouble → essi si sono trovati nei guai
I say to myself goodnight → dico a me stesso buonanotte

Pronomi dimostrativi (importanza 5/5)


I pronomi dimostrativi servono per indicare una persona, un
animale o una cosa in maniera specifica.

this questo, questa


these questi, queste
that quello, quella
those quelli, quelle

Esempi:
this car is big → questa macchina è grande
these cars are big → queste machine sono grandi
that car is big → quella macchina è grande
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those cars are big → quelle macchine sono grandi
what’s this? → cos’è questo?

Pronomi relativi (importanza 5/5)


I pronomi relativi mettono in relazione due frasi.

what cosa, quello che, ciò che


who che, il quale, la quale, i quali ecc. (persone)
that che, il quale, la quale, i quali ecc. (animali o cose)
which che, il quale, la quale, i quali ecc. (animali o cose)
whose di chi, il cui, la cui, le cui ecc.

Nota bene:
 quando il pronome relativo non è il soggetto della frase si può
omettere;
 nelle domande vengono spesso usati who e what in qualità di
pronomi interrogativi.

Esempi:
what I want is you → quello che voglio sei tu
what’s the time? → che ora è?

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what a pity! → che peccato!
who is it? → chi è?
who do you like? → chi ti piace?
she is the girl who sings better → è la ragazza che canta meglio
it is the ship that I want to take → è la nave che voglio prendere
it is the ship I want to take → è la nave che voglio prendere
(in questo caso that non è soggetto, quindi si può omettere)
which car is yours? → qual è la tua macchina?
it’s the dog which I saw yesterday → è il cane che ho visto ieri
it’s the dog I saw yesterday → è il cane che ho visto ieri
this is the house whose doors are black → questa è la casa le cui
porte sono nere

Pronomi indefiniti (importanza 4/5)

everything tutto, ogni cosa, qualsiasi cosa


nothing nulla, niente
something qualcosa, qualche cosa
anything qualsiasi cosa
everybody tutti, ognuno
nobody nessuno

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somebody qualcuno
anybody qualcuno/nessuno
everyone tutti, ognuno
no one nessuno
someone qualcuno
anyone qualcuno

Nota bene:
 si possono dividere in tre gruppi formati da quattro pronomi.
Il primo gruppo termina per thing (infatti si riferisce a cose o
animali), il secondo termina per body e il terzo termina per
one. Gli ultimi due gruppi si riferiscono a persone. Ogni
gruppo è formato da every, no, some e any. In questo modo
sarà semplicissimo memorizzarli;
 something, somebody, someone si usano nelle frasi
affermative; anything, anybody, anyone pur avendo lo stesso
significato si usano nelle frasi interrogative e negative.
Ricordati che in inglese due negazioni affermano;
 tutti i pronomi indefiniti in inglese sono singolari.

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Esempi:
I want everything → voglio tutto
I need something → ho bisogno di qualcosa
is there anything here? → c’è qualcosa qui?
Nelle frasi interrogative si usa any e non some.

I need nothing → non ho bisogno di nulla


I don’t need anything → non ho bisogno di nulla
I don’t need nothing → ho bisogno di tutto
Nell’ultimo esempio puoi vedere che in inglese due negazioni, in
questo caso don’t e nothing, affermano; per cui nelle frasi
negative usa sempre any.

everybody needs somebody → tutti hanno bisogno di qualcuno


everyone needs somebody → tutti hanno bisogno di qualcuno
everybody needs someone → tutti hanno bisogno di qualcuno
everyone needs someone → tutti hanno bisogno di qualcuno
In questi ultimi quattro esempi puoi notare come everyone sia
identico a everybody e someone sia identico a somebody.

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is there anyone here? → c’è qualcuno qui?
is there anybody here? → c’è qualcuno qui?
nobody is absent → nessuno è assente
no one is absent → nessuno è assente

Gli avverbi
Gli avverbi completano l’azione svolta da un verbo.

Avverbi di modo (importanza 5/5)

aggettivo + ly

Nota bene:
 per formare un avverbio di modo basta inserire ly alla fine del
relativo aggettivo (quick → quickly). Allo stesso modo in
italiano basta aggiungere “mente” (veloce → velocemente);
 se l’aggettivo termina in y si sostituisce la y con i e poi si
aggiunge ly (easy → easily);
 se l’aggettivo termina in le si cambia semplicemente la e in y
(probable → probably);
 esiste un’eccezione: good (buono) ha come avverbio di modo
well (bene);

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 altre parole sono uguali sia come aggettivo sia come avverbio
(non va aggiunto ly): little (poco), fast (veloce, velocemente),
hard (difficile, difficilmente).

Esempi:
I move quickly → mi muovo velocemente
she runs fast → ella corre velocemente
you play well → giochi bene
let’s play easily → giochiamo facilmente
we probably go there → probabilmente andiamo lì

Avverbi di luogo (importanza 5/5)

here qui, qua


there lì, là
over there laggiù
where dove
near vicino
far lontano
everywhere ovunque, dappertutto

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Nota bene:
 la parola there si usa anche per dire “c’è” nelle domande;
 la parola here può significare anche “ecco” o simili.

Esempi:
I live here → vivo qui
you play there → tu giochi là
go over there! → vai laggiù!
there’s a lot of sugar → c’è un sacco di zucchero

is there some bread? → c’è del pane?


here I am → eccomi
here comes the lady → ecco la signorina
where do you live? → dove vivi?

I live where the trees are green → vivo dove gli alberi sono verdi
the field is far → il campo è lontano
the street is near → la strada è vicina
the smoke is everywhere → il fumo è dappertutto

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Avverbi di frequenza (importanza 4/5)

sometimes qualche volta, ogni tanto


usually di solito
always sempre
often spesso
never mai
also anche

Nota bene:
 gli avverbi di frequenza si usano dopo il verbo essere, oppure
tra il soggetto e il verbo nei tempi semplici, tra la prima e la
seconda parte del verbo nei tempi composti.

Esempi:
sometimes I play guitar → a volte suono la chitarra
I usually go there → ci vado di solito
I have never been in Rome → non sono mai stato a Roma
I have often dreamed → ho sognato spesso
I always love to play → amo sempre giocare
I also love this smell → amo anche questo odore

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Avverbi di quantità (importanza 4/5)

very molto
so così
only solo
really veramente
enough abbastanza
too troppo
almost quasi
rather piuttosto

Esempi:
it is rather good → è piuttosto buono
I’d rather go there → preferirei andare là (andrei piuttosto là)
it’s too late → è troppo tardi
I’m very sorry → mi dispiace molto
it’s so hard → è così difficile
it’s only water → è solo acqua
I really love you → ti amo davvero
it’s enough → è abbastanza

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Avverbi di tempo (importanza 4/5)

now ora
today oggi
yesterday ieri
tomorrow domani
the day after tomorrow dopodomani
the day before yesterday avantieri
soon presto
late tardi
early presto
ago fa
lately ultimamente

Esempi:
do it now → fallo ora
today it’s hot → oggi fa caldo
I’m leaving tomorrow → partirò domani
I’m leaving the day after tomorrow → partirò dopodomani
I went there the day before yesterday → ci sono andato avantieri
it’s too soon → è troppo presto
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it’s too late → è troppo tardi
two days ago → due giorni fa
lately I’ve been playing a lot → ultimamente ho giocato molto

Le preposizioni (importanza 4/5)


Le preposizioni aggiungono informazioni alla frase. Ecco un
elenco con le principali.

Preposizione Traduzione Tipo


of di possesso
in in luogo
at in, a luogo
on su, sopra luogo
over su, sopra luogo
under sotto a luogo
near vicino luogo
close to vicino luogo
beside accanto a luogo
next to accanto a luogo
opposite di fronte a luogo

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in front of davanti a luogo
behind dietro a luogo
outside fuori da luogo
between tra due elementi luogo
among tra più elementi luogo
at a, di, per tempo/luogo
in in, fra, entro tempo
on di, il tempo
till fino a tempo
until fino a tempo
for per tempo
since da tempo
for per tempo
before prima di tempo
after dopo tempo
from... to... da... a... tempo
from da movimento
to a movimento
off giù da movimento
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into in movimento
out of fuori da movimento
through attraverso movimento
across attraverso movimento
by con/per mezzo di movimento
over su, sopra movimento
round intorno a movimento

Nota bene:
 possiamo dividere le preposizioni in quattro gruppi: possesso,
luogo, tempo, movimento;
 la preposizione of corrisponde al complemento di
specificazione oppure indica l’appartenenza a una determinata
cosa;
 per indicare la forma possessiva (es. “la penna di Luca”) non
si usa of, bensì si aggiunge ’s al possessore della cosa (Luca’s
pen). Se il possessore è plurale e termina con s si aggiunge
solo l’apostrofo ’ (your sisters’ shirts). Se si ha un doppio
possessore (la cosa appartiene a due persone) si aggiunge ’s
solo al secondo possessore della cosa (Luca and Laura’s

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diary). Questa costruzione è chiamata possessive case. La
forma possessiva si usa anche con i nomi riguardanti il tempo
e con i negozi, le case, gli uffici ecc.

Esempi:
a bottle of wine → una bottiglia di vino
the doors of the car → le portiere della macchina

your brother’s dog → il cane di tuo fratello


your sisters’ phone → il telefono delle tue sorelle
Anna and her brother’s dog → il cane di Anna e di suo fratello
today’s news → le notizie di oggi
go to the butcher’s → vai in macelleria
Questi ultimi esempi riguardano il possessive case

I’m at home → sono a casa


I live in Rome → vivo a Roma
I stay in the living room → resto nel soggiorno
put the pen on the table → metti la penna sul tavolo
the sky is over the mountain → il cielo è sopra la montagna
my pen is under the table → la mia penna è sotto il tavolo

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my office is near the street → il mio ufficio è vicino alla strada
my bank is close to the street → la mia banca è vicina alla strada
I live beside the bank → vivo accanto alla banca
I live next to the bank → vivo accanto alla banca
my dog is in front of the bank → il mio cane è davanti alla banca
my ship is opposite to the lake → la mia barca è di fronte al lago
behind the door → dietro la porta
outside the park → fuori dal parco
I’m between the park and the bank → sono tra il parco e la banca
I’m among the flowers → sono in mezzo ai fiori
at this time → in questo momento
at seven → alle sette
on Saturday → di sabato
on holiday → in vacanza
I wake up in the morning → mi sveglio di mattina
see you in one hour → ci vediamo tra un’ora
from the east to the west → dall’est all’ovest
I run until I reach my goal → corro finché raggiungo la meta
run till you die → corri finché non muori
I haven’t seen you since two years → non ti vedo da due anni
I have been writing for two years → ho scritto per due anni

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the day before yesterday → il giorno prima di ieri (avantieri)
the day after tomorrow → il giorno dopo domani (dopodomani)
where are you from? → di dove sei?
I’m from Italy → vengo dall’Italia
we go to the cinema → andiamo al cinema
we have got to the cinema → siamo arrivati al cinema
I go into the box → vado dentro la scatola
I go out of the box → vado fuori dalla scatola
get off the car → scendi dalla macchina
I’m flying over the field → sto volando sopra il campo
round in circle → intorno, in cerchio
across the street → attraverso la strada
through the darkness → attraverso l’oscurità
I go there by car → ci vado in macchina
you fly by plane → tu voli in aereo

Le congiunzioni (importanza 5/5)


Le congiunzioni uniscono due parole o frasi tra loro. Sicuramente
ne conosci già qualcuna, per cui apprendere le principali non sarà
un problema. In inglese si chiamano connectors proprio perché
connettono due frasi.

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Congiunzione Traduzione
and e
so perciò
because perché, poiché
because of a causa di
or o
or else altrimenti
but ma
if se
even if anche se
though sebbene, nonostante che
although sebbene, nonostante che
that che
however comunque, tuttavia
since dal momento che
as come (seguito da verbo)
like come (non seguito da verbo)
when quando
where dove
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while mentre
for a while per un po’
until fino a
as soon as non appena
in fact in realtà, appunto
besides inoltre

Esempi:
I love you and I need you → ti amo e ho bisogno di te
I am free, so I’m happy → sono libero, perciò sono felice
I’m happy because I’m free → sono felice perché sono libero
I’m happy because of you → sono felice grazie a te
study or work → studia o lavora
try it or else you’ll fail → provaci altrimenti fallirai
I’m happy but I’m tired → sono felice ma stanco
I’m happy if you are too → sono felice se lo sei anche tu
I’m happy even if I’m tired → sono felice anche se sono stanco
I’m happy though I’m tired → sono felice sebbene sia stanco
although I’m tired, I’m happy → sebbene sia stanco, sono felice
it’s the house that I want → è la casa che voglio

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I’m tired, however I’m happy → sono stanco, tuttavia sono felice
I’m sad since you left → sono triste da quando sei partito/a
do as you like → fai come vuoi
good like bread → buono come il pane
I’m sad when I’m late → sono triste quando sono in ritardo
this is where I play → qui è dove gioco
I’m happy while you are sad → sono felice mentre tu sei triste
happy for a while → felice per un po’ di tempo
read until you’re tired → leggi finché non sei stanco
I’ll call you as soon as I come → ti chiamo non appena arrivo
I hate you but in fact I love you → ti odio ma in realtà ti amo
besides I want to go there → inoltre voglio andarci

Altro (importanza 5/5)


Rimangono da analizzare altri argomenti fondamentali, come i
giorni della settimana, i mesi, la data, l’ora, i numeri ecc.

I numeri (the numbers)


I numeri si dividono in cardinali (es. 4) e ordinali (es. quarto),
proprio come avviene in italiano.

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Numeri cardinali (importanza 5/5)

zero 0
one 1
two 2
three 3
four 4
five 5
six 6
seven 7
eight 8
nine 9
ten 10
eleven 11
twelve 12
thirteen 13
fourteen 14
fifteen 15
sixteen 16
seventeen 17
eighteen 18

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nineteen 19
twenty 20

È importante imparare a memoria, se già non li conosci, i numeri


da uno a venti. I restanti numeri si ottengono automaticamente
conoscendo le decine, le centinaia, le migliaia ecc.

thirty 30
forty 40
fifty 50
sixty 60
seventy 70
eighty 80
ninety 90
one hundred 100
one thousand 1000
ten thousand 10.000
one hundred thousand 100.000
one million 1.000.000
one billion 1.000.000.000

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Nota bene:
 i numeri si formano aggiungendo le unità alle decine, le
decine alle centinaia, le centinaia alle migliaia ecc;
 i numeri da 13 a 19 terminano tutti con teen; le decine da 20 a
90 terminano tutte con ty;
 nei numeri non va mai aggiunta la s per formare il plurale
(300 → three hundred);
 la parola hundred deve essere seguita dalla congiunzione and
(320 → three hundred and twenty). Nell’inglese americano
questa regola non è presente.

Esempi:
28 → twenty-eight
101 → one hundred and one
87 → eighty-seven
1100 → one thousand, one hundred
1110 → one thousand, one hundred and ten

Numeri ordinali (importanza 3/5)


Anche per i numeri ordinali basta impararne alcuni a memoria e i
restanti vengono in automatico. Se infatti li conosci tutti fino a

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“dodicesimo”, da “tredicesimo” in poi basterà aggiungere th ai
numeri cardinali.

1st first primo


2nd second secondo
3rd third terzo
4th fourth quarto
5th fifth quinto
6th sixth sesto
7th seventh settimo
8th eighth ottavo
9th ninth nono
10th tenth decimo
11th eleventh undicesimo
12th twelfth dodicesimo
13th thirteenth tredicesimo
14th fourteenth quattordicesimo
20th twentieth ventesimo
21st twenty-first ventunesimo
22nd twenty-second ventiduesimo

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23rd twenty-third ventitreesimo
24th twenty-fourth ventiquattresimo
50th fiftieth cinquantesimo
51st fifty-first cinquantunesimo
52nd fifty-second cinquantaduesimo
53rd fifty-third cinquantatreesimo
54th fifty-fourth cinquantaquattresimo
100th one hundredth centesimo
101st one hundred centounesimo
and first
1000th one thousandth millesimo
10.000th ten thousandth decimillesimo
100.000th one hundred centomillesimo
thousandth
1.000.000th one millionth millionesimo
1.000.000.000th one billionth miliardesimo

Nota bene:
 basta imparare i primi tredici a memoria e i restanti si
formano automaticamente;

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 i numeri ordinali sono sempre preceduti dall’articolo the, da
pronunciare anche se non è scritto (Charles I si legge Charles
the first);
 in generale 1 → 1st, 2 → 2nd, 3 → 3rd; per le restanti unità si
aggiunge th.

Esempi:
35° → 35th → thirty-fifth
61° → 61st → sixty-first

Altre espressioni numeriche (importanza 5/5)

once una volta


twice due volte
three times tre volte
four times, five times etc. quattro volte, cinque volte ecc.
a couple of un paio di
a pair of un paio di (coppia)
a half mezzo
a dozen una dozzina
two dozen due dozzine

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dozens of dozzine di (= decine di)
hundreds of centinaia di
thousands of migliaia di

Esempi:
once in a lifetime → una volta nella vita
do it twice → fallo due volte
do it four times → fallo quattro volte
a couple of apples → un paio di mele
a pair of shoes → un paio di scarpe
two minutes and a half → due minuti e mezzo
a dozen of fish → una dozzina di pesci
hundreds of dollars → centinaia di dollari

I giorni della settimana (the days of the week)


In Inghilterra e in America la settimana inizia la domenica, in
Italia invece il lunedì.

Sunday domenica
Monday lunedì
Tuesday martedì

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Wednesday mercoledì
Thursday giovedì
Friday venerdì
Saturday sabato

È facile ricordarli, finiscono tutti in day (giorno). I nomi dei


giorni vanno sempre scritti in maiuscolo. Esempi:
I’ll go to Rome on Sunday → andrò a Roma domenica

I mesi dell’anno (the months of the year)


I nomi dei mesi in inglese sono simili a quelli italiani. Quando
parliamo del mese in generale si usa la preposizione in.

January gennaio
February febbraio
March marzo
April aprile
May maggio
June giugno
July luglio
August agosto
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September settembre
October ottobre
November novembre
December dicembre

Esempi:
Summer begins in June → l’estate inizia a giugno

Le stagioni (the seasons)


Anche per le stagioni si usa la preposizione in.

Spring primavera
Summer estate
Autumn autunno (inglese britannico)
Fall autunno (inglese americano)
Winter inverno

Esempi:
I go to the seaside in summer → vado al mare d’estate
she goes skiing in winter → ella va a sciare d’inverno

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La data (the date)
In inglese le date si leggono diversamente rispetto all’italiano.

Nota bene:
 la data si legge mettendo prima il mese, l’articolo the e il
numero ordinale. L’articolo the però non si scrive e il numero
può essere scritto anche come cardinale;
 l’anno si legge dividendo a metà le quattro cifre che lo
compongono (1991 si legge nineteen ninety-one);
 quando si precisa il giorno si usa la preposizione on. Con
l’anno si usa la preposizione in;
 giorno e mese possono scambiarsi posizione, ma l’anno sta
sempre alla fine.

Esempi:
February 2nd → 2 febbraio (si legge February, the second)
February 2 → 2 febbraio (si legge February, the second)
21st November, 1997 → 21 novembre 1997 (si legge November
the twenty-first, nineteen ninety-seven)
I was born in 1985 → sono nato nel 1985
it’s on May 18th → è il 18 maggio

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L’ora (the time)
Leggere l’ora in inglese è molto semplice.

Specifica del periodo nel formato a dodici ore


Spesso si utilizza un formato orario a dodici ore; se ad esempio
dico: «Sono le sei» posso intendere sia le 6:00 del mattino sia le
18:00 di sera. In inglese si usa a.m. per indicare la mattina, p.m
per indicare la sera. Se dico: «Sono le 6 a.m.» intendo le 6:00 di
mattina, se dico: «Sono le 6 p.m.» intendo le 6:00 di sera, ovvero
le 18:00.

a. m. oppure in the morning le ore da mezzanotte alle 11


del mattino
p. m. oppure in the afternoon le ore da mezzogiorno alle 11
oppure in the evening di notte

Orario tradizionale

minuti trascorsi + past + ora trascorsa fino alla mezz’ora


minuti mancanti + to + ora successiva dopo la mezz’ora
o’clock ora tonda
a quarter un quarto d’ora
half mezz’ora

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Orario digitale
Leggere l’ora in formato digitale è molto più semplice, basta dire
il numero dell’ora seguito dai minuti.

Esempi:
8 a.m → 8:00 del mattino
8 p.m. → 8:00 di sera (20:00)
9 in the morning → 9 del mattino
9 in the afternoon → 21:00
9 in the evening → 21:00
it’s a quarter past 8 → sono le 8 e un quarto
it’s five past 8 → sono le 8:05
it’s half past 8 → sono le 8:30
it’s a quarter to 8 → sono le 8 meno un quarto
it’s five to 8 → sono le 8 meno 5
Esempi con l’uso di past e to in orari non digitali.

it’s six twenty → sono le 6:20


it’s three twelve → sono le 3:12
Esempi di lettura di orari digitali.

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RIEPILOGO DEL GIORNO 2:
 SEGRETO n. 5: la grammatica inglese è molto più semplice
di quella italiana. Non ci sono paranoie per le declinazioni e si
fa un grande uso della forma base del verbo.
 SEGRETO n. 6: costruisci il tuo metodo di studio efficace e
su misura. Questo dovrà essere semplice e basarsi
sull’atteggiamento attivo, sull’estrema sintesi, sui concetti
fondamentali, sulla creatività e sulla lettura veloce.
 SEGRETO n. 7: usa regolarmente Google Translate per
tradurre e conoscere la pronuncia di tutti i vocaboli che
desideri.
 SEGRETO n. 8: prima i concetti fondamentali, poi quelli
generali. Non perdere tempo a studiare i dettagli, perché li
farai tuoi in seguito con la pratica e con l’apprendimento
attivo. Prima sopravvivi, poi rifinisci i dettagli.

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GIORNO 3:
Come imparare la grammatica: i verbi

I verbi chiudono il cerchio della grammatica. Non spaventarti,


non si tratta di un argomento difficile. Se hai imparato i verbi in
italiano puoi impararli anche in inglese, è molto più semplice. In
ogni caso è bene semplificare ulteriormente per una più facile
memorizzazione; come detto in precedenza è meglio prima
focalizzarsi sulle basi per poi procedere con lo specifico.

Nel nostro caso significa imparare bene l’indicativo presente,


passato e futuro, e in seguito i modi minori come il condizionale,
l’imperativo ecc. Vuoi semplificare ancora? Impara prima le
forme principali del passato e del futuro, poi verranno quelle più
complesse.

SEGRETO n. 9: per semplificare lo studio dei verbi impara


prima l’indicativo presente, passato e futuro; a quel punto
potrai imparare i modi e i tempi più complessi.

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Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook


Ricordati che l’importante è imparare ciò che viene usato nella
lingua scritta e parlata. Tutto quello che viene usato poco o
nulla lo imparerai in seguito, magari in maniera automatica con la
full immersion.

SEGRETO n. 10: concentrati maggiormente sui modi e i


tempi più importanti. Il resto lo imparerai in maniera
automatica con il passare del tempo o con la full immersion.

Ready to go?

I verbi (importanza 5/5)


La prima cosa da fare è conoscere gli ausiliari “essere” e “avere”
e dividere i tempi in presente, passato e futuro.

È bene distinguere anche tra le varie forme:


 affermativa (affirmative);
 negativa (negative);
 interrogativa (interrogative);
 interrogativa-negativa (interrogative-negative).

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Ovviamente ogni forma andrà utilizzata in base al contesto; se si
fa una domanda va usata la forma interrogativa e così via.

Infine per gli ausiliari, rispetto all’italiano, è da notare anche una


forma contratta, una sorta di versione semplificata. Quest’ultima
viene spesso usata nella lingua parlata, nello scritto invece è
sempre preferibile utilizzare la forma completa. Ecco un esempio
banale in cui si utilizza prima la forma normale e poi quella
contratta per dire “io sono italiano”:
I am from Italy → forma normale (scritto)
I’m from Italy → forma contratta (parlato)

È fondamentale conoscere entrambe le costruzioni.

SEGRETO n. 11: le forme della frase sono quattro:


affermativa, negativa, interrogativa, interrogativa-negativa.
Per quanto riguarda gli ausiliari dovrai usare la forma
normale o quella contratta.

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Presente. Indicativo presente del verbo essere (importanza 5/5)
Affirmative Affirmative short form
I am = io sono I’m = io sono
you are = tu sei you’re = tu sei
he is = egli è he’s = egli è
she is = ella è she’s = ella è
it is = esso, essa è it’s = esso, essa è
we are = noi siamo we’re = noi siamo
you are = voi siete you’re = voi siete
they are = essi sono they’re = essi sono

Negative Negative short form


I am not = io non sono I’m not = io non sono
you are not = tu non sei you’re not = tu non sei
he is not = egli non è he’s not = egli non è
she is not = ella non è she’s not = ella non è
it is not = esso, essa non è it’s not = esso, essa non è
we are not = noi non siamo we’re not = noi non siamo
you are not = voi non siete you’re not = voi non siete
they are not = essi non sono they’re not = essi non sono

Interrogative Interrogative short form


am I? = sono io? non esiste
are you? = sei tu?
is he? = è egli?
is she? = è ella?
is it? = è esso, essa?
are we? = siamo noi?
are you? = siete voi?
are they? = sono essi?

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Interrogative-Negative Interrogative-Negative short form
am I not? = non sono io? am I not? = non sono io?
are you not? = non sei tu? aren’t you? = non sei tu?
is he not? = non è egli? isn’t he? = non è egli?
is she not? = non è ella? isn’t she? = non è ella?
is it not? = non è esso, essa? isn’t it? = non è esso, essa?
are we not? = non siamo noi? aren’t we? = non siamo noi?
are you not? = non siete voi? aren’t you? = non siete voi?
are they not? = non sono essi? aren’t they? = non sono essi?

Nota bene:
 il verbo essere all’indicativo presente prende la forma am per
la prima persona singolare, is per la terza persona singolare e
are per tutti gli altri casi. Memorizzare dunque è molto
semplice;
 il verbo essere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in
seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e
negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativa-
negativa) dal soggetto.

Esempi:
I am in love → sono innamorato
Questo esempio mostra come in italiano per dire “sono

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innamorato” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese
invece il soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo.
Sarebbe un errore molto grave scrivere am in love al posto di I am
in love. Per cui usa sempre il soggetto!

am I in love? → sono innamorato?


is she in love? → è ella innamorata?
she is not in love → non è innamorata (forma normale)
she isn’t in love → non è innamorata (forma contratta)
they aren’t in love → essi non sono innamorati
aren’t we in love? → non siamo innamorati?
it’s not in love → non è innamorato (riferito a un animale)

Indicativo presente del verbo avere (importanza 5/5)


Affirmative Affirmative short form
I have got = io ho I’ve got = io ho
you have got = tu hai you’ve got = tu hai
he has got = egli ha he’s got = egli ha
she has got = ella ha she’s got = ella ha
it has got = esso, essa ha it’s got = esso, essa ha
we have got = noi abbiamo we’ve got = noi abbiamo
you have got = voi avete you’ve got = voi avete
they have got = essi hanno they’ve got = essi hanno

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Negative Negative short form
I have not got = io non ho I haven’t got = io non ho
you have not got = tu non hai you haven’t got = tu non hai
he has not got = egli non ha he hasn’t got = egli non ha
she has not got = ella non ha she hasn’t got = ella non ha
it has not got = esso, essa non ha it hasn’t got = esso, essa non ha
we have not got = noi non abbiamo we haven’t got = noi non abbiamo
you have not got = voi non avete you haven’t got = voi non avete
they have not got = essi non hanno they haven’t got = essi non hanno

Interrogative Interrogative short form


have I got? = ho io? non esiste
have you got? = hai tu?
has he got? = ha egli?
has she got? = ha ella?
has it got? = ha esso, essa?
have we got? = abbiamo noi?
have you got? = avete voi?
have they got? = hanno essi?

Interrogative-Negative Interrogative-Negative short form


have I not got? = non ho io? haven’t I got? = non ho io?
have you not got? = non hai tu? haven’t you got? = non hai tu?
has he not got? = non ha egli? hasn’t he got? = non ha egli?
has she not got? = non ha ella? hasn’t she got? = non ha ella?
has it not got? = non ha esso, essa? hasn’t it got? = non ha esso, essa?
have we not got? = non abbiamo noi? haven’t we got? = non abbiamo noi?
have you not got? = non avete voi? haven’t you got? = non avete voi?
have they not got? = non hanno essi? haven’t they got? = non hanno essi?

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Nota bene:
 il verbo avere all’indicativo presente prende la forma has per
la terza persona singolare e have per tutti gli altri casi;
 il verbo avere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in
seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e
negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativa-
negativa) dal soggetto;
 la parola got è un rafforzativo per indicare un possesso. Se
invece il verbo avere viene usato come ausiliare got sparisce.
In seguito vedremo come got sia la forma al passato del verbo
get;
 quando have got è seguito dalla preposizione to e dalla forma
base di un verbo, prende il significato di “dovere”;
 attenzione a non confondere la forma contratta ’s (has) del
verbo avere con la forma contratta ’s (is) del verbo essere.
Questo varrà anche in futuro ogni volta che si userà has o is.

Esempi:
I have got a pen → ho una penna
Questo esempio mostra come in italiano per dire “ho una penna”
posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve

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sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto
grave scrivere have got a pen al posto di I have got a pen. Per cui
usa sempre il soggetto!

have I got a pen? → ho una penna?


has she got a pen? → ha ella una penna?
she has not got a pen → non ha una penna (forma normale)
she hasn’t got a pen → non ha una penna (forma contratta)
they haven’t got a pen → essi non hanno una penna
haven’t we got a pen? → non abbiamo una penna?
it hasn’t got a pen → non ha una penna (riferito a un animale o a
una cosa)

I have got to go → devo andare


In questo caso è presente la preposizione to seguita dalla forma
base del verbo andare, per cui have got to significa “dovere”.

you have got to tell me → devi dirmelo


Un altro esempio con have got to.

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Indicativo presente del verbo “potere” (importanza 5/5)
Affirmative Affirmative short form
I can = io posso non esiste
you can = tu puoi
he can = egli può
she can = ella può
it can = esso, essa può
we can = noi possiamo
you can = voi potete
they can = essi possono

Negative Negative short form


I can not = io non posso I can’t = io non posso
you can not = tu non puoi you can’t = tu non puoi
he can not = egli non può he can’t = egli non può
she can not = ella non può she can’t = ella non può
it can not = esso, essa non può it can’t = esso, essa non può
we can not = noi non possiamo we can’t = noi non possiamo
you can not = voi non potete you can’t = voi non potete
they can not = essi non possono they can’t = essi non possono

Interrogative Interrogative short form


can I? = posso io? non esiste
can you? = puoi tu?
can he? = può egli?
can she? = può ella?
can it? = può esso, essa?
can we? = possiamo noi?
can you? = potete voi?
can they? = possono essi?

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Interrogative-Negative Interrogative-Negative short form
can I not? = non posso io? can’t I? = non posso io?
can you not? = non puoi tu? can’t you? = non puoi tu?
can he not? = non può egli? can’t he? = non può egli?
can she not? = non può ella? can’t she? = non può ella?
can it not? = non può esso, essa? can’t it? = non può esso, essa?
can we not? = non possiamo noi? can’t we? = non possiamo noi?
can you not? = non potete voi? can’t you? = non potete voi?
can they not? = non possono essi? can’t they? = non possono essi?

Nota bene:
 il verbo “potere” all’indicativo presente prende la forma di
can e can’t per tutte le persone singolari e plurali. È molto
semplice memorizzarlo rispetto all’italiano dove, come tutti i
verbi, va coniugato in base alla persona;
 can è un verbo modale, ovvero non ha alcuni modi e/o tempi;
 esiste una variante di can’t e can not, ovvero cannot. Hanno
tutti lo stesso significato e non c’è differenza nell’usare l’uno
o l’altro;
 il verbo potere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in
seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e
negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativa-
negativa) dal soggetto;

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 oltre a significare “potere”, can esprime anche la capacità,
l’essere in grado di fare qualcosa. Quindi si usa can alla
forma interrogativa alle prime persone (I, we) quando
vogliamo chiedere un permesso o fare una richiesta; si usa
can alla forma interrogativa alle seconde e alle terze persone
(you, he, she, it, they) quando vogliamo informarci sulle
capacità di qualcuno; si usa can alla forma affermativa per
accordare un permesso o per esprimere la capacità di fare
qualcosa; si usa can alla forma negativa (can’t, cannot) per
negare un permesso o per esprimere l’incapacità di fare
qualcosa. Tutto questo sarà più chiaro negli esempi seguenti;
 can, can’t e cannot sono sempre seguiti dalla forma base di
un verbo.

Esempi:
I can play → posso giocare
Questo esempio mostra come in italiano per dire “posso giocare”
posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve
sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto
grave scrivere can play al posto di I can play. Per cui usa sempre
il soggetto!

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I can play → sono in grado di giocare
La stessa frase di prima può essere tradotta anche “sono in grado
di giocare”. Inoltre questo esempio mette in luce come can, can’t
o cannot debbano essere sempre seguiti dalla forma base di un
verbo (play = giocare, suonare).

can I go to the toilet? → posso andare in bagno? (permesso)


can she play guitar? → sa suonare la chitarra? (capacità)
you can go to the toilet → puoi andare in bagno (permesso)
you can’t go to the toilet → non puoi andare in bagno
you cannot go to the toilet → non puoi andare in bagno
it can be a mistake → può essere un errore
Be è la forma base del verbo essere che precedentemente hai visto
all’indicativo sotto la forma di am, is, are. Come recita il famoso
verso di Shakespeare dell’Amleto «To be or not to be...»

can’t she play piano? → non sa suonare il pianoforte? (capacità)


she cannot play piano → ella non può suonare il pianoforte
she cannot play piano → ella non sa suonare il pianoforte
can she not play piano? → non sa suonare il pianoforte?
she can not play piano → non sa suonare il pianoforte

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can I not play piano? → non posso suonare il pianoforte?
Alcuni esempi con la forma non contratta di can. C’è da dire che
questa forma è molto meno usata.

Indicativo presente verbi regolari e irregolari (importanza 5/5)


Per il momento non è importante soffermarsi sulla distinzione tra
verbi regolari e irregolari, sarà fondamentale quando affronteremo
il tempo passato. Dopo aver analizzato be, have e can è il turno di
do e does, ovvero “fare”. Questo verbo viene usato come ausiliare
per costruire le frasi in tutte le forme, tranne quella affermativa.
La tabella di seguito mostra come costruire le frasi all’indicativo
presente. Vedi gli esempi per comprendere meglio.

Forma normale

Affirmative Negative
soggetto + forma base verbo soggetto + do/does not + forma
+ complemento oggetto base verbo + complemento
oggetto
Interrogative Interrogative-Negative
do/does + soggetto + forma do/does + soggetto + not + forma
base verbo + complemento base verbo + complemento
oggetto oggetto

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Forma contratta (solo negative e interrogative-negative)

Negative Interrogative-Negative
soggetto + don’t/doesn’t + don’t/doesn’t + soggetto +
forma base verbo + forma base verbo +
complemento oggetto complemento oggetto

Nota bene:
 il verbo “fare” all’indicativo presente prende la forma does
per la terza persona singolare e do in tutti gli altri casi. È
molto semplice da memorizzare rispetto all’italiano dove va
coniugato in base a tutte le persone;
 do/does come ausiliare deve essere sempre preceduto (forma
negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativa-
negativa) dal soggetto;
 la forma contratta si forma come sempre: doesn’t corrisponde
a does not e don’t corrisponde a do not;
 in assenza dell’ausiliare, quindi solo nella forma affermativa,
devi tenere conto della regola della s (solo alla terza persona
singolare). Questa regola è fondamentale. Vedi esempi;
 quando do o does vengono usati nella forma affermativa
hanno funzione di rafforzativo del verbo e si traducono con
“veramente”.
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Regola della s
Solo alla terza persona singolare (he, she, it) alla forma
affermativa va aggiunta la s alla forma base del verbo. Ci sono
alcune eccezioni, per le quali va aggiunto invece il suffisso es.
 per i verbi che terminano in ch, o, s, sh, x, z si aggiunge es
(esempi reach, kiss, go diventano reaches, kisses, goes);
 per i verbi che terminano in consonante + y si sostituisce la y
con la i e si aggiunge es (cry → cries).

Esempi:
I play guitar → suono la chitarra

La forma affermativa dell’indicativo presente è l’unica che non


richiede do/does. Come si vede la frase si forma partendo dal
soggetto (I, il soggetto, deve essere sempre presente!), poi
continua con la forma base del verbo (play) e termina con il
complemento oggetto (guitar). Ovviamente non è indispensabile
la presenza del complemento oggetto; se ad esempio voglio dire
“io suono” la traduzione sarà I play.

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I don’t like bread → non mi piace il pane
do you like bread? → ti piace il pane?
doesn’t she like bread? → non le piace il pane?

In questi tre esempi si nota come per le forme negativa,


interrogativa e interrogativa negativa è indispensabile l’uso
dell’ausiliare do/does. Does alla terza persona singolare e do in
tutti gli altri casi. Nota la costruzione delle frasi:
 negativa: soggetto + do/does not + forma base del verbo +
complemento oggetto;
 interrogativa: do/does + soggetto + forma base del verbo +
complemento oggetto;
 interrogativa-negativa: do/does not + soggetto + forma base
del verbo + complemento oggetto.

I don’t like bread → non mi piace il pane (forma contratta)


I do not like bread → non mi piace il pane (forma normale)
Come sempre la forma normale è tipica dello scritto, la forma
contratta è tipica del parlato.

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don’t you like bread? → non ti piace il pane?
doesn’t he like bread? → non gli piace il pane?
Alla terza persona singolare si usa does, per il resto si usa do.

I like bread → mi piace il pane


he likes bread → gli piace il pane
we like bread → ci piace il pane
Mary likes bread → a Mary piace il pane
Nota quando viene usato like e quando viene usato likes. Alla
terza persona singolare per la forma affermativa va sempre
aggiunta una s alla forma base del verbo. Ricorda che la regola
della s vale solo alla forma affermativa!

does she like bread?


Come vedi alla forma interrogativa con l’uso dell’ausiliare non è
necessario aggiungere la s alla forma base del verbo. Sarebbe un
errore scrivere does she likes bread?, quindi non farlo mai.
Questa regola di non aggiungere la s per la terza persona singolare
è valida anche per la forma negativa e interrogativa-negativa.

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I cry
we cry
he cries
Ecco come applicare la regola della s ai verbi che terminano per
consonante + y.

I go
it goes
they kiss
he kisses
E ai verbi che terminano per ch, o, s, sh, x, z.

Lucy does math → Lucy fa matematica


I do math → faccio matematica
does she do math? → ella fa matematica?
Come detto do/does significa “fare”, per cui può essere usato
anche senza funzione di ausiliare, proprio come un normale
verbo.

I make money → faccio soldi


he makes products → egli fa dei prodotti

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Anche make significa “fare”. La regola è semplice: do/does
significa “fare in senso spirituale”, make significa “fare in senso
materiale”. Non a caso molti oggetti di uso quotidiano riportano
la scritta made in China (fabbricato in China). Made è infatti il
participio passato di make.

I do love you → io ti amo veramente


she does play → ella suona davvero
Do e does possono essere usati in frasi affermative prima del
verbo come rafforzativi di quest’ultimo. Si possono tradurre con
“veramente, davvero” ecc.

Presente progressivo (present progressive, importanza 4/5)


Il presente progressivo (chiamato anche present continuous) si
usa quando si sta compiendo un’azione nel momento in cui si
parla. Corrisponde all’italiano “stare + gerundio”; quindi traduce
frasi come “sto giocando”, “sto camminando”, “stai cercando”
ecc. È ovvio quindi che verrà usato il verbo essere come ausiliare.

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Forma normale

Affirmative Negative
soggetto + am/is/are + soggetto + am/is/are + not +
forma base verbo + ing forma base verbo + ing
Interrogative Interrogative-Negative
am/is/are + soggetto + am/is/are + not + soggetto +
forma base verbo + ing forma base verbo + ing

Forma contratta

is not → isn’t
are not → aren’t

Nota bene:
 il gerundio si ottiene aggiungendo ing alla forma base del
verbo nella maggior parte dei casi (play → playing);
 se la forma base del verbo termina per consonante e
quest’ultima è preceduta da una vocale, allora la consonante
finale raddoppia prima di ing (get → getting);
 se la forma base del verbo termina per e, quest’ultima cade
prima di aggiungere ing (write → writing);
 dato che il presente progressivo viene usato quando
indichiamo un’azione che si sta compiendo in quel
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momento, spesso è presente la parola now (adesso). Se invece
al posto di now troviamo espressioni di tempo future, il
presente progressivo ha funzione di futuro;
 la forma contratta è presente allo stesso identico modo
dell’indicativo presente del verbo essere.

Esempi:
I’m playing my guitar → sto suonando la mia chitarra
Primo esempio di presente progressivo. Soggetto (I) + am/is/are
(am) + forma base del verbo + ing (playing) + complemento
oggetto (my guitar). Ovviamente non è indispensabile la presenza
del complemento oggetto; se ad esempio voglio dire “sto
suonando” la traduzione sarà I’m playing.

leave → leaving (partire)


write → writing (scrivere)
live → living (vivere)
In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio
sparisce la e dalla forma base del verbo prima di aggiungere ing.
Questa regola vale solo per quei verbi terminanti per e.

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run → running (correre)
swim → swimming (nuotare)
get → getting (ottenere)
In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio per
quei verbi terminanti per consonante preceduta da una vocale, si
raddoppia la consonante prima di aggiungere ing.

I’m leaving now → sto partendo ora (presente)


I’m leaving tomorrow → partirò domani (futuro)
Il present progressive può essere usato come forma particolare di
futuro prossimo se accompagnato da espressioni temporali future.

she’s eating bread → sta mangiando il pane


she isn’t eating bread → non sta mangiando il pane
is she eating bread? → sta mangiando il pane?
isn’t she eating bread? → non sta mangiando il pane?

she is eating bread → sta mangiando il pane


she is not eating bread → non sta mangiando il pane
is she eating bread? → sta mangiando il pane?
is she not eating bread? → non sta mangiando il pane?

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Altri esempi di presente progressivo; nei primi quattro la stessa
frase è mostrata nelle forme affermativa, negativa, interrogativa e
interrogativa-negativa. Negli ultimi quattro è stata usata la forma
non contratta.

they’re meeting the day after tomorrow → si incontreranno


dopodomani (futuro)
are you talking to me? → stai parlando con me?
it is running → sta correndo (riferito a un animale o a una cosa)
they are reading → essi stanno leggendo
I am running → sto correndo
aren’t they playing? → non stanno giocando?

Passato. Simple past del verbo essere (importanza 5/5)


Come già fatto per il presente, anche per il passato partiamo dal
verbo essere. Il simple past è il “passato semplice” e corrisponde
all’imperfetto e al passato remoto. In inglese si ricorre al simple
past quando vogliamo indicare un’azione del tutto trascorsa.
Infatti nelle frasi sono spesso presenti espressioni temporali come
yesterday (ieri), last (scorso), ago (fa).

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Affirmative Affirmative short form
I was = io ero non esiste
you were = tu eri
he was = egli era
she was = ella era
it was = esso, essa era
we were = noi eravamo
you were = voi eravate
they were = essi erano

Negative Negative short form


I was not = io non ero I wasn’t = io non ero
you were not = tu non eri you weren’t = tu non eri
he was not = egli non era he wasn’t = egli non era
she was not = ella non era she wasn’t = ella non era
it was not = esso, essa non era it wasn’t = esso, essa non era
we were not = noi non eravamo we weren’t = noi non eravamo
you were not = voi non eravate you weren’t = voi non eravate
they were not = essi non erano they weren’t = essi non erano

Interrogative Interrogative short form


was I? = ero io? non esiste
were you? = eri tu?
was he? = era egli?
was she? = era ella?
was it? = era esso, essa?
were we? = eravamo noi?
were you? = eravate voi?
were they? = erano essi?

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Interrogative-Negative Interrogative-Negative short form
was I not? = non ero io? wasn’t I? = non ero io?
were you not? = non eri tu? weren’t you? = non eri tu?
was he not? = non era egli? wasn’t he? = non era egli?
was she not? = non era ella? wasn’t she? = non era ella?
was it not? = non era esso, essa? wasn’t it? = non era esso, essa?
were we not? = non eravamo noi? weren’t we? = non eravamo noi?
were you not? = non eravate voi? weren’t you? = non eravate voi?
were they not? = non erano essi? weren’t they? = non erano essi?

Nota bene:
 il verbo essere al simple past prende la forma di was per la
prima e per la terza persona singolare e were per tutti gli altri
casi. Memorizzare dunque è molto semplice;
 il verbo essere, e questo varrà anche per tutti gli altri verbi in
seguito, deve essere sempre preceduto (forma affermativa e
negativa) o seguito (forma interrogativa e interrogativa-
negativa) dal soggetto;
 il simple past corrisponde sia all’imperfetto che al passato
remoto, per cui le cose sono molto semplificate. I was at
home si può tradurre sia “ero in casa” sia “fui in casa”.

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Esempi:
I was in love → ero/fui innamorato
Questo esempio mostra come in italiano per dire “ero
innamorato” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il
soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un
errore molto grave scrivere was in love al posto di I was in love.
Per cui usa sempre il soggetto!

was I in love? → ero innamorato?


was she in love? → era innamorata?
you were at home yesterday → eri a casa ieri
you were not at home → non eri a casa (forma normale)
you weren’t at home → non eri a casa (forma contratta)

I was at school yesterday → ero a scuola ieri


it was at home two days ago → era in casa due giorni fa
you were in Rome last summer → eri a Roma la scorsa estate

Simple past del verbo potere (importanza 5/5)


Can al passato semplice diventa could per tutte le persone.

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Affirmative Affirmative short form
I could = io potevo non esiste
you could = tu potevi
he could = egli poteva
she could = ella poteva
it could = esso, essa poteva
we could = noi potevamo
you could = voi potevate
they could = essi potevano

Negative Negative short form


I could not = io non potevo I couldn’t = io non potevo
you could not = tu non potevi you couldn’t = tu non potevi
he could not = egli non poteva he couldn’t = egli non poteva
she could not = ella non poteva she couldn’t = ella non poteva
it could not = esso, essa non poteva it couldn’t = esso, essa non poteva
we could not = noi non potevamo we couldn’t = noi non potevamo
you could not = voi non potevate you couldn’t = voi non potevate
they could not = essi non potevano they couldn’t = essi non potevano

Interrogative Interrogative short form


could I? = potevo io? non esiste
could you? = potevi tu?
could he? = poteva egli?
could she? = poteva ella?
could it? = poteva esso, essa?
could we? = potevamo noi?
could you? = potevate voi?
could they? = potevano essi?

122

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Interrogative-Negative Interrogative-Negative short form
could I not? = non potevo io? couldn’t I? = non potevo io?
could you not? = non potevi tu? couldn’t you? = non potevi tu?
could he not? = non poteva egli? couldn’t he? = non poteva egli?
could she not? = non poteva ella? couldn’t she? = non poteva ella?
could it not? = non poteva esso, essa? couldn’t it? = non poteva esso, essa?
could we not? = non potevamo noi? couldn’t we? = non potevamo noi?
could you not? = non potevate voi? couldn’t you? = non potevate voi?
could they not? = non potevano essi? couldn’t they? = non potevano essi?

Nota bene:
 il verbo potere al simple past prende la forma di could per
tutte le persone. È molto semplice da memorizzare rispetto
all’italiano dove va coniugato in base alla persona;
 valgono tutte le considerazioni fatte già per can.

Esempi:
I could play → potevo giocare
Questo esempio mostra come in italiano per dire “potevo giocare”
posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il soggetto deve
sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un errore molto
grave scrivere could play al posto di I could play. Per cui usa
sempre il soggetto!

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I could play → ero in grado di giocare
could she play guitar? → sapeva suonare la chitarra? (capacità)
you couldn’t go to the toilet → non potevi andare in bagno
you could go to the toilet → potevi andare in bagno
couldn’t you go to the toilet? → non potevi andare in bagno?

could she not play piano? → non sapeva suonare il pianoforte?


she could not play piano → non sapeva suonare il pianoforte
could I not play piano? → non potevo suonare il pianoforte?
Esempi con la forma non contratta di could (meno usata).

Simple past dei verbi regolari e irregolari (importanza 5/5)


È ora necessario rispolverare l’ausiliare do che al simple past
prende la forma di did per tutte le persone in tutte le forme, tranne
quella affermativa dove non viene usato. Per quest’ultima diventa
importante la distinzione tra verbi regolari e irregolari. La tabella
mostra come dovrai costruire le frasi al passato semplice
(imperfetto e passato remoto) per i verbi regolari e irregolari:
 i verbi regolari sono quei verbi dove per formare il simple
past e il past participle (participio passato) basta aggiungere il
suffisso ed alla forma base del verbo (walk → walked);

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 i verbi irregolari hanno il simple past e il past participle
diverso dalla forma base del verbo, ad esempio go → went
(simple past) → gone (past participle).

Questi ultimi ovviamente sono più difficili da memorizzare, cerca


almeno di imparare i più importanti; gli altri li memorizzerai in
seguito in maniera automatica o li imparerai per similitudine.
Ricorda che questo problema lo avrai solo alla forma affermativa;
per le altre forme basta usare l’ausiliare did. Vedi gli esempi per
comprendere tutto quanto al meglio.

Forma affermativa: distinzione tra verbi regolari e irregolari

Affirmative (verbi regolari) Affirmative (verbi irregolari)


soggetto + forma base verbo soggetto + verbo al simple past
+ ed

Forma normale (valida per verbi regolari e irregolari)

Negative
soggetto + did not + forma base verbo
Interrogative Interrogative-Negative
did + soggetto + forma base did + soggetto + not + forma
verbo base verbo
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Forma contratta (solo negative e interrogative-negative, valida
per verbi regolari e irregolari)

Negative Interrogative-Negative
soggetto + didn’t + forma didn’t + soggetto + forma base
base verbo verbo

Nota bene:
 il verbo “fare” al simple past viene usato come ausiliare e
prende la forma did per tutte le persone singolari e plurali. È
molto semplice da memorizzare rispetto all’italiano, dove il
verbo va coniugato in base alla persona;
 la forma contratta si ottiene come sempre: didn’t corrisponde
a did not;
 did deve essere sempre preceduto (forma negativa) o seguito
(forma interrogativa e interrogativa-negativa) dal soggetto.

Regola dell’aggiunta di ed
Come detto basta aggiungere ed alla forma base del verbo per
formare il simple past (e anche il past participle) alla forma
affermativa. Questo vale per la maggior parte dei verbi regolari; ci
sono alcune eccezioni:

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 per i verbi che terminano in e basta aggiungere d (esempi:
live, love, create diventano lived, loved, created);
 per i verbi che terminano in consonante + y si sostituisce la y
con una i e si aggiunge ed (cry → cried);
 per i verbi che terminano per consonante preceduta da una
vocale si raddoppia la consonante e poi si aggiunge ed (stop
→ stopped). Non vale se la consonante è w oppure y (show →
showed).

Esempi:
I played my guitar → suonavo/suonai la mia chitarra
Da questo esempio si possono capire diverse cose. La forma
affermativa del simple past è l’unica che non richiede did. Come
si vede la frase si forma partendo dal soggetto (I, il soggetto deve
essere sempre presente!), poi continua con la forma base del
verbo + ed (play → played, verbo regolare) e termina con il
complemento oggetto (my guitar). Il verbo play termina in vocale
+ y per cui basta aggiungere ed. Se invece un verbo termina in
consonante + y si sostituisce la y con una i e si aggiunge ed.

127

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I tried to sing → ho provato a cantare
Qui vediamo il verbo try, che terminando per consonante + y
diventa tried.

I didn’t like the show → non mi piacque lo spettacolo


did you like the show? → ti piacque lo spettacolo?
didn’t she like the show? → non le piacque lo spettacolo?
In questi tre esempi si nota come per le forme negativa,
interrogativa e interrogativa-negativa è indispensabile l’uso
dell’ausiliare did. Nota la costruzione delle frasi, valida sia per i
verbi regolari che per quelli irregolari:
 negativa: soggetto + did not + forma base del verbo +
complemento oggetto;
 interrogativa: did + soggetto + forma base del verbo +
complemento oggetto;
 interrogativa-negativa: did not + soggetto + forma base del
verbo + complemento oggetto.

I didn’t like the show → non mi piacque lo spettacolo (forma


contratta)
I did not like the show → non mi piacque lo spettacolo (normale)

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Come sempre la forma normale è tipica della lingua scritta, la
forma contratta è tipica della lingua parlata.

I liked the show → mi piacque lo spettacolo


he loved the show → amava lo spettacolo
we saw the show → vedemmo lo spettacolo
Cerca di notare la differenza tra le prime due frasi e la terza; in
quest’ultima saw non termina per ed. Si tratta chiaramente di un
verbo irregolare. “Vedere” (see) al simple past diventa saw. Per il
momento non preoccuparti di memorizzare i verbi irregolari,
troverai i più importanti nelle pagine successive.

I was alone → ero da solo


they were alone → erano da soli
Anche was e were sono irregolari. Come già sai sono il simple
past del verbo essere (be).

she went to the doctor → andò dal dottore


we told you to be quiet → ti dicemmo di stare buono
we left yesterday → siamo partiti ieri

129

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Altri tre esempi con verbi irregolari (go → went, tell → told,
leave → left).

did she go to the doctor? → andò dal dottore?


didn’t we tell you to be quiet? → non ti dicemmo di stare buono?
we didn’t leave yesterday → non siamo partiti ieri

Queste sono le stesse frasi di prima in forme diverse


(interrogative, interrogative-negative, negative). Anche se sono
costruite con verbi irregolari, dato che le frasi non sono in forma
affermativa, il simple past si forma semplicemente con did + la
forma base del verbo. Non serve distinguere tra verbi regolari e
irregolari. Non serve aggiungere ed o usare il verbo irregolare al
simple past. Cerca di capire bene questo concetto.

she didn’t like the show → non le piacque lo spettacolo


she did not like the show → non le piacque lo spettacolo
didn’t she like the show? → non le piacque lo spettacolo?
did she not like the show? → non le piacque lo spettacolo?
Ulteriori esempi per mettere in luce le differenze tra forma
normale e forma contratta.

130

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Simple past del verbo “avere” (importanza 5/5)
Il verbo avere è stato lasciato appositamente per ultimo perché il
simple past si crea alla forma affermativa con had e alle altre
forme usando l’ausiliare did.

Come sempre did deve essere seguito dalla forma base del verbo
(have); è quindi ovvio che si usa did + have anche alla terza
persona singolare (al presente si usava has alla terza persona
singolare). Un’altra differenza rispetto all’indicativo presente è
che non si usa il got.
Affirmative Affirmative short form
I had = io avevo I’d = io avevo
you had = tu avevi you’d = tu avevi
he had = egli aveva he’d = egli aveva
she had = ella aveva she’d = ella aveva
it had = esso, essa aveva it’d = esso, essa aveva
we had = noi avevamo we’d = noi avevamo
you had = voi avevate you’d = voi avevate
they had = essi avevano they’d = essi avevano (questa forma non
è usata quasi mai)

131

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Negative Negative short form
I did not have = io non avevo I didn’t have = io non avevo
you did not have = tu non avevi you didn’t have = tu non avevi
he did not have = egli non aveva he didn’t have = egli non aveva
she did not have = ella non aveva she didn’t have = ella non aveva
it did not have = esso/a non aveva it didn’t have = esso, essa non aveva
we did not have = noi non avevamo we didn’t have = noi non avevamo
you did not have = voi non avevate you didn’t have = voi non avevate
they did not have = essi non avevano they didn’t have = essi non avevano

Interrogative Interrogative short form


did I have? = avevo io? non esiste
did you have? = avevi tu?
did he have? = aveva egli?
did she have? = aveva ella?
did it have? = aveva esso, essa?
did we have? = avevamo noi?
did you have? = avevate voi?
did they have? = avevano essi?

Interrogative-Negative Interrogative-Negative short form


did I not have? = non avevo io? didn’t I have? = non avevo io?
did you not have? = non avevi tu? didn’t you have? = non avevi tu?
did he not have? = non aveva egli? didn’t he have? = non aveva egli?
did she not have? = non aveva ella? didn’t she have? = non aveva ella?
did it not have? = non aveva esso? didn’t it have? = non aveva esso?
did we not have? = non avevamo noi? didn’t we have? = non avevamo noi?
did you not have? = non avevate voi? didn’t you have? = non avevate voi?
did they not have? = non avevano essi? didn’t they have? = non avevano essi?

132

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Nota bene:
 il verbo avere al simple past prende la forma di had per la
forma affermativa; per tutte le altre forme si usa l’ausiliare
did + have;
 rispetto all’indicativo presente non si usa il got.

Esempi:
I had a pen → avevo una penna
Questo esempio mostra come in italiano per dire “avevo una
penna” posso anche omettere il soggetto (io). In inglese il
soggetto deve sempre precedere o seguire il verbo. Sarebbe un
errore molto grave scrivere had a pen al posto di I had a pen. Per
cui usa sempre il soggetto! Inoltre si può vedere come rispetto
all’indicativo presente non ci sia il got.

I had a friend in Rome → avevo un amico a Roma


you had a car last year → avevi una macchina l’anno scorso
they had a small book → avevano un piccolo libro
did you have a book? → avevi un libro?
she didn’t have a book → ella non aveva un libro
didn’t we have a book? → non avevamo un libro?

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In questi ultimi sei esempi puoi trovare alcune frasi in forma
affermativa (uso di had) e alcune alle altre forme (uso di did +
have).

Passato progressivo (past progressive, importanza 4/5)


Il passato progressivo (chiamato anche past continuous) si usa per
comunicare un’azione che stava avvenendo in qualche momento
nel passato, non ancora terminata nel momento in cui si parla.
Corrisponde all’italiano “stare + gerundio”, e quindi esprime frasi
come “stavo giocando”, “stavo camminando”, “stavi cercando”
ecc. È ovvio quindi che verrà usato il verbo essere come ausiliare.

Rispetto al present progressive c’è una sola differenza: am/is/are


diventano was/were. Pertanto dovresti già essere in grado di
formulare frasi al passato progressivo!

Forma normale

Affirmative Negative
soggetto + was/were + soggetto + was/were + not +
forma base verbo + ing forma base verbo + ing

134

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Interrogative Interrogative-Negative
was/were + soggetto + was/were + not + soggetto +
forma base verbo + ing forma base verbo + ing

Forma contratta

was not → wasn’t


were not → weren’t

Nota bene:
 nella costruzione delle frasi, a parte l’uso del passato, valgono
le stesse regole per il present progressive;
 se la forma base del verbo termina per consonante e
quest’ultima è preceduta da una vocale, allora la consonante
finale raddoppia prima di ing (get → getting);
 se la forma base del verbo termina per e quest’ultima cade
prima di aggiungere ing (write → writing);
 la forma contratta è presente allo stesso identico modo del
simple past del verbo essere.

Esempi:
I was playing my guitar → stavo suonando la mia chitarra

135

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Ecco un primo esempio di passato progressivo. Soggetto (I) +
was/were (was) + forma base del verbo + ing (playing) +
complemento oggetto (my guitar). Ovviamente non è
indispensabile la presenza del complemento oggetto; se ad
esempio voglio dire “stavo suonando” la traduzione sarà I was
playing.

leave → leaving (partire)


write → writing (scrivere)
live → living (vivere)
In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio
sparisce la e dalla forma base del verbo prima di aggiungere ing.
Questa regola vale solo per quei verbi terminanti per e.

run → running (correre)


swim → swimming (nuotare)
get → getting (ottenere)
In questi tre esempi puoi notare come per formare il gerundio di
quei verbi terminanti per consonante preceduta da una vocale, si
raddoppia la consonante prima di aggiungere ing.

136

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she was eating bread → stava mangiando il pane
she wasn’t eating bread → non stava mangiando il pane
was she eating bread? → stava mangiando il pane?
wasn’t she eating bread? → non stava mangiando il pane?

she was eating bread → stava mangiando il pane


she was not eating bread → non stava mangiando il pane
was she eating bread? → stava mangiando il pane?
was she not eating bread? → non stava mangiando il pane?
Altri esempi di passato progressivo; nei primi quattro la stessa
frase è mostrata nelle forme affermativa, negativa, interrogativa e
interrogativa-negativa. Negli ultimi quattro è stata usata la forma
non contratta.

were you talking to me? → stavi parlando con me?


it was running → stava correndo (riferito ad animale/cosa)
they were reading → essi stavano leggendo
I was running → stavo correndo
weren’t they playing? → non stavano giocando?

137

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Present perfect (importanza 4/5)
Il present perfect viene usato per indicare un’azione avvenuta
senza specificare quando. Con le espressioni just, already, for,
since (appena, già, per, dal) si usa per indicare un’azione iniziata
nel passato e non ancora terminata nel momento in cui si parla. Si
usa il present perfect nelle espressioni con today, this week, this
month, this year (oggi, questa settimana, questo mese,
quest’anno) ecc.

Spesso viene paragonato al passato prossimo italiano, ma questo


paragone non è appropriato, in quanto la funzione del present
perfect inglese non corrisponde sempre al passato prossimo
italiano.

Per formare il present perfect si usa l’ausiliare have/has seguito


dal participio passato del verbo. Se si tratta di un verbo regolare
basterà aggiungere ed alla forma base, se si tratta di un verbo
irregolare devi conoscere il participio passato di quel verbo.

138

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Affirmative Affirmative short form
soggetto + have/has + past have → ’ve
participle has → ’s
Negative Negative short form
soggetto + have/has not + have not → haven’t
past participle has not → hasn’t
Interrogative Interrogative short form
have/has + soggetto + past non esiste
participle
Interrogative-Negative Interrogative-Negative short
have/has + soggetto + not + form
past participle haven’t/hasn’t + soggetto + past
participle

Nota bene:
 nel present perfect si usa l’ausiliare have/has;
 il present perfect non corrisponde sempre al passato prossimo
italiano;
 una curiosità: ricordi che per il verbo avere all’indicativo
presente si usa have got? Bene, got è il participio passato del
verbo get. Se ci fai caso have got è a tutti gli effetti il present
perfect del vebo get.

139

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Esempi (per ogni frase forma normale e forma contratta):
I have often gone to the cinema → sono andato spesso al cinema
I’ve often gone to the cinema → sono andato spesso al cinema
gone → participio passato di go (irregolare)

he has just left for Milan → è appena partito per Milano


he’s just left for Milan → è appena partito per Milano
left → participio passato di leave (irregolare)

she has studied for three years → ha studiato per tre anni
she’s studied for three years → ha studiato per tre anni
studied → participio passato di study (regolare)

I have met him today → l’ho incontrato oggi


I’ve met him today → l’ho incontrato oggi
met → participio passato di meet (irregolare)

we have not eaten yet → non abbiamo ancora mangiato


we haven’t eaten yet → non abbiamo ancora mangiato
eaten → participio passato di eat (irregolare)

140

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have you ever been in love? → sei mai stato innamorato?
been → participio passato di be (irregolare)

has he not just left for Milan? → non è appena partito per
Milano?
hasn’t he just left for Milan? → non è appena partito per Milano?

Past perfect (importanza 4/5)


Il past perfect corrisponde al trapassato prossimo e al trapassato
remoto; viene usato anche per mettere in relazione due eventi
accaduti nel passato, per specificare quale dei due è avvenuto
prima.

Per formare il past perfect si usa l’ausiliare had seguito dal


participio passato del verbo. Se si tratta di un verbo regolare
basterà aggiungere ed alla forma base, se si tratta di un verbo
irregolare devi conoscere il participio passato di quel verbo.

Affirmative Affirmative short form


soggetto + had + past had → ’d (forma usata quasi
participle mai)

141

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Negative Negative short form
soggetto + had not + past had not → hadn’t
participle
Interrogative Interrogative short form
had + soggetto + past non esiste
participle
Interrogative-Negative Interrogative-Negative short
had + soggetto + not + past form
participle hadn’t + soggetto + past
participle

Nota bene:
 nel past perfect si usa l’ausiliare had;
 il past perfect corrisponde al trapassato prossimo e al
trapassato remoto;
 il past perfect può essere usato per esprimere un’azione che si
è svolta precedentemente rispetto a un’altra azione espressa al
simple past.

Esempi:
they had written a letter → avevano scritto una lettera
written → participio passato di write (irregolare)

142

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I had not told you a joke → non ti avevo detto una barzelletta
I hadn’t told you a joke → non ti avevo detto una barzelletta
told → participio passato di tell (irregolare)

when you arrived here, my car had already crashed → quando sei
arrivato qui, la mia macchina si era già schiantata
Qui si esprime un’azione che si è svolta precedentemente rispetto
a un’altra azione espressa al simple past. Lo schianto della
macchina è avvenuto prima dell’arrivo della persona; in frasi
come queste è bene usare il past perfect.

Present perfect progressive (importanza 3/5)


Il present perfect progressive (o continuous) esprime un’azione
finita di recente o che sta continuando. La caratteristica principale
è l’enfasi posta sulla durata di tale azione.

Per formare il present perfect progressive si usa have/has been


seguito dalla forma base del verbo + ing. Per l’aggiunta di ing
alla fine del verbo valgono le stesse regole che già dovresti
conoscere.

143

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Affirmative Affirmative short form
soggetto + have/has + been have → ’ve
+ forma base + ing has → ’s
Negative Negative short form
soggetto + have/has + not + have not → haven’t
been + forma base + ing has not → hasn’t
Interrogative Interrogative short form
have/has + soggetto + been non esiste
+ forma base + ing
Interrogative-Negative Interrogative-Negative short
have/has + soggetto + not + form
been + forma base + ing have not → haven’t
has not → hasn’t

Nota bene:
 nel present perfect progressive si usa have/has + been +
forma base del verbo + ing;
 si usa per dare l’enfasi sulla durata di un’azione conclusa da
poco o ancora in corso;
 si usa spesso con for (per) since (da/dal) e simili.

144

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Esempi:
he has been working for three days → ha lavorato per tre giorni
he’s been working for three days → ha lavorato per tre giorni
Nel primo esempio viene usata la forma normale e nel secondo la
forma contratta. Attenzione a non confondere la forma contratta
di has con quella di is; in questo caso he’s sta per he has e non per
he is. Come si nota dalle frasi si usa questo tipo di passato per
porre l’enfasi sulla durata di un’azione.

has he been living here for twenty years? → ha vissuto qui


vent’anni?
I haven’t been waiting for you → non sono stato ad aspettarti

Past perfect progressive (importanza 2/5)


Il past perfect progressive (o continuous) si usa per porre l’enfasi
sulla durata di un’azione passata avvenuta prima di un’altra
azione passata.

Per formare il past perfect progressive si usa had been seguito


dalla forma base del verbo + ing. Per l’aggiunta di ing alla fine
del verbo valgono le stesse regole che già dovresti conoscere.

145

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Affirmative Affirmative short form
soggetto + had + been + had → ’d
forma base + ing (questa forma non è usata quasi
mai)
Negative Negative short form
soggetto + had + not + been had not → hadn’t
+ forma base + ing
Interrogative Interrogative short form
had + soggetto + been + non esiste
forma base + ing
Interrogative-Negative Interrogative-Negative short
had + soggetto + not + been form
+ forma base + ing had not → hadn’t

Nota bene:
 nel past perfect progressive si usa had + been + forma base
del verbo + ing;
 si usa per porre l’enfasi sulla durata di un’azione passata
avvenuta prima di un’altra azione passata;
 si usa spesso con for (per), since (da/dal) e simili.

146

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Esempi:
he had been singing for hours, when the phone rang → stava
cantando da ore, quando squillò il telefono
Come si nota dall’esempio, si usa questo tipo di passato per
mettere l’enfasi sulla durata di un’azione (il cantare da ore)
avvenuta prima di un’altra azione passata (lo squillo del telefono).

she had been teaching for years when she left the city →
insegnava da anni quando lasciò la città
Si usa spesso il past perfect progressive con for e since.

Futuro
Simple future (importanza 5/5)
Il futuro in inglese è decisamente più semplice rispetto al passato;
non c’è differenza tra verbi regolari e irregolari, non ci sono
costruzioni particolari per i verbi essere e avere. Per formare il
futuro semplice basterà usare will, seguito dalla forma base del
verbo. Quest’ultimo non va modificato con regole come quella
dell’aggiunta di ed o con distinzioni tra verbi regolari o irregolari,
come avveniva per il passato; si usa sempre la forma base.

147

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Anche per il futuro esiste una forma contratta usata soprattutto nel
parlato. Così will diventa ’ll e will not diventa won’t.

Affirmative Affirmative short form


soggetto + will + forma base soggetto + ’ll + forma base
Negative Negative short form
soggetto + will not + forma soggetto + won’t + forma base
base
Interrogative Interrogative short form
will + soggetto + forma base non esiste
Interrogative-Negative Interrogative-Negative short
will + soggetto + not + form
forma base won’t + soggetto + forma base

Nota bene:
 il futuro semplice si forma con will seguito dalla forma base
del verbo per tutte le persone;
 un tempo si usava, solo alla prima persona singolare e plurale
(I e we), shall al posto di will (shall not → shan’t). Ad ogni
modo usando sempre will non avrai nessun problema;
 si usa will anche con i verbi essere e avere; questo semplifica
notevolmente l’apprendimento dato che non bisogna fare una

148

Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook


distinzione tra il verbo essere, avere e tutti gli altri come
avveniva per il passato;
 per quanto riguarda can (potere) si tratta di un verbo modale,
chiamato così perché non ha alcuni modi o tempi. In questi
casi can viene sostituito da be able to (essere in grado di).
Quindi il futuro di “potere” si forma con will be able to;
 fai molta attenzione, sopratutto nella lingua parlata dato che
hanno la stessa pronuncia, a non confondere won’t (will not)
con want (forma base del verbo “volere”). Il primo (won’t)
sarà sempre seguito da un soggetto o dalla forma base di un
verbo; il secondo (want) sarà sempre seguito dall’infinito di
un verbo o da un complemento oggetto. Vedi gli esempi per
capire meglio.

Esempi:
I will be in Rome → sarò a Roma
I will have that power → avrò quel potere
Come si può notare non esiste una forma specifica per i verbi
essere e avere come avveniva per il passato; si usa sempre will +
forma base.

149

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I will be able to study tomorrow → potrò studiare domani
Il verbo potere è un verbo modale; non esiste il futuro di can, per
cui viene sostituito con be able to.

I won’t go to the cinema → non andrò al cinema


I want to go to the cinema → voglio andare al cinema
Nota la differenza tra won’t (will not) e want (volere). Il secondo
va sempre seguito dall’infinito di un verbo, in questo caso to go, o
da un complemento oggetto (es. I want my car, voglio la mia
macchina).

I will go to the cinema → andrò al cinema


I’ll go to the cinema → andrò al cinema
she will not go to the cinema → non andrà al cinema
she won’t go to the cinema → non andrà al cinema
will you go to the cinema? → andrai al cinema?
will you not go to the cinema? → non andrai al cinema?
won’t you go to the cinema? → non andrai al cinema?
Altri esempi con l’uso di will nelle varie forme.

150

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Tutte le forme di futuro (importanza 3/5)
Esistono quattro modi in inglese per esprimere un futuro; will è il
più importante ma come già dovresti sapere si può usare anche il
present progressive per esprimere un’intenzione futura già
programmata.
 will: si usa per fare delle previsioni, per offrirsi di fare certe
azioni (o per costringere qualcuno a farle) o quando si decide
nel momento in cui si parla di fare qualcosa;
 present progressive: si usa quando si parla di qualcosa già
programmato precedentemente;
 be going to: si usa per esprimere qualcosa che sta per
accadere, qualcosa che è già stato deciso oppure per
esprimere la volontà di fare una determinata azione. È detto
anche futuro intenzionale;
 simple present: si usa per parlare di un orario o di un
programma preciso.

Esempi:
I’m bored, I’ll go to the cinema → sono annoiato, andrò al cinema
(ho deciso di andare al cinema dato che ero annoiato).

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I think it will rain → penso che pioverà
Uso will perché sto facendo una previsione che non so quando si
avvererà.

It’s dark, I’ll turn on the light → è buio, accenderò la luce


Mi offro volontario per accendere la luce, quindi uso will.

I’m leaving tomorrow → partirò domani


Uso il present progressive perché ho degli accordi presi
precedentemente (ho già comprato il biglietto per partire).

It’s going to rain → sta per piovere


Be going to si traduce con “stare per” e indica quindi un’azione
che sta per avvenire. It’s ovviamente sta per it is. Nota la
differenza con l’esempio precedente I think it will rain.

The plane leaves at 10 → l’aereo partirà alle 10


Se devo esprimere una frase al futuro con degli orari o programmi
precisi uso il simple present; come vedi l’esempio non recita the
plane will leave at 10.

152

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Condizionale (conditional, importanza 3/5)
Il condizionale in inglese è davvero semplice e nella costruzione
risulta essere molto simile al futuro. Se conosci quest’ultimo non
avrai nessun problema nell’imparare anche il condizionale.
Mentre nel futuro si usa will, per formare le frasi al condizionale
si usa would.

Anche in questo caso non dovrai distinguere tra essere e avere,


verbi regolari e irregolari; c’è solo qualche piccola differenza
rispetto al futuro. Al posto di would per il condizionale di
“dovere” si usa should (dovrei), per il condizionale di “potere” si
usa could (potrei), come al passato.

Affirmative Affirmative short form


soggetto + would + forma soggetto + ’d + forma base
base
Negative Negative short form
soggetto + would not + soggetto + wouldn’t + forma
forma base base
Interrogative Interrogative short form
would + soggetto + forma non esiste
base

153

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Interrogative-Negative Interrogative-Negative short
would + soggetto + not + form
forma base wouldn’t + soggetto + forma
base

Nota bene:
 il condizionale si forma con would seguito dalla forma base
del verbo per tutte le persone;
 per esprimere “dovere” al condizionale si usa should; per
esprimere “potere” al condizionale si usa could;
 si usa would anche con i verbi essere e avere; questo
semplifica notevolmente l’apprendimento dato che non
bisogna fare una distinzione tra il verbo essere, avere e tutti
gli altri come avveniva per il passato;
 la forma contratta di would è ’d; la forma contratta di would
not è wouldn’t. Fai molta attenzione a non confondere la
forma contratta ’d di would con la forma contratta ’d di had.

Esempi:
I would be glad → sarei felice
I would have got that shirt → avrei avuto quella maglietta

154

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Come si può notare non esiste una forma specifica per i verbi
essere e avere come avveniva per il passato; si usa sempre would
+ forma base.

I could study at home → potrei studiare a casa


he should stay at home → dovrebbe stare a casa
I verbi potere e dovere si costruiscono in maniera particolare al
condizionale; per il primo si usa could, per il secondo should, a
tutte le persone.

would you like to eat? → vorresti/ti andrebbe di mangiare?


she wouldn’t like to go there → non vorrebbe andare lì
they would not need to sing → non avrebbero bisogno di cantare
wouldn’t you like to play? → non vorresti giocare?
I’d like to thank you → mi piacerebbe ringraziarti
she’d stay here → starebbe qui
Altri esempi con l’uso di would nelle varie forme.

Altri modi verbali. Imperative (importanza 5/5)


Usiamo l’imperativo per dare un ordine, un’istruzione o un
consiglio formale; esiste solamente alla seconda persona singolare

155

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e plurale. Per formare l’imperativo si usa la forma base del verbo
senza il soggetto.

Affirmative Affirmative short form


forma base non esiste
Negative Negative short form
do not + forma base don’t + forma base

Nota bene:
 l’imperativo è molto semplice, basta usare la forma base del
verbo;
 esiste solo alla forma affermativa e a quella negativa; esiste
solo per la seconda persona singolare e plurale (tu e voi);
 quando l’imperativo riguarda anche chi parla si usa il verbo
let.

Esempi:
don’t go there → non andarci (ordine)
speak to him, try to → parla con lui, provaci (consiglio formale)
go to the left → vai a sinistra (istruzione)
let me say → lasciami dire
let’s go! → andiamo!

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let me alone → lasciami in pace
let me see → fammi vedere
Quando l’imperativo riguarda anche chi parla si usa let. Molti
sanno cosa vuol dire let’s go, ma pochi sanno che let’s significa
let us.

Infinitive (importanza 5/5)


L’infinito in inglese si costruisce con la forma base del verbo
preceduta da to. In alcuni casi si usa invece il gerundio (forma
base + ing).

Affirmative
to + forma base
Negative
not to + forma base

Nota bene:
 l’infinito si forma in generale con to + forma base del verbo;
 i verbi can (potere), may (potere), must (dovere) non hanno
mai il to davanti;
 si usa l’infinito senza to anche dopo i seguenti verbi: hear,
help, let, make, see;

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 si usa il gerundio (forma base + ing) al posto dell’infinito per
i seguenti verbi: begin, finish, go (quando significa andare a
fare moto o sport), start, stop;
 si usa il gerundio (forma base + ing) al posto dell’infinito
anche dopo le preposizioni (prima di, senza ecc.).

Esempi:
to speak → per parlare
to see → per vedere
Esempi di infinito di scopo.

I want to go to Rome → voglio andare a Roma


I’d like not to go to Rome → vorrei non andare a Roma
Esempi di costruzione dell’infinito. La prima frase è in forma
affermativa, la seconda è negativa.

I can play → io so giocare


Come già sai can non ha bisogno del to prima della forma base
del verbo.

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I hear you say → ti sento dire
she helps me play → mi aiuta a giocare
we see you fly → ti vediamo volare
Certi verbi non richiedono il to prima della forma base del verbo
nella formazione dell’infinito.

stop crying → smettila di piangere


I started writing a story → iniziai a scrivere una storia
he will finish writing → finirà di scrivere
let’s go swimming → andiamo a nuotare
Alcuni esempi con dei verbi che richiedono il gerundio al posto
del to + forma base. Non si usa to neanche con go in quanto in
questo caso ha significato di moto o sport.

I’ll go there before leaving → andrò là prima di partire


we left without talking → siamo partiti senza parlare
Si usa il gerundio anche con le preposizioni before, without ecc.

Zero, first, second, third conditional (importanza 2/5)


In alcuni casi in inglese si costruiscono delle frasi usando
particolari forme. È il caso del conditional di tipo zero, uno, due o

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tre. Queste forme particolari si usano quando sono in gioco due
proposizioni, quella principale e quella secondaria, di cui una
ipotetica.

Zero conditional

proposizione con if proposizione principale


if + soggetto + simple present soggetto + simple present

First conditional

proposizione con if proposizione principale


if + soggetto + simple soggetto + will + forma base
present

Second conditional

proposizione con if proposizione principale


if + soggetto + simple past soggetto + would + forma base

Third conditional

proposizione con if proposizione principale


if + soggetto + past perfect soggetto + would (oppure could o
might) + have + past participle
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Nota bene:
 il condizionale di tipo zero si usa per esprimere delle verità
generali al presente, spesso scientifiche. Entrambe le
proposizioni si formano col simple present;
 il condizionale di tipo uno si usa per parlare di eventi che
possono accadere nel futuro. La proposizione principale si
costruisce al futuro, quella subordinata al presente (anche se
viene tradotta con il futuro);
 il condizionale di tipo due si usa per esprimere situazioni o
cose irreali, immaginarie. È il classico “se + congiuntivo,
allora + condizionale”. Attenzione però, la frase al
congiuntivo si forma con il simple past;
 il condizionale di tipo tre si usa per esprimere situazioni o
eventi non reali o non accaduti nel passato. È il classico “se +
congiuntivo passato, allora + condizionale passato”;
 la proposizione ipotetica può contenere delle preposizioni
diverse da if (ad esempio when, as soon as, until).

Esempi:
if you study, you pass the exam → se studi passi l’esame
if you jump out of the window, you fall → se salti dalla finestra, cadi

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Due esempi di zero conditional; il primo è una verità generale, il
secondo è una verità scientifica. Entrambe le proposizioni sono al
presente.

If you go to the cinema, I’ll come with you → se andrai al cinema


verrò con te
as soon as Mary arrives, I’ll talk to her → non appena Mary
arriverà le parlerò
I’ll stay with the child until you come back → starò con il
bambino finché non tornerai
Alcuni esempi di first conditional. Come puoi notare la frase
ipotetica in italiano viene tradotta con il futuro; in inglese è
importante esprimerla al simple present.

he would be happy if beggars were rich → sarebbe felice se i


mendicanti fossero ricchi
if I were you, I’d talk to her → se fossi in te le parlerei
Alcuni esempi di second conditional. Si tratta di frasi irreali (i
mendicanti saranno difficilmente ricchi e io non potrei mai essere
te). Nell’ultima frase però si possono notare due cose; la prima è
I’d (forma contratta di I would), la seconda è I were (e questo

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dovrebbe suonarti strano). Quando si usa il congiuntivo passato
con il verbo be si usa were a tutte le persone (was si può usare nel
parlato alla prima o terza persona singolare). Ad ogni modo il
congiuntivo in inglese non possiede la stessa importanza che ha in
altre lingue, è decisamente in disuso e non ha una forma propria.

Dovresti già essere in grado di costruire delle frasi. Si usa infatti il


simple present oppure il second o third conditional (es. I think
he’s late → penso che sia in ritardo. If they listened to the teacher
they would learn more → se ascoltassero gli insegnanti
imparerebbero di più).

If she had talked to him, he probably would have thanked her →


se ella gli avesse parlato, probabilmente egli l’avrebbe ringraziata
if it had rained, we could have been at home → se fosse piovuto,
avremmo potuto stare a casa
Alcuni esempi di third conditional, con frasi che riguardano
eventi passati ipotetici non accaduti.

Irregular verbs (importanza 4/5)


Ecco un elenco dei principali verbi irregolari. All’inizio sono

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presenti i verbi più importanti, quelli fondamentali che non puoi
non conoscere. Imparare gli altri non è poi così difficile; se ci fai
caso alcuni sono uguali in tutte e tre le forme (hit, cost), altri si
formano nello stesso modo (drink, ring, swim), altri ancora sono
formati da altri verbi irregolari (forgive è formato da give). Una
nota su read: il verbo è uguale sia alla base form, sia al simple
past che al past participle. In ogni caso in questi ultimi due tempi
si pronuncia red, mentre la forma base si pronuncia riid.

Base form Simple past Past participle


be (essere) was/were been
have (avere) had had
do (fare) did done
make (fare) made made
come (venire) came come
go (andare) went gone
see (vedere) saw seen
eat (mangiare) ate eaten
drink (bere) drank drunk
drive (guidare) drove driven
fly (volare) flew flown
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get (ottenere) got got
take (prendere) took taken
hear (sentire) heard heard
become (diventare) became become
bring (portare) brought brought
buy (comprare) bought bought
choose (scegliere) chose chosen
cost (costare) cost cost
feed (nutrire) fed fed
feel (sentire) felt felt
find (trovare) found found
forget (dimenticare) forgot forgotten
forgive (perdonare) forgave forgiven
give (dare) gave given
hit (colpire) hit hit
hold (tenere) held held
keep (mantenere) kept kept
know (conoscere) knew known
lead (condurre) led led
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learn (imparare) learnt learnt
leave (partire) left left
let (lasciare) let let
lose (perdere) lost lost
mean (significare) meant meant
meet (incontrare) met met
put (mettere) put put
read (leggere) read read
ride (cavalcare) rode ridden
ring (squillare) rang rung
run (correre) ran run
say (dire) said said
sell (vendere) sold sold
send (spedire) sent sent
shoot (sparare) shot shot
show (mostrare) showed shown
sing (cantare) sang sung
sit (sedere) sat sat
speak (parlare) spoke spoken
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spell (pronunciare) spelled spelt
spend (spendere) spent spent
swim (nuotare) swam swum
teach (insegnare) taught taught
tell (dire) told told
think (pensare) thought thought
understand (capire) understood understood
win (vincere) won won
write (scrivere) wrote written

La grammatica termina qui. Come detto in precedenza non è


necessario studiarla tutta fin da subito. L’importante è imparare le
fondamenta e sapere dove cercare in caso di bisogno. Ricordati di
consultare periodicamente queste pagine, in modo da migliorare
sempre di più la tua preparazione anche con gli argomenti più
specifici.

SEGRETO n. 12: consulta periodicamente la grammatica per


ripassare le basi e imparare gli argomenti più specifici.

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RIEPILOGO DEL GIORNO 3:
 SEGRETO n. 9: per semplificare lo studio dei verbi impara
prima l’indicativo presente, passato e futuro; a quel punto
potrai imparare i modi e i tempi più complessi.
 SEGRETO n. 10: concentrati maggiormente sui modi e i
tempi più importanti. Il resto lo imparerai in maniera
automatica con il passare tempo o con la full immersion.
 SEGRETO n. 11: le forme della frase sono quattro:
affermativa, negativa, interrogativa, interrogativa-negativa.
Per quanto riguarda gli ausiliari dovrai usare la forma normale
o quella contratta.
 SEGRETO n. 12: consulta periodicamente la grammatica per
ripassare le basi e imparare gli argomenti più specifici.

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GIORNO 4:
Come memorizzare mille parole

Fino a ora hai visto la parte “dura” del corso. Ora inizia quella
piacevole e divertente. Per prima cosa dovrai memorizzare mille
parole in maniera indelebile, in modo da avere un vocabolario
ampio. Solo in questo modo potrai affrontare delle conversazioni
e capire testi o discorsi in inglese.

Puoi ben capire che avere un bagaglio di mille vocaboli da cui


attingere all’occorrenza è qualcosa di estremamente utile. Potrai
già dire di conoscere la lingua, dato che hai appreso anche la
grammatica.

Quando spiego ad amici o allievi la necessità di completare


questa fase si spaventano sempre. In effetti l’esigenza di
memorizzare mille parole può essere considerata una cosa molto
difficile, oppure molto lunga. Questo perché nell’immaginario
comune si ragiona con i metodi tradizionali, ma scoprirai che si

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tratta di una cosa molto semplice, piacevole e soprattutto
fondamentale. Quante volte a scuola abbiamo provato a studiare
una poesia? Quanto tempo c’è voluto? Ci ricordiamo ora di tutto
quello che abbiamo studiato?

Quasi sicuramente no, a parte alcuni versi o dei concetti. Sono


consapevole che pensarci possa far venire il nervoso; come mai
da bambino sono stato sere intere a studiare Il cinque maggio di
Manzoni e ora non me lo ricordo più? Ho sprecato del tempo? In
effetti ho passato diverse sere a studiare quella poesia, mi piaceva
molto e non facevo altro che leggerla e ripeterla.

Ero riuscito a impararla ma forse un mese dopo l’avevo già


dimenticata; e ora sinceramente mi ricordo solo le prime due
righe. Questo è lo scenario classico, sono convinto che anche a te
capita così. Questo perché il 99% delle persone non fa uso delle
tecniche mnemoniche.

SEGRETO n. 13: per memorizzare mille vocaboli in modo


indelebile farai uso delle principali tecniche mnemoniche.

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Non sto qui a presentare in maniera approfondita queste tecniche,
ma posso spiegarti il loro funzionamento in linea di massima.
Come hai letto in precedenza, mentre le tecniche tradizionali
(leggere e ripetere) immagazzinano le informazioni nella
memoria a breve termine, le tecniche di memoria le
memorizzano in quella a lungo termine.

Hai mai sentito parlare di quelle persone che conoscono migliaia


di cifre decimali del pi greco, oppure sanno a memoria l’intero
elenco telefonico della città di New York? Risultati del genere
possono richiedere anni e anni se affrontati con i metodi
tradizionali, e soprattutto menti geniali, fuori dal comune. Con le
tecniche mnemoniche invece si possono imprimere nella mente
migliaia e migliaia di informazioni (teoricamente milioni e
milioni) senza più dimenticarle.

Bello, dirai, se è così come mai non le hanno mai insegnate a


scuola? Perché a scuola ci dicono di studiare, ma nessuno ci
insegna come studiare. A scuola non ci insegnano la lettura
veloce, l’apprendimento rapido. Ecco altri motivi per cui siamo
indietro, ma questo è un altro discorso.

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Funzionamento base delle tecniche mnemoniche
Il funzionamento generale delle tecniche di memoria è molto
semplice. Abbiamo un problema: dobbiamo memorizzare un
dato, che possiamo chiamare informazione da memorizzare.
Può essere un numero di telefono, un paragrafo di storia, una
tabella, un elenco di parole ecc. Anziché memorizzare questo
dato, memorizziamo in maniera transitiva un’altra
informazione molto più facile da ricordare (informazione
tramite). Quando arriverà il momento di richiamare alla
memoria il dato non andremo a cercare questo dato nel nostro
cervello, perché non abbiamo memorizzato quel dato lì;
semplicemente cercheremo l’informazione tramite, attraverso la
quale saremo in grado di ricordarci il dato di partenza.

Detto così può sembrare difficile, invece è un processo molto


semplice, alla portata di tutti (geni, persone normali e limitate) e
per fortuna immediato: per informazioni semplici non richiede
più di qualche centesimo di secondo. Lo schema seguente può
aiutarti a capire meglio il concetto:

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Per fare un esempio semplicissimo, supponiamo di dover
memorizzare il numero “1492”; tutti sanno che è l’anno della
scoperta dell’America. Invece di memorizzare il numero, lo
associamo alla scoperta del Nuovo Mondo, magari visualizzando
mentalmente una bella scena di Colombo che sbarca sulla
terraferma. A questo punto, ricordando questa scena, siamo in
grado di risalire (quando ci servirà) al numero 1492, anche se non
l’abbiamo memorizzato!

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Questo esempio è ideale per sottolineare un aspetto, ho infatti
suggerito di visualizzare mentalmente la scena dello sbarco di
Cristoforo Colombo.

Ricordi quando ho detto che tali tecniche sono alla portata di


tutti? Questo perché le tecniche mnemoniche fanno grande uso di
immagini visive. Con questo non intendo i classici metodi
d’inglese che per farti imparare il termine apple (mela) ti
mostrano l’immagine di una mela rossa. Certo, è sempre più utile
rispetto a non usare neanche un’immagine; ma si può e si deve
fare molto di più per imprimere un’informazione per sempre
nella propria memoria.

SEGRETO n. 14: le tecniche mnemoniche fanno grande uso


della visualizzazione attiva.

La memoria umana è per definizione visiva. È più facile


ricordare un film o una pagina di storia? Il film lo guardiamo una
volta, lo memorizziamo subito e ce lo ricordiamo bene per molto
tempo, mentre una pagina di storia magari dobbiamo leggerla
diverse volte. I film sono piacevoli, hanno dei colori, creano

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emozioni, c’è la componente audio. Tutti questi fattori rendono
facilissimo memorizzare un film, non è così? Oppure ti sarà
capitato di assistere a qualche grosso incidente stradale, di quelli
che creano molta apprensione tra i passanti. Quando capitano
incidenti del genere c’è molta curiosità e si prova una strana
sensazione di paura e preoccupazione per i feriti. Questo crea un
coinvolgimento incredibile che imprime indelebilmente tale
scena nella nostra mente per sempre, o sbaglio?

È difficile dimenticare i veicoli coinvolti, i danni, i feriti; proprio


perché in quel momento tutti i nostri cinque sensi partecipano
attivamente alla scena. E come risultato questa scena viene
immagazzinata a lungo termine, in una manciata di secondi,
senza bisogno di ripassi successivi.

Quante cose si ricordano, anche dopo diversi anni, solamente


perché hanno messo in moto le nostre emozioni. Ricordi le scene
di quando l’Italia ha vinto il mondiale di calcio, o quando ti sei
laureato/a o quando ancora è successo qualcosa di bellissimo
nella tua vita?

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Ecco, è più o meno questo che dovrai riprodurre per memorizzare
le parole, devi far partecipare attivamente tutti i cinque sensi.
Certo, non potrai mai provare con una parola un’emozione come
quando l’Italia ha vinto il mondiale, ma ora capisci come devi
comportarti.

Ti anticipo che ogni tecnica mnemonica si basa sulla


visualizzazione. Ci sono altre tecniche, come l’associazione, ma
per imparare l’inglese la visualizzazione è sufficiente. È
necessario quindi iniziare a fare un po’ di pratica cercando di
visualizzare mentalmente qualsiasi tipo di cosa (concreta e
astratta).

Purtroppo non è tutto così facile e immediato; prova a


immaginare una lampadina accesa. Questo compito è molto
facile; alcuni potrebbero invece trovare delle difficoltà cercando
di tradurre in immagini, ad esempio, la parola “senza”.

La visualizzazione
La visualizzazione consiste nel tradurre in immagini mentali
le informazioni da memorizzare. Non dovrai far altro che

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trovare una parola, o un concetto, e cercare di visualizzare tale
immagine nella tua mente. Questo processo può essere facile o
difficile in base al fatto che un oggetto sia più o meno astratto. In
ogni caso la pratica sveltirà notevolmente i tempi, anche con le
parole più difficili.

Ecco le regole della visualizzazione:


 per prima cosa devi visualizzare bene tale oggetto;
 devi porti in condizioni di atteggiamento attivo. Questo
significa che ti dovrai fare mentalmente delle domande in
base alla situazione;
 devi far partecipare tutti i cinque sensi nella visualizzazione;
 devi far muovere l’oggetto (ruotarlo, ingrandirlo,
rimpicciolirlo, spostarlo) in modo che la scena sia dinamica.

Queste semplici regole racchiudono tutto ciò che serve per la


visualizzazione. È bene però chiarire la situazione con un
esempio che ti consentirà di capire perfettamente come funziona
questa tecnica. Proviamo a visualizzare l’espressione “barattolo
di marmellata”.

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È molto semplice; ognuno di noi sa come è fatto un barattolo di
marmellata. Per prima cosa visualizziamo un barattolo di
marmellata. Possiamo vederlo con gli occhi della mente.

Facciamoci delle domande. A che gusto è la marmellata? Il


barattolo è chiuso o è aperto? Di che colore è il tappo? Quanto è
grande e che forma ha il barattolo? Di che marca è? Il tappo è
chiuso bene?

Per ognuna di queste domande è bene cercare di rispondere


mentalmente in base all’immagine che stai visualizzando. La
mente umana è molto differente da individuo a individuo; per
questo anche un processo come la visualizzazione può differire
molto da persona a persona. Non c’è un modo per visualizzare
standard valido per tutti; l’importante è visualizzare l’oggetto con
un atteggiamento attivo.

Ora facciamo partecipare i cinque sensi. Prova a toccare il


barattolo. È di vetro? Senti la consistenza del materiale? Prova ad
aprire il tappo. Tocca la marmellata. È appiccicosa? Prova ad
assaggiarla. Il gusto è lo stesso che avevi visto sull’etichetta del

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barattolo? Che profumo ha? Riesci a sentirlo? Chiudi e riapri il
tappo. Fa rumore? Fa uno schiocco?

Infine, la dinamicità. Cerca di ruotare il barattolo nella tua


mente. Guardalo dalle varie inclinazioni, dai vari punti di vista.
Guardalo da sotto, dall’alto. Cerca di modificare mentalmente la
prospettiva. Fallo muovere; ingrandiscilo, rimpiccioliscilo. Ora
prendilo e spostalo nel frigorifero.

Come primo esercizio può essere sufficiente. Come vedi è facile


notare è che abbiamo usato un atteggiamento attivo. Tutte le
domande che ci siamo posti, nonché l’utilizzo dei cinque sensi,
permettono proprio questo. E tutto ciò porta a ricordare le cose
bene e in maniera indelebile. Questo non avviene quando a
scuola dobbiamo studiare una pagina di latino, o quando magari
sentiamo un discorso che vogliamo ricordare bene. Secondo te
perché? Perché in questi casi l’atteggiamento utilizzato è passivo.
Ripetere varie volte quella pagina è un processo lungo e poco
efficace dato che, come sappiamo, dopo qualche giorno ci
dimentichiamo tutto.

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Un’altra cosa da notare è che esistono alcuni trucchetti per usare
meglio i cinque sensi e aumentare il grado di partecipazione
attiva. Uno di questi riguarda il concetto di sgradevolezza.
Nell’esempio della marmellata, il fatto di averla toccata offre
inevitabilmente una sensazione appiccicosa poco gradevole. Lo
stesso se l’assaggiamo e scopriamo che, essendo scaduta, ha un
gusto davvero pessimo. Queste sensazioni, da evitare nella vita
reale, sono invece fondamentali per la visualizzazione in quanto
fissano meglio nella memoria i vari concetti. Per cui, quando devi
visualizzare qualcosa, cerca di affrontare sempre delle situazioni
sgradevoli per i tuoi sensi.

Per il momento esercitati visualizzando questi vocaboli: scopa,


computer, DVD, televisore, telefono, casa, aereo, giornale,
prestito, solitudine. Prenditi cinque-dieci minuti, buon esercizio!

La visualizzazione delle parole difficili


Capita spesso, nell’ambito delle tecniche mnemoniche, di
trovarsi a visualizzare parole difficili. Appartengono a questa
categoria tutti quegli oggetti, o quei concetti astratti, che sono
difficili da visualizzare e immaginare. Un esempio può essere la

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parola “amore”. In questi casi bisogna arrangiarsi. Con
l’esercizio, un po’ di esperienza e di allenamento diventerà
sempre più facile e non ci sarà nessun tipo di problema. Però è
necessario capire, almeno per chi non sa come fare, le tecniche di
visualizzazione delle parole difficili.

Prendiamo il concetto di amore. Possiamo immaginare un grosso


cuore rosso che batte, magari su uno sfondo nero. Per non
confondere questa immagine con il concetto di “cuore” sarebbe
meglio immaginare anche una freccia che penetra il cuore da una
parte all’altra. In questo modo abbiamo una bella e nitida
immagine dell’amore.

È importante pensare e riuscire a visualizzare le immagini più


ovvie, in modo che quando verranno richiamate in seguito ci
venga in mente un cuore con la freccia, e non magari due
innamorati che camminano presi per mano (che
conseguentemente porterebbe a ricordare un’informazione
diversa da “cuore”, magari “fidanzati”). Per cui è bene
immaginare la prima cosa che ci viene in mente, facendo
partecipare tutti i sensi e inserendo un po’ di dinamicità come

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spiegato nella lezione introduttiva alla visualizzazione. Questo
esempio era abbastanza semplice ma la tecnica è la stessa delle
altre parole più difficili. Proviamo a visualizzare la parola
“perché”. Qui possiamo pensare a una grossa X (per) seguita da
un grosso punto interrogativo. È un’immagine significativa che
indica subito il ricordo di “perché”.

Ancora, pensiamo a “giovinezza”. Possiamo immaginare una


fanciulla che corre in un campo verde con dei fiori in mano,
felice e spensierata. Intorno a lei ci sono tante persone che
misteriosamente invecchiano sempre di più secondo dopo
secondo, mentre lei rimane sempre giovane e sorridente.

È bene utilizzare spesso delle immagini comiche, irreali e


grottesche, in quanto fissano notevolmente meglio
l’informazione nella mente. Come vedi tutte le parole, anche
quelle più difficili, possono essere visualizzate con un po’ di
fantasia.

Per quanto riguarda la visualizzazione di oggetti molto grandi,


come ad esempio ospedali, aeroporti, centri commerciali ecc.,

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conviene usare questo approccio: si visualizza l’oggetto nella sua
totalità, in seguito si esplora ogni reparto e infine lo si
rimpicciolisce.

Per esempio possiamo visualizzare un aeroporto. Vediamo da


fuori lo stabilimento imponente, i parcheggi per le macchine, i
cartelli stradali, le piste di atterraggio, qualche aereo appena
decollato o in arrivo. Dopodiché entriamo con la mente e
riusciamo a vedere centinaia di persone che vanno avanti e
indietro per le sale, i bar, i locali e tutto il resto che si può trovare
dentro un aeroporto. Infine lo rimpiccioliamo sempre di più fino
a farlo stare nella nostra mano, per poi osservarlo dall’alto.

Ora che hai imparato a visualizzare le parole difficili, è bene


esercitarti un po’: solitudine, speranza, però, agitazione, passione,
intelligenza, ignoranza, stadio, centro commerciale, ospedale,
stazione spaziale. Prova a visualizzare queste parole in dieci
minuti!

La visualizzazione delle parole non visualizzabili


Ci sono delle parole difficili da visualizzare, come alcuni concetti

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astratti appena citati. Altre sono proprio impossibili in quanto
non esiste un’immagine che rimanda a tali parole. Pensa ad
esempio a certi cognomi, alle località, oppure ai vocaboli
stranieri, o ancora a certi termini scientifici.

In questi casi bisogna arrangiarsi con la nostra creatività. A noi


interessano i vocaboli inglesi, per cui non c’è nulla di meglio di
un esempio per farti capire come devi comportarti. Prendiamo
keyboard (tastiera).

Partiamo da una tastiera, in modo che quando dovrai ricordarti di


come si traduce “tastiera” partirai mentalmente da questa scenetta
che inizia con l’immagine di una tastiera. Visualizzala
attivamente, vedi che c’è qualcosa di strano? In effetti in questa
tastiera ci sono tutti i tasti tranne uno, il tasto “okay”. Inoltre se la
osservi bene questa tastiera non ha il “bordo”. Unendo “okay” e
“bordo” è facile ottenere keyboard.

In questo modo abbiamo visualizzato keyboard. Hai notato anche


un’altra cosa? Ora hai imparato (se per caso ancora non lo
sapevi) che keyboard vuol dire tastiera. E non te lo dimenticherai

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più! È questo infatti il metodo che useremo per imparare mille
parole inglesi. Pensando alla parola “tastiera” ti tornerà in mente
automaticamente questa storiella e ricordandoti “okay” e
“bordo” saprai in un istante che “tastiera” in inglese si dice
keyboard. Facile, no?

Vale anche l’inverso: se vedi scritto keyboard e non sai cosa vuol
dire, ti ricorderai ancora una volta questa storiella, e a ritroso
arriverai a “tastiera”. Questa tecnica può sembrare banale ma è
incredibile!

SEGRETO n. 15: esercitati per imparare al meglio la tecnica


della visualizzazione, in quanto ti permetterà di imparare a
memoria mille vocaboli inglesi.

Ora che hai capito come dovrai procedere, potresti essere un


pochino scettico/a. Voglio toglierti ogni dubbio passando subito
all’azione, creando per ogni parola una scenetta da visualizzare e
da immagazzinare nella mente. Ricordati però di una regola
importantissima: è fondamentale che la parola da memorizzare
sia collegata alla scenetta visualizzata. Per capirci, se devi

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memorizzare la traduzione di “orso” (bear), non creare la
scenetta di una tazza di latte che si trasforma in un orso, perché il
latte non è collegato con l’orso, quindi non la ricorderesti mai!
Meglio visualizzare un orso assetato che non vede l’ora di bere,
da cui puoi facilmente recuperare la parola bear (bere, bear).
Così quando ti servirà sapere come si dice “orso” in inglese, ti
basterà recuperare questa scenetta dalla tua mente. Come?
Partendo ovviamente dall’immagine di un orso! Scoprirai che in
maniera automatica la tua mente visualizzerà un orso assetato,
con una gran voglia di “bere”. In meno di un secondo ti
ricorderai che orso in inglese si dice bear. È fondamentale
legare la pronuncia del termine inglese a un vocabolo simile
italiano (bear → bere).

Col tempo non avrai più bisogno di richiamare alla mente queste
scenette, in quanto conoscerai la traduzione senza doverci
pensare troppo. Ma all’inizio questo processo è fondamentale.
Per cui impara davvero bene questa tecnica, prenditi un po’ di
tempo per capirla e se ancora non ti è chiara torna indietro e
rileggi le pagine precedenti.

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Hai visto come tradurre può essere semplice e divertente?
Migliore è la scenetta creata, meglio e prima ti ricorderai la
parola inglese collegata alla scenetta.

SEGRETO n. 16: per ogni vocabolo costruiremo una scenetta


con le caratteristiche adatte (immagini grottesche, irreali
ecc.). Dovrai visualizzare attivamente queste scenette e
imprimerle nella tua mente.

Questo segreto contiene il succo di tutto ciò che ti servirà per


memorizzare al meglio mille vocaboli inglesi. Ricordati di
partecipare attivamente alle scenette che stai per leggere,
immedesimati, falle tue, fai partecipare i tuoi cinque sensi e ti
garantisco che le imprimerai per sempre nella tua mente.
Visualizza mentalmente ogni scena, soffermati sui particolari,
cerca di catturare tutti i dettagli con gli occhi della mente.

SEGRETO n. 17: il vocabolo da ricordare dovrà


assolutamente essere collegato alla scenetta creata. Usa un
quaderno dove annoterai tutte queste associazioni per
eventuali ripassi.

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Dedica qualche secondo ad ogni immagine; più ti impegnerai e
meglio immagazzinerai queste informazioni nella memoria a
lungo termine. Dipende solo da te, iniziamo subito!

1) muro – wall
Provo a entrare alla borsa di Wall Street, ma è chiusa da un muro
(wall) sul quale sbatto, facendomi molto male.

2) lampada – lamp
Accendo la lampada sul comodino, ma al posto della luce esce un
grosso lampo (lamp).

3) sale – salt
Assaggio un po’ di sale, ma è così salato che mi fa fare un grande
salto (salt) dal dolore.

4) chiave – key
Ho perso la mia chiave, chi ha la mia chiave? Chi? Chi? (key).

5) mucca – cow
Una mucca in piedi su un cavallo con una corda, fa il cow boy (cow).

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6) nave – ship
Sono in spiaggia, vedo una nave arrivare sempre di più verso di
me. Da questa scende un sub che si avvicina, mi scippa (ship) la
borsa e scappa!

7) macchina – car
Voglio comprare la mia macchina preferita, ma non posso perché
è troppo cara (car).

8) fiammifero – match
Sono allo stadio per vedere il match della mia squadra preferita,
ma in campo non ci sono i giocatori; al posto loro ci sono tanti
fiammiferi (match).

9) ladro – thief
Un ladro ha appena rubato una coppa dallo stadio. E mentre
scappa urla e fa il tifo (thief) per la sua squadra preferita.

10) divano – couch


Mi siedo sul divano di casa, ma subito rimbalzo e vengo
catapultato in aria perché il divano è fatto in caucciù (couch).

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11) colla – glue
Prendo il mio barattolino di colla ma questa non esce perché è
bloccata. Così la scuoto e dal barattolo esce un igloo (glue).

12) cavalcavia – fly-over


Sto guidando in macchina quando vedo un cavalcavia che si
allontana dalla strada, vola sopra (fly-over) la strada.

13) moglie – wife


Una moglie è collegata in Internet con wi-fi (wife).

14) mare – sea


Vuoi venire al mare? Sì, voglio venire, sì sì (sea).

15) spiaggia – beach


Sono in spiaggia, quando sento sotto i piedi che brucia (beach)
tutto quanto.

16) chiesa – church


Sono in chiesa, ma nelle panche al posto delle persone ci sono
“certi ceci” (church).

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17) bocca – mouth
Metto il pasto in bocca, “ma uff” (mouth) non mi piace per
niente.

18) gamba – leg


Non riesco a camminare, la mia gamba non funziona perché è
legata (leg).

19) braccio – arm


Riesco a sparare dal mio braccio, lo guardo meglio, in effetti ho
un’arma (arm) al posto del braccio.

20) frase – sentence


In tribunale il giudice pronuncia la sentenza (sentence): la legge è
uguale per tutti.

21) tavolo – table


Il mio tavolo si sta trasformando in una tabella (table) con tanti
numeri e lettere.

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22) pavimento – floor
Il pavimento è tutto sporco, ma non è polvere, è fluoro (floor).

23) cavallo – horse


Il mio cavallo è diventato molto strano, cammina su due zampe e
sembra un orso (horse).

24) freddo – cold


Dal mio lavandino l’acqua fredda esce calda (cold).

25) fattoria – farm


Mi sono fatto male nella mia fattoria, per cui vado a farmi
medicare in farmacia (farm).

26) parlare – to speak


Ogni volta che parlo, al posto delle parole mi escono spicchi
(speak) di limone.

27) fratello – brother


Quando cerco mio fratello dopo che si è perso, lo trovo sempre
con il mio doppio radar, il b-radar (brother).

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28) pizza – pizza
Mangio una pizza grandissima, che a sua volta contiene un’altra
pizza (pizza).

29) polizia – police


La polizia quando insegue i criminali non usa le sirene, usa le
canzoni dei Police (police).

39) rubare – to steal


Ho rubato un sacco di oggetti in libreria, tra cui una penna stilo
(steal).

40) rosa – pink


Il mondo è diventato all’improvviso tutto rosa, mentre stavo
giocando a pincaro (pink).

41) schiena, indietro – back


Un mio amico riesce a mangiare e parlare dalla “schiena”, infatti
“indietro” al corpo ha un becco (beck).

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42) libro – book
Non riesco a finire di leggere il mio libro preferito, perché ha un
buco (book) enorme in mezzo.

43) carta – paper


Mi serve un foglio di carta su cui scrivere ma non ne trovo. Alla
fine decido di scrivere sopra una papera (paper).

44) porta – door


La porta di casa mia vale tantissimo, è tutta d’oro (door) e
scintillante.

45) albero – tree


L’albero di mele del giardino di casa mia ha solo tre (tree) frutti.

46) carne – meat


La carne al Polo Nord si scalda così tanto che rende mite (meat)
il clima.

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47) parco – park
È nato un nuovo parco in città ma è più piccolo degli altri, in
effetti manca la o a questo parco (park).

48) ago – needle


Con il mio ago sono riuscito a cucire un nido (needle) per gli
uccellini dell’albero.

49) festa – party


Quando sei in festa ogni volta parti (party) per Milano.

50) pranzo – lunch


Ho molta fame, non è che mi lanci (lunch) il pranzo? Grazie!

51) tappeto – carpet


Per aggiustare il mio tappeto ho dovuto chiamare un carpentiere
(carpet).

52) gelato – ice cream


Questo gelato è troppo freddo, è ghiaccio cremoso (ice cream).

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53) roba – stuff
Il mio staff ha tanta roba (stuff) da fare, è sempre in confusione.

54) pietra – stone


Questa pietra è diversa da tutte le altre, vedi? Stona (stone) un
po’ col gruppo!

55) bicchiere – glass


Non bevo mai acqua dal mio bicchiere, bevo solo glassa (glass)
di cioccolato.

56) cuore – heart


Ricucire il cuore infranto è un’arte (heart) che hanno in pochi.

57) formica – ant


C’è una formica gigante in casa, è enorme, è grande come
un’anta (ant) dell’armadio.

58) cuscino – pillow


Il mio cuscino non è molto comodo. In effetti guardandolo bene
non è un cuscino, ma una pillola (pillow) gigante.

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59) imparare – to learn
Per imparare a memoria la Divina Commedia ho studiato così
tanto che mi è venuta l’ernia (learn).

60) prigione – jail


I detenuti della prigione stanno riuscendo tutti a scappare usando
il gel (jail) nella serratura.

61) anima – soul


La mia anima si sta elevando così tanto che quasi tocca il sole
(soul).

62) serpente – snake


I serpenti mangiano a merenda il cioccolato, come se fosse uno
snack (snake).

63) nero – black


In città è tutto buio, è tutto nero; ci dev’essere stato un black out.
(black).

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64) bacio – kiss
Chissà se la mia ragazza/il mio ragazzo mi darà un bacio, chissà
(kiss).

65) moneta – coin


Le mie monete non entrano più nel portafoglio; sono diventate
tutte a forma di cono (coin).

66) ricco – rich


Il mio amico è così ricco che ha un euro per ogni suo capello
riccio (rich).

67) lago – lake


Lei è andata al lago! Lei chi? (lake) Lei.

68) cappello – hat


Non riesco più a portare il cappello da quanto è pesante, pesa più
di un etto (hat).

69) palla – ball


La mia palla sembra una bolla (ball).

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70) sole – sun
Ringraziamo con una preghiera san Sole (sun) per averci dato
un’altra giornata di sole.

71) buccia – peel


Togliere la buccia è peggio di pelare (peel) le patate.

72) matita – pencil


La mia matita riesce a scrivere da sola, riesce a volare e a stare
sospesa in aria; è una matita pensile (pencil).

73) mercato – market


Quando vado al mercato a fare la spesa torno che ho comprato
tutto il market (market).

74) erba – grass


L’erba del mio giardino è così grande che è più grassa (grass) di
un lottatore di sumo!

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75) letto – bed
Ho sonno, ho proprio bisogno di dormire, mi serve un letto.
Cerca un bed (bed) and breakfast.

76) scavare – to dig


Scava il letto del fiume, così ci facciamo una diga (dig).

77) giorno – day


Ogni nuovo giorno è un regalo degli dei (day).

78) treno – train


Il treno si è fermato, si è rotto il motore. È cosi vecchio che per
spostarlo dai binari hanno dovuto trainarlo (train).

79) bicipite – biceps


I bicipiti del mio amico sono così grossi che al posto del braccio
ha due ceppi, lo chiamano il “bi-ceppi” (biceps).

80) bottiglia – bottle


Ho così tanta sete che non mi basta una bottiglia, voglio una
botte (bottle) d’acqua!

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81) scopa – broom
La Befana sulla sua scopa è velocissima, sembra che abbia un
motore che fa “broom, broom” (broom).

82) specchio – mirror


Quando passo in bagno, mi miro (mirror) sempre allo specchio.

83) cerchio – circle


La sera quando ho del tempo libero vado sempre al mio circolo
(circle) preferito. Ma ultimamente non vedo più uomini, vedo
solo cerchi.

84) spedire – to send


Mi spedisci quella lettera? Sì, tranquillo, te la spedisco “se non
dormo” (send).

85) cadere – to fall


Sono caduto per terra! Mi sono fatto così male che ho fatto un
buco, dal quale è uscito un folletto (fall) che mi ha raccolto e
curato.

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86) fuga – escape
Ho rubato un sacco di oggetti, sono in fuga e scappo (escape).

87) lotta – fight


È una lotta ad armi pari, prima ho attaccato io ora fai tu (fight).

88) stufa – stove


La mia stufa non riesce più a riscaldarmi, non fa più calore da
quando si è trasformata in una lavastoviglie (stove).

89) guardare – to look


Guarda il mio stile, guarda i miei capelli, guarda il mio look
(look).

90) stivale – boot


Il mio stivale si è rotto dopo due giorni, lo butto (but) subito via!

91) borraccia – canteen


La mia borraccia è senza fondo, è sempre piena di vino, anche
più di una cantina (canteen).

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92) scimmia – monkey
Sono nella giungla, quando all’improvviso arrivano decine e
decine di scimmie. Le guardo bene, loro e gli altri animali sono
tutti monchi (monkey).

93) re – king
Il re si è trasformato in uno scimmione gigante, sembra King
Kong (king).

94) presto – soon


Mi sveglio sempre presto la mattina senza volerlo, su un (soon)
comodino mi suona la sveglia e non riesco a spegnerla!

95) povero – poor


Un povero può essere ricco di spirito, pur (poor) non avendo
neanche un soldo.

96) veloce – fast


Quel corridore dopo l’infortunio è tornato veloce, corre quasi
come ai fasti (fast) di un tempo.

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97) fazzoletto – handkerchief
Sul fazzoletto ci sono dei disegni di frutti e non dei carciofi
(handkerchief).

98) fragola – strawberry


Cadono delle fragole dal cielo, è una tempesta. Una è grande
come un astro (straw) e guardandola bene ha anche un berretto
(berry) rosso.

99) farfalla – butterfly


La farfalla appena prova a batter (butter) le ali riesce a spiccare il
volo (fly).

100) seminterrato – basement


Quando scendo nel mio seminterrato sbatto sempre per terra con
la base (base) del mento (ment).

Ora tocca a te, datti da fare e crea le tue associazioni, le tue


scenette mentali. Come ho detto prima è meglio se utilizzi un
quaderno. Scoprirai che creando tu stesso queste immagini ti
porrai in un atteggiamento di apprendimento altamente attivo; la

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pazienza, la difficoltà, la ricerca delle associazioni metteranno in
moto la tua mente. Questo processo ti porterà a immagazzinare al
meglio ogni informazione, anche in modo più soddisfacente
rispetto alle associazioni proposte da me, proprio perché il
“lavoro pesante” lo fai tu.

Un consiglio: hai piena libertà nello scegliere i vocaboli da


imparare, per cui prediligi le parole che per te sono più utili.
Possono essere vocaboli legati alle tue passioni, alla tua attività,
alla sopravvivenza di base e così via. Se alcuni sono difficili da
visualizzare o non lo sono affatto usa le tecniche che hai appena
appreso.

Vedrai quante soddisfazioni potrà darti l’apprendimento creativo,


e con i risultati che raggiungerai noterai la differenza rispetto ai
tradizionali metodi scolastici.

Puoi imparare altre 100, 300, 500, 1000 parole; il numero lo


decidi tu in base alla tua preparazione attuale. Puoi anche
imparare alcuni vocaboli ora, e il resto i prossimi mesi piano
piano. Come sai si può sopravvivere anche senza conoscere mille

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parole, ne bastano poche ma buone, poi per affinarsi c’è sempre
tempo. Per cercare nuovi vocaboli usa un dizionario di inglese o
cerca in Internet su Google Translate.

Buon apprendimento!

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RIEPILOGO DEL GIORNO 4:
 SEGRETO n. 13: per memorizzare mille vocaboli in modo
indelebile farai uso delle principali tecniche mnemoniche.
 SEGRETO n. 14: le tecniche mnemoniche fanno grande uso
della visualizzazione attiva.
 SEGRETO n. 15: esercitati per imparare al meglio la tecnica
della visualizzazione, in quanto ti permetterà di imparare a
memoria mille vocaboli inglesi.
 SEGRETO n. 16: per ogni vocabolo costruiremo una scenetta
con le caratteristiche adatte (immagini grottesche, irreali
ecc.). Dovrai visualizzare attivamente queste scenette e
imprimerle nella tua mente.
 SEGRETO n. 17: il vocabolo da ricordare dovrà
assolutamente essere collegato alla scenetta creata. Usa un
quaderno dove annoterai tutte queste associazioni per
eventuali ripassi.

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GIORNO 5:
Come effettuare la full immersion

Eccoci arrivati a un altro punto fondamentale del corso: la full


immersion, l’immersione totale nel mondo della lingua inglese. È
una cosa su cui tutti concordano: un modo efficacissimo per
imparare l’inglese è vivere ventiquattr’ore su ventiquattro in
Inghilterra o in America, confrontarsi in inglese, pensare in
inglese, guardare alla TV dei programmi in inglese; alla fine lo si
impara!

Non c’è nulla di più vero; ricordo infatti alcuni miei compagni al
liceo che hanno fatto il quarto anno in America. Sono partiti che
non sapevano mettere insieme due parole, al ritorno però erano
spaventosamente bravi, quasi perfetti.

Quante volte i genitori avranno detto ai propri figli: «Vai a fare il


cameriere in Inghilterra per tre mesi, così guadagni qualche soldo
e impari la lingua!» È una cosa vera e normalissima, parti che non

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sai nulla e ritorni che hai imparato l’inglese, proprio perché ti
ritrovi immerso in un mondo sconosciuto e devi sopravvivere;
piano piano il cervello si attiva e ti porta a decifrare ogni cosa che
incontri.

Per cui ecco cosa devi fare: prendi il primo aereo per New York e
rimani lì per un bel po’ di tempo. Ti garantisco che prima o poi
imparerai l’inglese. Ovviamente sarebbe una bella soluzione, ma
sono consapevole che può essere difficile da realizzare, sia per il
tempo che per il denaro. Come ho scritto in precedenza c’è una
soluzione più semplice, per fortuna. Se non puoi andare in
America, puoi sempre portare l’America a casa tua, no?

Esiste un posto accessibile a chiunque dove è possibile


sperimentare una full immersion molto simile a una vera e propria
permanenza in terra straniera: Internet. Hai mai pensato che con
un po’ d’impegno puoi trasformare Internet nello strumento
migliore per imparare l’inglese? Ti spiego subito il perché.

In Internet puoi chattare e comunicare quando vuoi con migliaia


di persone inglesi, puoi guardare centinaia di ore di video o

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ascoltare ore e ore di musica, puoi curare le tue passioni. Se solo
ti “immergessi” nel lato inglese di Internet per trenta giorni faresti
dei progressi incredibili! Iniziamo subito dalla musica.

SEGRETO n. 18: il lato inglese di Internet è il posto migliore


per la tua full immersion.

Musica
La musica è una componente fondamentale per raggiungere gli
obiettivi che ti sei prefissato/a. Se potessimo scomporre la
memoria umana, potremmo dire che la parte musicale è tra le
prime a formarsi e soprattutto è una delle più potenti. Perché ci
hanno detto di inventare una canzoncina per memorizzare bene
delle informazioni? Perché ci ricordiamo le ninne nanne? Perché
conosciamo a memoria le canzoni che sentiamo alla radio? Per la
natura della memoria musicale! Quindi puoi ben capire che
sarebbe un peccato non sfruttare a dovere il “fattore musica”.

Voglio farti di nuovo notare che non ti sto chiedendo sforzi


immani o procedure noiose per imparare la lingua; ascoltare le
canzoni è un relax, qualcosa che facciamo milioni di volte nella

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nostra vita, è una cosa piacevole. Prima di tutto ti chiedo quindi
di iniziare oggi la tua full immersion di trenta giorni. Per tutto
questo tempo ti consiglierò degli “esercizi piacevoli” da fare ogni
giorno, oltre agli esercizi che già esegui sulla grammatica, sulla
memorizzazione delle mille parole e sulle tue passioni.

Inizia a immedesimarti nel tuo compito, sei in full immersion e


quindi puoi facilmente intuire che d’ora in avanti dovrai ascoltare
solo musica inglese. Probabilmente ti piacerà ascoltare qualche
cantante italiano; sarebbe meglio se per questo mese evitassi la
musica italiana, proprio come se fossi lontano da dove vivi, in
un’altra realtà. Il mercato musicale anglo-americano è per ovvie
ragioni molto più vasto del nostro, questo significa che non hai
scuse per trovare uno o più artisti da ascoltare.

Sicuramente avrai un genere di musica preferito, come il pop o il


rock: non devi fare altro che trovare qualche cantante che
appartenga al tuo genere e ascoltarlo. È molto probabile anche che
in casa tu abbia dei CD di qualche artista americano o inglese.
Puoi partire da quei CD per ascoltarne dei brani mentre sei in
macchina, oppure a casa in un momento di relax.

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Se invece non hai CD inglesi procuratene qualcuno, comprali nei
supermercati o su Internet. Cerca di ascoltare ogni giorno almeno
una mezz’oretta di musica, non importa se non capisci le parole;
all’inizio è solo per farci un po’ l’orecchio, poi col tempo proverai
anche a capire le parole.

SEGRETO n. 19: cerca di ascoltare ogni giorno circa trenta


minuti di canzoni inglesi o americane; puoi farlo in macchina
oppure a casa tua quando hai un momento libero.

Un aiuto incredibile che Internet offre sono i testi musicali. Io


ascolto solamente musica americana, ho sempre fatto un uso
attivo o passivo dei testi, e devo dire che questo mi ha aiutato
tantissimo a migliorare il mio inglese. L’uso passivo è molto
semplice, consiste nell’ascoltare una canzone avendo il testo
inglese davanti, un po’ come guardare un film con i sottotitoli.

Pur essendo qualcosa di passivo può risultare estremamente utile


per allenare l’orecchio e scoprire parole nuove. La cosa più bella
è che si tratta di un processo semplicissimo, alla portata di tutti.
Infatti chiunque è in grado di seguire una canzone trovando la

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corrispondenza nel testo che ha di fronte, è un processo
automatico. Se non sai come trovare un testo musicale su Internet
ti spiego subito come fare. Ci sono centinaia di siti web con dei
database pieni zeppi di testi musicali, con il risultato che puoi
trovare praticamente ogni canzone, gratis. Ecco un elenco di
alcuni siti fornitissimi:
 http://www.lyricsplanet.com;
 http://www.azlyrics.com;
 http://lyricsdot.com.

In tutti questi siti per trovare il testo desiderato basterà utilizzare il


motore di ricerca interno oppure navigare nel database cliccando
sulle varie lettere dell’alfabeto. Se cerchi i testi delle canzoni di
Madonna, per esempio, ti basterà entrare in uno di questi siti,
cliccare sulla M del menù alfabetico e selezionare Madonna tra i
vari cantanti che iniziano per M. A quel punto troverai tantissimi
testi delle canzoni di Madonna.

Se invece cerchi un testo preciso ti insegno un altro metodo


infallibile. Supponiamo di voler cercare il testo di Candle in the
wind di Elton John. In inglese “testo musicale” si traduce con

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lyrics. Per fare più in fretta non entriamo in uno di quei siti per
poi selezionare la E nel menù alfabetico ecc. Utilizziamo
direttamente Google.

Apriamo Google, digitiamo Candle in the wind seguito da lyrics;


la chiave di ricerca completa sarà dunque Candle in the wind
lyrics. Avviamo la ricerca e Google troverà per noi tantissimi siti
che offrono il testo di quella canzone. Basterà selezionare un
risultato a caso ed è fatta!

Questo secondo metodo di ricerca è molto più veloce e offre più


probabilità di trovare il testo desiderato, per cui è consigliabile
rispetto al primo; anche io faccio sempre così, se ho bisogno di un
testo lo trovo in meno di dieci secondi.

Fai subito una prova, apri Google e cerca il testo della tua
canzone preferita, vedrai quanti risultati troverai. Una volta
trovato il testo, prova ad ascoltare la canzone con le parole
davanti, sarà facilissimo capire ogni vocabolo e seguire il testo.
Ecco un esempio di ricerca relativo a Candle in the wind di Elton
John.

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SEGRETO n. 20: fai spesso un utilizzo passivo dei testi
musicali quando ascolti le canzoni. Trovare i testi è
semplicissimo, ti basterà cercarli su Google.

Questo tipo di esercizio è molto utile soprattutto per le persone


alle prime armi; se invece sei a un livello superiore oppure ti sei
già allenato con l’uso passivo è bene iniziare a usare i testi
musicali in maniera attiva! Questo processo è importantissimo
per stimolare la nostra mente a mettersi in moto nella giusta
direzione per imparare l’inglese. Si tratta di qualcosa un tantino

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più difficile dell’uso passivo, ma molto più utile e gratificante. In
parole povere l’uso attivo consiste nell’ascoltare la canzone e
provare a scrivere il testo mentre la si ascolta, ovviamente senza
conoscere o leggere le parole da qualche parte! Per fare un
esempio si prende una canzone, si ascolta una frase, si preme il
tasto Stop e si prova a scrivere le parole della frase appena sentita;
e così via fino alla fine della canzone.

Non è una cosa facile all’inizio, ovviamente è consigliato partire


da canzoni lente o molto lente. Però rappresenta un esercizio
utilissimo ed è quindi bene farlo. Non evitare l’uso attivo, o sarà
molto più difficile per te imparare l’inglese!

Chiaramente non è una cosa da provare subito, bisogna prima


prendere un po’ di confidenza con l’uso passivo. Ecco alcune
linee guida che ti potranno essere utili in base alla mia esperienza:
 come detto prima, è bene partire da canzoni lente, poi col
tempo migliorerai sempre di più e passerai a quelle più veloci;
 è meglio provare a scrivere i testi dei nostri cantanti preferiti,
in quanto è più piacevole e ci siamo già fatti l’orecchio al loro
modo di cantare;

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 se i nostri cantanti preferiti non hanno ritmi lenti, è facile
trovare canzoni che fanno al caso nostro in quei gruppi o
cantanti americani amati dai teenager. Solitamente questi
cantanti registrano decine e decine di canzoni d’amore molto
lente e di facile comprensione. Ad esempio vanno bene
Christina Aguilera, Britney Spears, Backstreet Boys, Spice
Girls, Westlife ecc.;
 è un processo da eseguire al PC ascoltando la canzone
attraverso un lettore multimediale come Windows Media
Player (predefinito in Windows) o Winamp. In questo modo è
più semplice fermare la canzone, o portarla indietro di
qualche secondo, al fine di provare a scrivere il testo;
 non importa se capisci poche parole. Prova lo stesso a scrivere
il testo, cerca di concentrarti e attiva le tue risorse mentali per
cercare di scrivere qualche frase. Col tempo migliorerai
sempre di più, soprattutto se eseguirai tutti gli altri esercizi
proposti;
 prova e riprova, puoi solo trarre vantaggio dall’uso attivo.

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SEGRETO n. 21: dopo aver ottenuto una certa dimestichezza
con l’uso passivo dei testi passa all’uso attivo. Segui sempre le
linee guida e prova a migliorarti sempre di più.

Sia per l’uso passivo che per quello attivo non c’è bisogno di
esercitarsi ogni giorno, ma fallo spesso perché come ho detto è un
processo estremamente efficace e stimolante.

Video
Inutile dire che i video (film, telefilm, cartoni animati,
cortometraggi) possono dare un grande aiuto alla tua
preparazione. Stiamo sempre procedendo in maniera piacevole e
fuori dai metodi tradizionali: a chi non piacerebbe vedere un
cartone animato di Walt Disney per imparare l’inglese? Anche in
questo caso, come per la musica, bisogna procedere
gradualmente.

Ci sono tre livelli da sperimentare quando si parla di video,


ognuno dei quali ricalca la propria abilità nel capire le parole.
Questi livelli sono:
 video con i sottotitoli;

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 video senza sottotitoli ma già visti in italiano;
 video senza sottotitoli mai visti in italiano.

I video con i sottotitoli sono un buon punto di partenza; si tratta


di vedere un film avendo la possibilità di leggere la traduzione in
italiano. Questo porta vari benefici, tra cui i più importanti sono
farsi l’orecchio ai dialoghi e capire le parole che vengono dette.
La lettura dei sottotitoli permette infatti di percepire le frasi, in
modo da migliorare la comprensione e la scansione delle parole,
aspetto fondamentale.

In Internet puoi trovare migliaia di video con i sottotitoli, per cui


puoi aggiungere questo passo alla tua full immersion. Ci
serviremo di YouTube e Google Video, i due principali siti web
per il nostro scopo. Prova subito a fare una prova visualizzando
questo filmato:
http://www.youtube.com/watch?gl=IT&hl=it&v=XraeBDMm2PM

Potresti trovarlo complicato ma giorno dopo giorno la tua


comprensione migliorerà. Ecco altri video con i quali puoi
allenarti:

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 http://www.youtube.com/watch?v=nwp86cFSAes;
 http://www.youtube.com/watch?v=0AORIsB8DIw;
 http://www.youtube.com/watch?v=C58sYYyzhOg;
 http://www.youtube.com/watch?v=EEspmnrvDUk;
 http://www.youtube.com/watch?v=SwHrwIs_O-w;
 http://www.youtube.com/watch?v=RF9Ur3dNdiE.

Come vedi si tratta di video di qualche minuto. Non importa se


non riesci a capire le parole, continua a guardarli, vedrai che
imparerai anche se ti sembrerà di non capirci nulla o che tutto sia
inutile per te. Sono generi diversi per abituarti alla varietà di
accento, pronuncia e agli argomenti che potrai incontrare giorno
dopo giorno. È bene abituarsi sin da subito.

Purtroppo niente è eterno e, come talvolta può accadere con i siti,


anche questi video potrebbero essere rimossi dagli utenti che li
hanno caricati; ma c’è un modo molto semplice e immediato per
reperire video con i sottotitoli. In questo modo potrai sempre
trovarne di nuovi ogni qualvolta ti vorrai esercitare.

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Apri YouTube oppure Google Video. Nel box di ricerca inserisci
questa chiave: “sottotitoli in italiano”. Va benissimo anche “sub
ita”. Troverai un sacco di video che fanno al caso tuo, fai solo
attenzione che siano in inglese. Potresti incappare in show
televisivi, spezzoni di film, cartoni animati, canzoni; sono tutti
ottimi per i tuoi esercizi.

Guardali e riguardali quanto vuoi, ogni volta ti sembreranno più


familiari. Puoi dilettarti con video nuovi o video che hai già visto,
ma esercitati a dovere; ancora una volta ti chiedo di non saltare
questa parte!

SEGRETO n. 22: esercitati ogni giorno alcuni minuti a


guardare video in inglese con i sottotitoli in italiano. Non
importa se all’inizio non capirai le parole, stai migliorando
anche se non te ne rendi conto.

Per quanto riguarda i video senza sottotitoli ma che hai già visto
in italiano, la scelta è ovviamente più limitata. Quello che devi
fare è acquistare online qualche film, o cartone animato della
Disney per esempio, che hai già visto diverse volte. Conoscendo

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già i dialoghi potrai capirli e apprezzarli in lingua originale
meglio di quanto tu posso immaginare.

Un ottimo sito dove comprare materiale del genere è Amazon,


alla sezione Movies & TV. Io qualche anno fa ho preso Aladdin
della Disney, dato che era il mio cartone animato preferito da
bambino; devo averlo visto decine e decine di volte e conosco
quasi tutti i dialoghi a memoria. È stato bellissimo rivivere tutte le
scene in lingua originale!

Sempre su Amazon puoi acquistare film in lingua inglese che


non hai mai visto. Questo è il passo più complicato, una volta
che ti senti abbastanza preparato puoi provare a lanciarti in questa
sfida.

Un’alternativa più comoda rispetto ad Amazon è costituita dai


negozi che noleggiano DVD. Infatti tutti i film di produzione
anglofona contengono nel menù la versione inglese, completa di
sottotitoli. Un altro metodo molto valido è guardare regolarmente
TV inglesi e americane; non è difficile avendo la parabola o il
decoder Sky. Si tratta di un sistema potentissimo per apprendere

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senza sforzo nuovi vocaboli, costruzioni, per fare l’orecchio alla
pronuncia, per scandire al meglio le frasi.

SEGRETO n. 23: procurati qualche film in inglese che hai già


visto in italiano. Quando avrai raggiunto un buon livello
guarda regolarmente TV inglesi e film senza sottotitoli; basta
un’antenna satellitare per entrambi.

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RIEPILOGO DEL GIORNO 5:
 SEGRETO n. 18: il lato inglese di Internet è il posto migliore
per la tua full immersion.
 SEGRETO n. 19: cerca di ascoltare ogni giorno circa trenta
minuti di canzoni inglesi o americane; puoi farlo in macchina
oppure a casa tua quando hai un momento libero.
 SEGRETO n. 20: fai spesso un utilizzo passivo dei testi
musicali quando ascolti le canzoni. Trovare i testi è
semplicissimo, ti basterà cercarli su Google.
 SEGRETO n. 21: dopo aver ottenuto una certa dimestichezza
con l’uso passivo dei testi passa all’uso attivo. Segui sempre
le linee guida e prova a migliorarti sempre di più.
 SEGRETO n. 22: esercitati ogni giorno alcuni minuti a
guardare video in inglese con i sottotitoli in italiano. Non
importa se all’inizio non capirai le parole, stai migliorando
anche se non te ne rendi conto.
 SEGRETO n. 23: procurati qualche film in inglese che hai già
visto in italiano. Quando avrai raggiunto un buon livello
guarda regolarmente TV inglesi e film senza sottotitoli; basta
un’antenna satellitare per entrambi.

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GIORNO 6:
Come padroneggiare la conversazione

Hai acquisito la conoscenza della grammatica, possiedi un


bagaglio notevole di vocaboli, hai fatto un po’ l’orecchio al modo
di parlare; ora è bene testare le tue capacità. Sto parlando della
conversazione, l’abilità di riuscire a parlare e affrontare dei
discorsi in inglese.

Questo è un bell’esame, potresti considerarlo la prova finale. Se


riesci a conversare sai che puoi sopravvivere, in caso contrario è
un buon test che ti può fornire gli spunti su dove migliorare.
Stiamo parlando dei primi tempi ovviamente, a lungo andare ti
perfezionerai sempre di più e non avrai problemi di
conversazione, sia scritta che orale.

Anche qui ti consiglio di andare a tappe, fare piccoli passi alla


volta, abituare progressivamente la mente all’apprendimento.
Come puoi immaginare infatti è decisamente molto più semplice

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scrivere che parlare. Nella scrittura hai tempo per riflettere,
correggere gli errori, cercare una parola sul dizionario... Nella
lingua parlata non hai tutte queste possibilità, devi cercare di
esprimere una frase corretta, e devi fare in fretta.

SEGRETO n. 24: devi padroneggiare la conversazione in


forma scritta e orale. Scrivere è molto più facile rispetto a
parlare.

Per cui il primo passo sarà scrivere. Inutile dire che anche qui
Internet viene in tuo aiuto, ed è meglio di qualsiasi altro mezzo tu
possa immaginare. Internet è un grande luogo di incontro e di
scambio, dove sono amalgamate persone e culture differenti; la
lingua ufficiale è ovviamente l’inglese.

È molto bello quando vedo interagire individui di nazionalità


diverse su uno stesso sito, che cercano di discutere e aiutarsi a
vicenda. Internet unisce e colma le distanze. Possiamo dividere la
possibilità di dialogare in due grandi rami:
 non in real-time: email, forum, messaggi su Facebook ecc.;
 in real-time: chat (testo senza audio).

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Come scrivere è più semplice rispetto a parlare, la conversazione
scritta non in tempo reale è molto più semplice di quella in
tempo reale. Ed è da qui che dovrai partire.

SEGRETO n. 25: la conversazione scritta può essere in tempo


reale e non in tempo reale. È più semplice iniziare da quella
non in tempo reale.

Nel capitolo sulle passioni ti ho consigliato di cercare siti inglesi


o americani che riguardano i tuoi interessi. Perché non iniziare da
un forum? Prova a interagire con la comunità di un sito, fai
domande, aiuta altri utenti e fallo scrivendo in inglese. Se il tuo
livello di preparazione è ancora basso potresti trovare delle
difficoltà; ma con la grammatica, un dizionario o Google
Translate sai dove cercare, e come recita un detto: «Se sai dove
cercare, sai anche se non sai». E questo manuale ti offre tutto
quello che ti serve se sai dove cercare.

È proprio tutto questo processo che ti farà imparare; superate le


difficoltà imprimerà nella tua mente quei vocaboli e quelle
costruzioni che userai nel momento del bisogno. La mente umana

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impara in fretta e si evolve nelle situazioni di sopravvivenza. Per
cui datti da fare, cerca qualche forum e rispondi a qualche
messaggio; se non sai come costruire certe frasi controlla la
grammatica, non c’è nulla di meglio di un po’ di pratica. Cerca di
farlo costantemente, abitua la tua mente e dalle un certo ritmo,
vedrai che risultati straordinari!

Se hai degli amici stranieri puoi anche contattarli via email. La


posta elettronica è un mezzo di scambio eccezionale; è gratuito e
un messaggio impiega meno di un minuto per arrivare da una
parte all’altra del mondo. Tutti abbiamo conoscenti o parenti in
Inghilterra o America, se non ne hai puoi trovare qualcuno su
Internet con cui avviare una sorta di “relazione” a distanza.

Una tecnica molto efficace, scolastica e non, è quella del


cosiddetto “amico di penna” (pen friend). Un tempo si scriveva la
lettera, la si spediva, si attendeva la risposta dell’amico di penna e
si ricominciava il processo. Ricordo che la mia professoressa
d’inglese delle medie mi aveva dato l’indirizzo di un ragazzo di
Londra della mia stessa età. Ci scrivevamo spesso, però tra una
lettera e l’altra passavano anche settimane.

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L’email è sicuramente un mezzo più immediato. Non ho un amico
di penna, ma essendo in contatto con diverse persone straniere è
come se ne avessi tanti. Ottimo, perché così mi alleno
regolarmente e miglioro sempre di più.

Sembrerebbe difficile trovare una persona con cui conversare, in


realtà non lo è. Basta usare Facebook, aggiungere qualche utente
ai tuoi amici e scambiarsi messaggi privati. Molti potrebbero non
confermare l’amicizia, altri magari non risponderanno ai tuoi
messaggi; ma stai tranquillo che qualcuno continuerà a scriverti.
Questo è anche un bel modo per conoscere gente nuova, magari
con una cultura e una tradizione diverse dalle tue. Soprattutto è un
modo per migliorare il tuo inglese, che è quello che stai cercando
di fare ora.

Il trucco migliore consiste di cercare persone che hanno la tua


stessa passione, e affrontare delle conversazioni a tema. Così
facendo troverai sempre qualcuno interessato a parlare, ti
confronterai con altri utenti e scoprirai diverse cose nuove sui tuoi
argomenti preferiti. Hai visto? Come vedi anche quando si deve
studiare o imparare si può unire l’utile al dilettevole!

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Ti faccio un esempio pratico: io sono un tifoso del Milan. Su
Facebook sono fan dei rossoneri, sono iscritto al loro gruppo
ufficiale. Come puoi ben intuire non sono l’unico; il Milan è una
realtà del calcio mondiale e quella pagina ha oltre un milione di
membri, che sono tifosi come me e vengono da tutto il mondo,
non sono solo italiani. È facile trovare qualcuno con cui parlare
della prossima partita, commentare i nostri giocatori preferiti,
discutere delle scelte dell’allenatore ecc. È un bel confronto, e so
che serve a migliorare il mio inglese. Tra l’altro, soprattutto
quando si parla di passione, di tifo, di emotività ci si accorge che
alla fine tutto il mondo è paese...

Ora sai cosa devi fare: attivati e cerca di trovare delle persone con
cui affrontare regolarmente delle conversazioni. Più ti terrai
allenato, migliori saranno i risultati.

SEGRETO n. 26: usa i forum, l’email e Facebook per parlare


regolarmente in inglese con i tuoi amici stranieri. Se non hai
nessuno, sfrutta la tua passione per conoscere nuove persone.

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Uno step più avanzato è rappresentato dal tempo reale, sia scritto
che parlato. Per simulare una conversazione puoi usare benissimo
una chat. Ce ne sono tante gratuite, alcune oltre a inviare
messaggi di testo ti permettono di usare il microfono e la
webcam, così da realizzare vere e proprie conversazioni. Ancora
una volta non serve andare in America per imparare l’inglese,
abbiamo tutto a portata di clic!

Ecco una carrellata delle mie chat preferite, quelle che uso
abitualmente per comunicare con i miei amici di tutto il mondo.
 la chat di Facebook: da qui posso parlare con tutti gli utenti
che ho in lista su Facebook. È molto semplice, non è il
massimo ma non devi installare nessun programma. Se poi
hai trovato degli amici di penna su Facebook allora è il modo
più veloce per chattare con loro. Per usarla basta essere iscritti
sul noto social network, a patto di avere almeno un amico in
lista;
 Skype: è forse la chat più nota, la più usata per il voIP, la
tecnologia che permette di effettuare chiamate tramite la rete.
Skype ti consente di chattare con messaggi di testo o col
microfono, per cui potresti usarlo anche per conversazioni

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orali, magari quando ti accorgi che il tuo inglese ha raggiunto
un buon livello. Puoi scaricare Skype dal sito ufficiale, è
gratis e si installa velocemente. Al primo avvio del
programma avrai la lista degli amici vuota; ricordati di
aggiungere qualche utente, altrimenti non potrai chattare con
nessuno;
 MSN Messenger: è la chat di Microsoft, valgono le stesse
cose dette per Skype. Anche qui puoi usare webcam e
microfono oppure dei semplici messaggi testuali. Puoi
scaricare il programma dal sito ufficiale.

Pensa che soddisfazione potrai avere il giorno che parlerai in


inglese al microfono con un utente! Quando affronto una sfida
voglio che il mio obiettivo sia misurabile, ovvero voglio sapere
quand’è che oggettivamente ho raggiunto lo scopo che mi ero
prefissato. Sinceramente, se dovessi imparare di nuovo l’inglese
da zero, sarebbe questo il mio punto d’arrivo; puoi dire di
conoscere l’inglese il giorno che riuscirai ad affrontare
regolarmente e senza problemi delle conversazioni orali. A
quel punto potrai sopravvivere, a quel punto sarai sopra la media
degli italiani, a quel punto avrai raggiunto un livello buono, che

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dovrai solo perfezionare col tempo. Anche se raggiungere la
perfezione potrebbe non essere un tuo obiettivo, è certo che più
conosci l’inglese e meglio è. Quindi il consiglio è sempre quello
di esercitarsi regolarmente con qualcuno dei tanti esercizi proposti
in questo manuale, così da perfezionarsi sempre di più.

Questa deve essere la meta per il tuo obiettivo. Per raggiungerla


cerca di fare tanti piccoli passi, tutti di difficoltà progressiva.
Inizia con messaggi non in tempo reale, poi passa alla chat in
real-time e infine alle conversazioni col microfono. Tieni sempre
la mente allenata e vedrai che i tuoi sforzi saranno ricompensati.
Se ti serve qualche parola mentre stai chattando usa Google
Translate.

SEGRETO n. 27: usa le chat più famose per comunicare in


inglese con i tuoi amici di tutto il mondo. I primi tempi
utilizza solamente messaggi di testo. Quando avrai raggiunto
un buon livello affronta la sfida finale: parlare con il
microfono.

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Un po’ di conversazione
Vediamo ora del materiale di varia natura che ti può servire per
conversare in inglese con i tuoi amici. Le frasi sono volutamente
molto semplici, in modo che tu riesca a tradurle istantaneamente
anche con un inglese scolastico. Nel caso non conoscessi qualche
parola usa Google Translate per un apprendimento attivo.

I: Hello, my name is Marco. What’s your name?


John: My name’s John.
I: Where are you from, John?
John: I’m from New York.
I: New York? So you’re American?
John: Yes, I am.

A: Who are they?


B: They are John and Tim.
A: Where are they?
B: They’re at the pub.
A: What are they doing?
B: They’re talking, drinking and eating.

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I: Richard, this is my friend John.
John: Hello, Richard!
Richard: Nice to meet you, John.
John: How are you?
Richard: Not bad, thanks.

A: Where’s Rome?
B: It’s in Italy.
A: Where’s Paris?
B: It’s in France.

A: What’s the time?


B: It’s three o’clock.
A: What time is the football match?
B: It’s at five to six.

A: Where’s Dad?
B: He’s at school, in the classroom.
A: Where’s Mum?
B: She’s at home, in the living room.

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A: Where are you?
B: I’m at the cinema, in the hall.

A: Good morning, John.


B: Hi, Richard.

A: Good evening, Dad.


B: Bye bye.

A: Where is John?
B: I don’t know, maybe he’s over there.
A: How old is he?
B: He’s 25.
A: What’s his phone number? I need to call him.
B: It’s 2 8 6 9 1 8 8 4 (two eight six nine one double eight four).
A: Can I speak to him?
B: Of course!

A: What colour is it?


B: It’s red.

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A: Some biscuits?
B: Sure thanks, I’m hungry.
A: Have a glass of water.
B: Yes please, I’m thirsty.
A: Another glass of water?
B: No thanks, I’m not thirsty anymore.

A: My mother is a teacher, my father is a businessman.


B: My brother is a student, what about your sister?
A: She’s a student too.

A: Do you like cats?


B: Yes, I do. Do you like dogs?
A: No, I don’t. I’m afraid of them.
B: Why? They’re so nice!

A: What is he talking about?


B: He’s talking about the party he wants to organize.
A: I’m tired, I have worked all day long.
B: Don’t you want to come to my house?
A: No sorry, I don’t.

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A: How much does this shirt cost?
B: It costs 25 €.
A: Isn’t it too much?
B: Yeah, but it’s really cool.
A: OK then, I take it!

A: How does she look like?


B: She’s beautiful, blonde, tall and thin.
A: What about her eyes?
B: They’re blue.

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RIEPILOGO DEL GIORNO 6:
 SEGRETO n. 24: devi padroneggiare la conversazione in
forma scritta e orale. Scrivere è molto più facile rispetto a
parlare.
 SEGRETO n. 25: la conversazione scritta può essere in tempo
reale e non in tempo reale. È più semplice iniziare da quella
non in tempo reale.
 SEGRETO n. 26: usa i forum, l’email e Facebook per parlare
regolarmente in inglese con i tuoi amici stranieri. Se non hai
nessuno, sfrutta la tua passione per conoscere nuove persone.
 SEGRETO n. 27: usa le chat più famose per comunicare in
inglese con i tuoi amici di tutto il mondo. I primi tempi
utilizza solamente messaggi di testo. Quando avrai raggiunto
un buon livello affronta la sfida finale: parlare con il
microfono.

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GIORNO 7:
Come migliorare a fine corso

Sei arrivato alla fine del corso e sicuramente hai avuto modo di
constatare quanto sia rivoluzionario rispetto ai metodi
tradizionali. Hai nelle tue mani tutto quello che ti serve per
imparare l’inglese una volta per tutte, in maniera efficace e
divertente.

Possiedi le basi della grammatica, conosci tante parole inglesi, sai


come allenarti a conversare e ad ascoltare televisioni, canzoni,
film... hai fatto una vera full immersion! La cosa più importante è
che, come detto precedentemente, sai dove cercare quando ti
serve qualcosa.

Questo non vuol dire che in futuro non dovrai più studiare,
allenarti o fare gli esercizi proposti in questo manuale. In trenta
giorni sicuramente hai ottenuto una buona preparazione, magari
saresti in grado di sopravvivere in un viaggetto a Londra, ma puoi

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fare di più. La tua conoscenza dell’inglese è direttamente
proporzionale all’impegno che ci metterai, prima e dopo il corso.
La filosofia vincente è abituarti a considerare i consigli e gli
esercizi come qualcosa di quotidiano, di utile e divertente.

SEGRETO n. 28: finito il corso devi allenarti


quotidianamente al fine di migliorare la tua preparazione.

Io sono il primo che a volte per necessità, a volte per svago, a


volte per migliorare, vede regolarmente film e TV inglesi, sente
persone di tutto il mondo, naviga su siti in inglese ecc. Per me è
talmente normale che non lo sento come un esercizio, non mi pesa
affatto; e miglioro sempre di più, imparo ogni volta qualche
nuova parola; è qualcosa che ormai è nel mio DNA.

Non pensare che dovrai sudare altri dieci anni per imparare
l’inglese. Anzi, devi sapere che vale il principio di Pareto, la
famosa legge dell’80/20. Vilfredo Pareto era un economista che
durante i suoi studi si accorse che l’80% della ricchezza mondiale
era detenuta dal 20% della popolazione. Il restante 20% della
ricchezza era posseduta dall’80% delle persone. Questa legge

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viene considerata quasi universale, ovvero viene applicata in
molti campi. Ad esempio, hai mai notato che l’80% dei gol di una
squadra di calcio vengono segnati dal 20% dei giocatori (gli
attaccanti)? Sapevi che, come insegna la gestione del tempo,
potresti fare l’80% delle cose che fai attualmente impiegando il
20% del tempo? Pensa quanto tempo prezioso puoi risparmiare;
ciò significa che le persone sprecano un buon 80% di tempo a fare
cose inutili o poco produttive...

L’80% delle canzoni di successo sono vendute dal 20% dei


cantanti, l’80% della memoria RAM di un computer è occupata
dal 20% dei programmi in esecuzione e potrei farti tantissimi altri
esempi. Come vedi questa legge la troviamo dappertutto;
ovviamente i numeri possono variare (a volte sarà 75-25 al posto
di 80-20 e così via) ma il principio di fondo rimane.

Perché ti sto dicendo questo? Perché vale anche per lo studio, e


quindi per l’apprendimento dell’inglese. Sono sicuro che conosci
o hai conosciuto delle persone, compagni di scuola o colleghi
dell’università che ottengono risultati eccellenti studiando
pochissimo. Ne ricordi qualcuno?

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Per qualche motivo, inconsciamente o meno, in base a un metodo
o alla loro mentalità, applicano il principio di Pareto. In poche
parole, sono molto bravi a selezionare le parti importanti, si
concentrano e studiano solo quelle. Questo può voler dire anche
saltare parti intere di programma, tanto per loro sono inutili, e
molto probabilmente non verranno chieste all’interrogazione
oppure all’esame.

Traduciamo il tutto in numeri con un esempio. Uno studente che


studia in maniera tradizionale può metterci cento ore per
preparare un esame, avendo una preparazione da dieci. Lo
studente che sa come studiare, che conosce il principio di Pareto,
può impiegare solo venti ore per avere una preparazione da
otto. Ovvero l’80% della preparazione può essere ottenuta
studiando il 20% del tempo. Ora capisci come fanno? Certo, a
volte queste persone non avranno una preparazione uguale a chi
studia cento ore, ma ottengono praticamente gli stessi risultati e
hanno molto tempo libero in più.

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Preparazione Tempo Tempo di
libero studio

Studente
10 - 80% + 80%
tradizionale

Studente Pareto 8 + 80% - 80%

La cosa bella delle percentuali è che sono indipendenti dalla cifra


considerata. Se investi in borsa e in un anno hai guadagnato il
20% del tuo capitale significa che sei diventato più ricco. Non
importa se hai investito cento euro o un milione di euro. Il
mercato ti avrebbe premiato con un + 20%, indipendentemente
dalla cifra investita. Se hai investito un milione di euro sei ricco,
se hai investito cento euro forse sei più povero dell’anno scorso
per l’inflazione.

Perché ti parlo di questo? Perché allo stesso modo di quando


investi un milione di euro e a fine anno ne guadagni
duecentomila, se per un esame risparmi ottanta ore ne puoi
risparmiare ottocento se dai dieci esami. In base all’esempio di
prima, studiando come uno “studente Pareto” hai risparmiato
circa ottanta ore per il tuo esame. Ma gli esami di laurea sono

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Tutti i Diritti Riservati – Vietata qualsiasi duplicazione del presente ebook


tanti, quasi non finiscono mai. Dato che risparmi l’80% del tempo
per un solo esame, risparmierai l’80% del tempo impiegato per la
laurea. Non bisogna essere matematici per fare un rapido calcolo
e capire che studiando in questo modo vai cinque volte più
veloce; potresti dare cinque esami al posto di uno; potresti
prendere cinque lauree contemporaneamente. Alla percentuale
non importa la cifra che consideri. Moltiplica le singole ore
risparmiate a esame per il numero degli esami. Non serve la
calcolatrice per capire l’ordine di grandezza del numero che
ottieni. Hai idea di quante cose potresti fare avendo a disposizione
tutte quelle ore libere?

Personalmente ho sempre applicato questo metodo nello studio,


prima inconsciamente, poi però ho ridotto ulteriormente i tempi
non appena ho conosciuto il principio di Pareto. Sono laureato in
Ingegneria Elettronica che come sai è considerata una facoltà
molto difficile. Se entrassi nella biblioteca di Ingegneria, vedresti
ragazzi che studiano anche dieci ore al giorno tra mattina e sera,
gli stessi miei colleghi studiavano così. Io non sono mai stato a
studiare in biblioteca, studiavo sempre a casa; impazzirei se
dovessi studiare dieci ore al giorno: non sono mai andato oltre le

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due ore, studiavo solo il necessario, sapevo a grandi linee cosa mi
avrebbero chiesto i professori. Sapevo quali erano gli argomenti
importanti, per cui mi concentravo e mi focalizzavo bene solo su
quelli. Di certo non stavo ore e ore a studiare cose inutili, non le
leggevo nemmeno; con uno sguardo capivo subito se erano da
saltare o da studiare.

Le cose inutili possono essere dei dettagli, delle nozioni


specifiche, delle informazioni di cui si può fare a meno. Queste
cose si possono imparare indirettamente con la pratica o
attraverso gli esercizi (con il risultato di imprimerle nella
memoria più in fretta e in maniera più efficace).

A volte prendevo dei voti più bassi di altri studenti, a volte mi è


capitato di non passare qualche esame; fatto sta che mi sono
laureato molto prima di diversi colleghi che tuttora studiano dieci
ore al giorno. Non conta sapere il 100% delle informazioni! Basta
saperne l’80%, conoscere i concetti importanti, le parti che
proprio non puoi non sapere. Queste le puoi acquisire nel 20% del
tempo. Non fare come la maggior parte degli studenti che buttano
l’80% del tempo a studiare le parti poco importanti (ovvero il

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restante 20% degli argomenti). Avendo tempo libero ho potuto
seguire i miei interessi (ricchezza, borsa e immobili su tutti),
uscire con gli amici, leggere e formarmi sempre di più sugli
argomenti di mia competenza, frequentare corsi, avere tanto
svago ecc. E tutto questo mentre mi laureavo. Inutile dire che non
avrei potuto fare queste cose, che hanno realizzato la vita che ho
sempre sognato, se avessi passato tutte le mie giornate a studiare.

Secondo me il tempo non ha prezzo, puoi anche essere ricco ma


quella è l’unica cosa che non riuscirai mai a comprare! Tutti
quanti abbiamo ventiquattr’ore di tempo al giorno: sfruttiamole
bene perché non tornano più indietro...

Applichiamo Pareto all’inglese. Il principio dice che non serve


conoscere la lingua al 100%, basta molto meno. Non cercare la
perfezione, se ogni tanto fai qualche errorino o sbagli una
costruzione non preoccuparti; sono tutte cose che migliorerai col
tempo in maniera automatica. A patto però di allenarti
costantemente, giorno dopo giorno, mese dopo mese.

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SEGRETO n. 29: durante e dopo i trenta giorni del corso
applica il celebre principio di Pareto al tuo studio. Questo ti
farà risparmiare molto tempo e ti focalizzerà sui pilastri della
lingua, sui concetti fondamentali.

Non perdere tempo a conoscere la grammatica a memoria,


imparerai le costruzioni che ancora non conosci parlando,
vedendo un film in inglese, guardando la TV. È questo che devi
fare, imparare con lo svago. Vuoi migliorare ulteriormente
l’inglese? Guardati un bel film senza sottotitoli al posto di
studiare ulteriormente la grammatica! Migliorerai senza
accorgertene giorno dopo giorno, l’unico impegno che devi
prendere è non abbandonare mai l’inglese, renderlo parte della tua
vita. Ma essendo più che altro uno svago non sarà difficile.

SEGRETO n. 30: vuoi migliorare ulteriormente la tua


preparazione? Lascia perdere la grammatica, guardati un bel
film in inglese, ascolta qualche nuova canzone americana,
guarda una TV straniera. La tua mente registrerà i concetti
importanti, correggerà i tuoi errori e colmerà le tue lacune;
tutto in modo automatico.

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Sfrutta le tue passioni
Le tue passioni e i tuoi interessi possono essere degli strumenti
incredibili per migliorare il tuo inglese. Questo perché quando
approfondiamo o studiamo qualcosa che ci piace davvero
utilizziamo inconsciamente un atteggiamento attivo, per cui
memorizziamo al meglio le varie informazioni che ci interessano.

SEGRETO n. 31: sfruttare le tue passioni è fondamentale per


imparare l’inglese, perché ti mette automaticamente in uno
stato di atteggiamento attivo.

Non serve spiegare quanto possano essere utili le proprie passioni,


te ne sarai già accorto mille volte nella tua vita. Ci sono persone
che conoscono tutti i modelli di auto, con le caratteristiche del
motore, i prezzi, i colori ecc. Loro amano i motori, per loro è
divertente, si appassionano. Io non amo le macchine e un sacco di
volte mi sono chiesto come queste persone abbiano raggiunto un
tale livello di preparazione. Inoltre sono convinto che lo abbiano
fatto in meno di quanto si possa pensare, semplicemente portando
avanti la loro passione. Leggere e memorizzare: quando si tratta
dei nostri interessi è possibile farlo. La cosa bella è che non

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servono grandi capacità o titoli di studio. Due delle varie persone
che conosco amanti delle macchine sono dei meccanici che non
hanno neanche la terza media. Sono due ragazzi normalissimi, che
se venissero interrogati sui motori farebbero una figura migliore
rispetto a un laureato con 110 e lode!

Ma come possiamo sfruttare i nostri interessi per imparare


l’inglese? È semplice, basterà avere tanta voglia di scoprire nuovi
aspetti e nuove informazioni e sfruttare il principio di
sopravvivenza.

Il principio di sopravvivenza è una cosa facile da capire. Ora che


sai cosa è la visualizzazione, prova a immaginare nella tua mente
di trovarti in Inghilterra. Non è un esercizio di memoria o di
visualizzazione, semplicemente è qualcosa per renderti chiaro il
concetto di sopravvivenza. Immagina di non conoscere una parola
d’inglese, però hai molta fame e non sai dove andare a mangiare.
Devi assolutamente chiedere a un passante di indicarti il primo
posto dove poter mangiare una bistecca. Visualizza questa scena,
come faresti a chiedere una cosa del genere senza saper dire
neanche “bistecca”? Probabilmente gesticoleresti, faresti dei

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disegni, ti arrangeresti, e magari dopo un po’ otterresti la tua
meritata bistecca. È questo che dovrai fare, dovrai arrangiarti!

SEGRETO n. 32: arrangiati, vai alla ricerca di qualcosa che ti


piace in un mondo e in un contesto che non è nella tua lingua.
Attiverai un processo inconscio che farà migliorare
notevolmente il tuo inglese.

Perché funziona? Perché sfrutti le tue passioni, qualcosa che ti


piace, che vuoi scoprire e approfondire. È garantito! Ti faccio
subito un esempio per farti capire cosa voglio dire.

Internet è un paradiso per qualsiasi cosa possibile e immaginabile.


Se solo cerchi trovi tutto, anche quello che nemmeno ti aspetti.
Può essere gratis o a pagamento, ma stai tranquillo che puoi
trovare qualsiasi cosa. Il mercato italiano, rispetto a quello anglo-
americano è, per ovvi motivi, indietro, più ridotto, meno
sviluppato. In America con il fenomeno dei blog e grazie a una
visione socialmente differente del web rispetto alla nostra, si è
venuta a creare una realtà qualitativamente molto elevata. In ogni
settore del mercato ci sono diversi concorrenti, grande

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informazione e qualità, in Italia arriviamo sempre dopo. Tutte le
idee geniali del web sono partite in America per poi essere
importate in Italia in seguito al loro successo.

Quindi se hai una passione, in un sito americano o inglese troverai


quasi sicuramente del materiale molto migliore rispetto a quello
che puoi trovare su un sito italiano. Certo, alcune nicchie possono
fare eccezione, ma in generale questa regola è valida. Quando ero
alle medie mi sono appassionato di siti web e volevo imparare a
crearli. In Italia si stava formando il colosso http://www.html.it e
lo seguivo giorno dopo giorno trovando ottimi contenuti, manuali
e strategie che mi hanno permesso di partire.

Ma non mi limitavo a questo. Il web era molto ampio già da


allora, per cui approfondivo le mie conoscenze su siti americani.
Non discuto della grandissima qualità del sito html.it, ma un sito
da solo non potrà mai competere con il resto di tutti i siti su un
determinato argomento, per cui su questi siti trovavo altri
suggerimenti, idee, guide. Non è stato facile, ero alle medie e mi
dovevo scontrare contro pagine e pagine scritte in inglese,
perlopiù con termini molto tecnici. Potevo contare solo sulle mie

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conoscenze scolastiche, che allora erano abbastanza scarse. Ma la
mia passione, la mia voglia di imparare a conoscere a fondo
questo mondo mi hanno consentito di capire piano piano cosa
c’era scritto in quelle pagine. Mi sono arrangiato e ho preso due
piccioni con una fava: ho imparato a realizzare siti web
professionali e ho migliorato notevolmente il mio inglese.

Ecco un altro esempio sempre legato a qualche anno fa. Oltre ai


siti web mi interesso di ricchezza, mi piace trovare modi per fare
soldi. Ho sempre cercato informazioni su questo argomento, in
particolare ho avuto modo di conoscere un autore che apprezzo
molto, Robert Kiyosaki. In Italia non lo conoscono in tanti,
sebbene il suo libro Padre Ricco Padre Povero sia un best seller.

Navigando e navigando ero giunto a un suo videocorso; inutile


dire che mi faceva molta gola vederlo. Ho deciso di prenderlo e di
studiarlo molto bene. Robert è un autore nippo-americano,
ovviamente il videocorso era in inglese. Ma questo era qualcosa
di più della sopravvivenza, se lo capivo avrei probabilmente
guadagnato di più, se non lo capivo avrei solo sprecato dei soldi.
Chi non si sarebbe impegnato per capire bene il videocorso?

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Anche qui mi sono concentrato, ho visto e rivisto il video, tornavo
spesso indietro, riascoltavo le frasi che non capivo. Il risultato è
stato positivo, ho capito concetti finanziari importantissimi e ho
migliorato ulteriormente il mio inglese.

Ma non è stato difficile, quando una cosa ti piace la fai senza


problemi. Se mi avessero fatto guardare un corso di fiori e piante
non avrei resistito più di due minuti. È normale, la mente rifiuta le
cose che non ci interessano. Per questo motivo devi dedicarti alle
tue passioni!

Ma c’è di più. Ti ho parlato di alcuni dei miei interessi, ricchezza


e siti web. Ti posso raccontare anche qualcosa che riguarda
entrambi, ovvero guadagnare tramite i siti web. Sin da quando ho
creato i miei primi siti cercavo dei modi per fare dei soldi con
essi. Un sito web è come un negozio aperto ventiquattr’ore su
ventiquattro raggiungibile da ogni parte del mondo; è evidente
che si può guadagnare tanto e soprattutto puoi farlo anche quando
dormi. Quando Google nel 2003 ha lanciato il suo programma
pubblicitario AdSense, ho subito intravisto una grossa possibilità
di guadagno. Qui da noi non si trovava praticamente nulla di

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efficace, di conseguenza mi sono dovuto rivolgere un’altra volta
al mercato americano, che era già zeppo di guide, manuali,
strategie, idee e suggerimenti per creare grosse rendite di denaro
con Google. Ho dovuto studiare tanto, e soprattutto testare,
provare e riprovare combinazioni e strategie. Non è stato molto
faticoso visto che i soldi sono arrivati presto.

Ancora una volta quindi non solo ho migliorato il mio inglese, ma


oltre al fatto di aver creato rendite automatiche di denaro ho
potuto importare in Italia i metodi e le strategie efficaci su
AdSense che ho imparato grazie all’inglese. Se hai letto il mio
ebook La Torre di AdSense sai di cosa parlo.

Cerca anche tu in Internet i tuoi argomenti preferiti, ovviamente


naviga solo su siti in inglese! Con la conoscenza della grammatica
e dei mille vocaboli (e probabilmente dell’inglese scolastico) hai
tutto quello che ti serve per capire ciò che troverai. Scoprirai i
termini tecnici di quel settore, ti troverai presto a tuo agio, ti
renderai subito conto di quanto stai migliorando.

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Non evitare questo tassello del puzzle, come ti ho annunciato
all’inizio, e come avrai notato questo non è un corso d’inglese
tradizionale; si tratta di molto di più. È un metodo completo per
consentirti di imparare l’inglese con un metodo efficace e
divertente. Non c’è nulla di più divertente ed efficace del curare
le proprie passioni. Ti consiglio quindi di impegnarti davvero su
questo punto fondamentale e ti garantisco che i risultati saranno
notevoli.

È una buona idea, anche nel tuo periodo di addestramento di


trenta giorni, dedicare qualche minuto di ogni giornata alla cura
dei tuoi interessi, oltre ai famosi trenta vocaboli da memorizzare
con la visualizzazione.

SEGRETO n. 33: dedica qualche minuto ogni giorno, durante


e dopo la tua full immersion di trenta giorni, alla cura dei tuoi
interessi su siti web scritti in inglese.

Se seguirai questi consigli con impegno e determinazione, ti


garantisco che il tuo inglese sarà prossimo alla perfezione. Ci
possono volere anche mesi per questo, ma sin da subito potrai

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vantarti di avere una conoscenza molto buona della lingua. La
filosofia del miglioramento continuo è una parte molto importante
della mia vita, in ogni campo cerco sempre di migliorare. È una
cosa che ho avuto fin da bambino e che ho portato avanti con gli
anni senza rendermene conto. Un bel giorno però ci ho riflettuto e
da allora lo faccio volontariamente. Tutto è avvenuto per caso
studiando l’esame di Economia e Gestione Aziendale
all’università. Ho scoperto che i giapponesi hanno una
metodologia aziendale improntata al miglioramento continuo
chiamata kaizen; questo mi ha fatto molto pensare in quanto ho
trovato diverse analogie con la mia vita.

Se qualcosa va male cerco subito di migliorarla, se va bene vedo


se riesco a farla andare meglio. Non esiste mai un punto dove non
si può più migliorare, è sempre bene trovare nuovi stimoli. Se ad
esempio ho l’obiettivo di guadagnare 10.000 € al mese, al
raggiungimento di tale somma mi rendo conto che si può
migliorare, si può fare di più. Ho bisogno di stimoli e la risposta
potrebbe essere un nuovo obiettivo di 20.000 €. Io penso che se
c’è la possibilità di migliorare, di godere di vantaggi che ora non
si hanno, è bene provare a farlo.

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Gli alti e bassi capitano in ogni ambito della vita, e accadrà di
sperimentarli anche a te per l’inglese. Giorno dopo giorno
scoprirai di avere delle falle, dei punti deboli: è solo migliorandoti
costantemente e colmando queste lacune che raggiungerai quasi la
perfezione. Ricordati sempre che essere curioso
nell’apprendimento e avere un atteggiamento positivo aiuta
molto, fissa meglio i concetti nella memoria.

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RIEPILOGO DEL GIORNO 7:
 SEGRETO n. 28: finito il corso devi allenarti
quotidianamente al fine di migliorare la tua preparazione.
 SEGRETO n. 29: durante e dopo i trenta giorni del corso
applica il celebre principio di Pareto al tuo studio. Questo ti
farà risparmiare molto tempo e ti focalizzerà sui pilastri della
lingua, sui concetti fondamentali.
 SEGRETO n. 30: vuoi migliorare ulteriormente la tua
preparazione? Lascia perdere la grammatica, guardati un bel
film in inglese, ascolta qualche nuova canzone americana,
guarda una TV straniera. La tua mente registrerà i concetti
importanti, correggerà i tuoi errori e colmerà le tue lacune;
tutto in modo automatico.
 SEGRETO n. 31: sfruttare le tue passioni è fondamentale per
imparare l’inglese, perché ti mette automaticamente in uno
stato di atteggiamento attivo.
 SEGRETO n. 32: arrangiati, vai alla ricerca di qualcosa che ti
piace in un mondo e in un contesto che non è nella tua lingua.
Attiverai un processo inconscio che farà migliorare
notevolmente il tuo inglese.

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 SEGRETO n. 33: dedica qualche minuto ogni giorno, durante
e dopo la tua full immersion di trenta giorni, alla cura dei tuoi
interessi su siti web scritti in inglese.

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Conclusione

Spero di averti fatto capire che il manuale che hai letto è uno
strumento potentissimo e completo per farti imparare l’inglese.
Siamo partiti dalla grammatica, le fondamenta per la conoscenza
di una lingua. Dopodiché hai memorizzato mille vocaboli e già
questi due pilastri ti basterebbero per affermare che sai l’inglese.
Ma tu hai fatto di più, sei andato oltre.

Se ti sei impegnato/a a dovere, se ogni giorno hai fatto gli esercizi


con impegno e costanza, alla fine del percorso dei trenta giorni
dovresti aver migliorato di gran lunga il tuo livello d’inglese.
Dovresti aver raggiunto ottimi livelli, sicuramente oltre la media
degli italiani.

Forse sei arrivato a questa pagina leggendo tutto d’un fiato,


magari senza fare gli esercizi o entrare nella full immersion. In
questo caso torna indietro, rileggi i capitoli e organizzati le
prossime settimane per lo svolgimento degli esercizi, e ti

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garantisco che raggiungerai risultati eccezionali. Mettici passione
e voglia di imparare e molto presto saprai l’inglese. Se invece non
ti applichi, usi un atteggiamento passivo e non fai nulla per
migliorare, allora questo corso non funziona; ci vogliono il tuo
impegno e la tua determinazione.

Un’altra raccomandazione: non iniziare il corso con grande


entusiasmo per poi mollarlo dopo qualche giorno; anche in questo
caso il corso non funzionerà. Si tratta di una novità per la tua
crescita personale/professionale che hai tra le tue mani. Non
lasciare che scappi via, impegnati seriamente!

Se vuoi davvero imparare l’inglese e iniziare a usufruire di tutti


gli innumerevoli benefici ad esso collegati, allora questo è il corso
giusto per te. Mettiti subito al lavoro, usa un atteggiamento attivo
e segui passo passo la guida e gli esercizi proposti: giorno dopo
giorno ti renderai conto di quanto il tuo inglese sia straordinario.

Ti ricordo che se vuoi contattarmi puoi farlo visitando il mio sito


Borsa e Immobili, oppure aggiungendomi ai tuoi amici su
Facebook. Mi farebbe piacere avere un tuo feedback, sapere se ti

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è piaciuto questo libro, se hai dei consigli da darmi, e soprattutto
se hai imparato l’inglese!

Thanks for reading,


Marco De Carlo

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