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NUMERO SPECIALE

ROBINSON
scrivono per noi

Ernesto Assante
Leonetta Bentivoglio
Alessandro Bergonzoni
Sabato, 22 maggio 2021 Raffaella De Santis
Numero 233 0,50* Paolo Di Paolo
Silvia Fumarola

Franco Antonio Gnoli


Vittorio Lingiardi

Battiato
Maurizio Maggiani
Stefano Massini
Piero Melati
Gabriele Romagnoli
Silvia Ronchey
Gianni Santoro

1945 - 2021
Michele Serra
Elisabetta Sgarbi
Andrea Silenzi
Antonio Spadaro
Nadia Terranova
Luca Valtorta


Manuel Vilas

Lascio agli amici


gli anni felici “
delle più audaci riflessioni
leonardo cendamo

NZ

* Settimanale, supplemento de la Repubblica del 22/05/2021. Sabato 22/05/2021 da vendersi obbligatoriamente con Repubblica e D a € 2,50.
Da domenica 23/05/2021 opzionale a € 0,50 più il prezzo del quotidiano. Sped. Abb. Post. Art. 1, Legge 46/04 del 27/02/2004 - Roma.
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2 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Leggi mentre ascolti


Voglio vederti danzare
da L’Arca di Noè
1982

Per Franco
che voleva vederci
danzare
Viaggio per gli orizzonti perduti di Battiato
Un unico poema musicale, mistico e sensuale
di Silvia Ronchey

ranco Battiato era certamente caro a movimenti delle mani tentava di placare nel concerto
più di un dio. Probabilmente a tutti, del ’92 a Baghdad, ai tempi dell’embargo occidentale, o

F perché tutti onorava. Come Empedo-


cle, suo conterraneo, aveva vissuto
molte vite. Era stato donna e prete di
campagna, mercenario e padre di fa-
miglia. E ragazzo e ragazza, pesce
muto che guizza dal mare, uccello che vola nello spa-
Veniva dritto dalla civiltà più
alta dei sumeri, aveva percorso
le strade dell’Est, gli immensi
orizzonti, le città nascoste
di quello cui più volte aveva concesso un’esibizione in
Vaticano, o dell’Uno dei neoplatonici, che cercava al di
sopra del bene e del male, o dell’Inviolato dei mistici, al
quale andava sempre e comunque la sua lode, da qua-
lunque delle emanazioni divine fosse stata inviata, ave-
va spesso sentito posarsi su di sé l’invisibile carezza di
zio tra le nuvole con le regole assegnate a questa parte un custode. In quei momenti sprofondava in un ocea-
di universo. Poggiati sull’orlo del suo vulcano come i di lingua persiana. Aveva no di silenzio, senza tempo né principio, che scorreva
calzari di Empedocle ci ha lasciato i frammenti di un
unico grande poema fisico e lustrale. Il corpus di paro-
camminato coi profughi afgani lento, segnando il tempo di altre leggi, di un’altra di-
mensione. Cosa avrebbe visto del mondo, si domanda-
le e musica che resterà del suo transito terrestre narra, scortato i mercanti punici va, senza quella luce?
dell’inclinazione mistica avuta in sorte, anzitutto la ca- Dioniso sul suo carro guidato da tigri lo aveva porta-
pacità di fluttuare in più anime e di evocare in detta- to a viaggiare nello spirito della musica e della danza,
glio le impressioni avute da ciascuna in questa vita. ad ammirare la grazia innaturale di Nijinskij, i balletti
Non importa come e dove le raccogliesse, quale riferi- russi, il teatro indiano del kathakali, con le sue percus-
mento o immagine o spunto letterario accendesse la re- sioni e i suoi sonagli. Era stato zingaro tra gli zingari del
miniscenza: importa sapere leggere le labbra della mu- deserto, aveva sorretto sul capo i candelabri delle dan-
sa che è inabissata nella profonda memoria del mondo. zatrici balinesi, aveva ballato al ritmo di sette ottavi tra
Viveva da millenni, veniva dritto dalla civiltà più alta Chissà se oggi, nuovamente le coppie di anziani nelle balere estive dell’Irlanda del
dei sumeri, dall’arte cuneiforme degli scribi. Aveva per- nord. Voleva vederci danzare e ci induceva a farlo. Al
corso le strade dell’Est, gli immensi orizzonti, le città immersi nel troppo traffico concerto dell’ottobre del ’99 nell’Aula Paolo VI, religio-
nascoste di lingua persiana, la valle tra i due fiumi della
Mesopotamia che vide alle sue rive Isacco di Ninive.
che ci sfianca, innervositi dai si e porporati ondeggiavano a ritmo sgranando come
un rosario le parole che avrebbero scandito, nell’anno
Aveva camminato coi profughi afgani che dal confine semafori e dagli stop, insensibili del Giubileo, il trapasso del Millennio: «Questo secolo
si spostavano nell’Iran, scortato i mercanti punici su oramai alla fine, saturo di parassiti senza dignità, mi
sentieri di montagna per evitare i doganieri e arrivare a tranquillanti e terapie, spinge solo ad essere migliore, con più volontà».
in Abissinia. Aveva pedalato sulle biciclette delle opera-
ie di Shanghai, a Tunisi aveva aspirato profumi inde-
riusciamo a sentire la sua voce Non avevano a che fare se non incidentalmente con
la spiritualità New Age, alla quale la natura profetica di
scrivibili nell’aria della sera, aveva fatto scalo a Grado sussurrarci: ci vuole un’altra vita Battiato era estranea, perché si dipanava negli abissi
una domenica di Pasqua. Era stato gesuita nella Cina del passato e non c’era nulla di nuovo nell’era del Cin-
dei Ming, travestito da bonzo per entrare alla corte de- ghiale Bianco, che si augurava tornasse presto. Era all’e-
gli imperatori, e allievo di Gurdjieff a Pietrogrado nel tà ancestrale del cosmo che attingeva parole e preghie-
1913, quando sulla Nevskij gelata si poteva incontrare re, attraverso qualunque intuizione o sogno o racconto
l’antico allievo di Rimskij Korsakov, Stravinskij. Ricor- le avesse indovinate e trasmesse, e poiché guardare il
dava l’occupazione italiana della Libia, la lussuria in più nell’aria. Al tavolino di un caffè di Parigi, sorseg- passato significa vedere il futuro, la sua mano levata an-
dell’autunno di Bengasi. La luce grigia di un apparta- giando un tè. O in una periferia urbana, percependo se- dava a tempo con lo spirito del tempo.
mento di Berlino Est subito dopo il calare della Cortina gnali di vita levarsi dai cortili e dalle strade all’imbruni- La voce che alla molteplice e immanente anima col-
di Ferro. La littorina della Circumetnea, i saggi ginnici, re, l’accendersi progressivo delle luci che ricorda le lettiva la sua anima ora di nuovo pellegrina ha prestato
il Nabucco, il rombo degli aerei da caccia stonare con il meccaniche celesti. O in una casa tunisina nel deserto, intonava una pluralità di esortazioni. Se oggi se ne do-
ritmo delle piante al sole sui balconi di un’adolescenza presso la ferrovia, intravedendo i treni passare ancora vesse ricordare una, sarebbe: che torni in noi la voglia
in Sicilia durante la guerra — pur essendo nato quando lenti verso l’oasi di Tozeur. O dopo pranzo, osservando di vivere a un’altra velocità. Chissà come Battiato, se
era appena finita. gli spiragli di luce contro il soffitto delle finestre un po’ fosse stato cosciente, avrebbe interpretato la possibili-
L’estasi lo aveva colto più volte, non solo nella pace socchiuse. O su una spiaggia solitaria, dove di tanto in tà di farlo, nei lunghi attimi di silenzio di quest’anno e
di certi monasteri o nell’ebbrezza dei sensi in recipro- tanto un grido copriva le distanze e l’aria delle cose di- mezzo di pandemia in cui tutto si è fermato. Chissà se
ca intesa, ma nei luoghi e nelle circostanze più sempli- ventava irreale, e l’io annegava trascinato lontano a oggi, nuovamente immersi nel troppo traffico che ci
ci, come spesso ai mistici accade, quando luoghi scono- naufragare tra le onde. sfianca, innervositi dai semafori e dagli stop, insensibi-
sciuti si riconoscono come familiari e restano i nomi e Aveva attraversato tempeste, e superato prove anti- li a tranquillanti e terapie, riusciamo a sentire la sua vo-
cambiano le facce, o anche l’inverso, e tutto può acca- che e dure, ma dagli dèi aveva più volte avuto un chia- ce pacata sussurrarci: ci vuole un’altra vita.
dere, e il cielo è contagioso e nuovo e c’è qualche cosa ro aiuto. Che si trattasse dei dio dei sufi, che con lenti ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 3

j A Badgdad
1992: Battiato
è in Iraq
per suonare
con l’orchestra
nazionale
irachena

j ln copertina
1994: Il musicista
a Milano, ritratto
da Leonardo
Cendamo
mentre osserva
una sua opera
pittorica
esposta
alla Galleria
Maestri Incisori
Isabella Balena
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4 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Leggi mentre ascolti


Cuccurucucu
da La voce del padrone
1981

C’era una volta


la generazione
Cuccurucucu
L’Italia del Mundial che canta Paloma
e l’Interrail come un treno per Tozeur
di Gabriele Romagnoli

l trionfo di un artista è nell’essere quale vennero risincronizzati gli orologi placcati oro
adorato non perché capito, ma per- (mentre Alan, povero ricco, gorgheggiava Tu sei l’uni-

I ché immaginato, intuito, al limite


frainteso. La suggestione è l’obietti-
vo, l’equivoco la scorciatoia. Qual-
che volta tocca piazzare segnali in-
dicatori, benché devianti, sul per-
corso, giusto o sbagliato. Poi dicano e scrivano quel
Che anni, gli Anni Ottanta:
si andava a Ibiza cantando
“Prospettiva Nevski”
“Ahiaia ia iai” intonava
ca donna per me), proseguita allo scoccare con Patrio-
ts, la più anacronistica delle espressioni, ma esplosa
con La voce del padrone. E da allora rimbombò.
Che anni, gli Anni Ottanta: si andava a Ibiza cantan-
do Prospettiva Nevski. Si prendeva l’Interrail come
fosse un treno per Tozeur e soprattutto vincevano i
che vogliono, soprattutto quando non li si ascolterà mondiali facendo il coro su Cuccuruccu Paloma, ahia-
e leggerà più. Così ecco il tempo postumo di una “ge- Cabrini nello spogliatoio ia ia iai cantava Cabrini nello spogliatoio e gli altri
nerazione Battiato” cresciuta all’ombra dell’ombra dei campioni del mondo dietro. È scontato dubitare che qualcuno dei corifei
di un alter ego in poca carne e ossa, sperduta in un la- di “Battiato Mundial” avesse mai ascoltato, soltanto
birinto dal quale non la trascina fuori la traccia trova- e gli altri dietro otto anni prima, quella sinfonia mondiale per radio e
ta nel bigliettino dentro un biscotto della fortuna: orchestra chiamata Ethica fon ethica, che da Bucare-
«Avrò cura di te», ma a me penserò da solo, grazie, st a Napoli mixava voci e suoni della Terra all’imbru-
continuate pure a canticchiare. nire, fino al silenzio decretato dall’inno di Mameli:
Chi era vivo e aveva il cuore e le orecchie aperte go, patriots, to sleep. I livelli tendenti all’infinito delle
all’inizio degli Anni Settanta ascoltava la radio di not- opere musicali di Battiato, gli strati esibiti e nascosti,
te. Era lì che passava la musica ribelle vera, quella tra cultura, citazionismo e originalità hanno fatto da
sperimentale. Piaceva perché difficile da capire, ma rete a strascico catturando quasi tutti nel mare
non incomprensibile. Richiedeva uno sforzo, un’at- Trascinò con sé un esercito dell’ammirazione. Con poche eccezioni, gli è stato
tenzione, dovevi cercare il suono nel suono, andare tributato sempre rispetto. Spesso dettato dalla sogge-
oltre il rock e farlo “progressivo” (mica «famolo stra- sulle note di “Bandiera bianca” zione, dal timore che potesse annichilirti, come
no»). La ricerca era tutto. C’erano due italiani che oc- mentre ne derideva le convinzioni avrebbe fatto con il falso profeta Quelo di Corrado
cupavano l’etere nel buio con suoni inediti: Franco Guzzanti, lanciandoti un distico di Alfano di Salerno,
Battiato e Alan Sorrenti. inducendo ad abiurare non solo offrendotene la parte oscura («il mondo era già noto
Nel 1972 il primo pubblicò Fetus e Pollution, il se- mentre creavi le cose del mondo») e nascondendo
condo Aria. Nell’equidistanza cronologica tra il ’68 e Alan delle stelle, ma anche Dylan, quella in chiaro («è ora di levarci dal sonno, entra nel-
il ’77 sedussero quel “mondo di mezzo” che cercava la lotta armata, Beethoven la stanza della mente»). In un tempo non meno mani-
nuove forme di espressione, virava verso il personale cheo di questo, ma capace di mediazioni in vista del
e la psicanalisi, leggeva i filosofi francesi, ma alzando e la morale all’ora dell’aperitivo tramonto degli opposti estremismi, rifiutò di farsi ar-
gli occhi vedeva, tra tanto fumo, cime nepalesi. Co- ruolare, scegliendo come via di fuga quella della con-
lonna sonora fragile per ragazzi vulnerabili. Tentati- traddizione (dissimulata nel «centro di gravità per-
vi. Fughe in avanti che sarebbero poi diventate all’e- manente che non mi faccia mai cambiare idea»), tro-
stero. Il voler essere al posto del dover essere. Rove- vando momentanei rifugi al riparo dell’ermetismo di
sciando lo slogan di Franco Berardi detto Bifo: con ritorno.
gioia, ma duri. Claudio Lolli e gli zingari felici non ab- sco dando il rompete le righe. Alan Sorrenti, ex incen- Si arrese mentre vinceva. Trascinò con sé un eserci-
bisognavano di parafrasi. Alan Sorrenti era un passo siere offuscato dall’inatteso successo di Dicitincello to sulle note di Bandiera bianca mentre ne derideva
oltre: «Vorrei incontrarti fuori i cancelli di una fabbri- vuje già cantava Figli delle stelle, di fatto consegnan- le convinzioni inducendo ad abiurare non solo Alan
ca, vorrei incontrarti lungo le strade che portano in dosi. I teorici dell’ultima rivoluzione fallita o svaniva- delle stelle, ma anche Dylan, la lotta armata, Beetho-
India», va bene, ma poi la melodia si spezzava e i voca- no oppure si concedevano alla profezia che li avreb- ven e la morale all’ora dell’aperitivo. Senza trascura-
lizzi annunciavano l’inverno dello scontento. Ma di be voluti creativi nelle tv private, palinsestari di un re: se stesso (in occhiali da sole per avere più cari-
Battiato, che in Pollution mischiava il rumore del ma- palazzinaro. Battiato cominciò a divertirsi, a farlo sma). Non s’è mai visto un guru autoironico (se non
re e il silenzio del rumore, sostenendo che tutto è in- davvero, offrendo di sé squarci d’anima, allusioni, Quelo, appunto). I suoi seguaci lo sono stati meno,
quinamento e nulla ecologia chiedendosi, e doman- spezzatini di fantasia con contorno di tradizione po- molto meno di lui. Al centro di gravità si sono aggrap-
dando: se «la portata è costante», «ti sei mai chiesto polare. Fu proclamato fenomeno. Lo fu negli Anni Ot- pati per affrontare le incertezze della fine millennio,
che funzione hai?», di quel Battiato che cosa sarebbe tanta, lui che più di chiunque era lontano da quello senza capire che il largo era la meta, l’oblìo il destino:
rimasto? spirito. Come avesse appreso la lezione di Bob Dylan: se non essere dimenticato, allora dimenticare. Se c’è
Venne il ’77. Sulle ceneri di marzo in autunno sbar- bisogna resistere al tempo. Viverne al di fuori eppu- stata una generazione Battiato, com’è stato difficile
cò a Bologna Felix Guattari accompagnato dalla re dettandone le sequenze. Era cominciata sul crina- per lui restare padre quando i figli sono cresciuti.
cheerleader di turno e deluse il movimento studente- le del decennio, con L’era del cinghiale bianco, sulla ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 5

j In moto
1969: Franco
Battiato
a bordo di una
motocicletta
Guazzoni

@ArchiviFarabola
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6 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Cantando “la musica


contemporanea mi butta giù”
rifiutava il suo passato
ma in realtà la sua era davvero
“musica contemporanea”
Satie e i Beatles si fondevano
in una sintesi unica e fantasiosa

Quando uscì “L’era del cinghiale


bianco”, distante anni luce
da opere come M.elle
le ‘Gladiator’, senza riferimenti
a Cage e ai minimalisti, si capì
che non solo non era cambiato
ma era diventato se stesso

a musica, lo sappiamo, è arte imma-


teriale per definizione. Franco Bat-

L tiato ne era perfettamente consape-


vole, anzi, questa immaterialità del-
la musica era forse la caratteristica
che gliela rendeva più vicina. Musi-
ca come respiro, dunque, come aria,
come spirito, in grado quindi di prendere forme diver-
se, al di là dei generi, degli stili, fuori da mode e ten-
denze, dentro il flusso continuo della vita. Musica che
voleva e sapeva essere libera da ogni forma di condi-
zionamento, dettata unicamente dalle emozioni, dal-
le idee, dai pensieri del suo autore. Musicista, dun-
que? Non esattamente, perché Franco Battiato era
qualcosa di più di un musicista, la musica era solo uno
degli strumenti che lui utilizzava per creare mondi,
per dar vita a storie. La musica, si potrebbe dire, che
per lui non era un fine ma un mezzo, qualcosa che po-
teva permettergli di entrare in comunicazione sia con
il resto del mondo (il pubblico, la gente), sia con quel-
lo che del mondo sensibile non fa parte, uno strumen-
to per indagare ogni genere di mistero, una lente d’in-
grandimento per vedere, e quindi mostrare a noi, tut-
to quello che normalmente non siamo in grado di ve-
dere. E allo stesso modo usava e ha usato il cinema, i vi-
deoclip, la letteratura, la pittura, animato dal costan-
te desiderio di promuovere bellezza, cultura, pensie-
ro, spiritualità. Non poco, insomma, per chi immagi-
na Battiato come un “cantautore”.
Lui, in realtà, il percorso nella musica lo ha iniziato
diversamente, frequentando l’intrattenimento prima
e l’avanguardia poi, anzi potremmo dire che Battiato
l’arte del pop, quella che ha magistralmente esercita-
to per tanti anni, l’ha scoperta lungo la strada, capen-
do che avrebbe potuto praticarla, sfruttandone la pos-
sibilità comunicativa, senza perdere la propria ani-
ma. A molti sembrò strano il suo passaggio al pop nel
1979, quando dopo anni di ricerche sonore tutt’altro
che facili, popolari, comprensibili, si mise a cantare
canzoni come L’era del cinghiale bianco, distanti anni
luce da opere come M.elle le “Gladiator”, canzoni pop
che avevano poco a che vedere con i riferimenti a Ca-
ge e ai minimalisti delle sue opere precedenti. Eppure
Battiato non solo non era cambiato, ma era addirittu-
ra diventato ancor più se stesso. Certo, cantando rifiu-
tava il suo recentissimo passato, «la musica contem-
poranea mi butta giù», diceva in Up Patriots To Arms,
ma in realtà la sua era davvero “musica contempora-
Roberto Masotti

nea”, canzoni nelle quali Satie e i Beatles andavano a


braccetto con Bowie e i Tangerine Dream, in una sinte-
si mirabile, unica, fantasiosa. La musica per Battiato
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 7
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Fetus
da Fetus
1972

No, non sopportava


il finto rock
Perché lui era vero
Dallo sperimentale al pop
Storia di un classico
di Ernesto Assante

l Psichedelico dersi conto della meravigliosa, assoluta, completa li-


Qui sotto: Battiato nel 1971 ritratto nel cartellone del bertà con la quale Battiato ha lavorato, di passare dal-
divano Busnelli. Ideatore della pubblicità è l’art director le incisioni più sperimentali degli anni Settanta, asso-
e discografico Gianni Sassi; Battiato ha il volto dipinto lutamente leggendarie, come Fetus, Pollution, Sulle
di bianco, come quando suonava con gli Osage Tribe corde di Aries, Clic, M.elle le “Gladiator”, ma anche Ju-
A sinistra: il musicista in una foto di Roberto Masotti per ke Box o L’Egitto prima delle sabbie, e metterli a con-
l’album Patriots, edito da Emi nel 1980 fronto con i dischi della prima ondata pop, L’era del
cinghiale bianco, Patriots, La voce del padrone, che
hanno venduto milioni di copie. O gli album degli an-
ni Ottanta, L’arca di Noè, Orizzonti perduti, Mondi lon-
tanissimi, dei Novanta come L’imboscata o Gommalac-
ca, confrontati con Genesi o Come un cammello in una
grondaia, Caffè de la Paix, Il Cavaliere dell’intelletto.
Fino alla collaborazione con Manlio Sgalambro, ai
concerti, alle opere, agli spettacoli sempre diversi e
nuovi, che ha proposto in Italia e all’estero, alle cover
di Fleurs, alle sperimentazioni con Pinaxa sotto la si-
gla di Joe Patti, o alle collaborazioni con Luca Mado-
nia, con Marta sui Tubi, con Francesco Renga, con En-
zo Avitabile o Luca Carboni. E poi le opere, i film, i li-
bri. Una libertà che ha praticato senza mai abdicare al
suo essere cittadino, italiano e del mondo, al suo rap-
porto con la realtà, con la vita, persino con la politica,
rapporto che è stato sempre presente nella sua musi-
ca, nelle sue canzoni, nelle sue parole. È stato perfor-
mer, cantante, attore, è stato creatore, regista, scritto-
re, è stato autore, interprete, compositore e musici-
sta, è stato pittore, produttore, ricercatore e studioso,
era una moltitudine racchiusa in un unico essere uma-
no. Difficile incasellarlo, impossibile metterlo all’in-
terno di un genere, dargli una pur semplice etichetta.
E quindi se c’è un modo semplice per spiegare il suo la-
PTA PIX/KARMA PRESS PHOTO

voro è quello di chiamarlo “artista” e godere della sua


musica senza tempo, delle sue canzoni in cui s’incro-
ciano le melodie del mondo, dove le sperimentazioni
e il pop hanno sempre fatto nascere qualcosa di nuo-
vo, d’interessante, ricco di fascino e spesso anche di
poesia.
era una, in grado di contenere generi, stili, emozioni e la leggerezza di una piuma e la potenza di un tuono, Ed è stato poeta, nel senso pieno del termine, per-
sensazioni diverse. La forma canzone, proprio in la forza di un carrarmato e la velocità di un fulmine. ché con le parole ci ha fatto vedere cose che non
quanto forma, poteva essere deformata, contamina- La sua era, oltretutto, musica nella quale poter incon- avremmo visto altrimenti, provare emozioni fortissi-
ta. Quindi poteva essere strumento per la denuncia trare culture e linguaggi diversi: Battiato ci ha fatto me, ci ha fatto scoprire e conoscere cose che non co-
del malcostume, dell’orrore, del declino del nostro viaggiare tra oriente e occidente, mescolando suoni e noscevamo, è stato “maestro” in grado di insegnare e
Paese, come in Povera patria, ma poteva anche essere tradizioni musicali di ogni dove, portandoli tutti in mostrare. Saranno proprio le sue parole a mancarci di
preghiera, dichiarazione d’amore puro e assoluto, co- quel “centro di gravità permanente” nel quale si con- più, parole dure e dolci sapientemente mescolate alle
me E ti vengo a cercare, o affermazione di inclusione, cedeva di mescolare qualsiasi cosa. E ci ha anche fat- sue melodie, in grado di farci vedere la nostra misera
di assistenza, di aiuto, come ne La Cura. Poteva essere to viaggiare nel tempo, perché la sua musica non solo vita quotidiana da altezze inarrivabili, ci mancherà la
ironia, quella di Cuccurucucu, o visione, come in Pro- non conosceva confini geografici ma neanche tempo- sua visione, mistica e misteriosa. E il suo saperci porta-
spettiva Nevski, confessione come in La stagione dell’a- rali. Poteva essere antica e futuribile, avere la solidità re in ogni momento in ogni luogo del mondo, sia quel-
more, o purissima poesia come in Haiku. E tutto in un del Colosseo e la fluidità di una creazione di Frank lo vero che quello da lui fantasticamente disegnato.
universo sonoro che poteva, a seconda dei casi, avere Gehry. Basta ascoltare alcuni dei suoi lavori per ren- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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8 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

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Shackleton
da Gommalacca
1998

“Mi piaceva tutto


della mia vita
mortale”
I fiori del bene, autoritratto di Battiato
attraverso le sue parole
di Luca Valtorta

n palco nudo: un pianoforte, una ta- pito che facevo sul serio e mi hanno mandato a lezioni
stiera vintage piena di manopole, di piano da una cugina di mia madre. Suonavo le ridu-

U un’altra dall’apparenza più moderna.


Sul leggio una scritta: “Shackleton”.
«È un pezzo bellissimo, una poesia
che mi ha donato Fleur Jaeggy», dice
Franco Battiato. Poi spinge dei tasti:
ne emerge un suono misterioso che a poco a poco scom-
Non avendo il pianoforte in casa,
il prete mi faceva esercitare
sull’organo della chiesa
Mio padre suonava la chitarra
zioni di arie di Verdi o di certe canzoni dei film america-
ni. Non avendo il pianoforte in casa, il prete della mia
parrocchia mi lasciava allenare sull’organo della chie-
sa, che necessitava di una tecnica diversa. La cosa durò
per più di un anno, fino a quando mi stufai a favore del
pallone. La passione ritornò a undici anni. Mio padre
pare nell’aria: è solo un accenno. Sono le prove del con- era appena tornato dall’America, lui suonava la chitar-
certo che si terrà stasera. Uno dei pezzi meno conosciu- e senza mai incoraggiarmi ra e senza mai incoraggiarmi (aveva paura che mi disto-
ti dallo straordinario Gommalacca, il decimo brano, (temeva che mi distogliesse gliesse dagli studi), me ne comprò una. Andavo in piaz-
quello che chiude l’album. Una non-canzone, un micro- za e quando c’era qualche complesso che suonava, guar-
cosmo che è la rappresentazione dell’intero macroco- dagli studi) me ne comprò una davo soprattutto il chitarrista. Osservavo come e dove
smo di Franco Battiato: quasi nove minuti in cui succe- metteva le mani e una volta a casa mettevo in pratica
de di tutto. All’inizio sono rumori misteriosi, musichet- quello che avevo imparato con gli occhi».
te che sembrano arrivare da una radio fantasma mentre
una voce (Manlio Sgalambro) mormora: “La storia/ Una Dalla Sicilia a Milano
catastrofe psicocosmica/ Mi sbatte contro le mura del «La Sicilia iniziava a starmi stretta a quel punto, non
tempo...”. Poi la voce di Battiato che canta: “Durante la sopportavo quell’andare avanti e indietro dal corso alla
grande guerra nel Gennaio del 1915/ un forte vento spin- piazza per lamentarsi che le cose non andavano. Così so-
geva grandi blocchi di ghiaccio galleggianti/ imprigio- no partito per Milano. Quando sono arrivato c’era neb-
nando per sempre la nave dell’audace capitano Shakle- bia alla stazione centrale. Ho pensato subito: “questa è
ton”. Rumore. Al minuto 3’ 55’’ una voce femminile ini- casa mia”. Sono stati anni magnifici: non avevo una lira,
zia a recitare in tedesco: “Stille Dämmerung/ Der gar- non potevo permettermi neanche di prendere un cap-
ten ist gefrohren” “Crepuscolo quieto/ Il giardino è gela- puccino ed ero completamente solo, ma a quell’età non
to”. Una poesia delicata che parla di rose che soffrono ti pesa, hai voglia di vivere. E la gioia di vedere Milano
in un giardino perduto. Nel disco quella voce che sem- sotto Natale, era qualcosa di fantastico».
bra venire da un altro mondo è accreditata a Carlotta
Wieck: in realtà è un altro Fleur. Le rose. Fleur Jaeggy. Il lavoro
Fleurs: tre album di canzoni reinventate. Il primo è del «Cercavo lavoro e un giorno lessi un annuncio su un
1999. Segue Fleurs 3 nel 2002. Fleurs 2 arriverà nel 2008, giornale. Una casa editrice che pubblicava dischi abbi-
a sorpresa. Questo è Battiato: tutto ciò che non ti aspet- nati al settimanale La nuova enigmistica tascabile, cerca-
ti. Ecco il ricordo di altri fiori raccolti nel tempo passato va giovani cantanti. Feci il provino, mi presero e comin-
con lui in varie occasioni: ricordi di tempi e di mondi ciai a guadagnare. Erano gli anni della gavetta. Poi la
lontanissimi. Impossibile dimenticarne il profumo. svolta, al Cab 64 di Velia e Tinin Mantegazza. Mi scrittu-
rarono dopo che gli avevo proposto delle finte canzoni
L’infanzia barocche siciliane. Mi davano 5000 lire a sera, e per me
«Ho avuto un’infanzia fantastica, tribale. La casa era cambiò completamente vita».
il dominio dei genitori, e poi fuori tutto era selvaggio.
Ho ricordi indelebili di quel periodo. Il profumo del ma- Il concerto di Re Nudo al Parco Lambro
re, quando c’era. Oggi sa di petrolio. Il profumo dei gel- «Un concerto bellissimo negli anni 70 fu quello orga-
giovanni canitano

somini, delle zagare quando camminavo verso la piaz- nizzato dalla rivista Re Nudo durante il festival pop di
za. Ho sempre considerato i profumi un linguaggio che Parco Lambro a Milano. Iniziai alle due di notte, era
va decodificato e interpretato. Oggi che ho una certa quella la mia fascia oraria in quel periodo. Erano tutti fu-
età, e sono alla fine del mio percorso, sta aumentando mati dentro i sacchi a pelo, sembrava un campo di mor-
sempre di più, quello che prima era un fascino estetico ti. Ho iniziato con frequenze molto interessanti, che
e olfattivo, oggi è una conferma di esistenze superiori». k Il backstage di Shock in My Town creavano un’atmosfera extraterrestre, e proprio come
Foto da un videoclip lisergico con Battiato versione in un film di fantascienza piano piano vedevi la gente
La musica kendo che cita “un viaggio con la mescalina” che cominciava a uscire dai sacchi a pelo, prima un po’
«A tre anni chiedevo già strumenti musicali, ma i E in cui dice l’immortale frase: “Stiamo diventando straniti ma poi si sono fatti trasportare dall’onda elettro-
miei pensavano fosse un capriccio. A sei anni hanno ca- come degli insetti/ simili agli insetti” nica. È stata una notte incantevole. Comunque l’impres-
.
Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 9
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Testamento
da Apriti Sesamo
2012

giovanni canitano

sione generale era che io fossi uno completamente “fuo- gliono fare la foto con le bandiere e me sullo sfondo, co-
ri”, cosa che non corrispondeva a verità. Un pomeriggio sì ho salutato improvvisamente il pubblico e me ne so-
durante le prove, sempre a Parco Lambro, un tale da- no andato. Mia nipote che era dietro le quinte, ha senti-
vanti a una piccola tenda, mi chiamò e mi diede un sac- La vita è magica e la gente to un capo di AN commentare: “Che stronzo!”».
chetto pieno di erba dicendomi “Battiato, fumati que-
sta, smettila con l’eroina!”. Ero molto magro, facevo che ignora questo si perde molto La Cura
quel tipo di musica, quindi ero un drogato». Gli esseri umani non muoiono «La Cura è un po’ il mio incubo, tutti mi chiedono di
questa canzone. Con Sgalambro abbiamo pensato di
Battiato e la destra Ci si trasforma. Non posso scrivere una canzone d’amore sopra le parti. L’amore
«La mia massima da quando ho preso coscienza del senza interesse di ritorno. Se ami qualcuno perché vuoi
mio essere, è: “Non mi piace comandare né essere co- affermare di non aver paura in cambio qualcosa, non è più amore. Se ami qualcuno
mandato”... Se c’è qualcuno che dice il contrario, vuol
dire che non ha la minima idea di quello che sono. Ho
della morte. Sto lavorando per per quello che è allora scatta la protezione, il riconosci-
mento dell’unicità dell’essere umano».
impiegato anni prima di accettare le offerte che mi face- essere degno di questo passaggio
va La Russa per un concerto. Fino a quando mi sono det- La vita e la morte
to: “Ma quando ti esibisci chiedi forse il certificato pena- «La vita è magica e la gente che ignora questo si per-
le a chi ti viene ad ascoltare?”. Il problema semmai sarà de molto. Ci sono delle condizioni magiche che avvolgo-
per loro ascoltare le mie canzoni. Così accettai la famo- no gli individui solo che molte volte non lo capiscono,
sa esibizione per AN a Milano. C’era un accordo preciso: non se ne accorgono neanche. Gli esseri umani non
per contratto avevo fatto scrivere che non ci sarebbe do- muoiono. Ci si trasforma. Non posso affermare di non
vuta essere neanche una bandiera sul palco, era un con- aver paura della morte. Sto lavorando per essere degno
certo, e bisognava rispettare la sacra neutralità del pal- di questo passaggio. Non bisogna avere debolezze nei
coscenico. Appena arrivati dietro le quinte ci accorgia- propri confronti perché la debolezza della materia gio-
mo che le bandiere ci sono. “Bene”, dico, “non se ne fa ca brutti scherzi. Anche dire come faccio io in Testamen-
niente”. Il contratto era chiaro. Decidono di togliere k Le immagini to “Mi piaceva tutto della mia vita mortale” significa in
ogni traccia di propaganda e così iniziammo. Durante il Le fotografie di Giovanni Canitano pubblicate realtà segnalare un limite, un attaccamento. Siamo im-
bis, alla fine del concerto, vedo un politico che confabu- su questo numero di Robinson fanno parte della grande permanenti: bisogna capire questo concetto e saper an-
la con dei ragazzi, e capisco che stanno avvicinandosi raccolta di materiale scattato dal fotografo dare al di là anche di ciò che ci dà piacere».
sotto il palco con bandiere e striscioni. Capito al volo: vo- in trent’anni di collaborazione con Battiato ©RIPRODUZIONE RISERVATA
pagina
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10 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Battiato era affascinato dalla figura


di Matteo Ricci, che arrivò
alla corte cinese a fine Cinquecento

La leggenda
del gesuita
euclideo
di Antonio Spadaro
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 11
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Centro di gravità permanente
da La voce del padrone
1981

attiato non si acchiappa. La sua in tondo, quello che serve per vedere i mondi in-
lettura del reale non è mai geo- teriori e capire meglio la mia essenza.

B metrica ed euclidea. Non rispet-


ta postulati, ma li mette in que-
stione con un ésprit de finesse
che pare alieno per forma e con-
tenuto dal panorama attuale.
Un’anima sintonica con la sua c’è stata, quella di
Il religioso della Compagnia
di Gesù aveva contaminato
la sottana nera del prete
con i panni da bonzo, prima,
Battiato era un siciliano, e dunque un filosofo.
Era della stirpe di Empedocle di Agrigento, di
quelli che cerca di comporre la stabilità dell’esse-
re e la molteplicità, salvando sempre il conflitto,
il polemos, del divenire che scorre. La spiritualità
dei gesuiti ha impianto empedocleo, del resto, ca-
un’altra gigante della musica italiana per la qua- pace di discernere la stabilità dell’essere nella
le però il nostro Paese non era pronto: Giuni Rus- e da mandarino, poi, per entrare realtà mutevole, e viceversa.
so. Siciliana come Battiato, ma adottata dall’“al- a corte dell’imperatore Wan Li Vorticare attorno a un centro di gravità ha por-
tra” isola, la Sardegna, condivideva con lui una tato Battiato da Milano a Milo, il paesino della Si-
cosa, almeno: il fatto che la sua ricerca spirituale della dinastia dei Ming cilia nel quale è vissuto monasticamente cercan-
prendeva naturaliter la forma della sperimenta- do il suo Oceano di silenzio. Lì dove ha lasciato
zione musicale. Questo è il punto: Giuni e Franco questa terra. Sulle stesse pendici dell’Etna si era
pensavano in musica, pregavano in musica, me- ritirato Juri Camisasca, musicista con il quale
ditavano in musica. Che poi Giuni avesse fatto gli Battiato strinse un sodalizio profondo, il quale
Esercizi spirituali di Ignazio di Loyola e si perdes- scelse la vita monastica benedettina prima e
se nelle stanze del Castello interiore di Teresa quella eremitica poi. Un monaco si aggirava nel
d’Avila — mentre Franco era eclettico ed ellittico casino della canzone italiana. E questo era Battia-
— è un altro discorso. Ma Franco scriveva per Giu- Mi canticchiò in faccia la sua to. Il suo profilo dal naso aquilino spero tormenti
ni. la scena modaiola dei microfoni italiani. Il vorti-
L’esercizio dello spirito in Franco (e in Giuni) di- canzone, ma lo fece con un’aria ce attorno a un centro di gravità permanente lo
ventava — anzi era — creatività e sperimentazio- strana, come a volersi ha portato a unire umano e divino in canzoni
ne. E che cos’è lo spirito se non sovversione del straordinarie come E ti vengo a cercare, La Cura,
materialismo e delle logiche consolidate aliene identificare per simpatia Lode all’inviolato, L’ombra della luce e tante, tan-
dalle contaminazioni? Battiato contaminava te altre.
magmaticamente: la musica orchestrale e quella Ma guai a immaginare Ma nulla di astratto: Franco non era un’anima
etnica, l’elettronica e i riferimenti classicheg- che questo centro di gravità bella. Lo testimonia la sua pur breve esperienza
gianti, il rock progressivo e le arie siciliane canta- politica. Riflettendo su quella, parlava dell’“oc-
te da una lingua isolana, antica e potente. L’alto e possa essere statico o rigido chio interiore” dei tibetani che permette di vede-
il basso mixati poeticamente come in Stranizza re l’“aura” degli uomini: «Qualcuno ce l’ha nera,
d’amuri che canta quella scossa ‘ndo cori percepi- come certi politici senza scrupoli, mossi da bassa
ta romanticamente sullo sfondo poetico dei biso- cupidigia, altri ce l’hanno rossa come la loro rab-
gni dei carrettieri con i muscuni che ciabbulaunu bia…». Aveva cantato la nostra Povera patria/
supra. Ma anche le filosofie e le teologie. «C’è me- schiacciata dagli abusi del potere/ di gente infame,
scolanza e separazione di cose mescolate», avreb- che non sa cos’è il pudore. Ecco, c’è la necessità di
be potuto dire con Empedocle. Le rette parallele avere un occhio interiore, di discernere anche
in lui si incontrano in una sperimentazione auda-
ce, indifferente alle mode e al successo commer-
Un’anima sintonica con la sua c’è nell’impegno politico ciò che autentico e inau-
tentico.
ciale, che con L’Egitto prima delle sabbie gli aveva stata, quella di un’altra gigante Il mondo, l’umanità, il nostro Paese devastato
fatto vincere addirittura il premio Stockhausen dal dolore richiedono una guarigione per grazia
di musica contemporanea. della musica per la quale però e non solamente per sforzo. In Battiato c’è il biso-
Sperimentare, contaminare, coniugare sono
esercizi dello spirito che piacevano molto a Fran-
il nostro Paese non era pronto: gno radicale di una presenza terapeutica capace
di «prendersi cura», non di un aristotelico moto-
co. E credo li ritrovasse misteriosamente in Li Ma- Giuni Russo. Lei e Franco re immobile che produce correnti gravitazionali
dou, come chiamavano i cinesi padre Matteo Ric- fisse. E ti vengo a cercare/ perché sto bene con te/
ci (1552-1610) della Compagnia di Gesù. Il gesuita pensavano in musica, pregavano perché ho bisogno della tua presenza, canta. E cer-
maceratese era entrato in Cina per la porta stret-
ta dell’inculturazione. Si era fatto cinese conta-
in musica, meditavano in musica ca un aiuto chiaro da un’invisibile carezza/ di un
custode. Prega: Difendimi dalle forze contrarie/ la
minando — senza travestimenti — la sottana nera notte, nel sonno, quando non sono cosciente/ quan-
del prete con i panni da bonzo, prima, e da man- do il mio percorso si fa incerto/ e non abbandonar-
darino, poi, per entrare a corte dell’imperatore mi mai/ non mi abbandonare mai. E la promessa è
Wan Li della dinastia dei Ming. ricevuta così: E guarirai da tutte le malattie/ per-
E fu Ricci a introdurre nella cultura cinese i pri- ché sei un essere speciale/ ed io, avrò cura di te. Ap-
mi elementi di geometria euclidea. Ricci coniu- parati ermetici e ispirazioni esoteriche che pla-
gò pure rituali confuciani e liturgie cristiane. Ge- smano i suoi testi enigmatici, citazioni da Gurd-
suita. Forse Battiato si identificava con il gesuita Metteva insieme le meditazioni jieff, Guénon e Ouspensky eccetera eccetera so-
Ricci più che con i furbi contrabbandieri macedo- no alla fine tenere forme balbuzienti per dire
ni che pure ha cantato. Gesuiti euclidei / vestiti co- bibliche, le letture questo grido di salvezza e profondità.
me dei bonzi per entrare a corte degli imperatori / di san Giovanni della Croce Il dialogo spirituale sui Padri del deserto e l’a-
della dinastia dei Ming, sperimentando, contami- micizia degli ultimi otto anni con padre Bormoli-
nando, coniugando mondi, teologie, liturgie, lin- e sant’Agostino e la cura ni dei “Ricostruttori della preghiera”, un movi-
gue e geometrie. mento fondato dal gesuita padre Gianvittorio
L’autore di Cuccurucucu subisce il loro fascino per la liturgia cattolica Cappelletto, lo testimonia silenziosamente, pri-
perché era alla ricerca di un centro di gravità per- come ci dicono “Messa arcaica” vatamente connettendo le sue meditazioni bibli-
manente nella sua vorticosa danza di ricerca. Lo che, le letture di san Giovanni della Croce e
subiva sin dagli esordi, nel 1972, quando il suo mi- e “Pasqua etiope” sant’Agostino, la cura per la liturgia cattolica co-
sticismo era ancora solo una posa freak, forse. me ci dicono, ad esempio Messa arcaica e Pasqua
Una volta, trovandosi davanti a me, un gesuita in etiope e tanto altro.
carne e ossa, mi canticchiò in faccia la sua canzo- You have been bitten by the metaphysical bug,
ne, ma lo fece con un’aria strana, come a volersi j Sul vulcano Pier Vittorio Tondelli fa dire a un sacerdote nel
identificare per simpatia. Ma guai a immaginare Battiato ritratto da Giovanni Canitano alle pendici suo romanzo d’addio, Camere separate. Quel pre-
che questo centro di gravità possa essere statico dell’Etna, sul versante sud del vulcano, nel 2008 te avrebbe potuto dirlo anche a Franco Battiato
giovanni canitano

o rigido. È a sua volta il frutto della contaminazio- La zona dove il musicista amava passeggiare non è senza timore di smentita: anche lui era stato pun-
ne — non del travestimento: deve essere chiaro! — lontana dalla casa nel paese etneo di Milo, in cui to dalla cimice metafisica. E per questo era, a suo
che richiede un bilanciamento dinamico degli Battiato ha trascorso la sua malattia e dove si è spento modo, un gesuita.
elementi. Quello necessario a un sufi per girare la mattina del 18 maggio ©RIPRODUZIONE RISERVATA
MASSIMO RECALCATI
IL GRIDO DI GIOBBE

Il corpo di Giobbe e la sua anima sono lacerati dal male;


«nudo e rasato», ricoperto di piaghe, cade nella cenere.
La preghiera può prendere solo la forma acuta del grido rivolto a Dio:
«perché a me? perché l’ingiustizia di tutto questo dolore?»

Einaudi
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 13
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Bandiera bianca
da La voce del padrone
1981

j In bianco e nero
Un provino per il disco Campi
magnetici (2000). Gli scatti
È stato uno dei pochi sono di Giovanni Canitano
esempi eleganti,
arabinieri bulga- e non cinici, di uscita ceva il verso, citava, soprattutto cita-

«C
ri/correvano sui va in continuazione. Anche l’esoteri-
trampoli/mio non- dagli anni dell’impegno smo adelphiano, Calasso, Gurdjieff , i
no era un crosta-
ceo/zabadàn”. So- quasi obbligatorio testi di Fleur Jaeggy, in quel Battiato
da hit-parade parevano soprattutto
no versi della esila- Un uomo che ha beffato citazioni. Un divertimento colto che
rante parodia di oggi sarebbe radical-chic, ieri era solo
Battiato fatta da David Riondino ai ogni catalogazione, divertimento colto. Il Battiato “subli-
tempi del massimo successo del gran-
de etneo. La parodia, nel caso specifi- scuola e via maestra me” già era presente nel vinile del
suo trionfo pop, e già avvertibile era il
co, consisteva nel farsi gioco di un gio- potere ipnotico, quasi levitante, della
co. Il parodista coglieva la leggerezza sua musica. Ma per carità, non perdia-
irridente con la quale Battiato era pas- mo tra le nuvole e le galassie il Battia-
sato dall’avanguardia al pop, lavoran- to spiritoso, per non dire comico, del-
do molto, e bene, sul puro nonsense: le tante sue canzoni costruite con la
zero significato in allegro contrasto distruzione sistematica, e ilare, di
con l’eccesso di significato della sta- ogni cosa già nota e già cantata. «A
gione dei cantautori e dell’impegno Beethoven e Sinatra preferisco l’insa-
politico. lata» non è un manifesto politico, spe-
Molte canzoni (non tutte) della Vo- riamo questo sia evidente anche a chi
ce del padrone, e poco prima del mera- cerca la politica frugando nell’insala-
viglioso Patriots, sono un assemblag- ta: è una beffa da milioni di copie ven-
gio platealmente casuale di scampoli dute, uno scherzo dada, un gioco, ap-
della mitologia canzonettara e di tut- punto. Soprattutto un gioco. Forse so-
te o quasi le cose “di moda”; più spar- lo Rino Gaetano, se avesse vissuto
si accenni a orientalismi e misticismi qualche anno di più, avrebbe potuto
e al catalogo Adelphi, tanto per con- andarci vicino. O qualche demenzia-
fondere le idee. Il testo di Cuccurucu- le della scena bolognese, se non si fos-
cu, forse la più popolare tra le canzo- se immolato all’avanguardia, dalla
ni di Battiato, è un ipnotico collage di quale Battiato, invece, seppe attinge-
titoli di celebri canzoni e canzonette re quando serviva a lui, e uscirne
(Ruby Tuesday, Lady Madonna, Like a quando ebbe bisogno di cambiare
Rolling Stone, Just Like a Woman, Wi- umore, musica e pubblico.
th a Little Help from my Friends, ecce- Con il senno di poi possiamo dire
tera) infilzati, come allo spiedo, in un che Battiato è stato uno dei pochi
percorso sonoro battente, molto dan- esempi eleganti, e non cinici, di usci-
zerino, fascinosamente elettronico. ta dagli anni dell’impegno politico
Dylan, Beatles e i Rolling Stones buo- quasi obbligatorio. Gli anni Ottanta
ni per farne macedonia… pullulano di parole sciocche e di mo-
Per dirla facile: Battiato, nella sua di insulsi, come se la sola risposta pos-
vita artistica, si è divertito moltissi- sibile alla grevità fosse la futilità. Dei
mo, e se è inevitabile che le comme- paninari, del riflusso e dell’edonismo
morazioni rendano omaggio al Battia- reaganiano, con tutto il rispetto per i

“Toglietemi l’ironia Se Gaber detestava


e mi avete tolto tutto”, la cultura di massa,
disse in una vecchia lui ci si divertiva come
intervista un bimbo con i Lego

to “importante”, quello delle mecca- protagonisti, ci si era stufati già pri-


niche celesti e dei dervisci rotanti, sa- ma che svanissero, dopo breve gloria
rebbe un delitto se passasse in se- mediatica. Se di Battiato non ci siamo
cond’ordine il Battiato “comico”: l’ar- mai stufati, e anzi ce lo siamo tenuto
tefice del grande gioco (e anche gran- ben stretto, è perché, a parte il gran-
de presa per i fondelli, scrisse Edmon- de fascino artistico, ci ha sempre tra-
do Berselli) che il siciliano architettò L’artista oltre le ideologie smesso un’impressione, come dire, di
nei primi anni Ottanta, sbancando il innocenza profonda. L’innocenza del

Un giocoliere
botteghino e incatenando il pubblico gioco, che contiene il suo solo fine in
a quei suoi mantra liberi e giocondi. se stesso, che non ha secondi fini poli-
Giorgio Gaber, che gli fu molto ami- tici, ed è anche l’innocenza (sempre
co, quando parlava di Battiato si illu- rimpianta) dell’infanzia. Il suo gioco
minava e sorrideva per il grande di- era la cultura di massa: se Gaber, mae-
vertimento che gli procurava la sua stro dell’invettiva, la detestava, Battia-
stravaganza artistica, la sua intelli- to ci si divertiva come un bimbo con i

comico
genza divagante, il suo humour sicu- Lego.
lo (apparentabile, per vie misteriose, Divenne famoso, e popolarissimo,
a quello inglese), il suo farsi beffe di giocando con i materiali della massifi-
ogni catalogazione, scuola, via mae- cazione, danzando sui loro cocci. Sap-
stra. L’idea che si potesse diventare piamo bene che aveva un “altrove” da
una popstar senza esserlo, senza aver- rivendicare, la meditazione, il sufi-
ne alcun tratto, perfino somatico, ri- smo, la reincarnazione, l’enormità

e apolitico
sultò molto divertente, in quegli an- dell’Etna sopra il tetto della sua casa,
ni, non solamente a Battiato. «Toglie- dunque ben altro che la politica, se
temi l’ironia e mi avete tolto tutto», di- proprio di politica si vuole parlare.
ce Battiato in una vecchia intervista Ma per non farcelo pesare troppo,
televisiva ritrasmessa in questi gior- questo suo altrove, ci ha presi in giro
ni. con Cuccurucucu, ed è stata una fe-
Ai tempi la giovane critica musica- sta. Non è una novità, del resto, che
le che lavorava nei quotidiani (ne fa- capiti proprio al comico di avere fami-
cevo parte) parlò di post-modern. Tut- liarità con il sublime: nelle meccani-
to quello che faceva il verso al passa- che celesti la playlist prevede che alla
to smontandolo e rimontandolo a pia- Cura, o a Mesopotamia, si alterni Cuc-
giovanni canitano

cimento per noi era post-modern. Me- di Michele Serra curucucu. Anche tra i dervisci rotanti,
tà futile, metà mortuario, il post-mo- pare sia la preferita.
dern non prendeva niente sul serio, fa- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 15
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Alexander Platz
da Giubbe Rosse
1989

giovanni canitano
giovanni canitano

FOTOGRAMMA

del suo mentore, lo ha spiegato lei stessa parlando k Lui e loro Battiato ci ha fatto scoprire che i suoi mondi lon-
del suo percorso artistico: «Dico solo, citando Bat- Sopra, in alto: provini fotografici scattati tanissimi non lo erano poi così tanto, bastava solo
tiato, che “poi alla fine se uno davvero crede in nella casa di Milano durante una sessione lasciarsi andare e immaginarli. Generoso e senza
quello che fa, può ascoltare il proprio cuore e farsi per un album nel 2008 pregiudizi, ha scritto per le donne nuove pagine,
seguire”. Ha dimostrato questo nella sua esperien- Sotto, da sinistra: frame tratto dal video come mappe per esplorare il talento. Si è fatto gui-
za, facendo anche delle canzoni ostiche, si è preso di un concerto con Giuni Russo; dare dai sentimenti, ha cantato dell’assenza e
i suoi rischi e ha costruito a poco a poco la sua car- con Milva a Milano nel 2010; dell’amore «che ci trattiene nelle sue catene». Ed è
riera, infischiandosene di certe logiche del perio- con Carmen Consoli durante vero che «in certi sguardi si intravede l’infinito»:
do, e trascinando il suo pubblico nella sua storia, la trasmissione tv “Che tempo che fa” lui l’ha sempre saputo vedere.
creando un dialogo». Nella pagina accanto: a Capri con Alice nel 1982 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
pagina
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16 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Una volta Battiato spiegò perché


si ispirava a lui: “Nel suo mondo,
completamente diverso dal mio,
c’è un allargamento
della tavolozza di colori”. E poi
rivelò di averne sentito la voce
due notti dopo la scomparsa

incontro tra Battiato e Sgalambro ha la realtà. Claudio Rocchi aveva dedicato al tema persi-
un precedente. Nel 1973 il composito- no una canzone. Battiato la canterà con Alice, in

L’ re catanese sbarcò a Palermo per un


concerto. Aveva due album speri-
mentali alle spalle ed era già un arti-
sta di culto. Alla fine, scese dal palco
del teatro Politeama, per guadagnar-
ne l’uscita, anziché imboccare la via del camerino. I
omaggio all’amico nel frattempo scomparso nel 2013.
La canzone ha per titolo La realtà non esiste. Ed è pro-
prio questa una delle tesi forti del filosofo nichilista
Manlio Sgalambro da Lentini. Forse fu anche questo a
favorire il sodalizio.
Eppure quell’assegno dovette apparire realissimo, a
fan erano ansiosi di incontrarlo e lui aveva acconsenti- Sgalambro, quando Battiato andò a consegnarglielo,
to. Portava una capigliatura afro e il viso dipinto a due nel 1994. La Regione Sicilia voleva celebrare l’anniver-
colori, come usava agli inizi della carriera. Accanto a sario secolare di Federico II di Svevia e gli aveva chie-
lui il cantautore milanese Claudio Rocchi, tra gli ani- sto di scrivere le musiche di un’opera. E il musicista
matori della trasmissione radiofonica Per voi giovani aveva pensato di rivolgersi, per la scrittura del libret-
di Renzo Arbore, e al quale lo accomunava la passione to, proprio al filosofo. In precedenza si erano conosciu-
per l’India e la mistica orientale. I due, dopo quegli an- ti in una libreria di Catania, in occasione della presen-
ni, si perderanno di vista. Fino a incontrarsi per una pu- tazione delle poesie di un amico comune, Angelo Scan-
LaPresse

ra coincidenza a Katmandu, in Nepal, nel 1999. Battia- durra. Ma allora Sgalambro non sapeva neppure chi
to era lì per girare una puntata tv di Turisti per caso. fosse Battiato. Quando si erano rivisti per l’assegno, gli
Rocchi ci viveva, dirigendovi la radio “The Himalaya aveva relegato il suo libro Contro la musica, come il de-
Broadcasting Company”. «Come sappiamo, il caso stinatario ricorderà nel 2008: «Nel donarmi quel libro
non esiste» disse Rocchi a Battiato, festeggiando quel- k Insieme gli venne un grande dubbio: magari la nostra collabo-
la inaspettata reunion. Qui sopra, Battiato (a destra) con il filosofo razione finirà prima di cominciare... invece quel testo
Anche tanto tempo prima, in quell’incontro con i Manlio Sgalambro nel 1994 mi divertì molto. Era un attacco di inaudita violenza,
fan del capoluogo siciliano, i due avevano discettato In alto: una foto tratta dal libro fotografico incluso non alla musica classica o leggera, ma all’intera disci-
della stessa cosa, suscitando un certo stupore. Non so- nella versione Megabox del cofanetto antologico plina». Così Sgalambro si armò di coraggio. Nell’ulti-
lo non esiste il caso, avevano concordato, ma neppure Le nostre anime di Franco Battiato (2015) ma intervista del gennaio 2014 a FreeTime, rivelerà:
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 17

“La realtà
Il ricordo dello scrittore

Che nostalgia
per il poeta
del sentimento

non esiste” F
popolare
di Manuel Vilas

u a metà degli anni ’80 del secolo

Il mantra
scorso che ascoltai per la prima
volta Franco Battiato. C’erano due
canzoni sue che mi sembrarono
enormemente misteriose, differenti e
talmente originali che mandavano
all’aria tutte le nostre idee abituali
sulla musica leggera espressa in
lingue che non fossero il potente
inglese. Erano Centro di gravità

che lo univa
permnmente e Voglio vederti danzare,
mi ricordo che le ascoltavo
continuamente, a ripetizione. Chi era
questo italiano, mi domandavo, da
dove è uscita fuori questa voce, questa
audacia, questa ribellione? Ma c’era
un’altra domanda, molto più
inquietante: perché non canta in
inglese? Franco Battiato svettava

a Sgalambro
come un cantautore capace di
competere alla perfezione con Bob
Dylan o Bruce Springsteen quanto a
capacità di esprimere il mondo, di
esaltare il mondo. Perché Battiato,
come Dylan, è epico, è collettivo. Il
grande mistero di una canzone come
Voglio vederti danzare risiede nella
sua concezione letteraria. Battiato era
un poeta. La sua esaltazione del
mondo ricercava la bellezza e la verità.

Franco mistico, Manlio nichilista


C’era un autentico inno alla vita in
queste canzoni. L’avventura di Franco
Battiato dev’essere vista come la
rivelazione delle possibilità di una

Il sodalizio tra canzoni e filosofia


lingua latina di esprimere in modo
adeguato la vita attuale. Spagna,
Francia, Italia, Germania sono paesi
colonizzati dal pop in lingua inglese.
Per questo l’avventura epica di
Battiato mi è sembrata molto rilevante
e le ossessioni filosofiche e poetiche
di Piero Melati che si trovavano nei suoi testi
innalzavano l’interprete italiano a una
dimensione universale. In questo
momento i social network piangono la
perdita di Battiato e lo fanno in tutto il
mondo. Voglio vederti danzare è una
canzone universale, che canta cose
che toccano il cuore di tutti noi. C’era
un’altra cosa formidabile in Battiato,
ANSA

l’autenticità, quella virtù che vediamo


nei figli del rock e del pop
anglosassone: Woody Guthrie, Janis
«Gli feci anch’io la mia proposta: se accetti, in venti santito la leggerezza originaria del musicista. Sgalam- Joplin, Bob Dylan, i Beatles, Patti
giorni ti scrivo un album completo». bro si nutriva di Schopenhauer, Nietzsche, Cioran, Smith, Simon e Garfunkel, Cat Stevens,
Non si fermeranno più. Dal 1994, anno in cui nasce Spengler, Kraus, Rensi e Giulio Cesare Vanini, «l’em- Lou Reed, David Bowie erano trionfi
l’opera Il cavaliere dell’intelletto, dedicata a Federico pio teologo» seicentesco cui Hölderlin ha dedicato autentici della cultura popolare.
II lo “Stupor Mundi”, e fino al 2012, realizzeranno in- una poesia. Aveva sistematizzato il suo pensiero solo a Vendevano migliaia di dischi, ma non
sieme canzoni, opere teatrali, film, documentari, vi- 58 anni, quando pubblicò per Adelphi — era il 1982 — erano commerciali. Fu una vittoria
deoclip, compresa la pellicola Niente è come sembra La morte del sole. «Roberto Calasso mi disse che quel li- della cultura popolare, legata al rock
del 2007, dove il concetto di «niente è reale, niente è bro era marcio, ed era esattamente così» dirà. Per la ca- and roll. Non erano volgari. Non erano
come appare» ritorna prorompente. Il filosofo, intan- sa editrice ne pubblicherà altri undici. scadenti, in senso morale. Non erano
to, ci aveva preso gusto: scriverà testi per Patti Pravo, Nel 2014 anche Battiato licenzia un libro, per Bom- pacchiani. Non erano un prodotto
Alice, Fiorella Mannoia, Carmen Consoli, Milva, piani: Attraversando il Bardo: sguardi sull’aldilà, inter- orrendo e alienante delle case
Adriano Celentano, Ornella Vanoni, finché nel 2001 viste — tra cui allo stesso Sgalambro — sul tema della discografiche. Per questo mi
si esibirà in un album “solo”, Fun club. Si era già sco- morte. Presentandolo agli studenti di Paternò raccon- innamorai di Battiato. Per questo ci
perto quasi crooner in Di passaggio, una delle prime terà: «La seconda notte dalla scomparsa di Manlio ho innamorammo di Battiato. Non era
canzoni scritte insieme, dove declamerà Eraclito in sentito una voce robotica che diceva: chiamate Battia- solo un cantautore. Non era un
greco antico. Battiato, al contrario, getta la spugna: to, chiamate Battiato, è mio amico. Sembrava quasi cantante come gli altri. Battiato era un
per lungo tempo non scriverà più versi, preferendo uno scherzo della natura. Credo che lui si sia reincar- attitudine. Era una devozione. Era un
quelli dell’amico: «In questo suo mondo, completa- nato in Medio Oriente. Però è rientrato di nuovo da poeta elettrico. Nella sua musica c’era
mente diverso dal mio, c’è un allargamento della ta- questa parte». Parole sibilline su cicli delle vite e real- elettricità, c’era rumore rock. Questo
volozza di colori. Eri abituato al tuo giardino, ma ora tà illusorie: in fondo fu proprio il succitato Claudio era imprescindibile, c’era tantissima
prendi i fiori da un altro». Rocchi a fare per primo in Italia canzonette su argo- energia acustica. C’era dietro la forza
Litigheranno spesso, per una rima da aggiungere o menti tanto esoterici. In seguito Battiato le trasforme- del rock. Battiato è stato il nostro Elvis,
tagliare. Nonostante questo, si daranno sempre del rà in successi. E Sgalambro vi aggiunse infine un toc- il nostro Dylan. Ci ha resi tutti migliori.
“lei”. Massimo Cacciari, che pure si commosse in diret- co eracliteo. Finì per credere anche lui alla via tibeta- (Traduzione di Fabio Galimberti)
ta tv alla morte di Sgalambro, ritiene oggi che il pessi- na del Bardo? ©RIPRODUZIONE RISERVATA

mismo cosmico del pensatore di Lentini abbia appe- ©RIPRODUZIONE RISERVATA


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18 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

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La Cura
da L’imboscata
1996

La “cura”
contro le paure
e le ipocondrie
L’eros, la malattia e la psicoanalisi
nel suo “Cantico dei cantici”
di Vittorio Lingiardi

nutile scervellarsi sul suo significa- sto di esperienza e cultura, e disease, che è la malattia
to, testo a quattro mani con Sgalam- biologica — c’è differenza tra care, che è prendersi cu-

I bro, quattro come le lettere della pa-


rola “cura”, sei con l’articolo: La Cu-
ra. Era il 1996 e Battiato ci regalava
una delle sue gemme purissime e al
contempo sintetiche. Un po’ di leg-
gerezza e di stupidità. Che è già un insegnamento: me-
Colpisce la pertinenza
psichiatrica del testo. Ci sono
le diagnosi: sbalzi d’umore,
ossessioni e ogni malinconia
ra della relazione e cure, che è curare il corpo del mala-
to. La canzone di Battiato, in versi che si rincorrono, in-
treccia senza sosta l’universo delle nostre ammalabili-
tà — del corpo, della mente, dello spirito — e ci conse-
gna a un’idea di cura che è figlia contemporaneamen-
te della forza e della tenerezza, in questo molto genito-
scolatevi, salite e scendete, siate sufi pop, dervisci del- riale o anche molto vicina all’idea di una divinità empa-
le balere estive. Le canzoni di Battiato sono dissemina- Ci sono i dolori: turbamenti, tica che sempre protegge e mai punisce.
te di oggetti evocativi, cioè di quel vocabolario di pre- inganni, fallimenti. Soprattutto Anche se chi canta questo inno d’amore promette
senze con cui esprimiamo l’estetica del nostro Sé. Am- guarigione e salvezza, è subito evidente che è lui stes-
bienti, oggetti e paesaggi, direbbe lo psicoanalista in- c’è un “tu”, un destinatario so abitato da fragilità e spavento: e qui si affaccia l’i-
glese Bollas, che contribuiscono a formare il nostro dea che La Cura sia un dialogo interiore. Nel suo dia-
mondo interno e in generale «l’eros della forma rio seicentesco Devozioni nelle occasioni di emergenza
nell’essere». Oggetti, dunque, ad alta sensorialità psi- e nei diversi gradi della mia malattia, il poeta John Don-
chica. Nel mindscape di Battiato la cura occupa un po- ne propone una raffinata descrizione psicologica del
sto speciale, e non uso questa parola a caso. Ma andia- dialogo silenzioso tra il paziente e il medico al suo ca-
mo per gradi. Colpisce la pertinenza psichiatrica del pezzale. In poche righe, la paura di entrambi, la sinto-
testo. Ci sono le diagnosi: ipocondria, sbalzi d’umore, nizzazione empatica, la prima mossa verso la cura.
ossessioni, manie e ogni malinconia. Ci sono i dolori: «Osservo il medico con la stessa diligenza con cui lui
paure, turbamenti, ingiustizie, inganni, fallimenti. So- In versi che si rincorrono, intreccia la malattia; vedo che ha paura, e ho paura con lui». Co-
prattutto c’è un “tu”, un destinatario. Sicuramente sì attenta al corpo e alle sue malattie, comprese quel-
amato, molto amato, con verbi che non lasciano dub- senza sosta l’universo delle nostre le che temiamo ci affliggano (e c’era bisogno che qual-
bi: proteggere, sollevare, percorrere assieme, donare, ammalabilità — del corpo, cuno comprendesse gli ipocondriaci nel grande mare
guarire, salvare. Insomma ci sono un malato con il degli ispiratori di canzoni, così anche loro, anche noi,
suo medico, un bambino con il suo caregiver, un nau- della mente, dello spirito — abbiamo una lullaby), la cura Battiato si fa inevitabil-
frago con il suo soccorritore, un amato con il suo mente cosmica, decollando verso cieli quantici e inse-
amante. Forse per questo La Cura è una canzone che e ci consegna a un’idea di terapia guimenti mistici, cavalcando «le correnti gravitazio-
mi ha sempre accompagnato: psichiatria e poesia, sin- che è figlia contemporaneamente nali», «lo spazio e la luce», «le vie che portano all’es-
tomo e speranza, ferita e balsamo, malattia e destino. senza», in un sincretismo ereditato dai suoi (adelphia-
Non so bene come dirlo, ma per me La Cura è una della forza e della tenerezza ni) maestri: Guénon, Gurdjieff, Corbin. Autori che, sul-
specie di versione pop del Cantico dei cantici, una pre- la scia neoplatonica, hanno rinnovato lo studio dell’a-
ghiera a doppia percorrenza dio-uomo-dio, molto cor- nima, coscienza superiore, perché sono quelli che «co-
po («i profumi d’amore inebrieranno i nostri corpi») e noscono le leggi del mondo, e gliene hanno fatto do-
molto spirito («ti porterò soprattutto il silenzio e la pa- no». Al punto da insegnargli a danzare: come le zinga-
zienza»). Con sogni «più veloci di aquile», che al posto re, le balinesi, i dervisci tourners, i bulgari sui bracieri
delle vigne del Cantico evocano campi del Tennessee ardenti, e anche le dylaniane rolling stones, Schubert,
(«come vi ero arrivato, chissà») e fiori bianchi. Non si anche culture lontane e segrete. Anche la preparazio- i valzer viennesi e le palome cuccurucucu. Un incon-
dice mai abbastanza della sensualità del suo spirituali- ne scrupolosa di un testo, l’attenta raccolta dei contri- scio collettivo antropopop, che ci ha fatto compagnia
smo. Eppure lo canta chiaro e tondo («un rapimento buti, richiede una cura: è «a cura di». Ma cura è anche e un po’ ci ha curato in anni in cui miti più dominanti
mistico e sensuale mi imprigiona a te») in un altro dei preoccupazione, affanno: «Sento gli avversi Numi, e le e violenti andavano in pezzi. Anche perché Battiato,
suoi inni più belli: E ti vengo a cercare. Forse un amore secrete Cure che al viver tuo furon tempesta», dice il sempre giocoso, accanto all’anima non ha dimentica-
mediorientale, forse lo spasmo di Teresa d’Avila coi Foscolo. Di sicuro Sgalambro attinge dagli insegna- to l’anima-le, quello pulsionale che «si prende tutto,
suoi dardi di fuoco. menti heideggeriani in tema di Cura come forma costi- anche il caffè».
E ora il titolo: perché La Cura? Di nuovo è necessa- tutiva dell’essere, cura autentica che non deve espro- Domanda finale: in questi territori della cura, tra
rio immergersi in una pluralità di sensi, questa volta in- priare l’altro della cura di sé. E siccome l’impegnativo anima e animale, Platone e Dioniso, chi è questo “tu”,
tesi come significati. Forse la parola “cura” ne ha uno impegno de La Cura, in pieno trasporto amoroso, è di quest’essere speciale di cui aver cura, se non il nostro
solo? Cura è prendersi cura (delle persone, certo, ma guarire il tu «da tutte le malattie», a me medico che Sé grande con tutti i suoi piccoli sé? Ed è bellissimo
anche di piante e animali). È avere riguardo, custodi- ascolto viene in mente che — così come esiste una diffe- perdersi in quest’incantesimo.
re, avere a cuore: persone e cose, nel caso di Battiato renza tra illness, che è malattia inserita nel suo conte- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 19

Camminando
Battiato ritratto
da Giovanni Canitano
alla periferia sud
di Milano
in occasione
di una sessione
di registrazione
nello studio di Pinaxa
(2005)
giovanni canitano
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 21
Leggi mentre ascolti
Stranizza d’amuri
da L’era del cinghiale bianco
1979

Franco Battiato Le contaminazioni


ha fatto del rapporto culturali dell’isola,
con la terra d’origine, l’azzurro dello Ionio,
scelta come approdo il verde lussureggiante
definitivo, dei vigneti, il nero
il punto di partenza lavico delle colate,
della sua poetica i lapilli dell’Etna

utto comincia ogni giorno più tollerabile grazie

T
con un’esplosio- alla porta sull’eternità spalancata
ne di colori. In dall’unica musicassetta che ascol-
quella Milano gri- tavamo: Fisiognomica. Sarebbe ve-
gia dove Franco nuto l’autunno, mi prometteva la
Battiato arrivò voce di Franco Battiato, avrebbe
giovanissimo, la scuratu cchiù presto, gli alberi
nebbia, ripeteva, si tagliava col col- avrebbero perso i fogghi e sarebbe
tello, ma certi dettagli così diversi ricominciata a scola: quando qual-
dall’aria del suo mare e del suo vul- cuno che ami sta per morire vuoi
cano non lo spaventavano, come solo che ci sia un’altra stagione
non lo spaventava la distanza dal- per voi, e una voce a me familiare
la Sicilia: bisognava osare il capo- me lo giurava nel nostro comune
volgimento, afferrare la possibili- dialetto. Intanto, quella voce den-
tà di far parte di un fermento musi- tro il mio universo insegnava nuo-
cale irripetibile. Milano a Battiato ve parole, estranee ma altrettanto
piaceva, ripeteva spesso anche familiari: «per ogni cosa ci sono
questo, per la gioia degli estimato- un tempo e una chiamata», recita-
ri dell’aneddotica e di tutti noi che no i versi finali di quella stessa can-
ci perdiamo nella mitologia delle zone. Che fossero in arabo non l’a-
serate perdute con Gaber e Jan- vevo neppure notato, tanto mi
nacci. Il punto è che l’appartenen- sembravano la normale, fluida
za all’isola non era, per Battiato, lo prosecuzione di una lingua unica,
struggimento di un “ulisside” che esoterica e lenitiva. Allora non ne
deve farvi ritorno ma una questio- conoscevo la traduzione, li canta-
ne iniziatica e ancestrale, una po- vo come recitavo le preghiere del-
stura misterica tutt’altro che fragi- la sera, di cui memorizzavo la can-
le, certo non incrinabile per via di tilena, percorrendo misteriosi sali-
una trasferta. I colori di quella por- scendi interni a frasi e parole.
zione di Sicilia orientale da cui La stessa sensazione di esplora-
Franco Battiato veniva si apposta- zione e intimità l’ho provata ogni
vano allora nelle note e negli ar- volta che ho percepito la cura con
rangiamenti. Riascoltando i suoi cui Battiato ha costruito il suo les-
primi lavori, se aguzziamo il terzo sico medianico, saccheggiando l’a-
occhio e ci consentiamo di “veder- rabo, il greco, il francese, lo spa-
ne” gli sfondi, potranno inondarci gnolo, l’inglese a seconda del rit-
Giovanni Canitano

l’azzurro ghiacciato dello Ionio, il mo e dell’adesione a certi sposta-


verde lussureggiante dei vigneti, le radici menti filosofici, spirituali e di pen-
il nero lavico delle colate, il rosso siero. E quando toccava al sicilia-

Con la Sicilia
dei lapilli (gli stessi che lo hanno no sentivo la stranizza d’amuri toc-
salutato poche ore dopo la sua di- carmi più forte, andando dritto
partita terrena) e infine di nuovo non solo al cuore delle mie possibi-
l’azzurro, stavolta più tenue e insi- lità ma della mia nascita, delle mie
stente, di un cielo che l’Etna osa ta- origini e di tutto ciò che non avrei
gliare in due sfidando i cumulo- mai perso. Ovunque fossi stata
nembi. avrei sempre cercato ’u vadduni

che stranizza
Poi, disco dopo disco, l’isola si è da Scammacca, quel luogo mitico
trasferita dalla musica alle parole, nei pressi di Ionia, la città che non
e i testi di Franco Battiato sono sta- esisteva se non nei natali di Fran-
ti contaminati dalla scioltezza del- co Battiato, che aveva fatto in tem-
le frasi d’infanzia e dalla ricerca po a nascerci prima che fosse ridi-
culturale di una lingua che fosse, visa nei comuni di Giarre e Ripo-
di volta in volta, quella più esatta sto. Ovunque avessi visto qualcu-

d’amuri
per evocare i molti mondi dei suoi no che si sforzava di apparire più
studi e interessi. Che fosse l’arabo bello o interessante gli avrei can-
o il siciliano poco importava, tan- ticchiato è inutile ca ntrizzi e fai
to meglio se si potevano lasciare cannola, u santu è di marmura e
fluire l’uno nell’altro in una crasi non sura, come diceva anche mia
medioevale e iper-contempora- nonna e come ho sempre ripetuto
nea che scaraventava nel futuro, a me stessa per ridere di me e di
insieme, guerrieri saraceni e divi- inutili sforzi per superare le mie
nità greche, cucendo con un’ele- inadeguatezze. E se qualcuno
ganza divina i lasciti delle diverse avesse strimpellato una delle no-
dominazioni dell’isola. Solo un ge- stre canzoni più note, Vitti ‘na
nio poteva creare quel dizionario di Nadia Terranova crozza, sempre avrei pensato alla
leggero e stratificato e riassumere versione di Battiato, fra i pochi a
con tanta naturalezza mille pagi- interpretarla senza il folcloristico
ne di storia. “trallallero”, aggiunto per coprir-
Nell’estate del 1988 andai a Pan- ne l’anima da kaddish, per smorza-
telleria con mio padre. Era la no- re la struggente malinconia della
stra prima vacanza insieme e non k La biblioteca Sicilia più umbratile e misteriosa,
sapevo che sarebbe stata anche 2004: Battiato ritratto mentre quella Sicilia che lui vedeva e che
l’ultima, ma la malattia cui non sa- legge nella casa di via Monte invece non gli ha mai fatto paura.
pevo dare un nome diventava S. Agata, nel centro di Catania ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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22 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

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E ti vengo a cercare
da Fisiognomica
1988

Così è se mi pare
Il cinema
secondo Battiato
Un “Musikanten” diventato regista
tra Beethoven e l’inedito su Händel
di Elisabetta Sgarbi

siste un cinema di Franco Battiato Con Musikanten — presentato alla Mostra del Cine-
non perché ci sono film con la sua la ma di Venezia — inizia ufficialmente il cinema di Fran-

E regia, ma perché un corpo di opere


reca l’impronta del suo pensiero.
Il cinema è stato una passione
tarda, ma non meno bruciante
della musica.
Tarda, anche se non si possono tralasciare i video-
Anche i suoi videoclip erano
forme d’arte. “Cosa sei venuto
a fare qui?” chiede un arabo,
in arabo, nel mezzo del deserto,
co Battiato (genitivo soggettivo), il “suo” cinema. L’ac-
coglienza non fu entusiasta. Ma lui non ha mai avuto
bisogno del consenso del pubblico per essere certo
della strada intrapresa. All’Hotel Des Bains, al Lido, lo
trovai spavaldo e ironico come sempre.
In un libro/intervista che stavamo curando con
clip, che videoclip non sono mai stati. Eugenio Lio, presenza costante ai nostri incontri,
Franco non li amava e, anzi, tendeva a prenderli in“Voglio vederti danzare” Franco disse a proposito di Musikanten: «Per fortu-
sempre meno sul serio, facendo impazzire i discogra- Franco risponde: “A fermare la na ho iniziato tardi a fare cinema così ho saltato
fici. In quei (non) videoclip dei primissimi anni ’80 (re- tutti quei passaggi in cui impari come farlo, la
gia di Luca Volpatti, Francesca Messina, Franco Bat- latinizzazione della lingua araba” grammatica e la sintassi. Non esistono grammati-
tiato) il cinema già traspare. ca e sintassi nell’arte».
«Cosa sei venuto a fare qui?» chiede in Voglio veder- L’ultimo diaframma che lo divideva dal gusto pie-
ti danzare, un arabo, in arabo, intorno al fuoco, nel no della libertà era la distribuzione nelle sale.
mezzo del deserto. Così, per il suo terzo film, Niente è come sembra,
La risposta di Franco: «A fermare la latinizzazione mi volle come complice di questa operazione spe-
della lingua araba». ricolata di uscire direttamente in dvd e in libreria,
Poi inizia la canzone. Ma il dado è tratto, e l’immagi- e io ne fui l’editore. E fu un grande successo, da
ne è già cinema. 50.000 copie.
Anni dopo venne l’esordio al cinema, nel 2003, con Un professore ateo (Giulio Brogi) si perde in un bo-
PerdutoAmor, regia e soggetto di Franco Battiato, sce- sco e si ritrova in una casa misteriosa, in un consesso
neggiatura di Franco Battiato e Manlio Sgalambro. di persone che discutono problemi metafisici.
Una produzione importante, la Warner, accanto al- In una scena bellissima, la mistica del XII sec., Ilde-
la sua Ottava e Francesco Cattini; a Luca Volpatti che, garda von Bingen (Sonia Bergamasco) ha una visione
dai (non) videoclip, non lo abbandonerà più; a France- dei misteri ultimi.
sco Messina (per il quale rimando alla lettura di Ogni All’uscita della proiezione al Festival di Roma, Enri-
tanto passava una nave). co Ghezzi che aveva seguito il cinema di Franco, mi
La nave di Teseo Editore

Un film autobiografico, in cui Franco aprì squar- disse: «È il suo film più bello, è il suo film più suo».
ci sulla sua vita e anche sul difficile rapporto con Ci furono ancora due documentari, che pubblicai
il padre: «Tu non sei sposato con me, ma con la per la libreria: uno dedicato a Bufalino, e uno dedica-
tua minchia», tuona una intensa Sonia Bergama- to al Bardo, al transito dalla vita alla morte. Ci furono
sco (madre di Franco nel film) al padre traditore le nostre molte collaborazioni. Lui e io non eravamo
(Nini Bruschetta). professionisti del cinema, e questa estraneità a un
Qualcuno disse che Franco aveva concesso troppo mondo che così tanto ci coinvolgeva, aveva arricchi-
poco allo spettatore. fia, Daniele Baldacci, fino alle macchine da presa. to il nostro rapporto. Franco curava le colonne sono-
In realtà Franco era convinto di avere concesso E mirò più in alto. Il cinema diventò, definitivamen- re dei miei film. Di Deserto rosa, il mio film su Luigi
troppo. Si era preso molte licenze rispetto alla gram- te, l’occasione per dare voce alla sua profondità spiri- Ghirri, scrisse le musiche e mi insegnò il valore del si-
matica cinematografica, ma non a sufficienza. tuale, ai suoi studi, alle sue convinzioni sul destino lenzio che si posa sulle immagini.
Aveva tenuto i monologhi di Sgalambro, in cui c’è degli uomini. Ma Franco è già tutto proteso al suo nuovo film. Sta-
molto di Franco: «Comunicare è da esseri frettolosi. Grazie all’ipnosi, i due protagonisti di Musikan- volta intende andare nelle sale e non smarrire sé stes-
Comunicare è da insetti, esprimerci ci riguarda». Ma ten, Marta (Sonia Bergamasco) e Nicola (Fabrizio so. Cerca di completare il budget. Scrive la sceneggia-
capii che aveva dovuto districarsi tra esigenze pro- Gifuni), retrocedono in una vita anteriore, dove so- tura: un film in costume su Friedrich Händel. Letta la
duttive che gli dovevano essere risultate asfissianti. no parte dell’entourage di Beethoven (Alejandro sceneggiatura, posso dire che sarebbe stato la sua Vo-
E infatti, per il suo film successivo, Musikanten Jodorowsky). ce del padrone cinematografica. E, a partire da questo
(2006), volle il pieno controllo della produzione. Fran- Forse pubblico e critica si aspettavano un film stori- film, avremmo riletto tutti i suoi film con nuovi occhi.
co voleva esprimersi, non comunicare. co sul genio musicale di Beethoven, ma l’obiettivo di Franco ha avuto nel cinema — come in tutto quanto
Accompagnato dall’imperturbabile Francesco Franco era diverso: raccontare il dialogo tra saperi, ha fatto — la caparbietà di cercare la propria strada, di
Cattini e dal suo storico ingegnere del suono, Pino tra scienza e “pseudoscienza” le quali, secondo Fran- lasciare gli ormeggi e di seguirsi.
Pischetola, scelse tutto lui: il direttore della fotogra- co, dovevano arrivare alle medesime conclusioni. Ora quella strada ci appare un sentiero interrotto
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 23

E ti vengo
a cercare
Palombella
Da “Bianca” a “Caro diario”, le sue canzoni
come colonne sonore di Nanni Moretti

di Paolo Di Paolo

antavano tutti tanto Battiato canta: «Da una casa


all’unisono, e per- lontana tua madre mi vede/ si ricor-

C fino intonati: in
duecento e più,
seduti sugli spal-
ti di una piscina
di Acireale. Quel-
la in cui si tiene a galla Michele Api-
da di me…». La musica sfuma, don
Giulio si siede accanto a una ragaz-
zina e le chiede di leggere il tema
che ha scritto. Lei lo legge, lui com-
menta: «Vi amo, voi tutti che siete
in questo bar!». La voce di Battiato
cella/Nanni Moretti in veste di pal- sembra agganciare quella di Moret-
lanuotista — e in attesa di battere ti e mentre l’attore-regista guarda
un rigore decisivo. Suono in presa nel vuoto, il cantautore parla forse
diretta, e una specie di crescendo anche per lui: «E per un istante ri-
che si fa avvolgente come un coro torna la voglia di vivere/ a un’altra
da stadio. Straniante, struggente. velocità». Scalo a Grado, invece,
La canzone è una canzone di Fran- dall’album L’arca di Noè, si attaglia
co Battiato, E ti vengo a cercare, da- con meno struggimento a una sce-
tata 1988. Il film di Moretti, Palom- na in spiaggia — un lampo di eterna
bella rossa, è del 1989. E quei versi estate italiana. Il prof di matemati-
il protagonista del film, funziona- ca che spia le vite altrui osserva
rio del Pci in crisi esistenziale, co- con crescente insofferenza coppie
mincia a intonarli nel corso di una avvinghiate sulla sabbia. Si stacca
tribuna politica. Così, all’improvvi- il verso «l’aria carica di incenso»
so: «Questo sentimento popolare/ (Battiato raccontava una domeni-
nasce da meccaniche divine/ un ra- ca di Pasqua) mentre Apicella/Mo-
pimento insieme mistico e sensua- retti cammina a passi svelti verso
le/ mi imprigiona a te». Prima scan- una ragazza distesa prona a pren-
disce le parole, come fossero lo svi- dere il sole, e prova ad abbracciarla
luppo di un ragio- a tradimento. Con
namento, poi can- conseguente rea-
ta, lasciando inter- zione indignata di
detto l’uditorio. E lei, e semi-linciag-
un po’ anche il can- gio da parte dei ba-
tautore che — inter- gnanti. Le cui urla
vistato da Alberto si confondono,
Crespi — disse di con doppio o tri-
averlo trovato plo straniamento,
spiazzante. Si ai versi dell’Agnus
aspettava — ag- Dei che Battiato,
ansa

giunse — che il te- già di suo, effonde-


sto fosse usato in va impastando co-
chiave più ironica. Più ironica di co- ro da chiesa a musica elettronica.
sì? E d’altra parte, come ha scritto Nel cinema di Moretti le canzoni
Gino Castaldo su Repubblica all’in- pop sono una costante: ma più che
domani della morte di Battiato, «E da colonna sonora, funzionano da
ti vengo a cercare potrebbe essere talismani, oggetti magici che spri-
dedicata a una persona, a Dio, all’a- gionano una loro forza narrativa.
nima, alla verità, fate voi». Che il personaggio alzi il volume di
Non aveva invece riserve, Battia- una radio, che canti mentre è al vo-
to, sulle sequenze dei due film pre- lante (o, appunto, nel pieno di una
CAMILLA MORANDI/ansa

cedenti di Moretti che hanno per tribuna politica), che accenni passi
colonna sonora l’uno Scalo a Grado di danza perfino a bordo di una Ve-
— Bianca, 1984 — e l’altro I treni di spa, le canzoni determinano una
Tozeur — La messa è finita, 1985. Il sorta di racconto parallelo, e con-
Moretti dei pieni anni Ottanta sce- corrono alla definizione di una ra-
glie Battiato, che in quel decennio diografia emotiva. Ritornerai di
troppo presto. k Sul set scala classifiche non solo italiane; Lauzi o Sei bellissima, The Blower’s
La fine di questo suo cammino terrestre è avve- Qui sopra: Franco Battiato in una foto e fa letteralmente esplodere quelle Daughter o Todo cambia — un filo di
nuta nella sua Sicilia, nella sua casa di Milo, ac- di scena di PerdutoAmor (2003), il suo primo canzoni, come spesso accade nel tristezza, o un’allegria contagiosa,
canto al fratello Michele. Lo aveva annunciato in film da regista. A sinistra: Elisabetta suo cinema, alimentando uno spe- un ritmo magnetico che mette in
PerdutoAmor, nelle parole finali affidate a Man- Sgarbi/Betty Wrong nel videoclip di Bist ciale “universo visivo-sonoro” e moto i piedi e scalda l’ugola.
lio Sgalambro, seduto a un Caffè: «Questa terra è du bei mir dall’album Ferro battuto (2001) dunque emotivo. Malinconico? Non si può fare a meno di canta-
magica e richiama sempre chi vi appartiene. Co- Emiliano Morreale dice di sì, parla re, e di ballare. «Saper ballare!»
me se esercitasse un diritto». di «un senso di perdita, oscuramen- esclama Moretti in sella alla Vespa
Ma un film di Franco non può terminare con te alluso». Le note di Battiato in La di Caro diario. E fa eco, senza voler-
questa enfasi. i Colonna sonora messa è finita partono mentre don lo, a quel Battiato d’annata (sem-
E infatti, ironico e goloso come era lui, Perdu- Nanni Moretti in una foto di scena Giulio si aggira pensoso in un bar — pre primi, fulgidi Ottanta) che can-
toAmor finisce con una comanda allo spettato- di Palombella rossa (1989). Nel film Michele ricostruito in un vecchio drive in tava, ispiratissimo, «E gira tutto in-
re-cameriere: «E comunque: una granita di man- Apicella/Nanni Moretti in veste romano di Casal Palocco —, fa una torno alla stanza mentre si danza,
dorle!». di pallanuotista canta E ti vengo a cercare telefonata da un telefono pubblico danza».
©RIPRODUZIONE RISERVATA di Battiato, dall’album Fisiognomica (1988) dando le spalle allo spettatore, e in- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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24 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Leggi mentre ascolti


Lode all’Inviolato
da Caffè de la Paix
1993

Angelo Branduardi
Franco e il diavolo
che suona il violino
Ricordi di collaborazione e amicizia
tra chi sa che la musica “vede Oltre”
di Raffaella De Santis

l legame tra Angelo Branduardi e Fran- Ogni volta prima di predicare lo suonava. Ora è nel museo
co Battiato era fatto di note e di un’idea del Sacro Convento di Assisi».

I della musica sghemba rispetto alle mo-


de, spinta a cercare oltre i suoni. «Possia-
mo chiamarla spiritualità», dice Bran-
duardi, «senza la quale la musica stessa
non esisterebbe». Branduardi, il mene-
strello che ha fatto rivivere la tradizione medievale e rina-
Ci siamo incontrati la prima
volta nel 1973 al festival rock
di Villa Pamphili a Roma
La situazione non fu facile
La musica per Battiato era anche questo, una via
mistica per accedere a territori non raggiungibili con
gli strumenti della ragione?
«È così, Ennio Morricone diceva che la musica è l’arte più
astratta e dunque la più vicina all’assoluto. Le note
attraversano la sala, se ne vanno e non tornano più. Mi
scimentale, racconta il suo Battiato, l’amico geniale e il mu- viene in mente Arturo Benedetti Michelangeli».
sicista che guardava l’assoluto senza mai smettere di esse- Ci tirarono di tutto: bottiglie, Per altro citato in “Mesopotamia”, dove Battiato ne
re divertente. «Brani come E ti vengo a cercare o La messa lattine, zolle di terra. Alla fine canta la “misantropia celeste”.
arcaica sono vie per l’elevazione», dice. «Le dirò di più, Arturo Benedetti Michelangeli a un certo
Vi conoscevate da molto tempo? portammo a casa la pelle punto si rifiutò di incidere dischi perché secondo lui la
«Ci siamo incontrati la prima volta nel 1973 al festival musica non poteva essere fermata o trattenuta, andava
rock di Villa Pamphili a Roma, dove io suonavo da solo co- lasciata andare».
me uno strapelato, uno squattrinato, e Franco si esibiva È un’idea filosofica della musica, lontana
con Juri Camisasca. Eravamo due sconosciuti, o quasi. Io dall’intrattenimento.
avevo 23 anni e solo l’anno dopo avrei debuttato con un di- «Ho cominciato a studiare violino a Genova a cinque anni e
sco, lui 28 e aveva inciso se non sbaglio Fetus e Pollution. fin da piccolo mi è sempre stato insegnato che la musica è
La situazione non fu facile». una visione, è vedere ciò che non c’è».
Perché? Con Battiato condividevate la tensione
«La folla era agitata, ci tirarono di tutto. Volarono contro di trascendente e l’amore per il violino. Che cosa ha di
noi bottiglie, lattine, zolle di terra. Alla fine però portammo particolare questo strumento antico?
a casa la pelle (ride, ndr). Ricordo benissimo la scena: «Come ho detto altre volte è unico, non sei tu che suoni lui
Massimo Valicchia/NurPhoto/NurPhoto via Getty Images

Franco non stava sul palco con Camisasca ma suonava una ma è lui che suona te. A un certo punto le mani vanno da
piccola tastiera elettronica nascosto dietro le quinte». sole, è una magia che ha una spiegazione scientifica, legata
Come era nato il sodalizio tra i due? a una sorta di memoria muscolare, ma a me piace pensarla
«Avevano tante cose in comune, a partire dalla spiritualità, in un’altra maniera, mi piace credere che il violino sia lo
e Camisasca musicalmente era una sua creatura. Più tardi strumento del diavolo, che sia lui che comanda».
si sarebbe fatto monaco, ritirandosi in un monastero». E infatti in “Lode all’inviolato” Battiato dice: “E lo
E voi, avete iniziato a frequentarvi allora? sapeva bene Paganini, che il diavolo è mancino e
«Ogni tanto me lo ritrovavo a qualche mio concerto. Una subdolo, e suona il violino”.
volta anche a Riposto, il suo paese natale. Sarà stata la «Il violino è innanzitutto l’âme e la corde, l’anima e la corda.
metà degli anni Settanta». Il dito preme la corda e più forte la preme più il violino
Più tardi Battiato collaborò al suo disco su San suona. È un prolungamento del corpo come lo erano gli
Francesco “L’infinitamente piccolo”, come lo strumenti primitivi inventati dall’uomo milioni di anni fa.
convinse? Dentro un violino ci sono il passato, il presente e il futuro».
«Non ci fu alcun accordo manageriale, nessun provino virgola, allora iniziai a interessarmi ma proruppi in un “Futuro antico” è il titolo di un suo progetto
mandato in anticipo. Accettò la mia proposta di grido: perché lo chiedete a me che sono un peccatore? musicale ma potrebbe essere di Battiato.
partecipare nel brano Il sultano di Babilonia e la prostituta Mi risposero con gusto molto francescano: perché Dio «Il futuro antico è un paradosso e Franco, come me, amava
senza averlo ascoltato prima e senza aver letto il testo». sceglie sempre i peggiori. Tornando al Sultano, è un i paradossi. La crisi della musica occidentale non me la
Gli bastò evidentemente sapere che si trattava di brano popolare con un’orchestra di organetti tratto dai sono inventata io. Si pensi al famoso accordo del Tristano
testi francescani. Fioretti, l’opera più poetica del cristianesimo insieme al di Wagner che chiude la musica tonale. Debussy a
«Francesco è il primo poeta della nascente letteratura Cantico di Frate Sole». proposito diceva che Wagner era un tramonto scambiato
italiana, senza il quale non ci sarebbe stato nemmeno È il racconto di un viaggio attraverso il peccato, per alba. Anche Schönberg, del quale Franco sapeva
Dante. In ogni caso non era stata mia l’idea di musicare non è difficile immaginare che cosa attirò Battiato. molto, alla fine se ne uscì dicendo “quanta bella musica ci
gli scritti francescani. Un giorno si erano presentati «La vicenda è curiosa. Siamo a Damietta, durante la V sarebbe ancora da fare in Do maggiore”. Niente male per
quattro giovani frati e mi avevano fatto la proposta. crociata, e Francesco si presenta al sultano, il quale uno dei più grandi teorici della dodecafonia, una mazzata
All’inizio ero perplesso perché la musica devozionale rimane rapito dal suo modo di parlare e alla fine gli fa un sui piedi allucinante». Allora perché parlare di “futuro
non mi piaceva. Ma poi mi spiegarono che era regalo straordinario, un olifante, un corno d’ebano e antico”? Perché a volte facendo un passo indietro se ne
un’operazione filologica, che non andava cambiata una d’argento che Francesco porterà con sé per tutta la vita. fanno due avanti».
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 25

giovanni canitano

Ma la musica non va oltre la temporalità? «Questo non lo so, sarebbe bello, voglio pensare che sia
Kierkegaard diceva che “dove i raggi del sole non così. La musica vede Oltre. Lo scriva con la “o” maiuscola».
arrivano, arrivano i suoni”. Tutto questo spiritualismo non rischia di fare di
«Qui entriamo in un altro incredibile territorio. Il potere Battiato un guru mentre lui era un postmoderno
della musica sulla mente umana è enorme. Avrà sentito spiritoso e scriveva cose come “A Beethoven e Sinatra
parlare del tritono. Provo a cantarglielo, fa così: Da Don preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più
(canta, ndr). Non le fa paura? Le musiche dei film calorie”?
dell’orrore sono piene di tritoni. È psicoacustica. Il tritono k Con il violoncello «È vero aveva una grande ironia, era simpatico.
è stato proibito al Concilio di Trento perché evocatore del I provini scattati da Giovanni Canitano Abbiamo cenato insieme tante volte, gli piaceva
demonio. D’altronde è noto che nei casi di demenza senile, mostrano Battiato impegnato nella photosession perfino raccontare barzellette. Soprattutto nella prima
perfino di alzheimer, la mente non cancella la musica. È per il disco Campi Magnetici (2000) fase della sua carriera era molto sarcastico. La voce del
stupefacente». Nella pagina accanto: Angelo Branduardi padrone era fulminante. Con un aggettivo direi che
Crede che negli ultimi anni a Battiato sia rimasta la al violino durante un concerto all’Auditorium Parco Franco era ampio. Amava tutto».
musica? della musica di Roma nel 2015 ©RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 27

Guida ragionata
e sentimentale
agli album
di Franco Battiato
Dalla sperimentazione
al pop, passando per live
e cover, le canzoni
che ci hanno ispirato
un “sentimento nuevo”

1980
Franco Battiato con Giusto
Pio a Milano, nello studio
di Corso Genova 26: servizio

Discografia
fotografico per Emi Italiana

Quando la musica trovò


la voce del padrone
Roberto Masotti / Lelli e Masotti Archivio

di Gianni Santoro e Andrea Silenzi


pagina
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28 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Provocazioni elettroniche, pop colto da classifica e misticismo


La discografia del Maestro è un lungo percorso
in perenne trasformazione: nulla si ripete e tutto si modifica

1972 1972

La nascita Ecco l’artista


di una leggenda brutto e cattivo
U n concept che racconta
l’avvento di una nuova
vita, dal concepimento alla
Fetus
S ulle riviste musicali gli
spazi pubblicitari ideati
da Gianni Sassi invitavano i
Pollution
Gennaio Dicembre
nascita. L’esordio di Battiato, lettori a non ascoltare
1972 1972
nato sotto lo sguardo geniale «l’artista più brutto, più di
Bla Bla Bla Bla
dell’art director Gianni Sassi, cattivo gusto d’Italia».
è ispirato da Aldous Huxley e Battiato continua la sua
dal programma scientifico ricerca elettronica, anche se il
Destinazione uomo. Con un rock assume un ruolo più
sintetizzatore acquistato a prepotente. Le reazioni del
Londra e una copertina shock, pubblico nei live sono
Battiato getta il pop italiano in rabbiose: l’artista provoca ma
uno stato di allucinazione. mai in modo gratuito.

1973 1974

Tra ricerca Inseguendo


e piacere Stockhausen
D opo una crisi d’identità
che lo porta ad
allontanarsi da scelte
Sulle corde
C’ è un’unica canzone, No
U Turn, in mezzo a
esplorazioni sonore e
Clic
di Aries Novembre
estreme, Battiato inizia il suo frammenti lirici e musicali
Dicembre 1974
viaggio nella meditazione (Ethika for Ethika). Battiato
1973 Bla Bla
autodidatta prestando ascolto guarda a Stockhausen (c’è una
Bla Bla
a compositori come Terry dedica nel libretto del disco) e
Riley, Steve Reich e immagina un clic che richiami
addirittura Stockhausen e ai il rumore di un interruttore.
gruppi elettronici tedeschi Propiedad prohibida sarà per
come Popol Vuh e Tangerine anni la sigla di Tg2 Dossier.
Dream. Il gusto della ricerca si L’artista guarda avanti, senza
unisce al piacere dell’ascolto. compromessi.

1975 1977

Collage sonoro La scoperta


e organo a canne dei mistici
L’ etichetta Bla Bla, che
aveva regalato spazio
alla scena italiana
M.lle
L a nuova fase si inaugura
con una scelta spiazzante:
Battiato si occupa solo della
Battiato
Le “Gladiator” Novembre
d’avanguardia, chiude la sua composizione, a eseguire ci
Ottobre 1977
avventura. E con questo lavoro sono il pianista Antonio
1975 Ricordi
Battiato termina il suo periodo Ballista e la soprano Alide
Bla Bla
sperimentale non prima di un Maria Salvetta. Il disco
tour insieme ad alcuni amici propone due sole
tra cui Juri Camisasca e Lino composizioni: Zä e Café table
Vaccina. Un’intera facciata musik. Ma intanto il musicista
dedicata al collage sonoro e si getta nello studio degli
due lunghe improvvisazioni spartiti e incrocia il pensiero
all’organo a canne. del poeta e filosofo Gurdjieff.

1978 1978

La rinascita Sulle tracce


del compositore di Gurdjieff
P er la prima volta appare
Giusto Pio, violinista e
musicista di estrazione classica
Juke Box
S tavolta l’ispirazione arriva
dal libro di Gurdjieff
Incontri con uomini
L’Egitto prima
Maggio delle sabbie
che diventerà un collaboratore straordinari, nel quale il
1978 Settembre
fondamentale nei futuri dischi mistico parla di Egitto prima
Ricordi 1978
di canzoni. Le musiche erano delle sabbie, di un luogo
Ricordi
state pensate per un scoperto attraverso antiche
documentario Rai su mappe. Battiato materializza la
Brunelleschi, ma il progetto suggestione in un fraseggio di
non andò a buon fine. Il clima è pianoforte ripetuto a intervalli
austero e poco sperimentale. ciclici, che crea un effetto
L’atmosfera è quella della ipnotico. Vince il premio
composizione colta. Stockhausen: 500.000 lire.
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 29
Dentro la sua musica c’è la lezione del Novecento
dall’avanguardia alla contemporanea
passando attraverso la canzone più popolare

1979 1980

La strada Illuminazioni
per il successo dall’Est
D opo cinque anni di soli
brani strumentali, il
musicista siciliano torna a
L’era
U n lavoro breve (appena 27
minuti di durata) ma che
si avvicina alla magia degli
Patriots
del cinghiale Ottobre
cantare inventando, di fatto, anni successivi. Prospettiva
bianco 1980
un nuovo canone per le Nevski è un riassunto
Settembre Emi
canzone pop italiana. Violino illuminante dell’estetica che
1979
e chitarra elettrica, esotismo e sta trasformando Battiato in
Ricordi
preghiere, citazioni colte e un fenomeno di massa:
rimandi al dialetto e tanta suggestioni, ricordi personali,
melodia. Tutto nuovo, da rimandi a storie e culture
L’era del cinghiale bianco a lontane. Up patriots to arms è
Magic shop e Pasqua Etiope. l’inno che racconta la
Spiazzante. Fruibile. mutazione del concetto di pop.

1981 1982

Una rivoluzione Migrazioni


in sette brani e danze pop
S ette canzoni, sette
successi. record di
vendite e classifiche
La voce
D opo il boom di vendite e
dopo aver collaborato
con Milva e Giuni Russo
L’arca di Noè
del padrone Dicembre
dominate. Un intero Paese che (Un’estate al mare porta la sua
Settembre 1982
canticchia di cori russi, firma), Battiato rinuncia alla
1981 Emi
vecchie bretoni e centri di tentazione di uno scontato bis
Emi
gravità permanente persino e sceglie una strada rischiosa.
sotto l’ombrellone. Battiato è Si concentra sui pericoli del
il nuovo che spazza via tutto il futuro prossimo (migrazioni,
resto: citazioni a ruota libera, ambiente, tecnologia)
passato e futuro e la batteria affidandosi ai suoni
di Cuccuruccu a scandire un campionati. E regala ai suoi
tempo mai ascoltato prima. fan Voglio vederti danzare.

1983 1985

Amore, Africa Ripescando


e altre storie tra gli archivi
I l successo ha un prezzo.
Battiato lo paga soprattutto
con questo disco,
Orizzonti
N iente è mai scontato
nell’arte di Battiato. Che
cerca nuove svolte per mettere
Mondi
perduti lontanissimi
ingiustamente considerato da parte il pop e tornare alla
Dicembre Aprile
minore. Pur se tecnicamente ricerca. Qui mette insieme
1983 1985
non ineccepibile, l’album inediti e ripescaggi: il titolo è
Emi Emi
contiene frammenti tratto da una inedita
indimenticabili come La composizione sperimentale del
stagione dell’amore e Mal 1979. Poi ci sono L’animale,
d’Africa e illuminazioni da amatissima dai fan, e le versioni
riscoprire come Tramonto solitarie di Chan-son
occidentale, Campane tibetane egocentrique e I treni di Tozeur
e Gente in progresso. portate al successo con Alice.

1988 1989

Dopo l’opera Il primo live


tanta orchestra non si scorda mai
R educe dall’opera Genesi,
apprezzata dal pubblico,
Battiato resta in bilico tra le
Fisiognomica
U n disco live (il primo in
carriera) tratto dai
concerti italiani, francesi e
Giubbe rosse
Aprile Novembre
tentazioni classiche e canzoni spagnoli. La novità è l’inedita
Esordiente 1988 1989
infuenzate dalla nuova Giubbe rosse, che apre il disco
Emi Emi
Franco Battiato esperienza. Mette in ed è dedicata ai garibaldini:
all’epoca del suo copertina una foto con il suo un omaggio alla Sicilia dove è
primo album Fetus naso “originale” (se lo ruppe tornato a vivere. Poi
I suoi esordi nel durante una partita di calcio) compaiono tre brani mai
fabio emilio simion

mondo della musica e lancia brani dal forte incisi prima dall’autore:
coincisero con il suo carattere orchestrale. Alexander Platz, Lettera a un
trasferimento a Milano Spiccano E ti vengo a cercare e governatore della Libia
L’oceano di silenzio. e Mesopotamia.
pagina
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30 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

Ecco la Patria in crisi, Manlio Sgalambro e “La Cura”


Ma senza rinunciare all’idea di una musica senza frontiere
con tentazioni hard rock e omaggi a Fabrizio De André

1991 1993

Come è povero Iraq e India


questo Paese senza frontiere
D opo tante esperienze
diverse il formato
dell’album gli sta stretto: lo
Come
D a un luogo chiuso, il caffè
de la paix parigino caro a
Gurdjieff, gli orizzonti si
Caffè de la Paix
un cammello Ottobre
divide a metà, quattro canzoni espandono: nello spazio – le
in una grondaia 1993
e quattro lieder, da Wagner a tablas indiane di Ricerca sul
Novembre Emi
Beethoven. Il momento lirico è terzo, la poesia orientale di
1991
Plaisir d’amour, diciottesimo Haiku – e nel tempo – il latino
Emi
secolo, di Martini il Tedesco, cantato in Delenda Carthago e
poi diventata Can’t help falling soprattutto la tradizione
in love per Elvis Presley, ma il musicale irachena in Fogh in
capolavoro è Povera patria, Nakhal. Musica senza frontiere,
invettiva servita con elegante da non confondere con le
sconforto. tentazioni etno-rock dell’epoca.

1995 1996

E poi arrivò Ecco “La cura”


Sgalambro a ogni malattia
D ue anni prima per l’opera
Il cavaliere dell’intelletto
l’incontro con il filosofo
L’ombrello
I nizia con Sgalambro che
recita Eraclito e subito
dopo arriva Callimaco (Di
L’imboscata
e la macchina Ottobre
Manlio Sgalambro, che lo passaggio) e prosegue con il
da cucire 1996
accompagnerà fino alla sua pop rock accessibile di Strani
Aprile Polygram
scomparsa nel 2014. Suoi i giorni. Ma è soprattutto
1995
testi che rinvigoriscono le l’album di un classico come La
Emi
musiche di Battiato: «Va bene, Cura, tra i maggiori successi
hai ragione, se ti vuoi sparare. della carriera, poi cantata
Un giorno lo farai con anche da Celentano: «E
determinazione. Ma per ora guarirai da tutte le malattie,
rimanda...», canta in Breve perché sei un essere speciale
invito a rinviare il suicidio. ed io avrò cura di te».

1998 1999

Otto minuti Omaggio


di Shakleton a De André
L a voglia di sperimentare e
confrontarsi con suoni
contemporanei nella forma
Gommalacca
S marcandosi dal suo status
ritrovato di popstar di
successo, Battiato decide di
Fleurs
Settembre Ottobre
canzone, tirata fino ai limiti cimentarsi con i repertori
1998 1999
degli oltre otto minuti di degli altri: per il primo album
Polygram Mercury
Shakleton, un viaggio con di cover attinge a De André
Sgalambro-Virgilio che culmina (La canzone dell’amore
in una coda tribale. Il mantello e perduto), Endrigo, Brel,
la spiga è l’apoteosi hard rock Trenet che interpreta
che gioca con il kitsch, Shock in coerentemente con ensemble
my town il singolo, Vite parallele da camera. Tre inediti: uno –
la carezza. Uno degli ultimi Le voci si faranno presenze –
capolavori. nascosto come ghost track.

2000 2001

Come ballano Inseguendo


i suoni un nuovo pop
L a star dei classici entrati
nel canzoniere italiano
spiazza ancora una volta: su
Campi
I l ritorno alle canzoni sfocia
nel pop rock massimalista
(Running against the grain con
Ferro battuto
magnetici Aprile
commissione del Teatro del Jim Kerr dei Simple Minds). Bist
Giugno 2001
Maggio Musicale Fiorentino du bei mir sarà ripresa anche da
2000 Sony
compone queste musiche per Milva. Nelle composizioni
Sony
un balletto di Paco Decina e (Il cammino interminabile, in
Classical
dentro ci infila elettronica, siciliano), nel citazionismo
ambient e scienza (affidata alla (Ciajkovskij in Personalità
voce di Sgalambro). La voglia empirica) e nelle scelte (Hey Joe
di stupire e mettersi alla prova di Hendrix) trapela una certa
è intatta. Sottotitolo: “1 num3r1 stanchezza. Da rivalutare
non 51 possono amar3”. Lontananze d’azzurro.
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Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 31
Gli anni dei mondi lontanissimi che diventano vicini
tra cover, tributi e collaborazioni imprevedibili
da Carmen Consoli ai Krisma fino a Cristina Scabbia

2002 2004

Ancora cover Nuova linfa


di perduti amor dalle chitarre
I l secondo album di cover si
chiama Fleurs 3. Meno
ricercata la scelta dei brani
Fleurs 3
T ante chitarre elettriche
rinvigoriscono la musica
dell’artista, che confeziona
Dieci
Agosto stratagemmi
(scontate Insieme a te non ci sto dieci brani a fuoco, in cui ospita
2002 Ottobre
più e Il cielo in una stanza), ma Maurizio Arcieri e i Krisma e
Sony 2004
Battiato si toglie qualche sfizio addirittura Cristina Scabbia
Sony
pescando tra Chaplin (Se mai) e della band metal Lacuna Coil
Strauss (Beim Schlafengehen). (I’m that). E con Tra sesso e
Poco incisivo l’unico inedito, castità infila ancora una volta
Come un sigillo, in duetto con un singolo che piace a pubblico
Alice. Perduto amor (Adamo) e radio. Nella conclusiva La
sarà anche il titolo della sua porta dello spavento supremo
prima regia. canta Sgalambro.

2007 2008

Giovani band Con Carmen


senza banalità non solo tributi
R oyal Philharmonic
Orchestra e le giovani
band Fsc e Mab
Il vuoto
A ncora cover: il terzo
album si intitola
Fleurs 2. E non solo, anche
Fleurs 2
Febbraio Novembre
accompagnano il viaggio tra i qualche novità: dopo
2007 2008
nuovi brani. La solennità è quarant’anni di carriera
Universal Mercury
affidata a Niente è come Battiato ancora sbuca nella
sembra, dagli insegnamenti top ten dei singoli con Tutto
del Buddha, che sarà anche il l’universo obbedisce all’amore,
titolo del suo terzo ed ultimo l’inedito interpretato con
film da regista. Non uno degli Carmen Consoli. Il brano con
album migliori, ma la banalità Antony, Del suo veloce volo,
non è mai una possibilità ispirerà un album dal vivo in
contemplata. coppia.

2009 2012

Mai così diretto Il testamento


e adirato in forma canzone
«U no dice che male c’è
a organizzare feste
private con delle belle ragazze
Inneres Auge
«L ascio agli amici gli anni
felici delle più audaci
riflessioni, la libertà reciproca
Apriti sesamo
Novembre Ottobre
per allietare primari e servitori di non avere legami». Il suo
2009 2012
dello stato? Non ci siamo capiti. Testamento lo rese pubblico nel
Universal Universal
E perché mai dovremmo pagare 2012 in Apriti sesamo, l’ultimo
anche gli extra a dei album di canzoni inedite.
rincoglioniti?». Mai così diretto Citazioni di Dante, Gluck,
e adirato, con la voce filtrata dal Teresa d’Avila, nessuna epicità
vocoder, come nel brano nelle melodie. E c’è la finta
Inneres Auge. Nuove versioni, nostalgia di Quand’ero giovane
una cover di De André e un altro («Viva la gioventù, che
inedito, ’U cuntu, in siciliano. fortunatamente passa»).

2014 2019

Bentornata Il lungo addio


elettronica con la sola voce
Shock
in my town
Franco
Battiato posa
N on che si sia mai adagiato
sugli allori, ma qui il colpo
di coda è imponente, la voglia di
Joe Patti’s
«N ulla si crea, tutto si
trasforma». Il commiato
dal suo pubblico è un album
Torneremo
per una photo Experimental ancora
sperimentazione è dichiarata con le registrazioni di classici
session sul set Group Ottobre
anche nel titolo del coraggioso insieme alla Royal
del videoclip Settembre 2019
progetto ideato con Pino Philharmonic Orchestra dalle
“Shock 2014 Sony
“Pinaxa” Pischetola. Non brani prove del tour del 2017. E in più
in my town”, Universal
ma un lavoro di montaggio che l’ultimo inedito, che dà il titolo
1998, girato attinge a quarant’anni di suoni al lavoro, consegnato quando
nel Castello
giovanni canitano

e testi per trasformarli. Fino alla Battiato è già via dalle scene:
degli Schiavi techno di L’isola elefante. Chi è «Finché non saremo liberi
a Fiumefreddo Joe Patti? Uno zio, fratello della torneremo ancora. E ancora» le
madre emigrato in Florida. sue ultime parole registrate.
pagina
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32 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) Sabato, 22 maggio 2021

A Vivaldi
non preferiva
l’uva passa
Da “Genesi” a “Telesio”
il senso di Battiato per la classica
di Leonetta Bentivoglio

isognerebbe pensare che Franco Diciamo che, nel suo forte rapporto con la classica e la
Battiato se n’è andato da questa ter- Genesi lirica, era un autore postmoderno, benché non sia giu-

B ra (immagine che non gli piacereb-


be, vista la sua fede nella reincarna-
zione) incoronato come “musici-
sta-e-basta”, cioè estraneo a colloca-
zioni in ambiti quali il pop, la classi-
ca, il minimalismo, la world music… Il musicista
1987
Opera in tre atti
per voce
recitante, due
soprani, tenore
e baritono
sto appioppargli l’ennesima etichetta. Certo sorpren-
de che un artista che lanciava nei suoi brani testi pro-
vocanti come «a Beethoven e Sinatra preferisco l’insa-
lata / a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie», fosse
un esperto sia di Beethoven che di Vivaldi, così come
dell’amatissimo Händel. Battiato lo era, con un’estre-
tout-court Battiato spaziava attraverso un cosmo pro- Bmg Ricordi ma libertà di scelte e molta spregiudicatezza. Adora-
prio, fluido e metamorfico, creando musica che inda- va le opere di Richard Strauss, che per densità e turgo-
ga, mescola, assapora, viaggia, intuisce e ritaglia. Mu- re sono agli antipodi del rarefatto Erik Satie, che tutta-
sica che esplora l’alto e il basso, semmai fosse ancora via era un altro dei suoi amori. E prima di conquistare
lecito o credibile situare l’arte musicale in campi con- il successone degli anni Ottanta s’immerse nelle speri-
trapposti dove il primo guarda con sprezzo il secon- mentazioni più ardite della musica “colta”. Il suo pe-
do. Operazione che da decenni non si può più fare. Gilgamesh culiare “pop esoterico” degli anni Settanta scaturì dal-
Certi terremoti estetici hanno sconvolto il paesaggio 1992 la scoperta dell’avanguardia tedesca, della musica co-
e infranto gli steccati, consentendo a Luciano Berio Opera lirica smica e di ciò che si stava muovendo nella musica elet-
d’innamorarsi artisticamente di Frank Zappa, a Paul in due atti tronica. Ebbe un incontro decisivo con Karlheinz Stoc-
McCartney di scrivere partiture per orchestre sinfoni- Emi khausen, da cui carpì i segreti della grammatica più ri-
che istituzionali e a Philip Glass di attrarre il pubblico gorosa e avanzata della musica, e fu influenzato da
del rock presentando opere nei teatri più “nobili” del John Cage, di cui seguì gli esperimenti sonori e al qua-
pianeta. le si sentiva affine nel comune interesse per le filoso-
Battiato plasmava un mondo che poteva avere fie orientali e per la poetica Dada.
spunti e modelli sia nel territorio multiculturale, con A parte tutto ciò Battiato conosceva bene il senso di
una predilezione per l’Oriente, sia in quello classico. quella forma che chiamiamo “opera lirica”, e sapeva

1,&2/ $ *$5' ,1,


9,9$ ,/ *5(&2
.
Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Franco Battiato (1945-2021) pagina 33

A Parma
Battiato in concerto
al Teatro Regio
nel 2013, in una

MARCO VASINI
foto di Marco Vasini

la differenza tra una canzone pop, costruita su un pite per narrare la storia del mitico re di Uruk, eroe
messaggio sintetico e diretto, e un’aria disegnata per Il cavaliere della letteratura sumerica.
il melodramma in strutture più ampie e stratificate. dell’intelletto La Messa arcaica, nata nel ’93 e destinata alla corni-
La sua produzione operistica parte da Genesi, che 1994 ce della Basilica di San Francesco in Assisi, è la più
esordì al Regio di Parma nel 1987, e giunge fino a Tele- Opera in due asciutta e tersa fra le sue composizioni “classiche”.
sio, votata a uno dei massimi filosofi naturalisti italia- atti per quattro L’essenza sta nel Kyrie, che tra i passaggi della Messa
ni del sedicesimo secolo, Bernardino Telesio. Debuttò attori, soli, coro è quello che riassume di più una volontà di assoluta di-
al Teatro Rendano di Cosenza nel 2011 e fu registrata e orchestra stillazione: un suono di harmonium, note lunghe di
in un disco dove il compositore Carlo Boccadoro è sul Inedita su disco pianoforte, brevi inserti orchestrali e corali che richia-
podio della Royal Philharmonic Orchestra. Un’incisio- mano la melodia anticipata dal pianoforte. Così il tem-
ne raffinata. po si ferma o si dilata nell’infinitezza.
Scandita in tre atti e dominata dal culto di Gurd- Un’opera di Battiato non registrata, ma preziosa e
jieff, punto di riferimento determinante nel suo pen- da riscoprire, fu Il cavaliere dell’intelletto, votata al
siero estetico, l’opera iniziale di Battiato, Genesi, in- personaggio di Federico II e rappresentata nella Catte-
treccia sezioni sinfoniche a tinte musicali arabeggian- Telesio drale di Palermo nel ’94. Arie, recitativi, cori, canti gre-
ti, elettronica e video, mentre il testo in varie lingue, 2011 goriani, sospensioni nel silenzio, rumori colti nelle
tra cui il sanscrito e il greco, esalta le presenze di una Opera in due strade di Palermo, suoni acustici dell’orchestra misce-
voce recitante, di un soprano, di un tenore e di un bari- atti più epilogo lati a quelli elettronici delle tastiere… L’impasto s’in-
tono. La sua seconda opera, Gilgamesh, fu messa in Sony Musica crocia con frammenti vocali in ebraico, arabo, greco e
scena all’Opera Roma nel ’92. Qui il gioco di sonorità tedesco, e il tutto è pervaso dal sogno forse prioritario
molto materiche e di orchestrazione spesso ridondan- del Battiato operistico: l’identificazione di un equili-
te, permeata da influssi del minimalismo e con un uso brio tra le dimensioni musicali extraoccidentali e le
spiccato di timbri strumentali elettronici, è abitato da suggestioni profonde e commoventi del canto lirico
melologhi, danze, intrecci di lingue quali il sumero, generato dalla nostra cultura.
l’accadico e l’ittita e intonazioni di parti vocali conce- ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Sabato, 22 maggio 2021 pagina 35
ROBINSON
.

Straparlando
Enrico
Ghezzi
er Enrico Ghezzi l’opera di Franco forse per eccesso di paganesimo. Il loro legame

P
Battiato è la dimostrazione di artistico non mi ha stupito. In molti filosofi c’è il
come il sublime cazzeggio, che demone socratico di essere pubblici. Sgalambro lo ha
non lo aveva mai abbandonato, si fatto nell’essere insieme spettacolo e spettatore.
mescolasse con il rigore della sua Quando scriveva i testi per Battiato toglieva una
ricerca: «Era, credo, una strana maschera e ne indossava una diversa. Sapevano

Il sublime
sintesi chimica. O dovrei dire essere entrambi molto spiritosi».
alchemica, visto il personaggio. Qualcosa di A questo proposito c’è un video su Youtube dove
involontariamente postmoderno. Anche se la tu con Battiato e Sgalambro cantate “Areknames”.
parola gli avrebbe fatto orrore. Fare finta di «Io ricordo Battiato scatenatissimo in versione rock e
scendere nelle profondità dell’anima per giocare Sgalambro, gilè e cravatta, con dei fogli in mano che
con i movimenti di superficie. Ma per lui era vero recitava il testo. Io ero il sottofondo».
anche il contrario. Non è un caso che costeggiando So che a un certo punto tu volevi girare un film

cazzeggio
il buddismo avesse scoperto il valore della sulla Sicilia e i siciliani con Battiato e Sgalambro. Che
non-meditazione». Sono nella casa romana di ne è stato di quel progetto?
Monteverde dove Ghezzi vive. Mi parla del lavoro «Non andò in porto. Restano solo qualche appunto e
che sta ultimando sul suo archivio e naturalmente il ricordo di giornate passate assieme. Con Battiato i
di Franco Battiato, dei loro rapporti di amicizia progetti furono diversi. Mise perfino in musica dei
cresciuti nella frequentazione del “Vento del miei testi».
Cinema”, il Festival che Ghezzi ha organizzato per So che tutto questo materiale farà parte del film
anni, e con gli incontri alla “Milanesiana”, che stai montando insieme ad Alessandro
attraverso Elisabetta Sgarbi. Gagliardo.
Che cos’era il cinema per Battiato? «L’idea è nata praticamente nel 2019 e siamo alle
«Vuoi una definizione?» Le arti visive come ponte per l’invisibile, battute finali. Sono le mie registrazioni degli ultimi
Vorrei almeno un’ambientazione. trent’anni. Più di 700 ore di girato. Da questo enorme
«Non gli bastava il linguaggio della musica e ne Dio, il misticismo rinascimentale e l’ironia archivio visivo abbiamo pescato diverse cose: la parte
sperimentò altri. Era convinto che un film non
sarebbe stato tale senza la voce musicale del regista».
Franco Battiato visto dall’amico “inattuale” più privata degli affetti, le mie passioni
cinematografiche, sequenze di cronaca e c’è anche
Arrivò al cinema nel 2003. Battiato: un videoclip che girai sul tema “Strani
Iniziò inconsapevolmente, quasi per gioco, con giorni”. Alla fine sarà un film di circa quattro ore. Il
PerdutoAmor, la sceneggiatura scritta con Manlio di Antonio Gnoli titolo che ho scelto è Gli ultimi giorni dell’umanità.
Sgalambro». Un omaggio a Karl Kraus.
Il titolo di quel film rinviava a una canzone di «Lui aveva di fronte la ferocia inaggirabile della
Adamo. guerra e tutte le conseguenze. Io ho alle spalle la
«Che lui tra l’altro interpreta. Battiato ha sempre ferocia dei media e tutto quello che hanno prodotto
giocato con il sentimentale, senza mai farsene sul piano della trasformazione antropologica. Due
irretire». però messa al servizio dell’immaturità». diverse forme di apocalisse, come vedi».
Sempre a un passo dal kitsch. Che cosa vuoi dire? Anche Battiato ha sfiorato i grandi temi
«Il kitsch è l’ultima barriera contro il disordine delle «Quando iniziò a fare cinema era già un artista con un dell’Apocalisse.
immagini». percorso compiuto e si rimise in gioco esplorando un «Credo che resistesse soprattutto alle apocalissi
E tu sei per il disordine. mondo di cui sapeva pochissimo; lo fece con la mondane, ai degradi umani, all’eccesso di
«Diciamo che la casualità ha il suo fascino». curiosità del bambino. Il cinema, sono convinto, deve chiacchiera, al divismo esibito. Aspirava a una certa
Consente di improvvisare meglio. essere anche puerile». invisibilità. Il che poteva fare a pugni con il mestiere
«Una sera dissi a Battiato che improvvisare in musica Puerile? che richiedeva la presenza del pubblico. Ma la scelta
è molto più facile che farlo nel cinema». «Come è stato in larga parte il muto, dove parlano le degli ultimi anni di ritirarsi a vivere a Milo indica un
Perché? immagini nella loro immediatezza. Il cinema di certo bisogno di appartarsi dal mondo».
«Nel cinema sembra già tutto lì, è già tutto stato Battiato ha esaltato una certa fissità delle immagini». Forse la stessa malattia può aver contribuito.
filmato. Per questo non amo gli storici del cinema. Il Accompagnate da dialoghi spesso pensosi. «Non lo so. Non sono in grado di dire molto su questa
cinema è archeologia dell’istante». «L’aspetto “letterario” era il risultato dei suoi amori fase se non quello che mi è capitato di leggere e
Perché finiste col parlare di improvvisazione? spirituali. Del resto, se hai una visione cosmica della francamente me lo sarei risparmiato».
«Avevo la netta sensazione che quando girava vita, hai anche il diritto di utilizzare ogni esperienza A guardare retrospettivamente i suoi lavori
cercasse di eliminare il più possibile i rischi che la rafforzi». l Il ritratto emerge una figura unica.
dell’improvvisazione. Faceva un cinema giansenista, Una presenza fondamentale, in questo senso, è Enrico Ghezzi «Tutti, nelle nostre modeste avventure, siamo unici.
ma anche lontano dalla predestinazione. In lui Pascal stata quella del filosofo Manlio Sgalambro. ritratto Lui lo fu un po’ più degli altri. Pensava di essere stato
conviveva con Dalida». «La loro fu una collaborazione importante. Ho da Riccardo creato per scrivere canzoni. E per cantarle. E all’inizio
Dopo “Perdutoamor ” arrivò il secondo film, nel sempre visto Sgalambro come un teologo mancato, Mannelli le motivazioni erano commerciali. Poi prese il
2005: “Musikanten”. Da Adamo a Beethoven. sopravvento il piano spirituale. Era come se un
«Andai varie volte sul set. La cosa più sorprendente fu artigiano delle materie semplici – un falegname o un
vedere Jodorowsky che interpretava Beethoven». fabbro – scoprisse in sé qualità neoplatoniche. Da qui
Perché sorprendente? il passaggio verso gli amati mistici è stato rapido».
«Non c’era nessuna differenza, erano totalmente Ti convinceva questa presenza insistita del
indistinguibili. Il che è strano. Perché è come se misticismo?
Jodorowsky, calato in quella parte, avesse tirato fuori «Era un po’ come l’oro che aveva imparato a mettere
qualità stregonesche». sullo sfondo dei suoi quadri, per cui le forme risaltano
È anche esperto di tarocchi. molto di più. Una volta lo sentii declamare alcune
«Mi fai venire in mente che nel film successivo, Niente frasi di Gregorio di Nissa, una in particolare che
è come sembra, gli affidò una piccola parte in cui Jodo riguarda il vedere nel non vedere. Il vedere attraverso
leggeva appunto i tarocchi». l’invisibile e pensai: toh, un vescovo del quarto secolo
Era un modo per ribadire una certa attenzione al che aveva già capito tutto del cinema».
pensiero magico? A te cosa piace del cinema?
«Sospetto che una tale attenzione gli derivasse, più «Il suo lato ipnotico. Ma ne ho anche timore. In
che dai mistici, dalla lettura di certi esponenti del questo caso sarebbe bene fare agire come deterrente
naturalismo rinascimentale: Tommaso Campanella, anarchico, un uso casuale delle immagini».
Giordano Bruno e soprattutto Bernardino Telesio su Una specie di Blob.
cui Franco realizzò un’opera musicale». «Ecco. Qualcosa che non richieda ulteriori
Che non ebbe una grande accoglienza. spiegazioni».
«Lui si è sempre disinteressato dei gusti del pubblico Che cosa vuoi dire?
e delle esigenze del mercato. E non girava perché «Quel rito al quale di solito ci si sottopone una volta
desiderava diventare famoso, già lo era». che si è usciti da una sala cinematografica. Per cui si
Secondo te perché cominciò a occuparsi di comincia a parlare della trama, degli attori, del finale
cinema? se è bello o no. Così si è già fuori dall’ipnosi, fuori da
«Potrei risponderti per gli stessi motivi per cui a un quell’invisibile cui alludeva Gregorio di Nissa».
certo punto cominciò a interessarsi della pittura. Per Il suo invisibile era Dio.
pura curiosità verso nuovi linguaggi. Iniziò a fare «Appunto, un Dio senza più storia e per questo
cinema senza avere alle spalle una vera pratica. Non completamente inattuale. In fondo il cinema di
possedeva una vera tecnica e, del resto, non la Battiato mi piaceva anche per questo bisogno di
rivendicava. Nei suoi film c’era molta estetica. Ho essere fuori del sincrono del tempo. Un felice
l’impressione che il suo cinema fosse, almeno in anacronismo, in cui la forma era più importante della
parte, l’approdo di pensieri che gli venivano da quello storia».
che aveva letto. Da una maturità narrativa solenne, ©RIPRODUZIONE RISERVATA
.
Sabato, 22 maggio 2021 ROBINSON Rubriche pagina 37

Alfabeto Forse Il pensato del giorno Manuale di sopravvivenza

Laico. In chiesa è il popolo di Alessandro Bergonzoni


Tutti i Masaniello
dei servitori. Ma solo lì dell’apericena
Concederò
di Maurizio Maggiani di Stefano Massini
solo alle cicogne
È laicus, tardo latino. Lati-
di bombardare Entro in un bar, ordino il caffè.
no pretesco, avrebbe detto e all’acqua di piovere, Nel frattempo ascolto i discorsi
un professore dei bei vec- al bancone. Il vecchio gestore si
chi tempi liberali, uno di su quelle terre agita furibondo, mentre raccon-
quelli proprio ostinati, che
infamavano gli studenti se
Non più ta le gesta epiche di un collega a
cui hanno elevato contravven-
si facevano scappare la c dolce in Cicero, asino, alle “Sante Guerre” zione per aver servito l’apericena al chiuso, in un sabato
va detto Kikero, sono i preti che ci hanno messo di maggio flagellato dal meteo novembrino. Quando la ba-
la c. Sono i preti dunque che hanno messo al mon- rista rilancia «Ma i clienti? Tutti zitti?...», intuisco dal lam-
do il laico, conoscitori delle scritture e dunque po di luce nel volto dell’anziano che altro che silenzio, vi
del greco, dal greco hanno preso pari pari laikos, fu eccome una pubblica insurrezione. La barista, pure
il popolo generico, non propriamente cittadino, lei, si illumina, gongolando: «E infatti ora ci riaprono tut-
il volgo. E così laico era il frate converso, non vota- to». Già. Infatti ora ci riaprono tutto. Per cui, mentre pago
to, e nel convento il suo compito era di servire e il caffè, mi gira in testa che dopo tanti anni il Covid ha ri-
riverire i chierici, coloro che avevano preso i voti portato in primo piano la spinta popolare della piazza, il
sacri. A sua volta chierico, e clero, è parola prete- suo farsi bufera, il suo condizionare la politica perfino se
sca, presa anche questa dal greco, klerikos, e si in- essa tenta di salvaguardare la salute pubblica. Mai come
tende il prescelto, dalla sorte per i greci, da Dio ora si è avvertita la forza del grido, la marea dello sconten-
per i chierici, gli eletti dalla grazia. to, la minaccia di un basta che si teme sconfini nella som-
E dunque è bene dedurne che all’origine non mossa, e personalmente non nascondo di essere stupito
c’è nessuna relazione tra laico e non credente; di come la protesta, al di là di casi circoscritti, non abbia
per chi si è inventato la parola, e l’ha codificata, è mai dilagato nella violenza cieca. Non è accaduto, ma ne
solo una questione di gerarchia. Nell’ecclesia, an- sentivamo il rischio, nell’aria, continuamente, come un
cora latino pretesco dal greco ekklesia, riunione rumore di fondo. E quel rumore sappiamo distinguerlo, è
di invitati, ci sono i prescelti, gli eletti, i favoriti il ribollire di un disagio che di giorno in giorno procede
dalla sorte, e poi c’è il popolo dei servitori. come la scintilla sulla miccia. Siamo l’Italia che ha nel
Va da sé che io non tolleri di essere definito un Dna i moti del pescatore Masaniello a Napoli, la rivolta di
laico. Sono un cittadino della Repubblica, sotto- Cola di Rienzo a Roma, quella dei seguaci di Savonarola a
stò alle sue leggi e non al diritto canonico, non Firenze, e in ogni caso l’insurrezione della massa si tradu-
faccio parte di nessuna gerarchia ecclesiastica e ceva in uno tsunami di cui il potere ha sempre avuto una
non sono un servo. Anche se spero di poter servi- paura folle. Sì, ha ragione la barista: il palazzo ha chinato
re. la testa.

Mail nella bottiglia


scrivete a robinson@repubblica.it il nostro sito è repubblica.it/robinson seguiteci su Twitter @Robinson_Rep e Instagram @robinson_repubblica

Altro che 80 La poetessa Guidacci Piemontesi Precisazioni


Bob Dylan Luci e ombre Il partigiano Nella recensione de “L’anno
mancante” di Gianni Sofri, il libro
eterno ragazzo di Margherita Stefano Terra dedicato alla vicenda di Arsenio
Frugoni, ho colpevolmente
Impossibile che Bob Dylan Vorrei proporre Margherita Il Novecento letterario confuso il nome di Hans Jandl,
compia 80 anni. Lo rivediamo Guidacci. Pochi conoscono italiano, almeno fino a Fabrizia colonnello della Wehrmacht
in quella famosa, e questa poetessa alternativa Ramondino di Althenopis, è responsabile dell’ufficio di
leggendaria, copertina del suo rispetto alla lirica stato così generoso di scrittrici Gargnano, con quello di Alfred
secondo disco, a braccetto ungarettiana del tempo. La e scrittori di valore che è quasi Jodl, generale tra i più
con Suze Rotolo, sulle strade Guidacci oltre che una impossibile non dimenticarne importanti dello staff del Führer.
fredde del Village. Dylan traduttrice di alto livello, alcuni. Tra questi Stefano Me ne scuso con l’autore del libro
aveva poco più di venti anni e restituisce nei suoi versi, Terra partigiano, giornalista, e con i lettori.
quel disco conteneva l’esperienza del manicomio. scrittore e poeta vincitore di Simonetta Fiori
Blowin’in the Wind e altre La poesia della Guidacci è un premi letterari e autore di libri -------
perle del genere. Sono passati animale notturno destinato introvabili tra i quali La
tanti anni da allora e quel all’estinzione se non si parla, generazione che non perdona A proposito del romanzo “Stoner”
ragazzo è oggi un vecchio se non si studia. Spero che su un gruppo di giovani di John E. Williams, ho scritto che
signore pieno di rughe. Ma nel scoperchierete questo vaso di k Il nostro eroe torinesi che avevano scelto di il primo a pubblicarlo in Italia è
nostro immaginario quel Pandora e restituendo la luce a I disegni di queste pagine, compresi prendere le parti degli stato Fazi. Ho dimenticato di
ragazzo, con le sue canzoni di chi per molto tempo è stato i particolari delle rubriche e della oppressi perché altrimenti si aggiungere che oggi tutta l’opera
allora, non è cresciuto mai. messo, ingiustamente, in testata di Robinson, sono di Tullio prende comunque la parte di di quel grande scrittore,
Come noi. ombra. Pericoli. Il libro da cui sono tratti chi opprime. compreso “Stoner”, è edita da
è Robinson Crusoe di Daniel Defoe Mondadori. Chiedo scusa.
Duccio Magnelli, Firenze Andrea Cristino (Adelphi) e datano tra il 1982 e il 1984 Vanni Capoccia Giorgio Dell’Arti

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Maurizio Molinari Giancarlo Mola (responsabile) Dario Olivero Clotilde Veltri (vicecaporedattore) GRUPPO GEDI (Reg. UE 2016/679):
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Gianluca Di Feo, Lucio Luca (vicecaporedattore)
Angelo Rinaldi (art director) Claudia Morgoglione (caposervizio)
pagina 38 Sabato, 22 maggio 2021
ROBINSON
.

Classifiche
Legenda NEW Novità X In salita U Stabile W In discesa R Rientro 10 Settimane di permanenza 100 Titolo più venduto (gli altri in proporzione)

Chi sale, chi scende TOP TEN LA TOP TEN DI ROBINSON

Scalano la vetta
le new entry
1 Lucinda Riley
La sorella perduta
Le sette sorelle
1 Sait Faik Abasıyanık
Un uomo inutile
NEW 1 100
Giunti, euro 19,80 Adelphi, euro 19
Riley e Meloni
di Claudia Morgoglione
2 Giorgia Meloni
Io sono Giorgia 2 Flannery O’Connor
Un brav’uomo
è difficile da trovare
G
NEW 1 48
randi novità di primavera: Rizzoli, euro 18 minimum fax, euro 17
cinque nuovi ingressi e un
rientro, a dimostrazione
dell’estrema volatilità delle
scelte di lettura. E in cima una
coppia di donne che più diverse
non si può: la prima, che si
accomoda direttamente sulla
3 Stef & Phere
Blackout
L’ultimo mondo
3 Gavin Francis
Isole
NEW 1 17
vetta assoluta, è Lucinda Riley, Magazzini Salani, euro 15,90 Edt, euro 20
campionessa globale della

4 4
narrativa rosa e trionfatrice
anche tra gli ebook. Al numero
Camilla Boniardi David Le Breton
due, invece, si piazza la leader Per tutto il resto A ruota libera
di Fratelli d’Italia con il suo Io
sono Giorgia: un exploit che non dei miei sbagli
sorprende, vista la popolarità W 4 15
Mondadori, euro 18 Raffaello Cortina, euro 14
dell’autrice nei sondaggi e il
gran battage mediatico per
l’uscita del libro. Completa il
podio il duo di youtuber Stef &
Phere, forti di milioni di
follower, con il capitolo finale
della loro trilogia fantasy, che
5 Koyoharu Gotouge
Demon Slayer
vol. 13
5 Emma Glass
Il battito fantasma
NEW 1 15
abbiamo ospitato nel Star Comics, euro 4,50 il Saggiatore, euro 17
precedente numero di

6 6
Robinson.
Nel resto della classifica gli altri
Madeline Miller Roberto Peregalli
nuovi ingressi sono il capitolo La canzone di Achille Il corpo incantato
numero 13 del manga Demon
Slayer e l’ultimo bestseller
annunciato di Alberto Angela, X 5 14
Marsilio, euro 11 La nave di Teseo, euro 26
che questa volta si concentra su

7 Alberto Angela
L’inferno su Roma 7 Francesco Mazza
Il veleno nella coda
Elise HARDY/Gamma-Rapho via Getty Images

NEW 1 13
HarperCollins, euro 19,50 Laurana, euro 19,50

8 Cristina Cassar Scalia


L’uomo del porto 8 Martin Pollack
Topografia
della memoria
k In cima Lucinda Riley W 2 13
Einaudi, euro 18,50 Keller, euro 17

Nerone e l’incendio di Roma.


Mentre rispunta nella top ten,
dopo una breve assenza, il
memoir del divo Matthew
McConaughey.
9 Valérie Perrin
Cambiare l’acqua
ai fiori
9 Carmen Totaro
Un bacio dietro
al ginocchio
Di fronte a tante sorprese, i W 48 12
titoli già presenti rischiano di e/o, euro 18 Einaudi, euro 18
catturare poca attenzione. Ma

10 10
tant’è. E allora vanno citate le Jennifer Niven
discese dell’ex reginetta
Matthew
Camilla Boniardi, star di McConaughey Respiro solo se tu
Instagram prestata al romanzo, Greenlights
del noir etneo di Cristina
R 2 11
Cassar Scalia e dell’eterno Baldini + Castoldi, euro 23 DeAgostini, euro 15,90
Cambiare l’acqua ai fiori di
Valérie Perrin. E la risalita de La
canzone di Achille di Madeline stati uniti regno unito francia germania
Miller, unico tascabile del
gruppo, che conferma per Stacey Captain Tom Moore AA. VV. Juli
l’ennesima volta il fascino dei
miti greci in questa nostra
1 Abrams 1 Captain Tom’s 1 Marvel dark: Le Côté obscur 1 Zeh
While Justice Sleeps Life Lessons Deadpool t. 3 Über Menschen
epoca travagliata. Soprattutto Doubleday Michael Joseph Panini Luchterhand
se in chiave più o meno pop.
Ultimissima annotazione: le
firme femminili questa John Holly Tucker Mr Tan, Diane Le Feyer Lucinda Riley
settimana sono in netta 2 Grisham 2 Do What You Love, 2 Toi, je te zut! Mortelle 2 Die verschwundene
maggioranza, conquistano Sooley Love What You Do Adèle t. 18 Schwester
infatti sette posizioni su dieci Doubleday Virgin Books Bayard Jeunesse Goldmann
(una, quella di Phere, in
coabitazione con un uomo). Un James Patterson Danielle AA. VV. Judith
risultato assai raro, almeno alle
nostre latitudini.
3 Maxine Paetro 3 Steel 3 Marvel dark: Le Côté obscur 3 Hermann
21st Birthday Sooley Finding Ashely Wolverine t. 10 Daheim
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Little, Brown and Company Macmillan Panini S. Fischer
.
Sabato, 22 maggio 2021 pagina 39
Lucinda, campionessa della narrativa rosa, esordisce al primo posto
Al secondo la insegue la leader di Fratelli d’Italia con il suo memoir
La quota youtuber è garantita da Stef & Phere, amati dai giovanissimi

Rilevazioni dal 10 al 16 maggio 2021 a cura di Gfk Italia

narrativa narrativa
saggistica VARIA ragazzi
italiana straniera

1 1 1 1 1
Camilla Boniardi Lucinda Riley Giorgia Meloni Matthew McConaughey Stef & Phere
Per tutto il resto La sorella perduta Io sono Giorgia Greenlights Blackout
dei miei sbagli Le sette sorelle L’ultimo mondo

15 100 48 11 17
Mondadori, euro 18 Giunti, euro 19,80 Rizzoli, euro 18 Baldini + Castoldi, euro 23 Magazzini Salani, euro 15,90

2 2 2 2 2
Cristina Cassar Scalia Koyoharu Gotouge Alberto Angela Francesca Fioretti Lyon
L’uomo del porto Demon Slayer L’inferno su Roma Io sono più amore Le storie del quartiere
vol. 13

13 15 13 5 7
Einaudi, euro 18,50 Star Comics, euro 4,50 HarperCollins, euro 19,50 La nave di Teseo, euro 16 Magazzini Salani, euro 15,90

3 3 3 3 3
Alessandro Barbero Valérie Perrin Francesco Zambon Andriy Shevchenko Michele Serra
Alabama Cambiare l’acqua Il pesce piccolo Alessandro Alciato Osso. Anche i cani
ai fiori Forza gentile sognano

10 12 9 4 6
Sellerio, euro 15 e/o, euro 18 Feltrinelli, euro 15 Baldini + Castoldi, euro 18 Feltrinelli, euro 16

4 4 4 4 4
Erri De Luca Toshikazu Kawaguchi Aldo Cazzullo Ken Wakui AA.VV.
A grandezza naturale Finché il caffè è caldo Le italiane Tokyo Revengers PaperDante
vol. 4

7 9 7 4 5
Feltrinelli, euro 13 Garzanti, euro 16 Solferino, euro 18 Edizioni Bd, euro 6,50 Disney Libri, euro 12

5 5 5 5 5
Matteo Strukul Kazuo Ishiguro Antonella Viola Benedetta Rossi Me contro Te
Dante enigma Klara e il Sole Danzare nella tempesta Insieme in cucina Luì e Sofì,
la nostra storia

7 8 7 4 5
Newton Compton, euro 12 Einaudi, euro 19,50 Feltrinelli, euro 15 Mondadori Electa, euro 19,90 Mondadori Electa, euro 16,90

6 6 6 6 6
Massimo Carlotto John Grisham Michele Santoro Hiromu Arakawa J. K. Rowling
E verrà un altro inverno Il sogno di Sooley Nient’altro che la verità Fullmetal Alchemist Harry Potter e la pietra
Ultimate deluxe edition filosofale

6 8 7 3 4
Rizzoli, euro 16,50 Mondadori, euro 22 Marsilio, euro 19 Panini Comics, euro 12 Salani, euro 10

7 7 7 7 7
Giuliano Sangiorgi Koyoharu Gotouge Alessandro Sallusti Carlotta Perego DinsiemE
Il tempo di un lento Demon Slayer Luca Palamara Cucina botanica Il viaggio leggendario
Kimetsu no Yaiba Il Sistema di Erick e Dominick

6 6 6 3 3
Einaudi, euro 17 Star Comics, euro 4,50 Rizzoli, euro 19 Gribaudo, euro 18,50 Magazzini Salani, euro 16,90

8 8 8 8 8
Felicia Kingsley Leigh Bardugo Edith Bruck Gege Akutami AA.VV.
Bugiarde si diventa Tenebre e ossa Il pane perduto Jujutsu Kaisen Tutti a fare la pipì...
GrishaVerse Sorcery Fight - vol. 2 Ciuf ciuf! Bing

5 6 6 3 3
Newton Compton, euro 9,90 Mondadori, euro 17,90 La nave di Teseo, euro 16 Panini Comics, euro 4,90 Giunti, euro 9,90

9 9 9 9 9
Maurizio de Giovanni Qué Mai Nguyen Phan Vito Mancuso Silvia Goggi J. K. Rowling
Gli occhi di Sara Quando le montagne A proposito del senso L’anti-dieta Harry Potter
cantano della vita e la camera dei segreti

4 6 6 3 3
Rizzoli, euro 19 Nord, euro 18 Garzanti, euro 12 Rizzoli, euro 18 Salani, euro 12

Lyon

10 10 10 10 10
Gianrico Carofiglio Kohei Horikoshi Michela Murgia Mara Venier
La disciplina My Hero Academia Stai zitta e altre Mamma, Le storie del mistero
di Penelope nove frasi... ti ricordi di me?

4 Mondadori, euro 16,50 5 5 3 Rai Libri, euro 18 3 Magazzini Salani, euro 15,90
Star Comics, euro 4,30 Einaudi, euro 13

ebook tascabili

Lucinda Riley Madeline


1 La sorella perduta 1 Miller
Le sette sorelle La canzone di Achille
Giunti, euro 12,99 Marsilio, euro 11

Luigi Pirandello Danielle Steel


2 Uno, nessuno 2 Tesori
e centomila di papà
Edimedia, euro 0,99 Sperling & Kupfer, euro 14,90

Cynthia Clark Donato Carrisi


3 Mi chiamo Elizabeth 3 La casa
e sono un’assassina delle voci
Newton Compton, euro 2,99 Tea, euro 5

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