Guccini
I
Canzone delle situazioni differenti ……………………………...pag 25
Canzone di notte ………………………………………………...pag 26
Canzone di notte n. 2 ……………………………………………pag 27
Canzone di notte n. 3 ……………………………………………pag 28
Canzone per Anna ……………………………………………….pag 29
Canzone per il Che..........................................................................pag 30
Canzone per Piero ………………………………………………..pag 31
Canzone per Silvia ………………………………………………...pag 32
Canzone per una amica ( In morte di S.F.) ……………………...pag 33
Canzone quasi d' amore ………………………………………….pag 34
Cencio ……………………………………………………………..pag 35
Certo non sai....................................................................................pag 36
Cirano ……………………………………………………………..pag 37
Cristoforo Colombo........................................................................pag 38
Culodritto …………………………………………………………pag 39
Di mamme ce n' è una sola………………………………………. pag 40
Dio è morto …………………………………………………….…pag 41
Don Chisciotte ………………………………………………….…pag 42
Dovevo fare del cinema …………………………………………...pag 44
Due anni dopo …………………………………………………….pag 45
Emilia ………………………………………………………………pag 46
Eskimo ……………………………………………………………..pag 47
E un giorno ………………………………………………………..pag 48
Fantoni Cesira ……………………………………………………..pag 49
Farewell …………………………………………………………….pag 50
Giorno d' estate ……………………………………………………pag 51
Gli amici………………………………………………………….…pag 52
Gulliver……………………………………………………………..pag 53
Ho ancora la forza …………………………………………………pag 54
I Fichi …………………………………………………………….…pag 55
II
Il 3 dicembre del '39 ……………………………………………….pag 57
Il bello ……………………………………………………………...pag 58
Il caduto ……………………………………………………………pag 59
Il compleanno ……………………………………………………...pag 60
Il frate ……………………………………………………………....pag 61
Il matto ……………………………………………………………..pag 62
Il pensionato ………………………………………………………..pag 63
Il sociale e l'antisociale ……………………………………………..pag 64
Il tema ……………………………………………………………....pag 65
Il vecchio e il bambino ……………………………………………..pag 66
Il volo interrotto……………………………………………………pag 67
Incontro …………………………………………………………….pag 68
Inutile ……………………………………………………………….pag 69
Inverno '60 ………………………………………………………....pag 70
Keaton ……………………………………………………………....pag 71
L' albero ed io ……………………………………………………….pag 73
L' atomica cinese …………………………………………………....pag 74
L' avvelenata ………………………………………………………...pag 75
L' isola non trovata ………………………………………………....pag 76
L' orizzonte di K.D. ………………………………………………....pag 77
L' ubriaco …………………………………………………………....pag 78
L' uomo ……………………………………………………………..pag 79
La ballata dell' annegato ……………………………………………pag 80
La collina …………………………………………………………….pag 81
La fiera di San Lazzaro ………………………………………………pag 82
La fìra ed San Làzer………………………………………......………pag 84
La Genesi …………………………………………………………….pag 86
La locomotiva ……………………………………………………….pag 88
La tua libertà........................................................................................pag 90
La verità ……………………………………………………………...pag 91
III
La żiatta (La tieta)................................................................................pag 92
Lager ………………………………………………………………....pag 93
Le belle domeniche……………………………………………..……pag 94
Le cinque anatre ……………………………………………………..pag 95
Le piogge d' aprile …………………………………………………...pag 96
Le ragazze della notte ……………………………………………….pag 97
Lettera ………………………………………………………………..pag 98
Libera non Domine ………………………………………………….pag 99
Lontano lontano ……………………………………………....…….pag 100
Luci a San Siro………………………………………………………...pag 101
Lui e lei ……………………………………………………………….pag 102
Luna fortuna ………………………………………………………....pag 103
Milano ( poveri bimbi di ) …………………………………………..pag 104
Mondo nuovo ……………………………………………………….pag 105
Naschet su Sardu…………………………………………………......pag 106
Noi …………………………………………………………………...pag 108
Noi non ci saremo …………………………………………………...pag 109
Non bisognerebbe …………………………………………………...pag 110
Nostra Signora dell' ipocrisia ………………………………………..pag 111
Odỳsseus................................................................................................pag 112
Ophelia ……………………………………………………………….pag 113
Parole ………………………………………………………………...pag 114
Per fare un uomo …………………………………………………....pag 116
Per quando è tardi …………………………………………………...pag 117
Piazza Alimonda...................................................................................pag 118
Piccola città …………………………………………………………..pag 119
Piccola storia ignobile ……………………………………………….pag 120
Primavera '59 ………………………………………………………...pag 121
Primavera di Praga …………………………………………………...pag 123
Quattro stracci ……………………………………………………….pag 124
IV
Quello che non... …………………………………………………….pag 125
Radici ………………………………………………………………....pag 126
Samantha ……………………………………………………………..pag 127
Scirocco ……………………………………………………………....pag 128
Shomèr ma mi-llailah? ……………………………………………....pag 129
Signora Bovary ……………………………………………………….pag 130
Stagioni ……………………………………………………………....pag 131
Statale 17 ……………………………………………………………..pag 132
Stelle ………………………………………………………………….pag 133
Talkin' Milano ……………………………………………………….pag 134
Talkin' sul sesso ……………………………………………………...pag 135
Tango per due ……………………………………………………….pag 136
Ti ricordi quei giorni…………………………………………………pag 137
Una canzone.........................................................................................pag 138
Un altro giorno è andato …………………………………………....pag 139
Van Loon …………………………………………………………….pag 140
Vedi cara ……………………………………………………………..pag 141
Venerdì Santo ………………………………………………………..pag 142
Venezia ………………………………………………………………pag 143
Via Paolo Fabbri 43 …………………………………………………pag 144
Vite........................................................................................................pag 146
Vorrei ………………………………………………………………...pag 147
Appendice……………………………………………………………pag 148
-Albums-..................................................................................................pag 148
-Raccolte-.................................................................................................pag 153
-Varie e inedite-.......................................................................................pag 154
V
100, Pennsylvania Ave.
da Amerigo [1978]
Non voglio far felice proprio adesso tua madre che odiò l' italiano istrione
quando disse a tuo padre che era un fesso lui e il liberal-progresso
e urlò "rivoluzione!".
Son cose spero che perdonerai com' io ti ho perdonato ormai a quest' ora,
come se fossi solo un piantaguai, il "but I love him" che gli urlasti allora,
così ti canto ancora in questa casa mia che sai e non sai...
1
Acque
da Parnassius Guccinii [1993]
2
Addio(intro)
da Stagioni [2000]
3
Addio
da Stagioni [2000]
4
Al trist
da Due anni dopo [1970]
5
Amerigo
da Amerigo [1978]
6
Antenòr
da Metropolis [1981]
Si chiamava Antenòr e niente, si chiamava Antenòr conosciuto quante volte per altri è vita quello che
e basta perché per certa gente non importa grado o per noi è un minuto; guardò gli uomini per cercare
casta, importa come vivi, ma forse neanche quello, occhi, dialogo, spiegazione,
importa se sai usare bene il laccio od il coltello... ma se non trovò condanne, non trovò
un'assoluzione...
Antenòr uscì di casa, uscì di casa quella sera,
garrivano i suoi pensieri come fossero bandiera, Antenòr uscì di fuori bilanciando il suo coltello
ma gli occhi erano fessura e il viso tirato a brutto, per danzare malvolentieri passi e ritmi del duello:
come all' età in cui credi d'aver fatto quasi tutto... una donna non ricordata ed un uomo mai visto prima
lo legavano tra loro come versi con la rima.
Un cavallo nitrì, ma quando? Una donna rise, ma
dove? La luna uno scudo bianco, un carro le stanghe Fintò basso e scartò di lato, quanti sguardi sentì sul
in alto, chitarra, ozio, parole, chitarra, ozio, parole, viso si sentì migliore e stanco, si sentì come un
la pampa un ricordo stanco, un mare quell'erba nera, sorriso che serata tutta al contrario, proprio niente
può darsi fosse romantico, ma lui non lo sapeva, ma da ricordare, puntò il ferro contro il viso, vide il
lui non lo sapeva, ma lui non lo sapeva... sangue zampillare.
Quella donna rideva ad ore, quella luna solo uno Tutto quanto era stato un lampo, Antenòr respirava
sputo e per quel cavallo non avrebbe speso anche un forte fece il gesto di offrir la mano, guardò l'altro e
minuto, è difficile far rumore sulle cose che ci hai capì pian piano
ogni giorno, le tue braghe, il tuo sudore e l'odore che che tutto era stato invano, che l'altro cercava morte e
porti attorno... capì che doveva farlo, farlo in fretta perché non c'
era un motivo per ammazzarlo, l'altro cadde e non
La cantina era quasi vuota, scarsa d'uomini e d'
rispondeva e lui non lo sapeva, e lui non lo sapeva.
allegria: se straniero l' avresti detta quasi piena di
nostalgia. Nostalgia ma di che cosa, d' un oceano Antenòr lo guardò cadere, sentì dire "la colpa è
mai guardato, di un'Europa mai sentita, d' un mia", sentì dire "è stato un uomo", sentì dire "fuggi
linguaggio mai parlato? Antenòr chiese da bere e via!" La giustizia disse "bandito", ma un poeta gli
scambiò qualche saluto, calmo e serio danzò tutto il avrebbe detto che era come l' Ebreo errante, come il
rituale ormai saputo uomo e uguale coi suoi pari Batavo maledetto...
quasi pari con gli anziani, come breve quella sera,
Quante volte ci è capitato di trovarci di fronte a un
come lunghi i suoi domani.
muro, quante volte abbiam picchiato, quante volte
Proprio allora qualcuno entrando nella luce da subito duro, quante cose nate per sbaglio, quanti
dentro al buio lo insultò appena sussurrando, ma sbagli nati per caso,quante volte l' orizzonte non va
sembrava che stesse urlando come per uno schiaffo, oltre il nostro naso.
come per uno sputo...
Quante volte ci sembra piana, mentre sotto gioca
Antenòr lo guardò sorpreso, lo studiò e non lo d'azzardo, questa vita che ci birilla come bocce da
conosceva e il motivo restò sospeso fra la gente biliardo, questa cosa che non sappiamo, questo
ferma in attesa e lui non lo sapeva, conto senza gli osti, questo gioco da giocare fino in
e lui non lo sapeva. fondo a tutti i costi...
Poi sentì di una donna il nome, già scordato o non
7
Argentina
da Guccini [1983]
Il treno, ah, un treno è sempre così banale se non è un treno della prateria
o non è un tuo "Orient Express" speciale, locomotiva di fantasia.
L' aereo, ah, l' aereo è invece alluminio lucente, l' aereo è davvero saltare il fosso,
l' aereo è sempre "The Spirit of Saint Louis" ,"Barone Rosso"
e allora ti prende quella voglia di volare che ti fa gridare in un giorno sfinito,
di quando vedi un jumbo decollare e sembra che s' innalzi all'infinito.
E allora, perché non andare in Argentina? Mollare tutto e andare in Argentina,
per vedere com'è fatta l'Argentina...
Il tassista, ah, il tassista non perse un istante a dirci che era pure lui italiano,
gaucho di Sondrio o Varese, ghigna da emigrante, impantanato laggiù lontano.
Poi quelle strade di auto scarburate e quella gente anni '50 già veduta,
tuffato in una vita ritrovata, vera e vissuta,
come entrare a caso in un portone di fresco, scale e odori abituali,
posar la giacca, fare colazione e ritrovarsi in giorni e volti uguali,
perché io ci ho già vissuto in Argentina, chissà come mi chiamavo in Argentina
e che vita facevo in Argentina?
Poi un giorno, disegnando un labirinto di passi tuoi per quei selciati alieni
ti accorgi con la forza dell' istinto che non son tuoi e tu non gli appartieni,
e tutto è invece la dimostrazione di quel poco che a vivere ci è dato
e l' Argentina è solo l' espressione di un' equazione senza risultato,
come i posti in cui non si vivrà, come la gente che non incontreremo,
tutta la gente che non ci amerà, quello che non facciamo e non faremo,
anche se prendi sempre delle cose, anche se qualche cosa lasci in giro,
non sai se è come un seme che dà fiore o polvere che vola ad un respiro.
L' Argentina, l' Argentina, che tensione! Quella Croce del Sud nel cielo terso,
la capovolta ambiguità d' Orione e l' orizzonte sembra perverso.
Ma quando ti entra quella nostalgia che prende a volte per il non provato
c'è la notte, ah, la notte, e tutto è via, allontanato.
E quella che ti aspetta è un' alba uguale che ti si offre come una visione,
la stessa del tuo cielo boreale, l'alba dolce che dà consolazione
e allora, com'è tutto uguale in Argentina! Oppure, chissà com'è fatta l' Argentina,
e allora... "Don't cry for me, Argentina"...
8
Asia
da L' isola non trovata [1971]
Fra i fiori tropicali, fra grida di dolcezza, la lenta, lieve brezza scivolava
e piano poi portava, fischiando fra la rete, l' odore delle sete e della spezia.
Leone di Venezia, Leone di San Marco, l' arma cristiana è al varco dell' Oriente:
ai porti di ponente il mare ti ha portato i carichi di avorio e di broccato.
Le vesti dei mercanti trasudano di ori, tesori immani portano le stive;
si affacciano alle rive le colorate vele, fragranti di garofano e di pepe.
Trasudano le schiene schiantate dal lavoro, son per la terra mirra, l' oro e incenso.
Sembra che sia nel vento su fra la palma somma il grido del sudore e della gomma.
E l' Asia par che dorma, ma sta sospesa in aria l' immensa, millenaria sua cultura:
i bianchi e la natura non possono schiacciare i Buddha, i Chela, gli uomini ed il mare.
Leone di San Marco, leone del profeta, ad est di Creta corre il tuo vangelo;
si staglia contro il cielo il tuo simbolo strano: la spada e non il libro hai nella mano.
Terra di meraviglie, terra di grazie e mali, di mitici animali da bestiari;
s' arriva dai santuari, fin sopra all' alta plancia, il fumo della gangia e dell'incenso.
E quel profumo intenso è rotta di gabbiani, segno di vani simboli divini
e gli uccelli marini additano col volo la strada del Katai per Marco Polo.
9
Auschwitz ( La canzone del bambino nel vento )
Lunero - Vandelli
Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino,
passato per il camino e adesso sono nel vento e adesso sono nel vento....
Ad Auschwitz c'era la neve, il fumo saliva lento
nel freddo giorno d' inverno e adesso sono nel vento, adesso sono nel vento...
Ad Auschwitz tante persone, ma un solo grande silenzio:
è strano non riesco ancora a sorridere qui nel vento, a sorridere qui nel vento...
Io chiedo come può un uomo uccidere un suo fratello
eppure siamo a milioni in polvere qui nel vento, in polvere qui nel vento...
Ancora tuona il cannone, ancora non è contento
di sangue la belva umana e ancora ci porta il vento e ancora ci porta il vento...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà...
Io chiedo quando sarà che l' uomo potrà imparare
a vivere senza ammazzare e il vento si poserà e il vento si poserà e il vento si poserà...
10
Autogrill
da Guccini [1983]
11
Autunno
da Stagioni [2000]
12
Ballando con una sconosciuta
Guccini- Lolli-Biondini-Lolli
13
Bisanzio
da Metropolis [1981]
14
Black-out
da Metropolis [1981]
15
Bologna
da Metropolis [1981]
16
Canzone dei dodici mesi
da Radici [1972]
Viene Gennaio silenzioso e lieve, un fiume ma tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non
addormentato fra le cui rive giace come neve il mio sai mai giocare, che non sai mai giocare...
corpo malato, il mio corpo malato...
Con giorni lunghi di colori chiari ecco Luglio, il
Sono distese lungo la pianura bianche file di campi,
leone, riposa, bevi e il mondo attorno appare come
son come amanti dopo l'avventura neri alberi
in una visione, come in una visione...
stanchi, neri alberi stanchi...
Non si lavora Agosto, nelle stanche tue lunghe
Viene Febbraio, e il mondo è a capo chino, ma nei oziose ore mai come adesso è bello inebriarsi di
convitti e in piazza lascia i dolori e vesti da vino e di calore, di vino e di calore...
Arlecchino, il carnevale impazza, il carnevale
Settembre è il mese del ripensamento sugli anni e
impazza... L'inverno è lungo ancora, ma nel cuore
sull' età, dopo l' estate porta il dono usato della
appare la speranza nei primi giorni di malato sole la
perplessità, della perplessità... Ti siedi e pensi e
primavera danza, la primavera danza..
ricominci il gioco della tua identità, come scintille
Cantando Marzo porta le sue piogge, la nebbia brucian nel tuo fuoco le possibilità, le possibilità...
squarcia il velo, porta la neve sciolta nelle rogge il
Non so se tutti hanno capito Ottobre la tua grande
riso del disgelo, il riso del disgelo... Riempi il
bellezza: nei tini grassi come pance piene prepari
bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vana,
mosto e ebbrezza, prepari mosto e ebbrezza...
l'ala del tempo batte troppo in fretta, la guardi, è già
Lungo i miei monti, come uccelli tristi fuggono nubi
lontana, la guardi, è già lontana...
pazze, lungo i miei monti colorati in rame fumano
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre nubi basse, fumano nubi basse...
simile a voi è questa vita mia. Diverso tutti gli anni,
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre
ma tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non
simile a voi è questa vita mia. Diverso tutti gli anni,
sai mai giocare, che non sai mai giocare.
e tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non
Con giorni lunghi al sonno dedicati il dolce Aprile sai mai giocare, che non sai mai giocare...
viene, quali segreti scoprì in te il poeta che ti
Cala Novembre e le inquietanti nebbie gravi
chiamò crudele, che ti chiamò crudele...
coprono gli orti, lungo i giardini consacrati al pianto
Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi dopo fatto
si festeggiano i morti, si festeggiano i morti... Cade
l'amore, come la terra dorme nella notte dopo un
la pioggia ed il tuo viso bagna di gocce di rugiada te
giorno di sole, dopo un giorno di sole...
pure, un giorno, cambierà la sorte in fango della
Ben venga Maggio e il gonfalone amico, ben venga strada, in fango della strada...
primavera, il nuovo amore getti via l'antico nell'
E mi addormento come in un letargo, Dicembre, alle
ombra della sera, nell' ombra della sera...
tue porte, lungo i tuoi giorni con la mente spargo
Ben venga Maggio, ben venga la rosa che è dei poeti
tristi semi di morte, tristi semi di morte...
il fiore, mentre la canto con la mia chitarra brindo a
Uomini e cose lasciano per terra esili ombre pigre,
Cenne e a Folgore, brindo a Cenne e a Folgore...
ma nei tuoi giorni dai profeti detti nasce Cristo la
Giugno, che sei maturità dell'anno, di te ringrazio tigre, nasce Cristo la tigre...
Dio:in un tuo giorno, sotto al sole caldo, ci sono
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre
nato io, ci sono nato io... E con le messi che hai fra
simile a voi è questa vita mia. Diverso tutti gli anni,
le tue mani ci porti il tuo tesoro, con le tue spighe
ma tutti gli anni uguale, la mano di tarocchi che non
doni all' uomo il pane, alle femmine l' oro, alle
sai mai giocare, che non sai mai giocare che non sai
femmine l' oro...
mai giocare, che non sai mai giocare
O giorni, o mesi che andate sempre via, sempre che non sai mai giocare, che non sai mai giocare...
simile a voi è questa vita mia. Diverso tutti gli anni,
17
Canzone della bambina portoghese
da Radici [1972]
E poi e poi, gente viene qui e ti dice di sapere già ogni legge delle cose.
E tutti, sai, vantano un orgoglio cieco di verità fatte di formule vuote...
E tutti, sai, ti san dire come fare,
quali leggi rispettare, quali regole osservare, qual'è il vero vero...
E poi, e poi, tutti chiusi in tante celle fanno a chi parla più forte
per non dir che stelle e morte fan paura...
Al caldo del sole, al mare scendeva la bambina portoghese,
non c'eran parole, rumori soltanto come voci sorprese,
il mare soltanto e il suo primo bikini amaranto,
le cose più belle e la gioia del caldo alla pelle...
Gli amici vicino sembravan sommersi dalla voce del mare...
O sogni o visioni, qualcosa la prese e si mise a pensare,
sentì che era un punto al limite di un continente,
sentì che era un niente, l'Atlantico immenso di fronte...
E in questo sentiva qualcosa di grande
che non riusciva a capire, che non poteva intuire,
che avrebbe spiegato, se avesse capito lei, quell' oceano infinito...
Ma il caldo l'avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire
e fu solo del sole, come di mani future;
restaron soltanto il mare e un bikini amaranto...
E poi e poi, se ti scopri a ricordare, ti accorgerai che non te ne importa niente
e capirai che una sera o una stagione son come lampi, luci accese e dopo spente
e capirai che la vera ambiguità
è la vita che viviamo, il qualcosa che chiamiamo esser uomini...
E poi, e poi, che quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere,
ma il qualcosa che ti porti dentro,
cioè vivere, vivere e poi, poi vivere
e poi, poi vivere...
18
Canzone della triste rinuncia
da Stanze di vita quotidiana [1974]
Le luci dentro al buio sono andate via e l' allegria comprata è già sparita,
il giorno dopo è sempre la malinconia che spezza la magia di un' altra vita.
La forza che ti lega è grande più di te, l' anello al collo si stringe sempre più:
non dare più la colpa al mondo o a lei per la rinuncia triste a quello che non sei...
Lo sai cosa vuol dire stare giorni interi a buttar via nel niente solo il niente;
fai mille cose, ma sono sempre i tuoi pensieri che scelgono per te diversamente.
Son stanco d' aver detto le cose che dirò, di aver già fatto le cose che farò,
ma è tardi, troppo tardi, piangere ormai sulla rinuncia triste a quello che non fai...
Credevo l' incertezza possibilità e il dubbio assiduo l' unica ragione,
ma quali scelte hai fatto in piena libertà: ti muovi sempre dentro a una prigione...
Non è la luce o il buio né l' ero ed il sarò, non è il coraggio che ti fa dir "vivrò",
è solo un' altra scusa che usare vuoi per la rinuncia triste a quello che non puoi...
Non voglio prender niente se non so di dare, io e chissà chi decidono ciò che posso,
non ho la voglia o la forza per poter cambiare me stesso e il mondo che mi vive addosso...
E forse sto morendo e non lo so capire o l' ho capito e non lo voglio dire,
rimangono le cose senza falso o vero, e la rinuncia triste a quello che io ero...
19
Canzone della vita quotidiana
da Stanze di vita quotidiana [1974]
Inizia presto all' alba o tardi al pomeriggio, le usate confidenze di malattie o di sesso
ma in questo non c'è alcuna differenza, dove ciascuno ascolta sol se stesso:
le ore che hai davanti son le stesse, son tante, finzioni naturali in cui ci adoperiamo
stesso coraggio chiede l' esistenza.. per non sembrar di esser quel che siamo.
Consolati pensando che inizia e già è finita
La vita quotidiana ti ha visto e già succhiato
questa che tutti i giorni è la tua vita...
come il caffè che bevi appena alzato
e l' acqua fredda in faccia cancella già i tuoi sogni Amori disperati, amori fatti in fretta,
e col bisogno annega la speranza consumati per rabbia o per dovere
e mentre la dolcezza del sonno si allontana, che spengono in stanchezza con una sigaretta
inizia la tua vita quotidiana... i desideri nati in tante sere, amori fatti in furia,
ridicolo contrasto, dopo quei film di fasto e di
E subito ti affanni in cose in cui non credi,
lussuria, rivincita notturna dove, per esser vero,
la testa piena di vacanze ed ozio
l' uno tradisce l' altro col pensiero:
e non sono peggiori i mali dei rimedi,
son questi che tu vedi, che vivi e che hai d' attorno
la malattia è la noia del lavoro: fatiche senza scopo,
gli amori della vita d' ogni giorno...
furiose e vane corse,
angosce senza un forse, senza un dopo, Le tue paure assidue, le gioie solitarie,
un giorno dopo l' altro il tuo deserto annuale, i drammi che commuovon te soltanto,
con le oasi in ferragosto e per Natale, le soluzioni ambigue, i compromessi vari,
ma anno dopo anno, li conti e sono tanti glorie vantate poi di tanto in tanto, i piccoli malanni
quei giorni nella vita che hai davanti.. sempre più numerosi,
più dolorosi col passar degli anni,
Ipocrisie leggere, rabbie da poco prezzo,
la lotta vuota e vana, patetico tentare
risposte argute date sempre tardi,
di rimandare un poco la vecchiaia...
saluti caldi d' ansia, di noia o di disprezzo
E poi ti trovi vecchio e ancor non hai capito
o senza che s' incrocino gli sguardi,
che la vita quotidiana ti ha tradito...
20
Canzone delle colombe e del fiore
da D' amore, di morte e di altre sciocchezze [1996]
21
Canzone delle domande consuete
da Quello che non... [1990]
Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente Se ci sei, cosa sei? Cosa pensi e perché?
come se il tempo per noi non costasse l' uguale, Non lo so, non lo sai; siamo qui o lontani?
come se il tempo passato ed il tempo presente Esser tutto, un momento, ma dentro di te,
non avessero stessa amarezza di sale. aver tutto, ma non il domani...
Tu non sai le domande, ma non risponderei Non andare... vai.. Non restare...stai... Non parlare...
per non strascinare parole in linguaggio d' azzardo; parlami di te...
eri bella, lo so, e che bella che sei,
E siamo qui spogli in questa stagione che unisce
dicon tanto un silenzio e uno sguardo...
tutto ciò che sta fermo, tutto ciò che si muove,
Se ci sono non so cosa sono e se vuoi non so dire se nasce un periodo o finisce,
quel che sono o sarei, quel che sarò domani, se dal cielo ora piove o non piove...
non parlare non dire più niente, se puoi,
Pronto a dire "buongiorno", a rispondere "bene",
lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani...
a sorridere a "salve", dire anch'io "come va?"
Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare... Non c'è vento stasera. Siamo o non siamo assieme?
parlami di te... Fuori c'è ancora una città?
Tu lo sai, io lo so, quanto vanno disperse, Se c'è ancora balliamoci dentro stasera,
trascinate dai giorni come piena di fiume con gli amici cantiamo una nuova canzone...
tante cose sembrate e credute diverse, tanti anni e son qui ad aspettar primavera,
come un prato coperto a bitume. tanti anni ed ancora in pallone...
Rimanere così, annaspare nel niente, Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare...
custodire i ricordi, carezzare le età; parlami di te...
è uno stallo o un rifiuto crudele e incosciente Non andare... vai... Non restare...stai... Non parlare...
del diritto alla felicità... parlami di noi...
22
Canzone delle osterie di fuori porta
da Stanze di vita quotidiana [1974]
23
Canzone delle ragazze che se ne vanno
da Stanze di vita quotidiana [1974]
Le strade sono aperte ed il momento viene sempre: sapessi quante volte l'ho vissuto!
Stagione di canzoni, di facili emozioni: un' altra volta ancora abbiamo chiuso.
T' invidio perché ancora hai molte pagine da aprire
di un libro che ho già letto e che tu devi ancor scoprire,
ma quando capirai che cerchi un libro che non c'è,
allora ti ricorderai di me...
C'è Shangri-La che attende perché il nodo che ti prende per te c'è ancora tutto da inventare.
Vedrai questi tuoi giorni in un minuto di ricordi e quanti giorni hai ancora da incontrare.
Invidio i tuoi paesaggi che non so e non vedrò mai,
rimpiango le ragioni per cui ancora piangerai,
ma quando piangerai te stessa e ciò che è dentro in te,
allora ti ricorderai di me...
Già Superman non vola sui tuoi sogni della scuola, Mandrake e Wiz son solo falsi maghi, cosmogonie
segrete che credevi ormai complete si stan riempiendo adesso di presagi.
Già temi che il giullare getti maschere e casacca
e mostri il vero volto dietro al velo della biacca,
ma quando vedrai meglio quello che dicevo a te,
allora ti ricorderai di me...
Ma eroi, profeti, miti, santi, bambole e banditi ti rapiranno ancora tante volte
o tu li aspetterai e non verranno mai, per una aperta chiudi cento porte.
Ed io chi sono stato nelle fantasie che vivi?
Poeta od ubriaco nei racconti per gli amici,
ma quando picchierai la testa contro ai tuoi perché
allora ti ricorderai di me...
Le ore sono andate e le parole consumate attendon le parole che verranno.
Castelli e primavere che hai creduto di vedere non sai se son durante un' ora o un anno.
Son pronti i tuoi misteri: chiama ciò che non conosci,
già corri dove ho corso, verso nuove strade e voci,
ma se vorrai capire tutto questo che cos' è,
allora ti ricorderai, allora ti ricorderai, allora ti ricorderai di me...
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Canzone delle situazioni differenti
da Stanze di vita quotidiana [1974]
Andammo i pomeriggi cercando affiatamento, che non si son mai messe addosso il nome di poesie,
scoprivo gli USA e rari giornaletti. amiche mie di sempre, voi sapete!
Ridesti nel vedermi grande e grosso coi fumetti, Ebbrezze conosciute già forse troppe volte:
anch' io sorrisi sempre più scontento. di giorno bevo l' acqua e faccio il saggio.
Per questo solo a notte ho quattro soldi di messaggio
Poi scrissi il nome tuo versando piano sulla neve
da urlare in faccia a chi non lo raccoglie.
la strana cosa che sembrava vino,
mi aveva affascinato il suo colore di rubino: Il tuo patrigno era un noto musicista,
perché lo cancellasti con il piede? tuo padre lo incontravi a qualche mostra.
Bevemmo il tè per terra e mi piaceva quella giostra
La scatola meccanica per musica è esaurita,
di gente nelle storie tue d' artista.
rimane solo l' eco in lontananza,
ma dimmi cosa fai lontana via nell' altra stanza, Mi confidasti trepida non so quale segreto
ma dimmi cosa fai della tua vita. dicendo "donna" e non "la cameriera".
O sera, scendi presto! O mondo nuovo, arriva! Tua madre aveva un forte mal di testa quella sera:
Rivoluzione, cambia qualche cosa! fui premuroso, timido, discreto.
Cancella il ghigno solito di questa ormai corrosa
E tu nell' altra stanza che insegui i tuoi pensieri,
mia stanca civiltà che si trascina.
non creder che ci sia di meglio attorno:
Poi piovve all' improvviso sull' Amstel, ti ricordi? noi siamo come tutti e un poco giorno dopo giorno
Dicesti qualche cosa sorridendo; sciupiamo i nostri oggi come ieri.
risposi, credo, anch' io qualche banalità scoprendo Ma poi che cosa importa? Bisogna stare ai patti:
il fascino di un dialogo tra i sordi. non voglio il paradiso né l'inferno.
Se a volte urlo la rabbia, poi dimentico e mi perdo
Tuo nonno era un grand' uomo, famoso chissà cosa,
nei mondi dentro agli occhi dei miei gatti.
di loro si usa dire "è ancora in gamba".
Mi espose a gesti e a sputi quella "weltanshauung" Uscimmo un po' accaldati per il troppo vino nero,
sua stramba puntando come un indice una rosa. danzammo sulla strada, già albeggiava.
Sembrava una commedia musicale americana,
Malinconie discrete che non sanno star segrete,
tu non lo sai, ma dentro me ridevo...
le piccole modeste storie mie,
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Canzone di notte
da L' isola non trovata [1971]
Ore confuse nella notte, la malinconia non è uno stato d' animo,
le vite altrui si sono rotte e sembra non esista più il tuo prossimo.
Ti vesti un poco di silenzio, hai la dolce illusione di esser solo,
son macchine che passano od è il vento, o sono i tuoi pensieri alzati in volo.
I tuoi pensieri un po' ubriachi, danzando per le strade si allontanano,
ti son sfuggiti dalla mano e il giorno sembra ormai così lontano
e il giorno sembra ormai così lontano...
Mattino o notte, hai perso il tempo, la malinconia ti sembra di toccarla,
ma forse è l'ora dell' avvento e chiami l' ironia per aiutarla.
E forse c'è qualcuno che ora muore, e forse c'è qualcuno che ora nasce,
qualcuno compie un crimine d' onore, passeggiano sui viali le bagasce.
Bagasce sono i tuoi ricordi che fra canzoni e vino ti disturbano,
che ti molestano pian piano e il giorno sembra ormai così lontano,
e il giorno sembra ormai così lontano....
Mattino o notte, cosa importa? I giorni sono nuvole distratte.
Suonerò l'ora alla tua porta e l' orologio è il sangue tuo che batte.
Quando verrà il tempo di partire l' ora avrà il medesimo colore:
sembra sempre un poco di morire nel momento eroico dell'amore...
Se ridi o piangi è sempre uguale, le cose nel ricordo poi si sfumano,
il sacro si unirà al profano e il giorno sembra ormai così lontano
e il giorno sembra ormai così lontano....
Mattino o notte, dentro e fuori, sei certo o cerchi la consolazione?
Son bianco e nero sol colori, o facce ambigue della tua prigione?
Cerchi sempre ciò che ti è lontano, dopo dici: "Tutto è relativo,"
ma l' ironia e il dolor dicono invano che sei certo solo di esser vivo.
Ma c'è ancor tempo per pensare, per maledire e per versare il vino,
per pianger, ridere e giocare e il giorno sembra ormai così vicino,
e il giorno sembra ormai così vicino,
e il giorno sembra ormai così vicino,
e il giorno sembra ormai così vicino...
26
Canzone di notte n. 2
da Via Paolo Fabbri 43 [1976]
E un' altra volta è notte e suono, sconsigliato, poi è bene essere un poco diffidente
non so nemmeno io per che motivo, forse perché son per chi è un po' differente...
vivo e voglio in questo modo dire "sono"
Ma adesso avete voi il potere,
o forse perché è un modo pure questo per non
adesso avete voi supremazia, diritto e Polizia,
andare a letto o forse perché ancora c'è da bere
gli dei, i comandamenti ed il dovere,
e mi riempio il bicchiere..
purtroppo, non so come, siete in tanti e molti qui
E l' eco si è smorzato appena davanti ignorano quel tarlo mai sincero
delle risate fatte con gli amici, dei brindisi felici che chiamano "Pensiero"...
in cui ciascuno chiude la sua pena,
Però non siate preoccupati,
in cui ciascuno non è come adesso da solo con sé
noi siamo gente che finisce male: galera od
stesso a dir "Dove ho mancato, dov'è stato?",
ospedale! Gli anarchici li han sempre bastonati
a dir "Dove ho sbagliato?"
e il libertario è sempre controllato dal clero, dallo
Eppure fa piacere a sera Stato: non scampa, fra chi veste da parata,
andarsene per strade ed osterie, vino e malinconie, chi veste una risata...
e due canzoni fatte alla leggera
O forse non è qui il problema
in cui gridando celi il desiderio che sian presi sul
e ognuno vive dentro ai suoi egoismi vestiti di
serio il fatto che sei triste o che t'annoi
sofismi e ognuno costruisce il suo sistema
e tutti i dubbi tuoi...
di piccoli rancori irrazionali, di cosmi personali,
Ma i moralisti han chiuso i bar scordando che poi infine tutti avremo
e le morali han chiuso i vostri cuori e spento i vostri due metri di terreno...
ardori: è bello ritornar "normalità",
E un' altra volta è notte e suono,
è facile tornare con le tante stanche pecore bianche!
non so nemmeno io per che motivo, forse perché son
Scusate, non mi lego a questa schiera:
vivo o forse per sentirmi meno solo
morrò pecora nera!
o forse perché a notte vivon strani fantasmi e sogni
Saranno cose già sentite vani che danno quell' ipocondria ben nota,
o scritte sopra un metro un po' stantìo, ma intanto poi... la bottiglia è vuota...
questo è mio e poi, voi queste cose non le dite,
poi certo per chi non è abituato pensare è
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Canzone di notte n. 3
da Signora Bovary [1987]
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Canzone per Anna
da Quello che non... [1990]
La luce incerta della sera getta fantasmi ed ombre sulla tua finestra,
non pensi o non vorresti più pensare.
Bambine in fiore con sorrisi ambigui che lungo i colli si faranno cupi,
rincasano veloci per mangiare.
E tu, che hai già conosciuto questo gioco,
non sai più com'era in quel passato,
non sai se sorridere od urlare.
Non sei più bella come un tempo quando cercò il tuo corpo quello di un compagno,
dimmi se fu paura o fu piacere.
Ma adesso senti il tempo che ti abbraccia come qualcosa che ti segna in faccia,
che non si vede ma che sai d' avere
E' come quel male a cui non si dà il nome,
un' ossessione circolare
fra la volontà ed il non potere.
Brandelli di canzoni, frasi e televisioni parlano dalle finestre aperte,
in un telegiornale qualcuno il bene o il male denuncia, auspica, avverte;
frasi del quotidiano ti sfiorano pian piano ed entrano senza toccarti
s' infilano negli angoli della tua casa suoni che tu non sai.
Un uomo in canottiera, dietro ad una ringhiera, innaffia dei fiori cittadini.
Un grido e un pianto acuto già spenti in un minuto segnalano tragedie di bambini,
odori di frittate e minestre riscaldate combattono lo smog di un diesel,
un fuoristrada assurdo che romba per partire e non va mai.
E tu sei sola sola sola sola, ti senti sola sola sola sola e pensi a un figlio temuto che ora non hai.
Ma dura un attimo quel tuo pensiero, atomo incerto in mezzo al falso e al vero,
per lasciar posto ai giorni che vivrai...
Niente "se" e "forse", fra le occasioni avute e perse
restano solo ore scomparse,
di certo hai solo quello che farai...
La luce incerta della sera fonde col buio che entra, e presto si confonde tutto,
come a chi guarda senza un fuoco;
la luce accendi e in viso si disegna forse un sorriso che le labbra spiega
come se fosse stato tutto un gioco...
Fa niente, danno in TV un programma intelligente,
ci vuole un tè aromatico e bollente
e poi che il sonno arrivi a poco a poco...
29
Canzone per il Che
Bionducci - Guccini
da Ritratti [2004]
E se il rivoluzionario
non trova altro riposo che la morte,
che rinunci al riposo e sopravviva...
Niente o nessuno lo trattenga,
anche per il momento d'un bacio
o per qualche calore di pelle o prebenda...
30
Canzone per Piero
da Stanze di vita quotidiana [1974]
31
Canzone per Silvia
da Parnassius Guccinii [1993]
32
Canzone per una amica ( in morte di S.F.)
Pontiak - Verona
33
Canzone quasi d' amore
da Via Paolo Fabbri 53 [1976]
34
Cencio
Guccini - Biondini - Guccini
35
Certo non sai
Marangolo - Guccini
da Ritratti [2004]
36
Cirano
Guccini - Dati - Bigazzi
Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori non so quante ne ho amate, non so quante ne ho
imbellettati, io più non vi sopporto, avute, per colpa o per destino le donne le ho perdute
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio e quando sento il peso d' essere sempre solo mi
perché con questa spada vi uccido quando voglio. chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo, ma
dentro di me sento che il grande amore esiste, amo
Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti
senza peccato, amo, ma sono triste perché Rossana è
di giorni sciagurati,
bella, siamo così diversi,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò
e gloria, ma non avete scorza;
coi versi...
godetevi il successo, godete finchè dura, che il
pubblico è ammaestrato e non vi fa paura Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che
e andate chissà dove per non pagar le tasse col vendete a tutti un' altra vita;
ghigno e l' ignoranza dei primi della classe. se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però nel cuore, l' avete già tradito
non la sopporto la gente che non sogna. e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al morto e l' uomo è solo in questo abisso,
fin della licenza io non perdono e tocco, le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le
io non perdono, non perdono e tocco! ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia
Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi
rabbia enorme mi servono giganti.
protagonisti, politici rampanti,
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci
fin della licenza io non perdono e tocco,
conduttori di trasmissioni false
io non perdono, non perdono e tocco!
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte,
coraggio liberisti, buttate giù le carte Io tocco i miei nemici col naso e con la spada,
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
benedetto, assurdo bel paese. Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato; dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
della licenza io non perdono e tocco, Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io non perdono, non perdono e tocco! io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
Ma quando sono solo con questo naso al piede
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
perché oramai lo sento, non ho sofferto invano,
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
tuo, per sempre tuo...Cirano.
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Cristoforo Colombo
Dati - Fontana - Guccini
da Ritratti [2004]
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Culodritto
da Signora Bovary [1987]
Ma come vorrei avere i tuoi occhi, spalancati sul mondo come carte assorbenti
e le tue risate pulite e piene, quasi senza rimorsi o pentimenti,
ma come vorrei avere da guardare ancora tutto come i libri da sfogliare
e avere ancora tutto, o quasi tutto, da provare...
Culodritto, che vai via sicura, trasformando dal vivo cromosomi corsari
di longobardi, di celti e romani dell' antica pianura, di montanari,
reginetta dei telecomandi, di gnosi assolute che asserisci e domandi,
di sospetto e di fede nel mondo curioso dei grandi,
anche se non avrai le mie risse terrose di campi, cortile e di strade
e non saprai che sapore ha il sapore dell' uva rubato a un filare,
presto ti accorgerai com'è facile farsi un' inutile software di scienza
e vedrai che confuso problema è adoprare la propria esperienza...
Culodritto, cosa vuoi che ti dica? Solo che costa sempre fatica
e che il vivere è sempre quello, ma è storia antica, Culodritto...
dammi ancora la mano, anche se quello stringerla è solo un pretesto
per sentire quella tua fiducia totale che nessuno mi ha dato o mi ha mai chiesto;
vola, vola tu, dov' io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare
e dove è ancora tutto, o quasi tutto...
vola, vola tu, dov' io vorrei volare verso un mondo dove è ancora tutto da fare
e dove è ancora tutto, o quasi tutto, da sbagliare..
39
Di mamme ce n' è una sola
da Opera Buffa [1973]
Devo confessare, poi che ho avuto anch' io, veramente, un periodo in cui da...
da bello di balera, cioè, non ero molto bello, in realtà, no, allora, mi ricordo, con...
con agghiacciante terrore, che circolavo con una giacca di jersey blu con dei risvoltini azzurri,
qui, filettati,
occhiale nero e cravatta rossa con i titoli dei giornali in cima, che è una cosa...
Giuro. Giuro, ho fatto anche questo, ho fatto anche questo. Ero molto giovane, però, e...
no, da questo periodo però viene tutta la mia conoscenza di canzoni di... direi, d'epoca.
E anch'io ho concepito un certo periodo in cui ho scritto canzoni di questo genere.
E' stata una specie di crisi, no? E una di queste è una canzone che...
così, direi, risolve un annoso problema, cioè quello che riguarda la mamma...
Come una capinera, sono in terra straniera,
ma quando penso al mio cielo e al mio casolare mi par di morir.
Or che la mamma è lontana, la mia chitarra romana,
la pizza napoletana, l' azzurra marina, ahimè, più non ho,
e allor come in sogno venuta, la bianca testina canuta
mi porta al mio vecchio quartiere, fra i glicini in fiore e mi canta così...
Refrain:
Di mamme ce n' è una sola, ma caro figliolo, di babbo uno solo non sempre ce n' è, lalalala,...
la mamma sol ti consola, la piccola casa, l' angusta dimora, par quella d' un re.
Figliolo, ora sei lontano da me: laggiù sono ricchi e di mamme ne han tre...
ma la tua mamma è italiana e ne val cento da sè!
Seconda strofa, che tira all'erotismo:
Più d' una donna procace ha simulato l'amor
con un suo bacio mendace, promessa fallace di un attimo sol.
Via quell' amor mercenario, vattene femmina ignuda!
Ogni tuo bacio sensuale è un bacio di Giuda al sapor di champagne.
Che cosa cercavo laggiù, fra azzurre e sensuali abat-jours,
C' è tutto !
ritorno al mio vecchio quartiere, fra i glicini in fiore e ti canto così...
Everybody, con sentimento:
Le mamme son tutte belle, anche se vecchierelle son come le stelle che brillan nel ciel. lalalala,
le mamme son tutte bianche, son curve e stanche; io voglio tornare, mamma, da te.
Se un dì me ne andai non lo voglio far più, io voglio tornare per sempre laggiù
dalla mia mamma italiana... eh ?...e non lasciarla mai più...
40
Dio è morto
da Francesco Guccini & i Nomadi Album Concerto [1979]
Ho visto
la gente della mia età andare via
lungo le strade che non portano mai a niente,
cercare il sogno che conduce alla pazzia
nella ricerca di qualcosa che non trovano
nel mondo che hanno già, dentro alle notti che dal vino son bagnate,
dentro alle stanze da pastiglie trasformate,
lungo alle nuvole di fumo del mondo fatto di città,
essere contro ad ingoiare la nostra stanca civiltà
e un dio che è morto,
ai bordi delle strade dio è morto,
nelle auto prese a rate dio è morto,
nei miti dell' estate dio è morto...
Mi han detto
che questa mia generazione ormai non crede
in ciò che spesso han mascherato con la fede,
nei miti eterni della patria o dell' eroe
perché è venuto ormai il momento di negare
tutto ciò che è falsità, le fedi fatte di abitudine e paura,
una politica che è solo far carriera,
il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto,
l' ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
e un dio che è morto,
nei campi di sterminio dio è morto,
coi miti della razza dio è morto
con gli odi di partito dio è morto...
Ma penso
che questa mia generazione è preparata
a un mondo nuovo e a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano,
a una rivolta senza armi,
perché noi tutti ormai sappiamo
che se dio muore è per tre giorni e poi risorge,
in ciò che noi crediamo dio è risorto,
in ciò che noi vogliamo dio è risorto,
nel mondo che faremo dio è risorto...
41
Don Chisciotte
Dati - Guccini - Dati - Orlandi
da Stagioni [2000]
[ Don Chisciotte ]
Ho letto millanta storie di cavalieri erranti,
di imprese e di vittorie dei giusti sui prepotenti
per starmene ancora chiuso coi miei libri in questa stanza
come un vigliacco ozioso, sordo ad ogni sofferenza.
Nel mondo oggi più di ieri domina l'ingiustizia,
ma di eroici cavalieri non abbiamo più notizia;
proprio per questo, Sancho, c'è bisogno soprattutto
d'uno slancio generoso, fosse anche un sogno matto:
vammi a prendere la sella, che il mio impegno ardimentoso
l'ho promesso alla mia bella, Dulcinea del Toboso,
e a te Sancho io prometto che guadagnerai un castello,
ma un rifiuto non l'accetto, forza sellami il cavallo !
Tu sarai il mio scudiero, la mia ombra confortante
e con questo cuore puro, col mio scudo e Ronzinante,
colpirò con la mia lancia l'ingiustizia giorno e notte,
com'è vero nella Mancha che mi chiamo Don Chisciotte...
[ Sancho Panza ]
Questo folle non sta bene, ha bisogno di un dottore,
contraddirlo non conviene, non è mai di buon umore...
E' la più triste figura che sia apparsa sulla Terra,
cavalier senza paura di una solitaria guerra
cominciata per amore di una donna conosciuta
dentro a una locanda a ore dove fa la prostituta,
ma credendo di aver visto una vera principessa,
lui ha voluto ad ogni costo farle quella sua promessa.
E così da giorni abbiamo solo calci nel sedere,
non sappiamo dove siamo, senza pane e senza bere
e questo pazzo scatenato che è il più ingenuo dei bambini
proprio ieri si è stroncato fra le pale dei mulini...
E' un testardo, un idealista, troppi sogni ha nel cervello:
io che sono più realista mi accontento di un castello.
Mi farà Governatore e avrò terre in abbondanza,
quant'è vero che anch'io ho un cuore e che mi chiamo Sancho Panza...
[ Don Chisciotte ]
Salta in piedi, Sancho, è tardi, non vorrai dormire ancora,
solo i cinici e i codardi non si svegliano all'aurora:
per i primi è indifferenza e disprezzo dei valori
e per gli altri è riluttanza nei confronti dei doveri !
L'ingiustizia non è il solo male che divora il mondo,
anche l'anima dell'uomo ha toccato spesso il fondo,
ma dobbiamo fare presto perché più che il tempo passa
il nemico si fà d'ombra e s'ingarbuglia la matassa...
[ Sancho Panza ]
A proposito di questo farsi d'ombra delle cose,
l'altro giorno quando ha visto quelle pecore indifese
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le ha attaccate come fossero un esercito di Mori,
ma che alla fine ci mordessero oltre i cani anche i pastori
era chiaro come il giorno, non è vero, mio Signore ?
Io sarò un codardo e dormo, ma non sono un traditore,
credo solo in quel che vedo e la realtà per me rimane
il solo metro che possiedo, com'è vero... che ora ho fame !
[ Don Chisciotte ]
Sancho ascoltami, ti prego, sono stato anch'io un realista,
ma ormai oggi me ne frego e, anche se ho una buona vista,
l'apparenza delle cose come vedi non m'inganna,
preferisco le sorprese di quest'anima tiranna
che trasforma coi suoi trucchi la realtà che hai lì davanti,
ma ti apre nuovi occhi e ti accende i sentimenti.
Prima d'oggi mi annoiavo e volevo anche morire,
ma ora sono un uomo nuovo che non teme di soffrire...
[ Sancho Panza ]
Mio Signore, io purtoppo sono un povero ignorante
e del suo discorso astratto ci ho capito poco o niente,
ma anche ammesso che il coraggio mi cancelli la pigrizia,
riusciremo noi da soli a riportare la giustizia ?
In un mondo dove il male è di casa e ha vinto sempre,
dove regna il "capitale", oggi più spietatamente,
riuscirà con questo brocco e questo inutile scudiero
al "potere" dare scacco e salvare il mondo intero ?
[ Don Chisciotte ]
Mi vuoi dire, caro Sancho, che dovrei tirarmi indietro
perché il "male" ed il "potere" hanno un aspetto così tetro ?
Dovrei anche rinunciare ad un po' di dignità,
farmi umile e accettare che sia questa la realtà ?
[ Insieme ]
Il "potere" è l'immondizia della storia degli umani
e, anche se siamo soltanto due romantici rottami,
sputeremo il cuore in faccia all'ingiustizia giorno e notte:
siamo i "Grandi della Mancha",
Sancho Panza... e Don Chisciotte !
43
Dovevo fare del cinema
Alloisio - Guccini - Alloisio
44
Due anni dopo
da Due anni dopo [1970]
45
Emilia
Guccini - Dalla
Le Alpi, si sa, sono un muro di sasso, una diga confusa, fanno tabula rasa
di noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa;
la casa ed i piedi in questa spianata di sole che strozza la gola alle rane,
di nebbia compatta, scabrosa, stirata che sembra di pane
ed una strada antica come l' uomo marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo
e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri...
Emilia sdraiata fra i campi e sui prati, lagune e piroghe delle terramare,
guerrieri del Nord dai capelli gessati, ne hai visti passare!
Emilia allungata fra l' olmo e il vigneto, voltata a cercare quel mare mancante
e il monte Appennino rivela il segreto e diventa un gigante.
Lungo la strada fra una piazza e un duomo hai messo al mondo questa specie d' uomo:
vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano... brutta razza, l' emiliano!
Emilia sognante fra l' oggi e il domani, di cibo, motori, di lusso e balere,
Emilia di facce, di grida, di mani, sarà un grande piacere
vedere in futuro da un mondo lontano quaggiù sulla terra una macchia di verde
e sentire il mio cuore che batte più piano e là dentro si perde...
passeggia un cane e abbaia al vento un uomo...
Ora ti saluto, è quasi sera, si fa tardi, si va a vivere o a dormire da Las Vegas a Piacenza,
fari per chilometri ti accecano testardi, ma io sento che hai pazienza, dovrai ancora sopportarci....
46
Eskimo
da Amerigo [1978]
Questa domenica in Settembre non sarebbe pesata LSD, tenne una quasi conferenza colta sul suo
così, l' estate finiva più "nature" vent' anni fa o giù viaggio di nozze stile freak e noi non l' avevamo mai
di lì... Con l' incoscienza dentro al basso ventre e fatto e noi che non l' avremmo fatto mai, quell' erba
alcuni audaci, in tasca "l'Unità", la paghi tutta, e a ci cresceva tutt' attorno, per noi crescevan solo i
prezzi d' inflazione, quella che chiaman la maturità... nostri guai...
Ma tu non sei cambiata di molto anche se adesso è Forse ci consolava far l' amore, ma precari in quel
al vento quello che io per vederlo ci ho impiegato senso si era già un buco da un amico, un letto a ore
tanto filosofando pure sui perché, ma tu non sei su cui passava tutta la città. L'amore fatto alla "boia
cambiata di tanto e se cos' è un orgasmo ora lo sai d' un Giuda" e al freddo in quella stanza di altri e
potrai capire i miei vent' anni allora, i quasi cento spoglia: vederti o non vederti tutta nuda era un fatto
adesso capirai... di clima e non di voglia!
Portavo allora un eskimo innocente dettato solo E adesso che potremmo anche farlo e adesso che
dalla povertà, non era la rivolta permanente: problemi non ne ho, che nostalgia per quelli contro
diciamo che non c' era e tanto fa. Portavo una un muro o dentro a un cine o là dove si può... E
coscienza immacolata che tu tendevi a uccidere, adesso che sappiam quasi tutto e adesso che
però inutilmente ti ci sei provata con foto di problemi non ne hai, per nostalgia, lo rifaremmo in
famiglia o paletò... piedi scordando la moquette stile e l'Hi-Fi...
E quanto son cambiato da allora e l'eskimo che Diciamolo per dire, ma davvero si ride per non
conoscevi tu lo porta addosso mio fratello ancora e piangere perché se penso a quella che eri, a quel che
tu lo porteresti e non puoi più, bisogna saper ero, che compassione che ho per me e per te.
scegliere in tempo, non arrivarci per contrarietà: Eppure a volte non mi spiacerebbe essere quelli di
tu giri adesso con le tette al vento, io ci giravo già quei tempi là, sarà per aver quindici anni in meno o
vent' anni fa! avere tutto per possibilità...
Ricordi fui con te a Santa Lucia, al portico dei Servi perché a vent' anni è tutto ancora intero, perché a
per Natale, credevo che Bologna fosse mia: vent' anni è tutto chi lo sa, a vent'anni si è stupidi
ballammo insieme all' anno o a Carnevale. davvero, quante balle si ha in testa a quell' età,
Lasciammo allora tutti e due un qualcuno che non oppure allora si era solo noi non c' entra o meno
ne fece un dramma o non lo so, ma con i miei quella gioventù: di discussioni, caroselli, eroi quel
maglioni ero a disagio e mi pesava quel tuo paletò... ch'è rimasto dimmelo un po' tu...
Ma avevo la rivolta fra le dita, dei soldi in tasca E questa domenica in Settembre se ne sta lentamente
niente e tu lo sai e mi pagavi il cinema stupita e non per finire come le tante via, distrattamente, a cercare
ti era toccato farlo mai! perché mi amavi non l' ho di fare o di capire.
mai capito così diverso da quei tuoi cliché, Forse lo stan pensando anche gli amici, gli andati, i
perché fra i tanti, bella, che hai colpito ti sei gettata rassegnati, i soddisfatti, giocando a dire che si era
addosso proprio a me... più felici, pensando a chi s' è perso o no a quei
party...
Infatti i fiori della prima volta non c' erano già più
nel sessantotto, scoppiava finalmente la rivolta Ed io che ho sempre un eskimo addosso uguale a
oppure in qualche modo mi ero rotto, tu li aspettavi quello che ricorderai, io, come sempre, faccio quel
ancora, ma io già urlavo che Dio era morto, a monte, che posso, domani poi ci penserò se mai
ma però contro il sistema anch' io mi ribellavo cioè, ed io ti canterò questa canzone uguale a tante che
sognando Dylan e i provos... già ti cantai: ignorala come hai ignorato le altre e
poi saran le ultime oramai...
E Gianni, ritornato da Londra, a lungo ci parlò dell'
47
E un giorno...
da Stagioni [2000]
48
Fantoni Cesira
da Opera buffa [1973]
49
Farewell
da Parnassius Guccinii [1993]
50
Giorno d' estate
da Due anni dopo [1970]
51
Gli amici
da Guccini [1983]
52
Gulliver
Guccini -Alloisio - Guccini
da Guccini [1983]
53
Ho ancora la forza
Ligabue - Guccini - Ligabue
da Stagioni [2000]
54
I fichi
da D' amore, di morte e di altre sciocchezze [1996]
La canzone, onestamente, come testo non è un politica. Non è, c'è, c'è, è... ma è... lei mi dica ha
granchè. Però ci ho messo tutta... una grande una...
ouverture musicale. Quindi attendete, vado ad che non ci piacciono i crauti...
eseguire l'ouverture... [Suona] L'ouverture mi è
Ecco la mia canzone è molto diversa. Fa:
riuscita un...un 60%, che non è una brutta
percentuale, perché...no, eeh, no no... [Suona] E' Io non capisco la gente
che io a questo punto avrei dovuto fare un do, ma il eh lo so, va beh, d'altra parte
do non è una nota facile, il do è una nota... che non ci piacciono i fichi:
Beethoven che era Beethoven il do ci prendeva un Già diversa !! Già diversa !!
l' han detto persino gli antichi
80% delle volte, anzi ha scritto una decima sinfonia sì ai fichi ed abbasso i bigné.
senza do perché mi fa rabbia,
ma la società "Gli amici delle sette note" non gli ha Virtuosismo. C'è questo sol che è... è un mi bemolle,
mai permesso di pubblicare. E il tempo di questa comunque... Lo abbassiamo? Lei cosa dice? Lo
canzone è un tempo... il tempo è un tempo: carina abbassiamo? Ma siiii... Ma siii....
questa! Il tempo è un tempo, ma, il tempo un tempo Seconda strofa nella quale si va a spiegare
era... Ah, un momento: bisogna spiegare a quelli di l'ontologia del fico, ovvero la vera, reale essenza del
sotto che il microfono che dovrebbe essere qui è qui e fico. Che non e' da tutti, insomma, cioè... Notate che
il microfono che dovrebbe essere qui è qui Il fatto che quando faccio il virtuosismo mi abbasso con la
qui e qui in italiano si dica nello stesso modo spalla sinistra perché mi viene ehm più facile...
complica orrendamente le cose però... Va beh, Peccato che nel disco non lo vedranno che mi
insomma, il tempo un tempo era... un valzer abbasso con la spalla sinistra, ma... [Suona] Eh?
moderato, ma col passare del tempo, e te dai... ha Cosa viene adesso?! [continua a suonare]
acquistato una precisa coscienza politica ed è I fichi son quella cosa
diventato un valzer decisamente di sinistra.Ah ah pregevoli assieme al prosciutto,
aah! Virtuosismi? Ma vorrei l'applauso. [Suona]. mangiabili in parte o del tutto
da soli o sia pure in alcun..
Temo che questa chitarra sia orrendamente
scordata, ma il pezzo è giusto con la chitarra A fewbody, come dicono gli anglosassoni..
orrendamente scordata. Mangiabili in piedi o a Verona
La canzone potrebbe ricordare a qualcun..., la a letto, al mattino, in stazione,
canzone si chiama "I fichi", potrebbe ricordare a dovunque dà gioia... il melone,
ma questa è un' altra canzon...
qualcuno "I crauti". "I crauti" è una canzone
scritta tanti anni fa, una canzone... si fa per dire, Mangiabili in verno o d' estate
che faceva.... e fino l' autunno inoltrato,
ma allora c' ha il nome cambiato
Io non capisco la gente... e si chiamano marron-glaceés...
eh, te fai sì sì con la testa: la conosci? E' la tua Quando uno è bravo....
canzone preferita! Te a un certo punto vai col tuo Ma quando è maturo e sugoso
moroso e dici "Senti suonami i crauti, è la nostra allora è il momento del fico
canzone!"... No, un momento c'è della gente cosi' ch'e buono sì che non vi dico...
eh! Io... Oh rabbia, che ormai l' ho già dett!
55
io vado a spiegare Te prova ad andar sotto a un camions
le prove scientifiche della beneficità del fico per gli oppure va sotto a un tranvai,
poi va sotto a un fico e vedrai
esseri umani. Vai!! [Musica] di quanto starai tu più ben...
Ehm, l'ho detto prima di Beethoven che non...
Se qualcuno mi tenesse un dito qua! Controindicazioni...
56
Il 3 dicembre del '39
Pontiack - Verona
57
Il bello
da Opera buffa [1973]
58
Il caduto
Guccini - Biondini
59
Il compleanno
da Due anni dopo [1970]
60
Il frate
da L' isola non trovata [1971]
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Il matto
Guccini - Tavolazzi
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Il pensionato
da Via Paolo Fabbri 43 [1976]
Lo sento da oltre il muro che ogni suono fa passare, a come da quel posto si può mai vedere il mondo, a
l' odore quasi povero di roba da mangiare, un' esistenza andata in tanti giorni uguali e duri, a
lo vedo nella luce che anch' io mi ricordo bene come anche la storia sia passata fra quei muri...
di lampadina fioca, quella da trenta candele,
Io ascolto e non capisco e tutto attorno mi stupisce
fra mobili che non hanno mai visto altri splendori,
la vita, com'è fatta e come uno la gestisce
giornali vecchi ed angoli di polvere e di odori,
e i mille modi e i tempi, poi le possibilità,
fra i suoni usati e strani dei suoi riti quotidiani:
le scelte, i cambiamenti, il fato, le necessità
mangiare, sgomberare, poi lavare piatti e mani.
e ancora mi domando se sia stato mai felice,
Lo sento quando torno stanco e tardi alla mattina se un dubbio l' ebbe mai, se solo oggi si assopisce,
aprire la persiana, tirare la tendina se un dubbio l' abbia avuto poche volte oppure
e mentre sto fumando ancora un'altra sigaretta, spesso, se è stato sufficiente sopravvivere a se
andar piano, in pantofole, verso il giorno che lo stesso...
aspetta e poi lo incontro ancora quando viene l' ora
Ma poi mi accorgo che probabilmente è solo un
mia, mi dà un piacere assurdo la sua antica cortesia:
tarlo di uno che ha tanto tempo ed anche il lusso di
"Buon giorno, professore. Come sta la sua signora?
sprecarlo: non posso o non so dir per niente se
E i gatti? E questo tempo che non si rimette
peggiore sia, a conti fatti, la sua solitudine o la
ancora..."
mia...
Mi dice cento volte fra la rete dei giardini
Diremo forse un giorno: "Ma se stava così bene..."
di una sua gatta morta, di una lite coi vicini
Avrà il marmo con l' angelo che spezza le catene
e mi racconta piano, col suo tono un po' sommesso,
coi soldi risparmiati un po' perché non si sa mai,
di quando lui e Bologna eran più giovani di adesso...
un po' per abitudine: "eh, son sempre pronti i guai".
Io ascolto e i miei pensieri corron dietro alla sua Vedremo visi nuovi, voci dai sorrisi spenti:
vita, a tutti i volti visti dalla lampadina antica, "Piacere", "E' mio", "Son lieto", "Eravate suoi
a quell' odore solito di polvere e di muffa, parenti?" E a poco a poco andrà via dalla nostra
a tutte le minestre riscaldate sulla stufa, mente piena: soltanto un' impressione che
a quel tic-tac di sveglia che enfatizza ogni secondo, ricorderemo appena...
63
Il sociale e l' antisociale
Pontiack - Verona - Sciascia - Pantros
Sono un tipo antisociale, non m'importa mai di Non amo viver con tutta la gente, mi piace solo la
niente, non m'importa dei giudizi della gente. gente "bene": come si dice comunemente "bene si
Odio in modo naturale ogni ipocrisia morale, nasce non si diviene"... c'è chi nasce per le scienze o
odio guerre ed armamenti in generale. per le arti: io sono nato solamente per i party la
Odio il gusto del retorico, il miracolo economico lalalala...lalalala
il valore permanente e duraturo, radio a premi,
Amo oltremodo parlare male, fare il maiale con le
caroselli, T.V., cine, radio, rallies,
ragazze, la Pasqua vado in confessionale e tutte
frigo ed auto non c'è "Ford nel mio futuro"!
quante per me vanno pazze perché fra i "bene" poi
E voi bimbe sognatrici della vita delle attrici, non conta l'astinenza, basta ci sia soltanto
attenzione da me state alla lontana: l'apparenza la lalalala...lalalala
non mi piace esser per bene, far la faccia che
Quindi non curo la mia intelligenza, la gente bene
conviene poi alla fine sono sempre senza grana...
con questo non lega, ma alle canaste di beneficenza
Odio la vita moderna fatta a scandali e cambiali, so sempre tutto sull'ultimo"Strega":
i rumori, gli impegnati intellettuali. l'intelligenza c'è sol coi milioni e ammiro i film di
odio i fusti carrozzati dalle spider incantati Monica e Antonioni la lalalala...lalalala
coi vestiti e le camicie tutte uguali
Sono elegante ed è inutile dire che le mie vesti son
che non sanno che parlare di automobili e di moda,
sempre curate perché senz'altro è importante vestire,
di avventure estive fatte ai monti e al mare,
perché è la tonaca che fa il frate...
Vuoti e pieni di sussiego se il vestito non fa un
In fondo poi due cose hanno importanza e sono il
piego, mentre io mi metto quello che mi pare...
conto in banca e l'eleganza la lalalala...lalalala
Sono senza patrimonio, sono contro il matrimonio,
non ho quello che si dice un posto al sole; non mi Andiamo matti per cocktail e feste, amo oltremodo
piaccion le gran dame, preferisco le mondane perché le donne mondane: non fraintendete non parlo di
ad essere sincere son le sole... "quelle", star con la gente più in basso sta male...
non ho rapporti con i proletari... soltanto a tarda
Non mi piaccion l'avvocato, il borghese, l'arrivato,
notte lungo i viali la lalalala...lalalala...lalalala
odio il bravo e onesto padre di famiglia
quasi sempre preoccupato di vedermi sistemato Ma non trascuro la scienza umanista e si può dire
se mi metto a far l'amore con sua figlia... che sono impegnato, anzi alle volte sono comunista,
ma non mi sono sempre interessato:
Sono un tipo antisociale, non ho voglia di far niente,
la lotta delle classi sol mi va per far bella figura in
sulle scatole mi sta tutta la gente.
società la lalalala..lalalala...
In un'isola deserta voglio andare ad abitare
e nessuno mi potrà più disturbare Non si può dire che sia clericale, come Boccaccio
e nessuno mi potrà più disturbare amo rider dei frati, ma ossequio sempre lo zio
e nessuno mi potrà più disturbare... cardinale e vado a messa nei dì comandati.
Il mio credo vi dico brevemente: pensare a ciò che
può dire la gente la lalalala...lalalala...lalalala
La gente "bene" è la mia vera patria, la gente "bene"
è il mio unico Dio, l'unica cosa che ho sempre
sognata, la sola cosa che voglio io...
è solo essere un bene sempre ed ora e tutto il resto
vada alla malora la lalalala...lalalala
la lalalala...lalalala...
64
Il tema
da L' isola non trovata [1971]
Un anno è andato via della mia vita, già vedo danzar l' altro che passerà.
Cantare il tempo andato sarà il mio tema perché negli anni uguale sempre è il problema:
e dirò sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi,
cercherò i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi,
canterò soltanto il tempo...
Ed ora dove sei tu che sapevi ridare ai giorni e ai mesi un qualche senso.
La giostra dei miei simboli fluisce uguale per trarre anche dal male qualche compenso:
e dirò di pietre consumate, di città finite, morte sensazioni,
racconterò le mie visioni spente di fantasmi e gente lungo le stagioni
e canterò soltanto il tempo...
E via, e via, e via parole vane che scivolano piane dalle chitarre
e se ne vanno e vibrano, non resta niente, un suono che si sente e poi scompare...
E sono qui sempre le stesse cose viste sotto mille angoli diversi,
e cercherò i minuti, le ore, i giorni, i mesi, gli anni, i visi che si sono persi,
e canterò soltanto il tempo...
65
Il vecchio e il bambino
da Radici [1972]
66
Il volo interrotto
da Il volo di Volodja[1993]
Qualcuno scorse il frutto acerbo ma non amò mai, non amò mai,...
poi scosse il tronco e il frutto cadde, E' buffo sì, buffo davvero ma
e questo è il canto di chi non cantò, andò più in su ma non volò
e di aver di voce non si accorse, soltanto un poco si affrontò
mai venne a patti con il suo destino, mancò ciò che mancò, sempre mancò, tutto mancò.
lui con il caso non aveva intesa, Fu il servitore di uno stile puro,
ed era fuori tono il suo violino dico sul serio, non è falsità:
e la sua corda troppo tesa, scriveva versi sulla neve
ed intonò la voce in la, la nota non andò più in la, e poi la neve svanirà, si scioglierà,
ma questo accordò poi non risuonò, ma continuò, la grande nevicata
non ispirò, non provocò nessuno, gettava versi sul tappeto lieve,
di certo il cane non reagì, il gatto pure. lui rincorreva a bocca spalancata
E' buffo sì, buffo davvero, cristalli di grandine di neve.
ma provò a scherzare ma non ci riuscì, E lui salì sul suolo, andò,
nemmeno il vino lo assaggiò, ma non ci andò là, non ci andò là, non ci andò
il gusto neanche lo sentì. e non riuscì la fuga, il volo,
E si arrischiava in discussioni oziose la cavalcata non finì il toro sua costellazione
ma molto piano e con maggior timore e la via lattea muggì.
stillava l'anima attraverso i pori E' buffo sì, buffo davvero ma
con mille gocce di sudore, di sudore, mancò la nota dopo il la,
e sul quadrato cominciò il duello per una nota d'un secondo solo
senza però nessuna idea di qualche non volerà, non volerà...
regola, trucco o tranello, E' buffo sì, che storia buffa e amena,
l'arbitro poi non dava il via certo per me, per voi non so.
e lui puntò l'estremità ma si fermò neanche a metà. Trotta il cavallo e il merlo plana.
Non capì il falso né una verità, Pagherà, chi pagherà, chi pagherà...
lei fu la sola e neanche lei amò del tutto mai
67
Incontro
da Radici [1972]
68
Inutile
da Guccini [1983]
69
Inverno '60
da Stagioni [2000]
70
Keaton
Lolli - Guccini - Lolli
71
telefonando all'Arci-caccia, all'Arci-tutto,
ma di Keaton sembra non sia rimasto niente.
Se se ne parla è nel ricordo di un momento,
qualcuno dice che l' ha visto, ma lontano,
e tutti, tutti con un gran sorriso spento
come per dire: "Era un ragazzo troppo strano".
Ah, Keaton, Keaton, che fine hai fatto, Keaton?
Se mi vedessi col mio trench stile Bogart, Keaton,
sotto la pioggia che ti vengo a cercare...
Keaton, ah, Keaton, perché mi manca, Keaton,
questa notte mi manca la tua voglia di star qui a suonare...
E finalmente un chissacchì non mi delude,
forse, però non sa, probabilmente,
è in una provincia lontana come una palude
dai nostri discorsi di suonare fra la gente;
una provincia come una sconfitta,
meno che essere una minoranza dignitosa,
e una palude è certo troppo fitta
di voli di zanzara per suonarci qualche cosa....
Lo trovo e sembra che non sia più Keaton,
anche se è contento di vedermi.
"Sembrava facile toccarlo con un dito", dice,
"ma il cielo ci ha voluto tutti fermi".
E finalmente ride, ma ride tanto ed è ingrassato
e giura troppo che non sta poi male,
il jazz ormai se l' è dimenticato:
ci son parole, tempi e ritmi anche dentro un ospedale...
E nel lasciarmi all' inizio della sera:
"E' come", dice, "alla fine del cinema muto,
c'è il sonoro, non serve una tastiera..."
Ci salutiamo nel silenzio più assoluto...
Ed esco fuori con i miei giornali
e non ho voglia di ridere per niente,
ho un treno che mi aspetta alla stazione,
mi dà fastidio anche il rumore della gente...
Ah, Keaton, Keaton!
Keaton, quello vero, l' ultima volta che l' hanno visto passeggiava lungo le strade e per il vento di Roma
durante le pause di un film con Franchi e Ingrassia. Aveva in corpo mille litri di alcool,
la faccia la solita, senza allegria;
si ubriacava ogni giorno con la troupe borgatara
alla faccia della cirrosi epatica,
perché lui ci teneva al suo pubblico,
più che al suo fegato, e gli elettricisti sono gente simpatica; gli urlavano infatti "anvedi s'è forte 'sto
Keaton!", bevendo il bianco misterioso dei colli di Roma o quello forte del sud che fa assaggiare l' infinito a
tutta la gente di bocca buona...
72
L' albero ed io
da Due anni dopo [1970]
Quando il mio ultimo giorno verrà dopo il mio ultimo sguardo sul mondo,
non voglio pietra su questo mio corpo, perché pesante mi sembrerà.
Cercate un albero giovane e forte, quello sarà il posto mio;
voglio tornare anche dopo la morte sotto quel cielo che chiaman di Dio.
Ed in inverno nel lungo riposo, ancora vivo, alla pianta vicino,
come dormendo, starò fiducioso nel mio risveglio in un qualche mattino.
E a primavera, fra mille richiami, ancora vivi saremo di nuovo
e innalzerò le mie dita di rami verso quel cielo così misterioso.
Ed in estate, se il vento raccoglie l'invito fatto da ogni gemma fiorita,
sventoleremo bandiere di foglie e canteremo canzoni di vita.
E così, assieme, vivremo in eterno qua sulla terra, l'albero e io
sempre svettanti, in estate e in inverno contro quel cielo che dicon di Dio.
73
L' atomica cinese
Pontiack - Verona
74
L' avvelenata
da Via Paolo Fabbri 43 [1976]
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni
credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni;
va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il "crucifige" e così sia,
chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato...
Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante,
mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d' un cantante:
giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo,
e un cazzo in culo e accuse d' arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta...
Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa,
però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia;
io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi:
vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso...
Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare,
godo molto di più nell' ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare...
se son d' umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie:
di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo...
Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista,
io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista!
Io frocio, io perché canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino,
io solo qui alle quattro del mattino, l'angoscia e un po' di vino, voglia di bestemmiare!
Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento?
Ovvio, il medico dice "sei depresso", nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento.
Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro:
compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco!
Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po' di milioni,
voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni...
Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete,
un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate!
Ma s' io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso,
mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso
e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare:
ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!
75
L' isola non trovata
da L' isola non trovata [1971]
76
L' orizzonte di K.D.
da L' isola non trovata [1971]
77
L' ubriaco
da Due anni dopo [1970]
78
L' uomo
da L' isola non trovata [1971]
Senza l'ultima parola, frase saggia da citarsi, chiudergli la bocca." Restò solo qualcosa che volò
piegò il capo sul cuscino quasi per addormentarsi, nell'aria calma e poi svanì
senza un grido, senza un nome, senza motti, senza per dove non sapremo mai
un suono, nè il rumore di battaglie, era morto un mai, mai, mai, mai, mai...
altro uomo, restò solo qualcosa che volò
Si riuniscono i parenti, si rincorrono i ricordi,
nell'aria calma e poi svanì,
già si parla delle spese, già si senton pianti sordi:
per dove non sapremo mai.
qualche spicciolo lasciato provocò parole accese
mai, mai, mai, mai, mai...
che volarono sul letto e copriron le candele;
C' era buio nella stanza, di malato un greve odore restò solo qualcosa che volò
e una lieve, pazza danza di mosconi in amore; nell'aria calma e poi svanì
lievi ronzan le preghiere, poi qualcuno se n'è per dove non sapremo mai,
accorto: si alzò atroce nella sera, solo un chiaro mai, mai, mai, mai, mai...
grido: "E' morto!" Restò solo qualcosa che volò
Uno schiaffo fa tacere anche i giochi dei bambini,
nell' aria calma e poi svanì
son calate le serrande, neri sfilano i vicini.
per dove non sapremo mai
Le ghirlande hanno gettato la tristezza sulle scale,
mai, mai, mai, mai, mai...
fra i parenti addolorati se ne scende il funerale,
Svelti accorrono gli astanti: "Com'è morto?", restò solo qualcosa che volò
"Com'è andata?" Sfrigolava ormai sui pianti la nell'aria calma e poi svanì
candela già bruciata; gli composero le braccia, si per dove non sapremo mai,
ravviò la rada chioma, ondeggiava sulla faccia del mai, mai, mai, mai, mai...
rosario la corona: restò solo qualcosa che volò
Una vita: quante cose dice il prete in due parole;
nell'aria calma e poi svanì
lo ringraziano gli astanti, via l'inverno, c'è già il
per dove non sapremo mai,
sole, chiacchiere, risate lievi, vanno per il cimitero,
mai, mai, mai, mai, mai...
restan fiori con le scritte, resta al vento un drappo
Si frugò dentro ai ricordi di una vita ormai finita, nero, restò solo qualcosa che volò
si guardò dentro ai cassetti colmi di carta ingiallita: nell'aria calma e poi svanì
"Questa foto è per la figlia." "L'orologio qui a chi per dove non sapremo mai,
tocca?" "Meglio gli chiudiate gli occhi." "Meglio mai, mai, mai, mai, mai, mai...
79
La ballata dell' annegato
Pontiack - Verona
80
La collina
da L' isola non trovata [1971]
81
La fiera di San Lazzaro
da Opera buffa [1973]
82
Ma la vecchia non si fa ingannare da queste cose,
la vecchia... eh eh, dice "ragazzo mio, io ai miei eh!".
Dice "voi non state giocando alla merla, buffoncelli! Altro gioco..."
"Seh, la merla i mi cojon com' eren béii, com' eren bòn,
seh, la merla i mi cojon com' eren béii, com' eren bòn..."
Questo stacco della lingua m...i mi ...
"Cojon, seh la merla i mi cojon" vuol dire "Sì la merla i miei quaglioni"...
I quaglioni sono delle quaglie... La vecchia dice "Sì, la merla i miei quaglioni...", no? Sii....
Poi la vecchia ricorda, col Leopardi "Le rimembranze" dicevamo, vero?
"Anca mè, quand'a l'era giuv'nassa, oilì, oi...
Quando ero giovinazza, no?
anca mè, quand'a l'era giuv'nassa, oilì, oilà...
A' n'ò ciapé di bi pzulon , com' eren béii, com' eren bòn
A' n'ò ciapé di bi pzulon , com' eren béii, com' eren bòn..."
Cioè "ne ho presi dei pezzoloni..."
Ora, si ignora esattamente cosa sia il pezzolone.
Il pezzolone potrebbe essere... vedi tu, un sacerdote di questo culto piccionico
che esisteva a San Lazzaro. Oppure, pare però da alcuni studi più recenti
che il pezzolone sia un' antica misura bolognese: esisteva il braccio, la pertica
e il pezzolone, che grosso modo...
Però la vecchia nel finale svela il suo laido retroscena;
non nel senso buono della parola, cioè... è discutibile il senso buono...,
trattandosi del retroscena della vecchia...
Però c'è da spiegare cos'è prima il fittone.
Chiamasi "fittone" il normale paracarro, cioè quelle cose così, no...?
"E anc'adesso che son' una v'sciàssa, oilì, oilà
e anc'adesso che son' una v'sciàssa, oilì, oilà....
'a' m' la sfrài contr' i fittòn, com' eren béii, com' eren bòn,
'a' m' la sfrài contr' i fittòn, com' eren béii, com' eren bòn..."
83
La fìra ed San Làzer
da Ciao ràgaz [2000]
84
perché aveva il vento in favore...purtroppo questa specialità non
è ancora approdata alle olimpiadi (posso fare il playback?) certamente!
(zzzzz....oh, che dolore!) e no perché lui riesce contemporanemante a
solarsi, come si dice, la fessa, a rifarsi il nodo alla cravatta,
a ricomporsi i capelli, ad accendersi la sigaretta (fenomeno...)
bravissimo! (ohi, benbene...) guarda la vecchia con grande fermezza
e afferma:...posso cantarla io questa qua (ma vadi pure, professore!)
Siamo qui che giochiamo alla merla oilì, oilà,
siamo qui che giochiamo alla merla oilì, oilà...
Ma la vecchia che se n'è addata che alla merla essi non stanno
giocando, perché in gioventù probabilmente lo stesso gioco aveva
a lungo praticato, risponde con sagacia:
"Seh, la merla i mi cojon com' eren béii, com' eren bòn,
seh, la merla i mi cojon com' eren béii, com' eren bòn..."
(ahh, la merla!Ma è il gioco del peciabligo, praticamente) quasi...
(Il peciabligo lei lo conosce, professore?) L'ho praticato, forse...
(Cioè i due ombelichi che si incontrano, e si dicono: chissà che
festa al piano di sotto!) La vecchia parla però di quaglie. Ella
non confonda cojon vuol dire quaglie marche di grosse dimensioni.
(Pensavo qualcosa di diverso, comunque...mi erudisca) Non la
erudisco ma le canterò la prossima strofa (certo!) che chiamerei,
con Leopardi, le rimembranze, ovvero la vecchia ricorda quando
giovinetta era abituata a danzare al culto piccionico:
anca mè, quand'a l'era giuv'nassa, oilì, oilà...
anca mè, quand'a l'era giuv'nassa, oilì, oilà...
A' n'ò ciapé di bi pzulon , com' eren béii, com' eren bòn
A' n'ò ciapé di bi pzulon , com' eren béii, com' eren bòn..."
(Scusi professore: pzulon. perché sà, ho guardato nel vocabilario, e...)
In lingua direi, e mi perdoni questa in lingua, mi perdoni...
(ah, io le perdono la lingua e anche il femore, sa professore)
pezzolone non si sa bene se il pezzolone sia un sacerdote di
questo antico culto itifallico, che aveva luogo nel bolognese, oppure
molto più probabilmente, un'antica misura: la mano, il braccio,
il piede, la pertica e il pezzolone (e la postura era a padula
del pezzolone?) a volte poteva anche esserlo. Da qui poi l'estrema
labilità come lei facilmente immagina. Ma vada avanti,e finisca...
(adesso...l'abilità...adesso,prorio...adesso, proprio l'abilità...
guardi, io non saprei dirle, però in ogni caso...) ma labilità
nel senso di non l apostrofo, ecco, tutt'attaccato (ah, ecco...
si, perché son bravino ma proprio l'abilità, adesso eh...)
"E anc'adesso che son' una v'sciàssa, oilì, oilà
e anc'adesso che son' una v'sciàssa, oilì, oilà....
'a' m' la sfrài contr' i fittòn, com' eren béii, com' eren bòn,
'a' m' la sfrài contr' i fittòn, com' eren béii, com' eren bòn...
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La Genesi
da Opera buffa [1973]
Una canzone molto più... più seria e più impegnata, urtandolo un poco col piede: si consolò che non
oserei dire impegnatissima, c'era ancor gente e che non gli era venuto poi bene.
una canzone che mi è stata ispirata, a me succede Ma quando il buio gli fece impressione, disse,
poche volte, però questa canzone mi è stata ispirata facendosi in viso un po' truce: "diavol d' un angelo,
direttamente dall'alto. Ero lì, nel mio candido avevi ragione! Si chiami l' Enel, sia fatta la luce!"
lettino... e ho sentito una voce che diceva
Commutatori, trasformatori, dighe idroelettriche e
"Francesco". Dico "socc..., chi è?"... dico "eh?",
isolatori, turbine, dinamo e transistori per mille
diceeeeee "svegliati sono il tuo Dio."
impianti di riflettori, albe ed aurore fin boreali,
E allora così, in questo modo sollecitato, ho
giorni e tramonti fin tropicali. "Fate mo' bene che
pensato di, di... fare un' opera musicale colossale e
non bado a spese, tanto ho lo sconto alla fine del
mettere in musica l'Antico Testamento.
mese..."
Per ora sono riuscito a fare soltanto la Genesi...
che è la vera storia della creazione del mondo... "Te Lucifero non ti devi interessare come faccio ad
avere io lo sconto alla fine del mese.
Per capire la nostra storia bisogna farsi ad un tempo
Ma cosa vuol dire corruzione, una mano lava l'
remoto: c'era un vecchio con la barba bianca, lui, la
altra, come si dice; vuoi che uno nella mia
sua barba, ed il resto era vuoto.
posizione non conosca nessuno?
Voi capirete che in tale frangente quel vecchio solo
Però intanto, ragazzi, andateci piano perché la
lassù si annoiava, si aggiunga a questo che,
bolletta la portano a me. M' avete lasciato accesa la
inspiegabilmente, nessuno aveva la T.V. inventata...
luce al polo sei mesi, sei mesi, no, sei mesi!
Beh, poco male, pensò il vecchio un giorno, a questo Grazie, c'era freddo, i surgelati li debbo pur tenere
affare ci penserò io: sembra impossibil, ma in roba da qualche parte! Adesso la tenete spenta sei mesi
del genere, modestia a parte, ci so far da Dio! come ... e poi quei ragazzi lì, come si chiamano quei
"Dixit", ma poi toccò un filo scoperto, prese la ragazzini che vanno in giro con quella cosa?
scossa, ci fu un gran boato: come T.V. non valeva Aureola si chiama? No no, am pies menga, no no
un bel niente, ma l' Universo era stato creato... no, ragazzi quelle cose li,
io vi invento il peccato di superbia e vi frego tutti
Come son bravo che, a tempo perso, ti ho creato
eh, adesso ve lo dico, bisogna guadagnarsele...
l'Universo! Non mi sembra per niente male, sono
a parte il fatto che non mi adorate abbastanza... no
davvero un tipo geniale! "Zitto, Lucifero, non
no no Lucifero, è inutile che tu mi chiedi scusa:
disturbare, non stare sempre qui a criticare!
adorare significa non dovere mai dire mi dispiace!
Beh sì, lo ammetto, sarà un po' buio, ma non dir più
Tientelo in mente... Voi, ecco, io vi do ogni dieci atti
che non si vede un tubo!"
di adorazione vi do un buono,
"Che sono parolacce che non sopporto!", disse il ogni dieci buoni voi mandate la cartolina che il 6
vecchio a Lucifero. "E poi se c'è una cosa e un'altra gennaio... che poi ci ho tutta un'altra idea in testa
che non posso sopportare sono i criticoni: fattelo te per la... facciamo Aureolissima che è una festa che
l' Universo se sei capace! Che me at dig un quel... mi sembra molto bella. Piuttosto Lucifero, non
disse il ve..." Era d' antica origine modenese da sgamare, vieni qua ragazzo... Com' è, mi hanno
parte di madre il ve... detto che hai stampato un libro... Il Libretto Rosso
"Io parlo chiaro: pane al pane, vino al vino, anzi dei Pensieri di... oh, bella roba il libretto rosso dei
vin santo al vin santo. Sono buono e bravo, ma se pensieri di Lucifero!
mi prendono i cinque secoli me at sbat a l' inferen, Ragazzi mi spiace... ma cosa vuol dire di sinistra, di
com'è vero Dio!" sinistra... non sono un socialdemocratico anch'
io? avanti al centro contro gli opposti
Ma poi volando sull' acqua stagnante e sopra i mari
estremismi! ... eh ma, ...no no no, non ci siamo mica
di quell' Universo, mentre pensava se stesso
qua: se c' è uno che può pensare anzitutto sono io ...
pensante in mezzo a quel buio si sentì un po' perso.
e non tirare mica in ballo mio figlio, quel capellone,
Sbattè le gambe su un mucchio di ghiaia dopo una
con tutti i sacrifici che ho fatto...
tragica caduta in mare, quando andò a sbattere sull'
per me lui lì finisce male... ah me, me a tal deg ...
Himalaya il colpo gli fece persino un po' male...
finisce male. E attento che te e lui, io ho delle
Fece crollare anche un gran continente soltanto soluzioni per voi che non vi piaceranno, per Dio!
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E non guardarmi male che qui dentro "per Dio" lo vorrei aver creato anche la rabbia, già così...
dico come e quando mi pare!" cos'è che non ho creato? Lo sapevo: l'uomo non ho
creato! Grazie, mi fate sempre fare tutto a me, mi
Ma fatta la luce ci vide più chiaro: là nello spazio
tocca sempre fare! Qua se non ci sono io che penso
girava una palla. Restò pensoso e gli parve un po'
a tutto.. va beh, nessuno è perfetto...
strano, ma scosse il capo: chi non fa non falla.
sì, lo so che sono l'Essere Perfettissimo Creatore e
Rise Lucifero stringendo l' occhio quando lui e gli
Signore. Grazie! Adesso ti trasformo in serpente
angeli furon da soli: "Guarda che roba! Si vede che
così impari, striscia mo' lì! Viuscia via!"
è vecchio: l'ha fatto tutto schiacciato sui poli!"
E portarono al vecchio quello che c' era rimasto...
Per riempire 'sto bell'ambiente voglio metterci tante c' era un po' di formaggio e due scatolette di
piante. "Forza, Lucifero, datti da fare, ordina semi, Simmenthal, cioè lui li mise assieme e poi...
concime e trattore, voglio un giardino senza uguali,
Prese un poco di argilla rossa, fece la carne, fece le
voglio riempirlo con degli animali!
ossa, ci sputò sopra, ci fu un gran tuono ed è in quel
Ma cosa fa 'sto cane che ho appena creato? Boia
modo che è nato l'uomo...
d'un Giuda, m' ha morsicato!
Era un venerdì 13 dell'anno zero del Paradiso!
"Piuttosto fallo vedere da un veterinario, che non
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La locomotiva
da Radici [1972]
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con forza cieca di baleno...
E un giorno come gli altri, ma forse con più rabbia in corpo
pensò che aveva il modo di riparare a qualche torto.
Salì sul mostro che dormiva, cercò di mandar via la sua paura
e prima di pensare a quel che stava a fare,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura,
il mostro divorava la pianura...
Correva l' altro treno ignaro e quasi senza fretta,
nessuno immaginava di andare verso la vendetta,
ma alla stazione di Bologna arrivò la notizia in un baleno:
"notizia di emergenza, agite con urgenza,
un pazzo si è lanciato contro al treno,
un pazzo si è lanciato contro al treno,
un pazzo si è lanciato contro al treno..."
Ma intanto corre, corre, corre la locomotiva
e sibila il vapore e sembra quasi cosa viva
e sembra dire ai contadini curvi il fischio che si spande in aria:
"Fratello, non temere, che corro al mio dovere!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!
Trionfi la giustizia proletaria!"
E intanto corre corre corre sempre più forte
e corre corre corre corre verso la morte
e niente ormai può trattenere l' immensa forza distruttrice,
aspetta sol lo schianto e poi che giunga il manto
della grande consolatrice,
della grande consolatrice,
della grande consolatrice...
La storia ci racconta come finì la corsa
la macchina deviata lungo una linea morta...
con l' ultimo suo grido d' animale la macchina eruttò lapilli e lava,
esplose contro il cielo, poi il fumo sparse il velo:
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava,
lo raccolsero che ancora respirava...
Ma a noi piace pensarlo ancora dietro al motore
mentre fa correr via la macchina a vapore
e che ci giunga un giorno ancora la notizia
di una locomotiva, come una cosa viva,
lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
lanciata a bomba contro l' ingiustizia,
lanciata a bomba contro l' ingiustizia!
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La tua libertà
da Ritratti [2004]
90
La verità
da Due anni dopo [1970]
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La żiatta (La tieta)
Serrat - Guccini
da Ritratti [2004]
A la desterà al veint con un colp al persian Lèe ch’l’ha sèimpr in piò un piat quand ariva Nadèl,
l’è acsè lèrgh al sòo let e i linzòo fradd e grand
tòt dò i oc’ mez e srèe zercherà n’ètra man lèe ch’la ‘n vòl mai nisun se un dè, a chès, l’a s’
sèinza catèr nisun come aièr, come edman sèint mèl, lèe ch’l’a ‘n gh’ha gnanca un fióo ma 'n
fióo ed sóo fradel, lèe ch’l dis: “L’a ‘n va mel!”
Al so stèr da per lèe l’è un sò amigh da tant’an Ch’l’a dis: “A fagh bè!”
ch’a l’ ch’gnass tòtt i sòo quèl fin al pighi dla man;
la scultarà al gnulèr d’un gat vec’ e castrèe E la dmanga dal Pèlmi la cumprarà a sòo anvod
ch’a gh’ dòrm inzèmma a i znoc d’invèren tòtt al dè. un bel ram longh d’uliv e un pèr ed calzatt nóv
e po’ in cesa tótt dóo i faran come al pret
e i pregaran Gesó ch’a l’va a Gerusalem,
Un breviari apugièe in vatta a la tulatta
e un gaz d’acqua trinchèe quand a s’lèva la ziatta po’ a gh’ darà soquant franch de mattr’ind ‘na
Un breviari apugièe in vatta a la tulatta casatta perché a s’ dèv risparmièr com la fa lèe, la
e un gaz d’acqua trinchèe... ziatta, po’ a gh’ darà soquant franch de mattr’ind ‘na
casatta perché a s’ dèv risparmièr...
Un spec’ vec’ e incrinèe a gh’arcurdarà pian
come al tiemp l’è pasèe come in vulèe via i an, E un dè a s’gh’ha da murir com’ piò o meno i fan
e gl’insaggni dl’etèe per al stridi i s’ sèn pèrs, tótt, cun ‘na frèva da gnint l’andrà in cal póst tant
quanti rughi ch’a gh’è e i oc’ come i èn divèrs. brótt; l’avrà bele paghé un prèt ch’a s’sèint a póst,
la cassa, al funerèl e la Massa di mort.
L’a gh’ butarà un suris la purtinèra ed ca’
per l’urgói cg’ a gh’la lèe perché a gh’ fa bèin i fat; E i fior ch’i andrai andrèe al sóo trèst suplimèint
tòtt i dè fèr l’istass ciapèr al filibùs i èn cal cosi che pass a l’ se scorda la zèint;
per badèr ai tra gatt d’un avuchèe nèe stóff, a gh’ resterà po’ i fior e i drap negher e zal
e dedrèe un vec’ amigh 'catté un mumèint fa
cun al quèl an andrèe l’aviva fat la “stratta”
ma tant tèimp l’è pasèe ch’a n s’arcorda la ziatta e un santèin a l’ dirà ch’l’è morta n’ètra sciatta;
cun al quèl an andrèe l’aviva fat la “stratta” ch’l’arpóunsa in pès, amen, e 'a scurdaramm la
ma tant tèimp l’è pasèe ch’a n s’arcorda la ziatta... ziatta...
92
Lager
da Metropolis [1981]
Cos'è un lager?
E' una cosa nata in tempi tristi, dove dopo passano i turisti,
occhi increduli agli orrori visti... "non gettar la pelle del salame!"...
Cos'è un lager?
E' una cosa come un monumento e il ricordo assieme agli anni è spento,
non ce n'è mai stati, solo in quel momento, l' uomo in fondo è buono, meno il nazi infame!
Ma ce n'è, ma c'è chi li ha veduti o son balle di sopravvissuti?
Illegali i testimoni muti, non si facciano nemmen parlare!
Cos'è un lager?
Sono mille e mille occhiaie vuote, sono mani magre abbarbicate ai fili,
son baracche, uffici, orari, timbri e ruote, son routine e risa dietro a dei fucili,
sono la paura, l' unica emozione, sono angoscia d' anni dove il niente è tutto,
sono una pazzia ed un' allucinazione che la nostra noia sembra quasi un rutto,
sono il lato buio della nostra mente, sono un qualche cosa da dimenticare,
sono eternità di risa di demente, sono un manifesto che si può firmare...
E un lager, cos'è un lager?
Il fenomeno ci fu. E' finito! Li commemoriamo, il resto è un mito!
l'hanno confermato ieri giù al partito, chi lo afferma è un qualunquista cane!
Cos'è un lager?
E' una cosa sporca, cosa dei padroni, cosa vergognosa di certe nazioni,
noi ammazziamo solo per motivi buoni... quando sono buoni? Sta a noi giudicare!
Cos'è un lager?
E' una fede certa e salverà la gente, l' utopia che un giorno si farà presente
millenaria idea, gran purga d' occidente, chi si oppone è un giuda e lo dovrai schiacciare!
Cos'è un lager?
Son recinti e stalli di animali strani, gambe che per anni fan gli stessi passi,
esseri diversi, scarsamente umani, cosa fra le cose, l' erba, i mitra, i sassi,
ironia per quella che chiamiam ragione, sbagli ammessi solo sempre troppo dopo,
prima sventolanti giustificazioni, una causa santa, un luminoso scopo,
sono la furiosa prassi del terrore sempre per qualcosa, sempre per la pace,
sono un posto in cui spesso la gente muore, sono un posto in cui, peggio, la gente nasce...
E un lager...
E' una cosa stata, cosa che sarà, può essere in un ghetto, fabbrica, città,
contro queste cose o chi non lo vorrà, contro chi va contro o le difenderà,
prima per chi perde e poi chi vincerà, uno ne finisce ed uno sorgerà
sempre per il bene dell'umanità, chi fra voi kapò, chi vittima sarà
in un lager?
93
Le belle domeniche
da Grande Italia [1975]
Sono già sette giorni che aspetti la festa per stare più a letto al mattino
Alla sera hai bevuto, hai male alla testa e in bocca sapore di vino
Accendi una cicca, ti brucia la gola e lei non telefona: "cosa si fa?"
Ti radi, ti lavi, ti cambi camicia, aspetti che chiami chi non chiamerà
La, la, la...
Poi quattro passi in centro, forse la incontro a messa
Gli amici, il calcio: "si perde, vuoi fare una scommessa"
Poi ritorni, è passata già mezza giornata e nessuno ha cercato di te
La, la, la...
La giornata ha già preso i colori serali e l'inverno ed il tempo è più breve
Coppie passano strette lontano sui viali camminando sui mucchi di neve
Fumi stanco e annoiato, aspettando qualcosa, ma ormai non telefona: "al diavolo lei!"
Rifai la cravatta, ti metti la giacca, aspetti che chiami chi non chiamerà
La, la, la...
Poi un salto dagli amici, oggi si fa una festa
La donna l'hai trovata, ma dopo cosa resta?
Ritorni annoiato, il giorno è passato e nessuno ha cercato di te
La, la, la...
Dopo cena c'è un Cine italiano, il boccette, un ramino, un caffè: "tenga il resto!"
Domattina ti devi svegliare alle 7 ed a letto bisogna andar presto
Fumi l'ultima cicca sdraiato nel buio: "Quest' altra domenica la devo vedere!"
E del giorno ti resta il vestito da festa e una noia che è amica con te
E del giorno ti resta il vestito da festa e una noia che è amica con te
La, la, la...
94
Le cinque anatre
da Amerigo [1978]
Cinque anatre volano a sud: molto prima del tempo l'inverno è arrivato.
Cinque anatre in volo vedrai contro il sole velato, contro il sole velato...
Nessun rumore sulla taiga, solo un lampo un istante ed un morso crudele:
quattro anatre in volo vedrai ed una preda cadere ed una preda cadere...
Quattro anatre volano a sud: quanto dista la terra che le nutriva,
quanto la terra che le nutrirà e l' inverno già arriva e l' inverno già arriva...
Il giorno sembra non finire mai; bianca fischia ed acceca nel vento la neve:
solo tre anatre in volo vedrai e con un volo ormai greve e con un volo ormai greve...
A cosa pensan nessuno lo saprà: nulla pensan l'inverno e la grande pianura
e a nulla il gelo che il suolo spaccherà con un gridare che dura, con un gridare che dura...
E il branco vola, vola verso sud. Nulla esiste più attorno se non sonno e fame:
solo due anatre in volo vedrai verso il sud che ora appare, verso il sud che ora appare...
Cinque anatre andavano a sud: forse una soltanto vedremo arrivare,
ma quel suo volo certo vuole dire che bisognava volare, che bisognava volare,
che bisognava volare, che bisognava volare...
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Le piogge d' aprile
da Signora Bovary [1987]
Ma dove sono andate quelle piogge d' aprile che in mezz' ora lavavano un' anima o una strada
e lucidavano in fretta un pensiero o un cortile bucando la terra dura e nuova come una spada?
Ma dove quelle piogge in primavera quando dormivi supina, e se ti svegliavo ridevi,
poi piano facevi ridere anche me con i tuoi giochi lievi?
Ma dove quelle estati senza fine, senza sapere la parola nostalgia,
solo colore verde di ramarri e bambine e in bocca lo schioccare secco di epifania?
Ma dove quelle stagioni smisurate quando ogni giorno figurava gli anni a venire
e dove a ogni autunno quando finiva l' estate trovavi la voglia precisa di ripartire?
Che ci farai ora di questi giorni che canti, dei dubbi quasi doverosi che ti sono sorti
dei momenti svuotati, ombre incalzanti di noi rimorti,
che ci potrai fare di quelle energie finite, di tutte quelle frasi storiche da dopocena;
consumato per sempre il tempo di sole e ferite,
basta vivere appena, basta vivere appena...
E ora viviamo in questa stagione di mezzo, spaccata e offesa da giorni agonizzanti e disperati,
lungo i quali anche i migliori si danno un prezzo e ti si seccano attorno i vecchi amori sciagurati,
dove senza più storia giriamo il mondo ricercando soltanto un momento sincero,
col desiderio inconscio di arrivare più in fondo per essere più vero...
Ma dove sono andate quelle piogge d' aprile? Io qui le aspetto come uno schiaffo improvviso,
come un gesto, un urlo o un umore sottile fino ad esserne intriso,
io chiedo che cadano ancora sul mio orizzonte angusto e avaro di queste voglie corsare,
per darmi un'occasione ladra, un infinito o un ponte per ricominciare...
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Le ragazze della notte
Guccini - Biondini - Guccini
Che cosa cercano le ragazze della notte, trucco e toilettes che si spampanano piano
come il ghiaccio va in acqua dentro al tumbler squagliandosi col caldo della mano,
e frugano con gli occhi per vedere un viso o un' ombra nell' oscurità
o per trovare qualcuno a cui ripetere le frasi solite di quell' umanità...
Ma chi aspettano le ragazze della notte in quei bar zuppi di alcolici e fiati,
di uomini vocianti che strascinano pacchi di soldi forse male guadagnati,
le vedi appendersi adoranti e innaturali a quei califfi cui io non darei una lira;
chissà se sognano vite più normali mentre la notte gira gira gira...
E si mettono a cantare un po' stonate quando qualcuno va a picchiare un piano,
canzoni vecchie, storie disperate, gli amori in rima di un tempo già lontano
e si immedesimano in quelle parole scritte per altre tanto tempo fa,
"Bella senz' anima", "Quando tramonta il sole",
"Suona un' armonica", "Ne me quitte pas", "Ne me quitte pas"...
Che cosa dicono le ragazze della notte a quei baristi ruffiani e discreti
che si chinano preteschi sul bancone per confessare chissà quali segreti
e poi guardano in controluce a un bicchiere e agili danzano versando un liquore;
quanto da dire e quanto c'è da bere mentre la notte macina le ore...
Oh, come amo le ragazze della notte così simili a me, cosi diverse,
noi passeggeri di treni paralleli, piccoli eroi delle occasioni perse,
anche se so che non ci incontreremo, ma solamente ci guardiamo passare,
anche se so che mai noi ci ameremo con il rimpianto di non poterci amare...
Finchè anche dai vetri affumicati spinge la luce ed entra all' improvviso
e autobus gonfi di sonni arretrati passano ottusi nel mattino intriso
di edicole che espongono i giornali pieni di fatti che sappiamo già,
di cappucci e brioche e dei normali rumori che ha al mattino una città...
Ma dove vanno le ragazze della notte che all' alba fuggono complice un taxì,
stanche di tanto, piene del rimorso d' avere forse detto troppi sì,
ma lo scacciano presto ed entra in loro solo un filo di spossatezza leggera,
che le accompagnerà lungo il lavoro, che condurrà diritto fino a sera...
Ma chi sono le ragazze della notte...
97
Lettera
da D' amore di morte e di altre sciocchezze [1996]
98
Libera nos Domine
da Amerigo [1978]
99
Lontano lontano
L. Tenco
100
Luci a San Siro
R. Vecchioni
101
Lui e lei
da Due anni dopo [1970]
Lui e lei s'incontrano nel giorno mentre la città d'attorno sembra nuova.
Lui e lei riscoprono le cose che credevano perdute nella noia.
Tutto il piacere di sentirsi chiedere la propria breve vita,
la frase conosciuta, la storia già narrata.
Lui e lei, a leggere i poeti che nessuno al mondo poi leggerà mai.
Lui e lei, riempire di sospiri lunghe pause di pensieri mentre il suono del silenzio li accompagna...
Lui e lei s'incontrano d'accordo nel consueto vecchio posto d'ogni giorno.
Lui e lei ritrovano ogni cosa che già il tempo ha ricoperto con la noia.
Ed ogni giorno ormai sentirsi raccontare la storia conosciuta,
la frase risaputa, la propria morta vita.
Lui e lei, a leggere un giornale, camminando lungo il viale verso casa.
Lui e lei, riempire di pensieri, lunghe pause piene d'ira mentre il vuoto del silenzio li accompagna...
102
Luna fortuna
Biondini - Guccini
103
Milano ( poveri bimbi di )
Guccini - Alloisio - Guccini
da Metropolis [1981]
104
Mondo nuovo
Francesco e Pietro Guccini
da Amerigo [1978]
105
Naschet su Sardu
da Barones [2000]
106
Barones, sa tirannia. Baroni, la tirannia,
107
Noi
F. Guccini - Pontiack
108
Noi non ci saremo
Pontiack - Verona
109
Non bisognerebbe
da Parnassius Guccinii [1993]
110
Nostra Signora dell' ipocrisia
da Parnassius Guccinii [1993]
111
Odỳsseus
da Ritratti [2004]
Ma se tu guardi un monte che hai di faccia senti che ti sospinge a un altro monte,
un’isola col mare che l’abbraccia ti chiama a un’altra isola di fronte
e diedi un volto a quelle mie chimere, le navi costruii di forma ardita,
concavi navi dalle vele nere e nel mare cambiò quella mia vita...
E il mare trascurato mi travolse, seppi che il mio futuro era sul mare
con un dubbio però che non si sciolse, senza futuro era il mio navigare...
E andare in giorni bianchi come arsura, soffio di vento e forza delle braccia,
mano al timone, sguardo nella prua, schiuma che lascia effimera una traccia,
andare nella notte che ti avvolge scrutando delle stelle il tremolare
in alto l’Orsa è un segno che ti volge diritta verso il nord della Polare.
E andare come spinto dal destino verso una guerra, verso l’avventura
e tornare contro ogni vaticino contro gli Dei e contro la paura.
E andare verso isole incantate, verso altri amori, verso forze arcane,
compagni persi e navi naufragate per mesi, anni, o soltanto settimane...
La memoria confonde e dà l’oblio, chi era Nausicaa, e dove le sirene?
Circe e Calypso perse nel brusio di voci che non so legare assieme,
mi sfuggono il timone, vela, remo, la frattura fra inizio ed il finire,
l’urlo dell’accecato Polifemo ed il mio navigare per fuggire...
La via del mare segna false rotte, ingannevole in mare ogni tracciato,
solo leggende perse nella notte perenne di chi un giorno mi ha cantato
donandomi però un’eterna vita racchiusa in versi, in ritmi, in una rima,
dandomi ancora la gioia infinita di entrare in porti sconosciuti prima....
112
Ophelia
da Due anni dopo [1970]
113
Parole
da Parnassius Guccinii [1993]
114
Dibattito in diretta, miti, spot, ex-cineforum,
talk-show, magazine, trend, poi T.V. e radio,
telegiornale, spazi, nuovo, gadget, pista, quorum,
dietrismo, le tangenti, rock e stadio deviati, bombe, agenti, buco e forza del destino,
scazzato, paranoia e gran minestra dello spino.
Amore fino, lo so che in questo modo cerco guai,
ma non sopporto questi parolai, non dire più che ci son dentro anch' io,
amore mio, se il gioco è essere furbo e intelligente
ti voglio presentare della gente e certamente presto capirai...
Ci sono, sai, nascosti dietro a pieghe di risate
che tiran giù i palazzi dei coglioni, più sobri e più discreti
e che fan meno puttanate di me che scrivo in rima le canzoni,
i clown senza illusione, fucilati ad ogni muro,
se stan così le cose dei buffoni sia il futuro.
Son quelli che distinguono parole da parole
e sanno sceglier fra Mercuzio e Mina, che fanno i giocolieri
fra le verità e le mode, i Franti che sghignazzano a dottrina
e irridono ai proverbi e berceran disincantati:
"Frà Mina e Frà Mercuzio son parole, e non son frati !"
115
Per fare un uomo
da Francesco Guccini & i Nomadi Album Concerto [1979]
116
Per quando è tardi
da Due anni dopo [1970]
117
Piazza Alimonda
da Ritratti [2004]
Genova, schiacciata sul mare, sembra cercare respiro al largo, verso l'orizzonte,
Genova, repubblicana di cuore, vento di sale, d'anima forte,
Genova che si perde in centro nei labirintici vecchi carrugi,
parole antiche e nuove sparate a colpi come d'archibugi....
118
Piccola città
da Radici [1972]
119
Piccola storia ignobile
da Via Paolo Fabbri 43 [1976]
Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare, così solita e banale come tante,
che non merita nemmeno due colonne su un giornale o una musica o parole un po' rimate,
che non merita nemmeno l' attenzione della gente, quante cose più importanti hanno da fare,
se tu te la sei voluta, a loro non importa niente,
te l' avevan detto che finivi male...
Ma se tuo padre sapesse qual' è stata la tua colpa rimarrebbe sopraffatto dal dolore,
uno che poteva dire "guardo tutti a testa alta", immaginasse appena il disonore,
lui che quando tu sei nata mise via quella bottiglia per aprirla il giorno del tuo matrimonio,
ti sognava laureata, era fiero di sua figlia,
se solo immaginasse la vergogna,
se solo immaginasse la vergogna,
se solo immaginasse la vergogna...
E pensare a quel che ha fatto per la tua educazione, buone scuole e poca e giusta compagnia, allevata nei
valori di famiglia e religione, di ubbidienza, castità e di cortesia,
dimmi allora quel che hai fatto chi te l' ha mai messo in testa o dimmi dove e quando l'hai imparato che non
hai mai visto in casa una cosa men che onesta
e di certe cose non si è mai parlato
e di certe cose non si è mai parlato
e di certe cose non si è mai parlato...
E tua madre, che da madre qualche cosa l' ha intuita e sa leggere da madre ogni tuo sguardo:
devi chiederle perdono, dire che ti sei pentita, che hai capito, che disprezzi quel tuo sbaglio.
Però come farai a dirle che nessuno ti ha costretta o dirle che provavi anche piacere,
questo non potrà capirlo, perché lei, da donna onesta,
l' ha fatto quasi sempre per dovere,
l' ha fatto quasi sempre per dovere,
l' ha fatto quasi sempre per dovere...
E di lui non dire male, sei anche stata fortunata: in questi casi, sai, lo fanno in molti.
Sì, lo so, quando lo hai detto, come si usa, ti ha lasciata, ma ti ha trovato l' indirizzo e i soldi,
poi ha ragione, non potevi dimostrare che era suo e poi non sei neanche minorenne
ed allora questo sbaglio è stato proprio tutto tuo:
noi non siamo perseguibili per legge,
noi non siamo perseguibili per legge,
noi non siamo perseguibili per legge...
E così ti sei trovata come a un tavolo di marmo desiderando quasi di morire,
presa come un animale macellato stavi urlando, ma quasi l' urlo non sapeva uscire
e così ti sei trovata fra paure e fra rimorsi davvero sola fra le mani altrui,
che pensavi nel sentire nella carne tua quei morsi
di tuo padre, di tua madre e anche di lui,
di tuo padre, di tua madre e anche di lui,
di tuo padre, di tua madre e anche di lui?
Ma che piccola storia ignobile sei venuta a raccontarmi, non vedo proprio cosa posso fare.
Dirti qualche frase usata per provare a consolarti o dirti: "è fatta ormai, non ci pensare".
E' una cosa che non serve a una canzone di successo, non vale due colonne su un giornale,
se tu te la sei voluta cosa vuoi mai farci adesso
e i politici han ben altro a cui pensare
e i politici han ben altro a cui pensare
e i politici han ben altro a cui pensare...
120
Primavera '59
Guccini - Biondini
da Stagioni [2000]
121
parole perse, so che non tornasti
da quella donna allora amata tanto...
122
Primavera di Praga
da Due anni dopo [1970]
123
Quattro stracci
da D' amore, di morte e di altre sciocchezze [1996]
E guardo fuori dalla finestra e vedo quel muro solito che tu sai.
Sigaretta o penna nella mia destra, simboli frivoli che non hai amato mai;
quello che ho addosso non ti è mai piaciuto, racconto e dico e ti sembro muto,
fumare e scrivere ti suona strano, meglio le mani di un artigiano
e cancellarmi è tutto quel che fai;
ma io sono fiero del mio sognare, di questo eterno mio incespicare
e rido in faccia a quello che cerchi e che mai avrai!
Non sai che ci vuole scienza, ci vuol costanza, ad invecchiare senza maturità,
ma maturo o meno io ne ho abbastanza della complessa tua semplicità.
Ma poi chi ha detto che tu abbia ragione, coi tuoi "also sprach" di maturazione
o è un' illusione pronta per l'uso da eterna vittima di un sopruso,
abuso d' un mondo chiuso e fatalità;
ognuno vada dove vuole andare, ognuno invecchi come gli pare,
ma non raccontare a me che cos'è la libertà!
La libertà delle tue pozioni, di yoga, di erbe, psiche e di omeopatia,
di manuali contro le frustrazioni, le inibizioni che provavi quì a casa mia,
la noia data da uno non pratico, che non ha il polso di un matematico,
che coi motori non ci sa fare e che non sa neanche guidare,
un tipo perso dietro le nuvole e la poesia,
ma ora scommetto che vorrai provare quel che con me non volevi fare:
fare l' amore, tirare tardi o la fantasia!
La fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla,
ma costa poco, val quel che vale, e nessuno ti può più impedire di adoperarla;
io, se Dio vuole, non son tuo padre, non ho nemmeno le palle quadre,
tu hai la fantasia delle idee contorte, vai con la mente e le gambe corte,
poi avrai sempre il momento giusto per sistemarla:
le vie del mondo ti sono aperte, tanto hai le spalle sempre coperte
ed avrai sempre le scuse buone per rifiutarla!
Per rifiutare sei stata un genio, sprecando il tempo a rifiutare me,
ma non c'è un alibi, non c'è un rimedio, se guardo bene no, non c'è un perché;
nata di marzo, nata balzana, casta che sogna d' esser puttana,
quando sei dentro vuoi esser fuori cercando sempre i passati amori
ed hai annullato tutti fuori che te,
ma io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l' ieri,
persa a cercar per sempre quello che non c'è,
io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l' ieri
persa a cercar per sempre quello che non c'è,
io qui ti inchiodo a quei tuoi pensieri, quei quattro stracci in cui hai buttato l' ieri
persa a cercar per sempre quello che non c'è...
124
Quello che non...
da Quello che non... [1990]
La vedi nel cielo quell' alta pressione, la senti una strana stagione?
Ma a notte la nebbia ti dice d' un fiato che il dio dell' inverno è arrivato.
Lo senti un aereo che porta lontano? Lo senti quel suono di un piano,
di un Mozart stonato che prova e riprova, ma il senso del vero non trova?
Lo senti il perché di cortili bagnati, di auto a morire nei prati,
la pallida linea di vecchie ferite, di lettere ormai non spedite?
Lo vedi il rumore di favole spente? Lo sai che non siamo più niente?
Non siamo un aereo né un piano stonato, stagione, cortile od un prato...
Conosci l' odore di strade deserte che portano a vecchie scoperte,
e a nafta, telai, ciminiere corrose, a periferie misteriose,
e a rotaie implacabili per nessun dove, a letti, a brandine, ad alcove?
Lo sai che colore han le nuvole basse e i sedili di un' ex terza classe?
L' angoscia che dà una pianura infinita? Hai voglia di me e della vita,
di un giorno qualunque, di una sponda brulla? Lo sai che non siamo più nulla?
Non siamo una strada né malinconia, un treno o una periferia,
non siamo scoperta né sponda sfiorita, non siamo né un giorno né vita...
Non siamo la polvere di un angolo tetro, né un sasso tirato in un vetro,
lo schiocco del sole in un campo di grano, non siamo, non siamo, non siamo...
Si fa a strisce il cielo e quell' alta pressione è un film di seconda visione,
è l' urlo di sempre che dice pian piano:
"Non siamo, non siamo, non siamo..."
125
Radici
da Radici [1972]
126
Samantha
da Parnassius Guccinii [1993]
127
Scirocco
Guccini - Biondini - Guccini
128
Shomèr ma mi-llailah
da Guccini [1983]
129
Signora Bovary
da Signora Bovary [1987]
130
Stagioni
da Stagioni [2000]
Quanto tempo è passato da quel giorno d'autunno che "Che" Guevara è morto, mai più ritornerà,
di un ottobre avanzato, con il cielo già bruno, ma qualcosa cambiava, finirono i giorni di quelle
fra sessioni di esami, giorni persi in pigrizia, emozioni
giovanili ciarpami, arrivò la notizia... e rialzaron la testa i nemici di sempre contro le
ribellioni...
Ci prese come un pugno, ci gelò di sconforto,
sapere a brutto grugno che Guevara era morto: "Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
in quel giorno d'ottobre, in terra boliviana che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...
era tradito e perso Ernesto "Che" Guevara... "Che" Guevara era morto e ognuno lo capiva
che un eroe si perdeva, che qualcosa finiva...
Si offuscarono i libri, si rabbuiò la stanza,
perché con lui era morta una nostra speranza: E qualcosa negli anni terminò per davvero
erano gli anni fatati di miti cantati e di cozzando contro gli inganni del vivere giornaliero:
contestazioni, i Compagni di un giorno o partiti o venduti,
erano i giorni passati a discutere e a tessere le belle sembra si giri attorno a pochi sopravvissuti...
illusioni...
Proprio per questo ora io vorrei ascoltare
"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva una voce che ancora incominci a cantare:
che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva... In un giorno d'ottobre, in terra boliviana,
"Che" Guevara era morto, ma ognuno lo credeva con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara...
che con noi il suo pensiero nel mondo rimaneva...
Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
Passarono stagioni, ma continuammo ancora che "Che" Guevara è morto, forse non tornerà,
a mangiare illusioni e verità a ogni ora, ma voi reazionari tremate, non sono finite le
anni di ogni scoperta, anni senza rimpianti: rivoluzioni
" Forza Compagni, all'erta, si deve andare avanti! " e voi, a decine, che usate parole diverse, le stesse
prigioni,
E avanti andammo sempre con le nostre bandiere
e intonandole tutte quelle nostre chimere... da qualche parte un giorno, dove non si saprà,
In un giorno d'ottobre, in terra boliviana, dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà,
con cento colpi è morto Ernesto "Che" Guevara... da qualche parte un giorno, dove non si saprà,
dove non l'aspettate, il "Che" ritornerà !
Il terzo mondo piange, ognuno adesso sa
131
Statale 17
Pontiack - Verona
132
Stelle
da D' amore, di morte e di altre sciocchezze [1996]
Ma guarda quante stelle questa sera fino alla linea curva d' orizzonte,
ellissi cieca e sorda del mistero là dietro al monte:
si fingono animali favolosi, pescatori che lanciano le reti,
re barbari o cavalli corridori lungo i pianeti
e sembrano invitarci da lontano per svelarci il mistero delle cose
o spiegarci che sempre camminiamo fra morte e rose
o confonderci tutto e ricordarci che siamo poco o che non siamo niente
e che è solo un pulsare illimitato, ma indifferente.
Ma guarda quante stelle su nel cielo sparse in incalcolabile cammino:
tu credi che disegnino la traccia del destino?
E che la nostra vita resti appesa a un nastro tenue di costellazioni
per stringerci in un laccio e regalarci sogni e visioni,
tutto sia scritto in chiavi misteriose, effemeridi che guidano ogni azione,
lasciandoci soltanto il vano filtro dell' illusione
e che l' ambiguo segno dei Gemelli governi il corso della mia stagione
scontrandosi e incontrandosi nel cielo dello Scorpione ?
Ma guarda quante stelle incastonate: che senso avranno mai, che senso abbiamo?
Sembrano dirci in questa fine estate: siamo e non siamo
e che corriamo come il Sagittario tirando frecce a simboli bastardi,
antiche bestie, errore visionario, segni bugiardi.
C' erano ancora prima del respiro, ci saranno alla nostra dipartita,
forse fanno ballare appesa a un filo la nostra vita
e in tutto quel chiarore sterminato, dove ogni lontananza si disperde,
guardando quel silenzio smisurato l' uomo... si perde...
133
Talkin' Milano
Pontiack - Verona
134
Talkin' sul sesso
da Opera buffa [1973]
Volete del gran sesso...è richiesto a piene mani, a male al cuore! Dov' entra il sesso, metaforicamente
veh, se volete ve lo do. La canzone sul sesso non è parlando, entra il dottore!
una vera canzone, per chi non la conosce... è un
E non si parli soprattutto di antifecondativi!
blues parlato, è un talking blues che... parla di
Visto che i bimbi nascono sotto ai cavoli, al
questo problema che, chi più, chi meno, ci
massimo di anticrittogamici! Ma c' è sempre
attanaglia tutti. Io fui attanagliato dal problema del
qualcosa che dà un dolore... a qualcuno...
sesso una volta, mi sembra nel... '52, però ne
conservo buona memoria, ancora, per poterne La corruzione, quand' è iniziata, non c' è più niente
parlare... che può fermarla...
Se c'è una cosa di moda adesso, fatto sicuro è E lì, dice: facile... uno comincia e poi non smette
proprio il sesso; più, capisc mia... è difficilissimo fermarlo.
Degli amici, delle sere, trattenuti per le spalle:
quello a vagoni...
"Do... ma dove vuoi andare?" "Io ci vado, io ci
anche Alighieri col sesso prendo, e la "Divina va..." "Ma no... sta' con noi..." "No... no..."
Commedia" a dispense vendo: Così, scene terrificanti, veramente.
"la carne in fiamme, peccatori e peccatrici, No, capisci... uno comincia con quelle cose leggere
sensazioni paradisiache!" che fa verso i sedici-diciassette anni,
poi si abitua, prende il vizio e non c' è più niente da
E vendono, eh? Ma moltissimo!
fare, eh? Diventa un drogato. E dà l' assuefazione!
Comunque alla scuola media statale hanno iniziato Dà: perdita della memoria, perdita dei riflessi,
un piano di educazione sessuale: poca voglia di lavorare e vengon dei buchi così...
sembra impossibile, eppure è vero, ed è voluto dal della pelle, da tutte le parti: un mio amico li ha
Ministero. avuti...
Non ci credete? Andate e vedete: hanno già E poi che faccia male è verissimo: c' è stato un
stanziato due miliardi per comperare i cavoli! rapporto americano, tipo quello sul fumo.
Avete... sapete quel famoso rapporto sulle
Ma questo fatto dell' educazione non è ben visto
sigarette? Dice che scopare fa male da morire.
dalla nazione:
I dottori consigliano di farlo... almeno col filtro.
"morte alla pillola atea e nociva! Per l' aspirina si
Dice... si sente un po' meno, però... la salute ne
gridi evviva!"
guadagna!
Che poi fa lo stesso effetto: non bisogna prenderla
La corruzione quand' è iniziata non c'è più niente
prima o dopo, bisogna prenderla... "invece"! E
che può fermarla: tutti di sesso siamo ammalati ed al
passano anche quei noiosi mal di testa...come disse
divorzio si è già arrivati!
Maria Antonietta...
"Ciò che Dio unisce l' uomo non sciolga!"
Italia per bene, sii sveglia, sii desta, intendi l'
Cioè, è molto meglio un pìo colpo di pistola che,
orecchio, solleva la testa! Ah, ah...
col fatto del delitto d'onore, con un mese e mezzo
I giovani d' oggi han scoperto, vergogna, chi porta i
sei fuori e te ne fotti!
bambini, non è la cicogna!
E quindi uniamoci gridando al mondo: "a morte il
Vedo sempre dei visi meravigliati a questo punto. Io
sesso, serpente immondo! Basta l' amore! Fate la
non lo so come sia..
guerra... sano rimedio per questa terra... Non più
Fatto anticattolico e comunista! Il ministero delle
sovrappopolazione!
cicogne è in crisi!
Non più divorzi! La coscienza è a posto!
Ho visto in giro un pìo proclama che al religioso E ci penseranno i superstiti!"
buon sess... eh, buon senso chiama. Fare l' amore fa
135
Tango per due
da Quello che non... [1990]
Coppia che sta silenziosa, un po' rigida e in posa, a ballare, una sera:
la vita è solo una cosa rimasta indietro non c'è più, ma c'era;
composta e indomenicata, eleganza sfuocata raggiunta a fatica,
l' oggi ha cambiato facciata, ma di quell' ieri passato io so
che tante ne potreste raccontare e il ricordo stempera e non guasta
quante cose e facce da narrare che come si dice un romanzo non basta,
nate con un rapido "a domani", continuate in giorni di "si" e "no",
lampi sotto cieli suburbani e raffica il tango che vi presentò...
Lui biella, stantuffo, leva, muscoli, grinta, officina, sole
lei, lei quiete, chitarra, vela, segreti, donna, calore, viole,
lui bar, alcol ,nicotina, capelli indietro, cravatta, bici,
lei, lei rayon, lei signorina, la permanente coi ricci...
Coppia di fronte a un bianchino, anonimo vino frizzante anidride:
la vita che buffa cosa, ma se lo dici nessuno ride.
Coppia legata dai giorni, partenze e ritorni, fortezza e catena,
datemi i vostri ricordi, ditemi che ne valeva la pena...
Ora le luci son spente, sta uscendo la gente, saluti e rumore,
ditemi che avete in mente, come una volta, di fare l' amore,
quello che è stato un segreto di un prato o di un greto, del buio di un viale,
quel gioco ardente e discreto, da allora sempre diverso ed uguale...
chi lo sa se ciò che è da cercare, ciò che non sai mai se vuoi o non vuoi,
sia così banale da trovare, sia lungo ogni strada, sia a fianco di noi,
perso in tante scatole di odori, angoli e tendine che non so
impronte di paesaggi e di colori, manciata di un tango che vi accompagnò...
Lui biella, stantuffo, leva, muscoli, grinta, officina, sole
lei, lei quiete, chitarra, vela, segreti, donna, calore, viole,
lui bar, alcol, nicotina, capelli indietro, cravatta, bici,
lei, lei rayon, lei signorina, lei, lei...
136
Ti ricordi quei giorni
da Quasi come Dumas [1988]
137
Una canzone
da Ritratti [2004]
138
Un altro giorno è andato
da L' isola non trovata [1971]
139
Van Loon
da Signora Bovary [1987]
140
Vedi cara
da Due anni dopo [1970]
141
Venerdì santo
Pontiack - Verona
142
Venezia
Biggi - Guccini - Alloisio
da Metropolis [1981]
143
Via Paolo Fabbri 43
da Via Paolo Fabbri 43 [1976]
144
Gli eroi su Kawasaki coi maglioni colorati
van scialando sulle strade bionde e fretta,
personalmente austero vesto in blu perché odio il nero e ho paura anche d' andare in bicicletta:
scartato alla leva del jet-set,
non piango, ma compro le Clark,
se devo emigrare in America,
come mio nonno, prendo il tram!
Se tutto mi uscisse, se aprissi del tutto i cancelli,
farei con parole ghirlande da ornarti i capelli,
ma madri e morali mi chiudono, ritorno a giocare da me: do un party, con gatti e poeti,
qui all' alba in via Fabbri 43!
145
Vite
da Ritratti [2004]
Perché non si fa a meno di altre vite, anche rubate a pagine che sfogli,
oziosamente e ambiguo le hai assorbite da fantasmi inventati che tu spogli
rivestendoti in loro piano piano come se ti scoprissi in uno specchio
L’Uomo a Dublino, o l'ultimo Mohicano che ai venticinque si sentiva vecchio
e percorriamo strade non più usate figurando chi un giorno ci passava
e scrutiamo le case abbandonate chiedendoci che vita le abitava,
perché la nostra è sufficiente appena, ne mescoliamo inconsciamente il senso,
siamo gli attori ingenui su una scena d'un palcoscenico misterioso e immenso...
146
Vorrei
da D' amore, di morte e di altre sciocchezze [1996]
147
Appendice
– Albums–
1 - Lui e lei
2 - Primavera di Praga 1972 – Radici
3 - Giorno d’estate
4 - Il compleanno
1 - Radici
5 - L’albero ed io
2 - La locomotiva
6 - Due anni dopo
3 - Piccola città
7 - La verità
4 - Incontro
8 - Per quando è tardi
5 - Canzone dei dodici mesi
9 - Vedi cara
6 - Canzone della bambina portoghese
10 - Ophelia
7 - Il vecchio e il bambino
11 - L’ubriaco
12 - Al trist
148
1973 – Opera buffa
1 - Il bello
2 - Di mamme ce n’è una sola
1979 – Album concerto
3 - La genesi
4 - Fantoni Cesira (con i Nomadi)
5 - Talkin’ sul sesso
6 - La fiera di San Lazzaro 1 - Canzone per un’amica
2 - Atomica
1 - Bisanzio
1976 – Via Paolo Fabbri 43 2 - Venezia
3 - Antenòr
1 - Piccola storia ignobile 4 - Bologna
2 - Canzone di notte n.2 5 - Lager
3 - L’avvelenata 6 - Black-out
4 - Via Paolo Fabbri 43 7 - Milano (poveri bimbi di)
5 - Canzone quasi d’amore
6 - Il pensionato
1983 – Guccini
149
1984 – Fra la Via Emilia e
il west
CD1
1 - Canzone per una amica
2 - Autogrill
1988 – Quasi come Dumas
3 - Il vecchio e il bambino
4 - Il pensionato 1 - Due anni dopo
5 - L’isola non trovata 2 - Auschwitz
6 - Asia 3 - Ti ricordi quei giorni
7 - Canzone della bambina portoghese 4 - L’ubriaco
8 - Canzone delle osterie di fuori porta 5 - Giorno d’estate
9 - Il frate 6 - Primavera di Praga
CD2 7 - L’albero ed io
3 - Bologna 10 - Al trést
4 - Eskimo
5 - Incontro 1990 – Quello che non…
6 - Vedi cara
7 - Un altro giorno è andato 1 - Quello che non…
8 - Canzone quasi d’amore 2 - Canzone delle domande consuete
9 - La locomotiva 3 - Canzone per Anna
4 - Ballando con una sconosciuta
5 - Le ragazze della notte
1987 – Signora Bovary 6 - Tango per due
7 - Cencio
8 - Emilia
1 - Scirocco
2 - Signora Bovary
3 - Van Loon
4 - Culodritto
5 - Keaton
6 - Le pioggie d’aprile
7 - Canzone di notte n.3
150
1998 – Guccini live
collection
CD1
1 - Canzone per un’amica
2 - Canzone per Silvia
1994 – Parnassius Guccinii 3 - Quello che non…
4 - Il vecchio e il bambino
1 - Canzone per Silvia 5 - Quattro stracci
2 - Acque 6 - Cyrano
3 - Samantha 7 - Venezia
4 - Farewell 8 - Bologna
5 - Nostra signora dell’ipocrisia 9 - Canzone quasi d’amore
6 - Dovevo fare del cinema 10 - Via Paolo Fabbri 43
7 - Non bisognerebbe 11 - Autogrill
8 - Luna fortuna 12 - L’isola non trovata
9 - Parole 13 - Asia
14 - Un altro giorno è andato
151
2000 – Stagioni
1 - Addio (intro)
2 - Stagioni
3 - Autunno
4 - E un giorno…
5 - Ho ancora la forza
6 - Inverno ‘60
7 - Don Chisciotte
8 - Primavera ‘59
9 - Addio
2004 – Ritratti
1 - Odysseus
2 - Una canzone
3 - Canzone per il Che
4 - Piazza Alimonda
5 - Vite
6 - Cristoforo Colombo
7 - Certo non sai
8 - La żiatta (La tieta)
9 - La tua libertà (inedito 1971)
152
- Raccolte -
Music in pack
Canzoni 64/84
- Opera buffa
- Folk beat
- 2 anni dopo
- L’isola non trovata
- Radici
- Stanze di vita quotidiana
- Via Paolo Fabbri, 43
- Amerigo
- Metropolis
- Guccini
153
- Varie e inedite -
- Il frate da “Club Tenco – Vent'anni di canzoni d'autore Volume II”, anno 1993
154
- Luci a San Siro da “Club Tenco – Vent'anni di canzoni d'autore Volume I”, anno 1991
- Gli amici da “Club Tenco – Vent'anni di canzoni d'autore Volume I”, anno 1991
cantata con Roberto Vecchioni
- La fìra ed San Làzer da “Ciao Ràgaz”, anno 2000 cantata con Andrea Mingardi
- Naschet su sardu da “Barones”, anno 2000 cantata in dialetto sardo con i Tenores
di Neoneli
- Emilia da “Dallamorandi”, anno 1988 cantata con Lucio Dalla e Gianni Morandi
155
Per la realizzazione di questo lavoro si è fatto riferimento alle seguenti pagine web:
testi – http://www.geocities.com/BourbonStreet/Square/6186/testi.html
Il documento è stato redatto con Openoffice 1.1.1 ( http://www.openoffice.org/ )
Finito di scrivere nel 2004
156