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TESI DI LAUREA
Il clarinetto di Stravinskij
Dai Tre pezzi per clarinetto solo (1918-19)
All’Ebony Concerto (1945)
Relatore Laureando
Maestro
MAURIZIO ZAMPOGNINI EMILIANO RAMACCI
89
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), p. 17.
90
Ibidem, p. 66.
61
Il Clarinetto di Igor Stravinskij 2. Trois pièces pour Clarinette solo
virtuoso Samuel Duschkin 91. Sebbene egli avesse già adoperato con successo la
scrittura violinistica nella Histoire du soldat, l’impegno di scrivere un concerto
dedicato interamente allo strumento, presupponeva da parte del compositore una
sua più tecnica conoscenza.
Gli chiesi [a Duschkin] se il fatto di non saper suonare il violino non avrebbe avuto
ripercussioni sulla mia composizione. Egli non solo mi tranquillizzò, ma aggiunse
che proprio questa circostanza avrebbe contribuito a farmi evitare un arido
tecnicismo, facendo nascere idee in me che non potevano essere suggerite
dall’abituale movimento delle dita 92.
91
ROBERT WANGERMÉE, Introduzione, in IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with
Igor Stravinskij (cit.), p. XVI.
92
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), p. 161.
93
Ibidem, p. 84-85.
94
Vedi citazione nel cap. 1. Evoluzione stilistica.
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Il Clarinetto di Igor Stravinskij 2. Trois pièces pour Clarinette solo
Sicuramente la realizzazione dei Tre pezzi per il clarinetto, si lega più che
intimamente al fatto che Stravinskij abbia dedicato la composizione al Werner
Reinhart, già descritto come abile clarinettista. Riguardo invece alla trovata di
impegnarsi in una composizione per strumento solo, ci rimanda indietro nel
tempo e più precisamente alle Sonate per viola da gamba violino, violoncello,
flauto solo di Bach. Sebbene quindi non sia stato il primo in assoluto ad aver
scritto per strumento solo (strumento non polifonico), è sicuramente il primo ad
applicare con successo la scrittura «per strumento solo» avente una durata
considerevole. A questa caratteristica va anche aggiunta tutta la capacità
‘esplorativa’ riguardo alle possibilità timbriche, espressive, ritmiche e dinamiche
dello strumento. Come accennato in precedenza, questa ‘involontaria’
innovazione sarà di enorme stimolo per la creazione di numerose opere «per
strumento solo» da parte di altri autori del Novecento, le quali vanno a costituire
oggi la base del repertorio di ogni strumento!
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Il Clarinetto di Igor Stravinskij 2. Trois pièces pour Clarinette solo
95
IGOR STRAVINSKIJ, Poetic of music (cit.), p. 108-109.
96
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), p. 138.
97
IGOR STRAVINSKIJ, Poetic of music (cit.), p. 109.
98
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), p. 78.
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Riguardo al problema di ciò che può e deve esprimere una composizione, le cose
si complicano ancora di più per il fatto che:
99
IGOR STRAVINSKIJ, Poetic of music (cit.), p. 113.
100
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), p. 59.
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Il Clarinetto di Igor Stravinskij 2. Trois pièces pour Clarinette solo
Nel primo pezzo, come negli altri due, è possibile innanzitutto osservare la
meticolosità delle indicazioni fornite a corredo della semplice notazione del
brano: dinamiche, fiati, indicazioni metronomiche dettagliate, ecc. Come gia
indicato, questo fatto oggettivo ricalca l’impronta stilistica tipica di Stravinskij!
Il motivo di richiedere preferibilmente il clarinetto in La «Clarinette en La de
préference» per il primo ed il secondo dei pezzi, si deve intendere sia come lo
strumento più adatto timbricamente per sottolineare il carattere mesto del primo
pezzo, sia per creare un più netto raffronto-contrasto stilistico con il terzo pezzo.
In verità ho sempre detestato ascoltare la musica a occhi chiusi, senza che l’occhio
vi prendesse parte attiva. La visione del gesto e del movimento è una necessità
essenziale per coglierla in tutta la sua pienezza. [...] In verità, coloro i quali
pretendono di non poter godere pienamente della musica se non chiudendo gli
occhi, non la sentono meglio di quanto accadrebbe se li tenessero aperti; anzi,
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Come le altre, l’indicazione dinamica del piano « p » deve essere perentoria per
assicurare all’intero pezzo quel carattere di ‘malinconicità’ tipico del canto pacato
ma ritmico dei Battellieri (vedi par. 3.1. Notizie storiche).
In relazione a questo criterio i fiati « ’ » dovranno esser esattamente dei ‘fiati’,
respiri il più naturale possibile, con l’unica particolarità degli ultimi due del pezzo
(quelli disposti sulla pausa di croma) che è più giusto allungarli appena oltre il
valore della pausa stessa, al fine di aumentare il carattere di chiusura. Non deve
mancare tuttavia un criterio di continuità tra le frasi, per rispettare l’inesorabile e
continuo andamento ritmico, da eseguirsi in pace ed in tutta tranquillità: «molto
tranquillo».
Riguardo all’indicazione metronomica di
è meglio optare per una suddivisione metrica all’ottavo (quando lo si studia) per il
fatto che l’unità minima di costruzione delle battute è appunto l’ottavo, secondo
quanto confermato dalla doppia indicazione di tempo (3/4 e 6/8) apposta alla
battuta 21.
101
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), pp. 75-76. Sono le stesse motivazioni che indussero
Stravinskij a collocare ben in vista sulla scena la piccola orchestra dell’ Histoire du soldat. Nel caso
specifico di questa citazione, Stravinskij adopera con perfetta cognizione il termine di “fantasticherie”
a sottintendere la suggestione irreale di pensieri incontrollabili ed evasivi che conducono ad un
distacco con l’oggetto di comunicazione; bene all’opposto di ciò che è invece provoca la fantasia,
sempre frutto della nostra immaginazione ma rivolta alla creazione oggettiva del messaggio artistico,
scientifico, o letterario.
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sullo strumento. Una scioltezza nella compostezza del ritmo delle note, dove
semicroma è uguale a semicroma ma dove anche la croma è uguale alla croma!
A questo proposito non bisogna dimenticare che maggiore importanza è data ai
raggruppamenti realizzati dalle legature piuttosto che quelli imposti dalle linee di
valore.
Perché ha fatto a meno delle stanghette di battuta nelle Diphonas e nelle Elegias dei
102
Threni? .
disse:
102
Threni: id est Lamentationes Jeremiae prophetae (1957-58), opera con la quale Stravinskij
approdò alla serialità integrale.
103
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 10.
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La stanghetta di battuta è assai più di un accento, e non credo possa essere simulata
da un accento, almeno non nella mia musica 104.
104
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 12.
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A differenza della prima e terza sezione del pezzo devono quindi essere messi in
evidenza i cambiamenti di volume del suono tenendo comunque presente quanto
di seguito:
Frase 12
Una nuova energia sarà necessaria per il « mp » della frase n° 13 (a seguire dopo
la corona), la quale opera un rinnovamento del tema principale di questa sezione.
Frase 13
Insomma, la dinamica è più importante che nel primo pezzo e deve arrivare
all’ascoltatore con più enfasi di quella che si potrebbe utilizzare in esecuzione
‘privata’!
105
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 94.
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En. 1b
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La prima cosa che emerge dalla lettura del pezzo è dunque l’enorme
ricchezza ritmica, che Stravinskij usa come elemento di variazione, intervallata
nel suo procedere dalle caratteristiche indicazione dei fiati « ’ ».
106
MASSIMO MILA, Compagno Stravinskij, Torino, Giulio Einaudi editore, 1983, p. 13.
107
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 85.
108
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), p. 168 «Io non vivo nel passato e neppure nell’avvenire.
Sono nel presente. Ignoro cosa sarà il domani. Non posso aver coscienza che della verità d’oggi. Sono
chiamato a servire questa verità, e la servo con lucidità piena».
109
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 86.
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Risposta:
110
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 15.
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Es. 1
Es. 2
Es. 3
Es. 4
Il jazz trova interesse nel virtuosismo strumentale, nella personalità dello strumento,
non nella melodia, non nell’armonia né tantomeno nel ritmo. Il ritmo qui non esiste
perché non esiste proporzione ritmica né rilassamento. A posto del ritmo c’è la
battuta. [...] Come ho detto, quello del jazz è un altro mondo. Non lo seguo ma lo
rispetto 111.
111
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 82.
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Oppure:
112
Questa nuova musica da ballo...
Nessuno si è accorto che i due clarinetti nella sezione mediana della Sarabanda
anticipano di una decade il boogie-woogie 114.
C’è dunque chi è arrivato a vedere in questo terzo pezzo una libera variazione
sull’elemento tematico del primo pezzo in veste quasi jazzistica
112
IGOR STRAVINSKIJ, Cronache... (cit.), p. 80.
113
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Conversation with Igor Stravinskij (cit.), p. 83.
114
IGOR STRAVINSKIJ e ROBERT CRAFT, Dialogues and a Diary, New York, Doubleday, 1963, p. 22.
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Ancora una volta è la forza della fluidità e della melodia a condurre l’esecuzione;
il procedere lento e inesorabile del primo pezzo diventa scioltezza nel secondo e
agilità nell’ultimo!
Punto di bravura è la conclusione del pezzo (e quindi di tutta la composizione), da
non banalizzarsi nel puro tecnicismo delle note, ma da interpretare come una serie
di ‘rimbalzi’ del ritmo che generano il caratteristico Rubato, effetto
particolarmente caro all’autore.
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Il Clarinetto di Igor Stravinskij Indice
Indice
Introduzione ................................................................................................................. 3
1. Evoluzione stilistica ............................................................................................... 5
2. Trois pièces pour Clarinette solo .......................................................................... 21
2.1 Notizie storiche ............................................................................................... 21
2.2 Leggende e ipotesi .......................................................................................... 30
2.3 Analisi formale ............................................................................................... 33
2.3.1 Primo pezzo ............................................................................................. 34
2.3.2 Secondo pezzo ......................................................................................... 41
2.3.3 Terzo pezzo .............................................................................................. 51
2.4 Lettura e “interpretazione”.............................................................................. 61
2.4.1 Primo pezzo ............................................................................................. 66
2.4.2 Secondo pezzo ......................................................................................... 69
2.4.3 Terzo pezzo .............................................................................................. 74
3. Nuove prospettive ................................................................................................ 80
4. Ebony Concerto .................................................................................................... 92
4.1 Notizie storiche ............................................................................................... 92
4.2 Analisi formale ............................................................................................... 98
4.2.1 Primo movimento .................................................................................. 100
4.2.2 Secondo movimento .............................................................................. 103
4.2.3 Terzo movimento ................................................................................... 106
Repertorio ................................................................................................................ 110
Bibliografia .............................................................................................................. 113
Indice ....................................................................................................................... 115
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